And i'm telling you i'm not going

di kikidabologna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** compleanno alla tana ***
Capitolo 2: *** Prima della partenza ***
Capitolo 3: *** di nuovo ***
Capitolo 4: *** gli esordi della vendetta ***
Capitolo 5: *** rimpatriata ***
Capitolo 6: *** fraintendimenti ***
Capitolo 7: *** impossibile ***
Capitolo 8: *** incubi ***



Capitolo 1
*** compleanno alla tana ***


Tutti i personaggi di questa fic (a parte alcuni casi eccezionali) non mi appartengono e non è mia intenzione di utilizzarli a scopo di lucro.
 
E’ praticamente una fic che tratta gli avvenimenti dalla fine del settimo. Sembrerò una pazza ad azzardare una storia del genere, ma proprio non resistevo!!xD
E poi l’idea di Harry professore mi ha sempre affascinata, da quando avevo letto nel libro che anche Riddle ambiva alla cattedra di insegnante contro le arti oscure.
So che  questo sito ce ne saranno almeno altre cinquanta di fic simili a questa, e per questo chiedo agli autori di non portarmi rancore nel caso sia già una loro idea. PRECISO che la mia idea non si può definire rubata, perché ogni fic è originale a modo suo, e con questo ho detto tutto. Anzi, se qualcuno mi vuole consigliare o addirittura aiutarmi ne sarò grata.
Un ‘altra cosa: so che le Harry/Ginny possono sembrare noiose, ma mai giudicare il libro dalla copertina (o in questo caso la fic dall’intro xD)
AVVERTENZE: Probabilmente terrò altri personaggi secondari di scarsa importanza che però sono morti, magari potete dirmi quelli che più vi piacciono così li faccio resuscitare.. XD [naturalmente non quelli importanti come Fred, Tonks o Remus…]
E un’altra cosa: Forse ho fatto dei pasticci con l’ordine cronologico, perché ho letto i romanzi un sacco di tempo fa e mi ricordo solo le cosa più importanti, non i dettagli.
Detto questo vi lascio al primo capitolo 
P.S: Me lo lasciate un commentino?

»And  I’m telling You I’m not Going
1. COMPLEANNO ALLA TANA
Harry richiamò Edvige II. La candida civetta che stava volteggiando sopra la sua testa planò dolcemente e si appollaiò al suo braccio. Gli beccò amichevolmente il viso, spostando di traverso gli occhiali che Harry si affrettò a raddrizzare.
«Brava ragazza» Disse dandole un buffetto sul becco.
Harry stava rimirando il tramonto assieme all’animale quando una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.
Harry si voltò di scatto, la bacchetta alla mano.
«RON!!!»
Harry, tutto paonazzo in volto, si avvicinò all’amico che intanto se la rideva di gusto.
«Dovresti vederti, Harry, sei rosso come un peperone!! Manco ci fosse mia sorella nei paraggi!»
Harry tentò di ribattere, ma si fermò appena in tempo, perché da dietro a Ron comparve la signora Weasley, quel giorno piuttosto nervosa.
« Tesoro, sbrigati che dobbiamo andare, tuo padre ci aspetta alla stazione. E mettiti il maglione che ti ho mandato a Natale, perché qui fuori fa abbastanza freddo. Anzi si gela. E non fare quella faccia, perché anche se siamo in estate non si è mai troppo prudenti… Dai, fai in fretta, altrimenti ti lascio qui e te torni a casa da solo e a piedi. Forza, vai a prendere quel bagaglio laggiù…Harry, sicuro che non vuoi un passaggio?»
Harry scosse la testa.
«Grazie signora Weasley, ma credo che prima di tornare a casa farò visita a Godric’s Hollow.»
Ron s’intromise nella conversazione.
« Però ci vieni stasera a cena da noi, vero? Eddai, Harry, me l’avevi promesso! Mamma cucinerà il  famoso tacchino arrosto, proprio come lo fanno i Babbani! Sai, no? Quello che le hai insegnato a fare tu!»
Harry ammiccò divertito, mentre Ron cercava di trascinare un pesante bagaglio obsoleto. Aveva le ruote arruginite per il disuso e cigolava ad ogni passo del ragazzo.
«D’accordo, per cena ci sarò! Ehi Ron, ti serve una mano?»
«Non ti preoccupare, e poi ora che mi sono diplomato e che mio padre ha avuto una promozione, sono sicuro che i miei mi compreranno un baule migliore, questo fa veramente schifo!»
La signora Weasley sbuffò.
«Eh no, Ronald!!» Esclamò con cipiglio, «Ora che sei grande puoi benissimo lavorare e guadagnarteli i soldi! Prendi esempio da Charlie, che sgobba tutto il giorno con i mostri per vivere! Guarda, se oggi vai a farmi una piccola commissione ti do due zellini, che ne dici?»
«Solo due? Per uno della mia fama? Guarda che c’è chi pagherebbe diecimila galeoni anche solo per starmi accanto!!» Ribadì Ron gonfiando il petto fiero, riferendosi all’ultima battaglia di Hogwarts.
«Sì: Hermione!!» Ululò George, spuntando da dietro l’angolo. Evidentemente aveva origliato la conversazione con l’orecchio buono.
« Non sei affatto divertente, fratello» lo rimbeccò Ron, «Smettila e vieni ad aiutarmi piuttosto.»
George si catapultò vicino al fratellino, che tentava inutilmente di issarsi la valigia sulle spalle per attutirne il peso.
«Allora ci vediamo stasera Harry, Ciao!!»
I due fratelli salutarono Harry in coro, mentre mamma Weasley borbottava qualcosa del tipo «Arrivederci caro! Forno a quarantacinque gradi, giusto?»
Harry agitò la mano fino a quando i tre scomparvero in lontanaza. Poi si rivolse di nuovo alla fedele civetta.
« Edvige, ti va di venire a Hogsmeade con me per prendere un regalo per Ginny?»
________
 
Harry si presentò alla tana verso le sette e mezza. Sarebbe anche passato prima, ma al cimitero aveva impiegato più tempo del previsto. E poi era anche passato da Hogsmeade per prendere un regalo per il compleanno della più piccola dei Weasley. Infatti proprio quel giorno, esattamente l’11 agosto, Ginny compiva gli anni. Harry aggiustò il fiocco del pacchetto che teneva sotto braccio e si sistemò il colletto della camicia nera che aveva indossato per l’occasione, assieme ai suoi jeans preferiti. Quella sera non portava gli occhiali, perché grazie ad un incantesimo temporaneo di Corretta Visione poteva ridurre la miopia al minimo. Sfortunatamente la magia durava poco, fino a quando chi la usava non si fosse addormentato. Harry esitò un momento, poi suonò il campanello, eccitato come non mai. Normalmente si sarebbe aspettato di vedere Ron spalancare la porta; ma evidentemente quel giorno l’amico stava facendo altro, perché ad aprirgli venne Hermione.
«Harry!» Esclamò la ragazza, gettandogli le braccia al collo con le lacrime agli occhi. «Harry! Per l’amor di Dio, dove ti eri cacciato? Lo sai che ti stavamo aspettando da ben venticinque minuti?! Credevamo ti fosse successo qualcosa, eravamo così in pensiero!! Perché non ci hai avvertito che avresti ritardato?»
Harry cercò di rispondere, ma tra Hermione che lo stava strozzando e il suo equilibrio instabile sull’ultimo gradino non riuscì nemmeno a chiedere scusa. La ragazza allentò la presa solamente quando dall’interno dell’abitazione giunse un botto frastornante seguito a ruota da un urlo. I due si affacciarono spaventati sulla soglia, e appena videro lo spettacolo che si presentava di fronte ai loro occhi scoppiarono in una fragorosa risata. La piccola Weasley era ricoperta da capo a piedi di una strana sostanza verde e appiccicosa.
«Ginny, sei troppo ridicola!! Vatti a dare una ripulita prima che il tuo ragazzo ti veda in questo stato!!» Disse tra le risate Hermione mettendo una mano sugli occhi di Harry per impedirgli la visuale.
«Eddai, Herm, Ginny è la festeggiata, che importa?» incalzò il moro, cercando di sbirciare.
«I soliti maschi!!» Commentò Hermione, alzando gli occhi al cielo.
Ginny fece in tempo a vedere una Hermione -in  preda a convulsioni del tutto anormali- avvinghiata stretta al collo di Harry prima di essere trascinata via di peso dalla signora Weasley.
«George, io ti ammazzo!! Questa è una promessa!!!» Urlò Ginny, con voce strozzata, mentre cercava disperatamente di aggrapparsi al mobilio per sfuggire alla presa ferrea della madre e raggiungere il fratello.
«Cosa le hai fatto?» Chiese Harry con tono di rimprovero rivolto a George, scostandosi da Hermione.
«Io non le ho fatto proprio niente. E’ stata lei a voler aprire il mio regalo di compleanno.» Si giustificò George alzando le mani in segno di difesa. «Non avevo ancora ricevuto il brevetto ufficiale, ma grazie alla mia sorellina sono riuscita a collaudarlo. Vedrai, sarà un successone, uno dei prodotti più venduti della prossima stagione… E’ la Ceralacca matta n°14… Ultimato stamattina, poiché quelli prima non erano abbastanza soddisfacenti, questo prodotto riprende tutte le caratteristiche della Puzzalinfa, soltanto che ne tralascia il fetore nausabondo…Forte, eh? Ma ci credete che Neville ne ha già comprato una dozzina di confezioni?»
Harry si sedette sul divano accanto a lui e lo fulminò con lo sguardo.
«E quindi è stato quel coso ad impiastricciare Ginny in quel modo?» Domandò aggrottando la fronte.
«Non voglio sapere cosa ne è stato dei 13 tentativi precedenti…» aggiunse borbottando sottovoce.
«Ehi ciao Harry!» lo salutò allegramente Ron, sporgendosi dalla soglia della cucina.  Indossava guantoni da forno sporchidi cioccolata, e il viso era infarinato di fuliggine e schizzi di glassa. Probabilmente stava aiutando i genitori a preparare la cena, composta da tacchino arrosto e torta di compleanno per la festeggiata, il tutto rigorosamente secondo metodi Babbani.
Pochi minuti dopo tornò Ginny, con un vestito blu corto immacolato e i capelli rossi puliti e rigorosamete piastrati per l’occasione. Entrò nella sala lentamente, ancheggiando in modo provocante, e subito si diresse verso il divanetto di fronte al camino, dove erano seduti George, Harry e Hermione. Con movimenti sinuosi e delicati si accomodò sulle ginocchia di Harry, accavallò le gambe e allacciò le braccia intorno al collo del ragazzo, facendo aderire il suo corpo a quello dell’altro.
«Andiamo ragazzi, eravamo d’accordo che non avreste fatto smancerie in pubblico!!» Si lamentò George, facendo finta di vomitare. Hermione invece si alzò, e dopo essersi beccata un’occhiataccia da Ginny per aver abbracciato Harry prima, si diresse in cucina, da Ron.
Harry aveva ancora il pacchetto colorato sottobraccio, e quando baciò Ginny glielo fece scivolare in grembo per sbaglio, mentre le cingeva la vita per approfondire il contatto. La ragazza vide il regalo e subito s’ interruppe per lo stupore.
«Harry, non serviva, davvero… Perché ti sei disturbato?» Chiese ingenuamente, rigirando il pacchetto da tutti i lati, come per studiarlo.
«Non so come si usa qui, ma nel mondo dei Babbani quando uno festeggia il proprio compleanno di solito riceve dei regali!» disse Harry ammiccando, ricordandosi dei trentotto pacchetti di Dudley.
Ginny disfò il fiocchetto scarlatto e scartò velocemente il regalo. Dentro vi era una statuetta di cristallo raffigurante un cavallo nell’atto di nitrire ritto sulle zampe posteriori.
«Oh, Harry, è bellissimo!!» Esclamò la ragazza, accarezzandogli la criniera vitrea.
«L’ho visto in una vetrina e mi è venuto in mente il tuo Patronus… Ma non è tutto, guarda cos’altro sa fare!»
Harry schioccò le dita e il cavallo si staccò dal piedistallo, partendo al galoppo a mezz’aria, sospeso nel nulla. Fece il giro completo della stanza al trotto, e poi rallentò l’andatura  e si risitemò sulla pedana cristallina ancora in mano a Ginny. La ragazza si guardò intorno ammirata: il cavallino aveva lasciato una scia color arcobaleno, come se all’interno della stanza  qualcuno avesse proiettato in un prisma la luce del sole.
«Wow!! Grazie mille, amore mio!!»
Ginny appoggiò la statuetta sul tavolino accanto e prese il volto di Harry fra le mani, baciandolo sulle labbra con una passione inimmaginabile.
Ma furono interrotti nuovamente dal campanello.
Erano arrivati Luna, Hannah (Abbott) e Angelina, carichi di dolci e pacchetti multiformi. Ginny estasiata li aprì uno a uno seduta sul tappeto di fronte al caminetto, sotto gli sguardi amorevoli dei genitori, che si rendevano finalmente conto che la loro piccola principessa era cresciuta. Ginny ricevette rispettivamente da Luna una collana di tappi di bottiglie di succo di zucca –ispirata a quella della stessa Luna- , un paio di orecchini da parte di Hannah, e un lucido per manici di scopa da parte di Angiolina. Anche Hermione le fece un regalo: un libro interessante intitolato “Tutti i segreti e strategie nascoste del Quiddith per Cacciatrici esperte”, al cui interno era nascosto anche un inserto di un giornaletto, che spiegava come far breccia nel cuore della persona amata. Purtroppo Hermione l’aveva comperato e incartato prima che Harry e Ginny si mettessero insieme. Ma alla rossa piacque comunque.
Dopo essersi ringraziati a vicenda, gli invitati e la festeggiata si sedettero intorno al tavolo che per l’occasione era stato duplicato in larghezza. Sulla sua superficie leggermente inclinata -a causa di una dannata gamba zoppa- era stesa una tovaglia dai motivi floreali, le cui foglie ondeggiavano leggermente e i fiori sbocciavano all’improvviso, proprio come in una foto magica scattata ad un paesaggio tropicale nella stagione delle piogge, quando tutto è rigoglioso e lussureggiante.
Il tacchino farcito era appoggiato al centro di un ampio e ricco buffet, in modo che ognuno si potesse servire da solo. Stranamente la carne del volatile era cotta a puntino, cosa che stupì non poco Harry. Dopo il pranzo toccò ai dolci: gli ospiti avevano portato una megaconfezione di cioccorane e cioccalderoni e una scatola speciale di Tuttifrutti+1.
Ron, seduto in mezzo ai suoi migliori amici, si abbuffò più del solito, e alla fine della cena gli rimase perfino una macchiolina di panna montata sul labbro superiore, che Hermione si affrettò a rimuovere delicatamente col suo fazzolettino.     
Stavano parlando animatamente del più e del meno quando si udì un picchettio acuto provenire dalla finestra del salotto. George si alzò e aprì i vetri, scostando le tendine color cremisi. Un barbagianni entrò volando alto, e planò sul tavolo facendo cadere la lettera che teneva stretta nel becco dorato. Ron l’afferrò prontamente e la porse a Harry (intento a baciare la festeggiata), poiché sulla  busta c’era scritto a caratteri cubitali “X Potter”.
Harry l’aprì con noncuranza, credendola l’ennesima. Non si era accorto che proveniva da Hogwarts. Ecco cosa vi era scritto:
 
Egregio Mr Potter,
è mio grande onore poterle offrire il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Con ossequi,
Minerva McGranitt
Direttrice
 
Harry ancora a bocca aperta per lo sgomento lasciò cadere il foglio mentre Ron dietro di lui cercava di sbirciare. Ginny sbiancò.

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Capitolo 2
*** Prima della partenza ***


Allora, prima di tutto vorrei ringraziare i 6 che mi hanno lasciato una fantastica recensione nello scorso capitolo (^//^ grazie ragazze/i,  vi adoro!! Mi raccomando, continuate!!) e gli otto che hanno aggiunto la fic ai preferiti. Bene, ora vi lascio al capitolo, buona lettura!!
»And  I’m telling You I’m not Going
 
2. PRIMA DELLA PARTENZA
Harry non avrebbe mai pensato che la dolce Ginny di undici anni potesse fare una cosa simile. E difatti non l’aveva mai fatta. Quella che aveva di fronte era la Ginny diciassettenne, e da lei c’era da aspettarselo. Del resto, qualunque ragazza al suo posto avrebbe agito come lei. Anche Hermione.
Ma ora il danno era fatto. La lettera, o per meglio dire quel che ne restava della lettera, giaceva inerme sul pavimento della cucina, dopo che Ginny l’aveva strappata con foga di mano a Harry, l’aveva sminuzzata in piccoli pezzettini, lacerata coi denti, ed infine gettata a terra e calpestata furiosamente. Tutti erano ancora un po’ scossi per l’accaduto, soprattutto la stessa Ginny, che ansimava leggermente con la mano sopra la bocca, come se solo in quel momento si rendesse conto di quello che aveva fatto. Anche Harry era piuttosto imbarazzato: aveva ancora le mani alzate come se stesse stringendo un foglio invisibile, non riusciva proprio ad abbassarle.  Non tanto per la reazione della ragazza, ma per il contenuto della lettera che era riuscito a leggere. Lui prof di Arti Oscure a Hogwarts? Aveva appena diciott’anni, per l’amor di Dio. Come pretendevano che lui potesse ricoprire una cattedra? Ah no, giusto. Non pretendevano, gli offrivano gentilmente. Harry ammetteva di essere in grado di insegnare come difendersi da attacchi di magia nera, lo aveva già fatto con l’ES, l’esercito di Silente. Ma quella era tutta un’altra cosa.
«Cosa c’era scritto, Harry?» Gli chiese Ron curioso, dato che non era riuscito a leggere niente.
Harry stava per rispondere, ma fu anticipato da Ginny.
«Una bolletta. L’avevano per sbaglio mandata a nome di Harry, per questo mi sono arrabbiata…» Fece innocentemente.
Harry tentò di ribattere, ma fu bloccato da una occhiataccia di Ginny. Evidentemente la rossa voleva mettere a tacere la cosa. Perché tanto sapeva che Harry non avrebbe mai accettato. Oppure sì?
 La serata riprese come prima dell’arrivo del gufo. Angiolina e Hannah chiaccheravano teneramente, mentre George e Ron avevano acceso la tv per vedere la solita partita di Quiddich del martedì. Solo Harry e Ginny sembravano aver perso tutta la loro allegria. Erano paralizzati come due ebeti e tutto quello che riuscivano a fare era  torturarsi nervosamente le mani. Quando la pendola batté le dieci Ginny si morse un labbro: forse aveva fatto male a distruggere la lettera. Non si era curata minimamente dei sentimenti di Harry.
Alle undici e mezza Hannah e Angiolina se ne andarono, mentre gli altri invitati si fermarono a dormire a casa Weasley. Ginny, Hermione e Luna avevano già progettato un pigiama party per quella sera, e così portarono di sopra le scatole di dolci mezze vuote. E mentre tutti maschi si accingevano a guardare la partita (compreso papà Weasley e Harry che si era ripreso dallo shock iniziale), Hermione e Luna si accucciarono sul letto di Ginny, aspettando con impazienza una spiegazione. Lo sguardo di Ginny si posava ora sulla castana, ora sulla bionda. Ma dalla sua bocca non usciva alcun suono sensato.
«Eddai Gin, pure io ho intuito che quella non era una bolletta… » Disse Luna scettica inarcando un sopracciglio.
Ginny aprì bocca per rispondere.
« E nemmeno un settimanale magico, se questo è quello che stavi per dire» aggiunse Hermione incrociando le braccia sul petto.
Ginny sospirò e si sedette accanto a loro decisa a rivelare la verità. Erano pur sempre le sue migliori amiche, no?      
«Era una lettera da Hogwarts…» disse abbassando lo sguardo rammaricata.
Le amiche non dissero nulla e la rossa continuò a parlare con tono solenne.
«…offriva a Harry il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure…» bisbigliò in un soffio.
Luna non disse niente, mentre Hermione si sciolse in un sorriso a trentadue denti.
«Cosa c’è di tanto divertente?» Domandò Ginny amareggiata.
«C’è che è fantastico!!» esclamò Hermione. «Harry ha sempre considerato Hogwarts come una seconda casa, e ora che ha l’occasione di tornarci addirittura come professore sarà al settimo cielo!! Devo andare a fargli le mie congratulazoni…»
Hermione scese dal letto e fece per aprire la porta per scendere al piano di sotto quando fu fermata da Ginny.
«Aspetta, se vai giù e lo sproni, forse Harry potrebbe anche accettare l’offerta!» Sussurrò quasi impercettibilmente.
«E allora? Che importa se accetta o no?»
Ginny si portò una mano alla fronte sospirando.
«Importa a me. Questo e il mio settimo anno a Hogwarts, e se Harry accetta vorrà dire che prenderò lezioni da lui…»
«Bé, questo era ovvio no? Anzi, dovresti essere felice, potresti passare tutto il tempo col tuo ragazzo anche a scuola, invece di perderlo per un anno intero... Pensaci: avrete un sacco di occasioni per vedervi e uscire insieme, per solidificare il vostro rapporto…»
«Ma…» la interruppe Ginny « Lui… L-Lui v-vedrà i m-miei voti…» Disse arrossendo.
A quelle parole Hermione quasi svenne.
«SOLO PER QUESTO?» tuonò «Possibile che tu sia tanto egoista da impedire a Harry di andare solo perché tu non gli vuoi mostrare i tuoi voti?!?»
«Non solo per questo!» Ribatté Ginny offesa. «Lui dovrà anche assegnarmeli, i voti, e non vorrei metterlo in una condizione imbarazzante, nel rispetto degli altri studenti…Il nostro rapporto si complicherà… Insomma, hai capito, no?»
Hermione sembrò pensarci su.
«Sì, anche questo è vero… Una relazione studente-insegnante può essere rischiosa…» Commentò dubbiosa. «Ma sicuramente non è giusto non lasciare decidere a Harry. Dopotutto la decisione spetta a lui. Ginny, che ti prende?»
Luna e Hermione si avvicinarono a Ginny che stava singhiozzando sommessamente, senza però piangere.
« Non ti preoccupare, glielo riferirò io..» la consolò Hermione abbracciandola.
Luna sbirciò l’ora nell’orologio magico che svolazzava per la stanza, un regalo del signor Weasley per Ginny. In realtà era un orologio babbano, ma l’uomo aveva fatto uno strappo alle regole e lo aveva stregato per la figlia, in modo che non si svegliasse tardi la domenica, il giorno in cui la famiglia Weasley si recava la mattina presto al cimitero per far visita a Fred.
Era mezzanotte passata.
« Ragazze, credo sia meglio andare a letto. Non ti preoccupare Gin, domani Hermione parlerà con Harry» disse tirando loro un cuscino per risollevare il morale a entrambe.
Le ragazze sorrisero, si infilarono il pigiama e si stesero sul letto tutte e tre insieme, tirandosi le coperte fin sopra il mento.
Il giorno dopo Hermione, come promesso, andò a parlare con Harry, che le rivelò di aver passato la notte rimuginando e facendo congetture se accettare l’offerta o no. 
«Solo se Ginny è d’accordo, e ieri mi è parsa del tutto contrariata…» Disse abbassando lo sguardo.
«Gin?» domandò la castana, fingendo indifferenza «Oh, non ti preoccupare, ha detto che per lei va bene!» Concluse sorridendo.
Harry non era molto convinto di quello che gli aveva detto Hermione. Ma decise comunque di pensarci su. Da un lato c’erano Ron e Hermione e la confortevole Tana (che però non poteva rimanere la sua casa per sempre, si disse) e dall’altra c’era Hogwarts, con le gioie dei suoi anni scolastici e i dolori delle perdite della battaglia contro Lord Voldemort. Certo, quella parte un po’ gli dispiaceva e lo demoralizzava profondamente, ma sempre da quella stessa parte c’era lei. Ginny. 
Dopo oltre due settimane dall’arrivo della lettera si decise a inviare la sua risposta tramite Edvige II. Dal compleanno passato lui e Ginny non si erano parlati granché, sembravano distaccati, come se una lastra di vetro fosse stata interposta fra loro. Ma il trentun agosto, esattamente il giorno prima della partenza di Ginny per Hogwarts, Harry comunicò alla ragazza che aveva accettato l’offerta.
Ginny, che aveva passato quei quindici giorni a pensare, si era accorta che quello che le aveva detto Hermione era vero. Come resistere un anno senza Harry? Insieme avrebbero potuto esplorare il castello di notte, andare a trovare Hagrid (nessun altro della scuola era disposto ad accompagnare la ragazza dal mezzo-gigante) e perfino dormire sotto lo stesso tetto (magari anche nello stesso letto…). Si era convinta così tanto che alla fine arrivò a sperare che Harry avesse accettato il posto.
E così naturalmente fu.
 Appena Harry glielo riferì, la ragazza gli saltò al collo e lo baciò, cosa che le premeva di fare da ormai troppo tempo, dato che da quando era trascorso il compleanno non si erano nemmeno sfiorati. E doveva proprio ammetterlo, Harry baciava davvero bene… Ogni volta rimaneva incantata dalla labbra così succulente e dolci di lui. Si ricordava ancora di quel giorno che Fred l’aveva scoperta mentre perfezionava la sua tecnica di bacio di fronte allo specchio e aveva spiattellato tutto ai genitori e a Harry.Quel giorno si era vergognata così tanto che avrebbe tanto voluto evaporare.. Anche perché lei e Harry non stavano insieme ad allora.
_______
 
Ginny era in camera a preparare i bagagli con Luna. Entrambe stavano impilando gli indumenti piegati ordinatamente nei bauli, sistemando in cima ai vestiti un rivolo di cannella o un grappolino di lavanda per far profumare i tessuti, in modo che non prendessero l’odore di cuoio bruciato dei bagagli. Dopo un po’ che stavano controllando di aver preso tutto, calzarono le scarpe di vernice e scesero di sotto, dove trovarono la colazione già pronta. Entrambe si stavano servendo le uova strapazzate quando il Prescelto scese le scale, indossando una maglia mezze maniche aderente (che metteva in risalto i suoi muscoli perfetti e che piacque tanto a Ginny), e un paio di pantaloni neri, e sotto braccio il mantello nero da uomo che avrebbe dovuto mettere più tardi. Harry ammiccò a Luna e alla signora Weasley ai fornelli e rubò a Ginny un bacio a fior di labbra, che gasò non poco la rossa. Dopo un po’ dalla porta sul retro entro il signor Weasley, con la posta nella mano destra e due missive nella sinistra. Erano da Hogwarts. Ed erano indirizzate a Ron e a Hermione.     
 
 
Eccomi tornata!! Questo capitoletto è più corto dell’altro (-_-” Sì lo so), spero di rifarmi col prossimo… Questa idea strampalata di Harry professore sta andando avanti, come vedete anche voi, spero che non mi abbandoniate  xD  La storia non starà diventando patetica, vero? Questo capitolo è troppo smunto e sdolcinato… Ah, non vi preoccupate, Ron e Hermione non saranno anche loro insegnanti (sarà meglio per te grrrr… Ndvoi)  Ma dovranno comunque andare con Harry e Ginny e Luna. Perché? Tutto svelato nel next chappy!!! Eh già… Il prossimo chappy sarà piuttosto movimentato, anche perché Harry farà qualcosa di moooolto brutto… Chiamatelo "tradimento" se volete... E Ginny ci rimarrà davvero male. Muhahaha… Io vi avevo avvertiti nell’introduzione…
Un ultima cosa..
Non era mio volere insultare le Harry/Ginny, dicevo così solo perché è davvero una coppia azzeccata, senza tanti problemi e che vive felice… Ecco perchè ho creato questa fic, per movimentare un po’ la loro storia! Naturalmente il tutto avrà un lieto fine, non vi preoccupate!! [a meno che non cambi idea all'ultimo momento...]
Bene, questo è tutto, spero di essere stata esauriente. Alla prossima!!!
Kikidabologna /ki:ki/

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Capitolo 3
*** di nuovo ***


Eccomi!! Sono tornata, finalmente!! Scusate, ma con tutte le verifiche che ho avuto non mi sono neanche sognata di avvicinarmi al pc… Spero che mi scusiate se non rispondo alle vostre recensioni, ma prometto che lo farò prossimamente (diffidate…). Buona lettura, e ancora grazie ai 12 preferiti e ai 3 recensitori!!!

 

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2. DI NUOVO

 

Harry e Ginny non seppero mai cosa contenevano quelle lettere, perché purtroppo erano già le otto e mezza e né Ginny né il prof Potter si poteva permettere un ritardo il primo giorno di scuola dell’anno. La signora Weasley li accompagnò tutti e tre (sì, anche Luna) in stazione, e dopo i soliti saluti piagnucolosi della madre, la piccola Weasley schizzò verso il binario nove e tre quarti seguita dall’amica e dal ragazzo. Fortunatamente arrivarono in orario perché stranamente Harry si era offerto di portare i bagagli a entrambe, agevolando il tragitto dal binario al vagone. Ma c’era un perché al gentile gesto del ragazzo.

«Ehm… Ginny?» la chiamò Harry col tono più cortese possibile, mentre la colonna di bauli che portava gli impediva una corretta visuale.

«Che c’è amore?» fece lei distrattamente, mentre perlustrava il treno in cerca di uno scompartimento libero.

«Ecco.. vedi tesoro, gli insegnanti devono andare nella cabina loro assegnata…»

«Ah…» Rispose secca la rossa, cercando di nascondere il suo dispiacere. «E’ vero, me n’ero dimenticata…»

«Non importa amore» incalzò il moro, restituendo i bagagli alle legittime proprietarie,«Ci vediamo dopo, stanne certa!»

Ginny gli si avvicinò e cercò di baciarlo, ma lui le scompigliò frettolosamente i capelli e si allontanò di gran carriera, sparendo nella folta mischia.

«Mi h-ha respinta…» boccheggiò scandalizzata la piccola Weasley, che non si aspettava un comportamento del genere dal ragazzo. «Hai visto Luna? Non ha risposto al mio bacio!! Ehi, Luna, mi stai ascoltando?»

Ma la bionda si erà già infilata in uno scompartimanto vuoto e come di consueto aveva cominciato a leggere una copia del Cavillo con i fedeli sprettrocoli.

Ginny sospirò e si accomodò di fianco all’amica, chiedendosi se mai qualcuno avrebbe consentito ad ascoltare i suoi sentimenti. E di nuovo un altro rumoroso sospiro. Cercò di pensare a qualcos’altro, ma tutto ciò che le veniva in mente includeva il Prescelto. Cominciò allora ad ingozzarsi di bolle bollenti, che aveva comprato poco prima dal carrello, ma neanche questo la fece sentire meglio. Il momento peggiore fu quando udì due di ragazzine del quarto anno passarle davanti spettegolando del nuovo professore di Difesa.

«Harry Potter, ne sei sicura? Ma se fino a un anno fa anche lui frequentava Hogwarts!!» fece una.

«Sì, ma Bonnie non dimenticarti che lui ha sconfitto tu-sai-chi!! E’ un eroe!! Io l’ho visto una sola volta nei corridoi, e credimi se ti dico che è uno schianto!!»

«Ma dai, io non l’ho mai visto eppure sono ancora viva!! Che c’avrà di tanto speciale?»

Ginny, che stava origliando tutto, in quel momento si sentì pienamente d’accordo con Bonnie.

«Anche se le voci che corrono dicono che è uno schianto preferisco verificare di persona.. Poi vedrò se vale la pena portarmelo a letto oppure solo stare con lui per qualche giorno…»

Ecco, come non detto. Ginny fu presa dall’impulso improvviso di uscire dallo scompartimento e lanciare una fattura Orcovolante alla ragazza.

 «Fidati, amica mia, è davvero divino!! Ma non credo sarà mai disposto ad uscire con noi.. Ho sentito dire che ha già una fidanzata…»  

La conversazione finì lì, perché le ragazze (chissà di quale casa perché indossavano ancora abiti babbani) imboccarono il lungo e stretto corridoio per andare in bagno.

 

*

Hogwarts,cortile, ore 16.30

 

Ginny aspettava ansiosa Harry, seduta sull’erba fresca. Era il secondo giorno di Scuola, e si sentiva come rinata, dopo le brutte esperienze che la scuola le ricordava. Lo smistamento come sempre era andato bene, la cena e la colazione erano state di suo gradimento, e le lezione di Difesa non era ancora arrivata. Quel giorno aveva anche scoperto con suo grande disappunto che Bonnie era una Grifondoro del quinto anno. La cosa non le andava giù per niente, ma Ginny scacciò via il pensiero quando Harry comparse improvvisamente alla sua destra. Ginny gli fece un grande sorriso, ma lui non ricambiò. Aveva l’aria malaticcia e affranta, leggermente trasandata, come se fosse invecchiato improvvisamente dall’arrivo a Hogwarts. Forse gli avevano assegnato la ronda notturna il giorno prima, o forse qualcosa era andato storto con la prima Lezione di Difesa con i primini…Harry non parlò subito, ma aspettò qualche minuto prima di aprire bocca. E a Ginny non piacque affatto quello che disse.

 

*

Hogwarts, Sala grande, ore 19

 

«MI HA LASCIATA!! CAPISCI?! DI NUOVO!!»

Ginny era furiosa, e di certo Luna non la stava aiutando, con tutti quei suoi “ma come ha potuto?”, ed espressioni simili.

Ginny non capiva: lei non gli aveva fatto nulla, entrambi si amavano alla follia, Harry si era già dichiarato, ma allora come era potuto succedere? Dopo la sconfitta di Voldemort era certa che niente più si sarebbe intramesso tra loro… Copiose lacrime le rigavano le gote, facendo appiccicare i capelli al viso bagnato. Harry l’aveva mollata così, di punto in bianco, senza nemmeno una scusa valida che giustificasse il suo strano comportamento. Solo una cosa le aveva sussurrato all’orecchio prima di andarsene «Io mantengo sempre le mie promesse, ricorda»

Lo aveva mormorato così, abbozzando un mezzo sorriso insolente, cosa ch le aveva dato molto fastidio. Lei lo aveva rincorso, implorato di non farlo, urlato da lontano che se ne sarebbe pentito.

Ginny rialzò il viso e si asciugò le lacrime col tovagliolo, un lampo di luce rossa negli occhi.

Vendetta.

Bonnie le passò accanto ridacchiando.

«Ehi, Weasley, messo su un po’ di pancetta, eh?»

Ginny si portò istintivamente una mano sul ventre.

Bonnie continuò:

«Ma guardati!! Mangi come un maiale! Scommetto che è per questo che Harry ti ha lasciata, non è forse così?»

Ginny abbassò lo sguardo sul piatto pieno di pastasciutta, gli occhi rossi di nuovo ricolmi di lacrime.

 

 

 

AVVISO- il capitolo 4 e il 5 sono già pronti, se ricevo almeno quattro recensioni forse mi esalterò abbastanza da postarlo anche lunedì, altrimenti vi dovrete accontentare di venerdì prossimo (capitemi, devo recuperare matematica, e organizzare lo studio regolando il tempo non è affatto facile!!!). Per favore, non lasciatemi critiche pesanti. E’ già successo, e ne sono rimasta così demoralizzata che ho interrotto la fic, cancellandola. Spero che coloro che apprezzano veramente la coppia Harry-Ginny diano almeno un’occhiata a questa mia fic ^^.

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Capitolo 4
*** gli esordi della vendetta ***


Ecco il nuovo capitolo, buona lettura!!
 
»And  I’m telling You I’m not Going
 
1. GLI ESORDI DELLA VENDETTA
 
Ginny non andò a lezione il giorno successivo, e nemmeno quello dopo ancora. Saltò anche i pasti, condizionata e un po’ spaventata da quello che aveva detto Bonnie. Aveva ragione forse? Ah, lei non era riuscita a trovare un'altra motivazione abbastanza razionale..
Bonnie era tutto ciò che un ragazzo potesse desiderare. Bassina ma slanciata, magra da far paura, un abbondante davanzale sempre in mostra, capelli lunghi fino al fondoschiena e due brillanti occhi azzurri. Ginny si avvicinò allo specchio e dopo aver inspirato profondamente alzò il mento e trattenne il fiato, portando indietro la pancia. Osservò il suo riflesso. 
Non era neanche lontanamente paragonabile a Bonnie. Si decise a respirare di nuovo solo quando le sue gote si tinsero si violetto per lo sforzo.  
Un’ultima occhiata all’orologio e s’infilò le scarpe della divisa, afferrando la borsa a tracolla e il libro della biblioteca che doveva restituire e uscendo per la prima volta dal dormitorio dopo due giorni consecutivi di permanenza.
Luna la stava aspettando dietro al buco del ritratto, assieme al capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro.
«Ginny!! Siamo qui!!!» urlò Luna sbracciandosi per essere notata, in mezzo a quell’andirinvieni solito della mattinata.
Ginny sorrise e corse ad affiancarla.
«Lo sai che credevamo fossi scappata dalla Scuola? Sei mancata per due giorni di fila!!» esclamò la ragazza abbracciando l’amica.
Ginny sbuffò.
«Lo so, Luna. E’ che non mi sentivo tanto bene..»
Luna fece una smorfia.
«Guarda che non la dai a bere a nessun- »
Luna venne interrotta dal Capitano.
«Ascolta Weasley, non ho molto tempo a disposizione, quindi ecco» le porse un foglietto triangolare. «questo è il nuovo schema di gioco, imparalo a memoria per la prossima volta, e questi sono gli orari degli allenamenti. Mi raccomando, non fare tardi, la nostra prima partita è contro i Corvonero tra meno di un mese.. Adesso ti saluto, ci rivediamo a lezione!!»
«Grazie Josh, a dopo!!» salutò lei, alzando appena gli occhi. Josh era un bel ragazzo, massiccio e riccioluto. Si allontanò agitando la mano nella sua direzione, ma mentre Ginny e Luna cominciarono ad avviarsi per la Sala Grande, tornò subito indietro, ansimando per la corsa.
«Un’altra cosa, Ginny…» le appoggiò una mano sulla spalla e si fece improvvisamente serio. «Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, ricorda che io ci sono sempre e che puoi contare su di me. Ok?»
Ginny annuì abbassando lo sguardo imbarazzata. Possibile che la notizia della sua rottura avesse già fatto il giro di tutta Hogwarts?
Josh si rilassò di nuovo nel suo solito caloroso sorriso e dopo averle dato un bacio-stampo sulla guancia e aver mormorato un semplice “a dopo” se ne andò verso i suoi compagni.
Ginny rimase per un attimo imbambolata, lo sguardo vacuo nel punto in cui era sparito Josh, mentre Luna ridacchiava sommessamente.
«Caspita, Gin, possibile che tu ancora non abbia capito che Josh ti sta facendo il filo? Cara mia, non lo vedi come hai fatto breccia nel suo cuore?»
Ginny parve cadere dalle nuvole.
«Ma io amo Harry!» protestò indignata, battendo un piede per terra.
«Sì, ma evidentemente lui no» osservò attenta Luna.
Ginny digrignò i denti e per un attimo fu tentata di prendere a schiaffi la sua migliore amica. Sapeva essere così tagliente e concisa, a volte. Ma non lo fece.
Erano giunte davanti alla Sala Grande. Ginny non varcò la soglia, ma infilò dentro la testa.
Harry, seduto al tavolo degli insegnanti, stava chiaccherando animatamente con Hagrid, e non pareva minimamente turbato dalla loro rottura.
In un lampo un secondo bagliore scarlatto attraversò gli occhi della rossa:
Vendetta.
Adocchiò a fulva chioma riccia dirigersi verso di lei, Josh. Perfetto. Era ora che la vendetta avesse inizio.
*
 
Harry, che aveva la prima ora libera, ne aveva approfittato per fare una passegiatina in biblioteca tra gli scaffali stipati di libri, ma non i soliti, bensì quelli del reparto proibito, il posto di Hogwarts che da anni ambiva ad esplorare.
Scelse distrattamente un tomo polveroso da una pila ordinata e lo aprì a una pagina a casaccio.
«Naryana, il cinghiale dalle sette teste della terra di Mu» lesse ad alta voce.
«Wow, e io che pensavo ormai di sapere tutto della magia..» commentò tra sé e sé richiudendolo.
«Davvero?» chiese una flebile vocina alle sue spalle.
Harry, che stava ancora scorrendo sbandatamente la fila di libri, rispose con naturalezza: «Sì..»
Solo dopo qualche minuto realizzò di aver dialogato con qualcuno. Si girò e si guardò intorno, ma non vide nulla di sospetto.
«C’è qualcuno?» domandò ad alta voce.
«Sto davvero diventando pazzo, prima le allucinazioni di Ginny appicicata a Josh Tyler, ora questo…» sbottò, passandosi una mano tra i capelli e ricordandosi di quello che aveva visto quella mattina in Sala Grande.
«Veramente quelle non erano allucinazioni..»
Harry si voltò di nuovo, questa volta pallido e spaventato.
«Chi ha parlato?» ripeté.
Uno strano fruscio di pagine alle sue spalle lo fece voltare ancora.
«Sei forse la mia coscienza? Sei venuta a tormentarmi perché ho fatto qualcosa di male, non è così?» gridò, sull’orlo di una crisi di nervi.
«Shh!! Siamo in una biblioteca! E comunque no, non sono la tua coscienza..»
Un piccolo volto tondeggiante incorniciato di riccioli castani si affacciò da dietro uno scaffale. Sembrava fluttuare, alla tenue lucetta della lampada ad olio di Harry.
«Ma forse, se lo fossi mi daresti ascolto..» continuò Hermione, uscendo allo scoperto.
«Hermione!!» il ragazzo corse ad abbracciarla, così felice che addirittura l’alzò in aria con una giravolta.
«Ehi Harry!! Mettimi giùùù!!!» rise felice lei.
Quando si staccarono però Hermione si fece improvvisamente seria.
«Harry, perché non hai risposto alle lettere che ti ho inviato in questi giorni?» domandò mettendosi le mani sui fianchi, in un gesto tipico suo.
La luce splendente negli occhi di Harry si spense all’istante.
Non rispose.
«Perché sei qui?» le domandò lui dopo qualche minuto di silenzio.
Hermione sospirò: «Se avessi letto le mie lettere lo sapresti» rispose burbera, assottigliando gli occhi.
All’espressione da cucciolo abbandonato di Harry però si sciolse in un sorriso e continuò, con un tono più gentile e confidenziale: «La McGranitt ci ha assunto come sostituti bibliotecari, sai no che la Pince è morta qualche settimana fa?»
Harry sgranò gli occhi.
«Ci? Vuoi dire che c’è anche Ron?» chiese raggiante.
Hermione sorrise e mulinò la chioma, indicando un punto imprecisato dietro di lei.
«Avrebbe tanto voluto venirti a salutare, ma è ancora troppo fifone per entrare nel reparto proibito» sbuffò.
«E comunque, non siamo stati assunti solo noi due..» aggiunse con tono enigmatico, distogliendo immediatamente gli occhi da Harry, come faceva sempre quando si sentiva in colpa.
«Chi altro c’è, scusa?» domandò lui curioso.
Hermione aprì bocca, ma Harry l’anticipò. Si era appena ricordato di una cosa importante che Hermione aveva detto all’inizio della conversazione.
«Davvero Ginny sta con quel Tyler?» chiese stringedo i pugni.
Hermione sospirò per la seconda volta, e dopo averlo preso per mano lo condusse verso un tavolo e lo fece sedere.
«Harry, dobbiamo fare un luuuuuuuuuungo discorsetto a proposito di Ginny…»
 
____________
 
Visto che ho postato? Spero di non aver deluso nessuno (=___= difficile… nd voi) E volevo dirvi che nello scorso capitolo non era mia intenzione assomigliare ad una ricattatrice, solo ero un po’ stressata per la scuola… Comunque spero che un commentino me lo lascierete…veru?
Grazie ancora ai 11 preferiti, alle 3 seguite, e ai 7 che hanno recensito:
  
Sarina87: Ma ciaooooo!!! Davvero vuoi sapere perché l’ha lasciata…? A meno che non sia stato per un trauma procuratogli  da “Voldy” come lo chiami tu, la soluzione verrà svelata nel prossimo capitolo… E già, vi voglio far penare ancora un pochetto, muhahaha!! Harry davvero con le ragazze non ci sa fare, vero? Ma uno va dalla sua ex a dirle che mantiene sempre le tue promesse? Ma che è? (se non lo sai tu XD nd sarina87) Grazie per la recensione! Un bacio!
Maryrobin: Sarò magnanima… Per questa volta li rimetterò insieme!!! [ma chissà la prossima volta…muhahaha!!] Certo che sono sadica a volte, vero? Ma sai, è così che io me la immagino la storia di Harry e Ginny… Insomma, non può mica essere tutto rosa e fiori!! Vabbé… Grazie per aver recensito! Un bacione!!
83ginny: oh, sì, certo che si vendicherà!!! Eccome se lo farà!! Sai, la vendetta è sempre stata la mia parte preferita!! E vedrai, ci andrà giù pesante, e non solo con Josh!!! E’ proprio questo il bello!! Ti aspetto al prossimo capitolo, sperando che la vendetta sia di tuo gradimento! Grazie ancora per la recensione! Ciaoooo!!
_screps_:Ehilà!! Davvero sono brava a scrivere? Be’, sono migliorata solo grazie a voi ragazze!! All’inizio avevo solo le mie idee, poi col tempo ho imparato a svilupparle e a metterle per iscritto… ma è stato difficile!! Meno male che i miei lavori stanno dando dei frutti!!! Grazie per la bellissima recensione, e non preoccuparti, gli altri capitoli li ho già belli impostati, così li posterò più in fretta!! Grazie ancora, un bacione!!!!
GinnyPotter93: Davvero anche a te piaceva l’idea di Harry insegnante?? Wow! Sei la prima che me lo dice così apertamente, e ne sono felicissima!!! Vuoi veramente sapere perché si sono lasciati? E’ tutto svelato nel prossimo chappy, non preoccuparti^^. Però se vuoi un piiiiiccolissimo indizio te lo posso dare: be’, il fatto è che Harry è stato…come dire…costretto. Ok, ora basta, mi cucio la bocca, sperando che tu abbia intuito qualcosa… Lo so, parlo per enigmi =___=” Grazie per aver recensito! Un bacio!!!
Erikappa: Ma no, non devi scusarti affatto!!! Figurati!! L’importante è che tu segua la storia, è questo che mi fa piacere!! (be’ una recensione non guasta mai..XD) Forse ti ho messo un po’ troppa ansia con il capitolo, ma vedrai che tutto si risolverà!! Come dici? “Niente dura”? Oh no, questa relazione deve durare per forza!!! Io faccio tanto la spaccacuori, ma in fondo in fondo sono una tenerona, e non separerei mai definitivamente i miei pucci Harry e Ginny!! Forse ho esagerato un po’ con Bonnie..Mi spiace che in questo chappy non ci sia una spiegazione per il comportamento di harry, ma fidati nel prossimo ci sarà!! Ce l’ho già scritto!! Ah, hai visto che sono apparsi Ron e Herm? Ti piacciono nel ruolo di assistenti-bibliotecari? Naturalmente non sarà quello il loro lavoro futuro, entrambi in seguito andranno a fare gli auror, come la carissima Jk ha progettato…Sai, non sei l’unica a delirare per la scuola… Avrò detto più cazzate questo mese che in tutta la mia vita!! E comunque hai ragioni, questa storia non finirà subito, anzi!! Guarda, mi spiace ancora che non ho motivato harry in questo chappy… vabbé… vuol dire che il prossimo aggiornamento lo dedicherò a te!! Grazie per i complimenti (oltrettutto corrisposti, è da un po’ di tempo che seguo la tua fic "diverso" e mi piace un casino!!) Grazie per la recensione! Bacioni!!!
emydema: vedrai che andrà tutto per il meglio!! Non ti devi preoccupare, il tuo Harry è in buone mani xD, un baciooooooooooooooooooooooooone!!
 
Babydb: Ciaoooo!!! Ma no che non ci penso a fermarla!! Manca ancora la vera vendetta XD.. Dai, a parte gli scherzi, non voglio davvero abbandonare né la fic né la povera Ginny… Lì farò penare un po’, ma non ti preoccupare!!! Tu che ne dici? Guarda che quando supero il limite di malvagità mi devi avvertire, intesi? XD Grazie per aver recensito!! Un bacione!
 
Un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo: Harry, che pasticcio!!

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Capitolo 5
*** rimpatriata ***


Mi spiace vado di fretta, e quindi per le risposte alle recensioni dovrete aspettare il prossimo capitolo.
Intanto questo, anche se corto, allieterà i vostri dubbi ^^
Buona lettura! <3<3
(Me lo lasciate un commentino, vero?)
»And  I’m telling You I’m not Going
 
1. RIMPATRIATA
 
«Harry, so che l’hai lasciata perché te l’hanno ordinato e perché sul regolamento sono vietate relazioni studenti-insegnanti, ma sii ragionevole, pensa a come si sente Ginny in questo momento…»
Era da mezz’ora che Hermione cercava di convincere Harry ad andare a parlare con Ginny.
«Hermione, te l’ho già detto, sono capaci di espellere Ginny…» le ripeté Harry per la centesima volta, coprendosi la faccia con una mano. «Sai bene che tengo alla felicità di Ginny più di qualsiasi altra cosa..» Harry esitò parecchio.
« Anche più del nostro amore» concluse passandosi una mano tra i capelli.
«Sì, ma non ti immagini quanto ci sta male lei.. Lo sai che non mangia più?» tentò ancora Hermione.
Harry alzò un sopracciglio.
«Stai scherzando, vero?» domandò mezzo divertito.
Guardando l’espressione seria di Hermione intuì da solo la risposta.
«E comunque» continuò Hermione, «potevi lasciarla in una maniera più carina, e anche se per regolamento non potevi dirle la causa, potevi farglielo intuire di nascosto, chessò, magari lasciandole un biglietto anonimo o qualcosa del genere, come un indizio, così che non si spaventasse troppo e che capisse la situazione…»
Harry scrollò le spalle. «Guarda che io un indizio gliel’ho dato, le ho detto chiaramente che mantengo sempre le mie promesse…»
Hermione lo guardò con fare interrogativo.
Harry sospirò. «Dopo la guerra, poco prima del suo compleanno, le ho confessato apertamente i miei sentimenti nei suoi confronti, e il mio desiderio di starle accanto per tutta la vita. “Un giorno, quando avrai finito la scuola, ci sposeremo e andremo a vivere insieme, te lo prometto” le dissi. Se se ne fosse ricordata, a quest’ora non ne avrebbe fatto una tragedia…Che importa perdere un anno insieme se davanti abbiamo tutta la vita?»
Hermione lo guardò desolata.
«Possibile che abbia dimenticato la nostra promessa?» boccheggiò Harry abbassando lo sguardo.
All’improvviso si accorse dell’ancora di salvezza che aveva evocato inconsapevolmente, e ci si aggrappò con tutte le sue forze, affiché la gravosa colpevolezza che lo assillava scivolasse via dalle sue spalle.
«Già, come ha fatto a dimenticarsene?» esclamò con più enfasi di prima.
Guardò Hermione.
«Cioè, come ha fatto a scordarsi la nostra promessa d’amore eterno?» sbottò, mentre nei suoi occhi si accendeva un barlume dorato di piacere nel gettare fango su Ginny.
« Mi sta umiliando, cercando di farmi sentire in colpa!! Ecco perché sta coinvolgendo anche quel non-mi-ricordo-come-si-chiama Tyler!!»
Si alzò e batté i pugni sul tavolo, fissando Hermione dritto negli occhi.
«Capisci Herm, è tutta una montatura per prendermi in giro!»
Hermione si alzò a sua volta, tremando allibita.
«Harry, io n-non credo c-che Ginny sia capace di tanto..»sussurrò con un filo di voce.
Harry non parve averla sentita, un ghigno euforico ancora stampato sulla faccia.
«E’ sua la colpa, tutta sua, vuole rovinarmi la carriera, farmi perdere il posto di ins-»
«HARRY!!» Hermione lo scrollò per le spalle, preoccupata.
Harry la guardò e si accasciò di nuovo sulla sedia.
«Herm…» mormorò, appoggiando i gomiti sul tavolo e prendendosi la testa fra le mani. «Sono io che ho sbagliato, lo ammetto… Ma l’amo alla follia, non so che farci, se continuo a starle lontano so che impazzirò…Ma contemporaneamente non posso mollare il lavoro, perché la McGranitt non ha ancora trovato un valido sostituto… E i ragazzi contano su di me!»
Hermione si raddolcì e lo abbracciò da dietro.
«Vedrai che si aggiusterà tutto..» gli bisbigliò all’orecchio, la voce morbida e delicata come un petalo di rosa.
Quando i due si staccarono Harry parve rincuorato.
«Ehm, Harry…» disse Hermione. «Rammenti che ti ho detto io e Ron non eravamo gli unici ad essere stati assunti per il posto momentaneo di bibliotecari?»
«Sì, perché?»
Hermione si allentò il nodo della cravatta, come per prendere aria.
«Ecco..be’..il fatto è che..»
Harry la incitò ad andare avanti.
«C’è anche…»
Hermione s’interruppe, perché la porta del reparto si aprì di scatto, e sulla soglia si stagliò una sagoma femminile decisamente familiare ad Harry. Le gambe snelle nell’oscurità si mossero a passo di danza arrivando fino al moro.
«Harry, anche tu qui?» cinguettò la figura con voce mielosa.
Harry e Hermione si dettero una fugace occhiata inorridita.
Quando Harry tornò a guardare la ragazza, la gola era talmente secca che riuscì solo a sussurrare: «ciao Romilda, sei proprio… tu?»
Romilda Vane senza un briciolo di timidezza gli saltò al collo, abbracciandolo stretto, mentre sulla porta si stagliava un’altra figura, più alta e mascolina della precedente, e con folti capelli color carota.
Hermione gli lanciò un’occhiataccia, come per dire “dovevi aspettare il mio segnale”, mentre Ron la guardava dispiaciuto, muovendo le labbra per dire “non sono riuscita a trattenerla, scusa”.
Attirata da tutto quel trambusto, un’alunna che passava di lì per restituire un libro si affacciò sulla porta, dietro a Ron.
Osservò lo spettacolo disgustata e amareggiata, abbandonando sul posto il libro e scappando via.
Harry riuscì solo a urlare “Ginny!” che i capelli di Romilda gli oscurarono la visuale.

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Capitolo 6
*** fraintendimenti ***


»And  I’m telling You I’m not Going
 
6. FRAINTENDIMENTI
 
Ginny sbatté dietro di lei la porta del dormitorio più forte del dovuto. Perché ora era tutto più chiaro e riusciva a capire perché Harry l’aveva lasciata: a causa di Romilda. Ginny fremette al solo pensiero. Ora più che mai aveva voglia di vendetta… Tutto quello di cui aveva bisogno era un ragazzo, precisamente Josh Tyler.
 
Josh Tyler non era mai stato quel che si dice un uomo di poche parole.
«…E allora io con un gesto fulmineo l’ho parata! Ti rendi conto? Senza di me la squadra non si sarebbe mai aggiudicata la vittoria»
Ginny continuava ad annuire stancamente e a farfugliare qualcosa ogni tanto, giusto quando lui la interpellava. Quel giorno si sentiva particolarmente vuota… sì, come se dentro di lei i suoi sentimenti e la sua voglia di vivere avessero preso il largo. E non era tutto: si sentiva completamente, malinconicamente sola. Come se Josh accanto a lei fosse invisile, non tangibile. Avrebbe desiderato trovarsi accanto a qualcuno di vero, autentico, dolce… qualcuno come Harry. Ginny scosse vigorosamente la testa, come per scacciare quei futili pensieri: si era ripromessa di non pensare più ad Har… a lui. Ma era così difficile. La rossa sbuffò e si appoggiò alla colonna restrostante con la schiena. Stava quasi per dire a Josh di farla finita con le sue assillanti chiacchere, quando qualcuno la fece trasalire.
Harry aveva imboccato proprio in quel momento quel corridoio.
E quale occasione migliore per farlo ingelosire ancor di più?
Josh stava ancora blaterando quando Ginny lo tirò a sé e lo baciò con sfrenata, finta passione.
«Disturbo?»
Harry si era fermato esattamente di fronte a loro. Il suo tono tradiva il nervosismo.
«Cosa vuole?» domandò la rossa brusca, lasciando Josh e provvedendo subito a nascondere il compiacimento.
«Devo parlarti. Puoi venire un attimo con me?» chiese freddo il moro, tendendole una mano. La gelosia gli si leggeva in faccia.
Ginny non seppe mai quanto tempo rimase lì impalata come uno stoccafisso a fissare la mano di Harry. Fatto sta che una voce interruppe il fluente corso dei suoi dolci pensieri.
«Ma Harry…Cioè Prof.. noi due.. prima volta… insieme… fantastico» balbettò imbarazzato Josh, enfatizzando l’ultima parola con un sospiro di piacere.
Ginny diventò irrequieta: era così presa da Harry che quasi si era dimenticata di Josh. E non si poteva permettere che il suo piano tanto ben congeniato colasse a picco. Lo fulminò con lo sguardo, ma Josh continuò imperterrito, incurante delle sue occhiatacce.
«Lei.. togliere…disturbo..»
«La seguo prof!» si affrettò a dire Ginny, per troncare ogni obiezione da parte di Josh, che, piuttosto spiazzato, la vide afferrare la mano di Harry e allontanarsi con lui.
Potter la stava guidando verso il cortile, dalla parte erbosa dove solitamente si stendevano le coppiette felici.
Era una bella giornata. Il sole che faceva capolino in mezzo al cielo sereno illuminava Harry, regalando al suo viso una straordinaria sfumatura rosata.
Ginny non poté fare a meno di pensare contemporaneamente a quanto fosse bello Harry e a quanto fosse idiota Josh. Anche il più stupido degli ippogrifi si sarebbe accorto che la ragazza lo stava spudoratamente usando per i suoi subdoli scopi personali. Sorrise al pensiero. E quando Harry se ne accorse non poté non sorridere a sua volta.
«Ti ho salvata, eh?» disse mentre il suo sorriso si andava affievolendo, riaccendendo l’espressione rancorosa e fredda di prima. «Da quel tipo, intendo. Josh Tyler, giusto?»
Al pronunciare quel nome il viso di Harry si contrasse in una smorfia di puro odio. Manco avesse nominato Voldemort.
Dato che Ginny lo guardava senza capire e non parlava, Harry prosegui.
«L’ho visto all’ultima partita. Aveva fatto un’ottima parata all’ultimo minuto. Bella scelta, complimenti. Peccato sia solo tutto-muscoli-niente-cervello» aggiunse sorridendo appena.
Ginny fece del suo meglio per taroccare la sua faccia e fingere un’espressione indignata e rabbiosa.
«Mi hai trascinato qui solo per dirmi questo e insultare il mio ragazzo?» chiese con tono furioso, mentre la sua mente vagava in un universo parallelo, nel quale Harry capiva finalmente di aver sbagliato e le implorava perdono, per poi avvicinarsi al suo viso e baciarla appassionatamente.
«Guarda che ho di meglio da fare che stare qui a discutere con te…» mentì ancora la rossa, mentre i suoi pensieri si incentravano sempre su di un fatidico, improvviso bacio di riconciliazione. E invece di arretrare per tornare da Josh, fece un passo avanti sperando di incoraggiare Harry.
«D’accordo…» disse quello rassegnato.
Harry imprecò mentalmente mandando a quel paese il regolamento, la preside e la stessa Romilda. Al diavolo la sua carriera, e coloro che avevano minacciato di espellere Ginny. Non resisté e si sciolse in un sorriso, poco prima di appoggiare le sue labbra su quelle di lei, in un intenso contatto.
«Non sei certo un’ottima Occlumante» aggiunse fissandola malizioso.
Ginny diventò paonazza: Harry aveva visto…tutto…?
Abbassò lo sguardo imbarazzatissima, ma Harry le rialzò il viso sollevandole il mento con l’indice.
«Tutto bene?»
«Sì, sì!!» rispose lei allegramente, riprendendosi.
Insieme si avviarono mano nella mano lungo il vialetto, fregandosene di ciò che accadadeva intorno a loro. Infatti di lì a poco numerosi studenti cominciarono a fissarli con crescente curiosità. Qualcuno addirittura li pedinava per scoprire cosa succedeva tra i due, fermandosi ogni tanto a pettegolare nell’orecchio di qualche compagno. Le voci presto sarebbero arrivate anche alla preside.
«Allora, non mi chiedi scusa?» domandò ad un certo punto Ginny, tranquillamente.
Harry si arrestò di punto in bianco. Sembrava scandalizzato.
«E per che cosa ti dovrei chiedere scusa?» domandò con una nota d’ironia.
«Per le smancerie con Romilda, ovvio»
«Non starai parlando seriamente…»
«E invece sì…»
Harry cominciò a fremere di rabbia. Ginny lo vide irrigidisi a suo fianco.
«Perché, tu non hai colpa? Tutte quelle moine con Josh secondo te come mi hanno fatto sentire?» sbottò irritato, alzando la voce.
Colta in castagna. Harry doveva aver intuito che lo stare con Josh era solo una messa in scena. Ginny aveva sperato con tutta se stessa che il ragazzo non tirasse in ballo proprio quell’argomento, perché sapeva anche lei di aver sbagliato. Ma certo non si sarebbe scusata, aveva un orgoglio e una certa dignità di Grifondoro da difendere. Peccato però che l’amettere il torto fosse l’unica scappatoia da una lunga litigata…
«Allora? Come la metti adesso?» continuò Harry impaziente.
«Io mi sono solo vendicata! Hai cominciato tu!» ribatté Ginny testarda, mollando la mano di Harry che cominciava a sudare.
«HO COMINCIATO IO?» urlò Harry, mentre la frustrazione saliva alle stelle.
Parecchie teste si voltarono verso di loro.
«IO NON HO MAI COMINCIATO, GINNY!! SEI TU CHE TI SEI MESSA IN TESTA QUESTA STUPIDA STORIA!!»
«E’ COSI’ HARRY!! IO VI HO VISTI INSIEME! E TU MI AVEVI LASCIATA! GUARDA CHE SO FARE DUE PIU’ DUE! E SMETTILA DI URLARE, MI FAI VENIRE I BRIVIDI!»
Harry la incenerì un’ultima volta con lo sguardo e se ne andò senza fiatare. Ginny sentì le lacrime salirle agli occhi. Immediatamente le ricacciò giù, perché piangere in quel momento significava sconfitta. E in quel periodo non si sentiva in vena di sconfitte. Forse aveva esagerato mettendo insieme quell’assurda teoria sulla presunta relazione di Harry con Romilda. Forse aveva sbagliato, si era solo confusa mentre faceva i calcoli, forse aveva frainteso tutto…
Impossibile.
Harry l’aveva lasciata.
E lei li aveva visti insieme… 
 
Eccomi tornata!! Scusate, ma ero al mare e quelle poche recensioni che ho lasciato ad alcune fic mi sono riusciti solo perché avevo rubato la chiavetta vodafone a mio padre ; )
Come promesso, ecco i ringraziamenti:
Emydema: Vedi di preoccuparti, perché Bonnie farà di nuovo la sua comparsamolto presto… Ma non strapparti i capelli, come dice il mio motto: lietofine forever! Grazie per la recensione!
Erikappa: a me piace buttare benzina sul fuoco ;) Dai no, ma vedi, se Ginny deve vendicarsi, almeno lo deve fare con stile, e Romilda almeno le dà un motivo in più per mettere in atto il suo piano… ma lo sai che le tue recensioni mi tirano su di morale? Perché è proprio ciò che voglio sentirmi dire! XD ..ke altro posso aggiungere…Grazie per la recensione! Un bacione!
Sarina87: Già, Harry è proprio un tonto coi fiocchi…Certo che Ron e Herm cercheranno di aiutarli [ammesso che sia ancora possibile]
… no dai, scherzo… Quei due si rimetteranno insieme prima del previsto, non ti preoccupare… te lo prometto!! L’attesa però sarà un po’ movimentata, perché nel prossimo capitolo (UDITE UDITE) anche Harry si vendicherà!! Eh già, perché il comportamento di Ginny in questo capitolo non gli è proprio piaciuto… Grazie per la fantastica recensione, bacioni!!
E ringrazio anche i 15 preferiti e i 3 seguiti.
Alla prossima, kiki

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Capitolo 7
*** impossibile ***


Ecco un nuovo capitolo, sfortunatamente è un po’ corto…

 

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7. IMPOSSIBILE

 

Ginny e Harry non si erano rivolti la parola per il resto della settimana. In compenso Harry sembrava aver abbandonato tutta la sua frustrazione, perché ora se ne andava sempre in giro avvinghiato a Romilda Vane. Erano appiccicati a colazione, a pranzo e a cena, e si stendevano insieme sul prato i pomeriggi di sole e quando si trovavano in prossimità  di Ginny si stringevano ancora di più, se possibile.

 

«Ginny!!» la salutò giovedì Romilda quando la incrociò nel cortile.

«Romilda…» fece la rossa leggermente irritata. Romilda era praticamente in braccio a Harry.

«Ginevra! Che bella sorpresa!!» esclamò il ragazzo con un gran sorriso. Ginny ribatté con un sorriso amaro e per un attimo fu tentata di ricordargli che lei era un’alunna, e che era decisamente fattibile che lei si trovasse in giardino a quell’ora, essendo autunno.

«Che ci fai qui?» chiese Harry mettendo giù Romilda. «Credevo di avervi affibbiato un sacco di compiti per domani; li hai già fatti?»

Ginny fece un sorriso forzato e sfilò da sottobraccio la sua copia del libro di testo che utlizzavano di solito a Difesa. Non era evidente che uscita proprio per fare i compiti? Non era evidente l’espressione esausta sulla sua faccia? Non era evidente il foglio di pergamena tutto spiegazzato e scribacchiato nella mano destra?

Ora Ginny ne era certa: Harry aveva certamente perso qualche rotella da quando frequentava quella

«Ginny? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Ginny!!»

Harry le sorrideva ancora e le sventolava una mano di fronte agli occhi. Ginny non si ripercosse dallo stato di trance e con la bocca dischiusa si ripecchiò negli occhi verdi del ragazzo mentre un brivido le percorreva la schiena, come succedeva sempre del resto guando li guardava.

Romilda non perse tempo a commentare.

«Harry, tesoro, mi sa che si è pietrificata da sola. Guardala, sta lì come un pesce lesso a fissarti con quei suoi occhietti malefici…»

«Non sono malefici… Io li trovo adorabili…»

Ginny fremette, disgustata dal comportamento oca di Romilda e al contempo esasiata dal complimento di Harry. Oltrettutto anche lui non le toglieva gli occhi di dosso.

«Ma Harry, dobbiamo affrettarci.. Ricordi? Mi hai promesso che mi avresti portato a…»

Nessuno dei due ascoltava più Romilda. Entrambi continuavano a fissarsi  sostenendo piacevolmente lo sguardo dell’altro.

Ad un certo punto, inaspettatamente, Harry cinse la vita di Romilda con un braccio e posò le labbra sulle sue, facendola tacere.

Al termine del contatto Romilda era più che esaltata che mai, completamente schizzata, tanto che non la smetteva di saltellare sul posto battendo le mani e lanciando gridolini acuti.

«Oh, amore!! Il nostro primo bacio!! E’ stato così bello!! Perché non mi hai avvertita prima? Oh, fa niente… Dai, vieni qui…»

Romilda afferrò Harry per il bavero e lo baciò di nuovo, più appassionatamente, anche se lo sguardo di lui era impuntato con fermezza sulla rossa di fronte.

Ginny si voltò di scatto, inorridita e sorpresa. Harry non era proprio il tipo da prendere l’iniziativa.

All’improvviso lo sconcerto si tramutò in rabbia. No, questa non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Sapeva che Harry lo faceva solo per ripicca… Oppure no?

Senza sapere come fosse successo, Ginny si ritrovò a correre all’impazzata verso il suo dormitorio, con le lacrime che le salivano gli occhi e il cuore intrappolato in una fredda morsa d’acciaio. Non aveva più i libri in mano, forse li aveva fatti cadere durante la corsa. La signora grassa d’altro canto la lasciò passare senza richiedere la parola d’ordine: è proprio vero che le donne si capiscono al volo….

Ginny percorse impettita sala comune e, sgusciando fra gli altri Grifondoro, si fiondò nel dormitorio femminile. Con un balzo saltò sul letto, immergendo subito la testa nel cuscino di piuma d’oca e scoppiando in singhiozzi disperati, senza però versare neanche una lacrima. Lei non piageva mai, del resto. Provò a formulare ipotesi e a inventarsi modi differenti per farla pagare sia a Harry che a quell’insulsa Vane. E sfortunatamente ci riuscì.

 

 

 

Lo so, sono in un ritardo pazzesco!! E’ che sono appena tornata dalle vacanze… Prometto che il prossimo capitolo sarà molto più lungo e coinvolgente di questo….Grazie ancora per i diciotto preferiti e i quattro seguiti!!

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Capitolo 8
*** incubi ***


Come promesso, un nuovo capitolo…
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7. INCUBI
 
Passò la notte sveglia a progettare trappole per Harry. Non quel titpo di trappole che ti fanno inciampare dentro una buca, ma una di quelle che ti fanno pentire amaramente di quello che hai fatto.
Però, quando finalmente si addormentò, fece un brutto sogno. Si svegliò di soprassalto intorno alle tre. Respirava affannosamente, tremava, era pallida e aveva la fronte imperlata di sudore. Si guardò intorno, ma vide solo la panoramica del dormitorio delle ragazze Grifondoro. Con ribrezzo riappoggiò la testa sul morbido cuscino e si rigirò tra le coperte scarlatte di velluto del suo letto a baldacchino. Alla sua destra Luna dormiva tranquillamente russando sonoramente. Ginny cercò di ricadere nel mondo dei sogni, ma non ci riuscì. Il vento fuori dalla torre soffiava forte e le chiome degli alberri scrosciavano al suo passaggio. La piccola Weasley si stancò di guardare fuori dalla finestra e decise di alzarsi, tanto non avrebbe più preso sonno. Si infilò le pantofole attenta a non far rumore e uscì in punta di piedi, richiudendosi cautamente la porta alle spalle. Quando fu sulle scale sfoderò la bacchetta magica e dopo aver bisbigliato “Lumos!” si diresse verso la sala comune. Le gambe le sembravano molli, e la testa le girava vertiginosamente; ma Ginny continuò a camminare impettita verso gli appartamenti dei professori. Quando fu davanti alla porta su cui spiccava la scritta dorata “H.Potter”, bussò tre volte, poiché era troppo stanca per usare la magia. Alcuni passi lenti e trascinati, lo scatto di un interruttore e il tintinnio della chiave nella toppa rimbombarono all’interno della stanza. Pochi secondi dopo la maniglia si abbassò e un Harry piuttosto assonnato si affacciò sulla porta.
«Ginny!» escalmò il ragazzo sconvolto, con la voce impastata dal sonno, «Che ci fai qui? Siamo nel cuore della notte, non dovresti gironzolare nei corridoi da sola!!»
Ginny si stropicciò gli occhi accecata dalla luce proveniente dall’interno, e più cercava di mettere a fuoco il volto di Harry, più quello sbiadiva.  Proprio come nel suo incubo.
«Harry… Ho fatto un brutto sogno…» mormorò, mentre i lineamenti nitidi del ragazzo diventavano sempre più confusi.
«Ginny, che c’è? Sei sicura di sentirti bene?» domandò il moro, di colpo più sveglio.
La sua voce tradiva la sua preoccupazione. Ma Ginny non gli rispose.
La testa le vorticava sempre più veloce, e ad un certo punto la ragazza svenne, accasciandosi al suolo. Fortunatamente Harry l’afferrò prima che sbattesse la testa, e, dopo essersela caricata in braccio, la trasportò fino al suo letto dove l’appoggiò dolcemente.
«Ginny…» le disse, scostandole un ciuffo ribelle dalla fronte.
Harry la guardò amorevolmente e dopo qualche minuto si alzò, andò in bagno e tornò con uno straccio imbevuto d’acqua. Delicatamente lo poggiò sulla fronte della rossa, che scottava terribilmente.
«Devo fare qualcosa, sta bollendo…» mormorò passandosi una mano sui capelli già troppo scompigliati.
Il moro si mise seduto sul letto a studiarla minuziosamente e il suo sguardo cadde sul pigiama a pois della ragazza, mentre una luce di malizia si accendeva nei suoi occhi.
«Forse dovrei spogliarla…»
  ***
 
 
Ginny si svegliò più presto del solito. Non sapeva perché, ma la testa le doleva terribilmente. Con uno sbadiglio abbassò lo sguardo sul letto su cui era stesa. Era sicura che non fosse il suo, perché era troppo morbido. Per i pochi secondi che seguirono il panico si impossessò di lei: evidentemente non si trovava nel suo dormitorio. Mentre si rodeva disperatamente in cerca di una spiegazione, una voce giunse dal bagno.
«Ti sei svegliata finalmente!! Sai che ero in pensiero per te? Per un istante ho addirittura pensato che fosse meglio portarti in infermeria!!»
«Harry!! Che ci fai tu qui?»
«Nel caso non lo avessi ancora notato, questa è la mia stanza…»
Ginny si guardò intorno smarrita. Non ricordava di essere mai stata nella camera di un professore. Ora che ci pensava: perché era nella camera di un professore?
La ragazza con suo grande disappunto si accorse di essere in biancheria intima. Perché?
Quando Harry tornò dal bagno istintivamente si sbrigò a tirare le lenzuola fin sopra il mento.
Harry indossava solo un paio di pantaloni, e dava piena mostra dei pettorali mozzafiato e degli addominali scolpiti. 
Vedendola rossa come un peperone Harry ridacchiò, fissandola maliziosamente.
Ginny rabbrividì al pensiero di quello che poteava essere successo quella notte.
«Non è come credi» spiegò lui, dato che la ragazza aveva frainteso, «avevi la febbre e mi è sembrato opportuno spogliarti…»
Ginny sbiancò e lo fulminò con lo sguardo, incredula.
Harry indossò frettolosamente una maglia, poi prese una sedia e la posizionò accanto al letto, adagiandocisi sopra e proseguendo: «E’ vero!! Sei venuta da me dicendo che avevi fatto un incubo e poco dopo sei svenuta. Allora ti ho fatto stendere sul mio letto e per raffreddarti ti ho tolto gli abiti superflui…»
«Non ti preoccupare, io ho dormito sul divano!!» Si affrettò ad aggiungere, notando l’espressione spaventata della ragazza.
Ginny sospirò sollevata.
Il moro era stupefatto.
«Davvero non ricordi nulla?»
«No…»
Harry si sporse sulla ragazza ancora distesa sul letto sotto le lenzuola, e appoggiando le mani nelle zolle di materasso libero le si avvicinò fino a quando i loro nasi distanziarono solamente pochi centimetri.
«Ti senti meglio ora?» chiese dolcemente.
Ginny non resistette. “Al diavolo la vendetta e tutto il resto” pensò. Con uno scatto afferrò convulsamente la maglia Harry e lo tirò a sé, trascinandolo sopra al proprio corpo e iniziando subito a baciarlo con un impulso a dir poco irrefrenabile. Harry, stupito, rispose al bacio solo dopo qualche minuto, salendo completamente sul letto e mettendosi a cavalcioni su di lei. Stava slacciando il gancetto del reggiseno senza staccarsi dalle sue labbra, quando un rumore inatteso fece sobbalzare entrambi.
Toc, toc.
«Oh no!!» bisbigliò Harry digrignando i denti, maledicendo mentalmente chiunque avesse osato bussare alla porta.
«Aprà questa porta, Potter!!»
Presi dal panico i due ragazzi si staccarono immediatamente, e Harry, agitato, fece appena in tempo a lanciare sopra la ragazza il mantello dell’invisibilità quando la porta si spalancò di botto.
Era Gazza. Con un enorme mazzo di chiavi in mano.
«Mrs. Purr dice di aver visto qui dentro studentessa » disse il vecchio custode cercando di sbirciar la stanza dietro all’imponente figura di Harry che intanto si era piazzato davanti a lui.
«Hmm…  no, qui non c’è nessuno… E ora, se vuole levare il disturbo…»
Harry fece per chiudere la porta, ma Gazza, con un movimento secco, mise un piede tra il battente e lo stipite, così da poter tenere aperta la porta di uno spiraglio.
«Mrs. Purr dice che qualcuno si è intrufolato qui dentro!!» ripeté, alzando la voce.
«Mrs. Purr avrà sbagliato. Ascolti, qui dentro ci sono solo io. Se vuole controllare…»
Harry aprì la porta del tutto, rivelando la camera disordinata e … vuota.
«Hmm…» mormorò Gazza sconcertato.
Alzò il piede che teneva aperta la porta e fece per compiere un passo dentro la stanza ma Harry ne approfittò e gli richiuse violentemente la porta in faccia.
«E’ andato via?» chiese timidamente una voce femminile.
«Sì»
Ginny sollevò il mantello e lo fece scivolare sotto il letto, dove Harry lo teneva di solito.
Harry sospirò e si diresse verso il letto.
«Allora, dov’eravamo rimasti?» domandò la ragazza con malizia, abbassandosi la spallina.
Harry la fulminò e con un cenno della testa le indicò l’orologio attaccato alla parete.
«E’ tardi, ho lezione tra cinque minuti» disse freddo.
«Amore ti sei arrabbiato?» domandò la ragazza preoccupata, mettendosi a sedere.
Harry la fissò per un momento e poi prese dall’armadio la sua vestaglia e gliela lanciò.
«Mettiti questa, sei mezza nuda e fa ancora freddo fuori» disse se possibile ancora più gelido.
Ginny gli scoccò un’occhiataccia e dopo aver allacciato la vestaglia si diresse i bagno con disappunto.
«Già, sembra di essere al polo nord…» aggiunse ironicamente, piuttosto seccata dal comportamento del ragazzo.
Harry fece una smorfia e si infilò il maglione dalla testa, prendendo poi sottobraccio il mantello nero e dirigendosi verso l’uscita.
«Chiudi la porta quando esci » ricordò bruscamente a Ginny prima di varcare la soglia diretto verso l’aula professori.
Ginny grugnì qualcosa che Harry prese per un “sì”, così si avviò fuori dalla stanza per i lunghi corridoi brulicanti di studenti già pronti in uniforme.
Improvvisamente Ginny, forse a causa del comportamento freddo di Harry,  decise di riprendere la vendetta. Aveva la prima ora buca quella mattina, così preferì di fare con comodo, nel bagno, e di attardarsi per farsi più carina che poteva. Voleva apparire incantevole alle lezione di Harry, per farlo arrabbiare. Pensò anche di fare la svampita con qualche ragazzo, tanto per esagerare. Appena ebbe finito di lavarsi fece comparire sulla mensola del bagno la sua fedele trousse, dalla quale attinse parecchi chili di fard, mascara e rossetto. Quando finalmente fu pronta, roteò la bacchetta e la sua uniforme comparì in uno sbuffo di polvere bianca, già lavata e stirata.
Erano quasi le 8.50 quando si decise a uscire, perché non le andava di fare colazione. O meglio, lo voleva ma non osava, ancora preoccupata per quello che le aveva detto Bonnie sul suo aspetto fisico. Fu felice però di trovare un pacchetto di cracker mezzi sbriciolati sul comodino di Harry, assieme a parecchie noci per Edvige II.
Era appena uscita quando qualcuno la chiamò. Ginny si voltò: era Hermione.
«Ehi, ciao Herm!», la salutò allegramente. Hermione non rispose, ma quando le fu abbastanza vicina alzò una mano e la colpìin piena faccia. Fu uno schiaffetto da niente, ma a Ginny parve fare molto più male. Come una pugnalata al cuore.
«A cosa devo questo?» domandò sorpresa.
«Ginny, sei la mia migliore amica, ma non hai capito un bel niente. E Harry è per me come un fratello, non sopporto di vederlo soffrire così!» disse tutto d’un fiato.
«E guarda come sei conciata…» aggiunse sprezzante squadrandola dal trucco alla camicetta non proprio abbottonata alla perfezione. Dov’era la Ginny acqua e sapone che conosceva?
«Sei venuta qui solo per dirmi che stai dalla sua parte?» domandò acida Ginny.
Hermione sospirò. Non valeva nemmeno la pena rispondere a quella domanda.
«Lui ti ama molto. Pensi davvero che ti abbia lasciato per Romilda?»
Ginny aprì bocca, ma Hermione la bloccò.
«No. Invece di farti ogni ragazzo della scuola, prova ad aprire gli occhi e a guardare in faccia la realtà. Oltre agli occhi prova anche ad aprire il manuale scolastico, qualche volta…» e detto questo girò i tacchi e se andò.
E Ginny rimase lì, a massaggiarsi la guancia.
 
Non c’ho messo molto ad aggiornare questa volta, vero?? ^^. Hermione è stata un po’ dura, ma a Ginny ci voleva una bella lavata di capo, vero?
Ringrazio:
Erikappa: Ma ciao!!! Hai ragione a dire che anche Romilda è un’alunna… Solo che io mi ero dimenticata di dire che Romilda, invece di riprendere la scuola e finire il settimo anno si era ritirata prima, era andata a fare l’aiuto-bibliotecaria in biblioteca… Sono stata proprio una sciocca a non averlo detto prima *me sbatte la testa sul tavolo* Mi dispiace sul serio! Comunque come hai detto tu nella tua recensione a Harry non gliene frega niente di Romilda e la usa solo per vendetta… Grazie ancora per la recensione e per i complimenti, e non ti preoccupare se non hai recensito il capitolo ancora prima!!! Un bacione!! <3<3<3
_HarryGinny_: Hai proprio ragione! Ha davvero superato il limite! Che ne dici, gliela facciamo una bella multa salata? Ma guarda il lato positivo: più i due si arrabbiano, più si innamorano l’uno ddell’altra… Per questo vogliono vendicarsi… ^_^” un tantino complicato vero? Grazie per la recensione! Un bacione anche te!!! A presto <3<3
Emydema: cia-auuu (eh sì, sto ascoltando Shakira…), emips!!! Non ti preoccupare, la pace arriverà!!! Un po’ tardi, ma arriverà… Nel frattempo incrocia le dita, d’accordo?? E sì, Romilda rovina sempre il quadretto… ma mi libererò presto di lei…muhahah! Basta anticipazioni… Un bacio<3
Penny Black:  Ciao!! Ti ringrazio molto di aver recensito, mi ha fatto molto piacere! Come te anch’io trovo la situazione…interessante. Davvero. Non credo ci siano altre parole per la confusione che sto scrivendo! E le conseguenze fai bene a temerle, anche perché tra di loro rientra anche un potenziale soggiorno al san mungo di uno dei protagonisti…. *si cuce la bocca* Ho già detto troppo!! Cmq hai visto che in questo capitolo è saltata fuori Herm, come avevi predetto?? E’ scontato che senza il suo aiuto quei due non avrebbero risolto niente… Grazie ancora per la recensione!! Un bacio!! <3<3
 
Ora devo andare, ci vediamo al prossimo capitolo!!!

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