Haru

di serre02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nebbia ***
Capitolo 2: *** Grazie ***
Capitolo 3: *** Domande senza risposta ***
Capitolo 4: *** La mia casa tra le sue braccia ***
Capitolo 5: *** Ricordi ***
Capitolo 6: *** Paura di perderti ***



Capitolo 1
*** Nebbia ***


L’oscurità aveva avvolto ogni cosa nella foresta di Konoha; l’aria era gelida e carica di tensione. Qualcuno saltava di ramo in ramo, con sorprendente agilità, silenzioso come un gufo che ghermisce la sua preda con il favore delle tenebre.
Da sotto la sua maschera di porcellana bianca e rossa dalle sembianze animali, l’Anbu pensava solo alla sua missione di pattugliamento; anche se la guerra era terminata da tempo ormai, era meglio non rischiare di mettere a repentaglio la sicurezza del villaggio.
Il simbolo rosso tatuato sul braccio sinistro risaltava sulla pelle resa ancora più pallida dai raggi della luna piena. Al minimo movimento nel fitto fogliame era pronto ad estrarre l’arma affilata riposta dietro la schiena.
Di scatto frenò la sua corsa; era calata una fitta nebbia ad una velocità impressionante, riducendo la visibilità a zero. Il cielo, già coperto abbondantemente dalle chiome degli alberi imponenti, sparì del tutto, così come la poca luce che prima gli permetteva di proseguire. Dopo un attimo di esitazione, qualcosa sembrò stupire il ninja.
“Ma questa… è la tecnica del velo di nebbia…”
«Tecnica del richiamo» disse a bassa voce; comparve dal nulla un piccolo cane.
«Ciao, Kakashi. Come posso aiutarti?»
«Ehi, Pakkun. Mi dispiace disturbarti, ma ho bisogno del tuo olfatto a causa di questa nebbia; penso che sia provocata da una tecnica del nemico.»
«Mh, hai ragione, di sicuro non è un fenomeno naturale.» constatò annusando l’aria. «Da questa parte!»
I due ricominciarono a saltare da un ramo all’altro, finché il carlino non si arrestò di colpo. «Ci siamo, percepisco odore di sangue sotto di noi.» affermò.
Con un balzo scesero ai piedi di una maestosa quercia dalla corteccia asciutta e squamosa che ricopriva come una corazza l’imponente tronco; lì, priva di conoscenza, giaceva una ragazza dai lunghi capelli biondi che le ricadevano dolcemente sulle spalle, il viso pallido imperlato di sudore e pieno di graffi. Con una smorfia di dolore in volto, si teneva il fianco destro, lacerato profondamente da un kunai, dal quale usciva una grande quantità di sangue; il caldo liquido scarlatto sporcava l’erba formando una piccola pozza. Le sentì il polso e si accorse che era ancora viva.
«Forza, Pakkun, torniamo al villaggio; dobbiamo fare in fretta, è messa male.» così dicendo fece per prenderla tra le braccia, ma il sibilo della maschera rigata da uno shuriken lanciato con estrema precisione lo fece indietreggiare bruscamente;
«Non immischiarti in cose che non ti riguardano.» Uno shinobi del villaggio della nebbia uscì dai cespugli.
«E’ riuscito a sfuggire al mio olfatto! Ma com’è possibile?!» esclamò Pakkun, esterrefatto.
L’Anbu fece alcuni segni con le mani ed il suo braccio fu avvolto da scariche elettriche; nell’aria si propagò un acuto rumore, come se uno stormo di falchi si fosse librato in aria. Scattò verso l’avversario alla velocità del fulmine, colpendolo in pieno petto.
Il ninja ridacchiò: «Sei in gamba, non c’è che dire…» Il suo corpo divenne acqua e si squagliò.
«Era solo una copia…»        
«Kakashi, attento alle spalle!» lo avvertì Pakkun.
Non riuscì a voltarsi in tempo e fu trafitto dal kunai del nemico. Quest’ultimo sogghignò: «Forse ho parlato troppo presto, è stato facile eliminarti...»
Quando ormai sembrava evidente la sconfitta dell’Anbu, il suo corpo venne avvolto in una nuvoletta di fumo bianco ed al suo posto comparve un ciocco di legno.
«La tecnica della sostituzione?!»
Si voltò di scatto, ma era troppo tardi; Kakashi e Pakkun se n’erano già andati, portando via la giovane ragazza.

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Capitolo 2
*** Grazie ***


La ragazza aprì lentamente ed a fatica i grandi occhi verdi ed il primo dettaglio che colpì la sua attenzione fu la distesa di bianco sporco che si stagliava sopra la sua testa. Aveva la bocca asciutta ed impastata, la testa le faceva un gran male. Aveva la vista annebbiata e la sua capacità di formulare ogni sorta di pensiero sembrava svanita nel nulla; la prima domanda che finalmente riuscì a porsi fu in che razza di posto fosse finita. Cercò faticosamente di tirarsi su, ma un improvviso ed acutissimo dolore al fianco destro la fece ricadere pesantemente sulla schiena, incontrando così la morbida superficie sulla quale era distesa.
«Finalmente ti sei svegliata.»
La giovane trasalì al suono di quelle parole, pronunciate con estrema calma; girò la testa da un lato e scorse, seduto su una sedia accanto al suo letto, un ragazzo con i capelli dai riflessi d’argento, il viso coperto da una maschera nera ed il coprifronte con in bella vista la targhetta con il simbolo del Villaggio della Foglia abbassato sull’occhio sinistro. Era concentrato su un piccolo libro, che leggeva con attenzione ed interesse.
«Chi sei… Tu?» gli chiese con un filo di voce.
Distolse la sua attenzione dal libro, per incatenare il suo unico occhio nero, in quelli di smeraldo della ragazza; il suo sguardo era talmente profondo che lei avrebbe potuto perdersi, annegare in quella pozza per non uscirne mai più.
«Il mio nome è Kakashi Hatake. Ricordi qualcosa di quello che ti è successo?»
«Io… Non… Non ricordo nulla…» rispose con voce flebile.
«Ti trovi all’ospedale del villaggio della Foglia. Posso sapere il tuo nome?»
«Il… Mio nome… Il mio nome è Haru» disse con estrema fatica. Iniziò a tossire violentemente e per lei fu come una pugnalata al diaframma, già dolente.
Kakashi si alzò di scatto, visibilmente preoccupato, e la aiutò a mettersi seduta. Quando gli spasmi terminarono Haru si accorse con orrore che la mano che si era portata alla bocca era sporca di sangue. Il ninja le accarezzò piano la schiena, tranquillizzandola, finché il suo respiro non tornò regolare.
«Come ti senti? Va meglio?»
La ragazza annuì debolmente, lo sguardo perso nel vuoto. Kakashi le sistemò un morbido cuscino dietro la schiena, in modo che si potesse appoggiare; le offrì un poco d’acqua per alleviare il disgustoso sapore di sangue che le aveva impregnato la bocca, donandole un gran sollievo.
«Grazie…»
Il ninja le sorrise dolcemente da sotto la maschera, sollevato. Le prese l’unica mano libera dalla flebo, era terribilmente fredda; Haru ebbe un lieve fremito.
«Vado a prenderti una coperta, ok? Torno subito.» la rassicurò.
Andò verso la porta ed uscì dalla piccola stanza dell’ospedale di Konoha, per poi richiuderla alle sue spalle. Sospirò profondamente, gli tremavano le mani; aveva avuto una grande paura che gli morisse davanti, senza che potesse fare nulla per evitarlo. E anche se non sapeva niente di lei o della sua storia, se le fosse capitato qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, ne era certo.
Estrasse una morbida coperta di lana da un piccolo armadio appoggiato al muro del corridoio e tornò dalla ragazza. Giunto accanto al suo letto di lenzuola candide, gliela sistemò sulle gambe.
Haru gli rivolse un debole e dolcissimo sorriso, che gli provocò una spiacevole sensazione, come se al posto del suo cuore ci fosse stato un uccellino che martellava sulle costole con violenza, nel disperato tentativo di liberarsi e volare via. E gli faceva male, molto male.
Le riafferrò la mano, accorgendosi che tremava appena e lei chiuse gli occhi, lentamente, tanto che per un momento Kakashi temette di averla persa. Si tranquillizzò quando percepì il suo respiro, nel silenzio interrotto solo degli uccelli che cantavano sotto gli ultimi raggi del sole di quella sera di fine estate.
I suoi lunghi capelli biondi parevano un mare dorato che le incorniciava il viso pallido pieno di piccoli graffi, le guance lievemente arrossate dalla febbricola causata dalle varie ferite e dalla debolezza. Il ninja non ricordava di avere mai visto tanta innocenza e fragilità in una ragazza e ciò non faceva che accentuare quella sensazione così spiacevole, ma allo stesso tempo così meravigliosa; quando poi, Haru borbottò qualcosa di incomprensibile nel sonno, sembrava che l’uccellino avesse procurato qualche serio danno, dato il dolore al petto. Ma non era dolore causato da una ferita, o dall’odio, o dal rancore; piuttosto dalla paura. Kakashi proprio non riusciva a capire a che cosa fosse dovuta tale paura, si limitava a guardarla con una dolcezza che non aveva mai provato prima di allora.
Perché quel traditore le stava dando la caccia? Il ninja si guardò intorno e notò gli abiti che indossava la ragazza appesi ad un attaccapanni sistemato accanto al suo giaciglio. Il vestito bianco senza spalline era stato brutalmente lacerato ed era macchiato di sangue scarlatto, le calze a rete erano ridotte a brandelli ed i sandali erano talmente sporchi e rovinati che non sarebbero stati utili nemmeno come giocattolo da rosicchiare per i suoi otto cani ninja. Non c’era lo straccio di un indizio che potesse suggerire il clan di provenienza di Haru.
Kakashi emise un lungo sospiro ed accarezzò il dorso della mano della giovane, che giaceva tranquillamente addormentata. «Non preoccuparti, andrà tutto bene.» le sussurrò.
Riprese a leggere il suo piccolo libro da dove si era interrotto, ma per quanto si sforzasse non riusciva proprio a concentrarsi; il pensiero che qualcuno volesse uccidere Haru lo tormentava e gli metteva inquietudine. Si sentiva lo stomaco stretto in una morsa.
Ma che gli succedeva? Lui era il figlio della Zanna Bianca della Foglia, Jonin da quando aveva solo dodici anni e membro delle forze speciali Anbu… Eppure quando stava vicino a quella ragazza si sentiva improvvisamente estremamente piccolo ed incapace di fare qualcosa per farla stare bene; sentiva il bisogno di difenderla dall’odio e dalla violenza che popolavano il mondo degli shinobi.
Scese la notte prima che potesse rendersene conto e l’ospedale fu avvolto da un silenzio assordante; fuori, le stelle rendevano il cielo meno cupo. I raggi della luna piena mettevano in risalto il candore della pelle di Haru; pelle segnata da piccole cicatrici sparse sulle sue esili braccia.
Si stava facendo sempre più tardi, ogni luce era stata spenta e tutti i pazienti ricoverati nelle varie stanze stavano riposando. Kakashi sentiva gli occhi farsi sempre più pesanti, ma cercava disperatamente di resistere al sonno che lo stava divorando; voleva vegliare su di lei, fino a che non si fosse svegliata. Ma la stanchezza ebbe la meglio e si appisolò, tenendo saldamente la piccola mano di Haru tra le sue, grandi e calde.
 
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Chotto, Min'na-San! Eccomi con il secondo capitolo della mia fanfiction! Sono un po’ in anticipo, in teoria avrei dovuto pubblicarlo lunedì, ma sono impaziente di scoprire se la storia vi piace… Incrocio le dita!
Spero di non aver reso Kakashi un po’ troppo dolcioso nei confronti di Haru… -_-
Ci tengo a ringraziare Hikaru Nekomi per aver recensito il primo capitolo! E’ stata molto gentile ed ho apprezzato molto che condividesse con me il suo parere… Vi sarei infinitamente grata se seguiste il suo esempio! <3
Penso che il prossimo capitolo arriverà o questo lunedì, oppure martedì… Non mancate, mi raccomando!
Serre02

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Capitolo 3
*** Domande senza risposta ***


Da qualunque parte si girasse, poteva vedere solo desolazione, morte, sangue. Il denso fumo nero le bruciava nei polmoni; in preda alla disperazione, cadde sulle ginocchia ed emise un urlo straziante, che riecheggiò nel villaggio divorato dalle fiamme.

Si svegliò di soprassalto, i grandi occhi di smeraldo pieni di paura, il respiro affannoso e la fronte imperlata di sudore freddo; cercò di calmarsi, le lacrime le pungevano gli occhi, ma le ricacciò giù. Che cosa significava quell’incubo? Chi era? Da dove veniva? Che le era successo? Erano troppe le domande senza risposta che le frullavano per la testa. Non sopportava di sentirsi così vulnerabile. Si guardò intorno, il ragazzo della sera prima era andato via.
Fuori stava albeggiando; il cielo si colorava di rosa ed anche le ultime stelle andavano scomparendo. I primi uccellini rallegravano l’atmosfera con i loro canti armoniosi e l’ospedale cominciò a prendere vita; gli addetti giravano le stanze per servire la colazione ai pazienti. In effetti era da un po’ che non metteva qualcosa nello stomaco…

Quella mattina le vie di Konoha erano affollate; i ragazzini si godevano gli ultimi giorni di vacanza dall’accademia giocando, correndo e ridendo come pazzi; i vari negozi aprivano i battenti, dalle case proveniva un buon profumo che faceva venire l’acquolina. Kakashi passeggiava tranquillamente, leggendo il suo piccolo libro; alla fine era stato costretto a lasciare l’ospedale da un’infermiera particolarmente rigida. «L’ora delle visite è passata da un bel pezzo, la paziente deve riposare.» gli aveva detto con autorità; non volle sentire ragioni e praticamente lo buttò fuori.
“Chissà se si è svegliata…” Aveva una gran voglia di rivederla. Decise di andare a trovare Haru per accertarsi che stesse bene, ma improvvisamente si ricordò di non avere fatto rapporto al Terzo; con tutto quello che era successo, gli era proprio passato di mente. Rinunciò così all’idea e si diresse verso il palazzo dell’Hokage.

«Mh, quindi un ninja della nebbia le stava dando la caccia?» gli chiese, dopo aver preso una lunga boccata dalla sua pipa.
Kakashi annuì «Purtroppo è riuscita a rivelarmi solo il suo nome, prima di essere colta da un malore improvviso.»
«Qualche indizio che si possa collegare al clan o al villaggio di provenienza?»
«No, sugli abiti che indossava non è presente nessun simbolo e non possedeva alcun coprifronte.»
Il Terzo si prese qualche momento di silenzio per riflettere; le informazioni erano davvero troppo poche.
«Kakashi, se la cosa va avanti in questo modo, sarò costretto a prendere provvedimenti; sono certo che Inoichi saprà scoprire qualcosa in più su questa Haru.»
Il ninja strinse i pugni, amareggiato «Aspetti, dovrà pur esserci un altro modo… I metodi di Inoichi sono alquanto invasivi, è già stata traumatizzata una volta!»
Il tono dell’Hokage si fece severo «Non possiamo permetterci di mettere a repentaglio la sicurezza della Foglia. La guerra è terminata solo due anni fa e le altre nazioni potrebbero approfittarne per raccogliere informazioni preziose sul villaggio. Fidarci di un estraneo sarebbe da incoscienti.»
«Lo so, ma… La prego, mi dia la possibilità di passare un po’ di tempo con lei, magari riuscirò a scoprire qualcosa…» implorò l’Hatake, con grande determinazione.
«E va bene… Ti concedo quarantotto ore, non un minuto di più. Se non avrai scoperto nulla di importante, allora passeremo alle maniere forti.»
Kakashi avrebbe voluto protestare, ma era già tanto che il Terzo gli avesse concesso due giorni; dopo tutto era una questione di vitale importanza.
«La ringrazio.» gli disse, chinando il capo, poi sparì in una nuvoletta di fumo. L’Hokage sospirò; era incredibile come quel ninja riuscisse ad averla vinta ogni volta.

Il cibo dell’ospedale era davvero immangiabile; non era nemmeno sicura che si potesse definire tale. “Sempre meglio che soffrire la fame…” Si disse mentre metteva in bocca un cucchiaino di passata di frutta dal sapore indefinito; in compenso le tecniche mediche erano davvero efficienti.
Qualcuno bussò alla porta, un ragazzo sui sedici anni, alto, con il viso mascherato, l’occhio sinistro coperto dal coprifronte ed una strana capigliatura dai riflessi argentati.
«Disturbo?» chiese, sorridendo imbarazzato.
«Ah sei tu… Kakashi, giusto? Prego, entra pure.» gli rispose, rivolgendogli un sorriso molto dolce.
«Come ti senti oggi?»
«Molto meglio. E…» arrossì lievemente «Grazie per ieri sera...»
Kakashi si sentì esattamente come la sera prima; il suo cuore sembrava impazzito, la trovava semplicemente adorabile. Cercò di nascondere il suo disagio «Non c’è di che. Dimmi, ricordi cosa ti è successo?»
«Io… In realtà non sono nemmeno sicura di sapere chi sono.» si rabbuiò.
Il ninja si sentì male a vederla in quello stato, ma si fece forza. «Ehi, se ti va potremmo fare un giro del villaggio, poco fa ho incontrato il tuo medico… Mi ha detto che, dati i tuoi notevoli miglioramenti, puoi essere dimessa oggi stesso.»
Sul viso di Haru comparve un timido sorriso «Se per te non è un disturbo, io ci sto…»
L’Hatake si avvicinò alla ragazza, che si sedette sul bordo del morbido letto, con le gambe a penzoloni; lentamente si lasciò scivolare a terra e, quando i suoi piedi scalzi incontrarono il freddo pavimento, un brivido le percorse tutta la schiena. Provò a muovere un passo, ma una fitta al fianco le provocò un forte capogiro e perse l’equilibrio; prontamente Kakashi scattò in avanti e la prese al volo.

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Chotto Min’na-San! Eccomi con il terzo capitolo! Spero vi piaccia <3
Ringrazio tantissimo Hikaru Nekomi per le recensioni… Mi auguro di essere riuscita a renderti le idee più chiare con il seguito della mia storia!
In questo capitolo viene anche specificata l'età di Kakashi, in modo che possiate collocare la storia nella timeline...
A lunedì prossimo! Non mancate, mi raccomando! ;) 

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Capitolo 4
*** La mia casa tra le sue braccia ***


La ragazza si ritrovò tra le braccia del ninja; gli arrivava appena alle spalle, era così esile… Di certo il cibo dell’ospedale non l’aveva aiutata a prendere peso.
Non appena si rese conto di ciò che era successo sussultò, senza tuttavia ritrarsi immediatamente; si sentiva strana, ma non in modo negativo. Era una sensazione quasi piacevole come se… Si sentisse a casa. Dopo qualche istante fece un lento passo indietro, arrossendo e tenendo lo sguardo basso; si morse un labbro, in preda all’imbarazzo.
Kakashi si sentiva le gambe molli, il cuore rischiava seriamente di schizzargli via dal petto; per sua fortuna indossava la maschera, pareva che tutto il sangue gli fosse affluito alle guance. Si portò una mano dietro la testa ed abbozzò una risatina, cercando di sembrare il più naturale possibile, ma quando Haru alzò gli occhi e gli sorrise timidamente, il ninja avrebbe voluto sparire, diventare trasparente. Respirò a fondo in modo che non gli tremasse la voce «Andiamo?»
Non appena furono fuori, la ragazza fu abbagliata dalla luce del sole, ormai alto nel cielo. Le vie del villaggio erano quasi deserte, tutti erano rintanati a casa al riparo dall’afa di fine agosto; le cicale cantavano dall’alto degli alberi, nascoste nel fitto fogliame verde come i grandi occhi di Haru, che brillavano nel vedere Konoha così pacifica.
I due giunsero davanti all’accademia ninja; i cancelli erano chiusi ed il cortile vuoto. La piccola altalena dondolava spinta dalla brezza fresca che attenuava il caldo quasi insopportabile; Kakashi si accomodò su di una panchina sotto ad un grande ciliegio, ormai del tutto spoglio dai fiori che in primavera tingevano il paesaggio di rosa, ed invitò la ragazza a fare altrettanto. Doveva cercare di scoprire qualcosa sul suo passato, anche la più piccola informazione poteva essergli utile; solo che non aveva idea di come portarla ad aprirsi con lui. Si voltò a guardarla, lei si torturava le mani fissando le pieghe della maglietta bianca, forse un po’ grande per lei.
«Sai, qui al villaggio è tutto così tranquillo… Mi fa sentire a casa.» Un debole sorriso fece capolino sul suo viso, ma si spense subito «Mi chiedo se un giorno riuscirò a tornare al mio villaggio; sempre che esista un posto al quale appartengo… Ogni volta che chiudo gli occhi mi ritrovo in mezzo alle fiamme, sento urla di dolore, vedo sangue ovunque e…» le si spezzò la voce, le lacrime cominciarono a scorrerle sulle gote. Non voleva mostrarsi debole agli occhi di Kakashi.
Il ninja non sopportava di vederla piangere; doveva essere terribilmente dura per Haru non avere più nessuno. Lui sapeva bene come ci si sentisse a perdere tutte le persone care.
«Sono stanca di essere così incapace…» Si alzò «Kakashi… Ti prego insegnami ad essere un ninja!»
Rimase sgomento da quella richiesta così improvvisa «Ma Haru, sei appena stata dimessa e poi non so se possa essere all’altezza di…»
La ragazza non gli lasciò nemmeno finire la frase «Ma certo che sarai all’altezza! E ora sto molto meglio! Per favore… Sensei…»
A quel punto, non ebbe la forza di protestare ulteriormente; la sue determinazione era davvero incredibile… Gli ricordava tanto Obito. Si alzò a sua volta e le fece segno di seguirlo.
Erano passati quasi due anni dall’ultima volta che aveva trascorso del tempo al campo di addestramento, tutto era come lo ricordava; il grande fiume che scorreva nella radura circondata dalla foresta, le alte montagne verdeggianti all’orizzonte, i tre monconi allineati… Ogni cosa gli riportava alla mente ricordi che lo rendevano malinconico.
«Da dove iniziamo, Kakashi?» gli chiese impaziente.
«Non avere fretta.» rispose con calma «Cominceremo gli allenamenti domani, oggi devi riposare.»
«Ma io sto bene! Non ho bisogno di…» Una fitta al fianco la interruppe «Accidenti…» borbottò.
Kakashi sorrise, intenerito; la ragazza lo guardò negli occhi, sfoggiando un’espressione imbronciata da bambina che contribuì enormemente a mandargli in tilt il cervello.
Passarono il resto del pomeriggio distesi tra l’erba a rilassarsi e ad osservare le nuvole. Prima che se ne rendessero conto il tramonto infuocò il cielo, una folata di vento freddo fece rabbrividire Haru, che si accoccolò accanto al ninja. Egli le cinse la vita con un braccio e la strinse al suo petto, arrossendo lievemente; la ragazza era sorpresa di quel contatto improvviso, ma non si mosse. Stava bene quando era con lui, si sentiva al sicuro; chiuse gli occhi e si lasciò avvolgere dalla sensazione meravigliosa che aveva provato quella stessa mattina.
Il sibilo di un kunai li riportò bruscamente alla realtà; si conficcò a pochi centimetri dall’Hatake, che si alzò di scatto, parandosi davanti ad Haru.
«Ma che scenetta commovente» Un ninja della nebbia emerse dal fiume.
«Kakashi, chi è quello? E che cosa vuole?» domandò spaventata.
«Non preoccuparti, Haru. Stai indietro ora» Il suo braccio fu avvolto dai mille falchi.
«Tu devi essere il ninja copiatore, Kakashi dello Sharingan… Ho sentito molto parlare di te e non vedevo l’ora di testare la tua forza. Non sarà un problema farti fuori…» Ridacchiò con aria minacciosa «A meno che tu non mi consegni la ragazza»
Quelle parole la allarmarono “Vuole… Me?”
Kakashi scattò in avanti, il traditore parò prontamente il colpo sfoderando la grande spada che portava sulla schiena, il digrignare dell’acciaio si propagò per tutta la valle.
La ragazza non fece in tempo a muovere un passo, che uno shuriken gigante uscì dai cespugli.
«Dannazione!» esclamò il ninja
Il traditore ghignò beffardo «La trappola ha funzionato…»
Haru si buttò a terra, pronta al subire il colpo, ma il dolore non arrivò; si voltò e vide con orrore che Kakashi le aveva fatto da scudo umano, l’arma gli aveva trafitto la schiena.
«Stai bene… Vero?»
«Kakashi!» Le lacrime le si accumularono agli angoli degli occhi, colmi di terrore. L’Hatake si accasciò a terra, attento a non schiacciarla.
«Kakashi! Ti prego rispondi! Ti prego…» lo chiamò, invano; egli non si muoveva.
«No…» Le lacrime le rigarono il viso «No!» ripeté.
Si sentiva scottare, le girava la testa, la vista era offuscata dal pianto «Perché? Perché sono così debole? Così inutile?» Iniziò a tremare, scossa da una forza incredibile che le scorreva nelle vene.
Il suo chakra si fece sempre più potente, finché non fu tanto intenso da non essere più controllabile dalla ragazza; gli occhi solitamente verdissimi, in quel momento sembravano contenere una parte di universo. “Kakashi… Mi dispiace tanto, è tutta colpa mia!”

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Chotto Min’na-San! Finalmente il nuovo capitolo è arrivato! L’ho pubblicato oggi perché domani non avrò proprio tempo… Ringrazio tantissimo AkaneChan95, Hikaru Nekomi e Samarcanda2016 per aver recensito la storia! In questo periodo non penso di riuscire a mantenere il ritmo di un aggiornamento ogni lunedì, quindi chiedo venia se non sarò puntuale…
Alla prossima, non mancate, mi raccomando!

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Capitolo 5
*** Ricordi ***


«Kakashi… Promettimi che ti prenderai cura… Della nostra Rin…»
 
Aprì improvvisamente gli occhi e riconobbe immediatamente il soffitto bianco sporco sopra alla sua testa; era all’ospedale di Konoha, ormai divenuto quasi la sua seconda casa. Che cosa gli era successo? Perché si trovava all’ospe…
“Haru!” pensò allarmato, tirandosi su di scatto incurante della fitta di dolore proveniente dalla schiena; si mise subito in piedi, ignorando un’infermiera che cercava invano di fermarlo. Uscì di corsa dalla sua stanza e quasi andò a sbattere contro l’Hokage.
«Dove credi di andare? Sei ferito!»
«Terzo Hokage! Haru è…»
«Sono a conoscenza dell’accaduto.» lo interruppe «Non ritengo necessario che tu le vada dietro. Sono affari che non riguardano affatto Konoha; al massimo posso inviare una squadra, ma ti proibisco di immischiarti oltre in questa faccenda. Sono stato chiaro?»
«Ma signore non possiamo lasciare che le faccia del male!» esclamò Kakashi, senza nemmeno rendersi conto del tono che aveva assunto la sua voce.
«Tu sei uno shinobi addestrato, un membro delle forze speciali Anbu, allievo del Quarto! Non tollero che ti faccia coinvolgere in questo modo da una ragazzina!»
Il ninja strinse i pugni «E’ vero, sarò anche uno shinobi addestrato, un membro degli Anbu… Ma se c’è una cosa che mi ha insegnato il mio maestro è che non si abbandonano i compagni al loro destino.» la sua voce era piena di rancore ed amarezza, puntò il suo Sharingan negli occhi del Terzo, assumendo un atteggiamento di sfida che sorprese anche sé stesso. Senza aggiungere alcuna parola, si fece strada e si dileguò, lasciandosi alle spalle l’Hokage, attonito.
“Obito… Mi dispiace tanto… Io non sono riuscito a proteggere Rin… E’ stata tutta colpa mia! Avresti potuto starle accanto, se solo non fossi stato così egoista… Te lo prometto, non commetterò lo stesso errore un’altra volta!
Padre, ti ammiro molto per ciò che hai fatto… Non hai abbandonato i tuoi compagni, proprio come avrebbe fatto Minato. Purtroppo non avrò più occasione di farti sapere quanto ti stimo… Seguirò il tuo esempio! Haru… E’ l’unica persona cara che mi sia rimasta… Grazie a te, al mio team, ho finalmente capito! Io… Non permetterò che un mio errore me la porti via per sempre!”
 
“Ormai si sta facendo mattina… Il capo mi aveva parlato del potere del clan Mizutani, ma non avrei mai pensato che potesse ridurmi in questo stato…” Rivolse uno sguardo alla ragazza che si era malamente issato in spalla, prima di sparire tra gli alberi. “Sono appena riuscito a procurarle un graffietto, mentre lei per poco non mi ha fatto fuori… Accidenti!” Il traditore fu colto da un improvviso dolore al petto, che lo fece cadere in ginocchio.
«Heizu, Heizu, così mi deludi… Un traditore del tuo calibro, che si fa ferire in questo modo da una ragazzina indifesa…»
Era comparso dalle tenebre più profonde, minaccioso come una grande tigre pronta a saltarti addosso alla minima distrazione; i suoi occhi di un verde scurissimo incutevano un grande timore, il sorriso furbo e beffardo stampato sul volto faceva venire i brividi.
«Cosa… Cosa ci fa lei qui?» domandò, la voce tremante per lo stupore.
«Ho saputo che ti sei scontrato con il famoso ninja copiatore…» ghignò «Ma a quanto pare il problema più grande non è stato lui...» disse, sollevando Haru per la maglietta come fosse un sacco di immondizia. «Ottimo lavoro, comunque. Ora non ho più bisogno di te…» Estrasse un kunai e lo scagliò dritto in gola al ninja, che morì sul colpo in una pozza di sangue.
 
Desolazione, sangue, morte… Il villaggio divorato dalle fiamme, le urla di dolore soffocate dal fumo nero che bruciava nei polmoni.
Si voltò lentamente, Kakashi era lì, il suo solito sorriso le scaldava il cuore, un lieve contatto sulla sua spalla era sufficiente a farla stare bene; allungò una mano verso la sua figura, avvolta da una luce bianca, ma essa scomparve prima che potesse fare qualunque cosa per impedirlo.
«Perché sono così debole?» disse a mezza voce.
Alzò lo sguardo, incrociando così quello terrificante di un ragazzo dal volto solcato da una profonda cicatrice; i capelli biondo scuro risaltavano sulla pelle chiara, avvolta in un mantello nero.
«Haru… Ti sei svegliata…»
Lei lo fissò per alcuni secondi, parve essere attraversata da una scossa elettrica, spalancò i grandi occhi verdi «Ryuu? Sei… Davvero tu?»
«Finalmente, sembra che le cose si facciano più chiare per te… Sorellina.»
«Ma cosa…» Si portò una mano alla testa, le faceva un gran male.
«Davvero non ricordi nulla?» L’ennesimo ghigno fece capolino sul suo viso. «Questo spiega tutto.»
«Ryuu, il villaggio… Perché nessuno è venuto a cercarmi?»
«E’ molto semplice… Tu ed io siamo gli unici sopravvissuti…» Egli rise di gusto «Io ho sterminato tutto il nostro clan…»
Il cuore di Haru perse un battito, il suo corpo non rispondeva ai comandi. Come poteva dirlo con tanta naturalezza, senza nemmeno una vaga nota di pentimento nella voce? Sentiva il sangue ribollirle nelle vene, la testa le stava per scoppiare.
«Tu! Hai ucciso… Tutti… Mamma, papà, i miei amici…» Stava perdendo nuovamente il controllo del suo chakra, la vista offuscata. La sua potenza era tale che scoperchiò il nascondiglio di pietra, spessi nuvoloni neri vorticavano sopra le loro teste coprendo completamente il cielo.
Haru fu invasa dall’odio più profondo, il dolore immenso si era tramutato in rabbia.
“Sono anni che aspetto questo momento… Il Jikan si è attivato completamente!”

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Chotto Min’na-San! Eccomi, finalmente con il capitolo!
Scusate tanto se non ho più aggiornato, sono sotto esami e non ho proprio avuto tempo di mettermi a scrivere… Ringrazio infinitamente Hikaru Nekomi per recensire pazientemente ogni singolo capitolo! Mi da la sicurezza e l’energia di continuare la mia FF, perché in questo modo so che la gente apprezza il mio lavoro!
Anyway, purtroppo penso che il prossimo capitolo sarà l’ultimo… Ormai ci avviciniamo all’epilogo!
Ma non preoccupatevi, non smetterò di pubblicare! Ho altre mille idee per le prossime FF e una volta finito il periodo esami vi terrò compagnia per tutta l’estate!
Allora alla prossima, non mancate, mi raccomando! ;)

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Capitolo 6
*** Paura di perderti ***


“Ryuu…”
Finalmente ogni ricordo sembrava riaffiorare nella mente confusa della ragazza; lei e il suo fratello maggiore si erano sempre voluti un gran bene, fin da piccoli erano stati una squadra molto affiatata ed unita. Allora perché? Non riusciva a capire come potesse essere cambiato così tanto; ancora troppi tasselli mancavano per poter finalmente ammirare il quadro completo. L’unica cosa che sapeva per certo era lui le aveva portato via tutto, la sua famiglia, i suoi amici… E Kakashi. Quel ragazzo così misterioso e riservato, era stato il suo unico punto di riferimento quando ogni cosa andava per il verso sbagliato; era sempre accanto a lei, non l’aveva lasciata da sola nemmeno un istante. Il motivo era per lei un mistero, dopo tutto era solo un’estranea… Fatto sta che lui era riuscito a riscuoterla dall’oblio che le aveva invaso l’anima dopo aver perso la memoria. Per un momento, le era parso di ricordare come ci si sentisse ad essere amati.
Ormai aveva completamente perso il controllo di se; i suoi grandi occhi, divenuti blu notte, parevano rispecchiare l’universo e tutti i suoi astri. Il chakra era cresciuto in maniera spaventosa, diventando comparabile a quello appartenente ad un Bijuu. La ferita al fianco si riaprì per lo sforzo, così come il profondo taglio che le solcava la guancia sinistra.
Una forte luce avvolse il suo corpo, che si alzò da terra; il bagliore si faceva sempre più intenso. Improvvisamente, fu come se il tempo si fosse fermato. Ogni cosa era perfettamente immobile, il vento non soffiava più, i tenebrosi nuvoloni neri avevano smesso di vorticare. L’atmosfera carica di tensione si alleviò di colpo, anche il più tenue raggio di sole venne inghiottito dall’oscurità.
Il ghigno di Ryuu diveniva sempre più terrificante, faceva venire i brividi; non sembrava minimamente turbato dalla piega che aveva assunto la situazione, pareva anzi soddisfatto. Avanzò lentamente verso la figura della sorella, fino ad essere sotto di lei.
«Haru, Haru, Haru… Non hai saputo capire che il tuo fratellone in realtà ti ha sempre serbato rancore. L’abilità innata del nostro clan non è cosa da prendere alla leggera! Viene tramandata di generazione in generazione unicamente al primogenito del capoclan. IO sono il primogenito, IO avrei dovuto avere il Jikan! Ma nostro padre, oh, lui non volle sentire ragioni; voleva che Haru, la piccola, ingenua Haru, ottenesse un potere così grande. Non potevo tollerarlo! Così ho distrutto il villaggio, in modo che tu potessi attivare il suo potere, ed io potessi impossessarmene… Ma qualcosa dev’essere andato storto… Hai perso la memoria, hai dimenticato il trauma subìto e, di conseguenza, il potere oculare non si è risvegliato. I ninja della nebbia ti stavano alle costole, erano pronti a cogliere la più piccola occasione per rapirti e portarti da me. Poi è successa una cosa che non mi sarei mai aspettato… Ti sei innamorata. Ma non di un ninja qualunque, proprio del grande Kakashi dello Sharingan. E’ stato piuttosto semplice farlo fuori, credevo sarebbe stata una seccatura; non potevo chiedere di meglio! La tua amnesia mi ha permesso di organizzarmi ed ora il Jikan che da secoli appartiene al nostro clan, il clan Mizutani, sarà mio!» Rise di gusto nel vedere l’espressione dipinta sul volto della ragazza; l’unico interesse di Ryuu era sempre stato solo e soltanto il suo potere oculare. Potere del quale, tra l’altro, non era nemmeno a conoscenza.
Egli mosse un altro passo, poi estrasse un kunai dal mantello nero e lo puntò dritto al cuore di Haru; lo lanciò con violenza, ma una volta entrato nel campo visivo del Jikan, rallentò la sua corsa fino a fermarsi del tutto e rimanere sospeso a mezz’aria.
Il ragazzo fece cenno ad alcuni traditori della nebbia, che le saltarono addosso da tutte le direzioni; lei li respinse senza troppa fatica, ma si accorse troppo tardi del fratello che le era ormai arrivato a pochi centimetri. Con un potente calcio la scagliò a terra, formando una profonda voragine; il sangue le usciva copioso dalle ferite, non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, aveva consumato fino all’ultimo briciolo di energia. Il destino di Haru sembrava segnato, quando un kunai legato ad una carta bomba si conficcò a pochi centimetri dai piedi di Ryuu, che fece appena in tempo a sfuggire all’esplosione. Quando il fumo si diradò, Kakashi con il braccio avvolto dai mille falchi e lo sharingan pronto allo scontro comparve dal nulla; Pakkun si precipitò dalla ragazza che giaceva immobile.
«Credevo di essermi sbarazzato di te…» ringhiò Ryuu, digrignando i denti.
«Ci vuole ben altro per mettermi fuori gioco» lo rimbeccò lui, scattando in avanti.
Parò prontamente il colpo, ma la figura dell’Anbu scomparve in una nuvoletta di fumo.
“Una copia? Ma com’è-?” Venne trafitto da dietro, proprio in mezzo al petto.
«Capisco il motivo per il quale tuo padre non ha voluto trasmetterti l’abilità innata. Il tuo cuore sa solo provare odio, disprezzo, cattiveria… Quelli come te meritano solo di morire.» gli sussurrò all’orecchio, estraendogli la mano insanguinata dalla cassa toracica; sentì le sue costole spezzarsi e frantumarsi, le scariche elettriche attraversavano ancora tutto il corpo dell’avversario, che cadde privo di vita, gli occhi sbarrati. Si accertò che non fosse una copia e poi si precipitò a sua volta da Haru, priva di conoscenza.
Prese una pergamena speciale dal tascapane e la srotolò accanto alla ragazza, trasferendole così un po’ di chakra utile a rimarginare le sue varie ferite; dopo qualche minuto, ella riaprì gli occhi, tornati al loro naturale color smeraldo.
«Ka… Kakashi…? Sono… Morta?»
Egli fece di no con la testa e le rivolse un dolce sorriso. «Mi hai fatto preoccupare, sai?» così dicendo la prese tra le braccia e, con un balzo, la portò via da quel campo di battaglia.
Lei non faceva che guardarlo, temendo che potesse sparire da un momento all’altro; l’aveva visto morire con i propri occhi, al campo di addestramento; ma in quel momento era lì, pronto a proteggerla. Non le era rimasto nessuno; anche dopo tutto quello che aveva fatto, Haru non riusciva ad odiare Ryuu. Era pur sempre suo fratello… E poi, a pensarci bene, se non fosse stato per lui non avrebbe mai conosciuto l’Anbu che le aveva rubato il cuore.
Il ragazzo frenò la sua corsa, atterrando con leggerezza ai piedi di un grande albero dalla corteccia asciutta e squamosa. La mise giù con delicatezza e, prima che potesse dire o fare qualunque cosa, la abbracciò forte; quasi le faceva male, ma lei non accennò nemmeno un lamento, si lasciò semplicemente avvolgere dal calore del ninja. Lo sentì tremare e, per la prima volta, era Kakashi a mostrarsi debole; scoppiò in singhiozzi.
«Haru, mi dispiace. Mi dispiace tanto… Io non sono riuscito a proteggerti! E’ stata tutta colpa mia se hai dovuto passare tutto questo… Io non-» Non riuscì a terminare la frase; la ragazza gli aveva cinto la nuca e, tremante anch’ella, l’aveva stretto a se.
«Kakashi, non dire così,» gli disse sottovoce «tu non hai alcuna colpa. Mio fratello è il solo e unico responsabile…» Le lacrime le rigarono il viso.
Dopo un tempo interminabile, il ninja si staccò lievemente e la guardò intensamente negli occhi; con un lievissimo tocco, le accarezzò il taglio ormai cicatrizzato sulla guancia, provocandole un leggero fremito. Lei allungò una mano verso la spessa maschera nera che gli aveva sempre coperto il viso; Kakashi si ritrasse un poco, titubante.
«Scu… Scusami…» farfugliò Haru, arrossendo. Era stata decisamente troppo avventata.
 “Oh, al diavolo, non è il momento di fare i preziosi.” si disse, per poi afferrarle la piccola, fredda mano e portarsela al volto. Lei esitò un momento, poi, lentamente, gliel’abbassò.
Rimase piacevolmente sorpresa dalla bellezza dell’Hatake; l’occhio nerissimo risaltava sulla pelle bianca, priva di imperfezioni, se non un piccolo neo sul mento. Una strana e meravigliosa sensazione li invase entrambi, portandoli ad avvicinarsi sempre di più, finché la distanza tra loro non fu minima; Haru chiuse gli occhi e sentì le labbra di Kakashi sfiorare le sue con una dolcezza tale che avrebbe potuto morirgli tra le braccia, in quel preciso istante.
Finalmente il ninja aveva compreso la paura provata giorni prima, all’ospedale. Aveva avuto paura di perdere la persona che aveva amato dal primo momento in cui l’aveva vista, ferita e priva di conoscenza, sotto quello stesso albero.
 
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Chotto min’na-san!
Siamo giunti, finalmente, alla fine della FF… Grazie per il supporto che mi avete dato, in particolare voi Hikaru Nekomi, AkaneChan95 e Samarcanda2016!
Il periodo esami si è concluso *cori angelici*, quindi per tutta l’Estate potrò tenervi compagnia con le storie che ho intenzione di scrivere (una riguarderà di sicuro Kakashi ed Haru, poi potrei dedicarmi alle mie OTP di Naruto, ma non solo).
E quindi… Nulla, non posso che augurarvi BUONE VACANZE!
Alla prossima, non mancate, mi raccomando! ;)
Serre02

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