Ciò che ci accomuna

di SatoSerelover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sotto una pioggia ***
Capitolo 2: *** Chi meglio sa comprenderti ***
Capitolo 3: *** Fratture ***
Capitolo 4: *** Non lascerò mai la tua mano ***
Capitolo 5: *** Volere è potere ***
Capitolo 6: *** Senza fine, senza traccia ***
Capitolo 7: *** Lui sarebbe fiero di te.. ***
Capitolo 8: *** La forza di chi sappiamo noi ***
Capitolo 9: *** Il vento sta cambiando ***
Capitolo 10: *** Stupido amore ***
Capitolo 11: *** Ovest ***
Capitolo 12: *** Non arrendersi mai fino alla fine! ***
Capitolo 13: *** The bond between us ***



Capitolo 1
*** Sotto una pioggia ***


Nota d'autrice:
Questa è una vecchia storia che ho scritto nel periodo in cui XYZ è andato in onda e che ho pubblicato sempre intorno a quel periodo, ma che eventualmente ho anche deciso di riscrivere. Alla fine, grazie ai rewatch che ho dovuto fare per aggiornare la pagina Amourshipping sulla Shipping Wiki, ho deciso di riprendere in mano questa storia. Ovviamente adattandola anche in base a come è finito XYZ.
Non terrà conto di Sole & Luna o ciò che viene dopo, quegli eventi non accadranno in questa fic o in nessuna che scriverò.
Inoltre, questa storia è ambientata tra la vittoria dell'ultima medaglia di Ash e l'inizio della Lega di Kalos.

Il primo capitolo sarà un prologo! Quindi sarà piuttosto breve rispetto agli altri!
Altre note su questa fic sono nella sezione dopo il capitolo!

I capitoli dopo il prologo sono ancora in fase di riscrittura! Tenetelo a mente se stata iniziando questa fan fiction adesso. Man mano, verranno tutti aggiornati.


 





La pioggia batteva sulle finestre del Centro Pokémon, provocando un costante fragore che continuava imperituro da quelli che erano ormai giorni. 

Ogni singola goccia era un monito, come le lancette di un orologio, che ricordava ai presenti quanto fosse precipitata la situazione, e quanto fosse urgente porvi rimedio.
Si poteva dire fosse il perfetto accompagnamento per i loro umore e per il senso di intrappolamento che non potevano combattere. 

Lì, riuniti su un divano della hall, tre giovani erano intenti a parlare con l’agente Jenny e l’infermiera Joy, la prima seduta di fronte a loro e la seconda in piedi, in caso fosse necessario correre ad assistere i suoi pazienti. 

“De-Deden…” Dedenne strofinò il musetto contro il braccio della bambina che lo teneva stretto in grembo, quasi a cercare un supporto fisico. E ne aveva davvero bisogno.

L’espressione di Clem mostrava chiara preoccupazione, ma non aveva modo di sfogarsi se non tramutandola in coccole verso il Pokémon che le stava sempre accanto. Spesso il suo capo si voltava verso la finestra, come sperasse che da un momento all’altro sbucasse qualcuno. Si intratteneva così, a volte per qualche secondi, altre per qualche minuto, fino a che Dedenne o Puni-chan non la richiamavano alla realtà. 

Anche il Pokémon cellula verde sembrava piuttosto nervoso, percependo lo sconforto della bambina e incapace di tornare a riposare e ignorare lei o le sue preoccupazioni molto valide per gli amici da cui erano stati separati.

Puni-chan e Dedenne le diedero un'altra piccola spinta al braccio, guidandolo di lato verso quello di Lem. La bambina capì subito il messaggio e non esitò ad afferrare la manica della tuta del fratello, il quale, accortosi del suo gesto, le rivolse un malinconico sorriso.

Le posò una mano sulla testa, cercando di confortarla con delle piccole carezze, ma anche cercando di rincuorare se stesso.

Lui stesso sentiva l’ansia crescere ad ogni riga acquosa che si depositava sul vetro di fianco a loro. C’era un vero e proprio diluvio fuori dalla struttura e il pensiero che i suoi amici erano là fuori da qualche parte e sperduti, forse anche peggio… non la faceva stare per niente meglio. 

Tuttavia, la sua preoccupazione non era nulla se paragonata a quella dell’amico coetaneo al suo fianco.

Ash all’apparenza poteva sembrare una persona capace di mantenere il controllo in situazioni simili, lasciando che la sua determinazione, leadership e ottimismo lo guidassero, fino al completamento dei suoi obiettivi. O almeno quello era l’Ash che aveva conosciuto, dai racconti sapeva che non era sempre stato così, così come era consapevole che generalmente era una persona molto energica e scalmanata.  

Il ragazzo al suo fianco sembrava totalmente diverso. Certo, in apparente controllo delle sue emozioni, ma le borse sotto gli occhi e il tremolio del pugno della mano sinistra, stretto attorno al tessuto dei pantaloni, non mentivano sul suo vero stato d’animo. 

Nessuno lo biasimava, non i suoi amici, non le autorità competenti e non i Pokémon presenti. In quel momento Ash stava implodendo, di rabbia, tristezza e sensi di colpa. Se Lem non fosse stato seduto proprio a fianco a pochi centimetri, probabilmente non avrebbe visto il suo sguardo poco lucido, nascosto agli altri dalla visiera del berretto.

Tutti i loro Pokémon erano seduti sul pavimento vicino, alcuni ancora confusi dalla situazione o increduli, altri invece in pieno stato d’ansia, in particolare Sylveon, Braixen e Pancham. 

Ma in mezzo a loro, uno mancava all’appello.

La mano sinistra di Ash, non in bella vista, riposava a fianco della gamba. Nella sua presa stringeva qualcosa, con quello che sembrava un moderato attaccamento emotivo. Il fazzoletto azzurro usato anni orsono per aiutare Serena, quando ancora erano dei bambini.

“E’ tutta colpa mia…” Ripeteva nella testa. Se si fosse allungato giusto un po’ di più, se fosse stato più decisivo e rapido, forse adesso i suoi due amici sarebbero lì con loro e non si troverebbero a temere per la loro incolumità.

Non avevano notizie di Serena e Pikachu da ormai due giorni, che sembravano ormai settimane. A niente erano servite le loro ricerche, erano scomparsi, e il peggio era non sapere come stessero. E porsi il dubbio era più che comprensibile, visto che l'ultima volta che li avevano visti, erano in una situazione di potenziale pericolo. 

Ash non era il tipo da andare in panico o nel pallone, aveva sempre fiducia nei suoi amici, ma non poteva nemmeno ignorare gli elementi alla mano. Aveva visto con i suoi stessi occhi come erano precipitate le cose… e loro due.

“Allora, spiegatemi bene la dinamica dei fatti. Ho bisogno di sapere cosa è successo nei minimi dettagli, ogni cosa può esserci utile per proseguire con le ricerche.” L’agente Jenny prese un blocchetto degli appunti e una penna, attendendo che uno dei ragazzi raccontasse.

Notando la loro esitazione e la stanchezza chiaramente scritta sui loro volti, la donna sospirò “So che dovete essere molto preoccupati, ma prima organizziamo gli indizi che abbiamo, più chance avremo di trovare i vostri amici e fare in modo che siano al sicuro.”

Lem lanciò uno sguardo su Ash, per verificare le sue condizioni. Non servì molto per decidere di lasciarlo stare e prendere parola. Dopotutto, era colui che più era rimasto segnato dagli eventi… e che più rischiava di perdere qualcosa di prezioso. 

L’inventore prese un respiro profondo e iniziò a raccontare…

Riportando alla mente gli eventi che due giorni prima gli avevano portato via gli amici davanti agli occhi.




Nota d'autrice:
A parte l'amourshipping, un'altra relazione a cui sono sempre stato molto interessata era quella tra Pikachu e Serena. La loro amicizia mi è sempre sembrata molto naturale. Abbiamo visto diversi episodi in cui lei lo teneva tra le braccia mentre Ash era impegnato e ho trovato piuttosto carino e divertente il fatto che fino a XYZ fosse l'unica compagna di Ash a non essere mai rimasta fulminata da Pikachu.
Poi è arrivato l'episodio dove lei si veste da Ash e ho perso la testa. Erano così dannatamente carini! E il modo in cui si sono sostenuti a vicenda e si sono capiti durante il combattimento mi ha impressionata. Pikachu l'ha incoraggiata, proprio come lei si è fidata di lui e alla fine hanno iniziato a lavorare davvero bene insieme. Serena non solo ha imitato molto bene Ash, ma ha anche letteralmente iniziato a capire Pikachu quando le parlava.
E dato che sono un grande fan della Ash x Serena, vederla andare d'accordo così tanto con il suo migliore amico e il Pokémon più vicino a lui, mi ha davvero reso felice!

Cosa non avrei dato per ottenere più scene come quelle tra quei due. Vorrei che avessimo potuto vedere l'intero combattimento.
Ma è anche per questo che ho iniziato questa fic tempo fa!
Quindi spero che vi piaccia, mentre dietro le quinte rabbrividisco davanti ai miei vecchi scritti e cerco di migliorarli il più possibile XD

 

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Capitolo 2
*** Chi meglio sa comprenderti ***


Spazio d'autrice: Allora, non so voi, ma io che sono spoilerata, ho guardato l'episodio 28 di XYZ! Bellissimo, ma la parte che mi ha interessata di più è stato il litigio tra Ash e Serena, il loro primo e unico litigio! A differenza degli altri litigi che di solito Ash ha con le sue compagne, questo era diverso.. profondo, su un argomento importante, non di odio o rancore... Serena era arrabbiata perché Ash non era più il ragazzo che conosceva! E lei si stava per dichiarare! Questo litigio ha rafforzato il loro rapporto! E non poteva esserci di meglio! Quindi, tornando alla mia storia, chi può meglio aiutare e capire Ash????



Capitolo 2: Chi meglio sa comprenderti
 

...

Ash si stava allenando con Greninja, cercando di controllare definitivamente la sincronizzazione. Per minitorare i miglioramenti uno scontro con Lem era la cosa ideale. 
I due allenatori erano in piedi in mezzo ad una distesa d'erba. Davanti a loro invece si trovavano Luxrey e Greninja, pronti a lottare. Il vento soffiava sul campo da lotta, dando un’ideale atmosfera di sfida.

“Sei pronto alla lotta, Lem?” Ash alzò un pugno, sorridendo con determinazione.

Lem si sistemò gli occhiali “Mai stato di più!” 

Un po’ più distanti dall’area usata per la lotta, Clem e Serena erano sedute in attesa dell'inizio della sfida.
Braixen, Pancham e Sylveon erano fuori dalle loro sfere, avendo appena finito di allenarsi nelle loro esibizioni insieme alla performer. Rimanevano attenti, con dei pokébigné tra le zampe.

Pikachu invece era seduto sulle gambe di Serena, tra le braccia della ragazza che lo tenevano vicino al suo petto. Al topino piaceva l'allenatrice, anche di più di quanto gli piacesse Misty anni prima. Era dolce, gentile, una bravissima cuoca, adorabile e una performer eccellente. Riusciva sempre a mantenere la calma con Ash e a sostenerlo in ogni momento di difficoltà. 
Si prendeva cura spesso dello stesso Pikachu, coccolandolo, spazzolandolo o dandogli dei dolcetti da mangiare.

In quel momento però, per quanto cercasse di sorridere, sul volto del topino giallo era raffigurato un triste musetto. Non riusciva ad essere felice del tutto, voleva solo sospirare. Si sentiva trascurato negli ultimi giorni. Ash era occupato con il suo allenamento speciale con Greninja e la cosa lo faceva sentire messo in disparte. Sapeva che non poteva farci nulla ed era giusto che i due lavorassero tanto, sosteneva il suo compagno con tutto se stesso.
Per quanto però cercasse di non sentirsi geloso, i fatti parlavano chiaro e non lottava seriamente da settimane. Più o meno da quando Jimmy, il rockettaro con il suo Pikachu Sparky, aveva sfidato Ash. Più che Ash, era Serena quella ad aver lottato. Pikachu e suo allenatore, una volta ripreso, avevano battuto in quattro e quattr'otto il loro sfidante. Era positivamente certo che se il Team Rocket non si fosse intromesso, avrebbero di sicuro vinto la sfida subito lui e Serena e quindi la lotta sarebbe finita prima ancora di iniziare con il vero Ash.
Non che non adorasse stare con Serena, gli era piaciuto lottare con lei... ma non era il suo allenatore.

Una cosa che l’avrebbe sicuramente consolato, sarebbe stato che non era l’unico dei Pokémon di Ash ad essere in quella situazione. Invece non era così. Hawlucha e Talonflame erano molto utilizzati da Ash, non come Greninja ma anche loro avevano varie chances per lottare. Persino Noivern, anche lui ancora novellino aveva lottato più del topo elettrico. Vero, Pikachu era più forte di loro ma lottare gli piaceva e ciò lo faceva davvero sentire messo da parte. Aveva tanta energia da scaricare, da liberare...
Non ce l'aveva con Ash, sapeva che era in buona fede, ma prima o poi avrebbe dovuto parlargli.

Si sentì improvvisamente un’esplosione, segno che la lotta era iniziata senza che se ne fosse accorto. Alzò lo sguardo e vide il suo allenatore completamente preso dalla sfida.

“Greninja usa Doppioteam!” Ash comandò. La rana ninja scattò verso l’avversario, sdoppiandosi in una ventina di suoi simili.

Lem si rivolse al suo pokémon “Luxrey rimani fermo dove sei e non abbassare la guardia!”

“Lux!”

Gli occhi di Pikachu cominciarono a socchiudersi, fino a che non si addormentò tra le braccia di Serena, la quale sentendo il pokémon appoggiarsi a lei abbassò lo sguardo. 

Sorrise dolcemente, mentre Clem ridacchiò intenerita “Awwwwwwwwwww che carino! Pikachu è adorabile quando dorme, vero?” domandò il suo parere curiosamente, muovendo avanti e indietro le gambe.

Serena girò la testa verso la ragazzina, portò il dito alla bocca e le fece l’occhiolino “Shhhhh!!!” tornò a guardare Pikachu “Non disturbiamolo, già la lotta é rumorosa"

Clem annuì e tornò a guardare l’incontro, mentre Serena cominciò ad accarezzare il piccolo Pokémon che riposava.

Serena era particolarmente affezionata a Pikachu, per vari motivi, alcuni banali e altri meno ovvi. Uno dei tanti era perché Clem aveva ragione: lo trovava adorabile e aveva sempre avuto un debole per certi Pokémon. Un altro motivo era che Pikachu apparteneva ad Ash e nel gruppo anche i Pokémon dei compagni erano famiglia. Oltre che lo conosceva bene e aveva lottato con lui, il motivo più importante era che il migliore amico di Ash non poteva essere che lui, quindi anche per lei era importante e sentiva di condividere un legame speciale con lui.
Spesso si occupava di Pikachu quando Ash non poteva e le faceva piacere, era di buona compagnia. Si era accorta di essersene affezionata tanto, fin dall’incontro contro Jimmy. 
Si erano aiutati e non se l'erano cavata per niente male.

Era talmente occupata a riflettere e a coccolare il topino giallo, che non si accorse della fine della lotta. Ash e Lem stavano facendo rientrare i loro pokémon nelle sfere poké. L’incontro era finito velocemente, a quanto pare il risultato era ovvio.

“Allora? Come vi è parso l’incontro?” Chiese Ash sorridendo. Lui aveva usato il plurale, ma il suo sguardo era più diretto a Serena. Personalmente puntava al parere della performer. 

Serena sorrise, cercando di far finta di nulla. Praticamente si era persa l’intero incontro, quindi non poteva davvero esprimere il suo parere. Non voleva nemmeno deludere Ash, che aspettava una risposta con trepidanza.

“Bello! Un incontro avvincente come sempre! Siete stati entrambi bravissimi!” Disse, cercando di sembrare il più naturale possibile.

Probabilmente Ash se l’era bevuta, infatti, sorrise più di prima “Grazie!”

L’allenatore poi puntò lo sguardo tra braccia di Serena, o per essere precisi, su colui che si era appisolato avvolto da esse. Un sorriso dolce comparve sulla faccia di Ash “Si è addormentato vedo!” si avvicinò al suo Pikachu e lo accarezzò sulla testa. 

Serena ricambiò il sorriso “Si a quanto pare!”

In quel momento Pikachu sbadigliò e aprì gli occhi, per poi stiracchiarsi un po’ “Chaaaaaa..”. 

“Ben svegliato, amico mio!” disse Ash.

“Pikapi!” Pikachu saltò via dalle braccia di Serena e si arrampicò sulla spalla di Ash dove si posizionò come sempre “Pika!”

"Serena, Clem, mi date una mano a preparare il pranzo?” Lem chiese.

“Certo!” Entrambe si alzarono in piedi. 

Tutti e quattro prepararono velocemente da mangire e quando il sole arrivò alto nel cioelo era tutto pronto. Ogni Pokémon venne lasciato fuori dalla sua sfera e iniziarono tutti ad abbuffarsi

“Allora Ash, tra poco saremo a Luminopoli, cosa hai in mente di fare?” Serena chiese appoggiando il cappello sul tavolo.

“Beh, avevo intenzione di allenarmi ancora un po’. Mi é venuta un'idea per qualche nuovo tipo di allenamento per Greninja!” Ash pure si levò il cappello “Ormai manca poco alla Lega Pokémon e vorrei arrivare preparato al meglio! Sento che questa è la volta buona per vincere, quindi ho bisogno di allenarmi tutto il tempo a disposizione"

“Sempre il solito” Pensò ridacchiando Serena. “Mi pare una buona idea! Ma non dimenticarti che anche il riposo a volte è utile! Se ti alleni troppo poi sarai stanco!”

“Stanco io? Io non sono mai stanco di lottare!” Ash afferrò un tramezzino.

“Si, di questo ne sono sicura” Serena lo guardò perplessa. 

“Sai, ho notato che Pikachu ti si è molto affezionato, Serena!” Disse Lem.

“Si, l’ho notato anche io!” confermò la bambina mentre dava a Dedenne dei bocconi di cibo per Pokémon.

Serena si grattò la guancia “Si, in effetti da quando abbiamo lottato con Jimmy ci siamo affezionati"

Ash annuì “Sai, mi fa piacere! Non ho mai visto Pikachu affezionarsi così tanto ad uno dei miei compagni di viaggio! O almeno non così in fretta!” Ash mise mano sulla spalla di Serena “Grazie per esserti presa cura di lui!”

Serena arrossì e cominciò a a giocherellare con le dita imbarazzata “Non c’è di che.. è un piacere!”

Clem sorrise e ridacchiò con aria furba “Tranquilla Serena, puoi diventare rossa quanto vuoi, ma Ash non se ne accorgerà mai!”

Serena si irrigidì, diventando ancora più rossa. Ash invece piegò la testa confuso,non capendo il significato di quelle parole “Uhm?” 

“Visto?” Clem cercò di trattenersi per non scoppiare a ridere. “Cosa ti avevo detto?” 

Lem appoggiò una mano sulla testa della sorellina, alquanto confuso “Ma di cosa stai parlando?” 

Clem si schiaffeggiò la faccia con la mano “Anche tu sei un caso perso…”

Lem e Ash si scambiarono uno sguardo ancora più confuso. La bambina faceva spesso quelle facce  diceva cose strane su Serena. Clem scosse la testa borbottando amareggiata “..Questa è quella che si chiama ingenuità maschile…” Pensò lei.

Era sicura che Serena non avrebbe mai confessato ciò che provava facilmente. Aveva bisogno di una mano e a costo di sudare sette camicie, lei avrebbe messo Serena e Ash assieme. Erano come sorella e fratello per lei e non c’era nulla di meglio che aiutarli a diventare un coppia. La sua fantasia già immaginava il matrimonio... diventare ziandi tanti miniAsh e miniSerena...

Pikachu saltò sul tavolo di fianco a Clem e come lei, incrociò le braccia e scosse la testa “Pika-pika-chu…”

“Ahah! Anche Pikachu capisce più di voi!” Clem lo grattò sulla coda, facendo piegare appena la testa di Ash, sempre più perplesso.

Pikachu continuò a farsi grattare sulla coda, adorando quella sensazione “chaaaaa!!” ringraziò quando saltò giù dal tavolo e tornò dagli altri pokémon.

Ash si scrollò le spalle e riprese a mangiare in fretta “Prima finisco, prima continuo ad allenarmi con Greninja!”

“Uh a quel proposito…” Serena iniziò “C-Ci sarebbe una cosetta che ho notato…”

Ash stava per azzannare un altro povero tramezzino, ma si fermò per ascoltare “l’amica”. Amica era un termine non proprio adatto, perché lui provava qualcosa di più profondo dell’amicizia per lei. Sapeva che non era il classico “Migliori amici”, ma qualcosa di diverso e speciale. Tuttavia cosa era per lui rimaneva un mistero, sperava di chiarire il dubbio al più presto.

Smise di pensare ai fatti suoi, ricordando che Serena gli stava parlando, quindi le prestò attenzione. “Tranquilla! Dimmi pure!” Ash la incoraggiò.

“So che l'allenamento con Greninja è importante ma la sincronizzazione richiede tanta energia e potreste stancarvi troppo. Dovreste fare qualche pausa, ho visto che anche gli altri Pokémon vogliono lottare e per la lega servirà che tutti siano al massimo della forma” Serena si sentiva imbarazzata a dare consigli a chi ne sapeva più di lei, ma Ash non era il tipo da non interessarsene “Io... non sono un’allenatrice esperta come te, ma ho notato che Pikachu non lotta da un po’ e forse è un pò giù per questo”

Ash rimase un attimo in silenzio. In effetti nell’ultimo periodo prestava spesso e solamente attenzione a Greninja e nelle lotte con più pokémon, Pikachu era lasciato fuori. Non che lo facesse apposta, non se ne era mai semplicemente accorto. Pikachu era stato tra i suoi Pokémon più forti da sempre e tutt'ora lo era, aveva pensato a rafforzare gli altri. 
Purtroppo però la ragazza aveva ragione e per non essersene accorto da solo dopo anni di viaggio con il suo migliore amico, doveva proprio aver perso la testa. 
Serena invece, che nemmeno conosceva benissimo Pikachu, aveva notato tutto in men che non si dica. 

“I-In effetti…” Ash abbassò la testa un po’ imbarazzato. “Ultimamente credo di aver lasciato un po’ da parte Pikachu senza nemmeno farci caso. Pensavo che gli altri dovessero far più pratica. Oltre che mi sono lasciato troppo coinvolgere da questa storia della sincronizzazione, pure Greninja ha bisogno di riposare ogni tanto"

Clem e Lem si scambiarono un sorriso dispiaciuto “Semplicemente sei un po’ ingenuo Ash, ma Pikachu sa che gli vuoi bene!” Clem disse con tono un po’ infantile.

Ash cercò di smorzare un sorriso colpevole “Certo che gli voglio bene! È stato il mio primo Pokémon e vissuto passato un sacco di avventure insieme, è il mio migliore amico! Non farei mai a meno di lui!”

Serena d’istinto appoggiò la mano sulla spalla di Ash come lui in precedenza aveva fatto e lo rassicurò con un sorriso “Allora credo che tu sappia cosa fare!”

Ash si immobilizzò, non aveva problemi ad incoraggiare Serena o ad aiutarla... o a farle anche complimenti. Con lei gli veniva automatico, ma se era viceversa si ripeteva un ciclo incomprensibile. Sentiva come un formicolio simile all'imbarazzo, ma non spiacevole. Era emozionante, gli dava calore e lo faceva trovare senza parole, sorridere come uno stupido. 
Fece di tutto per non arrossire, cosa in cui era diventato bravo. “G-Grazie Serena. Sei fantastica!” si grattò la guancia. 

Serena si accorse di ciò che aveva appena fatto, così ritrasse la mano e tornò a mangiare silenziosamente “D-Di niente!” arrossì con lo sguardo basso.

Sarebbe stata una giornata stupenda, era sicuro.
 

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Spazio d'autrice: Si, mi piace questa storia di Greninja-Ash, solo che in alcuni episodi penso abbia preso troppa attenione e gli altri Pokémon siano stati messi da parte! Per questo nella mia storia ho deciso di dare un piccolo spazio alla questione.. e chi meglio di Serena poteva aiutare Ash a capirlo??? :)

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Capitolo 3
*** Fratture ***


Spazio d'autrice: Oggi doppio capitolo!



Capitolo 3: Fratture
 

...

Una volta finito di mangiare i ragazzi misero via tutto. Preferirono prendersi qualche ora di pausa prima di riprendere il cammino o continuare gli allenamenti. Il sole splendeva nel cielo e i suoi raggi rendevano splendente e profumato il manto d'erba. Clem e Lem erano seduti su delle rocce, la ragazzina impegnata a coccolare il piccolo Squishy adagiato sulle sue gambe. 

Ash e Serena invece avevano preferito adagiarsi sotto un albero, dove il venticello riusciva a rinfrescarli meglio. Si trovavano uno di fianco all'altra e inconsciamente lo spazio tra loro, che prima era di qualche metro, ora era quasi svanito. 

"Hey Ash?" Serena mormorò richiamandolo.

"Si, Serena?" Ash chiese, mentre se ne stava sdraiato contro il tronco dell'albero con le spalle dietro alla testa.

"Sembra una domanda strana in questo momento, ma che ti è parso del nostro viaggio qui a Kalos?" Serena toccò con delicatezza le ciocche color miele dei capelli. Non se ne accorse subito dello sguardo che Ash le aveva puntato addosso da minuti. Appena si incrociarono i loro occhi le testa si girarono in direzioni opposte. 

"E-Ehm.. perché questa domanda?" chiese Ash cercando di discolparsi.

A Serena venne l'istinto di sorridere e arrossire, credeva di essere più distante eppure ora sentiva il contatto tra le loro braccia e il calore che emanavano quelle di Ash. "Così... hai viaggiato tanto... e deve esserci qualcosa che rende diverso e speciale ognuno di quelli che hai fatto"

Ash sbatté le palpebre un paio di volte e poi ridacchiò nervoso "Uh, beh vuoi che scenda nei particolari o ti annoi?"

"Ascolto, è mio interesse o non te lo avrei chiesto! Inoltre presterei attenzione qualunque cosa fosse, ciò che esce dalla tua bocca non è mai noioso" Serena annuì sorridendo. Fece uno squittio nell'ascoltare le parole che uscivano dalla sua bocca. Parlava troppo.

Ash si massaggiò la testa ridacchiando imbarazzato "Beh..." Portò la mano sotto il mento e iniziò a pensarci su e focalizzarsi sulla risposta "In poche parole... mi piace moltissimo girovagare con voi! Credo che questo sia uno dei viaggi più belli mai fatti, tra tutti quelli che ho fatto! Devo dire che mi sono divertito un sacco e ho vissuto bellissime esperienze, ho affrontato cose che nemmeno avrei potuto immaginare e sono certo che mi aspetta anche di più" 

Serena rilasciò una risatina "Non era la parte corta?" ci scherzò su pensando. Tuttavia sentire parlare Ash era sempre musica per le sue orecchie. Non contava cosa dicesse se non era qualcosa che la facesse star male anche se poco probabile... oppure non incline al suo carattere. 

"Se devo essere dettagliato e preciso... dico chiaramente che voi siete ciò che ha reso questo viaggio il migliore tra tutti. Ho conosciuto molte persone e Pokémon, tra amici e nemici. Ogni incontro è stato un'esperienza utile per il futuro. Tu, insieme a Lem, Clem e i miei nuovi Pokémon siete stati fondamentali. Mi sento come in una grande famiglia, dove scherziamo, affrontiamo gli ostacoli insieme, siamo felici, ci sosteniamo a vicenda e siamo tutti come fratelli e sorelle!"

Essere considerata una sorella? Si avvicinava alla friendzone oppure aveva ancora qualche speranza vaga con Ash? Nonostante il suo obbiettivo fosse arrivare a più della semplice amicizia, Serena considerava anche l'amicizia e il legame con Ash indispensabili. In caso fosse stata respinta avrebbe sempre sperato di preservare almeno quelli. Stesso valeva per Lem e Clem.

"Certo, i miei compagni di viaggio erano tutti fantastici, ma diversi da voi!"

Serena rimase incuriosita, Ash non parlava spesso dei suoi compagni precedenti, li menzionava di sfuggita quando parlava delle sue avventure molto più raccontate invece.

Ash alzò lo sguardo al cielo "Misty e Brock furono i primi ad accompagnarmi, hanno viaggiato con me per Kanto, le isole Orange e Jotho. Su loro potrei dire tante cose, li conosco come le mie tasche! Misty è una tipa.. scottante anzi l'esatto opposto visto che allena tipi acqua... beh credo tu abbia capito cosa intendo. Siamo molto amici, dopo quello che abbiamo passato abbiamo instaurato un'amicizia molto solida ma anche... strana. Litigavo sempre con lei perché se la prendeva con tutto ciò che facevo. Adoravamo stuzzicarci, attaccare briga... ai tempi mi comportavo da bambino, essendolo guarda caso... e lei faceva la classica sorellona rompiscatole" ridacchiò al ricordo di tutte le urla che si lanciavano contro. Forse ora che erano più grandi non sarebbe successo.

La performer doveva ammettere di essere felice per lui e degli amici che aveva avuto. Avrebbe voluto iniziare il suo viaggio con lui se fosse stato possibile.

"Brock invece è stato con me più tempo, più di tutti! Mi ha seguito anche a Hoenn e Sinnoh. Tra noi c'è un fortissimo legame, anche perché dopo anni di viaggio assieme mi ha visto crescere e mi conosce fino in fondo come io con lui. Non ho mai avuto un fratello maggiore e se dovessi immaginarmene uno sarebbe di certo lui. E' gentile con tutti, il suo sogno è diventare un medico per Pokémon. Sembrerebbe perfetto ma ha un difetto colossale: è fissato con le ragazze, un po' come Clem, ma non per qualcun altro... per se stesso. Appena vedeva una ragazza carina, si inginocchiava e le chiedeva un appuntamento o flirtava"

Serena girò la testa verso la ragazzina che ascoltava da lontano "Beh, più o meno è come lei sul serio!" alzò la voce per farsi sentire "Non è vero?"

Clem mostrò una faccia ambigua "Lo faccio per il mio fratellone, ha bisogno di una mano. Seriamente" 

Lem sbuffò "Ma perché?? Voglio trovarmela da solo una ragazza! Potresti concentrarti pure su Ash e Serena?"

I due ragazzi, sentendosi menzionati, si lamentarono subito per essere stati chiamati in causa. Non era giusto riversare su di loro i problemi che aveva nella sua storia amorosa "Hey!"

"Lo avrei già fatto se non fosse che non posso" Clem scosse la testa incrociando le braccia e puntando il dito sui due ragazzi sotto l'albero "Loro due sono fatti già l'uno per l'altra" 

"COOOOSA?!" Serena e Ash esclamarono rossi come pomodori. La ragazza si voltò di schiena per non guardare l'allenatore che balbettava come se fosse la prima volta che sentiva un quesito del genere. L'ultima delle frasi che si aspettasse era quella, anche perché negli ultimi tempo... anni... non aveva mai pensato a certe cose, anche se alla sua età sapeva che certe cose potevano essere coinvolte. 
 

Serena era... Serena, non era possibile che avesse sentimenti per lui. Nessuno si era interessato a lui, perché Clem li vedeva in quel modo? Perché gli dispiaceva che non fossero reali le parole della piccola Kalosiana?

"Clem...." Lem implorò la sorella, imbarazzato per lei per la figuraccia fatta. Tra tutte le cose che poteva dire, quella era la peggiore. 

Serena aprì la bocca, cercando di far uscire le parole adatte per cambiare argomento "Ash, cosa stavi dicendo sui tuoi compagni?"

Il ragazzo colse l'offerta di salvarsi dalle accuse più che vere e si adoperò al volo, tantovaleva continuare a parlare"Ah si, dei miei compagni!"

"Pff..." Sbuffò Clem sapendo che quei due erano riusciti ad evitare il divertimento. Avrebbe dovuto faticare parecchio per vederli assieme. 

"Dopo Brock c'erano Vera e Max. Vera è una coordinatrice e Max è suo fratello minore. Tra me e Vera c'era un rapporto allieva-maestro. Era alle prime armi e mi sentivo in dovere di aiutarla, ma la maggiorparte delle volte non mi ascoltava, era una testa calda come il suo Blaziken! Max invece è un po' sfacciato, ma adora informarsi sui Pokémon e li ama a non finire. Si prepara per iniziare il suo viaggio, probabilmente è appena partito se non ricordo male la sua età! Si prendeva cura di ogni Pokémon per fare pratica"

"Ma guarda, dalla descrizione sembra l'anima gemella per Clem!" Serena giunse le mani con entusiasmo, evidente frecciatina rivolta a Clem, che rizzo subito le orecchie come Dedenne.

La bambina scosse la testa in fretta e furia e li guardò minacciosa "HEYYYY!!! Io non devo trovare l'anima gemella per ora, sono troppo impegnata a cercarla per Lem! E poi sono troppo giovane per un fidanzato"

"Concordo sull'ultima parte" puntualizzò Lem non gradendo l'idea di lasciare la sua sorellina tra le braccia di qualche ragazzino spavaldo o chiunque che non fosse lui. Sorellina off-limits, non avrebbe avuto pretendenti per i prossimi 30 anni.

Ash e Serena si diedero il cinque, finalmente soddisfatti della loro piccola vendetta personale contro Clem che cercava di non arrossire.

"Continuiamo... c'è Lucinda! Anche lei è una coordinatrice ed è una ragazza gentile e simpatica ma anche testarda. Amava mettersi in competizione con me, come io del resto lo facevo con lei! Il suo Buneary aveva una cotta per Pikachu!" 

Serena guardò Pikachu che annuì esasperato, il solo ricordo lo faceva un po' rabbrividire. Non che non gli piacesse la compagnia della coniglietta, ma a volte superava un certo limite, non aveva interesse romantico verso Buneary. Aveva sempre pensato ad altro e se avesse potuto immagine un modello di compagna avrebbe scelto più una Pokémon dolce ma tenace, meno appiccicosa... tipo Sylveon. 

 Ash continuò "Ti assomiglia molto Serena, tranne che lei... è più spavalda mentre tu sei dolce dentro e fuori!" disse scatenando l'imbarazzo della ragazza.

"Infine prima di voi ho viaggiato con Iris e Spighetto. Sono tipi eccentrici, entrambi amici ma devo dire che sono quelli con cui ho relazionato di meno. Iris e io eravamo amici-nemici, mi trattava come un bambino e sembrava avere la puzza sotto il naso quando si trattava del mio carattere o stile di lotta. Ogni occasione era buona per infastidirmi, Misty in confronto era tutta coccole" il suo tono assunse una nota scocciata "Spighetto invece era più tranquillo anche se era parecchio strano. Si riteneva intenditore di un sacco di cose, fin troppe! Comunque li rivedrei volentieri"

Sospirò potendo finalmente arrivare alla parte migliore "Voi però siete riusciti ad entrare nel mio cuore in un colpo solo, mai come prima d'ora! Clem è una ragazzina simpatica, esuberante, sorprendente e tenera! Ama i Pokémon come me e vederla emozionarsi per qualunque novità mi ricorda quando ero piccolo. E' a sorellina che non ho mai avuto, mi sento responsabile di lei quanto probabilmente lo fa Lem"

"Infatti tu sei il mio fratellone come Serena è la mia sorellona!" sbucò la menzionata avvinghiandosi attorno alla vita dell'allenatore in un abbraccio. 

Ash ridacchiò, iniziando a farle delle carezze sulla testa "Giusto!" Si girò poi a guardare Lem "Tuo fratello invece è geniale oltre che gentile e disponibile. Ha una personalità pacifica con tutti eppure ama lottare e sfidarlo non mi stanca mai! Riesco ad andarci d'accordo facilmente!"

Un fiore comparve davanti agli occhi di Serena. Guardando oltre vide Ash che lo tendeva verso di lei, probabilmente appena raccolto "E poi ci sei tu" sorrise lui con semplicità.

"Sei una ragazza fantastica. Ti prendi cura dei tuoi Pokémon al meglio come quelli degli altri, sei una bravissima cuoca e mi riempi la pancia con tutti i tuoi dolci..."

"Ingordo" commentò Clem con aria saputella.

"Non te la prendi mai esageratamente con me o attacchi briga come facevano le altre, hai uno stile tutto tuo e davvero unico. La tua originalità lascia sempre a bocca aperta. Sei gentile, generosa, sensibile e dolce. E' impossibile non volerti bene, tutti qui possono concordare su ciò! Quando parli delle tue passioni ti brillando gli occhi e il tuo sorriso è davvero..."

Sentì tutti gli sguardi puntati su di lui, realizzando che non c'era un singolo Pokémon o persona che non lo osservava. Lem con una faccia da pesce lesso e un po' perplessa, gli venne da ridacchiare. 

Clem aveva un ghigno enorme sul viso e stava cercando di trattenersi il più possibile per non scoppiare e cadere a terra dal ridere come una matta. Si alzò e tornò al suo posticino vicino a Squishy, trovano la situazione tragicomica se non esilerante. 

Pikachu roteò gli occhi sorridendo, reagendo come tutti gli altri Pokémon che si scambiavano occhiate consapevoli. 

Serena era completamente rossa, le veniva voglia di sprofondare la faccia tra le mani ma non poteva farlo in quel modo davanti ad Ash. L'allenatore cominciò a sentirsi estremamente accaldato, sembrava al centro dell'attenzione di tutti. Tutte quelle parole erano uscite automaticamente e andava fiero di averlo fatto. Aveva esagerato? 

"Ehmmm... tieni..." La incitò a prenderlo, sperando che le piacesse e non fosse fuori luogo. Non capiva perché si comportasse così.

Serena sorrise, mentre il cuore le batteva a mille. Allungò la mano, afferrò il fiore, gli staccò il gambo e lo sistemò tra i capelli "Allora? Come mi sta?" Chiese arrossendo.

Ash le sorrise e alzò il pollice in su "Benissimo!" 

Si sentirono delle gocce di pioggia cadere. Da una divennero migliaia, diventando una costante. In pochi secondi la pioggerella era diventata un diluvio.

"Sta piovendo a dirotto! È meglio richiamare i nostri Pokémon e che veniate qui sotto con noi!" La maggior parte dei Pokémon furono di nuovo nelle loro sfere, fatta eccezione per Braixen e Greninja. Lem e Clem raggiunsero i due amici per evitare di bagnarsi completamente. Pensare che fino a pochi secondi prima c'era il sole.

Un fulmine tuonò nel cielo, cogliendo tutti di sorpresa. Clem si aggrappò a Lem, come Braixen fece con Greninja e Serena con Ash. La ragazza arrossì sentendosi incollata al kantoniano, non lo aveva fatto per paura ma per istinto. Si sentiva meglio insieme a lui. Un sorriso simpatizzante si formo sulle labbra di Ash, il quale stava per parlarle nel vederla allontanarsi da lui.

Di nuovo si sentì un rumore forte, ma stavolta non sembrava essere un tuono. Improvvisamente arrivò una sfera oscura che colpì in pieno l'albero nel mezzo, facendolo crollare. Tutti si gettarono lontani dall'area pericolosa ed evitarono appena in tempo di finire schiacciati.

Ash con aria furiosa guardò nella direzione da cui proveniva l'attacco "Chi diamine è stato? Poteva essere pericoloso!"

"Chi siamo noi?"

"Siamo gli indimenticabili!"

Una mongolfiera si materializzò in cielo davanti al gruppo di ragazzi.

"Oh no, ancora loro...." Disse annoiata Clem.

"Siamo coloro che sono sempre alla ricerca di un modo per realizzare il loro obbiettivo!" James disse.

Jessie continuò per lui "E quale miglior modo per farlo se non andare direttamente al nocciolo e attaccarlo in ogni modo possibile? Pikachu sarà nostro!"

"Scordatevelo!" Ash si mise in posizione difensiva "Pikachu! Usa Fulmine!"

Prima che il topino potesse attaccare il gatto lo interruppe immediatamentev"HEY MOCCIOSO!" Meowth interruppe Ash "Come ti permetti di interrompere il nostro motto!?"

"E a chi pensate che interessi?" Clem commentò borbottando.

Jessie cominciò a sbraitare irata "SE ORA CI LASCIATE FARE IL NOSTRO MOTTO, NE SAREMMO CONTENTI!"
 

 

Preparatevi a passare dei guai villani e maleducati!

Guai molto grossi verrete sistemati!

Proteggeremo il mondo dalla devastazione!

Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!

Denunceremo i mali della verità e dell'amore!

Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!

Jessie!

James!

Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!

Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!

Meowth, proprio così!!



"Pikachu usa Fulmine! Greninja usa Acqualame!" Ash ordinò senza perdere tempo. Non aveva voglia di stare ad ascoltarli, avevano interrotto un momento che stava gradendo.

"Inkay usa Psicoraggio!" James comandò al calamaretto.

Psicoraggio e Fulmine si scontrarono, finendo per creare un'esplosione che provocò una schizzata di fango creatosi per la terra bagnata.

Ash non si fermò per un po' di brutto tempo, li avrebbe sconfitti lo stesso "Greninja prova con Doppioteam e circonda la mongolfiera! Pikachu tu usa Energisfera!" ordinò puntando al veicolo galleggiante.

"Pikaaaaaaaaa-chu-pi!"

"Greeeeeee-ja!!!!!" 

I due Pokémon fecero come comandato, dirigendo i loro tremendi attacchi contro il team di ladri, eppure i volti degli sgherri non sembrarono mostrare il minimo accenno di sconforto o paura. 

Due razzi comparvero dalla cesta della mongolfiera e come si accesero la fecero sposare in tempo per evitare l'attacco. Uno dei soliti trucchetti del Team Rocket.

James alzò le braccia "Ma come, tutto qui?" portò poi la mano sotto il mento e chiuse gli occhi con aria saggia "Che delusione, pensavo di divertirmi un po'! Si vede che mi sbagliavo! Inkay usa Psicoraggio e colpisci Greninja!"

"Kayyy!!!" 

Ash non perse un secondo e subito reagì "Greninja usa Taglio! Facciamogli vedere che li becchiamo lo stesso anche se non sanno affrontarci a viso aperto senza imbrogliare"

Il raggio dalla forza psichica si scontrò contro le braccia di Greninja, le quali però non avevano la minima difficoltà a sopportare l'attacco dalla scarsa potenza. "Greee!!!" Continuò a sopportare il continuo flusso che si scaricava sugli arti, non faceva male ma dava un po' fastidio. Prima o poi Inkay si sarebbe stancato. 

In quel momento Jessie e James si scambiarono un sorrisetto. Jessie puntò il dito su Wobbuffet, come se fosse un mirino"Gourgeist usa Neropulsar su Wobbuffet!"

"COSA?" Ash e i suoi amici esclamarono nello stesso momento.

"Sai cosa fare!" lanciò all'omino blu il messaggio. 

Gourgeist scagliò Neropulsar contro Wobbuffet, che però attivò Specchiovelo per difendersi. Non sembrava del tutto intento a bloccare il colpo e respingerlo verso il Team Rocket. Attese l'avvicinamento del pulsar e all'ultimo attivò la mossa voltandosi verso Ash. Il colpo di Gourgeist aumentò del doppio la potenza e l'obbiettivo era chiaramente colpire l'allenatore di Biancavilla. 

Ash non si mosse di una virgola, non aspettandosi minimamente di essere il bersaglio. Sentì le gambe diventare improvvisamente pesanti, come se fossero bloccate nell'asfalto o ghiacciate completamente a terra. 

"PIKAPI!" Pikachu corse verso il suo allenatore e saltò davanti a lui, proteggendolo dal colpo, ma sentendo l'enorme forza scaraventarlo indietro e travolgendolo.

"PIKACHU!" Ash gridò, vedendo il suo migliore amico venir colpito in pieno e spinto lontano da lui. Era stato investito da una forza che gli fece provare dolore in tutto il corpo. 

Lo sbalzò continuò a spedirlo oltre i ragazzi, procedendo verso l'altura che dava sul fiume. Se Pikachu avesse continuato a quella velocità, sarebbe di certo caduto dentro ad esso. Sembravano passare minuti, ma in verità erano solo un paio di secondi, nei quali tutti rimasero impietriti e impauriti. 

Ash cercò di correre verso il suo Pokémon, ma era troppo lontano  e non lo avrebbe raggiunto prima che potesse precipitare nell'acqua del fiume.

Ma non valeva per tutti... 

Serena corse subito verso il Pokémon giallo e prima che potesse superare il perimetro "toccabile" con i piedi, la ragazza saltò e lo afferrò al volo. Il suo volo sembrò portarla verso il precipizio, temeva che sarebbe caduta con lui. Per fortuna la gravità le fu amica e riuscì a frenare a pochi millimetri dalla sporgenza. 

Non volle aprire gli occhi, terrorizzate per il timore di perdere l'equilibro. Non riuscì a mantenere il suo volere e dovette sollevare le palpebre per vedere con orrore l'altezza che la separava dalla superficie dell'acqua.

"Serena!" Ash la chiamò preoccupato, correndo verso di lei.

Serena osservava il fiume che scorreva con ad una velocità e violenza impressionante, il brutto tempo lo aveva animato come una bestia, di questo passo avrebbe raggiunto la piena. Sentiva lo scricchiolare delle rocce sotto di lei, sul punto di sgretolarsi corrose dall'acqua. Era turbolenta e sporca, con una corrente che trascinava via tutto ciò che incombeva sul suo corso. 

La performer rabbrividì, stringendo sempre più Pikachu, il quale giaceva privo di sensi tra le sue braccia. Cercò di alzarsi il più in fretta possibile, ma anche senza far troppa pressione, sentendo il rischio di cadere sempre più forte. Il cuore cominciò a batterle sempre più forte, annunciando il messaggio di una caduta più che probabile.

Ash aumentò il passo, con il cuore in gola, li avrebbe raggiunti in tempo, doveva farlo. Purtroppo però non era intenzione di Jessie, James e Meowth lasciarli andare. Il modo migliore per far perdere lucidità ad Ash era ferire chi amava. O succedeva ciò oppure provocavano la sua ira, ma il rischio era da correre prima o poi. Jessie ghignò con malizia "Gourgeist usa Neropulsar sulla mocciosetta!"

Ash si fermò di colpo, non credendo a quello che aveva appena sentito. Volevano davvero colpire Serena? Doveva correre da lei ad ogni costo, arrivare in tempo per mettere in salvo lei e Pikachu. 

"EH?!" esclamarono Lem e Clem.

"GOUUUUUUGEIIIIISTTT!!!!"

"NOOO!" Ash riprese a correre verso Serena, cercando di avvicinarsi il più possibile. Non bastava fare da scudo, doveva proprio toglierli o sarebbero caduti. Era tutto nelle sue mani, il suo migliore amico e la ragazza per lui speciale. 

Eppure si sentiva sempre più lento e l'attacco troppo veloce. Guardò con orrore il pulsar, passargli di fianco e superarlo come ad una gara di velocità. L'aura che emanava lo fece sobbalzare come se fosse stato scottato...

...E avvenne tutto a rallentatore.

*KABBOOOOOOOM*

Serena non fece nemmeno tempo a reagire o a cercare di salvarsi. Nemmeno riuscì a pensare o provare nulla in quel momento se non disperazione. Una forte esplosione sotto i suoi piedi fece tremare tutto e in un attimo il vuoto la circondò. 

La pressione la spinse con forza verso il basso come se qualcuno la stessa buttando giù di forza. Strinse Pikachu tra le braccia proteggendolo e fece appena in tempo ad aprire un pochino gli occhi, scorgendo per l'ultima volta i suoi amici e Pokémon. 

Il terreno coprì a visione e tutto cominciò a girare...

...Mentre i ragazzi osservavano con orrore come Serena e Pikachu sparivano dalle loro viste dietro alla massa di rocce.

.

.

.

Spazio d'autrice: Clem? L'adoro! Un personaggio particolare, adorabile e pieno di vita!!!
Se Max facesse una comparsa nella serie attuale, non sarebbero carino con Clem?? Per me si!!!
Infine concludo dicendo che Ash secondo me è vero che è tonto... ecc... non capisce molto in amore... ma forse le cose stanno cambiando! Io ho notato un grande cambiamento in XY! E spero che presto l'Amourshipping possa diventare canon anche dal suo lato!

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Capitolo 4
*** Non lascerò mai la tua mano ***


Spazio d'autrice: Beh, visto che ci sono, aggiungo un altro capitolo!!!!



Capitolo 4: Non lascerò mai la tua mano

Un Ash velocissimo, si precipitò verso la sporgenza. Serena si preparò all’impatto con l’acqua, ma invece sentì uno strattone e il suo corpo si fermò. Sentì che qualcosa l’aveva afferrata per il braccio libero, fu lì che alzò lo sguardo e vide che Ash l’aveva afferrata.

“Aggrappati a me!!!!” Urlò Ash, cercando di tenere la presa.

Serena annuì e afferrò il braccio di Ash. Sentì subito quando era scivoloso, per via della pioggia. Inoltre non era facile, reggersi con un solo braccio e con un pokémon privo di sensi nell’altro. “A-Ash… non ce la faccio!”

Ash si era immaginato quelle parole, ma non aveva intenzione di mollare la presa “NO! DEVI FARCELA! Non mollare la presa, qualunque cosa accada!”

La presa cominciava a cedere. Le braccia dei ragazzi erano troppo scivolose e le loro mani, scivolavano facilmente. Ash cercò di stringere la presa, ma sapeva che facendo ciò, avrebbe potuto anche far scivolare di più la mano e perdere la presa. Non poteva lasciarla cadere, non l’avrebbe fatta cadere.

Serena sentì il terrore nelle vene, sentiva il corpo tremare per il freddo e la paura. Sentiva che questa volta era davvero nei guai, che non ce l’avrebbe fatta, sebbene Ash fosse lì con lei.

“Non mollare! Resisti!” Ash implorò Serena, cercando di tirarla su. Improvvisamente il ragazzo sentì il braccio Aipom di Lem aggrapparlo alla vita. Vide con la coda dell’occhio Lem e Clem che lo reggevano, cercando di aiutarlo.

Il Team Rocket non si sentiva, questo voleva dire che Greninja probabilmente li aveva cacciati via “alla velocità della luce”… E quindi un lato positivo c’era… Il problema però era che solo Ash riusciva a vedere questo lato positivo….

Serena al contrario stava peggio di prima, cominciava a sentire le forze abbandonarla. La mano le faceva male e il cuore batteva talmente forte e velocemente che poteva sentirlo rimbombare fuori dal corpo. La ragazza guardò meglio Ash, che la reggeva con tutte le sue forze. Continuando così, sarebbe caduto anche lui.. e lei non voleva questo. Avrebbe voluto almeno salvare Pikachu… ma purtroppo nemmeno quello era possibile.

Non importava se reggeva o meno… Sia lei che Pikachu sarebbero comunque caduti prima o poi. Per quanto Ash fosse convinto del contrario, la verità era evidente. Se avesse mollato, forse lei e Pikachu si sarebbero dispersi, non pensando al peggio… ma almeno Ash si sarebbe salvato di certo. Se fosse rimasta attaccata, Ash sarebbe potuto cadere con loro… e lì sarebbe stato ancora peggio.

Fu proprio quel pensiero a farle prendere la decisione. Mollò la presa, preparandosi a cadere, ma invece no. Ash aveva ancora una forte presa, forse più di prima e non aveva intenzione di lasciarla andare. La ragazza, cominciava a non capirci più niente. “ASH! LASCIA LA PRESA!” gridò lei, senza aggrapparsi al braccio del ragazzo, mentre lui teneva avvolta la sua mano sul polso della performer.

Ash la guardò sconcertato “Ma cosa dici!? Non ti lascerò cadere!!! Non devi nemmeno pensare a lasciarti andare! Non te lo permetto!!”

“N-Non riusciremo mai a farcela! Se continuiamo di questo passo… cadrai anche tu!”

Ash la guardò con un’espressione di rimorso, perché lei era consapevole che stava andando di male in peggio.. e sebbene fosse terrorizzata… e lui lo capiva, avrebbe fatto di tutto per non coinvolgerlo. Questo era davvero imperdonabile, che lui non fosse nemmeno riuscita ad incoraggiarla. “Serena.. non ha importanza cosa accadrà… ti basti sapere che io non mollerò mai la presa!”

“…Ash…”

“Costi quel che costi… io non lascerò mai la tua mano!!! Quindi per favore, aggrappati al mio braccio, prima che sia troppo tardi!!!!”

Serena non aveva il coraggio di aggrapparsi.. aveva troppa paura…

“Serena…. Non permetterò che ti accada mai nulla, mai e poi mai. Lo prometto…”

Serena era quasi commossa, si sforzò per chiudere la mano intorno al braccio di Ash, ma un tuono la spaventò, facendole ritrarre la mano.

“Ricorda, non arrenderti mai, fino alla vera fine!” Le urlò il ragazzo, tra i gemiti di fatica.

Serena sentì di nuovo il coraggio di tentare e chiuse la presa. Quelle parole, quell’incoraggiamento, furono molto utili, ma purtroppo il risultato fu pessimo. Come la ragazza si aggrappò al braccio dell’allenatore, la sua mano scivolò con uno scatto, facendo perdere di più la presa tra i due e quella poca stabilità che avevano.. I due erano ormai mano nella mano, entrambi sfiniti.

“Serena!!!!!!!” Ash le strinse la mano, non volendo lasciarla andare per nulla al mondo. No, non l’avrebbe persa così, davanti ai suoi occhi, in quel modo.

Ash la guardò negli occhi, cercando di tranquillizzarla, di incoraggiarla a tenere duro, a fidarsi di lui. Ma non si aspettava poi di avere un tale colpo al cuore. Gli occhi di Serena cominciarono a diventare lucidi e stanchi. Poteva chiaramente leggere nella ragazza il terrore e la paura, la resa o la preghiera di tirarla su subito, perché lei non ce la faceva più. Sentì persino il cuore di Serena battere all’impazzata, era terrorizzata. Ciò lo colpì duramente, creando sul volto del ragazzo, un’espressione addolorata, sforzata, perché lui non poteva vederla in quello stato. Non l’aveva mai vista così impaurita.

Improvvisamente le mani cominciarono a perdere la presa, scivolando sempre di più e perdendo il loro contatto. Il terrore e l’angoscia aumentavano nel cuore di Ash, più perdeva la presa, consapevole che la stava perdendo.

I suoi occhi divennero pietra, quando voltò lo sguardo alla sua sinistra. Stava arrivando un’ondata di acqua più forte e alta delle alte, che avrebbe trascinato via tutto. E con tutto, intendeva tutto ciò che per lui contava davvero in quel momento: Serena e Pikachu.

E di nuovo, come a rallentatore, sentì accadere la fatalità. La presa scomparve, perse ogni forza nelle dita e la mano della ragazza si staccò dalla sua, giusto un attimo prima di finire travolti entrambi dalla fortissima ondata. Lui non cadde, Lem e Clem lo reggevano ancora, però quando aprì gli occhi, Serena e Pikachu non c’erano più. Erano scomparsi sotto quella corrente turbolenta di acqua sporca, che con violenza aveva strappato via ogni speranza e fiducia dal cuore del ragazzo, portando dolore, sgomento e disperazione.

L’istinto gli diceva di saltare e di andare a cercarli in balia alla corrente. Cercò di buttarsi, ma il braccio Aipom di Lem, non glielo permetteva. Si dimenò come poteva, urlando in preda allo shock “SERENAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!! PIKACHUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!”

Lem si aggrappò saldamente al terreno, con l’aiuto di Clem e gli altri pokémon che guardavano ancora sotto shock la scena. Clem piangeva spaventata e traumatizzata. Ash invece, non smetteva di dimenarsi “LASCIATEMI! DEVO ANDARE A SALVARLI! NON POSSO PERMETTERE CHE ACCADA LORO QUALCOSA!”

Lem scosse la testa, cercando di far cambiare idea all’amico “Non fare sciocchezze! Ormai è tardi! Se ti butti potremmo perdere le tue tracce e poi ritrovarli sarebbe più difficile! Non li lasceremo andare, ma ora devi farti forza e non fare sciocchezze! Non essere impulsivo!”

“Ma io… loro….” Ash strinse i pugni, con una grande rabbia e risentimento nei suoi stessi confronti.

“Ash…” Lem mormorò “Non puoi fare più nulla….” Persino il capopalestra aveva un nodo in gola a dire ciò. Non poteva essere davvero successo.. non potevano aver perso davvero i loro amici….

Quelle parole facevano molto male.. ma con tutta furia e il dolore addosso, il ragazzo annuì e cominciò ad arrampicarsi. Come poteva essere, aveva permesso di perdere il suo migliore amico in assoluto e… beh… lei…. Serena era molto speciale per lui, quanto Pikachu.. ed entrambi erano… andati. Cosa era successo a loro, non potevano saperlo. Né se stavano bene, poco probabile. Il solo pensiero lo faceva rabbrividire e infuriare con sé stesso ancora di più. Era tutta colpa sua… solo sua… aveva fallito come amico e come allenatore.

Non riuscivano a non pensare al peggio. Il fiume era in piena e la corrente fortissima, probabilmente con parecchie rocce e dislivelli su tutto il percorso. Il territorio era vasto e il corso d’acqua era parecchio lungo. Senza contare i pokémon selvatici che si aggiravano in zona.
Una volta che Ash arrivò nella zona sicura, Clem e Lem riuscirono a riprendere fiato un attimo. Ma nessuno riusciva a parlare o a dire nulla, erano tutti scioccati, con il cuore in gola. I pokémon di Serena erano impietriti e non riuscivano né a muoversi, se ne stavano in piedi, in pena per la loro allenatrice.
Ash però non si alzò, era ancora inginocchiato nella stessa posizione in cui era arrivato, con le mani che stringevano l’erba bagnata. La pioggia scendeva incessantemente, tanto che non si sarebbero nemmeno viste le lacrime, se qualcuno si fosse messo a piangere. La piccola Clem, riusciva solo a singhiozzare, tra le braccia del fratello.

Con la coda dell’occhio, Ash vide qualcosa sul terreno. La sua vista era vitrea, perché tratteneva a stento le lacrime. Si avvicinò all’oggetto e lo raccolse. Ora si che lo vedeva, ma desiderava non averlo mai fatto. Era il fazzoletto che aveva usato al campo del Professor Oak, a Kanto, per aiutare Serena. Probabilmente l’aveva perso mentre si era precipitato ad aiutare la ragazza. In quel momento sentì come se il peso in corpo dovesse uscire, come se dovesse esplodere.

Non reggendo più tutto lo sconforto, strinse stretto il fazzoletto e poi sbatté fortemente il punto sul terreno “DANNAZIONE!” urlò, grattando il terreno, sollevando quindi un po’ di terra.

Era sempre stato un allenatore estremamente positivo, che teneva la testa alta, ottimista, testardo, che incoraggiava tutti, allegro… ma in quel momento poteva anche seppellire ogni istinto positivo e lasciarsi sprofondare dalla frustrazione.

Una cosa però la sapeva, era che lui non si arrendeva mai… e quindi, li avrebbe trovati, non si sarebbe arreso, fino a che non si sarebbe ricongiunto con loro.. a qualunque costo. Aveva fatto una promessa a Serena e l’avrebbe mantenuta. Lei e Pikachu, si sarebbero salvati, o non avrebbe più saputo che fare.

.....................



Spazio d'autrice: Così, Ash non è riuscito a salvarla... ed è tornato il famoso fazzoletto! Spero vi sia piaciuto il capitolo! Alla prossima!!!

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Capitolo 5
*** Volere è potere ***


Spazio d'autrice:
il flash back è finito! Cosa faranno i nostri eroi per trovarli?



Capitolo 5: Volere è potere
………

“Ecco come è andata…nei due giorni successivi li abbiamo cercati, ma nulla. Non abbiamo trovato nulla…” Ash concluse, stringendo ancora il fazzoletto.
Jenny mise via la penna e sospirò “Da quanto mi avete raccontato, sembra terribile…”

I ragazzi annuirono, con molta tristezza.

“Purtroppo, il fatto che non ci sono tracce dei vostri amici, è molto grave. Potrebbe voler dire che non sono mai usciti dal fiume. Vedete, il terreno intorno al fiume è molto particolare e di norma le impronte rimangono impresse per almeno una settimana.”

Ash, Clem e Lem rimasero con un nodo in gola.

“Mi dispiace darvi questa notizia… ma temo che non c’è molto che possiamo fare…. Le possibilità di trovarli sono molto scars….”
L’agente venne interrotta da un pugno, sbattuto sul tavolo. Era stato Ash. Non riusciva a trattenere le sue emozioni, perse la pazienza. Come poteva già dire qualcosa, senza averne la prova? Lui li avrebbe trovati… ad ogni costo…

“Ash…” Lem cominciò, ma non riuscì a continuare a parlare. In un certo senso, quella determinazione e sofferenza di Ash, lo portavano a staccarsi dal ragazzo.

“No” disse Ash con fermezza.

Jenny sbarrò gli occhi “Prego?”

“Ho detto no. Non ci credo. Non senza delle prove, finché non lo vedrò con i miei occhi, mi rifiuto di crederci.”

“Ascolta ragazzo… Credimi io ne ho visti di casi diffic…”

“Non mi interessa!” La interruppe ancora Ash “Noi abbiamo chiesto il suo aiuto perché pensavamo che ci avrebbe aiutati con le ricerche! Non è aiutarci, dicendoci che è finita!”

“Ma è così, bisogna guardare in faccia alla realtà!”

“La realtà in questo momento non ha ancora una faccia! I miei amici sono là fuori, ne sono certo e stanno bene! Lei non può giudicare senza nemmeno aver alzato una mano per aiutarci nelle ricerche! Senza prove non si arriva da nessuna parte!”

“…”

Ash teneva sempre in mano il fazzoletto “Non le costa nulla tentare! Li troveremo in qualche modo! Ma prima lo facciamo, più possibilità abbiamo di trovarli in tempo! Se invece non tentiamo e loro fossero là fuori ad aspettarci!? Cosa faremmo allora, eh?”

“…”

“Noi cercheremo in ogni caso, con o senza di lei, ma ci farebbe comodo un aiuto in più, perché ogni secondo è vitale! E proprio per questo, mi chiedo come mai sono qui a parlare con lei, invece di tornare a condurre le ricerche!” Ash si alzò e diresse uno sguardo sui pokémon di Serena “Pronti?”
Essi annuirono convinti, ancora speranzosi di trovare Serena e Pikachu.

“Ragazzo!” l’agente si alzò e gli bloccò il passaggio “Fermati!”

“Cosa c’è? Devo andare a cercarli!” Ash cercò di farsi largo, ma lei non glielo permise. 

Jenny sospirò “Organizzerò una squadra di ricerca…”

Ash sbatté le palpebre un attimo, quasi sorridendo “Aspetti, davvero?”

“Si, lo farò. Ma c’è un però…. Non possiamo condurre le ricerche con questo tempaccio. E secondo le previsioni potrebbe smettere di diluviare, solo tra tre giorni. Quindi fino a che il tempo non migliora, non possiamo proprio fare nulla”

“…Cosa?” Ash balbettò sconcertato. Ma a cosa serviva? Tre giorni erano troppi, non potevano aspettare oltre! Ogni minuto era di vitale importanza e lei diceva di aspettare ben tre giorni? Forse non l’aveva capito, ma Pikachu e Serena non erano di certo nelle condizioni di aspettare. Anzi, magari erano in pericolo. “Ma sarà tardi! Dobbiamo cominciare ora a cercarli!”

“Mi spiace, ma non cambierò idea, non possiamo proprio condurre le ricerche in queste condizioni meteorologiche. C’è il rischio di farsi molto male o che accadano incidenti!”

Ash ebbe un attimo di esitazione, ma poi parlò chiaramente “Ma questo vuol dire che soprattutto Serena e Pikachu potrebbero essere soggetti ad incidenti! Sono là fuori e quindi in pericolo!”

“Non ripeterò ciò che ho già detto. Non prima che il tempo migliori…”

Ash non poteva certo aspettare l’agente. Girò all’indietro il cappello e corse verso l’uscita del centro pokémon, pronto per andare a cercarli, ma Clem e Lem lo bloccarono.

“No Ash! Fermo non puoi andare fuori con questo tempaccio! Potrebbe accaderti qualcosa!” Clem si aggrappò saldamente al braccio del ragazzo.
Ash voleva liberarsi della presa della ragazzina, ma non voleva farlo bruscamente. Purtroppo sapeva che l’unico modo per liberarsi era proprio usare maniere brusche, cose che non avrebbe fatto. “Per favore Clem, lasciami andare!”

“Ash, cerca di capire! Anche io sono deluso delle scelte dell’agente Jenny e come te vorrei trovare subito Serena e Pikachu, ma non possiamo di certo rischiare che succeda qualcosa anche a te! Complicheremmo solo la situazione! Da soli non ce la faremmo! Figuriamoci tu, senza l’aiuto di nessuno!”

“Ho i miei pokémon ad aiutarmi! Ce la farò!” Ash disse convinto. Come se fosse tutto automatico, i pokémon di Ash lo raggiunsero.

“Ash..” Clem mormorò, questa volta avvolgendo le braccia intorno alla vita di Ash.

Clem lo guardò con degli occhi molto dolci e lucidi. Clem aveva paura di perdere anche Ash, perché lei era certa che ormai c’era poco da fare per Serena. Era come una sorella e le voleva tanto bene, non poteva di certo dubitare al 100%, ma non poteva nemmeno essere troppo ottimista. Già quello che era successo era stato scioccante. Anche Pikachu era uno dei suoi migliori amici, gli era affezionata. Vederlo cadere assieme a Serena e scomparire, era stato terribile. Aveva perso due membri della sua “famiglia” nello stesso tempo, non era pronta a perdere pure Ash, che ora era come un secondo fratello. Sapeva che Serena, se fosse stata al posto suo, lo avrebbe trattenuto, come Pikachu del resto. Sapevano benissimo tutti, quanto Ash fosse spericolato e a volte impulsivo. Nonostante fosse anche coraggioso, a volte responsabile  ed eroico, era pronto a sacrificarsi per gli altri e a compiere delle pazzie. Aveva paura a lasciarlo andare.

Il ragazzo poteva come sentire la tristezza e la paura della ragazzina. Non vedeva spesso questo lato sensibile di Clem, quando invece lei era una bambina solare, allegra e tenace. Ash era molto affezionato a Clem, che era come la sorellina che mai aveva avuto. Comprendeva la tristezza di Clem, soprattutto dopo la perdita dei loro amici. Forse era devastata quanto lui, beh, quasi. Proprio per questo, però, doveva portarli indietro e assicurarsi il meglio per tutti.

“Clem… ascolta..” Ash si abbassò all’altezza di Clem, posando le mani sulle spalle della bambine, che aveva le guancie tutte bagnate di lacrime. “So quanto è dura.. mancano anche a me, per questo devo andare a cercarli prima che sia tardi. So di essere un po’ avventato, però me la cavo. Non mi accadrà nulla.. e ti prometto..che li riporterò a casa. Li salverò!”

Clem fece qualche singhiozzo e poi si lanciò addosso all’allenatore, stringendogli fortemente la braccia intorno al collo. Ash ricambiò l’abbraccio, lasciando che la ragazzina potesse sfogarsi, perché in effetti, non era ancora successo. Aveva anche resistito fin troppo.

Attese qualche minuto, fino a che i lamenti non scomparvero definitivamente. Sentì il corpo della bambina alleggerirsi sempre di più, fino a che non sentì dei sospiri. Si accorse così che si era addormentata. Ash la sollevò in braccio ed entrò nel Centro Pokémon. Attraversò l’atrio, senza badare agli sguardi dell’agente Jenny e dell’infermiera Joy. Si fece strada fino alla loro stanza, si avvicinò al letto della ragazzina e l’appoggiò sul materasso, coprendola poi con le coperte.

“Ash, sei sicuro di quello che fai?” Chiese Lem, con un tono di preoccupazione nella sua voce. Sapeva che era inutile provare a dissuadere Ash, ma doveva almeno esprimere la sua preoccupazione.

Ash annuì fermamente “Si. Non riesco ad aspettare più. Serena e Pikachu potrebbero essere in grave pericolo. Non posso aspettare l’inevitabile, non me lo perdonerei mai! Io sento che loro stanno bene, per ora. Si staranno proteggendo l’un l’altra!”

Lem sorrise appena, appena. Ash era Ash.. e per loro fortuna era sempre lo stesso “Confido in te, spero che tu li possa trovare il prima possibile! Appena il tempo i calmerà, arriveremo con i soccorsi!”

“Ottimo, tornerò per la notte! Tieni a bada Clem, aveva bisogno di sfogarsi un po’. È sempre e comunque una bambina, sarà esausta!”
“Anche lei di sicuro confida in te, lo facciamo tutti! In bocca al lupo!” Lem gli alzò il pollice verso l’altro, a cui Ash rispose con lo stesso gesto, prima di scomparire dietro alla porta della stanza e andarsene.

“Vi troverò, ad ogni costo!”


Spazio d'autrice:
Ash è venuto fuori un pò aggressivo qui, ma ho pensato che se si trattasse dei suoi amici, agirebbe allo stesso modo, non trovate? Adoro anche il rapporto che lega Clem a Serena e Ash, come se fossero fratello e sorellina o sorella e sorellina :)
Vi è piaciuto il capitolo? Se si, mi farebbe piacere sapere i vostri pareri e anche critiche costruttive! Nel prossimo capitolo il punto di vista raccontato nella storia cambierà! 

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Capitolo 6
*** Senza fine, senza traccia ***


Spazio d'autrice:
Oggi ho per voi un pò di capitoli! Mi sono portata avanti in questo periodo di assenza! Spero apprezzerete questo capitolo! Si parlerà del punto di vista di Serena e Pikachu! Anche per loro ha inizio la trama!



Capitolo 6: Senza fine, senza traccia


Un giorno prima…. Da qualche parte in riva al fiume…….

“P-Pika?” Pikachu aprì gli occhi piano, piano. Si sentiva debole e indolenzito, ma soprattutto bagnato. A dir poco fradicio e sporco di fanghiglia. Non ricordava bene cosa fosse accaduto dopo essere stato colpito violentemente.. durante l’attacco del Team Rocket.

Solo qualche secondo dopo essersi rialzato a fatica, ricordò l’ultima cosa successa prima di perdere i sensi. Serena era riuscito ad afferrarlo, ma il seguito era proprio un’incognita. Si toccò la testa con una delle zampe anteriori, cercando di capire cosa fosse accaduto. Non era di certo un caso se si trovava in riva ad un fiume, sotto un temporale.. soprattutto se prima si trovava tra le braccia di Serena… a meno che….
A meno che non fosse caduto dal dislivello dietro di lui, o per la precisione, lui e Serena. Si, di sicuro era successo qualcosa anche a lei e sapeva che doveva trovarla.

A fatica cominciò a correre in giro, annusando l’ambiente circostante, più sulla riva del fiume. Se era riuscita a sfuggire alla corrente… e così sperava.. doveva per forza essere lì da qualche parte.  Era preoccupato per la ragazza, dopotutto l’aveva salvato e poi si era affezionato a lei, non poteva di certo lasciar perdere.. anche perché sentiva come il presentimento che Ash, gli stesse chiedendo di proteggerla.

La pioggia continuava a cadere incessantemente, talmente era tale, che venivano lasciati dei piccoli solchi nel terreno, e le foglie si staccavano dai rami degli alberi. Il fiume era ancora in piena, chiaramente non si sarebbe calmato a breve. Inoltre camminare nella terra bagnata non era facile e si scivolava spesso, non riuscendo a guardare dove si andava. Questo perché Pikachu doveva chiudere spesso gli occhi per la pioggia che lo bagnava più di quanto non lo fosse già.. sensazione fastidiosa.

“Pi-Pika!!” urlò il piccolo topino giallo, starnutendo di continuo per l’acqua che entrava nel naso mentre annusava in giro. Quella pioggia non faceva bene e di sicuro nemmeno a Serena, se era nella sua situazione.

Proprio dopo l’ennesimo starnuto, sentì un odore familiare arrivargli nel nasino. Era l’odore di Serena, se era certo “PI-PIKA!!! PIKA-PIKACHU!!”

Corse ancora più in fretta, seguendo la traccia, fino a scorgere qualcuno sulla riva. Era Serena, di sicuro era lei. La raggiunse ancora più in fretta, vedendola stesa a terra, probabilmente ancora priva di sensi. Ormai vicino a lei, provò a muoverla un po’ con le zampine, ma la performer non reagiva. Non voleva svegliarla usando Fulmine, quindi avvicinò la testa al viso di Serena. Respirava, un buon segno ovviamente, però non assicurava la sua salute. Le diede un paio di leccate e lì vide una piccola smorfia, poi gli occhi di Serena aprirsi.

“P-Pikachu?” mormorò la ragazza un po’ debolmente e tossendo “Che cosa è successo?”

“Pika-chu?” rispose il pokémon elettrico.

Serena si mise in ginocchio, cercando di ricordare “Ah si, il Team Rocket ci ha attaccati e tu sei stato colpito.. poi ti ho salvato, più o meno.. visto che siamo caduti lo stesso nel fiume..” tossì di nuovo, portando la mano al petto.

Pikachu si avvicinò a lei, con uno sguardo preoccupato “Pi-ka?”

“Tutto a posto” Gli rigirò uno sguardo rassicurante “Sono solo un po’ debole, però sono contenta che tu stia bene!”

Pikachu sorrise scodinzolando. La ragazza, un po’ a fatica, riuscì a rimettersi in piedi. Anche lei aveva notato che pioveva molto e, come per Pikachu, la cosa dava parecchio fastidio, anche se erano già totalmente bagnati. “Direi di inoltrarci nella foresta Pikachu, magari troveremo un riparo, che ne dici?”

“Pika!” Pikachu annuì e poi fece strada, cercando di scorgere una grotta o qualche spazio al coperto.

Serena poteva sentire i brividi su tutto il corpo, faceva abbastanza freddo e di sicuro si sarebbero ammalati continuando così. “Pikachu, vedi qualcosa?”
Pikachu scosse la testa, con uno sguardo addolorato “chu….”

Serena notò qualcosa di strano nel piccolo pokémon, cominciava a camminare più lentamente, probabilmente anche lui molto affaticato. La ragazza si inginocchiò e allungò le braccia verso di lui, incitandolo a salire in braccio “Vieni! Ti porto io!”

Pikachu rimase un attimo sorpreso, non se lo aspettava. Era tentato a saltarle in braccio, ma allo stesso tempo non voleva farlo. Voleva rendersi utile e trovare un riparo per entrambi. Serena aveva già passato abbastanza guai per colpa sua.

“Non vuoi? Preferisci camminare? Ma si vede che sei stanco!”

Pikachu scosse la testa convinto.

“O-Ok” si rialzò la ragazza “Ma se ti senti ancora stanco, non preoccuparti, ci penso io, va bene?”

“Pika-chu-pi!” Annuì il piccolo topino giallo.

“Peccato però, ho anche perso il mio cappello!” Disse con tono amareggiato Serena, rallegrando un po’ Pikachu.

I due camminarono per parecchi minuti, passando da un albero all’altro, per bagnarsi il meno possibile. Pensavano a come stesse Ash in quel momento.. se lui e gli altri erano al sicuro e per lo meno al riparo dalla pioggia. Almeno, meglio di loro. Le forze cominciavano ad abbandonarli. Per Serena soprattutto, che aveva cercato invano di lottare contro la corrente, per salvare lei e Pikachu. Pikachu pure non era da meno, che era ancora ferito per gli attacchi di Inkay, Wobbuffet e Gourgeist.

Improvvisamente Pikachu alzò lo sguardo e vide una rientranza nella roccia. Era di sicuro una caverna. “Pikachu!!! Pi-ka!!!”

Serena alzò lo sguardo e la vide pure lei. Finalmente poteva dire che stava migliorando la giornata, che per il momento, era scesa ai livelli più bassi possibili. Potevano esserci dei pokémon in quella cavità, ma non avevano molte altre scelte. Dovevano tentare, anche perché le probabilità di trovare altri ripari erano alquanto basse, almeno così pareva.

“Andiamo Pikachu!” disse sorridendo al pokémon, per poi correre verso il riparo. Pikachu le seguì, anche lui felice di potersi un attimo riposare al coperto.

Una volta entrati, si guardarono attorno. La caverna aveva subito una fine, quindi non doveva ospitare altri pokémon, cosa positiva. Potevano sedersi senza preoccupazioni per il momento. Dopo essersi sistemati, i due aspettarono seduti, impazienti che la pioggia smettesse di scendere, o se no dei soccorsi, che non sarebbero guastati.

“Mi spiace Pikachu, con la pioggia non possiamo di certo accendere un fuoco, perché la legna è bagnata. Inoltre i miei pokémon sono tutti con Ash e gli altri, se ci fosse Braixen potremmo provarci, ma credo che dovremo accontentarci!”

Pikachu sorrise all’allenatrice, cercando di farle capire che non faceva nulla “Pika-chaa!!” mormorò, saltandole tra le braccia e sedendosi sulle sue gambe. Anche se bagnato, voleva scaldare in qualche modo.

“Grazie Pikachu!” In un primo momento la performer sembrava contenta, poi però sul suo viso si formò uno sguardo triste. “Mi spiace, è colpa mia se siamo in questa situazione..” la sua voce cominciò a farsi tremante, chiunque avrebbe capito che si sentiva in colpa per quanto accaduto.

Pikachu alzò lo sguardo sorpreso, non capendo come potesse essere sua la colpa, visto che era per lui che erano caduti entrambi nel fiume.

“Non sono riuscita a reggermi al braccio di Ash.. se avesse avuto più coraggio forse ce l’avrei fatta. Adesso siamo in questa situazione, siamo da soli e non so nemmeno quanto tempo sia passato da quando abbiamo perso i sensi. E se Ash non ci stesse cercando? E non dovessimo ritrovare la strada? Sembra un labirinto questo bosco!” Strinse Pikachu più a sé.

Pikachu, che sentiva la stretta della performer, farsi più forte, si lasciò abbracciare. Poi si girò, sempre rimanendo tra le braccia della ragazza e le rivolse il suo sguardo più dolce, posandole la mano/zampa sulla guancia.

Un piccolo sorriso comparve sul viso di Serena “Grazie, lo so che devo andare avanti.. Ash lo dice sempre.. mai arrendersi fino alla fine, non è così?”
“Pika!” Pikachu annuì.

“Sai, sono contenta che ci sia tu qui con me! Non intendo che vorrei trovarmi in questa situazione, certamente, ma se potessi scegliere uno che non sia dei miei pokémon, per essere qui adesso, non potrei che scegliere te. Sai, mi sento più al sicuro!”

“P-Pi, Pika-chu…” Pikachu arrossì, grattandosi la testa.

“Pensi che Ash, sia sulle nostre tracce? Che ci stia cercando?” Serena chiese con un lieve tono di preoccupazione. Sapeva che Ash di sicuro non si sarebbe fermato nel cercarli, ma sapeva anche che di sicuro erano passate più di 24 ore dalla loro separazione... ed era un bel po’ di tempo. “Io credo… che non sarà facile…”

Pikachu, che seppur credeva nel fatto che Ash fosse alla ricerca di entrambi, non poteva dare una risposta certa alla domanda. Era un territorio vasto e loro due erano piccoli quanto… beh, quanto proprio due Pikachu in una foresta che sembrava senza confini. Non potevano fare nient’altro che aspettare un po’ di bel tempo, di recuperare le forze e poi incamminarsi.
 
Le ore passarono… e i due si addormentarono molto presto. Dormirono per almeno 8 ore, con il rumore della pioggia in sottofondo. Non era di certo comodo, ma erano riusciti comunque a prendere sonno e a ristabilirsi un po’. Una volta alzati, Pikachu e Serena si rimisero in cammino, cercando di trovare un centro pokémon o per lo meno qualcuno su cui fare affidamento.

“C’è qualcuno????!!!! Qualcuno riesce a sentirci???!!!!” Gridò la ragazza, per un buon pezzo di tragitto, senza però ricevere risposta. Si sentì all’improvviso un fragore, proveniente dallo stomaco di Serena, che coprì la zona della pancia imbarazzata.

Il topino ridacchiò un po’, per poi produrre lo stesso rumore. Non c’era da stupirsi.. erano da un po’ che non mettevano qualcosa sotto i denti. Però si poteva sentire il profumo di bacche e alberi in fiore, quindi qualcosa da mangiare lo avrebbero trovato. Pikachu saltò di ramo in ramo, per poi trovare delle mele, che di sicuro erano un frutto su cui potevano andare sul sicuro e potevano sapere che non era velenoso o nocivo. Afferrò un po’ di mele e le staccò, facendole poi cadere al suolo una dopo l’altra. Dopo aver raggiunto più o meno 8 mele, saltò giù dall’albero e finì sulla spalla di Serena, che aveva raccolto un paio delle mele.

“Bravo Pikachu!” Lo ringraziò lei, porgendogli una delle due mele, non dispiacendosi della presenza di Pikachu sulla sua spalla. Dopotutto era carino e non dava per niente fastidio, anzi, le piaceva. Ora capiva cosa provava Ash.

Entrambi addentarono i loro frutti, rimanendo particolarmente colpiti di quanto fossero maturi e dolci. Ovviamente non si fermarono a mangiare, dovevano continuare il tragitto. Tanto due mele le potevano benissimo mangiare anche proseguendo. Da quel momento, per un bel po’, Pikachu rimase sempre sulla spalla di Serena, ormai trovandosi a suo agio. Attualmente, subito dopo Ash, Serena era la persona con cui si trovava più a suo agio, anche più di Misty.
La gentilezza e il sorriso di questa ragazza potevano conquistare chiunque, in particolar modo erano riusciti a far affezionare Pikachu, come del resto anche il suo allenatore.

“Hey Pikachu, riusciresti a salire su uno di questi alberi fino in cima e vedere se riusciamo ad orientarci? Magari riusciamo a scorgere un centro pokémon o un sentiero che ci porti in un paese o città!” chiese al pokémon sulla spalla.

“Pika!” Pikachu saltò giù dalla ragazza e si arrampicò su uno degli alberi più vicini, ma che a prima vista sembrava uno dei più alti. Si fece largo tra le foglie un po’ fastidiose, facendo appoggio sui rami, che diventavano sempre più piccoli, man mano che saliva più in alto. Una volta arrivato in cima, poté sentire molto meglio i raggi del sole, che gli illuminavano il viso. In un primo momento gli diedero fastidio, visto che gran parte del percorso sottostante era in costante penombra, ma dopo qualche secondo si abituò.

Si guardò intorno, cercando di vedere qualcosa o qualcuno, ma non vedeva nulla, se non alberi, montagne e dislivelli di roccia. Il resto era tutto verde. Non c’erano edifici, né grandi, né piccoli. Non c’erano centri abitati di nessun tipo o comunque luoghi particolari in cui potevano trovare dei punti di riferimento o chiedere aiuto e informazioni. Non c’erano fiumi o laghi, né spiazzi d’erba. Forse i rami degli alberi coprivano delle aree simili. Non vedeva nulla nemmeno in cielo, se non pokémon selvatici che però non sembravano in vena di socializzare e delle nuvole di mal tempo avvicinarsi.. cosa che gli fece abbassare le orecchie annoiato. Era bastata una lavata da capo a piedi, non ne voleva due. E quello che lo convinceva del fatto che il temporale sarebbe stato peggiore del primo, era che le nuvole in avvicinamento erano molto più estese delle precedenti, nere come la pece e sembravano decisamente più intimorenti.

Il primo tuono, fu il campanello d’allarme che convinse Pikachu a scendere. Decise di scendere il prima possibile, anche perché durante un temporale è pericoloso stare su un albero. Forse troppo velocemente, perché poggiò male la zampa posteriore su uno dei rami e scivolò, sbattendo da un ramo all’altro, sempre più in basso. Si preparò al contatto con il terreno, ma Serena riuscì a prenderlo prontamente, prima che potesse succedere.

“Tutto a posto Pikachu?” Chiese la ragazza accarezzandolo.

“Pi-ka…..” Annuì un po’ vergognandosi della figuraccia.

I rami dell’albero tremavano ancora, perdendo un po’ di pigne che caddero tra i cespugli, dando inizio a dei ringhi, che colsero di sprovvista sia la performer che il topo elettrico.


Spazio d'autrice:
Chissà cosa accadrà a Pikachu e Serena! Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Lui sarebbe fiero di te.. ***


Spazio d'autrice:
Qui ci sarà un pò più d'azione!



Capitolo 7: Lui sarebbe fiero di te..


Solo ora i due si accorsero di quanto il cielo stesse cominciando ad oscurarsi. Non tanto perché era in arrivo un temporale, ma perché il sole stava tramontando e la sera arrivava. Tra il buio che avvolse tutto il paesaggio intorno a loro, si illuminarono degli occhi rossi. Cosa che innesco dei brividi nei due. I cespugli cominciarono a muoversi sempre di più, come se qualcuno fosse pronto a saltare fuori. Quello era certo, erano di certo dei pokémon arrabbiati.

Serena non aveva di certo intenzione che succedesse qualcosa con quei pokémon. Ci mancava solo un altro problema “S-Scusate! Non l’abbiamo fatto apposta!!! Pikachu stava solo scendendo dall’albero ed è scivolato!”

Il ringhi però divennero sempre più forti e la paura aumentava. Serena voleva tentare ancora con le buone, visto che in effetti di scelte non ne aveva tante.. “Ce ne andiamo subito! Non vogliamo guai! Ci scusiamo per ciò che è successo…. E…”

Non fece a tempo di finire, perché dai cespugli spuntarono degli Houndoom inferociti. La ragazza sapve che quella specie di pokémon caccia in branco, ma non si aspettava di trovarne così tanti. Si girò e vide che dietro di lei ce ne erano altri. Ad occhio e croce erano una ventina e il loro comportamento aggressivo non migliorava le cose.

Pikachu sentiva che era il momento di reagire, quegli Houndoom non si sarebbero fermati con le buone e forse nemmeno le cattive erano utili. Lo sapeva pure Serena, però lei non poteva fare molto. Era solo un’umana. Pikachu ora era l’unico che poteva aiutarla e doveva farlo. “PIKA! PIKA-CHU PI!” urlò lui al branco di cani selvatici.

Serena di certo non poteva capire cosa stesse dicendo loro, ma il suo istinto le diceva che li stava avvertendo, avvertendo di non attaccare. “Pikachu…”

“PI-PI-KA!!!” concluse Pikachu, con un unico risultato.. uno degli Houndoom attaccò. Saltò in direzione di Serena, che portò le mani avanti a sé per proteggersi invano. Il pokémon giallo però prese la rincorsa e colpi al fianco dell’Houndoom, facendolo cadere a terra.

“Houn…….” Il cane si rialzò, pronto di nuovo ad attaccare e questa volta, supportato dal resto del branco, che si preparò. “DOOOM!!!” E tutti gli Houndoom lanciarono un violento palla ombra, che si unì in uno solo, indirizzato probabilmente a Pikachu.

Il Pokemon giallo però si aspettava un successivo attacco “PIKAAAAAA…. CHU-PI!!!!” Con Codacciaio respinse la palla di energia oscura, indirizzandola verso il terreno e alzando della polvere dalla terra.

Approfittando della confusione, Pikachu si portò avanti Serena e le fece strada nel bosco, cercando una scappatoia o un nascondiglio per seminarli. Purtroppo però sentiva che quei cani selvatici erano dietro di loro, più distanti certo, ma li avrebbero raggiunti in fretta.

In men che non si dica i due fecero un bel po’ di strada, che sembrava interminabile, che si confondeva con l’ambiente tutto uguale. Sentivano la presenza degli Houndoom sempre più vicina e la cosa li rabbrividiva. Non potevano combattere un branco così grande e le possibilità di liberarsi di loro erano davvero scarse. Prima o poi avrebbero ceduto e sarebbero caduti nelle loro grinfie.

Serena sapeva che al momento non doveva pensarci e che non serviva a nulla, ma sentiva come se avesse bisogno di chiedere aiuto ad Ash. Lui in quella situazione avrebbe di certo saputo come scappare.. avrebbe trovato un modo per cavarsela.

Sapeva che  non ce l’avrebbe fatta a lungo, anche perché il terreno cominciava a diventare sempre più roccioso e in salita. Per dei pokémon a quattro zampe, non era dura correre in salita e per di più su un terreno pieno di ostacoli, ma per un’umana c’era il rischio ricorrente di cadere e di farsi molto male. Quegli Houndoom erano nel loro territorio e di certo sapevano come orientarsi e anche come affrontare percorsi del genere. Sia Pikachu che Serena, si sarebbero ben presto stancati.

Il percorso scorreva velocissimo, non sapevo né dove si stavano dirigendo, né se era la strada giusta, ma il fatto che fossero in costante salita, voleva dire che si avvicinavano ai piedi della montagna.. e di sicuro era peggio di come si trovavano prima.

Serena non riuscì più a tenere il ritmo di prima.. era allenata, ma quella corsa sarebbe stata eccessiva per chiunque, soprattutto qualcuno che aveva già compiuto sforzi eccessivi nei giorni precedenti. Le gambe formicolavano e sentiva il corpo appesantirsi. Il respiro diventava affannoso e irregolare, dandoli un fastidio tremando alla gola.

“HOUUUN…. DOOOAAAAAAR!!!” Cominciarono tutti gli Houndoom a lanciare attacchi misti, tipo Neropulsar, Iper Raggio, Lanciafiamme e altre mosse simili.  Uno di questi, andò purtroppo a segno, colpendo in pieno Serena, che cadde a terra pesantemente.

Pikachu subito si fermò e si girò verso la ragazza “PIKA!!!”

La performer sentiva parecchio dolori in parecchie parti del corpo, probabilmente con delle escoriazioni, ma per quanto volesse alzarsi, non riusciva proprio. Prima o poi sarebbe arrivato qualche altro attacco.

Uno degli Houndoom, il capobranco probabilmente, aprì la bocca. Un fuoco si accese e coprì l’intero muso, formando dei denti di fiamme giganti. Subito si portò avanti, pronto a saltare addosso alla ragazza, ma Pikachu si mise in mezzo.

Il pokémon elettrico, sentì i denti del nemico, penetrare nella pelle, tra la spalla e il collo. Un dolore certamente tremendo, per di più sentendo bruciare tutta quella zona. Doveva per forza reagire, o il dolore sarebbe peggiorato.

“PIKACHU NO!” Serena urlò in preda all’orrore. Pikachu si era sacrificato per lei e l’aveva salvata. Non riusciva a reagire per lo shock e per la paura. Sentiva che doveva fare qualcosa per aiutarlo, ma non sapeva cosa e la paura la bloccava.

Il pokémon giallo cominciò a produrre delle scintille dalle guancie rosse e poi rilasciò tutta l’energia che aveva “PIKAAAAAAAA…. CHUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!” una scarica elettrica colpì il capobranco, facendolo indietreggiare. Era uno dei Fulmine più potenti che Serena avesse mai visto, ne era certa.

La ragazza guardò il punto in cui Houndoom aveva morso Pikachu, era una bruttissima ferita e per di più sanguinava.

Il piccolo topo cercò di alzarsi, pronto a ricevere altri attacchi, nonostante fosse visibilmente in pena per la ferita. Uno ad uno, gli Houndoom cominciarono ad attaccare, sempre pronti a sferrare mosse diverse, come Ombrartigli, Attacco rapido, Fuococarica, Bracere e Sgranocchio. Pikachu cercava di difendersi con tutte le sue mosse a disposizione, ma purtroppo non poteva reggere il confronto numerico. Veniva colpito da parecchi attacchi, uno più terribile dell’altro, fino a che non cadde a terra sfinito.

Serena guardò agghiacciata la scena. Non solo per la paura, ma anche per la pena che provava nei confronti del suo amico. “Ma che razza di allenatrice sono? Pikachu mi ha difesa con tutte le sue forze, mentre io non riesco a fare nulla. È tutta colpa mia.. se non fosse per me, non ci troveremmo in questa situazione e Pikachu nemmeno sarebbe ridotto così. Non posso fare nulla! Per quanto ci provi, combino solo guai… Ash saprebbe cosa fare.. lui saprebbe come uscire da questa situazione, riuscirebbe a salvarci tutti. Io non sono come Ash, non lo sarò mai..”

Pikachu aguzzò le orecchie, non doveva lasciare che le accadesse qualcosa, soprattutto ora che era in una debolezza per lo più a livello personale. Gli Houndoom ne avrebbero approfittato. No, doveva fare qualunque cosa, per lui, per Serena e per Ash.

Si alzò di nuovo sulle sue zampe, nonostante le gravi ferite ovunque sul suo corpo e nonostante non sentisse più le energie. Respirava a fatica e vedeva tutto sfocato, ma le sue guancie erano di nuovo cariche di elettricità e pronte a lanciare un altro Fulmine. Gli Houndoom a questa reazione, prepararono il prossimo attacco. Purtroppo Pikachu si reggeva a malapena e cadde di nuovo a terra.

Serena non ci credeva, non poteva credere ai suoi occhi. Di nuovo si era alzato ed era pronto a farsi uccidere pur di salvarla. Non poteva essere da meno, doveva aiutarlo in qualche modo… si alzò e prima che sia Pikachu che gli Houndoom, potessero attaccare, si mise in mezzo, in posizione difensiva nei confronti di Pikachu.

“ORA BASTA!” Urlò lei, stupendo entrambi le parti “Non siamo qui per lottare! Non abbiamo mai voluto farlo! Ci siamo persi e Pikachu cercava solo una via per il centro pokémon! Non abbiamo cattive intenzioni e sappiamo che è il vostro territorio e ce ne andremo il prima possibile! Vogliamo solo tornare dai nostri amici! Anzi, se ci aiutaste, potremmo andarcene anche prima! Comunque ci spiace ancora per l’inconveniente..” Serena abbassò la testa, facendo un inchino e scusandosi con gli Houndoom.

Inizialmente ci fu un attimo di silenzio e nessuno si mosse. I pokèmon di tipo fuoco/ombra si scambiarono degli sguardi confusi ma anche alquanto strani. Pikachu sentiva che per quanto potessero essere convinti, qualcosa non andava e la prova arrivò in subito. Sempre il capobranco tirò fuori gli artigli in un Ombrartigli e poi si gettò addosso a Serena, colta decisamente alla sprovvista.

Pikachu si rialzò sulle sue zampe e si lanciò contro il nemico “Pika-pika-pika-pikaaaaaaa.. chuuuu-pi!!!!!” E lo colpì con Attacco Rapido, scansandolo dalla ragazza, prima che potesse farle ancor più male di quanto non avesse già fatto.

Il pokémon non riuscì più a reggere lo sforzo e il dolore accumulati, che ormai dovevano scoppiare e cadde a terra, questa volta senza la speranza di rialzarsi. Non riusciva più a combattere, neanche con la più grande voglia e coraggio. Il sangue non aveva smesso di scendere un attimo dal suo fianco e ora sentiva che anche in altre parti del corpo aveva cominciano a fuoriuscire.

Il temporale era iniziato, la pioggia cominciò a scendere e i tuoni rombarono nel cielo. Non era un buon segno. Questo disorientò un po’ gli Houndoom, infastiditi dalla pioggia. Con grande sorpresa di tutti, un fulmine colpì uno dei rami lì vicini, che cadde separando Pikachu e Serena, dal branco. Il ramo era incendiato e teneva indietro gli avversari, che anche se di tipo fuoco, non volevo di certo passare tra le fiamme. Il fuoco cominciò a diventare sempre più esteso, cominciando ad incendiare anche i cespugli e gli albero lì vicino.

La performer, ancora a terra alzò lo sguardo su Pikachu, che se ne stata a terra tramortito. Il piccolo pokémon sentiva un terribile senso di colpa, non era riuscito a proteggere abbastanza Serena. Ash sarebbe stato così deluso di lui….

“….A-Ash sarebbe f-fiero di te….”

Quelle parole, diedero un grande shock al topino, che spalancò gli occhi per lo stupore. Perché Serena lo diceva? Perché ne era convinta? Non riusciva a darsi risposta, era in catalessi.

Serena si avvicinò a Pikachu, gattonando verso di lui, per poi appoggiare la mano sulla schiena del pokémon. “…C-Credimi.. sarebbe o-orgoglioso.. stai r-rischiando il tutto p-per t-tutto e stai dando il m-m-meglio per salvarmi, mentre io non riesco a fare n-nulla… Non so come ringraziarti, non s-sentirti in colpa… quando la c-colpa è mia……”

Gli occhi di Pikachu rimasero spalancati e anche la bocca si aprì un po’.

“A-Ascolta.. è l’occasione per fuggire, prima o poi il fuoco potrebbe raggiungerci e doppiamo allontanarci il più possibile. Possiamo seminare gli Houndoom finché ce ne andiamo subito.. ma se non lo facciamo verremo inghiottiti dalle fiamme! Ti porto io, non preoccuparti!” Serena così disse e con grande fatica, si alzò in piedi. Prese in braccio Pikachu e lo tenne stretto a sé, facendo attenzione a non fargli male.

Pikachu la guardò ancora un po’ sorpreso, con gli occhi lucidi. L’avrebbe abbracciata, se solo non fosse così debole e dolorante.

“Tu hai fatto già fin troppo e mi aiutata. Ora tocca a me fare la mia parte.. da qui in poi farò tutto il possibile per proteggerti.. e ti prometto che torneremo da Ash e gli altri… ok?” Serena rivolse uno sguardo dolce a Pikachu e poi si allontanò in fretta, il più che riusciva in quella situazione, dall’incendio.
Non sapeva se sarebbero riusciti a seminare definitivamente gli Houndoom o a sfuggire dalle fiamme, ma sapeva che dovevano provarci in qualche modo..


Spazio d'autrice: 
Portate pazienza, non sono brava a descrivere lotte pokémon, devo ancora fare pratica!
Nel prossimo capitolo, cambieremo ancora punto di vista!

 

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Capitolo 8
*** La forza di chi sappiamo noi ***


Spazio d'autrice:
Eccoci qui! Scusate la lunga assenza, ma ho avuto moltissimi impegni e una crisi di ispirazione! Spero comunque che questo capitolo vi piaccia! Non è dei più lunghi e migliori, ma ho comunque cercato di impegnarmi!^^



Capitolo 8: La forza di chi sappiamo noi


Intanto, nei pressi del centro pokémon, Ash era pronto a cominciare le ricerche. Proprio però quando stava per partire, un orda di pokémon uscì dalle porte del centro, mettendosi davanti a lui. C’erano Braixen, Pancham, Sylveon, Greninja, Talonflame, Hawlucha e Noivern.. tutti con sguardo determinato.

“Cosa? Volete darmi una mano a trovare Serena e Pikachu?” Chiese Ash sorpreso.

Ogni pokémon annuì con convinzione. Ash era quasi commosso, erano tutti pronti ad aiutarlo.. beh … i suoi amici, anche perché l’agente Jenny non lo aveva aiutato più di tanto.. ma gli altri invece erano dalla sua parte e sapevano che nessuno si sarebbe arreso fino a che non avessero trovato i loro amici.

“Non so cosa dire.. Vi ringrazio. So che anche voi sentite la mancanza di Serena e Pikachu e vi assicuro che anche io sto male per quello che è successo. Però io credo che in verità stiano bene e che dobbiamo trovarli! Non ci arrenderemo fino a quando non ci saremo riusciti ok?! Quindi, visto che stasera torneremo qui per la notte, vediamo di trovarli il prima possibile!” Alzò il braccio, mostrando un segno di incoraggiamento.

Ogni pokémon esultò, chi aprendo le ali, chi alzando un braccio, chi saltando. Non c’erano più dubbi ormai.

“Bene, allora ci divideremo in gruppi! Compreso io, siamo in 8! Ci divideremo! Noivern e Talonflame, voi controllate la zona dall’alto! Cercate di non stare troppo vicini, così potrete perlustrare più territorio!”

“Flame!!”

“Vern!!!”

“E mi raccomando, attenti alle correnti di vento e ai fulmini! Se la situazione peggiora, volate più basso, ok?” Ash sapeva che era probabilmente la parte più importante e rischiosa, non voleva che qualcun altro si facesse male. I due pokémon si alzarono in volo e si allontanarono, iniziando già le ricerche.

L’allenatore si rivolse così agli altri pokémon “I prossimi, Pancham e Hawlucha! Farete coppia e cercherete nella foresta più fitta! Non allontanatevi troppo!”

Pancham e Hawlucha si separarono dal gruppo e si addentrarono nella foresta. Ash poté quindi finire “Braixen e Greninja! Voi due farete coppia! Cercherete sulla sponda sinistra del fiume e nell’area circostante!  Io e Sylveon cercheremo sulla sponda destra e intorno ad essa!”

E i quattro andarono tutti assieme al fiume. Una volta arrivati sul luogo si divisero come deciso.

Ash notò di quando fosse nervoso in quel momento, di norma riusciva a mantenere la calma anche nelle situazioni più estreme. Un’eccezione però era sempre Pikachu, se gli succedeva qualcosa, poteva anche andare in palla. E sebbene non era mai successa una cosa del genere prima di allora con Serena, sapeva che avrebbe avuto quella strana reazione. Ora entrambi erano dispersi e la cosa aveva cominciato a rendere irritabile Ash, molto irritabile.

Si guardò attorno cercando qualunque traccia possibile, ma era come cercare un ago in un pagliaio. Un tuono rombò, illuminando quel paesaggio che fino a pochi secondi prima era molto scuro, per via delle nuvole che coprivano il cielo. Un attimo di luce, che però non era una di quelle rassicuranti. Era una bianca luce che sembrava ghiacciare tutto ciò che illuminava, pietrificando ogni cosa. I pokémon selvatici divennero visibili per quel poco tempo, mentre erano immobili per via dello spavento. Anche lo scorrere dell’acqua del fiume veniva coperto dal rombo, facendo parere che si fosse fermato. Sembrava quasi opera di uno Zekrom, Raikou o Zapdos, ma non erano loro di certo.

Scomparso il fragore del tuono e ripreso il fruscio degli alberi, tutto tornò alla “normalità”

“Sylveon, riesci a fiutare qualche traccia? Senti per caso l’odore di Pikachu o Serena?” chiese il ragazzo, sperando in una risposta affermativa.
Sylveon alzò lo sguardo dispiaciuto. Quanto anche lei avrebbe voluto contraddire se stessa “Veon…” mormorò scuotendo la testa negativamente. Il Pokémon si sedette, non curante del fango che si depositava sul suo pelo. Le piaceva mantenersi pulita, ma se non c’era la sua Serena, nessuno l’avrebbe spazzolata e curata. Quello però non era minimante uno dei principali problemi. Era preoccupata che fosse successo qualcosa e non solo per la sua allenatrice. Anche per…. Pikachu. Non sapeva bene se davvero provava qualcosa per lui, oltre all’amicizia, ma da quando l’aveva protetta come Eevee durante quella lotta poco prima di evolversi, l’aveva come conquistata.

L’allenatore si abbassò e alzò leggermente il braccio, posando la mano sulla testa della “volpina”. Non era un suo pokèmon, ma capiva chiaramente cosa pensava. “Sylveon non preoccuparti, troveremo Serena e Pikachu..” Girò la testa sul corso d’acqua, lasciando che il rumore che produceva fosse l’unico ad arrivare alle sue orecchie. La sua mano smise di accarezzare il pelo di Sylveon “..In qualche modo…”

Le ricerche continuarono per parecchie ore, ma non trovarono nulla. Sapevano che era quasi arrivato il momento di tornare al centro Pokémon, ma volevano trattenersi il più possibile, fino all’ultimo secondo di tramonto.

Ash si fermò, vedendo il cielo oscurarsi sempre di più. Avrebbe continuato le ricerche, una vocina dentro a sé gli diceva di continuare ed infischiarsene di ciò che aveva promesso. Era impulsivo e lo sapeva, ma ciò l’avrebbe portato a cercare di più e forse non era poi una cosa così negativa. Il pensiero di Clem e Lem però lo fermò. Vedeva ancora l’immagine della bambina che piangeva, le aveva promesso di tornare.. e poi sapeva che non l’avrebbe fatto, lo avrebbero cercato e qualcos’altro sarebbe potuto accadere. Era meglio abbandonare le ricerche almeno per la notte, anche perché se davvero erano sani e salvi, di certo dormivano.

“Andiamo, continueremo domani mattina le ricerche..” A malincuore dovette rompere le speranze di entrambi, nel trovare i loro amici quel giorno stesso. Ash immaginava la faccia dell’agente Jenny, che ribadiva di quanto gli aveva detto prima di iniziare le ricerche. L’avrebbe ignorata probabilmente, ma la frustrazione non sarebbe mancata.

Fu in quell’ultimo attimo, prima di girarsi, che gli parve di vedere qualcosa. Poteva essere la sua immaginazione che voleva trattenerlo sulle ricerche o forse il disperato pensiero di ritrovare il suo migliore amico e… beh… la sua migliore amica? O forse… era realtà..

Corse verso un cespuglio, o meglio, guardò tra questi e un albero. Era sempre lì vicino al fiume, quindi non dovette fare più di 7 o 8 passi. Gli tremavano le braccia, che pian piano stava allungando, facendosi forza. Le affondò tra le foglie e toccò qualcosa di famigliare. Afferrò l’oggetto e cercò di tirarlo fuori, ma sembrava incastrato.

Ash tirò con più forza, ma senza successo. Piegò le gambe e inarcò la schiena, avvicinandosi sempre di più al cespuglio, per farsi più forza e per almeno vedere cosa fosse. Forse aveva capito. “Sylveon, dammi una mano per favore!”

Il pokémon annuì e con i suoi nastri avvolse la vita di Ash, cominciando a tirare. Non avendo nessun effetto, afferrò con la bocca la giacchetta del ragazzo. Impuntò le zampine nel terreno molle e fangoso, riuscendo finalmente a toccare la parte più interna del terreno, o almeno la più solido possibile in quel punto. Diede un ultima tirata, insieme al ragazzo e i due vennero sbalzati all’indietro, sentendo la schiena affondare tra il fango e la sabbia.

Ash aprì gli occhi, per trovare tra le sue mani un oggetto che vedeva ogni giorno addosso a Serena. Era il suo cappello.

Poteva essere un buon segno, o forse brutto.. o forse nulla di utile, eppure aveva riacceso la speranza dentro al cuore di Ash. “Sylveon! Guarda! È il cappello di Serena! Vuol dire che sta bene! Che sta bene!” Era al settimo cielo, finalmente avevano trovato una traccia.

Sylveon era altrettanto felice e poteva sorridere sinceramente per la prima volta dopo giorni. La coda del pokémon cominciò ad oscillare da una parte all’altra e i suoi nastri si agitavano nello stesso modo. Ash si rialzò in fretta, impaziente di tornare da Lem e Clem e di informarli dell’accaduto.
I due corsero via, lasciandosi alle spalle quel tormento che fino a poco prima li aveva schiacciati sotto il suo peso. Ash teneva saldamente tra le mani il cappello come se fosse un tesoro, che al momento non poteva essere altro. Forse era il segno che Serena stava bene e se l’era cavata. Non confermava nulla per lei e di sicuro nulla per Pikachu, ma forse avrebbe zittito l’agente Jenny e l’avrebbe convinta ad aiutarli nelle ricerche.

Irruppe nell’atrio del centro, ansimando pesantemente per la corsa. Non servì urlare o chiamare i nomi di Lem e Clem, poiché l’inventore era già accorso.
“Di certo non passi inosservato… con il silenzio che c’era era impossibile non sentirti arrivare. Abbiamo sentito le porte scorrevoli aprirsi e i tuoi passi pesanti da piedi inzuppati!” L’agente Jenny si era avvicinata ai ragazzini, con uno sguardo provocatorio.. questo almeno per Ash. “Dovresti proprio controllarti, sai che questo è un luogo di ricovero? Ti pare la maniera di..”

“Non mi interessa! Ho altro a cui pensare!” L’agente Jenny sentì le proprie parole sovrapposte a quelle del ragazzo. E solo il fatto che la sua voce era forte nonostante il fiatone, l’aveva spinta ad ammutolirsi.

Tra un sospiro e l’altro, Ash sentì una presa avvolgerlo. Un piccola presa, che stringeva come pochi.. e lui conosceva solo una persona in grado di abbracciare così, anche perché ne aveva avuto la prova ore prima. Abbassò la testa e il suo sguardo incrociò gli occhietti azzurri e teneri di Clem.
“Ash! Sei tornato!” Clem si strinse a lui più fortemente con un dolcissimo sorriso.

Il ragazzo lasciò sfuggire dalla sua bocca una risatina “Te l’avevo detto no? Mantengo sempre le mie promesse!”

Clem gli lanciò uno sguardo, alzando il sopracciglio “Ma sappiamo tutti come sei e…” Subito chiuse la bocca, quando vide cosa teneva tra le mani il ragazzo. Strano che nessuno lo avesse notato prima di lei.

“..m-ma…m-ma..m-ma..!” Balbettò Lem ripetutamente.

Stranamente anche sul viso di Clem si manifestò un espressione di shock e paura… come se l’avesse colpita un fulmine “M-Ma è il cappello di Serena! A-Allora lei è…! E poi P-Pikachu….!”

Ash che fino a qualche secondo prima non capiva nulla della reazione dei presenti, subito ebbe un sussulto. Appoggiò le mani sulle spalle di Clem, per calmarla ed evitare una catastrofe di reazione “NO! NO! Non prenderla male! Per me invece un segno positivo!”

L’agente Jenny scosse la testa in disapprovazione, come al solito “Ragazzo non capisco cosa tu ci trovi di buono. Il fatto di aver trovato questo cappello non risolve proprio un bel niente!”

“E ti pareva!” Pensò Ash. Tra tutte le Agenti Jenny che aveva conosciuto, questa era la più seccante. “Lei deve sempre vedere solo il lato negativo delle cose?” mormorò seccato l’allenatore.

“Con la corrente che c’era sarà stato semplicemente trasportato lungo la riva” commentò lei, ignorando completamente il commento di Ash.

“No, con la forza dell’acqua era più probabile trovarlo alla foce del fiume oppure che venisse affondato, no? Io credo che l’abbia lasciato Serena per dirci che sta bene!”

Lem si aggiustò gli occhiali e guardò l’amico “Ash… lei non si separerebbe mai dal suo cappello, considerando anche la pioggia che c’è. L’avrebbe usato per ripararsi un po’, non credi?”

“Si ma, è sempre e comunque qualcosa.. anche solo avere la minima traccia di lei, non vi da un po’ di speranza? Non credete che sia meglio provarle tutte prima di arrenderci?”

Clem però aveva un aria triste, forse per Serena avevano un indizio, ma c’era anche qualcun altro che mancava al gruppo. “E Pikachu? Forse questo da qualche speranza per Serena, ma Pikachu potrebbe essere…..”

“No, sono sicuro che sta bene. Non dobbiamo nemmeno pensarci” Ash parlò con convinzione. Se c’era una cosa che veramente gli dava frustrazione, era pensare che non avrebbe più riabbracciato il suo migliore amico. Doveva sperarci fino in fondo… almeno lui… perché se no chi l’avrebbe fatto? “Anzi, per me è assieme a Serena e stanno cercando di trovarci! Se ci sbrighiamo vedrete che li troveremo! Non vorrete lascarli lì, no?”

Lem e Clem si scambiarono uno sguardo, poi si rigirarono verso Ash e sorrisero annuendo. Bastava ascoltare le parole del loro amico per capire che era vero, o tanto solo per crederlo fino alla fine. Era talmente convinto e pieno di speranza quando le diceva, che sembrava fosse la realtà, che non ci fosse altra scelta, che era quella la sola e unica verità. Ti dava una forza pazzesca ed enorme di provare. Dopotutto quello era Ash, no? Il solo ed unico.

“Andiamo a cercarla!” Alzò il braccio Clem esultando, ora convinta più che mai.

“R-Ragazzi, ma…” L’agente Jenny provò ad interromperli, tra un mormorio e l’altro. Non riusciva quasi nemmeno ad aprire bocca. Tutti i pokémon avevano cominciato ad esultare, carichi di coraggio e pronti a ricominciare le ricerche. “Non capite?”

Arresasi all’evidenza, ovvero che i tre ragazzi non avrebbero cambiato idea, sbuffò esasperata. Non aveva incontrato nessuno di così ostinato. Si avvicinò all’allenatore dai capelli corvini e con passo fermo e deciso fece calare il silenzio. Si fermò poi di fronte a lui “Io ho cercato solo di non arrecarvi una grande delusione. Vi avevo avvisati e non posso che provare pena per voi. Non lamentatevi se poi sarete ancora più tristi, perché vi siete illusi. Non posso fare di più, detto questo che ci posso fare? Arrivederci”

Ash non staccò gli occhi di dosso all’agente che, prendendo un ombrello, varcò la soglia dell’uscita e scomparve dalla loro vista.

Ash aspettò il silenzio, che anche il rumore dei passi della donne fosse scomparso. Poi si rigirò verso i suoi amici e pokémon  “Tranquilli ragazzi, non ci serve il suo aiuto, non ce l’avrebbe dato lo stesso! Piuttosto, andiamo a cercare Pikachu e Serena!”

L’infermiera Joy però sentì il bisogno di intromettersi nella discussione. Aveva un sorriso sul suo volto, quindi forse anche lei credeva al ragazzo, o se no provava dolcezza per quello che era pronto a fare Ash per il suo Pokémon e… beh…. Diciamo la sua ragazza. “Ascolta, forse però è meglio se aspettate domani. Di notte qui il tempo è sempre parecchio brutto e i pokémon selvatici sono molto pericolosi. Il buio potrebbe anche impedirvi di vedere gli ostacoli.  È meglio se mangiate qualcosa e poi andate a dormire… Non avere paura, da come parli sembra che ci tieni a loro, quindi vedrai che andrà tutto bene! Anche loro dormiranno, no? Sono sicura che ritroverai il tuo pokémon e la tua ragazza!”

Ash stava per controbattere, probabilmente non sull’ultima parte del discorso dell’infermiera, perché sembrava non averlo sentito. Comunque Lem lo bloccò subito“Forse ha ragione Ash, non preoccuparti, riposiamo un po’! Domani saremo ancora più carichi per le ricerche!”

Clem cominciò a ridere, toccandosi la pancia “AHAHAHAHA!!! Ash ma non hai sentito che ha detto l’infermiera!? Sei proprio un ingenuo!!! Aahahah!”

Inizialmente Ash alzò la mano e la portò dietro alla testa, massaggiandosi il capo confuso. Cercò di ripetersi nella mente le parole sentite, per capire a che cosa si riferiva la bambina bionda. Improvvisamente però il braccio di Ash si bloccò e cadde come un sacco di patate lungo i fianchi dell’allenatore, il quale aveva una faccia mutata in qualcosa di strano e indecifrabile. Il rossore lo pervase in tutto il viso, come per aver mangiato una Baccamodoro.

Alla reazione di Ash, Clem rise sempre di più. Se solo Serena fosse stata lì a vederlo.

Il ragazzo si avvicinò alla donna e con la mano vicino alla bocca le sussurrò qualcosa. “AAAEehmmmmm…. S-Serena ed i-io…. Vede…. L-lei…”

“Ahhh vuoi sapere come ho fatto a scoprire che è la tua ragazza? Beh da come sei preoccupato per lei si nota subito! Per Pikachu che è il tuo primo compagno è normale, ma se è una ragazza della tua età, femmina e tua amica.. beh diventa ovvio!” Più diceva quelle parole, più la pelle di Ash diventava di un colore rossiccio scuro.

Sentiva la voglia di controbattere ma era così inaspettatamente in crisi, che non ci riusciva. Joy aveva parlato troppo forte, facendosi ovviamente sentire anche da Clem e Lem, che ora avevano due reazioni diverse. Una si sbellicava dalle risate, l’altro aveva una faccia sbigottita e imbarazzata. Provava imbarazzo per Ash.

L’allenatore cercava di parlare piano, ma riusciva solo ad urlare, per la fretta di rispondere. Sebbene credesse di bisbigliare, tutti potevano sentire chiaramente le sue parole “N-No! I-Io e S-Serena non stiamo assieme! N-Non è la m-mia f-fidanzata!” E questa sembrò la prima volta che Ash Ketchum pronunciò la parola “fidanzata” e “stiamo assieme”. Il mondo sarebbe cambiato? Era la manifestazione di un miracolo? Nessuno lo sapeva con certezza.

L’infermiera Joy allora portò le mani alla bocca sorpresa. Questo sembrò convincere Ash che avesse capito cosa intendeva. Illuso.. perché allora la dottoressa di pokémon sorrise tenendo solo una manina davanti alle labbra “Ahhhh ho capito!” Iniziò lei, anche con convinzione “Allora non ti sei ancora dichiarato!”

E di nuovo Ash sentì un bruciore dentro al corpo che gli ardeva. Come la peggiore delle influenze. Serena sarebbe svenuta davanti a tali affermazioni, Ash invece era diverso.. o così credevano Greninja e gli altri pokémon. Invece il ragazzo vide un’immagine passargli nella testa e le sue gambe cominciarono a tremare, per poi perdere a forza di reggere il peso del suo corpo, facendolo cadere all’indietro. Per fortuna Clem aveva avuto un presentimento e ancora con un ghigno sul viso, si mise dietro di lui, reggendolo per evitargli la caduta. Lem invece non si aspettava di certo quella reazione e venne preso un momento dal panico, come Greninja. I due corsero da Clem e aiutarono la bambina a reggere il corpo del ragazzo esanime e di tonalità rosso vermiglio.

“ASH! ASH TI SENTI BENE!? CHE SUCCEDE!?” Urlò Lem scioccato.

“GRE-GRE! NINJA!!”

Clem continuò a ridacchiare sotto i baffi, reggendo il più che poteva l’allenatore “Serena, se solo tu fossi qui a vedere la scena! Speriamo sia la prima di un lungo seguito!”


Nota d'autrice:
Eheheh, volevo metterci un pò di allegria tra tutta quella tristezza.. Questo capitolo infatti dovrebbe essere uno di quelli positivi! Allora sappiamo che ovviamente Ash si sbaglia. Serena non ha lasciato appositamente il cappello sulla sponda (quindi l'agente Jenny ha ragiune sul fatto che il fiume lo ha depositato). Quale è il punto? Io ho voluto evidenziare il fatto che Ash non si arrende e la sua forza d'animo spinge gli altri a seguirlo nel suo cammino. Anche se alla fine Ash non ha ragione, lui continua a credere nei suoi ideali e a sperare di ritrovare i suoi amici. Non si arrende mai! Questa speranza è proprio ciò che salverà Serena e Pikachu (se si salveranno! Si, io non darei per scontato un finale felice B) ). Il mio capitolo serviva proprio a questo. Se Pikachu e Serena si salveranno, non importa del cappello. Perché è Ash che sarà la ragione di tutto, lui poteva benissimo credere o no al cappello. Non serve a nulla ciò che ha trovato. Solo lui è ciò che li potrebbe salvare. La sua forza d'animo! Serena potrebbe anche essere morta, come Pikachu, ma lui crede nel contrario e spinge i suoi amici e fare lo stesso! Ho sempre pensato che sia una qualità ammirevole nel nostro eroe! :)

Comunque, nel prossimo capitolo torneremo da Serena e Pikachu e...... vedrete ehehe.. non ci sarà tantissima azione, ma più... beh non vi rovino la sorpresa!

Non so quando aggiornerò la storia. Lunedì parto con gli animatori del mio cre per una settimana, quindi non ne ho la più pallida idea! Però spero che continuerete a seguirmi con la mia storia! Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Il vento sta cambiando ***


Spazio d'autrice:
Eccomi di nuovo qui ragazzi! Mi spiace per l'attesa, ma l'avevo detto che sono impegnata! Comunque eccovi un altro capitolo, nel quale, alla fine ho una news.. lasciata nell'altro spazio d'autrice!!



Capitolo 9: Il vento sta cambiando


Il buon umore stava tornando nell’aria, spinto dalla forza d’animo di Ash. Un sentimento impossibile da dissipare una volta creatosi, mai fino alla vera fine. Però d’altra parte, non sempre la speranza convince della realtà e non tutti riescono a non darsi per vinto o a credere in un miglioramento..

“P-Pika..” Pikachu gemette, sentendo bruciare ogni singola parte del corpo. Sentirsi sballottato di qua e di là non gli faceva di certo provare meno dolore, sebbene Serena tentasse in ogni modo di non fargli del male, né stringendolo né scuotendolo troppo.

La ragazza si fermò e si guardò intorno con fiato pesante, per constatare che gli Houndoom non fossero alle loro calcagna. Dissolto ogni dubbio si lasciò cadere all’indietro, ormai priva della forza di continuare a correre. Se avesse continuato non sapevo fino a che punto sarebbe arrivata, ciò nonostante una volta smesso avrebbe comunque fatto la stessa fine di cadere seduta sul terreno. “Scusa Pikachu, non volevo farti sentire peggio…”

Pikachu sospirò, emettendo un lamento per lo più per lo stress. Sapeva che Serena non aveva colpa, anzi lo aveva appena salvato… di nuovo… solo che si sentiva talmente debole che non trovava la forza di rassicurarla “Pi-pi… ka…”

La performer cominciò a sentire le lacrime concentrarsi nei suoi occhi “Sono un disastro… non mi stupisco se Ash…” Come arrivò al nome del ragazzo smise di parlare.
Pikachu era pur un pokémon ma di certo poteva capire come gli umani, sempre se non era dello stesso livello di ingenuità del suo allenatore. E mentre la ragazza sperava in tale opportunità, in verità Pikachu si era già incuriosito.      

Il topino lasciò afflosciare le orecchie all’aria, facendo così uno dei pochi movimenti che non gli arrecavano più di tanto dolore “……chu….?”

“Niente!” Rispose lei balzando in aria e irrigidendosi “Stavo solo pensando ad alta voce!”

“Ka-chu?” Pikachu incrociò le zampine “Pikapi Pi-pi chupi!”

Le guance di Serena cominciarono ad arrossarsi, perché anche se non parlava la lingua Pokémon capiva benissimo cosa le cercava di dire Pikachu. “Avanti… l-lo sai c-che non capisco..”

“Pika….chu…..”

Lo sapevano già in quattro della sua cotta per Ash e le reazioni erano sempre le stesse. Shauna, Clem, Ninì e Meringa sapevano rendersi tutt’altro che comprensive in certe situazioni. O forse lo erano talmente tanto che la imbarazzavano come non mai, al punto da convincerla a scavarsi una fossa come un Diglett.

Non le dava fastidio che lo sapesse qualcuno, in certi casi era bello confidarsi con le sue amiche… ma rimane comunque un “segreto” e non è tale se lo scoprono tutti. A questo punto era meglio che lo scoprisse Ash, non il suo migliore amico.

Sentì così una strana tristezza entrargli nel cuore, come una freccia scagliata da se stessa.  “N-non parliamone più, per favore..”

Pikachu non disse più nulla, percependo quello che provava l’allenatrice. Avrebbe voluto strofinarle il musetto sulla guancia per consolarla o insistere per farsi dire di più, ma non voleva pressarla troppo. La voce della ragazza anche se era abbastanza debole e dolce come sempre, aveva un tono cupo e Pikachu poteva sentire un po’ di durezza. Come se lo pregasse di cambiare argomento.

La ragazza sentì qualcosa di bagnato, diverso dall’acqua, che le stava sporcando tutte le braccia. Abbassò lo sguardo per vederle tinte di rosso. Lo stupore fu tale da soffocarle ogni gemito o urlo. Dalle ferite di Pikachu fuoriusciva parecchio sangue e il pokémon aveva cominciato a ad inspirare ed espirare con moltissima fatica. Se il panico che l’aveva accompagnata in tutte quelle peripezie non era abbastanza, questo lo faceva salire al massimo.

“…no…..no…no..no..nononoNONONO!!! PIKACHU!!” Serena si accovacciò di nuovo. Le condizioni del topino elettrico erano peggiorate. Provò a scuoterlo un pochino, ma anche se lo vedeva respirare non reagiva. “Pikachu! Piccolino resisti!”

Serena si guardò in giro, ma non vedeva altro che cespugli, rocce e alberi. Il verde, il marrone e il grigio di ciò che aveva intorno sembrava talmente uguale che si mescolava, rendendo tutto confuso. Il panico la assaliva, rendendola incapace di ragionare. Non sapeva dove andare, ormai aveva perso di vista il sentiero e si trovavano ad un’altitudine molto più alta. Di tornare indietro non se ne sapeva proprio; non c’era altra scelta: doveva continuare a salire e cercare qualcuno che potesse aiutarla.

“Non arrendersi mai fino alla fine..”

Serena si rialzò nonostante la fatica e riprese a correre. Non ce l’avrebbe mai fatta se non fosse stato per il peso che doveva sopportare e la responsabilità della salute di Pikachu. Avrebbe aiutato chiunque, Pikachu in particolare, che era un suo amico e che aveva passato tanto insieme a lei.

Più procedeva più diventava tutto confuso e inquietante. Il vento soffiava fortissimo, trasportando con sé talmente tante gocce d’acqua, da poter bagnare una persona in una sola ondata, così forte da dar fastidio. Tanto per peggiorare le cose l’unica strada percorribile era in salita.

Prima o poi avrebbe perso il fiato, sperava a malincuore che ci fosse un centro pokémon da qualche parte. A malincuore così sperava perché illudersi non l’avrebbe aiutata.
Non sarebbe apparsa davanti ai suoi occhi una casetta o un luogo dove fermarsi….. o forse si.

Da dietro gli arbusti e le foglie apparve una vecchia casetta.. una baita. Era tutta di legno e sembrava abitata, dalle finestre si vedeva una luce accesa e questo era un buon segno. C’era solo da sperare che chi vi abitava l’avesse aiutata, altrimenti sarebbe stata la fine.
Corse verso la porta e bussò senza esitazioni, ma nessuno rispose. Riprovò una seconda volta e anche lì nessuno aprì la porta. Cominciava a credere che il proprietario o proprietaria non fossero i più accoglienti di questo mondo, ma non poteva tirarsi indietro. Strinse di più a sé Pikachu e di nuovo appoggiò le nocche alla porta, bussando più forte di prima. Aspettò qualche secondo e finalmente sentì dei passi. La maniglia cominciò a girarsi e la porta si aprì accompagnata da un suo scricchiolio, il che le dava un’aria antica e accogliente.

 Una volta completamente aperta sulla soglia si rivelò un uomo abbastanza vecchio, ma dalla corporatura robusta. Aveva la barba bianca, non troppo lunga e nemmeno corta. Aveva uno strato abbastanza sottile di capelli dello stesso colore della barba. Dal modo di vestirsi sembrava il proprietario di un rifugio montano aperto ai turisti on un vecchio ranger ritiratosi dalla propria carriera.

La performer lesse lo stupore sul viso dell’uomo, il che era l’ultima cosa a cui Serena poteva pensare al momento tra un sospiro e l’altro e la sensazione del cuore scoppiarle nel petto. La ragazza alzò lo sguardo, con gli occhi lucidi. “La prego, abbiamo bisogno di aiuto..”

Il vecchio ancora un po’ scosso guardò meglio la ragazza, bagnata da capo a piedi, accorgendosi del Pikachu ferito che teneva fra le braccia. Non riusciva a capire cosa ci fosse una ragazzina a quell’orario e in quel luogo, ma soprattutto in quelle condizioni. Per qualche strana ragione non riusciva a reagire.

“Per favore.. il mio Pikachu non sta per niente bene, ha bisogno di cure o non supererà la notte….” E quelle stesse sue parole la terrorizzavano. Con il cuore che fremeva per l’attesa inspiegata che le progeva il signore di fronte a lei e per ogni secondo che andava sprecato per aiutare Pikachu.

A quelle parole il vecchio si risvegliò da quello strano trans “Entra pure, vediamo cosa possiamo fare..”

Serena si sentì sollevata da quelle parole e, nonostante il disagio che sentiva da come si erano appena conosciuti, provò una grande sicurezza. Come una grande ondata di conforto che la proteggeva da ogni pericolo che si trovava all’esterno.

L’uomo chiuse la porta e chiuse a chiave la serratura. Poi tornò a Serena e Pikachu e rivolse loro uno sguardo apprensivo e concentrato “Non me ne intendo di cure mediche, spero tu sappia fare meglio di me. Ti porterò il necessario per aiutare il tuo piccolo amico. Tu intanto accomodati” concluse indicando la poltrona dietro alla ragazza e lasciando la stanza.
Serena annuì e fece come le era stato detto “Tranquillo Pikachu, vedrai che starai meglio..” cominciò ad accarezzare dolcemente le dita sulla testolina del pokémon tra le sue braccia, che aprì leggermente gli occhietti, con un musetto dolce e provato.

Si guardò attorno, sentendo di sicuro molto più calore che all’esterno, ovviamente merito del focolare acceso nel caminetto. Sembrava una baita molto grande e confortevole, si annusava un aroma tipico di montagna, tipo odore di legname.

Le piaceva, le dava conforto e la tranquillizzava. Sperava che avesse lo stesso effetto anche sul topino. Continuò ad accarezzarlo fino a che non vide tornare l’anziano signore con una cassetta del pronto soccorso, degli asciugamani e una bacinella d’acqua.

“Ecco qui signorina. Come ti ho detto non sono bravo a curare pokémon, soprattutto con simili ferite” Appoggiò tutto a terra vicino a Serena e poi stese sul pavimento in parquet una salvietta.

Non era un’infermiera, ma Serena aveva visto spesso come curare un pokémon e a volte aveva aiutato. Sapeva cosa fare. “La ringrazio di cuore, adesso proverò io a rimediare”
Appoggiò Pikachu sulla salvietta e poi prese una delle spugne che c’erano nella bacinella. Lasciò che assorbisse gran parte di acqua e cominciò a sciacquare tutto il corpo di Pikachu, in particolare le ferite, stando attenda a rimuovere tutto il fango e il sangue. Sentì qualche lamento provenire da Pikachu, probabilmente perché l’acqua era calda e sulle ferite gli dava uno strano bruciore.

Nonostante ciò, lei continuò con sangue freddo e dolcezza, fino a ché Pikachu non fu pulito. Poi afferrò un’altra salviettina e lo asciugò. Dopo una veloce coccola al pokémon, staccò le mani e il suo tocco delicato dal corpo della bestiola e aprì la cassetta con i medicinali e le garze. Prese del cotone o lo bagnò nel disinfettante, per poi appoggiarlo con leggerezza sulle ferite di Pikachu. Al contatto le guancette rosse cominciarono a rilasciare qualche scintilla, doveva far male parecchio, ma non c’era altra scelta.

Continuò così fino a che non fu completamente sicura di aver tralasciato nulla. Non riusciva nemmeno lei a capire come fosse così sicura, davanti a tutto ciò sarebbe stata la prima ad impressionarsi. Invece, si sentiva pronta ad afferrare e usare ogni singola cosa che fosse utile, sotto lo sguardo attento e sorpreso dell’anziano proprietario di casa. Non le dava fastidio anzi, non se ne accorgeva proprio, perché era troppo presa da Pikachu e le sue reazioni.

Allungò la mano da qualche parte, senza nemmeno guardare dove si trovasse il rotolo di garza, perché subito sentì le mani affondare nel morbido tessuto. Srotolò la garza e l’avvolse attorno alle parti del corpo di Pikachu con le ferite più profonde: il capo e nel punto in cui l’aveva morso l’Houndoom. Per il resto del corpo mise invece qualche grosso cerotto.

Una volta finito, rilasciò un lungo sospiro e appoggiò la mano sulla schiena di Pikachu, sentendolo dormire pacificamente. “Bene, spero tu ti senta meglio ora… per fortuna il peggio sembra passato..” la ragazza sorrise, molto più tranquilla.

Il vecchio si alzò in piedi, con un sorriso gentile “Puoi appoggiarlo sul divano se vuoi, sui cuscini. Puoi anche coprirlo con la coperta che vedi lì di fianco!”

Serena ringraziò con un cenno del capo e sollevò il corpo del pokémon senza svegliarlo. Una volta sicura che fosse ben comodo e al caldo, si allontanò e rimase ferma, con le mani dietro alla schiena, a guardarlo con un sorriso sulle labbra.

“Sai, sei brava, ti sei comportata come una professionista!” L’uomo esclamò senza alzare troppo la voce “Non è da tutti reagire così. Avevi un tocco delicato e allo stesso tempo eri veloce e decisa!”

Serena ridacchiò, sentendosi imbarazzata “A dire il vero non lo sono, conosco però degli amici che sanno fare ognuno qualcosa di suo e ho imparato a mia volta!” diresse il suo sguardo sugli asciugamani che giacevano sul terreno.

Si chinò con l’intento di raccoglierli, ma l’anziano la precedette. “Non disturbarti, faccio io! Piuttosto, non mi pare di essermi presentato. Mi chiamo Thomas… e tu mia casa signorinella?”

“Io mi chiamo Serena e lui che dorme è il mio amico Pikachu!” Serena si inchinò e poi portò la mano dietro al capo, massaggiandosi la testa. Si sentiva un po’ imbarazzata ora, era stato un incontro abbastanza strano e precipitoso “Mi spiace per quello che è successo, ma io e Pikachu abbiamo avuto qualche problema sulla strada. Non volevo irrompere così in casa sua, ma se non avessi fat….”

“Tranquilla! Hai un bellissimo nome! Non scusarti, sai ero solo sorpreso quando ti ho trovato sulla soglia della mia porta e in quello stato. Io vivo da solo, in questa zona non ci sono altre abitazioni, turisti o viaggiatori. Quindi è sempre tutto tranquillo!”

Serena sentiva la sua presenza sempre più inopportuna “Credo di aver interrotto la sua tranquillità, mi scuso ancora..”

Thomas scosse la testa e con passo leggero ma veloce, si avvicinò alla ragazza. I passi sul legno producevano un rumore tutto loro, tipici delle case di montagna quando vi ci si cammina, sempre gradevole. L’anziano signore posò la grande e forte mano sulla spalla di Serena, la quale solo in quel momento si era accorta di quanto fosse alto per un uomo della sua età. “Te lo ripeto, non scusarti, mi fa piacere in questo caso una piccola interruzione di questa noiosa tranquillità!”

Serena sorrise con timidezza, sentendosi un po’ più a suo agio in compagnia di Thomas. “Grazie di tutto, la sua ospitalità ci è stata davvero di molto aiuto! Appena Pikachu si sveglia, ci toglieremo dal disturbo!”

“Pensavo che faresti meglio a lasciar dormire Pikachu il più possibile. Non preoccuparti Serena, la vostra presenza non è che gradevole! Mi farebbe piacere se rimaneste per notte!”

“D-Davvero!?” Serena rimase semplicemente sorpresa, non aveva  neanche minimamente pensato a chiedere ospitalità. “Ne è sicuro? Io e Pikachu potremmo riprendere il viaggio… e lei…”

Thomas riprese subito, evitando di lasciarla finire “Credi sia opportuno continuare a camminare nella foresta di notte in questa zona? Da come è ridotto il tuo pokémon, sembra abbiate già avuto modo di incontrare qualche abitanti di questi boschi. Potresti mangiare qualcosa, lavarti un po’, riscaldarti e riposare un po’!”

Serena rimase un attimo zitta, colpita per la gentilezza dell’uomo. Dopo quello che avevano passato lei e Pikachu, era una delle prima fortune che stavano girando verso la sua parte.

“E non ti consiglio di rifiutare! Anche perché ormai ti ho invitata e non credo tu voglia incontrare di nuovo gli Houndoom, non ti pare?” Egli strizzò l’occhio, lasciando perplessa Serena.

La performer per controbattere o per chiedere semplicemente una spiegazione o precisazione, ma anche questo Thomas lo aveva previsto “Vuoi sapere come faccio a sapere degli Houndoom? Beh, spesso quando passeggio alla ricerca di frutti selvatici, trovo i loro graffi sugli alberi marcati come loro territorio. Li ho riconosciuti su Pikachu…. E anche su…. Te..”

Detto questo, prima che Serena potesse fare qualunque cosa, Thomas la afferrò per il polso destro con leggerezza e con cura. Le sollevò il braccio e rivoltò leggermente l’avambraccio verso il l’alto, mostrando una brutta ferita non ancora chiusa. Al gesto la ragazza lanciò una piccola smorfia di dolore, socchiudendo gli occhi.
A quel punto Thomas dipinse il proprio volto con uno sguardo più serio e irremovibile, comprensivo e intransigente negli stessi secondi. “Sembri una ragazza con un grande cuore. Sono un estraneo eppure l’ho notato subito e non ci vuole un genio a capire che hai passato un putiferio qui fuori negli ultimi giorni. E da quel che pare sei anche una ragazza per bene, amorevole e generosa.”

 Lasciò qualche secondo al silenzio e poi riprese “Stupirti è normale, ma non dovresti. È semplice capirti e leggerti come un libro aperto, basta guardarti negli occhi. Sei piombata qui e hai portato rispetto in ogni azione che fai. Nonostante sembri impressionabile, hai accantonato i tuoi dubbi per curare Pikachu e anche solo il metodo che hai applicato e il tuo tatto, dimostrano la tua personalità. Eri talmente preoccupata per il tuo amico che non ti sarai nemmeno accorta che buona parte del sangue che avevi sulle braccia era tuo! Pronta a dare agli altri, ecco come ti vedo!”

Serena cominciò ad emozionarsi, quelle parole erano così buone e gentili.. e reali, che solo ora si rendeva conto di quanto le facesse male veramente il braccio. Eppure qualcosa da dissentire lo aveva e quell’impulso era irrefrenabile “Sa… una persona mi ha detto l’esatto contrario… io dovrei imparare a dare, più che a ricevere.. e di aiuto ne ho sempre ricevuto tanto, fin troppo…”

“Beh, non so chi ti abbia detto queste cose, ma si sbaglia. Non deve conoscerti bene! Ho capito di più io in questi pochi minuti che chiunque abbia pronunciato tali sciocchezze!”
Appoggiò la mano libera sulla spalla di Serena, senza fare troppo peso con la sua forza “Ricorda mia cara… è vero che l’importante è donare e non ricevere. Ma è anche accettare ciò che ti è donato che ti fa la persona che sei. Ricevere amore, amicizia, consigli, concetti e supporto dagli altri… non è mai obbiettivo di pentimento. Bisogna trovare un equilibrio tra i due valori.”

“Ho visto come hai medicato Pikachu, permettimi di aiutare te ora, dopotutto quei graffi vanno curati, non credi?”

“S-si, suppongo di si” Non se la sentiva di obbiettare, dopotutto non aveva altra scelta. Non poteva che,  di conseguenza alle cortesie di Thomas, essere a sua volta cortese anche lei e dargli retta; non aveva neanche tutti i torti, la ferita cominciava a farle male.

Passò almeno una buona mezz’ora, se non di più. Il braccio di Serena ora era stato adeguatamente curato e Thomas stava preparando la cena. Serena si era anche pulita e asciugata, non poteva sentirsi meglio. La ragazza si avvicinò alla cucina ed fece capolino con la testa osservando Thomas ai fornelli. Non sembrava cavarsela male, ma conveniva dare una mano, tanto per sdebitarsi e rendersi utile.

Prima di farsi strada nella stanza dalla quale arrivava un buon profumino, lanciò uno sguardo al divano dove Pikachu pareva dormire senza problemi. In quella circostanza era davvero tenero, cioè.. lo era sempre, ma ora particolarmente. Se avesse seguito il suo ego, si sarebbe precipitata verso il pokémon e lo avrebbe coccolato, ma avrebbe rischiato di svegliarlo inutilmente. Se era necessario farlo, tanto valeva aspettare che fosse pronto da mangiare. 

Fece qualche passo e si lasciò alle spalle il soggiorno o sala da pranzo, non aveva ben capito come nominare quella stanza visto che era un miscuglio di tutto. Arrivata di fianco a Thomas posò gli occhi su ciò che stava mescolando: una zuppa, tipo quelle che preparava Lem.

L’anziano girava il mestolo, consapevole che Serena era lì ad guardare curiosa “Spero ti vada bene cosa sto preparando!” le sorrise, senza smettere di mescolare.

Serena annuì “Mangio di tutto! E poi sembra così buona!”

All’improvviso sentì come l’attrazione di guardare in pentola. E mentre Thomas alzava la fiamma e il vapore del cibo fuoriusciva sempre più abbondante dal recipiente, si perse totalmente nel suo sguardo, come se tutto intorno a lei fosse appannato. Puntò lo sguardo sul brodo puro, che diventava della consistenza del latte; meno liquido e più denso.
Non era la fame.. no. Stava vedendo, attraverso la trasparenza del liquido.. i suoi amici… “Meglio anche di come la prepara Lem.. se Ash fosse qui mangerebbe tutto d’un fiato… quel mangione……. i-il mio mangione…….” Non se ne accorgeva, i suoi pensieri era incontrollati. Continuava a fissare irremovibilmente il contenuto della pentola.. la vista ferma e mirata cambiò soggetto, dal liquido in generale, passò a tutto l’insieme di zuppa e pezzetti di verdura, legumi e carne, che giravano come annegando nel brodo, spinti dalla sua forza intenta a bloccare loro l’aggruppamento.

Perse di nuovo il controllo e la consapevolezza di ciò che pensava, diceva o faceva… rivivendo quel momento di due o tre giorni prima.. e dietro alla loro corrente impetuosa generata dal mestolo.. collegò insieme tutto..

“Ash….” E vide la sua mano che reggeva quella del ragazzo, cercando di non perdere la presa. Le pareva come di sentire ancora la scivolosità che la pioggia formava sulle braccia di entrambi. La mano cominciò a sudarle, riproducendo così la sensazione e rendendola realtà.

“Va tutto bene?” domandò Thomas aspettandosi una risposta.

I tuoni le rombavano nelle orecchie, rimbombando nella sua testa, senza lasciarla. Un fulmine attraversò il cielo fuori la baita e subito il suo fragore arrivò a Serena. Però per lei quello non stava accadendo lì dove si trovava, stava accadendo là dove si erano separati. 

“Serena..?” Ripeté Thomas.

“SERENA!” Sentì arrivarle alle orecchie, la voce familiare dell’allenatore.

“È tutto apposto?”

“NON LASCERO’ LA TUA MANO!”

…E a canone, come pronunciava Thomas, si ripeteva la voce di Ash….

“Cosa succede?”

“NON MOLLARE FINO ALLA FINE!”

“Serena…?”

“SERENA!”

“Serena!”

“SERENAAA!”

Un tuono enorme scoppiò nel cielo, come un segno: Serena sentì tutto d’un tratto arrivarle qualcosa di bollente sul petto e il viso. “Uuughhhhh!” Chiuse gli occhi d’istinto e si allontanò, constatando che erano solo gocce, piccole che però l’avevano fatta tornare in sé.

“Oops! Ti sei scottata? Bollendo delle gocce ti saranno finite addosso! Spero non ti bruci molto!” l’uomo tornò alla sua zuppa, abbassando la fiamma “Mi spiace, ma cosa ti è successo? Non mi rispondervi più!”

Serena fece un passo avanti con le mani stese sui fianchi “Ero sovrappensiero, ma nulla di ché!” ridacchiò cercando di sembrare sincera.

Thomas voltò lo sguardo, un po’ assente e severo, verso i fornelli “Mh..mh…” borbottò convincendola che gli bastava quella spiegazione.

“Comunque…” riprese lei “Potrei occuparmi io della zuppa! Almeno farei qualcosa per rendermi utile! Me la cavo anche in cucina e quindi…”


“Cucinare mi piace, da quando mia moglie non c’è più passo più tempo provando quello che faceva lei… mi fa piacere.. e mi rilassa. E poi ormai è pronta! Sveglia Pikachu, siediti a tavola e pensa a mangiare tutto, intesi?!” pronunciò fingendosi un comandante o un capo.

“Intesi!” Seguì il gioco Serena, sorridendo brillantemente, poi uscì dalla cucina, lasciando un silenzio profondo.

Thomas mormorò qualcosa, ma qualunque cosa fosse, non arrivò alle orecchie di Serena, che se ne era già andata.


Nota d'autrice:
Spero vi sia piaciuto! Come vedete Serena finalmente trova aiuto, ma le cose belle ovviamente non durano a lungo :P
Comunque ecco la news:
Ho deciso di fare una serie, tutta Amourshipping, sulla mia versione personale del finale di XYZ. Siamo vicini veramente al finale nella serie giapponese, però volevo farne uno a modo mio, che ho pianificato tempo fa. Non sarà canon, ma spero lo seguirete lo stesso! Questo quindi è ufficialmente (tutta la storia) il primo "episodio"!

Parlando della serie attuale invece? Io direi che Ash ha buone probabilità di vincere. Si, mi illudo, ma se invece andasse diversamente e vincesse? sarebbe bello!
Non possiamo dare per scontato che vada ad Alola (per quanto probabile) come non possiamo dare per scontato lo stesso per Serena (io ci spero fino alla fine!). Che vinca o perda, a me interessa che Serena lo segua, poi il resto si vedrà! :3
Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Stupido amore ***


Nota d'autrice:
Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui! Mi spiace, avevo caricato questo capitolo qualche giorno fa, ma per via di qualche problema di EFP è scomparso. Ora lo riposto, sperando che non succeda di nuovo!
In questo capitolo parleremo un bel pò di amore!



Capitolo 10: Stupido amore
 

La ragazza si stava avvicinando con passo felpato a Pikachu. Appoggiò dolcemente la mano e gli fece una lieve carezza, alla quale subito Pikachu rispose con uno sbadiglio.
“Va un po’ meglio Pikachu?” sussurrò lei gentilmente, per non dargli troppo fastidio.

Pikachu aprì gli occhi e si guardò intorno, notando che non erano nella foresta, per niente. Sentiva il corpo un po’ bloccato, probabilmente per le bende che sentiva addosso. Non ricordava bene quello che era successo dopo essere svenuto tra le braccia di Serena. Si era sentito sempre più vuoto e aveva provato una fitta tremenda, poi il buio. La vista era confusa, quindi aveva vagamente notato il sangue sulle braccia di Serena.. Serena?!

“PI-PIKA?!” Scattò in piedi, sentendo un doloroso formicolio percorrergli la schiena,  perdendo la sensibilità nelle zampine e facendolo crollare sul divano.

Subito Serena lo prese in braccio e lo tranquillizzò “Va tutto bene Pikachu…”

“Pi?” Pikachu le lanciò uno sguardo dolce e confuso. Vedendola sorridere abbassò la testa e le annusò il braccio fasciato. Dopo qualche secondo di nuovo tornò a guardare Serena, i suoi occhi esprimevano chiaramente sensi di colpa.

“Non preoccuparti, non è nulla! È solo un graffietto, nulla di serio!” Nonostante lo sguardo poco convinto di Pikachu, ella continuò “Piuttosto… tu. Mi spiace sia successo tutto questo, avrei dovuto aiutarti e proteggerti ma…” sentì una lacrima scorrerle sul viso, per poi cadere sul pancino del Pokémon, che la fissava con amarezza.

Pikachu cercò di alzarsi e si arrampicò fino alla spalla della ragazza, adagiandosi su di essa. Con la zampa toccò il viso della Performer, strofinando fino ad asciugarle le lacrime “P-Pika chupi chukachu!”

La ragazza sorrise e portò il braccio fino alla spalla, cominciando ad accarezzare Pikachu sulla guancia come spesso faceva Ash. “Grazie Pikachu, ti prometto che sistemerò tutto!”
“Pikaka!”

Serena ridacchiò, comprendendo quello che voleva dirle il Pokémon “Si, si… Noi sistemeremo tutto!”

Il topino annuì, ma dopo pochissimi secondi il suo sorriso svanì e alzò le orecchie e lo sguardo. Da una porta uscì Thomas, che Pikachu vedeva per la prima volta. Non poteva sapere chi fosse, dopotutto quel poco che vedeva quando era ancora in stato di semi-coscienza era solo il viso di Serena.

“Il tuo amico sta meglio?” Chiese con tono amichevole Thomas.

Serena annuì, di nuovo accarezzando la testolina dell’amico “Si, sembra che per ora il peggio sia passato”

L’uomo anziano appoggiò un pentolone sul tavolo e fece cenno ai due di sedersi. Pikachu ancora perplesso batté le palpebre un po’ di volte. Serena si accorse dell’esitazione di Pikachu, così gli diede un dolce sorriso “Tranquillo, è grazie a lui che ora siamo in salvo. Fidati!”

Non continuò a porsi domande, si limitò a farsi bastare quelle semplici e poche parole. Di Serena si fidava e di certo non era difficile notare quanto si stesse meglio in quel luogo che fuori all’aperto.

I tre si sedettero al tavolo e cominciarono a mangiare, magari non sembrava gran ché però per Serena e Pikachu al momento era il meglio che potessero gustare.
“La ringrazio ancora per quello che è successo, se non ci avesse aiutati credo proprio che sarebbe andata a finire male”

“Pika!” Pikachu esultò, per poi farsi grattare delicatamente il pelo.

Thomas era felice di avere ospiti per una sera. Certo, non nella maniera aspettata, ma gli dava comunque soddisfazione aiutare il prossimo. “Visto che siamo qui, potremmo parlare un po’. Tanto per conoscerci meglio! Ad esempio potresti dirmi cosa ci facevi là fuori, cosa vi è successo o altro.”

Serena annuì, sempre prestando la sua attenzione a Pikachu.

Il vecchio signore continuò a parlare “Potremmo cominciare proprio dal principio! Come vi siete incontrati te e il tuo Pikachu? E’ il tuo primo Pokémon o lo hai catturato durante il tuo viaggio?”

Serena e Pikachu si bloccarono. Ci fu uno scambio di sguardi continuo, prima tra i due citati e poi tra loro e l’anziano. La performer si ricordò di quel particolare che le sfuggiva da quando erano arrivati lì, eppure c’era qualcosa che diceva Thomas che non la convinceva.. ecco cosa era. “Ahhhh… a dire il vero… sembrerà strano, ma Pikachu non è un mio Pokémon”

Thomas rimase completamente senza parole.

“Si, io e Pikachu siamo amici e ultimamente molto legati, ma lui è il primo pokémon di un mio carissimo amico e compagno di viaggio”

“Oh…” esclamò interessato “Non si da a vedere.. sembrate così uniti”

Serena arrossì un po’ imbarazzata “Beh, probabilmente perché io passo molto tempo con Ash e quindi di conseguenza anche con Pikachu..”

“Chi sarebbe Ash?” Chiese lui incuriosito.

“Ehm.” Serena non voleva parlare di lui, fino a che non l’avrebbe rivisto, aveva tanti dubbi nella testa e purtroppo tutta quella nebbia nella testa, non sarebbe stata spazzata via da un battito d’ali di un Pidgeot. Però allo stesso tempo, doveva anche rendersi disponibile, dopo tutto l’aiuto ricevuto avrebbe potuto essere cortese, no? “Ash… è un mio compagno di viaggio. E non è l’unico… ci sono anche Lem e Clem, che viaggiano con noi.”

L’uomo versò un’altra cucchiaiata di zuppa in tutte e tre le scodelle, accortosi che si erano completamente svuotate. “Parlami un po’ di loro… e di come sei arrivata fin qui..”

E così, Serena parlò di Clem, Lem  e Ash, delle loro avventure, del Team Rocket e di come si erano separati dal gruppo, arrivando fino al loro incontro con Thomas. La ragazza parlava in alcune parti con molta libertà, se non quasi coinvolta. In altre invece sentiva come il bisogno di trattenersi o di esitare, perché non le piacevano come ricordi o non le davano timore. Con le mani sotto il mento e la testa appoggiata su esse, Thomas rimase all’ascolto. Prestò attenzione per tutto il discorso, interessandosi ad ogni particolare.
Passò un’ora e i tre finirono di mangiare e Serena terminò il suo racconto. Ora era tutto molto più chiaro.

“Posso farti una domanda?” Improvvisamente parlò dopo un’ora di quasi totale silenzio.

“C-Certo” Lo esortò Serena a chiedere.

L’uomo si schiarì la gola e mostrò un ghigno, uno di quelli stranamente dolci “Questo Ash.. tu e lui… state insieme?”

“COOOOOOOOOSA!?” Serena divenne rossa come un pomodoro. Cominciò a giocherellare con i capelli, cercando di eludere la domanda.

“Beh, non c’è altra spiegazione. Da come ne parli è un ragazzo che ammiri con tutto il cuore, il vostro passato vi unisce in un legame molto profondo. Inoltre ti emozioni e arrossisci ogni volte che parli di lui, come se fosse sempre vicino a te. Questo spiega anche come mai tu e Pikachu avete molto legato, dopotutto se questa storia va avanti bene e un giorno vi sposerete, sarete ancora più coinvolti!”

Pikachu non stava nemmeno guardando Serena in quel momento, ma vide come un rossore al suo fianco. Girò la testa e vide la faccia di Serena completamente accesa e infiammata. Non sapeva né cosa stesse pensando, né quali filmini mentali si fosse fatta in quel momento, ma ciò non toglieva che andando avanti così avrebbe rischiato di perdere la sua “futura cognata”.

Si precipitò verso il centro del tavolo e in gesto fulmineo prese la brocca d’acqua, per poi svuotarla letteralmente addosso a Serena. Gli sembrava come di sentire il rumore di quando si bagna una pentola bollente, che poi comincia a liberare fumo e vapore. Continuò poi a rinfrescare la faccia di Serena, sventolando la propria coda e creare un po’ di venticello.

Serena sospirò, sentendo tutto il calore andare via tutto in un botto. “Grazie Pikachu” pensò, per poi alzare un dito “Thomas, a-a d-dire il vero non stiamo a-a-assieme….”

Il vecchio cominciò a ridere di gusto “Ma lo vorresti, no?”

A quelle parole di nuovo Serena cominciò ad arrossire e Pikachu, temendo di nuovo per Serena, fece per prendere la ciotola usata per farlo bere. Ella però lo bloccò subito “Non serve Pikachu, tutto ok”

Il topino sentì una gocciolona di sudore scendere dalla testa, si lasciò cadere all’indietro e si sedette.

Di nuovo Thomas prese la parola “Anche io sono stato giovane sai? So cosa vuol dire innamorarsi, l’ho provato anche io sulla mia pelle, o forse molto più in profondità per essere onesti. Non ti devi vergognare. Me ne sono accorto perché assomigli a mia nipote.”

“Uh?”

“Si, ti ci vedo molto in lei. Vedi io sono vecchio e vivo da solo da quando mia moglie è morta di leucemia..”

Serena portò la mano sul fiocco sul petto “M-Mi spiace..”

Di nuovo l’uomo annuì, riprendendo da dove si era fermato “Da allora, non metto più piede in paese, anche perché è lontano e io non ho un’auto o un Pokémon per arrivarci. Mi basta qui. In compenso mia nipote viene ogni settimana, portandomi la spesa fatta, dei giornali o per farmi compagnia. Avendo la televisione posso sapere cosa succede nel mondo e mi basta, anche perché ormai sono abituato alla solitudine, anche se non mi dispiace la compagnia di ospiti, soprattutto inattesi” disse dandole uno sguardo, che la rendeva un perfetto esempio.

“Mia nipote come te adora i Pokémon ed è buona come il pane. E’ gentile e sempre sorridente.. non posso che sovrapporre la sua immagine alla tua. Anche lei mi parla spesso della sua vita personale e come te si è innamorata”

Serena cominciava a sentirsi sempre più nervosa a parlare dell’argomento. Non era imbarazzo, era qualcosa di molto più grande.. di brutto.

“Sarete stanchi, potete dormire nella stanza degli ospiti che ho preparato. Si trova al primo piano, subito dopo le scale troverete un corridoio. In fondo a sinistra c’è la vostra stanza! Dormite bene e recuperate le energie!”

Serena si alzò, sollevò dal tavolo Pikachu e ringraziò Thomas, per quella che sembrò la milionesima volta. Poi salì per le scale a chiocciola che si trovavano in mezzo alla stanza e seguì le istruzioni, fino a ritrovarsi nella stanza assegnatole. Chiuse la porta e si sedette sul comodo letto, senza mai lasciar andare Pikachu dalle sue braccia. Voleva qualcuno da coccolare, voleva qualcuno con cui parlare, però qualcosa le diceva che faceva meglio a starsene zitta.

Pikachu cominciò a guardarla con la testa verso l’alto, non era un indovino ma di certo poteva intuire quello che provava Serena “Pipika?”

Serena ebbe un sobbalzo “Oh scusa” aprì le braccia in modo da lasciare libero il Pokémon, che però non aveva alcuna intenzione di cambiare posto. Stava bene lì, sulle ginocchia della ragazza. Si limitò a girarsi verso di lei e a fissarla con i suoi occhioni neri, che la scrutavano nel profondo.

La ragazza di nuovo sorrise falsamente, cercando di sembrare il più naturale possibile “Non fissarmi così, sono solo stanca” cercò di convincerlo delle sue parole, ma questa volta Pikachu sembrava irremovibile.

Prese il topino e lo scostò con dolcezza di fianco a lei, per poi alzarsi. Si tolse gli stivali e la parte superiore del vestito, quella rossa. Si riavvicinò al letto e ci salì sopra, mettendosi a gambe incrociate e facendo poi segno a Pikachu di andare da lei. Senza pensarci due volte, Pikachu fece come gli era stato detto e si sdraiò sulle gambe di Serena.

“Te la senti Pikachu di riprendere il viaggio domani?”

“Pika?”

“Beh, non sei ancora nelle tue condizioni migliori, anzi più che lontanamente. Ti servirebbe riposo, ma sarebbe meglio raggiungere un centro Pokémon. Se partissimo domani mattina potremmo continuare a cercare gli altri, non credi? Tu cosa preferisci fare?”

Pikachu alzò un pugno al cielo e annuì con felicità “Pi! Pika-chu pika chupika!”

Serena cominciò di nuovo a fargli delle carezze. Le dava molto dispiacere vedere Pikachu in quello stato, avvolto dalle bende per via delle sue ferite. Se avesse potuto fare di più, se avesse almeno tentato di assomigliare ad Ash, forse sarebbe riuscita a gestire il branco di Houndoom o perlomeno ad evitare di permettere una cosa del genere. Purtroppo però non era questo il suo unico pensiero, era da un po’ che giravano nel suo cuore le parole di Thomas, che seppur gentili, le avevano davvero dato fastidio. Non per colpa dell’uomo ovviamente, era lei che si faceva mille dubbi e domande che poteva sembrare solo le paranoie di una ragazza con problemi di cuore.

I due rimasero in quella posizione per un bel po’ di minuti. Pikachu sembrava essersi addormentato, invece si stava solo rilassando e godendo quelle attenzioni che non gli dispiacevano affatto. Ovviamente i suoi obbiettivi erano altri, voleva aspettare. Aspettare che Serena parlasse o si lasciasse sfuggire qualcosa di quello che passava nella testa. Una persona a volte se è stressata per qualcosa, finisce per parlarne ad alta voce quando è da sola.

“Sono un disastro… un completo disastro…” scosse la testa lei, mentre Pikachu rimaneva sempre con gli occhi chiuse, ma in attento ascolto. “Non somiglio minimamente ad Ash, non potrò mai assomigliarli, se ci fosse stato lui al mio posto, nulla di questo sarebbe accaduto…”

Pikachu era rimasto sinceramente colpito da quelle parole. Ora si spiegavano molte cose, se non tutto. Poteva prevedere cosa avrebbe detto Serena, e sentiva già il disperato bisogno di alzarsi e controbattere, ma in questo modo il suo piano sarebbe andato in fumo..

Sospirò leggermente e chiuse gli occhi. Serena voleva parlare da tempo con qualcuno, ma aveva troppa vergogna di rivelare a qualcuno dei suoi sentimenti per Ash. Forse lasciar dormire Pikachu era un buon modo per sfogarsi senza fargli sapere nulla. “..E anche per questo… non sarò mai in grado di rivelargli apertamente dei miei sentimenti. Non sarò mai alla sua altezza..”

Sentirla darsi tutte quelle colpe e sottovalutarsi diede la spinta a Pikachu di scattare in piedi e fermare quei pensieri assolutamente infondati “PIKA! PIPIKA PIKA CHU KA-PI PI-PICHU!”

Serena inizialmente si spaventò. Il topino sembrava dormire fino a pochi secondi fa e poi scattava in quel modo? Qualunque cosa potesse pensare Serena non aveva importanza. Chiaramente non gliela dava a bere prima e ora lui aveva la conferma i ciò che pensava. Che sciocca, aveva mandato tutto all’aria e ora un Pokémon la stava decisamente sgridando.

“Pikachu? Kapi! Pikapi cha-pipichu!” Pikachu la stava davvero sgridando seriamente e anche se lei non capiva appieno quello che cercava di dirle, di sicuro sapeva che centrava con quello che aveva detto.

“Non puoi capirmi Pikachu…” mormorò lei, lasciando sia Pikachu… sia tutti i possibili rumori intorno ammutoliti.

Il Pokémon la guardò con sguardo triste e confuso.

Serena strinse il tessuto del vestito rosa tra le mani, come volendo lasciar fluire tutta la frustrazione e la tristezza “Sono solo una sciocca. E’ da quando sono piccola che sono innamorata di Ash, eppure non riesco proprio a dirgli dei miei sentimenti…”

“Pi…”

“Ash è dieci volte migliore di me, lui sa come trattare i Pokémon, guarda sempre avanti con la testa alta e non si lamenta mai. Mi è sempre stato d’aiuto, mi ha confortata ed aiutata a non fermarmi. Se non ci fosse stato lui probabilmente nemmeno avrei avuto il coraggio di lasciare casa, oppure sarei ancora bloccata alla mia prima esibizione, in cui ho fallito miseramente. Forse proprio quel giorno ho dimostrato come sono veramente….”

Pikachu aggrottò la fronte “Pikachu!”

“E forse Ash lo ha intuito, guarda caso non riesco proprio a capire se gli interesso o meno. Non capisce dei miei sentimenti… o forse li comprende ma non prova nulla per me e mi permette di viaggiare con lui per gentilezza e per non deludermi..”

Pikachu rimase zitto, voleva ascoltare fino in fondo cosa voleva dirgli. Se solo sapesse quanto erano sbagliate le sue parole. Si vedeva che Ash le era molto affezionato, anche se ora come ora non poteva sapere se davvero Ash capiva cosa fosse l’amore o se ricambiasse. Ash era… ingenuo?

“Anzi, la colpa è soltanto mia.. mi emoziono, arrossisco, mi imbarazzo se qualcosa succede tra noi.. eppure mi limito a quello. Ogni volta che lui mi regala un sorriso, io sento un calore bellissimo nel mio corpo e vorrei stargli sempre accanto. Vorrei renderlo felice, vorrei che lui rendesse felice se stesso. Merita il meglio, qualcuno di meglio di me”

Lo ama davvero tanto, pensava Pikachu. Se ci teneva così e teneva tanto ai suoi sentimenti e anche a quello che avrebbe pensato Ash di se stesso una volta dichiaratasi, allora voleva dire che pensava ad entrambi.. e che il suo cuore batteva davvero per lui.

“Adesso sono qui a lamentarmi, ho avuto un sacco di occasioni per dichiararmi, sempre senza nemmeno provarci. Nonostante tutte le frecciatine che mi mandava Meringa, io non facevo nulla, eppure dentro  di me mi arrabbio. Voglio dirglielo e allo stesso tempo non farlo…”

“…”

Era buio, ma grazie al brillio di raggi lunari, Pikachu vide qualcosa brillare sul volto di Serena. Erano le sue lacrime, che come dei piccoli diamanti scintillavano quanto quello che provava la ragazza.

“Ho paura.. ho paura di farlo. Non so se riuscirei a gestire un rifiuto, a rovinare una bella amicizia, o a sentirmi sciocca. Sono qui e dubito di me stessa, sprecando il mio tempo. Ash avrà di sicuro attirato molte ragazze a sé, che hanno molte più possibilità della sottoscritta e si impegnano anche di più per confessare… sto solo perdendo tempo..”

Pikachu sentì quelle lacrime cadere sul suo soffice pelo. Non era la prima volta che Serena si lasciava andare e per chi non la conosceva poteva davvero sembrare una piagnucolona, una sciocca ragazzina. Pikachu però sapeva bene chi era e la conosceva, sentiva quello che provava e non avrebbe mai potuto fare quelle considerazioni su di lei. Serena piangeva perché aveva un buon cuore e teneva seriamente alle persone che amava. Il suo modo di reagire al dolore era del tutto normale. Ogni persona reagisce in maniera differente: Ash non piange quasi mai, al massimo si sconsola ma poi prende e continua ad andare avanti. Serena invece si sfogava un po’ se le cose andavano male e si sentiva in colpa, ma come Ash poi si rialzava sui suoi piedi.

“No, non riuscirei mai a smettere di amare Ash, forse dovrei abbandonare il gruppo e stare per conto mio. Soffrirei di meno.. perché non riuscirei mai a stargli accanto e dimenticare quello che provo per lui”

Un’altra dimostrazione che gli piaceva davvero. Non riusciva ad accantonare i suoi sentimenti.

La performer cercò di scacciare via le lacrime che però non si fermavano “Sono stupidi, i miei sentimenti sono stupidi… anzi io sono la vera stupida…” Sentiva come qualcosa di secco nel cuore, che bruciava e faceva male.. era questa la vera sensazione nell’arrendersi e lasciare andare tutto? Era questa la dimostrazione di quello che provava?

Improvvisamente sentì una zampina appoggiarsi al suo petto , proprio sopra il fiocco. Ora toccava a lui darle quella spinta. Incrociò lo sguardo di Pikachu, un po’ serio, un po’ dolce, illuminato dallo splendore della luna.
 

“Non è mai sciocco amare qualcuno”
 

Gli occhi si bloccarono, sbarrandosi e fermando le lacrime. Era come se Pikachu avesse parlato il linguaggio umano, eppure lui aveva solo detto “Chupika cha pipipichu”.
Continuò a guardarlo, mentre questa volta lui mostrò un piccolo sorriso, sempre gentile, sempre serio e sempre attristito.

Rimasero così, fermi, senza muoversi o dire nulla. Il soli respiri che uscivano dalle loro bocche erano ciò che animava la stanza. Si guardavano senza distogliere lo sguardo, in una scena quasi toccante. Così, sul viso di Serena nacque un sorriso e ruppe il silenzio.

“Grazie”

Non c’era bisogno di dire altro, quella frase in Pika-linguaggio, era bastata a dissipare molti dei suoi dubbi. A quel punto Pikachu le fece un occhiolino “Pi Pichu!”

A quel punto finalmente  Serena poté ridacchiare, con la mano davanti alla bocca “Stai dicendo che mi darai una mano a dichiararmi, a far accorgere Ash di ciò che provo o a dirmi se ricambia?”

Il topo elettrico ancora annuì e fece l’occhialino, confermando quello che voleva dirle. Sebbene Serena sapesse che Clem e Meringa la aiutavano indirettamente e Shauna e Ninì non avrebbero rivelato nulla e la sostenevano.. questa era la prima e unica volta che aveva avuto una conferma, che aveva un aiuto concreto e qualcuno con cui parlarne, ora senza tirarsi indietro. E per di più era un Pokémon e non una persona, ancora più rilevante.. il migliore amico di Ash!

“Sei un tesoro!” Lo alzò e gli diede un piccolo bacino affettuoso sulla fronte, che bastò a far arrossire Pikachu. Qualche volta quel genere di attenzione ci stava. Affettuosamente Pikachu ricambiò dandole una leccatina sulla guancia.

I due si misero sotto le coperte e ben presto Serena cominciò a socchiudere gli occhi, fino a cadere nel sonno profondo. Pikachu, tra le sue braccia, rimase fermo accoccolato, fino ad addormentarsi anche lui, pensando a quanto in effetti avesse legato con la ragazza. Un rapporto quasi simile a quello con Ash.
Il giorno dopo, sarebbe stato di sicuro interessante.


Nota d'autrice: Spero vi sia piaciuto! :) Questo capitolo lo pianificavo da tempo! Comunque... a chi segue l'anime in giapponese.... avete visto che bello l'arco del team flare? L'episodio di ieri era commovente, mi ha fatta piangere :'(
Se solo gli scrittori non avessere fatto la cavolata della lega....


 

 

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Capitolo 11
*** Ovest ***




Nota d'autrice:
Ciao a tutti! Allora. Mi odiate per questo ritardo, vero? Purtroppo devo davvero ammettere che di tempo ne ho poco. Vi darò ogni spiegazione a fine capitolo, perché vorrete leggere in santa pace, quindi eccolo qui ^^".



Capitolo 11: Ovest


Il sole fece capolino dalle montagne, ma la luce si era diffusa già mezzora prima. Pikachu fu il primo ad aprire gli occhietti, infastidito dai raggi solari che passavano per la finestra. Mosse su e giù un paio di volte le orecchie, si stava già per stiracchiare ma un peso sulla schiena glielo impedì. Guardò all’indietro, notando che era semplicemente il braccio di Serena a fargli peso. Si era addormentata abbracciandolo e la cosa gli piaceva, anche Ash di norma lo faceva la notte.

A volte si sentiva un peluche.. almeno faceva piacere sia a lui, sia a chi lo abbracciava.

Strofinò la guancia su quella della ragazza e le diede una piccola scossa, il minimo per farla svegliare in fretta. Serena aprì subito gli occhi  e alzò il capo “P-Pikachu? Era proprio necessario?”

Pikachu per tutta risposta annuì, indicando poi la finestra. Serena si affacciò e notò che il sole stava sorgendo, in effetti dovevano partire il prima possibile e ora che non c’era più buio avrebbe potuto andarsene senza preoccuparsi di incontrare Pokémon selvatici problematici.

La performer si mise seduta sul bordo del letto e si stropicciò gli occhi “Hai ragione, è ora di andare! Voglio arrivare al centro Pokémon, così avremo più possibilità di incontrare Ash o di contattarlo. Inoltre voglio che tu riceva le cure adeguate!”

“Pika!”

Serena cominciò a ridacchiare colpita dall’autorità del topino “Ahaha ok, si, anche io mi farò dare una controllata se proprio ci tieni!”

Il Pokémon annuì soddisfatto. La ragazza si vestì e fece cenno a Pikachu di salirle sulle spalla. Il topino di buon grado le diede retta e si arrampicò fino al posticino prenotato. Entrambi poi scesero le scale e trovarono subito l’anziano uomo ad accoglierli.

“Ben svegliata! Hai dormito bene?” la salutò Thomas, mentre sorseggiava una tazza di caffè.

“Bene grazie! Anzi, molto bene!” Lo ringraziò lei “Io, so che detto su due piedi sembra un po’ scortese, ma io e Pikachu… partiamo subito..”

Il vecchio rimase un po’ stordito dall’affermazione della ragazza, era decisamente improvvisa e un po’ strana “Ma, non credi sia meglio rimanere qui ad aspettare i tuoi amici? Oppure aspettare che mia nipote torni come ogni settimana e ti accompagni in città? Per me non è un problema ospitarti!”

Questa volta fu Serena quella colpita. La proposta certamente era molto invitante e positiva, ma aveva anche dei lati che per sé non l’aiutavano. Serena sapeva già in pratica cosa fare e aveva già la sua opinione e decisione.

“Mi spiace..” Disse la ragazza “Ma devo rifiutare. Lei è molto gentile ma.. per ritrovare i miei amici la cosa più logica è incontrarli in un centro Pokémon dove probabilmente mi aspettano oppure dove potrei attendere il loro arrivo. Con i telefono che sono presenti là potrei chiamare altri centri e mettermi in contatto con loro..”

Thomas rimase silenzioso ad ascoltare.

Serena accarezzò Pikachu che sedeva sulla sua spalla annuendo e supportando la decisione dell’allenatrice, o beh, dell’amica.. “Inoltre Pikachu ha bisogno di cure esperte e per quanto riposo possa ricevere mi sentirò più sicura solo quando avrò la certezza che le sue condizioni vanno migliorando. Io non sono esperta e le mie medicazioni potrebbero non bastare, anzi ne sono certa”

La performer smise di accarezzare Pikachu e tornò a guardare faccia a faccia Thomas “Io non posso nemmeno aspettare tanto tempo. I miei amici potrebbero allontanarsi sempre di più. Ogni minuto è prezioso, potrei incontrarli in ogni momento e non riuscirei comunque a stare ferma con le mani in mano sentendo il bisogno di ritrovarli” E le sue parole erano vere e sincere. Dentro al suo cuore sentiva un peso enorme a pensarci. Per quanta speranza avesse non poteva essere certa. Certa che i suoi amici la stessero cercando al cento per cento. Poteva confidare nella loro fiducia, nella perseveranza di Ash che lo aveva sempre contraddistinto e nella sua tenacia. Lo conosceva bene. Ma per lei stessa la caduta era stata terribile, leggendo gli occhi di Ash forse anche peggiore dal suo lato. Cosa poteva credere?

“Ascolta, io ti capisco.. comprendo le tue motivazioni, ma cerca anche di ragionare. Potresti anche non arrivare al centro Pokémon o non trovarlo entro sera. E col calar della notte arriveranno i rischi per il terreno, il maltempo, i Pokémon selvatici e altro.. Nelle tue condizioni posso capire che vuoi raggiungere il centro ma rischiate solo di peggiorare la situazione” saggiamente discusse il vecchio. Certamente avevano senso le sue parole, ma Serena non era il tipo da prendere con tanta prudenza queste situazioni. Non più per lo meno.

Serena aveva pur preso dei lati di Ash. Poteva lasciarsi prendere dal lato imprudente di Ash? Quell’imprudenza forse l’avrebbe riportata a casa, poteva chiaramente sentire come avrebbe reagito Ash, voleva reagire come lui. Voleva fare da sé e ormai lei era molto più simile ad Ash di quanto credesse. Essere spericolati poteva riportarla dal ragazzo che tanto amava“A volte dobbiamo correre dei rischi!”

Thomas sorrise e cominciò a grattarsi il mento barboso “Suppongo tu non voglia cambiare idea, ma ti rammento di quanto possa essere rischioso uscire là fuori. Sei sicura che è il caso?”
“Un mio amico dice sempre.. di non arrendersi mai fino alla fine!” toccò il fiocco  la ragazza.

“Ash?” Azzardò lui comprendendo che ormai nel cuore dell’ospite di fronte a sé, c’era solo un ragazzo.

“Beh… e-ecco… si..” mormorò timidamente.

L’uomo annuì mentre si alzò e prese un sacchetto “Sospettavo! Come ho sospettato che ti saresti rimessa in cammino!” Le passò il sacchetto “Ti ho preparato qualche provvista in caso vi venisse fame! Vi conviene muovervi se volete raggiungere il centro Pokémon prima che cali il sole! Credo che il centro medico più vicino si trovi ad ovest!”

La ragazza con il sorriso sulle labbra corse verso la porta “La ringrazio! Non dimenticherò mai quello che ha fatto per noi!”

“E io non credo dimenticherò presto ciò che è successo come per te! Magari un giorno ci rivedremo, chissà! Ma speriamo non durante un temporale e con un Pokémon sulla porta sanguinante!”  ridacchiò lui, anche se nel profondo sperava davvero non accadesse di nuovo in quelle circostanze. Con i ragazzi d’oggi tutto era possibile.

Serena lasciò uscire un piccolo versetto di risata e poi aprì la porta “Arrivederci!” Saluto con la mano, gesto poi ripetuto dal topino giallo.

“Addio!” La salutò infine Thomas con una mano dietro alla schiena e una che agitava. L’ultima visione fu quella dell’anziano che composto scompariva per via della porta che si chiuse lentamente.

Lasciandosi tutto alle spalle, la ragazza e il Pokémon si  prepararono ad andare avanti e a proseguire il loro lungo cammino. “Andiamo a cercare Ash!”

“Pi-Pikachu!” esultò Pikachu con allegria.
 
Intanto… da qualche parte... qualche ora dopo…

“SERENAAAA!! PIKACHUUU!!! MI SENTITEEE????!!!” Urlò Ash, seguito dai suoi amici che chiamavano a gran voce i due dispersi.

“Ash sei sicuro che dobbiamo andare di qui? Per me stiamo sbagliando strada!” Lem provò a sottrarre la mappa che usava di solito Serena, dalle mani veloci dell’allenatore dai capelli corvini, il quale non sembrava dell’idea di lasciare andare l’apparecchio.

“Sono sicuro! La mappa dice così!” commentò l’allenatore “So benissimo dove ci troviamo!”

Clem borbottò qualcosa, non udibile a nessuno, probabilmente commentando il cattivo senso di orientamento di Ash, cosa ormai nota abbastanza “Ash sono passati molti giorni da quando abbiamo perso le loro tracce, dove pensi che siano?”

“Non lo so Clem…” Rispose Ash un po’ deluso dalla sua stessa affermazione “Ma sono sicuro che li troveremo presto!”

Lem provò a guardarsi intorno, notando che il terreno era sempre più roccioso e in salita, sentiva però ancora delle tracce di fango e melma sotto i piedi, che rendevano difficile reggersi in piedi senza scivolare all’indietro “Dici che sono passati di qua? Mi pare sia trovo in pendenza questo percorso, delle persone stanche non farebbero mai questo sentiero.”

“Lo farebbero però se stessero cercando di mettersi in salvo da qualcosa? O meglio… qualcuno…” La voce dell’allenatore di Biancavilla era bassa e lontana. Lem lo trovò accovacciato in avanti, scrutante il terreno. Il tono di Ash era abbastanza preoccupato.

Per verificare quello che diceva, Lem e Clem andarono da lui e guardarono la terra. C’erano chiare impronte di Pokémon, sembravano di Pokémon cani. Erano grosse ma la loro disposizione chiaramente faceva intendere che avevano corso.

Lem portò la mano al mento ed ispezionò le impronte, guardando oltre il sentiero “Non so se ne troveremo altre, perché purtroppo anche se sembrano abbastanza fresche, il terreno da qui in poi è troppo roccioso. Non so se troveremo altro fango umido e molle. Tuttavia se Pikachu e Serena sono passati di qui allora… potrebbe significare che…” non riuscì a terminare l’inventore occhialuto.

Fu la sorellina a continuare “…che sono in pericolo?” La sua voce remissiva mostrava un chiaro terrore e disagio in quei pensieri.

Ash rimase tremendamente scosso da quelle parole, ma era certo allo stesso tempo che Serena e Pikachu erano una grande squadra, anche individualmente potevano cavarsela. O almeno lo sperava “Forza, andiamo avanti!”

Gli altri due amici annuirono e tutti e tre si misero a seguire le tracce, fino a vederle scomparse, come aveva predetto Lem. “Dobbiamo comunque andare avanti, sono di certo andati di qua!” Li incoraggiò Ash.

Il camminò continuò, nonostante il percorso ripido e difficile da praticare  in corsa, soprattutto per un certo inventore, il quale cercava di aggrapparsi a qualunque cosa e di tenere il passo a fatica.

“Avanti fratellone! Datti una mossa!” Si stufò di aspettarlo Clem “Non possiamo stare qui tutto il santo giorno! Non arriveremo mai in cima a questa collina!” Incrociò le braccia sbuffando.

Lem non poteva farci più di tanto, così fece cenno ai due di continuare senza di lui, prima o poi li avrebbe raggiunti. “Andate, io ci metterò qualche minuto in più…”

“Sicuro Lem?” Ash chiese senza dargli troppa attenzione.

“Certo… andate!” Confermò lui, dando il via libera alla bambina e all’allenatore esperto.

I due procedettero fino ad arrivare in cima alla collina, era una corsa faticosa, ma alla fine riuscirono ad arrivare alla metà. Si sorpresero di vedere apparire una cascina in mezzo al nulla. Era molto insolito, ma potevano chiaramente capire che non era abbandonata. E se Serena aveva percorso la strada fino alla fine probabilmente era arrivata lì, no? E se si trovava ancora in quel posto allora ce l’avevano fatta! Ash sentiva in cuor suo che era riuscita la loro missione, che Serena era molto vicina. Non vedeva l’ora di riabbracciarla e di stringere forte il suo adorato amico Pikachu.

Sperava stessero bene e che non fosse accaduto nulla di brutto prima di giungere fino a qui. Si scambiarono uno sguardo e un sorriso, poi arrivarono alla porta. Ash bussò lentamente e senza troppa potenza un paio di volte. Subito sentì dei passi e la porta si aprì, rivelando un anziana figura.

“Vedo che in questi giorni mi capitano sempre visite insolite! Con chi ho il piacere di parlare?” Fece l’uomo anziano proveniente dall’interno.

Clem e Ash avevano ancora il respiro accelerato, cosa che si fece subito notare. L’uomo allora li fece accomodare all’interno e attese pazientemente che riprendessero fiato.

“Ci scusi per l’irruenza, è che abbiamo bisogno di una mano..” La ragazzina più piccola parlò.

L’uomo alzò un sopracciglio, sembrava che tornare indietro alla sera precedente. Forse questi ragazzi erano collegati alla vicenda? Non poteva essere un caso. “Mi chiamo Thomas, è un piacere, in cosa posso esservi utile? Non si vedono tutti i giorni ragazzi in giro.. da queste parti”

Ash e Lem ora sentivano molta più tranquillità, ma allo stesso tempo erano molto in ansia per i loro amici e volevano sapere al più presto notizie. “Vede.. noi in effetti siamo allenatori..”

Thomas ridacchiò “Anche la piccolina?” Indicò Clem, in effetti era piccola per essere un’allenatrice di Pokémon.

“Beh, ecco.. no. Io sono un allenatore, mi chiamo Ash. Lei è Clem e con suo fratello Lem mi accompagnano nel mio viaggio. Siamo un gruppo. Tuttavia..”
“Tuttavia?”

Ash prese un tono più cupo e dispiaciuto “Non ci saremmo solo noi. Qualche giorno fa, durante una tempesta, siamo stati separati dai nostri amici. Siamo sicuri che sono da qualche parte e che dobbiamo ritrovarli, ma le tracce ci hanno portati fino a qui”

Thomas rimase silenzioso e anche piacevolmente sorpreso “Per caso… sono una ragazza di nome Serena con un Pikachu?”

I due sentirono come uno scoppio nelle loro teste e subito sorrisero “Si! Sono loro!” Esclamarono insieme.

Clem saltò addosso ad Ash e lo abbracciò forte “Allora stanno bene! Stanno bene!” Esultò la bambina.

Ash annuì sorridendo serenamente, quasi gli veniva da piangere. Era contento che ce l’avessero fatta entrambi “Li ha visti passare? Sono qui!?”

Thomas li fece rallentare “Beh, erano qui..”

“Erano?” Ripeté Ash confuso e abbastanza frastornato “E’ successo qualcosa?”

Thomas scosse la testa “Non esattamente, sedetevi, vi spiegherò tutto..” Li fece accomodare e poi cominciò a parlare “Ieri sera, verso tarda serata e durante il temporale, qualcuno bussò alla porta  e mi sono ritrovato la vostra amica con Pikachu in braccio..”

“Erano in pericolo?” Clem chiese un po’ preoccupata.

“Temo lo fossero. Almeno così mi hanno detto e così mi è parso inizialmente, visto che c’era sangue ovunque…”

Prima che potesse terminare venne subito interrotto da Ash “COSA?!” Ash era praticamente andato in panico sentendo quell’affermazione. Serena e Pikachu erano feriti e lui non aveva potuto fare nulla per aiutarli? E ora che  ne era delle loro condizioni?

“Aspetta, calma” provò a tranquillizzarli Thomas, mentre Clem aveva ancora una mano davanti alla bocca per lo shock “Si, erano feriti, ma dopo stavano meglio. Solo Pikachu era in gravi condizioni, ma la ragazza è riuscita a prendersene cura abbastanza bene. Lei ha riportato solo qualche graffio.. anche se erano bagnati da capo a piedi.

La cosa non faceva piacere ad Ash in ogni caso, anche se di certo era meglio di nulla. Era nervoso come non mai, ma almeno erano vivi.

“Una volta che si sono ripresi hanno passato qui la notte” Continuò Thomas.

Clem allora si alzò con un semi sorriso “Allora sono qui?! No?”

Thomas di nuovo si ritrovò a negare “No, se ne sono andati questa mattina. Avevo proposto loro di rimanere, ma Serena ha preferito continuare a cercarvi, recandosi al centro medico più vicino. E’ andata ad ovest questo mattino presto!”

“Ovest?!” Chiese abbastanza ansioso l’allenatore “Ma da quella parte ci si allontana e basta dal centro medico che c’è a valle. Se continua così si dirige solo in aree che non riusciremo a controllare!”

“Mi spiace, ma questo non lo sapevo… so solo che devono raggiungerlo entro sera, altrimenti saranno guai.”

“Guai?!” Esclamarono i due ragazzi entrambi in piedi con i pugni serrati.

“Ho paura di si. Quando sono arrivati, Serena mi ha detto che avevano avuto problemi sia per le condizioni atmosferiche che per i Pokémon selvatici. Li avevano attaccati degli Houndoom selvatici. Col calare del sole qui intorno è meglio non trattenersi all’aperto. E purtroppo se è così lontano come dite, anche stanotte potrebbero avere problemi. Pikachu sta meglio, ma non lo trovo nelle condizioni di lottare gran che. Inoltre Serena non può fare più di tanto.”

Ash si sistemò il berretto e prese per mano Clem, tirandola verso l’uscita “Allora in questo caso, dobbiamo assolutamente andare a cercarli!” Ash aveva timore che succedesse qualcos’altro ai suoi amici. Ne avevano passate già abbastanza. “La ringrazio per l’aiuto, ma noi dobbiamo correre!”

“Si, vi capisco. Andate e fate del vostro meglio..!” Persino Thomas sperava che li ritrovassero in tempo. “Ma voi non avrete problemi là fuori di notte?”

“Non si preoccupi, noi abbiamo un sacco di Pokémon che ci aiuteranno sia per le ricerche che per proteggerci. Non correremo rischi! Ora conta solo ritrovare Serena e Pikachu!” Dichiarò Clem mentre seguiva Ash.

Particolare come stava giocando il destino, se avesse insistito a far rimanere Serena, forse adesso si sarebbero ricongiunti e ci sarebbero stai meno problemi. Per quanto si impegnassero tutti a rivedersi, c’era sempre qualcosa o qualcuno che giocava prima e che non voleva far incrociare le loro strade. Adesso era solo questione di raggiungerli prima che fosse tardi.

“Arrivederci ragazzi, fate in modo di trovarli!”

“Si!” I due annuirono correndo fuori.

“Hey ragazzi! Sentirono una voce chiamarli. “Ragazzi aspettatemi! Che succede? Dove andate?” Era Lem, che finalmente era arrivato.

“Non è il momento! Ti spieghiamo mentre andiamo! Dobbiamo correre!” Clem corse a prendere la mano del fratello e lo strattonò per farlo sbrigare.

Lui sgranò gli occhi mentre li guardava pietrificato “Come correre!? E’ successo qualcosa!?”

“Serena e Pikachu stanno bene Lem e si stanno dirigendo ad ovest! Dobbiamo trovarli prima che sia tardi!” lo schiaffeggiò leggermente Clem, come per fargli entrare in testa tutto. Sia lei che Ash erano troppo eccitati e frettolosi.

Il ragazzo di Biancavilla prese delle Pokéball e le lanciò in aria “Greninja! Noivern! Hawlucha! Talonflame!”

I quattro Pokèmon si depositarono sul terreno e si prepararono ad un ordine.

“Serena e Pikachu stanno bene per ora, sappiamo che sono passati di qui. Però stanno cercando un centro Pokémon ad ovest e non lo troveranno presto. Se non li troviamo prima di sera, potrebbero essere guai seri. Dobbiamo mettercela tutta e fermarli!”

Tutti annuirono convinti, pronti a fare ciò che dovevano.

Ash annuì di seguito con sguardo serio “Noivern, Hawlucha e Talonflame, voi controllerete dal cielo. In caso di temporali volate più basso e se non li trovate entro il calare della sera tornate da me. Al massimo poi decideremo cosa fare. Invece se li trovate riportateli da noi il prima possibile!”

I Pokémon volanti annuirono e subito volarono via, cominciando le ricerche dall’alto.

Ash lanciò loro uno sguardo e poi tornò a parlare “Greninja, tu invece cercherai via terra, appena scopri qualunque cosa o li trovi dobbiamo riunirci! Sarà semplice tenerci in contatto e sappiamo perché!”

“Grenin!” Confermò lui con pugno serrato.

“Ascolta, io confido in te. Tengo molto a Serena e Pikachu e non posso perderli di nuovo. Voglio proteggerli ad ogni costo, fallire ancora sarebbe il peggio, non potrei sopportarlo. Non si meritano di passare altro, voglio solo ritrovarli e averli accanto a noi!” alzò il braccio verso l’alto “Insieme, ritroviamoli!”

Anche Greninja alzò il braccio. Un’aura li circondò entrambi li collegò, creando sempre più onde di energia. Fino a che la rana ninja non fu circondata di acqua e mutò il suo aspetto “Ninjaaaa!!!”

“Forza! Cominciamo!” Lo incitò Ash e con questo il Pokémon sparì, partendo alla ricerca della performer e del topino elettrico.

Il Pokémon di tipo acqua ora era collegato al suo allenatore e poteva sentire ciò che provava meglio di chiunque altro. Descriverlo era difficile, ma poteva ben comprendere che Ash nascondeva una grande debolezza e panico dentro di sé, per quanto felice potesse essere che fossero salvi.

Sentiva quanta voglia aveva di stare accanto alla performer e di stringerla a sé, un cuore che batteva veloce per lei. Questo era chiaramente un segno che capiva, lo sapeva cosa si provava, soprattutto se lui stesso lo provava con Braixen.

Sentiva anche quanto volesse abbracciare il suo migliore Pikachu, quanto volesse di nuovo averlo sulla sua spalla e saperlo al sicuro.

Ash poteva essere coraggioso, forte e altruista. Un eroe sotto ogni verso, ma senza i suoi amici, in particolare quei due che gli stavano a cuore più di chiunque altro, perdeva una parte importante di se stesso. 


Nota d'autrice: Eccoci, allora, questa nota sarà lunghina...
prima di tutto... il titolo. Si, si chiama "ovest" perché a ovest del petto abbiamo il cuore. Inolte ovest perché Serena va ad ovest, ma va beh ok ^^ basta così.
Poi... passiamo all'anime.
XYZ si è concluso in giappone. Mi manca tremendamente tutto, la musica, i personaggi, la grafica, la trama, Ash maturo.. tutto. E Sole e Luna mi delude come anime. Hanno tolto ciò che mi ha sempre fatto sognare. Un anime senza i vincoli di scuola, genitori e casa. Hanno tolto ciò che rendeva speciale questo anime, che non sono solo i Pokèmon e l'amicizia. Io voglio Ash di nuovo maturo, voglio la grafica vecchia e Serena. Rivoglio l'anime in cui si viaggia "girovagando per il mondo". E chi apprezza questo nuovo anime, ormai solo a scopo commerciale, dove Ash può essere trattato male come un poppante, perché tanto noi siamo scemi per gli autori, un anime che infrange i voleri stessi del suo padre Takeshi Shudo... beh non lo capico. E questo non è il vero Pokémon, non ho intenzione di guardarlo.
Tornando al finale. Il più bello di sempre, commovente..... ma ovviamente ciò che mi ha fatto impazzire.. urlare e saltare... SERENA HA BACIATO ASHHHHHHH!!!!!! <3<3<3 OH CAVOLI SI CHE L'HA FATTO!!!! E IO NON POTREI ESSERE PIU' FELICE! AMOURSHIPPERS CARI, ABBIAMO SEMPRE SPERATO E ABBIAMO FATTO BENE! 
E LA REAZIONE DI ASH? NON LA PIU' EVIDENTE MA AVEVA GLI OCCHI LUCCICOSI E BRILLANTI E IL SUO SORRISO DICEVA TUTTO! GLI E' PIACIUTO!
MI SPIACE, MA IO LO CONSIDERO CANON ORMAI! LA MIA SHIPPING PREFERITA PER ME E' CANON! 
Inoltre gli autori hanno messo due indizi importanti. Uno è il volo di Serena. Non ricordo come si chiama, ma sia il numero che il nome fanno riferimento al quinto film e a Latias. Traducendo tutto il volo preso da Serena otteniamo "Latias con la bocca" Questo ci fa capire che il bacio di Serena, a differenza di quello di Latias del quinto film, è sulla bocca. Inoltre Ash quando arriva a casa e si chiude la porta dietro a sè, può farci notare che ci sono dei fiori in primo piano. Sono i Baby Breath Flowers, che indicano l'amore eterno. Sono stati messi per fare un riferimento ad Ash e Serena! 
Io dopo questo finale, reputo XYZ la conclusione del vero anime Pokémon. Come Ash è scomparso dalla scena di spalle e la frase finale "And to our own way" ci fanno capire che forse è la fine e sinceramente mi va bene così. Ovviamente se Sole e Luna tornerà con una buona grafica, un viaggio, un Ash decente e con Serena (Perché io ci spero sempre) allora forse tornerò a seguire l'anime. Dopotutto gira un leak che dice che questi episodi sono un flashback e l'arco della scuola durerà solo 15 episodi. Per poi concludersi e passare a saltare nel futuro, riprendendo Alola dopo XYZ. Praticamente i 15 episodi sono una vacanza e Ash dopo torna a casa. Tornerà anni dopo ad Alola, dopo Kalos e lì, secondo il leak, comincerà il giro delle isole o lo continuerà insieme a Serena, Lyllie e ... Gary. Si, signori. Il leak cinese più affidabile mai visto ci dichiara questo e guardacaso, quando finirebbero i 15 episodi a Marzo, vengono rilasciate due action figure di Serena e Gary. Perché proprio lì? C'è gente che magari inizia Pokémon con Sole e Luna e quindi non conoscerà Serena. Perché pubblicare la statuetta così avanti e non alla fine di XYZ? Qui qualcosa puzza.. o profuma *.*
E ora tornando a noi... beh vi spiego perché non ho aggiornato. Ultimamente sono presa per un progetto iniziato su Pokémon Millennium con altri miei amici conosciutì lì. Io e altri due utenti eravano insoddisfatti dell'anime Sole e Luna ed essendo amourshippers che tengono alla serie abbiamo detto "Perché non creiamo una serie tutta nostra?". Certo animarla viene dura, ma scrivere fanfiction, creare un fumetto con una nuova regione, nuovi Pokémon e personaggi... quello è fattibile, no? 
Così è natto il progetto dei "GettAmourZe". Abbiamo reclutato molti altri utenti sul nostro cammino e abbiamo continuato il progetto, portandoci notevolmente avanti. Abbiamo diversi account, che potreste seguire... su Facebook, Deviantart, EFP (eh si, anche qui), Wattpad, Fanfiction.net... insomma. Aiutateci ad espanderci, che è un grande progetto e vi consiglio assolutamente di leggere i primi capitoli che abbiamo pubblicato!
Essendo una delle creatrici per progetto, lavoro attivamente tutti i giorno ad ogni orario a questo progetto. Bisogna creare personaggi, disegnarli, creare costumi, nuovi Pokémon, finire la fisionomia della regione e delle città, creare forme nuove per la regione (tipo Forme Alola), nuove Mega, dobbiamo creare una trama che sia convincente e che abbia senso, quindi fare filler e archi narrativi, progettare i Varietà e le lotte, ogni singola apparizione di personaggi e ogni singolo evento. Inoltre scrivere poi tutti assieme gli episodi e farne le correzione è un lavoro lungo, compresa la traduzione, visto che postiamo anche in inglese. Inoltre anche un fumetto è in produzione e sarò proprio io a disegnarlo. 
Per questo potete capire quante ore mi sottrae questo progetto che però mi diverte tantissimo e mi fa dimenticare l'anime di Sole e Luna. Se vi piace l'amourshipping allora leggerete la giusta fanfiction ;) . Date un'occhiata, vi conviene. E' proprio un grosso progetto che speriamo soddisfi molta gente.
Ovviamente non rinuncerò alle mie fanfiction di Pokémon e Detective Conan, anche perché vorrei pure scriverne qualcuna su Zootropolis, Monster Allergy, Teen Titans, Naruto e Avatar la leggenda di Aang. Però avrò ritmi molto lenti. Mi spiace davvero. Comunque mancano al massimo 3 capitoli a questa fanfiction, quindi a breve credo sarà finita!^^
Detto questo, non posso che dirvi alla prossima! E grazie per la vostra pazienza!


 

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Capitolo 12
*** Non arrendersi mai fino alla fine! ***


Nota d'autrice:
Vi ho fatti aspettare fin troppo! Quindi le parole le lascio all'altra nota d'autrice in fondo al capitolo! buona lettura!^^


Capitolo 12: Non arrendersi mai fino alla fine!

 


“Pikachu tutto bene?” Chiese Serena accertandosi che il Pokémon stesse bene e che le sue ferite non si fossero riaperte. Dovevano sbrigarsi, il sole sarebbe calato tra un po', ma c’era anche da considerare il lungo cammino e il fatto che non avevano idea di dove fosse di preciso il centro Pokémon.

Il topino annuì, non percependo alcun problema al momento. Forse per una volta avrebbero proseguito tranquilli. “Pipika?”

“Uhm? Io sto bene, non preoccuparti. Spero solo riusciremo a trovare un posto sicuro dive fermarci stanotte. Non credo proprio che troveremo presto il centro Pokémon, la strada è solo in salita. Probabilmente dobbiamo attraversare a montagna e arrivare dall’altro lato. E’ l’unica scelta possibile, se torniamo indietro rischiami di perderci e imbatterci ancora negli Houndoom.

“Pi…” Pikachu sapeva bene che l’allenatrice aveva ragione. Non rimaneva altra scelta, quando sarebbe cominciato a scurirsi il cielo, avrebbe pensato lui a fiutare in giro per trovare un riparo. Ovviamente se non avessero davvero raggiunto l’altro lato prima di sera.

Di quel ritmo forse ce l’avrebbero potuta fare, Serena ormai era abituata a camminate lunghe e faticose. Durante il suo viaggio spesso accadeva che dovevano camminare per ore senza sosta, soprattutto se si trovava in posti in cui non era possibile accamparsi.

Si chiedevano entrambi dove fossero i loro amici in quel momento. Nessuno dei due aveva alcun dubbio sul fatto che li stessero ancora cercando, il problema era assicurarsi che li trovassero. Anche per questo volevano raggiungere un centro Pokémon. Allarmare tutte le infermiere avrebbe sparso la voce che li cercavano e poi riunirsi sarebbe stato molto più facile.

Continuarono il loro cammino senza fermare quasi per nulla. Se non erano sfiniti andavano avanti e avanti. Questo percorso proseguì fino a che non sentirono le orecchie tapparsi per la pressione cambiata. Voleva dire che ormai erano molto più in alto e che probabilmente stavano facendo progressi.

Proprio mentre stavano per decidersi a trovare un riparo, notarono il percorso interrompere la sua continua ripidità. Corsero in cima al sentiero e notarono che da lì in poi diventava piano. C’erano delle steppe di prato e qualche alberello in giro, come una piccolissima valle. Il sole stava cominciando a nascondersi dietro alle rocce della montagna, colorando il cielo di rosa.

I due guardarono davanti a loro, non era troppo distante il limitare della valle. Con una corsetta lo raggiunsero presto e arrivando rimasero alquanto scossi. Lasciato alle spalle tutto il loro cammino, non potevano che sentirsi scoraggiati nel notare che ve ne era altrettanto da fare.

Il percorso tornava ripido e in discesa, per fortuna erano tutte colline e prati d’erba chiara e mossa dal vento. Il pericolo dei boschi era passato e ora di certo non avrebbe costituito un problema viaggiare di notte. Era tutto positivo, salvo il fatto che non si vedeva nessun Centro Pokémon sulla strada.

“Pikachu… tempo che Thomas si sia sbagliato. Il centro era da tutt’altra parte.” Continuò a scrutare l’orizzonte. Improvvisamente i suoi occhi caddero su una struttura lontanissima ma dal tetto inconfondibilmente rosso. Sapeva bene cosa fosse: un centro Pokèmon. “Guarda Pikachu!”

Il Pokémon seguì lo sguardo di Serena e vide come lei il centro medico. Un sollievo finalmente. Era parecchio lontano, di certo avrebbe comportato almeno sei o sette ore di cammino, esclusi imprevisti. Tuttavia non sembrava voler piovere ancora e non c’erano boschi che proteggevano le tane di Pokémon selvatici, quindi nessun rivale contro cui combattere e difendersi. Sarebbe bastanto accoccolarsi all’ombra di un albero se avesse piovuto.

Serena cominciò a riflettere. Avevano più possibilità.. “Ok, dovremmo decidere cosa fare. Possiamo fermarci qui fino a domani mattina e riprendere le forze, il problema è che probabilmente ricomincerà a piovere tra poco, o almeno di certo qui in alta montagna. Oppure possiamo proseguire un altro po' approfittando del nuvoloso. Sinceramente preferisco allontanarmi il più possibile da qui e avvicinarmi al centro Pokémon. Prima arriviamo, prima saremo al sicuro, potremo riposare e cercare Ash e gli altri”

“Pikachu.. chupi!” Il topino non aveva bisogno di pensare troppo a cosa scegliere, si sentiva in grado di continuare e soprattutto sapeva che il loro sforzo avrebbe ripagato.

“Ok, allora andiamo!” Dichiarò l’allenatrice cominciando a correre giù sul sentiero.

….

“Greninja, hai trovato nulla?” Chiese Ash con il fiatone. Le ricerche erano durate ore e avevano provato a raggiungere i loro amici, ma non avevano avuto successo.

La rana ninja scosse la testa in segno di negazione. Non immaginava che fossero riusciti a seminarli in così poco tempo.. e lui poteva percorrere kilometri e kilometri in poche ore. Dovevano per forza essere partiti molto prima di loro.

Ash sistemò la visiera del cappello “Cavoli… ormai è notte fonda…” Nel suo tono di voce si notava chiaramente una grande preoccupazione e sconcerto. I rischi che potevano correre Serena e Pikachu erano alti, soprattutto se ancora in zona boschiva. “Ma non possiamo fermarci qui…”

Clem riuscì finalmente a raggiungerlo. Era abbastanza in forma per essere una bambina e di certo reggeva più del fratello il sensore stanchezza e corsa, ma persino per lei era esagerato uno sforzo simile. Correvano da ore e se era morta lei a quest’ora Lem era bello che sepolto, contate pure le 9 vite che poteva avere se fosse un gatto.

“Ash, capisco che vuoi trovarli, anche io e Lem siamo dello stesso volere, ma qui ci porti al suicidio! Per favore, ci vuole una pausa! E’ notte fonda, Lem è ancora indietro e avrà un infarto certo, inoltre è pericoloso andare avanti e ci aspetterebbero ancora ore di percorso.”

“Si ma..”
Clem lo guardò esausta “Capisco che sei preoccupato, ma di questo passo è ovvio pensare che Serena e Pikachu sono già fuori dalla foresta, quindi non c’è motivo di preoccuparsi. Ci vorrebbero ore per raggiungerli e mi pare normale che stiano ancora camminando”

Ash scrutò il cielo appena stellato e fece un grosso sospiro. Si stava rannuvolando quanto il suo spirito, presto nemmeno Pikachu e Serena avrebbero visto quel cielo. “Lo so Clem. Ascolta.. tu e Lem pensate di farcela qui da soli? Insomma…”

“Si, ho capito. Ce la caveremo. Abbiamo tutti i nostri Pokémon a proteggerci! Vi raggiungeremo domani mattina!” In ogni caso, la bambina sapeva che Ash sarebbe andato lo stesso. “Fai attenzione”

Riconoscente il ragazzo annuì “Non preoccuparti! Ci penso io a ritrovarli!” Detto questo corse via, con Greninja che lo guidava.

“…Ho un brutto presentimento…”

….

Serena e Pikachu videro i primi raggi di luce che il sole sorgente stava emanando. Erano stati fortunati che non aveva piovuto nella loro zona. Continuare era stata una buona idea. Ormai il tragitto era poco, in una ventina di minuti minimo avrebbero raggiunto la loro destinazione.

Poteva sembrare un miracolo o un miraggio, invece vedevano il tetto rosso sempre più vicino. “Pikachu… non manca molto” Sentiva il suo fiato divenire parecchio pesante. Non avevano non dormivano da più di 24 ore e ogni passo si faceva sempre più stanco dell’altro.

Pikachu aveva potuto riposare sulla spalla della performer, ma lei non aveva fatto nemmeno un attimo di pausa. Era andata avanti nonostante sentisse le gambe diventare indolenzite e assenti. Un cammino automatico, quasi involontario. Non sapeva cosa la stava portando avanti, ora potevano riposare, no? Eppure sentiva quasi il timore che il centro Pokémon scomparisse dai suoi occhi. Non capiva perché sentisse tutto d’un tratto qualcosa che la rendeva timorosa.

“Pipika?” la domandò Pikachu. La kalosiana non poteva più continuare, si leggeva negli occhi stanchi e provati, che a malapena cercava di tenere aperti.

La ragazza lo guardò con sorriso rassicurante “Non preoccuparti, posso continuare. Non mi fermerò fino a che non saremo sani e salvi. Fermarmi ora è inutile, non riesco ad attendere sapendo che manca così poco!”

Il topino aveva uno sguardo abbastanza contradditorio e contrario. Ancora qualche metro e lei sarebbe collassata al suolo. “Pipika chupi kapi!” Insistette per farla fermare, per dirle almeno di mangiare un boccone delle scorte che avevano.

Si sentiva inutile visto che aveva passato tutto il tempo sulla spalla dell’allenatrice, mentre lei si affaticava. Se non fosse stato per il fatto che lei stessa gli aveva proibito di camminare, non avrebbe esitato a scendere e condividere la stanchezza di Serena.

“Ash sarà felice di vederci, vero?” Ansimò lei. Il pensiero del ragazzo non l’aveva mai lasciata, era troppo forte “Mi basterebbe il suo sorriso per ricaricarmi del tutto”

Pikachu rizzò le orecchie. Per quanto buone le considerazioni di Serena, non andava bene che lei stessa si definisse “scarica”. Non ne poté più, prese le energie e scese dalla spalla comoda dell’allenatrice. “Pipika! Chu, pikapi cha pikapika!”

Serena lo guardò prima con aria confusa e interrogatoria, poi con disappunto “Coraggio Pikachu, non ha senso fermarci qui! Posso farcela!”

“Chu!” scosse la testa. Era un chiaro, limpido, semplice e severissimo “no”.

La performer sospirò e si avvicinò chinandosi. Afferrò dolcemente il Pokémon con le mani e o strinse tra le braccia, procedendo con il suo cammino.

Entrambi sapevano che era intelligente e che quella semplice mosse era stata rilevante e aveva incastrato Pikachu. I motivi erano semplici: divincolarsi le avrebbe fatto male al braccio già ferito e fulminarla… no, non andava viste le sue condizioni.

Ella si fermò, ormai giusta al termine del cammino. Erano a dieci metri dalla struttura. Il sorriso sul volto di Serena era grande e ottimista. Lo rivolse a Pikachu, il quale non poté che sciogliersi di fronte a quel bel sorriso genuino.

Mostrò a sua volta un sorriso, approfittò dell’allentamento delle braccia della biondina e si arrampicò fino alla sua testa, leccandola sula guancia. Era una scena molto familiare: aveva fatto la stessa cosa con Ash quando avevano visto in lontananza una città dopo l’attacco degli Spearow. Non sapeva perché lo aveva fatto, sembrava giusto e basta.
Pochi passi, sempre più lenti… e furono lì.


Ma il sorriso scomparve presto. Gli occhi sorpresi e distrutta ogni speranza provata. “No… non è possibile…” mormorò Serena.

Pikachu osservò scioccato l’immagine di fronte a lui e guardò Serena. Il suo viso dimostrava che sarebbe crollata da un momento all’altro. La sua preoccupazione divenne realtà quando la performer sentì il latte alle ginocchia e cadde su esse con un tonfo.

L’aspetto esteriore del centro aveva mascherato completamente ciò che era dentro: vuoto. Le porte erano serrate, le luci spente e la polvera aveva invaso l’aria interna. Non era possibile entrare e nemmeno era il loro desiderio a questo punto.

Serena sentì gli occhi bagnarsi e inumidirsi, con lo sguardo basso e coperto dai corti capelli color miele. Non voleva far vedere il proprio viso provato dalla stanchezza e lo sconforto.
Il Pokémon nativo di Kanto si avvicinò quatto e scostò un po' la chioma della ragazza, scavando con il musino nell’aura dolorosa che si era costruita Serena. Arrivò a toccare con il nasino la pelle fredda di lei, la quale si alzò lentamente.

Pikachu non aspettò di sentirla parlare, probabilmente perché non c’era nulla da dire al momento, non faceva bene a nessuno dei due. Saltò tra le braccia della ragazza e si lasciò stringere piano, per poi allungarsi e leccare ogni lacrima che versavano gli occhi della performer.

Le leccatine divennero costanti per un paio di decine di secondi. Dandole giusto qualche piccolo attimo di sfogo. “Pipika…”

“Si…” Tirò su col naso Serena “Fermiamoci, mangiamo qualcosa e riposiamo. A questo punto riprenderemo quando staremo meglio…” molta pressione era stata fatta per far uscire quelle parole.

Serena si alzò e si avvicinò ad uno spiazzo d’erba illuminato dal sole. Si sedette e tirò fuori un fagottino con alcune delle ultime scorte che Thomas aveva preparato loro. Prese un tramezzino per lei e uno lo diede a Pikachu, il quale inizio a mangiucchiarlo con appetito.

Sebbene anche lei avesse un po' di fame, sembrava aver perso la voglia di mandare giù ciò che azzannava. Poteva solo sospirare, almeno sei o sette volte al minuto. Anche al topino venne voglia di sospirare di fronte a quello sconforto.

Sembrava andare meglio, esserci uno spiraglio di fortuna e buona sorte… invece nulla.

Finì in fretta il tramezzino e si massaggiò il pancino con fretta. Di seguito tolse a Serena il suo e lo portò alla bocca della performer, cacciandoglielo dentro. Sorpresa dal gesto, dovette masticare in fretta per non ingozzarsi e ingoiò il grossissimo boccone.

Non si aspettava di dover arrivare ad essere imboccata dall’amico Pokémon, ma a quanto pare era stato necessario.

“Pipika, chupi! Pika kapi!” Provò ad incoraggiarla. Non importava quante volte potevano fallire e incontrare ostacoli, avrebbero raggiunto la meta e avrebbero raggiunto il loro obbiettivo. Questo era ci che avevano imparato da Ash ed era ciò che dovevano applicare.

Serena rimase silenziosa, mentre lo vedeva agitare le zampine e faceva un discorso alquanto confuso alle sue orecchie, ma non al suo cuore. “Pikachu…”

“Chupi! Ka, chu chupika, pikapi chu, pipipi! Pikapika, pikachu!” Non diceva di certo di ripartire subito ma… non era mai l’ora di mollare. Non era mai il momento di lasciarsi sopraffare dalla resa.

….

Passarono le ore, Serena e Pikachu si erano presi una pausa dalla lunghissima ed estenuante camminata. Avevano mangiato qualcosa, schiacciato un pisolino… ed era tempo di partire di nuovo. La direzione era ignota, magari continuando su quella strada avrebbero potuto trovare un altro centro. Tornare indietro non era assolutamente fattibile, nella maniera più assoluta.

“Forza, è ora di continuare… vieni?” fece segno al Pokémon di salire sulla sua spalla.

Pikachu non era d’accordo, non voleva  che lei si affaticasse oltre “Chu…”

Serena sospirò e lo prese “Pikachu, non abbiamo altra scelta. Non possiamo stare qui ad aspettare per l’eternità. Vale la stessa cosa che ho detto prima, l’unica speranza è trovare un centro Pokémon, anche se io stessa non so quanto riuscirò a continuare… sono stanca…”

“Pipika…” La ragazza non poteva immaginare quanto Pikachu volesse riunirsi ad Ash in quel momento.

Però provava la stessa identica cosa “Spero solo che Ash non ci reputi morti, oppure sarà davvero dura…”

KABOOOOOM


Un’improvvisa esplosione fece diradare il fumo attorno a Pikachu e Serena. La ragazza portò le mani davanti agli occhi, sentendo la sostanza farle lacrimare gli occhi come degli aghi che colpivano i suoi occhi. L’intera situazione non le facilitava trattenersi.

“Pikachu!? Dove sei!?” gridò lei notando che l’ambiente era troppo pervaso dalla nube artificiale per vedere l’amico.

“Pipika!” sentì arrivare la risposta non troppo lontana.

Serena aprì più che poté gli occhi, lottando contro il fumogeno per scorgere una macchia gialla non troppo distante. “*Cough cough* P-Pikachu segui la mia voce.. *cough* !” disse a stento con una tosse che le impedì di completare la frase.

I due corsero l’uno incontro all’altra fino a che non furono riuniti. Quando il topino saltò tra le braccia della performer, automaticamente i due si raggomitolarono più in basso possibile per non respirare altra aria inquinata. Sentirono altre esplosioni circondarli, seguiti da momenti di paura che i due stavano provando.

Per quanto le esplosioni andavano avanti, il fumo tendeva a diradarsi, quindi erano di attacchi Pokémon. Per un attimo pareva che fossero anche spaventati nel veder chi vi fosse dietro a quella nube, ma questo in confronto con l’opzione del non respirare, era meno problematico.

Tra la confusione in via di dissipazione, gli occhi azzurri di Serena riuscirono a focalizzare cinque figure che si avvicinavano. Sembravano semplici Pokémon ad una prima occhiata, ma poi si rivelarono tristemente familiari.

 

“Preparatevi a passare dei guai, siete soli e soletti?”

“Guai molto grossi, teneri e poveretti!”

“Proteggeremo il mondo dalla devastazione!”

“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”

“Denunceremo i mali di amore e verità!”

“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”

“Jessie”

“James”

“Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce”

“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere e soffrire ancora di più!”

“Meowth, proprio così!”

 

L’ultima cosa di cui avevano bisogno: altri guai.

Il Team Rocket aveva due aspetti, uno comico e platonico, l’altro più serio e minaccioso. Tutto ciò dipendeva dal tipo di faccia che si incontrava di volta in volta. L’ultima era stata decisamente brutta e sfortunata, per e stesse ragioni Serena si sentiva insolitamente intimorita. Sapeva bene che non aveva Pokémon con sé oltre a Pikachu e sapeva che da soli in condizioni normali li, con molta fatica, li avrebbero fermati… ma così non proprio.

Erano fin troppo stanchi e feriti, poteva accadere di tutto e di più, ma di certo una parola in comune che ogni chance aveva era una sola: male.

“Cosa  volete ancora? Non avete fatto abbastanza?!” li accusò Serena, con tutto il risentimento che provava. Per quanto fosse stato un incidente quello che era successo, non poteva non pensare che era stato causato da loro. Il Team Rocket aveva colpito Pikachu e Serena era andata a salvarlo per questo. I due erano finiti in tutto quel putiferio per colpa loro.

Jessie fece le spallucce con aria indifferente “Non è stato abbastanza visto che Pikachu non è ancora finito in mano nostra”

“Ma siamo venuti a rimediare!” Concluse James “Ci spiace per i vostri guai, anzi no, ma finché non vi arrenderete non farete che patire ancora”

Serena si mise sulla difensiva, stringendo a sé Pikachu senza pensare nemmeno per un attimo a lasciar andare Pikachu “Non vi lascerò mai portare via Pikachu! Lo proteggerò con tutte le forze che ho!”

“E tu credi davvero di farcela? Ti salveresti tante preoccupazioni e dolori se lasciassi perdere!” puntualizzò Meowth tirando fuori uno dei suoi artigli per grattarsi il mento. “Ti facciamo una proposta… e ascolta bene perché la esporremo una sola volta!”

Serena rimase in silenzio, sentendosi spinta indietro da quelle parole, dandole un brivido che la portò a chiudersi sempre di più “Una proposta? Che genere di proposta?” parlò con esitazione.

Jessie cominciò a far roteare la sfera poké sulla propria mano “Una molto semplice… come tutti hanno notato, siete in alto mare. Non sapete dove di trovate e dove trovare aiuto. Non avrete la forza di andare avanti ancora per molto e le minacce che potreste affrontare sono ancora molte”

“Quindi la proposta è questa: ti porteremo al primo centro Pokémon nelle vicinanze con la nostra mongolfiera… in cambio tu ci consegnerai Pikachu senza porre resistenza. Credici, è meno faticoso per entrambi”

“Non se ne parla!” Rispose la kalosiana senza la minima esitazione “Non vi darò mai Pikachu. Lui non è solo un Pokémon qualunque!”

“Quale è il senso di questa resistenza? Non è nemmeno un tuo Pokémon ed è causa sua che stai affrontando tutto ciò”

Serena inarcò un attimo le sopracciglia per poi aggrottare la fronte con rabbia “Lui è mio amico, io difendo chi ho a cuore con tutte le mie forze! E poi, per la cronaca, è colpa vostra! Voi avete causato tutto l’incidente che ci ha separati dai nostri compagni! Se c’è qualcuno da incolpare siete voi!”

“Dobbiamo prenderlo come un no?” azzardò Meowth con fare beffardo.

“E’ e sempre sarà un no! No e no! Mai e poi mai vi lascerò portare via Pikachu per fargli del male! Qualunque cosa facciate ai Pokémon che rubate è di sicuro qualcosa di negativo. Preferisco essere io a soffrire e a proteggerlo piuttosto che consegnarlo tra le vostre mani!”

“Pipika…” Pikachu la guardò incredulo, con gli occhi riflessi di pietà e voglia di far qualunque cosa.

“Non cederò mai al vostro ricatto solo per il mio bene, dovessi strisciare a terra o arrivare alla fine!” dichiarò infine Serena con voce potente e segnata dal nervosismo.

James e Jessie si scambiarono un’occhiata d’intesa, quasi prevista, e si prepararono all’attacco. “Inkay usa Psicoraggio!”

Prima che il calamaretto potesse attaccare, Pikachu saltò via dalle braccia di Serena e scaricò un Fulmine contro il nemico. “Pikaaaaaa chuuuuuu!!!!”

Serena fissò stupita il Pokémon “Pikachu ma…”

“Chu pika. Pipika chu pi, pikapika pi!” La guardò convinto. Non aveva intenzione di lasciarle fare tutto da sola. Se avevano imparato entrambi qualcosa in quei giorni trascorsi insieme tra mille difficoltà, era che ogni singolo ostacolo che avevano davanti lo potevano affrontare solo unendo le forze. Le gioie e i dolori di uno o dell’altra poteva essere smaltiti meglio se divisi in due parti.

Serena sorrise e si alzò in piedi, aiutata dal braccio sinistro. “Hai ragione, combattiamo! Pikachu usa Energisfera su Gourgeist”

“Pikapikapikaaa chupi!” L’Energisfera volò in direzione della zucca volante, ma fu schivato con facilità.

“Gourgeist usa Pallaombra!” ordinò Jessie.

“Pikachu usa Codacciaio su Pallaombra e usala come trampolino!”

Il topo elettrico rafforzò la coda, saltò e con essa colpì al polo della sfera oscura, raggiungendo un punto più alto del cielo e ritrovandosi faccia a faccia con Gourgeist. “Chupi!!!” E lo colpì in piena testa con il suo Codacciaio, scagliandolo al suolo.

Atterrò sulle sue zampe, sentendosi acciaccato ancora per le ferite. Presto si ricompose accedendo ad un po' di energia extra e ne approfittò per correre in avanti verso Inkay.
Serena capì abbastanza in fretta le sue intenzioni e le assecondò “Procedi con Attacco Rapido!”

Pikachu continuò a velocizzare fino a colpire il medusino e a mandarlo a terra come il compare. Per un attimo sembrava davvero tutto possibile e la vittoria poteva apparire un sogno raggiungibile. “Bravo Pikachu!” Lo complimentò Serena con gratitudine per gli sforzi che stava compiendo l’amico.

Il Pokémon si girò appena, ancora sulle sue quattro zampe, per sorriderle e chiederle di continuare a guidarlo.

L’attimo di riposo però durò poco. Uno Psicoraggio improvviso arrivò ai suoi piedi e lo fece alzare da terra, fino a roteare in aria. Cercò un poco di equilibrio e si raddrizzò abbastanza da poter rispondere con Fulmine.

Il contrattacco riuscì ad andare a segno e Inkay fu a terra K.O. “Nooo Inkay!” si rattristò James “Come è possibile che ci facciamo battere da quella mocciosa!?”

“E’ assurdo! Mettiamo fine a questa umiliazione!” Comandò Jessie “Gourgeist usa Neropulsar!”

“GEEEEIST!”

Non ci fu abbastanza tempo per schivarlo. Come era finito in aria, Pikachu si ritrovò sbattuto con forza sul terreno. Fu in quel momento che sentì le ferite riportate contro gli Houndoom farsi rivivere. Sentì la forza acquistata completamente svanire in un solo colpo inferto.

“Pikachu!”

La frittata era stata girata completamente.

Jessie non era soddisfatta, voleva a tutti i costi finire quello scontro “Continua a colpire con Neropulsar!”

“Prova a respingere con Fulmine!” Chiese Serena.

Il lottatore caricò per bene le guance e usò Fulmine. L’attacco elettrico ebbe la meglio, distrusse quello avversario e procedette verso il Pokémon spettro. Prima di colpire il bersaglio, Wobbuffet si mise in mezzo e con Riflesso lo rispedì a Pikachu, con il doppio della potenza.

Una mossa non prevista e gli effetti costarono molto cari. Il botto lo colpì in pieno e lo scaraventò all’indietro, non avendo la forza di aggrapparsi al terreno. Sentì qualcosa porsi dietro di lui e bloccarlo prima che potesse farsi male oltre.

“N-Non muoverti, non preoccuparti… ci penso io…” mormorò Serena mentre venivano ancora spediti indietro dalla forza devastante di quell’attacco.

Cominciarono a rallentare e un ultimo sbalzo li fece atterrare sulle rocce. Fu troppo tardi per la ragazza, non ebbe il tempo materiale di girarsi e la caduta fu più dura del previsto. Il braccio destro finì per scontrarsi sulla terra dura e schiacciato dal peso del proprio corpo.

“Aghhhhhh!!!” urlò di dolore, senza poter trattenersi.

Il grido allarmò il topino che trovò l’energia necessaria ad aprire gli occhi e controllare l’amica. Guardò con orrore l’espressione sofferente di Serena, la quale stringeva i denti e le braccia, facendo così sentire quanto stesse provando quell’atterraggio.  “PIPIKA!”

“V-Va tutto bene.. v-va tutto bene…” Non capiva se lo stava dicendo a se stessa o al Pokémon. Sapeva solo che aveva bisogno di dirlo.

“Gourgeist usa Pallaombra!” approfittò la donna dai capelli fucsia.

Serena sentì un colpo arrivarle addosso e scaraventarla ancora più indietro, quasi a aggredirla psicologicamente e intimandole di mollare la presa. Si ritrovò con il lato destro del corpo completamente scoperto, rivelando così la fasciatura sul braccio completamente strappata.

“Pikachu…” sussurrò prima di sbarrare gli occhi di fronte alla vista di Gourgeist sopra di lei e pronta a colpirla con Ombrartigli. Si preparò all’impatto e si chinò per proteggere Pikachu con il suo corpo, dovendo purtroppo usufruire del braccio ferito come scudo.

Sentì un dolore immenso e poi il braccio divenne totalmente immobile, come morto. Sapeva che il colpo era andato a segno, vide il sangue fresco colarle sull’arto intero e dolori vari nel resto del corpo. Non ebbe nemmeno la  forza di urlare, talmente il male le soffocò il respiro.

 Pikachu venne spazzato via dalla sua presa, sebbene fosse certa che non era stato colpito. “Pi…” mormorò quando colpì il terreno. Non era in grado di muoversi, sebbene stesse lottando contro l’atroce dolore per correre dalla performer per aiutarla.

“Sono quasi commosso…” Scossa la testa Meowth “E’ una scena così sentimentale”

Sotto le parole crude e amare del gatto, Serena e Pikachu volevano davvero piangere, la ragazza già lo faceva per il dolore.

“Non capite quanto sia stupido quello che fate? Guardatevi, vi sforzate per qualcuno che di certo vi creda morti”

“Avete mai pensato che vi abbiano dimenticati? Vale la pena davvero sentire tutto questo dolore quando potevate terminare tutto velocemente? Sentitelo, il bruciore della sconfitta e della lontananza…”

Serena cercò di rialzarsi, tremando come una foglia per lo sforzo che stava provando a fare. Cominciò a gattonare in direzione di Pikachu, quasi strisciando. Ignorava le morse di dolore che la stavano tormentando e continuò pian piano a portarsi verso il piccolo Pokémon completamente in catalessi per il gesto che la performer stava compiendo.

“E’ quasi peggio del moccioso…” commentò Jessie in un misto di stupore e osservazione. Inarcò le sopracciglia e rimase sorpresa a guardarli. Stesso facevano James e Meowth.

Sembrò durare giorni, eppure Serena finalmente arrivò da Pikachu, lo strinse con il braccio sinistro e lo avvicinò al petto, chiudendolo sotto di lei per fargli da scudo. “Se volete prenderlo, dovrete passare sul mio corpo prima”

“Accogliamo l’invito!” rispose Meowth “Avanti ragazzi! Fatele rimpiangere la sua scelta!”

Jessie annuì e stringendo un pugno di fianco alla gamba ordinò al proprio Pokémon di attaccare “Gourgeist usa Pallaombra!”

“Googoogoogoogoo geistttt!!” Colpì in pieno la ragazza, la quale fece una smorfia di dolore e cominciò ad abbassarsi sempre più sul terreno, non reggendo più il peso del proprio corpo.

Con la mano del braccio gravemente ferito strinse un cumulo di terriccio, cercando di tenere duro e di non crollare.
Qualche secondo e arrivò il secondo colpo. La cosa strana era il diminuire del dolore provocato dalle sfere quando collidevano contro di lei invece che l’aumentare, segno che pian piano stava perdendo sempre più coscienza e il suo corpo era sul punto di collassare. Il dolore originale rimaneva, ma i nuovi colpi sembravano non arrivare nemmeno. Sapeva solo che c’era una spinta a imporle di lasciarsi andare.

“P-Pipika…” Con un filo di voce il compagno espresse le sue ultime scuse. Qualche lacrima lucida scese dagli occhi del Pokémon elettrico, carica di depressione ma leggera come la rugiada scivolosa su una foglia.

“H-Hai fatto del t-tuo meglio… sono f-felice di essere arrivata f-fin qui con te. S-Scusa se non ti ho saputo proteggere abbastanza…” La sua rigidità scomparve e finì con tutto il corpo al suolo. Non poneva più resistenza, non cercava di resistere al dolore e o di farsi forza. Pensava solo a rimanere dov’era e tenere Pikachu sicuro tra le sue braccia.

Non sentì arrivare alcuna risposta, probabilmente il Pokémon aveva già perso conoscenza e presto sarebbe arrivato pure il suo turno. Si sentiva tremendamente in colpa, ogni volta che parevano così vicini riusciva solo a fallire. Pensava a quante volte sentisse di aver raggiunto Ash e invece erano così lontani.
Forse mai nemmeno come persona lo avrebbe raggiunto, mai avrebbe potuto diventare come lui o almeno divenire forte dentro almeno la metà.

Cominciò a risentire il dolore arrivare per ogni colpo, così come l’oscurità che si avvicinava sempre di più. Provò ad immaginare un’ultima volta il sorriso del suo Ash, il ragazzo che l’aveva portata a cambiare se stessa. Sotto un certo senso si sentiva quasi fiera di aver resistito tanto e di aver provato con tutte le sue forze a proteggere il suo piccolo amico. Era quasi felice di essere ferita ma di aver lottato e dato tutto ciò che aveva.

Vide un Ash che le sorrideva e le diceva di andare avanti e di resistere, che era quasi arrivato, ma sapeva che era solo la sua immaginazione. Sembrava quasi reale e ciò che le trasmetteva un po' di sollievo e dolcezza. Le sue parole divennero quasi realtà, più forti e vicine di quanto potesse immaginare. Più sentiva le forze mancare, più l’immagine di Ash diventava confusa ma reale e confortevole.

Pensò infine all’amore che provava per lui e sperò con tutto il cuore che questo suo ultimo pensiero potesse raggiungerlo. Fu felice che l’ultima cosa che vide era Ash, reale o meno. Poi ogni coscienza l’abbandonò.

“SERENAAAAAAA!!!!!”




Nota d'autrice: Lo so, sono perfida a concludere così... ^^"
Mi scuso sempre per il tempo passato. Davvero, sono imperdonabile, o almeno potete cercare di comprendermi? ^^" Tra il progetto dei GettAmourZers e tutti gli impegni da vita privata, sono pienissima di impegni. Ormai mancano 2 capitoli alla fine di questa fanfiction. Uno se raddoppio la lunghezza del prossimo che sto scrivendo! :D
Davvero, voglio ringraziare i miei lettori e recensori per l'appoggio, senza di voi ovviamente non sarei così motivata ad andare avanti con questa fic^^ e a scriverne un possibile seguito (Si potrei farlo)
Quindi scusate e grazie di cuore! Occhi aperti per il prossimo capitolo! :D

 

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Capitolo 13
*** The bond between us ***


Nota D'autrice: Eccoci al momento tanto atteso!!!! il finaleeeeeee!!!!!
Lascio i messaggini e ringraziamenteialla fine.. solo una cosa però. Scriverò un finale alternativo all'episodio di Ash e Greninja dopo la sconfitta con Edel. Quando Serena va da lui a cercare di farlo tornare in sè. Infatti in questo capitolo ci saranno piccoli riferimenti! Buona letturaaaa!!!




Capitolo 13: The bond between us
 

“Uh?” i membri del Team Rocket alzarono la testa sorpresi.

“SERENAAAAAAA!!!!!”

La voce calda e rassicurante, ora piena di rabbia e ferocia era di fronte a loro. Gli occhi color nocciola emananti un’aura aggressiva e potente. Arrivò in corsa e con un solo gesto fu chiaro cosa li aspettava e chi era arrivato.

E sapevano che questa volta il moccioso avrebbe fatto pagare ogni singolo torto. Non avevano altra scelta se non combattere.

“Greninja attacca con Acqualame!” Urlò Ash.

“Wobbuffet usa Rifesso!”

L’attacco come previsto venne rimandato indietro, ma Greninja era pronto a contrastarlo. “Respingi con Taglio!”

“Gourgeist usa Neropulsar sul moccioso!”

L’allenatore comprese che l’attacco era diretto a lui. Si gettò a terra per schivarlo, come tentativo di non farsi del male. Non realizzò bene il suo tremendo errore fino a che non fu tardi. Vide il raggio nero passare sopra la sua testa, andare oltre e dirigersi verso l’amica. Per bloccarlo provò a raggiungerla e proteggerla, ma non fu abbastanza veloce e vide con orrore il colpo che andava a segno.

Appena la vista tornò chiara trovò Serena nella testa posizione, ma spostata più avanti. Non riusciva a capacitarsi di quello che aveva fatto. Era colpa sua se era stata colpita, perché si era scansato e non aveva fatto nulla per impedirlo. Nemmeno l’aveva protetta.

A quel punto scatto qualcosa in lui e si lasciò avvolgere dai sensi di colpa e la vendetta. “GRENINJA USA ACQUALAME!!” Urlò lui

“NINNNNJAAAA!” Un solo attaccò basto per sbattere Gourgeist a terra e metterlo K.O. Ormai per il Team Rocket rimaneva solo Wobbuffet.

Cominciò a soffiare il vento, sempre più forte, carico di gocce e schizzi d’acqua. Il sole era presente ma l’aria fredda che si aggirava intorno alla rana Pokémon e il suo allenatore erano davvero preoccupanti per i criminali.

Ash girò la testa e rivolse uno sguardo su Serena e Pikachu. Non seppe nemmeno lui cosa lo trattenne dal gettarsi subito da loro per vedere come stavano, ma sentiva chiaramente che la rabbia e il risentimento stavano avendo la meglio. Voleva distruggere ogni cosa, voleva attaccare senza sosta e restituire ogni singolo graffio.

“…La pagherete molto cara… potete farmi del male, catturarmi, attaccarmi o provocarmi… ma l’errore più grande lo avete appena commesso e ho intenzione di farvelo capire…” Disse con voce minacciosa, capace di far trasalire e rabbrividire.

 

FLASHBACK

 

“Lo sento, siamo vicini! Greninja ancora un ultimo sforzo!”

“Gre!”

L’allenatore guardò in lontananza, sapendo che ormai non mancava molto a raggiungere i loro amici, sperando fossero ancora da quelle parti. Eppure ciò che lo preoccupava era il brutto presentimento che sentiva sulla pelle, quello che ti avverte che qualcosa di brutto sta accadendo. Sapeva bene di avere una certa sintonia sia con Pikachu che con Serena, quindi voleva sperare di sbagliarsi.

L’istinto dei Ketchum però sbaglia di rado e a provarlo fu un’esplosione arrivare da lontano. Sentì lo scoppio e lanciò uno sguardo tra le colline ormai ad un kilometro al massimo di distanza. C’era un sacco di fumogeno che si alzava in cielo.

Sentì una stretta al petto, simile a quella che provò quando vide Serena scomparire dietro alla terra nel momento in cui cadde nel fiume. Un sentimento di terrore e confusione lo pervase e sentì affiorare la preoccupazione per i suoi amici. “MUOVIAMOCI!” Intimò l’amico acquatico di accelerare il passo.

La corsa era più turbolenta del solito, non tanto per il percorso ma per i sentimenti che provava l’allenatore. Continuavano ad arrivare esplosioni alle sue orecchie e vedeva dei fulmini provenire dalla stessa zona. Era certo al 100% che quelli erano di Pikachu, sapeva riconoscerli ovunque. Ciò che lo turbò di più fu il momento in cui le saette smisero di apparire ma i botti continuavano.

Ciò non fece altro che portarlo a diventare sempre più rapido, sempre e sempre di più.

In poco tempo finalmente riuscì a scorgere qualcosa: le tute bianche e i volti familiari di alcuni maledetti ladri e poi… qualcosa che avrebbe preferito non scorgere, o almeno non in quel modo.

Non aveva uno specchio, ma era certo che era diventato pallido. Pallido nel veder arrivare ai suoi occhi la figura della ragazza più importante per lui a terra, con il suo Pikachu tra le braccia, entrambi feriti malamente. Pallido nel vedere alcune macchie di sangue sicuramente dei suoi amici. Il volto dal bianco divenne rosso di rabbia e furia, con gli occhi bagnati di lacrime e le mani tremanti. La tempesta che cercava di fuoriuscire non fu trattenuta, ormai l’immagine era ben chiara e immagazzinata nel suo cervello.

Era ora che la tempesta scoppiasse e devastasse tutto.

“SERENAAAAAAA!!!!!”

Il vortice di acqua della sincronizzazione cominciò ad infervorarsi, come un limite invalicabile di Ash era stato appena oltrepassato: i suoi amici. Dalla massa di energia si riconobbero dei fasci di luce rossa, segno della fuoriuscita di rabbia feroce del Biancavillino. Quando tutto fu finito, Greninja aveva cambiato aspetto.

“Questo non lo dovevano fare…”

 

FINE FLASHBACK

 

I tre lestofanti guardarono sudando freddo il kantoniano, il quale non aspettava altro che ripercuotere tutto il suo risentimento su di loro. Sapevano che conveniva darsi alla fuga, prima che fosse troppo tardi “Uhm… ascolta… perché non facciamo che noi ce ne andiamo e dimentichiamo tutta questa storia?” propose Meowth agitando le zampe davanti a sé.

Ash non rispose, continuò a procedere camminando verso di loro insieme a Greninja, armato del suo shuriken gigante.

“E in più non attaccheremo per un bel po'!” aggiunse James con voce altrettanto spaventata.

Ash si fermò, serrando bene i pugni alzati, mostrano chiaramente le rigide nocche delle dita e le vene che fluivano furia fin troppo contenuta “Questa volta non sarò buono come le altre. Avete sempre cercato di infastidirmi e fare cose scorrette, ma questa volta avete fatto un errore madornale. Ferire Serena e Pikachu in questo modo sarà l’errore più grosso che rimpiangerete!”

“*gulp*” i tre indietreggiarono.

“GRENINJA USA ACQUALAME E FALLI SPARIRE!”

Greninja prese il suo gigantesco shuriken d’acqua, ora di un colore rosso acceso e lo scagliò con forza contro i nemici, sollevando terra e polvere. Una ventata e luce accecò i presenti, concludendo il tutto con un enorme scoppio.

James prese un taccuino, in mezzo all’aria “Tenere a mente, mai far arrabbiare il moccioso così tanto”

“Questa volta forse abbiamo esagerato un po'” ammise Jessie.

“RIPARTIAMO ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!”

Il kizuna si disattivò e l’allenatore si inginocchiò al suolo per riprendere fiato. Non ricordava di aver mai perso il controllo in quel modo, escludendo le volte in cui era controllato da delle forze maligne.

Tuttavia c’era poco tempo per pensare a quello. Il ragazzo dai capelli corvini si girò e corse verso i due corpi degli amici, ancora immobili che giacevano sul terreno. “SERENA! PIKACHU!” si abbassò e in fretta appoggiò le mani sulle braccia di Serena per voltarla verso di lui.

Al tatto sentì subito le mani bagnate, sapeva bene cosa era e gli venne un’ansia pazzesca quando lo realizzò. Il cuore gli batteva a mille e sentiva già le lacrime colargli sul viso. “N-No… ti prego…”

La girò a pancia in su, vedendo Pikachu ancora ancorato sotto il suo braccio sinistro ormai rigido. La voglia di proteggerlo era tale da averla ridotta così, dandogli una grandissima angoscia. Si erano protetti a vicenda ed entrambi erano gravemente feriti, sperava solo non fosse già avvenuto il peggio.

Tutto il corpo di Serena era pieno di ferite e lo stesso per quello di Pikachu, entrambi avevano una ferita sanguinante. Non sapeva davvero cosa pensare, non comprendeva quale gli desse più pena e dolore. Avevano passato troppo e non era riuscito a trovarli prima e proteggerli, si sentiva inutile e orribile.

“S-Serena… Pikachu… avanti…” Non poteva accettarlo, non poteva considerare nemmeno l’eventualità di aver perso due membri della sua famiglia così importanti, perché per lui loro lo erano, come Lem e Clem. Il suo migliore amico, compagno fidato di avventure, qualcuno di così importante da non poter lasciare… e la ragazza che aveva a cuore più di chiunque altro, colei che aveva fatto breccia dentro di lui. “A-AVANTI!”

Dopo tutta la fatica fatta per ritrovarli non era giusto che accadesse questo, che il destino se li portasse via così e per una sua distrazione. Non era giusto togliergli due parti fondamentali di sé in un sol colpo. Con tutti i pianti, le speranze provate… era così vicino. Eppure sembrava essere crollato tutto.

Cominciò a piangere, più di quanto non avesse mai fatto. Voleva rivederli con lui, pronti a sorridergli e stargli accanto. Voleva disperatamente farlo, sembrava tutto troppo surreale. Aveva avuto tanti incubi in cui perdeva Pikachu ed erano terribili, qualcosa che era certo di non sopportare nella realtà. Ora invece si ritrovava ad affrontare due terribili ombre oscure. “V-Vi prego…”

“Nin…”

Sentì qualcosa muoversi, subito li guardò e vide il pelo di Pikachu, ancora macchiato dal sangue, alzarsi e abbassarsi. La lucidità nei suoi occhi aumentò “P-Pikachu?” Era vivo, c’era ancora possibilità di salvarlo. “Greninja! Dammi una mano, prendi Pikachu!”

Il Pokémon di tipo acqua si chinò e prese dolcemente tra le braccia il compagno di squadra. “Ja!”

Ash passò poi all’amica performer, le scostò un po' i capelli e socchiuse gli occhi con dolore. La strinse tra le sue braccia, timoroso di perderla ancora. Non la voleva più lasciar andare anche se forse lo era già. Non era questo il modo in cui voleva riabbracciarla. “Serena non voglio perderti, ti prego apri gli occhi e sorridi come fai sempre.. non lasciarmi!”

Congiunse l’orecchio fin sopra il petto della ragazza, cercando disperatamente un battito. Ascoltò per parecchi secondi, non riuscendo a capire se il cuore battente che sentiva era solamente la sua immaginazione o era reale. Strinse la mano di Serena nella sua, chiedendole di reagire e di tornare da lui.

Le dita delicate di Serena cominciarono a muoversi e a chiudersi attorno a quelle di Ash. Il ragazzo la fissò spalancando gli occhi appannati e lasciò cadere qualche altra lacrima di sollievo. “G-Grazie…”

La prese in braccio, con le mani sotto le ginocchia e dietro la schiena della biondina e si alzò in piedi, tenendola il più vicino possibile a sé. “Greninja! Trova Noivern e Talonflame e dì loro di portarci al più vicino centro Pokémon nelle vicinanze! Subito!”

Erano passate parecchie ore da quando era arrivato al centro Pokémon gridando “La prego, aiuto!” e aveva affidato Pikachu e Serena all’infermiera Joy. Aveva trascorso il tempo camminando in tondo, trattenendo gli attimi di follia che voleva sfogare, pensando ai suoi errori e pregando che i due si rimettessero.

Non potevano arrendersi adesso, erano sopravvissuti al momento che prima di qualche ora fa, era quello che poteva averli davvero lasciati uccisi. Si chiedeva cosa avesse fatto di male per perderli, oltre a non proteggerli abbastanza. Sapeva benissimo che se il peggio fosse accaduto non avrebbe mai ritrovato la forza di riprendersi e continuare il suo viaggio.

Si pentiva di non aver passato abbastanza tempo con il suo primo Pokémon e migliore amico, il quale si era persino sentito trascurato. Che ricordo gli aveva lasciato?

E per Serena? Lei che aveva tanta fiducia, la stessa che gli aveva acceso una scintilla di novità e quel bel sentimento caldo che portava nel cuore? Doveva ancora parlarle, capire se quello che provava non fosse solo una fantasia, chiederle se provava qualcosa per lui e dargli una chance.

“Ash Ketchum?” una voce lo svegliò dal suo trans.

“Sono io! C-Come stanno!?” Scattò in piedi avvicinandosi all’infermiera.

La donna gli sorrise con fare materno e un po' malinconico “Pikachu aveva una brutta ferita e ho dovuto trattarla con molta urgenza. Per fortuna era stata già parzialmente curata in modo superficiale e quindi non si è infettata. L’intervento è andato bene, anche se è presto per dire se tornerà abbastanza in salute per sopportare i ritmi di lotte in palestra o delle leghe Pokémon”

“…Capisco… almeno è andata bene…” Ash sentì già un paletto conficcarsi nel cuore. Per quanto fosse contento che Pikachu si sarebbe ripreso, odiava considerare la possibilità che non tornasse a lottare come un tempo. Adorava combattere, insieme erano una squadra… era il loro sogno. Non per questo non gli sarebbe stato accanto, ma sperava il suo sogno si realizzasse.

Joy annuì “Sii fiducioso, sembra un Pokémon forte, vedrai che tornerà a sprizzare fulmini in men che non si dica e più forti di prima!”

Ash sorrise, Pikachu era indubbiamente forte, il suo tenace compagno. Il sorriso svanì quando dovette passare all’altra ferita. “E per quanto riguarda la mia amica Serena?”

Non capì se l’espressione dell’infermiera era preoccupata o sollevata, questo lo inquietava a dir poco “Si riprenderà…”

“…Nel modo in cui lo dici sembra ci sia un ma… la prego, mi dica cosa ha” Gli occhi ancora lucidi e tremanti del ragazzo non riuscirono a non colpire Joy, la quale sospirò dopo un leggero attimo di esitazione.

“Purtroppo le ci vorrà un bel po' per riprendersi, ha subito parecchie ferite. In particolare quella al braccio mi preoccupa un po'. Dovrò fare qualche accertamento e verificare che non sia nulla di grave”

La notizia lo sconvolse, lo lasciò davvero depresso e distrutto. Sapeva bene che parte di colpa era sua, non avendola protetta e aiutata abbastanza. Non se lo sarebbe mai perdonato se fosse peggiorata, lei doveva alzarsi, tornare a sorridere e viaggiare con lui.

“Se vuoi andare a trovarla puoi farlo, si sveglierà a breve”

Il ragazzo annuì ancora sotto fase di shock. Seguì l’infermiera fino ad una delle stanze che normalmente venivano assegnate agli allenatore per pernottare. Gli fece cenno di entrare pure, non lo avrebbe seguito.

Ash trovò molta difficoltà ad avanzare la mano fino alla maniglia e girarla. Forse aveva paura di affrontare le conseguenze della sua inettitudine. Di avere davanti la ragazza che non aveva protetto o salvato. La sua testa stava esplodendo. Recuperò le forze nel braccio ed entrò.

Serena era sdraiata sul letto, sembrava riposare abbastanza pacificamente, quello era già un bene che lo risollevava al minimo possibile. Si avvicinò camminando con leggerezza, sperando di non svegliarla. Disturbarla era una delle cose che voleva meno, ancor più parlarle e affrontare gli amari sensi di colpa che già affioravano. Averla salvata per lui non era sufficiente, perché se ci fosse riuscito a prima volta nulla sarebbe accaduto a lei e Pikachu.

Fu abbastanza vicino e a quel punto non riuscì a tenere a freno la voglia di prenderla per mano, un conforto per entrambi. Purtroppo questo dissipò ogni speranza di non svegliarla, sebbene avesse creduto che dopo quei colpi e chissà cosa avesse passato… non i sarebbe svegliata facilmente.

Fu quasi di sobbalzo il risveglio della performer, la quale diede a Ash un colpo. “C-Cos?” La voce le usciva roca dalla bocca. Credeva di aver perso conoscenza o anche peggio e ora si ritrovava in compagnia di qualcuno e non vedeva nemmeno Pikachu.

“T-Tranquilla! Sono io!”

Quando le arrivò quella voce alle orecchie, lei aveva ancora la vista un po' offuscata, ma la riconobbe subito. Girò la testa e subito le tornò chiaro quello che vedeva. Sussultò appena, vedendolo di fianco a sé, mano nella mano.

Ciò che più la turbava era che non sapeva se crederlo reale o solo un sogno che stava facendo mentre in verità si trovava ancora chissà dove in fin di vita. Eppure anche nel più bello dei sogni Ash non era mai sembrato così reale, il suo sguardo era così profondo e il contatto con la sua mano le dava un calore impossibile da confondere con l’illusione.

Serena non si mosse di una virgola e continuò a fissarlo speranzosa “A-Ash? Non sto sognando, vero?”

Ash annuì “S-Si, sono io… è tutto reale”

“E Pikachu?” chiese lei preoccupata. Aveva tante domande, ma quella per ora era l’unica che contava più delle altre.

“Si riprenderà, grazie a te che l’hai protetto” Fu tutto ciò che riuscì a dire.

Serena si sentì un po' sollevata, almeno ora sembrava davvero tutto finito “Menomale…”

“Già… sei al sic-..” si bloccò di colpo quando poso lo sguardo sulle bende che spuntavano dal vestito avvolte intorno al braccio destro della ragazza. Quando era sdraiata non lo aveva visto. Così come ora sembravano apparire anche le altre ferite già visibili. Gli aveva tolto le parole dalla bocca.

Aveva così vergogna che il gesto successivo di Serena lo pietrificò. Sentì il corpo di Serena appoggiarsi a lui, la testa della ragazza sul suo petto e il caldo affetto che emanava. Non servivano le parole per capire che in quel contatto lei stava esprimendo tutto l’affetto e la gioia nel rivederlo.

Non voleva capire il perché della sua reazione, era colpa sua se era finita in quel guaio e se aveva sofferto, sua se adesso era ridotta in quello stato, sempre sua se provava dolore. Non le avvolse le braccia attorno e non la abbracciò stringendola al petto come aveva sempre immaginato di fare se l’avesse ritrovata. Ora si sentiva una nullità.

Rimasero in quella posa per qualche minuto, senza muoversi o dire nulla. Serena non capiva del tutto come mai Ash fosse così freddo, forse era arrabbiato con lei per averlo fatto preoccupare? O davvero il Team Rocket aveva ragione e si era rassegnato tempo prima?

All’improvviso Ash la prese piano e la allontanò da sé con sguardo basso, quasi oscurato dalla visiera del berretto, senza però staccare le mani dall’amica. A quel punto Serena cominciò a preoccuparsi. “…Non dovresti…” borbottò lui.

Quelle parole la ferirono, perché non poteva abbracciarlo? Ce l’aveva tanto con lei? Poteva capirlo ma non credeva a quel punto o almeno non poteva immaginarlo. Faceva quasi più male di quando avevano litigato dopo la sconfitta all’ottava palestra contro Edel. Solo ora le sembrava assurdo quanto l’avventura appena passata le ricordasse la volta in cui si era persa tra la neve. Se lo aveva preoccupato solo un quarto di quella volta allora lo aveva davvero fatto soffrire (N.A. a fine capitolo la spiegazione) “I-Io… capisco se ce l’hai con me, n-non volevo farti preoccupare…”

Ash alzò appena gli occhi per guardarla e sospirò. Era ovvio che aveva reagito sbagliato come al solito, lei era quella che aveva sofferto e così la faceva solo peggiorare. “Non dire sciocchezze Serena, non dovresti trattarmi così bene perché è colpa mia se ti è successo questo”

“Non è vero… tu non c’entri nulla. Sono io che avrei dovuto stare più attenta, si capisce che ti ho fatto star male… e-e non v-volevo…”

Ash la bloccò subito stringendo la presa alla sua mano. Serena o guardò e lui scosse la testa “Non importa cosa ho provato io e non colpevolizzarti. Hai passato quello che hai passato per colpa del Team Rocket e mia”

“Questo no-…”

“Invece lo è e ti impedisco di negarlo” Di nuovo Ash la interruppe “Sappiamo entrambi perché incolpare il quei maledetti. Il punto è che se fossi stato io a prendere Pikachu o combattere meglio non saremmo qui ora. Anzi, se non ti avessi lasciata cadere e avessi tenuto la mia mano aggrappata alla tua… beh non proverei questa rabbia verso me stesso”

Serena sapeva che non era ancora il momento di controbattere, a quanto pare Ash si stava sfogando.

“Credimi che ero davvero spaventato prima di parlarti. Non so cosa sia successo mentre ero via, solo qualche accenno, ma immaginarlo mi da angoscia. Pensavo che quando ti avrei rivista ti avrei abbracciata, saremmo tornati tutti assieme a viaggiare e forse… beh comunque… più è passato tempo più mi sono accorto che non sarebbe andata così. Come posso parlarti dopo che quello che ti ho fatto passare? Ho promesso a me stesso di proteggere sempre chi mi è più caro, eppure tu e Pikachu ve la siete vista brutta a causa mia. Non mi importa se per voi non è così, è successo e non si può cambiare, questo è il vero problema”

“…”

“Io stavo malissimo Serena! Sapendo che avrei potuto perdervi e le possibilità di salvarvi erano state sufficienti se solo le avessi davvero sfruttate. I-Io… pensavo che dopo quello che è successo la scorsa volta…” Sospirò cercando di ricomporsi senza successo “Saresti tu quella a dover essere consolata, invece da egoista ho cominciato a parlare di quanto fossi disperato anche se avevo detto che non lo avrei fatto…”

L’allenatore si trattenne dallo scoppiare a piangere, ma qualche lacrima scese lo stesso. Ora che almeno era finito quell’incubo poteva farlo “Tsk… mi sento davvero pessimo… dovrei smetterla di parlare di me, ma non riesco a farne a meno. Perdere te o Pikachu… mi distruggerebbe, ancor di più se avete sofferto”

Serena sentiva ora la mano stritolata da quella del ragazzo, non se ne lamentò, Ash ne aveva bisogno. Tuttavia vederlo sul punto di piangere era bruttissimo per lei. “P-Per caso… ti sei mai…”

“Mi sono mai…?”

“…R-Rassegnato?”

Ash spalancò gli occhi “Scherzi!? Non lo farei mai! Non senza la prova davanti agli occhi! Non arrendermi mai fino alla fine! E’ il nostro credo, no? Non potrei rinunciare a voi, accetterei qualcosa del genere? I-Io… ammetto che a volte era difficile non pensarci e il solo pensiero mi disperava ma…” Non ce la fece più e pianse qualche amara lacrima. Si malediceva: non doveva essere lui a piangere!

Serena subito fece uno sforzo e lasciò la sua mano. Inizialmente l’amico sembrò rimanerci piuttosto male, ma la kalosiana non perse tempo ad abbracciarlo, stavolta più chiaramente, anche se con un solo braccio. “Smettila ok?”

Sembrava un rimprovero, anzi lo era di certo. Ash si ammutolì, ormai aveva imparato che anche se rara era meglio non accendere una Serena arrabbiata.

“Vedere entrambi in brutte situazioni ci fa star male, ormai lo abbiamo capito. E credo che non verremo ai capo ad una vera conclusione per questa storia. Ognuno di noi si vuole addossare parte di colpa, però io non ce l’ho con te e mai l’avrò, come non ritengo tu sia responsabile. Hai fatto di tutto per salvarci e sai benissimo che se tu non fossi arrivato in tempo durante quello scontro adesso io non ci sarei più e Pikachu pure forse”

Un punto a favore di Serena in effetti…

Lei continuò “Io so solo che non volevo farti provare tutto questo, come tu volevi evitarlo. Non è colpa di nessuno dei due, possiamo dimenticare tutto se ci sforziamo. Questa distanza mi ha solo confermato quanto io stia bene accanto a te” confessò con le guance rosse.

Pure Ash dovette nascondere il rossore, grattandosi la guancia “A dire il vero più stai con me… più guai devi affrontare…”

Serena scrollò la spalla buona “E allora?” cercò di sollevare il morale con un sorriso “Mi piacciono i guai, o almeno ormai ci sono abituata e non è così male, alcuni sono anche positivi. E’ ciò che rende il nostro viaggio più emozionante e ci avvicina di più!”

“Staresti meglio senza di me Serena…” Ash non riusciva a non essere serio.

Serena sperava che non fosse serio “Hai intenzione di scaricarmi dal gruppo Ash Ketchum?” alzò un sopracciglio.

Subito il ragazzo alzò le mani agitandole in panico “Assolutamente no! Non potrei… o a meno che tu non voglia più viaggiare con me… lo capirei dopotutto è a seconda volta che…”

“Stavo scherzando, è l’ultima delle mie intenzioni” disse Serena per tranquillizzarlo, anche se nel profondo sperava pure lei che le loro strade non si dividessero mai.

Un silenzio imbarazzante li zittì, la ragazza cominciò a massaggiarsi la spalla destra, sentendo ancora il dolore intenso. Parlare l’aveva distratta un po'.

Ash ovviamente se ne accorse “Ti fa male?” le domandò preoccupato.

“Guarirà, è solo un graffietto…”

“Non hai risposto alla mia domanda…” si lamentò un po' lui. Sviare non lo avrebbe fermato di certo “E comunque se fosse solo un graffietto l’infermiera Joy non avrebbe detto che deve fare degli accertamenti perché è preoccupata”

Serena guardò basso “Uh, un pochino…” ammise. Ash non rispose, ma la guardò con sguardo poco convinto. A quel punto lei dovette riformulare “Ok, parecchio… ma come ho detto passerà. Ho passato di peggio! Ipotermia… ecc.. ecc..”

“Possiamo metterli sullo stesso piano” Concluse lui “Mi spiace…”

Serena appoggiò la mano sinistra sulla spalla di Ash “Non fa niente, come ho detto passerà…” sorrise con tutta la sua dolcezza.

Ash non aspettò più e la abbracciò con tutta la sua forza, ovviamente facendo attenzione a non farle troppo male. Non era più riuscito a trattenersi di fronte al suo dolcissimo sorriso, gli era troppo mancato. Stava sfogando ogni paura provata e preoccupazione. Quanto era bello tenerla tra le braccia dopo tanto tempo “Mi sei mancata”

Arrossì di colpo, ma per sua fortuna non fu visibile. Serena non si era mai sentita più al sicuro dopo quei terribili giorni. “Anche tu mi sei mancato” le parole uscirono da sole dalla bocca.

Da lì iniziarono a parlare di come avevano passato gli ultimi giorni e di come avevano sopportato la lontananza. Avevano discusso sulle avventure passate, su Thomas, su Pikachu e sul loro ricongiungimento. Ovviamente tralasciando ogni singolo riferimento ai sentimenti che provavano l’uno per l’altra, anche perché Ash ancora non aveva ben compreso lui stesso cosa erano o se erano esistenti sul serio.

Serena però aveva problemi a tenere tutto per sé, nella sua testa risuonavano le parole di Pikachu come se fossero state reali “Sai… ci sono stati tanti momenti in cui ero davvero vicina ad arrendermi”

“Non lo avresti fatto, ne sono sicuro!” dichiarò deciso.

Serena annuì “Vero, ma solo per alcuni motivi: il primo è che volevo a tutti i costi riportarti Pikachu, il secondo era che io sono fedele al nostro credo… e l’ultimo era che…”

“…che?” chiese lui curioso.

Serena arrossì “Che volevo rivederti ad ogni costo”

Ash sobbalzò appena, spalancando gli occhi ora luccicosi. Non capiva perché ma si sentiva tremendamente in imbarazzo, ma uno di quelli belli ed eccitanti. Gli batteva il cuore, cosa intendeva Serena?

“Mentre mi sentivo più giù, spaventata o senza forte, pensavo a te o apparivi e ritrovavo la forza di rialzarmi per andare avanti. Mi succede sempre a dire il vero, anche se non ci sono kilometri di distacco a separarci. Tu sei riuscito a rendermi ciò che sono e mi motivi più di tutti. Mi basta un tuo sorriso per non cadere definitivamente. Sei una delle persone a cui tengo di più, senza te sarei già stata perduta da tempo”

Bocca e occhi di Ash erano spalancati, continuava ad ascoltare. Non sapeva che dire, gli stava fumando il cervello e il cuore era su punto di evadere dal suo petto. Stava come scavando con il piccone talmente stava battendo.

“E’ da tanto che v-volevo dirtelo, fin da quando eravamo bambini, anche se ora quello che provo… cioè… voglio dire che…” sentiva che era arrivato il momento di dirglielo.

“S-Si?”

“Io… t-t-..”

Lui rimase immobile, impietrito e bloccato da uno strano calore. Deglutì cercando di capire cosa stava succedendo.

“A-Ash io… t-ti a-…”

“…?!”

“SIAMO ARRIVATIIIII!!!!!”

La porta si spalancò ed entrarono di corsa due visi a loro familiari. Entrambi i ragazzi ebbero un sussulto e un mezzo infarto. Era quasi tremata la stanza all’irruenza degli ospiti, che di certo non capitavano nel momento giusto. Ash finì rovesciato a terra dalla sedia su cui si era seduto e Serena si aggrappò alle lenzuola rabbrividendo.

“Cosa ci fate qui!?” gridò Ash ancora spaventato.

“Abbiamo deciso che era inutile stare indietro, così abbiamo trovato Talonflame e Noivern… e quando Greninja ha trovato loro ci siamo fatti dare un passaggio fino a qui, guidati da lui!” Spiegò Lem.

Clem alzò le braccia al cielo, verso Serena e corse per abbracciarla “SERENAAA!!” ma si fermo di colpò quando vide i due in quello stato. A quel punto capì che forse avevano fatto un errore di tempismo. “Abbiamo interrotto qualcosa?” Chiese anche se già sicura della verità.

“C-Certo, solo che… abbiamo avuto troppe sorprese in quest’ultima settimana” mormorò Ash ancora gambe all’aria, con il berretto a coprirgli la vista.

Avevano sopportato troppi colpi di scena per quella giornata e quello di certo quello era stato il più odiato. Erano felici di rivedere Lem e Clem ma proprio adesso che stavano per dirsi qualcosa di importante? Il momento era stato completamente rovinato!

“Ops, mi sa di si… caspita…” Lem si grattò la testa.

Clem a quel punto riprese a correre e arrivò da Serena, abbracciandola alla vita “Che bello rivederti! Stai bene! Ero sicura che ci saremmo riuniti, ero sicurissima! Sono così felice, mi sei mancata tantissimo!!!!”

Serena poggiò una mano sulla testa della bambina e le sorrise “Anche io sono felice, mi siete mancati tutti!”

Clem la guardò meglio e il suo viso divenne sconcertato “Cosa ti sei fatta?! Sei piena di ferite e il braccio è fasciato!”

“Nulla di grave, ho avuto qualche piccolo problema, ma tornerà tutto normale” la rassicurò Serena, non serviva dirle tutta la verità. Non voleva farla raccapricciare, era solo una bambina.

Dalla porta spuntarono anche altri 4 Pokémon: Braixen, Sylveon, Pancham e Greninja. Dalla finestra erano visibili pure Noivern e Talonflame che guardavano all’interno.

Subito i tre Pokémon di Serena le corsero incontro e le fecero le feste con gioia, commossi per l’avere di nuovo vicina la loro allenatrice.

“Uff…” La piccola biondina osservò le guance di Serena, ancora leggermente arrossate, mentre la performer era occupata a coccolare i suoi amici. Poi rivolse lo sguardo ad Ash che veniva aiutato da Lem ad alzarsi e guardavano la scena contenti. Stranamente, anche lui sembrava arrossato, imbarazzato o turbato dall’interruzione. La realizzazione colpì Clem come un Fulmine di Pikachu “Oh cavoli!”

“Uh?” la guardò Serena ancora intontita.

Clem subito si avvicinò e parlò un po' troppo ad alta voce “Non dirmi che abbiamo interrotto la vostra dichiarazione!”

“Cosa?” Domandò subito Ash non avendo sentito bene da capire, ma abbastanza per volere una ripetizione.

“Niente!” Subito esclamò Serena.

“Ah…” sospirò l’allenatore con la testa un po' bassa, sembrava una cosa così importante…

“Pikachu come sta?” chiese Lem cercando di aiutare Serena a cambiare argomento, visto l’evidente disagio.

Ash si sistemò il cappello “Beh… l’infermiera ha detto che pure lui si riprenderà, è forte” tralasciò il dettaglio sulla sua carriera di lottatore, non se la sentiva di deprimere Serena più di quanto non lo fosse già. “Possiamo andare a trovarlo, devo farlo pure io dopotutto. Prima non potevo”

“Vengo anche io!” cercò di unirsi a loro alzandosi dal letto, ma subito tutte e tre gli amici la fecero risedere.

“Nono! Portiamo noi Pikachu qui, tu devi riposare!” Insistette Ash. Vide l’infermiera Joy entrare e ne approfittò per chiederle il permesso “Infermiera! Possiamo portare qui Pikachu?”

“Credo stia abbastanza bene per farlo, ho fatto un paio di controlli e dovrebbe rimettersi completamente nel giro di una settimana al massimo” Lo informò la donna controllando delle carte. Aveva compreso che Ash non aveva di certo informato gli amici sulle condizioni reali di Pikachu, quindi lo tirò in disparte un attimo.

“C’è qualcosa che mi deve dire?” domandò lui in ansia.

Joy sorrise “Dicevo la verità, non volevo dire davanti ai tuoi amici di quello che abbiamo parlato prima. Comunque Pikachu davvero starà meglio e credo che con qualche allenamento potrà tornare a combattere come prima. Ovviamente prima deve riposare”

“E’ fantastico!” esultò lui a bassa voce “E’ un grosso sollievo sapere che andrà tutto a posto” Dopotutto aveva ancora da discutere con Pikachu di alcune cose, tipo l’averlo lasciato in disparte un po' durante le lotte. Se fosse finita male di certo non se lo sarebbe mai perdonato. Avrebbero sofferto troppo entrambi.

“Si… anche se non è l’ideale con una lega alle porte. Immagino stiate andando a Luminopoli per competere”

“Già, ma insieme ce la caveremo. Al massimo lo terrò a riposo fino a che non siamo arrivati e poi ci alleneremo durante il torneo. Combatteremo il meno possibile o affronteremo sfide leggere, così potrà dare il meglio nelle fasi finali!” promise Ash, non voleva che Pikachu si facesse male e non aveva intenzione di commettere gli stessi errori del passato.

Joy annuì “Mi pare vada bene, se non ti spiace mentre andate a prendere Pikachu… farò gli accertamenti di cui ti parlavo”

Ash tacque, qualcosa nello sguardo di Joy ancora gli dava inquietudine. Serena sarebbe stata bene, no? “Ok…” poi si rivolse agli altri “Ragazzi? Venite con me?”

“Certo!” Annuirono gli altri per raggiungerlo. I Pokémon di Serena furono dell’idea di rimanere, ma la loro allenatrice lanciò loro uno sguardo significante “anche voi” e decisero di non controbattere. Obbedirono e se ne andarono a trovare Pikachu, chiudendo la porta dietro di loro.

I suoi occhietti si aprirono lentamente quando sentì la voce del suo allenatore. Non gli sembrava vero, inizialmente gli sembrò di essere diventato pazzo o di essere nell’aldilà. Tuttavia nl momento in cui lo ebbe davanti agli occhi non poté essere più certo che fosse lì.

Se non fosse stato per la ferita terribile che aveva, gli sarebbe saltato addosso “P-Pikapi?”

“Si, sono io! E ora è tutto finito amico mio!” lo sollevò e portò al petto, stringendolo in un dolce abbraccio. Pikachu appoggiò la testolina sulla spalla di Ash e si lasciò coccolare. “Scusami Pikachu…”

“Pi?”

“Per tutto… per averti lasciato in disparte, per averti fatto passare attraverso tutto questo. Non mi merito la tua amicizia…” Disse lui stringendolo un po' di più “Sei il mio migliore amico, non sopporterei mai l’idea di perderti, per me sei indispensabile e insostituibile. Ho bisogno di te al mio fianco perché ormai sei parte della mia famiglia. Ma anche perché dobbiamo realizzare il nostro sogno, ormai è anni che viaggiamo insieme ed è giusto raggiungerlo insieme”

Il topino gli diede una piccola e debole scossa, per dimostrargli quanto ricambiava quelle parole e che non ce l’avrebbe mai avuta con lui.

“Mi perdoni?”

“Pika!” esclamò dandogli qualche leccatina affettuosa. Non c’era mai stato nulla che li aveva divisi e mai sarebbe arrivato.

Ash asciugò una lacrima che gli scese e subito tornò ad abbracciare il proprio Pokémon “Grazie…”

Ruppero l’abbraccio ma Pikachu rimase ancora nella presa di Ash “Vedrai Pikachu! Ti riprenderai e sono sicuro che con un allenamento speciale tornerai a sprizzare lampi come mai prima d’ora!”

“Chu…” Sbadigliò lui ancora un po' stanco. Le sue orecchie rizzarono quando ricordò un dettaglio che aveva dimenticato “Pipika!!”

“Uhm? Ah intendi Serena?” lo calmò “Non agitarti, pure lei è in salvo. L’infermiera ha detto che si rimetterà”

Pikachu abbassò le orecchie, non contento lo stesso. Doveva proteggerla ad ogni costo e invece era lei che aveva protetto lui al punto di ferirsi gravemente “Chu… pipi chu…”

“Ehi… non devi colpevolizzarti di nulla. Avete entrambi fatto il possibile per proteggervi a vicenda e così è stato, non vi siete arresi fino alla fine e sono fiero di entrambi. Dimentichiamo tutto, voglio solo essere felice di riavervi con me, ok?”

“Pi…”

“Ah… e grazie di averla aiutata, grazie di cuore. Per fortuna c’eri tu… beh ovviamente hai capito che intendo, non che vi volessi in quella situazione!” concluse il biancavillino.

Si rialzarono e cominciarono a camminare verso la stanza di Serena. Ash teneva ancora Pikachu tra le braccia e lo accarezzava gentilmente, sebbene avesse uno sguardo un po' pensieroso. Bussarono alla porta ed entrarono.

Serena si trovava in piedi in mezzo alla stanza, con l’infermiera Joy che le parlava voltata di spalle. La performer non era ben visibile, ma sembrava aver la testa leggermente bassa. Ash chiuse la porta, abbastanza forte per farsi sentire e avvisarle che erano rientrati.

Joy e Serena subito li notarono, l’infermiera pareva turbata secondo Ash, ma stranamente sorrise subito. Probabilmente l’avevano sorpresa o interrotta in una discussione importante. Serena invece preoccupava Ash. Aveva il viso pallido e gli occhi lucidi, con le mani strette al fiocco sul vestito. Ora era preoccupato…

Improvvisamente l’espressione di Serena mutò quando incrociò lo sguardo dell’allenatore. Sembrava molto più serena e rilassata. Cosa diamine stava accadendo? “Serena? Tutto bene?”

La ragazza annuì “Si, non preoccuparti”

“Però così mi preoccupo lo stesso…” pensò lui, per nulla convinto dell’affermazione. Sperava che non fosse nulla di grave.

“Io consiglio di non avere fretta ora che tutto è finito. La lega è più avanti e avete un po' di tempo per riposarvi, anche perché ritengo che Serena e Pikachu ne abbiano parecchio bisogno” Si rivolse poi ad Ash, vedendo la preoccupazione nei suoi occhi “Vi assicuro che è tutto a posto, ci vuole solo tanto riposo”

“Capisco… questo è un bene” Rispose lui sempre sulle sue.

Serena guardò Ash dispiaciuta “Se vuoi Ash possiamo ripartire subito, così siamo sicuri di arrivare alla lega il prima possibile”

“No!” Rifiutò subito “C’è tempo per quello, abbiamo tutti i giorni necessari per riposare, arrivare a Luminopoli e io di iscrivermi” si avvicinò a Serena e le prese la mano dolcemente “Ora per me conta solo che tu e Pikachu vi rimettiate e continuare il mio viaggio tutti assieme! Ho bisogno che Pikachu sia in forma per lottare! E che tu sia piena di energie per sostenermi e tifare per me!”

Serena gli fece un occhiolino “Sai benissimo che le energie le troverei sempre per quello!”

Lui le rispose con un ghigno “Giusto per precauzione, faremo come consiglia l’infermiera!”

“Strano, un Ash così paziente di fronte alla lega Pokémon non me lo aspettavo!”

“Essere paziente e fiducioso mi ha aiutato a ritrovarti”

“Io direi più avventato e cocciuto” Si intromesse Clem.

“Concordo” si permise anche Lem.

Ash si voltò di scatto verso di loro “Ehi! Vi siete coalizzati contro di me?”

“Si, perché siamo stanchi e affamati… e suppongo anche tu!” Puntualizzò Clem indicando lo stomaco del giovane corvino. In effetti non mangiava da più di un giorno. Se ne era semplicemente dimenticato.

Guarda caso la sveglia umana per la pappa di Ash cominciò a suonare, facendo ridacchiare i presenti, soprattutto Serena “Lo sai, mi è mancato sentire il borbottare della tua pancia”

“Ah si?” ridacchiò lui “Allora ti piace pure farmi tanti pokébigné! Visto che non potrai esibirti puoi sempre prepararmi un po' dei tuoi manicaretti!”

“ASH INSOMMA!” Lo sgridarono l’inventore e la sua sorellina. Non era proprio un’uscita ideale, visto ciò che era successo.

Però a quanto pare Ash sapeva come far ridere Serena e il suo sorriso era una delle cose più belle per tutti, ma in particolare per lui. Ricominciarono a ridacchiare entrambi Ash e Serena, senza pensare più ai pensieri negativi.

“Ok, penso sia possibile, passerò un po' di tempo dietro ai fornelli!”

Il kantoniano si sorprese, non diceva davvero sul serio “Io scherzavo! Ma se davvero lo vuoi fare non ti tiro indietro, anche se non devi sforzarti troppo!”

“Un po' di sforzo per forza ci sarà, visto lo stomaco che ti ritrovi! Ti premierò per avermi salvata, per essermi sempre vicino, per tenermi impegnata e soprattutto per darti un po' di carica per la lega!”

Ash incrociò le braccia già godendo “Risponderò ad ognuna delle tue motivazioni: non devi nemmeno farlo per quello, non ti abbandonerò mai, mi pare un buon passatempo e… ora ho la convinzione che questa lega sarà mia!”

Serena stava di nuovo per ridere, quando si sentì un altro fragore, anzi un paio. Tutti guardarono Ash, il quale stavolta si difese “Eh no, stavolta non ero io! Non riesco a fare due suoni contemporaneamente!”

“…A dire il vero… credo sia stata io…” Arrossì Serena imbarazzatissima.

“Pi… chu…” Ammise Pikachu, era lui il secondo colpevole.

Tutti rimasero sbigottiti, da Pikachu? Aspettabile. Da Serena? Cribbio no… ma ad Ash piaceva un sacco questo capovolgimento della situazione “Serena è così carina in questo stato! …Aspetta, cosa?” la sua mente formulò solo questo.

“Serena! Non me lo aspettavo da te!” la prese in giro Clem.

La ragazza divenne sempre più rossa “Beh è da un po' che io e Pikachu non mangiamo come si deve…”

Clem trattenne una risatina e portò la mano alla bocca “In questo momento sembrate proprio fatti l’uno per l’altra!” Quel lato di Serena dimostrava, insieme a tantissimi altri punti, che era perfetta per Ash.

Serena divenne rossa come un forno, mentre Ash nascose un lieve rossore. Prese a grattarsi sotto il naso con il dito e a ridacchiare “Non è una novità! Serena la mia migliore amica! Per forza siamo legati, in ogni aspetto, quindi anche lo stomaco!”

“…” Clem dovette fare un facepalm talmente grosso da lasciare il segno delle dita sulla sua faccia. Non era possibile che fosse tornato così idiota in quell’argomento! Aveva acceso gli ormoni solo mentre Serena era sparita? Ora li rispegneva? Eddai!!

La ragazzina si avvicinò all’allenatore e lo guardò con viso truce, seccato e annoiato “Sei irrecuperabile…”

“…”

“Ingenuo”

“…?”

“Stupido”

“…??”

“Imbranato”

“…???”

“Insensibile”

“…????”

“Antiromantico”

“…?????”

“Magikarp cocciuto”

“…!?”

“I tuoi ormoni sono più spenti di uno Slowbro”

“…Cos…?!”

“BASTA COSI’!!!” il braccio Aipom spuntò dallo zaino di Lem e sollevò Clem in aria, la quale se ne infischiò altamente.

“E io che pensavo stessi migliorando!” Esclamò esasperata la bambina con il codino, alzando la testa al cielo. Caspita cosa doveva fare per far capire tutto ad Ash? Far schiattare Serena? Eh no, era come una sorella e poi come poteva poi mettersi con Ash? Aveva tra le mani un caso complesso e disperato.

“Oooookaaaayyy…” Si rivolse a Serena “Allora? Andiamo a fare una scorpacciata alla Ash Ketchum!” Dichiarò l’allenatore passando un braccio sotto le ginocchia di Serena e uno dietro alla schiena, per poi sollevarla in braccio. “SI MANGIA!”

“A-Ash!” squittì imbarazzata la ragazza “Dai sembra che sia io quella devi mangiare!”

Scrollò le spalle “Nah, quello non è un problema. Se tu fossi davvero dolce di sapore quanto la tua personalità allora ti avrei già divorata da un pezzo!”

“Mi devo preoccupare?” si divincolò appena lei sempre più rossa in viso “Posso camminare da sola! Inoltre sai benissimo che non riuscirei mai a mangiare quanto te!”

“Il tuo stomaco parla diversamente e quella lingua la conosco molto bene! A costo di imboccarti! Mangiare fa recuperare le forze e star meglio!”

“Non lo metto in discussione, ma quello si addice più a te e poi non funziona in un giorno solo. O almeno non a chi non sia Ash”

“Vuol dire che per un giorno tornerai ancora Ash Ketchum!” Ribatté lui “Ti sei già immedesimata in me, non credo sia un problema rifarlo!”

“Touché”

“Ti presto anche il mio preziosissimo cappello se ti è utile per farlo!”

“Il tuo preziosissimo cappello?”

“Certo! Per te ne vale la pena!”

“Sono onorata!”

“E poi ti sta benissimo”

La discussione fece scoppiare a ridere tutti, tra le frecciatine e il trattamento che Ash le riservava, Serena si era ritrovata a ridere di buon gusto e incapace di controllare l’arrossamento. Finalmente le cose stavano tornando come prima, forse.

Era calata la notte, la luna sorgeva alta nel cielo, però ora era molto più piacevole guardarla. Non erano sperduti chissà dove, preoccupati che quella fosse l’ultima volta che l’avrebbero potuta osservare. Sembrava così brillante, eppure Serena non riusciva a coglierne lo scintillio. Qualcosa nei suoi occhi era spento.

“Pipika?” le domandò il topino tra le sue braccia.

Entrambi avevano deciso di fare una passeggiata nel cortiletto del centro, sicuro e anti branco furioso di Houndoom. Il pensiero di farlo insieme era forse perché non avevano ancora avuto l’occasiona di parlare e stare insieme così dopo l’attacco del Team Rocket. Non si erano davvero goduti un attimo di pace.

“Finalmente siamo di nuovo con la nostra famiglia eh?” Sussurrò lei “Sembra così strano eppure sono contenta, non mi sembra neanche vero che tutto tornerà alla normalità”

“Pika?”

“Beh, quasi tutto…” Stringe le mani alle braccia, così chiudendo sempre più la presa attorno a Pikachu. Le tremavano gli arti.

“Pika chu pi pika chupi” Pikachu era convinto che le cose tra Ash e Serena sarebbero cambiate, prima o poi avrebbe trovato un modo di dichiararsi. O era altro a preoccuparla?

“E’ normale che le cose non saranno uguali, dopotutto non sarà davvero possibile dimenticare de tutto questa faccenda. Ci possiamo provare e pensare solo che la distanza ci ha uniti tutti di più. Anche se alcune ferite non spariranno da sole, altre non se ne andranno proprio”

Si sentirono dei passi, ma presto scomparvero.

“Spero saremo in grado di farcela Pikachu”

“Pikachu! Pipi!” la incoraggiò. Era certissimo che ce l’avrebbero fatta. “Pikapika chuu!”

Serena si sdraiò sull’erba, con ancora il Pokémon tra le braccia “Sai, se potessi tornare indietro e scegliere o no di vivere questa avventura, probabilmente sceglierei di non farlo, però ormai è successo e credo che qualche lato positivo ci sia stato: ci siamo uniti di più!”

“Chupi!” concordò Pikachu.

“E ti ringrazio per avermi aiutata fino alla fine. Se non ci fossi stato tu probabilmente sarebbe finita molto male già all’inizio. Anche solo saperti con me mi dava la motivazione di riportarti da Ash. Non solo mi hai protetta, mi hai incoraggiata e sostenuta. Sei un amico davvero e ti voglio bene”

Il topino arrossì un po', era la prima volta che qualcuno si esprimeva a lui così oltre ad Ash. Questa ragazza era davvero speciale e non avrebbe mai rimpianto di aver dato tutto ciò che poteva per aiutarla.

“Alla fine però ce l’abbiamo fatta. Certo, è Ash che ci ha salvati ma ad essere onesta sono felice anche così. Entrambi speravamo di rivederlo presto e proprio lui ci ha tirati fuori da un guaio. Vorrei essere un po' come lui”

“Tu sei molto meglio di me Serena!”

I due subito si alzarono e videro un Ash che goffamente cercava di ritirare le sue parole, non perché fossero sbagliate ma perché aveva appena dimostrato che stava origliando.

“Scusami!!! Non volevo origliare! È che ero preoccupato quando siete spariti e venendovi a cercare vi ho trovati e ho sentito qualcosa…” calò sempre più il suo tono di voce.

“Non preoccuparti, non era nulla di che, stavamo solo discutendo sulla nostra disavventura” sorrise senza prendersela. Per fortuna non avevano parlato dei suoi sentimenti!

“Sono contento che tu e Pikachu abbiate legato così tanto! Essendo così amici noi due, mi rende felice che Pikachu si senta a suo agio con te come con me e ti assicuro che di norma sono gelosissimo!” ridacchiò ricordando quanto odiava prestare Pikachu ad altri allenatori, eppure quando lo faceva con Clem, Lem e soprattutto Serena, non se la prendeva affatto. Probabilmente oltra l fatto che era molto unito ai tre, era da contare pure che era maturato e non pensava più solo come un bambino.

Serena aspettò che l’amico si sedesse di fianco a lei “Altri motivi?”

“Boh, mi pare giusto così, sesto senso” rispose semplicemente.

Il rumore dei Pokémon selvatici notturni che canticchiavano rendeva più piacevole l’atmosfera. La luna sembrava pulsare brillio sempre più intensamente e le stelle le facevano da assistenti. Era una notte davvero stupenda, forse la prima davvero considerabile tale dopo giorni.

“Sai… forse in effetti un po' ho origliato senza volerlo…”ammise in una risatina imbarazzante.

Serena alzò il sopracciglio con aria interrogativa “Senza volerlo?”

“Ok, in effetti sono rimasto ad ascoltare un po', dopo avervi trovati avrei potuto lasciar perdere ma ero preoccupato anche per altre questioni e pensavo che ne avrei saputo di più. Scusami” sorrise dispiaciuto, sdraiandosi di fianco a lei sull’erba.

“Cosa ti preoccupa?” chiese lei senza sospettare minimamente la risposta.

Ash non parlò subito, poi però rispose più diretto che potesse “Tu”

La ragazza rimase stupita, girò la testa per guardarlo, volendo chiedergli le motivazioni, ma il ragazzo l’anticipò senza nemmeno distogliere lo sguardo dal cielo stellato “Serena, se c’è una cosa che ho imparato è che riesco a leggerti più che ogni altra persona o cosa. Non so come, ma mi viene spontaneo. Non capirò tante cose e neppure posso davvero leggerti in ogni parte ma riesco a capire esattamente se il tuo sorriso è vero o falso. Credimi, conosco il tuo sguardo quando sorridi ed è davvero speciale. Se cerchi di falsificarlo allora capisco che qualcosa non va” Non solo conosceva quel sorriso, lo amava, ma dirlo così ad alta voce forse non era esattamente la cosa migliore da fare, o almeno per lui.

“Io… n-non hai tutti i torti”

“Noi siamo come una grande famiglia, se c’è qualcosa che non va possiamo parlarne ed esserci gli uni per gli altri. Fidati di me, se hai qualcosa che ti disturba io ti ascolterò e se serve ti consolerò o starò accanto. Non devi affrontare per forza da sola tutti i problemi, alcuni li puoi superare solo se sei aiutata da qualcuno che ti vuole bene o a cui tu ne vuoi. Io voglio farmi carico dei tuoi problemi se ti aiuta e mi preoccupa di meno” sebbene fosse serio, rilasciò una risatina “Altrimenti finisco per preoccuparmi davvero anche se mi dici di non farlo. Questo è peggio perché vuol dire che la questione è seria se davvero non riesci a parlarne”

Entrambi ora si erano messi seduti, tornò un venticello che rese l’atmosfera seria e profonda. I due si guardavano negli occhi, non esattamente uno di fronte all’altra, ma potevano vedere gli occhi brillare per le emozioni che stavano provando.

“L’infermiera Joy ha scoperto qualcosa che non va, vero? Per favore, sii sincera… non sei da sola e… se è qualcosa che ti fa soffrire, non voglio tu lo faccia da sola, è chiaro?”

“…”

“Ti prego, dimmi la verità” Nel suo cuore però la pregava di non dirgli nulla del genere. Non poteva star male sul serio, non poteva semplicemente… sarebbe stata tutta colpa sua… e non doveva accadere per nessun motivo in generale.

“No… nulla del genere Ash” Dichiarò Serena con aria sicura.

Ash si sentì colpito da un pugno in faccia, talmente era sicura quella risposta. Si sentiva un idiota se aveva detto una sciocchezza “Ah no?” sbatté le palpebre.

La biondina scosse la testa “No, sono acciaccata ma guarirò”

“Mi sento stupido”

“No, sei premuroso… grazie per esserti preoccupato” Gli sorrise dolcemente, questa volta per davvero “In verità sono ancora un po' scossa da quello che è accaduto, te ne ho parlato ma è come se non mi sentissi sfogata abbastanza, mi sono sentita un grosso peso per tutti voi. Vi siete preoccupati così tanto, anche adesso tu lo eri… mi sento davvero una pessima amica… come se non riuscissi a fare nulla da sola…” appoggiò la testa sulle sue mani.

“Questo non è per niente vero! Serena è ovvio che fossimo preoccupati per te, perché sei importante per noi, ma abbiamo già chiarito che questa storia non è successa a causa tua! So che può dispiacere se tu vedi gli altri preoccuparti, ma questo dimostra solo il tuo altruismo! L’hai detto tu stessa che sei ancora scossa eppure ti preoccupi di più del nostro benessere, quando dovresti pensare a star meglio e a tranquillizzarti! Questo ti rende tutt’altro che una pessima amica, anzi ti rende una persona meravigliosa!”

Avvolse il braccio dietro alla sua schiena e la consolò “Sei persino riuscita a tenere duro, a far di tutto per proteggere Pikachu… per farlo serve un animo forte, tanto coraggio e volontà. Questo non solo dimostra che sai reggerti sulle tue gambe, ma anche che sapresti saltare e correre come nessun altro! Abbiamo attraversato tante difficoltà, hai persino raggiunto il secondo posto al Master Class e ancora ci stai accanto. Serena sei una delle persone migliori che abbia mai visto! Alcuni problemi vanno superati da soli, altri vanno affrontati insieme, me lo hai insegnato proprio tu! Mi chiudevo sempre in me stesso e a palle di neve mi hai fatto capire che sbagliavo. Mi hai fatto capire tanto e mi hai sostenuto in ogni mia avventura, non puoi dire di non saper fare nulla o di essere un peso! Non ti permetto di pensarlo!”

Concluse con decisione e pugno serrato. Voleva e pretendeva che Serena capisse quanto era importante per loro. Presto però emise una smorfia di spavento e sorpresa quando vide i bellissimi occhi azzurri di Serena diventare lucidi e le lacrime formarsi abbondanti. Spalancò gli occhi e alzò le spalle rigide “Nonono! Non intendevo… se ho detto qualcosa di sbaglia-..”

Si gettò addosso a lui e si liberò in un pianto, sfogandosi per tutto ciò che era successo, sollevandosi da tanti pesi e piangendo per altri che ancora non sentiva pronti da esprimere. Rimase con la testa appoggiata al suo petto, sentendo il calore e il conforto che emanava, il battito del suo cuore la tranquillizzava, e donava calma.

Lui la lasciò sfogare, avvolgendole le braccia attorno a lei e posando una mano sulla schiena e una sulla sua testa. Aveva aspettato tanto per poterla abbracciare così, non la stava stringendo a sé come immaginato, ma la reggeva talmente dolcemente che non voleva privarsi di quel contatto; temeva di perderla ancora.

Rimasero in quella posizione per alcuni minuti, nel silenzio più totale della notte, Serena si era calmata da un po', ma rimaneva nella stessa posizione senza accennare al minimo movimento, a parte il torace che si alzava e abbassava ad ogni respiro. Una leggera brezza notturna cominciò a soffiare, ritenendo opportuno rientrare al centro Pokémon prima di farle beccare qualcosa, le diede una carezza sulla schiena “Ehi… forse dovremmo rientrare, l’infermiera Joy ha detto che sei ancora un po' debole…” provò a smuoverla appena ma lei non si mosse.

Preoccupandosi appena riprovò, ma ancora la ragazza non si mosse, né rispose. Respirava tranquillamente, accoccolata al suo petto. “Serena?” chiese ancora senza alzare la voce più di tanto. A quel punto capì che si era probabilmente addormentata. Per sicurezza le spostò appena la testa, anche per farla respirare meglio. Si accorse di aver ragione, notando gli occhi chiusi appena coperti dai ciuffi dei capelli. Allungò la mano alzandola fino al viso di Serena, inizialmente esitando per il rischio di svegliarla. Provò lo stesso ed essere naturale e toccarle il viso tranquillamente, scostando appena le ciocche dorate.

“N-Non possiamo stare qui fuori… si prenderebbe un accidenti, inoltre voglio dorma comoda dopo questi giorni…” pensò lui.

“Pikapi? Chupi kapi?” Non era sicuro di poter dare una mano e Ash non sembrava dell’idea di chiedere aiuto.

La spostò un po', sdraiandola a pancia in su ma senza staccarle la testa dal petto. La prese in braccio in stile sposa e fece cenno a Pikachu di salire sulla spalla. Il topino obbedì e il ragazzò tornò al coperto, passando nella hall dove Clem lavorava ad un progetto. Scienziato e allenatore si scambiarono un sorriso e poi Ash proseguì salendo fino in camera da letto dove Clem dormiva già.

Sentì la mano della ragazza aggrapparsi alla sua maglietta, per fortuna erano entrambi già con abiti adatti per andare a dormire, o sarebbe stato complicato. Poteva sentire il profumo che emanava la ragazza, sapeva che appena Joy le aveva dato l’ok a bagnare le ferite si era gettata nella doccia.

La porta si riaprì, rivelando Lem che aveva lasciato da parte qualunque invenzione stesse progettando e li aveva seguiti fino in camera. La scena davanti a sé gli fece uscire dalla bocca qualche risatina lieve “Ora come ne esci?”

“Bella domanda” mormorò senza distogliere lo sguardo dalla ragazza “Mi sa che per stanotte dormiremo assieme, dopotutto sarebbe inutile svegliarla e non ho intenzione di farlo”

Entrambi sapevano bene che in effetti Ash aveva anche delle buone ragioni personali per fare quella scelta, tipo la mancanza provata. Ash aveva ancora bisogno di mettersi il cuore in pace e godere della presenza dell’amica e del piccolo Pokémon prima della lega. Non osavano pensare a cosa sarebbe successo se non li avessero ritrovati.

Lem rimase in piedi per un attimo a guardarli, mentre l’amico si sedeva sul bordo del letto e cercava di far sdraiare entrambi lui stesso e la ragazza. Fu necessaria calma, delicatezza e pazienza, ma alla fine ci riuscì e si ritrovarono sistemati a letto.

Ash se ne stava a pancia in su, con il braccio destro avvolto intorno alle spalle della ragazza che riposava accoccolata al suo corpo, con la testa tra il petto e la spalla. Appoggiò a sua volta la sua di testa su quella di Serena, con l’altro braccio teneva Pikachu vicino e abbracciato. Si era ricordato del fatto che la ferita di Serena fosse sul lato destro, quindi fu sicuro di mettere la ragazza alla sua destra e di starsene sulla parte sinistra del letto. Per sua fortuna era abbastanza largo da contenere entrambi sotto le coperte.

In caso contrario però si sarebbe limitato ad adattarsi, non gli interessava la scusa che avrebbe usato la mattina seguente, né le possibili frecciatine di Clem al riguardo. Non aveva importanza l’imbarazzo o la reazione di entrambi, era abbastanza lucido per sapere cosa stava facendo. Tutto sembrava essere insignificante in confronto al suo desiderio momentaneo, una vocina lo rassicurava anche che nel profondo non se ne sarebbe mai pentito.

“Mi sei mancata Serena” sussurrò senza ormai più badare alla presenza di Lem, che forse era andato a cambiarsi o era già a letto… il tempo gli era estraneo al momento.

Le diede un bacio.

Piccolo, rapido, sulla tempia… ma abbastanza per lui per dimostrare tutto. Tutto quello che aveva provato e provava ora. Minuscolo ma carico di dolcezza, tristezza, sollievo e affetto. Forse il giorno dopo se ne sarebbe anche dimenticato.

Che poteva dire? Era di nuovo vicino alle persone che aveva più a cuore, i suoi amici stavano bene, il suo compagno più caro era al suo fianco e tra le braccia stringeva la ragazza che era riuscita a stravolgerlo… a fargli battere il cuore talmente tanto da aver sfondato la sfera poké in cui era stato tenuto chiuso, lo aveva acchiappato, mandato in tilt.

Non aveva idea di cosa li avrebbe aspettati il futuro, nemmeno cosa esattamente sarebbe significato tutto ciò per loro. I cambiamenti erano tanti, di certo il suo viaggio a Kalos era stato unico come nessun altro. Il suo futuro non poteva che tenere in serbo per lui tante sorprese a avventure, di sicuro tante sfide… eppure era certo che stava per essere, come il resto del suo viaggio in questa regione, qualcosa di diverso e sorprendente, speciale ed emozionante.

Serena e Pikachu per ora erano lì con lui, anche Clem e Lem. Niente importava di più. Forse un giorno la sua e la strada della performer si sarebbero divise, ma era sicuro al cento per cento che la riavrebbe trovata…

…Proprio come quel giorno…

Prima o poi sapeva che il futuro li avrebbe tenuti assieme, chissà quando, o attraverso quali ostacoli. Come il fiocco blu che li legava… sarebbero stati assieme, un giorno avrebbero reso quel legame definitivo ed eterno…

…Quel legame simile e diverso da quello con Pikachu… qualcuno da cui non poteva semplicemente separarsi…
 

“…Il legame tra di noi…”



 

FINE




Nota d'autrice: 
E siamo giunti alla fine, so che alzerete i forconi perché Ash e Serena non si sono ancora messi assieme o baciati sul serio. Eheh... semplicemente è presto per loro, ho un sequel in mente a fare se no? La serie da qui va avanti come la conosciamo. Lega, team Flare e bacio finale. O almeno credo, sto ancora progettando il sequel ma fino a dopo il Team Flare arc è tutto uguale alla serie che conosciamo. Scriverò prima il finale alternativo e poi il sequel di questa storia. Non so quando, perché come avete saputo sono impegnata con un altro progetto...
Vi ringrazio per il vostro sostegno, ho raggiunto traguardi con questa storia che non immaginavo, sono riuscita a finirla anche per merito vostro.
Questo è stato un bellissimo viaggio, quindi ve lo ripeto: grazie di cuore.
In merito a quanto sta accadendo con Sole e Luna, la serie in corso e le cavolate che stanno inserendo... Misty e Brock ritorno per esempio.... Non mi esprimo molto perché sono estremamente contraria. Non reputo Sole e Luna il vero Pokémon, reboot (probabile) o meno. Non ho intenzione di guardarla anche se so cosa accade. Shudo teneva alla serie e ci tengo anche io, ha lavorato sodo per rendere i personaggi quello che sono e usarla così a scopo di marketing è orribile. #NotMyPokémon
Per questo è nato il progetto GettAmourZe, quindi vi consiglio di leggere la fanfiction Luce e Ombra, è davvero un progetto su cui ci teniamo e lavoriamo sodo. Ora ci servono traduttori e grafici, siete liberi di unirvi a noi se siete Amourshippers e tenete alla serie.
Visitate la nostra pagina facebook, wattpad, fanfiction.net, deviantart, instagram, Pokémon Millennium e a breve Twitter!
E infine, concludo con un augurio che voi riusciate ad amare la vera serie Pokémon, per quello che è stata, quello che ci ha trasmesso fino a XYZ e chi ha lavorato sodo e con amore per essa. 
Un saluto e "Never give up until the real end!"

 

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