L'artiglio della distruzione - Hakaitsume di Aiko Inochi (/viewuser.php?uid=80996)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Agguato ***
Capitolo 2: *** Dopo tanto tempo ***
Capitolo 3: *** Il furto della Hakaitsume ***
Capitolo 4: *** Il potere nascosto ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca d'indizzi – prima parte ***
Capitolo 6: *** Alla ricerca d'indizzi – seconda parte ***
Capitolo 7: *** Sulla giusta via ***
Capitolo 8: *** La medesima sorte ***
Capitolo 9: *** Messa alla prova ***
Capitolo 10: *** A palazzo ***
Capitolo 11: *** Scusa banale ***
Capitolo 12: *** Fratelli riuniti ***
Capitolo 13: *** Desideri e paure ***
Capitolo 14: *** Incubo reale ***
Capitolo 15: *** Obiettivo svelato ***
Capitolo 16: *** Tsuyo ***
Capitolo 17: *** C'è ancora speranza ***
Capitolo 18: *** Il guardiano del santuario ***
Capitolo 19: *** Ricorda ***
Capitolo 20: *** Risonanza ***
Capitolo 21: *** Resa dei conti ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Agguato ***
FFI1
Agguato
«Sei sicuro di riuscirci? »
«Sì!»
«Bada che se fallisci non avrai altre
opportunità»
«Lo so bene, mio signore. Sono pronto!» disse con
più convinzione un uomo dalle vesti scure e lunghe. Si
confondeva perfettamente con l’oscurità della
notte che lo avvolgeva.
«Bene, procedi!» rispose l’altro, meno
incerto di prima. Uno youkai dalla figura elegante, appena percettibile
nel buio, dagli occhi di ghiaccio così chiari che potevano
apparire bianchi.
Si trovavano in un’immensa pianura, il cielo era
completamente scuro privo di luna e coperto da nuvole. Non vi era alcun
suono né di animali né di qualunque altro essere
vivente al di fuori di loro, solo il vento, ogni tanto, si faceva
sentire con leggere folate.
Senza proferire alcuna parola, l’umano tese il braccio in
avanti, mantenendo il suo bastone sospeso davanti a se in orizzontale.
Chiuse gli occhi, si concentrò per alcuni minuti, li
riaprì di scatto e piantò il bastone nel terreno
dal quale si liberò energia sottoforma di luce. Questa si
propagò, per poi fermarsi una volta coperto alcuni metri e
creato una barriera che circondò l’uomo e lo
youkai.
L’umano cominciò a pronunciare una formula a bassa
voce, quasi un sussurro impercettibile, e un flusso di energia si mosse
dallo youkai all’uomo e dall’uomo al punto in cui
era conficcato il bastone.
L’operazione continuò per diverso tempo, molti
minuti o addirittura ore; non erano in grado di stabilirlo. A un certo
punto la terra sotto di loro ebbe un fremito e crollò nel
punto in cui vi era il bastone.
«Si è aperto» costatò lo
youkai soddisfatto. Si era alzato subito, ignorando la sensazione di
spossatezza provocato dal consumo di energia e dallo stato di
prolungata concentrazione.
In ben altre condizioni era l’umano: stanco, affannato e
inginocchiato con le mani appoggiate al suolo. Faticava a stabilizzare
il ritmo del suo respiro dopo il grande sforzo che aveva
compiuto.
Lo youkai dovette attendere che si riprendesse, aveva ancora bisogno di
lui.
Nonostante tutto non ci volle molto. L’umano, appena
riacquistò un minimo di forze, si rimise a fatica in piedi,
facendo forza sul bastone.
«Andiamo!» ordinò lo youkai e
s’introdussero nell’apertura che si era creata
nella terra.
***
La corda di un arco che si tendeva, la mano che lo reggeva faceva
fatica a trattenerla per via della sua durezza. La punta della freccia
venne indirizzata verso il fantoccio di paglia. Quando fu sicura di
aver preso la mira giusta, la giovane ragazza che tendeva
l’arco, lasciò andare la freccia che
scivolò a lato del manichino.
La ragazza fissò con disappunto la freccia conficcata nel
terreno, ma si affrettò a ripetere l’operazione.
«Ciao Rin-chan!»
«Ah!» la ragazza si fece scappare la freccia che
finì poco lontana dai suoi piedi. «Accidenti mi
sono distratta»
«Non dovresti essere con Kaede-sama?» la giovane
dai capelli corvini e le vesti da miko, si avvicinò.
«Kagome! Ho finito poco fa di sistemare tutte le erbe e
poiché Miroku-sama non c’è, Sango-chan
è impegnata con i bambini e non può assistere al
mio allenamento, così avevo pensato di provare a fare un
po’ di pratica con l’arco» le
spiegò Rin col solito sorriso.
Erano trascorsi quasi quattro anni dalla sconfitta di Naraku e uno da
quando Kagome era tornata. Dal tempo in cui Sesshoumaru
l’aveva lasciata al villaggio, Rin non si era più
spostata da lì. Aveva instaurato un bel rapporto con tutti
ma la voglia si viaggiare ancora al fianco dell’ inu youkai
non era cambiata. Come non era particolarmente cambiato il suo aspetto:
cominciava ad assumere le forme di un’adolescente, continuava
a portare un ciuffetto di capelli legati al lato del capo e indossava
kimono ben più pregiati del resto delle ragazze e donne del
villaggio. In quel momento ne portava uno arancione a strisce verdi.
«Sei proprio decisa a voler imparare a combattere,
eh?»
Rin crescendo aveva maturato quel desiderio. Aveva anche chiesto alcune
volte a Sesshoumaru, quando andava a trovarla, di portarla con
sé e di farle da maestro ma lo youkai si era sempre
rifiutato, spiegandole che era troppo presto. Ma testarda e decisa
com’era, finì col convincere almeno Sango.
«Sì! Però non riesco a capire per che
cosa sono più portata» sospirò un
po’ scoraggiata.
«Bè l’arco per ora non è tra
questi» costatò Kagome notando la
quantità maggiore di frecce nel terreno che nel fantoccio.
«Mi daresti una mano tu? Giusto qualche nozione di base, che
ne dici?»
«E va bene. In fondo non ho nulla da fare fino a che Inuyasha
non torna»
La più giovane batté le mani per la gioia. Tutta
emozionata, andò a recuperare qualche freccia per poi
cercare di fare tesoro di tutti gli insegnamenti e i suggerimenti di
Kagome.
L’ultimo dardo tagliò l’aria e si
conficcò nella paglia.
«E’ andata!»
Rin aveva continuato a esercitarsi fino al tramonto. La sua
improvvisata istruttrice, dopo averle spiegato come fare, si era messa
seduta poco distante da lei a osservarla. Ogni tanto la correggeva o la
lodava quando vedeva qualche miglioramento.
«Kagome!»
Al suono inconfondibile della voce di chi l’aveva appena
chiamata, Kagome scattò in piedi.
«Inuyasha, Miroku finalmente siete tornati!» la
giovane andò loro incontro e abbracciò
il mezzodemone.
«Ciao Kagome, Rin! Cosa fate qui?»
domandò l’houshiconsiderando strana la loro
presenza fuori dal villaggio.
«Mi esercitavo con l’arco e Kagome-chan mi ha
aiutato»
«Capisco»
«Bè, ora è tardi. Sarà
meglio tornare» disse Inuyasha.
Gli altri annuirono e si misero in marcia verso il villaggio. Durante
il tragitto i due giovani raccontarono dello youkai che avevano
sconfitto in un castello non molto lontano.
Arrivati al villaggio, ognuno si recò nelle proprie dimore:
Rin da Kaede, Miroku da moglie e figli che lo attendevano e Inuyasha e
Kagome nella loro piccola casa ai margini del centro abitato.
Inuyasha e Kagome proseguirono sul viale tranquillo, dopo essere
rimasti soli.
«Ti sei annoiata in questi giorni?» chiese a un
tratto l’hanyou riferendosi al periodo di assenza.
«Mi sono tenuta impegnata, piuttosto mi sei
mancato» gli rispose dolce, prendendogli la mano. Inuyasha
gliela strinse a sua volta e arrivarono alla loro casa.
La gazza stava per entrare ma venne trattenuta da Inuyasha, che si era
bloccato sull’uscio con tutti i sensi all’erta.
«Inuyasha?»
«Stanno combattendo qui vicino»
«Eh! Chi sta combattendo?»
«C’è odore di youkai e di
ningen.»
«E’ in pericolo?»
«Non lo so ma si sente odore di sangue umano anche se poco.
Vado a vedere! Tu resta qui, Kagome»
«Vado ad avvisare Sango e Miroku!»
«Non venite!» le disse infine balzando in aria e
andando in direzione del bosco.
Kagome non sembrava intenzionata ad obbedire e tornò sui
suoi passi per informare gli amici.
***
«Noumu, secondo te questo può servirci a
qualcosa?» domandò una giovane donna prendendo
dalla sua sacca una boccetta contenente un liquido verdastro. Era una
donna alta, con capelli neri dai riflessi blu raccolti in una coda,
occhi grigi e un viso dai lineamenti delicati. Indossava un kimono
bianco con foglie rosse che decoravano le maniche, degli hakama blu
notte e ai piedi portava dei waraji. Al fianco sinistro aveva una
katana, mentre su quello destro, un machete e infine portava
annodato sulle spalle un furoshikirosso.
L’ okami youkai, che camminava al suoi fianco, la
guardò scuotendo il capo, facendo intendere che non lo
sapesse.
Era un grande lupo, dal torace ampio e possente ricoperto da folto pelo
grigio scuro e dagli occhi neri. Le spalle erano coperte da due ossa
della stessa forma della scapola e i canini particolarmente lunghi
fuoriuscivano ai lati della bocca.
«Uffa! Potrebbe anche spiegare le cose per intero»
si lamentò riponendo nella sacca la boccetta.
Mentre continuarono il loro cammino, Noumu si fermò
annusando l’aria.
«Sentito qualcosa?» anche la donna si fece
più attenta nel tentativo di percepire il più
piccolo suono. Se il suo amico si comportava in quel modo, era
probabile che ci fosse qualche pericolo imminente. Forse qualche
malintenzionato o peggio uno youkai.
L’okami youkai cominciò a ringhiare in una
direzione precisa ma non appena poté definire meglio
ciò che si stava avvicinando, morse un lembo del kimono
della donna, trascinandola verso di se e la fece salire in groppa.
«E’ così pericoloso?» la donna
percepì una certa agitazione. Era raro che Noumu scappasse,
ciò significava che ciò che aveva percepito, era
potenzialmente mortale. Non le piaceva l’idea di fuggire ma
si affidò all’istinto dell’amico, in
più non si era ripresa del tutto dalla fatica del
combattimento che aveva sostenuto pochi giorni prima e dal lungo
viaggio.
L’okami youkai correva il più velocemente
possibile tra gli alberi del bosco, incurante di rami e arbusti. La
donna si reggeva forte, trattenendo il folto pelo tra le mani e
mantenendo il volto chino per evitare di ferirsi.
Tra il rumore del vento e della vegetazione con cui si scontravano e
che calpestavano, alle loro spalle si percepì chiaramente
qualcuno che li stava raggiungendo.
La giovane donna si voltò all’indietro e vide da
chi stavano scappando: uno youkai ad ali spiegate e con in mano una
lunga arma. Li stava per raggiungere ed era vicinissimo!
«Noumu!» la donna lo tirò per
l’osso sul lato sinistro.
L’okami youkai comprese le sue intenzioni e si
spostò con un balzo repentino a sinistra, evitando la lama
per un soffio. Nel ritornare a contatto con il suolo, mise una zampa in
fallo, cadendo e con lui la donna.
Si rialzarono in fretta. Il lupo con le zampe leggermente distanti le
une dalle altre, mostrando le zanne mentre la donna sguainò
la katana, pronta allo scontro.
Di fronte a loro vi era uno youkai dall’aspetto umanoide, i
lineamenti affilati e taglienti, i capelli castani raccolti in
un’alta coda e gli occhi di ghiaccio, talmente chiari da
sembrare bianchi. Indossava abiti pregiati, un kimono blu con ricami
d’oro e hakama dello stesso colore, stretto alla caviglia.
Aveva piegato le ali dietro la schiena e reggeva la lunga arma con una
sola mano. Ora che poteva osservarla meglio, si trattava di una
naginata.
Si guardavano senza muovere un muscolo e la cosa urtava non poco i
nervi della donna.
«Che diavolo vuoi da noi? Perché ci hai
attaccato?»
«Non devo spiegazioni a chi sta per morire» disse
atono lo youkai impugnando anche con l’altra mano la naginata
e scattò in avanti.
Grazie ai suoi buoni riflessi, la donna si disimpegnò
all’indietro evitando l’affondo.
Noumu attaccò provando a morderlo al braccio ma lo youkai lo
intercettò, colpendolo con l’asta della naginata,
facendolo scontrare violentemente col suolo. Non contento gli
provocò un profondo taglio sul torace.
«Noumu! Maledetto lascialo stare!»
Lo youkai tornò a fissarla glaciale, pronto per un nuovo
attacco che non tardò ad arrivare.
La donna indietreggiò e parò facendo scorrere la
lama lungo la katana. Il secondo attacco venne fermato dal lupo che si
era ripreso e lo trattene per una gamba. Le zanne penetrarono in
profondità, facendolo sanguinare.
La giovane donna non sprecò l’occasione e si
lanciò in un fendente, incrociandosi con la lama della
naginata. Alzò la katana, continuando a sorreggerla con la
sola mano sinistra e con l’altra estrasse il machete, con il
quale provò a tagliargli la gola.
Allo youkai bastò inclinarsi leggermente
all’indietro per evitarlo. Alquanto irritato, si
liberò dalla presa dell’okami youkai dietro di
lui, colpendolo in mezzo alla fronte con la parte finale della
naginata, poi l’alzò e
l’abbassò rapidamente ferendo la spalla della
donna.
I due si ritrassero doloranti e sanguinanti. La donna aveva mollato la
presa sul machete e si era portata la mano alla spalla ferita,
arretrando mentre Noumu sembrava incapace di muoversi.
«Vediamo di finirla» sussurrò lo youkai.
«Non è ancora finita» la donna
riafferrò la katana con entrambe le mani e attese la mossa
del nemico.
Le lame s’incrociarono ancora una volta.
“Bene!” la donna esultò nella propria
mente a quell’opportunità. I due combattenti
imprimevano nelle loro armi una forza notevole. Il sangue
spillò con maggiore intensità dalla spalla e
presto la gioia dell’esultanza precedente svanì.
“Non c’è un flusso di energia demoniaca.
Com’è possibile?” la forza dello youkai
sopraffò quella della ningen e spazzò via la
katana. Con un fendente dal basso le provocò una ferita
seria alla coscia, che le fece perdere l’equilibrio e cadere.
Le si avvicinò con passo lento e leggero, la naginata dritta
nella mano destra.
La sollevò. Era finita!
«Kaze no kizu!»
Un’intensa luce devastò il campo di battaglia
costringendo lo youkai ad allontanarsi.
La donna si coprì istintivamente il volto con le braccia e
quando tutto si calmò, davanti a se c’erano tre
solchi nel terreno e più avanti il suo amico lupo sorpreso
almeno quanto lei.
«Stai bene?» chiese una voce al suo fianco.
Alzò lo sguardo, tracciando una figura rossa con una grossa
spada, capelli bianchi e orecchie da cane.
«Più o meno» si limitò a
rispondere incerta. Non sapeva chi fosse né
perché la stesse aiutando, ma era giunto nel momento giusto.
«Fatevi da parte! A questo ci penso io»
continuò a dire.
La donna annuì non potendo fare molto.
S’issò a fatica, trattenendo il dolore e raggiunse
Noumu che si era a sua volta rialzato.
«Sei venuto qui per morire hanyou?»
«Io non ci conterei»
«Non illuderti ammazzerò te per primo!»
sogghignò soddisfatto l’aggressore.
Lo youkai svanì dalla vista dell’hanyou e gli
ricomparve davanti a pochi centimetri di distanza con la lama della
naginata conficcata nel fianco.
Il sorriso dello youkai era perfido e tagliente ma durò
poco. Al suo posto infatti, comparve una smorfia contrariata. In un
moto di stizza, affondò ulteriormente la lama e poi la
estrasse.
«Sei stato fortunato, hanyou»
Il mezzo demone boccheggiò quando la lama liberò
il fianco, lasciando fuoriuscire il sangue che gli inzuppò
le vesti.
Com’era venuto lo youkai se ne andò rapidamente,
inoltrandosi nel bosco.
«Ehi! Sati bene?» la donna fu la prima a
riprendersi.
L’hanyou si guardò ancora sconvolto il fianco e lo
premette con la mano. Non era riuscito a seguire i movimenti di quello
youkai.
«Non è nulla di troppo grave. Passerà
in fretta» rispose frettolosamente.
«Voi siete feriti gravemente?»
«Solo dei brutti tagli che ci metteranno un po’ a
guarire» costatò amaramente la donna.
«Ti devo ringraziare. Probabilmente sarei morta se non fossi
arrivato tu»
«Forse sì. Piuttosto hai un posto dove
andare?»
«Vivo in un luogo abbastanza lontano da qui»
«Allora non ho scelta. Seguimi! Ti porto al mio villaggio,
lì potrete almeno medicarvi» disse loro scocciato.
«Ti ringrazio!» rispose cortesemente la donna.
Salì su Noumu con un po’ di fatica e seguirono
l’hanyou.
Lo osservò attentamente. Camminava con passo deciso ma
continuava a mantenersi il fianco con la mano, probabilmente la ferita
doveva fargli male. Aveva accettato il suo aiuto senza fare storie,
anche se si trattava di un perfetto sconosciuto. In fondo li aveva
salvati e poi le ricordava qualcuno.
Glossario:
Youkai = Demone, spettro
Miko = sacerdotessa
Houshi = monaco buddista
Hanyou = mezzodemone
Ningen = umano
Waraji = sandali di paglia
Furoshiki = involucro quadrato di stoffa per trasportare vestiti,
bentou, regali e altri beni
Okami = lupo
Naginata = arma giapponese composta da una lama ricurva su una lunga
impugnatura
Kaze no kizu = è la cicatrice del vento
Disegno
Moriko e Noumu
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Incomincio col rigraziare tutti coloro che hanno letto
fino alla fine. Arigatou!
Sono torna con una nuova storia, questa volta mi metterò a
creare casini nella Sengoku Jidai.
Come avete notato mi piace usare i termini giapponesi, probabilmente
non lo farò sempre nel modo corretto ma fatemeli passare. Ho
messo la traduzione delle parole a fine capitolo ma se ritenete
più opportuno a inizio, posso modificare.
Pubblicherò un capitolo ogni due settimane e spero di
riuscirlo a fare insieme a un disegno. Bene! Credo di ver detto tutto
non mi resta che sperare che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima ;)
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Capitolo 2 *** Dopo tanto tempo ***
DOPO
TANTO TEMPO
«Inuyasha!» Kagome era a limite del
villaggio, pronta a raggiungere l’hanyou ma questo
arrivò prima. Si era sentita più sollevata nel
rivederlo così presto ma quando notò la ferita,
gli corse incontro preoccupata.
«Inuyasha, stai bene?»
«Non è niente tranquilla. Ha smesso anche di
sanguinare» questo bastò per tranquillizzarla
«è quella donna ad avere bisogno di cure
più urgenti» disse indicandole i due al suo
seguito.
Kagome non ci aveva fatto caso, concentrata su Inuyasha.
Li portarono nella casa di Kaede. Noumu rimase fuori e, a medicargli le
ferite ci pensò Sango, passandoci sopra un unguento.
L’anziana sacerdotessa si occupò delle ferite
della donna e si meravigliò per la sua resistenza. Il taglio
alla gamba era molto profondo e non aveva smesso di perdere sangue.
Rin l’assistette ma era inquieta per la presenza
dell’okami youkai poco distante e in qualche modo quella
donna gli era legata.
«Allora hai finito Kaede?» si sentì la
voce di uno spazientito Inuyasha all’esterno
dell’abitazione.
«Insomma Inuyasha abbi un po’ di
pazienza» fece scocciata Kagome.
«Ho perso anch’io tempo a medicarmi e quella ningen
è più resistente di quanto sembri»
Kagome lo guardò male, stanca di sentirlo lamentarsi
«A cuccia!» e Inuyasha finì con la
faccia in qualche centimetro di terra.
«Potete anche entrare» l’anziana
sacerdotessa aveva spostato la tenda, dando ai due e Sango
lì accanto, l’opportunità di entrare.
L’okami youkai avrebbe voluto stare accanto
all’amica ma la cortese richiesta della vecchia sacerdotessa
e l’occhiata di intesa con la donna ferita
all’interno, lo fecero desistere, accontentandosi di
sbirciare.
«Noumu, tranquillo sto bene!» lo
tranquillizzò la giovane donna dall’interno,
permettendosi di alzare un po’ la voce.
L’hanyou si stava ancora massaggiando il viso mentre prendeva
posto, poi fissò lo sguardo sulla giovane donna
«Si può sapere che voleva quello youkai da te e
chi diavolo sei?» domandò Inuyasha senza troppi
giri di parole, guadagnandosi un’occhiataccia da Kagome.
Per la donna quel temperamento diretto e sbrigativo non era un problema
e gli rispose con un atteggiamento simile.
«Non so cosa volesse da me quello youkai né tanto
meno so chi fosse. Stavo semplicemente tornando a casa, quando quello
ci ha attaccato senza motivo. Per quanto riguarda la seconda domanda,
mi chiamo Moriko e sono allieva di Hasu. Penso tu la conosca»
Inuyasha deglutì vistosamente al suono di quel nome. Gli
altri presenti non capirono il motivo della reazione
dell’hanyou, ritendendola strana.
«Pe … perché dovrei conoscere
Hasu?»
«Perché ho motivo di pensare che tu sia suo
fratello»
«Ti starai confondendo con qualcun altro!»
l’hanyou distolse lo
sguardo.
«Io non credo! Non sono certo in molti ad avere capelli e
occhi come i tuoi con le orecchie da cane che di nome fanno Inuyasha. E
poi la spada che porti con te, non è forse
Tessaiga?»
Per quanto potesse essersi sbagliata, il fatto di aver nominato
Tessaiga rendeva tutto molto più credibile e convincente.
«Inuyasha hai davvero una sorella?»
domandò Kagome dado voce alla domanda generale dei presenti.
L’hanyou si sentiva lo sguardo di tutti addosso.
Farfugliò qualcosa d’incomprensibile e
scoppiò in un urlo, passandosi le mani tra i capelli.
«Ah, dannazione! Sì sì Hasu
è mia sorella!»
«Perché non l’hai mai detto?»
continuò la miko.
«Non era importante» tagliò corto lui.
«Ti vuole morto come faceva un tempo Sesshoumaru?»
si azzardò a ipotizzare Sago.
«No no per fortuna non ha mai voluto farmi del male»
«Quindi è anche sorella di
Sesshoumaru-sama?» alla più piccola dei presenti
quella domanda sorse spontanea.
«Sì, Rin. Lei e Sesshoumaru hanno gli stessi
genitori» le spiegò l’hanyou.
«Ma se non hai nulla da temere, perché volevi
negare di conoscerla?» Kaede fino a quel momento se ne era
stata ad ascoltare quasi divertita dalla situazione.
«Posso intuirlo, miko-sama» disse Moriko
intromettendosi «dovete sapere che Hasu sensei per quanto
severa, in genere è gentile e premurosa però
resta pur sempre una youkai e dei più temibili, quindi
conviene non farla innervosire»
«Dato che mi capisci, potresti evitare di dirle di avermi
incontrato?» fece Inuyasha seccato.
«Manco morta! Ci tengo alla mia integrità
fisica» sbottò la donna decisamente terrorizzata
all’idea.
«Dannata non ti ho chiesto molto! In fondo ti ho anche
salvato la vita, no?» Inuyasha si era alzato e le urlava
contro.
«Torno volentieri a lottare con quello youkai» di
tutta risposta Moriko lo fissava dritto negli occhi, seduta sul futon
senza farsi intimorire.
«Scusa Inuyasha ma cosa hai fatto di così
grave?» Sango si era incuriosita.
«Bè ecco … di sicuro sarà
venuta a sapere che sono stato sigillato e poco tempo dopo che le avevo
promesso che me la sarei cavato da solo senza combinare
guai… si sarà di certo infuriata»
«Forse si sarà solo preoccupata e
dispiaciuta» disse Rin ritenendola la cosa più
logica.
«Probabile ma la reazione non cambia di molto» le
spiegò Moriko trovando il consenso di Inuyasha che
annuì.
«Cosa farai Inuyasha? Non hai molte alternative»
chiese la vecchia miko.
«Devi proprio dirglielo, donna?»
«Moriko, prego … sì come ti ho detto,
tengo alla mia integrità fisica»
«Allora non ho scelta. Ti accompagnerò da Hasu, se
vede che ti ho salvato la vita, probabilmente sarà meno
dura. Mi aiuterai almeno in questo?»
Moriko annuì.
***
Per guarire quasi del tutto dalle ferite, Moriko ci impiegò
due settimane, durante le quali fu ospitata dalla vecchia Kaede.
Per quanto poté, cercò di rendersi utile e
sdebitarsi per la gentilezza che le riservavano. Stava conoscendo
meglio Inuyasha ed era molto simile a come lo aveva descritto la sua
sensei: spesso si comportava in modo rude o scontroso ma si vedeva
lontano miglia che doveva essere buono d’animo. Fece anche la
conoscenza dei suoi amici che ogni tanto si preoccupavano di sapere
come stava, facendole visita.
A quanto aveva capito Kagome era la sua compagna e quasi per caso
scoprì che veniva da un’altra epoca. La cosa
ovviamente aveva dell’incredibile ma questo le
servì a spiegarle perché mai quella miko, le
sembrava diversa da tutte quelle che aveva incontrato fino ad allora.
Ad ogni modo era molto socievole ed era piacevole stare in sua
compagnia.
Poi c’era la youkai taijiya che si era presa cura di Noumu.
Doveva essere una guerriera esperta e conoscere abbastanza bene gli
youkai poiché il suo amico lupo gradì molto le
attenzioni della donna. Fece la conoscenza del marito di Sango, Miroku,
un houshi dal temperamento calmo e tanta voglia di scherzare. I due
avevano tre figli: due gemelle molto vivaci e un maschietto.
Infine vi era Rin. Si era subito incuriosita a lei per via della paura
che provava nei confronti di Noumu e per come parlava con tanta
tranquillità dell’altro fratello di Hasu,
Sesshoumaru. A quel che sapeva, era uno youkai forte, alquanto crudele
ma soprattutto detestava gli umani. Dovette ricredersi o perlomeno
pensare che i racconti della sensei fossero esagerati o che avessero lo
scopo di incuterle paura.
Riuscì a sapere da Rin che in passato era stata uccisa dai
lupi e che era stato Sesshoumaru stesso a riportarla in vita con la sua
katana Tenseiga.
La cosa le dispiacque non poco. Lei viveva quotidianamente con la
presenza di due okami youkai e poteva affermare che non erano creature
crudeli. Certo, potevano essere pericolosi, ma quale youkai non lo era?
Per non risultare scortese o forzare chi era stato gentile con lei,
aveva chiesto a Noumu di tenersi lontano dalla ragazzina e dalla
capanna i cui abitava.
Man mano che le forze tornavano, a Moriko quella casetta stava stretta
e così, al mattino presto usciva per fare una passeggiata e
la sera si metteva ad ammirare le stelle in compagnia
dell’okami youkai.
Anche quella sera era uscita e si era allontanata di qualche metro dal
piccolo centro abitato. Trovò Noumu che
l’aspettava nello stesso posto, sdraiato con il muso
appoggiato sull’erba e gli occhi rivolti verso
l’alto.
«Noumu!» l’okami youkai agitò
la coda in segno di saluto «visto così non faresti
paura nemmeno a Rin, sembri proprio un cucciolone»
Di tutta risposta Noumu ringhiò, disapprovando il commento e
alla donna sfuggì una risata.
Moriko si distese affianco a lui, appoggiando la testa sul suo collo e
accarezzandogli l’orecchio. Era la parte con più
pelo e più morbida, meglio di qualunque futon. A lei piaceva
stare ore in quel modo, spesso le capitava di addormentarsi.
«Domani torniamo a casa. Sai, non mi è dispiaciuto
restare del tempo qui. Sono stati tutti molto gentili anche la taijiya
ti ha trattato bene, eh?» Noumu le rispose con un guaito di
approvazione.
Dopo un po’ riprese :« Stavo pensando allo youkai
che ci ha attaccato l’altro giorno. Forse voleva davvero
qualcosa da noi»
L’okami youkai si voltò e si piegò per
leccarla in volto. Era il suo modo per farla sentire al sicuro.
«Va bene va bene, ho capito! Ci sarai sempre tu a proteggermi
… però ora smettila!» ancora
una leccata e tornò alla posizione precedente. Rimasero
così a lungo e si addormentarono, svegliandosi il mattino
seguente con i primi raggi di sole.
Durante la mattinata Moriko aveva raccattato tutte le sue cose e
ringraziato per l’ennesima volta per
l’ospitalità. Era con Inuyasha ad aspettare che
Kagome fosse pronta per partire. La ragazza aveva deciso che sarebbe
stata al fianco dell’hanyou nel momento in cui avrebbe
incontrato la sorella e poi, era curiosa di conoscerla.
D’altro canto Inuyasha non si fece pregare, la sua presenza
gli avrebbe dato coraggio.
«Torna a trovarci quando vuoi»
«E la prossima volta senza youkai alle calcagna»
così la salutarono Sango e Miroku con i loro bambini vicino.
«Moriko, se dovessi incontrare Sesshoumaru-sama, digli che
sei mia amica così sarai sicura che non ti
accadrà nulla»
«E tu Rin, quando tornerò a trovarti, dovrai fare
amicizia con Noumu. Vedrai che sotto l’aspetto da duro si
nasconde un lupo coccolone» le disse Moriko facendole
l’occhiolino.
Noumu la guardò male «Che
c’è? E’ vero!»
l’okami youkai la guardò ancora per poi sbuffare
sonoramente.
«Basta perdere tempo, andiamo!» ordinò
Inuyasha con fare sbrigativo.
Moriko salì in groppa all’okami youkai e Kagome
sulle spalle di Inuyasha come non faceva dai tempi della ricerca dei
frammenti della sfera degli shikon.
E partirono.
La dimora di Hasu distava quattro giorni di marcia a passo di youkai.
Il gruppo era molto veloce ma doveva fermarsi almeno la notte per
consentire ai due membri umani di riposare.
Ormai mancavano poche ore per giungere a destinazione ma preferirono
interrompere la corsa, accendere un fuoco e riposarsi.
«E’ da tanto tempo che conosci Hasu?»
domandò Inuyasha mentre giocherellava con il fuoco.
Quei momenti erano diventati occasioni per fare un po’ di
conversazione, poiché durante il viaggio non parlavano per
nulla. Peccato che Moriko finiva con l’addormentarsi subito.
«Più o meno sono sei anni» la giovane
donna già sbadigliava e si stava accoccolando su Noumu.
«Non sono pochi. Perché ti ha preso come sua
allieva?» continuò lui approfittando per
soddisfare qualche curiosità non espressa al villaggio.
«Ti sembra stana una cosa del genere?»
«No di certo! Era solo curiosità»
«Diciamo che ha notato del potenziale in me. Tutto
qui»
«E tu l’hai seguita senza problemi?»
questa volta fu Kagome a chiedere.
«Bè non proprio. Diciamo che alcune circostanze mi
hanno portato a farlo» un altro sbadiglio più
lungo degli altri e gli occhi cominciarono a chiudersi.
«Shireiyama non disse nulla?»
«Giusto qualcosina» sbadigliò
ancora «però è proprio un
bravo youkai …» chiuse completamente gli occhi e
si addormentò.
«Chi è Shireiyama?» domandò
Kagome.
«E’ il consorte di mia sorella» disse
semplicemente. Poi notò che a sentirlo era solo Kagome.
«Moriko? Ehi Moriko!» Inuyasha la chiamò
inutilmente, era già nel mondo dei sogni.
«Cavolo! Sta già dormendo»
«Deve essere stanca» immaginò Kagome.
«Ma che stanca! Questa dorme sempre e poi non è
lei a correre»
«Shh! Inuyasha abbassa la voce. La sveglierai»
«Nemmeno se scoppiasse una guerra si sveglierebbe»
«Abbassa la voce lo stesso»
«E va bene!» e tornò a disturbare il
fuoco che prese a scoppiettare con più vigore.
«Devi essergli parecchio affezionato, eh Noumu?»
Kagome s’intenerì ad osservare quanta cura e
delicatezza l’okami youkai usava nei confronti della donna.
Appena addormentata, Noumu si era preoccupato di coprirla con la folta
coda per proteggerla dal freddo e l’umidità della
notte. Quel contatto doveva essere piacevole dato che Moriko si era
maggiormente ripiegata nella sua posizione per godere al meglio di quel
calore.
«Kagome forse è meglio che riposi anche
tu»
«Forse hai ragione ma vorrei dormire anch’io con
qualcuno che mi tiene al caldo» gli si avvicinò
poggiandogli una mano al petto e la testa sulla spalla.
Inuyasha arrossì al contatto ma l’accolse tra le
sue braccia cominciandole ad accarezzare i capelli morbidi.
In quel momento ringraziò che Moriko avesse il sonno pesante
e che Noumu li ignorasse completamente.
«Così va bene. Buonanotte Inuyasha» lo
salutò, dandogli un leggero baci sulle labbra.
«Buonanotte Kagome»
***
«Quel moccioso! Non si è nemmeno degnato di farsi
vedere!»
«Probabilmente tremerà al solo pensiero di
incontrarti»
«Tremare? Dovrebbe essere terrorizzato a morte, anzi meglio
per lui che lo sia» il suo interlocutore si fese scappare una
smorfia divertita.
«E tu non esserne felice»
«Compatisco la sorte avversa che sta per colpire il nostro
fratellino»
«Sesshoumaru!» lo riproverò la inu
youkai, guardandolo con aria severa e incrociando le braccia al petto.
In un’abitazione tra le montagne, vi era un gruppo di youkai
riuniti nell’ascoltare i racconti del loro ospite
Sesshoumaru, accompagnato dal suo servitore Jaken.
La inu youkai era la copia perfetta di Sesshoumaru. Stesso colore degli
occhi e dei capelli, che portava raccolti da un fermaglio a forma di
loto blu e due ciocche ai lati del volto fermati alle punte da un
elastico. Anche i lineamenti erano molto simili, con la
stessa falce di luna e segni viola sul volto, dimostrava solo alcuni
anni in più di lui. Indossava un semplice ma elegante kimono
bianco con la parte finale delle maniche e del kimono stesso, blu con
motivi floreali che ricordavano il loto. L’unica vera
differenza consisteva nell’assenza della coda.
L’atro era un okami youkai di bell’aspetto: capelli
neri lasciati liberi che gli arrivavano fino a metà schiena,
occhi blu come la notte, penetranti e profondi. Era vestito con abiti
simili a quelli di Sesshoumaru di un colore grigio freddo. Una folta
coda nera faceva capolino da sotto l’haori di pelliccia,
anch’esso nero, e dei gambali dello stesso materiale.
Era decisamente più calmo della inu youkai ma condivideva la
sessa rabbia. Non la mostrava per non farla infuriare ulteriormente e
far nascere qualche altro commento sarcastico da parte di Sesshoumaru.
Infine vi erano anche due cuccioli di youkai, che dimostravano
all’incirca sei anni. Erano rimasti decisamente affascinati
dalle storie raccontate precedentemente per preoccuparsi di altro.
I due, un maschio e una femmina, erano gemelli e risultavano essere la
perfetta combinazione delle caratteristiche della inu youkai e
dell’okami youkai: capelli bianchi, corti lui e lunghi lei,
occhi blu vispi e scaltri e infine la coda, come quella di Sesshoumaru,
avvolta alla vita.
Sesshoumaru era tornato a far visita alla sorella dopo molto tempo e
dovette soddisfare ogni sua curiosità e quella dei due
cuccioli. A Sesshoumaru non dispiaceva, non risultavano mai invadenti e
gli lasciavano i suoi spazi e tempi.
Nel raccontare le sue ultime avventure, Sesshoumaru, era inizialmente
rimasto vago su Naraku e si era concentrato maggiormente su Tenseiga,
di quando l’aveva usata per la prima volta per riportare in
vita Rin, al Meido Zangetsuha e a Bakusaiga. Solo alla fine
completò il discorso, rendendolo esaustivo, raccontando di
Inuyasha e dei suoi compagni e del legame che aveva con Naraku. La
questione di Inuyasha fece mettere per un attimo in secondo piano anche
il fatto sconcertante che Sesshoumaru avesse riportato alla vita un
essere umano. L’inu youkai quasi si stava beando nel
pregustare l’ira della sorella sul povero hanyou.
«Lo possiamo incontrare?» domandò il
cucciolo di youkai riferendosi ad Inuyasha.
«Se resterà vivo» i due piccoli
guardarono prima Sesshoumaru e poi la loro madre e cominciarono a
pensare che le parole del padre non fossero solo un modo di dire.
L’okami youkai si era fatto improvvisamente attento, sorpreso
dall’odore che aveva percepito.
«Sesshoumaru dimmi dov’è che vive
così gliele vado a suonare e … Shireiyama che
c’è?»
«Non c’è bisogno che tu vada da
lui» rispose facendo segno di annusare l’aria.
I due inu youkai acutizzarono i sensi e percepirono proprio
l’hanyou che si stava avvicinando nella loro direzione.
«E brava Moriko mi sta portando il fratellino a
casa»
Sesshoumaru alzò un sopracciglio non
capendo.
«E’ la mia allieva, poi ti spiego.
L’altro odore a chi appartiene?»
«E’ la compagna umana di Inuyasha»
«Molto bene! Vado a dargli il bentornato» e
così dicendo, la inu youkai scattò fuori dalla
casa rapidamente e subito svanì nel bosco.
I due cuccioli insistevano nell’annusare l’aria ma
non sentivano nulla, erano ancora troppo piccoli per avere i sensi
sviluppati come quello degli altri presenti.
«La seguo. Jaken tu resterai qui»
«Come desiderate Sesshoumaru-sama!» e anche
l’altro youkai bianco andò via.
«Padre, secondo te lo vedremo Inuyasha?»
domandò la piccola.
«Sì, forse un po’ malconcio ma spero
abbastanza sano per prendersi il resto da me»
«Poveretto» commentarono i piccoli e poi si misero
seduti accanto a Jaken ad aspettare.
***
Noumu e Inuyasha avevano accelerato il passo per arrivare il prima
possibile. Improvvisamente rizzarono entrambi le orecchie nello stesso
momento e arrestarono la loro corsa.
«Che succede, Inuyasha?» gli chiese Kagome
percependo una strana agitazione da parte sua.
«Hasu» una sola parola tremolante.
«E non è di buon umore» aggiunse Moriko
capendolo dal comportamento dell’okami youkai.
Il suono di qualcosa che si muoveva velocemente tra la vegetazione si
fece più forte e sempre più vicino. Kagome scese
dalla schiena dell’hanyou e si guardava intorno, un
po’ spaventata. Il suono era ormai vicinissimo e
una figura bianca sbucò dal verde di fronte a loro.
«Inuyasha!»
Glossario
taijiya = sterminatore di demoni
haori = un soprabito che giunge fino all'anca o alla coscia
Angolo del'autrice
Eccomi con un nuovo capitolo! C'è un pò meno
azione rispetto al precedente ma compaiono tanti nuovi personaggi. Cosa
attenderà il povero Inuyasha?
Ringrzio tantissimo tutticoloro che hanno letto, in particolare chi
l'ha aggiunta alle seguite e chi ha recensito. Il vostro parere
è molto importante.
Vi lascio con un disegno.
Alla prossima;)
Disegno
|
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Capitolo 3 *** Il furto della Hakaitsume ***
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IL FURTO DELLA HAKAITSUME
Il
suono di qualcosa che si muoveva velocemente tra la vegetazione si fece
più forte e sempre più vicino. Kagome scese dalla
schiena dell’hanyou e si guardava intorno, un
po’ spaventata. Il suono era ormai vicinissimo e
una figura bianca sbucò dal verde di fronte a loro.
«Inuyasha!»
Il lampo bianco si scaraventò sull’hanyou e con
una gomitata che lo fece volare lontano e sbattere con la schiena sul
tronco di un albero.
«Ah! Inuyasha!» Kagome riuscì a seguire
a malapena cosa fosse successo.
La figura bianca ora si poteva distinguere. Era ritta sul posto in cui
un secondo prima vi era Inuyasha e guardava l’hanyou con
ferocia.
«Hasu …»
Anche senza che Moriko lo dicesse, la somiglianza con Inuyasha non
lasciava molti dubbi sull’identità della youkai.
Kagome fece per raggiungere Inuyasha ma la inu youkai si mosse prima e
gli si avvicinò con passi ampi ed eleganti.
«Tu, razza di stupido!» Inuyasha era piegato dal
dolore dovuto dalla gomitata allo stomaco ma al suono di quelle parole
cariche d’irritazione, non poté che alzare la
testa e trovarsi a tremare di fronte agli occhi furenti della sorella.
«Posso spiegar … ahi ahi!» non lo
lasciò terminare che lo colpì violentemente con
un pugno sul viso e successivamente lo aveva afferrato per un orecchio
e costretto ad alzarsi.
«Che dovresti spiegarmi? Avevi promesso di non fare
casini»
«Non è tutta colpa mia …
AHI!» Hasu torse con più forza
l’orecchio.
«So come sono andate le cose, piuttosto potevi anche pensare
di venire da me una volta che eri stato liberato dal sigillo. Hai idea
di quanto mi sia sentita in colpa?»
«Scusa non volevo … come già sai
tutto?»
«Me l’ha raccontato Sesshoumaru»
«Quel bastardo … Ah! Basta mi stai facendo
male!» dopo averlo colpito con le dita tra le costole, Hasu
era passata a stritolargli la testa con i pugni sulle tempie.
«Non è niente rispetto a quello che dovrei farti.
E non incolpare Sesshoumaru!»
«Hasu per favore lascialo andare»
l’implorò Moriko, sapendo che la tortura sarebbe
diventata più dura.
«Moriko non
t’immischiare»
«Fallo per me, gli devo la vita» insistette lei
avvicinandosi ai due fratelli.
«Davvero?» la giovane donna annuì.
«Tsk! Qualcosa di buono ancora la fai ma non pensare che
basti per farti perdonare» così dicendo,
lasciò andare la testa dalla sua presa e gli votò
le spalle.
Kagome corse da Inuyasha e si accertò che stesse bene.
«Hai già terminato?» Sesshoumaru si fece
avanti, deluso di non poter assistere ad altro.
«Dannato di un Sesshoumaru! Che bisogno avevi di dirle
…» Inuyasha si ammutolì
all’istante all’occhiata omicida di Hasu.
«Ha capito la lezione» tagliò corto lei,
chiudendo lì la questione.
«Moriko che ti è successo?» le
domandò la inu youkai.
Aveva notato delle ferite non del tutto rimarginate, le quali dovevano
essere state ben più grandi e profonde nei giorni
precedenti. Inoltre la stessa umana aveva affermato di essere stata
salvata da Inuyasha. Era più che sicura che non centrasse
con il compito che le aveva affidato, bensì che ci fosse
dell’altro.
«Ne parliamo a casa?» propose Moriko risalendo in
groppa a Noumu.
Hasu annuì :«Inuyasha vieni con noi e anche la
ningen» disse riferendosi a Kagome.
Con un cenno del capo fatto a Sesshoumaru, i due youkai presero a
camminare e ad inoltrarsi nel bosco seguiti dagli altri in silenzio.
***
«Stanno tornando!» esclamò il cucciolo
di youkai.
I due gemellini si alzarono e si misero ad attendere davanti
l’entrata della casa.
Alle loro spalle comparve il padre che coprì le loro teste
con la mano.
«Non emozionatevi troppo che vostra madre sarà
ancora arrabbiata»
I due alzarono il volto per guardarlo e risposero un “va
bene” non molto contento.
Arrivati alla dimora di Hasu, Kagome non poté che rimanerne
meravigliata.
Si trattava di una casa dalle discrete dimensioni e dalla forma dei
sontuosi palazzi. Questo riguardava la sola parte esterna, in quanto il
resto della casa era scavata nella roccia.
Sesshoumaru senza troppe cerimonie, entrò nella dimora a
rioccupare il posto dove si trovava precedentemente. Jaken al suo
arrivo lo aveva salutato rispettosamente ma rimase
all’esterno per studiare i nuovi arrivati. Moriko
entrò anche lei subito dopo :« vado a cambiarmi
d’abito» aveva detto, prima di scomparire nella sua
stanza. Noumu poté godersi un po’ di riposo e si
accovacciò in un angolo.
«Salve Inuyasha! Da quanto tempo» esordì
Shireiyama.
«Bè sì, un bel po’ di
tempo» Inuyasha si sentiva sempre più agitato. Non
voleva subire anche i rimproveri dello youkai.
«Che fate? Non entrate?» continuò
«ci dovrai spiegare un po’ di cose» lo
esortò l’okami youkai.
«Sì sì certo!»
E così tutti si ritrovarono all’interno
dell’abitazione. Hasu aveva invitato tutti a sedersi intorno
al focolare. Sesshoumaru stava in disparte con la schiena appoggiata
alla parete.
Kagome osservò con attenzione ogni dettaglio: gli spazi
interni erano molto ampi, arredati con eleganza ed
essenzialità. Era tutto in legno e roccia. La struttura in
legno degli shouji era intagliata e la carta che li componeva era
dipinta con diversi motivi, da quelli floreali a quelli geometrici. Da
lì si contavano almeno altre quattro stanze.
«Sei la miko che ha liberato Inuyasha?» fino a quel
momento nessuno aveva detto nulla e Hasu decise che era il momento di
rompere il ghiaccio.
Kagome fu presa alla sprovvista, concentrata
nell’ammirare il posto in cui si trovava.
«Sì, mi chiamo Kagome Higurashi.»
«Ti ringrazio. Non deve essere facile stare vicino a mio
fratello» la miko si sorprese per il tono gentile e premuroso
della inu youkai. Si ricordò che Moriko le aveva detto che
in genere si comportava in quel modo e le fu spontaneo rispondere con
naturalezza.
«Qualche volta ma non vedrei altro posto in cui i vivere se
non accanto a Inuyasha»
«Ma che hanyou fortunato!» commentò
Shireiyama senza cattiveria.
L’okami youkai per molto tempo era stato tra i pochissimi, se
non l’unico, che poteva rivolgersi a Inuyasha in quel modo
senza che quest’ultimo si offendesse.
Nonostante ciò, il commento lo imbarazzò e si
passò una mano dietro la testa, arrossendo. Indubbiamente
l’attenzione era concentrata su di lui ma lo sguardo dei due
cuccioli che, erano stati zitti per tutto il tempo, si stava facendo
sempre più insistente.
«E voi due che volete?»
«Siamo contenti di vedere lo zio hanyou!» risposero
i due in coro.
«Zio?» si domandò confuso puntando il
suo stesso indice al viso.
«Non ci arrivi Inuyasha?» gli domandò
l’okami youkai che si era alzato, sollevando di peso i due
cuccioli, che si erano ormai incollati a Inuyasha e li rimise a sedere
accanto a lui.
«Non mi dirai che …»
«Sono i nostri figli.» Hasu terminò per
lui.
«Io mi chiamo Himaru!» il piccolo si
affrettò a presentarsi ed evitare che lo facesse qualcun
altro al suo posto, seguito a ruota dalla sorella :« e io
sono Tsukiko!»
A quanto pare le cose non erano cambiate solo per lui.
«Sei simpatico con le orecchie da cane» Inuyasha
s’indispettì un po’ per il commento del
piccolo, che voleva essere un complimento.
«Hai ragione Himaru»
«Ehi Kagome!» sbottò Inuyasha.
Quel piccolo scambio di battute fece sorridere Hasu e Shireiyama. La
rabbia stava scivolando via.
In quell’istante uno shouji venne fatto scorrere e Moriko
uscì dalla sua stanza. Si era tolta gli abiti da viaggio e
indossava un semplice kimono azzurro, chiuso da un sottile obi bianco.
I capelli liberati dalla coda, arrivavano a coprire la schiena e la
frangia ribelle non riusciva a contenere qualche ciuffetto.
«Scusate l’attesa» disse chinando
leggermente il capo.
Hasu le fece prendere posto di fronte a se ma prima l’umana
estrasse una boccetta dalla manica e la porse a Shireiyama.
«E’ quello che dovevo recuperare,
giusto?»
Lo youkai la prese, la stappò e odorò il
contenuto verdastro.
«Sì, è proprio questo» le
rispose soddisfatto.
«A che serve?»
«A rimuovere gli odori»
«Eh? Tutto qui? E io che pensavo chissà cosa
fosse»
«Invece è utilissimo» ribatté
lui.
«Insomma è andato tutto bene» disse la
inu youkai riferendosi al compito che le aveva dato da svolgere e
portare il discorso alla questione d’interesse.
«Sì Hasu. Ho seguito le vostri indicazioni
è non ho avuto problemi» disse, riferendosi alla
battaglia sostenuta per ottenere il liquido, richiestole da Shireiyama.
«Quindi da cosa ti ha salvato Inuyasha?»
«Mentre ero sulla strada del ritorno, uno youkai mi ha
attaccato senza preavviso. Era molto forte e mi aveva ferito abbastanza
gravemente. A quel punto è arrivato Inuyasha,
salvandomi»
«Che cosa voleva?» le chiese Shireiyama.
«Non lo so. Però non mi ha dato
l’impressione di agire senza uno scopo e poi
c’è un’altra cosa che mi ha
sorpreso» la stavano ad ascoltare tutti e con maggiore
attenzione Inuyasha e Kagome, i quali non erano stati resi partecipi di
quei pensieri nei giorni precedenti. «La sua arma non aveva
nulla di demoniaco, era una semplicissima naginata e mi è
sembrato strano per uno youkai tanto potente»
Alla parola naginata, Sesshoumaru prestò maggiore attenzione
al discorso e scambiò un’occhiata con la sorella.
«E’ un dettaglio importante?»
s’intromise Kagome notando il cambiamento di Sesshoumaru.
«Difficile da dirsi. Potrebbe trattarsi di una semplice
coincidenza» rispose Shireiyama.
«Si può sapere che cos’è che
non va?» Inuyasha cominciò a sentire puzza di
bruciato in tutta quella faccenda.
«Sesshoumaru non è venuto per una semplice visita
di cortesia ma per chiedermi consiglio su un episodio accaduto qualche
settimana fa nelle terre dell’Ovest» Hasu era
diventata pensierosa.
«E’ qualcosa di preoccupante?» Moriko non
si sentiva più tranquilla.
«L’Hakaitsume è stata rubata, una
naginata sigillata da secoli» Sesshoumaru prese la parola per
la prima volta. La sua voce era distaccata e il suo sguardo freddo.
«Per essere sigillata doveva essere un qualcosa di demoniaco,
no? E quella che ho visto non ne aveva per nulla
l’aria» insistette Moriko.
«Non possiamo dirlo con certezza. Eccetto il suo nome, non
sappiamo nulla di quell’arma» le spiegò
l’okami youkai.
«Fu mio padre a sigillarla, però io non so
nulla» Hasu non ricordava nessun particolare di
quell’evento. Aveva sentito qualcosa a riguardo ma a quel
tempo non ci aveva prestato attenzione.
Inuyasha cominciò a riflettere meglio sul combattimento e
sullo youkai.
«A cosa pensi Inuyasha?»
«Si tratta solo di un’impressione ma i due eventi
potrebbero essere collegati in qualche modo» si prese qualche
secondo per mettere meglio insieme le idee «da come ha
combattuto con me sembrava volesse fare qualcosa di ben preciso e poi
quando mi ha trafitto con la naginata, mi disse che ero stato fortunato
e se ne andò.»
«Come se qualcosa non fosse andato come previsto»
anche Kagome si era messa a riflettere con maggiore attenzione al
racconto che le fecero Inuyasha e Moriko. Fino a quel momento non ci
aveva dato molto peso ma alla luce di quelle notizie, si poteva vedere
il combattimento in modo differente.
«Ci potete dire qualcosa in più di questo
youkai?» a Shireiyama sembrava tutto troppo vago e privo di
un vero fondamento.
«Dall’odore era uno washi youkai» disse
con sicurezza Inuyasha.
«Aveva due enormi ali sulla schiena» aggiunse
Moriko, confermando le parole dell’hanyou.
«Ti dice qualcosa Sesshoumaru?» lo youkai si
limitò a scuotere la testa lateralmente ad Hasu.
«Continuando a discuterne così non arriveremo da
nessuna parte. Pensiamoci con più calma, così
potremmo decidere il da farsi» Shireiyama si alzò
deciso a sgranchirsi e cambiare aria.
«Hai ragione» disse Hasu. Poi si rivolse a Inuyasha
e Kagome «potete restare tutto il tempo che volete. Kagome fa
come se fossi a casa tua»
«Grazie ehm …Hasu-sama» la miko era
leggermente in imbarazzo.
«Chiamami pure Hasu» Kagome le sorrise con
gratitudine.
«Ah cavolo! Finirò in qualche guaio!»
esclamò Moriko alzando le braccia in alto e cadendo con la
schiena sul pavimento.
«Tranquilla! Ti proteggiamo noi. Per ora fai altro e non
pensarci» Shireiyama la guardava dall’alto con un
sorriso rassicurante.
Si era affezionato alla giovane umana e si dimostrava spesso
più protettivo di Hasu.
«Kagome ti va di fare un giro nei dintorni? Questo posto
è bellissimo! Ci sono anche le terme»
«Con molto piacere!» alla risposta positiva della
miko, Moriko si rimise in piedi invitandola a fare lo stesso.
«Possiamo venire anche noi?» i due cuccioli si
affrettarono nell’affiancarle, speranzosi.
«Basta che non date fastidio» li ammonì
Moriko ma concedendogli il permesso di seguirle.
«Faremo da guida a Kagome-chan» Himaru era il
più energico ed entusiasta.
«Inuyasha, vieni anche tu?» gli domandò
Kagome vedendo Inuyasha ancora seduto e pensieroso.
Le fece di no con la testa e rimase tutto assorto nei suoi pensieri. La
miko ritenne che lasciarlo tranquillo per un po’ fosse la
cosa migliore. Forse aveva molte cose da dirsi con la sorella.
E così il piccolo gruppetto andò via sotto lo
sguardo attento di Hasu.
«Jaken?»
«Sì, Hasu-sama!»
Il piccolo youkai era rimasto zitto per tutto il tempo, non osando
proferire parola, nonostante in quell’ambiente si sentisse
tranquillo.
«Voglio un tuo parere su tutto ciò che hai
sentito?» la inu youkai si fidava del fiuto per i guai e per
il pericolo del piccolo kappa.
«Che non promette nulla di buono, mia signora»
Glossario:
Shoji = porta di carta di riso
Washi=Aquila
Angolo dell'autrice:
Salve! Ho aggiornato prima e penso di riuscire a mantenere una cadenza
settimanale. Ma torniamo al capitolo ... i guai ormai sono dietro
l'angolo e pare che l'abbino capito tutti.
Ringrazio tantissimo mirery88 e belfire99 per la recensione, chi ha aggiunto la ff
alla seguite e chi semplicemente legge.
Vi lascio con l'immagine di questo capitolo:immagine
Alla prossima ;)
|
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Capitolo 4 *** Il potere nascosto ***
FFI_CAP4
IL
POTERE NASCOSTO
L’aria venne tagliata dalla lama di una katana, maneggiata
con precisione e maestria. La katana eseguiva fendenti, parate e
affondi in rapida successione. Ogni movimento era fluido e ben
coordinato. Moriko era concentrata sul suo allenamento quotidiano,
incurante di avere più occhi del solito che la osservavano.
Si trovava al solito posto, davanti casa, all’ombra degli
alti alberi che la circondava.
In particolare Sesshoumaru la studiava con attenzione, avvertendo
qualcosa di strano in lei.
«Ti incuriosisce?» la sorella gli si era avvicinato
e si sedette accanto a lui.
«Ha un qualche sorta di potere nascosto ma non riesco a
percepirne la natura»
«Non ho deciso di allenarla per caso»
«Non è come il potere spirituale delle
miko» continuò Sesshoumaru nella sua riflessione.
«Infatti non lo è. Vuoi combattere con
lei?» il fratello la guardò come se fosse
impazzita. Qualsiasi fosse stato il suo potere, era evidente che
esisteva una grande differenza di forza tra i due.
Hasu avendo notato le sue perplessità, si
affrettò a chiarirsi :«Potresti arrivare a
comprende la natura del potere di Moriko»
Sesshoumaru tornò a guardare la giovane donna,
riflettendo. C’era qualcosa in quella ningen che
l’attirava e avrebbe approfittato dell’offerta
della sorella. Senza dire nulla, si alzò ma prima che
potesse dirigersi nella sua direzione, Hasu lo fermò.
«Tenseiga! Usa Tenseiga e non farle male»
L’ inu youkai rivolse per un attimo lo sguardo
all’indietro e proseguì fino ad arrivare a pochi
passi da Moriko.
La giovane avvertendolo avvicinarsi, si fermò. Stava di
fronte a lei che la guardava freddo, senza proferire parola,
intimorendola. Non sapeva cosa volesse né cosa aspettarsi.
«Posso esservi d’aiuto Sesshoumaru-sama?»
domandò insicura.
Lo youkai senza rispondere nulla estrasse una delle due katana al suo
fianco e la puntò contro di lei.
«Se…Sesshoumaru-sama …»
Moriko arretrò di un passo, cercando l’aiuto di
Hasu oltre la sagoma dello youkai. L’unica cosa che ottenne,
fu un cenno del capo e della mano che la invitava ad accettare la sfida
di Sesshoumaru.
Non convinta ma fidandosi della sua maestra, si mise in posizione di
guardia, studiando l’inaspettato avversario e attendendo che
fosse lui a fare la prima mossa.
Sesshoumaru afferrò Tenseiga con entrambe le mani e
muovendosi con estrema fluidità e leggerezza, tanto che
sembrava scivolare sul terreno, eseguì un attacco
dall’alto. Il colpo fu parato e anche i due laterali
successivi. Moriko non arretrava, piuttosto cercava un spazio nella
guardia dello youkai. I movimenti di Sesshoumaru erano percettibili ma
dalla potenza elevata. Sesshoumaru non sembrava compiere il minimo
sforzo mentre Moriko, se pur riusciva a mantenere il ritmo e
addirittura provava ad attaccare, doveva restare concentrata.
Un’ altra successione di quattro attacchi, l’uno
più rapido dell’altro.
Moriko riuscì a parare e schivare anche questi e
provò un fendente che l’ inu youkai non dovette
nemmeno schivare o parare data la distanza elevata che lo separava
dalla lama della katana della giovane. Sollevò Tenseiga
tracciando una linea verticale invisibile, la giovane ningen
arretrò e attaccò con un fendente dal basso,
costringendo Sesshoumaru a schivare.
Per lo youkai lo scontro era durato anche troppo e aumentò
la frequenza dei fendenti. Allo steso modo Moriko aumentava la sua
velocità di reazione, adeguandosi a quella di Sesshoumaru.
Si notava benissimo che la giovane donna faticava non poco e non
avrebbe resistito a lungo. Bloccò l’ultimo colpo,
assumendo un’espressione diversa come se avesse in mente
qualcosa. Sesshoumaru lo notò, restando fermo in quella
posizione per qualche secondo, percepì una sorta di
vibrazione. Continuava a non comprendere quella strana sensazione
proveniente dalla giovane donna umana e tutto ciò lo
irritò. La spinse con le spalle al tronco di un
albero, facendole sentire un forte dolore alla schiena. Quando Moriko
riaprì gli occhi, li sgranò per lo spavento.
Sesshoumaru l’aveva appena tagliata dalla spalla al fianco
opposto.
L’inu youkai rinfoderò Tenseiga e si
allontanò. Moriko crollò sulle ginocchia,
tastandosi il busto, che costatò essere integro.
«Non ti ha fatto nulla, quella che ha usato era
Tenseiga!» Tsukiko aveva assistito insieme al gemello qualche
metro più lontano.
“Già Tenseiga” pensò,
rimettendosi all’in piedi.
Si ritrovò a seguirlo con lo sguardo. Era con Hasu che gli
stava dicendo qualcosa e lui scuoteva la testa quasi come se fosse
infastidito.
Moriko si sistemò meglio le vesti e riprese i suoi esercizi,
provando a scacciare quell’orribile sensazione di paura che
aveva provato. A lei si unirono anche i due gemellini, tutti
elettrizzati dallo scontro che si era appena svolto. Eppure la
concentrazione faticava a tornare. Sesshoumaru non distoglieva la sua
attenzione da lei, nonostante Hasu se ne era andata e la cosa la
innervosiva parecchio.
Nel bel mezzo dell’assalto di Himaru, la giovane donna si
scansò riponendo la katana nel fodero. Il piccolo perse
l’equilibrio e si ritrovò a quattro zampe sul
suolo mentre Tsukiko si fermò, chiedendosi il
perché del comportamento strano della donna.
“Sono stanca” aveva detto e se ne
rientrò in casa. Quando passò al fianco
dell’ inu youkai, lo ignorò, mantenendo un
atteggiamento fiero e distaccato.
Sicuramente Sesshoumaru doveva aver notato la paura che aveva provato
quando la colpì ma era stata presa alla sprovvista da
quell’espressione di … rabbia?
Le era sembrato di aver scorto della rabbia o irritazione negli occhi
ambrati dell’inu youkai, all’apparenza inespressivi.
Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla spaventata o reverente.
Una volta entrata, si annunciò da fuori lo shoji di una
stanza e si fece avanti senza attendere la risposta. Quello in cui si
trovò, era un vero e proprio laboratorio, dove Shireiyama
lavorava ai suoi intrugli, medicinali e antidoti per i veleni
più disparati. Vi erano mensole, scaffali, mobili e
cassepanche ricche di piante, erbe, boccette, mortai, liquidi di tutti
i colori e tanti strumenti che non sapeva nemmeno a cosa servissero con
precisione. L’odore che permeava tutta la stanza, era
indistinguibile e spesso fastidioso. Per fortuna in quel momento, la
finestra aperta consentiva il ricambio d’aria.
«Non è troppo presto perché tu possa
aver terminato il tuo allenamento?» le disse Hasu con tono di
rimprovero.
«Con tuo fratello che mi osserva per tutto il tempo, non
è cosa che si possa fare, Hasu-sensei»
Shireiyama, anche lui presente, si mise a ridere, pensando che era
più che altro arrabbiata per la sconfitta subita che per il
comportamento dell’ inu youkai.
«Dato che sei qui, dammi una mano» Moriko
annuì e si mise a triturare delle foglie che le aveva
passato.
«Non abbiamo nient’altro da fare?» Hasu
aveva ripreso il discorso precedente all’arrivo della sua
allieva.
«Brancoliamo nel buio. Prima di qualunque decisione abbiamo
bisogno di conoscere più dettagli possibili»
«State parlando della naginata?»
«Sì e dell’attacco che hai subito
tu» le rispose Shireiyama mentre le prese le foglie ridotte
in poltiglia e le aveva dato un recipiente di legno da reggere in cui
stava versando vari liquidi e polveri.
«Che cosa avete deciso?»
«Di metterci alla ricerca d‘indizi che ci aiutino a
far luce sulla faccenda»
«Tutto qui Hasu?»
«Hai altre idee? Non sappiamo chi abbia rubato la naginata
né il modo in cui ci sia riuscito, per non parlare dello
youkai che ti ha attaccato» Shireiyama continuava il suo
lavoro mentre partecipava anch’egli alla conversazione.
«In effetti, ci ho pensato ma più che sperare di
trovare qualche traccia di quello youkai, non saprei che
fare»
«A questa conclusione saranno arrivati anche gli altri, di
sicuro Sesshoumaru altrimenti non sarebbe mai venuto da me»
al sentire pronunciare il nome del fratello della inu youkai, Moriko
aggrottò le sopracciglia.
«Prima di qualunque cosa, abbiamo una piccola questione da
risolvere, non è così Hasu?» Shireiyama
aveva finito di mescolare gli ingredienti e tutto soddisfatto prese il
contenitore dalle mani di Moriko.
«Quale questione?» domandò la giovane
donna non capendo ma preoccupandosi dal tono di complicità
che aveva assunto.
«Il mio fratellino Sesshoumaru si starà
arrovellando il cervello per capire che sorta di potere hai, potremmo
dargli una mano?»
«Che si arrovelli pure!» fece stizzita Moriko.
«Non hai voglia di prenderti la rivincita?»
«E come faccio Hasu-sensei? E’ troppo forte per
me»
«Un modo c’è … almeno per
sorprenderlo»
«Shireiyama, se stai pensando che lo affronto mentre usa
l’altra spada, stai pur certo che non lo farò.
Finisce che mi ammazza sul serio»
«Ritengo anch’io che sia un metodo pericoloso, in
realtà pensavo ad altro»
«Spiegati»
«Userai Tessaiga!»
Quella soluzione le sembrò più assurda della
prima. Non dovette dimostrare le sue perplessità per far
comprendere il suo scetticismo.
«Una volta intuito come funziona, non avrai problemi a usare
il Kaze no Kizu. Un pomeriggio sarà più che
sufficiente»
Moriko sospirò. Non ne era del tutto convinta di riuscirci
ma le era stata offerta l’opportunità di rifarsi
della sconfitta, inoltre l’idea di poter maneggiare Tessaiga,
un’arma straordinaria di quelle narrate dalle leggende, non
poteva che entusiasmarla.
Shireiyama si occupò di controllare Sesshoumaru, il quale
era impegnato ad addestrare al combattimento i due gemellini, e tenerlo
lontano dagli altri.
Hasu si era appartata, in un luogo un po’ più
distante, con Moriko, Inuyasha e Kagome.
Alla richiesta di mostrare il potere della Tessaiga a Moriko,
affinché lei lo potesse riprodurlo, Inuyasha credette che la
sorella avesse battuto la testa.
Moriko sperava di convincerlo, spiegandogli che lo faceva per
dimostrare le sue capacità a Sesshoumaru. Inutile dire che
vedere il fratello in difficoltà con una ningen, doveva
essere uno spettacolo da non perdere. In quanto umana poteva toccare la
katana ma come poteva essere in grado di usare Tessaiga? Forse aveva a
che fare con la forza che percepiva provenire da lei?
Porsi tutti quei quesiti era inutile tra l’insistenza di
Moriko e i comandi di Hasu che non consentivano repliche.
«Su Inuyasha che ti costa? Se tua sorella dice che Moriko
può riuscirci, sarà così»
anche Kagome si era aggiunta al coro di quella richiesta tanto assurda.
Come aveva detto Kagome, non gli costava nulla mostrare il potere della
Tessaiga, in fondo si trattava solo di lanciare qualche Kaze no Kizu.
«Sta bene attenta, Moriko!» le disse Inuyasha
preparandosi.
Sfoderò Tessaiga e, mentre usciva dal fodero, la vecchia
lama arrugginita assumeva la forma di una grossa zanna affilata.
«Questo è il primo passo. Devi far assumere alla
Tessaiga il suo vero aspetto» le spiegò Hasu. Poi
fece un cenno al fratello minore, concedendogli il permesso di
proseguire.
L’hanyou sprigionò la potenza della spada, dalla
quale si liberò un’accecante luce e profondi
solchi, segnavano il terreno.
«Questo è il secondo passo: il Kaze no Kizu.
Inuyasha ci riesce perché può fiutare
l’odore del vento»
«Perdonami Hasu-sensei, come faccio io a sentirne
l’odore?» ecco che si presentava la grande
difficoltà. Se il primo passo, le era risultato non
immediato ma fattibile, il secondo appariva insormontabile. Eppure
prevedeva perfettamente quale sarebbe stata la risposta alle sue
perplessità “fidati del tuo intuito” e
furono proprio quelle le parole di Hasu.
Ed è quello che fece, si affidò al suo istinto.
Impugnata Tessaiga ne avvertì subito l’immenso
potere. In un primo momento le sembrò troppo grande da
gestire ma ben presto capì come manovrarlo. Spesso il potere
demoniaco con sui si trovava ad avere a che fare, era malvagio, ostile
e alcune volte risultava sgradevole. Quello di Tessaiga non era
dissimile, eppure l’attirava e la incuriosiva.
Focalizzò nella sua mente la forma che doveva assumere,
lasciò che una piccola parte del potere fluisse lungo la
lama. Ne liberò dell’altro in piccole
quantità fino a quando non sentì un cambiamento.
La spada cominciò a fremere e Moriko spalancò gli
occhi che aveva mantenuto chiusi per tutto il tempo, e Tessaiga assunse
la su vera forma.
Il tutto era durato alcuni minuti, tuttavia bastarono a stancarla. La
meraviglia di Kagome e Inuyasha era evidente. Quella ningen era davvero
in grado di farlo e cominciarono a chiedersi seriamente quale insolito
potere possedesse.
«E’ davvero magnifica»
sussurrò Moriko ammirando la grande arma che teneva tra le
mani. Da come la maneggiava Inuyasha non sembrava così
pesante e Moriko disprezzò la sua misera forza umana.
«Continua a studiare il potere di Tessaiga» la
donna fece come la sua maestra le aveva ordinato. Appoggiò
la lama al suolo senza lasciarla e rimase ferma in quella posizione per
molto tempo. I preseti non osavano fiatare per non distogliere la sua
concentrazione, ansiosi di vedere se davvero Moriko era in grado si
lanciare un Kaze no Kizu.
Moriko abbassava e rialzava le palpebre, regolava il respiro e
rilassava i muscoli. Nulla, non riusciva a percepire nulla.
Kagome, notando le difficoltà della giovane donna, volle
provare a darle dei consigli. Credeva fermamente che Moriko potesse
riuscirci.
«Moriko, prova a pensare a Tessaiga come
un’arma che protegge e non a qualcosa di aggressivo e
pericoloso»
«Kagome cosa dici?»
«Ma Inuyasha è così che sei riuscito a
usare il vero potere della Tessaiga le prime volte!»
replicò la miko convinta della sua idea.
«Quello che ha detto Kagome non è sbagliato,
però hai bisogno di un altro suggerimento» Hasu si
avvicinò a Moriko mettendosi dietro di lei, volendo
accompagnare i movimenti della katana.
«Nee-chan ferma! Non puoi toccare Tessaiga!»
l’intervento repentino di Inuyasha la fece un attimo fermare
ma con lentezza riprese quello che stava facendo, tranquillizzandolo
:«non sarò io a maneggiare Tessaiga. Mi
limiterò a guidarla» Hasu afferrò
saldamente i dorsi delle mani dell’allieva.
In qualche modo, Moriko si sentì più sicura,
affidandosi alla youkai alle sue spalle. Le fece sollevare Tessaiga, la
quale non sembrava più così pesante.
«Ora concentrati su quello che percepirai» le
sussurrò piano all’orecchio.
Tessaiga fu sollevata e un vortice d’aria l’avvolse.
“Protegge … Tessaiga è una katana che
protegge” ripeteva Moriko nella sua mente.
Lo percepiva! Percepiva il potere che fluiva nella Tessaiga, era
totalmente differente rispetto a quando l’aveva visto, in
quel modo era come se ad eseguire il Kaze no Kizu fosse proprio lei.
Continuò a cogliere tutte le sensazioni e
quant’altro accadeva intorno a lei.
Hasu ritenne che fosse il momento giusto e scatenò il
potente attacco della spada. Moriko si sentì come travolta e
se non fosse stato per il corpo di Hasu che la tratteneva,
pensò che sarebbe volata via.
Quando tutto finì, si era formato uno squarcio tra gli
alberi del bosco.
«Allora?»
«E’ straordinaria Hasu-sensei! Ho percepito come
dei vortici … credo di aver capito dove tagliare. Ci
provo!»
Hasu si fece in disparte soddisfatta. Moriko era finalmente in grado di
usare il Kaze no Kizu.
La giovane donna rieseguì esattamente gli stessi movimenti
di prima, anche se un po’ più a fatica senza il
supporto della inu youkai, e il Kaze no Kizu si sprigionò.
«Ci è riuscita!» esclamò
Kagome contenta e battendo le mani.
«Incredibile!» Inuyasha era quasi rimasto senza
parole. Fino all’ultimo aveva dubitato che potesse essere
possibile una cosa del genere.
Moriko affannava in ginocchio. Per lei era stato davvero un grande
sforzo.
«Brava, proprio così!» Hasu si
complimentò con lei orgogliosa come sempre dei progressi e
delle capacità della sua piccola allieva.
«Però era debolissimo. Con questa forza non
potrò nemmeno far arretrare Sesshoumaru»
«Ma otterrai la soddisfazione di fargli riconoscere la tua
forza e poi vedrai che faccia farà!»
***
Moriko si concesse un’oretta di riposo per recuperare le
energie perse e insieme al gruppo, tornò a casa.
Arrivati nei suoi pressi, Moriko non volle più proseguire,
assalita dai dubbi.
«Moriko?» Hasu si voltò. La giovane
donna era ferma e un po’ nervosa.
«Moriko che c’è?» le chiese
ancora, ipotizzando cosa le stesse passando per la testa.
«Ecco … non è poi così
importante prendermi la rivincita su Sesshoumaru»
mugolò lei.
«Non hai nulla da temere» Hasu provò a
rassicurala.
«E sei poi si arrabbia?»
«Non si arrabbierà. Gli ho detto che avrebbe
capito che tipo di capacità hai ed è quello che
sto facendo»
«Sì ma se non gradirà che una ningen
usi Tessaiga?»
«Ehi! Sesshoumaru! Moriko vuole sfidarti di nuovo»
urlò l’hanyou stanco delle scuse che stava
accampando Moriko.
«Inuyasha!» fece Moriko scandalizzata dalla mossa a
tradimento dell’hanyou.
L’ inu youkai si era voltato e fissava proprio lei. Sarebbe
voluta sparire.
Il suo sguardo era così freddo da farle venire i brividi ma
arrivati a quel punto non si sarebbe tirata indietro, il suo orgoglio
non lo avrebbe mai permesso. Si fece avanti, fronteggiandolo con il suo
sguardo determinato e ardente dal desiderio del combattimento.
L’adrenalina e l’eccitazione spazzarono via i
dubbi, lasciando spazio alla concentrazione.
Si fece passare Tessaiga e la cosa destò meraviglia:
Shireiyama era curioso di vedere cosa era riuscita ad imparare; i due
gemellini, che non erano a conoscenza di nulla, si erano piazzati in un
posto tale da osservare tutto, sicuri di stare per assistere a qualcosa
di particolare; Jaken, curioso almeno quanto loro, li
affiancò e Sesshoumaru alla fine sogghignò
interessato dalla situazione.
L’ inu youkai, senza preavviso, scattò in avanti
con la mano artigliata. Velocemente Moriko scivolò sul lato,
proteggendosi con la lama di Tessaiga. Seguirono altri colpi che lei
parò e schivò senza battere ciglio. Era
più rapida di quella mattina, si stava adattando alla
velocità di Sesshoumaru sempre più.
Piantò Tessaiga nel terreno e, usandola come appoggio,
deviò gli artigli che le avrebbero procurato degli orribili
graffi allo stomaco. In quel momento trasformò Tessaiga e
riestraendola, sollevò una gran polvere e ne
approfittò per allontanarsi da lui.
Sesshoumaru incurante della polvere, la seguì con
l’olfatto, sbalordito nel vedere quella forma di Tessaiga in
mano ad un ningen.
Alla giusta distanza, Moriko raccolse tutte le sue forze e con un urlo
lanciò il Kaze no Kizu.
Era più forte di quello dell’allenamento e
Sesshoumaru fu avvolto dalla luce.
Quando tutto si calmò, si poté vedere
l’inu youkai che era stato costretto a innalzare la barriera
di Tenseiga e con un’espressione di assoluta meraviglia.
Moriko era stremata, si reggeva su Tessaiga nella sua forma di spada
arrugginita impiantata nel terreno.
«Non ci credo …» Jaken probabilmente era
il più sorpreso di tutti. Aveva fatto cadere il bastone, gli
occhi strabuzzati e la mandibola a terra. I due cuccioli erano
sbalorditi quanto lui, inoltre per loro fu la prima volta che vedevano
Tessaiga in azione.
«Allora Sesshoumaru? Che te ne pare della mia
allieva?» Hasu si fece avanti, pensando bene di concludere
lì l’incontro e bloccare ogni intenzione di
proseguire del fratello.
«Se non l’avessi visto con i miei occhi, non ci
crederei» disse e si avvicinò a Moriko.
La donna lo guardò. Era alto poco più della
sorella, ma nella posizione in cui si trovava le sembrò
ancora più alto.
«Dimmi, come puoi fare una cosa simile?»
Per fortuna non sembrava arrabbiato nonostante il tono della voce
glaciale.
«Sono in grado di manipolare il potere demoniaco,
Sesshoumaru-sama»
«Come ci riesci?»
«Non lo so esattamente. E’ una cosa che mi viene e
basta, come se fosse naturale per me»
«Non sappiamo nemmeno noi come sia possibile per
un’umana. Abbiamo provato a trovarne l’origine ma
senza risultati. L’unica cosa che abbiamo potuto fare,
è stato insegnarle come sfruttarlo a pieno»
terminò di spiegare Hasu, parlando anche a nome di
Shireiyama.
Sesshoumaru parve soddisfatto di sapere finalmente cos’era
che tanto l’attirava in quella ningen.
***
Giunta la sera Moriko e i cuccioli dormivano profondamente. Per la
donna era stata una giornata molto faticosa. Oltre
l’allenamento e ai due scontri con Sesshoumaru, aveva dovuto
accontentare Himaru e Tsukiko che, estasiati da ciò che
avevano visto, l’avevano pregata di far provar loro Tessaiga
ma non potendola toccare, dovettero farlo attraverso Moriko. La giovane
donna era sempre molto disponibile con i due cuccioli di youkai, si era
molto legata a loro ed erano diventati una sorta di fratellini. Quindi
per quanto stanca, non le dispiacque accontentarli.
Anche Kagome, dopo cena preferì andare a riposare e Jaken si
era appisolato in qualche angolo della casa.
Così nella tranquillità generale, Hasu e
Shireiyama avevano convocato i due fratelli per discutere su quali
sarebbero state le loro prossime mosse.
Si trovavano all’esterno, in cerchio sotto un tetto di
centinaia di puntini luminosi e la luna a metà. Noumu si
lasciava accarezzare da Shireiyama ed aveva la testa appoggiata sulle
sue gambe, attento a quello che avrebbero detto da lì a
poco.
«Io e Hasu ci abbiamo pensato e abbiamo concluso che la cosa
migliore da fare, sia raccogliere più indizi e informazioni
possibili» Shireiyama espresse immediatamente il nocciolo
della questione.
«Sono certa solo di una casa. Se nostro padre ha sigillato la
naginata Hakaitsume, avrà avuto le sue buone ragioni. Quindi
ritengo che dovremmo trovarla e risigillarla. Per fare questo
però abbiamo bisogno di sapere dove cercare e quindi
dobbiamo raccogliere indizi» continuò Hasu,
risvolta nello specifico ai fratelli.
Nessuno ebbe nulla da ridire, trovandosi d’accordo con il
loro pensiero.
«Sesshoumaru, se per te va bene, andremo insieme. Partiremo
dal luogo
del furto» lo youkai annuì
«Inuyasha, vorrei chiederti un favore»
«Dimmi pure!»
«Vorrei che andassi dal vecchio Myoga per chiedergli tutto
quello che sa sulla Hakaitsume»
«Va bene, lo farò. Però se permetti,
dopo vorrei tirarmi indietro da tutta questa storia, soprattutto se lo
youkai che ha attaccato Moriko non c’entra nulla»
«Sei libero di farlo. Ah! Solo un’ultima
cosa»
«Cosa c’è ancora?» fece
Inuyasha che stava per alzarsi.
«Non coinvolgere Kagome. Tu tiene a lei, vero?»
«Ma che raccomandazioni fai? E’ proprio per questo
che voglio tenermi lontano da tutta questa faccenda»
ribatté scorbutico.
Hasu lo guardò ritirarsi in casa. Era diventato
l’hanyou che sperava fosse un giorno. Forte, gentile e con
delle persone che gli volessero bene. Provò orgoglio e gioia
per il suo fratellino che tanto adorava.
«Ora bisognerà solo convincere Moriko»
disse Shireiyama accarezzando maggiormente Noumu.
Esatto Moriko. Non voleva che le succedesse qualcosa e preferiva
tenerla lontana e al sicuro sotto la protezione del compagno. Ma sapeva
anche che era una partita persa in partenza.
Angolo dell'autrice:
Salve! Non ho rispettato la cadenza settimanale, mi sa che
sarà un pò così, qualche volta ogni
due settimane e qualche volta uno a settimana.
Che ne dite di Moriko? Ha delle capacità interessanti e
misteriose che sono riuscite a incuriosire Sesshoumaru e lasciare a
bocca aperta tutti. Chissà se anche a voi è
accaduto lo stesso.
Grazie belfire99!
Vi lascio con l'immagine del cap:immagine
Alla prossima ;)
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Capitolo 5 *** Alla ricerca d'indizzi – prima parte ***
FFI_CAP5
ALLA RICERCA D'INDIZI – prima parte
«Katashi! Katashi! Dove sei?» nei corridoi di un
castello, collocato in una valle circondata dai monti, riecheggiavano
le urla furiose del suo signore. Lo youkai era appena rientrato e prima
di decidere se scaricare la sua ira su qualcosa o qualcuno, aveva
bisogno di urgenti chiarimenti. Chiamò con maggiore
insistenza il suo servitore, suscitando, al suo passaggio, il terrore
negli altri youkai presenti che si scansavano rispettosamente. Era raro
vedere il loro padrone, uno youkai fiero e misurato, in quello stato di
furore ma quando accadeva, era consigliabile farsi da parte e non
essere d’intralcio in nessun modo.
«Katashi, dannato houshi!» urlò ancora.
Percorse l’ultimo corridoio e aprì con impeto la
porta della stanza del suo servitore. Lo trovò in
meditazione circondato dal profondo silenzio.
«Katashi ho bisogno di spiegazioni immediate!» lo
youkai rimase sull’uscio fissandolo con occhi furenti.
«Vi darò ogni spiegazione che desiderate, mio
signore. Prima, però, dovrete placare la vostra
ira»
«Seguimi nella sala riunioni!»
Il servitore obbedì all’ordine ricevuto. Seppur
umano, era l’unico in grado di affrontare lo youkai in
qualunque situazione. Tra i due si era instaurato un profondo legame di
fiducia e rispetto per le capacità altrui.
Giunti nell’ampia sala riunioni, lo youkai non perse tempo,
sputando fuori la sua irritazione :«Questa naginata non
funziona! Non ha il ben che minimo potere!» disse, ponendo
l’arma in questione davanti a se.
«Calmatevi Kyoufuumaru-sama e spiegatemi precisamente cosa
è accaduto» l’houshi si sedette con
calma, fissando il suo signore.
«Mi stavo recando nel luogo in cui testare
l’Hakaitsume come avevamo prestabilito ma prima ho voluto
usarla su una ningen dallo strano e forte potere» si
fermò un attimo, arruffando le penne delle grosse ali per
l’irritazione al ricordo di ciò che non si
verificò «ebbene non è accaduto nulla.
Anzi, sembrava che l’Hakaitsume fosse diventata una
banalissima naginata. Lo stesso è successo con
l’hanyou»
L’uomo si sorprese notevolmente. Sciolse
l’intreccio delle sue braccia, nascosto dalle ampie maniche
delle vesti scure e portò una mano sul mento. Per un attimo
si fece pensieroso, riflettendo attentamente sulla
veridicità di quello che avrebbe rivelato.
«Kyoufuumaru-sama non dovete adiravi per quello che
è accaduto ma rallegrarvi»
In un primo mento, lo youkai pensò che si stesse burlando di
lui ma poi vide il suo sorriso diventare malizioso. Lasciò
che Katashi continuasse nella sua spiegazione.
***
«Verrò anch’io!»
Come previsto dalla inu youkai, la sua allieva non sarebbe stata facile
da convincere e più andava avanti, più avanzava
la convinzione che sarebbe stato impossibile. Inutile spiegarle che
sarebbe stato pericoloso, che la presenza dei fratelli inu youkai non
garantiva la sua incolumità, che se l’attacco
subito non fosse stata una coincidenza, era meglio non mettersi in
mostra e che non sapendo cosa aspettarsi, dovevano essere pronti a
tutto. Vano sarebbe risultato l’uso della forza, in un modo o
nell’altro avrebbe trovato uno stratagemma per raggiungerli e
Hasu ne era certa per esperienza personale.
Sesshoumaru si era allontanato, annoiato dall’insistenza
della donna.
«Moriko non ti rispiegherò tutto daccapo. Non
voglio che tu corra pericoli inutili»
«E io ti ripeto che probabilmente sono coinvolta e non ho
intenzione di nascondermi, protetta da te o Shireiyama»
Hasu arrivò a limite della sopportazione. Qualche anno prima
Moriko avrebbe ceduto più facilmente, poiché era
ancora una ragazzina che aveva bisogno della sua guida ma ormai era
diventata una donna, per giunta molto testarda e determinata.
«E va bene ma a una sola condizione!» Moriko era
pronta a ribattere, quando si rese conto che la inu youkai aveva ceduto.
«Davvero?»
«Sì ma solo se starai alla condizione che ti
porrò» ribadì lei. La giovane donna
annuì «Ti concedo di seguirci a patto che,
tornerai immediatamente da Shireiyama non appena io o Sesshoumaru
avremo la sensazione, e fissati bene nella tessa
“sensazione”, che per te è
pericoloso.»
«Solo questo? Accetto!»
«Hai capito quello che ti ho detto?» Hasu ritenne
che l’entusiasmo dell’allieva fosse eccessivo ma
allo stesso tempo lo comprese.
«Sì, Hasu-sensei! Quando riterrai che
sarà troppo pericoloso per me, dovrò andarmene,
giusto?» riassunse lei. Il messaggio era stato compreso e
Hasu poté sentirsi un tantino più sollevata.
Prima di separarsi come avevano stabilito la sera precedente, decisero
che avrebbero usato come punto di ritrovo il palazzo di Sesshoumaru.
***
Inuyasha e Kagome viaggiavano spediti in direzione della dimora di
Totosai. Il tragitto non era particolarmente lungo e al passo
dell’hanyou , avrebbero impiegato solo alcuni giorni.
Inuyasha aveva una gran fretta di portare al termine quel compito e
condurre al più presto Kagome al sicuro al villaggio.
Per questo, quando arrivò e non trovò nessuno, si
adirò non poco. Vi era un semplice biglietto con su scritto
“tornerò presto” ad avvisare
dell’assenza del suo proprietario. Non sapendo in quale altro
luogo trovare Miyoga, furono costretti ad aspettarlo e si accamparono
un po’ più distanti per non respirare le
esalazioni velenose che circondavano la casa del fabbro.
Per la gioia dei nervi di Kagome, che ad un’altra lamentela
di Inuyasha sarebbero esplosi, Totosai si fece vivo il giorno
successivo. Inuyasha non lo fece nemmeno arrivare che subito lo
trascinò malamente lì dove vi era anche Kagome.
«Inuyasha che modi!» protestò
il vecchio fabbro.
«Sta zitto vecchiaccio! Colpa tua che non ti sei fatto
trovare e io ho fretta»
«Non è colpa mia» ribatté.
«Non mi interessa! Dov’è
Myoga?» tagliò corto l’hanyou.
Inuyasha si colpì il naso al percepire un pizzico come
quello di una puntura. La vecchia pulce non perdeva le cattive
abitudini ma almeno tranquillizzò Inuyasha, sollevato dal
pensiero di averlo trovato senza troppi problemi.
«Finalmente Myoga! Ho bisogno di chiederti una cosa
urgente»
La pulce riacquistò le sue dimensioni normali e
saltò dalla spalla di Inuyasha a quella di Totosai.
«Cosa avete da chiedermi con così tanta urgenza,
signorino Inuyasha? E’ successo forse qualcosa?»
«Ho una richiesta da parte di Hasu»
«Da parte di Hasu-sama? Avete finalmente rincontrato vostra
sorella?»
«Sì ma non perdiamo tempo»
«Allora cosa dovete chiedermi, signorino?»
«Dell’Hakaitsume. Dimmi tutto quello che sai su
quella naginata»
«Oh l’Hakaitsume! Era molto tempo che non la
sentivo nominare» esclamò Myoga ricordando quasi
con nostalgia.
«Non è quella spaventosa naginata? Sono poche le
armi con un tale livello di malvagità»
s’intromise Totosai anche lui ricordando qualcosa.
«Sì esatto! Fu vostro padre a sigillare
quell’arma. Era estremamente potente e da un incredibile
potere malvagio, come ha detto Totosai. Un giorno finì nelle
mani di uno giovane yasei inu youkai estremamente aggressivo e assetato
di sangue. Lungo il suo cammino disseminava morte e distruzione, fino a
quando non incrociò il cammino di vostro padre. Nonostante
l’aiuto dell’Hakaitsume, lo youkai non
poté nulla contro la forza del padrone e venne sconfitto.
Privato della naginata, non costituiva più un pericolo e
venne lasciato andar via» Myoga fece una pausa prolungata
tanto che credettero avesse terminato.
«E a quel punto che venne sigillata?»
domandò Kagome ricordandosi di come la vecchia pulce aveva
iniziato la spiegazione.
«Proprio così! Ma non si limitò solo a
quello. Affinché non ci fossero altri che potessero
impossessarsene, lo fece con il metodo più complesso per
celarla agli occhi del mondo. Il padrone la divise in due parti: la
prima venne sigillata nel luogo dello scontro mentre la seconda
… nessuno lo sa»
«Quindi quella che è stata rubata è
solo una parte»
«Signorino Inuyasha, cosa state dicendo?» si
allarmò Miyoga.
«Non lo capisci da solo? L’Hakaitsume è
stata rubata! E’ stato Sesshoumaru ad accorgersene ed
è andato da Hasu per farsi aiutare. Sembrava alquanto
preoccupato»
Myoga urlò spaventato :«Ma è un fatto
gravissimo! Bisogna subito trovarla!»
«Di questo se ne stanno occupando Hasu e Sesshoumaru. E forse
siamo già stati attaccati dal responsabile o almeno potrebbe
essere così» gli rispose l’hanyou
seccato.
«E’ terribile!» la vecchia pulce era
sempre più agitata e prese a saltellare nervosa sulla spalla
di Totosai.
«Non è ancora tutto perduto. Se davvero Inuyasha
è stato attaccato dal ladro della Hakaitsume e ne
è uscito vivo, probabilmente è in possesso solo
di una delle due parti» rifletté Totosai.
«Vuoi dire che se le due parti non sono riunite, la naginata
non rappresenta un pericolo?» provò a ipotizzare
Kagome.
«In parte è così. Se le due parti non
saranno riunite, l’Hakaitsume non potrà
sprigionare tutta la sua potenza ma sarebbe da sciocchi sottovalutare
il potere delle singole parti.» spiegò Totosai.
«E che poteri hanno?» domandò Inuyasha
interrompendo il fabbro, che riprese :«L’Hakaitsume
ha l’abilità di assorbire il potere demoniaco e
manipolarlo. Potrebbe prosciugarti, assorbendo tutta la tua energia
demoniaca e usarla contro di te. Queste due capacità sono
state rispettivamente separate»
«Sembrerebbe un avversario difficile»
«Signorino Inuyasha dovete trovare al più presto
il ladro e risigillare l’ Hakaitsume. Unitevi ai vostri
fratelli, non c’è tempo da perdere!»
«Calmati Myoga! Io mi limiterò a riportare quello
che mi hai raccontato ad Hasu, come mi ha chiesto di fare. Per il resto
se la vedrà con Sesshoumaru»
«Ma signorino Inuyasha!» protestò.
«Perché insistere Myoga? Per una volta che
Inuyasha non si fionda in qualcosa di pericoloso ma decide di essere
prudente e affidare la faccenda ad Hasu, dovresti
incoraggiarlo» disse Totosai.
«Non mi dirai che non hai fiducia in mia sorella.»
Myoga venne provocato allo scopo di terminare la discussione per
potersene andare e riportare Kagome al villaggio.
«No … non è questo
…»
«Bene, allora noi andiamo. Kagome!» Inuyasha le
fece cenno di risalire sulle spalle.
«Grazie di tutto!» salutò Kagome prima
di andare via trasportata dall’hanyou.
«Dici che potrà andar bene?» Myoga aveva
uno strano presentimento.
«Se c’è Hasu con Sesshoumaru non
dovrebbero esserci problemi e poi, trovare la seconda parte della
Hakaitsume è impossibile» al contrario Totosai
sembrava fiducioso.
***
«Quindi ci stai dicendo che il demone che ha attaccato Moriko
e Inuyasha, potrebbe essere il ladro di questa Hakaitsume?»
«Esatto Miroku»
Inuyasha e Kagome erano rientrati al villaggio e si erano radunati ai
loro amici per metterli al corrente delle novità e saziare
la loro curiosità. Si trovavano in casa di Sango e Miroku.
Era sera tarda e le gemelline dormivano beate nel futon e il
più piccolo dei loro figli, tra le braccia della madre. Il
focolare acceso, illuminava la stanza e la riscaldava. Non erano molte
le abitazioni ancora con qualche luce accesa e il villaggio era molto
silenzioso. C’era anche Rin che voleva sapere subito ogni
cosa senza dover aspettare il giorno seguente.
«Ad ogni modo, ora devi recarti al palazzo di Sesshoumaru,
dove vi siete dati appuntamento» Inuyasha annuì
alle parole di Sango.
«Non immaginavo che Sesshoumaru vivesse in un
palazzo» proseguì la donna.
«Era il palazzo di mio padre. Lì sono cresciuti
Hasu e Sesshoumaru e alla sua morte è passato a Sesshoumaru.
Comunque sia, penso che ci trascorra pochissimo tempo»
«Tu l’hai mai visto Inuyasha?» gli chiese
Kagome.
«Una sola volta da lontano. Mi ci potò Hasu quando
Sesshoumaru non c’era, a quel tempo era meglio se non lo
incontravo»
«Mi piacerebbe vederlo, chissà se è
come quello della madre?» Rin associò
istintivamente le due abitazioni, pensando che potesse essere probabile
un qualche sorta di somiglianza.
«Nulla di speciale e non farti venire strane idee in
testa!» la riprese subito l’hanyou percependo che
la ragazza voleva seguirlo per incontrare Sesshoumaru.
Era molto tempo che non lo vedeva e si notava chiaramente che gli
mancava. Si allenava ogni giorno con la speranza di tornare a viaggiare
al suo fianco, proprio come faceva quando era una bambina.
«Sono sicura che potrai farlo e che quando Hasu e Sesshoumaru
avranno trovato il ladro e messo a posto la naginata, lui
verrà a trovarti e gli chiederai di fargli vedere il suo
palazzo. Vedrai che non si rifiuterà» Kagome
sapeva rincuorala e almeno per un po’, quel pensiero
bastò.
«Piacerebbe vederlo anche a me! Non riesco a
immaginarlo»
«Non penso che questo privilegio ti sia concesso , mia dolce
Sango» ma la donna si fece ugualmente pensierosa,
visualizzando nella sua mente come potesse essere e insieme a Rin,
cominciò a fantasticare sulle su probabili sembianze. La
più giovane le descrisse quello della madre
dell’inu youkai, che si raggiungeva tra le nubi e di quanto
fosse grande ed elegante.
I fatti legati a quel luogo erano meno piacevoli, lì era
morta per la seconda volta e rischiò di non risvegliarsi mai
più.
I vecchi ricordi si mescolarono con i nuovi e la preoccupazione di un
nuovo pericolo si faceva strada.
Tutti cercavano di non pensare al peggio. Anche se lo youkai
dell’attacco delle settimane precedenti fosse lo stesso del
furto, non era detto che avrebbe attaccato ancora il villaggio,
soprattutto volevano affidarsi alla forza dei due inu youkai.
La notte passò in fretta e alle prime luci del mattino,
Inuyasha era già pronto per partire ma aspettò
che Kagome si svegliasse.
Attendeva all’entrata della loro casa con le spalle
appoggiate alla parete.
Non si sentiva tranquillo, per questo voleva che a salutarlo ci fosse
il sorriso della sua Kagome che lo avrebbe rassicurato e la sua voce
che gli avrebbe dato coraggio.
Sì! Sarebbe tornato di corsa al suo villaggio per proteggere
Kagome e tutti i suoi amici.
Glossario:
Yasei = selvaggio/selvatico
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
La storia prosegue e conosciamo nuovi dettagli sull'Hakaitsume, la sua
storia e suoi poteri. Inuyasha ha quasi terminato il suo compito ma ha
un brutto presentimento, andrà tutto liscio? Hasu,
Sesshoumaru e Moriko scopriranno qualcosa? Ma soprattuto di cosa deve
rallegrarsi Kyoufuumaru? Tutto o quasi lo scoprirete nella prossima
puntata ( .... ok la smetto).
Siete in tanti a continuare a leggere e spero continuerete a farlo,
ammetto però che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Vi lascio con un kyoufuumaru un tantino arrabbiato:immagine
Alla prossima ;)
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Capitolo 6 *** Alla ricerca d'indizzi – seconda parte ***
FFFI_CAP6
ALLA
RICERCA DI INDIZI – seconda parte
Un gruppo di youkai con un’insolita compagnia umana
proseguiva verso ovest, diretto alla pianura dove fino a poco tempo
prima era stata custodito la naginata Hakaitsume. Il gruppetto era
capeggiato dai due inu youkai, che avanzavano fieri e svelti.
Più si avvicinavano alla loro meta, più
rallentavano il passo per cercare indizi e qualsiasi cosa fosse loro
utile per identificare il responsabile del furto. Al loro seguito Noumu
con in groppa Moriko e Jaken, troppo lenti per tenere il passo fino ad
allora sostenuto dai due youkai in testa.
«Chissà se riusciranno a trovare
qualcosa?» chiese tra se Moriko ad alta voce
«Noumu, tu percepisci qualcosa?» l’okami
youkai accennò un netto no.
«Sesshoumaru-sama troverà sicuramente le tracce
che lo guideranno al colpevole! Non è uno youkai di basso
rango come il lupo o peggio un ningen»
«Senti chi ha parlato! Tu non sei di alcuna
utilità» ribatté la donna offesa.
«Come osi! Stai parlando con il fedele servitore del grande
Sesshoumaru-sama e per tua informazione, lo sono da molti
più anni di quelli che hai tu!» Moriko e Noumu si
scambiarono un’occhiata d’intesa e
l’okami youkai, scalciando con le zampe posteriori, fece
volar via il piccolo youkai. Jaken nell’essere
sbalzato via e nel cadere al suolo, lanciò una serie di
gridolini di sorpresa e di dolore. Atterrò con la testa e
rotolò per due o tre volte, lasciando la presa sul Nintojo.
Si rialzò dolorante massaggiandosi il capo e ripresosi in
fretta dalla botta, afferrò il suo prezioso bastone e si
lanciò al loro inseguimento.
«Maledetti, fermatevi! Ve la farò paga
…» nemmeno terminò la frase che
andò a schiantarsi sulle zampe di Noumu che lo fecero cadere
nuovamente.
I due inu youkai si erano fermati qualche metro
più avanti e lo stesso avevano fatto dietro di lui. Moriko
li vide scambiare qualche parola a bassa voce. Sesshoumaru con il
solito volto inespressivo, proferì un “fa come ti
pare” percepibile anche dove si trovava lei e voltando le
spalle ad Hasu, si allontanò di qualche passo. Invece la
sorella più soddisfatta, andò da Moriko.
«Moriko, ho un compito da affidarti»
esordì.
«Che cosa devo fare?» la donna ne fu lieta. Avrebbe
finalmente fatto la sua parte.
«Vai al villaggio qui vicino e vedi di scoprire
qualcosa»
Ecco cos’era che aveva dato fastidio al fratello di Hasu.
Abbassarsi a chiedere aiuto agli umani doveva essere qualcosa di
riprovevole e non potevano che mandare lei. Però
ciò voleva forse dire che brancolavano nel buio? Questo non
doveva importarle.
Moriko si fece indicare la direzione in cui si trovava il villaggio e
Noumu l’accompagnò fino alla sua periferia,
dopodiché proseguì da sola per evitare paura
inutile negli abitanti e attirare eccessiva attenzione.
Il villaggio era molto grande, al solo avvicinarsi si poteva
già sentire la confusione e i suoni provocati
dall’attività frenetica delle persone. Quando vi
entrò, si sentì per un attimo spaesata da tutto
quel trambusto a cui era ben poco abituata. Provò a
localizzare il centro del villaggio, considerandolo il luogo migliore
per chiedere informazioni. Vagò per diverse vie e viottoli,
svincolandosi tra le case e le persone. Temette anche di essersi persa
più di una volta ma riuscì a trovare la via
principale. Era decisamente affollata, di sicuro si trattava del posto
più adatto, potendosi fermare tra negozi e locande. Con la
scusa di acquistare qualcosa o di essere interessata a qualche
articolo, si avvicinava e chiedeva informazioni. Per prima cosa si
fermò in una locanda e ne approfittò per mangiare
un boccone, essendo a digiuno dalla mattina. Del riso e qualche verdura
servirono a riempire in parte il suo stomaco vuoto ma non
riuscì a sapere nulla dell’Hakaitsume. D'altronde
la sua ricerca era appena iniziata e non si sarebbe fermata al primo
insuccesso. Ritenne saggio procurarsi qualche provvista per il viaggio,
essendo l’unica a doversi cibare con maggiore frequenza. Le
sarebbe risultato fastidioso dover bloccare la marcia del gruppo per
soddisfare una sua esigenza. Notò giusto quello che faceva a
caso suo. Un piccolo venditore lungo la strada col suo carretto,
esponeva della carne essiccata dall’aspetto invitante e si
avvicinò immediatamente. Anche il prezzo era buono e prese
un buon gruzzoletto di monete di bronzo dal suo sacchetto
pieno. Deposto tutto con cura nel suo furoshiki,
cominciò con le sue domande che apparvero come quelle di una
semplice viaggiatrice. Si avvicinò anche un altro uomo con
semplici vesti e il copricapo di paglia che gli velava lievemente il
volto.
«Forse posso esserti d’aiuto» disse
l’uomo.
Moriko si entusiasmò a quel colpo di fortuna «Vi
sarei grata! Conoscete davvero la naginata Hakaitsume?»
«Non molto ma potrei esservi ugualmente utile»
l’uomo le si avvicinò, cominciò col
dire qualcosa di assolutamente vago e incoerente sulla naginata.
Improvvisamente con uno scatto la spinse e le sfilò il
furoshiki. Rimproverandosi per quella piccola distrazione, riprese il
controllo della situazione e acciuffò l’uomo. Lo
afferrò per la mano, lo trascinò verso di se e
gli piegò il braccio in modo da far leva sul polso,
immobilizzandolo. Gli puntò il machete alla gola. Ogni
tentativo dell’uomo di fuggire o liberarsi era fermato dal
dolore al polso, che poteva spezzarsi ad una pressione maggiore, o
dalla lama che fiorava la pelle del collo.
«Ti è andata male, razza di farabutto! Dovrei
punirti per questo» mormorò Moriko
all’orecchio dell’uomo. La sua voce assunse una
tonalità così bassa da far gelare il sangue nelle
vene. Aveva perso quell’aria serena e tranquilla, sostituita
da una fredda che poteva sembrare quasi crudele.
«Ehi! Non fatelo scappare!» la donna si
voltò e vide un ragazzo che correva a perdifiato.
«Delinquente! Restituiscimi immediatamente quello che hai
rubato!» disse il ragazzo che stava ancora riprendendo fiato.
«Che ti ha rubato?» gli domando Moriko.
«Diverse stoffe dal negozio di mio padre»
«Allora ladruncolo, che hai con te che non ti
appartiene?» la morsa di Moriko si fece più
serrata e l’uomo urlò dal dolore.
Quella scena attirò la curiosità di qualche
passante che si fermò. Il venditore di carne era
praticamente paralizzato dalla paura.
«Sì sì restituirò ogni
cosa!»
«Bravo!» Moriko lo lasciò mentre
l’uomo appoggiava in terra tutto quello che aveva nel sacco,
che portava sulle spalle.
«E’ tutto! Ora lasciami andare»
implorò l’uomo spaventato.
«E’ davvero tutto?» si accertò
Moriko. Il ragazzo annuì. Si avvicinarono anche altre
persone e alcune di quelle, riconobbero dei proprio oggetti.
Moriko mosse rapidamente la mano che impugnava il machete, procurando
all’uomo una leggerissima ferita al collo dalla quale
colò un rivolo di sangue.
«Vattene e non farti più beccare a rubare o la
prossima volta la tua testa verrà separata dal
corpo» terrorizzato l’uomo fuggì via.
«Non so come ringraziarvi signore! Se mio padre
l’avesse scoperto sarei stato in guai grossi»
Moriko quasi non fece caso ai ringraziamenti di quel gracile ragazzo.
Era giovane e dall’aspetto trasandato e distratto.
Pensò non fosse molto sveglio o che non si era reso
effettivamente conto di quello che aveva fatto. Negli altri che avevano
assistito alla scena, aveva suscitato sgomento se non paura, infatti
tutti si dileguarono in poco tempo. E poi come l’aveva
chiamata? Signore? Che l’avesse confusa per un uomo?
«Non c’è bisogno di ringraziarmi
però vorrei chiederti una cosa»
«Ah! Perdonatemi non avevo capito fosse una donna. Vi prego
non punitemi!» il ragazzo cominciò ad urlare
imbarazzato e vergognandosi del malinteso. Non l’aveva ancora
vista in volto e dagli hakama, i capelli raccolti e per come aveva
fermato quel ladro, era sicuro si trattasse di un uomo.
«Sta tranquillo non è grave. Immagino non sia
comune vedere una donna con indosso abiti come i miei. Piuttosto
calmati e ascolta la mia richiesta» il ragazzo la smise di
inchinarsi ogni due secondi per scusarsi e le prestò
attenzione.
«Sto cercando una particolare naginata di nome
Hakaitsume, ne sai qualcosa?»
«Avete detto una naginata? Mio padre mi raccontava una strana
storia su una naginata ma non so se è la stessa di cui
parlate»
«Puoi condurmi da tuo padre?»
«Certamente! Seguitemi!»
Moriko si fece far strada dal ragazzo che la condusse appena dietro
l’angolo di una delle vie che sboccavano su quella
principale.
La portò nel suo piccolo negozietto, completamente stracolmo
di stoffe. Ve ne erano di tutti i tipi e colori, dalle più
pregiate a quelle più modeste.
«Dove sei stato?» ad accoglierli, trovarono un uomo
piccoletto e dall’aspetto bonario.
«Ehm …papà»
Il ragazzo spiegò l’accaduto e si
risparmiò una severa punizione per il semplice
fatto di aver in qualche modo recuperato la refurtiva. L’uomo
si scusò per il fastidio arrecato e ringraziò
più volte una spazientita Moriko.
«Papà l’ho portata da te
perché ha una cosa da chiederti» l’uomo
smise finalmente con tutte quelle formalità e
lasciò parlare la donna.
«Sono in viaggio alla ricerca della naginata
Hakaitsume»
«Oh Hakaitsume! E’ una storia che viene raccontata
dalla mia famiglia ma in genere non è molto conosciuta. Ma
che strano, voi siete la seconda persona che in un breve periodo mi
chiede della naginata» Moriko si destò credendo di
aver fatto finalmente centro.
«Posso sapere chi è l’altra persona che
vi ha chiesto dell’Hakaitsume?»
«Era un monaco»
«Monaco?»
«Sì, era un semplice monaco itinerante. Ma non gli
sono stato molto d’aiuto. Voleva sapere con esattezza dove si
trovasse la naginata ma non lo so, così l’ho
mandato al villaggio dove il mio bis nonno apprese questa
leggenda.»
«Dove si trova questo villaggio?»
domandò precipitosamente Moriko.
«Più a nord, seguendo il corso del
fiume»
«Grazie mi è stato di grande aiuto!»
Moriko non gli lasciò il tempo di terminare, che
già era scattata di corsa a riportare ad Hasu ciò
che aveva scoperto.
***
Dopo più di un’ora da quando si era allontanata,
Moriko fece ritorno e riportò l’interessante
novità.
«Non l’avrei mai detto che si trattasse di un
ningen»
«Hasu ma è possibile?»
«Perché no? Se si tratta di un houshi dal forte
potere spirituale, potrebbe avere avuto delle possibilità
per infrangere il sigillo» provò a chiarire Hasu,
più che a Moriko, a se stessa.
«Abbiamo perso fin troppo tempo e immagino che ne perderemo
dell’altro, dato che la farai andare al prossimo
villaggio» Sesshoumaru si avvicinò alle donne,
nascondendo il suo interesse per la rivelazione a suo parere curiosa.
«Hai ragione, non perdiamo altro tempo» Moriko
annuì salendo in groppa a Noumu. Passarono al fianco di
Jaken che venne afferrato per la collottola da Moriko.
«Ehi! Che fai?»
«Non ti lascio indietro» gli disse, indicandogli i
due inu youkai che già sparivano tra gli alberi.
«A…aspettate Sesshoumaru-sama!»
urlò agitandosi nel tentativo di raddrizzarsi
sull’okami youkai.
Il gruppetto proseguì fino alla nuova meta e Moriko
andò ancora una volta a investigare da sola.
A differenza del precedente, quel villaggio era di dimensioni minori e
più tranquillo. Questa volta senza troppe scuse o sotterfugi
si fece condurre dal capo villaggio.
Da egli seppe più dettagliatamente
dell’Hakaitsume. La leggenda che veniva tramandata, era
collegata in origine ad una festa che aveva lo scopo di ringraziare il
protettore della montagna. Ma col tempo questa tradizione venne
dimenticata e solo alcuni dei più anziani ne erano ancora a
conoscenza, grazie al racconto di qualche lontano parente. Ma vi era
ancora un piccolo villaggio sperduto, situato nella gola di una
montagna che continuava a fare memoria della ricorrenza. Secondo la
tradizione la battaglia per il possesso dell’Hakaitsume, tra
un’entità benefica e
un’entità malefica, si concluse con
l’estinzione dell’arma ma la lotta
procurò grandi sconvolgimenti. Infatti, si narrava che il
piccolo villaggio fosse prima collocato nell’immensa pianura
e che in seguito allo scontro, la terra venne innalzata e formatasi la
montagna che oggi la ospitava.
Oltre alla storia, che a Moriko sembrò permeata da molta
fantasia, alla donna interessava altro. Così chiese se ci
fossero stati altri, che come lei, si erano messi alla ricerca della
naginata.
Questa volta con minore sorpresa, apprese ancora una volta che vi era
stato un monaco che voleva conoscere l’esatta ubicazione
dell’Hakaitsume. Si trattava di un monaco itinerante dal capo
rasato, con indosso le classiche vesti scure dei novizi, dai modi
gentili e tranquilli. Stando alla descrizione non c’era nulla
di strano in quell’houshi, piuttosto era lei che con i suoi
modi schietti e, se necessario violenti, poteva suscitare dei sospetti.
Tralasciando il fatto che si trattasse di una giovane donna in viaggio
da sola. Per sua fortuna tutti quei dubbi non nacquero in quella
semplice gente.
Fece ancora una volta ritorno dai due inu youkai che
l’attendevano con impazienza.
Questa volta era sicuro che, quel misterioso houshi, fosse alla ricerca
della naginata. Bastava capire fino dove si era spinto e quale fosse il
suo intento.
Come ultima tappa c’era il villaggio nella gola di montagna.
Da come Moriko aveva riportato, quest’ultimo si trovava
esattamente adiacente alla pianura in cui era sigillata
l’Hakaitsume.
Durante la loro corsa, Noumu annusò con più
attenzione l’aria. Ringhiò minaccioso, rizzando
tutto il pelo.
«Cosa c’è Noumu?»
domandò apprensiva Moriko sulla sua groppa.
«C’è odore di morte!»
spiegò Hasu.
Moriko e Jaken rabbrividirono inquieti.
«Risale a molti giorni fa» precisò
Sesshoumaru.
Quel dettaglio tranquillizzò Jaken ma non Moriko. Aveva il
brutto presentimento di trovarsi davanti a qualcosa di orribile.
Giunsero al piccolo villaggio e il nauseante odore della morte era
arrivato anche alle narici della giovane ningen.
Il sole stava tramontando, rendendo l’orribile vista che si
parava innanzi ai loro occhi ancora più macabra.
Non una casa o capanna era sopravvissuta al fuoco. Non un minuscolo
spazio nel terreno era pulito dal sangue scuro e incrostato, assumendo
strane colorazioni rossastre agli ultimi raggi di sole. I corpi
dilaniati degli umani che vi abitavano erano sparsi qua e
là, a testimonianza del terrore e del vano tentativo di
scappare a quel massacro. Dovevano essere stati momenti terribili e di
grande sofferenza. Non un corpo era privo di mutilazioni, profonde
ferite o della testa.
Quella visione turbò alquanto Moriko. Immaginò il
dolore che aveva provato quella povera gente e una stretta le
attanagliò lo stomaco. Nemmeno i bambini erano stati
risparmiati.
«Andatevene via! Dannati youkai! Andate
via!» delle urla acute e strazianti provenienti un
po’ più avanti da dove si trovavano. La fonte era
una ragazzina con gli occhi carichi di lacrime e di odio. Era sporca e
non si reggeva in piedi eppure continuava ad urlare con le poche forze
che le rimanevano.
Addirittura Sesshoumaru parve guardarla con pietà. I due
youkai vennero fermati da Moriko e fu lei ad avvicinarsi con cautela
provando a tranquillizzare la ragazzina.
«Allontana quegli youkai!»
«Non verranno qui»
«Va via anche tu!» urlò ancora.
«Voglio aiutarti» disse dolcemente Moriko.
«E’ colpa degli umani come te!» la donna
si arrestò, colpita da quelle parole.
«Degli umani che si accompagnano agli youkai! Come quel
monaco! Era venuto con una strana richiesta ma sembrava tanto buono.
Quando seppe che quello che cercava era qui vicino, ha chiamato il suo
amico youkai. A quel punto non potevamo fargli sapere altro e hanno
ucciso tutti» le lacrime non trovarono più freni.
Un houshi e uno youkai. Erano di sicuro loro, quelli che stavano
cercando.
Hasu lasciò che Moriko alleviasse, per quel che poteva, le
pene della ragazzina mentre insieme agli altri setacciarono quel che
restava del villaggio alla ricerca di qualche altro dettaglio.
«Sesshoumaru-sama! Ho trovato qualcosa che potrebbe essere
importante» soddisfatto Jaken corse dal suo padrone ma come
sempre inciampò per la fretta. Lesto si rimise in piedi e
portò al cospetto dell’ inu youkai il suo prezioso
indizio.
Moriko vi prestò attenzione e sentimenti di rabbia e
frustrazione cominciarono a farsi strada dentro di lei.
«Allora è proprio quello
youkai…»
Jaken manteneva nella mano due lunghe piume marroni. La giovane umana
non faticò a riconoscerle come appartenute alla ali dello
washi youkai che aveva attaccato lei e Inuyasha.
Noumu lo confermò. L’odore di quelle penne
apparteneva al washi youkai.
Quella che aveva visto era l’Hakaitsume. Quello che aveva
affrontato era il responsabile di tale atrocità. Promise che
l’avrebbe fermato.
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
I nostri protagonisti scoprono nuove informazioni interessanti e
sembrano essere sulla via giusta ma c'è ancora molto da
fare.
Vi ringrazio tantissimo perché continuate a leggere in tanti e ovviamente la cosa mi fa piacere.
Vi lascio come sempre con un disegno: clicca qui
Alla prossima!
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Capitolo 7 *** Sulla giusta via ***
SULLA
GIUSTA VIA
Tra le ceneri di
quello che doveva essere un pacifico villaggio di montagna,
continuavano a sentirsi solo i singhiozzi incontrollabili della
ragazzina miracolosamente scampata alla strage. Moriko era in qualche
modo riuscita ad avvicinarla. Le aveva promesso che l’avrebbe
condotta al villaggio vicino, dove di sicuro avrebbe trovato chi si
sarebbe presa cura di lei.
I due fratelli
inu youkai proseguivano nell’analisi di quel luogo, nel
tentativo di trovare qualcosa in più oltre le penne
d’aquila.
Lontano,
nascosto tra gli alberi, si faceva avanti goffamente una piccola
sagoma. Rantolava e svolazzava, faceva qualche metro e poi si fermava
ad osservare.
Inutile dire che
la piccola creatura venne immediatamente individuata dai due youkai ma
lo ignorarono, credendolo un semplice youkai di quelle zone. Il piccolo
youkai non li osservava per curiosità o si trovava
lì per caso. Sembrava indeciso se farsi avanti o restare a
distanza di sicurezza, eppure quel gruppo che, girava per quello che
una volta era un villaggio umano, potevano fare a caso suo.
Meditava se si trovava di fronte alla sua più grande
opportunità o alla sua certa fine. Ogni dubbio venne
dissipato da una voce ferma ma gentile.
«Piccolo
youkai non restare nascosto oltre e fatti vedere» lo youkai
fu preso alla sprovvista e saltò per lo spavento. Facendosi
coraggio, avanzò alla flebile e poca luce che restava. Si
trattava di un piccolo tengu, uno youkai comune in montagna ma non di
quelle zone. Era poco più alto di Jaken, la pelle nera, un
piccolo e affilato becco sovrastava il labro inferiore. Le ali, che
spuntavano dalle ampie maniche della veste, terminavano con tre dita
artigliate e le zampe come quelle di un uccello.
«Chiedo
perdono per essermi fermato ad osservarvi, non era mia intenzione
spiare» esordì il tengu prostrandosi ad Hasu.
«Cosa
vuoi?» tagliò corto lei.
«Ecco
… nulla mia signora …»
cominciò sfregandosi nervosamente le mani.
«Allora
sparisci!»
«A
… aspettate mia signora! In effetti … ecco
… ci sarebbe … come dire …»
«Falla
breve!» Sesshoumaru cominciava ad innervosirsi mentre Jaken
compatì quel tengu, comprendendo quale dovesse essere il suo
stato d’animo di fronte ai due potenti youkai quali i suo
padrone e la sorella.
«Sì!
Voi state cercando il washi youkai responsabile della distruzione di
questo villaggio?»
«Sai
chi è?» esclamò Hasu sorpresa.
«Sì!
È lo stesso youkai che ha sterminato la mia
tribù»
«Dicci
tutto quello che sai» il piccolo tengu annuì alla
richiesta di Sesshoumaru e continuò.
«Il
suo nome è Kyoufuumaru e il suo luogo d’origine
è molto più a nord di quello della mia
tribù, nell’Hokkaido. Nella sua discesa verso
l’Honshu, ha cancellato ogni cosa che ostacolava il suo
cammino, la mia gente compresa. Non so cosa voglia ottenere ma io
desidero vendicare i miei compagni … però da solo
non posso farcela è troppo potente» il tengu aveva
rilasciato la tensione che si era concentrata tutta nei palmi stretti.
Avevano avuto
fortuna nell’incontrare il piccolo youkai. Ora avevano una
pista da seguire e se realmente fosse stato uno youkai molto potente,
era probabile che qualcuno ne avesse sentito parlare.
«Ci
hai fornito delle informazioni preziose. Se per te va bene, penseremo
noi a vendicare la tua gente per ricompensarti»
«Vi
sono immensamente grato» il tengu si prostrò
commosso.
«Quindi
andremo verso nord?» Moriko era felice dell’idea
come il suo amico lupo, che scodinzolava senza troppo vigore per non
mostrare eccessivo entusiasmo.
«Non
vorrete portarvi dietro una ningen?» fece incredulo il tengu
«è un viaggio troppo lungo e faticoso, senza
contare che in questo periodo dell’anno a nord fa molto
freddo ma più di ogni altra cosa, sarebbe impensabile
uscirne viva da uno scontro con Kyoufuumaru»
«Ehi!
Pensa agli affari tuoi! Inoltre sono già sopravvissuta a
quello youkai» disse risentita la giovane donna.
«Non
avrei comunque permesso che mi seguissi oltre, Moriko» Hasu
frenò ogni entusiasmo della giovane.
«Proprio
ora che sappiamo come muoverci?»
«Ricordi
il patto? Ebbene ritengo che da questo punto in poi per te è
pericoloso quindi te ne tornerai a casa» Moriko fece per
protestare ma si zittì subito. Aveva promesso e insistere
non sarebbe servito a nulla. Come lei, anche Noumu poté
abbandonare ogni speranza, abbassando il capo e fermando il leggero
oscillare della coda.
«Miei
signori, vi ringrazio ancora per quello che farete per me. Mi affido a
voi. Se permettete mi metterò alla ricerca di una nuova
dimora» così dicendo si congedò,
tornandosene da dove era venuto.
Moriko
sconsolata e un po’ arrabbiata, si allontanò con
Noumu scalciando sassi e foglie.
«Ci
conviene metterci in marcia» propose Sesshoumaru dopo essersi
divertito a vedere l’umana costretta all’obbedienza.
«Sesshoumaru
vorrei che rimanessi con Moriko» lo freddò Hasu.
La inu youkai era mortalmente seria a tal punto da mettere i brividi.
«Non
ho alcuna intenzione di rinunciare» il fratello rivaleggiava
in freddezza.
«Non
lasciarti ingannare dalle mie parole, quello di prima era un
ordine»
«Quello
che accade nelle Terre dell’Ovest sono un mio
affare e non tuo» Sesshoumaru assottigliò gli
occhi, faticando a mantenere il controllo.
«Tsk!
Se sei libero di governare quelle terre è per mia gentile
concessione. Doveva essere tutto mio se non avessi rinunciato
all’eredità» Hasu stava superando ogni
limite di tolleranza.
«Se
non hai intenzione di seguirmi, tornatene pure a casa!»
Sesshoumaru cominciò ad assumere la sua vera forma
canina. Gli occhi gli divennero rossi, il muso
accennò ad allungarsi e ogni tanto ringhiava.
«Stupido
di un fratello!» anche Hasu assunse la sua vera forma.
Due giganteschi
cani bianchi si fronteggiavano, mostrando tutta la loro
aggressività e forza. Jaken, tutto tremante dalla paura,
scappò via riparandosi dietro Noumu.
Moriko che non
aveva fatto caso alla discussione accesa dei fratelli, rimase a bocca
aperta nel vedere i due inu youkai nella loro forma originale.
L’aveva
visto fare una sola volta ad Hasu, molti anni prima, e sapeva che ne
era capace anche Shireiyama però vederli così
all’improvviso, la fecero paralizzare.
Tra zampate e
morsi, i due cani iniziarono a lottare. Nessuno riusciva a primeggiare,
erano allo stesso livello, l’unica differenza risiedeva nelle
loro motivazioni.
Hasu
riuscì finalmente ad azzannarlo alla base del collo.
Sesshoumaru ringhiò dal dolore, provando a scrollarsela da
dosso ma più ci provava più la sorella affondava
le sue zanne nella carne. La convinzione di tenere al sicuro e lontano
dal pericolo chi per lei contava più della sua stessa vita,
prevalse sull’orgoglio.
I due
contendenti tornarono alla loro forma precedente. Hasu continuava a
mantenere il suo sguardo severo sul fratello. Dal canto suo Sesshoumaru
non digeriva l’idea di doversi sottomettere alla decisione
che qualcun altro aveva preso per lui. Alla fine dovette rinunciare,
ritornando alla sua solita impassibilità, continuando a
ignorare la ferita sanguinante vicino al collo.
«Chiederò
a Shireiyama di accompagnarmi. E’ il più adatto,
dato che conosce molto bene i territori del nord. Tu aspettami a
palazzo» Sesshoumaru non ebbe più nulla da
ribattere. Oltrepassò il resto del gruppo prima di
esortarli di mettersi in cammino. Ora la sua andatura era
lenta e cadenzata, non avendo più alcun motivo di
andare di fretta.
«Moriko
resta con lui!» fu l’ultima raccomandazione della
inu youkai prima di alzarsi in volo e sparire.
La ragazzina, a
cui Moriko aveva promesso di accompagnare al villaggio vicino, non ne
volle sapere nulla, preferendo andarci da sola e allontanarsi da quei
tizi pericolosi.
Poteva
comprenderla benissimo. Chiunque avrebbe provato paura per quella
visione. Moriko aveva questa particolarità: oltre alla
naturale paura per un reale pericolo, provava anche una sorta di
eccitazione che le impediva di fuggire. Restava affascinata dalla forza
di youkai così potenti.
Non potendo
convincerla che non ci sarebbe stato pericolo nel seguirli, si vide
costretta a farla scortare da Noumu, senza che quest’ultimo
si facesse notare.
Non
osò neppure avanzare a Sesshoumaru la richiesta di
attenderla. Per quanto all’apparenza era tornato quello di
sempre, non ci voleva un genio a capire come dovesse sentirsi lo
youkai. Sicuramente rodeva all’idea di essere stato
soggiogato, il suo orgoglio aveva ricevuto un duro colpo, davanti ad
un’umana per giunta.
Il sole era
calato da un pezzo, Noumu aveva fatto ritorno e Moriko non riusciva
più a trattenere il sonno. Sbadigliava in continuazione e si
sforzava di tenere gli occhi aperti. Si lasciava quasi trasportare da
Noumu, facendo fatica a sollevare i piedi per camminare.
«Ci
fermiamo qui!» Moriko pensò che le parole di
Sesshoumaru se le fosse sognate ma per sua fortuna erano reali. Il
gruppetto si fermò in mezzo al bosco anche se umido e
freddo. Per la donna qualunque posto andava benissimo e poi ci avrebbe
pensato Noumu a proteggerla dal clima.
Jaken accese un
piccolo fuoco, attorno al quale poterono riposare e recuperare le forze
mentre Sesshoumaru preferì separarsi dal gruppo.
Era ormai notte
inoltrata, quando Moriko si svegliò di soprassalto. Dovette
aprire forzatamente gli occhi per uscire da quello strano sogno o
meglio incubo. Erano molti anni che non veniva a tormentarle il sonno.
Ogni volta era uguale: lei che correva in piena libertà con
un incredibile energia che le scorreva nel corpo. Non poteva vedersi ma
non le importava, continuava a correre, saltare e a tratti volare, fino
a quando non si sentiva schiacciare a terra. Qualcuno le si parava
d’avanti ma era solo una sagoma senza una forma definita,
pronunciava parole incomprensibili, suoni senza alcun significato e
ogni energia le veniva meno. Un cerchio di luce le si stringeva tutto
intorno, privandole delle forze e della volontà di lottare e
infine tutto diventava buio. E lì si svegliava ogni volta.
Era opprimente e non capiva il perché di quel sogno. Si
rifiutò nel pensarci oltre e volle sgranchirsi un
po’, tanto non si sarebbe riaddormentata
nell’immediato. L’okami youkai non
l’aveva sentita, tanto meno Jaken e sgattaiolò
via, ricordandosi di prendere almeno il machete. Non si poteva mai
sapere.
Proseguiva
tranquilla. Poteva sentire tutti i suoni del bosco: gli insetti, i
passi di qualche animale notturno e le fronde degli alberi che
strusciavano tra loro, mosse dal vento.
Arrivò
fino ad uno spuntone di roccia sotto al quale c’era uno
strapiombo. Prima che potesse sottrarsi alla protezione degli alberi,
vide Sesshoumaru seduto sullo spuntone con un ginocchio piegato e il
braccio appoggiato sopra. Rimase affascinata nell’ammirarlo
nella sua perfezione sotto la pallida luce della luna crescente. Non
seppe per quanto tempo rimase lì ma a destarla fu la voce
dello stesso youkai.
«Cosa
fai sveglia a quest’ora della notte?»
Presa in
contropiede ci mise un po’ a rispondere «il mio
sonno è stato un po’ agitato. Tolgo il disturbo,
Sesshoumaru-sama» stava per andar via ma venne fermata.
«Puoi
restare» la sua voce era calma e profonda. Che la rabbia gli
fosse passata? Accettò l’invito a fermarsi, aveva
voglia di un po’ di compagnia e prese posto al suo fianco.
Inizialmente si sentiva in imbarazzo e fuori luogo, non sapeva nemmeno
perché non era tornata immediatamente indietro. Piano piano
la sua mente si liberò da tutti gli inutili pensieri, a sua
detta infantili, e si distese ad osservare il cielo.
«E’
meraviglioso!» sussurrò contemplando le bellezze
degli astri «Viaggiare è meraviglioso. Quanto mi
piacerebbe farlo»
Sembrò
che avesse parlato per se stessa ma Sesshoumaru non solo la stette ad
ascoltare ma comprese anche quale fosse il suo cruccio.
«Hasu
non te lo lascia fare» Moriko si girò nella sua
direzione con la meraviglia stampata in faccia.
«E’
così. Non me lo lascia fare, almeno non come dico io. So
benissimo di essere un ningen ma so cavarmela. Dice sempre che non
è ancora il momento giusto ma io non ho una vita lunga come
voi youkai, per me ogni momento è prezioso» a
Sesshoumaru parve sentire le stesse parole di Rin quando insisteva nel
viaggiare con lui.
Calò
il silenzio per diverso tempo fino a quando non fu Sesshoumaru a
romperlo :«Continuerò a cercare quel Kyoufuumaru.
C’è qualche probabilità che non abbia
lasciato le Terre dell’Ovest e voglio che tu venga con
me» doveva essere la notte delle sorprese. Uno youkai come
Sesshoumaru voleva davvero che fosse affiancato da un’umana?
«Non
vorrei sorbirmi le punizioni di Hasu …»
«Non
te lo sto chiedendo, te lo sto orinando» ecco che il bel
momento era terminato.
«Non
sono obbligata ad obbedirvi!» ribatté.
«Non
mi piace che mi si contraddica» il tono di voce di
Sesshoumaru divenne improvvisamente duro e intransigente.
Quel cambiamento
repentino la mandò per un attimo in confusione e la sua
indole libera prese il sopravvento, non potendo trattenersi nel
rivaleggiare con lo youkai.
«Non
mi interessa! Non avete alcun diritto di parlarmi in questo
modo» la mano artigliata di Sesshoumaru andò a
finire a cingere il sottile collo di Moriko.
Tutta la
temerarietà della donna svanì in un
istante. Sesshoumaru poté sentire lo sgomento provocato
dalla sua azione. Allentò la presa e ritirò la
mano come se si fosse scottato.
Moriko ancora
incredula si massaggiò il collo e lo guardò con
odio.
«Tsk!»
la donna si voltò furente. Doveva essere un vizio di
famiglia il voler imporre il proprio volere. Dunque non aveva
alternative che accettare, non potendo mettersi a rivaleggiare con uno
youkai di tale potenza. Pregò di non essere finita in una
questione fra fratelli.
Il silenzio
tornò a fare da padrone tra loro, l’agitazione per
il sogno era ormai passata e per quanto non le piacesse che il futuro
immediato era stato deciso dallo youkai, si lasciò cullare
dalla tranquillità della notte. Si addormentò di
nuovo, questa volta molto più profondamente e non ci fu
verso di svegliarla se non prima della tarda mattinata del giorno
successivo.
Angolo
dell'autrice:
Salve a tutti!
Chiedo scusa per il ritardo, non sono riuscita ad aggiungere il
capitolo prima. Mi farò perdonare la settimana prossimana
con un nuovo capitolo ma passiamo a noi ... Sesshoumaru non ha preso
bene la decisione della sorella ma a quanto pare non ha del tutto
l'intenzione di ubbidire. Si è trascinato con sé
Moriko forse nel modo sbagliato. Staremo a vedere.
Vi lascio con il
solito disegno : clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 8 *** La medesima sorte ***
FFI_CAP8
LA
MEDESIMA SORTE
Inuyasha correva, saltando da un ramo all’altro, coprendo
grandi distanze in poco tempo. Voleva essere veloce a raggiungere il
palazzo e sperava che fossero già tutti radunati o che
l’ avrebbero fatto a breve.
Si domandava spesso se i fratelli avessero scoperto qualcosa e se con
le sue informazioni avessero potuto risolvere il problema. La presenza
di Hasu lo rassicurava parecchio, poteva battere qualunque avversario
con Sesshoumaru al suo fianco, per non contare un eventuale supporto di
Shireiyama. Quello che si sarebbe formato, sarebbe stato un trio di
daiyokai davvero temibile, eppure un brutto presentimento non lo
abbandonava.
Perso nei suoi pensieri Inuyasha non si accorse di essere inseguito, lo
fece solo quando era troppo tardi. Dalle sue spalle proveniva un
fastidioso rumore simile a quello di un ronzio, il resto si svolse in
un attimo. L’hanyou fece appena in tempo a estrarre Tessaiga
e fermare la sciabola dello youkai inseguitore.
Scesero al suolo e Inuyasha poté osservare il suo
aggressore: un minaccioso calabrone. Era prevalentemente di colore nero
con una striscia gialla all’altezza degli occhi scuri.
L’aspetto era essenzialmente umanoide, fatta eccezione per
piccole ali ai lati delle spalle, dell’addome
esattamente come quello di un insetto e gli arti ricoperti da una
leggera peluria a strisce gialle e nere. Indossava solo degli hakama
neri e una fascia laterale gialla, la quale reggeva il fodero della
sciabola.
Aveva assunto una posa offensiva ed un’espressione
agguerrita.
«Che cavolo vuoi? Non ho tempo da perdere con te!»
ringhiò Inuyasha furioso. Non aveva affatto voglia di essere
rallentato da seccature simili e se non l’avesse lasciato in
pace, non ci avrebbe pensato due volte a fargli assaggiare la lama di
Tessaiga.
«Non ti lascerò proseguire oltre»
ronzò lo youkai agguerrito.
«Se ho invaso il tuo territorio, me ne vado subito»
la lama della sciabola gli tagliò qualche capello ai lati
dell’orecchio.
«Ti sto dicendo che non ho voglia di battermi con te.
Lasciami passare!» Inuyasha parlò inutilmente.
Quel calabrone continuava ad attaccare e lo ferì
provocandogli un graffio alla guancia.
«Io ti avevo avvertito … preparati a
morire!» Inuyasha scagliò un Kaze no Kizu che
prese in pieno il nemico.
Questo ne uscì illeso e uno strato di una strana sostanza
vischiosa colava via dal suo corpo. Fu quella sostanza a proteggerlo
dall’attacco di Tessaiga. Si preannunciava uno scontro
difficile.
Il calabrone si scagliò contro Inuyasha con attacchi veloci
e difficili da prevedere.
L’hanyou dovette concentrarsi parecchio per non soccombere.
«Non te la cavi male ma è tempo di
finirla» la Tessaiga si ricoprì di diamanti.
«Kongosoha!» urlò e una miriade di dardi
di diamante si avventarono sullo youkai avversario. Quello ebbe la
prontezza di ripararsi dietro la sciabola ma alcuni dardi lo ferirono
ugualmente in maniera leggera e crearono numerose crepe
nell’arma stessa.
Lo youkai calabrone lo guardò con odio e dalle fenditure
della sciabola, colò la strana sostanza vischiosa che prima
aveva usato per proteggersi. Come una scheggia contrattaccò,
formando una croce a mezz’aria con due rapidi fendenti, dal
quale schizzò un potente colpo. Inuyasha parò con
Tessaiga e questa si annerì e del fumo si sollevò
dalla lama. Di quel colpo ne risentì anche Inuyasha in
quanto una volta che si scontrò con Tessaiga, diverse gocce
gli andarono a finire sulle vesti e sulla pelle.
«Dannazione è veleno!» veleno che
bastò a stordirlo per qualche secondo, sufficienti per
permettere allo youkai di trapassargli il fianco con la sciabola.
La lama della spada continuava a secernere veleno, che finiva nel corpo
di Inuyasha.
L’hanyou si rese conto che stava per perdere coscienza e, che
se gli fosse stato iniettato altro veleno, sarebbe morto presto. Con
tutte le forze rimaste e la poca lucidità che ancora gli
permetteva di ragionare, spinse lontano da se lo youkai con un calcio,
afferrò saldamente Tessaiga che divenne nera. Sussurrando
appena il nome dell’ultima tecnica appresa, il Meido
Zangetsuha, il passaggio nell’aldilà si
aprì. Tutto ciò che si trovava davanti al
passaggio veniva risucchiato ma ad un certo punto si bloccò
e iniziò a richiudersi. Inuyasha non riuscì a
capire cosa fosse successo ma percepì che quello youkai
aveva fato qualcosa. Facendo appello a tutte le forze rimaste,
tentò di coglierlo alle spalle.
«Kongo…soha!» ancora più
dardi del l’attacco precedente si separarono dalla katana e
si conficcarono nello youkai. Il calabrone aveva appena terminato di
chiudere il varco aperto dal Meido Zangetsuha e non ebbe il tempo di
fare nulla per evitare i dardi. Cominciò a produrre quella
sostanza vischiosa che fece cader via dal corpo i diamanti. Le ferite
erano gravi e serie, così lo youkai ritenne saggio
abbandonare il campo di battaglia, sicuro che il suo nemico non sarebbe
sopravvissuto.
Inuyasha attese che l’avversario si allontanasse per
abbandonarsi all’oscurità.
****
Sesshoumaru aveva costretto il suo seguito ad una marcia forzata, nel
pieno disappunto di Moriko. Il mattino seguente alla sera in cui aveva
avuto quello che poteva definirsi dialogo con Sesshoumaru, si era
svegliata tardissimo e questo aveva fatto adirare lo youkai. Fu
decisamente chiaro che non avrebbe sorvolato su nessuna lamentela o
tentativo di replica, era addirittura costretta la notte a dormire su
Noumu, reggendosi in qualche modo.
Cominciò a credere che tutto ciò che aveva
sentito dello youkai da parte di Rin, valeva solo con lei mentre, le
descrizioni di Hasu, erano decisamente più azzeccate. Era
freddo, crudele e insopportabile. Compatì Jaken, che gli era
sempre fedele e ubbidiente eppure non riceveva altro che ordini da
eseguire, rimproveri e qualche botta.
Finalmente quel terribile viaggio ebbe fine, giungendo nel luogo in cui
era stata attaccata dal washi youkai. I segni della battaglia erano
ancora evidenti: alcuni alberi spezzati, i segni del Kaze no Kizu nel
terreno e una flebile traccia dell’odore dei contendenti,
percepibile solo da Sesshoumaru e Noumu.
Moriko non dimostrava d’interessarsi più del
necessario, guardava nei dintorni alla ricerca di qualche indizio,
provava a ricordare dettagli che potevano esserle sfuggiti ma senza
impegnarsi più di tanto. Dopo una buona oretta, si
stufò e si mise seduta appoggiata al troco di un albero con
Noumu vicino. Jaken continuava diligentemente la ricerca mentre
Sesshoumaru doveva trovarsi nei paraggi.
«Avevo un’idea un po’ diversa di
viaggio» si lamentò la giovane donna, accarezzando
distrattamente l’amico youkai.
La giornata era relativamente fresca, anche se un po’ umida,
ogni tanto qualche leggera folata di vento smuoveva le foglie degli
alberi, creando un’atmosfera rilassante.
In quel luogo così tranquillo sarebbe potuta addormentarsi e
recuperare le ore che non era riuscita a riposare le notti precedenti
eppure, ogni volta che chiudeva gli occhi, quella quiete veniva
disturbata da qualche suono insolito. Per le prime volte non ci fece
caso e nemmeno Noumu, anch’egli stanco, però si
fecero sempre più frequenti e vicini.
Furono costretti a destarsi e prepararsi a combattere. Si stavano
avvicinando degli youkai e non era necessario esserlo a sua volta o
avere chissà quale potere spirituale per capire che le loro
intenzioni non erano delle più buone.
Quelli che si avvertivano erano le urla di scimmie che saltavano da
albero ad albero in una corsa frenetica. Si trattava di un gruppo di
una decina di individui e quando li raggiunsero, li circondarono.
Erano suru youkai, tutti dall’aspetto abbastanza simile.
Possedevano arti possenti, una lunga coda e il capo ricoperto da un
folto pelo.
«Ah! E questi che vogliono?» Jaken si
spaventò non poco nel vederli e il suo padrone non
c’era.
«Non lo so Jaken ma hanno tutta l’aria di volersi
battere» Moriko era pronta con la katana sguainata.
«Che guaio! Se solo ci fosse
Sesshoumaru-sama…»
«C’è la caveremo da soli!» il
solo sentirlo nominare fece destare il suo orgoglio. Avrebbe messo al
tappeto quel branco di scimmie prima che tornasse.
Un suru youkai più grosso apparve alle spalle degli altri,
probabilmente il capo. Era agguerrito e una profonda cicatrice
attraversava l’occhio destro.
«Bene bene, cosa abbiamo qui? L’umana e i due
youkai … ma manca quello importante. Pazienza
sarà per dopo» il suru youkai aveva una voce
grossa e possente come la sua figura.
«Morite senza fare troppe storie e vi risparmierò
un mucchio di sofferenza» continuò con fare
divertito.
«Provaci youkai …» lo sguardo di Moriko
era aggressivo e pronto allo scontro. Ad un cenno del capo dei suru
youkai, due di loro scattarono all’attacco. Uno si
avventò su Noumu e l’altro su Moriko. Si avvalsero
solo del loro corpo per sferrare gli attacchi e
bastò per metterli in leggera difficoltà. Erano
veloci e potenti, Noumu tentava di morderlo ma non ci riusciva e poteva
solo sferrare delle testate e dei colpi con le sporgenze ossee. Moriko
non poteva reggere il confronto con la forza e cercava di fruttare la
loro a suo vantaggio.
Durante il combattimento Moriko non riuscì a tenere il
passo, venendo disarmata e con un calcio fu spedita con la schiena sul
tronco di un albero.
L’okami youkai volle soccorrerla e ciò gli diede
la giusta motivazione che gli concesse la forza di trovare uno
spiraglio tra i pugni e i calci e azzannare e rompere il collo del
nemico.
Nel frattempo il suru youkai, che combatteva contro Moriko, si
avvicinò alla donna per finirla ma con sua sorpresa, gli
tenne testa senza l’ausilio di alcuna arma. Hasu
l’aveva addestrata ad ogni tipo di eventualità e
le aveva trasmesso bene ogni tipo di conoscenza in suo possesso.
Noumu appena liberatosi del suo avversario, si scaraventò in
una folle corsa sullo youkai che stava mettendo in
difficoltà la sua amica. Con una poderosa testata lo
allontanò da lei, permettendole di recuperare la katana.
«Grazie Noumu! Ora lascialo a me!» con un urlo
eseguì un fendete dall’alto verso il basso che
tagliò in due il malcapitato suru youkai.
«Non siete male ma come ve la caverete con gli
altri?» domandò divertito il capo del branco di
youkai.
Gli altri otto suru youkai restanti si fecero avanti, minacciosi e
smanianti di farli a pezzi.
«Ah qui si mette male ...» disse tutto tremante
Jaken che cercava rifugio lontano tra gli alberi.
Iniziarono ancora una volta a lottare esattamente come prima, ed
essendo in numero maggiore, fecero molta più fatica a
gestirli. Questa volta collaborarono alla perfezione e riuscirono a
metterne altri due fuori combattimento, però gli avversari
rimanevano troppi e loro con sempre meno energie.
Moriko non poteva nemmeno usare il suo particolare potere in quanto
quegli youkai non usavano nessun colpo basato sulla loro energia
demoniaca.
Poi quando cominciò a boccheggiare e l’esigenza di
una pausa era impellente, urlò a Noumu :«Noumu,
usa la nebbia!».
L’okami youkai percepì il messaggio, si
fermò e lanciò un lungo ululato. L’aria
cominciò a farsi fredda e comparve uno strato di nebbia che
man mano divenne sempre più fitta.
Moriko afferrò Jaken e se lo strascinò con se su
Noumu, che portò entrambi via dal campo di combattimento,
celato dalla coltre bianca della nebbia.
Allontanatosi quanto necessario, Moriko e Jaken tirarono un sospiro di
sollievo.
La donna, con un po’ di fiato corto, si guardò
indietro per sincerarsi che nessuno li aveva seguiti. Poco distante
sentirono i suoni di un altro scontro e Jaken non riuscì a
trattenersi dal dare un’occhiata.
«Sesshouamru-sama!» come loro anche Sesshoumaru era
stato circondato da suru youkai. Sembravano leggermente più
forti di quelli che avevano incontrato loro ed erano almeno tre volte
in più, di cui una buona dozzina erano già al
suolo morti.
Anche per l’inu youkai lo scontro stava andando per le
lunghe.
Moriko affiancò il preoccupatissimo Jaken. Non aveva voglia
di intervenire né tanto meno sentirsi dire di essersi
intromessa inutilmente. Poi incrociò il suo sguardo con
quello di Sesshoumaru.
***
Da alcuni giorni Hasu era in viaggio con Shireiyama, seguendo le
indicazioni ricevute dal piccolo tengu. Per raggiungere
l’Hakkaido, chi poteva esserle di aiuto se non il suo amato
compagno? L’okami youkai proveniva dalla punta estrema
dell’Honshu e spesso si era recato nell’isola
più a nord. Con un po’ di disappunto aveva
affidato i suoi due figli alle cure della madre, ma sapeva che erano al
sicuro e questo le bastava.
L’autunno era appena iniziato e già in quei luoghi
si poteva percepire una temperatura più bassa e venti
più freddi. Il cielo era spesso coperto e qualche volta
delle leggere piogge bagnavano il terreno. Tutti dettagli ai quali non
davano troppa importanza.
Grazie alle conoscenza della zona di Shireiyama, presero strade che gli
fecero risparmiare molto tempo e si poterono dire quasi giunti al
villaggio dei tengu.
Quando alcune ore dopo arrivarono, si trovarono davanti a qualcosa di
diverso rispetto a quello che si sarebbero aspettati.
Tra le montagne trovarono il villaggio dei tengu ma non c’era
stata nessuna strage, era tutto intatto e tutti gli youkai vivi, anzi
erano lì che li attendevano con tutta l’intenzione
di ucciderli.
C’erano tengu di dimensioni, forme e dalla forza
completamente differenti.
«Benvenuti nella tribù dei tengu del
nord» esordì uno dei tengu in prima fila,
facendosi avanti. Era longilineo, con pesanti abiti tradizionali, la
pelle rossa e un lungo naso. I capelli bianchi raccolti e nascosti
sotto al cappello di bambù.
«Spero che il vostro sia stato un viaggio
piacevole» fece sarcastico.
«Ti hanno teso una bella trappola, Hasu» le disse
Shireiyama non molto felice della situazione.
«Perché pensi abbia insistito nel volerti con
me?»
«E io che pensavo che ti mancassero i nostri viaggi in
solitaria» le rispose sarcastico.
«Avremo tempo per quelli, ora ho una piccola questione da
risolvere … mi dai una mano? » gli propose con
fare tranquillo.
«Per te farei qualunque cosa»
Il tengu si stava innervosendo per non essere preso sul serio.
«Non fatevi illusioni! Voi due non farete più
ritorno al luogo dal quale provenite. Per ordine di Kyoufuumaru-sama,
vi uccideremo qui!»
«Allora questo Kyoufuumaru esiste. Chi
è?» Hasu perse quell’aria apparentemente
scherzosa, diventando di colpo fredda.
«Vi basti sapere che è il mio potente
signore»
«Che vuole fare con l’Hakaitsume?»
proseguì Hasu.
«I piani di Kyoufuumaru-sama non sono importanti per chi
morirà a breve.»
«Stai giocando col fuoco, tengu! Dicci quello che
sai» Shireiyama faceva sul serio e volle farlo capire al suo
interlocutore, rilasciando una grande quantità di energia
demoniaca, aggressiva e violenta. I tengu vacillarono ma non sembravano
intenzionati a collaborare.
«Dunque preferisci la morte?» Hasu stava facendo la
stessa cosa dell’okami youkai e i primi segni di terrore si
fecero vedere.
Nonostante tutto, il tengu che era a capo di tutti gli altri, non
arretrò né cedette, al contrario
incitò la sua tribù a combattere fino alla morte
e distruggere i nemici del loro signore Kyoufuumaru.
Ai due daiyoukai non bastò altro per agire. Avrebbero
strappato dalla loro bocca tutto quello che volevano sapere. Avrebbero
pulito nel sangue la stolta ostinazione di quei tengu.
I loro volti cominciarono a mutare. Gli occhi di Hasu divennero rossi
mentre quelli di Shireiyama neri. I loro musi si allungarono e i corpi
divennero sempre più grandi.
Quando completarono la trasformazione, il violento e sanguinario
scontro iniziò.
Glossario:
Suru=scimmia.
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Come promesso ho aggiunto il capitolo giusto una
settimana dopo.
La storia va avanti e i nostri eroi incappano in diversi nemici. Come
se la caveranno?
Non so se riuscirò ad aggiuungere il prossimo capitolo tra
due settimane esatte ma arriverà il prima possibilie.
Vi lascio con il solito disegno: clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 9 *** Messa alla prova ***
FFI_CAP9
MESSA ALLA PROVA
Sesshoumaru era impegnato nel combattimento con un numeroso branco di
suru youkai, di cui una dozzina giaceva morta al suolo. Quegli youkai
erano più forti di quelli che avevano affrontato Moriko e
Noumu, ma non eccessivamente. Sesshoumaru si sarebbe sbarazzato di loro
senza problemi, tuttavia il gran numero di nemici gli impediva di
terminare in fretta.
L’inu youkai percepì che più distante
da dove si trovava, la donna umana era stata attaccata a sua volta e la
presenza di uno di quei youkai lo preoccupò. Poteva
rivelarsi un avversario difficile per la ningen, la quale non avrebbe
potuto farcela da sola. Dopo un po’ avvertì il suo
odore e la cercò con la vista. Il primo che scorse fu Jaken,
in ansia per lui e poco dopo incrociò lo sguardo di Moriko.
Stava bene e ciò significava che era riuscita a tener testa
a diversi youkai da sola o al massimo con l’aiuto
dell’okami youkai. Purtroppo ne aveva messi fuori
combattimento pochi e quelli rimasti non si sarebbero dati per vinti,
infatti li stavano raggiungendo.
Sesshoumaru si disimpegnò dal combattimento e corse nella
direzione di Moriko, Noumu e Jaken.
«Che fa?» Moriko credette che l’inu
youkai volesse attaccarla e d’istinto sguainò la
katana e si mise in una posizione difensiva. Noumu non si mosse a quel
gesto inaspettato, mentre Jaken si mantenne d’istinto al
Nintojo.
Sesshoumaru li superò e con Bakusaiga uccise tre suru youkai
alle loro spalle. Si trattava degli youkai che si erano lasciati alle
spalle e infondo al gruppo vi era il più forte del branco,
che continuava a mandare i suoi sottoposti all’attacco.
Sesshoumaru e Moriko si trovarono schiena contro schiena, circondati
dai nemici.
«Perché mi avete coinvolta?» la donna
non si sforzò a reprime il suo disappunto.
«Mostrami ciò di cui sei capace» rispose
Sesshoumaru indifferente.
“Bastardo! Così non ho altra scelta che
combattere” questo pensiero se lo tenne per se ma non
evitò di lanciargli un’occhiata arrabbiata.
Noumu e Jaken vennero allontanati da un altro youkai e i due rimasero a
fronteggiare tutto il resto da soli.
Ne venivano avanti a gruppi di quattro o cinque, inoltre quelli che
prima erano impegnati con Sesshoumaru, potevano vantare
dell’ausilio di pugnali e piccole lance. Come se avessero
sempre affrontato situazioni di quel tipo, i due al centro,
dimostrarono di essere quasi perfettamente coordinati. Come in una
danza frenetica, rispondevano agli attacchi dei nemichi che avevano di
fronte. Quando per Moriko due o tre insieme erano troppi da gestire, li
schivava uscendo lateralmente o roteando, scambiandosi il posto con
l’inu youkai, e finivano gli avversari dell’altro.
Senza un attimo di tregua, ne eliminarono all’incirca altri
venti e ne restavano solo un’ultima decina. Tornarono schiena
contro schiena. Moriko si lasciò pervadere
dall’eccitazione del combattimento, lasciando che fosse
questa a guidare i suoi movimenti. Sesshoumaru apprezzò con
piacere le abilità della donna. Hasu l’aveva
addestrata bene, adattando le sue conoscenze nel combattimento alle
potenzialità limitate di un corpo umano.
«Resta ferma dove sei» Moriko si fidò
istintivamente di Sesshoumaru e fece come le aveva detto.
L’inu youkai mise in posizione orizzontale la
Bakusaiga si sprigionò un’onda distruttiva che non
lasciò alcuna traccia degli sventurati suru youkai.
Moriko restò stupefatta e si rilassò, credendo la
battaglia finita.
«Sei forte almeno quanto mi è stato riferito,
Sesshoumaru» la mancanza di rispetto da parte del capo dei
suru youkai non fu gradita dall’inu youkai. Avrebbe pagato
caro l’insolenza con cui l’aveva sfidato.
«Moriko fatti da parte»
«Ma …»
«Non discutere!» Sesshoumaru ignorò lo
sguardo di protesta di Moriko mentre si metteva in disparte e
tornò a concentrarsi sullo youkai.
Dava l’impressione di uno che aveva affrontato numerose
battaglie, come testimoniava la cicatrice che gli attraversava
l’occhio destro e non doveva essere uno sprovveduto. Il suru
youkai li osservava con sicurezza e sfrontatezza con il suo timbei e il
suo rochin in bella mostra.
«Quanta cura per un misero ningen ma non servirà a
molto. Dopo averti ucciso, passerò a tutti gli
altri»
«Quante inutili parole» disse Sesshoumaru, avendo
terminato la pazienza verso il suru youkai e si lanciò
all’attacco.
«Quale foga, Sesshoumaru … davvero niente
male!» esclamò lo youkai esaltato
dall’idea di avere di fronte un degno avversario. Non si
lasciò cogliere impreparato e si difese con lo scudo, che
respinse con un’onda d’urto la katana
dell’inu youkai.
Sesshoumaru non diede peso ai commenti della scimmia e
continuò ad attaccare ripetitivamente. Tutti i fendenti
vennero bloccati dal timbei e per quelli più forti,
innalzava una barriera. Era veloce anche nel contrattacco, pochi attimi
erano sufficienti per restituire il colpo ricevuto, così tra
i due si instaurò un duello frenetico.
Sesshoumaru pensava a trovare una soluzione a quella situazione di
stallo ma ciò lo fece distrarre e lo youkai ne
approfittò. Lo colpì con forza la Bakusaiga con
lo scudo, allontanandolo da se e affondò il rochin.
L’inu youkai si ritrasse ma la carica continuò,
infatti, passò dal mantenere il rochin con la mano al piede
mentre compiva una capovolta, riuscendo a ferire Sesshoumaru alla gola.
Il suru youkai rise, emettendo dei sinistri versi da scimmia
:«Davvero bravo! Se ti fossi mosso un solo instante dopo, la
tua testa sarebbe saltata»
Sesshoumaru ne aveva abbastanza dell’arroganza dello youkai
ma non riusciva a liberarsi di lui. Manteneva la sua solita
impassibilità ma non sapeva come venirne a capo: era troppo
veloce. Poi volle provare con l’onda distruttiva, poteva
rivelarsi l’approccio giusto. Lingue di pura energia, come se
fossero scariche elettriche, si spandevano da Bakusaiga e avvolsero il
suru youkai.
«Non avrà scampo!» esultò
Jaken.
«In questo modo, Sesshoumaru-sama non potrà
vincere» sentenziò Moriko, osservando con
attenzione la scena. In mezzo alle scariche e al polverone, si poteva
distinguere, almeno un po’, il suru youkai che
aveva alzato il timbei in alto e una barriera che lo avvolgeva.
«Che cosa dici? Sesshoumaru-sama lo avrà di sicuro
ridotto in cenere!» insistette Jaken, dimostrando la sua
totale fiducia nel padrone.
Ma Moriko non lo ascoltò e proseguì a pensare se
poteva in qualche modo aiutarlo.
«Jaken!» interruppe il continuo blaterare del
piccolo youkai «quell’onda distruttiva di
Bakusaiga, è al massimo della potenza?»
«Bè credo di sì, almeno non
l’ho mai vista più potente di
così» Jaken non capì cosa intendesse la
donna.
“Dovrei farcela” pensò prima di farsi
avanti di corsa e frapporsi tra i due contendenti quando tutto si
calmò.
«Sesshoumaru-sama! Lanciatemi contro quell’onda
distruttiva di prima con la stessa forza» urlò
Moriko senza perdere di vista il suru youkai, che rimase sbalordito
almeno quanto Sesshoumaru dell’azione della ningen.
«Così tanta voglia di morire, donna?» il
suru youkai riacquistò una certa sicurezza nonostante non
capisse cosa volesse fare quella ningen.
«Sesshoumaru-sama fate presto!» lo
incalzò temendo che il nemico potesse ferirla, o peggio,
ucciderla prima di mettere in atto il suo piano.
Sesshoumaru si decise. Non sapeva cosa potesse fare l’umana
ma l’aveva già sorpreso una volta, poteva farlo
ancora. In fondo era per questo che desiderava che lo seguisse, voleva
comprendere fin dove si spingessero le sue capacità e se gli
potesse essere utile in battaglia. Senza perdere ulteriore tempo,
Sesshoumaru ripeté il medesimo attacco, indirizzato su
Moriko.
La giovane donna era pronta a ricevere il colpo. Si piantò
bene con i piedi in terra, diagonalmente a Sesshoumaru, in modo da non
perdere di vista il suru youkai e capire da che parte era stata
lanciata l’onda distruttiva. La katana, abbassata e in una
posizione arretrata, si circondò dell’energia
sprigionata dall’onda e la contenne intorno a se.
Il suru youkai capì a cosa la ningen si stesse preparando a
fare e provò a porvi rimedio, scattando in un attacco. Ma
non ebbe il tempo. Con un urlo terribile, capace di far vibrare
l’aria, Moriko scagliò con un fendente tutta la
potenza del colpo di Bakusaiga, potenziata dalla sua
capacità di manipolare l’energia demoniaca,
unendola alla sua.
Il suru youkai non ebbe scampo, venne investito in pieno e vano fu il
tentativo di proteggersi con lo scudo, che si frantumò.
Quando tutto si calmò, il suru youkai si stava rimettendo in
piedi, malconcio. Sesshoumaru guardò, prima con sorpresa e
poi con soddisfazione, Moriko che nel frattempo boccheggiava e faticava
a tenersi in piedi.
Jaken da lontano era rimasto senza parole e a bocca spalancata,
ciò a cui aveva assistito era qualcosa di inimmaginabile.
Era stata più forte di Sesshoumaru.
Il suru youkai si vide perso, con Sesshoumaru che avanzava nella sua
direzione. Quando gli fu abbastanza vicino, provò a crearsi
una via di fuga sperando di aver avuto l’intuizione
giusta. Lanciò il rochin con forza verso Moriko, che non era
in grado di difendersi. Come aveva supposto, Sesshoumaru corse a
difenderla, permettendogli di scappare e dileguarsi. L’inu
youkai in un primo momento pensò di inseguirlo, strappargli
le risposte alle sue domande e infine ucciderlo, ma sarebbe stato
inutile. Era troppo veloce.
Poi un tonfo lo costrinse a voltarsi. Moriko aveva perso conoscenza e
suo malgrado si ritrovò a prenderla in braccio per trovarle
un posto dove permetterle di riprendersi.
***
Rin e Kagome si trovavano nei pressi del villaggio a raccogliere erbe.
Era una bella giornata e passeggiare nei prati era molto piacevole,
oltre ad essere un utile attività per distrarsi dai brutti
pensieri. Entrambe erano preoccupate per quello che stava accadendo. La
questione Hakaitsume era ancora aperta e la sua soluzione
lontana ma, più di tutto, la partenza di Inuyasha
faceva preoccupare non poco la miko. Rin dal canto suo, temeva per
Sesshoumaru che doveva essere molto più coinvolto e
l’inquietudine di Inuyasha prima di partire, era decisamente
percepibile. Entrambe si facevano forza e provavano a pensare positivo,
eppure sembrava qualcosa di impossibile. Mentre si concentravano sulla
ricerca delle erbe, sentirono chiaramente urla che sembravano
appartenere a delle scimmie. A breve poterono distinguere un bracco di
suru youkai che lambirono il prato in cui erano e superarono il
villaggio.
«Che sta succedendo?» domandò spaventata
Kagome.
«Sono youkai» osservò Rin leggermente
confusa.
«Però non sembra che ci vogliano
attaccare»
«Stanno andando oltre!»
«Questa è la femmina umana dell’hanyou
… se uccidessimo prima lei?» la voce alle loro
spalle le fecero voltare, rabbrividendo.
Si trovarono di fronte a due suru youkai, non molto grandi ma dalle
cattive intenzioni.
«Sì, potremmo ricevere una promozione»
ridacchiò l’altro.
Rin fu subito reattiva e incoccò una freccia
nell’arco che aveva portato con se. Aveva intenzione di
esercitarsi nel pomeriggio sotto la guida di Kagome. Si era impegnata
molto e in poco tempo stava acquisendo una certa bravura e
praticità, aveva intenzione di migliorare sempre di
più e se realmente ci sarebbe riuscita, avrebbe voluto
diventare un’arciera.
Prese rapidamente la mira e scoccò la freccia che
andò a conficcarsi nella gola di uno dei due suru youkai.
Questo cadde a terra morto. Il compagno lo esaminò per
sincerarsi e parve infuriarsi.
Kagome afferrò per una manica del kimono la giovane Rin e
corse più in fretta possibile. Prima che il suru youkai
cominciasse a inseguirle, riuscirono a mettere alcuni metri di
distanza, tuttavia non bastarono. Lo youkai si gettò su Rin,
che era più vicino e la fece cadere. Stava per prenderla a
pugni quando la ragazza ebbe la prontezza di afferrare una freccia e
con la punta, ferì un occhio del suo aggressore, che prese a
dimenarsi e a urlare. Ne approfittarono e ripresero a fuggire. In
lontananza furono felici di vedere Miroku, accorso sapendo che le due
ragazze si trovavano da sole nei pressi del villaggio.
«Miroku!»
«State bene?» domandò apprensivo.
«Sì stiamo bene ma lo youkai non è
ancora morto.»
«Non temere Rin, ci peserò io. Voi tornate al
villaggio» le due ragazze annuirono e lasciarono solo il
monaco, che con pochi colpi e un fuda, terminò lo youkai.
Arrivate al villaggio, constatarono che quella gran quantità
di youkai, si erano fermati poco distante a ingaggiare battaglia con
qualcuno. Rin non riuscì in alcun modo a trattenersi e
andò a vedere.
«Rin dove vai? Resta qui!» i richiami di Kagome
furono inutili, la ragazza era già andata.
«Kagome fermati! In quella direzione ci sono gli
youkai» l’avvertì Sango, la quale
l’aveva vista correre in direzione del bosco.
«Sango! Sto seguendo Rin, non ha voluto darmi ascolto ed
è andata» fu la rapida spiegazione della miko.
«Ma che le è saltato in mente? Vengo con
te!» si offrì l’amica. Affidò
i suoi figli alla vecchia Kaede e seguì Kagome.
***
La giovane umana con in spalla arco e frecce correva tra gli alberi,
lasciandosi guidare dai suoni della battaglia. Giunse a quello che
doveva essere stato il primo campo di battaglia. C’erano
quattro suru youkai morti e tantissime tracce che indicavano che si
erano spostati all’inseguimento di qualcuno. Le
seguì ma ad un certo punto si bloccò.
C’erano molti cadaveri di youkai ma più
importante, Sesshoumaru si stava scontrando con un altro suru youkai.
Era forte e Sesshoumaru sembrava in difficoltà, anche dopo
aver usato quello che doveva essere un colpo potentissimo, lo youkai
era ancora vivo e vegeto. Poi qualcosa di inaspettato. Non aveva
minimamente notato la presenza di Jaken, Noumu e Moriko, nonostante le
urla del piccolo youkai verde. La cosa più scoccante fu
vedere Moriko lanciarsi tra i due youkai e urlare a Sesshoumaru di
colpirla. Sesshoumaru le diede retta. Ebbe paura per la donna, invece
assistette a qualcosa che giudicò incredibile. Moriko era
riuscita a controllare il colpo di Bakusaiga e rimandarlo al nemico con
maggiore forza, il quale non resse a tale potenza.
Alla scena assistettero anche Kagome, Sango e Miroku.
L’avevano chiamata, però Rin era troppo
concentrata su ciò che aveva di fronte per udirli, e proprio
come Rin, gli altri rimasero esterrefatti. Un umano non poteva arrivare
a tanto.
Il suru youkai fuggì mentre Moriko crollò sfinita
e Sesshoumaru la sorresse prendendola in braccio.
«Rin! Questa donna ha bisogno di riposo, conducimi in un
posto dove possa portarla» l’inu youkai si era
accorto della presenza della ragazza e degli amici di suo fratello.
Pose quella richiesta che risultò strana pronunciata da lui.
Rin si riscosse subito e lo condusse al villaggio. Kagome ritenne
opportuno ospitarla a casa sua, in quel momento era la più
tranquilla non essendoci nessuno.
“Sesshoumaru-sama non entra mai nel villaggio”
pensò cupamente Rin. Sesshoumaru condusse fin dentro la casa
di Kagome una Moriko incosciente e andò subito via, prima di
averla raccomandata a Rin :«Rin te
l’affido» e se ne andò.
Noumu le era stato vicino per tutto il tempo, senza perdere di vista
Moriko nemmeno per un secondo, anche se come la volta precedente era
rimasto fuori dalla casa. Jaken seguì diligentemente il suo
padrone e Rin era costretta a vederlo andar via ancora una volta.
Trascorse un intero giorno e Moriko si ritrovò assistita e
ospitata dalle stesse persone che si erano prese cura di lei poco tempo
prima. Aveva dormito per tutto il tempo, si sentiva ancora molto stanca
e debilitata. Bisognava ancora di riposo e di cibo per rimettersi in
forze.
«Moriko hai un potere pazzesco! Sono rimasta senza
parole» si complimentò Kagome.
Moriko era circondata dalla miko, Sango, Miroku con figli e Rin. Le
stavano facendo compagnia e approfittarono di quel tempo per conoscerla
meglio e soddisfare le loro curiosità.
Non era cosa di tutti i giorni assistere ad un potere come quello della
donna.
«Non era mia intenzione combattere. È stato
Sesshoumaru a trascinarmi nella battaglia» si
lamentò Moriko, che ancora non aveva mandato giù
quel coinvolgimento forzato, anche se alla fine si era lasciata
coinvolgere e aveva risolto il combattimento di sua spontanea
volontà.
«Ad ogni modo è stato qualcosa di incredibile. Non
avevo mai visto o sentito dire che un ningen potesse fare qualcosa del
genere» Miroku era quello che si dimostrò
più interessato.
«E’ vero! Come ci riesci?» le
domandò Sango.
«Ecco … in realtà non lo so nemmeno io.
Mi viene naturale, però da quando la sorella di Inuyasha mi
allena, sono in grado di controllarlo alla perfezione. Comunque sia,
devo fare attenzione a come usarlo»
«E’ per questo che stai sempre male?» le
domandò ingenuamente una delle gemelline.
«L’altra volta avevi tante ferite!»
continuò l’altra, ricordando tutte le bende che
aveva la prima volta che era stata ospitata al villaggio.
«Non siate inopportune!» la madre le
rimproverò, provocando le risa di Moriko.
«Tranquilla, Sango non c’è problema. Il
mio potere mi toglie tanta energia, per questo devo riposare tanto.
Però non sto sempre male per questo, per esempio,
l’altra volta mi sono fatta tutte quelle ferite
perché il mio avversario era uno youkai molto
forte» spiegò Moriko cercando di usare un
linguaggio più semplice possibile.
«Allora sei come la mamma che combatte gli youkai?»
«Anche papà combatte con gli youkai!»
chiesero ancora le due piccoline.
«Più o meno» Moriko non si
dilungò altre, le sembrò strano dire che ci
viveva insieme agli youkai.
«Su, non tormentatela di domande» Miroku dovette
intervenire sapendo che le figlie non si sarebbero fermate
lì e infatti una delle due avanzò
un’ultima richiesta.
«Aspetta papà! Posso vedere i tuoi
capelli?»
«Eh? I miei capelli?» la piccola annuì e
al consenso della donna, le gemelline si avvicinarono.
Erano lungi e morbidi ma ciò che le incuriosì,
furono i riflessi blu particolarmente marcati.
«Sembrano blu!» esclamò tutta contenta
la bimba.
«Ah! Per il colore! Non sono blu. Alla luce sembrano blu ma
sono neri» Moriko aveva preso una ciocca di capelli, la
espose alla luce e poi all’ombra per far vedere la
differenza.
«Su ora lasciatela riposare» Miroku le
richiamò ancora una volta e le piccole si misero sedute
vicino a lui.
«Non c’è problema! Sono abituata ad
avere a che fare con due gemellini pestiferi, a confronto loro sono due
angioletti» le piccole furono felici del compimento
«e poi vi devo ringraziare per tutto l’aiuto che mi
avete dato, soprattutto a te Rin» la ragazzina le era stata
accanto tutto il tempo ma non era solo per assisterla.
«Ho solo fatto quello che mi ha chiesto
Sesshoumaru-sama» Rin distolse lo sguardo.
«A proposito di Sesshoumaru! Perché sei con
lui?» le chiese Kagome. Quando se ne andò via
dalla casa della sorella di Inuyasha, i due dovevano essere in
compagnia di Hasu.
«Hasu-sensei è andata verso nord. Abbiamo trovato
una pista e lei ha deciso di seguirla da sola, mandando noi due a
casa»
«A palazzo?» Kagome ricordava che i fratelli aveva
stabilito come punto di ritrovo il palazzo di Sesshoumaru ed era il
luogo in cui era diretto Inuyasha in quel momento.
«Sì, però Sesshoumaru ha deciso di fare
una deviazione»
«Non deve essere facile stare dietro a Sesshoumaru»
per Miroku, dal tono di voce di Moriko e da come aveva spiegato lo
svolgersi del combattimento che aveva sostenuto insieme allo youkai,
non doveva propriamente fare i salti di gioia.
«Se non fosse per il fatto che prima ti ascolta e poi fa come
dice lui, non sarebbe male» tutti, compresa Rin che si era
tenuta un po’ in disparte, la guardarono sbalorditi.
«Ho detto qualcosa di male?»
«Come dire … Sesshoumaru non è il tipo
che cerca la compagnia di ningen» Sango provò a
spiegare nel modo più gentile possibile.
Moriko capì cosa volesse dirle. Che a Sesshoumaru i ningen
non gli andassero a genio, l’aveva capito. L’aveva
percepito chiaramente la prima volta che lo aveva incontrato.
«E’ a causa del tuo potere, non è
così?» Rin centrò pienamente la
questione. Era lo stesso pensiero di Moriko. Sesshoumaru non stava solo
ubbidendo ad un ordine della sorella. Se fosse stato solo per quello,
l’avrebbe condotta al palazzo mentre lui sarebbe andato in
giro per conto suo. Si interessava a lei per via delle sue
capacità.
«Credo sia proprio come dici tu» Rin era
stranamente seria. Le apparve completamente diversa dalla volta che
l’aveva conosciuta. Qualcosa la tormentava ed aveva a che
fare con Sesshoumaru.
«Però se fosse qualcun altro non reggerebbe un
attimo in sua compagnia. Io sono abituata ad avere a che fare con gli
youkai e sua sorella è almeno dieci volte peggio»
«Sarà …» Rin si era stancata
di sentire quella conversazione. Non le piaceva per nulla
l’idea che quella donna viaggiasse con Sesshoumaru, tantomeno
che lei lo trovasse gradevole.
Kagome si accorse dell’aria affranta della ragazza e non
disse più nulla. Voleva aggiungere, che forse, non era
esattamente come avevano detto le due ma, che Sesshoumaru tenesse un
minimo a Moriko. Quando cadde priva di sensi, tutti avevano visto come
l’inu youkai si era precipitato a sorreggerla, rinunciando a
inseguire il loro aggressore. Di quanto fosse strano che entrasse nel
villaggio solo per assicurarsi che qualcuno si fosse occupato di lei.
Ci fu uno sguardo d’intesa con gli altri e capirono che era
meglio chiudere lì la discussione.
«Che dici Moriko hai fame?» la donna
annuì alla domanda di Sango «Miroku
perché tu e le bambine non andate a prendere qualcosa di
buono?»
«Certo mia dolce Sango!» e passarono a pensare
tutt’altro.
Il giorno seguente Moriko stava meglio, così Rin si
poté allontanare e raggiungere l’inu youkai al di
fuori del villaggio.
Lo trovò vicino al pozzo mangia ossa. Era da solo,
probabilmente Jaken era da qualche parte a sonnecchiare.
«Sesshoumaru-sama» si fece avanti Rin. Nessuno
disse più nulla, Sesshoumaru comprese che voleva chiedergli
qualcosa ma stranamente gli sembrò che le mancasse il
coraggio, pertanto fu lui a iniziare il discorso.
«Come sta?» chiese.
«Si è svegliata ieri, ha ancora bisogno di
riposare ma si riprenderà presto»
«Tu come stai?» Rin non rispose subito, non capendo
il perché di tale domanda.
«Io sto bene» disse infine.
«C’è qualcosa che ti turba»
era un’affermazione , il pensiero che la ragazza non aveva
espresso. Ormai aveva imparato a conoscerla e quella non era la solita
Rin.
Lei strinse i pugni e lo guardò dritto negli occhi, senza
timore. Era forse l’unica che lo faceva.
«Moriko viaggia con voi?»
«E’ quello che vorrei»
«Non lo sta già facendo? Ha pure combattuto con
voi!»
«E’ una soluzione temporanea. Quando mia sorella
tornerà, sarà lei a decidere se permettermi di
tenere Moriko con me» Sesshoumaru continuava a mantenere un
tono calmo e tranquillo.
«Perché lei è forte?»
«L’hai visto anche tu. Il suo non è un
potere normale»
«Sì, l’ho visto … ma
anch’io mi sto allenando, divento giorno dopo giorno
più brava. Anche l’altra vota sono stata in grado
di difendermi da due di quei suru youkai. Ho ancora tanto da imparare e
vorrei che foste voi a …»
«E’ troppo presto, Rin!» Sesshoumaru la
interruppe bruscamente. Questa volta però Rin non tacque
:«Ogni volta è sempre troppo presto. Non mi avete
lasciato al villaggio perché un giorno io potessi scegliere
cosa fare? Io voglio stare con voi, voglio tornare a viaggiare insieme
come quando ero più piccola!» disse con maggior
fervore.
«Basta così, Rin!» il suo tono si fece
di colpo duro come la sua espressione «tu sei molto diversa
da quella donna, non devi paragonarti a lei. Ti ho già
spiegato più volte che sei ancora troppo giovane
perché possa portarti con me» con questo,
Sesshoumaru concluse. Avrebbe voluto dirle che non poteva sopportare
l’idea di vederla in pericolo e proprio quello non era il
momento migliore. Rin sapeva che lo youkai si preoccupava per lei e che
le decisioni che prendeva erano per il suo bene, però
proprio non riusciva a stare lontano da quella vita.
Ricacciò indietro una lacrima che minacciò di
uscire e se ne andò via.
Glossario
Timbei = scudo
Rochin = piccolissima lancia
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Come promesso sono tornata, dopo una piccola o lunga
attesa (dipende da quanto vi sta piacendo questa storia).
Eravamo rimasti con i nostri eroi alle prese ognuno con un avversario
diveso. Anche per Moriko e Sesshoumaru il combattimento è
volto al termine grazie al grande potere di Moriko ... che suscita la
gelosia di Rin.
Come sempre grazie che continuate a leggere anche nel periodo di
vacanze.
Vi lascio con un nuovo disegno : clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 10 *** A palazzo ***
A
PALAZZO
Moriko viaggiava in groppa a Noumu, con Jaken alle spalle, al seguito
di Sesshoumaru, verso il palazzo dello youkai.
Si era completamente ripresa e stava continuando il viaggio verso la
tappa successiva. Era impaziente di rivedere al più presto
Hasu e Shireiyama, tornare da loro e sentirsi nuovamente libera. In
quel poco tempo trascorso, Sesshoumaru si era messo in testa di tenere
Moriko al suo fianco per studiarla e utilizzarla a suo vantaggio in
battaglia. Se n’era convinto ancor di più quando
Moriko si era intromessa nel combattimento con il suru youkai di sua
iniziativa.
Si inoltrarono in una foresta fitta e immersa in un leggera nebbia. Una
volta superati gli alberi, poté finalmente scorgere il
palazzo.
Si ergeva su un pezzo di terra circondato da un profondo fossato,
così nero da non poterne vedere il fondo. Era circondato da
alte mura, un ponticello rosso e ricurvo conduceva
all’entrata chiusa dalle immense ante del portone.
Una volta giunti al ponticello, Sesshoumaru fece cenno al suo piccolo
servo. Jaken si precipitò a bussare, battendo il bastone
bicefalo sul portone.
«Aprite! Sesshoumaru-sama ha fatto ritorno!»
gracchiò.
Dopo poco le ante del portone si spostarono lentamente, tirate a fatica
da due youkai. Jaken si fece da parte, facendo passare il suo padrone
seguito dal resto del gruppo.
«E’ bellissimo!» Moriko rimase estasiata
nel contemplare l’interno del palazzo.
Una volta oltrepassate le mura, si ci trovava di fronte ad un
meraviglioso giardino, l’erba del prato verde e curata, fiori
di tutti i colori, qualche albero qua e là e un laghetto sul
lato destro. Al centro si ergeva il palazzo, sviluppato su due piani,
ai lati altre due strutture di dimensioni modeste collegate a quella
principale da un ponte.
«Sunao, Shunji date una stanza all’umana e
procuratele ciò di cui ha bisogno. Siate rispettosi nei suo
riguardi, è la protetta di mia sorella.»
«Come desiderate Sesshoumaru-sama!» i due youkai
risposero all’unisono, inchinandosi.
La giovane donna si destò dall’osservare la
bellezza del palazzo, per concentrarsi sui i due individui alle sue
spalle. Si trattava di due inu youkai, dovevano avere parecchi anni
poiché possedevano l’aspetto di un cinquantenne e
senza bisogno di un’accurata osservazione, era evidente si
trattasse di youkai di medio rango. Uno dava l’impressione di
un tipo tranquillo e sereno, con le spalle leggermente curve e le
palpebre pesanti sugli occhi castani, i capelli dello stesso colore
contornavano il viso rotondo. L’altro dava l’idea
di un tipo più serio e ligio al dovere, il viso tagliente
era messo in risalto grazie ai capelli rossi raccolti
nell’alta coda e gli occhi neri dal taglio affilato. Entrambi
erano vestiti con abiti adatti a servitori di
quell’importante palazzo.
I due guardarono con perplessità la giovane donna. Non si
aspettavano di vedere tornare il loro padrone con al seguito una
ningen, ma gli ordini di Sesshoumaru-sama non si discutevano e
condussero Moriko all’interno del palazzo. Lanciavano
occhiate addette a scovare particolarità o stranezze nella
donna ma con scarsi risultati.
Moriko si sentiva terribilmente a disagio. Tratteneva una ciocca di
pelo di Noumu nella mano. Addirittura considerò rassicurante
la presenza di Jaken alle sue spalle, il quale era stato mandato da
Sesshoumaru a controllare che nel palazzo tutto fosse in ordine.
Attraversando i corridoi e i diversi spazi della dimora, Moriko
poté apprezzare sempre più l’eleganza
sobria e la ricchezza dei materiali di cui era composto il palazzo,
eppure qualcosa si faceva sentire con prepotenza: il silenzio assoluto
avvolgeva ogni cosa, l’unico suono erano i loro passi che
rimbombavano quasi come se fossero dei possenti colpi. Nessun altro
individuo abitava in quel luogo, dando l’impressione di una
casa abbandonata.
«Non c’è anima viva. Non ci abita
nessuno qui?» Moriko non seppe resistere
dall’esternare le sue perplessità.
«Ci siamo solo noi a guardia e protezione di questo palazzo,
così come aggrada a Sesshoumaru-sama» rispose lo
youkai docile.
«Non vi sentite soli?»
«Poter servire Sesshoumaru-sama ci basta. In più,
occuparsi dell’intero palazzo in due richiede tempo e ci
tiene occupati» continuò l’altro youkai
« Ecco la vostra stanza»
Moriko vi entrò insieme a Noumu. Era una stanza molto
larga, al centro un paravento finemente decorato con motivi
floreali, in un angolo una cassapanca di legno intagliato.
«Vi porteremo un futon. Per quanto riguarda il cibo, abbiamo
qualcosa che potrebbe soddisfarvi per alcuni giorni»
«Grazie siete gentili ma vi prego non siate così
formali. Il mio nome è Moriko, vi chiedo di chiamarmi in
questo modo. E i vostri nomi?»
I due youkai rimasero per un attimo interdetti non essendo abituati a
tali modi cortesi. Il loro padrone era sempre freddo e diretto.
«Io sono Sunao» si fece avanti lo youkai
tranquillo.
«Io invece sono Shunji, Moriko-sama» concluse
l’altro.
«Vi prego non aggiungete il sama, non sono
abituata» insistette lei.
«Siete la protetta di Hasu-sama, non possiamo mancarvi di
rispetto» le fece osservare Shunji.
Moriko sospirò pesantemente. Essere
l’allieva di Hasu aveva il suo peso, inoltre come si poteva
dar torto ai due youkai? Sesshoumaru era stato chiaro e aver nominato
la sorella lo avrà reso ancora più convincente,
nessuno sano di mente si vorrebbe mettere contro i due fratelli.
I due servitori se ne andarono e dopo qualche raccomandazione, Jaken li
stava per raggiungere.
«Jaken aspetta!»
«Che c’è?» il kappa si
voltò scocciato.
«Inuyasha non è ancora arrivato, giusto?»
«No e nei dintorni non si avverte il suo odore.»
«E’ strano, dovrebbe già essere
qui»
«Che vuoi che ne sappia! Se non si è fatto ancora
vivo, fatti suoi» sbottò irritato Jaken. Stava
perdendo tempo ad ascoltare le stupide preoccupazioni di una ningen. La
donna, compreso che era inutile insistere con lui, decise di rivolgersi
direttamente a Sesshoumaru.
«Dove posso trovare Sesshoumaru?» provò
almeno ad ottenere quell’informazione.
«Sarà nelle sue stanze ma non andare a disturbarlo
con le tue stupide preoccupazioni.» Moriko lo
ignorò completamente, ritenendo di averlo sopportato fin
troppo.
Uscì dalla sua stanza, seguita da Noumu e ripercorse la
strada che aveva fatto, almeno l’intenzione era quella.
«Ehm … Noumu credo di essermi persa»
l’okami youkai scosse la testa sconsolato e si mise davanti,
deciso a farle da guida. La giovane donna si
affidò a lui, ripercorse diversi corridoi non facili da
distinguere gli uni dagli altri, probabilmente non li avrebbe
memorizzati in poco tempo. Infine Noumu si fermò indicando
una porta davanti a se.
«E’ lì che si trova
Sesshoumaru?» l’okami youkai confermò.
Moriko si fece avanti, aprendo leggermente la porta e sbirciando. Da
lì si aveva accesso all’altra ala del palazzo ma
dell’inu youkai non c’era traccia, forse era
qualche stanza più avanti.
«Sesshoumaru-sama ci siete? Devo chiedervi una
cosa» attese una risposta che non arrivò
«Sesshoumaru-sama?»
Dietro la porta scorrevole s’intravide la figura dello youkai
e Moriko si fece avanti a sua volta.
«Cosa vuoi?» Sesshoumaru la fulminò con
lo sguardo. Si era spogliato dell’armatura e non portava
più al fianco le sue spade. Per un attimo gli
sembrò uno youkai diverso dal guerriero che aveva
conosciuto. Ma l’ambra dei suoi occhi freddi e infastiditi la
riportarono alla realtà.
«Ecco Sesshoumaru-sama, Inuyasha non è ancora
arrivato» gli occhi dello youkai si assottigliarono
ulteriormente.
«Non è affar mio»
«Però è strano. Da quanto mi ha detto
Kagome è partito molto prima di noi»
«Ti ripeto che la cosa non mi riguarda. Non
seccarmi!» Moriko si irritò non poco a essere
trattata a quel modo. Non tacque e provò a fornirgli un
valido motivo per preoccuparsi :«credete che Hasu
sarà contenta di un comportamento del genere?»
«Tsk! Non sono tenuto a fargli da balia e che non ti salti in
mente di andarlo a cercare» così dicendo
tornò nelle sue stanze.
Moriko fremeva di rabbia. Sesshoumaru si permetteva di fare il bello e
cattivo tempo. Furente si voltò verso Noumu decisa a non
abbandonare la questione.
«Noumu va alla ricerca di Inuyasha! Se non è
ancora arrivato deve aver avuto un contrattempo»
l’okami youkai la guardò come a chiederle se fosse
sicura.
«Non preoccuparti! Ha detto a me di non cercarlo, non ha
specificato che non potessi mandare te. Quindi non potrà
prendersela» Noumu le si avvicinò e
strusciò la testa su quella della donna.
«Sta attento amico mio» gli disse dolce,
accarezzandolo. Noumu la leccò e andò via per
eseguire il compito affidatogli.
“Bene! Ora non mi resta che ritrovare la mia
stanza”.
***
Una luce improvvisa le ferì gli occhi costringendola a
svegliarsi. Moriko strizzò gli occhi, faticando a mettere a
fuoco le immagini e provando a capire cosa diavolo l’avesse
svegliata. Distingueva a malapena una figura davanti la finestra ma
quando finalmente capì di chi si trattava, si
imbarazzò non poco, mettendosi a sedere e coprendosi per
bene con le vesti da notte.
«Che modi sono?»
«Vestiti e fatti trovare al più presto pronta in
giardino» un semplice ordine, dato con calma e
tranquillità. Moriko osservò Sesshoumaru uscire
dalla stanza nascosta sotto al futon.
«E ora che vuole?» si chiese preoccupata ma al
pensiero che lo youkai l’avesse vista poco coperta, le sue
guance divennero rosse.
“Questa me la paga!”.
Imprecando in ogni modo che conosceva, indossò le comode
vesti da viaggio e raccolse i capelli in una coda. Allacciò
ai fianchi katana e machete e piano andò in giardino dandosi
tutto il tempo di calmarsi.
Sesshoumaru era davanti l’ingresso che osservava un punto
indefinito oltre le mura. Portava nuovamente l’armatura con
Tenseiga e Bakusaiga la fianco.
Era una giornata serena, non troppo fredda ma alquanto umida. Quando
l’inu youkai percepì l’odore della donna
, ruotò leggermente la testa, il tanto che bastava per
poterla vedere con la coda dell’occhio.
«Seguimi!» e si incamminò verso
l’uscita.
«Aspettate Sesshoumaru-sama! Dov’è che
vorreste portarmi?»
«Non fare domande»
«Potreste anche spiegarmi per una volta. E poi, non dovremmo
aspettare Hasu?»
«Jaken resterà qui nel caso Hasu dovesse fare
ritorno»
«Va bene, ma non mi avete detto dove volete
condurmi»
«Fai sempre così tante domande?»
«Voglio solo capire» mentre discutevano raggiunsero
l’esterno.
«Allora fai quello che ti dico e capirai. Sali su quello
youkai, faremo prima» Moriko volle ancora ribattere ma
sarebbe stato inutile, tanto valeva seguirlo, in più la cosa
la incuriosiva.
Si accostò allo strano youkai a due teste mentre lui la
scrutava. Quando si sentì sicura lo accarezzò
dolcemente. Doveva essere uno youkai gentile.
«Il suo nome è Ah-Un» la
informò Sesshoumaru.
«E così ti chiami Ah-Un. Il mio invece
è Moriko, piacere di conoscerti!» lo youkai
bicefalo parve apprezzare le carezze della donna, prima che gli salisse
in groppa.
I due youkai si sollevarono in volo e proseguirono in direzione del
sole per un’oretta o qualcosa più.
Atterrarono all’ingresso di una grotta.
«Ah-Un aspetta qui» lo youkai ubbidì.
Moriko affiancò Sesshoumaru provando a esaminare
l’oscurità della grotta.
«Stammi vicina o finirai col perderti nel buio»
Moriko annuì, provando una sorta di fermento per la
situazione. Pochi passi all’interno dell’insenatura
e Moriko dovette afferrare con decisione una manica delle vesti dello
youkai. Quel posto non era buio ma completamente nero. Doveva esserci
qualche pipistrello, sentiva i loro versi, e goccioline
d’acqua fredda che cadevano dal soffitto. Lasciò
che la guidasse sempre più curiosa di scoprire cosa avesse
in mente di fare. Pochi passi più avanti e finalmente
poté scorgere della luce. Tra le rocce in alto vi erano
diverse fenditure, dalle quali la luce del sole entrava con prepotenza.
All’apparenza era una normalissima grotta, umida, le pareti a
tratti bagnate, rocce arrotondate e appuntite e dalle fenditure si
poteva vedere un corso d’acqua che si gettava nel vuoto.
«Kinkou!» al richiamo di Sesshoumaru delle rocce si
mossero. Moriko fece un passo indietro per la sorpresa e si fece
attenta. Ciò che si mosse era uno youkai simile a un
rettile. La parte superiore del corpo era costituito di dura roccia,
gli occhi gialli erano ben visibili e il corpo affusolato si muoveva
agilmente.
«Cosa vuole il signore dell’Ovest da me?»
la voce dello youkai era sottile e tagliente.
«Questa donna desidera la tua pietra»
«Eh!?» Moriko non credette a ciò che
aveva udito e guardava Sesshoumaru con uno sguardo indecifrabile.
D’altro canto Kinkou non prese per nulla bene la notizia.
Fece vibrare pericolosamente la lingua sottile in direzione della donna
per percepirne l’odore e identificarla.
Moriko non poté perdere tempo nel chiarirsi, che dovette
schivare una possente frustata della coda.
«Aspetta, aspetta c’è un
malinteso!»
«Fa silenzio ningen! Morirai per aver solo pensato di
impossessarti della mia pietra»
«Ma neanche so cos’è questa pietra di
cui parlate» Moriko provò inutilmente a ragionare.
«Taci e muori!»
Moriko evitò ancora altri due colpi della coda e si decise a
sfoderare la katana.
Non c’era altra soluzione che combattere e a quanto le era
sembrato non poteva contare sull’aiuto di Sesshoumaru.
Kinkou si spostò in modo da coprire la sua corazza di roccia
dalla luce. Questa divenne sempre più chiara e quando
raggiunse il massimo della lucentezza, scagliò tre lamine
luminose in direzione di Moriko. La donna le evitò a fatica
rifugiandosi dietro ad uno spuntone di roccia.
“Posso sfruttarli a mio vantaggio”
pensò. Lasciò che lo youkai
l’attaccasse di nuovo allo stesso modo. Prima di doversi
ricaricare sotto la luce solare, poteva lanciare solo tre attacchi.
Moriko lo indusse ad attaccare ancora, avvicinandosi. I primi due li
schivò e il terzo lo catturò, lasciando che
avvolgesse la sua katana. Lo unì alla sua forza e lo
rispedì al mittente. Lo youkai lanciò un urlo ma
l’energia del colpo, prima di scomparire, si
concentrò intorno alla pietra che il rettile aveva alla base
del collo.
Lo youkai rise, più in forze di prima.
«Che diavolo è successo?» non le
arrivò nessuna risposta, solo lo youkai che muovendosi
sinuosamente le si avvicinò. Questa volta dal dorso si
separarono piccoli frammenti rocciosi che vennero lanciati ad alta
velocità su Moriko. La donna non fu tanto veloce a trovare
riparo dietro ad una roccia e per limitare i danni, così si
gettò a terra. Alcuni frammenti di roccia la centrarono,
procurandole graffi e diversi punti doloranti alla schiena. Lo youkai
pareva divertirsi mentre non si poteva dire lo stesso di Moriko,
impegnata a trovare un modo per cavarsela. Approfittando del momento di
tregua prima dell’altra raffica di pietre, pensò
di ripararsi, coprendosi con Sesshoumaru. In un baleno fu alle sue
spalle, costringendolo a distruggere le pietre con i soli artigli.
«Spiegatemi che poteri ha quella pietra» invece di
adirarsi con Moriko per averlo usato come scudo, a Sesshoumaru
sfuggì un sorriso divertito e acconsentì di
accontentare la donna.
«Quella pietra ha il potere di convertire parte
dell’energia demoniaca in energia vitale. Quando è
troppo debole gli basta farsi attaccare per recuperare le
forze» fu preciso e conciso. Era finalmente chiaro cosa
volesse Sesshoumaru e doveva ammettere a se stessa che la cosa non le
dispiaceva, anche se, avrebbe preferito che glielo avesse detto
chiaramente.
Kinkou sguizzò verso Moriko e corse via dal suo nascondiglio
momentaneo. L’unico modo che aveva per batterlo, era ferirlo
al ventre, doveva essere il solo punto debole. La cosa si
rilevò più complessa del previsto. Ogni volta che
si avvicinava lo youkai sfoderava gli artigli, costringendola a
riallontanarsi e non poche volte con dei graffi più o meno
profondi. Le forze cominciarono a mancare e ad avere il sopraffiato. Il
rettile lo notò e ne approfittò, scattando nella
sua direzione e bloccandola alla parete rocciosa con la sua zampa
artigliata. La katana le sfuggì di mano e un fugace
sentimento di paura le attraversò il petto. Lo youkai la
osservava, felice del pasto che da lì a poco
avrebbe consumato. La lunga lingua, come quella di una lucertola, le
sfiorò il volto e sentì il suo fiato
fetido addosso. Ma non si sarebbe arresa. Con velocità
estrasse il machete e con tutta la forza che aveva, nel momento in cui
la stava per divorare, conficcò la lama in tutta la sua
lunghezza sotto alla pietra alla base del collo. Kinkou
lanciò uno stridio, allentando la presa sulla donna e in
fine cadde a terra privo di vita. La pietra di staccò dal
corpo dello youkai insieme al machete.
Moriko riprese fiato ancora un po’ scossa. Alzando lo sguardo
su Sesshoumaru che gli faceva ombra, prese dalle mani
dell’inu youkai il machete e la katana che le stava porgendo
e infine si soffermò sulla pietra: azzurra e levigata dalla
forma di una goccia.
«E’ tua» Moriko appoggiò la
sua mano su quella di Sesshoumaru nella quale aveva la pietra,
alzandosi. Prese la pietra e la studiò con attenzione.
«Ti sarà utile»
«Sicuramente Sesshoumaru-sama, vi ringrazio» Moriko
la pose nella veste. Sapeva già come usarla e ritenne che le
sarebbe stata di grande aiuto.
«Però potevate anche dirmi quali erano le vostre
intenzioni» sottolineò Moriko dimostrando la
totale disapprovazione per quel modo di agire.
Sesshoumaru la fulminò oltrepassandola, ordinandole di
seguirlo.
«Ma insomma!»
Angolo dell'autrice:
Slave! Sono leggermente in ritardo ma è ancora
venerdì ma veniamo a noi ... Morico in pratica si trova a
casa di Sesshoumaru e non sembra trovarsi male. E' preoccupata per
Inuyasha (e fa bene) mentre il fratello maggiore sembra non
importarsene minimamente e si comporta al suo solito modo freddo ma
ecco che la sorprende e le fa una specie di "regalo" (Se sono tutti
così non ne voglio più! ndMoriko).
Riusciranno i fratelli a ritrovarsi e capire finalemente come muoversi
e contro chi combattere?
Le rispose a queste e altre domande nella prossima puntata :p
Vi lascio con il disegno di Kinko: clicca
qui
Grazie a tutti coloro che continuano ancora a seguire questa storia :)
Alla prossima ;)
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Capitolo 11 *** Scusa banale ***
SCUSA BANALE
«Rin noi andiamo!» l’avvisò
Kagome. Rin era in compagnia di Kagome e di Sango. Sesshoumaru era
andato via da un solo giorno e lei si sentiva terribilmente triste.
«Non ti allontanare» si raccomandò la
tajiya. Cominciava a preoccuparsi per Rin, era insolito vederla mogia e
pensierosa ma Kagome le consigliò di lasciarla un
po’ da sola.
«Sì …» Rin era tornata a
fissare un punto indefinito davanti a lei. Mentre le due donne
tornarono alle loro occupazioni, la ragazzina se ne stava
nell’angolo fuori la casa di Kaede con aria cupa.
Sesshoumaru se ne stava andando al suo palazzo accompagnato
dall’allieva della sorella. Quella donna aveva una forza
inimmaginabile tanto da sembrare assurdo per un’umana. Come
poteva biasimare Sesshoumaru se voleva averla con se. Di questo passo,
però lei sarebbe stata vista sempre come una bambina da
proteggere. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di raggiungerlo ma non
sapeva come fare, non sapeva nemmeno quale direzione prendere.
Sospirò pesantemente, l’attesa questa volta
sarebbe stata decisamente lunga.
«Ehi Rin!» la ragazza venne strappata via dai suoi
pensieri da una vocetta che la chiamava. Non riuscì a
individuare immediatamente il proprietario fino a quando Miyoga non si
mise a saltellare insistentemente.
«E’ successo forse qualcosa? Hai un viso
triste» continuò la vecchia pulce.
«No, nulla di particolare»
«Meglio così. Rin sai dov’è
il signorino Inuyasha?»
«Inuyasha è andato al palazzo di Sesshoumaru-sama,
dove incontrerà i suoi fratelli»
«Peccato! Avevo altre informazioni importanti da
dargli» Rin si fermò a riflettere per un attimo.
Poteva essere la sua occasione.
«Miyoga accompagnami al palazzo di Sesshoumaru!»
«Eh!?» la vecchia pulce fu spiazzata da
quell’improvvisa richiesta.
«Ma sì Miyoga! Tu hai delle importanti notizie da
riferire e io ho qualcosa da consegnare a Moriko»
«Moriko?» Miyoga era ancora più confuso.
«Moriko è l’allieva della sorella di
Sesshoumaru-sama e in questo momento è con lui. Per una
serie di motivi sono stati qui pochi giorni e Moriko ha dimenticato qui
… ecco …il machete. Volevo portaglielo ma non so
come raggiungerla» Miyoga non sapeva che dire. Non aveva
capito del tutto la situazione ma non gli sembrò una buona
cosa.
«Vedi Rin , non penso sia un bene che venga anche tu
…» cominciò Miyoga ma la ragazza non
aveva intenzione di farsi sfuggire la sua unica opportunità
di raggiungere Sesshoumaru.
«E’ molto importante! Non vorrei che
Sesshoumaru-sama se la prendesse con Moriko e non vorrei che venisse a
sapere che non hai voluto portarglielo» Miyoga
cominciò a sudare freddo. Se si fosse trattato solo di Hasu
il problema non sussisteva ma Sesshoumaru sì. Rin lo sapeva
bene e non poté trattenersi dal fare insistenza sulla paura
che Sesshoumaru-sama incuteva negli altri.
«Da solo il machete non posso portarlo … mmm
… e va bene!» Rin si entusiasmò
«ma dobbiamo fare in fretta» la incalzò
Miyoga.
«Sì! Faccio in un attimo» Rin senza
farsi vedere da nessun, andò a recuperare un machete tra gli
attrezzi agricoli e, sempre evitando chiunque, si allontanò
con il vecchio Miyoga.
Al passo della ragazzina il viaggio sarebbe stato abbastanza lungo,
senza nemmeno l’ausilio di un cavallo. Per loro fortuna verso
sera incrociarono Shippo. Il kitsune stava tornando da un addestramento
e non vedeva l’ora di stare fra i suoi amici. Inutile dire
quanto fu meravigliato e preoccupato di vedere Rin lontana dal
villaggio e a tarda ora. Gli venne spiegato ogni cosa avvenuta fino a
quel momento.
«Non immaginavo potesse accadere tutto questo in mia assenza.
Ma non temere Rin, ti aiuterò io a riportare il machete a
questa Moriko» disse Shippo, sentendosi in dovere di
proteggere la ragazza. Rin ne fu molto contenta. In questo modo avrebbe
raggiunto prima il palazzo, inoltre si sarebbe sentita più
al sicuro viaggiando in sua compagnia. Un po’ le dispiaceva
avergli mentito, era sempre così premuroso.
Shippo si trasformò in una grande palla rosa e
trasportò fino a palazzo Rin e Miyoga.
***
Al palazzo di Sesshoumaru, l’inu youkai stava mettendo
ulteriormente alla prova Moriko, per studiare il suo modo di combattere
e il modo in cui affrontava situazioni diverse. Nel giorno seguente in
cui l’aveva portata nella caverna dello youkai rettile per
permetterle di impossessarsi della pietra, l’aveva sottoposta
ad una sessione di duro allenamento. La cosa andava avanti da ore e
Moriko era visibilmente sfinita. Dopo l’ultimo attacco, che
la donna riuscì a incassare a malapena, Sesshoumaru si
sentì soddisfatto e pose fine all’allenamento,
andandosene senza dire nulla.
Moriko si lasciò cadere sulle ginocchia malferme ma non
aveva nemmeno la forza di reggersi in quella posizione. Dovette
sdraiarsi completamente a braccia aperte e faticosamente far rientrare
ossigeno nei polmoni. La donna sarebbe rimasta più che
volentieri in quella posizione per tutto il resto della giornata e
rientrare solo una volta calato il freddo della notte. I suoi
pensieri vennero interrotti dalla sagoma che impediva al sole di
raggiungerla. Moriko riaprì faticosamente gli occhi, vedendo
con un po’ di timore l’inu youkai. L’idea
di dover sostenere altri allenamenti la faceva sentire male, invece il
gesto di Sesshoumaru la sorprese. Lo youkai aveva con se un recipiente
pieno d’acqua e lo porse alla donna. Moriko accetto la
gentile offerta e bevve avidamente.
«Hai una forza impressionante per una
ningen» le disse Sesshoumaru restando
all’in piedi.
«Nulla di così particolare Sesshoumaru-sama. Forse
più resistente di altri umani ma nulla di speciale. Mi
stanco facilmente» mormorò lei. Sembrava sempre
provare quel minimo di insoddisfazione, sapendo che per quanto potesse
migliorare, avrebbe sempre avuto dei limiti invalicabili.
«Non dovresti parlare così. Hai un grande
potenziale e molti youkai non avrebbero alcuna speranza con
te»
«Sarà … ma a conti fatti io sono
sfinita mentre voi sembrate esservi svegliato da un sonno
ristoratore»
«Vorresti avere la forza di battermi?» le
domandò alzando un sopracciglio. Sembrava divertito.
«Perché no? Gestire un tale potere deve essere
appagante» Sesshoumaru si lasciò scappare un
sorriso divertito. Non era di scerno, apprezzava la determinazione e il
desiderio di progredire di quella donna.
«Sei già in grado di farlo»
«Vi ferite al manipolare il potere di Bakusaiga?»
lo youkai annuì.
«In quel caso mi avvicino molto ma quella forza non
è mia, in più mi prosciuga» Sesshoumaru
la fissò per qualche minuto mentre lei finiva le ultime
gocce d’acqua poi le si sedette accanto. Quel gesto
inaspettato mise a disagio Moriko, non aspettandosi tanta disinvoltura
da parte sua. Rimasero così per un po’ con lo
sguardo rivolto verso il meraviglioso giardino. La donna ogni tanto
osava studiarlo con la coda dell’occhio per poi tornare
immediatamente a fissare fiori e fili d’erba, arrossendo
leggermente. Non pensava che la sua vicinanza le facesse
quell’effetto, eppure l’altra volta non provava
tanto imbarazzo. Forse in quel momento era più vicino,
oppure perché in quei giorni stava imparando a conoscerlo.
Stava di fatto che quando lo youkai riprese a parlare lei
faticò ad abbandonare i suoi pensieri e ascoltare cosa le
stesse dicendo.
« … seguirmi nei miei viaggi, fa come ti
pare»
«Eh?» anche se aveva sentito solo la fine della
frase, aveva intuito il senso però era molto probabile che
avesse frainteso.
«Porrò ugualmente la questione ad Hasu, ma la
scelta finale se seguirmi o meno sarà tua» stette
ferma come se assimilare il significato di quelle parole fosse
difficile.
«Vi ringrazio Sesshoumaru-sama!» gli rispose
sorridendo, un sorrido sincero e radioso. Sesshoumaru lo
paragonò immediatamente a quelli di Rin. Possibile che
quella sua decisione l’avesse resa felice?
Il desiderio iniziale di restare in giardino a riposare per il resto
della giornata venne esaudito. Per tutto il pomeriggio i due non si
mossero: Sesshoumaru seduto e Moriko sdraiata a sonnecchiare. Qualche
vota si destava dal sonno e si soffermava sulle spalle dello youkai.
Non poteva vederlo in volto ma doveva essere sereno.
Rabbrividì ad una folata di vento freddo, il sole si
accingeva a tramontare e l’umidità cominciava a
farsi sentire. Doveva rientrare nella sua stanza se non voleva passare
le prossime ore in compagnia di un terribile mal di testa.
Improvvisamente Sesshoumaru si alzò di scatto e
avanzò verso il portone d’ingresso.
«Sesshoumaru-sama?» non le rispose. Lo youkai aveva
percepito qualcosa , e questo era sicuro, ma non riusciva a capire se
si trattasse di un pericolo o meno. Lo affiancò e nei suoi
occhi vide qualcosa che doveva assomigliare all’apprensione
mista a rabbia. Provò a guardare nella sua direzione ma non
si vedeva nulla. Forse le alte mura ostacolavano la vista
dell’arrivo di qualcuno. In realtà c’era
davvero qualcuno che aveva come meta il palazzo di Sesshoumaru ma era
ancora troppo distante affinché l’occhio umano
potesse vederlo. Moriko non volle andarsene e capire cosa stesse
accadendo. Dopo diversi minuti gli occhi di Sesshoumaru si serrarono in
due fessure e nei riflessi rossastri del tramonto, era visibile una
sagoma rotonda. Quando furono abbastanza vicini, Moriko poté
finalmente vedere che Rin viaggiava su una sfera rosa con tanto di
occhietti, uno youkai senza alcun dubbio. Entrarono nel giardino
oltrepassando senza troppi riguardi mura e portone. Lo youkai che
trasportava la ragazza, assunse la sua vera forma, rivelandosi essere
un kitsune molto carino.
«Rin cosa fai qui?» fu la secca e fredda domanda di
Sesshoumaru. Rin trasalì a quel tono glaciale e non
riuscì a sostenere il suo sguardo altrettanto freddo. Doveva
aspettarsi una reazione del genere da parte di Sesshoumaru, d'altronde
gli aveva deliberatamente disubbidito. Non riuscì a trovare
immediatamente le parole per rispondere e lo fece Shippo per lei
«Rin è venuta a riportare l’arma che
…ehm Moriko aveva dimenticato al villaggio».
La donna sentendosi chiamare in causa s’intromise
:«Non ho dimenticato nessuna arma al villaggio»
«Rin!» Sesshoumaru si fece imperioso mentre la
ragazzina persisteva nel tenere lo sguardo basso. Si sentiva un
po’ in colpa. Non voleva che si arrabbiasse ma ormai era
lì e gli avrebbe fatto capire quanto il suo non fosse un
semplice capriccio.
«Rin mostragli il machete! Forse Moriko non si è
accorta di averlo scordato» Miyoga si fece vedere, o meglio
dire sentire, ben nascosto sulla testa di Rin.
«E’ inutile dato che Moriko non ha dimenticato
nulla al villaggio» la dichiarazione di Rin sorprese i suoi
due accompagnatori, deludendoli per essere stati presi in giro.
«Sesshoumaru-sama non ho intenzione di aspettarvi. Voglio
riprendere a fare la vita di un tempo. E’ vero che questo non
è il momento migliore, sarete coinvolto sicuramente in
qualche battaglia ma permettetemi di starvi accanto per quel che posso.
In fondo non mi lasciavate con Jaken e Ah-Un anche per diversi giorni?
Se lo riterrete opportuno posso anche starmene al sicuro per un
po’ ma non tenetemi lontana dalla vita che più
amo» Rin gli disse tutto d’un fiato guardandolo
fisso negli occhi con un coraggio e una decisione che non sapeva
nemmeno lei da dove provenissero.
Per Sesshoumaru quello stava diventando un copione già
sentito. La testardaggine di Rin aumentava in maniera sproporzionata
ogni volta che gli poneva quel discorso, addirittura si era azzardata a
raggiungerlo nel suo palazzo, ingannando i suoi amici e intraprendendo
un viaggio che poteva risultare pericoloso. ciò non fece
altro che renderlo più furioso.
«Sesshoumaru-sama permettetele di restare» tutta
l’ira di Sesshoumaru si riversò su Moriko che si
era permessa di avanzare un’ipotesi tanto assurda.
Lei non ci fece caso più di tanto e
proseguì «ciò che ha detto lo desidera
per davvero. Di sicuro una richiesta del genere è avventata
ma trovando un compromesso si potrebbe anche
fare» Moriko pensò che si stava
comportando proprio come la sua maestra faceva con lei.
«Non ti intromettere in faccende che non ti
riguardano»
«Avete ragione non sono fatti che mi riguardano e vi chiedo
perdono, ma è anche vero che la propria strada bisogna
deciderla da se»
«Non se questa ti conduce alla morte»
«Per questo ci vuole un compromesso! Una specie di linea
guida che ti impedisca di superare limiti pericolosi»
Sesshoumaru parve capire cosa intendesse la donna. Era
l’esatto modo di agire della sorella, quello che assumeva
verso tutti coloro a cui teneva. Poteva provare anche lui, in questo
modo avrebbe di certo impedito a Rin di commettere altre sciocchezze.
«Sia! Ma solo alle mie condizioni» tutta la
tensione di Rin scivolò via. Per come si stava mettendo la
situazione e per quanto fosse arrabbiato Sesshoumaru, non sperava
più che la situazione prendesse una buona piega.
«Starai con me e ti concederò di seguirmi, se
è ciò che desideri, ma solo una volta conclusa la
faccenda dell’Hakaitsume» poi si rivolse
alla donna :«Moriko! Ti occuperai tu di Rin. Se non erro
nemmeno a te è permesso immischiarti oltre nella questione
della naginata» Moriko stava per ribattere ma si
limitò a sospirare e a scrollare le spalle. Sconfitto o meno
il washi youkai, sempre ammesso che Hasu e Shireiyama
l’avessero trovato, la sua maestra avrebbe continuato a
tenerla fuori dai giochi, tanto valeva occuparsi di Rin.
«Dunque, Rin?» l’inu youkai
tornò a rivolgersi alla ragazza. Lei annuì
convinta e un sorriso le illuminò il volto. Era pur sempre
un passo avanti.
***
Sul tardi Moriko si era allontanata dalla sua stanza e quella di Rin,
appena accanto, alla ricerca di cibo. La sera era stata caotica con
l’arrivo della ragazza e non aveva avuto il tempo di riempire
lo stomaco ormai brontolante, inoltre aveva bisogno di un attimo di
pace. Appena dopo la discussione tra Sesshoumaru e Rin, Jaken si era
precipitato all’esterno per verificare con i suoi occhi, se
la voce che aveva sentito, appartenesse per davvero a Rin o se
l’era sognato. Sesshoumaru stava rientrando e gli
aveva ordinato di far preparare una stanza per la ragazzina e gli aveva
comunicato che da quel momento avrebbe vissuto con loro. La notizia lo
sconvolse ma allo stesso tempo lo riempì di gioia. Per
quanto lo nascondesse, voleva un gran bene a Rin. Questo non
impedì al kappa di cominciare a rimproverarla per il suo
atteggiamento poco rispettoso e sconsiderato. Quella volta, Rin non se
la sentì di controbattere e lo lasciò fare,
ammettendo che se lo meritava. Al piccolo kitsune fu permesso di
restare. Accettò senza indugiare, volendo capirne di
più di tutto quello che stava accadendo. Era ancora un
po’ arrabbiato ma presto gli sarebbe passato. In fine Miyoga
stava conferendo con Sesshoumaru su chissà quale altro
dettaglio dell’Hakaitsume.
La preoccupazione di Moriko aumentava. Se Miyoga aveva avuto il tempo
di venire a palazzo, perché Inuyasha non si era ancora fatto
vivo? Era sempre più convinta che gli fosse accaduto
qualcosa. Riteneva di aver fatto bene a mandare Noumu alla sua ricerca
e sperava che non fosse troppo tardi.
«Dunque una seccatura in più» Moriko si
destò dai suoi pensieri e si rese conto di aver camminato a
vuoto e di trovarsi in una parte di palazzo che non aveva ancora
esplorato. Da una stanza appena illuminata da una candela, provenivano
le voci di Sesshoumaru e Miyoga.
«Sesshoumaru-sama, l’assenza di Inuyasha non
è un buon segno … forse dovremmo cercarlo
…» sull’ultima parte Miyoga fu
terribilmente insicuro.
«Per quanto riguarda il mio stupido fratello, qualcuno
è già sulle sue tracce … non
è forse così Moriko?» la donna
sobbalzò per lo spavento. Come poteva pensare che
l’inu youkai non si fosse accorta di lei? Profondamente
imbarazzata e dispiaciuta, si fece avanti nella stanza.
«Non era mia intenzione origliare, mi sono trovata qui per
caso» si giustificò, non capendo se Sesshoumaru
fosse o meno irritato per l’accaduto.
La ignorò e tornò a parlare alla vecchia pulce
:«Resta qui fino al ritorno di Hasu»
«Sì, Sesshoumaru-sama!» Miyoga
s’inchinò, salutando cortesemente e
sparì via.
«Non hai ancora imparato a orientarti per i corridoi del
palazzo?» le domandò con il preciso scopo di farla
innervosire.
«Ho imparato! Ero solo soprappensiero!»
rispose offesa.
«Sta di fatto che da qui non sai tornare alla tua stanza.
Vieni, ti accompagno. Non voglio essere disturbato dai brontolii del
tuo stomaco» Moriko divenne rossa per la vergogna. Non aveva
più pensato ai morsi della fame ma questi non erano cessati.
Si mise a seguirlo in silenzio, guardandolo storto. Si divertiva a
prenderla in giro?
Bastò poco per calmarsi e tornare ai pensieri cupi di poco
prima. Non era l’unica ad avere una brutta sensazione.
«Tutta questa storia mi porta ad essere agitata e non
è normale» disse in un sussurro, sicura che lo
youkai l’avesse sentita.
«Non angosciarti più del dovuto. Ho intenzione di
creare le condizioni affinché tu possa accettare la mia
proposta. Per ora limitati a pensare a Rin» la sicurezza con
cui lo disse ebbe un effetto calmante per la sua mente agitata. Si
fermò per un attimo, vedendolo camminare piano davanti a
lei. Si stava piano piano convincendo che viaggiare al suo seguito, non
sarebbe stato poi tanto male.
Angolo dell'autrice:
Salve! Eccomi ancora qui con un nuovo capitolo!
Rin mette in pratica
una fuga improvvisata e il rapporto tra Moriko e Sesshoumaru non
è poi tanto male.
Ma dovranno accadere ancora tante cose ... .
Un grazie immenso a tutti coloro che continuano a leggere e che l'hanno
aggiunta tra le seguite. Spero che continui a piacere e che
mi seguirete fino alla fine.
Il solito disegno : clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 12 *** Fratelli riuniti ***
FRATELLI
RIUNITI
Il palazzo di Sesshoumaru acquistò improvvisamente vita con
l’arrivo di Rin. Stesso la mattina seguente, si poteva
sentire chiaramente la sua presenza allegra e viva. I due servitori di
Sesshoumaru erano quasi traumatizzati da cambiamenti così
repentini. Più volte si interrogavano come il padrone
potesse permettere a due umane di alloggiare nel palazzo. Per la donna
si erano fatti una mezza idea, dopo tutto la volontà di Hasu
difficilmente poteva essere messa in discussione. Invece la ragazzina
si poteva definire la protetta di Sesshoumaru e, a quanto la stessa
ragazzina aveva confidato loro, aveva viaggiato con il loro padrone per
molto tempo. Per tutta la mattinata le erano stata dietro,
temendo che la confusione di lei potesse disturbare Sesshoumaru. Per
loro fortuna del padrone non c’era traccia, probabilmente non
era uscito dalle sue stanze. I due youkai poterono tirare un sospiro di
sollievo quando Jaken prese in mano la situazione, cominciando con le
sue prediche infinite. A Rin poco importava, tutto di quel posto la
incuriosiva e aveva intenzione di scoprirne ogni angolo. Aveva posto
tantissime domande ai due youkai, che inizialmente non sapevano come
comportarsi. Non apprezzavano i ningen mentre Rin appariva
completamente a suo agio, inoltre non si sarebbero permessi di
contravvenire ad un ordine del loro signore. Così cedettero
alla ragazzina, accontentandola nel soddisfare le sue
curiosità e impedendo in ogni modo di fare troppo rumore.
Anche Shippo si fece coinvolgere da Rin. La rabbia e il dispiacere
erano scomparsi completamente ed era tutto elettrizzato di poter girare
come voleva per il palazzo di Sesshoumaru.
Moriko si svegliò in tarda mattinata, ignara
dell’agitazione che Rin aveva portato. Stranamente la sera
prima aveva faticato a prendere sonno e si sentiva stanca. Udiva dalla
sua stanza le voci di Rin e del kitsune che commentavano quanto grande
fosse la dimora in cui erano ospitati e della vista meravigliosa che si
poteva godere dal piano più alto. Moriko si
sistemò il kimono stropicciato e i capelli arruffati,
uscendo dalla stanza.
«Buongiorno Moriko-chan!» la salutò
Shippo energicamente. La donna, la sera prima, aveva letteralmente
conquistato le simpatie del piccolo youkai. La salutò allo
stesso modo anche Rin. Dovette ricredersi sulla donna.
L’aveva inizialmente giudicata come
un’approfittatrice, sfruttando il fatto di essere
l’allieva della sorella di Sesshoumaru, per convincere lo
youkai a portarsela dietro e insegnarle a combattere. Si rese conto di
essere stata un tantino gelosa nel sapere che qualcun altro aveva preso
il suo posto e il suo giudizio affrettato era dovuto a
quello. Contrariamente all’idea che si era fatta,
Moriko stessa le aveva dato la possibilità di restare e,
parlando con lei, l’aveva trovata una persona dolce e
sincera.
«Buongiorno a voi!» ricambiò Moriko
stropicciandosi gli occhi con una mano.
«Non hai dormito bene?» le chiese Rin notando delle
leggerissime occhiaie.
«No, no. Ho solo dormito di meno rispetto al solito. Vedo che
voi siete belli che attivi» Shippo sghignazzò.
«Questo posto è bellissimo! Non sapevo che
Sesshoumaru-sama abitasse in un palazzo così
lussuoso!»
«Peccato solo per quei due youkai e Jaken» si
lamentò il kitsune.
«Perché?»
«Ci sono stati dietro tutto il tempo impedendoci di andare a
curiosare come si deve» Moriko rise piano compatendo i tre
youkai.
«E il giardino? Avete visto che meraviglia?»
domandò la donna, provando a cancellare quel piccolo
dispiacere dai volti dei due.
«Solo in parte dal piano di sopra» le rispose Rin
ancora incantata al ricordo del sole appena spuntato sulla distesa
verde.
«Che ne dite di esplorarlo tutto e pranzare lì? Ci
sono tanti fiori anche ora che autunno, chissà in
estate» Rin sembrò la più eccitata per
quel programma.
Shippo e Rin diedero il tempo a Moriko di darsi una sistemata e insieme
andarono a prepararsi il pranzo per la piccola passeggiata tra fiori e
alberi.
Il tempo trascorse veloce e serenamente. Moriko si fece raccontare le
disavventure che i due nuovi amici avevano affrontato ai tempi della
ricerca dei frammenti della sfera degli Shikon e di Naraku. Aveva
già saputo qualcosa quando era stata soccorsa al villaggio
di Kaede ma voleva saperne di più. Le sembrava un modo per
conoscere meglio Sesshoumaru, Inuyasha e tutte le altre persone che
aveva incontrato.
«Cielo! Quante ne avete passate! Capisco perché
Sesshoumaru non vuole che tu corra pericoli, dopo tutto quello che ti
è accaduto» davvero Moriko faticava ad immaginare
che una bambina avesse potuto affrontare pericoli di ogni tipo.
L’essere morta a causa dei lupi era solo una delle tante,
anzi, era morta una seconda volta. La cosa che maggiormente la sorprese
fu che era stata la madre di Sesshoumaru a riportarla in vita. Anche di
lei Hasu non aveva raccontato proprio delle belle cose.
Nemmeno il gruppo con cui era stato Shippo se l’era
cavata meglio.
«E tu Moriko? Da dove vieni?» le domandò
curiosa Rin.
«Io? Non ho nessuna storia particolare»
«Però non sei nemmeno una persona
comune» puntualizzò la ragazza.
«In effetti … e va bene vi racconterò
di me» i due si fecero attenti «sono stata
adottata da una famiglia benestante che non aveva figli, quando ero
ancora una neonata. Ho vissuto fino all’età di
quattordici anni con i miei genitori, poi ho avuto la fortuna di
incontrare Hasu che mi ha preso come sua allieva» Moriko
spiegò frettolosamente e senza troppo entusiasmo.
«Rin mi ha detto che hai un potere straordinario.
L’hai sempre avuto?»
«Per quel che ricordo sì, l’ho sempre
avuto. E’ come se avesse sempre fatto parte di me ma fino a
quando non incontrai Hasu, lo tenevo nascosto. Le altre persone mi
temevano e spaventava anche i miei genitori. Loro non furono molto
contenti quando decisi di andare via con una youkai»
raccontò un po’ addolorata a ricordare il passato.
«E li vedi più i tuoi genitori?»
domandò piano Shippo temendo di rattristare la donna.
«Sì, ogni tanto. Col tempo hanno accettato la cosa
e, poiché sono felice così, non è
più un problema. All’inizio temevano per la mia
vita o che diventassi crudele e spietata. Tutto questo non è
avvenuto, quindi sono tranquilli»
«Di certo non hai avuto una vita tanto comune»
osservò Shippo.
Stettero a chiacchierare del più e del meno tra loro ancora
per un po’, godendo del bel tempo.
Improvvisamente si sentì un ululato non troppo distante.
Immediatamente Rin si mise in allarme, inquieta a sentire quel verso.
«Tranquilla Rin! E’ Noumu».
Un altro ululato e videro balzare nel giardino il grosso okami youkai
con in groppa qualcuno.
«Inuyasha!» esclamò Shippo e Rin
sorpresi di vederlo arrivare in quel modo.
Moriko tirò un sospiro di sollievo nel rivedere
l’hanyou, si avvicinò di corsa a Noumu e lo
accarezzò con affetto, fiera del suo operato.
Inuyasha scese dalla groppa dello youkai, traballante. Moriko e Rin
accorsero in suo aiuto, offrendosi come appoggio.
«Stai bene Inuyasha?» le chiese Rin preoccupata.
«Sì, sì sto bene! Sto ancora smaltendo
il veleno»
«Veleno? Che cosa ti è accaduto?» Shippo
intuì subito che doveva trattarsi di qualcosa di pericoloso.
«Colpa di uno youkai calabrone che ho incontrato lungo la via
… piuttosto voi cosa ci fate qui?» Inuyasha
finalmente mise a fuoco che, quei due con cui stava interloquendo, non
dovevano trovarsi al palazzo di Sesshoumaru.
«E’ una storia lunga. Piuttosto a te è
successo qualcosa di grave, non è
così?» disse Moriko decisa a non essere estromessa
dalla faccenda.
«Non ho nient’altro da dirti. Sono stato attaccato
da uno youkai. Fine!» Inuyasha non aveva alcuna intenzione di
rilevare nessun dettaglio e i suoi pensieri sull’accaduto.
«Hasu e Shireiyama sono qui?»
«No!» sbottò Moriko. Non aveva gradito
quell’evidente estromissione.
«Inuyasha! Vedo che l’okami youkai è
riuscito nel suo compito» era arrivato anche Sesshoumaru alle
loro spalle.
«Sesshoumaru, dobbiamo parlare!» Inuyasha si fece
avanti, liberandosi della morsa degli altri tre.
«Non ora! Aspetteremo Hasu e Shireiyama. Mi sembra che i
fatti siano evidenti ad entrambi, non c’è bisogno
di sprecare parole» disse con il suo solito tono
inespressivo. Non riteneva l’hanyou così stupido
da non rendersi conto della natura dell’attacco subito. Poi
puntò il suo sguardo su Moriko.
«Seguimi!» le ordinò, si
voltò e si diresse verso il palazzo, sicuro che la donna lo
avrebbe seguito. Moriko restò per un attimo ferma, poi il
suoi occhi divennero seri e gli andò dietro.
«Ehi! Voi due aspettate!» li richiamò
inutilmente Inuyasha «Tsk! Non mi ascoltano»
l’hanyou non aveva la forza di corrergli dietro e non
poté che lasciarli andare.
«Inuyasha cosa sta accadendo?»
«Nulla che vi riguardarvi. Invece ora mi spiegate come siete
arrivati qui?» i sensi di colpa di Rin riemersero tutti in un
colpo e la costrinsero ad abbassare gli occhi e tormentarsi le mani,
preparandosi ad essere rimproverata anche dall’hanyou.
***
Sesshoumaru aveva condotto Moriko nell’ala del palazzo a lui
riservata. La donna era già stata in quegli ambienti, senza
volerlo, dai quali era sta gentilmente scacciata. La fece entrare in
una piccola stanza, facendola accomodare al tavolino basso che ne
occupava il centro. Moriko eseguì con calma le sue
indicazioni, nascondendo una certa curiosità e tensione. Con
la stessa calma Sesshoumaru prese posto di fronte a lei.
«Che idea ti sei fatta?» Moriko comprese
immediatamente che Sesshoumaru si stesse riferendo al branco di suru
youkai, con il quale avevano avuto uno spiacevole incontro, e
l’attacco ai danni di Inuyasha.
«Ritengo che siamo caduti in una trappola o qualcosa di
simile. Siamo stati indotti a dividerci per poterci tendere un agguato
singolarmente. Temo che il loro intento fosse quello di ucciderci, o
meglio uccidere voi fratelli. Il mio intervento non penso sia stato
prevedibile. Inuyasha deve essersela cavata per puro miracolo, vedendo
in che stato è, in fine credo che qualcosa di simile sia
stato preparato anche per Hasu-sensei e Shireiyama»
Sesshoumaru si compiacque dell’acume della donna. Desiderava
sempre più averla con se.
«E’ quello che penso anch’io …
non sei preoccupata per Hasu e Shireiyama?»
«Conosco la loro forza ma ammetto che preferirei che fossero
qui» lo youkai parve approvare.
«La pietra di Kinkou la porti con te?» Moriko
annuì, toccandosi una tasca interna del kimono «
tienila sempre vicino»
«Sesshoumaru-sama, pensate che possano attaccarci anche
qui?»
«Se dovessero provarci, non troveranno altro che la morte ad
attenderli ma non ho intenzione di aspettare le loro mosse. Sono
convinto che anche Hasu sia arrivata alla stessa conclusione, di
conseguenza rimarresti sola. Restare nel mio palazzo è la
soluzione più sicura. Farò erigere una barriera
dei miei servitori e la pietra che hai conquistato, saranno sufficienti
a garantire la salvezza tua e quella di Rin» Moriko
provò una sensazione di piacere nel sentire lo youkai
elaborare soluzioni per garantire la sicurezza sua e di Rin. Di certo
le motivazioni, che spingevano a preoccuparsi anche di lei, erano
totalmente diverse da quelle della ragazzina. Per lo youkai non doveva
essere che una pura curiosità, un vantaggio in battaglia,
alla stregua di un’arma nuova mentre per Rin provava come
minimo affetto. Ne era conscia ed era ciò che la frenava
l’accettare la sua richiesta. Non si era fatta di certo
abbindolare da qualche gesto che, fatto da Sesshoumaru, poteva
classificarsi come gentile.
«Mi sembrano delle giuste precauzioni» Moriko non
fece trapelare alcuno dei suoi pensieri né dal
tono di voce né dal suo sguardo.
«Inoltre vorrei affidarti un compito» finalmente
Sesshoumaru poté ritenersi soddisfatto
nell’espressione sorpresa e, in un certo senso, contenta
della donna.
«Davvero?» lo youkai annuì.
«Miyoga è venuto a consegnarmi un rotolo nel quale
è custodito il segreto per poter sigillare
l’Hakaitsume» spiegò, consegnandole il
rotolo. Moriko lo aprì con cura e lesse frettolosamente il
contenuto.
«Sembra una sorta di profezia» non ci
capì perfettamente nulla di quello che stava scritto.
«Dovrai trovare il significato di quelle parole. Il metodo
usato da mio padre per sigillare la naginata è
inutilizzabile. Questo sembra l’unico che possa essere
efficace» Moriko rifletté attentamente e rilesse
con maggiore attenzione il rotolo.
«Posso consultare altri testi?»
«Avrai libero accesso a tutto il materiale presente nel
palazzo»
«Bene! Mi metterò presto all’opera.
C’è altro?»
«No, nient’altro» Moriko si
alzò e lo salutò cortesemente. Nel ritornare
dagli altri, continuava a rileggere il testo ma la sua mente
andò altrove. Sesshoumaru in qualche modo l’aveva
coinvolta, rendendola partecipe dei sui pensieri e affidandole la
ricerca del significato del rotolo, un compito sicuro ma allo stesso
tempo importante. Voleva forse dire che poteva ritenersi più
di una semplice arma? O era un modo come un altro per testare quanto le
sarebbe stata utile? Si sentiva combattuta: accettare la proposta
dell’inu youkai significare poter fare una vita tanto simile
a quella che sognava in relativa sicurezza ma significava anche essere
uno strumento nelle sue mani. Avrebbe mai potuto fargli cambiare idea?
***
Quella sera Hasu e Shireiyama si congiunsero ai compagni nel palazzo di
Sesshoumaru. Le speranze dei due youkai, di trovare una situazione
migliore, furono immediatamente cancellate. Al loro arrivo Inuyasha non
era al massimo della forma e Sesshoumaru non perse tempo a confidare
gli ultimi eventi. Così i tre fratelli e Shireiyama con la
presenza di Miyoga, si riunirono per definire le azioni da
intraprendere da quel momento in poi.
Le conclusioni a cui era giunto Sesshoumaru erano pienamente condivise
e, con le informazioni della coppia di youkai, avevano preso una forma
definita.
Per cominciare il washi youkai responsabile dell’aggressione
ai danni di Moriko, si chiamava Kyoufuumaru, un potente youkai
proveniente dal nord dell’Hokkaido. Egli, usufruendo dei
poteri spirituali di un houshi, si era impossessato di un pezzo
dell’Hakaitsume. Da qualche tengu, prima che morissero, i due
daiyoukai riuscirono ad avere una vaga idea dei piani di Kyoufuumaru.
Il washi youkai voleva espandere il proprio dominio sulle terre
dell’Ovest e realizzare l’ambizione del padre, per
il quale era stato addestrato. Trovato il modo di sfruttare
l’immenso potere della naginata, voleva eliminare uno alla
volta i discendenti di Inu no Taisho, l’odiato avversario del
padre. Ma per qualche motivo, non ancora chiaro, Kyoufuumaru aveva
abbandonato il progetto iniziale. Aveva fatto sì che
seguissero le sue orme fino al villaggio dei tengu per farli cadere in
un’imboscata, inoltre la speranza che si separassero si
realizzò e poté mandare altri suoi scagnozzi per
eliminarli. Evidentemente aveva sottovalutato i tre fratelli, che anche
se qualcuno con difficoltà, avevano avuto ragione degli
youkai inviati da Kyoufuumaru. Non sapevano esattamente dove cercarlo
ma lo avrebbero fatto, questa volta uniti, convinti che il washi youkai
avrebbe tentato ancora una volta alla loro vita. Ultimo dettaglio ma
non di minore importanza, riguardava il sigillo
dell’Hakaitsume. Miyoga si era ricordato che il sigillo
adoperato da Inu no Taisho, non poteva essere riutilizzato ma era a
conoscenza di un altro metodo, le cui istruzioni per realizzarlo, erano
riportate in un antico rotolo enigmatico.
«Ho affidato il rotolo a Moriko»
«Hai fatto bene! Tenendola impegnata non le
salterà in testa di seguirci»
«Io resterò qui a vegliare sulle due ningen.
Indubbiamente hai pensato bene a come proteggerle ma mi sentirei
più sicuro a occuparmene di
persona» disse Shireiyama un po’ inquieto
al pensiero di lasciare Moriko da sola.
«Noi tre bastiamo e avanziamo per battere questo Kyoufuumaru,
non è così onee-chan?» la inu youkai
annuì in accordo con Inuyasha.
«Diamoci tempo per delineare gli ultimi dettagli,
dopodiché partiremo» propose Hasu
alzandosi e decretando la fine della riunione. Gli altri la seguirono.
«Miyoga mi faresti un favore?» chiese a un tratto
Inuyasha al vecchio youkai sulla sua spalla.
«Certamente signorino Inuyasha»
«Vai al villaggio e informa Kagome e gli altri che
starò via ancora per molto e che Rin e Shippo si trovano al
sicuro al palazzo di Sesshoumaru»
«Nessun problema!»
Inuyasha pensò cupamente che li attendevano ancora diverse
battaglie a cui non poteva sottrarsi, altrimenti avrebbe corso il
rischio di coinvolgere Kagome e i suoi amici.
Angolo dell'autrice:
Salve! Al limite della puntialità ma eccomi ancora qui.
Capitolo di stallo, non accade nulla di particolare ma finalmente i
nostri eroi hanno finalmente chiaro contro chi dovranno scontrarsi. Nel
prossimo ci saranno sviluppi "sentimentali" tra un certo inu youkai e
una ningen ... vi apsetto.
Mi congedo con il solito disegno: clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 13 *** Desideri e paure ***
FFI_CAP13
DESIDERI E PAURE
“Al
mattino brilla la sacra piuma all’ombra del
sommo monte.
Con
bronzo creato, il dolce suono diffonde, dimentico del grande
sacrificio.
Con
il frammento per la via dei morti, la grande malvagità
sarà estinta.”
Queste erano le parole contenute nel rotolo che ormai aveva letto fino
a impararne a memoria il contenuto. Moriko ci stava lavorando da due
giorni ed era già arrivata a buon punto. Quella mattina, la
sua concentrazione venne interrotta dai passi di qualcuno che era
appena entrato nella biblioteca. Si voltò per vedere chi
fosse.
«Sesshoumaru! Sono a buon punto, sai? Vieni a vede
…» Moriko si interruppe, poiché si
accorse di essersi rivolta allo youkai in modo tanto confidenziale
«Scusate, Sesshoumaru-sama non volevo mancarvi di rispetto.
Mi sono lasciata prendere dall’entusiasmo»
Sesshoumaru lasciò correre e le si sedette difronte.
«Dunque, quali sono le tue conclusioni?»
Moriko si destò dalla figuraccia, cominciando a spiegare.
Nella grande sala vi erano innumerevoli scritti e rotoli, per la
maggior parte in disordine. Molti erano sparsi intorno al tavolo su cui
la donna stava lavorando, mentre al fianco aveva carte su cui appuntava
ogni dettaglio. Moriko afferrò un piccolo pezzo di carta,
dove aveva segnato le informazioni che riteneva certe.
«Prima di tutto il rotolo si compone di tre parti, ciascuna
riguardante uno specifico oggetto. Per quanto riguarda il primo, ho
individuato il luogo in cui si trova. Il sommo monte deve essere il
monte Fuji e nello specifico “all’ombra del
mattino” quindi a ovest del Fuji. Si fa riferimento ad una
piuma però non ho trovato ancora nulla. Questo è
uno dei punti da chiarire» Sesshoumaru l’ascoltava,
prestando attenzione ad appunti e scritti che la donna gli mostrava
«Passando alla seconda parte, ritengo si faccia riferimento
ad una campana o ad un gong di bronzo. Qui ho trovato alcune leggende
ma nessuna che si adattasse al caso, però, leggendo di
alcune eventi raccapriccianti, mi è venuta in mente una
storia che ho sentito raccontare quando ero piccola. Si diceva che
numerose persone donavano del bronzo, facendo anche grossi sacrifici,
per costruire una campana che doveva scacciare gli youkai. Quando fu
raccolto tutto il metallo necessario, comparve uno youkai adirato per
ciò che gli umani stavano per fare. Così uccise
tutti e con il bronzo e il sangue delle sue vittime, costruì
la campana. Questa era impregnata dell’odio degli umani e
divenne maledetta. In seguito fu custodita in un tempio per contenere
la sua malvagità. Cercando con maggiore cura, ho trovato uno
scritto che riportava nei dettagli uno youkai abile nella
lavorazione dei metalli e che vive in zone non troppo distanti
affinché, la triste storia che vi ho raccontato, si fosse
diffusa dalle parti in cui vivevo. Di conseguenza credo che la mia
intuizione possa essere giusta. Il grande problema è
l’ultimo oggetto. Non so a cosa si riferisca.
L’unica idea che mi viene in mente è
Tenseiga»
«Non sei lontana dalla soluzione. So a cosa si riferisce per
“il frammento per la via dei morti”»
«Davvero?» Moriko aveva afferrato di fretta il
pennellino per aggiungere un altro tassello al suo lavoro.
«La pietra dell’aldilà che possiede mia
madre»
«Esiste anche una pietra per
l’aldilà?!» Moriko ormai nemmeno si
sorprendeva più di tanto. Scrisse anche quel particolare e
si rimise a studiare analizzando rotoli che non aveva ancora visionato.
Lavorava in silenzio, qualche volta si alzava per recuperare del
materiale. Tutto in presenza dell’inu youkai. Non si era
più mosso di lì e continuava ad osservare la
donna. Per due giorni non l’aveva vista, impegnata
com’era nel svolgere il suo compito ma l’aveva
evitata anche nei momenti di pausa che si concedeva. Aveva bisogno del
tempo per stare da solo a riflettere. Messo da parte il problema
dell’Hakaitsume, avrebbe dovuto parlare con Hasu per
domandarle di concedere a Moriko il permesso di seguirlo, ma quando
stava per farlo, si bloccò. Non seppe nemmeno lui per quale
motivo non avanzò la richiesta e perciò, si
ritirò in se stesso. Aveva provato un interesse immediato
per quella donna, per quel potere misterioso che la rendeva tanto
temibile quanto affascinante. Era abile nel combattimento, diligente,
affrontava le situazioni a testa alta e acuta nei pensieri. Tutte
caratteristiche ben accette. Poteva essere di aiuto in battaglia, non
si lasciava prendere dal panico, inoltre era piacevole stare in sua
compagnia. Una presenza serena, curiosa, non invadente, eppure qualcosa
l’aveva frenato. Una sensazione sgradevole gli percorse la
schiena al ricordo della paura che aveva visto negli occhi di Moriko,
quando le aveva stretto il collo per ridurla all’obbedienza
la notte dal ritorno dal villaggio distrutto dal washi youkai. Oppure
l’istinto di soccorrerla quando cadde stremata dopo lo
scontro con il suru youkai, invece di inseguire il loro aggressore.
Anche obbligarla a fare qualcosa, lo infastidiva e per questo le aveva
concesso la libertà di scegliere il suo futuro.
Però stare più a stretto contatto con lei, gli
aveva ricordato che era umana, con tutte le sue debolezze e
fragilità e questo a lungo andare non lo avrebbe sopportato.
Rin era l’unica eccezione. Tuttavia la desiderava.
Ogni tanto si distraeva nell’analizzare il lavoro svolto da
Moriko. Era preciso, seguiva perfettamente un filo logico, lasciando
spazio a confutazioni e alternative plausibili.
In quei pochi momenti, Moriko rialzava la testa dalla carta e si
soffermava sullo youkai. Era difficile concentrarsi con Sesshoumaru che
la guardava per tutto il tempo, ma non le dispiaceva. Erano due giorni
che non lo vedeva, da quando aveva iniziato a decifrare il rotolo. Si
era dedicata a quel compito con dedizione, però avrebbe
voluto condividere le sue scoperte con lui nei momenti di pausa o prima
di andare a dormire. Non lo aveva mai trovato. Una volta era nelle sue
stanze, un’altra si trovava fuori dal palazzo o
più semplicemente non si trovava. Quando era entrato nella
stanza, ne fu felice. Avrebbe voluto domandargli se ci fossero stati
dei problemi, che l’aveva cercato per tenerlo informato sul
suo lavoro, che le era dispiaciuto non trovarlo perché
sì, le sarebbe piaciuto trascorre del tempo in sua
compagnia. Invece si era precipitata a parlare del rotolo e di
ripiombare con la testa sui pezzi di carta. Si ripeteva di non fidarsi
così tanto dell’inu youkai, di non farsi strane
idee poiché il suo interesse per lei era limitato
esclusivamente al suo potere e nulla più. Eppure qualcosa in
Sesshoumaru era cambiato. Non si sentiva più oppressa,
pronta a scattare sulla difensiva per non farsi schiacciare dalla
volontà dello youkai. Tutto ciò la mandava in
confusione e le rendeva difficile prendere una decisione riguardo la
proposta di Sesshoumaru. In un primo momento avrebbe pensato di
accettarla. Lui l’avrebbe sfruttata per via delle sue
capacità e lei lo avrebbe sfruttato per poter viaggiare come
desiderava. Poteva essere una condizione accettabile. Poi
l’aveva lasciata libera di scegliere, l’aveva
coinvolta nel combattimento del suru youkai, dimostrando di fidarsi di
lei. Le aveva in un certo senso fatto dono della pietra di Kinkou,
anche se era stato un dono faticato, infine l’aveva in
qualche modo coinvolta nella faccenda Hakaitsume, concedendole ancora
una volta fiducia. Stava cambiando modo di vedere Sesshoumaru, tanto
che non riusciva più ad essere formale quando gli parlava,
desiderava vederlo, allenarsi con lui o che la portasse da qualche
altra parte. Questo era un problema. Non voleva e non doveva
affezionarsi a Sesshoumaru.
Quando l’inu youkai finiva di leggere i suoi appunti, la
testa di Moriko scattava verso il basso, faticando a tornare al punto
in cui aveva sospeso la lettura.
Andarono avanti così fino al pomeriggio, fino a quando non
sopraggiunse uno sbadiglio abbastanza lungo. Moriko ormai stava
perdendo ogni riguardo nei confronti dell’inu youkai. A
Sesshoumaru nemmeno l’infastidiva più, al
contrario considerava gradevole che la donna si sentisse a suo agio in
sua presenza.
«Fai una pausa» le suggerì.
«Ho ancora molto da fare» gli rispose indicano la
montagna di rotoli.
«Se sei stanca non concluderai molto, distraiti per ora. Sai
usare l’arco?»
«Sì, perché?»
«Potresti aiutare Rin»
«Si impegna davvero tanto! Ha anche delle buone
capacità. Andrò da lei» Moriko
sistemò al meglio qualche foglio e abbandonò la
stanza insieme a Sesshoumaru.
***
Hasu e Shireiyama erano usciti in giardino per raggiungere Inuyasha,
Rin e Shippo.
«Inuyasha sai dov’è
Sesshoumaru?» domandò Hasu, non avendolo visto nei
dintorni.
«E’ con Moriko» le rispose appena. Era
stanco di aspettare, voleva gettarsi nell’azione e tornare al
più presto a casa. Purtroppo prima di poterlo fare, dovevano
attendere il ritorno dei lupi di Shireiyama e di Noumu, ai quali era
stato affidato il compito di rintracciare gli youkai che li avevano
attaccati e Kyoufuumaru. Per ora l’hanyou si limitava a fare
compagnia a Rin e Shippo.
«Ancora?»
«E’ da questa mattina!» ai due youkai
l’idea non piacque.
«Dovranno recuperare i due giorni in cui non si sono
visti» ipotizzò innocente Shippo.
«Prima la evita e poi ci passa tutto il giorno insieme.
Moriko dovrebbe mandarlo a quel paese» Inuyasha
mostrò tutta l’irritazione che il comportamento di
Sesshoumaru gli provocava. Rin lasciò perdere,
tanto si era abituata a quel tipo di commenti. Qualche volta le aveva
fatto un discorso simile. Preferiva concentrarsi sull’arco.
«Non ho bisogno dei tuoi consigli, Inuyasha! E poi faccio
quello che mi pare!» Moriko li raggiunse, infastidita dai
commenti dell’hanyou.
«Tsk! Poi non venire a lamentarti»
«Avete discusso di qualcosa?» domandò
Shireiyama.
«Ha visto il lavoro che ho svolto e gli ho spiegato un
po’ di cose» tralasciò il fatto che
Sesshoumaru si fosse trattenuto tanto tempo senza far nulla.
«E’ ancora in biblioteca?»
«No, Hasu. In qualche parte nel palazzo, penso»
Hasu salutò i presenti e si trascinò Shireiyama
dietro, impedendo al compagno di indagare oltre sulla giornata della
sua allieva.
«Rin-chan, ti do una mano!»
«Ah! Grazie! Sto provando con dei bersagli più
lontani ma non ci riesco bene» la ragazza fu felice di avere
l’aiuto di Moriko. Prima che si mettesse a decifrare il
sigillo da applicare sull’Hakaitsume, le aveva dato delle
dritte sull’uso dell’arco davvero efficaci. Ormai
quasi la considerava una specie di sorella maggiore.
Moriko le spiegò brevemente quale fosse l’angolo
da far assumere ad arco e freccia e poi la fece provare. Dopo qualche
tentativo la mira di Rin era già migliorata.
«Moriko nee-chan, Sesshoumaru-sama ha qualche
preoccupazione?» domandò Rin con
tranquillità mentre preparava la prossima freccia.
«Sesshoumaru è preoccupato?» Moriko non
ci aveva fatto caso, ma in fondo, Rin lo conosceva molto meglio di lei.
«Non lo so. Sembra pensieroso»
«Non mi ha detto nulla, non saprei» Rin parve un
po’ delusa ma continuò a tirare frecce. Credeva
che Sesshoumaru tenesse in considerazione Moriko e, con tutto il tempo
che avevano trascorso insieme, aveva pensato che le avesse detto
qualcosa o per lo meno fatto intuire.
«Vado a recuperare le frecce!» fece la ragazza.
«Andiamo noi, Rin! Non preoccuparti» Shippo si
propose per quel servizio e con lui anche Inuyasha. L’hanyou
trascinò con se Moriko, la quale oppose una flebile
resistenza.
«Inuyasha insomma! Si può sapere che vuoi da
me?» la donna si stava spazientendo.
«Non affezionarti a Sesshoumaru» le disse a bassa
voce, facendo si che fosse solo lei a sentirlo. Moriko si
bloccò per un attimo.
«Non c’è bisogno di dirmelo, lo so da
sola» Inuyasha constatò il dispiacere negli occhi
della donna. Non voleva ferirla ma non voleva nemmeno che soffrisse a
causa di quel ghiacciolo di suo fratello. Moriko divenne cupa e
l’hanyou si sentì in colpa.
«Che ne dici di smetterla per oggi? Rin si sta allenando
già da un pezzo. Potreste riposare entrambe»
Moriko lo fissò. Inuyasha era preoccupato per lei e questo
bastò per farla calmare.
«Sì, andremo a riposare»
***
«Sono stanchissima!» Rin si sedette stremata. Aveva
ancora le mani arrossate e le braccia doloranti, nonostante fosse stata
tanto tempo seduta sul prato a non fare nulla.
Era quasi sera. Inuyasha e Shippo erano rientrati già da un
po’.
«Ci andiamo a fare un bagno?» il suggerimento di
Moriko fu ben accetto. Un bagno rilassante e ristoratore era proprio
quello che faceva per lei.
Il bagno si trovava all’interno del palazzo a pian terreno.
Si trattava di una grande sala con una vasca ampia e in pietra.
L’acqua veniva riscaldata, facendo bruciare della legna.
Entrando, il fumo del vapore acqueo le investì,
ciò voleva dire che qualcuno stava facendo riscaldare
l’acqua o stava facendo il bagno.
Per evitare un episodio imbarazzante, Moriko si annunciò a
gran voce «Si può?»
«Venite!» la voce era di Hasu.
«Non disturbiamo?»
«Tranquilla Rin! Un po’ di compagnia mi fa
piacere.» La ragazza abbandonò ogni timore e
seguì Moriko che già si stava spogliando.
S’immersero. L’ambiente era tranquillo e
l’acqua calda al punto giusto era adatta per rilassare le
membra stanche.
Hasu era appoggiata di schiena con gli avambracci sul bordo e le testa
reclinata. La somiglianza con Sesshoumaru era impressionante,
l’unica vera differenza consisteva nell’assenza
della coda. Senza vestiti spiccava, proprio lì dove doveva
esserci, una terribile cicatrice. Rin si era soffermata su quella parte
del corpo senza nemmeno rendersene conto.
«Ti infastidisce?» domandò Hasu
toccandosi la spalla.
«No no! Scusatemi non volevo» Rin si
scusò frettolosamente.
«Tranquilla e smettila di darmi del voi» Hasu le
sorrise come avrebbe fatto con sua figlia.
«Come … come ti sei fatta quella
cicatrice?» osò la ragazza.
«E’ una vecchia storia. Se vuoi te la
racconto» la sua piccola interlocutrice annuì.
Moriko conosceva bene quali eventi avevano provocato quello sfregio
sulla pelle. La prima volta che le aveva mostrato la cicatrice, era
stato subito dopo che l’aveva sorpresa a fare una sciocchezza
e per metterla in guardia dal commettere azioni pericolose in futuro,
le aveva raccontato la sua storia.
«Quando ero piccola vivevo insieme ai miei genitori proprio
in questo palazzo. Ammiravo molto mio padre e gli volevo bene. Crescevo
con il desiderio di diventare forte quanto lui e di combattere al suo
fianco, così da potergli essere vicino. Mio padre
però non la pensava allo stesso modo. Per lui era importante
avere un erede maschio e io avevo poco valore ai suoi occhi. Alla
nascita di Sesshoumaru ogni speranza che mio padre potesse interessarsi
a me, svanì. Non odiavo il mio fratellino ma avevo deciso
che avrei fatto di tutto per cambiare le cose. Quando Sesshoumaru
crebbe abbastanza, decisi di andarmene via di casa per migliorare le
mie doti di combattimento e tornare solo una volta che sarei stata
abbastanza forte da tenere testa a mio padre.» fece una
piccola pausa, tornando a massaggiare la spalla al ricordo di quello
che avvenne dopo « me ne andai, facendo promettere a
Sesshoumaru di mantenere il segreto. Ero ancora molto piccola e non
avevo la forza di affrontare il mondo. Pochi giorni dopo venni
attaccata da numerosi youkai che volevano mangiarmi. Ero un pasto
facile e invitante. Mi difesi come potevo ma non riuscì a
fare molto. È lì che persi la mia coda. Mi venne
strappata via senza troppi riguardi e così avrebbero fatto
con il resto del mio corpo se non fosse intervenuto l’uomo,
che sarebbe diventato il mio maestro» Rin
rabbrividì al solo pensiero di quello che aveva subito la
youkai.
«E non puoi immaginare chi la salvò!» da
quel punto in poi a Moriko la storia piaceva molto. Rin
guardò con più insistenza Hasu, chiedendo
silenziosamente se potesse andare avanti con il racconto.
«Tu zitta mai, eh?» Moriko tirò
fuori la lingua e si abbassò nell’acqua
«fu un ningen a salvarmi e a insegnarmi le basi del
combattimento a mano libera e con la katana. Era impressionante vedere
un semplice essere umano tenere testa a mani nude degli youkai. Mi ha
insegnato molto più che combattere. Se ho trovato la mia
strada, se ho acquistato importanza agli occhi di mio padre, lo devo
solo ed esclusivamente al mio maestro. Ormai sono passati
così tanti anni!» Hasu ricordò tutto
con molta malinconia.
«Incredibile! Davvero a insegnarti è stato un
umano?» Hasu sorrise allo stupore della piccola. Sapeva
quanto fosse assurda la sua storia.
«E Sesshoumaru-sama cosa disse?»
«Il mio fratellino rimase alquanto scoccato ma si ricredette
presto»
Hasu raccontò qualche altro aneddoto che la riguardava, fino
a quando Rin non andò via. Stava da troppo tempo
nell’acqua calda. Maestra e allieva rimasero sole e in
silenzio. Moriko dopo un po’ sospirò pesantemente,
sommergendo metà volto in acqua e facendo innumerevoli
bollicine.
«Cosa ti preoccupa Moriko?» la inu youkai sapeva
perfettamente che qualcosa si agitava in lei e aveva aspettato il
momento per stare sola con lei e poterle parlare.
Moriko volle risponderle ma non sapeva nemmeno lei cosa le stesse
succedendo.
«Riguarda Sesshoumaru?» Moriko annuì poi
la guardò negli occhi.
«Non so che devo fare!» Hasu lasciò che
continuasse «Sesshoumaru mi ha proposto di viaggiare con lui,
una volta che avrete sigillato l’Hakaitsume. Prima me lo
voleva imporre, poi mi ha lasciato libera di fare quello che voglio e
poi …» abbassò lo sguardo. La
verità aveva assunto delle parole ben precise nella sua
testa che non riuscì a esternare.
«Ti piace?» a Moriko mancò un battito.
Non era esattamente quello che aveva pensato o poteva semplicemente
essere un altro modo per definire quello che provava?
«Non lo so, non era quello che intendevo dire. Sta di fatto
che voglio stare con lui … non so
perché»
«Hai paura di accettare la sua proposta?» come
sempre la sua maestra aveva centrato il punto. La conosceva fin troppo
bene. Infatti Moriko annuì piano.
«Ho paura che lui voglia soltanto usarmi, che si fermi a
guardarmi come una semplice arma … in realtà non
è nemmeno questo» la donna lasciò
scivolare le mani a i fianchi e rilassò i muscoli,
lasciandosi andare in acqua « è perché
sono umana. Non so se mi piace o se mi sto innamorando, non so nemmeno
cosa significhi. Solo l’idea di viaggiare al suo fianco mi
andrebbe bene, almeno per il momento. Comunque, prima o poi, qualunque
sia il rapporto che ci lega, lui mi abbandonerà»
«Non lo farebbe! Come minimo sarà corretto nei
tuoi confronti»
«Non dovresti incoraggiarmi»
«Non ti sto incoraggiando. Conosco Sesshoumaru e ho visto
quanto è cambiato e quanto tu gli interessi»
«E con ciò? Resto umana e la mia vita non
è altro che un battito di ciglia per lui!»
alzò la voce, arrabbiata con Hasu che le dava speranza.
«Una relazione tra ningen e youkai non la vedo di buon occhio
ma se è quello il vostro desiderio, non posso ostacolarvi.
D’altronde non l’ho fatto nemmeno con mio padre. Se
è amore, l’essere umana non avrà
importanza. Se sarete solo compagni di avventure o amici e non
sopporterai l’idea che ti veda vecchia e debole, puoi sempre
andartene prima che questo accada. Ma ancora una volta, se il vostro
sarà un legame forte non avrà
importanza» Hasu ricordava bene quanto volesse bene al suo
maestro umano, quanto aveva desiderato stargli accanto fino alla fine
dei suoi giorni e quanto gli costò dolore ma non aveva
importanza. Gli voleva bene profondamente «se ti fai vincere
dalla paura allora abbandona ogni cosa. I dubbi possono esserci, anche
qualche timore ma se ti farai sopraffare, ti lascerai sfuggire ogni
occasione e comincerai a odiarti»
Aveva ragione! Hasu aveva ragione. Non era quello che già
stava accadendo? Stava rifiutando un’occasione solo
perché aveva paura di affezionarsi troppo a Sesshoumaru o
provare qualcosa di più con la consapevolezza che non poteva
durare per sempre. La paura che l’inu youkai si potesse
stancare di lei, perché una ningen, e la gettasse via. Per
paura stava rifiutando l’opportunità di realizzare
un sogno, quello di viaggiare. Avrebbe preferito che Sesshoumaru la
obbligasse con la forza a seguirlo, in quel modo non sarebbe andata in
confusione, non si sarebbe fatta assalire dai dubbi.
Hasu se ne andò senza aggiungere altro, sicura che il
messaggio fosse stato recepito.
Moriko restò ancora per un po’ nella vasca.
Invidiò Rin e la sua determinazione a stare al fianco di
Sesshoumaru. Forse era come diceva Hasu. Se si vuole bene a qualcuno,
tutto il resto non aveva importanza.
Angolo dell'autrice:
Salve! Ormai mi riduco alla sera per pubblicare i capitoli ma ci
riesco.
Allora ... se siete arrivati fino a qui, forse non mi sono persa del
tutto perchè siceramente non lo so nemmeno io. Il rapporto
tra Sesshoumaru e Hasu sta per prendere una svolta decisiva e non
è mia intenzione banalizzare la cosa (anche perhè
dovvranno ancora accaderne di cose).
Vi ringrazio infinitamente perché continuate a leggere (non
scappate dopo questo e il prossimo capitolo).
Vi lascio con un disego (indidio il momento di relax di Hasu XD): clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 14 *** Incubo reale ***
INCUBO
REALE
«Abbiamo finito!» esclamarono Rin e Shippo con
entusiasmo e soddisfazione.
Si erano uniti a Moriko e avevano dato il loro contributo per definire
i dettagli del sigillo per l’Hakaitsume.
«Che hai Moriko? Non sei felice?» le chiese il
Shippo non comprendendo il volto mogio della donna.
«Sì, sì sono contenta»
«Non si direbbe. Hai una faccia! Sei triste perché
domani vanno via?» il kitsune face riferimento ai tre
fratelli che sarebbero partiti alla volta degli scagnozzi di
Kyoufuumaru.
«Ma no! Prima partono e prima faranno»
«Allora è perché non hai dato una
risposta a Sesshoumaru-sama?» Moriko sgranò gli
occhi, voltandosi verso la ragazza.
«Come …?»
«E’ stato Sesshoumaru-sama a dirmelo» Rin
capì che la cosa non fece piacere a Moriko e si
affrettò a continuare «avevo già
intuito qualcosa e lui ha solo confermato i miei sospetti» la
donna parve calmarsi.
«Di Rin, tu conosci bene Sesshoumaru?»
«Direi di si» Rin rispose con un minimo
d’incertezza a quella domanda inaspettata.
«Sesshoumaru che opinione ha degli esseri
umani?» Moriko sapeva che la domanda rivolta proprio
a Rin, che era umana, poteva risultare inopportuna ma sapeva che la
ragazza le avrebbe risposto con sincerità.
«Ecco … non è proprio buona
… però sono sicura che Sesshoumaru-sama ha
un’ottima considerazione di te! E poi sarebbe fantastico se
restassi, sarei felicissima e anche Sesshoumaru-sama lo sarà
di sicuro!»
«Lo pensi davvero?»
«Certamente!» Rin le regalò uno dei suoi
migliori sorrisi, di quelli capaci di riscaldare il cuore. Sorrise a
sua volta.
Avrebbe accettato solo per quella ragazza a cui si stava tanto
affezionando.
Shippo pensò che Inuyasha ci aveva visto giusto su Moriko e
Sesshoumaru.
«Forza! Riordiniamo tutto» Moriko li
spronò, rimboccandosi le maniche.
Se possibile c’era ancora più confusione dei
giorni precedenti e di sicuro avrebbero speso il resto del giorno a
sistemare.
Terminarono per la sera e, dopo una veloce cena, stettero un
po’ di tempo con tutti gli altri.
Avevano deciso che l’indomani sarebbero partiti solo i tre
fratelli, che si sarebbero mossi insieme. Si prospettava un viaggio
difficile per Hasu che doveva tenere a bada i due fratelli minori, fin
troppo litigiosi. Faceva appello al loro buon senso per evitare
scaramucce inutili tra loro. Shireiyama non si sarebbe mosso di
lì come ulteriore difesa per chi restava a palazzo. Per
tutto il resto del tempo dimenticarono i loro doveri, conversando e
scherzando piacevolmente. C’era anche Sesshoumaru che, con la
sua freddezza, appariva fuori posto in quell’atmosfera
gioviale. La tensione era calata e quando fu tarda sera, si congedarono
affinché tutti potessero riposare.
«Buonanotte Moriko!»
«Buonanotte Rin» Moriko aspettò che la
ragazza, tutta assonnata, entrasse nella stanza per poi seguire il suo
esempio.
Era stanchissima e si gettò sul futon con tutti i vestiti.
Si rannicchiò sul lato e chiuse gli occhi, provando a cedere
alla stanchezza. Cambiò posizione più volte, ma
non riusciva a dormire nonostante morisse dal sonno. Alla fine si mise
a pancia in su con un braccio a coprirle gli occhi. Avrebbe
dato ogni cosa pur di addormentarsi. Insofferente per quello stato di
veglia indesiderata, pensò che prendere una boccata
d’aria le sarebbe stato utile. In poco tempo era sul
balconcino del secondo piano, dal quale si godeva la migliore vista del
giardino. A quell’ora della notte, però,
era tutto avvolto dalle tenebre, il cielo nuvoloso non permetteva alla
luce lunare e delle stelle di raggiungere alcunché. Nella
tranquillità la sua testa riprese a lavorare proprio come
nella sua stanza. Pensava sempre alla stessa cosa, era diventato un
chiodo fisso.
Improvvisamente avvertì dei passi e si voltò in
fretta. Faticò un attimo a riconoscere la figura bianca che
si avvicinava.
«Sesshoumaru!» tra tutti doveva essere proprio lui.
Non rispose, affiancandola e fissando il cielo nuvoloso.
«Non dovresti riposare?» Moriko si stava
innervosendo ancora di più al silenzio prolungato dello
youkai.
«Vedo che continui a non rivolgermi più il dovuto
rispetto» Moriko s’indispettì per quella
risposta detta con tono così distaccato da farle venire
voglia di prenderlo a pugni.
«Puoi continuare a darmi del tu, non mi
infastidisce» Sesshoumaru si accorse di aver scatenato la
rabbia della donna e provò a porvi rimedio.
«Non avevo bisogno del tuo consenso!» nel silenzio
la voce di Moriko sembrò molto più alta di quello
che era e ciò le fece guadagnare un’occhiataccia
dello youkai.
Moriko lo fissò a lungo e poi si scusò,
sospirando pesantemente. Entrambi tornarono ad osservare le nuvole che
si muovevano al vento leggero, non potendo sostenere oltre lo sguardo
altrui.
«In ogni caso non dovresti essere a riposarti?»
Moriko insistette pur di riprendere un minimo di conversazione e
spezzare quel silenzio imbarazzante.
«Piuttosto per te non è troppo tardi?»
«Non sono io quella che deve partire tra poche ore»
replicò.
«E non sei tu quella che si addormenta appena ne ha
l’opportunità?»
«Non darmi della dormigliona!»
«Vuoi forse negarlo?»
«Ho solo bisogno di riposare un po’ di
più della media».
Si allontanavano ogni volta dalla questione. C’era qualcosa
che dovevano dirsi l’un l’altra ma entrambi
trovavano scuse per deviare l’argomento.
Moriko si fece coraggio e prese la parola, costringendo lo youkai a
voltarsi e guardarla con quei suoi occhi d’ambra.
«Mi sto abituando a questo posto e mi sto affezionando sempre
di più a Rin. Se viaggerò con voi, temo che
finirò con l’affezionarmi anche a te. Ti sta
bene?»
Sesshoumaru sapeva cosa comportava quello che aveva appena detto
Moriko. La considerava una donna intelligente, che non si sarebbe data
a patetiche scenate o che avrebbe preteso chissà cosa da
lui. Quella era una semplice richiesta di essere tratta con rispetto,
senza prese in giro. Non c’era bisogno di porgli la
questione, non aveva intenzione di dare un dispiacere alla donna
né tanto meno far scattare l’istinto protettivo di
Hasu e Shireiyama. Che le si affezionasse pure, andava a suo vantaggio.
Lui la voleva al suo fianco e starle vicino gli avrebbe dato la
possibilità di capire il motivo di tale desiderio.
«Sì» era calmo e tranquillo. Sicuro
della sua decisione.
Moriko si lasciò andare in un sorriso, accantonando per un
attimo tutti i dubbi. Voleva dare retta ad Hasu e credere che
Sesshoumaru non l’avrebbe usata e gettata via come con le
cose vecchie.
«Aspetterò con ansia il tuo ritorno, pronta a
seguirti».
***
Correva liberamente, lasciando che il vento le accarezzasse il viso,
che l’adrenalina della velocità le scorresse per
tutto il corpo. Saltava gli ostacoli che le si presentavano davanti e
usava gli alberi come trampolini. A un tratto una strana sensazione la
costrinse a fermarsi. Tutto divenne scuro, gli alberi che la
circondavano, parvero curvarsi su di lei. Avvertiva il pericolo
nell’area, un senso di ansia cresceva, allertando ogni
singolo senso. Udì una voce che le parve terribile. Le
ordinava di sparire, di estinguersi, di morire. Seguì un
fortissimo dolore che le impedì ogni movimento e
la costrinse ad accasciarsi a terra. Ci fu un susseguirsi di diverse
parole che divennero via via incomprensibili. Rimase soltanto il
dolore e le forze che l’abbandonavano, infine,
tutto divenne completamente nero…
Moriko si destò dal sonno con un urlo strozzato. Aveva la
fronte imperlata di sudore, la mano stretta all’altezza del
cuore, gli occhi sbarrati e il fiato corto. Si guardò
attorno e a fatica riconobbe la stanza come quella che occupava da
quando era ospite da Sesshoumaru.
“Era quell’incubo…”
provò a tranquillizzarsi.
La porta venne aperta, spaventandola nuovamente.
Era Shireiyama che, percepito lo stato della donna, era accorso da lei.
L’okami youkai le si inginocchiò accanto e
delicatamente le accarezzò la testa. Hasu era partita con i
fratelli da qualche giorno e in quel momento era l’unico che
poteva esserle d’aiuto.
«Va tutto bene. Non è successo niente»
le sussurrò dolcemente per rassicurarla.
«E’ quell’incubo…»
Shireiyama sapeva a cosa si riferiva. Era un incubo ricorrente che
Moriko aveva sempre fatto da quando aveva memoria e che la metteva
sempre in agitazione.
«… faceva più paura del
solito» Moriko fu scossa da un fremito. Shireiyama mosso da
un istinto di protezione, l’abbracciò come avrebbe
fatto con uno dei figli «è tutto
passato» poco alla volta Moriko si calmò e riprese
a dormire.
***
Dal mattino seguente, Moriko era di cattivo umore. Aveva riposato ma
quella sensazione di pericolo non l’aveva abbandonata. Tutti
nel palazzo se ne erano accorti. Rin e Shippo avevano tentato di capire
il motivo del comportamento irascibile della donna, ottenendo solo
risposte seccate. Lo stesso Noumu venne trattato con freddezza, facendo
aumentare la preoccupazione dell’okami youkai. Shireiyama
aveva preso la più saggia decisione di aspettare che Moriko
si calmasse da sola.
«Ma che ha quella ningen oggi? Se ci fosse Sesshoumaru-sama,
non le sarebbe permesso di comportarsi così!»
Jaken si stava lamentando per essere stato liquidato in malo modo da
Moriko. Il piccolo youkai voleva solo svolgere il suo dovere e
impedirle di entrare nella parte del palazzo abitata da Sesshoumaru. In
quel momento lì vi dimorava Shireiyama. La donna aveva
bisogno di sentirsi al sicuro e quindi non volle allontanarsi
più di tanto dallo youkai, giusto la distanza necessaria per
non essere vista ma sufficiente per sentire la presenza l’una
dell’altro.
«Moriko-nee-chan oggi sembra particolarmente nervosa. Penso
le sia successo qualcosa stanotte»
«Eh?! E cosa le può mai esserle successo? Non si
è mossa da palazzo!»
«Non lo so ma si è svegliata durante la notte e mi
sembrava agitata. Shireiyama è accorso da lei e
l’ho sentito che cercava di tranquillizzarla»
«E’ vero me ne sono accorto
anch’io» confermò Shippo.
«Qualunque cosa sia stata, quella mi stava quasi per prendere
a calci»
«Non mi sorprenderei. Ha trattato male anche Noumu»
gli fece notare Rin «Hai qualcosa da fare Jaken?»
gli domandò per cambiare discorso.
«No»
«Allora vieni con noi!» così dicendo la
ragazza si trascinò il kappa in giardino, seguita dal
kitsune.
In tarda mattinata Moriko aveva riacquistato un po’ di calma
e avvertiva l’esigenza di scusarsi con gli sventurati che
avevano incrociato la sua strada quella stessa mattina. Uscendo in
giardino si bloccò sentendo che la paura stava per
riappropriarsi della sua mente e del suo corpo.
Si sprigionò un fragoroso rumore e si sollevò una
grossa nube di polvere.
«Che succede?» gracchiò Jaken coprendosi
bocca e occhi con la manica della veste. Rin al suo fianco tossiva,
cercando a fatica di vedere attraverso la polvere. Shippo si
voltò di scatto nella direzione in cui si trovava Moriko,
avendo avvertito un rumore e visto delle scintille provenire da
lì.
La polvere si dissolse in fretta, svelando cosa fosse accaduto: Moriko
era dietro a Shireiyama, il quale le dava le spalle e teneva bloccata
con le mani la lama di una naginata. L’aveva protetta da un
attacco di uno youkai. Osservando meglio si trattava di uno youkai
alto, con grandi ali che gli spuntavano dietro la schiena e occhi ben
visibili, così chiari da sembrare bianchi.
«Moriko va via!» urlò l’okami
youkai. La giovane donna non si mosse, riconoscendo
l’aggressore.
«E’ lo youkai che mi ha attaccata al villaggio di
Inuyasha»
“Dannazione!” imprecò mentalmente
Shireiyama. Quello era il loro obbiettivo, quello a cui dovevano dare
la caccia, invece era lui che aveva trovato loro.
«Via di qui, Moriko!» Shireiyama mostrò
le zanne facendo fatica a bloccare la lama della naginata.
Non potendo fare altro, Moriko lasciò il washi youkai a
Shireiyama. Da lei accorsero Noumu, Rin, Shippo e Jaken.
«Da dove salta fuori quello youkai?»
«Non lo so Jaken. Non si è avvertita la sua
presenza né tanto meno la sua aura demoniaca»
osservò con preoccupazione Moriko.
«Shireiyama ce la farà da solo?» si
preoccupò Shippo, vedendolo in difficoltà.
«E’ forte!» la donna non poteva che
fidarsi dello youkai, convinta di ciò che aveva detto.
Peccato che anche il rivale fosse uno youkai piuttosto forte.
«Presto Rin! Mettiamoci al riparo nel palazzo»
l’esortò Jaken tirando la ragazza per una manica
del kimono.
«Ha ragione! Mettiamoci al sicuro» per quanto
Moriko volesse dare il suo contributo, era conscia che non poteva
intromettersi e mettere così in difficoltà
Shireiyama.
Noumu, però, spinse via Moriko prendendo al posto suo dei
fuda, i quali si attaccarono al suo corpo.
«Noumu!» Moriko corse da lui appena si
rialzò. Arrivarono altri due fuda, uno dei quali venne
tagliato dal machete di Moriko e un altro si attaccò al suo
braccio. Dopo i fuda, arrivò un houshi in corsa. Le sue
intenzioni erano palesemente ostili e Moriko si preparò a
combattere. Noumu non riusciva a muoversi per via dei fuda che gli
bloccavano i movimenti e per non metterlo in pericolo, andò
incontro al monaco con il suo machete sguainato. Aveva solo quello come
arma, la katana era rimasta all’interno del palazzo ma contro
un ningen sarebbe dovuto bastare.
Il bastone dell’houshi e il machete di Moriko si scontrarono,
provocando il tintinnio degli anelli del bastone.
“E’ merito di questo monaco se non abbiamo
avvertito l’avvicinarsi dello youkai” la donna
comprese immediatamente che aveva a che fare con qualcuno di abile.
«Moriko!»
«Rin dove vai?» Jaken provò a fermare la
ragazza che si stava precipitando ad aiutare Moriko. Anche Shippo la
richiamò.
Il tentativo risultò inutile in quanto Rin, Jaken, Shippo e
anche Noumu vennero sbalzati via dalla barriera che l’houshi
aveva eretto intorno a lui e a Moriko.
«Che diavolo stai facendo?» sbraitò
Moriko che avvertiva una strana sensazione molto simile a quella
provata durante l’incubo notturno.
«Così nessuno interferirà» il
monaco era calmo e tranquillo, sicuro del suo operato.
Dall’esterno della barriera provarono ad entrare,
inutilmente. Noumu faceva estrema fatica anche a muoversi. Rin, vedendo
quanto l’okami youkai stesse lottando per poter superare la
protezione eretta dall’houshi,
s’impietosì e senza pensarci, andò ad
aiutarlo. Rimosse i fuda, permettendogli di muoversi come voleva. Noumu
provò in tutti i modi a forzare la barriera, attaccava in
ogni modo possibile ma era tutto inutile. Rin lo aiutava come poteva,
recuperando arco e frecce ma anche lei falliva ogni volta. Il kitsune
si unì a loro usando ogni tecnica che conosceva. Perfino
Jaken si era lasciato coinvolgere dalla situazione e provò a
forzare la barriera con il Nintojo.
«Si può sapere che diavolo volete da
noi?» Moriko si accorse degli sforzi dei suoi amici e
ciò fece crescere in lei il desiderio di finire
quell’houshi pericoloso.
«E’ da te che vogliamo qualcosa …
qualcosa che possiedi»
«Non ho nulla che vi possa interessare!»
«Qui ti sbagli» Moriko stanca della situazione,
decise di finire lì la discussione e sistemare il monaco.
Allontanò il bastone e puntò a tagliare la gola
dell’houshi. Quest’ultimo fu più rapido,
fermandola e ponendole una mano sul petto. Da quel punto si
sprigionò una luce e nello stesso tempo apparvero altre
quattro piccole luci ai quattro angoli che la circondavano, formando un
quadrato. Moriko non riuscì più a muoversi e
cominciò ad avvertire un forte dolore al petto che si
propagò per tuto il corpo. Urlò così
forte da farsi sentire da tutti.
“Moriko?!” Shireiyama era impegnato nel
combattimento con il washi youkai e non poté fare attenzione
agli altri. L’urlo di Moriko però lo distrasse e
vedere in che situazione si trovasse, gli fece cambiare
priorità. Doveva in qualche modo allontanare
l’avversario e salvare la donna. Quella barriera forse era in
grado di distruggerla. Attaccando senza alcuna pietà e senza
alcun timore di procurarsi ferite anche gravi, riuscì a
liberarsi per un po’ del washi youkai e si gettò
in direzione della barriera. Raccogliendo tutto il suo potere demoniaco
e concentrandolo negli artigli, si scagliò sulla barriera,
la quale resistette. L’okami youkai non si arrese e
continuò nel tentativo di salvare Moriko, che ancora urlava
per il dolore che le stava provocando l’houshi.
Ci stava mettendo tutto se stesso e presto la barriera sarebbe
crollata, ma un dolore lancinante lo fermò.
Shireiyama si guardò il ventre trafitto dalla lama della
naginata. Dietro di lui il washi youkai sogghignante, si era mosso fin
troppo velocemente. Dalla ferita fuoriusciva una gran
quantità di sangue e sentiva che la sua energia demoniaca
gli veniva risucchiata dall’arma. Il washi youkai lo spinse a
terra, schiacciandogli la testa con il piede e con ancora la naginata
conficcata nel ventre.
«Guarda, non è ancora finito» disse con
divertimento, assaporando la vittoria.
Shireiyama non poté fare nulla se non resistere dal perdere
conoscenza mentre gli altri urlavano il nome di Moriko.
All’interno della barriera l’houshi procedeva
indisturbato il suo rituale. La luce divenne sempre più
forte e assunse una colorazione azzurra e piano piano dal corpo della
donna venne fuori qualcosa. Il tutto durò alcuni minuti
e,quando finì, l’houshi si trovò tra le
mani un’asta finemente lavorata, laccata rossa e con la punta
in oro.
«Kyoufuumaru-sama! La seconda parte dell’
Hakaitsume!» il monaco alzò in segno di vittoria
l’oggetto estratto del corpo di Moriko, la quale cadde a
terra ancora sofferente.
«Ben fatto Katashi! Ora portamela» il washi youkai
era compiaciuto del risultato ottenuto e non voleva altro che mettere
le mani sulla tanto agognata Hakaitsume. Non avrebbe mai sperato di
poterla completare, si sarebbe accontentato di una sola delle sue
parti. Già con quella poteva ritenersi sufficientemente
potente. Poi gli si presentò un colpo di fortuna,
incrociando la sua strada con quella ningen. Si ricordava bene quanto
fosse infuriato quando l’Hakaitsume non aveva mostrato il suo
potere in presenza dell’umana ma, confrontandosi con il
monaco, scoprì di aver trovato il custode della seconda
parte della naginata. Infatti con il tipo di sigillo imposto sulla
naginata, se le due parti fossero venute a contatto, esse avrebbero
perso ogni potere. Ora entrambe erano in suo possesso. Nessuno
più l’avrebbe fermato.
Katashi stava per eseguire l’ordine, quando venne fermato da
qualcosa che l’incuriosì.
«Katashi, cosa aspetti? Portami
l’Hakaitsume!»
«Kyoufuumaru-sama vi prego di aspettare. Ho
qualcos’altro da fare con questa donna».
_________
Salve!
Eccomi qui con il nuovo capitolo e ... quante cose stanno accadento!
I tre fratelli partono pensando di sistemare una volta per tutte il
loro nemico e invece quest'ultimo piomba al palazzo di Sesshoumaru e si
accanisce su Moriko ... e sorpresa! (almeno spero) in lei risiede la
seconda parte dell'Hakaitsume (i fatti avvenuti all'inizio non sono
avvenuti per caso). Ma a quanto pare non è ancora finita.
Cosa vorranno ancora fare a Moriko? E che ne sarà dei
fratelli?
Qui entriamo nel vivo della storia e ci avviamo verso la fine.
Grazie tantissimo a tutti coloro che continuano a leggere.
Vi saluto con un nuovo disegno : clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 15 *** Obiettivo svelato ***
FFI_CAP15
OBIETTIVO SVELATO
I tre fratelli,
per raggiungere il loro obiettivo si erano spinti verso nord, senza
spingersi troppo oltre le terre dell’Ovest.
«Ci
stanno venendo incontro!» Hasu ribadì qualcosa che
anche i sui fratelli avevano già avvertito.
Si trattava
degli youkai con cui avevano precedentemente combattuto, gli scagnozzi
di Kyoufuumaru. Oltre ai due che si aspettavano, ovvero il suru youkai
e il calabrone, ve ne era un terzo. Dall’odore un altro tengu.
«Inuyasha
ricordati quello che ci siamo detti» gli disse premurosamente
Hasu.
«Ho
capito come devo fare per sconfiggere quel calabrone, non
c’è bisogno di ricordarmelo»
ribatté l’hanyou seccato.
Hasu si
innervosì e gli diete un pugno dietro alla testa. Nulla di
troppo forte, Inuyasha sentì solo un po’ di dolore
che lo fece esclamare un’imprecazione.
«Lo
dico per te, stupido!»
«Sì
sì lo so. Non c’è bisogno di colpirmi
…» Inuyasha si riparò temendo che la
sorella potesse infierire su di lui ulteriormente. Per sua fortuna ad
Hasu bastò lanciargli uno sguardo terribile e accontentarsi
della sua reazione di paura.
Per tutto il
tragitto non c’era stata nessuna discussione. Le poche parole
che si erano scambiati, erano pertinenti alle strategie di attacco che
avevano pensato nei giorni precedenti.
«Eccoli»
Sesshoumaru riportò gli altri all’attenzione.
Superati gli alberi avrebbero incontrato i loro avversari.
Sbucarono dal
folto della foresta in una zona rocciosa, con parecchi dislivelli, un
fiume che scorreva poco distante con qualche cespuglio e albero che
facevano capolino qua e là.
Davanti a loro
li attendevano tre youkai: il suru youkai, lo youkai calabrone e un
tengu.
«Vi
stavamo aspettando» esordì il suru youkai
alzandosi dalla roccia su cui era seduto.
Non vi fu alcuna
risposta così continuò :« Lasciate che
vi presenti me e miei alleati. Il mio nome è Zurugashi e
sono il capobranco dei suru youkai del nord nonché alleato
di Kyoufuumaru-sama. Doku, alla mia destra, è il
più forte fra gli youkai di una colonia del
sud-est» spiegò indicando lo youkai calabrone
« infine alle mie spalle, il capo tribù dei tengu
del nord, Yukato»
«Tsk!
Ancora tengu» si stizzì Hasu, credendo di averli
sterminati completamente.
Il tengu
avanzò furente ma venne bloccato da Zurugashi. Yukato era
uno youkai dal corpo decisamente più minuto del suru youkai,
apparendo quasi piccolo. Aveva la pelle nera, capelli bianchi, lunghi e
liberi dietro le spalle. Possedeva becco e artigli affilati e occhi
rossi che trafiggevano l’anima.
«Avrai
la tua vendetta. Abbi solo qualche altro minuto di pazienza»
il suru youkai conosceva bene l’ira dell’alleato,
nata nel momento in sui venne a conoscenza che ogni membro della sua
tribù, venne uccisa dalla inu youkai e il suo compagno. Al
momento dell’accaduto, il capo dei tengu si trovava al
cospetto di Kyoufuumaru, il quale gli concesse la
possibilità di ottenere vendetta.
«Non
ho voglia di perdere tempo. Cosa vuole questo Kyoufuumaru da
noi?» domandò sbrigativa Hasu.
«Non
sono cose che vi dirò alla leggera»
«Pensaci,
la tua risposta potrebbe salvarti la vita»
«Io
desidero la battaglia … trova un altro modo per
convincermi»
«Hasu,
sprechi fiato» Sesshoumaru aveva ragione. Quei tre youkai
avevano ricevuto l’ordine di eliminarli e tra di loro
c’era chi si trovava lì non perché al
servizio di Kyoufuumaru.
«Per
una volta sono d’accordo con Sesshoumaru. Facciamoli fuori e
chiudiamo la questione» Inuyasha sfoderò Tessaiga,
bramante di far assaggiare il Meido Zangetsuha allo youkai calabrone.
«Non
siate così impazienti, iniziamo subito» mentre lo
diceva, Hasu estraeva la sua katana. Una spada dalla lama sottile e
leggermente ricurva, il filo tagliente rosso. Sesshoumaru
seguì il suo esempio, brandendo Bakusaiga.
Gli avversari si
prepararono a ricevere l’attacco imminente.
I tre fratelli
scattarono insieme, ognuno diretto sul proprio avversario con
l’obiettivo di dividerli. Erano un potenziale pericolo da
soli e insieme potevano esserlo ancora di più. La
velocità con cui si mossero, consentì di ottenere
l’effetto desiderato.
Inuyasha si
precipitò sullo youkai calabrone, Doku. Per tutto il tempo
era stato silenzioso, proprio come a prima volta che lo aveva visto.
L’hanyou stava semplicemente facendo incrociare Tessaiga con
la sciabola del nemico, e lo stava spingendo all’indietro,
sfruttando solo la sua forza fisica. Allontanato dagli altri quanto
bastava, iniziarono seriamente il duello. Come la volta precedente,
Doku usava il veleno per attaccare e difendersi. La
differenza è che questa volta Inuyasha riusciva a
prevedere le sue mosse e non si lasciava prendere alla sprovvista.
Tuttavia, il suo avversario restava molto veloce e difficile da
colpire. Ricordando che il Kongosoha era riuscito a ferirlo,
provò a lanciarne uno quando fu sicuro di poterlo colpire.
Purtroppo, ancora una volta Doku fu più veloce e, con una
gran quantità di veleno prodotto dalla sciabola, sciolse
tutti i dardi. Questo però diede a Inuyasha il tempo di
aprire il varco per l’aldilà.
«Meido
Zangetsuha!» una circonferenza perfetta si aprì
alla spalle dello youkai, il quale non si fece cogliere impreparato e
iniziò a chiudere il varco, proprio come la volta
precedente. Inuyasha stava aspettando esattamente quel momento per
osservare come faceva.
Lo youkai teneva
in mano un piccolo sole dorato, dal quale si sprigionava una flebile
luce dorata, mentre pronunciava un qualche formula.
“E’
così che fa!” Inuyasha aveva finalmente capito
come batterlo.
Proprio come
aveva pianificato con la sorella, l’aveva indotto a chiudere
il varco per il regno dei morti e scoprirne il segreto.
Doku era ancora
concentrato e non poté schivare il Kaze no Kizu. Il
passaggio si chiuse ma il colpo di Tessaiga ebbe l’effetto
desiderato. Il braccio e la mano dello youkai presentavano ferite
profonde dal quale sgorgava molto sangue, mentre il piccolo sole dorato
era caduto più lontano. Doku si affrettò a
recuperarlo.
«Non
te lo lascerò prendere! Kongosoha!» i dardi di
diamante trapassarono sia il piccolo sole che il fianco dello youkai.
«Male
… detto» inveì sfiorando con la mano
l’oro di un frammento del piccolo sole. Il dardo venne
espulso dal suo corpo dal veleno viscoso, che allo stesso tempo stava
rimarginando la ferita.
«Muori!»
con grande ira, lo youkai scagliò la sciabola verso
Inuyasha, la quale si conficco nella mano.
«Dannazione!»
imprecò Inuyasha non aspettandosi una mossa così
repentina. Ma non ebbe il tempo di preoccuparsi che Doku gli stava
venendo contro con il pungiglione dell’addome per iniettargli
una dose di veleno mortale.
Con la mano
libera Inuyasha sferrò ancora una volta un attacco con
Tessaiga :«Meido Zangetsuha!» il Meido si
aprì e questa volta lo youkai non poté
difendersi. Venne trascinato all’interno del Meido tra urla
d’ira.
***
Il tengu era il
bersaglio di Hasu. La inu youkai era convita che quello più
forte al villaggio dei tengu fosse il capo e invece non era
così. Il capo della tribù dei tengu del nord era
lì davanti a lei, che si lasciava trascinare lontano, fino
al fiume. Era furente di rabbia, desideroso di versare il sangue della
youkai che aveva fatto strage della sua tribù. Nonostante
tutto riusciva a essere lucido e la cosa non piacque ad Hasu.
«Avermi
separato dagli altri non ti avvantaggerà» disse
Yukato tentando di intimorire la inu youkai «Anzi, mi hai
fatto un favore. In questo modo posso ucciderti tranquillamente senza
interferenze e lo farò con l’aiuto dei miei
compagni» in quel momento dal terreno emersero i
corpi di diversi tengu. Hasu non faticò a riconoscerli come
quelli che aveva sconfitto insieme a Shireiyama. Avevano
l’odore dei cadaveri e il loro aspetto era putrido, in
decomposizione e le orbite degli occhi vuoti rivolte verso di lei.
“Possibile
che li stia richiamando dal regno dei morti?” Hasu non lo
credeva possibile ma poteva ingannare i suoi sensi in quel modo?
«Ti
infliggerò le loro stesse sofferenze!» le
sputò addosso tutto il suo rancore.
Hasu smise di
farsi domande e si preparò a fermare ancora una volta quel
branco di tengu.
Alcuni degli
youkai si lanciarono contro tentando di ferirla. Nessuno di loro ebbe
successo e vennero tagliati dalla katana di Hasu. Le carni putrefatte
dei tengu vennero bruciate e quando caddero a terra, si dissolsero
nella polvere.
La katana di
Hasu aveva la capacità di scaldarsi fino a raggiungere la
temperatura della lava ma, il modo in cui divennero cenere quei corpi,
era esagerato.
Poi tutti i
cadaveri l’attaccarono insieme come una massa disorganizzata
e confusionaria. Ne colpì la maggior parte, qualcuno le
sfuggì e la ferì con gli artigli ma lei nemmeno
parve accorgersene. Infine dovette difendersi da delle lame di vento,
infrangendole con due fendenti di katana. Non si era mossa di molto,
giusto qualche movimento fluido, qualche fendente veloce e preciso.
Guardò con disappunto il sangue che le colava lungo il
braccio. Non si rese conto che l’avevano ferita a tal punto.
Seguì
una seconda ondata di tengu. Quelli che feriva, svanivano come polvere
portata via dal vento ma subito ne apparivano altri. Anche le lame di
vento continuavano a bersagliarla e una di queste le provocò
un profondo e doloroso taglio al fianco. Hasu si guardò il
fianco e represse il fastidioso dolore che provava.
“C’è
qualcosa che non va … perché non sento nulla
quando sono i tengu a ferirmi? E perché non finiscono
mai?” Hasu stava cominciando a capire cosa stava realmente
accadendo, continuando a difendersi. Arrivò la terza carica,
sempre con le stesse modalità.
“Ma
certo!” la inu youkai aveva finalmente capito cosa stesse
accadendo e si diede della stupida per non essersene accorta prima.
«
Yougantetsu !» Hasu pronunciò con decisione il
nome della sua katana durante il terzo attacco in massa dei tengu,
tagliando una striscia di terra davanti ai suoi piedi, la quale divenne
lava. Dalla striscia si sollevarono centinaia di goccioline di lava che
vennero lanciate contro ogni singolo tengu. Successivamente una falce
di roccia fusa, disintegrò due lame di vento e
colpì violentemente Yukato. In quel preciso istante tutti i
tengu sparirono e anche le ferite e il sangue che perdeva, fatta
eccezione per quella al fianco.
Yukato non aveva
richiamato nessuno. Proprio come pensava, si trattava di una semplice
illusione. Un’illusione ben curata e riuscita, tanto da
confondere i suoi sensi sviluppati.
«Arrenditi
e ti risparmierò la vita» Hasu si fece avanti,
convinta di avere la vittoria in pugno.
«Scordatelo!
Avrò la tua testa fosse l’ultima cosa che
faccio!» Yukato la trapassò con il suo sguardo
furente. Immediatamente si moltiplicò, circondando la inu
youkai. Hasu non ricadde nello stesso trucco per due volte di seguito.
Aveva compreso come distinguere le sue illusioni e, con estrema
rapidità, trafisse l’originale.
«Com’è
… possibile?» un rivolo di sangue gli
uscì dalla bocca.
«L’aspetto,
l’odore, i movimenti sono tutti perfetti ma alle tue
illusioni manca la volontà. La tua sete di vendetta
è così forte da essere percepibile anche se
dovessi perdere l’uso dei sensi» gli
spiegò Hasu «puoi ancora salvarti».
Yukato
però non avrebbe mai ceduto per aver salva la vita,
così tentò l’ultimo estremo tentativo
di uccidere la inu youkai, allungando velocemente la mano artigliata
verso la gola di Hasu. Fu costretto a mollare la presa per
l’eccessivo dolore che provò all’altezza
dall’addome. La Yougantestu stava progressivamente aumentando
la sua temperatura, provocando lo scioglimento del corpo del tengu.
Quest’ultimo si lasciò a qualche lamento straziato
prima di abbandonarsi alla morte.
***
Sesshoumaru era
impegnato a sostenere un difficile scontro con il suru youkai. Sembrava
essere più forte della volta precedente. Stava combattendo
con meno sfrontatezza e più attenzione. La sua
velocità era aumentata ulteriormente, rendendo quasi
impossibile colpirlo. La tempistica che vi era tra la difesa e
l’attacco rasentava la perfezione. Creava delle potenti
barriere difensive con lo scudo e nel momento più propizio,
sferrava micidiali fendenti tanto veloci da provocare un rumore che
stordiva l’avversario.
Per quel tipo di
combattimento Sesshoumaru cominciava a innervosirsi. Solo poche volte
era riuscito a creare danni al suru youkai: una quando usò
il colpo energetico di Bakusaiga, il quale era riuscito a creare
qualche crepa nello scudo, e una volta che lo prese alla sprovvista,
usando i suoi artigli avvelenati.
Allo stesso
tempo Zurugashi non era in grado di infliggere ferite gravi al suo
nemico. L’inu youkai gli teneva testa in velocità
e sembrava molto più motivato della volta precedente, come
se avesse uno scopo preciso. Inoltre, la volta scorsa c’era
stata quella strana ningen che coinvolse per studiarla. In quel momento
dall’inu youkai non percepiva nessun istinto omicida o
ostilità, forse un minimo d’istinto combattivo.
Malgrado ciò aveva rispetto per il suo avversario. Era
indubbiamente uno youkai dalla grande forza e valore.
«Siete
un degno rivale Sesshoumaru-sama» disse d’un tratto
il suru youkai in un attimo di pausa. Sesshoumaru si
meravigliò dell’improvviso rispetto con il quale
gli si era rivolto. Ricordava bene quanto fosse stato irritante la
mancanza di deferenza nei suoi confronti la prima vota che lo aveva
visto.
«Essere
cortese non ti risparmierà la vita» Zurugashi
scoppiò in una fragorosa risata.
«Ceto
che no! Lo so, lo so. Riconosco la vostra forza e per me è
sempre un onore scontrarmi con avversari di un certo livello»
«Dunque
è per questo che combatti?» il tono di voce si
Sesshoumaru era privo di ogni espressione, quasi come se la cosa non lo
riguardasse.
«In un
certo senso sì. Con il mio branco ho sempre viaggiato alla
ricerca di rivali da sconfiggere per dimostrare la mia
superiorità. Kyoufuumaru-sama è uno youkai dalla
forza straordinaria e per questo ho deciso di mettermi al suo servizio.
Questo non vuol dire che mi sia sottomesso a lui. Desidero essere il
migliore e quando sarò al suo livello, prenderò
il suo posto»
«E lo
aiuti? Il tuo ragionamento non ha senso» il suru youkai rise
ancora di gusto.
«Non
avete tutti i torti ma non sarà una naginata a fermarmi o
qualche terra in più» a quelle parole
Sesshoumaru assottigliò gli occhi ma Zurugashi non se ne
accorse, continuando «Kyoufuumaru-sama diventerà
ancora più temibile e dimostrare di essergli superiore, mi
darà maggiore soddisfazione»
«A
cosa mira questo Kyoufuumaru?»
«Dovrete
guadagnarvele queste informazioni»
«Stolto!
Credi di potermi sconfiggere?» Sesshoumaru non desiderava
altro che mettere a tacere quella scimmia.
«Lo
vedremo!» lo provocò.
Tornarono alle
loro posizioni di combattimento. Le tattiche di attacco e difesa non
cambiarono fino a quando Sesshoumaru non ebbe un’idea.
Con una finta
indusse il suru youkai ad attaccare con il rochin, invece di schivare o
parare, attaccò con la Bakusaiga il rochin stesso. Il potere
corrosivo della spada si abbatté sull’arma e si
propagò al timbei.
«Cosa?»
Zurugashi non poteva credere a quello che stava succedendo.
Sesshoumaru
aveva avuto l’intuizione giusta. Il suo nemico non era solo
abile nell’alternare difesa e attacco ma esisteva un vero e
proprio legame tra le due armi, come se fossero una sola. Grazie a
ciò la corrosione si propagò da l’una
all’altra arma.
Il suru youkai
fu costretto ad abbandonare le sue armi per non lasciare che la
corrosione si trasmettesse al suo stesso corpo.
Era giunto il
tempo di terminare quel duello, che si era protratto fin troppo.
Sesshoumaru scattò in avanti e trafisse Zurugashi con la sua
mano artigliata. Il suru youkai aveva provato a fermarlo, afferrandogli
la mano ma dovette cedere alla sua forza.
«I
miei artigli sono velenosi. Ti condurranno alla morte in pochi minuti.
Ora parla» disse trionfante Sesshoumaru.
Zurugashi
sogghignò mesto, costretto ad arrendersi
all’evidenza. In un attimo la situazione era stata ribaltata
e lui non aveva più vie di scampo.
«Alla
fine avete vinto voi … sia! Vi dirò cosa volete
sapere»
«A
cosa mira Kyoufuumaru?»
«Alla
conquista delle terre dell’Ovest. Le vostre terre erano il
sogno di conquista del padre di Kyoufuumaru-sama. Il figlio ha
ereditato questa volontà ed è lo scopo per il
quale si è addestrato per un’intera vita»
«Per
un motivo così futile si è impossessato
dell’Hakaitsume?»
«Sì!
Quell’arma gli conferirà la forza necessaria per
uccidere voi, figli di Inu no Taisho»
«Anche
se non è completa?»
«E’
sufficiente. Kyoufuumaru non è solo forte. E’
astuto e ha un ottimo collaboratore»
«Chi
è?»
«Un
houshi dall’elevato potere spirituale e dallo smisurato odio
verso gli youkai»
«L’ultima
domanda. Perché Kyoufuumaru-sama ha attaccato la donna di
nome Moriko?»
«Non
mi domandate come mai un monaco che odia gli youkai, collabora proprio
con loro?»
«Non
mi interessa! Rispondi alla mia domanda»
Il suru youkai
sorrise al cambiamento di tono nella voce di Sesshoumaru. La donna a
cui si riferiva era la stessa ce l’aveva quasi ucciso. Ci
aveva visto giusto. Sesshoumaru provava qualcosa per lei.
«All’inizio
non vi era stato alcun motivo ma da quell’incontro casuale
Kyoufuumaru-sama fece una scoperta assai interessante»
Sesshoumaru lo indusse a proseguire «in lei è
sigillata la seconda parte della naginata» la notizia
scioccò l’inu youkai.
Come era
possibile? Per tutto il tempo che era stato al suo fianco non si era
accorto di nulla, nemmeno Hasu e Shireiyama lo sospettavano. Eppure
quella poteva essere la spiegazione all’origine del suo
strano potere.
«Sesshoumaru-sama
dovreste affrettarvi o della vostra umana non rimarrà
nulla»
«Non
vorrai dire …»
«Sì,
Sesshoumaru-sama. Kyoufuumaru-sama in questo momento è nelle
vostre terre per completare l’Hakaitsume» in uno
scatto di rabbia, penetrò ulteriormente nella carne e
iniettò il suo veleno. In pochi attimi Zurugashi
morì.
Dietro di lui
Hasu e Inuyasha avevano sentito tutto.
«Torniamo
a palazzo»
Salve! Lo so vi
sto tenedo sulle spine per Moriko (almeno spero non vi siate
dimenticati di lei) ma bisognava dedicare un pò di
attenzione ai fratelli e poi un pò di attesa non ha mai
fatto del male a nessuno.
Bando alle
ciance ... Sesshoumaru, Inuyasha e Hasu si sono finalmente sbarazzati
di quei tre e corrono a palazzo per fermare Kyoufumaru ... ma cosa
sarà successo a Moriko e agli altri nel frattempo?
Ecco l'immagine
del capitolo clicca
qui e con questo vi saluto
Alla prossima ;)
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Capitolo 16 *** Tsuyo ***
FFI_16
TSUYO
Aveva svolto il suo compito eccellentemente. Il suo signore ne era
soddisfatto, il quale non nascondeva la brama di possedere finalmente
l’Hakaitsume completa. Il washi youkai l’aveva
incitato a consegnargli la seconda parte dell’arma e stava
per farlo, quando dalla donna, che era ancora sofferente a terra,
avvertì qualcosa d’insolito. Su di lei era imposto
un ulteriore sigillo, decisamente più particolare. Non
l’aveva mai visto di persona ma ne aveva studiato il
funzionamento. Davvero non credeva che qualcuno avesse mai potuto
usarlo realmente.
«Kyoufuumaru-sama, vi prego di aspettare. Ho
qualcos’altro da fare con questa donna» il washi
youkai non capì ma sapeva che di sicuro il suo fidato
alleato aveva scoperto qualcosa d’interessante.
«Moriko …» Shireiyama provò
disperatamente di sottrassi al peso di Kyoufuumaru, inutilmente. Non
aveva più un briciolo di energia demoniaca ma aveva paura
che potessero far del mare a Moriko o peggio che la uccidessero.
«Moriko» chiamò ancora.
«Taci!» l’okami youkai emanò
un urlo soffocato per il dolore. Kyoufuumaru per zittirlo aveva girato
la lama nella ferita, provocandogli una fitta terribile. Shireiyama non
poteva fare altro che guardare. Nessuno degli altri presenti era
riuscito ad infrangere la barriera dell’houshi e nessuno
poteva soccorrerla.
Katashi all’interno della barriera si era inginocchiato ad
esaminare Moriko: non aveva nemmeno la forza di alzarsi e respirava
affannosamente, eppure i suoi occhi non vacillavano. Era determinata a
non morire e liberarsi da quella situazione.
«Tra poco starai meglio vedrai»
«Bastardo lasciami andare … hai preso quello che
volevi … lasciami» Katashi ignorò le
sue proteste, si allontanò di qualche passo e prese due fuda
bianchi. Si ferì leggermente un dito e col suo sangue
scrisse qualcosa sui fuda, che appoggiò a terra lasciando
dello spazio tra loro.
“Dannazione devo fare qualcosa” Moriko
guardò il suo machete poco distante. Se fosse riuscita a
prenderlo, avrebbe potuto fermare l’houshi e salvarsi.
Katashi si sedette con le gambe incrociate in meditazione.
Moriko si fece forza e cominciò ad alzarsi con le gambe e le
braccia che le tremavano. Prese il machete e provò a
tralasciare il dolore. Non si sarebbe arresa fino all’ultimo.
I due fuda si sollevarono e si posizionarono ai lati di Moriko, creando
due colonne luminose dalle quali venivano liberate piccole scariche
elettriche.
Moriko fu costretta ad inginocchiarsi come se qualcosa la stesse
spingendo verso il basso.
“Non voglio!” Moriko lanciò il machete
nella direzione di Katashi. L’houshi fu pronto a schivarlo
anche se gli lasciò un graffio sul volto.
«Non dovresti opporti. Sto per farti un favore»
«Se voi farmi un favore, lasciami andare!»
ribatté Moriko al limite della sopportazione. Stava lottando
contro l’orribile sensazione che le attanagliava
l’anima. Come qualcosa di già provato, la stessa
orribile sensazione dei suoi incubi.
«Tu hai un potere particolare o meglio dovrei dire
… avevi. Non ti sei mai domandata da dove
venisse?» Moriko lo fissava. Aveva catturato la sua
attenzione e per un attimo si dimenticò in che situazione
disperata si trovasse.
«La tua abilità di manipolare il potere demoniaco
è la stessa della parte della Hakaitsume imprigionata dentro
di te. Non facevi altro che utilizzare il suo potere» tutta
l’attenzione era rivolta al monaco, che compiaciuto,
continuò la spiegazione «un normale essere umano
non può farlo ma uno youkai sì»
«Uno … youkai» sussurrò
Moriko incredula. Quel tizio stava dicendo che lei era uno youkai?
«Ti farò tornare quello che eri» Katashi
congiunse le mani e per Moriko tutto divenne confuso, le si
acutizzò il dolore e udì le parole
dell’houshi come strani suoni. Ciò che le aveva
appena detto la mandò in confusione e non ebbe
più la forza di reagire. Tutto si fece nero.
«Moriko nee-chan!» urlò Rin spaventata
per la sorte dell’amica.
Noumu si fermò, senza più lottare come se
qualcosa l’avesse bloccato. Lo stesso fecero Shippo e Jaken.
Shireiyama aveva compreso ciò che l’houshi aveva
fatto a Moriko, come lo avevano capito gli altri youkai presenti: il
suo odore era cambiato.
La barriera si dissolse e ogni luce svanì, mostrando
chiaramente i due che vi erano all’interno. Di
fronte a Katashi vi era una youkai dall’aspetto identico a
quello di Moriko, differenziava solo per alcuni dettagli. I lineamenti
erano meno arrotondati, gli occhi divennero blu come i capelli, artigli
e canini erano lunghi e affilati.
Si reggeva la testa con una mano per un fastidioso dolore.
«Ma che diamine! Che cavolo volevi fare monaco?»
disse infastidita. Sollevò la testa e si sentì
spaesata. Quello scenario non era quello che si ricordava, non
c’erano tutte quelle persone intorno a lei in più
si trovava in una foresta e non in un giardino di un palazzo. Guardando
meglio quello non era nemmeno l’houshi che voleva sigillarla.
«Chi sei?» domandò pronta alla lotta.
«L’uomo che ti ha aiutata»
«E l’altro houshi?» inizialmente Katashi
contrasse le sopracciglia non capendo, poi intese che molto
probabilmente si riferiva all’houshi che gli aveva imposto il
sigillo. Voleva dire che non aveva ricordi di quando era stata una
ningen?
«Non c’è nessun altro houshi
qui» la youkai restò sospettosa. Improvvisamente i
suoi sensi venero attirati da un’aura demoniaca decisamente a
lei familiare. Si voltò nella direzione di uno youkai con un
paio di grosse ali, che teneva conficcata un’arma nel corpo
di un altro youkai.
«Hakaitsume … » le uscì solo
un filo di voce tale fu la sorpresa. L’arma che fu sua un
tempo, che era andata persa, nascosta chissà dove da quel
bastardo di inu youkai.
Kyoufuumaru sogghignò, divertito dalla svolta che avevano
preso gli eventi. Il suo fedele Katashi aveva fatto una scoperta
davvero interessante.
Liberò Shireiyama e andò incontro alla youkai.
«Conosci quest’arma?»
«Come fai ad averla?» la youkai lo fissava
intensamente.
«Quindi la conosci. Non dirmi che sei lo youkai a cui
è stata sottratta da Inu no Taisho?»
domandò ancora, superandola e andando a recuperare il
secondo pezzo della naginata ancora nelle mani di Katashi.
Godette nel vedere la youkai mostrare le zanne e ammettere
così che era lei.
«La rivuoi, non è vero?» lentamente
staccò la parte fasulla della Hakaitsume e
congiunse le due autentiche «mi dispiace ma ora appartiene a
me»
«Bastardo!» ringhiò la youkai.
«Moriko allontanati! Va via da lui!» lo youkai
ferito urlò rivolgendosi a lei. La youkai si concesse di
distogliere lo sguardo dal suo interlocutore.
«Chi è questa Moriko? Non è
il mio nome» Shireiyama temette che le cose stavano, se
possibile, per peggiorare.
«Sei tu Moriko! Quell’houshi ti ha liberato da un
sigillo che ti ha reso umana»
«Cosa stai blaterando? Io umana?» disse disgustata.
«Non ascoltarlo! Sei una youkai e a quanto vedo potente.
Diventa mia alleata, in questo modo potrai per lo meno tenere
sott’occhio l’Hakaitsume» le propose
Kyoufuumaru sfacciatamente. Sapeva che, con la naginata nelle sue mani,
una youkai come lei non poteva competere e, a meno che non fosse del
tutto pazza, non si sarebbe mai messa a fronteggiarlo.
«Non farlo, Moriko!» la implorò
Shireiyama. Faticava anche a muoversi ma non poteva certo lasciarla
andare.
«Smettila con questa Moriko! Io sono Tsuyo! La yasei inu
youkai Tsuyo» affermò con decisione. Aveva come un
vuoto di memoria e quella situazione le sembrava assurda. Si trovava in
un luogo di cui non aveva memoria ma che aveva un odore che le
ricordava vagamente Inu no Taisho. Era ricomparsa
l’Hakaitsume ed era nelle mani di uno youkai potente. Un
altro la chiamava Moriko senza saperne il perché e
infine le aveva detto che era diventata umana … assurdo!
Doveva capirci qualcosa di più ma aveva bisogno di tempo.
Noumu era rimasto scioccato per tutto il tempo come Rin, Shippo e Jaken
che gli erano a fianco. Moriko, la sua amica Moriko, era diventata una
youkai e rischiava che quel Kyoufuumaru la portasse via. Non
l’avrebbe permesso e d’istinto si lanciò
all’attacco sul washi youkai. Nel momento che stava per
balzargli alla gola, ricevette un violentissimo colpo che lo fece
volare via per alcuni metri. Tsuyo l’aveva fermato, non
gradendo l’interferenza.
«Noumu!» Rin corse da lui incredula, seguita dal
kitsune. Jaken era sorpreso quanto la ragazzina e comprese meglio di
tutti quanto la cosa stava diventando pericolosa e raggiunse Rin per
proteggerla.
Shireiyama sbarrò gli occhi non potendo crederci. Moriko non
l’avrebbe mai fatto.
«Qual è la tua scelta, Tsuyo?»
Kyoufuumaru trattenne un sorriso di vittoria poiché
conosceva la risposta.
«Mi alleerò con te» in quel momento le
sembrò la decisione più sicura per lei. Non era
saggio inimicarsi uno youkai potente, con in più in possesso
dell’Hakaitsume. In seguito avrebbe pensato a un modo per
impadronirsene.
«Molto bene!» dopodiché si rivolse ai
suoi nemici «da questo momento il palazzo del Signore
dell’Ovest appartiene a me»
«Rin dobbiamo andarcene! Qui è
pericoloso!» Jaken la supplicava tirandola per un braccio.
«Aah! Sta guardando da questa parte!»
strillò spaventato all’occhiata di Kyoufuumaru e
tirò con maggiore forza.
«Tsuyo occupatene tu» alla youkai non fece piacere
ricevere ordini ma non si sarebbe messa a protestare, almeno per il
momento.
Si girò e cominciò a camminare verso di loro
molto lentamente.
«Rin!» continuò a pregarla Jaken insieme
a Shippo, il quale aveva compreso che non c’era altro da
fare. La ragazza scuoteva Noumu che non dava cenno di volersi
allontanare. Aveva negli occhi una luce pericolosa e si capiva
chiaramente che non avrebbe permesso a Moriko di compiere quella
sciocchezza. Tuttavia in quel momento non era in grado di competere con
lei in forma demoniaca.
Tsuyo avanzò il passo e compì un balzo per
attaccarli con la sua mano artigliata.
I tre chiusero gli occhi ma il colpo non arrivò. Alzando lo
sguardo, videro due youkai che li avevano protetti. Erano i due
servitori di Sesshoumaru che si occupavano del palazzo.
«Jaken-sama, vi abbiamo preparato una via di fuga»
disse Sunao alle spalle di Shunji che tratteneva a fatica la mano della
yasei inu youkai.
«Noumu vieni qui!» Shireiyama ringraziò
mentalmente il cielo per l’intervento tempestivo dei due
servitori. Si era faticosamente rimesso in piedi e aveva richiamato
Noumu con tutta l’autorità che possedeva su quel
lupo. Doveva mettere tutti al sicuro, in quello stato Moriko non
avrebbe ragionato.
«Noumu ti ordino di venire qui immediatamente!»
insistette, vedendo che l’okami youkai titubava. Alla fine
Noumu dovette cedere, fece salire tutti sulla sua groppa e infine
Shireiyama.
«Segui le indicazioni di Jaken» gli
ordinò. Il kappa sapeva di sicuro qual era la via di fuga
che i due youkai avevano preparato per loro «Sunao, Shunji
dovete raggiungerci anche voi!» fu l’ultima cosa
che disse Shireiyama. Era sfinito e non sapeva più dove
prendere la forza per reggersi su Noumu.
«Sì, Shireiyama-sama!» risposero
all’unisono e seguì un urlo per cacciare indietro
Tsuyo.
I quattro fuggirono grazie al prezioso tempo che Sunao e Shunji gli
avevano concesso.
***
Correva freneticamente con Sesshoumaru al suo fianco, agitato quanto
lei, e Inuyasha dietro che faticava a tenere il passo.
Non poteva ancora crederci eppure sembrava tutto così
chiaro, come se ogni tassello tornasse al suo posto.
Lo strana capacità di Moriko altro non era che il potere
dell’Hakaitsume. Sentendo i racconti di Miyoga,
un’idea del genere non l’aveva neppure sfiorata.
Come era mai possibile che un’arma sigillata decine
e decine di anni prima si trovasse nel corpo della sua piccola allieva.
Si maledisse per non esserne accorta, si maledisse per essersene
andata, per non aver compreso i piani di quel Kyoufuumaru e averli
assecondati. Sperava solo di arrivare in tempo, che Moriko e Shireiyama
stessero bene e con loro tutti gli altri.
Tormenti simili assillavano la mente di Sesshoumaru. Se solo quel
Kyoufuumaru avesse torto un capello a Moriko o peggio a Rin, non
avrebbe visto l’alba di un altro giorno.
Un odore li fece fermare. Sembrava che lo conoscessero ma aveva
qualcosa di diverso.
“Moriko?” fu il primo pensiero di Hasu ma temeva
che non sarebbe stata lei a venirgli incontro.
Comparve una youkai con indosso un kimono di colore azzurro, capelli
sciolti blu e occhi dello stesso colore, per il resto era identica a
Moriko. Anche il suo odore era lo stesso con l’aggiunta di
quello di un inu youkai, solo più selvaggio, probabilmente
faceva parte della famiglia degli yasei inu youkai.
«Moriko …» Hasu ricevette
un’occhiataccia da parte della youkai.
«Kyoufuumaru mi manda a riferirvi che ha preso possesso del
palazzo del Signore dell’Ovest e che non ci vorrà
molto tempo prima che vi uccida» la youkai parlava in modo
distaccato come se la cosa non la riguardasse. Detto ciò che
doveva, stava per andarsene.
«Sei Moriko non è vero?» insistette
Hasu. Quello che stava dicendo era illogico ma oltre la somiglianza,
c’era qualcosa dentro di lei che le diceva che era
così.
«Il mio nome è Tsuyo!» sbottò
adirata la youkai. Era stata chiamata ancora una vota con quel nome che
non le diceva nulla.
«Che ne è stato di quelli che erano a
palazzo?» Sesshoumaru si fece avanti affiancando la sorella.
Esattamente come lei, quella youkai le ricordava Moriko per quanto
sembrasse impossibile.
«Sono fuggiti ma l’okami youkai più
forte era ferito gravemente» disse fissando Sesshoumaru senza
paura. L’inu youkai non poté che associare quegli
occhi a quelli di Moriko.
La notizia li aveva messi in agitazione ma almeno sapevano che erano
vivi.
«Non ho altro da dirvi» Tsuyo scattò
all’indietro, voltandosi per tornare a palazzo.
«Aspetta!» Hasu volle afferrarla, trattenerla e
indagare su quella youkai. Anche Sesshoumaru volle fare la stessa cosa,
purtroppo la youkai fu troppo veloce. Stavano per partire al suo
inseguimento quando vennero fermati da Inuyasha.
«Siete impazziti?» li afferrò entrambi
per le maniche.
«Non intrometterti!» ringhiò Hasu.
«Volete farvi ammazzare? Quella è diretta al
palazzo dove sta Kyoufuumaru»
«Lo so benissimo»
«E allora datevi una calmata! Troviamo gli altri e poi
penseremo a cosa fare» disse Inuyasha più calmo.
Aveva ragione lui, seguendola si sarebbero messi solo in pericolo.
Poteva trattarsi di una trappola e, in ogni caso, sapevano dove si
trovasse quella youkai tanto somigliante a Moriko.
Sesshoumaru continuò a fissare la direzione del suo palazzo.
Punire con la morte Kyoufuumaru per quel che stava facendo era il
minimo, però trovare gli altri era più importante
e avrebbero chiarito chi fosse la misteriosa youkai.
***
Sunao e Shunji, anche loro messosi in salvo, avevano atteso il ritorno
del loro padrone in un luogo sicuro, distante dal rifugio in cui
stavano gli altri. Erano piuttosto mal ridotti ma ancora abbastanza in
forma per muoversi da soli.
Gli avevano brevemente raccontato gli ultimi avvenimenti, purtroppo la
loro versione aveva molti buchi. Non avevano assistito a tutto
poiché quando capirono che Shireiyama non sarebbe riuscito a
sconfiggere il washi youkai, erano corsi a preparare la via di fuga.
Verso est, in una grotta tra le montagne, avevano trovato riparo gli
scampati all’attacco. Shireiyama aveva infine ceduto e
dormiva da parecchio tempo per recuperare le forze. La sua ferita era
seria ma nulla di mortale, ciò che aveva avuto i maggiori
effetti negativi, era l’aver sopportato per troppo tempo
l’Hakaitsume nel proprio corpo mentre questa gli sottraeva
energie. Rin e Shippo erano ancora scossi, incapaci di realizzare
appieno quello che avevano subito. In particolare Rin non si era
nemmeno accorta di aver messo da parte i suoi timori per i due okami
youkai. E come poteva con Noumu in quello stato? Le faceva pena vedere
il fiero lupo rannicchiato in un angolo a fissare il vuoto. Sembrava
che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all’altro.
Jaken da un lato si sentiva sollevato dall’aver messo in
salvo Rin, almeno Sesshoumaru non l’avrebbe ucciso,
dall’altro prevedeva che l’umore del suo signore
non sarebbe stato dei migliori e immaginava che ci sarebbe andato di
mezzo.
Moriko non c’era.
La sua assenza aveva messo in allarme i tre fratelli e i loro sospetti
vennero confermati dal racconto di Jaken e Rin. Alla ragazza costava
fatica trovare le parole da utilizzare e quando diventava troppo
pesante, Jaken interveniva e continuava fino a quando Rin non se la
sentiva di proseguire.
Quella notte nessuno riuscì a riposare. Hasu, nella parte
più interna della grotta, teneva la testa del compagno sulle
gambe. Gli accarezzava i capelli, realizzando solo in quel momento che
aveva rischiato di perderlo per davvero.
Inuyasha stava per i fatti suoi seduto sul ramo di un albero appena
fuori della grotta. Rifletteva su quali sarebbero state le conseguenze
dell’insediamento di Kyoufuumaru nel palazzo di Sesshoumaru e
se avrebbe potuto avere ripercussioni non solo sugli youkai ma anche
sui i ningen.
Sesshoumaru era con le spalle appoggiate alla parete
d’ingresso della grotta. Chiunque si fosse soffermato ad
osservarlo non avrebbe potuto definirlo se non normale. Tutto
ciò che non era. Mille pensieri e domande gli affollavano la
mente. Era pieno di rabbia nei confronti di quel dannato di Kyoufuumaru
e più importante Moriko le era sfuggita dalle mani. Ora
riusciva a spiegarsi perché provasse tanto interesse nei
confronti della donna e che lei in realtà fosse una youkai,
si poteva dire che l’aveva reso felice.
Tuttavia quella non era Moriko. Le assomigliava nell’odore e
nell’aspetto ma era una youkai che non poteva aver nulla
dell’umanità di prima. Anche se il suo sguardo per
poco era stato quello di Moriko. Forse la ningen Moriko non era del
tutto scomparsa.
«Sesshoumaru-sama, posso?» chiese gentilmente Rin.
Sesshoumaru annuì. La ragazza aveva bisogno di sentire la
sua vicinanza.
«Sesshoumaru-sama, Moriko tornerà quella di
prima?»
Dunque anche Rin pensava alla sorte della donna.
«Quella di youkai è la sua vera natura»
«Non mi riferivo a quello. Quando si è trasformata
in youkai, mi è parsa violenta e aggressiva come se fosse
stata un'altra persona»
L’istinto combattivo, a stento trattenuto che aveva avvertito
chiaramente Sesshoumaru, Rin l’aveva visto sotto forma di
violenza scagliata contro Noumu.
«Il suo sguardo…» Rin non
capì e guardò Sesshoumaru con
perplessità.
«Era quello di Moriko. Solo per poco ma era Moriko»
lo stava dicendo per fare forza a Rin e allo stesso tempo per
convincere se stesso.
«Sesshoumaru-sama, salvate Moriko»
«Lei mi aveva promesso che avrebbe aspettato il mio ritorno
per poi viaggiare insieme a noi. Le farò mantenere quella
promessa, che lei lo ricordi o no» Rin si rincuorò
a quelle parole.
Sesshoumaru teneva davvero a Moriko e non avrebbe rinunciato a lei
facilmente. Più tranquilla si appoggiò alla
spalla dell’inu youkai. Nessuno li stava guardando e
Sesshoumaru la lasciò fare. Un po’ alla volta il
sonno ebbe la meglio e si addormentò.
Salve!!!
Ahi ahi la situazione si è fatta complicata! Chi l'avrebbe
detto che Moriko fosse addirittura una youkai (credo che si fosse
intuito). E ora che faranno?
Siamo alle battute finali e il confronto con Kyoufumaru si avvicina.
Un grazie speciale a Mac99
e ScarlettloveTomRiddle
e tutti coloro che
continuano a leggere.
Quasta volta vi saluto con una piccola novità : clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 17 *** C'è ancora speranza ***
C'
E' ANCORA SPERANZA
Il palazzo non era male. Era grande, elegante e in un’ottima
posizione … peccato per quell’odore persistente di
inu youkai. Col tempo anche quello sarebbe sparito.
Kyoufuumaru se ne stava nella sala principale a godersi la sua prima
conquista. Tutto stava andando come aveva previsto, l’unica
vera perdita furono i suoi tre servitori mandati a sviare le tracce ai
tre fratelli. Avevano svolto il loro compito ed erano morti, tuttavia
sarebbero stati rimpiazzati presto da schiere di youkai provenienti dal
nord.
Appoggiato ad una parete non lontano da lui, Katashi si era appisolato.
Doveva essere davvero molto stanco per addormentarsi in sua presenza e
appena sveglio si sarebbe scusato almeno un centinaio di volte. Era
stano per lui avere un ningen come alleato eppure poteva dire di
fidarsi ciecamente solo di quell’houshi. Senza considerare la
sua forza non indifferente.
Un piccolo suono destò il ningen dal sonno.
«Ben svegliato» Katashi si riprese subito e
capì di essersi addormentato in presenza del suo signore. Si
sentiva ancora terribilmente stanco dopo aver sciolto due potenti e
antichi sigilli.
«Perdonate la mia debolezza, mio signore»
«Non vedo alcuna debolezza. E’ inevitabile
rilassarsi con questa calma» Kyoufuumaru era sereno come
poche volte lo era stato. Sapeva di essere solo all’inizio
dell’opera ma era fiducioso e si sarebbe goduto ogni attimo.
«Gradirei non mi viziaste, Kyoufuumaru-sama» il
tono del monaco era sempre serio. Kyoufuumaru rise piano.
Sapendo che qualunque altra scusa sarebbe stata inutile, Katashi, si
alzò per andare altrove.
«Dove vai?» gli domandò Kyoufuumaru,
quasi dispiaciuto.
«Sopra a dormire in un posto più
conveniente»
«Già che ci sei porta questi a Tsuyo» il
washi youkai estrasse dalla manica dei pezzi di carta.
«Quelli che abbiamo trovato nella biblioteca?»
«Sì. Lei ricorda qualcosa?»
domandò come ultima verifica prima di consegnargli i fogli.
«Pare non ricordi nulla» Kyoufuumaru
annuì e lasciò i fogli alle cure di Katashi.
***
Continuava a camminare per tutto il palazzo, incapace di darsi pace.
Cercava di non mostrare la sua agitazione e sembrava riuscirci ma
dentro di lei albergavano fin troppe domande senza risposta. Aveva un
grosso vuoto di memoria e quel posto non faceva che aumentare la
confusione.
Si fermò, ancora una volta, davanti ad una stanza che aveva
un odore decisamente simile al suo. Un odore che sapeva di umano, ma
che ricordava il suo. Tutto in quel posto le sembrava conosciuto
nonostante potesse affermare con certezza di non esserci mai stata. Il
nome Moriko tornava prepotente nella sua mente in ogni attimo di
silenzio, come si facevano spazio le voci di quelli che
l’avevano chiamata Moriko e altre che non sapeva a chi
appartenessero.
Fece scorrere la porta della stanza per entrarvi. Si bloccò
quando percepì che il monaco umano si stava avvicinando.
Richiuse la porta e gli andò incontro.
«Tsuyo, stavo cercando te!» esordì
Katashi con calma e un po’ di sonnolenza.
La youkai aggrottò le sopracciglia infastidita.
«Cosa vuoi?»
«Kyoufuumaru-sama mi porta a consegnarti questi» e
le porse i fogli.
Tsuyo guardò prima i pezzi di carta e poi i suoi occhi. Quel
ningen la spaventava e la calmava allo stesso tempo e non sapeva cosa
aspettarsi da lui.
«Perché un ningen mite come te serve uno youkai
assetato di potere come Kyoufuumaru?» domanda diretta senza
troppi giri di parole. Era uno dei tanti quesiti che affollavano la sua
testa.
«Perché una domanda del genere?»
«Voglio capire chi siete e se posso fidarmi di voi»
Katashi rimase sorpreso. Forse c’era davvero la
possibilità di portare quella youkai dalla loro parte.
«Andiamo a sederci» Katashi
l’invitò ad entrare nella prima stanza
più vicina. Tsuyo accettò e si
accomodò al centro della stanza seguito
dall’houshi. I movimenti di Katashi erano lenti e misurati e
si concesse pochi minuti prima di riprendere la parola.
«Kyoufuumaru-sama non si può certo definire un
animo gentile o di buon cuore, è pur sempre uno youkai e
molto potente per giunta. Kyoufuumaru-sama è uno youkai a
cui piace dimostrare la sua forza ma non è
spietato» il tono della voce si fece più fermo
«già da molto giovane detestavo il mondo in cui
vivevo. Un piccolo villaggio di samurai con l’unico scopo
nella vita di fare la guerra. Mi rifiutai di seguire quella via segnata
dal sangue e decisi di diventare un monaco. Ero felice della scelta
fatta e ogni giorno mi impegnavo con tutte le mie forze. Ero al seguito
di un gruppo di houshi erranti e portavamo il nostro aiuto ai bisognosi
che incontravamo. Però, passava il tempo e il dolore, la
cattiveria, le ingiustizie, la guerra e la violenza non finiano mai.
Una notte, in un villaggio saccheggiato dai banditi, come se non
bastasse, arrivò anche uno sciame di youkai assetati di
sangue, uccidendo tutti. Io lottai senza arrendermi e alla fine
comparve uno youkai alato che pose fine alla vita di quegli altri.
Pensavo volesse uccidere anche me e invece mi disse che quelle terre
sarebbero presto passate sotto il suo controllo e che potevo trovarmi
un altro villaggio in cui vivere, poiché nessuno si sarebbe
opposto alla sua forza. In quel momento realizzai cosa dovevo fare per
fermare la volenza che permeava il mio mondo. Sotto il dominio di
Kyoufuumaru-sama nessuno avrebbe osato ribellarsi e anche gli umani,
con il giusto timore, avrebbero cessato di farsi la guerra. Per mia
fortuna ho grandi poteri spirituali e Kyoufuumaru-sama mi prese con
se»
Tsuyo ora sapeva a cosa aspirava il washi youkai.
«E se qualcun altro reclama il potere che Kyoufuumaru
vuole?» era chiaro che Tsuyo stesse facendo riferimento a se
stessa.
«Verrebbe spazzato via. In questo momento non
c’è ningen o youkai che può
batterlo» Katashi riacquistò vigore «se
decidi di essere sua alleata e non sua nemica, Kyoufuumaru-sama ti
considererà una sua pari» detto ciò,
tornò a porgerle i fogli.
«Non hai sentito nemmeno la mia risposta?»
«So già che farai quello che ti dirà.
Sei saggia abbastanza per sapere che non puoi competere con lui. Se un
giorno perderai la ragione e vorrai sottrargli il suo potere, io ti ho
avvisato riguardo la fine che farai»
«Tsk!» Tsuyo si innervosì. Quanta
insolenza da parte di un ningen!
Prese i fogli e lesse il contenuto. Era nomi di tre oggetti e due
luoghi.
«Che roba è?»
«Se leggi con attenzione capirai che hanno un nesso con
l’Hakaitsume»
Facendo più attenzione sul foglio c’era una specie
di titolo che recitava “Oggetti sigillo
Hakaitsume”. Rilesse con più attenzione.
«Kyoufuumaru-sama vuole che recuperiamo questi oggetti o
almeno uno, per evitare che l’Hakaitsume possa essere
nuovamente sigillata»
“La pietra dell’aldilà che possiede mia
madre … è un palazzo tra le nuvole …
da casa nostra devi procedere verso sud-est ma lascia perdere non
sopporta la vista di un okami youkai, figurati una ningen”
diverse voci si susseguirono nella mente di Tsuyo. Ne riconobbe solo
una, l’ultima, ed era quella dell’okami youkai che
Kyoufuumaru aveva infilzato con la naginata. Le apparve anche
l’immagine di una casa per metà nella roccia e
stranamente le parve di sapere dove si trovasse. Scosse la testa come
per riordinare i pensieri.
«Qualcosa non va?» si preoccupò Katashi.
«Tutto bene. So dove si trova il frammento per la via dei
morti»
***
Nella grotta il gruppo di youkai, Inuyasha e Rin, stavano decidendo il
da farsi.
Sunao e Shunji erano sempre nei dintorni a controllare se ci fossero
pericoli.
«Non ci resta che trovare quei tre oggetti e sbarazzarci
dell’Hakaitsume» Shireiyama ancora non riusciva a
sopportare la sconfitta e ciò che aveva permesso facessero a
Moriko.
Appena ripresosi non perse tempo e coinvolse tutti nel mettere su una
strategia d’azione.
«Tu ricordi tutto, Rin? Oggetti e luoghi?» si
sincerò Inuyasha. Non aveva voglia che qualcuno si doveva
introdurre nel palazzo controllato da Kyoufuumaru per recuperare gli
appunti di Moriko.
«Ogni cosa! Ho lavorato anch’io insieme a
Moriko» affermò con sicurezza Rin.
«Anch’io ricordo tutto alla perfezione»
si aggiunse anche Shippo a dare man forte alla ragazza.
«Faremo prima se ci dividiamo, tutti
d’accordo?» Hasu, più che chiedere un
parere, sembrò aver impartito un comando. Tutti annuirono.
«Rin verresti con me e Noumu?» l’okami
youkai si rivolse direttamente alla ragazza, senza interpellare il
parere di nessun altro.
Rin non si aspettava una richiesta simile. Perché voleva che
fosse lei ad accompagnarlo? Sarebbe dovuta stare sola con i due okami
youkai?
Shireiyama vedendo che esitava, aggiunse «eravamo noi
presenti, quando hanno strappato dal corpo di Moriko la parte
dell’Hakaitsume e quando l’hanno riportata allo
stato di youkai. Sei accorsa in aiuto di Noumu e hai sofferto insieme a
noi per la sorte di Moriko. Se io e Noumu non ti facciamo
così tanta paura, vorrei che a recuperare uno degli oggetti,
fossi con noi» Shireiyama fu sincero e passionale come era di
solito.
Rin non ci aveva pensato che, nel momento dell’attacco, aveva
messo da parte la sua paura per Noumu e quel po’ che provava
nei confronti del compagno di Hasu. Forse un po’ di timore
ancora l’aveva, ma si poteva fidare. Lì aveva
conosciuti un po’, inoltre se fosse stato pericoloso per lei,
Sesshoumaru non l’avrebbe permesso.
«Va bene! Verrò con voi» Shireiyama
sorrise contento.
«Shippo tu?» Shireiyama si rivolse anche al piccolo
kitsune.
«Vorrei stare al fianco di Inuyasha» gli rispose
conciso. Era preoccupato per l’umore dell’amico e
non se la sentiva di lasciarlo solo.
Shireiyama annuì.
«Ovviamente tu verrai con noi, Jaken!»
«Eh? Io? E perché?»
«Come perché? Eri anche tu presente in quel
momento»
«Devo proprio Shireiyama-sama? Sapete pensavo che forse sarei
potuto restare qui di guardia …» Jaken
provò a scappottarsela in qualche modo.
«Ci sono già Sunao e Shunji» Sesshoumaru
gli distrusse ogni speranza.
Disperato provò con Hasu, piagnucolando
:«Hasu-sama, ditelo voi che non è il caso che vada
…»
«Ma che dici, Jaken! Sarai d’aiuto a Rin»
«Sta zitto Inuyasha! Non serve il tuo
parere!» urlò esasperato. Sembrava che
tutti ce l’avessero con lui.
«Jaken va con loro. Sono sicura che a Rin fa piacere, vero
Rin?» domandò dolce Hasu.
La ragazza annuì.
“Sono fregato” pensò sospirando e
crollando a terra.
Un po’ tutti risero di gusto, fatta eccezione per Sesshoumaru
che si limitò a inclinare leggermente le labbra.
«Per il resto decidete voi. Io partirò tra due
giorni» detto ciò Shireiyama si
allontanò. Due giorni erano il tempo che ancora gli
servivano per guarire completamente. Doveva essere al pieno delle forze
ora che si era accollato la responsabilità di Rin.
Noumu lo seguì in fretta, mugolando qualcosa che solo
l’altro okami youkai poté capire.
«Hasu, io vorrei tornare al mio villaggio e informare Kagome.
Ormai saranno tutti preoccupati e voglio controllare se stanno
bene» la sorella annuì, capendo quanto fosse in
ansia per i suoi amici. Nelle mire di Kyoufuumaru non c’era
solo il palazzo di Sesshoumaru ma tutte le zone vicine e quelle
lontane.
«Però non riuscirai più a tenerli
lontani»
«Correrò il rischio» anche Inuyasha si
alzò e prese Tessaiga.
«Inuyasha bada a non farti rallentare da quei ningen e torna
con l’oggetto che ti compete o ti ucciderò per
davvero» disse Sesshoumaru fulminandolo con lo sguardo. Lo
innervosiva il dover fare affidamento sugli altri, tanto più
se si trattava di Inuyasha. Una minaccia avrebbe reso più
chiaro l’importanza di ciò che stavano per
compiere.
«Non c’è bisogno di minacciarmi di
morte! Sono coinvolto quanto voi. Ti devo ricordare che Kyoufuumaru
vuole anche la mia testa?»
«Vuoi forse morire pima per mano mia?» Sesshoumaru
ribatté con una voce gelida.
«Smettetela!» al richiamo della sorella Inuyasha
diede le spalle a Sesshoumaru e si allontanò di pochi passi.
Per l’inu youkai quella situazione doveva essere
insopportabile. Uno youkai, in possesso di una grande forza, voleva lui
e i suoi fratelli morti, aveva perso il suo palazzo e gli era stata
sottratta la giovane donna che desiderava. Come se non bastasse, doveva
accettare l’aiuto di Inuyasha.
«Hasu, dimmi quale degli oggetti devo recuperare. Parto
subito, così qualcuno si calma» Inuyasha era
tornato sui suoi passi decisamente arrabbiato. Non voleva stare
lì un minuto di più. Per fortuna Sesshoumaru
aveva ignorato il suo ultimo commento.
«Rin, per favore, dagli tu le
indicazioni» la ragazza annuì e
indicò chiaramente il luogo da raggiungere, in accordo con
Shippo. Decisero per la campanella di bronzo, che non era
eccessivamente lontano del suo villaggio.
«Allora io vado» salutò e
partì.
«Ci rivedremo presto!» il kitsune lo
seguì.
Hasu stava guardando Sesshoumaru con insistenza mentre lui se ne stava
a braccia e gambe incrociate, con la schiena appoggiata alla parete
rocciosa.
«Che vuoi?» Sesshoumaru la fulminò con
lo sguardo.
«Possibile che vuoi due bobbiate fare questo ogni
volta?»
«Se non me l’avessi impedito, quello lì
non sarebbe vivo a quest’ora»
«Non c’è mica bisogno di rinvangare un
passato così lontano» ogni tanto Sesshoumaru le
rinfaccia il fatto che Hasu avesse protetto molte volte il
fratellastro. Un momento adatto era proprio quando era particolarmente
nervoso.
Hasu gli si sedette accanto, non badando troppo al malumore del
fratello.
«Così siamo rimasti io e te. Mi sa che ci tocca il
frammento per la via dei morti»
«Da nostra madre»
«Non mi piace l’idea. Lo sai che
attaccherà con la solita storia»
«La reietta della famiglia»
«Lascia quel lupo e cresci i tuo figli come veri inu
youkai!» Hasu fece il verso della madre.
«Tiene a te» le disse ironico il fratello.
«Certo! Come suo giocattolino» commentò
Hasu acidamente.
«Aspettiamo Shireiyama che parte?» Hasu
annuì alla domanda del fratello.
Poi i due vennero distratti da Rin che insistentemente chiedeva a Jaken
di farle spazio per potersi mettere a riposare più
all’interno, al riparo dal freddo della notte che da
lì a poco sarebbe giunto. Faticosamente la ragazza ottenne
un posticino vicino al kappa. Dopo poco si raggomitolò
maggiormente su se stessa in cerca di calore. Sesshoumaru si
alzò e prese l’haori di Shireiyama, ripiegato in
un angolo. Lo pose sulle spalle della ragazza, la quale
apprezzò il tepore che emanava.
Hasu seguì la scena teneramente. Quella piccola ningen aveva
compiuto una sorta di miracolo con il fratello e ne era contenta.
Tornò a pensare a Moriko. Sesshoumaru in qualche modo teneva
a lei e la cosa la rincuorò. Sapere che c’erano
altri che insieme a lei avrebbero fatto di tutto per riportarla
indietro, le faceva sperare che ci sarebbero riusciti per davvero.
“Moriko aspetta solo un atro po’. Ti libereremo da
Kyoufuumaru e ti faremo ricordare di noi”.
Buon e felice anno nuovo! Ma soprattutto sereno e pieno di sogni da
realizzare o realizzati.
Questa notte salutiamo l'anno che sta per teminare e diamo il benvenuto
al nuovo con la speranza che possa essere migliore del precedente ... e
anche i nostri eroi non hanno perso la speranza nel futuro (non
è una cosa voluta, ci ho pensato mentre scrivevo queste
righe). Riusciranno a far rinsavire Moriko e fermare Kyoufumaru?
Grazie a tutti colore che continuano a leggere :)
Vi lascio con un Jaken non propriamente allegro : clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 18 *** Il guardiano del santuario ***
FFI_CAP 18
IL GUARDIANO DEL SANTUARIO
Inuyasha era tornato al suo villaggio, insieme a Shippo, sollevato di
trovarlo tutto intero. Si era comunque precipitato dalla sua Kagome e
dai suoi amici per verificare che stessero bene, ancora con un minimo
di timore. Per fortuna Kyoufuumaru non si era nemmeno avvicinato al
villaggio. Tutto era come l’avevano lasciato.
Inuyasha e Shippo erano in casa di Miroku e Sango e dovettero
comunicare gli ultimi fatti.
«Quindi l’attacco dei suru youkai non è
stato un caso» rifletté Miroku. Il quadro della
situazione si stava vai via facendo più chiaro.
«E non è tutto! Kyoufuumaru è riuscito
ad riunire i due pezzi dell’Hakaitsume» aggiunse
Shippo abbastanza agitato.
«Com’è possibile? Miyoga e Totosai erano
certi che l’altra parte non si potesse trovare»
disse Kagome sorpresa.
«Sorte ha voluto che fosse sigillata nel corpo di
Moriko» chiarì Inuyasha «non
è finita. Moriko in realtà è una
youkai. Il monaco che affianca Kyoufuumaru l’ha fatta tornare
alle sue sembianze originali, ma pare aver perso ogni ricordo di quando
era umana»
«E’ un guaio! E Sesshoumaru come l’ha
presa?» Kagome scattò temendo il peggio.
«Che centra Sesshoumaru?»
«Come sarebbe a dire, Inuyasha? Possibile che tu non ti sia
accorto di nulla?! Tra quei due c’è
qualcosa»
«E tu che ne sai?» ribatte lui. Certo che si era
accorto che tra suo fratello è Moriko si stava creando una
particolare intesa ma come poteva saperlo lei?
«Ce ne siamo accorti anche noi, Inuyasha»
l’hanyou guardò sospettoso Sango e Miroku.
C’era qualcosa che si era perso.
«Dopo la battaglia con i suru youkai, Moriko era
completamente sfinita, tanto da restare priva di sensi per diverso
tempo. Sesshoumaru si è dimostrato stranamente premuroso nei
suoi riguardi, inoltre, parlando con Moriko, si capiva perfettamente
che a lei non dispiaceva la sua compagnia» chiarì
Miroku.
«Glielo avevo detto di non affezionarsi a Sesshoumaru!
Comunque sia Hasu e Sesshoumaru non l’abbandoneranno e
nemmeno io ho intenzione di farlo»
«In ogni caso, questo Kyoufuumaru va assolutamente
fermato» affermò l’houshi.
«Non gli permetteremo di fare i suoi comodi» disse
Sango appoggiando il marito.
«Voi non dovreste muovervi da qui»
asserì Inuyasha.
«Ormai non è solo una questione che riguarda te e
i tuoi fratelli. Anche il nostro villaggio è in
pericolo»
«Sango ha ragione. E poi più siamo meglio
sarà per te» aggiunse Miroku.
«Ma quanto siete insistenti! Per me dovreste restare
qui»
«Inuyasha, solo per trovare la
campanella» insistette Kagome. Non voleva lasciarlo
ancora solo.
«Non serve!» ribadì ancora
l’hanyou.
«Insieme forniamo una buona squadra. Sarà un
vantaggio anche per te, Inuyasha» disse ancora Miroku. Tutta
quella storia non gli piaceva e non poteva chiedergli di starsene buono
buono a casa.
«Uffa! Fate come volete!» Inuyasha si
alzò e se ne andò.
«Aspetta Inuyasha!» la miko lo richiamò,
ma ormai Inuyasha era andato.
«Vado con lui. Ci vediamo dopo!»
«Li seguo non si sa mai» e così anche
Shippo andò via.
Miroku e Sango rimasero soli.
«Sango sei decisa a venire anche tu?»
«Ovviamente! Non permetterò che accada qualcosa
alla nostra famiglia né al nostro villaggio»
«Eh! Ho sposato la donna più coraggiosa del
mondo»
***
«Inuyasha mi ascolti?!»
l’hanyou si stava comportando come un bambino dispettoso.
Erano a casa loro e Kagome non aveva intenzione di lasciar correre.
Inuyasha continuava a essere contrario a coinvolgere Kagome e gli
altri, ma loro erano stati così testardi che dovette cedere.
Già doveva portarsi dietro Shippo, non aveva bisogno di
nessuno più.
Kagome, Sango e Miroku erano del parere perfettamente contrario.
Inuyasha avrebbe avuto bisogno di tutto l’appoggio possibile.
Coincidenza voleva che fosse tornata anche Kirara, che era fuori con
Kohaku.
«Non voglio che veniate!» Inuyasha
riattaccò con lo stesso discorso.
Shippo decise di allontanarsi un pochino visto gli animi accesi, senza
però smettere di ascoltare.
«Sarà tutto più facile se staremo
insieme» Kagome insistette ulteriormente.
«Sarà solo pericoloso»
«Non ti fidi più di noi, Inuyasha?»
«Non è questo!»
«E allora non fare storie. Ti abbiamo lasciato solo fin
troppo a lungo» Inuyasha sbuffò.
Kagome lo abbracciò da dietro le spalle, stringendolo
dolcemente. Inuyasha afferrò la sua mano e la strinse forte.
Non poteva tenerla lontano da lui oltre.
«Kagome, promettimi solo di non fare sciocchezze»
«Te lo prometto»
***
Ad Inuyasha era stata assegnata da trovare la campanella di bronzo
custodita in un santuario a nord-ovest dal suo villaggio. Si trattava
di un santuario in rovina, conosciuto nella zona come il
“santuario dimenticato”.
Il gruppo si era messo in marcia molto presto, consapevoli che non
avevano tempo da perdere. Il santuario fu facile da trovare, grazie
alle precise indicazioni ricevute dagli abitanti dei villaggi
circostanti.
Si concessero solo di attendere la luce del giorno per introdursi nel
santuario e iniziare la ricerca. Quella notte era novilunio, con la
conseguenza che Inuyasha assunse le sue sembianze umane.
Trascorrere la notte all’aperto, li portò alla
memoria i tempi di quando viaggiavano alla ricerca dei frammenti della
sfera.
Miroku e Sango riposavano appoggiati a Kirara, Shippo accoccolato tra
le braccia di Kagome e Inuyasha appoggiato ad un albero con Tessaiga in
mano.
Non aveva intenzione di dormire. Sembrava tutto tranquillo ma avvertiva
la presenza di qualcuno. Forse si trattava solo di qualche youkai della
zona. La sensazione più sgradevole proveniva da un torii,
proprio quello prima di entrare nel santuario che dovevano perlustrare.
L’indomani, tutti erano pronti già dal primo
mattino e si avviarono insieme al santuario.
Superato il torii, Inuyasha si voltò di scatto, convinto di
aver percepito qualcosa. Insieme a lui Kirara.
«Cosa c’è Inuyasha?»
domandò Miroku. Anche l’houshi avvertiva una
presenza demonica nelle vicinanze ma non era stato in grado di
identificarla.
Inuyasha fissò intensamente la sommità del torii,
non vedendo nulla.
«Mi sarò sbagliato. Procediamo!» a tutti
fu chiaro che da lì in avanti, dovevano tenersi
all’erta.
«Kirara!» al richiamo della taijiya anche Kirara
terminò di fissare il torii e seguì il gruppo.
“Non vi lascerò profanare il mio
santuario” quando l’insolito gruppo
svanì dalla vista del torii, si materializzò
sulla sua sommità uno youkai completamente ricoperto di
pelo.
“Eh eh … preparatevi” e svanì
nuovamente.
Il santuario doveva essere abbandonato da molti anni, tutto al suo
interno aveva subito gli effetti del tempo. Il legno era ormai marcio,
ricoperto da muffe e la vegetazione aveva ricoperto quasi ogni
cosa.
Perlustrarono ogni angolo, nella speranza di trovare qualche indizio o
la campana vera e propria.
«Ragazzi forse ho trovato qualcosa!»
esultò Sango. Dopo diverso tempo, aveva trovato qualcosa che
non fossero pietre, legno e statue in frantumi.
Gli altri accorsero da lei. Sango aveva trovato l’entrata di
un sotterraneo, ben nascosta da arbusti e foglie.
«Brava Sango!» Miroku si complimentò con
lei, raggiungendola in fretta.
«Che aspettiamo! Andiamo» li incoraggiò
Kagome quasi elettrizzata all’idea. Dovette ammettere a se
stessa che l’avventura le era mancata un po’.
Gli altri annuirono ed entrarono nel sotterraneo. Inuyasha era
l’ultimo e per un attimo si voltò
all’indietro.
Era convinto che qualcuno li stesse seguendo ma non riusciva a vederlo
né tanto meno a sentire il suo odore.
«Inuyasha?» Kagome si era fermata, insieme agli
altri, non vedendo l’hanyou alle sue spalle.
«C’è qualcuno» disse e si
concentrò ulteriormente, convinto che sarebbe sbucato
qualcuno o qualcosa da un momento all’altro.
«Una presenza demoniaca» sostenne Miroku. Inuyasha
doveva averla per forza percepita.
«Ma dov’è?» l’hanyou
si stava innervosendo.
«Proseguiamo. Se c’è qualcuno prima o
poi si farà vedere» suggerì Sango.
«Non possiamo prima sistemare lo youkai?» propose
Shippo un po’ timoroso.
«Se riuscissi a trovarlo» era inutile non era in
grado di individuarlo «Kirara tu lo vedi?» la neko
youkai scosse la testa.
«Stare qui è inutile. Andiamo avanti»
disse Kagome affiancando l’amica.
«Sì andiamo» Miroku le seguì
e con loro tutti gli altri.
Pur essendo dei sotterranei, c’era molta luce, grazie alle
numerose crepe e piccoli crolli.
Avanzarono per un lungo corridoio che terminava in una sala
più larga con al centro una grossa pietra e tre uscite.
«Ora dove andiamo?» si preoccupò la
miko.
«Una parte vale l’altra, basta stare attenti a non
predersi » osservò Miroku. Quel posto poteva
rivelarsi un labirinto e, con qualcuno che li seguiva, non dovevano
separarsi.
Decisero di proseguire sempre dritto. Si susseguirono altre tre sale
molto simili a quella precedente. Dato che non si accennava a vedere la
fine, proseguirono per la stessa direzione.
«Siamo al punto di partenza!» esclamò
Shippo riconoscendo la grossa pietra al centro della stanza.
«Com’è possibile? Siamo sempre andati
dritto. Come possiamo essere tornati indietro?»
«Sango guarda! Quella è l’entrata da
dove siamo venuti» Miroku le fece notare la porta che aveva
attraversato provenendo dal corridoio.
«Proviamo a prendere un’altra direzione»
Inuyasha questa volta si fece avanti lui guidando gli altri. Come
prima, dopo altre tre sale molto simili alla prima, tornarono al punto
da cui erano partiti.
«Ancora?» Kagome credette di essere finita in una
sorta di labirinto.
«Proviamo di nuovo. Prima o poi dobbiamo pur trovare quella
giusta» disse Inuyasha desideroso di uscire da quelle strane
sale.
Provarono ancora con un'altra via ma il tentativo si concluse come le
volte precedenti.
«C’è qualcosa di strano in queste
sale» disse Shippo aggrappandosi sulla spalla di Inuyasha.
«Che scoperta! Se non avessero avuto qualcosa di strano, non
saremmo qui» Inuyasha fu così scontroso che Shippo
gli tirò un orecchio.
«Scemo! Forse ho capito cosa c’è che non
va»
«Brutto moccio come ti perme…»
l’hanyou l’aveva afferrato per lanciarlo quando,
capito quello che il piccolo kitsune aveva detto, si fermò.
«Davvero hai capito?» Inuyasha gli chiese conferma
e Shippo annuì.
«Lasciami!» e saltò giù.
«Shippo, lo diresti anche a noi?» Kagome era
curiosa.
«Penso sia colpa della pietra» disse indicando la
grossa pietra al centro della sala.
«La pietra?» rifletté Sango.
«Compare sempre anche in tutte le altre sale, solo in
posizioni diverse. Nei miei addestramenti ho sentito parlare di un
trucco del genere, serve per far perdere
l’orientamento»
«Quindi se distruggessimo la pietra, smetteremo di girare in
tondo?»
«Esatto Miroku»
«Eh! Niente di più facile. Lasciate fare a
me!» Inuyasha sfoderò Tessaiga e con forza
colpì la pietra. Si sprigionarono una gran
quantità fi scintille e piccole scariche.
L’hanyou ci mise più forza e
cominciò a incrinarsi. Con un ultimo sforzo si
frantumò. Immediatamente la sala in cui si trovavano
scomparve e al suo posto tornò ad esserci il semplice
corridoio.
«E’ sparita! Bravo Shippo! Sei stato
fantastico» il kitsune arrossì ai complimenti di
Kagome.
«Non perdiamo tempo e proseguiamo» Inuyasha
continuava ad essere intrattabile. Gli sembrava che i suoi compagni
stessero prendendo la cosa un po’ troppo alla leggera.
Nessuno lo contradisse e lo seguirono.
Il corridoio man mano che proseguivano si faceva sempre più
scuro e scendeva sempre più in profondità.
Inaspettatamente una serie di fiaccole si accesero, conducendoli alla
fine del corridoio.
«E questo ora cos’è?» si
domandò Inuyasha di fronte ad una grossa parete di legno con
tanti tasselli di colori diversi.
«Si direbbe una sorta di mosaico» disse Miroku
esaminando la parete. Sango l’affiancò e
passò una mano su uno dei tasselli.
«Si muovono!»
«E’ una specie di Himitsu Baku»
«Cosa?» chiese Sango non conoscendo la cosa a cui
si riferiva la miko. Nemmeno gli altri lo sapevano.
«E’ una scatola che si apre ricomponendo
l’immagine di un mosaico» spiegò la miko
nel modo più semplice possibile.
«Se componiamo il mosaico nel modo corretto la porta si
aprirà?»
«E’ molto probabile, Shippo»
«Bene mettiamoci all’opera!» li
incoraggiò l’houshi.
La soluzione del mosaico però risultava più
complessa del previsto. C’erano troppi tasselli e non erano
riusciti a comprendere quale fosse l’immagine da comporre.
«Basta! Mi sono stancato! La distruggo e la facciamo
finita» Inuyasha si era spazientito, non era fatto per quei
giochetti logici.
«Aspetta Inuyasha, non è prudente»
l’hanyou non stette a sentire il consiglio di Kagome e
sferrò un Kaze no Kizu sulla porta, facendo spostare tutti.
Il colpo venne assorbito e dopo un fascio luminoso si
avventò su Inuyasha, che lo mise al tappeto.
«Inuyasha!» Kagome corse a soccorrerlo. Per fortuna
non si era fatto nulla di grave solo un po’ stordito.
«Il solito impulsivo» commentò
sconsolato il kitsune e Kirara al suo fianco che scuoteva la testa.
Non essendoci alternative si concentrarono nuovamente sulla soluzione
del mosaico. Dopo un po’ arrivarono alla conclusione.
«Ecco fatto!» esclamò soddisfatto
Miroku.
La porta si aprì e poterono accedere all’ultimo
livello del sotterraneo.
Era tutto in pietra e anche lì erano accese diverse
fiaccole, ai lati diverse statue raffiguranti creature soprannaturali.
In fondo, una sorta di altarino ospitava una campanella di bronzo sotto
una teca trasparente.
«Inuyasha guarda la campana!» Kagome
catturò l’attenzione dell’hanyou.
L’avevano finalmente trovata, potevano prenderla e andare
via.
Però, quando fece un passo avanti per avvicinarsi al suo
obbiettivo, le statue cominciarono a muoversi.
«E ora cosa accade?» chiese Shippo tremante.
«Le statue si stanno muovendo» disse Sango
preparando l’Hiraikotsu. La situazione non prometteva nulla
di buono.
Le statue continuavano ad avanzare. Avevano tutte un aspetto
raccapricciante e la luce delle torce contribuiva a renderle
più spaventose.
Inuyasha cominciò con il distruggerne una e allontanarne una
seconda, in modo tale che non venissero circondati.
Sango lanciò l’Hiraikotsu e due statue
andarono in frantumi alle spalle di Miroku, mentre lui ne distruggeva
un’altra. Anche Shippo e Kirara davano il loro contributo.
Infine Kagome, con le sue frecce, ne sgretolò altre.
Tutte le statue erano state fatte a pezzi ed era tornata la calma.
«E’ finito?» chiese cautamente Shippo.
«Pare di sì» Sango aveva abbandonato la
posizione difensiva, senza però, lasciare
l’Hiraikotsu.
Poi dei tremolii li destarono.
Le statue si stavano ricomponendo, riprendendo vita e attaccandoli
nuovamente.
Ripresero a farle a pezzi come prima, quando finalmente Inuyasha
notò qualcosa.
“Peli?» guardò in alto da dove stavano
cadendo e finalmente vide il responsabile.
«Eccoti! Sei tu che li manovri!» l’hanyou
balzò in alto e trascinò al suolo lo youkai che
aveva visto.
In quel preciso istante le statue tornarono ad essere solo pietra
sbriciolata. Lo youkai le stava manovrando dall’alto,
attraverso i peli.
Lo youkai trascinato da Inuyasha, era tremante di paura nel trovarsi in
mezzo a quegli sconosciuti che si erano introdotti nel suo santuario.
Era per la maggior parte ricoperto di pelo nero, aveva due occhi molto
grandi e mani artigliate, sproporzionatamente grandi per un corpo che,
sotto la massa di pelo, doveva essere piccolo.
«E’ un otoroshi»
«E che cos’è Miroku?» chiese
Shippo studiando meglio lo youkai.
«E’ uno youkai che si crede il guardiano di un
santuario. Probabilmente lui custodisce questo»
«Tante preoccupazioni per nulla. Miroku prendi quella
campana» disse Inuyasha orami sollevato per aver scoperto chi
li stesse seguendo.
«No aspettate! Quello è il tesoro del
santuario» li supplicò l’otoroshi.
«Zitto tu! Non vale nemmeno la pena ucciderti per quanto sei
debole» Inuyasha gli puntò Tessaiga contro,
facendolo arretrare.
A Kagome quella massa di pelo gli fece compassione e gli si
avvicinò cautamente.
«Quella campanella ci serve per sconfiggere uno youkai molto
potente e per salvare un’amica, oltre alle terre in cui
viviamo. Ti prego faccela prendere, poi ti promettiamo che te la
restituiremo quando avremo finito»
«L’artiglio della distruzione,
l’Hakaitsume?» mormorò
l’otoroshi.
«Tu come fai a saperlo?» Inuyasha si
sbalordì. Pensava che Kyoufuumaru non fosse passato per
lì.
«Si percepiva la sua terribile aura»
spiegò.
«Sì, ci serve per sigillare
l’Hakaitsume» Kagome credette che lo youkai si era
ormai convinto.
«Se è per questo potete prenderla. Però
hai promesso di riportarmela» l’otoroshi doveva
tenere davvero molto al tesoro del suo santuario.
«Sta tranquillo è una promessa!»
«Ah! Quanta perdita di tempo. Miroku sbrigati e
andiamocene» Inuyasha si era scocciato di tutte quelle
smancerie e voleva solo andarsene via.
Miroku prese con se la campanella di bronzo e abbandonarono il
santuario.
Il gruppo era ora diretto al nascondiglio che avevano usato Shireiyama
e gli altri per sfuggire da Kyoufuumaru.
Sango e Miroku procedevano in groppa a Kirara. Al loro fianco Inuyasha
con in spalla Kagome e Shippo.
«E’ andato tutto bene!»
«Miroku che stai facendo?» Sango si stava
arrabbiando. Miroku si era lasciato andare appoggiandosi sulle spalle
della donna e come sua abitudine, mai abbandonata, le stava
accarezzando il fondoschiena.
Un sonoro schiaffo riecheggiò nell’aria.
«Ma ti pare il momento?» gli urlò contro.
«Ma Sango, volevo solo rilassarmi dopo tutte
quest’avventure. Non ci sono più
abituato»
«Vedi di riabituati in fretta!»
«Ah! Non cambieranno mai» commentò
Inuyasha.
Kagome sorrise. Sembrava davvero che nessuno di loro fosse cambiato e
per far si che fosse sempre così, dovevano sconfiggere
Kyoufuumaru.
Salve!
La ricerca degli oggetti per il sigillo è iniziata e si
parte con la vecchia compagnia al completo. Come ci si poteva
aspettare, sono riusciti nell'impresa (in realtà
è stata una passeggiata). Ne mancano due e, piccola
anticipazione, il prossimo sarà quello assegnato a
Sesshoumaru e Hasu ... basta non dico più nulla o vi rovino
la sorpresa.
Grazie infinite come sempre a chi continua e seguirmi :)
Solito disegno di saluto questa volta abbiamo l'antagonista del giorno
: clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 19 *** Ricorda ***
FFI_CAP19
RICORDA
Due cuccioli di youkai giocavano a kemari davanti l’ingresso
di un palazzo.
«Che tiro era?!» si lamentò la piccola
andando a recuperare la palla.
«Scusa, Tsukiko. L’ho presa male»
«Himaru, non hai voglia di giocare?» il fratello si
passò la mano tra i capelli.
«Voglio giocare. E’ solo che sto pensando a mamma e
a nostro padre»
«Ci hanno promesso che torneranno»
«Però ci stanno mettendo davvero tanto. Ho un
po’ paura» ammise il cucciolo, rattristandosi. La
preoccupazione del fratello fu contagiosa, tanto da fare assumere a
Tsukiko una posa rabbuiata «però
c’è anche lo zio Sesshoumaru con loro,
no?»
Himaru annuì e si appoggiò alla sorella per
cercare conforto.
«Himaru, Tsukiko cosa sono quei musi scuri?» i due
piccoli si voltarono alla voce di una inu youkai.
«Nonna!» esclamarono i gemelli.
Shireiyama, quell’insopportabile okami youkai, era venuto
pretendendo che si dovesse prendere cura dei figli in assenza sua e di
Hasu. A grandi linee le aveva spiegato la situazione e non era delle
migliori. Hasu e Sesshoumaru avevano un bel problema da risolvere con
l’Hakaitsume. Doveva ammettere di essere curiosa di sapere
come se la sarebbero cavata. Nel frattempo doveva vegliare su i due
cuccioli che Shireiyama le aveva mollato. Poco male! Avrebbe mostrato,
almeno per un po’, come essere dei veri inu youkai e far
dimenticare per un po’ l’influenza del padre.
«Nonna, siamo un po’ preoccupati»
«Perché?» non sapeva il motivo, ma non
le piaceva vedere i suoi nipotini in quello stato. Per lei era un vero
e proprio mistero poiché non si era mai comportata in quel
modo con i suoi figli.
«Perché nostra madre e nostro padre non sono
ancora tornati» spiegò Tsukiko.
«Ma non dovete preoccuparvi. Hanno bisogno di un
po’ di tempo. Appena avranno finito, verranno subito a
prendervi»
«Però se è dovuto andare pure nostro
padre, vuol dire che hanno un avversario troppo difficile anche per la
mamma e zio Sesshoumaru insieme» i cattivi pensieri avevano
preso possesso del piccolo Himaru, già da quando il padre li
aveva lasciati alle cure della inu youkai, in più quel
giorno, aveva una brutta sensazione.
«Per quanto non mi piaccia ammetterlo, vostro padre
è uno youkai intelligente e conosce molto bene le terre del
nord. Vostra madre avrà pensato bene di
servirsene» nessuna parola riusciva a confortarli
più di tanto «oh insomma! Questa è
tutta la fiducia che avete in loro? Capisco Shireiyama ma vostra madre
…» i due continuarono ad avere un espressione cupa
«Siete coraggiosi e fieri inu youkai, non dovreste
comportarvi così!»
«Solo per metà» ci tenne a puntualizzare
Tsukiko.
«L’altra metà non importa» i
due risero divertiti. Sapevano quanto alla loro nonna non piacesse che
la madre avesse scelto come compagno un okami youkai. Lo ripeteva
sempre, e quando ne aveva l’occasione, diceva loro che a
contare realmente, era il loro sangue di inu youkai. Alla loro mamma
quei discorsi la facevano infuriare e davano origine a litigate
lunghissime.
«Bravi i miei cuccioli. Così va meglio»
la inu youkai passò la mano sulla testa dei due, riportato
in parte il sorriso sui volti dei cuccioli. Stava per andarsene quando
si bloccò,
percependo un’aura demonica ostile che si avvicinava.
«Himaru, Tsukiko entrate in casa»
«Perché?» domandarono
all’unisono.
«Ubbidite!» i due non si opposero oltre.
«Himaru…» la gemella trattenne il
fratello.
«E’ uno youkai che si avvicina»
l’aura demoniaca aveva raggiunto anche loro.
«Ma questo …» i due si guardarono
meravigliati.
A gran velocità, fece la sua comparsa una yasei inu youkai.
Con i suoi occhi blu, minacciosi, esaminò con cura
il luogo in cui aveva fatto irruzione, alla ricerca del suo bersaglio.
La pietra dell’aldilà era di fronte lei, al collo
di una inu youkai. Non l’aveva mai vista, ma era sicura che
si trattasse di quella. Come ormai molte cose che si rendeva conto di
sapere senza spiegarsi il perché.
«E tu chi saresti?» domandò la inu
youkai, mostrando falsa indifferenza.
«Dammi la pietra per l’aldilà!»
«Che insolente! Presentarsi all’improvviso e
pretendere la mia pietra»
«Dammela e non ti farò nulla»
«Moriko?» sussurrarono i due piccoli, non
così a bassa voce da non essere uditi.
La youkai portò lo sguardo oltre la inu youkai,
stupita che anche lì qualcuno l’avesse chiamata
con quel nome. Si trattava di due cuccioli che non le dicevano nulla.
«Vi ho detto di andare in casa!» la nonna dei due
piccoli li riprese con voce glaciale. Sapeva che quella situazione
poteva essere pericolosa.
Tsuyo decise di ignorare i cuccioli e concentrarsi sulla inu youkai
:«dammela!» le disse imperiosa, aprendo la mano
davanti a se.
«Pensi davvero che lo farò?»
«Peggio per te» Tsuyo scattò in
direzione della inu youkai che si preparò a difendersi.
Himaru e Tsukiko non stettero fermi a guardare. Si gettarono a
capofitto contro la yasei inu youkai, aggrappandosi alle sue gambe. La
mano artigliata di Tsuyo si fermò a pochi centimetri dal
voto della inu youkai e guardava i due cuccioli che la bloccavano.
«Voi …»
«Ti prego Moriko, non lo fare!» la
implorò il cucciolo.
«Lei è la nostra nonna!» disse
l’altra stringendosi con maggiore forza alla gamba.
La inu youkai avrebbe voluto strappare i due nipoti e nasconderli da
qualche parte, per salvarli dagli artigli della yasei inu youkai ma
quest’ultima si era bloccata con gli occhi sbarrati sui
cuccioli.
Nella mente di Tsuyo apparve l’immagine di quei due piccoli
che le saltavano addosso, gioiosi. Le chiedevano di giocare e la
chiamavano per nome … Moriko. Ancora qualcuno la chiamava in
quel modo, però questa volta si trattava di un ricordo. Per
una volta non le era sembrata una parola vuota priva di significato.
Allo stesso tempo quell’immagine le aveva provocato
sensazioni confuse. Che la sua mente, a furia di sentire quel nome, le
stesse giocando brutti scherzi?
Stava di fatto che non allungò oltre la sua mano artigliata.
Li guardò ancora. I due cuccioli avevano addirittura le
lacrime agli occhi, che mantenevano chiusi con forza.
«Himaru … Tsukiko» i due nomi le
uscirono dalla bocca senza accorgersene. Li aveva in qualche modo
riconosciuti.
«Per fortuna! Sei davvero Moriko!» Tsukiko la
lasciò, sollevata.
«Che ti è successo? Sei diversa?» anche
Himaru la lasciò libera.
«Diversa?» li guardò un po’
confusa.
«Ma sì! Per incominciare non eri una
youkai» esordì Himaru.
«E poi ora hai i capelli e gli occhi blu!»
proseguì Tsukiko. Lo dissero con tale semplicità
da farla sembrare una cosa da niente.
«Himaru, Tsukiko chi è questa youkai?»
la loro nonna non aveva abbassato la guardia. La cosa le
sembrò terribilmente strana.
«Lei è nostra amica!» si
precipitò a rispondere la piccola.
«E allieva della mamma» aggiunse il gemello.
«State dicendo che ero umana?» domandò
Tsuyo, incurante delle domande della youkai.
«E’ così!» dissero insieme i
gemelli.
«E’ assurdo! Io sono Tsuyo e di questo ne sono
sicura» tutta quella storia e il grande vuoto di memoria,
l’avrebbe presto mandata in paranoia. Non riusciva a trovare
un filo logico, oppure sarebbe bastato fidarsi delle parole
dell’okami youkai. Le aveva detto che era stata liberata da
un sigillo che l’aveva resa umana, se fosse stato vero e
questo le avrebbe provocato la perdita della memoria, potevano
spiegarsi molte cose.
«Non ti ricordi più Moriko?» Tsukiko le
aveva stretto la mano.
Tsuyo trasalì e scosse la testa.
«Però di noi ti sei ricordata!» disse
speranzoso Himaru.
«Solo i vostri nomi e non so perché. Non ricordo
altro. Non so chi siete» questo fece rattristare i due
cuccioli.
Il tono della sua voce era cambiato. Sembrava più freddo e
distaccato.
Tsuyo non poteva mettersi a perdere tempo. L’incontrare quei
due cuccioli l’aveva destabilizzata ma in quel momento non
doveva farsi distrarre. C’erano tantissimi punti oscuri nella
sua memoria, tuttavia aveva un'altra priorità. Impadronirsi
dell’Hakaitsume, la naginata che un tempo fu sua. Doveva
prendere il frammento per la via dei morti, altrimenti la sua adorata
Hakaitsume, rischiava di essere sigillata nuovamente e poteva dire
addio a ogni piano per farla sua.
Una volta eliminato Kyoufuumaru e ottenuta la naginata, avrebbe pensato
al passato dimenticato.
«Scansatevi» disse Tsuyo con tono freddo.
I gemelli la guardarono con capendo quel cambiamento.
«Moriko …» provò a
chiamarla Himaru. Di tutta risposta, venne raggelato dagli occhi blu
della youkai e, insieme alla sorella, venne spinto lontano. Caddero a
terra per quanto fu forte il colpo.
«Non ho capito molto di quello che hanno detto i miei nipoti
ma è sicuro che non hai buone intenzioni» la inu
youkai ormai era pronta a proteggere la pietra e i cuccioli.
Tsuyo avrebbe lacerato il petto della inu youkai con gli artigli, ma
ancora una volta venne fermata. Erano sopraggiunte le potenti aure di
due inu youkai e con essa apparvero le figure dei possessori.
«Fermati Moriko!» urlò Hasu. Lei e
Sesshoumaru erano arrivati appena in tempo.
Tsuyo si vide costretta ad arretrare ma non volle scappare. Doveva
prendere la pietra o l’Hakaitsume sarebbe stata sigillata.
«In che guaio avete coinvolto vostra madre?» la inu
youkai si riprese e camminò quasi con noncuranza in
direzione dei figli.
«Tsk! Un diversivo ogni tanto non ti diverte,
madre?» la inu youkai superò Sesshoumaru,
lanciandogli un’occhiata fredda, non gradendo il commento.
«Scusa, madre» le disse Hasu quando la inu youkai
arrivò da lei.
«Tsk! Troppo comodo chiedere semplicemente scusa»
«Mamma!» i due gemelli, ripresosi, si precipitarono
da Hasu.
«State bene?» si sincerò, accogliendoli
in un forte abbraccio. I due annuirono.
«Mamma, che è successo a Moriko?» le
domandò il figlioletto.
«I dettagli ve li spiegherò un'altra volta ma, a
farla breve, ha riacquistato il suo aspetto originario,
perché in realtà Moriko è una youkai.
Il problema è che non ricorda nulla»
«Proprio nulla no. Per un attimo si è ricordata di
noi!» Hasu guardò Tsukiko stupita.
«Mi spieghi perché vuole la pietra
meido?» domandò la madre di Hasu.
«Storia complicata anche questa. Serve per sigillare
l’Hakaitsume e lei vorrà impedirlo»
Si sentì un improvviso scontrarsi di lame che fece desistere
i due cuccioli a porre altre domande.
Tsuyo aveva cercato un’apertura o un momento in cui
l’attenzione di Sesshoumaru, che era di fronte a se, calasse
per attaccare. Ma lui non le aveva tolto gli occhi da dosso e nemmeno
si era applicato ad ascoltare gli altri alle sue spalle.
Così non ebbe altra scelta che attaccare direttamente.
«Cosa credi di fare con quella semplice spada?»
disse Sesshoumaru davanti l’ostinazione della youkai.
«Basterà» ribatté, riuscendo
a fatica a reggere il confronto con la Bakusaiga.
Dall’altra parte, Hasu si assicurò che la madre
restasse con i figli e andò ad aiutare Sesshoumaru.
Per quanto sembrava sprovvista di armi, Tsuyo sembrava forte. Senza
contare che non dovevano farle del male.
Avvertito che l’altra youkai si stava avvicinando,
scansò con un pugno la katana di Sesshoumaru e fece dei
salti all’indietro.
«Si è dimenticata tutto tranne i tuoi
insegnamenti. Combatte bene quanto prima ma con la forza di uno
youkai» Sesshoumaru si concesse un piccolo sfogo.
«Le ho insegnato affinché tutto le venisse
naturale e lei ha imparato fin troppo bene» Hasu
abbassò la voce «Sesshoumaru, l’attacco
per un po’ in modo da farla stancare e quando è il
momento, cerca di immobilizzarla« il fratello
annuì.
Hasu sfoderò la sua Yougantetsu e si preparò a
ingaggiar battaglia con Tsuyo.
Si scambiarono qualche fendente, da entrambe le parti, che vennero
schivati e parati. Le lame si incrociarono un’ultima volta e
giunse per Hasu il momento di usare il potere della sua katana. Il
metallo della spada di Tsuyo cominciò a fondersi tra lo
stupore della youkai. Rimase soltanto l’elsa, che venne
gettata via, non potendo servirsene più.
Hasu non si limitò a quello e continuò ad
attaccare con Yougantetsu anche a costo di provocarle qualche ustione
non piacevole.
Tsuyo era veloce nello schivare i fendenti, come se fosse abituata a
quei tipi di movimenti ma non poteva continuare in quel modo.
Così prese il fodero per difendersi da un attacco
dall’alto. Mise il fodero in orizzontale, il quale si divise
immediatamente in due parti sia per il calore che per la lama affilata.
Tsuyo le usò per bloccare la Yougantetsu, e prima che anche
quelle si sciogliessero, riuscì a disarmare Hasu con una
rapida rotazione del corpo.
La inu youkai rimase sconcertata. Per andarci leggero, stava
sottovalutando la sua stessa allieva e ne stava pagando le conseguenze.
Prima che potesse usare la katana appena sottratta, Sesshoumaru
intervenne, compendola in maniera così violenta da farle
mollare la presa, ancora leggera, sulla katana.
«Hasu, userò Bakusaiga. Non userò tanta
forza da ucciderla ma sufficiente per renderla
inoffensiva» Hasu approvò il
ragionamento.
Sesshoumaru senza indugiare oltre, sfoderò il colpo
energetico di Bakusaiga che investi in pieno Tsuyo. La luce
l’avvolse completamente. Era fatta!
Mentre la stessa luce svaniva, Tsuyo schizzò velocissima in
direzione della madre dei due inu youkai. Non aveva minimamente
risentito dell’attacco.
“La pietra di Kinkou!” pensò Sesshoumaru
dandosi dello stupido. Come aveva potuto dimenticarsi di un simile
particolare. Aveva raccomandato lui stesso a Moriko di non separarsene.
La proprietaria della pietra dell’aldilà, fu presa
alla sprovvista e attivò i poteri della pietra stessa, dalla
quale comparve un cane nero: il cane della via
dell’aldilà.
Sesshoumaru scattò mentre sfoderava Tenseiga. Doveva usare
la spada e salvare Moriko.
Fu velocissimo e impedì che la youkai venisse divorata dal
cane, tuttavia avvenne qualcosa d’imprevisto.
«Sesshoumaru! Moriko!» Hasu li chiamò
inutilmente. I due erano spariti.
«Madre?» Hasu pretese una spiegazione.
«La pietra ha reagito al potere di Tenseiga. Deve averli
trasportati da qualche altra parte»
«Dove?» Hasu si preoccupò che
erano finiti nell’aldilà.
«Non sono lungo la via per l’aldilà e
nemmeno oltre, almeno è quello che mi mostra la
pietra» la madre aveva provato ad usare la pietra per
trovarli, ma questa non le mostrò nulla.
«E allora dove sono?» Hasu cominciò sul
serio a stare in ansia.
«Non so dirtelo. Possiamo solo aspettare che facciano
ritorno»
***
Tsuyo aprì lentamente gli occhi. Tutt’intorno era
bianco ed era così abbagliante da dar fastidio.
Ricordò che stava per essere inghiottita da quel cane che
era spuntato all’improvviso, poi l’inu youkai
l’aveva protetta, attaccando il cane stesso. In fine si
ritrovò in quello strano posto.
Quando la vista si abituò a tutto quel bianco, fu in grado
di distinguere la figura dell’inu youkai.
«Dove siamo?»
«Non lo so» rispose atono. In
realtà Sesshoumaru era confuso, non sapeva né
dove si trovassero né cosa fare per tornare indietro.
Si fissarono a lungo l’un l’altra, fino a quando
Tsuyo non riuscì più a sostenere la situazione.
«Perché?» la youkai strinse i pugni
lungo i fianchi «Perché mi hai salvata?»
la voce gli tremò.
«Non voglio che ti accada nulla»
«Perché? Chi diavolo sei tu?» Tsuyo non
ce la fece più a trattenersi. Voleva sapere, riempire il
vuoto. Si sentiva come se le avessero rubato qualcosa
d’importante. In quel luogo che le sembrava fuori dal tempo,
aveva dimenticato l’Hakaitsume e sentiva solo un disperato
bisogno di riappropriarsi dei ricordi perduti.
«Non ricordi nemmeno il mio nome»
costatò amaramente Sesshoumaru «e pensare che lo
pronunciavi con tanta irriverenza»
Una grande frustrazione era ben visibile negli occhi della youkai e
Sesshoumaru non poteva sopportarlo. Quegli occhi dovevano tornare a
trasmettere forza e coraggio e ora ne aveva
l’opportunità.
«E’ ironico. Eri forte e con un potere
straordinario. Come umana non potevi chiedere di meglio eppure,
desideravi la forza di uno youkai, quando in realtà lo eri
già»
Tsuyo provò tante sensazioni diverse, a cui non seppe dare
un nome. Come quando una parola non riesce a prendere forma ma
è sulla punta della lingua, così erano i ricordi
di Tsuyo.
La youkai stette ferma a guardare Sesshoumaru negli occhi e il suo
cuore accelerò i batti.
«Mi piaceva l’idea che tu fossi una youkai,
tuttavia se i ricordi sono il prezzo da pagare, allora preferisco che
tu torni ad essere un’umana» Sesshoumaru fece un
passo in avanti e Tsuyo indietreggiò «ho
desiderato la tua forza, ho apprezzato la tua intelligenza e ho gradito
la tua compagnia. Ti volevo al mio fianco benché umana.
Inoltre mi hai fatto una promessa ed esigo che tu la
mantenga» Sesshoumaru avanzò ancora, afferrandole
la mano «ti desidero ancora. Ricorda chi sei»
Questa volta Tsuyo non si sottrasse e quel contatto ruppe qualcosa
dentro di lei.
Le immagini e le voci, che ogni tanto riaffioravano confuse e
frammentarie, acquistarono una forma chiara.
Lei, una piccola umana che giocava mentre i genitori la vegliavano.
Lei, una ragazza accolta da una famiglia di youkai. Si allenava
seguendo gli insegnamenti della sua maestra, Hasu. Veniva medicata
dalle cure premurose dell’okami youkai, Shireiyama. Viaggiava
e trascorreva il suo tempo felice con il suo amico Noumu. Giocava
allegramente con due gemelli, Himaru e Tsukiko. Aveva combattuto, aveva
parlato durante la notte, l’aveva seguito, l’aveva
cercato, si era tormentata l’anima per lui e in fine
l’avrebbe aspettato e poi viaggiato insieme a lui
perché gliel’aveva promesso. L’aveva
promesso a …
«Sesshoumaru» fu un leggero sussurro.
L’inu youkai quasi sussultò, non ci sperava
più. L’aveva riconosciuto e questo gli diede una
sensazione di sollievo e di calore.
Alla youkai scese una lacrima e strinse più forte la mano di
Sesshoumaru. L’espressione dello youkai si addolcì
impercettibilmente e col dito le asciugò il viso dalla
lacrima.
«Moriko …» lei annuì,
avvicinandosi ancora di più allo youkai.
Sesshoumaru sentì l’esigenza di stringerla a se,
lei non si sottrasse, cercando a sua volta quel contatto. Lo strinse
più forte che poteva, non voleva più perderlo.
«Come ho potuto … come ho potuto dimenticarmi di
tutti quanti e di te» Moriko stava male al solo pensiero che
avrebbe potuto perdere tutto insieme ai suoi ricordi. Era peggio
dell’incubo che l’aveva tormentata per tanto tempo,
il ricordo inconscio di quando l’avevano costretta in un
corpo umano.
Dopo un po’, allontanò delicatamente Sesshoumaru,
rompendo l’abbraccio.
«Ora che non ho più la capacità di
manipolare il potere demoniaco, mi vuoi sempre al tuo fianco,
Sesshoumaru?»
«Mi pare di aver detto che esigo che tu mantenga la promessa
fatta» le ripeté con più fermezza per
fissare bene il concetto «inoltre ore sei una youkai e hai
sempre la pietra di Kinkou»
Moriko prese la pietra tra le mani.
«Se non ci fosse stata lei, forse non avrei mai
ricordato»
«Ora dobbiamo trovare un modo per tornare indietro e
sbarazzarci di Kyoufuumaru» Moriko si scansò di
scatto.
«Non posso!»
«Come sarebbe dire che non puoi?»
Sesshoumaru sentì che Moriko stava per allontanarsi
nuovamente.
«Kyoufuumaru e quell’houshi hanno approfittato
della situazione e hanno provato a manipolarmi. Ci stavo cascando e
solo per assecondare il mio desiderio di potere, ho fatto soffrire
tutti»
«Non dire sciocchezze! Ora ricordi ogni cosa. Non
c’è più motivo di
preoccuparsi»
«No! È qualcosa che devo fare io»
Sesshoumaru la volle afferrare, ma tra i due si sprigionò
un’intensa luce che costrinse entrambi a ripararsi gli occhi.
Svanita quell’intesa luce, non erano più nel luogo
in cui erano stati trasportati dalla pietra
dell’aldilà.
«Moriko!» disse Sesshoumaru con un insolito tono di
voce alto e quasi allarmato.
«Sesshoumaru» era Hasu che gli si
avvicinò, sollevata nel vederlo tornare. La madre e due
gemelli rimasero a guardare.
«Moriko, dov’è Moriko?»
domandò la sorella agitata «sei tornato solo
tu» Sesshoumaru mostrò i canini arrabbiato.
«Sesshoumaru cosa è successo?»
«Ha ricordato ogni cosa ed è decisa a voler
affrontare Kyoufuumaru da sola» gioia e timore si
impadronirono di Hasu.
La sua allieva non poteva farla stare tranquilla nemmeno un attimo.
Salve!
Prima di tutto vi devo ringraziare per quanti siete a leggere
nonostante la storia sia lunga e i tempi di pubblicazione non proprio
rapidissimi ... arigatou!
E ora veniamo al capitolo. Gioie e dolori, sembrava che stesse andado
tutto bene e invece Moriko vuole fare di testa sua facendo preoccupare
tutti (si li faccio soffrire -.-). Manca ancora un ultimo oggetto, come
staranno andado le cose con Shireiyama e Rin? Lo scoprirete col
prossimo capitolo
Vi saluto con un disegno di Sesshoumaru e Moriko :clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 20 *** Risonanza ***
RISONANZA
«Sei stanca, Rin?»
«Posso continuare»
Shireiyama camminava davanti al gruppo, conducendolo. Erano ormai
giunti a ovest del Fuji ed erano alla caccia di un indizio.
Immediatamente dietro, Rin e Jaken lo seguivano senza battere ciglio, a
chiudere il gruppo c’era Noumu che li guardava le spalle.
Purtroppo non sapevano dove cercare. L’unica cosa che
ottennero, fu restringere la zona grazie a delle informazioni di
piccoli youkai del luogo.
Era sera e di luce già non ce n’era quasi
più. Avrebbero continuato fino al calare completo delle
tenebre.
«Ci fermiamo!» disse d’un tratto
Shireiyama. Aveva trovato il luogo ideale dove far riposare la ragazza:
erba e foglie secce rendevano più comodo dormire a terra o
appoggiarsi ad un albero, nessun youkai pericoloso nelle vicinanze e
spazio per accendere un piccolo fuoco.
Jaken si occupò di raccogliere la legna, mentre Noumu non
resistette dal catturare un cinghiale che gironzolava poco distante. Lo
cossero e ne assaporarono tutti.
Non parlavano molto, nonostante ciò Rin non si sentiva a
disagio. Shireiyama si accertava che stesse bene e Noumu faceva da
buona guardia alle sue spalle, stranamente si sentiva protetta tra due
lupi.
Ogni tanto poneva qualche domanda a Shireiyama, più per
curiosità che per altro.
«Shireiyama, tu hai una tribù a cui
appartieni?»
«Ne avevo una e ne sono stato il capo per un
periodo»
«E ora?»
«Ora non ne faccio più parte. L’ho
lasciato alla guida di mio fratello minore»
«Perché?»
«Rin, non essere indiscreta con Shireiyama-sama!»
la rimproverò il kappa.
«Tranquillo Jaken, non è un segreto»
proseguì rivolgendosi a Rin «devi sapere che molto
tempo fa, quando ero ancora un ragazzo, il capo della mia
tribù prima di morire, mi nominò come suo
successore. Poco tempo dopo la sua morte, diversi branchi e
tribù di youkai, cominciarono a minacciare i nostri
territori. Fatta eccezione per me e mio fratello, la mia
tribù non vantava elementi particolarmente forti e non
potevamo sostenere una guerra contro decine e decine di nemici.
Così decisi di rivolgermi al padre di Hasu. La sua fama era
giunta fino alle lontane terre del nord e, con disappunto degli
anziani, chiesi il suo aiuto. Lui acconsentì e
mandò Hasu e Sesshoumaru come supporto. Ammetto che
all’inizio fui un po’ scettico, Hasu era una mia
coetanea e Sesshoumaru addirittura più giovane ma erano
almeno mille volte più preparati di me. Con loro riuscii a
salvare la mia tribù e sentii il desiderio di imparare da
Inu no Taisho, per migliorare. Lo pregai così
tanto che alla fine cedette. Trascorsi molto tempo nel suo palazzo,
divenni buon amico di Sesshoumaru e finì con
l’innamorarmi di Hasu. Per fortuna ero ricambiato.
Però, la mia relazione con lei non fu mai accettata dagli
anziani della tribù»
«E perché? Vi avevano anche aiutato» a
Rin sembrò una cosa molto ingiusta.
«Si fecero aiutare da degli inu youkai solo perché
non avevano altre alternative di salvezza. Comunque sia, che il loro
capo si unisse ad una inu youkai era inammissibile. Se mi fossi
imposto, rischiavo di far scoppiare una faida interna e non volevo. Me
ne andai, affidando la tribù a mio fratello»
«Hai fatto tutto per Hasu»
«Sì. Per me non c’era nulla
più importante di lei. Lo è tutt’ora e
insieme a lei ora ci sono anche Himaru e Tsukiko»
«Che storia romantica!» Shireiyama rise per la
naturalezza dell’affermazione di Rin.
«Bene ora si è fatto tardi. Dormi!»
«Già finito?» fece un po’
delusa. Voleva sapere altro.
«Sì! Domani ti sveglio presto e se non dormi non
avrai le forze per camminare»
Un po’ a malincuore si sdraiò e si
addormentò in poco tempo. Shireiyama la coprì con
il suo haori e spense il fuoco.
«Ora è tranquilla, vero Jaken?»
domandò all’improvviso l’okami youkai.
«Direi di si. Sapete, non pensavo potesse riuscire ad
abituarsi a vuoi»
«Deve essere stata una brutta esperienza per un cucciolo
d’uomo» Jaken annuì.
Il piccolo kappa si addormentò poco dopo vicino a Rin e
Noumu riposava al fianco di Shireiyama, a sua volta appoggiato
all’albero accanto a Rin.
La ragazza le aveva fatto tornare alla mente tanti ricordi. Shireiyama
chiuse gli occhi e si lasciò andare alla memoria di un
passato lontano.
***
«Sei lento Kuroyama!» urlò un
giovane okami youkai dai capelli neri, come la folta coda e gli occhi
blu.
«Aspetta che ti raggiungo, Shireiyama!» replico un
altro okami youkai molto simile dietro di lui. Correvano su per la
montagna, diretti verso la cima.
Erano entrambi agili e veloci e in breve raggiunsero la
sommità.
«Visto ti ho raggiunto, nii-san!» disse Kuroyama
leggermente affaticato per la corsa.
«Non male ma devi ancora migliorare, mio caro
fratellino» lo colpì con un pugno affettuoso alla
spalla. Da lì si godeva una splendida vista di tutto il
territorio della loro tribù: gli okami youkai del nord.
Era una terra molto fredda per la maggior parte dell’anno,
pochi ningen nelle vicinanze ma vicina a molte altre tribù
di youkai.
«Nii-san, pensi che il capo sceglierà te come suo
successore?»
«Temo di si. Preferirei scegliesse te ma ti ritiene ancora
troppo giovane»
«Shireiyama non devi parlare così. Tu sei molto
più forte di me e sai farti rispettare meglio di chiunque
altro»
«Solo se mi impongo con la forza. In più gli
anziani non mi sopportano»
«Perché sei irrispettoso»
«Quando mai! Sono loro ad essere dei vecchi testardi e
cocciuti» si soffermò a guardare il fratello
« e se rifiutassi?»
«Sei impazzito?! A chi vorresti lasciare la guida della
tribù?»
«A te»
«No no no no! Non esiste, non ne sarei capace»
esclamò terrorizzato agitando le mani davanti a se.
«Sì invece! Saresti un capo perfetto, un
po’ giovane, ma con il tempo faresti esperienza»
«Non se ne parla! Tu accetterai il compito, se
questo sarà il volere del capo» vedendo che non
rispondeva, il fratello minore Kuroyama, insistette «
promettimelo!»
Shireiyama detestava l’insicurezza del fratello. Possedeva
decine di qualità migliori di lui eppure viveva nella sua
ombra.
«Solo se tu mi supporterai» Kuroyama
annuì.
Un grosso okami youkai assunse le sue sembianze umanoidi e fece ritorno
alla sua tana.
«Capo!» diversi giovani okami youkai gli corsero
contro.
«Stai bene?» domandarono alcuni preoccupati.
Shireiyama era ricoperto di sangue, l’armatura rotta e un
braccio presentava una profonda lacerazione, dalla quale colava ancora
sangue.
«Sto bene» li rassicurò
«dov’è mio fratello?»
«Sono qui, nii-san» Kuroyama si fece avanti.
«La situazione è diventata insostenibile. I nemici
sono troppi e noi da soli non riusciremo a fermarli»
«Dovremmo chiedere aiuto a qualcuno ma a chi? Pare che tutte
le tribù della zona vogliano eliminarci»
«Io avrei un’idea»
«Chi sarebbe, nii-san?»
«Inu no Taisho»
«Un inu youkai di un’altra terra?»
Shireiyama annuì al fratello.
«E’ fuori discussione!»
s’intromise uno degli anziani.
«La tribù degli okami youkai del nord non
può abbassarsi a chiedere aiuto ad un cane» altri
quattro anziani si avvicinarono.
«Capisco il vostro disappunto ma la mia idea non cambia.
Andrò da questo Inu no Taisho» aveva
mostrato le zanne e tutto il suo istinto aggressivo, poi si rivolse al
fratello « tenete duro fino al mio ritorno. Io
farò il prima possibile»
Finalmente l’aveva trovato. Il palazzo di Inu no Taisho non
era stato facile da individuare. Aveva una gran fretta, la sua gente
rischiava di morire.
Inu no Taisho l’accolse e ascoltò la sua richiesta.
Un maestoso youkai. Shireiyama s’incantò ad
ammirare la sua figura.
«Sei un giovane capo saggio. Per salvare la tua gente non
esiti a rivolgerti ad inu youkai. Accetto la tua richiesta di
aiuto»
Shireiyama ne fu felice, poteva salvare la sua tribù. Ma
immediatamente la gioia del momento scomparve. Non sarebbe stato Inu no
Taisho a combattere al suo fianco ma i suoi due figli. Una youkai sua
coetanea e uno più giovane.
“E’ addirittura più giovane di
Kuroyama” si ritrovò a pensare con preoccupazione.
«Kuroyama, ascoltami devo dirti una cosa
importante» Shireiyama era da solo con il fratello, sulla
vetta della montagna di notte.
«Cosa c’è, nii-san»
«Eh? Perché?»
«C’è bisogno di chiederlo? Hai visto
anche tu i suoi figli. Hanno lottato con tutti quegli youkai come se
nulla fosse. In poco tempo hanno stabilito le sorti della battaglia. E
Sesshoumaru è addirittura più giovane di
te»
«Pensi che Inu no Taisho possa renderti più
forte?»
«Di okami youkai con il nostro potenziale non ne sono rimasti
più. Non ho nessuno da cui imparare nella nostra
tribù. Sento che con Inu no Taisho posso diventare uno
youkai molto più forte e saggio»
«Se è così allora vai. Ci penso io alla
tribù»
«Grazie fratello!»
«Vattene! Non ti vogliamo più nella nostra
tribù»
«Non puoi più essere il nostro capo!»
«Unirti ad una inu youkai …
inammissibile!» queste e altre frasi infelici si susseguirono
da parte degli anziani. Shireiyama fu costretto ad andarsene dalla sua
tribù, dalla sua famiglia.
Shireiyama non si era mai sentito così solo. Intorno a lui
non c’era nessuno. Perfino la foresta dietro alla montagna
gli sembrava inospitale, scura e minacciosa. Non aveva mai fatto caso a
quanto fosse freddo il vento da quelle parti e a quanto silenzio ci
fosse. Non aveva più una casa, non aveva più un
posto in cui stare. Solo. Era solo e mai più nessuno lo
avrebbe voluto. Si accucciò a terra avvolto da una tristezza
mai provata prima.
Improvvisamente un ululato lo destò: era Noumu!
“Aspetta ma io me ne sono andato per stare con Hasu e Noumu
era con me” si destò.
“Ho affidato la tribù a mio fratello e poi gli
anziani non mi hanno trattato male, anzi, erano tristi. Hanno solo
osservato le leggi della nostra gente … e allora che
cos’era quella solitudine che ho provato?”
Shireiyama si concentrò meglio sull’ambiente
circostante. Quella foresta non era quella vicino alla sua montagna. Le
assomigliava, ma non era quella. Si concentrò maggiormente.
“Sto sognando! E’ solo un sogno” si
doveva essere addormentato mentre si abbandonava ai ricordi. Capito che
si trattava di uno scherzo della mente, volle svegliarsi.
L’ululato di Noumu lo impedì. Ormai aveva preso
coscienza del sogno ma continuava a sentire il verso del suo amico
lupo. Si diresse nella direzione dal quale proveniva e lo vide.
Noumu era pieno di ferite, ululava e guaiva supplicante davanti a
Moriko nella sua forma demoniaca.
«Noumu!» Shireiyama lo chiamò a gran
voce. Il lupo non rispose e Shireiyama lo chiamò ancora e
ancora ma la sua voce non lo raggiunse.
“Dannazione! Qui ci deve essere l’interferenza di
uno youkai” per Shireiyama quella era l’unica
spiegazione possibile. Forse perché non stava realmente
dormendo o semplicemente perché era uno youkai abbastanza
forte, era riuscito a prendere il controllo del suo sogno ed entrare in
risonanza con quello di Noumu.
Ora il suo pensiero era quello di svegliare l’okami youkai.
Gli si avvicinò, chiamandolo nuovamente. Noumu non lo vedeva
e non lo sentiva. Lo vide che si preparava ad una nuova carica di
Moriko.
La donna si scagliò contro l’okami youkai,
incurante della presenza di Shireiyama, il quale si frappose fra i due.
Afferrò Moriko e la bloccò.
«Noumu sveglia!» urlò.
Moriko ringhiò e spinse con maggiore forza per liberarsi
dalla stretta di Shireiyama.
«Che cosa credi di fare? Sei solo un’immagine della
mente di Noumu. Sparisci!» con maggiore forza Shireiyama la
scaraventò con una forza terribile. Quando andò a
sbattere contro il suolo, lanciò un grido e scomparve.
Noumu rimase sbalordito e mentre Moriko scompariva, compariva
Shireiyama.
«Noumu, è solo un sogno, non era la vera
Moriko» Shireiyama gli si avvicinò e gli
accarezzò il capo «avanti, svegliati!».
Noumu spalancò gli occhi e si dissolse.
“Deve essersi svegliato. Posso tornare
anch’io” non ebbe nemmeno il tempo di terminare il
pensiero che l’ambiente intorno a lui mutò
improvvisamente.
Divenne una raduna, al centro della quale, Jaken piangeva sul corpo di
una ragazza.
“A quanto pare non è giunto ancora il momento di
svegliarsi”.
Fece qualche passo avanti, in modo da distinguere meglio il volto della
giovane e identificarla. Era Rin.
Il kappa percepì i passi di Shireiyama e si
destò.
«Sesshoumaru-sama … Rin
…» il corpo di Jaken era percosso dai
fremiti, dovuti al pianto e alla paura di Sesshoumaru.
«Jaken sono io, Shireiyama»
«Eh?» Jaken credette di aver avuto le
allucinazioni. Forse era a causa della paura di morire per davvero per
mano di Sesshoumaru.
«Jaken, è solo un brutto sogno indotto da un
qualche youkai, Rin non è morta»
«Dite davvero?» il kappa si girò per
vedere la ragazza «Ah! Non c’è
più!»
«Te l’ho detto, Jaken. Rin è viva, devi
solo svegliarti»
«Che sollievo» tirò un sospiro,
confortato dalla notizia e scomparve così come avvenne con
Noumu.
Shireiyama si fece pensieroso. Non poteva ancora tornare alla
realtà, se come pensava, era tutta opera di uno youkai. Di
sicuro anche Rin ne era rimasta vittima. Una giovane ningen era la
preda ideale.
Doveva trovarla e destarla dal sonno. Noumu e Jaken non correvano
più pericoli e di sicuro erano svegli. Avrebbero pensato
loro a proteggere Rin.
Purtroppo la ragazza non era facile da trovare come gli altri due
prima. In entrami i casi non si era sforzato più di tanto.
“Ci deve essere un modo per trovarla!” Shireiyama
si mise a pensare “Se è opera di uno youkai che
genera incubi, come penso, farà leva sulle paure della
vittima. Se è così … forse se mi
concentro su cosa può far paura a Rin, potrei entrare nel
suo sogno” .
Non conosceva la ragazza molto bene, aveva avuto poco tempo per farsi
un’idea su di lei ma di una cosa era certo: temeva i lupi.
Allora focalizzò nella mente dei lupi o okami youkai e di
colpo l’ambiente circostante mutò.
Finalmente la vide. Correva inseguita dai lupi lungo un viale scuro.
Era spaventata a morte, il fiato corto e ogni tanto invocava
Sesshoumaru nella speranza che la venisse a salvare. Shireiyama la
inseguì e in breve la raggiunse.
«Rin!» quando lo vide, la ragazza emanò
un piccolo urlo e prese a correre più velocemente.
«Rin aspetta!» non si fermava. A quel punto
Shireiyama si bloccò, costringendo i lupi inseguitori a fare
altrettanto. Bastò una semplice occhiata per far intendere a
quei lupi che dovevano lasciar perdere la ragazza.
Rin non sentendo più nessuno alle sue spalle, si
voltò. I lupi non c’erano più, ma
restava l’okami youkai.
«Rin» la chiamò piano, con gentilezza.
Lei arretrò e riprese a correre.
“Dannazione!” doveva far si che si rendesse conto
che tutto quello che stava vivendo non era reale. Si limitò
a seguirla mentre pensava a come fare.
Improvvisamente Rin arrestò la sua corsa, poiché
davanti a lei apparve un feroce okami youkai, dall’aspetto di
un grosso lupo, con una fila di denti affilatissimi e grondanti di
sangue e saliva.
“Sesshoumaru-sama …” Rin si
paralizzò dalla paura e cominciò a tremare. Vide
quell’orribile creatura saltare su di lei. Istintivamente si
coprì con le braccia, sapendo che non avrebbe avuto scampo.
L’okami youkai non arrivò mai ad azzannarla.
Shireiyama l’aveva ucciso prima che potesse avventarsi sulla
ragazza.
«Sesshoumaru …» Rin abbassò
le braccia, convinta che a salvarla fosse stato lo youkai bianco. Si
sorprese nel vedere ancora quell’okami youkai. Questa volta
non scappò, lo guardò meglio e lo riconobbe.
«Lui qui non verrà. Sei all’interno di
un incubo dal quale devi destarti al più presto»
Shireiyama le arrivò ad in singolo passo di distanza. A Rin
caddero alcune lacrime e si gettò su Shireiyama, cercando di
reprimere il pianto nei suoi vestiti.
L’okami youkai s’irrigidì a quel
contatto inaspettato, poi si lasciò andare e le
accarezzò le spalle per tranquillizzarla.
«Ho avuto tanta paura! Da sola non ero in grado di fermarli e
Sesshoumaru non arrivava. Mi sono sentita persa» si
sfogò la ragazza.
«E’ tutto solo un brutto sogno. Sesshoumaru non
permetterebbe mai che ti facciano del male»
«Davvero è solo un incubo?»
«Sì. E’ probabile che la causa di tutto
sia uno youkai. Ti ricordi quello che stavi facendo?»
Ci rifletté un attimo prima di rispondere «
Stavamo cercando la piuma e riportare alla normalità
Moriko»
«Esatto! Ora svegliati e sistemiamo lo youkai» Rin
annuì e svanì.
***
Noumu si svegliò di soprassalto e andò subito
alla ricerca di Shireiyama. Lo trovò immediatamente,
appoggiato ad un albero con gli occhi chiusi e gli si
avvicinò lentamente. Non era realmente addormentato ma
appariva come qualcuno che chiudeva gli occhi per riposare, restando
lucido. Accanto c’erano Jaken e Rin che dormivano un sonno
agitato, si lamentavano e il kappa si dimenava ogni tanto. Noumu si
concentrò su loro due. Shireiyama se la sarebbe cavata da
solo. Gli girò intorno, li scosse leggermente e li
chiamò, mugolando ma nulla era efficace. Jaken era quello
che si lamentava di più e l’okami youkai si
concentrò su di lui. Lo scosse con maggiore forza e prese a
mordicchiarlo ad un braccio.
«Mmmm … mmmm» Jaken si
lamentò di più mentre contrasse per qualche volta
le sopracciglia. Si svegliò ed emanò un piccolo
urlo.
«Ah! Ma che fai?» il kappa si destò
rapidamente e sottrasse la manica dalle fauci del lupo.
«Che schifo! E’ tutto zuppo di saliva! Che
intenzioni avevi, volevi mangiarmi per caso?» si
lamentò Jaken appurando la presenza di qualche buco nella
manica.
Noumu gli ringhiò e gli abbaiò contro.
«Sesshoumaru» un sussurro agitato provenne alle
spalle dei due. Rin era l’unica il cui incubo non era giunto
al termine. Le si avvicinarono, ma chiamarla e scuoterla erano azioni
inutili per farla destare.
«Shireiyama non è ancora tornato. Starà
aiutando Rin?» domandò Jaken voltandosi a guardare
l’okami youkai tranquillamente appoggiato
all’albero. Noumu annuì.
Per diversi minuti non poterono far altro che vegliare sulla ragazza.
L’okami youkai si era fatto attento ed era riuscito ad
individuare lo youkai che aveva approfittato di loro. Lo teneva sotto
controllo con l’olfatto e al minimo tentativo di fuga, gli
sarebbe saltato addosso.
Rin inaspettatamente si calmò, rilassando i muscoli del
viso. Dopo pochi attimi, aprì gli occhi con estrema lentezza.
«Rin!» esultò gioioso il piccolo kappa.
«Oh, Jaken! Ho fatto un sogno orribile»
«Tranquilla è passato» la
consolò, felice di vedere che stesse bene.
«Il responsabile si merita una bella lezione» disse
una voce ferma e decisa alle loro spalle.
«Shireiyama-sama!»
«Noumu, l’hai trovato?» si rivolse al
lupo. Noumu fece dei piccoli versi e guaiti.
«Un semplice baku?» Shireiyama alzò un
sopracciglio contrariato. Tanti problemi causati da un banale youkai.
«Vado a sistemare quel seccatore»
annunciò prima di incamminarsi nella direzione dal quale
proveniva il suo odore.
«Aspetta, voglio venire con te!» disse Rin con un
impeto. Shireiyama acconsentì. Una volta sveglia Rin non
correva nessun pericolo, in più ci sarebbe stato lui al suo
fianco.
Trovarono subito il baku che si stava dando alla fuga. Correva come un
forsennato nel disperato tentativo di seminare quelle, che fino a poco
prima, erano le sue vittime.
Era uno youkai grande quanto un cavallo, dal corpo grosso e robusto,
una testa possente, una corta proboscide e due lunghe zanne.
«Rin tieniti pronta con le frecce» la ragazza si
fidò e fece come gli aveva detto. L’okami youkai
scattò, superando il baku, il quale dovette invertire il
senso della corsa, tornando indietro.
In questo modo per Rin era un bersaglio facile. Scagliò una
prima freccia che si conficcò sulla schiena, rallentandolo.
Ne scagliò una seconda che prese la zampa anteriore, con
l’effetto di fargli perdere l’equilibrio.
«Maledetti!» gemette il baku «avrei
mangiato i vostri incubi fino all’ultimo»
provò a rimettersi in piedi inutilmente.
«Li avresti uccisi!» disse Shireiyama, provando
disgusto per lo youkai. La sua specialità era quella di
indurre al sonno le sue vittime, scrutare nell’animo e nella
mente del malcapitato, provocando incubi di cui si sarebbe cibato.
Maggiore era il tempo che le vittime dormivano o maggiore era il
terrore e la paura che l’incubo provocava, più
alte erano le probabilità che queste sarebbero morte.
«Sarebbe la gusta punizione»
«Per cosa?» l’okami youkai, come Rin, non
ricordava di aver avuto nulla a che fare con il baku, né che
qualcun altro del gruppo gli avesse fatto qualcosa.
«Il mio tesoro … non l’avrete»
si alzò di scatto e spalancò gli occhi che
divennero luminosi.
Fissò Rin, la quale presa alla sprovvista, cadde a terra con
lo sguardo incollato a quello del baku come ipnotizzata.
Il contatto visivo durò pochissimo. Shireiyama uccise lo
youkai, trapassandolo con la mano artigliata.
«Ma cosa …» Rin era leggermente scossa,
non avendo capito cosa era successo.
«Se lo avessi guardato ancora, ti avrebbe ghermito
l’anima» le spiegò Shireiyama, liberando
il corpo dalla sua mano. Nell’estrarla, toccò
qualcosa che prese. Era ricoperta di sangue e, per capire che fosse, la
pulì almeno un po’ con l’altra mano.
«E’ la piuma!» affermò la
ragazza.
«Quindi è a questa che si riferiva. Il suo tesoro.
Deve averci sentito e per proteggerla ha tentato di
ucciderci» riassunse Shireiyama «Senza saperlo ci
ha facilitato il compito»
«Un po’ mi dispiace» disse Rin guardando
il corpo del baku. Shireiyama la guardò, non comprendendo
quello stato d’animo per uno che aveva tentato di ucciderla
pochi minuti prima. Poi si ricordò che era una ningen e di
cose strane come quella, le faceva anche Moriko.
«Torniamo dagli altri»
«Shireiyama!» lo trattenne prima che iniziasse a
camminare.
«Grazie per avermi salvata» Rin gli sorrise.
«Non c’è bisogno di
ringraziare» rispose imbarazzato, voltandosi dal lato
opposto.
Salve!
E' un piacere vedere che siete in tanti a seguire questa sotira anche
quando siamo ad un passo dalla fine. ... grazie!
Tutti gli oggetti sono stati recuperati ora non resta che sigillare la
Hakaitsume ma per fare ciò, bisogna scontrarsi con
Kyoufuumaru e poi Moriko che fine ha fatto?
Vi saluto in compagnia di Rin e Shireiyama: clicca
qui
Alla prossima ;)
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Capitolo 21 *** Resa dei conti ***
RESA DEI CONTI
«Sesshoumaru-sama non ne sarà contento»
costatò il servitore di Sesshoumaru dai capelli rossi,
Shunji.
Sunao era al suo fianco che rigirava i cadaveri dei tre youkai che li
avevano sorpresi e attaccati. I servi di Kyoufuumaru li avevano
scoperti mentre erano in perlustrazione per osservare da vicino la
situazione al palazzo del loro signore.
«Torniamo prima che altri ci trovino e ci seguano»
affermò Sunao calmo.
«Va bene!» Shunji annuì e
aiutò il compagno a nascondere i corpi sotto al fogliame.
Fecero ritorno di corsa al nascondiglio, dove li attendevano.
Sesshoumaru fu il primo ad avvertirli, in quanto era appostato
all’entrata della grotta, impaziente.
Allo stesso modo, li attendeva anche Noumu. Sperava che non portassero
nessuna cattiva notizia riguardante Moriko.
Se ne accorse presto anche Hasu e andò a fermare la
parlantina infinita di Inuyasha. Era diverso tempo che il suo
fratellino continuava a litigare con i suoi amici, provando in ogni
modo di convincerli a tornarsene a casa. L’unica nota
positiva, fu che non alzò mai la voce.
Hasu gli arrivò alle spalle e lo scosse con la mano.
«Smettila di perdere tempo, Sunao e Shunji sono
tornati»
«Non sto perdendo tempo! Piuttosto potresti aiutarmi a farli
ragio…» Inuyasha si zittì di colpo
all’occhiataccia del fratello.
Era di pessimo umore da quando era tornato con il frammento della
pietra dell’aldilà. Hasu aveva spiegato a grandi
linee cosa era accaduto. L’incontro con Moriko non era finito
nei migliori dei modi, per quanto la donna avesse recuperato la
memoria.
«Sesshoumaru-sama!» i due servitori
s’inchinarono profondamente.
«Allora?» l’urgenza nella voce del loro
padrone li mise in agitazione.
Shunji esitò, consentendo a Sunao di prendere la parola
:«Kyoufuumaru ha preso il possesso del palazzo e ha chiamato
a se numerosi youkai, però solo due o tre di loro sono degni
di nota» si fermò ma era evidente che
c’era dell’altro.
«Continua» gli ordinò Sesshoumaru.
«Alcuni youkai ci hanno scoperti ma li abbiamo
eliminati» rispose in fretta Shunji, liberandosi della colpa
causata dalla loro disattenzione.
«Nessuno ci ha seguito. Nessuno sa dove ci
troviamo» aggiunse immediatamente l’altro servo.
Sesshoumaru parve non gradire, assottigliò gli occhi e
alzò una mano.
«Hanno svolto bene il loro compito, Sesshoumaru. Non
c’è bisogno che tu li punisca» la inu
youkai strinse forte il braccio del fratello, impedendo che gli artigli
di Sesshoumaru si abbattessero sui due servitori.
«Domani mi riprenderò il mio palazzo e
ucciderò Kyoufuumaru. Se volete prendere parte alla
battaglia, fate pure, ma non osate ostacolarmi» Sesshoumaru
fu freddo come poche volte lo era mai stato e si allontanò,
svanendo dalla vista di tutti.
I due servitori ringraziarono mentalmente la prontezza di spirito di
Hasu e poterono rilassarsi per lo scampato pericolo.
«Forse potresti andargli a parlare?» chiese Rin
titubante ad Hasu.
«E a che servirebbe? Non l’hai visto quanto
è nervoso?» Jaken le rispose al posto della
youkai, altamente stanco e spaventato dal comportamento di Sesshoumaru.
«E’ il solito stupido! Se ci tiene così
tanto a Moriko, potrebbe mettersi a cercarla e lasciare Kyoufuumaru a
noi»
«Sesshoumaru non è avventato come te, Inuyasha.
Tentare di trovarla ora, è come cercare un ago in un
pagliaio» intervenne Miroku.
«Inoltre, c’è la possibilità
che voglia ancora ottenere la Hakaitsume, e se è
così, lo farà prima che venga
sigillata» aggiunse Sango.
«Dobbiamo evitare che questo accada. Perciò
dobbiamo sconfiggere Kyoufuumaru il prima possibile» concluse
infine Kagome.
«Hanno ragione loro Inuyasha. Sei il solito
stupido» intervenne Shippo tra le braccia della miko.
«Zitto tu! Lo so benissimo, quanto so bene che serve il
potere di Kagome o di Miroku per poter sigillare quella dannata
naginata. Ma se deve stare male, è meglio che si metta a
cercarla e ci lasci in pace» si lamentò
l’hanyou. In fondo anche lui era solo preoccupato per il
fratello.
Shireiyama ridacchiò. Inuyasha in ansia per Sesshoumaru gli
mancava.
«Stai tranquilla, Rin. Nessuno di noi ha intenzione di
abbandonarlo. Gli staremo accanto e lo supporteremo come
possiamo» Shireiyama le accarezzò il capo con
l’intento di rassicurarla. Anche Hasu le mandò uno
sguardo rincuorante, così da farle ritrovare un
po’ di fiducia.
«Sunao, Shunji spiegateci più nei dettagli
ciò che avete visto e studiamo un piano
d’attacco» i due servitori furono pronti e lesti ad
esaudire le richiese di Hasu.
***
Sesshoumaru procedeva da solo avanti a tutti. La coltre di ghiaccio che
aveva eretto il giorno precedente, non si era assottigliata. Nella sua
testa ora vi era solo l’idea dell’imminente
battaglia e dell’agognata vendetta.
Erano ormai vicinissimi al palazzo. Qualche altro passo e gli occupanti
avrebbero avvertito le aure demoniache degli youkai del gruppo.
«Ci siamo! Gli umani indietro, Jaken e Noumu vicino a Rin;
Sunao e Shunji coprite le spalle agli umani» Shireiyama
ricordò rapidamente lo schieramento.
Rin non era propriamente entusiasta. Era l’unica ad essere
scortata, non tanto da Jaken, che poco poteva fare, ma da Noumu che non
si sarebbe staccato da lei nemmeno per un attimo. Però non
vedeva come poteva opporsi, tutti si preoccupavano per lei e non era il
caso di dare altri grattacapi a Sesshoumaru.
Persa nei suoi pensieri, non si accorse di quanto erano avanzati. Noumu
la richiamò tirandole leggermente la manica del kimono.
«Eh?» l’okami youkai le fece cenno di
salirle in groppa.
«Ah, sì!» la ragazzina capì
subito cosa volesse, vedendo Sango e Kagome sulla schiena di Kirara.
Sesshoumaru ruotò leggermente lo sguardo
all’indietro: erano tutti pronti alla battaglia e decisi a
vincere. Non capiva perché avessero tutto
quell’interesse nel combattere e nemmeno gli interessava.
L’importante era liberare il suo palazzo e uccidere
Kyoufuumaru con le sue stesse mani.
Improvvisamente scattò, causando il disappunto
degli altri.
«Tsk! Il solito. Andiamo!» Hasu cominciò
a correre e ad accorciare la distanza che Sesshoumaru aveva creato. Il
resto del gruppo dietro.
Prossimi al palazzo, era possibile osservare la schiera di youkai che
li attendevano.
Esattamente come illustrato dai due servitori dell’inu
youkai, ad accoglierli, furono uno sbarramento di alcune decine di
youkai. Erano molti, quanto deboli e non avrebbero costituito alcun
pericolo.
Sesshoumaru , Hasu e Shireiyama superarono le mura, fiondandosi sui
primi sventurati che capitarono loro a tiro. Erano tutti youkai del
nord di basso rango, piccoli o dalle dimensioni enormi.
Sesshoumaru si faceva spazio e avanzava velocemente. I pesci piccoli
non gli interessavano; lui voleva solo Kyoufuumaru.
Dopo pochi istanti, giunsero Inuyasha e compagni e furono
immediatamente coinvolti nella battaglia. I nemici che i tre youkai si
lasciavano alle spalle, divennero gli avversari dei nuovi arrivati. Non
erano particolarmente forti nemmeno per loro ma erano troppi e Inuyasha
non riusciva a tenere il passo dei fratelli. Usava sia il kaze no kizu,
con moderazione per non distruggere tutto, sia il kongosoha o
semplicemente la lama della Tessaiga. Sango e Miroku non avevano perso
la mano a sterminare youkai e la loro coordinazione era
pressoché perfetta. Kagome con le sue frecce riusciva a
purificarne parecchi alla volta. Shippo accanto a lei ne bruciava
qualcuno con il suo fuoco fauto e Rin era più indietro a
dare il suo contributo, in groppa a Noumu con Jaken alle spalle. Il
piccolo kappa usava il Nintojo senza troppa precisione sugli
youkai che si avvicinavano. Per fortuna sua, Noumu era pronto a
schivare ogni attacco.
Invece Rin se la cavava decisamente meglio. La sua mira con
l’arco era migliorata tantissimo grazie agli insegnamenti di
Moriko e, anche in movimento, riusciva a centrare i bersagli. Le sue
frecce tuttavia non avevano la stessa efficacia di quelle di Kagome e
spesso non ne bastava una per uccidere uno youkai. A quel punto ci
pensavano Sunao e Shunji a finire il lavoro. Non si sarebbe mai detto,
ma erano ottimi combattenti e riuscivano ad essere di supporto sia a
Rin che agli altri umani. Si muovevano con estrema velocità
su più lati ed eleminavano definitamente gli avversari
feriti o quelli che tentavano attacchi inaspettati.
Più avanti i tre youkai superarono lo schieramento iniziale,
ottenendo una visuale più dettagliata e chiara di
ciò che li attendeva.
In fondo a tutto, presso l’entrata del palazzo, vi era
Kyoufuumaru all’in piedi, che manteneva saldamente la
Hakaitsume, al suo fianco il fedelissimo Katashi e avanti tre possenti
kuma youkai. Questi ultimi si fecero avanti frapponendosi tra loro e
Kyoufuumaru. Erano youkai molto grossi, possedevano un corpo possente e
ricoperto di pelo. Il muso, più largo di quello di un orso,
era adornato da denti affilatissimi e lunghi. Ancora più
lunghi erano gli artigli delle zampe e a proteggerli nei punti
più delicati, ci pensavano pezzi di armature forgiate su
misura. Il loro passo era pesante e scacciavano rumorosamente aria
dalle narici, conferendo loro un’immagine minacciosa.
Uno di loro presentava un’evidente cicatrice che gli
percorreva tutto il collo e continuava sotto l’armatura. Fu
proprio quello youkai a parlare :«Ci incontriamo ancora capo
degli okami youkai del nord! E come allora, sei accompagnato dai quei
detestabili inu youkai»
«Voi siete …» si sorprese Shireiyama e
con lui la compagna Hasu.
«I tre guerrieri dei ghiacci!»
precisò il kuma youkai.
«Cosa fate qui? Non vi eravate rintanati nel più
profondo nord?» disse Hasu.
«Come potevamo sprecare l’occasione di
riscattarci?»
«Stupidi! Immischiarvi in una guerra solo per prendervi una
rivincita?» Shireiyama non poteva certo immaginare di
trovarsi davanti vecchi nemici.
Nel momento più difficile per la sua tribù,
quando si trovò da sola ad affrontare gli altri gruppi di
youkai della zona, vi erano anche tre kuma youkai, desiderosi di
dimostrare la loro forza e sconfiggere la più valente
tribù del nord di quel tempo.
«Il nostro scopo è solo dimostrare di essere
migliori di voi okami youkai»
«Se è solo questo ciò che vi interessa,
vi accontenterò ma prima lasciate che ci occupiamo di
Kyoufuumaru» Shireiyama provò a proporre una
soluzione rapida e pacifica che provocò i sogghigni
divertiti dei kuma youkai.
«Noi avremo la nostra rivalsa, onorando la parola data a
Kyoufuumaru»
«Se è così non avremo
pietà!» Hasu era sul piede di guerra. Gli occhi
stretti a due fessure e la mano pronta per sfoderare la sua
Yougantetsu.
«Non aspettiamo altro!»
«Se non c’è altra via
…» anche Shireiyama assunse una posizione
di attacco.
Sesshoumaru era rimasto a guardare e a valutare la situazione.
Quei tre kuma youkai non erano da sottovalutare ma nemmeno tanto forti
da sconfiggerli. Gli avrebbero solo fatto perdere tempo e tenerlo a
distanza dal suo obbiettivo, ormai a pochi passi.
Quando Shireiyama e Hasu scattarono, dichiarando l’inizio
dello scontro, Sesshoumaru ferì uno dei kuma youkai con
Bakusaiga, facendosi spazio. Li superò e puntò
dritto sul washi youkai.
«Fermo Sesshoumaru!» il grido di Hasu
arrivò troppo tardi. Il fratello aveva già
scontrato la lama della sua katana con quella della naginata.
«Così tanta fretta di morire,
Sesshoumaru?»
«Fa silenzio!» l’inu youkai attaccava
insistentemente con Bakusaiga, ma l’altro gli teneva testa.
«Sesshoumaru fermati! Torna indietro!» insistette
la inu youkai. L’attenzione che prestò al gesto
avventato del fratello, la fece distrarre dal suo combattimento. Fu
spinta da Shireiyama, il quale bloccò una zampata, ne
ferì un altra con gli artigli e afferrando quello a cui
aveva immobilizzato la zampa, lo scaraventò al suolo con un
calcio.
«Fa attenzione, Hasu» la riprese il compagno.
Capiva lo stato di apprensione della compagna ma non avrebbe lasciato
che le accadesse qualcosa.
Hasu annuì e dovette immediatamente difendersi da scaglie di
ghiaccio che la stavano raggiungendo ad alta velocità. Hasu
innalzò una striscia di lava, che fece evaporare il giaccio.
Dal vapore che si creò, sbucò il kuma youkai
senza preavviso. La inu youkai non si fece sorprendere
un’ulteriore volta e gli conficcò la katana nel
ventre.
Yougantetsu iniziò a riscaldarsi.
«Inuyasha! Aiuta Sesshoumaru!» urlò
mentre fece raggiungere la massima temperatura alla sua katana.
Il kuma youkai cercava di estrarsela dal corpo, nonostante la sua
stazza decisamente superiore a quella della inu youkai, non ci
riuscì. Al contrario della Yougantetsu, il corpo dello
youkai diventava sempre più freddo. Le due temperature
completamente opposte a contatto, generavano una nebbiolina biancastra.
Si era raggiunta una situazione di equilibrio e il primo che avrebbe
ceduto, avrebbe avuto la peggio. Il kuma youkai in brevissimo tempo,
vacillò, permettendo alla lama di Yougantetsu di scioglierlo
e tagliarlo in due con un netto movimento verso l’alto. Il
corpo del grosso youkai si riversò a terra privo di vita.
«Inuyasha mi ha sentito?! Va da Sesshoumaru e
aiutalo!» continuò ad urlare a gran voce mentre si
apprestava ad supportare Shireiyama alle prese con gli altri due kuma
youkai.
***
Di quegli youkai minori non si era ancora giunti alla fine. Altri si
erano aggiunti e tutti duri a morire.
Nel bel mezzo della battaglia, si sentì chiaramente la voce
della inu youkai :«Inuyasha! Aiuta Sesshoumaru!»
l’hanyou si allarmò al grido della sorella e
provò a vedere quale fosse la situazione. Tra i fendenti di
Tessaiga e gli youkai che toglieva di mezzo, riuscì a
scorgere la sorella e Shireiyama alle prese con tre giganteschi kuma
youkai. Sesshoumaru non c’era.
Anche gli atri si preoccuparono alla richiesta di Hasu e provarono a
capire che stava succedendo. Non era facile con decine di youkai che ti
venivano addosso.
«Noumu per favore avviciniamoci» l’okami
youkai non fece esattamente come le aveva detto Rin ma compì
un salto che permise di scorgere Sesshoumaru.
«Sesshoumaru-sama!» esclamarono sia Rin che Jaken
insieme, allarmati.
Toccato nuovamente il terreno, Rin comunicò cosa aveva visto
:«Inuyasha, Sesshoumaru-sama sta combattendo contro
Kyoufuumaru da solo!»
«Cosa?! Che combina quell’idiota?»
Arrivò ancora una volta la voce di Hasu :«Inuyasha
mi hai sentito?! Va da Sesshoumaru e aiutalo!»
«Inuyasha vai, qui ci pensiamo noi» gli disse
Kagome decisa nella sua affermazione.
«Se dovesse succedere qualcosa a Sesshoumaru, battere
Kyoufuumaru sarà ancora più difficile. Con questi
qui siamo in grado di vedercela da soli» aggiunse Miroku,
impegnato ad abbattere uno youkai con un colpo dello shakujo.
«Per favore Inuyasha» lo supplicò Rin.
«Dannato di un Sesshoumaru! Sempre a creare problemi. Io vado
ma voi non fatevi battere» così dicendo
balzò via superando gli youkai che li circondavano. A ben
guardare non erano tantissimi, i suoi amici, con il supporto dei due
servitori di Sesshoumaru, potevano farcela in tempi ragionevoli. Ora
doveva pensare al fratello.
Si stava scontrando con il washi youkai ma sembrava in
difficoltà. La Hakaitsume era in grado di assorbire il
potere demoniaco anche dalla Bakusaiga, semplicemente incrociando le
lame per un tempo un po’ più prolungato. Una volta
che le due parti erano state riunite, i poteri della naginata, erano
aumentati.
Non aveva modo di pensare a cosa fare e affiancò il
fratello, scagliando un kaze no kizu.
Sesshoumaru non gradì l’intrusione e nemmeno si
era accorto che Inuyasha lo stava raggiungendo, tanto che era preso
dallo scontro. Di fatto gli sferrò un pugno sul viso.
Inuyasha incassò il colpo, dolorante e stupito.
«Che cavolo fai? Sei impazzito?» sbraitò
irato come non mai.
«Mi sembrava di essere stato chiaro che non volevo
intromissioni» disse gelido.
«Lamentati con Hasu!» una risata li interruppe.
«Vedo che non siete molto uniti. Vorrà dire che
sarà ancora più facile uccidervi»
Kyoufuumaru si rialzò, più motivato ed esaltato
di prima.
Spalancò le ali, grazie alle quali poté
incrementare la sua velocità di movimento, tenendosi
leggermente sollevato dal terreno.
Sesshoumaru fu costretto ad arretrare e difendersi con Bakusaiga.
Manteneva il contatto tra le lame il minimo possibile. Il washi youkai
era incredibilmente veloce e imprimeva una notevole forza nei suoi
attacchi. Sesshoumaru non era da meno e riusciva anch’egli a
sferrare attacchi di una certa efficacia. Tuttavia l’energia
di Bakusaiga diminuiva sempre di più. Dopo un fendente
andato a buon fine di Sesshoumaru, che ferì
l’avversario al fianco , Inuyasha scagliò i dardi
del kongosoha verso Kyoufuumaru. Il washi youkai si protesse avvolgendo
il suo corpo con le ali e creando un piccolo strato di vento.
«Com’è possibile?»
l’hanyou rimase disorientato. Le ali erano state in grado di
proteggerlo ed era riuscito a provocargli solo danni leggeri e qualche
graffio superficiale. A quel punto Sesshoumaru ne approfittò
e sprigionò la piena forza di Bakusaiga.
Kyoufuumaru liberò un urlo poderoso nel compiere lo sforzo
di contrastare l’attacco d’inu youkai con
l’energia raccolta fino a quel momento dalla Hakaitsume e
riuscì a fermare Bakusaiga.
«Sesshoumaru, cerchiamo di attaccare insieme. Se lo sfiniamo
po…»
«Fatti da parte!»
«Non puoi farcela da solo» Sesshoumaru non si
degnò più di pensarlo e si mosse per attaccare
nuovamente.
«Ora Katashi!» al comando del washi youkai, il
federe monaco attivò un sigillo su entrambi i fratelli.
Un cerchio luminoso apparve ai piedi dei due, che li
immobilizzò.
Inuyasha era completamente paralizzato e fu costretto a carponi, come
se una grande forza lo stesse spingendo verso il basso. Al contrario
Sesshoumaru poteva ancora muoversi, anche se a fatica.
«Impressionante il potere di quell’umano, non
è così Sesshoumaru?» lo derise
Kyoufuumaru. Era ad un passo dall’inu youkai,
costretto all’immobilità.
Restava fieramente all’in piedi e guardava dritto negli occhi
Kyoufuumaru.
Due sguardi freddi a confronto. In quello di Kyoufuumaru era evidente
la soddisfazione e la certezza della vittoria, mentre quello di
Sesshoumaru nascondeva rabbia.
Il washi youkai era pronto a trafiggere Sesshoumaru con la naginata e
sottrargli tutta l’energia demoniaca in suo possesso fino a
ucciderlo. E con l’energia accumulata, sbarazzarsi di Hasu.
***
L’ultimo fendente e Hasu e Shireiyama ebbero ragione dei loro
avversari.
Avevano percepito che Inuyasha era andato in soccorso del fratello ma
non erano stati in grado di seguire lo scontro. Volsero lo sguardo
immediatamente verso di loro e ai due si raggelò il sangue
nelle vene.
«Sesshoumaru!»
Salve!
Ci siamo! Siamo arrivati allo scontro finale.
La situazione non è facile, Sesshoumaru è alla
merce di Kyoufuumaru, inuyasha è immobilizzato e Hasu e
Shireiyama che hanno visto?
Inoltre di Moriko ancora non c'è traccia .... vi aspetto al
prossimo capitolo per la fine de "L'artiglio della distruzione -
Hakaitsume"
Il disegno per questo capitolo (per il finale cercherò di
fare di meglio :P):clicca
qui
Alla prossima!
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Capitolo 22 *** Epilogo ***
EPILOGO
L’ultimo fendente e tutti i kuma youkai giacevano a terra,
sconfitti. Hasu e Shireiyama, in apprensione per i fratelli di lei, si
voltarono immediatamente nella loro direzione e il sangue nelle loro
vene si raggelò.
«Sesshoumaru!» Hasu si lasciò prendere
dalla paura e per un attimo non reagì. Shireiyama ebbe una
reazione molto simile.
La lama dell’Hakaitsume era conficcata nel ventre
dell’inu youkai, che gli sottraeva l’energia
demoniaca. Inuyasha poco distante, era immobilizzato da un sigillo, o
qualcosa di simile, non riuscendo più a muoversi.
L’okami youkai fu il primo a destarsi, precipitandosi in
soccorso di Sesshoumaru. La sua compagna non si era ancora mossa,
l’avrebbe fatto sicuramente immediatamente dopo di lui,
tuttavia non poteva perdere nemmeno un secondo. Non sapevano quanto
rapidamente agisse la naginata né se Kyoufuumaru avesse
altri metodi per difendersi.
Come Shireiyama aveva previsto, Hasu lo seguì precisamente
un secondo dopo di lui.
Il loro scatto si bloccò di colpo. Con velocità
straordinaria, qualcuno attaccò Kyoufuumaru.
Arrivò come un fulmine blu, sollevando polvere e terra, le
quali celarono la sua identità agli occhi di tutti.
Kyoufuumaru balzò fuori dalla coltre di polvere, palesemente
meravigliato e allo stesso tempo contrariato. L’inaspettata
intromissione fece perdere la concentrazione a Katashi e i sigilli
vennero spezzati.
Polvere e terra ricaddero sul suolo, mostrando il volto
dell’ultimo arrivato.
«Moriko …» Hasu allargò gli
occhi, sorpresa e felice di rivedere la sua allieva. Shireiyama si
ritrovò a sorridere, contento di rivederla e che fosse
intervenuta schierandosi dalla loro parte. Inuyasha assisteva
incredulo.
«Stai bene Sesshoumaru?» Moriko gli si
avvicinò, parlandogli piano.
L’inu youkai sollevò lentamente il capo,
incrociando i suoi occhi con quelli di lei. Non si aspettava che
arrivasse proprio in quel momento. Rivederla dopo la sua fuga e
soprattutto vedere che stesse bene, che Kyoufuumaru non aveva avuto
modo di farle nulla, fu come liberarsi di un peso che gli opprimeva il
petto. Non sapeva nemmeno spiegarsi cosa stesse provando ma come sempre
non lasciò trapelare nulla.
«Naturalmente» rispose come se fosse ovvio.
«Moriko!» Hasu e Shireiyama furono subito da lei.
«Hasu-sensei! Shireiyama! Sono tornata!» disse
contenta.
«Questa volta ci hai fatto preoccupare» la
rimproverò l’okami youkai.
«Per fortuna sei tornata quella di prima, eccetto
l’aspetto» disse sollevata la sua maestra
«quella che hai in mano?» Hasu notò la
nuova katana in suo possesso.
«E’ la ragione per cui ho tardato. Ci è
voluto del tempo per forgiarla» poi si rivolse a Sesshoumaru
«ho fatto utilizzare la pietra di Kinko per realizzarla,
spero non ti dispiaccia»
«Era tua, potevi farne quello che volevi» Moriko
gli sorrise poi abbassò il capo «mi dispiace
avervi fatto preoccupare e scusate se sono scappata una volta
riacquistato i miei ricordi»
«Attenzione!» la voce di Inuyasha li
ricordò che la battaglie era ancora in corso.
Il washi youkai non aveva preso bene l’intromissione. Ora si
era aggiunto un nuovo nemico, i tre kuma youkai erano stati eliminati
prima del previsto e presto anche gli youkai inferiori, impegnati nel
tener a bada i ningen, sarebbero stati sconfitti. L’ultimo
che gli restava era Katashi, il suo fedele servitore, il più
affidabile e potente.
«Katashi!» urlò furente
Kyoufuumaru, riportando alla concentrazione il monaco.
Inuyasha, che aveva intuito cosa l’houshi stesse per fare, si
alzò il fretta per fermarlo.
La punta tremante di Tessaiga si arrestò a pochi centimetri
da Katashi. Inuyasha lottava per contrastare la stessa forza che
l’aveva immobilizzato prima, senza successo.
«Dannazione» digrignò, non resistendo
più alla pressione. Fu costretto sulle ginocchia con la lama
di Tessaiga a stento sollevata.
«Ma che?» esclamò Shireiyama sentendo un
peso opprimente sul corpo.
«Ha attivato un'altra volta il sigillo»
constatò l’inu youkai, faticando più di
prima.
«Non può essere così forte un sigillo
di un ningen» per Hasu era assurdo che un semplice houshi,
per quanto dotato di una grande forza spirituale, potesse tenere sotto
controllo quattro youkai e un hanyou.
«Dannazione mi sono distratta» Moriko si maledisse
per essersi lasciata andare a inutili sentimentalismi.
«Kyoufuumaru-sama non posso resistere a lungo. Sono
troppi» nonostante le parole di Katashi, il monaco non
sembrava per nulla preoccupato o in difficoltà.
«Libera la yasei inu youkai» gli ordinò
«le infliggerò la punizione che si merita per
avermi tradito»
La luce intorno a Moriko svanì insieme alla forza
schiacciante che le impediva i movimenti. Un fremito le
attraversò la schiena al pensiero di affrontare da sola il
washi youkai ma era pronta a farlo. Infondo, quella era la sua
intenzione fin dall’inizio.
«Katashi, ora quanto tempo puoi mantenere le barriere
ristrettive?»
«Un quarto d’ora massimo. Ma vi pregherei di essere
più veloce se volete servirvi ancora di me»
«Cinque minuti saranno più che
sufficienti» Kyoufuumaru si dimostrò molto sicuro
di se. Fin quando ci sarebbe stato Katashi a supportarlo, non doveva
temere nulla.
«Non chiedo di meglio!» l’eccitazione per
l’imminente scontro incominciò a scorrere nel
corpo di Moriko. Ancor più di quando era umana, desiderava
la battaglia e dimostrare la sua superiorità
«Stavo per rinunciare all’Hakaitsume, ma se ti
uccido prima che l’houshi rilasci le barriere, posso anche
tenermela»
«Povera illusa! Pensi davvero che un’inutile youkai
come te possa sconfiggermi?» Moriko di tutta risposta
ghignò, innervosendo il washi youkai.
Kyoufuumaru spiegò le ali e i suo occhi, quasi bianchi, la
trafissero: tutto dello youkai faceva trasparire la sete di sangue che
albergava in lui.
Entrambi rinsaldarono la presa sulla propria arma e diedero inizio allo
scontro.
Le due armi s’incrociarono con estrema potenza, la forza che
infondeva Kyoufuumaru nella naginata era tale che i piedi della youkai
sprofondassero nel terreno.
«Moriko sottraiti dal suo raggio
d’azione!» gridò a gran voce Shireiyama.
La yasei inu youkai diede una rapida occhiata alla zona circostante
alla ricerca di uno spazio ampio, poi, abbassò la sua
katana, schivò ruotando di lato la naginata e fece un balzo
all’indietro. Kyoufuumaru la colpì comunque con un
calcio, costringendola ad effettuare una capriola per riatterrare in
equilibrio.
«A quanto pare non posso sottrarti energia dalla tua
katana» osservò il washi youkai
«vorrà dire che dovrò ucciderti ancor
prima di quel che pensassi»
Kyoufuumaru roteò l’Hakaitsume sulla sua testa.
Dal movimento rotatorio si generò un piccolo tornado che
indirizzò verso la youkai dai cappelli blu.
«Dann …» Moriko piantò la
katana al suolo. Il vento era impetuoso ed era difficile resistere, se
avesse ceduto si sarebbe trovata con le spalle al muro. Ma il pericolo
maggiore, provenne dal centro del tornado, nel quale stavo volando
Kyoufuumaru. Le strinse il collo con la mano artigliata, facendola
cadere a terra e nello stesso tempo il vento si placò. Nella
caduta, però, riuscì a usare la katana per
infilzare un’ala del washi youkai. Gliela tagliò a
metà, costringendolo a lasciarla. Si risollevò in
fretta e incrociò nuovamente la lama della spada con la
naginata. Si scambiarono diversi colpi e infine con un affondo,
ferì anche l’altra ala.
«Bastarda!» Kyoufuumaru le sferrò un
pugno dritto sul viso che la fece barcollare.
Il washi youkai stava perdendo la calma. Se non avesse concluso in
fretta con lei, avrebbe dovuto vedersela con troppi nemici tutti in una
volta.
«La pagherai» disse in un tremendo sussurro.
***
Vicino le mura del palazzo, la battaglia era giunta quasi al termine.
Gli youkai al servizio di Kyoufuumaru erano quasi tutti sistemati.
Mentre combattevano, ogni tanto, prestavano attenzione a ciò
che avveniva ai loro compagni.
A Rin si fermò il cuore per un attimo, quando
sentì l’urlo di Hasu che chiamava il fratello. Se
non fosse stato per Noumu, pronto a portarla lontana
dall’attacco di una mazza di uno degli youkai, si sarebbe
ferita gravemente.
«Noumu ti prego bobbiamo andare da Sesshoumaru!» lo
implorò.
«Non possiamo Rin» Jaken fermò ogni
movimento dell’okami youkai «Sesshoumaru-sama mi ha
ordinato di non metterti in pericolo» la voce del kappa
tremava nel vedere il padrone impotente di fronte al washi youkai.
«Così morirà!» Rin aveva le
lacrime agli occhi.
Noumu ululò catturando l’attenzione dei due che
portava in groppa.
«Mo … Moriko?» la ragazza era incredula
nel vederla ma non si sbagliava.
Anche tutti gli altri si voltarono a guardare anche se per pochi
secondi.
«E’ arrivata nel momento giusto» disse
Sango, tramortendo uno dei nemici con l’Hiraikotsu.
«E pare sia dalla nostra parte»
puntualizzò Miroku. Da ciò che aveva raccontato
Hasu, non era detto che lo fosse.
«Evviva!» esultò Shippo.
«O no, Inuyasha!» Kagome non poté
trattenersi nel vedere l’hanyou costretto sulle ginocchia.
«Facciamo presto e andiamo ad aiutarli» purtroppo
anche se le cose stavano prendendo una buona piega, Miroku sapeva bene
che non era ancora finita e che l’Hakaitsume era tuttora
nelle mani del nemico.
Sei youkai si avvicinarono in modo pericoloso a Rin e gli altri pochi
rimasti circondarono gli altri.
Sango e Miroku ne eliminarono due e Kagome si liberò degli
altri purificandoli.
«Noumu dobbiamo liberarcene in fretta» gli disse
Rin. L’okami youkai annuì e subito una leggera
nebbia li circondò. Questa si propagò avvolgendo
tutti gli avversari. Gli youkai si fermarono e si guardavano intorno
confusi.
«Cosa hai in mente di fare?» chiese Rin. In questo
modo nemmeno lei vedeva nulla.
Noumu le fece segno di reggersi forte a lui e compì un salto
molto alto.
Jaken gracidò spaventato dalla sensazione di cadere mentre
la ragazza chiuse per un attimo gli occhi. Quando li riaprì,
si rese conto che da quella posizione, poteva vedere ogni singolo
youkai.
«Ho capito! Sei un genio Noumu!» Rin
incoccò la prima freccia e la scagliò. Nemmeno il
tempo di vedere se il dardo fosse andato a segno, che era
già pronta a scoccarne un'altra. Centrò entrami i
bersagli ma dovette fermarsi un attimo. Noumu aveva perso lo slancio
iniziale e stava ricadendo al suolo. Una volta con le zampe a terra,
rinforzò la nebbia e saltò di nuovo. Ripeterono
l’operazione un paio di volte e con l’aiuto di
Jaken, tolsero di mezzo anche l’ultimo ostacolo.
«E’ fatta!»
«Forza andiamo!» all’incitamento della
miko, il gruppo si mosse compatto, sempre con Sunao e Shunji a coprire
le spalle.
La situazione che si trovarono di fronte non era facile: tutti i loro
compagni erano rinchiusi in delle barriere che impediva loro qualunque
movimento e Moriko era impegnata nel combattimento con Kyoufuumaru. I
due combattenti non si accorsero del loro avvicinamento e
all’inizio nemmeno gli altri tre youkai.
«Kagome» solo Inuyasha li notò e non
poté fare a meno di chiamarla. Gli si avvicinarono e si
accettarono che stesse bene.
«Non dovreste stare qui ningen» disse
improvvisamente Hasu, senza nemmeno guardarli.
«Forse possiamo esservi utile» affermò
Miroku considerando la natura di ciò che li intrappolava.
«E’ tutta colpa di quel monaco»
asserì Inuyasha.
«Non è normale che riesca a fermare
tutti» sostenne Sango.
«Probabilmente starà facendo ricorso a qualcosa
che incrementa la sa forza spirituale» ipotizzò
Miroku mentre osservava l‘alto houshi poco distante.
«Ovviamente anche lui è protetto da una
barriera» disse infastidito Jaken, analizzando la situazione.
«Bene proverò a forzarla. Se distruggo la sua
barriera, automaticamente verranno meno anche tutte le altre»
Miroku si preparò. Arrivò ad un passo da Katashi
e si concentrò.
«Cosa speri di fare, monaco?» per Katashi le cosa
non andavano bene e il suo signore avrebbe impiegato più di
cinque minuti per liberarsi della yasei inu youkai.
Miroku terminò di raccogliere le energie :«sai
cosa ho intenzione di fare … quindi preparati!»
Miroku colpì la barriera che proteggeva il monaco con la
punta dello shakujo. Si sprigionarono come delle scariche elettriche ma
la barriera resistette.
Per Miroku era un grande sforzo e temeva che non ci sarebbe riuscito.
Il potere di quel monaco era davvero straordinario.
«Forza Miroku! Non mollare!» Shippo era al suo
fianco che lo incoraggiava.
«Kagome, usa una delle tue frecce» la giovane
annuì e scoccò la freccia. La sua forza
purificatrice si aggiunse a quella di Miroku ma ancora non era
sufficiente.
«Vi prego Kyoufuumaru-sama fate presto! Io non
resisterò ancora per molto!» Katashi era allo
stremo.
L’implorazione di Katashi mise in allarme Kyoufuumaru. Era
furioso con quella donna youkai che gli stava mettendo i bastoni fra le
ruote. L’avrebbe uccisa e con lei tutti i suoi compagni.
«Muguen no hakai!» Kyoufuumaru gridò con
forza il nome della tecnica dell’Hakaitsume. La terra davanti
ai suoi piedi, fino a Moriko, si spaccò e una terribile
ondata di energia la travolse. La youkai posizionò in fretta
la sua katana davanti al corpo in posizione verticale. Il colpo fu
tremendo e venne scagliata contro il palazzo. Lanciava piccoli versi e
urla nel tentativo di sopportare il dolore. Alla fine cedette,
sfondando una piccola parte del palazzo che le cadde addosso.
«Moriko!» le voci di quasi tutti si unirono in una.
“Rialzati … puoi fare molto più di
questo” Sesshoumaru fissava con intensità il punto
in cui Moriko era stata seppellita dalle macerie.
Dei cumuli di legno si mossero. Poterono tirare un sospiro di sollievo:
Moriko si stava rialzando.
“Non è possibile” Kyoufuumaru
sgranò gli occhi, furente.
Moriko uscì dalle macerie leggermente insicura sulle gambe,
piena di piccole ferite e con il respiro affannato.
Sesshoumaru provò un’inspiegabile sollievo e allo
stesso tempo frustrazione per non poter far nulla.
«Eheh! Se quello era il tuo colpo migliore non è
abbastanza!» si vantò lei.
«Come hai fatto a sopravvivere?»
«Merito della mia spada che è in grado di
assorbire parte dell’energia demoniaca e trasformarla in mia
o in energia vitale» Moriko gli concesse la spiegazione pur
di avere il tempo di recuperare fiato.
«Capisco. È un’ arma interessante,
peccato che si sia incrinata. Presumo che ad un attacco più
potente non resisterà. Se è così
…» Kyoufuumaru si diresse verso Sesshoumaru.
Avrebbe assorbito tutta l’energia demoniaca
dell’inu youkai fino ad ucciderlo e con l’energia
sottrattagli, avrebbe lanciato un attacco dieci volte più
potente. Avvicinò la naginata all’inu
youkai e l’energia demoniaca cominciò a
fluire nell’arma.
«No! Fermo!» Moriko capì, come fecero
gli altri.
Rin ebbe paura e cominciarono ad uscirle le lacrime agli occhi. Jaken
ebbe una reazione molto simile.
«Fermati! Ti ho detto di fermarti!» Moriko si
precipitò, trovando forze che nemmeno aveva. Non poteva
permettergli di ucciderlo. Aveva ancora una promessa da mantenere,
doveva ancora dirgli tante cose.
Kyoufuumaru sogghignò trionfante. La fece avvicinare e
all’ultimo la trafisse con l’Hakaitsume.
Moriko boccheggiò e un rivolo di sangue le uscì
dalla bocca. I presenti si paralizzarono di colpo tale fu lo shock.
Sesshoumaru la vide accasciarsi sotto ai suoi occhi, si reggeva con un
braccio alla naginata e l’altro era protratto verso di lui.
Le sue labbra si mossero ma non uscì alcun suono.
Un sentimento mai provato gli stava stritolando il cuore,
un’ira cieca stava prendendo il controllo della sua mente e
il corpo prese a muoversi, incurante del sigillo. Moriko era sempre
più debole, il braccio le ricadde sul corpo e piano le
palpebre si abbassarono sugli occhi blu. La rabbia di Sesshoumaru
aumentava, lo sforzo che stava compiendo era eccessivo anche per lui ma
proseguiva, riuscendo a muovere qualche passo. Uno sforzo in
più e la barriera si infranse. Sesshoumaru tagliò
di netto un braccio di Kyoufuumaru con Bakusaiga e si lanciò
al suo inseguimento mentre quest’ultimo cercava di
sfuggirgli, stordito.
Nello stesso momento le barriere restrittive si spezzarono. Shireiyama
corse da Moriko, prendendola tra le sue braccia.
Hasu e Inuyasha affiancarono Sesshoumaru.
Vedendo arrivare i rinforzi, Kyoufuumaru decise di sferrare lo stesso
attacco di prima, utilizzando l’energia sottratta allo
youkai.
«Mugen no hakai!»
Sesshoumaru, Hasu e Inuyasha con le loro rispettive katana, si unirono
per contrastare l’attacco. Risultò essere molto
più forte del precedente: le loro mani iniziarono a
sanguinare, le lame della spade fremevano come se da un momento
all’altro volessero spezzarsi e il palazzo dietro di loro si
sbriciolava alla pressione.
Ma resistettero e lo respinsero. Appena la grande quantità
di energia svanì, Sesshoumaru gli fu addosso, gli
strappò di mano l’Hakaitsume e lo trafisse con la
mano artigliata.
«Non … può …
essere» ansimò dolorante il washi youkai. Accadde
così velocemente che faticò a capacitarsene.
«Non dovevi farle del male» sussurrò
Sesshoumaru non rendendosi realmente conto di cosa stesse dicendo.
«Katashi …» Kyoufuumaru volse per
l’ultima volta lo sguardo sul suo fedele servo. Era steso a
terra che lo fissava. Era sfinito e presto l’avrebbe
raggiunto.
«Non volevo … che andasse …
così» Sesshoumaru non volle sentire altro e lo
finì trafiggendolo con Bakusaiga. Il suo corpo cadde a terra
privo di vita.
«Sesshoumaru!» l’inu youkai si
voltò immediatamente verso Shireiyama. Sbiancò
del vedere il corpo insanguinato ed esanime di Moriko. Corse da lei.
«Sesshoumaru, Tenseiga» Shireiyama non riusciva a
contenere l’agitazione. Tutti gli altri erano lì
vicino.
Sesshoumaru si inginocchiò e posò una mano sul
volto di Moriko. Aveva un’espressione sofferente e il suo
corpo stava diventando freddo.
Sesshoumaru si alzò e sfoderò Tenseiga, allo
stesso modo Shireiyama si allontanò e lasciò che
l’inu youkai riportasse Moriko tra loro. Hasu tremava e
strinse con decisione il braccio del compagno.
Sesshoumaru vide chiaramente i servitori
dell’aldilà e tagliò senza esitare.
“Apri gli occhi, Moriko” la prese tra le braccia.
Il respiro gli si era fermato nell’attesa. Poi il petto della
youkai si alzò e le ciglia tremarono. Moriko
ritornò lentamente alla vita e la prima cosa che vide furono
gli occhi di Sesshoumaru. Non li aveva mai sentiti così
caldi.
«Non te ne andare più» Sesshoumaru
glielo sussurrò all’orecchio quando
l’avvicinò di più a lui. Moriko lo
strinse forte. Non se ne sarebbe più andata.
***
«Bene procediamo a sigillare
l’Hakaitsume» Miroku aveva preparato tutto per il
rito da eseguire. La piuma, il frammento della sfera
dell’aldilà e la campanella emisero una luce
accecante, si sollevarono e si posizionarono sulla naginata. Dopo un
po’ la ricoprirono di luce e svanì. I tre oggetti
caddero, tornando al loro aspetto iniziale.
«Ma dove è sparita?» si
domandò Shippo alquanto sorpreso.
«Forse è in un posto lontano»
ipotizzò Sango.
«Dove sia andata a finire non ci interessa.
L’importante è che non ricompaia più a
far danni» Inuyasha non ne voleva più sapere.
«Peccato! Avrei voluto riaverla» Moriko si
guadagnò un’occhiataccia di Sesshoumaru Hasu,
Shireiyama e Noumu «bè non è poi
così importante, infondo ho una nuova katana»
aggiunse per riparare.
«A proposito da dove salta fuori?» le chiese
l’okami youkai.
«Me la sono fatta fare da Totosai. Mi ha detto anche il suo
nome ma non lo ricordo. Sai andavo di fretta»
ridacchiò.
«Per fortuna è tutto finito! Stava diventando una
cosa complicata» disse Inuyasha per porre la parola fine alla
storia.
«Ora te ne puoi anche andare»
«Dannato di un Sesshoumaru! E questo sarebbe il
ringraziamento per averti aiutato?» l’hanyou si
stava arrabbiando.
«Nessuno te l’ha chiesto»
«Ah! Insomma!»
«Su su Inuyasha! Basta così. Abbiamo fatto quello
che dovevamo»
«Ma Kagome non possiamo farci trattare in questo modo dopo
tutto quello che abbiamo fatto» protestò Inuyasha.
Hasu gli accarezzò la testa «Grazie fratellino.
Sei stato bravo!» Inuyasha arrossì leggermente. Si
vergognava un po’ ma quel gesto da parte della sorella, gli
era mancato.
«E va bene mi accontento di aver fatto una cosa
buona»
«A questo punto credo sia tempo di andare» Kagome
si prese sotto braccio Inuyasha e se lo trascinò verso i
suoi amici «Spero di rivedervi ancora»
salutò insieme agli altri.
«Moriko, Rin se vi stancate di Sesshoumaru fatevi un giro al
villaggio» disse Inuyasha prima di andare.
Il fratello lo guardò malissimo e convinse Inuyasha ad
affrettare il passo. Moriko e Rin risero divertite.
«Hasu poi tenere con te Rin per un po’?»
le domandò Sesshoumaru.
«Sì certo»
«Eh? Ma come? Non posso ancora venire con voi,
Sesshoumaru-sama?»
«Bisogna far prima riparare il palazzo e ci vorrà
del tempo e tra poco sarà inverno» le
spiegò paziente.
«Tranquilla Rin, torneranno presto. Il tempo di trovare
qualcuno che ripari il palazzo e verrà a stare da noi anche
lui» ci pensò Shireiyama a rassicurarla.
«Moriko, tu vieni con me?» il tono di voce di
Sesshoumaru era tornato quello di sempre ma nascondeva una certa
agitazione.
«Sì! E’ tempo di mantenere la promessa
fatta» rispose «Noumu va anche tu da
Hasu» l’okami youkai annuì.
«Che dite? Ci ritiriamo?» Hasu era davvero stanca e
non vedeva l’ora di riabbracciare i suoi figli e tornarsene
alla sua vita tranquilla.
Un po’ a fatica Shireiyama e la compagna si trascinarono
tutti via.
«Sunao, Shunji, Jaken voi restate qui e attendete il mio
ritorno»
«Come desiderate Sesshoumaru-sama» Jaken rispose
anche per gli altri due.
«Vieni» Sesshoumaru invitò Moriko a
seguirla.
Superarono la nebbia che circondava il palazzo e proseguirono verso
est.
Camminavano con tranquillità l’una affianco
all’altro. Sesshoumaru poteva effettivamente rendersi conto
che Moriko era diventata davvero una youkai. Il suo aspetto era
essenzialmente lo stesso, cambiava solo il colore dei capelli e degli
occhi e lineamenti meno morbidi. Da quando era umana, era stata capace
di smuovere qualcosa dento di lui, qualcosa a cui non sapeva nemmeno
dare un nome.
«Ti fa male la ferita?» gli chiese a un tratto,
continuando a guardare il terreno. Avrebbe voluto dirgli tante altre
cose. Quanto gli fosse mancato, che era felice che fosse sano e salvo e
ora che erano soli, avrebbe voluto pronunciare quelle due parole che
non era riuscita a dar voce quando credeva che tutto fosse finito.
Sesshoumaru la osservò. Si preoccupava per un qualcosa che
sarebbe sparito nel giro di qualche giorno, quando lei era addirittura
morta. Poi vide che non era così.
Non le rispose ma si fermò di colpo costringendola a fare lo
stesso e le si avvicinò. Si lasciò guidare da
quel qualcosa che era nato dentro di lui e pose le sue labbra su quelle
di lei.
Moriko spalancò gli occhi per la sorpresa. Grazie a lui non
aveva più bisogno di trovare parole per esprimergli i suoi
sentimenti.
Lo baciò. Un bacio profondo e pieno d’amore.
Salve!
E' giunta la fine anche di questa storia. Mi sono divertita e
appassionata nel vivere le avventure dei nostri amici e mi sono legata
a loro, come ormai ho capito che accade sempre.
Un sincero grazie per i tantissimi che hanno continuato a seguire fino
alla fine, per avermi fatto conoscere il vostro parere e per le
recensioni incoraggianti, anche se poche ... grazie!
Spero sia stata una lettura gradevole e che l'avventura raccontata
abbia quel pochino di atmosfera che si respira nel mondo di Inuyasha.
Come è ormai è abitudine, vi saluto con un
disegno (questa volta venuto per bene e molto romantico): clicca
qui
Non so se o quando ma probabilmente in futuro potrebbe arrivre un
qualche altro racconto legato a "L'artiglio della distruzione
-Hakaitsume" per approfondire qualche personaggio o vicenda e
sicuramente scriverò altri racconti quindi .... alla
prossima ;)
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