400 anni fa

di barby93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Decisioni per il futuro ***
Capitolo 3: *** Wind Rose ***
Capitolo 4: *** La festa di Wind Rose ***
Capitolo 5: *** Una dura verità ***
Capitolo 6: *** Inizia la guerra ***
Capitolo 7: *** Uniti per salvare Natsu ***
Capitolo 8: *** E.N.D. ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


Vi siete mai domandati se la storia dei fratelli Dragneel raccontata dal mangaka Mashima non fosse vera? Se Zeref fosse realmente buono, ma è capitano nel posto sbagliato e al momento sbagliato? E se Natsu fosse diventato END per mano di un altro e non di suo fratello? Per rispondere a queste domande si deve risalire a 400 anni prima, in un villaggio a nord-est del regno di Fiore dove la storia ebbe inizio.

Natsu era un bambino di 8 anni molto vivace, allegro e spensierato. Viveva in una piccola casa al centro del villaggio Hana che si trovava a qualche chilometro di distanza dalla città di Oak town (città dove poi è sorta la gilda di Phantom lord) insieme ai nonni e al fratello maggiore Zeref, in quanto i loro genitori erano morti 2 anni prima a causa di un incendio. Fu in quell'occasione che Zeref decise di imparare la magia perché voleva proteggere il fratello essendo l'unico della sua famiglia rimasto a cui volesse molto bene. Zeref era un tipo solitario, amava passare molto del suo tempo in biblioteca ed esercitarsi nell'uso della magia insieme ad un maestro che si era offerto di aiutarlo. A Natsu non entusiasmava l'idea di trascorrere il suo tempo a leggere, preferiva giocare e, infatti, si riuniva con gli altri bambini nella piazza principale del villaggio dove insieme si divertivano a correre, saltare e ad inventarsi tanti giochi sempre più avvincenti ma, nonostante queste differenze, Natsu e Zeref erano molto legati. Però la cosa che Natsu adorava fare più di tutte era spiare il fratello maggiore mentre si esercitava insieme al suo maestro perché gli piaceva vedere quanta energia e forza di volontà mettesse nell'intento di apprendere la magia. Ma non lo spiava da solo, lo faceva insieme ad Hikary, una bambina della sua stessa età che aveva conosciuto qualche anno prima perché frequentava la sua stessa classe a scuola e con la quale da subito aveva dimostrato una grande affinità. Hikary aveva lunghi capelli neri leggermente ondulati che le facevano risaltare la sua pelle bianca e candida, la frangia le si posava delicatamente sui suoi occhi di un verde molto intenso, le labbra erano rosse e carnose, era magra e un po' più alta della media delle bambine di quel villaggio e le piaceva vestire in modo semplice anche se era di famiglia benestante. Nel complesso era molto graziosa, tanto che la prima volta che Natsu l'aveva vista ne era rimasto subito colpito, ma in particolar modo era rimasto affascinato dal suo sorriso così luminoso che la rendeva ancora più carina di quanto già non lo fosse. La maggior parte delle giornate passavano sempre così, ma un giorno si verificò un avvenimento che sconvolse la vita dei due fratelli. Da sempre in quel villaggio si tramandava ai bambini la leggenda di un enorme drago di fuoco che viveva nella foresta che separava il villaggio dal confine del regno in modo da spaventarli per non farli entrare nella foresta in cui vivevano animali pericolosi.

Natsu stava giocando con Hikary e altri bambini quando, in lontananza, sentì un uomo nominare un drago. Incuriosito, si avvicinò per ascoltare meglio il discorso che stava facendo quest uomo con una donna:” Ho sentito che ieri dalla foresta fuoriuscivano delle alte fiamme. Quindi vive realmente il drago!!! e se ci attaccasse?”. Dal tono di voce si capiva che era impaurito. “Non essere ridicolo Glem” afferma la donna guardandolo con superiorità:” sarà stato lo scherzo di qualcuno che ieri sera avrà esagerato con l'alcool. Figurati se quella leggenda è vera, si sa che è detta solo per spaventare i bambini.” A quelle parole Natsu corse incontro a Hikary ed entusiasta le raccontò quello che aveva sentito. “Natsu magari davvero è stato lo scherzo di qualcuno” disse lei con indifferenza. “E se non fosse uno scherzo, se quello che hanno visto fossero davvero fiamme del drago? Hikary io vado nella foresta, voglio controllare!”

“Aspetta!” gridò lei afferrandolo per un braccio, “non ti posso far andare da solo, vengo con te, ma prima avvertiamo anche tuo fratello perché la sua magia potrebbe tornarci utile”.

“Ma Hikary, Zeref mi impedirà di andare e poi non è ancora un vero mago!” disse Natsu un po' deluso. “Non si discute! Zeref è tuo fratello maggiore, quindi ha il diritto di sapere quello che vuoi fare. Forza andiamo da lui!”. E così raggiunsero Zeref che, come ogni giorno, si stava allenando. Gli spiegarono la situazione e, come previsto da Natsu, Zeref si arrabbiò molto dicendogli che non doveva assolutamente andare. Ma Natsu, che era un tipo molto testardo, decise di ignorare quello che il fratello gli aveva detto e, approfittando di un momento in cui Zeref era distratto, si avviò con Hikary verso la foresta. Arrivati all'entrata della foresta si sentì un po' in colpa nei confronti di Zeref per avergli disubbidito, ma la voglia di scoprire la verità era più forte e, quindi, scacciando i brutti pensieri, entrarono. Si erano lasciati dietro l'entrata già da qualche minuto tanto che se si voltavano non la vedevano più. Dinnanzi a loro si espandeva una fitta vegetazione e, man mano che si inoltravano nella foresta, gli alberi diventavano sempre più alti impedendo ai raggi solari di penetrare e, quindi, più avanzavano, più diventava buio. Stavano iniziando a pentirsi di quella scelta, quando videro in lontananza una radura illuminata dal sole. Presi dall'euforia di uscire per un po' dal buio, iniziarono a correre incontro la radura, ma si arrestarono di colpo perché di fronte a loro era sbucato un grosso lupo grigio che gli impediva di proseguire. Il lupo era fermo, con lo sguardo fisso su di loro che incuteva timore al punto che Natsu e Hikary indietreggiarono leggermente. Ma non poterono neanche tornare indietro in quanto degli altri lupi si erano avvicinati a loro circondandogli. Hikary per la paura iniziò a piangere, mentre Natsu cercò di fare il duro per proteggerla anche se sapeva benissimo di non avere alcuna speranza di poter affrontare da solo un branco di lupi feroci. Ma, quando tutto sembrava perduto, un fascio di luce verde colpì i lupi ferendogli leggermente e che, spaventati, si allontanarono. Natsu si guardò intorno per capire chi fosse stato e, quando si trovò d'avanti Zeref, ignorando la discussione avvenuta poco prima, gli andò incontro abbracciandolo forte e ringraziandolo per averli salvati. “Sei un'idiota!” gli urlò contro Zeref, “Mi hai fatto preoccupare tanto! Quando non ti ho visto più ho capito che eri venuto qui”. Poi guardò Hikary che ancora tremava dalla paura e cercò di rassicurarla dicendole che ormai i lupi erano scappati e si girò di nuovo verso Natsu, “ Meno male che vi ho trovato, altrimenti come pensavi di fuggire da questa situazione, eh Natsu?”. Tremante e con le lacrime agli occhi, Natsu disse che non voleva causare questo disagio, che voleva che nessuno si facesse male e che tutto quello che desiderava era vedere il drago. “E va bene, se ci tieni proprio a vedere il drago ti accompagno, ma se oggi non troviamo niente mi devi promettere che non tornerai più da solo nella foresta, e lo stesso vale per te Hikary” disse Zeref cercando di tranquillizzare il fratello che sul suo volto comparve un grande sorriso. Così tutti e tre proseguirono alla ricerca del drago. Zeref era a capo del gruppo, seguito da Natsu e da Hikary che era aggrappata al braccio di quest ultimo e si guardava intorno perché aveva paura che saltasse fuori di nuovo qualche animale pericoloso. Ormai stavano camminando da diverse ore, il cielo aveva iniziato ad imbrunire, ma del drago neanche un'ombra. Si stavano per arrendere quando in lontananza notarono un' enorme grotta da cui sembrava uscire del fumo. Incuriositi, accelerarono il passo e nel giro di pochi minuti raggiunsero la grotta. Eccitato all'idea di trovarsi faccia a faccia con un vero drago, Natsu non aspettò altro tempo e si precipitò all'interno della grotta, ma l'euforia che gli aveva pervaso il corpo si trasformò in delusione. Di fronte a lui non c'era nessun drago e il fumo che aveva visto uscire dalla grotta era dovuto a pezzi di legno bruciati. “Non te la prendere Natsu, semplicemente quella leggenda è falsa” gli disse Zeref appoggiando una mano sulla sua spalla. “Però c'è qualcosa che non torna” precisò Hikary indicando in lontananza qualcosa. Così osservarono meglio l'interno della grotta e rimasero sbalorditi alla vista di tante carcasse di animali morti che giacevano in un angolo in fondo. Le pareti erano sporche di sangue e molto scheggiate come se qualcosa le avesse “graffiate”, pezzi di pelle molto grandi e squame erano sparsi per la caverna e nell'aria si avvertiva uno strano odore di bruciato dovuto ai pezzi di legno che stavano emanando del fumo. “Questo posto è così strano!” esclamò Hikary leggermente intimorita, “è come se fosse la dimora di un mostro!” Una lunga pausa seguì a questa affermazione; Natsu e Zeref si voltarono a guardarla perplessi. Effettivamente quello che aveva detto sembrava la verità. Quale animale poteva vivere in quel posto? Era veramente così grande come i pezzi di pelle che avevano trovato nella grotta? Ma non dovettero aspettare neanche qualche minuto che la risposta gli si parò d'avanti agli occhi. Un enorme drago rosso, con le zanne appuntite, la pelle squamosa e le unghie lunghe e affilate entrò nella grotta portando tra le sue fauci un grosso cinghiale che molto probabilmente doveva essere la sua cena. Hikary emise un grido di terrore alla vista del drago, Zeref era rimasto pietrificato, non riusciva a credere a quello che vedeva, mentre Natsu, che nel frattempo era diventato pallido, puntò il dito verso il drago gridando: "Allora è vero! Vive realmente un drago nel bosco!”. Il drago lasciò cadere il cinghiale e gli esaminò. Lo sguardo che rivolse ai tre ragazzini non era per niente amichevole, era più come se loro fossero il suo prossimo pasto. “Come osate entrare nella mia tana?” ringhiò il drago. Nessuno di loro riuscì a pronunciare una singola parola, erano troppo impauriti. Solo qualche istante dopo Natsu si rivolse al drago: “ Sai anche parlare, wow sei fantastico!”. Zeref e Hikary lo guardarono come se fosse improvvisamente ammattito. Ma Natsu non notò minimamente i loro sguardi sconcertati e impauriti allo stesso tempo, aveva occhi solo per il drago. “Non sapevo che i draghi sapessero parlare! Come ti chiami? Sputi veramente fuoco come dicono?” continuò Natsu come se niente fosse, come se non si stesse rivolgendo ad una creatura dall'aria terrificante che con un semplice gesto lo avrebbe potuto uccidere. Una grossa risata echeggiò nella grotta. Tutti e tre fissarono il drago allibiti da questa sua reazione, soprattutto Zeref che non si sarebbe mai aspettato di vedere il drago ridere, a meno che non lo facesse perché sapeva perfettamente che gli avrebbe uccisi di li a poco e poi se li sarebbe mangiati, pensò in quanto non riusciva a trovare nessun altra spiegazione per quel suo atteggiamento. Ma si dovette ricredere non appena il drago ricominciò a parlare. “ Non ridevo così di gusto da diverso tempo! In genere se qualcuno mi vede urla e scappa via, mentre tu non solo non avevi paura, ma ti sei rivolto a me come se fossi un tuo amico. Mi piaci ragazzino. Come ti chiami?”, “mi chiamo Natsu e loro sono il mio fratellone Zeref e la mia amica Hikary” disse indicandogli mentre loro facevano un saluto forzato al drago. “Natsu, Zeref e Hikary, giusto? E vi siete inoltrati nel bosco da soli solo per vedermi?”. “Si!” risposero all'unisono. E scoppiò di nuovo a ridere. “Scusate se rido, ma mi sembra strano che dei marmocchi come voi abbiano fatto tutto questo solo per vedermi”, “e a me sembra strano che un enorme drago come te non voglia ucciderci dopo che abbiamo profanato la tua tana” disse Zeref leggermente tremante all'idea di rivolgersi ad un drago. “Uccidervi? E perché mai dovrei farlo? Io non sono cattivo, non vi farei mai del male!”. “Ma perché non vivi con gli altri draghi?” gli domandò Hikary che nel frattempo si era tranquillizzata. “Perchè tutto quello che desidero è vivere in pace e tranquillità. Mi avete chiesto come mi chiamo, giusto? Ebbene, io sono Igneel, un drago di fuoco e, quindi”, rivolgendosi a Natsu, “si, sputo fuoco.”. “Mitico! Un drago di fuoco di fronte a me. Sono troppo emozionato” urlò Natsu preso dall'euforia. Poi si bloccò di colpo, come se tutta la sua vitalità fosse sparita e si rivolse al drago con uno sguardo di sfida che non era mai apparso sul suo volto fino ad allora: “ Si dice che voi draghi possiate insegnare la vostra magia a noi umani. Ecco, se questa cosa è vera, Igneel potresti farmi da maestro?”. Nessuno si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere da parte di Natsu, lui che era sempre stato un bambino giocherellone e vivace, ora era rivolto verso Igneel a testa alta, con lo sguardo di chi sa il fatto suo e i pugni chiusi per far capire che faceva suol serio. Hikary guardò Natsu con ammirazione, mentre Zeref era li, immobile, fermo ma scrutare suo fratello per capire il perché di quello che aveva appena detto. “Vuoi che ti faccia da maestro? Perché?” domandò impassibile Igneel. “Perchè”, ci fu un attimo di esitazione e poi continuò “perchè se sapessi domare il fuoco potrei impedire agli icendi di far del male!” Zeref capì al volo cosa intendesse dire Natsu con quelle parole e un velo di tristezza apparve sul suo volto. “Natsu, tu per tutto questo tempo hai sofferto così tanto, eppure non lo hai mai dimostrato” gli disse Zeref con voce malinconica. “Zeref io non voglio che sia solo tu a impegnarti per proteggermi, anche io voglio fare la mia parte e aiutare te e Hikary e tutti quelli a cui voglio bene! Voglio essere come te fratellone!”. Hikary, allora, abbracciò forte i due fratelli finché il drago disse loro: “Mettiamola così allora, Natsu parlami di questa storia e io valuterò la possibilità di diventare il tuo maestro!”. E così Natsu iniziò a raccontargli quello che era accaduto.

Doveva essere una giornata come un'altra quella di due anni fa che scombussolò la vita dei due fratelli. Come ogni giorno, i genitori di Natsu e Zeref gli avevano accompagnati alla scuola del villaggio dicendo loro che gli avrebbero ripresi da casa di Hikary (Natsu e Hikary erano compagni di classe) in modo che potessero finire i lavori nel campo in quanto erano contadini per mestiere. Quel giorno non era dei migliori, il cielo era molto nuvoloso e tirava un forte vento, ma non per questo dovevano rinunciare al lavoro. Così salutarono i loro figli e tornarono nella loro campagna. La giornata passò normalmente come tutte le altre. Alla fine delle lezioni, Natsu e Zeref si recarono a casa di Hikary per aspettare che i loro genitori gli venissero a prendere. Per trascorrere il tempo Natsu e Hikary giocavano e facevano i compiti che gli erano stati assegnati, nel frattempo Zeref faceva i suoi perché era tre anni più grande degli altri due e,poi, una volta finito di studiare si mise a leggere. Di li a poco sarebbero dovuti arrivare i loro genitori come ogni volta, ma quel giorno ciò non avvenne. Qualcuno bussò alla porta di casa. Trascorse qualche minuto e poi la madre di Hikary entrò in camera della figlia dove lei e i due fratelli stavano giocando. Aveva un'aria molto triste e sul suo volto scesero delle lacrime. “Perchè piange signora?” chiese preoccupato Zeref. La madre di Hikary fece entrare nella stanza l' uomo che poco prima aveva bussato alla porta, dicendo che era meglio che fosse lui a raccontare quello che era successo. Zeref e Natsu lo riconobbero subito in quanto era il loro vicino di casa, ma la cosa che gli turbò fu il fatto che era completamente sporco di fango e cenere e puzzava di bruciato. L'uomo fissò i due bambini e disse loro che a causa del brutto tempo un fulmine aveva colpito la loro campagna causando un forte incendio nel quale i loro genitori erano rimasti coinvolti. A quelle parole ai due fratelli si gelò il sangue e con voce forzata, di chi sta per scoppiare a piangere, Natsu gli chiese che intendesse con rimanere coinvolti. “Io e gli altri contadini siamo subito accorsi in aiuto di vostra madre e di vostro padre non appena abbiamo visto delle fiamme provenire dalla campagna, ma purtroppo...” e qui ci fu una lunga pausa interrotta solo dai singhiozzi della madre di Hikary, “non siamo riusciti a fare niente. Quando siamo arrivati ormai era troppo tardi. I vostri genitori sono periti nell'incendio. Mi dispiace veramente tanto!”. Nessuno parlò, Natsu e Zeref erano rimasti immobili, avevano lo sguardo fisso sull'uomo come se volessero sentirsi dire che era solo uno scherzo e che di li a poco sarebbero sbucati i loro genitori dicendo che dovevano tornare a casa perché si era fatto tardi. Quel silenzio assordante che martellava il loro cuore sembrava non cessare mai. I loro volti erano sbiancati così come gli occhi traboccavano di lacrime. “Non è vero, è tutto uno scherzo!” ripetevano i due bambini che si erano stretti in un forte abbraccio come se volessero farsi forza a vicenda. Quella sera furono portati a casa dei nonni, gli unici parenti a loro rimasti, e da quel giorno in poi le cose cambiarono perché fu proprio in quel occasione che Zeref decise di imparare la magia per proteggere il fratellino ed iniziarono a vivere dai nonni.

Questa fu la storia che Natsu raccontò ad Igneel, il quale l'ascoltò con molto interesse e che alla sua fine guardò Natsu che era diventato malinconico e infelice. “Tu vorresti, quindi, saper controllare il fuoco per non far accadere più questi eventi, giusto?”. “Si, non desidero altro!” affermò Natsu. “Bene , allora sarò il tuo maestro, ma non pensare che sia tanto buono, voglio che ti impegni, che mi dimostri che ho fatto la scelta giusta. Non deludermi ragazzo, sono sicuro che puoi fare veramente tanto”. Natsu fu felicissimo di sentirsi dire quelle parole e sia Hikary che Zeref esultarono per questa notizia. Poi Igneel aggiunse che la magia che gli avrebbe insegnato sarebbe servita per uccidere i draghi e lui sarebbe diventato un dragon slayer del fuoco. Così fece promettere a Natsu di presentarsi l'indomani per iniziare il suo duro allenamento e che sarebbe dovuto rimanere da lui per allenarsi meglio. Quindi i tre ragazzini salutarono il drago e si diressero al villaggio. Per tutto il tragitto Natsu non fece altro che pensare all'indomani, a cosa sarebbe potuto diventare dopo un duro allenamento con Igneel e il suo cuore esultava di gioia. “Voglio rendermi anche io utile!” disse Hikary in un momento di silenzio. “Si, voglio imparare anche io la magia! Non è giusto che solo voi due possiate usarla anche perché voglio proteggere anche io voi e le persone a cui tengo!”. “Allora facciamoci una promessa” disse zeref ponendo la sua mano d'avanti a se. “Dato che da domani sarà difficile vederci, promettiamo di impegnarci a fondo tutti e tre in modo che la prossima volta che ci vediamo saremo diventati forti e nonostante questo periodo resteremo sempre uniti!”. Natsu fece un grande sorriso e mise la sua mano su quella del fratello, Hikary che era arrossita e molto emozionata fece altrettanto, poggiò la sua mano su quella di Natsu e così celarono quella promessa che sarebbe stata la base per il loro futuro.



 

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Capitolo 2
*** Decisioni per il futuro ***


“Zeref sto arrivando. Preparati alla tua sconfitta!” gridò Natsu mentre scagliava il suo attacco contro il fratello. “Pensi di potermi battere con un semplice pugno Natsu? Ti dimostrerò di essere io il piú forte!” rispose Zeref bloccando l’attacco. “A si? Ecco prova a bloccare questo, allora, se ci riesci. Ruggito del drago di fuoco!”. Ardenti fiamme uscirono dalla bocca di Natsu che colpirono in pieno Zeref, il quale rimase stupefatto dalla loro potenza in quanto avevano incenerito gli alberi intorno a loro e lo avevano messo in ginocchio. “Ti arrendi Zeref?” urlò Natsu entusiasta nel vedere il fratello a terra. “Diciamo che per oggi basta cosí. Comunque sei impressionante, sei migliorato davvero tanto dall ultima volta che ci siamo scontrati” rispose Zeref. Nel frattempo Hikary e Igneel erano rimasti in disparte ad osservare lo scontro in modo da non rimanerne coinvolti. Una volta concluso, Hikary corse incontro a loro facendo i complimenti ad entrambi, in particolar modo a Natsu che era riuscito ad usare un attacco davvero impressionante: “Wow, Natsu sei stato incredibile!” disse guardandolo con occhi estasiati. “E questo è niente! Devi vedere quando faccio sul serio, allora si che bisogna avere paura di me!” disse con tono spavaldo. “Ma sentitelo come si pavoneggia quando c’è Hikary” affermò sghignazzando Zeref. “Che cosa stai dicendo?” urlò allarmato Natsu che era diventato tutto rosso. “Io… io non mi pavoneggio quando c’è Hikary! Perchè dovrei farlo scusa?”. “Ma dai allora perchè sei diventato tutto rosso?” gli domandò guardandolo con aria divertita. “La volete finire? Siete cresciuti solo di fisico o anche di cervello? Dimostratemi che siete più maturi ora che avete 12 anni. Non siete più dei bambini, o sbaglio?” sbraitò Igneel che non sopportava più questi continui battibecchi tra i due fratelli.



Ebbene si, erano passati ben 4 anni da quando Hikary, Natsu e Zeref avevano suggellato la famosa promessa. In questo periodo la madre di Hikary era morta a causa di una malattia lasciando la figlia senza alcun parente in quanto era l’unico famigliare a lei rimasto. Da quel momento aveva iniziato a vivere con Igneel, Natsu e Zeref anche perchè i 2 ragazzini già vivevano con il drago. Insieme avevano affrontato prove faticose e complesse e, tra una difficoltà e un’altra, i mesi erano passati fino ad arrivare a questo giorno in cui, dopo 4 anni, erano in grado di usare al meglio la loro magia.



“Mi dispiace Igneel, è solo che Zeref si inventa le cose” disse cupo Natsu. “Ehi, io non mi invento niente!”,. “Si invece”; “Non dire cavolate Natsu!”; “Vuoi litigare Zeref? Allora prendi questo!”. E lo scontro tra i 2 fratelli riprese. Igneel li guardò spazientito non sapendo cosa fare per fermarli, mentre Hikary scoppiò a ridere e, rivolegendosi al drago, disse: “Sono uno spasso, li adoro!”. Il sole ormai stava tramontando e, finalmente, Natsu e Zeref avevano smesso di combattere e, mentre Hikary usava la sua magia per medicarli, Igneel era andato a cercare qualcosa da mangiare per cena. Hikary aveva imparato la magia che serviva per curare in quanto, anche se non le piaceva combattere, voleva rendersi utile e aiutare chi ne aveva bisogno, soprattutto dopo aver perso la madre per una malattia ed essere stata impotente nell’aiutarla. Durante il pasto, Natsu come al solito era molto energico e non la smetteva più di parlare e di stuzzicare Hikary che, però, non sembrava darle fastidio. Invece Zeref, quella sera, era abbastanza silenzioso, come se qualcosa lo turbasse. “Ehi Zeref guarda che so fare!” disse Natsu mentre con la bocca sputava fuoco creando delle lettere che formavano la frase: Zeref perdente. Ma suo fratello era troppo immerso nei suoi pensieri che ignorò del tutto la provocazione di Natsu. “Zeref? Zeref?” gridò Natsu dando una spinta al fratello che si girò di scatto e gli urlò contro: “Natsu la vuoi finire? Che vuoi?”. “Hai ignorato la mia scritta ed è tanto che ti sto chiamando. Che hai? Perchè te ne stai zitto?”. “Be veramente… è da un pò che ho quest idea per la testa e vorrei parlarne a te ed Hikary, sempre se volete”. “Parla pure Zeref, sono curiosa” disse Hikary mentre Natsu lo guardava perplesso. “Si va bene, ma vorrei che ascoltasse anche Igneel, è una questione importante!”. Poi, una volta che tutti e 4 gli prestarono attenzione continuò: “Allora, ci sto riflettendo da un pò di tempo. Sono passati 4 anni da quando abbiamo appreso la magia. Stiamo crescendo e continuare a vivere come stiamo facendo non va bene. Viviamo in mezzo alla foresta, senza vedere mai nessuno e per questo stavo pensando che dovremmo entrare in una gilda di maghi. In questo modo potremmo sfruttare la nostra magia sia per aiutare gli altri, ma anche per guadagnarci da vivere e, potremmo entrare in contatto con delle persone che sono come noi!”. “Non saprei, io sto bene qui con te, Igneel e Hikary. Siete la mia famiglia e mi basta questo per essere felice!”. “Però Natsu quello che dice tuo fratello è giusto. Non ti sta dicendo di separarci, ma di conoscere nuove persone e fare nuove esperienze che, secondo me, è un bene farle”. "E poi se entrerete in una gilda non dovete di certo dirmi addio anche perchè quando volete venire a trovarmi sarete sempre i benvenuti.” disse Igneel. “Ma così sembra che tu non voglia stare con noi!”  rispose Natsu con aria malinconica. “No, non intendevo questo! Semplicemente credo che l’idea di Zeref sia buona perchè è giusto che voi, che siete umani, abbiate una vita ed un futuro nel mondo con altri umani. Lo dico per il vostro bene perchè ci tengo a voi e vi voglio bene!”. “Si però.. L’idea di cominciare una nuova vita mi spaventa leggermente” disse Natsu sempre più inquieto. “Ma non starai da solo no?” precisò Hikary che fino a quel momento era rimasta in silenzio. “Io pure sono incerta di entrare in una gilda in cui non conosco nessuno, ma ci sarete tu e Zeref al mio fianco e, come hai già detto, siamo una famiglia, quindi non ho paura. Anzi, l’idea di lavorare a contatto con persone come noi mi entusiasma, voglio rendermi utile il più possibile!” spiegò con una certa euforia nel tono di voce. “Allora ci dobbiamo scegliere una gilda, basta che sia una gilda i cui membri si rispettino a vicenda” dichiarò Natsu. “Be, mi sembra che alla fine abbiamo deciso no?” annunciò Zeref con euforia mentre Hikary e Natsu si guardavano sorridendo. “Bene, allora domani andremo in città e ci informeremo sulle varie gilde in modo da decidere in quale entrare.” continuò.



“Non vedo l’ora!” disse Hikary, “Sarà meglio andare a dormire ora così domani mattina saremo più riposati. Buona notte a tutti.”; “Buona notte Hikary, anche io vado a dormire” disse Natsu, poi rivolgendosi a Igneel con tono scherzoso aggiunse:” Quando entreremo in una gilda non ti dimenticare di noi!”. “Come se potessi dimenticarmi di tre mocciosi che passano il loro tempo a fare casino. però credo che mi mancherà tutto questo.”



“Tanto ti verremo a trovare Igneel, non ti libererai facilmente di noi!” disse Zeref con un gran sorriso sul volto. Poi una volta che tutti e tre i ragazzini erano andati a dormire e Igneel era rimasto solo pensò : < se entreranno davvero in una gilda ne vedremo delle belle. Ormai non sono più piccoli ed è giusto che vivano la loro vita come preferiscono. Io posso solo augurargli il meglio per il loro futuro, quindi in bocca al lupo ragazzi miei! >



Il giorno dopo, dopo un’attenta analisi, scelsero la gilda in cui entrare il cui nome era particolare, si chiamava infatti “Wind Rose” che simboleggiava il fatto che in quella gilda venivano accolti qualsiasi persona di qualsiasi parte del mondo che ne avesse bisogno e che sarebbero stati considerati come membri di una grande famiglia. A distanza di una settimana entrarono come membri ufficiali nella “Wind Rose”, salutarono Igneel e si promisero di rimanere in contatto. Così trascorsero già due anni da quando erano entrati nella gilda, il legame con i compagni era diventato solido e Natsu, Zeref e Hikary avevano formato un team per intraprendere insieme le missioni. E tra i vari lavori, feste nella gilda e incontri con Igneel, la loro vita sembrava aver preso una buona strada, infatti le giornate trascorrevano in modo sereno e spensierato. Ma non potevano neanche lontanamente immaginare che di li a poco sarebbero venuti a contatto con la persona che avrebbe cambiato completamente e nel modo più brutale possibile le loro esistenze.


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Capitolo 3
*** Wind Rose ***


“E anche oggi la missione è stata un successo!” esultò Natsu tutto compiaciuto per aver portato a termine un altro lavoro che la gilda aveva esposto sulla sua bacheca delle missioni. “Non ti esaltare troppo Natsu. Se non fosse stato per il mio intervento a quest ora saresti stato divorato da quel enorme piovra che la gente del villaggio ci ha chiesto di cacciare!” disse Zeref mentre guardava il fratello con superiorità.

“Be sono stato io a dargli il colpo di grazia. Se non fosse stato per il mio fuoco...” “non saremmo stati capaci di abbatterlo lo so” lo interruppe Zeref spazientito.

“Il tempo passa ma voi due non cambiate mai? Sempre a bisticciare state, che devo fare con voi?” disse Hikary scocciata, “Siete stati bravi entrambi, avete portato a compimento la missione insieme, quindi nessuno è migliore dell altro, capito?”.

“E va bene, però la prossima volta non bruciare anche quello che sta intorno, altrimenti ci tocca pagare i danni con i soldi della missione!” aggiunse Zeref con tono di rimprovero mentre guardava il fratello che faceva finta di non ascoltare la sua ramanzina.

Fatto sta che da quando Natsu, Zeref e Hikary erano entrati nella gilda “Wind Rose” era trascorso qualche anno. Ora Natsu aveva 17 anni, il suo carattere forte e ribelle prendeva spesso il sopravvento e, a causa di ciò, combinava molti danni. Ma, per fortuna, Zeref e Hikary erano sempre pronti ad intervenire e a rimproverarlo quando vi era bisogno. Hikary aveva la stessa età di Natsu e in questi anni era cresciuta molto diventando ancora più carina, tanto che sia in gilda che nel paese aveva vari corteggiatori. Zeref, invece, aveva 20 anni e il suo carattere non era cambiato di molto rispetto a prima, era sempre un tipo abbastanza tranquillo anche se, a volte, aveva delle uscite davvero strane che lasciavano stranite le persone.

“Ecco la Wind Rose!” esclamò Hikary indicando la gilda che si iniziava ad intravedere, “ho proprio voglia di riposarmi un po'. In fin dei conti questa missione è stata stancante, ma in compenso abbiamo guadagnato abbastanza. E poi ho promesso a Yota di aiutarlo in una ricerca!” disse tutta entusiasta.

“Yota? Ricerca? Che ricerca? E perché con Yota?” chiese Natsu rivolgendosi di scatto ad Hikary e guardandola con disappunto.

“Devo aiutarlo a trovare una serie di libri di un autore Natsu! Ma perché ti scaldi tanto scusa?” gli domandò perplessa.

“Chi? Io? No, no ti sbagli! Semplicemente mi chiedo che ci trovi in quel ragazzo. Passi troppo tempo con lui quando stiamo in gilda” le disse leggermente irritato.

“E che male c'è se mi va di parlare con lui? Sono libera di fare quello che voglio e poi parli proprio tu che scherzi troppo con Hinako. Quella ragazza ti sta troppo appiccicata!” affermò Hikary fissandolo incavolata.

“La volete finire di fare i piccioncini gelosi?” domandò Zeref infastidito da questi continui battibecchi che avvenivamo frequentemente. “Piccioncini gelosi?” urlarono in coro Natsu e Hikary.

“Si, piccioncini gelosi!” ribadì Zeref “Sembrate una di quelle coppie sposate che stanno sempre a litigare!”

“Ma non è vero! Io e Natsu...”, ma quello che Hikary stava rispondendo a Zeref Natsu non riuscì a sentirlo, o meglio era troppo impegnato a viaggiare con la fantasia per ascoltare. Stava immaginando Hikary e Yota da soli in una situazione abbastanza equivoca. E così per tutto il tragitto fino alla gilda rimase in silenzio, nervoso come non mai lanciando sguardi di accusa ad Hikary che ricambiava con altrettanti sguardi di disapprovazione.

Yota era un ragazzo di 18 anni molto calmo, amava leggere e scrivere e la sua magia era abbastanza semplice, usava infatti la telecinesi. Era magro ed alto, aveva dei lineamenti duri, occhi verdi che contrastavano il nero scuro dei suoi capelli e portava gli occhiali. Aveva stretto da subito amicizia con Hikary e faceva di tutto per farsi notare da lei anche se continuava ad essere solo un suo amico. Con Zeref andava d'accordo perchè ad entrambi piaceva la lettura e spesso si scambiavano varie opinioni e consigli sui nuovi libri da leggere. Con Natsu il rapporto era alquanto instabile, vedeva l'intimità che aveva con Hikary e lo invidiava. A capo della gilda “Wild Rose” vi era il master Kirin, un uomo anziano molto astuto ed intelligente che era in grado di farsi volere bene da tutti ed era sempre pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno. Gli elementi che componevano la gilda erano dei tipi vivaci e casinisti, tutti con caratteri e magie differenti, ma nonostante ciò erano molto legati. In questa gilda spiccavano i fratelli Saito, Hinako e Fukami, entrambi molto belli e tra i più forti maghi della gilda. Hinako aveva 16 anni ed era una ragazza allegra e spensierata. Il suo punto di forza, come anche per il fratello, erano gli occhi di un azzurro intenso di cui molti ragazzi rimanevano rapiti. I suoi capelli erano lisci, biondi e lunghi, era alta e formosa, di fatto spesso posava come modella in varie riviste di moda ed era richiesta anche per fare sfilate. Sfruttava la sua magia, il cambio stock, proprio per queste occasioni ed era molto apprezzata dai ragazzi. Riceveva di frequente, infatti, varie dichiarazioni d'amore che, però, puntualmente rifiutava perché il solo ragazzo che le interessava era Natsu e, appena lo vedeva, sfoderava tutto il suo charm e carisma per conquistarlo. Anche suo fratello Fukami, di 18 anni, aveva molta popolarità che sfruttava facendo il classico don giovanni con le ragazze. Fukami attraverso la sua magia, memory make, era in grado di memorizzare le magie dei suoi avversari e usufruire dei loro effetti quando voleva. Oltre ai fratelli Saito, nella gilda si faceva notare anche una ragazza di 25 anni di nome Revy che era una tipa davvero strana con atteggiamenti mascolini. Adorava bere alcolici e utilizzare ogni tipo di armi per combattere privileggiando quelle da fuoco, tanto che la sua magia le permetteva di cambiarle spesso, e prendere quelle che più le servivano.

Tornati dalla missione, Takashi andò incontro a Natsu sfidandolo come era suo solito fare, ma, stavolta, non ricevette alcune reazione. “Non mi ignorare bastardo!” urlò Takashi. Ma Natsu non lo stava proprio considerando, il suo unico pensiero era rivolto a Hikary che, appena tornata, si era diretta da Yota senza neanche salutarlo. Takashi era un ragazzo di 20 anni molto arrogante e sensibile allo stesso tempo nonché rivale di Natsu, infatti quando si vedevano erano sempre pronti a scontrarsi. La sua magia era considerata una delle più particolari della gilda, era di fatti un utilizzatore di catene ognuna delle quali aveva una funzione diversa: immobilizzare, leggere nel pensiero, iniettare veleno e scomporre e ricomporre la materia.

“é inutile che lo provochi Takashi, non credo neanche che lo stia facendo apposta ad ignorarti” disse Ritsu mentre sorseggiava un succo.

Ritsu non amava stare al centro dell'attenzione e non sembrava per niente un tipo pericoloso data la sua statura minuta e la sua eccessiva timidezza. Ma ogni membro della gilda aveva imparato a non provocarlo perché quando si arrabbiava per il suo avversario era finita. La sua magia è l'uso dell'elettricità.

“Ma Ritsu lui mi sta ignorando! Abbiamo lasciato in sospeso la nostra sfida e adesso voglio regolare i conti!” disse Takashi imbronciato.

“Su,su, non fare così. Ecco, prenditi una bella tisana e rilassati” disse Shizuna mentre gli porgeva la tazza. Shizuna era la barista della gilda, nonché membro, dolce e gentile, era una ragazza raffinata. La sua magia era considerata una delle più belle da vedere in quanto era in grado di far crescere qualsiasi tipo di piante e fiori e dovunque volesse.

“Non prendertela Takashi!” gli disse Zeref dandogli dei colpetti sulla spassa. “Mio fratello quando si tratta di Hikary perde completamente la ragione. Non si rende conto che..” ma il rumore di un piatto caduto a terra interruppe quello che stava dicendo.

“Mi dispiace! Non l'ho fatto apposta!” disse mortificata Minako.

“Minako sei sempre la solita, stai più attenta!” la rimproverò Ritsu. “Non faccio che sbagliare, uffa!” disse lamentandosi. Minako era un altro membro della “Wind Rose”, la cui specialità era quella di essere sempre sbadata e distratta e la sua magia le permetteva di animare oggetti e dare loro una personalità. Questo trambusto andò avanti per un po' finché si sentì Natsu urlare: “Yota! Non stare troppo appiccicato ad Hikary!” urlò esaminando il ragazzo per vedere se faceva movimenti falsi.

“Come scusa? Sei il suo ragazzo per caso?” domandò innervosito Yota.

“No, ma mi da fastidio. Non la devi toccare o io...”

“Io cosa? Che cosa mi fai?” disse Yota con tono di sfida. Ma mentre Natsu stava per rispondergli venne afferrato per un braccio e spinto all'indietro.

“Natsu sei tornato e non mi dici niente?” disse Hinako facendo tante moine.

“Aveva altro a cui pensare” replicò Hikary che fino ad quel momento era rimasta in disparte. “Ehilà Hikary, ci sei anche tu! Non mi ero accorta di te dato che la tua presenza la considero.. come si dice? A si, superflua!” disse Hinako con superiorità.

“Così sarei superflua? Senti bella vedi di calmarti sai?”

“Oh che paura! Resta con Yota a fare quello che stavate facendo, tanto io e Natsu abbiamo da fare ora” disse Hinako abbracciando Natsu.

Vedendo questa scena, Yota afferrò la mano di Hikary e disse: “ci si vede, anche noi abbiamo da fare!” e la trascinò via.

“Quel bastardo la tiene per mano!” replicò Natsu infuriato. “Dai Natsu, lasciali perdere; piuttosto andiamo a berci qualcosa insieme” propose Hinako con un grande sorriso e prendendolo a braccetto si diressero al bancone del bar della gilda. Approfittando di un momento in cui Yota si era allontanato, Zeref si avvicinò ad Hikary dicendole di lasciar perdere Hinako perchè le piaceva provocare in quanto amava stare al centro dell'attenzione soprattutto in presenza di Natsu.

“Si lo so Zeref, ma mi da fastidio lo stesso. Prima tuo fratello fa il geloso e poi si lascia abbindolare dal sorriso di quella ragazza. Non li sopporto!” rispose imbronciata. La giornata comunque stava passando anche se non stava andando nel migliore dei modi. Vi erano continue occhiate da parte di Natsu che cercava di scrutare i movimenti di Yota, e anche Hikary teneva d'occhio Hinako e Natsu.

Ma ad un certo punto entrò nella gilda una persona che attirò subito l'attenzione di tutti. Emanava un'aura strana come se tutta la felicità sparisse al suo passaggio. Aveva un lungo mantello nero e il cappuccio andava a coprirgli quasi tutto il viso lasciandogli scoperto solo il mento.

“Sto cercando il dragon slayer del fuoco” disse osservandosi intorno, “Ho un lavoro per lui!” aggiunse. Nella gilda era calato il silenzio interrotto solo da Natsu che si era alzato dal bancone del bar per avvicinarsi a questo strano individuo.

“Sono io il dragon slayer del fuoco. Mi chiamo Natsu, e tu chi saresti?” gli domandò il ragazzo leggermente titubante.

Tutti i membri della gilda fissavano un po' Natsu un po' questa persona, soprattutto Zeref lo esaminò bene in quanto aveva avvertito una strana sensazione da appena era entrato. L'individuo sospetto si tolse il cappuccio mostrando il viso. Aveva i capelli color argento, un colorito scuro di pelle e una specie di tatuaggio vicino all'occhio sinistro. “Sono il re di Kiku, il paese confinante a questo e sono venuto di persona perché voglio vedere con i miei occhi questo famoso dragon slayer!” disse con tono autoritario. Il silenzio che fino a quel momento era regnato nella gilda cessò, un brusio di sottofondo aveva preso il suo posto e più o meno quello che si sentiva erano le stesse domande: è davvero il re? E perché è qui? Natsu gli domandò allora che lavoro avesse per lui. "Voglio che lavori per me. Ti pagherò bene, ti darò vitto e alloggio, ma dovrai lasciare questa gilda e venire via con me!” disse il re. "Cosa?” urlarono in coro tutti i presenti. “No grazie!” rispose tranquillo Natsu. "Come scusa?” gli domandò perplesso il re come se non avesse capito la risposta. “No grazie! Non lascio la gilda per lavorare per te. Questa è la mia famiglia e voglio restare qui con i miei amici e mio fratello!” disse con imposizione Natsu. "Lo sai vero che stai disubbidendo ad una richiesta del re, no?”. "Non mi interessa!”. “Bene, ho capito! Non voglio insistere, ma sappi che prima o poi ti convincerlo a lavorare per me!”. Si voltò e inziò a camminare verso l'uscita, poi si bloccò di colpo e senza neanche girarsi, con tono calmo e autoritario, aggiunse: “Hai sbagliato a non accettare. Ci rincontreremo molto presto Natsu Dragneel. Goditi questo periodo finché puoi.” e si allontanò senza dire altro. Tutti ripresero quello che stavano facendo, ad eccezione di Hikary che guardava Natsu il quale era rimasto immobile a fissare l'uomo finché non lo vide sparire all'orizzonte. Poi si voltò e si diresse dal fratello. I due ragazzi si scambiarono varie occhiate e si avvicinò loro Hikary che, con voce flebile e impaurita, chiese:” Che cosa voleva dire?”. Una breve pausa seguì questa domanda, poi Natsu ruppe il silenzio: “Spero di sbagliarmi, ma ho la sensazione di aver commesso il più grosso errore della mia vita!”. Zeref e Hikary lo guardarono impauriti senza riuscire a proferire parola. Chi era quell uomo? Che cosa era venuto a fare nella gilda? Perché voleva che Natsu lavorasse per lui? Cosa intendeva con “goditi questo periodo finché puoi”? Ma in particolar modo, che cosa aveva in mente? Ma la risposta a queste domande le scopriranno solo in seguito e forse sarebbe stato meglio non saperle mai.

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Capitolo 4
*** La festa di Wind Rose ***


“Sbrighiamoci a incontrare questo Shury cosí riusciremo a tornare in tempo per la festa di Wind Rose. Non voglio assolutamente perdermela!” affermò Natsu mentre si dirigeva nel villaggio Oak insieme a Zeref e Hikary per incontrare un uomo di nome Shury che aveva chiesto esclusivamente di lui per una missione.

“Sarà la solita festa di ogni anno!” ribadí Zeref.

“Concordo! Sicuramente andrà a finire con Revy che si ubriacherà tanto da star male, Minako combinerà qualche suo disastro, faranno arrabbiare Ritsu e quindi si scatenerà qualche rissa e Hinako ci proverà con te come fa sempre e al master toccherà ripagare i danni” disse Hikary con aria sconsolata.

“Ma questi sono dettagli” esclamò Natsu. Poi continuò: “ la festa di Wind Rose è un momento importantissimo! Verranno tutte le altre gilde per parteciparvi e dobbiamo fare bella figura”, “si ma adesso pensiamo ad incontrare questo Shury” disse Zeref accelerando il passo.

La festa di Wind Rose avveniva una volta all’ anno e con essa si celebrava il ricordo del giorno in cui la gilda era stata formata. Era una festa molto conosciuta e parecchie altre gilde e persone ci partecipavano in quanto Wind Rose era una gilda molto influente del regno di Hana. Il giorno prima della festa era arrivata una richiesta di una missione da parte di un uomo di nome Shury che chiedeva esplicitamente Natsu per affrontare questa missione di cui gli avrebbe parlato una volta incontrato. Hikary e Zeref avevo deciso di accompagnarlo perchè insieme formavano un trio per affrontare le varie missioni e, quindi, adesso erano diretti al villaggio Oak dove Shury gli aspettava. “Eccoci nel paese Oak , adesso dobbiamo dirigerci al luogo dell appuntamento” disse Zeref. Una volta giunti nel luogo stabilito, ad aspettarli vi era un signore anziano, vestito in modo molto semplice e con un espressione severa. “Lei è il signor Shury?” gli domandò Natsu osservandolo.

“Si sono io. Tu devi essere Natsu, il dragon slayer del fuoco, dico bene? E loro chi sono?” gli chiese Shury.

“Lieta di fare la sua conoscenza signor Shury. Sono Hikary e lui è Zeref il fratello di Natsu” rispose Hikary alla domanda dell anziano.

Poi aggiunse: “ spero non gli dispiaccia se lo abbiamo accompagnato, ma di solito noi tre lavoriamo insieme”.

“Oh, non sono io che ho richiesto questo ragazzo signorina! Il mio padrone lo vuole” disse l’anziano signore.

“Chi è il suo padrone? E che missione vuole farmi fare?” domandò Natsu perplesso.

“Questo non lo so ragazzo mio. Io sono solo un servo che è venuto ad accogliere l’ospite del mio padrone e ad accompagnarlo al suo cospetto. Quindi, se non vi dispiace, gradirei che mi seguiste. Vi condurrò da lui” ed iniziò ad avviarsi lungo una via che sembrava portare fuori dal villaggio. Entrarono, infatti, in un boschetto camminando per un pò, finchè giunsero in una radura dove si ergeva un imponente palazzo che aveva una struttura molto antica, con varie colonne che parevano sorreggerlo e una serie di alberi che lo circondavano.

“Che palazzo enorme!” esclamarono in coro i 3 ragazzi.

“Questa è la dimora estiva del mio padrone” disse Shury entrando nell’abitazione. L’ingresso era molto spazioso ed ospitava numerosi quadri.

“Il mio signore ci aspetta al secondo piano. Prego, da questa parte” e l’anziano gli condusse su una suntuosa scala, molto larga che occupava gran parte dell’ingresso. Arrivati di fronte alla stanza del padrone del palazzo, l anziano bussò alla porta e Shury invitò i 3 ragazzi ad entrare. Ma una volta entrati, sia Natsu che Zeref ed Hikary rimasero pietrificati nel trovarsi d’avanti l’uomo che piú di tutti non volevano incontrare. Il re di Kiku era di fronte a loro, con il volto dipinto da un espressione di vittoria e dei vestiti sfarsosi che lo facevano risaltare in tutta la sua potenza.

“No!” gridò Zeref impaurito, “che cosa vuoi da mio fratello?”.

“Vedo che non sei da solo Natsu Dragneel, ma non importa. Ti sto dando un’ultima possibilità quindi presta attenzione. Nel mio esercito ho tanti maghi, tutti con magie differenti, ma mi manca un dragon slayer. La missione era una scusa per condurti qui, quindi pretendo che tu inizi a lavorare per me e che lasci la tua stupida gilda” disse il re ignorando Zeref.

“Lui fa parte di Wind Rose!” ribadí infuriata Hikary.

“Wind Rose è una gilda inutile, composta solo da fannulloni buoni a nulla” disse il re sghignazzando.

“Non insultare la mia gilda! Per me è importante!” affermò Natsu alterandosi e alzando la voce.

“Importante? Quella gilda composta da maghi sfigati che sanno combinare solo danno e pensano solo a divertirsi? Sono degli idioti, quindi è meglio se ti unisci al mio esercito!” pretese il re.

“Non ti permetto di insultare i miei compagni. Loro sono la mia famiglia, mi hanno accolto quando ne avevo bisogno. Non li lascerò mai per unirmi ad uno come te! Potrai essere il re di qualsiasi paese ma a me non interessa. Rifiuto la sua offerta e ora se non le dispiace non mi stoni piú con questa storia. Addio!” e afferrò i polsi sia di Zeref che di Hikary trascinandoli dal palazzo senza rivolgere al re alcuno sguardo.

“Natsu fermati, mi fai male!” esclamò Zeref sfilandosi dalla presa.

“Sono incazzato nero con quel re! Come si permette di offendere la nostra gilda” urlò Natsu.

“Dai calmati, ormai ce ne siamo andati da quel palazzo. Rilassati e pensa alla festa che avverrà stasera” disse Hikary incitandolo a pensare a qualcosa di piú allegro.

“Hikary ha ragione. Torniamo alla gilda e prepariamoci per la serata” disse Zeref. Ma per tutto il tragitto del ritorno, Zeref non fece altro che pensare a quel re e al motivo per cui si era inventato una missione per far si che Natsu andasse da lui. Non poteva venire lui come aveva già fatto? Qual era il motivo di ciò? Infatti, una volta tornati alla gilda si recò dal master e gli raccontò l’accaduto perchè non si fidava affatto di quel re e avvertiva una brutta sensazione. Poi giunse la sera. La festa era cominciata già da un pò, e tra gare di bevuta, musica, balli e piccole risse tra amici, l’atmosfera si era riscaldata. Zeref aveva perso una scommessa e quindi era stato costretto da Revy a bere come penitenza, mentre Natsu non sembrava partecipe alla festa ed i suoi occhi cercavano Hikary tra la folla. “Dov è Hikary?” domandava a tutti quelli che incontrava. Poi finalmente la trovò; lontana dal baccano e dal rumore assordante della festa, Hikary se ne stava seduta ad ammirare quel cielo estivo che, illuminato dalla luce lunare e ricco di stelle, donava a chi lo guardava un senso di inferiorità a confronto di quella smisurata bellezza invariata nel tempo. Con gli occhi incantati su quel emozionante paesaggio, Hikary sembrava immobile, estasiata da cosí tanta immensità. La leggera brezza estiva, che trasportava nell’aria il dolce profumo dei fiori, le faceva oscillare lievemente i lunghi capelli neri che parevano accarezzarle il delicato viso che i raggi lunari illuminavano rendendole ancora piú chiara la pelle e facendole risaltare le sue rosse labbra. Rapito da tutto ciò, Natsu rimase fermo a fissarla per analizzarne ogni movimento. Poi, lentamente, le si avvicinò e, cercando di fare meno rumore possibile, si sedette accanto a lei. “Ti ho cercata dappertutto!” disse Natsu interruppendo quel momento di calma. Hikary si voltò verso di lui e, facendogli uno dei suoi sorrisi migliori, gli disse: “ mi hai trovata!”.

Natsu avvertí una forte fitta al cuore e non riuscí a pronunciare nessun altra parola. Il suo sguardo era perso negli occhi di quella ragazza che lo guardava con aria divertita. In quel preciso momento per Natsu non esisteva piú nessuno, il suo sguardo e il suo pensiero erano solo per lei, per la ragazza che aveva amato fin dal primo istante in cui l’aveva conosciuta e per la quale avrebbe fatto di tutto solo per vederle fare uno di quei suoi particolari sorrisi che tanto gli piacevano. Ed isolandosi completamente dal mondo circostante, ignorando anche il piú piccolo rumore, la baciò. Quel bacio che aveva sempre sognato di darle, quel attimo che aveva immaginato cosí tante volte che ormai aveva perso il conto, era avvenuto. Le sue labbra erano posate delicatamente su quelle di Hikary, gli occhi chiusi per assaporare meglio il momento e la mano che le accarezzava dolcemente i capelli. Non era un sogno, quel bacio era reale come anche un insieme di emozioni che non pensava avrebbe mai provato. Ma a quelle forti emozioni subentrarono varie domande bombardandogli la testa: “perchè l’ho baciata? E adesso? Ho rovinato tutto?". Ma ormai l’aveva fatto e non poteva piú tirarsi indietro. Cosí, una volta staccate le sue labbra da quelle della ragazza, con il cuore che batteva talmente forte che sembrava esplodere e con tutta la forza che aveva, guardandola dritta negli occhi le disse: “ti amo!”. E con quelle poche parole, cosí corte e semplici ma alla stesso tempo cosí difficili da pronunciare, espresse tutti i suoi sentimenti che per molti anni erano rimasti sepolti nel suo cuore. “Ti prego parla! Di qualcosa’” pensava mentre continuava a fissare Hikary sperando di non aver combinato un disastro con quel suo gesto. Quei secondi di silenzio, interrotti solo dal fruscio del vento, sembravano non cessare mai. Tutta quella calma non era piú possibile da sopportare; Natsu sentiva il bisogno di chiarire questa situazione, ormai era in ballo e, quindi, decise di andare fino in fondo rompendo quel fastidioso silenzio. “Hikary” iniziò a dire, “siamo amici da tanto. So che per te può sembrare strano, ma io ti amo veramente tanto e vorrei che diventassi la mia ragazza. Ti prego pensa a queste parole e dammi una risposta appena ti sentirai pronta”.

Ecco, lo aveva detto, le aveva chiesto quello che da sempre voleva domandarle. Era troppo teso ed imbarazzato per riuscire a guardarla in volto. Aveva paura di un’espressione negativa, di una smorfia per quel suo impulso che non era riuscito a controllare. Poi si sentí stringere forte le mani e la voce di Hikary che gli diceva “guardami” gli risuonò in testa. Alzò il capo ma, al posto di una smorfia di disgusto, trovò degli occhi che lo guardavano con dolcezza ed un sorriso di quegli che lo facevano impazzire.

“Natsu non ho bisogno di tempo per pensare. La risposta ce l’ho già pronta” disse Hikary. Con il cuore in gola ed un filo di voce, Natsu le domandò quale fosse questa risposta. Ma, proprio mentre Hikary stava per parlare, furono interrotti da delle voci in lontananza che gli chiamavano: “ Hikary? Natsu? Dove siete?” domandarono in coro Yota e Hinako che gli stavano cercando dato che non li vedevano piú alla festa. “Eccoli laggiú” esclamò Hinako indicando i due ragazzi che si erano voltati a guardare chi gli chiamava. Yota ed Hinako gli raggiunsero e, con uno sguardo di accusa nei confronti di Hikary, Hinako domandò: “ perchè ve ne state da soli? Che stavate facendo?”

Natsu, scocciato per essere stato interrotto proprio nel momento piú importante, rispose in modo sgarbato:   “non sono affari vostri!”.

“Sembra che Natsu non gradisca la nostra presenza” affermò Yota rivolgendosi ad Hinako con tono di beffa nei confronti del ragazzo.

“Uffa Natsu, la festa è in corso e tu non ci sei” si lamentò Hinako prendendolo per braccio e spingendolo leggermente. Poi continuò: “dai, dai andiamo. Vieni con me alla festa!” insistette la ragazza finchè Natsu, esasperato da questi incessanti piagnucolii, acconsentí di tornare con lei alla festa. A malincuore salutò Hikary ma, mentre si stava avviando con Hinako, Hikary lo bloccò e gli sussurrò nell’orecchio: “domani ti darò la risposta alla tua domanda”. Poi si allontanò con Yota lasciando indietro Hinako e Natsu il quale era rimasto immobile mentre il suo cuore aveva ripreso ad accelerare. Per tutta la durata della festa non riuscí a pensare ad altro che all’indomani e a quello che Hikary gli avrebbe risposto. Si sentiva agitato come non mai, aveva paura e continuava a domandarsi se la risposta sarebbe stata positiva o negativa. Tornato a casa cercò anche di dormire senza pensarci, cosa che gli risultò impossibile. Ma l’indomani per Natsu non arrivò mai, come neanche la risposta alla sua domanda. In quella stessa notte, il re del regno di Kiku, adirato per aver ricevuto piú volte un rifiuto da parte del ragazzo, mandò il suo esercito di maghi nella città dove lui viveva, mettendola a soqquadro ed incendiando la gilda. Le urla di Zeref che lo chiamavano per svegliarlo lo fecero sobbalzare. “Natsu dobbiamo scappare!” gridò Zeref.

“Ma cosa sta succedendo?” domandò Natsu perplesso.

“Corri, non c’è tempo!” esclamò terrorizzato Zeref. I due fratelli corsero fuori dalla loro casa trovandosi di fronte ad uno spettacolo agghiacciante. Case distrutte, persone che gridavano e cercavano disperatamente i rispettivi famigliari, i maghi del regno di Kiku che uccidevano chiunque si trovasse sulla loro strada. Correre era il solo modo di fuggire da tutto ciò. Quella che doveva essere una notte dominata da sogni e speranze, si trasformò nel peggior incubo possibile. Nel giro di pochi minuti Natsu si ritrovò legato ed imbavagliato in una specie di nave appartenente ai nemici e diretta chissà dove. Perchè era avvenuto tutto ciò? Che cosa voleva cosí ostinatamente il re di Kiku tanto da rapire Natsu distruggendo tutto? Quello che Zeref temeva era accaduto. Inerme di fronte alla sconfitta totale gridava disperatamente il nome del fratello, piangendo per non essere stato in grado di proteggerlo. Quel fantomatico bacio, quel ti amo cosí difficile da pronunciare sembravano un lontano ricordo. Ora vi era solo disperazione. La storia ormai aveva preso una brutta piega e non si poteva piú tornare indietro. Natsu, ignaro di dove lo stessero portando, sperò con tutto il cuore che suo fratello, Hikary e tutti i suoi amici stessero bene e si fossero salvati. Non poteva immaginare che una volta giunto a destinazione si sarebbe trovato di fronte ad una verità sconvolgente e ad un triste destino. Per Natsu, Zeref ed Hikary quella notte segnò l’inizio della fine di tutti i loro sogni, progetti e desideri e anche il prologo della storia che avrebbe reso celebre Zeref come mago oscuro e Natsu come END.



 

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Capitolo 5
*** Una dura verità ***


“Dove mi state portando?” urlò Natsu mentre si dimenava per potersi liberare dalle corde che lo tenevano legato. “Che diavolo vuole quello stupido re da me? Perché mi avete preso? Ehi! Mi volete rispondere?” continuò ad urlare a dei soldati nemici che gli facevano da guardia.

“Chiudi il becco” ordinò il loro capo tirandogli un forte pugno in faccia e facendogli uscire sangue dal naso. “Yuria-sama la prego si controlli. È il re che deve dare una lezione al ragazzo, non noi” disse uno di quei soldati. Yuria era un mago al servizio del re, molto potente e cattivo a cui piaceva torturare le persone. A quelle parole sogghignò. “L'importante è portarlo vivo e se arriva con qualche graffio il re non se la prenderà di certo con noi!” e tirò a Natsu un forte calcio nello stomaco facendolo cadere per terra. Poi si avviò verso l'uscita della stanza dove lo tenevano imprigionato ma, prima di uscire, rivolgendosi al ragazzo, con aria di superiorità, gli disse: “tra poco arriveremo a destinazione. Goditi questi attimi di libertà che una volta sceso da questa nave non rivedrai mai più la luce del sole!” e ridendogli contro uscì dalla stanza sbattendo con forza la porta. Dov'erano diretti? Che cos'era successo alla sua città? Hikary, Zeref e tutti gli altri della gilda stavano bene? A queste domande Natsu voleva al più presto una risposta, tremava al solo pensiero che fosse successo qualcosa di brutto a Hikary o a Zeref. E rimanendo in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto, con il sangue che continuava a colargli dal naso, aspettò inerme il suo destino. E mentre la nave in cui era imprigionato si allontanava, era giunta la mattina e per le strade di Hanatown, o meglio per quello che ne rimaneva, non c'era più nessuno. Sembrava come se un tornado avesse spazzato tutto quello che aveva incontrato nel suo cammino. Ciò che era rimasto erano le macerie delle case e nient altro. Hanatown in una sola notte si era trasformata da una città fiorente, allegra e piena di vita in una città fantasma in quanto, delle persone che vivevano, molte erano state uccise e le restanti in vita erano fuggite. Solo Zeref si aggirava per la città trascinandosi lentamente a causa di brutte ferite inflittegli. Arrivò di fronte a quello che restava della gilda e cercò di percepire anche il più piccolo movimento nella speranza che ci fosse qualcuno. Ma ormai era arrivato allo stremo delle forze, aveva perso troppo sangue e la vista gli si era annebbiata tanto che, non riuscendosi più a reggersi in piedi, cadde a terra perdendo i sensi. Quando riaprì gli occhi si trovò steso su di un letto, le ferite gli erano state medicate e, guardandosi intorno, notò che si trovava in una piccola stanza. Dapprima rimase perplesso pensando che fosse un sogno dato che era svenuto su delle macerie, poi la porta della stanza si aprì interrompendo i suoi pensieri ed entrò il master Kirin. “Ti sei svegliato finalmente! Hai dormito per un giorno intero. Per fortuna Hikary ti ha trovato in tempo e ti ha curato, altrimenti avresti potuto lasciarci le penne.”

“Master Kirin!” esultò meravigliato Zeref. “Cosa.. cosa mi è successo? Dove mi trovo? E mio fratello?”

“Ah ragazzo mio, mi dispiace dirtelo ma di Natsu non vi è alcuna traccia. È l'unico che non siamo riusciti a rintracciare, ma stiamo facendo di tutto per trovarlo. Hikary non si da pace nelle ricerche ed anche Igneel ci sta dando una mano” disse tristemente Kirin.

“Quindi Hikary sta bene? E gli altri come stanno? La prego master, mi dica quello che sta succedendo” lo supplicò Zeref che non ce la faceva più ad aspettare. Sapere che Hikary era sana e salva lo aveva tranquillizzato leggermente, ma voleva avere notizie anche degli altri membri di Wind Rose e in particolar modo sapere dov'era suo fratello e se stava bene. Così il master iniziò a narrare i fatti cercando di non tralasciare niente. Gli raccontò di come si erano salvati, che grazie all'intervento di Igneel erano riusciti a fuggire in quanto il drago quella sera era andato alla gilda, come era sua consuetudine fare di tanto in tanto per vedere come se la passavano Natsu, Zeref ed Hikary, ed aveva trovato la ragazza fuggire terrorizzata da quei soldati e maghi che stavano distruggendo tutto. Così l'aveva soccorsa ed insieme avevano iniziato a cercare gli altri membri della gilda. Purtroppo per alcuni di loro, anche con l'intervento della magia curativa di Hikary, non c'era stato niente da fare ed erano morti a causa delle gravi ferite, mentre i restanti erano stati trasportati da Igneel in questa piccola casa di legno, dove ora si trovava anche Zeref, lontana dalla città, in modo da potersi curare e riprendersi da questa brutta esperienza che avevano subito. Poi non appena era giunta la mattina, Hikary con Igneel si erano diretti nuovamente in città per perlustrare meglio la zona nella speranza di trovare Natsu e Zeref e magari anche altre persone che erano ancora vive ed avevano bisogno di cure immediate. Però non avevano trovato nessuno apparte Zeref privo di sensi che avevano preso e portato con loro, ma di Natsu neppure un indizio e così, ancora adesso, lo stavano continuando a cercare. Al termine di questo racconto Zeref era rimasto sconcertato nell'apprendere che molti dei suoi compagni avevano perso la vita e la rabbia nei confronti del re di Kiku aumentò in maniera assurda che non solo aveva rapito suo fratello, ma aveva causato anche la distruzione di un'intera città e la morte di tante persone innocenti. Solo Takashi, Shizuna, Hinako, Fukami, Minako Yota, Revy, Ritsu ed il master Kirin si erano salvati, anche se alcuni con ferite più gravi. Poi, una volta che Hikary con Igneel tornarono dalla loro ricerca, Zeref raccontò loro cos'era successo a suo fratello e quindi spiegò come mai non si riusciva a trovare neanche una piccola traccia su di lui. Dopo di che calò il silenzio interrotto solo dai lamenti di Hikary che, preoccupata per Natsu, piangeva. “Dove sei Natsu? Che ti stanno facendo?” pensava la ragazza mentre fissava Zeref che ricambiava il suo sguardo preoccupato con uno altrettanto preoccupato e malinconico.

“Non dovete stare in pensiero per Natsu! Lui è forte e non si arrenderà tanto facilmente” disse Igneel per incoraggiare un po' i ragazzi. “Ha ragione. Non possiamo arrenderci, anzi dobbiamo scoprire chi è questo re e che cosa vuole. Ha fatto del male a troppa gente e ci ha portato via persone a noi care. Adesso basta, dobbiamo dargli una lezione!” affermò il master.

“Ma non sappiamo da dove iniziare” esclamò Hinako disperata.

“Ti sbagli” disse Yota, “su queste montagne vi è un paesino famoso per la sua grande biblioteca; potrei andare la e dare un'occhiata ai libri per vedere se trovo anche un piccolo indizio. Natsu non mi è mai stato troppo simpatico a causa del suo rapporto con Hikary, ma rimane pur sempre un membro di Wind Rose e senza di lui che è il mio rivale in amore non ci sarebbe divertimento. Chiedo solo l'aiuto di Igneel per raggiungere il paesino”.

“Certo che ti aiuto. Più passa il tempo e peggio sarà, quindi partiamo il prima possibile perché non voglio che facciano del male a Natsu. Lui, come anche Zeref ed Hikary, è importante, lo considero come un figlio e come genitore farò di tutto per aiutarlo!” disse Igneel guardando Zeref e Hikary che a quelle parole si erano commossi. Così facendo, il drago e Yota partirono subito per il paesino, mentre gli altri, ancora deboli a causa delle ferite, ne approfittarono per riposarsi. Solo Hikary era rimasta sveglia, non riusciva a dormire per la troppa tensione. Poi le si avvicinò Zeref e abbracciandola forte le disse: “stai tranquilla. Mio fratello è un osso duro. Vedrai che starà bene e quando lo avremo salvato scherzeremo sopra a questa storia come se non fosse mai accaduta”.

“Ma Zeref io... io ho paura! Il fatto di stare con le mani in mano mi innervosisce. Voglio fare qualcosa per essere d'aiuto, ma purtroppo la mia magia non è adatta per combatte e quindi mi sento inutile” affermò Hikary piangendo.

“Come sarebbe a dire che sei inutile? Che se non fosse stato per il tuo intervento sarei potuto morire e poi hai curato tutti e hai continuato le ricerche nonostante fossi anche tu ferita. Ascolta, se Natsu ti vedesse in questo stato si arrabbierebbe con te perché lui vorrebbe che fossi sempre positiva, allegra. Anche io sono preoccupatissimo. Non sono riuscito a salvarlo dalle grinfie di quei soldati, ma non per questo mi arrenderò! Anzi, farò di tutto per trovarlo e proteggerlo. Quindi Hikary non ti abbattere, ok?” la incitò Zeref.

“Si! Natsu non vorrebbe questo e poi c'è qualcosa che gli voglio dire, devo dargli la risposta ad una domanda molto importante che mi ha fatto. Quindi lo salveremo a tutti i costi!” affermò Hikary il cui viso aveva tirato fuori un bel sorriso che aveva fatto sparire le lacrime.

Passò qualche ora e finalmente tornarono Yota e Igneel. La tensione era alta, tutti volevano sapere chi era questo misterioso re e che cosa voleva da Natsu, ma rimasero delusi nello scoprire che Yota, nonostante avesse letto quasi tutti i libri della biblioteca, non aveva scoperto niente. Nessun libro nominava neanche una volta il re, anzi parlavano del regno di Kiku come un paese libero, dove non vi era alcun sovrano a regnare. Solo in un libro, che Yota si era portato appresso per analizzarlo meglio, veniva indicato un castello in quel regno ma piú che altro, ne narrava la storia e di come era stato abbandonato. Zeref, Hikary e tutti quanti si guardarono perplessi e la domanda che sorgeva spontanea era principalmente chi era quella persona che si definiva re di Kiku. “Non possiamo starcene con le mani in mano. Anche se non abbiamo scoperto niente, dobbiamo lo stesso fare qualcosa!” urlò Hikary che non ce la faceva piú ad aspettare. Voleva agire, salvare Natsu e lo voleva fare subito.

“Hikary sappiamo bene come ti senti. Ma adesso l’unica cosa da fare è escogitare un piano” le disse Ritsu mentre analizzava il libro insieme a Yota in modo da scoprire anche un piccolo dettaglio che indicasse la posizione del castello.

“Ragazzi miei!” esclamò il master, “sappiamo per certo che questo fantomatico re ha dalla sua parte maghi molto forti nonchè un esercito abbondante. Purtroppo non sappiamo niente di loro, ne che tipo di magia usano e quindi, di conseguenza, non possiamo escogitare un buon piano. Però non dobbiamo arrenderci senza combattete. Anche a costo della vita voglio sconfiggere quel re perchè quello che ha fatto è imperdonabile. Quindi propongo di dirigerci verso il regno di Kiku e precisamente verso il castello. Ho la sensazione che si trovi li il nostro Natsu”.

Bastarono queste semplici parole del master per trasformare l’atmosfera da cupa e ricca di tensione ad una di eccitamento ed esaltazione.

“Io pure vi aiuterò! Verrò anche io perchè non posso abbandonare Natsu. Andremo volando quindi dovrete salire sul mio dorso” disse Igneel.

“Bene. È decido allora. Si parte per il regno di Kiku” affermò Zeref stimolato da questa atmosfera.

Cosí iniziarono a prepararsi. Attesero il giorno dopo per partire in modo da essere piú carichi, riposati e con le ferite guarite. Poi, giunta l’alba, salirono sulla groppa del drago e presero il volo eccitati all’idea di salvare il loro compagno e di dare una lezione al finto re.

Contemporaneamente a ciò, nel castello abbandonato del regno di Kiku, vi era Natsu, imprigionato nei sotterranei e legato ai polsi e alle caviglie con delle catene particolari che non gli permettevano di usare la magia. Le catene erano messe in modo da farlo stare a braccia aperte e in ginocchio come simbolo di sottomissione, privo di maglia in modo da far esaltare le innumerevoli ferite inflittagli dai soldati che lo tenevano d’occhio. Erano giorni che non mangiava, non gli era rimasto piú un briciolo di energia e, a causa delle catene che lo privavano di magia e forza vitale, le ferite non si rimarginavano e il sangue che perdeva aumentava. Aveva perso la cognizione del tempo, ormai il suo unico pensiero era resistere ai morsi della fame e del dolore, stava lottando con tutto se stesso per sopravvivere. Poi ad un certo punto la porta della sua cella si spalancó ed entrò il re con un sorriso malvagio dipinto sul volto. “Ho una notizia che potrebbe piacerti” esclamò compiaciuto mentre Natsu lo guardava con disprezzo. “Yuria ha avvistato un drago rosso con sopra i tuoi amici. A quanto pare stanno venendo a salvarti ma è solo tempo sprecato. Non hanno speranza di battere me e i miei maghi!” ed una risata malvagia echeggiò nell aria. Natsu a queste parole spalancò gli occhi, alzò la testa e gli urlò contro:  “non provare a toccare i miei amici bastardo o ti faccio fuori!”

“Tu osi sfidarmi? Tu… Un insulso dragon slayer che ha rinunciato a stare al mio servizio solo per non lasciare i suoi amici?” e tirò a Natsu una serie di calci potentissimi al viso e allo stomaco che gli fecero sputare sangue. Poi continuò: “ ti svelo un segreto. Lo sai perchè avevo bisogno proprio di te? Perchè sei un dragon slayer e quindi sei l’ unico che può sconfiggermi, ma non arriverà mai quel giorno! Ti bloccherò prima che tu possa superarmi e riuscirò a far si che entri nel mio esercito!”

“Non starò mai sotto ai tuoi ordini. Picchiami quanto vuoi, torturami, ma non mi piegherò mai al tuo volere soprattutto ora che so che posso sconfiggerti!” disse Natsu con un tono di voce deciso e sicuro e aggiunse: “Ma se solo io posso sconfiggerti, chi diavolo sei?”

“Chi sono io? Io sono il piú grande drago mai esistito, il mio nome è Acnologia! Tienitelo a mente e trema al solo sentirlo nominare”disse fulminandolo con uno sguardo cattivo e di superiorità. Sentendo ciò Natsu si pietrificò, sussultò perchè aveva capito chi aveva d’avanti. Lo aveva sentito nominare piú volte da Zeref nei suoi libri; Acnologia il piú grande e terrificante dragon slayer che si era trasformato in drago ed era diventato immortale. I suoi pensieri ora erano rivolti tutti ai suoi amici che ignari di chi stessero per affrontare si stavano recando da lui. Perchè quel giorno non aveva accettato l’offerta di Acnologia? Tutta la sua determinazione nel resistere al dolore vacillò. Nei suoi occhi si poteva leggere il puro terrore ed un’ansia incredibile prese il sopravvento. Si sentiva responsabile del fatto che aveva condannato i suoi amici, suo fratello e la ragazza che amava ad una battaglia persa. “Non venite! Non cercate di salvarmi! Tornatevene a casa!” ripeteva tra se e se mentre fiumi di lacrime cadevano dai suoi occhi. Ma ormai non c’era piú niente da fare, il loro destino era segnato. Di fronte a questa dura verità, Natsu ebbe la consapevolezza che i giorni trascorsi nella gilda con allegria e spensieratezza erano un lontano ricordo e che quei giorni non sarebbero potuti tornare. Che cosa sarebbe accaduto una volta che i suoi amici fossero giunti nel castello? Sarebbero riusciti a scappare tutti sani e salvi? Questi pensieri gli martellavano in testa e sperò fino all’ultimo che loro non arrivassero mai. Ma le parole pronunciate da Yuria che era entrato nella cella per informare Acnologia dell arrivo dei suoi amici lo fecero sobbalzare ed avvertí una forte fitta allo stomaco. In quel sotterraneo, privo di magia e forza, si sentiva impotente. Quello che piú temeva si stava avverando e non voleva che nessuno potesse fare un brutta fine. Ma ormai erano arrivati e sapeva benissimo che non si sarebbero fermati di fronte a niente. Lo scontro finale stava per cominciare e nessuno poteva immaginare come si sarebbe concluso, ma solo una cosa si sapeva, ossia che il loro futuro si sarebbe deciso in questa battaglia.

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Capitolo 6
*** Inizia la guerra ***


              

“Mio re attraverso il mio potere ho avvistato un enorme drago rosso dirigersi da questa parte e che trasportava alcune persone. Credo che siano i compagni del dragon slayer che abbiamo catturato” disse Yuria avvisando Acnologia in modo da potersi preparare ad un possibile scontro.

“Un drago rosso hai detto? Deve essere senz'altro Igneel, il drago che ha insegnato la magia a Natsu. Lo immaginavo che sarebbe arrivato prima o poi. Sai che ti dico Yuria? Manda Pride con l'intero esercito ad accogliere i nostri ospiti, un caloroso benvenuto non si nega a nessuno, non credi?” e la sua risata malvagia echeggiò nell'aria.

Dopo di che Acnologia scese nei sotterranei dove vi era Natsu per informarlo dell'arrivo dei suoi amici, mentre Pride che era un mago al suo servizio, con l'intero esercito e attraverso un grande mezzo volante, andò ad accogliere Igneel proprio come gli era stato ordinato.

“Oh no! Ci hanno già scoperto” gridò impaurita Shizuna alla vista di questo mezzo che li veniva incontro. Neanche il tempo di poter pensare ad una soluzione che vari pezzi di metallo controllati da Pride colpirono ripetutamente Igneel riuscendo a bloccare il suo volo. Questo segnava l'inizio della battaglia. Igneel con un potente ruggito di fuoco eliminò gran parte dell' esercito, mentre i membri di Wind Rose ne approfittarono per scendere sul mezzo nemico e lottare contro l'esercito rimasto e contro il mago la cui magia gli permetteva di controllare qualsiasi pezzo metallico, infatti con il suo magnetismo era in grado di mettere in seria difficoltà gli avversari.

“Non possiamo sprecare tanta energia con un solo mago! Andate avanti e salvate Natsu. A questo tizio ci penso io” disse Revy sfoderando un paio delle sue pistole magiche.

“Ma non possiamo lasciarti combattere da sola” affermò Zeref che era pronto ad intervenire.

“Non preoccupatevi per me. Piuttosto Zeref pensa a salvare tuo fratello che questa guerra l'abbiamo iniziata appositamente per questo. Quindi andate avanti e mi raccomando, date una lezione a quello stupido re che ha osato prendersi gioco di noi e ha fatto male a troppe persone!” esclamò intanto che sparava a raffica colpendo molti soldati che non erano in grado di tenerle testa.

Allora Pride, capendo che non era un'avversaria semplice, decise di intervenire e il loro scontro cominciò. Ma mentre stavano ripartendo, sentirono Revy gridare: “in bocca al lupo Wind Rose!” e grazie a quelle parole divennero ancora più carichi e pronti ad affrontare tutti i nemici che li avrebbero sbarrato la strada. Ma nel momento in cui giunsero in prossimità del castello, Yuria gli aveva individuati ed era andato da Acnologia che si trovava nei sotterranei per informarlo.

“E così i nostri ospiti sono arrivati. A quanto pare non hanno gradito il benvenuto di Pride, per cui pensavo che forse sarebbe meglio fargli accogliere dal nostro cucciolo. Non sei d'accordo con me Yuria? Liberalo e di agli altri maghi di prepararvi a combattere. Uccideteli tutti!” affermò Acnologia con un sorriso malvagio sul volto mentre Natsu lo guardava terrorizzato, privo di forza e magia non era in grado di aiutare i suoi amici.

Nel frattempo Hikary, Zeref e tutti gli altri stavano escogitando un piano per entrare nel castello e liberare il loro compagno, ignari di chi fossero i loro avversari. Ma il loro piano andò a rotoli prima ancora di cominciare, di fronte ai loro occhi, bloccandogli la strada, si ergeva in tutta la sua potenza un enorme drago dorato che, scagliandosi contro Igneel, lo scaraventò lontano generando il panico totale tra i ragazzi.

“Io sono Ikkagos, drago della tempesta, al servizio del re. Sono qui perché mi è stato ordinato di bloccarti drago rosso Igneel” disse il drago dorato con un sonoro ruggito.

“Non sarà tanto facile sconfiggermi. Ti dimostrerò la potenza del fuoco. Hikary, Zeref e voi tutti non perdete tempo. Andate” gridò Igneel incitandoli a proseguire.

Non se lo fecero ripetere due volte, si allontanarono correndo e decisero di dividersi per perlustrare meglio la zona.

Nel lato ovest del castello vi era un piccolo boschetto che Takashi aveva deciso di esplorare sperando di trovare qualche cosa che lo potesse aiutare nello sconfiggere i nemici, ma dei grossi serpenti sbucarono all'improvviso da dietro un albero immobilizzandolo.

“Ma che diavolo...” ma non riuscì a completare la frase che si trovò faccia a faccia con un ragazzo le cui braccia erano a forma di serpente che lo tenevano legato.

“Tu saresti un mago di Wind Rose? Mi presento, sono Pitou al servizio del mio re. Mi è stato detto che dobbiamo uccidervi tutti, quindi preparati a morire!”.

“Tu vorresti uccidermi? Ah, ah, ah. Sono proprio curioso di vedere la potenza di questi maghi che hanno distrutto la mia città in quanto non ho avuto il piacere di battermi contro di voi. Che vinca il migliore!” disse Takashi liberandosi dalla morsa dei serpenti.

I due ragazzi cominciarono uno scontro molto agguerrito e violento e, tra i vari colpi e magie, non si riusciva a capire come si sarebbe conclusa la battaglia. I serpenti che evocava Pitou erano sempre più numerosi e per Takashi risultava complicato contrastare il loro veleno che costantemente sputavano su di lui. Per la prima volta si trovò d'avanti un nemico veramente forte e così decise di fare sul serio usando tutte le sue catene ognuna delle quali aveva un potere diverso. Come era prevedibile, la catena con la quale normalmente iniettava veleno negli avversari, contro Pitou non ebbe alcun effetto rivelandosi inutile, ma utilizzando le altre, ed in particolar modo quelle che componevano e scomponevano la materia, riuscì a mettere a segno una quantità di colpi utile che lo portarono alla vittoria permettendogli di proseguire nella ricerca di Natsu anche se questo scontro gli aveva lasciato numerose ferite.

Un po' più avanti di lui, vi era Shizuna che stava esaminando attentamente una parte di questo boschetto che le sembrava strana. La cosa che la incuriosiva era il fatto che in questa parte sia negli alberi che nelle rocce mancavano dei pezzi. Sembrava come se fossero stati morsi ed intorno a questo “morso” vi era un liquido puzzolente che gli stava corrodendo.

“Carne umana, voglio mangiare della carne umana!” sentì udire Shizuna da dietro un albero ed impaurita cominciò a correre ma non fece in tempo in quanto un uomo molto grosso e dall'aspetto inquietante le atterrò sopra facendola cadere bloccandole i movimenti.

“Finalmente posso mangiare della carne. Non ce la facevo più a mangiare solo rocce e alberi” disse Hakuro intanto che Shizuna si dimenava cercando di liberarsi dalla presa.

“Chi sei?” domandò guardandolo con disgusto.

“Sono Hakuro, un mago che adora cibarsi di carne umana ed in questo momento sto morendo di fame. Fatti mangiare” le rispose spalancando le sue mostruose fauci mostrando i suoi denti aguzzi che sembravano tante lame. Nello stesso istante in cui aveva aperto la bocca colò della saliva che fortunatamente non colpì la ragazza. Non era una saliva normale e ne bastò una piccola goccia per fare un buco grande a terra. Shizuna riuscì a liberarsi ed ebbe i riflessi pronti nel creare una grande barriera fatta di rovi con grosse spine sfruttando gli alberi intorno a lei in modo da prendere tempo per escogitare un buon piano per batterlo. Sapeva che doveva sbrigarsi perché Hakuro non avrebbe impiegato molto a corrodere con la saliva le spine e a divorare i rovi con le sue possenti mascelle e per fortuna ebbe una giusta intuizione. Capì che il punto di forza del suo avversario era anche il suo punto debole, cioè capì che se riusciva ad impedirgli di usare la bocca lo avrebbe reso vulnerabile ai suoi attacchi in quanto non risultava un tipo molto forte e non pareva neanche così astuto. Purtroppo, durante lo scontro Hakuro riuscí a morderle il braccio sinistro strappandoglielo via con brutalità. Ma, nonostante ciò, creò delle piante velenose con l’altra mano facendogliele mangiare in modo da avvelenarlo e vincendo cosí il combattimento. Il sangue, però, continuava a uscirle dal braccio strappato. Per sua fortuna Yota e Hikary, che avevano deciso di procedere insieme nella ricerca, si trovavano nei paraggi e, sentendo le grida di dolore di Shizuna, erano accorsi immediatamente. Hikary aveva bloccato in tempo l'emorragia e le aveva ordinato di non proseguire nella guerra ma di riposarsi perché aveva perso troppo sangue. Poi appena trovò un riparo dove potersi rifugiare, Hikary e Yota proseguirono nel castello.

Nel frattempo la feroce battaglia tra Ikkagos ed Igneel continuava. Ikkagos era in grado di provocare tornadi, potenti scariche elettriche e molte altre calamità atmosferiche mettendo in seria difficoltà Igneel. I due draghi, attraverso i loro colpi, avevano distrutto gran parte del bosco che era vicino al castello ed Igneel decise di continuare il loro combattimento in volo in modo da evitare di danneggiare altro in quanto credeva che i loro attacchi potessero essere d'intralcio nei vari combattimenti dei membri di Wind Rose.

Contemporaneamente a questi scontri, i fratelli Fukami e Hinako stavano cercando un passaggio sul lato nord che gli conducesse nel castello senza essere visti.

“Questo castello è enorme. Stiamo camminando intorno a queste mura da tanto, eppure non riusciamo a trovare l'entrata” disse malinconica Hinako. Ma prima che Fukami potesse risponderle, sbucarono dietro le loro spalle due maghi che usarono la loro magia per colpirli senza successo però in quanto riuscirono a schivarli in tempo. Si trovarono di fronte ad una ragazza che reggeva in mano una grossa katana nera ed un uomo molto alto e di corporatura massiccia che pareva avere sul collo numerose branchie.

“Ma guarda un po' Jeedo chi sono i nostri avversari. Niente poco di meno che i fratelli Saito la cui fama è arrivata sin qui. Ho sentito molto parlare della spadaccina in grado di cambiare armatura e spada quando vuole e sono proprio curiosa di misurarmi con lei. Vediamo se è in grado di battere la mia katana demoniaca” e le sferrò un fendente molto potente che non riuscì ad evitare e che le procurò un grosso taglio sul braccio.

“Hinako!” gridò Fukami che provò ad intervenire ma senza successo in quanto Jeedo lo bloccò trascinandolo in un potente vortice d'acqua da lui creato e, rivolgendosi alla sua compagna, disse: “io mi prendo questo qua. Pakunoda non esagerare come al tuo solito, il tuo compito è di uccidere la ragazza e non di tagliare tutto come fai sempre con la tua katana”.

E così lo scontro tra Hinako e Pakunoda e tra Fukami e Jeedo cominciò. Jeedo era davvero molto forte, come qualsiasi mago al servizio di Acnologia, riusciva a controllare l'acqua nel migliore dei modi e Fukami, nonostante la sua magia gli permettesse di memorizzare quella dell'avversario per poi usarla, faceva fatica a tenergli testa. Lo scontro sembrava non finire mai ed il ragazzo era allo stremo delle forze, doveva trovare un modo per batterlo e lo doveva fare al più presto o per lui sarebbe stata la fine.

“Pensa Fukami, pensa” ripeteva tra se e se mentre cercava di bloccare gli attacchi di Jeedo. Poi gli venne in mente una soluzione: l'elettricità. Dato che il suo avversario era composto d'acqua, poteva ricorrere all'elettricità per fulminarlo e così, ricorrendo alla magia di Ritsu che aveva memorizzato, sferrò una serie di attacchi che andarono a segno ed infatti riuscì a sconfiggerlo definitivamente.

Hinako, invece, era ancora alle prese con Pakunoda che maneggiava la katana demoniaca con grande abilità provocandole numerose ferite. La ragazza, nonostante cambiasse armature e spade per poter riuscire ad eguagliare la potenza della sua avversaria, non aveva fatto i conti con il vero potere di quella katana. Bastò un solo attimo di distrazione per essere travolta dal potere di quell'arma che, in meno di un secondo, le lacerò i tendini e le procurò migliaia di tagli molto profondi su tutto il corpo. Hinako cadde a terra, non riuscendo più a muoversi per il troppo dolore; la sua spada si era frantumata come anche l'armatura che indossava. Non c'era più scampo per lei, non aveva la forza necessaria per rialzarsi e bloccare l'attacco finale che Pakunoda le stava scagliando. Senza un minimo di esitazione, ridotto male a causa dello scontro contro Jeedo, Fukami corse incontro alla sorella per proteggerla venendo trafitto con la lama della katana al posto suo.

“Nooo Fukami!” urlò Hinako disperata vedendo la lama oltrepassare il corpo del fratello e fiumi di sangue colare per terra.

Il tempo per Hinako si era fermato, i suoi occhi erano rivolti al fratello che, girandosi per l'ultima volta verso di lei, le disse: “Ti voglio bene sorellina!” e si accasciò emettendo il suo ultimo respiro, ma con il sorriso sulle labbra per essere stato in grado di proteggerla.

“No, non è vero. Non ci credo, non puoi essere morto. Fukami parla, di qualcosa ti prego!” singhiozzò Hinako versando tutte le lacrime che aveva in corpo. Ma il fratello non si alzava, era li, steso, con il sorriso sulle labbra e con un grosso buco nel petto senza muovere più un dito.

“Ah, ah, ah! Povero stupido. Morire così miseramente solo per salvare la sorella che non è stata in grado di battermi!” disse ridendo Pakunoda godendosi la scena.

“Tu... tu, maledetta. La pagherai cara, ti distruggerò!” urlò Hinako sfoderando una forza mai vista prima d'ora e riuscendo ad alzarsi nonostante i tendini lacerati la colpì in pieno volto. Furibonda com'era, con lo sguardo assassino sferrò una serie di colpi uno più potente dell altro finché non mise a segno il colpo mortale che decretò la fine dello scontro e la sua vittoria. Non provò un briciolo di pietà e compassione nei confronti di Pakunoda vedendola morta; per la prima volta aveva ucciso qualcuno e non se ne pentì affatto. In quel momento il suo pensiero era rivolto solo a Fukami tanto che si dimenticò completamente della missione di salvataggio di Natsu. Priva di forza ed energia, crollò accanto al corpo del fratello, ormai freddo ed immobile, e piangendo attese inerme la conclusione di questa guerra che le aveva provocato soltanto dolore. Ormai gli scontri erano cominciati, non si poteva più tornare indietro. Le battaglie sostenute si rivelarono più brutali del previsto e, trovandosi faccia a faccia con il nemico, i ragazzi di Wind Rose capirono che la loro idea di portare in salvo Natsu senza sacrifici era solo una mera illusione. La guerra aveva fatto la sua prima vittima e molto probabilmente ce ne sarebbero state altre. Ma se credevano di avere anche una minima possibilità di vittoria, si sbagliavano di grosso. Se avessero battuto tutti i maghi al servizio di Acnologia, sarebbe rimasto comunque lui, che essendo immortale era impossibile per degli essere umani sconfiggerlo. Purtroppo non sapevano a cosa stavano andando incontro e non potevano lontanamente immaginare che di li a poco sarebbe avvenuto un evento che gli avrebbe condotti alla sconfitta totale e nel peggiore dei modi.

 

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Capitolo 7
*** Uniti per salvare Natsu ***


La guerra era cominciata, alcune battaglie si erano concluse, Fukami era morto, Hinako e Shizuna avevano deciso di non proseguire nelle ricerche di Natsu, Igneel e Revy erano ancora alle prese con i loro avversari, Takashi, anche se ferito, non si era arreso ma aveva decido di andare avanti come gli altri rimasti. Zeref era riuscito ad entrare nel castello, ma era stato bloccato da Yuria che, dopo l’ordine ricevuto da Acnologia, si era allontanato ed era andato a cercare i membri di Wind Rose per ucciderli.

“Fammi passare!” gli ordinò Zeref scaraventandogli contro un potente attacco che, però, parò con estrema facilità.

“Tutto qua quello che sai fare? Mi aspettavo più cose dal fratello del dragon slayer!” disse Yuria sogghignando.

“Che avete fatto a Natsu? Dove si trova?” gli domandò arrabbiato.

“Tuo fratello è in ottime mani. Si trova in una cella nei sotterranei e adesso sta godendo dell’ottima compagnia del nostro re”.

“Il vostro re? Ma se il regno di Kiku non ha un sovrano. Chi diavolo è?”.

A quelle parole Yuria scoppiò a ridere: “Ma si dai, solo perché sei suo fratello te lo dico. Tanto morirai sia se lo sai, sia se non lo sai. Il nostro re è niente poco di meno che il grande, il potente dragon slayer Acnologia!” disse con estrema fierezza.

Zeref non voleva credere a quelle parole. Capì che non solo Natsu, ma anche tutti gli altri erano in grave pericolo e sperò che riuscissero a tenere duro in modo da poter scappare non appena avrebbero recuperato Natsu perché batter Acnologia era impossibile essendo un uomo/drago immortale.

 

Takashi stava per entrare nel castello quando venne attaccato da Heike, un altro mago molto forte. Non ancora ripreso del tutto dal suo precedente scontro contro Pitou, ebbe seria difficoltà nel reggere un’altra battaglia. Il suo avversario era un mago del ghiaccio con cui creava molte cose, in particolar modo delle taglienti spade con cui bloccava le catene di Takashi e lo ferivano ancora di più di quanto già non lo fosse. Ma proprio mentre Heike stava sferrando una delle sue mosse finali per concludere lo scontro, Revy, che aveva sconfitto Pride nel mezzo volante nemico, intervenne aiutandolo.

“Revy!” esclamò contento Takashi nel vedere che stava bene: “Come hai fatto ad arrivare fin qui?”.

“Oh, è stato semplice. Una volta sconfitto Pride ho preso in prestito il loro mezzo e ho volato fino al castello. Poi ti ho visto in lontananza che stavi zoppicando e così ho deciso di seguirti nel caso avresti avuto bisogno di una mano, e devo dire che ho fatto la scelta giusta!” si complimentò Revy facendo a Takashi il segno di vittoria.

“Solo tu potevi fare una cosa del genere” le disse ridendo.

“Sono contento che vi stiate divertendo, ma la vostra gioia non durerà ancora a lungo. Non riuscirete mai a battermi!” affermò Heike interrompendo quel momento di calma.

“Tu sei un altro mago al servizio di quello stupido re? Non credere che sia semplice battere noi di Wind Rose, fatti sotto!” urlò Revy sfoderando le sue pistole magiche e sparando a raffica verso l’avversario che, però, creando uno scudo di giaccio, riuscì a parare i colpi.

“È un tipo tosto. Takashi dobbiamo unire le nostre magie per sconfiggerlo, è l’unico modo” disse la ragazza rivolgendosi al compagno.

La battaglia riprese. Takashi e Revy collaborarono insieme e, anche se le loro magie erano differenti, riuscirono a tenere testa ad Heike che fu costretto ad utilizzare la sua massima potenza per non perdere. Purtroppo durante lo scontro i due ragazzi subirono gravi danni dovuto anche al fatto che avevano già combattuto contro maghi assai potenti. Ma grazie al loro gioco di squadra e alla voglia di non arrendersi, riuscirono a battere Heike rimanendo privi di forza e di magia e, quindi, furono costretti a fermarsi per riprendersi da questi estenuanti combattimenti. Però, almeno, erano contenti di essere stati d’aiuto ai loro compagni perché erano stati in grado di sconfiggere ben tre nemici.
Mentre si concludeva questo scontro, il master Kirin e Ritsu erano riusciti ad entrare nel castello finendo in una stanza completamente buia.

“Dove siamo?” domandò impaurito Ritsu.

“Non lo so, ma di certo qui Natsu non c’è e poi mi sembra così strano che solo questa stanza sia al buio..” ma non riuscì a completare la frase che si sentì sbattere la porta da dove erano entrati ed una voce rauca dire: “come sei perspicace nonnetto”.

Poi un forte boato echeggiò nella stanza e tantissime fiamme nere comparvero illuminandola di una luce spettrale e, di fronte a loro, apparve un uomo anziano, dalla lunga barba grigia, con un ghigno stampato sul volto e uno sguardo truce.

“Chi sei?” domandò Kirin percependo una forte aura omicida provenire da quel uomo.

“Sono Warui, il più potente mago al servizio del re e vi ucciderò qui ed ora!” disse scagliando contro di loro quelle stesse fiamme nere con cui aveva creato un’atmosfera spettrale trasformandole in uno stormo di enormi corvi che andarono a colpirli in pieno. Subito dopo, la stanza si illuminò di una luce rosso fuoco ed i corvi si tramutarono in ragni giganti che sputavano veleno e che con la loro ragnatela immobilizzarono sia Kirin che Ritsu.

“Che razza di magia sta usando?” domandò quest ultimo terrorizzato mentre si dimenava.

“Non lo so, ma non mi piace. Non è un mago normale e quindi credo proprio che dovrò fare sul serio” affermò Kirin concentrando la sua forza nelle braccia e strappando la ragnatela. Poi corse da Ritsu e lo liberò il più velocemente possibile perché Warui stava lanciando un altro attacco che fortunatamente non andò a segno.

“Corri Ritsu! Va via di qua. A Warui ci penso io” gridò Kirin incitando il ragazzo a fuggire. “Ma master io voglio aiutarla!”,

“No, ce la posso fare da solo. Se vuoi aiutare allora va via da qua e cerca Natsu. Corri!” urlò mentre cercava di impedire al nemico di attaccare il ragazzo in modo da farlo allontanare.

Ritsu scappò, ma il suo pensiero era rivolto al master che era stato costretto a lasciare indietro e sperò che se la cavasse. Ma non potè riposarsi un attimo che sentì un grido di dolore provenire da un punto non lontano da dove si trovava. Corse per vedere cosa stesse accadendo e si trovò d’avanti Minako combattere contro una ragazza. Il grido veniva dalla sua amica che era rimasta gravemente ferita alla gamba destra mentre l’avversaria se la rideva guardandola con disprezzo. Poi quest ultima fece uscire dalle sue mani degli strani fili che andarono ad avvolgere Minako sollevandola da terra e iniziarono a stritolarla sempre più forte e ferendola sempre di più.

“Basta. Ti prego basta!” implorava la ragazza non riuscendo più a muoversi mentre dal suo corpo colava molto sangue.

A quella vista Ritsu non riuscì a resistere e si scagliò contro Izumi, che era l’avversaria di Minako, assestandole in pieno volto un potente pugno ricco di elettricità facendola volare all’indietro.

Minako cadde a terra e i fili che la stringevano si allentarono permettendole di liberarsi anche se faceva fatica a muoversi a causa del dolore alla gamba e del troppo sangue perso.

“Mai fare del male ad una mia amica!” disse Ritsu con voce calma ma tagliente allo stesso tempo.

“Ritsu sei tu!” gridò quasi piangendo Minako alla vista dell amico che era accorso in suo aiuto.

“Ti credi forte ragazzo?” urlò Izumi che si era ripresa dal forte pugno.

“Izumi sei stata sfortunata. Forse io non sono stata in grado di batterti, ma adesso di fronte a te c’è Ritsu” rispose la ragazza con voce euforica.

“E quindi? Ah, ah, ah, non farmi ridere stupida ragazzina! Solo perché è riuscito a colpirmi non vuol dire che ci riesca una seconda volta. Stai a vedere come lo distruggo!” dichiarò mentre dal suo corpo uscivano tantissimi fili che erano come lame e che spedì contro il ragazzo che, però, riuscì a scansarli con facilità.

“Come diavolo hai fatto?” urlò infuriata.

“Izumi, vuoi sapere cosa noi membri di Wind Rose abbiamo imparato nel corso degli anni? Ritsu è un ragazzo d’oro , sempre calmo e gentile ma mai, ripeto mai, farlo arrabbiare o sarà la fine!” affermò Minako eccitata!

Lo scontro tra i due si accese in una furente lotta e nel giro di pochi secondi Izumi capì molto bene cosa intendesse la ragazza perché per la prima volta si trovò faccia a faccia contro un avversario che era veramente temibile. Ritsu era infuriato più che mai e scatenò contro la sua avversaria tutta la sua ira che lo portò ad essere in vantaggio nello scontro.

 

Nell’ala ovest del castello Hikary e Yota avevano trovato un lungo corridoio che sembrava condurre nei sotterranei e che avevano deciso di percorrere. Il corridoio sembrava non finire mai e più si inoltravano, più la tensione cresceva e l’aria diventava sempre più pesante. Dopo un po' giunsero in una stanza molto grande che alla sola vista metteva i brividi. Appeso al soffitto vi era uno strano lampadario molto grottesco al cui interno vi era una lacrima di fuoco che serviva ad illuminare, sul pavimento erano sparsi numerosi escrementi e carcasse di topo che emanavano un odore disgustoso e di fronte ai due ragazzi vi era una porta di ferro chiusa con un lucchetto.

“Di qui non si passa” affermò malinconica Hikary che pensava di aver trovato la strada che conducesse a Natsu.

Poi una voce interruppe il silenzio: “E così finalmente qualcuno ce l’ha fatta ad arrivare fin qui, mi stavo annoiando un po' ad attendere”.

Yota ed Hikary si girarono di scatto dalla parte in cui avevano udito la voce e in un angolo della stanza che non avevano notato perché in quel punto arrivava così poca luce da essere quasi al buio, vi era un tavolino ed una sedia di legno che parevano essere stati rosicchiati dai topi e seduto vi era un uomo con in mano un libro e che li guardava annoiato.

“Chi sei?” domandarono in coro i ragazzi.

“Mi chiamo Raven e sono il custode di questa porta che conduce alle prigioni. In una di quelle celle c’è il vostro amico e se lo volete raggiungere dovrete trovare la chiave che io custodisco per aprire il lucchetto. Ma non ci riuscirete mai. Quindi andatevene, fate ancora in tempo!”

Hikary sorrise: “Adesso che sappiamo dove si trova Natsu di certo non scapperemo”.

“Come preferite ma, siccome avete interrotto la mia lettura, fatemi divertire un po' ” disse Raven con aria annoiata.

Appoggiò il libro sul tavolino e senza che i due i ragazzi avessero il tempo per difendersi, si lanciò contro di loro alla massima velocità colpendoli molto forte e scaraventandogli indietro facendogli sbattere violentemente contro i muro.

“Ma dai avete già finito? Non siete durati niente, ed io che vi avevo chiesto di farmi divertire” disse sconsolato mentre ricominciava a leggere il suo libro.

Approfittando di questo momento, Yota, che si era ripreso dal forte impatto, andò incontro ad Hikary aiutandola ad alzarsi e le disse: “ questo qui è davvero veloce, sicuramente ci darà parecchio filo da torcere ma non per questo dobbiamo arrenderci. Siamo giunti fin qui e dietro quella porta si trova Natsu per cui alziamoci e combattiamo. Insieme ce la faremo!”.

Hikary non se lo fece ripetere due volte e si alzò pronta a lottare perché voleva arrivare da Natsu il prima possibile, aveva voglia di rivederlo, di abbracciarlo e di dargli la risposta a quella fatidica domanda che le aveva rivolto qualche giorno addietro. Purtroppo Yota sapeva bene che non sarebbe stato facile sconfiggerlo perchè la sua magia, che era una semplice telecinesi, non era adatta in quella stanza dove, apparte un tavolino e una sedia, non c’erano altri oggetti. Ma la voglia di proteggere Hikary era più grande e così, con la sua magia, fece sollevare il tavolino su cui era poggiato Raven e lo lanciò contro di lui facendolo arrabbiare molto.

“Come hai osato disturbare la mia lettura! La pagherai cara!” Gridò infuriato Raven facendo tremare tutta la stanza con la sua aura .

Poi dal libro evocò una creatura dall’aspetto terrificante che non aveva nulla di umano, era un mostro.

“Uccidili!” le ordinò furibondo con lo sguardo assatanato nei confronti dei due ragazzi che alla vista di quell orrendo essere emisero un gemito di terrore.

Questa creatura si lanciò contro Yota assestandogli un possente gancio nello stomaco, poi continuò con una raffica di pugni e di calci che gli spezzarono ben due costole e gli fecero sputare sangue. Era potente, troppo potente, aveva una forza disumana e stava nettamente schiacciando Yota come se fosse una mosca fastidiosa che gli ronzava intorno.

“Yota!” urlò impaurita Hikary. Voleva intervenire, salvarlo, ma sapeva che la sua magia non sarebbe servita a niente contro quel mostro che nel frattempo aveva afferrato Yota e lo aveva lanciato proprio vicino a lei. Approfittandone cercò di curarlo il più velocemente possibile, ma non riuscì a fare molto perché quella creatura lo aveva aggredito di nuovo e stavolta aveva colpito anche lei coinvolgendola così nello scontro. La battaglia sembrava avere già un vincitore, loro non riuscivano a tenergli testa ma non si volevano assolutamente arrendere. Hikary decise di dare nuova energia a Yota con la sua magia e provò a potenziarlo al massimo . Grazie a ciò il ragazzo si riprese un po' e, usando tutta la forza che gli rimaneva, riuscì a distruggere il mostro che scomparve d’avanti ai loro occhi e al suo posto si materializzò una chiave argentata.

“Ma che bravi. Avete sconfitto la mia creatura e ora come ricompensa avete ottenuto la chiave del lucchetto! Ma dovete ancora battere me e in quelle condizioni dubito che ce la farete” disse sogghignando Raven guardandogli con disprezzo. Ma, purtroppo, aveva ragione. Sia Yota che Hikary avevano perso molta energia e il loro potere magico era diminuito, inoltre Yota aveva ben due costole rotte, era ferito gravemente e faceva fatica a respirare.

“Non ci arrenderemo mai!” affermò la ragazza cercando di alzarsi in piedi. Andò da Yota e riversando in lui tutta l’energia a lei rimasta per curarlo gli disse: “Abbiamo ottenuto la chiave, non possiamo mollare tutto ora. Natsu ci sta aspettando”.

“Che cosa commuovente, ma non raggiungerete mai il vostro compagno. Morirete qui tutti e due!” urlò Raven mentre dalle sue mani si generava una sfera luminosa che diventava sempre più grande ed era pronta a colpirli.

Vedendo ciò, Yota si alzò in piedi, prese la mano di Hikary e la tirò a se abbracciandola dolcemente. Poi la baciò sulle labbra lasciandola stupita da tale gesto e le disse: “quanto mi sarebbe piaciuto che ti fossi innamorata di me, ma so perfettamente che nel tuo cuore ci sarà sempre e solo Natsu. Quindi prendi la chiave e vai, non pensare a me, ma corri da lui e liberalo. Vivete una vita felice e serena insieme, fallo anche per me. Hikary, ti amo tantissimo”.

Lasciò la mano della ragazza che cercò di bloccarlo avendo capito le sue intenzioni ma invano. Yota si lanciò sulla sfera luminosa facendola esplodere su di lui e Raven in modo da non coinvolgere Hikary nello scoppio che provocò un forte boato facendo tremare tutto il sotterraneo.

“Yota!” gridò piangendo Hikary assistendo a tutto ciò.

Dei due ragazzi non era rimasto altro che il loro corpo carbonizzato, completamente nero, incenerito.

“Perchè? Perché lo hai fatto Yota?” urlava disperata la ragazza che andò verso il corpo ormai irriconoscibile dell amico.

Lei che aveva imparato la magia curativa allo scopo di proteggere le persone a cui voleva bene, non era riuscita a salvare Yota. E anche se il nemico era stato sconfitto e aveva ottenuto la chiave che le consentiva di accedere alle prigioni e raggiungere Natsu, si sentiva affranta, inutile e scoraggiata nel proseguire perché non si reputava all’altezza di tale compito. Ma proprio quando stava gettando la spugna le tornarono in mente le ultime parole che le aveva rivolto dolcemente Yota prima di morire: “Ti amo tantissimo!”.

Un ragazzo aveva appena dato la sua vita per proteggerla e per farle realizzare il desiderio di riabbracciare Natsu. L’amava così tanto da sacrificarsi e se lei ora non avesse proseguito, tutto quello che aveva fatto, la sua morte sarebbe stata vana. Non poteva fermarsi, doveva prendere quella chiave e varcare la porta che la separava da Natsu e lo doveva fare subito o altrimenti sarebbe potuto essere troppo tardi. Con le lacrime agli occhi e un nodo alla gola, afferrò la chiave, aprì il lucchetto e spalancò la porta. Si voltò un’ultima volta verso il corpo dell’amico prima di andare avanti e guardandolo amareggiata gli disse semplicemente: “Grazie!”.

Scese lungo un corridoio che dava accesso alle celle, finché non sentì delle grida di dolore provenire dal fondo del corridoio. Si mise a correre seguendo le urla fino a quando si trovò di fronte alla cella da cui provenivano. Intravide Natsu. Finalmente era riuscita a trovarlo. Con il cuore che batteva forte dall’emozione, decise di entrare nella cella senza sapere che, proprio la, in un punto non visibile, vi era Acnologia, pronto ad uccidere chiunque gli mettesse i bastoni tra i piedi. Ignara di ciò entrò, anche se era sola, pensando che fosse la cosa più giusta da fare. Voleva salvarlo e fuggire il prima possibile in modo da impedire altre morti. Purtroppo molti dei suoi compagni non erano più in grado di combattere, mentre altri erano ancora coinvolti negli scontri. Solo Zeref era riuscito a battere con fatica Yuria e si stava dirigendo il più velocemente possibile nei sotterranei da Natsu. Ma avrebbe fatto in tempo ad arrivare per salvare il fratello e impedire una battaglia persa? E se non avesse fatto in tempo? Ormai la battaglia era arrivata al suo termine e nessuno avrebbe mai pensato che di li a poco tutto il sacrificio compiuto fino a quel momento sarebbe stato vano. Mancava poco alla nascita di E.N.D.

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Capitolo 8
*** E.N.D. ***


“Spero di riuscire ad arrivare in tempo da Natsu. Ho un brutto presentimento” pensava Zeref dirigendosi a gran velocità verso il luogo designatoli da Yuria dopo averlo sconfitto. Nonostante le ferite non si era arreso perché il suo pensiero era rivolto al fratello che sicuramente stava in condizioni peggiori delle sue, soprattutto ora che sapeva che si trovava in compagnia di Acnologia. Ma sarebbe arrivato in tempo? Purtroppo solo lui avrebbe potuto aiutare Hikary che nel frattempo aveva raggiunto la cella dove si trovava Natsu perché, apparte Fukami e Yota che erano morti, gli altri o stavano ancora combattendo o erano feriti così gravemente da non riuscire a muoversi e, quindi, ad intervenire nel caso ci fosse stato bisogno.

 

Dopo vari tentativi, Hikary era finalmente giunta nella cella dove era stato rinchiuso Natsu e, ignara che vi ci fosse anche Acnologia, entrò. Quello che vide la scioccò come non mai; d’avanti ai suoi occhi vi era Natsu dall’aspetto quasi irriconoscibile per le troppe cicatrici e il troppo sangue che non cessava di colare sul suo corpo, macchiandolo di un rosso intenso che pian piano si anneriva mentre altro sangue gocciolava su quello precedente creando un sottile strato che copriva il corpo nudo del ragazzo. Braccia e gambe erano legate con delle catene che gli risucchiavano la magia e che non gli permettevano alcun movimento, ma gli lasciavano dei brutti segni sui polsi e caviglie e lo costringevano a stare a braccia aperte ed in ginocchio come simbolo di sottomissione. Viso stanco, deperito, occhi spenti, prosciugato di ogni forza vitale, Natsu era il ritratto di un cadavere.

“Natsu!” esclamò Hikary preoccupatissima nel vederlo in quelle condizioni che, riconoscendo il suono della voce, alzò lo sguardo rivedendo con sua grande gioia il volto della ragazza che aveva immaginato svariate volte in quella cella, da solo, per farsi coraggio nell’affrontare quello che stava vivendo.

Con il viso rigato dalle lacrime e la voce tremante, Hikary gli domandò cosa gli avessere fatto per ridurlo in quello stato.

“Scappa, vattene via da qui, subito” ricevette come risposta dal ragazzo che la guardava con angoscia nonostante si intravedesse un pizzico di felicità nei suoi occhi che avevano ripreso a brillare non appena aveva posato il suo sguardo su di lei.

“Che cosa stai dicendo? Dopo tutta la fatica fatta per arrivare fin qui non posso di certo andarmene senza di te!” esclamò la ragazza non riuscendo a capire perché si comportasse così.

“Ti prego Hikary, non perdere tempo. Torna dagli altri e fuggite. Non voglio che vi succeda niente” le rispose Natsu con voce vacillante mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime che andavano a bagnare le guance incavate facendolo sembrare più spossato che mai.

E anche se desiderava stringerla forte tra le sue braccia, baciare le sue morbide e delicate labbra, inspirare il suo dolce profumo e non lasciarla mai più, in quel momento preferiva vederla andare via, allontanarsi da lui per sempre pur di tenerla distante dal pericolo, da Acnologia e da tutto il male che avrebbe potuto subire. La amava così tanto da preferire la felicità di lei alla sua e se era l’unico modo per proteggerla avrebbe dato la vita pur di rendere libera.

“Natsu io non voglio lasciarti qui, ti giuro che...”, ma in in quel preciso istante, con una risata perfida, Acnologia interruppe quell attimo di complicità che si era creato tra i due ragazzi.

“Che scena strappalacrime. La ragazza che ami è arrivata per salvarti? Sarebbe un vero peccato se io la uccidessi, non credi Natsu?” affermò con tono maligno.

Hikary sentendo quelle parole si girò di scatto verso il punto da cui provenivano rimanendo pietrificata nel trovarsi di fronte Acnologia. Aveva appena capito perché Natsu insistesse tanto a farla allontanare, ma ormai era troppo tardi per fuggire e chiedere aiuto. Ora toccava a lei proteggerlo e salvarlo da quel mostro e, nonostante tremasse dalla paura, eri li, in piedi di fronte a lui, con la sguardo di sfida, pronta a dare tutta se stessa in quest ultimo scontro che l’attendeva prima di poter liberare Natsu e scappare.

“Stai lontano da lei!” urlò il ragazzo frustrato dal fatto che non poteva intervenire per aiutarla in questa battaglia di cui si sapeva già il vincitore.

Ma Acnologia lo ignorò completamente e si scagliò contro Hikary scaraventandola a terra con una tale potenza che per poco non la uccideva se lei non avesse avuto i riflessi pronti a crearsi una protezione con la sua magia. Ma, purtroppo, non poteva niente contro la forza smisurata di quel mostro che si accanì su di lei colpendola ripetute volte e lasciandola tramortita per terra.

“Basta! Ti prego lasciala andare! Farò tutto quello che vuoi, diventerò un tuo soldato se sarà necessario e lascerò Wind Rose, ma ti prego non farle più del male!” gridava disperatamente Natsu che non ce la faceva più a vederla ridotta in quelle condizioni. Voleva correre da lei, proteggerla con tutto se stesso, ma come avrebbe potuto aiutarla indifeso e privo di forza e magia com’era?

“Non ti sembra un po' tardi nell’arrenderti? Mi dispiace ma hai avuto la tua possibilità tempo fa e l’hai bruciata!” affermò Acnologia continuando a torturarla in maniera brutale.

Ma, anche se la stava letteralmente distruggendo, Hikary continuava ad alzarsi non volendo arrendersi per nessuna ragione, ma cercava di proteggersi con la sua magia e nel frattempo provava a curare Natsu per quello che poteva.

“Hikary basta, lasciami qui e vattene” la implorò più volte.

“No io non ti abbandono. Voglio tornare alla gilda insieme a te, ridere e scherzare come facevamo prima. Tutti quanti hanno fatto tanto per permettermi i arrivare da te e non posso sprecare i loro sacrifici. Yota è morto per questo e tuo fratello sicuramente starà facendo di tutto per giungere qui. Io… io voglio stare con te per sempre e quindi non posso assolutamente arrendermi!” esclamò Hikary piangendo mentre si rialzava per l’ennesima volta, pronta a dare tutta se stessa per proteggere Natsu che la fissava con uno sguardo dolce e affettuoso.

Forse per il suo coraggio, o forse per il fatto che gli aveva detto che voleva stare per sempre con lui, Hikary brillava agli occhi del ragazzo di una luce molto intensa che lo riscaldava e lo faceva stare bene. Ma non era questo il momento di pensare all’amore che provava per lei, doveva agire, liberarsi da quelle catene e scappare con lei per raggiungere Zeref e gli altri. Doveva pensare ad una strategia, escogitare un piano e lo doveva fare al più presto o sarebbe stato troppo tardi. Ma era più semplice a dirsi che a farsi; quelle catene lo avevano indebolito così tanto da non riuscire neanche ad alzarsi, figurarsi a lottare e correre. Hikary era ormai giunta allo stremo delle forze e, non riuscendo più a contrastare gli attacchi di Acnologia, dopo l’ultimo colpo fu scaraventata contro la parete non riuscendo più a muoversi.

“NO! Basta Acnologia! Lasciala andare. Prenditela con me, ma lascia in pace lei” lo supplicò Natsu sentendosi male nel vedere la ragazza che amava in quello stato e non potendo fare niente.

“Tu osi dirmi cosa devo fare?” gli urlò andando incontro a lui. Lo afferrò per capelli sollevandolo da terra e gli tirò una serie di pugni potenti sul viso e nello stomaco tanto da fargli sputare sangue.

“Odio i ragazzi che mi supplicano. Non meriti affatto di far parte del mio glorioso esercito!” affermò guardandolo con indignazione, gli assestò un colpo molto forte e lo lanciò per terra lasciandolo tramortito.

“Voglio essere buono con te. Vi ucciderò entrambi così potrete stare insieme per sempre!” disse ridendo malignamente.

Puntò il braccio destro verso Hikary e nella sua mano si creò una grande sfera nera che lanciò contro di lei. Quelle che avvenne subito dopo fu così veloce che a Natsu ci volle un po' per realizzare cosa fosse appena successo. La sfera l’ aveva colpita in pieno provocandole una ferita mortale. Quello che temeva più di tutto si stava avverando. Hikary, la ragazza che aveva amato fin dal loro primo incontro e che aveva giurato di proteggere al costo della sua vita, stava per morire.

“Hikary parla! Dimmi qualcosa” la implorava Natsu con voce singhiozzante. Dal corpo lacerato della ragazza continuava a colare tanto sangue, tremava e diventava sempre più fredda.

Poi, con le ultime forze, si trascinò verso di lui mettendogli le sue braccia intorno al collo, in modo da poterlo abbracciare un’ultima volta.

“Natsu io avrei voluto stare per sempre con te. Mi piaceva svolgere le missioni con te e Zeref e avrei voluto farne tante altre” disse Hikary con voce sempre più debole.

“Che cosa stai dicendo? Noi due vivremo tante altre avventure insieme, quindi non usare il verbo a passato, ti prego!” la supplicò tremando, piangendo.

“Natsu grazie per tutto quello che hai fatto per me. Sono stata così contenta quando hai detto di amarmi. Mi sarebbe piaciuto moltissimo diventare la tua ragazza perché anche io ti amo tantissimo. Ma purtroppo il destino non ce l’ha permesso e di questo mi rammarico davvero tanto” affermò mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime e con le ultime energie rimastele avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo dandogli un bacio.

La lacrime che continuavano a sgorgare dai loro occhi li rigavano i volti distrutti, addolorati e amareggiati. Quel secondo bacio aveva un sapore completamente diverso dal primo, dolce e amaro allo stesso tempo. Racchiudeva tutto l’amore che provavano, era caldo, ardente e gli isolò dal mondo circostante per quell’asse di tempo che durò. Poi, come una foglia che si stacca dal ramo quando completa il suo ciclo vitale, Hikary si accasciò a terra esalando il suo ultimo respiro. E anche se Natsu continuava a chiamarla incessantemente, lei non rispondeva più. Il suo corpo ormai freddo non si sarebbe più mosso, i suoi occhi non lo avrebbero più guardato, le sue mani non lo avrebbero più toccato e dalla bocca non sarebbe uscito più alcun suono. Di lei non era rimasto che il ricordo così doloroso nel cuore del ragazzo che, angosciato, piangeva pronunciando invano il suo nome.

“Perchè è successo tutto questo? Perché non sono riuscito a fare niente?” si domandava frustrato Natsu.

I suoi occhi colmi di rabbia, di collera guardarono in modo truce Acnologia che perfidamente rideva godendosi la scena.

“Tu.. tu bastardo! Come hai osato farle questo?” gli urlò sfoderando tutta la sua ira.

“Si odiami, disprezzami. Prova rancore nei miei confronti. In fin dei conti sono stato io a causare questa guerra, io ho condannato i tuoi amici ad una morte certa e sono sempre stato io ad uccidere la ragazza che ami! Inonda il tuo cuore di rabbia, sopprimi i tuoi sentimenti e diventa un demone sotto al mio comando!”.

Ma Natsu non lo stava ascoltando affatto. Era accecato dalla collera, aveva perso ogni cognizione di giustizia. Il suo pensiero era quello di ucciderlo con le sue stesse mani e di condannarlo ad una morte lenta e dolorosa, fargli patire le pene dell’inferno.

Purtroppo Acnologia fu più veloce di lui e gli inserì nel petto una sfera di etherious provocandogli qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Ma proprio in quel momento entrò nella cella Zeref che era riuscito ad arrivare, ma quello che vide lo sconvolse talmente tanto da non riuscire a proferire parola: d’avanti a lui vi era Natsu in condizioni pietose che si contorceva dal dolore provocatogli dalla sfera di etherious e ai suoi piedi il corpo immobile di Hikary.

“Che cosa diavolo è successo qui?” urlò in preda al panico. Ma la risposta la ricevette da Acnologia che, con gli occhi iniettati di sangue, disse: “Sei arrivato giusto in tempo per assistere alla nascita del mio servo più forte. Guarda come trasformo tuo fratello nel demone più crudele di tutti i tempi. Il suo nome è E.N.D. ossia Etherious Natsu Dragneel!” e scoppiò in una risata malvagia che ad ascoltarla era qualcosa di agghiacciante.

Le urla di dolore di Natsu echeggiavano nella cella, si dimenava tanto da frantumare le catene a cui era legato. Il suo corpo non riusciva a reggere questa magia che gli era stata inserita con brutalità e gli provocava un dolore così atroce tanto da fargli supplicare clemenza.

“Toglimi questa cosa. Ti prego basta!” poi, notando suo fratello gridò: “Zeref ti prego aiutami!”.

Ma non potè fare altro che aspettare che il suo corpo assorbisse completamente quel potere e, quel ragazzo che era sempre stato allegro e spensierato, gentile, buono, si trasformò in un autentico demone. Era nato E.N.D.

“Natsu!” strillò Zeref vedendo il fratello ridotto in quella maniera.

“Uccidilo!” ordinò Acnologia a END rivolgendo il suo sguardo omicida a Zeref e, senza farselo ripetere due volte, Natsu attaccò suo fratello con una tale potenza da fargli perdere i sensi.

Poi uscirono dalla cella e si diressero fuori dal castello abbandonando tutti tra alleati e nemici.

Acnologia aveva vinto, Natsu era diventato malvagio e sotto al suo comando. La guerra era cessata nel peggiore dei modi lasciando un vuoto enorme tra i membri di Wind Rose. Ma sarebbero riusciti a far rinsavire Natsu? Mancava poco affinché Zeref diventasse mago oscuro.

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