Another Hogwarts story

di Mai Valentine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritorno a Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Verità celate ***
Capitolo 4: *** Marchiata ***
Capitolo 5: *** Legami di famiglia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Premessa: Non  considero questa FanFiction un cross-over perché è ambientato in un Hogwarts molto lontana dagli accadimenti avvenuti all'epoca di Potter, quindi i personaggi della saga originale saranno solo nominati.
 
 
 
Lexa
 
Fissi l'ondeggiare del lago dalla finestra stretta della tua stanza da letto. Hai tra le mani uno di quei pesanti libri, dalla copertina impolverata, pagine colme di nozioni superflue. Sospiri. Il sonno tarda ad arrivare, non ci riesci. Lanci il libro con violenza, atterra sul pavimento con un sonoro tonfo. Cammini avanti e indietro nella tua nuova stanza. Tutto per te è nuovo, dalle pareti al letto, e non hai portato con te il cuscino, il tuo cuscino. Ti avvicini alla finestra, respiri l'aria settembrina della sera, inspiri a pieni polmoni cercando conforto. Domani mattina sarai presentata ai nuovi studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Sei nervosa. Le tue mani tremano. Hai lottato per arrivare fino a qui, hai stretto i denti, hai passato notti peggiori di questa, ma ora finalmente hai raggiunto il tuo scopo:  sarai la nuova insegnante di difesa contro le arti oscure. Sei soddisfatta di te stessa. Ripensi ai nomi di tutti coloro che ti hanno preceduto, in particolar modo al Preside Severus Piton. Ti volti e sposti lo sguardo sul ritratto dell'uomo che apprezzi, ti fissa con aria severa. E stranamente le parole del tuo mentore rimbombano nella mente "love is a weakness". L'unico errore del professore Severus  Piton l'amore per una donna che l'aveva annientato. Gli volti le spalle e decidi di uscire dalla tua stanza. Leghi al collo la tua sciarpa di ex studente di SerpeVerde e ti incammini tra i corridoi stretti e angusti di Hogwarts. La tua meta la Foresta.
 
 
Clarke
 
 
È finalmente il tuo ultimo anno, non riesci a chiudere gli occhi per le troppe domande che ti assillano. Cosa farai dopo? Seguirai la strada di tua madre diventando dottoressa del San Mungo, una professoressa di Hogwarts, o ancora un Auror? Ruolo desiderato e ambito dai molti. Auror. E poi c'è l'ultimo pensiero che ti sfiora, ti solletica la mente, diventare un'artista, dipingere. Certo è un'occupazione più da babbani che non da maghi o streghe, come te. Forse perché tuo padre Jack Griffin non ha mai avuto nessun tipo di pregiudizio. Sbuffi sonoramente alzandoti dal letto. Dai un'ultima occhiata alle tue cose gettate alla rinfusa nel tuo grande baule, lo chiudi sedendoci sopra. Senti urlare tua madre a gran voce, poi rumore di passi che salgono veloci sulle scale, la porta della tua stanza si apre ed Octavia e Raven ti cingono in un forte abbraccio.
            «L'ultimo anno, ci pensi Clarke?»
            «Già» rispondi con un sorriso, stentato.
            «Cos'è principessa non sei contenta?» interviene una terza voce, la riconosci in fretta è quella di Bellamy Blake.
            «Certo, ma non so che fare del mio futuro».
            Raven ed Octavia ti fissano con la bocca spalancata. Pensavano che fossi già sicura del tuo destino.
            «Sono solo un po' confusa, sono sicura che passerà presto. Avanti, cosa avete portato?» E a questo punto vedi entrare nella tua camera già affollata Jasper Jordan e Monty Green; il primo studente di TassoRosso porta al collo la sciarpa della sua casata, il secondo come Raven di CorvoNero.
            «Tutte cose proveniente dal negozio dei Weasley».
            «E varie babbanerie» intervenne Monty.
            Ridi vedendo il grande carrello cadere a terra con un tonfo e tutto il resto spargersi sul suo pavimento mentre si scatenava la più cruenta della battaglie: catturare le cioccorane.
            Molte ore più tardi i tuoi amici d'avventura sono crollati, dormono gli uni sugli altri, scavalchi i loro corpi e ti affacci alla finestra. Ammiri il cielo e speri che quest'ultimo anno trascorra più lentamente degli altri.
 
Lexa
 
            Sei rientrata nella scuola, attraversi i lunghi corridoi illuminati dalle candele, la sala grande quella che accoglierà gli studenti ora è così silenziosa, ma sai già che domani si riempirà di grida, voci, confusione, applausi. Ti soffermi un attimo a sfiorare il capello parlante, dorme come il resto del castello.
            «SerpeVerde!» urla svegliandosi.
            «Difficilmente sbaglia, anche se non è perfetto» la voce del preside rimbomba alle tue spalle.
            «Preside Jaha» porgi un inchino.
            «Non c'è bisogno tra noi, Lexa. Ricordo quando percorrevi questi corridoi da studentessa e ora li ripercorri da professoressa».
            «In fondo non è stato poi cosi tanto tempo fa» abbozzi un sorriso.
            Jaha ricambia e ti cinge le spalle con un braccio.
            «Vieni con me, abbiamo molto di cui parlare».
            E lo segui, in silenzio, lanciando un'ultima occhiata alla sala grande e i tuoi ricordi vanno indietro nel tempo.
 
 
Angolo Autrice:
 
Okay, il mio cervello ha frullato questa cosa. Non sono sicura di cosa ho scritto.. Questo primo capitolo è un prologo in quanto esperimento. Spero che un pochino vi piaccia. Da poco ho ripreso la rilettura della saga e per questo non ricordo alcuni passaggi. Vedremo cosa ne verrà fuori.  A presto, Mai Valentine.

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Capitolo 2
*** Ritorno a Hogwarts ***


Octavia
 
Sei la prima a svegliarti. La luce del sole filtra dalla finestra stretta, balzi all'in piedi sorridente. Il buon profumo di ciambelle calde arriva dal piano di sotto. Abbassi lo sguardo sui tuoi compagni addormentati nelle posizioni più strane. Jasper abbracciato a Monty. Questa immagine resterà per sempre immersa nella tua mente, vuoi condividerla con gli altri e poterli punzecchiare un pochino e di corsa afferri  la macchina fotografica magica di Clarke e subito diventa ricordo. Il flash sveglia i due ragazzi che borbottano parole sconnesse.
            «Abby ha preparato le ciambelle, chi arriva ultimo un SerpeVerde è!» urli prendendo le scale.
            «Cosa ti avranno mai fatto di male i SerpeVerde?» ribatte Clarke aprendo gli occhi.
            «Jhon Murphy. Ti dice nulla?»
            «Ancora con quella storia!»  esclama Raven.
            «Non è colpa mia se i CorvoNero  sono schiappe nel Quidditich» controbatti. Raven si alza, la vedi correre verso la porta ti lancia contro  il suo cuscino ma sei ormai già lontana. Le tue risa rimbombano per tutta la casa. Hai ancora l'amaro in bocca per la sconfitta subita lo scorso anno, sei caduta dalla tua fidata Nimbus mentre stavi cercando di raccogliere il boccino ed eri così vicina, se non fosse stato per quel viscido Jhon Murphy. Se ancora ci pensi ti viene voglia di spaccargli quel suo brutto muso e non con la magia, con i pugni!
            Per fortuna le frittelle di Abby accuratamente ed ordinatamente preparate l'una sull'altra ti mettono subito di buon'umore e non appena arrivi in cucina trovi Abbigail Griffin con il professor Marcus Kane avvinghiati in un braccio.
            «Scusate» e  ti giri in fretta.
            «Nulla di cui preoccuparti Octavia — è la voce di Clarke —. Li ho trovati in atteggiamenti più ambigui di così». Clarke afferra una ciambella e la porta alla bocca precedendoti. Estrai la bacchetta pronta a colpirla.
            «Signorina Blake» la voce di Kane   tuona in un rimprovero non troppo convinto.
             «Non siamo a scuola» ti siedi addosso a Clarke, decidi comunque di riporre l'ascia di guerra, la tua bacchetta. La bionda si lamenta sonoramente. La ignori. I vostri compagni e amici di disavventure vi raggiungono in fretta, Monty e Jasper si spintonano lungo le scale, mentre Raven li supera passando in mezzo e per poco non li fa ruzzolare dalle scale.
            «Tra i due litiganti il terzo gode».
             Bellamy se la ride sotto i baffi e non può fare a meno di dare ragione a Rayes. Non appena sono tutti riuniti in cucina scoppia una rissa. Alcune cioccorane saltano dalla tasca di Monty  scappando per tutta la casa. La terza guerra di Hogwarts scoppia nella cucina della signora Abbigail Griffin. La donna roeta gli occhi al cielo, sta per lanciare un incantesimo ma Kane la ferma in tempo.
            «Ci penso io»  dice con aria sicura. Abby scrolla le spalle e gli lascia  campo libero.
            «Volevo solo  annunciarvi che per quest'anno ci saranno alcune novità e cambiamenti a Hogwarts, forse si terrà il Torneo Tre Maghi e avrete un nuovo professore di Difesa contro le arti oscure».
            «Torneo Tre maghi?» salti sul tavolo presa dall'entusiasmo.
            «Un nuovo professore di Difesa contro le arti oscure?» domanda Clarke con la bocca spalancata.
            «Finalmente Titus ha deciso di lasciare il posto e di non morire sulla cattedra!» esclama Jasper.
            « Jordan non essere così offensivo nei confronti di un tuo docente. Il suo sostituto è un diretto allievo del professor Titus, porta rispetto».
            «Avremo un altro vecchio bacucco. Sono finiti i bei tempi di Remus Lupin, Malocchio Moody e di Severus Piton» sbuffa sedendosi.
            «Non te la prendere» lo consola Monty.
            «Ad essere precisi Moody era solo un' impostore» interviene Raven.
            «Zitta so tutto io, voglio sapere altro del Torneo» e domandi con insistenza «davvero si terrà ad Hogwarts e quando? Quali saranno le prove? Si combatterà contro i Draghi o contro un licantropo o meglio ancora una coccatrice!» gridi colma di entusiasmo. Marcus ti sorride, ma non si spinge oltre.
            «Lo scoprirai presto. Ora devo andare. Ci vedremo a scuola. Bellamy vieni con me, dobbiamo parlare di alcune cose». Tuo fratello annuisce.  Prima vengono i saluti.   Bellamy abbraccia tutti voi, in particolar modo te e Clarke. Kane ed Abby si allontano un pochino dal vostro gruppo e a causa della troppa confusione non riesci a sentire ciò che si dicono, percepisci solo un: «mi raccomando fa che non sia troppo pericoloso» e mentre abbracci tuo fratello ridi dentro te come una bambina. Octavia Blake ama le cose pericolose. La voce di Clarke ti riporta alla realtà.
            «O dobbiamo andare o altrimenti perderemo il treno».
            «Giusto! Ah Clarke tu pensi di partecipare?» salti dal tavolo.
            «Non fa per me» ti risponde abbassando lo sguardo.
            «Meglio, una concorrente in meno» e corri verso le scale. Clarke ride.
 
 
Clarke
           
A te non importa del Torneo Tre Maghi sei già così presa dalla tua scelta sul futuro che lasci volentieri ad Octavia il compito di portare avanti l'onore della scuola. Pensi davvero che  lei sarebbe perfetta per il Torneo, ha la giusta forza, iniziativa e spirito d'avventura, degna del più puro dei Grifondoro. A volte ti domandi com'è possibile che tu sia finita in quella casa, tua madre era un CorvoNero e tuo padre un TassoRosso, il più leale e forse il più coraggioso tra gli Auror. Il suo ricordo bussa nella tua mente, nel tuo cuore, vorresti tornare indietro nel tempo poterlo riabbracciarlo solo una volta, un'altra volta ancora i tuoi occhi stanno per versare copiose lacrime ma per fortuna Raven interrompe i tuoi pensieri.
            «Ehi Griffindoro dove và questa?» ti domanda con un sorriso malizioso. Arrossisci tutta e velocemente. Reyes ha preso, senza il tuo permesso il pezzo più prezioso di tutta la tua biancheria intima: un completo di pizzo rosso molto ricamato sopra e molto trasparante sotto, firmato dalla più famosa casa di moda di tutto il mondo magico. Jasper emette un lungo fischio.
            «Beh la principessa Clarke è cresciuta, chi è stata la fortunata o il fortunato che ti ha visto così?» incalza Raven.
            «Purtroppo io» interviene Octavia. «E non vorreste sapere come» ride trascinando il suo baule per infilarci alla rinfusa tutte le sue cose che sembra stia per esplodere.
            Imbarazzata e sconvolta fino ai capelli prendi il tuo completo e senza dire nulla lo infili nella tasca dei pantaloni di jeans. Gli occhi di tutti sono puntati su di te, ma a loro non darai quella soddisfazione di sapere con chi stavi, è un segreto che avresti portato nella tomba.
            «Non vi dirò nulla, abbiamo fatto un voto infrangibile, cioè non proprio ma me l'ha fatto giurare e non voglio ritrovarmi con la faccia piena di pustole» risponde Octavia. Negli occhi di Raven si legge delusione ed è pronta a ribattere che Abby Griffin urla dalle scale.
             «Siete pronti? Se non lo siete perderete il treno!»
            E ad un tratto è un tutto volare di bauli, scope, gabbie contenenti gufi, civette e un corvo nero (di Raven) che il preside Jaha ha permesso di mantenere nella scuola; Raven non si sarebbe mai separata dal suo corvo regalo di Finn Collins. Diamine, un altro ricordo doloroso torna a bussare alla porta del tuo cuore.
            «Clarke sbrigati, sei l'ultima, gli altri hanno già tutti usato la passaporta» ti esorta tua madre. Lei non vuole che usiate la smaterializzazione, la ritiene una pratica troppo pericolosa e forse non le dai tutti i torti. Annuisci e in fretta tocchi la teiera posta al centro della tavola e un attimo prima eri a casa tua, nella tua cucina, un attimo dopo nella stazione ferroviaria di King's Cross. sei ancora un po' stordita. Raven e Octavia guardano l'orologio in alto, è quasi l'ora di partire ed è venuto il momento di salutare anche la Signora Griffin. Sono caldi abbracci e auguri per il buon rendimento del nuovo e ultimo anno scolastico. C'è la fila per salutare tua madre e tu sei l'ultima, gli altri hanno già attraversato anche il muro di mattoni. Abby ti abbraccia.
            «Mi raccomando Clarke» ti da un bacio sulla fronte e ti lascia. Le sorridi e sventoli la mano per poi oltrepassare il muro che vi divide. Quel muro che porti dentro al tuo cuore.
 
Lexa
 
             Sei nella tua stanza, distesa sul letto, fiori e candele abbelliscono le pareti fredde. Le onde del lago si infrangono contro gli scogli, quasi cullandoti. Hai un sapore amaro in bocca, le parole del preside Thelonius Jaha rimbombano nelle tue orecchie, gli avvenimenti della scorsa notte si palesano innanzi ai tuoi occhi. E di nuovo la rabbia ti assale.
 
            Sei stata appena invitata dal preside nella sua stanza. È una grande sala, con una scrivania di mogano rosso, tutte le pareti erano circondate da ritratti degli ex presidi che vi osservano. Il dipinto di Albus Silente troneggia al centro della sala al di sopra della scrivania, si pulisce i piccoli occhiali d'orati. Jaha ti invita a sederti, preferisci restare all'in piedi. Ti sorride mentre ti offre una tazza di tè e delle cioccorane, alzi un sopracciglio guardandolo con severità.
            «Non hai mai amato molto i convenevoli» ti dice portando alla bocca la graziosa tazza di porcellana.
            «Mi conosce» rispondi secca.
            «E proprio per questo che vorrei parlarti di una cosa» si siede prendendo le giuste pause, lui dietro alla scrivania, tu davanti, non è molto cambiata la vostra posizione negli ultimi anni. Ricordi ancora quel giorno, quando ti strinse la mano e si complimentò per  aver vinto il Torneo Tre Maghi. Ora è lì che ti fissa, le sue mani stringono la punta della bacchetta, è nervoso.
            «Lexa quest'anno si terrà ancora una volta il Torneo Tre Maghi, abbiamo deciso che gli incidenti avvenuti dieci anni prima sono stati solo frutto di strega e dei suoi pochi seguaci che volevano seguire le ombre di Lord Voldemort. Da quel giorno non ci sono più stati incidenti, solo casi sporadici, individuali». Si ferma. Apri e chiudi la bocca non sai cosa dire. Il Torneo Tre Maghi ha segnato la tua vita e quella di molte altre persone. E per te non è possibile definire incidente la morte di ben due studenti e di un Auror. Sei indignata.
            «Incidente? Non è stato un incidente, era voluto. La preside Nia...»
            «La preside Nia è ad Azkaban» risponde una seconda voce. L'autorità più importante del ministero della magia è lì innanzi a te, smaterializzatasi in un attimo, con il suo classico taiuler rosso, i suoi occhi neri brillano e ti incutono un certo timore.
            «E anche per questo abbiamo deciso di ampliare le misure di sicurezza. Ogni studente partecipante sceglierà un professore di riferimento e ci saranno molti Auror sia dentro, sia fuori la scuola». Il ministro Alie ti porge la pergamena con i nomi degli Auror, la maggior parte di loro sono giovani, ti risaltano subito all'occhio i nomi di Bellamy Blake, Echo Winter, Quintin Rock, Carl Emerson ed Anya Woods. Sulle tue labbra si accenna un sorriso. Anya tua sorella di sangue sarà nella scuola con te dopo tanto tempo. Insieme avete dominato il campionato di Quidditch e insieme avete portata i SerpeVerde alla vittoria delle case per tutti gli anni in cui Anya era rimasta ad Hogwarts, essendo più grande di te di tre anni al tuo settimo anno era già andata via. Meglio così, non aveva assistito al tuo cambiamento. È Thelonius a riportarti alla realtà.
            «Vedo che siamo d'accordo. Puoi andare Lexa, avrai bisogno di dormire». Allie ti sorride, odi quel sorriso, beffardo. Tu fai un cenno col capo, non puoi aggiungere altro se tutto è stato già deciso.
            «Un'ultima cosa — ti ferma —. Clarke Griffin è di questa scuola, l'ultimo anno, vorrei che tu  avessi per lei un occhio di riguardo. Sai suo padre Jake Griffin...»
            «So bene chi è, chi era suo padre» esci dallo studio sbattendo la porta.
            Incroci nel corridoio la professore di divinazione Luna che furiosa è pronta a litigare con il preside Jaha per il Torneo fa. Ti lancia uno sguardo indignato, sa che hai accettato la proposta. Continui ad andare per la tua strada, verso la tua stanza. Non puoi farci nulla, se così è stato deciso così sarà. La tua battaglia l'hai combattuta già, è ora che gli altri combattano la propria.
 
             Ti massaggi il fianco quella ferita ancora ti duole, preferisci dimenticare. Non riesci a dormire e a questo punto ti alzi dal letto Dai un'ultima occhiata alla tua camera, ci sono poche candele, per fortuna hai portato con te un intero set proveniente dalle più svariate parti del mondo. Le sistemi con cura sulla scrivania, sugli scaffali, non con la bacchetta, ma con le mani, è un lavoro metodico e di precisione che ti rilassa. Ne metti una anche sotto il dipinto di Piton. L'uomo ti squadra con fare arcigno, gli lanci un sorriso divertito. Resti lì per tutta la giornata fino a quando il cielo non diventa scuro e gli studenti sono pronti ad attraversare la sala Grande solo allora esci dalla tua dimora.
 
 
 
 
Clarke
 
            Il viaggio in treno è lungo, ma non noioso. Siete tutti nello stesso scompartimento e avete riso, scherzato, mangiato altre cioccorane (ve n'erano davvero tante) e pianificato la vostra gita ad Hogsmeade. Ora quando la confusione si è finalmente calmata e alcuni dei tuoi compagni hanno deciso di andare a divertirsi altrove poggi la testa sul cuscino e chiudi gli occhi, purtroppo i tuoi piani vengono interrotti dalla presenza molesta di Jhon Murphy e dalla sua fidanzata Emori. Li trovo così insopportabili, pungenti.
            «Ehi Griffindoro dormi? Tra poco siamo arrivati» ti canzona.
            «Non sono affari tuoi SerpeVomito» ribatte Octavia accavallando le gambe restando seduta al suo posto.
            «Meglio che non parli Blake, ti ricordo come abbiamo vinto l'anno scorso e la tua caduta dalla scopa. Ed ecco, ecco che vola, come un uccello giù dal cielo. Chi è? È Octavia Blake!» canta una stupida canzone inventata dalla squadra di SerpeVerde. La tua amica non ci sta ed è un attimo che salta all'in piedi pronta a colpire con un vigoroso pugno in faccia Murphy ma una bambina, una del primo anno entusiasta entra nella tua carrozza ed urla: «ma tu sei la figlia di Jake Griffin! Il più grande Auror di tutti i tempi. È vero che sei imparentata con il fondatore della casa di Grifondoro? Io sono Charlotte. Ed è vero che l'anno scorso hai stordito dei bambini ed è vero...»
            «Che se non esci da qui ti do tanti di quei calci in culo da farti volare dal finestrino?» interviene Jhon. Tra voi c'è una sorta di patto. Vi ignorate per la maggior parte del tempo, ma il più delle volte siete costretti a coprirvi le spalle a vicenda; l'ultima volta lo hai salvato da un calderone maledetto e lui, beh lui ha fermato Finn Collins. La bambina non si arrende, è pronta a scattarti una foto e prima che potesse premere il pulsante Niylah, una ragazza dell'ultimo anno alta, bionda e robusta, sposta di lato Jhon e  le strappa l'oggetto dalle mani con fare brusco.
            «Questa te la restituirò solo se farai la brava bambina». Alle minacce di Niylah Charlottte annuisce e con la coda tra le gambe si allontana.
            «Grazie».
            «Non farci l'abitudine Griffindoro. Ci si vede presto dal preside» e ti saluta stringendo per un fianco Emori che gli mostra cosa ha rubato dalla tasca della ragazzina. Nylah ti accenna un sorriso e và via. Ed è eloquente l'occhiata che vi siete scambiate. Octavia rotea gli occhi al cielo.
            «Eh no Clarke, un'altra di SerpeVerde no. Cos'hai contro i ragazzi e le ragazze della nostra casata?» sospira disperata. Tu scuoti il capo, le mostri il segno del dito medio e appoggi la testa sul cuscino le grida di Octavia non disturberanno il tuo sonno perché hai appena eseguito un incantesimo di silenzio e tutto intorno a te tace.

Lexa
 
            Gli studenti giungono nella sala grande, dove  mille e più candele ondeggiano sospese a mezz'aria illuminando il soffitto stellato ,alcuni sono spaventati, altri stupiti, altri ancora divertiti e contenti di poter rivedere ed abbracciare i loro compagni di scuola, o semplicemente sono contenti di tornare ad Hogwarts, è la loro casa. È stata anche la tua.
            Gli allievi più grandi prendono posto ai loro tavoli e guardano solo di sfuggita il tavolo dei professori. Il preside Jaha parla con il suo  amico e docente di trasfigurazione Marcus Kane, mentre Indra arcigna ha le braccia al petto chiuse, l'insegnante di Cura delle creature magiche e guarda caccia nella Foresta  è sempre stata una donna forte e risoluta. Charles Pike beve dalla sua coppa d'orata un lungo sorso di vino, ti fissa con nervosismo. Non gli sei mai piaciuta. E mentre guardi i tuoi ex docenti, oggi tuoi colleghi, ogni studente si è seduto al suo tavolo. Il capello parlante può iniziare a smistare i nuovi iscritti. La sua canzone è lunga, noiosa, mai ripetitiva e quando finalmente finisce di decantare le doti di tutte e quattro le casate viene posto sulla testa del primo studente.
            «TassoRosso!» urla e un ragazzino paffuto và a sedersi tra i suoi nuovi compagni sotto uno scrosciare di applausi.
            «CorvoNero» annuncia il secondo. E così via fino a quando l'ultima ragazzina  una certa Charlotte viene smistata in Grifondoro. Gli applausi rimbombano per tutta la sala. Il preside si alza dalla sua sedia e finalmente annuncia le notizie più interessanti di quell'anno. I ragazzi si ammutoliscono. I professori smettono di mangiare e bere e tu ascolti con attenzione le parole di Jaha.
            «Come ben sapete ogni cinque anni si tiene il Torneo Tre Maghi, poiché dieci anni prima c'è stato un incidente durante l'ultima sfida avevamo deciso di non ripetere il torneo per altri dieci anni, tuttavia colei che ha causato l'incidente è stata catturata ed imprigionata ad Azkaban. Le misure di sicurezza per i ragazzi partecipanti sono aumentate, infatti dovranno o saranno scelti da un professore e durante le sfide ci saranno degli Auror che controlleranno la zona e il Castello. Gli sfidanti saranno in una botte di ferro. Ad Ottobre riceveremo le delegazione di Durmstrang e Beauxbatons siate cortesi con i nostri ospiti»
            Tutti gli studenti applaudono, qualche professore con poca convinzione. Tu resti ferma, immobile, nessuna espressione si legge sul tuo viso.
            «Infine date il benvenuto alla nuova docente di Difesa contro le arti oscure, Lexa Woods appartenete al Clan  Trikru uno dei più antichi e rinomati gruppi magici e  Heda di tutti i tredici clan».
            Ti fissano guardandosi negli occhi. Sono spaventati dalla tua presenza, dal tuo sguardo. Vesti totalmente di nero e ricordi un Mangiamorte, l'unico elemento di colore nel tuo abbigliamento è la fascia rossa legata alla spalla che scende lunga per terra, simbolo del tuo grado. Dovresti dire qualcosa, qualunque cosa e ci provi.
            «Auguro a tutti voi un buon anno». Sei fredda e veloce nelle parole. Gli studenti non provano già simpatia per te. Anche se sei giovane loro ti conoscono per nome, come colei che ha ucciso due persone durante il Torneo Tre Maghi. Non ti aspettavi certo un benvenuto caloroso. Non sei delusa, anzi ti sorprende quando una ragazza dai capelli biondi e dagli occhi azzurri come il cielo applaude con forza invogliando tutto il suo tavolo e tutti gli altri. Ringrazi con un inchino. I vostri sguardi si incontrano, si scontrano, e sai già che tu e lei siete destinate a farvi la guerra.  
 
 

Angolo Autrice:
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo spero che anche questo secondo vi piaccia. Non so come giudicare questa fanfiction e visto che il prologo è riuscito ho deciso di scrivere il primo capitolo. Ancora grazie per la vostra attenzione e a presto.
P.S se ci sono errori sarei contenta che me li faceste notare per migliorare, anche errori tecnici riguardanti la storia di Hogwarts. Ovviamente i cognomi dei Grounder sono inventati da me. A presto, Mai V. 

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Capitolo 3
*** Verità celate ***


Octavia
 
 Sono da poco le sette del mattino. I raggi solari prepotentemente cercano di filtrare oltre le tende rosse. Tu sei già sveglia e la luce del giorno non ti infastidisce. Salti giù dal letto con entusiasmo correndo verso il bagno in comune condiviso con Clarke (nessuna delle due è diventata prefetto o capo scuola con vostro rammarico) e dopo una veloce doccia, sei pronta ad affrontare una nuova giornata; il nuovo e ultimo anno scolastico ad Hogwarts e questo ti rende più euforica che mai.
            Salti sul letto di Clarke, anzi su Clarke e la spingi ad alzarsi. Vuoi andare a fare colazione prima di tutti quanti gli altri, di solito all'ultimo orario non rimane quasi più nulla, e vuoi divorare qualunque cosa. Però Clarke non vuole alzarsi, preferisce continuare a dormire. In fondo per lei è presto ed è dura riabituarsi agli orari scolastici.
            «Insomma Griffindoro svegliati, o preferisci essere chiamata signorina sogni d'oro?»
            «Voglio dormire, O» ti risponde dandoti un calcio alle caviglie. Lo eviti e le pesti la faccia con il piede. Geme affondando il viso nel cuscino. Apri la grande finestra scostando le tende ed assapori l'aria del primo mattino. Il cielo terso ti mette di ottimo umore. Clarke mette la testa sotto al cuscino e continua a russare. Un sorriso malizioso si dipinge sul tuo volto. In fondo sei in biancheria intima e ti diverte da matti prendere in giro la tua amica che durante il sonno si agita e tocca qualsiasi cosa gli capiti davanti. Non potrai mai dimenticare un'estate prima dell'inizio del quarto anno quando tu Clarke e Raven avevate  deciso di dormire nello stesso letto durante una gita al mare  organizzata da Marcus ed Abby e ti sei trovata con le mani di Griffin che stringevano il tuo sedere con forza. All'inizio eri stupita, quasi furiosa, ti bastavano gli scherzi idioti di Jasper, ma poi hai subito capito che potevi usare quell'arma a tuo vantaggio. Quante volte hai punzecchiato la tua amica con questa storia mettendola in imbarazzo anche nelle situazioni meno opportune. E ora stai per ripetere l'esperienza. Sbirci da sotto al cuscino, Clarke ha un'espressione compiaciuta sul volto, qualunque cosa sta sognando deve essere molto piacevole e la giochi a tuo vantaggio. Ti infili sotto le coperte restando in silenzio. Clarke si muove, ti ha avvertito ed è fatta, nel giro di un attimo è lì che ti abbraccia tenendo una mano sui tuoi glutei. Il tuo piano diabolico ha funzionato.
            «Lo so che ho un bel lato B ma non ti credi di esagerare?»
            Clarke sgrana gli occhi. Si allontana in fretta da te cadendo dal letto. È furiosa.
            «Cosa diamine ci facevi nel mio letto Octavia!»  urla.
            «Ti svegliavo».
            Le salti addosso attaccandola con la tua mossa del solletico. Clarke urla, geme, e si dibatte resistendo alla tua violenza.
            «Questo è perché hai osato toccarmi il sedere senza il mio permesso»
            «Sei tu che ti sei infilata nel mio letto!» ribatte cercando di liberarsi dalla tura forte presa. La porta della vostra camera si apre e vi ritrovate mezzo dormitorio femminile all'in piedi che vi guarda con occhi sgranati. In fondo la scena è molto equivoca. Harper una vostra compagna di corso e di casata sbatté le palpebre incredula.
            «Almeno potreste farlo con meno chiasso» interviene Monroe.
            «Meglio che non parli Monroe perché so che cosa hai fatto  questa estate con Bellamy e Roma» dice Octavia alzandosi da Clarke. La bionda la segue e questa volta è lei a rimanere di sasso.
            «Non sono affari che ti guardano».
            «Lo sono eccome visto che eri a casa mia, accanto alla  mia stanza. Quindi ora uscite e lasciatemi finire  ciò che avevo iniziato con Clarke» ti rivolgi alla tua amica «ehi blondie ti va un altro giro?».
            «Si fa nel mio letto o nel tuo?»
            «In quello di entrambe?» E ridete come delle bambine mentre le vostre compagne di casa e dormitorio vi lasciano tra il divertito, il disgustato e l'incredulo. Quando finalmente la porta si chiude Clarke si rigetta sul letto.
            «Non vorrai riaddormentarti? Sai che deluderemo il nostro fan club». Griffin sbuffa e rassegnata si alza dal suo comodo materasso e và verso il bagno, ti dimostra tutto il suo affetto con un alzata del dito medio.
            «Ti voglio bene anche io Clarke» ridi come una bambina.
            Nella sala grande siete le prime ad arrivare. Gli altri studenti giungono poco dopo di voi, tra cui i vostri amici che tanto vorrebbero unirsi al vostro tavolo e voi al loro, sopratutto muori dalla voglia di raccontare agli altri come hai costretto Clarke ad alzarsi dal letto. Nella confusione generale ti viene un'idea, vuoi far sentire la tua vicinanza ai tuoi amici e tutto il tuo entusiasmo. Presa dall'euforia, dalle voci, dall'aria di magia che si respira in ogni singolo mattone, sali sul tavolo facendoti spazio tra una cesta di frutta e un vassoio di dolci e urli con tutto il fiato che hai in gola.
            «Siamo tornati bastardi!»
            Tutti applaudono e acclamano il tuo nome. Anche Jhon Murphy. Il vostro nuovo anno ad Hogwarts è appena cominciato.
 
 
 
 
 
 
Clarke
 
            Octavia salta sul tavolo attirando l'attenzione su di te, non puoi far a meno di sorridere. È il vostro ultimo anno e in fondo il suo entusiasmo coinvolge anche te. Applaudi con forza. I docenti presenti non sanno se unirsi  ai vostri festeggiamenti o ammonire i Grifondoro. Preferiscono tacere sull'accaduto. Marcus Kane scuote il capo, anche lui è contento dell'euforia dimostrata dalla tua amica e anche se non può mostrare tutto l'affetto che ha per i Grifondoro sai bene quanto è orgoglioso della sua casa. Ad un tratto però il silenzio cala. Gli studenti si ammutoliscono e anche Octavia resta impalata a guardare la porta principale. Lexa Woods ha fatto il suo ingresso nella sala grande portando con sé un'aura di rispetto. Ti volti verso di lei e percepisci il suo disagio. Avanza lentamente e posa su di te il suo sguardo. La scruti da lontano, incuriosita.
            «Dicono che abbia ucciso due studenti durante il Torneo Tre maghi» dice Octavia rubando dal tuo piatto la tua fetta di torta al cioccolato.
            «Io ho sentito dire che invece ne abbia uccisi quattro tra cui  una babbana» si intromette nella conversazione Monroe.
            «Ragazzi ve lo dico io quella lì è una mangia morte. Io sicuro starò alla larga da lei, non voglio trovarmi marchiata o peggio ancora morta» dice con voce tremula una ragazza del quarto anno affondando la testa nel piatto.     Scuoti il capo, non sei interessata a quei pettegolezzi, lei è una delle tue docenti e come tale le porterai rispetto, qualunque sia  il suo passato. Eppure non ti sfugge che  un ragazzo del secondo anno se ne sta in disparte mentre i vostri compagni speculano su Lexa. Ascolta le conversazioni  Stringendo con forza i pugni, le sue nocche sono bianche e non ha quasi toccato cibo. Nota che lo stai fissando e lui prende i suoi libri fuggendo via. Vorresti rincorrerlo, il tuo istinto ti dice che faresti la cosa giusta, ma Octavia ti ferma.
            «Dobbiamo andare. Il calendario delle lezioni ci aspetta».
            Annuisci e la segui.
            Sostate innanzi alla bacheca segnando su una pergamena gli orari delle lezioni. Quel giorno alla prima ora di Lunedì mattina avete la prima lezione di difesa contro le arti oscure e non solo farete conoscenza della nuova insegnante, ma sarete anche in compagnia dei SerpeVerde. Octavia sbuffa sonoramente e le sue lamentele sono musica per le tue orecchie, non ho mai odiato la casa fondata da Salzar; il Cappello Parlante era quasi tentato di smistarti lì, ma all'ultimo ha deciso per i Grifondoro, anche se più volte hai pensato che saresti stata una perfetta TassoRosso come tuo padre. Octavia punta i piedi per terra e non vuole muoversi sei costretta a  trascinarla  lungo i corridoi del Castello. Raven vi vede e scuote il capo.
            «Non fare la bimba O» la canzone Reyes.
            «Non reagiresti così se sapessi che la tua prima ora di lezione la devi condividere con questi viscidi serpenti» ribatte offesa.
            «Bazzecole in confronto ad alcune cose che ho scoperto sul Torneo Tre Maghi che si terrà quest'anno, ma ora devo scappare ho lezione di trasfigurazione. Ci vediamo dopo» e corre verso l'aula del professor Kane. Ti giri verso Octavia che ad un tratto ha ripreso vitalità. Infatti scalpita per entrare in aula. Qualcosa deve aver attirato la sua attenzione.
            «A cosa devo il tuo entusiasmo?»
            «Ho visto John Murphy e credo che questa sia giù una buona occasione per mettermi di buon umore » si sfrega le mani immaginando chissà quale piano diabolico.
            «Questa si che sarà una lunga giornata» ora è Octavia a doverti trascinare per l'ultimo tratto e finalmente giungete innanzi all'aula. Entrate. Prendete posto all'ultimo banco, accanto a voi ci sono Emori e Murphy. E poiché l'insegnante non è ancora arrivata Octavia inizia a lanciare contro il suo rivale pezzi di carta che potrebbe usare per prendere appunti e che invece spreca per infastidire John. Ovviamente Murphy ricambia. Ti guardi intorno, gli studenti parlottano tra loro scambiandosi figurine oppure facendo accordi per gli appunti. In mezzo alla confusione tu resti in silenzio, dalla tua borsa estrai i libri, quelli usati dal professor Titus. Lexa non si era fatta carico di inserire una nuova lista di libri, forse preferiva usare quelli del suo maestro.
            «Ciao Clarke».
            «Cosa?» domandi girandoti verso Octavia rimani stupita quando al suo posto non vedi la tua amica ma Niylah. Non è che ti dispiaccia. Prima della fine dell'anno scolastico passato tu e lei avete condiviso una burrobirra, delle cioccorane, gli appunti di storia della magia e un bacio. E durante le vacanze estive (prima che passassi il resto con il tuo gruppo) vi siete frequentate al di là della scuola; e questa volta avete condiviso più di un semplice bacio. Un letto e  le vostre vite. Vi siete confessate desideri e sogni, per quanto per te l'arte rimane un tabù, un qualcosa di così personale da condividere solo con la persona scelta da te dal destino. Ma hai parlato di tuo padre, tutti ti raccontano sempre mezze verità. Provi così tanta rabbia dentro te. Per questo lei sul treno si è sentita in dovere di difenderti, sa quanto ti  fa male parlare di Jake. E lei ti ha confidato come è morta sua madre: durante un duello contro dei mangiamorte, per paradosso non è stato un suo avversario ad ucciderla, ma un tutor della legge che passava di lì e aveva frainteso tutto. 
            «Ci sei Clarke?» ti domanda stringendoti la mano.
            «Dov'è Octavia?» Domandi di soprassalto. Sei preoccupata per la tua amica, pensi che possa fare qualcosa di veramente stupido pur di vendicarsi contro Muprhy e il suo gruppo. Niylah ti indica la cattedra.  Vedi Octavia eretta al centro dell'aula sulla cattedra pronta a guidare un attacco contro John Murphy e il suo gruppo; l'aula è divenuta un campo di battaglia.  Volano incantesimi, sedie e banchi da tutte le parti. Distogli lo sguardo concentrandoti su Niyalha. Preferisci parlare con lei, piuttosto che tentare di fermare Blake, sai quanto possa essere testa dura.
            «Allora pronta per questo ultimo anno?»
            «Si, sono positiva. Dopo proverò ad entrare nel ministero: sezione oggetti babbani» ti dice con un sorriso. Una volta ti ha mostrato tutta la sua collezione, ha una vera e propria passione.
            «E tu?» fa passare la sua mano sulla tua, di nascosto. Non l'allontani.
            «Non lo so. Per ora penso solo a come chiudere quest'anno. Hai intenzione di partecipare al Torneo?» chiedi di getto.
            «Non fa per me e neanche per te, credo».
            Scuoti il capo e i tuoi riccioli biondi coprono il tuo volto. Niylah sposta i capelli ribelli e ti fissa con intensità. La porta dell'aula si apre e l'ombra di Lexa Woods troneggiava sul pavimento. Octavia lancia un incantesimo di trasfigurazione nella più totale delle confusioni.  Lexa avanza con fare minaccioso.
            «Ora godiamoci lo spettacolo. Ci vediamo dopo le lezioni Clarke» Niyalah accarezza il tuo braccio scendendo sui fianchi soffermandosi qualche secondo, si allontana lentamente, ma è già al suo  banco quando  Lexa Woods fa la sua entrata in scena. Gli studenti smettono di respirare e anche Murphy torna al suo posto. Octavia  si gira verso Lexa e rimane lì, immobile, con la bocca spalancata e la mano alzata chiusa a pugno. Un'aura surreale aleggia intorno a loro. Clarke fissa Lexa e ti domandi se le voce su di lei siano vere.
 
 
Lexa
 
            Sbatti le palpebre tre volte. Sei sconcertata da tale disastro. La tua aula è a pezzi. E una ragazza sovrasta sulla tua cattedra, sul tuo posto di lavoro.  La tua attenzione si posa su un ragazzo dalla testa di zucca. Ti domani come alcuni alunni trovino certi incantesimi. Ti avvicini allo studente in questione scavalcando dei banchi distrutti.
            «Chi ha trasfigurato la testa di questo ragazzo?».
            Tutti tacciono. Murphy indica Octavia, la ragazza all' in piedi sulla tua cattedra che con aria di sfida chiude le braccia al petto.
            «É una testa di zucca, se lo meritava. Emori non fare la drammatica» ribatte.
            «Taci Blake. John andrà tutto bene» risponde la compagna di banco.
            Il nome Blake ti fa sussultare. La tua mente vola agli anni in cui Bellamy Blake e il suo gruppetto terrorizzavano gli studenti, in particolare quelli di SerpeVerde. Ricordi del giorno in cui ha attaccato dei ragazzini del primo e secondo anno e lui era al quarto, oppure di come si pavoneggiava sul campo da Quidditch e di quando  ti ha fatto levigare al centro della sala grande per vendicarsi della sconfitta per la quarta volta consecutiva a Quidditch e di come tu ed Anya in seguito gli avete rotto il naso e messo in mutande di fronte a tutta la scuola.  Quel giorno avesti una grande soddisfazione. Ma speravi di non vedere più un Blake ad Hogwarts sopratutto dopo il Torneo Tre Maghi. E speravi che l'ultima dei Blake non fosse una testa calda come Bellamy. Ti sei sbagliata.
            «Sapete quanto sono complessi gli incantesimi di trasfigurazione? E che se non siete dei veri esperti vi consiglio vivamente di non metterli mai in pratica» con un colpo di bacchetta la testa di Murphy tornò alla sua forma originaria.
            «Per fortuna sei tornato come prima» si rincuorò Emori
            «Una zucca vuota resta tale» ribatte ancora Octavia causando risa in tutti gli studenti.
            «Silenzio» tuoni facendo sussultare gli studenti.
            Qualcuno sussurra «ecco che ci lancia addosso una maledizione».
            Incassi il colpo voltandoti verso il penultimo banco.
            «No, signorina McIntyre non lancerò contro nessuno di voi, nessuna maledizione senza perdono. Signorina Blake è pregata di scendere dalla cattedra e di ritornare al suo posto» ordini severa. Octavia sbuffa e con un balzo salta giù dalla scrivania. Batte il cinque a due sue compagne di corso e torna al suo posto, accanto a Clarke Griffin. Posi lo sguardo sulla ragazza dalla chioma bionda, ricorda molto suo padre.
            Segui i movimenti di Octavia, la bracchi fino a che non si siede al suo posto. Non ti fidi dei Blake e dei loro tiri mancini. Sei alle sue spalle. Lei si volta e ti squadra dalla testa ai piedi con sfida.
            «Deve per forza starmi così vicina?»
            «Non mi fido dei Blake».
            «E io non mi fido di lei. Mi chiedo perché Jake Griffin non l'abbia mai sbattuta ad Azkaban e mi sorprende che il preside Jaha l'abbia dato la possibilità di insegnare dopo il Torneo». Clarke sussulta quando Octavia nomina suo padre. Stringe il braccio dell'amica con forza «smettila O» sussurra Clarke. Blake sbuffa, ma si zittisce. La tua lezione può iniziare, prima però devi sistemare la confusione che è stata creata. Fai volteggiare la tua bacchetta sprigionando una luce rossa. Finalmente la tua lezione può iniziare.
            «Come avete visto io non ho assegnato libri diversi da quelli del Professor Titus — le tue dita aprono un libro dalla costina gialla — . Li reputo ancora validi, ma voglio che voi prendiate appunti e sopratutto ci alleneremo con della pratica. Titus su questo era carente». Prendi una pausa. Gli studenti ti fissano con la bocca spalancata. Clarke è incuriosita. Prende una pergamena ed ascolta.
            «La signorina  Harpe Mcintyre ha prima parlato delle maledizioni senza perdono. Almeno sapete dirmi quali sono?».
            È Griffin ad alzare la mano e con estrema lucidità risponde alla tua domanda; suo padre è morto così, ucciso dalla più spietata e crudele delle tre.
            «Imperius. Crucius e l'anatema che uccide: Avada Kedavra. C'è anche da segnalare Sectusempra creata dal professor  Piton». È precisa nella risposta. Veloce. E la sua voce è ferma. Noti solo il tremito alle mani.
            «E ne conoscete gli effetti?» domandi più a lei che non al resto della classe. Clarke lo sa.
            «Si» risponde sempre Griffin. Ora stringe il banco fino a quando le nocche non diventano bianche. Vorresti smetterne di parlarne eppure qualcosa ti spinge a continuare, forse la tua oscurità, o quella che intravedi negli occhi blu cielo di Clarke. No, vuoi solo dimostrare ai tuoi studenti i pericoli che incombono là fuori, le inside del Torneo Tre Maghi,  i rischi in cui ogni Auror potrebbe incombere. Perché non è vero che il male è stato debellato. La brama di potere è in ogni uomo. Forse solo conoscendo il male ti puoi salvare da esso.
            «Immagino che nessuno di voi le abbia mai viste di persona. Potremmo fare una dimostrazione».
            Gli occhi degli studenti sono tutti puntati su di te. Leggi il terrore sui loro visi. Tranne in Clarke. No, Clarke non ha paura. È curiosa. Vuole sapere come è morto suo padre. Vorresti metterla alla prova, metterti alla prova. Prendi un barattolo di vetro, al suo interno ci sono quattro gigantesche tarantole. Ne afferri una. Gli studenti sussultano. Guardano la scena col fiato sospeso. La metti sulla cattedra, corre impazzita. Punti la bacchetta sulla creatura e sussurri «Imperius». La tarantola fa tutto quello che tu gli ordini di fare. Ne spieghi gli effetti. Il tuo pubblico prende appunti con mano tremante. Griffin ti osserva, con estremo interesse, sebbene sia   pallida in viso. Octavia invece è furiosa, stringe la mascella mentre vede  la tarantola soffrire.
            «Okay, quella bestiaccia fa quello che vuoi. Pensavo fosse qualcosa di peggiore» ti interrompe Murphy. Ti avvicini a lui con passo severo. In mano hai la tarantola. La posi sul suo banco e i tuoi occhi incontrano i suoi; fa un passo indietro.
            «Signor Murphy con questa maledizione il suo avversario potrebbe costringerla a fare qualsiasi cosa, anche ad aderire al marchio nero contro la sua volontà, o peggio ad uccidere o ad uccidersi».  John ingoiò la saliva.
            «Vuole davvero vedere qualcosa di più estremo? Bene, glielo mostrerò». Nella stanza regnava il più religioso dei silenzi. Con occhi fissi punti la bacchetta sulla tarantola, stai per pronunciare crociatus, ma qualcosa ti ferma: il tuo cuore inizia a battere così forte da farti male. Nella tua mente rimbombano le urla di Costia. Il dolore prima della morte.
 
            «Basta. Basta. Basta!»
            «Crucio. Crucio. Crucio» ride l'altra con un'enorme sorriso sul volto danzando intorno al corpo della ragazza.
            Sei ancora troppo lontana per fermare la sua torturatrice. Corri come una disperata e le urla aumentano. Vedi Costia da lontano raggomitolata su se stessa. Mentre subisce la maledizione. Sei accecata dalla rabbia. Lanci incantesimi, a vuoto. La tua avversaria è brava a schivarli.
            «Crucio».
            Costia grida ancora una volta.
Il tuo volto si contrare in una smorfia di dolore. Punti la bacchetta contro la sua torturatrice stai per lanciare l'incantesimo e...
 
            E con uno scatto ti allontani dal banco. Quel ragno aveva preso le sembianze di Costia. Respiri a fatica. I tuoi studenti ti fissano colmi di stupore. Riprendi fiato e torni alla realtà. Per fortuna la vostra ora si è conclusa. Sei arrabbiata con te stessa, hai permesso hai tuoi sentimenti di condizionarti. L'amore è debolezza. E tu non sei debole. Tu sei Heda.
            «Per oggi basta così — sbatti il pugno sulla cattedra —  Meglio partire dall'inizio, avremo tempo per parlare delle maledizioni. Spero che comunque abbiate preso appunti e imparato qualcosa. Per la prossima volta voglio una relazione su tutto quello che avete fatto durante gli anni precedenti, voglio conoscere il vostro livello».
            Gli studenti si lamentano sbuffando. Octavia borbotta qualcosa a Clarke, mentre l'altra annuisce. L'aula si svuota.  Metti in ordini i tuoi appunti e la tarantola nel barattolo;  aspetti con pazienza quelli del primo anno.  Noti che Blake e Griffin sono le ultime a raccogliere le loro cose. Senti Octavia brontolare contro l'amica, la esorta a muoversi. Non vuole fare tardi alla lezione di  Cura delle creature magiche. In fondo le dai ragione, Indra sa davvero essere severa e spaventosa. Ma prima che Octavia sparisca dal tuo raggio d'azione oltre la porta, la fermi.
            «Blake dopo le lezioni nel mio ufficio. Anche lei signor Murphy» non li guardi negli occhi sei concentrata sui libri (e nonostante ciò hai visto Murphy nascosto dietro la porta dell'aula pronto a fare un tiro mancino a Blake, grazie al tuo intervento ogni proposito di vendetta sfuma). Octavia e Jhon impallidiscono, pensavano di averla fatta franca.
            «Ma...»
            «Nessun ma. Nel mio ufficio alle cinque. Ora  andate».
            Octavia strepita inveendo contro di te e Murphy. Griffin ti passa accanto, fa un cenno di saluto e lascia l'aula raggiungendo la sua amica.
            Affondi la schiena sulla sedia e ti massaggi le tempie. Non avresti mai dovuto accettare quel lavoro ad Hogwarts. Troppo ricordi. Troppo dolore. Il passato bussa sempre due volte per chiederti il resto da scontare.
 
Raven
           
            Sei un genio. La più brava del tuo anno forse dell'intera Hogwarts, al secondo posto c'è Monty Greene, uno dei tuoi più cari amici. Ti sorprende pensare alla parola amico. Fino all'età di undici anni non avevi nessuno, tutti ti schivavano, ti evitavano come la peste. Durante il periodo dell'asilo nessuno voleva giocare con te e non andò certo meglio durante  le elementari. Per quanto fossi stata iscritta in una scuola pubblica, quella struttura non era male. I bambini erano poveri certo, ma non come te e tua madre che non aveva i soldi neanche per pagarti il pranzo (ma che magicamente comparivano quando si trattava delle sue bottiglie di alcool). Se non fosse stato per Finn Collins saresti morta di fame; era un bambino che viveva a due isolati da te, a lui gli devi la vita. Gli altri bambini invece  ti ignoravano, ti evitavano, ti indicavano. Ridevano di fronte ai tuoi abiti stracciati, alle scarpe bucate, ai giorni passati senza pranzo. E ancora peggio per tornare a casa dovevi passare di fronte alle case colorate di famiglie normali con un padre, una madre, un abbraccio. Un giorno rimanesti così incantata a fissare attraverso le vetrate l'albero di natale, le luci, il cibo posizionato sulla tavola con tanta cura, con la fame che ti cresceva dentro, da essere scambiata per una ladra. La polizia ti inseguì non ricordi per quanti kilometri, forse avvisata da uno dei membri della famiglia. Corresti così tanto da non avere più fiato e finalmente quando arrivasti nella tua casa, una roulotte dalle ruote bucate, ti aspettavi almeno un piatto caldo, qualcosa da mangiare, qualsiasi cosa e invece vedesti tua madre con tre uomini, tanta birra, tanta droga e tanto altro (all'epoca non sapevi dargli un nome). Chiudesti la porta della roulotte e ti sedesti sullo scalino, con le mani a coprirti le orecchie. Finn ti vide e rimaneste insieme su quegli scalini per tutta la notte, abbracciati. È stato il tuo primo amore. Di lui vuoi dimenticare le cose orribili che ha fatto dopo e serbare nel tuo cuore quel dolce ricordo di un ragazzo premuroso e amabile.
            Poi il tuo miracolo di Natale avvenne e fu il giorno in cui ti arrivò la lettera di Hogwarts. E il tuo cuore finalmente batté con forza: eri una strega. Adesso si che avevi qualcosa di cui vantarti. Quando tua madre lo venne a sapere ti rise in faccia, strappò la missiva e ti ordinò di andare a comprare della tequila.  A casa non tornasti con quella dannata bottiglia, ma spendesti quei dieci dollari in caramelle e cioccolata, volevi festeggiare, per la prima volta eri felice. Quando tua madre lo venne a sapere stava per ucciderti, poi qualcosa di straordinario accadde: dal cielo piombarono Thelonius Jaha, Marcus Kane e Sinclair (il tuo professore preferito, oggi). Venisti salvata da quel luogo e condotta ad Hogwarts e ti sentisti Harry Potter.
            Il giorno in cui sei arrivata a Hogwarts hai conosciuto sul treno Octavia Blake, Monty Greene, Jasper Jordan e la vostra amicizia dura da allora, poi si sono unite Monroe, Harper, Fox, Miller, Brian, e Bellamy (con il quale hai avuto una breve relazione).
            Oggi sei la studentessa di punta della scuola. I tuoi interventi durante le lezioni sono sempre eccezionali e mai banali, hai spiccato anche durante la lezione della  temibile Lexa Woods dimostrando di aver appreso ogni cosa, o quasi, dagli anni precedenti; infatti ti ha solo chiesto una breve relazione sui licantropi e vampiri, argomento del terzo anno nella quale sei stata un po' carente in quanto argomento non di tuo interesse, per te nulla è irrecuperabile.
            Ti è dispiaciuto solo non seguire il corso con Octavia e Clarke, ma pensi che tutto sommato sia stato meglio così. Alcune voci di corridoio dicono che Blake e Murphy sono finiti in punizione al primo giorno. E che  Harper abbia provocato la signorina Woods spingendola a parlare delle tre maledizioni. Vuoi chiedere conferma alle tue amiche, per questo cammini con passo svelto schivando gli studenti che stavano oziando sulle scale o parlavano tra di loro a gruppetti. Dalla tua borsa estrai una mela, ma Jasper ti passa accanto e te la sfila. Sta per dargli un morso, Monty l'afferra prima che lui l'addentasse e te la restituisce.
            «Non credi di aver mangiato troppo Jordan?» domanda Monty
            «Ho sempre fame, e poi con tutte queste belle ragazze in giro» sorride voltandosi verso una ragazza carina di TassoRosso che scuote il capo allontanandosi.
            «Così le spaventi, non le conquisti» ribatti mordendo la tua mela.
            «Tutti esperti voi, per questo siete single».
            «In realtà io non sono così single, ho una ragazza» risponde Monty con timidezza.
            «Davvero?» tu e Jasper lo guardati sconvolti. Monty non aveva mai espresso nessuna preferenza e quasi, quasi, avevi sempre pensato che lui e Jasper se la intendessero.
            «Ho sempre pensato che fossi gay».
            «Si e fidanzato con  me. Perché dite che io e Monty siamo una coppia?» si lamenta Jasper.
            «Hai qualcosa contro i gay?» Miller lo colpisce con uno schiaffo dietro alla nuca arrivando alle sue spalle. «Sappi che ti batto lo stesso a braccio di ferro» sorride divertito.
            «Non ho detto questo, solo che  le ragazze mi amano» si vanta allargando le braccia.
            «Già a rifilarti due di picche. Come Octavia» vedi Jordan sbiancare e blaterare qualcosa senza senso. Poi afferri il braccio di Monty e chiedi notizie.
            «Allora è immaginaria o reale questa ragazza?»
            Il tuo amico diventa rosso, è sempre stato facile all'imbarazzo, ma a salvarlo dalla situazione arriva Fox, una studentessa di TassoRosso di due anni più piccola di voi ma che conosce tutti i pettegolezzi sulla scuola ed è la migliore amica di Harper, sono cresciute nello stesso quartiere magico. Fox si avvicina a voi quasi correndo.
            «Ve ne posso dare conferma. Monty ha la ragazza.  Ah comunque Octavia e Clarke vi stanno aspettando. E muovetevi prima che Blake sfondi il tavolo dalla rabbia» corre verso la Sala Grande.
            «Però a pensarci bene beata Clarke, può guardare le ragazze nude del dormitorio» sbuffa Jasper.
            «Cosa vuoi farci Jordan, sempre fortunata la Griffindoro» e dà il cinque al suo amico.
            «Vi ricordo però che la sua compagna di stanza è Octavia, Octavia Blake» e l'entusiasmo dei due cala di brutto. Miller ride, sa quanto possa essere spaventosa O. Poi senti un commento di Jasper su quanto sia calda e sexy la Blake, ma tu non li ascolti sei troppo entusiasta sulle scoperte che hai fatto e non vedi l'ora di condividerle con i tuoi amici.
           
Clarke
 
 
             Non ne puoi più di Octavia che sbraita, che batte il pugno sul tavolo, che si lamenta. Scuoti il capo con la testa china sui libri, cerchi di leggere gli appunti presi in aula,  ma le grida di Blake arrivano  al cielo disturbando te, gli altri ragazzi e qualche docente presente. Pike vi minaccia con lo sguardo. È lì da quando siete arrivate e non fa altro che tenervi d'occhio. Per la verità vi tiene d'occhio dal primo anno. Lo trovi pressante. Fastidioso  come una mosca che si appoggia sul naso in piena estate in campeggio.
            «Ti rendi conto che dovrò lavorare con Murphy? E io che gli volevo spaccare la faccia»
            «Te lo sei meritato. L'hai trasformato in una zucca» rispondi ricopiando le parole sulla pergamena.
            «Allora le voci sono vere!»  Esclama Raven.  Sussulti per lo spavento.
            «Purtroppo si. Immagino già le fantastiche voci che corrono su di me» con un gesto nervoso Octavia sposta i capelli dietro la nuca.
            «Te lo sei meritato» ripeti non alzando il viso dai libri.
            «Ehi, Griffondoro...» sta per ribattere, Rayes per fortuna prende la parola.
            «Senti un po' Pocahontas vuoi lamentarti di Lexa Woods e di Murphy o vuoi sapere le novità riguardanti questo torneo?»
            A tutti voi ha dato dei simpatici nomignoli provenienti dal mondo della Disney e non. Lunico lusso che Raven possedeva nella roulotte di sua madre era un vecchio lettere VHS, una Televisione, tante cassette  sui cartoni animati babbani, che vi aveva costretto a vedere, e libri presi chissà da dove.
            Gli occhi di Octavia si spalancano «spara spice girl». Blake chiamava sempre così Rayes, prima di essere scelta per Hogwarts Raven aveva sognato di diventare un ingegnere della Nasa e per questo le  ha affibbiato tale nomignolo. Anche Octavia era mezza babbana e conosceva l'una e l'altra realtà.
            «Allora quest'anno una delle prove sarà affrontare una coccatrice, poi il favorito di Durmstrang è Lincoln Trikru - Woods...»
            «Ma sono ovunque!»  La interrompe O roteando gli occhi al cielo. E sai quanto odia essere interrotta, infatti le pizzica la mano.
            «E per Beauxbaton?» domanda Jasper interessato alle ragazze della scuola francese.
            «Una certa Maya Vie. Ho anche le loro foto e articoli di giornali».
            Tutti si gettano su quel ghiotto bottino trovato chissà dove da Raven. Lincoln ha il pugno alzato mentre alza la coppa di Quiddich. Maya invece sorride con dolcezza verso la telecamera, dietro di lei ci sono tre persone. La preside le tiene la mano, ha una strana luce negli occhi.
            «Lincoln è davvero sexy».
            «E vogliamo parlare di Maya?» domanda Jasper
            Le discussioni vanno avanti a lungo. A te non importa né di Lincoln, né di Maya. Sei solo interessata alle prove del Torneo, ma l'attenzione sembra essersi spostata sulla bellezza dei partecipanti e neanche sulla loro bravura. Alzi il viso dai libri per un breve istante e vedi Lexa Woods attraversare la sala grande dritta verso il portone principale. Afferri i libri con velocità, soprattutto gli appunti che hai segnato durante la sua ora di lezione e lasci gli altri con la bocca spalancata, interdetti dal tuo comportamento.
            La raggiungi. Lexa si gira. Ha sentito rumore di passi. Siete sulla soglia della porta, a metà tra il giardino e l'ingresso. Resti lì a guardarla, il tuo cuore batte all'impazzata. Già da prima avevi pensato di rivolgerle quella domanda che ti frullava per la testa. Ma qualcosa ti distrae. Sono i suoi occhi, di un verde lucente come la pelle di un serpente, che ti cattura, ipnotizzandoti e incatenandoti ad essi.
            «Signorina Griffin» si rivolge a te in modo gentile mantenendo una voce fredda e distaccata.
            Ritorni alla realtà.
            «Io vorrei farle una domanda».
            Sospira. Forse pensa che tu sia l'ennesimo studente che le domanda quante persone ha ucciso durante il Torneo, se serva il Signore Oscuro o qualche mago malvagio o se ha il marchio sul braccio, o ancora quante volte ha pronunciato l'anatema che uccide.
            «Se vuole sapere qualcosa su di me chieda al preside Jaha, o cerchi nella biblioteca». Ti volta le spalle. Sta per andarsene. Tu la fermi afferrandole la mano. Lexa sussulta. I vostri occhi si incontrano. Siete riflesse l'una nelle iridi dell'altra. E la trovi così bella, bella e dannata. Sposta la sua mano bruscamente dalla tua. Resta muta, attende la tua domanda.
            «Lei conosceva mio padre?»
            «Si».
            «Lo ha visto morire?»
            Sospira. Vuoi una risposta. Arriva come uno schiaffo inaspettato in pieno volto.
            «Si. Ma non è un argomento da dover affrontare qui e ora. Ci vediamo dopo domani nella mia aula signorina Griffin. Buona serata» e con passi veloci si allontana, la spii per un po' e la vedi dirigersi verso la Foresta. Torni suoi tuoi passi, ti giri e vedi Charles Pike con le mani puntate sui fianchi che ti osserva con aria di rimprovero.
            «Griffin — tuona la sua voce — Vieni qui un momento».
            Lo segui contro voglia, preferiresti tornare dai tuoi amici. Obbedisci al tuo insegnante.
            «Mi dica professor Pike».
            «Voglio che lei stia lontana da quella donna, è pericolosa. Lexa Woods è stata mia alunna ed è la persona più brillante che io conosca, ma ha sempre avuto un'anima oscura. E so bene quanto l'oscurità possa affascinare voi giovani menti» ti poggia una mano sulle spalle «e sopratutto perché lei è stata la causa della morte di tuo padre. Non ti preoccupare Griffin, farò in modo che venga cacciata dalla scuola. Ora puoi andare».
            Annuisci e tiri un sospiro di sollievo quando le sue grosse mani lasciano libere le tue spalle. I pensieri ti assalgono ora più che mai. Sapevi che tuo padre  è morto  poco dopo il Torneo, ma le modalità della sua scomparsa non  sono mai state chiare, aleggiavano nel mistero  e ora che Lexa Woods fa la sua comparsa tutti si ergono a paladini della verità. Non credi alle parole del professor Pike, c'è qualcosa in lui che non ti piace, non ti è mai piaciuto. E presa dai tuoi pensieri cammini nel giardino sedendoti su una panca di marmo libero, resti lì circondata dai tuoi pensieri fino a quando una voce non ti fa sobbalzare.
            «Un galeone per i tuoi pensieri, Miss Griffin».
            «Niylah mi hai spaventata».
            «Scusa. Posso sedermi?»
            Annuisci.
            «Chi inizia, io o tu?» domanda la ragazza
            «Inizia tu».
            Nyalah sorride, ha un bel sorriso e belle labbra, non come quelle di Lexa (ti fa strano pensare alla bocca della tua docente in quel momento)  scuoti il capo e ascolti Niylah con interesse. Parlate del più e del meno, della punizione di Octavia e di come durante l'ora di pozioni abbia fatto esplodere il suo calderone.
            «C'era Sinclair che mi guardava con occhi e bocca spalancanti. Ho perso il conto di quanti calderoni ho fatto andare in mille pezzi» ride. La sua risata è contagiosa. Non ci vuole molto a capire che lei è attratta da te. Prende il tuo volto tra le mani, fa passare le sue lunghe dita tra i capelli e ti bacia sulla bocca, al lato delle labbra. Non ti aspettavi un contatto così veloce, non è una che perde tempo. Ricambi con desiderio. E quando il bacio si fa più approfondito senti qualcuno urlare il tuo nome. È Octavia. La odi per questo, per il suo tempismo del cavolo.
            «Griffin ti ricordo che mi serve una mano per divinazione o la professoressa Luna mi...» rimane con la bocca aperta. Sei ancora avvinghiata a Niylah. Ti stacchi da lei un po' bruscamente.
            «Credo che dovresti andare» ti dice posando lo sguardo su Octavia che vi fissa con sguardo truce. Ovviamente c'è l'ha con te perché pensa che l'hai abbandonata per baciare una perfetta sconosciuta. Che poi per te tanto sconosciuta non è, solo che non hai parlato di lei ai tuoi amici. Non vuoi farlo. Non ancora.  
            «Si, forse è meglio. A presto Niylah»           
            «Vediamoci domani dopo le lezioni» ti  sussurra all'orecchio prima che tu vada via. Annuisci e corri da Octavia che ti aspetta con le braccia chiuse sotto al petto.
            Sparisci oltre il portone e lanci un ultimo sguardo alle tue spalle, alla Foresta dove hai visto l'ultima volta sparire Lexa Woods. E ti fa così strano ripetere quel nome nella mente. Sta per diventare per te un'ossessione. Vuoi scoprire la verità e l'avrai in un modo o nell'altro.
 
 
Lexa
 
            Sei diretta verso il cuore della Foresta. Eviti gli ostacoli e i pericoli. I centauri avvertono la tua presenza ma non si fanno avanti. Sali per un pendio disseminato da grosse pietre e tronchi d'albero per giungere di fronte a una casa rustica, dal camino si alza un fumo grigio dall'odore dolciastro. Disteso in terra  poco lontano dall'uscio dorme un possente Ippogrifo. Ti fai coraggio e bussi alla porta. Attendi.
            «Blake non è il momento delle visi — si ferma a guardarti —. No, non sei Octavia. Forza entra dentro».
            Ringrazi con un cenno del capo e la segui, la porta si chiude alle tue spalle. L'ambiente della casa non è molto cambiato dall'ultima volta in cui hai messo piede e risale circa a dieci anni prima. C'è sempre la tavola di legno rotonda al centro della stanza da pranzo, delle sedie antiche, molto antiche, consunte; il divano bianco coperto da cuscini e morbide pellicce. La sua stanza da letto e al di là del salone, l'hai vista solo una volta e si limita a una branda e  ad un comodino, affianco ad esso diversi secchi d'acqua. È sempre stato un ambiente molto rude.
            «Come mai mi hai invitato qui? So bene quanto odi le intrusi, quasi quanto me». Indra ti sorride «non ti avrei chiesto di venire senza un valido motivo. Guarda meglio Woods».  Ed è proprio dalla parete in fondo alla casa, quella che da sulla stanza di Indra, vedi uscire una figura a te familiare.
            «Anya!» esclami sorpresa.
            «Heda» ti si avvicina porgendoti la mano, poi con uno strattone ti abbraccia con forza. È da circa nove mesi che non vedi tua sorella, forse qualcosa in più. È stata così presa dal suo lavorare di Auror e tu dai tuoi soliti problemi da non vedervi per tanto tempo. Vi scambiavate missive ogni giorno colme di  notizie riguardanti i viaggi di Anya (che tu in parte le hai costretto a fare) e dalle novità. Il momento dura poco e subito sul volto di tua sorella si mostra una ruga di preoccupazione, sulla fronte, sai riconoscere ogni suo cambiamento.
            «Lexa voglio che tu ti sieda e che non — trova difficile dire quello che sai già farai — non darai di matto».
            «Allora voglio restare all'in piedi».
            Indra e Anya si guardano negli occhi, annuendo. Sei sempre stata forte, la più forte e loro lo sanno, ma oggi hanno paura che tu possa vacillare, che il tuo mondo possa crollare sotto ai tuoi piedi.
            «Nessuna notizia è certa, tuttavia sembra che Nia Azgeda sia scappata da Azkaban e che ora cerchi vendetta».
            Impallidisci. Le tue mani tremano. Le tua bocca si apre e si chiude, non trovi le parole. Sei semplicemente sconvolta. Poi la rabbia esplode come un fiume un piena che si riversa giù per le cascate.
            «Come è possibile che una pericolosa assassina sia scappata da Azkban! Colei che ha ucciso quattro persone durante il Torneo, nel quale le morti sono state impuntate tutte a me?» cammini avanti e indietro nella stanza. «Non sono finita io in prigione perché Marcus Kane mi ha difeso, ha creduto nella mia innocenza, ma i cadaveri erano lì, ai miei piedi e li hanno visti tutti: Jaha Wells, Gina Martin  e — prendi un lungo respiro — e Costia. Non potrò mai dimenticare i loro volti» serri le labbra con nervosismo.
            «Nia ha confessato i suoi crimini, per questo sei qui libera. Devi solo ringraziare Jake Griffin» dice Indra offrendoti una tazza colma di un liquido rosso. Non badi agli ingredienti e butti giù tutto d'un sorso. È alcool, forse preparato in casa.
            «Che poco dopo è stato ucciso. Perché mi ha difeso ed era sulle tracce di Nia da tempo!» prendi fiato cercando di calmarti  «Certo che li ha confessati, ma molti ancora non credono nella mia innocenza. Due studenti morti, un Auror  e Costia di cui nessuno rispetta la sua memoria solo perché  era una babbana». Abbassi lo sguardo. Ricordi il giorno in cui hai conosciuto la ragazza che ha rubato il tuo cuore, che l'ha incatenato al tuo e chiuso in uno scrigno e dopo la sua morte hai gettato la chiave nelle profondità della tua oscurità. Hai cercato di uccidere Nia è vero, ma invano. Non neghi di aver lanciato tutte e tre le maledizioni senza perdono contro di lei e che se non avessi urlato in preda alla rabbia Avada Kedavra ora Costia sarebbe viva; l'unica morte di cui ti senti davvero responsabile è la sua, le altre erano tutti pedine finite su quella scacchiera per puro caso. Nia voleva uccidere solo te, per il tuo nome, per il tuo rango: Heda. Comandante dei 12 Clan.
            Anya prende le tue mani e le stringe. Ha uno sguardo quasi dolce e tra voi difficilmente vi sono state tenerezze, avete un vostro modo di dimostrarvi affetto, difendendovi sul campo di battaglia ed essendoci l'una per l'altra.
            «Adesso voglio che tu faccia una cosa per me: insegnare a questi studenti come difendersi dall'oscurità, perché solo chi ha conosciuto e chi ci è finito dentro può vederne il fondo e la luce. Ora purtroppo devo andare, sono sulle tracce di  alcuni seguaci di Nia e ti prometto che li troverò». Lo giura e farà di tutto per mantenere fede alla sua promessa. Lo sai. A volte pensi che corra troppi rischi, lavora per il ministero e allo stesso tempo è il tuo miglior soldato.  In fondo voi e il ministero della magia perseguite gli stessi obbiettivi, per questo Anya è diventata  Auror con estrema facilità (ha più conoscenze sul mondo magico di chiunque altro venendo dal Clan Trikru, un'associazione antichissima e sconosciuta, nascosta dal resto del mondo magico stesso,  e solo chi nasce  al suo interno può farne parte) ed è anche per questo che con i vostri membri il ministero chiude un occhio, gli siete utili e siete sempre più pochi.
            Sospiri.
            «Ci siamo capite».
            «Bene sorellina, ora  per me è giunto il tempo di andare. Ci vediamo ad Ottobre. E fai attenzione ai Blake» sa che Octavia Blake è una tua studentessa e se che presto tu e Bellamy vi troverete faccia a faccia;  ti ha colpevolizzato per la morte di Gina, ha testimoniato contro di te durante il processo inventando realtà immaginarie appoggiato da Charles Pike. Hai cercato di comprendere il suo dolore: lui e Gina dovevano sposarsi l'anno dopo; eppure anche tu hai perso tanto quel giorno  ma nessuno se ne ricorda. Vedi andare via Anya, si smaterializza innanzi ai  tuoi occhi e a quelli di Indra. La tua insegnate ti mette una mano sulla spalla.
            «Tra poco sarà ora di cena. Dobbiamo andare anche noi».
            La segui. Insieme proseguite lungo il percorso. Il tuo cuore è chiuso in una morsa di rabbia, tristezza e dolore. Le porte di Hogwarts si stagliano verso l'altro ripiegando su di te. Ti senti in trappola. Indra ti esorta ed entrare. Respiri a lungo ed entri. Hai ancora paura ad affrontare i tuoi demoni.
 
 
             
Angolo Autrice:
Allora scusate il ritardo con cui ho aggiornato ma non è stato un capitolo semplice, ho cercato di non cadere in incongruenze con gli altri capitoli. Ringrazio ancora chi recensisce, mi dispiace se a volte le risposte arrivano in ritardo (come non hai tempo per rispondere? Cerco semplicemente di dedicare tempo alle vostre recensioni senza fretta) Se avete domande fate pure, critiche idem e vi ringrazio per la lettura.
A presto, Mai V.
P.S. I POV si alterneranno. Quindi ci sarà anche quello di Bellamy. E di Anya.
Buona domenica.
            

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Capitolo 4
*** Marchiata ***


Octavia
 
Cammini innanzi a Clarke in religioso silenzio con la testa alzata e guardi dritto verso l'entrata principale. Senti i passi della tua compagna che ti segue, la senti sospirare e con uno scatto ti raggiunge e ti supera, afferra il tuo polso e ti costringe a guardarla in faccia. Siete viso a viso. I suoi occhi azzurri brillano nell'oscurità della sera. Non sei furiosa con lei per aver baciato una ragazza, ma perché è una Serpe Verde e ti ha tenuto tutto nascosto. La fronteggi stringendo le palpebre fino a far sembrare i tuoi occhi piccoli e lucenti, terribili.
            «Perché non me l'hai detto?» sbotti chiudendo le braccia al petto.
            «Non volevo...» si morde il labbro.
            «Non volevi, non potevi o cos'altro?»
            «Nessuno lo sa che mi sto frequentando con Niylah, è ancora troppo presto e volevo ben evitare commenti strani».
            «A noi non frega molto se vai a letto con una ragazza o un ragazzo, a noi frega solo se è un tipo a posto e solo per il fatto di essere un Serpe Verde non lo è» ringhia mostrando tutto il suo disprezzo.
            «Per questo non te ne ho mai parlato! Hai un pregiudizio radicato nei loro confronti. So bene che cosa ha fatto la tua famiglia quando ha scoperto che sei nata da un babbano, ma questo non vuol dire che sono tutti così!» gridi più forte di lei davanti alla porta principale, mentre il sole tramonta innanzi a voi, scomparendo dietro le montagne. È uno spettacolo magnifico, ma nessuno di voi interessa.
            «Adesso sarei io ad avere pregiudizi — ti avvicini a Clarke sovrastandola e puntandole l'indice sul petto — Non mi hai detto che frequentavi quella ragazza, non sappiamo neanche da quanto và a avanti questa relazione».
            «Non siete obbligati a sapere tutto di me» mantiene la sua posizione sfidandoti. E forse ha ragione, tutti voi avete piccoli o grandi segreti che celate nelle profondità del vostro animo, eppure il fatto che non ti abbia detto niente ti ferisce, ma sai che Clarke ha ragione: odi i SerpeVerde con tutte le tue forze. Hai visto stare male tuo fratello troppo a lungo per la morte di Gina, lo hai visto versare ogni sua lacrima, a causa di Lexa Woods oggi vostra insegnante di difesa Contro le  Arti Oscure. La rabbia ti assale e allontani Clarke con una spallata.
            «Se proprio ci tieni và a sederti tra le Serpi, aveva ragione il Cappello Parlante con loro ti saresti trovata a tuo agio» ti allontani e i tuoi passi vengono divorati dalle voci della sala grande. Con la coda degli occhi vedi Clarke stringere i suoi libri tra le mani. Poi solo la porta. Cammini a passo spedito, urtando con fare nervoso chi ti viene incontro, fai cadere una ragazzina dai capelli biondi, si lamenta, ma il tuo sguardo minaccioso la zittisce. Forse hai avuto una reazione spropositata, forse Niylah è davvero una brava ragazza, eppure pensi a Bellamy  e quando ti siedi, affondando sulla panca di legno tra i tuoi compagni loro subito notano qualcosa che non và,. Harper è la prima a domandare mentre si mette nel piatto del tacchino cosparso di salvia e funghi.
            «Hai una faccia... Che cosa è successo?»
            «Una che ha avuto una bella mattinata con la sua amante dovrebbe essere la persona più felice sulla terra, a proposito dov'è la tua metà?»  Fulmini con lo sguardo Monroe e ti rivolgi a tutti i presenti con rabbia e noia.
            «In primis non è la mia amante e poi chiedetelo ai Serpe Verde, oggi credo che cenerà con loro» prendi il tuo piatto e ti allontani dalla folla. I tuoi compagni e amici ti guardano stupiti. Cerchi  posto a tavola più lontano e riparato, impresa quasi impossibile, ma comunque trovi spazio tra gli studenti del I e II anno che non ti conoscono se non per nome;   mentre mangi la tua cena scrivi una lunga lettera a Bellamy Blake.
            Un ragazzino per errore rovescia il suo bicchiere sulla tua missiva. Ti alzi dalla sedia e sbatti il pugno sul tavolo. Afferri il colletto della camicia e lo sollevi da terra.
            «Imbecille guarda cosa hai fatto».
            «Scusa, io non volevo» si guarda le spalle nervoso, come se qualcuno lo stesse inseguendo.
            «Ehi Blake lascialo quello è nostro!» grida uno studente del IV anno puntando il dito.
            Il moccioso sgrana gli occhi, stringe i pugni e ti sussurra «picchiami tu, forse così mi lasceranno in pace. Sei una Blake».
            «Non pesto i mocciosi, io» e lo lasci andare. Il ragazzino scappa schivando la folla di studenti seduta ai tavoli e quelli che stavano appena arrivando. Si confonde tra le giacche lunghe e nere distinte solo dai colori delle casate sul bavero. Noti che provano a inseguirlo, invano.
            «Complimenti Blake l'hai lasciato sfuggire» ti spintona lo stesso coglione che ha urlato prima.
            «Lasciami in pace o le prendi». Il ragazzo sbuffa accarezza la bacchetta ma un suo amico lo trattiene e lo allontana da te. «Lo prenderemo  Aden Woods non può fuggire per sempre. Qualcuno di loro deve pagare». Apri la bocca, ti mordi il labbro e ritorni al tuo posto. Rileggi la lettera.
 
 
 
Clarke
           
            Ti dai dell'idiota. Guardi il sole tramontare. È ora di cena e non hai nessuna voglia di entrare nella Sala Grande. Eppure lo fai. Abbassi il capo. Harper ti saluta, ma la ignori e prosegui dritto tra la confusione generale e il rumore di vettovaglie, diventi piccola come un topo e sgusci lungo le scalinate. Prosegui per gli immensi corridoi cercando di trovare un posto lugubre, abbandonato dove nessuno può disturbarti. Lo trovi tra gli angoli dei corridoi, giù vicino all'aula di Difesa contro le arti oscure, paradossale che il destino ti abbia portato proprio lì. Dalla tua borsa estrai il taccuino dei disegni, afferri una matita iniziando a tracciare delle linee sul volto bianco che si colora di nero. Immersa nei tuoi pensieri non ti rendi conto delle ore che passano e dei minuti che scorrono veloci. L'ora di cena è finita da un pezzo e pesa tra le linee del disegno non odi il rumore di passi che giunge da lontano. Ma la puntata della matita si spezza e i tuoi sensi avvertono che non sei sola. Senti provenire delle voci da dietro la parete di pietra. Ti avvicini cauta.                       
            «Lexa, Pike è un esaltato ma non dovevi insultarlo e... Ascoltami io ti ho voluta in questa scuola e mi rendo conto che abbia esagerato, ma il tuo non è stato un comportamento accettabile sopratutto se Nia è davvero libera, abbiamo bisogno di tutte le forze, insieme».
            Vedi Lexa corrugare la fronte e sospirare. Serri le labbra e trattieni il respiro: Lexa Woods, Marcus Kane e Indra Forest  sono riuniti a cerchio e parlando a bassa voce, e sembra che stiano litigando.
            «Ha nominato Costia. E sai bene quanto Lexa...».
            «No, Indra. Kane ha ragione ho sbagliato. Ho fatto in modo che lui avesse ragione. Fosse stato un altro tempo e in altro luogo lo avrei sfidato, ma ora sono qui e ho un dovere come docente».
            «Bene. Ti ringrazio della comprensione e per quanto riguarda il marchio — Kane sussurrò la parola con un filo di voce — vorrei che tu lo tenessi nascosto, come sempre». E Lexa sorrise e nonostante fosse un sorriso stanco era il più bello che avesse mai visto.
            «Non è un qualcosa da mostrare» dice con lo sguardo fisso sul volto di Marcus e i suoi occhi brillano nell'oscurità emanando luce. Vedi che si salutano velocemente e Lexa Woods sta venendo proprio verso di te. In fretta corri verso il tuo posto, tra i gradini e le tue carte,  e prima che possa rendersi conto di te, tu sei già seduta con l'album sulle gambe e i capelli biondi a coprirti il volto.
            «Griffin?» dice con perplessità.
            «Oh, professoressa Woods non mi ero resa conto della sua presenza» alzi il volto dal foglio  mordendoti le labbra, speri che creda alla tua bugia. Eppure ti guarda in quel modo tutto suo da far crollare i muri di quell'antico castello. I suoi occhi sono dannatamente profondi e belli.
            «Non  dovrebbe essere a cena?» domanda fissandoti e il tuo cuore perde un battito perdendosi negli occhi verdi della tua insegnante.  
            «No, ho litigato con Octavia Blake» ti spinge ad essere sincera, come se ti leggesse nella mente e ti senti li. Lexa annuisce sedendosi accanto a te, torturandosi la veste nera stringendola tra le dita.
            «Spero nulla di grave» risponde con aria distaccata, ma sinceramente preoccupata. Abbozzi un sorriso e scuoti il capo.
            «Le passerà. È una Blake». Ti dice come se la conoscesse bene, poi ricordi che ha la stessa età di Bellamy e che insieme hanno frequentato Hogwarts negli stessi anni. E Bellamy e Octavia si rassomigliano tanto, troppo.
            «Purtroppo» dice con freddezza. Rendendosi conto delle sue parole si allontana da te, come se la panchina scottasse. Ti fissa per un istante, scrutandoti nell'anima e tu lo lasci fare. Vorresti domandarle il perché tra lei e i Blake non scorra buon sangue, cosa era successo davvero al torneo, come era morto tuo padre, ma  rumori di passi veloci che vengono dalla vostra parte ti fanno desistere dal porle quelle domande. E nell'attimo in cui ti volti verso l'ombra, Lexa Woods è andata via, sparita nel buio e tetro corridoio. Tenebra nella tenebra. Abbassi lo sguardo sul tuo disegno e ti rendi conto che linee tracciate hanno preso il volto di Lexa. Riponi tutto nella borsa quando la voce di Raven ti fa sobbalzare dal tuo posto.
            «Pensierosa Griffindoro? E poi cosa ci fai qui tutta sola, dov'è la tua amante?» ride Raven scivolando al tuo fianco prendendo il posto di Lexa.
            «Abbiamo litigato» rispondi scrollando le spalle.
            «Ahia, tra moglie e marito mai mettere il dito».
            Alzi il dito medio attenta che nessun professore sia nei paraggi, ma ti sbagli. Indra ti guarda torvo e annuncia: «meno dieci punti a Grifondoro. Signorina Griffin questi atteggiamenti non sono tollerati nella nostra scuola. E poi cosa ci fate qui? Andate subito nella sala grande» tuona.
            Tu e Raven vi alzate a gran velocità, non vuoi perdere altri punti e non vuole perderne neanche Raven; Monty era un genio, ma con Jasper era un pericolo pubblico. Tassorosso a causa di Jasper Jordan non aveva mai vinto in quei sette anni una coppa delle case e Monty ne aveva fatte perdere ben due. Camminate a passo svelto verso la Sala Grande, vedete un bambino del II anno venirvi incontro correndo e in un attimo tutte le tue cose sono volate in aria, compresi i tuoi disegni. Il ragazzino si scusa, prende ciò che gli appartiene e fugge via;  uno dei tuoi disegni finisce sotto a una delle armature, ma per il momento non lo noti. Dei ragazzi più grandi vi sorpassano poco dopo canticchiando: «ucci, ucci sento odor di bambinucci». Stai per lanciarti al salvataggio del ragazzino, ma Raven ti tiene per la manica.
            «Lascia perdere. Se la sa cavare da solo, è più sveglio di quegli idioti che lo inseguono».
            «Ma...»
            Raven ti scocca una delle sue occhiate assassine e desisti dal metterti nei guai per rispetto della vostra amicizia, ma silenziosamente sussurri un incantesimo (senza uso alcuno della bacchetta, dote rara) e le mattonelle sulle quali correvano i ragazzi del IV e V anni divennero pozzanghere fangose. Raven ti prende per la manica e ti trascina via.
            «Corriamo noi, ora. Soddisfatta della tua buona azione quotidiana Griffindor?» È una battuta pungente. Ma tu la ignori e continuate a correre fino a quando non entrate nella Sala Grande, dai un'occhiata veloce al tuo tavolo, c'è ancora Octavia. Non vuoi affrontarla ora. Segui Raven fino al suo tavolo, i pochi studenti dei Corvonero ti guardano, poi fanno spallucce e continuano a parlare tra di loro. Solo Monty nota la tua presenza.
            «Una Grifona tra gli uccelli, qual buon vento ti porta al nostro tavolo?»
            «Nulla di particolare» e fissi Octavia per poi allontanare subito lo sguardo.
            « Clarke e O, hanno litigato: guai in paradiso» si gira verso di voi Jasper che dava le spalle a Monty. Raven alza un sopracciglio senza nessun commento, sa quanto possa essere pericoloso mettere verbo in un conflitto tra te e Octavia. E per questo cambia argomento facendoti strozzare con il succo di zucca.
            «Cosa voleva la professoressa Woods? L'ho vista allontanarsi da te prima che arrivassi». Gli occhi di tutti sono puntati su di te, ancora una volta. Anche gli studenti di Corvonero che poco prima badavano ai loro fatti, ora ti fissano come se fosse una portata deliziosa di un banchetto squisito. E spesso il cognome Griffin e il nome Clarke accompagnato a quello di Octavia Blake ha portato a essere guardata da tutta la scuola anche per giorni interi, tuttavia lo scrosciare di applausi ha sempre abbondato. Ma questa volta era diverso, il nome Clarke e il cognome Griffin legati a quello di Lexa Woods portano  solo guai. Anche il professor Pike sembra intuire di cosa stavate parlando dal suo tavolo, quell'uomo aveva orecchie ovunque e tutto ciò ti inquietava abbastanza da renderti nervosa.  
            «Nulla. Non voleva nulla» e nervosamente ti alzai dalla sedia. Addio cena. E con fare svelto ti incammini verso il ritratto della Signora Grassa, ma il bordo di un mantello nero che usciva al di fuori di una colonna attirò la tua attenzione. Piano, piano ti avvicini alla colonna e punti la bacchetta contro la fronte di un ragazzino dai capelli biondi come il sole. Ti sembra di riconoscerlo, porta i tuoi stessi colori, era il ragazzino del I anno che fuggiva prima da dei bulletti, più grandi e più grossi di lui.
            «Sei il ragazzino che scappava prima da quei tipi, cosa hai fatto per attirare l'attenzione di quegli zotici, sei solo del primo anno».
            «Oh. Io sono Aden Woods» dice porgendoti la piccola mano con fierezza. Sospiri. Credi di capire perché lo inseguivano.
            «Clarke Griffin» gli porgi la tua mano. Il ragazzo cammina al tuo fianco, guardandosi intorno pensieroso.
            «Non devi avere paura, finché ci sarò io non oseranno avvicinarsi» gli dici abbozzando un sorriso.
            «Allora è vero quello che si dice di te. Tutti ti rispettano e che non conviene farti arrabbiare». Non osi immaginare quelli del tuo anno cosa saranno andati a raccontare alla nuova generazione di maghi per spaventarli. Ma quello che dice Aiden è vero, tutti ti rispettano. Hai delle grandi capacità organizzative che si sono rivelate utili in diverse occasioni e Kane  più volte ti ha proposto l'accademia di Auror dopo la scuola, ma tu non sei per niente convinta, non hai mai affrontato un vero e proprio pericolo. Circondata dai tuoi pensieri, ma accompagnata da Aiden raggiungesti il ritratto della Signora Grassa che con la sua solita voce ti domandò: «parola d'ordine».
            «Foresta Proibita».
            Il quadro si apre svelandoti la porta del dormitorio. Molti studenti abbandonata la Sala Grande sono seduti o sui divani, sulle poltrone, sulle scalinate svolgendo attività di diverso tipo, alcune non troppo educative per i più giovani. Qualcuno aveva anche deciso di usare una radio babbana e stregarla così una musica ad alto volume si produce nella saletta.  Cinque studenti più grandi, che Clarke riconobbe come gli inseguitori del ragazzino perché completamente zuppi d'acqua, quando videro Aiden si alzarono all'in piedi e minacciosi puntarono verso il ragazzo che con fierezza si fece avanti per affrontarli, era inutile cercare di sfuggirgli. Ma prima che potessero picchiarlo, quattro di loro finirono schiantati, mentre un quinto alza le mani al cielo. Posa la bacchetta nella giacca del mantello e senza dire una parola sali le scale che avrebbero portato alla tua stanza.
            «Ci salutiamo qui, Aiden, buona notte e si ti danno ancora fastidio vienimi a chiamare». Il ragazzino annuisce e prende le scale che portano al suo dormitorio correndo. Aprì la porta della tua camera e trovi Octavia furente che non ti degna neanche di uno sguardo. Sbuffi, mentre ti spogli abbandonando i tuoi abiti sul letto. Ti fissa con sguardo colmo di rabbia e rancore, la ignori, almeno ci provi.
            «Come hai potuto nascondermelo? Siamo amiche».
            Rotei gli occhi al cielo, sei stanca di ascoltare le solite lamentele di Octavia, ma comunque desideri fare pace con lei e cerchi di mediare: tra le due sei tu quella razionale.
            «Stai esagerando. È una SerpeVerde e allora? L'hanno scorso non hai fatto altro che prendere in giro quelli di TassoRosso e poi ti sei quasi baciata con Jasper!»
            «Jasper non conta, è un fratello per me».
            «Beh, lui l'ha andato cantando per tutta la scuola» borbotti sapendo che non è proprio lo stesso quello che è accaduto tra te e Niylah.
            «Lo so ed è stato schiantato per questo. Quando lo saprà Bellamy andrà su tutte le furie».
            Ti giri verso la tua amica sconvolta, indossi la maglietta del pigiama (avevi già messo i pantaloni) e ti rivolgi alla tua amica.
            «Bellamy? Cosa c'entra Bellamy?» quasi ruggisci.
            «Bellamy  è innamorato di te da tempo ormai e tu non gli dai neanche una possibilità, mentre ti infili nel letto delle Serpi, velocemente» chiude le braccia al petto fissandoti con sguardo torvo.
            Non ci vedi più dalla rabbia, sei furente. Stringi la bacchetta tra le dita e quasi vorresti colpirla con un incantesimo di schianto, ma non lo fai, mantiene la calma, o quasi.
            «Bellamy è un fratello per me. Io e lui ne abbiamo già parlato. E non sono fatti che ti riguardano!» ti giti per metterti a letto. Octavia richiama ancora una volta la tua attenzione.
            «Allora perché sei andata a letto con lui? Lui me l'ha confessato, una sera quando era troppo ubriaco e a pezzi...»
            Sei delusa da Bellamy aveva giurato che lui mai ne avrebbe fatto parola con qualcuno e invece ti ha tradito confessando cosa era accaduta una notte di dicembre di un anno e mezzo fa. Presa dalla rabbia racconti tutta la verità Octavia che ancora ti scruta come un predatore con la sua presa.
            «Quello che è successo tra me e Bellamy — avanzi come una leonessa — doveva restare tra me e lui. Io ero ubriaca, lui era ubriaco. Io ero distrutta per Finn e lui si struggeva per Gina, non per me! Ma è inutile parlarne con te, leggi solo nel tuo libro». C'è un attimo di silenzio. La confusione nella sala comune è sospesa, tutti stanno ascoltando la vostra litigata, si può udire lo scoppiettio del legno mangiato dalle fiamme.  Octavia fa finta di non ascoltarti, scuote la testa, ti senti come se fossi innanzi  al ministro della magia per una cosa così banale, un bacio con una Serpeverde! Comprendi il perché si sia arrabbiata così tanto, ma non lo accetti, non del tutto. Fai un ulteriore passo in avanti nel tentativo di diminuire la distanza. Po,i l'altra con le sue parole ti ferisce.
            «Ora è Niylah,  la prossima chi sarà? Non mi sorprenderebbe se ti trovassi avvinghiata alla lingua della Woods. Ho visto come vi siete guardate».
            Okay, la tua pazienza ha un limite, sei furiosa.
            «Sai che ti dico, vai a farti fottere Octavia. E spero vivamente di finirci ben presto tra la gambe della Woods». Esci dal dormitorio. Tutti vi hanno sentito. C'è chi ti guarda sconvolto, chi invece trai ragazzi ti fa un sorrisetto malizioso sperando di finire ben presto in un gioco a tre,  e qualche ragazza annuisce divertita, qualcun'altra arriccia il naso. Non te ne importa più nulla. Tra le mani stringi la mappa dei Malandrini (o meglio una copia dell'originale che i tuoi lontani cugini ti hanno volentieri prestato per farne una copia in caso l'originale venisse smarrita o sequestrata). Punti la bacchetta sulla pergamena e sussurri: «giuro solennemente di non avere buone intenzioni» e poi  ti allontani tenendo lo sguardo fisso sulla carta. In stanza hai dimenticato il mantello dell'invisibilità. E pensare che sei  una Caposcuola e che queste cose non dovresti neanche pensare di fare!
            Di soprassalto ti appiattisci contro il muro, sta arrivando il custode e preghi Godric affinché non ti scopra, mentre ti passa accanto borbottando parole incomprensibili.  Il custode non è l'unico pericolo che la mappa ti segnala, ma c'è anche il professor Sinclaire, Indra, Pike (e lui speri vivamente di evitarlo)  Luna, Potter, Malfoy e Monty. Nessun altro nome compare sulla mappa e sono quasi tutti abbastanza lontani da te, in realtà non hai una meta precisa, poi qualcosa ti attira: i sotterranei, dove si trova la sala comune dei Serpeverde, speri di incontrare Niylah nonostante l'ora tarda.
 
 
Lexa
 
            È stata una lunga giornata e per fortuna questa sera non è il tuo giro d'ispezione con gli altri professori, prefetti e capo scuola. E sopratutto sei contenta di non stare nello stesso turno con Pike. Non lo temi, ma quell'uomo è molesto; è stata colpa sua se a pranzo è finito in infermeria. Mai sfidare Lexa Woods a viso aperto. Sei contro la violenza ingiustificata, ma il sangue chiama sangue.
            «Jus drain, Jus draun» dici mentre ti guardi allo specchio facendo cadere in terra la fascia rossa e il mantello. Forse Pike ha ragione, forse non sei adatta per quel ruolo d'insegnante e sopratutto il marchio inciso sulla pelle ancora brucia; brucia per i rimorsi e il dolore che ti ha causato e che hai causato. Non hai mai ucciso senza un valido motivo, ma più volte hai alzato la bacchetta e pronunciato  le parole maledette.
            Sollevi il manico della pesante giacca e il simbolo dell'antica fedeltà (alla quale appartiene il tuo Clan) è ancora impresso sulla pelle.  A causa di quel simbolo molte vite sono state stroncate. Nia non solo ha bramato il tuo posto, ma  segue anche gli ideali del Signore  Oscuro. E se anche tu n passato ti sei sporcata le mani per giungere a dei compromessi ora è il momento di fermare Nia. Sei ancora innanzi allo specchio quando bussano alla porta della tua stanza. Lo sguardo severo di Piton è su di te,  buffa e ti esorta ad aprire.
            «Sbrigati o l'ansimare di quel ragazzo mi farà venire da vomitare».
            «Un attimo!» gridi non sai se rivolta a te stessa, al quadro o a chiunque abbia bussato. Abbassi la manica e con un incantesimo la porta si spalanca.
            «Prof... essoressa... Mi manda... il preside Jaha. È stata convocata... nel suo studio» dice prendendo fiato. È un prefetto di Grifondoro. Piton arriccia il naso e tace chiudendo le braccia.
            «Sto arrivando» e richiudi la porta, poi ti rivolgi a Piton.
            «Come facevi a sapere?»
            «Ovviamente i Potter Grifondoro sono tutti uguali, quelli di Serpeverde sono di un'altra specie, migliore direi. Ora si muova professoressa Woods o il ragazzo finirà per perdersi nei sotterranei e nessuno Weasley verrà a salvarlo, visto che staranno russando come...»           
            Alzi la mano per farlo tacere e ti allontani, Piton abbozza una specie di sorriso soddisfatto per poi abbandonare il suo quadro, potranno passare gli anni, ma Severus non smetterà mai di perseguitare i Potter o i Weasley. Il ragazzo alto e dai capelli neri arruffati ti sorride, ricambi gelida.
            «Puoi andare. Conosco fin troppo bene i corridoi di Hogwarts e non ho bisogno di una scorta personale».
            Ti fissa per un attimo, sorpreso. Alzi il sopracciglio «non hai altro da fare?». Lui annuisce e si allontana spaventato. Sali le scale che ti portano al corridoio principale. I tuoi sono gli unici passi che rimbombano per il corridoio deserto e buio. Nessuna luce illumina le scalinate di pietra e per quanto la tua vista sia abituata alle tenebre un rumore di passi attira la tua attenzione: estrai la bacchetta velocemente, scrutandoti intorno con sguardo felino, poi lanci un incantesimo. Il tuo avversario si nasconde e risponde all'incantesimo di schianto con un altro. Lo schivi. E per quanto tu voglia pensare che qualcuno si sia intrufolato a  Hogwarts, un seguace di Nia, lo trovi improbabile, non impossibili e prima di fare altre mosse avventate sussurri expelliarmus, la bacchetta dell'improbabile nemico, ma di un più probabile studente scherzoso finisce tra le tue mani.
            «Lumos!» luce si diffonde dalla punta della bacchetta che illumina il volto di Clarke Griffin. Hai un sospiro di sollievo, poi il tuo corpo si irrigidisce.
            «Griffin cosa ci fa qui, non dovrebbe stare nel suo dormitorio?» la tua voce rimbomba fredda e distaccata nei corridoi deserti. Solo qualche dipinto si è svegliato guardando ora incuriosita la scena.
            «Io...»
            Scuoti il capo, non hai tempo da perdere con una ragazzina, il preside ti ha convocato e già da dieci minuti abbondanti dovevi essere lì, alla sua porta prima che l'ex Auror Charles Pike ti venga a cercare e arrestare per aver fermato Griffin fuori dal suo dormitorio, nel cuore della notte, poco distante dal dormitorio dei malvagi Serpeverde.
            «Quindici punti in meno a Grifondoro». Ma Clarke non si muove dal suo posto. Anzi si siede sulle scale di marmo, rimani basita da questo strano atteggiamento. Stai per dire qualcosa quando la voce di Piton risuona fastidiosa da uno dei dipinti.
            «Professoressa Woods non è il caso di perdere tempo. Ci sono degli Auror che la stanno aspettando e non per portarla ad Azkaban, per sommo dispiacere del Professor Pike».
            «Anche se volessi non potrei fuggire da qui, ad Hogawarts non  si può smaterializzarsi» la tua voce si confonde con quella di Clarke che dimentica della studentessa ha ascoltato la vostra conversazione. Piton ora scruta la ragazza dai suoi occhi neri e severi.
            «A lei ci penso io» dici e l'ex professore sparisce scuotendo il capo al di là del quadro. Clarke ti guarda, la raggiungi, le ordini: «andiamo». Rassegnata ti segue. Senti i suoi passi dietro ai tuoi, ogni tanto ti volti per vedere se non sia scappata, ma invece è ancora dietro di te, silenziosa. Hai quasi raggiunto l'ufficio del preside, vorresti svoltare a destra, ma invece prosegui verso la torre dei Grifondoro. Alla fine siete innanzi al ritratto della Signora Grassa che russa rumorosamente.
            «Bene, credo che la sua sala comune la conosca. Le consiglio di non perdere tempo e di andare a dormire. Buona notte, signorina Griffin». Le volti le spalle, ma Clarke ti ferma con una domanda.
            «Perché la odia così tanto?»
            Sospiri, sai che si riferisce a Pike. Non rispondi, resti muta e scruti la ragazza che hai di fronte. I suoi occhi azzurri brillano innanzi alla luce dell'unica torcia accesa e i suoi capelli biondi sembrano la criniera di un leone nella quale affondare le mani. I tuoi occhi si allargano, ti mordi la lingua maledicendoti per quello che hai pensato. Sei un insegnante. Vuoi dire qualcosa, ma ancora una volta vieni interrotta da una furente Blake uscita fuori dalla sala comune. Clarke si volta verso Octavia che vi guarda entrambe, poi tu indietreggi.
            «Ora c'è la signorina Blake che saprà sicuramente indicarle la sua stanza e il suo letto. Buona notte».
            Ti congedi voltando le spalle alle due ragazze. Il mantello fruscia come un soffio di vento al tuo cammino. Ripercorri la strada all'inverso fino a trovarti innanzi al Gorgoyle di pietra che blocca la scala per la stanza del preside.
            «Città della luce».
            Il gargoyle si sposta lasciandoti passare. Dalle voci che provengono dalla stanza si sta discutendo animatamente e nulla fa presagire qualcosa di buono. Un nodo ti si stringe intorno alla gola: senti Pike pronunciare il nome di Abbigail Griffin. Dai toni la conversazione si fa accesa e animata. La voce colma di rabbia di Abbigail arriva fino alle tue orecchie.
            «Jaha come hai potuto permettere che Lexa Woods insegnasse a Hogwarts! Non è affidabile. È pericolosa. Instabile. Ho i referti dell'Ospedale San Mungo che lo dimostrano».
            Poi un rumore forte ti fa sobbalzare.
            «Non sono affidabili quei dannati referti e lo sai meglio di me, Griffin — pronuncia quel nome con disprezzo Anya —. E poi sappiamo tutti che Lexa è l'unica adatta a ricoprire questo ruolo, ora e in questa situazione. Nia è stata vista nei pressi di Hogsmade, bisogna avvertire le autorità e mettere l'allarme!» tuona la voce di tua sorella.
            La risata di Bellamy fende l'aria già tesa.
            «Tua sorella è un pericolo pubblico e invece è in questa scuola! Dannazione! Anche lei dovrebbe essere arrestata e sbattuta ad Azkaban. È a causa sua se ci sono state quelle morti al Torneo. Lei porta il...».
            Non c'è la fai più. Ed entri.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Allora, perdonate l'immenso ritardo. Purtroppo, ho avuto molto da fare: studiare. Ora posso finalemente dedicarmi a questa storia (e alle altre aperte). Ringrazio tutti per le recensioni (risponderò il prima possibile). Spero che continuerete a seguirmi. A presto, Mai Valentine. 

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Capitolo 5
*** Legami di famiglia ***


Lexa
 
 
Apri la porta. La scena che ti si presenta davanti ti attorciglia lo stomaco,facendoti provare una feroce rabbia. Bellamy punta la bacchetta contro Anya, mentre Pike la tiene per le spalle. Jaha ordina di liberarla. Abby poggia una mano sulla spalla di Bellamy cercando di convincerlo a lasciare andare tua sorella, Emerson è immobile accanto al primo ministro Alie che ti sorride, ti ha vista prima di tutti gli altri con la coda dell'occhio; ti domandi se abbia avvertito la tua presenza, se possiede qualche forma di potere ai  molti sconosciuto, ma tace e rimane in silenzio
            «Sono qui» dici con la tua solita calma e come se il tempo si fosse sospeso tutti ti guardano. Bellamy e Pike lasciano andare Anya mentre avanzi nella stanza. Tua sorella scuote il capo, vorrebbe impedirti di avvicinarti a loro. Ti fermi innanzi a Bellamy e guardandolo dritto negli occhi, con estrema freddezza sussurri.
            «Dillo cosa ho sulla pelle. Non avere paura o Gina sarà morta in vano». Siete viso contro viso. I vostri occhi si scontrano emanando scintille. Le iridi nere di Bellamy non perdono una tua mossa, ti fermi a pochi metri da lui. Bellamy apre la bocca poi la richiude. Non ha il coraggio di parlare, non ha il coraggio di dire cosa hai inciso sulla pelle. Il preside vi guarda pensieroso, teme uno scontro e tiene lo sguardo fisso sulle vostre bacchette. Abby, Emerson, Anya e Alie trattengono i respiri. Bellamy corruga la fronte e geme stridendo i denti. Si tira indietro. Sai bene che non si arrenderà mai, sarà la tua spina nel fianco, per sempre, anche se dimostrassi a tutti loro che tu non hai ucciso quelle persone: il solo fatto di essere Lexa Woods è una condanna.
            Riponi la bacchetta nella manica della lunga giacca nera. Jaha si avvicina a te e a Bellamy costringendolo ad abbassare l'arma ancora puntata alla tua testa.
            «Che incontro movimentato» sorride il preside tenendoti per un braccio, così Blake, come se volesse impedirvi di radere al suolo la scuola. Pike fa un passo avanti minaccioso, ma Alie lo interrompe alzando la mano. La donna vestita di rosso con uno schioccare delle dita mostra a tutti voi le foto  scattate di nascosto di Nia o almeno quella che dovrebbe essere lei.
            «Cosa signfica? Qui c'è una donna normale, una vecchia ricurva che cammina con un bastone... Non mi sembra lei» dice Abby indicando le foto. Alie sorride e ti chiama.
            «Lexa».
            Analizzi ogni dettaglio della foto, lo riporti mentalmente, lo paragoni all'immagine passata della donna, ti soffermi sui particolari e nonostante le voci di sottofondo che si rifiutano di credere che quella vecchia sia Nia interrompi le loro speculazioni con un secco: «Sì. È lei». Alie applaudisce contenta.
            «Lo sapevo che potevo contare su di lei  professoressa Woods. Il nostro compito è quello di mettere al sicuro tutti gli studenti sopratutto in vista del Torneo. La delegazione di Beuaxbaton e di Durmestrang verranno a Hogwarts il 10 Ottobre, per allora le strade dovranno essere sicure».
            Anya annuisce guardandoti con orgoglio, Bellamy fa spallucce, Abby è  dubbiosa, l'unico che si fa avanti è Pike esprimendo i suoi dubbi in maniera violenta: sbattendo la  mano sulla scrivania, furioso.
            «Voglio la prova di quello che dice!» e ti indica.
            Apri la bocca per parlare, ma Alie ti ferma. «Qualcuno ha bussato alla porta. È cattiva educazione fare attendere dei visitatori». Il ministro incrocia le braccia al petto aspettando.
            «Entrate» annuncia la voce di Jaha.
            Un uomo molto grosso e dal viso deformato accompagna, tenute per la collottola del pigiama e sollevate da terra, una irrequieta Octavia Blake e una infastidita Clarke Griffin che minaccia il mezzo gigante custode di Hogwarts di metterle subito in terra. Noti che entrambe le ragazze hanno dei graffi sul viso, parti del pigiama sono lacerate e sanguinano. Abby corre verso la figlia spaventata. Le accarezza il viso. La ragazza sbuffa.
            «Volete raccontarci il motivo per cui voi due siete fuori dai vostri dormitori?» domanda Pike incrociando le braccia.
            «Sì, sono sicuro che avranno una scusa convincente» risponde Jaha abbozzando un sorriso. Bellamy guarda torvo l'uomo ma facendosi avanti và incontro a Octavia. La più piccola dei Blake assesta un calcio al mezzo gigante e corre verso il fratello. Ti passa accanto e senza farsi vedere da nessuno, ti mostra il dito medio. Jus drain, jus daun, pensi. Anche Clarke viene messa in terra e portandosi una ciocca dietro ai capelli ti sorride. Dalle mani di Gideon spunta un foglio da disegno, è da tempo che non ne vedi uno: dalla morte di Costia.
            «Professoressa Woods che punizione suggerisce per queste due esploratrici» ti guarda Alie e poi tutti seguono il suo sguardo. Hai sulle labbra dipinto un mezzo sorriso. Avanzi verso Octavia ma guardi Clarke. "Potrei perdermi nei suoi occhi" lo pensa la ragazza, hai usato la leggimanzia, inconsciamente, apri e chiudi la bocca, mentre gli altri continuano  a fissarti. E i pensieri di tutti si confondono nella tua mente.
            «Allora professoressa Woods quale sarà la punizione per queste due Grifondoro» tuona la voce di Piton dal ritratto.
            «Meno 100 punti a Grifondoro, a testa e un mese di punizione. La signorina Griffin e la signorina Blake puliranno tutta l'aria dei trofei».
            «Un mese?» domandò il ritratto di Piton.
            «Se saranno veloci un mese basterà, ma prima devono andare in infermeria. Credo che Abby accompagnerà sua figlia e la signorina Blake, ovviamente non  prima di aver detto  il motivo per cui sono ridotte in questo modo». Tu e Piton vi scambiate uno sguardo d'intesa. Abby sbuffa e con fare materno accarezza la guancia della figlia. Bellamy stringe Octavia e la ragazza serra le labbra. E a quel punto è Clake a farsi avanti.
 
             
 
Clarke 
  
 
Non sai cosa ti spinga a parlare, forse io fatto che siete in trappola e che la presenza di tua madre per quanto importante sia non potrà far nulla per abolire la punizione appena assegnata. Un mese a pulire trofei ti fa passare la voglia di litigare con Octavia e di lanciarsi contro incantesimi pericolosi. Gli sguardi di tutti sono puntati su di te, la pelle brucia come carbone ardente sotto lo sguardo attento di Lexa. Tua madre ti è vicina, ti accarezza il braccio. Bellamy ti accenna un sorriso, lo ignori. Prendi un bel respiro e racconti cosa avete fatto tu e Octavia per essere scoperte dal custode  Gideon. Racconti che avete litigato e dopo gli incantesimi sono seguiti i pugni, i graffi e i morsi.  
            «E perché vi siete ridotte in questo modo, inaccettabile per due studentesse di Hogwarts e della mia casata?» Tuona la voce della McGranitt da un ritratto in alto. Guardi Octavia che ti gira la faccia e tace. Tua madre ti sussurra avanti Clarke, parla. È come se fossi sotto processo.  
            “Punti di vista diversi… sulle compagnie da frequentare” risponde Octavia con voce montona.  
            La risata dal ritratto di Silente spezza l'aria tesa e di nervosismo creatasi. Il vecchio preside di Hogwarts sorride con gli occhi dietro alle spesse lenti. 
            «Questi giovani, cosi passionali. Concorda con me preside Jaha? Professoressa Woods?». 
            «A me sembrano solo due adolescenti in cerca di punizioni» borbottò Anya guardando Clarke. Jaha vi sorride e chiede a tua madre di accompagnarvi in infermeria. Abby prima di allontanarsi si volta  verso io preside facendo un annuncio.  
            «Da ora in poi resterò a Hogwarts come medimago con il vostro consenso o senza» tuona Abby. Kane scuote il capo. “Non avevo dubbi”. Jaha alza le spalle e annuisce. Lexa non batte ciglio  e mentre tua madre cerca di metterle paura la professoressa resta al suo posto fissando la donna con innata sicurezza. Ad Abby infastidisce il sorriso sghembo sul volto della tua insegnante e prendendoti per un braccio e spingendosi fuori dalla stanza ordina. 
            «Andiamo Clarke». Octavia ti segue accompagnata da Bellamy, la riunione è compromessa. Anche l'uomo alto e dagli abiti militari si allontana salutando con un grugnito il preside, gli insegnanti e i suoi colleghi. Prima che la porta di richiuda alle tue spalle noti che nella stanza restano solo Anya, Pike, Kane e Lexa, con l'insolita compagnia di Gideon. 
Durante il tragitto verso l'infermeria tua madre si ferma, lascia andare avanti i fratelli Blake, e ti domanda: «cosa è davvero successo? Qualcuno vi ha attaccato è stata Lexa?» pronuncia il nome della donna con sdegno. Sgrani gli occhi e spalanchi la bocca. «Perché non credo alla storia inventata da Octavia» continua interpretando a modo suo la tua reazione.   
            «Lo so che io e te non parliamo più molto, come prima – sospira – dopo la morte di tuo padre, ma vorrei che se ci fosse qualsiasi cosa, qualunque cosa, vorrei che tu me ne parlassi» ti stringe la mano. Sbatti le palpebre e prima che possa aggiungere altro ti allontani. Hai dentro di te un vortice di emozioni, perché nessuno credo che tu e Octavia possiate litigare? Perché deve essere sempre colpa degli altri e mai sua? Perché sei la figlia di Jake Griffin.  
            «No. Io e Octavia abbiamo litigato, litigato. Sono stata io ad attaccarla dopo che lei mi ha insultata per l'ennesima volta oggi – tua madre sbatte le palpebre e cerca di parlare – No, ora fai venire me. Vuoi sapere perché mi ha insultata? Perché io vado a letto con una Serpeverde e perché mi fido della mia insegnante di Difesa contro le arti oscure e non mi interessa chi era prima, mi importa chi è ora e la storia ha già dimostrato che a volte i buoni sono accecati, vogliono trovare  il male ovunque anche quando non c'è». Abby ti fissa scuotendo il capo, come se il fatto di essere una donna adulta, un medimago al servizio degli Auror, del ministero, una dell'ordine, potesse consegnarle in mano le chiavi della verità assoluto. Diavolo, quanto si sbagliava. Dalle grandi finestre la luce lunare illumina i vostro volti, quelli di due donne in conflitto. Di una figlia (stai crescendo troppo in fretta) e di una donna, di una madre che non vuole perdere più nulla dalla vita. Non vuole perdere la sua unica figlia, il ricordo di Jake.  
            «Comprendo le tue paure, ma io non sono più una bambina. Vado da sola in infermeria. Tu fai… quello che vuoi». E ti allontani lasciando sola tua madre nel bel mezzo della notte in un corridoio vuoto. Sospira, senti i suoi passi farsi lontani, forse andrà da Kane, ma alla fine non te ne frega poi molto.  
 
Abby
 
La conversazione avuta con tua figlia ti ha lasciato un vuoto dentro. Lei ha le sue convinzioni, vede il mondo con gli occhi di un adolescente, sebbene cresciuto in fretta, e cerca qualcuno da imitare, da seguire e hai paura che  Lexa Woods possa influenzare Clarke. Hai sempre pensato che Lexa possieda grandi doti di leadership e soprattutto riesce ad ammaliare gli altri, come ha fatto con tuo marito per questo non l'ha mai sbattuta ad Azkaban era fin troppo convinto dell'innocenza della ragazza. Sospiri. I tuoi pensieri ti conducono verso la porta dello studio di Kane. Bussi. Ti  dice ddi entrare. La sua voce è rassicurante per te. Quando ti vede entrare è raggiante, poi vede la tua espressione e il sorrisoi sospegne trasformandosi in preoccupazione. Ti accarezza la guancia con dolcezza infinita. 
            «Abby».  
            «Clarke» dici.  
            Ti fa un cenno con il capo convincendoti a parlare, a sfogarti.  
            «La sto perdendo Marcus. Sta crescendo. È cresciuta» sospiri per continuare «litiga con i suoi amici di sempre, con Octavia, ha una ragazza Serpeverde e crede nell'innocenza di Lexa… Come Jake». Marcus annuisce, comprende le tue paure. Ti invita a vederti e a bere qualcosa con lui e a mangiare qualcosa, cioccolata. Ti siedi e bevi il whiskey incendiario che ti offre, ma non mangi la cioccolata. «Fa male» dici, lui scuote il capo. Gli sorridi, sembrate due adolescenti, eppure quella fase è passata da un bel pezzo.  
            «E poi anche tu hai un ragazzo serpeverde» dice fissandoti.  
            «E questo cosa centra» corrughi la fronte.  
            «Hai detto che Clarke ha una fidanzata Serpeverde e non tutti noi siamo cattivi» il suo sguardo ti disarma. Ti allunghi e gli colpisci il braccio con uno schiaffo. Ride. Ridete. Poi cala il silenzio. Il fuoco nel camino scoppietta, hai di nuovo lo sguardo perso nel vuoto.  
            «Pensi davvero che Nia sia tornata? Libera da Azkaban? A me sembra, quasi, impossibile»'. Marcus sospira prende le tue mani tra le sue grandi e dalle dita affusolate.  
            «Voglio avere fiducia in Lexa, se Jake ci ha visto qualcosa può darsi che ci ha visto giusto». E qui non hai più nulla da dire. Vi baciate. Lui ti solleva e ti poggia sulla scrivania. I vostri sguardi sono pieni di desiderio. Ti sbottona i primi bottoni della camicia, lo lasci fare, poi lo attiri a te.  
            «Non l'ho mai fatto sulla cattedra di un professore».  
            «C’è sempre una prima volta».    
            Scoppiate ancora una volta a ridere e poi fate l'amore con dolcezza e passione.  
 
Bellamy
 
Segui tua sorella lungo i corridoi di Hogwarts, quegli stessi corridoi che hai percorso tu non molto tempo fa, però ora i ricordi di quei sette anni ti sembrano così distanti e lontani, ma anche così vivi sopratutto la morte di Gina. Scuoti il capo come se volessi svuotare la mente e ti concentri su tua sorella. La vedi avanzare decisa, con passo fermo, lei e Clarke hanno litigato il motivo deve essere serio e non una semplice bega tra due adolescenti. La fermi per un braccio, a pochi passi dal'infermeria,  e la fai voltare verso di te. Vi esaminate a vicenda, non ci sono segreti per voi due. Vi siete sempre confidati tutto, hai sempre protetto tua sorella. Sei il suo custode. E nemmeno Clarke può osare di farle del male.
            «Voglio sapere cosa è successo, davvero». Il tuo tono non permette bugie. Octavia sbuffa e si scosta con noncuranza un ciuffo corvino davanti agli occhi.
            «Abbiamo litigato. La pensiamo in modo diverso. Tutto qui» scrolla le spalle. Non sei disposto a cedere a quella stupida scusa e quindi insisti.
            «Octavia sono tuo fratello e avrò il diritto di sapere».
            «Ti ho scritto una lettera in proposito, ma credo non ti sia arrivata in tempo. Ed è meglio così. Anzi fammi un favore strappala». Si volta per andarsene ma tu la fermi.
            «No, ora parli».
            Sbuffa e si morde le labbra. Si è messa in posizione di difesa, ma alla fine parla e ti dice ciò che ti ha scritto nella missiva. Ti massaggi le tempie, non sai cosa dire, cosa pensare. Clarke si fida di Lexa è questa l'unica cosa che la tua mente ha registrato. Devi parlare con Clarke, farle capire che Lexa non è una brava persona e sopratutto un tempo ha patteggiato con Nia e ha sul braccio impresso il marchio.
            «Ho capito O, parlerò con Clarke».
            «Forse sono io che sono saltata a conclusioni affrettate... Senti lascia perdere Bellamy. Torna a fare l'Auror, a fare l'eroe, okay? Non ho bisogno di te».
            E prima che tu possa dire qualcosa ti lascia solo. Se ne va. I suoi passi rimbombano nel corridoio. La vedi aprire e chiudere  la porta dell'infermeria.
 
Octavia
 
Trovi Clarke già stesa sul letto, prendi possesso di quello accanto. I raggi lunari si infrangono contro le tende spesse dell'infermeria lasciando entrare nella stanza grande e deserta piccole porzioni di luce rendendo surreale la camera. Le lenzuola bianche, pulite, ti danno alla nausea, ti fanno sentire malata, quando in realtà non lo sei. Ma non dici nulla e silenziosamente ti spogli dei tuoi abiti e indossi la veste azzurra lasciata sul cuscino. Ti cambi alla svelta e con un sonoro tuffo ti getti sul letto, il materasso rimbalza e ti stendi. Tu e Clarke siete spalla contro spalla, non vi guardate in faccia. Per ora non avete nulla da dirvi. Quest'anno è iniziato davvero nel peggiore dei modi per voi due. Hai cercato di rimediare a modo tuo, hai detto a Bellamy di tornare a casa (per ora, perché sai che ben presto sarà a Hogwarts giorno e notte per supervisionare il Torneo). Certo, sei ancora arrabbiata con Clarke per non averti detto chi frequenta e sopratutto perché crede nell'innocenza di Lexa senza alcuna prova, ma forse anche tu sei saltata a conclusioni affrettate solo che tutto fa credere nella colpevolezza di Lexa. Sbuffi. E ti copri la testa con il cuscino.
            «Smettila di mugugnare» ti rimprovera Clarke.
            Esci da sotto al cuscino e ti giri verso la tua amica. Griffin ti fissa ha il labbro spaccato: hai picchiato forte,  un po' troppo forte.
            «Ti fa male?»
            «E a te?»
            Non vi riferite ai graffi, ai danni fisici, ma alla vostra amicizia che può rischiare di crollare per delle incomprensioni e punti di vista differenti che dovrebbero rafforzarvi invece di allontanarvi. Entrambe volete dire qualcosa, ma tacete e alla fine entra Mister Jackson con un vassoio su di esso una boccetta di una pozione, la bottiglia è di color verde smeraldo, e del cibo: barrette di cioccolata.
            Clarke si alza sorpresa di vedere Jackson si aspettava di vedere sua madre, ma poi il suo viso si rilassò e lasciò a Jackson fare il suo lavoro: su un cucchiaio versa la pozione e invita a berla.
            «Ė molto amara, butta giù tutto d'un sorso e bevi la cioccolata».
            Clarke fa come le viene detto e poi tocca a te. Bevi la pozione solo per poter mangiare la cioccolata. Infine Jackson se ne va, dalla porta vedi la testa di Abby spuntare e Clarke gettare la testa sul cuscino facendo finta di dormire. Jackson borbotta qualcosa e poi i due medici vi lasciano sole.
            Clarke si gira ancora una volta verso di te. Abbozza un sorriso e tu fai lo stesso.  Non hai mai avuto amici da piccola, poi Hogwarts ha cambiato la tua vita fin dal primo giorno.
 
            Eri seduta sull'espresso diretta verso Hogwarts. Tieni lo sguardo fisso verso il finestrino, verso il paesaggio in movimento. Tuo fratello, Bellamy, ti  aveva accompagnato al binario 9 3/4 per poi scappare all'allenamento per diventare Auror.
            Vostra madre è morta da molto tempo e non hai mai avuto un padre. Sei sempre vissuta ai margini della società a causa della cattiva reputazione di tua madre (una strega innamorata di un babbano che l'aveva abbandonata non appena aveva scoperto chi fosse) e quando si era rivolta alla sua famiglia per chiedere aiuto con due bambini piccoli da crescere (il padre di Bellamy era morto durante un duello. Il motivo del duello non era mai stato reso chiaro), la famiglia Blake  vi ha cacciato come se fosse dei cani randagi gettandovi in mezzo a una strada. Solo Bellamy era stato accolto in quanto erede dei Blake (ramo cadetto dei Black) e grazie a questo tua madre e tu siete riuscite a sopravvivere alla fame, al freddo e agli stenti. Tua madre aveva supplicato la sua famiglia, pregato, implorato, svenduta per una casa e grazie a questo sacrificio erano riusciti ad arrivare  a un compresso con la famiglia Blake: dovevi vivere nello scantinato, nascosta agli occhi del mondo, marchiata di vergogna mentre lo stendardo dei Serpeverde addobbava ogni angolo di quella casa tetra e buia. E mentre Bellamy cresceva ai piani di sopra veniva istruito come un vero Blacke, storsero il naso un bel po' quando venne smistato a Grifondoro, ma tutto sommato era un purosangue e la casata del Grifone aveva comunque dato vita a grandi maghi. Bellamy ti portava da mangiare, ti raccontava storie, era lui il tuo unico e solo migliore amico. Eri riuscita a sopravvivere così, fino alla morte della donna che ti aveva messo al mondo.  Fino a quando per grande sorpresa della famiglia Blake anche a lei era arrivata la lettera per Hogwarts e agli occhi della famiglia avevi acquistato un minimo di considerazione.
            Poi Griffin  spalancò la porta del tuo scompartimento e ti  sorrise con quei suoi occhi azzurri e i capelli biondi sembrava una vera principessa, ma sul viso dipinto un sorriso pieno di cattive intenzioni.
            «Ciao, io sono Clarke Griffin e tu?»
            «Io? Octavia, Octavia Blake».
            «Allora mi siederò qui. Oh, guarda la strega del carrello!»
            E fu così che in poco tempo tu, Clarke, Raven (un'altra disadattata come te), Jasper, Monty e molti altri, sebbene finiti in case diverse, siete divenuti un grande gruppo e quel giorno hai conosciuto anche il tuo miglior nemico Murphy. Da quel momento la tua vita era migliorata almeno un po'.
 
            E di questo devi essere grata a quella Griffyndor.  E ridi prima di addormentarti.
 
Anya
 
            Sei ancora nello studio con Lexa, il preside, Pike e Gideon. Il ministro era andata via, a causa di una chiamata urgente. Vedi Pike avanzare verso il mezzo gigante e strappargli dalle mani il foglio che stringeva tra le dita tozze. Il viso dell'ex Auror diventa ancora più rabbioso. Avanza verso tua sorella che sta parlando con il preside e afferrandola per le spalle la costringe a voltarsi verso di lui. Jaha sobbalza quando vede Pike spingere in terra la donna. Punti in fretta la bacchetta alla tempia dell'uomo.
            «Toccala ancora una volta e ti lancio un bombarda maxima dritta al cervello».
            Pike ignora la tua minaccia, seria, e solleva da terra Lexa scuotendola con veemenza.
            «Questo disegno, c'è sopra la tua faccia... stai convincendo qualche studente ad adularti?»
            «Cosa?» sbotti, mentre Lexa rimane impassibile.
            Il preside si avvicina a Pike e lo convince a lasciarla andare, prima che Lexa gli lanciasse un Avada Kedavra non verbale.
            «La professoressa Woods non sa nulla di quel foglio o di chi possa aver fatto quel disegno. Pike sei stanco, vai a riposare. Signorina Anya porti fuori, a prendere un po' d'aria fresca. Domani le lezioni riprenderanno normalmente. Buona notte». Jaha prende il foglio e lo posa sulla scrivania, sotto sequesto, dice. Lexa lo fissa forse sa chi l'ha disegnata, ha sul volto dipinta un'espressione diversa dal solito.
            Uscite dallo studio del preside e in un attimo giungete al Lago Nero. Lexa si siede in terra stai per avvicinarti a lei quando ti ferma.
            «Indra sarà tornata dalla missione, và da lei e raccontale tutto ciò che è accaduto alla riunione. Tutti quelli che sono dalla nostra parte devono sapere».
            «Sicura?» domandi.
            «Sì» risponde secca.
            «Ti fidi del primo ministro della magia?» chiedi prima di andare via.
            «Neanche un po'».
            «E un'ultima cosa: non ti innamorare della persona sbagliata».
            «L'amore è debolezza».
            Annuisci contenta della risposta di tua sorella e ti allontani dritta alla capanna di Indra. Il cielo è fin troppo sereno, la tempesta era pronta ad abbattersi su tutti loro: le stelle lo indicavano.
 
 
Nia
 
 In una casa buia con una sola candela accesa un uomo si avvicina a una donna vestita totalmente di bianco. L'unica forma di colore nell'ombra più tetra.
            «Mia signora».
            «Dimmi, sono caduti nella trappola?»
            «Sì, mia signora. Farsi vedere in giro è stata un'idea brillante».
            «Ovvio stupido. Ora và, devo progettare la mia vendetta. E tenetevi pronti».
 
 
 
 
 
Nota Autrice:
Come promesso ho aggiornato il prima possibile, almeno ci provo. Spero che questo capitolo vi piaccia e dal prossimo le cose si faranno più serie. Bene, a presto e buona Epifania a tutti voi. P.S: sono una Serpeverde e quindi non disprezzo in nessun modo la casata.
   

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