UN BATTITO D'AMORE

di Mei91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** PAURA ***
Capitolo 3: *** PANICO ***
Capitolo 4: *** NOTTE ***
Capitolo 5: *** RISVEGLIO ***
Capitolo 6: *** DESIDERI ***
Capitolo 7: *** ITACHI E SORELLINA ***
Capitolo 8: *** PROTEGGERE LA FAMIGLIA ***
Capitolo 9: *** PARLARE E AFFRONTARE ***
Capitolo 10: *** RIORGANIZZAZIONE.... ***
Capitolo 11: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


 

 

 

 

PROLOGO

La vita a volte è così ingiusta che  viene la voglia di inveirle contro. Non mi aspettavo minimamente che i miei sogni si avverassero, eppure è stato così.

Cara vita sei stata molto gentile e generosa con me , ora mi spieghi perché ti accanisci contro di me in questo modo doloroso, angoscioso e assurdo? Non ho forse sofferto abbastanza? Perché ti piace così tanto vedere me e mio marito patire l’inferno, mia cara vita? Perché per ci lasci vivere tranquilli, felici e spensierati questo nostro finalmente consolidato e non a senso unico amore?

Bè, a quanto pare no. Alla vita piace giocare con noi e in un modo o nell’altro trova sempre il cavillo per farci soffrire.

Chi sono io?

 Io sono Sakura Haruno Uchiha e sono follemente, perdutamente e incondizionatamente innamorata di mio marito Sasuke dall’età di dodici anni e dopo mille peripezie lui ha finalmente ricambiato il mio amore. Lui ama me, Sakura ed è finalmente mio come io sono sua.

Finalmente sono la moglie di Sasuke Uchiha, sono un medico affermato, e una ninja leggendaria. Sono finalmente riuscita a camminare al fianco di Sasuke e non alle sue spalle.

 E’ il coronamento completo di tutti i sogni dopo un’esistenza fatta di sofferenza. Adesso da due anni sono sua moglie e aspetto sua figlia. Cosa posso volere di più?

Mio marito mi ama, nello stile degli Uchiha, certo, ma mia ama.

Dimostrare alla propria moglie che la si ama, la si stima e la si ammira è qualcosa che rende una donna felice di essere la compagna di quell’uomo. Un uomo che riesce a farle capire che per lui la propria donna è al centro della sua intera esistenza.

Apprendere ciò, apprendere che per un certo verso quello era divenuto il "credo ninja" di mio marito mi ha scombussolata non poco a quei tempi. Per Sasuke Uchiha  la vendetta,  l’odio, non erano più  al primo posto, al contrario al primo posto ero subentrata io e la cosa mi rese immensamente felice allora come ora. Come so che lui mi ammira e mi stima? Semplice quando andiamo in missione non mi lascia più indietro come faceva un tempo, anzi mi chiede consiglio, supporto, elaboriamo strategie…etc.

 Lui ha finalmente imparato a farlo. Ha imparato a fidarsi di me e degli amici. Sono così orgogliosa di lui che sento dentro la voglia di gridare dalla gioia ogni minuto che passa. Inoltre il mio migliore amico, Naruto è da poco diventato Hokage e padre. Non avevo mai visto Naruto così euforico nello scoprire che il maestro Kakashi voleva passare la nomina a Hokage a lui e nello scoprire che sua moglie Hinata era incinta del loro primo figlio. Quando Naruto lo venne a sapere venne a casa mia e di Sasuke quasi volando per metterci al corrente dei nuovi futuri avvenimenti e sia io che Sasuke non potemmo far altro che essere orgogliosi del dobe. Naruto Uzumaki era finalmente cresciuto e aveva messo la  cosiddetta Testa quadra a posto accettando di buon grado le sue nuove responsabilità.  Un mese e mezzo dopo poi toccò a Sasuke correre dal suo migliore amico per dargli la notizia che sua moglie, cioè io, era incinta. Appena Naruto lo venne a sapere organizzò una festa in tutta Konoha in pompa magna per l’arrivo di un nuovo piccolo Uchiha a Konoha.

 Ino, la mia migliore amica ha sposato Sai ed ora aspettano un bambino, così come anche Shikamaru che ha sposato Temari e anche loro in attesa del pargolo. 

Ho un lavoro che mi piace e sono la capo responsabile dell’ospedale di Konoha e una dei tre ninja leggendari, gli altri due sono mio marito Sasuke e il mio migliore amico Naruto. Sono ammirata e stimata da tutti.

Mi sento una mongolfiera e sono incinta di otto mesi. La bimba il mese prossimo dovrebbe nascere.

Quindi perché dovrei lamentarmi? Ho tutto.

Invece no!

Chiunque mi guardi si potrebbe domandare che cosa mi manca nella vita ed io sarei ben lieta di rispondere “nulla” se non fosse per quella maledetta cartella clinica tra le mie mani.

La mia cartella clinica.

Da più di sei mesi ho scoperto di avere una disfunzione cardiaca e il rischio di non superare il parto è dannatamente alto. All’iniziò lo stato del cuore sembrava buono e che quindi la gravidanza la potessi reggere, ma di mese in mese le mie condizioni peggiorano e non posso più tenerlo nascosto a Sasuke anche perché so che se glielo avessi detto prima mi avrebbe in un certo modo chiesto di rinunciare alla bimba per prima curare il cuore. Odio dover mentire a Sasuke, lo odio dal profondo del mio cuore, in tutta la vita di mio marito gli hanno sempre mentito e io non avrei mai voluto farlo, ma so per certo che Sasuke anche con dolore mi avrebbe chiesto di rinunciare alla bimba per prima guarire. Perché si la vita è stata crudele anche in questo. La mia problematica al cuore chiamiamola così, sarebbe curabile se non fosse per il piccolo dettaglio che sono incinta.

Ma rinunciare alla bambina oltre che a un dolore oltremodo per me, sarebbe come fare un torto a mio marito, sarebbe come pugnalarlo all’anima anche se lui non lo ammetterebbe mai e non potrei mai farlo né a me né a lui né a mia figlia, ma non voglio rischiare di morire.

Non ho altra scelta…devo chiedere aiuto.

“Ino!” chiamo la mia migliore amica vedendola passare davanti la porta. Lei si ferma ed entra euforica e trotterellante. Lei è ancora al quarto mese di gravidanza.

“Che faccia da funerale…che succede?” mi chiede e io le porgo la mia cartella clinica. La vedo strabuzzare gli occhi.

“Sakuraaaa!” urla e leggo nei suoi occhi il terrore. Abbasso il viso colpevole.

“Lo so, Ino!” esclamò con gli occhi pieni di lacrime e singhiozzando.

“Come ha reagito Sasuke?” mi chiede piano e io abbasso il viso imbarazzata e cominciando a carezzarmi il ventre.

“Non…non lo sa!” sussurro.

“SAKURAAAAAAAAAAAAA!” urla Ino. E io sussultò. So che ha ragione. Avrei dovuto parlarne con mio marito.

“Non puoi reggere un parto in queste condizioni, ne Cesario né naturale. Dannazione Sakura, Sasuke è cambiato tantissimo. Si è legato a te in un modo impressionante, quasi morboso, non puoi avergli fatto questo! Non puoi! Non puoi ucciderlo in questo modo Sakura. Sai che significherebbe per Sasuke venire a sapere che da qua a un mese avrà la moglie morta! Significa spezzarlo un'altra volta in due! Sakura mi sembrava volessi proteggere tuo marito no massacrarlo interiormente.” urla furiosa Ino. Da quando la guerra è finita e mio marito è cambiato lei si è affezionata maggiormente a Sasuke mentre mio marito si indigna un po’ quando sente la sua voce, la chiama oca giuliva. Al contrario invece quando sente me o Naruto sorride.

“Lo so…ma è mia figlia…non potevo ucciderla e io farò di tutto…di tutto per sopravvivere non posso permettere che Sasuke soffra ancora.” Urlò piangendo tutte le lacrime.

“Maledizione Sakura lo sai da otto mesi che hai questo problema.  Sasuke soffrirà come un cane. Sasuke avrebbe capito. La disfunzione cardiaca che hai è perfettamente curabile, ma tu con la tua cocciutaggine e il tuo mutismo incallito, manco fossi diventata tu il Sasuke Uchiha di un tempo, hai peggiorato tutto. Così facendo Sakura ti perdiamo! Io non voglio perderti! Naruto non vuole perderti. Sasuke ha bisogno di te Sakura, non fargli questo!” urlò Ino cominciando a piangere anche lei.

“Lo so…lo so. Ma è un Uchiha…non potevo uccidere un'altra Uchiha. Troppo sangue Uchiha è stato versato sulle terre di Konoha.” Piango.

“Lo capisco Sakura…ma...” inizia Ino balbettando.

“Che facciamo Ino?” sussurro piangendo e interrompendola. Avevo bisogno di aiuto, un supporto non qualcuno che mi accusasse e lei pare comprenderlo infatti qualche attimo dopo

“Parliamone con Tsunade.”

Annuisco piano e mite. Emotivamente distrutta accarezzandomi la fede al dito e invocando il nome di mio marito, quasi fosse una preghiera.

“Sasuke…”

 

To be continued.

Allora buona sera signori e signori. Eccovi a voi il primo capitolo di Un battito d’amore che altri non è che la rivisitazione corretta e sistemata di Il tocco dell’amore che avevo bloccata mesi fa. Ho deciso di ripubblicarla perché nell’altra storia la situazione mi era un po’ sfuggita di mano. Spero che comunque questo capitolo possa piacere a chi già lo aveva recensito nel tocco dell’amore e ai nuovi che spero faranno capolino in questa storia . Spero mi farete sapere che ne pensate.

Ps. Se vi va fatemi sapere che ne pensate della copertina, un Kiss enorme mei.

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Capitolo 2
*** PAURA ***


 

 

 

 

Buon giorno ragazzi e ragazze, eccomi qua, spero che vi piaccia perché ho tantissimi dubbi su questa storia. Be adesso vi lascio alla storia e buona lettura

Ps. Qualsiasi cosa abbiate da dire, ditela pure, critiche e commenti positivi sono accetti.  Le critiche mi aiutano a migliorarmi sempre di più e i commenti positivi mi fanno sentire apprezzata e stimolata a scrivere. Quindi se vi va recensite…e grazie a chiunque segua questa storia.

Grazie di cuore a tutti in anticipo

Buona lettura MEI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non avrei mai immaginato che anche per me potesse esistere la felicità. Mi sono sempre domandato perché Itachi avesse deciso di sacrificare la sua vita per una città che non è mai riuscita ad accettare appieno gli Uchiha.

Invece ultimamente Konoha mi ha sorpreso positivamente.

Non mi sarei mai aspettato un giorno o l’altro, la stessa città, le stesse persone che avevano considerato Itachi un nemico, un Nukenin, un assassino, ora lo esaltavano e riconoscevano come eroe.

 Il sacrificio eroico di Itachi e della mia famiglia fatto per il villaggio, aveva concesso a me la possibilità di rifarmi una vita e di capire cosa a Konoha ci fosse di buono e di buono a Konoha c’erano Sakura Haruno e Naruto Uzumaki.

Tutto successe un anno dopo la fine della guerra quando Naruto, dopo le dimissioni di Kakashi con la flebile scusa che se ne voleva andare in pensione, è diventato Hokage e la prima cosa che il mio migliore amico ha pensato di fare da Hokage fu:

Punto primo: riconoscere il valore di Itachi e della famiglia Uchiha e fare un monumento in loro ricordo.

Punto due: perdonarmi di tutti i casini combinati in passato.

Punto tre: mi ha reso eroe di guerra a suo pari merito.

Punto quattro: reintegrarmi a Konoha riuscendo anche a farmi accettare nuovamente dai cittadini.

Punto cinque: nominarmi capo AMBU della polizia di Konoha.

Punto sei, ma non per questo meno importante, prendermi a calci in culo affinché comprendessi e capissi bene cosa provassi per Sakura e quanto con il mio solito atteggiamento la tenessi in bilico e le precludessi la possibilità di farsi lei una vera vita non dedita all’inseguirmi.

Kami, ricordo che me le diede di santa ragione e il ricordo dei suoi pugni mi fa ancora male, perché per Naruto Sakura era sua sorella e da buon fratello maggiore l’ha sempre protetta, al contrario mio che le ho solo causato montagne di sofferenze e pianti.

Il tutto scattò quando quell’anno mi giunse all’orecchio la voce che Sakura aveva accettato la proposta di matrimonio di Rock Lee.

Non avevo mai capito cosa in realtà possedessi fino a quando non si è presentata la possibilità di perderla e io da bravo idiota, ora che desideravo Sakura nella mia vita, non sapevo che pesci pigliare per dichiararmi a mia moglie e togliere dai piedi quell’esserino in tutina verde che faceva il filo a mia moglie. Ho combinato così tanti casini con Sakura che Itachi e tutta la famiglia Uchiha si rivolterebbero nella tomba a causa di tutte le figure di fesso che ho fatto.

Ricordo tutte i problemi che creai a mollusco rinsecchito ogni volta che si avvicinava a Sakura più del dovuto. Quasi stento a riconoscermi e Naruto non era certo d’aiuto, preferiva sghignazzare come a dire “io te lo avevo detto che prima o poi l’avresti persa”

 

Ricordo la volta che mi dichiarai a Sakura. Fu davvero umiliante. Lo ammetto ero più imbranato e più rosso dei pomodori che mi piacciono tanto.

Non so per quanto tempo provai a dichiararmi a Sakura, ma per un modo o nell’ altro non c’era mai il tempo di restare io e lei da soli. Lei sempre troppo impegnata con l’ospedale, io con le missioni, Naruto sempre fra i piedi. Ma dopo mesi e mesi arrivò quel giorno, dove la trovai alla tomba di Itachi. Lei aveva portato sulla sua tomba dei gigli bianchi e quello per me fu segno di quanto Sakura fosse in uno strano modo legata a Itachi.

Flashback

“Sakura...” la chiamai e la vidi sussultare e le guance le si imporporarono.

“Oh…ciao Sasuke Kun …scusa me ne vado subito non volevo dis…”

“Perché sei qua?” le chiesi freddo e guardingo osservando la tomba.

“Un ringraziamento” sussurrò piano lei e io le prestai attenzione.

“A chi?” chiesi, ma poi mi detti dello stupido. Se era lì era lì per Itachi, visto che era l’unico corpo davvero presente degli Uchiha. La vidi mettere una mano sulla tomba e sorridere.

“A Itachi e chi se no!” esordì lei sorridente per poi avviarsi verso la sua abitazione.

“Perché?” chiesi e lei si bloccò.

“Perché è un eroe, perché ci ha salvati tutti, perché era la tua famiglia.” Iniziò a fare l’elenco sussurrando. “Perché ti ha protetto…” concluse con un sospiro e io mi trovai a sgranare gli occhi ma non dissi una parola oltre.

Lei riprese a camminare.

“So che ti sposi!” esordii glaciale e la vidi bloccarsi e sussultare.

“Come? Con chi?” mi chiese e io sgranai gli occhi per poi sospirare.

“Rock Lee…”

“Cosaaa? Ma quando mai Sas’ke, si è dichiarato si, ma io l’ho rifiutato. Preferisco non aver nulla a che fare con il matrimonio!” esclamò lei voltandosi verso di me e sta volta fui io a sussultare.

“Come mai?” le chiesi stupito.

“Perché un matrimonio di convenienza non fa per me e l’amore fa troppo male. Bè, chissà magari la fuori c’è di meglio per me che essere moglie ed essere amata. La vita è così misteriosa” sussurrò lei sedendosi accanto a me, davanti Itachi.

“Tu? Sakura Haruno che rinuncia all’amore?” chiesi incredulo e allibito.

“Tu? Sasuke Uchiha che mi fa domande sull’amore?” mi rispose e sta volta non resistetti a un sorriso o meglio ghigno.

“Comunque si Sasuke, non voglio saperne più nulla dell’amore. L’unica persona che abbia mai amato pare abbia il cuore di ghiaccio.” rise ironica ma quella frecciatina m’arrivò al cuore come una lama.

“Sakura, questo fa male!” iniziai la mia protesta, ma lei alzò una mano.

“No Sas’ke. Non preoccuparti, non sto dicendo che te ne faccio una colpa, ma magari questo tuo atteggiamento mi ha fatto capire che l’amore non fa per me.” Sorrise e io strinsi i denti. Ora che io volevo lei nella mia vita, lei non voleva nessuno nella sua.

“Se ti dicessi di sposarmi…” iniziai.

“Ti risponderei andiamo in ospedale, hai la febbre!” sorrise e io sospirai. Accidenti era un osso duro.

“Tsk. Se ti dicessi che ti amo.” Tentai, usando quelle due paroline per cui le donne impazzivano, ma non avevo fatto i conti con che donna fosse Sakura Haruno.

“Ti risponderei di far visita a uno psicologo ninja. Uno bravo per di più!” Sorrise beffarda alzandosi e voltandosi per darmi le spalle. Sakura non credeva più a una mia sola parola, figurarsi sui sentimenti e sull’amore. Decisi di aprirle del tutto il mio cuore, tanto peggio di così non poteva andare.

“Sakura sto parlando sul serio. Se la sola persona insieme a Naruto che non mi ha mai abbandonato. La sola persona che so per certo capisce il mio stato d’animo. La persona che col tempo non è diventata una spina nel fianco ma una rosa nel mio cuore. Kami Sakura non sono bravo con le dichiarazioni, ma se ti dico che ti amo perché sai comprendere il mio dolore e la mia anima, e che voglio sposarti perché sei la mia casa, il mio rifugio, il mio porto sicuro…Sakura credimi. Devi credermi!” Esclamai con enfasi e incredulo dallo stesso fatto di essere riuscito a pronunciare quelle parole che da mesi mi torturavano. Lentamente mi voltai verso Sakura e la vidi indietreggiare tremante.

“Chi sei tu? Che ne hai fatto del mio Sasuke!” esclamò lei mettendosi in posizione d’attacco.

“Tsk. Maledizione.” sbottai furioso riacquisendo i miei soliti modi di fare e appena la vidi avvicinarsi a me e mettersi in ginocchio, mi soffermai ad osservare il suo splendido viso.

“Sei davvero tu? Davvero tu mi stai chiedendo di...di...di…” balbettò e io accennai un sorriso.

“Sposarti? Si, sono io Sakura e si ti sto chiedendo di sposarmi!” dichiarai fermo e risoluto, poi sorrisi e la vidi sorridere di rimando, prima di vederla accasciarsi a terra, priva di sensi.

“Sakura!” esclamai alzandomi di scatto arrivando ad afferrarla prima che sbattesse la testa a terra.

” Sakura!” la chiamai nuovamente scuotendola con dolcezza per poi accarezzarle il viso.

Ops, non avevo fatto i conti con il fatto che probabilmente la mia dichiarazione l’avrebbe shoccata o come era appena successo, l’avrebbe fatta svenire. Dopotutto ero il suo sogno da quando aveva dodici anni.

Sorrisi per poi guardarmi intorno e vedi che non c’era nessuno, così preso di coraggio, mi chinai su di lei e unii le mie labbra alle sue, scoprendole morbide e calde.

La vidi aprire lentamente gli occhi lucidi ma colmi di una felicità che mai lei avevo visto in quelle iridi verdi

“Sasuke Kun” sussurrò lei come a chiedermi conferma di ciò che era appena successo e che ne ero certo, lei dubitava fosse la realtà date tutte le volte che aveva sognato una situazione del genere, e quando annuii con un sorriso, la vidi buttarsi addosso a me e baciarmi con passione. Ci baciammo a lungo e la strinsi a me reputandomi l’uomo più fortunato del mondo. Mi staccai da lei.

“Lo prendo per un si?” chiesi leggermente ironico e la vidi scoppiare a ridere e alzarsi in piedi prendendo una tovaglietta dalla sua borsa.

“Sono cinque anni che ti amo e non sono corrisposta Sas’ke, ora che il mio sogno si è avverato e che tu finalmente mi contraccambi, non solo posso sperare nell'amore della mia vita, ma secondo te la mia risposta alla tua proposta di matrimonio può mai essere no? Certo che voglio sposarti Sasuke. Me lo stai chiedendo vero?” sorrise e poi mi chiese con espressione dubbiosa e io annuii.

“Di nuovo!” esclamai sollevando gli occhi al cielo. “Sakura sei davvero noiosa, ma si te lo sto chiedendo.” esclamai  

“To, sei tornato il solito Sasuke, ma Kami sono così contenta!” esordì Sakura asciugandosi gli ultimi residui di lacrime. Sorrisi comprendendola, poi la vidi avvicinarsi alla tomba di Itachi.

“Scusa Itachi Kun avremmo bisogno di un po’ di privacy!” sorrise lei mettendo simbolicamente la tovaglietta sulla tomba come a coprire gli occhi di Itachi. Quel gesto mi colpì molto perché come me anche Sakura considerava Itachi ancora vivo e parte integrante delle nostre vite, ma non riuscii a capire il perché dovesse coprire la tomba di Itachi, almeno fino a quando non si avvicinò a me mi baciò con passione stendendosi su di me cominciando a spogliarmi allora li ringraziai mentalmente Sakura per aver coperto gli occhi a Itachi.

 

“Capo? Ehi capo?  Sasuke!” mi chiamò Sai. Mi voltai verso di lui.

“Missione compiuta?” chiesi nervoso e lui annuì.

Una strana sensazione prese possesso di me. Come un angoscia allucinante e una paura terribile. Mi voltai in cerca di un possibile nemico ma non c’era nessuno eravamo soli. Scuotendo la testa feci segno a Sai di iniziare ad avviarci verso Konoha. La sola cosa che in questo momento desidero disperatamente e solo correre da mia moglie, ma più penso a Sakura più la sensazione di terrore e di paura mi attanaglia lo stomaco.

Che ci siano problemi con la bambina?  O Sakura? Non so mi devo solo sbrigare a tornare a casa.

“Capo?”

“Sai sta zitto!” sbottai gelido.

“Sasuke perché sei così nervoso, la missione è compiuta con successo “esordi Sai e io ringhiai.

“Babbeo!”

Quella sensazione cominciava sul serio a preoccuparmi.

 Per fortuna la missione era nelle vicinanze di casa, quindi qualche ora dopo fummo alle porte di Konoha e mi fermai per riprendere fiato

 

 

 “Ehilà amico!” esclamò Naruto saltandomi davanti con un sorriso ebete.

“Come è andata la missione?” mi chiede ancora il Baka.

“Come vuoi che sia andata Baka, troppo semplice, troppo noiosa!” dichiarai con il mio solito tono Uchiha e un mezzo ghignò riprendendo a correre lasciando quello scemo di Sai alle porte. La preoccupazione non vuole abbandonarmi.  Naruto mi comprende e capisce benissimo e sa che quando ho quell’ espressione è meglio assecondarmi, e infatti prese a correre verso l’ospedale venendomi dietro.

“Mi dispiace Sas’ke, ma da quando la guerra è finita queste sono le missioni. E dire che ti avevo dato pure quella più difficile!” sbottò Naruto che non sapeva più che pesci pigliare con me per affibbiarmi missioni difficili.

“Va bene così Naruto. Dopotutto non posso lamentarmi, mi offri la possibilità di tornare a casa da mia moglie e mia figlia presto e senza lesioni.” Esclamò ghignando.

“A proposito di pargoli, a momenti ti arriva il tuo pargoletto eh Teme!”

“Tu invece già lo hai dobe! Ho saputo che ti è nato il pargolo mentre ero via” sussurrai, ma dentro l’ansia mi stava divorando

“Si, e lo devi conoscere e gli devi fare da padrino e mi devi aiutare ad allenarlo e mi dev…” iniziò il dobe e io scoppiai a ridere

“Frena, frena Dobe, dammi il tempo di godermi prima mia moglie e mia figlia poi conoscerò il tuo pargolo e deciderò il da farsi!” esclamai felice per il mio migliore amico e per me visto che a quanto pare Naruto mi voleva sempre più presente nella sua vita.

“Si chiama Boruto. È bello, biondo con gli occhietti azzurri, proprio come i miei, sarà un fortissimo ninja e…” parlava Naruto. Niente da fare il mio amico era partito per il paese del papilandia e a breve lo avrei raggiunto anche io con la mia piccola marmocchia.

Arrivammo in ospedale e con Naruto alle calcagna mi diressi allo studio di Sakura e vidi che non c’era. Sicuramente era da Tsunade e con passo svelto mi diressi allo studio dell’ex Hokage. Ma delle urla mi bloccarono.

“Pazza degenerata! Ti rendi conto di cosa hai fatto!” urlò Tsunade e io inarcai un sopracciglio apprestandomi ad origliare. Aprii leggermente la porta non facendomi notare e sussultai. Ino, Hinata e Tsunade   tutte lì dentro a inveire contro mia moglie. Ma che avrà mai fatto?

“Maestra la prego mi aiuti…” esclamò mia moglie. Tsunade si voltò verso la porta e quello che vidi mi gelò il sangue. Piangevano tutte.

“Come ti aiuto bimba mia…hai portato avanti una gravidanza con il tuo cuore in questo stato. Sakura, se partorisci non sopravvivrai!” urlò in lacrime Tsunade. Ino e Hinata abbracciate a piangere.

“NOOOOOOOOO! Sopravvivrò. Non posso morire ora maestra. Ho Sasuke non voglio lasciarlo e non da solo soprattutto. Cosa devo fare? Cosa devo fare?” urlò mia moglie in lacrime e a me mi si appannò la vista pronto a venirmi un infarto. Indietreggiai e caddi su Naruto. Non poteva essere. Non poteva essere vero. Era un incubo.

“Sasuke…oddio…Sas’ke!” urlò Naruto.  Mi mancava l’aria. Stavo per svenire. Tsunade spalancò la porta e si accasciò su di me.

“Oddio…ragazzo mio! Hai…” iniziò Tsunade ma io non c’ero più guardavo mia moglie davanti a me tremante.

“Ha sentito Naruto?” chiese Tsunade a Naruto e questi annuì.

“Diamine!” urlarono le tre donne, ma io mi misi in piedi e mi avvicinai a Sakura scossa da lacrime.

“S…S…Sakura…n…non …” balbettai e appena gli fui e pochi centimetri di distanza gli caddi addosso e lei mi afferrò subito e mi strinse a se.

“Sakura…”

“Sasuke…snif..snif..perdonami…” sussurrò lei stringendomi.

 

To be continued

Allora che ve ne Pare …fatemi saper un kiss mei

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Capitolo 3
*** PANICO ***


 

 

PANICO

 

Tremai. Non avevo mai tremato tanto in vita mia e mi irrigidii non appena Sasuke mi cadde addosso quasi a peso morto. Lui, che era stato in passato un Nukenin, freddo e spietato e poi un eroe, ora era lì tra le mie braccia, fermo, immobile, con il respiro affannato, quasi cercasse di trattenersi. I suoi occhi scuri erano puntati sul mio petto e le sue mani stringevano le mie braccia con forza, e quasi mi stava facendo male. Però non mi importava.

Vidi Sasuke poggiare la testa sul mio petto in rigoroso silenzio come ad ascoltare ogni minimo battito del mio cuore, poi con il pollice della sua mano destra prese a carezzare ritmicamente il mio braccio.

Lentamente Sasuke sollevò il viso per guardarmi negli occhi.

“Cosa t…ti e successo? Cos’hai di preciso Sakura? Dimmelo!”  Mi chiese mio marito per poi stringermi tra le sue braccia in una morsa talmente forte da farmi ansimare e io mi irrigidii nuovamente non riuscendo a proferire parola.

“Tsunade…”

La mia maestra abbassò gli occhi, strinse convulsamente i pugni e sospirò.

“Sasuke io non credo che tu dovresti…” iniziò Tsunade ma mio marito la fulminò con lo sguardo e lei sospirò nuovamente. Io ero più tesa di una corda di violino. Cosa sarebbe successo se Sasuke avesse compreso davvero l’entità del mio male?

“Insufficienza cardiaca “curabile” sussurrò la mia maestra e Sasuke si alzò in piedi allontanandosi da me di qualche passo, ma notai immediatamente che con un occhi osservava ogni mio movimento. L’occhio del rinnegan non mi lasciava scampo.

“Allora se è curabile perché non la curi!” esclamò mio marito freddo e controllato tanto che mi fece venire i brividi

“Ora non posso più.” Spiegò la mia maestra e mio maritò si irrigidì.

“Perché?” chiese Sasuke rigido.

Tsunade sospirò e mi guardò con gli occhi lucidi di lacrime e io scossi la testa in segno di negazione.

“Non lo dire. Non glielo dire Tsunade!” urlai e mio marito si voltò verso di me a occhi sgranati.

“Zitta!” disse perentorio e io mi chiusi a riccio in me stessa mentre Ino e Hinata mi si avvicinavano per abbracciarmi. Sollevai leggermente il viso e lo punta su Naruto che era diventato pallidissimo.

Una fitta di dolore trapassò il mio petto comprendendo a cosa stava pensando il mio migliore amico. Non mi ero fidata nemmeno di lui, non gli avevo chiesto consiglio come di solito facevo.

Ma che potevo fare, Naruto sembra stupido ma in realtà è una cima di intelligenza e bontà d’animo. In quel momento compresi che se solo ne avessi parlato con Naruto lui mi avrebbe aiutata a trovare una soluzione consona, lui non mi avrebbe abbandonata, anzi mi avrebbe sostenuta con tutte le sue forze. Ero stata davvero uno stupida. Feci qualche passo verso Naruto e lui se ne accorse allargando le braccia per accogliermi tra le sue. Corsi da lui e scoppiai a piangere sul suo petto mentre Naruto prese ad accarezzarmi ritmicamente i capelli e a sussurrare degli “shh” mal celati ma capivo bene che anche lui era spaventato. Con un occhio osservai Sasuke che se ne stava davanti Tsunade in attesa di una risposta, rigido e pallido forse più di un lenzuolo poi lo sentii esclamare.

“Tsunade dimmi perché non puoi curare Sakura!” ringhiò Sasuke.

Tsunade sospirò.

“La bambina. Se iniziamo la cura, la perdiamo” esclamò Tsunade e Sasuke si irrigidì e così anche Naruto che mi allontanò di scatto dal suo petto e mi osservò allibito, poi guardò Tsunade.

“Se invece Sakura porta avanti la gravidanza che succede?” chiese Naruto e sia io che Sasuke ci irrigidimmo. Poi Naruto continuò.

“Intendo dire…”

“Si, ho capito Naruto. Se Sakura partorisce la bambina vivrà sana come un pesce, ma per lo sforzo perdiamo Sakura. Se partorisce Sakura muore. Non sopporterebbe né un parto naturale ne uno Cesario, il suo cuore è troppo debole” sussurrò Tsunade tra un singhiozzo e l’altro.

Mi irrigidii di scatto notando il colorito di Naruto che da pallido era diventato viola. Naruto se ne era andato in apnea. Gli detti un pugno sul petto e lui si riscosse.

“Porca vacca Sakura! “Urlò Naruto furioso allontanandomi da lui.

“Scusa…” balbettai per poi spostare lo sguardo su Sasuke che era caduto con il sedere per terra, gli occhi fuori dalle orbite e il respiro ansante.

“No…no…” balbettò mio marito e io corsi immediatamente da lui.

“Sasuke!” urlai allungando una mano verso di lui, ma lui la scansò di scatto.

“Non mi toccare ora, Sakura!” esclamò gelido lui, e il mio cuore parve andare in mille pezzi, poi lui si rivolse a Tsunade.

“Perché lo avete scoperto solo ora!” urlò mio marito e vidi Tsunade aprire bocca e io scossi la testa con violenza. La mia maestra mi fulminò.

“Sakura, so che lo ami. So che daresti la vita per tuo marito. So che faresti di tutto per lui, ma se tu muori e a quanto pare te lo devo dire io perché non te ne accorgi da sola, tuo marito muore con te. Mi pare ancora assurdo che Sasuke Uchiha si sia legato in modo così morboso a te, e ne sono felice, ma sono anche profondamente delusa da te. Sakura sapevi quanto tuo marito, nonostante tutte le pene patite nel passato, abbia deciso di donare il suo cuore a te, e tu che fai? Sai da sette mesi o giù di lì di avere un insufficienza cardiaca “curabile” e porti avanti un gravidanza in questo stato! Sei un medico dannazione, sai cosa avrebbe comportato e a te è parso giusto mettermene a corrente solo ora e mentire tutto questo tempo a tuo marito. La vita di quella bambina è importante Sakura, ma se me lo avessi detto prima…”

“Lo sai da otto mesi!” urlò Sasuke rivolto a me e io sussultai ma era inutile continuare a mentire. Decisamente inutile, così annui.

“Sasuke, non arrabbiarti. Sakura sa cosa avrebbe comportato una cura del genere in stato di gravidanza…e....” iniziò Tsunade.

“Che avrebbe comportato?  Così ha ben pensato di uccidersi. Di farmi assistere di nuovo inerme alla perdita della mia famiglia e… “chiese Sasuke stringendo i pugni

“La bambina sarebbe morta Sasuke. Un feto così piccolo non può sopportare queste cure!” spiegò l’ex Hokage e Sasuke alzò una mano e strinse i denti.

“Iniziate la cura!” sussurrò afflitto.

“Sasuke, perderemo tua figlia se lo facciamo!” tentò Tsunade.

“Iniziate la cura ho detto!” urlò ringhiando lui attivando lo Sharingan.

“Come vuoi…” sopirò Tsunade.

“NO!” urlai alzandomi in piedi e Sasuke si voltò di scatto verso di me ad occhi spalancati e il terrore stampato sul viso. Avevo le mani sulla pancia pronta a coccolare e proteggere mia figlia. Deglutii con violenza.

“Sakura…” sospirò lui e io scossi la testa con vemenza.

“NO. NO. NO.HO detto no!”

“Sakura…non voglio perderti!” sussurrò Sasuke e io mi infuriai.

“E io non voglio vederti perdere nuovamente un membro della tua famiglia. Non ci provare nemmeno a chiedermelo Sasuke. Troppi, troppi Uchiha, troppi tuoi familiari sono stati sterminati su queste terre. Ora basta! Non ucciderò un Uchiha. Non ucciderò un membro della famiglia di mio marito. NON UCCIDERò MIA FIGLIA!” urlai prima di correre furi dalla stanza.

“Sakuraaa!” urlarono tutti, ma io non volli sentire oltre e mi diressi da Itachi. Speravo che almeno mio cognato potesse capirmi e consolarmi. Dopotutto era sempre stato così. Itachi era sempre saggio, anche da morto.

 

Me ne stavo li, dentro quella stanza con lo sguardo puntato a dove mia moglie era scomparsa. Se Sakura avesse partorito, mi sarei visto portare via la mia famiglia una seconda volta e sta volta ne sono certo, non avrei resistito, non sarei sopravvissuto. Sta volta sarei morto sul serio. Perché diamine Sakura non me ne ha parlato.

“Non fargliene una colpa Sasuke.” Esclamò Tsunade e io mi irrigidii.

“Non riesce a concepirlo Sasuke.” Continuò l’ex Hokage

“Che cosa?” chiesi tremante

“L’ idea che tu debba rinunciare una seconda volta alla tua famiglia. L’idea che tu debba soffrire di nuovo. Non riesce a concepire che a Konoah gli Uchiha, qualunque età essi abbiano debbano soffrire e morire. A lei importa di se stessa non credere, ma le importa più di te e della bambina…vuole darti un motivo per essere felice e…” mi spiegò e io mi alterai.

“È lei il motivo della mia felicità.”

“Lei non è un Uchiha, Sasuke!” esclamò Tsunade

“LEI è UN UCHIHA!  LEI è MIA MOGLIE. LEI E’ SAKURA UCHIHA!” urlai.

“Sasuke…  Sai cosa intendo.” sospirò Tsunade.

“Perché…perché deve sempre fare l’eroina.” Sussurrai stringendo i pugni.

“E te lo domandi? Sasuke lei non è che vuole fare l’eroina, lei vuole darti un motivo per essere felice. Per essere vivo…per...”

“Farà quelle cure, dovessi costringerla” urlai.

“Sasuke… non “

“Tsunade se perdo lei perdo me stesso!” sospirai fin che non mi venne in mente un idea geniale.

“Naruto, sei l’Hokage, ordinaglielo!” esclamai al limite della disperazione. Lo sguardo del mio migliore amico da triste divenne furioso.

“Scordatelo Uchiha, a me sa che qui sono l’unico a capire il vero stato d’animo di Sakura.” Urlò Naruto prima di lasciare la stanza.

“Naruto!” urlai pronto a corrergli dietro per convincerlo, ma la mano di Hinata mi bloccò.

“Non ti permettere Uchiha. Non ti permettere di massacrare l’anima di mio marito!” ringhiò Hinata e io sgranai gli occhi poi mi voltai verso Ino.

“Ino..”

“No. Sasuke, Sakura vive per te e non ti farebbe mai…mai una cosa del genere, ma qua sembra che tu sei in grado di liberarti dei membri della tua famiglia in un battito di ciglia!” urlò Ino e io mi irrigidii.

“Ino, non è così. Sasuke Kun ha solo paura.” sussurrò Hinata tornando calma. Avevo persino fatto infuriare una santa come Hinata solo perché avevo chiesto a Naruto di ordinare a Sakura…ancora non riesco a capire perché Hinata ha reagito così. Osservai gli occhi di Hinata e per la prima volta vidi quella piccola donna con una luce diversa.

“È un Uchiha Ino, ma è terrorizzato. Guardalo negli occhi e capirai. Sakura è la sua vita e la consapevolezza di poterla perdere gli sta lacerando l’anima.” Continuò la mora e io mi ritrovai a pensare che quel dobe si era scelto una moglie con le palle.

“Però Sasuke Kun, se conoscessi bene il carattere di Sakura, sai che lei darebbe la vita per le persona che ama. Sai che se dice che ce la farà, stanne certo farà di tutto per farcela. Hai sbagliato Sasuke, perché anziché cercare di darle conforto, hai mandato a morte tua figlia. Lei ti conosce. Sa che fare una cosa del genere significherebbe ammazzarti. Ucciderti da dentro Sasuke e tu pensi che Sakura possa permetterlo dopo che finalmente hai trovato un po’ di pace. Ti sta proteggendo Sasuke. Ti sta proteggendo da te stesso. A discapito suo, ma ti sta proteggendo. Sakura non rinuncerà mai a vostra figlia e né tantomeno a te. Inoltre hai chiesto a mio marito di ordinare a Sakura di uccidere sua figlia, ma anche mio marito ti conosce e sa leggerti dietro le parole, quello che hai chiesto a Naruto e Sakura è stato interpretato da loro con una semplice frase – Uccidetemi-. Li hai feriti e profondamente anche.  E anche a me hai ferito, perché Sasuke, la persona che dovrà lenire la mazzata che hai appena dato a Naruto sono io non certo tu, mi ci vorranno giorni per rivedere il sorriso di mio marito pezzo di idiota” esclamò Hinata infuriandosi di nuovo e poi fare un profondo respiro per riprendere a parlare con calma. “Sii un supporto per tua moglie e tuo fratello, perché sì Naruto è questo per te un fratello, sii un supporto e non una vittima. Abbi il coraggio di affrontare la vita come sta facendo Sakura, offrile il coraggio di affrontare questo parto e infondile fiducia in se stessa affinché lei possa lottare.” Urlò Hinata prima di uscire dalla stanza seguendo suo marito.

Ero senza parole, la Hyuuga aveva perso il suo balbettio ed era diventata una donna.

“Hinata a chi devi questa saggezza profonda.” sussurrai al vento

“La deve a Naruto, Sasuke.” Sussurrò Tsunade e io alzai il viso.

“Naruto per quanto infantile può sembrare è più maturo di quanto immagini. Ora, non nego che il rischio c’è e che la possibilità di sopravvivenza di Sakura è del 2 per cento, ma lei non rinuncerà Sasuke e lo sai. Non c’è donna più cocciuta di Sakura. Quindi, io parlerò con Naruto, anche se non c’è bisogno perché so che lo farà di sua spontanea volontà, ma per questo mese e quello successivo ti faccio mettere in congedo. Nessuna missione, nessun obbligo a parte quello di stare con tua moglie, e il resto vedremo passo passo. Ora vai da lei!!” esordì Tsunade e io annuii piano correndo da mia moglie e con un mare di pensieri sconnessi in testa.

Arrivai a casa ma lei non c’era. Corsi fuori e la cercai per tutta Konoha non trovandola.

La cercai per ore, poi esausto tornai a casa nella speranza di vederla tornare.

Ripensai a tutto quello che era successo quel giorno e a quanto stupido ero stato a non capire le motivazioni di mia moglie. Lei non aveva mai dimenticato quella volta, nel paese del ferro, quando cercai di ucciderla e le parole che gridai a Naruto. Il desiderio di riavere la mia famiglia, di poter vivere tranquillo e felice. Di poter amare ed essere amato.

Lei aveva pensato a me. Lei pensava sempre a me e a qualsiasi cosa potesse farmi stare bene e io da stupido qual’ ero avevo sputato la sentenza di morte per nostra figlia.

La paura mi aveva attanagliato la bocca dello stomaco. La paura di perdere la persona che amo di più a questo mondo. Di vederla soffrire per portare nel grembo il frutto del nostro amore e che l’abbiamo concepita davanti la tomba di Itachi.

Ho paura e non mi sento un idiota ad ammetterlo, ho paura che la felicità che provo nell’avere Sakura accanto da qui a un mese possa svanire come neve al sole.

Mi sedetti sul divano, al buio, con la luce della luna che entrava dalla finestra e illuminava in modo soffuso villa Uchiha.

Quella casa era enorme e senza Sakura sembrava così vuota, così piena di paure e di fantasmi del passato.

Il cuore mi batteva a mille. Avevo bisogno di mia moglie. Di sentire le sue braccia attorno al mio corpo. DI sentire il suo respiro, le sue labbra sulle mie, le sue carezze. Sentire che lei c’era. Dovevo cercarla. Non mi sarei arreso. Avrei fatto di tutto per salvarle la vita, se era necessario anche darle il mio cuore.

Mi alzai di scatto per correre ad andare a cercarla di nuovo, quando la porta si aprì ed entrò lei, illuminata dalla luce della luna. La vidi sussultare nel trovarmi ancora sveglio, ma io non mi feci intimorire dal suo sussulto e mi avvicinai lentamente a lei. Più mi avvicinavo, più notavo i suoi splendidi occhi verdi, erano rossi e con profonde occhiaie dovute al pianto. Mi sentii terribilmente in colpa.

“Sakura...” sussurrai prima di prenderla tra le braccia e stringerla a me.

“Scusami Sakura…scusami.” sussurrai e appena sentii un suoi singhiozzo la strinsi più forte a me facendole nascondere il viso nel mio petto.

“N.. Non voglio perderti Sakura. Sei la mia famiglia” sussurrai e anche io cominciai a sentire uno strano groppo in gola.

Lei continuava a piangere sul mio petto e senza proferire parola, la presi in braccio e mi diressi in camera da letto. Appena arrivai a destinazione la depositai piano sull’ enorme lettone.

“Lottiamo assieme. Promettimi Sakura…promettimi che lotterai con tutte le tue forze per vivere. Non lasciarmi solo ti prego!” sussurrai e un singhiozzo mi scosse dal profondo. Lei si staccò dal mio petto per guardarmi negli occhi.

“Lotterò sempre per la nostra famiglia. Ti amo…” sussurrò.

“Ti amo” le dissi di rimando e lei sorrise, poi mi chinai su di lei a baciarla con passione.

“Dove si stata, ti ho cercato per tutta Konoha” sussurrai tra un bacio e l’altro. La sentii gemere.

“Da…Itachi” mi rispose e io mi detti mentalmente dello stupido. Era da mio fratello che Sakura andava quando cercava conforto e io non c’avevo pensato. Che scemo. Scuotendo la testa mi chinai nuovamente su di lei a baciarla.

“Ho bisogno di te Sasuke…” sussurrò lei e io sussultai

“Sono qui…ma…” cercai di protestare ma  il suo sguardo mi fece desistere e lentamente ripresi a baciarla. Prima le labbra, poi il viso, poi il collo, la spalla e li abbassai la bretellina del suo top…e la baciai…

 

To be continued.

Ed eccomi qua con un nuovo aggiornamento. Allora che ve ne pare? Fatemi sapere e ringrazio tutte quelle persone che hanno recensito e messo tra le preferite ricordate e seguite questa storia per cui nutro parecchi dubbi. Alla prossima un kiss mei

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** NOTTE ***


 

NOTTE

 

Lentamente, molto lentamente, facendo attenzione al corpo un po’ troppo ingombrante di mia moglie, la feci girare su un fianco costringendola a darmi le spalle. Sakura mi osservò da sopra una sua spalla con occhi dubbiosi e io le accennai un semplice sorriso. Non capiva il perché l’avessi fatta girare costringendola a staccare le braccia dal mio collo a cui si era attaccata in un modo che mi mise i brividi.

Su quell’ enorme letto matrimoniale Sakura sembrava così piccola, così fragile, ma io sapevo per certo che non lo era. Mia moglie non era debole né fisicamente, né psicologicamente. Bè, forse in quel momento fisicamente debole lo era, ma mi fidavo ciecamente di lei e lei mi aveva appena promesso che avrebbe lottato con tutte le sue forze per vincere quella battaglia contro la malattia.

Avevo bisogno di crederle se no da lì a qualche minuto sarei definitivamente impazzito.

Lentamente feci scorrere una mano lungo la linea del suo corpo partendo dal collo fino ad arrivarle fino a metà coscia. La sentii rabbrividire e lasciare andare piano la testa sul cuscino piumoso, rilassandosi. Risalii piano con la mano per fermarmi sulla pancia e la vidi sgranare gli occhi quasi impaurita e far correre una sua mano sulla sul ventre per togliere la mia da essa.

Con quella mia stupida affermazione fatta in ospedale avevo spaventato mia moglie e lei si era eretta a protettrice di quella piccola creatura che stava ancora dentro di lei.

Sakura si rese conto del gesto appena compiuto e si irrigidì comprendendo che mi aveva impedito di toccare nostra figlia.

“N…Non toccarla per ora Sasuke…” sussurrò tremante lei e io mi sentii leggermente ferito, ma potevo comprenderla. Sospirando passai ad accarezzarle le spalle e il collo e lei parve rilassarsi nuovamente.

Allungai una mano sul suo viso, costringendola a voltare la testa verso di me e appena lei lo fece, mi impadronii delle sue labbra con tutta la passione che possedevo cercando in infondere in quel bacio sentimenti di fiducia, sicurezza, conforto, comprensione.

Mia moglie si girò sulla schiena non staccando le sue labbra dalle mie, partecipando al bacio con un amore profondo e incondizionato che mi scosse le viscere. La sentii sollevare una mano per portarla dietro le mie spalle e stringermi a se con possesso. Sorrisi sulle sue labbra grato alla vita di avermi dato la possibilità di avere lei come moglie. Sakura fece correre l’altra mano dietro la mia bassa schiena e si voltò sul fianco rivolta verso di me, stringendomi in quell’abbraccio/bacio confortante.  Staccai le mie labbra dalle sue.

“Sakura…” sussurrai.

“Shh…” sussurrò lei stritolandomi.

“Sakura, mi stai stritolando…” ridacchiai.

“Esagerato, sei o non sei il possente eroe del villaggio, l’ultimo sopravvissuto del clan Uchiha…” sussurrò divertita lei.

“Non l’ultimo Uchiha…” sospirai e Sakura sgranò gli occhi.

“La bimba, l’hai accettata?” chiese lei sbalordita e io mi irrigidii.

“Non mi riferivo a lei visto che ancora non è nata, ma a te…” sussurrai.

“Sasuke...”

“No, Sakura. Non sto dicendo che non ho accettato la piccola, anzi tutt’ altro, ma non posso negare il fatto che ho paura. Ho vissuto troppo tempo solo, mi sono visto sterminare la famiglia, ho perso padre, madre e alla fine anche il fratello, non so se sarò mai in grado di accettare anche la perdita di una moglie, ma ciò non significa che ucciderò nostra figlia. All’ ospedale ho sbagliato Sakura. Ho agito d’ Istinto preso dal bisogno di proteggere il mio cuore da altra sofferenza. Preferivo tenermi già ciò che avevo anche se ciò significare uccidere nostra figlia e di conseguenza me stesso. Ho avuto paura di rischiare al contrario tuo. “Spiegai. Era la prima volta in tutta la mia vita che facevo un discorso così lungo e sentimentale, ma Sakura meritava di capire.

“Ho persino chiesto a Naruto di ordinartelo…” confessai.

“Che cosa? Sasuke ma ti sei rincretinito? Conosci Naruto e sai cosa prova per te. Ti sei rincretinito di chiedere a Naruto di uccidere suo fratello? Perché è questo che gli hai chiesto! Perché è questo che sei per lui, come io sono sua sorella.” sbottò Sakura.

Inconsciamente ridacchiai.

“Mi sa di aver perso la mia aria di bel tenebroso misterioso, sembra che tutti abbiamo capito cosa intendessi con quella frase!” sospirai.

“Tutti?”

“Hinata mi ha dato una bella strigliata in ospedale” le dissi.

“Hinata? Hinata Hyuuga. Quell’ Hinata? La timidina? La moglie del dobe? La signorina balbettina?” chiese Sakura incredula e sorpresa. E io mi ritrovai annuii mesto.

“Si, la signorina balbettina. A detta di Tsunade sembra che la vicinanza con il dobe le faccia bene?”

“Con il dobe? Sas’ke ma in che mondo siamo finiti? Hinata che non balbetta e striglia per benino Sasuke Uchiha. Il dobe saggio che sprona la moglie a migliorarsi. No, quello non può essere proprio Naruto, perché se la testa quadra è saggio allora io sono Miss Konoha!” esordì mia moglie e sta volta non mi trattenni, risi di cuore.

Sakura mi guardò stranita. In tutto il tempo che mi conosceva non mi aveva mai visto ridere in quel modo, ma la possibilità di perdere mia moglie era più che reale e volevo crearmi con lei dei ricordi, anche divertenti. Mi ripresi dalla mia prima risata di cuore e le baciai la fronte.

“Anche Ino mi ha strigliato!”

“Oh, che? Pure! E che ti ha detto?” chiese Sakura e io abbassai gli occhi.

“Che sono pronto a liberarmi della mia famiglia, riferito alla piccola, in un battito di ciglia!” sussurrai e Sakura ringhiò.

“Ma io quella stronza la uccido!” sbottò mia moglie pronta ad alzarsi dal letto per andare a cerca la sua migliore amica.

“Le tirerò capello per capello e la faccio diventare calva! Grrr come ti permetti a giudicare mio marito, Ino PIg” si infuriò mettendosi a sedere.

“Buana signorinella incinta! Non aveva tutti i torti!” esordii costringendola a rimettersi sdraiata

“Si che l’aveva. Tu non sei minimante in grado di liberarti della tua famiglia in un battito di ciglia. Preferisci sacrificare te stesso che la tua famiglia. Né è la prova Itachi, io e Naruto. Ci hai messo quattro anni e dicevi di voler recidere il nostro legame e non lo hai mai fatto, hai voluto vendicare Itachi nonostante lui ti avesse abbandonato e lo hai fatto perché gli volevi, gli vuoi bene. Ino non può sputare sentenze che non conosce!” decretò mia moglie e io incassai il colpo.

Uno a zero e palla al centro per Sakura.

 Cavolo se mi conosce la rosellina stesa qui al mio fianco.

“Eddai Sakura, ormai quel che è stato e stato!”

“Ma anche no. Che lei si giudichi il suo di marito che al mio ci penso io!” sbottò mia moglie con fare possessivo.

“Ora la chiamo!” concluse prendendo il cellulare sul comodino.

“Ora?” esclamai incredulo. Sakura ma sul serio’…” iniziai.

“Si!” esclamò lei prendendo il telefono ma io la bloccai togliendole il telefono di mano. M’irrigidii da capo a piedi e la guardai negli occhi.

“Ora no Sakura, ho davvero bisogno di stare con te e sinceramente Sakura, per certi versi Ino ha voluto farmi capire che la soluzione che proponevo io non era quella adatta. Ma tu Sakura sei stata una stupida, dovevi parlarmene o se con me proprio non riuscivi, quantomeno con Naruto!” esordii serio e la vidi abbassare la testa con fare colpevole.

“Già, Naruto. Sono proprio una stupida. Oggi ho capito che realmente Naruto avrebbe potuto aiutarmi se solo…”

“Gliene avessi offerto la possibilità. Sakura, mi sento dannatamente in colpa perché per ripagare Konoha e Naruto ho accettato ogni sorta di missione. Se invece fossi rimasto a casa magari mi sarei accorto del tuo stato e…” iniziai ma Sakura sollevò una mano bloccandomi.

“Non se ne è accorta Tsunade che è un medico, come potevi accorgertene tu?” esordì mia moglie ma ciò non tolse il fatto che mi sentivo dannatamente in colpa nei confronti di Sakura.

 

 

 “Sasuke…” esclamò Sakura costringendomi ad alzare il viso, poi  mi prese il viso tra le mani per asciugarmelo dalle lacrime.  Non mi ero reso conto che il mio viso era inondato, pensavo solo di aver perso qualche goccia.

“Sasuke…che c’è?” chiese mia moglie. Il mio cuore batteva a mille, la paura mi stava attanagliando la bocca dello stomaco. Quella normalità, quella sensazione di amicizia che avevo instaurato con tutti, quella sensazione di essere amato profondamente.

Avevo paura di perdere tutto.

Scossi la testa in segno di negazione come a dirle che non era nulla

“Bugiardo! Parlami tesoro, sono qui!” esclamò Sakura

“Si, ma per quanto?” mi lasciai scappare e lei mi sorrise comprensiva.

“Per sempre Sasuke, lotterò te l’ho promesso” esclamò lei avvolgendomi le braccia alle spalle e stringendomi a se.

“E sé non ce la dovessi fare? Io come farò Sakura, che farò?” sussurrai tremante.

“Crescerai nostra figlia!” sussurrò

Quelle furono le parole più sbagliate che mia moglie potesse dire. Infatti mi irrigidii  e sbiancai, spaventato, e lei fece lo stesso.

“Scusa, scusa cresceremo nostra figlia, io non mollerò Sasuke. Te lo assicuro. Sono forte sai. Sono una ninja leggendaria. Ce la farò. Promesso” esordì lei. Non risposi.

“So che hai paura, né ho anche io, ma insieme Sasuke possiamo tutto!” esclamò lei e io sospirai rassegnato. Che avrei fatto se la vita fosse stata tanto crudele con me di privarmi anche di mia moglie.

Sakura parve accorgersi dell’angoscia che albergava nel mio cuore, nei miei occhi e mi allontanò da se per depositare le sue labbra sulle mie. Il suo bacio dolce e sensuale al contempo ebbe il potere di placarmi lievemente lasciandomi la possibilità di ricambiare mia moglie e farla stare bene come lei riusciva a far star bene me.

Piano la feci stendere nuovamente sul letto e le passai le mani sul corpo e sta volta quando mi fermai sulla pancia, lei non mi bloccò. Mi chinai piano sul ventre di mia moglie e depositai su esse un tenero bacio colmo di scuse e amore per quella piccola creatura che le cresceva dentro.

“Scusami piccolina, il tuo papà è stato un idiota.” Sussurrai al ventre di mia moglie mentre con la mano lo carezzavo dolcemente. Sollevai appena gli occhi per osservare il viso di mia moglie e sussultai.

Sakura aveva un sorriso dolce sul viso, gli occhi lucidi, la sua mano sopra alla mia di fianco a lei, sul lato destro, mentre la sinistra carezzava il suo ventre.  Stringeva forte la mano come a darsi coraggio, o meglio a cercare quel coraggio da me che io credevo di non possedere.

Mi sollevai sulle ginocchia per poter raggiungere le sue labbra e baciarla, consolarla, confortarla. Erano sensazione che solo da quando ero sposato con lei aveva cominciato a conoscerle, a capire, ad apprezzarle. Tolsi la mano dalla pancia e mi diressi a sciogliere i nastrini sulle spalle di Sakura che le tenevano il leggero vestito addosso. Mano a mano scioglievo il nastrino e scoprivo la sua pelle, depositavo castamente dei baci. Prima sulla spalla, poi sul braccio, poi sull’avambraccio, poi sul polso, poi sulla mano e infine sulle dita. Sentii Sakura gemere piano e io le sorrisi. Tornai a baciarla sulle labbra, facendole sentire che ero lì, che non l’avrei mai abbandonata, poi scesi a baciarle il collo e lei gemette di nuovo e mi diressi alla spalla destra, lato in cui ancora le nostre mani erano intrecciate, ma non avevo la minima intenzione di interrompere quel contatto e a quanto pare nemmeno Sakura data la forza con cui teneva la mano nella sua. Con i denti presi a sciogliere gli altri nastrini sulla spalla destra di mia moglie per poi ripetere tutto lo stesso identico movimento che avevo fatto con la sinistra.

Appena terminai rimasi estasiato, Sakura non indossava il reggiseno. Gemetti e vidi Sakura sorridere compiaciuta.

“Lo hai fatto apposta ammettilo!” esclamai

“Fatto cosa?” soffiò lei con fare innocente. Sorrisi e scossi la testa in segno di negazione e mi domandai se la mattina di quella giornata così pesante, Sakura non si era preparata vestendosi in quel modo, per sedurmi dato che Naruto parlava troppo e probabilmente le aveva detto che quel giorno sarei ritornato dalla missione. Osservai il suo corpo, addolcito dalle curve della gravidanza e poi agli slip. Sussultai.

Sakura indossava dei striminziti slip neri di pizzo a perizoma. Ora non avevo più dubbi, la mia mogliettina si era preparata di tutto punto per sedurmi. Sapeva quanto odiassi i reggiseni e amassi il pizzo addosso a lei.

“Tu…piccola donna maliziosa!” sospirai e la vidi farmi una linguaccia insieme a un occhiolino.

“Ti eri preparata di tutto punto per farmi venire un infarto?” chiesi e lei scosse la testa in segno di negazione

“No, volevo solo farti eccitare e impazzire di desiderio per me. Da troppo tempo non facciamo l’amore Sasuke” sospirò lei e io annuii.

“Bè, missione compiuta Sakura.” Esclamai prendendole una mano per portagliela sopra i miei pantaloni e quindi sopra la mia erezione, dura più del marmo. Non l’avessi mai fatto!

Lei sorrise maliziosa e mosse piano le dita sulla mia erezione. Gemetti e piegai un gomito sul letto, contraendomi per il piacere e poggiai la testa su una sua spalla e prontamente le scostai la mano dalla mia erezione.

Cavolo, avrei voluto prenderla all’ istante, ma volevo farla impazzire come lei stava facendo con me. Mi aveva semplicemente sfiorato e mi aveva messo K.o., costringendomi ad accasciarmi su letto e a piegarmi su me stesso per contenere il piacere. Lei mi guardò maliziosa.

“Bastarda!” esclamai con un sorriso e lei ridacchiò.

“Ma se non ho fatto nulla!” ridacchiò lei, poi mi afferrò le spalle e capovolse le posizioni. Avevo mia moglie su di me, nuda con un solo paio di slip striminziti a coprirle le sue parti intime.

“Sei troppo vestito Uchiha!” sbottò indignata mia moglie e i sorrisi.

“Accomodati!” esclamai offrendomi a lei e lei esultò esclamando.

“Buon appetito!” prima di impadronirsi delle mie labbra e carezzandomi con fare lento e sensuale mentre le sue labbra si muovevano veloci e lente sulle mie. Sorrisi, per Sakura ero la sua pietanza preferita.  Chiusi gli occhi estasiato.

Si staccò da me e io gemetti di disappunto. Non avevo per niente apprezzato quel distacco così brusco. MI tolse la maglietta con gesti veloci e frenetici tanto che rischiò di soffocarmi con il colletto di essa.

“Piano donna se no trovi soufflé di marito!” risi. Mi stavo eccitando in un modo che mai avrei immaginato di potermi eccitare.

“Ti adoro!” sussurrò lei e io rabbrividii. Cavolo se la perdevo per me sarebbe stato un shock troppo grande per restare in vita. Si chinò lentamente su di me e prese a stuzzicarmi il collo per poi tracciare una linea invisibile lungo tutto il mio petto soffermandosi sui punti più eccitanti del mio corpo. Poi scese sempre più in basso e sbottonò i miei pantaloni. Le mie guance si imporporarono leggermente ma mi ben guardai dal farglielo notare. Lei però non aveva alcuna intenzione di guardarmi in viso, era presa da tutt’ altro, infatti mi sfilò pantaloni e mutande contemporaneamente, senza che io potessi avere il tempo di fermala.

“Sakura!” la rimproverai.

“Shhh, sto mangiando!” esclamò lei, poi dolcemente prese a continuare la scia di baci che aveva interrotto per svestirmi del tutto. Continuò scendendo fino alla mia erezione e io sussultai quando, malefica per com’era mia moglie, girò attorno al mio membro senza arrecargli alcun piacere. Prese a baciami l’interno coscia e io mi ritrovai a stringere convulsamente le lenzuola del letto. Mandai la testa indietro e presi a respirare affannosamente.

“Sakura…basta…” gemetti, sollevano una mano per poggiarla delicatamente sulla sua testa per chiederle di fermarsi. Lei mi confortò con semplici carezze al mio fianco, come a rassicurarmi. Poi tornò indietro e lentamente prese a baciarmi il membro

Saltai per aria e il fiato mi si mozzò in petto.

“Calmo.” sussurrò lei. Sé, una parola. Calmo un corno, mia moglie mi stava torturando per benino.

“Sakura…” sta volta il mio gemito non era propriamente eccitante, ma un pizzico di paura si impossessò di me. Non avevo mai lasciato che nessuno mi toccasse in quel modo, nemmeno Sakura l’aveva mai fatto, ero sempre io ad avere il controllo e perderlo mi mandava nel panico.

“Sasuke…calmo…fidati…Ci sono io con te!” sussurrò lei ansante quanto me.  Tremavo come una foglia, quando lei poggiò nuovamente le labbra sulla mia erezione. Saltai nuovamente per aria e sgranai gli occhi. Mi premetti contro il letto e soffiai come un gatto impaurito.

“Sasuke… stai tranquillo!” sussurrò lei strisciando sul mio corpo per raggiungere le mie labbra e baciarmi teneramente e con fare rassicurante.

“Sakura…ti prego no.” sussurrai. Non volevo perdere il controllo. Non ne ero in grado, non riuscivo a lasciare andare. Mia moglie parve non accorgersene e scese nuovamente sul mio pene, baciarlo delicatamente e poi prenderlo in bocca.

Urlai e la staccai di scatto.

“No.” Esclamai tremante. Lei scosse la testa e lentamente prese un foulard.

“Amore, vieni qua.” sussurrò lei e per quanto mi fidassi di lei non mi mossi.

“No!” esclamai. Lei sospirò e si stese sulla schiena.

“Va bene, fai tu. Sono tua.” Sussurrò lei.

“Sakura tu non capisci…”

“Capisco Sasuke invece e non mi azzardo a pressarti…quando sarai pronto sarai tu a dirmelo.” Sussurrò lei.

Quelle parole mi colpirono dritto al cuore. Non era arrabbiata, mi capiva e mi concedeva i miei spazi. L’ ho detto che amo e adoro questa donna più della mia vita?

Piano mi riavvicinai a lei e lei non fece nulla se non aspettarmi. Nei suoi occhi non c’era nessuna trappola, nessun tranello, solo una fiducia, un amore incondizionato nei miei confronti. Scesi su di lei e mi impadronii delle sue labbra dolcemente. Lei sollevò una mano per carezzarmi i capelli mentre la baciavo.

Le sfilai quegli slip striminziti e le misi una mano sul suo fiore. La sentii sussultare ma il suo sussulto non era lo stesso del mio. Il sussultò di Sakura era di completa fiducia, di eccitazione e piacere, il mio…be avevo provato tutt’altre sensazioni. Panico, timore, paura di me, instabilità, costrizione e molto altro.

“Sakura scusa…” iniziai ma lei mi mise un dito sulle labbra.

“Voglio essere la tua casa, il luogo in cui il tuo cuore può riposare, essere tranquillo e spensierato. Un luogo dove nessuno ti fa costrizioni e tu puoi essere te stesso senza paura di sbagliare di perdere il controllo. Il luogo in cui ti fidi. So attendere Sasuke. Ti ho aspettato per anni, posso aspettare ancora…” esclamò lei con un sorriso.

Sospirai rassicurato da quelle parole ma poi fu come una secchiata di acqua congelata addosso. Le misi una mano sul cuore.

“Sakura non lo sappiamo…non…non...”

“Non essere pessimista come tuo solito Sasuke. Io ce la farò e se dico che ce la farò ce la farò. È chiaro. Lasciati andare almeno un po’. Fammi entrare Sasuke. Fammi entrare dentro di te, saprò consolarti!” sussurrò lei e io la baciai. Non c’era persona migliore al mondo di Sakura. La carezzai a lui, nelle sue parti più nascoste, la baciai, l’eccitai e appena fui abbastanza soddisfatto, ovvero dopo averla fatta venire per ben due volte, la voltai su un fianco. Non le potevo salire sopra dato il suo stato di gravidanza, ma ciò non mi impediva di fare l’amore con lei.

“Sasuke…” mi implorò e io le sorrisi e le baciai una spalla, poi presi il mio membro in mano e piano lo diressi alla sua entrata. Entrai piano, lentamente e lei urlò e arpionò il materasso.

“Oh Dio” sospirò. Le gote rosse per il piacere, gli occhi lucidi. Il suo calore mi avvolgeva facendomi sentire a casa. Le arpionai le spalle per poi spingerla contro il mio petto e poi iniziare a muovermi, piano, pianissimo dentro di lei. La sentii sospirare e gemere e mi impadronii delle sue labbra per catturare quei gemiti, poi ogni minuto che passava aumentavo il ritmo sentendo lei intrecciare le sue gambe con le mie. Dopo non so quanto tempo, forse mezz’ora e più di li, entrambi giungemmo a un orgasmo che senza dubbio poteva essere scritto negli annali. Venni dentro di lei e riversai in mia moglie tutto me stesso, tutta la persone che ero e che sono diventato. Riversai in lei Sasuke Uchiha.

Fuori stava già albeggiando e noi quella notte non avevamo chiuso occhi, mi sfilai piano da lei ma non riuscii ad uscire del tutto perché lei mi bloccò.

“No, ti prego, stiamo cosi. Addormentiamoci così. Voglio sentirti dentro di me ancora un po’. Sasuke…almeno questo…” sospirò lei e a me non rimase che assecondarla. Poggiai la testa affianco la sua e infilai un braccio sotto di lei, offrendoglielo come cuscino e l’altro le avvolsi teneramente attorno alle sue spalle, poi entrambi piombammo in un sonno profondo e giurai a me stesso che chiunque si fosse azzardato a svegliarmi la mattina successiva era morto.

 

Quella mattina non riuscivo a svegliarmi. Il mio corpo era fatto di piombo. Legata ancora a Sasuke, lo sentii respirare piano sul mio collo. Lui dormiva ancora profondamente e non ci eravamo mossi di un millimetro di come ci eravamo addormentati la sera precedente. Sentivo Sasuke ancora dentro di me e il suo calore mi coccolava e mi scaldava l’anima. Lo adoro, adoro mio marito anche se ancora non riesce ad affrontare i fantasmi del suo passato. Non ci voleva la brutta notizia della mia malattia per Sasuke. Avevo gettato il grande Sasuke Uchiha nella paura. Non lo avevo mai visto comportarsi nel modo in cui si era comportato quella sera. Sembrava un bambino impaurito che non sapeva dove aggrappassi per salvarsi da quell’ agonia e la colpa era sua che non gliene aveva parlato per tempo.  Lei pregava ogni Kami, Dio, Santo che esistesse per darle la forza di affrontare quel parto e non abbandonare Sasuke, perché non si sarebbe mai perdonata di essere causa di sofferenza per il suo amatissimo marito.

Sasuke si mosse pianno dentro di lei. Movimento involontario ma ciò le causò uno spasmo e i muscoli le si contrassero.

Ciò causò però la sua rovina perché anche se addormento lentamente Sasuke iniziò a spingere contro di lei, piano, tenero, dolce.  Arpionai nuovamente il materasso con una mano e l’altra la portai alla bocca per non fiatare. Mio Dio, anche mentre dormiva Sasuke era dedito a darle piacere. Gemetti piano e mi spinsi contro di lui. Lo sentii borbottare qualcosa di incomprensibile mentre la sua presa alle mie spalle diventava più ferrea. Gemetti di nuovo. Poi dei rumori e porta di casa nostra che si spalancava e poi quella della camera da letto. Strabuzzai gli occhi.

“Temeeeeeeeeeeee da oggi sei in ferie!” urlò Naruto. Sasuke saltò per aria e si svegliò io mi strinsi a lui e mi nascosi sotto le coperte in imbarazzo più totale.

“Dobe, sei un uomo morto!” senti mio marito ringhiare

“Oh Kami…” deglutì l’Hokage.

Non c’erano più dubbi Naruto Uzumaki ormai era prossimo alla morte. Aveva osato svegliare Sasuke Uchiha in un momento intimo.

 

To be continued

 Allora ecco qua un nuovo capitolo di battito, che ve ne pare? Fatemi sapere un Kiss mei

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Capitolo 5
*** RISVEGLIO ***


 

 

 

Era meglio che Naruto Uzumaki cominciasse a prepararsi la tomba, perché in quel momento il mio istinto omicida venne a galla, ma non ebbi il tempo di alzarmi dal letto che vidi mio marito alzarsi di scatto dal letto,  spingendomi di nuovo giù e coprendo il mio seno che nella foga di alzarmi si era leggermente scoperto e  facendo ben attenzione a non tirarsi le coperte correndo il rischio di scoprirmi più di quanto già non fossi scoperta e mostrando le mie grazie a Naruto, prese al volo i  suoi pantaloni e indossarli velocemente per correre dietro un Naruto che era diventato bianco quanto un cencio e aveva preso a indietreggiare terrorizzato.

Sorrisi divertita. Avrei lasciato fare a Sasuke, tanto più che di mio marito al mondo non esisteva nessun altro che poteva conciare per le feste Naruto Uzumaki.

Sasuke non desiderava affatto quella mattina la sveglia, specie dal dobe in persona, non perché aveva sonno o perché non voleva essere disturbato, ma perché voleva stare con me, coccolarmi e viziarmi nel nostro enorme letto. Non si direbbe ma conosco Sasuke Uchiha meglio delle mie tasche e certi suoi atteggiamenti per me sono diventati talmente chiari che quasi mi faccio paura da sola. Ma l’atteggiamento di Sasuke è dovuto alla sua paura. Crede di non farmelo capire, ma è lampante che è terrorizzato all’ idea di perdermi e io non ho la minima idea su come rassicurarlo.

Sasuke e Naruto erano spariti e io con molta lentezza mi apprestai ad alzarmi facendo ben attenzione ad avvolgermi attorno al corpo il lenzuolo e dando l’impressione di essere vestita da sposa.

 Anche io non avevo proprio alcuna voglia di separarmi da mio marito e l’intrusione di Naruto aveva infastidito parecchio anche me tanto da non accorgermi che una vena aveva preso a pulsarmi sulla fronte anche se avevo tutte le intenzioni di restare calma. Mi passai una mano sulla pancia e sospirai.

“Allora piccolina andiamo a dare una mano a papà a linciare per le feste zio Naruto che ne dici?” sussurrai alla mia piccola mentre mi dirigevo in cucina dove vi erano mio marito e il dobe.

Mi avvolsi per benino nelle lenzuola bianche tanto che sembravo un fantasma o una sposa e raggiunsi mio marito e mio fratello Naruto in cucina.

La scena che mi si presentò davanti mi divertì parecchio.

Naruto praticamente bloccato, paralizzato a terra con Sasuke seduto comodamente su una sedia della cucina, le braccia incrociate al petto e lo Sharingan attivo.

Scoppiai a ridere e Sasuke spostò lo sguardo su di me, non coinvolgendomi però nello sharingan, e il ghigno che aveva in viso la diceva lunga.

“Non pensi di star un tantinello esagerando, tesoro?” gli chiesi divertita avvicinandomi a lui.

“No!”

Risi di nuovo di cuore.

“Oh Dai Sasuke, povero Naruto. Avrà anche interrotto un nostro momento, ma cavolo rinchiuderlo in un illusione? Che gli stai facendo vedere, da come si dimena non deve essere tanto piacevole!” esclamai poggiando le mani sulle spalle nude di Sasuke per poi chinarmi su di lui e stampargli un dolce bacio sulla guancia. Sasuke sollevò una mano per carezzarmi dolcemente un braccio.

“Oh nulla di che, gli sto facendo solo vedere sua moglie che se la spassa con Kiba e lui costretto ad amoreggiare con Sai durante gli esami di Chuinin. Tutto qui!” esordì Sasuke e io sgranai gli occhi incredula per poi piegarmi sulla sua spalla scossa da forti risate.

“Ah…oddio. Oddio. Fai vedere! Fai vedere anche a me!” esclamai e lo sentii ridacchiare, poi mi prese la mano dalla sua spalla trascinandomi e costringendomi a sedermi sulle sue gambe e lo sentii ridacchiare.

Era bello poter sentire il risolino di Sasuke nonostante gli ultimi giorni non fossero stati dei più belli per lui. Nonostante tutto, e qualunque cosa facesse, il dobe riusciva ad essere un balsamo per le nostre anime lese.

Mi accucciai a Sasuke e lui mi fece entrare dentro lo sharingan e di conseguenza all’ illusione che Naruto stava vivendo.

Hinata se ne stava intenta a sbaciucchiare Kiba, mentre Naruto era legato come un salame e costretto a stare seduto su una sedia mentre Sai gli lasciava baci sporadici su tutto il viso. Mi voltai di scatto e dietro di me c’era Sasuke che ghignava.

“Tu sei pazzo! Amore, ma per Naruto, ma se lo viene a sapere Ino che stai facendo amoreggiare suo marito con il neo Hokage, la mia migliore amica ti concia per le feste!” esclamai divertita mentre lui mi faceva tornare a casa nostra e fuori dall’ illusione.

“Ma anche no! Non sono un debole ninja io che si fa mettere i piedi addosso da una donna. Quel dobe ha osato…”

“Farti sorridere. Sasuke renditi conto, anche se ha interferito in un momento poco adatto, è riuscito a farti sorridere. Dai liberarlo!” esclamai

“No!”

“Sasuke!” lo richiamai fulminandolo con lo sguardo.

“Tsk. Maledizione! Sakura sei troppo magnanima!” esclamò Sasuke disattivando lo Sharingan e liberandolo dall’ illusione.

“Oh no Sasuke magnanima non lo sono per niente, solo ora lascia un po’ di divertimento a me!” ridacchiai malefica e quando Naruto finalmente fu libero dall’ illusione e gli occhi di Sasuke tornarono normali e fissi su di me, risi di cuore facendo scrocchiare le mie dita, segno che adesso toccava a me sfogarmi!

Sorrisi e mi rivolsi alla piccola.

“Allora tesoro di mamma conciamo per le feste zio Naruto!” esclamai per poi vedere Sasuke Inarcare un sopracciglio poi io gemetti. La bimba mi aveva tirato un poderoso calcio.

“Ahi! Piccola fa piano con i calci devi aiutarmi a massacrare Naruto mica la mia pancia!” esclamai stizzita ma divertita e vidi Sasuke ridacchiare.

“Lo vuoi massacrare tu?” mi chiese Sasuke e io annuii ricevendo un altro calcio.

“E non solo io. A quanto pare anche tua figlia non ha gradito l’intrusione di zio Naruto!” sbottai

“Degna Uchiha!” esclamò Sasuke e io ridacchiai nuovamente scrocchiando le nocche.

“Hinataaaa…lasciami maledetto Sai… eh? Come? Dove?? Hinata? Che diavolo significa? Dov’è Hinata?” esordì Naruto guardandosi intorno spaesato e appena fermò lo sguardo su me, che ancora ridacchiavo e Sasuke che ancora sbuffava urlò.

“Tu! Dannato Teme!”

“Ringrazia Sakura se sei uscito dall’ illusione perché avevo per te in programma qualcosa di peggio che farti vedere Hinata intenta a baciare qualcun altro…avresti rischiato il tuo didietro!” esclamò furioso Sasuke tanto che io mi soffocai con la mia stessa saliva.

“Sakura…” esclamò Sakura apprensivo.

“Cavolo maledizione avrei potuto farti continuare se sapevo, così Ino la pianta di dire che sei in grado di liberarti della tua famiglia in un battito di ciglia e Naruto impara a bussare!” ringhiai

“Ancora ci pensi Sakura!” esclamò Sasuke mezzo divertito.

“Oh sì che ci penso, quella Ino-pig me la pagherà cara! Un idea era dirle che suo marito l’ha tradita con Naruto!” esordii malefica e scrocchiandomi nuovamente le dita.

“Ma siccome sono stata tanto tonta da interrompere l’illusione di mio marito, mi tocca provvedere da sola a conciarti per le feste, Naruto Uzumaki!” esclamai con un’espressione in viso che fece deglutire più e più volte Naruto.

“No…no! Non volevo! Sakura Chan, oddio ti preg....”

“Shannorooooo!” urlai spiaccicando un poderoso pugno sulla testa di Naruto che urlò per poi cadere a terra privo di sensi.

“Ohi…ohi…la testa” borbottava Naruto.

“Ecco! Così impari a non bussare e soprattutto a disturbarmi quando sono con Sasuke! Gran pezzo di baka!” sbottai ma non avevo fatto i conti con la miracolosa facoltà di ripresa di Naruto.

“Ehi! Sakura Chan…mi hai fatto male!” protestò Naruto mentre Sasuke ridacchiava alzandosi in piedi e giungendo alle mie spalle per circondarmi la vita con un braccio.

“Sei tu che mi hai fermato Sakura!” rise Sasuke.

“E per questo mi sto mangiando i gomiti!” sbuffai.  Vidi Sasuke toccarmi la fronte con due dita per poi tornare e circondarmi la vita con il braccio.

“Visto che il tuo Shannoro su Naruto non ha quasi avuto effetto, Se vuoi riattivo lo sharingan e …”

“Ma anche no! Finitela tutti e due, ma ci godete delle mie disgrazie!” esordì Naruto indignato. Io e Sasuke ci guardammo poi entrambi esclamammo.

“Si!”

“Bah, ma che razza di amici!” esclama Naruto e sta volta sono io che mi infuriai di nuovo. Metto una mano sulla spalla di Sasuke tirandolo indietro per piazzarmi davanti un Naruto che prese a deglutire freneticamente

“Allora premettiamo il fatto che nella mia camera da letto mi sono trattenuta perché in quel momento ho voluto che fosse Sasuke a conciarti per le feste, ma Naruto un’altra sola parola e ti spedisco nella tomba. Ti rendi conto dell’affronto che mi hai fatto? Praticamente ogni mio alito è per Sasuke e quando finalmente posso stare con lui, crogiolarmi nel letto con mio marito, spunti tu e rovini tutto.  Non solo anche mia figlia è incavolata con te, una volta tanto che poteva ricevere le coccole dal suo papà. Una volta che sia io che mio marito decidiamo che nessuno quel giorno ci deve rompere, spunti tu e rompi i maroni! Ringrazia di non essere castrato Naruto Uzumaki! Perché ti…hiifff uh uh…” urlai per poi chinarmi su me stessa e portare di scatto la mano al cuore e cercare di regolarizzare il respiro.  Cavolo mi ero agitata troppo e la stanchezza dei giorni precedenti di lavoro, della sera precedente quando Sasuke aveva scoperto della mia malattia, il mio tentativo di consolare mio marito, si stavano facendo sentire tutte in quel momento.

Oh cazzo, mi fa male il cuore. Sakura, calmati. Sakura respira. Continuai a ripetere a me stessa

“Sakura!” urlarono Sasuke e Naruto. Sasuke si precipitò su di me facendomi appoggiare al suo petto.

“In ospedale! Ora!” urlò Naruto ma io mi aggrappai a lui nel tentativo di bloccarlo.

“Mi…mi sto…riprendendo!” sussurrai.

“Al diavolo se ti stai riprendendo Sakura Chan, sei bianco latte!” esclamò Naruto correndo in camera mia e di Sasuke per prendermi qualche vestito da mettermi addosso e quando tornò mi tolse il lenzuolo di dosso, tanto velocemente, che sentii per un attimo Sasuke ringhiare quando Naruto mi tirò via il lenzuolo. Il problema era nel fatto che mio marito sembrava quasi paralizzato, mentre io Naruto era più attivo che mai, ma capivo perfettamente anche Sasuke. Sasuke era spaventato ma non riusciva a reagire al contrario di Naruto.

Dopo avermi vestita, Naruto mi strappò dalle braccia di Sasuke e mi prese in braccio.

“N…Naruto” balbettai con la mano stretta al petto

“Cosa?” esclamò lui e io lo fulminai con lo sguardo.

“S....Sasuke!” balbettai e per il mio migliore amico quella fu una secchiata d’acqua gelida. Si voltò di scatto verso Sasuke e lo vide ancora immobile nella posizione in cui si trovava quando aveva me tra le braccia, gli occhi fuori dalle orbite e sgranati, pallido forse più di me e in apnea.

“P…portami da lui!” balbettai e vidi in mio migliore amico per la prima volta in vita sua indeciso sul da farsi, se correre con me in ospedale o portarmi da Sasuke per cercare di farlo riprendere. Naruto parve ascoltare la seconda opzione infatti si chinò difronte Sasuke con me tra le braccia.  Mi staccai da Naruto e agganciai le mie braccia attorno al collo di Sasuke per poi baciargli una guancia.

“Ehi …tesoro, non sto così male, su!” sussurrai piano. Vidi gli occhi di Sasuke puntarsi nei miei, poi non disse una parola si alzò in piedi con me tra le braccia e corse in ospedale. Io mi accucciai a lui sospirando.

Arrivati in ospedale, Sasuke corse da Tsunade che appena mi vide divenni la sua priorità mandando fuori, a calci in culo, se così si può dire Naruto ma lasciando nella stanza con me Sasuke.

Tsunade mi visitò da capo a piedi e infuse il suo chakra curativo in me e io mi rilassai poi la sentii respirare.

“Tranquillo Sasuke non è nulla di che solo la pressione, ma da oggi Sakura tu non lavorerai più. Devi evitare gli stress!” esclamò Tsunade

“Ma io...”

Sentii su di me l’occhiataccia di Sasuke e così acconsentii.

“Va bene.” sospirai.

“Vedila da una prospettiva diversa Sakura, avrai più tempo per crogiolarti tra le braccia di tuo marito!” esordì Tsunade ammiccando ma io la conoscevo e sapevo bene che era preoccupata a morte, reagiva e parlava così solo per non far pesare più di tanto la situazione a Sasuke e io gliene fui infinitamente grata. Appena uscì mi voltai verso Sasuke.

“Hai visto, non era niente di grave!”

“Tsk!”

 

To be continued

Buona sera ragazzi eccomi qua con un nuovo aggiornamento. Sinceramente ho scritto e riscritto questo capitolo diecimila volte ma non sono sicura che sia venuto bello. Ho parecchi dubbi su di esso e spero vivamente che non vi abbia deluso. Ringrazio tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le preferite, ricordate e seguite e perdonatemi se il cap è corpo, ma mi serviva così. Un Kiss alla prossima Mei.

 

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Capitolo 6
*** DESIDERI ***


 

 

 

 

DESIDERI

 

Era passata più di una settimana da quando Sakura si era sentita male e Tsunade le aveva tassativamente negato qualsiasi sforzo, qualsiasi stress e lei in quel momento se ne stava seduta sul divano di villa Uchiha, con una mano sulla pancia come a coccolare la sua bambina e nell’altra teneva un telecomando intenta a fare zapping e a sbuffare sonoramente. Alla televisione alle cinque del pomeriggio non davano una cavolo e lei si annoiava a morte. Nonostante i trecento canali presenti, non trovava un programma decente che la strappasse da quella noia perenne.

Suo marito era uscito quella mattina dicendole che l’Hokage lo aveva convocato per conferire con lui.

Sai si chiese da quando Sasuke si riferisse a Naruto con il termine Hokage e da quando aveva usato il termine “conferire” anziché parlare con Naruto.

Sakura sbuffò e prese un cuscino dal divano e lo lanciò in un punto non prestabilito della casa.

“Uffa, mi annoio!” urlò la rosa e il telecomando poi fece la stessa fine del cuscino piombando sul tappeto poco distante da loro.

“E va be piccolina, su forza, andiamo a trovare lo zio! Ohissa!” esordi Sakura facendo uno sforzo immane per alzarsi da quel divano date le sue enormi dimensioni. Andò a prendere una giacca e se la mise velocemente, poi con passo lento uscì di casa.

Mezz’ora dopo si trovò difronte la tomba di Itachi.

“Allora parliamoci chiaro Itachi, o fai finire Sasuke di essere iperprotettivo o giuro che lo prendo a sassate visto che per ora i pugni non li posso usare!” sbottò Sakura sedendosi difronte la tomba di Itachi ma non prima di averla ripulita dalle foglie, poi Sakura sospirò e guardò per un attimo il cielo, poi rivolse di nuovo l’attenzione a Itachi.

“A dire il vero Itachi, non sono qui per una visita di cortesia, vorrei…vorrei parlarti di una cosa.  Ecco…be…vedi…Ehm…cioè” balbettò Sakura portandosi una mano dietro la nuca e grattandosi la testa con fare imbarazzato.

“Io …diciamo che avrei mezza tecnica proibita e che se Tsunade lo viene a sapere mi spella viva, ma va bè, dettagli.  Cioè ecco…vorrei riportarti in vita.  Non lo sa nessuno Itachi San anche perché se Naruto lo viene a sapere mi uccide, per non parlare poi di Sasuke. OH Kami, Sasuke… Emh sono egoista lo so, ma desidero conoscerti davvero di presenza, almeno finché la vita me lo permette, e se nel caso le cose dovessero andare male, vorrei che Sasuke non fosse solo, vorrei che avesse te.” Sussurrò Sakura carezzando mestamente dal tomba del cognato.

“Tu sei d’accordo?” chiese infine Sakura sospirando.

“Certo che fa strano vederti parlare da sola ragazzina!” esclamò una voce alle spalle di Sakura tanto che la rosa sussultò e si voltò di scatto per infine sgranare gli occhi incredula, atterrita e spaventata.

“Oh…mamma oh Kami!” esclamò Sakura cercando di mettersi in piedi con fare goffo.

La figura corse ad aiutarla ma Sakura indietreggiò di scatto perdendo per un attimo l’equilibrio e se non fosse stato per la tomba di Itachi che la sorresse, si sarebbe vista con il sedere per terra.

Sakura si mise in posizione d’attacco e quando la figura sollevò le mani in segno di resa e una folata di vento le fece scivolare via il cappuccio, Sakura annaspò, sta volta terrorizzata.

“K…Ka…guya!” balbettò la rosa pronta a correre via.

“Aspetta, Sakura…non sono qua per combattere, né per farti male, ma volevo ringraziare profondamente Sasuke e Naruto, ma non credo che reagirebbero bene vedendomi.” Sussurrò Kaguya

“Se…sei viva?” tremò Sakura. Kaguya scosse la testa in segno di negazione.

“Sono più che morta, ma resto sempre una dea, quindi eccomi qua.  Però sono grata a Naruto e Sasuke, ho avuto la possibilità di chiarire ogni problema con i miei figli, all’altro mondo, ed ora sono felice, quindi volevo solo ringraziare. Trovarti qui…bè un colpo di fortuna!” sussurrò Kaguya accennando un mesto sorriso.

Sakura la osservò a lungo con diffidenza, poi sospirò ma si tenne vigile decidendo di prestare attenzione a Kaguya. Non aveva intenzione di morire, non prima di aver dato la vita a sua figlia, quindi utilizzò una delle tecniche del suo clan che le concedeva una barriera di protezione in tutto in colpo e qualsiasi attacco avesse subito, sarebbe stata protetta. L’effetto collaterale però era che esigeva un enorme quantità di chakra.

“Parla, valuterò se chiamare Sasuke e Naruto o meno!” esclamò risoluta Sakura.

“Quanta diffidenza!” esordì Kaguya

“Puoi farmene una colpa?”

“Assolutamente no, mia piccola grande guerriera. So del tuo problema cardiaco e purtroppo per quello io non posso fare nulla, anche perché tu con la tua cocciutaggine hai peggiorato tutto. La tua malattia era curabile e…”

“Maledizione lo so, non farmi la paternale tu!” sbottò indignata Sakura.

“Va bene, va bene! Comunque dato che non posso aiutarti riguardante la tua malattia, sentirti parlare di questa fantomatica tecnica imparata, mi ha un po’ destabilizzata. E’ proprio vero che l’amore rende ciechi. Come fai a non accorgerti quanto pericolosa sia questa tecnica, in quanto, la tecnica che vuoi utilizzare, ovvero la tecnica chakra continuo, è troppo complessa per una donna nelle tue condizioni e soprattutto con il tuo problema cardiaco e inoltre quella tecnica lega il tuo chakra al chakra della persona che vuoi riportare in vita, ma se uno dei due muore, all’istante muore anche l’altro e siccome tu non avresti retto a questa tecnica, se non ti avessi fermato, oggi Sasuke avrebbe pianto la morte di sua moglie e del fratello per la seconda volta e della figlia.  Sakura ci avresti rimesso la vita seduta stante se non ti avessi bloccato. Parlare con qualcuno che non può risponderti, assurdo! Donna Itachi si stava rivoltando nella tomba se solo ci avessi provato perché così facendo sia tu che lui avreste privato nuovamente Sasuke della sua famiglia. Baka donna!” esclamò Kaguya con tono mesto. Sakura arrossì.

“Cavolo!” sussurrò Sakura più a se stessa grata a Kaguya per averla fermata, perché lei era pronta a utilizzare quella tecnica senza pensarci più di tanto. La rosa sospirò.

“Non è tutto perduto Sakura Chan, io posso aiutarti.”

“Come? Hai appena detto che non puoi guarirmi!” esordì la rosa incacchiata.

“Infatti, quello non posso farlo, ma leggo dentro di te che davvero desideri conoscere Itachi, e io posso realizzare questo desiderio, per me non ce cosa più facile!” esordì Kaguya

“E cosa vuoi in cambio!”

“Che lotti!”

“Lottare?” chiese Sakura allibita.

“Si, Sasuke è la reincarnazione di uno dei miei figli e sinceramente sono stanca di vedere, in qualsiasi epoca, spazio e dimensione, i miei figli e le loro reincarnazioni soffrire come cani e Sasuke in questa vita ha già sofferto parecchio. Ora, io voglio che tu ti curi, ti preservi, che lotti affinché superi il parto senza, di grazia, morire! Voglio questa promessa Sakura e avrai Itachi vivo!” esordì Kaguya.

“Ma…”

Kaguya la fulminò con lo sguardo.

“Va bene, va bene, lo prometto, ma in base a cosa dovrei fidarmi di te!” esordì Sakura e Kaguya sospirò.

“A nulla, dovrai riporre la tua fiducia in me senza alcuna certezza. Allora? Che decidi?” chiese Kaguya

“Tu riporterai in vita Itachi, se io lotterò per sopravvivere durante il parto?”

“Si Sakura, perché è lampante che ti sei rassegnata a morire, e la frase che hai detto alla tomba di Itachi ne è la prova. Vuoi che Sasuke non sia solo quando tu morirai, ma Sakura se accetti i patto ma tu non lotterai e morirai, Itachi morirà con te e allora per Sasuke sarò un doppio trauma. Sakura a te la scelta!” esclamò seria Kaguya

Sakura la osservò a lungo, poi sospirò e annuì.

“Accetto!”

“Bene!” esclamò Kaguya con un sorriso, poi un potente afflusso di chakra della dea invase la tomba di Itachi e la luce fu talmente forte che Sakura fu costretta a coprirsi gli occhi e appena tutto tornò alla quiete precedente, fu come se non fosse successo nulla.

“Eh?” esordì Sakura poi si voltò verso Kaguya come a chiede spiegazioni e sul fatto del perché di Itachi non ci fosse traccia, ma appena si voltò della dea non c’era più alcuna traccia.

Sakura sbuffò. Era stata presa in giro per benino.  Si maledì per essersi lasciata illuderla da Kaguya, poi sospirò e sciolse la barriera protettiva attorno a se ed esausta e a passo lento si diresse verso casa.

“Sono stata un idiota!”

Giunta a casa, a villa Uchiha, aprì lentamente la porta desiderosa di buttarsi sul suo caldo letto e pregava intensamente che quella sera Sasuke tornasse a casa prima.

Aprì piano la porta con il respiro affannato, il cuore le faceva male e a breve sarebbe caduta a terra. Ora che era finalmente a casa l’adrenalina l’aveva abbandonata e tutti i muscoli si erano rilassati e aveva preso a sentire il dolore al cuore data l’ingente somma di chakra che aveva utilizzato. Mise un piede in casa, ma le ginocchia le cedettero e lei non aveva nemmeno la forza per mettere avanti le mani e proteggersi il viso dalla caduta.

Stava per cadere a terra quando due braccia l’afferrarono al volo.

“Piccola pazza degenerata!” esclamò la voce di un uomo. Sakura sgranò gli occhi e sollevò il viso per puntarli in due occhi rosso sangue. Quegli occhi non erano di Sasuke anche perché lui possedeva il rinnegan.

“Sakura…” Esclamò ancora la voce, ma la vista le si appannò un po’ per le lacrime, un po’ per il dolore, un po’ per la felicità, un po’ per l’incredulità.

“Itachi…” sussurrò con un sorriso tra le labbra poi la vista le si oscurò e svenne ma non prima di aver sentito Itachi urlare una seconda volta il suo nome e prenderla in braccio portandola, per come si immaginava, nella sua camera da letto.

 

Sasuke era esausto, voleva tornare a casa da sua moglie, ma pareva che per quella notte non c’era verso, i criminali spuntavano come funghi e lui era costretto a combatterli e a rinchiuderli nelle prigioni di Konoah.

Dal canto suo anche Naruto era incasinato fino ai capelli a schedare tutti i criminali e a dare la sua sentenza.

Quella notte né il capo Ambu, ne l’Hokage avrebbero fatto ritorno alle loro dimore.

 

To be continued

 

Eccomi qua con un nuovo capitolo di battito d’amore, spero che non vi abbia deluso anche se è cortissimo. Un Kiss

Alla prossima

Mei

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** ITACHI E SORELLINA ***


 

 

 

 

ITACHI E SORELLINA

 

 

 

Itachi Uchiha non aveva la minima idea di come facesse ad essere vivo e a complicare la situazione, c’era Sakura, che doveva essere, se non andava errato, la compagna di Team di suo fratello Sasuke, e probabilmente la fidanzata o la moglie Naruto, priva di sensi stesa sul divano di villa Uchiha e per di più incinta.

Itachi si chiese come mai Sakura avesse cercato rifugio a villa Uchiha anziché correre a casa propria, dal proprio marito/fidanzato Naruto, ma subito dopo scosse la testa in segno di negazione. Quello non era il momento per quei dilemmi, doveva cercare un modo per far riprendere Sakura dal suo svenimento e di certo non poteva catapultarsi per le vie di Konoha in cerca di aiuto, di certo avrebbe solo causato il panico. Non aveva idea se anche Konoha era a conoscenza di ciò che era successo anni prima, a cosa era dovuto il suo tradimento e via dicendo, ma per sicurezza era meglio non creare il caos.

Forse l’idea più sensata sarebbe stata correre a casa di Naruto e chiedere il suo aiuto ma non ne era del tutto convinto. Probabilmente Sakura aveva litigato con Naruto e aveva cercato riparo da Sasuke, suo amico e compagno di team e di certo lui non voleva incorrere nella furia di Sakura.

Non sapeva perché, ma temeva l’idea di Sakura incazzata. Inoltre temeva che da un momento a l’altro, data l’ora tarda, Sasuke avrebbe fatto ritorno nella propria dimora e trovandoli li, vivo e vegeto, di sicuro gli avrebbe fatto venire un collasso.

Doveva trovare un modo per svegliare Sakura, ma temeva anche che lo svenimento della ragazza non fosse dovuto al semplice litigio con Naruto, ma che di fondo ci fosse una mancata cura della propria persona, tanto che alla fine il suo corpo, dato anche lo stato in cui versava, aveva ceduto.

Itachi corse in cucina e bagnò una pezzuola nell’acqua fredda, poi tornò da Sakura e poggiò la pezzuola sulla fronte della ragazza.

“Sakura per favore apri gli occhi!” sussurrò Itachi, ma vedendo che la ragazza non accennava ad aprire gli occhi, sospirò afflitto, poi però l’espressione di Sakura cambiò. Infatti la ragazza si mosse leggermente sul divano e si portò una mano al petto stringendola a pugno, poi serrò gli occhi come presa dal dolore.

Itachi inarcò un sopracciglio, chiedendosi se di fondo, al fatto che Sakura forse corsa da Sasuke, non ci fosse un problema un po’ più grave e di cui non aveva trovato il coraggio di parlarne con Naruto.

Nonostante ciò Itachi cominciò a preoccuparsi sul serio, perché sembrava che il colorito di Sakura fosse diventato ancora più pallido.

Sakura si contorse maggiormente sul divano e Itachi fu subito da lei, infilandole una mano dietro la nuca per sollevarla leggermente nella speranza che tale azione le avrebbe potuto giovare. A tale movimento l’espressione di Sakura parve rilassarsi e d’istinto Itachi la sollevò costringendola a mettersi seduta, ma la testa di Sakura cadde all’indietro facendola gemere di dolore, così Itachi la fece stendere tenendole sollevata leggermente la testa e Sakura si rilassò nuovamente.

Itachi rimase così per dieci minuti buoni, poi stufo utilizzò lo Sharingan, per stimolare il Chakra di Sakura, che ricordò essere un chakra curativo.  Stimolò il chakra basilare per altri dieci minuti, poi finalmente il colorito di Sakura cominciò a tornare roseo, l’espressione di dolore sul suo viso scompare e il sospiro di sollievo di Sakura fu anche il suo.  Piano Sakura iniziò ad aprire gli occhi e appena lo vide batté le palpebre incredula, poi però prese a tossire. Itachi la rimise giù, su divano e corse in cucina a prendere un bicchiere d’acqua che portò a Sakura e lei lo bevve avidamente.

Itachi la guardò attentamente quando poi fu certo che lei si fosse ripresa esclamò

“Ciao ragazzina!” esclamò freddo.

“Itachi San!” gracchiò affaticata Sakura e Itachi sgranò gli occhi incredulo. 

Itachi San? Significava forse che lei sapeva dei suoi sacrifici? Che lei sapeva che era stato costretto a tradire Konoah. Itachi decise di cambiare tono di voce. Di rendersi più amicale finché non avrebbe capito come in quell’ epoca e nel dopo guerra Konoha lo considerasse. La sua memoria era piena di buchi e non sapeva dove localizzarsi, se come nukenin o come ninja ancora di Konoha.

“Sakura Chan…” sussurrò Itachi sta volta con un tono di voce più gentile. Allungò una mano e le scostò un ciuffo ribelle che sin era appiccicato alla sua fronte a causa del sudore.

“Itachi San…ma allora sei vivo!” esclamò la rosa allungando le braccia e stringendolo al collo, così forte che quasi gli mancò l’aria. Ricordi vaghi di quella voce gli tornarono alla mente. Quella stessa voce che lo veniva a trovare alla sua tomba così spesso, che persino da morto Itachi si era chiesto se quella voce non avesse altri impegni nella giornata che venire da lui. Non che la cosa gli dispiacesse, ma non riusciva a ricordare una persona che avrebbe pianto la sua morte, a parte Sasuke, dopo aver scoperto la verità. Non ricordava alcuna donna che lo avrebbe pianto.

“Ehi…ehi…piano, mi soffochi” esclamò Itachi e quando la vide staccarsi da lui, e dopo che lui fu in grado di associare Sakura alla voce che sentiva alla tomba, la vide asciugarsi gli occhi colmi di lacrime.

“Ha mantenuto la promessa. Non ci posso…posso credere. Ha mantenuto la promessa!” balbettò Sakura emozionata.

“Chi?” chiese piano Itachi.

“Kaguya. Oh, che bello poterti parlare e ricevere risposta” esclamò Sakura sempre più emozionata.

“Sono Sakura la…”

“Compagna di team di Sasuke. Lo so!” esclamò Itachi con un sorriso mite.

“Eh?” esclamò Sakura abbassando le gambe dal divano cercando di mettersi seduta. Itachi si allungò verso di lei e gli mise una mano alla base della schiena per aiutarla.

“Certo che sei una piccola arancina!” borbottò Itachi tra se e sé per poi sollevare lo sguardo per puntarlo sul viso di Sakura. La vide con il pugno sollevato a un centimetro dalla sua testa. Itachi si sorprese di non averla sentita, poi un leggero pugno gli arrivò sulla capoccia.

“Ehi!” protestò Itachi e vide Sakura incrociare le braccia al petto e mettere un broncio adorabile.

“Nessuno ti ha insegnato a non dire ad una donna che è grassa!” protestò Sakura. Itachi si massaggiò leggermente la testa, poi ridacchiò.

“Scusa, è che non ci sono abituato!”

Sakura sorrise e si trascinò con il sedere in punta del divano, in modo tale da riuscire a mettere le mani sulle spalle di Itachi che se ne stava ancora inginocchiato davanti a lei. Itachi puntò gli occhi in quelli di Sakura che erano ancora concentrati a trascinarsi per essere più vicino a lui. Sakura teneva la lingua di fuori, un cipiglio sulla fronte e un’espressione indignata sul viso mentre metteva forza sulle mani per utilizzare le sue spalle come corda per tirarsi verso di lui. Appena finalmente gli fu davanti, lo costrinse a sedersi per terra, poi lei poggiò la testa sul suo petto e gli arpionò la vita con le braccia. Itachi sgranò gli occhi.

“Che bello sei davvero vivo!” balbettò Sakura ora del tutto rilassata.

Itachi annuì.

“Mi hai riportato in vita tu?” chiese Itachi e Sakura scosse la testa in segno di negazione

“Allora chi?”

“Kaguya!

“Kaguya!” esclamò allibito Itachi scostandola da se per guardarla negli occhi allarmato. Sakura sorrise e scosse una mano davanti a se.

“Ci doveva un favore e ce lo ha reso!” spiegò Sakura.

“E voi vi siete giocati il favore che vi doveva Kaguya riportando in vita un nukenin?” chiese Itachi allibito

“Non un nukenin, gran pezzo di baka - ora mi sacrifico-. Ma un eroe. L’eroe di Konoha!” esclamò Sakura seria.

“Io?” esclamò Itachi indicandosi con dito.

“No, guarda mia sorella!” esclamò Sakura con sarcasmo. Itachi inarcò un sopracciglio.

“Voleva essere sarcasmo?” chiese Itachi

“Si scemo. Dico, non ti facevo così tonto. Comunque, sono contenta che sei vivo!” sorrise la rosa.

Itachi sorrise.

“Ah Ah, divertente rosellina!”

Sakura mise il broncio e Itachi scoppiò a ridere.

“Comunque mi spieghi che ci fai qua tu e non sei a casa da tua?” chiese Itachi e Sakura inarcò un sopracciglio.

“Ma io sono a casa!” esclamò Sakura. Itachi sospirò.

“Intendo da tuo marito Naruto!” esclamò Itachi e Sakura annaspò sgranando gli occhi.

“Eh. Il dobe? Il dobe mio marito? No …no … qua c’è da rispolverarti la memoria. Io e Naruto non siamo marito e moglie!” esclamò Sakura allibita.

“Eh? Ma sei incinta. Devi essere sposata. Oddio, non dirmi ragazza madre… ascolta ti troverò un marito…un fidanzato buono per te e…”

“Frena Itachiiii! Un marito io c’è l’ho!” esclamò Sakura pronta a scoppiare a ridere vendendo l’espressione di Itachi, io Tarzan tu Jane, io fratellone maggiore, tu sorellina piccolina.

“E chi è? Ci hai litigato? Per questo sei venuta qui? L’ammazzo l’idiota se ti fa soffrire! Se ti ha lasciata, costringendoti a rifugiarti a casa di Sasuke lo disintegro” esclamò Itachi sempre più ansioso.

Sakura tratteneva a stento le risate. Itachi non ricordava tutte le volte che gli aveva parlato di Sasuke.

“No, no…lo amo da morire e si prende cura di me. Ma davvero io sono a casa.”

“Intendo da tuo marito io!” esclamò Itachi.

“Infatti, mio marito è…” iniziò Sakura.

 Un leggero tintinnio di chiavi attirò l’attenzione di Sakura che in un primo momento deglutì timorosa, ma alla fine si convinse che Itachi era proprio un bel regalo sia per lei, che lo considerava suo fratello, che per il proprio maritino. La porta di villa Uchiha si aprì

“Sakura, sono a cas…Itachi!” urlò Sasuke.

“Sasuke!” annaspò Itachi. Sakura scoppiò a ridere attirando l’attenzione di Sasuke e Itachi.

“Itachi Uchiha, mio marito è Sasuke Uchiha. Io sono a casa, non c’è bisogno che ammazzi nessuno. Come vedi non mi ha lasciata sola! Ma se vuoi prendertela con lui perché mi ha resa davvero un arancina con i piedi, accomodati, potessi ti darei man forte, ma se mi muovo rotolo via come una palla.” Protesto Sakura per poi prendere a ridere di cuore Sakura mentre sia Itachi che Sasuke annasparono.

 

To be continue

 

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Capitolo 8
*** PROTEGGERE LA FAMIGLIA ***


 

 

 

 

Sasuke non riusciva a credere ai suoi occhi. Come faceva Itachi ad essere vivo e perché sua moglie era pallida più di un cencio.

Sasuke spostò lo sguardo da Itachi a Sakura e da Sakura a Itachi, poi soffermò la sua attenzione su Itachi.

“E’ un illusione!” esclamò l’Uchiha minore facendo qualche passo indietro. Anche se credeva che Itachi fosse un illusione, non si sentiva per niente degno di stare al suo cospetto. Illusione o meno, Itachi per lui era quasi un Dio.

“O un Edo tensei!” sospirò chiudendo gli occhi.

“Non è nessuna delle due cose maritino. Itachi è vivo. Kaguya ci doveva un favore e io ho riscosso!” esordì Sakura con un sorriso.

Sasuke annaspò.

“Cosa?”

“Ehm, avevo trovato una tecnica che avrebbe riportato in vita Itachi, ma era difficile Sasuke Kun e non avevo pensato che poteva essere pericoloso. Per fortuna Kaguya è apparsa in tempo dicendomi che…ah bè non è importante cosa mi ha detto, ma in poche parole ha riportato in vita Itachi perché ci doveva un favore. E finalmente ho il mio cognatino vivo e lo posso conoscere!” esordì Sakura euforica.

Sasuke annaspò e sbiancò.

“Tu hai fatto cosa! Hai riportato in vita Itachi!” urlò L’Uchiha incredulo.

“Ehm, non io ma Kaguya, però ha dato delle condizioni.” Esclamò Sakura

“Itachi non è vivo è un illusione Sakura!” esclamò Sasuke

“Io però mi sento più che vivo!” esclamò Itachi facendo qualche passo verso Sasuke, ma lì Uchiha minore indietreggiò maggiormente facendo entrare in collisione la sua schiena con la porta d’ingresso a villa Uchiha. Sembrava quasi terrorizzato. Non all’ idea di combattere contro il suo stesso fratello, perché a conti fatti, ora come ora, Sasuke era molto più forte di Itachi, ma non voleva cadere in quell’illusione meschina. Purtroppo invece però, pareva che sua moglie ci fosse cascata con tutte le scarpe.

Infatti osservandola, Sasuke notò, che nonostante la stanchezza, nonostante il pallore, Sakura osservava Itachi con venerazione, con un felicità negli occhi che le aveva visto solo quando l’aveva sposata.

Itachi sospirò e chiuse gli occhi, poi lentamente si voltò verso Sakura.

Sasuke era terrorizzato e osservava sua moglie a occhi sgranati. Se Sakura aveva utilizzato il proprio chakra per riportare in vita Itachi, in che cavolo di condizioni era al momento il suo cuore. Non voleva perderla, non poteva perderla, sarebbe morto con lei. Sasuke osservò Sakura che parlava con Itachi e nonostante sentisse le loro voci in modo ovattato, Sasuke notò che il pallore di Sakura diventava sempre più presente, ma che era coperto dalla sua euforia, dalla sua felicità di sapere Itachi vivo. Di poter conoscere di presenza sua fratello, di chiacchierarci e ridere con lui come stavano facendo in quel momento.

“Se tu sei sposata con Sasuke, questo fa di te…” iniziò Itachi dubbioso ma con un sorrisone sul volto. Sasuke non aveva mai visto quel sorriso sul viso di Itachi.

“Tua cognata!” esultò Sakura alzandosi in piedi e saltando come una bambina. Itachi rise insieme a lei. L’euforia venne meno, quando un forte capogiro attanagliò la testa di Sakura costringendola a sedersi nuovamente sul divano e a respirare faticosamente portandosi nuovamente una mano al petto.

Itachi si mosse di scatto ma non fece in tempo ad arrivare da lei che Sasuke già le era al fianco e le fece poggiare la testa alla sua spalla e con la mano sinistra le carezzava il viso.

“Dannazione Sakura, perché lo hai fatto! Sai in che stato sei! Dio, che cosa hai fatto?” esclamò Sasuke.

“Io…niente!” balbettò la rosa intenzionata a non far preoccupare il marito.

“Probabilmente la sua chiacchierata con Kaguya l’ha costretta ad utilizzare molto chakra per proteggersi, nel caso l’avesse attaccata. Sakura non si fidava di lei. Questo me lo ricordo. Mi ricordo vagamente la chiacchierata che tu e lei avete fatto per riportarmi in vita, ma non ricordo bene di cosa parlavate. Qualcosa a che fare con un parto…” sussurrò Itachi con fare innocente avvicinandosi di qualche passo a loro. Sakura sbiancò e sussultò, mentre Sasuke si irrigidì da capo a piedi.

“Tu hai fatto cosa!” urlò L’Uchiha minore staccando da se Sakura per guardarla negli occhi.

“Niente. Niente. Itachi è solo molto confuso!” esclamò la rosa fulminando con lo sguardo l’Uchiha maggiore che inarcò un sopracciglio confuso dallo sguardo della donna.

Sasuke osservò prima Itachi, poi Sakura.

“Mi devi costringere a usare lo Sharingan, Sakura o mi dici la verità!” esclamò freddo e spietato il marito.

“Ma davvero non ho fatto nulla.” Esclamò la rosa alzando le mani in segno di resa e scostandosi da Sasuke.

Sasuke incrociò le braccia al petto, osservandola mentre con fatica si alzava dal divano e si inginocchiava davanti Itachi e gli parlò in un orecchio.

“Se apri bocca, su di me, su qualsiasi cosa riguardi me e Kaguya con Sasuke ti uccido con le mie mani cognatino!” sussurrò Sakura all’orecchio di Itachi con un misto di minaccia e preoccupazione, poi si voltò verso Sasuke mentre Itachi si alzò in piedi osservando Sakura dubbioso e chiedendosi il perché sua cognata lo avesse minacciato. Poi Sakura parlò.

“Baka di un marito, guarda che lui non è un illusione!” esclamò Sakura per poi sollevarsi in piedi e poggiare una mano sulla spalla di Itachi che voltò lentamente la testa verso di lei. Itachi era più confuso che mai, poi però Sakura lo costrinse a voltarsi verso di lei e lui la vide sollevare una mano e carezzargli dolcemente il viso.

“Tu come ti senti. Posso dare una controllata alla tua salute?” chiese piano Sakura a Itachi. Itachi la osservò ancora dubbioso, poi annuì.

Sakura si preparò ad utilizzare il chakra quando Sasuke si sollevò di scatto dal divano ed esordì.

“Prova ad utilizzare il tuo chakra Sakura, e ti spedisco direttamente in ospedale sotto stretta sorveglianza di Tsunade, rinchiusa in una stanza in quarantena, sono stato abbastanza chiaro” esordì Sasuke con tono misto tra il furioso e il preoccupato. Itachi sussultò e guardò Sasuke preoccupato chiedendo il perché il fratello avesse reagito a quel mondo e perché aveva usato quel tono misto a preoccupazione e paura mal celata.

“Sasuke, non devo usare tanto chakra e…”

“No!” esordì Sasuke serio.

“Otouto, è una brava ninja medico, sa quando può usare o meno il proprio chakra!” cercò Itachi di mettere pace.

“Zitto tu!” esordi Sasuke e Itachi sussultò.

“Sasuke, tempo fa l’ho vista combattere. È forte come ninja.” Esclamò Itachi “Sa come regolarsi te lo assicuro.” Continuò ancora Itachi.

“No che non lo sa Itachi. Questa donna è disposta a sacrificare se stessa per il mio bene, ma io non sono disposto a sacrificare lei!” ringhiò Sasuke facendo indietreggiare Itachi da Sakura.  Itachi guardò sorpreso Sasuke. Nella voce del fratello non c’era semplice paura, quello era puro e semplice terrore.  Itachi osservò di sott’occhi Sakura, chiedendosi cosa il fratello e la cognata gli stessero nascondendo, poi prese ad ascoltare la loro conversazione.

“Ce la faccio!” esclamò Sakura con un ringhio.

“Ok, Te la sei cercata Sakura!” esclamò Sasuke.

“Cosa?”

“Non intendo rischiare e basta mi sono rotto!” esclamò Sasuke afferrando il proprio cellulare e componendo un numero.

Sakura inarcò un sopracciglio.

“Che vuoi fare baka di un marito!” esclamò la rosa.

“Oh, vedrai signorinella. Vedrai!” ringhiò Sasuke.

“Non ti permettere.” Esclamò la rosa

“Mi permetto eccome!” ringhiò Sasuke e attivò lo Sharingan per bloccare sua moglie.

“Liberami Sasuke! Togli questo Sharingan, hai promesso che non lo avresti mai più usato su di me!” urlò la rosa. Sasuke sussultò liberò di scatto sua moglie.

“Scusa, ma farò lo stesso quello che ho deciso. E sai che se sia io che Naruto siamo d’accordo tu non puoi opporti!” esordì freddo Sasuke

“Non oserai!” esclamò Sakura deglutendo

“Che sta succedendo?” chiese Itachi a Sakura.

“Mettimi alla prova!” esordì Sasuke ignorando Itachi

“No, dimmi che non oserai chiamarlo per farmi questo. Sasuke Uchiha se lo fai per me sei morto!” balbettò la rosa catapultandosi addosso al marito intenzionata a togliergli il telefono.

“Quanto meno tu resti viva!” esordì Sasuke alzando le spalle e iniziando a comporre il numero di telefono di Naruto.

“Sasuke dammi quel telefono. Non ci provare. Sasuke dammi quel ...”

“Pronto, Naruto.” Esclamò Sasuke mettendo una mano sulla testa di Sakura e tenendola a debita distanza da se. Sasuke mise il vivavoce per far sentire anche a Sakura e Itachi.

“Teme ma ti rendi conto di che ore sono!” urlò Naruto.

“Non farlo, non farlo Sasuke!” urlò Sakura mentre si agitava per afferrare il telefono di Sasuke, ma invano visto che lui era alto due chilometri.

“Sakura Chan?” balbettò Naruto mezzo assonnato.

“Dobe, devi emettere un ordinanza di arresti ospedalieri per Sakura. Chiama anche Tsunade!” esclamò gelido Sasuke. Naruto sospirò.

“Fammi indovinare, la signorinella di starsene a riposo non ne vuole sapere!” esclamò Naruto.

“Indovinato.”

“Vuoi metterla sotto le cure di Tsunade stessa o basta anche Ino!” chiese Naruto.

“No, Tsunade in persona. La pazza ha utilizzato il suo chakra per riportare in vita Itachi e parlare con lo spirito di Kaguya o qualcosa di simile. Se non la teniamo d’occhio, sta pazza mi muore sotto mano e io non lo sopporto!” esclamò gelido Sasuke.

“Cosa! Itachi vivo!” urlò Naruto.

“Secondo te ce lo zampino di Sakura!” chiese ancora Naruto.

“Decisamente sì. Sta sciagurata una volta mi disse che avrebbe desiderato conoscere Itachi e ora to, mi ritrovo mio fratello vivo, quindi si c’è lo zampino di Sakura.  La signorinella mia moglie fa di testa sua, e io la richiudo in ospedale sotto le cure di Tsunade, quindi emetti quest’ordine!” esclamò serio Sasuke.

“Domani mattina è la prima cosa che farò” esordì serio Naruto.

“Naruto non farlo. Sto buona, non ho fatto nulla. Ti prego!” urlò Sakura.

“Zitta! Ti rendi conto che con la tua avventatezza hai rischiato di morire. Scema!” urlò Naruto.

“Naruto farò la brava lo prometto, non userò il chakra ma…”

“No! Non commetto due volte lo stesso errore Sakura. Quando il tuo problema era risolvibile non me ne hai parlato e io ti ho lasciato stare anche se mi accorgevo che eri diversa, ora non ti concedo più la possibilità di privarmi della mia migliore amica. Domani due ninja ambu verranno a prelevarti e ti porteranno in ospedale, detto questo passo e chiudo!” esclamò Naruto riagganciando.

“Naruto! Ti per...Maledizione” urlò Sakura invano perché Naruto aveva già riagganciato.

“Sasuke…”

“Hai fatto incazzare anche lui oltre che me” esclamò Sasuke

“Ma io volevo solo farti un regalo. “Esclamò mite Sakura

Sasuke sgranò gli occhi.

“Un regalo! Sakura hai una disfunzione cardiaca, il parto potrebbe ucciderti, non dovresti usare il chakra per preservare le forze per quei due per certo di possibilità di sopravvivenza che hai fra meno di un mese.  Ti ho detto che tu sei tutta la mia vita, che ti amo più della mia stessa vita e che senza di te io morirei, e tu che fai usi il chakra, rischi il tuo cuore, per riportare giusto ora, Itachi in vita. Ti rendi conto di quello che hai fatto!” urlò Sasuke e Sakura abbassò gli occhi con fare colpevole.

“Che cosa!” urlò Itachi attirando l’attenzione di Sasuke e di Sakura.

“Disfunzione cardiaca? Possibilità di sopravvivenza del due per cento? Con il parto Sakura potrebbe morire? Che diavolo significa tutto questo!” ringhiò Itachi tanto che sia Sasuke che Sakura indietreggiarono deglutendo.

“Sakura ma che…” iniziò Sasuke che non sapeva perché il fratello stesse reagendo a quel modo.

“Ehm, lui non sapeva dei rischi che ho corso.” Si giustificò Sakura a capo chino.

“Sakura per i Kami!” esclamò Sasuke dandosi una manata in fronte.

Itachi si avvicinò a Sakura con passo felino, quasi fosse una pantera pronto a sbranarla.

“Tu hai osato portarmi in vita, rischiando il cuore e l’anima di mio fratello!” ringhiò Itachi e Sakura deglutì.

“Io…io…”

“Sasuke!” esordì Itachi

“Si!” esclamò Sasuke scattando sull’attenti al richiamo del fratello.

“Quest’ordinanza da quando entrerà in atto?” chiese gelido Itachi.

“Penso da domani alle tre.” Sussurrò Sasuke.

“Bene!” esclamò L’Uchiha maggiore per poi catapultarsi su Sakura prenderla in braccio, afferrare Sasuke per un braccio e trascinarlo con se, nella camera da letto patronale.

Aprì la porta della stanza e mise una Sakura dimenante sul letto, poi con lo Sharingan la bloccò li.

“Lo Sharingan no!”

“È stato Sasuke a prometterti che su di te non avrebbe mai usato lo Sharingan, non io. Tu te ne starai buona in quel letto per tutta la notte, fino a che gli Ambu non verranno a prenderti per portarti in ospedale e tu Sasuke prenditi cura di lei. Alla casa al momento penso io!” ringhiò Itachi per poi uscire dalla stanza. Sasuke sospirò e si sedette sulla sedia.

“Itachi!” urlò Sakura

“È inutile, tu non lo conosci come lo conosco io. Quando si tratta della famiglia Itachi diventa intransigente, spietato, crudele a volete, ma sempre per il bene della famiglia. Sei sua cognata e questo è il suo modo di proteggerti.” Attivando lo Sharingan e esaminando il corpo della moglie con un ghigno.

“Non permettendomi di muovermi?”

“Esattamente, ma se guardi attentamente, con lo Sharingan Itachi ti ha chiuso tutti i punti di chakra. Non potrai più utilizzare il chakra finché non sarà lui stesso a sbloccarteli. Accidenti avrei dovuto pensarci io!” borbottò Sasuke con un moto di orgoglio nella voce nell’apprendere che Itachi aveva accettato Sakura come membro della sua famiglia e che aveva utilizzato l’unica tecnica possibile per proteggere sua moglie da se stessa.

“Ma anche no!” urlò Sakura.

“Ora dormi Sakura, tanto è inutile!” sospirò l’Uchiha stendendosi al fianco della moglie e chiudendo gli occhi. Itachi era stato un genio bloccando il chakra di Sakura, ma dopotutto, lui era il genio di Konoha.

Lui era Itachi Uchiha e grazie a sua moglie lo aveva di nuovo vivo.

Prima di addormentarsi Sasuke pensò a l’unico modo che aveva per ringraziare sua moglie.

Si sarebbe preso cura di lei a lungo, come ordinato da Itachi e soprattutto per farsi perdonare, ma al momento Sakura doveva riposare.

To be continue

 

Allora scusate il ritardo ma eccovi l’aggiornamento di Battito d’ amore . allora che ve ne pare? Fatemi sapere un Kissone enorme la vostra Mei.

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Capitolo 9
*** PARLARE E AFFRONTARE ***



 

PARLARE,AFFRONTARE

 

Sakura se ne stava immobilizzata a letto, ad occhi spalancati alle quattro del mattino mentre il marito al suo fianco, ronfava, per modo di dire, perché anche nel sonno Sasuke era di un eleganza inaudita.

 Il sonno quella notte non era stato clemente con Sakura tenendola quindi vigile e furiosa con il marito, migliore amico e cognato, ma doveva ammettere che dopo che Itachi le aveva bloccato, a detta del marito, tutti i punti di chakra, il suo battito cardiaco si era rasserenato e che il suo corpo aveva tirato un mezzo sospiro di sollievo. Non si era nemmeno resa conto dello stato di tensione in cui, in quel periodo, persisteva il suo corpo.

Sakura odiò profondamente constatare quella situazione e quindi di conseguenza dover ammettere che, l’azione fatta contro il suo volere da suo cognato, le aveva giovato parecchio.

Sasuke si mosse lentamente sul letto girandosi verso di lei, sollevando il braccio, quello suo, non quello artificiale fatto con le cellule di Hashirama, e le circondò il ventre gonfio e poggiò il viso sulla sua spalla, sempre continuando a dormire.

Sakura voltò lentamente la testa verso Sasuke e sorrise istintivamente. Sasuke dormiva beatamente e per non percepire il suo stato di nervosismo, doveva essere parecchio stanco e preoccupato e il fatto che lo stesso fratello lo avesse aiutato bloccandole il chakra, lo aveva rilassato parecchio, facendolo riposare serenamente, per la prima volta, dopo aver scoperto la sua malattia.

Sakura si sentì tremendamente in colpa. Non si era resa conto di quanto Sasuke vivesse in allerta in quei giorni, di quanto l’ansia e la preoccupazione, anche se lei aveva cercato di non fargli notare i suoi malesseri, lo stessero divorando dall’interno. Sakura percepì Sasuke stringersi maggiormente a lei, quasi volesse inglobarla dentro di se per poterla proteggere.  La ninja medico era fortemente tentata di sollevare una mano per carezzare il viso del marito e rassicurarlo, ma per colpa di quel dannato di suo cognato e del suo Sharingan, non poteva muovere nemmeno un dito e sinceramente erano quattro ore che stava ferma nella stessa identica posizione e la schiena cominciava a dolerle.

La porta della stanza da letto si aprì lentamente rivelando la figura altra e maestosa di Itachi e la sua testa far capolino dentro prima di tutto il corpo.

“Liberami idiota!” esordì Sakura a denti stretti cercando di trattenere l’urlo di rabbia rivolto a Itachi per rispetto del proprio marito.

“Silenzio signorinella!” esordì Itachi incrociando le braccia al petto. Sakura sbuffò e mise un broncio degno di una bambina di cinque anni.

Itachi si sedette sulla sedia vicino al letto cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare suo fratello, poi si voltò verso Sakura e la guardò nero di rabbia.

“Ora spiegami a cosa è dovuta questa tua incoscienza!” esclamò Itachi calmo, ma Sakura si trovò a deglutire. Non conosceva Itachi, né i suoi modi di fare, ma percepì che il cognato era furioso.

“Itachi mi fa male la schiena!” sbottò indignata Sakura cercando di sviare la domanda di Itachi, ma non aveva fatto i conti con la cocciutaggine Uchiha. Infatti Itachi scosse la testa in segno di negazione.

“Non ti libererò Sakura, non voglio rischiare la vita di mio fratello. Ho fatto di tutto nella mia esistenza per proteggerlo, non permetterò a te, donna incosciente, di farlo soffrire ancora. Ora spiegami per filo e per segno cos’hai al cuore?” esordì sempre calmo Itachi.

Sakura sbottò e voltò la testa di lato trovandosi a un millimetro di distanza dalle labbra di Sasuke, talmente vicina da percepirne il respiro. Sakura sussultò, il respiro di Sasuke non era proprio rilassato e la sua espressione era eloquente. Sasuke, anche se non voleva mostrarlo, aveva paura.

“E’ spaventato Sakura, ma non te lo dirà mai!” esordì Itachi.

Sakura sospirò e depositò un tenero bacio sulla fronte di Sasuke mentre gli occhi le si inumidivano.

“Perché la vita c’è l’ha con me? Perché?” sussurrò Sakura. Itachi allungò una mano e le toccò una spalla.

“Desidero solo poter vivere con Sasuke e mia figlia!”

“Non penso che questo sia solo il tuo desiderio, o io non sarei qui vivo e vegeto!” sussurrò Itachi.

“Che male c’è a voler stare con la propria famiglia! Che male c’è a portarti in vita avendo la possibilità di farlo!” esordì Sakura.

“Il punto non è questo Sakura, il punto è il tuo stato di salute. Dovresti preservarti e invece…”

“Volevo solo far felice mio marito!” singhiozzò Sakura. Itachi sospirò.

“Sakura al momento non sono io la fonte della felicità di Sasuke, certo mi vuole bene, so che è contento di avermi in vita, ma te ti ama. Adesso sei te la sua famiglia e tu lo stai costringendo a vivere nel terrore di perderti!” esordì Itachi.

Sakura voltò la testa verso Itachi e Itachi chiuse gli occhi ascoltando la sua protesta.

“Ma se non lo avessi fatto e io al parto non sarei sopravvissuta, Sasuke sarebbe rimasto solo e io questo non posso permetterlo.”

Itachi sgranò gli occhi.

“Tu…tu…non credi di riuscire a sopravvivere?” chiese Itachi e Sakura abbassò gli occhi con fare colpevole.

“Allora è questo che spaventa Sasuke. Tu Sakura Haruno, sua moglie, hai rinunciato a lottare!” esclamò allibito Itachi.

“Io…no…ma prevenire è…”

“Non dire cazzate!” esordi Itachi sorprendendo Sakura e facendo sussultare Sasuke. Infatti Sasuke si era svegliato e Itachi se ne era accorto, ma in uno strano modo Itachi aveva capito che il fratello voleva saper il perché Sakura avesse fatto una pazzia del genere e tramite lo Sharingan aveva fatto intendere a Itachi che aveva bisogno che costringesse Sakura a parlare e ci stava riuscendo, solo non si sarebbe mai immaginato da parte di Itachi un imprecazione del genere e ad alta voce.

“Di Sakura, e vedi di essere sincera, pensi sopravvivrai a parto?” chiese ancora Itachi

Sakura s’irrigidì, poi sospirò e scosse la testa in segno di negazione.

“No!” sussurrò la rosa.

Itachi annaspò e così Sasuke.

Sasuke non resistette più e si alzò sorprendendo Sakura.

“Sasuke!” esclamò la rosa

Sasuke mise i piedi giù dal letto, poi esordì.

“Hai passato la vita a venirmi dietro, a dirmi di amarmi, a venirmi dietro, a cercarmi nonostante fossi un traditore e abbia cercato più volte di ucciderti, a non smettere mai di amarmi, ad affrontare qualsiasi pericolo, qualsiasi avversità, per avermi, per farmi capire che tu per me ci saresti stata sempre. Alla fine sei riuscita a farmi innamorare di te, ma mai al mondo mi sarei aspettato in questa tua celata crudeltà. Perché farmi innamorare di te, essere mia moglie se alla prima difficoltà da marito e moglie non lotti per la nostra felicità? Perché farmi innamorare di te se poi vuoi lasciarmi. Pensi che darmi un figlio o mio fratello mi possa far felice tanto da giocarmi la tua vita? Perdonami Itachi, ma preferirei avere te, Sakura, al mio fianco che fratello e figlio. Certo sono contento che Itachi sia vivo, che aspetti un bambino, ma se il prezzo per avere ciò è mia moglie, preferisco rimanere solo. Mi hai deluso Sakura, da oggi, fino a quando non cambierai mentalità, scordati di me. Quando avrai trovato di nuovo il coraggio che ti ha contraddistinta da quando avevamo dodici anni a quando ci siamo sposati, non sei più mia moglie. Quando avrai capito cosa vuoi sul serio, allora torna da me, e affronteremo di nuovo questa conversazione, fino ad allora, stammi lontano. Sei così insopportabile, così noiosa e oggi aggiungo sei dannatamente crudele!” esclamò Sasuke prima di uscire dalla stanza sbattendo la porta.

Sakura era un fiume di lacrime, il suo pianto era disperato.

Itachi si alzò in piedi e sospirò.

“Non è vero che non ti vuole più come moglie, ma Sakura tu oggi lo hai ferito profondamente e ad essere sincero anche io sono profondamente deluso dal tuo comportamento. Il tuo chakra per ora è bloccato e non ho intenzione di sbloccartelo, ma per il momento è meglio che stai lontana da Sasuke se non vuoi costringerlo a lasciare Konoha di nuovo, quindi ti do un consiglio, quando verranno gli Ambu a prenderti, vai con loro senza storie, rifletti su ciò che vuoi e ciò che vuoi fare, solo dopo che hai capito e deciso torna da noi.” Esclamò Itachi alzandosi e uscendo anche lui dalla stanza ma non prima di aver liberato Sakura dalla morsa dello Sharingan, ma la rosa non si mosse, si piegò su se stessa e prese a piangere e versare tutte le lacrime che possedeva.

 

Un bagliore apparve davanti a Sakura, poi esso prese le sembianze di Kaguya.

“Ma allora sei proprio stupida!”

“Kaguya!” singhiozzò Sakura asciugandosi gli occhi.

“Ti ricordo solo una frase: se tu muori, Itachi muore! Che cosa concludi rinunciando a lottare?” esclamò Kaguya.

“Non voglio essere fonte di dolore per nessuno! Se Sasuke vedrà lo stato in cui sarò quando dovrò partorire, starà malissimo!” esclamò Sakura. “Mi sono informata!”

“E tu pensi che comportandoti così come stai facendo tuo marito non soffre? “Chiese Kaguya e Sakura annuì.

“Sei proprio scema!” esordì Kaguya e Sakura sussultò.

“Così facendo stai facendo patire l’inferno a tuo marito!”

“Ma no...”

“Lo farai sentire responsabile della tua morte Sakura e se bene conosco gli Uchiha quando loro amano, amano con l’anima, se tu muori non solo uccidi anche Itachi, non solo uccidi tua figlia, ma uccidi anche tuo marito. A te la scelta.” Esclamò Kaguya

“Ma allora cosa posso fare per evitare tutto questo?” esclamò Sakura.

“Vivere morire fa, e morir la vita da. Il pulito sporco è già, e lo sporco si pulirà. Tanto spesso troppo bene uguale al male è, ed il male tante volte il bene porta in se. “Esclamò Kaguya chiudendo gli occhi.

“Eh? Che significa?” balbettò Sakura prestando la massima attenzione a Kaguya

“Sakura, si stiano agendo credendo di fare il bene, ma troppo spesso vivere è esattamente come morire, e morire, che può essere inteso come rinascita, la vita può dare, ma in questo caso, ora come ora io vedo una donna che sta usando la morte come una scappatoia, come la via più facile da percorrere. A volte crediamo che le nostre intenzioni siano pure, pulite, ma a volte, senza rendercene conto sono più che sporche, esattamente come agivo io ai tempi della guerra. Troppe volte crediamo di fare il bene ma in realtà stiamo facendo il male, e tante altre volte crediamo di fare il male e invece facciamo bene. Tu pensi che sopravvivere alla gravidanza sia un male, perché Sasuke soffrirebbe vedendo lo stato in cui verterai, ma pensi che morire per qualcuno che ami sia davvero il bene? Sasuke se morirai di certo non ti ringrazierà, Itachi morirà con te e pensi davvero che Sasuke, se morirai, vedrà il bene di quello che hai fatto o pensi che ti considererà crudele ed egoista?” spiegò Kaguya.

Sakura sussultò e un singhiozzo la scosse violentemente

“Non voglio perdere Sasuke!”

“Dal tuo atteggiamento nei suoi confronti si direbbe proprio il contrario. È tuo marito, ma tu pare lo vuoi proteggere da qualsiasi cosa, quando in realtà lui vorrebbe solo esserti di un qualche appoggio, ma inconsciamente o consciamente tu lo allontani da te e questo fa soffrire te come fa soffrire lui.

“Nella vita Sasuke ha già sofferto tanto, voglio fare qualcosa per preservarlo!”

“Secondo te morendo lo preservi dal dolore? Pensi che, anche se Itachi restasse in vita, lui potrebbe mai colmare il vuoto che lascerai tu dentro tuo marito, Sakura?” esclamò ancora Kaguya.

Sakura chinò la testa e prese a singhiozzare.

“E a Naruto non pensi?” chiese ancora Kaguya e Sakura sollevò la testa di scatto per guardare negli occhi Kaguya

“Lui ti considera sua sorella, morendo, proveresti Naruto della sua prima famiglia. Una delle persone che lo ha accettato dall’inizio senza problemi sul fatto che lui portasse dentro di se un demone e non un demone qualunque, la volpe a nove code, Kurama.” Continuò Kaguya spietata

“O a Itachi! Ci pensi a lui! È tornato in vita e lo avete spaventato. Per la prima volta da anni lui può tornare a Konoha come l’eroe che è, ma lo stai costringendo a vedere la sua famiglia di nuovo a rischio. Come tu desideravi conoscere Itachi anche lui desidera conoscere te senza paura di affezionarsi a te per poi vederti morire!” esclamò ancora Kaguya lanciando frecciatine a Sakura

“O ai tuoi amici non ci pensi. Amici che dopo aver visto morire molti dei loro amici, parenti e conoscenti sono costretti a vedere morire te per la tua stupidità e il tuo erigerti a falsa eroina.” Accusò Kaguya

“Oppure a Tsunade non ci pensi? La tua maestra che ti considera a pari di una figlia, la costringeresti a veder morire sua figlia sotto i suoi occhi solo perché tu non hai voglia di lottare per restare in vita, per concederti la possibilità di essere felice?” Concluse spietata Kaguya.

“Pensa alle mie parole e…”

Sakura singhiozzò poi urlò.

“Io non sono né Naruto né Sasuke, non ho la forza di affrontare questa cosa! Non ho speranze in quel due per cento!” urlò Sakura.

“Se ragioni così è ovvio che non avrai speranza, ma tu sei una ninja leggendaria, la forza c’è l’hai, solo non la vuoi tirare fuori perché qualcosa ti blocca e quel qualcosa è la paura stessa che tu hai di vivere, di poter essere felice. Sakura se tu lotterai e avrai fiducia nelle persone che ti amano e ti circondano ce la potrai fare anche perché se lo desideri, io potrò darti il mio sostegno in quel giorno, ma per farlo tu devi voler vivere. Tu devi voler rischiare il tutto per tutto fidanti e lasciandoti curare. Se le persone ti dicono che il chakra al momento non lo devi usare, che non ti devi affatica, tu perché diamine fai il contrario di tutto quello che ti dicono?” esclamò Kaguya incrociando le braccia al petto.

“Perché mi stai aiutando?”

“Te l’ho detto l’altra volta, sto ripagando Sasuke e Naruto e voglio che almeno una volta nelle loro vite e reincarnazioni, i miei figli, Indra e Ashura possano essere finalmente felici! “Esclamò Kaguya. Sakura annuì mesta. Kaguya sorrise mite.

“Non è troppo tardi per riprenderti tuo marito, vai da lui e per una volta in vita tua Sakura, dannazione sii sincera con lui, aprigli il tuo cuore. Spogliati davanti tuo marito. Sai Sakura, Sasuke ha le spalle grandi, è perfettamente capace di accogliere anche le tue paure sulle sue spalle, per aiutarti a portare il peso di questa malattia, ma dannazione Sakura ti devi fidare di lui!” esclamò Kaguya mettendo una mano sulla testa di Sakura e carezzandole i capelli come fosse una bambina.

“Non voglio andare con gli Ambu. Non voglio lasciare Sasuke, voglio stare con lui. Ho paura, non voglio dovermi separare da Sasuke!”

“Diglielo bambina, vedrai che ti aiuterà e ti capirà. Tu non sei sola, ricordalo sempre!” esclamò Kaguya prima di sparire nel nulla.

Dopo che Kaguya se ne fu andata, Sakura si mise in ginocchio sul letto, poi balzò a terra in piedi, corse alla porta e la spalancò, poi come una furia scese in cucina facendo sussultare Itachi che era intendo a rigovernare la cucina.

“Sakura!” la chiamò Itachi, ma lei lo ignorò e si diresse in giardino dove era certa che ci fosse suo marito e così infatti fu, corse da lui, che sussultò non appena la vide cadere in ginocchio davanti a sé.

“Non lasciarmi Sasuke. Io non vivo senza di te! Ho solo così tanta paura. Ho paura! Paura, no sono terrorizzata! Aiutami Sasuke ti prego!” singhiozzò Sakura con gli occhi pieni di lacrime.

Sasuke la guardò a lungo, poi allungò una mano e prese Sakura tra le braccia.

“Non voglio lasciarti, non voglio rischiare di farti soffrire ancora, non voglio rinunciare alla nostra bambina, ma nemmeno a vivere, io voglio essere tua moglie, voglio poter vivere e invecchiare con te, ma quel due percento…che possibilità ho di sopravvivere con quel due per cento di possibilità. Perché la vita mi ha fatto questo, perché la vita ci ha fatto questo! È così ingiusto!” urlò piangendo Sakura.

Sasuke la strinse maggiormente a sé facendola sfogare, poi sussurrò.

“Ce la puoi fare Sakura!”

“Cosa te lo fa credere!” balbettò la rosa. Sasuke sorrise.

“Perché se sei riuscita a cambiare me con la tua forza, con la tua anima e con il tuo cuore, quel due per cento è sufficiente a cambiare il mondo così come le tue sorti. Poi se lotti non sei sola! Tu hai me!” esclamò serio Sasuke coccolando Sakura.

Sakura scoppiò a piangere a dirotto aggrappandosi con ogni parte del suo corpo a Sasuke.

“Ti amo…Ti amo Sasuke!”

“Lo so noiosa. Scusami per quello che ti ho detto prima!”

“No, avevi ragione, devo riuscire a far uscire da me la vera Sakura. Io non sono così fifona!” esclamò la rosa risoluta.

“Lo so!” sorrise Sasuke stringendola. Sakura si accucciò a lui mentre alla porta d’ingresso Itachi li osservava con un sorrisone.

“Brava bimba, la forza è dentro di te, devi solo tirarla fuori!” esclamò Itachi avvicinandosi a loro. Sakura annuì stringendosi a Sasuke.

“Mi sblocchi il chakra?” chiese Sakura.

Sasuke ringhiò e Itachi ghignò.

“No!” esclamò l’Uchiha maggiore facendo dietro front.

“Itachi! Uffa.” Sbottò la rosa rassegnata.

“Sasuke!” chiamò Sakura il marito che le presto attenzione.

“Chiami Naruto e gli dici che non fa venire gli Ambu per portarmi da Tsunade!” esclamò la rosa deglutendo al pensiero di dover fare i conti con la propria maestra.

“Sakura!” la richiamò Sasuke e Sakura sussultò e si voltò verso di lui.

“Scusa!” sussurrò la rosa abbassando il viso imbarazzata. Sasuke sospirò e la strinse a sé.

“E’ per il tuo bene Sakura!” esclamò Sasuke.

“Uffa, lo so!” sbottò la rosa rabbrividendo.

“Tsunade mi farà a pezzi!” borbottò la rosa e Sasuke ghignò. Sapeva quanto Sakura rispettasse la propria maestra e l’idea di averla delusa a quel modo non prendendosi cura di se la terrorizzava più di una guerra.

 

 

To be continue

 

Eccomi qua ragazzi con un nuovo aggiornamento di un battito d’amore. Allora che ve ne pare di questo capitolo? Grazie infinite a tutti a chi commenta e recensisce a chi ha messo questa storia tra preferite ricordate e seguite, grazie di cuore. Un Kiss e alla prossima Mei

 

 

 

 

 

Cit. Inuyasha: “Vivere morire fa, e morir la vita da. Il pulito sporco è già, e lo sporco si pulirà. Tanto spesso troppo bene uguale al male è, ed il male tante volte il bene porta in se

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** RIORGANIZZAZIONE.... ***


 

Miao popolo Meiano, come Butta? (Ok, Mei oggi è impazzita, quando mai in un suo capitolo le note autrice appaiono prima del capitolo!?)

Bè, perché penso che questa nota autrice sia un tantinello importante.

Allora tornando serie e controllate! (Ok, Mei ma quando mai tu sei stata seria!)

Bè, da adesso. Purtroppo per ora le cose non sono un pochetto complicate per me (di piuttosto che sei straconfusa).

Sta zitta coscienza malefica!

Allora tornando serie, penso che questo sia l’ultimo capitolo che pubblico di Battito d’amore per quest’ estate. Un po’ per mancanza di ispirazione, che viene quando le pare e lei e nei momenti meno opportuni della giornata o della settimana, ovvero quando non posso buttare giù nemmeno una riga di quello che mi passa per l’anticamera del cervello. Comunque per ora il tempo mi scarseggia e… (lo sappiamo, lo hai dichiarato diecimila volte che il tempo ti scarseggia e non sai quando aggiornerai, e poi puntualmente aggiorni!)

Ma vuoi stare zitta coscienza del Kaiser, sta volta sono seria.

(Staremo a vedere)

Comunque, stavo dicendo, prima che coscienza decidesse di  fare il suo siparietto umiliante, stavo dicendo che al momento non ho molto tempo a disposizione e quel poco tempo che ho per scrivere non so dove buttarmi prima se tra l’aggiornamento di Battito o quello di Dark, che purtroppo subirà lo stesso trattamento di Battito, avvero in settimana, o anche tra la prossima vi regalerò un ultimo aggiornamento estivo per Dark, poi per come dire io e le mie storie entriamo in ferie fino a fine ottobre, anche se in questo lasso di tempo dovrò dedicarmi ai contest a cui partecipo e ai malefici concorsi letterari …( malefici perché non li vinci mai, neh Mei!)

Vuoi metterti un tappo in bocca coscienza! Grrr

(A lavorare e alla palestra non ci pensi Neh Mei!)

Ah, sì vero dovrò anche dedicarmi a lavorare e alla palestra, ok Dio caro è buono, concedimi nell’ arco di una giornata 72 ore così potrò fare tutto!

(Se, Mei sogna!)

Ancora, cretina di una coscienza!

Comunque al momento mi frulla per la testa di creare un mio blog (se, come no, se non ne sei manco sicura e non hai manco idea di come si crea un blog, o a cosa ti possa servire, tanto le tue storie sono tutte qui su e)

Che ne so coscienza, forse a qualcosa in futuro mi servirà, al momento il blog è solo un idea.

(Se lo dici tu!)

Basta ora mi sono rotta, ora ti relego nel tuo cassetto prediletto e non lo apro più!

(No, per carità!)

Adios coscienza! * si scrolla le mani dopo aver rinchiuso coscienza nel cassetto e dopo averlo sigillato*

Ok, adesso che siamo soli, volevo quindi scusarmi con voi per questo disagio e volevo caldamente ringraziarvi di cuore per la vostra presenza, per il vostro sostegno, per la vostra amicizia.

Ps: se qualcuno sa consigliarmi se mi convenga creare un blog, e come sfruttarlo a mio vantaggio, i consigli e i pareri sono tutti estremamente ben accetti.

Volevo ringraziare anche tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le seguite, tra le ricordare, e tra le preferite e chi costantemente e puntualmente mi sopporta e mi regala una recensione facendomi immensamente felice.

Prometto che se in questo lasso di tempo di ferie, troverò l’ispirazione, il tempo di scrivere e di correggere, non aspetterò ottobre per pubblicarlo, anche se la cosa mi pare estremamente difficile ma prometto che non mi dimenticherò di voi.

Per il resto vi auguro una buona lettura del cap e grazie di cuore per aver ascoltato i deliri miei e della mia coscienza.

A presto un bacione enorme.

La vostra Mei

Miao e alla prossima.

 

 ECCO A VOI IL CAPITOLO...

 

RIORGANIZZARSI...

 

 

 

 Sakura, nel giardino di villa Uchiha e seduta sulle gambe del marito, si accucciò maggiormente a lui per poi sollevare il viso e unire le labbra a quelle di Sasuke in un bacio eloquente, dolce, delicato.

 Sakura era sempre stata una specialista nel parlare, ma in quel momento percepiva, dentro di sé, come un pesante blocco emotivo e sperava vivamente che con quel bacio Sasuke potesse comprendere le parole che non riusciva a dirgli.  Sperava che riuscisse ad alleggerirla dai mille problemi e pensieri che in quel momento affollavano la sua mente e l’unico modo efficace che lei conosceva per liberare la mente e non pensare a nulla era quello di amare suo marito con tutto il corpo e con tutta l’anima. Sperava vivamente che Sasuke comprendesse perché aveva preferito rischiare se stessa per ridargli suo fratello, sperava di mettere in quel bacio tutte le sue paure, i suoi timori, i suoi dubbi i suoi desideri, le sue speranze nascoste ed era decisa a fargli comprendere quanto lo amasse e che di conseguenza aveva deciso di fare come le aveva consigliato Kaguya, ovvero affidarsi a lui ciecamente, prendere da lui la forza che le serviva per affrontare quelle ultime settimane di gravidanza. Voleva passare più tempo possibile con lui per imprimersi nell’anima il sapore di suo marito, la sua essenza. Voleva inglobare dentro di sé Sasuke Uchiha stesso, perché lei senza di lui era niente, si sentiva niente.

Quel bacio voleva essere il preludio di una chiacchierata con suo marito fatta di baci, carezze, sguardi, amore.

 Un bacio mirato a curare l’anima spaventata sia di Sasuke che la sua, perché Sakura era letteralmente terrorizzata da ciò che l’attendeva nel prossimo futuro. Mancavano meno di due settimane al parto, e più la data prefissata si avvicinava, più Sakura diventava ansiosa e di conseguenza iniziare a commettere uno sbaglio dietro l’altro soprattutto nei confronti delle persone che amava di più, in primis Sasuke, poi Naruto, poi Itachi, poi Hinata, poi Tsunade e per andare poi a Ino, Sai, Ten Ten e tutti i suoi amici. Kaguya aveva ragione, a causa della sua paura di morire, di veder soffrire ancora suo marito, di perdere la felicità appena acquisita, si stava comportando come la peggiore egoista esistente sulla faccia della terra, pensando solo a come evitare che succedesse questo e quello non pensando a come si sarebbero potuti sentire chi era diventato ormai la sua famiglia.

Sakura non voleva andare con gli Ambu, ma non si sentiva nemmeno di separarsi da Sasuke ne quantomeno da Itachi in quanto era suo profondo desiderio conoscerlo.

Sakura si strinse talmente forte al marito e dedicò al bacio un tale ardore trasmettendogli tutto quello che stava provando, che Sasuke temette di vederla sparire nel nulla, di ritrovarsi di nuovo solo e sofferente. Il bacio che gli aveva dato Sakura era un bacio carico di tutti le emozioni che la giovane ninja medico stava provando, un bacio carico di tutte le sue paure, di tutte le sue speranze, di tutti i suoi desideri, di tutto l’amore che Sakura provava per lui. Un bacio che tolse il fiato a Sasuke e gli fece perdere all’incirca dieci anni di vita. In quel bacio Sasuke comprese quanto in realtà Sakura non si volesse separare da lui nemmeno per un attimo, quanto l’idea del parto la terrorizzasse, quanto odiava il fatto di essere causa di problemi e possibile sofferenza per lui, quanto desiderava conoscere a fondo Itachi, quanto lo voleva dentro di se, quanto avrebbe voluto avere più possibilità di sopravvivenza di quel due per cento e la sola idea di doversi separare la terrorizzava più di una guerra. Anche l’idea di andare con gli Ambu non le piaceva e l’idea di dover affrontare la sua maestra da sola la terrorizzava anche perché già sapeva cosa avrebbe ordinato Tsunade. L’avrebbe rinchiusa in ospedale non come medico, ma ricoverata e sotto stretta sorveglianza e se da un lato Sakura amava stare in ospedale come medico, dall’altro lato odiava a morte stare in ospedale come paziente e non un paziente comune, un paziente sorvegliato.

Apprendere tramite quel bacio la rinnovata fiducia che Sakura aveva riposto in lui affidandogli tutta se stessa, apprendere il bisogno di poterlo utilizzare come appoggio, come sostegno, quella scoperta per Sasuke fu come un balsamo per il suo cuore.  Poteva essere per Sakura quello che ogni marito è per la moglie: il suo protettore, il suo custode, il suo amante, la sua roccia. Sakura si era arresa, aveva smesso di fare la dura, di non voler mostrare i suoi veri stati d’animo fingendo che andasse tutto bene, aveva smesso di considerarsi un peso per lui e si stava affidando completamente a lui, donandogli quella fiducia che fino a quel momento, per proteggerlo dal dolore, lei gli aveva tolto.

Sasuke gemette piano, poi si alzò in piedi con Sakura tra le braccia non staccando le labbra da quelle della moglie e con intenzioni non poco caste e lentamente si avviò verso l’ingresso di casa che fortunatamente Itachi aveva lasciato aperto.

“Sasuke…” esclamò Itachi voltandosi verso di lui non appena lo sentì entrare, ma si bloccò immediatamente vedendo il fratello e la cognata uniti. Istintivamente Itachi arrossì e tornò a prestare la sua attenzione ai fornelli con l’ombra di un sorriso stampato sul viso.

Sakura staccò le labbra da quelle di Sasuke per un secondo ed esclamò.

“Itachi, sta sera passeremo ore a chiacchierare!” urlò Sakura per poi rimpadronirsi delle labbra del marito.

Itachi sorrise.

“Sempre se non sarai segregata!” ridacchiò Itachi e Sakura gemette frustata sulle labbra del marito e Itachi si beccò un occhiataccia da parte di Sasuke.

Sasuke non ebbe nemmeno il tempo di uscire dal soggiorno di villa Uchiha per dirigersi in camera da letto per evitare che il fratello se ne uscisse con un'altra battuta che avrebbe spaventato Sakura più di quanto già non fosse dato che la sola idea di separarsi da lui la gettava nel panico, che dalla porta d’ingresso un gran baccano lo costrinsero a staccare le labbra da quelle della moglie che gemette di disappunto, poi sull’ ingresso quattro figure fecero la loro comparsa.

 

 

“Sakura Chan!” urlò un zazzera bionda facendo sussultare Sakura tra le braccia di Sasuke. La rosa si arpionò alle spalle dell’Uchiha non degnando minimamente d’attenzioni gli ospiti che erano sopraggiunti senza essere invitati.

“Dov’è quella pazza della mia pupilla che le do una gran bella passata di legnate!” urlò l’ex quinto Hokage e capo dell’ospedale di Konoha.

Sasuke sentì Sakura sussultare e irrigidirsi ancora di più, se mai fosse possibile, e stringerlo maggiormente seppellendo il viso nell’incavo del suo collo e trattenendo ansiti di terrore.

Sasuke la sentì deglutire con forza e più volte.

Sasuke ringhiò

“Siete in anticipo e Naruto non ti avevo forse detto di startene a casa e di far venire solo gli Ambu! Cavolo hai mobilitato i pezzi forti del villaggio. Hinata mi domando come lo sopporti!” esclamò Sasuke.

“Abitudine Sasuke Kun, abitudine!” esclamò Hinata incrociando le braccia al petto e non balbettando minimamente. Sasuke sospirò notando che Sakura non aveva minimamente alzato la testa dalla sua spalla, che stava appolipata a lui peggio di una sanguisuga e aveva preso a tremare come una foglia. Cambiando i propri programmi e stringendo la moglie tra le braccia per un attimo, Sasuke si avvicinò a Itachi e Sakura arpionò la mano di suo fratello stringendola forte come a cercare anche da parte sua un sostegno. Itachi istintivamente prese a carezzare dolcemente e con le dita il polso di Sakura, mentre la mano di sinistra di Itachi corse a carezzare la testa rosa di Sakura cercando di tranquillizzarla, poi spostò freneticamente lo sguardo da Naruto, a Tsunade a Hinata e alle due figure dietro di loro con un sopracciglio inarcato non capendo cosa stava succedendo in quel momento, poi guardò nuovamente Sasuke,

“Non ci fare caso Nii San! Quando Naruto s’attiva combina il pandemonio!” esclamò mesto Sasuke rivolto a Itachi, poi Sasuke porse Sakura al fratello che immediatamente la prese in braccio iniziando a coccolarla quasi fosse una bimba.

Sakura dal canto suo poggiò istintivamente la guancia sul cuore di Itachi e lentamente chiuse gli occhi e sorrise rilassandosi leggermente cullata dal suono del battito del cuore di Itachi. Quel suono per Sakura era il suono dei miracoli. Sakura attorcigliò le braccia alle spalle di Itachi e singhiozzò mentre qualche lacrimuccia sfuggiva al suo controllo.

“Piccola che c’è?” chiese Itachi.

“I…il battito del tuo cuore…” sussurrò Sakura sorridendo. Sasuke continuò a guardare la moglie da sopra la spalla, dopo aver fatto qualche passo avanti verso Naruto, e sorrise mesto. Era bello vedere sua moglie emozionata per aver sentito il battito del cuore di suo fratello e che di conseguenza significava che Itachi era davvero vivo, poi tornò a prestare attenzione a Naruto non togliendo però mai l’occhio destro dall’ osservare la moglie che piangeva a dirotto sul petto di Itachi non intenzionata a staccare l’orecchio dal suono di quel battito. Itachi sorrise e prese a coccolarla come una bimba e Sasuke pensò che a breve Itachi si sarebbe messo a cantare una ninna nanna per Sakura. Sasuke ridacchiò.

“Che ridi tu!” esclamò Itachi

“A che ci sei cantale la ninna nanna!” esordì divertito Sasuke

“Ah ah, divertente!” sbuffò Itachi, ma Sakura non se la sentì di protestare, solo il suo pianto si placò e sorrise sul petto di Itachi tenendo gli occhi chiusi.

 

“Quello è Itachi Uchiha!” balbettò Hinata imbarazzata e con gli occhi fuori dalle orbite. Mentre la donna della coppia di Ambu, che altri non era che Ten Ten, si era trovata ad arrossire da capo a piedi non appena aveva posato gli occhi su Itachi.

“To, è tornata la signorina balbettina!” esordì Sasuke prestando attenzione a Hinata ma annuendole.

“Ma se è un figo da paura che ci posso fare se mi viene da balbettare!” s’imbronciò Hinata facendo scoppiare a ridere Sasuke e Sakura, mentre Naruto si imbronciò.

 

“Hinata Chan, ma perché sei così cattiva con me! Io non ti piaccio più? Mi vuoi tradire con l’Uchiha maggiore?” piagnucolò Naruto

Itachi sgranò gli occhi mentre Sakura drizzò le orecchie e spalancò gli occhi urlando

“Itachi è off limts!” urlò Sakura attirando l’attenzione di Sasuke e Itachi che a stento si trattennero dal piegarsi in due per le risate. Sasuke aveva capito benissimo cosa significava l’esclamazione di Sakura. Non che lo volesse tradire con suo fratello, ma lei aveva quasi dato la vita per poter conoscere Itachi e ora temeva che Hinata rubasse il tempo di Itachi per conoscerlo lei.

Era una paura infondata perché Hinata amava con ogni fibra del suo corpo Naruto e non ci pensava minimamente a tradirlo, ma si sa gli ormoni e gli umori di una donna incinta sono sballati.

“Ma sta un po’ zitto volpacchiotto che non mi hai fatto chiudere occhio per tutta la notte con il tuo continuo borbottare, devo legare Sakura Chan. Devo fare due chiacchiere con Sakura Chan…Sakura Chan ma perché sei così cattiva. Perché non ti prendi cura di te stessa. Ue Ue…non hai fatto altro che piagnucolare tutta la notte da quando Sasuke ti ha detto che Sakura faceva di testa sua. Mi sono rotta baka di un marito e Sakura Chan non temere, per quanti figo può essere Itachi, mi sono auto condannata ad essere perennemente innamorata di Naruto Uzumaki. Tranquilla Itachi Uchiha è tutto tuo.” sbottò Hinata.

“Anche Sasuke è mio. Non si tocca!” esclamò la rosa

“Affare fatto!” rise Hinata.

“Ecco!”

Sasuke sussultò e ghignò divertito.

“Oh Kami, Hinata fa effetto sentirti parlare così, dov’è finita la tua timidezza!” Esclamò Sasuke

“Ad avere a che fare con Naruto Uzumaki o ti passa la timidezza o sei morto. Certe volte mio marito è…” iniziò Hinata

“Una grandissima testa quadra!” esclamarono Sasuke e Sakura ridacchiando. Hinata annuì e ridacchiò con loro.

“Naruto è e rimarrà per sempre un grandissimo dobe!” esclamò Sasuke divertito.

“Ha parlato il teme!” ringhiò l’hokage.

“Ehi voi due sono secoli che nessuno osa chiamarmi testa quadra.  Sono l’Hokage io e quel malefico nomignolo che mi hai affibbiato quando eravamo piccoli Sasuke Kun, non vuole lasciarmi in pace!” piagnucolò Naruto.

“Forse perché sei davvero una testa quadra!” esclamò Sakura sempre tra le braccia di Itachi e allungando una mano al marito invitandolo a prendergliela e stringerla.

“Senti un po’ chi parla, la pazza degenerata che non fa altro che farci preoccupare!” sbottò Naruto e Sakura incassò il colpo arrossendo.

“Non l’ho fatto apposta, solo non volevo essere un peso. Per favore mandate via gli Ambu.” Borbottò Sakura.

“No!” esordì Naruto

“Ti supplico Naruto Kun, non voglio lasciare Sasuke!”

“E non lo lasci, tu te ne starai nei loft degli ambu e lui verrà a trovarti tutti i giorni!”

“Eh no! Possono essere anche dei loft ma non sono casa mia!” protestò Sakura “E poi non li voglio gli Ambu che mi tengono segregata nelle stanze o mi seguono come un cane! Eddai Naruto…” Iniziò Sakura

“N…” iniziò Naruto osservando Sasuke e Itachi, ma venne interrotto da Tsunade.

“Io avrei un idea migliore. Siccome mancano due settimane al parto, io direi di ricoverarla in ospedale sotto la mia stretta sorveglianza!” esclamò Tsunade. Sakura annaspò e sgranò gli occhi, così come anche Sasuke. Lui era l’unico a sapere questa sorta di odio amore per gli ospedali di Sakura. Era ok stare lì dentro come medico, non era ok stare lì dentro come paziente sorvegliato da Tsunade in persona.

“Nonnina Tsunade questa è una genialata. Ambu portate Sakura in ospedale!” ordinò Naruto. Sakura si divincolò dalla presa di Itachi costringendolo a metterla per terra, poi urlò.

“Ma anche no! Piuttosto mi do alla fuga!” urlò Sakura scappando da villa Uchiha cogliendo tutti di sorpresa.

“Sakura!” urlarono Sasuke, Naruto, Hinata, Itachi, e Tsunade, ma della rosa non c’era più traccia. Dopotutto Sakura Haruno Uchiha era una ninja leggendaria e testona.

 

Sakura corse a perdifiato e si catapultò nell’ unico luogo che per lei era sicuro. Arrivata davanti la porta prese a bussare freneticamente.

“Ino! Ino!  Ino…salvami! Apri questa dannata porta! urlò la rosa

Ino aprì la porta, probabilmente Sakura l’aveva svegliata e lei stava riposando dopo il turno notturno che aveva fatto in ospedale.

“Ma che vuoi fronte spaziosa!” esclamò la bionda sfregandosi un occhio assonnato.

“Fammi entrare!” esordì la rosa aprendo la porta con una manata e costringendo Ino a spostarsi.

“Sei impazzita per caso?” chiese Ino chiudendo piano la porta e ignara del fatto che marito, cognato, migliore amico/fratello e Hinata, così come la sua maestra e i due Ambu, la stavano cercando per tutta Konoha.

 

To be continue.

Eccomi qua, allora che ve ne pare? Fatemi sapere e ci si sente a ottobre/novembre un bacione Mei.

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Capitolo 11
*** EPILOGO ***


 

EPILOGO



Erano passate circa due settimane da quando Sakura si era nascosta alla casa al lago di Ino e dopo che la sua migliore amica le aveva accordato il suo aiuto e non evitandole per questo una ramanzina con i fiocchi. Sapeva di essersi comportata da stupida fuggendo di casa, da Naruto, Sasuke e Itachi, ma non aveva la minima intenzione di passare le ultime settimane di gravidanza come una “sorvegliata speciale” solo per un suo piccolo errore di negligenza.

Certo, era passata dalla possibilità di stare in un comodo loft, con tutti i confort possibili ed immaginabili che Naruto, essendo l’Hokage le avrebbe offerto e soprattutto poter stare in compagnia di suo marito e del tanto agonizzato cognato se solo non fosse fuggita per rifugiarsi nella vecchia casa al lago di Ino dove non c’era un tubo da fare se non rilassarsi.

Tramite Ino era venuta a conoscenza che tutta Konoha aveva accettato Itachi per l’eroe che era, che gli avevano fatto una grande festa, ma sempre tramite la sua migliore amica era anche venuta a conoscenza che Sasuke non stava bene, che quasi da due settimane non metteva cibo sotto i denti, che la cercava per mari e per monti, per tutta Konoha e se non fosse stato per Ino che lo aveva convinto del fatto che lei si trovasse ancora a Konoha,  sarebbe partito per la sua missione speciale: ovvero la ricerca di sua moglie.

Era venuta anche a conoscenza che persino suo cognato non aveva partecipato ai festeggiamenti in suo onore durati più di una settimana per mettersi alla sua ricerca, così come anche Naruto che aveva sguinzagliato Kurama e lo aveva obbligato a cercarla, ma per colpa di Itachi che le aveva bloccato il chakra, era decisamente difficile trovarla, persino per un demone del calibro di Kurama.

Sakura sbuffò e sollevò il viso dalle scarpette di lana che stava lavorando per la sua bambina per puntare lo sguardo sulla televisione accesa e dove la giornalista diceva che ancora nessuno era stato in grado di trovarla e che l’hokage aveva iniziato a mobilitare persino gli Ambu per cercarla fuori dai confini di Konoha.

“Non è possibile che abbia causato tutti questi problemi!” borbottò Sakura sentendosi maledettamente in colpa per quegli avvenimenti.

Stufa spense la televisione e riprese a lavorare a maglia, mentre dagli occhi qualche lacrima faceva capolino. Le mancava terribilmente Sasuke. Desiderava disperatamente tranquillizzarlo, dirgli che stava bene, che grazie a Itachi e al fatto che le aveva bloccato il chakra in quelle due settimane d’assenza non aveva avuto alcun problema e che anzi si sentiva decisamente più in forze e fortemente più convinta di riuscire a superare il parto della loro bambina senza alcun intoppo o problema, ma al contempo si sentiva talmente in imbarazzo, talmente in colpa per essere fuggita che l’idea di prendere il telefono e chiamare il marito per dirgli dove si trovasse la terrorizzava più del parto stesso.

Conosceva Sasuke e sapeva già che era furioso con lei.

“Perdonami amore mio, sono un completo fallimento come moglie. Spero solo che un giorno tu possa riuscire a perdonarmi!” sussurrò Sakura voltandosi verso la finestra e osservando il cielo stellato.

 

Ino se ne stava tranquilla a giocare con il suo telefono nell’attesa di qualcosa da fare. Quella sera l’ospedale di Konoha era di una noia mortale, non si muoveva anima viva e lei tremava all’ idea di vedere entrare nuovamente Sasuke dalla porta e iniziare a torturarla nuovamente affinché gli rivelasse dove si trovasse sua moglie. Erano ormai due settimane di fila che veniva messa sotto torchio da Sasuke, ogni giorno, ogni ora. Inoltre c’è l’aveva a morte con Sakura perché per colpa sua, oltre a coprirla aveva dovuto trascurare suo marito e cosa ancora peggiore gli aveva dovuto mentire. Quando due settimane prima Sasuke le aveva chiesto se aveva visto Sakura, purtroppo il suo atteggiamento aveva scaturito una sorta di sospetti in Sasuke e ciò non aveva fatto altro che rendere la sua missione: quella di coprire Sakura, ancora più difficile. Inoltre Sasuke non era stato capace di tenere per se i suoi sospetti e ne aveva parlato anche con Naruto e Itachi, quindi a Ino era toccato essere messa sotto torchio da tre dei ninja più potenti di Konoha e parevano essersi messi d’accordo perché il Lunedì e il mercoledì l’asfissiava Itachi, il martedì e il giovedì Naruto, il Venerdì, il Sabato e la Domenica Sasuke e dire che in passato si era reputata un ottima attrice, ma probabilmente lo era stata nei suoi sogni o molto più probabile era la teoria del fatto che non era facile ingannare Sasuke o Itachi, e di rimando anche Naruto e poi quei tre diventavano una spina nel fianco se il problema toccava la loro sfera emotiva, e quindi dato che Sasuke era il marito di Sakura, Itachi il cognato e Naruto il migliore amico, quella spina era diventata abbastanza dolente e  a maggior ragione se due di loro possedevano lo Sharingan, ma per fortuna Ino era sempre riuscita a non farsi estorcere alcuna informazione, ma ne era certa, questa Sakura gliela avrebbe pagata a caro prezzo.

Ino si alzò lentamente dalla sedia della sua scrivania e si diresse verso la stanzetta che lo staff medico usufruiva come punto di ristoro e prese a prepararsi una fumante tazza di the caldo, odiava a morte quando doveva fare la notte e non c’era un tubo da fare e probabilmente, per miracolo divino, quel Venerdì sera Sasuke non si sarebbe presentato a romperle le uova nel paniere anche perché erano le quattro del mattino e probabilmente stava ancora dormendo.

Un gran rumore fece storce il labbro a Ino in una smorfia disperata. Aveva cantato vittoria troppo presto, probabilmente anche quella notte Sasuke non aveva chiuso occhi e aveva cercato sua moglie fino a quell’ ora, probabilmente si era girato tutti gli alberghi del paese e poi doveva saperlo che Sasuke non era un tipo che si arrendeva facilmente.

La porta della stanzetta del caffè si spalancò rivelando un Sasuke con un volto più nero della notte e uno sguardo che le mise i brividi facendola deglutire violentemente.

“Adesso basta Ino, o mi dici dove si trova Sakura o sarò costretto ad utilizzare lo Sharingan su di te!” ringhiò gelido Sasuke.

Sasuke era al limite, aveva resistito due settimane senza sua moglie, ma adesso la sua assenza aveva causa un profondo vuoto incolmabile dentro Sasuke, un vuoto che lo aveva spinto a minacciare di usare lo Sharingan su una sua amica pur di ritrovarla.

“Te l’ho già detto Sasuke, non ho idea di dove si trovi Sakura, anzi se la trovi portala da me che le faccio una strigl…”

“Basta Ino! Sono stufo di stare ai tuoi giochetti. La fuori ho una moglie che ha bisogno di me.”

“Sasuke…”

“No, anzi no! La fuori ho una moglie di cui ho disperato bisogno e che non riesco a trovare da due settimane. Per due settimane ho assecondato tutte le tue balle, adesso basta! Ho bisogno di lei! O parli Ino, o userò lo Sharingan senza alcun freno!” ringhiò Sasuke e in quel momento Ino seppe per certo che Sasuke non avrebbe accettato un'altra frottola o un'altra scusa. Capì che persino il potente Uchiha era arrivato al limite e che non era il caso di farlo infuriare maggiormente.

“Mettiamo il caso sapessi dove si trova…che le farai?”

“Che domande sono! È mia moglie, ho bisogno di riaverla con me! Di riabbracciarla …baciarla…di sapere che sta bene!”

“Sta bene Sasuke, tranquillo!”

Sasuke sgranò gli occhi.

“Allora sai davvero dov’è?”

Ino sgranò gli occhi e la tazza di the le cadde a terra, ma lei la ignorò e si portò le mani davanti la bocca rendendosi conto della gaffe terribile che aveva appena commesso.

“Io non ho detto che so dov’è!” esclamò Ino cercando di salvarsi in contropiedi.

“Hai detto che sta bene e...”

“Mi ha chiamato qualche giorno fa ma non mi ha detto do…”

“Ino, ma chi vuoi prendere in giro? Ti rendi conto di chi hai davanti?” ringhiò ancora Sasuke sempre più freddo, sempre più gelido, sempre più incazzato. Ino abbassò di scatto la testa annuendo mestamente.

“Purtroppo si!”

“E allora se non vuoi fare una brutta fine, DIMMI DOVE SI TROVA MIA MOGLIE!” Esclamò Sasuke con un tonò che sbiancò del tutto Ino rendendola cadaverica.

Ino sospirò sperando nella sanità mentale di Sasuke e che Sakura non le desse uno dei suoi colossali pugni per aver rivelato a suo marito dove lei si trovasse.

“Allora?”

Ino sospirò afflitta e chiuse gli occhi.

“A casa mia al lago” sussurrò. Sasuke sgranò gli occhi.

“E’ lì da due settimane?” chiese Sasuke.

Ino annuì.

“Ma di questi tempi al lago non c’è nessuno!”

“Lo so, ma ha paura a tornare!”

“Perché?”

Ino lo guardò negli occhi con un’espressione che diceva – Aveva paura che tu fossi arrabbiato con lei-. Quella frase Sasuke la comprese al volo.

“Che baka di donna!” ringhiò Sasuke per poi correre fuori dall’ ospedale e dirigersi verso il lago e poi quindi a casa di Ino.

 

Sakura si era leggermente appisolata su divano quando una forte fitta allo stomaco la fece svegliare di scatto. Prese a respirare violentemente e stinse un occhi cominciando ad accarezzarsi la pancia nella speranza che la bambina si calmasse e che la smettesse di muoversi come una pazza. Lentamente si alzò dal divano ma quando fu in piedi ebbe come la sensazione di essersi fatta la pipì addossò, abbassò lo sguardo e vide una pozza d’acqua a terra e d’istinto capì che le si erano rotte le acque mentre un'altra contrazione, adesso aveva capito cos’erano quelle piccole fitte che aveva cominciato ad avvertire quella mattina. Istintivamente si portò una mano al cuore. Aveva come la sensazione che il suo cuore fosse stretto come in una morsa d’acciaio.

Un'altra contrazione, sta volta decisamente più potente la costrinsero ad emettere un grido e cercare di dirigersi in camera di Ino per prendere il cellulare e chiamare aiuto. Era stata una stupida, per tutte e due le settimane aveva tenuto il cellulare sempre a portata di mano ed ora che ne aveva davvero bisogno lo aveva lasciato in camera da letto. Era stata davvero una stupida e ora aveva preso a mancarle anche l’aria e la testa le girava vertiginosamente. D’istinto si aggrappò al bracciolo del divano nella speranza che la testa le smettesse di girare per concederle la possibilità di raggiungere il telefono e chiamare aiuto.

Passarono cinque minuti buoni ma la stanza non la finiva di girare, le mancava l’aria e il cuore batteva così freneticamente da farle un male cane. In quel momento, poco prima di svenire, Sakura comprese perfettamente i rischi di quel parto e quindi la furia della sua maestra, poi cadde a terra svenuta e ai piedi del divano di pelle viola di Ino.

 

Sasuke arrivò alla casa al lago di Ino mezz’ora dopo aver parlato con lei e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che tra le case tutte al buio quella di Ino aveva la luce accesa, segno quindi che Sakura era davvero lì e che Ino finalmente gli aveva detto la verità.

Sakura gliela avrebbe pagata cara per quella birichinata, probabilmente l’avrebbe rinchiusa con lui dentro la camera da letto a punirla come solo lui sapeva fare, ma al momento non vedeva l’ora di rivederla e stringerla tra le braccia. Le era mancata terribilmente e in più si era preoccupato a morte.

Sasuke prese un profondo respiro e senza nemmeno bussare spalancò la porta ma lo scenario che si trovò davanti gli fece accapponare la pelle.

Sakura, infatti era stesa a terra, priva di sensi, in una pozza di quello che sembrava acqua e sangue.

“Sakura!” urlò terrorizzato correndo da lei e prendendola tra le braccia. Non appena però l’ebbe tra le braccia annaspò. Sakura era bianco latte, il respiro quasi inesistente e il battito del suo cuore era talmente frenetico da terrorizzarlo a morte.

“Sakura…Sakura …tesoro sono io! Apri gli occhi! Sakura!”

Sasuke sbiancò ancora di più quando si rese conto che Sakura non rispondeva e che il suo corpo, minuto dopo minuto stava diventando sempre più freddo. Istintivamente la prese in braccio e prese a correre verso Konoha e quindi verso l’ospedale.

L’Uchiha correva a perdifiato, non aveva mai corso così veloce in vita sua, ma al contempo trovò la forza e l’adrenalina di afferrare il telefono e comporre il numero personale di Tsunade.

L’ex Hokage rispose al secondo squillo.

“Sasuke, che succede?” borbottò la donna assonnata.

“S…Sakura…no…si sveglia…le acque…la sto portando in ospedale…per favo…” urlò Sasuke al telefono con voce agitata e ansante.

“Cosa? Ragazzo che succede? Parla piano!”

Sasuke si fermò per un attimo, prese fiato ed esclamò.

“Ho trovato Sakura, non sta bene! È priva di sensi, fredda, il battito del cuore accelerato, non riprende conoscenza e credo le si siano rotte le acque…io …io”

“Va bene, afferrato Sasuke, portala in ospedale, arrivo immediatamente!” esclamò Tsunade. Sasuke non le rispose, agganciò il telefono e prese a correre velocemente verso l’ospedale.

 

Nel frattempo Tsunade era appena arrivata in ospedale e aveva mobilitato tutti i reparti e in particolar modo Ino e Hinata e quando finalmente arrivò Sasuke con Sakura non gli lasciarono nemmeno il tempo di poggiarla su una lettiga che già le tre donne erano sparite dentro la sala operatoria.

Un rumore violento di porte che sbattevano costrinse Sasuke a staccare lo sguardo dalla stanza dove erano sparite Tsunade, Hinata e Ino per vedere chi fosse arrivato. Gli si inumidirono gli occhi quando vide che Naruto e Itachi erano accorsi in ospedale, in pigiama non appena avevano appreso la notizia di Sakura.

“Sasuke…” Iniziò Naruto.

“Fratello…” esclamò Itachi trottando verso di lui per poi stringerlo violentemente tra le braccia.

“Lei…lei…”

“Lo sappiamo Sasuke, non c’è bisogno che parli! Ma sappiamo anche che Sakura è una roccia teme, ce la farà!” esclamò Naruto cercando di mostrare il suo solito sorriso, ma si vedeva perfettamente che anche lui era terrorizzato all’ idea di perdere la sua migliore amica.

“Non posso perderla Naruto! Non posso! Lei è la mia ancora!” esclamò Sasuke mentre lentamente si staccò da Itachi per avvicinarsi a quello che per lui era diventato un secondo fratello.

“E non la perderai. Ti ripeto che Sakura è una roccia!”

“Non ci credi nemmeno tu Naruto. Sakura è sempre umana!” e per la prima volta in vita sua Sasuke singhiozzò davanti Naruto.

“Forse, ma ti ricordo che adesso ha davvero qualcosa per cui lottare fino alla morte! Non sottovalutare tua moglie teme!” esclamò Naruto con gli occhi lucidi e mettendo una mano sulla spalla di Sasuke. Istintivamente Sasuke poggiò la testa sulla spalla di Naruto. Sentiva che solo lui poteva davvero capirlo. Certo, anche Itachi poteva farlo, ma con Naruto era diverso. Lui e solo lui dopo Sakura era stato in grado di capire quanto soffrisse, di comprenderlo di aiutarlo e ora anche in quel momento lui era lì che sempre un a buona parola di incoraggiamento e di fiducia anche nei momenti più disperati.

Naruto, Sasuke e Itachi si sedettero e attesero.

Il parto/intervento durò circa dodici ore, e in quell’lasso di tempo nessuno dei tre si era mosso da li. Sasuke così come Naruto avevano passato dodici ore d’inferno quando Itachi aveva preso a sentirsi male e a sbiancare di colpo, per poi svenire, segno che Sakura stava morendo, ma poi successe il miracolo, Itachi aveva ripreso colorito e a respirare in modo normale e quando aprì gli occhi guardò il fratello gli sorrise di cuore.

“Concordo con Naruto Sasuke, tua moglie e una roccia!” sussurrò Itachi

Sasuke non ebbe il tempo di rispondere al fratello che le porte della sala operatoria si aprirono e da esse uscirono Ino, Tsunade e Hinata tutte e tre con le lacrime agli occhi.

“Tsunade…”

“Tranquillo ragazzo mio, sono lacrime di felicità! È salva! Tua moglie c’è l’ha fatta!” sussurrò Tsunade e a tali parole per poco Sasuke non svenne dalla felicità, poi però sbiancò.

“E la bambina?”

“Anche lei Sasuke Kun, anche la piccola sta bene, la stanno lavando, poi potrai vederla!” sussurrò Hinata.

“Che ti dicevo teme! Hai visto è andato tutto bene!” esclamò euforico Naruto e Sasuke annuì piano e mesto abbassando lo sguardo facendo in modo che i capelli gli coprissero il volto.

“P…posso vederla?”

“La bambina?” chiese Ino

“Sakura!”

“Ma certo, vai! Solo non toccarla! Dobbiamo aspettare che si svegli, ma posso dire che è andato tutto a meraviglia. Comunque l’hanno uscita dalla sala operatoria dalla porta adiacente, è in terapia intensiva, stanza…”

“Sette!” esclamarono sia Sasuke che Naruto.

“Si!” rise di cuore Tsunade, poi Sasuke si avviò alla stanza.

“Che significa il sette?” chiese Itachi a Naruto.

“Siamo noi. Io, Sakura e Sasuke. Il team sette!” esclamò euforico Naruto prima di correre da sua moglie e baciarsela con passione.

Itachi sbuffò.

“Mi sa che mi devo trovare una moglie!”

Ino rise di cuore.

“Mi sa anche a me!”

 

Sasuke entrò nella stanza di Sakura proprio nel momento in cui la moglie aprì gli occhi. Sakura si mosse leggermente, ma trasalì subito.

“Ahi…ahi…ahi”

“Se non è ora, tra qualche anno tu mi farai venire un infarto!”

Sakura si voltò di scatto.

“Sasuke!”

“Sakura…”

Sakura si guardò la pancia e urlò.

“La bambina…la bambina…la…” cercando poi di alzarsi dal letto.

Sasuke corse immediatamente da lei e la costrinse a stendersi nuovamente ma così facendo lui rimase stretto abbracciato a lei.

“Shhh amore mio…shh sta bene la stanno lavando.”

“Sta bene?” sussurrò la rosa guardando il marito con occhi lucidi.

“Si, e anche tu! Ti amo Sakura!”

“Ti amo anche io Sasuke. Terribilmente. Non sei arrabbiato con me?” chiese Sakura.

“Certo che sono arrabbiato con te, ma ora ho solo voglia di stringerti a me e sapere che sei viva!” esclamò Sasuke seppellendo il viso nell’ incavo del collo della moglie e baciandole teneramente il collo.

“Itachi?”

“Vivo e vegeto cognatina! Allora che nome diamo a questa frugoletta?” esclamò Itachi entrando nella stanza e costringendo Sasuke a staccarsi dalla moglie, ma le si sedette accanto sul bordo del letto e quando Itachi poggiò la bimba tra le braccia di Sakura, sia lui che lei si guardarono negli occhi, e appena lui annuì Sakura annunciò.

“Benvenuta tra noi mio piccolo angelo, mio amato dono del cielo!!!” sussurrò Sakura.

“Benvenuta Sarada!” concluse per lei il marito.

 

The end

 

Allora signori e signore eccomi qua con l’ultimo capitolo di Un battito d’amore. Premetto che non sono molto soddisfatta di questo capitolo e che se più in là avrò più tempo, eliminerò questo ultimo capitolo per modificarlo, renderlo leggermente più completo e un po’ più articolato, ma per il momento vi dono questo finale e spero che non vi abbia deluso troppo.

Ringrazio infinitamente tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra i preferiti, tra le seguite e tra le ricordate, e soprattutto ringrazio coloro che mi hanno dedicato un minutino del loro tempo per lasciarmi una piccola recensione.

Ripeto spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso e spero davvero di trovare un po’ più di tempo per modificare il medesimo e renderlo più completo, più dettagliato.

Alla prossima un grosso Kiss

La vostra Mei.

Ci vediamo più in là in Dark lover.

Un grazie enorme a tutti.

 

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