Fragments

di clexaland
(/viewuser.php?uid=944024)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wake up ***
Capitolo 2: *** Pirate AU : Rum ***
Capitolo 3: *** Badgirl|Nerd AU : Smoke and glasses ***



Capitolo 1
*** Wake up ***


Ship: Elycia
Raitings: Giallo



Wake up
 
Si era svegliata nel bel mezzo della notte nella propria roulette, aveva cercato il suo cellulare e infine, con non poche fatiche a causa degli occhi socchiusi,  aveva osservato l’orologio che sul display segnava le cinque e mezza di notte.

Si era girata nel letto ad una piazza e mezza con la chiara intenzione di trovare una posizione più comoda – che le consentisse soprattutto di riprendere sonno – e a quel punto capì di non essere sola.
 
Avvolta dal lenzuolo candido, accanto a se, c’era Alycia.
 
Dormiente teneva un braccio sotto il cuscino, Eliza si chiese per un attimo come facesse a dormire così bene in quella posizione così scomoda, il suo petto si alzava e abbassava ritmicamente, con infinita dolcezza e le labbra, quelle labbra bellissime, erano leggermente socchiuse. 

Aveva sorriso, guardandola e non era riuscita a fermarla, la propria mano.

Lenta si era avvicinata a quel viso etereo, e quasi tremando, aveva spostato il ciuffo ribelle di quei capelli setosi che fastidiosamente le ricadevano sulla fronte, e da lì la sua mano aveva iniziato a vagare su quel viso pallido e morbido, contornandone ogni piccolo lembo di pelle, sfiorandole  ogni singola e bellissima imperfezione. 
 
E fu quello il momento in cui Alycia si svegliò, rivelandole la cosa più bella che avesse mai visto: le sue iridi verdi.
 
‘Umh…’
 
Mormorò, e l’osservò incantata prima di ricominciare ad accarezzarla, lentamente, come se sotto il palmo caldo della propria mano ci fosse davvero la cosa più preziosa e fragile di questo mondo.
 
Scese lentamente verso la sua mandibola perfetta e poi avanzò verso il suo collo.

‘Mi dispiace averti svegliata’
 
Alycia scosse la testa e cercò silenziosamente di farle capire che andava tutto bene.
 
Perché in fin dei conti andava veramente tutto bene – nonostante quello strano risveglio – andava tutto a meraviglia: stava dormendo nello stesso letto di Eliza e adesso la bionda sembrava osservarla come se fosse l’unico essere umano presente sul pianeta terra.
 
Il silenzio aleggiava nella stanza e i loro respiri erano incredibilmente vicini adesso.
 
‘Voglio baciarti’
 
Due parole uscirono piano dalle labbra della bionda.
 
‘Baciare te e non Lexa’
 
Continuò, non sapeva nemmeno lei cosa diavolo stesse dicendo o facendo, a dire il vero l’unica di cui era certa era che voleva poggiare le labbra contro le sue, perdersi in quel contatto e goderselo fino in fondo, senza una telecamera pronta a registrare tutto, o le direttive di un uomo che non faceva altro che ripeterle loro di essere il più naturali possibile.
 
Ma non ebbe nemmeno il tempo di pensare che in un battito di ciglia, due labbra, le labbra di Alycia si scontrarono contro le proprie.
 
Si era sporta verso di lei per rispondere alla sua richiesta, ed Eliza a quel contatto riuscì solo a pensare che quelle erano le labbra più morbide del mondo, e che non poteva farlo per tantissime ragioni, migliaia probabilmente, soprattutto perché non voleva rovinare la cosa più bella della sua vita.
 
Ma non poteva farne a meno: erano la cosa più bella che avesse mai toccato.
Sfiorato.

Nel momento in cui la brunetta dopo pochi secondi si allontanò, fissandola con quelle gote rosse e gli occhi lucidi e pieni di desiderio, si sentì morire.
 
Aveva desiderato quel momento per troppo tempo, ecco perché nel momento in cui ebbe tutto il tempo a sua disposizione per riuscire a fermare quella follia, ma non ci riuscì, non lo fece.
 
Questa volta fu lei a baciarla nuovamente, e fu dolorosamente giusto.

E bastarono pochi attimi, pochi attimi ed Eliza ricordò perfino le parole di quella stupida serie tv che Alycia guardava sempre con tanto entusiasmo: Grey’s Anatomy.
 
“Ogni bacio prima di quello giusto, non conta comunque” diceva il protagonista, Derek.
 
E quello, era davvero il bacio giusto.
Alycia era la ragazza giusta.
 
Nel momento in cui i baci dolci e leggeri finirono e le lingue di entrambe entrarono in contatto, quasi danzando, tutto cambiò: i loro respiri divennero pesanti e le loro mani iniziarono a vagare tra i capelli dell’altra, contro il corpo dell’altra, e tutto divenne inspiegabile.

Ed Eliza si svegliò.

Le sue palpebre si aprirono improvvisamente, e balzò seduta sul letto, sudata,  col cuore che batteva nel petto come l’orologio di una bomba pronta a scoppiare da un momento all’alro: stava sognando, aveva sognato di baciare Alycia Jasmin Debnam-Carey, la sua collega.

Toccò con la punta delle dita le proprie labbra, ricordando vagamente il sapore di quelle labbra, quelle del sogno, e pur essendo stato solo questo: immaginazione dettata dal desiderio, era consapevole del fatto che non sarebbe riuscita più a toglierselo dalla testa.
 
E forse, nemmeno voleva farlo.



Author: Ho letto moltissime storie sulle Clexa, sulle Elycia e anche sulle Lexark, sia in italiano che in inglese, e alla fine eccomi qui come scrittrice decisa più che mai a raccontare di loro. Non riuscendo a delineare una trama, tante erano le idee, alla fine ho deciso di postare una raccolta a lungo tempo dedicata alle nostre due eroine. Non sono una scrittrice e questo è solo un esperimento, spero piaccia e sarei felice di leggere le vostre recensioni accettando anche consigli o idee per le one shot. Grazie mille per il vostro tempo, C.  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Pirate AU : Rum ***


Ship: Clexa
Raitings: Giallo
 
 
 
Pirate AU : Rum

Era una serata calda quella, non soffiava un filo di vento e le vele erano ammainate, immobili, l’imbarcazione ondeggiava appena, cullata dal moto del mare e la luna piena splendeva alta in cielo.

E in quella quiete surreale, lo sguardo di Clarke si abituò presto all'oscurità e la ragazza prese a muoversi lentamente a bordo della nave, rendendosi conto – forse troppo tardi – di non essere sola.

Davanti a lei Lexa le dava le spalle: la sua schiena era appoggiata a uno dei pali che reggevano l’albero maestro e sorseggiava qualcosa da una bottiglia trasparente.

Per un attimo la bionda non seppe cosa fare, andò in confusione, poteva andarsene, oppure restare semplicemente lì ad osservare in silenzio il Capitano, nonostante adesso dovesse trovarsi all'interno della propria cabina e non fuori a gironzolare.

‘Non riesci a dormire?’

La sua voce la fece trasalire e bloccare sul posto, non si era voltata neppure di un centimetro, restava appoggiata contro il pezzo di legno, eppure l’aveva beccata, come un predatore fa con la propria preda.

A quel punto fuggire era inutile. 

‘No, non riuscivo a dormire, così ho pensato di salire a prendere un po’ d’aria, e tu invece? Come mai sei sveglia?’

‘E’ una notte così splendida, non credi? Il mare è immobile, sembra un tutt'uno con il cielo, cielo che è così sereno da mostrarci la meraviglia delle stelle e della luna, perché perdersi tale meraviglia? Per dormire?’

Clarke sorrise a quelle parole e scosse leggermente il capo avvicinandosi a lei, la ragazza accanto a se adesso non sembrava così temeraria, la maglia leggera di un color grigio cadeva morbida sulle sue forme, la sua pelle diafana sembrava brillare grazie ai raggi della luna e gli occhi, quelli sembravano surreali.

Un brivido la fece tremare e costretta a voltarsi con la coda dell’occhio, vide il Capitano allungarle la sua bottiglia, la guardò con aria interrogativa prima rabbrividire ancora.

‘Ti riscalderà’

Le disse piano, e a quelle parole la bionda si decise ad afferrarla, mandando giù un lungo sorso, inutile dire che se ne pentì subito: sentì la gola bruciare, così come il petto, gli occhi le lacrimarono subito e si lasciò scuotere da qualche colpo di tosse, finendo con l’osservare la bevanda giallognola con fare contrariato.

Si accorse subito del sorriso sghembo sulle labbra di Lexa.

‘Potevi dirmelo prima che questa roba era alcolica’

‘E’ Rum, cosa ti aspettavi?’

Un breve silenzio interruppe quello scambio di battute dopo quella domanda, si poteva udire solo il suono del mare che si infrangeva sullo scafo, e di tanto in tanto, il cigolio di qualche giuntura arrugginita a bordo, quasi come se la stessa nave volesse comunicare con l’acqua, creando melodiosi suoni.

‘Il mare non sembra adatto a te, non capisco perché tu insista col restare’

‘Voi sembrate così liberi… io non sono mai stata padrona del mio destino, ero costretta a seguire regole rigide a Londra, nessuna delle mie passioni veniva assecondata e alla morte di mio padre la situazione è  diventata insostenibile, ero promessa in sposa ad un ragazzo che nemmeno conoscevo, un certo Blake’

‘Eri?’

‘Mi sono intrufolata su questa nave la sera prima delle nozze’

‘Quindi per scappare sei salita su questa nave dalla bandiera nera?’

‘Credimi, sto meglio qui’

‘Siamo pirati Clarke, noi saccheggiamo,  prendiamo con la forza ciò che non è nostro, uccidiamo se è necessario e abbiamo perfino una taglia sulle nostre teste”

‘Lo so… ma, credi sia peggio girare il mondo a bordo di una nave pirata o restare in una società dove solo i più deboli sono costretti a vivere una vita infelice? Almeno qui vivo’

E allora fu il silenzio.

Circondate dal buio della notte Clarke e Lexa non si posero freni, nel momento in cui le iridi di entrambe si specchiarono, le loro labbra si unirono in un bacio leggero, fresco, di sottilissima e proibita connessione umana.

‘Le tue labbra sanno di Rum’

Mormorò la bionda sorridendo appena.

‘Non dovevo’

‘Cosa? Baciarmi?’

Chiese la ragazza e il Capitano annuì, abbassando nuovamente le iridi di un verde smeraldo verso le sue labbra, il loro rapporto era sempre  stato così da quando si era intrufolata su quella nave: fatto di brevi contatti, sguardi rubati e desideri repressi.

‘Io volevo che tu lo facessi’

‘Perchè’

‘Perché vorrei che tu ti innamorassi di me’

‘E’ per questo?

‘Cosa?’

‘Che insisti per restare?’

‘Se così fosse, cosa mi diresti?’

‘Resta’
 
 
 
Author: Eccomi qui! Una Pirate Au mancava e dato che adoro davvero tanto questo mondo alternativo, ho deciso di dare sfogo alle mie idee e creare questo secondo capitolo! Ringrazio tutte le persone che hanno letto il capitolo precedente e messo la raccolta tra le seguite o preferite e in particolare jleniaporcelli per la recensione, sarei felice di leggerne altre, scrivo anche per voi e un parere sarebbe più che gradito, come idee varie per le one shot. Grazie mille per il vostro tempo, C.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Badgirl|Nerd AU : Smoke and glasses ***


Ship: Lexark
Raitings: Giallo
 

 
Badgirl|Nerd AU : Smoke and glasses
 

‘Elyza Lex in punizione! ‘

La ragazza roteò gli occhi al cielo e sbuffò pesantemente alzandosi in piedi di scatto e sbattendo con forza entrambe le mani sul proprio banco di un verde insolitamente troppo scuro.

Ogni settimana era sempre la stessa dannatissima storia, ma non era certo colpa sua se l’insegnante di italiano aveva un senso dell'umorismo così scarsamente sviluppato da non riuscir ad apprezzare il fascino goliardico delle sue battute.

‘Lex, ho detto in punizione, prendi la tua roba ed esci di qui, subito’

La bionda afferrò la propria borsa a tracolla da terra e dopo aver inserito in questa la penna e il quaderno che aveva usato durante l’ultima ora per disegnare linee psichedeliche, si diresse svogliatamente fuori dall'aula camminando a testa alta per i corridoi fino a raggiungere la stanza delle punizioni dall'altro lato dell'edificio.

Una volta arrivata, come al solito trovò la classe completamente deserta, fatta eccezione per il professor Kane: il responsabile della sorveglianza.

‘Non è possibile!’

La ragazza fece una smorfia a quelle parole e si gettò a peso morto sulla prima seggiola che incontrò lungo il proprio cammino, lasciando cadere a terra la propria borsa con un gesto secco.

‘Io, di certo, non mi diverto a stare qui, sa?’

Replicò astiosamente, allungando i piedi sul tavolo per mettersi così comoda mentre, contrariata continuava a ricambiare lo sguardo dell’uomo, stava per aprire nuovamente bocca quando ad entrare in aula fu Alicia Clarke, la secchiona della scuola, con tanto di libri premuti contro il petto e occhiali da vista tondeggianti sul volto.

‘Ma guarda un po’ chi c’è, la piccola Clark si è forse messa nei guai? O è tutto merito di quel cervello sfumato che ti ritrovi? Dopo tutte le ore passate sui libri di testo non mi sorprenderebbe sapere che ti sei messa a sbiellare in classe’

‘Io, al contrario, credo che potrebbe esserti davvero utile prendere esempio dalla signorina Clark, sai?’

Elyza scoppiò a ridere fragorosamente a quelle parole.

‘E diventare una di quei noiosissimi nerd sfigati, che non hanno il benché minimo gusto per il vestiario e passano l’intera esistenza davanti ad uno schermo o ad un libro per poi ritrovarsi ad ottant’anni vergini, soli e disperati? No, grazie, sto bene così come sto, e per la cronaca, sto solo dicendo la verità’

Il professor Kane sbuffò sonoramente e lanciò poi una rapida occhiata al suo orologio, sussultando nel momento esatto in cui realizzò di essere tremendamente in ritardo.

‘Ascolta bene Elyza, ho promesso alla signorina Griffin di aiutarla con i progetti pomeridiani, Alicia rimarrà qui a tenerti compagnia, quindi non fare scherzi… e lei signorina Clark cerchi di sopportarla e faccia in modo che non lasci quest'aula per nessuna ragione al mondo’

‘Certamente’

‘Si diverti con “i progetti pomeridiani” sono sicura che anche a mia madre piaceranno’

Il professor Kane fece una leggera smorfia alle parole della bionda e sospirò appena prima di lasciare finalmente l'aula, furono sufficienti appena pochi secondi prima che Elyza, ormai del tutto incapace di trattenersi oltre, scoppiò in una fragorosa risata.

‘Tutto questo è troppo divertente!’

Alicia si morse il labbro inferiore ed incrociò le braccia la petto, rivolgendo alla giovane uno sguardo profondamente risentito.

‘N-non è divertente… e davvero, non ho alcuna intenzione di finire nei guai per colpa tua quindi per pia-’

‘Frena frena… non so cosa passa per la tua testolina, ma io non ho nessuna intenzione di scappare, secondo te sono così stupida da perdermi l'occasione di trascorrere un po' di tempo con una secchiona sfigata come te?’

‘D-dovresti cercare di essere più carina e gentile con le persone…’

Elyza, a quel punto, sollevò lo sguardo in direzione della ragazza ed inarcò entrambe le sopracciglia con aria di superiorità, quasi infastidita, rimase in silenzio per qualche secondo semplicemente ad osservare quell'espressione timorosa ed al tempo stesso determinata che si era andata a dipingere sul volto della mora, e poi – molto lentamente – si alzò dalla propria postazione e si diresse a piccoli passi verso di lei, afferrando dalla tasca una confezione alquanto rovinata di tabacco.

‘Cos’è una minaccia questa, Clark? O un consiglio?’

Alicia deglutì.

Non potè far a meno di pensare a quanto la bionda la spaventasse, nonostante i lineamenti delicati e i tratti rassicuranti del suo volto, probabilmente era il colore così innaturale dei suoi capelli a renderla tanto inquietante ai suoi occhi, oltre al piercing al naso e l'espressione costantemente accigliata che era solita solcare il suo viso, quelle punte rosa erano inguardabili.

Non vi erano dubbi sul fatto che Elyza Lex fosse una delle ragazze più fuori controllo di tutto l’istituto, eppure sentiva che vi era qualcosa di più dietro alla sua solita espressione da dura.

‘Non si fuma qui dentro’

‘Sarai tu a fermarmi?’

Domandò la ragazza finendo di rollare la sigaretta, passando piano la lingua sulla cartina per poi chiuderla con cura, e a quel gesto Alicia non potè non pensare al fatto che quella fosse la cosa più sexy che avesse mai visto.

‘Non capisco perché tu lo faccia, è solo rischioso e sei già nei guai, vuoi davvero rendere la tua situazione più grave? Insomma non pensi al tuo futuro? Non vuoi diplomarti?’

‘Non puoi giudicare se non hai mai provato’

Affermò tranquilla la bionda, ignorandola, stava per portarsi la stecca di tabacco alle labbra quando improvvisamente l’altra gliela sfilò dalle mani per poterla afferrare e sorprendentemente fece la stessa cosa con il clipper, inutile dire che Eliza alzò un sopracciglio del tutto confusa e incredibilmente contrariata.

‘Che stai facendo?’

‘Provo a fumare, così sarò libera di dirti quanto questa schifezza sia nociva per te e forse poi mi prenderai sul serio…’

‘Ne sei proprio sicura? Perchè di certo non sarò io a fermarti’

Alicia annuì e si portò la sigaretta alle labbra, l’accese e, non passò quasi nemmeno un secondo, prima che un colpo di tosse la costringesse a togliersi la stecca così improvvisamente dalle labbra da rischiare perfino di bruciare la bionda che si era avvicinata un po’ di più per osservarla.

‘Ha un sapore orrendo!’

‘Dio sei proprio una sfigata Clark e io dovrei prenderti sul serio?’

Domandò Elyza prima di sfilargliela dalle mani per poter finalmente fumare, il filtro seppur lievemente, sapeva delle labbra della mora – anzi aveva uno strano sapore di fragola che molto probabilmente apparteneva a qualche strano lucidalabbra – e il tutto mischiato alla nicotina la fece semplicemente impazzire.

‘Ci deve essere un altro modo’

‘Per fumare?’

‘Per provare’

‘No’

‘No?’

‘Sei snervante’

‘Allora?’

‘Va bene, apri la bocca e resta immobile intese?’

‘C-che hai intenzione di fare?’

‘Ferma le strane idee che vagano nella tua mente vergine e squallidamente deviata, non farei mai nulla con te’

Alicia a quelle parole arrossì ancora di più e osservò la bionda fare un altro tiro, questa volta però trattenne il fumo fino a quando non fu a meno di due centimetri dalle sue labbra socchiuse e, con estrema lentezza, soffiò il tutto nella bocca della ragazza, che questa volta non rischiò di soffocare.

‘Allora? È cosi male come pensavi?’

La mora non riusciva a pensare, non per il fumo, quanto per quella vicinanza così incredibilmente rischiosa, non era mai stata così vicina a qualcuno ed Elyza era semplicemente fantastica, il calore che emanava il suo corpo era più che piacevole e Alicia dovette combattere contro se stessa per non avvicinarsi ulteriormente e abbracciarla.

‘No… ‘

‘Ho trovato il modo per zittirti mhh? Anche se avrei preferito utilizzare un’altra tattica’

‘Un’altra tattica?’

‘Già, molto più... piacevole’

La ragazza fece per replicare, visibilmente confusa, ma prima ancora che ne avesse l'occasione la bionda si avvicinò a lei per poterle sfilare la montatura arcaica dei suoi occhiali

‘Stai meglio così, sai?’

‘Cosa stai…’

‘Shh’

Mormorò Elyza e senza dire nient’altro si avventò su di lei premendola con forza contro uno dei banchi per poter poggiare quasi con fare feroce le proprie labbra sulle sue.

La giovane Clark non osò protestare e si limitò molto semplicemente a ricambiare il bacio, sebbene con minore intensità e audacia dell'altra: le loro lingue incominciarono a danzare l’una contro l’altra, ricercandosi e Alicia pensò semplicemente di star sognando, sentiva la mente completamente offuscata.

Nel momento in cui si staccarono si guardarono negli occhi e la bionda senza dire nulla afferrò la propria tracolla e uscì dall’aula lasciando l’altra ragazza inerme con i polpastrelli poggiati sulle labbra e il cuore completamente in balia di tutte quelle sensazioni inumane.

Mai provate prima.

Si era appena fatta scappare Elyza Lex e sorprendentemente la cosa non le importava più di tanto, adesso il suo pensiero fisso era uno: avrebbe voluto tanto baciare ancora quelle labbra che sapevano di fumo e di irraggiungibilità.
 
 
 
Author: Ho sempre desiderato scrivere una fic del genere dunque eccomi qui, un ringraziamento speciale va chi ha recensito la one shot precedente / jleniaporcelli e Mai Valentine / e uno altrettanto affettuoso a chi ha semplicemente letto. Spero che anche questa breve storia piaccia, alla prossima C.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3466074