sacrificio

di stimu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il segreto ***
Capitolo 2: *** scoperta ***
Capitolo 3: *** questa volta non sei sola ***



Capitolo 1
*** il segreto ***


Quella sera Hikari non si sentiva affatto bene. Aveva superato brillantemente gli esami per prendere il diploma,pur sempre arrivando seconda. Dopo Kei Takishima. Altronde lui era il suo rivale da quando erano bambini,anche se nei ultimi anni i loro rapporto si era sbocciato in qualcosa di più di semplice rivalità. Lo amava con tutta se stessa,perché lui era l’ostacolo che doveva superare. Ma quella sera non era sola a casa,anche se i suoi genitori erano partiti per una vacanza. Conosceva bene uno dei due uomini,mentre l’altro poteva solamente immaginarselo chi fosse. -Aoi- la mia voce si spezzo a pronunciare il suo nome,mi fece rifiorire i ricordi di come aveva portato via Takishima. -signorina Hanazono,e un piacere conoscerla finalmente- la voce dell’altro uomo era cosi fredda,che mi fece venire i brividi. -che cosa vuole da me signor Takishima?- gli dissi con un tono di sfida,pur sapendo che in quel momento non era nella posizione di fare certi giochetti,con un uomo come lui. -sono a conoscenza di una cosa che nemmeno mio nipote è a conoscenza,signorina Hanazono.e quindi mi chiedevo se per caso lei fosse interessata alla mia offerta- le sue parole mi gelarono il sangue,come poteva sapere di quel piccolo segreto che nelle ultime settimane la divorava dentro. Non aveva fatto parola a nessuno,ne alla sua migliore amica Akira e soprattutto nemmeno a Takishima. Mi sentivo completamente pietrificata ed ero alle spalle al muro. Questa volta nessuno poteva salvarla nemmeno il suo amato Takishima. Quando si sveglio Kei aveva una strana sensazione come se fosse successo qualcosa. Si vesti con tutta calma per poi andare in cucina dove si stupì della presenza di Aoi –che ci fai tu qui?- la sua presenza non portava mai buone notizie,anzi lo considerava come una catastrofe. Perche se lui era li vuol dire che suo nonno non si era ancora arresto di portarlo a Londra,ma lui aveva preso la sua decisione voleva rimanere qui insieme a Hikari,almeno che lei non decidesse di seguirlo. Ma lui sapeva già la sua risposta,lei non aveva nessuno intenzione di lasciare i suoi genitori tanto meno i suoi amici. Anche se non aveva ancora deciso quale università scegliere,e nei ultimi mesi gli avevo messo un po’ di pressione sul fatto di doversi scegliere al più presto,procurandogli degli sbalzi di umore impressionanti. Un po’ per causa mia che gl’avevo messa alle strette per scegliere la università e per l’altro canto l’impegno che ci metteva per superarmi agli esami. -buon giorno signorino,sono venuto con suo nonno per vederla a prendere il diploma- fece una pausa lasciando una piccola smorfia che sembra un sorriso compiaciuto- e un momento importante per lei,e non potevamo mancare ad un evento simile.- quella sua espressione mi procurava solamente fastidio,avrei voluto spaccagli la faccia. Ma sapevo che poi avrei dovuto avere a che fare con il nonno,e non avevo la minima voglia di vederlo. Optai nell’ignorarlo. Tanto non servirebbe a niente sporcarsi le mani in un evento come questo,doveva assolutamente vedere Hikari,solo lei riusciva a dargli conforto quando si sentiva nervoso. Quando entrai nella grande serra senti urlare qualcuno. Era Akira che stava distruggendo ogni cosa che gli fosse a tiro,e piangeva a dirotto. Anche gli altri erano tristi e anche Megumi piangeva in silenzio in un angolino lontana dai altri. -MA PERCHé!perchè ci fai questo HIKARI!!- nel sentire pronunciare il suo nome,corsi da loro in preda al panico,cosa gli sarà successo. -dov’è Hikari?che cosa è successo?Tadashi spiegami che cavolo sta succedendo!- ma tutti i presenti erano troppo impregnati a piangere, perfino Ryuu che era il più responsabile di tutti loro dava pugni al muro. Mentre Jun era pietrificato con uno sguardo assente,come se fosse morto mentre la povera Sakura lo chiamava preoccupata piangendo a sua volta. Tadaschi guardava sconvolto Akira che distruggeva le sue adorate tazze da the,non sapeva cosa fare per consolare la sua povera ragazza. -Ragazzi- la voce della preside blocco tutti i presenti verso di lei.-Dovete venire a prendere il diploma—ma mamma ma il diploma di Hikari?-chiese Tadashi con un filo di voce. -gli sarà spedito dove mi ha chiesto di mandarglielo,ma adesso vi prego di seguirmi. lo so che siete sconvolti perché la vostra amica non verrà alla cerimonia. Ma dovete essere forti- non riuscivo più a controllare la rabbia che mi stava esplodendo dentro. -volete dirmi perche cavolo Hikari non verrà alla cerimonia oggi?!- tutti gli sguardi erano finalmente concentrati su di me. -Hikari ha avuto una borsa di studio e dovuta partire oggi,e non ha voluto dirci dove andava!- fu la voce di Akira a rompere il silenzio in piena crisi tra lacrime e singhiozzi. -ci ha solamente lasciato questa lettera dove dice che era giunta l’ora di separarci,e questa e la tua Kei.- mi disse in fine Ryuu dandomi in mano una lettera con sopra il mio cognome. Era la scrittura di Hikari,conosceva quella scrittura perché la guardavo sempre quando prendeva appunti o quando studiava. Sento il cuore tremare in una morsa di dolore,come se in quel momento qualcuno mi avesse appena estratto l’organo dal mio corpo. Apro la lettera con le mani sudate e tremanti. Io Kei Takishima per la prima volta nella mia vita avevo paura. Sento pungermi gli occhi,mi trattengo le lacrime con tutta la forza e la volontà che avevo in corpo,non potevo permettermi cedere a un pianto senza prima leggere e capire bene quelle che c’èra scritto in quella busta. Mio caro Kei, mi dispiace di non esserci alla cerimonia dei nostri diplomi,ma ho avuto una borsa di studio che non potevo rifiutare. E non ti dirò dove vado, perché ho paura che tu mi possa venire a cercare e riportarmi a casa. Queste e una delle cose che devo farcela da sola,senza il tuo aiuto e soprattutto senza che tu mi salvi ogni volta. Ho bisogno che tu in qualche modo appoggi la mia scelta,e ti supplico di non esse ne triste ne arrabbiato. Voglio che tu sia felice,che tu faccia le tue scelte perché lo desideri tu e non perche ti venga imposto. Mi mancherai tantissimo,anzi mi manchi già e non ho mai amato nessuno a parte te. E spero che un giorno troverai un altro amore,che ti possa rendere felice e che sia alla tua altezza. Ti amerò per sempre Hikari. Rilessi più volte quelle sue ultime parole,senza accorgermi che ormai le mie guance erano zuppe delle lacrime che stavo versando. In quel momento era come se fossi già morto,solo che respiravo ancora.

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Capitolo 2
*** scoperta ***


Ero sull’aereo,e orami era notte fonda a li a ore sarebbe atterrata a New York. Aveva lasciato tutti. Ero arrivata ad accettare la proposta che gli aveva fornito il signor Takishima,non poteva fare altrimenti. Non poteva essere egoista,anche se nel profondo del suo cuore si sentiva esattamente cosi. Non aveva salutato nessuno,poteva dare solo una motivazione vaga su una lettera scritta prima di partire. Uno dei accordi era quella che non avrebbe detto a nessuno dove sarebbe andata,se no l’avrebbero fatta pagare non soltanto a lei. Si accarezza il ventre,per darsi un po di conforto. Per tutto il viaggio piansi in silenzio,avrei tanto voluto che Kei fosse li con lei a confortarla e sussurrarli dolci parole. Mi chiesi più volte perche non avevo detto a nessuno quello che da settimane mi portavo in grembo. Perché non si era confidata con Kei che aspettava un bambino. Avevo paura che lui si sentisse in dovere di fare qualcosa che nessuno dei due aveva ancora intenzione di fare. Non voleva sposarsi alla sua età,anche se si trattasse di Takishima. E in più in quella sera mi ero accorta che tutto ciò che gli stava accadendo,della gravidanza dell’università negli stati uniti,non aveva nessuna intenzione di perdere il bambino. Come d’accordi presi,lei avrebbe tenuto il bambino al patto che Kei non sapesse della sua esistenza, e la soluzione migliore era accettare la borsa di studio a New York,che gli aveva proposto il presidente Takishima dandogli tutto l’appoggio finanziario sia per lei che per i bambino. Odiavo essere mantenuta da qualcuno,ma soprattutto da un uomo cosi spregevole,ma non si poteva permettere di pensare al suo orgoglio adesso,doveva prima pensare al suo bambino. Otto mesi dopo. -signor presidente,la bambina è nata ieri sera.-la sua voce risuonava in quel palazzo inglese. Aoi era sempre stato fedele all’uomo qui davanti a lui,gli portava il massimo rispetto. E non aveva scrupoli per quanto riguardava raggiungere gli obbiettivi che gli chiedeva. -posso farti una domanda Aoi?—certo mio signore-dissi con voce un preoccupata –a chi assomiglia?- la domanda mi lascio perplesso,come poteva volere sapere a chi assomigliasse la piccola?si sarà forse pentito della sua decisione? –assomiglia alla madre,tranne per i occhi. mio signore- -lo sai Aoi che gli occhi sono il riflesso dell’anima di una persona?l’ho notato l’altro giorno mentre guardavo Kei.- sbuffo- e come se non avesse più un anima.- anche il timbro della sua voce era cambiato,si poteva quasi definire preoccupato. -Helena. Amore di mamma,vuoi che ti racconto come ho conosciuto tuo padre?- non so per quale motivo ma quando gli raccontavo delle sfide che gli lanciavo a Kei,lei smetteva di piangere e mi guardava con i suoi grandi occhioni di un verde foglia,che con la luce del sole prendeva alcune sfumature dorate. Esattamente come quelli di Takishima. Quando mi guardo la prima volta dopo il travaglio durato ore e ore,mi si sciolse il cuore quando quella piccola bestiola mi guardo dritto nei occhi. Mi fece rivivere tutti i momenti passati a Kei e con quelli della Special A. Mi mancavano terribilmente e non passava giorno che io non pensassi a ognuno di loro. Anche il lecca piedi del presidente Aoi,si era fatto vivo quando partorì Helena. Come per assicurasi che dovevo starmene buona,se non volevo che gli capitasse qualcosa. A quel pensiero la strinsi ancora più a me. Fino ad oggi ero riuscita a frequentare l’università,ma mi ero appena presa una breve pausa dopo il parto. Avevo scelto medicina infantile e giustamente ero la prima della classe. Anche la cosa non mi dava conforto visto che nessuno era alla sua altezza di superare le sue aspettative come Kei. A suo malgrado mi mancava essere chiamata numero due da quella voce irritante e piena di se. Le mie giornate erano più tosto ripetitive,altronde non era riuscita a fare amicizia con nessuno, e anche se volessi qualche settimana fa portavo un pancione gigantesco,che faceva scappare tutti i miei compagni di classe,e adesso invece quando qualcuno si avvicina mi chiede se faccio la babysitter a mia figlia. Avevo già superato tutti gli esami del mio anno e avevo già iniziato con il secondo rispetto hai miei compagni. Altronde loro non avevano l’obbligo di restare a casa a guardare a una bambina,anzi la paggior parte di loro partecipavano a feste organizzate del campus delle varie confraternite. A guardargli mi facevano venire in mente le miei giornate alla serra con Jun,Megumi,Tadashi,Akira,Ryuu e soprattutto con Kei a sorseggiare un buon the e i pasticcini preparati da Akira con tanto amore. Erano passati otto mesi dalla lettera che Hikari gli aveva lasciato sul tavolo della Special A. E Kei non dava cenni di vita,sembrava svuotato da qualsiasi sentimento. Si sentiva come un guscio vuoto,altronde era stata lei a riempire la sua vita i suoi pensieri. Si sentiva come se non avesse più uno scopo nella vita. Aveva alla fine accettato il trasferimento a Londra come richiesto da suo nonno sena batter ciglio. Ormai quella casa quel paese era troppo colpa di ricordi che lo facevano soffrire. Anche i suoi amici avevano cercato in qualche modo di rassicurarlo, come al suo solito preferiva rimuginare da solo. Come quando era piccolo. Si sentiva esattamente come all’ora. Anche suo nonno si era accorto che qualcosa non andava,infatti aveva cercato di incastrarlo diverse volte con dei appuntamenti al buio con diverse ragazze,che lui riteneva degno della mia attenzione. Ma nessuna assomigliava alla mia Hikari. Nessuna poteva riempire quel vuoto che lei gli aveva lasciato nel cuore. Strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche,voleva solamente sapere come stava e avevo una tremenda paura che lei si fosse messa in qualche guaio come al suo solito fare. Lei dava sempre fiducia a tutti,anche chi non se lo meritava. Sento una enorme rabbia a pervadere su tutto il corpo,mi sentivo deluso e frustrato era come se avessi per la prima volta in vita mia ricevuto una sconfitta. Avevo cercato in qualsiasi modo di rintracciarla,avevo passato più di un mese nel cercarla in tutto il mondo. Pur sapendo che mi aveva chiesto semplicemente di non farlo,se l’avessi trovata si sarebbe arrabbiata di sicuro ma almeno si sarebbe sentito un po’ meglio sapere dov’era. Rimango li in quell’ufficio che gli aveva assegnato suo nonno tutto il giorno a lavorare,anche se ogni tanto riguardavo le vecchie fotografie della Special A. Avevo fatto stampare una foto di tutti loro e lo avevo incorniciato in una piccola cornice che tenevo sulla scrivania. Mi rassicurava guardare quella foto,anche se ogni tanto mi immaginavo che lei potesse essere li accanto a lui,che lo rimproverava che stava lavorando troppo e che doveva uscire un po di più con lei. Mi ricordo quella volta che fecero l’amore,lei era bellissima e il profumo del suo corpo era afrodisiaco per me,anzi no, tutto di lei lo era. I suoi lungi capelli che nascondevano il suo corpo meraviglioso nei punti dove la sua concentrazione doveva essere maggiore. Era cosi pura ma allo stesso tempo audace. Non aveva paura di niente,ed era pronta a scalare una montagna per compensarmi a ogni mia fantasia. Sento il cellulare in parte a me suonare,disturbandomi da quei ricordi ormai cosi lontani. -si pronto?- -sai Kei ultimamente mi fai veramente pena- -che cosa vuoi Yahiro?- rispondo irritato da quest’ultimo,non avevo la minima voglia di parlare con lui. -se mi rispondi cosi mi sa proprio che non ti dico dove ho trovato Hikari- a sentire il suo nome mi fece alzare dalla sedia con il cuore che batteva talmente forte che sembrava avesse appena fatto una maratona. -dimmi dov’è!Yahiro se scopro che mi stai prendendo in giro. sappi che sei un uomo morto!- ero pronto a uccider chiunque pur di ritrovarla. -il tuo tono non mi piace Takishima,ma Megumi e Jun mi stanno supplicando di dirtelo!ebbene la tua adorata si trova nella grande mela,l’abbiamo vista e non ci crederai ha una bambina- non sapevo perche avessi messo giù il telefono in modo cosi brusco,ma dovevo assolutamente partire. Faccio mente locale di quello che Yahiro mi aveva appena detto. Sentivo che il mio cervello era in tilt ,una cosa che non gli era mai successo prima. Feci due calcoli,di come ci aveva lasciati,del suo comportamento delle sue ultime settimane prima di sparire. Hikari era incinta e lui non si era accorto di niente,e come poteva immaginarselo pensava che si sentiva cosi per via dello stress,che tutti gli stavano chiedendo di cosa volesse fare dopo la scuola. Doveva parlare con l’unica persona che avrebbe potuto architettare una cosa simile. Prendo il mio computer e la mia giacca, uscendo dal mio ufficio mi dirigo verso l’unica persona che poteva darmi delle spiegazioni. In questo preciso momento non me ne fregava di niente e di nessuno. Doveva assolutamente vederla a ogni costo,ma non potevo partire cosi. Avevo bisogno di aiuto,digito il numero che di sicuro mi avrebbe dato una mano sapendo che si trattasse di Hikari. -Akira, sono Kei ho bisogno di un favore .ho trovato Hikari.- -okay ti aiuto dimmi il tuo piano- -devi andare a New York,da Megumi e Jum loro l’hanno trovata,e ho bisogno che tu le parli- -perche tu non vieni?-mi morsi il labbro -no io prima devo andare da un'altra parte. Devo risolvere una cosa qua prima.- Jun l’aveva vista bene. Era proprio Hikari quella che attraverso la strada per entrare in una caffetteria. E aveva con se un passeggino,con una bambina che era identica a lei. Sia lui che Mengumi erano rimasti senza parole. Non potevano credere a una cosa simile,entrarono anche loro nella caffetteria seguiti da Yahiro che era appena arrivato pure lui non notando Hikari. -ragazzi che avete?-ci chiese perplesso –Shhhh- facemmo io e mia sorella in contemporanea indicandoli di guardare in fondo a al locale dove era seduta Hikari. Pure lui come loro due prima rimase senza parole. -credete…- disse Mengumi con un filo di voce,che era un evento sai raro evento che parlasse. Ma questa era una circostanza dove non aveva il tempo di scrivere i propri pensieri, tutti e tre ci guardammo in cerca di una risposta sul da farsi. -bisogna chiamare Kei!-dissi con una vocina stridula,ero assai contento che Sakura fosse rimasta al Hotel quel giorno. Perche di sicuro che lei si sarebbe già lanciata a palla di cannone verso Hikari per chiedergli spiegazioni. Sia io che Megumi guardammo Yahiro. Lui notando che lo stavamo fissando si imbarazzo – e perche mai devo farlo io scusa?- -perche tu gli devi un favore a Hikari,non ti ricordi?- dice mia sorella con un filo di voce -Okay hai ragione,dall’altra parte e vero,ma io non ho il numero di Takishima!- -ti devo forse ricordare chi sei per caso?tu sai tutto di tutti!- gli dissi facendogli ricordare i bei vecchi tempi dove lui ci metteva i bastoni tra le ruote. -vedo cosa posso fare faccio due chiamate fuori e lo chiamo,okay?- prese in mano il telefono uscendo dalla caffetteria. -sembra di essere ritornati alla Special A,non trovi?- mi disse in fine mia sorella,altronde era vero Hikari combinava un sacco di guai e ci metteva sempre in situazioni che a dirla tutta non vorrei mai farne parte. Ma loro tutti esistevano perche c’èra lei a tenergli uniti,da quando ci aveva lasciati i nostri rapporti tra di noi si erano sciolti pian piano. Ero preoccupato sia per lei ma anche per Kei. Come avrebbe affrontato il fatto che aveva una figlia?

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Capitolo 3
*** questa volta non sei sola ***


Akira rimase senza parole ma allo stesso di tempo era felicissima che avessero trovato la sua adorata Hikari. -Tadashi!dobbiamo partire subito- non fece in tempo a girarsi che i dolcetti che aveva preparato con tanto amore erano già stati mangiati tutti. -sei il solito ingordo!!-gli disse tirandogli una padellata sulla testa,ma ormai lui era abituato ai suoi maltrattamenti che si sposto in tempo. -che c’è avevo fame!- gli rispose con ancora in bocca il dolcetto che aveva fatto. -ti rendi conto chi mi ha appena telefona nato?- lui in risposta fece cenno di non sapere chi fosse. -era Kei!sa dov’è Hikari. E ci ha chiesto di andarci a parlare.-lui mi guardo stupito –scusami ma perche dobbiamo andarci?forse non e meglio che gli parli lui prima di noi?- la sua domanda non faceva una piega. -infatti e quello che ho pensato anch’io ma lui mi ha detto che doveva fare una cosa prima.- gli dissi lasciandoci perplessi alla mia risposta. -io sento puzza di guai,anzi ne sono certo credo che ci sia lo zampino del nonno di Kei in tutto questo non trovi?- il ragionamento di Tadashi non faceva una piega. Eliminare Hikari era l’unico modo per lui di riprendersi Kei a Londra,ma non spiegava il fatto perche la loro amica aveva ceduto cosi facilmente,non ne era il tipo che si arrendeva facilmente. -perche non rispondi Akira?- lo guardai dritto nei suoi grandi occhioni castani,era l’unica persona che era in grado di rassicurala quando si sentiva persa. -credo che tu abbia ragione. Ma ciò non spiega perche abbia accettato.-conclusi in fine -allora che aspettiamo?- lo guardai sconcertata,lui era sempre pronto a seguirla ovunque,anche se lei la maggior parte delle volte lo picchiava perche rubava quello che preparava lei lo amava veramente tanto. -direi proprio di si. Tadashi –lascio un minuto di silenzio –ti amo- Mi stavo assaporando un buon the in una caffetteria quando la piccola Helena si sveglio. -yei tesoro ti sei svegliata dormigliona- le accarezzo le sue guance morbide e vellutate che erano delicate e profumate come le pesche. Quando senti il cellulare suonare. -pronto?- dissi non sapendo il numero che mi aveva appena chiamato -Hikari,sono Aoi. Abbiamo un problema,se ci tieni alla bambina devi tornare a casa subito e preparare i bagagli. io sto arrivando li- non mi lascio nemmeno il tempo di contro battere che mise giù il telefono. Lascio i soldi sul tavolino e prendo tutte le mie cose mi dirigo all’uscita dove tre volti familiari mi bloccarono all’uscita. Ero senza parole,non potevo credere che proprio davanti a me c’erano Jun,Megumi e Yahiro. -non ti lasceremmo scappare questa volta- mi disse Jun,non si sarebbe mai aspettata una cosa simile da parte sua. Lo ricordava come un eterno fanciullo buono con tutti,ma la persona che si trova davanti a lei adesso era determinato a non lasciarla passare. Si aspettava un atteggiamento simile da parte da Yahiro ma non da Jun. Forse in questi mesi i suoi amici erano cambiati. -tu non sai quanto abbiamo sofferto quando sei sparita!- questa era la voce di Mangumi,cosi bassa e triste,la si sentiva parlare solo in rare occasioni e raramente,le sue lacrime di fecero stringere il cuore. Li aveva fatti soffrire. -mi dispiace,ma io devo proprio andare- avevo le lacrime ai occhi,ma non potevo rimanere se solo sapessero quello che gli avrebbero fatto. Forse si renderebbero conto che non avrebbero dovuto intervenire,ma lei non poteva spiegare doveva solamente scappare. Quando Kei si trovo nell’ufficio del nonno con lui davanti a se,seduto sulla sua scrivania,che mi scrutava per scoprire come mai il suo caro nipotino entro in quel modo nella stanza. Gli urlai -dimmi almeno il suo nome!- lui si tiro su in piedi sapendo benissimo a chi mi stessi riferendo. Lui si volto a guardare la finestra,come se fosse alla ricerca di qualche motivazione plausibile da dirgli. - l’ho fatto per te. Non sei pronto a essere padre alla tua età. E poi hai ancora una carriera davanti a te- -IO TI HO CHIESTO COME SI CHIAMA!- non mi importava delle sue scuse e di qualche motivazione plausibile del suo comportamento. Voleva sapere il nome di sua figlia. -si chiama Helena - mi rispose con un filo di voce - e se vuoi saperlo e uguale alla madre. A parte per i colori dei occhi,quello ha preso da te- non avevo più bisogno di sapere altro da lui,faccio per uscire. -Kei… non ti permetterò di rovinarti la vita per tali sciocchezze- sentendo quelle parole piombai di fronte a suo nonno. Sentivo la rabbia crescermi dentro,strinsi i pugni fino a farle diventare bianche dalla forza che ci stavo mettendo nel tenerle serrate. -azzardati a toccarle e ti giuro che la prossima volta non mi risparmierò nel trattenermi- la sua voce era fredda e distaccata,sapeva benissimo di aver messo in allerta suo nonno. Fornendoli su un piatto d’argento l’opportunità di rovinarlo,ma non aveva importanza. C’era solo una cosa che in questo preciso momento gli importava più di ogni altra cosa,ed era riavere vicino la sua amata Hikari e la loro bambina. -non posso venire con voi!-gli urlai contro a pieni polmoni. Anche la piccola Helena aveva iniziato a piangere,come se avesse capito la mia disperazione. -noi ti possiamo dare una mano!-mi disse Yakiho -No,nessuno può aiutarmi!-chinai la testa in segno di sconfitta. Non ero mai stata una che si arrendeva facilmente,anzi ero decisamente ottusa a quel riguardo. Ma non potevo permettere che succedesse qualcosa alla mia piccolina,era l’unica cosa che mi era rimasta. Tutto il mio mondo girava attorno a lei,adesso. E non aveva importanza se lei soffrisse e che venisse calpestata nell’orgoglio di aver ceduto a un tale ricatto,la sua priorità era un'altra adesso. -voi non capite!non riguarda più me!io adesso devo prendermi cura della mia bambina,e non sarete di certo voi a impedirmelo!- presi la piccolina in braccio,pronta a scappare da quella situazione frustrante. Mi lanciai sopra di loro correndo come una pazza,con la piccola imbraccio,che nel frattempo mi guardava incuriosita. Sentivo le loro voci che mi chiamavano in lontananza di fermarmi,ma non potevo farlo,il mio cuore batteva talmente forte che gli sembrava che da li a poco sarebbe potuto uscirle dal petto. -Maledizione sta scappando!-Yahiro era fuori di se,non aveva mai capito come quella ragazza potesse essere cosi stupida. Non erano mai stati realmente amici ma pure lei lo aveva aiutato varie volte ad accertarsi e a comprendere i suoi sentimenti. Guardo la mia piccola Mengumi in lacrime,mi si strinse il cuore. Odiava vederla piangere,lei che aveva un cuore cosi dolce e gentile che si preoccupava sempre del bene dei altri. La stringo forte a me per consolarla. -Non ti preoccupare l’abbiamo trovata una volta. la troveremmo anche la seconda- la assicuro, lasciando che lei si rimprendesse dal pianto. I suoi occhi violacei erano opachi dal pianto e il suo piccolo visino era rigato da profonde lacrime. Tiro fuori il telefono pronto a chiamare Kei, e fare rapporto. Quando mi trovai una chiamata persa di una mia vecchia conoscenza. Era di Aoi. Faccio per richiamare quando lui stesso mi richiamo. -si pronto?- chiesi allontanando un pò dai due gemelli,non volevo che loro capissero con chi stavo parlando. E soprattutto avevo bisogno di tutta la concentrazione possibile senza distrazioni per accogliere il meglio di quella inattesa chiamata. -salve signor Saiga,avrei bisogno di un favore da parte sua- -ma certo, dimmi pure. Non potrei mai lasciare qualcuno in difficoltà,soprattutto se un amico come te- gli rispondo,ritornando il vecchio me stesso in quelle parole. -avrei bisogno che lei mi ospitasse per qualche giorno nella sua villa poco fuori da New York- -ma certo, avviserò i miei domestici del tuo arrivo. non ti preoccupare puoi rimanere tutto il tempo che vuoi.- Quando terminai la chiamata ritornai a guardare i due gemelli,ancora disperati dall’accaduto. Mi avvicino a loro ‘come vi ho già detto prima trovata una volta possiamo trovarla anche la seconda colta.-dissi in fine facendo concentrare i loro sguardi su di me. -che cosa vorresti intendere?-mi chiese in fine Jun, facendo smettere di piangere sua sorella. -che so dove la porteranno. Tutto qui. Ma adesso abbiamo cose più importanti da pensare- -Tadashi- chiesi svegliandolo dal sonno. -si Akira?- mi guardava come solo lui sapeva fare ,nel suo sguardo certa tanta dolcezza da farmi sciogliere. -sono preoccupata,io sono sempre preoccupata quando si tratta di Hikari.- gli confesso -perche gli vuoi bene. E fra poche ore la vedrai.-mi rispose accarezzandomi la mano dolcemente. Il loro rapporto era un continuo su e giù,come della montagne russe,cerano momenti che lei stessa lo avrebbe ucciso con le sue mani ma altre volte non riusciva a non apprezzare la sua gentilezza. -ho ricevuto notizie dai altri che sono li,e hanno detto che sanno dove trovarla. E poi lo sai che abbiamo dalla nostra parte Yahiro che è sempre ben informato su tutto!- mi disse con il suo sorriso migliore che mi faceva sciogliere. Ormai era da parecchio che stavano insieme ma lui aveva sempre avuto quell’effetto su di lei. Era come se riuscisse a leggergli l’anima. -non so proprio come farei senza di te. Lo sai?- gli risposi girandomi verso di lui,notando che stava già mangiando le ciambelle che avevo preparato prima di partire. Sento la rabbia crescermi,come era possibile che passasse da un momento romantico a ingozzassi cosi! -TADASHI!!- urlai a pieni polmoni facendo tremare l’aereo. -scusami Akira, ma non picchiarmi per favore! Lo sai che quando sono agitato continuo a mangiare!- replico mentre io avevo già iniziato a lanciarli a dosso ogni oggetto che avevo a portata di mano. -JUN! Finalmente sei tornato tesoro mio!- la voce di Sakura fece tremare i vetri del Hotel. Si era già lanciata tra le braccia del suo amato,a una velocità impressionante. -dove eravate finiti?vi ho aspettato un sacco!- ci disse rimanendo perplessa quando si accorse delle face dei due gemelli. -ma che cosa è successo per avere delle facce del genere. Sembrate due appena tornati da un funerale!- -Sakura. Abbiamo trovato Hikari- gli disse Jun con un filo di voce. Gli spiegammo tutta la storia, e del fatto che da li a poco sarebbero arrivati anche Akira,Tadaschi e Ryuu . -non vi preoccupate ragazzi ci penso io!- urlo a pieni polmoni, era entusiasta e la cosa stava facendo assai paura ai suoi amici. -comunque dobbiamo organizzarci, adesso che sappiamo dove Aoi la porterà, possiamo pensare a un piano!- Sakura si stava divertendo un sacco gli piaceva fare quelle,era nella sua natura uscire dai guai o crearne,altronde essendo nata da una famiglia molto ricca era ordine del giorno che li capitassero queste cose,al contrario del suo principino lui era molto riservato anche se da quando si sono conosciuti aveva tirato fuori un lato di se,che nessuno dei presenti si aspettava. Era diventato determinato. Ryuu non vedeva i suoi amici da mesi. Aveva infine accettato di partire in Africa in una riserva dove studiava come salvaguardare gli animali in via estinzione. Aveva accetto di buon grado quella opportunità,visto che ormai la scuola si era conclusa e i gemelli ormai erano in grado di badare a se stessi. Anche se ogni tanto si preoccupava per loro,ma era contento che loro due avessero trovato due persone che gli amavano e si prendevano cura di loro. Lui nel gruppo era quello saggio e riflessivo,che si prendeva cura dei suoi animali e di Jun e Megumi. Ogni tanto aiutava ancora il padre con il lavoro,ma nel campo sportivo non era nel suo interesse. Lui era nato per essere li in Africa,lo faceva sentire a casa come quando andava alla Special A. Ripenso alla cerimonia dei nostri diplomi. Sarebbe dovuto essere uno dei giorni più importanti e più felici della nostra vita,se solo non fosse successo che Hikari spari nel nulla. Da quel giorno pian piano ci siamo divisi prendendo strade diverse. Mi venne in mente le parole che Hikari mi disse quando per un breve tempo la Special A rimase chiusa. “l’importante che siamo tutti insieme” ecco cosa aveva detto,ma è stata lei proprio a non mantenere la sua promessa. Ero frustato e deluso dalla sua sparizione,lei era l’unica che riusciva a tenere insieme quella banda di secchioni insieme. E come si voleva dimostrare con la sua partenza, anche gli altri si persero di vista. Kei fu il primo a sparire,parti per cercala senza successo per poi infine trasferirsi definitivamente a Londra. I gemelli avevano finalmente deciso di partire con i propri compagni alla ricerca della musica,organizzandosi diverse tappe. Akira e Tadaschi avevano aperto una scuola di cucina dove lei lo rimproverava di continuo mentre lui non pensava d’altro che a mangiare. Mentre io… Sentendomi solo accettai questa proposta,non ero affatto deluso della mia scelta,anzi ero serenamente felice di curare e allevare tutti quei piccoli animaletti. Ma mi sentivo sempre come se non avessi concluso qualcosa. Quando mi arrivo la chiamata di Jun capi che cosa era quella cosa che ogni giorno mi faceva sentire incompleto. Non avevo cercato le risposte di cui il mio animo aveva bisogno. Non mi ero più soffermato a pensare,che infatti la scomparsa della sua amica fosse strano,anzi no, aveva fatto finta di niente come aveva fatto tutti loro. Ero deluso da me stesso per non aver capito che Hikari aveva bisogno dei suoi amici. Mi sentivo indegno di essere chiamato tale. Ma questa volta non avevo intenzione di fare finta di niente. Lei lo aveva sempre aiutato,anzi aveva aiutato tutti loro in diverse situazioni, tenendoci per mano senza mai arrendersi.

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