Avvenimenti all'Organizzazione Alba: Perchè noi siamo un'organizzazione seria

di _MakaAlbarn_
(/viewuser.php?uid=441068)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Time Skip! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
Prologo.
 
Era una giornata ordinaria all’Organizzazione e il tutto si svolgeva nella calma più placida. Stranamente Tobi non stava urlando o correndo in giro per la casa cercando di richiamare l’attenzione di chicchessia, Konan e Pain erano, come quasi ogni giorno, rintanati in qualche stanza non ben definita dell’appartamento, Itachi preparava delle uova per nessun motivo particolare mentre Zetsu gironzolava e, di tanto in tanto, dopo essersi stancato di aprire il portellone del frigorifero e fissare il contenuto, si fermava a guardare l’albume diventare completamente bianco e ascoltava il rumore del cibo sfrigolare in padella con gran disappunto del moro, che preferiva rimanere da solo con la sua cucina improvvisata. Kakuzu contava -come sempre- i soldi e Kisame stava in panciolle sul divano a sgranocchiare delle patatine, mentre Sasori e Deidara erano impegnati a battibeccare sulla concezione dell’arte.
Detto ciò, all’appello mancava solo Hidan, il che era curioso: per tutto il giorno non si era visto nè tanto meno sentito -cosa ancor più strana, considerata la sua abitudine ad imprecare per ogni cosa- ed era ormai da ore chiuso nella sua stanza. Aveva espresso chiaramente il desiderio di non essere disturbato e così nessuno aveva osato entrare per controllare cosa stesse facendo. Ma dopotutto, chi se ne importava? Forse era meglio così: per un giorno dopo tanti anni, l’organizzazione poteva godere del più completo silenzio e, mentre questo pensiero si faceva strada nella mente di ognuno, portando con sè la dolce consapevolezza di poter stare in pace per 24 ore consecutive, un urlo oltremodo acuto squarciò il silenzio, facendo sobbalzare tutti: basti pensare che perfino Deidara smise di strillare, lasciando a metà la conversazione e perdendo la battaglia a “L’arte è eterna! No, non è vero!”.
Kisame si alzò, appoggiando con uno sbuffo il sacchetto di patatine che si ribaltò sul divano con suo grande disappunto, mentre Itachi, con tanto di grembiule attorno alla vita e guantoni da forno, uscì dalla cucina per scambiare uno sguardo perplesso con tutti prima di vedere schizzare fuori dalla stanza accanto un Hidan trafelato.
Era coperto di sangue di dubbia provenienza e i suoi vestiti, ormai quasi totalmente lacerati, pendevano da ogni parte del suo corpo, ma la sua esclamazione fu sufficiente a far smettere i compagni di fissarlo.
-Per la miseria! Non crederete mai a cosa è successo!- urlò mentre riprendeva fiato: evidentemente era qualcosa di stupefacente.
-Taglia corto, hai un aspetto orribile- aggiunse Deidara, lisciandosi inconsapevolmente il codino biondo con le dita
-Taci, barbie! E senti qua! Finalmente, dopo svariati tentativi e numerosi fallimenti- disse, mordendosi il labbro e leccando il sangue che ne uscì
-Jashin... si è rivelato! Il grande onnipotente Dio Jashin è finalmente pronto a mostrarsi ai suoi fedeli! Dai muovetevi, pezzenti! Devo farvelo vedere, io non sono pazzo, no no! Siete voi i miscredenti, qui!- predicava, facendosi largo fra tutti per guidarli nella sua stanza.
-Senpai- disse Tobi, avvicinandosi a Deidara e Sasori -Tobi crede che Hidan sia impazzito del tutto... Tobi non vuole offendere nessuno, ma-
Eppure nessuno sembrava dar retta al poverino, che fece un altro tentativo anche con Zetsu ma senza ottenere risultati.
-E come saresti riuscito ad evocarlo, Hidan?- chiese Itachi con un’espressione decisamente poco convinta dalle parole del compagno al quale si stava rivolgendo
-Mi ci sono voluti non pochi sacrifici ma...
-E dove hai trovato le tue vittime?- chiese Sasori, disapprovato.
-Beh... emh, che importa, dai entrate!- aprì la porta ma, con sua grande sorpresa, al suo interno non vi trovò ciò che aveva visto poco prima. Il dio di cui tanto predicava la comparsa era sparito, e il pavimento della stanza era coperto semplicemente di cerchi e sigilli di sangue.
-Ah, ma vai a..!
-Calma. Che è successo qui?- la voce di Pain, scortato da Konan, fece voltare i presenti.
Una volta spiegato brevemente l’accaduto, Konan si avvicino e, messasi al centro della stanza, cominciò a guardarsi intorno -Beh, che ti ha detto?-
-Chi?-
-Il tuo Dio, no? Che ti ha detto?-
-Beh, veramente...- iniziò Hidan, grattandosi la nuca -...nulla-
-E allora, per quanto mi riguarda, potresti aver avuto le visioni. Hai bevuto di nuovo?- chiese Kisame
-Non avrai speso altri soldi in alcolici carissimi come l’ultima volta?- esclamò Kakuzu, prendendosi la testa fra le mani
-Le birre economiche che hai comprato l’ultima volta in offerta facevano pena, sembrava di bere piscio di gatto. E ora avresti il coraggio di lamentarti se mi fossi azzardato a spendere poco più di 50 centesimi a lattina per dell’alcool più decente? Che taccagno del..-
-Calmatevi, voi due. Nessuno ha speso nè tanto meno bevuto niente- disse Konan, interrompendo la lite dei due uomini -Piuttosto, continua Hidan-
-Beh, non ho molto da dire. Non appena ho capito che si trattava di lui vi ho chiamato. È colpa di voi scemi se se n’è andato!-
-Tobi è triste! Non ha fatto niente al dio del Senpai, ma lui ce l’ha comunque a morte con Tobi!- si lamentò il suddetto, buttandosi per terra e iniziando a piangere disperato, sotto gli occhi di Deidara, costretto ad un facepalm.
 
-Però ha lasciato questo- disse Itachi che, raggiunta Konan, si chinò per raccogliere una pergamena -Questa non l’ho mai vista prima-
-Fa’ vedere, Emo!- esclamò il religioso, strappandogli la pergamena di mano e aprendola freneticamente.
Dalle scritture su di essa, che si illuminarono di una luce bluastra creando un riverbero intermittente all’interno della stanza, si materializzò una strana sfera luminosa che, dissoltasi nel giro di pochi secondi, rivelò una figura umanoide.
La creatura si accasciò esanime sul pavimento della stanza sotto gli occhi dei presenti, che si avvicinarono per soccorrerla nonostante la sorpresa.
-Ha dei bei capelli- commentò Deidara avvicinandosi per guardarla meglio
-Sono praticamente uguali ai tuoi, ci credo!- disse Hidan -Però la sua pelle è chiarissima, come la mia...-
-Secondo me è albina- disse Kisame, che osservava la scena dallo stipite della porta -Ed è innegabile che sembri un incrocio fra voi due- aggiunse poi, guardando prima Hidan e poi Deidara.
I due si guardarono male. Malissimo. Poi sbottarono all’unisono:
-Non assomiglia a questo qui! Sembra me, non vedi quanto è carina?-
-Ma falla finita, bambolina! È praticamente me...fatta bambina, ma è me!-
-Finitela- intervenne Konan -Ora la cosa importante è che si svegli. Non sappiamo chi sia nè da dove venga, non è il momento per litigare-
La ragazzina venne portata in una stanza e adagiata sul materasso e alcuni seguirono a ruota Konan, osservando e aspettando il momento del risveglio della sconosciuta.
-Lasciatela riposare, adesso- la donna chiuse gli altri fuori dalla porta e rimase a vegliare su di lei durante la notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Time Skip! ***


-E questo è tutto quello che devi sapere!- disse Hidan, rivolgendo uno sguardo particolarmente dolce alla ragazza accanto a lui sul divano, della quale circondò le spalle col braccio
-Beh, non è una storia così strana; non quanto la famiglia che mi ritrovo, almeno! Non avrei avuto difficoltà a crederlo nemmeno qualche anno fa, papà!-
-Non ne dubito... sei una ragazzina intelligente- aggiunse l’uomo premendo un dito sul suo naso
-Ho 17 anni, papà! Non sono una ragazzina..!-
-Ma per me lo resterai sempre... la mia bambina!-
-Ceerto... la mamma mi cercava. Torno dopo ok?- e, con questo, la ragazza si sciolse dall’abbraccio del “padre” per dirigersi dalla “mamma”. Parliamo della stessa ragazza che ormai quasi due decenni prima era stata lasciata dal dio Jashin all’organizzazione come segno di riconoscenza -o, quanto meno, questo decisero di credere tutti i membri-
Effettivamente era innegabile la somiglianza di C4 a Deidara ed Hidan: i suoi capelli lunghi e lisci erano di un biondo cenere purissimo, gli occhi viola e profondi, grandi e la pelle chiara, bianchissima.
Era come se una magia avesse riunito in un corpo femminile le caratteristiche dei due ragazzi e le avesse miscelate al fine di ottenere niente meno che una loro “figlia”.
-Mamma, avevi bisogno di me?- chiese la ragazza, bussando alla porta del bagno
-C4, non sono tua madre! Al massimo.. tuo padre- commentò Deidara con l’aria offesa
-Sì, sì, va bene...allora, cosa ti serviva?-
-Dove hai messo la mia piastra, l’ultima volta che l’hai usata? E non azzardarti a dire che non ne sai niente: la scorsa volta l’ho trovata nel tuo cassetto dopo una settimana!-
-Beh emh... io credo che sia in camera mia!- rispose C4, sudando freddo -Comunque scusa se l’ho usata senza chiedere il tuo permesso...-
-Mh, sei perdonata. Andrò a cercare; ricordati che più tardi devi aiutare la zia Konan e Itachi con la cena-
-Lo so, però vedi ... io veramente dovevo andare, emh...-
-Non dire niente, mi inventerò una scusa per pap- emh, per Hidan-
-Grazie, mamma!-urlò la ragazza, saltando al collo di Deidara
-Sì, sì... ma non ti abituare! Non ci sarò sempre io a fartela passare liscia!-
-Lo so.. torno il prima possibile, promesso!-
E, detto ciò, C4 corse fuori dal bagno e si fiondò fuori dall’appartamento

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3469978