now i've got you in my space i won't let go of you

di Iwuvyoubearymuch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iris e Joe ***
Capitolo 2: *** Cisco ***
Capitolo 3: *** Eddie ***
Capitolo 4: *** Caitlin ***



Capitolo 1
*** Iris e Joe ***


B A R R Y / C A I T L I N
Iris e Joe

I problemi di Barry erano iniziati con un invito al cinema un paio di sere prima. Cisco ci teneva particolarmente a vedere questo nuovo film sugli zombie, la giornata era stata piuttosto leggera senza nessuna nuova meta-minaccia in agguato e uscire tutti insieme poteva essere una buona occasione per spendere del tempo di qualità per il Team Flash, quindi non c'era nessun motivo per rifiutare. O così aveva pensato Barry; Caitlin aveva scartato l'idea prima ancora che Cisco avesse potuto dirle il titolo del film, adducendo la scusa a un impegno precedentemente preso. Barry avrebbe potuto crederle se non avesse esitato quel misero, ma sufficiente istante prima di rispondere, o se non avesse guardato in tutte le direzioni tranne che in quella di Barry o Cisco mentre li informava del fatto che non si sarebbe aggiunta, o anche torturato il labbro per tutto il tempo che i due (leggi: Cisco) avevano impiegato per prendere la giacca e indossarla, tentare un'ultima opera di convincimento e uscire dal laboratorio. Anzi, quella stessa scena si era ripetuta così tante volte nelle ultime due settimane che Barry non le avrebbe creduto nemmeno in quel caso. E ok, forse non era successo tutte quelle volte che Barry voleva credere - due, al massimo - ma sembravano tante, al punto che non poteva fare a meno di vederla sempre più distante e credere che in qualche modo stesse cercando di allontanarsi da loro.
"Ho visto Caitlin l'altra sera."
Al solo nome di Caitlin, il collo di Barry aveva fatto uno scatto veloce e violento per voltarsi a guardare Iris, che si stava servendo con un'altra porzione di pollo fritto. L'altra sera era esattamente la sera del film sugli zombie di Cisco, o in altre parole, una delle sere in cui erano stati scaricati così gentilmente. "Ah, si?" chiese, ovviamente interessato. "Dove?"
"Da Jitters" rispose l'altra, tornando a sedersi. "Era con qualcuno" aggiunse poco dopo, puntando Barry con lo sguardo, l'espressione vigile.
Quindi aveva un appuntamento, per questo li aveva mollati. Cioè, non aveva molto senso il fatto che li avesse liquidati più velocemente di quanto Barry ci metteva per infilarsi la tutina di pelle rossa, ma almeno adesso le cose erano più chiare. Restava sempre da capire il perché non avesse semplicemente detto che frequentava qualcuno, neanche a Cisco che era il suo migliore amico. E, be', anche Barry non era esattamente il primo che passava, quindi avrebbe potuto dirlo anche a lui. Poi, non c'era niente di male nel conoscere nuova gente e uscirci, e sia Barry che Cisco non erano i tipi a cui piaceva fare il terzo grado in situazioni di questo genere. Magari, non Cisco, lui poteva essere parecchio invadente quando voleva.
"Ti è sembrata strana?" chiese Barry dopo un paio di secondi di silenzio, perché proprio non poteva passare oltre. Incontrò lo sguardo di Iris nel porre la domanda e si chiese se non l'avesse guardato per tutto il tempo perché gli occhi di lei erano già posizionati su di lui, come se lo stesse analizzando. E lui sapeva riconoscere quello sguardo, dal momento che lo aveva dal momento in cui arriva al lavoro fino a quando lo lasciava. Farlo ed esserne l'oggetto erano però due cose differenti; nel secondo caso era inquietante.
Iris scrollò le spalle e scosse la testa, facendo segno di no. "C'è qualcosa che non va?"
Onestamente Barry non sapeva resistere quando qualcuno gli chiedeva se c'era qualcosa che non andava nella sua vita, soprattutto se esisteva effettivamente un problema che lo impegnava in quella misura e la questione lo riguardava da vicino anche nei panni di The Flash. "E' da qualche tempo che è strana" commentò, pungolando il pollo con la forchetta. "Si morde il labbro in continuazione e lo fa solo quando è nervosa, va via sempre presto e molto in fretta, per non parlare del... perché stai facendo quella faccia?" si interruppe, aggrottando la fronte all'espressione di Iris.
"Quale faccia?" chiese l'altra, innocente.
"Quella che fai quando rivedi Titanic sempre una volta di troppo e arriva la scena della prua" spiegò. Ma in realtà era la stessa espressione che aveva anche quando compariva l'immagine di quei cuccioli sul salvaschermo, o quando due bambini mandavano la palla nella sua direzione e lei gliela restituiva con un sorriso enorme, o anche quando Eddie diceva qualcosa di romantico e totalmente sdolcinato. La solita faccia che facevano le ragazze quando trovavano tenero qualcosa. E Barry non era sicuro di cosa ci fosse qualcosa di tenero in quello che stava dicendo. 
Iris rise. "Oh, quella faccia!" scherzò, fingendo di capire solo in quel momento. "E' perché sei carino quando ti preoccupi per le persone che ti piacciono"
Le sopracciglia di Barry finirono a giocare a nascondino con l'attaccatura dei capelli. "Sono un super... super-investigatore della scientifica, sempre preoccupato per chiunque" disse, grattando la guancia per non darsi un pugno in faccia da solo. C'era mancato davvero poco stavolta e sapeva che prima o poi sarebbe finita con lui che si lasciava sfuggire ogni dettaglio della doppia vita che conduceva. E Iris era già così presa da The Flash e quel suo blog che avrebbe fatto due più due in un attimo. Comunque, non aveva dato segno di aver intuito quello che Barry voleva realmente dire, ma abbastanza sicuramente era dovuto più al fatto che reputava Barry un candidato improbabile per il ruolo che per le sue capacità recitative.
"Ma con Caitlin è diverso" disse come se fosse la cosa più naturale del mondo, e stupido Barry per non esserci arrivato da solo.
"Di che stai parlando?" domandò lui, confuso. Non si poteva mai sapere cosa sarebbe uscito dalla testa fantasiosa di Iris.
L'amica rimase in silenzio per qualche istante, evidentemente combattuta sul da farsi: continuare a parlare e rivelare quello che - era palese - moriva dalla voglia di dire oppure torturare Barry tenendoglielo nascosto e lasciare che ci arrivasse da solo? Dovette scegliere la prima opzione perché disse, senza alcun giro di parole inutili: "Del fatto che ti piace Caitlin."
La prima reazione di Barry fu quella di zittirsi del tutto, troppo sorpreso per dire effettivamente qualcosa. "Cosa?" riuscì soltanto a pronunciare, completamente spiazzato. Di tutte le cose che avrebbe potuto dirle, quella era l'ultima alla quale avrebbe pensato. Anzi, non ci avrebbe pensato perché non era affatto vero.
"Mi hai sentito" rispose Iris, cercando in tutti i modi di trattenere una risata.
"Smettila" la rimproverò Barry, sorridendo a sua volta perché la situazione era davvero assurda per prenderla seriamente. "Non sai cosa dici" tentò. Non aveva mai considerato Caitlin in quelle vesti, sia perché c'era sempre stata Iris al primo posto fino a poco tempo prima, sia perché erano praticamente colleghi e non che ci fosse una regola scritta ai Laboratori S.T.A.R. riguardo questo tipo di relazioni - ovviamente, vista la faccenda con Ronnie e tutto il resto - ma, insomma, quella era Caitlin - Caitlin! - non poteva permettersi di pensare a lei come qualcosa in più. Già il fatto che fossero diventati amici avrebbe potuto costituire un problema più avanti dal momento che lui era The Flash ed era un supereroe e bla bla bla e, certo, finora si era dimostrata una gran cosa il fatto di avere dei confidenti, o comunque qualcuno a conoscenza del suo segreto, che era anche interessato a lui come persona e non esclusivamente come il tizio in tuta rossa che fermava rapinatori, ma...
Iris gli interruppe qualsiasi altro pensiero. "So perfettamente quello che dico" ribatté, l'aria compiaciuta al massimo.
"Ti assicuro che ti sbagli" cercò di convincerla Barry.
"Ma davvero?" lo interrogò Iris, il sopracciglio sinistro sollevato, abbandonando del tutto la forchetta nel piatto. Ormai, anche il mangiare era passato in secondo piano. "Vediamo: vieni a comprarle il caffè tutti i giorni..."
"Lo prendo anche a Cisco. A volte" la interruppe, ma l'altra non diede segno di aver sentito una sola parola.
"... e hai appena ammesso di sapere che si morde il labbro quando è nervosa..."
"Non ci vuole un genio per capirlo"
"... e che ti accorgi quando va via prima dal laboratorio..."
"Siamo in tre lì dentro, dovrei essere idiota per non accorgermene"
"... anche tu fai la faccia da Titanic quando sei con lei, l'ho vista"
"Impossibile!" decretò Barry, scuotendo la testa. Quello era troppo. "Non mi piace nemmeno, è il film più sopravvalutato di tutti i tempi e..." fu lui a essere interrotto questa volta, prima che potesse attaccare la solita invettiva sul film.
"Nel senso che non sai come la guardi" era l'ennesimo accorato tentativo di Iris per fargli aprire gli occhi, ma l'altro continuava a fare segno di no con la testa. "Allora, perché la fissi in continuazione e sei così... così frivolo, quando sei con lei?"
"Frivolo? Io non sono frivolo!" replicò Barry, fissandola come a volerle far cambiare idea con il pensiero della mente. Lui non era assolutamente frivolo quando era in compagnia di Caitlin. Ammetteva di essere più spensierato se gli capitava di parlare con lei di cose non legate al lavoro (leggi: meta-umani) ma frivolo era davvero un'esagerazione. Ok, forse, diventava un pizzico troppo entusiasta e più felice e ciò lo portava a essere sbadato più del solito e... diamine, Iris aveva ragione! Era davvero frivolo! "Hai frainteso" disse ugualmente, perché aveva l'impressione che continuando a parlare avrebbe potuto rivelare molto più di quanto intendeva fare. E il fatto che non aveva assolutamente idea del cosa avrebbe potuto rivelare era una ragione in più per restare zitto. O meglio ancora, mettere fine alla discussione.
Ma se c'era una cosa in cui Iris era del tutto incapace era lasciar perdere e spesso non sapeva come fermarsi. "Ci serve un parere esterno" disse, dopo aver gridato papà a gran voce, sebbene Joe fosse soltanto nella stanza affianco a vedere la partita in tv.
"Non è necessario, grazie" commentò Barry, mettendosi in piedi perché onestamente voleva finirla lì. "Penso che saprei se mi piacesse Caitlin."
"Questa discussione è la prova che non sai un bel niente" concesse Iris, aggiungendo una mezza espressione compassionevole perché a quanto pareva Barry doveva sembrarle davvero stupido per non essersi accorto di una cosa del genere. "Papà!" chiamò ancora.
Joe entrò in cucina in quel momento, il contenitore del take-away cinese ormai vuoto. "Tesoro, quelli della mia età hanno bisogno di più tempo per arrivare" scherzò, lanciando un sorriso compiaciuto in direzione di Barry, che però era troppo preso per accorgersi del velato riferimento a lui.
"E Barry di un tuo consiglio" iniziò Iris, senza perdersi in chiacchiere inutili.
"No, lasciala perdere" intervenne Barry. "Sta solo cercando..."
"Di aiutarlo a scegliere dove portare Caitlin per il loro primo appuntamento" inventò l'altra.
Barry fece per dire che non era assolutamente vero, che tutta una farsa di Iris perché non aveva bisogno di nessun consiglio quando Joe esclamò: "Finalmente!" in una maniera che ricordava molto il modo in cui esultava per un punto della sua squadra preferita. "Non pensavo gliel'avresti mai chiesto"
La mandibola di Barry toccò il pavimento. Non poteva credere di trovarsi davvero in quella situazione. Perché tutti ne erano convinti? Cioè, Caitlin era una persona fantastica, attraente e intelligente e possedeva molte delle qualità che Barry cercava in una ragazza, ma non si era interessato mai a lei nella maniera che padre e figlia stavano suggerendo, non intenzionalmente almeno. "No, no, Joe! Non anche tu" ribatté, esasperato. E, magari, gli aveva pure dato fastidio il fatto che non avesse voluto uscire con lui e Cisco perché aveva preferito un altro, ma non aveva niente a che fare con quella faccenda. Avrebbe avuto gli stessi dubbi anche con Cisco, ma ciò non voleva dire che provava qualcosa per lui. "Non mi piace Caitlin" aggiunse, ma ormai anche lui iniziava a crederci sempre meno.
"Perché le hai chiesto di uscire, allora?" domandò Joe, confuso.
"Nessun appuntamento, ancora" chiarì Iris, che come ovvio che fosse si stava godendo la vittoria. "Cerco di fargli aprire gli occhi su ciò che prova"
Barry alzò gli occhi al cielo. "E' mia amica" disse debolmente, ma lui stesso dovette ammettere che ciò non implicava che non ci fosse dell'altro.
"Quindi parli di lei in continuazione perché non ti piace" lo prese in giro Joe, assumendo quella tipica espressione che hanno i padri quando hanno in pugno i propri figli.
"Io non parl..." iniziò, ma poi si fermò perché anche se non ne aveva parlato ad alta voce, si ritrovò a convenire che nelle ultime settimane aveva pensato a lei spesso. "Hai iniziato tu!" accusò Iris, puntandole un dito contro, ma l'altra liquidò il dettaglio con un gesto della mano come a dire che vuoi che importi ora?.
"Non ti farò mai cambiare idea, vero?" concluse, perché Barry sapeva ammettere una sconfitta quando ne era il protagonista. E Iris non aveva semplicemente vinto lo scontro verbale, era riuscita effettivamente a far dubitare Barry delle proprie convinzioni. Non sapeva più quali erano i suoi veri sentimenti nei confronti di Caitlin.

"Nemmeno se ti vedessi a letto con un'altra" fu la risposta dell'amica alla domanda alla quale Barry non voleva una vera risposta.
"Ah-ha preferirei che non parlaste di questo argomento a cena, o quando ci sono io" disse Joe, evidentemente a disagio. Poi sospirò. "Però Barry, se è vero che non provi niente per lei va bene..."
"Ma non è questo il caso" si inserì Iris.
"Zitta e mangia, tu!" le ordinò suo padre, prima di riprendere. "Se invece pensi che quello che ti abbiamo detto possa essere vero anche solo un po', non lasciarti sfuggire quest'occasione"
Il resto della conversazione fu un po' sbiadito perché tutto ciò a cui Barry riusciva a pensare era Caitlin, l'unica cosa che probabilmente era rimasta come all'inizio della chiacchierata illuminante. Ma comunque, tutte quelle parole gli sembravano ancora troppo strane per crederci realmente e aveva bisogno di pensarci in solitudine, non con Iris che continuava a dirgli che nel weekend avrebbero dato Titanic in quel vecchio drive-in e Joe che invece le chiedeva di non torturare il povero Barry solo perché era un po' lento a capire le cose.

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Capitolo 2
*** Cisco ***


B A R R Y / C A I T L I N
Cisco

Ma Barry non ci aveva pensato assolutamente una volta ritornato nella sua camera perché le teorie di West-padre e West-figlia erano troppo assurde per essere vere e a lui le cose piacevano così com'erano. Poi la mattina era arrivata sorprendentemente in fretta e con lei il suono della sveglia che avvertiva Barry dell'inizio di una nuova giornata di lavoro. Lo ignorò, come faceva quasi tutte le mattine, soprattutto da quando era diventato The Flash: dormire di più e mettere finalmente in pratica tutte quelle mosse alla Matrix che in circostanze normali l'avrebbero fatto sembrare un cretino totale erano soltanto due delle cose alle quali aveva fatto l'abitudine alla svelta. Oh, e gli addominali.
Verso l'ora di pranzo - in tutto il tempo nel mezzo non aveva minimamente pensato a Caitlin, neanche un po', no - un messaggio di Cisco lo avvertiva che un certo Dan the Dyna-Mite aveva fatto irruzione nella Central City Bank; arrivato sul posto aveva scoperto che il meta-umano in questione aveva il potere di generare così tanta energia semplicemente unendo due anelli da far esplodere qualsiasi cosa nel raggio di centinaia di metri; in altre parole, faceva boom. Ma era stato abbastanza facile per Barry fermarlo e aveva anche trovato il tempo di passare da Big Belly Burger e ordinare una quantità industriale di cibo per lui, più dei panini per Cisco, Caitlin e il Dr. Wells.
Il problema di Barry - l'aveva capito solo in quel momento - era che aveva una migliore amica decisamente pettegola che non aveva il buon senso di tenere per sé quello che pensava. Perché dopo tutti i discorsi della sera prima, in cui Iris sembrava onestamente convinta di quello che diceva e Joe le dava manforte, in che modo Barry non avrebbe dovuto guardare Caitlin in una luce diversa? Non avrebbe dovuto notare il modo in cui era china su quel microscopio, troppo applicata per accorgersi di qualsiasi altra cosa, o di come era vestita e formulare pensieri che fino ad allora non l'avevano nemmeno sfiorato - anche se quest'ultima parte era vera solo in parte, perché rimaneva pur sempre un ragazzo. Chiuse gli occhi e scosse la testa, come a voler scacciare via ogni immagine molesta.
Cisco gli disse qualcosa riguardo il meta-umano, probabilmente riguardo al nome che gli aveva affibbiato, ma Barry annuì senza capire niente. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che avrebbe strozzato Iris con le sue stesse mani se il codice morale di comportamento dei supereroi non lo vietasse. E mentre sorrideva, perché Caitlin si era appena voltata nella sua direzione, si ripeteva che erano solo amici, solo amici, solo amici.
"Ti ho preso un hamburger" le disse, porgendoglielo.
Lei fece un sorriso timido mentre lo prendeva e ovviamente si mordeva il labbro. "Grazie" rispose, ma poi si allontanò, lasciando Barry a fissare il punto in cui era appena scomparsa.
"Uno fi noi fue feve pallalle" esordì Cisco, la bocca impastata di carne, formaggio e fin troppa roba che Barry riusciva a distinguere anche da quella posizione.
Ci diede un pensiero. "Penso debba essere tu" propose, dal momento che lui si trovava in una posizione piuttosto scomoda. Non osava immaginare le cose che avrebbero potuto venirgli in mente se le avesse parlato e, cosa peggiore, se non si fosse limitato a pensarle solamente. E poi, non era sicuro di volerla sentire parlare del suo nuovo fidanzato. Certo, in passato l'aveva fatto, ma con Ronnie era diverso, lui era l'amore della sua vita e a Barry non venivano strane idee in testa allora - grazie tante Iris!
Cisco non era dello stesso parere. "Sei tu quello che se ne va in giro con la tuta da supereroe" ribatté.
Barry poteva capire quel commento: Caitlin faceva seriamente paura quando si arrabbiava. E lui poteva dirlo per esperienza personale, visto che quasi sempre era la causa di tale malumore facendo di testa propria, mettendo in pericolo la propria vita, sparpagliandole i fogli ovunque e così via. Era incredibile come riuscisse a passare dall'essere gentilezza allo stato puro un secondo e noncuranza glaciale quello dopo - Cisco la chiamava Elsa, come il personaggio di quel nuovo cartone animato.
"Ma tu sei il suo migliore amico" replicò Barry, con la consapevolezza di aver tirato un colpo basso.
L'altro però non si fece cogliere impreparato. "Proprio per questo so che non serve un QI alto quanto il mio per capire che non sono la persona più indicata" disse e prese un boccone che fece sparire almeno un terzo di panino, le guance piene e la bocca che non si chiudeva del tutto.
Barry inclinò la testa di lato. "In che modo io lo sarei?" chiese, onestamente curioso di conoscere la risposta.
"Pvima fi fuffo, fu guariffi in freffa" iniziò Cisco, sputacchiando residui di hamburger ovunque; poi dovette decidere che non era il caso di correre il rischio di morire strozzato da un hambuger perché ebbe il buon senso di masticare e deglutire prima di riprendere. "E secondo, le donne in piena crisi ormonale non sono il mio forte"
"Quale crisi ormonale?" Le sopracciglia di Barry erano diventate estremamente vicine e si chiese se era il caso di domandargli il motivo dell'ultima frase visto che, stando alla risposta precedente, non sempre era consigliato sapere cosa gli passava per la testa. "E perché io dovrei saperci fare?"
"Sei cresciuto con una ragazza è la risposta a entrambe le domande" disse Cisco, provando definitivamente che era fuori di testa. Barry si riteneva fortunato a non capire quello che aveva appena detto e gli sarebbe stato grato se avesse deciso di non condividere oltre. "Dici che sono venute le ziein visita?" chiese, usando le virgolette per la parola zie.
"Ew, Cisco!" si lamentò Barry, cogliendo il senso della frase e sperando che l'altro smettesse di parlare. "Per due settimane!"
"A dispetto di quello che si vuole credere, non è impossibile che una don..."
"Basta!" lo interruppe Barry, gli occhi sbarrati. Se la sera prima aveva pensato che non avrebbe potuto ascoltare parole più assurde, Cisco aveva decisamente eclissato quella sensazione. "La conversazione finisce qui" disse, perché era sicuro che non avrebbero mai trovato una soluzione in quel modo.
"Sto solo cercando di darti una mano" fu la replica di Cisco.
"Puoi anche smettere ora"
Per il bene di Barry e la sua salute mentale la conversazione finì davvero a quel punto. O almeno, subito dopo essere arrivati alla conclusione che non avrebbero trovato nessun accordo se Cisco avesse continuato con le sue teorie che Barry continuava a uno, trovarle assurde e due, trovarle repellenti. Dovettero concedere, allora, che non era il caso di tirare a indovinare e che chiedere direttamente a Caitlin sarebbe stata la cosa più giusta, il che li riportò esattamente al punto di partenza in cui nessuno dei due voleva essere il malcapitato che avrebbe chiesto a Caitlin ti-conviene-di-non-farmi-arrabbiare Snow cosa le stava succedendo. Decisero che l'avrebbero fatto insieme, perché l'unione fa la forza e perché in quel caso la furia di Caitlin sarebbe stata dimezzata e perché nessuno dei due aveva si fidava dell'altro se gli avesse detto che le aveva effettivamente parlato.
Barry propose di farlo quella sera stessa, davanti a un bel bicchiere di liquore - sperava che Cisco si ubriacasse e dicesse tutto in modo da levargli quell'incombenza - oppure al famoso karaoke di Summer Nights, visto che Cisco si lamentava sempre di non essere stato invitato. Caitlin rifiutò entrambe le soluzioni per via di un appuntamento precedentemente preso. Barry si chiese se fosse vero perché non era possibile che questo tizio le chiedesse di uscire nelle stesse sere che loro avevano intenzione di uscire con lei. O erano sfortunati, o Caitlin non stava dicendo la verità. Restava il fatto, comunque, che lei non sembrasse particolarmente entusiasta all'idea di uscire e Barry - se ne vergognava parecchio per spenderci più di qualche istante a pensarci - ne era in una piccolissima parte contento perché, forse, dopotutto non era che il tipo le piacesse più di tanto. Improvvisamente, però, gli venne in mente che il cambiamento di Caitlin di quei giorni fosse dovuto esattamente a questa persona e un milione di teorie iniziarono a girargli in testa, teorie che non stavano né in cielo né in terra. Per la fine della giornata la decisione era presa: avrebbe seguito Caitlin al suo appuntamento.
"Aspetta almeno che si allontani un po'" disse Cisco, dopo che Barry gli aveva riferito che stava per andarsene anche lui, guarda caso esattamente cinque secondi dopo che Caitlin era uscita dal laboratorio. "Caitlin non è veloce come te, se vuoi seguirla avrà bisogno di un vantaggio"
In certi momenti Barry aveva la piena consapevolezza del fatto che Cisco fosse un genio, anche se non dava sempre quella impressione visto che la maggior parte del tempo diceva cose che avevano una certa logicità solo nella sua testa. "Come sai che voglio seguirla?" domandò, perché che senso aveva mentire?
La faccia di Cisco era tipo ma per favore! a quel punto.
"Non mi è sembrata contenta" continuò Barry, con l'immagine di Caitlin davanti agli occhi e una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
"A me sembra che non dovremmo immischiarci" ribatté Cisco, che ovviamente aveva scelto proprio quel momento per diventare un moralista.
Barry, però, aveva preso la sua decisione e l'aveva analizzata da ogni punto di vista; era consapevole del fatto che molto probabilmente avrebbe sofferto una morte lenta e dolorosa se Caitlin se ne fosse accorta, ma preferiva finire nella sua lista nera piuttosto che tenersi i dubbi e vederla infelice. "Significa che non vieni?" chiese.
"Certo che vengo!" esclamò l'altro, un sorriso enorme sulle labbra. "Fammi posare questo" dove questo era un nuovo tipo di freccia destinato a Oliver.
L'appostamento sotto casa di Caitlin fu... in mancanza di un termine specifico, interessante. Ma definirlo complicato andava bene lo stesso perché non erano dotati di una macchina quindi se ne erano rimasti nascosti dietro un albero dall'altro lato della strada e Cisco non faceva altro che lamentarsi di ogni cosa nonostante fosse abbastanza evidente che era eccitato e si chiedeva perché mai lui doveva fare un appostamento con Barry invece che con una bella ragazza come si vedeva nei film polizieschi mentre Barry pregava in aramaico che Caitlin si muovesse quando spense le luci di casa.
Barry seguì dall'alto la Fiat 500 di Caitlin fino a quel nuovo ristorante francese di cui Iris gli aveva tanto parlato e al quale, stando a quello che aveva detto, bisognava prenotare un tavolo con larghissimo anticipo. Ma per Barry quello non era affatto un problema: non dovette usare nemmeno la metà della velocità a cui era abituato per scrivere il suo nome sulla lista della prenotazioni, per poi correre fino a casa e prendere due giacche, una per lui e una per Cisco. Un minuto e mezzo dopo erano seduti al loro tavolo, in una posizione non proprio strategica ma abbastanza favorevole per tenere sott'occhio Caitlin.
"Bare, amico, mi sento un'idiota con questa giacca" si lamentò Cisco, cercando di tirare su le maniche abbastanza da far uscire le mani. "Dove l'hai presa?"
"E' di Joe" lo informò Barry, tenendo gli occhi fissi sulla schiena di Caitlin che, solo in quel momento si rese conto, era decisamente troppo esposta. Vedeva Caitlin tutti i giorni indossare gonne e abiti e aveva sempre trovato il suo modo di vestire impeccabile, molto adatto a lei e alla sua personalità; quella sera era... era sexy, come la sera del karaoke qualche settimana prima. Voleva chiaramente impressionare il tipo, questo era certo.
"Che stanno facendo?" domandò Cisco.
Barry non lo guardò nemmeno mentre rispondeva: "Parlano"
Restarono qualche secondo in silenzio. "Non ti facevo stalker, ma tu e Iris vivevate sotto lo stesso tetto, quindi allora non..."
"Che c'entra Iris?" chiese subito Barry perché quel nome ormai lo aveva associato alla sezione discussioni imbarazzanti in riferimento sia a quella della sera precedente con la diretta interessata, sia a quella avuta con Cisco poche ore prima.  
Cisco alzò le spalle. "Con lei non avevi bisogno di pedinarla, sareste ritornati nella stessa casa"
Barry non riusciva a capire realmente quello che voleva intendere, aveva soltanto un dubbio  che continuava a ronzargli in testa. E probabilmente se ne sarebbe pentito se avesse continuato a parlare, ma era fatto così, troppo curioso e non a caso era bravo nel suo lavoro. "Dimmi che non stai pensando quello che sto pensando" disse, prestandogli attenzione per la prima volta da quando si erano seduti. Perché Barry poteva anche essere curioso, ma non era certamente così stupido da non capire che si stava inoltrando in una campo minato. O, per non essere tanto melodrammatici, nella sezione proibita di sopra.
"Non lo so, anche tu pensavi di provare le escargot?" disse l'altro, spuntando da dietro il menù.
"Cisco" fece Barry.
"Oh, forse tu parlavi del fatto che ti piace Caitlin"
Barry avrebbe tanto voluto dire di essere sconvolto: sarebbe stata la prima volta che aveva a che fare con quel tipo di discussione, ma non era affatto così. Lo sapeva che Cisco sarebbe arrivato a quel punto, l'aveva avvertito ed era consapevole di avergli servito l'insinuazione su un piatto d'argento. "Hai parlato con Iris?" Era questa la parte che gli dava fastidio, perché che diritto aveva Iris di dirlo a tutti? In che modo la sua migliore amica si sentiva autorizzata a far sapere tutti di questa storia di Caitlin? Un conto era Joe, un altro Cisco o - poteva scommetterci - Eddie.
Cisco parve pensarci. "Potrei averlo fatto, in effetti, ma ti assicuro che..."
"Non mi piace Caitlin" chiarì Barry immediatamente. Iniziava a trovare un tantino frustrante quella situazione. Anzi, a dirla tutta, era stufo di sentirsi dire dagli altri cosa provava per chi; era capitato anche con Iris negli anni passati e non l'aveva mai trovata una faccenda divertente.
"Ti rendi conto di essere in un ristorante per pedinare la ragazza che sostieni non ti piace, vero?" fu la constatazione di Cisco.
Barry sospirò. "Tu sei con me, devo dedurre che piaccia anche a te Caitlin?" chiese, pensando solo dopo a quello che aveva detto. "Non che a me piaccia, ho detto così solo perché me lo sento ripetere da ieri e... non ridere, Cisco, hai capito cosa voglio dire"
Cisco annuì, ancora sorridente. "Si, ho capito" disse, con quell'espressione da ho capito tutto, non mi freghi. "Tu saresti venuto anche senza di me, però" gli fece notare.
Fu il turno di Barry di annuire. "Per controllare che vada tutto bene tra Caitlin e questo tipo" replicò, indicando con la mano in direzione della coppia parecchi tavoli distanti.
"Ritenta e sarai più fortunato" fece Cisco, dopo una specie di suono di allarme.
"Cisco, piantala, trovi strano quanto me che Caitlin ci dia sempre buca"
Allarme. "Ritenta e sarai più fortunato"
"Cisco, basta!" sbottò Barry, attirando su di se gli sguardi delle persone dei tavoli più vicini; per fortuna, Caitlin era troppo lontana per sentire.
L'altro alzò le mani in segno di resa. "Va bene, calmati, non è colpa mia se sei lento a capire le cose" disse e si sentì coperto da un colpo di tosse la parola geloso.
Barry lo lasciò lì a fissare la sedia vuota davanti a lui.

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Capitolo 3
*** Eddie ***


B A R R Y / C A I T L I N
Eddie
Ovviamente Barry si era scusato con Cisco la mattina dopo, perché aveva convenuto che lasciarlo in un ristorante prima ancora di avere la possibilità di ordinare era stato da maleducati; Cisco non l'aveva presa troppo sul personale comunque e addirittura aveva ricambiato le scuse per aver premuto l'acceleratore sull'argomento Caitlin. 
Caitlin quella mattina non era venuta al lavoro e ciò era bastato per mettere in crisi Barry: sapeva che stava bene perché, anche se la sera prima se n'era andato dal ristorante, aveva continuato a tenerla d'occhio anche dopo ed era ritornata a casa da sola con la sua macchina, le spalle un po' curve e l'espressione triste. Questa volta Barry cercò di non farsi strani film mentali, visto che l'ultima volta aveva rischiato di mangiare lumache morte con il rosmarino, ma non poteva fare a meno di pensare a cosa stesse rendendo la sua collega barra amica una persona del tutto diversa. Insomma, Caitlin non era certo un raggio di sole che entrava nel laboratorio saltellando e spargendo fiori ovunque, ma era una persona allegra e positiva, che non si lasciava abbattere dalle complicazioni ed una fiera combattente; vederla in quel modo aveva creato qualcosa nello stomaco di Barry che era difficile da digerire. 
Le aveva mandato un paio di SMS e aveva lasciato un messaggio in segreteria, ma non faceva molto affidamento su quello perché aveva balbettato la metà del tempo e non aveva detto niente di particolare. Era strano come prima di tutta quella storia riuscisse a parlarle normalmente e adesso... non ci voleva nemmeno pensare, perché non era come Cisco o Iris volevano credere. No. Semplicemente gli avevano messo strane idee in testa ed era inevitabile che osservasse le cose da una prospettiva diversa; sfidava chiunque a rimanere impassibile di fronte alla persona per cui era accusato di avere una specie di cotta.  
Al lavoro - quello non da supereroe - si stava dedicando a un caso molto importante per Joe che l'aveva impegnato più del solito. Era in attesa di alcuni risultati abbastanza promettenti quando entrò Eddie. Di soppiatto. 
"Barry, hai un attimo?" domandò, la voce bassa come un sussurro come se temesse di essere ascoltato. E si guardava attorno, il che non avrebbe dovuto essere parecchio strano visto che si parlava di un poliziotto, ma non c'era davvero nessun bisogno di entrare in quel modo nell'ufficio di Barry. 
"Si, dimmi" fece, decisamente perplesso. 
Eddie annuì con un piccolo sorriso, ma torturandosi le mani. "Mi serve un favore"
Barry sbarrò gli occhi. "Nonono" disse immediatamente, facendo un giro intorno al tavolo, come se allontanandosi dall'altro avesse potuto in qualche modo mettere fine alla discussione che era sicuro stava per arrivare. Ci era cascato una volta ed era stato terribile, non ci teneva affatto a fare la stessa fine. "Dopo l'ultima volta non voglio avere niente a che fare con te e Iris, dovrai chiederle scusa da solo questa volta, qualsiasi cosa tu abbia fatto perché non voglio assol..."
"Non ho fatto niente" si difese Eddie, evidentemente annoiato e risentito dalla reazione di Barry. Forse, perché era arrivato direttamente alla conclusione che aveva fatto qualcosa per cui dovesse scusarsi con Iris. "Devi solo scoprire una cosa per me"
Il primo pensiero di Barry fu che non si aspettava una tale richiesta. Cioè, Eddie gli aveva chiesto dei favori un paio di volte, una di esse per intercedere con Iris a suo vantaggio perché Barry era il migliore amico di Iris, perché era l'unica persona a cui lei desse veramente ascolto, perché teneva al bene di Iris e quindi non avrebbe dovuto essere così reticente se poteva rendere felice la sua migliore amica e tante altre belle frasi che non avevano convinto Barry di niente ma che l'avevano comunque convinto ad accettare. 
Il secondo pensiero fu che non voleva ugualmente averci niente a che fare. Riguardava Eddie e Iris e tanto gli bastava per non immischiarsi. "Sei un poliziotto, perché non te lo scopri da solo?" Si rendeva conto anche da solo che non aveva espresso l'idea nella maniera più delicata, ma ce l'aveva ancora un po' con Iris e prendersela con Eddie era sbagliato, ma efficace. 
L'altro fece segno di no con la testa. "E' il genere di cose che solo un migliore amico può scoprire" 
Ed eccola, la storia del migliore amico! Era arrivata molto prima di quanto Barry l'avesse prevista. Era molto tentato di dirgli di no, che non avrebbe ripetuto lo stesso sbaglio ancora una volta perché era uno scienziato e sapeva riconoscere una situazione pericolosa quando ci sbatteva il naso contro, soprattutto se si aggiungevano gli istinti da supereroe. C'era un ma enorme quanto un acceleratore di particelle in tutta quella faccenda: anche Barry aveva bisogno di un favore da Eddie e in che modo poteva aspettarsi di ricevere una risposta positiva se lui era il primo a dirgli di no? E, no, Eddie non era l'unico a cui poteva affidarsi: la prima persona a cui avrebbe chiesto era anche il motivo di tale favore e correva il rischio di subire una lobotomia senza il suo consenso se glielo avesse chiesto; c'era Cisco ma non moriva dalla voglia di sentirsi dire ancora che era geloso; Joe era un candidato eccezionale ma per lui vigeva più o meno lo stesso principio di Cisco e in più si sarebbe beccato pure un bel discorso su come fosse sbagliato fotografare della gente in un ristorante; Felicity, anche, avrebbe fatto al caso suo, ma preferiva tenere il numero di persone coinvolte al minimo e - era sicuro - Eddie già rientrava nella lista degli adepti. 
Sospirò. "Anche se so che me ne pentirò, dimmi cosa devo scoprire" 
Un suono particolarmente breve e acuto lo avvisò che il test era concluso e che la provetta poteva essere esaminata da vicino. 
"Vorrei chiedere a Iris di venire a vivere con me ma..."
Da quale scienziato geniale ma goffo era, Barry si fece cadere la provetta dalle mani. Ed era troppo scioccato da quello che aveva appena sentito e frustrato perché stava lavorando a quel caso da troppo tempo ed era finalmente giunto a una conclusione promettente per perdere tutto e pure intimidito da cosa avrebbe potuto fargli Joe se avesse rimandato ancora con i risultati per rendersi conto che non era affatto il caso di usare i suoi poteri davanti a Eddie. Ma l'aveva fatto. 
"Come hai fatto?" fece quello, gli occhi sbarrati. 
"Ri-flessi pronti?" concesse nervoso, ringraziando di avergli dato le spalle, anche se non era una precauzione infallibile. "Se-secondo me hai sbagliato missione da affidarmi" balbettò, cercando in tutti i modi di riportare la discussione sui vecchi binari prima che potesse accadere l'irreparabile. "Avresti dovuto chiedermi di scoprire se Joe cercherà di ucciderti perché ti assicuro che potrebbe esserne capace quando di tratta di Iris" disse, spostandosi da una parte all'altra del laboratorio e dandosi da fare quanto più possibile, perché voleva far sembrare la cosa di poca importanza e perché era totalmente negato a mentire, che evitava di guardare nella direzione di Eddie per paura che potesse scoprire cosa aveva fatto in realtà solo con uno sguardo. 
"Con Joe me la vedo io, tu occupati di Iris" disse molto lentamente, con quel tipico tono da poliziotto sospettoso. E infatti Barry non poteva vederlo in faccia - gli aveva dato le spalle di nuovo mentre scriveva qualcosa su un foglio - ma era sicuro che lo stesse osservando molto attentamente. 
Si risolse il tutto con un nulla di fatto: Barry accettò di scoprire se Iris era pronta a compiere un passo tanto importante e Eddie sembrò mettere da parte la vicenda della provetta miracolosamente salvata dai riflessi pronti di Barry non-ha-mai-avuto-riflessi-pronti-prima Allen. A quel punto si congedò e Barry decise che quello era il momento più sbagliato per chiedere il suo di favore, perché significava tenerlo ancora in quella stanza e parlargli e perché avrebbe dovuto subire una specie di terzo grado, ma poteva anche essere un buon metodo per distrarre ancora di più Eddie. Così lo fece: lo richiamò quando era già sparito per vederlo comparire molto in fretta, gli mostrò la fotografia che aveva scattato nel ristorante e cercò di rispondere in maniera più o meno sincera alle domande di Eddie, il quale ritornò qualche ora più tardi con un nome e una scheda anagrafica piuttosto dettagliata. 
"Della Wayne Enterprises?" sbottò Barry, incredulo, mettendo definitivamente da parte il quarto sandwich che stava mangiando. "Quel Bruce Wayne?" 
Non aveva nemmeno bisogno di una risposta perché esisteva soltanto un Bruce Wayne di cui era a conoscenza e che occupava almeno una posizione nella sua top five delle personalità ispiranti in campo scientifico e non riusciva a credere di essersi trovato di fronte a una persona del genere e non essere stato in grado di riconoscerla. Non gli era passato per la testa neanche per un istante che in realtà era abbastanza familiare il suo aspetto, era stato troppo preso dalla situazione e da Cisco e da Caitlin per fare caso a qualsiasi altra cosa; non riusciva a crederci di essersi trovato a qualche centinaia di metri di distanza da Bruce Wayne e non aver fatto nulla per parlargli o anche solo presentarsi. Il che lo portò a un dubbio ancora più sconcertante: che diavolo ci faceva Caitlin con lui?
"Che ci faceva con Caitlin?" disse a voce alta, a dimostrazione che alcune volte il filtro cervello-bocca non gli funzionava per niente. 
"Devo chiedertelo" iniziò Eddie, che per tutto il tempo in cui Barry aveva cercato di capacitarsi della sua mancanza, se ne era rimasto in silenzio. "Dove hai scattato questa fotografia?" 
Barry dovette ammettere che quella domanda non era del tutto fuori luogo. "In un ristorante" rispose, cosa che poteva anche essere evitata visto che era abbastanza evidente dallo sfondo che si trovava in un ristorante. Ma era necessario tenersi sul vago per evitare di rendere partecipe Eddie delle sue attività notturne. 
Eddie annuì, ma lo fece in modo strano, come se non ci avesse creduto totalmente. "E sbaglio se dico che questo Wayne era a un appuntamento con Caitlin?" chiese. 
"Non proprio" rispose l'altro, cercando di suonare ambiguo.
 Ma Eddie lo guardava. E Barry ricambiava. Entrambi sapevano quello che l'altro stava pensando, ma per una strana ragione nessuno dei due si decideva a esprimerlo a voce. Fu Barry il primo a stufarsi. "Va bene, si, ho seguito Caitlin in questo ristorante, ma l'ho fatto... non ero da solo, a proposito, con me c'era anche Cisco.... l'abbiamo fatto soltanto perché Caitlin si comporta in modo strano da parecchi giorni e volevo assicurarmi che andasse tutto bene. Lo so, non dovrei pedinare le persone per controllare che non ci sia nulla di sbagliato, di solito cerco di parlarci prima ma... che c'è?" si interruppe, perché Eddie aveva cercato di fermare il treno di parole. 
"Non devi darmi giustificazioni, ero solo curioso" 
Oh. Non proprio la reazione che si aspettava Barry. E la cosa lo metteva stranamente anche più a disagio. "Quindi non vuoi sapere perché l'ho fatto" disse, ma sembrava una domanda perfino alle sue orecchie. 
"E' abbastanza evidente, non credi?" fece Eddie, dondolandosi sui talloni e le mani nelle tasche dei pantaloni. 
C'era qualcosa nel modo in cui l'aveva detto che fece pentire Barry all'istante di aver parlato. Onestamente, non sapeva dire perché non riusciva a tenere quella sua maledetta bocca chiusa per una volta, in fondo non sarebbe stato così difficile starsene zitto o dire qualsiasi altra cosa eccetto quella. Perché come diamine faceva a spiegare a Eddie che non era per niente evidente quello che stava facendo in quel ristorante? 
Qualcosa nella pausa che Barry si era preso per auto-rimproverarsi - o forse, dal modo in cui non faceva che grattarsi la nuca - fece intuire a Eddie che l'altro non era propriamente a suo agio. "Non devi vergognartene, tutti abbiamo fatto cose di cui non siamo fieri da gelosi" 
E lì giunse la fine. Iniziava a diventare ridicolo il fatto che in tre giorni ben quattro persone diverse avessero alluso ai suoi sentimenti per Caitlin. All'improvviso tutti si erano svegliati e avevano deciso di intromettersi nella vita amorosa di Barry. Non che ci fosse una vita amorosa, a dire il vero, e non con Caitlin, giusto per essere sinceri. Eppure ognuno si era sentito in dovere di esprimere il proprio parere senza che Barry lo richiedesse. 
"Suppongo te l'abbia detto Iris" disse, ovviamente annoiato. 
Eddie sbuffò dal naso. "Scherzi? Sono io che l'ho detto a lei!" esclamò, quasi come se stesse ricevendo una specie di onorificenza. 
"Tu l'hai detto a lei?" fece eco Barry, seriamente più frustrato in questa situazione che quando aveva scoperto i suoi poteri. Si sarebbe aspettato di tutto - a questo punto, era convinto che niente più avrebbe potuto sorprenderlo - ma non che quella storia fosse iniziata per colpa di Eddie. "Non è assolutamente vero" disse, ma ovviamente era lontano dal crederci quanto lo era al convincere anche gli altri. O forse, avrebbe dovuto spiegarsi meglio: era abbastanza sicuro che se ci fosse stato qualcosa di cui avesse dovuto accorgersi molto probabilmente l'avrebbe fatto, ma doveva pur esserci un motivo se quattro persone ne erano convinte e non facevano altro che ripeterglielo; a questo punto mancava il dr. Wells, ma non osava nemmeno immaginare una conversazione del genere con lui. 
In risposta, Eddie gli rifilò tutta una serie di motivi che aveva già sentito da Iris e altri invece che erano del tutto nuovi e del tutto privi di significato visto che erano basati sul fatto che Eddie li aveva visti insieme solo pochissime volte. E Barry provò a dirglielo almeno un milione di volte quel pomeriggio. 
"Senti, Barry, dico solo che sareste una bella coppia" concluse, sollevando le spalle. "So come sei quando ti piace una ragazza, ti ho visto girare intorno a Iris dal primo momento" 
Per un attimo Barry si chiese se era il caso di ammettere ogni cosa pur di far smettere Eddie di parlare. Non trovava giusto giocare la carta di Iris, anche se adesso non provava per lei le stesse cose di pochi mesi prima. 
"E Caitlin non sembra il tipo di persona che si apre con chiunque ma con te l'ha fatto, qualcosa vorrà pur dire"
Barry annuì. "Si, che siamo buoni amici" replicò, sentendosi sempre meno sicuro di quella frase man mano che la diceva. 
Eddie alzò gli occhi al cielo e scrollò le spalle. "Ognuno crede quello che vuole credere" disse prima di andarsene.
E per la prima volta Barry ci diede davvero un pensiero. 
Ma dopo aver telefonato Felicity per chiederle cosa volesse Bruce Wayne da Caitlin. 

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Capitolo 4
*** Caitlin ***


B A R R Y / C A I T L I N 
Caitlin
Barry non era mai stato così furioso e deluso in tutta la sua vita e non si poteva certo dire che non avesse avuto una bella dose di problemi nel corso degli anni. Felicity stava ancora parlando - qualcosa su come le dispiacesse per Barry e che avrebbe potuto contare su di lei nel caso avesse avuto bisogno una voce amica - quando aveva iniziato a correre. Veloce. Verso casa di Caitlin. Dimenticato il cellulare nella tasca posteriore dei jeans, bussò alla porta con tanta insistenza e forza che avrebbe potuto anche buttarla giù. E onestamente, l'avrebbe fatto se non si fosse aperta entro venti secondi. 
Caitlin aprì al diciottesimo e Barry prese vagamente nota dell'espressione sorpresa di lei prima di precipitarsi all'interno, addio ai preamboli e a qualsiasi forma di cortesia. 
"Come hai potuto?" chiese, combattendo con quella familiare sensazione di non riuscire a dire tutto quello che gli stava passando per la testa. Non aveva avuto molto tempo, durante il tragitto dal laboratorio a casa di Caitlin, per mettere ordine fra i pensieri ma sapeva cosa voleva dirle, era tutto nella sua testa e l'unica cosa che doveva fare era parlare. Facile. Ma lui era Barry Allen, le cose semplici sembravano evitarlo come la peste. 
L'espressione di Caitlin mutò un solo istante, troppo poco per intendere di cosa si trattasse. "Come ho potuto cosa?" domandò, il tono innocente, forse un po' troppo. 
Barry prese a camminare freneticamente in quell'appartamento che aveva visto soltanto una volta, mesi prima, in occasione della serata karaoke. Una delle migliori serate dell'ultimo anno, spensierata e divertente, grazie a Caitlin che l'aveva trascinato su quel palco. Perfino metterle il pigiama, dare una sbirciatina alla sua mercanzia e aspettare che si addormentasse prima di andare via era stato piuttosto piacevole. E ora, invece, quasi non ci vedeva più dalla rabbia. "Pensavi davvero di accettare quel lavoro e andartene? Così, senza dire niente?" la accusò, senza preoccuparsi di trattenere il risentimento nella voce anche se sapeva fin da subito che dopo si sarebbe pentito di quell'atteggiamento. Per ora, comunque, non riusciva nemmeno a stare fermo per guardarla negli occhi. Perché tutta la situazione era così surreale che... stava ancora cercando di convincersi che era tutto vero.
"Come sai del lavoro? Non l'ho detto a nessuno, nemmeno a Cisco" fu la risposta di Caitlin, e se Barry fosse stato un tantino più ricettivo si sarebbe accorto del mix di emozioni che aveva impregnato la voce di lei: sorpresa, ovviamente, perché come aveva appena detto doveva essere un segreto; irritazione, sempre dovuto alla natura privata dell'informazione che in qualche modo, sicuramente non legale, era venuta alla luce senza il consenso delle due parti; ce n'erano tante altre, ma queste le più evidenti. 
"Non è importante adesso" rispose lui, poiché Barry non poteva veramente fare riferimento al coinvolgimento di Felicity in quella faccenda. "Pensavo che noi due - la mano come a tracciare lo spazio vuoto tra il suo corpo e quello di lei - fossimo amici." 
"Lo siamo, solo che io non..." tentò Caitlin, ma Barry non le permise di finire. 
"Gli amici dicono agli amici di importanti offerte di lavoro!" sbottò lui perché non ce la faceva più. Dopo tutto quello che avevano passato insieme, dopo tutte le difficoltà che avevano superato grazie al rispetto e all'amicizia che nutrivano l'uno nei confronti dell'altra, non era possibile che Caitlin gli tirasse un colpo basso come quello. Ecco perché faticava ancora a crederci nonostante lei non avesse smentito la cosa, ecco perché pretendeva almeno delle spiegazioni, soprattutto dopo le conclusioni a cui era arrivato. 
Caitlin incrociò le braccia al petto, puntandolo con lo sguardo. "E pensi che sia facile? Non sai quante volte ho provato a parlarvene, ma non sapevo come dirvelo" disse, sbuffando dal naso, nervosa. Probabilmente se c'era una cosa che infastidiva Caitlin era non riuscire in qualcosa. 
"Sempre meglio che arrivare un giorno al laboratorio e non trovarti!" continuò lui, le braccia all'aria per l'esasperazione. 
"Sai che non l'avrei mai fatto" ragionò Caitlin, gli occhi rivolti verso il soffitto. "E poi non ho accettato."
Un sopracciglio di Barry svettò verso l'alto involontariamente. "Certo, e Bruce Wayne ti porta in un ristorante francese perché tu hai gentilmente rifiutato la sua offerta." L'eventualità di un appuntamento tra Cisco e Naomi Campbell era molto più credibile. 
"Esatto!" esclamò Caitlin. "Era un tentativo per convincermi a... aspetta, che ne sai tu della cena?" 
Improvvisamente tutta la rabbia sfumò dal corpo di Barry, sostituita da una tremenda sensazione di disagio e un tantino di paura per aver detto la cosa sbagliata al momento sbagliato. Un conto era parlare del pedinamento con Cisco o Eddie, ma con Caitlin... sperava sul serio che non nascondesse alcun attrezzo per le lobotomie in casa. Tentò di dirottare la discussione di nuovo verso la sua partenza, ma il dito indice di Caitlin contro il suo petto lo convinse a non provarci nemmeno. Anzi, le mani sui fianchi e il piede tamburellante sul pavimento furono un incentivo sufficiente affinché parlasse. 
"Cait, eri strana da un paio di settimane e non volevi mai uscire insieme a me e Cisco e poi Iris mi ha detto che ti aveva visto con una persona da Jitters, un ragazzo che..."
"Falla breve, Barry"
"Ti ho seguito al ristorante" confessò, avvertendo subito la sensazione di aver detto di nuovo qualcosa di sbagliato e contemporaneamente di aver fatto la cosa giusta. Ripassò mentalmente tutta una serie di scuse plausibili per aver fatto una cosa del genere, mentre aspettava che la notizia attecchisse. 
Caitlin parlò lentamente e con una vaga nota di minaccia nella voce. "Tu mi hai seguito?"
Barry aggrottò la fronte e strinse gli occhi, come se stesse per vivere il dolore peggiore della propria vita. "Non ero da solo, c'era Cisco con me" replicò, continuando ad aggiungere quel dettaglio ogni volta come se il fatto che Cisco avesse acconsentito a fare lo stesso rendesse meno grave l'intera faccenda. Non aveva funzionato granché nemmeno con Eddie.
Caitlin scosse la testa, con un'espressione a metà tra il sorpreso e il deluso. "Come hai potuto?" chiese, ritorcendogli contro la stessa domanda che lui le aveva fatto solo pochi minuti prima. "Sono senza parole, ma che ti passa per la testa, si può sapere?" 
"Mi hai completamente ignorato per settimane, anche prima di questo offerta di lavoro" si giustificò lui, perché quel tipo di tono, quello che Caitlin solitamente utilizzava per altri e non per Barry, gli provocava una strana sensazione allo stomaco che non gli piaceva per niente. "Volevo sapere cosa passava a te per la testa, mi dispiace di essermi preoccupato." Magari, il pizzico di risentimento alla fine era fuori luogo, ma i giorni passati erano stati troppo stressanti per Barry per non lasciarne andare un po', per non parlare della bomba sganciata da Felicity (con la quale avrebbe dovuto fare due chiacchiere perché ovviamente aveva qualche problemino nel comunicare notizie importanti) ed evidentemente il comportamento di Caitlin l'aveva seccato molto più di quanto si fosse reso conto. 
Ma Caitlin non stava per andare via. "Quindi non hai accettato" disse Barry per essere sicuro di aver capito bene, lo sguardo basso visto che a questo punto non pensava di meritare di rivolgerle la parole. 
"Mi sorprende che tu non lo sappia già" ribatté Caitlin, ma l'espressione ormai si era ammorbidita e faceva un po' meno paura. "Non ho mai pensato di accettare e quella cena era solo per convincermi."
Ora, se Barry fosse stato davvero il ragazzo intelligente che tutti credevano che fosse e del quale anche lui si compiaceva in segreto, avrebbe tenuto sul serio la bocca chiusa. Ma Barry era Barry e lui ne era incapace quanto Cisco non poteva trattenersi dal dare quei nomi stupidi ai metaumani. E perché aveva accettato l'identità di The Flash per il bene della gente, compreso quello di Caitlin. Quindi non poteva assolutamente tacere a proposito di quel sospiro troppo triste che aveva appena lasciato le labbra di Caitlin e di cui lui avrebbe tanto voluto non accorgersi. 
"Perché hai rifiutato?" le chiese. Era la domanda più stupida che potesse farle considerato che aveva preso in considerazione l'ipotesi di buttarle giù la porta di casa per farle esattamente la domanda opposta. Cavolo, si era precipitato in casa come una furia perché aveva paura di perderla e ora si metteva a spingerla in quella direzione?
Caitlin scrollò le spalle e accennò un sorriso. "Mi piace quello che facciamo agli STAR Labs e forse non è il lavoro che sognavo, ma mi permette di essere d'aiuto a qualcuno che è quello che ho sempre voluto. L'offerta della Wayne Biotech era allettante, ma non sarebbe stato lo stesso."
"Mi sento un idiota" commentò Barry, una mano sulla fronte. Era vero, si sentiva come l'uomo più stupido della terra anziché il più veloce. Ma era anche felice. 
"Forse perché lo sei" replicò Caitlin, scuotendo la testa, incredula. "Come ti è venuto in mente di seguirmi?" chiese dopo un attimo di pausa. 
Barry fece una smorfia, grattandosi la nuca. "Te l'ho detto, ci stavi... mi stavi evitando e volevo sapere il perché." Cosa che, tra l'altro, ancora non aveva capito. 
"E chiedermelo come una persona normale?"
"Ci ho provato e io non sono esattamente normale." Entrambi dovettero convenire che sul quel punto aveva ragione lui. "Quindi? Perché mi evitavi?" 
La reazione di Caitlin fu istantanea. Divenne rigida come un palo e Barry poteva giurare di aver visto le guance avvampare di colore, ma non poteva esserne certo perché gli aveva dato le spalle e adesso il tamburellio del piede sul pavimento era l'unico segnale di nervosismo evidente. Quasi poteva immaginarsela a mordersi il labbro...
"Mi hai baciata" disse a bruciapelo. "Cioè, non proprio tu. Everyman con le tue sembianze."
Barry era senza parole. Everyman aveva baciato Caitlin. Everyman travestito da Barry aveva baciato Caitlin. Quanto più strana poteva ancora diventare quella situazione? Aveva così tanti pensieri per la testa che non sapeva nemmeno da dove iniziare per mettere ordine. 
"Everyman ti ha baciato e tu hai creduto che fossi io" ripetette perché a tenerlo chiuso in testa non sembrava avere senso.  
I capelli di Caitlin si mossero. "Già, per questo ho cercato di evitarti per..."
"Non posso crederci! Anche uno sconosciuto se n'è accorto prima di me!" 
"Di che stai parlando?" chiese Caitlin, voltandosi a guardare Barry. 
Ma Barry la ignorò. O almeno, era vittima di un così grave caso di sputo di parole che sarebbe stato impossibile fermarsi ora che tutto cominciava a prendere forma. "Gli altri non hanno fatto altro che darmi il tormento su come abbia una cotta per te e poi esce fuori questo tipo che non conosce niente e nessuno e lo capisce prima di me. E' frustrante, capisci, perché..."
"Barry, non sai cosa stai dicendo" fu il tentativo di Caitlin. Vano. 
"Si, che lo so!" esclamò Barry, comprendo la distanza tra loro due a velocità-Flash. "Se me lo avessi chiesto un paio di ore fa non avrei potuto che darti ragione, ma poi Felicity mi ha detto che stavi per andartene a Gotham City per una super-offerta di lavoro e allora ho pensato che non ci saremmo più visti e-e, non lo so, ho capito che non sarei riuscito a sopportarlo perché è come dicono, hanno ragione tutti loro, perfino Cisco sul fatto che ero geloso e continuava a fare quel suono irritante con la bocca e allora l'ho mollato al ristorante senza dirgli niente solo perché..."
"Barry. Barry, devi andare più lentamente, non riesco a starti dietro" 
Barry annuì con una foga eccessiva, ma aveva tutta quell'adrenalina in corpo. "Si, scusa, hai ragione." Prese un respiro profondo per darsi una calmata. "Ho finalmente aperto gli occhi: mi piaci. E non come amica... cioè, mi piaci come amica, sei perfetta. E anche come collega, al lavoro sei geniale e non so come avremmo fatto senza di te se avessi davvero deciso di accettare l'offerta di Wayne. Ma io intendo un'altra cosa, capisci... e forse è meglio che mi fermi qui" concluse, diminuendo di velocità man mano che andava avanti. 
Gli occhi di Caitlin erano diventati grandi il doppio e l'espressione era... be', Barry immaginava proprio così la propria faccia se ripensava alle conversazioni imbarazzanti avute nei giorni precedenti con i suoi amici. Solo che Caitlin l'aveva portato a un livello ben diverso: si era messa a sedere, poi era balzata in piedi e di nuovo seduta, per rialzarsi meno di cinque secondi dopo. Il tutto evidentemente alla ricerca di qualcosa da dire. 
"Cait" la chiamò Barry, perché vederla in quello stato era snervante. "Te l'ho detto perché volevo dirtelo, ma non mi aspetto nulla. Se tu non vuoi..."
"Io e Everyman ci siamo baciati" disse lei. 
Barry annuì. "Si, l'ho capito e preferirei che non ne parlassimo più." Ora che aveva finalmente capito, l'idea di Caitlin con qualcun altro era fastidiosa. 
"Non hai capito niente, invece" fece lei, scuotendo la testa e le dita che continuavano a intrecciarsi e slegarsi. "Ho risposto a quel bacio perché pensavo che fossi tu, per quanto strana fosse la situazione." 
Per Barry fu come toccare il cielo come un dito, e detto da uno che poteva perfino viaggiare nel tempo era tutto dire. "Mi stai dicendo quello che penso?" chiese, un sorriso così grande sulle labbra che non pensava sarebbe svanito prima di un paio di settimane. Caitlin annuì, le guance rosse. "No, non credo. Io sto pensando che dovrei mostrarti che significa baciare veramente Barry Allen. "
"C'è un solo modo per scoprirlo" replicò lei, avvicinandosi lentamente a Barry. 
Erano stati così vicini altre volte, ma non in quel modo, non con quelle intenzioni. Barry sentiva il cuore battere d'aspettativa e dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non afferrare Caitlin lui stesso e baciarla; ci stava mettendo una vita. 
Poi Caitlin, quando ormai mancavano soltanto il movimento delle loro teste in avanti, si fermò. "Venerdì sera danno Titanic al CC Theater." 
"Si, mi pare di averlo sentito" annuì, sempre sorridendo nonostante la delusione, ma aveva aspettato un anno intero - senza contare i nove mesi di coma - quindi poteva resistere ancora qualche giorno.

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