Perchè alla fine ci sei tu

di Blaky051
(/viewuser.php?uid=163651)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Troppo bello per essere vero ***
Capitolo 2: *** Il Professore con la P maiuscola ***



Capitolo 1
*** Troppo bello per essere vero ***


1° Capitolo – Troppo bello per essere vero
 

Fuori era una bellissima giornata! Nevicava!
Purtroppo non potevo stare ad ammirare la neve…l’università mi attendeva.
Presi tutto il coraggio del mondo e mi alzai dal letto, andai a vestirmi, andai in bagno, mi pettinai e corsi subito giù per le scale per salutare mio papà che, come ogni mattina, stava facendo il caffè.
Gli schioccai un bel bacio sulla guancia e poi uscì di fretta da casa.
Correvo cercando di non scivolare per strada, l’asfalto si era trasformato in una bianca e soffice panna.
Vidi l’ora e correndo ancora per qualche metro arrivai davanti al cancello dell’università dove, in piedi, una persona mi aspettava.
“Megan!” dissi correndo incontro alla ragazza.
“Eccoti finalmente! Ma dove eri finita? Dovevi essere qui 10 minuti fa!”
“Lo so scusami! E che per strada mi sono fermata a guardare la neve”
“Lo immaginavo, ora andiamo che la prima lezione inizia fra poco ed arrivare in ritardo il primo giorno non mi sembra una buona idea”
Mi fermai ancora per ammirare la bianca neve che cadeva dolcemente sulla terra ghiacciata.
“Annie! Sbrigati!”
“Arrivo” la raggiunsi in fretta e ci avviammo verso la classe.
 
Arrivammo davanti ad una porta su cui capeggiava la scritta –Facoltà di Medicina- era il mio primo anno, ero agitata ma sapevo che non ero sola e presi il coraggio ed entrai.
Mi sedetti vicino a Megan che aveva già preso posto in una delle file centrali.
Presi il mio quaderno e il libro e li misi sul bancone. Pensavo che si sarebbe rotto a metà dato la “piccola” dimensione di quel libro; e pensare che avrei dovuto anche studiarlo…In quel momento sentimmo la porta aprirsi ed entrò un ragazzo.
Credevo avesse la mia età ma mi accorsi che stavo completamente sbagliando quando si piazzò sulla cattedra.
Lo guardai in viso, era bellissimo, capelli scombinati neri e degli occhi color ghiaccio…ma siamo sicuri che sia un professore? Pensavo fossero tutti vecchietti con i baffi vestiti con i maglioncini.
Mi ripresi dai miei pensieri quando sentii Megan darmi delle “leggere” gomitate e farmi segno che la lezione era già iniziata.
Il professore iniziò a parlare a raffica, era già difficile seguirlo di suo poi ti guardava con quegli occhi magnetici…alla fine della lezione avevo capito due parole a far tanto.
Chiesi gli appunti alla mia amica, pessimo inizio direi.
Quando uscii dalla stanza mi fermai, non sapevo il nome del professore, sapevo solo che era un gran che bello, ma più di quello niente. Non avevo neanche seguito la lezione per colpa sua.
Non ci pensai molto perché venni subito portata alla realtà da Megan che continuava a chiamarmi con impazienza.
“Che c’è?” le dissi girandomi seccata
Mi fece segno di guardare avanti e purtroppo lo feci.
Mi ritrovai davanti il Professore con la P maiuscola.
Dopo minuti di fissamento l’un l’ altro si decise a parlare “Ragazze, devo chiedervi una cosa”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Professore con la P maiuscola ***


2° Capitolo – Il Professore con la P maiuscola


“Eh?” Avevo capito bene?
Lui ci guardava con aria persa “Allora sapete dov’è l’aula dei professori?”
Megan mi guardò stupita e io azzardai un’ipotesi “E’ il primo giorno anche per lei?”
“No, sono qua da quattro anni a dir la verità ma questo posto è troppo grande e non trovo mai le aule” disse sorridendo
Il professore era troppo luminoso, emanava senso di benessere e di tranquillità. Fui rapita da quel sorriso.
Ci mettemmo un po’ ad orientarci, chiedemmo in giro e alla fine arrivammo davanti alla tanto attesa porta dell’aula professori, su cui appunto capeggiava enorme la scritta -SALA PROFESSORI-, la si poteva vedere a chilometri di distanza
“Siamo arrivati, ora abbiamo un’altra lezione per cui dobbiamo andare” disse secca Megan
“Grazie per l’aiuto ragazze” sorrise “Posso sapere i vostri nomi?”
Megan rispose secca (abituatevi è il suo nodo di fare) mentre io risposi leggermente imbarazzata, non perché lo fossi per davvero…ma essere scrutata da quegli occhi di ghiaccio dava una certa soggezione. Sorrise di nuovo ed entrò nella stanza.
Era bellissimo, potevo sentirmi sciogliere; era pure simpatico e mentre facevamo la strada insieme non smetteva di parlare o di sorridere, in una parola era magnifico.
Di aspetto era perfetto e glaciale ma appena ci parlavi si trasformava nella persona più chiacchierona e sorridente del mondo.
Se avessi seguito la sua lezione probabilmente avrei capito anche il suo nome, e si, mi ero persa nei suoi sguardi e nei suoi gesti, così tanto da non capirci più nulla.
Guardai per l’ultima volta quella porta e sospirando mi girai verso Megan che mi scrutava nel tentativo di capire cosa mi affliggesse. “Quel sospiro la dice lunga” mi disse lei appoggiando la mano sulla mia spalla “Ho già capito la situazione” dopo vari sospiri ci avviammo all’aula dove avremmo tenuto la prossima lezione, non avrei mai voluto lasciare la mia postazione di braccaggio davanti alla sala professori, sarei rimasta li tutto il giorno pur di vederne uscire il professore.
Arrivate nell’aula ci sedemmo nella fila centrale e iniziammo a tirare fuori libri.
“Posso farti una domanda?” chiesi nel silenzio generale alla mia amica
Stava leggendo un libro ma mi fece cenno di si con la testa
“Che materia insegna il Professore?”
Lei cadde quasi dalla sedia “Non hai davvero sentito niente in quell’ora??”
“Ehm…no” dissi colpevole
“Scienze Umane” rispose secca lei
Cercai nella borsa il foglio degli orari; per la sua materia erano previste cinque lezioni a settimana: la prima fatta oggi, altre due mercoledì e altre due venerdì.
Non so il perché ma avrei aspettato con ansia quel mercoledì…forse per rivederlo….era un gran bel pezzo d’uomo dopotutto….e in più mi ero innamorata di quegli occhi….così chiari e così freddi…
“La signorina Annie è pregata di tornare sulla terra” disse Meg dandomi un lieve colpo alla testa con il quaderno “Cerca di iniziare a seguire almeno con questa lezione” sbuffo indicandomi una signora grassottella che stava cercando, con fatica, di sedersi sulla cattedra.
“Meg posso farti un’altra domanda?” “Come ha detto di chiamarsi?”
“Ma sei impossibile! Si chiama D-“
“Buongiorno ragazzi!” disse con voce squillante e piena d’entusiasmo la scalatrice di cattedre “Sono la signorina Zenkman e da oggi sarò la vostra professoressa di Biologia”
 
 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3267641