50 sfumature di quotidianitá

di SVDW
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We are pregners ***
Capitolo 2: *** Passerotto... ***
Capitolo 3: *** Domanda... ***
Capitolo 4: *** Consequences ***
Capitolo 5: *** Tutto sbagliato. ***
Capitolo 6: *** Safe and sound ***
Capitolo 7: *** Ci siamo. ***
Capitolo 8: *** Come meet Teddy ***
Capitolo 9: *** Giorno ***
Capitolo 10: *** 17/06 ***



Capitolo 1
*** We are pregners ***


Seattle, febbraio 2012.

POV Christian
< Allora, quale preferisci?> chiedo ad Ana abbracciandola da dietro e sprofondando il naso nei suoi capelli.
Siamo al mobilificio più grande di Seattle, cercando i mobili perfetti per la cameretta di Puntino, ma Ana si innamora di qualunque culletta, fasciatoio o mobiletto veda. E' così bella quando e' così spensierata e allegra, e farei qualunque cosa sia in mio potere per vederla ogni giorno cosi felice.
ridacchia Ana riportandomi alla realta' < a me piace quella > indica una cameretta con una culla di legno bianco, un fasciatoio bianco a pois celeste pastello, ed un comò bianco di legno, perfetta in tutta la sua eterea sempicita', proprio come la mia Anastasia.
le lascio un bacio leggero a fior di labbra e la prendo per mano, menntre ci avviamo alla cassa, dove lascio il nostro indirizzo e la carta di credito del nostro conto cointestato, solo perché la mia insistente moglie me l'ha chiesto dopo un'intensa sessione di sesso.
< Cosa vuoi fare ora?> le chiedo lascivo una volta in macchina.
Ana ci pensa su mordendosi il labbro,e sento l'uccello fremermi nei pantaloni. Cazzo.
< Potremmo dipingere la cameretta di Puntino!> propone cinguettando. Dio , se la fa così felice le dipingerò l'intera casa!
Annuisco sorridendo e parto.

<  Okay piccola, il pavimento è coperto, le tempere ci sono ed i pennelli anche. Vuoi aprire le danze cominciando a fare i pois?> le chiedo con voce melliflua, sebbene io conosca giá la risposta.
Ana batte le mani e inizia a dipingere il muro con il pennello intriso di vernice celeste chiaro attraverso gli stencil, con un sorriso timido disegnato in volto.
Una volta finito, la aiuto a togliere gli stencil e le cingo la vita , baciandole il collo.
< Devo dirlo, sono soddisfatta del nostro lavoro, Mr Grey.> cinguetta mia moglie.
< É tutto merito tuo, Mrs Grey> ridacchio < e so anche come premiarti per il tuo egregio lavoro, bambola>
La afferro per le cosce e lei mi cinge istintivamente la vita con le gambe.
Sostenendola per il sedere la porto in camera nostra e la faccio stendere sul letto, scansando il copriletto e baciandola appassionatamente, ascendendo con la mano dal ginocchio all'interno coscia, scoprendola meravigliosamente bagnata.
< Sempre pronta Mrs Grey>
Lei in tutta risposta geme tra le mie mani, e non potendo aspettare un secondo di piú, le sfilo la maglietta sporca di vernice, i pantaloni e gli slip, e facendo lo stesso con i miei vestiti.
Piú la guardo, nuda sul nostro letto, la sua pelle nivea che brilla sotto i raggi di luna che penetra dal vetro, i suoi occhi cosí azzurri che quasi riflettono la mia immagine, e la consapevolezza che dentro di lei vive il frutto di quello che siamo, il nostro traguardo piú grande. Nostro figlio.
Non riesco a staccare i miei occhi dai suoi, cosí li incollo ai suoi e sorrido involontariamente, ripetendomi che mai in vita mia ho provato sentimento tanto potente da eguagliare l'amore che provo per questa donna.
< Che c'é?> mi chiede con voce dolce che trapela divertimento, accarezzandomi la guancia con il dorso della mano e risalendo verso i miei capelli.
< C'é che ti amo, piccola > confesso baciandola.
Il suo sorriso si allarga e la mia mano va verso la sua pancia, accarezzandola e depositandovi un bacio, ricevendo un calcetto come risposta.
Adoro quando reagisce alla mia voce, alle mie carezze, oscura i miei demoni, rendendoli quasi invisibili in un angolo della mia mente.
Ma ci sono. Nonostante Ana, il matrimonio, la mia nuova vita...

POV Anastasia.
Un movimento mi scuote dal sonno, costringendomi ad aprire gli occhi.
< Christian?> chiamo mio marito indugiando, ma non ricevo risposta; guardo l'ora sul mio cellulare  e mi rendo conto che mancano pochi minuti alla mia sveglia, così la spengo ora prima che gracchi tra poco.
< Buongiorno piccola.> la voce di Christian riscalda la stanza non appena lo vedo entrare con un enorme vassoio pieno di pancakes, muffin , succo D'arancia e caffè . Fresco di doccia e con la corazza da amministratore delegato, rei risulta difficile concentrarmi sulla colazione. Si avvicina , posa le sue labbra sulle mie e poi scende a baciarmi la pancia, un gesto che ormai sembra  diventata un'abitudine per lui. < Figlio, buongiorno.>
< Buongiorno anche a te> ridacchio. Questo é il lato di Christian che più amo, il lato dolce e premuroso , che lievita ogni giorno come il mio ventre.
Da quando sono incinta é attento, calmo e tenero in tutto e per tutto, e ho paura che poi un giorno o l'altro possa risvegliarsi il dominatore nascosto, il lato che ha tenuto a freno in tutto questo tempo.
Addento un pancake assaporandolo , riconoscendo il tocco di Mrs Jones e bevo un goccio di succo mentre Christian spazzola via due muffin e una tazza di caffè.
< Ana ti ricordi che oggi verranno gli operai a montare la cameretta?> chiede mio marito.
< Certo, ho preso la mattinata libera proprio per questo, Christian.> alzo gli occhi al cielo e sento che il materasso si piega sotto al peso di mio marito che sposta il vassoio e si accoccola con la testa sul mio seno, tracciandomi distrattamente dei cerchi sul braccio.
< Christian faresti una cosa per me?>
< Tutto quello che vuoi piccola...>
< Parleresti a Puntino? Adoro quando scalcia al suono della tua voce.> é così.
Mio figlio si agita ogni volta che sente la voce o le mani del padre, e questo mi riempie già il cuore di un'immensa felicità.
Lui sorride e si abbassa , canticchiando con la bocca vicino al mio ombelico, provocando subito la reazione di mio figlio, che fa le capriole nella mia pancia, ed io approfitto per scompigliare i capelli di mio marito.
I suoi occhi incontrano i miei ed é una frazione di secondo, il suo corpo copre il mio  senza schiacciarmi sul materasso, la sua mano risale fino al mio seno, sfiorandolo con il pollice. I miei sensi si risvegliano mentre le sue labbra si modellano sulle mie, dandomi tutto ciò di cui ho bisogno, senza smettere di toccarmi e stuzzicarmi per tutta la durata del bacio.
Ho il cervello in panne e mi stacco da lui con il fiatone, stupendomi ancora una volta di quanto sia potente su di me l'effetto Christian Grey.





 

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Capitolo 2
*** Passerotto... ***


Angolo Scrittrice: Ciao a tutte/i, mi chiamo Martina e volevo ringraziarvi per il supporto mostrato fino ad ora. Non sono scrittrice, ma appassionata di libri quindi perdonatemi se l'eccellenza non sarà alla base della storia :) Detto ciò , torneranno quasi tutti i personaggi originari, come Elena o Mr Linc, anche se per brevi apparizioni che però saranno determinanti nello sviluppo della loro relazione .. Grazie ancora, davvero, a chi mi segue e a chi vorrà farlo :) Seattle, Aprile 2012 POV Anastasia < Anastasia sei pronta?> urla mio marito dal piano di sotto, e già me lo immagino picchiettando l'indice sul bracciolo del divano, guardando ripetutamente l'orologio. Sorrido al pensiero del mio bellissimo, dispotico marito e tiro su la zip del mio vestito di chiffon color cipria, poi esco barcollando sulle mie Jimmy Choo - gentile concessione di Mr Grey - tanto velocemente quanto il mio pancione di quasi 9 mesi mi permette. < Ana, i tacchi? Ti stancherai presto piccola..> la voce di Christian risuona decisa e risoluta, quasi volesse invogliarmi a salire su e cambiarmi di nuovo. < Christian rilassati, incinta non significa pigiama e castità , e mi sembra di avertelo dimostrato ieri sera!> gli ricordo con fare civettuolo, ammiccando. Mio marito si muove incomodo sul divano, poi si alza e mi attira a se cingendomi i fianchi, la sua bocca sul mio orecchio < Oh, me lo ricordo te lo assicuro bambola ..> il suo interno coscia sfrega la leggera stoffa del mio vestito, facendomi inarcare la schiena per provocarlo, per ricordargli che anche se sono incinta la mia voglia non giace sottoterra insieme alla mia linea. La sua bocca si impadrona della mia ed in una frazione di secondo mi ritrovo goffamente seduta a cavalcioni sulle sue gambe, sull'enorme divano grigio. Christian sprofonda il naso nel mio collo, inalando il mio profumo e lasciandomi una scia di baci dal collo alla gola, fino all'orecchio < Hai due secondi per alzarti o ti prendo qui , sul divano, ora.> il suo tono autoritario mi fa sempre sorridere, cosí mi alzo, lo bacio fugacemente e mi avvio verso la porta, ascoltando mio marito che borbotta qualcosa sui limiti della sua pazienza. Con un sorriso stampato in volto mi avvio verso la macchina. Christian mi stringe il ginocchio e mi chiedo se anche lui senta questa fitta al cuore continua, una fitta positiva peró, di felicità, di benessere , anche se sepolta in un angolo dentro di me giace la paura che qualcosa possa andare storto, o che qualcosa possa intaccare la nostra tanto ambita felicitá. L'anno scorso la mia vita é stata un turbinio di emozioni, tra paura, amore, Elena, Jack e Leila, e spero che finalmente le acque si siano calmate e non solo superficialmente. Per tutta la mia esistenza ho cercato di comportarmi bene, di fare la cosa giusta più per gli altri che per me, così come Christian, che nonostante il suo passato, i suoi demoni ha un cuore enorme e tanto amore da dare. Entrambi abbiamo sofferto, molto , ma forse questo é stato ciò che ci ha permesso di ritrovarci insieme, di ambire insieme alla tanto astratta felicità, sentimento che mi sembra mi avvolga ogni giorno più forte. Oggi i Grey - specialmente Mia - hanno organizzato un baby shower in onore del bambino, e questo mi riempie di orgoglio, perché mi rendo conto che sebbene mia madre e mio padre siano a km di distanza, ho un'altra famiglia che mi accetta e mi vuole bene, e sulla quale possa contare. Ricaccio indietro le lacrime prima che mio marito si preoccupi. < Siamo arrivati > Christian mi apre la portiera riportandomi bruscamente alla realtà. Prendo la sua mano e ci avviamo verso l'enorme portico, dove torreggiano due enormi tavoli imbanditi di qualsiasi piatto si possa desiderare, con le tovaglie bianche che svolazzano impercettibilmente a causa della leggerissima brezza calda. Intorno al portico sono stati spostati 3 divani bianchi da esterni con dei cuscini enormi e due tavolinetti da caffè, illuminati da un leggero riflesso del caldo sole di fine aprile. Barcollo sui tacchi che si infilano nel prato, e Christian se ne accorge, così si avvicina e mi prende in braccio, baciandomi sulla guancia. < Grazie Mr Grey > gli sussurro all'orecchio, strofinando il naso contro il suo collo, compiaciuta da questo gesto tanto accorto quanto prezioso. < Qualunque cosa per te, Mrs Grey > < Lascia in pace la mia cognatina, stronzo!> grida Elliot venendoci incontro tra le risate degli altri Grey. Christian mi fa scendere dalle sue braccia e mi lascia tra le braccia di Elliot e dei suoi genitori, che mi abbracciano e baciano affettuosamente, accarezzandomi a turno la pancia e sommergendomi di domande sulla gravidanza e su quando potranno vedere finalmente il loro primo nipote. < Dove sono Mia ed Ethan?> chiede Grace a Carrick, che fa spallucce mentre Gretchel ci fa accomodare ai tavoli, facendo gli occhi dolci a Christian ogni volta che lui le passa accanto. Stronza. Una strana gelosia si fa strada dentro di me, cosi prendo la mano di mio marito, lo bacio con trasporto, e mi accoccolo con la testa sulla sua spalla. < Mi passeresti l'acqua, amore mio?> chiedo con voce melliflua. < Ehm Ana , e' proprio davanti a te...> Christian sembra confuso, ma come speravo la stronza gira i tacchi e se ne va aggrottando le sopracciglia. < Piccola va tutto bene?> mio marito sembra confuso e preoccupato, e il suo sguardo va da me alla cameriera alternandolo, poi scoppia in una fragorosa risata quando capisce cosa ha provocato la mia reazione. Ben le sta. Lui continua a ridere e io gli do una gomitata sulla costola, facendolo ridere ancora di più, il bastardo. Il pranzo procede alla perfezione, come sempre con questa famiglia, gli uomini parlano di pesca, cibo e si lamentano di noi donne, che intanto ridacchiamo e chiacchieriamo di pancioni e ricette. Guardo Christian completamente a suo agio con la sua famiglia , ridendo con sua madre e scherzando con suo fratello ed Ethan, che nel frattempo si e' unito a noi insieme a Mia. E' magnifico vedere il frutto dei suoi progressi, manifestati dagli abbracci e le parole dolci che ora scambia con la sua famiglia. < Famiglia un momento di attenzione, prego.> Christian fa tentennare la forchetta sul bicchiere e si alza in piedi, prendendomi la mano e costringendo anche me a farlo. Abbiamo deciso di comunicare ai suoi genitori il nome che abbiamo scelto per il bambino stasera. Lui si schiarisce la voce e continua < Ana ed io volevamo annunciarvi il nome che abbiamo scelto per il nuovo Grey...> la sua mano si posa sul mio ombelico < Mamma, papà, fratelli , lui sarà il piccolo Theodor Raymond Grey> annuncia fiero, sostituendo la sua mano con le labbra. Scoppiano tutti in applausi e gridolini felici, e le lacrime mi rigano inevitabilmente le guance. Christian, il bambino, le mie famiglie, non potrei chiedere di più... < Ehi cognata, smetti di frignare e vieni qui, fammi salutare mio nipote!> gracchia Kate allegra. Faccio il giro del tavolo e la raggiungo sul divano, appoggiando la testa sotto quella cascata di capelli biondo miele. La mia migliore amica poggia la mano sulla mia pancia e sorride felice nel sentire il mio piccolo scalciare, quasi volesse farle capire che l'ha riconosciuta. < Okay, e' l'ora di aprire i regali!> cinguetta Mia allegra. Il suo entusiasmo e' contagioso, cosi tutti si alzano e cominciano a portare fuori decine di buste e pacchetti regalo. Christian si avvicina e prende posto sul divano accanto a me, attirandomi verso il suo petto e baciandomi i capelli. < Sei stanca piccola?> chiede con fare premuroso. Mi accoccolo contro di lui e nego con la testa. < Il mio bambino si sta comportando bene?> la sua mano vola verso la mia pancia, dove Puntino si agita al suono della voce del padre. Non riuscirò mai a descrivere quanto ciò mi faccia sentire viva. < Christian, non ha quasi più spazio, poverino.> gli passo una mano tra i capelli e lo sento sorridere contro le mie labbra. < Ora basta voi due!> rimbotta Ethan. Ridiamo entrambi e ci stacchiamo riluttanti. Un turbinio di fiocchetti e nastri azzurri mi avvolge e sorrido di fronte a tanta generosità e tanto affetto. < Prima di tutto apri questo, mia cara > Grace mi passa un pacchettino azzurro fino che sembra contenere un libro o qualcosa di simile. Lo scarto con attenzione e vedo un libro per bambini , ''Sei tu la mia mamma?''. Improvvisamente una sensazione strana mi opprime il petto, mentre Christian si irrigidisce accanto a me.Il bigliettino. Passerotto. Jack.

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Capitolo 3
*** Domanda... ***


Buongiorno :) Prima di tutto grazie davvero per tutto!! Secondo, mi chiedevo se a qualcuno potesse interessare una fanfiction in lingua fatta da me.. parlo tedesco, inglese, spagnolo, portoghese, gallego e giapponese , quindi se vi interessa fatemi sapere in che lingua! Grazie <3

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Capitolo 4
*** Consequences ***


Angolo lettrice : Ciao a tutti (: volevo dirvi che la storia continuerà sviluppandosi sulle conseguenze di ciò che avete già letto, anche se non insisterò con capitoli e capitoli su questa vicenda, perché non è il tema principale della storia che voglio raccontare. Spero comunque di non deludervi.. Fatemi sapere e grazie di cuore! POV Christian Tutto il resto delle persone sparisce dalla mia vista, ora annebbiata. Mia madre é confusa, ed Ana chiede a tutti di lasciarci un momento soli, inventandosi un improvviso mal di testa. Nessuno é troppo convinto, ma ci lasciano li fuori da soli sommersi di regali e pacchi. Il sangue smette di affluirmi al cervello, le mie nocche diventano bianche , tanto le sto stringendo. Strappo via il libro dalle mani di Ana ed apro il libro furente, in cerca di un qualcosa, un indizio che mi indichi che si tratti veramente di quel che penso che sia. Alla terza pagina trovo un biglietto con una calligrafia, disordinata e quasi incomprensibile . "Congratulazioni per il bambino, mia piccola Anastasia... Ti mando questo libro sperando che il tuo bambino diventi tanto miserabile quanto lo è tuo marito , tanto bugiardo e lurido da rovinare la tua piccola insulsa vita, sempre che io non ve lo porti via prima... A proposito, sei sicura che non sia io il padre? A presto, piccola puttanella." No. No. Non mio figlio, non mia moglie. Bastardo figlio di puttana!! Come osa anche pensare una sola parola di quello che ha scritto? Ana mi passa una mano sui capelli ritmicamente per tranquillizzarmi, perché sa già che non manca tanto alla mia esplosione, quando dovrebbe essere il contrario , in fondo lei é incinta e a rischio. No non posso neanche pensare alle ultime due righe di quel fottuto biglietto. Il mio bambino , la mia Ana... Mi alzo di scatto, noncurante di tutto , con un fuoco estraneo che si propaga in ogni singolo organo del mio corpo. Poi prendo Ana per mano e la faccio entrare in casa, mente piange disperata. Bel marito di merda che sono. le prendo il viso tra le mani e la bacio dolcemente, poi mi chino e le accarezzo piano la pancia, bagnandole il vestito con qualche lacrima sfuggita. Ma devo essere forte per la mia Ana e per mio figlio, così mi alzo in piedi e asciugo le guance zuppe di mia moglie. Vederla così mi uccide, e in questo momento voglio solo ucciderlo quel fottuto bastardo. < Per favore Christian, rimani qui..> implora lei, ma non posso devo andare prima che le mani di quel lurido verme arrivino anche a sfiorare mia moglie. < Ana ti prego, vai nella mia vecchia camera, ci sono delle felpe e un pigiama, questa notte dormirai qui. Non devi pensare a niente capito? Solo a stare tranquilla per Teddy, perché se vi succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai!!> lei fortunatamente annuisce e mi bacia l'ultima volta, pregandomi con lo sguardo di stare attento. Vado verso la macchina e con una brusca partenza vado verso l'incognito. POV Anastasia Decido di non raccontare niente alle nostre famiglie, e di celare ciò che è successo con una debole scusa, dicendo che Christian doveva urgentemente tornare in ufficio per un guasto generale, e comunicandogli che avrei passato la notte lì. Kate capisce che qualcosa non va così propone di continuare a scartare i regali, e mio malgrado non posso dire di no dopo tutto quello che hanno fatto per noi... Così mi stampo un sorriso finto in volto e mi circondo di tutine, ciucci e sonaglietti, ringraziando ed abbracciando a turno tutti i membri della famiglia, fino a mezzanotte inoltrata, quando gli ospiti tornano a casa e Grace propone di prepararmi un tè, ed accetto di buon grado sperando che mi rilassi. Il mio pensiero é fisso a Christian, controllo il telefono ogni minuto e piano piano sento che qualcosa in me si spezza; anche il mio Teddy se ne è accorto e comincia ad agitarsi dentro di me. < Ana , che cosa é successo realmente? Conosco Christian e non l'ho mai visto tanto infuriato. Anche se ho fatto finta di niente davanti agli altri, ho percepito una tensione particolare, mi sbaglio?> Grace inclina la testa con un sorriso triste e mi porge la tazza di tè, per accomodarsi poi sul divano accanto al mio. Faccio un respiro profondo e le racconto in breve cos'é realmente successo, sentendomi subito meglio quando le lacrime riprendono a rigarmi le guance. E butto fuori tutto... Mesi di paure, tensioni, insicurezze.. Grace rimane in silenzio, accogliendo le mie lacrime, i miei singhiozzi ed accarezzandomi la pancia come volesse proteggerci, poi sento il suo petto gonfiarsi e capisco che sta piangendo in silenzio insieme a me. < Bambina mia mi dispiace da morire.. Non so neanche cosa dire... Vedi, ora devi solo pensare alla salute tua e del bambino, il nostro Christian é un uomo adulto, responsabile e forte, non devi preoccuparti per lui. É tutta la vita che ti aspetta e non metterà a repentaglio la sua incolumità per fare una stupidaggine, capito? Ora ci siamo qui io e Carrick, e qualunque cosa accada sarete sempre in un angolo speciale del nostro cuore, Ana! Tu hai donato la vita al mio bambino perduto, e tra non molto gliene donerai un'altra, per cui tutto quello che posso fare per ringraziarti é tenerti al sicuro..> le sue parole e la sua voce mi calmano immediatamente, ed in pochi secondi mi ritrovo stretta a mia suocera, con la testa sul suo petto ed il viso nell'incavo del suo collo. Vorrei tanto ci fosse mia madre, e mi odio per quello che sto per dire, ma non credo lei capirebbe questa situazione ora. Lei é praticamente all'oscuro di tutti i demoni e le paure del mio bambino perduto, così rimango stretta a Grace per quella che mi sembra un'eternità. < Grazie Grace, davvero > le dico tra i singhiozzi, cercando di mostrarmi forte ma la linea rotta che é la mia voce me lo impedisce. Lei mi bacia la guancia e mi aiuta ad alzarmi, mi accompagna nella vecchia cameretta di Christian e chiude la porta dietro si sè. Vado nella cabina armadio, scalcio le scarpe , sfilo il vestito e prendo una maglietta e un paio di calzoncini di Christian, e non riuscendo a restare qui da sola busso alla porta della camera di Mia. < Avanti!> il suo entusiasmo mi fa sorridere ed entro cauta, quasi con la paura che non voglia che violi la privacy della sua camera. Camera non é la parola che descrive al meglio la camera di Mia. Castello di Barbie Malibu però forse si. Due tende rosa confetto ornano il baldacchino di un letto enorme che torreggia al centro della stanza, le pareti sono tappezzate di foto e quadri astratti, un divano con una chaise-longue lunga quanto la Florida giace sotto ad una libreria colma di libri, tra i quali individuo Henry James, Hemingway e Jeoffrey Chaucer. Però... Il lampadario di cristallo illumina l'immensa moquette rosa pallido e dalla parete a vetro la luna riflette i lapislazzuli che contornano il muro dietro al letto. chiede inquisitoria, alzando gli occhi dal libro di cucina che tiene un mano, e si appoggia con la schiena alla spalliera del letto. < Si , sono questi stupidi ormoni della gravidanza..> mento toccandomi il ventre < posso dormire qui con te?> le chiedo. Lei sorride e batte la mano sul letto accanto a sè, invitandomi ad entrarci. Mi infilo sotto le coperte ed appoggio la testa sulla sua spalla. Mia non dice niente, semplicemente mi accarezza la pancia e sento che subito Teddy si tranquillizza tra le mani della zia. Mi sento spezzata, distrutta. E non per i tacchi, o per la lunga giornata. No . Mi sento cosi perché per qualche istante ho pensato di non poter mai riuscire a toccare il mio bambino, o che mi separassero da Christian. Christian. Dove sarà ora? Ricaccio bruscamente indietro le lacrime e mi accoccolo di più a Mia, scivolando in un sonno tormentato.

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Capitolo 5
*** Tutto sbagliato. ***


POV Anastasia La voragine in cui sto sprofondando mi trascina ogni giorno di più. Sono sei giorni che non vedo né sento Christian , e questa cosa mi sta distruggendo. Teddy lo percepisce perché ogni volta che piango in silenzio scalcia, come a dire "mamma io ci sono". Tutti i Grey cercano di tenermi impegnata con i vestitini per il bambino, con domande sulla gravidanza e dicendomi quanto siano orgogliosi di me e della mia forza. Ma io non sento niente. Ieri Grace ha raccontato tutto a Carrick ed ai figli, che alla fine hanno deciso di chiamare la polizia, così il detective Clark é venuto ad interrogarci. Ma io non sento niente. Sono un guscio vuoto, vivo solo in funzione della vita che porto dentro di me. Mangio solo il minimo indispensabile per il bambino, non faccio altro che piangere ed ormai di notte neanche dormo più. Mi metto nelle mani della polizia e non riesco neanche a chiedergli se hanno notizie o se stanno già seguendo qualche pista. Provo a chiamare Christian ogni dieci minuti. Nessuna risposta. Sawyer e Mrs Jones mi hanno portato una valigia con le mie cose a Bellevue, visto che i Grey non vogliono che io stia nella Big House da sola, ed io gliene sono grata. Grace ha insistito affinché chiamassi mia madre o Ray ma l'ho dissuasa con la scusa che tanti km di distanza li avrebbero solo fatti preoccupare troppo per me, ed almeno loro possono continuare con la loro vita di sempre. Non voglio sentire niente né ascoltare nessuno. Voglio stare sola, con mio figlio. Sola. Una paura costante mi attanaglia il cuore e mi fa chiudere in me stessa, a discapito di tutti gli altri che mi chiedono continuamente come sto o se preferisco una tisana o un caffè... Le mie giornate trascorrono tra un libro che faccio finta di leggere in giardino e una televisione che faccio finta di guardare in salotto. Me ne sto rannicchiata su una poltroncina della vecchia camera di Christian, che mi manca così tanto da farmi male ogni singolo muscolo, osso e nervo del corpo, e di notte incubi in cui me lo portano via mi bombardano l'inconscio, facendomi svegliare continuamente , sudata e urlando. < Ana, bambina mia , io non sopporto di vederti così e non so cosa posso fare al riguardo. Ho parlato con Elliot e Kate, ed entrambi pensano sia un'ottima idea che tu vada da loro stanotte, così potrai parlare un po' con la tua migliore amica e farle compagnia mentre Elliot sarà al lavoro. Che ne dici?> la voce di Grace é dolce e compassionevole anche se una nota triste la tradisce. Alzo lo sguardo e vedo le lacrime minacciare di scendere dagli angoli dei suoi compassionevoli occhi. Grace é perfetta, riesce sempre a calmarmi e consolarmi, ma nei suoi occhi vedo la paura così come la vedo nei miei. Annuisco e mi alzo, mentre la sento parlare al telefono con la polizia. Ancora. Tutti insistono perché veda la Dottoressa Greene, ma non ho bisogno di vedere nessuno, io lo so che il mio bambino sta bene. Me lo sento. Apro il cassettone in camera di Christian e prendo alcune T-Shirt ed alcune paia di pantaloncini, poi infilo le ciabatte che Taylor ha recuperato nella Big House e scendo di sotto; non ho voglia di indossare nessuno dei miei vestiti, mi sembrano troppo colorati o allegri, e poi questi hanno il suo odore, ed essendo molto più alto e muscoloso di me, i suoi vestiti mi stanno bene nonostante il pancione. Grace mi passa un braccio sulle spalle e mi accarezza il ventre, poi mi lascia tra le braccia di Carrick che mi stringe a sè. Mi dà un senso di protezione, conforto ed affetto, ed ora ne ho proprio bisogno. < Stai attenta e prenditi cura di te e del nostro bambino, e se abbiamo novità ti chiamiamo.> Mia mi abbraccia forte e mi lascia in mano ad Elliot, che mi prende a braccetto e mi accompagna in macchina, lasciando la mia valigia dietro e mettendosi alla guida. Mi guarda per un interminabile istante e poi mi attira verso di lui, tenendomi stretta al suo petto, accarezzandomi i capelli. Le mie lacrime impregnano la sua inamidata camicia, i miei singiozzi riecheggiano nell'abitacolo, la sua mano che serpeggia sul mio pancione, il mio Teddy che si muove incomodo, non so se per salutare lo zio o per calmare me. Poi si alza e mette in moto verso casa sua e di Kate, ed io scivolo di nuovo nel sonno. POV Christian Dove sono? Cos'è questo odore? Perché non posso muovermi? Ho sentito qualcuno rivolgersi a me chiamandomi Christian. E' questo il mio nome? Sento qualcosa stringermi sull'anulare. Una fede. Sono sposato? Dove sono? Mi fa male la testa. Buio. Tre giorni dopo: POV Anastasia Io e Teddy siamo tornati alla Big House, dove Mrs Jones, Taylor e Sawyer si occupano di me e della casa 24 ore al giorno, e gli uomini di Christian si occupano delle ricerche. Se prima chiedevo se ci fossero novità, seppur sporadicamente , ora ho smesso di farlo. Ma il mio Christian tornerà da me. Io lo so. Come sapevo che sarebbe arrivato quel giorno quando Jack mi aggredì. Il pensiero mi fa passare un brivido lungo la spina dorsale e mi fa portare le mani al pancione, come a controllare che il mio bambino ci sia ancora. Teddy ora é la mia unica costante, l'unica cosa certa nella mia vita. E poi c'é Jack, fottuto bastardo. Giorni fa passai davanti allo studio di Christian mentre era al telefono, ed ascoltai qualcosa che c'entrava col fatto che Jack potesse essere fuori, o in libertà vigilata, in realtà non ci ho capito molto, ma ora i tasselli prendono posto in un puzzle che mi sembra sempre più difficile da completare. Mi sento inutile mentre l'amore della mia vita potrebbe stare chissà dove o passare chissà cosa.. Mi sento vulnerabile ed esposta, nel mio letto, senza quel paio di braccia decise che fino a qualche giorno fa mi avvolgevano ogni notte, così prendo un cuscino ed una coperta e mi stendo sul divano in camera di Teddy, che sembra apprezzare perché all'improvviso si calma, smettendo di fare le capriole nella mia pancia. Forse è il suo modo per dirmi che sta bene malgrado tutto. Mi giro e rigiro per quanto mi sia concesso dal limitato spazio cercando di addormentarmi, ma gli incubi mi straziano ogni qualvolta io cerchi di chiudere gli occhi, ed immagini strane mi formicolano nel cervello, costringendomi a rimanere sveglia a fissare il soffitto, ma la voragine nel mio stomaco rimane in subbuglio. C'è un pensiero fisso che mi uccide, ossia che tra non molto é prevista la data del parto e l'unica cosa che veramente mi preoccupa é che Christian non riesca ad essere li con me, o che peggio, non conoscerà mai suo figlio. No. Mai. Non posso permettere che questo accada, non dopo tutto quello che questa gravidanza ha portato con sè. Mi alzo, torno in camera e mi infilo le scarpe ed una felpa, e scendo le scale più lentamente possibile, per non fare rumore, temendo che qualcuno possa svegliarsi ed accorgersi che non sono nel mio letto. Una volta scesa in salotto mi accorgo che Sawyer é addormentato sul divano, ancora in giacca e cravatta, così afferro le chiavi della macchina e scendo le scale che portano in garage, entro nella mia R8 ed esco dal vialetto con un rombo. Imbocco la superstrada senza una destinazione precisa, in cerca di un qualcosa di incognito, ma subito sento una fitta alle costole , palese conseguenza della mia agitazione, così mi fermo alla prima stazione di servizio che incontro. Faccio un respiro profondo per calmare i nervi e sussurro al mio pancione < non preoccuparti piccolo, la mamma é qui, e presto lo sarà anche papá, te lo prometto!>. In questi giorni non ho mai tentato di uscire a cercare Christian, ma non perché non lo volessi, ma perché ero costantemente controllata da qualche Grey, e questa é la prima vera occasione che ho di Temtare di portare a casa mio marito. Chiamatela coincidenza ma nel momento in cui ho pensato di fare quello che sto per fare, il mio bambino mi ha tirato un calcio, come se approvasse e come se anche lui come me abbia avuto un buon presentimento, come credesse che le ricerche di stanotte saranno prolifere. E poi é un lampo. Il mio occhio cade sul sedile del passeggero e noto un pezzetto di carta strappata da un foglio, con su scritto "1530 Seattle." La calligrafia sembra quella di un uomo, spezzata ma leggibile, e forse è proprio ciò di cui avevo bisogno . Un indizio. Un segnale. E se fosse l'indirizzo in cui si trova il mio Christian? Ma se davvero lo perché nè nessun altro ha controllato? Il bigliettino si trova nella mia macchina evidentemente perché l'altra R8 l'ha presa Christian qualche giorno fa.. Al diavolo! Mi fermo al 1530, in fondo ad una stradina buia e disabitata davanti all'unica casa che vedo. Si tratta più che mai di un rudere, con la massimo 3 o 4 stanze, una casetta di mattoni rovinati dagli anni e dalla pioggia, illuminata da un solo lampione che emana una luce fioca. Recupero le forze di cui ho bisogno e chiamo Taylor, che risponde al primo squillo < Taylor, ho fatto una cazzata, puoi venire per favore?> piagnucolo comunicandogli dove sono. Non so se una volta uscita avrò la forza per tornare a casa sulle mie gambe; sento Taylor che impreca e parte con un rombo. Mi avvicino piano alla porta, attraverso un sentiero di ciottoli ed erba folta, con passo felpato, quasi avessi paura che qualcuno possa sentirmi o peggio, allontanarmi da qui. Ho paura, una paura di quelle che ti terrorizza dentro, ma non importa. La mia vita senza Christian é decisamente peggio di questo. Sembra che tra tutti quanti io sia l'unica a rendersi conto di quello che veramente sta accadendo e nella testa mi rimbalzano un milione di domande: Jack non era in prigione? Come ha fatto a scambiare il suo regalo con quello di Grace? Grace sapeva già? Mi é sembrata quasi non sorpresa, come se pensasse che quello che stava succedendo fosse roba da niente.. O forse era solo sotto choc. Basta. Spingo la maniglia e la porta si apre scricchiolando tremendamente.

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Capitolo 6
*** Safe and sound ***


POV Christian Sento dei rumori. La testa mi scoppia e non ho le forze neanche per pensare a quel bastardo di Jack. Mi ha rinchiuso qui uno dei suoi scagnozzi dopo che l'ho trovato in casa mia e l'ho quasi ammazzato di botte. Continuo a pensare a quanto abbia fatto bene a dare la serata libera a Taylor e Mrs Jones mentre noi andavamo al baby shower a casa dei miei, e mi sento in colpa da morire per non aver parlato ad Ana dei miei sospetti su Jack, sulla scarcerazione avvenuta in chissà quale modo e chissà per quale ragione, ma avevo paura di farla stressare, di farla impaurire, di mettere in pericolo il bambino. Invece ho fatto di peggio, l'ho delusa. Sarà arrabbiata, impaurita, e ha tutte le ragioni del mondo. Quando ho visto Jack in casa mia, la prima cosa a cui ho pensato é stata ora lo uccido. Ma non potevo rischiare di passare la vita in galera e non conoscere mio figlio, così l ho riempito di botte mentre Taylor, Sawyer ed altri tre dei miei ragazzi sorprendevano i suoi uomini entrando dal garage. E che io sia dannato se quel bastardo non porterà per sempre i segni dei miei pugni sulla faccia. È stato un momento, un lampo , mi sono avventato su di lui scaraventandolo a terra. E quei coglioni dei suoi uomini non hanno neanche pensato che io avessi chiamato i rinforzi. Idiota. Solo perché ho guidato io fino a li, ha pensato che sarei stato solo. Sento ancora rimbombarmi nelle orecchie il rumore dei suoi denti che saltano sul pavimento e l'odore del suo sangue. Dio, la più grande soddisfazione della mia vita vedere che lo portavano via svenuto quei due imbecilli che erano con lui... La più grande dopo Ana ed il bambino. Mi mancano così tanto quei calcetti che tira quando sente la mia voce, mi manca la risata di Ana, il suo sorriso, fare l'amore con lei.. Sento dei passi. Passi leggeri, lo capisco dal pavimento che non si piega sotto al peso dei passi come sempre quando ci sono i "rapitori" in casa, e poi sono usciti perché ho sentito la porta sbattere in modo frenetico parecchio tempo fa. Non so chi mi ha portato qui, nè da quanto tempo sono rinchiuso, e nessuno mi ha ancora fatto del male, semplicemente mi lasciano mangiare e poi mi legano ancora sul letto, quei due col passamontagna. Non ho neanche le forze per tentare di scappare. Qualcuno smuove la porta e riesce ad aprirla. Un angelo. Ana. POV Anastasia Christian. Il mio Christian. Le lacrime mi inondano le guance, il cuore mi martella nel petto e le gambe minacciano di cedere dall'emozione e dalla felicità. Corro verso di lui senza emettere un suono, lo stringo forte a me e lo slego. < A.. Ana...> sento la sua voce come un sussurro lontano.. É l'ultima cosa che sento insieme ad urla e sirene, e mi sembra di essere ancora una volta vittima di Jack, esattamente come successe l'altra volta. Urla, sirene, Christian, la paura di perdere Puntino. Un movimento nella mia pancia mi costringe ad aprire gli occhi bruscamente ed ad alzarmi. La testa mi gira , ma un odore familiare mi riporta alla realtà. Christian. É addormentato sulla poltrona accanto a me, il suo respiro regolare, fresco di doccia, con una polo ed un paio di jeans. Mio Dio é perfetto. Mi allungo a prendere un bicchiere d'acqua ed il mio movimento gli fa aprire gli occhi. < Buongiorno >lo saluto allegra, non contenendo la felicità di averlo accanto a me, sano e salvo. < Ana, Gesú, sei sveglia piccola! Come ti senti? Sono due giorni che sei incosciente, e stavo iniziando a perdere le speranze..> l'ultima frase si spezza insieme alla sua voce e i suoi occhi emanano preoccupazioni e paure. < Sto bene, Christian... Ma che è successo?> chiedo curiosa. Non voglio obbligarlo a parlare, ma ne sarei felice. Passiamo un'ora a parlare, lui mi racconta tutto quello che é successo, ed io gli racconto dei suoi, del terrore in cui abbiamo vissuto tutti in questi giorni, di come sono arrivata lí... la sua voce é tradita da una nota di risentimento, così annuisco , gli prendo una mano e lo attiro verso di me, gli butto le braccia al collo e lo bacio riversandovi dentro tutto quello che abbiamo passato questi ultimi giorni, cercando di recuperare il tempo perso, le sue mani sul mio viso, le mie intrecciate nei suoi capelli. Qualcuno bussa alla porta , costringendoci a separarci riluttanti. < Buongiorno Mrs Grey, come si sente?> chiede la dottoressa Greene esaminando la mia cartella clinica. < Benissimo.> é la pura e semplice verità. < Bene, i valori sono nella norma, e come ho detto a Mr Grey, può tornare a casa già da oggi pomeriggio, ma mi raccomando, si riposi e niente sforzi fino al parto!> la sua voce é risoluta e questo mi fa sorridere, la ringrazio mentalmente per non avermi fatto la predica, poi lei gira i tacchi e se ne va lasciandomi tra le tanto agoniate braccia di mio marito. La sua mano scende fino alla mia pancia, dove un calcetto la accoglie immediatamente. < Oh, ti é mancato papà Teddy?> chiede Christian con voce dolce, e nei suoi occhi vedo tutta la paura immediatamente dissolversi e trasformarsi in qualcosa più simile alla serenità. Il giorno dopo. POV Christian Mi sveglio nel mio letto, con mia moglie accoccolata sulla mia spalla, la mia mano sulla sua pancia, e penso che solo ora mi rendo conto di quanto veramente io abbia rischiato di perdere. Ana mi ha detto che ho passato lí dentro più di una settimana, e non riesco neanche a capacitarmi di quanto io sia stato fortunato ad avere una moglie così coraggiosa, che ha rischiato tutto pur di venire a salvarmi il culo, e ci é riuscita alla grande! É riuscita ad entrare proprio nel momento in cui ero solo, cosa che non succedeva praticamente mai, ma soprattutto se da un lato vorrei lincenziare Sawyer e Taylor per non averla controllata, dall'altro lato vorrei ringraziarli per non aver detto ad Ana che sia loro due che la polizia avevano già controllato in quel casolare con scarsi risultati, perché il destino ha voluto che quel giorno io fossi stato portato chissà dove in un furgone con quei due bastardi ricercati. Ricordo poco di quei giorni. Forse il mio cervello sta cercando di rimuovere e lo spero veramente con tutto il cuore. Ho parlato anche con i miei genitori ieri, in ospedale e mi hanno raccontato la loro versione dell'agonia di Ana, ed al sentire quelle parole sono morto mille volte. Mia madre naturalmente mia madre ha passato il pomeriggio tra lacrime e singhiozzi, mentre mio padre la tranquillizzava con gli occhi lucidi a sua volta. Un movimento accanto a me mi riporta alla realtà, la mia Ana si sta svegliando. É così bella e rilassata, una visione eterea. La sua pelle nueva riscaldata dai raggi del sole che entrano dal vetro, le guance rosee e le labbra leggermente gonfie e rosse. Lei apre gli occhi, sorride e si stringe a me, così ne approfitto per baciarla, prima lentamente, intrecciando le mie dita nei suoi capelli e facendo ascendere l'altra al suo seno, poi il bacio si trasforma in qualcos'altro, si fa intenso, le dimostro quanto mi è mancata e poi la giro su un lato ed entro dentro di lei senza troppi preamboli, facendola mia con spinte decise e ferme. Lei geme e si stringe a me, inarcando la schiena e chiedendomi di più, ma la sensazione che provo in questo istante é indescrivibile.. Mi è mancata così tanto che non mi trattengo ancora per molto, le stringo il seno ed entrambi veniamo gridando versioni incomprensibili dei nostri nomi. Le bacio la testa e lei scende per andare al bagno, lasciandomi nudo nel letto a riprendere fiato. < Cosa vuoi fare oggi , piccola?> chiedo aspettando che Ana si ranicchi ancora contro di me. Il suo profumo mi inonda le narici. < Innanzitutto colazione! > ridacchia allegra. Quel suono mi scalda l'anima. La prendo in braccio e scendo le scale, mettendola a terra una volta in cucina. La squadro da cima a fondo e faccio un cenno d'approvazione di fronte a quella striminzita camicia da notte di pizzo. Spero che né Ethan né Elliot la abbiano vista così. Anche incinta di 9 mesi per me é la cosa più bella del mondo. < Cosa c'é, non approvi Mr Grey?> alza un sopracciglio con tono di sfida. Mi allungo, le do una sonora pacca sul sedere, facendola ridere ed avvicino la mia bocca al suo orecchio. < Usa ancora quel tono di sfida e ti prendo qui sul bancone della colazione!> la avverto con tono autoritario, sapendo quanto le piaccia. < E perché non lo fai allora?> < Oh lo farei, se non fossi incinta di 9 mesi e non volessi che né tu né mio figlio abbiate fame..> mia moglie e mio figlio non passeranno mai quello che ho passato io. Mi godo in giardino la colazione preparata da mia moglie, con le gambe nude allungate sotto al sole, ed Ana appoggiata a me sul dondolo, le nostre mani intrecciate sul suo pancione. avvicino la bocca all'ombelico di Ana e ricevo un calcio in risposta. Non mi abituerò mai a questa sensazione di pura felicità, mia moglie vicino a me e mio figlio che scalcia al suono della mia voce. Il trillo di un telefono mi costringe ad alzarmi riluttante, e quando io ed Ana leggiamo il messaggio i nostri sguardi si incrociano ed il mio cuore manca un battito.

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Capitolo 7
*** Ci siamo. ***


Cari lettori, nei prossimi giorni inizieró a scrivere una fanfiction su Shameless, per cui se a qualcuno interessa controllate il mio profilo :) Grazie ancora dell'appoggio e del supporto mostrato <3 POV Ana Fisso il telefono ancora ed ancora, rileggendo mille e mille volte quelle righe di giornale... "Jack Hyde é stato catturato,esternato dallo Stato di Washington ed arrestato. Ad oggi gli aggiornamenti più recenti comunicano che è stato trasportato in una prigione di massima sicurezza fuori dagli Stati Uniti, insieme a 5 suoi complici indagati per il rapimento del Signor Christian Grey. La polizia sta ancora indagando su chi sia stato l'artefice della scarcerazione di Mr Hyde, avvenuta mediante pagamento della cauzione." < Piccola sai cosa significa questo?> mi chiede Christian con un enorme sorriso in volto < significa che basta, é finito tutto!! Ora è a migliaia di km di stanza, e non vi toccherà mai più!!> la sua voce carica di speranze. Scoppio a piangere e gli butto le braccia al collo. Basta Jack, basta piangere, basta paura, da oggi saremo solo io, Christian e Puntino. Rientriamo in casa e ci stendiamo sul divano a guardare la Tv, come una normale coppia sposata, senza pistole, inseguimenti o scarcerazioni. La mano di Christian accarezza morbida la mia pancia mentre guarda un programma di sport, mentre io leggo uno dei manoscritti che devo ricontrollare prima di tornare al lavoro. All'improvviso una morsa d'acciaio si stringe intorno alla mia pancia, facendomi urlare; Christian si addrizza sul divano e mi scosta per vedere cosa c'è che non va. < Ana cosa c'è, stai bene??> chiede con voce carica di preoccupazione, posso leggere il terrore nei suoi occhi. Mi ricompongo e mi siedo comoda. < Si, sto bene, é normale gli ultimi giorni avere fitte o contrazioni, tranquillo> gli poso un bacio leggero sulle labbra e mi accoccolo di nuovo contro di lui. Un'altra fitta mi spaventa, però questa volta é più leggera, mi fa solo muovere incomoda. < Mr Grey potrebbe venire un secondo in ufficio? É arrivata l'email che aspettava da Dubai. Felice di vederla, Mrs Grey.> dopo tutto quello che è successo, il saluto serio di Taylor mi fa sorridere. < Ana, ci metterò al massimo un'ora, sicura che posso lasciarti qui da sola??> alzo gli occhi al cielo e lo spingo via ridacchiando e guadagnandomi una pacca sul sedere. < Si Christian, e poi avevo voglia di gelato, esco a comprarlo, a te va?> < Ana non voglio che guidi in queste condizioni!> ribatte categorico. Vorrei ribadire e dire che l'altro giorno ho guidato in condizioni definitivamente peggiori, ma sto zitta e i limito a fissarlo. Lui si abbassa all'altezza della mia pancia, la bacia e sussurra a Teddy un qualcosa tipo " non fare male alla mamma". Sorrido e prendo le chiavi, contenta che per una volta abbia deciso di lasciar perdere. Entro in macchina e mi avvio verso il centro commerciale. Parcheggio e tolgo le chiavi dal quadro, ma un'altra fitta lancinante mi attanaglia. Mi fermo e faccio un respiro profondo. Il parcheggio é praticamente vuoto data l'ora, così prendo il telefono e faccio il numero di Christian. < Ana cosa c'è?> risponde al primo squillo. Un'altra contrazione mi fa urlare dalla sorpresa e sento Christian ordinare a Taylor di prendere l'auto, mentre i miei polmoni si svuotano completamente. < Christian, devi venire subito, per favore> annaspo, ed un liquido caldo mi scende sulle gambe. Cazzo. < Sto arrivando, piccola, respira, che è successo?> chiede calmo, anche se so che é solo apparenza. < Christian si sono rotte le acque, le contrazioni sono più frequenti e..> quasi non riesco a respirare a causa di un'altra contrazione. Non riesco a terminare la frase che vedo Christian scendere dall'auto di Taylor ed un secondo dopo sono tra le sue braccia. < Vieni, piccola, ce la fai a camminare?> la sua voce mi solletica l'orecchio, ma il dolore é troppo forte per rispondere, così mi limito ad annuire ed entrare in macchina. il suo tono é autoritario così come il suo modo di guidare ed in pochi minuti siamo di fronte al pronto soccorso. Christian esce come un pazzo dalla macchina chiamando un'infermiera e mi aiuta aprendomi la portiera ed offrendomi la mano. Una signora con uno sguardo tranquillo mi fa sedere su una sedia a rotelle, mentre Christian é costretto a fermarsi per compilare i moduli. Grido il suo nome in preda al panico, ed anche se so che tutto andrà bene, comincio a sentire che un paura si fa strada nel mio stomaco, paura dell'ignoto, di non farcela.. Un'altra contrazione mi fa contorcere dal dolore, mentre l'infermiera mi aiuta a stendermi su un lettino di una camera singola, tutta celeste e bianca, con un letto più grande del normale ed un divano a tre posti sulla sinistra. La stanza é luminosa, arieggiata ed enorme, con un bagno singolo , e quella cos'é una vasca idromassaggio? Opera di Christian. < Okay Ana ora ti attaccheremo al monitoraggio così da controllare le contrazioni e se tutto procede bene. Sei dilatata di 4 cm, quindi torno tra poco per controllare, ora l'importante é che ti rilassi e che respiri a fondo, e che mi chiami con questo pulsante se avverti che qualcosa non va, va bene?> spiega con voce cauta, il suo sorriso appare dolce e rilassato, mentre mi attacca una cinta nera sulla pancia collegata ad un monitor. Okay, Ana, respira , non è niente che tu non possa fare, tra poco Teddy sarà tra le tue braccia e tutto sarà al suo posto, respira. Cristo, un'altra contrazione mi spiazza e soffoco un grido. Il dolore del travaglio é sovrastato dalla felicità che provo in questo momento, dall'amore per questo bimbo, per mio marito, per la mia famiglia. È stata dura con Christian i primi tempi, cercare di capirlo, riuscire a farmi spazio nella sua vita, entrar a far parte delle sue abitudini, ma non potrei mai chiedere di più ora. Tutti gli sforzi, i pianti, le paure, non sono stati vani, e lotterò con tutta l'anima per tenere stretti a me il mio Christian e il mio piccolo Teddy. La porta si apre, distraendomi dai miei pensieri, e quando due occhi grigi incontrano i miei, sembra che il dolore sia più sopportabile. < Piccola come stai? > la sua voce vellutata mi calma all'istante e allungo la mano verso la poltrona dove è seduto per cercare un contatto, che trovo con la sua mano. < Il dolore è più forte, le contrazioni più intense e frequenti, ma ancora è sopportabile, specialmente ora che sei qui con me> gli sorrido e lui mi bacia teneramente. < Sarò sempre qui per te, per voi..> mi accarezza la pancia e le sue labbra rimodellano le mie. POV Christian La mia piccola sta andando benissimo, anche se nei suoi occhi vedo lo sconforto e la paura, ma è normale, in fondo è il primo parto che affronta, si ha sempre paura delle cose che non si conoscono. È più di un'ora che siamo qui ed Ana è ormai dilatata abbastanza da poter iniziare a spingere, così ora sto indossando una cuffietta ed un camice mentre in sala preparano Ana per il parto. Sento il cuore e le gambe leggerissimi al pensiero che tra poco conoscerò il mio bambino e che nessuno più si potrà intromettere. Entro in una sala parto piena di roba verde acqua e tovagliolini, mi chiedo se i miei genitori siano già arrivati. Mi dispiace per la mamma di Ana e per Ray, che potranno vedere il bambino solo domani. Ana è sdraiata su una poltrona con le gambe per aria e chiama il mio nome, quegli strilli mi arrivano al cuore e mi sbrigo ad avvicinarmi a lei. < Piccola , sei bravissima , continua così, stringi la mia mano.> vedo il suo viso ricoperto di sudore per lo sforzo, stringe gli occhi e continua a spingere ed urlare, io le accarezzo i capelli per cercare di tranquillizzarla. < Ok Mrs Grey vedo la testa, così uno, due, tre spinga !> la dottoressa Greene respira forte insieme ad Ana, che continua a stritolarmi la mano, ma non importa..qualunque cosa per farla sentire meglio. un altro urlo le spezza la voce ed io mi contraggo, non posso vederla così.. < Bene Mr Grey, sta funzionando, la aiuti a respirare manca poco, Ana forza un'ultima spinta ed è fuori!!> urla l'ostetrica. Ana urla un'ultima volta e nella sala piomba un pianto irrequieto, mentre l'ostetrica annuncia allegra l'arrivo del mio Teddy. Ed il mio mondo si ferma. Continuo ad ascoltare quel pianto mentre le lacrime mi solcano le guance, un sorriso si disegna su l mio volto e la mia mano continua a stringere quella di mia moglie. < Vuole tagliare le il cordone, Mr Grey?> un'osteria mi mette in mano un paio di forbici e mi indica dove tagliare, ma io sono completamente in trance quando mette in braccio ad Ana un lenzuolo azzurro da dove due occhi ancora socchiusi mi fanno piangere irrefrenabilmente dalla gioia. Il mio Teddy, il mio bambino, ora è qui, in braccio a sua madre, gli occhietti socchiusi, un ciuffo di capelli e le labbra a cuoricino. < Ana é.. É perfetto.. Grazie amore mio> le sussurro all'orecchio, incapace di fermare il pianto. < Ti amo, Christian> risponde lei tra i singhiozzi, i suoi occhi colmi di gioia. < Ti amo anche io !> le dico sincero, continuando a guardare prima Teddy e poi Ana, beandomi dell'attimo più perfetto della mia vita. Ho tutto quello che un uomo possa desiderare, se non di più. Bacio Ana sui capelli e continuo ad accarezzare il mio Teddy, ancora ricoperto di vernice caseosa, e penso che siano le due cose più belle che l'universo avesse da darmi

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Capitolo 8
*** Come meet Teddy ***


POV Ana Qualcuno bussa alla porta, e sento Christian aprire e bisbigliare < Sta riposando...>. Devono essere sicuramente i suoi genitori. sorrido e mi tiro su a sedere. Teddy è nato da nemmeno un giorno, e le nostre famiglie vengono continuamente a controllare sia me che il bambino e Christian ne è palesemente felice. Mio figlio è il bambino più bello del mondo, ma la mia opinione è di parte. Grace, Carrick, Mia, Kate ed i rispettivi fidanzati entrano con in mano palloncini azzurri e bustine dalle quali si intravede carta da regalo. Grace si mette seduta al posto di Christian sulla poltrona, mentre lui esce a chiedere all'infermiera se può portare qui Teddy. < Bene, ma mi sento stanca ed indolenzita...> < Tranquilla, ho parlato con i medici, sia i tuoi parametri che quelli del bambino sono perfettamente nella norma!> la sua voce dolce e premurosa mi fa sorridere. Passiamo dieci minuti buoni a chiacchierare tutti insieme, Elliot scherzoso come al solito e Kate sempre al mio fianco. < Possiamo entrare?> sbircio attraverso la spalla di Grace e vedo Christian entrare spingendo la colletta di Teddy, è tutta la stanza cala nel silenzio, fermandosi ad ammirare quella piccola meraviglia che è mio figlio. Christian mi sorride e si siede sul letto accanto a me, tenendomi stretta. Inalo il suo profumo e strofino il naso sul suo collo. Teddy dorme tranquillo, mentre passa dalle braccia dei nonni e degli zii, e mi sento così completa in questo momento che una lacrima di felicità mi solca la guancia. < Piccola, cosa c'è? Ti fa male qualcosa?> Scuoto la testa e mi stringo più forte a Christian sorridendo, anche se dentro di me sto male al pensiero che mia mamma non vedrà il bambino fino a che non verrà qui a Seattle tra due settimane... Mi manca da morire e vorrei che fosse qui con me per provare la mia stessa felicità. Un pianto disperato mi riporta alla realtà, e Grace mi passa il mio bambino, che presumo abbia fame. < Okay, gente è ora di uscire! > esclama Christian con quell'autorevolezza così caratteristica del suo carattere,ed alzo gli occhi al cielo spontaneamente, ridacchiando. I Grey promettono di tornare domani e se ne vanno mormorando qualcosa su quanto sia bello e tenero Teddy, che nel frattempo si calma tra le mie braccia. Mi sbottono la camicia da notte con la mano libera e comincio ad allattare Teddy, che mi guarda con gli occhi insonnoliti ed il nasetto arricciato. < Mio Dio, Ana, è perfetto..> le sue pozze grigie sono puntate su di me, piene di amore e tenerezza, le sue mani accarezzano la pancia di Teddy, e la sua bocca si posa ogni tanto sui miei capelli. < Ti amo, Christian, e so che lo sai già, che te l'ho ripetuto milioni di volte, ma la nascita di Teddy non cambia i miei sentimenti per te, anzi, ti amo ancora di più, se possibile..> < Lo so, ti amo anche io Mrs Grey, ora e per sempre, piccola..> le sue labbra si modellano sulle mie, lasciandomi senza fiato e ricordandomi ancora quanto è profondo e incondizionato il mio amore per lui, e niente potrà mai separarci, soprattutto ora che anche Jack è fuori dai piedi. Un urlerò ci fa sorridere con le labbra ancora attaccate e Christian si allontana riluttante. < Che c'è Teddy, sei già geloso della tua mamma? Abituati, allora perché sarà sempre così!> nei suoi occhi brilla un lampo di divertimento, ma so che in realtà è serissimo. Ridacchio divertita e porgo Teddy a Christian per fargli fare il ruttino, mentre mi abbottono la camicia, poi prendo la macchina fotografica che ho regalato a Christian in Francia e scatto una foto ai miei uomini di nascosto, Christian di spalle e la testa di Teddy sulla sua spalla, con l'aria assonnata. Da quando è nato nostro figlio, Christian non si è allontanato nemmeno per un secondo dalla mia camera, ed esaudisce ogni mia più piccola richiesta; è così attento, amorevole e premuroso, quasi fosse un altro uomo completamente diverso da quell'amministratore delegato in giacca e cravatta argento... Ma lo amavo allora e lo amo ancora di più adesso, adesso che gli altarini sono stati scoperti, adesso che lo conosco in toto, senza più alcun velo. Due giorni dopo.. POV Ana Oggi finalmente torniamo a casa dall'ospedale, e sinceramente sono preoccupata al pensiero di non avere più le ostriche ad aiutarmi, ma so che Christian sarà un padre perfetto e si prenderà cura di noi. Nelle ultime 72 ore sia io che mio figlio siamo stati riempiti di attenzioni, regali e fiori da tutti i Grey, che hanno perso il lume della ragione per il loro nipotino, ed è proprio vero, la felicità non serve a niente se non hai qualcuno con cui essere felice. Carichiamo in macchina il seggiolino con Teddy e ci avviamo verso la Big House, la mano di Christian sul mio ginocchio, la mia intrecciata nei suoi capelli, i Police cantano in sottofondo. Una volta sul vialetto, il familiare scricchiolio della ghiaia sulle ruote della macchina mi disegna un timido sorriso sulle labbra, mentre in me si fa strada il pensiero che questa casa rappresenta tutto quello che ci aspetta, tutta la strada che abbiamo da percorrere, come se fosse un enorme schermo contro Elena, Jack, Leila e chiunque abbia cercato di impedirci di essere felici. < Pronta piccola?> mi chiede Christian prendendomi la mano e baciandone le nocche, i suoi occhi colmi del suo sorriso. Annuisco e scendo dalla macchina, aspettando che lui prenda il seggiolino con Teddy , poi infilo la chiave ed apro la porta, rimanendo a bocca aperta quando vedo tutti i Grey, e mia madre, Ray e Bob, con decine di palloncini ed uno striscione che pende in salotto con la scritta < benvenuto piccolo Grey>. Le lacrime mi bagnano le guance, e guardo verso Christian che sorride con aria innocente. < Mamma...> riesco ad articolare prima di lanciarmi tra le sue braccia. < Oh , Ana fammi vedere il mio nipotino..> mamma si avvicina a Christian, lo bacia su una guancia e prende in braccio il mio bambino addormentato, baciandogli le guance e stringendolo a sé. Bob si avvicina e mi abbraccia a sua volta, poi mi lascia tra le braccia di Ray, mentre io piango contro il suo collo. < Sono così felice che siate tutti qui, papà!> < Anche noi Annie, sarai una mamma perfetta.> l'amore che provo per Ray mi dimostra ancora una volta che anche se non è lui il mio genitore biologico, sarà sempre mio padre. < Oh Ana, è bellissimo, sei stata bravissima!> mormora mamma con gli occhi inumiditi dalle lacrime. Christian tossisce accanto a lei, facendola ridere, < Oh, ma si anche tu Christian sei stato bravo, ma tu ti sei preso tutto il divertimento!> tutti ridono fragorosamente, e io mi sento avvampare. Sawyer, Taylor e Mrs Jones fanno capolino dalla cucina per vedere il bambino. < Ragazzi, venite qui, unitevi alla festa! > gracchia allegra Mia. < Oh non vorremmo disturbare, signori Grey...> il tono di Gale è caute pacato, come al solito, ed io so che non riuscirò mai nell'intento di farla sentire una di famiglia, anche se lo è.. Vive con noi e lavora per Christian da tanto tempo, e poi per me é un punto di riferimento. < Dai, venite qui!> Grace si avvicina a loro e li spinge dolcemente verso di Ray, che é entrato in pieno possesso del mio bambino, ora sveglio e attento. < Gale, vuoi prenderlo in braccio?> le chiedo conoscendo già la risposta. < Oh, posso Mrs Grey?> rimbotta lei battendo le mani allegra. < Sono solo Ana! E certo che puoi , sei una di famiglia!> Lei si avvicina e lo prende tenendoselo stretto al petto, gli sorride e lo culla mormorandomi qualcosa. Vado verso la borsa e prendo la macchinetta, e scatto una marea di foto di Teddy in braccio a tutti quanti, poi la posò sul tavolo. < Mamma, puoi farci una foto?> le chiede Christian ed io rimango a bocca aperta. Non è molto propenso a farsi scattare foto, quindi approfitto e prendo Teddy in braccio. Christian si siede sul divano e mi fa cenno di mettermi seduta sulle sue ginocchia, io obbedisco e mi stringo a lui, con Teddy tra le mie braccia, che poggia la manina sulla camicia inamidata del papà. Sono a casa, sulle gambe del mio bellissimo marito , con il mio bellissimo bambino tra le braccia, e le nostre famiglie al completo qui con noi. Nessuna minaccia, nessun problema, solo noi e la meravigliosa vita che ci aspetta davanti. Sempre.

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Capitolo 9
*** Giorno ***


POV Christian
Un pianto isterico mi fa agitare nel letto, svegliandomi.
Guardo l'ora sulla sveglia assonnato, le 4:23 . Teddy deve avere fame. Mi giro tra le lenzuola e noto che Ana si è già alzata per andare a controllare. Mio Dio se penso a quanto sono maledettamente fortunato ad avere Ana e Teddy nella mia vita, rivivrei ogni singolo schifoso istante della mia vita per arrivare di nuovo fino a qui.
Questa è la mia vittoria, il mio premio per anni di sofferenza e dolore. Tanto dolore.
Ma ora loro sono qui con me, per me, e combatterò a ferro e fuoco chiunque alzi un solo dito contro di loro.
In fondo è solo grazie ad Ana che ora accetto me stesso e la mia splendida famiglia per quello che sono, senza se e senza ma, mi ha fatto calare il velo che avevo davanti agli occhi, il velo che mi impediva di ammettere di amarli.
Mi alzo dal letto e vado verso la cameretta di Teddy, dove la mia bellissima, svestita moglie lo sta cullando.
Non poter fare l'amore con lei mi sta uccidendo, ma non voglio farle del male, non me lo perdonerei. 
Mi avvicino e la stringo a me da dietro, facendola sussultare, le bacio il collo ed accarezzo il braccio di mio figlio, che dorme beato tra le sue braccia.
"Io credo somigli a te" bisbiglia Ana con la testa appoggiata sulla mia spalla.
Sorrido involontariamente, orgoglioso, anche se il bambino è così piccolo che non riuscirei a dire se è veramente come dice lei.
"Dai, dammelo lo metto a letto io" suggerisco. In realtà voglio stringere ancora un po' questa meraviglia che dorme serena in braccio alla mia Ana.
Lei me lo passa delicatamente, mi bacia e si avvia verso la nostra camera, mentre io resto ancora un po' a contemplare il mio bambino.
La luna si riflette nella vetrata, illuminando le sue guance e i suoi occhi chiusi..potrei restare qui a guardarlo per sempre, ma sono stanchissimo anche io, sebbene di solito abbia sempre dormito molto poco, così lo metto nella sua culla e gli bacio la testa, poi torno nel mio letto, al mio posto, accanto ad Ana.

Il sole mi scalda la gamba ed un profumo ottimo mi invade le narici. Pancakes.
Scendo dal letto con addosso solo i boxer, e mi avvio di sotto, in cucina.
Ana sta cucinando con addosso solo la mia maglietta, come al solito, mentre Teddy se ne sta sull'ovetto con lo sguardo vigile, mentre sua madre lo bacia sulla guancia di tanto in tanto. É un'immagine perfetta: mia moglie che prepara la colazione e mio figlio che se ne sta lì buono a contemplare la madre.
Ana alza il braccio per prendere lo sciroppo dalla credenza e la maglietta si alza rivelando il sedere sodo e la cura della schiena, e il mio uccello freme nei boxer.
Non resisto. Mi avvicino e le pianto uno schiaffo sul sedere, mentre lei ridacchia allegra.
" Buongiorno Mr Grey" cinguetta sbattendo quegli occhi azzurri con un'aria da innocentina che mi fa venire voglia di sbatterla qui sul bancone della cucina.
"Mrs Grey, buongiorno!" la prendo per le cosce e la sollevo contro di me, e lei allaccia subito le sue gambe intorno alla mia vita, poi avvicino le mie labbra alle sue e la bacio con trepidazione ed amore, riversandovi dentro tutto il desiderio che provo per lei ora.
Le sue mani si intrecciano ai miei capelli mentre si avvinghia ancora di più a me, e sento che potrei esplodere da un momento all'altro, così la lascio andare ed alzo gli occhi al cielo sospirando, guadagnandomi una risatina in risposta.
" Ti va di fare colazione in giardino?" Le chiedo in un vano tentativo di distrarmi.
"Oh ma mi piace già il panorama che vedo!" Mormora lei al mio orecchio, poi la sua mano scorre sui miei addominali e giù fino all'elastico dei boxer, provocandomi un fremito.
"Non iniziare ciò che non puoi terminare!" La provoco. 
Lei spegne i fornelli e fa un cenno con la testa verso Teddy che dorme tranquillo. Afferro al volo le sue intenzioni e sposto l'ovetto di sopra, lasciando mio figlio a dormire in pace, poi torno in camera e trovo Ana 
sdraiata sul letto.
"Ho capito le tue intenzioni, Mrs Grey. Ed approvo!" Le sussurro con voce melliflua mentre mi sdraio accanto a lei, i suoi occhi due pozze blu accese di desiderio.
Lei sorride compiaciuta e fa scorrere la sua mano dalla mia spalla, alle creste iliache fino a raggiungere l'elastico dei miei boxer e mi li fa scendere lungo le gambe, fino a togliermeli completamente.
Se il buongiorno si vede dal mattino...
Si mette a cavalcioni su di me e stampa le sue labbra morbide sulle mie, ed io approfitto per baciarla con passione e trasporto, i suoi capelli ricadono accanto alla mia guancia e le mie mani ripercorrono le sue curve, vogliose di farla mia.
Piano Grey, non puoi.
Le sue labbra scendono piano sul mio torace, sugli addominali, fino ad avvolgermi completamente.
Cazzo.
La sua bocca continua su e giù sul mio membro e io non riesco più neanche a pensare. 
" Cristo Ana!" Sento che tra poco raggiungo il culmine e con la mano guido la sua testa su e giù, ancora ed ancora... " Piccola se non vuoi che vengo fermati ora!" Mugugno avvertendola.
Ma lei continua, aumentando d'intensità, afferrandomi anche con la mano ed io esplodo in lei gridando il suo nome.
Mio Dio.
Ana si alza e va in bagno, poi fa capolino dalla porta con un sorrisetto compiaciuto in viso.
Cazzo, quanto la amo.
"Hai ancora un po' di appetito per la colazione, Mrs Grey?" Le chiedo scherzoso.
"Decisamente si Mr Grey!" Rimbotta incrociando le braccia sul petto e facendo quasi uscire quelle tette perfette dalla striminzita camicia da notte di pizzo.
"Vado a controllare Teddy, tu intanto se vuoi apparecchia in giardino" suggerisce.
Mi alzo, le bacio i capelli e vado verso il bagno per farmi una doccia.
Cristo, vorrei che ogni giorno cominci così maledettamente bene da oggi all'eternità.

POV Ana
Finisco di truccarmi e mi infilo i sandali, poi prendo la borsa e scendo in salotto.
Christian sta sdraiato sul divano, addormentato, un ciuffo di capelli ramati gli ricopre la fronte, e con un braccio tiene Teddy, che se ne sta accoccolato sul suo petto senza emettere un fiato.
Sorrido tra me e me e scatto un'altra foto a tradimento dei miei uomini.
Non vorrei svegliare Christian, quindi mi avvicino cauta e prendo il mio bambino dal suo petto, gli do un bacio sulla guancia paffuta e mi avvio di sopra per cambiargli il pannolino.
Mio figlio è un bambino buonissimo, nonostante abbia pochi giorni piange solo di notte se ha fame, e si lascia lavare e cambiare come nulla fosse.
"Bravissimo il mio bambino" gli sussurro accarezzandogli il pancino. Lui si limita a sgambettare ed a guardarmi attento.
Gli allaccio il body e lo sollevo, e lui subito si accoccola contro di me.
Non riuscirò mai a smettere di inalare il suo profumo e di baciargli le guance continuamente, lui è suo padre sono indubbiamente la cosa più bella che la vita potesse riservarmi.
"Sei tu l'amore della mamma? Sii sei tu" gli mormoro all'orecchio.
E poi c'è Christian, lui è un marito affettuoso ed un padre bravissimo, almeno fino ad ora. Di notte se mi sveglio lui si alza per farmi compagnia, e se devo allattare Teddy lui aspetta che io finisca per fargli fare il ruttino. E soprattutto si assicura che io mangi e che a Teddy non manchi mai niente.
Lo amo da morire e non smetto di ripeterglielo.
Scendo di sotto e Christian si sta svegliando, stiracchiandosi mentre sbadiglia. Il mio bambino perduto.
"Dove pensi di andare vestita così?" Aggrotta la fronte e mi squadra inquisitorio, il tono freddo, accennando al mio vestitino blu.
Ci risiamo.
"Ho acconsentito ad un'uscita con Kate, non che tu ci vada vestita così!" 
Incrocio le braccia sul petto e lo guardo con un sopracciglio alzato.
"Hai finito?" Chiedo accigliata.
Non sopporto che si comporti in modo così possessivo, non ne ha motivo.
"Ana, per favore!" Si sfrega il viso con le mani e mi guarda attraverso le lunghe ciglia.
"No Christian, non hai motivo di essere geloso, e lo sai!"
"Non è quello..."
Ok ora sono confusa.
"Allora cosa c'è che non ti va bene?" Chiedo curiosa.
Lui ci pensa un attimo, misurando le parole.
"È che ora hai un figlio, Ana."
Che? Sbatto le palpebre più volte e metto Teddy nel carrozzino.
Ora sono incazzata. Solo perché ho un figlio non significa che debba andare in giro con i pantaloni e la felpa anche d'estate. Lo guardo con aria delusa e sinceramente anche un po' ferita dalle sue parole.
"Ci vediamo più tardi." Gli dico prendendo le chiavi e mettendo la borsa dei pannolini sul manubrio del carrozzino.
Lui si alza dal divano e e mi prende per un polso. 
"Ana aspetta non volevo dire che sei vestita come... Intendevo tutt'altro!" Borbotta cercando di giustificarsi.
Ma io sono già nella macchina, con Teddy che mi guarda dal seggiolino.
Metto in moto e parto, ignorando Christian che grida il mio nome.
















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Capitolo 10
*** 17/06 ***


Seattle, 17 giugno 2012.
POV Ana
Sono felice.
E non occasionalmente, sono felice ogni giorno.
Ho un marito attento, premuroso e dannatamente bello, un figlio tranquillissimo e che amo da morire, una casa enorme, due famiglie  che ci fanno sentire sempre al centro del mondo.
Anche se qualche volta io e mio marito ci punzecchiamo, lo amo da morire e non riesco ad immaginarmi un solo giorno senza lui. E poi adesso che la dottoressa Greene ci ha dato il via libera... Approfittiamo di ogni volta che Teddy dorme.
Domani è il compleanno del mio Mr Grey, così visto che lui è a lavoro, prendo Teddy ed andiamo a Bellevue, per organizzare la festa a sorpresa di domani, dopotutto é il primo compleanno che Christian passa come padre è come marito, e voglio che per lui sia indimenticabile.
Grace e Carrick ci accolgono a braccia aperte e Mia corre a prendere in braccio suo nipote, che sgambetta allegro tra le sue braccia, contagiato dall'euforia della zia.

POV Christian
Sono al lavoro da due ore ma non riesco a combinare niente, il mio pensiero è fisso a ieri notte, ad Ana nuda sopra di me, le sue mani nei miei capelli, il suo labbro tra la morsa serrata dei suoi denti mentre la facevo venire ancora e ancora...
Sento l'uccello fremermi nei pantaloni, così mi muovo incomodo sulla sedia.
Ora come ora vorrei solo andare a casa e stringere mio figlio, addormentarlo e poi farmi mia moglie in qualunque superficie disponibile.
Dopo alte 5 riunioni ed un'ora passata a scrivere un'email, finalmente l'orologio del computer segna le 18.00, così mi alzo di scatto, e raggiungo Taylor di sotto, che vola fino a casa mia. Letteralmente.
Quando entro in casa Ana è addormentata sul divano, e Teddy è accoccolato accanto a lei, con le labbra arricciate ed il body bianco; é la cosa più bella che potessi avere. Ma ricomponiti Grey!
Mi avvicino e lo sollevo piano, lo stringo a me e gli bacio la testolina da dove spunta un ciuffetto color ramato, le guance rosate e le labbra arricciate nel sonno.
Vorrei tenermelo così stretto a me tutto il giorno, la sua innocenza e la sua purezza mi fanno desiderare essere una persona migliore per me e per mio figlio. E sopratutto per la mia Ana.
Lei è così dolce, e gentile, e non fa mai niente per scopi più alti, lo fa semplicemente per aiutarti o perché ti ama.
"Tu devi aiutarmi, Teddy, dobbiamo proteggere la mamma, ora sei anche tu un Grey, e noi Grey la proteggeremo, perché è lei é la nostra unica donna, vero piccolo?" Chiedo al mio bimbo, che si agita e si sveglia, ma non piange, lui non piange quasi mai.
Ha il body sporco di latte, quindi ha mangiato da poco, ma deve essere cambiato, così lo porto di sopra e gli cambio il pannolino. Al contrario della maggior parte degli uomini, io adoro farlo, semplicemente perché adoro prendermi cura di lui. Voglio che sia sempre sazio e pulito, non voglio vedere l'immagine di me bambino, disperato, riflessa negli occhi di mio figlio.
Scendo e metto Teddy nell'ovetto sopra al bancone della colazione, poi mi avvicino ad Ana e la bacio sul collo, sotto all'orecchio.
Lei si muove e le sue labbra si aprono in un sorriso.
"Sei a casa.." Sospira felice.
Ed il suo sorriso è la ricompensa di una giornata passata lontano da casa.
"Si sono a casa, piccola. Vuoi venire a fare una doccia con me?" Le chiedo mellifluo.
Lei si stropiccia gli occhi e si guarda intorno spaesata, poi allunga le braccia e mi circonda il collo.
"E Teddy?" Chiede preoccupata, gli occhi chiusi in una fessura.
"Chiederemo a Gale di controllarlo per dieci minuti, ha mangiato, a dormito, l'ho cambiato, quindi per un po' dovrebbe andare bene." Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la bacio piano sulle labbra.
"Okay, chiamo io Gale, aspettami di sopra" la sua voce è carica di promesse che so che manterrà, i suoi occhi azzurri accesi di desiderio, le mani che scivolano sul mio corpo.
Devo alzarmi prima di sbatterla qui sul divano.
Alzo gli occhi al cielo, e mi alzo riluttante, e mi avvio a grandi passi verso il bagno in camera.
Mi spoglio e preparo due asciugamani vicino alla doccia, poi entro dentro ed aspetto quelle braccia intorno a me che non tardano ad arrivare.
Ana mi bacia una spalla e fa scivolare una mano verso il mio ventre, poi scende, afferrandolo saldamente in mano e scorrendo su e giù, ancora e ancora, il mio respiro accelerato dal piacere, e quando sento che sto per scoppiare, mi giro l'afferro per le cosce e la tiro su, sbattendola contro la parete della doccia. Il cuore mi martella nel petto e ringrazio lo scroscio d'acqua fresca che mi bagna la fronte.
"Non provocarmi, Mrs Grey." La avverto con tono autoritario prima di fiondarmi sulle sue labbra; lei risponde al bacio di buon grado, il suo respiro affannato, poi porta le mani sulle mie spalle e si aggrappa a me con forza, getta la testa all'indietro e geme.
"Christian più forte, per favore" mi implora affannata, così aumento il ritmo e la faccio venire con spinte forti e controllate,prima di esplodere in lei gridando il suo nome. Mi abituerò mai a tutto questo? Credevo di avere tutto nella vita: i soldi, le macchine, le sottomesse. Mi sbagliavo alla grande. Ora ho tutto.
Ci prendiamo un secondo per tornare a respirare normalmente,le nostre fronti unite, lei ancora avvinghiata a me come fossi l'unica cosa che le è rimasta al mondo, ed è esattamente così che io mi sento con lei.
"Lascia che ti lavi, piccola".
Prendo il bagnoschiuma, me lo strofino tra le mani e poi le insapono le spalle, il seno perfetto e gonfio grazie al latte, il ventre piatto, poi mi inginocchio di fronte a lei, e le passo le mani sulle gambe, sui fianchi e mi fermo a prestare particolare attenzione in mezzo alle sue cosce. Mio Dio sono un maestro in questo.
Le mie dita affondano in lei, il pollice che le strofina quel punto tanto delicato, le sue mani che tirano tra i miei capelli.
" Christian, non fermarti" esala d'un fiato.
Sentirla godere così me lo fa ridiventare duro, e faccio appello a tutte le mie forze per non concederle un bis.... Voglio che venga tra le mie mani, voglio sentire che gode grazie a me.
"Sto per venire!" Grida attirandomi verso di sé, le mie dita che affondano un'altra volta in lei prima di portarla di nuovo al culmine.
Risalgo con le mani verso i suoi fianchi, l'attiro verso di me e la bacio stringendola.
"Ti amo da morire Mr Grey"
"Ti amo anche io Mrs Grey".











 









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