Last hope

di valerybio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Enchanted ***
Capitolo 2: *** 2.Once Upon A Dream ***



Capitolo 1
*** 1. Enchanted ***


 
 1. Enchanted

 
Un giorno forse imparerò a dire di no a Quinn quando mi chiede di ‘accompagnarla’ nei locali.
Sono ottimista, sono sicura prima o poi questo giorno arriverà.
Credo. Anzi, forse meglio dire che lo spero.
Ok, non ne sono più tanto sicura.
Di certo è sicuro che oggi non è quel giorno. Mi sono fatta incastrare anche questa volta, maledizione a me. Ciò significa che mi tocca, come sempre, starmene da sola al bancone del locale a bere, cosa che non suonerebbe neanche tanto male di per sé, se non fosse che il tutto è condito dalla continua visione di Quinn e il tizio di turno che si risucchiano uno con l’altro. Immagine che, come ogni singola volta, mi causa seri problemi di digestione.
Digestione del cenone di capodanno del 2000 però.
 
Perché non imparo mai? Tutte le volte mi dico che non ci ricascherò, che non sono così stupida, e puntualmente lo sono.
Forse dovrei frequentare qualche centro di disintossicazione, non so, tipo gli ‘Incastrabili Anonimi’? I ‘Convincibili pentiti’? Dovrebbero pur creare qualche gruppo di sostegno per tutte le persone facilmente raggirabili come me. Non posso essere l’unica ad avere questo problema, non è matematicamente possibile.
Magari ecco, io sono ad un livello superiore, ma non posso essere l’unica rappresentante della mia specie.
 
Quanto sono stupida, stupida al massimo livello, visto che acconsento ad accompagnarla tutte le fottute volte. Quando una cosa di cui sicuro non ha bisogno in questi momenti è proprio un accompagnamento, ovvero un terzo incomodo di nome Santana.
Mi manca solo una candela in mano e posso candidarmi al premio di ‘miglior reggi-candela’ dell’anno. Saprei già chi infamare nel mio discorso di ‘ringraziamento’: Quinn, decisamente Quinn. Maledetta soggiogatrice, tutte le volte sa che tasto premere per convincermi, quasi sempre puntando sul mio senso di colpa.
Anche questa volta ci è riuscita, stavolta giocando sulla scusa che sono stata fuori città per l’ultimo mese e l’ho ‘abbandonata come un cane in autostrada’, sue stesse parole.
Questo mese fuori città mi sta costando un po’ troppo, prima Quinn con la scusa per farsi accompagnare in questo locale del cavolo e poi anche quel cretino del mio migliore amico Bill…che palle, avevo quasi rimosso quello che mi aspetterà domani.
Avessi saputo prima che un mese fuori casa mi avrebbe portato così tanta noia avrei evitato di accettare quell’offerta di lavoro, giuro.
Ma purtroppo l’ho accettata. Si è rivelata uno schifo assurdo e, giusto per aggiungere la beffa al danno, è colpa sua se sono qui ad annoiarmi e a sperare che il tempo passi velocemente, che tradotto significa passare il tempo a fissare le lancette dell’orologio e sperare di essere risucchiata in qualche universo parallelo in cui il tempo passa sei miliardi di volte più velocemente.
 
Penso di aver provato ogni tipo di giochetto mentale per cercare di far passare il tempo.
Ho provato ad osservare ogni persona nel locale, ad immaginarmi che tipo di vita possa avere, nome, interessi.
Ho provato pure ad immaginarmi gli uomini in versione donna e viceversa. Con il fantastico risultato di scoppiare a ridere praticamente in faccia ad un omone pelato, con barba stile babbo natale e tatuaggio ad alto livello intellettuale, recitante le parole ‘pussy lover’ sulla spalla. Credo di aver rischiato il pestaggio dall’occhiata che mi ha rifilato, ma ne è valsa decisamente la pena. Qualsiasi conseguenza ne sarebbe valsa la pena, visto che ormai è stata eletta come migliore immagine dell’anno. Penso di averla pure incorniciata e appesa alle pareti del mio cervello, con tanto di targhetta placcata oro con scritto ‘dalle serate più noiose nascono le perle più luminose’.
Ma, nonostante la fantastica immagine, anche in questo caso l’orologio non è stato clemente con me: saranno passati sì e no 10 minuti. Ho ancora ore di noia mortale davanti a me.  
 
Il locale non è neanche tanto male, mi aspettavo di peggio sapendo il tipo di locali che frequenta Quinn, ma non è comunque il mio habitat naturale. Odio questi posti pieni di gente, dove non si riesce neanche a passare, dove non ci si sente quando si parla e odio la gente che frequenta questi posti. O forse il problema è che odio la gente in generale. Sì, già, forse è questo il problema di base.
Ho già detto che odio la gente? Non c’è una singola persona in questo posto che non mi faccia rivalutare gli omicidi di massa. In testa ci sono sicuramente Quinn e l’aspirapolvere a cui si è avvinghiata, spettacolo degno del teatro degli orrori, ma non sono di certo gli unici.
Anche la ragazza seduta vicino a me al bancone del bar se la sta giocando bene, potrebbe aspirare al primo posto anche lei. Ma dico io, ci vuole così tanto a soffiarsi il naso quando ti cola? Fa un rumore che anche i cinghiali nel bosco credo si stiano innervosendo.
Per non parlare del tizio a quattro sedie di distanza. Potrebbero essere anche ventimila le sedie, nessuna distanza potrebbe mai essere sufficiente visto l’odore di schifo che emana. E anche tutte le persone che ho intorno mi urtano, tutti che ti fissano, ma appena li guardi fanno finta di niente. Tutti falsi. È come una muraglia cinese di gente falsa intorno a me e sembra non finire mai.
Come ho detto, non c’è una singola persona che non mi faccia rivalutare gli omicidi di…
di…
 
… che stavo dicendo?
 
Omicidi, sì, sì, giusto.
Cavoli che occhi.
Altro che omicidi di massa, quelli sì che fanno una strage.
Azzurri.
No, no, no, non solo azzurri. Quasi di ghiaccio.
Ma non è freddezza la sensazione trasmettono. Anzi.
Ok, forse qualche brivido. Ma sono sicura al 100% non siano dovuti al freddo, visto la sensazione di calore che mi ha pervaso. Che cavolo, sembro una donna in menopausa con le vampate di calore.
E non sono solo gli occhi a colpire e affondare. Cavoli, è proprio bella.
Capelli biondi, leggermente mossi, che sono la cornice perfetta per il viso gentile e dalle linee morbide che ha.
E non morbido nel senso grasso. Non in stile triplo mento per intenderci.
Morbido nel senso che sembra che ogni lineamento del suo viso sia stato disegnato ad arte. Nel senso che a vederlo l’unica cosa che ti andrebbe veramente di fare è quella di passarci la mano, di accarezzarlo.
Anche solo nella mia mente sembra una delle cose più rilassanti che possano mai esistere su questo mondo.
 
Dio la sto fissando.
 
Menomale che non se n’è accorta, o questa sarebbe stata una figuraccia molto peggiore di quella con il ‘pussy lover’ e no, non ci avrei riso sopra come prima.
Sembra un po’ persa nei suoi pensieri, quasi annoiata.
 
Cavoli la sto ancora fissando, menomale che non mi sta guardando.
 
Ah ecco, appunto, le ultime parole famose.
Mi sembrava strano la Sfiga non avesse ancora agito stasera. Sono solo stupita del ritardo. Avrà trovato traffico, o forse non trovava parcheggio.
 
Mi ha visto fissarla. Chissà che razza di sguardo ebete devo avere. Chissà come mi guarderà malissimo, sto aspettando l’occhiata glaciale che mi merito. Speriamo non mi trasformi in pietra stile Medusa, anche se probabilmente con quegli occhi verrei trasformata in ghiaccio direttamente.
 
O forse no, per questa volta verrò risparmiata, visto che mi sta sorridendo.
 
Dio.
Pensavo non ci fosse niente di più ipnotizzante dei suoi occhi, ma mi sbagliavo.
 
Ok, devo riprendermi, questo scambio di sguardi sta durando troppo, sta per diventare ancora più imbarazzante di quanto già non sia.
Forse dovrei farmi avanti… alla fine cos’ho da perdere? Questa serata è già destinata ad essere uno schifo, non può far altro che migliorare.
Si, ho deciso, ora mi alzo e vado a parlarle. Alla fine due chiacchiere non hanno mai ucciso nessuno, no?
 
…no?
 
In teoria no, ma allora perché sono così terrorizzata?
 
Dio si sta avvicinando lei.
Che faccio?
Credo che se ‘Inside Out’ si fosse basato sul mio di cervello in questo momento ci sarebbe solo Paura al comando e la scena sarebbe più o meno in stampo apocalittico, con allarmi a tutto volume, led lampeggianti e tutto, ma proprio tutto, fuori controllo.
 
Ciao.
Ciao.
 
Bene, almeno il controllo della voce è rimasto, sono quasi sorpresa.
 
Fermami se sbaglio, ma mi sembra che anche tu ti stai annoiando a morte. Provo ad indovinare… Sei qui per un’amica?’
Quella imbarazzantissima in mezzo alla pista. Non ti puoi sbagliare, è bionda e ha un aspirapolvere attaccato alla bocca. Tu?’
L’aspirapolvere.’
 
Sta sorridendo. Non so esattamente cosa riserverà questa serata, ma di una cosa sono sicura: voglio che continui a sorridere. Sempre, e possibilmente per causa mia. Cioè no, aspetta. Possibilmente non dovuto a scene comiche tipo io che mi inciampo e mi ammazzo per terra o cose simili. Questo lo eviterei volentieri. Però il suo sorriso è così bello… forse ne varrebbe la pena comunque. 
 
E come al solito il mio cervello sta divagando.
 
Ah. Siamo le accompagnatrici della vergogna insomma.’
A quanto pare. Però mi sto annoiando troppo, stavo pensando di andarmene prima di, bè, di venire a parlarti.’
Ho notato che eri un po’ persa nei tuoi pensieri.’
 
Oh merda, cosa ho appena detto. Così passo per stalker.
 
Cioè, voglio dire, mi è sembrato così, sai. Di sfuggita. Voglio dire… vedendoti sembravi pensierosa. Non che ti stessi osservando. Capito insomma, no…?
 
Ha sorriso di nuovo. Forse non ha fatto caso al mio essere una stalker e al mio balbettamento, o al massimo li trova divertenti. Non importa, l’importante è che ha sorriso.
 
Sai cosa stavo veramente pensando? Non prendermi in giro però.’
Perché dovrei? A che stavi pensando?’
Al biliardo.’
Ok, non credo sarei mai arrivata a indovinare. Al biliardo?
Sì, sai. A giocare a biliardo.’
Sai giocare?’
No.
 
Ok, la risposta mi ha spiazzato.
 
E allora perché ci pensavi?’
Non lo so. Ma mi andrebbe di giocarci ora.’
Sai, c’è un posto qui vicino con dei tavoli da biliardo. Alla fine ci stiamo annoiando entrambe, se ti va ci possiamo andare…
 
Non faccio neanche in tempo a finire la frase che è già in piedi, super scattante
 
 ‘Andiamo!
 
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Prima che me ne possa rendere conto mi ritrovo in piedi anch’io, diretta verso l’uscita del locale, quasi con la sua stessa euforia.
Ma ancora una volta il mio odio per la gente si rivela non essere ingiustificato. Ti pare che si dovessero tutti piazzare proprio sulla via per l’uscita?
Ed è in questo momento che succede.
Mi prende la mano e inizia a farsi strada tra la gente.
Non ricordo molto di quel momento, è come se tutto il mondo fosse scomparso. Era rimasta solo lei, lei e la sua mano.
La sua mano nella mia.
L’unico stimolo percepito dal mio cervello è stato il contatto tra le nostre mani. Contatto che ha provocato una sensazione di calore non indifferente.
Ancora non riesco a spiegarmi come una ragazza con degli occhi di ghiaccio, possa provocarmi solo sensazioni di calore così potenti. Credo resterà per sempre un mistero per me.
Quello che so, invece, è che avrei voluto rimanere così per tutta la serata.
Ma purtroppo abbiamo raggiunto l’uscita e ora siamo fuori dal locale, dirette verso il pub di cui parlavo prima, quello con i tavoli da biliardo.
La mia mano non è più nella sua.
La sua mano non è più nella mia.
È strano, ma la sensazione che provo al momento è una sensazione di mancanza. Come se mi avessero tolto qualcosa che è sempre stato lì, a contatto con la mia mano, come se mi avessero tolto parte di me stessa.
Quando in realtà saranno stati si e no due minuti.
Probabilmente lei neanche ci ha fatto caso a quanto ha sconvolto ogni singola fibra del mio corpo con il semplice tocco della sua mano.
Ora sta saltellando tutta entusiasta vicino a me, sorridendomi.
 
Tutto sommato questa serata sta diventando molto meno noiosa, non credi anche tu?’
 
Quanto non ne hai idea.
 
Effettivamente non ci avrei scommesso un centesimo su questa serata. E avrei perso. Ma, pensandoci, non ci siamo ancora presentate. Io mi chia…
No, no, ferma! Non dirlo!
 
Mi ha spiazzata di nuovo, come cavolo riesce a lasciarmi sempre così confusa?
 
Scusa, perché? Non capisco…
Non credi serva un po’ di mistero ogni tanto?’
Mistero? Non ti sto seguendo.’
Sì mistero! Io credo sia tutto meglio con un po’ di mistero.’
Bastava dirlo che non vuoi conoscermi, non me la prendo mica.’
 
Non è vero, me la prendo eccome in realtà.
 
Non è affatto per quello sai, anzi. Mi piace passare il tempo con te. Ma voglio rendere la cosa un po’ più imprevedibile. Non voglio sapere già da ora come continuerà o finirà la serata.
Ok…
Lo so che sono strana, non ti spaventare.’
 
Mi sta sorridendo così tanto che non riesco a prendermela, riesco solo a sorriderle.
 
Facciamo così: se vinci la partita a biliardo ci scambiamo i nomi, altrimenti no. Ci stai? Mi sembra un buon compromesso. Così io ho la mia dose di imprevedibilità e tu non mi prendi per una matta da manicomio. Che dici?
Vuoi lasciare tutto in mano al caso insomma. Perché no, aggiudicato!
 
 
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Siamo arrivate al locale, per fortuna non è molto pieno e un tavolo da biliardo è libero.
Iniziamo a posizionare le palline e a prendere le mazze, quando, come sempre, mi lascia spiazzata.
 
Facciamo un gioco mentre ti straccio a biliardo?
Come scusa?
Facciamo un gioco...
No, no, quella parte era chiarissima’ sollevo il sopracciglio sinistro ‘era la seconda parte della frase che non comprendo
Mentre ti straccio a biliardo? Cosa non ti è chiaro esattamente?’
Non mi è chiaro dove tu abbia trovato il coraggio di dire una cavolata così enorme. Verrai punita per questo’
Sono pronta!’
 
Neanche il tempo di finire la frase che dà il primo colpo alla palla bianca, che spacca le altre.
Già solo col primo tiro è riuscita a imbucarne una.
 
Ora possiamo fare il gioco di cui parlavo?’
 
Ci risiamo.
Anche questa volta mi lascia a bocca aperta.
 
La fortuna del principiante. Dai, dimmi che gioco vuoi fare.’
Ogni volta che una delle due imbuca una palla ha il diritto di fare una domanda all’altra. Le domande però non possono essere personali, solo domande sceme. Niente ‘’dove abiti, hai sorelle, quanti anni hai, sei fidanzata, bla bla bla’’. Solo stronzate.’
Ma tipo?’
Tipo… Visto che ho appena imbucato una palla ho il diritto di farti una domanda.’
Ma… non vale!’
Certo che vale!’
‘No! Hai solo spaccato!’
‘Mmm… va bene. Questa te l’abbono.’
 
 Socchiude gli occhi, concentrandosi sulla successiva traiettoria da dare alla palla bianca.
Un colpo secco e… maledizione.
 
 ‘Ecco! Ora ne ho imbucata un’altra.’
‘Uffa.’
‘E la mia domanda è…’
Ho paura, tanta paura.’
‘Dormi con o senza reggiseno?’
‘Ma che domanda è!?’
‘È una domanda importantissima invece! Rispondi’
‘Bè, senza! Perché tu dormi con o senza?’
‘Non mi pare tu abbia imbucato una palla, correggimi se sbaglio.’
 
Touché.
 
‘Va bene, arriverà il mio turno prima o poi, continua a giocare intanto.’
 
A giocare gioca, ma questa volta sbaglia.
Turno mio, vedrà ora.
Prego tutti i Santi di assistermi e prendo la mira.
Colpisco.
 
Hà! Imbucata! Ora ti tocca rispondermi, dormi con o senza reggiseno??
A dirti la verità non mi cambia molto. A volte dormo con, a volte senza. Dipende da come mi gira.’
 
Che brutta cosa, ora sto pensando al suo reggiseno… e a ciò che contiene.
 
Non posso neanche immaginarmi come tu possa dormire con il reggiseno. Non ti dà fastidio??
No, non molto.
 
Zac. Imbucata un’altra palla. Se continuo così sono a cavallo.
 
‘Yay, ora posso farti un’altra domanda. Vediamo… Ci sono! Cani o gatti?’
‘Decisamente gatti.’
‘Ah! Approvo questa risposta!’
‘Ne deduco che anche tu sei per i gatti. Meglio così, mi hai risparmiato una domanda!’
‘Cavoli. Non ho ancora assimilato bene questo giochetto.’
 
Di nuovo dentro! Chi l’avrebbe mai detto che sarei stata così brava a giocare! 
 
Altra palla, altra domanda! Ketchup o maionese?’
‘Ketchup, assolutamente. Bleah, che schifo la maionese.’
‘Quanto sei drastica!’
 
Diamine, la palla stavolta non entra, ora tocca a lei.
 
‘Vai tocca a me! Eccomi che arrivo! Dentro!!! Allora… a proposito di ketchup. Quando mangi le patatine lo metti in un angolino nel piatto o sei una di quelle persone che spargono tutto sopra le patatine?’
‘Che c’è di male nello spargerlo sopra le patatine???’
‘Hà! Beccata! Sei una di quelle!’
‘Uff. Può darsi. Ma che c’è di male??’
‘È scomodo! Come fai a mangiarle poi, ti sporchi tutte le mani per niente!’
‘Mah, sinceramente non vedo dove sia il problema! Pensa a giocare invece.’
 
Detto fatto. Ne ha imbucata un’altra.
 
‘Prossima domanda. Cioccolato al latte o fondente?’
‘Sinceramente qualsiasi cosa inizi per ‘cioccolato’ per me è il paradiso comunque. Tranne il cioccolato bianco. Quello non lo sopporto, non è vero cioccolato!’
‘Interessante… Vai tocca a te, ho sbagliato.’
 
Vai è il mio momento.
 
Diamine! Ho sbagliato.’
 
Ero convinta stesse per entrare, che delusione. Quasi come quando da bambina aprivo le scatole di biscotti di latta a casa e ci trovavo dentro solo ago e filo. Se ero fortunata, il metro.
Credo che mia nonna sia più responsabile di miei traumi infantili che la Disney con certi suoi cartoni come Bambi o Red e Toby. Dio non devo pensare a quel cartone ora, tutte le volte che ripenso alla scena in cui la vecchia lo abbandona nella foresta mi viene da piangere.
Ecco che ci penso.
Maledetta me. Ora mi viene da piangere. Pensa a qualcosa di felice prima che se ne accorga.
Pensa a qualcosa di felice.
Pensa a qualcosa di felice.
 
Ehi, tutto ok? Hai gli occhi lucidi.’
‘Cosa? Ah sì tranquilla, non è niente, mi bruciano un po’ gli occhi, sarà l’allergia. Tocca a te comunque!’
 
Pensa al mare, la spiaggia, l’estate.
Pensa a gattini piccoli, tutti spelacchiati, con le code dritte.
Carini i gattini.
Sì, ce la posso fare.
 
‘Evvai!’
 
Mi sono distratta. Ne ha imbucata un’altra questa piccola bastarda.
 
Prossima domanda! Libro preferito?’
‘Domanda difficile… Sono indecisa tra Anna Karenina e Espiazione’
‘Espiazione piace anche a me. Anna Karenina non l’ho mai letto invece.’
‘Dovresti, è molto bello. Il tuo?’
‘Non è il tuo turno!’
 
Come diavolo fa, ne ha imbucata un’altra.
 
Menomale che non avevi mai giocato a biliardo!’
‘Credo di aver appena trovato il mio sport preferito! Film preferito?’
‘Questa è una domanda troppo difficile!’
‘Hai ragione, probabilmente non saprei rispondere neanche io. Allora un’altra domanda. Captain America o Iron Man?’
‘Decisamente Iron Man! È un figo!’
 
Non finirà mai più. Ne ha messa dentro un’altra.
Quante probabilità ci sono che ne infili così tante una dopo l’altra??
 
Sembra proprio che stasera sia la mia serata. Ora manca solo la nera!’
 
Cavoli è vero. Mi sta miseramente stracciando.
Dio ma io non posso perdere, ho bisogno di sapere il suo nome.
 
‘Inizio ad essere a corto di domande da farti.’
‘Per forza, hai imbucato solo tu!’
‘Vediamo… Ecco! Ci sono! Coca Cola o Pepsi?
‘Sinceramente faccio fatica a sentire la differenza…’
‘Ma come?! Sono così diverse! Come fai?’
‘Non so…’
‘Ho vinto!!! Hà!’
 
Come ha fatto?
Non me ne sono neanche accorta.
Sono stata stracciata e io quasi non me ne sono neanche resa conto.
Avevo una possibilità di sapere il suo nome e me la sono giocata così.
Male, veramente male.
 
Non è destino che io sappia il tuo nome quindi, eh?’
‘A quanto pare no. Però…’
 
**Driiiin**
 
È il mio telefono che sta squillando.
È Quinn, che diavolo vorrà ora?
 
‘Dimmi tutto bionda.’
‘Dove diavolo sei finita??’
‘Sono in un pub vicino al locale, perché? Che è successo?’
‘Vieni subito davanti al locale, è urgente.’
 
Quinn è riuscita a mettermi ansia.
 
Era la mia amica, ha detto di andare davanti al locale, che è urgente.’
‘Andiamo allora, che stiamo aspettando?’
 
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Stiamo correndo come pazze, quando finalmente vedo Quinn davanti al locale.
 
‘Ehi, che è successo? Tutto ok?’
‘E lei chi è?’
 
Sta indicando lei. Già, chi è. Piacerebbe tanto anche a me saperlo.
 
Sono un’amica di Puck.’
‘Chi?’
‘L’aspirapolvere che avevi attaccato alla faccia, Quinn.’ dico io, con una faccia schifatissima.
 
‘Scusa quale dei tre?’
 
Non ci posso credere. Mai che la si possa lasciare da sola un secondo questa ragazza.
 
Forse è meglio che lo vada a cercare, chissà che starà combinando.
 
Fa per andarsene, ma io la fermo prendendola per un braccio.
 
‘Ma io non so ancora il tuo nome!’
‘Lo so, ma non hai vinto, non posso dirtelo.’
‘Ma allora come faccio a ritrovarti? Cioè voglio dire, mi sono divertita, non mi spiacerebbe rivederti.’
‘Lo so, mi sono divertita anch’io. Ma sono convinta ci rivedremo.’
‘Come fai a dirlo?’
‘Non lo so, è una sensazione. Ma solitamente mi fido molto delle mie sensazioni.’
 
Io non mi fido molto invece.
Devo non fidarmi, perché la mia sensazione è che non la rivedrò mai più.
 
Spero tu abbia ragione.’
‘Vedrai, ne sono sicura. Ora scusami ma devo proprio andare a vedere che fine ha fatto quell’idiota. E credo anche tu debba andare a vedere che problema ha la tua amica.’
 
Ha ragione, Quinn. Me ne ero completamente dimenticata.
 
Hai ragione. Allora a presto, o almeno lo spero.’
‘A presto!’
 
E l’ultima cosa che vedo di lei è il suo sorriso, prima che si giri e scompaia nel locale.
Non so se me lo sono immaginato, ma mi è parso sia rimasta un po’ più del dovuto a guardarmi prima di andarsene.
Non so come sia possibile ma ne sento già la mancanza.
Mi sforzo di pensare che non sia così. In fondo non ho la minima idea di chi sia.
Né tantomeno posso permettermi di pensarci.
Quinn. Mi stavo quasi dimenticando. Avrà bisogno di me, visto che mi ha chiamato con così tanta urgenza.
 
‘È proprio una bella ragazza quella biondina. Come hai detto che si chiama?’
‘Non iniziare Quinn. Piuttosto, che è successo? A telefono hai detto che era urgente.’
‘Ah no, non è successo niente. Ero solamente stufa di stare qui, voglio tornare a casa.’
 
Un giorno di questi la ucciderò, ne sono certa.
 
Andiamo a casa và, prima che io arrivi a commettere un omicidio.’
 
Mentre sono in taxi con Quinn che continua a cercare di estorcermi informazioni sulla ‘bionda’ e che continua a raccontare con minuzia di particolari – non richiesti – delle sue conquiste, l’unica cosa a cui riesco a pensare è a lei, al suo sorriso.
So che sembra strano, visto che non conosco neanche il suo nome, ma l’unica cosa a cui continuo a pensare nella mia testa come un mantra durante tutto il viaggio, l’unica speranza che ho è che questo sia stato solo l’inizio della storia, non la fine, che la rivedrò e soprattutto…
 
…che non sia fidanzata
 
 
 
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ANGOLO MORBIDO DELL'AUTRICE

Allora, inizio dicendo che non so neanche io perché mi sono messa a scrivere e soprattutto come sono arrivata ad avere il coraggio di pubblicare! Accetto ogni tipo di critica e suggerimento, perché so di aver bisogno di imparare molto, quindi ringrazio chiunque spenda anche solo qualche minuto per leggere la storia e lasciarmi i suoi commenti :)

Ci tengo a far presente che questa storia è già definita nella mia testa e che l'idea iniziale è quella di accoppiare ogni capitolo ad una canzone diversa ( che può ricordare o a cui si rifà il capitolo stesso), quindi se vi interessa l'esperimento ad inizio di ogni capitolo inserirò il titolo della canzone:)
La canzone di questo capitolo è naturalmente Enchanted di Taylor Swift, a cui si rifanno alcune parti della narrazione

Il prossimo capitolo sarà un po' uno shock (no spoiler), se c'è interesse per la storia conto di continuarlo a breve ;)


Non so che altro dire, se non ringraziare la mia soul-piattol-mate (jeffer3) per tutto l'appoggio costante e i preziosissimi suggerimenti <3 
Grazie a tutti e a presto
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** 2.Once Upon A Dream ***


2. Once Upon A Dream
 
 
È da quando sono tornata a casa dopo aver riaccompagnato quella piattola di Quinn al suo appartamento che sento tutta la stanchezza della giornata.
Ho fatto una fatica assurda anche solo nell’impormi di non buttarmi direttamente sul letto senza andare in bagno. Solo il terrore di dovermi alzare nel mezzo della notte con la vescica quasi-esplodente mi ha convinta.
Per questo non avrei mai pensato poi di finire a non riuscire a chiudere occhio per tutta la notte.
 
Questa serata è destinata a diventare una riproposizione della ‘storia infinita’.
Anche se a pensarci bene anche quel film è finito, perciò posso ancora sperare che anche questa notte insonne arrivi prima o poi ad una fine.
 
Ho troppi pensieri tutti insieme che cercano di farsi strada nella mia testa.
Sembra di stare in una di quelle palle di ferro mentre un imbecille in motocross continua a passarti a due centimetri di distanza. C’è così tanto rumore e sei così tanto spaventato che non capisci più niente, speri solo che tutto finisca il prima possibile.
Solo che nel mio caso non c’è nessuna moto, non c’è nessuna palla di ferro. Ci sono solo i miei pensieri che continuano a schiantarsi nella mia testa, uno più ansiogeno e catastrofico dell’altro.
 
‘E se non la rivedessi mai più?’
 
No, non posso iniziare a pensare così, non ne esco più viva se inizio da subito a concentrarmi solo su quello che può andare storto.
Non posso non pensare, però, che a me va quasi sempre tutto storto.
Eppure potrebbe anche essere la volta buona che la mia Buona Stella cominci a brillare e a fare il suo santissimo dovere.
Perché no, potrebbe anche andarmi bene per una volta.
Alla fine non chiedo tanto.
Una volta!
 
Potrebbe anche succedere che la incontri al supermercato, no?
 
Certo, e potrei anche vincere il premio Nobel per la fisica, avrei più o meno le stesse probabilità.
E questo mettendo bene in chiaro che odio la fisica.
 
‘E se avesse evitato di dirmi il suo nome perché non le interessavo?’
 
Ennò.
Questo no.
È un colpo basso Cervello, eh! Io te lo dico.
Era meglio pensare alle formule della termodinamica.
Non puoi passarmi certi pensieri a quest’ora della notte e nella situazione psicologica in cui sto.
Questa possibilità è tipo diecimila volte peggiore dell’idea di non riuscire a trovarla. Almeno in quel caso potrei continuare a vivere con la speranza di incontrarla prima o poi.
Anche al supermercato sì, perché no.
Forse sarebbe anche la volta buona che mi viene voglia di fare la spesa più spesso e non di rimandare all’infinito, come faccio sempre, con il solito risultato di arrivare a vivere con un’unica, povera, solitaria carota nel frigo.
Spesso pure marcia.
 
‘Ma se poi sul serio la trovo e scopro che non le interesso?’
 
Cosa c’è di peggio di sapere cosa si vuole, ma non poterlo avere?
Probabilmente niente.
Anche se devo ammettere che essere a dieta quando tutti i tuoi amici compiono gli anni e decidono di portare dolci, dolcetti, pasticcini, torte, tutta la pasticceria di Knam, il catering del matrimonio di William e Kate e le scorte mondiali di cibo, non è comunque molto piacevole.
 
‘E se è già fidanzata?’
 
C’è qualche situazione catastrofica che non hai ancora preso in considerazione, Cervello mio? Eh?
Sia mai che te ne lasci qualcuna per strada!
No dai, non può essere già fidanzata, non avrebbe flirtato con me tutta la sera!
Ma poi…avrà veramente flirtato con me?
Dio forse me lo sono inventato. Magari ho visto solo quello che volevo a tutti i costi vedere.
Effettivamente quando si flirta il numero di telefono lo si chiede. O qualsiasi altro tipo di contatto.
Come quella volta che un tizio pompatissimo, stile Arnold Schwarzenegger, ha cercato di flirtare con me per tutta la sera per poi finire con un ‘Aggiungimi su Instagram, sono ‘nopainnogain_290’’.
Imbarazzantissimo. Già il fatto che tu abbia dovuto aggiungere un ‘290’ al ‘no pain no gain’ ti doveva accendere una lampadina sulla tua originalità.
Inesistente.
Ma poi, si potrà mai cercare di flirtare chiedendo di aggiungere su Instagram? Quanto potrà mai essere il suo tasso di successo con questo approccio?
Comunque, Arnold a parte, solitamente il numero di telefono lo si chiede. Lei non ha neanche voluto sapere il mio nome.
Forse qualche domanda me la dovrei porre, più o meno come il tizio pompato.
Forse, anzi, probabilmente non le interesso.
 
No, no la devo smettere, la devo smettere di tormentarmi in questo modo.
La devi smettere Cervello, hai capito? Devi lasciarmi dormire e finirla con quest’ansia super mega cosmica.
Anche perché mi sento veramente stanchissima, in questo momento non avrei neanche la forza per girarmi nel letto, figurati affrontare queste crisi esistenziali.
 
Che stupenda invenzione il letto.  Forse la migliore di tutta la storia.
Mi immagino i primi uomini delle caverne che dormivano per terra, finché uno di loro non ha iniziato ad ammassare foglie per terra o qualsiasi altra cosa potesse far dormire meglio e…
Boom.
Apriti cielo.
Eccoti qui la più grande scoperta dell’umanità.
Sì, lo so, teoricamente non è il letto la più grande scoperta.
Tutti i libri di storia nominano sempre le stesse cose: la ruota, il fuoco, l’agricoltura, bla bla bla.
Per carità, invenzioni bellissime e indispensabili.
Ma la mia domanda è: si sarebbero mai scoperte tutte queste cose se l’uomo non avesse prima scoperto come dormire bene, eh? O sarebbe stato talmente stanco e scocciato da non rendere così bene e da non riuscire a scoprire tutte le altre cose?
Non lo sapremo mai, perché, fortunatamente, hanno inventato il nostro amatissimo letto!
Per questo io credo che la scoperta del letto sia sottovalutata.
Non ti preoccupare letto mio, io non ti sottovaluterò mai, puoi starne certo.
Non potrei mai vivere senza di te.
Probabilmente non riuscirei neanche più a dormire se non avessi un letto.
O forse finirei a dormire in piedi come i cavalli dalla stanchezza dopo un po’, chissà.
Che poi.
Come fanno a dormire in piedi i cavalli?
Deve essere super scomodo e non sembra per niente rilassante.
Ma soprattutto.
Come dormono i pesci?
O meglio, dormono?
Forse dormono come i delfini, con metà cervello spento e metà cervello acceso.
Sembra così strano.
Però, effettivamente, al momento credo che neanche il mio sia poi così attivo.
Era anche ora si spegnesse, maledetto Cervello ansiogenante.
Ora forse posso finalmente riposare, e da domani inizierò la mia nuova missione.
Trovarla.
 
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*driin driiin driiin*
Che diavolo è?
Avevo messo una sveglia? Non mi pare.
Infatti no, è il telefono che squilla, e come sempre è quella distruggi-relax di Quinn.
 
‘Che cavolo Quinn. Ti sembra normale chiamare la gente di mattina dopo le ore che abbiamo fatto ieri sera?’
‘Ma hai idea di che ore sono, Miss Demenza?’
‘No, perché?’
‘Guarda l’orologio, Bianconiglio, sono le 7 di sera. E avevi promesso di accompagnarmi all’inaugurazione di quella nuova mostra. Non hai scuse, non ti lascerò darmi buca. Perciò alza quelle tue chiappe sode e abbronzate e vedi di essere qui il prima possibile’
 
*tu tu tu…*
 
Posso mai aver dormito così tanto? Neanche con dosi da cavallo di sedativi ci sarei mai potuta riuscire.
La serata mi deve aver proprio scombussolata.
Ora con calma mi preparo ed esco, di certo Quinn non morirà se per una volta è lei quella che aspetta.
 
Non posso neanche fare colazione, la dispensa è completamente vuota.
Eppure ero convinta di aver comprato un pacco di biscotti, chissà dove l’avrò infilato.
Magari mi sta venendo l’Alzheimer.
Certo è un po’ presto in realtà a 25 anni.
Ma la Sfiga non è da sottovalutare, soprattutto non la mia.
Ormai pare si sia affezionata a me.
Forse qualcosa è andato storto quando nei piani alti dovevano assegnarmi un angelo custode.
Alla fine il passaggio da ‘Fortuna’ a ‘Sfortuna’ è rapido. Basta un errore di battitura e puff.
Fottuta per la vita.
Chissà se posso chiedere i danni morali.
 
Comunque forse è meglio che mi sbrigo.
Infatti sono già in macchina, più veloce di Speedy Gonzales.
Neanche so come, ma sono anche già sotto casa di Quinn. Come minimo avrò saltato una decina di semafori rossi senza neanche accorgermene.
Speriamo di non ricevere troppe multe.
 
‘Era ora, se mi facevi aspettare ancora un po’ diventavo nonna.’
‘Infatti non volevo dirtelo, ma alcune rughe già si vedono!’
 
Forse la sberla me la sono meritata, ma la sua faccia era impagabile.
A metà tra lo scioccato e lo spaventato.
 
‘Vedi di muoverti e di non aprire più bocca, che la ‘nonnetta’ qui ha ancora parecchia forza nelle braccia, potresti ritrovarti ricoperta di lividi.’
‘Sì, Miss Daisy.’
 
Per fortuna la mostra non è molto lontana.
O almeno credo.
Comunque anche in questo caso ci siamo arrivate molto velocemente.
O sono Superman stasera o molto più probabilmente l’aver dormito per più di 12 ore mi deve aver sballato anche l’orologio biologico.
 
Non facciamo quasi neanche in tempo ad entrare che Quinn è già scomparsa tra la folla.
Ancora mi chiedo che diavolo le serve che io venga a farle da accompagnatrice se poi mi abbandona sempre.
Però potrebbe essere anche una cosa positiva.
Potrei sempre tornarmene a casa e usare la scusa ‘Non ti trovavo più, ho lasciato il cellulare a casa, quindi alla fine ho deciso di tornare.’
Che poi non sarebbe neanche tanto una scusa, visto la quantità industriale di gente che c’è.
Vada per la fuga, così impara ad abbandonarmi sempre.
Però magari un giro veloce della mostra lo faccio comunque, visto che tanto mi è toccato pure vestirmi e uscire di casa.
Almeno un bicchiere di Champagne me lo merito.
Aggiudicato anche il saccheggio al buffet, non si dice mai di no al cibo, potremmo rischiare di urtare la sua sensibilità.
Potrei mai far piangere il cibo? L’avrei sicuramente sulla coscienza poi.
Come quando sei a dieta ma ti offrono il tiramisù.
Mica puoi rifiutare, poi quello se la prende a male e si deprime.
E chi lo tira poi su il tiramisù?
Come quella tartina che mi sta fissando intensamente, mica la posso lasciare lì, ormai abbiamo avuto uno scambio di sguardi molto intenso, non si torna indietro.
Per questo ora andrò lì e la prenderò.
 
‘Scusa!’
 
Non mi sembrava di essermi iscritta al concorso ‘Miss maglietta bagnata’.
Tutto il bicchiere sulla maglia è riuscito a rovesciarmi ‘sto idiota.
A quanto pare mi toccherà visitare anche i bagni di questa stupenda mostra.
E addio tartina.
 
Mi sto dirigendo verso il bagno quando la porta si apre e la vedo.
Siamo una di fronte all’altra.
È lei.
Nonostante ci abbia pensato praticamente tutta la notte non avrei mai pensato di rivederla, e sicuramente non così presto, non così.
Quindi non sono pronta, non so cosa dire, cosa fare.
Anche questa volta, come ieri sera, rimango a fissarla imbambolata, senza spiccicare parola.
Per fortuna è lei a parlare per prima.
 
‘Ciao! Che ci fai qui?’
‘Ho accompagnato anche questa volta la mia amica, la solita piattola di ieri sera. Tu? Ti interessa l’arte?’
‘Se ti dico che mi sono infilata solo per scroccare il cibo mi prendi per una brutta persona?’
‘Assolutamente no!’
‘Menomale! Mi fa piacere comunque averti rincontrato. Sai, ti ho pensata praticamente tutta stanotte.’
 
Quando sono morta esattamente per essere finita direttamente in paradiso? Ho perso qualche passaggio?
 
‘Davvero? Anche io, un sacco. Soprattutto mi sono maledetta in 8 lingue diverse per non averti chiesto né nome né numero di telefono. Pensavo di non trovarti più. È stata una bruttissima sensazione.’
‘Il nome non te lo potevo dire, lo sai! Hai perso la partita.’
‘Vero, hai ragione. Ma ora posso saperlo no?’
‘Direi di sì. Io posso sapere il tuo?’
‘Certo! Mi chiamo Santana. Tu?’
‘Santana! È proprio un bel nome, sai? Mi piace!’
‘Grazie.’
‘Ora tocca a me.’
 
Il cuore mi sta per esplodere, ci siamo. È il momento che ho tanto atteso.
 
‘Oh na na.’
 
Cosa? Che diavolo sta dicendo?
 
‘What's my name?’
 
Cosa?
 
‘What's my name?’
 
 
No non ci posso credere.
Rihanna?
Sul serio?
 
La sveglia?
 
Stupido Encefalo del cavolo, sei riuscito a distruggermi anche questa volta.
Era tutto un sogno? Niente di più che un sogno?
Ora mi spiego perché non trovavo i biscotti per colazione e come facevo a metterci meno di due secondi per arrivare ovunque con la macchina.
Quello che non capisco è come farò a riprendermi ora, dopo averla sognata, dopo averla rivista anche solo per così poco e solo nei miei sogni.
 
Sono solo le 9 di mattina, ma questa giornata si è già aggiudicata il premio ‘giornata di merda’. Potrei sperare in un miglioramento, ma visto quello che mi attenderà stasera non mi sembra possibile.
 
Sì perché, come se non bastasse, per aggiungere altro schifo alla giornata c’è pure il fatto che mi tocca andare a cena a casa di Bill stasera, quell’idiota del mio migliore amico.
Con affetto, si intende, ma pur sempre un idiota.
Tutte le volte è sempre la stessa storia: si trova una nuova ragazza e vuole assolutamente farmela conoscere, come se avesse bisogno della mia benedizione.
Che puntualmente non ha, visto che si trova sempre ragazze inutili e parecchio stupide.
Ogni volta poi sembra faccia a gara con sé stesso per battere il proprio record personale.
E regolarmente ci riesce, perché le trova sempre più inutili e rincoglionite di quelle prima.
Tanto per fare un esempio, l’anno scorso stava con una certa Michelle che come primissima domanda appena ci siamo presentate mi ha chiesto ‘Ma Santana non è un nome da uomo? Non c’è un cantante che si chiama così?’.
Inutile dire che è stata anche l’ultimissima volta che l’ho incontrata.
A Bill ho riferito, testuali parole, che ‘avevo paura mi contagiasse con la sua ignoranza’. Era un rischio non indifferente e dicono che sia meglio prevenire che curare.
Fortunatamente quella storia è durata poco, in un paio di mesi anche lui si è reso conto con che razza di scarto dell’evoluzione stesse.
O forse dovrei dire sfortunatamente, visto che quella che si è trovato dopo era ancora peggio se possibile.
Avete presente Bambi da piccolo? Tutto indifeso, faceva tenerezza e pietà solo a vederlo.
Ecco, la tizia successiva, Joanne, era proprio così.
E fino a qui non sarebbe neanche stato un problema.
Il problema era che usava quei suoi occhioni da gatto con gli stivali in Shrek come un’arma.
E naturalmente quel brillante di Bill ci era cascato in pieno.
Chissà che problemi di megalomania hanno gli uomini, per cadere in tali trappole.
Io so solo che qualsiasi cosa avesse bisogno di fare doveva per forza chiamare lui per farla. E lui correva sempre.
‘Ho la macchina in riserva amore, me la fai tu benzina?’
‘Certo tesoro.’
‘Devo pagare una bolletta ma non so come fare, me la paghi tu amore?’
‘Certo cucciola.
È finito il latte amore, scendi tu a fare la spesa?’
‘Sicuro amore!’
 
E così via. E giuro non esagero.
Una sera avevamo deciso di fare un’uscita tra amici come ai vecchi tempi, eravamo a bere una birra al pub io lui e Quinn, quando Joanne l’ha chiamato e gli ha detto di correre a casa.
E perché?
Perché le si era rotta una lampadina e non sapeva come fare a cambiarla.
 
Vorrei poter dire che Bill l’abbia mandata a quel paese dopo questo episodio, ma purtroppo non è stato così. Anzi, quella deve essere stata una delle storie durate più a lungo, quasi 10 mesi se non sbaglio.
L’unica spiegazione che riesco a darmi è che si sentisse un cavaliere senza macchia e senza paura tutte le volte che lei gli chiedeva di fare qualcosa e che quindi lei gli servisse come ‘accresci-ego’.
O altrimenti è solo stupidità, ma ancora spero non fosse solo questo.
Quindi ogni volta che se ne trova una nuova, io e Quinn scommettiamo su quanto potrà mai durare la relazione e su quali problemi mentali avrà la nuova tizia.
E ogni volta restiamo stupite. Ancora dobbiamo capire dove e come riesce a trovare certi soggetti.
Forse c’è qualche ritrovo di gente disperata di cui non siamo a conoscenza da cui lui puntualmente attinge.
 
Non che Bill sia un ragazzo perfetto, eh! Tutto tranne che perfetto.
Nonostante le sue relazioni durino di media 3-4 mesi, credo non sia mai riuscito a resistere per un mese intero prima di cominciare a tradire la ragazza di turno.
Non so quale sia il suo problema, ma dopo un po’ non gli basta andare a letto sempre con la stessa persona e sente il bisogno di cercare altro.
Non amanti, perché anche quel tipo di relazioni sarebbero complicate da mantenere. Semplicemente ragazze che cercano solo ‘una botta e via’ e nient’altro. Ma sempre continuando ad avere una relazione più o meno stabile a casa.
E questo è anche il motivo per cui Quinn e Bill hanno litigato qualche mese fa.
Bill all’epoca usciva con una ragazza amica di Quinn, ma puntualmente era finito a tradire anche lei.
Solo che a Quinn questa cosa non era molto piaciuta, soprattutto quando ha dovuto consolare la ragazza perché aveva scoperto il tradimento.
È da allora che quasi non si parlano più. Mi ero ripromessa di impegnarmi a farli riappacificare, ma purtroppo, dopo la mia partenza per il lavoro fuori città, non sono riusciti ad affrontare e risolvere la questione da soli.
Sarà uno dei miei prossimi obiettivi.
 
Nonostante questo incidente di percorso, comunque, Bill si è sempre comportato in questo modo con tutte, anzi, è sempre stato anche abbastanza orgoglioso di questo suo modo di fare.
Non so quale sia il senso di tutto ciò e non ho ci ho neanche mai tenuto molto a saperlo. Non vorrei neanche sapere tutte queste cose, ma, purtroppo, ogni volta mi rende partecipe di tutto.
Con anche i dettagli delle sue disavventure sessuali.
Molti dettagli.
Troppi dettagli.
Come se mi potessero interessare insomma.
Certo, ogni tanto le sue avventure sono talmente assurde e improbabili che sono anche divertenti, ma diciamo che dei dettagli ne farei volentieri a meno.
 
Esattamente come farei volentieri a meno di queste cene di ‘presentazione’ in cui puntualmente lui mi espone la sua nuova conquista e cerca la mia approvazione. Un po’ come la scena del Re Leone in cui Rafiki mostra il piccolo Simba a tutto il regno animale.
E devo solo sperare che la nuova tizia sappia cucinare.
Perché una volta mi è andata male anche sotto quell’aspetto e mi è toccato sorbirmi una serata noiosissima mangiando pure merda.
 
 
Di questa tipa, ad ogni modo, non so assolutamente niente, visti gli impegni dell’ultimo mese.
Per questo ho promesso a Bill che appena tornata sarei andata a questa cena per conoscerla.
Dovrebbero stare insieme già da 2 mesi, a quanto pare si frequentavano da prima che io partissi, ma voleva aspettare a presentarmela.
Effettivamente il periodo prima di partire ero particolarmente sclerata ed irascibile, deve aver capito anche lui che se me l’avesse presentata allora me la sarei mangiata in un sol boccone e non avrei risparmiato le critiche.
Forse c’è ancora speranza per l’intelligenza di questo ragazzo.
                                                             
Comunque, come dicevo prima, questa giornata si chiuderà esattamente come è iniziata: di merda.
Non ho nessuna voglia di andare stasera e se non l’avessi promesso avrei già chiamato Bill inventandomi qualche scusa improbabile per saltarla.
Ma sono stata molto assente in questi ultimi mesi, quindi farò la brava amica e ci andrò.
Controvoglia, molto controvoglia, ma ci andrò.
 
 
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Non volendomi presentare completamente a mani vuote, prima di dirigermi verso casa di Bill sono passata a comprare una bottiglia di vino per la cena.
Diciamo che non avrei mai pensato di soffrire anche al supermercato, eppure così è stato.
Mentre giravo nei vari corridoi mi aspettavo di incontrarla per caso, più o meno come nel sogno di stanotte.
Ogni ragazza bionda che vedevo mi illudeva per un millesimo di secondo di poter mettere fine a questa mia agonia. Ma puntualmente l’illusione veniva distrutta non appena la ragazza si girava.
Il peggio è stato quando ho importunato una ragazza perché ero convinta fosse lei.
Di spalle era molto simile, stessi capelli biondi, un po’ mossi, stessa lunghezza. Anche l’altezza era quella.
Ma quando si è girata no. Non era assolutamente lei.
Ma neanche lontanamente somigliante.
Anzi era piuttosto un cesso.
Oppure dopo aver visto lei tutte mi sembreranno non all’altezza, non so.
Quello che so è che oggi pomeriggio ho passato i momenti peggiori che io abbia mai vissuto in un supermercato, anche più di quella volta in cui per sbaglio ho urtato una pila di bottiglie di passata di pomodoro e ne ho fatte cadere tre, tutte naturalmente finite in frantumi sul pavimento. Quella è stata una delle esperienze più imbarazzanti della mia vita.
Ma oggi è stato peggio, perché nonostante stessi soffrendo era quasi come se non me ne volessi andare, probabilmente perché speravo comunque di incontrarla tra i vari reparti.
Sì, forse per essere una pessimista sono anche fin troppo ottimista.
O masochista, questione di punti di vista.
 
Alla fine comunque sono riuscita a scegliere una bottiglia di vino e ad uscire da quel posto infernale.
Ora sono davanti casa di Bill, ho trovato parcheggio e ho pseudo trovato anche la forza necessaria per affrontare questa serata, quindi ora posso bussare alla porta e sperare che la cosa sia rapida e indolore.
 
Prendo un bella boccata d’aria e mi preparo all’agonia.
Un abbraccio spaccaossa mi sorprende quasi nel secondo in cui la porta si apre.
 
Ciao San! Come sta la mia amica preferita?’
‘Piano Bill!’  faccio, ridendo, avvertendo la presa diminuire di forza ‘Ho un sacco di cose da raccontarti, ma ho tutta la serata davanti per ammorbarti con le mie disgrazie.’
‘Non aspetto altro, su entra.’
 
Ho sbirciato in cucina con la scusa di appoggiare il vino, ma della nuova ragazza non c’è traccia.
 
Tu piuttosto? Dov’è la protagonista della serata?’
‘Ora arriva, sai com’è, è goffa quasi quanto te ed è riuscita a sporcarsi con il sugo dell’arrosto mentre lo assaggiava. Credo sia andata a cambiarsi.’
‘Cosa intendi dire con goffa quasi quanto me??’
‘Chissà!’
‘Seh, questo argomento verrà approfondito poi. Senti Bill ti spiace se vado a lavarmi le mani un attimo? Mi sa che ho appoggiato la mano da qualche parte appiccicosa in cucina.’
‘Sì, ha fatto un po’ di caos in cucina, ma ti assicuro che i piatti che ha preparato sono buonissimi! Comunque il bagno sai dov’è, io intanto vado ad aprire il vino.’
‘Grazie, vado e torno.’
 
Ormai conosco questa casa come le mie tasche, saranno anni che Bill ci vive e per un periodo sono anche stata ospitata, perciò per me è come una vera e propria seconda casa.
 
Sul muro vicino alla porta del bagno c’è ancora la foto con Bill, me e Quinn al liceo.
Sembriamo così piccoli, siamo anche parecchio bruttini in realtà, però è tuttora una delle mie foto preferite di noi tre, perché mi ricorda di quando ci siamo conosciuti, di come quasi non ci sopportassimo all’inizio e di come siamo diventati migliori amici nel giro di poco tempo.
Tutte le altre cose che mi sono successe al liceo le ho praticamente rimosse, ma i momenti passati con loro due sono ben impressi nella mia mente.
Questo mi ricorda sempre come l’amicizia sia una delle cose veramente importanti della vita.
Molte cose che ci succedono spesso ci sembrano enormi mentre le viviamo ma poi dopo un po’ di tempo neanche ne abbiamo più memoria.
L’amicizia forse è proprio il contrario: sono tante piccole cose che magari all’inizio sembrano anche insignificanti, poi dopo anni ti accorgi di quanto siano indispensabili e piene di significato.
E questa foto sembra essere lì per ricordarmelo sempre.
Anche se è appesa vicino al bagno e tutte le volte sono tentata di prenderla e spostarla da qualche altra parte.
Anche questa volta.
Ora mi lavo le mani e la sposto, deciso.
 
Sto per aprire la porta quando questa si apre da sola.
O meglio, qualcuno la sta aprendo da dentro il bagno, ma un colpo me lo sono comunque preso, visto che mi è uscito un mezzo gridolino di spavento.
 
‘Scusa! Non volevo spaventarti!’
 
Non ci posso credere.
 
Che ci fai tu qui?’
 
Oh cazzo.
È qui davanti a me, stupita più o meno quanto me.
Proprio come nel mio sogno, incontrata appena uscita dal bagno.
Come nel sogno non so cosa dire.
Solo che più che un sogno questo è un incubo.
Forse uno dei peggiori della mia vita.
Con un filo di voce riesco a rispondere.
 
Sono l’amica di Bill, Santana.’
 
Bill è ora dietro di me. So già cosa sta per dire, so già le proporzioni della mazzata epica che mi sta per arrivare, ma sono ancora concentrata a guardare la sua faccia stupita davanti a me.
 
‘Santana, ti presento ufficialmente Brittany, la mia ragazza.’
 
È peggio di quello che mi aspettavo.
Non è una mazzata.
 
È come una spada, conficcata direttamente nel cuore.
 
 
 
 


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ANGOLO MORBIDO DELL'AUTRICE

Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui! :)
Ho deciso di scrivere subito dopo il primo dei due esami che mi stanno uccidendo in questo mese, così da non farvi aspettare troppo tra un capitolo e l'altro.
Sono parecchio fusa quindi chiedo venia nel caso ci fossero errori sparsi nel testo...
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno speso qualche minuto per recensire il primo capitolo, un grazie veramente di cuore. E ringrazio anche chi ha letto, messo tra i preferiti, ricordati e seguiti. Non mi aspettavo venisse calcalato così tanto il primo capitolo quindi non posso che essere felice e super riconoscente! :)
Spero questo capitolo vi piaccia e rimango sempre aperta a suggerimenti ed eventuali critiche :)
La canzone del capitolo di oggi è Once Upon A Dream di Lana Del Rey, che ho ascoltato in loop almeno 20 volte mentre scrivevo il capitolo ;)

Un ringraziamento speciale va sempre alla mia ragazza che continua a sopportarmi e a farmi da correttrice di bozze <3 
Conto di scrivere il terzo capitolo dopo il 16 di giugno, se esco viva da uno degli esami più tosti di questo semestre XD abbiate pazienza!
Grazie ancora a tutti e a presto :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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