Di nuovo la Gakuen Alice♥

di CMeli
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una serata movimentata ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni ***
Capitolo 3: *** Io e te ***
Capitolo 4: *** Guai in vista 1° parte ***
Capitolo 5: *** Guai in vista 2°parte ***
Capitolo 6: *** Giornata quasi indimenticabile ***
Capitolo 7: *** Il buio e la luce ***
Capitolo 8: *** Festa sprecata ***
Capitolo 9: *** Tempo d'esami ***
Capitolo 10: *** L'appuntamento (CAPITOLO EXTRA) ***
Capitolo 11: *** La Mission Impossible ***
Capitolo 12: *** Un grosso imprevisto ***
Capitolo 13: *** Natsume torna in te! ***
Capitolo 14: *** Il patto ***
Capitolo 15: *** La mia prima missione/ Solitudine spezzata ***
Capitolo 16: *** La dichiarazione ***
Capitolo 17: *** Patto variato ***



Capitolo 1
*** Una serata movimentata ***


Capitolo I-Una serata movimentata

Scesi dal letto tutto frastornato. Guardai l’orologio pensando che sia una giornata orribile, pioggia a non finire nonostante eravamo a maggio. L’estate stava per arrivare e gli esami si avvicinavano sempre di più. Non avevo paura perché sicuramente sarei passato, studiavo come un dannato solo per essere promosso, poi durante l’anno successivo, avrei saltato le lezioni come al solito. Niente di più facile.
 Prima di iniziare la mia routine, andai in bagno per aggiustarmi un attimo, sembravo uno zombie appena uscito da The Walking Dead.
Mi sdraiai nuovamente sul letto dopo essermi lavato come si deve. Aprì il fumetto, mi stavo già annoiando. Ero arrivato al capitolo in cui la protagonista era costretta a lasciare la sua famiglia per poter andare con il suo “capo” e risolvere misteri insieme. All’improvviso sentì qualcuno che bussò alla porta –entra- dissi senza nemmeno voltarmi. Sentì inoltre un altro peso sul mio letto, continuai comunque a sfogliare pagine del fumetto, senza guardare la persona accanto –Natsume…ti va di andare stasera a mangiare con delle ragazze?- Ruka. –Ei Ruka, da quando te esci con delle femmine ahaha?- facendo finta di essere offeso mi diede una sberla sulla schiena e mi disse –ci hanno invitato, hanno detto che gli piacerebbe molto, ti prego vieni con me- mi scrollò pregandomi di andare con lui. Ci riflettei per un po’, non sono fidanzato, per cui, perché no? –e dimmi, sono fighe?- dissi chiudendo il fumetto. Lui diventò di colpo rosso in viso e fece una risata minima. Continuai a fissarlo per avere una risposta e fece cenno di “si”. Gli strinsi la mano come se facessimo un patto –okay verrò-.
Mi invitò ad uscire dalla camera per andare a fare un giro, giusto per perdere tempo. Vedo Ruka a disagio per un qualche strano motivo e così gli chiesi che cosa avesse –Natsume, non ti duole il fatto che non ci sia Mikan?- Mikan? Per quale motivo mi parla di Mikan? –ma va, per quale motivo mi dovrei preoccupare? Ahah, no. Non m’interessa- dissi fiero di me. Non me ne frega di lei –sicuro?- chiese incerto -certo che si- lo rassicurai.
-Natsume! Ho saputo che stasera esci con delle amiche mie care. Lo sai che ci sarò anch’io?- incrociai sfortunatamente Sumire, maledì quella giornata –Ah davvero Sumire? Sarà un piacere per noi averti a cena-. Disse Ruka. In verità neanche lui era felice del fatto che ci sarebbe stata anche quell’oca –non è fantastico? Ci vediamo stasera!- ci disse abbracciandoci. La staccai immediatamente, pareva una cozza talmente si era appiccicata. La scansai e andai avanti mentre Ruka si “godeva” l’abbraccio.
Andando avanti per il corridoio, arrivammo vicino la nostra classe, dove sentivamo un casino. Ci guardammo intorno perché io e Ruka sentivamo urli, presunti oggetti che venivano scagliati contro il muro, lamenti, pianti, non si capiva bene chi fosse. Ci avvicinammo meglio ad una delle classi e quando capimmo da dove arrivava il frastuono, aprimmo al porta. Mi ritrovai le ultime persone che avrei voluto incontrare: Misaki e Ombra.
-ei Natsume, come mai sei qui?- chiese Ombra mentre schivava un banco intero lanciato da Misaki –perché state litigando?- chiese Ruka –beh ecco…credo che voi il motivo lo sappiate, sono stato invitato stasera a partecipare ad una pizzata con delle ragazze e dei ragazzi che presumo siate voi dato che mi avevano accennato che avrebbero invitato due ragazzi “fighi” della IIIC- non sapevo chi era peggio, o Sumire o Tsubasa –a questo punto, mi passa la voglia di uscire-  dissi tossendo per attirare l’attenzione dalle occhiate di Misaki verso Tsubasa –Tu Tsubasa, se scopro che fai il cretino con una di quelle ragazze, ti pianto in asso capito?! Mi chiedo come ti è saltato in mente di accettare quella proposta!- gridò Misaki, sembrava fosse un drago –Calmati Misaki, vado solo a mangiare una pizza con delle….ragazze….non sono neanche tanto belle, te lo giuro- stava mentendo spudoratamente –ma se le ho viste! Sono bellissime quelle ragazze, ma questo non significa che tu ci possa andare. Spiegami perché non mi hanno invitato se sanno benissimo che sei il mio ragazzo- urlò lanciando una matita presa da chissà dove –non ti hanno invitato perché….- intervenne Ruka separandoli, per evitare che si sbranassero, o meglio, che Misaki lo sbranasse vivo –Non ti hanno invitato perché è una pizzata per il “nostro fanclub”, ricordi? Quello che ha inventato Sumire, ecco spiegato il fatto per il quale anche lei sarà presente- Ruka gli salvò il fondoschiena, anche se personalmente preferivo che la sua ragazza lo sgridasse come se non ci fosse un domani –va bene okay, divertiti, credo in te…- si avvicinò a lui e come se niente fosse successo, gli strappò un bacio a stampo –già che ci sei, sistema te la classe ahah- disse lasciandolo solo –ei voi due, che dite, mi aiutate?- con la coda dell’occhio guardai Ruka per un momento, e lo stesso fece anche lui –no- dicemmo in coro allontanandoci.
Quindi, c’era anche ombra oltre a quell’oca di Sumire. Valutai la situazione, era il caso di andarci o no? Lo facevo per Ruka alla fine. Decidemmo di andare a Central Town anche se pioveva a dirotto, rubammo degli ombrelli appoggiati al portone, intenti ad uscire. Corremmo verso la fermata dell’autobus, pronti per andare a farci un giretto.
Nel corso non c’era quasi nessuno, solitamente quando c’è il sole si riempie sempre, ma oggi pioveva talmente tanto che chiunque come me avrebbe pensato di rimanere in camera tutto il giorno a perdere tempo. Entrammo in un negozio di alimentari, avevamo fame –Ehilà- disse una voce femminile –Ciao Hotaru- dissi – che ci fai qui?-guardai la scatoletta che aveva in mano, acciughe-che ci fate voi qui. Io sto comprando qualcosa da sgranocchiare da mettere in frigo quando mi vengono i languorini- ah bene, non pensavo che gli piacessero le acciughe-senti Hotaru, ma Mikan?- chiese Ruka. Non riesco a capire il motivo del fastidio di questa domanda –oh, Mikan non si sentiva troppo bene, quindi è rimasta in camera- dopo questa notizia, mi sarebbe venuta voglia di andare immediatamente da lei per assicurarmi che non fosse niente di grave –beh, addio- disse scansandoci. Ruka mi fissò e mi fece un sorrisetto –tranquillo, appena abbiamo finito andiamo da lei-.
-davvero? Ahah- chiesi –si- rispose Ruka. Mi stava raccontando di quando una di quelle ragazze che avremmo incontrato stasera, si dichiarò al mio migliore amico pregando che diventasse il suo ragazzo per far ingelosire le altre –che stupida- dissi facendomi scappare una risata –già Natsume-. L’autobus era così poco affollato che arrivò subito alla nostra fermata.
-Natsume, io vado che ho da fare, mi raccomando salutami Mikan. Ci vediamo stasera- disse senza nemmeno ascoltarmi.
Mi diressi verso i dormitori, quando arrivai all’incrocio che divideva il dormitorio maschile da quello femminile. Mi diressi verso la camera di Mikan, credevo che fosse stato giusto assicurarmi che lei stava bene, almeno salutarla. Non sapevo perché ma mi assalì un senso di colpevolezza. Bussai alla porta chiedendo gentilmente se potevo entrare –Natsume?- era completamente sdraiata sul letto a pancia in giù, che stava sgranocchiando delle patatine –ei Mikan, come stai?- chiesi sedendomi accanto a lei –sto abbastanza bene, tu invece?- mi chiese sorridendo –tutto apposto- dissi ricambiando un leggero sorriso. Aveva tutti i capelli scompigliati ed era rimasta in pigiama –hai mangiato qualcosa?- chiesi. Io avevo mangiato solo quattro cose contate –si, le patatine, nulla di che- continuò a ingozzarsi senza badare alla mia presenza –invece di mangiare sta robaccia, perché non ti mangi qualcosa di più buono?- andai nella sua “cucina” se si poteva chiamare così, date le dimensioni e aprì il suo piccolo frigorifero –ti rendi conto che hai solo una mela e il latte? Che poi la mela non si tiene in frigo, puoi semplicemente tenerla fuori- dissi togliendo la mela –Natsume, è da una settimana che non vado a comprarmi qualcosa da mangiare, solitamente mangio in mensa, ma quando capita il sabato e la domenica non ho quasi nulla, perché mi dimentico e non ci bado molto- disse accartocciando la busta di patatine ormai finite –lo vedo eh. Ricordati o morirai di fame-. Detto questo, decisi di andare a prendere qualcosa dal frigo della mia camera, scelsi una bella bistecca di ottimo taglio. Quando mi vide tornare con una bistecca le vidi la bava alla bocca. Gliela cucinai senza dire nulla a riguardo, non mi dispiaceva, tanto ero capacissimo di farlo –ma se…mi insegni?- disse avvicinandosi a me. Non l’avevo sentita alzarsi. Si mise di fianco a me e imitò i miei gesti, era così buffa che mollai la carne sui fornelli e l’abbracciai. Incominciai a baciarla senza badare al fatto che la stavo praticamente mettendo al muro, lei tentò di spostarmi e di dirmi che la carne si stava bruciando, così mi fermai dopo un po’. Lei era tutta rossa in viso ma nonostante ciò era ancora intenta ad imparare a cucinare, per cui fissò tutto ciò che io facevo –Okay, è pronta. Mangia, non fare complimenti- modestamente sapevo che era ottima. Appena la appoggiai sul tavolo, Mikan si fiondò subito ad assaggiarla, le chiesi se era buona e lei mi disse che era la cosa più buona che avesse mai mangiato in questi anni –Natsume…volevo chiederti…- la sentì farfugliare qualcosa –ti va di…..uscire stasera?- non avevo ben capito quello che aveva detto –non ti sento, parla chiaro- dissi –Natsume, ti va di uscire con me stasera?!- mi gridò nell’orecchio. Era diventata tutta rossa, probabilmente era imbarazzata. Ci pensai un po’ su alla risposta da darle –mi spiace non posso, stasera ho da fare- le accarezzai la testa, non potevo uscire con lei purtroppo. Mi sarebbe piaciuto mollare tutto per stare con lei, ma lo avevo promesso a Ruka–ah, capisco. Beh, sarà per un’altra volta- disse facendo sparire dal suo viso, il suo meraviglioso sorriso. Sapevo in cuor mio che si era offesa, ma purtroppo non potevo fare altro –Mikan…- mi scappò un sospiro mentre mi avvicinai a lei per afferrarle una ciocca di capelli da annodare attorno al mio dito. Mi avvicinai sempre di più a lei, era come se un qualcosa mi spingeva verso di lei, come se avessi un’attrazione interminabile. La baciai nuovamente, però con delicatezza. All’inizio era rigida, ma poi si lasciò andare anche lei –Okay, devo andare, mi spiace-. Mi sarei dovuto preparare per la serata.
Una volta in camera mia aprì il mio armadio e cercai di trovare dei vestiti comodi, semplicemente comodi. 
-Ei Natsume, ci sei? Sei pronto?- mi disse Ruka fuori dalla porta. Lo feci entrare –Ma sei proprio elegante Ruka- dissi – ahaha grazie Natsume, anche tu sei particolarmente bello- buono a sapersi. Ci dirigemmo quindi alla fermata dei taxi, dove una macchina nera ci aspettava sul ciglio del marciapiede. Andammo a Central Town, in una pizzeria. Lì al tavolo ci attendevano Sumire, Tsubasa, Due ragazze di cui non conoscevo l’esistenza e un ultima, Nonoko. Non mi aspettavo di trovare anche lei –Natsume, Ruka, ben arrivati!- disse Sumire accogliendoci. Avrei voluto volentieri vomitare sul suo vestito, era di un verde scuro mischiato al nero, non si capiva. Aveva un fiocco che stava attorno ai fianchi, sempre verde. Preferivo vederla con la divisa scolastica –Bene, che pizza volete voi?- chiese Ombra alla compagnia –io vorrei una margherita- disse una delle due ragazze- io se possibile bianca ai funghi- disse l’altra –io patatine- disse Nonoko –io margherita- disse Ruka –margherita, mi associo- dissi io e Sumire che ovviamente, dato che io e Ruka avevamo preso una margherita, anche lei doveva per forza prenderla margherita, che fan sarebbe no? Mah. Aspettammo il cameriere per ordinare quanto richiesto e ad un certo punto una delle due richiamò la mia attenzione –Scusami Natsume se non  mi sono presentata, io mi chiamo Yuri- disse Yuri –Ah giusto, io mi chiamo Nanami- disse appunto Nanami. Ruka incominciò a parlare di cose varie, argomenti sempre riferenti alla scuola, che si vedeva che a nessuno importava, ma nessuno di noi si azzardava a dirgli di smetterla per non offenderlo. Arrivarono le pizze, e lì silenzio totale. Fu in quel momento che mi pentì di essermi presentato, preferivo starmene per cavoli miei, oppure preferivo starmene in camera con Mikan ecco –Ei ragazzi, ma se dopo sta pizza andiamo a bere qualcosa?- disse Nanami incitando gli altri –si dai, è una buona idea- disse Tsubasa non badando al fatto di avere una ragazza gelosa e sclerotica che lo aspetta a scuola –che ne pensi tu?- mi chiese Ruka –per me è uguale- risposi mordendo la mia fetta. La mia mano era tutta sudicia, ma purtroppo i tovaglioli erano finiti e così non riuscì ad asciugarmela. Nanami ad un certo punto tirò fuori dal reggiseno un fazzolettino bianco, chissà perché lo teneva là dentro, ma comunque me lo porse ed io lo sporcai subito con nonchalance.
-andiamo lì in quel locale….! Come si chiama….ehm- tentò Yuri di ricordarsi di un locale –credo che tu stia parlando del Party Night?- disse Nonoko –Esattamente, proprio a quello stavo pensando, andiamoci forza-  disse alzandosi dal tavolo e con un gesto veloce tolse tutte le briciole rimaste sul vestito –andiamo allora!- disse Tsubasa abbracciando Yuri. Qualcosa non quadrava.
Arrivati al locale, la musica si sentiva anche da fuori, mentre all’interno c’erano luci stroboscopiche che lampeggiavano in continuazione di diversi colori e una musica che era talmente alta che non sentivi nemmeno l’enorme campana della scuola che segnava la mezzanotte. Per tutto il tempo, un trambusto enorme. Tsubasa andò immediatamente con le ragazze al bancone del bar per prendere qualche cosa da buttare giù, mentre io, Ruka e Nonoko rimanemmo sedute ad un tavolo. Si avvicinò al tavolo una ragazza tutta ubriaca –Ei tu, biondo, come ti va la vita? ti va di ballare insieme a me? Dai vieni- disse prendendo la mano a Ruka–no grazie io…- già era in pista poverino. Mentre guardavo tutta quella gente divertirsi e ballare, mi cadde un occhio su Nonoko che sembrava impaurita –qualcosa non va?- le chiesi per conferma –eh? No no ahah, è solo che non sono abituata a tutto questo casino- mi disse stringendo sempre di più le mani a sé. Non voleva ammetterlo, ma stava odiando profondamente quella situazione –Natsume ti prego aiutami, non ce la faccio più a ballare con quella, seriamente- arrivò Ruka stremato – va che hai il segno del rossetto sul collo, ti ha baciato sul collo- cercò di togliersi il segno in tutti i modi, ma purtroppo non voleva venirsene via. Decisi quindi di alzarmi e andare al bancone dato che avevo la gola abbastanza secca –ei Natsume, non ti sembra sexy Yuri?!- Tsubasa era già andato con qualche bicchiere che si era fatto –guardala, ha un culo meraviglioso- disse continuando a fissarglielo. Mentre lui si godeva lo spettacolo, mi feci anch’io qualche bicchierino, fino a quando Nanami mi disse –Natsume, facciamo una sfida a chi beve di più, ci stai?- era abbastanza ubriaca anche lei, ma accettai comunque –okay-. Avvisammo il barista della sfida, ci preparò i bicchierini pieni di Rum e altra roba che non sapevo cosa fosse. Dopo il via di Yuri, partimmo col primo, il secondo, il terzo, quarto, alcuni che guardavano e dicevano -giù giù- ed io che mi stavo seriamente ubriacando, gli occhi incominciavano a non vedere più, il cervello smetteva di connettere con la realtà. La musica mi sembrava più alta e tutto girava intorno a me. Yuri svenne e cadde si colpo a terra, mi sembrava chiaro che il vincitore fossi io. Alcuni applaudirono, compresi Ruka, Tsubasa e quell’oca di Sumire. Accompagnai in bagno  Nanami che non si reggeva nemmeno in piedi. Eravamo entrambi ubriachi –Natsume, mi hai stracciata, complimenti- disse mentre si appoggiava al muro –dato che hai vinto, non ti aspetti un premio?- disse cercando di guardarmi negli occhi –so che vuoi qualcosa da me, non è così- e incominciò a toccare la scollatura della maglietta, inclinandola come se mi dovesse far vedere qualcosa –andiamo Natsume, so che lo vuoi anche tu- disse avvicinandosi a me. La guardai deglutendo, non sapevo nemmeno perché provavo una sensazione simile, fatto sta che la baciai, brutalmente poi. La sbattei dappertutto, ma il fatto sconcertante è che nemmeno la conoscevo, sapevo solo che si chiamava Nanami. Alla fine ci spogliammo e si, lo feci con lei, quella sera, nel bagno pubblico.
Tsubasa e gli altri probabilmente ci stavano cercando, ma io senza badarci tanto, continuai a divertirmi con quella troia di Nanami, che tramite la sua amichetta avevo scoperto che si era fatto anche qualcun altro. C’erano persone che bussavano alla porta, dato che era chiusa, sentivano dei “rumori strani” e così addirittura qualcuno pensava che stavamo male –Natsume…- mi sospirò nell’orecchio, tipo per avvertimi che il momento era passato. Ci guardammo intorno, non avevo ancora realizzato che l’avevo appena fatto con una ragazza che non fosse Mikan.
-Nanami? Dove sei?- sentimmo Yuri che la chiamava mentre uscimmo dal bagno –dove eravate andati voi due?- chiese alzando un ciglio –da nessuna parte, ci siamo fermati a parlare…vi stavamo cercando- Dissi facendo tacere Nanami, doveva assolutamente stare zitta. Non si doveva sapere in giro. Ruka mi guardò malissimo, come se avessi ucciso qualcuno. Avevo ben capito che lui aveva captato qualcosa, non era uno stupido –Ei, che dite? Torniamo al dormitorio?- disse Tsubasa continuando ad essere costantemente attaccato a Yuri –Di già? Sono solo le tre e mezza di notte ahaha. Andate andate! Ci vediamo poi- disse Nanami staccandosi da me. Non ci diedi tanto peso. La presi per un braccio e la spinsi verso di me –non lo deve sapere nessuno- gli dissi nell’orecchio –certamente- rispose tornando in pista. Ruka, io, Tsubasa e Yuri, uscimmo dal locale ed eravamo tutti abbastanza ubriachi da non capire quale fosse la strada di “casa”. Li guardai un attimo perplesso –ragazzi, ma manca Nonoko- dissi strizzando gli occhi –oh si, è uscita tempo a dietro mentre te eri chissà dove con quella figa di cosa. Diceva che aveva sonno, ma non gli credo, quella ci odia per averla portata lì- disse Tsubasa tutto completamente andato. Non era ancora intento a mollare la mano di Yuri, era da tutta la sera che erano appiccicati, magari non se ne rendeva conto, non era abbastanza lucido.
Arrivati a scuola, chissà come, grazie probabilmente ad un tassista sveglio, andammo verso i dormitori dove ci dirigemmo ognuno verso la propria stanza. Tsubasa per salutare Yuri, la abbracciò fortemente e poi gli diede un piccolo bacio e gli disse che si sarebbero rivisti il giorno seguente. Io salutai loro normalmente, con un “ciao” e una “buonanotte”.
Quando entrai in camera mia, mi misi immediatamente il pigiama e mi specchiai: ero un mostro. Tutti i capelli scompigliati e la maglietta quasi strappata, sembrava che fossi andato ad un rodeo.
Decido infine di entrare nel mio letto e di addormentarmi come se non fosse successo niente, anche se sapevo le conseguenze della mattina dopo.

_MY COMMENT C:_
Spero vi sia piaciuto, anche perchè vi ripeto, è la mia prima fanfic sul mio anime/manga preferito. 
 

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Capitolo 2
*** Rivelazioni ***


Capitolo II                       Rivelazioni

Mi svegliai bella pimpante pronta per una nuova giornata. Dopo la delusione provata la sera prima da Natsume, per avermi respinta, decido di farmi bella per entrare in classe. Mi sciolsi i capelli senza farmi le codine. Dopo essermi vestita, mi diressi verso la classe, credevo di essere in anticipo perché mi era sembrato di aver fatto tutte le cose in fretta e furia, ma invece….-signorina Sakura, come osa arrivare di nuovo in ritardo? Le avevo detto di arrivare prima, mi pare- disse Jinno sensei.  Mi scusai per il ritardo e mi volsi verso i miei compagni, guardando il posto in cui mi sarei dovuta sedere, Natsume era assente –Ciao Mikan- mi disse Ruka sorridendomi, feci altrettanto –come stai?- mi chiese –bene Ruka, tu?- mi spostai una ciocca di capelli –bene grazie-. Lo guardai perplessa –dov’è Natsume?- gli chiesi, tanto per cominciare a conversare, dato che nelle lezioni di Jinno sensei, non ci capivo proprio niente –non saprei, non si è sentito troppo bene stamane-. Rimasi preoccupata durante tutta la lezione e Ruka purtroppo se ne accorse e mi disse di stare tranquilla perché non era nulla di grave. Ero molto preoccupata per la sua salute, perché sapevo quello che svolgeva per l’accademia.
Arrivò l’ora di Serena sensei che ci spiegò una nuova regola di inglese, non ero tanto portata nemmeno per questo, l’unica cosa in cui ero brava era combinare guai, uno dietro l’altro, senza badare alle conseguenze. Rimasi abbastanza attenta per tutta la lezione. Quando suonò la campanella, finalmente, uscì dalla classe, quel giorno avevo solo mezza giornata, perché si pensasse che gli studenti una volta finite le lezioni si andavano a preparare per gli esami. Io invece ero diretta verso la classe delle abilità speciali, la mia classe. Avevo una gran voglia di salutare tutti, dato che nel weekend non li avevo visti –Ehilà Mikan!- mi disse la senpai Misaki –Ciao!- salutai –come stai piccoletta?- mi chiese sorridendomi. Quel sorriso sembrava quasi forzato –tutto benissimo grazie, e tu? Ti vedo giù, come mai?- dissi curiosa, sembrava che ci fosse qualcosa in lei che non quadrava –Ma niente Mikan, non preoccuparti…- mi rispose così, ma non era del tutto sicura, forse perché la stavano osservando tutti dato il suo strano colore della pelle. Okay, ha qualcosa –ah, va bene- dissi. Guardai bene con occhio scrutatore, ogni studente di quella classe, ne mancava uno –senpai, dov’è Tsubasa?- chiesi guardandomi in giro –uhm, oggi non è venuto perché probabilmente si sentiva male- disse con sguardo serio. Strano, tutti si sentivano male proprio quel giorno? Decisi infine di salutare nuovamente, e dirigermi in camera di Natsume per fargli compagnia. Purtroppo, mentre camminavo nel corridoio, incontrai quell’antipatica di Sumire, che prima di rivolgermi la parola, mi squadrò da testa a piedi –Ciao Sumire- dissi tentando di essere più gentile –ciao Mikan. Dove stai andando?- mi chiese tutta curiosa –da Natsume perché?- dissi –ci sono appena andata e ha detto che non vuole essere disturbato da nessuno, ti consiglio di lasciarlo stare, ha avuto una serata difficile- disse. Mi prese per un braccio e mi trascinò lontana da quel corridoio. Rimasi un attimo sulle spine, mi chiesi cosa significasse “ha avuto una serata difficile”, era andato in missione? –Sumire, in che senso serata difficile, la missione è stata così dura?- chiesi impaziente –cosa? Ahah, Natsume non è andato in missione, è andato a divertirsi- a quell’affermazione non ci potevo credere  –davvero?- chiesi perplessa –si, e c’ero anch’io, abbiamo fatto una pizzata, c’erano anche Ruka e il senpai Tsubasa, pensa che poi siamo andati tutti a ballare al Party Night! Ci siamo divertiti un sacco, invidiosa? Ahah intendo che sarà sicuramente stanco e poi devo dire che lui si è davvero divertito più di tutti- disse tutta sprizzante. Sembrava essere esaltata. Onestamente non sapevo se credergli o no, per cui decisi di chiedere conferma alla persona più affidabile del mondo: Ruka, dato che anche lui era stato a quella serata, avrebbe potuto dirmi che cosa fosse realmente successo a meno che quello che aveva detto Sumire era la verità. La salutai cordialmente inventandomi una scusa per andarmene così per cercare Ruka e chiedergli se tutto questo fosse realmente successo.
Faccio il giro dei corridoi, controllo classe per classe, ma nessuna traccia di Ruka. Lo cerco anche nei dormitori e bussai alla porta della sua camera, ma niente. Se mi capitava, chiedevo ad alcuni se l’avessero visto. Incontro invece Hotaru che mi disse di averlo visto in giardino con You che parlavano. Diventai una vera e propria scheggia. Tra vari salti e schivi, arrivai vicino a Ruka, dove inizialmente chiesi scusa per l’interruzione e poi gli chiesi se potesse venire un attimo, giusto per chiedergli due cosette –dimmi tutto Mikan- disse accarezzando il suo coniglietto batuffoloso –Ieri sera. Dimmi di ieri sera- dissi cercando di essere più seria possibile –cosa sai di ieri sera?-mi domandò lui perplesso –Sumire mi ha detto che tu, Natsume e Tsubasa siete usciti con lei, mi ha detto che avete fatto una pizzata e poi siete andati in un locale a scatenarvi, è la verità?- chiesi senza indugio –si, è la verità. Ma ti posso assicurare che non abbiamo fatto nulla davvero, Natsume era venuto con me solo perché io gli avevo pregato di venire per farmi compagnia, inizialmente si doveva trattare di una semplice pizzata tra componenti del fanclub, ma poi le amiche di Sumire avevano voglia di ballare e così è nata la storia della discoteca- mi disse in tutta sincerità sperata –ah okay ahah. Comunque Sumire mi ha detto anche una frase molto strana…non saprei come interpretarla….- dissi dubbiosa, non sapevo cosa potesse significare quel “davvero, Natsume si è divertito più di tutti” –quale frase?- mi chiese –mi ha detto che tra tutti voi, Natsume si è divertito di più. Ha bevuto? Ti prego dimmelo.- dissi mordendomi un labbro, non volevo arrivare a pensare il peggio. E’ vero, io e Natsume non stavamo insieme, diciamo che ci frequentavamo, erano capitate alcune cose, ma dopo tira e molla questo si era verificato il periodo più critico. Se si era divertito con altre ragazze o se aveva bevuto tanto era ben liberissimo di farlo, ma non ne capivo il motivo, il mio cuore ne risentiva. Sentivo che stavo per piangere anche se non avevo colpa di niente, il mio cuore era infranto. –Mikan, non ti preoccupare, non è successo niente, Sumire ti avrà detto questa frase giusto per farti un torto e per farti ingelosire, non crederle- mi disse asciugandomi un occhio lacrimante con il pollice –Natsume adesso riposa, ma vedrai che domani si riprenderà e sarà il solito- mi fece un sorriso così bello, che dimenticai il dolore –grazie Ruka- dissi abbracciandolo. Mi sentivo un ipocrita però, anche un egoista. Non ero nessuno per dire cosa fare e cosa non fare a Natsume, però in un certo senso mi dispiaceva comunque sapere che faceva qualcosa di “sbagliato”. Avevo il dubbio che lui avesse bevuto o che avesse dato fuoco a qualcosa, dato che quando lui è ubriaco si mette ad attaccar briga con chiunque.
Salutai Ruka, mi sentì meglio dopo quella chiacchierata, almeno mi ero assicurata che Sumire avesse detto la verità. Andai verso il dormitorio, ma quando arrivai all’incrocio che divideva il dormitorio maschile da quello femminile pensai intensamente a che cosa fare. Avevo intenzione di andare nella mia stanza a ripassare ma siccome Natsume stava male, abbandonai questa fantasia e mi diressi verso la sua stanza. Contai mano a mano i numeri scritti su una striscia d’oro sopra ogni porta. 271 arrivata. Fissai emotivamente quella porta, pensai “la apro? Non la apro?”. Alla fine bussai per accertarmi che ci sia lui all’interno –si?- rispose Natsume –ehm, sono io…Mikan- dissi pervasa da un improvviso imbarazzo –entra-. Spalancai la porta e la chiusi immediatamente alle mie spalle. Sul letto non lo vidi, e nemmeno seduto sulla scrivania –sono qui- disse attirando  la mia attenzione sulla cucina, dove lo vidi –ahah non ti vedevo- risposi sempre imbarazzata –allora, come stai Natsume?- chiesi avvicinandomi a lui. Aveva una tazza in mano, che odorava di te –sto bene, perché mai dovrei stare male?- chiese perplesso –Ruka mi ha detto che stavi male…non è forse così?- rimasi perplessa anch’io. Ruka mi aveva detto in classe che si sentiva poco bene, perché mi aveva mentito? –non avevo semplicemente voglia di stare in classe, sono stanco da ieri sera- dopo questo rimasi muta, io sapevo che non era veramente andato in missione, ma bensì a divertirsi –Natsume..- dissi per errore. Fiatai senza nemmeno volerlo –dimmi-. Lo guardai negli occhi, era dura reggere quello sguardo –so che sei stato al Party Night ieri sera, e dimmi ti sei divertito?- feci un sorriso a trentasei denti, non volevo che si preoccupasse per la mia reazione anche se inizialmente era stata pessima –oh. Bene. Mi sono divertito si- stavo sudando freddo, come poteva essere così insensibile? Era stato colto con le mani nel sacco, avevo scoperto che lui era stato a ballare con delle ragazze, in discoteca, e mi aveva ignorato solo per questo –Mikan- disse appoggiando la tazza violentemente sul tavolo. Si diresse verso di me e mi prese per le braccia. Incominciò a farfugliare cose che non stavano ne in cielo e ne in terra e mi spinse verso la porta –Natsume, per me puoi fare quello che vuoi, sei libero di farlo, non sono nessuno per impedirti la libertà, io…- venni interrotta in sproposito da un bacio di Natsume che si rivelò intenso, pieno di passione. Ogni preoccupazione era scivolata via. Mi prese per i fianchi e nel mentre ci baciavamo, mi accarezzava il fondo schiena –tranquilla- mi disse prendendomi una ciocca di capelli. Mi tolse la maglietta di dosso, io gli tolsi i pantaloni, volò tutto, tranne la biancheria intima che Natsume non vedeva l’ora di togliermela, ma mi vergognavo troppo. Mi buttò sul letto, ma stranamente ci girammo e mi ritrovai io sopra di lui. Nel nostro bacio si intromise la lingua, con cui ci giocammo facendocele incrociare. La voglia di entrambi mi spinse a pensare a cose impensabili su noi due. Nel mentre, notai sul collo di Natsume un segno, mi fermai, ancora potevo sentire i nostri sospiri affannati –Natsume, cos’è quel segno?- chiesi guardandolo meglio. Rimasi immobile, schifata anche. Il mio cuore andò brevemente in frantumi -….è un…è quello che penso Natsume…?- non disse niente. Mi guardò scherzoso senza ritegno. Ed io senza giri di parole mi alzai, mi vestì e me ne andai.
Constatai che quella fu l’ultima volta in assoluto che mi sarei presentata da lui senza un motivo valido. 

_MY COMMENT C:_
spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo :3 ci rivedremo al prossimo. 
Ringrazio per aver recensito: 
-Francesca91
-mikan x natsume
-Tia09

 

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Capitolo 3
*** Io e te ***


Capitolo III                                Io e te

-….è un…è quello che penso Natsume…?- disse guardandomi appena sotto il collo. Non capì che cosa intendesse. La guardai in modo strano, pensavo che stesse scherzando. Mi toccai il presunto segno, ma non sentivo nulla. Senza motivo si scostò da me, si rivestì e se ne andò senza aggiungere altro. Io rimasi da solo come uno scemo, mezzo nudo sul letto. Mi alzai, costretto a rivestirmi, pur avendo la voglia che avevo e mi diressi verso lo specchio del bagno per controllare che cosa avessi sul collo. Effettivamente  c’era una chiazza rossa e viola, insomma un segno strano sul collo a forma di bocca. Capì all’istante che ad aver fatto quel segno, era stata Nanami. Quella peste. Quella che mi ero fatto quella stupida sera. Dopo qualche minuto che Mikan se n’era andata, capì che facendo l’unico più grosso sbaglio della mia vita, avevo rovinato tutto tra me e Mikan. Non ne sapevo il motivo del quale ogni volta che la vedevo, la volevo tenere tutta per me. Una sensazione strana nei suoi confronti. In quell’attimo, mi rassegnai e andai a dormire, pensando che il giorno seguente, sarebbe stato un nuovo giorno e magari più felice.
-ei Natsume- mi salutò Ruka. Facemmo il corridoio insieme per arrivare alla nostra classe –ei Ruka, come va?- chiesi facendo l’interessato. Evitai gli sguardi indiscreti degli altri oltrepassando l’aula –perché non andiamo in classe?- mi chiese. Ancora non aveva capito che da lì a poco sarebbe arrivato Narumi con il suo animo pacifista –Narumi- detto questo la smise di guardarmi scettico. Andammo in giardino io e lui, dove incontrammo quella strana di Imai, che stava venendo verso la nostra direzione, probabilmente stava per entrare in classe –Spostatevi- disse senza salutare, mi sembrava ogni giorno più fredda di me –Ma ciao eh- dissi girandomi appena –Okay- Okay? Era nervosa probabilmente per qualcosa. Mi chiedo solo cosa ci facesse in giardino. Io e Ruka ci passammo uno sguardo d’intesa, e subito dopo ci andammo a sedere sotto il grande ciliegio. Io ero seduto da un lato e Ruka dall’altro –Natsume, stai attento con Nanami…- sussurrò Ruka. Non capivo il perché di questa affermazione. Il peggio è che non avevo ancora realizzato che Ruka lo sapesse –stai tranquillo Ruka non succederà niente- gli dissi più calmo possibile –Natsume, come va con Mikan?- disse subito dopo cercando di cambiare discorso, ma purtroppo non lo cambiò in meglio –dobbiamo proprio parlare di quella scema?- dissi senza ritegno, mi ricordavo ancora che mi aveva lasciato come uno stupido da solo sul letto mezzo nudo –eh? E’ successo qualcosa?- chiese risistemandosi di fianco a me –a proposito, volevo chiederti, di chi è questo?- indicò il segno che avevo  accidentalmente sul collo –credo sia di Nanami- dissi toccandomelo di nuovo –ah capisco-. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto –ero solo ubriaco, non l’ho fatto con intenzione Ruka, non sapevo a cosa stavo andando incontro- dissi guardandolo negli occhi, solo lui poteva sapere cosa avevo combinato quella sera –Mikan lo sa?- chiese prendendomi la mano –no, ha solo visto il succhiotto-  dissi. Mi guardò un po’ scettico. Non credeva che io potessi fare quello che ho fatto. Gli avevo appena detto che ero ubriaco, per cui non l’avevo fatto apposta, non era mia intenzione –okay Ruka, ma adesso stacca la tua mano dalla mia, sembriamo due gay ahahaha- stacco immediatamente la mano dalla sua. Mi sentivo troppo di essere in uno yaoi. Ci mettemmo a ridere insieme come due scemi, non badando all’ora che si era fatta –Natsume, quindi con Mikan che hai intenzione di fare?- disse perplesso –beh, niente. il problema è suo non mio. Lei mi aveva detto che io ero libero di fare quello che volevo poiché siamo solo “amici” ma comunque mi ha fatto capire che a me ci tiene e credo sia questo il motivo del quale se ne sia andata immediatamente- dissi riflettendoci su –ah capisco. Natsume va da lei- disse spingendomi, come per farmi alzare. Non sapevo bene che cosa fare, avrei dovuto chiarire con lei? Avrei dovuto chiedergli scusa? A che pro? No. Perché avrei dovuto farlo, era lei che si doveva scusare per avermi lasciato solo in quel momento particolare, avrebbe dovuto far finta di niente e lasciarsi andare, invece si è fermata così senza dire nulla –è lei che si deve scusare- dissi incrociando le braccia. Non mi pare il caso che debba farlo io –oh si invece. Tu ti sei preso in giro da solo, tu la ami Natsume- disse prendendomi per un braccio, da come gli luccicavano gli occhi, sembrava dovesse piangere da un momento all’altro –tu non sai che a me piace Mikan, Natsume, vederti sprecare queste occasioni, mi tocca seriamente il cuore. Ti ho lasciato la strada libera, ma te coglila- disse facendomi un lieve sorriso. A Ruka piace Mikan? in che mondo sono finito? –Ruka…- avevo finito completamente le parole –va da lei e chiarisci la situazione- secondo lui le cose si potevano fare veloce come lo scrocchio delle dita. Suonò la campana, le lezioni erano finite. Io e Ruka andammo di nuovo verso la classe, tentando di sfuggire ad alcuni professori che ci stavano cercando, dato che avevamo saltato per l’ennesima volta la lezione di Narumi. Girato l’angolo, trovammo Sumire e le sue amichette, e purtroppo vidi anche lei, Nanami che appena mi vide, mi fece l’occhiolino –Ehilà! Guardate chi c’è, Ruka e Natsume!- dissero alcune in coro. Una voce femminile chiamò il mio nome –ciao Nanami- risposi al suo saluto. Lei era l’ultima persona che avrei voluto incontrare dopo quello che era successo. Ruka si affiancò a me immediatamente e mi fissò per tutto il tragitto come per dire “ma come, la saluti pure?” è vero, un po’ mi sentivo uno schifo per aver fatto tutto quel casino e per aver rovinato le cose tra me e Mikan, dopo averci provato nuovamente. Davanti alla classe non c’era nessuno, eravamo arrivati troppo tardi, c’era solo Narumi che appena mi vide sfortunatamente venne verso di me e mi chiese, siccome ero il più bravo in matematica, se potevo aiutare quelli meno bravi a fare qualche esercizio e a capirci di più. Ovviamente all’inizio negai ma lui mi fece notare che tra quelli che non erano per niente bravi, c’era anche Mikan e quindi sperava che dicessi di si. Ma per sua sfortuna, negai nuovamente dicendogli che avevo troppo da fare e che io personalmente dovevo esercitarmi per gli esami. Oltrepassammo il corridoio di prima, che era affollato da quelle oche, che stranamente erano scomparse. Dato che io e Ruka non avevamo nulla da fare, decidemmo di andare a Central Town per farci un giro. Glielo chiesi io, perché avevo un piano.
-Natsume, sei troppo pensieroso- mi disse Ruka sghignazzando sotto i denti –ma va, non dire baggianate- risposi. Il corso era pieno di gente, tutti che parlavano, infatti non si capiva niente. Tra calci e spintoni finimmo davanti un negozio dove vendevano scarpe, ma pensai che un paio di scarpe sarebbe stato inutile siccome avevamo una divisa. Camminammo verso sud e trovammo un altro negozio, più affascinante, che vendeva vestiti da sera che sembravano belli fuori sui manichini, ma una volta entrati siamo usciti subito per paura che i nostri soldi finissero. Troppo costoso. Riuscimmo a trovare un negozietto piccolo di un vecchietto che vendeva gioielli magici, tutta roba creata dai tizi con i poteri scientifici, come ad esempio Nonoko. A proposito, chissà se era ancora arrabbiata con noi per averla lasciata sola quella sera –ei tu, scusami, avresti degli anelli decenti?- Ruka mi diede una lieve spinta di gomito, come per farmi capire che avevo un po’ esagerato –ma certo, vuoi scherzare piccolo? Vieni qui. Che tipo di anello stai cercando?- mi chiese tirando fuori una scatola piccola con all’interno incastrati con un filo d’acciaio alcuni anelli –un anello semplice che esprima felicità. Lo devo dare ad una persona sempre allegra- dissi fissando gli orribili anelli che aveva tirato fuori –capisco, adesso te lo vado a prendere, ti piacerà- un  po’ ne avevo il dubbio. Sparì dietro alla tendina che aveva messo come separé. Ruka mi guardò sorridendo, evidentemente aveva capito perché eravamo lì. Ebbene si, volevo regalare a Mikan qualcosa che l’avrebbe fatta sentire senz’altro bene. Il vecchio tornò e mi fece vedere un anello piccolo, con una striscia di diamantini colorati. Mi sembrava carino, anche perché l’anello era di un argento puro –quanto costa?- gli chiesi afferrando il mio portafoglio –seicento conigli mio caro- rimasi pietrificato. Non potevo crederci. Stavo spendendo  un’infinità di soldi per una ragazza che mi aveva fatto imbestialire –Okay. Seicento siano- glieli diedi tutti, ma proprio tutti in contanti. Mi rimanevano nel portafoglio, solo cinque conigli. Volevo sotterrarmi, tutti i soldi guadagnati in un due mesi, buttati al vento per un anello. Uscimmo dal negozio soddisfatti dell’acquisto –è un pensiero dolce Natsume- disse Ruka appoggiando una mano sulla mia spalla –lo so, almeno così calmo le acque no?- mi fece cenno di “sì”. Non ero ancora sicuro però quando darglielo, perché ero troppo scosso. Camminammo a fatica tra la folla. Tenevo la scatolina in alto, così che non si schiantasse e che l’anello non si rovinasse. Ad un certo punto, mentre camminavamo, arrivò un altro gruppo di gente che correva nel senso opposto, cioè davanti a noi. Ci urtarono –che cosa cazzo fate?- dissi innervosito –mi dispiace amico, ma siamo in ritardo- disse un ragazzo. Sulla mia mano apparve una piccola fiaccola e con essa gli bruciai un piccolo pezzo di maglietta –vedi di stare più attento- dissi praticamente scacciandolo. Mi guardai intorno, avevo perso di vista Ruka, quando mi accorsi che invece era per terra. Lo aiutai ad alzarsi –Sto bene Natsume, sto bene. Ma…l’anello, dov’è?!- chiese guardando la mia mano stranamente libera. Guardai le mie mani, non c’era più la scatolina. Guardai a terra, ma non c’erano tracce di quella fottuta scatola. Nei miei occhi si offuscava la rabbia. Avevo speso l’ira di dio, per poi perderla? –Aiutami a cercarla- dissi con poco ottimismo. La gente continuava a passare nonostante noi stessimo accovacciati a cercare l’anello. Non lo trovavamo più purtroppo. Non sapevo più che cosa fare –ei Natsume, mi dispiace per l’anello. Ma non credi sia meglio tornare?- disse intendendo il dormitorio. Mi alzai, sconfitto. Perso, di nuovo –si, andiamo-.
Riuscimmo ad uscire da quel corso, la fermata dell’autobus era vicina. Mentre camminavo, guardavo basso, ero pietrificato dal fatto di aver perso un qualcosa di un valore per me inestimabile. Se fossi tornato indietro per dire al vecchio che l’avevo perso, sicuramente non mi avrebbe rimborsato e quindi sarebbe stato alquanto inutile. Ruka mi diede un’altra gomitata in pancia. Mi disse di guardare in alto. “Fluffa Puffa a soli cinque dollari” un insegna grande quando una casa, per un piccolo fast food di Fluffa Puffa –le piacciono anche quelli- e mi fece un lieve sorriso. Beh, aveva ragione, ma non era un anello. Feci la fila per potermi procurare almeno un sacchetto d’asporto per portarlo a Mikan –Salve, cosa desidera?- quella donna. La conosco. _MY COMMENTc:_
lo so, non dovrei far finire un capitolo così c: ma vedete, mi piace lasciare la curiosità al prossimo. Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo :D

 

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Capitolo 4
*** Guai in vista 1° parte ***


Capitolo IV                   Guai in vista 1° parte

-Salve, cosa desidera?- quella donna. La conosco. Fissai i suoi occhi di un grigio cenere –un sacchetto d’asporto grazie- dissi. Credo che lei non mi avesse identificato, ma io non dimenticherò mai. I suoi lunghi capelli neri, raccolti in una semplice coda, la sua malvagità nascosta da un sorriso –sono cinque conigli- disse guardandomi meglio. So che anche lei si ricorda. Lo so –grazie, arrivederci-. Dopo questo incontro indesiderato, tornai da Ruka, che mi chiese se avevo visto un mostro, dato che ero pallido, la mia risposta –quasi-. Andammo alla fermata, che era dietro l’angolo, ed entrammo immediatamente nell’autobus –sarà felice vedrai- mi disse. Poteva anche essere felice di avere i suoi adorati fluffa puffa, ma io avevo comunque speso seicento conigli in una volta sola. E questo solo per poter fare pace con lei.
Indeciso, tornai in camera mia una volta tornati a scuola. Avevo intenzione di darglieli il giorno dopo, dato che ero troppo stanco. Quindi mi addormentai sul mio letto, scordandomi di tutti i miei problemi, anche se, quando provai a dimenticare di tutto, ecco che mi riaffiorò il viso di quella donna. Mi svegliai d’impatto. Quella perché si trovava lì. Perché faceva l’infiltrata? Non sapevo se tenere il segreto per me oppure rivelarlo al preside delle elementari. Si, quella era un membro dell’organizzazione zeta. Mi ricordo benissimo quegli occhi, in una delle mie solite missioni, incontrai quella donna che stava proteggendo una bambina, che io dovevo catturare. Mi chiesi varie volte perché si trovasse qui, sicuramente doveva strappare all’accademia un bambino o una bambina trovatisi qui. Ma chi potevano essere?. Ha un grande dono, che non può essere detto a nessuno, perché di tale importanza –Posso entrare?- non avevo riconosciuto la voce. Per cui mi avvicinai per guardare all’occhiello della porta. Yuri. Che cosa voleva da me? –Natsume grazie per avermi fatto entrare- era in uno stato, che dire pessimo era poco. Era abbastanza graffiata in faccia e anche su varie parti del corpo. Uno dei suoi occhi era tutto rosso –si può sapere che cosa sei venuta qua a fare nel bel mezzo della notte?- chiesi fissandola meglio. Io ero seduto sul letto e la guardavo mentre rimaneva seduta per terra appoggiandosi al muro –Misaki…è stata lei- Misaki? come poteva essere stata Misaki a ridurla in quello stato –Si ma perché sei venuta da me?- chiesi senza fare il prepotente, dato che già aveva i suoi problemi –se andavo da Tsubasa, sicuramente Misaki mi avrebbe trovata subito- disse tossendo. Le diedi un fazzoletto, stava piangendo dal nervoso –stai dicendo che Misaki ti sta inseguendo?- chiesi dubbioso. Non credevo che Misaki potesse fare ste cose –si, esattamente- la guardai ancora un po’, aveva delle ferite che stavano sanguinando, così ,mi alzai per prenderle delle bende almeno per medicarla –mi spieghi cos’è successo?- chiesi aprendo l’involucro che conteneva le bende –Dopo aver scoperto del fatto successo tra me e Tsubasa, e dopo essersi lasciati. Tsubasa ha avuto il coraggio di darmi la colpa, così Misaki, mentre stavo per entrare in camera mia dopo una divertente serata, mi aggredì all’improvviso, dicendomi di non azzardarmi mai più a tradirla, una cosa del genere. Ma ho notato che mentre mi menava, stava piangendo….- sbuffai, dalla noia. Le solite liti per gelosia. Sapevo già che Yuri sarebbe andata nuovamente in discoteca, me l’aspettavo da Tsubasa a dargli la colpa, dato che è un codardo e sono anche sorpreso dalla furbizia di Misaki nell’attenderla fino a tarda notte. Quello che non capisco è perché Yuri non avesse reagito –perché non ti sei difesa? Perché non hai agito, pur essendo consapevole che ti stava menando?- le chiesi un po’ confuso. Lei incominciò a singhiozzare, capì che stava per piangere ma non capivo ancora perché fosse venuta da me, il perché avesse scelto proprio la mia camera –Natsume, mi dispiace averti dato questo fastidio, non succederà più, scusami. Ho bussato alla prima porta che mi sono trovata davanti mentre scappavo- disse asciugandosi col fazzoletto che le avevo prestato. Dissi che non me ne importava, tanto ero già sveglio perché non riuscivo a dormire. Le dissi che poteva solo per quella notte, dormire in camera mia. Però se solo Mikan veniva a sapere che lei era stata in camera mia, probabilmente non l’avrei più rivista.
La mattina seguente, mi alzai convinto di trovarmi Yuri in camera, ma stranamente era scomparsa. Al suo posto, trovai una misera traccia di sangue che conduceva alla porta. O si era trascinata fuori mentre dormivo, o Misaki l’aveva trovata. Però in cuor mio dubitavo che Misaki potesse farle così male da farla sanguinare dovunque. I dubbi rimanevano, anche se non era affar mio. Andai in cucina, e trovando il sacchetto di fluffa puffa mi ricordai di Mikan. mi ricordai che dovevo assolutamente portarglieli per, insomma, spiegarle che cos’era successo, ma anche farle capire che io ero libero ed anche lei, per cui normalmente non dovevo nemmeno scusarmi, perché non stavamo insieme e non l’avevo tradita come crede lei. Anzi, doveva scusarsi di avermi fatto spendere una barca di soldi, seriamente. Mi vestì, mi lavai i denti, la faccia, presi il sacchetto e deciso uscì dalla mia camera. Andai dritto per dritto, quando arrivai all’incrocio, dove c’era il corridoio del dormitorio femminile e il corridoio che portava all’atrio, ovviamente scelsi quello del dormitorio femminile, dovevo scusarmi, si, per quello che aveva visto diciamo. Mentre camminavo, guardavo basso, ma quando diedi un leggero sguardo a dove stavo andando, incrociai proprio Misaki. Sembrava addirittura allegra. La guardai meglio, solo che si accorse di me e mi salutò, io feci altrettanto ma comunque rimasi sulle mie, se fosse stata lei davvero o se fosse stata solo un illusione di Yuri, anche se credevo impossibile. Bussai un paio di volte, non mi rispose nessuno. Bussai una terza volta e non mi rispose nessuno lo stesso –Mikan è andata a fare colazione assieme ad Hotaru- disse Nonoko salutando con la mano subito dopo. Ci rimasi di merda. Girai la maniglia e la porta era sbadatamente aperta, si era dimenticata di chiuderla come al solito. Le appoggiai il sacchetto sul tavolo, presi carta e penna e gli scrissi un breve messaggio dove mi scusavo per quello che era successo, che le promettevo che nulla sarebbe più capitato e le chiedevo di fare pace. Uscì da camera sua e andai a fare colazione anch’io visto che ci andavano tutti –Vieni a sederti qui!- indicò Ruka il suo tavolo. Presi una brioche alla marmellata, un tè caldo, e una mela da affiancarci. Mi diressi verso il tavolo –buongiorno cavaliere, hai dato i dolci alla tua donzella?- disse Ruka spiritoso –sono andato in camera sua, ma lei sfortunatamente non c’era e quindi glieli ho lasciati sul tavolo- si mise a ridere senza motivo. Gli chiesi perché stesse ridendo, e lui mi disse che si stava immaginando la scena, io che continuavo a bussare alla porta come uno scemo, mentre lei era qui. Gli diedi un piccolo schiaffo sulla spalla –smettila di ridere- gli dissi, quasi ridendo anch’io. Guardai un po’ intorno, riuscì ad identificare Mikan, ma casualmente non vidi Yuri da nessuna parte. Tutti i tavoli erano pieni, ma di lei nessuna traccia. Pensai che magari stesse dormendo data quella brutta situazione. Riflettei sul fatto che Yuri mi avesse detto che Tsubasa e Misaki si erano lasciati a “causa sua”. Ci credevo si, però il resto del racconto non mi tornava, Misaki non è quel tipo di persona violenta che ucciderebbe chiunque pur di avere il suo amato –Natsume! A cosa stai pensando? Ti ho chiesto tre volte che ne pensavi del tè, non credi abbia un sapore strano?- mi accorsi di Ruka, mi ero troppo fissato sul mio pensiero che avevo lasciato il mondo reale –oh si, fa schifo- risposi, per poi dirigermi a buttare la tazza in plastica. Anche Ruka poco dopo si alzò. Dato che era un giorno libero, come al solito andammo in giardino sotto al solito ciliegio. Mi arrampicai su un ramo, giusto per il gusto di farlo. Sgranocchiai la mia mela e all’improvviso Ruka si mise a parlare di gossip, roba da ragazze –mezz’ora prima che tu arrivassi, mi ero seduto al tavolo delle ragazze, perché Mikan voleva salutarmi. Ho sentito una divertente storia di Misaki….- lo guardai scettico. Ero curioso di sapere qualcosa in più su di lei –certo, vai avanti- dissi a tutte orecchie –Misaki ha raccontato che ieri sera è uscita con nuovo ragazzo e sai chi è? E’ Subaru Imai! Il fratello di Hotaru, non è strano?- mi pietrificai, ma non per il fatto disgustoso che Misaki sia uscita con Imai, ma per il fatto che Misaki non è stata in dormitorio ad attendere l’arrivo di Yuri, o per lo meno bisognava accertarsi che lei fosse tornata tardi e non all’ora in cui Yuri è stata assalita –sai quando è tornata?- chiesi continuando a fare finta di niente –beh, tutto ciò che so, è che è rimasta da Imai e non si sa che hanno fatto ahahah- bene. Sapevo che non poteva essere stata lei. Però ancora un’ultima domanda, ma…se non era stata Misaki ad aggredire Yuri, allora chi era stato?
_MY COMMENT c:_
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.  Vi ho lasciato a mezz'aria con questa domanda :D sorryy

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Capitolo 5
*** Guai in vista 2°parte ***


Capitolo V      Guai in vista 2° parte

-Natsume- una voce spuntò da dietro il cespuglio. Era qualcuno di famigliare che mi chiamava. Uno che probabilmente doveva dirmi che cosa dovessi fare –ti vorrei avvisare di una cosa- mi disse –un alunna di nome Yuri Satou è scomparsa. Presto la scuola darà il segnale, dobbiamo trovare l’infiltrata dell’organizzazione zeta, non credo sia andata troppo lontano- sospettavo che fosse stata lei –ricorda, lei può diventare chiunque cambiando aspetto- disse Persona. Ma certo, quella donna aveva preso le sembianze di Misaki per riuscire a rapire Yuri. Ma perché picchiarla? Non aveva alcun senso, poteva prenderla e basta –tutto ciò che devi fare, è trovarla. Portamela, viva- detto questo si volatilizzò. Il mio nuovo compito, salvare Yuri e portare al preside quella donna, anche se sarebbe stato difficile riuscire ad acchiappare una che può cambiare aspetto. Lasciai Ruka senza parole, dato il malo modo in cui me ne scappai. Mi sarei comunque scusato più in là. Non sapevo dove andare a cercarla, magari all’interno della struttura, nei pressi dei dormitori l’avrei trovata. Corsi dentro a tutta velocità, mi bloccai, guardai infondo al corridoio: nessuna traccia, niente di niente. Contai le stanze, una ad una, trovai la stanza di Yuri, la porta era chiusa dall’interno, la bruciai immediatamente. Era impossibile, non era nemmeno lì, ma la stanza era a soqquadro –Natsume! Natsume ti prego aiutami! Yuri è scomparsa, la devi trovare!- mi gridò nell’orecchio quell’oca di Nanami –è quello che sto facendo. Ma tu non l’hai vista in giro?- chiesi. La guardai, sembrava una fontana vivente –no, oggi in teoria dovevamo andare a spassarcela ma quando sono andata a prenderla non c’era più, l’ho cercata dappertutto. Sono stata io a dare il segnale d’allarme che fra poco suonerà- mi disse immersa dalle lacrime. La superai, andando per la mia strada. All’improvviso suonò la campanella d’allarme che durò un’infinità –ragazzi, state bene attenti, Yuri la nostra cara compagna è scomparsa, vi assicuro che tutte le unità si sono concentrate attorno al giardino e ai cancelli. Voi se la vedete avvisate immediatamente noi o la sicurezza. Qui Narumi, passo e chiudo- Narumi che pensa di essere chissà chi all’altoparlante, mi fa morire. Mentre mi dirigo nell’atrio, incontro l’ultima persona a cui stavo pensando che stava correndo verso di me –Mikan!- si fermò di colpo. Mi squadrò da capo a piedi –ciao Natsume, bella giornata non credi? Ah, hai saputo che Yuri è stata catturata?- disse. Era parecchio strana, ma comunque mi faceva piacere sapere che mi stava parlando come se nulla fosse –si l’ho saputo- dissi sicuro. Mi sembrava lei –mi dispiace moltissimo. Comunque, ti va di venire un secondino di là con me?- mi chiese facendo l’occhiolino, come potevo dirle di no? La seguì, andammo dietro alle quinte del palco che c’era nell’atrio. Dovevo tenere gli occhi ben aperti, dovevo controllare che quella donna non fosse lì, però quando si trattava di Mikan, la missione e Yuri potevano andare a farsi fottere –vieni qui, non ci vedrà nessuno-  mi disse con quella voce, quella voce, che mi fa impazzire. Si sedette su un mobile bianco e mi invitò ad andare da lei. Incominciai a baciarle la guancia, poi il collo, e lei mi stringeva sempre più forte, dopo essermi divertito un po’, passai alla parte critica –te la devo togliere io, o fai tu?- le chiesi riferito alla maglietta. Fece tutto lei. Notai un particolare strano, erano più grosse del normale, ero abituato a vedere Mikan piatta come una tavola da surf –wow, vedo che sei cambiata di un botto- le dissi iniziando i miei giochetti. Lei però stava muta, non fiatava. Ad un certo punto, mi afferrò la testa e mi sentì qualcosa di appuntito dietro –sono cambiata così tanto dall’ultima volta che ci siamo visti Natsume?- disse. La divisa stava sparendo, il viso diventava più scuro, i capelli neri e gli occhi grigi come la cenere –tu- dissi provando a staccarmi –non pensavo fossi così ingenuo Natsume- come faceva a sapere il mio nome e io non il suo? –scusami, non ho mai avuto modo di presentarmi, mi chiamo Kuroha, sono un membro dell’organizzazione zeta, piacere- disse, stringendo sempre di più il manico del coltello alle mie spalle –fallo. Se ne hai il coraggio, fallo- dissi senza problemi, sapevo che non l’avrebbe fatto –toglimi una curiosità, dove hai nascosto Yuri?- chiesi senza farmi troppi problemi –oh non lo dirò certo ad un tipo come te, mi rovineresti senz’altro i piani, ecco perché ti ucciderò adesso- disse. Feci immediatamente apparire una fiaccola sulla mano di Kuroha, per poi staccarmi da lei, buttò il coltello in terra e soffiò sulla mano sbattendola a destra e a sinistra urlando –come hai potuto, tu!- gridò di nuovo –attenta, potresti attirare l’attenzione di qualcuno- dissi indicando un ombra nera alle sue spalle. Intendevo Persona –eh?- d’un tratto le piombò addosso. La legò in un attimo e se la portò via –ottimo lavoro Natsume, vieni con me- e lo seguì assieme a Kuroha. Mi chiedevo da quanto tempo persona ci stava spiando.
Entrammo nell’ufficio più orripilante di sempre, l’ufficio del preside –bene bene bene, Kuroha, da quanto non ci si vede- disse il moccioso –Tu…come fai ad essere ancora vivo?- chiese Kuroha affascinata da quel suo aspetto minuto –sono vivo e basta. Dimmi, che cosa ci facevi qui?- chiese, mentre lei distoglieva lo sguardo –mi sembra ovvio, sono venuta a prendermi ciò che è mio- continuavo  a non capire –dove hai messo Yuri?- chiese di nuovo il preside –tranquillo, è al sicuro lontano da te- disse Kuroha dimenandosi ulteriormente dalle corde cui era avvolta –Perché proprio Yuri, dimmelo- fece all’improvviso uno sguardo serio e pieno di rabbia –perché Yuri è mia figlia- tutti rimanemmo allibiti. Io per primo che non avevo compreso che lei fosse la madre di Yuri –ah ecco. Sicuramente Yuka ti avrà obbligato a portargliela, dato che ha un potere straordinario, come si dice, tale madre tale figlia- disse girandole intorno –senti, hai tre minuti per dirmi dove si trova la bambina, se non me lo dirai ti spiegherò più tardi che fine farai, ti posso solo dire che sarà l’ultima volta che rivedrai tua figlia e la luce del sole- disse senza ritegno –so che è ancora qui, dimmelo!- lei fece cenno di “no” con la testa, ma mentre lo faceva, si mordeva le labbra, aveva compreso che cosa le sarebbe successo ma nonostante tutto, ci teneva a proteggerla–va bene, ma se te lo dirò, promettimi che la tratterai come è giusto che sia- disse tra una lacrima e l’altra. Non avrei voluto essere lì in quel momento–si trova nella foresta settentrionale- disse sospirando. Non credevo che avesse avuto il coraggio di rivelarlo –tu menti donna! Dimmi dov’è o ti giuro che uccido te e tua figlia- si alterò Persona –ve lo giuro! Si trova nella foresta settentrionale, l’ho affidata ad un orsacchiotto vivente- secondo me stava dicendo la verità, perché esisteva davvero Orsetto –Okay Kuroha, fai buon viaggio nella prigione♥- disse dandole un delicato bacio sulla guancia. Persona aprì una porta dove c’era una scalinata profondissima e semplicemente la buttò in fondo. Non ne sapevo l’esistenza di quella porta, ne di quelle scale. Mi sarebbe piaciuto andare a verificare di persona. Mi spiace per quella donna, ma ancora una cosa non si è capita, visto che quella donna era sua madre e ha fatto finta di essere Misaki, perché avrebbe dovuto menarla? Ricordo in che condizioni era quando l’avevo fatta entrare in camera mia –Natsume, recupera Yuri- disse sbattendomi fuori dall’ufficio. La mia nuova missione? Recuperare Yuri. 
_MY COMMENT c:_
spero vi sia piaciuta la fine, anche se ci sarà comunque una domanda che rimarrà ovvero: "se era sua madre, perchè picchiarla?" la risposta è molto semplice, ma la troverete forse più avanti. Sono malvagia lo so c: a prestooo
(comunque pubblicherò almeno un capitolo a settimana, quindi tenetevi pronti sempre :D) dalla vostra CMeli
Ringrazio fortemente chi sta recensendo la storia e un grazie enorme a chi mi segue e mi sostiene <3

 

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Capitolo 6
*** Giornata quasi indimenticabile ***


Capitolo VI                       Giornata quasi indimenticabile

Mi svegliai, mi stiracchiai e decisi di scendere dal letto. Per colazione decisi di mangiare i fluffa puffa che Natsume mi aveva portato, non lo avevo ancora ringraziato, ma il giorno precedente era successa una cosa terribile e non avevo potuto incontrarlo. Mi vestì in tutta calma e decisi di farmi un giretto da sola, per il giardino. Alle otto di mattina non si vedeva nessuno in piedi, a parte uno strano soggetto sdraiato su un ramo di un albero, che dormiva con il suo fumetto in faccia. Era così buffo vederlo così, sembrava un bambino. Sinceramente avrei voluto parlargli di persona l’altro giorno, per quello che era successo e che avevo visto. Avendoci pensato a lungo, avevo capito che la mia reazione era stata troppo impulsiva e sbagliata. Io e lui non stavamo insieme, eppure mi ero comportata come una fidanzata tradita, avevo fatto il broncio per diversi giorni ed ero pure stata gelosa, ma lo ero tutt’ora. Mi dispiaceva il fatto di essermi arrabbiata inutilmente perché sapevo che lui era libero, ed io ero solo una ragazza con cui c’era stato ma solo in quel momento. Ero io che dovevo scusarmi, ero io che dovevo regalargli qualcosa, non lui. Nonostante ciò, pur di fare pace mi aveva preso i miei dolci preferiti, ed io invece per fare la pace non avevo pensato a un bel niente. Questo mi aveva fatto capire che probabilmente non meritavo il suo affetto e ne i sentimenti che avevo voluto che lui provasse nei miei confronti. Quindi rimasi lì appollaiata vicino al ciliegio su cui era sdraiato. Lo ammiravo in tutta la sua bellezza, anche se sembrava un barbone. Lo stimavo perché sapevo che anche se soffriva per quello che faceva per l’accademia, comunque nella vita andava avanti e non si faceva scoraggiare dal suo alice. Avrei voluto essere come lui, fredda quando ce n’era bisogno, triste e felice quando era giusto, responsabile nelle situazioni più opportune. Era perfetto si, invece io ero tutto il contrario, ma infondo mi andava bene anche così. Guardai l’orologio, otto e cinque. Decisi di farmi una breve dormitina perché tanto era presto. Mi appoggiai al fusto dell’albero e mi addormentai di sasso.
-Mikan svegliati- sentì una voce maschile nel mio orecchio che diceva qualcosa, ma non capivo –Mikan, ti ho detto che ti devi svegliare- di nuovo quella voce –Mikan…- era più vicina quella voce, sempre più vicina. Aprì delicatamente gli occhi e mi ritrovai Natsume accanto che mi fissava facendo un sorriso –sei buffa quando dormi- mi disse facendomi arrossire –ahaha davvero? Tu sembri invece un barbone- dissi facendomelo scappare, mi tappai la bocca in un nano secondo –ah davvero? Okay- disse. Mi fece un solletico che quasi piangevo. Gridavo di smetterla, ma lui continuava. Alla fine mi alzai e corsi, lui giustamente mi rincorse ed entrambi cademmo come due scemi in terra –ti sei fatta male?- chiese sorridendomi –nah, non ti preoccupare- dissi. Mi venne in mente di dirgli quello che pensavo e che avrei voluto dirgli, ma la mia bocca sembrava non volesse muoversi, sembravo paralizzata. Ci furono dei minuti di silenzio –okay, adesso devo andare..- disse Natsume, ma lo fermai afferrandogli un braccio –Natsume…..grazie per…i fluffa puffa…- dissi diventando sempre più rossa, o così credevo, dato che diventavo ogni secondo più calda –ma va, di niente- mi accarezzò la testa, come se fossi un cane e se ne andò. Avrei voluto scusarmi per quello che era successo –scusami…- sussurrai, ma lui già era lontano e non mi poteva sentire. Mi alzai da terra eliminando la terra dalla divisa, anche se era un giorno libero, mi piaceva tenerla. Mi diressi dentro la struttura, dovevo andare immediatamente in bagno. Quando aprì la porta, notai il gruppo di Sumire e Sumire che si stavano truccando –Wow, guardate chi c’è- alcune risero sotto i baffi. Quelle maleducate. Mi chiusi a chiave in un bagno e feci quello che dovevo fare intanto, sentì le voci di quelle oche –Stasera andiamo a sbocciare ragazze- disse Sumire –Certamente- aggiunse un'altra –invitiamo qualcuno! Invitiamo il nostro neko♥- disse un'altra ragazza, che mi sembrava si chiamasse Nanami. Dato che Neko significava “gatto” poteva riferirsi a chiunque volendo. Ma avevo il presentimento che si riferisse a Natsume. Uscì dal bagno dopo aver tirato lo sciacquone. Stavo per uscire quando Sumire mi prese per un braccio –Mikan vieni con noi stasera, invita anche Hotaru se vuoi, andiamo a divertirci, tra poco iniziano gli esami pensaci!- disse Sumire per poi lasciarmi. In pratica mi aveva invitato ad una “festa” di fine anno. Per poi iniziare la quarta superiore, che brutto però avere gli esami anche in quarta –okay, ci penserò senz’altro- e me ne andai subito. Avrei voluto invitare anche Natsume con me, ma non potevo rischiare che lui si ubriacasse di nuovo e che baciasse qualcun altra, o peggio. Per cui, decisi di andare di nascosto. Andai a cercare Hotaru nel suo laboratorio per chiederle se poteva venire con me –se vengo mi paghi da bere e da mangiare- disse come suo solito –perché devi fare così? Dai!- dissi saltando senza un motivo preciso–No, prendere o lasciare- disse allungando un braccio per fare un patto –va bene, ci sto- accettai, tutto per far venire la mia migliore amica –bene, a che ora?- mi chiese –beh, dovrei chiedere a chi mi ha invitato…- dissi senza fare nomi –tieni questo citofono portatile, è un altro oggetto di mia invenzione, puoi chiamare la gente senza il suo numero, e non per forza deve avere il citofono portatile, ah ed è senza fili, perciò è portatile. Pensa alla persona cui vuoi chiamare- mi disse. Feci come detto nelle istruzioni. Pensai a Sumire –pronto?- dissi. Dall’altra linea si sentivano dei rumori strani –chi parla?!- Era Sumire spaventata –Oh non preoccuparti sono Mikan- , -Mikan?-, -Si, Mikan, volevo chiederti a che ora avremmo dovuto essere lì da voi-, -oh, beh, se venite, fatevi trovare alle otto alla fermata dell’autobus, tutto okay?- guardai Hotaru che aveva sentito, e mi fece cenno di sì –okay ci saremo- passai la cornetta alla mia migliore amica, che scaraventò nel suo scatolone. Lo guardai meglio, non capivo perché ci fosse uno scatolone da viaggioei Hotaru, perché stai mettendo alcune tue invenzioni in quello scatolo? A cosa ti serve?- si girò e mi guardò con sguardo scrutatore –dopo gli esami parto. Faccio un viaggio all’estero, per cui mi devo portare lo stretto necessario- mi disse rigirandosi. Continuava ad infilare oggetti di strano tipo là dentro –perché non me l’hai detto che te ne andavi? E quando torni?- le chiesi. Sentivo che mano a mano il mio cuore si spezzava, Hotaru era tutto per me, non poteva staccarsi così –tornerò dopo un mese credo, ma non ne sono pienamente sicura- mi disse senza voltarsi nemmeno una volta. Prese un pezzo di scotch dalla sua grande scrivania e chiuse lo scatolo –e anche questo, fatto- disse ripulendosi le mani –beh Hotaru, quando stai per partire dimmelo però eh…- dissi singhiozzando –no ti prego non incominciare a piangere- si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla destra –non ho detto che non tornerò e poi comunque ci sentiremo- disse sorridendo. Volevo crederle, ma solitamente quando faceva viaggi di questo genere, mi inviava solo richieste tipo meloni, cocomeri o dolci –Okay, allora smetto di piangere…- mi asciugai una lacrima. Presto uscimmo insieme dal laboratorio e incrociammo Ruka e Natsume in giardino –Ehilà Hotaru- disse Ruka diventando di colpo roseo in viso. Io e Natsume ci guardammo, era come se fosse un saluto fra di noi –Bene, voi cosa fate oggi?- chiese Hotaru grattandosi il braccio –oh beh noi nulla, oggi poi non si sa se pioverà- disse Ruka guardando il tempo. Dato che c’era il sole in quel momento e faceva anche caldo, invitai tutti ad andare alle giostre, vicino a Central Town, Natsume si comportò da guastafeste dicendo che era meglio di no, mentre Ruka disse che per lui andava bene, per quanto riguarda Hotaru –se vuoi che io salga là sopra, mi devi 10 conigli- disse. Mi dimenticai che Hotaru aveva un po’ fifa dell’altezza e che per lei salire sulle montagne russe poteva essere un problema. Mi misi a ridere sotto i baffi –perché ridi?- mi chiese Hotaru –niente niente, mi sono ricordata che te hai paura delle montagne russe ahahah- direttamente sulla mia guancia, partì una zoccolata di quelle che più male di così non si può. Mi lasciò addirittura il segno quell’aggeggio infernale –ridi ancora?- disse facendo uno sguardo serio –no no- dissi dolorante. A momenti mi strappava una mascella. E il tutto davanti a lui. Che vergogna, e io che avevo intenzione di risultare più seria e adulta –andiamo va. Mangeremo un cornetto lì- disse Hotaru dirigendosi nella direzione in cui saremmo dovuti andare. A piedi? Natsume aveva proposto di andare a piedi, fino alle giostre, praticamente sarei arrivata lì tutta sudata –andiamo a piedi perché dato che è presto il parco è chiuso, e se camminiamo ci mettiamo di più. Il tempo che arriviamo lì ci sarà già un casino di gente. Stupida- disse il sapientone. Gli diedi un pugno sulla schiena, che lo irritò a tal punto che mi inseguì e corremmo come due scemi sul marciapiede della strada. Voleva farmi sicuramente il solletico, ma purtroppo senza accorgermi stavo finendo per correre in mezzo alla strada, Natsume mi chiamò più volte inseguendomi, ma io continuai a correre e a ridere. D’un tratto da lontano apparve un autobus, che si avvicinò sempre di più suonando il clacson, non so ben spiegare il fatto che io non l’abbia nemmeno sentito e ne visto, fatto sta che Natsume dall’altro ciglio della strada, mi spinse via mi portò in salvo sul marciapiede, quando vidi l’autobus che passò. Ruka e Hotaru mi vennero incontro –state bene?- chiese Ruka abbracciandoci. Natsume mi guardò perplesso –si può sapere cosa ti è preso? Ti stavo chiamando in continuazione- mi disse per poi abbracciarmi, e quell’abbraccio fu così significativo per me, che mi misi a piangere ringraziandolo di avermi salvata –non so che cosa mi sia successo- dissi imbrogliando a me stessa, invece si che lo sapevo. Mi ero esaltata così tanto che Natsume volesse farmi il solletico che non mi accorsi di nulla perché la mia testa era da un'altra parte. Ero talmente felice del fatto che avrei potuto risentire le sue mani su di me anche per due secondi, che non mi ero accorta che l’autobus mi avrebbe investito –cerca di stare più attenta- mi disse accarezzandomi nuovamente la testa come fossi il suo segugio.
-Guardate! Le vedo, le vedo!- gridai saltellando indicando una delle mie montagne russe preferite –tranquilla Mikan, ci arriveremo- mi disse Ruka tentando di tenermi. Arrivati al cancello, entrai immediatamente, Natsume tirò fuori i soldi per pagarci il biglietto dato che voleva offrire lui stranamente. Scelsi subito io, la prima fu la centrifuga, senza cinture, senza nulla di nulla, partecipò anche Hotaru che appena scese cadde a terra per il giramento di testa, come me. La seconda, senza dubbio le mie montagne russe preferite –dai Hotaru sali!-  dissi incoraggiandola. Però lei rimase seduta su una panchina ad aspettarci, ci fece addirittura delle foto con la sua macchina fotografica, che poteva modificarle. Dopo essere scesi, Natsume indicò una giostra, una nuova, la più imponente e pericolosa che si sia mai vista, mi disse il nome “kamikaze” mi vennero subito i brividi a guardarla, era così alta e appena Natsume disse che aveva la capacità di farti andare sottosopra allora decisi di pagare immediatamente per salire. Hotaru rimase in disparte di nuovo –Hotaru, vieni forza, ti offro il biglietto- disse Natsume ridendo sotto i baffi –no grazie, non vorrei sentirmi male- disse senza guardarlo in faccia –okay facciamo una scommessa- disse Natsume. Mi avvicinai anch’io per poter sentire di che cosa stavano parlando, ma purtroppo Ruka mi chiamò e andai da lui –tu credi che è pericoloso?- mi chiese tremante –ma no, figurati- lo tranquillizzai. Dopo questa breve conversazione mi diressi verso Natsume per ascoltare ma purtroppo avevano già finito. Chissà qual era la scommessa.
-pronti?- disse Natsume tutto esaltato mentre si chiudeva la cintura del sedile. Eravamo tutti in tensione. La giostra stava per partire, quando l’operatore ci chiese se eravamo pronti. Tutti facemmo cenno di si, tranne Hotaru che incominciò ad avere un colore violastro. Finalmente dopo tanta tensione, la giostra si alzò e ci porto subito a testa in giù, ci fece fare un giro completo veloce e poi più lento e poi più lento ancora, fino a farci stare due secondi sottosopra. La faccia di Hotaru era epica. Mi guardava come se stesse per vomitare da un momento all’altro, sapevo che lei aveva una paura insuperabile, però credevo che dopo questa occasione potesse svanire. Sapevo in cuor mio che mi avrebbe uccisa appena scesi. Gli urli nel giro erano inevitabili, anche perché chi non urlerebbe? Natsume mi prese la mano varie volte mentre io gridavo e lui, rideva. Ero felice del fatto che lui si stesse divertendo, così tanto, che all’improvviso risi anch’io. Quando scendemmo Hotaru mi prese da parte –Mikan…..io…..devo vomitare, portami in bagno-  disse chiudendosi la bocca. Corsi in bagno con lei lasciando i ragazzi di sasso. Aspettai Hotaru che era chiusa nel bagno, ad un certo punto uscì e mi guardò malinconica tenendosi la pancia –Mikan, non posso venire con te stasera, mi dispiace, non mi sento bene- mi disse mortificata –scusami Hotaru, è colpa mia. Sono io che ho insistito per venire qui- dissi quasi piangendo. Mi sentivo si in colpa per quello che era successo –Non ti costringerò a venire con me anche se mi dispiace tantissimo- ammisi aiutandola ad uscire da lì. La accompagnai fino ai ragazzi, cui raccontai che Hotaru non si sentiva bene e che quindi dovevamo tornare a scuola. Natsume guardò Hotaru un po’ preoccupato, veramente un po’ ero gelosa del fatto che lui si stesse preoccupando per lei e non per me, ma d’altronde lei era la mia migliore amica e non potevo essere gelosa di lei –forza allora, prendiamo il taxi, ci metterà di meno a tornare- disse Natsume facendo l’autostop in mezzo alla strada.
Una volta nel taxi, guardai i finestrini dubbiosa, non sapevo se andarci alla festa di fine anno o no, non c’era la mia migliore amica, e lei era tutto per me, se non c’era lei, con chi avrei parlato per tutta la sera? –Mikan- mi bisbigliò nell’orecchio Hotaru –Tu vai a divertirti. Non ti preoccupare, ci saranno lì anche Nonoko e Anna. Magari io vi raggiungerò più tardi se mi sentirò meglio- disse per poi sorridermi. Aveva ragione, ci sarei comunque dovuta andare, sempre all’insaputa di Natsume ovviamente. Guardai il finestrino, stava già piovendo, che tristezza. Arrivati a scuola, scesi dalla macchina velocemente e ringraziai il tassista, cosa che feci solo io. Salutammo i ragazzi e ognuno andò nella sua stanza. Mi dispiaceva un sacco lasciare la giornata a metà così e “mandare via” i ragazzi in quel modo –grazie- disse Hotaru, io sorrisi. Mi sedetti sul suo letto, fissando il pavimento –ei- attirò la mia attenzione –cos’è successo con Natsume?- mi chiese. Rimasi allibita per quella domanda –niente…?!- dissi guardandomi in giro sfuggendo al suo sguardo di ghiaccio –non prendermi in giro, non siete più voi stessi. Adesso nemmeno vi salutate? Avete litigato?- mi chiese avvicinandosi sempre di più –beh, diciamo di si…ma non credo di essere più arrabbiata con lui- ammisi stringendo le mani dal nervoso, parlare di lui e di quello che mi aveva fatto ma che poteva fare, mi innervosiva –scusami, ma avete chiarito?- mi chiese appoggiando una mano sulla mia spalla –no, non proprio…- dissi guardandola negli occhi, che sembravano arrabbiati per quella risposta –ma come no! Vai subito da lui! Va da lui e chiarisci!- la sua reazione quasi mi spaventò, mi misi a ridere dicendo ad Hotaru di calmarsi –tu intendi perdere quello scemo per niente? per una cosa da meno?- mi disse. Effettivamente aveva ragione –Hai ragione Hotaru, dovrei andare da lui a chiarire questa situazione- dissi –Mikan, digli che lo ami- mi disse facendo un lieve sospiro –Okay-.
_MY COMMENT c:_
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, non sono stata nei limiti, perchè come potete vedere, è un tantino lungo, ma meglio così :D
Nel prossimo capitolo ci sarà la discussione tra Mikan e Natsume, chi non se la vuole perdere? c: 
Comunque sempre un grazie caro alle persone che recensiscono perchè significa che mi seguono e in qualche modo piace quello che scrivo.
AL PROSSIMO CAPITOLOOO <3



 

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Capitolo 7
*** Il buio e la luce ***


Capitolo  VII                   il buio e la luce

–Mikan, digli che lo ami- mi disse facendo un lieve sospiro –Okay-. Uscì dalla camera sicura di me, piena di coraggio e determinata. Toccava a me scusarmi per quello che era successo tra noi due, perché ero io che mi ero fatta soggiogare dai miei stessi sentimenti. Contai i numeri, uno a uno la stanza si stava avvicinando. Avevo seriamente intenzione di dirgli qual erano i miei sentimenti, avevo intenzione di fargli comprendere ciò che volevo e che avrei sempre voluto. Mi stavo già preparando il discorso nella testa, doveva essere perfetto e pieno di sentimento, doveva rendersi conto di chi aveva davanti, perché si, davanti aveva la ragazza che stravedeva per lui. Bussai alla porta, tremavo tutta, il mio cuore andava miseramente a puttane, tutto ciò che avrebbe determinato il futuro sarebbe successo lì, in quel momento, in quella conversazione. La porta si aprì e lì mi trovai lui –Ciao Mikan- disse facendomi entrare, la sua faccia era abbastanza sorpresa per quella mia apparizione improvvisa –Perché sei qui?- disse in tono di menefreghismo assoluto –cosa sei venuta a fare? A dirmi cosa devo e non devo fare? Sei venuta a dirmi che non ti ho chiesto il “permesso” per quel segno sul collo?- disse senza alcun ritegno –no…no, io sono venuta qui per…- venni interrotta dal tono avido e alto di Natsume –Per? Sappi che non mi scuserò con te perché non è stata colpa mia. Io nemmeno mi ero accorto- disse girando per tutta la camera facendo il nervoso. Mi stava facendo perdere la calma –ah giustamente non ti sei accorto, poverino! Ti sei ubriacato così tanto che non ti sei accorto del succhiotto eh?- dissi sbattendo il piede a terra –sono libero di fare quello che voglio Mikan! io e te, noi, non stiamo insieme- disse mettendosi la mano sul viso come per far vedere che era scocciato da me –Hai ragione, non sto dicendo nulla su questo Natsume! Io sono venuta qui per dirti che hai ragione e che …- mi fermai un attimo, e ci pensai, pensai a due possibili opzioni per sfuggire a quella situazione indecente: la prima, ovvero salutarlo per sempre e andarmene o la seconda, cioè spiegargli che non era mia intenzione dargli fastidio –che?- disse irritato. Il tempo scorreva, dovevo prendere la mia decisione che avrebbe comportato il futuro –e che mi dispiace per quello che è successo, per il mio comportamento nei tuoi confronti, che so quanto ti ha dato fastidio e me ne vergogno…- rimase impassibile ad ascoltarmi –Natsume, il punto è che…il punto è che….- quello era il mio momento, il momento in cui avrei dovuto rivelare i miei sentimenti a Natsume. Mi guardò e fece un ghigno, mi mise una mano sulla guancia, mi prese e mi baciò. Quel bacio fu uno dei più significativi, finalmente avevo ottenuto quello che volevo da lui –Io ti amo Mikan- mi disse Natsume stringendomi ancora più forte, mentre continuava a baciarmi, fino a quando non si intromise anche la lingua. Ci staccammo per due secondi –Natsume, anch’io ti amo- dopo quella frase, scoppiò il finimondo. Ci fu un bacio che durò tre minuti e più, i vestiti volarono e caddero sul fondo del pavimento, ci addentrammo in questo nuovo mondo, pieno di passione e amore. Tutto quello che accadde in quel momento, fu memorabile e bellissimo. Anche se, a dirla tutta, avevo paura che i miei gridolini si fossero sentiti anche da Ruka, dato che si trovava due camere dopo quella di Natsume –Natsume…io…- avrei tanto voluto finire quella frase ahahah ma purtroppo Natsume non mi diede fiato.
Finito di fare, quello che stavamo facendo, chiesi a Natsume se poteva prendere un asciugamano che stavo diventando una pozza di sangue unica –che nervoso che siete voi donne eh- disse riferendosi al fatto della verginità –se te che mi hai sverginato eheh- dissi ridendo un po’. Entrambi ci guardammo. Purtroppo ero sul suo letto, che avevo bagnato e che lui aveva bagnato. Decidemmo così che la notte lui avrebbe dormito da me, anche se di colpo mi ricordai l’impegno che avevo  -ei senti Natsume, stasera io avrei un impegno- dissi. Lui tornò nella camera da letto mentre beveva una bottiglia d’acqua –che genere di impegno?- chiese guardandomi perplesso –oh beh, uscita tra amiche- mi inventai, in un certo senso era così. Sinceramente non vedevo più il problema di rivelarglielo, tanto ormai era successo quello che era successo –ah, comunque anch’io avrei un impegno- disse asciugandosi la bocca con la mano. Rimasi per un momento zitta –ah okay, allora quando torneremo, andremo in camera mia?- chiesi dubbiosa. Lui mi fece cenno di sì. Avevo ancora una domanda che avrei voluto fargli –Natsume, ma dopo questa cosa, io e te stiamo insieme?- chiesi a bassa voce, avevo paura sinceramente che potesse dirmi no oppure “ ma va ti pare? L’abbiamo fatto solo perché io ero già eccitato”. Per cui rimasi ancora sulle mie, senza esaltarmi troppo presto –che domande, mi sembra ovvio- mi disse. Io feci un sorriso a trentadue denti, lui lo vide e mi sorrise –e così il buio trovò la sua luce- disse Natsume ridacchiando –La luce si era proprio persa- dissi io agganciandomi alla sua frase da poeta –anche il buio si era perso, ma della luce- disse avvicinandosi per strapparmi un altro bacio, ma in verità mi appoggiò sulla bocca la bottiglia d’acqua. Diventai rossa dopo quel gesto, io avevo già chiuso gli occhi ed ero già pronta –ahah che imbecille- disse rimettendo la bottiglia sul ripiano della cucina –scusami davvero se ti ho infastidito con questi comportamenti, il fatto è che ero gelosa tutto qui…- ammisi –Eri?- chiese divertito. Si divertiva a vedermi così –No, okay lo sono anche adesso, ma imparerò, davvero, imparerò a fidarmi di te- dissi alzandomi dal letto per andare a cercare di nuovo il suo tocco. Peccato però che mi dimenticai del fatto che stavo sanguinando –che ne facciamo delle lenzuola?- mi chiese Natsume –io direi che sarebbe meglio buttarle- dissi buttandole fuori dalla finestra –ma che..? Mah, ci penserò domani mattina- Mentre io rimasi in piedi per non dover sporcare niente, Natsume si rivestì –non ti rivesti? Non avevi mica detto che avevi quell’impegno?- d’un tratto il mio cervello si sbloccò, aveva ragione, dovevo assolutamente farmi trovare alle otto alla fermata del bus –Hai ragione, ci vado subito, quindi, a stanotte!- dissi scappando dalla camera di Natsume. Erano le sette, in un ora dovevo provare a fare tutto.
Aprì immediatamente la camera, mi strappai i vestiti di dosso, volai nella doccia. Poi uscì, mi pettinai, mentre mi fonavo i capelli, scelsi i vestiti, ovvero una gonna un top rosso e delle ballerine rosse. Andavo così di fretta che le codine non venivano allora decisi di lascare i capelli sciolti, liberi da ogni nodo o elastico. Misi nella borsetta nera, lo stretto necessario di cui anche gli assorbenti perché avevo paura che le perdite potessero continuare. Erano le otto meno cinque e corsi fino alla fermata dell’autobus. Lì c’erano già tutte, comprese Nonoko e Anna che mi salutarono dicendomi dei complimenti sull’accostamento dei vestiti –alla fine sei riuscita a venire vedo- disse Sumire girandosi verso di me, era così truccata che sembrava quasi una strega, con tutte quelle matite colorate in faccia. Ecco cosa mi ero dimenticata, di truccarmi! –dov’è Imai?- mi chiese –non si è sentita bene, non credo che potrà venire- dissi sicura guardando a destra e a sinistra in continuazione per assicurarmi da quale parte sarebbe arrivato l’autobus. Appena fermato, salimmo tutte. Mi sedetti accanto a Nonoko che sembrava a disagio –cosa ti prende?- le chiesi perplessa –no niente ahah è solo che le feste mi spaventano un po’- la tranquillizzai dicendole che tutto sarebbe andato per il meglio. Mi chiedevo perché fosse venuta allora. Dalla voce di Sumire e le sue amichette, mi sembrò di capire che c’erano anche dei ragazzi quella sera oltre a noi. Rimasi stranita, se Natsume l’avesse scoperto sarei probabilmente stata lasciata la mattina dopo. Entrammo nel locale dove i presunti ragazzi in teoria dovevano già essere, c’era un tavolo dov’erano già seduti. Tutti alzarono lo guardo. E si, c’era anche Natsume seduto su quel tavolo. Avrei voluto avere tante di quelle spiegazioni in quel momento.
_MY COMMENT c:_
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo u.u
Non so se ve l'aspettavate che Natsume era già lì, nel prossimo capitolo vedremo cosa succederà  :D
Mannaggia Natsumeee! Avevi appena fatto pace con Mikan .-. 

"E così il buio trovò la sua luce, la luce si era prioprio persa, anche il buio si era perso ma della luce..." <3 

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Capitolo 8
*** Festa sprecata ***


Capitolo VIII  Festa sprecata

Ruka d’un tratto, mentre parlavo con Tsubasa, ci fece notare una ragazza bassina, non tanto grassa e occhialuta che era la cameriera di quel pub. Girava tra i tavoli chiedendo a qualcuno se voleva provare la nuova ricetta della casa e si presentava con un piatto di formaggio “fatto in casa”  con un bastoncino conficcato. C’aveva degli occhiali da vista che nemmeno mia nonna defunta aveva. Mi feci scappare una risatina –Natsume, non ridere, poverina- disse Ruka ridacchiando però –Natsume guarda chi arriva- disse indicandomi l’entrata. Vidi Sumire con la sua flotta di amiche compresa Nanami e anche Nonoko seguita da Anna, infondo vidi una ragazza, quando si avvicinò capì che quella era Mikan. Devo ammettere che era uno schianto –Mikan…- sospirai. Mi chiesi perché fosse qui con noi sinceramente, nessuno di noi l’aveva invitata, anche se ormai lei è la mia ragazza. Un’altra cosa che mi dava fastidio era che Tsubasa e Ruka potessero vederla in quello stato, bella com’era chi non l’avrebbe guardata –Natsume, sei felice di vederci?- disse Sumire, eravamo in tre cazzo, perché doveva per forza rompere a me? –No per niente- dissi facendo la faccia più seria che potevo. Dalla loro parte calò il silenzio –Scusatemi, vorreste provare ad assaggiare questa nuova specialità- Non ci potevo credere, la ragazza che stavamo sfottendo qualche minuto fa era venuta a chiedere anche noi se potevamo assaggiare quel formaggio. Un “ no grazie” di tutti la scoraggiò. Entrò in scena Tsubasa che la prese per un braccio –Ei tu, dimmi il tuo nome piccola- avevo già capito le sue intenzioni. Lui la voleva prendere in giro facendo finta di essere colpito da lei, e lei poverina diventò rossa e ci cascò in pieno –mi chiamo Hori- disse con una vocina spaventata –oh, Hori-chan ti va di sederti qui con noi a fare quattro chiacchiere?- disse Tsubasa ridendo. Ci stava “provando” spudoratamente –Beh ma io devo lavorare…mi dispiace..- disse la povera Hori che diventava sempre più un pomodoro. Vidi Tsubasa che rise e mosse la mano sempre più vicina alle sue tette, era in procinto di toccarle. La ragazza che aveva capito, rimase a fissare la mano e quando tentava di dimenarsi lui la stringeva ancora di più. Per far un “buon gesto” ogni tanto, accesi una fiaccola sulla mano di Tsubasa, che spostò immediatamente –Scusaci per il suo comportamento Hori-chan. Ha bevuto un po’ troppo- dissi guardando quell’idiota che aveva appena fatto una figura di merda. La ragazza se ne andò sconfitta. Incrociai lo sguardo di Mikan, che sorrideva, questo stava a significare che forse non era arrabbiata del fatto che ero presente anch’io –Natsume! Insomma che ti è preso?- disse Tsubasa irritato –stavi esagerando Tsubasa, ho dovuto fermarti- dissi impassibile. Lui era convinto che io sarei stato al suo gioco, ma si sbagliava –Mah! Te non sai cosa sia la parola “ scherzare”- disse incrociando le braccia facendo un finto broncio –anche se fosse non cambierebbe proprio niente- ammisi –Scusatemi, ma se mangiamo?- disse Mikan interrompendo la situazione di proposito. Chiedemmo ad un cameriere se poteva portarci i menù. Era tutto a base di panini. Ovviamente ne scelsi uno con salame piccante, salsiccia, ketchup e altro –Io ne prendo uno vegetariano!- disse Sumire al cameriere. Ognuno ordinò il suo. Personalmente andai a controllare il panino scelto da Sumire, ma quando vidi gli ingredienti mi misi quasi a vomitare, pure Ruka mi fece notare lo strano colorito della mia pelle. Aspettammo pazientemente il cibo, e intanto versavamo i bicchieri di birra –Vuoi anche tu Mikan?- chiese Tsubasa. Tutti la fissammo, perché tutti sapevamo che lei non aveva mai assaggiato niente di simile anche perché non lo reggeva –uhm, va bene- disse allungando il braccio con il bicchiere.
Mentre aspettavamo, ormai eravamo tutti ubriachi, compreso io che incominciavo a non essere più lucido. I panini arrivarono ma sfortunatamente accompagnati da Hori-chan. Tsubasa riuscì a farla sedere al nostro tavolo e la fece ubriacare. Mangiammo tutti il panino, che era delizioso –Hori-chan sai ballare?- chiese Tsubasa ad Hori. In quel pub, c’era anche una pista di ballo dedicata appunto a quelli che volevano ballare –frate non ti conviene, dopo quello che hai bevuto oltre alla birra dubito che tu possa reggerti in piedi- dissi guardandolo. Lo vedevo sfocato. Incrociai nuovamente gli occhi di Mikan che erano rossi, diceva in continuazione che le girava la testa, Sumire anche lei andata le diceva che tanto era “divertente”. Anna e Nonoko, le uniche a posto, dissero che andavano a ballare –e così, voi due state insieme?- mi chiese Yuri –esattamente. Ora è la mia ragazza- dissi fiero. La faccia di Nanami si alzò di colpo, mi guardava scettica, probabilmente era convinta che quella sera l’avremmo fatto di nuovo –Mikan, noi andiamo a ballare, vieni?- disse Sumire alzandosi, con Yuri. Nanami rimase seduta al tavolo con me e Ruka –Natsume!- mi chiamò Ruka di colpo scrollandomi –qua c’è scritto che alle dieci ci saranno oltre alle danze, anche delle conigliette spogliarelliste!- disse guardando il menù. Mi chiesi solo perché fossero citate nel menù, mica dovevamo mangiarcele –Ah ma davvero? Adesso sono le dieci. Staremmo a vedere allora- dissi senza pensare a quello che stavo dicendo. Nanami rimase tutto il tempo a fissarmi, quando mi riempì di nuovo il bicchiere di rum, che aveva pescato da non so dove. Brindai assieme a lei e Ruka. D’un tratto mi ricordai di essere fidanzato e chiesi a Ruka dove si trovasse Mikan –sta ballando con le ragazze- mi disse. In un certo senso mi dovevo assicurare che nessun idiota si sarebbe avvicinato alla mia ragazza. Mi ero ripromesso che non dovevo azzardarmi a fare stupidate –“a breve arriveranno le nostre conigliette preferite!”- disse un tizio con l’altoparlante. La musica era così alta che non avevo capito niente di quello che aveva detto. Mi feci spiegare da Ruka che era attento a tutto dato che anche lui voleva l’arrivo di quelle ragazze. Vidi in pista da ballo la prima coniglietta, che sembrava essere carina, ma in realtà era brutta. Mi voltai, ma Tsubasa non c’era –dov’è Tsubasa?- chiesi. Non mi ero ancora accorto che era scomparso –Natsume è da mo’ che non c’è ahaha- mi rispose Nanami ridendo. Guardai la pista, riuscì ad identificare Mikan, che si divertiva ballando accanto ad Anna e Nonoko. Sorridevo nel vederla così felice –Ei ragazzi!- disse Tsubasa. Mi voltai, c’era una ragazza coniglietta con i capelli viola accanto a lui –Lei è Kaguya-hime -disse frenetico. La fece sedere al tavolo –Potete chiamarmi semplicemente Ya-chan, che è il mio soprannome – disse Kaguya-hime sorridendo. Tsubasa le offrì qualcosa da bere, questa ragazza parlava moltissimo ed era anche molto simpatica –Ya-chan, che tipo di lavoro fai qui?- chiese Tsubasa mettendole un braccio intorno alla vita –oh beh, nulla del genere a cui stai pensando- disse Kaguya-hime. Hori-chan se ne stava in disparte con Ruka e parlavano di cose idiote come film, cinema e popcorn –Alle 20:00?- sentì la voce di Ruka –sicuro- disse Hori-chan. Mi sembrava che stessero organizzando un appuntamento. Mentre uscì dalla discussione tra me, Tsubasa e Kaguya-hime, mi alzai ricordandomi che Mikan era ancora in pista. Andai verso la pista, ma non la vidi da nessuna parte. Identificai quelle Anna e le chiesi dove si trovasse –è andata in bagno….venti minuti fa- disse preoccupata. Andai verso i bagni e notai un ragazzo che aveva messo al muro Mikan e lei che le pregava di stare lontano. Da dietro accesi una fiaccola sulla mia mano –ei tu, staccati da lei- dissi senza alcun preavviso. Il ragazzo non si girò –Natsume…!- gridò Mikan spaventata. Il tipo si girò e mi scagliò un pugno in pieno viso. Mi rialzai tutto scosso, lo guardai facendo lo sguardo più incazzato possibile e gliene diedi di santa ragione, era naturale che non l’avrei lasciato senza alcun segno –Natsume basta così!- disse Mikan prendendomi un braccio. Voleva assolutamente che mi fermassi –Lei è la mia ragazza, non ti azzardare a toccarla mai più- dissi senza nonchalance. Andai verso Mikan e l’abbracciai –Mikan, mi dispiace tanto averti lasciato sola, non succederà mai più te lo prometto. Andiamo via- gli dissi prendendole la mano. Salutai velocemente tutti –Natsume aspetta, dove vai?- mi chiese Ruka prima che potessi aprire la porta d’uscita –Vado a dormire. A domani Ruka- dissi sbattendogli la porta in faccia. Dopo tutto questo clamore ero divenuto sobrio per fortuna. Riportai Mikan all’accademia. Mi sentivo in colpa come se avessi rovinato io la serata e infatti l’avevo rovinata con le mie solite orribili azioni.
-Natsume…mi dispiace- si scusò Mikan appena entrò nel letto –ma va, di cosa dovresti scusare?- le chiesi –del fatto che non ti ho detto che stasera ci sarei andata anch’io a quella “festa”- disse sistemandosi il cuscino –non fa niente, nemmeno io te l’ho detto e mi dispiace. Scusami anche per averti rovinato la serata, non dovevamo andarci- mi resi conto di quante volte mi stavo scusando. Non ci dovevamo andare –già, forse sarebbe stato meglio non andarci. Comunque non fa niente Natsume- mi disse. le accarezzai la testa. Era diventato un vizio. 
_MY COMMENTc:_
Confesso che c'è voluto un pò per finire questo capitolo u.u 
Kiaaaa :3 al prossimo capitolo

 

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Capitolo 9
*** Tempo d'esami ***


Capitolo VIIII          Tempo d’esami

[Qualche giorno dopo]

-Mikan!- gridò Hotaru. Io, Ruka e Hotaru non vedendo Mikan decidemmo di andare a svegliarla –Mikan, accidenti svegliati!!- colpì la porta diverse volte. Alla fine si aprì e vedemmo una versione di Mikan leggermente trasandata, aveva un diavolo per capello quella mattina, ed era proprio la mattina degli esami di Giapponese –scusatemi, non avevo impostato la sveglia eheheh- la guardai meglio, aveva le borse sotto gli occhi –Mikan ma hai dormito stanotte?- chiese Ruka mentre camminavamo –Beh…a dirla tutta, stanotte ho preferito ripassare, ma sto bene fidatevi- ammise. Ero un tantino preoccupato per lei e per i suoi esami, non sarebbero andati a buon fine se si fosse addormentata. Una volta arrivati in classe ci fecero sedere. I banchi erano distanziati a tre metri l’uno dall’altro, su ogni banco c’era un cactus parlante che riferiva immediatamente ai professori se stavamo copiando o suggerendo. Come sempre alla fine. Ci consegnarono il foglio, era miseramente facile, nulla di preoccupante. Ad un certo punto, un cactus si mise a strillare, dicendo “dorme, dorme! Sta dormendo!” mi voltai, ed era il cactus di Mikan. Narumi andò verso Mikan svegliando e dicendole che doveva muoversi a farlo dato che era già passata una buona mezz’ora. Jinno la guardava malissimo, con occhi scrutatori. Sembrava volesse darle un ceffone. Mi alzai stufo per consegnare il foglio, poi me ne andai, avevo tutta la giornata disponibile avanti, o così credevo. Appena uscì dall’aula, mi diressi verso il distributore di merendine, avevo una fame. C’erano diverse merendine al cocco, che personalmente odiavo, per cui scelsi una merendina al cioccolato –Ei Natsume, ancora mangi?- disse qualcuno, che conoscevo molto bene. Non lo ascoltai, presi la mia merendina dopo aver pagato ovviamente e mi girai –cosa vuoi Persona? Non ho mangiato stamattina sai?- dissi aprendo infine quella che doveva essere la mia “colazione” –oggi hai da fare, non prendere impegni di alcun genere chiaro?- sbuffai dal nervoso. Non avevo nemmeno voglia –cosa accidenti dovrei fare oggi?- chiesi –Dovrai andare con altri due tuoi compagni a fermare … non c’è bisogno che io ti dica altre spiegazioni- disse per poi assicurarmi l’orario di partenza –bene, ci si vede, Natsume- disse andandosene poi.  Dopo quella brutta notizia mi era addirittura passata la fame. Buttai il resto della merenda nel cestino, quel tipo mi aveva fatto passare la voglia di spassarmela. Mi diressi verso …? Cosa potevo fare mentre aspettavo Ruka? Ruka non aveva ancora finito di fare quel compito sul giapponese moderno, una cavolata –ei Natsume!- mi girai e vidi l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere –che vuoi Nanami?- dissi senza nemmeno guardarla negli occhi –non si saluta la gente in quel modo eh. Comunque come ti è andato l’esame?- mi chiese, sapevo benissimo che non era venuta per chiedermi una cosa tanto sciocca –Bene, ma non vedo perché ti dovrebbe importare, dimmi il vero motivo del quale sei qui- dissi senza giri di parole –Okay senti, voglio che mi ringrazi per non aver ancora detto niente a Mikan di quello che è successo tra noi…- disse incrociando le braccia –io non devo proprio ringraziare nessuno…- ma venni sfortunatamente interrotto da una persona che stava per scoprire tutto –non aver detto a Mikan che cosa?- chiese quell’impicciona di Hotaru –ma niente di che…- dissi colto alla sprovvista –ma va, nulla di importante, che l’altra sera per sbaglio sono caduta e ho urtato Natsume facendolo cadere e non vogliamo che per colpa mia lei se la prende con lui- disse in tutta serietà. Poteva anche inventarsi un'altra scusa, ma andava bene così –ah, ma non credo che si arrabbi molto, l’importante è che sia stato un incidente- disse con tutta calma per poi andarsene –Mi devi un favore Hyuuga!- mi gridò nell’orecchio. Me ne andai mandandola a fanculo –okay, ma poi non venire a implorare perdono!- tornai immediatamente indietro. Accesi una fiaccola sulla mia mano, con l’altra mano le presi i capelli –se non stai zitta, i tuoi capelli te li polverizzo, chiaro? Non implorerò mai perdono ad un essere come te- dissi senza pensarci due volte –non ti azzardare a fiatare o saprai cosa ti succederà- me ne andai scaraventandola in terra, pur sapendo che avrebbe urlato e che magari qualcuno l’avrebbe vista. Mi incamminai verso il mio albero preferito, per rilassarmi –ehilà Natsume –disse Ombra, un tizio totalmente idiota –vattene. Non ho tempo da perdere- dissi chiudendo nuovamente gli occhi –ei ma che caratterino….come ti è andato l’esame a te?- chiese facendo finta di non aver sentito ciò che avevo detto –bene. Adesso togliti che devo riposare- per me valeva come un secondo avvertimento –oh, hai presente Kaguya-hime? Ecco, quella sera stessa, non puoi capire cos’è successo- disse parlottando di nuovo. Avevo capito che era un don giovanni, ma gli avevo comunque detto che doveva starsene zitto –ma senti un po’, di Misaki non te ne frega proprio niente?- chiesi curioso, ma sapevo già la risposta –No ahaha, perché mai mi dovrei preoccupare di quella? E’ libera di fare quello che vuole- disse tentando di arrampicarsi sull’albero. Avrei voluto dirgli che quel ramo non reggeva, ma sarebbe stato troppo esilarante vederlo cadere –sai che è uscita con Imai?- chiesi facendo un sorriso divertito –cosa?? E’ diventata una bisessuale??- chiese quel rincitrullito –ma non Hotaru, mi riferisco a Subaru I         mai, suo fratello- dissi aprendoli la mente –che? Subaru Imai? Ah ahahaha beh, se è quel tipo di ragazzo che vuole allora per me va bene- disse senza nonchalance. Anche se non erano fatti miei, sapevo benissimo che in realtà era talmente geloso che rosicava –bene. E te con Mikan-chan?- chiese subito dopo. Mikan-chan? Da quando la chiama cosi? –alla grande guarda. Ieri ho dovuto portarmela via o me la mangiavano- dissi intendendo gli altri ragazzi imbecilli –ahahaha, beh era davvero bella quella sera eh, se non c’eri tu…- gli diedi immediatamente un pugno in testa –mi hai fatto male idiota!- disse facendo la sua solita faccia da stupido –non dire baggianate che sono stato abbastanza delicato- dissi soffermandomi. Aprì gli occhi e davanti mi trovai Ruka. Mi disse che sarebbe andato a riposarsi anche lui, in camera però. Lo salutai e gli dissi che ci saremmo visti direttamente il giorno dopo dato che avevo quel lavoro da svolgere –Natsume, anche tu devi…?- mi chiese Tsubasa scettico –cosa significa quel “anche tu”? Vai in missione?- chiesi a Tsubasa, che annuì. Rimasi a bocca aperta, non potevo crederci, uno dei miei compagni sarebbe stato Ombra –ma guarda un po’, quindi uno dei miei compagni saresti tu ahahah che bella storia, si fa tutto più interessante. Chi sarà il terzo?- mi chiese. Non voleva ammettere che stava per cadere dal ramo –non saprei con certezza ma credo …- venni interrotto –mamma che caldo, ma se andiamo a prenderci qualcosa da bere?-  annuì, aveva ragione faceva davvero caldo. Mi alzai e scesi dall’albero –ti prego aiutami a scendere!- disse pregando –ahhhh- che nervi. Andammo diretti verso il distributore senza nemmeno guardarci in faccia e ne fiatando. Quando svoltammo l’angolo vedemmo una ragazza davanti il distributore. Tsubasa sbuffò e gridò “spostati! Abbiamo talmente sete che non ti immagini noi-…!” si bloccò quando la povera ragazza si girò –Hori-chaaaan!♥- gridò Tsubasa abbracciandola –come stai? Scusami per prima- disse in fretta. Mentre lui distraeva Hori-chan, io presi quella bevanda maledetta, che avevo una sete –tutto bene si- disse sorridendo. Tsubasa le mise il braccio dietro la schiena –vuoi fare un giro insieme a noi?- disse guardandomi. Ci rimase male perché non avevo preso nulla per lui e non avevo nemmeno intenzione di condividerla con lui –veramente stavo cercando Ruka- disse Hori. Ruka? Per quale motivo? –veramente Ruka sta dormendo- dissi continuando a godermi quella cosa fredda –cattiva! Ho capito, te stasera devi andare al cinema con Nogi! Perché non con  me!...- fece un espressione epica dopo –ehehe, me l’ha chiesto lui l’altra sera non ho potuto non accettare, e poi è così carino- disse sorridendo. Avevo capito le sue intenzioni. Ci stava provando con il mio migliore amico –bene, allora trattamelo bene- dissi riferendomi a stasera –certo!- disse sfoderando di nuovo un altro sorriso. Se ne andò salutandoci nuovamente –Certo che Ruka rimorchia più di me eh? ahahaha-  non ci trovavo poi tanto da ridere. Tornai all’albero senza pensare a nulla –Ma la tua ragazza l’hai lasciata dove esattamente?- aveva ragione, non avevo ancora visto Mikan –Si ma tanto poi ce ne andiamo, se la saluto così ci resterebbe peggio- dissi guardandolo con la coda dell’occhio. Lui annuì. Ci godemmo quel piccolo fratto di secondo di libertà –Tsubasa, Natsume! E’ ora-.
 _MY COMMENT c:_
Scusate se ci ho messo molto, ma dovevo prepararmi per l'orale della tesina. Comunque tutto bene :3
"Avanti estate!"  finalmente libera 
Photobucket - Video and Image Hosting non ce la facevo più. 
Comunque spero vi sia piaciuto questo capitolo. PS: AMO QUESTI CIPOLLOTTI PIU' DI OGNI ALTRA COSA Photobucket - Video and Image Hosting
Al prossimo capitolo ♥ Photobucket - Video and Image Hosting
 

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Capitolo 10
*** L'appuntamento (CAPITOLO EXTRA) ***


Capitolo X                      L’appuntamento                    CAPITOLO EXTRA

Era da anni che non uscivo con una ragazza e dalla foga e dal nervoso, mi ero dimenticato. Mi ero dimenticato l’appuntamento al cinema con Hori-chan. Mi alzai dalla lunga dormita, erano precisamente le 19:35 così mi vestì di fretta, mi preparai al meglio per sembrare più elegante e più serio, anche se proprio non lo ero. Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta, pensavo fosse Hori, mi specchiai un ultima volta e aprì la porta gonfiando il petto –ei fratello dove stai andando così elegante? Volevo chiederti se mi potevi prestare un cd….- Kokoro. Guardai a destra e a sinistra, Hori non era nei paraggi –senti, non ora, te ne devi andare! Tra poco arriverà Hori-chan!- dissi sbattendogli la porta in faccia –Hori…..chan?- probabilmente non l’aveva mai conosciuta. Mi specchiai nuovamente allo specchio, non ero sicuro del mio aspetto. Mi tolsi il papillon, che forse mi dava un aria troppo seria, alla fine stavo andando in un cinema non in un ristorante, mi tolsi il gel dalla testa e mi scompiglia i capelli. Mi tolsi i vestiti  e indeciso, mi misi dei vestiti normalissimi –Ruka-kun…?- mi sentì chiamare da fuori, doveva essere per forza Hori-chan. Aprì la porta e vidi un adorabile Hori, con un vestitino rosa chiaro e i capelli sciolti, non era assolutamente truccata e non aveva gli occhiali –Hori…chan, che…piacere vederti….- dissi arrossendo, mi sentivo le guance sempre più calde, anche per Hori era la stessa cosa –Ahaha, anch’io sono felice di vederti Ruka-kun, allora, andiamo?- disse prendendomi a braccetto. Mentre passavamo per il corridoio, alcuni ci guardavano in modo strano, altri ridevano addirittura, poi incrociammo anche lei, Hotaru –Ehilà Hotaru!- dissi senza badare alla presenza di Hori. Mi guardò sorpresa, secondo me non si aspettava che io uscissi con un'altra dopo il suo rifiuto. Era così, tempo a dietro mi ero dichiarato a Hotaru, ma lei mi rifiutò dicendomi un chiaro “io no” se pensava che non mi sarei fatto una vita sociale, si sbagliava di grosso. Mi fece un sorrisetto, sapevo che era forzato, glielo leggevo negli occhi. Arrivammo dopo mezz’oretta all’entrata del cinema, prendemmo i biglietti per un film horror, piacevano molto ad Hori-chan e anche a me non dispiaceva. Andammo a vedere The ring, mi sembrava una cretinata. Prendemmo inoltre due recipienti di popcorn, uno per me e uno per lei. Purtroppo quando entrammo nella sala, scoprimmo che i nostri posti non erano dei migliori, eravamo davanti allo schermo in prima fila, potevo morire –sei pronto Ruka-kun?- mi disse sorridendomi. Dalla sua piccola borsa tirò fuori i suoi occhiali, evidentemente non ci vedeva bene –ah, non ci vedi bene?- le chiesi, e mi rispose qualche minuto dopo –shh sta iniziando- bisbigliò. Rimasi a bocca chiusa durante tutto il film, purtroppo non avevo ne cuscini e ne coperte da mettermi in faccia se arrivava uno di quegli spaventi improvvisi. Ad un certo punto passò una scena dove c’era una tv che perdeva acqua e da questa televisione usciva un ragazza dalla veste bianca e i capelli neri lunghi sul viso, il mio cuore incominciò a battere, poi guardai Hori-chan che sembrò particolarmente spaventata, ma continuava comunque  a guardare mentre sgranocchiava i suoi popcorn, incomincia a pensare che non era una ragazza normale. Ad un certo punto, l’uomo nel film venne “disintegrato” da quella ragazza che poi svanì. La moglie tornata, lo trovò tutto sfracassato. Il vomito mi stava salendo –Hori-chan, vuoi anche i miei popcorn? Non mi vanno più- annuì e se li prese senza badare a me.
Verso la fine del film, guardai attentamente Hori-chan  che sembrava affascinata da quel film, gli occhi si erano illuminati, stava attenta ad ogni minima parola e se provavo a fiatare, mi zittiva immediatamente, era uscita con il film, non con me. Uscimmo dalla sala appena iniziarono i titoli di coda –Wow, è stato magnifico non credi?- chiese tenendomi a braccetto di nuovo –si….ehm…- no, non è stato magnifico, è stato pauroso –dovremmo guardarci il seguito, che ne pensi?- annuì, speravo che non intendesse in quello stesso momento. Tornammo a scuola per mia fortuna, erano le 00:02 era durato un eternità -Grazie Ruka-kun per avermi accompagnata, sei davvero un tipo interessante- disse prendendomi le mani, mi chiedevo come faceva a dire che ero un tipo interessante se eravamo usciti solo per guardare un film, in silenzioahaha ma niente figurati, anche tu sei una tipa interessante, beh allora alla prossima- dissi lasciando le sue mani mentre mi allontanavo. Aprì la mia stanza, lei era già scomparsa, non era molto normale. Mi svestì immediatamente e mi feci una tisana calda, immaginavo quella ragazza dappertutto, con quei suoi capelli neri davanti e quella sua veste bianca sporca di sangue, mi spaventavi da solo. Capì che quella sarebbe stata una notte molto lunga.
_MY COMMENT c:_
Questo è un capitolo extra, per i curiosoni che vorrebbero sapere come fosse stato l’appuntamento di questi due u_u possiamo dire che Ruka non è un amante degli horror come lo sono io *-* (li amo) ma comunque non preoccupatevi, al prossimo capitolo riprenderemo la storia di Natsume :3 (doveva essere uno spoiler?)
A prestoooo 

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Capitolo 11
*** La Mission Impossible ***


Capitolo XI            La “Mission Impossible”

Ma la tua ragazza l’hai lasciata dove esattamente?- aveva ragione, non avevo ancora visto Mikan –Si ma tanto poi ce ne andiamo, se la saluto così ci resterebbe peggio- dissi guardandolo con la coda dell’occhio. Lui annuì. Ci godemmo quel piccolo fratto di secondo di libertà –Tsubasa, Natsume! E’ ora- disse sbucando dal nulla Persona. Lo seguimmo immediatamente senza opporci,  o ci avrebbe cazziati sicuramente –so che siete ansiosi di sapere chi è il vostro terzo compagno- disse continuando a guardare davanti a sé –se ci dici chi è, magari ci fai un favore- disse Tsubasa con nonchalance. Ci portò all’uscita di quei cancelli, era bellissimo da un certo lato sapere che stavo per uscire da quel postaccio, che ogni giorno che passavo mi sembrava di essere un carcerato in prigione, ma purtroppo sapevo che uscivo solo per scopi personali del preside. Ci disse Persona che doveva andare a prendere la macchina e che a momenti sarebbe dovuto venire il nostro compagno. Io e Tsubasa ci guardammo –chi sa chi è, spero solo che sia simpatico- disse grattandosi la testa –no, l’importante è che sia utile quanto noi- dissi serio –quanto sei serio!- ci guardammo intorno per assicurarci che arrivasse costui, ma non arrivava nessuno, anzi, sembrava ci fossimo solo noi. Ci fu un silenzio di tomba, per circa qualche minuto, quando suonò il clacson di una macchina nera, tipo Peugeot. Senza aspettare nessun’altro, Tsubasa entrò in auto –oh, ma guarda chi c’è- disse emozionato. Entrai in auto, vidi chi doveva venire con noi in missione, altro che emozione, mi salì totalmente il vomito, era lei, Nanami –Ei ciao Natsume!♥- disse facendo una smorfiosetta, sapevo che non si era ancora arresa. Quello stronzo sfacciato di Persona si mise a ridere, forse sapeva della nostra “simpatia” –bene ragazzi, facciamo il punto della situazione. Dove stiamo andando? Vi sarete chiesti. Beh, noi stiamo andando in una fabbrica di dinamite- disse scherzoso. Mi venne quasi un infarto, non avevo ancora realizzato che sarei potuto saltare in aria in qualsiasi momento –perché stiamo andando lì?- chiese Nanami sistemandosi nel sedile –perché dobbiamo sapere di più su un ragazzino che nasconde l’organizzazione Zeta, per quanto ne sappiamo ha un potere celestiale che a noi potrebbe essere utilissimo, il proprietario di questa fabbrica è suo padre. Se troviamo suo padre chiedendo a lui, ci sarebbe tutto più semplice- disse premendo l’acceleratore. Bambini, sempre bambini. Ultimamente le mie missioni erano solo scoprire qualcosa in più su dei bambini che venivano protetti e se li scovavo dovevo addirittura rapirli, di mano mia. Alcune volte facevo finta di fallire, per non dover catturarli seriamente o si sarebbero trovati in un mare di guai. Pensando a tutto ciò, mi venne in mente a quand’ero ancora un bambino, che avevo paura che mettessero a rischio la mia famiglia, così mi consegnai, assieme a Ruka. Di mia sorella, non vidi più nemmeno una traccia, da quel giorno, per me, era diventata inesistente nella mia vita. A momenti non mi ricordavo il suo viso, o una sua espressione, da talmente tanto tempo che non la vedevo -mettetevi comodi che il viaggio è lungo- disse Persona ironicamente, cioè, non gliene importava niente di come eravamo messi, in realtà eravamo tutti ammassati, non ci stavamo in tre in quell’unica fila di sedili. Intanto, per passare il tempo, pensavo a Mikan, pensavo a quando si sarebbe accorta della mia partenza e pensai subito alla sua reazione, nel mio “sogno” la vidi piangere disperatamente gridando “ancora! Ha tradito la mia fiducia!” avrei tanto voluto tornare indietro almeno per salutarla, ma mi avrebbe salutato in modo triste e preoccupato e le avrei senz’altro rovinato la giornata. Mentre chiudevo gli occhi, sentivo quei due che parlavano, di ogni argomento, dal cibo, alle scarpe, dalla manicure alle ragazze, dalle ragazze ai ragazzi e venne fuori anche la storia della serata “speciale” , quella della pizzata –non ti sei divertita quel giorno?- le chiese Tsubasa. Avrei voluto rispondere io –ma certo! Anche tanto! Ma non sono l’unica ad essermi divertita sai?- disse probabilmente riferendosi a me, infatti mi guardò in malo modo. Non l’avrei mai ringraziata per una sciocchezza simile –Ma davvero?-  rispose Tsubasa ridendo –Ah, Tsubasa! Ti volevo dire che Yuri ha accettato volentieri la tua proposta- disse applaudendo –di quale proposta state parlando?- mi intromisi –beh, ho chiesto a Yuri se voleva essere la mia ragazza- rimasi di sasso –davvero? beh, complimenti- dissi allibito, non credevo fosse così troia a tal punto. Ci pensai su, con tutti i complimenti che le aveva fatto….”ei Natsume, non ti sembra sexy Yuri?! Guardala, ha un culo meraviglioso” . Mi sarei aspettato di meglio da Tsubasa sinceramente –siamo quasi arrivati mi spiace dirvelo- disse il dark. Guardai fuori dal finestrino, mi serviva un binocolo per vedere qualcosa in quella nebbia fitta che era calata. Non si riusciva a vedere niente. ad un certo punto si sentì uno scoppio improvviso –abbiamo bucato ragazzi- disse Persona scendendo dall’auto –eh?- dicemmo in coro basiti. Scendemmo tutti dall’auto sconfitti, dovevamo spingerla ancora per qualche metro –spingiamo questa macchina!- disse Tsubasa facendo il macho, anche se purtroppo quando provò a muoverla, la verità fu quella che mi aspettavo, non avanzava nemmeno di un centimetro. Lo aiutammo, anche se Persona aveva intenzione di starsene da parte e contemplare le nuvole.
Arrivati a quella maledetta fabbrica, un po’ sudati, ci disse cosa dovevamo fare: fermare ad ogni costo il proprietario, quando usciva dalla fabbrica dopo lavoro, per torturarlo e fargli delle domande. Poteva servire benissimo Tsubasa, che gli bloccò l’ombra. Subito dopo uscimmo allo scoperto e ci rivelammo per quelli che eravamo –cosa volete da me?- chiese impaurito –tuo figlio, Hinata, lo vogliamo- disse Persona –Nanami, legalo a quel palo! Natsume, adesso tocca a te!- disse. Avevo capito che voleva usare il mio potere su di lui, per spingerlo a dirgli la verità –dimmi dove si trova- il proprietario negò –Natsume procedi, procedi ogni volta che non risponde ad una domanda- partì senza preavviso, iniziai con un qualcosa di leggero, piccole fiamme ai piedi, caldine –dimmi dove si trova!- gridò di nuovo –no mai! Sono al corrente di quanto sia importante l’alice di mio figlio, per questo non vi rivelerò dove lo teniamo nascosto!- mi faceva una pena incredibile quel signore, alla fine non faceva nulla di sbagliato, proteggeva suo figlio Hinata, un po’ lo capivo, avrei fatto la stessa cosa anch’io se ne avessi avuto la necessità –ah si? Allora preparati a diventare un arrosto- ordinò Persona indicandomi, come per dire “vai”. Mi disse di alzare la fiamma sempre di più per riuscire a fargli del male, era chiaro che non gridava per non sembrare un debole, ma dopo poco iniziarono i suoi lamenti di dolore –devi solo rispondere ad una domanda per non sentire più dolore. Una sola. Dove si trova il ragazzino?- chiese di nuovo. L’uomo si rifiutò nuovamente, ma aveva un espressione addolorante per cui cercai di essere più delicato possibile per riuscire a non ucciderlo subito. Persona si avvicinò  e mi minacciò nel vero senso della parola –insomma Natsume! Si un po’ più rude!- eppure non ci riuscivo, ma lui era lì pronto per toccarmi nel caso io sbagliassi di nuovo. Nella mia testa pensavo se era più  importante la mia di vita, o a sua. Beh, mi spiace signore, ma io devo continuare a vivere per proteggere una persona che mi sta a cuore, non posso permettermi di morire ora. Alzai quindi quella dannata fiamma fino a farla arrivare al bacino –Hinata……- sospirò l’uomo –Hinata scusami……se non sono riuscito….a….proteggerti…….- disse di nuovo. Mi attirò l’attenzione di Nanami che stava per piangere, aveva gli occhi lucidissimi, e Tsubasa che lo osservava con uno sguardo serio e compiaciuto –non è lontano….da…qui. Ma ce l’ha già in pugno…lei…- disse l’uomo. Lei chi? Mi chiesi. Le fiamme stavano per arrivare alla bocca –Natsume abbassale- ordinò Persona. Feci come chiesto e rimasi a guardarlo, Persona si era accovacciato davanti all’uomo e ci parlava a bassa voce, così da non farci sentire –ho capito. Ormai è in mano sua- sentì dire da Persona. Quindi, dato che il bambino era finito in mano al nemico, avevamo perso. Eravamo forse arrivati troppo tardi –Uccidilo- disse –Oramai non ci serve più e comunque non potrebbe curarsi, soffrirebbe e basta. Uccidilo- mi disse nuovamente allontanandosi dal luogo in cui eravamo, Nanami mi guardò perplessa, Tsubasa mi si avvicinò chiedendomi cosa volevo fare. Non sapevo nemmeno io cosa fare, in un certo senso Persona aveva ragione, avrebbe sofferto comunque, ma forse poteva essere salvato –Natsume cosa aspetti? Fai il tuo dovere- disse Persona da lontano. E così alzai le fiamme, chiusi gli occhi per non dover vedere quell’uomo mentre bruciava vivo. Gridava come un forsennato quando le fiamme gli squarciarono la pelle, perforandolo dappertutto, sciogliendogli gli organi e la pelle in se. La pozza di sangue era inevitabile. Aprì gli occhi, l’uomo era disintegrato ma continuava a bruciare, era diventato si una pozza di sangue, quello fu la prima persona che uccisi in tutta la mia vita.
Dopo quest’accaduto, le urla dell’uomo avevano raggiunto anche gli interni della fabbrica, dove uscirono parecchi uomini ammassati –credo sia meglio tagliare la corda- disse Tsubasa –già- dissi preparandomi a correre. Raggiungemmo l’auto, Persona era riuscito a cambiare la gomma rubandola dalla macchina del padre di Hinata, ecco spiegato il motivo per cui si era allontanato, mise l’acceleratore, ma ci stavano comunque alle calcagna anche in macchina. Non riuscivamo a sfuggirli, non sembravano dei semplici operai –Nanami, credo che tocchi a te- disse Persona. In quel momento pensai che io non avevo mai visto l’alice di Nanami e che mi sarebbe piaciuto capire quale fosse da essere classificato pericoloso nelle missioni. Mentre correvamo in strada sentimmo come delle scosse, ma sottoterra, sentimmo il terremoto. Era Nanami che tentava di avere controllo della terra. Mentre guardava indietro, fece alzare un pezzo di terra che fece schiantare contro le auto che ci inseguivano, troppo forte –e così tu hai l’alice…..- iniziò Tsubasa allibito –dello spostamento della terra o conosciuto come alice sismico- disse Nanami quasi orgogliosa. Ci rimasi parecchio di sasso, non me l’aspettavo in un certo senso.
_MY COMMENTc:_
Finalmente un altro capitolo u.u scusate se ci ho messo tanto, ma credeteci o no mi sono ammalata, l’unica a riuscire a prendere la febbre sono io -___- lo so che sono sfigata ahahaha. Comunque al prossimo capitolo, spero vi sia piaciuto abbastanza questo. 

 

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Capitolo 12
*** Un grosso imprevisto ***


Capitolo XII                      Un grosso imprevisto

Per questo capitolo, ho deciso di fare un mio breve commento all’inizio. Premetto che questo capitolo è ad alto contenuto sorprendente (cosa significa?)cioè che ci sarà un avvenimento che potrebbe determinare il cambiamento della storia. Un evento che potrebbe scandalizzare tutte le persone che leggono e seguono questa storia. Ma non ne facciamo un dramma u__u

Bene, buona letturaaa.

-Si sta svegliando! Infermiera, si sta svegliando!- dissi frenetica chiamando l’infermiera. Lo fissai, i suoi occhi si stavano aprendo piano piano. Lo vidi stremato e stanco –ma cosa...- sospirò. Mi buttai subito ad abbracciarlo –Sei vivo!....- una lacrima dopo l’altra mi rigava il volto, erano lacrime di gioia, ero così felice di vederlo parlare e muoversi –No Natsume, devi stare qui- dissi fermandolo, aveva intenzione di alzarsi. Mi fece una pena incredibile, mi pareva sentisse ancora dolore dovunque –cosa mi è successo?- chiese guardandosi perplesso. Osservava i lividi che aveva sulle braccia –Ti sei sentito male dopo…la tua missione. Ti ha portato qui il senpai-Tsubasa- dissi stringendogli la mano. Lui mi guardò per un attimo perplesso, mi strinse la mano e poi mi fece quella domanda, che mi spezzò il cuore in due –Ma chi sei tu?- disse lasciandomi la mano. Lo guardai allibita, come poteva non sapere chi ero? Mi chiesi varie volte che cosa stesse succedendo –come sarebbe a dire chi sono? Natsume…davvero non ti ricordi chi sono?- dissi incominciando a lacrimare. Ero convinta che stesse scherzando, ma su queste cose non bisognerebbe scherzare. Non ci potevo credere, non ci volevo credere –no- disse serio. Si toccò la testa e accarezzò la benda in testa e subito dopo barrò gli occhi. I nostri occhi si incontrarono nuovamente –Natsume….come fai a non ricordarti chi sono? Sono Mikan…la…tua ragazza- dissi praticamente piangendo. Singhiozzavo di tanto in tanto e lo fissavo. L’avevo appena perso. Natsume aveva perso la memoria –Oh, credevo di avere gusti migliori…- bisbigliò. Lì mi incazzai, come si permetteva a dire cose del genere in un momento del genere? L’avrei menato se non fosse stato per le sue condizioni –dove mi trovo? Cos’è questo posto?- mi chiese continuando a guardarsi. Guardò le sue ferite, i suoi graffi e le fasce che aveva intorno a qualche zona particolare del corpo. Non si ricordava nemmeno di essere all’Alice academy –Natsume, ti trovi all’Alice academy un accademia esclusivamente per studenti alice. Anche tu sei un alice. Sei un ragazzo prodigio- dissi spiegandogli tutto ciò che c’era da sapere –perché sarei un prodigio? Stai scherzando vero?- mi disse sistemandosi nelle coperte –Hai l’alice del fuoco, che per il momento non devi usare, poiché quando lo usi, la tua vita si accorcia sempre di più. Promettimi che non lo userai se non necessariamente…- dissi afferrandolo per le spalle, purtroppo mi staccò dicendo che non voleva che lo toccassi dato che non sapeva chi ero –Ho capito. Adesso levati- disse in tono freddo. Mi scostò dal letto e scese sistemandosi la veste. L’infermiera arrivò giusto in tempo per riacchiapparlo e per rimetterlo a sdraiare. Lo guardai molto preoccupata, mi sentivo inutile ormai, non si ricordava nemmeno chi ero, ne perché fossi lì. Pensai in che modo lui avesse perduto la memoria, arrivai subito alla mia conclusione, era successo qualcosa in missione. Ma non era da solo, c’erano anche il senpai-Tsubasa e un altro ragazzo credevo. Decisi di lasciare per qualche ora Natsume da solo, così per avvisare del disastro accaduto, ma a chi potevo dirlo? Forse al professor Narumi, e sicuramente Ruka e Hotaru che avevano tutto il diritto di saperlo. Salutai Natsume che nemmeno mi calcolò, poiché fissava al di fuori della finestra senza indugio. Uscì da quell’edificio terrificante e triste e mi diressi verso l’aula insegnanti, a scuola, per trovare il professor Narumi e dirgli tutto. Mi sembrava quasi ingiusto quello che era successo, lo aspettavo da due giorni ormai, dato che dormiva ininterrottamente da due giorni e non ci avevo ancora parlato e che non si era svegliato. Mi misi a piangere mentre camminavo, perché a pensarci era una cosa alquanto triste, avevo perso la persona che più amavo al mondo per una stupida missione. A proposito, c’erano tante cose che non mi erano chiare di quella missione. Mentre camminavo, mi asciugai gli occhi dalle lacrime e per sbaglio urtai qualcuno. Alzai lo sguardo e vidi Tsubasa –Mikan, cos’hai?-  mi chiese sorpreso –Tsubasa, è successa una cosa terribile….- dissi continuando a piangere, non riuscì più a  trattenermi e mi buttai su Tsubasa per abbracciarlo –Mikan, mi dici cos’è successo?- mi chiese sempre più preoccupato. Mi misi una mano sulla testa e mi accarezzò –Si tratta….di…Natsume!..- dissi quasi gridando. Era preferibile essere in un brutto sogno, avrei voluto pizzicarmi per svegliarmi e far finta che tutto questo non era successo, ma sapevo benissimo che era la realtà –Natsume…ha perso la memoria!- dissi stringendo sempre di più il senpai –come sarebbe a dire…? Ha perso la memoria? Vuoi dire che non ci riconosce più?- disse quasi spaventato –com’è potuto succedere….Mikan- gli tappai la bocca, gli spiegai che non mi riconosceva più e che probabilmente non riconosceva nessuno dato che non sapeva nemmeno dove si trovava. Gli dissi che dovevamo subito avvisare il professor Narumi e trovare una cura per fargli ritrovare la giusta strada. Lo cercammo per varie classi, quando lo trovammo appoggiato al muro, mentre “contemplava l’aria”. Lo chiamai disperata e vedendomi piangere, chiese a Tsubasa ciò che era successo –Hyūga ha perso la memoria- a questa frase, Narumi fece un espressione che non potevo dimenticare ne ora ne mai. Sbarrò completamente gli occhi e rimase muto per svariati lunghi secondi –Andiamo- disse poi indicando la direzione per l’ospedale.
Raggiungemmo la sua stanza. Si alzò di colpo e ci guardò stranito –esistono le porte- disse. Credo si riferisse al fatto che eravamo entrati senza nemmeno bussare –Ei Natsume, come stai? Tutto bene?- disse il professor Narumi facendo finta di nulla –e tu chi sei? Aspetta, ma sei una donna?- chiese per conferma. Io e Tsubasa ridacchiammo sotto i baffi, era troppo esilarante quella domanda –no, per tua informazione, io sono un uomo e sono il tuo professore preferito, il signor Narumi. Non ti ricordi di me?- chiese perplesso facendo pose strane –no. Perché dovrei ricordare un transessuale?- disse soffiandosi il naso con un fazzoletto –non sono un transessuale!!- gridò infastidito il signor Narumi. Gli occhi mi stavano di nuovo per lacrimare, davvero lui non riconosceva più nessuno –ei amico, sai chi sono io vero? Abbiamo fatto insieme delle serate indimenticabili..- disse Tsubasa atteggiandosi come fosse suo migliore amico –no, non ho idea di chi siate tutti voi. E’ inutile che mi venite tutti davanti chiedendomi “ti ricordi di me?” non mi ricordo di nessuno- disse guardandoci serio. Scoppiai in un altro pianto a fontana. Tsubasa si girò e mi guardò per qualche minuto, poi si rigirò davanti a Natsume –ei Natsume, davvero non sai neanche chi è lei? Fino a qualche giorno fa l’avresti protetta per sempre e adesso invece, ti rifiuti di vederla pur non sapendo chi sia. Tu sei molto importante per lei, come lei è importante per te- disse Tsubasa appoggiando una mano sulla sua spalla. Tutte e due aspettavamo con impazienza la sua risposta. Lo guardammo, ma di colpo chiuse gli occhi –Natsume mi senti?.....Natsume. Natsume. Natsume!-.
 

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Capitolo 13
*** Natsume torna in te! ***


 

Capitolo XIII                              Natsume torna in te!

–Natsume mi senti?.....Natsume. Natsume. Natsume!- gridò Tsubasa. Si girò verso di me –chiama l’infermiera! Natsume non respira più- mi ordinò il senpai. Senza pensarci due volte, corsi più della luce e chiamai l’infermiera più vicina, avvisai anche un gruppo di dottori in pausa caffè e li feci venire in camera dove misero Natsume su una barella e lo ricoverarono. Era grave.
-Dottore, sta bene?- chiesi tra una lacrima e l’altra –adesso si, dopo che lo abbiamo ricoverato con massima urgenza, credo stia bene. Vi devo dare una notizia purtroppo…- disse il dottore riferendosi a me e Tsubasa –credo che questo ragazzo abbia bisogno di una trasfusione di sangue-  disse. Io e Tsubasa ci guardammo con sguardo d’intesa –il signorino Hyūga di che gruppo sanguigno è?- Tsubasa sicuramente non lo sapeva, ma infatti lo sapevo io –gruppo B dottore- dissi fiera di saperlo. Era il minimo per essere la sua ragazza. Il dottore prese dal cassetto della sua scrivania una cartelletta –voi conoscete qualcuno disposto a prestargli mezzo litro di sangue?- mezzo litro? Guardai le mie povere braccia, ma mi ricordai di non essere di gruppo B, nemmeno Tsubasa, ne Hotaru e Ruka –no signore, credo di non conoscere nessuno del suo stesso gruppo disposto a donarglielo- dissi preoccupata, gli serviva del sangue subitissimo –bene, credo di aver trovato qualcuno che fa al caso nostro, per fortuna si trova in questo ospedale, speriamo che accetterà. Scusatemi signori, ma ho da fare- disse per poi alzarsi e portare con se quella cartelletta. Mi rannicchiai nella sedia e rincominciai a piangere pensando a tutti i momenti belli che avevamo passato insieme, anche prima dell’apparizione di Nanami, quella vipera. Tutto ciò che avevamo costruito stava rischiando, anzi aveva già rischiato l’eliminazione totale. Tsubasa mi venne vicino e mi sussurrò che tutto sarebbe andato per il meglio e che Natsume si sarebbe ripreso presto –si ma anche se si riprenderà e tornerà a scuola, sarebbe come se non fosse successo niente!- gridai piangendo, mentre stringevo i pugni. Tutto stava andando a rotoli. L’avevo già perso in partenza –andrà tutto bene vedrai, troveremo una soluzione anche per questo- disse rassicurandomi. Mi sembrava di stare in un incubo seriamente, un incubo che sembrava non finire. Avrei voluto correre da lui e rivelargli nuovamente i miei sentimenti e tutto ciò che provavo per lui. Avrei tanto voluto che non ci fosse andato in quella missione, c’era così bisogno di lui? A proposito della missione, Tsubasa era andato con lui, lui poteva dirmi cosa davvero era successo –Tsubasa, dimmi cos’è successo a Natsume- chiesi prendendogli la mano, lui poteva dirmi cosa realmente era accaduto quel giorno –Mikan, non posso..- disse facendo alzandosi dalla sedia. Io strinsi di più la presa –chi c’era con voi? Chi era il terzo membro della missione?- chiesi perplessa. Non capivo perché non volesse dirmelo, era successo qualcosa di così raccapricciante? –c’era Nanami con noi- disse. Nanami. Dopo quel nome il mio cervello impazzì. Non solo ha quasi rischiato di morire ma lì, in quel momento c’era anche Nanami –bene. Adesso dimmi cosa accidenti è successo. Tsubasa me lo devi. Dimmelo!- gli gridai stringendo sempre di più la presa –okay okay ma piano che mi fai male!- disse. Tolsi la mano, lui si sedette e mi raccontò tutto. Non saltò alcun dettaglio, mi disse anche della ruota bucata dell’auto. Mi raccontò di una fabbrica da cui uscì il proprietario, lo legarono e lo torturarono bruciandolo da Natsume. Mi disse anche dell’inseguimento e dell’alice di Nanami. Ma durante l’inseguimento, quegli “operai”, perché Tsubasa credeva che loro non erano semplici operai, lanciarono una bomba a mano proprio davanti alla macchina e Persona per non doverci andare addosso frenò di colpo, ma a quanto pareva, le macchine indietro spinsero quella di Persona e la bomba purtroppo scoppiò. Persona e lui erano riusciti ad uscire prima dell’esplosione, infatti lui era quasi intatto, invece Persona aveva solo un braccio mal funzionante. Natsume e Nanami invece erano usciti qualche minuto dopo e avevano subito più danni. Questo significava che anche Nanami era in quell’ospedale –Non ho parole….davvero. Dopo quest’incidente non credo che vi facciano fare ancora delle missioni no?- chiesi perplessa –no, in teoria non dovrebbero, ma sono capaci di tutto quelli. Fidati Mikan. L’importante è che te ne resti fuori- come potevo restarne fuori? Sarei andata dalla fonte, in questo caso il preside delle elementari, e gli avrei detto quattro parole su la morte rischiata di tutti e quattro, perché anche Persona nonostante sia un duro, comunque era un essere umano e aveva rischiato la sua vita per una sciocca missione. Dopo aver capito tutto, Tsubasa mi riaccompagnò nei dormitori, dove avrei dovuto dormire per poi fare gli esami la mattina dopo. Non ci pensai minimamente agli esami, anzi non me ne importava niente –buonanotte Mikan-chan♥- disse Tsubasa abbracciandomi e dandomi un bacino sulla testa. Mi svestì e mi sdraiai sul letto. Quella sarebbe stata una notte molto lunga dato che sarei rimasta sveglia. La mattina dopo mi alzai dal letto strofinando gli occhi, mi guardai allo specchio del bagno, sembravo un morto vivente talmente erano grosse le borse sotto agli occhi. Erano tutti arrossati e viola, poi avevo un sonno che manco un ippopotamo avrebbe. Mi vestì e mi preparai per andare al prossimo esame. Pensai a Natsume, mancano solo due giorni di esami per finire l’anno, dato che l’orale l’hanno tolto, ma lui ne aveva fatto solo uno, il primo, perché poi è andato all’ospedale, l’avrebbero sicuramente rimandato e gli avrebbero fatto rifare gli esami. Non avrei mai voluto essere al suo posto, anche se non si meritava quello che gli stava accadendo. Svoltai l’angolo e mi fermai di colpo, c’erano Ruka e Hotaru poco più avanti che si stavano dirigendo verso l’aula. Mi fermai e aspettai che la strada si fece libera. Non volevo che mi vedessero in quello stato, anche perché poi mi avrebbero chiesto che cosa fosse successo. Varcai la soglia della porta e senza guardare gli altri alunni mi sedetti al mio posto –Vedo che Hyūga è ancora assente- disse il professor Jinno sedendosi nella cattedra –vabbe iniziamo- disse. Il signor Narumi passò consegnandoci i fogli, si trattava di inglese, una vera noia. L’ultimo esame sarebbero state le invalsi, quei libretti cui ci sono degli esercizi di logica. L’esame di inglese era praticamente impossibile, non ci capivo nulla, infatti sparai tutto a caso tranne quelle poche cose che sapevo. Dopo l’esame uscì immediatamente e camminai con passo veloce per evitare Ruka e Hotaru –Mikan aspetta!- troppo tardi credo. Continuai a camminare, ma Ruka continuò a chiamarmi, così mi voltai –cos’è successo si può sapere? Perché sei conciata così?- mi chiese guardandomi da testa a piedi, sapevo che sembravo uno zombie ma non me ne importava –sto bene….davvero- dissi facendo un finto sorriso, anche se non potevo proprio permettermi di sorridere –non dirmi bugie, dimmi cos’è successo. Adesso- dopo questa frase di Hotaru, mi misi a piangere come non so che cosa, mi strofinai in continuazione gli occhi, ma proprio non volevano smettere di lacrimare, in quel momento mi sembrava che tutto mi girasse intorno. Ero stressata e preoccupata per Natsume –Natsume…- sospirai stringendo verso di me Hotaru, la stritolai nel vero senso della parola –Natsume cosa?- chiese Ruka preoccupato, nella sua espressione si poteva chiaramente vedere la preoccupazione per il suo migliore amico –non ricorda più….non sa più chi siamo! Natsume….ha perso la memoria…!- dissi continuando a singhiozzare. Ruka e Hotaru mi guardarono scettica. Hotaru mi prese violentemente per un braccio e mi trascinò per tutto il tempo, prese anche Ruka per il braccio e ci dirigemmo verso l’ospedale. Erano entrambi rimasti basiti alla notizia, tanto quanto me. Hotaru spinse la pesante porta in vetro e l’infermiera dietro al banco chiese che cosa volevamo, ad Hotaru è bastato dire nome e cognome, che ci portammo alla camera. Prima di entrare gli venne avvisato che dei suoi amici erano lì, per lui. L’infermiera ci fece entrare pregandoci di essere cauti. Lo vidi di nuovo sdraiato sul letto, con tanti cavi trasparenti dappertutto, aveva già fatto la trasfusione di sangue, mentre io stavo facendo gli esami –Natsume….come…ti senti?- chiese Ruka. Non poteva dimenticarsi di lui, era il suo migliore amico fin da piccoli, non poteva non ricordarsi della sua ombra. Perché Ruka gli voleva così bene che sembrava l’ombra di Natsume, c’è sempre stato per Natsume e ci sarà per sempre per lui. Lui è troppo importante –sto…bene- disse fissandoci tutti. Io continuavo a piangere anche senza volere e Natsume se n’era accorto, e mi fissava –ma voi, chi siete? Perché mi state vicino anche se sono pericoloso?- chiese guardandoci perplesso.
_MY COMMENTc:_
Spero vi piaccia questo capitolo
Photobucket - Video and Image Hosting comprendo di averlo fermato in un brutto momento ma sapete com’è…..SUSPANCEPhotobucket - Video and Image Hosting, dispiace anche a me che abbia perso la memoriaPhotobucket - Video and Image Hosting
Tranquilli, al prossimo capitolo!Photobucket - Video and Image Hosting

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Capitolo 14
*** Il patto ***


Capitolo XIV                        Il patto

–ma voi, chi siete? Perché mi state vicino anche se sono pericoloso?- chiese guardandoci perplesso –noi siamo tuoi amici e non ti abbandoneremo mai Natsume- disse incredibilmente Tsubasa. Si sedette sul lettino, accanto a lui e gli prese la mano –Natsume, sforzati di ricordare chi siamo- disse. Il suo sguardo incrociò per un nano secondo il mio, per poi tornare a guardare quello di Tsubasa –Io…non…ricordo nulla. Non ho idea di chi siate e ne tanto meno che cosa vogliate da me. Non state qui, andate via- disse girando la testa imperterrito –Natsume!- gridai il suo nome, ad alta voce, per sbaglio, poi filai via dato che stavo piangendo come una fontana. Non potevo farmi vedere da lui in quello stato. Lo amavo troppo. Rimasi fuori dalla camera da sola, seduta su una delle tante sedie d’aspetto, situate fuori da ogni camera. Mi sentivo come se non avessi concluso niente nella mia vita, come se mancasse qualcosa, appunto lui. Lui significava tutto per me, e questa sua perdita di memoria aveva straziato il mio cuore. In quel momento era come se non stavamo più insieme, come se non ci fossimo mai conosciuti, ne baciati, ne dichiarati…non avevo combinato proprio nulla, anzi ero una sconosciuta nella sua testolina –Mikan…- disse Hotaru, me la trovai davanti che mi accarezzò la guancia, era preoccupata per me e per lui –che ne sarà di noi? Che ne sarà della nostra relazione?- dissi sfregandomi gli occhi –capisco che tu ti senta così, ma devi andare avanti, devi superare questa cosa, devi riprenderlo- restai ad ascoltarla per tutto il tempo –devi fargli capire quanto ci tieni a lui e che ci hai sempre tenuto. E’ come se dovessi incominciare da capo e a lungo andare si ricorderà ogni cosa, vedrai- disse accarezzandomi come fossi un cane. La ringraziai e mi convinsi che aveva ragione, io potevo fare qualsiasi cosa pur di riprendermi il mio Natsume. Potevo fare qualunque cosa. Già un idea mi venne.
Salutai Natsume, promettendogli che gli avrei fatto riacquistare la memoria. Uscì dall’ospedale accompagnata dai miei amici, che salutai con una scusa veloce. Entrai nel dipartimento delle elementari, cercai disperatamente l’ufficio del preside, avevo intenzione di dirgliene quattro su quanto successo a Natsume. Trovai il corridoio esatto e mi ritrovai faccia a faccia con la porta d’entrata. Scossi la testa, mi aggiustai la divisa e bussai alla porta bordeaux. Una voce profonda dall’interno mi rispose con un “avanti”, entrai e vidi un ragazzino seduto dietro ad una grossa cattedra di legno, aveva le mani incrociate, sembrava mi stesse aspettando. Deglutì e chiusi la porta alle mie spalle, lo osservai stando immobile attaccata alla porta –siediti pure- disse con la sua voce infantile. Feci come detto. Mi sedetti su una delle sedie per ospiti che si trovavano davanti a lui. Lo guardai dritto negli occhi, ci furono due minuti di silenzio prima che acquistai il coraggio per dirgli che cosa pensavo sulla missione –tu. Sei stato tu a causare la perdita di memoria di Natsume!- dissi inarcando le sopracciglia, lui sorrise per tutto il tempo –ha perso la memoria? No, non va bene…- disse continuando a sorridere, sembrava non prendesse sul serio ciò che dicevo –troverò presto una cura per quest’imprevisto- disse guardandosi le unghie, come fosse una donna. Feci un profondo sospiro e rincominciai a lamentarmi –non è solo questo il problema. Sono venuta qui per avvisarti delle pessime condizioni in cui si trova Natsume ora, ed anche Nanami è in pessime condizioni. Tutto questo per catturare un bambino?!- dissi alterando leggermente il tono della voce. Lui sgranò gli occhi continuando a guardandomi, per lo meno smise di sorridere –e quindi? Cosa ci dovrei fare, non è mica colpa mia se rischiano di morire, è colpa di quegli operai da strapazzo. Dicendomi questo, cosa speravi di suscitarmi?- chiese rifacendo quello stupido sorrisetto –voglio suscitarle preoccupazione, perché alla fine tu hai le responsabilità su di loro e non voglio che loro vadano in missione in queste condizioni- dissi preoccupata ancora di più. Desideravo davvero che lui li lasciasse stare a guarire –il problema è che non ho abbastanza persone per le mie missioni….ei, ti va di fare un patto?- mi chiese prendendomi una mano. Era così fredda, come se un attimo fa fosse stato nel congelatore, volevo lasciare subito la presa, ma lui stesso me lo impediva –che…tipo di…patto?- chiesi stranita. Natsume mi aveva sempre detto di non fidarmi di lui, qualunque cosa mi avesse detto senza senso –facciamo così, io lascio stare Natsume e Nanami, se, al posto loro ci vai tu. Incomincerai a svolgere delle missioni per me. In caso ti rifiutassi, i tuoi amici dovranno sprecare le loro ultime energie vitali- disse sorridendo, stringendo sempre di più la presa della mano. Sapevo  bene che poteva essere una trappola, ma aveva ragione, in caso mi sarei rifiutata, loro avrebbero fatto altre missioni e sarebbero sicuramente cessati, per cui, io ero l’unica sostituta per salvarli. Potevo farlo, dovevo farlo -allora, cosa decidi di fare?- chiese fissandomi dritto negli occhi, i suoi occhi erano così pieni di freddezza e grigiume che quasi mi spaventavano –va bene- dissi lasciando la presa velocemente. La mia mano era diventata congelata. Costui si alzò e fece una specie di balzo mentre batteva le mani, sembrava felice che mi fossi aggregata a loro. Beh, io non lo ero, ma l’avrei fatto senz’altro per Natsume, per il ragazzo che amavo più di me stessa, lui mi proteggeva sempre, come poteva, dovevo anch’io ricambiare il favore, proteggendolo, almeno una volta. Mi misi d’accordo con il bambino e mi spiegò che cosa dovevo fare e come sarebbe funzionata la cosa, mi disse che avrei iniziato il lavoro il giorno dopo, ovvero l’ultimo giorno d’esami. Mi rassicurai ribadendogli che non doveva far alzare ne Natsume e ne Nanami, per nessuna ragione al mondo. Uscì dall’ufficio a testa alta. Almeno avevo ottenuto quello che volevo, più o meno. Il preside delle elementari mi aveva assicurato che avrebbe ottenuto una qualche pozione o rimedio per far tornare la memoria a Natsume, sempre a patto che facessi ogni cosa. Un problema in meno, per quanto riguardasse la missione, avevo l’ansia, pensare a cosa avrei dovuto fare mi faceva venire l’ansia, nella mia testolina mi giravano parecchie domande, ad esempio cosa sarebbe successo se avrei cannato qualcosa durante l’attività, o se avrei mancato il bersaglio, o se avrei ricevuto come incarico di fare un omicidio, ovviamente mi sarei rifiutata. Non posso uccidere una persona, proprio non sarebbe da me, speravo invano che non mi avessero incaricato di fare una cosa del genere.
Mentre i miei pensieri giravano, mi ritrovai davanti alla camera del mio dormitorio, pronta per mangiare e fare un bel riposino, il giorno dopo avrei avuto le invalsi, esami molto duri basati su logica anche se io di logica non ne avevo.
_MY COMMENTc:­_
Nella mia testolina: “No Mikan, non farlo!!!!
Photobucket - Video and Image Hosting”, chissà come si evolveranno i fatti. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, presto lavorerò al prossimo. Beh, al prossimo allora! Photobucket - Video and Image HostingComunque ringrazio sempre quelli che recensiscono. Photobucket - Video and Image Hosting Ditemi se preferite per il prossimo capitolo la narrazione di Mikan o di Natsume u.u

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Capitolo 15
*** La mia prima missione/ Solitudine spezzata ***


Capitolo XV              La mia prima missione/ Solitudine spezzata

Mi svegliai pimpante pronta per l’ultimo esame, ovvero le invalsi, quello che ritenevo il più difficile, oltre a matematica. Mi preparai al meglio per presentarmi in splendida forma. Mi diressi in classe e  mi sedetti al solito banco. Narumi passò dandoci gli ultimi benedetti fogli che avrebbero determinato il voto della nostra uscita ed entrata alla quarta superiore –ragazzi, buon lavoro!- disse facendo un sorriso preoccupato, sembrava quasi forzato. Mi pareva troppo strano. Prima domanda, riconoscere l’altezza di un palazzo, sapendo la larghezza e l’area, una sorta di problema di geometria, assolutamente impossibile, passai all’altra, “conta le mollette in totale sui panni di Chiara e Sara”, mi chiedo, non se le possono contare da sole? Ahah le contai e sparai il primo numero che mi venne in mente. Svogliai brevemente il fascicolo e trovai esercizi tipo questi, sarebbe stata una mattinata molto lunga.
Uscì giusto in tempo dalla classe a mezzo giorno, mi ritrovai con una fame da lupi. Mi diressi verso la mensa quando qualcuno mi prese la spalla. Mi spaventai e divenni blu, ma quando mi girai vidi che era stata proprio Hotaru –ei Mikan, ti va di venire con me a fare un giro a Central Town? Sai, dovrei prendere delle cose..- disse con fare triste. Gli mancava qualcosa, aveva uno sguardo così triste e malinconica, si vedeva che cercava di camuffarla con la sua solita freddezza –ecco…mi dispiace Hotaru ma credo di non poter venire, ho delle cose da sbrigare- avevo quell’imprevisto a cui non potevo assolutamente mancare –ok, ma stasera ci sei?- mi chiese perplessa –per cosa?- ribattei stranita –stasera andiamo tutti al calipso a festeggiare la fine degli esami- disse con una luce di speranza nei suoi occhi. Avrei tanto voluto andarci ma non sapevo a che ora avrei finito quella dannata missione, purtroppo era la mia prima missione quindi aveva un certo valore, non che fosse una cosa positiva, ma lo facevo per un buon motivo, ovvero per salvare Natsume e Nanami –cercherò di esserci- dissi. Comunque mi sentivo in colpa per non poter andare con lei a Central Town, per discolparmi mi venne un idea che mi sembrò giusta ma si rivelò l’esatto contrario –perché a Central Town non ci vai con Ruka? E’ un tuo amico, invitalo- dissi stampando un sorriso a trentadue denti, anche se a dirla tutta non me la sentivo di sorridere –No….non…mi pare il caso. Ultimamente…..ho scoperto che esce con Hori-san, la ragazza del locale…e poi sarebbe come un appuntamento….- disse mogia mogia. Iniziavo a sospettare che Hotaru fosse gelosa del fatto che Ruka frequentasse Hori-chan –ei Hotaru, non è che sei un tantino…gelosa?- dissi dandole una gomitata al braccio. Lei sgranò di colpo gli occhi e mi guardò –ma no! Io, gelosa? Ti sbagli- disse incrociando le braccia. Poi d’un tratto mi disse che sarebbe andata da sola a comprare ciò che le serviva e se ne andò di punto in bianco. Non capì la sua reazione, sicuramente era disturbata per un qualche motivo che poteva essere la frequentazione di Hori-chan nei confronti di Ruka. Ma, se era gelosa significava che ad Hotaru piaceva effettivamente Ruka, ma a me non me l’aveva mai detto o ne accennato eppure eravamo migliori amiche, o almeno questo era quello che credevo. Non si fidava di me? No perché in tal caso mi sarei offesa molto. Io le dicevo tutto quello che avevo, tutto, e lei mi nascondeva questo piccolo particolare, la cotta per un nostro amico? Cosa c’era di male nel dirmelo? Mica sarei andata a sgangherarlo in giro, mai avrei fatto una cosa del genere, la reputavo la mia migliore amica. Camminai triste e sconsolata verso il giardino, dove avrei atteso il fatidico momento della missione. Mi sudavano i piedi, mi tremavano le gambe e avevo la pelle d’oca, niente di peggio. Avevo l’ansia alle stelle, tutto sarebbe potuto succedere…e se fallivo? Sarebbero morti dallo sfinimento Natsume e Nanami? Non potevo proprio permettermelo. Mi sedetti appoggiando la schiena al ciliegio, solitamente ci andavo lì con Natsume ma in quel momento mi resi conto che ero da sola. Mi mancava Natsume, ma mancavano tutte le piccole cose di tutti i giorni, persino mano nella mano o le liti cretine che facevamo. Mi mancava troppo questo e sapere che lui aveva, diciamo buttato nel cestino tutto, mi rendeva talmente triste da farmi piangere nuovamente, mi sentivo uno straccio in piena regola. I miei baci? Immagazzinati, persi. Le mie parole? Dimenticate. I piccoli gesti? Bruciati totalmente. Quella pozione doveva essere mia.
Dato che mi mancava disperatamente Natsume, decisi di andare verso l’ospedale per salutarlo una volta per tutte prima di imbattermi nella missione –Sakura- mi chiamò lui, era venuto a prendermi per portarmi chissà dove –eh? Persona?- dissi voltandomi, ma non c’era nessuno. Mi attirò l’attenzione dall’alto , era su di un ramo del ciliegio, da quanto mi stava spiando? –E’ ora di andare, seguimi- disse con quella sua voce roca. Mi girava la testa, avevo troppa ansia in circolo. Mentre lui saltellava tra un ramo e l’altro, io lo seguì correndo dal basso. Mi portò all’uscita dell’Alice Academy, una cosa stupefacente mi faceva quasi senso vedere quei cancelli spalancati –entra pure nella macchina Sakura, guido io- disse aprendomi per giunta la portiera, mi veniva da dire “grazie” ma in quel caso si stava parlando di Persona e Natsume me lo aveva descritto sempre come un mostro cattivo e insensibile. Mi accomodai in quella limousine nera, bellissimo l’interno, bell’inizio –Eiii! Nuova da queste parti?- una voce maschile e allegra mi parlò dai meandri della limousine. Dal fondo vidi questa sagoma, di un ragazzo che si avvicinò sedendosi accanto a me –uhm si- risposi stringendo il pugno, ero convinta che fossi da sola –mi chiamo Sasuke piacere!- disse diretto allungando il braccio per fare una stretta di mano, per conoscersi –piacere Mikan Sakura- dissi sorridendo. Era allegro e, simpatico direi. Mi sapeva di bravo ragazzo –Mi-chan♥- lo disse con una voce acuta e stridula, come fosse una ragazza negli anime. Mi misi a ridere per la sua figuraccia ma sembrava che non se n’era accorto. Lui mi sorrise e mi disse –puoi chiamarmi Sasuke-kun o senpai. Sono di quarta superiore io- disse facendo lo spaccone, credeva di potersela tirare, ma con me non funzionava. Ci mettemmo a parlare, scoprì che avevamo molte cose in comune, come sport, come materie preferite, o come alice. Lui aveva quello dell’annullamento e del teletrasporto mentre io annullamento e furto –Mi-chan, tu sei fidanzata?- chiese storcendo lo sguardo –uhm, si, con un ragazzo che purtroppo non sta nelle migliori condizioni. Anche lui fa le missioni- dissi ridiventando triste –scusami se in qualche modo ti ho resa triste, non volevo davvero. Come si chiama?- chiese curioso –Natsume Hyūga- dissi singhiozzando –ohh si lo conosco. Mi è capitato di fare qualche missione assieme a lui e devo dire che mi sta antipatico. Ma tu invece sei l’opposto!- disse ridendo. Poi si accorse che stavo letteralmente piangendo come non so che cosa e tentò di tutto per farmi rialzare il morale e per farlo mi chiamò Mi-chan con quel tono troppo divertente e mi rimisi a ridere. Era così simpatico, ma preferivo di gran lunga Natsume.
-siamo arrivati- disse Persona scendendo dall’auto. Il posto non sembrava niente male, era un molo –dovete semplicemente rapire un bambino- disse indicando la scuola vicino al molo. Ci rimasi troppo male, non potevo assolutamente far del male ad un bambino, mi sarei sentita in colpa troppo –vieni Mikan, facciamoli vedere a Persona come si fa!- disse sorridendo, Sasuke-kun sembrava un ragazzo d’oro, anche le situazioni brutte le faceva ribaltare in belle situazioni. Ci dirigemmo verso questa scuola ed entrammo. Non sapevo ne cosa dovevo dire e ne cosa dovevo fare –dammi la mano Mikan, stai attenta, in questa scuola ci potrebbero essere alcuni membri dell’organizzazione zeta. Tieni gli occhi ben aperti e non staccarti per nessuna ragione da me- disse serio. Credevo che un po’ se ne stesse approfittando, ma in un momento del genere non potevo non ascoltarlo. Il bello di questa scuola, era che non era normale come tutti avrebbero creduto, ma era abbandonata, cioè all’interno non c’era niente e nessuno. Ma il bimbo evidentemente o nascondevano lì. Camminammo per il lungo corridoio dalle mattonelle arancioni, il gusto era andato via. Non sentimmo rumori di alcun genere, tranne i passi lenti di qualcuno, all’inizio rabbrividì ma poi vidi in lontananza il bambino che dovevamo catturare –guarda Sasuke! Il bambino!- dissi indicandolo, ma Sasuke rimase sulle sue. Era convinto che potesse essere un arte illusionistica che poteva farci cadere in trappola. Io continuai ad osservarlo, eppure era un bambino –Mikan, non farti fregare, è solo una trappola, un illusione per convincerti ad andare- disse Sasuke-kun stringendo sempre più la mano. Mi appiccicai letteralmente a lui, ma senza tradire Natsume –ei voi!- sentimmo una voce di donna venire da dietro di noi. Partì Sasuke-kun che cadde a terra, senza alcun motivo –Sasuke-kun, tutto bene?- dissi aiutandolo ad alzarsi. Fece cenno di si –è invisibile- sussurrò guardandosi attorno. Doveva essere senz’altro un membro dell’organizzazione zeta. Ma come si poteva battere una persona che non si vedeva? –cosa volete da me?- disse questa donna. Mi sentì prendere i fianchi, mi aveva presa in qualche modo, mi sentì anche una mano sulla pancia –se fai un passo falso uccido la ragazzina- disse –ei ei ei almeno dimmi come ti chiami- disse Sasuke-kun. Non ero poi tanto spaventata, in qualche modo mi fidavo di lui –Fuyumi, è cambiato qualcosa?- chiese –abbassa la testa Mikan!- urlò di scatto il senpai. Feci come detto e stranamente riuscì a farlo, credevo che lei mi stesse tenendo. Da come capì,  Sasuke-kun aveva dato un calcio a Fuyumi-san –ti sei distratta! Eheh- ridacchiò il senpai, che mi strattonò a se e mi abbracciò –prenditela con me, non con lei- disse. Sembrava che Sasuke-kun potesse vederla o forse usava solo il suo sesto senso –non avrete mai il bambino- disse, la sua voce si faceva sempre più lontana. Stavo iniziando a capire, la donna di stava allontanando –cerchiamo il bambino!- disse il senpai tirandomi per la mano. Tutto ciò era entusiasmante, anche se alla fine lo scopo finale era orribile. Arrivammo in un salone enorme, che probabilmente doveva essere la mensa. In mezzo alla stanza c’era Fuyumi-san e dietro di lei il bambino che ci guardava stranamente come se non sapesse cosa stesse succedendo –lui è reale- bisbigliò Sasuke-kun. Credevo intendesse il bambino. Fuyumi-san aveva i capelli viola lunghi e una divisa verde tipo da militare –finalmente ti sei mostrata per quello che sei…una figa da paura- disse facendo la sua faccia da maniaco. Io gli diedi una gomitata in pancia e avanzai il passo –Mikan cosa fai?- chiese il senpai preoccupato. Sapevo bene che cosa stavo facendo –Fuyumi-san, so che questo è il tuo lavoro, proteggere questo bambino, ma vedi, io sto facendo tutto questo per poter salvare il ragazzo che amo che sta male  e ha perso la memoria, se ora io non facessi tutto questo, lui morirebbe sfinito, dato che lo avrebbero fatto lavorare ugualmente. Io lo sto salvando perché lo amo e se dovessi fallire la missione…..lui morirebbe- dissi tra una lacrima e l’altra –Mikan…- sospirò il senpai. La donna rimase in ascoltò e si fermò un attimo. Guardò il bambino poi rivolse nuovamente lo sguardo su di me –vedi ragazzina, il mondo è fatto di queste ingiustizie, anch’io ho dovuto fare questo lavoro contro la mia volontà, ma l’ho fatto per proteggere i bambini che vengono rapiti, come mio figlio che è stato rapito e si trova in quella dannata scuola- disse scrocchiando le mani, evidentemente il discorso non era servito a nulla. Sasuke-kun mi parò situandosi davanti a me e sfidò Fuyumi-san. Se avrebbe vinto, avrebbe preso il bambino, sennò saremmo andati via sconfitti…e in quel caso….-ci sto- neanche il tempo di dirlo che Sasuke-kun si teletrasportò proprio dietro di lei, e la colpì con tutta la rabbia possibile. Anche se normalmente le donne non si dovrebbero picchiare –Noi vinceremo- disse il senpai. Mentre erano occupati, il bimbo mi venne incontro senza motivo, io mi abbassai e gli sorrisi –One-chaaaan!!- disse abbracciandomi –come ti chiami?- chiese il dolce angioletto –Mikan- gli presi la piccola manina che aveva, era troppo carino e coccoloso –significa mandarino….- disse sorridendo. Io annuì, già credevo che mi avrebbe chiamata mandarino per sempre –e tu, come ti chiami?- chiesi curiosa, intanto con la coda dell’occhio guardavo quei due –Kei- disse dolcemente. Mi alzai e gli presi la manina –Kei, vuoi venire con me?- chiesi. Lui mi annuì camminando lentamente –Mi-chaaaan♥ possiamo andare, prendi il bambino e…- si fermò non appena mi vide mano nella mano con il piccolo. Mi chiesi dove fosse Fuyumi-san, ma non voletti saperlo per non rovinare il “lieto” fine.
Intanto all’Alice Academy
Il dottore arrivò come promesso dall’infermiera. Si sedette affianco a me, sulla sua sedia a rotelle, quando la muoveva faceva troppo rumore –Natsume, a breve verrai dimesso- mi disse sorridente. Io non ci vedevo niente di divertente, non sapevo nemmeno dov’ero e ne cosa avrei fatto una volta uscito dall’ospedale. I miei presunti amici, mi avevano detto di sforzarmi di ricordare, ma purtroppo non ricordo nulla di quello che è successo, so solo che mi chiamo Natsume, ma non so nemmeno il mio cognome. Mi chiedo cosa mi sia successo per essere conciato in questo modo –dovresti sforzarti per riacquistare la memoria Natsume- disse anche il dottore, purtroppo non ci potevo fare un bel niente, se non mi ricordavo era perché probabilmente non avevo nulla di importante da ricordare. Mi cadde l’occhio in quell’istante sull’orologio, le cinque e mezza, il biondino mi aveva detto che quella stessa sera ci sarebbe stata una festa come fine esami, anche se non ricordavo nemmeno di aver fatto. Mi alzai dal lettino, feci addirittura fatica a reggermi in piedi, mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Il dottore mi diede delle raccomandazioni e dei fogli che avrei probabilmente buttato. L’infermiera mi accompagnò fino all’uscita. Feci un respiro profondo, finalmente potevo sentire il vero ossigeno, aria pulita e non inquinata ma nemmeno pesante, feci due passi, dove potevo mai andare? Mi sembrava tutto così strano, non sapevo dove dovevo andare, non conoscevo le strade, ad esempio, la mia stanza dove poteva essere? In che parte del campus? –Natsume! Vieni qui- mi chiamò un trans biondo e alto, mi sembrava fisicamente una donna, ma la voce era maschile –chi sei e che cosa vuoi?- chiesi andandomene –aspetta, non vuoi sapere tutto ciò che devi sapere?- disse il trans –in che senso? Che cosa dovrei sapere?- chiesi stranito girandomi –ad esempio dov’è il dormitorio e il numero della tua camera- disse. Mi sembrava ovvio che volessi saperlo, almeno quello. Mentre mi condusse alla mia camera, mi raccontò delle cose su quella scuola e mi disse quali persone dovessi evitare che non erano alla mia portata, mi spiegò persino l’ora delle lezioni e che il giorno dopo avrei dovuto recuperare gli esami dato che stavo male. Mi ribadì che la festa era quella sera e che anche lui ci sarebbe stato. Un altro motivo per non andarci –Ah Natsume, ti volevo dire…..quella ragazza, hai davvero bisogno di lei, come lei ha bisogno di te- credevo si riferisse alla ragazza che ogni volta che mi veniva a trovare, si metteva a piangere. Ogni volta. Mi rattristiva, altro che allegria, quella doveva essere un emo o qualcosa del genere. Prima di svignarsela mi disse il suo nome, Narumi. Era un trans sicuramente anche se non lo ammetteva. Guardai la camera, non c’era nulla di mio che potessi ricordare, era una normale camera da campus. Non avevo foto o ricordi, ne bigliettini, lettere. La mia vita doveva essere orribile in quella scuola. Non avevo nemmeno rapporti con le ragazze a parte l’emo, la ragazza con i capelli viola, nemmeno mi degnava di uno sguardo, anzi, fissava il biondino anche se veniva all’ospedale “per me”. Evidentemente si amavano, o forse. Mi sedetti sul letto, guardai le lenzuola, erano color crema, sicuramente non le avevo scelte io, perché il color crema mi faceva vomitare. Guardai l’orologio, le sei e un quarto, sarebbe stato meglio prepararmi, o almeno così volevo ma purtroppo qualcuno bussò alla porta. Non ci pensai due volte e andai ad aprire –Natsume….così ti sei ripreso..- disse il biondino. Lo feci entrare tanto ormai era già lì –mi chiamo Ruka, piacere- e mi sorrise, doveva essere davvero paziente per ricominciare da zero –Natsume- mi presentai, diciamo. Mi chiese se sarei andato alla festa, e gli risposi di si ma che purtroppo non sapevo dove si sarebbe trovata, lui mi disse che mi avrebbe accompagnato, così lui tornò nella sua camera per prepararsi. Aprì il mio armadio intento nel scegliere i vestiti, presi una giacca, una maglietta e dei pantaloni, quando li lanciai sul letto, notai una macchia sulla giacca, una macchia marrone, d’un tratto ebbi una visione velocissima: una ragazza che si scusava con me per avermi sporcato la giacca con la coca. Quella ragazza era l’emo o insomma la piagnucolona. Dopo, la baciai. Sgranai gli occhi e mi guardai immediatamente le mani, come per convincermi di essere nella realtà. Questa visione non poteva comunque cambiare i fatti, io non la conoscevo più. Mi feci una doccia pensando alla visione, mi chiedevo se avrei visto quella ragazza quella sera, magari con un altro ragazzo.
-Natsume da questa parte!- disse Ruka alzando un braccio, anche lui era in splendida forma. Lo salutai, era in compagnia di una ragazza, che non avevo mai visto prima –Ciao, sono Hori, ti ricordi di me?- chiese. Non riuscì a guardarla in faccia dato che aveva un vestito rosa sgargiante, con qualche rosellina sparsa qua e là sulla gonna –No- risposi serio. Rivolsi lo sguardo verso Ruka, come per chiedergli conferma se quella era davvero la sua ragazza, purtroppo scoprì presto che era solo una con cui usciva e si frequentava. D’un tratto ci incamminammo verso il locale, nessuno del campus prendeva un mezzo di trasporto, tutti a piedi, Ruka mi spiegò che il posto era vicino e che non c’era bisogno di prendere la macchina o tantomeno un taxi. Da dietro di noi sbucò la tipa con i capelli viola che era esageratamente glitterata, ma stava bene. Mi salutò come se nulla fosse con il suo solito sguardo freddo, era parecchio strana, anche se percepivo un aria triste nei suoi confronti. Fissava Hori, che stava a braccetto con Ruka –Hotaru, dov’è Mikan?- le chiese quest’ultimo, Hotaru distolse lo sguardo e poi rispose –Non saprei, non l’ho vista nel corridoio ma che credo che sarà qui tra….- neanche finì la frase che qualcuno, o meglio qualcuna mi abbracciò da dietro chiamando il mio nome. Il mio cuore fece un balzo enorme, come se stesse per scoppiare da un momento all’altro, mi girai, era Mikan –Natsume stai bene?- mi chiese mettendomi una mano sulla fronte –abbastanza- risposi. Mi guardai con gli occhi luccicanti, era forse convinta che avevo riacquistato la memoria. Mi prese per mano e mi “trascinò” assieme agli altri in quel locale tanto ambito. Entrammo, mi venne un'altra visione che mi fece un male tale che quasi non mi reggevo in piedi, si rivelò veloce anche questo: nel bagno di questo locale stavo facendo cose con una ragazza, Nanami (?) mi sentivo così in colpa che ancora oggi lei non ne era al corrente, ero ubriaco quella sera e c’era anche Ruka, e tre ragazze. Mi ero ricordato il nome…di quella…..Nanami….era forse qui –Stai bene Natsume?- chiese Mikan, vidi il suo viso davanti al mio, lei era la mia ragazza, che avevo tradito, non me la meritavo. La scostai da me, mi sentivo in colpa anche se non mi ricordavo di aver vissuto quella situazione in bagno. Vedere quel cartello al di fuori con scritto “Party Night” in qualche modo mi faceva riaffiorare dei ricordi, crudeli. Ci sedemmo ad un tavolo rotondo con tanto di divano. Non sapevo che si poteva “mangiare” in quella discoteca, anche perché mangiare era una parolona. Non servivano i primi, i secondi o altro, ma patatine, panini, kebab, roba del genere. Ruka che era vestito forse troppo elegante così si sentiva fuori luogo, meno male che mi ero cambiato o mi sarei sentito fuori luogo anche io. Nella tavolata, c’era anche una ragazza che continuava a fissarmi, non capivo che cosa volesse da me, fatto sta che dato che alcuni non volevano aspettare, si gettarono nelle danze –Ruka-kun, ti va…..di ballare…?- chiese Hori a Ruka, non mi piacevano per niente queste cose sdolcinate in pubblico –Natsume, io vado a ballare con Hotaru, se vuoi venire…..- le presi la mano senza motivo, lei arrossì ma lo negò. Le lasciai poi la mano chiedendole scusa, non sapevo nemmeno io che cosa stavo facendo. Lei si allontanò lentamente come se stesse aspettando che io mi alzassi per andare da lei. La guardai in lontananza mentre ballava, non potevo credere di essere il suo ragazzo. L’occhio mi cade sulla tipa che sin dall’inizio mi fissava, mi alzai e andai verso di lei chiedendole che cazzo aveva da osservare in quel modo –Uhm..? Oh scusa, non sapevo di essere così invadente. Sono Yuri, non so se ti ricordi, comunque ti volevo chiedere se sapevi di Nanami…..ti ricordi di lei vero?- disse prendendomi per il colletto –scusami, io…..- incominciò con le lacrime. Tolsi le sue mani dal suo collo –no, mi spiace ma non so darti le informazioni di cui hai bisogno- dissi andandomene. Mi risedetti al mio posto, guardai nuovamente….Mikan, mentre ballava, quando si allontanò dalle sue amiche per andare al bancone. Le mie pupille la seguivano dappertutto anche se c’era gente davanti a lei che si scatenava. Ad un certo punto non la vidi più. Il mio istinto fu quello di alzarmi per controllarla, per controllare che tutto andava a gonfie vele, quando la vidi mentre baciava un altro. Ma le teneva la testa quindi probabilmente era costretta, la prese per il braccio e la trascinò fuori dal locale. Io ovviamente li inseguì ma feci fatica, perché dovevo oltrepassare la pista spintonando tutti quanti. Arrivai diversi minuti dopo e non li vidi più. Rientrai nel locale per chiamare Ruka e farlo venire con me, ma mi fermai, perché rovinare la serata a lui? Così tornai fuori e li cercai facendo il giro del posto. Quando capì che quel ragazzo stava per stuprare letteralmente Mikan –ei tu, che cosa cazzo stai facendo? Toglile le tue luride mani di dosso!- dissi senza farmi problemi, non sapevo bene nemmeno per cosa stavo combattendo –un ragazzino della terza, uu che paura- scaraventò Mikan a terra –Natsume…!- sussurrò. Quella scena mi bastò a farmi incazzare come pochi, svegliai la rabbia e la memoria che c’era in me, mi ricordai in quell’istante tutto. Quello che mi era successo, in che posto ero e persino che facevo le missioni. Ma soprattutto mi ricordai che lei era la mia ragazza –Non osare mai più toccare la mia ragazza- feci apparire sul palmo della mia mano una fiaccola grande quanto lui, lo avvolsi letteralmente tra le fiamme. Avrei voluto vederlo soffrire, ma in seguito Mikan mi venne addosso, scatenando un fascio di luce che mi fermò all’istante –Natsume, adesso basta, sto bene…- disse piangendo. La abbracciai così forte che quasi la strozzai.
Quella notte venne a dormire da me, dove avremmo recuperato tutto il tempo perso.
_MY COMMENTc:_
Vi piace questo lunghissimo capitolo? O come meglio dire capitoli? Ahahaha ciò messo davvero tanto, ma alla fine è finito bene. Contenti? :) 

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Capitolo 16
*** La dichiarazione ***


Capitolo  XVI             La dichiarazione

Mi alzai dal letto alle sei del mattino per poter tornare in classe e recuperare gli esami che non avevo passato a causa dell’incidente. Guardai Mikan mentre dormiva, indossava la mia camicia come pigiama, mi aveva detto che voleva provare ma a lei stava tutto largo. Cercai di fare meno rumore possibile per non svegliarla, anche se dormiva come un elefante e faceva uno strano suono con il naso. Era così buffa. Uscì dalla camera, ma non la chiusi a chiave. Mi incamminai verso la classe, non vidi nessuno in particolare che conoscevo. Mentre pensavo ai fatti miei, urtai per errore un ragazzo –ei tu, fai più attenzione­- dissi, anche se sapevo benissimo che ero stato io ad urtarlo –Uhm, e tu chi cavolo saresti?- disse girandosi, era leggermente più alto di me, tipo come Tsubasa –non credo che ti interessi. Addio.- dissi andandomene scocciato. Entrai in classe, sembrava che tutti i prof mi stavano aspettando, erano tuti appoggiati sulla cattedra che fissavano la porta d’entrata –Natsume siediti- disse Jin-Jin. Era parecchio assonnato e stressato, evidentemente non aveva proprio voglia di stare in piedi a fissarmi, tanto che dopo avermi spiegato che quel giorno avrei fatto più di una prova, si scusò e si assentò senza giustificare. Guardai bene il foglio, era inglese, in un attimo lo feci. Poi Narumi si avvicinò rifilandomi un altro foglio, matematica. Iniziavo a stancarmi di quelle stupide x e y. Ne avevo piene le palle di quelle lettere maledette –Natsume, domani farai le invalsi. Presto saprai il voto- disse Narumi, io mi alzai e senza guardarlo in faccia me la svignai. Guardai l’orologio, le nove e un quarto. Sarei potuto andare a fare un giro con Ruka per godermi la giornata, ma mi ricordai che la mia ragazza era ancora in camera mia, o così credevo. Mi incamminai tranquillamente verso il dormitorio, quando mi addentrai nell’atrio, lì vidi quel ragazzo che avevo accidentalmente urtato, che parlava con Mikan, e lei sorrideva –ei tu, spostati da lì- dissi spingendolo via da Mikan che rimase traumatizzata –cosa vuoi tu?- disse con tono di menefreghismo –Natsume…non è come pensi- mormorò Mikan prendendomi il braccio –Aspetta, Natsume…?- disse lui –Come mi conosci?- chiesi perplesso –Natsume, lui è Sasuke-kun- disse Mikan presentandomelo –Ciao, tu devi essere Natsume…il ragazzo di Mikan- disse porgendomi la mano per una stretta, la strinsi, ma solo perché era un amico di Mikan –come vi siete conosciuti voi due?- chiesi perplesso –perché io e Mikan abbiamo- si intromise subito lei –Perché io e lui ci siamo incontrati per caso a Central Town, quando tu eri in ospedale- mi puzzava un pochetto sta cosa –Oh si, esattamente e le ho offerto un te- disse divertito. Non sapevo se prenderlo a schiaffi o a pugni –Bene, io e Natsume dobbiamo andare, ci vediamo senpai Sasuke-kun!- disse salutando –Va bene Mi-chan♥- disse con quella voce da gay. Già non lo sopportavo. La presa di mano di Mikan era parecchio stretta e mi trascinava più lontano possibile, la sua espressione fu quella di una imbarazzata, non volevo che ci fosse imbarazzo tra i due. Mi aspettavo più spiegazioni da Mikan, invece che un semplice incontro a Central Town, ma certo non potevo sembrare uno stalker masochista, per questo restai zitto. Mikan mi trascinò a fare colazione in una sottospecie di bar. Nel tavolo infondo ci sembrò di vedere Hotaru. Mikan mi disse di verificare che fosse realmente lei, così ci avvicinammo e ci sedemmo al suo tavolo –Hotaru…ma tu stai…piangendo…- disse Mikan preoccupata per l’amica –no n-no, sto bene…- disse singhiozzando. Il mondo le cascò in mano. Lei affermava di stare bene, ma si capiva benissimo che c’era qualcosa che non andava in lei –Hotaru, che cosa è successo?- chiese Mikan –Ho detto che sto bene!- si alzò e se ne andò scazzata, mi sembrava un comportamento infantile nei suoi confronti. Comunque non avevo mai visto Hotaru che piangeva, era fredda quanto me solitamente. Io e Mikan rimanemmo di stucco. Finito di fare colazione Mikan decise di andare a parlare con Hotaru e capire cosa cavolo la turbava, io invece decisi di andare a cercare Ruka. Me ne andai salutandola dolcemente, anche se su di lei e quel Sasuke non mi fidavo proprio.
Quando arrivai in giardino vicino all’albero, c’era già lì che scriveva qualcosa su di un foglio –ei Ruka- dissi –Ciao Natsume!- disse sorridendomi, sembrava alquanto felice –per chi è quella lettera?- chiesi curioso. Mi sedetti accanto a lui –per Hori-chan. Credo di essermi innamorato Natsume, anche se non abbiamo tantissimo in comune- disse continuando –ma vi siete già baciati?- chiesi –si, due volte. E ti posso dire che è stato troppo bello, mi piace Hori- disse con gli occhi che brillavano. Ero contento per lui, che aveva trovato qualcuna. Guardai per un attimo il cielo –Ruka, hai mai notato comportamenti strani di Hotaru?- chiesi curioso, volevo capire cosa turbasse Hotaru, ma ero convinto che c’entrasse Ruka –No, a parte il fatto chela incrocio spesso in giro, talvolta nei locali dove porto Hori, ma la vedo sempre da sola- disse facendo un aria triste –Non ti ha mai detto nulla di toccante?- chiesi perplesso, se incontrava spesso Hotaru significa che o è coincidenza o lo stava stalkerando –No. Perché?- chiese ridendo –Così- dissi. Appoggiai la schiena al fusto di dell’albero, così che potessi essere comodo. Forse avevo capito la storia come stava, ma dovevo aspettare Mikan che facesse il suo lavoro con Hotaru. Ruka mi disse che il giorno seguente sarebbe uscito con Hori-chan e che sarebbe andato a ballare, lo misi in guardia, perché lì avrebbe incontrato di tutto e di più. Da lontano vidi Mikan con Hotaru, che mi faceva segno di avvicinarmi. Dissi a Ruka che mi dovevo allontanare un attimo, così andai nella loro direzione –Natsume, aiutiamo Hotaru a dichiararsi!- disse Mikan. Eravamo nascosti dietro un cespuglio. Il motivo non lo sapevo nemmeno io. Non ero poi molto sorpreso del fatto che fosse innamorata del mio migliore amico, ma del fatto che ci eravamo nascosti agli occhi di Ruka in un dannato cespuglio –Natsume, tu parlagli- mi “ordinò” Mikan –Non posso parlare io al posto di Hotaru- dissi guarda la diretta interessata –Natsume ha ragione. Devo andare io- disse Hotaru alzandosi, strinse il pugno e ci guardò fiera con gli occhi lucidi, non l’avevo mai vista così, mai. Io e Mikan la incoraggiammo ad andare, Mikan le disse di non mollare e di spiegare tutto ciò che provava e di invitarlo ad uscire –Vado.- disse. La guardai per ogni secondo, si stava davvero avvicinando  a lui minuto per minuto. Mentre guardavo, con la coda dell’occhio vidi che Mikan era imbambolata da quella scena romantica. Senza che se ne accorgessi, le presi una mano e la spinsi verso di me. L’abbracciai e le dissi “ce la farà”. Lei mi guardò e mi sorrise. La invitai ad uscire dal cespuglio per andare ad ascoltare ciò che stavano dicendo. Ci nascondemmo dietro l’albero e quindi dietro a Ruka, così che Mikan potesse aiutare con le parole Hotaru –Ruka, ti devo parlare- disse con voce bassina e imbarazzata, anche se non era per nulla rossa in viso –oh dimmi Hotaru- disse lui con la sua solita voce allegra –Ecco, ti volevo dire che …. – fece un bel respiro e fece in seguito un espressione seria –mi piaci.- disse stringendo il pugno. Ci furono dei minuti di silenzio, dato che Ruka era rimasto quasi scioccato –ma…tu mi prendi sempre in giro e mi minacci dicendo che se non faccio quello che dici vendi le figurine di me. Non mi saluti mai, preferisci fissarmi. Mi segui, ma non mi chiedi mai niente. Non mi parli di altre cose che come argomento non sia ne Mikan e ne la scuola. Tu mi odi Hotaru, no ci credo che ti piaccio. A chi stai facendo la penitenza ahah?- queste parole ferirono Hotaru, perché erano vere, lei non aveva mai segnato segno di interesse nei suoi confronti. Lei rimase zitta e abbassò lo sguardo –hai ragione ahaha- disse. Lo salutò e se ne andò sconfitta. Mikan mi fece uno sguardo come per dire “ma come?”. Ci rimasi anch’io, credevo che Hotaru avesse la forza per dimostrare a Ruka cosa provava. Comunque stavano le cose, avrei dovuto dirle che il giorno seguente, sarebbero andati a ballare al Party Night, era giusto che sapesse anche con chi aveva intenzione di uscire. Mikan rincorse Hotaru che lacrimava ancora e pregava Mikan di allontanarsi. Mikan venne verso di me e fece spallucce. Rincorsi io Hotaru –Hotaru, ho saputo che domani Ruka andrà con Hori-chan al Party Night, se vuoi va da lui- dissi cercando di non guardarla in faccia. Lei mi ringraziò e si incamminò verso camera sua. Io invitai subito dopo Mikan a mangiare in camera mia, le avrei preparato la carne che a lei piaceva tanto –Okay, verrò- disse prendendomi la mano. Anche se le cose sdolcinate le odiavo, alcune volte gliele permettevo perché sapevo quanto a lei piacevano.
-Natsume quanto ti ci vuole ancora?- chiese osservandomi mentre cucinavo –ancora un po’ Mikan- dissi facendo saltare la bistecca. Aveva un profumo da leccarsi i baffi. Quando mi girai per prendere il sale, vidi Mikan che si dondolava sulla sedia ansiosa. Sarei andato volentieri da lei, ma sarebbe finita che mentre mi divertivo con lei la carne si sarebbe bruciata –Pronta!- vidi Mikan con la bava alla bocca, non stava più nella pelle. Gliela servì, mentre mangiavamo la succosa carne, mi assentai un attimo per andare al bagno. Mentre ero in bagno sentì il bussare sulla porta, chiesi a Mikan chi fosse ma non mi rispose, preoccupato decisi di uscire e vidi sulla soglia della porta l’ultima persona che avrei voluto vedere –Tu che ci fai qui?- chiesi perplesso –devo parlare un attimo da solo con Mikan- disse –Ma tu non..- mi interruppe Mikan –Natsume, per favore, fammi parlare un attimo con il senpai Sasuke-kun- la lasciai andare senza obbiettare, chiuse la porta alle sue spalle. Non origliai dalla porta perché mi sembrava da stalker, ma sentì delle frasi dette ad un volume troppo alto “Mikan dobbiamo andare….!”, “non si può….”, “…..lasciare andare….”, “…..non è giusto”, “..il patto.” Dopo che ebbi sentito, la porta si aprì e Sasuke si era completamente volatilizzato. Chiesi quale fosse il problema e mi rispose che doveva assentarsi per dei motivi scolastici. Non avevo capito che cosa intendesse dire. Fatto sta che volevo assolutamente sapere dove doveva andare e cosa doveva fare –Mikan. Dimmi dove stai andando- dissi prendendole il braccio. Mi nascondeva qualcosa?
_MY COMMENT C:_
Scusate per la mia assenza
Photobucket - Video and Image Hosting, ma ho avuto molto da fare e il mio telefono si è rotto due volte.Photobucket - Video and Image Hosting Spero che vi piaccia anche questo capitolo anche se credo che sia troppo corto, prometto che lavorerò subito al prossimoPhotobucket - Video and Image Hosting. Comunque in più, sto lavorando ad un'altra Fanfiction Photobucket - Video and Image Hostingma non so dirvi quando la pubblicherò e se la pubblicherò. こんにちは♥ Photobucket - Video and Image Hosting

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Capitolo 17
*** Patto variato ***


Capitolo XVII                    Patto variato

Stavamo per arrivare a scuola, ero stremata. Persona dallo specchietto mi guarda sorridente, il senpai Sasuke-kun mi stringeva la mano, non mi ricordavo bene cos’era successo, mi ero ritrovata in quella macchina, dopo la colluttazione del senpai, con uno sconosciuto. Mi guardai, ero letteralmente sporca di terra –Mikan, sei sveglia?- mi chiamò il senpai –S…senpai..- bisbigliai. Capì che non riuscivo a parlare bene, non avevo più la voce –stai bene?- chiese preoccupato, scossi la testa in verticale come dire “sì”. Lui mi accarezzò gentilmente la testa e mi chiese scusa per non avermi protetto come meglio credeva. Mi abbracciò alzandomi un attimo, aveva le lacrime agli occhi e continuava a chiedermi scusa –Mikan, perdonami. Non sono riuscito a proteggerti- disse stringendomi, a momenti mi rompeva le costole –Va…t-tu-tto b-ene…- mi faceva male la gola, lui se ne accorse e mi chiese appunto se mi faceva male, così annuì. Arrivammo a scuola, si aprirono i cancelli ma io rimasi comunque sdraiata sui sedili sempre con  la testa appoggiata a lui. Mi aiutò a scendere dalla macchina, continuava a girarmi la testa, Persona mi si avvicinò consegnandomi un sacchettino –Incomincio a pensare che anche tu ne abbia bisogno- disse. Guardai all’interno, c’erano dei piccoli flaconcini di medicine. Disse che mi sarebbero potuti servire per questo genere di situazioni. Sasuke-kun mi aiutò portandomi in infermeria, dove mi avrebbero fasciato il ginocchio, per la perdita di sangue causata da una caduta. Ero scivolata durante il conflitto. Non aprivo bocca per non piangere, mi faceva male ogni cosa, ogni santo pezzo del corpo. Pensai alla scusa che avrei potuto dire a Natsume, per non dirgli che facevo le missioni. Mi ricordai che il patto che avevo fatto con il preside, era che avrei sostituito Natsume fin quando non si sarebbe ripreso, mi spiace tanto dirlo, ma il patto doveva già essere finito. Il senpai Sasuke-kun mi disse che ne avrebbe parlato con il preside in mia presenza, dopo essere stati in infermeria.
-Sasuke-kun…Cosa…è…succes-so…?-  chiesi stranita, non mi ricordavo perfettamente tutto ciò che era successo –Sai, dopo che ti ho strappata dal tuo ragazzo Natsume,  siamo andati in missione, dove abbiamo incontrato un piccolo imprevisto..- disse abbassando sempre di più la voce –Che…g-g-gener-e di impre..- mi fermò per non farmi fare altro sforzo e mi rispose subito –ci hanno fatto un imboscata, quelli dell’organizzazione. C’era anche Fuyumi- disse. Per un attimo ci rimasi perplessa su chi fosse Fuyumi, ma poi mi ricordai quella ragazza che voleva difendere il bambino, Kei, nella missione precedente. Sasuke-kun mi fasciò bene il ginocchio e mi chiese se riuscivo a camminare, a stento riuscì a tenermi in piedi –vuoi che ti assisti? Tanto oggi non ho niente da fare- disse sorridendomi –No no tranquillo, se vuoi andare vai, non è un problema Sasuke-kun..- mi prese per le spalle e mi guardò negli occhi serio –Mikan, io ti aiuterò sempre, e starò sempre con te per proteggerti da ogni cosa. Sarò il tuo schiavo- rimasi basita ad ogni parola che disse –Oh, scusami per quello che ho appena detto, non…stavo pensando a quello che stavo dicendo…- disse ridacchiando. Io risi con lui, le sue parole non mi avevano ferito, anzi. Andammo subito dopo verso l’ufficio del preside, bussammo più di una volta, e ci aprì Persona, probabilmente immaginava già che ci saremmo presentati. Il preside contemplava il cielo dalla sua enorme finestra, si girò con la sua sedia a rotelle e fece un sorriso alquanto spaventoso –indovino, siete venuti qui per parlare del patto che ho fatto con la signorina Sakura, non è così?- disse incrociando le mani –Ovviamente! Il patto di Mikan non era affatto così! Lei doveva solo sostituirlo fin quando lui non guariva. Invece adesso è guarito! Tocca a lui fare le missioni! Non a lei, non è compito suo!- Gridò il senpai appoggiandomi delicatamente alla sedia. Il preside si arrabbiò per l’enorme fracasso fatto dal senpai, poi disse con calma –Il patto fatto con Mikan è stato momentaneamente saltato, anche se Natsume è guarito ed è tornato utile, abbiamo ancora bisogno di te. Mi è sembrato che l’ultima volta io ti abbia detto che finche avevo bisogno di qualcuno in missione, ci saresti stata anche tu- ciò che aveva detto era giusto e ragionevole. Annuì e Sasuke-kun mi guardò stupito –Ha ragione senpai. Lui ha perfettamente ragione. Okay, continuerò. Se questo serve per fare qualche missione in più per diminuire quelle di Natsume, allora mi va benissimo- ammisi sorridendo. Il preside sorrise con me, anche se quello era più un sorriso malvagio. Sasuke-kun lo guardò in malo modo e poi disse contrariato –togliamo il disturbo- e mi portò fuori. Mi abbracciò dicendomi che in ogni missione ci sarebbe stato lui. Dopo tutti questi abbracci e queste parole, mi venne in mente Natsume, era dalla sera scorsa che non lo vedevo chissà poi come c’era rimasto quando l’avevo lasciato da solo in quel modo. Mi chiesi varie volte dov’era e cosa stava facendo. D’un tratto mi ricordai di Hotaru, che voleva andare nello stesso locale dove andavano Ruka e Hori-chan –Senpai, portami nel dormitorio femminile stanza numero 346- dissi a Sasuke-kun. Lui mi prese per le gambe e mi mise sopra le sue spalle –va bene- disse sorridendo. Iniziò a correre con me sopra, io gridavo dallo spavento, ma anche dalla gioia. Era così divertente. Mentre attraversavamo il corridoio vidi Natsume vicino ad un albero con una ragazza –Fermati un attimo Sasuke-kun- dissi. Non ci potevo credere. Ci fermammo a guardare dietro al vetro della finestra. C’era Natsume appoggiato al ciliegio, con davanti una ragazza che parlava, non riuscì ad identificarla però –non fa niente, andiamo- sospirai un po’ combattuta, in fondo dovevo fidarmi del mio ragazzo, sennò che tipo di rapporto era? –Mikan, non preoccuparti, non ti tradirebbe mai-.
Bussammo alla porta della camera di Hotaru, ci aprì il robot che mi somigliava –Un’ altra Mikan!♥♥- disse allegro. Mi appoggiò giù e senza pensarci due volte mi diressi verso la mia migliore amica che stava scrivendo al computer –Hotaru, cosa stai facendo?- chiesi curiosa –ricordi quando ti ho detto che dovevo partire per fare un progetto e che sarei tornata dopo qualche settimana?- disse Hotaru –si- risposi –ecco, sto giustificando il fatto che non ci sono andata, devo inviare un e-mail- disse tutta seria. Non mi ricordavo nemmeno che doveva partire –già all’inizio non era sicuro, ma io ci volevo andare- disse tristemente –e come mai non ci sei andata?- chiesi –perché ho deciso di non andarci più. Ho troppi pensieri per la mente- presi Hotaru, la feci alzare e le misi le mani sulle guance –Sta sera andremo al Party Night insieme e lo controlleremo!!- dissi sicura di me, tentai di non farmi vedere il ginocchio. Lei annuì, subito dopo l’abbracciai felice. Per la prima volta non mi aveva calciato con la sua mano-zoccolo. Sentimmo nel nostro silenzio una risatina del senpai Sasuke-kun –Mi-chan, almeno tu non mi rifiuterai vero?♥- disse. Noi ci mettemmo a ridere per aver sentito una frase tanto scema.
_MY COMMENTc:_
Questo era il variare del patto del preside delle elementari, da quel giorno in poi, Mikan avrebbe sempre fatto le missioni
Photobucket - Video and Image Hosting. Mi spiace per lei, ma soprattutto non siete curiosi della reazione di Natsume se lo scoprisse? Photobucket - Video and Image HostingNon notate che Sasuke-kun si comporti in modo alquanto dolce con Mikan? Chissà perché.Photobucket - Video and Image Hosting Comunque spero che vi piaccia sempre questa storia, faccio di tutto per renderla innovativa e in ogni capitolo succede sempre qualcosa. Mi piace tanto questa ff e sto cercando di fare di tutto per farla piacere anche a voiPhotobucket - Video and Image Hosting. Grazie per il sostegno che date ogni giorno per ogni vostra recensione o visualizzazione.  Arigatou Gozaimasu♥Photobucket - Video and Image Hosting
 
 

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