From Hell

di BlackTongue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** The Hunt is Begin ***
Capitolo 3: *** No One Like You ***
Capitolo 4: *** In the End, it Doesn't even Matter. ***
Capitolo 5: *** The Final Countdown ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Aria, di nuovo aria. Sentirla sulla faccia è piacevole. Se la ricorda molto bene,
quella sensazione di freschezza, quasi come spazzasse via tutta la sporcizia che
si ha addosso. Avrebbe voluto che accadesse, avrebbe voluto tante cose ma
mai come il desiderio infernale di bersi una birra e sentirla scivolare giù per la
gola. Sorrise, subito dopo. Dopo secoli, sorrise. L'ironia velata di quel
momento era abbastanza semplice. Aveva ancora desideri umani, nonostante
fosse un animale.
Era notte inoltrata e si stava dirigendo verso un pub, fortunatamente ancora
aperto. Un po' di buona volontà, una leccata ai culi giusti ed era riuscito ad
avere il suo vecchio involucro, a cui era tanto affezionato. Aveva svolto un
buon lavoro e l'avevano premiato, come si fa in ufficio.
Si faceva abbastanza schifo, ma ormai non poteva cambiare ciò che era
diventato; due anni all'Inferno sono un eternità e certe abitudini sono dure a
morire. Sentiva l'odore che un tempo gli apparteneva, da molto lontano, ma
ora che era in mezzo agli Umani era quasi fastidioso. Lo annusò
riempiendosene i polmoni, poi si aggiustò il colletto della giacca e andò verso il
bancone. Una volta seduto si guardò intorno, alcune coppiette e i soliti
ubriaconi, qualche ragazzo che giocava al biliardo e due cameriere che
servivano ai tavoli.
<< Dimmi. >>
Venne distratto da quella piccola parola e si spaventò sentendo una voce e non
un urlo. Osservò il barista accigliato, diede un colpo sordo al bancone e lo
osservo, senza sorrisi.
<< Una birra grazie, bella fresca. >>
Il barista annuì e lo lasciò li solo. L'illusione almeno di avere sete poteva
permettersela.
Dopo qualche sorso, posò i soldi sul bancone, così che il barista si avvicinò e lui
ne approfittò per strappargli qualche parola.
<< Ehi, un motel qui vicino? >>
<< A due miglia da qui ce n'è uno, non costa neanche tanto. >>
<< Grazie >>
Si alzò prendendo la birra con sè ed uscì.
Improvvisamente il pub si spense, diventò completamente buio, nessuna luce
nessun rumore. Il barista andò a controllare le luci, accese il salvavita ed
improvvisamente il locale saltò in aria.
Lui era fuori a godersi la scena, con gli occhi illuminati dalla luce intensa del
fuoco e le labbra bagnate di birra.
 
Stanza 302. Un giovane ragazzo, dalla faccia troppo stanca e imbevuto di caffè
stava davanti al pc, che era l'unica fonte di luce li dentro. Sentì l'impellente
bisogno di andare a svuotarsi la vescica, cosi scansando la sedia, raggiunse il
bagno. Afferrò con disgusto l'idea di dover illuminare quella stanza dato che
non c'erano finestre e centrare la tazza in quelle condizioni era da record. Si
abbassò la cerniera e fece quello che doveva fare.  Un sospiro, poi la luce si
accese e si spense. Due colpi secchi, come se qualcuno stesse giocando con
l'interruttore. Velocemente si ricompose e uscì dalla stanza; al buio seduto
davanti al pc c'era la persona che avrebbe desiderato vedere di più al mondo,
ma sapeva che se l'avesse rivista non sarebbe stato un buon segno.
<< Sammy >>
Il suono della sua voce, quel nome e il suo sguardo, gli stessi vestiti, quel
sorrisino sornione, Dean era tornato.
<< Che diavolo ci fai qua >>
Ovviamente Sam non l'avrebbe abbracciato, tutti e due sapevano che non
sarebbe stata una allegra rimpatriata famigliare.
<< Benjamin Bikermann? Che brutto nome ..  >>
<< Cosa ci fai qui >>
Scandì bene ogni parola. Non si schiodava dall'ingresso del bagno, proprio
accanto alla porta della stanza, stava li immobile con lo sguardo fisso su suo
fratello. 
<< Non mi saluti neanche? Sei diventato antipatico fratellino ..  >>
<< Io non sono più tuo fratello >>
<< Oh e io che pensavo ti facesse piacere rivedermi! Ho fatto fatica per riavere
il mio corpo e vedo che il più bello rimango sempre io .. >>
Dean aveva il suo solito humor e rise per un attimo.
<< Non fai ridere Dean >>
A quelle parole diventò serio e si alzò dalla sedia.
<< Dici? Ho vinto il premio Simpatia laggiù! >>
Fece qualche passo in direzione di Sam per poi deviare verso la borsa da
viaggio, era aperta sul letto. Frugò dentro e trovò il vecchio diario di John.
Sorrise, lo prese in mano e lo agitò indicando il fratello.
<< Sai Sammy, papà non sarebbe contento di sapere che stai facendo ..>>
Sam lo guardò interrogativo, ma l'espressione si fece immediatamente dura.
<< Che sto facendo io?! Ma guardati .. >>
Dean rise, di gusto.
<< Io per lo meno ho scelto di esserlo! Tu invece? Anzi, dov'è? >>
<< Dov'è chi .. >>
<< Non fare il finto tonto, non sai mentire ... >>
<< Non capisco a chi ti riferisci >>
Dean seccato dalla risposta, fissò intensamente Sam, quegli occhi verdi erano
più spaventosi e inquietanti di qualsiasi altro sguardo demoniaco.
<< Non fare giochetti con me, dov'è Ruby. >>
<< Ru - Ruby? >>
Fece qualche altro passo in avanti, verso il fratello, in due anni aveva imparato a
recitare ma non bisognava avere il sesto senso per capire quando uno mente e
quando no.
<< Sam, sappiamo tutti e due che è meglio parlare civilmente prima di
compromettere la struttura del motel per un tuo capriccio, anche perchè non
vorrai sacrificare delle vite per porteggere quella troietta, giusto? >> Sorrise
avvicinandosi ad una porta e aprendola di scatto, ma non trovò nulla. Cosi
accese la luce, la vicinanza con Sam si era ridotta di parecchio e nessuno dei
due sentiva paura.
<< Perciò perchè non mi dici dov'è, cosi tu torni ai tuoi lavoretti e io ti lascio in
pace per sempre? >>
Sam rilassò il viso che era mosso in una smorfia di incredulità. Si spostò dal
fratello e andò a sedersi sul letto, strofinandosi gli occhi per via della luce
accesa. Poggiò i gomiti sulle ginocchia e fece cadere la testa in avanti.
<< Non lo so .. >>
<< Sam .. >>
<< Non lo so davvero dov'è! L'ultima volta che ci siamo incontrati è stato due
mesi fa e da li non l'ho più sentita ne vista ..  Perchè la cerchi? >>
<< Questioni private ..>> disse il fratello arricciando il naso.
<< Sai Sam, prima di finire laggiù ti ho immaginato tante volte solo, tante volte
..  Ma mai avrei immaginato che saresti finito cosi. >> Nelle parole di Dean c'era
una forte nota di disgusto, aveva sempre visto Sammy innocente, pieno di
buoni propositi e incorruttibile.
<< Cosi come? Eh? Che dovrei fare? Tu te ne sei andato! >> Sam stava iniziando
ad alterarsi, parecchio, la voce si era fatta strana e Dean non lo guardava in
faccia.
<< Sam, c'è Bobby .. >>
<< Oh Bobby! Già! E secondo te dovrei fare la sua stessa fine? >> Sam si era
alzato in piedi e stava davanti a Dean.
<< Sempre meglio di succhiare del sangue da una troia e giustificare il tutto con
il fatto che salvi le persone! Stai diventando come lei! Come Me! >>
Erano faccia a faccia, si urlavano contro, erano amareggiati l'uno nei confronti
dell'altro e non sarebbe finita bene quella discussione.
 

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Capitolo 2
*** The Hunt is Begin ***


 
Ti va di andare nel passato?
 
L'ordine era preciso; nessuna via di scampo. Due barboni erano in cammino da un po' di tempo verso una meta abbastanza inconsueta, un campo nel nulla completo.
La domanda sorge spontanea: Che ci fanno due barboni in un campo vuoto?
La camminata era lenta, cadenzata dal tintinnio della pala che ogni tanto sbatteva sull'asfalto. Camminavano in mezzo alla strada come se nulla li potesse toccare, nemmeno un TIR a 100km/h. E forse sarebbe stato davvero cosi, finchè quel fumo nero non li avrebbe lasciati senza più una goccia di vita, consumati fino alla fine, nemmeno un esile respiro.
Poco più in là una rozza croce di legno, unita da un paio di chiodi, si conficcava nel terreno erboso.
I due vagabondi fecero un rapido giro di perlustrazione dell'area, per assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi cominciarono a scavare. Scavavano cosi incessantemente che come sentirono il legno si misero a graffiarla, facendo uscire il sangue da sotto le unghie.
Spaccarono la bara all'altezza della vita, poi uno dei due si mise di fronte all'altro; posarono le mani sinistre sulla pancia del morto e unirono le mani destre tra di loro.
Cominciò una lenta litania in varie lingue ormai cadute in disuso e nemmeno conosciute; la cantilena era bassa con un tono confidenziale ma piano piano il tono si faceva sempre più alto fino ad arrivare a vere e proprie urla come se venissero dilaniati.
L'urlo liberatorio dei due, fece uscire dalle loro bocche una spessa cortina di fumo nero che si anellò tra loro al di sopra della bara sprigionando una intensa carica di energia, i due fiumi di fumi si fusero tra loro, per poi infilarsi come una serpe attaverso il legno della bara.
I corpi dei vagabondi caddero all'indietro, inermi senza più vita, gli occchi erano bianchi e dalle bocche di entrambi usciva un piccolo rigolo di sangue che cadeva verso terra.
 
10 minuti dopo si sentì un respiro, di chi torna in superficie dopo un intensa apnea.
 
Il ragazzo dentro la cassa da morto prese a calci il legno che debole e mangiato dai tarli si spaccò nella parte inferiore; piegò le ginocchia scivolando dentro essa, con le mani si tenne alla parte del legno superiore intatta, piantò i talloni facendo forza con gli addominali e riuscì a mettersi seduto.  Fece calmare il suo respiro, regolarizzandolo, chiuse gli occhi respirando a pieni polmoni l'aria.
Aprì gli occhi e si alzò in piedi, valutò un attimo la situazione prima di uscire dai due metri di terra; accanto a lui i corpi morti dei barboni, che con uno sguardo disgustato scostò coi piedi, facendosi spazio per andare nella parte salda della tomba. Salì li sopra poi poggiò entrambe le mani facendo leva sugli avambracci  innalzandosi, aiutandosi con i piedi da qualche appiglio che aveva trovato nella terra.
Una volta uscito, si sistemò i capelli, pulì i vestiti dalla terra e si guardò intorno; deserto assoluto.
Si avviò verso la strada asfaltata, con sicurezza e un sorrisino stamapato sul bel volto del ragazzo.
Sammy, potevi seppellirmi più vicino .. •
 
Il ragazzo camminava silenzioso e leggermente allegro per il ciglio della strada, a quell'ora non c'era nessuno e il sole rischiarava l'orizzonte. Sentiva che si stava avvicinando a un centro abitato, 250 metri più tardi ne ebbe la conferma.
Verso le 5.30 del mattino passava una macchina, un SUV nero gli illuminò la strada, arrivava alle sue spalle, lui si limitò a guardarlo mentre lo superava.
La ragazza all'interno, lievemente ubriaca, notò lo sguardo del ragazzo così prese l'insana idea di dare un passaggio ad uno sconosciuto, bello. Si parcheggiò poco più in là, si sporse osservandolo e gli fece cenno di avvicinarsi; lui non affrettò il passo ma raggiunto il finestrino sfoderò un innocente sorriso e alzò il tono di voce per far sembrare che fosse davvero innocente.
• Ciao, ti sei perso? • La ragazza aveva all'incirca 22 anni, doveva essere del posto perchè nonostante la domanda ovvia  sembrava conoscesse ogni faccia del paesino.
• In effetti, si! La mia macchina mi ha lasciato 5miglia fà e sto camminando da questa notte cercando qualcuno che mi aiuti ma .. • si guarda intorno facendo ancora il ragazzo gentile • ..  non è passato nessuno di qui! •
Lei sorride credendo a tutte le parole di quell'affascinante ragazzo sconosciuto.
• Bè quella strada non la usa quasi nessuno, soprattutto la notte! Dai sali ti do' uno strappo fino al meccanico! •
Il ragazzo sorrise, fece il giro della macchina e ci montò sopra; i SUV erano davvero problematici. 
• Allora che ci fai qui, in questo posto sperduto? •
• Sto cercando un vecchio amico e abita qui, ma non mi ricordo il suo cognome ... •
• Prova a dirmelo! • Era bionda, viso gentile, sempre sorridente e tette probabilmente rifatte; questo era il quadro generale della guidatrice. Lui la stava squadrando da capo a piedi.
• Be si chiama Bobby, è un tipo un po' solitario, lavora in una demolizione di auto .. •
La ragazza non lo fece finire.
• Ah ma certo, Bobby! Lui non abita qui, ma se vuoi ti ci posso portare! •
Ci avrebbe giurato, l'unico posto sicuro dove poteva seppellirlo il suo fratellino era lontano da sguardi indiscreti ma vicino ad una persona cara.
•Ah grazie, ma per ora ho solo voglia di mangiare! E di lavarmi!• Concluse. La recitazione era un'arte che gli riusciva bene anche se il non ironico era difficile da interpretare, continuava a sorridere a quella specie di bambola gonfiabile e pensava che a furia di farlo gli sarebbe venuta una paralisi. Continuarono a parlare fin quando non lo lasciò ad un motel, che pagò lei. La cosa bella dell'essere morti e poi risorti è che se usi il tuo vero nome e ti rintracciano nessuno ci potrebbe credere che sia veramente tu, figo no?
Appena aprì la porta della stanza, un odore di alchol misto a disinfettante lo investì; non ricordava di averlo mai sentito cosi forte, fece spallucce e spalancò tutte le finestre della stanza. Andò verso il bagno dove fece una grande pisciata, in segno di vittoria o forse perchè quando morì se la stava facendo addosso. Guardò la doccia e poi si guardò allo specchio; c'era un problema. Si sarebbe anche lavato per bene ma non aveva senso rimettersi i vestiti sporchi, quelli li doveva bruciare, puzzavano troppo di terra. Così uscì dalla sua stanza e si fece un giro per i corridoi, arrivato al 4°piano notò che un uomo della sua stessa tazza, leggermente più grasso, usciva dalla stanza. Assunse l'aria di chi aveva la stanza li, tirò fuori le chiavi cercando quella giusta e quando passò vicino all'uomo lo salutò alla maniera di chi vede il proprio vicino. Assicuratosi che non ci fosse nessuno, fissò intensamente la porta, gli occhi gli diventarono completamente neri, compresa la parte bianca, e la porta si spalancò con fragore, tanto che dovette essere svelto nell'afferrarla per non farla sbattere contro la parete: qualcuno avrebbe potuto sentirlo. Entrò guardandosi intorno, fortunatamente l'uomo grasso non vestiva tanto male, gli rubò 5 magliette, 3 jeans e tutte le mutande che aveva; sulle mutande aveva qualcosa da ridire, ma si doveva accontentare. Uscì richiudendo la porta alle sue spalle senza toccarla e andò a farsi la doccia.
Il getto dell'acqua calda gli massaggiava la schiena, stava pensando a qualcosa, in realtà pensava a tutta la sua vita, a come sarebbe stato rivedere Bobby, Sam ..
Il suo pensiero si fissò su Sam, su suo fratello, l'unico appiglio a cui si era aggrappato per rimanere cosciente quando lo torturavano, era il motivo per cui era diventato quello che era, non voleva giustificarsi ma sapeva che se fosse diventato cosi, avrebbe potuto finire ciò che gli bramava iniziare e rivedere suo fratello era l'unica cosa importante, il resto veniva dopo.  Il sapone gli scivolava giù, dalla testa passando per la faccia, fino al petto; non ne voleva sentire di uscire da li, gli sembrava che lavarsi per bene fosse un buon modo per riniziare da capo, per sentirsi più pulito mentalmente. Dopo una buona ora uscì da quella sauna, lentamente si vestì. Aveva una maglietta beige a maniche lunghe con dei bottoncini, una camicia nera che lasciò aperta e poi il giaccone di pelle marrone. Si guardò allo specchio sistemandosi i capelli biondi, il viso aveva un po' di barba ma quello che si guardò più a lungo fu lo sguardo, voleva vedere se riusciva ad essere quello di sempre, voleva vedere se quegli inconfondibili occhi verdi si dipingevano della malizia e del sarcasmo che lo caratterizzavano solitamente. Sorrise beffardo e sornione e per un po' ci credette anche lui; improvvisamente gli occhi tornarono neri e il sorriso si spense: non poteva tornare indietro, ormai era quello che era e se ne doveva fare una ragione, doveva recitare. Gli occhi tornarono verdi, brillanti, sorrise convincendo la sua immagine, si tirò su il colletto del giaccone e uscì dalla sua stanza in cerca di cibo.

Dopo aver ordinato alla tavola calda prese il giornale del posto. Ovviamente non poteva sperare che Sam fosse lì casualmente dove si trovava lui, ma se c'era qualcosa di strano nei dintorni forse l'avrebbe trovato.
Il fiuto del cacciatore non lo aveva abbandonato.
Lesse attentamente ogni pagina, dall'oroscopo allo sport, passando per la pagina dei necrologi; nulla. Chiuse e piegò il giornale mettendolo da parte sulla poltroncina di pelle rossa dove sedeva lui, pochi minuti dopo arrivò la colazione; bacon, uova, una tazza riempita fino all'orlo di caffè nero e due fette di pane tostato. Afferrò la forchetta infilzando le uova, quando la portò alla bocca l'odore delle uova si insinuò nelle narici facendogli fare una faccia schifata. Gli ricordava l'Inferno, anche se l'odore dello zolfo assomiglia più alle uova marce.
•Qualcosa di strano?• chiese la gentile e giovane cameriera. Lo osservava sorridente ma c'era una vena di preoccupazione nella sua voce.
Dean alzò lo sguardo abbassando la forchetta.
•Assolutamente no, è tutto perfetto. • parlava con assoluta calma e regalò alla cameriera un sorriso gentile.
•Se le uova non vanno bene gli posso portare dell'altro .. •
•Nient'affatto, vanno benissimo, ci devo solo rifare l'abitudine. • disse scuotendo la testa e continuando a sorridere. Lei in tutta risposta rise e andò verso la cucina.
Mangiò la colazione e quando venne il tempo del caffè gli occhi s'illuminarono, quasi felici di specchiarsi nuovamente in quel liquido nero. Lo sorseggiò avido di imprimersi il sapore, ormai della caffeina non ne aveva bisogno aveva il solo desiderio di berlo, come se stesse ritrovando un vecchio amico. Pagò ed uscì dalla tavola calda.
Si fece un giro per la città, il tempo era sereno ma il vento era freddo.
Raggiunse una rivendita di auto, stava li davanti al cartello pensando a come prendersi una macchina; non aveva i documenti, nè i soldi, come faceva?
Entrò sorridente e sicuro di sè.
• Benvenuto alla Rainbow Cars! In cosa posso esserle utile? • ad accoglierlo era un uomo panzuto, vestito da texano e con l'alito che puzzava di sigaro che investì la faccia di Dean. Lui non battè ciglio e sorrise.
•Ahm ..  Mi servirebbe un auto .. una normale, non un SUV nè le ultime uscite .. un'auto. •
•Ne abbiamo di tutti i tipi amico! Vieni te ne faccio vedere alcune .. •
Dean lo seguì paziente e si ritrovò davanti ad un immenso parcheggio. Girò intorno ad alcune macchine finchè non si ritrovò davanti alla brutta copia della sua Chevy Impala. Sicuramente non avrebbe ruggito come faceva la sua, tantomeno era comoda come la sua, ma almeno erano dello stesso colore. Una piccola consolazione, diciamo. Sorrise al rivenditore e si sedette sulla macchina.
• Come si chiama lei? •
il rivenditore non capiva il senso della domanda ma rispose comunque, sistemandosi i pantaloni.
•Io mi chiamo Steve •
•Bene Steve, a me piace questa macchina però c'è un problema .. •
Steve sorrise fissando Dean in modo interrogatorio ma senza togliersi quel sorriso ebete di chi la sa lunga.
• Qualsiasi sia il problema lo risolveremo insieme amico! •
Dean sorrise abbassando il capo, lo alzò fissando il sole e poi tornò a fissare Steve, aveva la fronte aggrottata e gli angoli della bocca erano verso su.
•Oh certo .. Ma non credo saresti d'accordo se ti dicessi la mia soluzione, perciò .. • Gli occhi diventarono neri e Steve non ebbe neanche il tempo di meravigliarsi che gli si spalancarono gli occhi e le mani andarono a stringersi il petto; piano piano il cuore stava accellerando. Il ragazzo stava comandando il pompare del muscolo dell'uomo fino a portarlo all'esplosione.
Così fece.

Steve si accasciò a terra, il sangue usciva lento e caldo dalla bocca e dalle orecchie. Il ragazzo lo osservava impassibile. Dopo aver scavalcato il corpo, entrò dentro l'ufficio, cercò e prese le chiavi, svuotò la cassa e si avviò alla macchina. Con un rapido movimento di volante evitò tutte quelle parcheggiate ed uscì dalla rivendita.
Il modo migliore per raggiungere suo fratello, era anche l'unico modo che conosceva.
La caccia aveva inizio.
 
 
 
Scusate tanto questa spero sia l'ultima volta che metto sto capitolo, ma è che mi ero illusa che ci fossero i dialoghi anche questa volta e invece poi mi sono ricordata che quelli tra  i segni < e > non li legge, maledizione. Scusate ancora la prossima volta non accadrà più! Grazie a tutti quelli che hanno cercato di leggerla!

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Capitolo 3
*** No One Like You ***


 

Dean guidava da circa due ore lungo una strada in mezzo al nulla. Manco a dirlo non c'erano nemmeno macchine, era completamente solo. Questione di abitudine. La brutta copia della Chevy filava che era una meraviglia, ancora non gli aveva dato problemi. Niente musica, compagnia o rumori esterni, ma non lo aveva notato talmente occupato dal pensiero fisso della sua nuova “vita”; il fatto che fosse tornato a fare tutte quelle cose che sembrano normali lo aveva stupito, pensava che lo avessero azzerato li sotto ma mangiare, bere, lavarsi o dormire … be ora per lui erano come dei riti, lo faceva perché gli piaceva farlo. Oltre a questo stava pensando a Sam e il fatto di aver evitato la visita paterna di Bobby gli dava un po' di vantaggio; eliminarlo non è nei suoi programmi. Il cellulare squillava da un po' ma a farlo tornare con la mente lucida fu una macchina che improvvisamente gli sfrecciava affianco.

•Pronto?• la voce era seccata.

• Allora? Stai .. • interruppe la voce dall'altra parte del telefono con un carinissimo “non rompere” .


15 minuti dopo si stava parcheggiando di fronte al motel “Fire in the Night” che tutto lasciava pensare tranne ad una romantica luna di miele. Tolse le chiavi dal quadro, afferrò una borsa di tela blu non troppo pesante e scese dalla macchina. Sorrise alla padrona che lo guardava torvo dalla receptionist e si diresse verso il secondo piano. La scala era piccola di metallo e ai lati c'erano delle piccole fiammelle accese. Le pareti e le porte erano bianche, mentre i contorni delle finestre erano rosso.. fuoco, appunto. Sotto ogni numero della stanza c'era una fiammella disegnata. Dean osservava il tutto abbastanza divertito fin quando non raggiunse la 215. Bussò e si buttò la borsa sulla spalla destra mentre la mano sinistra poggiava allo stipite, la schiena era inarcata e il volto verso il tappeto dove si leggeva “Burn Baby Burn”. Rise e subito dopo la porta si aprì, lui si limitò ad alzare lo sguardo corrugando la fronte.

• Fai pandant..• disse mentre entrava nella camera.

• Ciao a te .. • Ad aprire la porta era una ragazza coi capelli rossi, gli occhi blu e il fisico asciutto che alla battuta del demone fece una smorfia e sbatté la porta per chiuderla.

• Sei in ritardo .. • disse mentre si sedeva sul letto di fronte alla poltrona dove il suo ospite si era impossessato di una busta di patatine da finire.

• C'era traffico, scusa. • bofonchiò con la bocca piena, lei lo guardò abbastanza schifata, ma sorvolò. • Allora l'hai trovato? •

• Si maiale... Anche se mi stavo chiedendo se non fosse più facile cercare lei. •

• Lei è furba, sa far sparire le sue tracce. • mentre inghiottì il boccone.

La ragazza fece la faccia incredula, tirò indietro il viso e sollevò entrambe le sopracciglia. • E secondo te ci dirà dov'è .. •

Lui in tutta risposta fece spallucce e si leccò le dita sporche di sale e olio • E' mio fratello, ci provo .. Gliel'ho insegnato io che i demoni mentono sempre, se si è fidato del primo perché non dovrebbe fidarsi del secondo .. • concluse leccandosi le labbra per togliersi il sale, poi con un cenno del capo indicò la ragazza. • questa dove l'hai pescata? • alzandosi in cerca del mini bar.

• Nella spazzatura.. • si guardò allo specchio che aveva di fronte.

• Una prostituta? • mentre si stappava la bottiglia risedendosi sulla poltrona, osservò attento la ragazza.

• No, una ballerina di lap dance .. le ho promesso che il figlioletto avrebbe avuto una vita migliore se lei si dava in prestito. •

• L'hai davvero convinta così? •

Lei annui • si, gli ho detto che avrebbe avuto una retta mensile tale da portarlo fino al college ..•

Lui rise e scosse la testa • chi ci penserà ai soldi? •

• Il buon Dio, chi se no?! • e risero insieme poi lei lo osservò attentamente accigliandosi.

• E tu come hai fatto a riavere il tuo? •

• Conoscenze ai piani alti .. • sorrise sornione, prendendosi gioco di lei.

• Leccaculo.. • disse sdraiandosi di lato sul letto.

• Ti piaccio così .. Come mai non te la sei presa simile alla vecchia te? •

• Volevo provare il corpo di una in crisi d'astinenza .. • sarcastica e infastidita dalle punzecchiature di Dean.

• Sei troppo piena di te per prendere una che ti assomiglia .. No, no no errore! Non hai trovato nessuno che ti somiglia! • disse alzandosi in piedi e girandole intorno.

• Smettila Dean .. • non lo guardava, fissava la moquette.

• Chi altro a 10 anni fa un patto con un diavolo per poter avere tutta l'eredità per sé? Solo lei .. Signore e signori, Bela Talbot! • nel mentre frugava nella borsetta della ballerina e aveva trovato il documento • o dovrei chiamarti.. Lucy? •

• Ora smettila! • si era alzata verso di lui e gli aveva strappato i documenti di mano insieme alla borsa che aveva chiuso in un cassetto del mobile sotto la TV. Lo fissava, l'aveva fatta innervosire e da quando era morta non riusciva più a guardarlo negli occhi. Prima era solo uno strumento da usare per fare più soldi ma quella notte lui aveva scoperto tutto e gliel'aveva sbattuto in faccia con la stessa potenza con cui avrebbe voluto restituirgli un pugno. Aveva intaccato la sua fragile corazza di donna di classe inglese, facendo finta di non sapere del suo passato. Ma Dean era riuscito a far riaffiorare tutto e proprio nel momento sbagliato. Da quando poi tutti e due erano della stessa pasta e lui aveva saputo che la sua tirapiedi era lei non perdeva occasione di ricordarle la sua meschinità. Cercava di carpirle altro ma lei continuava a sopportare stando zitta, non aveva più armi con cui difendersi ma le rimaneva l'orgoglio, facile muro dietro cui nascondersi. Si era seduta sul mobile, proprio accanto alla TV, aveva incrociato le gambe e le braccia fissava il demone con la faccia scura. Lui invece le diede le spalle sedendosi sul letto rivolto verso la porta. Con Bela si divertiva, poteva finalmente prendersi gioco di lei, almeno nella sua seconda vita poteva riscattarsi. Girò la faccia verso di lei, ma non la guardava.

• Ti sei offesa Lucy? •

• No .. • il tono era basso, lievemente strozzato. Lui a sentirla cosi sorrise, compiaciuto.

Si alzò andando verso di lei e poggiando il didietro allo schienale della poltrona. La osservava con ancora quel sorrisino divertito, le braccia incrociate con le maniche della camicia arrotolate.

• Dov'è • il tono era calmo, basso, quasi provasse pena per lei. Attore.

• A qualche miglia da qui, ho già mandato dei colleghi così non si insospettirà .. •

Lui si avvicinò dandole un bacio in fronte, sfottendola ulteriormente, poi si allontanò ridacchiando. • Andiamo dai .. • afferrò la borsa per terra ed uscì dalla stanza. Qualche passo dopo usciva anche lei con uno zaino sulla spalla sinistra, mentre si slegava i rossi capelli lisci. 

 

 

 

Scusatemi tanto per l'attesa, ma tra i compiti e il mio pc che ha deciso di mollarmi purtroppo non ho avuto tempo di continuare, speriamo che questo piccolo intermezzo vi piaccia, in ogni caso sto preparando l'altro e poi la fine. Grazie a tutti quelli che l'hanno letta che gli sia piaciuta o meno! Il mio cervellino sta già lavorando arriverà altro^^

 

xoxo BlackTongue

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Capitolo 4
*** In the End, it Doesn't even Matter. ***


 

La storia che Ruby fosse a caccia dei Winchester si era sparsa sia Sopra che Sotto. Dean non riusciva a fidarsi, come poteva fidarsi di un demone, ora più che mai dato la sua situazione. Fatto sta che in due anni che era giù, alcuni lo avevano riempito di stronzate su ciò che stava facendo Sam, forse per renderlo più cattivo, come se non bastasse lo schifo che provava nei suoi stessi confronti. Gli avevano detto che Sam ormai viveva con lei, lo accudiva, gli stava accanto quando ne aveva bisogno, e gli stava davvero troppo accanto. Andavano a caccia insieme e Ruby lo faceva diventare più forte. Dannazione, il fratello surclassato da una stronzetta demoniaca. Dean però era forte, non ci credeva e dopo ogni tipo di tortura continuava a rispondere che la proposta di scendere dalla ruota potevano infilarsela dove più gli piaceva. Quando poi decise che era tempo di cedere e di passare dalla parte del “Joker”, voleva assicurarsi che suo fratello non fosse diventato uno fissato psicopatico come John e che anzi avesse deciso di mollare tutto, per amore della stirpe Winchester, mettendo su una famiglia con tanti piccoli Sammy. Aveva perso la cognizione del tempo. Purtroppo la cosa non era così.


• Io non giustifico nulla, è la realtà! Dean se continuo cosi le persone non moriranno più per colpa vostra! • lo sguardo di Sam era impressionante; sincero, fermamente convinto in quello che gli usciva dalla bocca. Come si fa a dire ad un bambino che Babbo Natale non esiste?

• Sam credimi, non pensi che se fosse davvero possibile tutto questo, qualcuno ci sarebbe già arrivato? •

• Ma mai nessuno è stato drogato con sangue di demone a sei mesi di vita, Dean! • il tono insolente del fratello lo faceva sorridere, era sempre più convinto che l'ingenuo Sammy non fosse morto con lui, ma illuderlo di qualcosa apparentemente buono era meschino, demoniaco.

• Ok bene, non mi credi? Allora vieni con me. •

• E dove di preciso … •

• A cercare Quella. •

Sam sorrise, anzi no, si mise a ridere, di gusto. Dall'altra parte il demone inclinò la testa di lato osservandolo curioso.

• Oddio Dean .. pensi davvero che si faccia trovare così? •

Lui rise, compiaciuto dalla risposta poco intuitiva, si avvicinò al suo viso fissandolo in viso.

• Si, se gli togliamo il giocattolino preferito .. •

Sam non fece in tempo a realizzare che la preda era lui che gli arrivò un destro dritto sul naso, stordendolo. Cadde a terra privo di sensi, il demone se lo caricò sulla spalla, si affacciò alla finestra, guardò a destra e sinistra, poi infilò due dita in bocca e fece un fischio acutissimo. Afferrò la borsa e scese le scale fino al pian terreno.


Le scale erano non poco distanti dalla reception, che tutto vedeva e tutto sentiva. Fortunatamente Sam era stato addestrato per bene e aveva parcheggiato la Chevy Impala alla destra delle scale, così da non esser visti se dovevano uscire frettolosamente.

Bela attendeva impaziente con la borsa del demone in spalla, appena sentito il fischio, aveva spento la sigaretta e si era legata i capelli. Li aveva visti scendere, si era messa sotto la spalla destra di Sam, sorreggendolo e attendendo che Dean aprisse la macchina.

Eccola li, bella come non mai, blu, lucida, l'aveva lasciata com'era. La sua Bambina, uno dei tanti piaceri che si poteva concedere da quando era tornato; sentire di nuovo l'odore della pelle dei sedili, il motore brontolante e le sue musicassette. Tutto questo gli venne in mente subito ma non si concesse quella mezz'oretta di contemplazione che spettava alla Chevy. Aprì la portiera dalla parte del passeggero e Bela, ubbidiente lo seguì non capendo.

• Lo vuoi mettere davanti? • sistemandoselo, avere un ragazzo di quasi due metri per di più a peso morto non era facile.

Dean si piazzo davanti a lei, afferrando il corpo di Sam e mettendolo nel posto davanti. Gli legò le mani e i piedi, gli mise la cintura e chiuse la portiera. La ragazza era piuttosto seccata ma Dean tagliò corto.

• Se non ti va bene puoi anche andartene. • Erano fin troppo vicini per poter sperare che non stesse pensando di farla fuori, lo fissava negli occhi verdi e stessa cosa fece lui, immergendosi in quei due pozzi blu. La tensione era palpabile.

• Non capisco perché l'hai messo davanti. Se si sveglia .. • dondolò cambiando gamba d'appoggio e alzando il braccio destro ad indicare il povero cacciatore stordito. Tolse lo sguardo fissando un punto impreciso ma non aveva scampo; il demone si abbassò ripiazzandosi nella sua visuale e costringendola ad alzare gli occhi.

• Se si sveglia, è un problema mio, non tuo. Ora mi concedi l'onore di poter vedere le tue chiappe che si poggiano sul sedile o dobbiamo discutere sul colore delle corde? Magari a Sam non piacciono .. • l'espressione era seria, cosi come il suo tono pungente e sarcastico che non ammetteva repliche. Lei sbuffò aprendo la portiera, parecchio infastidita e sedendosi di peso. Lui gliela chiuse come fanno gli autisti, sorridendole per poi prendere posto.


Circa 3quarti d'ora dopo Sam stava aprendo gli occhi, aveva un gran mal di testa e si sentiva sballottato. Quando riuscì a connettere il cervello alla percezione visiva capì che era in macchina. Si voltò verso il guidatore; rivedere Dean al comando della Piccola gli fece uno strano effetto. Per un secondo si illuse che tutto quello che era successo fosse un bruttissimo sogno di 12 ore, ma quando osservò meglio l'espressione del fratello l'illusione svanì immediatamente.

Bofonchiò qualcosa e il fratello si voltò ad osservarlo. Si guardarono intensamente, si sentivano in colpa tutti e due, l'uno nei confronti dell'altro. Il destino aveva .. Al diavolo il destino, avevano fatto le scelte sbagliate con la speranza che alla fine sarebbe uscito qualcosa di buono da almeno uno dei due. Fallendo miseramente.

• Ti senti bene? • Dean non staccava gli occhi dalla strada ma si stava seriamente preoccupando per il fratello, nel posto posteriore Bela osservava i due con un aria disgustata. Sam si sistemò, sedendosi composto , quando la vide, la osservò dallo specchietto per poi girarsi completamente.

• E tu chi accidenti sei? • Vagamente allarmato, si voltò verso il fratello furioso, ma il demone sorrideva.

• Chi è lei? • fece cenno con la testa verso la ragazza e sorrise divertito dalla situazione • diglielo tu chi sei … •

Lei lo guardò accigliata, poi si accostò al viso di Sam ancora girato verso di lei, fissandolo negli occhi.

• Bela, sono Bela idiota … • sbattendo la schiena allo schienale, incrociando le braccia al petto e guardando fuori dal finestrino, come se gli avessero appena negato la festa di fine anno.

Sam rise, rise di gusto e guardò il fratello stupito sedendosi, poi si girò a guardarla continuando a ridere.

• Bela è la tua tirapiedi? Oh mio … •

• Già, hai visto che bel regalino?! • il tono era soddisfatto, e i due continuarono a ridere per un po', poi Sam s'interruppe.

• Come mai lei? • Dean fece spallucce

• Credo perché i demoni hanno il senso dell'umorismo e dopo tutto quello che ci ha fatto passare era un bel modo per aiutarmi .. • Sam annuì sorridendo ancora e osservando per un attimo il fratello.

• Dean io, non capisco perché, perché fai tutto questo .. •

• Sammy non lo capisco nemmeno io. • Concluse li il discorso. Il motivo lo sapeva eccome, se Sam avesse continuato il rave-party di Ruby sarebbe diventato un mostro, un mostro molto più potente di Occhi Gialli, potente più di chiunque altro. Non se la sentiva di far diventare il suo fratellino ciò per cui l'avevano sempre etichettato, lui non è e non era mai stato un mostro e non lo sarebbe mai diventato.


5 Ore dopo la situazione in macchina era pacifica, Dean guidava gli altri dormivano.

Fissava con insistenza la radio, curioso di sapere quale finta emozione l'avrebbe abbracciato e titubante, d'altronde fino ad ora l'aveva usata il fratello. Staccò la mano destra dal volante allungando il dito indice verso il tastino “TAPE” e lo premette. Una dolce musica pop usciva con toni bassi dalle casse; si girò verso il fratello addormentato con la faccia alquanto disgustata.

Mentre cambiava stazione e cercava qualcosa di più movimentato il cellulare di Bela squillò. Lei si svegliò di soprassalto aprendolo e lo avvicinò all'orecchio; non aveva risposto voleva prima sentire se dall'altra parte si erano resi conto di averla chiamata.

• Ehi ehi, Bela? Bela ci sei? Dannazione se questa s'inc .. •

• Pronto .. • il tono era impastato ma fermo e convinto di ciò che stava per sentire. • Spero tu mi abbia chiamata per un valido motivo, stavo dormendo .. •

• Si si! Ho – ho trovato quella gallina che mi hai chiesto di cercare .. si -s - si trova in una caffetteria a Starlight .. è una piccola cittadina verso Albany .. Io- io quando .. ? •

• Grazie Murphy. La tua ricompensa la riceverai per posta ok? Da oggi potrai vivere serenamente. Ciao. •

La telefonata si concluse con un bel sorriso vittorioso di Bela. Dean si limitava ad osservarla dallo specchietto retrovisore.

• Allora? •

• Starlight, Albany •

• Ricorda Bela che se cerchi di fregarmi risentirai il fuoco che ti brucia .. •lei lo interruppe avvicinandosi al sedile del guidatore.

• Tranquillo Boss .. ma ricorda che mi spetta un premio per tutto quello che sto facendo .. •

• Avrai il tuo premio. •

In quelle parole Dean aveva scritto il suo futuro. In quelle parole c'era tutta l'amarezza che prova un uomo condannato a vivere una vita che prima disprezzava e come se non bastasse affianco a lui c'era la persona che più amava al mondo, sarebbe finito all'inferno per lui.

Ancora pensieri umani. 

 

 

 

Eh si mi dispiace dirlo ma io e la coerenza non andiamo d'accordo. No scherzo purtroppo la scuola si mette sempre di mezzo e solo ieri ho saputo che sono definitivamente promossa in 5^. Finalmente. Scusate ancora per l'attesa.

 

xoxo BlackTongue

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Capitolo 5
*** The Final Countdown ***


 

Entrarono dentro Starlight, quasi a passo d'uomo e cercando di fare il meno rumore possibile anche se risultò difficile dato il tipo di macchina. Una donna dall'aria gentile e abbastanza giovane stava discutendo con un bambino sui sette anni, davanti all'edicola del paese. Dean accostò Facendo segno alla ragazza di scendere. Lei sorrise si slegò i capelli e si diede una sistemata agli abiti. La donna si era voltata verso di lei osservandola da lontano.

• Salve! • Bela aveva sfoderato il suo sorriso migliore e il tono più allegro. La donna dal suo canto sorrise certa che chi aveva di fronte era una brava ragazza.

• Salve! Turisti? • Diede uno strattone al bambino che tornò in edicola con la coda fra le gambe.

• Si vede così tanto?! • rise imbarazzata.

• No ho solo un buon occhio … allora posso esserti utile? •

• Ah si! Si , sa cerchiamo un posto dove alloggiare .. c'è un motel qui? •

• Bè si non è proprio un motel da autostrada, insomma non è così grosso come quelli li .. ma è confortevole e riservato! E forse è quello che stavi cercando no?! • Alludendo alla compagnia e lanciando uno sguardo verso la macchina. Bela si girò a sua volta e poi tornò sulla donna e con un certo candore e una voglia di farla fuori sorrise.

• Si bè sono con il mio ragazzo e suo fratello .. staremo qui solo una notte poi dobbiamo raggiungere Albany .. Dista molto da qui? •

• O no no! La vede quella cupoletta con una stella sopra? Ecco come arrivate li svoltate a sinistra e siete arrivati! Spero di offrirvi la colazione domani, io gestisco la tavola calda! • Indicando un punto non preciso dietro le spalle della ragazza.

• Allora a domani mattina! • Sorrise e si avviò verso la macchina. Una volta salita sbuffò e diede le indicazioni all'autista.

Circa 500metri più in là trovarono il motel.

Motel era una parola grossa. Aveva si e no 5 stanze più una piccola casetta affianco sicuramente dei padroni, ma la cosa strabiliante era l'insegna “ L'Orsa Maggiore” che lampeggiava sia di giorno che di notte ad intermittenza e sovrastava la tettoia blu che prima o poi avrebbe ceduto sotto tutto quel peso. Dean parcheggiò ben lontano dalla reception, svegliò Sam e gli slegò i piedi, senza scendere dalla macchina. Aprì il porta oggetti e tirò fuori un portafoglio, dentro c'era una carta di credito e un documento falso a nome di “ Silvia DeRossi “.

• Tieni .. chiedi una stanza unica con tre letti, dì che tuo fratello si sente male e per stanotte deve dormire con te e che io sono tuo cugino, sempre se si affaccia. Questi li ho fatti per te. Dentro la carta di credito ci sono abbastanza soldi per comprarmi questa baracca quindi sta tranquilla. Specifica che ci serve solo per stanotte, il resto lo sai fare si? •

• Come va nel retro per prendere le chiavi do una sbirciata all'elenco dei presenti e rubo la cartina delle stanze .. •

• Se le memorizzi è meglio, non credo farai fatica .. • Lei annuì ubbidiente, afferrò la sua borsa il portafoglio che Dean gli stava porgendo e scese dall'auto.

Non potè fare a meno che si stava divertendo a mettere a bada quell'anima dannata di Bela e il fatto che per ora dipendesse totalmente da lui lo faceva sentire potente, cosa che non aveva mai provato verso nessun'altro. Tranne quando si trattava di guidare. Inclinò la testa di lato osservando l'ondeggiare del sedere del demone quando una voce lo riportò al presente.

• Dove siamo? •

• Starlight .. hai dormito bene? •

• Lei è qui? •

• Si se non mi ha mentito. •

• Perchè mai Ruby dovrebbe nascondersi proprio qua .. • le parole gli erano uscite senza rendersene conto e quando ormai era troppo tardi Sam voltò la faccia verso il finestrino. Il fratello si girò verso di lui poggiando il gomito destro allo schienale, ruotando anche il busto.

• Non lo so Sammy, non so nemmeno perchè continui a proteggerla .. Quello di cui sono sicuro è che oggi capirai un sacco di cose e ti assicuro che avrai un solo desiderio nei suoi confronti. • Terminò la frase e nel mentre era tornata la ragazza.

• Abbiamo trovato la Tana del Bianconiglio, noi abbiamo la stanza 12. Uh si è svegliato il Bello Addormentato?

Dean fece scattare la portiera e scese dall'auto andando ad aprire il cofano. Diede le borse a Bela e lei con uno sbotto di stizza lo fulminò.

• Questa macchina è pericolosa anche per te .. • andandosene verso la stanza, lui non capì poi afferrò il portello e vide la trappola del diavolo disegnata. Gli occhi diventarono improvvisamente neri e chiuse il cofano sbattendolo.

• Andiamo Sam .. • lo aiutò ad uscire dalla macchina cercando di far vedere che aveva le mani legate. In quattro passi arrivarono alla stanza al piano terra.

• Dean .. slegami .. •

• Solo quando sarò sicuro che non la puoi avvisare .. • lo lasciò su una poltrona rilegandogli i piedi, poi gli frugò le tasche in cerca del cellulare, una volta trovato, se lo mise in tasca.

•..e cioè ora. • Gli slegò mani e piedi facendo attenzione ad ogni piccolo mivimento del fratello, che però non sembrava intenzionato a colpirlo. Sam aveva considerato la situazione e due demoni contro sé stesso, disarmato per giunta, non era una situazione di vantaggio. In realtà ciò che lo faceva stare buono era la curiosità verso Ruby; Dean non gli aveva mai mentito se non per il suo bene e se lui diceva che Ruby era pericolosa un po' ci credeva. Silenzioso osservava i due discutere su un piano infallibile per prenderla senza far esplodere nulla e nessuno. Il bisogno impellente di un bagno ebbe la meglio.

• Dove vai? •

• In bagno. • Dean lo osservò dubbioso.

Lascia la porta aperta !

• Ehi! • fece Bela schifata da una possibile visione di Sam che fa pipì.

• Vabbè, abbiamo miss finezza .. • Sam alla battuta di Dean lo guardò accigliato.

• Tranquilla Bela non avrei lasciato la porta aperta comunque .. •

Mentre Sam era in bagno il suo cellulare squillò e come era prevedibile era Ruby. Dean tirò fuori la pistola e fece uscire il fratello dal bagno, rispose alla chiamata mettendo il vivavoce e lo fece rispondere.

• Ehi .. •

• Ehi Sammy come va? • Dean lo guardò torvo e il fratello fece spallucce.

• Ahm .. io tutto bene .. sai mi trovo a Starlight, una donna afferma di vedere una bambina morta più di trent'anni fa e che ha rapito suo figlio.. tu, tu dove sei? •

• Anche io sono a Starlight, sai? Ma sei appena arrivato? •

• No ci sono da un paio d'ore .. sono all'Orsa Maggiore, stanza 12, mi raggiungi? •

• Certo tesoro, per te sempre .. • La telefonata si concluse li, Dean chiuse il telefono e abbassò la pistola.

Che schifo ..



10 Minuti dopo bussarono alla porta, Bela e Dean si nascosero in bagno.

• Sam ti avviso, tradiscimi e sarò costretto a fare qualcosa che non voglio fare. • Il fratello lo ricambiò con lo stesso sguardo provato, poi andò ad aprire la porta.

Ruby era la solita ragazza mingherlina, bionda con gli occhi verdi affamata di patatine fritte. Quando vide Sam si aggrappò al suo collo con il braccio libero e gli stampò un bacio sulle labbra. Lui si limitò e ricambiare e chiudere la porta.

• Allora come mai a Starlight anche tu? • Chiese lui indagatorio, si sedette sul letto afferrando il demone per i fianchi e avvicinandola, nulla di sospetto. Lei si leccò le dita e posò le mani sul viso di lui baciandolo.

• Affari infernali .. Ma direi che è meglio se veniamo al sodo .. • Si sedette sopra di lui buttando la schiena di Sam sul letto e lei sopra, afferrò un pugnale che teneva nello stivale e si tagliò il braccio; Sam osservò quel liquido scorrere lungo il braccio verso il gomito. Gli faceva gola risentire quel sapore ferroso in bocca, sentire di nuovo quelle sensazioni che gli dava ogni volta. Avvicinò le labbra alla ferita e come in una retata della S.W.A.T. spuntarono Dean e Bela dal bagno. Ruby non fece in tempo a rendersi conto di ciò che stava succedendo, che si sentì afferrare per il collo e buttata a terra. Alla visione del dolce faccino di Dean, Ruby rabbrividì.

• Ciao Ruby .. • Sorrise per poi darle un pugno in piena faccia che purtroppo non l'addormentò, ma la stordì per bene.

Al suo risveglio era legata ad una sedia, sotto di essa una trappola del Diavolo giusto per contenere la sedia e i suoi piedi. Terrorizzata guardava Sam, speranzosa; lui non si mosse di un millimetro.

• Sam! Sam ti prego fa qualcosa .. lui non è Dean, non lo capisci? E' qualcuno che ti vuole fare del male, che ci vuole separare, non capisce che salveremo il mondo! • Lo schiaffo arrivò da destra e risuonò forte nella stanza. Chinò la testa e 5 minuti dopo Dean era seduto di fronte a lei e la guardava sorridente.

• Non mi hai ancora salutato, maleducata .. •

• Saaam! Aiutami ti prego .. • cominciò a singhiozzare. Ruby aveva capito una cosa di quella situazione, all'Inferno ci sarebbe tornata comunque.

Tz, tz, tz .. • fece Dean afferrandola per il mento e costringendola a guardarlo • Sam non può fare nulla e sai il perchè? Perchè non lo vuole fare Ruby .. • il tono era canzonatorio e lei piangeva senza sosta • Come vedi ho preso tutte le precauzioni, così posso farti confessare senza rimetterci io, che furbo eh? Bela mi passi i guanti? • indossò dei guanti gialli, spessi in lattice, infilandoci la maglietta così la pelle non sarebbe venuta a contatto con nulla. • Ora l'acqua santa per piacere .. Sai Ruby ho imparato una cosa stando laggiù tutto questo tempo, so far dire alle persone le cose che nascondono dentro .. • prese una siringa dalle mani di Bela infilandola nella boccetta dell'acqua. • .. ora però, siccome non sono così cattivo come sembro ti faccio scegliere, perchè non dici al mio fratellino che lo stai usando e io non ti inietto questa in vena .. D'accordo? • in tutta risposta Ruby gli sputò in faccia.

 Dean Sorrise afferrando il collo e piegandolo verso sinistra pungendo la giugulare, la pelle si bruciò per un istante.

• Lo senti come fa male? Avanti parla Ruby .. • Lei lo fissò insistente per poi guardare Sam, le lacrime cominciarono ad uscire.

• Io l'ho fatto per Lui .. lui mi vuole bene .. ma credimi Sam, non volevo farti del male .. •

• Spiegati meglio. • il tono secco e distaccato di Sam fece voltare tutti; era in piedi a qualche passo da lei, le braccia incrociate e gli occhi fissi sui suoi, quegli occhi pieni di tristezza che sapevano trasmettere tanto affetto, ora erano due pozzi senza fondo colmi di risentimento.

• Io .. C'è qualcuno che ha piani più grandi per questo mondo e io stavo solo dando una mano .. •

• Da buon soldato non è vero?! • accennò Bela interrompendola. Lei la gelò con lo sguardo.

• E tu che vuoi? Ti hanno fatto uscire solo perchè l'ha chiesto lui, altrimenti saresti ancora alla mercè di Iamaliel .. • la frase cadde li perchè Ruby si rese conto dell'improvviso pallore del volto di Bela. • Oh e così il tuo capo non sa nulla?! Ma bene .. Dean perchè non punti la siringa anche verso il tuo fidato cagnolino?! Mmm? •

Lui si voltò accigliato verso di lei e immediatamente Sam la afferrò per le braccia sbattendola con la faccia sul freddo pavimento e legandole le mani dietro la schiena.

• Bela, mia cara, c'è qualcosa che dovrei sapere? •

• Oh si! Diglielo un po' che facevi li sotto! •

• Tu sta zitta .. • liberando il collo dalla presa salda del demone.

Sam la teneva stretta anche se la Rossa non si stava ancora ribellando. In tutta quella confusione infernale lui era l'unico che poteva farli fuori con un solo movimento di mano. La cosa che più lo teneva fermo era l'incredulità di Dean in tutta questa faccenda; lui era tornato su solo per salvarlo e ora si trovava più confuso di lui.

• Iamaliel sono i demoni di Lilith .. tu che accidenti ci facevi con loro .. •

•Dean posso spiegarti .. • Lo sguardo era fermo e il tono era spaventato, ma non era sicura nemmeno lei di quanto potesse fingere o no.

• Allora fallo, abbiamo tutto il tempo del mondo .. •

• Loro, mi hanno chiesto un favore .. Una volta eliminata Ruby bè .. Dovevo eliminare te. • Abbassò il viso, non aveva il coraggio di vedere il suo viso contratto in un'espressione poco piacevole.

• Perchè •

• Perchè sei pericoloso, ti hanno dato potere e loro non sono d'accordo, Lei non è d'accordo .. •

• Ah! Lei è potente Dean, avrà ciò che vuole, l'ha sempre fatto e di sicuro non si farà battere da uno come te! • La risata di Ruby risuonava quasi innaturale, lui prontamente afferrò il collo e gli iniettò dell'acqua santa nella vena. Lei cominciò ad urlare dimenandosi e dalla bocca uscì del sangue, imbrattando il sigillo disegnato per terra. Non c'era modo di poterlo cancellare, anche solo una strisciolina. Si maledisse per la sua rozza voglia di sesso.

• Tu l'avresti fatto Bela? • Non sembrava minaccioso, ma lo temeva comunque, aveva pur sempre una siringa piena di acqua santa in mano.

• Si, Dean, l'avrei fatto. • Lui alzò gli occhi verso di Sam e si capirono al volo. Lasciarono Bela legata sul letto e si dedicarono a Ruby. Sam prese la boccetta d'acqua santa e si piantò davanti a lei, rimanendo ancora in piedi. Lei rideva, mostrando quella bocca impastata dal sangue viscido, un rigoletto fine usciva dal buco sul collo.

• Sam, non farmi del male .. Ti prego .. •

• Stai zitta ti ho detto .. Allora se Lilith è dovuta arrivare a corrompere qualcun'altro, forse tu non stavi facendo il tuo lavoro giusto? •

• Chi è Lilith? •

• Qualcuno che ha paura di te, Sam, ha molta paura di te e a quanto pare ha paura anche di me .. •

• Ma non farmi ridere! Di te non ha paura! Lei è superiore a tutti noi! • Ruby urlava dimenandosi, mentre la sedia piano piano cancellava uno spazietto nel cerchio, il che le permetteva di ribellarsi, lo aveva capito quando aveva sentito che la morsa allo stomaco si era allentata. Più faceva la pazza e più si concentravano su di lei e non su quello che faceva.

• E allora perchè lo dovresti eliminare ? •

• Lui è un ostacolo .. come te, come lei .. • A quelle parole lei cacciò un urlo liberandosi dalle corde e scaraventando Sam e Dean contro la parete. Si avvicinò piano piano ai due, puntò la mano verso il collo di Dean spingendolo contro la parete e sollevandolo.

• Tu, lurido schifoso figlio di puttana, mi hai sempre sottovalutata, mi hai sempre trattata come un semplice demone, ma non ti immagini neanche la mia potenza! • Dean cominciò a tossire e a sputare sangue, non riusciva a spiccicare una parola, la gola era compressa. L'idea di morire per l'ennesima volta non gli faceva paura, lo faceva incazzare perchè se proprio doveva tornare li sotto, preferiva farlo grazie al fratello.

• Quello che ho in mente per il mondo, non è lontanamente pensabile, nemmeno Lilith sa quello che voglio fare, lei è una povera stolta piena di sé .. Ma tu Sammy, io ti avrei tenuto vicino a me, ti avrei protetto .. e invece ancora una volta mi hai tradito per tuo fratello, mi hai delusa e ora non credo di poterti perdonare .. •

• Nemmeno io, Ruby .. • Si alzò di scatto, colpendola al volto e distraendola dalla presa si Dean che cadde a terra di peso. Sam gli bloccò il collo con un piede, la bagnò in faccia con l'acqua santa e poi aprì la mano verso di lei.

• Pensi di liberarti così di me? • rise, lui chiuse gli occhi e si concentrò. La testa cominciò a pulsare, gli occhi si muovevano sotto la palpebra convulsamente e in tutta quella concentrazione dimenticò un particolare.

Dean si era avvicinato di soppiatto al corpo di Ruby gli aveva sfilato dallo stivale un altro pugnale, lucente e coperto di parole incise. Con un movimento della mano scaraventò Sam lontano dalla demone mettendosi lui a cavalcioni su di lei e piantandole il pugnale direttamente nel petto. Un urlo si liberò dal suo corpo e scariche elettriche di colore rosso si intravedevano dalla bocca aperta. Tutto finì in un secondo, il corpo di quella bella ragazza giaceva bianco e inespressivo sul tappeto di fronte alla porta di quella stanza, Sam era incosciente contro la porta del bagno. Dean si alzò stanco e dolorante andando verso Bela, l'unica senza un graffio. La slegò e poi le porse una mano per alzarsi.

• Grazie • gli disse. Lei si alzò osservando Sam steso sul pavimento.

• Lo lasci li? •

Dean osservò il fratello da lontano, afferrò le borse e fece cenno a Bela di uscire.

• Che gli dirà alla polizia? •

• Se la saprà cavare, lui d'altronde è stato aggredito .. •

• Non mi hai risposto alla domanda di prima .. •

Dean aprì la portiera posteriore della Chevy Impala, lanciandoci dentro i bagagli e richiudendola.

• Si Bela, lo lascerò li. • gli aprì la portiera facendola salire, poi fece il giro e montò in macchina anche lui.

• Ti darà la caccia lo sai? Sarai il suo chiodo fisso. •

Lui sorrise in tutta risposta mettendo in moto e una volta uscito da Starlight si voltò verso di lei.

• Per questo l'ho lasciato li, almeno ora ha un altro motivo per vivere. •



Bè questo è il grande finale, lungo come l'Odissea ma mi piaceva essere minuziosa. Spero sia piaciuto almeno a qualcuno. Certo lo stravolgimento di Dean non è affatto facile, ho fatto una fatica!

Alla prossima FF e la prossima sarà un po' meno melodrammatica.


xoxoBlackTongue

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