Please don't hang up on me

di Rikaru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Call in progress... ***
Capitolo 2: *** The beginning after the first ending ***
Capitolo 3: *** Who do you want it, Capsicle? ***
Capitolo 4: *** A stack of paperwork ***



Capitolo 1
*** Call in progress... ***


Call in progress
Steve Rogers

*Dopo lo scontro con Ironman e la mia “fuga” da quel posto maledetto la prima cosa che feci fu quella di andare a liberare la mia squadra anzi i miei amici, quello non era il loro posto; rinchiusi in una roccaforte subacquea come dei criminali di stato, non potevo assolutamente lasciarli li.

Una volta evasi ci dirigemmo da T’Challa a chiedere protezione e così dopo l’ibernazione di Bucky restai in quella roccaforte per mesi, interrompendo ogni contatto che avevo con il mondo.

Mi isolai anche dagli altri che erano con me in realtà; me ne stavo li a passare le mie giornate tra la mia stanza e la palestra, chiedendomi cosa stessero facendo i miei ormai ex compagni, soprattutto uno in particolare.

Quel giorno mi svegliai all'alba come mio solito dirigendomi direttamente in palestra, come facevo ogni giorno da quando ero stato scongelato in realtà; ringrazio che in quella roccaforte ce ne fosse una –soprattutto vicino alle mia stanze- o sarei letteralmente impazzito. La palestra mi aiuta a sfogarmi, in qualche modo.

Prendere a pugni il sacco da boxe per me è come parlare con una persona, solo che al posto delle parole uso il corpo, butto fuori le cose negative attraverso i pugni, i pensieri fluttuano nella mia mente, pensieri che sono ormai costantemente accompagnati da un volto che non potrei mai dimenticare ma che inizia a sbiadirsi nella mia mente... Che sia un segno? Un presagio? Dovrei forse farmi vivo di nuovo? E a che scopo?

 

Pugno destro, sinistro, un altro destro

 

Quel viso sempre spavaldo e sorridente poi diventato cupo e serio, mi accorgo solo ora che era ormai da tempo che aveva perso il suo sorriso. In quelle ultime settimane non ci avevo mai fatto caso.

Quegli occhi colmi di vita, frizzanti come l’aria mattutina, elettrici come una calamita che ti inchiodano sul posto e non riesci a staccarti nemmeno per un secondo...mi mancano e rimangono impressi nella mia mente come se disegnati con un inchiostro indelebile anche se quelli che ricordo io sono proprio come il suo sorriso: cupi e seri anzi forse loro sono stanchi e delusi.

 

Tiro un altro pugno ma con più forza.

 

Quegli occhi color ambra che mi fanno impazzire e quasi perdere il controllo cosi come il loro legittimo proprietario, più di una volta ho avuto l’impulso di inchiodare Stark al muro e baciarlo. Sì, proprio io, il puro e casto Capitan America, più di una volta ho avuto l’impulso irrefrenabili di buttarmi su di lui e farlo mio ma qualcosa mi ha sempre frenato in tempo –in tempo per cosa poi?- forse i miei principi da uomo degli anni ’40 o forse semplicemente la paura dei miei sentimenti nei suoi confronti e il terrore di un suo eventuale rifiuto.

 

Ancora un altro pugno deciso colpisce il sacco.

La catena inizia a cigolare sotto il suono dei miei pugni, mentre tutto si mescola in un unico vortice, sogni, realtà, pensieri, ricordi, lo scontro che abbiamo avuto, quel bacio che non ho saputo mai dargli. Tutto si mescola e non capisco più cos’è reale e cosa no, continuo a colpite senza sosta finché il gancio non si spezza sotto la mia forza e il sacco vola a qualche metro da me.

Sono sudato e affaticato ma ancora stressato. Forse più di prima.

Impazzirò uno di questi giorni senza avere sue notizie.

 

Mi avvio verso la doccia, ci vuole dopo una mattinata intensa di allenamento e non solo, quella sicuramente rilasserà i miei muscoli tesi e contratti.

L’acqua scorre sul mio corpo scolpito riportandomi alla realtà. Mi vesto e torno di nuovo sul terrazzo osservo nuovamente la pioggia cadere, mentre tira una leggera brezza che scuote gli alberi davanti a me.

Butto un occhio dietro di me, al piccolo aggeggio elettronico che potrebbe risolvermi non pochi problemi.

Una chiamata; basterebbe una chiamata, solo per sapere come sta, come se la sta spassando, se con Pepper ha risolto, ma forse quest’ultima parte non voglio saperla.

Mi sono promesso che gli avrei lasciato i suoi spazi, che non mi sarei fatto vivo con nessuno finché tutta quell’assurda storia non fosse, in parte, risolta o messa nel dimenticatoio.

Sei in codardo Steve! Mi ripeto continuamente per via del fatto di non riuscire a prendere in mano quel maledetto telefono e comporre quel numero che conoscevo a memoria per parlargli o solo sentire la sua voce.*


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Call in progress
Tony Stark

*Da quando ho aperto quel pacco, speditomi da Steve, saranno passati diversi mesi ormai. Me ne accorgo perchè fuori dall'ufficio, e dall'officina in cui mi rifugio ogni tanto, il tempo cambia. Autunno, inverno primavera e estate, stagioni che si susseguono regolari senza sosta, infondo il tempo si è fermato solo per me.

Io solo sono rimasto indietro, anzi fermo, sono fermo a quel giorno e non riesco a pensare ad altro.

Non riesco a non pensare a quella lettera e a quel telefono. Sono stato tentato di chiamarlo numerose volte, anche solo per sentire la sua voce ma ogni volta il mio orgoglio mi ferma e quando non è lui a fermarmi c'è sempre qualche intoppo che mi distrae e mi impegna la mente. Forse da una parte è un bene.

Con Pepper abbiamo provato a riallacciare un qualcosa che lei chiama rapporto ma io penso sia solo una perdita di tempo.

Le voglio un gran bene e non potrò mai dimenticarla ma non è più quella di prima per me, e io non sono più quello di prima per lei, ora sembriamo più una madre e un figlio in realtà. Mi chiama anche 3 volte al giorno per sapere come sto, mi costringe ad uscire anche quando non mi va, è molto apprensiva.. Forse troppo per i miei gusti, ma le sono comunque grata per essermi rimasta al fianco.

Comunque non è che mi sia fermato completamente, all'apparenza ovviamente sono sempre il solito Ironman, sempre il solito Tony Stark!

Faccio conferenze, partecipo a eventi, vado in televisione a parlare dei miei progetti, insomma la mia vita è ritornata la stessa di anni fa ma è la mia testa ad essere diversa.

Tuttavia sono stati mesi tranquilli, alla Tower è tutto molto silenzioso e tranquillo. New York e il mondo intero sembrano essere tornati alla vita pacifica e tranquilla di sempre -se non fosse per il vicepresidente che da la caccia ai Vendicatori evasi dalla sua super-prigione galleggiante-.

Rodhey migliora a vista d'occhio! Le protesi lo stanno aiutando e sono quasi certo che nel giro di qualche anno tornerà a camminare normalmente, certo non potrà più fare tutto quello che faceva prima ma almeno avrà una vita normale!

Visione lo vedo cambiato, è decisamente triste e anche preoccupato secondo me, Wanda è fuggita dalla prigione di massima sicurezza insieme a Clint, Wilson e quel certo TicTac di cui non ricordo il nome, ero sicuro che vi fosse di mezzo lo zampino di Steve in quell'evasione e ne ho avuto la certezza nella sua lettera; io ne sono felice il vice presidente un po' meno ma se ne farà una ragione, prima o poi.

Visione non riesce comunque a non essere preoccupato per lei anche se gli avrò ripetuto milioni di volte che lei sa cavarsela alla grande e che comunque è in ottime mani! Già, perché se è con Clint e soprattutto con Steve sono più che sicuro che è in ottime mani, mi fido ciecamente di loro.

A Steve avrei affidato la mia stessa vita! Senza ripensamenti! Dio però quanto vorrei che fosse qui.. Ecco.. Ecco che ritorna quella voglia matta di chiamarlo... Sono le 15:00 Pepper non mi disturberà, mi ha chiamato dieci minuti fa, Rodhey sta riposando e Visione non verrebbe mai, non lo fa mai. Stacco il telefono dell'ufficio. Ho deciso oggi lo chiamo! Voglio sentire la sua voce. Sento di averne disperatamente bisogno. Mi manca follemente quel suo tono serio e autoritario, quel suo modo di uccidere ogni mia frecciatina...

Basta! Apro il cassetto della scrivania, quello con la serratura, -ho messo la sua data di nascita come codice così non posso dimenticarlo- alla fine ho preferito lasciarlo lì in ufficio visto che durante la settimana è il luogo dove trascorro più tempo.

Tiro fuori la lettera e l’accarezzò dolcemente con i polpastrelli posandola sulla scrivania, mi si stringe il cuore ogni volta che la vedo.

Scuoto la testa come per tornare concentrato e torno a fare quello che stavo facendo; quello che dovevo fare.

Prendo finalmente il cellulare, lo accendo e digito l'unico numero salvato in rubrica, l'ho imparato a memoria nel momento esatto in cui l'ho letto per la prima volta, premo infine il tasto verde per far partire la chiamata; Porto l'apparecchio al mio orecchio destro e attendo.

Sento il cellulare comporre il numero e poi l'inoltro della chiamata. Ci siamo! Siamo al punto di non ritorno.

Il cuore mi batte all'impazzata nel petto neanche fossi tornato un adolescente alla sua prima cotta, è una sensazione che onestamente non avevo mai provato prima.. Lascio il cellulare squillare per un paio di minuti.. Nessuna risposta per ora.. Sono quasi tentato di buttare giù ma qualcosa mi ferma e mi spinge ad aspettare ancora un paio di "TUU" *







Angolo Autrice/i
Rika: Ed eccoci qui con il nuovo capitolo.. Dio quanti feels

Aru: Ciao Avengerini! x3 feels a manetta eh? E devo dire che la mia parte l'ho scritta con la tachicardia xD ero in ansia quasi quanto il nostro Steve, poverino!
Spero anche io che vi stia piacendo la nostra storia perchè ci teniamo e ci è piaciuta molto com'è venuta **

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Capitolo 2
*** The beginning after the first ending ***


The beginning

Steve Rogers

*Gli accordi di Sokovia; per me erano una gran puttanata e si, ho usato un linguaggio colorito che non si addice affatto al mio modo di essere.

Ho chiesto a Stark dove fosse finita Pepper e da quello che ha detto non se la stanno spassando bene.

Una pausa.

 

Lo vedo cambiato; pensavo fosse solo una mia impressione ma invece ora so che è proprio così.

Certo, resta sempre il solito coglione, eccentrico e arrogante (si ho di nuovo usato un linguaggio colorito, lo so), ma la verità è che questa volta lui non è l’unico convinto di essere nel giusto, lo sono anche io!

Siamo in un vicolo cieco.

Lo osservo, lo sguardo stanco, anche se cerca di nasconderlo -e ci riesce anche abbastanza bene per uno che non lo conosce- ma ormai penso di conoscerlo abbastanza bene per capire che è davvero stanco e che questa storia lo sta provando, come sta succedendo a tutti noi.

Guidavo una squadra una volta, sono sempre stato un soldato ubbidiente e con i miei principi da seguire... Ma Stark sta cambiando il mio modo di vedere molte cose.

Dentro di me, nel profondo so cosa si muove, eppure cerco di non ammetterlo per non intaccare quella persona che ero.

Ma dovrò fare i conti con tutto questo un giorno o l’altro, me ne rendo conto.

Una parte di me è felice di sapere che Tony è di nuovo "disponibile", ma immagino che debba riprendersi e di certo non voglio fare nulla di avventato, non adesso nella situazione in cui siamo.

 

[...]

 

Ho deciso di allontanarmi dopo tutto il casino che è successo.

La situazione ci è sfuggita di mano, a tutti, non siamo stati in grado di gestire i nostri fantasmi e abbiamo finito per distruggerci a vicenda. Parlo al plurale perchè so per certo che c’è stato un enorme errore da parte di entrambi, se non fosse stato per quel concatenarsi di eventi sbagliati non saremmo arrivati a tutto questo.

Gli ho comunque scritto e spedito una lettera, assieme ad un cellulare semplice e non rintracciabile.

L'ho fatto per molteplici motivi, il più importante di tutti è che mi manca quel playboy testa calda sempre pieno di nomignoli antipatici per ognuno di noi;

Ma qualcosa si è spezzato tra noi e dubito che si possa rigenerare, anche se una parte di me in fondo lo spera davvero.

Mi manca vedere quegli occhi color ambra, così furbi e vispi.

Non li rivedrò mai più, o almeno mi sono convinto di questo, ma spero che con gli Avengers lui possa ritrovare una famiglia e un po di serenità.

Se la merita, molto più di me.

Sorrido amaramente mentre stringo la ringhiera di quel balcone, un altezza così vertiginosa che quasi mi viene voglia di buttarmi e non pensare più a niente; non che io voglia uccidermi, questo mai è solo un pensiero che tra i tanti che ho riesce a darmi un po' di... Tranquillità, anche se sembra strano; l’idea di non pensare più a niente..

Ma sono di nuovo solo, certo so che posso contare sui ragazzi che mi sono rimasti accanto in questa battaglia, sono riuscito a liberarli dalla loro prigione sottomarina e a portarli via ma comunque mi sento di nuovo solo perchè sento di aver perso qualcosa di davvero troppo importante..

Guardo fuori il tempo uggioso e sì, continuo a pensare a lui, continuamente...*


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The beginning

Tony Stark

*In 8 anni, da quando ho dichiarato apertamente al mondo di essere Ironman, ne sono successe davvero di tutti i colori.

Ne ho viste tante, forse troppe e non solo io ma anche Pepper; forse è per questo che abbiamo staccato. Avevamo bisogno di una pausa.

Lei per poter vivere tranquilla una buona volta, io per far chiarezza e luce nella testa che era ormai dimora di oscurità e confusione.

I nuovi progetti mi distraevano parecchio dal pensare, anche se erano nati grazie a lei e questo un po' mi metteva nostalgia, erano un ottimo passatempo per tenere impegnata la mente ma la sera nulla mi distraeva e tornava sempre tutto a galla insieme ad un paio di cubetti di ghiaccio in un buon scotch.

 

Gli accordi di Sokovia. Bella rogna. Bella gatta da pelare.

Ma ora come ora erano la cosa migliore per tutti. Per me, per gli Avengers, per Steve, per Pepper e anche per il mondo! Soprattutto forse.

Ho firmato senza pensarci due volte.

Quegli accordi, quella donna, quel ragazzo brillante spento a causa nostra, quel mal di testa perforante che mi accompagna ogni giorno avevano praticamente preso il posto degli attacchi di panico di alcuni mesi prima, fantastico davvero.. Tutto quell'orrore e quella sofferenza mi avevano aperto gli occhi, o almeno così credevo.

Ero certo che saremmo rimasti uniti nonostante tutto e nonostante tutti, confidavo pienamente soprattutto nel buon senso di Rogers, ma ahimè mi sbagliavo..

È stato li che è cominciato tutto, è stato un susseguirsi di tragedie e catastrofi inreparabili proprio come aveva annunciato Visione.

Grazie a tutto questo non sono neanche mai riuscito a dire le cose come stanno a Steve, ho finito per fare come a mio solito, ho fatto il gradasso e l'ho fatto incazzare, abbiamo discusso ed è andato tutto a puttane.

Sono un disastro nei rapporti umani, dannazione. Sono un coglione.

 

[...]

 

Sono tornato alla Stark Tower solo per sistemare alcune scartoffie poi sono stato sempre insieme a Rodhey alla villa degli Avengers, con noi c'è anche Visione e ogni tanto passa di lì Nat, lancia qualche frecciatina delle sue e se ne va, lo vedo però che è triste per come è finita, tutto lo siamo, io soprattutto.

Ho lasciato che la rabbia mi accecasse e che la vendetta mi corrodesse l'anima così non solo ho combinato un gran casino ma ho anche perso una delle persone più importanti della mia vita... Insomma ho fatto le solite cazzate alla Tony Stark.

 

Ora però finalmente sono in ufficio -da solo-, e posso aprire quel pacco della Fedex che mi ha consegnato quel vecchietto spiritoso, Stank.. Stank mi ha chiamato, un pungo dritto nell'orgoglio e Rodhey mi ci sfotte ancora, il maledetto.

Comunque l’ho aperto e ne è uscito una lettera scritta a penna.. Riconoscerei quella scrittura ovunque! È la sua!

La leggo, gli occhi mi sì appannano un paio di volte.. Era una lettera di scuse, una lettera per chiedere scusa a me, dio ora si che mi sento davvero una totale schifosa carogna deficiente! Complimenti vivissimi Stark!

Ma dentro c'è altro, un vecchio cellulare, un accrocchio da quattro soldi che però non è rintracciabile, geniale come idea!, lo apro e lo accendo solo per vedere, dentro c'è un unico numero, sorrido lo spengo e lo nascondo in tasca, gli troverò poi un luogo sicuro.

Mi giro verso le vetrate dell'ufficio e guardo fuori, mi sono trasferito nell'ufficio di Rogers. Non potevo lasciarlo a nessun altro!

Non ho toccato nulla, comunque, voglio che resti così con le sue cose a loro posto.

Guardo fuori il tempo è uggioso e mi mette tristezza.

Penso a lui costantemente da quando ci siamo lasciati in quel posto lurido, dopo quello scontro pieno di rabbia repressa e tristezza, non riesco a togliermi dalla testa i suoi occhi acquamarina, che mi guardano e mi supplicano di fare la cosa giusta, ma io sono certo di averla fatta!

Potevamo risolverla diversamente, insieme dannazione, ma lui non si è fidato di me. Qualcosa tra noi si è spezzato ma sono sicuro che con il giusto tempo, le mie doti da meccanico e le sue capacità da capitano riusciremo a sistemare tutto, o almeno lo spero davvero*

 

Infondo potrei sempre chiamarlo...
 

*sussurro accennando un mezzo sorriso mentre fisso un punto lontano tra le nuvole come se lui potesse ricambiare il mio sguardo come facevamo un tempo*






Angolo Autrice/i
Rika: Salve a tutti, spero che questa nuova fic vi sia piaciuta >//< e un grande enorme grazie a chiunque la leggerà ♥
Duunque, questa fic nasce da una nostra role tristissima che ci ha fatto venire i mega feelsoni, abbiamo deciso di lasciarla sotto forma di pensieri il prima persona per provare un nuovo tipo di scrittura, fateci sapere se vi piace o meno ^//^
Comunque la storia è già completa perciò la caricheremo una volta a settimana, ogni venerdì per intenderci, salvo intoppi o imprevisti.
Un saluto e al prossimo capitolo~

Aru: Duuunque... Ringrazio di cuore chi inizierà a leggere la nostra fic, l'abbiamo scritta con il cuore e tra le lacrime xD 
I nostri stony ❤️ Ringrazio tantissimo Rika chan per aver aperto questo spazio assieme e speriamo che le nostre fic siano di vostro gradimento :3 
Detto questo vi mando un saluto e al prossimo capitolo! 
Bye 

 

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Capitolo 3
*** Who do you want it, Capsicle? ***


Who do you want it, Capsicle?
Steve Rogers

*Osservo di nuovo il piccolo cellulare, come se da un momento all'altro potesse suonare.

Lo faccio così spesso che ormai è diventato il mio passatempo preferito, il solo e unico; o forse è semplicemente diventato un vizio, un qualcosa che mi tiene legato e non mi fa perdere la speranza.

Infondo quei due piccoli apparecchi elettronici comprati di corsa prima di partire erano l’unico ed ultimo legame che avevo con quella che per me era diventata una famigli ma soprattutto era l’ultimo legame con lui.

Torno a guardare fuori, a sentire nuovamente il vento sul viso e che mi scompiglia i capelli; tutta questa tranquillità simile a noia mi sta facendo venire sonno. Socchiudo gli occhi e abbandono i miei sensi al nulla, rilassando i muscoli e finalmente per la prima volta riesco a svuotare la mente, a non pensare a niente, fino a quando un suono mai sentito prima mi risveglia di colpo, assieme ad una leggera vibrazione.

Mi giro di scatto spaesato e dicendomi che non dovevo illudermi, non poteva essere quello, c’era sicuramente un’altra spiegazione a quel rumore cosi strano, a quella melodia elettronica e a quella vibrazione continua eppure il mio cuore aveva iniziato a battere più forte del normale e a sperare.

Mi avvicinai al letto e a quel piccolo aggeggio che vibrava e suonava. Era il cellulare usa e getta che avevo comprato ma continuavo a ripetermi che non poteva essere lui, sicuramente Natasha mi aveva rintracciato ed era lei che mi stava chiamando. Avanti Rogers non fare il fifone! Guarda il display!! Mi urlo dentro mentre scuoto la testa e prendo un respiro profondo, finalmente afferro il cellulare con il piccolo display illuminato su cui troneggiava il nome di "TONY STARK".

No.. Non è possibile...

Il mio cuore perse un battito forse anche due mentre lo prendevo come se fosse un oggetto fragile fra le mie mani e rimasi impalato a guardarlo per attimi che mi sembrarono eterni. Non potevo crederci, doveva per forza essere un sogno, non c'era dubbi stavo sognando; mi diedi un pizzicotto cercando di convincermi che tutto ciò non stava accadendo davvero.

Iniziai a sentire un vortice di emozioni mentre continuavo a chiedermi se fosse davvero la realtà.

Cosa dovevo rispondere? Perché ovviamente dovevo rispondere! Non aspettavo altro che la sua chiamata da mesi.

Dopo alcuni minuti decido finalmente di aprire il piccolo coperchietto del cellulare e premo il tasto verde, portando l’apparecchio all'orecchio.

Rimango in silenzio qualche secondo, emozionato e impaurito, terrorizzato più che impaurito.

Volevo sentire la sua voce, volevo solo quello*

 

...Tony? Sei tu?

 

*chiesi sperando di sentire la sua voce rispondere con una delle sue solite battute, tipo "e chi altro vuoi che sia, Capsicle?"

Rimasi in silenzio, in attesa della sua risposta, pregando che rispondesse e non mettesse giù.

Forse avevo risposto troppo tardi e forse avevo atteso troppo, avevo fatto fare troppi squilli e lui aveva riattaccato. Stacco per un secondo il cellulare dall’orecchio per fissare nuovamente il display: chiamata in corso 00:10.

Sospirai solleva riportandolo attaccato al mio viso attendendo una risposta, una qualsiasi non importava il suo contenuto.*

 

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Who do you want it, Capsicle?
Tony Stark

*Stavo per attaccare, un altro "TUU" della chiamata e avrei buttato giù probabilmente maledicendomi e tirando il cellulare in qualche angolo dell'ufficio, possibilmente contro un muro o qualcosa di duro.

Ero stato un cazzo di idiota.

Ci avevo sperato, per un lungo attimo avevo sperato positivo, avremmo sistemato tutto ogni singola cosa ma la mia speranza si stava affievolendo ad ogni suono di chiamata in corso del cellulare. Ti prego rispondi, cazzo Steve! Pensai serrando la mascella.

Ma quando sono ormai pronto all’ultimo rintocco del telefono prima di agganciare ecco che accade qualcosa di totalmente inaspettato, sento la chiamata partire, silenzio e poi una voce, la sua voce, la sento cristallina. Sorrido. Aveva risposto. Grazie.

Certo la sua non era la voce di una persona tranquilla e felice e magari non lo era perchè si aspettava una qualche catastrofe imminente per questo il suo tono era così spaventato.. Infondo perchè avrei dovuto chiamarlo? Dopo tutto quel casino che era successo che motivo avevo per chiamarlo?

Probabilmente sapendo che lo avevo chiamato solo per sentirlo avrebbe riattaccato in men che non si dica; ma al diavolo tutto e tutti io volevo davvero sentire solo la sua voce. Nient’altro aveva ormai senso. L'importante era solo sentirlo e sentire che stava bene.

Sentire che stava bene dove stava anche senza di me, l'importante era sapere che stava davvero bene anche se a quell’idea il sangue mi si gelò nelle vene; avrei sofferto come un cane a quella scoperta ma non mi importava di me in quel momento.

Per, forse, la prima volta in vita mia non c'ero io al primo posto nella mia testa. C'era lui.

Ero tornato davvero un sedicenne alla sua prima cotta, Dio.. Che cosa imbarazzante*

 

Chi altro vuoi che sia Capsicle? La pizza a domicilio?

 

*Alle sue parole non riuscii a trattenermi, per un attimo era come se tutto fosse tornato alla normalità, la sua domanda così banale e stupida mi aveva fatto perdere un battito e tornare con la testa a mesi prima. Steve era sempre il solito, vecchio e adorabile capitano con tutte le sue frasi semplici che mi servivano battute spiritose o meno su un piatto d’argento.

Mi morsi immediatamente dopo il labbro sicuro di aver fatto una cazzata ripensando alle mie parole.

Se davvero Rogers era rimasto il solito allora probabilmente non avrebbe apprezzato quella mia battuta. Se davvero era lo stesso ma con gli ultimi trascorsi alle spalle allora la telefonata saprebbe caduta di li a poco; era solo questione di secondi.

Il pugno stretto sul ginocchio tanto da far sbiancare le nocche e segnare la pelle del palmo. Stavo sudando e il cuore mi batteva all'impazzata, ero agitato come un bambino la prima volta che deve salire su una montagna russa, un misto di ansia e terrore, avevo un nodo allo stomaco e facevo quasi fatica a respirare. Dove deglutire in paio di volte a vuoto mentre la mia salivazione si era ormai azzerata prima di riprendermi almeno un po'.

Scossi violentemente la testa Avanti Tony!! Cazzo svegliati!! Riprenditi coglione! mi ripetevo mentre aspettavo che riagganciasse ormai ero più che sicuro che l'avrebbe fatto, ero un coglione e avevo rovinato l'unica opportunità che mi era stata offerta per sistemare bravo Tony complimentoni davvero..*

 

Ti prego non riagganciare..


*bisbigliai tra me e me a voce bassissima, mi era scappato. Merda! Doveva rimanere un pensiero nella mia testa!! Dio non riuscivo più nemmeno a concentrarmi e distinguere un pensiero da una frase da pronunciare. Non facevo altro che peggiorare le cose, ogni secondo che passava commettevo qualche cazzata. Forse mi meritavo di essere mandato a cagare senza mezzi termini e forse mi meritavo che buttasse giu la chiamata. Sicuramente me lo meritavo..

Chiusi gli occhi serrando la mascella e sperai con tutto me stesso che non avesse sentito la mia supplica ma al tempo stesso anche che la esaudisse.

Volevo sentire ancora la sua voce..

Sapevo che il capitano aveva un udito fenomenale e molto piu sviluppato rispetto a quello di un comune essere umano ma comunque continuavo a sperare che per un qualche scherzo del destino magari lui non fosse riuscito a sentire, era sciocco da pensare lo so ma non potevo far altro che sperare; sperare che le mie parole non fossero state udite ma che al tempo stesso fossero esaudite.*

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Capitolo 4
*** A stack of paperwork ***


A stack of paperwork
Steve Rogers

*Ci rimango di sasso a sentire la risposta dall'altro capo del telefono lasciandomi sfuggire una piccola risata nervosa e al tempo stesso sollevata a causa di quella battuta. Per un secondo era come se fossi tornato a parlare con il vecchio Tony, come se niente fosse successo; ero tornato esattamente a mesi e mesi prima, quando tutto andava bene. Sorrisi a quel pensiero.

Ma la realtà era un’altra. Eravamo nel presente e il presente era un cumulo di macerie e resti di rapporti che si tenevano su a stento. Ogni parola poteva essere l’ultima.

Mi rabbuiai nuovamente e successivamente pensai per un attimo che Tony mi avesse letto nel pensiero o ancor peggio, mi avesse impiantato qualcosa nel cervello così che poteva tranquillamente sapere tutto quello che pensavo, ma questo era troppo anche per lui.

Sentendo silenzio dall’altra parte la paura che l’altro non avesse gradito la mia risata si fece pressante e feci silenzio a mia volta, impacciato, in imbarazzo e senza parole; anzi, parole ne avevo e anche tante, scuse e rassicurazioni ma il mio cervello non voleva collegare alla bocca e i miei neuroni sembravano essere andati in cortocircuito. Niente di tutte le parole che volevo dirgli e che avevo programmato per mesi mi usciva. Anche perchè non sapevo se e quali parole avrebbero potuto esprimere nel giusto modo i miei pensieri.

Dannazione Steve, parla! Non mandare tutto a quel paese! Non puoi giocarti questa opportunità! Mi ripetevo con gli occhi serrati e le labbra leggermente schiuse come se non riuscissi ad immagazzinare abbastanza ossigeno dalle narici, e probabilmente era così ma non gli diedi troppo peso.

Dopo pochi attimi, che mi parvero infiniti, sentì flebilmente quella richiesta quasi disperata di non riattaccare e allora sorrisi dolcemente tra me e me.

Mi sedetti sul letto, non troppo sicuro di riuscire a stare in piedi dalla troppa emozione, mentre gli rispondevo in tono dolce*

 

E come potrei riattaccare? Non lo farò...

 

*Feci una piccola pausa mentre sentivo gli occhi lucidi e un sorriso piu sereno allargarsi sul mio viso. Aspettavo quella chiamata da talmente tanti mesi che avevo quasi perso la speranza ormai, mesi di tristezza e agonia, mesi in cui non avevo fatto altro che pensare a lui, alla sua voce e alle sue battute, mesi in cui avevo ripensato costantemente a tutti gli sbagli commessi e finalmente risentirlo dopo tutto quel tempo, dopo tutto il casino che era successo, mi faceva andare fuori di testa dalla gioia.*

 

Ce ne hai messo di tempo per chiamarmi, Stark.

 

*Provai a smorzare la troppa tensione che sentivo dentro di me cercando di fare una flebile battuta mentre il mio cuore aveva iniziato a battere all’impazzata e le mie mani avevano preso a sudare mentre mi sentivo accaldato come dopo una lunga corsa con la fronte si stava riempiendo di piccole goccioline di sudore.

Continuavo ad aver paura di dire qualsiasi cosa, il terrore di rompere quel momento idilliaco e che lui riattaccasse era costantemente in agguato; paura di sbagliare approccio, paura di perderlo definitivamente.

Io e Tony non siamo mai riusciti a fare un discorso senza finire con il discutere, con lui che mi prendeva a parolacce e con me che rimanevo in silenzio a guardarlo per poi andarmene spazientito e esasperato perciò quel senso di angoscia costante mi impediva di sciogliere la briglia e dire tutto ciò che pensavo, qualsiasi frase poteva essere quella fatale*



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A stack of paperwork
Tony Stark

Grazie..


*A quanto pare l'udito del Capitano era sempre lo stesso eccezionale e super sviluppato e perciò aveva sentito la sua supplica bisbigliata e sofferente.. Ma per lo meno non aveva attaccato, era un traguardo, guarda il lato positivo Tony! Proviamoci almeno. Mi dissi per cercare un po' di coraggio.

Deglutii cercando di ricompormi. Infondo non era successo nulla, il suo tono non era arrabbiato ne triste o per lo meno così credevo io e questo bastò a sollevarmi il morale. Aveva anche ridacchiato alla mia battuta, erano tutti segnali positivi! Ero sicuro che fossero tali, avevo bisogno di credere fermamente che lo fossero per non crollare in un vortice di paranoie e incubi che mi avrebbero sicuramente portato a rovinare tutto.. Non potevo permetterlo!

Troppe volte avevo lasciato che quel turbine di negatività mi rovinasse la vita e non dovevo permetterglielo, non questa volta!*

 

Sono un uomo impegnato, Rogers, lo sai bene!

 

*Scherzai alle sue parole per tentare di smorzare a mia volta la tensione, non volevo che cadesse, di nuovo, un silenzio imbarazzante tra noi due in quel momento ma il terrore di dire qualche cazzata e rovinare tutto era forte, troppo forte. Pensieri e ricordi mi riaffiorarono nella mente mentre cercavo invano di mantenere un briciolo di calma.

Ero agitato come mai prima d'ora, le mani mi sudavano da matti e non riuscendo a stare fermo sulla sedia dell'ufficio mi alzai e iniziai a camminare lungo tutte e 4 le pareti che lo circondavano passando a rassegna in punta di dita tutti i mobili che riempivano l’ambiente intorno a me. Deglutii ancora bloccando e fissando fuori dalla finestra; il cielo si preparava a cambiare cacciando il sole per dar spazio alla luna grande e gialla che illuminava New York, un’altra giornata era conclusa e la notte stava per farla da padrona in quella sempre viva città.*

 

Sai ho dovuto compilare un sacco di scartoffie per quel..

 

*NO! Vietato nominare quel dannatissimo giorno Stark, cazzo non fare il solito coglione cuciti la bocca porca miseria una buona volta!! Mi ordinai mordendomi la lingua. Non potevo tirarlo fuori ora quel discorso, nessuno dei due era pronto per affrontarlo; io per primo. Ero certo che se fossimo finiti a parlare del nostro ultimo incontro o qualcosa inerente ad esso avrei dato di metto, sarei sicuramente scoppiato come una bomba ad orologeria con il timer allo scadere. Ero sul filo del rasoio insomma*

 

...quella rottura della Stark Industrie!

 

*Mi corressi velocemente mordendomi il labbro, sperando che Steve sorvolasse o non cogliesse il mio tentennamento, avevo comunque usato il mio classico tono spavaldo e tranquillo. Come se avessi davvero dovuto riempire scartoffie per la mia società.. In teoria avrei dovuto farlo sul serio ma invece erano ancora tutte lì impilate in maniera confusionaria sulla scrivania che prima era di Rogers, non ero riuscito ad aprirle nemmeno uno di quel pallosissimi fascicoli, lì avrei scannerizzati e lasciati gestire a Fraidey, non avevo la testa per quella robaccia. Non l’avevo mai avuta, prima se ne occupava Pepper e tutt'ora qualche volta veniva lei ad aiutarmi ma non mi piaceva più l’idea di averla sempre intorno solo per aiutarmi con quei fogliacci.

Continuavo a camminare senza sosta lungo tutta la stanza con gli occhi persi nei miei pensieri e nella conversazione con Steve, le orecchie dritte per cogliere qualsiasi rumore proveniente da quel cellulare, il labbro inferiore incastrato delicatamente tra i denti, e il braccio sinistro nella tasca davanti dei pantaloni eleganti con il palmo serrato in un pugno dettato da nervosismo, avevo la fronte imperlata di sudore e il cuore che stava probabilmente cercando di fracassare la mia cassa toracica mentre mi urlava chiaramente di implorargli di tornare a casa, ma non potevo di certo dirglielo, non ora soprattutto.

Attesi una sua risposta con il costante terrore che tutto potesse terminare in un attimo per una mia cazzata..

Il mio sguardo vagava rapidamente in ogni angolo dell’ufficio: dal pc, alla stampante, alla scrivania centrale, alla libreria leggermente impolverata fino ad una piccola fotografia incorniciata poggiata sulla seconda mensola, erano lui e la sua squadra felice e sorridenti dopo una giornata di allenamento persino Wanda sorrideva abbracciata leggermente a Vision. Un sorriso amaro mi si dipinse sul volto penso a tutto ciò che aveva, che si era, rovinato*







 

Angolo Autrice/i
Rika: Eccoci con il nuovo capitolo ;^; Volevo scusarmi per il ritardo ma con le vacanze e il fatto di essere senza pc dal lunedì al venerdì non è facile correggere e postare T_T 
Spero che comunque questo capitolo vi piaccia e grazia mille a tutti coloro che lo leggeranno, tutti coloro che seguono la storia e tutti coloro che la recensiranno **

Aru: Ragazzi, non sentite anche voi la tensione tra i due? >< io giuro che mentre scrivevo tremavo XD i nostri Tony e Steve sono troppo... Troppo tutto! 
Grazie a chi ci continua a seguire, davvero, vi mando un abbraccio forte a tutti ;//;

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