Dalla parte sbagliata

di biribo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ira,gioia,paura,gelosia e vendetta ***
Capitolo 2: *** Bullo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 6: Sadico ***
Capitolo 4: *** Capitolo 7: Pugno... Bacio ***
Capitolo 5: *** Dedizione ***
Capitolo 6: *** Passato ***
Capitolo 7: *** Chaos ***
Capitolo 8: *** Rivolta ***
Capitolo 9: *** Proposta ***
Capitolo 10: *** Dolore ***
Capitolo 11: *** Piccole note di inizio seconda stagione. ***
Capitolo 12: *** Piazza ***



Capitolo 1
*** Ira,gioia,paura,gelosia e vendetta ***


 
                                                 “Capitolo 1- Ira, gioia,paura, gelosia, vendetta”
Siamo davanti scuola, è appena iniziato l’ anno, e faccio il terzo liceo, sto aspettando il suono della campanella che sancirà l’ inizio di un anno scolastico che potrebbe essere come tanti, come potrebbe non esserlo.
Vedo in lontananza Lisa con Francesco.
La mia amata Lisa
Francesco bhe, diciamo che lo odio, anche se siamo amici.
Ridono, si divertono, io sono qui da solo
Tho, si stanno avvicinando
 
-Hai notato che la parola “fertile” è meravigliosa?- dice Lisa sorridendo e sistemandosi i capelli, che le vanno ad urtare contro la camicetta che indossava
-Hai notato che non mi frega un cazzo?-risponde Francesco ridendo
-Ehi, attento a come mi rispondi- controbatte Lisa sempre sorridendo
-La De Paoli ce l’ abbiamo in prima ora e dovrei essere spensierato?- Dice lui scocciato
-Hai fatto i compiti?- chiede lei
-Copiati belli freschi davanti la fermata dell’ autobus- mentre lo dice ride in maniera spensierata
-Copiati da chi?- domanda lei perplessa
-Ehi, Li, ho anche altre amicizie oltre te- Mentre lo dice le sorride
-Lo so, ma sono affidabili?- Gli chiede quasi preoccupata
-Stai tranquilla, so da dove copiare i compiti- La rassicura lui toccandole una spalla
-Se lo dici tu,poi se la De Paoli si incazza sono cazzi tuoi- Dice scherzosamente lei
-Guarda, c’ è Edilendi- Le dice Francesco guardandomi
Mi hanno notato, mi sistemo la felpa e mi avvicino
-Ciao, come state?-
-Bene- risponde Francesco
-Starei meglio se sparissi-, dice Lisa guardandomi con un sorriso forzato
-Cos’ è, ti faccio emozionare?- Le rispondo io guardandola praticamente sbavando
-Che schifo- Risponde lei ridendo
-Dai, che avete fatto st’ estate?- Chiedo io per farmi i cazzi di Lisa
-Io so stato co amici mia in campeggio- risponde Francesco
-Io con le amiche-
-Io come voi nulla di che- Aggiungo io
Noto che Maria nasconde un anellino sulla mano destra
-Chi è il fortunato?- chiedo io forzando un sorriso
-Chi?- risponde lei con aria disorientata
-A meno che non ti regali le fedine da sola deduco che ti sei fidanzata- la punzecchio io
Comincio a scocciarmi, sono incazzato nero dentro, mi sta prendendo per il culo?
-Se lo sarà regalato da sola- dice Francesco con aria scocciata
-Gianni- Dice lei quasi arrossendo
Ah, si è messa davvero con qualcuno, la odio. Quantomeno l’ anno scorso se la faceva solo con Francesco, ora chi cazzo è questo Gianni?
-Ah, hai capito Li! Chi è questo qua?- Chiede Francesco scherzosamente
-Nessuno, un ragazzo- dice Lisa
-Che ragazzo?- chiedo io insistendo             ...---…
-Non vi riguarda- dicendolo sorride
 Che odio, non riuscirò mai a mettermici insieme, lei lo sa che mi piace… eppure… deve fare la stronza
Suona la campanella e loro due quasi corrono verso l’ entrata, lei trascinandolo per la manica
E io devo assistere a tutto questo
La gente tutto sommato crede che infondo le piccole azioni non comportino reazione… si sbagliano di grosso.
Mi incammino anche io, vedo molte ragazze carine, alcuni ragazzi idioti, poi mi cade l’ occhio su un ragazzo dal volto ferito.
Non ho voglia di mettermi a fare amicizia adesso, la De Paoli è lì a rompere i coglioni in classe per i compiti che non ho fatto, mi conviene andare
Sono davanti alla mia classe, mi sento toccare una spalla, mi giro immaginando fosse Laura, e invece no.
-Ciao Erica- dico io fingendomi felice di vederla
Ok, non diciamo cazzate, sono felice di vederla, ma no. Ero troppo scocciato per prima
-Ciao coso, hai passato decentemente l’ estate?- Mi chiede lei sprizzando energia da tutti i pori
-Ovvio, non ti ho vista per 3 mesi- Ironizzo io prendendola un po’ per il culo
-Bha, io a parte qualche analisi tutto ok- risponde lei voltandosi
Ah, io stimo molto questa ragazza, diciamo che ha passato brutti trascorsi l’ anno precedente, eppure è ancora qui a sorridermi
-Capisco, entriamo?-
-Veramente sono stata assegnata a un’ altra sezione, sai, cambio indirizzo- risponde lei con un tono che forse stava a ricordarmi qualcosa
Qui il cuore mi si fermò, lei era l’ unica vera amica che mi ero fatto l’ anno precedente… cazzo
-Ma… seria… cazzo- Dico io rattristito
-Mi mancherai, ma continueremo a vederci quando capita, tipo a ricreazione- mi consola lei guardandomi con aria comunque allegra
-Ma… ok- Mi faccio forza io
-Ora vado- dice lei affrettandosi nel corridoio
-Non saluti gli altri?- Chiedo io alzando la voce, tanto che anche la bidella lì vicino comincia a guardarmi male, non so perché
-Già fatto, ora vado- disse voltandosi rapidamente e affrettandosi
-Ciao- le dico io di sfuggita per salutarla
Ottimo, ora non è che abbia tutti sti amici, e Erica mi mancherà
-Ciao ragazze- Le accolgo io letteralmente a braccia aperte tentando di stringerle a me
Dala fa un passo indietro, Laura no, mi guarda solo con un misto fra disapprovazione e divertimento
-Ok, se vogliamo direttamente saltare i preliminari e andare subito al dunque, bhe, le cose a tre non mi dispiacerebbe farle con voi- dico io facendo lo sbruffone
Cazzo, sono un coglione, perché me ne esco con ste cose?
Dala mi guarda sorridendo, Laura ride
-Certo, sogna pure caro- dice la prima con sguardo ironico
La seconda mi continua sempre a guardare con quello sguardo unendolo ad un accenno di risata
Dala aveva maglietta con jeans attillati, Laura una trecciona allucinante che doveva pesare su per giù un quintale, gliela toccai
-E dai, già cominciamo?- chiede lei con aria scocciata per finta
-Non vedo cosa me lo impedisce- dico io con aria maliziosa
-Il mio calcio nelle palle ti basta?- si aggiunge Dala spingendomi via
-Ok, messaggio ricevuto- dico facendo un passo indietro prendendo la via per la classe
-Entriamo?- chiede la seconda guardando la classe
-Ok- risponde la seconda
-Vengo anch’ io-
Io le seguo
Imbocchiamo nella classe
Vi risparmio la lezione, con la De Paoli, quella di Scienze che mi rompe subito le palle per i compiti
Me ne improvviso un paio e le dico che gli altri li ho scordati, lei si accontenta
Io sono da solo al banco, e guardo Lisa che è seduta di fianco a Francesco a ridere e scherzare
La odio
Questi sono i momenti in cui la vorrei morta… li vorrei morti
Ma devo calmarmi
La mia classe è composta da 13 ragazze e 2 ragazzi. 15 persone che all’ apparenza si vogliono bene, ma molte tra loro si odiano
Vediamo spiccare tra loro Francesco, quello di prima , che è forse il più popolare della classe, Lisa che la conoscete, secchiona abominevole che ha la pagella con più zeri dopo le cifre di un conto bancario di un miliardario; Dali e Laura; Elisa e Alessia, che sono due ragazze che metto insieme solo perché l’ anno scorso hanno litigato facendo un casino nella classe, e ovviamente chi sentiva la versione della storia dell’ una, si schierava con essa, senza neanche sentire l’ altra, io mi sono astenuto.
Piccolo appunto personale, la gente più che andare con chi crede, va con chi pone come “buono”, ma i “buoni” e i “cattivi” non esistono a parer mio… esistono ideologie… persone. Non è Star Wars dove bene e male sono sancite da fazione politico-ideologiche serrate
Poi vabbè, ci sono le due Ilarie, Dario, Giulia, Paola, Teresa, Margherita,Chiara, Marta
E altra gente
Passano le ore, i saluti, i bentornati, e loro due, Lisa e Francesco, continuano a parlare, a ridere, ad abbracciarsi alle volte
E io li odio
Il resto della giornata lo passo a far finta che rivedere i professori sia una cosa che mi interessi minimamente, ma almeno alcuni perdono talmente tanto tempo a salutarci da perdere quasi tutta la lezione.
Meglio così, me ne torno a casa tranquillo
Saluto tutti e aspetto l’ autobus, vedo Erica arrivare
-E rieccoci, dopo cinque ore inutili di lezione- la saluto io
-Già, inutili è dire poco, ma sono felice- dice lei
-Io… lascia perdere- dico io per ottenere la sua attenzione
-Lisa e Francesco?- chiede lei
-Già-
-Vuoi ucciderli?- aggiunge lei
-Già- mi ripeto io
-Dai, lei è pure fidanzata-
-Appunto- divento ostile quando me lo ricorda
-Perché non lo fai?- chiede lei
-Fare cosa?- rispondo io dubbioso
-Lo sai- controbatte
-ucciderli?- chiedo io sorridendo  5
-no… fai come ti pare- dice andando via
-Ok, ciao…- la saluto io
Torno a casa, salgo le scale, e non vedo mia madre, poi spunta dal bagno e mi saluta
-Ciao mà- dico io freddamente
-Ciao amore, come è andata a scuola?-
-Come al solito-
Ormai queste tre battute le recitiamo ogni giorno
Mi metto a mangiare pensando all’ indomani
Devo fare qualcosa per loro due…
Contro loro due
Mi metto a videogiocare per tutto il giorno, poi dormo
 
 
Capitolo 2- mosche
Entro in classe e la prima cosa che vedo è Francesco che fa propaganda comunista citando due o tre frasi blasonate del buon Marx prese dal capitale… che considero un libro meno realistico del Signore degli anelli
-… e la religione è l’ oppio dei popoli- cita lui alla classe
-se è così tu devi essere un tipo molto credente- dico io per farlo incazzare 6
Alcuni ridono, lui si incazza
Vi risparmio il pippone allucinante da lui attaccato sul capitalismo, non voglio divulgare stronzate… ma diciamo che era più o meno così:
-Il capitalismo perbenismoperbenismoperbenismoperbenismo le caste perbenismoperbenismoperbenismoperbeniso Il fascismo è una merda perbenismoperbenismoperbenismoperbenismoperbenismo Il comunismo è la soluzione ad ogni problema-
-Oltre alla stitichezza a quale altro problema?- Gli faccio io ridendo
Lui si incazza sul serio, io lo ignoro
Mi siedo al solito banco, con Francesco che mi guarda male e tutte attorno a consolarlo
-Dai Bardè, scusa- mi rassegno io Patetiche
Perché ovviamente, quando litighiamo, tutte consolano lui… imbecilli
La giornata passa in fretta, dopotutto, e oltre a qualche allusione sessuale qui e la e  qualche battutina e frecciatina non faccio granchè sennon non seguire la lezione
E Francesco scherza imitando i professori, gli riesce bene, lo ammetto
Ma rido solo per non far notare che lo odio
Alla fine della giornata esco e nessuna mi saluta, tranne alcune che non stavano attaccate a Francesco
Esco, e vedo Erica aspettare l’ autobus
-Lo hai fatto?- Chiede lei
-Non sono un’ assassino- rispondo io
-Sai che non intendo quello- controbatte lei senza guardarmi
-Non ti capisco- le rispondo
-Non ti accetti- mi dice lei
-lo so- concordo io
-Allora?- chiede lei
-Allora devo andare- chiudo il discorso io
-Ciao- mi saluta
Vado a casa, solite cose, solo che mia madre stà passando un brutto periodo col suo compagno, per motivi di soldi, ma evito di intromettermi
Mi siedo a tavola, mangio, e mi butto sul letto
Mentre leggo qualche manga mi fermo e mi metto a riflettere
Perché quasi nessuna storia ti fa vedere dal punto di vista del cattivo?
Salvo tipo due, i cattivi sono sempre ben marcati, o quantomeno marcati all’ inizio per poi redimersi
Perchè?
Penso a Star Wars, Anakin si converte al lato oscuro, ma era praticamente predestinato
Vabbè
Devo pensare a cosa fare
Se continuo così impazzisco.
 
 
Capitolo 3- Cambiamento
 
Vado a scuola, ma arrivo stranamente in anticipo, e vedo nuovamente il ragazzo dal volto ferito, si era medicato dall’ ultima volta che l’ avevo visto
-Ciao, scusa se mi intrometto- Faccio io per salutarlo
-Chi sei?- risponde lui non voltandosi
-Piacere, Dario, fa freddino oggi, eh- dico io guardando la scuola deserta
-Già…- Fa lui girando la testa in maniera insicura
-Che hai fatto al volto?- chiedo io
-… piacere… Riccardo, nulla… sono inciampato- dice lui quasi ignorandomi
-Capisco, brutta caduta- lo assecondo io
-è stato…- viene interrotto da degli amici che lo salutano e frena quello che stava dicendo
Io vedo l’ autobus di Lisa, lei scende, ovviamente con Francesco
Io saluto il tizio frettolosamente e li raggiungo, saluto tutti, che mi salutano in modo freddo, tranne alcuni, come al solito
Stavolta io li ignoro
Alcuni fanno battutine su di me e sul come stalkero la gente.
Non sono uno stalker
Cerco attenzioni
Ok, a volte esagero, ma sono fatto così
Francesco se ne esce con
-Sapevi che lo stalking è reato in questo paese? Ah vabbè che forse a te abbonerebbero a causa per instabilità mentale-
La gente ride
Io mi allontano andando verso la porta
Da solo al banco
Vi chiedete perché mi ha dato dell’ instabile, anche se stava scherzando?
Mi capita a volte di toccare più volte la porta quando entro in una stanza o di spegnere e riaccendere la luce qualche volta, ma vabbè
Sono piccoli tic che non reputo gravi
Succede
Vedo tutte attorno al banco di Francesco che scherzano, ridono
Tutte
Specialmente Lisa
Come al solito
Dove c’ è lui si crea sempre il mucchietto di gente attorno
Perché?
Perché, cazzo?
Lo odio
Li vedo ridere 1
Si divertono
Si sente superiore
Ma non lo è
Vedo Lisa abbracciare Francesco, mi sento abbastanza male
Alla fine delle lezioni mi avvicino a Lisa e tento di abbracciarla, lei ride respingendomi
Come se ci fosse qualcosa da ridere
-Anvedi tu la Paoli, sembra una cazzo de balena quanno se move- dice Francesco ridendo
-Poi guarda quei leggins che si mette- fa notare Dali
-Tiene la fregna schiacciata-
E tutti ridono
Lisa non mi abbraccia, non mi caga, io provo anche a scherzarci
E loro ridono della Paoli
-Edilè viè qua pure tu- dice Francesco chiamandomi
Quando succede
Lei pronuncia quelle parole
-No, non chiamarlo- dice Lisa scherzando
-Maniaco di merda- aggiunge Dali ridendo
Esco dalla classe, corro in cortile, davanti alla fermata dove incontro Erica, da sola come sempre, che appena mi vede mi chiede
-Lo hai fatto?- senza guardarmi
-è ora di cambiare-, rispondo io incazzato
Lei se ne và, come sempre
È questo il punto, faccio schifo, faccio allusioni ogni tre per due per attirare l’ attenzione, lo faccio perché odio che sia su di lui, mi fa stare male
Ma è ora di cambiare
Sapete cosa desidero ogni notte? 22
Che Lisa venga esclusa da tutti, che rimanga da sola, che non abbia più amici, vorrei vederla soffrire per poterla consolare, così da diventare suo amico o qualcosa di più
Ma lei è piena di amici, e ha anche un fidanzato
Ma quanto vorrei vederla soffrire
 
Capitolo 4- Vittima
 
Appena entrato a scuola Francesco mi guarda stupito, indosso un giacchetto di pelle nero
-Guarda Edilè, oggi stai bene- dice lui guardandomi
Io lo ignoro
-Guarda che ieri stavamo solo a scherzà, non volevamo insultarti-
Continuo ad ignorarlo
-Veramente, scusa anche da parte nostra-, dice Federica con quella sua faccia da cazzo
Lo spingo via e mi siedo al mio banco
Le lezioni passano e non parlo con nessuno, alcuni professori notano che sono stranamente taciturno, dico di stare bene
Fuori scuola vedo Federico, il ragazzo di una mia compagna, che una volta mi aveva rotto le palle per una cazzata, gli passo vicino finchè non mi provoca
-Edilendiì, ci sei più stato vicino alla ragazza mia?- chiede ad alta voce 9
Io mi giro, la gente ci guarda, siamo fuori scuola
Comincio a picchiarlo
Gli salto addosso e continuo a colpirlo in faccia
Noto che la gente intorno comincia a spaventarsi, alcuni tentano di intervenire, altri fanno il video, lui mi tira un calcio che mi fa indietreggiare, mi tira un pugno, lo sento, ma io ci metto tutta la rabbia del mondo quando lo colpisco, e noto che comincia a traballare
Gli salto addosso e lo spingo a terra, è senza forze, ho le nocche che mi sanguinano, gli amici suoi vengono a proteggerlo, poi noto la sua ragazza che lo vede e mi guarda, comincia a correre con le lacrime agli occhi verso di lui
Io mi giro e me ne vado
Lei mi ferma
-Cosa…cosa cazzo hai fatto…- mi chiede lei mentre mi strattona 1
Stà tremando
Io no
-Ho fatto quello che hai visto- dicendolo mi metto a ridere
Lei mi graffia, io la spingo per terra vicino al ragazzo
Me ne vado incamminandomi, al posto di prendere l’ autobus, la gente intorno è shoccata
Mentre cammino verso casa mi metto a piangere, ma stò ancora godendo
Ho capito una cosa
Io non mi trovavo bene perché ero stato fin’ ora dalla parte giusta
Finiamola con questa farsa
È ora di accettare di essere
Dalla parte sbagliata

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Capitolo 2
*** Bullo ***


Capitolo 5- Bullo Da preda a predatore… qualunque cosa comporti 
Tornando a casa noto di star sanguinando, nulla di grave, ma il naso mi fa male.
 Il che poteva essere un problema, dato che avrei comunque dovuto spiegare a mia madre cosa avessi fatto e… non posso dirle di essere caduto, stò ancora piangendo provo un po’ di compassione per lui ma… lo rifarei
 Mi sento male ma lo rifarei Non importano le conseguenze che probabilmente ci saranno 
Ero fuori scuola, quindi, in teoria non possono sospendermi o cose simili per cose che faccio al di fuori dell’ istituto Ma forse la voce neanche si spargerà… ok, c’ erano fin troppe persone a guardarci ma… forse la notizia non arriverà ai professori
 Forse
 Arrivo sotto casa, mi asciugo le lacrime ma ho gli occhi lucidi 
Salgo le scale
 Vedo mia madre spuntare dal bagno, mi guarda -Cosa hai fatto?- chiede lei preoccupata
 -Nulla… giornataccia di merda- rispondo io piangendo
 -Perché?- chiede ancora
 -Quella di scienze… poi sono anche inciampato fuori- mi invento due cazzate per giustificare me in lacrime che torno a casa col naso sanguinante e forse rotto
 -Vieni qui, ti disinfetto- dice mentre corre in bagno a prendere il disinfettante 
Dopo essermi fatto medicare vado in camera e mi butto sul letto, ancora sto piangendo 
Mia madre mi chiede da fuori camera mia -Devi dirmi qualcosa?- 
-Stò bene- la rassicuro io
 -Sicuro?-chiede lei dubbiosa
 -Sì, cazzo- mi faccio scappare un imprecazione 
-Va bene, se vuoi parlarmi vieni di qua- risponde lei
 -Ok- le rispondo io 
Devo pensare a cosa fare adesso, vado in classe con la ragazza del tipo che ho pistato a sangue
 È un problema 
Già
 E se… Guardo i manga che stavo leggendo il giorno prima … Se lo meritava 
Come se lo meritano tutti gli stronzi del suo calibro Il resto della giornata la passo a meditare sul da farsi
 Domani sarà una giornata dura 
Spero non mi sospendano
 È mattina 
È già mattina, mi pesa particolarmente oggi andare a scuola 
Mia madre prima che io esca mi guarda, io le ricambio lo sguardo per rassicurarla 
Mi incammino verso l’ autobus, noto che alcuni mi guardano, altri bisbigliano chiaramente su di me… o forse è solo una mia impressione… ma non credo
 Arrivo di fronte all’ istituto, quasi deserto
 Alcuni noto che mi passano alla larga… li capisco
 Nessuno dice niente, o mi chiede qualcosa rispetto a ieri
 Vedo Francesco e Lisa uscire dal loro autobus 
Loro mi guardano Io li saluto come niente fosse 
Mi avvicino 
-Ciao ragazzi- dico io facendo cenno con la mano
 Lisa mi guarda quasi shoccata senza aprire bocca 
Francesco fa un passo avanti -Cosa cazzo hai fatto?- Domanda lui in modo aggressivo
 Noto che Lisa mi stà guardando male
 Nulla, perché? -Ieri hai picchiato il fidanzato di laria- mi dice lui in maniera aggressiva
 -Ah, e allora?- dico io in maniera strafottente
 -Allora perché lo hai fatto?-chiede Lisa alterata 
-Perché lo volevo fare- rispondo io
 -Hai picchiato una persona a caso?- chiede Francesco avvicinandosi
 -Bhe, sì- riconfermo io 
-Sei un malato di merda- mi dice lui 
-Senti, quando tu schiacci una formica devi rendere conto a qualcuno? No, è quello che ho fatto io ieri- Dico io senza contenermi
 -Mi fai schifo- dice Lisa 
Ci sono abituato -Ah sì, clichè- dico io ridendo
 -Cosa ti aveva fatto?- continua a chiedermi Francesco
 -Nulla...- dico io 
-Nulla?- chiede Francesco avvicinandosi
 -Nulla che vi riguardi- aggiungo io 
-… non so che dire… andiamo in classe- conclude Francesco 
-Sei un…- stà per dire Lisa -
…-malato di merda? Vero?- la anticipo io ridendo 
-No… insensibile- risponde lei calmandosi
 Io mi stupisco -…- non so cosa dire… sembra stranita, delusa… stordita 
-Non so perche lo hai fatto ma… lasciamo perdere- dice lei andando in classe 
… Entro anche io
 Tutta la classe mi guarda, non è ancora entrato il professore
 Ilaria mi vede… si avvicina
 -Lurida merda- comincia lei
 -… cosa vuoi?- le chiedo io
 -Chi cazzo ti credi di essere?-  
-Sei venuta qui per difendere il tuo amato coglione? Fai pure- le rispondo io
 -Sei un malato di merda- dicendolo si stà per mettere a piangere e si avvicina 
… mi stò stufando 
-Allontanati- le dico io freddamente 
-Altrimenti cosa farai? Meni tutta la classe?- chiede lei provocandomi 
Lisa continua a guardarmi male
 -Senti, puttana, se non vuoi fare la fine del tua amichetto allontanati- dico io spingendola 
Oddio, cosa cazzo mi è preso?
 -Come ti perm…- entra il professore mentre lo dice…
 lei piangendo torna a posto Io me ne torno da solo al mio banco
 La gente intorno a me è impietrita 
Mi riprendo ora, come cazzo mi è venuto in mente di risponderle a quel modo?
 Cazzo
 È pur sempre una ragazza 
Il professore ci guarda ma non si intromette 
Sembra quasi che non sappia cosa è successo ieri 
Meglio così 
Poi assurdo 
Sembra che nessun professore che entra in classe sappia nulla
 La giornata passa e la gente mi stà alla larga
 La gente ha paura di me
 Mi piace
 Ma dall’ altra parte mi faccio schifo per quello che ho fatto 
Ma mi piace
 Ma so di star facendo la cosa sbagliata 
E lo adoro 
Esco da scuola
 La gente mi rifila qualche insulto o domanda qui e la, ma non mi caga per parlare d’ altro, non troppo 
Vedo Francesco e Lisa ancora insieme, vedo la gente che mi insulta… vedo un gruppo di ragazzi che hanno saputo probabilmente la cosa che mi guardano
 Io stò perdendo il controllo
 Mi getto frai i ragazzi e ne spingo alcuni
 -Cosa cazzo avete da guardare?- Gli grido davanti io
 Si allontanano facendomi cenno di non aver fatto nulla e di scusarsi 
Funziona, la gente non mi guarda più 
Vedo un ragazzo con evidenti problemi di peso, gli vado addosso di proposito 
-Barile di merda, attento a dove vai- gli dico io 
-Vaffanculo lasciami stare- se ne va velocemente dicendolo
 Io rido
 Con gusto
 Vedo Erica guardarmi
 La raggiungo spostando la gente che non fa altro che guardarmi male
 -Come stai?- le chiedo io
 -Bene- risponde
 -Mi sento bene- le dico io
 -L’ hai fatto?- mi chiede voltandosi
 -L’ho fatto- dico girandomi 
Vedo Francesco 

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Capitolo 3
*** Capitolo 6: Sadico ***


Torno a casa con Erica, non torno a casa con qualcuno da tempo
-Insomma, come ti va nella nuova classe?- Le chiedo io
-Hai insultato quel ragazzo... ti fa sentire bene?-chiede lei non voltandosi
Parla dell' obeso
-Ero arrabiato...- mi giustifico io guardando la strada
-Non hai risposto- dice lei
-Bhè...- non sò cosa dire
-Non devi giustificarti- dice lei
Il punto è che mi è piaciuto davvero farlo... mi sono sentito Dio per quei 10 secondi di euforia
-Diciamo di sì- ammetto io
-E lui cosa aveva fatto per meritarselo?- continua lei
-... in fondo- Esito io
-Niente- finisce lei
-Era... come tutti gli altri- le faccio notare io
-E gli altri come sono?- chiede lei
-Merda- sono calmo... ma incazzato
-Quindi anche io sarei merda?- chiede lei
-Tutti lo siamo- concludo io
Siamo sotto casa, ci stiamo per dividere
-Posso salire a casa tua?- chiede lei
-Sì- Cosa? perchè mi sta chiedendo di salire a casa mia?
-Ok, se non disturbo salgo-
è anche ora di pranzo... cosa vorrà?
Saliamo le scale frettolosamente
Quando entriamo vedo mia madre agitata
-Ciao ma, ho portato un' amica-
Lei si gira, è agitata, ci guarda, si blocca per qualche secondo
-C...ciao, accomodati- dice lei
Esce di casa
-Cosa hai fatto a tua madre?- chiede la ragazza che all' ora di pranzo ha  chiesto di salire a casa mia... follia... o perlomeno per i miei standard con le ragazze lo è
-Non lo so... niente credo- le rispondo io
-Non lo so... credo niente- 
Andiamo in camera mia, lei si butta come se niente fosse sul mio letto, non capisco
-Che facciamo?- chiedo io
-Nulla- risponde lei
-Cosa?- ribadisco io
-Sò che vuoi esserlo- dice Erica
-Eh?-  chiedo io
-Vuoi essere il cattivo, no?- chiede insistendo
-... forse- ammetto io
-E allora perchè mi parli?- chiede
-Cosa?- ripondo
-Picchiami, derubami, magari insultami- dice
-Perchè dovrei?- chiedo io
-Per lo stesso motivo che mi hai detto prima- risponde
-Se sei qui per tentare di farmi fare la cosa giusta puoi uscire- le dico io irritandomi
Chi si crede di essere? Con chi cazzo crede di star parlando?
L' ultimo degli stronzi?
Non sarà certo lei a farmi scegliere
-Vado- dice alzandosi
-Vai- dico alzando la voce

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Capitolo 4
*** Capitolo 7: Pugno... Bacio ***


Ieri ho riflettuto se effettivamente era il caso di farlo
Poi vedo loro due insieme, e capisco che è il caso
Mentre entro a scuola la gente mi guarda, che novità
Devo iniziare a picchiare la gente per farmi notare?
Imbecilli
Mi siedo al banco, come al solito la classe mi evita, Ilaria mi guarda male, mi guarda come si guarda un mostro, un pedofilo un assassino
Francesco fa finta di niente, come anche Lisa, questo mi fa ancora più irritare
Entrano i professori, uno dopo l' altro, le ore passano, e nessuno apre bocca su quello che ho fatto
Che non lo sappiano ancora?
Forse la gente ha avuto paura di dirglielo
Non penso sia solo perchè l' ho fatto fuori scuola
Arriva la ricreazione, esco, mentre vado verso l' uscita mi sento prendere da dietro
è Francesco con altri due o tre imbecilli
Mi trascinano in un angolo
-Cosa avevi detto che m' avresti fatto?- chiede lui incazzato
Sono spaventato, ma tutto ciò mi diverte, anche se mi verrebbe da versare qualche lacrima, ma non posso
-Vediamo... preso a calci in culo penso fosse nel programma- mentre lo dico rido
Cominciano a tirarmi i due coglioni che si era portato appresso
-Divertente... non è divertente-
I due mi lasciano
-Tu non devi fa mai più una cosa del genere... tu come nessun' altro- dice lui calmandosi
-Schiacciare una formica?- chiedo io alzando la voce
Qualcuno ci nota, si avvicinano
-Tu... non sai cosa ha provato Ilaria- dice lui non guardandomi in faccia
-Cosa vuoi che me ne freghi- rispondo io
Lui mi guarda
-Non lo sai- insiste lui
-No, non sò cosa prova una formica se gli viene schiacciata la compagna vicino- mentre lo dico scoppio a ridere
Lui mi guarda, si allontana con gli altri due
Rientriamo in classe, la voce si sparge, noto Ilaria ridere
Passano altre ore, e ci guardano
La campanella suona, e tutti escono
Sono incazzato
Vedo passare un ragazzo, e gli inciampo addosso apposta
-Scusa... non volevo- dice lui
-Guarda dove cammini, coglione- rispondo io
-Non ti ho fatto niente, scemo- dice lui arrabbiandosi
Io lo guardo
Vedo lui cagarsi sotto, ma mantiene l' aria del duro, di quello con le palle
Esco, lo aspetto fuori al cancello
Lo noto uscire dalla porta con discreta velocità
Poco fuori lo aspetto, ma noto un professore uscire
Gli stò vicino, lui non chiede aiuto, il professore se ne va
-Senti... scusa, non voglio problemi- dice lui con le lacrime agli ochhi
-Io sì- gli rispondo
Gli tiro un pugno, è ancora in piedi, lo faccio cadere e continuo a prenderlo a calci, alcuni ragazzi fuori scuola ci notano, stavolta corrono a separarci
-Levatevi- dico io scrollandomeli di dosso e dileguandomi poco dopo
Noto un sacco di gente che soccorre il ragazzo
L' ho ridotto male
Non mi dispiace
Torno indietro prima che venga chiamato qualcuno
-Se qualcun' altro osa insultarmi farà la stessa fine-
-Tu stai fuori- dice una voce in mezzo alla folla
-Cosa ti aveva fatto?- se ne sente un' altra
-Non gli ho fatto niente, andiamo- ci rido sopra io
Vedo il ragazzo rialzarsi
Vedo arrivare un professore da dentro la scuola, mi dileguo e corro a casa
Non vedo ne Erica ne Francesco, e tantomeno Lisa lì in mezzo
Meglio così
Meno problemi

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Capitolo 5
*** Dedizione ***


Stamattina ho paura, o meglio, sono preoccupato.
Davvero, se finisco in presidenza e vengo sospeso cosa racconto a mia madre?
Sospeso... bocciato.
Cazzo.
Sono davanti al cancello della scuola.
è presto.
Ma entro poco dovrebbero arrivare gli autobus, e i cancelli si apriranno.
E la gente parlerà di me.
E di come ho picchiato un disgraziato.
Vedo le prime persone arrivare, insieme ad un autobus.
Alcuni mi guardano, ma forse è una mia impressione.
Vedo un gruppo di ragazzi scendere, sembrano i classimi stereotipi di quelli che non avendo niente da fare, rompono i coglioni agli altri.
E parla uno che ha picchiato un ragazzo a caso.
Vedendoli mi viene rabbia, cazzo, si credono davvero così fighi?
Uno mi guarda, sempre mantenendo un sorrisetto da cazzo stampato in faccia.
Prevedibilmente mi si butta addosso per darmi fastidio, tipico.
Molto tipico.
-Bello, ieri che ti era preso?- Dice quello spingendomi buttandomisi addosso.
-Non sono cazzi tuoi- Rispondo io scocciato
-Tu sei pazzo- Dice l' altro ridendo
-Forse, se io sono pazzo, tu sei coglione- Dico io pentendomi poco dopo della cazzata abominevole che stavo compiendo.
Più grossa del picchiare gli innocenti.
-Wooo, attenzione- Dice il terzo in maniera strafottente
-Calmo amico, non ci picchiare- Aggiunge uno facendo il coglione
-Se solo tua madre non fosse così piacevole lo farei- Sto facendo una cazzata
-Che hai detto su mia madre?- Dice il coglione diventando serio
-Che fa prezzi convenienti per quanto è puttana- Vado fino in fondo
Mi si avvicina
-Cosa vuoi da mia madre?- chiede insistendo lui
-Vorrei che non si scordasse i preservativi quando lavora, dato che le escono aborti come te- Lo vedo incazzato, ma mi diverto
-Ahahah, dai, le palle almeno lei hai- Dice calmandosi
- Ripeto, tua madre lo sa bene- Mi sto calmando anch' io
-Piacere, Franco- Dice lui in maniera più confidenziale
-Giulio- Aggiunge il secondo
-Questo è Simone, dice Franco indicandomi il terzo-
-Bella- mi saluta lui
-Bella- gli rispondo io
-E lui è Matteo-
-Salve-
Qualcosa mi dice che si sta mettendo bene
Appena entrato mi siedo velocemente, la gente come al solito mi guarda male, io li ignoro, finchè non vengono due ragazzi che, bussando alla porta, chiedono di me dicendo che mi vuole il preside.
Ottimo
Sospensione in arrivo
Entro in presidenza, i due ragazzi si sono dileguati velocemente dopo avermi scortato.
Su una sedia vedo il ragazzo che avevo picchiato, il preside mi guarda, mi siedo.
Il preside aveva l' aspetto vissuto, quasi scocciato nel vederci seduti lì.
-In questa scuola casi di bullismo non sono tollerati-  dice lui guardandomi
-Non ho picchiato nessuno a scuola, rispondo io- Devo stare calmo, altrimenti finisco nei casini seriamente
-Fuori o dentro la scuola i nostri studenti non devono ricorrere alle mani-
-Io...-
-SMETTILA- mi urla il ragazzo contro
-Senti, ho fatto male a reagire così, ma tua vevi esagerato- Stò improvvisando, lui è chiaramente scosso
-Perchè siete passati alle mani?- CHiede il preside alzando la voce
Guarda più spesso me, ovviamente
-Lui mi ha aggredito- gli viene da piangere, punti a favore per lui
-Perchè lo hai fatto?- mi chiede il preside
Mi stà venendo da piangere anche a me, posso sfruttarlo
-Non volevo... solo che mia madre non va toccata-
-COSA?- urla il ragazzo contro di me, sembra infuriato, e ora la vittima sembro io
-Non mi interessa cosa vi siate detti le mani non vanno usate- Ribadisce il preside
-Scusi, non volevo, mi sono pentito, ma ho paura per mia madre...- Dico io per tentare di levarmi dai casini
-Io non ti ho mai...- viene interrotto dal preside
-Cos' ha tua madre?- mi chiede il preside
-Non ho voglia di parlarne- me ne esco io
-Stai dicendo una marea di cazzate- Sta pedendo il controllo
-Le parole- Lo sgrida il preside confuso
-Problemi col compagno- dico io asciugandomi le lacrime
-Non dovevi comunque farlo- mi ripete lui
-Non ho detto niente a sua madre- ribadisce il ragazzo, ancora visibilmente incazzato
-Non so come siano andate le cose, e non essendo avvenute in ambito scolastico non posso valutare-
Morale della favola?
Ne esco pulito
Noto il ragazzo incazzato nero andarsene
Ora
Ci divertiamo.
Dopo le lezioni incontro i ragazzi di prima e ci chiacchiero un pò
-Sono sopravvissuto alla presidenza-  annuncio io in maniera gloriosa
-Daje, domani ce ribecchiamo qua- dice Franco salutandomi battendo il pugno
Saluto gli altri
Chi l' avrebbe mai detto
Essere tra gli stronzi non è così male
Passo il pomeriggio da solo, ma madre è via, e vado a dormire prestino, sono agitato.
La mattina mi alzo relativamente presto e mi inacammino, arrivando stavolta non troppo in anticipo.
Vedo i ragazzi come al solito in gruoppo, che mi salutano
-Ciao bello, come te senti?- Chiede lui amichevolmente
-Bene Fra, solo un pò stanco- rispondo io
-Vedi quello laggiù?- Mi indica un ragazzo da solo
-Sì- Capisco dove vuole andare a parare
-Carcola che sta sempre pe i cazzi suoi, je annamo a da una svegliata?- chiede lui
Non voglio farlo, ma ormai tanto vale andare fino in fondo
Mi avvicino a lui
-Che fai da solo?- gli chiedo avvicinandomi
-Su con la vita-, gli dicono gli altri dandogli qualche spinta
-Cosa volete?- Chiede lui minaccioso
-Nulla, bello, ci stiamo solo divertendo con te- gli dico io
Se ne va ignorandoci
Gli corriamo dietro
-Ando te ne vai?- gli chiede Franco punzecchiandolo
-Cazzi miei- risponde lui visibilmente preoccupato
-Ma sti occhialetti ridicoli co sta frangia de merda chi te l' ha fatti?- Ride Simone dicendoglielo
-Levatevi- Si sta ammosciando, si vede che si sente pressato
Suona la campanella
Ci dileguiamo, non prima di avergli dato un' altra bella spintarella

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Capitolo 6
*** Passato ***


E le giornate passarono così, tra birrette fottute a qualche maggiorenne a spintarelle date a qualche sfigatello.
E mi piaceva.
I mesi passarono.
Non prendevo neanche voti così bassi.
I ragazzi mi spiegarono che la gente se ne fotteva se facevi quello che facevi fuori scuola.
E a me andava bene.
è mattina, oggi è Lunedì, devo sbrigarmi.
Dopo aver preso l' autobus, vedo il gruppetto ad aspettarmi.
Non sembrano felici.
Spero di non aver fatto qualcosa di sbagliato.
Franco mi guarda e mi prende a parte, la campanella sta per suonare
-Cosa vuoi?- gli chiedo io -
Si tratta di Simone, ieri un gruppetto di ragazzi l' anno aggredito- mi risponde lui
-E cosa credi che c' entro io?- Chiedo spaventato
-Tu nulla, tu devi aiutarci, si tratta di un gruppo di ragazzi che già conosci- risponde
-Non dirmi che si tratta di gente della mia classe...- Gli rispondo io
-No, ricordi Giacomo?- chiede lui
-Lo sfigatello di qualche mese fa?- chiedo io
-Sì- dice lui
-Ah, quindi lui ha picchiato Simone- suppongo io
-Lui e un gruppetto di ragazzi, penso si stiano ribellando- Dice lui
-Ribellando?- Dannazione, non posso tirarmi indietro
-Già, dopo scuola vediamoci dietro il cancello, devo farti vedere una cosa-
-Ok, a dopo- Gli rispondo io
-A dopo-Entro in classe, vedo Lisa guardarmi, ma stavolta in modo diverso
Francesco non si gira
Mi siedo al mio solito banco, questa situazione non può durare a lungo
Dopo delle ore estenuanti riesco ad uscire
Raggiungo il cancello e vedo il gruppetto
-Tieni- Dice Franco porgendomi un manganello spagnolo
Sono titubante Come ha fatto ad ottenerlo?
-Cosa dovrei farci con questo?- Chiedo io irritato
-La pasta- risponde ironicamente lui
-Stiamo esagerando, passare all' arma bianca non la vedo una strategia ottima- rispondo io
-Tu prendila- mi convince lui
-Ok, ma non ti aspettare che la usi- gli rispondo io
-Aspetteremo Giacomo e il suo gruppo da dietro i cespugli per la via- Dice lui
-Dobbiamo fare una retata?- Comincio a spaventarmi
-Dobbiamo fargli capire che i cani al guinzaglio se provano a mordere il padrone rimangono bastonati- dice lui guardandomi
-Sai cosa? Hai ragione- voglio farlo
-Bene- si allontanano- Vengo con voi- Li seguo
-Ehi, non oggi, faremo domani- dice lui ridendo
-Ok, a domani- me ne torno a casa
Nel tornare a casa intravedo un ragazzo seduto sul marciapiede
Passo oltre
-Ehi tu- mi chiama lui -Cosa vuoi... barbone-
lo insulto un pò io
-Non mi fai paura, vieni qui- mi chiede lui
-Si può sapere che cazzo vuoi?- Non capisco cosa vuole
-Ho visto che parlavi con Franco e il suo gruppo di imbecilli, e mi sembra di conoscerti- dice lui -Sono cazzi miei con chi parlo- gli rispondo
-Sono dei coglioni, lasciali stare- dice lui
-E da cosa deduci che lo siano?- chiedo io
-Da come trattano gli altri- risponde lui
-E cosa ti fa pensare che io non lo sia?- Gli faccio notare
-Non lo so, il fatto che non mi hai ancora picchiato- mi dice lui
è vero, perchè ci sto parlando? -Ora vado, non ho bisogno delle tue prediche- dico io
Mentre vado noto che si mette a piangere
-Cosa c' è?- Gli chiedo io -
Nulla- risponde lui-
Perchè cazzo ci sto parlando?
-Vedi? Tu sei diverso- Dice lui
-Forse- rispondo io
-Non parlarci- mi dice lui
-Non sono cazzi tuoi- gli rispondo
-Sai, l' altro giorno è morta mia madre- mi dice lui non guardandomi
Mi blocco
Non so che dire
Che fare
Lui è come tutti gli altri, prima chiedono compassione, poi ti sputano contro.Come Lisa. Come Francesco
-Deve essere stata una...- non posso dirglielo
Scappo verso casa mia

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Capitolo 7
*** Chaos ***


Dopo essere tornato a casa vado a dormire
Domani si vedrà
Già Domani si vedrà
La piazzola davanti a scuola è deserta.
è tardi.
Devo entrare.
Vedo Francesco sorridermi, in maniera stronza
Succederà qualcosa di sgradevole.
-Cosa vuoi?- Gli chiedo io
-Nulla, dopo vedrai- risponde lui
Comincio a preoccuparmi
Dopo le lezioni corro fuori, e mi ritrovo davanti al cancello Franco e compay.
-Sei pronto?- Oh, giusto, cazzo.
-Sì- sono pronto
Facciamo finta che non mi sia scordato il manganello a casa.
-Dov' è...- Sta per chiedere lui prima di venire interrotto da Giacomo che, insieme al suo gruppetto si avvicina da lontano.
Ci nascondiamo tra i cespugli, ormai se ne sono andati tutti.
Stiamo per saltare fuori quando intravedo il ragazzo di ieri... insieme a Giacomo
Non so che fare. Dannazione.
Gli è morta la madre.
-Aspettate- dico agli atri
Salto fuori dal cespuglio.
Tutti si voltano.
Giacomo mi riconosce e mi corre incontro.
-Fermo- gli dico io
-Volevi attaccarci?- Chiede il ragazzo
-No, è che non dobbiamo forzatamente picchiarci- dico io Loro mi guardano dietro le spalle, fissano qualcosa
-Allora hai portato pure i rinforzi, stronzo- mi dice uno
Temo che Franco e gli altri siano saltati fuori dalla siepe, ma mi giro.
E vedo Francesco correrci incontro, nel momento stesso partono anche loro, correndogli addosso.
Mentre loro corrono addosso a Francesco e i due tizi che si era portato appresso, rimane Giacomo a fissarmi, e comincia a picchiarmi
-ti diverte spaventare le persone?- Chiede lui mentre tenta dui darmi qualche pugno
Sono più grosso di lui, non mi fa granchè, ma mi giro e vedo cosa sta succendendo fra Francesco e gli altri amici di Giacomo.
Si stanno picchiando, ma brutalmente
Anche Giacomo si distrae.
Poi continua a picchiarmi.
Lo prendo al collo -Smettila- gli dico io
Sta succedendo il putiferio, e Franco spunta fuori con il resto dei ragazzi per picchiare gli amici di Giacomo.
Lascio Giacomo, qualcuno con Franco si mette a prenderlo a calci.
Quello che sto vedendo mi sta piacendo.
Si stanno scannando.
E io sono qui.
A me non hanno fatto niente.
Vedo Erica dall' altra parte della strada.
Cosa ci fa qui?
-Vattene- gli urlo io dall' altra parte
-Se non lo fai tu lo faccio io- mi dice lei
-Lo farò, ma vattene- le rispondo io
Mi giro, vedo il Chaos.
sono deglia animali.
Sono un animale.
Ragionandoci.
Io sono più furbo.
Chiamo la polizia.
Ma si.
Tanto sono solo carne da macello.
Francesco e la sua superbia.
Franco e il suo sentirsi superiore.
Giacomo che vuole dimostrare qualcosa.
Anche quel ragazzo.
Fanculo, cosa vuoi che mi freghi di sua madre?
Chiamo la polizia
E scappo.
Così mi libero solo di gente che reputo degna quanto un cane.

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Capitolo 8
*** Rivolta ***


Non so se considerarmi uno stronzo per quello che ho fatto, ma sono stufo.
I giorni seguenti venne fuori che Franco e company vennero comunque espulsi, pur stando fuori dalla scuola.
Francesco se la cavò con qualche cazziata dal preside, lui non aveva armi.
E io me ne stetti tranquillo.
Finchè non arrivò quel giorno.
Era un giorno come un altro, perculavo un po i ragazzini, mi facevo i cazzi miei, pensavo a come Francesco avrebbe potuto prenderla.
Poi, mentre stavo per entrare un ragazzo mi fece un cenno.
Mi avvicinai.
-Ci vediamo dopo le lezioni al cancello- mi disse
-Chi sei?- gli chiesi io
-Non ti deve interessare, disse lui- era strano
-Ci vediamo dopo- gli dissi io
Suonò la campanella e mi recai a lezione.
Francesco era ferito in faccia, con qualche livido, continuava a guardarmi.
-Cosa vuoi?- gli chiesi io
-Sei un miserabile stronzo- rispose lui
Sia vvicinava, ma eravamo in classe, senza professore
-Senti, coglione, io non ti ho fatto niente, non è un mio problema se ti sei messo a fare a botte con stronzi come te- gli dissi io
-Tu non ti rendi conto de che stai a fa- disse lui
-Lo so benissimo- risposi io
Arrivò il professore, e ci sedemmo
Lisa mi guardava, intensamente, come se fossi un malato
La odiavo.
Gli unici malati qui erano loro
Finirono le lezioni, e mi affretttai verso l' uscita.
Vidi Francesco in lontananza uscire con Lisa.
Si stavano baciando fuori scuola.
Loro.
Davanti a me.
...
Certa gente merita solo di morire.
Li accontenterò.
Vado al cancello.
Non so perchè
Sono curioso
-Eccoti- mi disse il ragazzo di prima
-Eccomi- risposi io
-Ho un affare da proporti- mi disse

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Capitolo 9
*** Proposta ***


-Diciamo che ti ho osservato- mi disse lui
-Cosa?- risposi io
-Si, caro il mio Dario- mentre lo diceva rideva
-Cosa cazzo sai su di me?- Ero già fuori di me per prima
-So che ultimamente sei un po nervosetto- rispose lui
Lo presi al collo, intorno quei pochi che c' erano o guardavano o ci ignoravano
-Cosa cazzo vuoi- gli chiesi io
-Parlavo proprio di questo- disse lui
-Se non mi dici che cazzo vuoi ti ammazzo- gli dissi io
-Sai cosa dice Il ghepardo alla gazzella per farla fermare?- Chiese lui
-Ti stacco la testa?- risposi io
-No, fermati, altrimenti morirò di fame- disse lui ridendo
Lo presi ancora più forte alla gola
-Cosa vuoi?- chiesi io
-Tu hai bisogno di me per Lisa e Francesco, o per gli altri a cui stai sul cazzo, tu mi servi per quelli che vogliono uccidermi- disse lui
Lo mollai
-Come fai a sapere tutto ciò?- chiesi io
-Io so tutto, e poi ti stavo osservando- disse lui
-Cosa vuoi?- gli chiesi io
-Ma non ti stanchi mai di chiederlo?- disse lui
-Se non mi spieghi cosa vuoi e come fai a sapere tutto ciò farai una brutta fine- dissi io
Mi passò una cartella La aprii
C' erano foto
Di tutte le ragazze dell' istituto.
Vicino erano scritti dati come l' altezza, il colore degli occhi, il comportamento.
Aveva i dati di tutti gli studenti.
-Cosa?- chiesi io
-Diciamo che voi mi chiamate perseguitatore- disse lui
-Stalker- risposi io
-Anche- disse lui
-Come fai ad avere tutti questi dati?- chiesi io
Bhe, fotografo il paesaggio, e casualmente di mezzo ci vanno le ragazze, quindi già che ci sono le schedo- dicendolo rideva
-Sei un pazzo- dissi io
-Perchè tu no?- chiese lui
-Forse- risposi io
-Immaginati tutta questa fottuta scuola ai nostri piedi- disse lui, tremava dicendolo, aveva i capelli lunghi che gli si posavano sul viso.
-Ok, ma cosa dovrei fare io?- chiesi interessato
-Io ti passo le informazioni, tu mi proteggi- disse
-Per me può andare- dissi
Cosa volete che vi dica? Io ero un pezzo di merda almeno quanto lui. Mettermi a fare il moralista sarebbe stato ipocrita.

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Capitolo 10
*** Dolore ***


Dopo tutto quel casino capii che la gente merita di essere trattata come si trattano i cani.
Prima gli dai da mangiare per farti credere che gli importi di loro.
Poi li bastoni perchè stanno mangiando quello che gli hai dato.
Dopo che loro due hanno osato fare una cosa del genere... davanti a me... Ora ho l' opportunità di ferirli davvero.
Finora l' unico male che ho fatto è stato fisico, umorale, comportamentale, ma non basta.
Devo passare all' emotivo e al mentale.
E qui un pazzo mi ha passato tutte le informazioni che mi servono.
Quel pervertito ha anche scritto che tipo di mutandine indossa Lisa quando porta la gonna.
Mi stupisce. Ma non mi importa.
Ha scritto che si sente spesso con una certa Sara, di un' altra classe, probabilmente... a meno che non si sia sbagliato con Sofia.
Già, può essere. Sara Lombardi... umm... non ha sbagliato.
E questa Sara è collegata a lei e a Sofia.
Cominciamo.
Torno a casa, stavolta mia madre c' è.
-Ciao, ma- le dico io -Dobbiamo parlare- dice lei
Non vorrei avesse scoperto di qualche casino che ho fatto
-La tua amica, Erica... viene più qui?- Mi chiede lei
-Abbiamo litigato, ma tranquilla- le dico io
-Ah, mi dispiace- mi dice lei -
Cosa dovevi dirmi?- le chiedo io
-Nulla, vai pure in camera- dice lei
-Dovevi dirmi solo questo?- chiedo io
-Si, è che non porti più nessuno a casa- dice lei
-Già- dico io -
Tu sei superiore a loro- mi dice lei
-Lo so- dico io
-Non devi essere insicuro, e anche se non riesci a rimorchiare non fa niente- dice lei
-Dobbiamo parlarne proprio ora?- dico io
-L' importante è che stai con chi vuoi- dice lei
-Ok, vado in camera- dico io
Ho da fare.
E c' è gente che non ne uscirà indenne.
Vado in camera, so chi colpire
Il giorno seguente mi reco, durante la pausa, verso Sara, della classe vicina.
-Ciao, bella- dico io
-Cosa vuoi da me?- sembra spaventata
-Diciamo che ho tempo da perdere- dico io
-Allora fallo da un' altra parte- dice lei
-Ma non ti senti un tantino puttana a vestirti così?- ci sto prendendo gusto
-Tua madre è puttana, non io- dice lei
Eravamo di fronte ai bagni
-Ah, scusa, è che quella scollatura mi intrattiene troppo, troia- sto quasi per ridere
-Sparisci o chiamo qualcuno- dice lei
-Va bene, sparisco- dico io
Mi dileguo, aspetterò che esca dall' edificio, e li mi divertirò.
Dopo le lezioni la vedo dietro al cancello, vicino la strada.
-Ah, cerchi dei clienti- le dico io
-Basta- mi dice lei -
Ma il tuo fidanzato quando te lo mette nel culo ci pensa a con quale troia sta?- le dico io
Sto esagerando, forse, ma mi diverto.
-Non ti azzardare- dice lei
-Altrimenti?, potrei stuprarti, se volessi, ormai non c' è nessuno- le dico io La vedo seriamente preoccupata, ha le lacrime
-Vai via- mi dice lei
-Ah, la tua amica, Lisa, sono un suo amico, è lei che mi ha detto tutto ciò, sono venuto a dirti di evitarla- Le faccio vedere una chat finta.
-Lei, ti ha detto così- mi dice lei
-Già, ora lasciala stare-
L' ho terrorizzata. Non rivolgerà più la parola a Lisa ed è un problema in meno, già

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Capitolo 11
*** Piccole note di inizio seconda stagione. ***


Spero che queste piccole note, espresse attraverso un capitolo del libro non violino il regolamento del sito. Dopo mesi di assenza sono tornato, e comincerò presto a scrivere la seconda parte di questa grezza e incasinata storia iniziata ormai più di un anno fa. Ringrazio chi ha recensito i capitoli precedenti e mi ha dato sostegno, credo sia dovere farvi vedere la fine di questo racconto. Grazie a tutti

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Capitolo 12
*** Piazza ***


Ci sono dei problemi.
Noto che Lisa e Sara si parlano di meno, e questo è un bene. Solo che sono passate due settimane e non è successo praticamnete niente.
Il pazzo si è finalmente rivelato, si chiama Leonardo.
Ogni giorno si ferma all’ uscita aspettandomi, mi parla delle ultime nuove in quell’ istituto di merda, mi da informazioni su Lisa e Francesco, e poi ognuno per la sua strada.
Almeno fino a oggi.
La giornata era passata normalmente, la gente mi schifava, mi evitava, ero tranquillo.
Ho preso anche voti discreti, senza studiare.
Sembrava che la mia vita si fosse finalmente stabilizzata.
Quando noto che all’ uscita Leonardo non c’ è.
Non che mi importasse granchè, sia chiaro. Solo che sembra un tipo discretamente interessante, dopotutto.
Mi incammino subito verso casa, e come sempre incrocio Erica.
-Ti sei fatto un nuovo amico- Dice lei sorridendo
-“Amico” è una parola grossa, diciamo collega- Le rispondo io.
Quel giorno Erica era più strana del solito, aveva i capelli legati e gli occhi color nocciola sembravano spenti.
Continuiamo a camminare, quando si volta
-Mi prometti che non farai nulla di troppo stupido?-
-Non posso prometterti nulla- Dicendolo ridacchio.
Lei mi saluta e svolta l’ angolo.
È sempre un piacere parlare con lei
Mi arriva un messaggio. È Leonardo, mi chiede di incontrarci in piazza. Il chè è strano, è la prima volta che mi contatta via telefono.
Non avendo granchè da fare, ed essendo venerdì decido di accontentarlo.
Prendo il primo autobus che passa e mi siedo.
Mi metto le cuffiette e ascolto un po di ost.
Sì, la musica “normale” non mi entusiasma più di tanto.
Noto una ragazza molto carina, seduta due posti avanti. Ha uno zaino, deve essere dell’ istituto.
I capelli ricci le arrivano fino al bacino, e lo zaino rosa appariscente non la fa di certo passare inosservata.
La osservo da lontano, ma arriva la mia fermata e mi dirigo verso l’ uscita.
Perfetto, non abita nella mia città, il mio solito “culo”. Spero abiti comunque nei dintorni.
Mi dirigo verso la piazza, mentre mi tocco i capelli ricci.
Noto Leonardo seduto su una panchina in modo anomalo.
Mi avvicino e lo saluto, sempre con fare distaccato.
Gli chiedo la motivazione per cui volesse incontrarmi qui.
-Sono preoccupato, hai presente i bulletti che hai fatto sospendere chiamando la polizia settimane fa?-
Cazzo, avevo smesso di pensarci per qualche istante, e arriva lui a ricordarmelo.
-Sì, e la cosa non ti riguarda- Rispondo io
-Fino a un certo punto, ti ricordo che la sospensione era di due settimane- Dice lui senza accennare un sorriso.
-Lo so, ma non posso farci nulla, vedrò di evitare di farmi ammazzare- Dico io in maniera seria.
-Un loro amico è venuto da me oggi, e mi ha chiesto informazioni su di te- Dicendolo abbassa lo sguardo
Per un attimo mi intimorisco
-Chi?- Chiedo io preoccupato
-Un certo Edoardo De Simoni- risponde lui
-E tu cosa gli hai detto?- Chiedo io con fare minaccioso
-Gli ho detto delle cazzate, e tra poco ho un appuntamento con lui- Risponde lui guardandomi
Mi sta davvero aiutando?
-Perchè avresti dovuto aiutarmi?- Chiedo io con fare stranito
-Perchè mi diverti. E poi tra rifiuti della comunità ci si intende- Risponde lui
Non posso fidarmi. Non subito
-Quindi, cosa hai intenzione di fare?- Chiedo io
-Dimmelo tu, io sto prendendo tempo, ma ti sei messo contro gente non proprio innocente- dice lui alzandosi
L’ istinto mi dice che posso fidarmi di lui. Ma la logica mi tira i capelli facendomi notare che fidarmi sarebbe ora come ora la cazzata più rischiosa che possa fare
-Non posso far altro che sperare tu non mi stia mentendo- Dico io mentre si allontana.
Si ferma e si gira verso di me
-Non ci contare troppo. Pensa a un piano B- dicendolo si rigira e si incammina verso la strada più vicina
È veramente un ragazzo interessante.
Peccato che ora come ora debba pensare a come non farmi ammazzare da quel gruppo di decelebrati.
E pensare che tutto ciò è partito da una stupida cotta.
Però stranamente sto bene.
Sono a mio agio.
Mi domando se davvero esistano i buoni e i cattivi.
Oppure se semplicemente è la vita a dirci cosa fare.

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