You an' I lustily, purple kisses and good weed.

di RedDisposition
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

-non so neanche cosa ci faccio qui!-

Due ragazze avevano appena parcheggiato la loro auto, un Range Rover grigio opaco, la ragazza al volante aveva sbuffato ad ogni lamentela dell’amica, riusciva a sentire la musica in lontananza e aveva già voglia di saltellare sul suo sedile nuovo che profumava di pelle.

-Jessica Louise Nelson puoi almeno avere la decenza di rispondere?-

Jesy si girò verso la sua amica e sbuffò, a volte era davvero insopportabile, non riusciva a capire come diavolo avesse fatto ad essere la più popolare nella sua vecchia città.

- ti stai lamentando da quando siamo partite da casa tua! È il tuo ultimo anno di liceo, ti sei trasferita qui durante il secondo, almeno l’ultimo, ti prego divertiti-

Guardò la sua migliore amica, alzò gli occhi al cielo e con uno sbuffo scese velocemente dall’auto. Si guardò intorno, gli isolati, i quartieri, tutto era così diverso da casa, non si era ancora abituata, era passata dalla città più tranquilla del mondo alla città che non dorme mai.

-andiamo Perrie-

Jesy la prese sotto braccio, si avviarono lungo il vialetto della casa da dove proveniva la musica, Perrie notò quanto fosse curata, piena di fiori e piante, moltissime peonie erano messe in diversi vasi lungo il viale. Prima di bussare le due si diedero un occhiata, come facevano da sempre, Jesy aveva i capelli sciolti come al solito, li teneva lisci ma il segno della sua capigliatura riccia si notava già dalle punte che si stavano arricciando, teneva un rossetto rosso,gli occhi erano truccati semplicemente con l’eyeliner, mascara e matita, Perrie passò lo sguardo lungo il corpo della sua migliore amica, notò che aveva indossato un pantalone di jeans tanto stretto da farle saltare le chiappe in aria, la maglia corta sopra l’ombelico, che mostrava il fisico appena palestrato dell’amica, ricordava quando Jesy si era iscritta in palestra ed aveva iniziato a fare diete, ed ora quella ragazza insicura si era trasformata in un qualcosa di così forte che nessuno poteva scalfire.

-hai intenzione di andare a letto con qualcuno, Jes?-

Perrie sorrise meschina, la sua migliore amica le riservò uno sguardo scocciato ma allo stesso tempo divertito.

-magari voglio sedurti-

Perrie scoppiò a ridere e le mollò una spallata. Dopo un controllo veloce anche del modo in cui era vestita Perrie, decisero di bussare. Quando ad aprirle fu uno dei tanti ragazzi della loro scuola, con un cappello da vichingo in testa le due ragazze si guardarono. Lo sguardo di Perrie era tutto un miscuglio di rabbia e tensione, era un fascio di nervi, adorava andare alle feste quando viveva a Londra, ma ora proprio non le digeriva, in quel posto le sembravano solo uno stupido modo per ubriacarsi e fare sesso. Quello faceva parte del suo passato non del presente, ora lei era la ragazza silenziosa dell’ultima fila che stava sempre in biblioteca , sola o con la sua migliore amica.
 

Sentì la stretta familiare di Jesy intorno al suo polso tirarla, Perrie fu indotta a camminare mentre con un sorriso scocciato salutava il ragazzo che le aveva accolte.

-Jesy! Hei!-

Perrie sentì una voce dolce in lontananza, si guardò intorno ma non fece in tempo a capire la voce da dove provenisse che Jesy la tirò verso una direzione a lei sconosciuta, davanti a lei riusciva a vedere appena il corpo della sua migliore amica, c’erano troppi ragazzi per una stanza così piccola, si guardò intorno e fra la folla di persone che bevevano, ridevano o ballavano notò un gruppetto di ragazze che stava più in disparte rispetto agli altri. Perrie si chiese se anche lei sembrava così sfigata quando a scuola si estraniava dal mondo.

-Leigh Anne!-

Il suo braccio tornò finalmente libero e fece correre la sua mano a massaggiarlo, Jesy aveva una presa davvero molto forte.

-ciao piccola!-

Perrie vide Jesy abbracciare una ragazza, la riconobbe subito, era una del giro di Jesy, al quale lei non aveva mai voluto fare parte, parecchie volte gliel’avevano chiesto, del resto lei non aveva niente di diverso rispetto alle altre, era anche piuttosto bella, diversi ragazzi gliel’avevano detto, ma quel mondo non faceva per lei, non era il tipo di persona che ogni mattina si svegliava presto per mettersi chili di trucco, neanche Jesy o quella Leigh Anne  lo facevano, anzi Perrie credeva che erano le uniche a non avere bisogno di trucco data l’evidente bellezza.

-Perrie lei è Leigh Anne -

Sorrise alla ragazza che immediatamente ricambiò il suo sorriso facendo brillare i suoi occhi scuri, allungò una mano per stringere quella dell’altra.

-ci conosciamo già-

Disse Leigh gentile, Jesy mi guardò confusa, le ricambiai lo sguardo come se la spiegazione fosse la cosa più semplice del mondo.

-abbiamo qualche corso insieme, non ci eravamo mai presentate ma sapevamo almeno i nostri nomi, Jes credi davvero che io non conosca nessuno della nostra scuola?-

La ragazza sorrise imbarazzata, mentre Leigh si lasciava andare in una risata alta, Perrie si ritrovò a sorridere nonostante nel suo tono ci fosse leggera acidità, vide qualche ragazzo lanciare occhiate maliziose alla sua migliore amica e guardò Jesy che ancora stava parlando con Leigh Anne , fece spallucce e scosse la testa, non che le dispiacesse se qualche ragazzo ci provava con lei, anzi ne era felice, dopo l’ultima storia andata male la sua migliore amica sembrava non volesse provarci con nessuno.
 
Perrie approfittò del momento di distrazione di Jesy, le diede le spalle e con una certa lentezza, credeva di camminare a moviola, si diresse verso il tavolo, dove c’erano sparsi diversi bicchieri di birra ed altri alcolici vari. Perrie sorrise prendendo un bicchiere al volo di Martini, l’unica cosa che non aveva cambiato dopo il suo trasferimento era il buon gusto verso gli alcolici, smettere di bere non significava smettere di apprezzare il buon vino, liquore o qualsiasi altro tipo di alcolico. Si avvicinò il bicchiere alla bocca, fece qualche sorso e decise che magari potevano bastare, non doveva andarci giù pesante, non beveva da troppo tempo.

-ti fanno paura i bicchieri? Se non ne vuoi più puoi darlo a me-

Perrie sussultò quando qualcuno urlò nel suo orecchio, si girò verso la voce, un sorriso enorme si era appena spalancato davanti alla sua faccia, Perrie alzò un sopracciglio scocciata.

-non voglio stare male per qualche bicchiere di troppo, non sono i bicchieri a spaventarmi-

Perrie posò il bicchiere sul ripiano di cristallo, la ragazza che aveva accanto prese il bicchiere qualche secondo dopo che la superficie rossa di plastica aveva toccato il vetro. Perrie spalancò la bocca quando la vide buttare giù tutto il Martini in un sorso. Fissò la ragazza che non le sembrava affatto brilla, anche, calcolando dall'odore di alcol che emanava, ne aveva bevuto abbastanza. I capelli di un castano chiaro quasi miele le cadevano lungo le spalle, gli occhi castani come un biscotto e splendenti fissavano Perrie divertiti, la pelle della ragazza era olivastra,e in contrasto con la sua lunare sembrava che avesse passato buona parte della sua vita sdraiata al sole, il rossetto rosso dava un contrasto con il tutto, Perrie quasi rimase a bocca spalancata quando vide il vestitino che la ragazza indossava, stretto, striminzito e che forse lasciava troppe cose scoperte, era nero e in alcune parti trasparenti, Perrie non riuscì a distinguerle, troppo presa a fissare gli occhi castani dell’altra.

-Martini! Io lo amo!-

La ragazza saltellò gettando il bicchiere per l’aria, Perrie la guardò leggermente scossa, la ragazza fece un passo verso di lei e le sorrise togliendole un ciuffo biondo dal viso.
-così stai meglio, ah e mi raccomando divertiti-
Le sorrise facendole l’occhiolino, dandole le spalle ed avviandosi verso quella che Perrie credeva fosse la sala da ballo. La ragazza sorrise leggermente seguendo la castana per qualche altro secondo con gli occhi oceanici, poi si girò intercettando la bottiglia di Martini.

Mi raccomando divertiti.

Appoggiò la bocca alla bottiglia e ne prese una lunga sorsata, strinse gli occhi ed assaporò il gusto dolce del Martini, se doveva dirla tutta le era mancato quel sapore, quel calore che ti scende lungo l’esofago.

-Pez che stai facendo?-

La ragazza sussultò e nascose la bottiglia dietro la schiena sorridendo alla sua migliore amica. Jesy scosse la testa le si avvicinò ed allungò una mano dietro la schiena di Perrie, con una mossa le strappò via la bottiglia, lesse l’etichetta e scosse la testa sorridendo.

-Martini? Certe cose non cambieranno mai, eh?-

Perrie scoppiò a ridere e fece spallucce, Jesy sorrise e decise di bere anche lei, un piccolo sorso dato che non era così fissata con il Martini come l’altra. Mentre Jesy beveva e alternava un’espressione scocciata, Perrie si prese la libertà di guardare attentamente la sua amica, dato che era sparita per un bel po’. Jesy aveva i capelli stravolti, ormai tutti i segni di una stiratura erano scomparsi, erano ricci, non voluminosi, ma come se qualcuno vi avesse passato le mani dentro, aveva un sorriso sul viso più splendente del solito e dai suoi occhi verdi e brillanti Perrie capì che ormai la sa amica era stata portata su un altro pianeta. Alzò un sopracciglio e le si avvicinò, sentì immediatamente un profumo che non le ricordò il solito usato dalla ragazza, Perrie sorrise bloccando l’ennesimo sorso di Jesy.

-con chi sei stata?-

Vide la sua amica farsi rigida all’improvviso, l’altra posò la bottiglia sulla tavola e con un sospiro prese Perrie per un polso.

-andiamo a ballare-

Jesy la trascinò in pista prima che potesse chiederle altro. Perrie si ritrovò in un salotto, dove chi era stanco si riposava sul divano, fissando chi ballava, Jesy aveva iniziato immediatamente a muoversi con eleganza e sensualità, mentre Perrie non aveva affatto intenzione di muoversi, ricordava quando sapeva scatenarsi, il modo in cui ballava, in cui veniva osservata, non lo avrebbe fatto di nuovo anche se l’adrenalina e la forza di quegli occhi a calamita su di lei le mancassero molto.

-muoviti!-

Jesy le urlò afferrandole le mani, la tirò verso di sé, la strinse per le spalle e con mosse decise Perrie si ritrovò a muovere il bacino allo stesso modo della sua migliore amica.

-ci stai provando con me?-

Sentì la risata della sua migliore amica arrivarle alle orecchie, Perrie sorrise scuotendo la testa, si girò verso Jesy, smettendo di darle le spalle.

-andiamo Perrie, scommetto ti invidiavano tutti quando ballavi-

La bionda scosse la testa e incrociò le braccia al petto, Jesy sbuffò smettendo di muoversi, si guardò intorno, per un attimo Perrie si chiese chi stesse cercando la sua migliore amica, ma venne distratta da un manto di capelli castani che svolazzavano a qualche passo da lei.

-Pez devo andare un attimo, aspettami qui, va bene?-

Perrie non ebbe il tempo di ribattere che Jesy era già scomparsa. Si guardò intorno e quando non la vide sbuffò, alzò gli occhi al cielo pensando che non sarebbe andata più ad una festa con lei. Si  avviò a quella che credeva fosse una veranda.

-Perrie Edwards ti avevo consigliato di divertirti-

Perrie si bloccò quando sentì il tocco leggero e delicato sul suo polso.

-conosci il mio nome?-

Si girò verso la ragazza che le stava sorridendo con l’ennesimo bicchiere di alcol in mano, aveva il rossetto leggermente sbavato e anche il trucco degli occhi, Perrie si chiese da quanto stesse ballando per essere così sudata.

-credi davvero che io prenda da bere dagli sconosciuti?-

Perrie cercò di trattenere un sorriso, la ragazza teneva ancora una mano stretta sul suo polso, le sorrideva con gli occhi luminosi e forse un po’ lucidi.

-andiamo vieni a ballare-

La tirò verso di sé, Perrie quasi si lasciò trasportare, non si ribellò affatto ed appena partì una canzone alquanto rumorosa sentì l’urlo della ragazza che la fece scoppiare a ridere, l’altra si muoveva in modo goffo e divertente come se lo stesse facendo apposta, e poi compiva delle facce buffe, Perrie scosse la testa sorridendo da un lato, alzò una mano in aria ed con la musica sparata nelle orecchie iniziò a muovere il bacino per assecondare il ritmo.

-cavolo, credevo non sapessi ballare-

Sussultò guardando l’altra che la fissava stupita, scoppiò a ridere afferrò le braccia della ragazza e compì le stesse azioni che Jesy aveva fatto prima per spronarla a ballare.

-non è difficile-

Perrie le sorrise, ma quando si rese conto di essersi avvicinata troppo fece un passo indietro arrossendo di botto, la ragazza che aveva davanti al contrario non sembrava imbarazzata anzi, la afferrò per i fianchi, mise una gamba fra quella di Perrie ed iniziò a scendere assecondando il movimento di bacino, la bionda sorrise e ricordò quel movimento come la mossa che per lo più faceva con Jesy, anche se con la sua migliore amica di certo non si sentiva in quel modo, iniziò a scendere anche lei sentendo il cuore pulsarle e la testa girarle, non sapeva neanche com’era riuscita a piegarsi così in basso, il viso della castana era vicino al suo e si sorridevano. Quando la canzone finì ed entrambe risalirono e si allontanarono scoppiando a ridere.

-resti per un’altra canzone?-

Perrie si guardò intorno, stava per annuire e sorridere alla ragazza, ma i suoi occhi incontrarono quelli di Jesy, leggermente bagnati. Spalancò la bocca e tornò a fissare l’altra.

-devo andare, la mia amica, lei..-

Non finì di parlare perché la ragazza aveva guardato dove guardava lei, riuscì ad individuare Jesy che camminava veloce verso la porta di ingresso ed annuì.

-ci vediamo-

Le sorrise togliendole un altro ciuffo biondo dal viso, Perrie sentì le gote farsi leggermente rosse, si allontanò dalla ragazza, senza accorgersi che la castana l’aveva fissata finchè non fu scomparsa fra la folla.

-mi chiamo Jade, comunque-

Sussurrò la castana sotto voce guardando verso la direzione che Perrie aveva preso, lasciò andare un sospiro e finalmente corse a sedersi. Le facevano male i piedi e forse aveva bevuto davvero troppo, se ripensava al modo in cui aveva ballato con quella ragazza si chiedeva se per caso il bruciore di stomaco fosse più per lei che per l’alcol.
 

-Jesy!-

Perrie corse verso la porta, cercando di bloccare la corsa della sua migliore amica, ma sembrava che l'altra non riuscisse a sentirla, vedeva chiaramente le spalle della ragazza sussultare, si fece spazio fra la folla e riuscì ad arrivare alla porta. La vide avviarsi alla macchina, mentre con una mano si sfilava i tacchi.

-Jes-

Perrie riuscì a raggiungerla, Jesy si asciugò le lacrime prima di girarsi verso l’amica, quando vide gli occhi preoccupati di Perrie sorrise, sorriso che però sembrava più una smorfia di dolore sul suo viso.

-che succede?-

Le chiese la bionda, Jesy la prese per mano, le strinse forte il palmo senza però intrecciare le dita, camminarono svelte fino alla loro macchina, attraversando il viale con le peonie.
Perrie aprì lo sportello quando ormai Jesy era già dentro ed aveva già acceso i motori, si guardò un attimo alle spalle, vide da lontano una mano che si alzava per salutarla, chiuse gli occhi a fessura per vedere meglio chi fosse, quando incontrò due occhi brillanti le venne spontaneo sorridere, salutò la sua ormai amica con un cenno della testa e per qualche secondo restò ferma a guardarla negli occhi.

-Andiamocene Perrie!-

Sussultò quando sentì la voce alterata e leggermente rotta dal pianto di Jesy, abbassò lo sguardo sullo sportello, lo aprì e vi si fiondò dentro. Quando partirono Perrie guardò indietro per vedere se quel paio di occhi fossero ancora lì, ma non vi trovò nessun bagliore, così decise di concentrarsi sulla sua migliore amica.

-che è successo?-

Jesy era tesa, Perrie lo capì dal modo in cui teneva il volante stretto fra le mani, le gote erano quasi bianche ed avevano fatto uno schiocco appena Perrie le aveva fatto quella domanda.

-niente, va bene?-

Jesy si girò verso di lei, si pentì immediatamente del suo tono distaccato, e le sorrise sospirando, i suoi occhi si addolcirono immediatamente.

-se stavi con un ragazzo puoi dirmelo, insomma sai che puoi parlarmi di tutto, se ti ha fatto qualcosa ci

vendicheremo, cavolo lo uccidiamo quel bastardo-
Jesy scosse la testa sentendo gli occhi inumidirsi, Perrie alzò un sopracciglio nascondendo il sorriso che era
comparso, le poggiò una mano su un braccio, sentì i muscoli dell’amica tendersi sotto il suo tocco.

-non ero con un ragazzo-

Sussurrò Jesy spostandosi i capelli da un lato, mostrando una parte del collo, dove Perrie aveva notato un segno che fino alla mattina prima non c’era. Spalancò la bocca quando si allungò in avanti e con un dito strusciò sulla pelle dove c’era un segno rosso, i suoi occhi si sbarrarono appena si ritrovò del rosso fra le mani, guardò Jesy con un’espressione confusa sul viso.

-hai del rossetto sul collo-

Jesy spalancò gli occhi e per poco non finì contro un albero, Perrie lasciò andare un urletto, mollò uno schiaffo sulla spalla dell’amica e si passò una mano fra i capelli chiari.

-che ti prende!-

Urlò la bionda, Jesy deglutì e guardò un attimo la sua migliore amica negli occhi, Perrie notò il velo di tristezza stampato nel suo sguardo, le iridi chiare di Jesy erano spente e senza vita, con forse un po’ di rossore dato dal pianto e dall’alcol.

-devo dirti una cosa-

Jesy deglutì e lasciò che una lacrima le scivolasse lungo il volto, Perrie spalancò gli occhi e posò una mano sulle sue labbra colorate di viola.

-stavi con una ragazza, vero?-

Jesy strinse di nuovo le mani sul volante, le dita le schioccaro0no di nuovo e Perrie sorrise accarezzandole una guancia.

-non vedo quale sia il problema-

La  mora si passò una mano lungo il volto e la guardò sbuffando.

-sei seria? Sono gay Perrie! Mia madre! La popolarità! Sono finita!-

Perrie alzò un sopracciglio, la sua mano si ritirò immediatamente, in quel momento si chiese dove fosse finita la sua migliore amica, quasi provò un senso di colpa nell’averla lasciata sola in un momento come quello.

-hai davvero paura di perdere la tua popolarità? Scommetto che è per questo se sei scappata, la ragazza voleva che tu facessi coming out?-

Jesy abbassò un attimo lo sguardo e poi con un certo orgoglio annuì convinta, Perrie scosse la testa alzando gli occhi al cielo.

-preferisci piacere agli altri e non a te!-

Disse alterata, la mora le lanciò uno sguardo stupito, non era una reazione che si sarebbe aspettata da Perrie,
sempre calma, che cercava di aggiustare tutto trovando la strada più facile.

-non sai che vuol dire, tu non sei popolare, non sai cosa significa prendere degli amici e la potenza-

Perrie si irrigidì all’istante, guardò l’amica con sguardo sconvolto, si portò una mano al petto in un atteggiamento teatrale.

-ferma la macchina-

Jesy la guardò confusa, ma fermò lo stesso, accostò e si aspettò che Perrie le facesse uno di quei discorsi sul non fregarsene e varie cose, ma la bionda aprì la portiera dell’auto ed uscì.

- io non ho amici, non sono popolare, quindi vado a casa da sola-

Chiuse con forza la porta, tanto che Jesy sentì il rimbombo nella testa, scese dall’auto e le camminò dietro stringendosi le braccia al petto per contenere il freddo che l’umidità della notte stava portando.

-Perrie lo sai che non intendevo dire quello-

La ragazza bionda sentì i passi della migliore amica a qualche metro da sé, si girò verso di lei e con delusione nello sguardo la fissò come se stesse ad un gradino più alto di una scala.

-cosa intendevi dire allora? Che sono sola? Che, non so, tu riesci a portarti a letto qualche ragazza e io non so neanche cosa significa stare in intimità con qualcuno, semplicemente perché non mi piace fare amicizia con la gente?-

Forse aveva esagerato, ma di certo non le doveva delle scuse, Jesy l’aveva lasciata sola per l’intera serata, non sapeva dove diavolo fosse ed in più le aveva nascosto una cosa che Perrie avrebbe voluto sapere, ora era come se non riconoscesse la sua migliore amica e faceva abbastanza male. Jesy dall’altro lato del marciapiedi aveva lasciato che le braccia le cadessero lungo i fianchi, Perrie notò la rabbia che si era scatenata negli occhi della migliore amica e quasi le venne l’istinto di fare un passo indietro.

-intendevo dire che a Londra eri la reginetta della scuola, quella popolare! Quella che si sarebbe venduta l’anima pur di non perdere il titolo di reginetta! Intendevo dire che la parte da ragazza timida e dolce non funziona con me! E non funzionerebbe neanche con gli altri se sapessero quello che sei capace di fare! Tutte le vendette, i complotti, hai dimenticato quello che mi hai raccontato?-

Perrie sentì gli occhi inumidirsi, si sfregò le mani davanti la bocca e dopo guardò Jesy negli occhi.

-vaffanculo Jesy!-

Sussurrò con tanta rabbia che la mora si ritirò, le ricordò una tigre che ringhia ed era strano dato che a Perrie aveva sempre affibbiato il soprannome di panda tenero e dolce.

-Perrie!-

Jesy provò a fermarla quando al vide camminare nella parte opposta della sua auto, la bionda fece finta di non sentirla e camminò più veloce possibile, doveva superarla, non ce l’avrebbe fatta ad affrontare l’argomento, semplicemente perché Perrie odiava quando le spiattellavano in faccia la verità.
 

Stava camminando da qualche quarto d’ora ormai, senza una meta sempre più convinta che quella notte sarebbe finita a dormire sotto un ponte. Jesy le aveva mandato qualche messaggio, ma lei l’aveva semplicemente ignorata, non le andava di parlarle, anche se sapeva che avrebbero dovuto farlo di certo non potevano evitarsi, essendo coinquiline.

-hei vagabonda, vuoi un passaggio?-

Perrie dovette mettersi una mano davanti gli occhi a causa di un faro, era già pronta a mandare qualche ragazzo pervertito a quel paese, quando vide i capelli castani di una ragazza sbucare da sotto il casco di quell’enorme moto.

-sei solo tu-

Sospirò Perrie passandosi una mano lungo il viso, la ragazza le sorrise facendole cenno di salire.

-non accetto passaggi dagli sconosciuti-

L’altra scoppiò a ridere quando sentì il tono canzonatorio di Perrie.

-bene, io mi chiamo Jade, ora sali-

Perrie sorrise e con un saltello si sedette dietro la ragazza, aggrappò il lembi della gonna a tubino e la tirò verso il basso per non sembrare nuda, Jade guardò attentamente il movimento delle mani smaltate della bionda, stringevano con delicatezza e forza allo stesso tempo quell’adorabile gonna nera, il suo sguardo si fissò sulle gambe dell’altra, la pelle lunare di Perrie sotto la luce dei lampioni sembrava ancora più chiara, le gambe erano coperte fin appena sopra il ginocchio, mostrando i polpacci delineati.

-hai bevuto, sei sicura di poter guidare?-

Perrie le chiese allacciandole le braccia sotto il petto, la castana sorrise fissando le braccia dell’altra ragazza, prima di mettere in moto si sfilò il casco, ondeggiò la testa per smuoversi i capelli e senza guardare Perrie le passò la protezione per la testa.

-mettilo tu-

Le sussurrò, Perrie alzò un sopracciglio e scosse la testa contrariata.

-e poi tu non ce l’hai-

Jade fece spallucce, posò il casco sul grembo di Perrie e le sorrise spostandole per l’ennesima volta un ciuffo ribelle dal viso.

-ti ho detto che devi metterlo tu-

Perrie non riuscì a ritirare il casco, la mano di Jade ancora fra i suoi capelli la distraeva fin troppo.

-va bene, Jade, ma non correre-

La castana scoppiò a ridere e mise in moto, in un attimo partirono a tutta velocità  e Perrie si ritrovò con il petto schiacciato contro la schiena dell’altra, il casco di Jade aveva un buon odore, come dello shampoo alla pesca.
Perrie strinse ancora più forte Jade e posò la testa sulla sua schiena con il cuore che batteva a mille. Non poteva vederlo ma Jade stava sorridendo come una bambina che scarta il suo regalo durante la sua festa di compleanno.

 


Salvee! 
Sono pessima negli angoli autore, infatti credo che ne scriverò pochissimi, non sono brava nel parlare con le persone. Comunque, è la prima volta che scrivo in questo fandom, non sono solita scrivere storie su degli artisti musicali ma è da poco che ho preso una strana infatuazione per Jade e di conseguenza per Perrie, Jesy e Leigh Anne. Prima di scriverne una mia ne ho lette parecchie, per cercare il modo giusto in cui impostarla e ho deciso che per una volta Jade non sarebbe stata quella più diciamo "docile". Ma non voglio rivelare niente.
Spero vi piaccia, baci.
-M

 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

-Salve, risponde la segreteria telefonica di Perrie, ora non posso rispondere, siete pregati di lasciare un messaggio,  grazie-

Jesy sbuffò chiudendo il telefono di scatto, si passò una mano fra i capelli, si guardò un attimo allo specchio che aveva nel suo armadietto e quasi maledisse il fatto di non aver dormito. Si passò una mano fra i capelli cercando di aggiustarli, ma erano un completo disastro, schizzavano ovunque. Dal riflesso del suo specchio vide una ragazza camminare svelta con l’andatura fiera ed una borsa di Prada che sembrava essere molto pesante, si girò di scatto riconoscendo immediatamente il castano dei suoi capelli.

-Jade-

La chiamò, la ragazza si girò con un sopracciglio alzato, quando notò chi le avesse parlato sorrise leggermente, con lo sguardo di sfida.

-dimmi-

La sua voce uscì gentile, ma Jesy vi notò immediatamente qualche sfumatura di sarcasmo.

-hai visto Leigh Anne ?-

Jade scosse la testa con il suo sorriso di scherno puntato sul viso, Jesy prese un gran sospiro e convinse se stessa a non perdere la pazienza, un suo pugno e le avrebbe tolto quel naso alla francese.

-dovresti dirlo tu a me, non credi?-

Jesy spalancò gli occhi e sentì una tempia pulsarle, il tono malizioso dell’altra le fece fare un passo indietro. Jade ora sorrideva in modo gentile, come se non si fosse accorta del modo in cui aveva parlato. Jesy non capiva come una ragazza dall’aspetto tanto genuino potesse essere così meschina.

-dov’è Perrie?-

Jesy alzò un sopracciglio, si chiese come facesse Jade a conoscere la sua migliore amica, quando come un lampo di genio le venne in mente la festa di qualche giorno prima dove Jade aveva trascinato Perrie in pista.

-non lo so, abbiamo litigato, e non risponde alle mie chiamate-

Vide per un attimo lo sguardo di Jade inclinarsi e crucciò le sopracciglia.
È dispiaciuta?

-okay, ora vado che ho lezione, se incontro Leigh Anne te lo farò sapere-

Jesy sorrise riconoscente, vide lo sguardo dell’altra per un attimo addolcirsi ed un sorriso gentile spuntò sulle labbra di Jade, poi la castana le diede le spalle avviandosi in classe.

-se Perrie mi parlerà le dirò che mi hai chiesto di lei-

Vide le spalle di Jade bloccarsi e farsi tese, la ragazza strinse la tracolla fra le mani e Jesy si chiese se non avesse detto qualcosa di sbagliato.

-grazie-

Fu l’unica cosa detta da Jade, un sussurro freddo e distaccato.
 
 

-Perrie! Sei arrivata!-

Jesy le corse incontro, sentiva le labbra secche e il cuore battere forte, sapeva che non avrebbe neanche fatto pace con Perrie che avrebbero già iniziato a litigare, ma non poteva lasciare che la sua migliore amica bionda avesse qualcuno che avrebbe potuto ferirla.

-non ora Jesy-

Sbuffò la ragazza con gli occhi mezzi chiusi, uno sbadiglio le scappò e fece correre la sua mano davanti alla bocca, Perrie si grattò fra i capelli biondi ed aprì il suo armadietto ficcandoci i libri dentro.

-ti prego, dobbiamo parlare, è importante-

La bionda sbuffò, si passò una mano sugli occhi e si guardò allo specchio, notò il rossore e la stanchezza nei suoi occhi, i capelli sparati ovunque e quella felpa enorme la faceva sembrare un involtino primavera.

-sto cercando Jade, non ho tempo-

Sbuffò la bionda, chiuse l’armadietto e cercò di superare la sua migliore amica, ma Jesy la bloccò, la tirò per un braccio e camminò svelta fino al bagno delle ragazze. Molti ragazzi si erano bloccati a guardare quella piccola scena, c’era chi sparlava, chi guardava e basta e chi non se ne fregava ed andava avanti per la propria strada.

-è proprio di Jade che voglio parlarti-

Jesy sussurrò lasciando il polso dell’amica, si guardò intorno e sperò che in nessuno dei bagni ci fosse la ragazza o qualche sua tirapiedi altrimenti sarebbe finita in un bel casino.

-è gay pure lei?-

Jesy sussultò sentendo quella frase, gli occhi freddi di Perrie quasi la congelarono sul posto, e il sorriso schietto che aveva sul viso le ricordò l’espressione che Jade aveva stampato in faccia.

-scusa, non volevo-

Perrie sospirò, i suoi occhi sembrarono sciogliersi, due ghiacciai bollenti, persino il suo sorriso meschino si sciolse
diventando un piccolo broncio triste.

-me lo meritavo-

Sussurrò Jesy abbassando lo sguardo, dopo poco lo rialzò con un leggero sorriso gentile stampato sul viso.

-cosa volevi dirmi su Jade?-

Perrie chinò la testa e attese che la sua migliore amica parlasse.

-niente, sta attenta e basta-

Si limitò a dire, forse era stata egoista, ma dopo aver trovato un attimo di tregua non le andava proprio di rovinare il tutto, e poi Jade forse con Perrie diventava diversa. Jesy conosceva la sua migliore amica, sapeva bene che non sopportava le persone che erano come l'altra si mostrava, ma sapeva anche che Perrie adorava le persone che erano l’opposto di Jade, e spesso si era ritrovata in situazioni dove la ragazza castana aveva ceduto per un attimo alla sua barriera ed i suoi occhi si erano ricoperti di un velo di dolcezza e gentilezza che non aveva mai trovato nella sua voce.
 
 
 
-ti ho dato quello che ti serviva, ora smamma bello, ho altre cose da fare-

Jade infilò i soldi nella felpa grigia che metteva solo per lavorare, si guardò intorno e sospirò cacciando fuori una nuvola di umidità. Quello doveva essere il suo ultimo cliente, dato che le sue tasche a metà pomeriggio erano piene di sacchetti ed ora erano piene di soldi. A parte un sacchetto che aveva conservato per sé. Dopo una lunga giornataccia passata nei Queens le ci voleva un momento di relax. Uscì fuori dal vicolo che ormai conosceva a memoria sbucando davanti uno dei grandi palazzi della città, vi girò intorno e camminò più svelta possibile per arrivare presto alla fermata dei pullman.
Sentiva i taxi sfrecciarle accanto, tante macchie gialle che correvano lungo le enormi strade di New York, Jade sbuffò, aspettò che il semaforo scattasse per attraversare, o meglio correre, lungo le strisce pedonali. Non poteva prendere il taxi, viveva nell’Upper East Side e se dicevi a qualcuno di vivere nel cuore di Manhattan e poi trovarti nei Queens qualche domanda se la faceva. Così Jade camminava in silenzio, con le mani strette in tasca, per paura di perdere qualche dollaro o peggio il suo sacchetto per il suo relax. Era quasi arrivata alla fermata del pullman, quando un auto si fermò alle sue spalle. Jade sussultò e si fece tesa, tolse immediatamente le mani dalle tasche, le tenne aperte e si tirò su il cappuccio per non farsi riconoscere.

-Jade?-

Stava per fare un altro passo, ma quella voce timida la bloccò, la castana sorrise immediatamente, si tolse il cappuccio e si girò verso l’auto che si era fermata.

-Perrie-

La bionda teneva un braccio sul tettuccio dell’auto, l’altro era poggiato sullo sportello aperto e sbucava fuori solo la testa e mezzo petto, la Range Rover era accesa ed i fari erano puntati sulla strada, data la sera imminente, il sole stava per sparire dietro i grattacieli e Jade si chiese se il tempo si fosse fermato quando aveva fissato quegli occhi azzurri.

-vuoi un passaggio?-

Chiese timida la bionda, Jade le sorrise, uno di quei sorrisi che non lasciava mai a nessuno, annuì velocemente, e fece qualche passo verso l’auto di Perrie, prima di ricordare cos’aveva in tasca. Si fermò di botto spalancando gli occhi.

-non voglio disturbare, prendo il pullman-

Diede le spalle a Perrie e camminò svelta verso uno di quei veicoli in servizio, sentì le ruote della Range Rover girare lungo l’asfalto ed attecchire al suolo durante le frenate, sbuffò e si riscaldò le mani, odiava quando a New York improvvisamente faceva freddo, come se all’improvviso  la città avesse avuto un calo di zuccheri.

-fa freddo e non credo un pullman sia qualcosa per una ragazza, io ho i riscaldamenti e questo è un cubicolo sicuro-

Sussultò sentendo di nuovo la voce di Perrie, scosse la testa sorridendo, forse avrebbe potuto accettare, del resto non era difficile nascondere qualche dollaro.

-non siamo sicure che sia un cubicolo sicuro questo, potresti abusare di me-

Perrie scoppiò a ridere e guardò Jade che si era avvicinata al finestrino, lo abbassò di poco, giusto il necessario per poterla guardare negli occhi senza il vetro di mezzo.

-io sono un angioletto, piuttosto sei tu quella che dovrebbe spaventarmi-

Jade chinò la testa leggermente di lato, si passò una mano lungo le spalle infreddolita, quando cercò di riscaldarsi le mani nella felpa il rumore della carta che si accartoccia le fece spalancare gli occhi.
Addio relax.

-perché dovrei spaventarti?-

Perrie non rispose, continuò a sorriderle facendole cenno di entrare in macchina. Jade annuì e veloce, con le converse che strusciavano sul marciapiedi umido, entrò in auto sentendo i sensi intorpidirsi al calore che il riscaldamento aveva regalato al cubicolo.

-sei la ragazza più stronza della scuola e ti ho visto nei Queens, cos’altro devo sapere? Che vivi nel Bronx? Lì credo che potrei spaventarmi sul serio-

Jade abbassò lo sguardo, sospirò cercando di mantenere un’aria indifferente, anche se i suoi occhi erano colpevoli per qualcosa che Perrie neanche l’aveva accusata.

-vivo a Manhattan-

Si limitò a dire fredda, Perrie la guardò crucciando le sopracciglia, quel tono così distaccato l’aveva sorpresa, sapeva Jade come veniva considerata ma lei non l’aveva trovata in quel modo. Era sempre stata gentile.

-allora ti accompagno a Manhattan o dovunque tu, ghiacciolo, voglia andare-

Jade cercò di contenere un sorriso al suo soprannome, di solito quando Leigh Anne la chiamava in quel modo alzava gli occhi al cielo e sbuffava, ma ogni cosa che faceva Perrie le sembrava totalmente diversa.

-voglio tornare a casa, sono stanca-

Jade sospirò poggiando la testa al sedile e sospirando, sentì l’odore di Perrie inondarle le narici e spalancò gli occhi di botto.

-è la tua auto questa?-

Chiese curiosa, Perrie scosse la testa mettendo una marcia e fermandosi allo stop.

-è di Jesy, ma lei ha il suo scooter così io prendo la sua auto-

Jade annuì passandosi una mano fra i capelli.

-tu e Jesy condividete le auto?-

Perrie sorrise quando sentì il tono stranito dell’amica, fece spallucce e si passò una mano fra i capelli biondi.

-io e Jesy siamo coinquiline-

Jade spalancò gli occhi ed annuì, si spiegò l’amicizia profonda fra le due, nonostante Perrie non avesse legato con nessuno in almeno tre anni.

-perché non vivi con i tuoi genitori?-

Perrie sospirò e strinse il volante fra le mani, non era mai stato facile parlare del motivo per cui aveva dovuto mollare tutto ed andare via dalla sua tranquilla ed educata Londra.

-mia madre vive con il suo nuovo compagno, e io non voglio averci niente  a che fare con lui, così ho cercato degli annunci in rete e ho trovato Jesy. Se proprio te lo stai chiedendo, ci siamo trasferite perché dopo il divorzio mia madre ha voluto andare via da Londra, a causa dei ricordi, ed è venuta a vivere qui, con Ben-

Jade le sorrise dolcemente, le posò una mano su una spalla e le lasciò  una piccola carezza con il pollice, prima di spostarle i capelli dal collo. Quando la punta delle dita di Jade sfiorò la pelle di Perrie, la bionda sentì un tremito percorrerle le gambe ed entrarle nei polmoni, tanto che il suo respiro divenne tremolante.

-ti manca Londra?-

Perrie guardò gli occhi brillanti dell’altra e sorrise abbassando lo sguardo.

-mi manca quello che facevo a Londra, le mie amiche, il tè alle cinque e la tranquillità. Qui invece è quasi mezza notte e
tutti stanno ancora in strada-

Jade sorrise e guardò davanti a sé, il via vai di auto nelle strade era appena iniziato e non sarebbe finito fino alla mattina dopo.
New York, la città che non dorme mai.

-è un bel cambiamento passare da Londra a questo-

Perrie annuì sospirando, schiacciò più forte l’acceleratore, poco dopo il paesaggio costeggiato da palazzi e vecchie fabbriche si trasformò in un ponte, tutto illuminato e con il nero notturno del fiume Hudson che creava inquietudine e allo stesso tempo ti donava la sensazione di essere infinito.
 

-dopo Central Park ti basta girare alla prima a sinistra e l’ultimo palazzo è il mio-

Perrie distolse un attimo lo sguardo dalla strada per guardare Jade, durante tutto il viaggio avevano parlato di tutto e la bionda pensò che quello che dicevano della sua Jade non era affatto vero, forse parlavano di qualcun'altra Jade, ma non della sua.
La sua Jade.
Sorrise quando la vide gesticolare mentre spiegava qual’era la strada giusta da prendere.

-abiti una strada prima della mia-

Jade le sorrise alzando un sopracciglio. Si chiese come fosse possibile non aver mai incontrato quell’angelo biondo per quasi tre anni, le sembrava una cosa impossibile, insomma New York poteva essere grande quanto voleva ma le persone sono quelle, non di certo altre.

-almeno non dovrai fare il giro del mondo solo per accompagnarmi-

Perrie sorrise facendo spallucce, accese la freccia e svoltò a sinistra, avevano superato Central Park che a quell’ora era solo un insieme di alberi illuminati di tanto in tanto da qualche lampione.

-ora vai a casa anche tu?-

Jade guardò il profilo di Perrie illuminato dalle luci al neon della strada, la ragazza annuì leggermente e poi si girò a guardare l’amica.

-si, dopo una serata a Brooklyn ho proprio bisogno di stare a casa con la mia migliore amica, anche se quest’ultima è ad una cena-

Jade la fissò con lo sguardo strano, Perrie quasi credette fosse contrariato, stava per parlare, ed aggiungere altro quando Jade le sorrise leggermente.

-giusto, Leigh stasera doveva uscire con Jesy-

Perrie spalancò la bocca e solo dopo qualche secondo Jade si rese conto del disastro che aveva appena fatto, spalancò gli occhi e si portò una mano davanti alla bocca, Perrie urlò e quasi le saltò addosso come per estorcerle la verità, ma si contenne fermando la macchina proprio fuori la casa della ragazza.

-non sapevi che quelle due stessero insieme vero?-

Perrie scosse la testa e deglutì, spense i motori e si guardò intorno, il palazzo di Jade era fatto di marmo, con più di tre piani, il portiere teneva la cabina chiusa, evidentemente era andato già a dormire, quasi a tutti i piani le luci erano spente e per quello Perrie era sicura che gli inquilini fossero usciti e non andati a dormire. Jade stava per aprire la portiera, quando Perrie rimise in moto la su auto, si bloccò fissando la ragazza. Perrie teneva i denti stretti e le mani serrate intorno al volante.

-Perrie che succede?-

Chiese cauta fissando gli occhi stanchi della bionda.

-ho bisogno di sapere alcune cose che Jesy non mi dirà mai-

Jade alzò un sopracciglio e la fissò confusa, sentì il cigolio delle ruote, e si passò una mano fra i capelli mentre con l’altra prendeva un braccio dell’altra fra le mani.

 -che significa?- 

Perrie si girò verso di lei, si schiarì la voce e si passò una mano fra i capelli biondi.

-chiama tua madre, stasera dormi da un’amica-

Jade la fissò leggermente confusa, ma lo stesso compose il numero sul cellulare e mandò un messaggio a sua madre.
 
 

-Jesy non è ancora tornata, il suo cappotto non c’è appeso all’attaccapanni-

Osservò la bionda, Jade entrò leggermente nervosa, con le mani nelle tasche che stringevano i dollari.

-qui dentro fa sempre caldo, se vuoi togliti la felpa, fa come se fossi a casa tua-

Jade annuì silenziosa, si sfilò via la sua felpa e la posò delicatamente sull’attaccapanni, strinse gli occhi in una preghiera muta, sperò che nessuno notasse il contenuto delle sue tasche. La maglietta nera a mezze maniche che vi sbucò sotto le andava leggermente stretta sul petto, era corta e le scopriva la pancia olivastra. Perrie fissò i lineamenti dei muscoli appena accennati della ragazza e quasi dovette trattenersi dallo spalancare la bocca.

-perché ti coprivi con quella felpa?-

Chiese sotto shock, non potè trattenersi dallo spalancare la bocca, e quando Jade rise ed i suoi addominali si fecero tesi Perrie ebbe l’istinto di allungare una mano in avanti per accarezzarle la pelle.

-fa freddo a New York, Pez-

La ragazza che dopo la risata sembrava essersi sciolta si sedette con eleganza sul divano nero di pelle che Jesy aveva scelto accuratamente. Perrie aveva sorriso sentendo quel soprannome, era arrossita però quando si era resa conto che stava ancora fissando la bellezza che quella ragazza poteva celare e donare anche con un semplice sguardo.

-allora cos’è che dovremmo fare? Cioè le amiche normali durante i pigiama party guardano dei film e condividono i pop corn-

Perrie sorrise annuendo, si sedette accanto alla ragazza, incrociò le gambe e si ritrovò faccia a faccia con quegli occhi tanto brillanti.

-prima del film vorrei sapere tutto quello che sai su Jesy-

Jade alzò un sopracciglio accavallò le gambe e non potè non notare gli occhi di Perrie fissarsi sul suo movimento. Si lasciò scappare un sorriso malizioso, ma poi scosse la testa e sospirò.

-non sono una stalker-

Perrie sorrise annuendo, cadde all’indietro sdraiandosi sul suo divano, si mise in posizione fetale con una mano che andava a sostenere la testa.

-io e Jesy non andiamo d’accordo-

Sentì l’altra sussurrare ed alzò un sopracciglio, cercò di chiedere qualcosa, ma sentì la testa dell’altra poggiarsi sul retro della sua coscia, poco distante dalla sua mano.

-lei è una di quelle persone che sa cosa sono capace di fare, non ci conoscevamo per la nostra simpatia prima di sapere quello che ha con Leigh Anne-

Jade mosse leggermente la testa e i suoi capelli andarono a finire fra le dita di Perrie, la bionda sentì la morbidezza e la delicatezza di quei capelli attorcigliarsi intorno alle sue dita, quando iniziò a giocherellarci.

-come l’hai scoperto?-

Sussurrò Perrie, parlavano piano e a bassa voce, come se avessero quel tipo di atmosfera che non può essere distrutta. Jade alzò la testa e le sorrise, le battè un pacca sul ginocchio e Perrie la fissò confusa.

-fammi spazio-

Perrie sorrise ed immediatamente si fece piccola per far entrare la ragazza al suo fianco.

-io e Leigh abitiamo una il piano sopra l’altra, i miei non ci sono mai, così parecchie sere sto con la sua famiglia, una volta neanche i suoi c’erano e volevo farle una sorpresa, così sono andata a casa sua, e con le chiavi di riserva nascoste sotto il tappeto ho aperto la porta. Ho camminato lungo tutta la casa con la speranza di trovarla lì, speravo che ci fosse perché altrimenti avrei passato una nottata da sola,e dio solo sa quanto odio essere sola. Comunque l’ultima stanza che mi era rimasta era la sua, così con calma sono andata lì, ho aperto la porta e BOOM! ORRORE!-

Perrie scoppiò a ridere fra i capelli dell’altra, Jade sorrise sentendo il braccio della bionda circondarla. La sua mano che sfiorava quella di Perrie le fece sentire uno strano rumore che partiva dallo stomaco.

-continua!-

Perrie soffocò l’ennesima risata nel cuscino, Jade scosse la testa e pensò che avrebbe persino inventato un continuo se Perrie avesse continuato a ridere in quel modo.

-Lee e Jesy si stavano baciando con dolcezza e non saprei cos’altro descrivere dato che la troppa dolcezza in quel momento mi aveva fatto salire i conati-

Altra risata di Perrie, seguita da una carezza meno leggera sulla mano di Jade.

-ricordo che chiesi scusa e chiusi la porta, poi corsi all’ascensore e tornai a casa mia. Solo il giorno dopo Leigh Anne venne a spiegarmi tutto. Non dormii quella notte! Ero troppo nauseata!-

Jade lanciò uno sguardo a Perrie che, poggiata sul suo petto, stava ancora sorridendo. Ora le loro mani erano intrecciate e nessuna delle due sembrava essersene accorta. Jade fece cadere il suo sguardo sul viso dell’altra e le sorrise come fosse stata una madre amorevole. Fu una stretta più forte alla sua mano che la fece risvegliare, guardò la mano chiara dell’altra intrecciata alla sua e spalancò gli occhi, con delicatezza provò a sciogliere il contatto con le mani dell’altra e la sentì sospirare alle sue spalle. Perrie creò una specie di sbuffo e si portò una mano sotto la testa. La castana alzò un sopracciglio, si mise in posizione fetale, verso la bionda e la guardò confusa. Il suo viso era molto vicino a quello dell’altra, quasi sentiva il respiro profondo dell’altra batterle contro le guance, gli occhi azzurri nascosti dalle palpebre fecero capire a Jade che la sua amica bionda si era addormentata sul divano e che se lei si fosse alzata di conseguenza Perrie si sarebbe svegliata, le sorrise spostandole un ciuffo ribelle dal viso, si girò dandole le spalle e si mise comoda. Si era quasi addormentata quando sentì il braccio di Perrie racchiuderla in un abbraccio possessivo.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
-Credo che Perrie sia già tornata, la nostra auto è parcheggiata nel viale-
Jesy si guardò intorno e sorridendo infilò le chiavi nella serratura, mentre con l’altra mano teneva quella di Leigh, la ragazza più scura le sorrise e con un braccio le cinse i fianchi abbracciandola in un dolce abbraccio amorevole.
-lo sa che io dormo da te in veste di, diciamo, non amica?-
Jesy fece spallucce aprendo la porta, sentì il braccio sui suoi fianchi allontanarsi e trascinò Lee in casa.
-se domani ti vedrà in reggiseno e mutande capirà, non credi?-
Leigh scoppiò a ridere e sciolse il contatto con la ragazza solo per sfilarsi il capotto, si avvicinò all’attaccapanni con Jesy che la seguiva silenziosa. Conosceva quella casa come fosse stata casa sua, spesso si era ritrovata a passarci la notte per poi andarsene presto per non farlo sapere ai suoi genitori. Aveva poggiato il suo cappotto accanto a quello che suppose fosse di Perrie, quando i suoi occhi caddero su una felpa a lei conosciuta.
-questa è di Jade-
Jesy sussultò e scattò in avanti prendendo la maglia fra le mani, non ricordava che Perrie avesse una felpa del genere, di solito non ne usava, era più una tipa da maglioncini. Ecco perché si guardò intorno e si passò una mano fra i capelli.
-che ci fa la felpa della tua migliore amica in casa mia?-
Chiese leggermente alterata, Leigh Anne si era avviata in cucina, stava passando per il soggiorno, quando Jesy aveva parlato con la voce abbastanza alta da farsi sentire nell’altra stanza. Lee non le rispose, così la ragazza si affrettò ad avviarsi in soggiorno per vedere cosa fosse successo. Camminò lentamente, con le mani in tasca e le collane che facevano rumore sbattendo contro il suo petto.
Quando vide Leigh ferma davanti al suo divano alzò un sopracciglio, le poggiò una mano su una spalla e quando vide il viso sorridente di Lee il suo sopracciglio quasi si stava staccando e stava per prendere una scala per andare più in alto.
-che succede?-
Chiese sentendo Leigh spostarsi, la ragazza fece un passo di lato, ritrovandosi spalla a spalla con Jesy. Quello che quel paio di occhi verdi videro le fecero dubitare della realtà, Jesy spalancò la bocca e quasi si diede un pizzicotto per sperare che fosse solo un suo incubo. La sua migliore amica stava sdraiata sul loro divano, in posizione fetale, con le palpebre rilassatamente chiuse e l’espressione serena, il jeans nero che teneva addosso le stringeva le gambe facendola sembrare ancora più magra, e la felpa si era alzata mostrando i fianchi canditi, i capelli biondi sparsi sul bracciolo del divano, un braccio cingeva la figura di una Jade infreddolita ed accucciata praticamente al corpo di Perrie, con il braccio della bionda a farle da cuscino. Jade teneva una mano sulla pancia, come per riscaldare la pelle scoperta, le gambe tirate al petto e l’altra mano si congiungeva con quella dell’altra, in un semplice abbraccio dalla stretta leggera, dal sorriso appena accennato di Jade, Jesy capì che qualcosa non era come credeva e sentì lo stesso in Leigh che si schiarì la voce nervosa.
-Jade sta dormendo fra le braccia di Perrie-
Sussurrò incredula Leigh Anne, la ragazza, che ancora sorrideva, fissò Jesy che invece del sorriso era leggermente imbronciata, con gli occhi chiusi in due fessure. Leigh Anne la guardò, come per chiedere cosa succedesse, Jesy sbuffò, prese una coperta e la posò addosso alle due ragazze. Poi si fece seguire in cucina dalla ragazza più scura.
 
-che diavolo succede fra quelle due?-
Leigh fece spallucce sedendosi sull’isola della cucina, vide Jesy andare avanti e dietro per la stanza e quasi un senso di nausea la invase, come il mal di mare.
-se ti fermi proviamo a capirlo-
Sbottò Lee, Jesy si fermò di botto fissando la ragazza, sospirò passandosi una mano fra i capelli e con poca eleganza si sedette a peso morto su una delle sedie del tavolo da lavoro.
-se la tua migliore amica fa qualcosa alla mia, io la uccido-
Jesy puntò il dito contro Leigh Anne, nella sua voce c’era una certa autorità, come una sorella maggiore, Lee alzò le mani in segno di innocenza e scese dal suo posto con un balzo.
-Jade non è così male, aspetta, non mi bloccare. Con te è pessima, ma se iniziassi a conoscerla e a non alzare gli occhi al cielo ogni volta che la vedi forse capirai che è diversa da quello che credi-
Jesy sbuffò alzando gli occhi al cielo, era un classico sentire Leigh Anne difendere Jade, anche se Jesy credeva che non c’era proprio nulla da difendere.
-stai parlando della stessa Jade che fece buttare nel cassonetto tutti i nostri compagni di classe fissati con Star Wars?-
Leigh Anne annuì veloce, con un sorriso di trionfo sul viso, convinta di aver convinto la ragazza.
-allora non c’è proprio niente da salvare in quella ragazza-
Jesy si passò una mano sul viso, sospirò ed iniziò già a pensare a tutti i modi per far allontanare le due, quando sentì la mano di Leigh Anne prenderle il mento ed alzarlo.
-Jes ascoltami-
Fece una breve pausa instaurando uno  di quei contatti visivi che le due erano abituate ad avere.
-io e Jade ci conosciamo da una vita, è un ghiacciolo, ma se capisci che è solo uno strato esterno dentro trovi il vetro, Jade è forse la persona più fragile del mondo e se la abbracci con più forza potrebbe rompersi e crollare quando ti allontani.-
Jesy chinò la testa di lato, si alzò superando di poco l’altra, sospirò togliendo un ricciolo ribelle dal viso di Leigh Anne.
-non riesco ad immaginarmela docile-
Leigh sorrise divertita, le accarezzò una guancia e vi depositò un bacio dolce ed innocente che fece quasi arrossire Jesy.
-prova a conoscerla-
Si limitò a dire prima di allontanarsi dalla ragazza  e risedersi sull’isola della cucina.
-forse hai ragione-
Ammise Jesy, si sedette accanto a lei e sospirò poggiando la testa sulla spalla della ragazza.
-anche se credo che dovremmo parlarle, è strano che Jade si lasci toccare in quel modo, ci deve essere qualcosa sotto-
Jesy la guardò con gli occhi semichiusi, in un espressione pensierosa, Leigh Anne quasi scoppiava a riderle in faccia, sembrava uno di quei monaci zen.
-potreste abbassare la voce? Jade dorme-
Jesy sussultò  e scese con un balzo dal ripiano, Perrie dietro di lei stava sbadigliando e si stava passando una mano fra i capelli scombinati.
-perché Jade sta da noi?-
Jesy le si avvicinò, mentre Leigh Anne restava in lontananza come per lasciare un po’ di privacy.
-non mi piace fare da terzo incomodo-
Jesy spalancò la bocca e guardò Leigh alle sue spalle, la ragazza mulatta alzò un sopracciglio non capendo cosa stesse succedendo.
-come..come fai a..?-
Perrie fece spallucce e sorrise, Jesy sembrò tranquillizzarsi a quel sorriso e lasciò andare un sospiro di sollievo.
-solo quello che non si fa non si sa-
Leigh alle loro spalle aveva sorriso sentendo quell’affermazione detta a voce leggermente alta.
-ora vado a chiamare Lauren, ci sentiamo dopo-
Jesy la salutò con il cenno della mano, mentre Leigh la fissava confusa.
-chi va a chiamare a quest’ora? Sono le tre e mezza-
Jesy sorrise facendo spallucce alla ragazza, afferrò il polso dell’altra e camminò fino alle scale per il piano superiore.
-a Londra sono le otto e mezza, Lauren è una sua vecchia amica-
Leigh Anne annuì e seguì Jesy fino in camera, appena aperta la porta si gettò sul letto stanca e sospirò inalando l’odore familiare dell’altra.
 
 
-Louise!-
Perrie sussultò quando sentì il tono sveglio della ragazza dall’altra parte della cornetta. Sorrise riconoscendo immediatamente il tono della ragazza che aveva conosciuto quando ancora era un feto.
-Mila che ci fai con il cellulare di Lauren?-
Chiese sorridendo e scuotendo la testa, si sedette sul bracciolo del divano, poco distante da Jade che dormiva ancora profondamente, con la sua coperta stretta fra le braccia.
-niente, abbiamo dormito insieme-
Sentì un lamento dal cellulare, riconobbe immediatamente la voce impastata dal sonno di Lauren e dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-dormito?-
Chiese leggermente evasiva, a quella domanda sentì un rumore dall’altro lato,come se il cellulare fosse caduto, dalle imprecazioni di Lauren dedusse che forse Camila aveva fatto prendere uno dei suoi voli al cellulare nuovo di zecca dell’altra ragazza.
-si Edwards, dormito-
Sbottò quella che ora Perrie riconobbe come Lauren, sorrise ricordando quanto la ragazza si innervosiva appena venivano fatte allusioni sul suo rapporto con Camila. Jade accanto a lei mugugnò leggermente infastidita e si passò una mano lungo il petto sentendo la mancanza del braccio di Perrie.
-Pez! Allora? Sei andata a quell’appuntamento? Com’era il tizio? Carino? Quanti te ne sei portati a casa nell’ultima settimana? Non sarai mica ancora vergine vero?-
La voce di Camila le urtò le pareti celebrali come una sirena, la voce squillante della ragazza a volte arrivava ad essere fastidiosa, soprattutto alle otto di mattina, ecco perché diede ragione a Lauren quando sbuffò rumorosamente.
-Camz-
Perrie sentì quel sussurro detto con pazienza, come una madre coscienziosa o una sorella protettiva.
-che c’è? Sembri uno zombie stamattina!-
Perrie scoppiò a ridere preparandosi al battibecco in diretta delle due, immaginava gli occhi cristallini di Lauren alzarsi e fissare il soffitto, mentre le labbra si stringevano in un’espressione scocciata, mentre Camila iniziava con i suoi monologhi tanto lunghi quanto estroversi. Sì quelle due le mancavano davvero troppo.
-tu non fai altro che parlare di, beh, quelle cose lì!-
Perrie sorrise ed immaginò le guance di Lauren colorarsi appena aveva fatto un’allusione al sesso. Ricordava quanto quelle due ragazze potessero essere l’opposto e quanto nonostante tutto fossero perfette insieme.
-intanto Perrie non mi ha ancora risposto-
La bionda sussultò sentendo invocare il suo nome, si era incantata a guardare Jade che aveva immerso la faccia nello schienale del divano, sorrise quando la coperta le cadde di dosso mostrando il fisico asciutto e coperto dai jeans della ragazza.
-si Mila, ci sono andata, il ragazzo non è niente di speciale. E sì sono ancora vergine-
Lo sbuffo di Camila le fece alzare gli occhi al cielo, si spostò dalla sua posizione sedendosi ai piedi di Jade, con la coperta le coprì le gambe e vide l’espressione scocciata schiacciata contro la stoffa trasformarsi in un’espressione serena e pacifica.
-e quando hai intenzione di fare questo grande passo?-
Perrie sbuffò, si sdraiò in avanti ritrovandosi con le spalle che sfioravano quelle di Jade. Appena la castana sentì il contatto caldo con la schiena della bionda si girò verso di lei e la strinse unendo di nuovo le loro mani. Perrie però non ritirò il contatto anzi sorrise come un ebete.
-Camila! La vuoi smettere!-
Le urla di Lauren ormai si sentivano anche al piano di sopra, dove Jesy e Leigh Anne ormai dovevano aver preso sonno. Perrie sentì le labbra di Jade sfiorare la sua nuca e sospirò sentendo uno strano movimento liberarsi nel petto.
-ma ha diciotto anni e non ha ancora fatto sesso!-
Perrie sbuffò alzando gli occhi al cielo, pronta per l’ennesimo battibecco che la riguardava, anche se non la lasciavano parlare.
-non c’entra l’età, deve farlo con chi se la sente, e si vede che non è ancora arrivato nessuno di speciale, sbaglio Pez?-
Perrie sorrise ed involontariamente i suoi occhi si fissarono sulla mano di Jade stretta alla sua, quando si rese conto di quello che aveva appena pensato sentì le gote riscaldarsi e strinse le gambe in un gesto spontaneo.
-da quanto sei così intelligente, Lauren?-
La voce di Camila a quell’affermazione era diventata dolce e si era abbassata di qualche tono, perdendo quella sfumatura squillante e quasi irritante.
-da quando abbiamo deciso di essere io la mente  e tu il braccio-
Perrie sorrise e sentì la risata di Camila riempirle le orecchie, il tono squillante tornò e questa volta fu tanto alto che Jade compose un mugolio, la sua mano si strinse più forte intorno alle dita di Perrie.
-ragazze! Potete farvi i complimenti dopo, non ora-
Perrie immaginò il viso di Lauren diventare un peperone e gli occhi di Camila spalancarsi, mentre si leccava un labbro secco dall’imbarazzo, com’era solita fare sin da bambina.
-sei egocentrica Pez, prima o poi troverai qualcuno di speciale-
Perrie annuì sospirando, si strinse verso Jade iniziando a sentire qualche brivido di freddo salirle lungo le gambe.
-forse l’ho già trovato-
Si lasciò scappare sovrappensiero, e quella fu la cosa peggiore che avesse detto in tutta la sua vita. Immediatamente Camila partì di quinta, sfilò il telefono da mano a Lauren, e la bionda sospirò preparandosi al peggio.
-Chi è? Oddio! Come si chiama? È un tuo compagno di classe?-
Perrie stava per rispondere, per dire che non era proprio un compagno, ma più una compagna, ma se lo avesse detto sarebbero iniziate le questioni sulla sua sessualità e a quell’ora, con Jade che la stringeva forte, proprio non le veniva. Come al solito Lauren salvò la situazione riportando tutto alla normalità richiamandola.
-Mila da quant’è che non vai a letto con qualcuno?-
Perrie parlò velocemente con la risata masticata fra i denti, sentì qualcuno toccarle una spalla e sussultò girandosi, vide gli occhi assonnati di Jade puntarsi nei suoi ed un sorriso si spalancò immediatamente davanti a tanta dolcezza. Jade sembrava una bambina dai capelli scombinati, le mancava un pupazzetto della disney per fare il completo della tenerezza.
-da circa tre ore-
Perrie spalancò la bocca quando sentì Lauren rispondere per Camila, dopo poco sentì di nuovo il rumore di cellulare rotto e scosse la testa sorridendo, si sentiva una sensitiva, sapeva da sempre che quelle due avevano qualcosa da nascondere.
-e meno male che eri tu quella intelligente, Lauren!-
L’urlo di Camila fece ridere la bionda che scoppiò a ridere, Jade dietro di lei iniziava a chiedersi cosa stesse combinando l’altra, non si era neanche resa conto di tenerla ancora per mano.
-Cosa vuoi da me! Mi è scappato!-
Perrie sospirò e scosse la testa sentendo Camila sbuffare per un altro paio di volte, si girò a guardare Jade che la fissava con sguardo sereno.
-buon svegliata-
Le mimò la bionda lasciandole un leggero bacio su una guancia, Perrie sentì l’odore dolce di Jade e sorrise sfiorando la pelle dell’altra con il sorriso.
-avete finito di litigare?-
Sbuffò parlando a telefono, dopo poco il ‘sì’ canoro di entrambe che la fece scoppiare a ridere di nuovo.
- dobbiamo andare a scuola, e se mia madre non ci vede scendere salirà in camera e non è normale dormire con un’amica con solo l’intimo addosso, quindi ci dobbiamo salutare Pez-
Perrie sorrise e scosse la testa, dopo un veloce saluto e qualche altra parola squillante di Camila, la bionda staccò la chiamata concentrandosi su Jade che la aspettava in silenzio. 
 
 
-chi era?-
Jade sbadigliò mettendosi seduta, Perrie sentì la sua mano diventare vuota appena la ragazza castana si allontanò, rimase a fissarla con un sorriso leggero sul viso, e nonostante gli occhi stanchi si trattenne dallo chiuderli per fissare quella meraviglia che aveva avanti. Jade si stava passando una mano fra i capelli castani, cercando di ravvivarli, gli occhi ancora assonnati erano più chiari alla luce del fuoco del caminetto, che Perrie aveva acceso appena chiusa la chiamata con Lauren. Le braccia minute di Jade erano tese verso l’alto per stiracchiarsi, mostrando i muscoli delle spalle, la maglia, già corta di suo, si era alzata andando a coprire solo il petto, mostrando il fisico asciutto dell’altra.
-una mia amica di Londra-
Jade cadde in avanti affondando il viso nel cuscino, lasciò andare un lamento assonnato e dopo poco sentì Perrie ridere, sorrise con il viso schiacciato nella stoffa, le mani aggrappate al bracciolo del divano non le diedero abbastanza forza per tornare seduta, così si limitò a mettersi di lato, con la testa poggiata sul dorso della mano e gli occhi fissi in quelli di Perrie.
-hai gli occhi assonnati-
Sussurrò la castana, giocherellò con una ciocca bionda di Perrie, sentì quanto quei capelli potessero essere morbidi al contatto con la sua pelle e sorrise senza rendersi conto che la bionda era arrossita per un semplice sguardo.
-credo che dovrei andare a dormire nel mio letto-
Perrie si alzò, tese una mano in avanti verso Jade, la quale sbuffò e scosse la testa schiacciandola di nuovo nel cuscino.
-non se ne parla che salgo le scale-
Sbottò la ragazza con la voce da bambina, Perrie rise scuotendo la testa, le afferrò un braccio e la tirò verso di sé. Jade sbuffò chiudendo gli occhi, con la mano libera cercò di liberarsi il braccio stringendo il polso di Perrie.
-andiamo Jadey! Non permetterò che tu dorma sul divano scomodo di Jesy-
Jade alzò un sopracciglio quando sentì Perrie usare quel nomignolo che a sua madre piaceva tanto usare, si mise seduta e la guardò con un sopracciglio alzato.
-come mi hai chiamata?-
Perrie la tirò di nuovo, questa volta riuscì a farla alzare, si ritrovò la ragazza davanti, le sorrise accarezzandole una guancia.
-Jadey, perché non ti piace? È una cosa dolce-
Jade storse la bocca in un espressione schifata, di certo non poteva essere associata ad una cosa dolce, insomma Jade sapeva di poter essere associata ad un temporale con delle saette, ma di certo non ad una torta con la panna.
-io odio le cose dolci-
Sbottò la ragazza, Perrie sorrise scuotendo la testa, tirò di nuovo la ragazza per un polso e si fece seguire verso le scale.
-tu sei una cosa dolce-
Sussurrò con gli occhi bassi sui gradini, Jade dietro di lei riuscì a sentirla, quel sussurrò detto con voce insicura le aveva provocato  un leggero sorriso, e neanche riusciva a spiegarselo, di solito alzava gli occhi al cielo o sbuffava quando qualcuno metteva in mostra quello che lei cercava di oscurare. Odiava chi dava luce alla sua umanità.
-è colpa tua Pez-
La bionda si girò a guardarla con un sopracciglio alzato, ma Jade non disse niente si limitò a farle un sorrisetto quasi triste e a continuare a seguire la ragazza fino alla sua camera.




Sono in ritardo, lo so, ma ho avuto impegni con la scuola.
Ho aggiunto le Camren perchè sono una delle mie ship preferite dopo le Jerrie, e niente, inizierò a complicare le cose fra poco.
Kisses, -M

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Il leggero fruscio del vento che batteva contro le finestre dava segno che ormai l’inverno a New York era arrivato, il freddo inondava le strade e una luce leggera del sole mattutino si rifletteva sui vetri dei grattacieli di Manhattan. Jade si svegliò a causa di uno spiffero di vento entrato dalla finestra socchiusa, sentì un brivido salirle lungo le gambe nude. Aprì gli occhi sbuffando e si passò una mano fra i capelli scombinati dal sonno, sentì l’altro braccio indolenzito e provò a spostarlo per trovare una posizione comoda, quando la sua pelle sfiorò quella calda e delicata di Perrie il suo corpo ebbe un sussulto. Si girò di scatto e vide il manto di capelli biondi a qualche centimetro dalla sua testa, i suoi capelli si univano a quelli chiari dell’altra formando delle sfumature sul cuscino, come un albero autunnale che perde le foglie. Sorrise quando vide il viso rilassato dell’altra, le palpebre chiuse le nascondevano quei due diamanti blu, le labbra carnose erano stese e il naso arricciato come se la luce le desse fastidio, Jade notò il piercing che la ragazza teneva sulla narice destra trovando che le stava da incanto. Le accarezzò una guancia sorridendo e con un sospiro si mise seduta. Si guardò intorno, stampò l’immagine della stanza di Perrie nella sua mente, come non aveva potuto fare la sera prima, troppo assonnata per notare qualsiasi cosa, Perrie era molto estroversa e il suo stile hippie sbucava ovunque in quella stanza, Jade notò persino uno scaccia sogni attaccato alla testiera del letto. Sul comodino, di fianco a lei, c’erano due foto, una in cui si vedeva Perrie e quella che sicuramente doveva essere Jesy, ed un’altra in cui la bionda stava con due ragazze, una dai capelli quasi corvini e l’altra castana.

Si stiracchiò prima di alzarsi ed avviarsi verso il soggiorno per prendere la sua felpa. Aveva completamente dimenticato di avere un mucchio di verdoni nelle tasche. Sentì un brivido scorrerle lungo le spalle e si passò una mano sulle braccia per riscaldarle, trovò il tessuto delicato di una camicia di lino e sussultò fissandosi il petto. Alzò un sopracciglio quando non trovò la sua maglia corta e i suoi jeans. Camminò svelta fino allo specchio del corridoio del piano di sopra, si guardò rendendosi contro di aver dormito praticamente mezza nuda. A coprirla c’era solo una camicia di lino, color cipria, che era aperta sul davanti mostrando il suo fisico tonico con l’intimo nero di pizzo, vide la pelle d’oca sulla sua pancia piatta e si strinse le braccia al petto per il freddo.
Non ricordava affatto di essersi spogliata la sera prima, ricordava solo che Perrie l’aveva trascinata nella sua camera e lasciata addormentare sul suo letto ad una piazza e mezza poco dopo averle tolto i pantaloni. E ora si ritrovava mezza nuda, con i capelli stravolti e i pensieri incasinati.
-Buongiorno-
Sentì una voce assonnata dietro di lei e si girò di scatto, Jesy si stava passando una mano sugli occhi mentre sbadigliava, appena vista la ragazza spalancò gli occhi facendo un passo indietro.
-Jade?-
Disse incredula, l’altra la salutò con il cenno della mano, si chiuse la camicia a causa dell’ennesimo brivido di freddo, mentre Jesy faceva lo stesso con la sua vestaglia nera di velo.
-non voglio neanche sapere perché hai solo la camicia di Perrie addosso-
Jade spalancò gli occhi e sentì le guance arrossarsi, quella ragazza le aveva messo sempre una certa tensione, come se fosse stata una persona adulta, l’aveva sempre vista come una di quelle persone mature  che lei non sopportava.
-oh, no, Perrie me l’ha prestata, credo-
Jesy la guardò un attimo con gli occhi verdi socchiusi, Jade si sentì in soggezione e si schiarì la gola, come se in un attimo avesse perso tutta la sua presunzione ed acidità.
-vieni con me-
Jesy le fece cenno di seguirla lungo le scale, la castana annuì ed in silenzio seguì l’altra chiedendosi cosa volesse da lei, non erano mai state amiche, forse Jesy era l’unica che le aveva tenuto la testa alta nonostante le tante cattiverie, del resto non poteva distruggerla, la ragazza sapeva troppe cose, e poi avrebbe dovuto vedersela con Leigh Anne dopo, e proprio non le andava.
 
-così sentirai meno freddo-
Jesy disse seria, non accennò nessun sorriso, nonostante la sua voce fosse gentile, Jade sospirò quando il calore del caminetto le arrivò alle gambe nude.
-che succede fra te e Perrie?-
Jade alzò un sopracciglio e fissò la ragazza, lo sapeva che c’era qualcosa che non andava, se lo sentiva che le sarebbe arrivata la pugnalata.
-niente, siamo amiche-
Sbottò Jade allungando una mano verso il fuoco, cercò di non guardare Jesy, che aveva gli occhi fissati su di lei.
-solo amiche?-
Chiese con un certo tono accusatorio, Jade in quel momento scattò, si girò a guardarla e crucciò le sopracciglia, poi storse un labbro. Sentì il lascia passare per la sua presunzione e quella piccola parte buona non riuscì a bloccarla.
-che c’è? Tu puoi scoparti la mia migliore amica ma io non posso essere amica della tua?-
L’acidità che Jade aveva usato in una sola frase lasciò di stucco entrambe, Jesy, che era abituata alle solite risposte acide, quasi si chiese se l’acidità fosse per lei o per la stessa Jade, mentre quest’ultima si limitava a tenere la bocca spalancata, con la mente che non riusciva a pensare.
-scusa non avrei dovuto dirlo. È che sono nervosa-
La ragazza mora annuì, una mano andò a finire su quella di Jade, la ragazza dagli occhi color biscotto fissò gli occhi verdi dell’altra, trovandovi solo gentilezza ed onestà, in quel momento si ritrovò ad ammirare quella ragazza che in un certo senso aveva sempre temuto.
-se sei nervosa perché hai paura che io dica quello che so a Perrie o a Leigh allora non preoccuparti, non lo dirò a nessuno,anche se credo debba farlo tu-
Jade annuì abbassando lo sguardo e sentendosi quasi in colpa, Jesy continuò a sorriderle, le lasciò una pacca su una spalla e si alzò per andare a girare la legna nel caminetto.

“-Jade Amelia Thirlwall? Nei Queens?-
-merda-”

-sei stata tu a dire a Pez di me e Lee?-
Jade fu svegliata dai suoi ricordi dalla voce roca di Jesy, la ragazza teneva un ferro in mano e con una certa manualità spostava la legna ardente.
-si, ma non volevo dirglielo per farvi del male-
Ammise chiedendosi dove fosse finita la sua ostilità nei confronti di tutto il mondo, evidentemente anche Jesy se lo stava chiedendo perché teneva la testa chinata di lato e un sopracciglio alzato.
-e perché l’hai fatto allora?-
Chiese tornando a sedersi al suo fianco, Jade abbassò lo sguardo e sorrise timidamente, pensò alla risposta più semplice da dare, ma non ce ne erano perché avrebbe dovuto dare una spiegazione, così sperò semplicemente che Jesy non gliela chiedesse.
-perché non riesco a nascondere quella parte umana davanti a quei due occhi blu, non riesco a fermare le parole quando mi fissa-
Sussurrò senza guardare la ragazza, Jesy spalancò la bocca e quasi ebbe l’istinto di portarsi una mano al petto, ma cercò di frenare il suo braccio, guardò Jade con lo sguardo meno stupito possibile.
-questo è l’effetto che fa Perrie-
Jade scoppiò a ridere e lasciò una leggera gomitata alla ragazza, che inizialmente non rise, sorpresa nel sentire che la Thirlwall sapeva ridere e soprattutto non l’aveva ancora uccisa nonostante stessero a pochi metri di distanza.
-parlate di me?-
Una voce alle loro spalle le fece sussultare, Jade si mise dritta sul divano, smettendo di ridere, girò la testa verso le scale dove Perrie, ancora assonnata ed immersa nella sua enorme felpa, aveva sceso le scale a due a due.
-Jade si stava scusando per averti detto di me e Lee-
Jesy lanciò uno sguardo d’accordo a Jade che le sorrise riconoscente, la castana annuì e senza rendersene conto accavallò le gambe in un gesto automatico, aveva dimenticato però di non avere i pantaloni, ecco perché quando gli occhi di Perrie finirono sulle sue cosce alzò un sopracciglio. Fece scorrere il suo sguardo sulla sua pelle olivastra e spalancò gli occhi, tornò a mettere le gambe dritte e sospirò passandosi una mano fra i capelli. Jesy che aveva notato il tutto, ora stava fissando Perrie, la quale era incantata nel fissare il viso appena sveglio di Jade. Jesy sorrise leggermente, si alzò e dopo aver lasciato un bacio sulla guancia di Perrie la spinse in avanti verso Jade.
-vado a svegliare Leigh Anne-
Disse alle mura, dato che le due non l’avevano sentita, troppo concentrate ad ammirare l’una i lineamenti dell’altra.
 
-hai fame?-
Perrie sorrise alla ragazza che annuì leggermente, la bionda le fece segno di seguirla verso la cucina. Camminarono in silenzio, e il percorso sembrò uno di quelli più lunghi che Jade avesse mai fatto, sentiva la tensione salirle lungo le spalle e vedeva che anche l’altra era tesa almeno quanto lei.
-vorrei sapere dove sono finiti i miei pantaloni-
Jade si grattò la nuca cercando di non mostrare un leggero imbarazzo dovuto a quei due occhi azzurri che ora si erano fissati su di lei, Perrie si era inumidita le labbra con la lingua e dopo essersi schiarita la gola si sedette su una sedia della cucina, Jade stava di fronte a lei, con la schiena poggiata al lavandino, le braccia piegate al petto, e le gambe incrociate, Perrie pensò che se avesse assunto una posizione del genere, di prima mattina, sarebbe sicuramente caduta al suolo, dato che la sua coordinazione era pari alla voglia che ha uno squalo di mangiare un’insalata.
-credo stiano in camera-
Sussurrò Perrie, la bionda le sorrise per un attimo, poi si alzò, avvicinandosi ad uno dei cassetti della cucina.
-mi hai dato tu questa camicia? Non ricordo niente, dio devo essermi addormentata mentre la infilavo-
Perrie scoppiò a ridere quando sentì il tono esasperato dell’altra.
-in realtà ti ho proprio sfilato via i vestiti-
Jade spalancò gli occhi e fissò l’amica che ora sembrava più imbarazzata che altro.
-ti stavi lamentando del fatto che i jeans fossero scomodi per dormire, così li ho tolti-
Perrie sorrise passandosi una mano lungo un braccio, Jade fece per parlare, ma si ritrovò senza parole, quella si che era una situazione strana.
 
-ho sonno-
Jade cadde in avanti nel letto spiaccicando la faccia nel cuscino, Perrie dietro di lei stava sorridendo mentre chiudeva la porta.
-vuoi qualcosa con cui dormire?-
Jade scosse la testa e sbuffò, ormai con gli occhi socchiusi dal sonno si sfilò via la maglia lasciandola cadere a terra, Perrie spalancò gli occhi e ringraziò dio per aver fatto venire sonno a Jade, così non poteva vedere quanto poteva essere imbarazzata. Raccolse la maglietta della ragazza da terra poggiandola sulla sedia della scrivania, si girò a guardare Jade sdraiata a pancia sotto, con un braccio sotto il viso e l’altro lasciato libero, con la mano che finiva sotto il cuscino, mentre la schiena nuda era coperta solo  dai capelli e dal laccetto del reggiseno, Perrie notò il lineamenti dei muscoli delle spalle di Jade e quasi ne rimase incantata.
-questi pantaloni mi danno fastidio-
Sbuffò la castana iniziando a scalciare, Perrie sorrise quando si rese conto del tono della voce di Jade, tanto addolcita da sembrare quello di una bambina.
-sta ferma-
Sospirò la bionda avvicinandosi, Jade aveva sbuffato qualche volta e con forti strattoni aveva cercato di tirarsi via anche i pantaloni, Perrie sentiva persino le punte delle orecchie andare a fuoco, sapeva di essere rossa in viso, non sapeva neanche perché, Jesy si era spogliata parecchie volte davanti a lei, non le aveva mai dato così tanto imbarazzo, ma ora sentiva come l’impulso di spingere le mani in avanti e toccare ed accarezzare quella pelle che sembrava così liscia al sol pensiero.
-aiutami invece di stare lì impalata-
Sbottò l’altra, Perrie scoppiò a ridere quando notò che ormai gli occhi di Jade erano chiusi a causa della stanchezza, la castana borbottava qualcosa fra sé e sé, qualcosa che per Perrie era intraducibile in alcuna lingua conosciuta dagli umani.
-se la smetti di scalciare ti aiuto-
Sospirò prima di avvicinarsi alla ragazza che si era messa supina, con le mani che tremavano avvicinò le dita ai bottoni del jeans, cercò di frenare la voglia che avevano i suoi occhi di fissare il torace appena coperto della ragazza, con un veloce scatto fece saltare via il bottone, aprì la cerniera lentamente, Perrie si chiese se non avesse paura di scoprire le gambe della ragazza, ma poi scosse la testa e dovette muoversi dato che Jade stava per crollare, così tirò con forza prima una gamba e poi l’altra, ritrovandosi il jeans di Jade fra le mani, mentre la ragazza tornava alla posizione di prima, con la schiena verso il soffitto, un ginocchio piegato  e il petto schiacciato contro il cuscino. Perrie fissò per qualche secondo la ragazza stesa sul letto, con la bocca spalancata, Jade era minuta, non troppo alta, ma quelle gambe sembravano troppo lunghe per una ragazza del genere.
-ho freddo-
Perrie sbuffò sentendo l’ennesimo lamento della ragazza, scosse la testa e camminò fino alla sua cabina armadio, cercò fra i vari vestiti e scartando qualche maglia troppo corta alla fine trovò una camicia di lino, color cipria, abbastanza lunga da nascondere anche il fondo schiena, annuì soddisfatta e camminò svelta fino al lato di Jade.
-questa puoi metterla tu no?-
Lo sbuffo che arrivò dalla bocca di Jade fece scoppiare a ridere Perrie, se ci fosse stata Jesy in quel momento avrebbe già sbuffato una marea di volte, ma era Jade, e tutto ciò che faceva quella ragazza le sembrava un qualcosa di adorabile.
-basta che riesco a dormire in pace-
Sbottò Jade mettendosi seduta, Perrie fece un passo indietro sentendo le guance infiammarsi per l’ennesima volta, Jade teneva  i capelli davanti agli occhi, quindi non poteva vederla, ma sentì lo stesso quel paio di occhi azzurri puntarsi su di lei e sul suo corpo asciutto.
-buonanotte Jadey-
Perrie le sorrise e le lasciò un bacio veloce su una guancia, camminò svelta fino all’altro lato del letto e dopo essersi infilata la sua felpa calda e lunga si sistemò nel letto, quel poco spazio che Jade le aveva lasciato, dato che la ragazza aveva deciso di dormire con le gambe e le braccia spalancate.
 
-oddio mi hai fatto da baby-sitter?-
Perrie sorrise e fece spallucce, Jade si passò una mano lungo il viso e poi sbuffò, si girò di nuovo a guardare Perrie che ora stava preparando la macchinetta del caffè.
-che figura-
Perrie scoppiò a ridere, schiacciò un bottone e sentì il rumore metallico dell’elettrodomestico, fissò Jade che sembrava volersi seppellire da un momento all’altro.
-sei stata fortunata, se ero un maniaco avrei potuto fare violenza su di te-
Sul viso imbarazzato di Jade si aprì uno di quei sorrisi per cui valeva la pena svegliarsi ogni mattina, Perrie sorrise a sua volta con una mano stretta intorno ad una tazza.
-credo che non sarebbe stata violenza-
Perrie alzò un sopracciglio, passò una tazza fumante di caffè all’amica, Jade le accennò un sorriso e prese un sorso sospirando appena il gusto forte del caffè le imbrattò le papille gustative.
-in che senso?-
Perrie andò a sedersi in salotto, seguita dall’altra, Jade si era chiusa un bottone della camicia all’altezza del suo petto, si disse che non era proprio opportuno camminare mezza nuda per una casa che non era neanche sua, e poi Leigh Anne avrebbe potuto pensare male e proprio non aveva voglia di ripetere cento volte di non averlo fatto con Perrie.
-credo che saresti stata tanto delicata da non farmi male-
Perrie sorrise abbassando lo sguardo nel suo caffè nero, che faceva da contrasto con i suoi occhi, Jade si era resa conto troppo tardi di aver lasciato andare delle parole tanto dolci quanto estranee al suo essere.
 
 
-sento odore di caffè!-
Jade si girò verso le scale vedendo Leigh Anne che le scendeva a due a due, sorrise scuotendo la testa, la sua migliore amica era sempre stata quel tipo di persona che appena sveglia è super attiva, peggio di un vampiro.
-sta in cucina, se vuo..-
Perrie non riuscì a finire di parlare che Leigh era partita come un fulmine verso la cucina urlando un ‘grazie’ per la bionda, quest’ultima fissò Jade indicando la direzione presa da Lee, la castana fece spallucce sorridendo.
-è sempre così-
Perrie sorrise anche lei, semplicemente perché davanti a quel sorriso le era impossibile fare qualsiasi altra espressione.
-Leigh lasciami un po’ di caffè!-
La voce di Jesy che urlava dal piano di sopra arrivò alle orecchie delle ragazze squillante come sempre, Jade alzò gli occhi al cielo e sbuffò cadendo all’indietro, si mise il cuscino sul viso e chiuse gli occhi.
-fatemi tornare a dormire vi prego, questa è una casa di pazze-
Perrie scoppiò a ridere e tirò via il cuscino dal viso dell’altra, Jade la guardò con sguardo contrariato, mentre lanciava in avanti una mano per afferrare di nuovo il cuscino.
-come diavolo fate ad essere tutte così attive? -
Sbuffò accasciandosi contro il bracciolo del divano, Perrie sorrise scuotendo la testa, sentì i passi pesanti delle due ragazze arrivare dalla cucina, Jess e Lee camminavano l’una accanto all’altra, si sorridevano mentre in mano avevano le loro tazze di caffè bollente.
-c’è una sola risposta Popey, facciamo tanto sesso mattutino-
Jade spalancò gli occhi e si mise dritta sul divano, fissò la sua migliore amica e le puntò il dito.
-non provare più a farmi immaginare una cosa del genere appena sveglia!-
Urlò l’ultima parola, Jesy si avvicinò a Perrie, le si sedette accanto ed in silenzio si godettero il battibecco delle due ragazze, Jade si era alzata e nonostante fosse più bassa di Leigh Anne riusciva a tenere un’aria da superiore, Perrie sorrise scuotendo la testa, era impossibile come quella ragazza riuscisse a passare da sole a ghiaccio. Jesy nel frattempo era concentrata a fissare la sua amica bionda, lo sguardo di Perrie la diceva lunga su quello che stava succedendo fra lei e la reginetta della scuola, per questo Jesy decise di bloccare la litigata delle due, alzandosi e prendendo Leigh Anne per un braccio e tirandola verso di sé, per farla allontanare da Jade.
-smettetela, sembrate due bambine!-
Urlò la mora, Jade fissò per un attimo Jesy negli occhi, come se volesse sbranarla da un momento all’altro, poi i suoi occhi color biscotto si spostarono in quelli azzurri di Perrie e sembrò calmarsi in un secondo, Jesy sorrise sotto i baffi notando quanto gli occhi della castana si addolcissero ogni volta che Perrie era ad un passo da lei, Leigh Anne fissò la sua migliore amica con un sopracciglio alzato, poi mollò una gomitata a Jesy che si girò verso di lei con ancora quel sorrisetto sul viso.
-che diavolo sta succedendo?-
Sussurrò la ragazza, Jesy le sorrise di nuovo e fece spallucce, le fece cenno con la testa di fissare Perrie e Jade. Leigh spalancò la bocca appena notò il sorrisetto appena accennato sulle labbra della bionda, si girò a fissare Jesy con ancora gli occhi sbarrati, la ragazza annuì sorridendo.
-noi andiamo a farci una doccia, pranziamo fuori vero?-
Jade e Perrie annuirono distratte, mentre Jesy trascinava Leigh Anne per un braccio verso il piano di sopra.
-io dovrei andare a casa a darmi una ripulita e soprattutto ad indossare qualcosa che mi copra almeno il petto-
Perrie scoppiò a ridere avviandosi verso le scale, Jade la seguì sospirando, aveva notato senza neanche farci caso il modo in cui Jesy e Leigh Anne si erano guardate con sguardo di intesa, quelle due tramavano qualcosa e Jade odiava essere allo scuro delle cose.
-non vieni a pranzo con noi? Oddio ti prego Jadey, non lasciarmi sola con quelle due-
Jade sorrise sbuffando dolcemente, afferrò la sua maglia dalla sedia della scrivania, si sfilò la camicia di Perrie posandola sul letto, e cercando di non fissare la bionda, si mise velocemente la sua maglietta corta.
-dovresti smetterla di chiamarmi Jadey-
Perrie le sorrise passandole i pantaloni, la castana li infilò velocemente, indossò gli anfibi marroni e si guardò un attimo allo specchio. Dal suo sguardo dedusse che poteva sembrare una casalinga trasandata.
-perché?-
Perrie le chiese con finta innocenza, Jade le sorrise scuotendo la testa, non le rispose però, anzi camminò svelta fin al piano di sotto, quasi scoppiò a ridere quando sentì le voci di Jesy e Leigh Anne intonare sotto la doccia, la sua migliore amica aveva proprio una bella voce. Fischiettò il motivetto della canzone che stavano cantando, prese la sua felpa dall’attaccapanni e se la infilò velocemente, avvicinò una mano alla maniglia della porta blindata dell’ingresso e prima di aprirla si girò a guardare verso l’inizio delle scale, Perrie la fissava con il sorriso stampato sul volto, una mano poggiata sulla ringhiera delle scale, con le gambe nude strette per il freddo.
-ci vediamo dopo Pez-
Jade la salutò con il cenno della testa, Perrie le accennò un saluto con una mano, mentre un sorriso timido si faceva vivo sul suo viso.
-a dopo Jadey-
Jade aveva ormai chiuso la porta, ma aveva sentito lo stesso il sussurro timido di Perrie, ora stava sorridendo mentre imboccava la strada verso casa.


Hola chicas. 
Non so quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento ma ce l'ho fatta, mi scuso per i capitoli che non sono lunghi abbastanza ma credo proprio che inizierò a renderli più lunghi a breve. Direi che dopo il prossimo capitolo succederanno un paio di cose che confonderanno il tutto, but don't worry, be happy, alla fine ce la faremo.
-Kisses M.



 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

-buongiorno bella addormentata-
Jade sentì la voce di Leigh Anne risuonarle nelle orecchie, strinse le dita intorno al casco per evitare di urlare contro la sua migliore amica di prima mattina, con calma scese dalla moto e sfilò via le chiavi. Guardò il suo riflesso dallo schermo spento del cellulare e si passò una mano fra i capelli per smuoverli dopo essere stati letteralmente compressati dal casco.
-cavolo, sembri più uno zombie che una principessa-
L’ennesimo commento della ragazza al suo fianco le fece provocare uno sbuffo sonoro, alzò gli occhi al cielo e strinse la sua borsa sulla spalla.
-smettila Leigh Anne-
Sbottò Jade con la voce bassa e con ancora qualche residuo di sonno, la ragazza mulatta scoppiò a ridere al suo fianco e scosse la testa, Jade non era mai stata una tipa mattiniera.
-scommetto che se Perrie arrivasse qui ad abbracciarti ti sveglieresti-
Jade alzò un sopracciglio e spalancò gli occhi, sentì le guance arrossarsi, Leigh Anne non la guardava, teneva lo sguardo rivolto verso la parte opposta a quella dove stavano andando, e Jade non si rese neanche conto che la ragazza aveva alzato una mano in segno di saluto, troppo presa a trovare un modo per nascondere il rossore del suo viso.
-Jadey!-
Leigh alzò un sopracciglio quando sentì quel soprannome sparato ai quattro venti, si aspettava di sentire Jade borbottare qualcosa, di sbuffare, ma quando si rese conto che la sua migliore amica stava sorridendo diede ragione a Jesy e alla sua teoria su quelle due. Perrie l’aveva raggiunta in modo silenzioso, nonostante la sua goffaggine, e le si era gettata addosso, l’aveva afferrata per i fianchi e stretta in un abbraccio improvviso e possessivo. Jade dimenticò dove fosse, e soprattutto dimenticò che la sua migliore amica le stava accanto e che sicuramente la stava fissando in modo strano, dimenticò il resto e si concentrò su Perrie e sulle braccia forti che ora la stavano stritolando.
-Pez-
Le sussurrò in un orecchio, la bionda le lasciò un bacio su una guancia prima di allontanarsi, lanciò un cenno a Leigh che le sorrise facendole un occhiolino.
-dov’è Jesy?-
Lee fissò Perrie che infreddolita si stava infilando un cappellino di lana in testa, Jade le sorrise ed allungò una mano verso il cappello , fece per sfilarlo via dai capelli biondi della ragazza, ma Perrie le afferrò un polso e scosse la testa fissandola male.
-non verrà, non si sente bene-
Leigh sbuffò passandosi una mano fra i capelli ricci, si guardò intorno come per cercare una soluzione, nel frattempo Jade sentiva ancora il suo polso stretto nella presa calda dell’altra, Perrie le sorrise lasciandole una carezza quasi impercettibile, l’altra, infatti, si chiese se se la fosse solo immaginata o se Perrie l’avesse fatto davvero.
-già la voglia non c’è, poi non viene neanche la tua ragazza, vero Lee?-
Leigh guardò la sua migliore amica con sguardo di sfida, mise le mani sui fianchi, Perrie credette stesse per ringhiare da un momento l’altro.
-già perché tu ce l’hai qui, vero?-
A quella frase Jade spalancò gli occhi, fece passo di lato per allontanarsi da Perrie, la bionda aveva alzato un sopracciglio e si era guardata intorno, non riuscendo a capire che Leigh Anne si riferiva proprio a lei.
-il fatto che tu sia gay non deve per forza significare che io giochi nella tua stessa squadra-
Jade ringhiò stringendo i pugni, nonostante il rossore nel viso cercò di nascondere l’imbarazzo nella sua voce, quando vide il sorrisetto malizioso di Leigh Anne comparire alzò gli occhi al cielo trattenendosi per prenderla a pugni. Fortunatamente era presto e il parcheggio della scuola a quell’ora della mattina era vuoto, così nessuno avrebbe sentito le loro conversazioni.
-stare con una ragazza non rende una persona gay, solo aperta di mentalità ma vedo che tu sia aperta in un altro modo-
Perrie si posò una mano sulla bocca, guardava a tratti Leigh Anne e a tratti Jade, la più minuta fece un passo avanti, superando Perrie e con il suo classico atteggiamento da diva snobbò la sua migliore amica e sorrise in modo arrogante.
-prima di Jesy quanti ragazzi ti sei fatta?-
Leigh Anne spalancò la bocca, guardò male la sua migliore amica, mentre Perrie cercava di bloccare le due, posò una mano sulla spalla di Jade e l’altra su quella di Leigh Anne.
-toglimi le mani di dosso Perrie-
Sbottò Jade lanciando uno sguardo di fuoco alla bionda, Perrie, come se avesse preso una scossa, tirò via la mano guardando male Jade. La castana non si rese neanche conto del tono che aveva usato con l’amica.
-auch-
Leigh Anne si lasciò scappare quel verso di scherno, fissò Jade attenta, aspettava la mossa dell’altra, sapeva che Perrie si sarebbe ritirata, Jesy le aveva parlato della reazione che la bionda aveva quando qualcuno la trattava in un certo modo. Quindi si aspettava che Jade le sarebbe corsa  dietro chiedendole scusa, avrebbe rinunciato alla loro “battaglia”, anche se Jade non rinunciava finchè non vinceva.
-credo che io debba entrare, ho lasciato delle cose nell’armadietto ieri-
Proprio come sperava Leigh, Perrie aveva già indietreggiato e abbassato il tono di voce, Jade teneva ancora gli occhi fissi in quelli scuri della sua migliore amica, nonostante quelli di Leigh Anne si fossero addolciti.
-vai a scusarti-
Le sussurrò, Jade deglutì rumorosamente e sentì la rabbia abbassarsi capendo le ragioni della sua amica nel provocarla, sbuffò scuotendo la testa.
-me la pagherai Lee-
Sbottò dandole le spalle, cercò Perrie e quando vide un capellino rosa che teneva dei capelli biondi ribelli decise di incamminarsi prima che Perrie entrasse a scuola e che soprattutto il parcheggio iniziasse a riempirsi.
 
-Pez-
La chiamò usando quanta dolcezza poteva, anche se sapeva che alla sua testa quella delicatezza e finezza non andava bene, mentre il suo cuore sembrava tornare a respirare quando Perrie le sorrideva e le permetteva di mostrarsi per quello che era.
-devo andare in classe Jade-
Il suo nome marcato le fece capire che forse avrebbe dovuto tenere a freno la lingua per una volta, non usare quel tono tanto aggressivo che usava con qualsiasi persona alla sua portata, perché Perrie non era semplicemente qualcuno da trattare come fosse solo un oggetto.
-aspetta-
Riuscì ad afferrarla per un braccio, Perrie si girò verso di lei puntando i suoi occhi ghiacciati in quelli caldi di Jade, la castana deglutì e le sorrise leggermente. Perrie però non ricambiò il suo sorriso, anzi i suoi occhi diventarono ancora più freddi, tanto che Jade sentì un brivido salirle lungo la schiena, si strinse il suo parka al petto in un gesto istintivo.
-che c’è?-
Sospirò stanca la ragazza, aveva tirato via il braccio dalla presa di Jade e ora teneva le mani strette sotto il petto. Jade abbassò leggermente lo sguardo, quella era la cosa più difficile che avesse mai detto. Insomma Jade Amelia Thirlwall che si scusa con qualcuno. Chi l’ha mai visto?
-non volevo aggredirti, è solo che Leigh, lei, ecco, vedi, lei mi provoca-
Perrie scosse la testa tenendo gli occhi bassi, si morse un labbro delicatamente e dopo poco lasciò andare uno sbuffo.
-come diavolo sei fatta Jade? Sei quella ragazza che almeno un mese fa mi ha riaccompagnato a casa dopo una festa oppure quella che neanche dieci minuti fa mi ha aggredita?-
Jade abbassò lo sguardo, sentì una strana sensazione riempirle il petto, come un misto di ansia e tensione, forse era a causa di quegli occhi oceanici che ora erano più feriti che freddi.
-io sono complicata Perrie-
La bionda la fissò per qualche altro secondo, la ragazza non disse nient’altro, così Perrie sbuffò, le sorrise falsamente e le diede le spalle intenzionata a lasciarla sola.
-prima di conoscerti la mia vita era fatta solo di rabbia ed odio-
Urlò Jade cercando di farsi sentire da Perrie, già abbastanza lontana.
-poi hai ballato con me a quella festa e tutto è cambiato-
Perrie si fermò sul posto, si girò a fissare Jade che la guardava con lo sguardo dolce, la bionda si rese conto che quella che ora aveva davanti era la vera Jade, senza maschere ne camuffamenti. Solo Jade.
-lascia che io ti mostri come sono fatta poi potrai decidere se mi vuoi come amica o no-
Fu l'ultimo suono riecheggiato nell’aria a quell’ora della mattina, Jade e Perrie si guardarono per un secondo che le sembrò infinito, mentre dall’altro lato Leigh Anne guardava attentamente ogni mossa delle due mentre si scambiava messaggi con Jesy.
-ad una sola condizione-
Perrie le si avvicinò, con gli occhi fissi sulle sue scarpe, nessuna espressione sul volto, Jade non riusciva a capire cosa diavolo la bionda stesse pensando e per lei fu strano, dato che in quell’ultimo periodo aveva imparato a conoscere qualsiasi movimento di Perrie.
-se volevi fare sesso con me bastava dirlo-
La risata di Perrie le inondò le orecchie, sorrise a sua volta e l’ansia iniziò a scomparire, sentì il cuore tornare a batterle normale, forse con qualche battito in più dovuta alle adorabili fossette della ragazza.
-voglio solo che tu mi mostri tutto ciò che credi ci sia di bello in questa città-
Jade annuì con ancora il sorriso sul viso, fece un cenno con la testa a Perrie per indicarle la sua moto, dove lì accanto Leigh Anne stava parlando al cellulare.
-ma non dovrebbe essere il tuo ragazzo a portarti in giro?-
Le chiese Jade, mentre a braccetto si avviavano alla moto, consapevoli che quel giorno avrebbero marinato la scuola. Leigh Anne le vide arrivare da lontano, sorrise scuotendo la testa mentre con il cellulare fra le mani continuava a digitare sui tasti velocemente.
-si chiama Zayn e non è il mio ragazzo-
Jade non riuscì a chiederle altro, dato che ormai Leigh Anne era vicina e proprio non le andava di parlare di questo fatidico “ragazzo”, ogni volta che avrebbe guardato la sua migliore amica negli occhi sarebbe arrossita, dato che l’altra era consapevole del suo strano attaccamento per Perrie.
 
-dove andate?-
Leigh Anne vide Jade salire in sella alla sua moto, subito dopo Perrie poggiò le mani sulle spalle dell’altra salendo sul posto dietro Jade, la ragazza riccia alzò un sopracciglio fissando le due, il rumore scoppiettante che aveva fatto la moto le dava segno che stavano per partire ed andarsene da scuola.
-Leigh queste sono le chiavi della mia auto, se magari invece di seguire queste stupide lezioni ti andasse di andare da Jesy, io e Jade non ci saremo per tutto il giorno-
Perrie strizzò un occhio alla ragazza dopo averle lanciato le chiavi della Range Rover, Leigh Anne spalancò gli occhi quando sentì Jade scoppiare a ridere, con un sorriso divertito sul viso scosse la testa quando le vide partire a tutta velocità verso la strada.
-siete impazzite-
Sussurrò Leigh Anne, prestando poi la sua attenzione alle chiavi che aveva in mano, le guardò per qualche secondo indecisa, prima di sospirare e mandare tutto a farsi fottere, camminò svelta fino al posto dove Perrie aveva parcheggiato la sua auto e decisa la mise in moto per avviarsi a casa di Jesy e farle una sorpresa.
 
 
-allora? Quale credi sia la prima cosa migliore della città?-
Perrie urlò cercando di farsi sentire, il rumore forte della moto era più alto delle loro voci. Jade sorrise contro il casco e diede un po’ più di gas, la sua moto non era di certo una di quelle da città, anzi era un modello da corsa, nero opaco. Suo padre gliel’aveva regalata per il sedicesimo compleanno  e da quel giorno non l’aveva più lasciata, come a ricordarle che ogni tanto anche i suoi genitori si ricordavano di avere una figlia.
-guarda alla tua destra-
Jade lasciò il manubrio con una mano ed indicò la direzione alla ragazza, in quello stesso istante frenò a causa del semaforo rosso, posò un piede a terra per dare equilibrio alla moto ed immediatamente sentì le braccia di Perrie sciogliersi da sotto il suo seno, la bionda la teneva stretta forse troppo impaurita per la velocità che aveva la moto.
-c’è solo una porta di un albergo con effetto specchio-
Perrie ridusse gli occhi a due fessure quando guardò nella direzione indicata, proprio non vi trovava niente di speciale, era solo un palazzone con l'ingresso a vetrate che riflettevano quello che c’era fuori. Quando dal riflesso però vide il sorriso dolce e gentile di Jade si girò a guardarla confusa.
-c’è il tuo riflesso Perrie-
E con quella frase detta a mezza voce fissò il semaforo che era scattato tornando ad essere verde, Jade tolse il piede da terra e in un’unica mossa del polso accelerò iniziando a scorrere lungo le strade di New York con una certa velocità.
-perché mi hai mostrato il mio riflesso?-
Il sorriso che sbucò sul viso di Perrie andò a sbattere dritto contro la schiena di Jade, dato che la bionda aveva di nuovo stretto l’altra a sé. Jade si schiarì la voce e cercò di parlare con più calma possibile, per non mostrare tensione o ansia.
-volevi che ti mostrassi tutto ciò che credo ci sia di bello in questa città, e l’ho fatto-
Perrie sentì le guance ardere quando capì che quello che Jade le aveva fatto era un vero e proprio complimento, magari non diretto, ma quella specie di  metafora l’aveva adorata, era complicata e Perrie adorava le cose complicate.
 
-dove mi stai portando?-
Jade sorrise iniziando a diminuire la velocità quando vide qualche albero da lontano, Perrie dietro di lei teneva gli occhi aperti e vigili su qualsiasi cosa le passasse accanto.
-Central Park-
Sorrise la bionda sentendo il nome del parco, si sporse leggermente in avanti per guardare il viso di Jade da dentro il casco con i capelli che svolazzavano, sorrise accarezzandole una guancia, il poco che era rimasta libera dall’imbottitura del casco.
-adoro Central Park, ci vado spesso-
Jade scosse la testa sorridendo, cercò un parcheggio vicino all’entrata mentre Perrie la stringeva più forte, non per la paura, dato che si erano fermate, ma quasi come se volesse abbracciarla ed avere una scusa valida per farlo.
-non conosci però la parte dove ti porterò io-
Sospirò la castana, guardò oltre la sua spalla ritrovandosi gli occhi oceanici della ragazza a qualche centimetro dai suoi occhi castani.
-mi piace questo tono misterioso Jadey-
La castana scoppiò a ridere sfilandosi via il casco, si passò una mano fra i capelli cercando di farli tornare come prima della loro corsa, senza buoni risultati. Aspettò che Perrie scendesse, per poi scendere e mettere la moto sul cavalletto. Quando entrambe si ritrovarono con i piedi per terra ed i caschi tolti Jade le sorrise indicandole l’entrata del parco.
Perrie adorava quel posto, i sentieri, gli alberi e il prato dove spesso alcuni corvi cercavano qualcosa da mangiare. La faceva sentire libera, meglio, come se avesse abbandonato quella metropoli per essere andata in una delle tante cittadine in Scozia, dove spesso, con sua madre passava l’estate.
-sbrigati Pez-
Jade le sussurrò afferrandola per un polso, la bionda si ritrovò a camminare veloce, mentre strusciava i piedi ed ammirava, per la centesima volta, il paesaggio verde che le si estendeva davanti.
-dove mi stai portando?-
Perrie fece qualche passo più rapidamente e cercò di stare allo stesso livello di Jade quando lasciarono uno dei grandi sentieri del parco per inoltrarsi in uno piccolo e quasi invisibile. Le piante si gettavano sul piccolo sentiero come se cercassero una via d’uscita e scappare dalla loro radice, la terra, abbastanza bagnata a causa dell’umidità della stagione, segnava le loro impronte ad ogni passo. Perrie spalancò la bocca rendendosi conto di non aver mai notato quel posto, i suoi occhi seguirono la sua bocca quando oltre Jade notò una piccola serra, che si poteva considerare più un capanno, inoltrato fra gli alberi folti. Jade si girò verso di lei sorridendo e le afferrò una mano, intrecciò le sue dita calde a quelle gelide di Perrie, sentendo un brivido salirle lungo la schiena, per il contrasto fra le temperature o forse per quello strano movimento che Jade aveva sentito nella parte alta dello stomaco.
-questo era il mio nascondiglio da bambina-
Perrie si diede la libertà di fissare la costruzione più da vicino, era per lo più fatta di vetro trasparente, che dava la possibilità di guardare il tipo di piante che c’erano dentro, tutte esotiche, non adatte al clima umido di New York.
-come hai fatto a scoprirlo?-
Perrie seguì Jade, quando quest’ultima aprì la porta scorrevole della serra. Si guardò intorno restando incantata. L’esterno non faceva giustizia al posto, dall’interno, nel punto in cui si trovavano ora, sembrava di essere finiti stranamente nella foresta amazzonica. Piante dai diversi colori forti erano sparse qua e la fra alcuni arbusti verdi.
-quando ero piccola mia madre mi portava al parco, ma non perché, come qualsiasi altra madre, voleva farmi giocare e divertire, lei faceva a gara con le sue amiche per vedere chi avesse una figlia migliore-
Perrie spalancò la bocca  e fece qualche passo verso le diverse piante, per analizzare e  setacciare la zona. Aspettò che Jade tornasse a parlare prima di guardarla.
-così un giorno, Leigh Anne non potè venire, e io mi sentii sola, tutte le altre bambine non erano come me, insomma, loro erano già vestite da testa ai piedi come scolarette , io tenevo un sempre enorme fiocco fra i capelli, le magliette con topolino e i pantaloncini. Le altre bambine avevano già le gonne a tubino!-
La bionda sorrise quando si rese conto di essersi immaginata una piccola peste dai capelli castano chiari quasi d’orati che correva per quella serra, con i vestiti simili a quelli di Minnie.
-dovevi essere la bambina più carina della città-
Jade sorrise abbassando lo sguardo e sentendo le guance farsi leggermente rosse, fissò i movimenti di Perrie, che con gli occhi azzurri prendeva ogni immagine, come fosse stata una macchina fotografica, con le dita accarezzava ogni foglia o fiore a cui passava accanto.
-mi prendevano tutte in giro, ecco perché un giorno scappai e trovai questo-
Jade posò una mano sul tronco poco spesso di un piccolo arbusto che accanto a lei emanava un odore dolce ed esotico, come aroma all’ananas mischiato alla banana.
-davvero delle bambine stupide-
Jade scoppiò a ridere quando sentì quell’affermazione urlata con voce maschile, Perrie aveva modificato la sua voce facendola sembrare una di quelle dei cartoni animati che, pensò, alla piccola Jade dovevano piacere tanto.
-dovrei supporre che le bambine che ti prendevano in giro ora sono le tue “tirapiedi”-
Jade sorrise annuendo, si passò una mano sulla nuca leggermente imbarazzata e si rese conto per la prima volta da quando aveva intrapreso la strada di quella popolare, che era lei ora che si prendeva gioco di se stessa.
-questa cosa è strana-
Sussurrò Perrie posandosi una mano sul mento, Jade sorrise scuotendo la testa, le si avvicinò per fissarla da vicino e rendersi conto di quanto quell’espressione innocente le desse l’aria di una bambina. Pensò che se l’avesse incontrata quando aveva solo sette anni magari non avrebbe mai avuto bisogno di quel capanno dove rifugiarsi.
-sei sicura che possiamo stare qui? Insomma non è che c’è qualche custode?-
Jade fece spallucce con aria di finta innocenza, Perrie alzò un sopracciglio e sbuffò quando vide il sorrisetto malizioso di Jade.
-vuoi dire che vieni qui da quando sei piccola e non ti ha mai scoperto nessuno?-
Jade scosse la testa e si sedette su uno dei ripiani, fra una pianta e l’altra. Perrie le stava di fronte, con le mani poggiate sulle cosce di Jade e la testa in avanti vicina al viso dell’altra.
-in realtà ho smesso di venirci quando ho iniziato le superiori-
Perrie alzò un sopracciglio e si allontanò immediatamente dalla ragazza,come se si fosse scottata.
-scommetto che sei diventata quello da cui scappavi-
Jade sorrise tristemente abbassando lo sguardo, sospirò rendendosi conto che effettivamente era diventata tutto ciò che odiava. Si sentiva stupida, perché l’aveva capito solo dopo che quella ragazza londinese gliel’aveva detto, si era presa in giro per così tanto tempo, cercando di tenere la sé stessa nascosta che ormai l’aveva persa e non sapeva più dove trovarla.
-beh..-
Jade provò ad aggiungere altro, ma il rumore del chiavistello le fece sussultare entrambe, si guardarono un attimo e Jade notò quanto la pupilla di Perrie si fosse dilatata a causa del forte cambiamento di atmosfera improvviso. Jade si guardò intorno, non sapendo cosa fare, ne come comportarsi. Sarebbe sembrato strano farsi trovare in un posto così appartato con Perrie. Oppure era semplicemente la sua mente che elaborava pensieri di quel tipo?
-che facciamo?-
Perrie le sussurrò passandosi una mano fra i capelli, in quel momento fece correre i suoi diamanti blu verso la serra, quando notò un piccolo spazio fra una specie di armadietto, che non aveva le ante, ma tante mensole dove c’erano appoggiate diverse piante. Afferrò Jade per un braccio e la trascinò fino all’armadietto. Jade la fissò confusa per tutto il tempo, fece per aprire bocca e chiederle cosa diavolo stesse succedendo quando venne spinta verso il piccolo spazio dove appena ci entravano a due.
-shh-
Perrie le poggiò una mano su una bocca, incredibilmente vicina al suo viso, non si era neanche resa conto che Jade fosse arrossita, troppo impegnata a concentrarsi sul suo corpo spiaccicato contro quello dell’altra. Deglutì quando si rese conto che il braccio che non era occupato a tappare la bocca dell’altra, era stretto sul fianco di Jade, con la mano che stringeva il parka della ragazza proprio sulla parte bassa della schiena.
-questo è imbarazzante-
Sussurrò Jade, le parole andarono a sbattere contro la pelle di Perrie, provocandole un leggero solletico che la fece quasi rilassare.
-cosa? Il fatto che io sia tanto vicina da poterti persino baciare, oppure il fatto che abbiamo diciassette anni e ci nascondiamo in una serra?-
Jade sorrise arrossendo e rendendosi conto che per tutto il tempo in cui Perrie aveva parlato le labbra avevano sfiorato la sua stessa mano, Jade pensò che se non ci fosse stata la mano dalla pelle chiara della bionda a separarle, ad ogni sussurro le loro labbra si sarebbero sfiorate e sfregate.
-il tuo ragazzo vorrebbe delle spiegazioni se ci trovasse in questa situazione-
Perrie abbassò lo sguardo, la mano le cadde dal viso dell’altra, ritrovandosi ancora più vicina, teneva ancora un braccio sul fianco dell’altra, mentre l’altro lo teneva lasciato libero contro il suo di fianco.
-hei, che c’è?-
Jade le sorrise, con delicatezza le alzò il mento dimenticandosi che le separava qualche centimetro e in quel modo aveva un contatto ravvicinato con gli occhi dell’altra. Dimenticò l’effetto che quell’azzurro le faceva, e dimenticò persino che in quel modo le loro labbra si sarebbero sfiorate sicuramente.
-non ce l’ho il ragazzo-
Si limitò a dire Perrie con gli occhi che diventavano più scuri. Jade la guardò confusa, mentre senza neanche rendersene conto la sua mano era corsa sulla schiena dell’altra, la bionda la guardò confusa,  ma Jade si limitò a sorriderle imbarazzata, tirò via la mano cercando di allontanarsi il più che poteva, anche se lo spazio era limitato.
 
Sono tornata, sono viva ed in ritardo.
Scusatemi ma ho tante di quelle storie da scrivere che non ho mai tempo di focalizzarmi su una sola.
Comunque credo che dopo il prossimo capitolo ci sarà un piccolo salto temporale dato che inizieranno a cambiare alcune cose.
-Kisses, M

 

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