Kain, nel frattempo...

di RiyelaAlelita
(/viewuser.php?uid=941238)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Baron ***
Capitolo 2: *** Risveglio ***
Capitolo 3: *** Dubbi e timori ***
Capitolo 4: *** Golbez ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Baron ***


Ritorno a Baron


Quando Kain riprese i sensi, anche gli ultimi residui dell'incendio che aveva distrutto Mist si stavano spegnendo, mentre l'aria era ancora satura di fumo, tanto da irritargli la gola.
Si rialzò a fatica e andò a recuperare la lancia, caduta poco lontano. Sembrava in condizioni abbastanza buone, l'asta era un po' scheggiata, ma per fortuna ancora utilizzabile. Certo, probabilmente non avrebbe resistito ancora molte battaglie. Di sicuro era messa meglio di come si sentiva lui, dolorante in varie parti del corpo e ancora un po' stordito.
Guardandosi attorno, non vide né Cecil, né la bambina dai capelli verdi. Mosse qualche passo tra le case ormai bruciate, chiamando con la voce resa roca dal fumo il nome dell'amico, senza però ottenere risposta.
La sua attenzione si spostò allora sull'imponente formazione rocciosa ad est. Prima non c'era, ne era sicuro. Doveva essere stato il terremoto causato dalla bambina. Non immaginava avesse così tanto potere in quel suo piccolo corpo.
Sospirò: se Cecil e la piccola non erano morti, molto probabilmente erano dall'altra parte. Valutò l'idea di scalare le montagne, ma si rendeva conto anche da solo di non essere nelle condizioni ideali per quell'impresa.
L'unica opzione rimasta era tornare a Baron.
"Casa mia. E la nazione che, con Cecil, ho deciso di tradire."
Questo pensiero gli lasciò dentro una strana sensazione: Baron era il luogo in cui aveva passato tutta la sua vita, ma ultimamente qualcosa era cambiato in quel castello. Il re non era più lo stesso, e nell'aria si poteva sentire il disagio e, in certi casi, la paura che questo cambiamento repentino aveva portato.
Ripensò anche al dialogo avuto poco prima con Cecil: sapeva che anche l'amico era preoccupato per il cambiamento del sovrano, ma non credeva che si sarebbe opposto così facilmente all'uomo che lo aveva cresciuto come se fosse davvero suo figlio. Anche se, da quanto aveva potuto capire, la missione a Mysidia lo aveva turbato parecchio, di sicuro abbastanza da rispondere in quel modo al re, un evento molto raro da quando non era più bambino.
Il rumore di una casa che crollava su se stessa lo riscosse dai suoi pensieri. Doveva andarsene da lì. Se ci fosse stato ancora qualcuno di vivo, e si augurava che fosse così, non voleva che lo trovasse lì, accusandolo di quell'incendio devastante, sebbene fosse la verità.
Lasciò velocemente il villaggio e si incamminò verso la grotta.


Arrivò in vista del castello quando il sole stava già tramontando, e si lasciò andare a un sospiro di sollievo: finalmente era arrivato!
Non ebbe molto tempo per rilassarsi, però: un rumore secco lo fece voltare, giusto in tempo per parare con lo scudo il colpo d'ascia di un goblin.
"Basta!" pensò esasperato, eliminando l'ennesimo mostro che l'aveva attaccato lungo la strada. Non aveva mai combattuto tanto in vita sua, si sentiva distrutto e aveva ormai finito la sua scorta di pozioni. Aveva l'impressione che i mostri fossero aumentati da quella mattina, quando si era messo in viaggio con Cecil, e che fossero diventati più feroci.
Un altro verso stridulo attirò la sua attenzione al cielo. Saltò, e riuscì a uccidere anche quel mostro, sebbene avesse così poche forze rimaste che l'altezza di quel salto avrebbe fatto vergognare di lui non solo il padre, ma anche tutti i dragoni sotto il suo comando.
Continuò ad avvicinarsi al castello, sempre inseguito dai mostri e sempre più stanco. Era ormai ai piedi delle mura della città quando qualcosa lo colpì alla schiena, e cadde senza avere più le forze per rialzarsi.
Udì delle voci concitate e qualcuno che lo chiamava. Lo girarono supino e gli tolsero l'elmo, e Kain vide china su di sé una maga bianca. Poi perse i sensi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Risveglio ***


Risveglio


Kain sentì delle persone che discutevano a bassa voce, ma non riusciva a capire cosa si stessero dicendo.
Si sentiva stordito.
Notò di essere sdraiato su qualcosa di morbido.
Un letto.
Provò ad aprire gli occhi, senza successo.
Senza che avesse fatto niente, la testa iniziò a girargli.
L'incoscienza lo avvolse nuovamente.

La luce gli raggiunse gli occhi da dietro le palpebre chiuse, e lo accecò quando provò ad aprirle. Provò a concentrarsi sui rumori, ma non sentiva niente. Capiva solo di essere steso su un letto, con un lenzuolo che gli copriva il corpo.
Decise di tentare nuovamente ad aprire gli occhi e, lentamente, schiudendoli sempre di più, riuscì a vedere che si trovava nella sua stanza al castello. Dalla luce che entrava dalla grande finestra, intuì che fosse pomeriggio avanzato.
Di che giorno? Quanto aveva dormito? Era arrivato a Baron che il sole era ormai tramontato, quindi doveva essere quasi un giorno intero, almeno.
Voltò la testa a destra, verso il resto della camera, e vide una giovane maga bianca seduta accanto al letto, intenta nella lettura di un libro.
-Ah, sei sveglio...- disse lei, chiudendo frettolosamente il libro e appoggiandolo a terra prima che Kain potesse leggerne completamente il titolo, ma gli era parso che fosse “Elementi base della magia nera”. Il ragazzo rimase perplesso: perché aveva un libro sulla magia nera?
-Non credevo ti saresti ripreso così in fretta, ti hanno trovato solo ieri sera e sembrava che non ti saresti svegliato per almeno due giorni.- continuò la ragazza, poi si chinò su di lui e scostò il lenzuolo, e solo allora il dragone si accorse di essere a torso nudo. Lei mantenne uno sguardo concentrato mentre eseguiva una magia, ma sotto il cappuccio si vedeva che stava arrossendo. Non doveva essere abituata a curare i soldati, se aveva quella reazione. Kain la guardò, e si rese conto di quanto fosse provata: doveva essere lì a curarlo da molto tempo. Si ritrovò a pensare quanto sarebbe stato bello se ci fosse stata Rosa al posto di quella maga, se fosse stata lei a essergli così vicina...
Il ragazzo si riscosse. Dov'era Rosa? Di solito, quando lui o Cecil si ferivano, era sempre lei a occuparsi di loro, quindi era strano che in quel momento non ci fosse lei.
-Dov'è Rosa?- chiese alla maga, con voce roca per la gola secca, e intanto la sua mente analizzava le ipotesi più disparate: magari era stata lì fino a poco prima e si era ritirata per la stanchezza, magari era malata, magari...
-Nessuno lo sa.- rispose la ragazza -Dopo il terremoto di Mist, nessuno l'ha più vista, né al castello né in città.-
Kain si incupì. Che si fosse diretta da sola al villaggio per cercarli? Sperò che stesse bene.
La sua mente tornò nuovamente a Cecil. Era ancora vivo? Sperava di sì, e, per quanto gli desse fastidio pensarlo, sperava anche che Rosa lo avesse trovato: era più sicuro per lei che andare in giro da sola, soprattutto con i mostri che in quei giorni sembravano moltiplicarsi sempre più rapidamente. Sempre che Cecil la trattasse come lei meritava: fin troppe volte aveva assistito al suo menefreghismo nei confronti della ragazza, al suo mostrarsi distaccato quando lei si mostrava preoccupata per lui.
-Vuoi qualcosa da mangiare? Ti farebbe bene.- la voce della maga interruppe le sue riflessioni.
Il ragazzo volse lo sguardo verso di lei, e doveva ammettere che il piatto di frutta che gli porgeva era piuttosto invitante. Con fatica si mise seduto, poi addentò una mela: il suo succo dolce lo fece sentire subito meglio, ma dovette mangiare altri tre frutti per placare la fame di un giorno senza cibo.
Mentre mangiava, chiese dove fosse la sua armatura, dato che non la vedeva da nessuna parte nella stanza, e la ragazza gli disse che era stata portata da un fabbro per ripararla.
“In che razza di condizioni ero, ieri sera?”
Come ebbe finito, la maga lo aiutò a stendersi di nuovo, dicendo: -Le tue condizioni sono decisamente migliorate, ma dovresti riposarti. Vuoi che ti faccio portare la cena qui?-
Lui rifletté, prima di rispondere affermativamente: di certo non era nelle condizioni di andare a mangiare con i suoi soldati come faceva spesso, e inoltre sentiva il bisogno di stare ancora nel letto.
La ragazza fece un cenno con la testa prima di uscire, nascondendo accuratamente il libro tra le pieghe del vestito.
Kain non sentì nemmeno la porta richiudersi: si era già addormentato.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dubbi e timori ***


Dubbi e timori


Dopo aver dormito tutta la notte, Kain fu svegliato dalle grida di qualcuno, appena fuori dalla porta.
-Come sarebbe non posso vederlo? Lo conosco fin da quando era bambino, fa praticamente parte della mia famiglia!- era Cid. Il ragazzo non poté trattenersi dal sorridere nell'immaginare la faccia dell'uomo in quel momento.
-Cid, calmati. Non ti fa bene agitarti in questo modo, soprattutto alla tua età.- rispose un'altra voce maschile, che Kain non riuscì a identificare.
-Stai per caso insinuando che sono vecchio?-
La porta si aprì di scatto senza preavviso, mostrando la figura di Cid sulla soglia, che sorrise non appena lo vide: -Lo sapevo che eri sveglio!-
-Con quelle grida, sfido chiunque a non svegliarsi.- replicò il dragone, ricambiando il sorriso.
L'uomo fece per rispondere qualcosa, ma qualcuno dietro di lui si schiarì la gola: era un mago bianco, non più molto giovane, che fissava Cid con una faccia contrariata.
Non appena l'ingegnere si fu calmato, il mago si rivolse al ragazzo: -Come ti senti, stamattina?-
-Molto meglio.- fu la sua risposta, ed era vero: era ancora un po' debole, ma poteva dire di essersi rimesso quasi del tutto.
-Me l'aspettavo! Ci vuole ben altro per mettere fuori combattimento uno come te!- esclamò Cid, dandogli una pacca sulla schiena, fortunatamente non troppo energica.
“Se avesse visto com'ero messo ieri, non ne sarebbe così convinto...”
-Cid, è stato già abbastanza male senza che tu gli rompa qualche osso.- il mago bianco gli si avvicinò e iniziò ad esaminargli la schiena, poi il petto e le braccia.
-Sembra tutto a posto.- aggiunse soddisfatto -Ti consiglio, però, di continuare a riposarti almeno per questa mattina. E di mangiare.- e uscì dalla stanza, lasciando Kain in compagnia dell'amico ingegnere.
-Allora, cos'è successo a Mist? E che fine ha fatto Cecil?- iniziò subito quest'ultimo.
“Dritto al punto come al solito.” pensò sospirando il ragazzo, per poi iniziare a raccontare del drago, dell'anello e della bambina che aveva causato il terremoto.
-Non so dove possa essere finito Cecil. Quando mi sono svegliato, non c'era da nessuna parte, al villaggio.- concluse il dragone.
Cid rimase a lungo in silenzio, cosa molto strana da parte sua, prima di chiedere: -Non potrebbe essere rimasto dall'altra parte di quelle montagne che hai detto?-
-È quello che spero anch'io.- ci fu ancora silenzio, quindi Kain fece una domanda che gli stava a cuore -E Rosa? Mi hanno detto che è sparita.-
-Il terremoto si è sentito fin qui, e quando si è saputo che a Mist era stato molto più violento, ha iniziato a girare la voce che fossero tutti morti, o quasi. Il fatto che tu sia tornato da solo probabilmente l'ha confermato. Comunque, lei è sparita prima che tornassi. Credo volesse trovarvi.-
Kain chiuse gli occhi: quindi non lo aveva pensato solo lui. Chissà dov'era in quel momento. E anche Cecil. Si rifiutava di credere che fosse morto, erano praticamente cresciuti insieme, non credeva che avrebbe potuto sopportare il fatto di non vederlo più, di non allenarsi insieme e vedere chi fosse il più forte.
“Se Cecil muore, Rosa...” fece una voce dentro di lui, una voce che ogni tanto si faceva sentire, e che lui metteva subito a tacere. Si rifiutava di credere che fosse un suo pensiero. Lui non avrebbe mai desiderato la morte dell'amico.
“Ma è davvero così?”
Kain scosse la testa, e Cid lo riscosse da quelle riflessioni, chiedendogli cosa ci fosse che non andava.
-Niente, stavo solo pensando.- liquidò in fretta la domanda, poi cercò un modo di cambiare discorso -Ho sentito che stai costruendo una nuova aereonave.-
La reazione, però, non fu quella aspettata. Il voltò di Cid si incupì in modo preoccupante, soprattutto perché si trattava della sua passione.
-Il re mi ha ordinato di costruire una nuova aereonave da guerra, anche se sa che detesto che le mie piccole vengano usate per uccidere.-
Il ragazzo non poté trattenere un altro sospiro: il re stava veramente cambiando, e in peggio.
-E poi, dopo che siete partiti, è arrivato al castello un uomo misterioso, e il re ha iniziato a comportarsi in modo ancora più strano.-
Questo attirò l'attenzione del dragone: -Un uomo? Chi è?-
-Nessuno sa quasi niente di lui, solo che si chiama Golbez, e sembra emanare un'energia negativa. Non è piacevole stargli vicino. E il re gli ha dato il comando delle Ali Rosse!-
-Cosa?- esclamò Kain, colto totalmente di sorpresa. Davano già Cecil per morto, tanto da affidare il comando della flotta a questo Golbez, che nessuno conosceva? Certo, il re aveva tolto l'incarico a Cecil, ma aveva pensato che non fosse definitiva come cosa. In fondo, era suo figlio, seppur adottivo.
-Hai capito. E ora le Ali Rosse sono da qualche parte in missione ai comandi di quell'uomo.-
Il ragazzo strinse forte i pugni. Cosa stava succedendo a Baron?

Dopo quella conversazione, Kain pranzò con i suoi dragoni, poi fece un giro in città a recuperare l'armatura riparata. Parlò con la gente e i soldati, e tutti dicevano la stessa cosa: il re e il regno non erano più gli stessi. Fece visita anche alla madre di Rosa, ma nemmeno lei sapeva niente della figlia.
Quando, quella sera, andò a dormire, si sentiva più demoralizzato che mai.
Ok, non ho mai scritto niente dopo i capitoli, ma qui mi sento in dovere di ringraziare di tutto cuore chi sta leggendo questa fanfiction e di scusarmi per la lentezza con cui aggiungo i capitoli. Volevo anche dire che, nel gioco, questo sarebbe il giorno in cui le Ali Rosse hanno bombardato Damcyan, secondo il mio calcolo più o meno preciso dei giorni (è questa la missione di cui parla Cid).
Grazie ancora, alla prossima ^-^

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Golbez ***


Golbez


Kain finì distrattamente di allacciarsi tutti i pezzi della sua armatura. Quella mattina, una ragazza era andata da lui per informarlo che il re desiderava parlargli, perciò, appena terminata la colazione, era tornato nella sua stanza a prepararsi. Poteva immaginare cosa volesse da lui il re: di sicuro un resoconto di cos'era successo tre giorni prima a Mist, magari notizie di Cecil, anche se su questo punto iniziava a nutrire alcuni dubbi.
Legò i suoi lunghi capelli biondi in una coda sulla nuca, quindi rimase per qualche istante a fissare il suo elmo, a forma di testa di drago. Era il capitano dei dragoni, proprio come lo era stato suo padre prima di lui.
Richard Highwind.
Erano ormai passati alcuni anni dalla sua morte, ma in molti lo ricordavano ancora come un grande dragone, e un grande uomo. Da parte sua, Kain non lo aveva mai ammirato come di solito fanno i figli con i genitori.
Ammirava i dragoni, ma non suo padre: era sempre stato un uomo rigido, inflessibile, fin troppo serio, e faceva fatica a ricordare i rari momenti in cui si lasciava andare a delle manifestazioni di affetto nei suoi confronti. Odiava i suoi allenamenti estenuanti, e il fatto che non fosse mai soddisfatto di lui; spesso aveva desiderato diventare un cavaliere delle tenebre come Cecil e come il re, solo per mettere fine a quell'addestramento troppo duro.
Odiava suo padre, eppure era stato molto triste quando era morto. Da quel giorno, il ragazzo si era impegnato al massimo per seguire le sue orme e per portare a compimento quella che sapeva essere la più grande volontà del padre: ridare ai dragoni il prestigio che avevano prima dell'istituzione delle Ali Rosse.
Indossò l'elmo. Ora, era lui il capitano dei dragoni, e aveva giurato a se stesso che avrebbe superato Richard Highwind.
Con passo deciso, si diresse verso la sala del trono, sulla cui soglia trovò Baigan, il capitano delle guardie di Baron, ad attenderlo.
-Vi aspettavo, capitano Kain. Vi annuncio subito a sua maestà.- e sparì immediatamente dietro la porta.
Kain aspettò pazientemente il ritorno dell'uomo. Non lo conosceva molto bene, non avevano mai parlato granché, ma sapeva che era sempre stato fedele al re e al regno, a volte fin troppo, e la sua tecnica di combattimento non era male.
Baigan uscì di nuovo, e lo invitò ad entrare. Una volta dentro, vide il re seduto, come al solito, sul trono intento a parlare con un uomo in armatura nera alla sua destra.
“Golbez?” si chiese, ripensando alla descrizione che ne aveva fatto Cid. Lo osservò attentamente: era molto alto, l'armatura nera e dorata gli copriva interamente il corpo, e l'elmo cornuto, degli stessi colori, gli nascondeva il volto. Sulla schiena, un mantello, anch'esso nero, arrivava quasi fino a terra. Cid aveva ragione: la sua presenza non era piacevole.
Non appena il dragone avanzò nella sala, il re interruppe il suo dialogo con l'uomo in nero.
-Ah, Kain, eccoti qui.- esordì il re.
-Maestà- rispose Kain, chinando leggermente il capo. Non gli erano mai piaciuti i gesti di sottomissione, come inginocchiarsi; quelli, preferiva lasciarli a Cecil. Stava per aggiungere qualcos'altro, ma fu Golbez a parlare prima di lui.
-È lui il ragazzo di cui mi parlavi?- fece, rivolto al re. La sua voce era profonda e distorta dall'armatura.
-Sì: è Kain Highwind, capitano dei dragoni. Kain, questo è Golbez, il nuovo comandante delle Ali Rosse.- presentò il re, con una punta di orgoglio nella voce.
“Quindi è vero.” -Maestà, e Cecil?-
-Cecil è un traditore. Non solo ha salvato una pericolosa evocatrice, ma sta sollevando altre nazioni contro Baron.- rispose duramente il re, e il ragazzo dovette trattenere un sorriso: l'amico si stava dando da fare per portare a compimento il loro progetto.
-Sappiamo, però, che anche tu eri d'accordo con Cecil.- continuò sua maestà.
Kain trasalì: come faceva a saperlo? A Baron non ne aveva parlato con nessuno, a parte Cid, e lui non andrebbe mai in giro a dire una cosa del genere.
Il regnante sorrise alla sua reazione, ma non era un sorriso amichevole: -Ma siamo disposti a perdonarti. In fondo, sei un guerriero molto valido.-
Prima che il ragazzo potesse dire qualsiasi cosa, però, iniziò ad avvertire una strana sensazione alla testa, come se l'elmo si stesse stringendo. Si voltò a guardare Golbez, e sentì il suo sguardo su di sé, anche da dietro l'elmo.
-Vieni con noi, Kain. Ci servirà la tua forza.- continuò il re, mentre la pressione alla testa del dragone diventava sempre più forte.
Fu in quel momento che Golbez parlò.
-Tu vuoi il potere.-
La sua voce sembrava avere una potenza inaudita, sembrava penetrargli nel cuore, oltre che nella mente.
Kain imprecò mentalmente per non aver portato la lancia, o qualunque cosa per combattere. Doveva scappare. Si girò verso la porta, ma Baigan si frappose tra lui e l'uscita, con la spada sguainata in mano.
“In trappola!”
-Non puoi fuggire.-
“Basta!” la pressione era diventata dolore, e continuava a crescere, tanto da costringerlo a cadere in ginocchio. Golbez lo sovrastò.
-Non resistere.-
Era quasi tentato di farlo. La voce dell'uomo era invitante, lo attirava.
“No! Non devo cedere!”
Si tolse l'elmo, quasi sperando che il dolore si attenuasse. L'uomo gli appoggiò una mano sulla testa, e Kain non tentò nemmeno di spostarsi.
-So cosa desideri. Io te lo posso dare. Posso darti la forza necessaria per ottenere ciò che vuoi.-
Kain urlò, mentre le prime lacrime iniziavano a uscire dai suoi occhi blu.
-Tu vuoi superare tuo padre.-
“Basta...”
-Tu vuoi liberarti di Cecil.-
“No!”
-Tu vuoi Rosa.-
“Rosa.”
Bastò quel nome.
Sì. La voleva. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per averla.
-Non resistere.-
Fu quello che fece: smise di resistere. Lasciò aperta la sua mente a Golbez. Lasciò che facesse di lui quello che voleva. Se quello era il prezzo da pagare per avere Rosa al suo fianco, l'avrebbe pagato.

L'aeronave sorvolava rapida il mare, mentre si dirigevano a Fabul. Dovevano recuperare il terzo cristallo, quello di vento.
Kain, in piedi a prua, lasciava che il vento lo avvolgesse. Era un dragone, lui era uno con il vento.
Cecil. Rosa. Sarebbero stati lì? Se sì, era l'occasione perfetta per liberarsi di Cecil, una volta per tutte.
Strinse forte il pugno sinistro attorno alla lancia. Con la sua nuova forza, finalmente era possibile.
“Cecil, Rosa, aspettatemi.” pensò, mentre un ghigno gli solcava il volto.
Ed eccolo qua! L'ultimo capitolo di questa fanfic.
Devo ammettere che non mi sarei mai aspettata che venisse fuori una storia così lunga, la prima stesura era appena una pagina e mezza di word XD.
Volevo ringraziarvi per avermi dato un po' del vostro tempo e aver letto fino in fondo, davvero! <3 Ci tenevo anche a dire che i sentimenti di Kain nei confronti del padre non sono solo farina del mio sacco (anche se mi piacerebbe u.u), ma ho preso spunto da un dialogo di The After Years, in cui lui ne parla.
Che altro dire? Questa storia è finita, ma probabilmente ci rivedremo in un'altra, che sia in questa sezione o no.
Grazie ancora, alla prossima.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3458496