Una vacanza per dichiararsi

di _Crizia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** Problemi prima della partenza ***
Capitolo 3: *** All'aeroporto ***
Capitolo 4: *** Il viaggio ***
Capitolo 5: *** Finalmente arrivati!!! ***
Capitolo 6: *** Problemi di post-arrivo ***
Capitolo 7: *** Sotto questo sole ***
Capitolo 8: *** Caldo. Tanto caldo. ***
Capitolo 9: *** Sonno serale e insonnia notturna ***
Capitolo 10: *** Resta con me (stay with me) ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


Il risveglio
 

 
La notte stava lasciando pian piano lo spazio alle prime pallide luci del sole, mentre gli edifici e le case della città si tingevano di rosa salmone e di arancione, donando colore al giorno nascente.
Era l'alba di una nuova giornata estiva a Tokyo.
Le strade ancora coperte da un insolito silenzio per essere giorno di lavoro.
 
Tuttavia in una casa o per meglio dire al secondo piano dell'agenzia investigativa Mori, una ragazza, già sveglia per l'eccitazione, era indaffarata con gli ultimi preparativi delle valige.
Certa di aver preso tutto scese per andare a preparare la colazione a suo padre: il fantomatico detective Kogoro Mori, il dormiente!
Alle 6:15 Ran si rimboccò le maniche e si precipitò a vedere a che punto fosse suo padre, poiché doveva accompagnare lei e Shinichi all'aeroporto quella mattina.
Kogoro era placidamente disteso sul suo futon con un braccio allungato sopra la testa , l'altro sopra la pancia, i piedi che puntavano direzioni opposte, la bocca aperta e un po' di bavetta che gocciolava da una parte.
Ran cacciò un urlo che probabilmente svegliò tutto il vicinato tranne il diretto interessato il quale per tutta risposta si girò su un fianco e sussurrò:"Vai Yoko!", la ragazza non ci vide più, prese suo padre per le orecchie e lo tirò su.
Il poveretto destatosi molto bruscamente, venne costretto da sua figlia, che quella mattina sembrava particolarmente propensa all'accademia militare, a prepararsi e a scendere per colazione in  15 minuti, quando quotidianamente lui ce ne metteva 15 solo per alzarsi dal letto.
 
Intanto Ran preso il cellulare e composto il numero di Shinichi per la terza volta sentì uno sbuffo arrivare dall'altra parte del telefono.
"Pronto?????", il ragazzo si lasciò sfuggire un sonoro sbadiglio che lo inchiodò sulla scena del crimine: non si era ancora svegliato.
Ran, già arrabbiata con suo padre, gli diede una bella lavata di testa:"Alzati immediatamente pigrone che non sei altro!!! Non so come farai a prepararti in 30 minuti, ma vedi di riuscirci altrimenti ti farò assaggiare una nuova mossa di Karate che potrebbe avere effetti collaterali, come un bell'occhio nero o dolori fisici!" così gridando chiuse la telefonata.

 
 
 
 
 

Questa è la mia prima ff su Detective Conan, ho in mente "grandi" cose per i personaggi, spero solo di riuscire a metterle tutte per iscritto e di non perdermi fra i miei pensieri.
Con questo inizio non si ha ancora ben chiara la trama della storia , ma già dal prossimo capitolo si inizierà a delinearla.
Spero che possa piacere e mi raccomando recensite (anche brevemente) per sapere come vi sembra, ho bisogno del vostro parere per migliorare me stessa e la storia.
Grazie in anticipo a chi leggerà o recensirà la storia.
Vostra _Crizia_ 

 

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Capitolo 2
*** Problemi prima della partenza ***


Problemi prima della partenza
 

La capitale nipponica stava ormai riprendendo il celere ritmo di tutti i giorni: passaggi pedonali con persone ammassate le une alle altre, strade piene di macchine con a tratti code e rallentamenti, il via vai dei bus e dei treni, insomma la normalità.
 
Per la strada di un tranquillo quartiere, una macchina presa in affitto sostava davanti una grande casa in stile occidentale: villa Kudo.
Shinichi stava uscendo tutto trafelato dalla sua abitazione con una valigia in una mano, un borsone nell'altra e la colazione ancora in bocca.
Ad attenderlo al cancello c'era Ran con la fronte corrugata che però si distese subito alla vista del ragazzo: era inutile non riusciva mai ad essere realmente arrabbiata con lui.
 
Tuttavia la dea bendata quella mattina non era dalla sua parte, infatti il ragazzo non totalmente sveglio, inciampò in un masso di cui non conosceva neanche l'esistenza nel suo giardino e cadde, ma la sua sfortuna non si limitò a qualche macchia di terra sui vestiti, di fatti la sua valigia un po' troppo piena si aprì rivelando qualcosa che portò il detective dormiente vicino all'infarto.
La suddetta valigia aveva rivelato una scatolina alquanto compromettente circa le intenzioni che Shinichi avrebbe potuto prendere dopo aver lasciato il Giappone ben accompagnato dalla sua amica Ran, dal suo rivale ma anche miglior amico Heiji e da Kazuha.
 
Kogoro ripresosi dal parziale "attacco di cuore", strabuzzò gli occhi, realizzò la cosa e si fiondò fuori dalla vettura a scambiare due educate paroline con quel detective da strapazzo così come lui lo definiva, anche se in realtà il ragazzino era molto più bravo nello sciogliere i gialli.
 
La fama di Kogoro era discreta, non sempre riusciva a risolvere i casi a cui veniva sottoposto, ma stranamente in certe occasioni cadeva come in trance e smontava abilmente ogni meccanismo dell'omicidio, venne così appellato il detective dormiente.
 
L'uomo prese il ragazzo per il colletto della camicia ed esplose dicendo:"Brutto pervertito detective dei miei stivali che intenzioni hai?!?!???", Shinichi un po' in imbarazzo per la situazione creatasi si difese affermando che la valigia l'aveva preparata sua madre il giorno in cui era tornata, momentaneamente, a casa per dargli i biglietti aerei per il viaggio da lei organizzato e pagato come regalo per i 18 anni di suo figlio e dei suoi migliori amici.
"Io non ho minimamente controllato perché mi fido di mia madre, ma probabilmente mi voleva fare uno scherzo di pessimo gusto!!!
Io non mi sarei mai azzardato a fare volutamente qualcosa del genere!!!" concluse in questo modo la sua abile orazione che aveva il fine di sbollire e rassicurare il padre della ragazza rimasta in disparte a seguire la scena distaccatamente.
Color porpora in viso, Ran aggiunse: "Avanti papà sai anche tu quanto Yukiko sia terribile quando ci si mette! E poi che idee ti sei fatto, io e Shin siamo solo amici , al massimo ci consideriamo fratelli!!" anche se nel suo cuore quel ragazzo valeva molto di più e le uniche a saperlo erano le sue due migliori amiche Sonoko e Kazuha.
 
Kogoro, come qualsiasi buon padre iperprotettivo, prese ugualmente l'oggetto scandaloso con se, ricordando a bassa voce a Shinichi, che si era chinato per sistemare la valigia, di non provare minimamente a toccare la sua bambina altrimenti al ritorno si sarebbe occupato personalmente di lui.
 
Con le valige dei giovani finalmente nel bagagliaio e chiarito l'incidente, il detective partì alla volta dell'aeroporto di Tokyo dove da poco era arrivata una coppia di ragazzi del Kansai.
 
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"Cara, sicura di non aver esagerato un po'?"
 
"Non ho esagerato affatto!!! Se stavolta non raggiungo il mio scopo così, non so cos'altro inventarmi..."
 
"Comunque, a parer mio, dovresti lasciar fare al corso del tempo, si vede lontano un miglio che quei ragazzi sono destinati ad amarsi anche senza che tu ti intrometta come cupido."

 
 
 
 
 

Allora sono contentissima per le 56 visite che ha ricevuto la storia, questo è il nuovo chappy che spero possa piacere come il primo se non di più. Io ho riso come una matta mentre mi immaginavo la scena dell'incidente e mi piacerebbe sapere se fa almeno sorridere anche voi. Avete capito chi parla nel dialogo finale? Lascio a voi scoprire l'identità di Mister e Miss Mistero.
Gradirei se magari qualche buon anima passasse anche a recensire per sapere se la ff stuzzica un po' il vostro interesse o se la trovate banale, poco originale... non so, a me che ne sono l'autrice ovviamente piace ma a voi?
Al prossimo aggiornamento
                                                       _Crizia_

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Capitolo 3
*** All'aeroporto ***


All'aeroporto
 

Due ragazzi stavano l'uno di fronte all'altra, entrambi con un tono di voce troppo alto, dando spettacolo del loro litigio ai passeggeri dell'aeroporto di Tokyo.
Sentendo il loro schiamazzo non fu difficile per Ran , Shinichi e Kogoro individuarli.
 
L'investigatore, vista la scena, decise di andarsene immediatamente per non rischiare di rimanere immischiato nella figuraccia che stavano facendo gli amici di sua figlia.
Velocemente la salutò e se la diede subito a gambe come un fuggiasco, trepidante di tornare a casa, per prendere una fresca lattina di birra dal frigorifero, accendere la televisione e mettersi a seguire le corse dei cavalli e i concerti della sua adorata Yoko Okino.
 
Ran già si immaginava le pessime condizioni in cui suo padre si sarebbe trovato fra qualche giorno: la cravatta legata in testa, i primi bottoni della camicia aperti, l'aspetto un po' brillo, la scrivania intasata di alluminio, i cestini traboccanti di spazzatura non gettata, il lavandino sommerso di piatti sporchi e la casa nel più totale e completo caos.
Per (s)fortuna di Kogoro la figlia aveva pensato a suo padre, il quale al ritorno a casa avrebbe avuto la bella-brutta (dipende dai punti di vista! XD) sorpresa di trovare ad attenderlo le amorevoli cure della sua ex-moglie e avvocatessa Eri Kisaki.
 
"Baka!!!!!"
"Baka a me?!?! Ma se per colpa tua stavamo per perdere il treno!!!" controbatté la ragazza infuriata.
Heiji, come qualunque altra volta, rimaneva stupefatto nel constatare il vulcano che si celava dietro quel minuto corpicino della sua compagna di classe nonché migliore amica, anche se negli ultimi tempi si era ritrovato alquanto distratto nel fantasticare proprio su quel corpo e sulle emozioni che gli procurava quando questo si accostava troppo al suo. ( piccolo colpo di tosse dell'autrice)
 
Ran e Shinichi si avvicinarono con un grosso gocciolone dietro la testa.
"Ehmm ..."
"Oh, ciao Ran non ti ho sentita arrivare!" e così dicendo Kazuha abbracciò l'amica.
"Ce ne eravamo accorti. Con tutto il trambusto che avete fatto si è girato più di mezzo aeroporto per guardare che diavolo stava succedendo!!!" affermò Shinichi, mentre le facce dei due tirati in causa, realizzando di aver urlato in un posto pieno zeppo di persone, si dipingevano di puro e innocente imbarazzo.
 
 
"Ultima chiamata per il volo EW77A189 per l'Italia delle 8:30.
Si prega tutti coloro che non l'abbiano fatto di recarsi all'uscita 23"
 
 
I quattro ragazzi si misero immediatamente in fila per l'imbarco.
La carissima Yukiko, per il diciottesimo compleanno del suo unico figlio, aveva avuto la brillante idea di regalargli 4 biglietti aeri per andare in vacanza con i suoi amici in Italia.
I ragazzi avrebbero alloggiato nella casa al mare sulla Riviera Romagnola di proprietà dei Kudo.
È noto che non solo la Francia sia il paese dell'amore e della cultura, anche l'Italia ha le sue città romantiche, i suoi luoghi di cultura, ma si sa anche che l'accoppiata estate e Riviera Romagnola ha come sinonimo il termine divertimento.
Ebbene la signora Kudo voleva che i ragazzi si divertissero e si innamorassero durante quella loro prima estate da maggiorenni: liberi di fare ciò che volevano.
In particolare la donna aveva il fine di far "accoppiare" il suo adorato Shinichi con quella meravigliosa ragazza che era Ran, da tempo si era accorta del rapporto che c'era fra i due così spera che la vacanza possa servir loro come incentivo per far comprendere a quei due testardi i rispettivi sentimenti.
 
"Shinichi certo che tua madre è stata veramente gentile nell'offrire a tutti viaggio e alloggio già pagati! E vi rendete conto che stiamo andando in Italia!!! Mi sono documentata e lo trovo un paese stupendo, ci sono tante cose che mi piacerebbe vedere!!!"
" Già Ran anche io non vedo l'ora di arrivare!!! Scommetto che sarà la vacanza più emozionante di tutta la mia vita!! E poi lo sai che ho sentito dire da alcune mie compagne che i ragazzi italiani sono veramente carini!!!"
"Ehm... ragazze calmatevi, non siamo ancora partiti e comunque io e Shin non vi bastiamo?? Insomma guardate quanto siamo belli!!!" disse Heiji stringendo di fianco a sé uno Shinichi che non aveva seguito minimamente il discorso perché troppo occupato a porsi delle domande.
"Heiji sei solamente un PALLONE GONFIATO e un NARCISISTA!!!" gli gridò Kazuha in un orecchio.

Lo sfortunato ragazzo lasciò perdere la ragazza e guardò il suo miglior amico assorto nei suoi pensieri, così gli mormorò: "Hei! C'è qualcosa che non va mi sembri distratto."
"No, va tutto a meraviglia, solo mi stavo chiedendo come mai mia madre mi abbia fatto un regalo del genere. È vero che alla fine non ha speso molto visto che la casa in cui staremo è la mia, ma non ho capito perché il regalo comprenda che voi mi accompagniate. Certo sono contentissimo di andare in vacanza con i miei amici, ma c'è qualcosa che non mi quadra" rispose uno Shinichi alquanto dubbioso, specialmente per lo scherzo della scatolina.
"Ma dai che vuoi che sia!!! Secondo me sei un po' paranoico, dopotutto tua madre ti ha semplicemente fatto un regalo!! Non rovinarti la vacanza pensando ai misteri!!"
"Probabilmente hai ragione tu, in questo periodo ho risolto un caso dietro l'altro e ho accumulato stress." Shinichi si rese conto di quello che aveva affermato solo dopo di aver finito di parlare.
"Scusami?!?! Hai per caso detto che ho ragione io???" chiese Heiji strabiliato da quelle parole.
Shinichi, solitamente, aveva sempre da ridire su tutto quello che diceva Heiji, ma quella volta gli aveva dato ragione.
"Forse."
"NO NO,ma che -FORSE- ho sentito benissimo!!! WOW!!!! Questo giorno me lo devo appuntare! Il grande detective dell'Est che dà ragione a quello dell'Ovest!!! INCREDIBILE!!!"
 
Così si imbarcarono.

 
 
 
 
 
Salve a tutte/i!
Allora ecco il terzo chappy che si è fatto un po' attendere.
Qui entrano in scena Heiji e Kazuha, ovviamente non potevano mancare le loro liti!! Mi piacciono troppo!
Ho finalmente svelato la destinazione del loro viaggio e fatto trapelare l'intento di Yukiko e prontamente Shinichi sente odore di mistero da risolvere.
Chi ha recensito ha indovinato le incognite dello scorso capitolo e colgo l'occasione per ringraziare dal profondo
Sherry Myano
LucyloveAnimemanga
Shinichi e Ran amore

 
Grazie veramente, ora che so che c'è qualcuno a cui piace la mia ff mi impegnerò sempre di più per portarla a compimento nel migliore dei modi!
A presto
_Crizia_ 

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Capitolo 4
*** Il viaggio ***


Il viaggio
 

Al momento di prendere posto sull'aereo ci fu un po' di confusione con i biglietti.
La carissima Yukiko aveva avuto la brillante idea di intestare i biglietti ad ognuno dei ragazzi e guarda caso i posti di Ran e Shinichi erano l'uno a fianco all'altro, cos' come quelli di Heiji e Kazuha immediatamente dietro ai loro.
 
Una volta decollati, Kazuha si slacciò la cintura, chiese ad Heiji di farla passare ma una leggera turbolenza la fece cadere addosso al ragazzo, il quale istintivamente la abbraccò come a volerla proteggere.
Kazuha sentì le forti braccia di Heiji, ben allenate da anni di Kendo, stringerla delicatamente, percepì il calore e la protezione che le diedero.
 
Entrambi imbarazzatissimi.
 
La ragazza fu la prima a rinsavire e a staccarsi dal ragazzo, il quale, profondamente, rimase un po' deluso per la conclusione del contatto.
"Sc - Scusami." mormorò la giovane, ma il quasi - uomo era ancora bloccato fra i suoi pensieri e non rispose.
"Shinichi potrei parlare con Ran?"
"Certo!" assentì il diciottenne, così si alzò e occupò il posto di Kazuha.
 
"Sono così entusiasta! A te, Kazuha, cosa piacerebbe vedere?"
"Facendo delle ricerche ho saputo che in Italia ci sono molti luoghi di storia, moltissimi musei d'arte e anche diversi parchi a tema. Però non so cosa ci sia nei dintorni della zona in cui alloggeremo, se Shinichi l'avesse rivelato prima..."
Kazuha facendosi più vicina a Ran, le bisbigliò all'orecchio per no farsi sentire dalle due teste di rapa dietro di loro:
"Ci sono novità sul fronte 'amore - Shinichi'?"
Ran un po' imbarazzata, spiazzata, intimorita e arrabbiata dall'improvvisa domanda dell'amica, che quella mattina amava particolarmente il pericolo, rispose avvilita:
"Purtroppo no, sai che non riesco a farmi avanti. Ancora.
E tu? Notizie all'orizzonte?"
"Niente di niente. Diagramma cardiaco piatto! Niente emozioni..." avrebbe voluto concludere il discorso dicendo - niente emozioni forti -, ma la sua mente la riportò a pochi attimi precedenti.
_Pensandoci bene mi sono sentita quasi avvampare prima_
Ritornando alla realtà Kazuha si lasciò sfuggire in sincrono con Ran un profondo sospiro.
Kazuha risollevandosi per prima dalla temporanea depressione e con ritrovato entusiasmo propose a Ran :"Promettiamoci che coglieremo l'occasione di questa vacanza per far cadere ai nostri piedi quei due investigatori da strapazzo, così ora partiamo che siamo quattro e torneremo come due coppie.
Che ne dici, ci stai?"
"È una bella idea! Diciamo che ci proverò, ma non garantisco che la tua ipotesi di 'riduzione' sul viaggio di ritorno si avveri!", così entrambe scoppiarono a ridere e finito l'improvviso attacco di 'ridarella acuta' la due intrecciarono i mignoli, con espressione, ora, seria sussurrarono in contemporanea: "Prometto!".
 
In quella promessa era racchiuso il loro più grande desiderio: far vivere i loro sentimenti alla luce del sole.
 
"Hemm...  Ragazze cos'è tutto questo bisbigliare, parlottare e ridere? Perché non fate partecipare anche noi?"
Kazuha, dopo essersi messa in ginocchio sulla poltrona ed essersi voltata di dietro, parlò con tono falsamente tranquillo:"Carissimo Heiji, perché non calmi il tuo bollente spirito da detective e ti metti con l'anima in pace. E poi non avremmo potuto parlare di cose da donne?", il ragazzo rimase un po' sorpreso da quella specie di affermazione.
 
Intanto Ran, anch'ella nella stessa posizione dell'amica, guardava Shinichi, il quale le rispondeva con la stessa occhiata: dai loro occhi trapelava semplicemente l'indecisione.
Non sapevano se disperarsi o mettersi a ridere per il comportamento dei due di Osaka, già sapevano che da quelle due singole battute sarebbe nato un nuovo litigio.
 
Il viaggo continuò, Kazuha ritornò di fianco a Heiji e Shinichi vicino a Ran.
Dalle finestrelle dell'aereo, sotto una densa coltre di nubi, si susseguirono una miriade di paesaggi e colori: il blu intenso del Mar Giallo, il grigiore delle città cinesi, il verde il giallo e l'ocra delle aperte campagne asiatiche, il marrone e il pallido grigio delle montagne, l'azzurro dei laghi.
Le ore passarono e la giornata tornò indietro.
 
 
 
 
 
Salve a tutte, chi non muore si rivede!
Hey, ma cosa sono quei forconi e quelle padelle alzate, posatele immediatamente. (pericolo scampato per il momento!!!)
Dunque, probabilmente ( e a questo punto ri-ecco i forconi alzati) OK quasi sicuramente, molte di voi si chiedevano dove diamine mi ero cacciata e se la mia concezione di tempo non sia relativa, visto che ad alcune di voi avevo scritto che avrei aggiornato dopo circa due settimane.
Ebbene che ci possiate credere o no anche se la scuola è finita sono più indaffarata di prima!
Quindi vi supplico in ginocchio di perdonarmi per gli aggiornamenti a lunga scadenza visto che anche l'ultima settimana di giugno mi toccherà stare senza computer non so quando potrò nuovamente postare!
Per quanto riguarda il capitolo, vi dico subito che non ho mai preso un aereo e quindi non so che sensazioni si hanno e come può essere il paesaggio dall'alto: ma mi sono arrangiata e l'ho immaginato.
Ho inserito qualche dolce/imbarazzante momento fra le coppie, ma il vero nocciolo di questo capitolo è il sostegno e l'amicizia fra Ran e Kazuha; spero di essere riuscita a trasmettervelo, è importante!!!
Un grazie d'obbligo va a chi ha recensito:

Sherry Jane Myers
LucyloveAnimemanga
Shinichi e Ran amore
rafxsulfusxsempre
BlancheAnge

 
Altri ringraziamenti vanno a chi ha messo la storia fra le

preferite: noisemaker89, rafxsulfusxsempre, shine_sun, shinichi e ran amore;

        seguite: Bcnlife, BlancheAnge, LadyAnn, MetroPolvere.

Sempre disponibile a ricevere i vostri commenti e le vostre critiche per il momento passo e chiudo!!!

_Crizia_ 

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Capitolo 5
*** Finalmente arrivati!!! ***


Finalmente arrivati!!!
 

"I passeggeri sono pregati di sedersi ai propri posti, di allacciare le cinture e di prepararsi all'imminente atterraggio. Grazie!"
 
Era notte.
 
Quattro giovani ragazzi avanzarono verso l'entrata dell'aeroporto di Rimini;poco distante da loro gli altri passeggeri del loro stesso volo.
 
Fuori ad attenderli c'era un anziano signore.
Il colore dei capelli andava dal grigio al bianco, la pettinatura perfettamente in ordine come le folte sopracciglia e la barba ben rasata.
Il viso un po' segnato dagli anni: qualche ruga sulla fronte, alcune ai lati della bocca.
Ma nonostante questi segni rivelassero la sua avanzata età gli occhi facevano pensare a tutt'altro.
Erano verdi.
Verdi come il colore della speranza che porta i fanciulli a fantasticare sulla moltitudine di cose che potrebbero fare nel loro futuro, il signore aveva quasi ottant'anni eppure dentro si sentiva ancora ragazzino.
Verdi come il colore della natura che l'uomo amava curare.
 
La sua figura era fasciata dalla divisa da lavoro.
Una camicia bianca di ottima fattura con il colletto adagiato a perfezione alla base del collo dove si trovava un papillon nero ben legato.
Sopra la camicia indossava un elegante gilet anch'esso nero.
A completare il vestiario c'erano un paio di pantaloni neri senza pieghe e un paio di scarpe di lucido cuoio nero.
 
Il braccio destro, davanti, piegato quasi ad angolo retto con la mano rivolta verso il basso, quello sinistro invece piegato dietro la schiena.
 
Quest'uomo era il maggiordomo tuttofare della famiglia Kudo.
 
"Ciao George! Da quanto tempo!
"Ben arrivato signorino Kudo! I suoi genitori mi hanno chiesto di occuparmi di lei e dei suoi amici durante il periodo che trascorrerete qui in Italia!"
"Ragazzi... lui é George, il maggiordomo di famiglia! Mia madre lo ha assunto poco dopo aver comprato la casa in America, siccome entrambi i miei genitori sono molto occupati con il lavoro decisero di assumerlo per riuscire a mantenere la casa sempre in buono stato. Essendo da molto in servizio per la mia famiglia, ormai é come se ne facesse parte! Inoltre, nonostante sembri essere un -perfettino- ,vi assicuro che é un vero mattacchione quando ci si mette!"
"Grazie per le belle parole di presentazione signorino!"
 
Intanto tre mandibole stavano toccando tutt'a un tratto per terra! Perfino Ran, che poteva dire di conoscere Shinichi come un fratello, rimase stupita a quella rivelazione.
I ragazzi si ricomposero e si presentarono; dopo tutti questi convenevoli salirono tutti in macchina: il maggiordomo al volante, Shinichi nel posto di fianco all'autista, Heiji dietro nel posto al centro e le ragazze ai suoi lati, Kazuha a destra e Ran a sinistra.
"Dunque... per i prossimi giorni alloggeremo nella mia casa, si trova quasi sul mare, non è molto lontana dalla città e vi avverto che in questo periodo sia il centro urbano che le spiagge nei dintorni sono sempre più che affollate, poi non parliamo di quello che succede di notte! È un posto molto conosciuto e rinomato soprattutto per i locali notturni sul litorale, i numerosi eventi, i concerti che attirano sempre folle incredibili. Ma nonostante tutto l'affollamento che ci sarà vi assicuro che ci divertiremo tantissimo! Parola di detective!..."
 
_Che strano effetto mi ha fatto! Pensavo di conoscere tutto o quasi della vita di Shinichi e ora vengo addirittura a scoprire che ha un maggiordomo! Che la sua famiglia fosse benestante lo sapevo, ma non pensavo che lo fosse così tanto! Perché non me lo ha mai detto, perché mi ha taciuto di avere una casa in Italia?
Dopotutto ci conosciamo fin da quando eravamo in fasce.
Abbiamo passato tanto di quel tempo insieme che a volte mi sembra di essere sua sorella per quanto lo conosco bene, perlomeno questo era quello che pensavo qualche attimo fa.
Non riesco a capacitarmi della cosa!
Possibile che abbia una così scarsa considerazione di me!?!
Aaahhhrg, mannaggia a tutti questi dubbi! Mi stanno affumicando la testa per quanto fumo produce il mio cervello!_
 
Dopo circa un'ora di viaggio in macchina, questa si fermò di fronte un grande cancello di ferro battuto molto decorato, alle due estremità partivano le reti di protezione, addossate a queste molti arbusti formavano fitti cespugli grazie ai quali l'interno era celato agli indiscreti occhi esterni.
Ran, Kazuha e Heiji rimasero sorpresi davanti a tutto ciò e completamente spiazzati dopo aver lentamente avanzato in macchina lungo il vialetto che portava alla, come la definiva Shinichi, "casa al mare".
 
(http://www.deluxeblog.it/galleria/villa-biot/3#/photo/0) (alcune immagini della casa)
 
O.O
  O
"Ehi amico, quella tu la chiami -casa al mare-? A me piuttosto sembra una villona! ...E al mare come ci si arriva?"
"Scendendo delle scalette che portano alla spiaggia privata, semplice!", Shinichi concluse il discorso con una piccola alzata di spalle.
Le bocche degli altri tre ragazzi a questa parole sprofondarono sotto terra, non potevano realmente credere ai loro occhi e alle loro orecchie, Shinichi parlava come se tutto quel ben di Dio (un po' gergale come espressione, ma penso che sia l'unica che possa esprimere lo stato del momento) non avesse importanza, come se ciò fosse normale, naturale.
 



 
 
 
 EHM.....? Bubù settete??? (è dall'avviso che non ci si sente più)
L'entusiasmo è un po' tornato e la mia mente sta cercando di formulare qualcosa di originale...
Questo è il quinto capitolo e da qui dovrebbe iniziare la storia vera e propria.
Per i nuovi tempi di aggiornamento non so che dirvi perché ho un po' di problemi con la scuola, ma intanto prendo appunti di idee da scrivere in brutta e battere poi in bella per postarle.
Spero che il capitolo vi piaccia e che continuiate a seguirmi e se c'è qualcuna/o di nuovo benvenuti a bordo.
Ringrazio come sempre chi mi ha compresa, chi ha recensito l'avviso e mi ha spronato a non abbattermi, non ho tempo di fare tutta la lista (pardon!) ma sappiate che vi sento molto vicine.
Ancora grazie
_Crizia_  

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Capitolo 6
*** Problemi di post-arrivo ***


Problemi di post-arrivo
 

Se già l'esterno aveva lasciato la nostra comitiva spiazzata, di certo non riesco a descrivervi le loro espressioni dopo essere entrati all'interno della villa.
Il lusso e il buon gusto con cui era stata arredata trasportava i loro sensi in una dimensione armoniosa, i colori caldi e gli inserti in legno rilassavano tutte le membra portandoli ad uno stato di estasi totale: una volta entrati lì tutto ciò che c'era fuori passava in secondo piano e diveniva una sfuocata fotografia della realtà.
Certamente ci sarebbe voluto un po' prima che i ragazzi imparassero a muoversi in quella labirintica casa di due piani e chissà che perdendosi non riuscissero ad incappare in alcune stanze un po' "speciali"...
 
"Dunque secondo le disposizioni datemi da vostra madre, signorino Kudo, ora vi mostrerò le vostre rispettive stanze; per quanto riguarda i bagagli prendete solo l'occorrente per la notte al resto provvederò personalmente più tardi."
Così Heiji e Shinichi aiutarono le ragazze a trasportare i propri bagagli su per le scale e lungo il corridoio su cui si affacciavano alcune porte e alla fine del quale vi era una porta-finestra che dava su un terrazzino.
 "Bene, questa stanza, la Green Hill, sarà l'alloggio del signorino Heiji e della signorina Kazuha, mentre la Blue Marine sarà per voi e la signorina Ran.
Spero che le stanze siano di vostro gradimento, che non ci siano inconvenienti e se qualcuno a qualcosa da ridire lo riferisca alla signora Kudo, io me ne debbo lavare le mani poiché così mi è stato disposto di dire.
Buona notte a tutti voi e buona permanenza!", così con un sorriso bonario e un piccolo ghigno impercettibile il maggiordomo George se ne andò lasciando i ragazzi un po' assonnati e già in stato di dormi veglia che probabilmente non avevano ben capito la situazione che si prospettava loro per la notte.
 
Ora... tutti si aspetterebbero una specie di esplosione, una valanga di domande e una marea incontenibile di punti interrogativi; ebbene lasciatemi dire che dopo un volo del genere, un viaggio in macchina abbastanza lungo e lo sfasamento del fuso orario tutto ciò che si può desiderare e volere è un comodo e soffice letto su cui finalmente riposare serenamente, tutto il resto non conta.
Sbadigliando e sonnecchiando i ragazzi si salutarono, Heiji e Kazuha entrarono nella loro stanza, mentre Shinichi fece segno a Ran di seguirlo verso la loro poco più avanti nel corridoio.
Shinichi accese le luci basse e soffuse che rivelarono una deliziosa stanza a lui un po' familiare, infatti era la stessa che utilizzava quando passava del tempo in Italia da bambino; come qualsiasi gentiluomo si rispetti lasciò il bagno a Ran la quale molto stanca, una volta infilata una leggera veste come pigiama e aver fatto ciò che doveva fare (i personaggi chiedono un po' di privacy per ciò che fanno in bagno), uscì lasciando il posto a Shinichi.
 
Una dinamica simile avvenne anche nella camera Green Hill, in questo modo i giovani si addormentarono di colpo, ognuno ben distante dall'altra, tuttavia a volte il sonno può essere agitato o semplicemente avendo molto spazio a nostra disposizione ci rigiriamo a destra e a manca senza curarci di chi o cosa tocchiamo, tantomeno ci curiamo di ciò che potremo dire mentre dormiamo o della comoda posizione che dopo tanto cercare a occhi chiusi e semi incoscienti finalmente troviamo.
Di tutto quello che può succedere di notte non possiamo sapere, ma alcune tracce restano e le conseguenze delle azioni notturne ci potrebbero svegliare in malo modo il giorno successivo.
 
Il sole era già alto nel cielo, gli uccellini cinguettavano, il caldo si faceva sentire e né una foglia né un filo d'erba si muoveva, sembrava tutto tranquillo ad eccezion fatta per un urlo sovraumano che sgretolò in mille pezzi quell'atmosfera da fiaba.
L'urlo incriminato proveniva da una camera pitturata di un fresco verde chiaro, in questo luogo si trovavano un ragazzo e una ragazza dai lineamenti orientali che si guardavano reciprocamente imbarazzati e confusi dalla situazione alquanto equivoca.
Ebbene la ragazza che aveva lanciato l'urlo si era svegliata di soprassalto sentendo qualcosa che le pesava sul petto, aprendo gli occhi si era accorta che quel peso non era altro che la testa del suo compagno di scuola e avventure il quale ancora assonnato non solo si ostinava a tenere la testa dov'era ma strinse ancora di più a sé quell'esile e caldo corpo che probabilmente aveva scambiato per un cuscino.
La ragazza accorgendosi che anche lei cingeva il ragazzo con le braccia dietro la testa, le ritirò alla velocità della luce mentre il rossore iniziava a farsi preda di sé poiché oltre la strana situazione non si sentiva molto ad adagio con vicino un essere semi denudato.
Infatti il ragazzo di Osaka indossava solo un paio di leggeri pantaloni a mezza gamba come pigiama; anche l'urlatrice non era messa meglio visto che indossava un paio di larghi pantaloncini corti e una canotta a bretelle.
 
Intanto nella vicina Blue Marine altri due ragazzi avevano aperto gli occhi in contemporanea per lo spavento dato che la sveglia di quella mattina non era assolutamente stata una delle migliori.
Shinichi si sentì il braccio destro un po' indolenzito mentre Ran si era svegliata coccolata ad una morbida e primitiva fonte di calore la cui vicinanza la rilassava, entrambi si girarono e finirono occhi negli occhi; fu un attimo che il cervello si accese e i neuroni elaborarono le informazioni i due si staccarono e per un momento si diedero le spalle giusto per dare il tempo alle guance di scolorirsi.
Si alzarono dal letto senza badare all'abbigliamento e di comune accordo, dato con una semplice occhiata, si fiondarono fuori dalla porta per capire cos'era successo.
Tutta questa agilità e intesa era senz'altro dovuta a un riflesso da detective che deve sempre essere pronto a captare possibili segnali.
Shinichi conoscendo bene la propria casa intuì subito che la fonte doveva essere nella stanza Green Hill dove avrebbero dovuto dormire i suoi amici.   
 
Una volta spalancata la porta e sondata la non presenza di alcun cadavere si rivolse un po' alterato per il brusco risveglio a quei due: "Che diamine avete da gridare a quest'ora del mattino?"
Heiji che si stava ancora stropicciando gli occhi seduto sul letto disse: "E io che ne so, non ho sentito alcun grido, dormivo! Chiedilo a quella che per poco non mi faceva cascare dal letto!"
"Sei solo un caprone Heiji, baka!!" e così concludendo Kazuha si chiuse in bagno amareggiata per l'accaduto: non riusciva a capire come Heiji potesse comportarsi così normalmente, non averle chiesto scusa, lei si era vergognata così tanto di come si erano svegliati anche se in quel momento dopo averci ripensato doveva ammettere che non aveva mai dormito più serenamente e quella testa non le pesava affatto.
Pensando di essere troppo buona e che infondo quegli ultimi pensieri erano dovuti alla sua cotta verso il ragazzo iniziò a prepararsi per scendere a fare colazione cercando di sciacquare via ogni proposito di premeditata morte allo sventurato di quella mattina con una rigenerante doccia; dopotutto doveva essere sincera con se stessa: infondo le aveva fatto piacere dormire in quella posizione con il suo Baka.
 
"Mah... le donne... chi le capisce è bravo." sospirò Heiji guardando la porta del bagno, "Piuttosto voi due... cosa mi avete combinato stanotte? Vi siete dati da fare?" chiese il detective dell'Ovest alla coppia davanti a lui ammiccando ai loro indumenti.
I due divennero subito rossi dando una veloce occhiata ai propri e agli abiti dell'altro e Shinichi iniziò a sbuffare e borbottare imprecazioni contro l'amico come l'acqua in ebollizione.
"Stupido deficiente perverso maniaco, come ti vengono in mette certe cose?" e fu così che la pazienza e la freddezza del  detective dell'est si andarono, almeno per una volta, a farsi benedire.
"Bhe scusami tanto mister galanteria ma uno cosa dovrebbe pensare vedendo te con i boxer e lei, Ran fammi passare i termini, con una così leggera e anche un po' provocatoria sottana."
Stavolta fu il turno di Ran di farsi sentire: "Primo questa è una camicia da notte, secondo è molto caldo se non te ne fossi accorto, terzo è un regalo di mia madre a cui sono molto affezionata e quindi l'ho indossata, quindi chiarito il malinteso, gradirei le tue scuse Heiji, perché so che in fondo sei un bravo ragazzo."
"Hai ragione scusami tanto non avrei dovuto, mi dispiace ma a volte sai che sono un po' impulsivo, non era assolutamente mia intenzione offendere nessuno, potete perdonarmi?" domandò Heiji veramente dispiaciuto, quella mattina non era affatto iniziata bene per lui.
"Accettiamo le tue scuse, infondo sei sempre nostro amico. Giusto Schinichi?" la ragazza tirò in ballo anche lui poiché si era accorta che era ancora un po' reticente verso la scuse dell'altro, ma bastò il solo buon sguardo conciliatore di Ran a farlo cedere.
Accettò anche lui le scuse e i due si abbracciarono in segno di amicizia.   
 
 
 
 
 
 
Dunque è passato del tempo non indifferente dall'ultima volta che ci siamo sentiti/e.
Al presedente capitolo sono stata molto felice che le recensioni non siano calate e che anche dai dati delle visite e da tutto il resto c'è chi ancora segue questa storia che ha degli aggiornamenti sporadici.
Vorrei tanto ringraziarvi uno/a ad uno/a per le vostre parole, incoraggiamenti e piccoli accorgimenti ma purtroppo non ho molto tempo.
Vi prego di non pensare male ma sono molto di fretta.
Siete sempre nei miei pensieri e penso a come sorprendervi quando scrivo.
Spero che il capitolo vi abbia ripagato dell'estenuante attesa e spero di continuare a ricevere i vostri commenti.
Grazie a tutti/e voi
_Crizia_

  
 
 
    

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Capitolo 7
*** Sotto questo sole ***


Sotto questo sole
 

Dopo un palpitante risveglio seguito da scaramucce varie e riappacificazioni su tutti i fronti, i quattro ragazzi poterono bearsi di un'abbondantissima colazione servita sotto al porticato del pian terreno che si affacciava sul verde circostante e su un imperturbabile specchio d'acqua.
 
"Kazuha ma cosa è successo stamattina?"
"Ecco... vedi io... solo ricordare mi imbarazza!
Perché per una volta non riesco ad essere sfrontata anche io!"
"Se non me lo vuoi dire non mi offendo, ma sai che sono tua amica e in quanto tale non ti giudicherei mai. Puoi contare su di me!"
"Non è che non voglio dirtelo, anzi tutto il contrario, solo che non so come dirlo...
Dunque, stamani, quando mi sono svegliata, ho trovato la testa di Heiji sopra il mio emh... petto e lì per lì ho pensato male, quindi ho urlato, poi Heiji si è svegliato e solo in quel momento ho capito che in realtà lui non l'aveva fatto apposta a mettere la sua testa lì, per di più mentre lui cercava di svegliarsi mi sono allarmata perché io avevo le braccia dietro il suo collo e comunque sai... sono facilmente imbarazzabile ai contatti prolungati con i ragazzi"
"E cosa hai pensato dopo, cioè a mente lucida?
Cosa hai provato?"
"L'unica cosa che so è che infondo è stato ... bello.
Mi sono sentita come se fossi la sua ancora per come mi ha stretto fra le sue braccia.
Era come sentirsi a casa."
"Posso confidarti una cosa?"
"Ovvio, le amiche non servono a questo?!"
"Quando io e Shin stamattina ci siamo svegliati a causa del tuo urlo, be' anche noi ci siamo ritrovati in una posizione un po' insolita."
"Oh, oh, Ran, cosa hai combinato?"
"Niente ma che vai a pensare! Sei proprio affine a Heiji, mi chiedo come fate ancora a essere solo amici!"
"Perché cosa ti ha detto quell'imbecille?"
"Niente di ché, diciamo solo che avete avuto pensieri simili, ma è già tutto acqua passata."
"Allora? Sputa il rospo! Su racconta!"
"Io avevo la testa sopra il suo braccio disteso sui cuscini ed ero girata su un fianco verso di lui e uno dei miei bracci era appoggiato sopra il suo torace nudo.
Sarà che ormai siamo grandi e i nostri corpi sono così cambiati da quando eravamo piccoli, sarà come eravamo vestiti, sarà che non dormivo più così vicina a Shinichi da quando avevo dieci anni, ma oltre a sentirmi così bene, tranquilla e protetta ovviamente ero anche molto imbarazzata.
Penso che lo fosse anche lui, visto che nessuno di noi due ne ha parlato; l'unica cosa che abbiamo fatto prima di venire da voi è stato semplicemente guardarci negli occhi."
"Aw! Che teneri che siete!"
"Kazuha!"
"Sai, Ran, il rapporto che tu hai con Shinichi mi sembra così sereno, calmo, placido come il corso di un fiume; per questo un po' ti invidio: io ed Heiji siamo sempre in contrasto, perennemente opposti.", disse Kazuha un po' afflitta e dispiaciuta.
"Kazu, ma lo sai che in amore si dice proprio che gli opposti si attraggono? E poi, comunque, io non direi che siete così diversi, credimi se ti dico che siete molto più simili di quello che tu pensi." precisò Ran per risollevare il morale dell'amica.
"Tu credi?"
"Ne sono convinta, Kazuha!"
"Ran?"
"Mh..."
"Grazie! Grazie di essere la mia amica, la mia confidente e la psicologa dei miei deliri!"
Così le due ragazze si lasciarono andare ad una risata, si alzarono dal divanetto di un grazioso salottino che avevano trovato gironzolando al pian terreno di quella grande villa e si diressero al piano superiore; ognuna verso la propria camera per potersi cambiare e finalmente andare in spiaggia.
 
Intanto due ragazzi stavano aspettando impazientemente le loro amiche, già pronti per le attività di quella mattina, chiedendosi perché le ragazze ci mettono sempre un  eternità a prepararsi.
Ed ecco apparire di fronte a loro due meravigliose, nella loro semplicità, creature la cui visione fece venire ad Heiji un senso di vertigine e fece restare Shinichi a bocca asciutta, peggio di un assetato in un arido deserto, ma i ragazzi non lasciarono trapelare nulla e il primo a riprendersi fu come al solito lo spiritoso detective di Osaka:
"Finalmente ce l'avete fatta a scendere! Credevamo foste disperse, stavamo quasi per chiamare la polizia e denunciare la scomparsa di due ragazzine!"
"Heiji, quanto sei poco originale?!" disse con un finto sorriso e proseguì: "Credo proprio che dovremmo essere noi a fare una denuncia, anzi un reclamo per sapere a chi hanno dato il tuo cervello quando venivano distribuiti alla specie umana." e con questa stoccata finale la ragazza gelò l'amico.
"Bene, se avete finito, vi faccio vedere come si arriva alla spiaggia. - si inserì Shinichi - Dobbiamo aggirare la piscina, arrivare ai campi da tennis e seguire il sentiero che li costeggia fini ad arrivare alla staccionata in legno che scende giù fino al mare" proseguì avviandosi e indicando i punti di riferimento.
Arrivati alla fine del sentiero, che si snodava all'interno di un delizioso boschetto, si palesò un magnifico paesaggio.
 
La spiaggia non era altro che un lembo di sabbia dorata che si estendeva nella piccola insenatura che il mare aveva formato nel tempo, spingendosi sempre di più verso il minuto promontorio sulla cui sommità era stata edificata la villa in cui alloggiavano.
Ran trovò quella baia estremamente romantica vista la dolcezza con cui i pendii rocciosi, ben levigati, scendevano verso il basso e il gioco di luce che il sole creava riverberandosi sull'acqua azzurrina e sulla roccia di diverse sfumature di grigio, notò anche come la spontanea vegetazione rendesse meno arido un terreno che di fatto dovrebbe essere tale.
Quello spazio sembrava dare loro un assaggio di natura quasi incontaminata, se non fosse per la consueta attrezzatura da mare a pochi metri dalla riva, come se quest'angolo volesse affermare la sua totale origine selvaggia sottolineata da alcuni grandi tronchi di legno che con le mareggiate erano stati gettati sul bagnasciuga.
 
Ran e Kazuha sgranarono gli occhi di fronte a ciò ed anche Heiji aveva un' aria stupita.
I due ragazzi del Kansai iniziarono a scendere, distaccandosi dagli altri due.
Ran si era presa un momento per poter meglio guardare quel paesaggio e poter innocentemente palesare la sua meraviglia come fanno i bambini piccoli: "É bellissimo!"
"Già. Sembra proprio un angolo di paradiso." aggiunse Shinichi con il tono pacato di chi ribatte l'ovvietà.
"É sempre stato così, qui?"
"Sì. Non è cambiato niente da quando ero bambino" ed un lieve sorriso che compare sulle labbra di chi ricorda si fece largo anche sulle sue, Ran non poté che sorridere anche lei di riflesso.
"Ci venivi spesso qui in vacanza?"
"Sì, ha tanti ricordi questo posto.", per un momento su quegli occhi, dello stesso colore del mare di fronte a loro, passò un'ombra; almeno così sembrò a Ran, perché repentina com'era venuta, sparì.
"Ed è da tanto che non ci ritorni?"
"Abbastanza"
Da quando ne aveva memoria, Shinichi non era mai stato così ermetico e povero di parole come in quel momento, tant'è che Ran non se la sentì di chiedergli perché le aveva sempre taciuto tutto questo, ma il ragazzo l'anticipò: "Lo so, Ran, che ti stai chiedendo perché non ti ho mai detto niente. Per ora posso solo prometterti che un giorno te lo racconterò, ma per il momento ti chiedo di non pensarci su più di tanto. Ti conosco. So quanto saresti disposta a fare per le persone a cui tieni."
Quelle parole non fecero che aumentare la sensazione che aveva: Shinichi le nascondeva qualcosa e ora era quasi certa che quel qualcosa portava con sé un brutto ricordo.
Come faceva adesso a non preoccuparsi per lui?
 
"Credo che sia meglio scendere... ora...
Non vorrei che quei due si scannassero a vicenda e a noi tocchi raccogliere i resti!"
"Perfettamente d'accordo, sarebbero capaci di mettere a soqquadro la spiaggia." rettificò Ran.
Due sorrisi ridenti si affacciarono sui due visi fanciulleschi dissipando la cupezza precedente e riportando allegria alla giornata.
Scesero gli scalini fiancheggiando la staccionata e finalmente poterono immergere i piedi nella sabbia calda e avvolgente come una coperta in pieno inverno.
Neanche a farlo apposta, subito arrivarono alle loro orecchie un gridolino seguito da un imprecazione:" Heiji allontana quella creatura da me!"
"Ma è soltanto un granchio."
"Ho detto ributtalo in mare, non voglio che mi pizzichi!"
 
"Prevedibili..."
"Incorreggibili..."
"Scontati..."
"Irrecuperabili..."
"Proprio come avevamo detto; sono senza speranza..." constatò Shinichi, un sospiro di rassegnazione uscì dalle loro bocche.
Arrivati sotto gli ombrelloni si svestirono restando in costume; Shinichi non poté fare a meno di chiedersi dove Ran avesse nascosto quel corpo così slanciato e tonico per tutto questo tempo, mentre Ran si chiese da quando sull'addome di Shinichi avessero iniziato a delinearsi i muscoli.
I due raggiunsero gli altri in acqua anche perché urgeva calmare i bollenti spiriti.
Le ragazze si ritirarono presto sulle sdraio per asciugarsi e prendere il sole, lasciando i ragazzi a sguazzare nell'acqua, ignorando quali scherzi tutti e due stavano pianificando: anche Shinichi, infine, si era fatto trasportare dal carisma e dalla vitalità dell'amico dell'ovest.
 

 
 
 
  
 
Sì, sono ancora viva.
Sì, la sto ancora portando avanti (seppur lentamente).
Probabilmente qualcuno/a sta iniziando a maledirmi per gli accenni che sto buttando qua e là riguardo avvenimenti del passato e situazioni sentimentali.
Vi sto tenendo sul filo del rasoio.
Io non mi sbilancerò, ma sarò lieta di leggere le vostre ipotesi.
I tempi sono quelli che sono e, a meno di un'ispirazione divina, non mi risentirete prima di qualche mese.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo anche qui.
Spero che recensirete e commenterete anche questo.
Con infinita gratitudine per ognuno/a di voi
 
_Crizia_
 
P.S.
Benvenuto a bordo di questa storia se sei un/a nuovo/a lettore/rice!

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Capitolo 8
*** Caldo. Tanto caldo. ***


Caldo. Tanto caldo.
 
Che meraviglia! Sole. Mare. Cosa si può volere di più dalla vita? (Nessun celebre amaro!)
 
"Si sta benissimo, non è vero Ran?"
"Già, a chi lo dici Kazu... E poi con quest'arietta è una vera goduria!"
Kazuha annuì totalmente d'accordo con l'altra.
Dopo un primo bagno le ragazze si erano distese a pancia in giù sulle sdraio, cercando di dare un po' di colore alla loro nivea carnagione.
Tuttavia erano all'oscuro di un complotto che stava per essere messo in atto alle loro spalle, dato che gli obbiettivi di questo erano proprio loro.
 
Heiji, appena uscito dall'acqua, si stava avvicinando di soppiatto, come un abile agente di spionaggio, a Kazuha; intanto Shinichi, facendo un giro più largo, si apprestava ad arrivare alle spalle di Ran.
Heiji, tutto bagnato, si avventò sulla schiena accaldata di Kazuha, la quale aprì di scatto gli occhi ed emise un gridolino soffocato per la forte sensazione di freddo che la fece quasi trasalire.
Poi in un batter d'occhio si sentì sollevare e si ritrovò fra le braccia di Heiji che stava correndo a più non posso verso il mare; intuito cosa la aspettava, iniziò a dimenarsi, visto che, data la sua lunga esposizione al sole, voleva proprio evitarsi un bagno gelato.
Ma cosa può la forza di una ragazza rispetto quella di un giovane uomo di cui per giunta è innamorata?
Quindi, inevitabilmente, lo scherzo andò in porto: Kazuha si ritrovò sganciata in mare da cui riemerse fradicia e con un chiaro intento di vendetta dipinto in volto.
Per i suoi riflessi di karateka, non appena sentì quella specie di grido, Ran si tirò su a sedere sulla sdraio, ma non poté né alzarsi in piedi né tanto meno fare qualcosa per aiutare la sua amica: infatti due braccia forti le avvolgevano le spalle e la vita.
Shinichi, che si era macchiato del titolo di complice in questa  burla infantile, aveva aggirato il lettino di Ran e si era collocato in un punto cieco; ad un cenno di Heiji era scattato e sedendosi sulla sdraio dell'amica l'aveva avvolta in una presa ben salda per evitare che mandasse a monte lo scherzo.
Ovviamente anche Shinichi era bagnato e il contatto fra la loro pelle portò a Ran un brivido di freddo accompagnato da qualcos'altro... magari... un brivido di piacere?
Di certo la posizione in cui si trovavano, permetteva a Ran di sentire parte del busto del ragazzo aderire alla sua schiena e come se tutto questo non bastasse a farla sentire accaldata - e ne era certa, il sole non aveva nulla a che fare con questa sua sensazione- percepì che il viso di Shinichi era veramente molto vicino al suo in quanto il suo respiro le arrivava nell'incavo del collo: punto da cui era partito quel brivido fino ad allora sconosciuto.
 
"Ti ho presa ed ora sei mia." le sussurrò Shinichi con tono basso in un orecchio.
Quel possessivo riferito a lei e pronunciato dalle sua labbra le sembrava la cosa più bella del mondo, seppure lui l'aveva detto inconsapevole dell'effetto che avrebbe avuto su di lei.
"La prego mio carnefice non mi faccia del male." lo sollecitò Ran fingendo di stare al gioco.
"Signorina lei mi offende, come potrei mai fare del male ad una tal gentil fanciulla. Al più potrei torturarla un po'con del ... solletico!" le disse con tono irrisorio.
Le mani corsero veloci ai fianchi della ragazza.
Una risata scrosciante e cristallina si levò verso il cielo limpido.
Ran cercando un migliore appoggio per togliersi Shin di dosso scivolò dalle sue braccia fino a stendersi sul lettino ma così facendo agevolò il ragazzo nell'avere il pieno controllo del suo corpo.
 "Mossa sbagliata Karateka. Ora sei totalmente in trappola!"
 
E di fatto lo fu.
Ran era letteralmente stesa sulla sdraio con le braccia affianco alla testa tenute giù da una stretta presa sui polsi ad opera di Shinichi che si trovava praticamente a cavalcioni su di lei. Quando erano piccoli avevano giocato spesso insieme e spesso si erano ritrovati a contatto, i corpi incastrati, quasi appallottolati; i bambini sono puri, innocenti, semplicemente si divertono, ma quando si diventa grandi le cose cambiano: si prende coscienza del proprio corpo e di quello del sesso opposto e l'imbarazzo è inevitabile.
Ma il rapporto di Shin e Ran non è stato di semplice amicizia, da piccoli erano veramente come fratello e sorella, dunque nonostante lo scorrere del tempo e il passare degli anni era abitudine per Shinichi considerare Ran ancora come una bambina.
E la sorpresa subito sostituita da un forte impaccio per la presa di autocoscienza lo spiazzò, lasciandolo quasi imbambolato.
La percezione dei corpi accaldati e dei respiri un po' accelerati non era fantasia ed entrambi ne erano consapevoli.
Fu il destino a volere che per loro non fosse ancora giunto il momento di dichiararsi.
Shinichi le lasciò i polsi, si tirò su e si mise a sedere lasciando un po' di posto a Ran che lo occupò.
 
"Scusa... mi sono fatto prendere dalla 'recita' " disse mimando le virgolette e andando poi a sfregarsi la parte posteriore della testa con una mano non sapendo bene cosa dire.
Ran, conoscendo bene il comportamento e la gestualità di Shinichi, capì che si sentiva in imbarazzo, siccome non voleva infierire sull'amico, ribadì con un sorriso un po' dolce, un po' amareggiato per l'occasione scappata: "N-Non p-preoccuparti... non è niente"; lo sguardo sgattaiolava via da quello dell'altro.
"Comunque ti ho battuta." sdrammatizzò il ragazzo.
"É stata solo fortuna... e poi il 'terreno di battaglia' non era regolare... se lo fosse stato non avresti vinto, caro il mio detective!" controbatté Ran.
"D'accordo, d'accordo. - ridacchiò -  Alzo bandiera bianca, non voglio passare il resto delle vacanze su un lettino d'ospedale con qualche osso rotto!"
"Quanto sei esagerato!" rise anche Ran.
 
E mentre la tensione andava distendendosi sulla spiaggia, sul lenzuolo di mare antistante si stava svolgendo un terribile duello senza esclusioni di colpi...d'acqua.
Kazuha dopo l'iniziale tuffo gelato era riuscita a mandare  l'amico sott'acqua tre-quattro volte ma lui riemergeva sempre e la battaglia continuava a spruzzi.
 
"Che ne dici, ne hai avute abbastanza ragazzina?" ghignò.
"E tu, Heiji, hai bevuto abbastanza acqua?" sogghignò di rimando.
"Tu sicuramente più di me!" ribatté.
"Invece no!" negò.
"Invece sì!" replicò.
"Invece no, ti dico!" continuò a negare.
"E io ti dico che invece é così!" ribadì.
"Va bene, ho capito; io esco se tu vuoi continuare a startene a mollo fai pure con comodo. Tanto é inutile cercare di ragionare con uno stolto!"
"Stolto a chi?? Io sono un grande detective, ho un grande intuito!"
"Già, quando ti pare e piace." concluse amareggiata Kazuha dando le spalle a Heiji e iniziando ad uscire dall'acqua per  dirigersi verso la spiaggia.
 
Ma per quale dannato motivo non gliene andava bene una?, si chiese il ragazzo mentre la guardava andarsene.
Possibile che quando ci fosse lei riusciva solo a farla arrabbiare facendo un casino dopo l'altro?
Dove sbagliava?
Perché non riusciva a rimanere lucido come quando entrava in azione durante le investigazioni?
E soprattutto era solo colpa sua o lui diventava così proprio a causa di Kazuha?
Tante domande e dubbi lo circondavano ma neanche l'ombra di una risposta, e pensare che questi erano il suo pane quotidiano!
Se voleva delle risposte avrebbe semplicemente dovuto fare ciò che più gli riusciva meglio.
Infine anche Heiji uscì e si diresse dai suoi amici.
 
Data l'ora che si era fatta decisero di risalire in villa per andare a pranzo che venne puntualmente servito da George su un tavolino in legno chiaro ad uso esterno.
Il pasto prevedeva poche portate e a base di pesce ovviamente cucinato alla maniera italiana.
Per concludere venne servita frutta fresca e di stagione; non si poteva di certo dire che George non avesse a cuore il signorino Shinichi e i suoi ospiti: quando aveva un buon motivo per farlo dava il meglio di sé in cucina.
 
Dopo il delizioso pranzetto i ragazzi si sparpagliarono; le ragazze andarono al piano di sopra per farsi una doccia veloce per togliere il sale dalla pelle e proprio sotto alla doccia i pensieri vennero a galla.
Ran era molto felice di come la vacanza avesse avuto inizio ma allo stesso tempo era inquieta, sapeva dentro di sé che ciò che Shinichi non riusciva a dirle non doveva affatto essere qualcosa di buono eppure cercava di tranquillizzarsi perché di lui si fidava.
D'altronde come avrebbe potuto non fidarsi del suo migliore amico e del suo - be' almeno nella sua testa - ragazzo?
Sotto un'altra doccia, Kazuha cercava di trovare la soluzione all'enigma che era Heiji.
Quel ragazzo la faceva uscire di senno, poteva essere un bambino infantile, un ragazzo attento e premuroso ma anche petulante, arrogante, insolente, sfrontato, borioso, uno screanzato di prima categoria.
Se andava avanti di questo passo, chissà quando sarebbe riuscita a trovare il coraggio per dichiararsi e fare la prima mossa?
Ma poi che sarebbe successo?
Se lui non la ricambiasse? E se, al contrario, la ricambiasse?
Meglio lasciare la pesantezza di questi pensieri all'acqua corrente che li trascinerà giù, lontano nelle fogne.

 
 
 

OK, non è semplicemente passato qualche mese ma addirittura un anno intero.
I miei impegni sono sempre più fitti e ingombranti dunque il tempo disponibile è altamente scarseggiante.
Non so come chiedere scusa per tutto il tempo che faccio aspettare a chi ha messo la mia storia fra le preferite, le seguite e le ricordate, ma spero che questo nuovo capitolo possa in parte porgervi le mie scuse.
Spero che vi sia piaciuto.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo anche qui.
Spero che recensirete e commenterete anche questo.
Con infinita gratitudine verso ognuno/a di voi
_Crizia_
P.S.
Benvenuto a bordo di questa storia se sei un/a nuovo/a lettore/rice! 

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Capitolo 9
*** Sonno serale e insonnia notturna ***


 Sonno serale e insonnia notturna
 
    
La giornata continuò ad andare a meraviglia: fra pisolini, sole, bagni al mare o in piscina, i deliziosi piatti di George.
Quando giunse la sera si resero finalmente conto di ciò che era passato in secondo piano la notte precedente, ovvero la disposizione nelle camere.
 
A fine cena George vide avanzare verso di lui con aria un po' incerta la signorina Kazuha che gentilmente chiese come mai avesse dato loro le camere come se fossero delle coppie.
"Mi scusi, ma pensavo che lei fosse la fidanzata del signorino Heiji, mi dispiace se ho frainteso."
"Oh, non si preoccupi, infondo non è niente di grave.
Solo mi domandavo, dato l'avvenuto chiarimento, se era possibile cambiare stanza e magari stare con Ran."
"Mi dispiace esserle portatore di cattive notizie, signorina, ma le stanze a vostra disposizione sono quelle due -non contando la mia-,visto che le chiavi delle altre le ha solo la signora Kudo. Per quanto riguarda il suo voler pernottare in una stanza con la signorina Ran, mi dispiace ma anche questo non é possibile.
La signora Kudo ha manifestamente espresso il desiderio di porre la signorina Ran in camera con il signorino Kudo e io non ho mai mancato ad una promessa."
"La capisco, - disse angosciata - quindi non si può proprio far niente?"
"Purtroppo no. Se non le è di troppo disturbo, le potrei chiedere di non rivelare le volontà della signora Kudo alla signorina Ran? Sa, non avrei dovuto dirlo a nessuno, ben che meno al signorino Kudo e alla signorina Ran, ma lei non è nessuno dei due, quindi per chiarire ve le ho rivelate.
Però ho visto che è molto amica della signorina Ran ed è per questo motivo che le chiedo di mantenere il segreto. Potrebbe andarne del mio lavoro."
"Ma certo conti pure su di me, sarò una tomba!
Non sia mai che io debba essere la causa del suo licenziamento."
"La ringrazio infinitamente per la sua comprensione e gentilezza signorina Kazuha!"
"Si figuri!"
"Allora le auguro una buona dormita, a domani."
 
Mentre Kazuha cercava di trovare una frottola quanto più realistica da rifilare a Ran, in una confortevole stanza stava avvenendo una telefonata inter-continentale.
"Come sta procedendo l'operazione?"
"Al momento mi sembra abbastanza bene, ma ho dovuto rivelare parte delle motivazioni alla signorina Kazuha."
"Accidenti!"
"Non si preoccupi, credo di essere riuscito a far leva sulla sua indole gentile, le ho fatto credere che queste informazioni se rivelate potrebbero danneggiare il mio lavoro."
"Ah George, vecchia volpe! Cosa farei senza di te!"
"La prego Baronessa, dopo tanti anni al suo servizio le lusinghe non servono."
"Ma sono sempre un ottimo incentivo!"
"Ah ah ah, vuole sempre avere l'ultima parola."
"Mi conosci George, non dovresti sorprenderti!
Ora ti saluto, il Barone della notte ha bisogno di me."
"Arrivederci, allora."
 
"Con chi stavi sghignazzando cara?"
"Oh, niente, solo un'amica."
Yusako non ne era molto convinto ma preferì far cadere il discorso.
Quando sua moglie macchinava qualcosa era meglio lasciarla fare e non intralciarla.
 
"Ran, ascolta non è che io non voglia stare in stanza con te...
tutt'altro... ecco, vedi... è che..."
"Kazuha, guarda che se vuoi stare con Heiji non è un problema per me, non devi vergognarti a dirmelo."
"Oh Ran, grazie, sei sempre così comprensiva." e per dimostrarle la sua gratitudine l'abbracciò saltandole con le braccia al collo.
Una volta staccatasi Kazuha continuò: "Sai, ho ripensato alla chiacchierata che abbiamo fatto durante il volo, quindi per mantenermi coerente al piano che avevo stabilito ho capito che questa sarà una specie di prova coraggio per me.
Ma la mia decisione è stata influenzata anche dal fatto che parlando con George, lui ha cercato di spiegarmi che ci sarebbero dei problemi, non ho capito molto bene, il suo giapponese è un po' arrugginito ma non volevo fargli pesare la cosa, dunque annuivo anche se non capivo."
"Okay, comunque ora la decisione è presa. Divertiamoci e non pensiamo più alle preoccupazioni." le sorrise Ran mettendo un punto alla questione.
 
"Ragazze? Potreste scendere un momento?" la voce forte di Heiji le raggiunse dalle scale.
"Sì arriviamo!" gli rispose di rimando Kazuha.
Scesero le due rampe di scale in legno di nocciolo che portava al reparto notte al piano superiore e trovarono i ragazzi ad attenderle.
"Allora, che volgiamo fare stasera? Usciamo o restiamo a casa?" domandò Shinichi alla combriccola lì riunita.
"Non so voi, ma io sento ancora la stanchezza del volo."
"Già, il cambio del fuso orario mi ha un po' scombussolata." rispose Ran sostenendo Heiji.
"Quindi che facciamo?" sollecitò Kazuha.
"Be' se vi va potremo vedere un film." propose Shinichi e l'opzione venne ben accolta da tutti.
"Però spostiamoci in un'altra sala, questa è un po' piccola e la raccolta di dvd è nell'altra." così da bravo padrone di casa fece loro strada portandoli in un'altra stanza in cui si trovava un grande divano di pelle bianca a forma di 'L', un tappeto color blu notte su cui poggiava un tavolinetto basso fatto in vetro con rifiniture in metallo e tre puff color tortora.
La stanza era leggermente più fresca rispetto al resto della casa, probabilmente perché rimaneva in parte interrata; il colore delle pareti era di un grigio chiaro e il pavimento in parquet scuro a listelli grandi dall' aspetto invecchiato.
Nel complesso sembrava abbastanza diversa da tutto il resto, aveva un design più moderno.
Ma l'oggetto principe della stanza era il grande televisore incastonato alla perfezione nel mobile a parete le cui mensole più in alto ospitavano anche le casse di un impianto surround.
Dopo aver velocemente votato per il film e dopo aver trovato una posizione più o meno comoda e più o meno composta -caso a parte Heiji che si era sbracato su una parte della penisola- iniziarono la visione.
 
Mentre i titoli di coda avevano preso a scorrere sullo schermo, Shinichi allungò le braccia verso l'alto per stiracchiarsi i muscoli un po' indolenziti dopo due ore, si alzò e accese le luci a pareti che illuminavano la stanza più soffusamente rispetto al lampadario a soffitto.
Si guardò intorno e rise interiormente alla scena che gli si presentava, quasi che era più divertente quella di tutto il film: erano tutti crollati dal sonno.
Andò a scuotere Heiji che dormiva a bocca aperta, questo svegliato di soprassalto lanciò una mano in aria che Shinichi schivò per un pelo.
Avendo ripreso conoscenza il detective dell'ovest vide il suo amico fargli cenno verso le ragazze addormentate, così alzatosi in piedi si fletté sulle ginocchia per arrivare all'altezza di Kazuha che era semi-sdraiata sul divano, e cercando di fare più piano possibile la chiamò, Kazuha mugolò qualcosa, aprì gli occhi e le sembrò di star sognando: di certo quel viso così conosciuto che le rivolgeva un dolce sorriso e la scrutava con due grandi occhi verde scuro talmente vicini non poteva appartenere al vero Heiji.
"Ehi dormigliona, che ne dici di andare a dormire su qualcosa di più comodo?"
"Ma come, il film è finito?" chiese Kazuha portandosi una mano ai capelli un po' scarmigliati.
"Già. Allora? Vuoi un invito scritto?"
"Arrivo, non rompere..." se le era sembrato che quell'espressione fosse reale, adesso ne era sicura, se l'era sognata.
"Comunque un po' di galanteria non ti farebbe male... dovresti prendere esempio da Shinichi."
Il ragazzo tirato in ballo si girò con Ran tenuta fra le braccia e la testa di questa appoggiata al suo petto, cercò di fare segno agli altri due di non alzare troppo il tono di voce e li redarguì: "Smettetela di punzecchiarvi e andiamo a letto.".
"Certo mio Romeo, non sia mai che la tua dolce Giulietta si svegli!" lo canzonò Heiji.
"Cammina, andiamo..." intervenne Kazuha liberando Shinichi dall'imbarazzo e trascinando il suo amico per un orecchio fuori dalla stanza.
 
Salite le scale e arrivati in camera depositò Ran sul letto cercando di fare attenzione per non svegliarla, la coprì con un leggero lenzuolo perché comunque era molto caldo anche quella notte, si diresse in bagno da cui uscì una volta cambiato e si coricò.
Non riusciva a prendere sonno, all'inizio aveva osservato Ran dormire serena e aveva pensato che era diventata davvero bella, che era sbocciata come il fiore più profumato e vivace, che lui ne prendeva davvero coscienza solo in quel momento; poi aveva iniziato a girarsi di qua e di là per cercare una posizione che gli conciliasse ciò che cercava.
Stufo di combattere con le lenzuola si alzò e uscì dalla camera lasciando la porta socchiusa. Doveva rivedere quel luogo.
 
Ran si svegliò per una fresca carezza sulla guancia, ma non trovò nessuna mano, probabilmente l'aria che entrava dal finestrone, che dava sul balcone, che di notte lasciavano aperto, aveva lasciato passare una brezza un po' più fresca.
Sicuramente qualcuno l'aveva portata fino in camera, perché si ricordava bene che ad un punto del film aveva smesso di seguirlo e si era appisolata, chissà, forse era stato Shinichi.
Si girò ma non lo trovò al suo fianco, era strano considerando che era notte fonda.
Andò verso il balcone, in cielo splendeva una cerea luna che emanava poca luce, si sporse per cercare nella parte di giardino sottostante se magari lui fosse lì ma non riusciva a scorgere quasi niente se non il profilo ceruleo degli alberi.
Prese un cardigan lungo, se lo mise sopra dato che era in pantaloncino e canottiera e si avviò fuori dalla stanza.
Fece attenzione mentre passava di fronte alla Green Hill, scese di sotto, cercò un po' per la casa e non vedendolo da nessuna parte andò fuori.
Non sapendo da che parte iniziare si affidò alle sua sensazioni, ripercorse per un tratto il sentiero che quella mattina li aveva portati al mare, ma anziché proseguire diritta, svoltò su una stradina verso sinistra che effettivamente poteva passare un po' inosservata dato gli alberi più fitti che creavano quasi un tunnel e di certo di notte non faceva una bella impressione, tuttavia vi si indirizzò.
Camminava circondata dal buio e dal tranquillizzante canto naturale ad opera di grilli e cicale, ad un tratto l'oscurità si fece meno densa e poté tornare a vedere qualche stella.
Era arrivata su una sorta di promontorio su cui sembravano esserci pochissimi alberi, la visuale sembrava più aperta ma non ne era certa considerando che era notte ed inoltre lì sotto doveva esserci il mare, riusciva a percepire il melodico andirivieni sulla battigia.
 
 
 
 
"Finalmente ti ho trovato."
 
 
 
 
Stavolta sono stata abbastanza svelta!
In questo capitolo ricompare George e Miss Yukiko alle prese con il fantomatico piano.
Kazuha è messa alle strette ma se la cava.
Una serata tranquilla fra amici ed ecco il risvolto della medaglia...cosa turberà Shinichi tanto da non farlo neanche dormire? In che luogo deve andare e perché?
Chi pronuncia l'ultima battuta e a chi sarà rivolta?
Fate le vostre ipotesi signore/i , io vi lasciò così, in sospeso, con le idee forse un po' confuse ma mi auguro con rinnovata voglia nel seguire questa fan-fiction che inizia ad essere avvolta dal velo del mistero.
Ringrazio anche qui chi recensisce, legge e ha messo la storia tra preferite, seguite e ricordate.
Grazie di cuore, alla prossima
_Crizia_
 
 P.S.
Benvenuto a bordo di questa storia se sei un/a nuovo/a lettore/rice!
     
 

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Capitolo 10
*** Resta con me (stay with me) ***


Resta con me (stay with me)
 
 
"Sì Capo, l'ho trovata."
"Bene.
Dopo tanti anni potrò finalmente veder servita la mia vendetta.
Tienimi aggiornato e continua a sorvegliarla; il tempo di organizzare il viaggio e sarò lì."
"D'accordo, sarà fatto come vuole."
 
"Ran!? Che ci fai qui?", Shinichi si era voltato a guardare quella figura che si stagliava fra le ombre di quella notte.
"Ti cercavo, mi sono svegliata e non ti ho trovato... ero preoccupata."
"Vieni." disse calmo Shinichi porgendole la mano che lei si affrettò a stringere per sedersi a terra vicino a lui.
"Per caso non riuscivi a dormire a causa mia?" gli chiese Ran con voce piccola per l'imbarazzo di poter essersi agitata nel sonno o addirittura di aver russato.
Shinichi si voltò leggermente perplesso e sorpreso, ma poi la sua espressione si addolcì di comprensione: "Ma che vai pensando Baka! - la tranquillizzò scompigliandogli i capelli con una mano - Solo... non riuscivo a dormire."
Ed eccola che faceva di nuovo la sua comparsa, quella nota amara e lontana nella sua voce, la stessa che quella mattina aveva sfuggevolmente notato nei suoi occhi; Shinichi era turbato e le se stringeva il cuore non poterlo confortare.
"Se solo non si tenesse sempre tutto così dentro!" pensò Ran.
Doveva trovare il modo di smuoverlo, di dargli una scossa, ma per il momento le sarebbe bastato anche cercare di distrarlo dai suoi pensieri almeno per il tempo di quella notte.
Ran cercò di trovare gli occhi di Shinichi, certo con il buio che c'era non era semplice, ma essendosi un po' abituata alla visione notturna riuscì per lo meno a inquadrare la posizione del suo viso: puntava l'oscurità davanti a loro come se cercasse qualcosa al di là di ciò che era visibile, qualcosa che a lei era precluso.
 
 
"Shinichi... - richiamò la sua attenzione - ascolta... vedo che c'è qualcosa che non va; anche se cerchi di non darlo a vedere, io ti conosco fin da quando le nostre madri ci imboccavano con quelle pappette mollicce che entrambi odiavamo e che buttavamo via nel bagno non appena loro ci lasciavano liberi.
Quindi se non vuoi parlare con me, qualunque sia il motivo, parlane magari con Heiji o perfino con George se può sollevarti da questi pensieri pesanti.
Mi dispiace vederti a volte così lontano e assente. - fece una pausa sospirò - Scusa se ti ho fatto la paternale, ma non riuscivo più a vederti così e a rimanermene zitta e con le mani in mano!"
Ora si sentiva decisamente più leggera, le premeva molto far sapere a Shinichi come la pensava.
Da parte sua il ragazzo sorrise lievemente al  ricordo della loro infanzia, ma non si sentiva ancora pronto a condividere quell’episodio della sua vita con lei, seppure lei era la sua migliore amica, la sorella che non aveva mai avuto, la  ragazza che gli aveva rubato il cuore pezzo dopo pezzo giorno dopo giorno mentre crescevano insieme; quando lui se ne era accorto era ormai troppo tardi, la presa gentile e inconsapevole di lei lo aveva già avvolto senza possibilità di scampo, così lui aveva rassegnatamente deposto ‘ armi ’ -non che avesse mai avuto intenzione di farne uso- contro quella forza incoercibile che è l’amore.
Shinichi annuì e fievolmente disse: “ Ci proverò.
Però voglio che tu in cambio mi prometta di goderti serenamente questa vacanza accantonando momentaneamente quella tua spiccata sensibilità nel percepire i problemi delle persone che ti stanno intorno.
Ok?”
Rare erano le volte che si aprivano così tanto profondamente l’uno con l'altra, ma quando avveniva era sempre una grande gioia riscontrare quanto bene a fondo si conoscessero.
“Va bene.”
 
 
Ran si strinse nelle spalle, portò le ginocchia al busto, vi posò sopra le braccia incrociate e vi adagiò la testa girata verso Shinichi.
Aleggiavano parole non dette in quel silenzio in cui anche la natura, tacendo, si era fatta spettatrice in attesa della prossima sequenza teatrale.
Trascorsero alcuni istanti, poi il velo di quell’imperscrutabilità fu increspato da un mormorio di supplica: ”Resta con me.”
Una frase breve, semplice, ermetica, che esprimeva tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Un altro mormorio, di risposta, si levò dalla ragazza accanto a lui: “Sono qui.”
 
Heiji bussò piano alla porta del bagno: “ Sì? “ domandò Kazuha.
“Io intanto scendo, ti aspetto di sotto.
Ok?”
“Va bene Heiji!”
Il ragazzo scese le scale e si diresse verso la porta finestra che dava sul porticato dove solitamente erano serviti i pasti.
“Buongiorno signorino Heiji!” lo salutò George portando a tavola la caraffa con il tè freddo.
Ran e Shinichi stavano arrivando dalla piscina quando Heiji li notò parlare sottovoce in tono confidenziale.
“Hey, ragazzi, ma dove siete stati?”, chiese Kazuha mentre scendeva le scale, anticipando l’interrogativo di Heiji.
I due chiamati in causa si rivolsero un breve sguardo, a Ran non sembrava il caso di dire tutta la verità,  anche perché non riguardava lei di persona ma Shinichi e quindi rimetteva a lui la scelta di esporsi o di nascondersi.
“Ho portato Ran a vedere l’alba dato che per il caldo nessuno dei due riusciva a dormire, poi abbiamo fatto una passeggiata.” rispose con una mezza verità,  conciso, senza lasciare a nessuno la possibilità di ribattere.
Heiji se ne stette zitto volendo evitare che si ripetesse la scena del giorno precedente e considerò, per il momento, la risposta come esauriente.
Senza ulteriori indugi i quattro si misero a tavola e fecero colazione.
 
La mattinata trascorse nuovamente fra la tintarella, il sole cocente, l'acqua fresca e chiacchiere.
Le ragazze, inforcati gli occhiali da sole, messa la crema solare, indossati i cappelli a tesa larga fatti di paglia intrecciata, si sdraiarono e iniziarono una conversazione.
“Hey Ran, stavo pensando che potremmo fare delle partite di tennis, singole e doppie. Che ne dici?”
“È una buona idea e poi mi serve fare un po’ di movimento, altrimenti fra tutte le cose buone che stiamo mangiando non sarò neppure in grado di fare le mosse base del Karate!”
“Ma dai Ran, tu sei in forma smagliante qualunque cosa tu faccia.”
“Guarda che anche tu stai bene, Kazu.”.
“Grazie, ogni tanto serve appoggio psicologico anche a noi ragazze per farci andare bene come siamo, senza ingigantire i piccoli difetti che ci riconosciamo, a quello ci pensa benissimo la società.
Comunque sarà divertente giocare a tennis e varieremo un po’ la routine che abbiamo intrapreso da quando siamo qui.”.
“Però dovremo comprare gli indumenti adeguati, io non li ho portati.”.
“È vero; be’ poco male, andremo a fare del sano shopping!” disse entusiasta Kazuha.
“Ok, allora quando i ragazzi torneranno li metteremo a parte dell’idea che ci è venuta.” riassunse Ran.
“Che idea vi sarebbe venuta?” chiese un Heiji gocciolante contro sole, Shinichi lo seguiva a pochi passi.
“Io e Ran pensavamo di usufruire del campetto da tennis e ovviamente la proposta è estesa anche a voi.” espose Kazuha.
“Per me non c'è problema, ma se ci dessimo un orario sarebbe meglio perché credo che con il tempo che c'è stato alzeremo un gran polverone, quindi a George  servirebbe del tempo per innaffiare il campo.” li redarguì Shinichi.
“Una gran bella idea per una baka come te, Kazu.” la stuzzicò Heiji e ovviamente la ragazza gli rispose per le rime: “O non ti preoccupare, vedremo sul campo da gioco chi è il vero baka.”
“Mi stai proponendo una sfida?” le chiese Heiji già infervorato all'idea.
“Perché no, infondo un po’ di competitività non ha mai fatto male a nessuno.”
 
Dopo pranzo le ragazze si erano preparate per uscire a fare compere come avevano programmato quella mattina,decisero di farsi accompagnare da George alla prima cittadina più vicina.
Ovviamente i ragazzi, sentendosi esonerati dal compito spiacevole di porta borse, se la erano filata anche piuttosto spudoratamente motivando una improvvisa sonnolenza, ma altrettanto stranamente le ragazze finsero di crederci.
O meglio, a Ran non cambiava niente comunque, mentre per quello che aveva in mente Kazuha i due ragazzi rappresentavano solo un ostacolo all'adempimento del suo piano; non che fosse chi sa cosa, ma sentiva di doverlo fare e in primis per dimostrare proprio a se stessa la donna che era diventata.
George le fece scendere in una via parallela alla principale e, dopo aver lasciato il suo numero a Ran per trovarle quando sarebbe dovuto ritornare a prenderle, indicò loro la strada da seguire che sbucava proprio sulla via dei negozi.
Certo, le dimensioni non erano paragonabili ai grandi centri commerciali di Tokyo, né tanto meno ai piccoli negozietti che potevi trovare per strada e di cui lo spazio antistante le vetrine era il prolungamento naturale dell'esposizioni, ma per quale donna o ragazza, più o meno fissata con la moda, entrare in un negozio non è come ritornare a casa?
 
Sembrava che lo spirito di Sonoko avesse impossessato il corpo di Kazuha dato che questa stava quasi trascinando una recalcitrante Ran da una vetrina all’altra e da una parte all’altra della via.
Ad un tratto, Ran, decise che era arrivato il momento di porre fine a quell’ andirivieni e, seppur a malincuore, strattonò leggermente l’amica per la mano che le stava tenendo.
Kazuha si voltò con gli occhi ancora luccicanti - come quelli di un qualsiasi bambino meravigliato che entra per la prima volta al luna park e vede nuvole bianche commestibili- e notò l’espressione lievemente accigliata di Ran.
Kazuha capì al volo cosa non andasse e ridacchiando per l’imbarazzo di quella figura si scusò facendole una linguaccia birichina per sdrammatizzare.
Ran esplose in una risata portando un braccio alla pancia e l’altro ad indicare la ragazza di fronte che con il suo repentino cambio d’espressione era apparsa buffissima e dolce allo stesso tempo.
 
Finalmente le ragazze trovarono il negozio che faceva al caso loro, entrarono e si separarono alla ricerca di un competo da tennis che fosse in accordo con il loro gusto personale e il tempo.
Ran stava guardando dei pantaloncini corti elasticizzati, stava allungando una mano per prenderne un paio quando un’altra mano entrò nel suo campo visivo e si sovrappose alla sua sull’appendino.
Si girò con l’intenzione di scusarsi ma l’altra persona la precedette.
“Scusami…” disse quella che doveva essere una ragazza poco più grande di lei in inglese.
Era una ragazza molto bella, con lineamenti leggermente orientali ed il viso incorniciato da un caschetto mosso biondo scuro che le arrivava poco sopra le spalle.
Ran mantenne la calma e racimolando tutto l’inglese che aveva imparato si scusò anche lei e gentilmente aggiunse: “Prendili pure, cercherò qualcos’altro.”
L’altra ragazza la ringraziò, prese i pantaloncini, la salutò e probabilmente si diresse ad una cabina di prova.
 
Ran cercò ancora per un po’, provò alcuni completi e alla fine ne scelse uno con top a fantasia a foglie lilla su sfondo azzurro e pantaloncino bianco.
Si ricongiunse a Kazuha, pagarono alla cassa e, prima di telefonare a George per farsi riportare alla villa, conclusero il pomeriggio con un bel gelato rinfrescante. 
 
 
 
 
 
 




Vorrei solo dire che mi sono veramente impegnata per far uscire questo capitolo prima di adesso, tanto che era quasi pronto per l'inizio di marzo, mancava solo un'ultima parte che sono riuscita a scrivere solo oggi a causa di impegni scolastici. (purtroppo sono una maturanda e da marzo non c'è stato un attimo di riposo fra simulazioni di prima, seconda e terza prova, verifiche, interrogazioni su metà programma e la lista si allungherebbe a dismisura se continuassi, perciò finisco qui di commiserarmi)
Per quanto riguarda il capitolo spero che sia come sempre di vostro gradimento e all'altezza della vostra aspettativa.
Un'unica cosa: ai fini della storia nel suo comlesso non tralasciate ciò che sembra banale.
Vi lascio con questa frase sibillina non dimenticandomi però, come è mia consuetudine, di ringraziare tutte quelle belle "personcine" pazienti che recensiscono e quelle che hanno questa storia fra le loro preferite/ricordate/seguite.
A proposito di questo vorrei scusarmi con shinichi e ran amore e ran1412 per non aver risposto alla loro ultima recensione, sono veramente desolata, ma le ho viste solo poco tempo fa e considerando il tempo passato non sapevo neanche cosa rispondervi. (scusate le mie paranoie mentali)
Grazie di cuore, alla prossima
_Crizia_
 
 P.S.
Benvenuto a bordo di questa storia se sei un/a nuovo/a lettore/rice!

 

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