A Complicated Life

di NeahSwanMills
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Neah Regnard ***
Capitolo 2: *** Undici Anni Dopo ***



Capitolo 1
*** Neah Regnard ***


- Cerca di non essere maleducata con il re, ok?
Chiese l'uomo alla bambina, dai corti capelli castano scuro e occhi azzurri, che aveva accompagnato davanti alla sala del trono.
- Cercherò... di non esserlo, Frederick.
Lui sorrise leggermente e subito dopo entrarono nella sala. Dove il re se ne stava seduto sul maestoso trono e li guardava avvicinarsi.
La sala era lucida e brillante e le grandi finestre lungo la parete, la rendevano molto luminosa.
Ma la bambina non sembrava stupita, mentre si guardava intorno. Era stupita per un altro motivo.
- E così... tu se la figlia di Gerard. Incredibile...
Era quello a stupirla. Il fatto che tutti lì, conoscessero suo padre. Che persino il re lo conoscesse.
- Cosa è incredibile, maestà?
Domandò lei stupendo sia il re che l'uomo che aveva accanto. Ma entrambi sorrisero a quella domanda. La bambina aveva lo sguardo serio e fiero di suo padre.
E per il re quella fu la conferma alla sue domande. Era figlia del suo migliore amico, quell'amico che aveva abbandonato il regno subito dopo averlo reso un re degno di quel nome.
E pensava che quella ragazzina fosse adatta a svolgere lo stesso compito del padre.
- Gli assomigli molto. E poi... tu sai chi è tua madre?
- Sì. Ma mio padre non mi ha dato il permesso di dirlo, Maestà.
E quell'affermazione decisa e seria fece sorridere divertito il sovrano.
- Sì... senza dubbio sei adatta.
Disse guardandola mentre assumeva un'espressione confusa. Probabilmente non sapeva cosa suo padre era stato per lui.
- Adatta per cosa, maestà?
Gli domandò Frederick mentre la bambina lo guardava, con occhi preoccupati.
- Per essere l'attendente di mia figlia. Dopotutto ce l'ha nel sangue.
- Cosa? Perché? Non mi pare che abbia i requisiti... e poi i nobili si opporranno.
Cercò di spiegare Frederick, ma il sovrano sorrise, di nuovo, divertito.
- Oh, senza dubbio. Ed anche mia figlia. Ma il re sono io e so cosa è meglio per mia figlia. Ed una ragazzina che le tenga testa è quello che le serve per capire che non otterrà mai tutto ciò che vuole.
Era terribilmente eccitato dalla cosa. E Neah lo vedeva. Vedeva lo sguardo divertito di quell'uomo. E forse aveva anche capito  perchè suo padre avesse definito il suo miglior amico, un uomo molto propenso ai cambiamenti ed alle novità stimolanti.
Ma la bambina o ragazzina, dato che aveva dodici anni, sapeva bene che quel compito era una seccatura terribile. 
Seccatura che non le avrebbe permesso di andare a trovare i suoi amici d'estate e che l'avrebbe costretta a stare assieme ad una persona, che forse, non avrebbe mai sopportato.
- Allora, ragazzina, cosa decidi?
Domandò sicuro che non avrebbe rifiutato, nonostante la cosa non le piacesse affatto. Dopotutto non aveva scelta. Frederick aveva adottato la ragazzina informandola che i suoi ordini andavano eseguiti.
- Ad una condizione.
Domandò guardandolo con occhi di ghiaccio. Occhi seri. Che mai avrebbe immaginato su una bambina.
- Oh... e quale?
Sorrise divertita, lei stavolta, e l'uomo per un momento le parve una persona di sua conoscenza.
Alla fine, il re accettò la condizione e Neah, accettò di diventare l'attendente della secondo genita della famiglia reale Sheridan.
Difatti il giorno dopo iniziò il corso breve ma intensivo, con il maggiordomo di nome Alfred. Un signore sulla sessantina che aveva addestrato anche suo padre, ma il fatto che fosse figlia di Gerard lo sapevano solo i Regnard, che l'avevano adottata, e la famiglia reale, o meglio il re e sua moglie.
Non era necessario dirlo, altrimenti si sarebbe potuto incorrere in uno scandalo. 
Anche se il suo insegnante era contrario al fatto che fosse l'attendente della principessa.
Non era nobile, era una persona comune, adottata per misericordia o chissà cosa. 
Per fortuna suo padre aveva pagato una sua amica per insegnarle le arti marziali e varie tecniche di difesa. Altrimenti quel vecchio gliele avrebbe suonate di santa ragione.
Ed oltre alla pratica vi era la teoria, di cui si occupava l'insegnante di buone maniere, la signora Ascoure.
Donna molto composta e raffinata, ma per Neah era un demone. Anche peggiore della donna che le aveva insegnato a combattere.
E per fortuna le lezioni durarono solo un mese. 
Così quando Neah Regnard, si presentò nella sala del trono con un completo nero, camicia blu, cravatta rossa ed un anello al dito indice della mano destra, nella sala del trono, il re sorrise, ma la ragazza appena adolescente, dai lunghi capelli neri e occhi verdi se ne stupì e perecchio.
- Padre! Stai scherzando, vero? Come può questo ragazzino farmi da attendente?!?
- Calmati, tesoro, calmati. Neah ha superato tutti i regolari test e soprattutto ha qualcosa che gli altri non hanno.
Sorrise ancora l'uomo e Neah si ritrovò lo sguardo di fuoco della principessa addosso.
- Non credo proprio. E poi ha persino meno anni di me.
- Solo due e fidati... Neah saprà proteggerti proprio come un qualsiasi membro della Guardia.
Le spiegò il sovrano, ma la mora guardò Neah che non le rispose facendola infuriare ancora di più.
- Quindi... ti chiami Neah?
Esattamente. Da oggi in poi, per volere di vostro padre, la proteggerò.
A quelle parole la ragazza si irritò, ma non disse nulla mentre il re sorrideva.
"Queste due... in futuro andranno d'accordo... e ne vedremo delle belle."
La principessa si voltò ancora verso il padre indignata, ma questo le sorrise. Era un bambino ad un compleanno, suo padre.
- Oh, Neah... Ricorda una cosa.
Disse il re e Neah lo guardò. Seria come sempre e con un altra luce negli occhi.
Era qualcosa di trattenuto a stento.
- Mia figlia non ha il permesso di andare nella torre ovest del castello, né nelle segrete. E sopratutto non può interrompere una riunione di qualsiasi tipo mia, di sua madre, di suo fratello o del consiglio. Se farà una di queste cosa ne risponderai tu.
Disse, mentre Neah alzava un sopracciglio e la principessa sorrideva divertita dalla cosa.
- Per evitarlo posso metterla k.o. ?
Domandò sorprendendo il sovrano e scioccando la ragazza.
- Come, prego??
Le domandò lei, con occhi sgranati e rabbiosi. Il re invece, ripresosi, sorrise.
- Se proprio necessario...
- Padre!!
Alzò la voce la ragazza e lui la guardò, con calma.
- Ti conosco, Charle, e so che saresti irremovibile a parole. Perciò, sì, Neah, puoi stordirla.
Era scioccata Charlotte Camille Sheridan e Neah invece era esasperata.
Quella ragazza era il suo contrario in tutto e per tutto. Non sarebbero mai andate d'accordo.
Ed era convinta che la principessina non le avrebbe nemmeno lasciato fare il suo lavoro, come una persona normale.
No, era già consapevole che lei le avrebbe reso la vita difficile.

Note: Questo è il prologo e quindi è un tantino corto. I prossimi capitoli saranno più lunghi. Spero vi interessi e che commentiate. Le critiche costruttive sono sempre ben accette, grazie mille per aver letto.

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Capitolo 2
*** Undici Anni Dopo ***


Ogni anno si teneva una riunione tra i rappresentanti dei paesi monarchici, in un paese che non era monarchico. 
Quell'anno come città era stata scelta Ehckal. E proprio per quel motivo, Neah, era nella stanza della principessa a chiederle un favore. 
- Non vuoi venire ad Ehckal e mi chiedi di portare Claude, al tuo posto?
Domandò la giovane donna dai lunghi capelli neri dal vestito blu, guardando Neah, con il capo chino davanti a lei.
- Sì. Ve lo stò chiedendo, come favore personale.
Rispose il ragazzo mancato, in uniforme militare, nera e rossa, con capelli non proprio corti e occhiali a montatura nera e lenti rettangolari. Era molto alta e la principessa le arrivava alla fronte con i tacchi.
Regnard. 
- Ti ricordo che hai giurato di servirmi in ogni modo ed in ogni luogo. Verrai con me ad Ehckal, Regnard. Non ho intenzione di farmi parlare dietro perché il mio attendente non ha voglia di accompagnarmi.
Neah trattenne uno sbuffo e alzò la testa, incontrando gli occhi verdi e irritati della principessa.
- D'accordo, scusi il disturbo. Il maggiordomo verrà a prendere le valigie far dieci minuti. Le conviene avviarsi verso la Limousine, la accompagnerà Alfred.
- E tu dove vai?
Domandò con uno sguardo serio e Neah si girò di profilo, per uscire dalla stanza.
- Sono il capitano delle guardie reali. Devo organizzare le cose e proporre un sostituto per le prossime, due, settimane, maestà. Tornerò il prima possibile.
Rispose andandosene poi dalla stanza della principessa e avviarsi verso la sala del trono.
Lì il sovrano la guardò con preoccupazione. Gli anni avevano permesso al re di capire gli sguardi della guardia del corpo di sua figlia. E quello sguardo non prometteva nulla di buono. 
- Neah... come mai quì?
- Devo proporre Cyril Maynard, come mio sostituto capitano per le due settimane in cui sarò con la principessa. 
Spiegò e lui annuì. Era d'accordo con la scelta. Cyril era arrivato secondo nella selezione del capitano delle guardie reali ed era un ottimo soldato.
- E nelle quattro settimane successive. Come consiglio Claude come attendente alla principessa nello stesso periodo.
- Come?!
Urlò quasi e Neah non si scompose. Il suo stupore era giustificato.
- Voglio un mese di ferie. In undici anni di servizio, mi sembra adeguato.
Spiegò e l'uomo dai capelli neri, brizzolati, la guardò scioccata.
- Cosa è successo?
- Sua figlia è troppo anche per me, maestà. E gradirei passare ad Ehckal del tempo senza dover badare a vostra figlia. Non sarebbe successo se avesse acconsentito a prendere Claude al mio posto, ma a questo punto...
Sbuffò stavolta Neah ed il sovrano deglutì a vuoto. Era molto preoccupato.
- Se non le va, può detrarmi lo stipendio di quel mese da entrambi i lavori che svolgo per lei, Maestà. Ma lo farò. Anche se mi dirà che sua figlia non la prenderà bene.
Sospirò l'uomo e si appoggiò allo schienale del trono, su cui sedeva.
- Non vuoi proprio ripensarci? Crystal non la prenderà bene ed i nobili...
A quel punto Neah si scompigliò i capelli, per poi guardarlo di nuovo. Ed al re quello sguardo freddo e impassibile che aveva non piaceva affatto. Non era da ragazza di ventitré anni. Era da persona che non aveva nulla più da perdere.
- Maestà... l'unica cosa su cui potrei ripensare è il mio lavoro di attendente. E se non lo faccio è perché ho fatto un giuramento che spero lei rispetterà, come lo sto facendo io. Per le ferie posso aspettare, la sua decisione, ma gradirei una risposta entro la fine delle prossime due settimane.
L'uomo che aveva un completo elegante grigio brillante e cravatta blu lucida, si alzò dal trono.
- Regnard, tu stai cercando di intimorirmi?
Era serio e leggermente incazzato, il Sovrano. E Neah scosse la testa, sorridendo divertita.
- Sire, non sono così stupida. Sto solo cercando di farmi capire. Sopportare sua figlia, vuol dire mordersi la lingua a sangue ogni tre minuti e sopportare cose assurde ogni giorno dell'anno. La pregherei di concedermi questo mese libero e poi non le chiederò altro finché il mio obbligo non si esaurirò.
A quel punto Lugar Aiden Sheridan, fece un'espressione divertita e scoppiò a ridere. Mentre lo diceva Neah aveva assunto un'espressione talmente sconvolta e buffa che non era potuto rimanere serio. 
- Sì, lo so... oltretutto non hai mai chiesto nulla... Ti accordo questa richiesta. Penserò io ad informare chi di dovere al giusto momento, così che mia figlia non sospetti nulla.
Fece un leggero inchino e si voltò percorrendo la sala del trono, mentre il re guardandola andare via rivedeva, per l'ennesima volta nell'ultimo anno, Gerard che se ne andava per sempre.
Nonostante quella sera fosse pieno di persone ad intralciargli la vista, lui l'aveva visto. Perfettamente. 
Gerard mentre se ne andava ancora prima che il Sommo Sacerdote gli posasse la corona sulla testa.
E aveva paura che a sua figlia succedesse qualcosa di simile, ma da quel che aveva capito le due non avevano legato.
O almeno lo sperava. Perché non voleva che sua figlia soffrisse come aveva sofferto lui.
Venti minuti dopo la principessa Charlotte e Neah erano all'aeroporto e mentre la principessa Charlotte si accomodava nel suo jet privato, Neah parlava con i piloti del tragitto e del tempo che avrebbero impiegato ad arrivare ad Ehckal.
Una volta chiuso il portellone, anche Regnard si mise a sedere, allacciandosi la cintura di sicurezza.
- Cosa ti ha detto?
- Che le condizioni del tempo sono ottimali e che non ci metteremo più di tre ore ad arrivare ad Ehckal.
Spiegò alla principessa, senza nemmeno guardarla e passandole il telecomando del televisore.
- Cosa c'è in memoria?
Domandò accendendo lo schermo e sfogliando il menù.
- I suoi film preferiti ed alcune nuove uscite.
Altra spiegazione di routine, come in ogni viaggio, mentre la principessa sfogliava ancora il menù dei film.
Poco dopo digitò uno dei tre che guardavano di solito, Elektra. Gli altri erano 007 Sky Fall e Fast and Furious 6.
E mentre Charlotte si godeva il viaggio, Neah preparava tramite Tablet l'arrivo e ciò che avrebbero fatto appena arrivate in hotel.
Ma la principessa ogni tanto osservava il suo attendente e si fermava a guardare le dita, lunghe e affusolate, del ragazzo mancato digitare le parole sul suo tablet.
Anni prima, quando ancora litigava con Neah ogni giorno, non sapeva che fosse una ragazza. 
Infatti una volta, quando era entrata nel camerino a portarle i vestiti che la Signora Ascoure le aveva preparato le aveva tirato uno schiaffo colossale e l'aveva riempita d'insulti, finchè la donna, sconvolta dal suo linguaggio, le aveva detto che pur non avendo né eleganza, né l'adeguato comportamento, era una ragazza.
Da allora le cose erano un po' migliorate. Ma ciò non cambiava il fatto che Neah non avesse un titolo nobiliare e non fosse la persona giusta, per farle da attendente.
Ma suo padre era stato categorico e lei non poteva farci nulla, in proposito, nonostante non la disdegnasse affatto.
- Desidera qualcosa, maestà?
Le chiese Neah avendo notato che continuava a fissarla, da ormai qualche minuto.
- Oh, sì. Un bicchiere di succo di limone e lime, Neah.
Allora Neah si slacciò la cintura e si alzò, andando verso il frigorifero.
Lo aprì e prese una bottiglia di vetro il cui contenuto era di colore giallo sbiadito.
- Non è colato, vero?
- No, principessa, sono anni che non lo colano, perché sanno che le piace così.
Rispose, subito dopo, Neah, prendendo un bicchiere e portandolo nell'apposito spazio accanto alla sua poltrona.
Poi tornò indietro, mise la bottiglia in frigo e ne prese una d'acqua, versandone un po' in un altro bicchiere.
La usò poi per deglutire due pastiglie di colore azzurro, che aveva preso da un contenitore in plastica che teneva nella tasca interna della giacca.
Charlotte sapeva che Neah prendeva quelle pastiglie regolarmente, ma non aveva idea del perché.
E per quanto fosse curiosa, non lo aveva mai chiesto.
Una volta tornata a sedere, Neah controllò le risposte avute dal personale dell'hotel e quella della sicurezza della sede del parlamento, dove si sarebbe tenuta la riunione.
- Neah, cosa sono quelle pastiglie?
Domandò la principessa mentre il film continuava e le non prestava la minima attenzione.
- Sono medicinali di vario tipo.
- Per cosa? Non ricordo tu ti sia fatta male, di recente.
Le disse e Regnard la guardò con un sopracciglio alzato. Ma la mora continuava a guardarla, segno che voleva avere una risposta.
- Perché la cosa va avanti da prima che ci conoscessimo, Altezza.
Le spiegò allacciandosi la sua cintura, mentre Charlotte si stupiva. E molto anche.
- Cosa ti è successo? 
Era curiosa e fin troppo. Cosa che Neah non riuscì a capire, dato che non le era mai importato molto di lei.
- Ho una malattia ereditaria che mi renderà completamente insensibile al dolore o al tatto. Ma ciò non significa che non ci sia, perciò il medico mi ha prescritto vari medicinali che "proteggono" gli arti in cui non ho nessuno dei due.
Spiegò sconvolgendola, dall'espressione che aveva in volto. Ma Neah non ci fece molto caso.
La principessa sorpresa, si sistemò sul sedile e non parlò più, pensierosa, finché non arrivarono all'aeroporto.

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