GOLDEN BOY

di Mei91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Konoha ***
Capitolo 3: *** Incontri ***
Capitolo 4: *** Segreti ***
Capitolo 5: *** Abbi il coraggio ***
Capitolo 6: *** Insieme ***
Capitolo 7: *** missione ***
Capitolo 8: *** Guai in vista ***
Capitolo 9: *** SODDISFAZIONI ***
Capitolo 10: *** RITORNO ALLA NORMALITà ***
Capitolo 11: *** DIECI MESI DOPO (EXTRA) ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Signori e signore eccomi qua con un'altra storia di pochi capitoli. Vi starete chiedendo ma questa scrittrice quante caspita di storie comincia…bè abbassate i fucili, non lo faccio apposta se mi viene l’ ispirazione e poi questa è un'altra storia di ringraziamento, sta volta per la mia fedele lettrice e “fan” non so se posso chiamarti cosa cara, ZONAMI84. Volevo ringraziarti per essere sempre presente e per darmi il tuo sostegno in ogni mia storia. Spero che anche questa storiella frivola ti piaccia.

Ringrazio chiunque altro leggerà e recensirà questa storia. Spero vi piaccia e che mi facciate sapere un kiss mei.

 

 

 

L’appartamento ultra moderno e sofisticato situato nella zona più ricca del paese le faceva da testimone silenziosa alla giovane proprietaria dai capelli rosa seduta sull’ ampio divano di pelle bianca, mentre l’enorme televisore a schermo piatto narrava le sue vicende. La giovane se ne stava con una mano tra i corti capelli e nell’ altra mano teneva un foglio e lo contemplava quasi con agonia.

La disperazione della rosa era tangibile e l’angoscia che l’attanagliava le impediva quasi il respiro.

Sakura Haruno, in arte Oleander, scrittrice di grande successo acclamata e pluripremiata aveva davanti a se un gran bel problema.

Oleander era una scrittrice che scriveva di ogni genere, dal fantasy, alle love story, all’ avventura, al thriller, all’horror, di battaglie epiche, era una scrittrice completa, ambita e acclamata.

La giovane rilesse con attenzione la lettera che le era appena giunta. Si mosse a disagio sul divano e riprese a rileggere da capo quella lettera che oramai sapeva a memoria.

Rassegnata a chiedere spiegazioni si alzò dal divano e si diresse al telefono. Con calma e lentezza che in quel momento non la rappresentavano affatto, si costrinse a comporre il numero e a fare un grande rispiro profondo.

Il telefonò bussò due o tre volte, poi una voce calma di donna le rispose.

“Pronto?” sussurrò la voce al telefono.

“Hinata, sono Sakura. Senti ho un problema, potresti raggiungermi perché giuro che sto per rompere qualcosa. Il pc per l’esattezza!” esclamò la rosa con malcelata furia.

“Arrivo subito, tieniti lontana da ogni cosa al momento!” esclamò la donna prima di riagganciare.

Riagganciò anche lei il telefono, poi si voltò verso la televisione dove stavano trasmettendo il videoclip inedito del suo gruppo di cantanti preferito i “Golden Boy” nome che ci azzeccava a pieno con uno dei cantanti in quanto biondo, ma con l’altro non aveva nulla a che fare.

Le piacevano le canzoni di Golden boy, erano vere, profonde e toccanti, ma non era una di quelle fan che sbavava dietro i cantati, piuttosto sbavava dietro le loro canzoni, perché spesso e volentieri quelle canzoni erano la fonte della sua ispirazione per scrivere romanzi che incassavano somme a dir poco allucinanti.

Ad essere sincera lei nemmeno conosceva i nomi dei due cantanti, né il loro aspetto fisico, non le interessava vederli per farsi distrarre, le interessava solo le loro canzoni, ma per la prima volta quel giorno li vide, ma prima che potesse osservarli meglio, il campanello suonò e senza attendere il suo permesso Hinata entrò e si bloccò incredula.

“Oh, chi è stato in grado di frenare la tua furia? Quali pensieri hanno frenato la tua furia?” chiese Hinata incredula. Sakura sbuffò e non le rispose.

“Cosa è successo?” chiese Hinata e senza dire una parola lei passo il foglio maledetto alla sua editor.

Hinata, capelli lunghi e corvini, occhi di un celeste così chiaro da sembrare quasi bianchi o del colore delle perle. Prosperosa, alta, bella e sofisticata. Tutto il contrario di lei, che era una tappa, capelli corti rosa, occhi verdi, piatta come una tavola e senza un briciolo di curve.

Hinata lesse ad alta voce.

“Egregia Oleander, siamo profondamente addolorati, ma dato il ritardo del romanzo che attendevamo un mese fa, siamo costretti a reciderle il contratto con la nostra casa editrice. Ci scusiamo per il disagio. Cordiali Saluti: Orochimaru.” Concluse Hinata incredula e a denti stretti.

“No, aspetta ma stanno scherzando? Il ritardo è di semplicemente un mesa, sanno che gli scrittori se lo prendono sempre un mese in più dalla scadenza!” esclamò Hinata indignata

Sakura scosse le spalle

“È scritto li, nero su bianco!” sospirò rassegnata Sakura.

“Oh, sai che ti dico, scriverai un altro romanzo e lo spediremo a un'altra casa editrice, sta volta avrà più successo di tutti gli altri e Orochimaru dovrà mangiarsi le mani” esclamò Hinata ma Sakura scosse la testa in segno di negazione.

“Ti ho chiamato appunto per questo Hinata, non per quanto mi interessi di Orochimaru, ma ciò che sento io. Ho perso l’ispirazione e la voglia di scrivere Hinata!” esclamò afflitta Sakura.

Hinata sgranò gli occhi e si fece seria.

“Scherzi?”

“No!”

Il silenzio regnò sovrano, poi Hinata ebbe un illuminazione, prese il cellulare e cominciò a cercare qualcosa.

“Ho trovato Sakura Chan, proprio una settimana fa la casa discografica L’ Akatsuki, mi ha mandato un volantino pubblicitario di un’isola da sogno. Visto che non hai più impegni con la stupida casa editrice di Orochimaru, ti serve una vacanza da sogno e in relax. Ti serve Konoha!” esclamò Hinata porgendole il telefono con il dépliant dell’isola.

Sakura prese il telefonino di Hinata e osservò il dépliant, poi lasciò il telefono sul tavolo e prese il Pc, e aprì la pagina di Word e la guardò incessantemente.

“No, ho da fare, devo scrivere un romanzo e....”

“No!” Hinata chiuse il pc. “Hai bisogno di una pausa e Konoah è l’isola giusta. Ho già fatto i biglietti, vai a fare i bagagli, domani si parte!” esclamò risoluta Hinata e Sakura sospirò rassegnata.

“E va bene” sospirò Sakura.

 

Dall’ altra parte della città due amici correvano a perdifiato seguiti da uno stuolo di fan assatanate.

“Maledizione!” imprecò il moro seguito da un imprecazione del biondo che gli correva affianco.

Per Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha quella di correre a perdifiato ogni sera era diventata un abitudine assai snervante.

I due ragazzi che altri non erano che il famigerato duo “Golden boy” avevano appena finito di incidere il loro nuovo disco e come al solito fuori dalla casa discografica L’Akatsuki, c’erano un sacco di fan che desideravano un pezzo di loro. C’era chi voleva una foto, chi un autografo, chi un loro indumento, ma c’era anche di peggio c’era chi dà loro desiderava tutto il pacchetto comprese secrezioni biologiche.

Erano il duo più in voga del momento, non solo per la loro presenza scenica, ma perché insieme si completavano. Naruto Uzumaki era la movida del duo, energico, eccentrico, profondo, con una voce che metteva i brividi tanto era in grado di farti eccitare con una sola sua parola.

Sasuke Uchiha al contrario era l’anima del gruppo, tetro, misterioso, oscuro, affascinante, vero, profondo, era lui a scrivere i testi delle canzoni e quando le cantava la sua voce trapelava l’anima. Sasuke era le parole dei Golden Boy, Naruto era la musica.

I due erano gli opposti anche nell’ aspetto fisico.

Naruto era alto, biondo, abbronzato, corpo ben messo e muscoloso, occhi azzurri, faccia da schiaffi.

Sasuke era anche lui altro e con un fisico leggermente più esile di Naruto ma che nonostante tutto era in perfetta armonia con i muscoli e gli addominali ben scolpiti del ragazzo. Aveva la pelle talmente bianca e pallida che faceva invidia alla luna, mentre gli occhi erano più neri della pece, profondi, enigmatici. Un lago di petrolio in cui era una dolce agonia annegare. I capelli un po’ ribelli, ma neri e setosi come finissimi petali di seta pura.

Insomma entrambi erano due bellezze da togliere il fiato.

Finalmente dopo tanto correre e seminare, i due erano arrivati all’ appartamento che condividevano e appena furono dentro sigillarono la porta con milioni e milioni di catenacci. Entrambi avevano gli occhi fuori dalle orbite.

Dopo che Sasuke ebbe ripreso fiato, si staccò dalla porta a cui si era appoggiato e andò in soggiorno e accese la televisione.

Trasmettevano un loro vecchio concerto con il singolo che li aveva portati al successo. Quel bravo era intitolato Sharingan.

Sasuke si lasciò cadere sul divano ma non prima di aver preso tra le mani un libro del suo autore preferito.

OLEANDER

Quel libro mano a mano lo leggeva lo affascinava sempre di più. Parlava di un ninja che aveva tradito il suo villaggio per cercare vendetta contro il fratello e ridare prestigio e onore al suo clan sterminato proprio dal fratello.

“Ancora con quel libro Sas’ke? Da quando lo ha scoperto non te ne stacchi un secondo. Sembra quasi il tuo amante! “Sbuffò l’Uzumaki mentre l’Uchiha lo guardava da sopra il libro con un sopracciglio inarcato.

“Dobe, fatti i cazzi tuoi!” sbottò freddo Sasuke.

Naruto si lasciò cadere sul divano.

“Ho bisogno di una vacanza Sas’ke e alla casa discografica h trovato questo dépliant!” esclamò porgendo il foglio all’ amico.

“L’Isola di Konoah?” domando L’Uchiha.

Naruto annuì.

“Un’isola dove la parola d’ordine è relax!” esclamò entusiasta il biondo.

L’Uchiha si fece pensieroso osservando l’opuscolo poi sospirò.

“So che me ne pentirò fino alla morte a fare un viaggio rilassante con te, ma il mio cervello ha bisogno di una pausa. Ordina i biglietti, testa quadra!” esclamò freddo l’Uchiha.

“Oh, non metterci tanto entusiasmo eh Sas’ke. Grazie tante, se la mia compagnia è così di peso, vorrà dire che farò il biglietto solo per me!” sbottò Naruto. Sasuke lo fulminò con lo sguardo.

“Va bene, va bene, ma smettila di darmi ordini e questa me la paghi teme! Ora escogitiamo un piano per non farci beccare dai Fan!” concluse serio il biondo e il moro sbuffò indignato tornando a leggere il suo libro.

“Temeeee” si lamentò Naruto ma dal moro non ricevette risposta

 

To be continued

Allora e di questa neo storia che ve ne pare ? Fatemi sapere un Kiss mei

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Capitolo 2
*** Konoha ***


Sakura Haruno in arte Oleander se ne stava in camera sua sommersa di vestiti e nel panico più totale. La giovane scrittrice non sapeva cosa mettere nella valigia per quella vacanza organizzata dalla sua editor nell’ isola da sogno di Konoha. La sera prima si era messa a cercare su internet qualche informazioni riguardanti quell’ isola e ne era rimasta letteralmente incantata tanto da essersi scordata di prepararsi la valigia prima di andare a dormire. Per Sakura, dopo aver investigato un po’ e spulciato foto , quell’ isola poteva essere il posto giusto per cercare l’ispirazione per un suo nuovo romanzo, ma in quel momento il dramma peggiore per la giovane era che non sapeva minimamente cosa mettere nella valigia.

“Oddiooo è questo orrore di vestito perché l’ho comprato!!” urlò Sakura buttando all’ altro capo della stanza il prendisole giallo con i pois bianchi.

“Orrore anche questo!” esclamò di nuovo la rosa buttando un paio di pantaloncini blu elettrico.

“Odddioo ma che mi metto!” urlò ancora. Nel momento in cui la porta della sua stanza si aprì lei lanciò verso la porta un paio di sandali bianchi con un tacco alto super già sei centimetri. Hinata per un soffio riuscì ad evitare che le scarpe di Sakura la colpissero in pieno stomaco.

“Oddio, ma che è passato da questa stanza l’uragano?” chiese allibita Hinata guardandosi attorno per poi  puntare i propri occhi perlati su Sakura. La rosa si era gettata di peso sul letto e con un braccio aveva coperto gli occhi

“Non vengo! “

“Perché?” chiese Hinata incredula

“Perché non ho nulla da mettermi e perché già so che sarà un fiasco totale!” borbottò la rosa.

“Avanti Sakura non essere così pessimista!” esclamò Hinata avvicinandosi al letto dove Sakura si era coperta fino  alla testa e prese a tirare via il lenzuolo.

“Avanti, non fare i capricci tanto lo so che stai facendo tutta questa scenata solo ed esclusivamente perché ieri notte ti sei fiondata a vedere l’isola di Konoha è hai notato che è l’isola con la percentuale più alta di celebrità e…”

Sakura si tolse le coperte dalla testa e scattò seduta.

“Kami Hinata ti rendi conto! Ieri ho scoperto una cosa incredibile e…”

“Cosa?” chiese Hinata curiosa.

“Se mi fai finire di parlare almeno!”

“Scusa, ma quando hai quell’ espressione… bè la dice lunga!” esclamò la rosa con un ghignetto divertito notando il rossore sulle guance di Sakura.

“Ieri ho scoperto che in vacanza su l’isola di Konoha ci sarà anche Sasori!” esclamò la rosa rossa in viso e imbarazzata. Hinata sbuffò.

“Pel di carota! Alleluya speravo di liberarmene e invece quell’ attoruncolo da quattro soldi continua a ronzarti attorno. Sakura so che ti piace, ma pel di carota non fa per te. Insomma i giornali lo dipingono come un piccolo attore con molti vizi tra cui il gioco d’azzardo e il bere. Sakura non incasinarti la vita!”

“Ma Sasori è figo!”

“è la copia mal riuscita di Gaara, Sakura!” urlò Hinata.

“Gaara è come un fratello per me!” sbottò la rosa.

“Ma Gaara in realtà non è tuo fratello, è un attore di fama mondiale, è bello, figo, gentile, con un anima, cordiale…ah eh dimenticavo è il tuo migliore amico, se proprio vuoi un pel di carota PRENDITI GAARA!” sbottò Hinata.

“No voglio Sasori!”

“Ci rinuncio! Sei cocciuta come una testuggine!” sospirò Hinata.

“E tu mi fai la paternale come un chioccia!” sospirò Sakura.

“Senti Sakura, ormai Itachi mi ha Dato i biglietti per Konoha  e i red carpet, ma mi fai la promessa che se becchi Sasori gli stai alla larga o mi costringi a chiamare Gaara!” sussurrò Hinata.

“Eh? Chi è Itachi? Non provare a chiamare Gaara, non lo voglio il mio migliore amico sull’ isola a sgridarmi ogni tre per due…

“ Te lo meriti… Itachi è il capo dell’agenzia di cui ti parlavo ieri l’akatsuki.” Spiegò Hinata,.

“No che non me lo merito e se voglio Sasori riuscirò a conquistare Sasori.!” Esclamò la rosa.

“Cocciuta!” sospirò Hinata. “Donna avvisata mezza salvata!

“Tanto Gaara non c’è su l’isola!” ridacchiò la rosa.

Hinata rise di cuore.

“E questo chi te lo ha detto? Tutti i membri dell’agenzia Akatsuki sono su quell’isola e quindi anche Gaara. Itachi ha offerto a tutti il viaggio a Konoha!” esclamò Hinata mentendo spudoratamente. Itachi le aveva detto che aveva a disposizione solo quattro biglietti per l’ isola di Konoha e che quella stessa mattina due suoi artisti se li erano presi, ma Hinata non poteva permettere che Sakura si avvicinasse a Sasori e non le era rimasta alternativa che mentirle. Sakura odiava a morte vedere lo sguardo deluso del suo migliore amico Gaara e di conseguenza avrebbe fatto di tutto per non deluderlo.  

Gaara l’aveva salvata dalla strada.  Gaara aveva salvato Sakura. Anni addietro aveva accolto Sakura nella sua casa insieme dove abitava con i suoi fratelli, Temari e Kankaru,  l’aveva motivata, aveva aumentato la sua autostima, l’aveva resa sicura di se e gli aveva dato l’affetto che Sakura essendo orfana non ha mai avuto. L’affetto di un fratellone maggiore e lei odiava deluderlo. Poi all’età di sedici anni lei e lui diciassette le cose erano cambiate. Gaara aveva preso a lavorare presso l’agenzia Akatsuki come piccolo attore per parti piccole, mentre a lei l’editor Orochimaru aveva letto un suo racconto, che a sua insaputa Gaara aveva inviato alla sua casa editrice , ed era stata ingaggiata come scrittrice, da allora la loro vita fu un continuo successo.  Fino al giorno precedente quando Sakura aveva ricevuto quella lettera da Orochimaru. Si c’erano sempre alti e bassi, ma tutto sommato le cose andavano bene. Poi Gaara aveva conosciuto un collega di lavoro, Sasori, e all’ inizio erano diventati amici, ma poi gli atteggiamenti di Sasori, i modi di fare, i vizi, avevano costretto Gaara ad allontanarsi da lui, purtroppo però non era riuscito ad evitare che Sasori conoscesse Sakura e che Sakura se ne infatuasse.  

“Accidenti NO! Non voglio deludere Gaara!” sbottò Sakura.

“Stai lontana da Sasori allora, te lo ha detto anche lui che non ti dovevi avvicinare a lui te lo ricordi o no?”borbottò Hinata

Sakura abbassò il viso e arrossì

“Si è vero!” sussurrò Sakura afflitta

“Su dai ti aiuto a fare la valigia!” esclamò con un sorriso Hinata.

“Ok, grazie!”

 

Sasuke Uchiha e  Naruto Uzumaki correvano a perdifiato verso l’aeroporto. Sasuke giurò a se stesso che mai più nella vita avrebbe lasciato campo libero a Naruto. Quel baka si era fatto scoprire nel peggiore dei modi. Tutto il mondo ormai conosceva la sua fissa per il ramen e lui aveva  mal deciso di fare una sosta in un locale di ramen e si erano ritrovati a doversela dare a gambe per sfuggire allo stuolo di ragazzine in tempesta ormonale per loro due.

“è l’ultima volta in vita mia che ti assecondo dobe!” urlò Sasuke correndo

“Scusa scusa scusa!” cantilenò Naruto trascinandosi dietro la valigia.

“Tsk”

Sasuke sollevò la sua valigia e la lanciò su Naruto costringendolo a prenderla al volo.

“Temeeee!”

“Zitto, non mi va di correre con la valigia, il danno lo hai fatto tu ora mi porti la valigia!” sbottò Sasuke

“ma che ci hai messo qua dentro!” urlò l’Uzumaki affaticato.

“Vestiti!” esordì Sasuke

“Io penso che invece tu qua dentro ci hai messo oleander!” sbottò Naruto seguendo Sasuke e entrando dentro l’aeroporto.

“E allora?”

“Cosaaaa? Ma sul serio ti sei portato tutti i tuoi libroni di Oleander. In vacanza! Dattebayo ma non t’annoia leggere?” chiese Naruto

“Non Oleander!” esclamò Sasuke dirigendosi al ceck in ViP

Dieci minuti dopo Naruto e Sasuke erano seduti sui loro posti aereo e Sasuke tirò fuori dalla valigia un libro intitolato “ la leggenda del Traditore “ specificatamente dell’autore Oleander.

“Ti Odio Sasuke! Solo quel libro che hai tirato fuori pesa un quintale!” sbottò Naruto e Sasuke sbuffò finchè le porte del jet privato si aprirono facendo entrare due ragazze. Sasuke sollevò il viso dal libro notando che una delle due ragazze aveva i capelli rosa, estremamente particolari. Era carina.

Naruto invece cominciò a fissare la ragazza dai lunghi capelli scuri.

Le giovani donne si accomodarono davanti a loro.

“Ciao Dattebayo!” urlò Naruto con un sorrisone. “Sono Naruto!”

Le due donne si voltarono verso di lui e lo salutarono con un gesto del capo, poi la voce metallizzata del pilota li avvisò che stavano per decollare.

“Dattebayo, come ti chiami?” chiese Naruto alla mora. Sasuke sollevò un sopracciglio. Per parlare così a una ragazza, Naruto ne era rimasto profondamente colpito.

La mora ridacchiò.

“Dattebayo? Ahah so chi sei Naruto Uzumaki dei Golden Boy, piacere di conoscerti! Sono Hinata! Lei è Sakura!” esclamò Hinata indicando Sakura che si era seduta e aveva tirato fuori il suo computer. Sasuke osservò la mora e poi la rosa che non lo degnava di uno sguardo intenta a smanettare con il pc.

Naruto osservò Sasuke che aveva abbassato nuovamente lo sguardo sul libro.

“Il nerd qui seduto vicino a me è Sasuke Uchiha!” rise Naruto.

“Nerd? Perché mai nerd?” chiese Hinata.

“Sta sempre appuzzato ai libri di Oleander!” esclamò Naruto. A quelle parole Sakura che stava bevendo un sorso d’acqua si soffocò. Hinata rise di cuore.

“Oh mio Dio!” rise Hinata.

Sasuke sollevò il viso.

“Fan di Oleander?” chiese Hinata e Sasuke annuì.

“Mio Dio …Mio Dio…Sakura…lui…”

“Zitta!” sbottò la rosa e Hinata si zittì.

Sasuke osservò cheto prima la mora poi la rosa che non aveva spiccicato parola da quando era salita sull’ aereo se non solo quel  --zitta—alla sua amica.

“Tu?” chiese semplicemente Sasuke a Hinata.

“Eheehe diciamo di si!” sussurrò Hinata

“Che significa diciamo di si, o sei fan o non lo sei! Dichiarò freddo Sasuke.

“I libri di Oleander io..” iniziò Hinata ma poi gemette di dolore appena ricevette un pizzicotto da parte di Sakura.

“Questo teme qui ha messo in valigia più libri di Oleander che vestiti!” esclamò Naruto. Hinata annuì massaggiandosi il braccio.

“allora? Non hai risposto donna?” esclamò Sasuke.

“Io i libri di Oleander sono costretta a leggerli…ci lavoro con lei!” sussurrò Hinata e Sakura sgranò gli occhi.

“Che cosa?” sbottò Sasuke sbiancando.

“Sono il suo editori! Hinata Hyuuga ti ricorda niente?” chiese Hinata e Sasuke annuì.

“Oh bè, capisco.”

“Quindi Oleander è una lei! Teme non me lo avevi mai detto!”

“Non fa differenza! È brava a scrivere, ti coinvolge le sue trame sono profonde, ti lascia sempre qualcosa dentro, che  sia un emozione positiva o una negativa, è una scrittrice completa come pochi ne esistono al mondo.  Ti ricordo che un libro anche un romanzo spesso dentro contiene pezzi del suo autore, un libro può anche essere il tuo migliore amico o il tuo psicologo, un libro come il suo scrittore può capirti meglio di chiunque altro e di conseguenza non ha importanza se è maschio o femmina, va rispettata per la sua bravura.  In più Oleander non è colei che cerca la fama, anzi evita proprio i Fan, in tutti gli anni che scrive non ha mai fatto un’ autografo al contrario di noi che ne abbiamo fatti a centinai, e se un giorno o l’altro qualcuno avrà un suo libro autografato varrà oro e non solo in denaro, ma per quello che comportare avere l’autografo di Oleander, una delle scrittrice in grado di cambiarti la giornata con poche sue parole. Te invece che sei un dobe che sei un asino non puoi capire!” sbottò Sasuke.

Naruto sbuffò.

Sakura sorrise grata e sollevò il viso dal pc, prese di nascosto il libro di Sasuke mentre lui era distratto e lo autografò in silenzio, poi lo rimise al posto. Poi Sakura si sciolse e prese a conoscere i tanto famosi  Golden Boy, scoprendoli persone vere e profonde. Né rimase molto colpita soprattutto da Sasuke Uchiha.

Nella dedica aveva scritto.

Pochi sono a capaci di capire il lavoro di uno scrittore, pochi sono in grado di capire quanto impegno e anima mette uno scrittore nei suoi libri, pochi sanno che un libro a volte è la migliore cura, pochi sanno apprezzare uno scrittore maschio ma ancor più pochi sanno apprezzare una scrittrice femmina e capirne appieno il significato dei proprio libri. Sono commossa Sasuke Uchiha, anima e parole dei Golden boy, le vostre canzoni sono per me fonte d’ispirazione, quindi grazie di cuore. Lieta di aver un fan del tuo calibro e di aver fatto la tua conoscenza.

Con Affetto.

Oleander.

Hinata si accorse del gesto fatto da Sakura e le sorrise complimentandosi con lei. Non era da Oleander

 

Dopo quattro ore di aereo erano finalmente arrivati a destinazione e l’isola di Konoha era un sogno. Sakura e Hinata sorrisero, poi salutarono cordialmente i Golden Boy, poi si diressero al loro albergo.

“Temeee erano simpatiche no?”

Sasuke annuì poi si diressero al loro albergo.

Un ora dopo Sasuke era steso sul suo letto della camera d’albergo esausto e prese il suo libro e lo aprì, poi diventò pallido.

“Non ci credo! Per tutti i Kami!” urlò Sasuke con il libro tra le mani che gli tremavano. Naruto uscì dal bagno di corsa.

“Che succede?”

“Nulla!” esclamò Sasuke chiudendo il libro e stringendolo al petto. Quel libro era appena diventato il suo più grande tesoro.

“Le mie canzoni la ispirano…”  pensò con un piccolo sorriso sulle labbra Sasuke

 

To be continued

Che ve ne pare? Un kiss mei e alla prossima

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Capitolo 3
*** Incontri ***


eccomi qua signori e signore dopo una settimana di assenza, con un nuovo capitolo di Golden Boy, primetto che se sta sera ce la faccio aggiornerò anche Lord perfect se no domani l'aggiorno.

Spero che questo capitolo vi piaccia, non mi dilungo molto perchè devo andare a cena, ma spero mi facciate sapere che ne pensate un kissono enorme la vostra Mei


INCONTRI


Sakura Haruno si era appena sistemata nella sua stanza nel suo cottage da sogno nell’ isola più bella che avesse mai visto. Appena era atterrata dal jet privato e respirato l’aria di Konoha aveva come sentito una forte energia fruirle dentro.

Sakura non aveva minimamente pensato di chiudersi in camera a disfare le valigie, le aveva semplicemente aperte per prendere un paio di comode infradito e un leggero prendisole per poi cambiarsi velocemente e lasciando le valige in soggiorno, era corsa fuori inspirando profondamente con il naso e a pieni polmoni l’aria limpida e pulita di quell’ isola.

Per Sakura fu un colpo al cuore e quasi le spuntarono le lacrime agli occhi quando davanti a lei le si presentò uno scenario così bello, così naturale da essere in grado di emozionarla. Non a caso anni prima aveva scelto lo pseudonimo di Oleander.

 Gli oleandri insieme ai fiori di ciliegio erano i suoi fiori preferiti, ma non si era mai sentita in grado di usare il suo nome, Sakura, ovvero fiore di ciliegio, altrimenti si sarebbe sentita eternamente a disagio.

Sakura rientrò a passo spedito nel cottage, prese carta e penna e corse di nuovo fuori alla ricerca di un posticino appartato dove buttare giù qualche idea che nel caso la fortuna fosse dalla sua parte, potevano essere buoni appunti per un suo prossimo libro.

Più Sakura camminava per i vari sentieri, foreste e praterie di Konoha, più sentiva nascere dentro di se una calma e una pace interiore che le fecero desiderare di non tornare mai più alla civilizzazione e vivere li in quei luoghi come la Jane di Tarzan, da selvaggia. Sakura ridacchiò sommessa, poi si bloccò quando davanti a se, seduto sulla grande prateria e a naso in giù puntato su un libro, Sakura notò Sasuke Uchiha dei Golden boy.

Come fosse una ladra la rosa si nascose dietro un albero poco distante da lui e si mise ad osservarlo. Sasuke era davvero davvero molto bello ma per niente il suo tipo. 

Sakura si avvicinò di qualche passo con fare furtivo non facendosi notare e nascondendosi dietro un altro albero.  Mentre si avvicinava Sakura si accorse che Sasuke aveva tra le mani, si, un libro, per la precisione quello che gli aveva autografato, ma sopra il libro vi era un foglio di carta.

Sakura si domandò cosa stesse facendo, poi lo vide sollevare una penna e poggiarsela sulle labbra, lo vide chiudere gli occhi e solo in quel momento si accorse che il giovane cantante aveva degli auricolari messi alle orecchie, infine lo vide scrivere qualcosa sul foglio e accennare un sorriso, infine lo vide sollevare il foglio da sopra il libro, aprire la prima pagina di esso, leggere, sorridere e richiudere il libro per poi rimetterci sopra il foglio e prendere a scrivere.

Sakura non seppe come ma era sicura di quello che stava facendo Sasuke.

Quello era il libro che lei gli aveva autografato, alle orecchie e negli auricolari aveva la musica che il suo collega e amico Naruto aveva creato, e lui si stava scervellando per scrivere un testo degno dei Golden boy usando come fonte d’ispirazione il suo libro e le parole che lei aveva usato per autografargli il libro. In uno strano modo Sakura in quel momento si sentì parte dei Golden boy.

Sapeva che lui aveva capito perfettamente che lei era Oleander, il tonto a quanto pare non era il moro più che altro il biondo del gruppo. Pensò fra se e se Sakura ridacchiando piano. Facendosi coraggio Sakura uscì dal suo nascondiglio e si andò a sedere accanto a lui, che percependola sollevò la testa di scatto e sgranò leggermente gli occhi strappandosi gli auricolari dalle orecchie

Sakura non disse nulla, semplicemente sorrise, piegò le ginocchia a mo di tavolino e posò su di esse un blocco notes aprendolo a pagina pulita, poi tirò fuori la penna e prese a scribacchiare qualcosa tipo la sensazione che il profumo degli alberi le dava, la sensazione della soffice erba che le carezzava  le gambe nude, il caldo tepore del sole di Konoha, la vicinanza di una fan che aveva compreso appieno la vera essenza dei suoi libri, il profumo di lui, la pelle più bianca del latte, gli occhi più neri della pece, i capelli fili d’ebano, poteva essere assolutamente perfetto come protagonista di uno dei suoi romanzi. Sorrise piano, scrivendo e appuntando tutte quelle sensazioni.

Di scatto di bloccò dallo scrivere dandosi della scema patenta, lui l’aveva percepita, l’aveva vista, aveva interrotto il suo lavoro e lei nemmeno lo aveva salutato. Si sentì una perfetta idiota.

Voltò il viso verso di lui e lo vide che era ritornato a lavorare sul foglio ma sta volta il suo viso oltre ad accennare l’ombra di un sorriso era rilassato e la sua penna scriveva su quel foglio senza alcuna sosta. Sakura comprese che era ispirato, proprio come in quel momento lo era lei.

Sorrise anche lei e prese a scrivere, a guardarsi attorno, chiudere gli occhi e immaginare il suo personaggio che aveva le sembianze di Sasuke.

“Sakura…” la chiamò Sasuke e lei bloccò la sua penna e sollevò il viso guardandolo negli occhi.

“Grazie…” sussurrò infine e lei inarcò un sopracciglio quando lo vide alzarsi e inoltrarsi verso la foresta, ma prima che sparisse Sakura lo fermò.

“Sasuke…”

“Si?”

“Lo hai capito vero?” chiese la rosa infine.

Sasuke si voltò lentamente verso di lei.

“Che sei Oleander? Si, non sono stupido come il dobe!” sussurrò piano Sasuke.

“E non mi sei saltato addosso sapendo che ero la tua scrittrice preferita?” chiese Sakura incredula. Sasuke ridacchiò.

“Sono Sasuke Uchiha dei Golden Boy Sakura, so quanto possono essere asfissianti i Fan. Io ti ammiro, ti stimo, ma stanne più che certa che non voglio un pezzo di te!” sussurrò Sasuke. Sakura sgranò gli occhi.

“Come? Che significa?” chiese Sakura.

“Che i fan sanno farti male…” sussurrò abbassando gli occhi.

“Sasuke che intendi?” chiese Sakura

“Non ho avuto la vita facile che i giornalisti decantano.” sussurrò tetro l’Uchiha.

Sakura annuì e chiuse il blocco degli appunti per poi alzarsi in piedi e raggiungerlo.

“Si lo so, si vede dai tuoi occhi. Ognuno di noi ha dentro di sé paure e ostacoli che non riesce a superare e ferite che ancora fanno male” sussurrò Sakura chiudendo gli occhi. Sasuke la guardò incredulo provando una strana sensazione nei confronti del confettino li vicino a lui. Gli sembrava quasi di conoscerla.

Sasuke annuì.

“Ti va di raccontarmi il tuo dolore? Sai potrei anche semplicemente ascoltarti. Mi è bastato un attimo Sasuke, un attimo per osservarti e capire che stai soffrendo. Non riesco ancora a decifrare su cosa, ma se ti serve un amica…Eccomi io ci sono.” Sorrise Sakura mettendogli una mano sulla spalla.

“Io miei genitori sono morti a causa mia!” sussurrò di scatto Sasuke chiudendo gli occhi e serrandoli.

“Come?” balbettò incredula Sakura.

“Per favore Sakura, quello che sto per raccontarti e strettamente confidenziale, non so perché ma di te mi fido, mi sembra di conoscerti da una vita, ma…” iniziò Sasuke. Sakura sollevò una mano e gli carezzò dolcemente il viso.

“Sono qui, e dalla mia bocca non uscirà una virgola di quello che mi dirai!”

Sasuke la guardò a lungo negli occhi, poi strinse al petto il libro autografato da Oleander e annuì.

“Due anni fa mi minacciarono.  Uno strano gruppo mi disse che dovevo usare la mia popolarità, il gruppo dei Golden boy per lanciare messaggi di violenza, odio, istigare le donne alla prostituzione, gli uomini a spacciare insomma a fare da contrabbandiere usando la mia arte. Né parlai con mio fratello e con Naruto e insieme abbiamo deciso di non assecondare questo gruppo, ma un giorno ci arrivò una chiamata in cui a mio fratello veniva ordinato di ordinare a me di cantare una canzone che questo gruppo aveva scritto, una canzone orribile Sakura, istigava alle cose peggiori di questo mondo da scenari di violenza all’omicidio.  Se non avremmo fatto ciò i nostri genitori sarebbero esplosi in aria. Insomma avevano rapito i miei genitori. Sia io che mio fratello fummo costretti ad accettare, ma appena Naruto lesse il testo gli si accapponò la pelle e rifiutò di creare la musica e lasciò i Golden Boy, fin qua nulla di male perché il gruppo ci spedì la base musicale, ma al momento in cui…in…cui dovevo cantarla…la voce non mi è uscita e lo show è saltato in aria così come i miei genitori.” sussurrò pianissimo Sasuke con gli occhi lucidi.

Sakura lo strinse in un forte abbraccio tenendolo stretto a se. La rosa aveva gli occhi pieni di lacrime e non riusciva a smettere di singhiozzare mentre stingeva a se Sasuke

“Sakura… non piangere non ti ho raccontato questo per farti piangere ma perché…bo…mi fido” sussurrò Sasuke ricambiando l’abbraccio.

“Bastardi! Sasuke, non è colpa tua Sasuke! Non è per niente colpa tua!”

“Se l’avessi cantata magari i miei genitori sarebbero ancora vivi!” sussurrò Sasuke nascondendo il viso nell’ incavo del collo di Sakura. Sakura prese ad accarezzargli i capelli.

“O forse no Sasuke, chi mai ti aveva assicurato che se tu avessi lanciato quella canzone orribile nel mercato poi quel gruppo non avrebbe ucciso lo stesso i tuoi genitori e a quest’ora chissà quante altre vittime ci sarebbero al mondo se tu con la tua forza non ti fossi bloccato? Perché Sasuke io non credo che la voce non ti sia uscita perché non poteva, io penso che l’abbia bloccata tu, sacrificando la tua famiglia, il tuo cuore per salvare il mondo. Sasuke tu sei un eroe!” esclamò Sakura stringendolo maggiormente.

“I tuoi libri sono stati la mia ancora di salvezza. In particolare uno” sussurrò Sasuke

“Quale?” chiese Sakura.

“Quanto hai perduto tutto la sola cosa da fare è…”

“Lottare!” concluse per lui Sakura e staccandosi da lui con un sorriso triste sulle labbra.

“SI, l’ho sentito che rispecchiava il mio stato d’animo e…”

“Quell’ libro l’ho scritto in memoria dei miei genitori. Anche loro sono morti, non come i tuoi ma per un incidente, ma fa male lo stesso. So cosa significa soffrire. I miei genitori erano appena morti, non avevo punti di riferimento, ne un posto dove andare, vagavo per le strade come una vagabonda, fino a quando Gaara non mi ha trovata e non mi ha salvata ed è diventato mio fratello e…”

“Che? Gaara Subaku è tuo fratello? L’attore più in voga di Hollywood è tuo fratello?” chiese Sasuke incredulo

“Ah, bè, fratellastro ma comunque si. Quello che voglio dirti è che se quel mio libro è stato in grado di aiutarti a superare quel trauma, voglio offrirti tutto il pacchetto, ovvero la mia amicizia se ti va” sussurrò Sakura e Sasuke annuì abbracciandola stretta e Sakura si strinse a lui attorcigliando le mani alla sua vita e stringendolo a se e depositargli un piccolo bacio sul collo.

“Oleander come amica, c’è chi mi ucciderebbe per questa fortuna!” sussurrò Sasuke.

“Sasuke Uchiha come amico, c’è chi mi scuoierebbe viva per sta botta di culo! Parla chiaro e tondo con me Sasuke, sarò una scrittrice ma so anche essere un

“Tipino Tutto pepe! “Sussurrò Sasuke baciandole una guancia. Sakura sorrise e lo prese per mano trascinandolo verso il suo cottage.

Più si avvicinavano al cottage più la situazione era strana.

Hinata faceva avanti e indietro nel cortile del cottage e parlava al telefono.

“Lo so! Lo so! L’ho persa di vista solo un secondo e quella cretina è sparita. Accidenti se becco Sakura la spello!” urlò al telefono Hinata che mise in vivace al cellulare per prendere il tablet e cercare i posti dove una scrittrice può andare su Konoha.

“Passami mia sorella Hinata!” urlò Gaara al telefono.

“La sto cercando con il GPS speronando che la scema si sia almeno portata il pc…ah no…mi dice che il pc è in casa. Maledetta!

“Hinata sono quasi arrivato a Konoha se appena arrivo non trovo mia sorella ne pagherai le conseguenze e…” iniziò la voce al telefono

“Senti moscerino…modera i toni con una signora se no vengo li e ti trancio le palle!” sbottò una voce fin troppo conosciuta a Sasuke.

“Grazie ...” sussurrò Hinata

“Oh cazzo...” borbottò Sasuke.

“Che diavolo? Chi ha minacciato mio fratello?” chiese quasi furiosa Sakura a Sasuke.

“Tuo fratello? Quello al telefono è Gaara?” chiese Sasuke e Sakura annuì stringendo i pugni.

“Chi ha minacciato mio fratello? Nessuno osi minacciare Gaara! Chi cavolo è stato!” ringhiò Sakura.

“Il dobe. Naruto Uzumaki. Povero me che devo fare con quello li!” sussurrò piano Sasuke.

“Voglio sapere mia sorella al sicuro Hinata, niente di più niente di me, e poi chi cavolo era quello che ha parlato?” chiese Gaara al telefono.

“Io, Naruto Uzumaki, tu chi sei?” chiese Naruto al telefono.

“Naruto?? Naruto Uzumaki?” esclamò la voce al telefono con un tono completamente opposto a quello di prima ora sembrava amichevole.

Sakura guardò Sasuke e Sasuke guardò Sakura increduli nascosti dietro l’albero.

“Ehm? Dovrei conoscerti?” balbettò Naruto.

“Non mi riconosci baka? “

“Evidentemente no!” esclamò Naruto.

“Gaara Subaku! Ci siamo conosciuti in agenzia un anno fa!” esclamò Gaara al telefono.

“Cheee? G…Gaara? Gaara ma sei davvero tu!” urlò Naruto afferrando il telefono. Adesso anche il suo tono era diventato amichevole.

“Si sono io…che bello risentirti! Sei a Konoha?” chiese Gaara.

“Si Si…e tu…”

“Io sto venendo. Atterro a Konoha tra dieci minuti! E voglio mia sorella!”

“Tua sorella? La ragazza venuta con Hinata è tua sorella, ma non è una vip, quindi l’hai mandata tu qui?”

“Non è una Vip? Mia sorella non è una VIP? Naruto ma in quale pianeta vivi? Mia sorella Sakura Haruno è Oleander e…”

“Gaara Subaku tu parli troppo!” urlò Sakura uscendo dal nascondiglio e afferrando il telefono.

“Bakaaaa!” urlò ancora Sakura.

“Scusa…scusa Onee chan, ma ero preoccupato…quel Sasori…” iniziò Gaara ma fu bloccato all’istante.

“Taci pel di carota! Questa me la paghi cara Gaara!” sbottò Sakura riattaccando il telefono, poi si voltò verso i suoi interlocutori.

“Ehm…ehm…Mi presento, mi chiamo Sakura Haruno, in arte Oleander!” esclamò guardando con un sorriso Sasuke e ricambiò il sorriso.

“O..O..O…Olenader?? Sasukeeeee!” urlò Naruto e Sasuke Ghignò.

“Lo so!” dichiarò semplicemente Sasuke.


to be continued

allora che ve ne pare? vi piace come capitolo? affrettato? brutto? stupido? fatemi sapere che ne pensate un kiss Mei

alla prossima

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Capitolo 4
*** Segreti ***


 

 

SEGRETI

 

 

“Non ci credo!” urlò Naruto incredulo saltellando quasi come un bimbo e quasi come se fosse lui il fan sfegatato di Oleander.

“Oleander è una donna!” urlò ancora Naruto  con incredulità, quasi fosse deluso dal fatto che Oleander in realtà fosse una donna e che una donna era riuscita a creare storie in grado di appassionare il freddo, gelido, controllato, presuntuoso, menefreghista, Sasuke Uchiha . Il tono di voce di Naruto era parso talmente deluso da indurre Sakura ad irrigidirsi da capo a piedi e facendo inarcare un sopracciglio a Sasuke che non esitò a trucidare con lo sguardo il suo migliore amico e poggiare una mano sul fianco di Sakura come a proteggere il suo idolo dal quel idiota di Naruto e dai suoi commenti poco delicati. Quando mai Naruto fosse stato in grado di non dar fiato a quella bocca combina guai.

“Guarda, grazie per avermelo fatto notare, sai non me ne ero accorta!” esclamò Sakura incrociando le braccia al petto . Sasuke invece incurvò leggermente le labbra in quella che sembrava l’ombra di un sorriso quando Sakura, nell’incrociare le braccia, si era appoggiata al suo petto senza quasi rendersene conto.

Hinata sgranò gli occhi incredula alla vista di Sakura che si poggiava su Sasuke e quando stava per farglielo notare uno sguardo glaciale di Sasuke le impedì di aprire bocca.

“Io sono…” iniziò Naruto.

“Naruto Uzumaki, la prima donna dei Golden Boy!” esordì Sakura costringendo Sasuke a mordersi le labbra.

Naruto sbuffò e mise il broncio osservando Sakura.

“Stavo per dire “ Lieto di conoscerti” Eh? Ma? Ehii io non sono una prima donna!  Perché dici così Sakura Chan!” si lamentò Naruto mettendo il broncio e facendo gli occhi da cucciolo. Sasuke si diede una manata in faccia.

“Certo che, dobe, sei proprio tonto!” sospirò Sasuke e appena vide il migliore amico inarcare un sopracciglio con un espressione facciale da gigante punto interrogativo, fu costretto a fargli l’anamnesi del tono di voce che aveva usato.

“Hai detto “Oleander è una donna” e non è quanto le parole che hai detto ad aver infastidito la qui presente Oleander, ma piuttosto il tono con cui le hai dette, quasi deluso e disgustato da questa scoperta!” esordì Sasuke stufo di dover spiegare sempre nel minimo dettaglio ogni cosa al suo amico tonto.

Sakura sorrise e annuì alle parole di Sasuke continuando a restare poggiata a lui.

Naruto sussultò.

“ohhh no no Sakura chan perdonami! Non intendevo questo! Il fatto è che Sasuke sta sempre attaccato ai tuoi libri e se per caso esce un tuo nuovo libro è il primo che corre in libreria a comprarselo ed è capace di spendere tutti i suoi soldi in tuoi libri e  di mandare a monte  ogni programma fatto in precedenza per divorarsi, e dico letteralmente divorarsi il tuo libro. Addirittura più di una volta è capitato di annullare concerti e impegni all’agenzia perché lui doveva leggersi quel nuovo libro . Se per caso capitava che avesse un impegno con me e lo disturbavo lui se ne usciva con la solita frate “ Dobe non rompermi. Quante volte ti devo ancora far presente che non gradisco la tua presenza quando sto con Oleander. ” oppure ancora solleva Il libro mostrandomelo esordendo “ Oleander. Punto!” o ancora “ Oleander prima di tutto!” “ esclamò Naruto.

Sakura sgranò gli occhi incredula e Sasuke sussultò appena sentì la testa della rosa voltarsi verso di lui come a chiedere spiegazioni. Perché quell’atteggiamento non era passione per i suoi libri era pura e semplice ossessione. Sakura si staccò da Sasuke continuando ad guardarlo. Sasuke ringhiò ferocemente  tentato di strozzare il suo migliore amico.

Naruto continuò le sue scuse e nemmeno lo sguardo assassino di Sasuke riuscì a frenare Naruto.

“Il mio tono non voleva essere offensivo, Sakura Chan, più che altro voleva essere un tono d’ammirazione e speranza, affinchè lui conoscendoti la finisse di essere così ossessivo con i tuoi libri e dedicasse un po’ del suo tempo anche ad altri svaghi.

“Ovvero tipo il Ramen eh Naruto” ringhiò Sasuke

“Siii tipo il ramen. Il mio tono più che deluso e disgustato voleva essere speranzoso, ammirativo. Almeno con te qui posso sapere di che parlano i tuoi libri perché se lo chiedo a Sasuke, o gli chiedo di prestarmi un tuo libro, praticamente mi sbrana dicendo “ Non toccare quel libro se vuoi vivere. Se ti interessa cosa leggo, comprati un libro e impara a leggere idiota!” ma a me leggere non piace…preferisco di gran lunga cantare e guardare la Tv, specie nei film di Gaara.! E poi cribbio sei la sorella di Gaara!” esordì euforico Naruto non rendendosi conto di aver fatto una strage di persone dentro quella stanza. Infatti Sakura si era portata le mani davanti la bocca incredula, Sasuke si era rintanato in un angolo della stanza imbarazzato, ma senza dare l’impressione di esserlo, mentre Hinata aveva gli occhi fuori dalle orbite.

“Io …io…” balbettò incredula Sakura

“perciò grazie a te, posso sapere cosa passa per la mente del teme e cosa gli piace, così da trovare un compromesso per serate in cui anche lui si possa divertire. Ecco tutto” concluse Naruto.

Sasuke ringhiò, si staccò dal muro dove era poggiato e uscì da quella stanza infuriato.

“Teme!” Urlò Naruto cercando di correre da lui ma Sakura lo frenò mettendogli una mano sulla spalla.

“Hinata, se arriva Gaara digli che sono in giro. Per favore lasciami un attimo sola con  Naruto!” esclamò Sakura e appena la mora annuì sparendo dietro la porta, Sakura riprese a parlare guardando negli occhi Naruto.

“Naruto a volte dovresti anche imparare ad osservare le persone. Il tuo gran monologo ha ferito Sasuke se non te ne sei accorto. Quello che hai sbandierato a me e a Hinata, erano gli Hobby più intimi di Sasuke, che per quanto tu creda lui non si apra con te, il fatto che tu conosca queste cose è quanto dire. Impara a controllare il tuo fiume di parole e ad osservare le persone prima di parlare. Se vuoi da me un parere, io mi sento davvero onorata degli atteggiamenti che ha Sasuke verso i miei libri. Le persone non sono tutte espansive come te, a volte alle persone piace mantenere la propria privasy a cui è concesso entrare una cerchia ristretta di persone e tu sei, se non eri, una di queste persone per Sasuke. Hai sbagliato, ma Sasuke mi ha anche raccontato cosa vi è successo qualche tempo fa e con cosa ha pagato Sasuke : i genitori.  Non credi che la passione per i miei libri possa anche essere collegato a questo avvenimento e che i miei libri siano riusciti a risollevarlo almeno un po? Non puoi sbandierare al vento così qualcosa che riguarda Sasuke, perché per quel poco che lo conosco, ho capito che Sasuke è una persona che si fida poco delle persone. Ora non è tutto perduto perché la persona a cui l’hai detto sono io, il suo idolo, la sua amica di cui anche se mi conosce poco si è fidato, ma ti devi scusare.” Esordì Sakura dirigendosi alla porta.

Naruto era rimasto letteralmente pietrificato.

“Ti…ti ha raccontato dei suoi genitori?” balbettò incredulo Naruto e Sakura si fermò davanti la porta e dandogli le spalle accennò un sorriso.

“Io e Sasuke, Naruto, abbiamo più cose in comune di quanto immagini!” concluse Sakura uscendo dalla stanza e lasciando Naruto a dare un pugno al muro.

 

Sasuke se ne stava seduto in riva al mare nella meravigliosa isola di Konoha. Il vento  quella sera era un piacevole balsamo per i suoi nervi. Un rumore incerto costrinse Sasuke a voltarsi di scatto per poi sgranare gli occhi.

“Sakura!”

Sakura sorrise. “Non prendertela con Naruto, ha parlato senza riflettere…”

“e tu l’ha strigliato per benino” esclamò Sasuke mentre Sakura ridacchiava.

“se l’è meritato”

“Si, se lo è meritato!” sospirò Sasuke mentre osservava Sakura togliersi i sandali, sedersi al suo fianco e con i piedi giocare con la sabbia.

“ma ora mi tocca strigliare anche te” sussurrò la rosa.

“Che cosa? Perché?”

“Dimmi Sasuke che tu sappia Naruto ha i genitori?” chiese Sakura e Sasuke sussultò per poi scuotere la testa in segno di negazione.

“Non lo so.”

Sakura sorrise.

“Espansivo per quant’è Naruto, lui non parla mai di sé Sasuke. Anche i genitori di Naruto sono stati uccisi!”sussurrò Sakura odiandosi per il fatto di essere costretta a tradire suo fratello, ma i golden boy dovevano diventare una famiglia. In quel preciso momento e in quel luogo da sogno Sakura aveva creato la sua missione personale.

Sasuke sgranò gli occhi e si voltò di scatto verso Sakura.

“Che vuol dire.”

“Cavolo Sasuke fai due più due. Ti do solo un indizio. Il vero nome di Naruto non è Naruto Uzumaki, ma bensì Naruto Namikaze!” esordì Sakura

Sasuke sussultò.

“Non è possibile! Non è vero!” esclamò incredulo Sasuke guardando negli occhi Sakura.

“Invece si. Naruto Namikaze figlio dell’ ex presidente del giappone Minato Namikaze e del primo ministro Kushina Uzumaki, assassinati tre anni fa perché non volevano concedere il Kurama,ovvero l’unica persona che ha la possibilità di accedere a tutte le banche del mondo e prelevare denaro senza bisogno di controlli e Sasuke, il Kurama è Naruto. I  suoi genitori hanno preferito morire anziché rivelare chi fosse il Kurama e Naruto si sente in colpa per la morte dei propri genitori e quando quel gruppo ha minacciato i Golden Boy, lui ha preferito non accettare per evitare che il sacrificio dei suoi genitori sia stato vano. Tutt’oggi nessuno sa chi è il Kurama a parte me, te, Naruto e mio fratello Kankaru bocca larga!” sospirò Sakura

Sasuke era incredulo, allibito tremava come una foglia, poi Sakura continuò.

“Quando Naruto ti tortura per fare qualcosa, non è perché gli va di torturarti o asfissiarti, in quei momenti è lui ad avere bisogno di te e tu a quanto pare che hai fatto? Gli hai sempre sbattuto le porte in faccia dicendo e facendogli capire che i miei libri erano più importanti di lui. Di una persona che dentro soffre l’inferno, proprio come te.” Esclamò Sakura, mentre Sasuke la guardava a bocca aperta.

“Come fai a sapere queste cose?” sussurrò Sasuke

“Ho un fratello che lavora per il governo mondiale, Kankaru e che se minaccio di non cucinargli, lavargli i vestiti, continuare a scrivere, in quanto i miei libri sono fonte d’ispirazione per lui e per il suo lavoro agli Ambu, dice lui, e molte altre cose che se non parla con me, di questi come dire piccoli segretucci mondiali,  lo lascio a secco di tutto, ovvero, cibo, vestiti, hobby, i miei libri e quindi puntualmente lui parla. Ecco come so di Naruto” ridacchiò Sakura.

“Mio dio…Naruto” sussurrò Sasuke sentendosi in colpa.

“Vuoi andare da lui?” chiese Sakura e appena lo vide annuire Sakura sorrise e si alzò in piedi porgendogli la mano.

“Ricorda una lezione Sasuke, le persone più vere, più profonde, mostrano chi sono solo a chi concede loro di farlo. Sasuke non hai mai permesso a Naruto di mostrarti chi era perché ti sei chiuso nel tuo dolore non accorgenti delle persone che ti stanno attorno, mentre a me è bastata un occhiata per capire che stavi soffrendo, ma mi è bastato un secondo per capire che Naruto dentro di se è pronto a spirare l’ultimo respiro. Ha ricevuto troppe mazzate e troppo dolore quel ragazzo per riuscire ancora a sopportare le porte in faccia dalle persone che vorrebbe attorno a se per crearsi una famiglia e tu sei uno di questi. Rimedia Sasuke, non è troppo tardi. Almeno spero!” sussurrò Sakura avviandosi al cottege. Sasuke la bloccò facendola girare di scatto.

“V…vorrei che anche tu facessi parte della mia vita” sussurrò Sasuke avvicinandosi a lei . lentamente…molto lentamente si chinò su Sakura per unire le sue labbra a quelle della rosa. Sakura chiuse gli occhi in attesa del tanto agognato bacio che aveva cominciato a desiderare da quando Sasuke si era confidato con lei. Poi un urlo.

“Sakura….Sakura…oddio fa qualcosa!”

“Hinata? Che succede?”

“Quel cretino di Naruto…lui…” inziò Hinata con il respiro affannoso

Sakura, Sasuke e Hinata presero a correre verso il cottage e appena arrivarono spalancando di scatto la porta della stanza da letto trovarono Naruto seduto sul letto, con in viso un espressione di dolore e la mano destra sporca di sangue e livida.

“Naruto, idiota, ma ti sei rotto un mano!” urlò Sakura correndo da lui.

“Uhm” gemette Naruto appena Sakura delicatamente prese la mano maciullata di Naruto tra le sue.

“Naruto...” sussurrò Sasuke.

Naruto sollevò lo sguardo e guardò Sasuke con occhi vuoti, spenti ma con in viso un sorriso tremante.

“Meno male che per un mese non abbiamo concerti…credo di aver reso inutilizzabile la mia mano!” cercò di ridere Naruto, ma Sasuke comprese all’ istante. Naruto stava davvero male e quella vacanza per cui lo stesso Uzumaki aveva tanto insistito, continuando di questo passo e lui a ignorarlo, presto quella vacanza si sarebbe trasformata nel personale incubo di Naruto. Il suo vaso di pandora.  Continuando di questo passo…

Sasuke osservò Sakura fasciare la mano di Naruto e appena ebbe finito, con un occhiata le fece capire che doveva parlarle.

Sakura lo raggiunse.

“Naruto ha faticato a convincermi a venire qua. Perché ci tiene tanto?”

Sakura sospirò.

“Certo che il tonto qua se pure tu!” sospirò Sakura.

“Spera di farsi una famiglia fuori dai riflettori . Sasuke sei qua con Naruto perché Naruto vorrebbe, almeno penso, considerare te suo fratello!” concluse Sakura tornando dentro da Naruto.

Non c’erano dubbi. Quella era la geniale scrittrice Oleander. Colei che così come nei suoi libri, anche di presenza, era in grado di leggerti dentro semplicemente posando sguardo sulle persone.

Sakura era davvero incredibile.  Poi la porta del cottage venne aperta e una testa rossa entrò nella stanza.

“Allora dove sono mia sorella e quel bakarospo di Naruto!” urlò l’uomo. Sasuke inarco un sopracciglio mentre da dentro la stanza dove vi erano Naruto e Sakura si sentì un fracasso, poi entrambi lottando per uscire prima dalla porta si catapultarono sull’uomo che intanto rideva di gusto, urlando.

“Gaaraaa!” urlarono Naruto e Sakura.

 

To be continued

Signori eccomi qua . Scusate l’attesa di mesi, ma ecco il nuovo aggiornamento di Golden Boy. Ringrazio chi la segue  e l’ha messa tra le preferite ricordate e seguite. Perdonate la fretta, ma  bè dopo due settimane di influenza è il primo giorno che posso uscire spero vi piaccia. Fatemi sapere anche che ne pensate della foto copertina. Un kiss alla prossima mei.

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Capitolo 5
*** Abbi il coraggio ***


 

 

ABBI IL CORAGGIO

 

 

Gaara Subaku rise di cuore quando si trovò con il culo per terra sommerso dagli abbracci di Naruto e dai baci di Sakura. Erano tre mesi che non vedeva sua sorella e quell’accoglienza, anche se fino a poche ore prima Sakura gli aveva giurato vendetta per aver rivelato ai Golden Boy chi era in realtà Oleander, lo fece sentire a casa. Gaara mise una mano sulla testa rosa di Sakura costringendo la sorella a sollevare il viso e trovandolo inondato di lacrime. Anche a lui era mancata terribilmente Sakura, ma Gaara conosceva bene Sakura e sapeva che quelle lacrime non erano dovute solo alla commozione del suo ritorno. Gaara spostò lo sguardo su Hinata e la vide mordersi le labbra e asciugarsi qualche lacrima che aveva rotto gli argini dei suoi occhi, poi spostò lo sguardo su Naruto , l’esuberante ragazzino sempre sorridente e sempre con una parola giusta al momento di bisogno, che si era aggrappato al suo braccio e sul viso aveva un’espressione di pura felicità, e infine spostò lo sguardo su Sasuke, altro membro dei Golden Boy, e che se ne stava con le spalle poggiate allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto e un leggero ghigno sul viso.

Gaara comprese all’istante, i Golden boy erano riusciti a farsi amare da sua sorella.

“Sakura… Sakura basta!” urlò Gaara rosso in viso peggio del colore dei suoi capelli. Da quando lo avevano fatto cadere a terra, Sakura non aveva cessato un secondo di sbaciucchiarlo cantilenando il suo nome, mentre Naruto continuava a ridere felice.

Lui e Naruto si erano conosciuti tempo addietro e tra di loro era scattata all’istante un amicizia profonda. Gaara non sapeva come ma percepiva che come lui, Naruto aveva bisogno di un amico confidente in particolar modo in quel periodo e lui ne sarebbe stato più che onorato di aiutarlo in qualche modo come in passato aveva fatto Naruto per lui.

Gaara staccò il braccio da Naruto per spingere via Sakura.

“Eh staccati sanguisuga, mi stai “limonando” tutto. Bleah!” esordì Gaara ridendo.

Sakura sussultò e si staccò di scatto da Gaara.

“Io limonare te? Oh ma per favore fammi il piacere pel di carota!” ringhiò Sakura con fare teatrale e mal celata rabbia.

“Pel di carota a me? Tu ti sei vista confettino pasquale!” esordì Gaara ridendo.

Sakura si tuffò addosso a Gaara sedendosi sul suo bacino e portandogli le mani al collo.

“Ripetilo se hai il coraggio!” ringhiò Sakura.

“Confettino pasquale!” esordì Gaara

Sakura sussultò.

“Io ti uccido!” urlò Sakura scatenando l’ilarità di tutti i presenti. Anche Sasuke si trovò a ridacchiare notando il rapporto che avevano Sakura e Gaara. Spostò lo sguardo su Naruto e notò che, nonostante ridesse di cuore, Naruto osservava sia Gaara che Sakura quasi con invidia e comprese che con lui Naruto desiderava un rapporto simile.

Sasuke rabbrividì.

Lui non era certo un tipo espansivo. Non era certo come Gaara.

Un calcio da parte di Sakura attirò la sua attenzione e la vide staccarsi da Gaara e alzarsi in piedi e avvicinarsi a lui. Sakura gli afferrò il polso e lo trascinò.

“Scusate un secondo devo scambiare due parole con questo teme!” esclamò Sakura trascinando Sasuke nella stanza accanto.

“Kami, per me sei come un libro aperto Sasuke Uchiha.”

“Eh?”

“Ammettilo, poco fa hai capito perfettamente che Naruto desidera un rapporto con te come quello mio e di mio fratello e tu hai pensato che non sei come Gaara! “Esclamò Sakura incrociando le braccia con fare indignato.

Sasuke sussultò e la guardò ad occhi sgranati domandandosi se effettivamente Sakura non fosse in grado di leggere nel pensiero perché così era davvero incredibile.

Quindi le alternative erano due o Sakura era in grado di leggere il pensiero o davvero per lei lui era un libro aperto.

“Tsk” esordì Sasuke. Era talmente sotto shock da non riuscire a proferire altra parola. Sasuke vide Sakura sospirare.

“Sasuke, Gaara era esattamente come te fino a qualche tempo fa, ma al contrario tuo lui si fida della sua famiglia e in passato ha preso a fidarsi anche di Naruto e questo è il risultato. “Esclamò Sakura portandosi una mano tra i capelli per sistemarli dietro l’orecchio.

“Uhm” sospirò Sasuke abbassando leggermente gli occhi. Dubitava fortemente delle parole di Sakura.

"Non credere, Sasuke, mio fratello fuori è più gelido e stronzo di te, ma quando sta con me o si sente in un luogo che lui reputa casa, il suo atteggiamento cambia repentinamente. Non è obbligatorio mantenere ventiquattro ore su ventiquattro l’aria da duro impenetrabile. Fa male al cuore non ridere e divertirsi mai!” esclamò Sakura seria poggiando le spalle al muro e chiudendo gli occhi.

“Non ci sono abituato!” sussurrò Sasuke.

“Allora abituati Sasuke, perché Naruto è più grave di quanto sia io che te pensassimo. Lui ride, scherza e fa finta di stare bene, ma se solo lo osservassi meglio capiresti che Naruto è un attore con i fiocchi.” Esclamò di nuovo Sakura.

“Come fai a comprendere così bene le persone Sakura?” chiese Sasuke allibito.

“Fai la domanda giusta Sasuke. Come faccio a comprendere così bene te e Naruto!”

Sasuke annuì mesto e Sakura sospirò nuovamente.

“Perché tutti noi, io, te, Naruto, Gaara, Hinata, ci assomigliamo più di quanto pensi!” esclamò Sakura.

Sasuke inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia la petto. Oleander aveva una risposta a qualunque sua domanda, ma si chiese che cosa intendesse Sakura con la frase che si somigliavano.

“Ti chiedi che cosa intendo con questa frase Sasuke?” chiese Sakura facendo sgranare leggermente gli occhi a Sasuke.

Sasuke la vide ghignare mestamente per poi incrociare le braccia al petto e iniziare a parlare.

“Vivo con un fratello che fa l’attore, capisco perfettamente quando una persona mente o sta recitando, e Naruto non ha fatto altro che nascondere i suoi veri sentimenti da quando siamo qui a Konoha. Per quanto riguarda te Sasuke, conosco la sofferenza, so cosa significa perdere le persone amate, so quanta paura può fare fidarsi delle persone e so quanto è più facile rinchiudersi nella propria corazza emotiva affinché le persone che ti circondano non capiscano cosa provi realmente. Capisco bene cosa significhi non riuscire a provare emozioni positive, non sentirsi mai soddisfatti di se stessi, vivere nella completa paura che qualcosa possa andare storto, non secondo i piani, o addirittura perdere il controllo. So cosa significhi la paura di lasciarsi andare. So cosa significhi non voler pesare sulle persone amate e quindi far credere a loro che va tutto bene. Ora, Sasuke io non ricordo se ti sono rimasti membri della tua famiglia, ma se così fosse non pensi che anche se cerchi di nasconderlo chi ti conosce o sta iniziando a conoscerti capisce che non stai bene?  E se membri della tua famiglia non te ne sono rimasti, Sasuke, la famiglia non è obbligatoriamente formata da legami di sangue, e parlo per Naruto che desirerebbe considerarti suo fratello, parlo per me che vorrei essere tua amica, parlo per Hinata che è una grande ascoltatrice e parlo per Gaara che scatenerebbe l’inferno per le persone a cui vuole bene. Gaara anche se ancora non ti conosce ha già capito che io e i Golden Boy abbiamo già istaurato un mezzo rapporto d’amicizia e ciò equivale che anche per Gaara adesso i Golden Boy sono amici. Certo, mio fratello ha socializzato di più con Naruto, ma solo perché lui gliene ha offerto l’occasione mentre tu hai offerto solo a me l’occasione di esserti amica e solo perché sono Oleander, la tua scrittrice preferita. Ne sono sicura Sasuke, se io non fossi stata Oleander, tu non mi avresti minimamente degnata d’attenzione, figurarsi essermi amico.” Concluse Sakura

Sasuke la guardò incredulo. Non si era mai aspettato ciò. Non credeva che i suoi atteggiamenti esprimessero tutto questo o se non era così ciò significava che anche Sakura nella sua vita aveva sofferto parecchio.

Sasuke si avvicinò di qualche passo verso Sakura per poi imprigionarla al muro puntando le braccia ai lati del viso di Sakura, gli occhi chiusi e il viso contratto in una morsa di dolore.

“Chi mi sta vicino Sakura finisce per soffrire. Chi mi diventa amico finisce per morire e io sono stanco, stanco di affezionarmi a persone che poi mi lasciano.”

“Ti capisco Sasuke, ma non è detto che debba succedere con le persone che ti stanno vicino. Non è detto che le persone che ti stanno vicino già da per se non soffrano l’inferno. Se ti fai dominare dalla paura Sasuke, finisci per non vivere più e una vita costellata da timori e paure, NON è VITA! Abbi le palle di affrontare la vita. Abbi le palle di mettere un punto a tutto l’autolesionismo che stai creando.  NON SEI IL SOLO CHE STA SOFFRENDO QUA! Un artista diventa artista perché ha qualcosa da dire. Perché vuole farsi sentire in un mondo che ha messo i tappi alle orecchie e i paraocchi. Un artista è artista perché ha bisogno anche di urlare il proprio dolore. Utilizza la tua voce per farti sentire Sasuke, basta nascondersi!” urlò Sakura

Sakura sussultò. Non voleva prendersela con Sasuke, ma certi suoi atteggiamenti di isolamento e paura le avevano fatto tornare alla mente ricordi non poco felici. I ricordi del periodo della sua profonda depressione e vedere due colossi come Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha soffrire l’inferno quando la stessa sofferenza potrebbe riavvicinali ed evitare che entrambi continuassero ad essere isole la fece infuriare. Sasuke poteva avere Naruto. Naruto poteva essere l’ancora di salvataggio di Sasuke e Sasuke poteva essere l’ancora di salvataggio di Naruto, come Gaara lo era stato per lei, ma l’Uchiha non era disposto a mettere da parte l’orgoglio abbassandosi a dire a Naruto di aver bisogno di un fratello nella sua vita. Abbassandosi a dire a lei di aver bisogno di un amica nella sua vita.

“Ho un fratello Sakura. Itachi è mio fratello!” esordì piano Sasuke e Sakura sussultò.

“Itachi? Il capo dell’agenzia Akatsuki è tuo fratello?” chiese piano Sakura e Sasuke annuì. Sakura accennò un sorriso.

“Che coincidenza!”

Sasuke inarcò un sopracciglio e Sakura sospirò.

“Soffre anche lui sai.”

“Che vuol dire?”

“La mia migliore amica, Nori Okimura, lavora come modella presso l’agenzia Akatsuki.”

“La bionda tutta fuoco? La migliore amica di mio fratello è anche la tua migliore amica?” esclamò incredulo Sasuke

“Una delle due, l’altra è Hinata. Come vedi Sasuke nemmeno io ho molti amici. Solo loro due!” esclamò Sakura seria.

“Tsk”

“Sasuke, basta, abbi un po’ di coraggio. Dì la nella stanza accanto hai una persona che sarebbe disposta a dare la vita per te e tu non riesci minimamente ad aprirti con lui. C’è il serio rischio Sasuke, che se si viene a sapere che Naruto è il Kurama, tu possa perderlo per sempre e non sei in grado di approfittare della sua amicizia e rendere felice sia te che lui. E basta va…abbi le palle di essere felice Uchiha. È facile vivere compiangendosi, il difficile è vivere cercando di sopravvivere ed essere felice! Ora, dopo la paternale, io me ne torno da mio fratello, tu abbi il coraggio di creartene uno di fratello visto che al momento quello di sangue non è qui a Konoha!” Esclamò Sakura voltandogli le spalle e uscendo dalla stanza.

Sasuke la sentì urlare.

“Allora pel di carota si può sapere perché sei qua!” urlò Sakura.

Sasuke sospirò. Si era distratto e Sakura era riuscita a scappare dalla sua sottospecie di prigione, poi con passo lento si diresse in camera sua. Una notte di sonno sicuramente gli avrebbe chiarito molte idee e fatto luce sui concetti che con una semplice sfuriata Sakura era riuscita a capire.

Quella donna lo aveva squadrato dalla testa ai piedi denudandolo dalla sua corazza e mai come in quel momento Sasuke Uchiha si sentiva così nudo, così esposto, così vulnerabile.

Sakura aveva toccato tasti dolenti dentro la sua persona e ora toccava a lui scegliere se rinchiudere quelle sensazioni nuovamente nel cassetto della sua memoria o prendere il coraggio a due mani e affrontare la vita, cominciando con il riappacificarsi con Naruto.

Che fare?

Quella sarebbe stata la domanda che per quella notte non gli avrebbe fatto chiudere occhio.

To be continued

Signori eccomi con un nuovo cap di golden boy. Allora che ve ne pare?

Non mi dilungo molto che il sonno si fa sentire, fatemi saper un grasso kiss Mei

 

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Capitolo 6
*** Insieme ***


 

INSIEME

 

Quella notte Sasuke Uchiha non riuscì a chiudere occhio. Fino alle quattro del mattino, Naruto, Gaara, Sakura e Hinata erano rimasti svegli e vigili a festeggiare e a fare baldoria, mentre lui era rimasto talmente turbato dalle parole di Sakura che si era chiuso in camera sua e aveva preso a sfogliare “Il ninja solitario” rigorosamente della scrittrice Oleander. Volente o nolente Sasuke non riusciva a staccarsi dai libri di Sakura.

Un leggero bussare alla porta della sua stanza distrasse Sasuke dalla lettura del suo libro.

“Avanti!” esordì piano e appena la porta sia aprì inarcò un sopracciglio. Dietro la porta, che l’ospite aveva aperto leggermente in modo tale da entrare solo la testa, rivelò Naruto Uzumaki.

Sasuke alzò gli occhi al cielo e stava per protestare sollevando il libro ma le parole di Sakura gli trapanarono la mente come sassi.

 Allora abituati perché Naruto è più grave di quanto io e te pensassimo!

Quelle parole pesavano più di un macigno nel cuore di Sasuke. Stava perdendo il suo migliore amico e se Sakura non fosse intervenuta lui neanche se ne sarebbe reso conto.

“Posso entrare Sas’ke?” chiese piano Naruto.

Sasuke chiuse il libro e lo mise da parte annuendo poi a Naruto e infine sollevare il viso. L’espressione del suo migliore amico fu impagabile. Naruto aveva gli occhi fuori dalle orbite, aveva aperto del tutto la porta rivelando la sua figura e la mano che Sakura gli aveva fasciato per benino poggiata sullo stomaco. Naruto continuava a puntare lo sguardo sul libro che lui aveva messo da parte e facendo qualche passo avanti dentro la stanza sgranando maggiormente gli occhi quando si accorse che l’autore di quel libro era proprio Oleander.

“Sas’ke …ma…” iniziò Naruto e Sasuke sorrise. Semplicemente chiudere il libro per prestare attenzione a Naruto aveva sorpreso talmente tanto Naruto da lasciarlo senza parole e far sentire lui ancora di più un idiota per averlo ignorato in tutti quegli anni.

Sasuke scosse la testa in segno di negazione.

“Lascia perdere. Dimmi Naruto?” chiese infine vedendo il biondo fare un altro passo verso di lui con fare tremante.

Naruto Uzumaki non era preparato a quella reazione, si aspettava un'altra porta in faccia da parte di Sasuke e invece lui aveva messo da parte il libro per intavolare, o meglio prestargli attenzione quando lui l’aveva reclamata. Fece un altro passo verso Sasuke e verso il suo letto e quando vide che il moro piegò le gambe per lasciargli la possibilità di sedersi sul suo letto se fosse stato possibile i suoi occhi sarebbero rotolati via per andarsi a fare un viaggetto chissà dove. Naruto piano si sedette sul letto.

“Come va la mano?” chiese piano Sasuke.

“Bene! Non fa nemmeno male!” esordì Naruto con un finto sorriso e sollevando la mano dal suo stomaco per fargli vedere che stava già guarendo. Sasuke si accorse invece del falso sorriso di Naruto che celava una smorfia di dolore e inarcò un sopracciglio.

“Abbassa quella mano e tienila ferma. Che bisogno hai di mentire se ti fa male. Guarda non sono stupido!” esordì Sasuke

“Avrei detto il contrario teme.” Sussurrò pianissimo Naruto

“Ti ho sentito!” ringhiò Sasuke

“Scusa. Scusa!” esclamò ridendo Naruto.

Sasuke sbuffò poi si mise del tutto seduto poggiando un gomito sul suo ginocchio.

“Perché sei qua Naruto?” chiese Sasuke

“Perché? Non posso stare con il mio migliore amico?” esordì ridendo Naruto.

Sasuke sbuffò.

“Tuo migliore amico, ma quando mai!” esordì Sasuke voltando la testa verso la finestra.

Naruto inarcò un sopracciglio.

“Sasuke, ma cosa ti prende? Perché non sei stato con noi ieri sera? E poi si, certo che sei il mio migliore amico. Mio fratello!” esordì sorridendo Naruto.

“Ah, sì? Mio fratello? Tu dici? E com’è che io non sapevo nulla del fatto che i tuoi genitori sono stati uccisi? Com’è che non sapevo nulla che anche tu sei stato ricattato?” Esclamò mesto Sasuke per infine abbassare ancora di più il tono della voce e sussurrare “E com’è che non sapevo nulla del fatto che sei il Kurama!” esclamò piano Sasuke per infine passarsi una mano sugli occhi e leggermente voltarsi verso Naruto che aveva perso il suo abituale sorriso ed era diventato bianco come un cencio.

“Tu?  Tu come? Cosa? Come sai che…” balbettò Naruto e Sasuke lo fulminò con lo sguardo.

“Glielo detto io Naruto!” esclamò una voce alle spalle dei due cantanti che si voltarono di scatto vedendo entrare nella stanza una Sakura con una leggera camicia da notte lunga fino ai piedi.

“Per quanto entrambi vi volete erigere a eroi, entrambi avete bisogno l’uno dell’altro!” esordì Sakura camminando verso i due.

Naruto aveva la bocca spalancata mentre Sasuke sospirò. Sakura si avvicinò a Naruto, gli carezzò una guancia per poi chinarsi e stampargli un tenero bacio sulla guancia.

“Come pretendi che le persone si fidino di te Naruto, quando tu per primo non ti fidi di lui e come pretendi tu Sasuke di diventare più forte emotivamente quando hai chiuso il cuore all’amore, all’amicizia, schermandoti dietro la facciata della frase: chi si avvicina a me finisce per soffrire o peggio morire! Ragazzi la vita va vissuta così. Ci sono alti e bassi in ogni vita, ma bisogna avere il coraggio di affrontare le proprie paure e sapere che nel mondo almeno una persona che vi capirà ci sarà sempre! Ora voi due si può dire che crescete insieme, che siete fratelli, ma non vi comportate come tali perché l’uno ha più paura dell’altro di aprirsi, di confidarsi!” esclamò piano Sakura costringendo Naruto a poggiare la testa sul proprio petto.

“Naruto, Sasuke sa che sei il Kurama perché glielo detto io e io lo so perché come sai Kankuro lavora negli Ambu e io so come minacciarlo se non parla, ma penso che non ci sia stata cosa migliore che io potessi fare che estorcergli questa informazione così posso aiutare voi due a riavvicinarvi, ma sta volta senza segreti!” esclamò ancora Sakura.

“Io…io…” balbettò Naruto.

“Tsk” esclamò Sasuke per poi beccarsi uno scappellotto.

“Una volta tanto Sasuke smettila di fare questi versi e digli cosa hai provato quando hai scoperto chi è Naruto in realtà e cosa rischia!” esclamò Sakura fulminando Sasuke con lo sguardo e carezzando le spalle di Naruto. Sasuke abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia piegate e arrossendo come un’aragosta.

“Sasuke…” sussurrò Naruto staccando il viso dal seno di Sakura e guardando il suo migliore amico. Lentamente sollevò la mano sana per metterla sulla spalla di Sasuke e costringerlo a guardarlo.

Sasuke sollevò il viso e lo puntò in quello di Naruto. Gli occhi azzurri di Naruto chiedevano, indagavano, speravano.

“Perché vuoi costringermi a perdere anche un fratello!” balbettò Sasuke e Sakura sollevò un sopracciglio.

“Perché Sasuke con il tuo atteggiamento che stavi combinando poco prima? Almeno abbi il coraggio di dare una svolta alla tua vita, non deve essere solo Naruto qua a sopportare e a cercare di mostrare il sorriso perché per tutti i Kami anche lui è umano, ecco perché dico siate il sostegno l’uno dell’altro, in modo tale da potervi aiutare a vicenda e…”

“Sakura…io so cosa teme Sasuke non ce bisogno che me lo dice. Lo spaventa a morte restare solo anche se fa di tutto per far credere che lui non ha bisogno di nessuno, quello che non capisco è perché siamo arrivati a questo punto!” sussurrò Naruto.

“Il perché dici? Naruto cavolo sei il Kurama, le peggiori associazioni ti vogliono, ti cercano per prendere da te quello che vogliono e poi ucciderti e io non dovrei avere paura. E vero in questi anni mi sono comportato da stronzo con te, ma lo stesso ti voglio bene, non pensi che venire a sapere che da un momento a l’altro ci posso perdere il fratello mi abbia fatto stare male e poi non negarlo da quando si sono formati i Golden Boy la tua vita sociale è andata a puttane e tu l’avevi una vita sociale, non eri come me Naruto, avevi amici mente con me…”

“Che me ne faccio di amici che stanno con me solo perché mio padre era il presidente del Giappone. Non me ne faccio niente di amici che ti sorridono avanti e poi ti pugnalano alle spalle. Quello che cercavo l’ho trovato in te, un amico vero che mi accetta per quello che sono e non per altro. Dici avrei perso la vita sociale, io dico che conoscendo te ho cominciato a vivere. Come mi rispondi a questo Sasuke!” esordì serio Naruto mentre Sasuke sgranò gli occhi e Sakura sorrise incrociando le braccia al petto.

“Quando sono morti i miei genitori, tutti mi facevano le condoglianze ma nessuno mi guardava negli occhi. Volevo morire in quei giorni, ero il segreto che tutto il mondo cercava e per cui i miei genitori erano morti, e io mi nascondevo come un fifone. Se non fosse stato per tuo fratello Itachi che mi ha dato modo di sfogare il mio dolore tramite la musica e la possibilità di conoscere te, che conoscevi e condividevi i miei stessi dolori e le parole che scrivevi esprimevano il miscuglio perfetto dei tuoi dolori e dei miei, a quest’ora sarei già nella tomba Sasuke Uchiha.” Esclamò Naruto

Sasuke sospirò

“Io penso lo stesso di te, la tua musica sembra leggermi dentro. In uno strano modo mi placava ma la contempo mi faceva una rabbia che però grazie alla tua allegria sono riuscito a incanalare e a trovare uno sfogo anche nel tempo libero…” iniziò Sasuke

“Oleander!” esordì sorridendo Naruto

“Si, Oleander!” sorrise Sasuke. Sakura sollevò gli occhi al cielo

“Se non la piantate di venerarmi come un Dio guardate che dò fuoco a tutti i miei libri e a Pseudonimo stesso di Oleander!” esordì divertita Sakura

“No, per carità! No!” urlarono Sasuke e Naruto e Sakura scoppiò a ridere seguita a ruota da Sasuke e Naruto.

“Niente da fare, io vi adoro Golden Boy!” rise ancora Sakura

Sasuke e Naruto Ghignarono.

“Lo sappiamo, noi siamo i Golden Boy!” esordirono Sasuke e Naruto

“Sbruffoni!” urlò Sakura prendendo un cuscino e tirandolo addosso ai due ridendo. Poi Sasuke tornò serio.

“Grazie ai suoi libri e alla tua musica, Naruto, sono riuscito a realizzare qualcosa nella vita. Insieme a te sono riuscito a realizzare me stesso Naruto e soprattutto a non cedere ai ricatti. Se tu la forza e il cuore dei Golden boy Naruto!” esordì Sasuke per la prima volta in vita sua sincero e senza il freno dell’orgoglio e della paura a farlo rispondere in modo freddo e ostile

“E tu Sasuke sei l’anima e le parole dei Golden Boy!” esordì Naruto

“Insomma un duo che se vi azzardate a sciogliere vi ammazzo con le mie mani, mi sono spiegata bene!” esordì Sakura.

“E io confermo e sottoscrivo che se Sakura dice una cosa la fa. Statene certi! Vi giuro una volta ha giurato che mi avrebbe costretto a cambiare taglio di capelli e nella notte mi ha rasato i capelli. Sembravo un mostro senza!” esordì Gaara ridendo.

“Gaara! Se ti prendo! tu se un mostro anche con i capelli pel di carota!” urlò Sakura rincorrendo suo fratello

“Come mi hai chiamato confetto!” ringhiò Gaara saltando addosso alla sorella pronto a strozzarla.

“Pel di carota!”

“Se continui ti uccido Sakura!”

“Provaci fratellino per di carota!” esordì ridendo Sakura mentre Sasuke e Naruto li raggiungevano ridendo in cucina e svegliando Hinata che uscì dalla sua stanza sfregandosi un occhio.

In quel momento il rumore di chiavi entrate nella serratura attirò l’attenzione di tutti, poi la porta si aprì rivelando due figure.

“Cos’è tutto questo baccano alle sei di mattina eh?” esordì l’uomo

“Non avete sonno?” esordì la donna

“Itachi! “Esclamarono increduli Naruto e Sasuke

“Nori!” urlò euforica Sakura saltando addosso alla sua migliore amica!”

 

To be continued.

 Eccomi qua signori con un nuovo aggiornamento. Allora che ve ne pare? Fatemi sapere un Kiss MEi

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Capitolo 7
*** missione ***


 

MISSION FRIEND

 

Erano passati due settimane da quando Itachi Uchiha e Nori Okimura avevano fatto la loro apparizione sull’isola di Konoha e di conseguenza al cottage dove alloggiavano Sasuke, Naruto, Sakura, Hinata e Gaara e da quando era arrivata Nori, Sakura non degnava più minimamente d’attenzioni i membri dei Golden Boy ne suo fratello Gaara.

“Appena la becco la uccido!” sbottò Gaara infastidito

“Sempre se riesci a beccarla, quelle tre sono scomparse sta mattina e ancora non sono tornate!” ringhiò Naruto Uzumaki.

“Bè, sono in vacanza. Cercate anche voi di comprenderle!” esordì mesto Itachi

“Comprenderle un corno Itachi. Sono due settimane che siamo su quest’isola e da quando tu e Nori siete venuti, di Sakura e Hinata nessuna traccia!”

“Suvvia faranno le loro cose da donne!” esordi ragionevole Itachi.

“Tsk!” esordì Sasuke a capo chino mentre osservava tra le mani il libro” L’ultimo ninja” di Oleander e lo carezzava quasi come se lo venerasse.

Naruto osservò di sott’occhi Sasuke. Comprendeva l’immediato legame che Sasuke aveva creato con Sakura, dopotutto prima di conoscerla era la sua scrittrice preferita e dopo che l’aveva conosciuta l’aveva aiutato, diciamo così, a chiarire il rapporto che aveva con lui.

Naruto lo vide alzarsi e a passo lento dirigersi verso la sua stanza. Naruto lo comprese al volo e si alzò di scatto anche lui lasciando in cucina Gaara e Itachi a parlare tra di loro e niente popò di meno che di lavoro.

Naruto sbuffò. Anche in vacanza quei due pensavano sempre al lavoro.

“Sasuke che c’è?” sussurrò pianissimo Naruto aprendo la porta della stanza dell’amico. Naruto sussultò vedendo che Sasuke si era steso sul letto e aveva portato un braccio a coprirsi gli occhi, che avrebbe pagato chissà quanto si stavano sforzando per non lacrimare.

“Sakura si sta e si è comportata come il protagonista di questo libro!” sussurrò piano Sasuke indicando il libro poggiato accanto a sé. Da quando Sakura lo aveva costretto a fare i conti con la possibilità di perdere Naruto, lui aveva deciso che si sarebbe sempre confidato con il suo migliore amico/ fratello in modo tale da non avere mai rimpianti come invece era successo con i suoi genitori.

“Ehm Sasuke non so di che parli, io non leggo libri o l’hai dimenticato” esordì con un sorriso Naruto. Sasuke accennò un sorriso

“No, non l’ho dimenticato, ma comunque questo libro parla di un ninja che deve compiere la sua missione e dopo che essa è stata compiuta scompare nel nulla!” esordì Sasuke

Naruto sollevò una mano e si grattò la nuca poi inarcò un sopracciglio. Sasuke tolse il suo braccio dagli occhi dato il silenzio troppo lungo che era calato nella stanza e che era raro quando c’era Naruto di mezzo e osservò il suo migliore amico che intanto si era seduto a terra a gambe incrociate, una mano sul mento, e lo sguardo concentrato ma al contempo confuso.

“Naruto?” lo chiamò Sasuke.

“Niente! Non capisco il paragone tra questo ninja e la lunga assenza di Sakura, Hinata e Nori!” sbottò Naruto cercando di scervellarsi. Sasuke ridacchiò.

“Dobe, sei proprio un baka”

“Teme!” ringhiò Naruto

“Comunque, sembra che Sakura abbia compiuto la sua missione, ovvero quella di permettere a noi due di riavvicinarci e comprendere dove stavamo sbagliando l’uno nei confronti dell’altro, ed ora è sparita dato che non abbiamo più bisogno di lei!” esordì Sasuke. Naruto corrucciò la fronte.

“Sei scemo!”

“Come?” ringhiò Sasuke scattando seduto sul letto. Naruto scosse la testa in segno di negazione

“Nemmeno ti rendi conto che te ne sei innamorato.”

“Non sono innamorato di Sakura, Naruto, non la conosco nemmeno!” esordì Sasuke

“Non è vero, qua se ce qualcuno che la conosce meglio di tutti quello sei tu. Ti sei divorato quintali dei libri che ha scritto ed è saputo e risaputo che ogni scrittore in ogni libro che scrive mette un pezzo di se e tu non ti sei perso mai l’uscita di un suo libro, quindi sai più cose tu di Sakura che Sakura stessa. Spesso uno scrittore quando scrive non si rende conto di star raccontando se stesso, di star indagando dentro di se e dentro i suoi più oscuri desideri.  Esattamente come noi cantanti e musicisti. Mi hai preso a paragone questo suo ultimo ninja no? Non hai pensato che probabilmente quel ninja che scompare non desidera altro che qualcuno lo vada a cercare e gli dica che per lui, lei è importante? Sasuke un consiglio, conosci Sakura meglio di chiunque, scopri cosa vuole, non avere paura dei tuoi sentimenti e comincia la tua personale battaglia di seduzione. Chi meglio di un cantante può sedurre con le parole? Io ti aiuterò con la musica Sasuke, ma tu prima dei dirti la verità e scoprire cosa vuoi da Sakura e cosa provi per lei, poi, se la risposta è quello che penso, inizierà il piano di conquista e io sarò tuo alleato solo se tu…” iniziò Naruto per poi bloccarsi rosso come un peperone.

Sasuke era allibito. Non credeva possibile che Naruto lo conoscesse così bene, che conoscesse e apprendesse dai suoi gesti quello che in realtà lui non voleva sentirsi dire, ma dopotutto Sakura aveva ragione, Naruto per lui era più di un amico, era un fratello, un confidente, qualcuno a cui non servivano le parole per comprenderlo.

“Sei io?” lo incalzò Sasuke e quando lo vide deglutire la sua curiosità tocco i picchi più alti ma attese paziente che Naruto parlasse.

“Se tu mi aiuterai a sedurre Hinata Chan!” disse Naruto tutto d’un fiato e rossissimo in viso.  Sasuke scoppiò a ridere.

“Ti ripari dove piove dobe, non so un fico secco dell’amore o di come si seduce una persona.” Esordì Sasuke

“Ma Sakura sì! È possibile che in uno dei suoi libri ci sia scritto come sedurre una donna?”

“No. Sono libri d’azione Naruto, non sentimentali o istruttivi su come si fa questo e quello!” esordì Sasuke con un sorriso mal celato

“Oh ma è una donna!” esordì imbarazzato Naruto

“To, Guarda non me ne ero accorto!” ghignò Sasuke e Naruto gli fece la linguaccia.

“E se andassimo a chiedere a Itachi come ha fatto a conquistare Nori?”

“Vuoi morire?” chiese mesto Sasuke

“Perché?”

“Perché Itachi non parla mai delle sue conquiste, è molto riservato e da quello che vedo tiene parecchio a questa Nori.” Esordì Sasuke

“Bè, ci rimane Gaara!” esordì euforico Naruto mentre Sasuke si soffocò con la propria saliva.

“Con Gaara arrangiati!”

“Perché?” piagnucolò Naruto

“Perché quello mi vorrà morto se scopre che mi piace sua sorella!” esordì Sasuke per poi tapparsi la bocca e sgranare gli occhi incredulo. Naruto scoppiò a ridere.

“Ecco lo vedi, quando non ti freni e non rifletti dici la verità. Ti piace Sakura e ora non puoi più negarlo!” esordì Naruto

“Dobe, T’ammazzo!”

“Prova a prendermi!” esordì Naruto iniziando a correre e uscendo dalla stanza mentre Sasuke prese a seguirlo ma sulle labbra aveva stampato un sorriso.

 

Hinata, Sakura e Nori tornarono al cottage con una montagna di sacchetti e tra una risata e l’altra attirando così l’attenzione dei restanti abitanti del cottage ovvero: Sasuke, Naruto, Gaara e Itachi.

Alle spalle delle tre ragazze fece il suo ingresso un uomo, alto, con i capelli rossi e gli occhi viola, carico di sacchetti ma che rideva alle battute di Nori e Sakura. Quel ragazzo era di una bellezza da mozzare il fiato

“Nagato! Esordì incredulo Itachi alzandosi di scatto dal divano e guardandolo ad occhi sgranati ma con un sorriso.

L’uomo di bloccò di scatto dal chiacchiericcio e si voltò verso Itachi e sgranò gli occhi incredulo.

“Oh, ma tu qui! Ciao Itachi!” esordì Nagato sorridendo. “Guarda sono accerchiato da belle ragazze!” esordì Nagato mettendo una mano sulla spalla di Nori, e allungare l’altro braccio per stringere al suo petto anche Sakura e Hinata che risero di cuore mentre i poveri sacchetti pieni di vestiti cadevano rovinosamente a terra.

Itachi scoppiò a ridere e lo raggiunse.

“Giù le zampe dalla mia donna mostriciattolo!” esordì Itachi staccando Nori, Sakura e Hinata da Nagato per poi stringerlo in un abbraccio.

“Quanto tempo Nagato, ti trovo bene!”

“Anche tu Itachi!” rise l’amico contraccambiando l’abbraccio.

Istintivamente Sakura trotterellò verso il divano dove vi era seduto Sasuke e si sedette al suo fianco, sollevò infine le gambe e le poggiò su quello dell’Uchiha minore. Hinata fece altrettanto e si sedette sul divano al fianco a Naruto e poggiò la testa sulla spalla di quest’ ultimo.

“Non sapevo che Itachi lo conoscesse.” Sussurrò Sakura stanca. Sasuke sorrise e prese a carezzarle dolcemente con la mano una gamba.

“Si conoscono da quando entrambi avevano due anni!” esordì piano Sasuke.

“Oh, tu guarda, c’è anche marmocchio!” esordì Nagato accorgendosi solo in quel momento di Sasuke

Sasuke ringhiò e Naruto ridacchiò

“Più volpacchiotto!” continuò Nagato e la risata di Naruto si tramutò in un ringhiò.

“Non sono un marmocchio” esordì Sasuke indignato.

“Non sono un volpacchiotto” esordì Naruto infuriato.

“Sono sempre i soliti musi lungi neh Itachi!” chiese Nagato a Itachi

“Purtroppo!” ridacchiò Itachi

“Itachi Uchiha piantala di prendere in giro tuo fratello e Naruto se no rivelo i tuoi piccoli segretucci!” esordì Nori e Itachi si gelò. In quel momento Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki presero in profonda simpatia Nori Okimura.

“Ti conviene ascoltarla Itachi, quando Nori si incazza è spietata!”

“Purtroppo Sakura Chan, lo so bene!” sospirò Itachi e Nagato scoppiò a ridere.

“Itachi ti sei scelto una donna con carattere, complimenti!” rise Nagato

“Povero me!”

 

Due ore più tardi Sasuke bussò alla porta di Sakura con il libro di Oleander “L’ultimo ninja “tra le mani e con l’intenzione di chiederle un piccolo chiarimento, ma non ricevano alcuna risposta decise di aprire la porta lentamente e sbirciare al suo interno.

Lo scenario che si trovò davanti quasi lo commosse.

Sakura se ne stava addormentata davanti il pc, con gli auricolari messi, You Tube aperto e con all’attivo tutte le playlist dei Golden boy.

Sakura stava ascoltando le sue parole e la musica di Naruto.

Spostò lo sguardo su Sakura e la vide che aveva le gote bagnate. Lesse l’ultimo brano che aveva ascoltato e sussultò.

Sakura stava ascoltando la canzone che lui aveva scritto quando erano morti i suoi genitori, stava ascoltando Amaterasu.

In quel momento gli tornarono a mente le parole di Naruto e comprese ancora meglio cosa voleva dirgli il suo migliore amico.

“Ogni artista mette parte di se, dei suoi ricordi, dei suoi dolori, di se stesso, dentro la propria arte.” Sussurrò al vento, poi chiuse il computer di Sakura e lo posò sulla scrivania, le tolse gli auricolari con gesti dolci, lenti e controllati, poi la prese delicatamente tra le braccia e si avvicinò a grande letto matrimoniale.

La stese piano sul letto e la vide rabbrividire.

Sasuke non riuscì più a uscire da quella stanza, sospirando e assecondando i propri desideri, poggiò il libro vicino il computer di Oleander/Sakura, si tolse le scarpe e la maglia sudaticcia, poi con gesti lenti e attento a non svegliare Sakura si infilò sotto le lenzuola. Non aveva nemmeno poggiato ancora la schiena al materasso, che Sakura si era voltata verso di lui, un suo braccio gli si era poggiato sul petto, e la mano sul lato sinistro del collo e si muoveva lentamente come a fargli piccole carezze, la testa rosa sulla sua spalla destra, il nasino gli sfiorava il collo così come il suo respiro e la mano che aveva libera e incastrata dai loro corpi, fu arpionata dalle dita libere di Sakura.

Cullato da quei gesti, Sasuke voltò lentamente la testa verso di lei che dormiva profondamente e le baciò la fronte, poi anche lui crollò in un sonno profondo e senza incubi.

To be continue

 

Eccomi qua signori e signore con un nuovo capitolo, lo so non riesco a stare ferma dall’ aggiornare ma quando attacca la voglia di scrivere devo fare subito come dice lei. Comunque ringrazio tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le ricordate, seguite e preferite e soprattutto che puntualmente la recensisce.

Spero che questo piccolo capitolo di passaggio non vi abbia delusi un Kiss alla prossima

Mei

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Capitolo 8
*** Guai in vista ***


GUAI IN VISTA

 

 

 

Sakura quella mattina aprì lentamente gli occhi più riposata che mai. Aveva dimenticato da quanto tempo non dormiva così bene, e aveva dimenticato da quanto tempo non faceva un sogno, un sogno stupendo come lo aveva fatto quella notte. Sakura sorrise tra sé e se richiudendo di nuovo gli occhi e immaginandosi perfettamente il suo prossimo libro, grazie al sogno che aveva fatto che non trattava i soliti argomenti dei suoi libri, ma che trattava qualcosa di completamente nuovo. Sakura si disse che l’aria di Konoha faceva proprio bene alla propria ispirazione.

La giovane donna aprì nuovamente gli occhi e li puntò sul comodino al proprio fianco, dove la sveglia segnava le sei del mattino. Sakura sbuffò, desiderosa di ripiombare nel suo sonno ristoratore e borbottò.

“Come cavolo faccio a svegliarmi alle sei del mattino essendo in vacanza. Bah, chi mi capisce è bravo!” sussurrò a se stessa per poi stiracchiarsi come un gatto e quando, però, la sua schiena colpì qualcosa, e a sensazione sembrava un petto d’uomo, e quando poi un braccio muscoloso si poggiò leggero su un suo fianco e un leggero respiro le alitò alla base del collo, il balzò che Sakura fece fu un balzò con il quale si ritrovò con il sedere per terra portandosi dietro le lenzuola e lasciando scoperto l’uomo che dormiva sul suo letto.

Sakura sussultò per il dolore che il capitombolo a terra le aveva procurato e con non poche difficoltà si arrampicò sul letto con le braccia, restando però con in sedere per terra.

Sakura sgranò gli occhi incredula non appena la figura che dormiva al suo fiancò si rivelò essere il cantante dei Golden Boy.

“Sasuke…” sussurrò mentre un sorrisone aveva iniziato ad adornargli il viso. Sakura osservò Sasuke dormine e ne rimase letteralmente estasiata. L’uomo non aveva un filo di grasso in eccesso, si era coricato con lei nel suo letto e indossava solo un paio di pantaloni leggeri lasciando, cosi, scoperti pettorali, contro cui lei aveva sbattuto la sua minuscola schiena in confronto, e addominali decisamente scolpiti. Non erano addominali da palestra estrema, ma addominali di un uomo che per salute si teneva in forma, e lei ne era perdutamente affascinata. Era stupendo.

Arrampicandosi su letto, e salendo su esso, Sakura raggiunse Sasuke, che da quando lei era caduta dal letto aveva iniziato ad agitarsi e a corrucciare la fronte, quasi avesse percepito la sua assenza.

Sakura non lo aveva mai visto dormire, ma ne era certa, se non aveva sentito tutto il frastuono che lei aveva causato con la sua caduta da letto, probabilmente Sasuke era davvero stanco e soprattutto stanco dentro, stanco psicologicamente e bisognoso di riposo.

Decisa a concedergli la possibilità di riposarsi ancora un po’, Sakura afferrò la mano di Sasuke, che aveva lasciato ricadere sul proprio addome dopo la sua, per così dire, fuga, dal suo abbraccio, e l’alzò in modo tale che la visuale dei suoi addominali fosse ben visibile. Sasuke dormiva su un fianco, quindi parte degli addominali erano rilassati, ma l’altra parte era ben contratta e ciò creò in Sakura un rossore di non poco conto, che con il colore dei suoi capelli, aveva pressappoco le sembianze di una fragola, o peggio, un pomodoro. Sakura intrecciò la mano con quella di Sasuke, poi come una bambina si intrufolò tra le braccia del moro, e quindi con il viso a stretto contatto con i pettorali di Sasuke, e il busto contro gli addominali di Sasuke, Sakura non poté trattenere un gemito di puro piacere quando il calore della pelle di Sasuke la invase. Sakura annaspò quando si rese conto che era stato grazie a quel calore che lei si era calmata dai suoi incubi e aveva preso a fare il sogno che le aveva donato l’ispirazione per il suo nuovo romanzo.

“Sakura, mi molli il braccio, me lo stai tenendo troppo teso, e poi che guardi!” borbottò L’Uchiha tenendo sempre gli occhi chiusi.

Sakura sussultò. Non si era resa conto di continuare a tenere sollevato il braccio di Sasuke per poter continuare ad ispezionare i suoi addominale.

“Niente, niente!” borbottò rossa in viso la rosa. Sasuke annuì esausto e non intenzionato ad aprire gli occhi.

“Che ore sono?” chiese L’Uchiha.

“Le sei” rispose Sakura di scatto.

“Uhm, dormi donna è presto!” esclamò L’Uchiha.

“Oh.” Esclamò Sakura continuando a guardarlo. Sasuke sbuffò e aprì gli occhi.

“Sakura, mi ridai il braccio o no!” sbuffò L’Uchiha che odiava essere svegliato dai crampi al braccio, dato che Sakura lo aveva tenuto sollevato per dieci minuti buoni e lui non capiva per cosa poi.

“Oh…sì sì…scusa!” esclamò Sakura lasciando andare il braccio di Sasuke, quest’ultimo si porto la mano sinistra sul bicipite destro e lo massaggiò leggermente continuando ad osservare una Sakura che era diventata dello stesso identico colore dei suoi capelli.

“Che c’è?” chiese Sasuke

“Perché sei qui?” sussurrò Sakura. Sasuke sollevò un sopracciglio tentando di fare mente locale, poi sollevò un attimo le spalle.

“Non so, volevo augurarti la buona notte ieri, ma ti sei addormentata con il pc sulle gambe e le nostre playlist accese e ho finito per addormentarmi qui…credo…” sussurrò Sasuke leggermente in imbarazzo.

“Ehm…non ti ho sentito!”

“Ho notato, se no non avresti fatto un salto così alto quando hai percepito la mia presenza sta mattina!” ridacchiò Sasuke

“Eri sveglio?”

“No, ma con tutto il casino che hai fatto, ti ho sentito. Il colpo di grazia me lo hai dato tenendo il mio braccio sollevato, non so perché, per più di dieci minuti buoni. Che guardavi Sakura?” chiese Sasuke divertito. Se era possibile Sakura diventò ancora più rossa

“Nulla…mi ero incantata.”

“A guardare cosa?” la provocò Sasuke.

“Niente”

Sasuke la fulminò con lo sguardo.

“Sakura, io odio le menzogne questo di me lo dovresti aver capito. Mi hanno mentito per troppo tempo!” esordì serio Sasuke.

Sakura annaspò e divenne ancora più rossa poi abbassò il viso e sussurrò.

“I tuoi addominali” sussurrò pianissimo. Sasuke sorrise malevolo.

“Come scusa?” la provocò ancora.

“Uhm” borbottò la rosa per poi nascondere il viso nel petto di Sasuke che cercò di non ridere.

“I…tuoi addominali” borbottò Sakura con la voce ovattata da petto di Sasuke.

“Come?” chiese ancora Sasuke divertito.

“I tuoi addominali, porca vacca!” urlò Sakura rossissima in viso, poi alzò il viso per puntarlo in quello di Sasuke e lo trovò divertito.

“Tu…idi…uhm.” iniziò Sakura, ma non riuscì a terminare la propria protesta che le labbra di Sasuke si erano impadronite delle sue ed avevano presa a baciarla con un dolcezza e una calma degna del miglior seduttore del mondo.

“Shh, ma vuoi svegliare tutti Sakura!” sorrise L’Uchiha che intanto aveva preso ad accarezzare i capelli di Sakura con fare ritmico.

“Se tu la finissi di provocare…”

“Perché mai…è così divertente!” rise Sasuke.

“Idiota!” urlò Sakura.

“Shh baka, che se si sveglia Naruto siamo nei guai fino al collo!” esordì sta volta serio Sasuke.

Sakura annaspò.

“Ohi…e se si sveglia Nori siamo fottuti!” esordì Sakura

“Perché mai?” chiese Sasuke

“A detta sua un uomo e una donna non devono dormire insieme se prima non sono marito e moglie!”

“Che? Ma sul serio parla lei che se ne sta botte di giorni e giorni chiusa in camera con mio fratello Itachi!” esordì Sasuke allibito.

“Che? Scherzi Sasuke?” chiese Sakura e quando Sasuke scosse la testa in segno di negazione Sakura ghignò.

“Oh falsa santarellina Nori, questa te la faccio pagare!” rise malefica Sakura.

“Che vuoi fare?” chiese Sasuke

“Sai Sasuke, una scrittrice è anche attrice, e se la memoria non mi inganna…”

“Tu sei Oleander, la migliore scrittrice per eccellenza!” concluse per lei Sasuke e quando la rosa annuì con una luce poco casta negli occhi, Sasuke seppe che Nori e Itachi avrebbero passato un brutto quarto d’ora. Sasuke Ghignò, non vedeva l’ora di vendicarsi del fratello e di tutte le volte che lo aveva tenuto rinchiuso in sala registrazioni a provare fuori dall’ orario di lavoro.

“Quando cominciamo con la vendetta!” esordì Sasuke

“Non ti ci vedo proprio come vendicatore Sasuke!”

“Tu principessina mettimi alla prova, poi ti faccio vedere di che pasta sono fatto!” esordì Sasuke. Sakura lo osservò a lungo ancora stretta tra le sue braccia poi sorrise e annuì.

“Ok, ma intanto per ora non è che potresti…” Iniziò Sakura.

“Potrei?” la esortò Sasuke

“Ehm…baciarmi un altro pochettino?” esordì Sakura rossa in viso. Sasuke sgranò gli occhi, ma poi sorrise

“Sarebbe un onore, Sakura Chan!” esordì Sasuke per poi stringerla maggiormente tra le braccia e chinare il viso su di lei e baciarla teneramente.

Al contatto con le labbra di Sasuke Sakura gemette e si arpionò alle sue spalle.

“Oddio…”

“Cosa?” chiese Sasuke staccandosi di scatto da lei.

“Baci…baci bene!” esordì Sakura e Sasuke sorrise.

“Solo perché la donna sotto di me mi ispira!”

“Hai fatto tanta pratica?” chiese Sakura e Sasuke sussultò.

“Ehm, Sakura vuoi che ti baci, o vuoi indagare su quante ragazze ho avuto o meno?” chiese Sasuke

“No, baciami, ma poi dobbiamo parlare perché non ho capito perché ci stiamo baciando!”

“Perché me lo hai chiesto!” rise Sasuke

“Touché!” esordì Sakura per poi sollevare la mano destra e portarla dietro la nuca di Sasuke per poi spingerlo verso di sé in un eloquente gesto di esortazione a baciarla.

Sasuke non se lo fece ripetere due volte, la donna che aveva sotto di sé era la donna che lo aveva salvato con i suoi libri dall’ oblio, e che l’aveva aiutato a migliorare il suo rapporto con Naruto, e che inconsciamente da quando l’aveva vista aveva iniziato ad amare e ancor di più dopo che aveva scoperto che lei era la sua Oleander.

Sasuke si staccò da Sakura e le carezzò dolcemente il viso.

“Sasuke…” sussurrò rossa Sakura. Il cuore le batteva a mille poi lentamente poggiò la testa nell’incavo del collo di Sasuke e chiuse gli occhi.

“Sto bene con te Sasuke…” Sasuke sorrise e le carezzò i capelli e la vide sprofondare nuovamente in un sonno profondo.

Sasuke le baciò teneramente una guancia poi anche lui cadde in un sonno profondo.

 

Tre ore dopo, precisamente alle nove e mezza, la porta della stanza di Sakura venne spalancata e un Naruto seguito da un affannata Hinata costrinsero i due piccioncini a fare un balzo dal letto.

“Svegliaaaaaaaaaaaaaaaa” urlò Naruto.

“Oggi si va a mare!” urlò ancora.

“Dobe…” si lamentò assonnato Sasuke

“Baka…” borbottò Sakura accoccolandosi maggiormente a Sasuke

“Uchiha, sei morto!” esordì una voce talmente glaciale da costringere Sasuke e Sakura a sgranare gli occhi allarmati.

“Gaara…non è come pensi!” urlò Sakura, utilizzando la solita frase che lei utilizzava con suo fratello per cercare di calmarlo da una furia cieca. Di solito funzionava, ma quella volta Gaara pareva avere un diavolo per capello e Sakura non seppe darsi una spiegazione del perché di tale reazione, poi però notò la posizione in cui si trovava. Era stretta tra le braccia di Sasuke, una sua gamba tra quelle di Sasuke, la camicia da notte sollevata fino alla vita e le mutandine di pizzo color carne in bella mostra, le spalline della camicia da notte erano ferme suoi gomiti e le braccia di Sakura circondavano la vita nuda di Sasuke.

“Sakura fuori da quel letto! Ora!” ringhiò il rosso e Sakura deglutì.

“Sakura Haruno, ma ti pare il caso!” urlò una donna.

“Noriii!” ringhiò Sakura

“Sasuke!” sospirò Itachi scuotendo la testa in segno di negazione.

Sakura e Sasuke sospirarono. Dovevano stare calmi, la vendetta è un piatto che va consumato freddo, il problema adesso era calmare Gaara.

“Dai fratellino…” iniziò Sakura.

“Zitta!” ringhiò Gaara.

“Auch!” gemette Sakura abbassando il viso imbarazzata.

“Perché non posso dormire con un amico!” protestò la rosa infossando la testa tra le spalle e sciogliendo la presa da Sasuke.

“Tu non stavi dormendo con Sasuke come due amici!” ringhiò Gaara.

“Auch!” gemette di nuovo Sakura.

“Colpita e affondata!” sussurrò la rosa al minore degli Uchiha che ridacchiò pianissimo carezzando la base della schiena di Sakura come a consolarla.

“Staccati da Sasuke!” ringhiò Gaara.

“Ma io non voglio…” iniziò la rosa

“Sakura mi sto infuriando!” ringhiò Gaara

“Ohi ohi!” esclamò Sakura staccandosi di botto da Sasuke e cadendo per l’ennesima volta dal letto. Sasuke la guardò dubbioso poi si portò una mano in fronte e sospirò.

Guai in vista, non avevano calcolato Gaara.

 

To be continued

Eccomi qua allora che ve ne pare. Fatemi sapere un Kiss enorme Mei.

 

 

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Capitolo 9
*** SODDISFAZIONI ***


SODDISFAZIONI

 

 

Due ore dopo che Sakura e Sasuke erano stati beccati a dormire abbracciati, Gaara aveva rapito la sorella e l’aveva rinchiusa in camera sua.

Dal canto suo Sasuke se ne stava seduto sul divano del cottage davanti a Itachi che lo guardava come a volergli leggere dentro e a una Nori che teneva le mani poggiate sulle spalle di Itachi e lo guardava come se volesse ucciderlo. Sasuke sospirò. A lui era finita meglio di Sakura, in quanto la rosa era alle prese con le urla di Gaara che dalla sua stanza risuonavano in tutta la casa da ben due ore.

Sasuke sbuffò chiedendosi la motivazione del perché Gaara avesse reagito a tal modo nel trovarli addormentati assieme e soprattutto perché continuava da due ore a fracassare con le sue urla i poveri timpani di Sakura.

La porta della stanza di Sakura si aprì e la rosa corse fuori con una mano tra i capelli, un’espressione di agonia dipinta sul viso, mentre Gaara le era corso dietro continuando a urlarle contro.

“Dico io, sono corso qua perché temevo per te e quel…quel modello rossigno di Sasori per cui avevi una cotta da quando avevi dodici anni e che conoscendolo so che avrebbe potuto farti del male, volevo proteggerti, preservarti e invece mi ha fregato il cantante. Ma tu Sakura, si può sapere perché non lo hai respinto! Perché non hai urlato in cerca di aiuto!” urlò Gaara.

“Gaara hai mai pensato che non volessi essere aiutata e che stare abbracciata a Sasuke mi piaceva!”

“Ora mai! Tu hai sempre detto di odiare i ragazzi!”

“Solo perché tu li hai spaventati tutti, ma permetti che a venticinque anni Gaara, voglio fare le mie esperienze! Voglio innamorarmi!”

“Non di uno che fa parte del mondo dello spettacolo, sono falsi!” urlò Gaara

“Ah davvero! Allora sei falso anche tu mio caro fratello attore!” urlò Sakura

“Che c’entro io, io sono tuo fratello!”

“Appunto, fratello. Cos’è tutta questa furia si può sapere!” sbuffò Sakura.

“Ricordi tutte le lacrime quando Deidara ti ha mollata!” urlò Gaara

“Mi ha mollata perché tu lo hai minacciato!”

“Quel cretino era un casanova!”

“E questo chi lo dice Gaara!”

“Io!”

“E in merito a quale prova!” urlò Sakura.

“Perché è un attore bello e con stuoli di donne hai suoi piedi!” urlò Gaara

“To, parli tu vero, che le donne ti muoiono dietro!” decretò Sakura e Gaara arrossì poi scosse la testa in segno di negazione.

“Non con una star dello spettacolo e non soprattutto con un cantante e soprattutto non con uno dei Golden Boy!” urlò Gaara.

“Perché!” sbottò Sakura furiosa!

“Perché la loro popolarità è troppo elevata. Sarebbe immerso sempre in mezzo a centinaia di donne, potrebbe illuderti, giocare con te, prendersi quello che vuole da te e poi lasciarti come se non valessi nulla e tu invece sei un vero e proprio tesoro. Non permetterò a Sasuke di ferirti, di ucciderti dentro, me lo hai detti tu stessa dopo che Deidara ti ha lasciato, hai detto: Gaara, se dovesse capitare un'altra volta, non sopravvivrei.  Ci tengo troppo a te per rischiare di perderti Sakura!” urlò Gaara e per un attimo Sakura sussultò, ma poi si riprese e esclamò.

“Ma che ne sai tu! Conosci per caso Sasuke tanto da giudicarlo a questo modo!” esclamò Sakura non più disposta a farsi mettere i piedi in testa dal fratello e permettergli di far scappare anche Sasuke come era successo in passato con Kisame, Tobi e infine Deidara. Sasuke sussultò e prestò attenzione ai discorsi dei due fratelli.

“Tu odi gli uomini!” urlò Gaara

“Solo perché sono rimasta scottata in passato non vuol dire che odio gli uomini, sei tu che mi hai messo in bocca parole che non ho mai detto e io fin ora non ho fatto nulla per cambiare questa cosa, solo perché non mi dava fastidio, ma ora Gaara mi dà fastidio perché adesso voglio riprovarci. VOGLIO PROVARE A INNAMORARMI DI NUOVO!”

“NON CON SASUKE!”

“Bè fratello, invece voglio provarci proprio con lui!” esordì Sakura voltandosi un attimo verso Sasuke per cercare conferma del fatto che anche lui volesse provarci e appeno lo vide annuire, Sakura sorrise e si rivoltò verso il fratello.

“Quindi fattelo piacere e se t’azzardi a fare qualcosa per farlo scappare, puoi scordarti d’avere una sorella e…” iniziò Sakura fremente

Sasuke sorrise e si alzò dal divano e raggiunse Sakura circondandole la vita con un braccio e Sakura sussultò.

“Non mi conosci Gaara e non puoi giudicarmi, ma ti assicuro che per me Sakura non è una ragazza con cui giocare…” iniziò Sasuke guardando negli occhi prima Gaara e poi Sakura che lo guardava incredula, poi non distogliendo lo sguardo dagli occhi di Sakura continuò a parlare.

“Lei è la donna che mi ha salvato dall’oblio. Lei è la donna che è riuscita a darmi una motivazione per continuare a lottare dopo la morte dei miei genitori…” sussurrò Sasuke mentre Itachi e Nori sussultarono.

“Lei è la donna che mi ha compreso immediatamente, lei è la donna che è riuscita a migliorare il mio rapporto con Naruto. Lei è la donna che è riuscita a farmi ridere e sorridere dopo secoli. Lei è il mio idolo. Lei è OLEANDER!” esclamò infine Sasuke facendo sgranare gli occhi a Itachi, Nori, Naruto, Hinata e Gaara e gli occhi di Sakura riempirsi di lacrime mentre arpionava la vita di Sasuke e nascondeva il viso nel petto del cantante versando tutte le sue lacrime di commozione.

“Tu…tu sai che mia sorella è Oleander!” esclamò incredulo Gaara mezzo balbettante. Sasuke annuì.

“Si Gaara, Sasuke lo sa dal primo giorno che siamo atterrati qui a Konoah, ma non è questo che intendeva il teme, lui è sempre stato un fan sfegatato di Oleander, e averla incontrata sul serio per lui è stato quasi un miracolo. I libri di Sakura hanno sul serio salvato la vita a Sasuke e ne sono testimone io, senza di lei, senza quei libri Sasuke sarebbe morto, perché prima di entrare in quella libreria due anni fa, la sola cosa che Sasuke desiderava dopo la morte dei suoi genitori, era morire anche lui.  Quella sera tirai fuori da uno scaffale di quella libreria un libro qualunque e lo comprai per poi regalarlo a Sasuke. Non immaginavo che la scrittrice fosse Oleander e di conseguenza quando regalai quel libro a Sasuke, perché lui non voleva fare nulla per il suo compleanno, ma è pur sempre il mio migliore amico e gli volevo fare un regalo, dato che era il suo compleanno, e lui sbuffando lo accettò e quando rincasammo lui si chiuse nella sua stanza. Non immaginavo che avrebbe letto davvero il libro che gli avevo regalato, ma il giorno dopo alle nove e mezza lo vidi uscire dalla sua camera, fiondarsi alla porta e poi subito in libreria a comprare il secondo volume del libro: Il Ninja solitario e da allora non si è più separato dai libri di Oleander e qualsiasi cosa lei scrivesse lui la comprava e la leggeva nel arco di una notte. Per Sasuke fino ad ora il suo unico vero Hobby era leggere Oleander! Oleander, e lo dico anche io, gli ha salvato la vita!” esclamò Naruto con un sorriso mesto.

Sasuke sorrise

“L’ultimo Ninja!” sussurrò Sasuke

“Che?” esclamò Naruto Guardando Sasuke

“Il secondo volume del Ninja solitario, si chiamava L’ultimo ninja!” spiegò Sasuke

“Oh, ma chi se ne frega nerd!” esordì Naruto. “Era solo per dire!”

“La prossima volta che parli tanto per dire dei libri di Oleander ti spello Naruto, sono stato chiaro!” esordì Sasuke con uno sguardo che mise i brividi al biondo.

Gaara e Sakura si guardarono poi scoppiarono a ridere attirando l’attenzione di tutti, poi Gaara sospirò.

“Ti posso parlarle un attimo in privato Sakura!” esordì mesto Gaara e Sakura annuì staccandosi da Sasuke a avvicinandosi a Gaara che poi le parlò a un orecchio.

“Ti piace tanto?” chiese piano Gaara guardando con un occhio Sasuke e Sakura annuì.

“Gli hai salvato davvero la vita?”

“A quanto pare si, Gaara. Non so come ho fatto, ma…da quello che dice lui pare proprio di sì.”

“Davvero?”

“Si, è anche per questo che voglio frequentarlo, imparare a conoscerlo…”

“Non ricadere nella sindrome della crocerossina Sakura. Non frequentarlo con l’idea di curarlo, guarirlo, se vuoi innamorarti sul serio, l’amore non è questo. Non è fare la buona samaritana e…”

“No, Gaara non mi sono spiegata. Hai mai sentito i testi delle canzoni dei Golden Boy?”

“A dire il vero sono loro fan ma shhh” sussurrò Gaara.

“Bene e riesci a paragonarle a me?” chiese Sakura

“Bè, sembra che chi è che scrive quelle canzoni sia uno spirito affine al tuo, ma che c’entra questo”

“E’ Sasuke che scrive i testi dei Golden Boy!”

“Cosaaaa!” urlò Gaara e Sakura gli tappo di scatto la bocca quando Sasuke si voltò verso di loro con un sopracciglio inarcato.

“Porca paletta ma quel ragazzo allora ha patiti l’inferno in terra e cerca un oasi dove ristorarsi!” sussurrò incredulo Gaara che in quel preciso istante aveva preso a rivalutare Sasuke.

“Esattamente. Riesci a citarmi una frase di una canzone dei Golden Boy?”

Gaara annuì poi sussurrò.

“E quando avrò capito chi sei, il mio cuore a te affiderò finché l’eternità con te non vivrò” sussurrò Gaara e Sakura annuì.

“Questa frase può mai farti pensare che Sasuke sia un casanova, o che come me cerca chi lo completa perché…continua tu Gaara.”

“Perché per sempre questo vuoto non potrò sopportare ecco perché tu presto devi arrivare!” concluse Gaara con una frase della canzone” amaterasu” dei Golden Boy

“E quando a me il tuo cuore affiderai, ti prometto, per sempre al sicuro sarai.  Ti proteggerò con ogni mezzo che avrò fino a quando non morirò. E mi sottrarrai dall’agonia e mi ricorderai con nostalgia quando a te mi stringerai e un bacio mi darai.” sussurrò Gaara sgranando gli occhi.

“Bè…” iniziò Sakura.

“Shh, quel ragazzo ti merita Sakura. Basta! Proteggilo sorellina e fatti proteggere!” sussurrò Gaara con un sorriso mesto. Sakura si illuminò.

“Lo farò fratellone, ti voglio bene!” esclamò estasiata poi correndo da Sasuke per stringerlo forte.

Sasuke sollevò il viso e osservò Gaara che annuì sorridendo. Sasuke abbassò il viso per guardare Sakura.

“Ma che gli hai detto?”

“Oh niente, abbiamo solo analizzato una canzone!” sorrise Sakura

“Che canzone?” chiese Naruto euforico. Sakura ridacchiò.

“AMATERASU dei Golden Boy!” esordì Sakura euforica mentre Sasuke si soffocò con la sua stessa saliva.

“Che? Come?!” balbettò L’Uchiha mentre Sakura e Gaara ridevano seguita da Itachi e Nori e Hinata, poi Naruto esordì.

“Ora tutti al mareee!” urlò Il biondo catapultandosi fuori.

“Naruto aspetta prima, c’è una cosa che devo dire a Sakura!” esordì Itachi e Naruto frenò all’ istante la sua corsa, mentre Sakura prestò attenzione a Itachi.

“Dimmi!”

“Vi siete chiesti come mai Nagato è qui?” chiese Itachi mentre Nagato si alzava dal divano dove stava guardando tranquillamente la tv per avvicinarsi a loro.

“Ehm?” sussurrarono Naruto, Sasuke, Sakura, Gaara, Hinata. “No!” conclusero tutti. Itachi si batté una mano in fronte.

“Certo che quando siete in vacanza diventate tutti bolliti. Allora Sakura Chan, sono venuto a sapere da Nori che sei una scrittrice e che la tua casa editrice ti ha lasciata andare, ovvero non ti vuole rinnovare il contratto.”

“Cosaaa!” urlò Sasuke

“Zitto otouto!” ringhiò Itachi mentre Sakura chinava il capo seguita da Hinata e annuiva.

“Bene, solo non immaginavo in questo colpo di fortuna.  Nagato qualche giorno fa mi ha contattato dicendomi se per caso con la mia agenzia non potevo aiutarlo a ricercare una scrittrice di grande talento di nome Oleander. Ho detto che avrei fatto di tutto per aiutarlo, e fino a qualche momento fa non avevo idea di dove cominciare a cercare questa Oleander, la fortuna però è dalla mia, visto che Oleander sei tu Sakura. Al resto vuoi pensare tu Nagato?” chiese Itachi e Nagato annuì.

“Certo. Allora io sono il presidente della casa editrice Shannoro e…”

“Cosaaa! Tu sei il presidente della casa editrice più grande e internazionale di tutti i tempi? Il vello d’oro a cui ogni scrittrice ed editore tenta di arrivare. Tu sei il presidente del sogno di ogni scrittore?” chiese Hinata allibita e Nagato scoppiò a ridere.

“Ehm ebbene sì! “

“Oh mio dio Sakura Chan!” esordì Hinata ma Sakura se ne stava stretta a Sasuke con un’espressione tranquilla e gli prestava ascolto.

Nagato continuò.

“Ho saputo che l’agenzia per cui lavoravi, la Orochimaru & co si appropriava dei guadagni avuti con i tuoi libri, screditandoti però davanti tutte le case editrici, ed ecco spiegato il perché qualsiasi altra casa editrice rifiutava i tuoi racconti, solo che a me qualcosa nelle  condotta di Orochimaru stonava così ho preso in mano un libro di Oleander e l’ho letto, trovandolo stupendo, ho così ingaggiato una controversia ai danni di Orochimaru che è quindi stato costretto a non rinnovarti il contratto ma non mi ha voluto dare i contatti su come rintracciarti, al che ho così chiesto a Itachi, presidente dell’ agenzia Akatsuki che sforna anno dopo anno cantanti, modelli, ballerini e attori e artisti di fama internazionale, di aiutarmi a cercarti, come compenso, la mia casa editrice sarebbe divenuta socia dell’Akatuski e quindi eccoci qui. Sono qui perché voglio offrirti un contratto a tempo indeterminato e con i tuoi tempi di stesura dei manoscritti, ma che per favore non superino l’anno,  con un lauto compenso. Inoltre divenendo affiliati all’ Akatsuki potrai vedere Sasuke tutte le volte che vorrai!” esclamò infine Nagato facendole l’occhiolino e facendo arrossire l’Haruno e L’Uchiha e ridacchiare l’Uchiha maggiore.

Sakura rifletté un attimo.

“Ah, dimenticavo, nel caso di convegni, convention, e via dicendo…avrai tutto pagato da noi, se vorrai potrai trasferiti più vicino alla sede editoriale, che guarda caso è vicina anche alla sede dell’Akatusuki, sempre con il supporto della nostra casa editrice. Che ne dici?” chiese infine Nagato.

Sakura lo guardava allibita e quando una gomitata di Hinata e un buffetto da parte di Sasuke la riscossero, si schiarì la voce.

“Ehm e Hinata Chan?”

“Non ti cambieremo mai un editor del livello di Hinata Hyuuga anzi vorremmo che anche lei lavorasse per noi!” esordì Nagato

“Accetto Accetto!” esclamò Hinata ridendo. Sakura sorrise e annuì.

“A questo punto accetto anche io!”

“Evvai. Bene, al ritorno della vacanza passa dall’agenzia editoriale, li stileremo il contratto. Ora se non ricordo male, Naruto non aveva parlato di mare?” esordì Nagato

“Siiii spiaggia arriviamooo!” urlò il biondo facendo scoppiare a ridere tutti. Sakura nascose il viso nel collo di Sasuke poi sussurrò.

“Non ci credo, è un sogno!” sussurrò piano.

Sasuke la strinse e sorrise

“Te lo meriti Sakura.” Sussurrò per poi baciarle dolcemente la fronte.

 

To be continued

Eccomi qua popolo con un nuovo aggiornamento. Non mi dilungo molto, ma spero che questo cap non vi abbia delusi. Ringrazio chi la segue e commenta e chi l’ha messa tra le preferite, ricordate e seguite. Per chi interessasse sono presente anche su fb : sono : Mei Meilyn Nakamura

Alla prossima un kiss Mei

 

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Capitolo 10
*** RITORNO ALLA NORMALITà ***


 

 

Ritorno alla normalità

 

 

 Due ore dopo Sakura se ne stava stesa sul suo telo da spiaggia, al suo fianco Hinata che però non la smetteva minimante di lanciare occhiatine, a detta sua perverse, a un certo biondo che faceva i gavettoni in acqua. Poco distante da loro stesi sullo stesso telo da spiaggia se ne stavano Itachi e Nori. Nori infatti però se ne stava con la testa poggiata sulla spalla di Itachi, una mano sul petto dell’Uchiha maggiore, e le labbra poggiate al collo dell’uomo. Nori infatti si era addormentata come un ghiro avvinghiata ad Itachi e l’idea di vendicarsi in quel momento della sua amica le sfiorò la mente.  La sua migliore amica, con il fisico da urlo che si trovava, attirava l’attenzione di svariati passanti e bagnati che si ritrovavano a sostare vicino a loro e ciò causava in Itachi un certo malcontento.

Sakura pensò che quella poteva essere l’occasione perfetta per vendicarsi di Nori, solo non aveva voglia di adempiere alla vendetta senza Sasuke. Infatti Sasuke aveva fatto una capatina al bar dicendole che andava a comprare qualcosa per rinfrescarsi. A Sakura infatti era quasi venuto un infarto quando quella mattina, dopo essersi preparati per scendere in spiaggia, lo aveva visto con il costume, gli addominali scolpiti risaltavano grazie a qualche gocciolina di sudore sparsa qua e là. Sakura infatti si era leccato le labbra quasi pregustasse l’idea di saggiare, prima o poi, la pelle di Sasuke.

Suo fratello Gaara se ne stava sul bagno asciuga della spiaggia ad osservare un Naruto che faceva l’infantile e quando si voltò verso di lei accennando al mare con la testa, Sakura scattò in piedi sull’attenti e corse da lui. Adorava fare il bagno a mare con il fratello, con lui si divertiva sempre e le sensazioni che Gaara le lasciava la facevano sentire al sicuro, protetta, proprio come si sentirebbe una sorella tra le braccia del fratello.

Sakura corse da Gaara e gli saltò addosso proprio come quando era bambina e Gaara prese a ridere agganciando le sue braccia sotto le ginocchia di Sakura e posizionandosela sulla schiena a cavalluccio esattamente come faceva prima, quando lei era piccola.

Lentamente Gaara entrò in acqua carezzando con il pollice il ginocchio destro della sorella e dopo che ebbe raggiunto Naruto, fece fare un volo alla sorella buttandola in acqua, che sorpresa risalì annaspando. Infatti Sakura si era accucciata alla schiena di Gaara e non si sarebbe mai immaginata quel colpo basso da parte del fratello.

“Tu, dannato pesce lesso!” urlò Sakura

“Non sono un cuscino bambolina!” ridacchiò Gaara. Sakura ringhiò

“Cuscino?? Cuscinoooo? Ti faccio vedere io adesso!” urlò Sakura lanciandosi addosso il fratello facendolo cadere sott’acqua, poi si mise in piedi sulla pancia di Gaara costringendolo a farlo stare sott’acqua, poi incrociò le braccia al petto, sotto il costume che mise in risalto il suo seno, e osservò Naruto esordendo.

“Così impara!” esordì Sakura facendo ridacchiare Naruto che però non la guarda e guardava dietro di se.

Gaara da sott’acqua si mosse e si alzò di scatto a facendo volare Sakura che urlò.

“Levati di dosso peso piuma non resp…oh Kaiser” urlò Gaara vedendo che Sakura era atterrata addosso a Sasuke e si era arpionata a lui come una piovra.

Sasuke dal canto suo aveva preso al volo Sakura, per evitare che dal volo serio che aveva fatto Sakura cadesse in malo modo nell’acqua bassa e si facesse male. Sasuke fulminò Gaara con lo sguardo e Gaara prontamente corse da Sakura.

“Sorellina…scusa io…” iniziò Gaara ma si zittì all’ istante quando Sasuke passò lentamente la mano tra i capelli di Sakura e la costrinse a sollevare il viso dalla sua spalla per guardarsi negli occhi, innamorato.

“Ci sono io…” sussurrò Sasuke e Sakura sollevò le mani per poterle alla base del collo dell’Uchiha mentre Sasuke si abbassava lentamente su di lei per unire le proprie labbra in un bacio.

Gaara arrossì e fece di scatto un passo indietro e diede loro le spalle imbarazzato come non mai, poi a passo svelto prese a raggiungere Naruto che intanto si era seduto in acqua con Hinata tra le sue gambe. E le carezzava dolcemente il viso mentre la mora era rossa come un peperone. Gaara non si era accorto che Hinata li aveva seguiti e che aveva assistito al loro giochetto da fratello e sorella con fare silenzioso felice di vedere, dopo tanto tempo, finalmente l’amica, felice serena e rilassata.

In quel momento Gaara si sentì tanto il terzo incomodo e quando si voltò di nuovo verso la sorella gemette di disappunto. Infatti Sasuke aveva sdraiato Sakura sul bagno asciuga, metà corpo in acqua, l’altra metà sulla spiaggia e la stava baciando appassionatamente, si voltò di nuovo verso Naruto e Hinata e trovò Hinata seduta sulle gambe di Naruto, le mani appoggiate alle spalle del biondo, rossa come un peperone e le labbra unite. Naruto nel frattempo la baciava le carezzava i capelli. Spostò lo sguardo verso la spiaggia e vide Nori e Itachi addormentati abbracciati sotto l’ombrellone, Nagato poco più avanti invece stava giocando a beach tennis con due ragazze.

Gaara sbuffò.

“Mo’ basta eh! “Urlò Gaara catapultandosi rosso in volto verso la sorella e separandola da Sasuke.

“Eh? Ma che è?” protestò Sakura sentendosi sottrarre dalle braccia di Sasuke. Ripresa la lucidità mentale osservò il viso rosso del fratello.

“Terzo incomodo io? No grazie!” sbottò Gaara infastidito. Sakura inarcò un sopracciglio poi scoppiò a ridere.

“Cos’è pel di carota, non sai più sedurre una donna che ti senti il terzo incomodo?” rise Sakura mentre Sasuke, che ne frattempo si era avvicinato a Sakura e aveva seppellito il viso nel collo della ragazza, ridacchiò.

“Ma va…Non è questo, siamo a mare per divertirci tutti insieme, non per pomiciare tutto il tempo!” sbottò indignato Gaara

“Stavo solo dando un bacetto a Sasuke!”

“Se certo, è mezz’ora che pomiciate tutt’e due per non parlare di quei due seduti poco più avanti!” esclamò Gaara indicando Naruto e Hinata che però ancora non si erano staccati dal bacio.

“E quei due che hanno ben pensato di schiacciare un pisolino appollaiati come sanguisughe!” esclamò ancora Gaara indicando Itachi e Nori che dormivano.

“E quel cretino che seduce due ragazze!” esordì infine Gaara indicando Nagato che intanto con le due ragazze era entrato in acqua e li aveva raggiunti.

“Oh, l’attoruncolo si sente minacciato!” esordì Nagato divertito.

“Non mi sento per niente minacciato, solo sono…”

“Geloso marcio di tua sorella!” rise Nagato

“Non è vero!” sbottò Gaara

“Se come no!” esordì Nagato

“Comunque loro sono Matsuri e Ino!” esordì Nagato. Gaara appena vide la donna che doveva chiamarsi Matsuri arrossì leggermente.

“Piacere di conoscerti, io sono…” iniziò il rosso

“Gaara Subaku! L’attore più figo e bello di tutti i tempi!” esordì la donna che doveva chiamarsi Ino. Alta bionda, esuberante! Nagato ridacchiò.

“Diteglielo tu a questa quanto sei figo, Matsuri non fa altro che pensare al suo lavoro, e la televisione nemmeno la conosce!” esclamò ancora Ino. Matsuri arrossì dalla testa ai piedi abbassando il viso imbarazzata. Gaara ignorò completamente Ino e prestò la sua attenzione alla castana.

“Che lavoro fai?”

“Assistente sociale!” sussurrò piano, cheta la donna e Gaara sussultò. Era un lavoro molto difficile e lui ne sapeva qualcosa. Aveva faticato molto per poter essere il fratello di Sakura tempo addietro, ma grazie agli assistenti sociali Gaara aveva ottenuto l’affidamento di Sakura.

Sakura sussultò e diede una gomitata a Sasuke costringendolo a prestare attenzione.

“Quella donna ha dato un colpo basso a mio fratello!” sussurrò Sakura con un sorriso

“Perché Mai?”

“Gli assistenti sociali lo hanno aiutato molto anni fa, per il mio affidamento. Insomma per poter entrare a far parte della famiglia Subaku.” Spiegò Sakura.

“Senti, Matsuri Giusto? Ti andrebbe di andare a prendere una granita al bar, mi sono stufato di fare il terzo incomodo qua!” esordì Gaara. Matsuri sorrise

“Idem Io!” esclamò Matsuri indicando Nagato e Ino.

“Ok, Andiamo!” esordì Gaara prendendo per mano Matsuri e uscendo dall’acqua senza nemmeno salutare la sorella, o Sasuke, o Naruto e Hinata che intanto avevano ben deciso di staccarsi dal loro bacio.

Sakura sorrise nella speranza che quella ragazza potesse in un qualche modo alleviare i crucci del fratello. Quella ragazza, Matsuri sembra una ragazza pura e Sakura sperava che almeno che, oltre a lei, il fratello trovasse qualcuno con cui confidarsi. Sakura provò un certo moto di gelosia, perché per il carattere di Gaara era difficile vederlo aprirsi, o porre domande a qualcuno che non fosse un membro della sua famiglia, o essere disposto a questo modo a istaurare un amicizia che versasse fuori dal raggio d’azione di Naruto Uzumaki. Infatti Gaara aveva facilmente accettato come amici Itachi, Nagato e Sasuke in quanto essi erano in primis amici di Naruto.

“Sakura?” la chiamò Sasuke

“Uhm?” sussurrò lei non staccando lo sguardo da dove poco prima era scomparso il fratello.

“A che pensi?”

“Uhm, spero solo che Gaara non rimanga ferito.”

“In che senso?” chiese Sasuke

“Lui non dona facilmente la sua amicizia e…” iniziò Sakura

“Ma che dici, anche se non gli vado molto a genio, con me si comporta pressappoco d’amico.” Esclamò Sasuke

“Questo perché fai parte del raggio d’azione di Naruto Uzumaki!” spiegò Sakura attirando così l’attenzione di Naruto.

“Uhm?” borbottò L’Uzumaki alzando il viso dal collo di Hinata che era intento a baciare. Sakura ne era certa, quella sera avrebbe dovuto scambiare due paroline con Hinata e farsi spiegare cosa stava succedendo.

“Vedi, Gaara è in un certo modo legato profondamente a Naruto e tu così come Itachi, Nori, e Nagato siete suoi amici e gli è venuto quasi istintivo fidarsi di voi, ma Matsuri non fa parte delle amicizie di Naruto, quindi è molto strano che mio fratello abbia posto a lei una domanda e che la abbia invitata a prendere una cosa da bere o giù di li. Spero che questa Matsuri non lo ferisca!” sussurrò Sakura.

Sasuke sbuffò poi andò alle spalle di Sakura e le circondò la vita con le braccia, poi si chinò sul suo orecchio per sussurrare.

“Non lo farà e se lo farà quella ragazza dovrà vedersela con me!” esclamò infine Sasuke facendo sorridere Sakura che si voltò verso di lui e sollevò le braccia per cingergli il collo.

“Ehi voi due!” esclamò euforico Naruto.

Sakura e Sasuke si voltarono verso Naruto che sorrideva beffardo.

“Non volevate vendicarvi di Itachi e Nori!” esordì ancora Naruto mentre Hinata ridacchiava.

Sakura sussultò e si voltò di scatto a guardare negli occhi Sasuke.

“Glielo hai detto?” balbettò la rosa

“E’ il mio migliore amico, e poi credo abbia avuto un idea perfida geniale e malefica!” ridacchiò Sasuke

Sakura si fece pensierosa, poi il suo sguardo divenne di fuoco.

“Illuminami Naruto!” esclamò Sakura.

“Allora come ben sapete a giudicare dell’ora sono le due in punto!” rise malefico Naruto

“Si!” constatò Sakura con il suo orologio impermeabile e resistente all’acqua.

Naruto ghignò.

“Quindi ora di punta, sole cocente!” esordì Sasuke intuendo già il piano di Naruto.

“Esatto, chiudiamo l’ombrellone a quei due e facciamoli scottare!” esordì malefico Naruto.

Sasuke ridacchiò.

“Aggiungerei un pizzico di cattiveria!” esordì Sasuke

“Ovvero?” chiese Sakura.

“Denudiamoli. Ovvero si scotteranno tutto di sana pianta, comprese certe parti dove non batte il sole!” rise malefico Sasuke e Sakura deglutì.

“Perfido Sasuke. Sei perfido!”

“No, solo vendicativo!”

“Mi avevi messo in guardia. Mi sa che non ti giudicherò più non vendicativo Sas’ke, però ci sto!” acconsentì Sakura ridacchiando.

“Anche io!” rise Naruto “ Devo vendicarmi di tutte le ore che Itachi mi ha impedito di mangiare Ramen!” esordì Naruto

“Non sarà un po’ troppo crudele!” esordì Hinata

“No!” esclamarono Sasuke, Naruto e Sakura per poi avviarsi al luogo dove Itachi e Nori riposavano.

Giunti alla spiaggia Sasuke frenò all’ istante Naruto dal chiudere l’ombrellone.

“Fermo, prima spogliamoli, che altrimenti se ne accorgono se togliamo loro l’ombrello!” esordì il moro e il biondo annuì mentre Sakura dal canto suo toglieva le creme protettive dall’essere a portata di mano.

Lentamente Sasuke si avvicinò al fratello e prese a sciogliere il laccetto che teneva su il costume, poi lentamente prese a sfilarlo, non sapendo come riuscì anche a far sollevare il sedere al fratello, facilitandogli il compito. Appena Sakura vide l’intimità di Itachi arrossì a dismisura non facendosene accorgere né da Sasuke né da Naruto.

“A Nori pensi tu Sakura?” chiese Naruto e Sakura scosse la testa in segno di negazione.

“Fate voi!”

“Sicura? Se lo viene a sapere Nori si infurierà!” esclamò Sasuke

“E chi se ne frega! Lei mi ha sempre fatto la paternale sui ragazzi mentre lei si scopava tuo fratello, mo’ Sasuke voglio vendetta! Vendetta completa!” esclamò Sakura incrociando le braccia al petto.

“Sia!”

Sasuke infilò una mano sotto la schiena di Nori e le sganciò il reggiseno. Quei due dormivano come ghiri e sia Sasuke che Sakura erano più che sicuri che quella notte non avevano chiuso occhi per far ben altro, quindi quella vendetta era più che giustificata.

Sasuke sganciò il reggiseno di Nori rosso in viso come un peperone, poi passò al pezzo di sotto che sfilò velocemente, poi prese i costumi di Itachi e Nori e li nascose dentro le loro borse.

Sakura dal canto suo, dopo che Sasuke ebbe finito chiuse l’ombrellone e i due si mossero infastiditi e Itachi si appioppò a Nori infilando una gamba tra quelle della ragazza, mentre Nori circondò la vita di Itachi con le braccia, ma entrambi continuarono a dormire. Per fortuna alle due del pomeriggio la spiaggia era deserta.

Poi Sakura prese l’olio abbronzante e lo spuzzò addossò ai due malcapitati.

Soddisfatti di se stessi, Sasuke, Sakura, Naruto e Hinata se ne andarono. Poco prima se ne era andato anche Nagato, probabilmente in una stanza d’albergo con Ino.

Tre ore dopo Sasuke e Sakura se ne stavano seduti sul divano del loro cottage insieme a Naruto e Hinata a guardare un film quando la porta del cottage si spalancò rivelando un Itachi e una Nori rossi come aragoste, nudi come salami, dato che a quanto pare non avevano ritrovato i loro costumi, e con i segni delle braccia di Nori sui fianchi di Itachi e della gamba di Itachi sulla gamba destra di Nori!

“Chi è stato!” urlò Itachi rosso in viso sia per l’imbarazzo sia per il fatto di essere stato svegliato dai passanti che ridacchiavano per lo stato in cui erano.

“Itachi San, ma sei abbrustolito, dovevi mettere la crema protettiva!” esordì Sakura con fare innocente.

“Sakura Haruno, io ti uccido!” urlò Nori

“Provaci falsa santarellina!” esordì la rosa divertita.

Sasuke e Naruto ridacchiarono.

“Perché?” chiese Itachi

“Cosi la pianti di tenerci segregati!” sbottò Sasuke

“O di non farmi mangiare Ramen!” sbottò Naruto

“Voi…voi…siete... ahi ahi ahi...brucia non posso muovermi!” si lamentò Itachi che dato il movimento brusco che aveva fatto la sua schiena aveva protestato.

“Scotta pure la!” si lamentò Itachi portandosi una mano sulle parti intime.

“A chi lo dici. Ci metterò un secolo a riprendermi!” borbottò Nori

“Prova la tua stessa pillola Nori. Castità mode on!” esordì Sakura facendo ridacchiare Sasuke

“Questa me la paghi Sakura!”

“Fammi vedere come! Prima dici che non si deve andare a letto con i ragazzi ma poi sei la prima che scopi e ti scopi Itachi, bene, mo’ mi sono vendicata!” esordì Sakura divertita.

“Me la pagherete cara!” esordì Itachi “Ora ho bisogno di una doccia congelata!” urlò L’Uchiha

“Io pure!” esclamò Nori correndo dietro Itachi a gambe aperte tanto era scottata.

Naruto, Sasuke, Sakura e Hinata si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere come matti.

“Oddio la loro espressione era impagabile!”

“Concordo Sakura Chan! Vendetta riuscita, ora ci andiamo a mangiare un bel piattone di Ramen!” esordì Naruto facendo ridere ancora di più Hinata, Sasuke e Sakura,

“Naruto sei la solita grandissima testa quadra!” rise Sasuke mentre Naruto gli faceva la pernacchia.

 

Due settimane dopo…

Dopo la vendetta contro Itachi e Nori erano passati due settimane di relax in cui sia Sasuke e Sakura che Naruto e Hinata ma così anche Gaara e Matsuri avevano potuto rilassarsi, andare in spiaggia, mare montagna, fare tutte quelle attività che spesso per star del loro calibro era impossibile fare, tipo shopping, nuotate, sport, divertimento, innamoramento attimo dopo attimo, giorno dopo giorno e così il tempo della loro vacanza stava per giungere a termine e mancava solo il concerto di fine estate dei Golden boy e tutti erano in agitazione. La frenetica attività di quegli ultimi giorni era diventata quasi insopportabile, ma finalmente, dopo il concerto, avrebbero tutti potuto tirare un sospiro di sollievo.

Il concerto fu il migliore che i Golden boy avessero mai fatti, nella loro musica c’era rinnovata speranza, rinnovata fiducia, rinnovato amore. Erano canzoni, quelle che Naruto e Sasuke cantavano che lasciavano il segno nel cuore dei fan e che sarebbero state ricordate anche negli anni a venire.

I Golden Boy avevano una popolarità pari a quella di Madonna e Michael Jackson messi assieme, ma nonostante tutto riuscivano a trovare il tempo per le loro rispettive fidanzate.

“Sas’ke!” lo chiamò Sakura quella notte, dopo aver fatto l’amore per l’ennesima volta.

“Uhm” sussurrò l’Uchiha ad occhi chiusi

“Non ci voglio tornare a casa io!” borbottò la rosa e Sasuke aprì gli occhi voltandosi verso di lei.

“Lo so, nemmeno io”

“A casa saremmo più impegnati di qua! Da quando Nagato due settimane fa a letto il mio manoscritto, L’isola dei sogni, non ha voluto aspettare che finisse la vacanza, ha voluto subito tornare a casa per avviare la stampa e pubblicarlo. Non credevo che gli sarebbe piaciuto a tale livello!” sussurrò Sakura.

“Perché ne dubiti? Se i tuoi libri hanno salvato uno come me credo che valgano oro!” esordì Sasuke agganciando le braccia alla vita di Sakura e parlando dolcemente al suo orecchio.

“Tu dici?”

“Si dico baka di una donna!”

“Si, ok ma visto che è così quando saremo tornati alla normalità avrò valanga di impegni, convention, presentazioni del libro, autografi da firmare etc…”

“Uhm...”

“Al che mi domandavo come faremo a vederci noi.” Sospirò la rosa.

Sasuke non rispose e spense la luce.

…click…

Sakura sospirò e chiuse gli occhi pronta ad addormentarsi con il pensiero fisso di come avrebbero fatto a vedersi una volta tornati a casa e lasciata Konoha.

“Sakura…”

“Uhm...”

“Stavo pensando…”

“Cosa Sas’ke?”

“Sposiamoci!” esordì serio l’Uchiha

Un silenzio regno sovrano tanto da costringere l’Uchiha ad accendere di nuovo la luce.

…click….

Non appena la luce inondò la stanza Sakura saltò addosso al collo di Sasuke e lo strinse forte urlando.

“Si…si…si…lo voglio…lo voglio!”

“Ahia…Santo cielo, Sakura, molla la presa non respiro!” sbottò L’Uchiha, ma in fondo, anche lui era euforico all’idea di dividere per sempre la sua vita con la donna che lo aveva salvato, con il suo idolo, con la sua Oleander e mai avrebbe immaginato che un giorno la stessa Oleander, la stessa Sakura avrebbe accettato di sposarlo. Quello era un sogno e finalmente poteva dirlo.

La vita è bella!

 

The End

 

 Signori Miei Kami non ci credo. Golden Boy è finita, spero che non vi abbia deluso come storia. Mi mancherà tantissimo, ma ogni cosa prima o poi deve terminare e questa è la fine di questa storiella frivola

Grazie a tutti di cuore. Grazie a chi l’ha messa tra le preferite, seguite e ricordate, e grazie a chi l’ha commentata, siete stati il mio sostegno.

Grazie di cuore e con questo i nostri Golden Boy, più Oleander vi salutano.

Un bacione a presto

Mei

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Capitolo 11
*** DIECI MESI DOPO (EXTRA) ***


Erano passati dieci mesi da quando Sasuke, Sakura, Naruto, Hinata, Itachi e Nori avevano lasciato la favolosa isola di Konoha e Gaara era partito nuovamente per Hollywood, per tornare alle loro vite normali e dieci mesi dal giorno in cui, in un modo così semplice ma al contempo romantico, Sasuke aveva chiesto a Sakura di diventare sua moglie e lei aveva acconsentito.

Purtroppo però i piani che Sasuke e Sakura si erano fatti e avrebbero voluto mantenere al ritorno a casa, andarono presto in fumo. Infatti, al ritorno a casa, i Golden boy si erano trovati ad affrontare una valanga di giornalisti assatanati che chiedevano loro ogni cosa dal dove erano stati in quel mese, perché erano spariti dalle scene, se erano al corrente che la più grande presidente delle case discografiche, Tsunade Senju, era alla loro spasmodica ricerca per proporre loro un ingaggio a livello mondiale e che di conseguenza i Golden Boy sarebbero stati impegni nelle varie tournée per un tempo indeterminato.

Al ritorno a casa però, anche Sakura era stata assorbita da proprio lavoro, dai propri impegni, alla propaganda dei suoi nuovi libri a cura della più grande casa editrice mondiale, socia e legata a due delle agenzie più importanti del mondo, L’ Akatsuki e la Tsunade Senju, la casa editrice Shannoro, riscontrando dalle vendite dei suoi libri un riscontro con incremento vertiginoso. Infatti da quei giorni i libri di Oleander avevano scalato tutte le classifiche in tempi record.

Infatti in quei mesi ai Golden boy erano spesso in giro per il mondo e per le loro Tournee mentre Oleander era impegnata nella stesura dei suoi nuovi libri, alla partecipazione  a convention mondiale e presentazione dei propri libri a eventi e feste organizzate da Nagato stesso o dalla stessa signorina Tsunade Senju o come vendetta personale nei confronti di Sakura, molti dei suoi impegni erano anche organizzati da Itachi Uchiha e Nori Okimura, in parole povere da suo cognato e dalla sua migliore amica e futura cognata.

In quei mesi inoltre la casa editrice di Orochimaru era fallita miseramente e Sakura ne era più che certa che dietro ci fosse lo zampino di Itachi e Nagato.

Hinata, dal canto suo invece aveva ricevuto molte proposte di editor anche da altri scrittori, ma lei prediligeva sempre il lavoro con Sakura anche se non rifiutava mai nuovi incarichi, trovandosi anche lei ad essere estremamente impegnata e quindi impossibilitata a sentire il suo ragazzo, che altri non era che Naruto Uzumaki membro dei Golden Boy.

Inoltre Naruto, grazie ad al fatto di essere il Kurama era riuscito a scovare chi aveva ucciso i propri genitori in passato, ucciso i genitori di Sasuke e Itachi, e intenzionati a utilizzare la musica dei Golden boy come arma di distruzione di massa.  Infatti l’Uzumaki era riuscito a tenere segreta la propria identità di Kurama, ma aveva consegnato i capi criminali, che aveva tentato un nuovo furto alla banca di Los Angeles, consegnandoli alla polizia. Purtroppo però se non fosse stato per l’aiuto provvidenziale di Sakura che con la sua grande inventiva e fiuto investigativo, sviluppato grazie a tutti i libri scritti sui ninja,  aveva trovato le prove che inchiodavano quei criminali come spietati ladri, corruttori, ricattatori, e anche assassini,  ovvero gli assassini del presidente Minato Namikase e di sua moglie Kushina Uzumaki,  e gli assassini d Fugaku e Mikoto Uchiha, capo della polizia il primo, antropologa forense la seconda, venendo anche a conoscenza che il loro incidente non era avvenuto per casa, ma che era stato progettato in quanto Mikoto Uchiha aveva ritrovato le ossa di Minato e Kushina e supportata dal marito Fugaku Uchiha, avevano avviato le pratiche per l’arresto dei colpevoli. Dopo tali prove, l’ergastolo per tali criminali fu inevitabile, cosi Minato, Kushina, Mikoto e Fugaku, avrebbero potuto riposare in pace con giustizia fatta.

Purtroppo ne Naruto ne Sasuke, dopo tali scoperte e giustizia fatta, avevano avuto la possibilità di vedere Sakura perché era stata rapita da Nagato per una convention di presentazione del suo nuovo libro a Londra.

Sakura pregò di poter vedere Sasuke la sera successiva, ma la mattina successiva i Golden boy partirono per una nuova tournee che li avrebbe tenuti impegnati per i prossimi cinque mesi.

Sakura se ne stava rinchiusa in camera sua, stesa sul letto, con il viso seppellito nel cuscino e le lacrime non volevano abbandonare il suo volto.

“Sakura Chan, sbrigati dobbiamo andare in libreria per un incontro con i fan!” esclamò Nagato bussando alla porta della stanza della rosa. Sakura annaspò. Desiderava disperatamente un giorno di riposo e soprattutto desiderava, solo anche per un’ora, poter vedere Sasuke.

“Nagato San, per favore oggi lasciatela stare, Sakura Chan sta male, non è in grado di affrontare un incontro con i fan!” esclamò con voce roca e mite, Hinata.

“Hinata Chan, che faccia che hai, non stai bene?” chiese Nagato

“Sto nelle stesse identiche condizioni di Sakura e per colpa tua che cinque mesi fa hai rapito me e Sakura!” esclamò Hinata furiosa.

“Colpa mia, ma Hinata Chan, che avrei fatto!” esclamò incredulo Nagato mentre osservava Hinata aprire la porta della stanza di Sakura, entrare e poi sbattergliela in faccia.

Poi fece una cosa che non era bene fare, ma la fece lo stesso.  Nagato origliò e aprì leggermente la porta per dare un occhiata dentro.

“Sakura Chan, come stai?” chiese Hinata

“Male!”

“Che succede?” chiese Hinata e Nagato vide Sakura passare a Hinata il proprio palmare e Hinata lesse ad alta voce.

“Sasuke Uchiha, cantante famoso e membro dei Golden Boy è ricoverato all’ ospedale di Seattle in condizioni critiche, ma non mortali a causa di un incidente stradale, avvenuto la notte precedente a bordo della sua moto.” Lesse Hinata per poi sgranare gli occhi incredula.

“Porca vacca è ricoverato a Seattle. Ma…”

“Lui è in ospedale e io non sono con lui. Io sono bloccata qua da stupide convention. Voglio vederlo Hinata. Ho bisogno di Sasuke!” urlò Sakura e Hinata corse da lei e la strinse in un abbraccio facendola sfogare sulla propria spalla.

Nagato da dietro la porta afferrò il telefono e compose il numero della libreria in cui Sakura avrebbe dovuto presenziare disdicendo l’incontro con i fan, poi terminata la chiamata chiamò Itachi.

“Nagato, non ora” rispose Itachi.

“Sto venendo lì con Sakura. Sei scemo o cosa! Ho dovuto sapere di Sasuke dai giornali e dopo di Sakura, ora lei è stesa in lacrime nel suo letto. Avresti potuto degnarti di chiamare Sakura almeno!” esclamò Nagato.

Itachi sospirò incassando il colpo.

“Hai ragione, ma Sasuke è stato operato d’ urgenza alla gamba, c’era il rischio che la perdesse, ma per fortuna è andato tutto bene, si rimetterà presto. Tranquillizza Sakura.” Esclamò Itachi.

“Scordatelo idiota, quella povera bimba non vede il suo ragazzo da dieci mesi, e poi apprende quella notizia dai giornali. Sakura sta male da due giorni a quanto pare, perché non sente Sasuke da due giorni, e poi apprende dai giornali che non le rispondeva perché era in ospedale. Ti sembra un comportamento da cognato il tuo, razza d’idiota. Se penso a tutto quello che la mia bimba ha fatto per i Golden Boy e per te, non mi aspettavo questo colpo basso da parte tua, Itachi. Stiamo venendo, ma non dire nulla a Sasuke. Ah, Naruto, lui sta bene?” chiese infine Nagato.

“Mi sa di no. Troppo mutanghero, ma non so che gli prende!” esclamò Itachi

Nagato staccò il telefono dall’ orecchio e osservò dentro la stanza.

“Io non sento Naruto da una settimana Sakura Chan, credo voglia lasciarmi!” esclamò affranta Hinata.

“Oh porca vacca!” esclamò Nagato

“Cosa?” chiese Itachi

“Statti fermo li Itachi, arrivo a Seattle con il primo volo e mi porto dietro due bamboline distrutte. Per la cronaca, inizia a organizzarti perché per un anno e se non di più, i Golden boy e Oleander se ne tornano a Konoha e li facciamo riprendere. Noi alimenteremo la loro fama sponsorizzando già i libri di Oleander pubblicati e tu dirai che i Golden boy hanno bisogno di una pausa affinché così anche Sasuke possa riprendersi, e intanto in gran segreto vedi di organizzare quel benedetto matrimonio che Sasuke e Sakura avevano progettato per un anno fa e fa che rimanga segreto. Niente paparazzi!” esclamò Nagato.

“Asp…” iniziò Itachi, ma Nagato aveva già riagganciato, poi con uno scatto repentino aprì la porta della stanza di Sakura.

“Preparatevi, dobbiamo andare in un posto!”

“Nagato!” iniziò Hinata.

“Niente storie, preparatevi!” Esclamò poi uscì a passo di carica dalla stanza lasciando un Hinata e una Sakura alquanto sbalordite.

Tre ore più tardi, Sakura, Hinata e Nagato erano sul tetto dell’agenzia Shannoro pronti a prendere il jet privato di Nagato.

“Nagato, ma che stiamo facendo, non dovevamo andare in libreria?” chiese afflitta Sakura

“Zitta e Sali. Oggi sono nervoso!” esclamò Nagato e Sakura ingoiò il rospo, sapendo che era meglio non far arrabbiare Nagato.

Sakura e Hinata insieme a Nagato salirono sul jet e finalmente ore dopo il jet iniziò la discesa a Seattle.

“Ma questa è…” iniziò Sakura piantando il naso sul vetro del finestrino del jet.

“Seattle!” esclamò Nagato

“Abbiamo una convention qui?” chiese Hinata.

“Qualcosa di più importante.” Esclamò Nagato mentre il jet atterrò.

“Lasciate tutto qui e venite con me!” esclamò Nagato afferrando con la mano destra il polso di Sakura con la sinistra quello di Hinata e trascinandole.

“Nagato sappiamo camminare!                “Urlò Sakura ma Nagato non le ascoltò mentre poi le costringeva a salire sul auto che li era venuti a prendere dopo essere usciti dalla pista di atterraggio.

Un’ora dopo, l’auto si fermò davanti l’ospedale e le porte dell’ospedale si aprirono facendo uscire da esse Itachi.

“Itachi San!” esclamò allibita Sakura spostando freneticamente lo sguardo da Nagato a Itachi che le sorrisero

“Vai, stanza 117” esclamò Itachi con un sorriso.

“Io…io…” iniziò Sakura per poi correre dritta spedita alla stanza indicatale da Itachi ma non prima di aver sentito Itachi esclamare.

“E tu vai da Naruto. Area caffè!” esclamò Itachi e due secondi dopo anche Hinata era sparita.

Nagato guardò Itachi.

“Allora Idiota, tutto pronto per il matrimonio?” chiese Nagato.

Itachi annuì.

“Gaara e Matsuri sono già a Konoha e stanno sistemando tutto.”

“Matsuri?”

“Si, la ragazza che hai presentato tu a Gaara, pare che si sono trovati subito d’accordo e lui l’ha portata con se a Hollywood dove lavora egregiamente come assistente sociale dei vip che non meritano i figli. In questi dieci mesi si sono frequentati e ora sono ufficialmente fidanzati!”

“Ah. E tu e Nori, Itachi?”

“Apposto, lei è stata qui fino a sta mattina, poi però è dovuta tornare a lavoro. Nel pomeriggio aveva una sfilata, appena finisce torna qui!”

“Intendevo come matrimonio, so che tra di voi va tutto a gonfie vele.”

“È presto per parlare di matrimonio!” esclamò Itachi indignato.

“Di piuttosto che hai una fifa blu. Su questo punto tuo fratello Sasuke è più coraggioso di te!”

“Disse il casanova libertino che all’ idea di fidanzarsi se la fa sotto!” lo punzecchiò Itachi.

Nagato arrossì.

 

Sakura corse a perdifiato e appena arrivò alla stanza 117 la spalancò di scatto, svegliando il paziente al suo interno e facendogli sgranare gli occhi.

“Oh Dio, Sakura!” urlò Sasuke mentre Sakura lo guardò con il respiro ansante a causa della corsa

“Sei proprio tu, non sei un illusione!” esclamò Sasuke cercando di tirarsi su e stringendo un occhio a causa del dolore che il movimento gli causò alla gamba.

Sasuke era pieno di graffi e con la gamba destra ingessata, ma per il resto sembrava integro e Sakura sospirò di sollievo lasciandosi cadere a terra.

“Grazie Dio” sussurrò la rosa.

“Sakura, tesoro…” esclamò Sasuke.

Sakura chiuse gli occhi godendosi la voce di Sasuke.

“Co…come stai?” sussurrò la rosa

Sasuke sospirò.

“Sto bene, mi sono solo spezzato la tibia in una frattura scomposta, per il resto sono solo quattro graffi. Ho solo perso il controllo della moto sulla strada bagnata, non volevo farti preoccupare. Tesoro…vieni qui!” esclamò Sasuke allungando le braccia verso la fidanzata.

“I giornali…”

“Cacchio, maledetti giornalisti! Sakura vieni qua, voglio stringerti a me. Non posso muovermi più di tanto” esclamò Sasuke.

Lentamente Sakura si alzò e chiuse la porta della stanza e poi con passo malfermo si diresse da Sasuke.

“Amore mio…” sussurrò la rosa circondando con le braccia le spalle di Sasuke. Non si era accorta che i suoi occhi avevano preso a lacrimare.

“Shhh, sto bene tesoro. Sto benone. Un po’ di riposo forzato e sarò come nuovo.” Sussurrò Sasuke cercando di sdrammatizzare.

“Sasuke…” singhiozzò Sakura

“La mia piccola grande scrittrice. La mia Oleander.” sussurrò Sasuke costringendo Sakura a sdraiarsi a suo fianco e asciugandole con il pollice e con piccoli baci, le lacrime della sua donna.

“Sasuke non voglio farti male, fammi scendere!” esclamò Sakura

“Sono imbottito di morfina, non sento dolore.” Esclamò Sasuke

Sakura sorrise e si strinse a lui, Sasuke le sollevò il viso mettendo il suo indice sotto il mento di Sakura e unendo le sue labbra con quelle della rosa.

Il bacio durò a lungo, ma appena Sasuke si staccò Sakura protestò facendo ridacchiare Sasuke.

“Siamo in astinenza, Oleander!”

“Tu che dici, è un anno che non ti vedo Sasuke e mi sei mancato da morire!” esclamò Sakura. Sasuke divenne serio di botto.

“Anche tu Sakura, mi sei mancata immensamente.”

“Odio tutti sti impegni!”

“Concordo e sottoscrivo” annuì Sasuke.

“Senti Sas’ke, ma Naruto che ha! Sta dando l’impressione a Hinata che la voglia lasciare!”.

“Che? Oh per Dio. No, no. Tutt’ altro sai.” Sorrise Sasuke.

“Che vuoi dire? Naruto non si sta facendo sentire più da una settimana.”

“Forse perché sta organizzando il loro matrimonio e non ha idea di come attirare qua Hinata?” ridacchiò Sasuke.

“Che davvero? Oh, come sono contenta. Comunque, Ci hai pensato tu a questo. Nagato ha portato qua sia me che Hinata!” esordì Sakura.

“Bene, due piccioni con una fava!” ridacchiò Sasuke carezzando il fianco nudo di Sakura. Sakura gemette e nascose il viso nell’ incavo del collo di Sasuke.

“Sakura?” la chiamò L’Uchiha con tono malizioso, comprendendo cosa significasse quel gemito. Era un anno che stavano distanti ed ora anche solo il stare così vicini aveva eccitato Sakura e di conseguenza anche lui si era eccitato e non gliene fregava un tubo secco se aveva una gamba rotta e operata, aveva solo bisogno di Sakura.

“Sakura senti…io sto bene…cioè…” balbettò Sasuke baciando il collo della rosa che comprese al volo

“Si, ho bisogno, ma siamo in ospedale…e se...” iniziò Sakura mentre Sasuke portò la mano all’ intimità di Sakura, trovandola estremamente bagnata.

“Oh DIO…” sospirò Sasuke tastando Sakura che gemette.

“Shh basta fare piano.” Esclamò Sasuke togliendole le mutandine da sotto la minigonna.

“Salimi sopra Sakura.” Sussurrò Sasuke

Sakura era troppo eccitata per prestare attenzione alla situazione in cui si trovavano al rischio che correvano ne fatto che potessero entrare Nagato, Hinata, Naruto e Itachi o peggio ancora medici e infermieri e li avrebbero trovati in quello stato, ma al momento non le interessava. Era quasi un anno che non vedeva Sasuke, quasi un anno che quasi non lo baciava, e ora aveva estremamente bisogno di sentirlo dentro di se. Era questione di vita o di morte, questione di Sanità mentale, cosi lentamente e facendo attenzione a non far male alla gamba di Sasuke, Sakura gli abbasso lentamente i pantaloni del pigiama insieme ai boxer liberando la sua erezione, poi gli salì lentamente sopra facendo entrare in contatto le proprie intimità. Sasuke gemette dal piacere e chiuse gli occhi estasiato finalmente alla possibilità di entrare di nuovo dentro Sakura. Sasuke sollevò le braccia e le poggiò sulle spalle di Sakura, spingendola prima verso il basso molto lentamente, in modo tale che entrasse dentro di lei godendosi ogni minima sensazione, poi la trasse verso di se, facendo entrare in contatto i propri petti anche se entrambi rigorosamente coperti dalle magliette.

Sakura gemette forte e non appena Sasuke e circondo le spalle con le braccia in un abbraccio mentre lentamente iniziò a muoversi dentro di lei con amore e dedizione, Sakura si commosse e seppellì di nuovo il viso nell’ incavo del collo di Sasuke, chiudendo gli occhi e gemendo anche lei.

Continuarono così per una buona mezz’ora, poi entrambi arrivarono all’ orgasmo e Sakura si accucciò su di lui estasiata.

“Oh mio Dio…ti amo Sasuke!” esclamò Sakura

Sasuke sorrise.

“Anche io piccola, e non ho cambiato idea. Io voglio sposarti e al più presto. Dio, se solo trovassimo un buco di tempo pe poterci sposare e per stare assieme.” Esclamò Sasuke stringendola.

“Possibilissimo!” esclamò la voce di Nagato facendo sussultare sia Sakura che Sasuke.

“Oh porca vacca!” esclamò Sasuke afferrando al volo le coperte e coprendo lui e Sakura che erano ancora l’uno dentro l’altra.

“Bussare no?”

“In ospedale? Chi se lo aspetta in ospedale di trovarvi a fare atti osceni in luogo pubblico!” esordì Nagato ridendo.

“Comunque, è possibilissimo perché dal mese prossimo la Tsunade Senju, l’Akatuski e la Shannoro diventeranno socie, quindi dove andrà Sasuke andrai tu Sakura e dove andrà Sakura andrai tu Sasuke, ma tutto ciò verrà consolidato tra un anno, e quindi in questo lasso di tempo, io e Itachi ne abbiamo già parlato, Tu Sakura, tu Sasuke e poi anche Hinata e Naruto, ah per la cronaca Hinata non riesce a smettere di piangere Naruto le ha chiesto di sposarla, Sakura.”

“Si lo so, Nagato!”

“Lo sai? Ma come?”

“Sasuke!” esclamò Sakura sorridendo e baciando la guancia del fidanzato che sorrise.

“E te pareva. Comunque per quest’ anno, voi e Naruto e Hinata vi trasferirete a Konoha dove Gaara e Matsuri hanno già organizzato il tutto per domani, giorno in cui voi vi sposerete e non dubito che di qua a qualche mese anche Hinata e Naruto faranno la stessa fine, poi al vostro ritorno renderemo pubblica la società e potrete iniziare a lavorare tutti quanti insieme. Con questo ho concluso, vi lascio alle vostre effusioni. Sasuke, sii pronto per le dieci di domani mattini. Ti dimetteranno!” esclamò Nagato prima di uscire dalla stanza con un sorrisone.

“Non ci credo…” balbettò Sasuke incredulo.

“Oh Mio Diooo, adoro il mio capo!” urlò Sakura facendo ridere e annuire Sasuke.

“Si, è un genio!” ridacchiò Sasuke.

 

Fuori dalla stanza Nagato ridacchiò.

“Un genio eh! Ma lo sanno che lo fai per un tornaconto personale, razza di scemo!” rise Itachi.

“Tornaconto personale? Quale tornaconto personale?” chiese Nagato con fare innocente.

“La signorina Tsunade Senju. Donna per cui hai una cotta da quando avevi dieci anni!” esordì Itachi ridendo.

Nagato arrossì.

“È così lampante?”

“No, è che io sono un genio e poi conosco bene il mio migliore amico!”

“Touché” rise Nagato trascinandosi dietro anche Itachi.

 

Il matrimonio di Sasuke e Sakura fu stupendo e riservato anche se Itachi non era proprio riuscito ad evitare i paparazzi e ora il mondo Sapeva che Sakura Haruno in arte Oleander era diventata la moglie del cantante dei Golden Boy, Sasuke Uchiha. Due mesi dopo la stessa sorte tocco a Naruto, ma la cosa non dette loro fastidio perché era cosa buona e gradita che il mondo sapesse che

Sakura Haruno apparteneva a Sasuke Uchiha

Hinata Hyuuga apparteneva a Naruto Uzumaki.

 

The end

Sta volta per davvero!

 

Angolo autrice

Mi sono accorta che Golden boy terminata a quel modo diceva ben poco quindi ecco a voi un nuovo piccolo capitolo extra.

Allora che ve ne è parso? Fatemi sapere alla prossima storia Mei

 

 

 

 

 

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