I say hate, you say love

di Lovelystory
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hello, I'm Olga Kulikov ***
Capitolo 2: *** Who do you think you are? ***
Capitolo 3: *** Stay with us (part 1) ***
Capitolo 4: *** Stay with us (part 2) ***
Capitolo 5: *** Do you like this song? ***



Capitolo 1
*** Hello, I'm Olga Kulikov ***


1964.
Erano ormai tre anni che Olga si era trasferita a Londra per realizzare il sogno di diventare modella e, nonostante gli anni, non riusciva ancora ad abituarsi al ritmo frenetico della vita londinese.
Dopotutto lei proveniva da una piccola cittadina abruzzese affacciata sull'Adriatico, Vasto o come la chiamava suo nonno, Histonium. Però Olga, e forse si capisce dal nome, aveva anche origini russe: suo padre infatti, Ivan Kulikov, si trasferì da Mosca in Italia prima dello scoppio della guerra, sposando successivamente Rosa D'Adamo, una bellissima borghese vastese.

 
Olga era una ragazza bellissima: alta e con delle belle forme, occhi grandi e marroni e lunghi capelli mossi color miele e una pelle chiarissima che metteva in evidenza la sue labbra di un rosa intenso. 
Era famosa non solo per la sua bellezza, ma anche per il suo carattere estroverso è aperto con tutti, era una ragazza alla mano con cui ti potevi divertire, ma dotata di un eleganza quasi innaturale. Però, quando era al lavoro, Olga si trasformava, diventava seria e silenziosa, era professionale. 


All'età di diciannove anni, in seguito al diploma ottenuto all'istituto d'arte, Olga si trasferì a Londra per sfondare nel mondo della moda. 
A scoprirla fu Mark McKen, un uomo sulla quarantina, basso e un po' tarchiato, ma un fotografo dotato di una certa fama e proprietario di un'agenzia di moda.
La scoprì in un pub, Olga lavorava part-time la sera come barrista e colpito dalla bellezza della ragazza e dalla sua eleganza, sprecata per quel locale di ubriaconi e maniaci, Mark decise di ingaggiarla come modella realizzando il sogno di Olga. 
Da allora Olga divenne una delle modelle più famose dell'intera Inghilterra,partecipando alle sfilate più importanti e alle feste più in,  insieme a Beth Thomson, una bellissima ragazza inglese dai capelli rossi e dal volto costellato da piccoli lentiggini e  dagli occhi verdi, che faceva molti servizi fotografici, quasi tutti, con la modella italo-russa.


Si sentì il telefono squillare.

-Pronto?-  disse Olga, appena uscita dalla doccia.

-Pronto Olga, son Mark. Ho una notizia spettacolare per te- disse il fotografo dall'altra parte della cornetta con una voce piuttosto entusiasta. 

-Dimmi- 

-Domani mattina, alle 10.00, tu e Beth dovete fare un set fotografico con i Bea...-  Mark doveva essere molto emozionato, poche volta Olga  lo vide senza parole.
-Con i Beatles!-

-Con chi?- rispose Olga leggermente scossa.

Aveva sentito parlare dei Beatles, quei quattro ragazzi di Liverpool con quel buffo taglio di capelli, quei quattro ragazzi che stavano facendo impazzire miliardi di ragazzine adolescenti in tutto il mondo con i loro "Yeah yeah" messi in quasi tutte le loro canzoni.
Non sapeva di preciso il motivo, ma quella musica non le piaceva, era troppo demenziale per lei, troppo romantica e poco adatte ad una ragazza di ventidue anni. 
È da dire che lei era cresciuta con tutt'altro tipo di musica: da bambina ascoltava, grazie al padre, Čajkovskij, uno dei compositori russi di musica classica più famosi al mondo; poi, verso i diciassette anni, inizió ad ascoltare Elvis e lì si innamoró del rock'n'roll. Amava come quel cantante cantava e come si muoveva sul palco, una cosa totalmente nuova per il pubblico specie il movimento del bacino, la sua mossa icona, che fece guadagnare al cantante il soprannome di Elvis The Pelvis (Elvis il bacino). 
Olga non capiva proprio come i Beatles riuscirono a sfondare, si, erano carini e tutto, ma le loro canzoni erano sempre le solite storielle d'amore che fanno sognare solo le ragazzine, non di certo una ragazza. 

-Capisci Olga, con i Beatles! Non puoi neanche immaginare quanto successo otterremmo!- disse Mark urlando costringendo Olga ad allontanare il telefono dal l'orecchio.
Olga non era tanto entusiasta quanto il suo manager.

-Beth che dice?- 

-Beth è entusiasta! - rispose l'uomo.

Olga si era dimenticata che Beth era un fan del quartetto di Liverpool, infatti è stato grazie (o per colpa) di lei che li ha conosciuti musicalmente. 

-Allora Olga, ci stai?-

Olga esitó un attimo. A lei i Beatles non piacevano e non aveva alcuna intenzione di fare un set fotografico con qualcuno che le stava antipatico, avrebbe messo a rischio la sua professionalità. 

-Voglio parlare prima con Beth- rispose la modella con un tono molto serio, lasciando molto probabilmente senza parole Mark, poi riattaccó la cornetta del telefono.

Si andò a vestire e dopo qualche minuto riscelse al piano di sotto e compose il numero della sua amica.

-Chi è?- domandó una voce molto sottile.

-Beth, vediamoci tra un quarto d'ora al Jek's. Ti devo parlare.- 

-Ok- rispose Beth.


           ********************

-Allora Olga, quale buon vento ti ha spinto a invitarmi qui al Jeck's?- domandó scherzando Beth, mentre sorseggiava la sua tazza di té bollente. 

-Cos'è? Non ti posso invitare a bere qualcosa?- disse Olga sarcasticamente facendo ridere l'amica.

-Ti conosco troppo bene, Olga, non mi freghi.... Cosa è successo?-

-Te lo ha detto Mark del nostro prossimo servizio?- domandó Olga, questa volta più seria.

-Ti riferisci a quello con i Beatles?-  Olga annuì.
-Dai Olga, sono solo quattro ragazzi!- 

-Quattro ragazzi che non sopporto- precisó Olga.

-Ma se neanche li conosci?-

-Perché tu si?- domandó Olga ridendo.

-Beh di persona no- disse, poi, dal portafoglio, cacció una foto in bianco e nero piuttosto piccola. 
-Ma come fai a dire di no a questo faccino?- disse con una voce simile a quella di una ragazzina indicando il volto di un ragazzo con dei lineamenti da bambino, gli occhi grandi e malinconici è una bocca a cuore. 

-Sarebbe?-

-Come chi sarebbe? Olga, lui è Paul McCartney, il bassista dei Beatles, il ragazzo più bello di tutti- disse Beth con gli occhi spalancati e sognanti.

-Beth, sembri una ragazzina di quattordici anni, non una ragazza di ventidue-

Beth rise.

-Ma non puoi dire che è brutto- disse ammiccando. 
Olga guardó nuovamente la foto e si concentrò su quel Paul. 
"Beh,si è bello, ma era sempre uno dei Beatles" 
Poi lo sguardo della modella si concentrò su un altro volto, alla destra di Paul, un volto ovale con un naso pronunciato e due occhi col taglio orientale, estremante schietti.
Voleva chiedere chi fosse, ma ebbe il timore di sembrare una quattordicenne con troppi ormoni.
Alzó gli occhi e guardó Beth.

-Per favore Olga, fai questo servizio- 

-Beth, ma io...-
Olga si sentì le mani di Beth sopra le sue.

-Fallo per me- disse la ragazza dai capelli rossi con uno sguardo al quale Olga non poté rifiutare.
Sospiró.

-Ok, ma solo perché me lo hai chiesto tu-

-Grazie-.

Olga si alzò dal tavolo e andò vicino al telefono che il bar metteva a disposizione, inserì un penny e chiamò Mark.

-Pronto?-

-Mark, domani mattina alle 10.00 io e Beth siamo lì da te- disse Olga tutto di un fiato.

-Perfetto-


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Capitolo 2
*** Who do you think you are? ***


Il mattino seguente Olga si alzò molto presto, probabilmente a causa dell'ansia.
Per tutta la notte non fece altro che pensare a quel set fotografico alla quale era stata obbligata a partecipare.
Si è vero, facendosi due foto con i Beatles la sua popolarità sarebbe aumentata ancor di più, ma lei non riusciva a essere spontanea e a dare il meglio di se quando doveva collaborare con persone a lei antipatiche e questo successe varie volte. 
"Andrà tutto bene, Olga, dopotutto sono ragazzi normali" continuava a ripetersi.


-Buongiorno Mark- disse Olga entrando nello studio.
L'uomo tarchiato e baffuto la salutó con la sua voce un po' goffa, ma simpatica.

-Beth si sta già cambiando?-

-Si... Ti conviene fare subito perché i Beatles saranno qui a momenti- 

Olga alzó gli occhi al cielo e sbuffó.
"E chi se ne frega" pensó e si diresse verso il suo camerino. 

-Beth!!- urlò Olga spaventando la povera ragazza dai capelli rossi.

-Va a cacare, Olga! Mi hai spaventato! Sei sempre la solita- rispose Beth, mentre si abbottonava la camicia bianca. 

-Perché questa camicetta?-

Beth la guardò ridendo sotto i baffi.

-Ci dobbiamo vestire come i Beatles, mia cara-

-Cosa?- rispose Olga.
-Dimmi che è uno dei tuoi stupidi scherzi?-

Beth rise.

-Non è uno scherzo- disse mentre si metteva una giacca nera. 
-Tieni e fai subito- aggiunse porgendo i vestiti ad Olga. 

Olga guardó i vestiti che doveva indossare: una giacca e una gonna svasata nera all'altezza del ginocchio con una camicia bianca. 
"Ma stanno scherzando? Io non mi metto questa roba" pensó Olga quasi disgustata all'idea di vestirsi come i Beatles. 

Improvvisamente si sentirono delle urla di ragazzine provenire da fuori il negozio.

-Sono arrivati!- disse Beth entusiasta.
"Merda" pensó Olga che si stava ancora finendo di sistemare la gonna.

-Olga muoviti, i Beatles sono qui- disse Mark con voce tremante fuori dal camerino.
Finalmente Olga finì di vestirsi e, mentre lei esce dal camerino, j Beatles entrano nello studio.

-Salve!- urlò Mark avvicinandosi a un signore sulla trentina, dagli occhi incredibilmente azzurri e con un grosso naso all'insù seguito da quattro ragazzi coi capelli a caschetto, i famosi Beatles.

-Piacere, io sono Brian Epstain, il manager di questi quattro ragazzi- 

-Piacere Mark McKen e queste sono le mie due bellissime modelle- disse indicandoci.
Beth arrossì visibilmente, mentre Olga accennó un sorriso.

-Piacere io sono Beth Thomson- disse Beth porgendo la mano, prima al menager, e poi ai quattro cantanti che a loro volta si presentarono. 
Ora era il turno di Olga.
Si presentó ai primi due: Geroge Herrison, un ragazzo molto timido e misterioso, e Ringo Starr, un ragazzo col buffo nasone e con occhi azzurrissimi e apparentemente simpatico e solare.
Poi si presentò al bassista, Paul McCartney, quello che piaceva alla sua amica: aveva gli occhi malinconici color verde bosco e contornati da lunghissime ciglia, un naso perfettamente dritto e piccolo e labbra a cuoricino; aveva un espressione angelica, da bravo ragazzo.

-Il piacere é tutto mio- disse baciandole la mano come un vero gentiluomo. Olga e Beth si guardarono.

-Ora è il mio turno- disse una voce acida e fredda. Olga alzó lo sguardo e notó un ragazzo dagli occhi sottili color nocciola e dal naso aquilino, lo stesso ragazzo che c'era nella foto di Beth.
-Io sono John Lennon, piccola- disse scansando Paul da Olga.

-Non mi chiamo "piccola"- rispose Olga con voce glaciale. John rimase per un attimo impietrito, forse non si aspettava una reazione così, dopotutto lui era John Lennon e tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi appena lo vedevano.

-Cos'è? Non hai mai visto una ragazza che non cade ai tuoi piedi?- domandó Olga sarcasticamente, ma col fare fiero.

-Si legge nei tuoi occhi che muori dalla voglia di saltarmi addosso- rispose Lennon con un sorriso malizioso stampato sul volto, amava stuzzicare la gente, specialmente le belle ragazze come Olga.

-Allora non sai leggere- 

-Ehi voi due! Vi conoscete da neanche cinque minuti e già litigate!- intervenì Beth. 

-È tipico di Lennon fare "il comico"-  aggiunse McCartney che stava con le braccia incrociate appoggiato al muro.

Olga voltó lo sguardo al viso angelico del ragazzo, le uscì un sorriso.

-Io comico? Caso mai sei tu che non sai divertirti, Paulie- rispose Lennon respingendo l'accusa fatta dall'amico. 

-Io direi di cominciare questo servizio fotografico- disse ad un tratto Ringo, leggermente innervosito.

-Parole sante!- esclamò Beth. Tutti si misero a ridere. 

-Dobbiamo andare di là- aggiunse infine Mark, indicando dive andare per farsi le foto.




La foto prevedeva ognuna delle due ragazza affiancata da due Beatles.

-Possiamo scegliere noi con chi fotografarci?- domandó Paul mentre si sistemava la giacca di velluto nero.

-Come preferite- rispose Mark che stava dietro la macchina fotografica.
Paul allora si diresse verso Olga sorridendole. 

-Ti dispiace se faccio la foto con te?- domandó il ragazzo dagli occhi color bosco con voce profonda e tremendamente sensuale. I due si guardarono negli occhi, a Olga quei secondi sembravano un'infinità.

-N...no- Olga guardó poi Beth che non faceva altro che ridere sotto i baffi. 

-Con la russa ci sono anch'io! - disse poi John avvicinandosi a Olga. Paul alzò gli occhi al cielo. 

-Mi chiamo Olga- 

-E con ciò?- rispose Lennon per poi appoggiare le sue fredde mani sulla sottile vita di Olga, sistemandosi dietro di lei, con il suo bacino vicinissimi a quello di Olga.

-John, guarda che non te la devi inculare- disse George dall'altra parte della stanza, mentre posava vicino a Beth che si stava trattenendo dal ridere.
Olga era scioccata.

-Fatti i cazzi tuoi George!- 

-John, smettila- disse Brian molto seriamente.
-Non sei tu che decidi dove metterti, ma il signor McKen- 

Olga sorrise e si girò verso John dicendogli a labiale: "Fottiti".
John la guardò con occhi schiettissimi.

Una volta sistemati tutti, Mark inizió a dare ordini.

-Ringo, appoggi la tua mano sulla spalla di Beth e tu Geroge, sii più spontaneo- 

-Ok- risposero i due musicisti all'unisono. 

-Paul, tu stringi Olga più verso di te- 

"Oh cazzo" pensó Olga.
Paul,allora, afferrò le braccia della modella e fece si che i loro corpi si sfiorassero; i due si guardarono negli occhi. Olga sentì un liquido bollente dentro di lei, che le stava succedendo?

-Olga, gira il busto verso di me... E tu John metti la mano sulla sua gamba-

-Cosa? Non se ne parla proprio- disse Olga 

-Perché? Non ti piace essere toccata, piccola?- domandó John con un ghigno.

-Da te no, porco pervertito.  A te piace invece un cazzotto in faccia?-

-Tu mi tireresti un cazzotto? Ma se non sei capace neanche a farmi una seg...-

-JOHN!!- urlò Braian da diventare tutto rosso in volto per la rabbia.

-Dica- rispose John prendendolo in giro.

-John Wiston Lennon, smettila-  disse il suo manager con molta calma, cercando di far sbollire la rabbia che c'era in lui. 

-Va bene Eppy- disse John con voce un po' affemminata e sbattendo velocemente le ciglia. 
Poi guardò Olga negli occhi.
-Tanto ti ficcherò più tardi-

-Ora basta!! É troppo- urlò Olga. 
-Io me ne vado-

-Ma come? Olga!- disse Mark scioccato dalla reazione della modella che ormai era già uscita come una furia dallo studio.
Non era mai successo che Olga si comportasse in quel modo, poi lei era una ragazza molto professionale e non si sarebbe mai permessa un gesto simile, ma quella volta era davvero troppo per i suoi gusti.
Tutte le persone presenti nello studio rimasero a bocca aperta, poi guardarono John.

-Perché mi guardate?- disse John come se non fosse successo nulla. 

    
          ********************

-No, questa volta è stato davvero assurdo.. Mai più!- disse Olga mentre gironzolava nel salotto di casa sua cercando di calmarsi.
-Umiliata da quel pezzo di merda, da "John Lennon"- disse con voce schifata.
-E poi chi cazzo si crede di essere? Come si permette a prendermi per il culo?-

Era passata ormai un ora e Olga continuava ancora a girare per la stanza, prendendo a calci qualsiasi cosa che le capitasse sotto i piedi, cercó di calmarsi bevendo una calda tazza di tè, ma neanche quello fu utile per calmarla.

Erano le 16.00 e Olga decise di riposarsi un po' sul divano dopo quella mattinata di stress. Si sdraiò e chiuse gli occhi. Le vennero mille pensieri in mente e uno di questi fu l'immagine degli occhi color bosco di quel bassista. 
Erano così grandi, così verdi e quell'accento malinconico attraeva la sua attenzione; a differenza degli altri tre, Paul sembrava essere il più maturo, più maturo di John lo era.... Quanto odiava John!!
Ad un tratto il telefono squillò.

-Chi parla?- domandó Olga un po' assonnata.

-Ciao, Olga! S..sono Paul, Paul McCartney- 
A quel nome Olga sobbalzó.
Perché Paul McCartney le stava telefonando? 
"Se è per John giuro che gli riattacco il telefono in faccia" pensó.

-Se mi chiami per le scuse del tuo amichetto fai prima a riattaccare- disse Olga molto freddamente, quasi fosse insensibile.

-No, no, non ti ho chiamata per quel motivo...John non si scuserebbe mai- disse il ragazzo con voce leggermente tremante.

-Allora perché mi hai chiamata?-

-Volevo sapere se domani mattina saresti libera-

Olga ci pensó su, per quel che sale a lei il mattino successivo non aveva impegni.

-In teoria sarei libera- rispose ancora acida.

-Perfetto! Allora ti va di venire a prendere un caffè a casa mia?-

"Cosa????"

-Ma se non so neanche dove abiti!-

-In periferia di Londra Nord, in quella villetta bianca appena esci da Londra. Io e gli altri tre Beatles abitiamo lì... Sai, lontani dai fan e da tutto- disse Paul accennando una lieve risata nervosa.
-Tranquilla, domani mattina John non ci sarà-

-Allora vengo volentieri- rispose Olga ridendo.

-Allora domani alle 10.00- disse Paul con una voce più tranquilla, sembrava essere felice.

-Va bene, a domani- e Olga terminó la chiamata. 

Chissà perché Paul l'aveva chiamata? Molto probabilmente per le scuse di John, ma lei non ci sarebbe casata e non lo avrebbe mai perdonato. Nessuno la poteva umiliare. 
Ripensó agli occhi di Paul e alla sua voce calda.

"Però Beth aveva ragione: è un bel ragazzo" pensó prima di allungarsi di nuovo sul divano. Poi chiuse gli occhi e si addormentò.





*SPAZIO AUTRICE* 
Salve a tutti!! Mi scuso per il fatto che questo capito è un po' corto, ma mi è venuto così XD
Spero che la storia vi stia piacendo...
Baci,
Lovelystory❤️

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Capitolo 3
*** Stay with us (part 1) ***


Erano le  09.00 e Olga si stava vestendo per andare a "prendere un té" a casa di Paul McCartney, o meglio, dei Beatles.
Prese dal l'armadio un vestito bianco, corto fino al ginocchio,non molto aderente ma che metteva in evidenza le sue belle curve e il suo seno. 
"Sono bellissima" pensó Olga guardandosi allo specchio mentre cercava di sistemarsi il vestito per essere impeccabile.
Si aggiustò i sui bei capelli color miele e, con un eye-liner, mise in evidenza i suoi grandi occhi marroni; un filo di lucidalabbra, un po' di profumo e voilá! Pronta per andare a casa dei Beatles. 
"Basta che non ci sarà John" pensó mentre si avviava alla macchina, la sua Aston Martin nera.

Durante tutto il tragitto non potè fare a meno di pensare alla litigata del giorno precedente e al comportamento "Sono tutto io" di quel Lennon. 
Ma chi si credeva di essere? 
E poi, come faceva a stare nella stessa band con quei tre poveri angioletti costretti a subire le sue lamentele? Le scappó una risata pensando a Paul.
"Deve essere proprio pazzo per stare in coppia con quello lì" pensó.

Fortunatamente, Olga riuscì a trovare la villa al primo colpo.
Era una villa abbastanza grande, interamente bianca recintata da una fittissima siepe, probabilmente per avere un po' di privacy; dopo tutto Olga poteva comprendere quei quattro ragazzi: é la cosa più brutta di questo mondo essere famosi e non avere un attimo solo per te stesso. 

Olga suonó il citofono e immediatamente il cancello che vietava l'ingresso si aprì.

Scendendo dalla sua macchina, la modella notó il meraviglioso prato verde, tipico delle villette inglesi, e una piccola piscina nel retro.
"Però..." Pensó Olga fra se e se con aria stupita. 
Olga bussò alla porta e ad aprirla fu proprio Paul McCartney.

-Buongiorno- disse Olga.

-Buongiorno, signorina- rispose Paul con una voce molto dolce facendo arrossire lievemente le guance della modella. Lui era vestito con una sua solita camicia bianca e un pantalone nero, molto elegante, i suoi capelli erano troppo ordinati perfino per Olga, maniaca dell'ordine.
-Il giubbotto dallo a me- aggiunse il ragazzo prendendosi il giubbotto di Olga.

La ragazza osservó la casa: era arredata in un modo impeccabile e il colore che predominava quel l'ambiente era il bianco.
"Forse hanno una 
fissazione per il bianco"


-Vieni, accomodati in cucina- disse Paul sfiorandole un braccio. 
-Fai come se fossi a casa tua-

Olga si limitò a sorridere, era bloccata dalla timidezza, strano specie per lei che era una modella. Poi si sedette vicino al tavolo.

-Le modelle bevono il té?- domandó Paul scherzando.

-Si, lo beviamo- rispose Olga ridendo.
-É una delle poche cose che possiamo bere-

-É dura fare la modella, vero?-domandó Paul mentre si sedeva, aspettando che il té si facesse.

-Beh, non é facilissimo... Devi mangiare in un determinato modo e devi rimanere sempre con lo stesso peso- disse Olga, poi fece una pausa.
-Ma io amo mangiare e mi abbuffo lo stesso- aggiunse poi ridendo. 

-E riesci a rimanere così magra?- domandó Paul quasi meravigliato e incredulo.

-Per ora si! Io sono italiana e amo mangiare. Lì in Italia si mangia molto, ma bene. Sei mai stato in Italia?-

Paul si sedette a tavola con le due tazze di té calde e fumanti offrendo pure qualche biscotto al cioccolato. Olga lo ringrazió.

-Beh, non ancora, ma mi piacerebbe molto. Dicono che l'Italia sia bellissima- 

-Eccome se lo è!- rispose Olga inzuppando un biscotto al cioccolato nel tè.

-Ma da che zona dell'Italia vieni precisamente?- chiese Paul guardando la ragazza negli occhi sorridendole come solo lui sa fare.
Olga si sentì un attimo sciogliere. Il suo sorrise era bellissimo.

-Da Vasto, Abruzzo. È una piccola cittadina affacciata sul mare e ti posso garantire che d'estate è bellissima- rispose Olga leggermente nostalgica.

-Ti manca Vasto?-

-Beh, si, è sempre la mia cittá. Sono tre anni che vivo qui a Londra; é bellissima, ma Vasto è Vasto- 

-Ti do ragione. Anche a me molte volte mi manca Liverpool e non sai quante volte mi è venuta voglia di prendere le valigie e ritornare a casa- disse Paul sorridendo. 

-Ma voi quattro siete tutti di Liverpool?- domandó Olga finendo il suo té.

-Si- rispose Paul
-Più o meno siamo tutti coetanei. Ringo é il più grande, così come John, io ho ventitré anni mentre George é il più piccolo. Ci conosciamo da quando andavamo ancora a scuola- disse Paul guardando un punto fisse in aria, come se stesse rivivendo quei momenti.

-Io purtroppo ho perso tutti i miei vecchi amici da quando mi sono trasferita qui. Ora però ho Beth e lei la considero come una sorella- 

-Sarebbe la modella con i capelli rossi?- chiese Paul sorseggiando il suo té.
Olga accennó un "si" con la testa. 

-Sembra simpatica- 

-Di più- disse Olga accennando un sorriso. Lei voleva un sacco bene a Beth e senza di lei, molto probabilmente, non  sarebbe mai riuscita a vivere in quella cittá.

-Almeno tu conosci persone sane di mente- 

-Perché?- domandó Olga ridendo.

-Ringo la notte russa come un trombone e non ti fa dormire, Geroge é ossessionato dal cibo e si divora tutto quello che trova in frigo e poi... Poi c'è John-

A quel nome, al sorriso di Olga prese posto un espressione tra l'arrabbiato e l'indifferente.
Paul rise lievemente.

-Se lo conosci bene, non é così male-
Olga lo guardò con una faccia tipo "Ma che ti sei fumato? Mi stai prendendo per il culo,vero?"

-Io lo conosco da più di sette anni e ti garantisco che lui fa così solo per scherzare, o quando vede una bella ragazza come te- disse guardando Olga dritto negli occhi.
Olga rimase incantata da quegli occhi malinconici e dal modo sensuale con la quale Paul gli disse che era bella.  Si sentì le guance diventare sempre più rosse, ma non poteva farsi ingannare da quel bel faccino, lui era un Beatles.

-Grazie,ma io non accetto le sue scuse-

-Sei una tipa tosta tu, eh?- disse Paul ammiccando.

-Abbastanza-
E i due risero. 
-Senti, ma posso farti una domanda?-

-Dimmi Olga-

-Ma perché mi hai invitato qui a casa tua?-
Paul abbassò lo sguardo guardando la bella tovaglia in pizzo che ricopriva il tavolo, poi sorrise.

-Perché volevo conoscerti un po meglio e anche perché non volevo che, a causa di John, pensassi male i noi- 

Olga non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere. Beh, si, i Beatles in generale non le piacevano, però stava cambiando idea, dopotutto Paul le sembrò così gentile...

-Perché dovrei pensare male di voi?-
Paul fece spallucce.

-Non lo so... Pensavo che dopo quello che é successo, credevi che tutti e quattro fossimo dei depravati mentali come John-  rispose Paul. Entrambi scoppiarono a ridere.

Olga si sentiva a suo agio con quel ragazzo, sembrava che lo conoscesse già da un sacco di tempo. 
Paul guardó il candido volto di Olga: i suoi lineamenti erano freddi come la Russia in inverno, ma i suoi occhi erano grandi e riuscivano a penetrare. Un brivido gli scese lungo la schiena.
"Certo che è proprio bella"pensó Paul, ammaliato dagli occhi da gatta della modella.

Olga diede un'occhiata al suo orologio: era mezzogiorno e mezza.

-Forse è meglio che me ne vada- disse un po' triste.

-Di già?- domandó Paul.

-É mezzogiorno e mezza e non vorrei disturbare- 

-Tu disturbare? Ma figurati! Anzi, insisto che rimani qui a pranzare- rispose Paul alzandosi e iniziando ad apparecchiare la tavola.

-No dai, Paul, non posso, non voglio disturb...- poi Paul la guardò con gli occhi di un cucciolotto tenerissimo. Come faceva a dire di no a quegli occhi?
-Eh va bene, ma cucino io-

Paul sorrise a trentadue denti.
-Va benissimo- 




*SPAZIO AUTRICE* 
Salve a tutti e grazie mill per seguire questa storia^^
Vedo che tra Olga a Paul ci sia una buona intesa, chissà se.... Ma non svelerò niente XD SURPRISE XD 
Grazie mille❤️

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Capitolo 4
*** Stay with us (part 2) ***


Erano quasi le 13.00 e Paul cominciò ad apparecchiare la tavola, mentre Olga stava cucinando uno dei piatti tipici italiani, il piatto che lei adorava da quando era una bambina: le lasagne.

-Ma siamo solo noi due o ci sono anche gli altri?- domandó Olga mentre metteva a bollire l'acqua per la pasta. 

-No, ci sono anche gli altri... Penso che staranno per arrivare- rispose Paul guardando fuori dall'enorme finestra che c'era in cucina. 

"Spero che non ci sia John" pensó Olga. 

La porta si aprì all'improvviso: erano arrivati Ringo e George; sembrava che avessero letto nel pensiero di Olga. 

-Ciao Olga!- disse Ringo spalancando di meraviglia i suoi occhi azzurrissimi e allargando le braccia per abbracciare Olga.
Olga era molto contenta della reazione di Ringo, si vedeva che era una persona bravissima.

-Ciao Ringo!- rispose Olga poi, staccandosi  dall'abbraccio, guardó George, il più timido dei quattro.

-Ciao George- disse Olga sorridendo.

-Ciao!- rispose George accennando un timidissimo sorriso alla quale Olga si intenerì.

-Si potrebbe pure salutare...- disse Paul a braccia incrociate mentre restava lì, in piedi davanti alla tavola, ormai tutta apparecchiata.
Ringo scoppiò in una fragorosa risata.

-Non ci siamo dimenticati di te Paul!- aggiunse Ringo avvicinandosi all'amico bassista e dandogli una pacca sulla spalla.

-Rimani qui a mangiare?- domandó George; Olga accennó un "si" con la testa.

-Fantastico!- disse Ringo.

-Peró oggi si mangerà italiano-aggiunse Paul.
Ringo e George lo guardarono un po' disorientati, come per dire "Cosa stai blaterando?"

-Oggi cucinerò io- disse Olga alzando la mano.

-Quindi si mangia la pizza?- chiese George con già l'acquolina in bocca. Era un ragazzo magrissimo da far quasi impressione, ma aveva una fame di trecento uomini e si divorava tutto quello che era commestibile, specie i biscotti, lui amava i biscotti.
Olga era quasi invidiosa della sua magrezza nonostante si mangiasse mezzo mondo.

-No, mi spiace, la pizza no...- disse Olga dispiaciuta, anche George lo divenne.
-Però ho cucinato le lasagne-

-Allora va benissimo- rispose George di nuovo col sorriso stampato sul volto.

-Sei sempre il solito, Geo- disse Ringo "rimproverando" l'amico. Scoppiarono tutti a ridere.
Olga si trovava davvero bene con loro, sembrava che gli conoscesse da tanto tempo. 

-Io direi di iniziare a mangiare- propose George.

-Aspettiamo a John- rispose Paul, mentre si sedeva a tavola, sulla destra di Olga.
A quel nome la modella inizió ad agitarsi, perse completamente la tranquillità e, molto probabilmente, Paul se ne accorse.
-No,dai, iniziamo- aggiunse poi Paul, guardando con uno sguardo d'intesa la modella seduta vicino a lui.
Così iniziarono a mangiare, senza aspettare John, dopotutto, chissà quello che stava facendo? Perché aspettare e far raffreddare le lasagne se neanche sapevano se John fosse venuto?

-Buonissime- disse George mentre si stava riempiendo la bocca con un altro pezzo di lasagna.
Olga si sentì gratificata, dopotutto gli faceva piacere che la sua cucina, quella italiana, piaceva a degli inglesi tanto inglesi come loro.

-Per te tutto ciò che è commestibile è buono- aggiunse Ringo mentre si puliva la bocca con il tovagliolo.

-Allora vuoi insinuare che le mie lasagne fanno schifo- disse Olga fingendosi offesa, Ringo le scoppió a ridere in faccia.

-Sono realmente buone Olga- aggiunse Paul che posó le posate sul tavola con un'eleganza quasi innaturale per un ragazzo, Olga rimase un po' a fissarlo.

-Allora se lo dice quel piccioso di Paul, è vero- aggiunse Ringo ridendo.

-Io non sono piccioso, ho solo un gusto più raffinato del vostro che vi accontentate di mangiare qualsiasi schifezza- rispose Paul vantandosene  un po', di risposta George e Ringo gli fecero la linguaccia. 
Olga rise; sembravano tre bambini dell'asilo.
Improvvisamente la porta d'ingresso si aprì, dei passi si avvicinavano alla cucina quando una voce, apparentemente famigliare, ruppe il silenzio che si era creato a tavola.

-Ragazzi che si mang....- 

John. Era John Lennon, quel cantante da quattro soldi che si era preso troppa confidenza con Olga, la sua voce si sarebbe riconosciuta da un miglio. 

-Tu- disse Olga con una voce schietta, acida. 

John sorrise, noncurante della voce acida della modella, suscitando in lei un disprezzo maggiore.
Si tolse il cappotto in pelle nera, così come la giacca del vestito, rimandando club camicia bianca e pantaloni neri, poi si allentò la cravatta che probabilmente gli dava fastidio.

-Che ci fai qui Bambolina?- domandó Lennon avvicinandosi al tavolo.

Olga diventó rossa in volto. 
Ma come si permetteva?
Non disse una parola, si limitò solo a fulminarlo con lo sguardo, gli altri tacevano. 
Si riusciva a sentire la tensione addosso.

-John siediti e non fare casini- disse poi Paul, invitando l'amico di sedersi vicino ad Olga, purtroppo quelli era l'ultimo posto rimasto.
John fece spallucce e si accomodó.
Olga aveva voglia di pungergli la mano con la forchetta o di strangolarlo con le mani, ma pensò che forse era meglio evitare.

-Sono lasagne?- domandó John guardando il cibo nel suo piatto.

-Perché non si vede?- disse Olga acida, un po' troppi sarcastica.
Paul si passò una mano fra i capelli.
"Oggi finisce male" pensó il bassista.

John guardò la ragazza con un volto incredulo, poi sorrise.
 
-Questa volta sei tu che mi stuzzichi eh-

-Io non ti stuzzico un bel niente- rispose Olga senza neanche guardarlo negli occhi. 
John rise sotto i baffi, poi ingoió il boccone di lasagna.

-Perché ridi, John?- domandó Ringo.
John rise di nuovo, poi guardò Olga con la coda dell'occhio.

-Veramente ci sarebbe qualcosa che mi stuzzichi....- disse a bassa voce, con un sorriso troppo malizioso.

Tutti fulminarono John con lo sguardo e un silenzio tombale cadde a tavola.

-Ora mi hai rotto le palle- disse Olga alzandosi dalla tavola, guardando dritto difronte a lei.
-Grazie per la bella mattinata e per il pranzo. Ciao- aggiunse prendendosi la borsa e il cappotto.

-Ma dove vai? Non andare!- disse Paul raggiungendo la ragazza al portone. Olga lo guardò negli occhi senza dire una parola.
-Perché te ne vai?- chiese Paul a bassa voce, quasi sussurrandolo.

Olga fece un sospiro.

-Paul, non è per te, credimi-

-Allora rimani. Non ci pensare a John, é solo uno stupido- disse Paul, quasi giustificando l'amico.
Si potava notare benissimo che Paul voleva a tutti i costi che Olga rimanesse con loro o meglio, con lui, lo si leggeva nei suoi occhi da cerbiatto.

-Paul, io non ce la faccio, scusami....- rispose Olga notevolmente dispiaciuta, ma lei non poteva stare nella stessa stanza con John Lennon, si sarebbero scannati a vicenda.

La ragazza appoggió la sua esile mano sulla maniglia, gelida, della porta e l'aprì.

Paul sentì dentro di se un vuoto  incolmabile non appena Olga chiese dietro di se la porta.

"Basta. Con i Beatles ci ho chiuso" pensó Olga mentre raggiungeva la sua macchina.


          *********************


-Ma come ti salta in mente di dire certe cose?- urlò Paul contro John che, invece, se ne stava tranquillamente seduto sul divano.

-Io non ho detto niente- cercó di giustificarsi il ragazzo dagli occhi color nocciola mentre sfogliava una rivista per adulti.

Paul lo guardò incredulo, gli stava per mettere le mani addosso.

-Cosa? -

-Dai Paulie, non è colpa mia se è scema- disse John mentre guardava fin troppo appassionatamente quella rivista. 
Un conato di vomito sali per la gola di Paul. Il bassista si stava alterando, sarebbe scoppiato da un momento all'altro.

-La persona scema qui sei tu, John- disse Paul puntandogli contro il dito.
John alzò lo sguardo dalla rivista, vide gli occhi infuocati di Paul e si mise a ridere.

-Ok- rispose incurante il maggiore.

Paul rimase senza parole: lui stava cercando di fare un discorso serio mentre il suo amico se ne fregava altamente preferendo vedere una rivista di donne mezze nude? 
Quello fu la goccia che fece traboccare il vaso, non ci pensó due volte prime di tirare una sbarla a John.
Il maggiore rimase lì, immobile, con la guancia dolorante e rossa, stupito dalla reazione così "violenta" di Paul.
Si portò la mano destra sulla rispettiva guancia, gli bruciava ma non poteva far vedere a Paul che gli faceva male così, trattenendo il più possibile quelle microscopiche lacrime, sorrise.

-Cosa cazzo ti ridi?- domandó Paul innervosito da quel sorriso fuori luogo.

-Da quand'è che sei uomo, Paulie?-

-Lo sono sempre stato, stronzo- rispose Paul schietto, acido.

-Forse lo sei diventato da quando hai conosciuto Olga...-

Paul rimase a bocca aperta per un attimo.

-Cosa ti interessa?- chiese Paul; John sorrise.

-A me niente, mi può solo fare una seg...-

Paul mise le mani al collo di John, era pronto per stringere la presa.

-Non ti azzardare mai a ridirlo, Lennon- 

-Perché, altrimenti che fai?- chiese John con aria di sfida, la classica strafottenza che li caratterizzava; sembra che nulla lo potesse spaventare.
I due ragazzi si guardarono negli occhi per qualche minuto, si stavano studiando, poi Paul lasció il collo dell'amico.
Si allontanò piano piano da John continuando comunque a guardarlo, aveva gli occhi puntati su John, fissava ogni suo movimento.

-Ti piace Olga eh?- domandó John mentre guardava il pavimento,con il suo ghigno malefico.
Paul si fermò poco prima di salire le scale, si girò verso l'amico ma non disse nulla, lo guardó per qualche
secondo.
"Si" pensó fra se e se Paul, mentre guardava John girato di spalle.
Non poteva vedere che espressione aveva John, ma avrebbe scommesso tutto che stava sorridendo con quel suo sorriso snervante che lo mandava sui nervi. 
"È mia" pensó di nuovo il bassista, poi salí le scale che lo avrebbero portato nella sua camera.




*SPAZIO AUTRICE* 
Salve a tutti e scusatemi se ho impiegato molto tempo a pubblicare questo capitolo, ma ho avuto vari problemini tecnici XD
Woooooow, non ci credo!! A Paul piace Olga? 😱Chissà se alla modella italo-russa piace un inglese come lui....e John? Come faceva a sapere  che al suo amichetto piace Olga? Mm.... Forse sarà scritto nel prossimo capitolo XD
Lovelystory❤️

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Capitolo 5
*** Do you like this song? ***


Era passata ormai una settimana dall'ultima volta che Olga parló con i Beatles, non volette più sapere di loro, li odiava. 
Non odiava tutti, per carità: Ringo era sempre stato estremamente gentile con lei, così come George con il quale, si e no, ci avrà parlato massimo due volte, per non parlare di Paul, tra i due scorreva un buon feeling. Ma era lui. Era John Lennon. Quel l'essere strafottente dal naso aquilino e gli occhi a mandorla, che solamente al suono della sua voce Olga aveva un conato di vomito.
La modella non si riusciva a spiegare tutto quel l'odio nei suoi confronti, forse perché era troppo sarcastico con lei o forse perché si credeva essere il "so tutto io" della situazione, ma in fondo, cosa le aveva fatto di male? Olga si era sempre comportata bene nei confronti del cantante, eppure,se avessero avuto entrambi l'opportunità,si sarebbero scannati a vicenda. 
Eppure la ragazza non poteva fare a meno di pensarlo, ovviamente negativamente, ma ogni giorno il nome "John Lennon" rimbombava nella sua testa.


Olga si sedette sul dondolo situato nella veranda che si affacciava su meraviglioso prato inglese, così perfettamente verde da rallegrarti. 
Faceva freschetto, un leggero venticello soffiava quel tanto che bastava per far ondeggiare le foglie degli alberi, ma, per essere a Londra, era un clima piacevole, nonostante fosse inverno, e a Olga non dispiaceva.
Tra le mani la ragazza teneva un libro che parlava del famosissimo Leonardo Da Vinci, un artista che la modella ammirava particolarmente fin da quando era ragazzina. Si trovava quasi alla fine del libro e quel giorno Olga aveva intenzione di finirlo, nulla la poteva distrarre, intorno a lei c'era la pace assoluta. 
Aprì il libro, lesse le prime tre righe quando il telefono inizió a squillare odiosamente. 
Olga sbuffó e aveva intenzione di non rispondere, ma poi ci pensó e andò a rispondere, forse era successo qualcosa....


-Pronto?- domandó Olga con aria quasi scocciata.

-Ciao Olga! Sono io, sono Paul- rispose una voce famigliare dall'altra parte della cornetta.

Il cuore di Olga si fermò un attimo. Perché Paul la stava telefonando? 
Cosa voleva? 


-Ciao- rispose Olga freddamente, sembrava che lo volesse ghiacciare.


-Disturbo?- rispose la voce tremante del ragazzo.

Olga ci pensó un attimo. 

-No-

-Sei a casa ora?- domandó il ragazzo quasi come se avesse paura di fare quella domanda.

-Si. Perché?-

-Posso passare un attimo da te? Ti devo parlare- disse Paul, questa volta sembrava essere serio. 

-Va bene, ti aspetto- rispose Olga, ancora fredda.

-Sarò lì tra dieci minuti- disse il ragazzo prima di attaccare. La sua voce era un mix di dolcezza e insicurezza.

Olga rimase di fronte al telefono per qualche minuto, stava immaginando cosa Paul le potesse dire di così tanto importante. Un brivido le percorse la schiena. Era un brivido di felicità o no?
Olga vedeva Paul come un bravo ragazzo, estremamente cordiale ed educato, un ragazzo con la r maiuscola, forse uno dei pochi ragazzi che, nonostante il successo è la fama, sia rimasto con i piedi per terra a differenza del suo amichetto "so tutto io".
Forse doveva andare da lei per scusarsi per l'ennesima volta per come si era comportato l'amico, ma non poteva essere quello, no... Doveva essere qualcosa di più serio... Ma cosa? Olga non riuscì a trovare una soluzione.
Prima dell'arrivo del ragazzo si sedette di nuovo sul dondolo, cercó disperatamente di continuare a leggere il suo libro ma l'ansia si faceva sentire troppo.
Il suo cervello non faceva altro che far rimbombare il nome del bassista nella testa di Olga; ad un tratto si sentì il rumore di un auto. Era lui. 
Olga si alzò di scatto, si sistemó i suoi lunghi capelli ramati e si aggiustò i vestiti per avere un'aria decente, poi andò ad aprire la porta al ragazzo.

Appena aprì la porta vide due bellissimi occhi verdi che la guardavano, quegli occhi al quale Olga pensava da più di una settimana.

-Ciao- disse Paul sorridendo. Era vestito con una camicia bianca e con i pantaloni e la giacca neri, così come la cravatta. Era perfetto. In mano teneva un mazzo di rose rosse che emanavano un profumo idilliaco.

-Accomodati- rispose Olga invitando il ragazzo ad entrare nella sua casa. 
Paul vi entrò e diede le rose alla modella.

-Sono per me? Ma non dovevi...- disse Olga stupita, ma il ragazzo si limitò a sorridere. 
La ragazza sistemó le rose in un vaso, rimase lì a guardarle.

-Sono belle quanto te- sussurrò Paul alle spalle della ragazza. Olga sentì un brivido, stava per svenire, poi, però, si riprese.

-Ti va un té?- propose al ragazzo che annuì immediatamente. 

Dopo cinque minuti i due si sedettero in veranda sorseggiando le loro tazze di tè bollente.

-Hai una bellissima casa,sai?-  disse Paul guardandosi intorno per ammirare l'abitazione di Olga che,alla fine, era simile alla sua.

-Grazie. L'ho progettata io- 

-Davvero?- Domandó Paul un po' sbalordito. 

-Si... Ti ricordo che io ho fatto il liceo artistico- rispose Olga facendo l'occhiolino. I due risero.

Ci fu un minuto di pausa e i due ragazzi si guardarono negli occhi, erano entrambi imbarazzati.

Fu Olga a rompere il ghiaccio.

-Allora, di cosa mi volevi parlare?- 

-In che senso?- domandó Paul un po' spaesato, sembrava cadere dalle nuvole. Si leggeva in faccia che lo stava facendo a posta.

-Oggi quando mi hai telefonato hai detto che mi dovevi parlare....-  disse Olga appoggiando la sua tazza di tè su tavolino in vetro.

-Ah, sì, si... Giusto... Ehm... - rispose Paul. Divenne improvvisamente rosso in volto, i suoi occhi erano insicuri. 

-Mica sei venuto qua per scusarti di John?- chiese Olga con un tono simile al rimprovero.

-Eh? No, no, è per un'altra cosa....- rispose Paul guardando la punta degli stivali Chelsea che indossava.

-Guarda che puoi parlare, non ti mangio!- rispose Olga sorridendo. 
La ragazza era curiosa, voleva sapere cosa le doveva dire il ragazzo davanti a lei.

"E se mi dice che gli piaccio? No, no, lui è un Beatles! Ma che pensieri ti fai, Olga!!" Si disse nella sua mente.

-Non credo di essere così gustoso- rispose Paul ridendo. 
-Comunque sono venuto qua per avere un tuo parere-


-Su cosa?- chiese Olga molto curiosa.


-Stiamo creando un nuovo album e volevo sapere un tuo parere su una canzone- spiegò Paul con gli occhi luccicanti.


-Wow, sentiamo- 

Per fortuna non era ciò che Olga pensava, anche perché non sapeva cosa rispondergli. Beh, Paul non le dispiaceva affatto, era un bellissimo ragazzo oltre al fatto che era estremamente educato, però non sapeva se poteva nascere qualcosa...


Paul estrasse un foglietto dalla tasca della giacca e lo appoggió sul tavolino di vetro, vicino alla tazza di Olga. 
Era un foglio tutto stropicciato, piegato e ripiegato mille volte, pieno di scarabocchi e chiazze di inchiostro.


-Non ti spaventare per la confusione- disse Paul, Olga sorrise.

La ragazza aprì il foglio e cominciò a leggere quello che doveva essere il bozzetto della nuova canzone.

"I give her all my love
That's all I do
And If you saw my love,
You'd love her too.
And I love her.

The kiss my lover brings
She brings to me

Bright are the stars  that shine
Dare is the sky
I know this love of mine 
Will never die"

Olga la lesse due o tre volte ancora, era bellissima.

"Chissà se è per qualche ragazza" pensó fra se e se.

-Tieni conto che non è ancora finita- disse Paul.


-Per me va bene pure così- rispose Olga.


-No, si vede che è incompleta... Le manca qualcosa... Che ne dici?- 


-È bellissima- disse Olga con tutta la sincerità che aveva in corpo. 


-Dici?-


-Si,Paul- rispose Olga restituendo il foglio al bassista.
-È per qualche ragazza in particolare?- aggiunse poi la modella.  Quella frase le scappó involontariamente.


-Nah... Per il momento no. Ho avuto una musa ispiratrice però non è certa...- rispose Paul guardando il foglio per poi alzare lo sguardo e incrociare quello di Olga.


-Capisco...- disse Olga, quasi delusa. 

Ci furono dei minuti di silenzio imbarazzante.

-Allora, sei ancora arrabbiata con John?-

-Ovvio- rispose Olga in maniere che più schietta di così non si può.
Paul scoppiò a ridere.


-Ci farai l'abitudine, fidati. All'inizio sembra così ma non lo é realmente- 
Disse il ragazzo cercando di giustificarlo.


-Già me lo hai detto,ma la mia idea rimane quella- ripose Olga, convinta della sua risposta. Nulla al mondo avrebbe fatto cambiare idea a quella ragazza, neanche se fosse stata pagata con tutti i soldi del mondo.
 




            *********************

Era tutta la mattinata che John cercava a Paul, ma non lo riusciva a trovare. Gli doveva far sentire il bozzetto della nuova canzone che aveva scritto, a lui piaceva ma senza l'approvazione di Paul lui non poteva continuarla a scrivere, odiava sprecare tempo per le canzoni che alla fine non sarebbe state pubblicate sull'album.

Era quasi mezzogiorno.

-Geo, hai visto quel cretino di Paul?- domandó agitato John a George che stava iniziando a stuzzicare qualcosa da mangiare.

-Se lo chiami ancora cretino penso che non lo troverai mai... Comunque non l'ho visto- rispose il ragazzo addentando un boccone di toast.


-Ma che fine ha fatto? Sono ore che li cerco!- disse John imitando un lamento simile a quello dei bambini quando fanno i capricci per una caramella.

-Io sapevo che era andato da Olga- intervenne Ringo all'improvviso, che se ne stava seduto sulla comodissima poltroncina bianca.
John si girò di scatto verso l'amico con il nasone e si avvicinò a lui.

-Che ci fa da Olga?-

-Ah, questo non lo so e non lo voglio sapere-  disse Ringo alzando le mani -Forse gli doveva dire qualcosa di importante oppure è andato per una semplice tazza di tè- aggiunse. 

John lo guardò fulminandolo un po' con lo sguardo.
"So io cosa ci è andato a fare...la voleva fare sua" disse John nella sua mente.
Non sapeva il motivo, ma sapere che l'amico stava a casa di quella ragazza lo stava infastidendo, anche se si trattava di Olga, la persona con la quale si sarebbe scannato, prima o
poi. 
La sua mente inizió a registrare già alcune scene che poteva succede a casa di Olga con Paul: stava immaginando che i due si stessero baciando intensamente e che poi... Poi... Finiscono per fare l'amore.
John scosse la testa per cancellare quella bruttissima immagine.

Si avvicinò al telefono e impugnò la cornetta con molta forza.

-Il numero di Olga, Ringo- disse John con una voce simile allo scocciato.

-Credo che stia su quella mensola lì... Di solito Paul lo poggia sempre là sopra- rispose Ringo mentre tentava di allungarsi sulla poltroncina per stare più comodo.

"Di solito" quelle parole rimbombavano nella testa di John.

Trovó il numero e lo compose. Stava aspettando solo che qualcuno rispondesse.


                 ****************


Il telefono inizió a squillare all'improvviso.

"Chi puó essere?" Pensó Olga; i due ragazzi si scambiarono sguardi perplessi.
La ragazza si alzò del suo posto e, con estrema eleganza anche se scocciata, andò a rispondere seguita dallo sguardo del ragazzo.


-Pronto?- rispose Olga, leggermente curiosa di sapere chi fosse.

-Ciao Olga, sono Lennon- 


Il sangue si ghiaccio nelle vene della modella. Lennon? Perché Lennon gli avrebbe dovuto telefonare a quell'ora? 
Si sentì mancare, sentiva che sarebbe svenuta da un momento all'altro oppure di iniziare a insultarlo a raffica, cosa ancora peggiore che svenire.


-Cosa vuoi?- rispose Olga acida.


-Paul sta lì?- domandó John serio. Non ancora aveva urtato la pazienza di Olga, strano....

La ragazza guardó Paul. 

-Si. Cosa vuoi da lui?- 

-Passamelo- 

La ragazza porse la cornetta del telefono al bassista che, con aria un po' preoccupata, si chiedeva chi fosse.


-Si?- domandó Paul preoccupato.


-Cazzo Paul, sono tre ore che ti cerco!!- disse la voce dall'altra parte del telefono.

Paul sapette riconoscere subito di chi appartenesse quella voce: John. Sembrava essere arrabbiato e quando John è arrabbiato la situazione è critica: inizia a offendere le persone facendole sentire delle nullità, molte volte usciva anche qualche cazzotto, si comportava come quando era ubriaco.


-Che è successo?- domandó Paul cercando di calmare l'amico.


-Oggi era il giorno in cui dovevamo esaminare le canzoni, ricordi o no?- 


"Cazzo, ha ragione" pensó Paul. 

-Si, si me lo ricordo- rispose Paul abbassando lievemente lo sguardo sulle sue scarpe.

Olga guardó Paul mentre discuteva con John al telefono. 

Paul riabbassó la cornetta del telefono.

-Che ti ha detto?- domandó Olga col fiato sospeso.
Paul abbassò lo sguardo e sospiró.

-Devo andare scusami- 

-Ma è possibile che hai paura di John?- domandó Olga irritata dal comportamento di Paul.

I due si guardarono negli occhi.

-Io non ho paura, ma voglio evitare di litigare con lui- rispose Paul mentre si riprendeva la giacca.

"Già ho litigato con lui una volta, per te" disse il ragazzo fra se e se.

-Mm... Ok- disse Olga, dispiaciuta che Paul se ne dovesse andare.
-Peró promettimi che ci rivediamo in settimana- aggiunse Olga, questa volta sorridendo.

Paul la guardò negli occhi e le sfoggió uno dei suoi sorrisi più belli.

-Certo- aggiunse lui mentre oltrepassava la soglia della porta. Poi lui le diede un bacio sulla guancia, uno di quei baci teneri e dolci che, però, nascondevano tutta la passione.
Olga divenne lievemente rossa e Paul sorrise, poi si voltò e si diresse verso la sua auto. 

Olga rimase interdetta da quel bacio ricevuto pochi secondi prima.
Perché glielo aveva dato? Aveva un significato o no? 
Ma poi il suo pensiero si spostò su John. Chissà cosa gli avrebbe detto a Paul. Sperava solo che i due non si picchiassero.

Non appena vide la macchina del bassista allontanarsi, Olga chiuse la porta e tornó a leggere il suo libro.





*SPAZIO AUTRICE* 
Ciao a tutti! Scusatemi se ho pubblicato questo capitolo così tardi, ma era occupata con la scuola e non ho avuto davvero tempo e mi scuso per questo ^-^  
Allora, cose ne pensate di Paul e Olga? Nascerà qualcosa o forse sarà solo amicizia? 
E poi John, sembrava essere molto arrabbiato quando scoprì che Paul era a casa di Olga... Chissà perché...
Spero che la storia ci stia piacendo.
Se c'è qualcosa che non va o che non vi piace ditemelo e provvederò ad aggiustare ^-^
Grazie ❤️

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