I migliori anni

di Grifondoro_Serpeverde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo ***
Capitolo 2: *** II Capitolo ***
Capitolo 3: *** III capitolo ***
Capitolo 4: *** IV Capitolo ***
Capitolo 5: *** V Capitolo ***



Capitolo 1
*** I Capitolo ***


Salve!
Premetto che è la mia prima storia a capitoli e che ho messo giallo come avvertimento, perché non so ancora come andrà a finire. Probabilmente sarà una Huddy (House e Cuddy), ma non so ancora se arriverò a scrivere del loro lavoro all'ospedale.
Inoltre potrebbero comparire altri personaggi della serie o di altre serie, chissà ... in ogni caso provvederò a cambiare gli avvertimenti.
Spero che la storia vi piaccia! Se notate errori o avete consigli non esitate a scrivere!
G_S




I



Se ne stava lì,  sotto l'albero del cortile, con un libro sulla medicina diagnostica in mano.
La lezione da cui era scappato, con la scusa del mal di testa, stava per finire, e sarebbe dovuto andare a seguire la lezione di Filosofia.
Si alzò da terra e si diresse verso il portico, passo lento ma sicuro. Arrivò davanti alla classe ed aspettò il suo migliore amico. Al suono della campanella tutti gli studenti uscirono. Tutti gli studenti, tranne l'unico che gli interessava. Entrò in aula e vide il ragazzo che conversava con il docente di Religione. "C'è sempre un posto per la fede, anche in ospedale..." stava dicendo il professore "non puoi sperare di fare il medico se non lo capisci, devi avere fiducia... " " La fiducia va meritata " Nell'udire la sua voce i due si girarono " Salve signor House " salutò il professore " Mr Robinson " il ragazzo fece cenno all'amico ed uscì ad aspettarlo in corridoio.  Qualche minuto dopo, uscito dall'aula si unì al moro ed insieme si incamminarono verso l'aula 23 del professor Dickinson.
" Non capisco perché ti ostini ad ascoltare quell'uomo " disse sprezzante Gregory. L'amico non si fece intimidire e rispose " Dunque vediamo... perché siamo nella sua classe, perché rispetto la sua opinione e ah si mi interessa forse? " Il moro si fermò a guardare l'amico. James Wilson, questo era il suo nome, era alto, magro e con i capelli color cioccolato sempre in ordine. Un ragazzo gentile, tranquillo, disponibile e sempre educato.  Insomma un tipo veramente curioso, per lui. " Oh taci, seguo quel corso solo perché gli altri erano tutti occupati e lo sai. Comunque muoviti o Mr Dickinson ci ucciderà "
Arrivarono in aula con un paio di minuti di ritardo, come al solito House si sedette all'ultimo posto vicino alla finestra e Wilson davanti a lui vicino ad una loro amica: Lisa Cuddy. Lisa era una bella ragazza, occhi chiari, capelli ricci, una ragazza intelligente e piena di passione. Lei non era come tutte le altre, era una delle poche persone a tenere testa ad House ed era una delle poche ad avere il suo rispetto.
Erano uno strano trio. James era quello gentile e responsabile, Greg era quello scalmanato e geniale,  Lisa era la ragazza del gruppo che li tirava fuori dai guai. Insieme quei tre potevano fare tutto.

Seguirono la lezione, ascoltando il professore e gli innumerevoli interventi di Greg, dopodiché uscirono e si incamminarono verso il cortile.
" Che cosa rende un'azione giusta o sbagliata? " Stava chiedendo Greg,  riprendendo l'argomento della lezione. " Insomma come capiamo se un'azione è sbagliata? " Continuó.
" Dalle conseguenze che esse hanno sulle persone che ti circondano o su te stesso House " rispose Wilson " Se una tua scelta fa soffrire qualcuno, intenzionalmente,  spesso è una scelta sbagliata " proseguì. " Punti di vista. Se quella scelta fosse l'unic- " " Okay ora basta " li interruppe Lisa" almeno per una volta, vorrei trascorrere un pranzo tranquillo discutendo di cose normali " " oh certo parliamo di trucchi e ragazzi! Magari raccontiamici i segreti! Ma che bella idea...! " Disse ironicamente House beccandosi una gomitata dall'altro amico " Hai ragione scusa Lisa "

Raggiunta la mensa fecero la fila per il pranzo e poi si diressero verso quello che, da ben due anni, era il loro tavolo. Quel tavolo era speciale,  proprio lì  James, Greg e Lisa si erano parlati per la prima volta.
Greg lo ricordava molto bene, era seduto da solo a mangiare, quando un ragazzo si avvicinò timidamente chiedendo se il posto fosse occupato. Era iniziato tutto così e da allora non era mai cambiato.
E non doveva cambiare.

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Capitolo 2
*** II Capitolo ***


II



Tornato a casa House salutò sua madre, si fece un panino e andò in camera sua.
 
Pensieroso accese lo stereo, mise un cd a caso della sua raccolta e prese un libro: Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie. Mentre si sdraiava sul letto la musica partì, e sulle note di Il testamento di Tito, iniziò a leggere quello splendido libro che aveva comprato il giorno prima.

 
 
Era così assorto nella sua lettura che quando sua madre entrò nella stanza non ci fece caso. Ad un certo punto sentì la voce, insistente, della donna; probabilmente non era la prima volta che lo chiamava. Mise giù il libro, la guardó irritato e poi disse "Cosa c'è mamma?" Sua madre non ebbe nemmeno bisogno di guardarlo per sapere che faccia avesse assunto il figlio, e continuando a sistemargli la biancheria pulita nel cassetto disse "Non mi guardare con quella faccia Gregory!  Ti stava squillando il telefono, hai 3 chiamate perse. Ma non la senti la suoneria? Benedetto ragazzo!" E dicendo questo, chiuse il cassetto ed uscì lasciando la porta aperta.
"La porta si chiude!" Esclamò lui. Poi si alzò:  chiuse la porta, spense lo stereo e guardó il telefono. Vide tre chiamate perse da James, lo richiamò.
"GREG! DOVE ACCIDENTI ERI FINITO?! TI HO CHIAMATO TRE VOLTE!" Il tono irritato del suo amico lo fece sorridere
"Calmati James, stavo leggendo un giallo, cercando di indovinare il colpevole... non ho sentito il telefono." 
James sbuffó "Accidenti a te e alla tua modalità bolla!"
Greg non ne poté più e chiese all'amico perchè lo avesse chiamato.
"Oggi è venerdì, e John dà una festa, ovviamente ci ha invitati, e ha invitato anche Lisa e le sue amiche..." Come se stesse leggendo i pensieri dell'amico aggiunse "Avanti Gregory! Non puoi darmi buca anche questa volta, ME LO DEVI"
Fú il turno di Greg a sbuffare  "A che ora sarebbe questa festa?"
"Alle 11 a casa di John! Oh ti adoro! Ti passo a prendere?" 
"Taci. Ci vediamo lì alle 10 meno un quarto."
E dicendo questo riattaccò. 
Poi si avvicinó alla sua lavagna ed iniziò  a scrivere tutti i nomi, e i dati dei possibili colpevoli del libro. 
Si mise seduto sul letto ed iniziò a ragionare riprendendo la sua lettura.
 
 
Quando si accorse che la luce stava sparendo, guardó la sveglia: 20.40.
Decise che era ora di scendere per la cena. 
Si alzò e scese lentamente le scale. Arrivato in sala da pranzo vide suo padre, o meglio, quello che diceva di essere suo padre, al tavolo insieme a sua madre. 
"Signore" lo salutò Gregory mentre si accomodava. 
"Greg." Disse facendogli un cenno "Sei in ritardo per la cena" proseguì.
"Solo di qualche minuto, non mi pare che tu abbia finito di mangiare" disse House irriverentemente. 
"Greg" lo ammoní sua madre.
"Non importa cara, credo che Gregory questa sera non abbia molta fame. Non è vero ragazzo?" Disse freddamente il padre. 
"Ovviamente... dimenticavo che il ritardo mi costa la cena come in caserma. Dì un po' quand'è che riparti per la prossima missione?"
La signora House lanciò un'occhiata preoccupata verso di loro. 
Tra i due non c'era mai stato il rapporto padre-figlio che Blythe House avrebbe voluto,  e ogni volta che John tornava a casa dalle sue missioni, i due riaprivano le ostilità. 
"E tu quand'è che te ne vai da casa mia?" Disse John House con rabbia.
"Molto presto tranquillo!" Rispose Greg. E dicendo questo si alzò, prese le chiavi della sua moto e uscì di casa. 
Sali in sella e, senza casco, si avviò verso il parco.  Lì prese il telefono e scrisse ai suoi migliori amici. 
 
'Il vecchio bastardo è tornato.'
 
Poi si diresse verso le altalene, si sedette, si accese una sigaretta e attese le loro risposte. La prima a rispondere fu Lisa.
'Ti ha buttato fuori anche questa volta?  Vieni da me, mia madre e mio padre sono usciti, c'è solo mia sorella.'
Letto il messaggio, buttò la sigaretta e  si mise in sella alla sua moto.
 
Arrivò a casa di Lisa, suonò il campanello e attese.  La porta si aprì,  e una Lisa Cuddy in pantaloncini e canottiera lo accolse con aria dispiaciuta.  
"Non importa!" Disse House "È un idiota" aggiunse. 
Lisa rise, poi gli porse il suo panino preferito: tonno e pomodoro.
"Ecco perché ti adoro!" Esclamò il ragazzo sedendosi al tavolo.
 
Mangiò velocemente il panino, e, salutata la sorella di Lisa, uscirono a fare una passeggiata.
"A che ora inzia la festa?" Chiese Lisa.
"Alle dieci meno un quarto io e Wilson ci vediamo al solito posto. Vieni anche tu, ti dò uno strappo io." Disse Greg guardandola.
"Devo avvertire Martha. Aveva detto che mi sarebbe passata a prendere alle dieci e mezza" e dicendo questo prese il telefono e chiamò l'amica. 
 
'Ehy Martha, sono Lisa...'
Mentre Lisa parlava al telefono Greg la osservó. La sua amica era molto bella,  i suoi ricci e le sue forme, al chiaro di luna risaltavano ancora di più. Una ciocca di capelli ribelle le era scivolata davanti gli occhi, liberandosi dalla coda, ed House la guardó sistemarsela con cura dietro l'orecchio.
Lei era una delle ragazze più belle della scuola, ma non era solo questo a far impazzire Greg. La sua intelligenza, la sua forza d'animo,  il suo coraggio, la sua testardaggine e il modo in cui gli teneva testa. Queste cose lo facevano impazzire. 
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse che l'amica aveva finito la telefonata e lo stava guardando.
"Greg?" Chiamò lei. "Greg tutto bene?"
Lui si riscosse "Si, si. Stavo pensando al libro che sto leggendo"
Lei rise e poi disse "Deve essere un bel libro, se ti impensierisce così tanto"
"Sì lo è! Quando lo finisco te lo presto!"
"D'accordo Greg" Disse lei sorridendo.
Ci fu un momento di silenzio poi il telefono di Greg squillò; era Wilson.
"Ehy Greg" esordì lui "Ho letto il messaggio. Vuoi che ci vediamo prima?" disse lui in tono triste.
Lisa era vicino a lui e lo stava guardando. 
"Nessun problema James. Ci vediamo al solito posto come avevamo stabilito" guardò l'orario e aggiunse "tra mezz'ora. Ah viene anche Lisa." e detto questo riagganciò. Guardò la ragazza e sorrise.
"Che c'è?" disse in tono innocente.
"Nulla" disse lei ridendo.
Si guardarono con uno sguardo complice. Entrambi sapevano che Greg non era solito chiedere prima di fare le cose, e che si potevano solo accettare le sue decisioni.
"Dove dobbiamo andare?" Chiese la ragazza riprendendosi.
"É un segreto!" Disse lui guardandola con uno sguardo malizioso. "Comunque é meglio avviarci" aggiunse.
I due ragazzi si incamminaro verso casa di Lisa.
Quando arrivarono Greg si mise a parlare con la sorellina della sua amica, Julia, mentre Lisa era andata in camera sua a cambiarsi.
Dopo una decina di minuti la ragazza scese le scale chiedendogli un parere sul suo outfit.
Greg la guardò a lungo e molto affondo. 
L'amica indossava dei pantaloni stretti neri, una maglietta abbastanza scollata, bianca che metteva in risalto i suoi fianchi e le sue curve, un giacchetto di pelle ed un paio di stivaletti.
I capelli non erano piú legati, ma sciolti.
Il trucco era leggero: un po' di matita nera, l'eyeliner e un po' di rossetto.
Greg pensó di non aver mai visto niente di più bello in vita sua.
Si accorse che entrambe le Cuddy, in quella stanza, lo stavano guardando.
Si riscosse, e disse "Sei molto carina così, rischi di fare una strage." Lisa e Julia si guardarono, la maggiore sorrise e ringrazió l'amico.
Nell'aria si avvertiva un leggero senso di imbarazzo, e per uscirne Greg disse "Anche se ci hai messo una vita per prepararti! Wilson ci ammazzerà, dobbiamo andare!" 
I due salutarono la sorella ed uscirono.
Mentre percorrevano il viale Greg disse "A chi punti? A Nick? Mr Ehy-Guaedatemi-sono-il-Quaterback Johnson?" Salì in sella e porse il casco all'amica "O forse a Jake?" Proseguì.
Prima che potesse fare altri nomi Lisa lo interruppe. "Non punto nessuno Greg" e dicendo questo si mise il casco e salì dietro l'amico.
Il ragazzo accese il motore e partì, restando pensieroso, ma chiudendo la questione.
 



Note
La canzone "il testamento di Tito" è una canzone di De Andrè. Sia i libri, sia le canzoni che verranno citate nella storia sono tutte reali e tutte nella mia libreria o nella mia playlist.

Commento
Allora prima di tutto scusate se ci ho messo molto per aggiornare la storia. Sto cercando di fare capitoli più lunghi!
Spero che la storia fino qui vi stia piacendo e se avete commenti, idee o critiche non esitte a farmele sapere!
Eeeh niente!
Grazie per aver letto,
Ci vediamoal prossimo capitolo.
G_S
 

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Capitolo 3
*** III capitolo ***


III

 


Alle dieci e mezza arrivarono davanti casa di John.  
 
 
La macchina di Wilson era già lì, posteggiata vicino al marciapiede, ferma ad aspettarli. 
Greg fermò la moto e James scese a salutarli.
"Sono sconvolto! Sei perfino in anticipo!" Disse ridendo rivolto a Greg.
L'amico lo guardò e disse: "Devo fare una cosa, entrate e dite a John che arrivo in ritardo."
E senza aspettare le loro risposte ripartì lasciando i suoi amici sul marciapiede.

 

 
Guidò fino al vecchio centro commerciale abbandonato.
 
Lì, nel parcheggio, vi erano ragazzi e ragazze più o meno della loro età, che stavano bevendo, fumando e ascoltando la musica degli ACDC.
 
In fondo al garage, vicino alla porta dell'entrata, erano stati portati dei vecchi divani e delle poltrone sistemate intorno ad un bidone usato come falò. 
 
 
Quando i ragazzi si accorsero dell'arrivo della moto, il volume della musica diminuì e molti si girarono.
Vedendo che il nuovo arrivato era Greg, molti si rilassarono, e alcuni alzarono  le loro birre, in segno di saluto.
 
Greg fermò la moto.
Sì tolse il casco e si diresse verso il divano centrale. 
 
"Hey Dottore!" Esclamò una voce bassa.
"Hey Teschio!" Salutò Greg.
 
Quando arrivò al divano centrale, un ragazzo si alzò per lasciargli il posto, Greg gli fece un cenno di ringraziamento,  e si sedette.
 
Il ragazzo che aveva salutato, Michael detto Teschio, era un ragazzo magro, i capelli biondi ossigenati, gli occhi scuri e con una cicatrice sulla guancia destra.
Era vestito completamente di nero: pantaloni in pelle strappati, maglietta, braccialetti con le borchie e anfibi. Tutto nero.
L'unica cosa colorata era la pietra rossa del suo anello a forma di serpente.
 
 "Come stai?" Gli chiese il biondo.
"Tutto bene e tu?" Rispose Greg. 
"Tutto bene."
Ci fu un momento di silenzio. I due si guardarono sorridendo, e Michael gli porse una birra.
Greg fece un cenno di ringraziamento, prese la bottiglia, bevve un sorso e poi disse "Hai il mio ordine?"
"Certo che si!" Disse il biondo facendo cenno al ragazzo robusto alla sua destra di andare a prendere l'ordine.
Il ragazzo, Arthur, si alzò e sparì dietro alla porta che era alla loro destra.
Tornò 5 minuti dopo con una bustina che diede al biondo.
Quello lo guardò poi disse: "erba per 30 persone giusto?" 
"Esatto" rispose Greg.
"Hai i soldi?"
"Si" Greg prese il portafoglio, tirò fuori i soldi e li diede a Michael.
Quello li contò poi chiamò suo fratello, Mitchell, e glieli diede dicendogli di metterlI in cassa.
"Bene! Noi siamo a posto così! So che non puoi restare, quindi ci vediamo alla prossima!" Esclamò sorridendo.
"Senz'altro" rispose Greg alzandosi.
Salutò tutte le persone sedute sul divano e si avviò verso la sua moto.
 
Sali in sella e si avviò verso la festa. 

 

 
 
Arrivato a casa di John, bussò e il padrone di casa gli venne ad aprire. 
"GREG! VIENI ENTRA!"  Urlò lui a causa della musica.
"Ciao John! Ho una cosa per te!" Salutò lui, entrando in casa, con uno sguardo complice.
John chiuse la porta.
Il salotto era pieno di gente e la musica forte faceva tremare le pareti.
Greg tirò fuori il pacchetto e lo consegnò a John che andò in cucina a preparare il tutto, lasciandolo lì. 
 
 
Così fece un giro nel salotto salutando le persone che lo riconoscevano e cercando i suoi amici.
Vide James, intento a parlare con una bionda: Sarah Smith, capo delle cheerleaders.
Allora cercò Lisa.
In salotto non c'era. 
Andò in cucina, ma non la trovò neanche lì. 
Decise di chiedere a John.
Gli disse di averla vista parlare con Nick Johnson in giardino. 
Uscì fuori dalla porta della cucina.
Li vide sul bordo piscina insieme a 4 o 5 membri della squadra di Football e altrettante cheerleaders. 
Lisa aveva i capelli sciolti e le gambe a bagno nella piscina.
I raggi della luna la colpivano e sembrava ancora più bella. Quasi come una divinità greca.
Le mani del ragazzo si chiusero a pugno per la rabbia quando la mano di Nick Johnson finí sul ginocchio della sua amica.
Si voltò e rientrò in cucina.
Prese una delle canne che John aveva nel frattempo girato e una birra dal frigo. Poi salì al piano superiore, nella stanza degli ospiti.
Si sedette sul letto e si accese la canna.
Si rilassó. 
Prese un sorso di birra.
Un tiro.
Un sorso.
E così via.
Poi, tutto ad un tratto una ragazza gli si sedette accanto. 
Era una ragazza della squadra di nuoto, Natalia.
"Ciao Greg" disse lei con voce suadente.
"Ciao" rispose lui più per cortesia che per altro.
"Tutto bene?" Chiese la ragazza mentre gli metteva una mano sul ginocchio.
Greg non rispose.
Lei proseguì "Mi dai un sorso?" Questa volta  la ragazza non attese risposta ma prese semplicemente la bottiglia e bevve.
Greg la guardò "Cosa vuoi?"
"Semplicemente te." Lo guardò in modo suadente "Sei il ragazzo più affascinante della scuola, lo sai si?" 
"No" rispose lui.
Lei avvicinò il proprio volto a quello del ragazzo, fin ad arrivare a pochi millimetri dalla sua bocca. 
Poi sussurrò "Ho sempre voluto farlo"
Poi chiuse le distanze.
Inizialmente Greg rimase immobile. Poi rispose energicamente al bacio.

 

 
Dopo qualche ora qualcuno bussò alla porta e l'aprì. 
Erano Lisa, James e Nick Johnson. 
Greg e Natalia stavano dormendo profondamente sotto le coperte, evidentemente senza vestiti. 

 
Lisa guardó James, poi se ne andò. 
Nick la seguì.

 
Il moro guardó l'amico dormire.
Si avvicinó e lo strattonò leggermente.
"Greg" Chiamò.
Niente,  l'amico aveva preso a russare profondamente. 
"Greg!" Chiamò alzando la voce. 
Il bell'addormentato si girò dall'altra parte.
"GREGORY!" Urlò James stufo. 
Greg si svegliò di soprassalto e lo stesso Natalia. Il ragazzo si guardò intorno e vedendo Wilson disse con voce incerta: "Che c'è? Dove siamo? È già ora di andare via?"
James lo guardò e gli disse solo "Vestiti. Ti aspetto fuori" e uscì. 

 
Greg si alzò,  guardó Natalia che si era riaddormentata. Probabilmente aveva bevuto  troppo.
Si vesti velocemente e uscì dalla stanza.

 
"Che succede?" Chiese a James.
"Niente io e Lisa non ti abbiamo visto entrare così abbiamo chiesto a John che tra una risata e l'altra ci ha detto che eri salito"  spiegò l'amico
"Lisa mi ha visto?" Domandò preoccupato
"Già" rispose Wilson. "Non sapevo ti interessasse Natalia" aggiunse poi. 
"Non mi interessa!" Esclamò subito Greg. "Almeno non in campo sentimentale" precisò.
"Poi me la racconti!" Disse Wilson divertito.
Scesero le scale e videro che la festa stava volgendo al termine
Salutarono tutti e ringraziarono John.
Dopodiché uscirono fuori e lì vi trovarono Lisa intenta a baciare Nick Johnson.

 
"Em! Em!" Tossì Gregory attirando l'attenzione dei due.
"Vieni con noi?" Disse Greg ignorando il Quaterback.
Lei lo guardò. 
Poi guardó Nick e disse.
"No... penso che resterò ancora un po' qui" sorrise.
Greg cercò di guardarla negli occhi, ma lei rifiutava il contatto. 
Alla fine disse solo "Bene. Ti auguro una buona serata allora." E si allontanò seguito da James.
 

 

 

Note:
Salve! Prima di tutto vorrei avvertirvi che dovrò alzare il rating della storia (da gialll ad arancione) a causa di quello che avrebbe dovuto essere il terzo capitolo, ma che è diventato una bozza dei seguenti.
Riguardo a questo capitolo spero che vi sia piaciuto, e soprattutto che si capisca perché l'ho riscritto parecchie volte. 
Un'altra piccola comunicazione poi vi lascio andare giuro! Il prossimo capitolo probabilmente arriverà in ritardo perché da domenica sarò a Londra senza connessione.
Eeee niente! Fatemi sapere cosa ne pensate! 
Alla prossima
G_S

 

 
 

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Capitolo 4
*** IV Capitolo ***


IV
 
"Em! Em!" Tossì Gregory attirando l'attenzione dei due.
"Vieni con noi?" Disse Greg ignorando il Quaterback.
Lei lo guardò. 
Poi guardó Nick e disse.
"No... penso che resterò ancora un po' qui" sorrise.
Greg cercò di guardarla negli occhi, ma lei rifiutava il contatto. 
Alla fine disse solo "Bene. Ti auguro una buona serata allora." E si allontanò seguito da James.
 
 
James salutò velocemente i due, poi seguì Greg, che era già sulla sua moto.
 
Alcune volte non lo capiva.
Quando si parlava dei ragazzi di Lisa sembrava che per lui nessuno fosse all'altezza della ragazza.
 
Era geloso come un fratello maggiore.
Doveva essere così. 
Non poteva essere quello che pensava.
Loro erano un trio e House, House, glielo avrebbe detto.
 
"Vuoi venire da me?" Disse James mentre l'amico si metteva le cuffiette ed il casco.
"No" rispose il Greg secco.
"Mi spieghi cosa hai? Hai perfino fatto conquiste questa sera! Non fare l'idiota e vieni a dormire da me!"
Greg lo guardò per un tempo che parve infinito.
Quando finalmente stava per dire qualcosa una risata cristallina lo distrasse. 
 
I due si voltarono e videro Nick Johnson intento a baciare il collo alla loro amica.
 
Si sentí un rombo.
Greg accese la moto e disse soltanto "ci vediamo domani sera." 
E partì.
 
 
Guidò senza meta per un po', ascoltando la sua playlist preferita.
 
Poi si diresse verso il centro commerciale abbandonato.
Al posto di scendere dove era stato qualche ora prima salì nel parcheggio sul tetto dove vi erano state portate numerose sdraio.
 
Quella sera non c'era nessuno.
Così Greg ne approfittò. Parcheggió la moto dopo la rampa, smontò e si sdraio.
 
Chiuse gli occhi.
 
M'abituerò a non trovarti
M'abituerò a voltarmi e non ci sarai

M'abituerò a non pensarti
Quasi mai, quasi mai, quasi mai.
 
Era patetico.
Cuddy poteva stare con chi voleva. 
Loro erano amici. 
Non c'era, e non ci sarebbe stato mai, nient'altro.
In fondo lei stava con quell'idiota di Johnson e lui si era fatto Natalia, una delle più belle ragazze della scuola. 
Una gallina, vero, ma pur sempre uno schianto. 
 
Si accese una sigaretta e rimase lì a guardare le stelle e a fumare fino a quando qualcuno si sdraiò alla sua destra.
 
"Ehy amico! Brutta serata?" 
Greg non dovette neanche girarsi per capire chi gli stava parlando.
La voce bassa ed il tono sicuro erano inconfondibili. 
"Ciao Teschio." Sì girò, lo guardò e disse "Uno schifo." Poi tornò a fissare le stelle.
 
Michael -detto Teschio- lo guardò pensieroso. Poi dopo qualche minuto si accese una sigaretta, aspirò, e disse:
"Chi è lei?"
 
Greg lo guardò.
"Un uomo sta così solo per una donna... o almeno è quello che mi dicono!" Sì mise a ridere poi aggiunse: "Nel mio caso sarebbe, e mi auto cito, un uomo sta cosí solo per un altro uomo!" 
Greg rise poi disse "beh almeno con i maschi è più facile! Niente trucchi, niente sbalzi d'umore, niente paranoie."
"Io non ci giurerei troppo amico!" 
Scoppiarono entrambi a ridere.
Quando si ripresero Michael assunse l'aria di uno che stava aspettando una risposta. 
Greg non poteva resistere così inizió a raccontargli tutto.
 
"Non so se mi piace. So solo che vorrei spaccare la faccia a quel Nick Johnson. Non la merita.
Lei ha bisogno di una persona che le tenga testa, che la sfidi! Non di un bastardo che vuole solo portarsela a letto."  
Concluse dopo circa dieci minuti Greg.
 
Michael aveva ascoltato per tutto il tempo senza dire nulla.
E ancora non parlava.
Dopo qualche minuto alzò lo sguardo e lo posò su Greg poi gli disse: " Deve essere una ragazza speciale. Non ti ho mai visto così per qualcuna." Poi aggiunse "Se come mi hai detto, tieni a lei anche come amica, devi starle vicino per ora, ed aspettare."
"Grazie" disse Greg.
"E di che amico? Sono qui apposta! Ora dormiamo, che sennò domani non ci alziamo!"
E dicendo questo si girò sull'altro lato, dando la schiena all'amico, spense la sigaretta e si mise a dormire.
 
Greg fissò per un po' la schiena del ragazzo, poi anche lui si sdraiò, chiuse gli occhi e si addormentò.




Note
La canzone che ascolta Greg è M'abituerò di Ligabue.

Commento
So perfettamente che avevo promesso di fare capitoli più lunghi, tuttavia sono rientrata qualche giorno fa da Londra e questo capitolo l'ho scritto in due giorni, cancellando le bozze e cercando di rispettare i tempi.
Spero che vi sia piacpiaciuto! 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima
G_S
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** V Capitolo ***


V



L'alba arrivò in fretta; o almeno così parve a Greg.
I raggi tiepidi del sole lo stavano colpendo in piena faccia. Si alzò lentamente cercando di aprire gli occhi. Quando ci riuscì guardó l'orologio che aveva al polso: 07.30. Odiava svegliarsi così presto il sabato mattina.
Si girò verso l'amico che dormiva beatamente sulla sdraio accanto a lui.
Greg sapeva che Michael era abituato a dormire in quelle condizioni eppure si meravigliava sempre di come il suo sonno non venisse disturbato da nulla, o quasi.
 
Rimase a guardalo per qualche minuto meditando se fosse o no il caso di svegiarlo.
 
Quando si era finalmente deciso ad andarsene senza  disturbare l'amico, un urlo squarciò il silenzio di quel sabato mattina.
 
Subito si mise in piedi.
E così fece anche Michael che lo guardò sbattendo gli occhi per un paio di volte, a causa della luce.
 
"Cosa è stato?" Chiese il biondo con voce bassa e roca.
"Non lo so, proveniva da sotto credo" rispose Greg.
 
Michael  si avviò frettolosamente verso le scale dall'altra parte del tetto e così fece Greg.
 
Scesero al primo piano e lo spettacolo che i due si ritrovarono davanti era agghiacciante. 
Mitchell, il fratello di Michael, era steso a terra apparentemente privo di conoscenza.
 
Michael non sapeva che fare. Si era precipitato al fianco del fratello chiamandolo disperatamente, muovendolo e dandogli delle spinte.
 
Dopo qualche attimo di sorpresa Greg si affiancò all'amico, lo scansó, controllò il polso dicendo "Sento i battiti ma sono deboli, va portato in ospedale."
Michael lo guardò.
Entrambi sapevano che non potavano andare all'ospedale.
Micheal era maggiorenne, ma suo fratello no. Erano scappati di casa e Mitchell non era affidato ufficialmente a lui.
"Si droga? Prende altro oltre l'erba? Crack? Meta? Keta?" Chiese House frettolosamente. 
"Cos- no. No. Noi non prendiamo quello schifo." Rispose il biondo sconvolto.
"Asma? Attacchi di panico? Allergie?" Continuó Greg mentre controllava le pupille.
"Niente asma. No-Non credo abbia mai avuto attacchi di panico. Ha una leggera allergia al polline." 
 
House tirò su la maglietta al ragazzo.
Tastò il torace e i fianchi.
"Vai su dalla mia moto. Prendi la cassetta che trovi sotto la sella. E dell'acqua veloce." Ordinò Greg porgendo le chiavi della moto al biondo.
L'amico non discusse: prese le chiavi e corse su per le scale.
 
Pupille a spillo, colorito bluastro, battito debole e svenimento. 
Non poteva essere altro.
 
Greg tirò su le maniche del ragazzo.
Cazzo.
C'erano diversi buchi e lividi.
Come sospettava.
Ne vide uno abbastanza recente sull'avambraccio sinistro.
Cazzo.
Sperava di sbagliarsi ma i sintomi non mentono mai.
Avrebbe dovuto dirlo a Michael.
Ci avrebbe pensato dopo, ora doveva salvare Mitchell. 
 
 
Coprì le braccia al ragazzo appena in tempo.
L'amico arrivò correndo: aveva il fiatone ma aveva preso tutto quello che gli era stato detto.
 
Greg prese la scatola. 
Fortunatamente aveva rubato il kit di pronto soccorso dalla palestra della scuola.
 
Lo aprì.
Prese i guanti.
La siringa.
Poi si mise a rovistare nella cassetta.
Dove accidenti era?
Eccolo! 
Naloxone.
Prese la fiala e la siringa.
In meno di un minuto il ragazzo aveva riempito la canna della siringa e fatto uscire tutte le bolle d'aria.
 
"Cosa gli dai?" Chiese Michael terrorizzato bloccando il braccio dell'amico.
"Naloxone." Rispose secco House. "Ora spostati. Se muore lo avrai sulla coscienza e potrai incolparmi per sentirti meglio. Ma se vive lo dovrai solo a questa iniezione."
 
Mitchell lo guardò intensamente poi si scansó lasciandogli lo spazio per lavorare.
 
Greg si avvicinò alla gamba del sedicenne.
La cosa più logica sarebbe stata fare l'iniezione nel braccio, ma non voleva che il suo amico scoprisse così che il fratello si drogava.
Così prese le forbici nella scatola, le scartò, e tagliò i pantaloni del ragazzo. 
Poi inserì l'ago e spinse lo stantuffo iniettando il farmaco nella gamba destra.
 
Quando la siringa si svuotò estrasse l'ago e applicò un cerotto.
Poi controllò ancora una volta il polso e le pupille.
 
Il battito stava tornando nella norma.
Le pupille anche.
Mitchell stava riacquistando anche un po' di colore.
Fortunatamente non c'erano state complicazioni.
Il rischio di un edema polmonare era abbastanza alto.
Gli era andata bene.
 
Assorto com'era stato nelle proprie azioni non si era accorto che molti altri ragazzi si erano svegliati e, incuriositi, radunati intorno al trio.
Greg allora  disse in tono autoritario: "Va spostato."
Subito dalle prime file uscirono due loro amici Arthur e Liam. Due ragazzi ben piazzati che sollevarono delicatamente Mitchell e lo portarono nell'altra ala dal supermercato dove erano state sistemate diverse brande.
 
Greg si alzò bloccando Michael che stava per seguire il fratello.
"Devo parlarti." Disse.
"Non ora. Quando Mitchy si sarà ripreso." Rispose subito Teschio.
"Adesso. Non posso restare a lungo Michael" insistette House.
L'amico sospirò e annuì.
"Melany, Christine andate a vegliare su mio fratello finché non arrivo per favore."
Senza dire nulla due ragazze, una bionda (Christine) e una rossa (Melany), uscirono dalla cerchia e percorsero la strada fatta poco prima da Arthur e Liam.
Dopo averle seguite con lo sguardo Michael fece cenno a Greg, si allontanarono dalla folla salendo di nuovo sul tetto.
 
Dopo aver controllato con lo sguardo di essere soli, Greg fece cenno al biondo di sedersi. 
"Bevi" disse porgendo la bottiglia d'acqua all'amico.
Quello la prese e bevve.
Greg si sedette di fronte a lui osservandolo.
Quando ebbe finito di bere fu Michael a parlare per primo.
"Sai mi ero quasi dimenticato il perché del tuo soprannome. Prima era solo una spalla lusata o qualche crampo... Ma ora... ora hai salvato mio fratello da-" il biondo si interruppe e lo guardò attentamente negli occhi. "Da cosa esattamente?" Domandò.
Greg mantenne lo sguardo poi disse: "Da un overdose Michael. Probabilmente da una di Eroina. Mi dispiace."
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
I suoi occhi si erano fatti lucidi.
"Anche lui. Ho fallito. Ho fallito come fratello. Ho fallito come esempio. Dove ho sbagliato?"
Il biondo si alzò.
Greg lo guardò rimanendo in silenzio.
"DOVE CAZZO HO SBAGLIATO?!" Urlò tirando un calcio alla sdraio mandandola parecchi metri più avanti.
Greg si alzò, lo prese di forza per le spalle immobilizzandolo. 
"Non hai sbagliato nulla non è colpa tua chiaro? Tuo fratello ha 16 anni, quasi 17, ha fatto le sue scelte consapevolmente." Lo costrinse a guardarlo. "Non è colpa tua." Ripeté.
Il biondo lo abbracciò piangendo.
 
 
Quando si fu calmato guardò Greg e disse: "Siediti amico mio. Voglio raccontarti una storia. Sediamoci" Così fecero.
"C'erano una volta due fratelli. I loro genitori erano terribili. Suo padre era un alcolizzato che si divertiva a picchiare la moglie e il figlio più grande. Sua madre un'eroinomane che si faceva per riuscire a sopportare il dolore delle botte che il marito le dava. I due bambini vivevano abbandonati a se stessi, e negli anni vennero affidati varie famiglie. Un giorno, quando l'ennesima famiglia affidataria li cacciò i due decisero di vivere da soli. Il piccolo, che al tempo aveva 14 anni, non si rendeva conto di ciò che i loro genitori naturali gli avevano fatto, così insisteva negli anni a volerli cercare. Il fratello maggiore, che in tutti quegli anni aveva cercato di proteggerlo da una terribile verità, inventava sempre nuove scuse per prendere tempo, finché un giorno il fratello minore non smise di chiedere dei loro genitori. Il maggiore si sentì sollevato e così cercò di ricominciare a vivere.
Ma un giorno scoprì che il fratellino, così lo chiamava ancora nella sua testa, ormai cresciuto aveva preso a drogarsi e lo scoprì quando lo trovò steso sul pavimento di un vecchio supermercato abbandonato. Fortunatamente con il maggiore c'era un grande uomo, un grande futuro brillante Dottore che salvò l'unico membro della sua famiglia a cui teneva. Il ragazzo non smetterà mai di ringraziarlo. Fine."
 
Passarono diversi minuti in silenzio.
Greg aveva ascoltato senza dire nulla. 
Era la prima volta evidentemente che Michael raccontava la verità sulla sua famiglia.
Alzò lo sguardo e disse semplicemente "Il Dottore, l'amico del ragazzo, gli sarebbe stato sempre vicino, e sperava fermamente che il ragazzo lo sapesse." 
I due si abbracciarono.
 
Quando si staccarono Greg disse: "ora vai da Mitchell, tra un'oretta dovrebbe svegliarsi."
"Vado. Ma qualsiasi problema tu dovessi avere da ora in avanti, sappi, che sarà anche un mio problema."
E dicendo questo si voltò e se ne andò lasciando Greg solo ad osservare l'orizzonte.





Note:
Premetto che per scrivere questo capitolo ho dovuto prima farmi una cultura su droghe, overdose e medicina generale. Quindi sappiate che il Naloxone esiste veramente e viene usato in medicina.

Commento:
So che non vi aspettavate un aggiornamento così presto, ma questo capitolo l'ho scritto tutto questa notte e dovevo postarlo!
Allora! Vorrei ringraziare chi ha recensito la storia!
Poi spero che questo capitolo vi soddisfi sia in lunghezza (dato che avevo promesso capitoli più lunghi e quello scorso era il più corto) sia nel contenuto.
In fine ho voluto raccontare la storia di Michael e Mitchell e spero sinceramente che vi sia piaciuta come è piaciuto a me scriverla.
E niente!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Al prossimo capitolo
G_S
 
 
 

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