Gufo di Ol

di MartyPax
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Finale ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Un altro anno scolastico era iniziato, Veronica entrò in classe, i ragazzi parlavano, ridevano, scherzavano e la ignoravano, lei si andò a sedere al suo posto senza dire una parola, svuotò la borsa con i libri, prese il suo quaderno con gli appunti, e poi si alzò e iniziò a scrivere alla lavagna: massimi e minimi di una funzione.

-Prof non avrà intenzione di spiegare alla prima ora del primo giorno di scuola?-

-Rosetti non avrà intenzione prendere una nota alla prima ora del primo giorno di scuola?-

-No Prof, spieghi pure non vedevo l’ora-

La classe rise.

-Prof siamo in quinta, per noi questo sarà il nostro ultimo primo giorno di scuola, ce lo faccia godere-

-Cassano non esserne così certo-

-Di cosa?-

-Che questo sia il tuo ultimo primo giorno-

La classe rise.

Molto probabilmente non faranno ripetere a quel ragazzo un altro anno, e lo grazieranno anche con un risultato pessimo, ma questo non avrebbe impedito a Veronica Spadini di torturarlo per i prossimi nove mesi. Lei stessa quando era studentessa aveva dovuto subire l’acidità dei suoi professori, ed ora che sono passati più di dieci anni era arrivato il suo turno. In realtà quando era giovane sperava di rivoluzionare il sistema scolastico, ed essere l’esempio da seguire e stimare per i suoi studenti, sognava di essere quell’insegnante in grado di far amare la matematica anche all’alunno più recidivo, ma così ovviamente non fu. La matematica fa schifo, e ormai se ne era convinta anche lei. Rispiegare per anni sempre gli stessi argomenti e vedere le espressioni confuse di quei ragazzi che non capivano assolutamente nulla, le stava facendo odiare il suo lavoro.

 

Eppure in quella ordinaria e noiosa giornata, vi era una piccola attesa piacevole. Pur essendo una professoressa di matematica, Veronica amava la lettura, e quel giorno sarebbe uscito l’ultimo capitolo di Journey, una piccola storia che stava leggendo su un sito di scrittori anonimi, l’autore era ovviamente anonimo, il suo nickname era “Gufo di Ol” ed aveva appena 17 anni, poteva benissimo essere uno dei suoi studenti, cosa alquanto improbabile considerando quanto fossero limitati di intelletto quei ragazzi.

 

Poco dopo terminata l’ultima ora della mattinata il cellulare le squillò.

-Ciao Amore-

-Ciao-

-Sono in pausa, pranziamo insieme?-

-Non posso devo fermarmi per dei colloqui-

-Ah ok non importa, a stasera allora-

-A stasera-

Veronica non aveva nessun colloquio, era solamente terribilmente curiosa di sapere come finiva Journey, il penultimo capitolo era terminato con la presunta morte di un co-protagonista, ma aveva già immaginato diversi modi su come avrebbe potuto salvarsi. Inoltre il protagonista dopo un interminabile viaggio non era ancora riuscito a riottenere il suo regno, doveva sapere come ce l’avrebbe fatta.

Così salì in macchina e si diresse a casa, arrivata accese subito il portatile e iniziò a leggere l’ultimo capitolo di Journey, pubblicato un paio di ore prima.

 

Fu così che Christopher guardò dietro di se un’ultima volta per ammirare l’imponente catena montuosa di Hyrule, per poi proseguire il cammino lontano da tutto e tutti, non voltandosi mai più. Fine

 

Journey finì e Veronica rimase sconvolta. Il finale l’aveva devastata, mai si sarebbe immaginata qualcosa del genere. L’intelligente Bob era morto e Christopher dopo essere finalmente riuscito a tornare a casa per governare il suo regno, decise di rinunciare e abbandonare oltre al paese tutti coloro che gli avevano voluto bene e che avevano bisogno di lui, per un motivo che non era stato spiegato.

Dopo quel giorno Veronica rilesse più volte tutta la storia per cercare una spiegazione, scrisse anche numerosi messaggi all’autore per avere delle risposte sull’ambiguo finale, ma senza successo. Era diventata un’ossessione, iniziava a chiedersi chi fosse il Gufo di Ol, e per quale motivo un ragazzo di 17 anni avesse scelto un finale del genere.

Dopo circa una settimana le capitò di fermarsi a parlare per una questione di lavoro con il professore di informatica, una domanda le uscì quasi spontanea, senza nemmeno pensarci.

 

-Lei sarebbe in grado di rintracciare una persona anonima su internet?-

-Come mai questa domanda improvvisa?-

-Curiosità-

-Dipende, forse si, non per vantarmi ma sono particolarmente abile in queste cose-

-Davvero? Mi aiuterebbe a trovare una persona?-

 

Veronica nemmeno ci sperava più di tanto.

“Se non mi riesce ad aiutare ci rinuncio e smetto di pensarci.”

Un vano tentativo per cercare di dimenticarsi della questione. Tuttavia quel professore si rivelò più in gamba di quanto immaginasse. Qualche giorno dopo la chiamò.

 

-Cara Veronica, mi dispiace dirle che non sono riuscito a trovare la persona che pubblica quei racconti, tuttavia rintracciando l’indirizzo IP da cui sono state pubblicate le storie, le posso dire che quel ragazzo ha utilizzato la connessione internet del liceo scientifico Enrico Fermi che si trova nel piccolo paesino di Olivia, una cittadina sperduta in mezzo alle montagne qui in Lombardia-

-Grazie mille Carlo, è un’informazione molto interessante, ti devo un favore.-

 

Liceo scientifico Enrico Fermi di Olivia. Gufo di Ol. Ol e Olivia.

Veronica quella sera fece una piccola ricerca su Google.

A quanto pareva Olivia era un paese molto piccolo, ed era una delle poche cittadine di quella zona ad avere un liceo, gli studenti che lo frequentavano erano molto pochi, una classe per anno.

Un’idea malsana passò per la testa di Veronica in quel momento “Se andassi ad insegnare in quel liceo, e più precisamente nella classe quarta, è praticamente sicuro che uno dei miei studenti possa essere l’autore di Journey”

Si. Un’idea malsana, tuttavia il giorno dopo contattò quella scuola e si rese disponibile per un impiego, anche come supplente.

Esattamente quattro mesi dopo, poco prima che iniziasse il secondo quadrimestre, l’Enrico Fermi di Olivia la chiamò per dirle che c’era un posto vagante come professoressa di matematica per le classi del triennio.

Era fatta. Veronica stava per lasciare un sicuro posto fisso in un comodo liceo di Milano, per andare a lavorare come supplente in un liceo sperduto in mezzo alle montagne. Ora doveva solo dirlo al suo compagno.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La discussione con il suo fidanzato direi di saltarla, inutile dire che hanno litigato, e che lui l’ha definita una stupida ragazzina in cerca del nulla. Si sono lasciati, e pensare che insieme avevano anche pensato al matrimonio.

 

Veronica partì per Olivia con la sua macchina e grazie al navigatore arrivò proprio davanti al condominio dove aveva affittato l’appartamento. Ad attenderla c’era una signora.

-Ciao cara, tu devi essere Veronica-

-Si, lei è la signora Antagonelli?-

-Chiamami pure Luisa-

-Piacere-

-Piacere mio, lascia pure le valige qua sotto, tra poco arriva mio figlio e te la porta su-

Salirono le scale e Luisa mostrò la casa alla donna, per poi andarsene.

Poco dopo il campanello suonò, Veronica immaginava fosse il figlio della signora Luisa, ma quando aprì la porta si ritrovò Jack, uno dei protagonisti di Journey, più precisamente il più coraggioso. Molto spesso l’autore di Journey accompagnava la descrizione di un personaggio con un disegno fatto da lui stesso, e il disegno di Jack corrispondeva perfettamente a quel ragazzo di fronte a lei.

-Salve signora, sono Giacomo, le ho portato le valige-

-Giacomo?-

-Giacomo.-

Questo ragazzo si chiama Giacomo ed è identico a Jack, non può essere una semplice coincidenza, possibile abbia già trovato il Gufo di Ol? Veronica ci prova.

-Gufo di Ol!-

-Come scusi?-

L’espressione del ragazzo era un misto tra il confuso e lo spaventato. Bastò quello per far capire a Veronica che aveva fatto un buco nell’acqua.

-Niente scusami, entra pure-

Giacomo posò le valige e se ne andò subito dopo.

Veronica passò il resto della giornata sistemandosi nel suo nuovo appartamento, il giorno dopo doveva già andare a lavorare. Per la prima volta nella sua vita, andare a scuola le provocava una certa eccitazione.

 

Il giorno dopo una collega la accolse, le mostrò il suo orario e le fece fare un breve giro della scuola, chiedendole anche per quale oscuro motivo avesse fatto quella assurda scelta di trasferirsi nella bianca e sperduta Olivia. -Mi piace la montagna.- Veronica mentì così.

Alla prima ora aveva lezione con la 3 A, la seconda e la terza ora con la 5 A ed infine ecco che finalmente toccava alla 4 A.

Quando entrò in classe squadrò il più possibile tutti quegli studenti, notò che c’era anche Giacomo, il figlio della signora Antagonelli, ed inoltre notò un’altra ragazza, essa corrispondeva al ritratto della dolce e gentile Sam, un’altra protagonista di Journey, Veronica capì di trovarsi nel posto giusto.

Quando fece l’appello scoprì che la ragazza si chiamava Samantha Cavalli, il Gufo di Ol poteva benissimo essere anche una donna, che fosse proprio lei?

Tuttavia Veronica sapeva di dover essere cauta, non poteva interrogare i propri studenti con domande riguardanti una storiella di un sito internet, inoltre considerando quanto il Gufo di Ol desse importanza al suo anonimato, è possibile che nessuno a parte lui stesso sappia di Journey.

 

Passò così le prime settimane studiando i proprio studenti, banalmente iniziò col prestare attenzione ai ragazzi che eccellevano nei temi e in arte, considerando le abilità del Gufo, ma i risultati non arrivavano, inoltre spesso quando si ritrovava a parlare con Samantha o Giacomo, cercava di inserire nelle frasi delle piccole citazioni di Journey, ma quelli non sembravano minimamente accorgersene.

Era quindi possibile che loro fossero solo dei modelli presi come spunto dal vero autore. Nonostante questi piccoli passi avanti Veronica capì che da sola non ce l’avrebbe fatta, era necessario qualcuno in grado di darle informazioni a cui non poteva arrivare da sola.

Fu così che approfondì la conoscenza di Giorgia Pedroni, era la rappresentante di classe e un pomeriggio erano rimaste loro due da sole a compilare la lista degli argomenti svolti, in realtà stava facendo tutto Veronica ma era necessaria la firma dello studente una volta concluso il tutto.

I ragazzi di provincia si potevano definire abbastanza differenti da quelli di città, erano stranamente molto più educati e attenti durante le sue noiose lezioni, tuttavia Giorgia era un’eccezione, più la osservava e più le ricordava i suoi odiosi studenti di Milano. Durante la lezione non prestava mai ascolto e stava sempre con la testa bassa a giocare con il cellulare, un paio di volte la riprese ottenendo un misero “scusi” per poi riprendere a ignorarla beatamente. Veronica non era il tipo di professoressa che lasciava perdere, per questo motivo le aveva già assegnato diverse note comportamentali sul registro.

 

-Penso di avere quasi terminato- Esordì Veronica

-Fantastico- fu l’unica parola che in modo annoiato venne detta dalla ragazza senza nemmeno staccare gli occhi dal suo cellulare.

-Giorgia posso farti una domanda?-

-Dica-

-Conosci Journey?-

-No, dovrei?-

-No immaginavo, ma se vuoi ti spiego cos’è-

-Se ci tiene-

-In pratica è una storia di un autore anonimo scritta su un sito…-

-Interessante- ovviamente a Giorgia non interessava minimamente.

-Ecco vedi la cosa curiosa che ho notato… è che due studenti della tua classe sono identici a due protagonisti di questa storia-

-Chi?-

-Giacomo e Samantha-

-Fico- Nemmeno si impegnava a fingersi interessata, troppo concentrata a giocare al cellulare.

-Sai penso che nella tua classe ci sia l’autore anonimo, mi piacerebbe scoprire chi è-

-Ok. Buona fortuna allora-

-Non è che mi aiuteresti?-

-Non saprei come, mi spiace prof-

-Mi basta qualche informazione sui tuoi compagni-

-Non li conosco così bene-

-Potrei chiudere un occhio tutte le volte che ti vedo al cellulare durante le mie lezioni se mi aiuti-

Giorgia finalmente alza lo sguardo da quel cellulare e fissa Veronica.

-Posso provare a leggere questa storia e vedere se trovo informazioni utili se ci tiene-

-Mi faresti un grande favore-

 

Non c’è niente di peggio per una professoressa che scendere a compromessi con i suoi studenti, ma ormai Veronica era talmente ossessionata dal Gufo di Ol da non preoccuparsi più di tanto se il suo ruolo di rispettabile insegnante venisse macchiato, inoltre era solo una supplente, tra qualche mese non avrebbe più rivisto quei ragazzi.

 

Circa una settimana dopo Giorgia al termine delle lezioni raggiunse Veronica in sala professori, si guardò attorno per essere sicura di non essere vista e poi disse: -Ho delle informazioni che potrebbero interessarle-

Era solo una semplicissima storiella di un sito internet ma trattare l’argomento come qualcosa di estremamente segreto rendeva il tutto un po’ più movimentato. E in un paesino noioso come Olivia, c’era bisogno di un po’ di movimento.

 

-Allora ho letto Journey, ti dirò tutto quello che ho capito, non so quanto possa esserti utile, ah scusa ti sto dando del tu, vabbè fai finta di niente.

In pratica abbiamo i tre principali co-protagonisti che sono tutti studenti di questa scuola, due li hai già individuati, il terzo è Roberto Bonetto che corrisponde a Bob, quello che è morto alla fine, è uno studente di seconda, ma in realtà ha 17 anni, ha ripetuto due volte un anno-

-E’ stato bocciato due volte? Strano Bob nella storia è il più intelligente di tutti, grazie alla sua astuzia molte volte il gruppo…- Giorgia non le fece finire la frase.

-Sisi ho letto, ma senti qua: Jack nella storia è il più coraggioso di tutti, mentre invece Giacomo qui a scuola è piuttosto conosciuto per essere un codardo. Una volta dei suoi amici gli fecero uno scherzo in una casa abbandonata che si diceva essere infestata dai fantasmi e la sua reazione è stata terribilmente divertente da quanto si fosse spaventato, almeno così mi hanno raccontato.-

-Poveretto, comunque molto interessante questa infor…-

-Aspetta non ho finito, in Journey Sam è la ragazza più dolce e gentile del mondo, ecco sappi che Samantha è l’esatto opposto, a scuola la chiamano “la ragazza senza cuore”, perché è molto bella e ha spesso attirato le attenzioni di diversi ragazzi che però quando si sono dichiarati sono stati brutalmente scaricati.-

-Quindi tutti i protagonisti di Journey nella realtà sono uguali fisicamente ma completamente diversi caratterialmente?.

-Esatto-

-E Christopher?-

-Boh-

-Come boh?-

-Non lo so, lui non assomiglia a nessuno fisicamente-

-Forse è normale-

-Perché?-

-Christopher probabilmente corrisponde all’autore, al Gufo di Ol, però considerando quanto per lui sia importante l’anonimato, l’ha ovviamente fatto diverso fisicamente-

-Ha senso-

-Ti ringrazio, mi hai dato informazioni molto utili, ora sono praticamente certa che quei tre non siano il Gufo di Ol, forse ora potrei provare a chiedere anche a loro-

-E’ molto probabile sappiano più di me-

 

Fu così che Veronica decise di provare a parlare di Journey con Giacomo e Samantha.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Un paio di giorni dopo la donna approfittò del fatto che il rubinetto del bagno perdesse acqua per far venire Giacomo, che era il figlio della proprietaria, a riparalo.

Il ragazzo quando arrivò non sembrava particolarmente entusiasta del lavoro assegnatoli, come dargli torto, doveva riparare il rubinetto alla sua prof di matematica.

Veronica raggiunse Giacomo che si era subito messo al lavoro -Ti ho portato un po’ da bere?-

-Grazie-

-Grazie a te, sei stato gentile a venire-

-Si figuri, questo rubinetto ha sempre dato problemi, so come sistemarlo-

-Menomale… senti posso farti una domanda un po’ strana?-

-Mi dica-

-Per caso conosci una storia intitolata Journey?-

-No mi spiace-

-Immaginavo, sai mi piacerebbe che la leggessi-

-E’ qualcosa riguardante la matematica?-

-Nono non c’entra nulla con la scuola, è solo che tu sei uguale a uno dei protagonisti-

-Davvero?-

-Si, ti faccio vedere-

Veronica prese il suo portatile e fece vedere al ragazzo il ritratto di Jack che appariva tra le pagine di Journey.

-Wow sono io-

-Già-

-Chi lo ha fatto?- Giacomo sembrava incuriosito e ciò fece molto piacere a Veronica, finalmente non era l’unica a interessarsi di questa storia.

-Non lo so, speravo tu potessi aiutarmi a scoprirlo-

-Io non ne ho idea-

-Perché non provi a leggere la storia? Magari ti viene in mente qualcuno-

-Va bene lo farò-

-Ah e magari falla leggere anche a Samantha-

-Samantha? Perché?-

-C’è anche il suo ritratto-

-Ah...- Il ragazzo sembrava deluso da quella scoperta. Curioso pensò Veronica.

 

Passarono un paio di settimane da quella conversazione con Giacomo, Veronica sperava fosse lui, magari insieme a Samantha, ad avvicinarsi per parlare della questione Journey e si illudeva che forse quei due sarebbero stati in grado di rivelargli l’identità del Gufo di Ol. La professoressa era abituata a non vedere mai avverate le sue aspettative, ma quella volta ci andò leggermente vicino.

 

Un venerdì terminate le lezioni c’erano ad aspettarla nell’aula professori Giacomo, Samantha e Roberto. Si accorse di loro prima ancora di entrare nella stanza poiché stavano discutendo animatamente.

-E’ una totale presa per il culo- Imprecava Giacomo.

-Non dovresti vederla in questo modo, a me non dispiace- Questa era la voce di Roberto.

-Per te sarà anche così perché sei descritto come sveglio e intelligente, ma fidati che per me è una presa il culo, c’è pure una citazione a quella maledetta casa abbandonata!- Giacomo pareva alquanto alterato.

-Non capisco il vostro interesse, è una storia come un’altra- Intervenne Samantha.

-Ma ci siamo noi nella storia, non sei curiosa di sapere chi l’ha scritta?- le chiese Roberto.

-Posso vivere anche senza questa informazione-

-Io lo voglio scoprire per prenderlo a calci in culo-

-Stai calmo Giacomo, magari è un tuo amico-

-Ancora per poco… appena lo trovo…-

Veronica decide di intervenire.

-Cos’è questo baccano?-

Samantha si alzò dalla sedia dove era seduta e disse -Ci scusi professoressa, la stavamo aspettando-

-Giacomo ci ha parlato di Journey e lo abbiamo tutti letto- intervenne Roberto.

-E vi è piaciuto?- Veronica ripensò alla sua domanda e ne comprese la stupidità, se quei ragazzi ora si trovavano lì non era di certo perché avevano apprezzato la storia.

-Si bello- esclamò Samantha con un fintissimo sorriso.

-Oltre a farlo leggere a Samantha l’ho passato anche a Roberto, visto che c’era anche il suo ritratto-

-Hai fatto bene- Veronica sorrise.

I tre rimasero stupiti, la avevano come professoressa già da un mese, tuttavia non aveva mai sorriso prima d’ora.

-Giacomo ci ha detto che le interessa scoprire chi è l’autore, ecco noi vorremmo aiutarla, visto che siamo tutti interessati- E mentre Roberto diceva queste ultime parole lanciò un’occhiata a Samantha, la quale poi annuì fingendosi d’accordo.

-Mi fa davvero piacere sapere che mi aiuterete, sapete è una questione che mi incuriosisce già da un po’, sarei davvero felice di scoprire chi ha scritto questa magnifica storia-

La realtà era un po’ diversa, voleva semplicemente avere spiegazioni sul finale di Journey, ma non era il caso di spiegare a quei ragazzi la sua ossessione, sarebbe stato imbarazzante.

-Avete già qualche idea su chi potrebbe essere?-

-Nope- disse Samantha.

-No mi spiace- aggiunse Giacomo.

-Io in realtà ho pensato a qualcuno…- concluse Roberto.

-CHI?- Esclamarono in coro gli altri tre.



 

La teoria di Roberto non era affatto male. Non sapevano per quale motivo i personaggi di Journey fossero così diversi dai loro corrispettivi reali, e diversamente da Giacomo che pensò subito ad una presa in giro, Roberto ragionò in modo più banale: forse semplicemente non li conosceva più di tanto.

E in un paesino piccolo come Olivia, chi è che aveva 17 anni? Era particolarmente bravo nelle materie umanistiche e artistiche? E non aveva avuto modo di conoscere in modo approfondito quei tre ragazzi?

Al ragazzo venne in mente una sola persona, si chiamava Gianluca Gufastro, ed era il figlio del proprietario del rifugio Gufastro.

Gufo di Ol e Gufastro.

Ormai si erano abituati a non credere più alle coincidenze, quindi Gianluca sembrava proprio corrispondere all’autore di Journey.

Questo rifugio si trovava ad una quota particolarmente elevata poiché situato abbastanza vicino alla cima della montagna dove si trovava Olivia, per questo motivo il figlio del rifugista, pur essendo iscritto al liceo Enrico Fermi, non era in grado di frequentare le lezioni e si presentava solo una volta al mese per farsi valutare e rimanere aggiornato sul programma scolastico, il fatto curioso è che pur studiando da solo a casa, eccelleva in tutte le materie.

 

La teoria di Roberto piacque molto a Veronica, anzi, in realtà era terribilmente felice di avere finalmente un nome che poteva corrispondere al Gufo di Ol.

Decise di andare al rifugio Gufastro per incontrare Gianluca, i tre ragazzi si offrirono di accompagnarla.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Si ritrovarono tutti e tre davanti a scuola la domenica successiva e insieme si diressero verso la loro meta. Giacomo aveva una cartina in mano.

-Faremo questo percorso, è il più lungo ma anche il più sicuro-

-Vuoi scherzare spero?- gli chiese Samantha.

-No perché?-

-Senti caro tu non avrai probabilmente nulla di interessante da fare nella tua vita, ma io non ho intenzione di rientrare stasera tardi, prenderemo il sentiero più veloce-

-Non possiamo prendere quello, non è sicuro, e poi la prof non è mica un’esperta montanara-

-Ah non ti preoccupare per me Giacomo, anche io preferirei non rientrare troppo tardi, ho delle verifiche da correggere- In realtà Veronica era dannatamente eccitata all’idea di incontrare il Gufo di Ol da voler solamente arrivare il prima possibile.

Giacomo cercò supporto da Roberto che però gli disse semplicemente -Dai non è poi così terribile quel sentiero-

Il ragazzo deluso si arrese al volere del gruppo e li seguì per il percorso più veloce ma anche meno sicuro.

 

-Ragazzi avete dell’acqua?-

-Oddio Roberto davvero non te la sei portata?- chiese Samantha stupita.

-Me la sono dimenticata-

-Bravo sempre sveglio- rise Giacomo.

-Ho due bottigliette dentro lo zaino, vieni prendine una-

-Grazie Samantha- senza fermare la camminata Roberto frugò nello zaino di Samantha per prendere la bottiglietta ma tirò fuori un deodorante.

-Mi spieghi perché diamine ti sei portata il deodorante?-

-Ma farti gli affari tuoi? Prendi ‘sta acqua e non rompere-

-Vabbè, grazie comunque- Il ragazzo prese la bottiglia e richiuse lo zaino.

Giacomo intanto si mise a ridere.

-Che ti ridi?- gli chiese Samantha irritata.

-Pensavo al deodorante-

-Queste dannate salite mi fanno sudare, scusa sai se a differenza tua preferisco non puzzare-

-Va bene hai ragione tu- Giacomo però non smise di ridere per almeno altri dieci minuti.

Il curioso gruppo non si sarebbe mai potuto aspettare quello che successe pochi attimi dopo.

Una folata di vento fece volare via il cappello di Samantha, la quale cercò di recuperarlo inseguendolo, Giacomo reattivo provò ad aiutarla e si mise a correre verso l’oggetto, intanto Roberto urlava ai ragazzi di lasciar perdere poiché non era sicuro allontanarsi dal sentiero, tuttavia questi non gli diedero retta e sparirono tra i vari alberi dove si era infilato il cappello. Veronica preoccupata decise di seguirli e così anche Roberto. Poco dopo la scena che si trovarono di fronte fu drammatica: il cappello della ragazza si trovava proprio tra le fauci di un orso, e i due ragazzi erano a pochi metri da esso completamente pietrificati dalla paura. Anche Veronica e Roberto si fermarono di colpo dopo aver visto l’animale. La situazione era critica, l’orso sembrava non gradire la loro presenza e si stava avvicinando minaccioso a Giacomo, il quale spinse dietro di se Samantha per proteggerla.

A rompere il silenzio fu Roberto -Giacomo hai l’accendino in tasca?-

Giacomo pur terrorizzato annuì.

-Ok, allora Samantha, con molta calma, tira fuori il deodorante e dallo a Giacomo-

Samantha guardò Roberto con un’espressione mezza confusa e mezza sconvolta, ma fece come disse.

-Giacomo hai capito cosa devi fare?-

Giacomo annuì nuovamente e tese la mano verso Samantha, la quale con molta lentezza gli porse il deodorante.

L’orso ruggì.

Giacomo dopo un attimo di esitazione, prese il suo accendino, lo accese e poi azionò lo spray del deodorante vicino alla piccola fiamma da farla così diventare enorme.

L’orso si spaventò e scappò via facendo anche cadere il cappello.

Ci fu un sospiro di sollievo generale.

Tornarono tutti e quattro verso il sentiero in un assordante silenzio, il quale fu interrotto solo molto dopo da Roberto quando disse: -Siamo arrivati-

 

Lungo la strada che avevano percorso non avevano incontrato nessun alpinista, mentre invece presso il rifugio era pieno di visitatori, probabilmente avevano tutti scelto il percorso più sicuro, Veronica si sentì in colpa per ’aver messo in pericolo quei ragazzi.

Fu piacevole entrare nel rifugio al caldo, tuttavia non persero troppo tempo a rilassarsi, Samantha si diresse subito verso la signora alla cassa e chiese di Gianluca, la quale lo fece scendere.

-Gian! Ci sono i tuoi compagni di classe con una professoressa, che diavolo hai combinato?-

-Ma niente mamma, non stressare- si allontanò dalla cassa e si avvicinò al gruppo di ospiti -E voi che ci fate qui?-

Veronica rimase delusa nello scoprire che Gianluca non assomigliasse minimamente al ritratto di Christopher, ma comunque non si perse d’animo, era piuttosto ovvio in realtà che non si fosse scelto come modello.

-Piacere mi chiamo Veronica Spadini, sono la supplente di matematica, purtroppo non abbiamo ancora avuto modo di conoscerci-

-Non c’era bisogno di venire fino a qua, ero sceso di recente per informarmi sul programma svolto-

-Si lo so, ma non siamo qui per questo-

-E per cosa?-

-Possiamo sederci? Saremmo un po stanchi- Intervenne Roberto.

-Va bene, venite- Il gruppo seguì Gianluca che si sedette al tavolo del ristorante più in disparte.

 

Fu Veronica a spiegare tutta la faccenda al ragazzo, evitando accuratamente di raccontare la parte in cui lei decise di trasferirsi a Olivia solo per trovare il Gufo di Ol.

-Quindi voi credete che io sia l’autore di questa storia?-

-Lo sei?- Chiese Giacomo.

-No- La risposta di Gianluca fu fin troppo chiara, ma nessuno pareva crederci.

-Come no?- Fece Roberto.

-Dopo tutto sto casino mi stai dicendo che non sei te?- Samantha era parecchio irritata.

-Sappi che se ci stai mentendo io…- Giacomo aveva un tono minaccioso.

Veronica tossì per attirare l’attenzione dei ragazzi.

-Senti Gianluca, io capisco che magari tu non voglia dircelo, dopo i numerosi messaggi che ho inviato ho potuto constatare che il Gufo di Ol tiene moltissimo all’anonimato, però cerca di capire, io vorrei solamente farti una domanda, solo una, poi non ti darò più fastidio-

-Quale domanda?- Chiese Gianluca incuriosito.

-Per quale motivo Christopher ha deciso di abbandonare tutto e tutti alla fine?-

Gianluca aveva un’espressione sorpresa, poi confusa e dopo alcuni secondi di silenzio disse: -Chi è Christopher?-

 

L’improvvisato gruppo di viaggiatori capì di aver sbagliato persona e stanchi e delusi, decisero di tornare a casa.

Veronica era all’entrata del rifugio e fissava il vuoto mentre aspettava i ragazzi che si stavano preparando per la discesa. Il suo sguardo si soffermò su una parete piena di vecchie foto ed una catturò la sua attenzione: c’erano due bambini abbracciati, un maschio e una femmina, sopra un masso e dietro il rifugio Gufastro, Veronica si concentrò ulteriormente sul ragazzino a destra. Era Christopher.

Chiamò subito gli altri ragazzi per annunciargli la nuova scoperta.

-Sicura sia lui?-

-A me non sembra assomigliarli molto…-

-E’ lui, è solo un po’ più piccolo, ma i lineamenti sono quelli-

-Ma il Gufo non dovrebbe avere 17 anni?-

-Nessuno gli ha imposto di dire l’età esatta, potrebbe aver mentito-

I ragazzi non parevano troppo convinti, ma loro non avevano osservato tanto attentamente i ritratti di Journey quanto Veronica. La donna chiese informazioni sul ragazzo a Gianluca.

-Non so chi sia il bambino, ma la bambina è mia zia, magari lei può aiutarti-

Il ragazzo prese la foto appesa al muro e scrisse dietro qualcosa, poi la diede a Veronica.

-Ho scritto dietro il suo indirizzo, abita in un altro paesino vicino ad Olivia quindi non dovrebbe essere un problema raggiungerla-

-Grazie mille- Veronica era felice di non aver perso del tutto la speranza.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Per la discesa furono tutti concordi a percorrere il sentiero più lungo e sicuro, nessuno era intenzionato a rivedere un orso. Tuttavia dopo circa un paio d’ore di camminata, il tempo peggiorò, la neve iniziò a cadere violentemente e si resero conto troppo tardi che erano andati fuori strada, ai loro piedi era tutto bianco e non si riusciva più a distinguere il percorso.

-Non riesco più a capire da che parte andare!- urlò Roberto.

-Siamo spacciati- Giacomo sembrava parecchio preoccupato.

-Dio mio Giacomo è solo un po’ di neve, non possiamo esserci allontanati troppo dal percorso- Samantha cercava di tranquillizzare il compagno, ma la sua espressione la tradiva, anche lei pareva in ansia.

-Propongo di cercare un riparo e aspettare che finisca di nevicare così forte, è inutile andare avanti alla cieca-

Così seguirono il consiglio di Roberto e si infilarono in una piccola cavità nella roccia.

 

Mentre i quattro cercavano di scaldarsi un po’, a rompere il silenzio fu Roberto.

-Mi spiace è tutta colpa mia-

-Ma che dici?- Chiese Samantha.

-E’ stata mia l’assurda idea che potesse essere Gianluca, se non fosse stato per me ora non saremmo in questo casino… sono proprio uno stupido-

-Non sei affatto uno stupido, se non fosse stato per te ora Samantha e Giacomo sarebbero stati divorati da quell’orso-

-Ha ragione la prof, fortunatamente sei intervenuto te, io ero pietrificato dalla paura, come al solito mi sono dimostrato un codardo-

-Non è vero Giacomo, Roberto ti ha solo detto cosa fare, ma tu sei riuscito ad agire-

-Ammetto che in quel momento sei sembrato molto coraggioso- Gli disse Samantha sorridendo.

-Grazie- Giacomo arrossì.

-Ragazzi lasciatevelo dire, siete veramente strani voi- aggiunse poi Veronica.

-Perché prof?-

-Mi avevate detto che Roberto era stupido, Giacomo codardo e Samantha insensibile, ma invece oggi mi siete sembrati tutto l’opposto-

-In effetti se ci pensate anche Samantha oggi è stata quasi gentile, assurdo!- rise Roberto.

-Ah ah molto spiritoso, ora ridammi la mia bottiglietta d’acqua-

-Ora sembrate essere molto più simili ai protagonisti di Journey, forse il Gufo di Ol è in realtà una persona che vi conosce molto bene- Riflettè Veronica.

-A me non viene ancora in mente nessuno però…-

-Beh almeno ho ancora la foto…- Veronica cercò nella tasca del suo giubbotto la foto datale da Gianluca ma non la trovò, si guardò intorno e rovistò tra la sua roba ma nulla, aveva perso la foto.

-Non ci posso credere, deve essermi caduta in mezzo alla bufera di neve-

-Non si ricorda l’indirizzo che c’era scritto?- Le chiese Samantha.

-No..-

-Dobbiamo tornare su a chiedere a Gianluca?- Giacomo non era molto entusiasta all’idea.

Veronica si strinse le ginocchia al petto e infossò la testa nelle braccia, sembrava alquanto disperata.

-Lasciate perdere ragazzi, qui la vera stupida, insensibile e codarda sono io… Vi ho trascinati in questa situazione assurda e vi ho messo in pericolo solo perché ero ossessionata dal Gufo di Ol. La verità è che mi sono trasferita in questa cittadina sperduta solo per trovarlo, scappando dal mio noioso lavoro e dal mio ordinario fidanzato-

-Lei si è trasferita ad Olivia per il Gufo?- Samantha era incredula.

-Si… il finale di Journey… non ho ancora realmente capito il motivo per cui mi abbia così tanto scossa, sta di fatto che volevo sapere perché Christopher aveva fatto quella scelta, e l’autore non mi voleva rispondere… così ho deciso di lasciare tutto e scoprirlo. Solo una pazza farebbe una cosa del genere-

-Beh non ha tutti i torti- Disse Giacomo che fu poi colpito da una gomitata di Samantha.

-Scusate ma penso proprio che lascerò perdere questa mia stupida ricerca…-

-No! Non dovrebbe arrendersi così, possiamo tornare a chiedere l’indirizzo a Gianluca la prossima settimana e…-

-Per favore Roberto non insistere, era solo la foto di un bambino che assomigliava molto lontanamente a Christopher, non posso sopportare un altro fallimento, tanto vale lasciar perdere subito-

-Ma…- Roberto era forse quello più curioso dopo Veronica sullo scoprire l’identità del Gufo, tuttavia non sapeva come convincerla a non rinunciare.

-Credo che tornerò a Milano, non sono fatta per la vita di montagna…-

I tre ragazzi non dissero niente, tuttavia la delusione nei loro volti era evidente.

Un paio di ore dopo la bufera di neve si calmò e il gruppo ritrovò il sentiero per Olivia.

 

Un pomeriggio qualche giorno dopo quella burrascosa domenica, Veronica stava facendo le valige, pronta per tornare a Milano, nella speranza di ritrovare il suo posto di lavoro e di tornare insieme al suo fidanzato.

Mentre piegava i suoi vestiti un foglietto le cadde da una tasca di un pantalone: era la foto che le aveva dato Gianluca. Non l’aveva mai persa, era solamente in una tasca diversa da quella che si ricordava.

Rimase un attimo indecisa sul da farsi, si era imposta di lasciar perdere quella faccenda e tornare alla sua solita vita, ma quella foto… riguardò il bambino raffigurato, era davvero troppo somigliante a Christopher. Decise di rimandare la sua partenza, prese la sua macchina e si diresse a casa della zia di Gianluca.


Quando arrivò a destinazione e suonò il citofono ad aprirle fu la figlia, la quale poi chiamò la madre.

-Salve, mi dica-

-Piacere sono Veronica Spadini, mi scusi se la disturbo, sono l’insegnate di suo nipote Gianluca, volevo sapere chi fosse il ragazzo di questa foto, probabilmente lei può aiutarmi-

La donna guardò la foto che le porse Veronica e poi disse: -Lui è Filippo Pedroni, un mio caro amico di infanzia, i miei genitori avevano appena aperto il rifugio e decidemmo di scattare questa foto quando...-

-Mi scusi se la interrompo ma sono un po’ di fretta, mi può dire dove posso trovarlo?-

La donna la guardò triste.

-Ecco… mi spiace informarla che Cristiano è morto-

-Come è morto? Quando è successo?-

-Tre anni fa-

-Ah… grazie per il suo tempo, mi scusi se l’ho disturbata…-

 

Un’ennesima delusione. Era arrivato il momento di lasciare perdere veramente questa volta.

 

Salita in macchina si stava dirigendo per l’ultima volta al suo appartamento, quando all’improvviso un’intuizione. Filippo Pedroni. Il nome le era familiare… Pedroni… Giorgia Pedroni, la rappresentatnte di classe!

La ragazza che aveva escluso a prescindere perché troppo simile ai suoi spenti alunni milanesi, che sia realmente lei il Gufo di Ol?

Chiamò la scuola per sapere il suo indirizzo, si diresse a casa sua, lì però la madre le disse che si trovava alla biblioteca della scuola, e fu così che la raggiunse.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Finale ***


Entrò nell’aula e subito la vide, completamente sola stava leggendo.

-Giorgia.-

La ragazza alzò lo sguardo verso la donna che aveva pronunciato il suo nome, le bastò solo un’occhiata per capire. Era stata scoperta.

-Salve prof, come va la sua ricerca?-

-E’ stata parecchio ardua, ma credo di aver trovato il Gufo-

-Davvero? E chi è?- Giorgia stava sorridendo.

Allora anche Veronica sorrise. Ce l’aveva fatta. Il Gufo di Ol ora si trovava proprio di fronte a lei.

-Avresti potuto dirmelo subito, mi avresti risparmiato parecchi guai-

-Non sarebbe stato molto divertente, una storia ha bisogno di ostacoli-

-Questa non è una storia, è la vita- Veronica si sentiva presa in giro.

-Forse è per questo che è così noiosa…- Giorgia smise di guardare la donna e tornò a leggere il suo libro. Veronica allora si sedette proprio di fronte a lei.

-Risponderai alle mie domande?-

-Samantha mi ha un po’ raccontato cosa è successo domenica, penso che la risposta ad una sola domanda se la sia meritata, prof-

-Ti ringrazio, ma non sono più la tua prof-

-Ok-

In realtà Veronica voleva chiederle molte cose: come mai ha scelto il Gufo come animale? Perché nella storia ci sono Samantha, Giacomo e Roberto e per quale motivo li aveva caratterizzati in quel modo? E poi perché Christopher era uguale a suo padre? Ma a quanto pareva Giorgia avrebbe risposto solamente ad una domanda, quindi le chiese:

-Tu sei Christopher?-

Giorgia rimase sorpresa da quella domanda, alzò lo sguardo confusa verso Veronica.

-Pensavo mi volessi chiedere del finale, me li ricordo i tuoi fastidiosi messaggi privati sul sito…-

-Si è vero, vorrei avere anche spiegazioni sul finale, ma se mi concedi una sola risposta, allora voglio sapere questa-

-Ma sai già la risposta, me l’hai detto tu stessa l’altra volta…-

-Hai ragione, ma voglio avere la conferma-

Ci fu un attimo di silenzio in cui i due sguardi delle donne si fissarono.

-Si Christopher rappresenta me-

-Grazie- Veronica le sorrise -ora credo di poter andare- si diresse così verso l’uscita della biblioteca.

-Aspetta!- Giorgia la fermò -Perché hai cambiato domanda?-

La professoressa si sorprese da quell’improvviso interessamento della ragazza.

-Non lo so… forse volevo solo sorprendere il Gufo di Ol-

-Non è vero-

-Cosa?-

-Io so perché hai cambiato domanda-

-Dimmelo tu allora-

-Perché non vuoi sentire la risposta.-

Veronica scoppiò a ridere.

-Allora la vuoi sapere o no la risposta?-

-Certo che la voglio sapere-

-Aspettative.-

-Aspettative?-

-Si. Christopher aveva intrapreso il suo viaggio per riconquistare il suo regno, perché lui era il legittimo erede al trono, tuttavia solamente quando finalmente ottenne ciò che desiderava, si chiese se sarebbe stato in grado di governare quel paese ormai distrutto. Tutti credevano in lui, tutte le persone che lo avevano seguito sapevano che sarebbe stato in grado di farcela. Tutti si aspettavano grandi cose, ma lui ha avuto paura di tradire quelle aspettative, per questo motivo se ne è andato-

Fu così che Veronica riuscì ad avere la risposta tanto desiderata.

-Alquanto deludente come spiegazione- Furono solo queste le sue parole.

-Si lo so, ma purtroppo Christopher sono io, quindi non ci si poteva aspettare di meglio-

-E quindi secondo te non volevo sapere questa risposta perché sarebbe stata deludente?-

-No, non per questo-

-E perchè?-

Giorgia rimase in silenzio, poi sul suo volto un’espressione soddisfatta, si risedette al suo posto e tornò a leggere il libro.

-Allora mi dici perché?- Veronica era impaziente.

-Tutto questa strada che hai fatto per trovarmi, solo per sapere la risposta a questa fatidica domanda, probabilmente perché la questione ti ha toccato nel profondo- Giorgia rialza lo sguardo verso Veronica -Forse anche tu hai deluso qualche aspettativa?-


Veronica uscì dalla biblioteca e tornò in macchina. Ora era tutto finito. Ora poteva tornare alla sua normale vita. Tuttavia non smetteva di pensare alle parole di Giorgia.

 

Fuori dal suo condominio trovò ad aspettarla i suoi tre alunni, Giacomo, Samantha e Roberto.

Fu quest’ultimo a parlare a nome di tutti.

-Prof, la volevamo ringraziare-

-Per quale motivo?-

-Grazie a lei siamo cresciuti, abbiamo capito come siamo realmente. D’ora in avanti ho intenzione di impegnarmi molto di più nello studio, perché non sono affatto uno stupido-

-Ovvio che non lo sei Roberto- Sorrise Veronica.

-Sa prof mi sono preso un po’ di coraggio ieri, ho deciso di dichiarare i miei sentimenti a Samantha- Intervenne Giacomo imbarazzato.

-Davvero?- Veronica era piacevolmente stupita dalla notizia, guardò subito in direzione della ragazza per sapere la sua risposta.

-Si beh… ho sempre rifiutato tutti gli altri ragazzi perché in realtà a me era sempre piaciuto Giacomo- Disse Samantha completamente rossa in viso.

Veronica rise. In quel momento si sentiva realmente felice e soddisfatta.

 

Purtroppo il Gufo di Ol sembrava avere fin troppo ragione, Veronica nella sua vita aveva deluso le aspettative di qualcuno. Non del suo capo che non voleva dimetterla, non dei suoi genitori che la volevano avvocato, non del suo ragazzo che la voleva sposare, ma di se stessa.

Era cresciuta con il sogno di diventare una professoressa diversa, una di quelle che rimangono impresse tutta la vita nella memoria degli studenti, di non limitarsi a insegnare una materia, ma di insegnare la vita. Solo in quel momento realizzò di avercela fatta.

 

Decise di non tornare a Milano, ma di restare con quegli studenti che le avevano fatto riscoprire la bellezza dell’insegnamento.

 

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