The foxes pain

di Gecko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Yamsuk ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


4 Novembre 2016,

ore 01:37

 

I vetri sul pavimento scricchiolavano sotto gli anfibi dell'agente Wilde, mentre avanzava lentamente verso il centro del quarantaduesimo piano. Grazie alla torcia e alla sua capacità di vedere al buio riuscì a evitare la voragine causata dall'esplosione di una granata.

Si bloccò di colpo.

Dal soffitto squarciato colavano gocce di sangue.

Paura.

Da tempo Zootropolis non conosceva una minaccia terroristica come quella. Non rimaneva altro che la paura, sia nell'animo di chi poteva solo stare a guardare, sia in quello di chi c'era dentro fino al collo.

Lo zampillo delle gocce che si stavano accumulando sotto il bordo franato del piano di sopra accelerò i battiti di Nick, ma si costrinse a rimanere vigile e pronto all'azione.

La volpe continuò a muoversi, senza avere assolutamente un idea di chi cercare, sperando di capirci qualcosa al momento opportuno.

È bello vedere come, seppur lentamente, gli indizi ti conducano inesorabilmente verso una soluzione, ma non lo è altrettanto quando quella soluzione ti travolge in pieno, sparpagliando tutti i tasselli che hai accostato fino ad allora e costringendoti ad agire velocemente.

Il grattacielo non era ancora stato del tutto evacuato, anche se i piani al di sotto del trentacinquesimo si potevano ritenere sicuri.

Probabilmente una task force era già atterrata da alcuni minuti sul tetto, traendo in salvo i civili dall'ultimo piano fino al quarantasettesimo o giù di lì.

Nessuno sparo da cinque minuti, nessun'altra esplosione, si poteva sentire soltanto il suono delle sirene dei mezzi di soccorso, il rumore degli elicotteri che ronzavano attorno all'enorme edificio, e il vento, che con raffiche dall'intensità variabile penetrava attraverso le vetrate infrante.

Nick raggiunse il quarantatreesimo piano, si avvicinò alla voragine con la torcia e la pistola puntate in avanti.

Tre cadaveri giacevano davanti agli occhi dell'agente.

Un ghepardo maschio, una pecora e qualcuno di indistinguibile. L'esplosione aveva ridotto così male il terzo corpo che nemmeno si poteva capire a quale razza appartenesse.

Le forze lo abbandonarono, per lasciare spazio allo sgomento e allo sconforto, facendolo cadere in ginocchio, con gli occhi fissi su chi quella sera infernale...non ce l'aveva fatta.

I primi tre cadaveri di una lunga serie...sì ma lunga quanto?
- Perché sta accadendo tutto questo? È un incubo, un vero incubo...chi cazzo può fare una cosa così...e perché!? - singhiozzò tremando accovacciato nel buio sul pavimento sporco di calcinacci intrisi di sangue.
D'impeto la volpe si sollevò sulle sue zampe, afferrò la radio e comunicò con Bogo, quasi urlando.
- Signore mi trovo al quarantatreesimo piano davanti a tre civili rimasti uccisi dall'esplosione, ancora nessun contatto! -.
- Wilde, finalmente! - rispose sollevato il capitano. - Ora cerca di calmarti! Prosegui verso l'ultimo piano, dovresti incontrarti fra poco con la squadra speciale, sono già stati informati della tua presenza! Fa attenzione! Sembra non abbiano ancora incontrato resistenza, quindi il difficile probabilmente si trova un paio di piani sopra il tuo! - .
- Ricevuto capitano, proce... - . Uno sparo al piano di sopra fece sussultare Nick.
L'agente spense la torcia, controllò il caricatore della pistola e si assicurò di impugnarla correttamente.
La paura dentro di lui aveva cambiato forma, gli occhi rimanevano spalancati, quasi non battevano ciglio, le pupille dilatate, il tremore invariato, le pulsazioni al massimo della velocità, così come tutti i muscoli del suo corpo. Infine, la voglia di uccidere.
Era l'istinto del predatore.

Pochi metri sopra di lui, c'era qualcuno che meritava di morire, qualcuno che aveva stroncato troppe vite per potersi permettere di passeggiare di nuovo in strada, e non c'era più un solo grammo di pietà in Nicholas Piberius Wilde.

Non era quello il compito di un poliziotto, lui avrebbe dovuto solo assicurare il male alla giustizia, affinché potesse farne ciò che era giusto, ma adesso non sapeva più nemmeno cosa fosse un distintivo.
A velocità folle salì le scale fino al quarantaquattresimo piano. Da quel punto in avanti, ogni porta attraversata avrebbe potuto essere l'ultima.

Si trovava in un corridoio lungo circa dieci metri.

Per un istante, il faro di un elicottero illuminò il locale, permettendo all'agente di vedere un ombra attraversare una porta.

Gli era bastato un attimo per iniziare ad analizzare la sua “preda”: il modo con il quale aveva varcato la soglia era raffinato, si era mosso accovacciato con una pistola spianata dalla canna innaturalmente lunga, dotata probabilmente di silenziatore, mentre la sagoma del corpo sembrava avere degli spigoli di troppo, suggerendo un equipaggiamento sofisticato.

L'agente capì che si trattava di uno specialista, ma l'adrenalina gli vietava di temerlo.

Vide infine...una lunga coda da volpe.

- Un'arma silenziata non fa quel rumore...- dedusse Nick - ...quindi devo aspettarmi ancora qualcuno. -.
Decise immediatamente di seguire l'ombra, muovendosi basso e silenziosamente.

Tunf! Tunf! Tunf!

Quando fece capolino dalla porta incriminata si trovò davanti altri tre cadaveri, questa volta di individui armati e coperti in volto, mentre l'ombra aveva preso per il collo un quarto elemento, puntandogli contro un coltello ricurvo.

Aveva un passamontagna, ma si capiva che nella morsa dell'altra volpe c'era un lupo.

L'animale stava cercando di prendere aria con entrambe le mani attorno all'avambraccio del suo aggressore. Ottenne due boccate d'ossigeno e con voce roca tuonò – Sei arrivato tardi Wilde! -.

Nick ebbe un sussulto, incredulo di essere stato scoperto nonostante i suoi accorti movimenti.

- Non abbastanza da impedirmi di giungere alla verità! - sbraitò l'agente avanzando – Ehi tu, lascia andare il lupo e alza le mani, hai già mietuto abbastanza vittime per stanotte. -.

La volpe per tutta risposta, recise la giugulare del canide che teneva con l'incavo del gomito con un taglio deciso e precisissimo, poi lo gettò addosso all'agente Wilde che non poté fare altro che afferrarlo.

Accompagnò a terra il disgraziato con il collo zampillante di sangue e puntò immediatamente in avanti la sua pistola, inutilmente, perché la volpe assassina era già scomparsa.

Nick era molto confuso a quel punto.

Evidentemente questi tre tizi morti e questo lupo con la giugulare aperta erano responsabili dell'attentato.

Ma la volpe evanescente che ruolo aveva in tutto questo? Che ci faceva lì? Come faceva a conoscermi questo lupo sconosciuto?

La rabbia folle dell'agente scemò, ma non scomparve del tutto.

La volpe si diede da fare a tamponare il collo del terrorista per bloccare la fuoriuscita di sangue, o quantomeno, per rallentarla.

- Argh! Merda morirò di certo! - piagnucolò il lupo.

- Col cazzo! Verrai rimesso in sesto all'ospedale, dopodiché ti torturerò io stesso fino a farti sputare tutto quello che sai! - ringhiò un Nick particolarmente iracondo – a proposito, come sai il mio cognome? - .

Il rumore degli anfibi accompagnato dalle luci di alcune torce, annunciò l'arrivo della squadra speciale proveniente dal piano di sopra.

- Agente Wilde qui! Tre obbiettivi a terra e uno gravemente ferito, nessuna altra minaccia! - gridò sollevato.

- Ricevuto Wilde, non muoverti! - Ordinò una delle teste di cuoio.

- Wilde?!? - domandò a fatica il lupo – sul serio? Voi volpi vi chiamate tutte Wilde?!? -.

Nick sgranò i suoi occhi verdi e fissò quelli sofferenti del terrorista.

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Capitolo 2
*** Yamsuk ***


2 Novembre 2016,

ore 08:15

 

- Prego...accomodati...- mormorò la volpe con voce grave.

La novellina obbedì, dall'essere sull'attenti passò al “riposo”, si avvicinò alla scrivania del suo superiore e si mise seduta.

- Grazie signore! - esclamò rispettosa.

Judy Hopps, una coniglietta poco più che ventenne, fresca d'accademia, non stava più nella pelle tanto era desiderosa di entrare in azione. Dalle otto di quel mattino, aveva trattato ogni elemento del primo distretto di Zootropolis come fosse un generale. La sua divisa era impeccabile, non un piccolo filo penzolante, non una piega, mostrine lucide come come specchi. Ad alcuni anziani della centrale aveva suscitato perfino tenerezza, ricordando loro quanto fossero simili a lei il primo giorno di servizio.

Judy osservò bene l'agente che si trovava di fronte, percependo qualcosa di strano. Rispetto agli altri era un po'...trascurato. Il pelo incolto, non curato, borse sotto gli occhi, ed in sintesi era...decadente.

Nonostante tutto, o forse grazie anche a questo, aveva un'aria da duro. Non aveva più di trent'anni, o almeno di questo era convinta la recluta. Difficile da stabilire attraverso la divisa, ma non sembrava avere una muscolatura voluminosa. Probabilmente aveva temprato la fibra bianca, se ciò era vero quella volpe non sarebbe riuscita a sopravvivere ad una maratona, ma ad un combattimento corpo a corpo avrebbe fatto paura.

- E così Bogo ti ha assegnata a me – disse con un tono a metà fra l'affermativo e l'interrogativo – sei molto giovane. Trasferita da un altro distretto? -.

- Negativo signore, questo è il mio primo giorno! - rispose la coniglietta fiera di ciò che era diventata – Se lei è Nicholas Wilde, della squadra uno, allora sì signore, sono ai suoi ordini! -.

- Chiamami Nick... - anche la volpe iniziò ad analizzare la recluta. La fissò intensamente per diversi secondi, poi lesse alcune righe della documentazione che il capitano aveva portato assieme a lei.

- Qui c'è scritto che sei risultata la migliore del corso – l'agente Wilde smise di prendere sul serio quanto riportato su quel foglio alcune frasi dopo – e che...hai abbattuto un rinoceronte in allenamento sul ring...-.

- Si certo signore! Sa, quando lui mi ha...-.

- Sì, sì, sì ho capito...- tagliò corto Nick, provocando in Judy Hopps un certo nervosismo.

- Ascolta bene Hopps perchè non mi ripeterò – annunciò la volpe – farai coppia con me, questo significa che sarai uno dei quattro elementi della prima squadra, non solo, sarai anche il secondo agente della prima pattuglia. Sappi che la prima pattuglia e la prima squadra non si tirano mai indietro, se c'è un'emergenza siamo sempre in prima linea, e qua di rinoceronti incazzati da buttare giù ne troviamo a bizzeffe...e sul serio...-.

La coniglietta stava iniziando ad irritarsi per davvero.

Sembrava che il suo collega ce l'avesse con lei e non lo sopportava davvero più.

- ...Sai perchè sei qui? Sei qui perché pochi giorni fa il mio secondo è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco... - proseguì Nicholas.

Judy non si sentiva più così irritata, e provò ad immedesimarsi nel ruolo di un poliziotto che perde un amico nella lotta contro il crimine.

Adesso sembrava tutto un po' più chiaro, quella volpe doveva riprendersi da un brutto shock.

- Signor Wilde, scusi se la interrompo. – esordì con voce pacata, calma, quasi timorosa di infrangere qualcosa di molto delicato – Mi dispiace molto per la morte del suo compagno, ma non deve preoccuparsi per me, so bene cosa mi aspetta la fuori, farò attenzione e non la deluderò! Mi dimostrerò all'altezza di ciò che sarò chiamata a fare! -.

Nick la fisso con occhi molto aperti, sembrava colpito dall'intraprendenza della novellina.

- Bene...- mormorò la volpe avviandosi verso la porta – adesso siediti al mio posto, dai un occhiata agli indizi raccolti sull'ultimo caso in lista, nel database del mio PC. Intanto io mi vado a dare una sistemata, tra un ora esatta chiudi l'ufficio con la chiave sulla scrivania e fatti trovare in armeria. -.

- Si signore! Grazie signore! - esclamò Judy Hopps, prima squadra del primo distretto, ZPD.

- Un ultima cosa Hopps...prima ti ho detto di chiamarmi “Nick”, perché non lo fai? Cominciamo male signorina...-.

La volpe non attese nemmeno la reazione della coniglietta e chiuse la porta dietro di sé.

Judy non poté fare a meno di curvare verso l'alto i margini delle sue labbra , guardando là dove il sorriso del piedipiatti Wilde l'aveva lasciata inspiegabilmente senza fiato.

 

Trenta minuti dopo, qualcuno bussò alla porta dell'ufficio di Wilde.

- Avanti! - esclamò una voce femminile.

- Non c'è Nick? - esordì il capitano Bogo aprendo.

Judy scese dalla sedia con un balzo e si mise sull'attenti – No signore, ci sono solo io. -.

- Perfetto, ti devo parlare – sussurrò guardingo - ...e rilassati per favore.- lamentò quasi esasperato.

Il bufalo chiuse la porta dietro di sé e raggiunse la scrivania, ordinò alla coniglietta ancora in piedi di sedersi e fece lo stesso.

Bogo sospirò e prese una discreta boccata d'aria.

- Come è andata con Wilde? - domandò svuotando gradualmente i polmoni anche dopo la fine della frase, come se volesse scaricare tensione.

- Beh...- Judy guardò basso per un secondo – mi ha detto di avere perso un compagno pochi giorni fa...e che faccio parte della prima squadra, quindi dovrò dimostrare di esserne degna. -.

Il capitano affondò il muso nei palmi ed iniziò a parlare, dopo aver guardato la novellina negli occhi per un paio di secondi.

- Colin è morto un paio di mesi fa...Nick ti ha detto che è successo da poco perché teme di apparire debole. Non è più uscito per i servizi, svolge solo lavori d'ufficio. Passa due notti su tre qui al distretto, a volte lavora quarantotto ore filate, è per questo che stamani ha un aspetto sciupato, l'avrai notato immagino...- dedusse Bogo attendendo la conferma della coniglietta.

La ragazza aveva lo sguardo fisso nel vuoto, ciò che il suo capo le stava dicendo sembrava così surreale.

La risposta di Judy non arrivò ma il bufalo riprese comunque il discorso.

- Molti elementi di questa centrale gli hanno chiesto di poterlo affiancare dopo il fattaccio ma lui non aveva mai accettato nessuno. Io sono convinto che abbia il terrore di vedere morire qualcun altro.- stabilì.

- A-aveva...signore? - la coniglietta uscì dal “coma” e chiese con esitazione.

Da serio, lo sguardo del capo accennò un sorriso.

- Sì...dopo due mesi qualcosa è cambiato in lui, ieri è arrivato via fax il fascicolo su di te, Hopps. - disse dando a quel fascicolo l'importanza di un presidente.

- E...cosa ha comportato questo signore? - domandò timidamente non capendo dove il suo capo voleva andare a parare.

- Beh, Nick lo ha afferrato e lo ha consultato, si è seduto su una poltroncina del mio ufficio e dopo qualche minuto ha mormorato:” Mi serviva un compagno per la mia pattuglia vero? Voglio lei...”.-.

 

2 Novembre 2016,

ore 10:31

 

Il quartiere “yamsuk” non godeva di una buona reputazione, i piedipiatti non facevano a gara per farci un giro. Palazzi fatiscenti edificati molto vicini fra loro avevano dato origine ad una rete di strade strettissime e a tratti anguste, fra le quali i malviventi sapevano sparire come fantasmi.

La prima pattuglia del distretto uno lasciò la volante nel quartiere accanto e si avviò a piedi.

Una banda di rapinatori arrestata la sera prima aveva riferito di agire per conto di un pezzo grosso, un certo “Kalinin”, e questo nome era tutto ciò che sapevano di lui.

Con l'impegno congiunto della scientifica e del primo distretto di polizia, fu scoperta la presunta ubicazione di un fedele tirapiedi di questo pezzo grosso, una tigre maschio di nome:“Jeff Castello”, insieme a varie altre informazioni di scarsa utilità.

Nick si fermò e prese gentilmente Judy per un braccio.

- Tieni una mano sulla cintura, vicina alla pistola, sempre...e...occhi aperti. Raggiungiamo questo indirizzo, prendiamo il soggetto e ci allontaniamo. Dobbiamo fare tutto ciò in non più di tre minuti, o non torneremo più a casa...sai...i poliziotti qui li fanno sparire...- Wilde non distoglieva i suoi occhi da quelli della sua compagna – infine, se dovessi perdermi di vista per qualsiasi motivo, estrai la pistola e corri via, sparando a chiunque sia armato! -. Fu così che la volpe acuta preparò la coniglietta alle prime armi, e mentre parlava, cercava di nasconderle ciò che aveva dentro, le sue emozioni. L'agente Hopps capì benissimo quanto il suo compagno fosse terrorizzato, tuttavia, la sua tenacia nel nasconderlo le infondeva sicurezza.

Judy annuì, non era spaventata come il suo superiore, questo non significava che fosse più coraggiosa di lui, solo che, non sapeva cosa stavano per fare, Nick sì.

Non era lì che Wilde aveva perso il suo compagno, ma era proprio lì che la morte lo sfiorava di continuo.

- Ok, ci siamo, questo è il vicolo che porta nel nucleo del quartiere...stammi vicina...- la voce della volpe si fece bassa e grave.

- Si signore...- sussurrò Judy.

Nick fissò l'agente Hopps lievemente irritato, in attesa che capisse cosa voleva comunicarle.

La coniglietta era intelligente e comprese al volo.

- Si Nick... - si corresse con un sorriso accennato.

I due si avviarono a passo svelto nella piccola viuzza. L'asfalto era sudicio, bottiglie di birra infrante ovunque, cartacce varie, ogni cinque portici uno era pieno di cenci di un senzatetto.

Osservando in alto, l'azzurro del cielo era sporcato da un fitto intreccio di panni stesi ad asciugare, archi, cavi del telefono e della corrente elettrica, terrazzi e cornicioni.

Sembrava un labirinto, era impossibile scollarsi di dosso la sensazione di essere pedinati, e le pochissime ombre che si intravedevano erano così losche da non poter essere altrimenti descritte.

- Trenta secondi, non fermarti! - esclamò la volpe.

Il passo svelto aveva gradualmente lasciato spazio alla corsa, ormai la porta da attraversare era in vista a dieci metri.

Il tempo si fermò.

Un piccolo lampo di luce invase il campo visivo dell'agente Wilde, in alto a destra.

Qualcuno aveva puntato verso di loro un ottica, da qualche parte su un terrazzo o da una finestra.

Nick si bloccò, attese che Judy lo raggiungesse, la afferrò con un braccio e la strinse a sé, infine sferrò un calcio ad una porta alla sua sinistra sventrandola.

La coniglietta non poté fare altro che spalancare gli occhi per lo stupore, in attesa di capire cosa stesse succedendo.

La volpe scattò dentro la stanza e si mise con le spalle al muro, il suo sguardo saettava in ogni direzione, alla ricerca di una strada da percorrere. Erano finiti in una sorta di capanno degli attrezzi.

- Che succede Nick?! - esclamò l'agente Hopps ancora bloccata dal braccio del suo superiore.

- Ci hanno preso di mira! Merda! - sbraitò Wilde – passiamo dalla porta qui a destra! - ordinò lasciando finalmente la presa su Judy.

Nick sfondò anche questa porta benedicendo il fragile legno d'abete ed uscì scivolando lungo il muro dell'edificio di fronte.

Da questa nuova uscita non rischiavano di essere colpiti da un eventuale fuoco del tizio di prima, ma quella era solo una delle tante minacce.

La novellina seguì a ruota il collega.

Arrivarono finalmente alla celebre porta, stavolta era di legno massiccio, l'agente Wilde bussò con energia e guardò l'orologio: un minuto e dieci.

- Hopps coprimi! - ordinò la volpe – occhio alle finestre! -.

Lei obbedì, mise la mano sopra la fondina per prepararsi ad un'eventuale estrazione in caso di attacco, e con la massima attenzione osservò l'ambiente circostante. Fino a poco fa non aveva così paura, e non capiva cosa terrorizzasse così il suo capo pattuglia, ma ora si sentì veramente un topo in trappola.

Bisbiglii e rumori di decine di passi angosciarono la coniglietta sempre più nervosa, iniziarono a tremarle le gambe.

Dopo dieci secondi la porta si aprì.

Nick la spinse violentemente con una spallata spalancandola e travolgendo l'inquilino.

Una tigre cadde imprecando.

- Jeff Castello? - chiese a voce molto alta e decisa il poliziotto.

- Bastardo! - sbraitò l'animale rialzandosi e sferrando un gancio destro.

La volpe si gettò verso il suo pugno con entrambi gli avambracci, colpendogli il bicipite. L'avversario grugnì per il dolore.

Fu allora che sorprendentemente l'agente Wilde rifletté su un punto molto importante.

Nick aveva già sollevato la gamba per colpirlo al ginocchio, questo lo avrebbe steso di sicuro, ma in quel frangente, una persona impossibilitata a camminare avrebbe significato un viaggio a vuoto.

Secondo la stima temporale del poliziotto infatti, ancora un minuto e qualche secondo lì dentro e le probabilità di uscirne sarebbero cominciate a scendere furiosamente sotto il novanta per cento.

Colpì quindi l'inguine, piegando in due il presunto Jeff.

Per concludere l'opera, la volpe scattò in avanti appoggiando il palmo della mano destra sul muso della tigre, infine colpì entrambi i polpacci con la sua gamba destra stesa.

Oramai l'avversario dell'agente Wilde era schiena a terra, con le mani a mo' di scudo davanti al volto.

Judy nel frattempo aveva visto come in due secondi e mezzo Nick avesse sconfitto una tigre alta il doppio di lui...ebbe la conferma di quanto dedotto prima: nel corpo a corpo faceva paura.

- J-Jeff! Sono io sì! - piagnucolò Castello – che volete da me!? -.

- Che tu ci segua alla centrale – spiegò il poliziotto con voce molto calma – ci serve il tuo aiuto per capire alcune cose. -.

Stava per ammanettarlo quando la situazione degenerò.

- Nick! Tipi sospetti si avvicinano! - annunciò Judy.

- Quanti!? -

- Una...una decina! -.

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