Prova di fiducia

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo di Sakura e un nuovo caso ***
Capitolo 2: *** Le prime indagini ***
Capitolo 3: *** Le paure di Miwako ed un primo indizio ***
Capitolo 4: *** Il motivo di un odio sconfinato ***
Capitolo 5: *** Ritratto di psicopatico ***
Capitolo 6: *** Una scoperta importante ma inutile ***
Capitolo 7: *** Un'ora prima di rendere l'anima ***
Capitolo 8: *** Giusto in tempo ***
Capitolo 9: *** Di nuovo in pericolo ***
Capitolo 10: *** Nelle mani di un folle ***
Capitolo 11: *** Sepolti vivi ***
Capitolo 12: *** Aprirsi una via di fuga ***
Capitolo 13: *** L'incubo più lungp ***
Capitolo 14: *** Finalmente al sicuro ***
Capitolo 15: *** Cambiamenti poco graditi ed improvvisi ***
Capitolo 16: *** Il serpente continua a mordere ***
Capitolo 17: *** Una vita in solitudine ***
Capitolo 18: *** Il confronto ***
Capitolo 19: *** Un finale imprevisto ***



Capitolo 1
*** L'arrivo di Sakura e un nuovo caso ***


~~Carnagione olivastra, capelli scuri lasciati morbidi sulle spalle, occhi castani.
Così era la ragazza appena arrivata all'aereoporto di Haneda, abbigliata con una camicetta rosso fuoco, jeans chiari strappati ed una pio di stivali neri con il tacco alto.
Con sè portava un trolley nero ed il suo baglio a mano erano una borsetta bianca ed una giacca nera.
Tokyo non era mutata da quando l'aveva lasciata.
Le persone, i palazzi, il traffico... era rimasto tutto uguale. Immutato.
Ma era la sua prospettiva ad essere cambiata... non riusciva a vederla con gli stessi occhi di un turista al quale veniva consigliata tale città per le vacanze o come una persona che ci rimetteva piede dopo anni per cause di forza maggiore.
'' E' passato... è tutto passato.''- fece la giovane iniziando a camminare per la strada alla ricerca di un taxi.
Il posto da raggiungere era abbastanza lontano per farsela tutta a piedi e con un trolley a seguito, anche se era abituata a fare lunghe scarpinate.
'' Allora ci vedo bene!!!''- una voce conosciuta la fece voltare verso la strada.
Sorrise tiratamente vedendo chi era il proprietario di quella voce.
'' Ispettore Shiratori, è lei...''- fece Sakura.
'' Già. Stai andando a trovare tuo fratello?''- fece l'ispettore -'' Salta su. Ti do un passaggio.''
'' No, la ringrazio, ma non si disturbi, non è necessario.''- fece Sakura declinando l'offerta, tentando di muovere un altro passo.
'' Mi permetto d'insistere a dire il vero.''- fece Shiratori -'' se dovesse accaderti qualcosa lungo la strada, tuo fratello non mi perdonerebbe mai.''
Se mi dovesse succedere qualcosa? - pensò Sakura tra sè e sè - Quanto me la tira quest'individuo?
Ad ogni modo, decise di accettare l'offerta del poliziotto e salì in auto.
'' Mi spiace recarle disturbo, immagino che avrà cose più importanti di cui occuparsi invece di fare il tassista.''
'' Non ti preoccupare di questo.''- la tranquillizzò l'ispettore -'' Oggi è il mio giorno libero, ed ero in giro per sbrigare alcune cose, ma il mondo non si distruggerà se faccio una piccola deviazione.
Invece tu che fai di bello in città?''
'' Ricerca universitaria.''- fu la risposta della ragazza.

La centrale di polizia era rimasta tale e quale a come la ricordava. Non era nemmeno un brutto spettacolo a vedersi, anzi doveva ammettere che era un posto decisamente accogliente considerato che la gente in solito ci andava perchè aveva un problema grande come l'intero nipponico paese.
Shiratori l'aveva lasciata di fronte all'ingresso, poi si era congedato per sbrigare le sue '' commissioni''.
'' Chissà di che doveva occuparsi...''- di certo non di ritirare dei vestiti in lavanderia o fare la spesa. Suo fratello le aveva raccontato che malgrado fosse un funzionario di polizia, il suo ex rivale in amore nonchè capo della coalizzazione nei suoi confronti, Shiratori era il rampollo di una famiglia molto ricca e dopo aver lasciato la villa in cui viveva con i suoi genitori si era trasferito in un appartamento di lusso di loro proprietà in cui viveva con un maggiordomo che si occupava di tutto.
Trovava strano che andasse ad occuparsi di faccende '' ordinarie'' di persona.
'' Guarda un po' chi si rivede!''- la salutò l'agente Chiba con un sorriso radioso in volto e dandole un abbraccio quasi fraterno -'' Ragazzi!!! Venite a vedere chi c'è!!!''
'' Si può sapere cosa hai da urlare in quel modo...''- fece Takagi uscendo dalla sala ristoro per poi sgranare gli occhi dalla sorpresa, dall'incredulità e dalla gioia nel vedere chi aveva causato le urla euforiche del collega di pattuglia.
Non si fece nessuno scrupolo a prendere in braccio la sorellina, proprio come quando aveva otto anni per farla giocare ed abbracciarla.
'' Come stai piccola?''- fece il poliziotto con un sorriso luminoso in volto, rimettendola giù -'' è una vita che non ci vediamo.''
'' Ora, una vita...''- fece Miwako raggiungendo il gruppo arrivando dalla sala ristoro con un'espressione contenta in viso -'' l'ultima volta che questi corridoi l'hanno vista era sei mesi fa.''
'' Agente Sato, piacere di rivederla.''- fece Sakura portandosi una mano alla fronte per imitare il saluto militare, causando così lo sconcerto di Miwako.
'' Cos'è questo lei? Non eravamo rimaste al tu?''
'' Lo so, stavo solo scherzando.''- fece Sakura.
'' Dì un po', che fai di bello a Tokyo? Quando sei arrivata?''- chiese l'agente Chiba.
'' Non sarà per caso successo qualcosa, vero?''- chiese Takagi -'' a proposito, come vanno le cose a casa? La mamma sta bene?''
Sakura lo tranquillizzò.
'' Tranquillo. Non è successo niente, la mamma è sempre dinamica e piena di energie ed il maneggio va benissimo. Oh, e sono riuscita ad arrivare sin qui senza imbattermi in maniaci omicidi.''
'' Meno male...''- fece Takagi. Ricordava molto bene come era finita l'ultima visita della sorella... e ricordava ancora meglio di come era stata dopo quei tragici eventi.
Adesso sembrava che stesse molto meglio... era allegra, sorridente... sembrava sempre la stessa persona. Però sapeva che per lei le cose non erano state sempre facili. Spesso la madre gli aveva telefonato per dirle che la sorella rifiutava di uscire con le amiche accampando scuse varie, a volte piangeva ed era sempre triste.
Poi però... il tempo guariva tutte le ferite. O almeno... le cicatrizzava.
'' Sono venuta a Tokyo per fare alcune ricerche.''- spiegò Sakura -'' Mi hanno ammessa alla facoltà di giornalismo e devo svolgere una ricerca che dimostri che la maggior parte dei criminali agisce per motivi per lo più personali e distorti. Devo procurarmi degli articoli di giornale e ho pensato di fare della biblioteca di Tokyo il mio terreno di caccia.''
'' Questo significa che starai con noi per un po', giusto?''- fece Sato allegra come una bambina.
Anche Takagi pareva entusiasta della cosa.
'' E per tutto il tempo che resterai, non voglio sentire scuse, starai a casa mia. Messaggio ricevuto?''
'' Taru lascia perdere... non sei mai stato bravo a comandare qualcuno...''- avrebbe voluto dire, ma non si sarebbe mai sognata di dire una cosa per certi versi così cattiva davanti ai colleghi del fratello e si limitò ad annuire.

La mattina dopo, Sakura si alzò solo verso le nove del mattino. L'ultima volta non aveva potuto farci caso a causa del'inferno che le era piovuto tra capo e collo, ma ora che si era fatta una bella dormita spontanea poteva dire con cognizione di causa che il jet lag era demolitivo.
Si fece una doccia, si pettinò i capelli in una treccia, un lieve velo di trucco e poi indossò un vestito celeste, pantaloni fusà neri e delle ballerine argentate.
Quando entrò in cucina vide il fratello, ancora in pigiama, seduto a tavola a fare colazione.
'' Buongiorno piccola.''- la salutò allegramente indicandole il posto di fronte al suo dove le aveva messo a disposizione una tazza di caffè bollente, una confezione di biscotti ed un piattino in cui era depositata della polvere di cacao.
'' Spero di aver ricordato bene... il caffè espresso ti piace con un po' di cioccolato, giusto?''
'' Ricordi benissimo, grazie fratellone. Ma non lavori oggi?''- fece Sakura soffiando sul caffè per raffreddarlo ed evitare di scottarsi la lingua e versandovi dentro la polverina di cacao.
'' No... oggi tocca a me il giorno libero.''- rispose il poliziotto -'' Che ne diresti se oggi andassimo a Tropical Land?''
'' Al parco divertimenti vuoi dire?''- fece Sakura inzuppando un biscotto -'' veramente dovrei...''
'' Ascolta piccola...''- fece Wataru con un tono di finto rimprovero -'' Non avrai per sempre diciotto anni, tanto vale che tu te li goda al meglio.
E poi hai detto che l'ultimo termine di scadenza per questo compito è il mese prossimo. Non succederà niente di male se per due o tre giorni ti metti in modalità stand by e ti rilassi un po'.''
Sakura sorrise annuendo.
Inutile. Suo fratello non sarebbe mai cambiato... era sempre così attento e premuroso con tutti... si meravigliava che prima di Sato nessuna donna si fosse realmente interessata a lui.
Solo una donna con il cervello bacato si sarebbe lasciata sfuggire un ragazzo del genere.
In quel momento squillò il cellulare del poliziotto.
'' L'ispettore Megure?''- fece Takagi prima di rispondere, vedendo chi era a cercarlo -'' e cosa può volere da me...? Pronto?''
Nel frattempo, Sakura aveva preso la tazza di caffè ed aveva iniziato a sorseggiarla.
'' Co-come?''- fece Takagi impallidendo di colpo -'' Ma è sicuro? Shiratori?''
Sakura posò la tazza di caffè che stava sorseggiando, tentando di capire cosa diavolo poteva essere successo perchè l'ispettore Megure telefonasse a suo fratello nel suo giorno libero.
Di certo non per dirgli che aveva organizzato una gita per la prima squadra investigativa e voleva chiedergli di aggregarsi alla compagnia.
'' Sì... la raggiungo quanto prima.''- fece Takagi chiudendo la telefonata -'' Sakura scusa, ma credo che dovremo rimandare...''
'' Che è successo?''
'' Shiratori. Pare che non sia presentato al lavoro e non è nemmeno a casa. Inoltre non riescono a contattarlo in nessun modo.''
'' Oddio...''- assurdo. Lo aveva incrociato solo il giorno prima...-'' Magari si è solo fermato a dormire da un amico o dalla sua fidanzata e sta ancora dormendo.''
'' Non credo, perchè so per certo che non ha molti amici o contatti amichevoli fuori dal psoto di lavoro. Per quanto riguarda la sua fidanzata, al momento non è nemmeno in citt.
Devo andare, scusami.''- fece Takagi andando a cambiarsi per andare a lavorare.
Sakura rimase seduta a tavola, presa da mille pensiero.
Perchè ogni volta che metteva piede a Tokyo succedeva qualcosa di strano o misterioso?

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Capitolo 2
*** Le prime indagini ***


~~'' Stamattina non si è presentato al lavoro, non ha avvertito e non rispondeva nè alla linea fissa nè al cellulare.''- fece Megure salutando Takagi che era appena arrivato all'appartamento del collega, che occupava l'intero quinto piano di un condominio di lusso del quartiere Haido -'' Ho mandato una volante per assicurarmi che stesse bene. E quando sono entrati in casa, l'appartamento era vuoto.''
'' Come vuoto?''- fece Sakura -'' Pensavo che Shiratori avesse un maggiordomo che si occupava di tenere pulito l'appartamente e commissioni varie.''
'' Sì, ma ieri ed oggi sono le sue giornate di ferie e...''- solo in quel momento si accorse della prensenza della ragazza -'' Che diavolo ci fa tua sorella qui?!?''
Takagi alzò le mani in segno di resa tentando di spigarsi -'' Beh... ha insistito tanto per venire qui con me...''
'' Roba da matti... portare una ragazzina di nemmeno vent'anni nella casa di un possibile sequestro di persona...''- fece Megure. Ma a ben dire... erano secoli che Goro si recava sulle loro scene del crimine con una diciassettenne ed un bambino di prima elementare al seguito quindi... di che si meravigliava?
'' Beh, a dire il vero...''- fece Sakura -'' Ero presente quando Taru ha preso la telefonata e sono riuscita a capire a grandi linee la situazione. Gli ho chiesto di portarmi con lui perchè immaginavo che tanto mi avrebbe fatta venire in centrale per una deposizione, dato che rientro nella lista di persone che hanno parlato con Shiratori prima del fatto.''
'' Capisco...''- fece Megure senza stupirsi di come la ragazza avesse anticipato le mosse della polizia per quanto riguardava le indagini preliminari.
In fondo... a volte era pure un po' sbadato e forse pasticcione, ma era pur sempre la sorella di uno dei suoi uomini più capaci.
'' Non sapevo che ieri tu e l'ispettore vi foste incontrati.''- fece Takagi rivolto alla sorella.
'' Ci siamo incontrati per puro caso mentre venivo alla centrale. Ha detto che aveva delle commissioni personali da sistemare e ha insistito molto per darmi un passaggio. L'ho accettato e sono scesa davanti all'ingresso della centrale. Da allora non l'ho più visto.''
'' E come ti è sembrato?''- fece Megure -'' ti sembrava infastidito, indispettito...?''
Sakura dissentì.
'' No... beh, non lo conosco bene per poterlo dire con sicurezza, ma basandomi sulle mail di mio fratello e della vice ispettrice Sato... era nella sua modalità normale.''
'' Capisco...''
'' Ispettore, c'è da dire però che l'ispettore Shiratori non è affatto tipo da lasciar trasparire emozioni simili o che lascia capire certe cose, anzi.''- fece Takagi -'' è possibile che avesse il presentimento di essere seguito ma che non lo abbia fatto capire...''
'' No, ne dubito.''- fece Sato raggiungendo il terzetto -'' I fatti indicano che l'ispettore ha aperto la porta e ha lasciato entrare il nostro uomo. Se avesse pensato di doversi guardare le spalle da qualcuno, non l'avrebeb fatto.''- e nel dir così fece cenno al collega e alla ragazza di seguirli nel soggiorno.
Grande, pulito, ordinato ma visto che era quasi completamente bianco, sia per l'arredamento che per il colore delle pareti, trasmetteva una sensazione di gelo.
Erano presenti anche il detective Goro e la sua famiglia.
'' Sakura!!!''- la salutò festosamente Ran correndole incontro per abbracciarla -'' Non sapevo che fossi tornata in città! Che piacere rivederti.''
'' Anche per me è un piacere rivederti Ran...''- anche se ogni tanto le sarebbe piaciuto reincontrare le persone che conosceva a Tokyo dopo averle incontrate per caso in un locale o in giro per negozi, invece che per merito di un caso da risolvere.
'' Ti trovo un vero incanto, ometto.''- fece poi scompigliando i capelli del bambino, per poi stringere la mano al detective Goro.
'' Tornando a noi...sembra che ieri sera, Shiratori abbia avuto visite...''- fece Sato osservando la tavola. Era apparecchiata per due.
Una bottiglia di vino ancora aperta al centro della tavola e alle due estremità due bicchieri da vino, entrambi vuoti.
C'erano solo pochi residui sul fondo del calice.
Megure annuì.
'' La scientifica ha esaminato quei bicchieri, e pare che in uno dei due sia stata sciolta una sostanza estranea, forse del sonnifero. La stanno ancora analizzando.''
'' Non giungiamo a conclusioni affrettate...''- fece Goro -'' ma data l'assenza del padrone di casa, credo che il bicchiere corretto fosse di Shiratori. Poi quando si è addormentato, l'ha portato via.''
'' E lo conosceva bene, direi.''- fece Conan -'' il suo sequestratore intendo dire... l'allarme non è scattato, nessun segno di lotta e due bicchieri... di certo non si aspettava alcun male o avrebeb certamente trovato il modo di difendersi.''
Sato annuì.
Quando aveva accidentalmente scelto Shiratori come accompagnatore per il miai a cui sua madre l'aveva praticamente costretta a prendere parte, tra i mille discorsi che lui le aveva fatto c'era anche di essere un campione di judo, quindi era perfettamente in grado di dare una bella lezione ad un malintenzionato se questi avesse provato a fargli qualche scherzo.
Invece la casa era stranamente ordinata.
Tranne per un dettaglio.
'' Mi sa che a qualcuno l'ispettore Shiratori non piace, proprio per niente.''- fece Sakura standosene in piedi davanti all'ingresso di una stanza senza metterci piede -'' e Shiratori non sa di essere particolarmente detestato.''
Il fratello la raggiunse per capire come mai la sorella avesse pronunciato una simile frase. Dopo poco capì.
La stanza in questione era la camera da letto, e per restare in tono con il resto della casa, i mobili, le pareti ed il letto erano bianchi.
Ma sulle pareti c'erano delle scritte, rosse come il sangue.
'' Faith''.
'' Liar''.
'' Betrayal''.
'' Unforgivable''.
'' Fiducia, bugiardo, tradimento ed imperdonabile.''- fece Conan -'' chiaramente, il nostro amico non è un suo fan.''
'' Chissà perchè...''- pensarono all'unisono i due fratelli.
La dinamica era chiara: Shiratori doveva aver commesso un peccato imperdonabile, un tradimento verso qualcuno e quel qualcuno non l'aveva presa bene.
'' E se fossero stati i tuoi colleghi?''- fece Sakura borbottandogli all'orecchio -'' magari non hanno digerito il fatto che Shiratori li abbia piantati in asso riguardo a tu hai capito cosa.''
'' Ma va, che dici...''- fece Takagi ridendo e scompigliandole affetuosamente i capelli -'' Lanciano occhiate omicide, ti torchiano per un paio d'ore e minacciano in casi straordinari... ma non mordono mica.''
'' Ora che ci penso...''- fece Ran intromettendosi -'' L'ispettore Shiratori ha molte ammiratrici... magari a qualcuna di loro ha dato fastidio il suo fidanzamento con la signorina Kobayashi...''
'' Una donna respinta che si sente presa in giro può essere pericolosa...''- fece Goro ed in quel momento tutti i maschietti si sentirono letteralmente morire al pensiero di cosa avrebbero potuto far loro le loro rispettive signore se avessero avuto anche solo il dubbio ( anche se a torto) di un possibile tradimento nei loro confronti.
'' Nemmeno ve lo immaginate signori miei...''- fece Sato per smorzare un po' la tensione che si era venuta a creare.
Quella storia non le piaceva nemmeno un po'.
Sperava solo che non fosse l'inizio di un violento attacco alle forze dell'ordine.

'' Sono arrivati i risultati delle analisi.''- annunciò Megure poco dopo alla centrale al gruppetto che era tornato con lui al quartier generale -'' proprio come avevamo immaginato, dal bicchiere incriminato ha bevuto l'ispettore Shiratori. E pare che la sostanza trovata nel bicchiere fosse scopolamina.''
'' Scopolamina?''- fece Ran confusa -'' di che si tratta?''
'' E' un farmaco, conosciuto come la droga del controllo mentale.''- spiegò Takagi -'' ed è molto facile somministrarla ad un' ignara vittima perchè è incolore e insapore.''
Conan annuì -'' In passato era usata come siero della verità da diverse agenzie governative e secondo alcune ricerche può essere usata come anti-depressivo. Le organizzazioni criminali in genere fanno in modo di somministrarne una dose ad ignare vittime per costringerle a commettere rapine o azioni criminali per loro conto. In poche parole, la vittima è cosciente ma malleabile.''
'' Accidenti quante cose sai...''- fece Sakura non meno sbalordita di Ran, Goro e dei poliziotti presenti nella stanza.
'' Si può sapere come fai a sapere tutte queste cose moccioso?''- fece Goro.
Conan si difese -'' Oh beh, è stato Shinichi a dirmelo tanto tempo fa...''
'' Ma dico io, come si fa a mettere in testa ad un bambino delle nozioni così pericolose.''- fece Goro leggermente infuriato.
'' Inoltre c'è da dire...''- aggiunse Miwako -'' Che l'assunzione di quella droga blocca la formazione dei ricordi. Non è che la vittima non ricorda di aver fatto qualcosa di deplorevole... non ha memoria. E' una specie di interruttore delle facoltà celebrali.''
'' Per lo meno la dinamica del sequestro è chiara....''- fece Goro -'' Il colpevole si è presentato a casa dell'investigatore Shiratori, questi gli ha proposto di bere un bicchiere assieme e mentre l'ispettore non guardava, il colpevole ha disciolto la droga nel bicchiere. Il farmaco in questione non ha sapore, Shiratori non se n'è accorto...''
'' E il colpevole gli ha ordinato di aspettarlo mentre si divertiva a scarabocchiargli il muro.''- concluse Sakura -'' Poi sono andati via assieme.''
Inoltre si spiegava anche il perchè il colpevole avesse scelto quel farmaco invece di stendere l'ispettore con un sonnifero: malgrado il lavoro a tempo pieno che l'ispettore svolgeva, era una persona che amava tenersi in forma. Di conseguenza, Shiratori era abbastanza muscoloso, non sarebbe certo stata un'impresa facile trascinare una persona in stato di incoscienza dal quinto piano fino all'uscita del palazzo, senza un minimo di collaborazione da parte di questa.
'' Comunque credo che quella bottiglia fosse stata portata dal suo ospite.''- fece l'agente Chiba raggiungendo il resto del gruppo -'' Di certo non era dell'ispettore.''
'' E tu come lo sai?''- chiese Goro.
'' Perchè è un vino economico comprato al supermercato. Shiratori non si sognerebbe mai di tenere una bottiglia del genere in casa.''
'' Però ne ha bevuto...''- fece Sakura -'' se ne deduce che nutrisse della stima o dell'affetto per il suo misterioso ospite, se ha fatto il sacrificio di bere del vino che reputava scadente.''
Takagi e Sato annuirono, d'accordo con lei.
Evidentemente quella stima, quell'affetto o qualsiasi cosa fosse stata era tutto fuorchè ricambiata.
Peccato solo che se ne fosse accorto quando ormai era troppo tardi.

Gli ci volle più o meno mezzo minuto, quando riuscì a riprendersi, per capire che c'era qualcosa che non andava.
Ricordava bene che un fino a qualche secondo prima si trovava in casa sua e stava bevendo del vino... se così si poteva chiamare.
E adesso si trovava in un posto che a casa sua non somigliava nemmeno per sbaglio. Solo che non capiva come cavolo ci era arrivato non ricordava di essersi addormentato... e c'era un'altra cosa che non gli tornava.
Era appoggiato al muro e sentiva palesemente che le uniche tracce di corda che riusciva a sentire erano quelle che gli costringevano polsi e caviglie eppure non riusciva a muoversi in alcun modo.
Le sue funzioni celebrali erano attive, ma era come se il suo corpo fosse una cosa a parte, una sensazione orribile.
'' Dannazione, mi ha drogato due volte!''- probabilmente mentre era ancora intontito da chissà quale diavoleria, gli aveva somministrato qualcos'altro. Una sostanza che veniva usata per il trattamento elettroconvulsivo... o per tenere buoni gli animali prima di farli fuori.
Ma che razza di idiota era stato... soltanto un pivello alla prime armi sarebbe cascato in un trucco così dozzinale.
Altro che brindisi della pace ritrovata, rancore scomparso e salamecchi vari, era tutta una trappola e lui c'era cascato come un pollo.
Poteva solo sperare che i suoi colleghi si fossero già accorti che qualcosa non quadrava e fossero già sulle sue tracce o temeva che il suo futuro non sarebbe stato roseo.

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Capitolo 3
*** Le paure di Miwako ed un primo indizio ***


~~'' Sono preoccupato.''- fece Takagi finendo di sparecchiare la tavola per poi appoggiare i piatti vicino al lavello. Piatti che la sorella si stava occupando di lavare ed asciugare.
Occhio e croce erano ormai ventiquattro ore che l'ispettore Shiratori non era tornato in servizio dopo il suo giorno di riposo.
Dal pomeriggio del giorni prima nessuno l'aveva più ne visto ne sentito.
Altrochè se era preoccupato.
Ok, Shiratori aveva i suoi difetti... era arrogante, presuntuoso,sbruffone, a volte egocentrico e non erano sempre andati d'accordo... certe volte lavorare con lui era come camminare in equilibrio su una corda.
Ma al di là del giudizio personale le carte in tavola non cambiavano: era un ottimo poliziotto ed era una persona onesta.
'' Anch'io...''- fece Sakura passando la spugna impregnata di acqua e detersivo per i piatti su un piatto sporco -'' Ieri pomeriggio ha detto che doveva occuparsi di qualche commissione. Dici che le due cose sono collegate?''
'' No, questo direi che è improbabile.''
'' Come mai?''
'' Ti ho detto, no che Shiratori era interessato a Sato perchè credeva che fosse la stessa persona che vent'anni fa lo ha fatto innamorare per la prima volta...''- le spiegò il fratello -'' ma poi si è accorto che in realtà Sato e quella persona erano due persone diverse, anche se la somiglianza è quasi incredibile. La sua fidanzata si chiama Sumiko Kobayashi ed è una maestra elementare. E' la maestra di Conan e dei suoi amici.
Conan mi ha detto che in questi giorni la signorina Kobayashi sarà assente perchè è andata a fare un corso di aggiornamento a Tottori con alcuni colleghi. E' partita ieri sera.''
'' Adesso ho capito...''- fece Sakura -'' voleva dire che stava andando a prendere la sua fidanzata per accompagnarla all'aereoporto.''
'' Sì. Mi ricordo che lo aveva detto.''- confermò il fratello -'' insomma, niente che possa essere collegato a ciò che successo poco più tardi.''
In poche parole, le forze dell'ordine al momento non avevano in mano nessuna idea di chi potesse essere stato a fare una cosa del genere ne tantomeno del perchè qualcuno avesse fatto una cosa del genere.
E al momento non avevano una risposta nemmeno per la domanda che li incuriosiva di più.
'' Perchè riesce sempre a farsi odiare da qualcuno?''- fece Sakura con nochalance.
'' Bella domanda...''- fece Takagi ridendo sommessamente, malgrado sapesse che la situazione non era delle migliori... ma non sarebbe servito a niente vedere la cosa solo da punto di vista tragico o farsi prendere completamente dall'angoscia.
Il suo telefono vibrò, per avvisarlo che era arrivato un messaggio.
'' Ti devo parlare con urgenza, raggiungimi in centrale''- recitava l'SMS partito dal numero di Miwako.
Forse c'erano delle novità.
Salutò velocemente la sorella, recuperò la giacca e guidò sino alla centrale di polizia.
Il dipartimento stava lavorando alacremente per far luce sul mistero e da l'indomani sarebbero iniziate le indagini vere, quelle che non avrebbero risparmiato nessuno. Cercò Miwako in tutta la stanza, tra tutte le scrivanie, ma non gli riusciva in alcun modo trovarla.
Optò dunque per la breakroom.
Ed infatti fu proprio lì che la trovò, seppur non nelle condizioni migliori.
Era seduta scompostamente su di una sedia, con lo sguardo basso, la faccia scura ed un'espressione affranta.
'' Sato...''- fece il poliziotto avvicinandosi a lei preoccupato -'' c'è... qualcosa che non va?''
Domanda stupida. Il dipartimento non avrebbe dovuto fare le ore piccole per cercare di capire cosa diavolo fosse accaduto all'ispettore Shiratori, se non ci fosse stato qualcosa che non andava.
Ma Sato non l'avrebbe chiamato per chiedergli di raggiungerlo per poi accoglierlo con un'espressione affranta sul viso.
Iniziò a fare mente locale per capire se per caso non avesse combinato qualcosa che l'aveva turbata o offesa ed in quel caso porgerle immediatamente le sue scuse ed implorare il perdono.
Lei per tutta risposta, alzò lo sguardo mostrandogli gli occhi viola tremolati a causa delle lacrime che cercavano disperatamente di uscire e baciandolo sulle labbra.
Gesto che lo sorprese ma che lo riempì di gioia al tempo stesso.
'' Scusa...''- fece Sato una volta che si furono separati -'' Ho sentito il bisogno di vederti... per favore, portami via. Andiamo da qualche parte. Qualsiasi parte, non importa, decidi tu...''
'' Va bene...''- fece il poliziotto prendendola sotto braccio. Non sapeva bene come comportarsi... sembrava quasi che le fosse caduto il mondo addosso.
Nel dubbio, decise di riaccompagnarla a casa.
'' Mi dici che cos'è successo?''- fece Takagi rompendo il silenzio che li aveva avvolti durante tutto il tragitto.
La poliziotta, per tutta risposta lo abbracciò.
'' Stavo stilando la prima parte del rapporto, quando Megure mi ha detto che sarebbe stato opportuno informare i genitori e la fidanzata di Shiratori del fatto... e mi sono ricordata di quando...''
Takagi capì anche se Sato non aveva concluso la frase.
Quasi tre giorni.
Due giorni e qualche ora senza sapere dov'era e se mai l'avrebbe rivisto, se mai avrebbe più provato la meravigliosa sensazione di sentirsi nel posto in cui doveva stare quando dormiva sul suo petto, se mai più avrebbe assaporato quelle labbra sapor di miele, e la sensazione di riuscire ad affrontare qualsiasi cosa, se mai avesse rivisto quel sorriso cristallino che sprizzava dolcezza e gioia di vivere che tanto le piaceva... tutto per un dannatissimo errore.
Per questo, quando Megure l'aveva praticamente incaricata di informare la signorina Kobayashi di quanto era accaduto aveva sentito un magone alla gola.
Era stato come rivivere un brutto sogno... ed il suo istinto di donna le aveva praticamente ordinato di prendere il cellulare e chiamare
'' E' stato orribile... ho creduto di averti perduto per sempre....''
'' Tu non mi perderai mai... te lo prometto. Non andrò da nessuna parte, fino al giorno in cui non sarai tu ad ordinarmi di sparire dalla tua vita. Fino ad allora, io resto con te.''
In poche parole, il giorno del mai.
Per nessuna ragione al mondo gli avrebbe mai chiesto una cosa del genere. Mai. Nemmeno se l'avessero minacciata con una pistola puntata alla testa.
Lo abbracciò di nuovo baciandolo sulle labbra. Un bacio a cui il poliziotto non oppose la minima resistenza.
Così come la lasciò fare quando gli sfilò la cravatta.
Stessa cosa quando lui le sollevò la camicetta.

'' Uff...''- fece il detective Goro rimettendo a posto la cornetta del telefono, per poi adagiarsi stancamente sulla sedia girevole della scrvania -'' e questa era l'ultima.''
'' L'ultima di cosa?''- fece Ran portando una birra in lattina al padre.
'' Qualcuno ha ipotizzato che le scritte in casa dell'ispettore fossero state fatte con un rossetto... ho appena chiamato tutte le aspiranti pretendenti dell'ispettore, sono tutte sposate, fidanzate o in procinto di mettere il guinzaglio a qualcuno.''
E per inciso, per chiamarle tutte, c'erano volute tre ore precise.
Non si sarebbe mai immaginato che la lista delle sue pretendenti fosse così lunga... carismatico, ricco, di classe e tutto quello che voleva, ma era anche vero che a sopportarlo certe volte ci voleva la pazienza di un santo.
'' E quindi la pista della donna fuori di sè dalla gelosia può essere esclusa...''- fece Conan pensando tra sè e sè.
Inutile dire che quella storia non lo aveva convinto: da quando Shiratori si era fidanzato, tutte le altre donne che gli passavano davanti, Sato compresa, erano diventate di vetro.
Ergo, non avrebbe lasciato entrare in casa una donna che pensava essere attratta da lui. Inoltre dagli esami che erano stati condotti sinora, risultava che sul bicchiere dell'ospite di Shiratori non vi era traccia di rossetto e quel residuo di saliva che era rimasto era stato analizzato. Non avevano trovato una corrispondenza, ma nel DNA recuperato era presente un cromosoma Y.
Non c'erano dubbi avevano a che fare con un uomo. Ed anche molto arrabbiato che aveva organizzato tutto con meditazione.
Sui bicchieri non c'erano altre impronte a parte quelle del padrone di casa, questo significava che prima di fargli quell' ''improvvisata'' si era ricoperto i palmi delle mani con dello smalto per non lasciare alcuna impronta.
Intelligente, metodico, pazzo e furbo... una combinazione da paura.
E come smentito da Takagi, non era un collega adirato per il suo improvviso voltafaccia.
'' Però...''- fece Conan -'' potrebbe essere un suo vecchio conoscente della scuola di polizia.''
'' In effetti è possibile...''- fece Goro -'' c'è da dire che la carriera dell'ispettore Shiratori è stata tutta in salita ed anche particolarmente fulminea... magari qualcuno non ha avuto la sua stessa fortuna e vuole fargliela pagare proprio per questo... ma non vedo comunque il nesso tra le scritte trovate a casa sua. Parlavano di un tradimento che non è stato perdonato non di invidia.''
'' Ad ogni modo, se a fare questo è stata una persona con cui era in contatto all' accademia di polizia...''- fece Conan -'' c'è una sola persona che sa tutto a riguardo.''
'' E chi sarebbe, questa persona?''- domandò Ran.
'' Parli di quell'ispettore stravagante?''- fece Goro -'' quello che se ne va sempre in giro con uno scoiattolo?''
Conan annuì.
Goro non potè non convenire con il marmocchio: in fin dei conti, i due erano cresciuti nello stesso quartiere, avevano frequentato l'accademia assieme e a quanto pare avevano fatto anche carriera assieme.
Se Shiratori aveva avuto un dissapore con qualcuno e se questo qualcuno gliel'aveva giurata, l'ispettore Ayanokoji lo sapeva di sicuro.
Fu per questo che il detective Goro compose il numero della centrale di Kyoto, anche se ormai era quasi mezzanotte.
In fin dei conti... i poliziotti non avevano festività o orari fissi.
'' Polizia di Kyoto?''- fece Goro -'' Sono il detective Goro e chiamo da Tokyo.
Devo parlare con l'ispettore Ayanokoji. E' urgente.''


La mattina dopo, Sakura si svegliò sul divano. Non si era nemmeno tolta i vestiti indossati il giorno prima.
Guardò l'orologio.
Le 8.30 del mattino.
'' Accidenti... devo essermi addormentata...''- voleva restare sveglia ad aspettare suo fratello e chiedergli se per caso Miwako non aveva scoperto niente di nuovo sul caso della sparizione improvvisa dell'ispettore Shiratori, ma alla fine il sonno aveva avuto la meglio su di lei.
Constatato che il fratello non era rincasato e non aveva quindi dormito nel suo letto, controllò il suo cellulare.
Nessun messaggio e nessuna chiamata.
'' E allora lo chiamo io.''- decise componendo il numero.
L'unica risposta che ebbe fu la voce registrata del fratello per i messaggi in segreteria telefonica.
Istintivamente, decise di chiamare l'agente Sato.
'' Pronto...?''- fece dall'altro capo del telefono la voce stanca ed assonnata di Miwako.
'' Miwa?''- fece Sakura -'' Hai notizie di Wataru? Non è tornato a casa e non risponde nemmeno al cellulare.''
'' Ah...''- fece la poliziotta dall'altro capo del telefono -'' Non... non ti preoccupare... ieri sera abbiamo lavorato assieme al caso, è caduto come una pera cotta e si è fermato a dormire da me... adesso lo tiro giù dal letto e andiamo in questura assieme.''
'' Ah.''- fece Sakura con una faccia scettica pur sapendo che la poliziotta non poteva vederla -'' Allora buon lavoro.''- e nel dir così riattaccò, fingendo di bersi la storiella che la quasi cognata le aveva raccontato.
'' Almeno non è nei guai... per ora.''- dopo di chè si fece una doccia, si pettinò e si cambiò i vestiti. Optò per una maglietta a collo alto in cotone, senza maniche, una giacca rosa, dei jeans chiari ed un paio di scarpe da ginnastica bianche.
Anche se il fratello le aveva suggerito di lasciar passare qualche giorno e di rilassarsi un po' prima di iniziare il suo lavoro di ricercatrice non ci sarebbe comunque riuscita. Era troppo preoccupata per quanto era accaduto.
Lo ammetteva, Shiratori non le piaceva. Il loro primo incontro non era avvenuto certo nel migliore dei modi e certe volte era un po' troppo gonfiato, sicuro di sè, arrogante e autocompiaciuto... ma non aveva mai spinto qualcuno giù dalle scale ed anche se era un poliziotto, Shiratori stesso le aveva detto che se non avesse indagato personalmente sull'omicidio di Yuky e su di lei, forse si sarebbero conosciuti in un' aula di tribunale se le cose si fossero messe male.
Questo la diceva lunga su di lui.
Pieno di difetti forse, arrogante di sicuro, ma era anche corretto e onesto.
Sperava che stesse bene... soprattutto per la sua fidanzata e per tutte le persone che in un modo o nell'altro gli erano affezionate.
Questi pensieri la guidarono fino alla biblioteca dell'università di Touto, dove grazie al pass della sua università riuscì ad accedere senza il minimo problema e dove iniziò subito il suo lavoro.
Reperire il materiale non fu certo un impresa... omicidi passionali, vendette... altro che ricerca, avrebbe potuto scriverci un trattato!!!
Altri invece erano articoli sui serial killer, che agivano secondo la loro mente contorta.
'' Ma sull'argomento noi sappiamo giù tutto...''- fece tirando fuori il cellulare osservando le foto in memoria -'' vero Yuky?''
Fece per rimettere a posto quel catalogo di articoli. Secondo l'orologio del cellulare, aveva passato quasi tre ore rintanata in biblioteca e si era fatta l'ora di pranzo.
Nel prenderlo, dalle pagine cadde una busta.
Non era sigillata.
Quasi come se qualcuno l'avesse messa lì di proposito per farla trovare ed invitare chi la trovava a scoprirne il contenuto.
'' Beh, è una busta aperta in un dossier pubblico a disposizione di tutti...''- tecnicamente parlando non stava infrangendo alcuna regola sulla privacy.
C'erano due fogli dentro la busta. E quando li ebbe letti impallidì.
Mise la busta in tasca ed uscì a passo svelto dalla biblioteca. Non sapeva se si trattava di uno scherzo o meno, ma era meglio avvertire suo fratello e gli altri in ogni modo.

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Capitolo 4
*** Il motivo di un odio sconfinato ***


~~'' Niente.''- fece Megure passandosi una mano sulla faccia sempre più frustrato -'' tutti quelli che Shiratori ha spedito in prigione stanno ancora scontando la pena. E nessuno di loro ha avuto contatti con l'esterno.''
Sato e Takagi si guardarono preoccupati.
Per il momento le indagini non avevano condotto a niente. Solo a buchi nell'acqua e più passava il tempo, più le possibilità di trovare vivo Shiratori diminuivano.
Sato non aveva ancora telefonato alla maestra Kobayashi per informarla dell'accaduto. Sapeva per certo che non avrebbe trovato le parole giuste per dirle che il suo uomo era sparito dalla circolazione, che non sapevano da dove iniziare a cercare e che non erano nemmeno certi di poterle assicurare di riuscire a ritrovarlo... ci era passata, ma non sapeva come dire una cosa del genere.
'' Speriamo che il detective Goro abbia avuto più fortuna di noi...''- fece Takagi. In quel momento vennero raggiunti dall'agente Chiba... con Sakura al seguito con il cartellino dei visitatori attaccato sulla giacca.
'' Che fa mia sorella qui?''- fece Wataru.
'' Oddio, scusa, mi sono scordata di avvertirti...''- fece Miwako dandosi dell'imbranata per essersi completamente dimenticata di informarlo -'' ha chiamato stamattina mentre stavi dormendo, era preoccupata perchè non ha avuto più tue notizie.''
'' Fa che non mi faccia il terzo grado davanti a tutti, ti prego...''- fece il poliziotto andandole incontro -'' Magari se le chiedo subito scusa me la fa passare...''
Prima ancora che Sakura potesse proferire un qualsiasi suono, il poliziotto aveva già iniziato a parlare -'' Scusa, ma ieri sera abbiamo riflettuto e fatto congetture fino a tardi poi mi sono addormentato e...''
Sakura lo prese in giro -'' Come no... guarda che non ho due anni e so cosa fanno due persone quando hanno un certo felling.''
Takagi diventò rosso come un pomodoro maturo e Sato, che a pochi centimetri di distanza aveva sentito tutto, lo imitò senza nemmeno accorgersene.
'' Comunque...''- fece poi la giovane tornando seria -'' non ero qui per questo. Ho trovato una cosa, mi è sembrata importante e ve l'ho portata.''- nel dir così diede la busta al fratello maggiore, così che potesse vedere con i suoi occhi cosa conteneva per poi informare l'ispettore Megure e gli altri agenti.
Takagi prese il foglio che pareva essere stato strappato da un blocco per gli appunti e diede il resto alla fidanzata, iniziando a leggere ad alta voce.
'' Non c'è peggior tradimento di quello che viene da colui che aveva giurato
di saltare nelle fiamme dell'inferno, per te.
La pugnalata alle spalle che mi hai inflitto è stata terribile, non lo puoi nemmeno immaginare.
E presto lo scoprirai anche tu.
So che in questo momento speri che i tuoi colleghi riescano a capire il gioco e ti
traggano in salvo. Illuditi pure finchè sei in questo mondo e vediamo cosa possono fare i tuoi amici per te.
Tradimento per tradimento. Ricevi ciò che dai.''
'' Mamma mia...''- fece Chiba rabbrividendo -'' da quale reparto psichiatrico è scappato questo qua?''
'' Sì, pure io ho reagito in questo modo quando ho letto quella lettera.''- aggiunse Sakura.
'' Ma che significa, si può sapere?''- domandò Megure.
Takagi non gli negò una risposta -'' Significa che in passato, Shiratori ha tradito la fiducia di qualcuno che si fidava cecamente di lui. Non l'ha digerita e l'ha sequestrato. Forse Shiratori gli ha fatto indirettamente capire che si fida dei suoi colleghi...''
''... e per ripagarlo con la stessa moneta, vuole fare in modo che non riusciremo a salvarlo prima dell'inevitabile.''- concluse Sato -'' Qui invece c'è un trafiletto di un vecchio giornale. La storia non è spiegata a dovere e non ci sono nomi ma...
Sembra che poco prima di essere promosso ispettore e trasferito a lavorare qui, Shiratori abbia denunciato un collega.''
Malgrado lo sconvolgimento per l'ultima rivelazione, Megure si rivolse a Sakura -'' Figliola, si può sapere dove l'hai presa?''
'' Adesso le spiego ispettore...''- fece la giovane -'' Ero andata alla biblioteca dell'università di Touto per svolgere alcune ricerche.
Quando ho finito ho preso il catalogo per rimetterlo a posto... e a quel punto è scivolata fuori quella busta. Era già aperta, ho visto il suo contenuto e sono venuta subito a portarvela.''
'' Hai fatto bene.''- si complimentò Megure.
Quella storia si faceva sempre più strana.
'' Non sembra anche a voi che quella busta sia stata piazzata lì di proposito?''- fece Sato -'' Ha l'aria di un biglietto di sfida...''
'' Andiamo Sato...''- fece Megure poco convinto -'' ti ricordo che questa busta adesso è qui perchè Sakura stamattina ha deciso di andare alla biblioteca... e da come parla sembra che l'abbia deciso d'istinto senza pensarci prima. Se voleva farlo avere alla polizia perchè non l'ha messo in un posto in cui era certo al cento per cento che l'avremmo trovato?''
'' A dire il vero...''- s'intromise Sakura -'' Ci pensavo mentre venivo... magari non ha fretta e vuole divertirsi a tenerlo un po' sulla corda... e poi forse lo sapeva che presto o tardi ci sarei andata.''
'' Che intendi dire?''- fece suo fratello incuriosito.
'' Quando l'ispettore mi ha dato un passaggio in centrale, mi ha chiesto cosa mi portasse a Tokyo... e gli ho detto la stessa cosa che ho detto a te: che ero qui per fare una ricerca per l'università e ho specificato l'argomento... oltre che di avere il pass per la biblioteca delluniversità di Touto.''
'' Ispettore...''- fece Takagi -'' Tutto lascia pensare che come cosa fosse premeditata, ed anche da un bel po'... e se per avere più informazioni sul suo bersaglio, il nostro uomo avesse nascosto una trasmittente o una cimice nell'auto di Shiratori?''
'' Se è così...''- fece Megure considerando attentamente la riflessione del suo sottoposto -'' il nostro rapitore sapeva a colpo sicuro che tua sorella prima o poi sarebbe andata alla biblioteca e quali fascicoli e libri avrebbe consultato.''
'' Però c'è una cosa che non mi torna...''- fece l'agente Chiba -'' il suo movente non mi convince più di quel tanto.''
'' Nemmeno a me, a dire il vero.''- si aggregò Takagi -'' Shiratori ha i suoi difetti, questo è sicuro, come tutti del resto...
Ma io non posso credere che abbia fatto una cosa simile.''
'' In effetti...''- fece Sato -'' lui non mi sembra tipo che si mette a denunciare i colleghi per fare carriera.''
Una voce alle loro spalle spezzò i loro discorsi ed il filo dei loro pensieri.
'' A volte le cose sono più complicate di quanto non sembrino.''- fece una voce alle loro spalle. Si voltarono e videro non solo il detective Goro accompagnato da Ran e dal piccolo Conan, ma anche il capo della sezione omicidi della città di Kyoto.
Fumimaro Ayanokoji, detto anche '' L'Aristocratico''... noto alla sezione omicidi di Tokyo come '' L'ispettore con lo scoiattolo''.
'' E purtroppo a volte... bisogna prendere decisioni sofferte, che fanno male e di cui in futuro ci si pentirà quasi certamente.... ma che devono essere attuate, se sono giuste.''- aggiunse il poliziotto.
'' Ispettore Ayanokoji...''- fece l'ispettore Megure ricevendo il loro ospite -'' che ci fa lei qui?''
'' Ieri sera mi ha chiamato il detective Goro e mi ha informato che una nostra comune conoscenza non stava vivendo un bel momento, e mi ha chiesto informazioni.''- fece il poliziotto in transferta -'' credo di potervi dire chi è il nostro uomo. Solo che non è una conversazione da poter fare al telefono.''
I presenti sussultarono.
Finalmente si stava avvicinando l'ora di una spiegazione.

Poco dopo, nella sala riunioni della polizia di Tokyo, erano radunati gli agenti che formavano la prima squadra investigativa con il loro comandante, il detective Goro, Ran, Conan e Sakura. Al primo posto vi era l'ispettore Ayanokoji e tutti loro, eccetto i tre ragazzi che avevano davanti un bicchiere di succo di frutta, avevano a disposizione una tazza di caffè bollente.
'' E' una storia che risale a molto tempo fa.''- fece l'ispettore Ayanokoji iniziando il racconto -'' Come già sapete, io e Shiratori eravamo nello stesso corso all'accademia di polizia e molte persone ci consideravano perfetti rivali. In un certo senso è così. Ma aveva anche un amico. A differenza degli altri, che venivano tutti da famiglie ricche o nobili, quel ragazzo era riuscito a farsi ammettere all'accademia grazie ad una borsa di studio e meriti scolastici, perchè veniva da una famiglia povera.
Ma Shiratori era legatissimo a lui, quasi come un fratello. Per lui, quel ragazzo era la prova che chiunque poteva realizzare qualsiasi cosa e che a volte un cognome era solo un dato anagrafico. Erano sempre assieme, peggio di due innamorati a volte.''
'' Scusi...''- s'intromise Sato -'' perchè questa grande amicizia avrebbe dovuto incrinarsi allora?''
'' Fu una presa di coscienza a dividerli.''- spiegò il poliziotto -'' Erano entrambi in lista per una promozione ad ispettore quando si trovarono ad indagare su un caso di omicidio. L'amico di Shiratori arrestò un sospettato e dato che quest'uomo aveva sia il movente, l'arma e l'opportunità per commettere il fatto, il caso pareva essere chiuso.''
'' E poi quel sospettato si rivelò essere innocente?''- fece Conan.
Ayanokoji annuì.
'' Sì. Saltò fuori che la prova principale che lo inchiodava era falsa e quindi doveva essere rilasciato... e qui iniziano i guai.
Se Shiratori era dell'avviso che il rapporto dovesse essere riscritto, così come l'indagine era tutta da rifare... il suo collega la vedeva molto diversamente.''
'' Ma perchè scusi?''- fece Ran sconvolta -'' Se sapevano che un uomo innocente sarebbe marcito in prigione per qualcosa che non aveva fatto, dato che era stato proprio lui ad arrestarlo, lui più di tutti avrebbe dovuto impegnarsi a cercare la verità.''
'' Proprio perchè era stato il collega di Shiratori ad arrestarlo.''- rispose l'ispettore -'' Shiratori gli disse che l'indagine era da rifare e che dovevano impedire un errore giudiziario che poteva costare caro ad un innocente... e come risposta, quello che considerava il suo migliore amico gli disse che se fosse stato veramente innocente ed estraneo ai fatti, allora non sarebbe stato arrestato nemmeno per errore. Insomma, gli disse di far finta di non essersi accorto che quella prova era stata fabbricata. Male che sarebbe andata, avrebbero tolto un futuro omicida dalla strada.''
I presenti sussultarono, indignati.
Non era concepibile che un rappresentate della legge pensasse che fosse meglio un innocente in prigione per prevenire un potenziale futuro male e rovinarne così la vita e quella di tutti che lo conoscevano.
Ma la verità era lampante.
Un agente in lista per una promozione che riusciva ad arrestare il colpevole di un efferato delitto... la promozione sarebbe stata automatica.
'' Vigliacco...''- borbottò Sakura -'' Shiratori ha fatto la cosa più giusta.''
Sì ne era certa... i poliziotti a cui si riferiva il trafiletto che aveva rinvenuto erano sicuramente Shiratori e quella sottospecie di sciacallo opportunista del suo collega.
Era Shiratori ad aver denunciato un collega. Ma non lo aveva fatto per amore di carriera e squallido opportunismo... per amor di giustizia.
'' Ecco un altro dei tuoi difetti...''- pensò Takagi -'' sei di buon cuore, ma sei sempre troppo acido e sicuro di te.''
'' Non avrebbe voluto.''- fece il poliziotto di Kyoto -'' Quando ha capito che il suo collega voleva chiudere in fretta il caso, lo ha implorato di ripensarci e di ricordarsi perchè erano in polizia... gli ha dato una possibilità: se fosse rinsavito e avessero fatto il loro lavoro sino in fondo, magari un giorno ci avrebbero riso sopra... ma in caso contrario, avrebbe raccontato tutto ai loro superiori. Lo implorò di non costringerlo a fare una cosa simile.''
'' Gli eventi di oggi mi fanno intuire che quell'appello accorato non è stato ascoltato.''- fece Chiba.
L'ispettore annuì.
'' Non ha avuto altra scelta. Quando ha scoperto che il suo collega aveva detto ai suoi superiori che aveva preso il colpevole e che dunque potevano convocare la stampa, Shiratori è stato costretto a raccontare tutto.''
'' Ecco perchè in casa di Shiratori c'erano quelle scritte sul muro!''- fece Goro.
'' Lo so.''- fece Ayanokoji -'' quando lei mi ha detto che il muro di casa sua era stato imbrattato con quelle parole, non ho avuto dubbi. Ne sono certo: si tratta di Akinari Shouto. Agente di polizia cacciato dalle forze dell'ordine.
Da quel giorno, Shiratori ha messo al bando i contatti umani a meno che non fossero legati al lavoro. Eccetto, quando si è fidanzato, ovvio.''
Per lo meno, adesso si spiegavano molte cose.
Non solo le scritte in casa di Shiratori, la sua sparizione, chi e perchè... quella era solo la punta dell'iceberg.
'' Quindi è andata così...''- pensò Takagi. Fin da quando l'aveva conosciuto, aveva sempre pensato che quella sicurezza arrogante di cui Shiratori andava tanto fiero e che sfoggiava con tanta disinvoltura, deriva dal fatto che aveva una famiglia ricca su cui poter contare, a differenza di molti altri agenti.
Nulla di più sbagliato.
Solo un modo come un altro per nascondere un dolore enorme. Ora che ci pensava, anche se Shiratori era sempre stato molto apprezzato sia dai colleghi che dai superiori per il suo carisma e per le sue doti investigative, era sempre stato molto sulle sue. Si limitava spesso al '' buongiorno'', '' buonasera'', spendeva qualche parola in più quando cercavano di sbrogliare una matassa e a volte con Sato ne spendeva pure troppe per i suoi gusti, per non parlare delle '' amabili'' chiacchierate che si facevano fino a non molto tempo prima... ma a ben vedere non era mai stato particolarmente in confidenza con qualcuno della prima divisione. E nemmeno fuori dal posto di lavoro ad onor del vero.
Anche alle feste della polizia o a qualche cena tra colleghi organizzata per festeggiare la fine di un caso importante, per tirargli fuori qualche parole bisognava usare le tenaglie.
Ora capiva tutto... tutta una corazza che si era costruito intorno e addosso per proteggersi. Aveva ancora paura che se avesse dato una fiducia fraterna a qualcuno, questi lo avrebbe deluso di nuovo.
E lui che quando era a tanto così dall'esasperazione a causa dei suoi continui interrogatori serrati era sul punto di dirgli che per lui era tutto facile quando si aveva un padre ricco su cui contare.
Si sentiva da fare schifo per avere pensato una cosa simile pur non avendola mai espressa ad alta voce.
'' Scusi...''- fece Sakura -'' che ne fu poi di Shouto?''
'' Venne arrestato per tentato intralcio alla giustizia, frode e meditata corruzione. Shiratori gli fece un ultimo regalo in quell'occasione: fece in modo che i nomi di coloro che erano coinvolti nel caso non venissero resi pubblici, in modo che una volta scontata la pena, potesse ricominciare una vita onesta.''
In quel momento, tutti non poterono fare a meno di pensare che il detto '' Più bene fai, più la gente ti odia'', era l'unica cosa vera a cui valeva la pena credere.


Ogni tanto veniva a dargli un po' d'acqua, per impedirgli di morire disidratato.
Almeno quello... non sapeva da quanto era lì, forse da qualche ora, forse da un giorno, magari due... nel posto in cui l'aveva sistemato dopo avergli costretto polsi e caviglie con della corda ed un bavaglio alla bocca non c'era nemmeno una finestrella, quindi non sapeva nemmeno se fosse giorno o notte.
Almeno ogni tanto gli concedeva il lusso di bere un sorso d'acqua, dato che poteva dire con sicurezza matematica che erano diverse ore che non mangiava.
Oltre a quella, di tanto in tanto, il suo aguzzino gli somministrava anche delle sostanze nutritive per endovena, oltre alla solita sostanza che paralizzava i muscoli, anche se non tutto insieme e a piccole dosi, o sarebbe sicuramente morto per overdose nel giro di poco.
Evidentemente voleva divertirsi e tirare quel gioco ancora un po' in lungo.
Aveva messo in conto di progettare un qualche piano appena l'effetto della droga fosse terminato, ma se andava avanti così... l'effetto finiva e quello gliene iniettava un'altra... aveva seri dubbi sull'uscire vivo da lì. Non da solo, per lo meno.
'' Ma in fin dei conti...''- pensò Shiratori, sentendosi sempre più debole... quando l'effetto della droga paralizzante sarebbe finito definitivamente, i muscoli gli avrebbero fatto un male incredibile per diverso tempo, ne era sicuro -'' non sono certo io il poliziotto migliore...''
Ammetterlo gli costava, ma c'era un agente che lo superava sotto tutti i punti di vista.
Partito promettente o meno, l'oggetto dei desideri e delle attenzioni di tutta la prima squadra investigativa gli aveva preferito la persona meno... indicata e quella con meno possibilità di successo.
Erano entrambi sopravvissuti ad un bombarolo, solo che Takagi ne era uscito senza nemmeno un graffio, forse con un po' di paura però... lui invece ci aveva messo un mese per riprendersi del tutto.
Era finito in una trappola mortale nella quale una persona normale sarebbe quasi certamente morta dopo essere impazzita dalla paura ed era riuscito a dar loro segni ed indizi per farsi aiutare... ora che ci pensava, ce n'erano di possibili spiegazioni da dare ai colleghi che continuavano a chiedersi -'' Che diavolo ci farà una ragazza così con uno come lui?''
No, doveva solo stare calmo, avere pazienza e fiducia. Ormai quasi certamente avevano capito chi e che cosa gli era capitato.
Doveva rimanere lucido. Alla prima occasione buona si sarebeb fatto venire in mente un'idea, anche se confidava che la sua squadra fosse già sulla buona strada.
Non si era mai messo le mani nei capelli dalla disperazione, non c'era ragione di iniziare adesso.
Anche perchè in quel momento, mani libere o meno, non avrebeb potuto.

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Capitolo 5
*** Ritratto di psicopatico ***


~~Il sospettato si chiamava Akinari Shouto, trent'anni.
Era un bell'uomo tutto sommato: alto, abbastanza muscoloso, capelli ed occhi castani, ed un accenno di barbetta.
A differenza del suo ex collega ed amico di accademia però abitava in un' abitazione ben più modesta. Tipico appartamento da '' persona normale'' che era situato all'ultimo piano di un condominio che non vantava più di venti piani.
'' Non sono passato con il rosso, vero?''- scherzò quando vide arrivare la polizia per poi assumere un'espressione scioccata quando Megure gli raccontò il motivo della loro visita, ma non oppose la minima resistenza quando chiese il permesso al padrone di casa per far perquisire la casa dai suoi agenti.
'' Shiratori ha tutta la mia gratitudine.''- fece Shouto parlando con Megure ed i suoi due migliori agenti -'' non ho motivo nè di odiarlo nè di portargli rancore, in alcun modo.''
'' Non secondo l'ispettore Ayanokoji della omicidi di Kyoto.''- fece l'agente Sato squadrandolo da capo a piedi -'' Ci ha raccontato una storia molto interessante, riguardo a come la vostra grande amicizia si sia spezzata.''
'' Lei voleva chiudere un caso in fretta, a discapito di un innocente.''- aggiunse Takagi -'' All'ispettore Shiratori non è andata a genio la sua bella pensata e l'ha denunciata, dopo che lei ha buttato via la possibilità di poterne uscire pulito.''
'' Subito dopo il suo arresto...''- fece Megure -'' I vostri superiori hanno praticamente implorato Shiratori di accettare la carica di ispettore, non solo perchè era riuscito a trovare il vero colpevole di quel caso, ma anche perchè, parole loro, Questo paese ha bisogno di rappresentanti della legge di alta levatura morale e spirito di sacrificio.''
'' Aggiudicandosi così la carica che bramava anche lei, che sarebeb potuta essere sua...''- aggiunse Sato -'' Se Shiratori le avesse retto il gioco.''
'' Ho commesso un errore, è vero.''- fece l'ex poliziotto -'' e mi sono fatto un anno di galera per questo errore, che avrei potuto evitare se avessi avuto il buonsenso.
Shiratori aveva ragione, non valeva la pena rovinarsi la vita ed io non l'ho ascoltato. Sì, è vero. All'inizio l'ho odiato, ma in carcere ho avuto tempo e modo di riflettere.''
In quel momento, uno degli agenti fece capolino dalla cucina.
'' Ispettore, mi scusi...''- fece l'agente facendo segno agli investigatori di raggiungerlo.
L'ispettore e i suoi sottoposti, lo raggiunsero, seguiti a ruota dal padrone di casa.
'' Abbiamo trovato questo.''- fece l'agente mostrando l'oro una confezione di vino composta da sei bottiglie.
O meglio, da cinque, dato che il posto in cui avrebeb dovuto trovarsi la sesta era vuoto.
Lo stesso vino trovato a casa di Shiratori.
'' Signor Shouto...''- fece Takagi -'' Come spiega questo?''
'' Non capisco a cosa lei si stia riferendo, agente.''- fece l'interpellato.
'' Allora glielo spiego io.''- fece Miwako che non aveva nessuna voglia di farsi prendere in giro -'' Si da il caso che la sera in cui l'ispettore Shiratori è sparito, abbia avuto una visita. Visita durante la quale ha bevuto un bicchiere di vino con il suo ospite.''
'' E allora?''
'' E allora...''- fece Megure -'' il suo bicchiere è stato corretto con una droga molto pericolosa, la scopolamina. E la bottiglia trovata a casa di Shiratori guarda caso, è della stessa marca di queste bottiglie. Non le pare strano?''
'' Francamente... no.''- fece il padrone di casa con nochalance -'' Questo è un comunissimo vino ta tavola, non certo adatto ad un palato da sommelier, ma è abbastanza buono. Lo si trova a buon mercato in qualunque drogheria o supermercato.''
Takagi e Sato si guardarono.
In effetti, aveva ragione lui. Non avrebbero mai potuto arrestarlo ed incriminarlo con le accuse di sequestro di un ufficiale di polizia e tentato omicidio di questi, solo perchè aveva comprato uno scatolone di bottiglie di vino della stessa marca di quello usato per drogare il loro collega.
Però da quello scatolone da sei ne mancava una... e la bottiglia incriminata era sotto sequestro come prova indiziaria.
Se quella bottiglia al momento non fosse stata reperibile immediatamente...
'' Mi scusi...''- fece Takagi -'' Ho notato che da quello scatolone manca una bottiglia... dov'è adesso? Può mostrarcela?''
'' Ma certo.''- fece Shouto con loro grande sopresa. Il padrone di casa aprì il frigorifero e mostrò loro la bottiglia mancante. Era mezza vuota e dall'appannatura sul vetro, doveva essere in frigo da parecchio tempo. Molto più di qualche ora -'' ecco qua la bottiglia mancante.''
'' Non prova che quella bottiglia provenga dallo scatolone però.''- fece Sato -'' Le bottiglie di vino, così come le bottigliette di acqua minerale o bibite in lattina, possono essere vendute anche singolarmente.
Quindi, non c'è nessuna certezza che lei non abbia comprato uno scatole da sei per indurci a pensare di non avere niente a che vedere con il nostro caso, e di averne comprata una singola che può aver usato sia per drogare l'ispettore o come copertura.''
'' Acuta, non c'è che dire...''- fece l'ex poliziotto -'' ma converrà con me che l'ispettore Shiratori, appassionato com'è di enologia non avrebbe mai bevuto un vinello da supermercato.''
'' Eppure l'ha fatto...''- fece il detective Goro raggiungendo i poliziotti nell'appartamento -'' Probabilmente si è presentato a casa sua con quella bottiglia, mentendo, dicendogli che gli dispiaceva per come si era comportato in passato e per chiedergli perdono di averlo tradito.
Shiratori che non ha mai smesso di confidare in un simile miracolo, la prende a ben volere, accettando quell'omaggio dal profondo del cuore, non sospettando invece che lei lo detesta e vuole vendicarsi e mentre non sta guardando gli versa una dose di scopolamina nel bicchiere e non appena la droga fa effetto, per lei non rimane altro che chiedergli di seguirlo, dopo avergli imbrattato i muri.''
'' Detective Mouri...''- fece il padrone di casa -'' che onore conoscerla. Ma purtroppo devo dirle che questa sua deduzione non sta in piedi. ''
'' Ah davvero, e come mai?''- lo sfidò il detective.
'' Vede, dopo essere uscito di prigione ho trovato un impiego al porto, come scaricatore.''- spiegò Shouto -'' E la sera in cui è avvenuto il triste fatto io avevo il turno di notte e dato che il capo sa che ho dei precedenti, non mi ha permesso di allontanarmi mai. Eccetto che per l'ora di pausa. Considerata la distanza dal porto da qualsiasi negozio in cui poter comprare una bottiglia di vino, e quella che separa il mio posto di lavoro dall'abitazione di Shiratori... impossibile fare tutto quello che dice lei in così poco tempo.''
'' Quanto pensa che ci metteremo a verificare la tempistica del sequestro ed il suo alibi?''- fece Takagi. Ora capiva perchè anta anni prima Shiratori e quel tizio erano quasi come fratelli... stessa arroganza. Identica, se non addirittura peggio -'' Le ricordo che è appena uscito di galera e se salta fuori che è coinvolto in un altro crimine, sarà rispedito in prigione prima dell'appello serale.''
'' Non c'è alcun pericolo, mi creda...''- fece Shouto accennando ad un sorriso -'' Shiratori quando mi ha denunciato, per impedire che potessi avere guai in futuro ha fatto in modo che il cognome sulla pratica fosse un'altro. In poche parole, è come se io e l'uomo arrestato l'anno scorso fossimo due persone diverse.''
Quest'ultima frase fece cadere nello sconcerto i poliziotti ed il detective privato. E quindi, grazie a quest'ultima rivelazione, tanti cari saluti alla possibilità di poterlo praticamente obbligare a sottoporsi al test del DNA e comparare il suo con quei pochi residui trovati nel bicchiere a casa di Shiratori.
Non potevano nemmeno stabilire che il messaggio trovato da sua sorella fosse opera di Shouto, perchè era scritto al computer.
E dalla loro perquisizione era risultato che non il loro sospettato non aveva un computer e tantomeno una stampante.
Takagi si passò una mano sulla faccia, esasperato.
Possibile che quell'individuo non la smettesse di creargli problemi anche quando non avevano motivo di starsi sullo stomaco a vicenda e cercava di dargli una mano?

'' Cosa?!?''- fece Ran quando il padre ed i tre poliziotti fecero ritorno all'agenzia investigativa, dove la giovane aveva atteso il ritorno del padre assieme a Conan e alla giovane Sakura, che era andata all'agenzia per passare un po' di tempo con i due amici e magari tentare di farsi venire in mente un' idea per aiutare l'ispettore ad uscire dal guaio in cui era andato a cacciarsi, seppur non di sua volontà.
Purtroppo, oltre a non sapere affatto cosa fare in quel terribile frangente, i tre ragazzi dovettero fare i conti con un'altra notizia, tutt'altro che confortante.
'' Non potete nemmeno trattenerlo in stato di fermo per 24 ore?''- fece Conan.
'' Purtroppo no.''- fece Megure con un'espressione seccata in viso -'' Il suo alibi è stato confermato. La sera in cui è stato commesso il fatto ha lavorato per tutto il tempo tranne per l'ora di stacco concessa a tutti gli operai.
E in un'ora, come già ci ha fatto notare, non avrebeb avuto il tempo per procurarsi la bottiglia e la dose di scopolamina, andare a casa di Shiratori, fare la sceneggiata dell'amico pentito e riconoscente, aspettare che la dose facesse il suo lavoro e portarlo chissà dove e tornare in tempo record al lavoro.''
'' Ha ragione...''- fece Conan nella sua mente prima di avanzare un'ipotesi -'' ma se avesse fatto solo la metà di queste cose?''
I poliziotti e il detective lo guardarono straniti.
'' Moccioso, ti pare possibile che un elemento così pericoloso possa lasciare un lavoro a metà?''- fece Goro.
'' Forse ho capito...''- fece Sato -'' è vero che per fare tutto quello che abbiamo elencato, un'ora non sarebbe certo bastata... ma se avesse fatto solo una parte del lavoro, con la collaborazione dell'ispettore, un'ora sarebbe stata sufficiente.''
'' Cosa intendi?''- la esortò il fidanzato -'' Spiegati meglio.''
'' Ok, va bene.''- fece la poliziotta -'' Come abbiamo già detto, la sostanza trovata nel bicchiere di Shiratori è la scopolamina, nota ai più come la droga del controllo mentale o erba del diavolo.
E se avesse nascosto la bottiglia in un luogo facilmente reperibile per lui assieme alla droga per poi recarsi a casa dell'ispettore? Gli sarebbe bastato fargli una breve scenetta per poi offrirgli il bicchiere avvelenato. Il farmaco fa effetto, Shouto gli scarabocchia il muro e poi se ne torna al lavoro come se niente fosse. Ma non prima di avergli detto di andare in un dato luogo ed avergli indicato come raggiungerlo, e di non farsi notare.''
'' E' possibile...''- fece Sakura meditabonda -'' Io ho un amico che studia farmaceutica all'università di Kyoto e una volta mi ha detto che quella sostanza può durare anche fino alle dodici ore. ''
'' Cosa, così tanto?!?''- fece Ran sbalordita.
'' In tal caso, questo spiegherebbe come sia riuscito a far tutto in poco tempo... non è il dono dell'obiquità ma ci si avvicina.''
'' C'è altro da sapere su quella diavoleria che ha bevuto senza saperlo?''- fece Goro.
Fu Conan a rispondere.
'' Se non viene dosata come si deve può causare degli effetti collaterali: sonnolenza, allucinazioni, stordimento, coma e morte.''
'' Sai, non voglio nemmeno sapere come fai a sapere queste cose, moccioso.''- fece Goro. Certe volte si domandava cosa diavolo gli dessero da mangiare, leggere e vedere i suoi genitori prima di sbatterglielo in casa.
'' Incastrarlo non sarà semplice purtroppo.''- fece Sakura meditabonda.
'' Su, non essere così melodrammatica...''- la incoraggiò Ran.
'' Purtroppo ho timore di credere che smontargli il gioco non sarà facile...''- continuò Sakura -'' Non dimentichiamo chi era in passato.''
'' Ha ragione.''- concordò Megure -'' Cacciato con disonore o meno, si tratta pur sempre di un ex poliziotto e si fosse trattato di una recluta comunque, volontà di ferro o meno, non credo che Shiratori gli si sarebbe affezionato così tanto al punto di cercare di aiutarlo quando ormai il danno era irreversibile.''
'' Questo significa che questo caso...''- fece Takagi -'' Lui l'ha già risolto. Nella sua testa. Sa già chi è il colpevole, come ha agito e come ha ingannato i poliziotti per costruirsi un alibi... e sa anche quali errori avrebbe dovuto evitare se voleva evitare di finire in prigione.''
In quel momento, il cielo venen squarciato da un fulmine e sulla città di Tokyo iniziò ad abbattersi un violento temporale.
In poche parole, Akinari Shouto sembra essere riuscito nel realizzare quello che nemmeno il miglior giallista aveva mai realizzato.
Il delitto perfetto.
Contro di lui niente. Solo indizi e teorie nate grazie a congetture.
Nessun giudice avrebbe dato loro il mandato per imporre a quell'uomo il prelievo per il test del DNA.
Se Akinari Shouto fosse nato dalla penna di un giallista, probabilmente sarebbe stato un ottimo personaggio e gli articoli riguardo a tal personaggio l'avrebbero paragonato a James Moriarty, solo che non c'era uno Sherlock Holmes degno di questo nome capace di tenergli testa.
Invece non era un personaggio di un romanzo. Era una persona reale che agiva per una vendetta personale e che aveva preso di mira uno degli elementi più validi della polizia.
'' Sentite...''- tentò Ran -'' e se non c'entrasse nulla? In fondo, la nostra è solo...''
'' No Ran.''- fece Sakura osservando la pioggia che cadeva. Sperava solo che qualsiasi posto fosse tenuto prigioniero l'ispettore almeno fosse riparato o si sarebbe preso un malanno.
Ma considerata la sfida lanciata alla polizia... avrebbe fatto in modo di tenerlo in vita. Forse non in perfetta forma, ma vivo. Almeno per un po'.
'' E' lui.''- continuò imperterrita Sakura -'' E' Akinari Shouto il pazzo criminale che stiamo cercando.''
'' Sakura...''- pensò Takagi preoccupato nel vedere la sorella così rigida ed immobile e quel tono stranamente arrabbiato ma composto.
'' E' lui, date retta a me.''- continuò la giovane Takagi -'' Non facciamoci ingannare dall'apparenza. Vi ricordate Sakuragi e Kaori o Kyoko, o come cavolo si chiamava, no?
Sembravano un uomo gentile, misericordioso, comprensivo, il padre ed il datore di lavoro dei sogni... invece era un assassino spietato pronto a sacrificare chiunque, senza nemmeno guardarlo in faccia, per salvarsi la pelle.
E la sua amica sembrava una vittima indiretta delle azioni di quel mascalzone... invece era esattamente come lui.''
I presenti capirono.
E come dimenticare quel caso che aveva coinvolto tutto il dipartimento di polizia e che aveva fatto conoscere loro la giovane Sakura?
Nessuno di loro aveva seriamente creduto nemmeno per un attimo che Sakura fosse stata colpevole, ma purtroppo non avevano potuto comportarsi diversamente con quegli indizi e quelle prove a suo carico.
Se loro erano rimasti sconvolti e frastornati durante l'inchiesta però... Sakura era molto più provata. Anche in quel momento. Anche se era passato del tempo.
'' Akinari è come loro.''- fece Sakura livida di rabbia in volto -'' ha una mente disturbata. Pensa che l'aver subito o il pensare di aver subito un torto gli dia il permesso di decidere indicriminatamente della vita di tutti, come se fosse un Entità Superiore... mettendo in croce il primo innocente che capita.''

'' Ehy Ragazzi...''- fece Chiba avvicinandosi ai colleghi Sato e Takagi con tre tazze di caffè mentre questi erano occupari a lavorare al caso che stava assorbendo le energie di tutto il distretto.
'' Oh grazie... ci voleva.''- fece Sato prendendone una.
Anche Takagi la imitò ma si limitò a fissarla meditabondo invece di bere.
'' Takagi stai bene?''- fece Chiba.
'' Sì. Sono solo preoccupato, tutto qui.''- fu la risposta.
'' Non preoccuparti, vedrai che presto troveremo una soluzione...''- cercò di tranquillizzarlo Sato.
'' Non è solo per il caso.''- le confidò Takagi -'' Hai sentito Sakura oggi, no? Sul come un criminale che ritiene suo dovere punire chi ritiene colpevole del reato di lesa ai suoi danni...è molto coinvolta nel caso.''
'' Come quasi tutti noi del resto...''- fece Chiba -'' e poi si tratta pur sempre di qualcuno che conosce...''
Sato capì a cosa il fidanzato si stesse riferendo.
'' Takagi secondo te...''- fece la poliziotta -'' Sakura sta ancora...?''
Il poliziotto annuì.
Non aveva dubbi.
Una persona innocente ritenuta colpevole da un pazzo che desiderava vendetta nei suoi confronti per un torto subito in passato.
O in quel caso che credeva di aver subito.
'' Non ho dubbi in proposito. Sakura non ha ancora dimenticato cosa è successo sei mesi fa, e soprattutto non ha dimenticato che una sua amica è morta per colpa di una persona così.''
Sicuramente non avrebbe voluto mai che succedesse una cosa del genere... ma per sua sorella, aiutare Shiratori ad uscire vivo dalle mani di quel pazzoide, era come salvare Yuky.
Una quasi diciannovenne che aveva il permesso di indagare con la polizia... roba da far mandare tutti a casa a calci nel didietro.
Ma a ben vedere, quando a fare una cosa del genere era il giovane Kudo il dipartimento ne aveva guadagnato.
In fin dei conti, era pur sempre la sorella di un poliziotto ed era una ragazza sveglia ed intelligente. Ed in quel momento... c'era bisogno dell'aiuto di tutti e di qualunque aiuto.

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Capitolo 6
*** Una scoperta importante ma inutile ***


~~Il delitto perfetto non esisteva.
Era solo un sogno per moltissimi criminali che vivevano nella costante illusione di poter commettere un crimine e vivere abbastanza a lungo da potersene vantare e beneficiare dei suoi effetti.
Massimo massimo avrebbero potuto accettare il delitto perfetto se l'avessero letto in un romanzo giallo.
Ma non nella vita reale.
Non quando la vittima del delitto perfetto in questione era un loro collega. Forse non era il poliziotto più simpatico della centrale, ma obiettivamente... era importante?
Inoltre, quello che gli era successo, non se lo meritava. Assolutamente.
Sì, aveva denunciato un suo collega e subito dopo era stato promosso ad ispettore, ma nessuno di loro aveva dubbi che avrebbe preferito risparmiarselo quel grande onore viste le circostanze in cui si era venuto a trovare per averla.
Ormai erano 48 ore che Shiratori era scomparso.
La polizia sapeva chi era il colpevole. Anzi, non aveva dubbi.
Ma le prove, i testimoni, uno straccio di indizio... qualcosa che dimostrava che era una teoria giusta.
Come si batteva un ex poliziotto che pareva aver progettato un omicidio su carta?
'' Ragazzi!!!''- fece Megure sorpreso di trovare i tre poliziotti ancora intenti a lavorare e rimuginare, malgrado l'ora di paura per il pranzo fosse iniziata da quasi venti minuti -'' che fate ancora qui, è ora di mangiare anche per voi, sapete?''
'' Già, è vero...''- fece Sato guardando l'orologio. Proprio vero che quando uno aveva fretta e premura di scoprire qualcosa che avrebbe potuto salvare o condannare una vita, il tempo scorreva particolarmente in fretta. Specie quando non si riusciva a produrre molto.
'' Ho mandato un messaggio a Sakura per chiederle di portare qualcosa da mangiare...''- fece Takagi -'' alla mensa io non ho il coraggio di avvicinarmi...''
'' Hai avuto una buona idea...''- fece Chiba mettendo in bocca una gomma da masticare -'' almeno mangiamo e non perdiamo troppo tempo ad andare e tornare per prendere qualcosa.''
'' Sicuro che non l'hai disturbata?''- fece il suo superiore -'' Da quanto mi hai detto era venuta a Tokyo per motivi personali...''
'' Ispettore, mi creda...''- fece il poliziotto fissando la foto di Shouto -'' Da quando è successo quel che è successo, di studiare e magari prendere un brutto voto, le interessa tanto quanto a me interessa sapere quale colore andrà di moda il prossimo inverno.''

Avrebbe almeno potuto dirle cosa preferivano lui ed i suoi colleghi per '' piatto pronto''. Poco importava, tanto i gusti del fratello li conosceva bene e nelle sue mail le aveva anche detto cosa piaceva alla sua fidanzata e al collega Chiba.
'' Dunque... noriben per Taru... e Sanshoku per Miwako e Chiba. ''- immaginò che avrebbero voluto anche qualcosa da bere. Cola, Acqua e tè verde sarebbero andati bene conoscendo i loro gusti in fatto di bevande...
Le bibite gassate si trovavano proprio accanto allo scompartimento degli alcolici. Ed in bella vista, in offerta speciale, c'era proprio quella che da un po' di tempo aveva iniziato a chiamare '' La bottiglia di vino della discordia''.
La bottiglia che il rapitore aveva offerto a Shiratori e che lui, senza aspettarsi alcun male, aveva accettato e bevuto. Cosa che gli era costata molto. Forse troppo.
'' In fondo sei una brava persona, anche se sei un grandissimo presuntuoso...''- pensò la giovane- '' come lo era lei...''
Quella mattina l'aveva chiamata la madre, preoccupata, perchè suo fratello non rispondeva alle sue mail ed aveva chiesto alla figlia se Takagi stesse bene. Sakura l'aveva tranquillizzata, e poi le aveva spiegato il motivo per cui non rispondeva, raccontandole la triste vicenda.
La madre le aveva dunque raccomandato di stare attenta e di non lasciarsi coinvolgere.
'' Scusa mamma... ma non posso starne fuori.''- pensò ad alta voce.
Starne fuori... e come poteva starne fuori? Per prima cosa, in passato, quando il fratello si sfogava con lei riguardo le angherie subite dall' ex rivale in amore, anche lei di tanto in tanto gli aveva mandato qualche maledizione. Il minimo che poteva fare era cercare di rendersi utile in un modo o nell'altro.
Seconda cosa... tutta quella storia era tristemente familiare ed il finale di quella storia del poliziotto cacciato dal servizio per condotta deplorevole e che decideva di vendicarsi dell'artefice della sua rovina facendosi beffa della polizia, sembrava quasi già scritto.
Un po' come la storia della ragazzina ricca e viziata che rimaneva vittima delle mire di un pazzo che giocava a fare il risolutore.
Anche se era passato tanto tempo, anche se i genitori di Yuky l'avevano '' assolta'' da ogni responsabilità e chiesto perdono per le cose orribili che le avevano scritto, seppur non volendolo... lei non era riuscita a perdonarsi.
Quella dananta sera, era rimasta vittima della rabbia e quella rabbia aveva guidato le sue azioni. Se fosse stata più razionale, moltissima gente si sarebbe risparmiata un mucchio di sofferenze.
Lei, Yuky, i genitori di questa, sua madre, il suo amato fratello maggiore, Miwako, i suoi nuovi amici del dipartimento di Tokyo...
Ma non era andata così.
Ecco perchè non poteva starne fuori: brutto carattere o meno, non era giusto pagare per qualcosa di cui non si era colpevoli.
Sentì salirle le lacrime al ricordo dell'amica barbaramente uccisa e singhiozzò leggermente.
'' Signorina... si sente bene?''- fece una voce che le si avvicinava.
Sakura si voltò verso la provenienza di quella voce, e quasi lasciò cadere il cestino della spesa per la sorpresa.
Avrebbe giurato di avere gli occhi vitrei per la sopresa e le guance pallide.
Quel volto... lei lo conosceva bene.
Aveva la divisa da commesso ed il berretto con il logo del minimarket, un tesserino identificativo... ma era lui, ne era certa.
L'ispettore Ayanokoji, prima di tornare a Kyoto per raccogliere informazioni su eventuali amici e conoscenti di Shouto dato che erano tutti e tre originari di quella città, aveva mostrato loro una foto che ritraeva proprio Akinari... e in un anno non era cambiato.
L'uomo responsabile del caso in questione era lì, a pochi centimentri da lei... anche se tutti dicevano che a volte lei e suo fratello parevano esser fatti con lo stampino, era certa che nemmeno lui si sarebbe fatto scrupoli ad afferrare quel tizio per il bavero della camicia, appicicarlo al muro per fargli sputare la verità...
'' Calma Sakura... rischi di fargli più male che bene... calma...''- pensò la giovane -'' Sì, sto bene... stavo solo pensando ad una mia cara amica che però non c'è più...
'' Oh...''- se non avesse saputo chi era, avrebbe potuto dire che quell'uomo pareva sinceramente addolorato -'' Mi spiace... sta tremando... vuole che l'accompagni al pronto soccorso?''
'' Oh, ma vorrai scherzare...''- pensò la giovane per poi dire -'' No grazie... posso rinfrescarmi un attimo?''
'' Certamente.''- fece lui -'' I servizi sono là, vicino alla stanza del personale... intanto le faccio il conto. Vuole prendere altro?''
'' No...''- fece la giovane diregendosi nel bagno per lavarsi la faccia.
Forse aveva capito un paio di cosette... ecco come quell'uomo si era procurato la bottiglia avvelenata. Adesso si spiegava come mai nemmeno una videocamera di sorveglianza l'avesse immortalato a comprare la bottiglia incriminata... però le veniva un dubbio. Com'era possibile che nè il capo o i suoi altri colleghi l'avessero notato?
'' Il bagno è vicino alla stanza del personale...''- ok, forse era rischiosa come cosa... ma doveva sapere.
Fu proprio nella stanza del personale che trovò la risposta all'ultimo dubbio che aveva in merito.
Fece una foto, cercò di ritrovare la sua normale espressione facciale ed uscì per ritornare nel negozio.
Pagò la spesa ringraziando con un sorriso e subito dopo corse via, in direzione della centrale di polizia.

'' E' in ritardo...''- fece Sato guardando l'orologio.
Erano passati circa 45 minuti dalla telefonata del fidanzato alla sorella, ma di questa ancora non c'era traccia.
Quanto ci voleva a prendere dei bento e qualcosa da bere?
C'era da dire però che non sapevano dove si trovasse la giovane al momento in cui il fratello le aveva assegnato quella commissione, quindi forse era comprensibile tutto quel ritardo.
'' Spero solo che non le sia successo niente...''- borbottò Takagi preoccupato. Ok, forse non ne aveva motivo... ma dopo tutto era sua sorella.
E dati i fatti di sei mesi prima...
Attese altri cinque minuti.
Ok, ora non ne poteva davvero più.
Prese la giacca per ripararsi dalla pioggia e dal freddo pungente che attanagliava la città dal giorno prima, deciso ad andare a cercarla.
Fu in quel momento che la giovane entrò con un sacchetto della spesa in mano.
'' Ehy...''- fece Sakura respirando affannosamente come se avesse corso sinora -'' scusate... vi ho fatto aspettare tanto, avete ragione...''
'' No, tranquilla...''- fece Sato con un sorriso -'' eravamo solo in pena perchè non arrivavi... temevamo ti fosse successo qualcosa.''
'' In effetti qualcosa è successo...''- confidò loro la giovane -'' ho avuto un incontro particolare al supermercato.''
Takagi tese le orecchie a quelle parole.
'' Qualcuno ti ha dato fastidio?''- fece il giovane pronto ad andare a mettere in stato di fermo chiunque avesse osato importunare la sua Saku-Chan.
'' No... ma indovinate chi ho trovato nel negozio, in veste di commesso?''- fece la giovane additando con gli occhi la foto di Shouto.
I tre strabuzzarono gli occhi dalla sopresa, mentre Takagi pareva inquietato.
Quello psicopatico a pochi passi dalla SUA sorellina?
Poi però si tranquillizzò... ok, forse l'aveva sentita parlare in auto con Shiratori del più e del meno... ma per quel che ne sapeva poteva essere una ragazza come tante a cui il '' cavalleresco'' Shiratori aveva offerto un passaggio.
Non sapeva nemmeno che faccia avesse la ragazza con cui Shiratori aveva parlato prima di sparire, figurarsi se sapeva chi era e in che rapporti era con la prima divisione.
'' Lavora part time in un discount tre volte a settimana come commesso?''- fece Sato sorpresa -'' Strano, non l'ha detto quando l'abbiamo interrogato ieri.''
Poteva capire che mentiva sul suo ruolo nel rapimento, ma si domandava perchè omettere di lavorare anche in un supermercato per far quadrare i conti? Non c'era vergogna in questo e nemmeno motivo di non dirlo.
A meno che non avesse un buon motivo per non rendere partecipi chi glielo chiedeva di tale dettaglio.
Tipo che aveva tempo e modo di procurarsi una bottiglia di vino da drogare in un secondo momento senza che risultasse da nessuna parte.
'' Sì.''- fece Sakura -'' Ho fatto una foto al tebellone dei turni di lavoro e giorni di riposo.''- fece mostrando la foto sul suo cellulare.
'' Guarda, guarda...''- fece Takagi osservando la foto in questione -'' Il giorno prima del fatto, il nostro amico era solo in negozio. Questo vuol dire che non solo che è stato compito suo aprire il negozio ed effettuare chiusura di cassa a fine giornata, ma anche di accendere e spegnere l'impianto di videosorveglianza...''
'' Adesso è chiaro...''- fece Chiba -'' Prima di accendere l'impianto di sicurezza ha preso una bottiglia di vino, poi ha fatto partire il registratore di cassa, depositato i soldi necessari a pagare la bottiglia e ha emesso lo scontrino.''
'' In tal modo, accorgersi che aveva preso una bottiglia era impossibile dato che merce venduta e incasso di giornata coincidevano alla perfezione.''- concluse Sato -'' un piano ingegnoso, niente da dire. A quel punto non restava che aspettare l'ora di chiusura, chiudere il negozio e portare la bottiglia via.''
'' Quel bastardo è davvero in gamba...''- fece Takagi -'' Incredibile pensare a quanto in alto potrebbe arrivare se facesse ancora parte della polizia e non fosse una specie di drago da ammazzare.''
In fondo, c'era una ragione se Shiratori in un tempo lontanissimo, l'aveva preso a ben volere...

'' Purtroppo non c'è stato verso di farlo confessare, nemmeno questa volta.''- fece Megure con aria mesta in volto dopo aver detto l'esito dell'interrogatorio di Akinari Shouto riguardo alla bottiglia di vino che poteva essersi procurato in negozio.
'' Cosa...?''- fece Sakura incredula.
'' Vedi, purtroppo...''- le spiegò Sato -'' Dato che il pagamento di quella bottiglia è stato effettuato in contanti risulta essere stato fatto durante l'orario in cui l'afflusso di clienti nel negozio era notevole...''
Takagi dirigrignò i denti.
Quel dannato l'aveva studiata proprio bene... aveva fatto sparire una bottiglia prima che entrassero in funzione le telecamere, per poi fingere di venderla, emettendo lo scontrino. Telecamere accese o meno, con tutta la gente che era andata e venuta era impossibile stabilire con sicurezza chi e quando se la fosse portata a casa.
''... non c'è prova che l'abbia comprata lui.''- concluse la poliziotta -'' In poche parole...''
'' Non sappiamo dove sbattere la testa.''- fece Megure -'' e purtroppo il tempo stringe.''
A dire il vero, non sapevano nemmeno quanto mancava alla fine di quella partita... ne se Shiratori fosse ancora in quella valle di lacrime.
Non sapevano niente, se non il nome del colpevole ed il suo movente.
Ma senza prove, non potevano fare niente.
'' Accidenti...''- fece Sakura allontanandosi a testa bassa ed occhi spenti, prossimi al pianto.
'' Sakura...''- fece Takagi mettendole una mano sulla spalla dopo averla raggiunta -'' Sei stata brava. Hai avuto una buona intuizione. Ed è giusta, lo sappiamo tutti.''
'' Già...''- fece la giovane senza alazare lo sguardo -'' peccato che non serva a nulla. Non ci sono prove nemmeno per dimostrare che è stato in galera perchè era un poliziotto corrotto... e intanto qualcuno paga. Come sempre.''
'' Sakura...''- fece il poliziotto prendendola per mano, trascinandola davanti alla macchinetta automatica di caffè, preparandogliene uno.
'' Ascolta... lo so perchè stai così.''- fece il fratello con il tono di voce più calmo e pacato che aveva -'' e so perchè vuoi partecipare al caso, anche se non in modo ufficiale. Lo so che sei ancora sconvolta per Yuky e che speri che dare una mano a risolvere questo caso, ti aiuti a fare ammenda e che stai ancora cercando di salvare la tua amica... ma non è colpa tua.''
Nel dir così la abbracciò, proprio come quando era bambina ed aveva paura di qualche mostro sotto al letto.
Dovevano chiudere quella storia e rimettere Shouto dove meritava di stare. In galera. Anzi, in un manicomio.
Un uomo così pericoloso a piede libero avrebbe portato sempre e solo dolore e sofferenza.
 E la prova era tra le sue braccia.
Tremante e piangente.
Ora lo odiava.
La sua Sakura aveva appena ricominciato con la sua vita, dimenticando gli orrori dei mesi passati o per lo meno ci conviveva... e lui ce l'aveva ributtata.
L'avrebbe arrestato con le sue stesse mani.

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Capitolo 7
*** Un'ora prima di rendere l'anima ***


~~Le indagini, malgrado sembrassero destinate ad essere sempre ferme, malgrado tutto non si fermavano.
Non c'era poliziotto in tutto il dipartimento che era disposto a fermarsi, almeno sino a quando non fossero riusciti ad avere uno straccio di idea o di prova contro Akinari Shouto.
L'unica cosa che poteva inchiodarlo, forse, era coglierlo in flagranza di reato: Shouto che minacciava Shiratori tenuto sotto ostaggio da quasi tre gioni ormai. Lì non avrebbe più potuto negare l'evidenza nemmeno se avesse voluto.
Peccato che in quel caso, aiutare Shiratori sarebbe stato quasi impossibile.
'' Se soltanto avessimo un piccolo indizio...''- fece il detective Goro mettendosi le mani nei capelli.
'' E se provassimo a cambiare obiettivo per un momento?''- propose il piccolo detective all'investigatore e ai poliziotti.
'' In che senso?''- fece Megure.
'' Non chiediamoci se ha commesso degli errori ed in quel caso come trovarli, per smontare la sua immancabile arringa.''- spiegò Conan -'' Chiediamoci piuttosto... dove può avergli detto di andare dopo averlo drogato con la scopolamina?''
'' In effetti...''- fece Sato -'' a questo non avevamo ancora pensato. Siamo stati troppo occupati a capire chi era il colpevole e a come fare per smontargli la festa...''
'' Ok, allora...''- fece Takagi cercando di concentrarsi -'' Abbiamo un ex poliziotto appena uscito di prigione per meditato intralcio alla giustizia, cacciato dalle forze dell'ordine. Deve fare due lavori per arrotondare... se ne deduce quindi che non ha molti soldi da buttare, quindi non credo che abbia affitato un posto per l'occasione...''
'' Casa sua è da escludere a priori.''- fece il detective Goro.
'' Come mai?''- domandò Sakura.
'' Anche se è il posto che reputa il più sicuro che conosce...''- le rispose il fratello -'' è improbabile che una persona usi la propria abitazione per tenere prigioniera una persona. Soprattutto se sa e e spera che i poliziotti andranno a trovarlo per fargli diverse domande in merito, per poi far credere loro di aver preso un granchio colossale.''
I poliziotti annuirono, d'accordo con lui.
Akinari Shouto era indubbiamente pazzo: una persona che decideva di tenere in prigione un uomo pur sapendo che era innocente asserendo che in futuro avrebbe potuto davvero commettere un atto deplorevole, non era da considerarsi sana di mente.
Ma bisognava riconoscergli anche ingegno ed arguzia. Pazzo sì, ma era un pazzo che sapeva perfettamente ciò che faceva.
'' Ed anche se fosse stato così stupido, non avrebbe avuto modo di nasconderlo in casa sua.''- aggiunse Miwako -'' Ho osservato molto attentamente la sua abitazione. Si trova all'ultimo piano di un condominio, piccola ma confortevole. Non c'è lo spazio per tenere un ostaggio.''
'' In quel palazzo c'è uno scantinato o qualcosa del genere?''- chiese Conan.
'' C'è un piccolo seminterrato.''- rispose Megure -'' ma è adibito a magazzino dove gli addetti alle pulizie tengono spazzoloni e disinfettati vari, e per una cosa e per l'altra, è un posto in cui ci va molta gente più volte al giorno.''
'' Impensabile quindi l'idea di nascondere un ostaggio in un posto del genere...''- fece Sakura -'' L'unica cosa che mi viene in mente è che l'abbia portato in un posto in cui possa controllarlo tramite una webcam... in quel caso avrebbe dovuto stipulare un contratto per installare una connessione.''
'' Conoscendolo se ne sarà già liberato da tempo...''- fece Megure poco convinto. In effetti, come ipotesi era sensata, ma un dettaglio la rendeva instabile e prossima alla fine.
Chi aveva assunto Shouto, sapeva che era stato in prigione, anche se ignorava il motivo della sua detenzione... il che voleva dire che il suo capo lo teneva sotto stretto controllo durante l'orario in cui era in servizio. Se era vero che controllava Shiratori dal posto in cui si trovava, avrebbe dovuto controllarlo spesso su un palmare, un tablet o un computer portatile. Qualcuno se ne sarebbe sicuramente accorto.
Aveva fatto domande in entrambi i posti in cui era impiegato e la risposta era rimasta uguale: gran lavoratore, impeccabile, zelante, il primo a prendere servizio e l'ultimo ad andarsene.
In poche parole, un lavoratore modello.
'' Se non sbaglio, l'ispettore Ayanokoji ha detto che sono nati e cresciuti tutti e tre a Kyoto.''- fece l'agente Chiba.
'' Sì, poi Shiratori dopo la promozione ad ispettore si è stabilito definitivamente a Tokyo.''. fece Sato -'' come mai questa domanda?''
'' Beh, pensavo...''- fece Chiba -'' adesso anche Shouto abita stabilmente qui in città... ma una casa nella sua città natale prima ce l'avrà pure avuta.''
'' Pensi che dopo aver drogato Shiratori con la scopolamina gli abbia ordinato di arrivare sino a Kyoto e di aspettarlo ad un indirizzo che gli ha dato?''- chiese Goro.
'' Perchè no? Kyoto in fin dei conti non è così lontana... ci si può arrivare sia con l'aereo che con il treno.''- fece Chiba.
'' Sì, ma c'è da considerare che qualcuno avrebbe potuto notare una persona che chiedeva un biglietto per recarsi in quella città con un'espressione da zombie in viso.'' - gli fece notare Conan -'' e se ne sarebbe ricordata meglio, dopo aver saputo che quella persona è stata rapita.''
'' E' vero...''- fece Chiba sfiorandosi il capo con la mano.
'' Inoltre''- aggiunse Miwako -'' in genere la durata massima della scopolamina non supera le dodici ore. E adesso sono abbondantemente passate. Shiratori si sarebbe già messo in contatto con noi a quest'ora.''
'' Tanto più che ho fatto controllare i documenti di Shouto... e non risulta aver lasciato la città nelle ultime settimane.''- aggiunse Takagi -'' e la casa in cui viveva prima dell'arresto è stata messa in vendita. A quanto pare...''- fece controllando la sua agendina degli appunti -'' dato che Shiratori ha fatto in modo che il nome di Shouto non fosse legato a quella faccenda di meditata corruzione, nemmeno il padrone della casa in cui viveva era al corrente del perchè l'affitto non veniva più pagato.
E dopo quasi sei mesi in cui non vedeva nemmeno uno yen e Shouto non rispondeva ai continui solleciti di pagamento, ha messo in vendita la casa, dove attualmente vive un uomo solo, 75 anni ed invalido che però non è mai solo dato che riceve la frequente visita di vicini ed assistenti sanitari.''
'' Quindi, grazie a Shiratori non si è ritrovato solo senza il lavoro per cui aveva speso anni e soldi all'accademia e con la carriera stroncata, ma anche senza un posto in cui tornare.''- fece Sakura.
Non c'era che dire, quel tizio ne aveva di motivi per volergli male, se non fosse per un dettaglio: avrebbe avuto ancora la sua sfolgorante carriera in polizia, una casa in cui tornare e forse una moglie o una fidanzata che lo aspettava se non avesse deciso che una posizione più prestigiosa in tempi rapidi valeva il nome di un innocente.
'' Tutti buoni motivi...''- borbottò Goro per poi imprecare -'' Ah, siamo in alto mare. Quando al posto dell'ispettore c'era l'agente Takagi le cose erano molto più semplici...''
Takagi abbassò lo sguardo mentre gli altri fulminarono con lo sguardo l'investigatore privato, il quale si tappò la bocca con aria mortficata quando si rese conto di cosa fosse uscito dalle sue labbra.
'' Scusa, non volevo...''- si affrettò a scusarsi il detective.
'' No, non fa niente... in fondo è vero.''- fece Takagi -'' almeno in quell'occasione qualche indizio poteva essere colto. Stavolta invece non abbiamo niente... nemmeno Shouto che ammette di essere il colpevole e che dice qualcosa come, riportatelo a casa se vi riesce.''
Dentro di sè pensò però che non poteva finire in quel modo così assurdo. In fin dei conti, se ce l'aveva fatta lui a sopravvivere ad un inferno di ghiaccio, paura e fatto di incertezza sino all'ultimo, che era l'imbranato per eccellenza, non c'era motivo per cui Shiratori non potesse farcela meglio di lui.
'' Ispettore, qual'è la prossima mossa?''- fece Sato.
'' So che forse non è quella più indicata...''- fece Megure -'' ma è meglio se ci prendiamo tutti un paio d'ore di stacco. Credo che siamo tutti abbastanza stanchi.''
'' Ispettore...''- tentò di opporsi Sato. In quel momento, perdere tempo era l'ultima cosa che potevano permettersi.
Ma a ben vedere, avevano riesaminato tutto quello che era in loro possesso fino alla nausea e non erano ancora giunti a nessuna conclusione.. si, forse un paio d'ore di stacco era quello che serviva a tutti.
Takagi aveva intuito che la sorella minore stava male per quella situazione così simile a quella che l'aveva vista protagonista pochi mesi fa e che la consapevolezza di poter fare poco o nulla la faceva stare pure peggio.
A quel mondo non c'era giustizia: sua sorella non doveva preoccuparsi in quel modo per una questione da poliziotti, non era giusto.
'' Dai, andiamo...''- fece il poliziotto prendendola sotto braccio -'' andiamo via da qui, piccola...''

Il cafè nel quartiere Haido era sempre stato il loro posto preferito.
Quando erano ragazzini ed il loro padre li portava con sè a Tokyo quando doveva discutere di lavoro con qualche finanziatore o quando andavano a fare una gita, fermarsi in quel cafè per prendere qualcosa era quasi un obbligo.
Era da sempre il loro posto preferito, il psoto in cui i loro problemi svanivano... ma nemmeno quel posto pareva sortire l'effetto desiderato.
'' Ora non pensiamoci per qualche minuto ok?''- fece Takagi sforzandosi di essere allegro -'' in fondo, sono pur sempre sei mesi che io e te non ci si vede... parlami un po' di te. Voglio sapere tutto quello che hai fatto.''
'' Beh...''- fece la giovane girandosi distrattamente la tazza di cioccolata che aveva ordinato -'' non c'è molto da dire... ho superato i test, ho dato qualche esame e per fortuna per il momento mi è andata bene... le solite cose.''
'' Davvero?''- fece Takagi con il suo tono indagatore -'' Sicura? Nient'altro?''
'' Non vedo che altro dovrebbe esserci...''
'' Ah non saprei...''- fece lui -'' Non è che mi nascondi qualche spasimante?''
La giovane Takagi divenne rossa come un pomodoro maturo a quell'insinuazione -'' M-ma ch-che ti salta in testa...?''
'' Andiamo... sai che a me lo puoi dire. Terrò acqua in bocca con la mamma, te lo prometto.''- la punzecchiò ancora il fratello.
'' Non c'è proprio niente da dire. Non ho nessuno spasimante... e comunque non sono affari tuoi!''- fece la giovane bevendo nervosamente un sorso di cioccolata, sempre più imbarazzata.
Il fratello invece se la rideva di gusto.
Almeno per un po' erano riusciti a mettere da parte la morsa che da qualche giorno li attanagliava.
In quel momento, al loro tavolo si avvicinò una cameriera con una busta.
'' Scusate se vi disturbo...''- si scusò la cameriera -'' ma un uomo mi ha chiesto di portarvi questa lettera. C'è scritto... Takagi.''
I due fratelli presero la busta, seppur molto confusi.
Quando mai si era vista recapitare una lettera ad una persona quando questa si trovava in un bar? In cui poi avevano deciso di andare all'ultimo secondo...
'' Strano, di solito la posta me lo recapitano a casa e...''- Takagi impallidì quando vide il mittente -'' Oddio...''
'' Che succede?''- fece la sorella, preoccupandosi.
'' Questa lettera pare essere stata spedita da Shiratori.''
Ok, non era una poliziotta, ma non ci voleva certo un distintivo per capire che era impossibile. Shiratori era attualmente sotto ostaggio e dubitava fortemente che il suo rapitore gli avesse fornito carta e penna per scrivere una lettera. E soprattutto che gli avesse permesso di inviarla ad un collega...
'' Magari è riuscito a trovare il modo di chiedere aiuto...''
'' No, non credo.''- fece Takagi senza smettere di fissare quella busta -'' Sarebbe stato più sensato mandarla in centrale piuttosto che a me... inoltre, qui ci siamo venuti all'ultimo minuto e non ho detto dove andavamo. Solo che facevamo un break per riordinare le idee. Non ho mai detto la nostra destinazione.''
'' Quindi... tu credi che...?''
'' Che Shouto ci abbia tenuto d'occhio e ce l'abbia fatta avere. Meglio non aprirla qui...''- fece alzandosi lentamente -'' stammi vicina...''
Takagi pagò in fretta il conto senza dire nemmeno una parole ed uscì dal locale con la sua sorellina sotto braccio. Un po' per proteggerla dalla pioggia battente, un po' per volerle fare quasi da scudo con il proprio corpo nel caso Shouto fosse stato ancora nei paraggi ed avesse tentato loro qualche scherzo.

'' Che cos'hai detto?!?''- fece Megure sconvolto dopo che il suo sottoposto e la sorella minore furono rientrati in centrale, raggiungendolo nella sala riunione dove si trovava assieme a Conan e Goro -'' Shouto ti ha seguito?!?''
'' Sì.''- fece Takagi -'' Non ho dubbi: io e mia sorella abbiamo deciso d'impulso di andare in un cafè che conosciamo molto bene, quando una cameriera ci ha portato questa busta. Ho controllato le informazioni e come mittente c'è scritto Ninzaburo Shiratori.''- nel dir così gliela porse.
'' Non l'ha scritta la persona indicata come mittente, ne sono sicuro.''- fece Conan -'' se avesse avuto modo di scrivere e far recapitare una lettera per chiedere aiuto, avrebbe fatto molto prima a telefonare. I soccorsi sarebbero arrivati molto prima.''
'' In effetti l'ho pensato anch'io.''- fece Takagi -'' Shouto voleva farci arrivare un messaggio, ma non poteva correre il rischio di farsi vedere bazzicare intorno alla centrale o avremmo avuto almeno una prova indiziaria a suo carico...''
'' Probabilmente vi ha visti uscire, vi ha seguito e quando è stato certo che avreste passato un po' di tempo in quel locale, vi ha fatto arrivare quella lettera.''
Megure la aprì con cautela, temendo non poco cosa mai potesse contenere... un poliziotto scomparso per mano di folle che minacciava di ucciderlo se la polizia non fosse riuscita a salvarlo in tempo e l'arrivo di una busta non era una combinazione che lo entusiasmava.
La cosa positiva era che busta non conteneva foto di cadaveri insanguinati o di qualcuno che necessitava di vedere un bravo chirurgo.
La cattiva era che si trattava di un ricatto bello e buono.
'' La partita sta per finire e non ho ancora visto alcun risultato...''- lesse l'ispettore ad alta voce -'' ma dato che sono una persona ragionevole, farò in modo di offrirvi di evitare un inutile spargimento di sangue. Voglio solo ciò che mi spetta e sarà tutto finito.''
'' Ma cosa intende...?''- fece Goro, stranito.
'' Non è ovvio?''- fece Takagi -'' Ci sta proponendo uno scambio. Lascerà che Shiratori se ne torni a casa... ma in cambio vuole essere reintegrato in polizia. Come ispettore, ovviamente.''
'' Lo sapevo...''- borbottò Conan tra sè e sè.
Non sapeva quanto potesse aver fatto male a quel tizio il sentirsi tradito ed abbandonato dal suo migliore amico, ma di una cosa era certa: il fatto che per causa di quella denuncia non era riuscito ad avere la promozione dei suoi sogni, di certo lo infastidiva molto di più.
Era a quello che aveva sempre mirato, sin dall'inizio.
'' Ispettore...''- fece Goro, sempre più preoccupato da quella situazione.
'' Non posso.''- fece il poliziotto abbassando gli occhi, mestamente -'' il fatto non è avvenuto nella prefettura di Tokyo, io non ho alcun potere decisionale... ed anche se l'avessi... mi dispiace molto, ma in polizia non c'è posto per un agente che aveva già meditato in passato di intralciare la giustizia per fini personali.''
'' Ma c'è altro...''- fece Takagi -'' Poniamo il caso che possiamo fare qualcosa e che decidiamo di fare il suo gioco... chi ci assicura che starà ai patti? Io non mi fido di quel tipo.''
'' Nemmeno io.''- fece Sakura.
'' Ed io sono d'accordo con voi... ma non abbiamo prove e nemmeno indizi contro di lui.''
In poche parole, pareva che un ex poliziotto corrotto fosse riuscito a metterli tutti in ginocchio e in un colpo solo. Eppure... avrà pur avuto un punto debole.
La govane Sakura guardò l'orologio.
Doveva sbrigarsi.
'' Scusate, devo andare a ritirare delle camice in tintoria...''- fece la ragazza uscendo dall'ufficio.
Non potevano davvero lasciarsi mettere in ginocchio da un tipo simile. Non era un Dio e nemmeno il Diavolo.
Era solo un uomo con il cuore nero come l'inchiostro.
'' Non t'illudere bello...''- pensò aprendo l'ombrello, pronta ad affrontare la pioggia che non accennava a smettere, incamminandosi verso la sua destinazione -'' se ce l'ho fatta a salvarmi io, che ero il sogno di ogni pubblico ministero, riusciranno a mettere spalle al muro pure te.''

Era riuscito a muovere le dita delle mani.
L'effetto del paralizzante era finito e stavolta gli pareva che fosse durato meno delle altre volte. In fin dei conti, erano già diverse dosi, dopo un po' iniziavano a perdere effetto.
Doveva agire immediatamente. Doveva trovare il modo di liberarsi e poi avrebbe cercato un telefono per chiedere aiuto. Non poteva dire dove si trovava, ma sicuramente sarebbero riusciti a rintracciare la telefonata.
'' Ok, mantieni la calma, stai per uscire di qui...''- tirò verso di sè le gambe in modo da poter piegare le ginocchia e recuperare almeno un briciolo di mobilità per gli arti inferiori... non l'avesse mai fatto.
Come aveva mosso le gambe, si era ritrovato appeso a testa in giù come un baccalà ed aveva sentito il rumore di un oggetto molto pesante cadere a peso morto.
Anche se era buio e non poteva vedere, intuì che il pezzo di corda che gli serrava le caviglie era collegato ad un altra corda più lunga fissata a chissà quale oggetto pesante che secondo il principio della carrucola.... era caduto a terra ed aveva fatto salire lui.
'' Ti avevo raccomandato no, di startene buono, fermo e tranquillo...''- fece la voce del suo aguzzino avvicinandosi a lui.
Riusciva a vedere qualcosa che luccicava, malgrado l'oscurità.
Un coltello, poco ma sicuro.
'' Ma ci fosse una volta, e dico UNA, che tu mi dia retta.''- lo prese ancora in giro, avvicinandosi sempre di più con il coltello.
Glielò posò sul lato destro del collo, vicinissimo alla carotide.
Sentì pizzicare la pelle al contatto con la lama.
Quando questa incise, fece del suo meglio per non gridare e per non dargli soddisfazione. Fortunatamente aveva il bavaglio o non era certo di poter riuscire nell'intento di non urlare.
La ferita inziò subito a sanguinare ed il sangue iniziò a colargli su una parte della faccia.
Anche se non era particolarmente profonda... era appeso a tesa in giù e già questo era un fatto pessimo dato che il sangue non avrebbe potuto far altro che affluire in direzione del cervello, ma dato che era ferito alla gola... ci avrebbe messo poco meno di un'ora a dissanguarsi. Al suo aguzzino non sarebbe rimasto altro da fare che allontanarsi e farsi vedere in giro, durante quell'ora in cui avrebbe reso indietro l'anima. Alibi perfetto.
'' Si direbbe che io abbia vinto la partita con i tuoi amici...''- lo schernì -'' non avrei voluto farti morire così in fretta, ma tu hai avuto la bella idea di muoverti e di azionare la trappola e non mi hai lasciato altra scelta.''
Dio, anche se gli avevano insegnato fin da quando aveva iniziato a parlare che doveva sempre agire da gentiluomo ed essere sempre calmo e compassato, lo avrebbe insultato più che volentieri in tutte le lingue che conosceva.
'' Non prendertela con i tuoi amici... in fin dei conti, è risaputo che a fidarsi delle persone che promettono di saltare nella porta dell'inferno per te, finisce sempre male.''
Nel dir così lo lasciò di nuovo solo, abbandonandolo al suo destino.
Non poteva fare niente.
A meno che a qualcuno non fosse riuscito il miracolo di individuare la sua prigione in meno di un'ora e venisse a soccorrerlo, la sorte per lui era segnata.
L'unica cosa che poteva fare era respirare il più lentamente che poteva per rallentare il battito cardiaco e far diminuire così la fuoriuscita di sangue.
Non l'avrebbe salvato, forse avrebbe solo prolungato la sua agonia... ma era sempre meglio che disperarsi in attesa della morte.

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Capitolo 8
*** Giusto in tempo ***


~~E dire che era venuta a Tokyo per studiare e fare una ricerca.
Ma in quel momento, di studiare non le importava assolutamente niente.
Shouto aveva offerto alla polizia la possibilità di riavere indietro uno dei suoi migliori collaboratori, ma in cambio voleva tornare a far parte dei '' Ragazzi in blu'', come li aveva chiamati una volta suo padre mentre guardava un film poliziesco.
E ovviamente non come semplice agente alle prime armi, ma come un membro della squadra titolare.
Ironia della sorte: un elemento con la sua arguzia, intelligenza, e con la sua mente strategica sarebbe stato conteso da tutte le prefetture giapponesi e perchè no, pure dai servizi segreti americani e dall'Interpool.
Ma era anche vero che era un uomo pericoloso e che già una volta si era dimostrato pronto ad anteporre il proprio guadagno personale alla causa per cui si era arruolato. Insomma, arguto, sagace ed intelligente, con tutti i suoi annessi, ma era anche disonesto.
Se avesse dimostrato di essere sinceramente pentito di quello che aveva fatto forse...
'' Ma ormai è troppo tardi.''- sperava solo che non fosse troppo tardi anche per Shiratori. In fin dei conti, pomposo e gonfiato sì... ma in fondo era una brava persona, ed anche lui aveva dei genitori che non avrebbero retto il dolore di vedere il figlio andarsene prima di loro e soprattutto, anche lui aveva fatto dei progetti per il futuro con una persona a cui teneva moltissimo.
Magari quando l'aveva accompagnata all'aereoporto, prima di lasciarla andare, le aveva promesso di fare una gita assieme, di andare insieme da qualche parte per qualche giorno, quando lei fosse tornata...
'' No. Non può succedere un'altra volta. Non con me nei dintorni.''- ed anche se sapeva che era una pazzia bella e buona, decise.
Sarebbe andata a casa di quel dannato. Da quanto le aveva detto Miwako il custode di quel palazzo passava la maggior parte del tempo a pisolare, quindi non sarebbe stato un problema entrare nel condominio dove Shouto viveva senza farsi notare e per entrare in casa qualcosa si sarebbe inventata.
Avrebbe accampato una scusa che le avrebbe permesso di entrare, allontanarlo e ritrovarsi da sola per un po'.
Un piano così eleborato e pieno di precauzioni non poteva essere nato così, di getto, per quanto uno potesse essere intelligente.
Pareva quasi progettato su carta. Le era capitato spesso, quando per diletto scriveva una storia. Quando arrivava ad un determinato punto, se quello che stava per scrivere non la convinceva o lo trovava illogico o cambiava una parte già scritta in precedenza oppure cambiava quello ancora da scrivere.
Anche lui ad un certo punto doveva essersi accorto che un punto del suo piano era debole o incerto e di sicuro aveva fatto una specie di mappa concettuale.
Doveva solo trovarla, da qualche parte, doveva pur esserci qualcosa.
Il criminale infallibile ancora non era nato.
'' E tu che fai qui, nanerottolo?''- fece Sakura al suo arrivo quando notò il piccolo Conan vicino al palazzo del sospettato.
Il bambino parve sorpreso di vederla ma dato che non era educato rispondere ad una domanda con un'altra domanda le diede una risposta. Inventata, ovvio -'' Ho chiamato Shinichi per chiedergli un consiglio sul caso e lui mi ha consigliato di ricontrollare la casa e di scattare qualche foto per poi mandargliela. Lui nota sempre un sacco di cose.''
Sakura annuì per dire che aveva capito, anche se si domandava chi diavolo potesse essere così folle da mandare un bambino in avanscoperta a casa di uno psicopatico.
'' Tu invece?''
'' Diciamo che siamo qui per lo stesso motivo. Non può non aver lasciato tracce.''
'' Sì, lo penso anch'io.''- fece il ragazzino -'' ad ogni modo, forse siamo fortunati: Shouto è andato via cinque minuti fa. Ha detto al portiere che aveva diversi giri da fare e che per almeno tre ore sarà fuori casa.''
'' Perfetto, dovremmo avere tutto il tempo per trovare qualcosa contro di lui.''- fece Sakura avviandosi. Come previsto il portiere era irreperibile.
L'appartamento di Shouto era all'ultimo piano ed entrarono grazie ad una forcina che Sakura aveva prestato a Conan dopo che questi le ebbe chiesto se poteva dargli qualcosa di simile.
Il bambino la trasformò in un fil di ferro che spezzò in due e poi li usò per scassinare la serratura.
Sakura lo guardò esterefatta.
Una parte di lei avrebbe voluto chiedere come, dove, quando e soprattutto perchè un bambino di sette anni sapesse come scassinare una porta, ma l'altra le urlava '' Lascia stare...''.
'' Ok''- fece Conan -'' dividiamoci e cerchiamo.''
Non sapeva nemmeno lui cosa avrebbero dovuto cercare, forse un appunto, una foto, una ricevuta... non lo sapeva.
Sapeva solo che dovevano trovare qualcosa ed anche alla svelta.
Da quando era entrato in quell'appartamento, aveva una stranissima sensazione. Una di quelle che fungevano da avvertimento quando qualcosa di tragico stava per accadere.
Effettivamente qualcosa di tragico era già stato annunciato, anche se si augurava di tutto cuore che non fosse ancora il momento di dire '' Game Over''.
Purtroppo però erano in quella casa da quasi quindici minuti ormai e non aveno trovato nulla degno di nota che li aiutasse a smontare il piano perfetto di Shouto.
Nemmeno il post it con l'indirizzo del posto in cui aveva rinchiuso Shiratori.
'' Trovato qualcosa?''- chiese Conan chiudendo un cassetto.
'' L'unica cosa che ho scoperto...''- fece la voce di Sakura che si faceva sempre più vicina -'' è che come genio del crimine fa paura, ma gli hanno rifilato una bella fregatura.''
'' Come mai?''- fece Conan raggiungendo la ragazza.
'' In un cassetto ho trovato una copia del contratto d'affitto... dice che case come queste non se ne fanno più ma l'acqua che mi è caduta in testa...''- nel dir così tirò fuori dalla tasca della giacca un fazzoletto per asciugarsi la testa dall'acqua... e quasì gridò quando decise di rimetterlo a posto.
Il fazzoletto bianco su cui aveva ricamato le sue iniziali all'angolo era sporco di una sostanza densa color rosso vermiglio.
'' Santo cielo...''- pensò il piccolo Conan vedendo il sangue sul fazzoletto. Senza perdere tempo, corse immediatamente nel soggiorno.
Una piccola parte della moquette era sporca di sangue fresco che continuava a cadere... dal soffitto.
Il sangue cadeva da un'inflitrazione del soffitto.
'' Mamma mia...''- fece Sakura, pallida in viso, raggiunto il bambino -'' ma da dove...?''
'' Sakura, guarda.''- le indicò il piccolo. Al limitare della stanza, sul soffitto, c'era una sorta di pannello.
In quel momento il bambino capì tutto.
L'intonaco della stanza in cui si trovavano in quel momento era del tutto bianco, che era lo stesso colore del pannello che quasi sicuramente condiceva ad una soffitta.
Si vedeva che era un pannello solo perchè era un'area circostritta leggermente più sporgente rispetto al resto del soffitto.
 Forse gli agenti incaricati della perquisizione l'avevano notato, ma dato che le loro attenzioni erano state rivolte a cercare prove o indizi in grado di incriminare Shouto nessuno aveva fatto caso a quella specie di botola.
'' Shiratori!!!''- urlò la giovane. Non era un abile investigatore, ma bastava fare due più due: il padrone di casa non aveva in grande simpatia l'ispettore, questi era scomparso ed ora dal soffitto colava del sangue... e non poteva che essere sangue umano. Il suo sangue...
'' Sbrighiamoci, fammi salire sulle spalle, presto.''- fece il piccolo detective. Sakura lo accontentò immediatamente ed il piccolo detective aprì il pannello, il quale rimase aperto verso le esterno.
Quando la porta della soffitta fu aperte, il bambino ci entrò, seguito a ruota da Sakura.
Era un posto orrendo.
Buio, polveroso, pieno di ragnatele... una vera e propria prigione.
Trovare Shiratori non fu complicato. Grazie alla luce che filtrava di sotto e quella dell'orologio-torcia di Conan fu quasi subito visibile... e fu uno spettacolo raccapricciante.
Era appeso a testa in giù, con una ferita alla gola che seppur non sembrasse particolarmente profonda, continuava a buttare sangue ed aveva gli occhi socchiusi, mani legate dietro alla schiena ed un fazzoletto letteralmente conficcato in bocca.
'' TIriamolo giù, presto...''- fece Conan afferrando un pezzo di vetro trovato sul pavimento. Con quello iniziò a tagliare la corda, mentre Sakura si era messa dietro l'ispettore Shiratori per non farlo cadere in malo modo, accompagnandolo a terra quando la corda cedette.
La prima cosa che la giovane fece fu togliergli il bavaglio e sciogliere la corda che gli serrava i polsi.
'' Ispettore?!? Ispettore, mi sente? La prego, mi dica qualcosa...''- lo implorò la giovane.
Conan gli prese il polso e sospirò di sollievo.
'' E' solo svenuto.''- comunicò il piccolo detective -'' Se fossimo arrivati dieci minuti dopo, l'avremmo trovato morto.''
'' Mamma mia... ma quello è un pazzo furioso...''- fece la giovane tastando la fronte dell'ispettore -'' Scotta. Dobbiamo tenerlo al caldo...''- più facile a dirsi che a farsi. Non c'era nulla che al momento potevano usare per dargli un po' di calore.
Non le rimaneva scelta. Si tolse la giacca, rimanendo con una maglietta bianca, con il collo alto, senza maniche e cercò di coprire il poliziotto come meglio potè.
Conan arrossì visibilmente.
Vero che esteticamente era una bambino di prima elementare, ma nulla toglieva che era un diciassettenne... e tutto sommato doveva ammettere che Sakura era una bella ragazza.
Complice anche il pensiero/ terrore di quello che Ran avrebbe potuto fargli se avesse saputo la verità su di lui e se avesse avuto il potere di intercettare i pensieri, si concentrò su cosa avevano davanti.
Aveva notato diversi puntini sul collo dell'ispettore e temendo che potesse avere un overdose da un momento all'altro, gli allentò la cravatta e gli sbottonò la camicia per aiutarlo a respirare.
Sakura invece, bagnò la ferita dell'ispettore con l'acqua della bottiglietta che teneva in borsa per sciacquare la ferita.
Bagnò anche il suo fazzoletto per bagnargli la fronte e calmare così la febbre.
'' Ok.... per il momento va bene così...''- fece Conan prendendo il cellulare -'' ma dobbiamo chiamare subito il pronto intervento ed avvisare la polizia.''
'' Coraggio Shiratori... è tutto finito.''- fece la giovane tamponandogli la ferita con la mano -'' resisti ancora un po', ti tiriamo fuori da qui.''
'' Dannazione... non riesco a prendere la linea. Qui non c'è campo.'' - imprecò Conan. E data l'assenza di apparecchi telefonici fissi in casa, l'unico telefono che Shouto possedeva era un cellulare e l'aveva portato con sè.
Ed era un quartiere in cui non c'erano telefoni pubblici.
D'altro canto, era inutile mettere una o due cabine per ogni quartiere... ormai quasi chiunque disponeva di un telefono cellulare, persino i bambini delle elementari, quegli apparecchi erano diventati quasi del tutto superflui.
Forse aveva ragione quello scrittore italiano, Verga, quando sosteneva che il progresso sarebbe potuto essere la rovina del genere umano.
O almeno in quel caso pareva averci indovinato.
Inoltre c'era un altro problema.
In quelle condizioni era meglio non muoverlo, ed anche se avesse avuto la forza di camminare sotto la pioggia per un tratto di strada, l'ospedale era troppo lontano.
 Un bambino di sette anni ed una ragazza di diciotto non sarebbero mai riusciti a traspotare un uomo barcollante ed in quelle condizioni fino al pronto soccorso. Inoltre non c'erano fermate per autobus o taxi... probabilmente, aveva iniziato a maturare quel piano folle quando era ancora in prigione ed aveva deciso di scegliere un posto in cui tenerlo prigioniero da cui anche se fosse stato possibile uscire, non sarebbe stato altrettanto semplice chiedere qualsiasi forma di aiuto.
Non restava che una soluzione.
'' Dobbiamo andare di persona ad avvertire la polizia. Da lì chiamaremo un' ambulanza.''
'' Ma come facciamo con Shiratori?''- fece Sakura posando lo sguardo sull'uomo che teneva tra le braccia. Aveva la fronte madida di sudore ed un'espressione sofferente in viso.Ed anche se era svenuto, il suo corpo era scosso da un lieve tremore.
 Sul pavimento c'era una bottiglietta d'acqua vuota.
Almeno quel mostro aveva avuto la bontà di dargli qualcosa da bere per tenerlo in vita, oltre a qualche droga. Ma dubitava fortemente che gli avesse anche dato da mangiare.
Conan riflettè. Sakura aveva ragione, non potevano certo lasciarlo da solo con il rischio che Shouto tornasse a controllare il '' risultato finale'' del suo lavoro e trovandolo in quelle condizioni, decidesse di dargli il colpo di grazia.
O che Shiratori riprendesse conoscenza e tentasse di fuggire per andare a cercare aiuto con il rischio di aggravare la situazione.
'' Ho un'idea.''- fece Sakura -'' io rimango con lui, tu trova il modo di avvertire gli altri... e mi raccomando sii molto prudente.''
'' Ma se Shouto dovesse tornare, che farai?''
'' Troverò un modo per bloccare la botola. Credo di poter resistere per un po'.''
Conan non era molto propenso a lasciarla da sola a dover difendere qualcuno con la possibilità che quel pazzoide tornasse da un momento all'altro, senza niente per difendersi.
Purtroppo però non avevano altra scelta.
'' Va bene... tornerò il prima possibile, tu chiudi la porta della soffitta quando sono uscito.''- fece il bambino saltando giù.
Sakura si affrettò a richiuderla per poi tornare al fianco dell'ispettore.
'' Su, fatti coraggio, rompiscatole...''- fece Sakura bagandogli nuovamente la fronte -'' non morirai qui, ok? Devi tornare indietro. Al tuo lavoro, dai tuoi amici...''- sempre che ne avesse ( data la sua innata simpatia) e nel caso ne avesse sperava solo che non fossero tutti dei futuri o attuali psicopatici -'' e dalla tua fidanzata. Non vorrai darle questo dispiacere, spero per te.
Inoltre... non spererai mica di cavartela così facilmente, dopo tutto quello che hai fatto passare a mio fratello!''

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Capitolo 9
*** Di nuovo in pericolo ***


~~Non potevano assolutamente accettare le condizioni di Shouto.
Un uomo del genere in polizia avrebbe fatto solo più male che bene.
Inoltre c'erano altri due motivi validi che impedivano loro di accettare: il primo, era che il fatto era avvenuto a Kyoto quindi era compito del capo della polizia di Kkyoto decidere. Ed avrebbe comunque deciso di dire no.
Secondo... non c'erano certezze che avrebbe mantenuto la parola data.
Francamente non sembrava tipo da mantenere una promessa.
No, dovevano salvare Shiratori in tempi rapidi e senza giungere a patti con quel criminale.
I poliziotti stavano nuovamento osservando le foto fatte nella casa del sospettato quando Sato si accorse di una cosa.
'' Che cos'è quella cosa sul soffitto?''- si chiese la poliziotta.
'' A che ti riferisci?''- chiese l'agente Chiba, incuriosito.
Megure, Takagi e Goro le furono subito intorno.
'' Guardate questa foto...''- fece la donna -'' sul soffitto... c'è un'area limitata delle dimensioni di un grosso quadrato che pare più sporgente.''
'' Probabilmente è solo il pannello della corrente... niente di particolamente importante...''
Takagi però non era convinto.
Quella cosa gli pareva di averla già vista tantissime volte nel corso della sua vita...
Poi dopo un attimo capì.
'' Potrebbe essere, invece...''- fece Takagi come colpito da un'illuminazione -'' la botola che porta in una soffitta?''
Gli altri lo guardarono straniti.
'' Che intendi dire?''- lo incitò Miwako -'' spiegati meglio.''
Takagi annuì.
'' D'accordo: quando io e Sakura vivevamo con i nostri genitori, vivevamo in una casa costituita da una rimessa a pianterreno e due piani.
Al secondo piano, nel pezzo di soffitto tra il bagno e la mia stanza, c'era una piccola area circoscritta leggermente più sporgente. Era l'ingresso della soffitta, dove i miei mettevano giocattoli che io e mia sorella non usavamo più, vestiti vecchi, libri, le decorazioni per le feste di Natale, cose che usavamo per andare in vancanza ed altra roba che non volevamo buttare via ma che ingombrava troppo in casa. Per arrivarci era necessario usare una scala da muratore.''
'' Quindi tu stai dicendo che Shiratori è sempre stato nella casa del suo aguzzino?''- fece Goro -'' Anche il giorno in cui siamo andati ad esaminare l'appartamento?''
'' Perchè no?''- fece Takagi, certo di aver capito almeno una parte del piano di quel tale.
'' No, impossibile.''- fece l'ispettore Megure -'' Secondo questa tua teoria, Shiratori è stato in quella soffitta per tutto il tempo, giusto?
Quindi anche il giorno che abbiamo fatto visita al suo rapitore: se fosse andata come dici tu, Shiratori, avrebbe di certo fatto rumore muovendo le gambe o di certo avrebbe trovato un modo per palesare la sua presenza. Non l'ha fatto, quindi...''
'' Per la verità...''- fece il piccolo Conan, a proposito di palesare la propria presenza in un posto -'' l'avrebbe fatto. Se solo avesse potuto.''
'' E tu che fai qui, moccioso?!?''- fece Goro.
'' Che intendi dire Conan?''- lo incoraggiò Sato.
'' Voglio dire che Takagi ha ragione.''- fece Conan -'' Shiratori si trova proprio in una soffitta. Ma anche se era sveglio e cosciente al momento in cui voi eravate nell'appartamento, non ha potuto palesare la propria presenza.''
'' Ma come è possibile essere coscienti ma addormentati allo stesso tempo?''
'' E' possibile.''- continuò il piccolo detective -'' grazie alla tubocurarina.''
'' Tubocurarina?''- gli fece eco il detective Goro.
'' Esatto.''- confermò il piccolo -'' si tratta di un farmaco che viene usato per paralizzare i muscoli prima di sottoporre una persona alla terapia elettroconvulsiva o per tranquillizzare gli animali prima di ucciderli. In poche parole, la vittima è cosciente di ciò che le accade intorno, ma i suoi muscoli sono paralizzati. Anche se Shiratori avesse voluto non avrebbe potuto dare il minimo segno in merito alla sua presenza.''
'' Perbacco...''- fece Megure. Shouto era riuscito a fregarli come se niente fosse. Erano nel posto giusto fin dal primo momento e lui era riuscito a farli passare tutti per una massa di idioti.
Ed intanto Shiratori era chiuso là dentro, a soffrire il freddo, la fame, la sete... trovarlo ancora vivo sarebbe stato un miracolo.
'' Ma è possibile...''- fece Chiba -'' è possibile riuscire a trasportare un uomo che non collabora minimamente, che ha un fisico allenato, arrampicandosi su una scala che tra l'altro potrebbe anche traballare?''
'' Forse no, se fosse stato drogato con un anestetico normale...''- riflettè Goro cercando di fare mente locale con i tasselli a loro disposizione -'' ma sappiamo che la droga che gli ha somministrato, annulla la volontà delle persone per un bel po' di ore...''
'' Ok, ecco com'è andata'' - fece Sato -'' Shouto si presenta a casa di Shiratori, con la scusa di fare pace e chiedere perdono per il passato e come regalo di buona fede gli porta una bottiglia da bere assieme. Il vino non è esattamente eccelso, ma l'ispettore lo beve ugualmente. Appena la droga fa effetto, Shouto lo istruisce: gli dice di andare a casa sua, fornendogli sia l'indirizzo che le dritte per non farsi notare, gli dice come raggiungere la soffitta e gli dice di salire e di aspettarlo lì.
L'ispettore è un tipo atletico, per lui saltare lì dentro non sarà stato difficile, ma mentre scompariva dalla circolazione Shouto stava lavorando. Un alibi perfetto.''
'' Incredibile... spaventoso.''- fece Chiba.
'' E visto che ha fatto in modo che qualcuno, Sakura in questo caso, trovasse la busta in cui si faceva identificare, sapeva e sperava che i poliziotti andassero a casa sua per potersene prendere gioco...''- aggiunse il detective Goro -'' ma persino lui non poteva prevedere quando sarebbe avvenuta tale visita. Così, di tanto in tanto gli ha somministrato un paralizzante per i muscoli, in modo che anche se fosse entrato qualcuno fosse incapace di fare il più piccolo movimento.''
'' Ma perchè complicarsi così tanto la vita?''- si chiese Megure -'' se non voleva che Shiratori palesasse la sua presenza in casa, sarebbe bastato un anestetico normale.''
'' Non ricorda il testo della lettera?''- fece Conan -'' Anche se ha fatto in modo che arrivasse alla polizia, il testo era palesemente indirizzato all'ispettore Shiratori: non l'ha sempliciemente addormentato, perchè voleva che toccasse con mano che i suoi colleghi, su cui stava facendo affidamento, brancolavano nel buio e non sapevano dove sbattere la testa.''
'' Sadico codardo...''- ringhiò Takagi.
Sì, dovevano ammetterlo: quell'uomo era sadico. Disonesto. Ambizioso fino al punto di non guardare in faccia chi si trovava davanti pur di ottenere ciò che desiderava ed era incapace di ammettere con sè stesso di aver sbagliato, quindi era anche ottuso e perseverante nel suo male... ma era anche intelligente.
Paurosamente intelligente.
Sarebbe bastato loro essere bravi la metà di lui per ripulire il paese dai criminali...
'' Dobbiamo esaminare quella soffitta. Se dentro ci troviamo Shiratori, avremo la prova che ci serve.''- fece Megure.
Per quanto bravo a difendersi e ad architettare piani criminali potesse essere, sarebbe stato alquanto difficile per lui affermare di non essersi mai accorto che nel suo appartamento c'era l'ingresso che portava ad una soffitta e che dentro vi veniva tenuta prigioniera una persona.
'' Scusa Conan...''- fece Sato, ricordandosi in quel momento di un dettaglio che non l'aveva convinta -'' ma tu come fai a sapere che Shiratori è stato drogato con la tubocurarina?''
'' Ehy, non mi dirai che sei andato a curiosare DA SOLO nella casa di quel folle e senza permesso, spero per te!!!''- inveì Goro.
Con un po' di titubanza, il ragazzino ammise di aver fatto proprio in quel modo.
'' Sì. Era nell'armadietto dei medicinali, nascosta in una scatola di soluzione usata come integratore alimentare.''- ammise il ragazzino per poi dire -'' comunque non ero solo... e a tal proposito, credo che sia opportuno mandare anche un'ambulanza sul posto. Lo abbiamo medicato alla buona, ma deve essere visto da un dottore vero.''
'' Abbiamo?''- fece Megure -'' Chi c'è con lui?''
'' Beh, ecco...''- fece il ragazzino -'' Ho incontrato Sakura per caso, siamo andati assieme... si è offerta di restare con Shiratori.''
Takagi impallidì di colpo dopo che il bambino ebbe finito di parlare, e per un lungo istante non disse una parola. Ogni qualvolta che ci provava riusciva solo ad aprire bocca per boccheggiare come un pesce rosso.
Troppo impegnato a collegare le parole che in quel momento lo terrorizzavano di più... Sakura, sola, casa, Shouto, psicopatico...
Era ritornato.
Quel peso terribile sullo stomaco, la paura terribile di non essere certo di rivedere la sua sorellina ancora viva, il vivere nell'incertezza... credeva che quella sensazione fosse morta sei mesi fa, invece era ritornata.
Ignorò i richiami dell'ispettore Megure mentre si allontanava, correndo come se avesse il diavolo alle calcagna.
Sua sorella era assieme all'ispettore Shiratori nella casa di un pazzo: in una situazione normale, indipedentemente da cosa poteva pensare o aver pensato di Shiratori, sapere che sua sorella era con lui, l'avrebbe fatto stare tranquillo. Era pur sempre un uomo d'onore, non avrebbe mai permesso che qualcuno colpisse un civile in sua presenza... ma se era davvero in condizioni da richiedere assistenza medica immediata, allora questo voleva dire che Sakura era sola contro la folle furia di quel criminale.
'' Fa che non sia ancora arrivato... fa che non sia arrivato...''- mentre correva fuori dalla centrale in direzione della sua auto provò a chiamare la sorella, ma non riusciva in alcun modo a prendere la linea.
Non si calmò affatto con questo. Anzi.
Sperava solo che non fosse troppo tardi.

La prima cosa che capì appena sveglio era che per fortuna era ancora nel mondo dei vivi.
Il dolore alla gola e la sensazione di malessere persistente che ormai durava da... giorni? Settimane? Non lo sapeva.
Sapeva solo che aveva un gran freddo e si sentiva malissimo... ma avvertiva anche qualcosa o qualcuno che cercava di scaldarlo come meglio poteva.
'' Bentornato tra noi.''- fece Sakura sorridendo all'ispettore che si era appena svegliato.
'' Dio mio...''- fece Shiratori ancora mezzo intontito dalle droghe, dalla morte scampata per miracolo e dalla sorpresa di vedere la ragazza accanto a lui-'' sono vivo io... o sei morta tu?''
'' Tranquillo, siamo ancora tutti e due su questa terra.''- dopo aver ricevuto la risposta, l'ispettore tentò di alzarsi leggermente facendo leva sui gomiti, ma Sakura gli posò dolcemente una mano sul torace, premendo, per obbligarlo a restare steso.
'' Non si muova, stia fermo, per favore.''- si raccomandò la ragazza -'' So che è stato fermo molto a lungo... ma ha una brutta ferita alla gola ed anche se non è molto grave, se si agita troppo peggiorerà le cose.''
Shiratori annuì, grato ed incredulo di essere ancora vivo.
'' Come sapevi che ero qui?''
'' Sapevo che era stato Akinari Shouto, come tutti al dipartimento, ma non sapevo che era qui...''- rispose Sakura -'' Volevo cercare in casa un indizio... e quando abbiamo visto colare il sangue dalle assi del soffitto abbiamo capito che c'era qualcosa di strano.''
'' Abbiamo?''- fece Shiratori stranito. Sakura aveva parlato al plurale, ma nella casa al momento c'erano solo loro due.
Però aveva un'idea su chi potesse essere l'altro.
La migliore risorsa del dipartimento di polizia.
Non Goro, per quanto bravo potesse essere.
'' Un certo liceale detective ha suggerito ad un bambino di prima elementare di mandargli delle foto dell'appartamento e di particolari strani...''- spiegò la ragazza, dando mentalmente dell'idiota a quel tizio -'' ti abbiamo trovato appena in tempo.''
'' Quindi...''- fece l'ispettore, anche se a fatica -'' sono ancora vivo, grazie a voi due...''
Sakura annuì, scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte madida di sudore, regalandogli un sorriso.
Shiratori distolse lo sguardo.
Se era in quella casa, sapeva che era stato Akinari Shouto... e quasi certamente, sapeva anche il perchè gli aveva fatto questo...
'' Quindi... sai tutto.''
'' Sappiamo che Shouto ti ritiene responsabile della sua caduta in rovina.''- fece Sakura, supplicando che l'ispettore Shiratori non provasse senso di colpa per quanto era accaduto.
Lui non era colpevole di quella situazione. Anzi, era una vittima innocente.
'' Forse ha ragione lui, chi lo sa...''- fece Shiratori -'' In fin dei conti... lui era il mio migliore amico. Forse l'unico... gli avevo giurato... l'avevo giurato anche a me stesso... che non l'avrei mai deluso e che se fosse stato necessario, sarei saltato nelle fiamme per lui... ed invece, l'ho tradito.''
'' Non hai avuto altra scelta...''- fece la ragazza tastandogli la fronte rovente. La febbre era aumentata ancora e stava delirando. Non aveva un termometro a portata di mano, ma ne era certa.
La febbre era salita. Sperava solo che suo fratello, la polizia e soprattutto un' ambulanza arrivassero in fretta.
'' Sì, invece... dovevo...''
'' Quel che dovevi l'hai fatto.''- fece Sakura quasi intimandogli il silenzio -'' Gli hai offerto la possibilità di non macchiarsi la coscienza con un errore che gli sarebbe costato molto in futuro. Lui ha fatto la sua scelta, tu non potevi agire diversamente.''
'' Già... ma ho distrutto la sua vita...''
'' E ne hai salvate altre.''- fece Sakura. Quanto non lo sopportava quando s'impuntava su una determinata versione dei fatti! -'' In primis, hai evitato che un innocente subisse una condanna ingiusta e che la sua vita ne uscisse distrutta quando questa sarebbe finita ed hai impedito che la sua famiglia camminasse attraverso il suo stesso inferno. Hai fatto la cosa più giusta. Ed ammirevole: ci vuole coraggio ad andare contro i propri amici per fare la cosa giusta.''
Shiratori sorrise leggermente.
Quella ragazza era proprio come suo fratello. In tutti i sensi. D'altronde... c'era una ragione se Sato si era innamorata proprio di lui, preferendolo a chiunque altro.
Entrambi sprizzavano di ottimismo, gioia di vivere malgrado in un dato momento non fossero le persone più felici del mondo, e sapevano sempre vedere una piccola luce di speranza e bontà in chi incontravano.
Avrebbe passato il resto della vita a benedirla, quella ragazza.
Un borbottio imbarazzante interruppe la loro conversazione.
Shiratori arrossì e Sakura sorrise lievemente.
Anche se da una parte era indignata.
'' Quel bastardo non ti ha dato nulla?''
'' Solo un po' d'acqua ogni tanto e delle vitamine da assumere per via endovenosa... voleva tenermi in vita fino a quando non mi fossi mosso ed azionato il meccanismo...''- si portò una mano alla bocca per tossire.
Aveva la gola quasi secca. In fin dei conti ne era passato di tempo da quando aveva bevuto l'ultima volta... non sapeva quanto, ma quasi certamente, parecchie ore.
Ed ogni volta che dava un colpo di tosse, la ferita al collo si faceva sentire.
Sakura si guardò intorno alla ricerca di qualcosa.
'' Dannazione, ho lasciato la borsa di sotto...''- borbottò tra sè e sè. Quando aveva visto colare il sangue dalle assi del soffitto l'aveva fatta cadere dall'orrore ed aveva solo pensato a come raggiungere l'ispettore e dargli soccorso, poi non ci aveva più pensato...
Sapeva che scendere e recuperare ciò che le serviva era pericoloso... ma vedere una persona ridotta in quello stato e far finta di niente, avrebbe dovuto essere considerato un crimine di guerra.
In fin dei conti... quanto ci avrebbe messo? Dieci secondi, trenta al massimo...
Accompagnò la testa dell'ispettore fino a toccare il pavimento e lo coprì meglio che poteva con la giacca.
'' Ho delle barrette energetiche ed una bottiglietta d'acqua minerale nella borsa... non è molto ma mi sa che per ora ti dovrai accontentare...''- nel dir così fece per allontanarsi e procurarsi quanto aveva detto, ma l'ispettore cercò di bloccarla.
'' Non andare... è pericoloso, potrebbe tornare da un momento all'altro.''- fece l'ispettore senza ottenere il risultato sperato.
La giovane aveva già iniziato a scendere al piano di sotto.
Si guardò attorno furtiva, prima di muoversi. Non sentiva nessuno emettere un suono che somigliava ad un respiro in appostamento.
Individuata la borsa la aprì e ne tirò fuori sia l'acqua che le barrette quando notò una cosa molto strana.
Su un mobile c'era un oggetto che somigliava tantissimo al mouse di un pc. Insolito, dato che Shouto non possedeva un computer.
Lo guardò più da vicino. Non era un mouse, anche se molto simile.
'' Perchè ho l'impressione di averlo già visto?''- pensò tra sè e sè.
Poi se ne ricordò: l'aveva visto tempo fa, quando aveva comprato il suo primo cellulare in un negozio di elettronica ed anche in documentario.
Un Jammer.
Era un apparecchio che disturbava la frequenza telefonica ed impediva agli apparecchi telefonici di emettere o ricevere onde radio.
'' Ecco perchè Conan non è riuscito a telefonare...''- pensò tra sè e sè.
Shouto ,forse, temendo che Shiratori riuscisse a liberarsi senza far scattare la trappola e riuscisse a trovare un telefono per chiedere aiuto, aveva piazzato in casa un attrezzo per impedirgli di prendere la linea.
O aveva programmato di permettergli di liberarsi ed illudersi di poter chiamare aiuto con un cellulare per poi fargli capire che era praticamente tenuto prigioniero in un bunker fuori dal mondo...
Una voce la riscosse dai suoi pensieri.
'' Non è carino curiosare in casa degli altri, signorina bella...''- la riconosceva. Era la voce del commesso del supermercato dove si era recata non molto tempo prima. Akinari Shouto.
Si voltò.
Era proprio lui.
E le stava puntando contro una pistola.
'' E nemmeno entrarci senza invito...''- la minacciò avanzando verso di lei, con la canna della pistola puntata contro di lei.
'' Accidenti Conan, dove diavolo sei?!?''- pensò tra sè e sè la ragazza mentre l'ex poliziotto minacciava di spararle.

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Capitolo 10
*** Nelle mani di un folle ***


~~Tremava di paura anche se si guardava bene dal farlo capire al pazzo che la minacciava con una pistola.
Cosa cavolo ci faceva lì...?
Anche se aveva perso la cognizione del tempo, era sicura che le tre ore che avevano contato prima che il padrone di casa tornasse, non fossero ancora trascorse.
Unica soluzione... aveva calcolato quanto ci sarebeb voluto per dissanguarsi e venire a liberarsi del corpo.
E probabilmente, si era accorto che c'era qualcun'altro in casa con il poliziotto e si era nascosto per poterla soprendere alle spalle. Cosa che aveva poi fatto.
In quel momento avrebbe voluto che suo fratello fosse lì con lei... anzi, a pensarci bene forse era meglio di no. Quel pazzo avrebbe sparato quasi certamente anche a lui.
'' Ne deduco che tu sia un'amica di Giuda...''- fece Shouto puntandole contro la pistola.
'' Non so se sia il caso di dirlo, ma la parola amica mi pare un po' esagerato...''- pensò scettica tra sè e sè. Vero, che non provava più l'impulso di dirgliene quattro per quello che aveva fatto passare al suo fratellone ogni qualvolta che lo vedeva, ma nemmeno avrebbe mai voluto che si trovasse in una simile situazione.
E comunque, non si meritava questo.
Ne tantomeno di essere definito un Giuda.
'' Ma bene, il bue che da del cornuto all'asino.''- fece Sakura. Suo fratello tempo prima le aveva spiegato cosa fare: se ci si trovava sotto minaccia di un pazzo armato di pistola che minacciava di fare qualche pazzia, era bene cercare di tenerlo occupato il più possibile con una montagna di parole, in attesa dei soccorsi.
Ormai avrebbero dovuto essere per strada...
Almeno sperava... o prevedeva che avrebbero trovato solo cadaveri al loro arrivo.
'' Lui era pronto ad accoglierti a braccia aperte e concederti il perdono... e tu hai tradito la sua fiducia.''
'' Gli ho solo reso il favore.''- fece Shouto -'' Era ora che imparasse: il tradimento non può restare impunito.''
Dio, in quel momento avrebbe voluto ucciderlo... possibile che fosse tanto intelligente ma allo stesso tempo così idiota da non rendersi conto di chi fosse realmente la colpa di tutta quella situazione infernale?
'' Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?!?''- sbraitò Sakura -'' Tu stavi per marchiare a vita un innocente e tutta la sua famiglia! Hai pensato a cosa avrebbe passato in prigione quel poveretto? A quello che avrebbe dovuto subire una volta uscito? E a come si sarebbero sentiti i suoi genitori, sua moglie ed i suoi figli ad essere additati da tutti come i familiari di un criminale? Eri pronto a sacrificare tutto questo.... e per che cosa, poi...''
'' Per la giustizia.''
La giovane sgranò gli occhi quando sentì quelle poche sillabe che dalla bocca di quell'uomo, malgrado fosse la parola che amava di più, avevano un suono sgradevolissimo. Quasi cacofonico.
Ormai era ufficiale: a quel tipo non mancava solo un venerdì, ma tutta la settimana.
'' Ok. Diciamo pure che in quell'occasione era innocente... ma poi? Cosa credi? Che prima o poi non avrebbe litigato violentemente con sua moglie e non l'avrebbe spinta contro uno spigolo in un atto d'ira? O che non avrebbe accoltellato un amico perchè erano in disaccordo? Gli innocenti non vengono coinvolti nei crimini. Mai. Se una persona viene arrestata un motivo c'è. Sempre. L'ho detto al tuo amico.... MA LUI NON HA VOLUTO ASCOLTARMI!!!''- nell'urlare l'ultima frase diede un violento calcio alla sedia che si trovava vicino a loro.
Il calcio la fece finire contro una parete e l'impatto contro il muro fu così forte che questa si ruppe.
La giovane trasalì leggermente, ma non lo diede a vedere.
'' Ed immagino che sia stata una coincidenza se mentre avveniva tutto questo, sia tu che Shiratori eravate in lista per una promozione sul lavoro, vero?''
'' Ma in fin dei conti... che ne sapeva lui...?''- fece Shouto ansimando -'' Lui non doveva fare i conti ogni santo giorno, in ogni momento della giornata, con la sensazione che si prova quando quelli che ti stanno intorno ti squadrano dall'alto in basso perchè sei l'unico che non proviene dai quartieri alti e che non è entrato in accademia grazie a qualche conoscenza importante.''
'' Ma non capisci che è proprio per questo che Shiratori ti stimava tanto?''- lo attaccò nuovamente la ragazza. Ecco perchè andavano tanto d'accordo in passato. Erano entrambi dei grandissimi cocciuti che quando s'impuntavano in una convizione ( sbagliata) si rifiutavano di vedere altro.
Vedi corteggiamento Miwako per motivi spiegati successivamente...
'' Diciamo che il fatto che tu riuscissi ad arrivare dove eri arrivato grazie alle tue capacità, gli piaceva molto più di quanto non gli saresti piaciuto se fossi stato un riccastro figlio di papà.''
'' E alla prima occasione mi ha tradito!''- fece lui mollandole un pugno all'altezza dello stomaco.
La ragazza sbiancò per il dolore e per la sorpresa e cadde lentamente in ginocchio.
Non emise un grido.
Se gli concedeva la soddisfazione...
'' Lui ha tradito la fiducia che riponevo in lui. Ne ha beneficiato. A spese mie.''- fece Shouto avanzando verso di lei, ancora per terra.
Sakura invece non lo degnava di uno sguardo. Aveva il cuore pieno di emozioni negative: rabbia, odio, istinto omicida, dolore... e curiosità.
'' Quel caso... non ti è passato per la testa un pensiero...?''
'' Uhm?''- la guardò lui incuriosito.
'' Che a quel poveraccio a cui volevi rovinare la vita per una stupida promozione fosse come me?''- fece la ragazza, scura in volto e con la voce che tremava -'' Non ti è passato minimamente per la testa, che forse si trovava sulla scena del crimine perchè stava cercando inutilmente di soccorrere una persona che conosceva e che un assassino privo di coscienza se ne sia approfittato per giocare a scaricabarile?''
'' Tutte sciocchezze.''- tentò di liquidarla lui.
'' Non direi. Ci sono passata: sei mesi fa, la mia migliore amica è stata assassinata per colpa di due menti deviate... ho provato a salvarla... ma non ce l'ho fatta. E come se il destino non mi avesse già preso un pezzo d'anima a cui tenevo, dopo i colpevoli per farla franca hanno fatto in modo che risultassi colpevole perchè non potevano farmi morire.''
Shouto fece per dire qualcosa, ma Sakura si alzò in piedi -'' A quest'ora mi starei facendo l'ergastolo... se non peggio. Ma sono qui. Libera, viva, e sto andando avanti con la mia vita... e se ci sono riuscita, è stato perchè ho avuto la fortuna di incontrare dei poliziotti che volevano la verità piuttosto che mettere in galera il primo che capitava per poter dire, caso chiuso.''
Le avrebbe sparato. O se le avrebbe sparato... da una parte era un peccato, gli sarebeb dispiaciuto bucarle quel bel faccino, ma doveva trovare il modo di farla tacere.
'' Tu sei come loro.''- fece Sakura con i lucciconi di rabbia agli occhi -'' anzi, sei peggio. Sbagliate voi e cercate di rifilare la colpa a qualcun' altro che sia colpevole o meno, non importa, l'importante è che non sia mai colpa vostra, mi spiegate che razza di problema avete?!?''
'' ORA BASTA!!!''- strillò il padrone di casa staccando dei cavi da un piccolo televisore.
La afferrò per una spalla, la costrinse a voltarsi e le immobilizzò i polsi, anche se non facilmente dato che la ragazza non aveva fatto altro che dibattersi, ma alla fine ci riuscì.
'' Avresti dovuto andare a fare shopping o al cinema con i tuoi amichetti di scuola, piccola...''- fece Shouto colpendola nuovamente all'altezza della bocca dello stomaco con la canna della pistola.
'' Acc...''- imprecò mentalmente lei -'' sarò piena di lividi domani...''- non potè evitare di darsi dell'ottimista.
Il pensare che l'indomani si sarebbe ritrovata piena di lividi, implicava anche che si aspettava di essere viva.
'' Mi spiace tanto tesoro, ma dopo quel che hai visto oggi non mi posso permettere di lasciarti andare.''- fece l'ex poliziotto con un' espressione falsamente addolorata.
'' Ah davvero...?''- ansimò la ragazza con il fiato che le rimaneva. Essere colpita nel medesimo punto a pochi minuti di distanza l'uno dall'altra non era certo una cura ricostituente -'' Beh, sappi che se ci ammazzi ora ti metterai in un bel casino... ho già fatto avvertire sia la polizia che un'ambulanza... se ci fai fuori adesso rischi di ritrovarti due cadaveri ancora caldi tra le scatole e con mezzo dipartimento di Tokyo sulla porta di casa.''
'' Giusto. Credo che dovrò fare in un altro modo allora...''- nel dir così si diresse in direzione della soffitta ed iniziò a salire -'' In piedi, forza! Il riposino è finito.''
Sakura si guardò attorno in cerca di aiuto.
Che poteva fare? Non li avrebbe uccisi... non lì per lo meno, ma doveva assolutamente ingegnarsi per fare qualcosa per fermarlo. Suo fratello sarebbe arrivato da un momento all'altro, o almeno così sperava, ed avrebbe trovato l'appartamento vuoto. Forse qualche traccia di DNA o di sangue che certificavano il '' pernottamento'' di Shiratori in quella casa, ma nessun inidizio per ritrovarli.
A ben vedere, a Shouto poco importava di finire in galera o simili... l'aveva guardato negli occhi ed aveva visto che quell'uomo avrebbe trovato pace solo con la dipartita di chi a detta sua gli aveva rovinato la vita e stroncato la carriera.
Vicino a lei c'era ancora la sua borsa... e sporgeva un oggetto allo stesso tempo utile e a volte molto fastidioso che le aveva regalato suo fratello di recente e che forse poteva aiutarli... riuscì ad arrivarci, ma quando fu il momento di inserirlo sotto la stoffa dei pantaloni in corrispondeza della caviglia e farlo così scivolare nello stivale, tentennò.
Se quel tizio se ne fosse accorto, quasi certamente li avrebbe freddati tutti e due a sangue freddo.
Ma se non l'avesse fatto, sarebbero morti di sicuro e quel pazzo l'avrebbe anche fatta franca.
'' Non ho scelta...''- pensò nascondendosi addosso il cellulare.
Nel frattempo, il loro aguzzino aveva praticamente spinto di sotto l'ispettore.
'' Shiratori!!!''
'' Sta calma... il tuo amico sta bene. Più o meno.''- nel dir così lo tirò su bruscamente in piedi, costringendolo a restarci, malgrado non ne avesse le forze, puntandogli una pistola contro la schiena -'' Adesso ce ne andiamo tutti a tre a fare un giro... e non tentatemi scherzi; se uno dei due ci prova, l'altro muore.''
Sakura inspirò bruscamente, ma obbedì. Il loro aguzzino li fece uscire dal retro del palazzo per guidarli al garage.
Spinse Shiratori sui sedili posteriori e coprendolo da capo a piedi con una coperta, per impedire che qualcuno si accorgesse lungo la strada che non era solo in macchina e che c'era una persona che non stava troppo bene.
Sakura invece venne costretta ad entrare nel baule dell'auto. Non ebbe altra scelta che obbedire e tenne le gambe strettamente premute, l'una contro l'altra, per evitare che il cellullare le sfuggisse dallo stivale. Se Shouto avesse aperto il baule presto o tardi se ne sarebbe accorto e sarebbe finita per tutti e due.
Quando l'auto uscì dal parcheggio e svoltò in strada, si sentirono le sirene della polizia.
Peccato però che ormai fosse troppo tardi ed anche se avesse potuto urlare a squarciagola per chiedere aiuto, probabilmente, tra la pioggia, l'urlo attutito dal baule dell'auto in cui era rinchiusa ed il rumore delle sirene, nessuno l'avrebbe sentita.
Tranne chi non doveva sentire.

Come previsto da Sakura, quando la polizia arrivò in casa, trovò l'appartamento vuoto. Trovarono solo tracce di sangue, capelli in soffitta, residui di saliva dell'ispettore sulla bocca della bottiglia d'acqua che gli era stata concessa durante la sua prigionia ed una giacca da donna... ma non c'era alcuna presenza umana nella casa, anche se Takagi continuava ad urlare il nome della sorella.
La cosa positiva era che a quanto sembrava il sangue era di Shiratori ed era quello che aveva perso prima che la ragazza ed il ragazzino gli bloccassero l'emorragia che l'avrebbe quasi certamente spedito all'altro mondo e tutto lasciava supporre che non fossero stati feriti in maniera irreparabile.
'' Mio Dio...''- fece Takagi passandosi una mano sulla faccia -'' è colpa mia, solo colpa mia...''
'' Non dire così... Sakura è adulta... è stata sua la scelta di restare con l'ispettore...''- fece Goro mettendogli una mano sulla spalla cercando di consolarlo.
'' Sì, ma io sapevo che questo caso l'aveva coinvolta emotivamente... avrei dovuto aspettarmelo che avrebbe cercato di risolvere qualcosa da sola... come ho potuto lasciarla sola?''
Miwako gli fu subito intorno per cercare di calmarlo.
'' Ti prego, non fare così...''- fece la poliziotta tenendogli la mano -'' si è trovata in situazioni peggiori di questa... vedrai, la ritroveremo presto e li riporteremo entrambi a casa.''
Nel frattempo, Conan aveva recuperato la borsetta che Sakura aveva con sè e l'aveva praticamente rovesciata sul pavimento: portafoglio, trousse per il trucco, porta documenti, set per la manicure... c'era tutto. Tranne una cosa. Ed era strano che non ci fosse.
Il cellulare di Sakura.
Probabilmente era riuscita a nasconderlo e portarlo con sè.
'' Che peste di ragazza...''- pensò il piccolo detective. Per lo meno non sarebbe stato un problema ritrovare lei e Shiratori.
Il problema era... in che condizioni li avrebbero ritrovati?
Scosse la testa.
Non doveva pensarle nemmeno per scherzo certe cose: il suo lavoro di detective consisteva nel tenere sì in considerazioni ogni possibilità... ma il detto innocente fino a prova contraria, voleva dire anche ancora vivo fino a prova contraria.

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Capitolo 11
*** Sepolti vivi ***


~~Nel frattempo, la signorina Kobayashi era rientrata in città e non appena era arrivata in areoporto, venne subito caricata in un'auto della polizia.
Ed una volta in centrale venne informata degli eventi degli ultimi giorni, di cui era stata all'oscuro sino a quel momento.
La reazione fu quella di una molla quando veniva tesa fino allo spasimo, spezzandosi.
Scoppiò in lacrime, davanti agli agenti, il detective Goro, Ran ed il piccolo Conan.
Per tutti i poliziotti fu uno spettacolo orribile da vedere... una donna dalle fattezze perfettamente identiche a quelle di Sato sciogliersi in un oceano di lacrime, era una tortura per tutti loro, soprattutto perchè non sapevano cosa fare per consolarla.
Sato era quella che si sentiva peggio di tutti nel vedere un simile scempio e forse ora si pentiva di non averla informata prima dei fatti... ma a che sarebbe servito? Dirle che il suo amato era scomparso e che non era nemmeno sicuri di poter dire che era ancora vivo?
Per lo meno, adesso una piccola speranza ce l'avevano... anche se era una magra consolazione.
'' Ditemi...''- fece la maestra tirando energicamente su con il naso, nel tentativo di calmarsi per poter esprimere una frase di senso compiuto -'' perchè è successo....?''
Fu l'agente Miwako a rispondere alla domanda della sua '' sorella gemella segreta separata alla nascita''.
'' In passato, un collega ed amico dell'ispettore Shiratori aveva deciso che una posizione più prestigiosa valeva la reputazione di un innocente... ma l'ispettore non poteva tollare una simile ingiustizia.''- spiegò la poliziotta -'' gli ha offerto la possibilità di rinsavire, ma quando lui ha deciso di proseguire nel suo insano progetto, non ha avuto scelta che denunciarlo. Non gliel'ha perdonata e si è vendicato.''
Fu allora che, tra le lacrime, l'insegnante di scuola elementare riuscì a sorridere, orgogliosa.
'' Non è cambiato di una virgola...''- fece la docente -'' è rimasto tale e quale a quando eravamo bambini... inflessibile ed innamorato della giustizia...''
Ran le fece avere una tazza di tè per aiutarla a calmarsi.
Non voleva nemmeno provare ad immaginare cosa avrebbe provato lei se si fosse trovata nella stessa situazione di Sumiko.
'' Avete detto che l'hanno spostato...''- fece la donna dopo averne mandato giù un sorso, a fatica -'' qualcuno l'ha visto, come stava...?''
'' Maestra...''- fece il piccolo Conan -'' L'ispettore era vivo. Aveva la febbre e non aveva una bella cera...''- aveva deciso di omettere di proposito il dettaglio che era stato ferito alla gola ed appeso a testa in giù come un baccalà per accellerare il processo di dissanguamento per non farla agitare ulteriolmente -'' ma era vivo. Se l'ex agente Akinari Shouto avesse avuto intenzione di farlo fuori l'avrebbe ucciso nell' appartamento. E dato il rancore e la sfida che ha lanciato nei confronti della polizia, avrebbe lasciato anche l'indicazione per recuperare il suo corpo, ma non l'ha fatto. L'ispettore è ancora vivo.''
Solo con quelle parole la maestra si calmò un poco.
L'agente Sato le porse un fazzoletto, che la sua sosia usò per asciugarsi le lacrime e soffiarsi il naso.
'' Comunque credo sia meglio sbrigarci...''- fece Conan -'' l'abbiamo medicato alla buona, ma ha bisogno di un medico vero.''
La maestra lo guardò stranita quando sentì il suo alunno parlare al plurale.
'' Abbiamo? C'è qualcuno con lui?''- chiese la giovane insegnante.
'' Già, mi ero dimencata...''- fece Sato -'' al momento, oltre all'ispettore Shiratori, risulta scomparsa, presumibilmente rapita, anche una ragazza. Si chiama Sakura ed è la sorella minore dell'agente Takagi, diciotto anni. Era venuta a Tokyo per svolgere delle ricerche in merito ad una ricerca accademica e per passare del tempo con suo fratello, e ci stava dando una mano con le indagini.''
Takagi annuì. Preoccupato.
Da allora erano già passate due ore.
E le squadre di ricerca sguinzagliate per tutta la città, non aveva ancora trovato nessuno dei due. Nemmeno i loro corpi, questo era un bene... ma il non sapere dove poter trovare la sua sorellina lo attanagliava.
'' A proposito, c'è qualche novità sulla scomparsa di quei due?''- chiese Goro.
Megure fece cenno di no con il capo.
'' Purtroppo no. Abbiamo perquisito la casa da cima a fondo alla ricerca di un indizio che potesse indicarci un posto in cui Shouto si sentisse al sicuro per portarci un ostaggio, ma non abbiamo trovato nulla. Conoscendolo avrà distrutto tutto.''- rispose l'ispettore prendendo poi una busta per le prove in cui era contenuta la borsa di Sakura, per porgerla al suo sottoposto -'' questa è la borsetta di tua sorella, immagino vorrai riaverla indietro.''
'' La ringrazio ispettore.''- fece il poliziotto senza curarsi di essere in pubblico, stringendo a sè la borsa come se stesse stringendo la sorella.
'' A proposito di quella borsa...''- fece Conan -'' lì dentro manca una cosa.''
I presenti si voltarono a guardarlo per cpaire cosa voleva dire. Ran ci arrivò per prima e lo sgridò aspramente.
'' Conan, quante volte te lo dovrò dire che non devi andare a curiosare dove non devi?''
'' Mi spiace, ma era lì per terra, e mentre la raccoglievo mi ci è caduto l'occhio.''- si giustificò il bambino -'' quel tipo do borsetta non ha tasche interne e nemmeno esterne pur essendo di medie dimensioni... e ho notato che dentro non c'era una cosa, l'ho trovato strano.''
'' E che cosa mancava?''- fece Goro con aria da saccente infastidito.
'' In effetti...''- fece Sato leggendo la parte del rapporto che riguardava i referti rinvenuti nell'appartamento -'' Nella borsa di Sakura, c'è quasi tutto... il portafoglio, una piccola trousse con qualche trucco, una scatola di caramelle alla menta, il porta documenti, il set per la manicure... l'unica cosa che manca è il suo cellulare.''
'' Magari l'ha lasciato a casa.''- ipotizzò Goro -'' si sa che a volte le donne hanno la testa tra le nuvole...''- dopo quest'ultima affermazione il detective venne letteralmente infilzato da tre paia d'occhi, uno più arrabbiato dell'altro.
''... quando sono particolarmente preoccupate per qualcosa.''- cercò di salvarsi in calcio d'angolo iniziando a sudare freddo.
'' Per la verità... prima di scoprire che Shouto era disposto a liberare Shiratori in cambio della sua reintegrazione siamo stati in un cafè...''- ricordò Takagi -'' e dopo che abbiamo ordinato, mentre aspettavamo, l'ho vista chiaramente prendere il cellulare per scrivere un' e-mail. Poi l'ha rimesso a posto.... quindi in teoria, il telefonino dovrebbe essere lì...''
'' Magari è riuscita a portarlo con sè...''- tentò Ran.
'' Non so se ne ha avuto occasione...''- riflettè Sato riccordando gli indumenti che indossava Sakura -'' La giacca era provvista di tasche, ma l'abbiamo trovata in soffitta, è probabile che l'abbia usata per cercare di proteggere l'ispettore dall'umidità per quanto poteva... sotto aveva una maglietta a collo alto senza maniche che le arrivava sino alla cintura... l'unico posto in cui avrebbe potuto nascondere il telefono era in una tasca dei pantaloni... ma Shouto avrebbe notato il rigonfiamento ed avrebbe preso il cellulare, l'avrebbe rotto e noi l'avremmo trovato nell'appartamento...''
'' E comunque Sakura non avrebbe mai nascosto il cellulare in un posto così, sapendo di rischiare la pelle... no, non è possibile.''- aggiunse Megure -'' inoltre, dalla tv di Shouto mancava un cavo. E' probabile che l'abbia usata per legarle le mani. Dubito che con le mani impedite, dietro alla schiena probabilmente, sarebbe riuscita a prendere il cellulare e metterselo in tasca.''
'' Però...''- aggiunse Conan -'' anche se in una posizione del genere... c'era un posto in cui poteva nasconderlo facilmente... con un po' di buona volontà.''
'' E che posto sarebbe...?''- domandò Takagi curioso ed apprensivo allo stesso tempo.
Ran ci mise qualche secondo per capire e battè un pugno contro il palmo aperto dell'altra mano.
'' Ho capito... in genere quando s'indossano dei jeans particolarmente attillati e degli stivali, la parte finale della gamba si chiude dentro lo stivale quando lo si allaccia... ma se la parte finale è leggermente più larga... si lascia fuori, in questo modo una parte dello stivale viene coperto...''
'' Ho capito!!!''- fece Goro -'' Sakura ha preso il cellulare con le mani legate, mentre Shouto era andato in soffitta per prelevare l'ispettore... l'ha spinto all'interno del pantalone ed è riuscita a spingerlo fino all'inizio della scarpa e l'ha fatto scivolare dentro. In questo modo era sicura che il loro aguzzino non l'avrebbe mai notato.''
'' Presto, rintracciate immediatamente il numero.''- ordinò Megure a due tecnici -'' Takagi, il cellulare di tua sorella ha il GPS vero?''
Takagi annuì.
Ovvio che lo aveva.
Quando la faccenda Sakuragi si era risolta le aveva spedito per posta un cellulare nuovo in cui aveva fatto installare da un suo amico della polizia informatica un GPS per sapere sempre dove la sorella si trovava e se stesse bene.
'' Spero solo che in queste due ore non abbia ricevuto telefonate o...''- fece Sato, senza nemmeno osare immaginare quale potrebbe essere la reazione di quello piscopatico.
'' Non credo ci sia da preoccuparsi di questo.''- fece Takagi tranquillizzandola -'' Sakura ha sempre avuto l'abitudine di tenere la suoneria disattivata e la vibrazione attiva.''
Megure diede al gruppo l'ordine di raggiungerlo alla sezione informatica.
Takagi però si attardò.
La fidanzata dell'ispettore nonchè ''sorella gemella'' della donna che amava più della sua vita lo trattenne per un polso, con gli occhi imploranti.
'' La prego...''- fece la giovane donna -'' la prego, lo riporti da me...''
Takagi cercò di rassicurarla con un sorriso -'' Le assicuro che non lasceremo niente di intentato.''
E questo poteva prometterlo.
In fin dei conti... con Shiratori, prigioniera ed in pericolo, c'era la sua bambina. Non avrebbe permesso a quel pazzo di coinvolgerla nei suoi sporchi piani.
Non l'avrebbe lasciata morire per una faida in cui non c'entrava niente.

Sakura fu la prima a riprendere i sensi e a rimettersi in piedi...
'' Ma che cavolo...''- fece la ragazza massaggiandosi la testa che sentiva pesante come il piombo.
Poi iniziò a fare mente locale... ricordava che Shouto li aveva prelavati dall'appartamento in cui stavano aspettando di ricevere aiuto dalla polizia e da un dottore, portati chissà dove ed una volta che usciti dall'auto, prima che potessero capire dove potevano essere, li aveva bendati e costretti e camminare.
Subito dopo averli fatti entrare... li aveva appisolati con una siringa.
'' Ma perchè...?''. domanda che ricevette subito risposta fissando un punto della stanza in cui si trovavano.
La giovane si precipitò subito dall'ispettore.
'' Shiratori? Su, svegliati...''- fece dandogli dei buffetti sulle sguance roventi a causa della febbre -'' dai... su...''
Finalmente riuscì ad aprire gli occhi.
'' Sakura... sei tu...?''
'' Si, sono io... come stai?''
'' Mi sento uno straccio...''- si lamentò Shiratori -'' Tu invece...?''
'' Bene... direi.''- fece la giovane -'' ci ha cambiato camera e poi ci ha messo a nanna con un sonnifero...''
'' Ma perchè drogarci dopo averci portato qui?''- fece Shiratori cercando di mettersi seduto. Davvero non riusciva a capirlo: Sakura era stata fatta salire nel baule dell'auto e lui era stato talmente debole e privo di forze da non avere la forza di guardare fuori dal finestrino. Se non voleva mostrar loro il percorso avrebbe dovuto drogarli appena saliti in auto, non quando erano arrivati a destinazione e chiusi nella loro nuova prigione.
Perchè comportarsi in modo così assurdo?
Non era da Shouto fare cose che non avevano senso logico.
Sakura lo aiutò a sedersi, in modo che potesse appoggiarsi con la schiena alla parete.
Purtroppo lei lo sapeva.
'' Lo so io.''- fece Sakura indicando un' area della parete -'' perchè non voleva che uno dei due gli impedisse di fare una cosa. Quella cosa.''
Malgrado avesse la vista e la mente annebbiate dalla febbre alta, l'ispettore riuscì a vedere il punto in cui avrebbe dovuto esserci la porta.
In effetti lo stipite e i cardini c'erano... ma al posto della porta c'erano mattoni e cemento.
Quel folle li aveva murati vivi.
'' Oddio...''- pensò iniziando a spaventarsi seriamente.
Quella svolta degli eventi non l'aveva messa in conto... e nemmeno il carico imprevisto.
'' Sakura... devo chiederti perdono.''
'' Perchè scusa?''- fece la ragazza esaminando il pezzo di muro aggiunto da poco cercando di non farsi prendere dal panico. Non voleva mostrarsi spaventata, ma il pensiero di trovarsi di nuovo prigioniera in una stanza da cui non sarebbe mai riuscita ad uscire perchè la porta non c'era, le riempiva il cuore di terrore. Almeno quando era stata rapita per essere lasciata a morire di stenti, la porta c'era ed era riuscita a fuggire perchè aiutata dal suo stesso aguzzino -'' mica l'hai murata tu, questa porta.''
'' No, ma...''- fece Shiratori con lo sguardo affranto -'' ti ho coinvolta nei miei guai. Tu nemmeno mi conoscevi quando i nostri rapporti si sono distrutti... non avresti dovuto essere coinvolta in questa brutta storia. Mi dispiace tanto.''
Altrochè se gli dispiaceva... aveva diciotto anni e tutta la vita davanti a sè... la vita che le avevano salvato sei mesi prima, quando aveva rischiato prima di morire e poi di finire in prigione a vita. E che Shouto le stava togliendo. Per qualcosa in cui non c'entrava niente.
Sì, le aveva chiesto perdono... ma a che serviva?
L'aveva comunque condannata a fare una fine orribile da cui sarebbe stato impossibile potersi salvare.
Le scuse servivano a poco-
'' Dai, ora non esagerare...''- nel dir così estrasse il cellullare che era riuscita a portare con sè dallo stivaletto ed iniziò ad esplorare i suoi contatti in rubrica cercando il numero del fratello -'' cerco di chiamare aiuto...''- nel dir così accostò il telefono all'orecchio, ma lo chiuse subito con un'espressione seccata in viso.
I casi erano due. O nel posto in cui stavano c'era pizzato un' altro jammer, o più di uno o erano in un seminterrato dove non c'era copertura.
E quindi anche la sua speranza che suo fratello ed il resto della prima squadra riuscissero a rintracciarli tramite il GPS del suo cellulare andava a farsi benedire.
Sarebbero rimasti lì fino a quando la mancanza di acqua e di cibo non li avesse consumati. Shiratori con tutta probabilità se ne sarebbe andato prima di lei a causa del fisico debilitato dalle privazioni, della febbre e delle droghe.
E la storia si sarebbe ripetuta.
Non solo stava permettendo ad un pazzo di prensersi la vita di un innocente, ma gli permetteva pure di caversela a buon mercato pur avendo tentato tutto quello che aveva potuto per impedirglielo.
Le sarebbe venuto quasi da mettersi a piangere... ma se si faceva vedere debole...
'' Fratellone... Conan.... conto su di voi.''- pensò la ragazza, quasi al limite della disperazione.
Shiratori si era accorto che Sakura iniziava a vacillare e che presto sarebbe scoppiata.
'' Sai cosa mi ha detto tuo fratello una volta...?''- fece tentando di distrarla -'' che sei bravissima ad inventare storie.''
'' E allora?''- fece Sakura che non riusciva a capire cosa c'entrasse con la brutta situazione in cui si trovavano al momento.
'' Perchè...non me ne racconti una?''- fece Shiratori sforzandosi di sorridere -'' tanto non abbiamo nulla di meglio da fare... possiamo ingannare così l'attesa, mentre aspettiamo che ci vengano a prendere.''
Sakura sorrise. Sì, non era poi così antipatico come si presentava e come voleva far credere a tutti quelli che lo incontravano... era lui ad aver bisogno di aiuto ed era lui che cercava di non farla crollare.
Dovevano avere fiducia. Si sarebbero salvati. In fin dei conti... già una volta erano riusciti a trovare l'ispettore e a salvargli la pelle per il rotto della cuffia.
Ce l'avrebbero fatta anche quella volta.
In fin dei conti... non esisteva caso che il piccolo Holmes in miniatura non potesse risolvere.
'' Va bene.''- fece Sakura sorridente accocolandosi vicino all'ispettore facendogli poggiare la testa sulle sue ginocchia.
E nell'attesa di un miracolo, iniziò a raccontare la storia di una donna che aveva perso l'amore della sua vita e tutte le sue speranze ma il cui cuore per fortuna era ancora vivo ed aveva deciso di iniziare a combattere per un nuovo amore e per le persone a cui teneva di più al mondo...

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Capitolo 12
*** Aprirsi una via di fuga ***


~~Purtroppo, malgrado le sofisticate apparecchiature della sezione informatica delle polizia, pareva quasi impossibile riuscire a localizzare il cellulare che Sakura era riuscita a portare con sè prima che lei e Shiratori venissero portati via.
Takagi aveva allora provato a chiamare la sorella al cellulare, sperando che questa rispondesse. Non si aspettava certo che riuscisse a dirgli dove si trovasse al momento, ma gli sarebbe bastato sentire la sua voce per sapere che era viva, che stava... bene... e magari la polizia informatica sarebbe riuscita almeno a restringere l'area da cui proveniva il segnale.
Invece... niente. Niente di niente.
Squillava a vuoto per un po' e poi la voce femminile della segreteria che diceva '' Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile. Si prega di riprovare più tardi.''
E sapeva bene che poteva chiamare fino a fondere il cellulare, ma nessuno avrebbe risposto.
Probabilmente non c'era segnale... oppure...
'' Deve aver piazzato un jammer nel posto in cui li ha portati.''- ipotizzò Sato -'' ne ho visto uno nell'appartamento di Akinari... credo che sia per questo motivo che non riusciamo a rintracciarlo o a chiamarla.''
Sempre meglio che pensare al peggio ed immaginare le cose più terribili.
L'ispettore Megure aveva diramato un bollettino contro Akinari Shouto. Con le tracce ematiche rinvenute in casa sua, residui organici appartenenti a Shiratori e gli effetti personali di Sakura... potavano tranquillamente portarlo in centrale e trattenerlo.
Solo che al momento pure lui pareva sparito.
Scomparso con una nuvola di fumo.
Takagi guardò fuori dalal finestra.
Quel tempo da lupi non ne voleva proprio sapere di passare... come se il sole avesse deciso di tornare solo con il collega disperso e la sorella.
'' Ti ritroverò, piccola mia...''- fece Takagi tra sè e sè -'' non ti arrendere, continua a lottare.''
Ne era sicuro.
Sakura stava lottando come una leonessa per tornare a casa da lui e da tutti coloro che la amavano.
E se la conosceva bene... si stava anche prendendo ottima cura dell'ispettore Shiratori.
'' Ci sono novità...?''- fece timidamente la maestra Kobayashi.
'' Non ancora. Ma non ci arrenderemo.''- la rassicurò Miwako.
'' Per il momento posso solo dirle però...''- fece Takagi tentando di darle un po' di speranza -'' che l'ispettore anche se in una situazione poco lieta... è in ottime mani.''

'' Coff! Coff!''- tossì la ragazza tappandosi la bocca con una mano dopo aver finito di raccontare la terza storiella messa assieme in breve tempo.
'' Che succede...?''- si preoccupò l'ispettore -'' Non ti senti bene...?''
La ragazza scosse la testa con il capo in un cenno di dissenso.
'' No, tutto a posto...''- per fortuna, almeno lei era in salute. Iniziava a sentirsi la gola secca ma non era niente di grave. Doveva solo... smettere di parlare. Almeno per un po', per riuscire a conservare almeno un filo di voce e qualche energia o veramente non sapeva davvero come avrebbero potuto fare ad uscire da lì.
E non era nemmeno sicura che sarebbero riusciti a scappare... niente finestre, ne uno spiraglio di luce... l'unica via d'uscita era la porta che il loro aguzzino aveva tolto e sostituito con una pila di mattoni e cemento.
Se non trovavano il modo di andarsene da lì e alla svelta, sarebbero quasi sicuramente morti. Il limite di tempo massimo senza bere nè mangiare era di massimo tre giorni.
Lei forse ce l'avrebbe fatta a resistere per quel lasso di tempo, ma dubitava fortemente di poter dire la stessa cosa per l'ispettore. I tre giorni per lui, altrochè se erano trascorsi. Forse avrebbe resisitito un'altro po' se avesse avuto a disposizione almeno una bottiglia d'acqua, qualcosa di commestibile o delle vitamine... ma in quella situazione così precaria, o trovavano una soluzione o era finita.
Ed anche alla svelta. Prima o poi l'ossigeno sarebbe finito. Forse non li avevano tre giorni per riuscire a tirarsi fuori da lì.
Gli poggiò delicatamente la testa sul pavimento e si mise ad esplorare la loro prigione, battendo sui muri.
'' Se cerchi un passaggio segreto, risparmiatelo...''- fece Shiratori -'' Queste cose si scoprono all'improvviso e per puro caso solo nei libri o nei film.''
'' Non è questo quello che cercavo...''- fortuna che almeno quel lato del suo carattere saccente era rimasto intatto. Finchè c'era quello ancora in prima linea, qualche speranza c'era ancora -'' volevo vedere come sono messi i muri... di solito, i criminali scelgono degli edifici vecchi e a volte pericolanti per tenere lontani poliziotti e curiosi, per i loro scopi... se solo riuscissi a trovare un punto dove la parte è marcia non dovrebbe essere difficile... immagino che questo posto lo faccia sentire tranquillo...''
'' Un posto in cui si sente tranquillo... edifici vecchi...''- riflettè Shiratori cercando di mettere a fuoco quelle poche informazioni che avevano a loro disposizione.
Si domandava se il suo vecchio amico e collega avesse un posto del genere oltre a casa sua.
Ed in effetti, si lo aveva...
Si diede mentalmente del cretino.
'' Forse so io dove siamo finiti...''
'' Davvero?''- fece la ragazza tornando vicino a lui.

'' Che cosa?!?''- fece il signor Isokichi Kamei, maggiordomo personale di Shiratori, il quale dopo essere rientrato in città dai giorni di ferie che il padrone gli aveva concesso assicurandogli che sarebbe riuscito a cavarsela benissimo anche da solo per qualche giorno.
L'uomo era andato all'appartamento dell'ispettore per prendere servizio e l'aveva trovato vuoto ed un agente di polizia lo aveva fermato per chiedergli di identificarsi e subito dopo gli aveva comunicato il fatto nefasto, per poi portarlo in centrale dove avrebeb avuto modo di sapere tutti i dettagli del caso dall'ispettore Megure.
Inutile dire che la notizia lo aveva sconvolto.
Del resto... come dargli torto? Shiratori non era solo il figlio di colui che lo aveva assunto tanti anni prima... lo conosceva da quando era nato e l'aveva avuto sotto gli occhi per tutta la vita... e alla fine gli si era affezionato proprio come il figlio che avrebbe tanto desiderato, ma che a causa della dipartita improvvisa della sua giovane ed amatissima moglie, non aveva mai potuto avere.
Ed anche Shiratori gli si era affezionato, mano a mano che passavano gli anni, in genere era con lui che si confidava su argomenti di cui non avrebbe mai osato parlare con qualcun'altro. Anche perchè, a conti fatti, aveva passato tra infanzia ed adolescenza, più tempo con lui che con i suoi genitori sempre impegnati in viaggi di lavoro all'estero.
'' Santo Cielo non ci credo... povero signorino...''- fece l'uomo bevendo tutto in un fiato il bicchiere d'acqua che l'ispettore Megure gli aveva fatto portare per calmarsi -'' io glielo avevo detto di non fidarsi troppo di lui...''
'' Da quello che dice...''- fece Goro -'' Mi par di capire, che la visita di Akinari Shouto a casa dell'ispettore non sia stata un'improvvisata ma qualcosa di previsto.''
Il maggiordomo scosse la testa per dissentire.
'' Si sbaglia.''- fece l'uomo -'' il signore non sapeva che quella sera avrebbe ricevuto la visita di quel maledetto... mi riferisco a quando la loro amicizia era agli inizi.
Lo invitava spesso a cena e a dormire a casa... ma a me quella faccenda non piaceva, proprio per niente.
L'ho avvertito più e più volte di stare attento...''
'' Scusi, come mai non le piaceva?''- gli chiese Takagi -'' Voglio dire... stiamo parlando degli inizi della loro vecchia amicizia. A quel tempo, erano molto uniti, quasi come un fratello... ancora non era successo niente... come mai non le piaceva?''
L'uomo sorrise tiratamente prima di rispondere.
'' Lasci che le dica una cosa, giovanotto...''- fece il domestico dell'ispettore -'' Forse con l'età, un giorno, perderà la vista, forse l'udito... ma la facoltà di giudizio in età avanzata è ai massimi livelli, mi creda.
La prima volta che è entrato in casa, si è presentato con un sorriso... eppure io non riuscivo a vedere altro che un' ambiguità spaventosa nel suo sguardo.
L'ho avvertito molte volte, di scegliersi con più cura gli amici e le persone a cui dare fiducia assoluta...''
'' Ma lui non le ha dato ascolto, dico bene?''- fece Miwako.
L'uomo annuì.
'' Mi disse che mi preoccupavo troppo, che ormai era adulto e che era in grado di combattere le sue battaglie... e che era giusto che si assumesse le responsabilità dei suoi sbagli.''- rispose l'umo -'' Ed io mi stavo convincendo di essere stato davvero troppo precipitoso nel giudicarlo e troppo iperprotettivo nei confronti del signorino... è vero, il signor Akinari veniva da una famiglia molto modesta ed era amico del signorino, unico rampollo di una famiglia molto ricca... ma in tanti anni di frequentazione ed amicizia, se per caso il primi aveva qualche problema di carattere economico, il signorino si dichiarava ben disposto a dargli una mano facendogli un regalo... ma lui rifiutava tassativamente.
Se il problema era suo, era giusto che fosse lui a risolverlo. Mi ha confidato molte volte che quando cercava di aiutarlo con del denaro, quei soldi venivano sempre rifiutati.''
Per lo meno avevano appurato che l'amicizia che Shouto aveva dimostrato, almeno agli inizi, era sincera e non avesse cercato di approfittarsi del fatto che era stato preso in simpatia dal figlio di un uomo molto ricco.
Peccato che poi, la sua ambizione avesse distrutto tutto.
'' Avevo iniziato a pensare di aver sbagliato ed ero pronto a scusarmi per quanto avevo pensato...''
'' Fino a quando l'ispettore non le ha raccontato di quel brutto incidente.''- aggiunse Conan.
'' Sì. Lo conosco fin da quando era in fasce...''- fece Isokichi -'' e parola mia, non ha mai pianto in vita sua.
Se per caso la scuola organizzava un'iniziativa che i bambini dovevano fare assieme ai genitori o i colloqui per scegliere la scuola successiva, il signore e la signora promettevano di parteciparvi, ma poi succedeva sempre qualcosa che impediva loro il mantenimento di quella promessa ed io prendevo il loro posto... le prime volte questa situazione lo deludeva, ma poi ci ha fatto il callo... ma non ha mai pianto.
Fino a quel giorno.
Quel giorno... dopo aver denunciato il suo amico, è corso a casa e si è chiuso a chiave in camera sua. Quando sono andato bussare alla sua porta per informarlo che la cena era pronta, l'ho sentito mentre cercava di soffocare i singhiozzi e le lacrime contro il cuscino.
Solo la mattina dopo aprì la porta e mi spiegò cosa era accaduto.''
'' Povero Shiratori...''- sospirò Ran, affranta per quanto aveva sentito.
Nessuno meritava una simile tortura e nemmeno di ricevere una pugnalata del genere da parte della persona di cui si fidava di più al mondo.
Per lo meno, adesso si spiegava perchè frequentasse i suoi colleghi sporadicamente e solo quando non poteva proprio esentarsi e passasse le sue serate alla festa di qualche riccone.
Meglio frequentare persone che si sa per certo essere '' amici interessati'' piuttosto che passare del tempo con delle persone che sembrano esattamente ciò di cui hai avuto sempre bisogno ma che in realtà hanno una doppia faccia che salta fuori quando meno te l'aspetti.
'' Maledetto disgraziato...''- fece Isokichi -'' e dire che anche dopo quanto aveva fatto... il signorino non ha mai smesso di volergli bene.''
'' In che senso scusi?''- fece Conan.

'' Come?''- fece Sakura stupefatta -'' questo posto... è tuo?!?''
'' Sì...''- spiegò Shiratori rimanenendo sdraiato nella posizione che gli sembrava la più comoda che aveva trovato pur essendo su un pavimento duro -'' mentre era in prigione, è stato sfrattato.
Volevo che non appena avesse scontato la pena e compresa la gravità di quanto aveva fatto, potesse ricominciare una nuova vita... ma non gli sarebbe stato per niente facile ricominciare senza un posto dove tornare.
Così, ho fatto costruire una casa che dista poco più di mezz'ora da Beika e mentre era ancora recluso gli ho spedito una lettera con l'indirizzo, l'attestato di proprietà e l'atto di vendita, e che poteva occupare come e quando voleva, a fine pena.''
Certo non avrebbe mai immaginato che quel gesto di amicizia avrebbe condannato a morte sia lui che una povera innocente che nulla aveva a che vedere con quei terribili fatti.
Probabilmente era da quando gli aveva spedito il telegramma ed i documenti relativi alla vendita della casa che ci pensava...
'' Ti vedo confusa... è tutto chiaro?''- fece l'ispettore una volta accortosi che la giovane lo guardava tra lo scioccato, il confuso e lo stranito.
'' Sì. Ho capito.''- fece Sakura -'' che al confronto tuo, il cubo di Rubik non è niente.''
'' Prego?''- fece l'ispettore che non sapeva se gli aveva appena fatto un insulto o un complimento.
'' Ok, sarò più chiara...''- fece la ragazza -'' Sei una persona splendida. Sei coraggioso, sei altruista, intelligente ed hai un senso della giustizia incrollabile.
Allora perchè ti ostini a mantenere un atteggiamento che fa desiderare a chi ti incontra di darti un colpo sulla testa che ti abbasserebbe di venti centimetri?!?''
Davvero non capiva.
Lei conosceva Shiratori per la maggior parte dai racconti che le aveva fatto il fratello, il quale aveva cercato di essere il più gentile possibile anche quando era palese che se avesse avuto l'occasione di dargli un pugno in un occhio l'avrebbe colta... e si, non la entusiasmava più di tanto ed anche a conoscerlo meglio non poteva certo dire che fosse la persona più simpatica del mondo, ma non era una persona cattiva.
'' Hai ragione.''- fece l'ispettore tristemente -'' Sotto questo punto di vista sono un iprocrita. E non ne vado molto fiero.
Ma questa corazza di antipatia... è l'unica cosa che mi protegge.''
Sì, quella ragazza aveva ragione... era consapevole di non piacere a qualcuno per l'atteggiamento che aveva... ma non vedeva altro modo per tenere lontane potenziali pericoli.
Ricordava fin troppo bene, dopo tanto tempo, come ci si sentiva ad essere traditi dalla persona per cui sarebbe stato pronto a saltare nel fuoco con un triplo salto carpiato... il pensiero che potesse succedere di nuovo lo atterriva.
Fare il saccente antipatico era l'unico modo per proteggersi.
L'unica cosa umana ed intatta che aveva mantenuto... era l'amore per la bambina che lo aveva spinto ad arruolarsi che aveva amato per vent'anni. E con sua grande gioia aveva scoperto che anche lei non l'aveva mai dimenticato e mai aveva smesso di amarlo e sperare di incontrarlo nuovamente.
'' Eppure, malgrado tutto... ce n'è di gente che ti vuol bene e adesso sta lottando disperatamente per te.''- rimarcò la giovane -'' mio fratello, gli agenti Chiba e Sato, il detective Goro, l'ispettore Megure, la tua fidanzata... ed anche il ragazzino con gli occhiali.
E ci sono pure io nella cerchia, se la cosa ti può interessare.''- fece la ragazza -'' Tornando a noi... dato che questa casa è tua, sai se per caso c'è un punto della stanza più debole o che può trasformarsi in una via di fuga, anche se con un po' di fatica?''
'' Non credo.''- fece Shiratori -'' la ditta che si è occupata dei lavori è famosa perchè costruisce case solide come non se ne fanno più. C'è gente che è in lista di attesa da più di due anni per averne una così.''
'' Ho capito...''- fece Sakura tentata di lasciarsi prendere dalla disperazione. Poi però le venne in mente una cosa -'' Uhm... non dovrebbe essere passato tanto tempo da quando si è messo a giocare al muratore... se il cemento non si è ancora asciugato del tutto...''
''... potremmo usare qualcosa per scalfire la calce.''- concluse Shiratori -'' E scalfita quella non dovrebbe essere difficile togliere qualche mattone... giusto quelli per fare un piccolo varco in cui dovremmo riuscire a passare facilmente.''
Sakura annuì.
Con la punta di un dito sfiorò il cemente usato per murare.
Era ancora fresco. Quasi asciutto e quasi solidificato, ma non del tutto.
C'era una speranza per scappare quindi.
'' Ok... ora devo solo trovare qualcosa per scavare...''- il problema era... che cosa?
La risposta la trovò sul pavimento, dove c'erano alcuni pezzetti di ferro di forma allungata. Non sapeva bene cosa fossero, ma forse potevano essere la loro salvezza.
'' Perfetto... mi metto all'opera.''
'' Ti do una mano...''- Shiratori tentò di tirarsi sù, ma come ci provò venne colto da un giramento di testa che lo fece ripiombare per terra nemmeno fosse stato un sacco di patate.
Sakura si precipiò subito da lui.
'' Per l'amor del cielo, cerca di startene fermo e tranquillo o peggiorerai le cose.''- lo redarguì la ragazza -'' su, ora calmati e stai tranquillo... ti tiro fuori da qui. Mi ci vorrà un po'... tu resisiti ok?''
Gli costò molto farsi da parte, ma alla fine annuì e la giovane si mise subito all'opera.
Sorrise stancamente.
Testarda, ostinata, uno spirito da guerriero nascosto da un tenero faccino di bimba e le piaceva prendersi cura degli altri... gli ricordava tanto qualcuno che conosceva.

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Capitolo 13
*** L'incubo più lungp ***


~~Forse Isokichi Kamei aveva dato l'ora un'informazione d'oro.
Dopo essersi trasferito nella prima squadra investigativa di Tokyo, l'ispettore Shiratori aveva ricevuto notizie di Akinari per mezzo del suo ex compagno di scuola e rivale ufficiale. Dopo diverso tempo che l'uomo che aveva affittato l'appartamento all'amico non riceveva più nemmeno uno yen per l'affitto e nemmeno una risposta ai numerosi solleciti di pagamento, questi lo aveva sfrattato e poi messo in affitto la casa ad un altro inquilino.
E questo già lo sapevano.
Ma quello che non sapevano era che Shiratori, forse a causa di un senso di colpa che non aveva motivo di provare, mentre Shouto era ancora recluso, aveva acquistato una villetta poco distante dal centro di Beika e che aveva spedito all' ''amico'' una lettera in cui lo pregava di accettare quel regalo, in modo che potesse avere una casa in cui poter tornare una volta pagato il suo debito, assieme all'attestato di proprietà ed al contratto di vendita della casa.
'' Andiamo Shiratori...''- borbottò Takagi praticamente rovesciando un cassetto pieno di carte e cartelle porta-documenti sul pavimento -'' rendimi le cose facili per una volta nella vita... dove hai messo quel foglio?''
'' Non sappiamo nemmeno se esiste una copia di quel contratto...''
'' Ispettore Megure, da che mondo è mondo e la gente quindi è distratta o orgogliosa oltre che fuori di testa...''- fece Sato sfogliando febbrilmente e di fretta tutti i libri che le capitavano tra le mani alla ricerca del documento -'' quindi è diventata un abitudine per quasi chiunque fare una copia di un documento ritenuto importante.''
'' Se siamo fortunati.''- aggiunse Takagi senza smettere di cercare -'' altrimenti, con la fortuna avuta finora in questo caso, Shiratori sta nell' 1% di quelli che non dimenticano mai dove mettono lo scontrino della spesa e quindi non hanno bisogno di farne una copia.''
'' Per il suo bene...''- fece Conan che si era unito alle ricerche assieme a Goro -'' e soprattutto per quello di tua sorella, dobbiamo sperare che invece ne abbia fatta una copia invece.''
Forse sbagliavano metodo... non sarebbero mai venuti a capo di niente se continuavano a svuotare cassetti a caso senza avere un criterio di ricerca.
Ed il tempo stringeva sempre di più.
Non dubitava che Sakura stesse facendo del suo meglio per occuparsi come meglio poteva dell'ispettore Shiratori, ma senza un aiuto da parte di un vero dottore le cose sarebbero degenerate presto.
Sì maledì per non aver insistito di più.
Lui aveva un orologio spara aghi narcotizzanti.
Lui aveva delle scarpe potenzia calcio.
In poche parole... il suo corpo sarà stato pure quello di un moccioso di sei, sette anni, ma la sua mente era quella di un quasi ventenne ed aveva modo di difendersi contro quel criminale.
Invece l'aveva lasciata lì da sola. E senza protezione.
Se solo le avesse lasciato l'orologio... ma se l'avesse fatto, Sakura quasi certamente si sarebbe chiesta che ci faceva un bambino di nemmeno dieci anni con un affare del genere e non avrebbe potuto caversela con una frottola che usava spesso per giustificare certe conoscenze troppo astratte per un bimbo...
'' Sta tranquilla Sakura... adesso vengo a prenderti.''- pensò il bambino -'' ancora un po' di pazienza...''

La pazienza dell'acqua.
Doveva metterci la pazienza della goccia d'acqua. Quella che scavava pazientemente nella roccia, minuto per minuto, secondo per secondo e così riusciva ad aprirsi un varco.
Non sapeva da quanto tempo aveva iniziato a tormentare la calce che teneva insieme i mattoni, sapeva solo che a forza di tenere stretto lo scalpello improvvisato e colpire iniziava a non riuscire più ad aprire la mano.
Però non poteva mollare adesso.
Di tanto in tanto si voltava a controllare l'ispettore: non poteva arrendersi e doveva anche sbrigarsi.
Shiratori stava sempre peggio. Il viso arrossato dalla febbre, il respiro pesante, il suo corpo scosso dal tremore... per fortuna almeno l'emorragia della ferita alla gola si era arrestata.
'' Ti tirerò fuori da qui, brutto rompiscatole...''- borbottò la ragazza -'' Hai la mia parola. Resisti.''
Passarono altri trenta minuti, minuto più minuto meno prima che finalmente, un mattone cedesse.
'' Ma vieni...''- esultò mentalmente la la ragazza.
Da lì fu tutto molto più semplice.
La calce non era solidificata a dovere, e dopo aver tolto il primo mattone non fu difficile toglierne un secondo, un terzo, un quarto, e così via a mani nude.
Dopo qualche minuto, si creò un varco nel muro.
Ne tolse diversi e alla fine riuscì a creare un varco in cui sarebbero riusciti tranquillamente a stare in due.
'' Ce l'ho fatta...''- fece Sakura sorridendo verso il poliziotto. Non le rispose.
Brutto segno.
Corse subito verso il poliziotto.
A parte la fronte, tutto il suo corpo era quasi gelido. La fronte sola pareva prender fuoco da quanto era bollente.
Iniziò a scuoterlo, non ricevendo da lui la minima risposta.
'' Shiratori? Shiratori? Ti prego, dimmi qualcosa...''- ancora niente. Gli mollò un ceffone, dopo averlo girato sulla schiena -'' Ti prego, svegliati!!! Non ti puoi arrendere adesso... mi senti?!?''
'' Non c'è bisogno di strillare come un' ossessa...''- finalmente ottenne risposta dal poliziotto. Debole e a fatica, ma la ottenne -'' ti sento benissimo...''
Sakura tirò un sospiro di sollievo.
'' Ho rotto la parete... dobbiamo andare.''
'' Perfetto... vai.''- fece Shiratori con un sorriso.
Sakura lo guardò come se non fosse sicura di aver inteso bene.
'' Come sarebbe a dire... vai?''- gli fece eco la ragazza -'' andiamo, vorrai dire.''
'' No, ascolta...''- fece il poliziotto -'' Non ce la faccio nemmeno a tirarmi su senza farmi prendere dai capogiri, figurarsi a camminare... ti rallenterei solo il passo e se Shouto torna siamo perduti.''
'' Quindi, che proponi... genio?''- lo prese in giro la ragazza intuendo però dove volesse andare a parare.
'' Tu vai e chiama aiuto. Io vi aspetto qui.''- fece il poliziotto.
'' Ma che bella pensata...''- fece la ragazza con un tono a presa in giro, fingendo di riflettere -'' Però... analizziamola, punto per punto ok?
Se adesso me ne vado e come hai detto tu, Shouto avrà la bella idea di tornare per vedere il suo lavoro... e se vede che io sono scappata e tu sei ancora qui ma incapace di tenergli testa, ti ammazzerà senza la minima pietà. Eh, no mi spiace... ma se scappo io, tu vieni con me.''- nel dir così lo aiutò ad alzarsi e gli fece appoggiare un braccio sulle sue spalle, per poi passargli una delle sue braccia intorno alla vita.
'' Ce la puoi fare ok?''- fece la ragazza iniziando ad avviarsi verso la porta -'' Ti aiuterò io.''
'' Va bene...''- fece il poliziotto. Ormai aveva capito che non c'era modo di farle cambiare idea. Piuttosto sarebbe rimasta lì ad aspettare.
Aspettare che Shouto tornasse, che si accorgesse che avevano provato a farlo fesso e che piantasse una pallottola nella testa di entrambi. Se erano fortunati e la chiudeva in maniera indoloro.
Aspettare che Sato, Takagi e Megure rintracciassero quella casa e li trovassero, magari però deceduti a causa degli stenti o per soffocamento. Respirare si stava facendo faticoso. E non solo per lui che respirava male a causa della febbre.
Anche Sakura di tanto in tanto ansimava quando respirava.
'' Però ad una condizione.''
'' Sentiamo...''
'' Se le cose si mettono male... tu mi lasci qui e ti metti a correre così in fretta da dimenticarti la strada che hai fatto. Intesi?''
'' Sì, sì, sì, come ti pare...''- fece Sakura abbassandosi per poter passare dal cunicolo che aveva scavato, per poi trascinare il poliziotto dall'altra parte.
Cavolo, possibile che non gli riuscisse tenere chiusa la bocca nemmeno quando era più di là che di qua?

Ancora niente.
Dio, ma dove lo aveva nascosto quella cavolo di copia di contratto?
Avevano aperto e rovesciato tutti cassetti, controllato in tutti mobili, sfogliato tutti i libri che c'erano in casa... ma niente di niente.
Quel contratto non si trovava.
Sato, Goro e Megure erano rientrati in centrale per chiedere al signor Kamei se per caso gli venisse in mente un altro posto in cui l'ispettore potesse aver nascosto il contratto.
Takagi invece si era fermato ancora per cercare.
Quel foglio non poteva essere sparito ed era sicuro al cento per cento che fosse ancora lì, da qualche parte...
'' Takagi...''- fece Conan che era rimasto nell'appartamento a cercare assieme al poliziotto -'' se tu fossi al suo posto... dove metteresti la copia di un contratto?''
'' Vediamo un po'... è un documento importante quindi probabilmente lo terrei in una cartellina per i documenti che tengo in un cassetto, chiuso a chiave, in casa mia.''
'' Sì, anche Goro, il dottor Agasa ed anche mio papà fanno così...''- fece Conan -'' ma se fosse un documento che ti fa venire in mente brutti ricordi...? Dove lo metteresti?''
'' Dunque...''- fece Takagi pensandoci un momento. Poi ad un certo punto gli venne in mente una cosa...
Mentre rovesciava un cassetto, aveva trovato una cosa... si precipitò a riaprire il cassetto in questione.
Non c'era niente dentro.
Solo un portafoto che conteneva una fotografia che ritraeva due persone.
Shouto e Shiratori in divisa da agenti di polizia, il giorno della consegna dei diplomi.
Asporò sia il vetro che la fotografia in questione...
'' Eccolo!''- dietro la foto era piegato in otto, con grande cura.
Lo aprì.
'' E' il contratto per l'aquisto di una villetta poco distante da Beika... con tanto di indirizzo.''
'' ANDIAMO ALLORA!!!''- fece Conan correndo in direzione della porta assieme al poliziotto, il quale aveva preso il cellulare per chiamare la fidanzata.
'' Sato? Sono io... ho trovato il contratto... si, poi ti spiego dove e come... certo che ho l'indirizzo!''- fece il poliziotto correndo giù per le scale a rotta di collo -'' Ti mando un SMS con l'indirizzo. E oltre alla volante, manda anche un'ambulanza. Qualcosa mi dice che servirà.''
Quando finalmente riuscì a raggiungere l'auto e a mettere in moto, l'unica cosa che riusciva a pensare era '' Ti prego, fa che stia bene... ti prego.''
E non si rivolgeva solo alla speranza di trovare ancora in vita il collega, anche se non in perfetta forma... ma anche a sua sorella.
Non poteva perderla.
Sei mesi fa ci era andato vicino. Troppo vicino a perdere una delle persone più importanti della sua vita.
Già sarebbe stato per lui inaccettabile saperla deceduta per colpa di un pazzo che voleva togliere di mezzo tutte le prove a suo carico ed riuscire così ad evitare la giusta punzione per quanto aveva fatto.
Ma perdere il suo piccolo angelo custode per colpa dei deliri di un pazzo che l'aveva a malapena incrociata una volta, e perchè coinvolta accidentalmente in una faida in cui non c'entrava nulla... era il pensiero più insopportabile che ci potesse essere nella sua mente, in quel momento.
'' Ti prego, resisti... solo qualche altro minuto... ti sto venendo a prendere.''
Se la sarebbe ripresa.
Anche a costo di dover fare un faccia a faccia con un potenziale '' Ammazza-Sbirri''.

Eerano stati chiusi in una sorta di seminterrato, da cui per uscire avevano dovuto prima salire una rampa di scale e poi aprire una porta.
Probabilmente quel posto era stato costruito dalla ditta perchè sapevano che l'ispettore Shiratori era un sommelier per diletto e contavano che forse avrebbe voluto utilizzare quello spazio come cantina.
Chi si immaginava invece che sarebbe potuta essere prima una prigione e poi una potenziale tomba?
Una volta aperta quella porta si ritrovarono nell'ingresso e faccia a faccia con le scale che portavano al piano di sopra dove quasi certamente c'erano delle camere da letto e dei serivizi.
Mancava poco... ancora un piccolo sforzo ed erano liberi come l'aria.
'' Oddio...''- fece Shiratori praticamente lasciandosi andare sul pavimento.Gli sembrava di avere acqua e farina al posto delle ossa delle gambe.
'' Shiratori...!''- fece la ragazza cercando di sorrggerlo. Non ce l'avrebbe fatta ad uscire di casa con quel tempo da lupi poi... ora che erano riusciti ad uscire dal seminterrato si sentiva il rumore della pioggia che cadeva sulle tegole e che batteva sui vetri delle finestre.
Il suono era comparabile a quello di tante dita che battevano sui vetri, come per chiamare qualcuno. Un suono che le era sempre piaciuto fin da piccola, la considerava quasi come una ninna nanna... ma l'avrebbe apprezzata di più sotto le coperte del suo letto, in casa di suo fratello, al sicuro e non ascoltandolo in casa di un folle che aveva non poche difficoltà a dire '' Ho sbagliato, me ne assumo la responsabilità. Perdonatemi.'' e potenziale omicida.
Accanto alla porta da cui erano usciti c'era la cucina. A fatica riusciì a portarci l'ispettore, e lo aiutò a sedersi su una sedia -'' ecco... riposati per un attimo.''
'' Ci vorrà più di un attimo... non credo di riuscire a fare un altro passo...''- ormai era allo stremo delle forze -'' credo che ti convenga lasciarmi qui, ti sono solo di peso.''
'' Non dire sciocchezze... hai solo bisogno di riprendere le forze... vediamo cosa posso fare...''- fece la ragazza aprendo il frigorifero. Come si vedeva che quella casa era un rifugio dell'ultimo secondo. Era quasi del tutto vuoto: tutto quello che avevano era un po' di formaggio del prosciutto e qualche bottiglietta d'acqua minerale.
Meglio di niente...
Ne prese una, le tolse il tappo e gliela porse.
L'ispettore la prese senza farsi pregare ed iniziò a berla avidamente, come se non avesse assaggiato niente di più buono in vita sua e lo stesso fece con il formaggio ed il prosciutto a fette ancora nella scatola sigillata.
Sakura prese un'altra bottiglietta d'acqua ed in quattro sorsi la bevve tutta.
In quel momento, si sentì il rumore di una macchina che faceva ritorno alla casa. Per loro sfortuna, non era una volante. E nemmeno una delle auto dell'agente Sato o dell'agente Takagi.
'' E' tornato...?''- fece Shiratori con un tono di voce leggermente spaventato.
Sakura annuì troppo spaventata per riuscire a formulare una frase di senso compiuto.
Ora toccava a lui prendere il controllo della situazione.
'' Ok, adesso andiamo...''- nel dir così le fece cenno di raggiungerlo, ed assieme riuscirono a raggiungere le scale che portavano al piano superiore.
'' Che facciamo adesso...?''- balbettò la ragazza . Il tempo di tornare giù quasi certamente lo avevano... ma il tempo di rimettere a posto i mattoni... anche se lo avessero avuto, si sarebeb quasi certamente accorto che quei mattoni stavano semplicemente uno sopra l'altro senza nessuna forma di collante a tenerli assieme.
'' Ok, forse abbiamo una speranza per uscire di qui...''- fece l'ispettore respirando a pieni polmoni -'' Abbiamo lasciato dei segni della nostra presenza in cucina... quindi la prima cosa che farà sarà controllare la stanza dove ci aveva rinchiuso... appena lo sentiamo andare di sotto, scendiamo anche noi e ci precipitiamo fuori casa.''
'' Va bene...''- fece Sakura con la voce tremante. Non voleva darlo a vedere,ma era terrorizzata al pensiero di trovarsi di nuovo faccia a faccia con quel pazzo criminale.
'' Sta tranquilla, ti riporterò da tuo fratello a qualsiasi costo.''
Quando la porta dell'appartamento si aprì i due si ridussero al massimo silenzio. Accadde esattamento quello che aveva previsto l'ispettore.
Le bottigliette d'acqua quasi vuote e la carta del formaggio e del prosciutto erano ancora in bella vista sul tavolo e Shouto, dopo aver imprecato, aveva sceso le scale che portavano allo scantinato, di corsa per controllare.
'' Ecco, è il momento.''- fece Shiratori.
Fecero il più silenziosamente possibile pur cercando di sbrigarsi, per raggiungere la porta della cucina che dava sul giardino e guadagnare così l'uscita ma...
Click.
L'inconfondibile rumore di una sicura da arma da fuoco disinserita.
Un semplice rumore che però era più che sufficiente a far accapponare la pelle a chiunque.
'' Non è carino andarsene senza aver prima reso omaggio al padrone di casa e ringraziato per la gentile ospitalità.'' - li prese in giro il malvivente.
In quel momento, entrambi avrebbero voluto dirgliene un sacco e una sporta?
Gentile ospitalità?
Prima di tutto, non erano ospiti ma prigionieri.
Secondo, non si era mai visto uno che aveva la pessima abitudine di murare vivi gli '' ospiti'' nel seminterrato e piazzare dei dispositivi per bloccare il segnale del cellulari ed impedire così loro di chiamare aiuto.
'' Forza, dentro, tutti e due... e non tentatemi scherzi. In quanto a te...''- fece rivolgendosi a Shiratori guardandolo con il ghigno serafico di una iena per poi colpirlo alla testa -'' cosa credevi di riuscire a farmi fesso, vecchio mio?''
'' Non chiamarmi così...''- fece Shiratori cercando di tirarsi su con l'aiuto di Sakura -''ti proibisco ti chiamarmi in quel modo...''
'' Tu non sei nella posizione per dare ordini alla gente... signor ispettore.''- fece Shouto continuando a puntargli contro la pistola tirando un cassetto e lanciandogli un rotolo di nastro adesivo marrone -'' Siediti e legati le gambe. In quanto a te...''- fece rivolgendosi a Sakura -'' quando avrà finito, fissagli i polsi ai braccioli. Penserò io a te.''

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Capitolo 14
*** Finalmente al sicuro ***


~~'' Ignoro come abbiate avuto l'idea per scappare da lì sotto...''- fece Shouto fissando le braccia di Sakura al busto della stessa servendosi del nastro adesivo. Le aveva già immobilizzato le mani dietro alla schiena.
Lei invece aveva dovuto eseguire l'ingrato compito di fissare i polsi dell'ispettore con quello stesso nastro adesivo ai braccioli della sedia su cui lei stessa poco prima che quel pazzo tornasse e scoprisse il loro piano di fuga, l'aveva aiutato a sedersi per fargli riprendere fiato.
Per tutta la durata dell'operazione le erano tremate le mani e gli occhi tremavano a causa della lacrime che lottavano disperatamente di uscire.
'' Perdonami...''- aveva borbottato muovendo le labbra senza avere il coraggio di parlare.
L'ispettore però la rassicurò sorridendole: non provava il minimo rancore verso di lei. La persona che pur avendo avuto la possibilità di mettersi in salvo, aveva deciso di restargli accanto, cocciutamente, rifiutandosi sempre e comunque all'idea di lasciarlo solo.
Che cosa stupida... aveva pensato l'ispettore. Lei che chiedeva perdono a lui...
Era lui a sentirsi in colpa verso di lei per quello che le aveva fatto... stava per morire. Ormai era scontato.
Conosceva il loro aguzzino e sapeva riconoscere quando si era stancato di un gioco o un passatempo portato troppo in là.
Ed erano al capolinea.
Quella villetta sarebbe stata testimone della loro morte.
''... ma vi assicuro che non riuscirete a scappare da nessun'altra parte.''- fece il criminale fissando il nastro adesivo.
'' Nemmeno tu se è per questo.''- fece Sakura -'' Stai per ammazzare un poliziotto e la sorella di un ufficiale di polizia. Credi davvero di poterti salvare? Persino gli agenti addetti alla direzione del traffico verranno a cercarti.''
'' Tu non taci mai, vero?''- fece il criminale visibilmente infastidito dal sentirsi continuamente fare il terzo grado da una scolaretta con la metà dei suoi anni.
'' Adesso basta.''- fece Shiratori con quel poco fiato che gli era rimasto.
'' Come scusami?''- fece il criminale incuriosito e sopreso che l'ex amico avesse ancora le energie per ribattere.
'' Hai capito bene.''- fece il poliziotto -'' avanti... sparami, accoltellami, avvelenami... uccidimi come e quando ti pare.''- tanto era quello il suo scopo. Non gli interessava essere reintegrato in polizia o meno, se proprio gli fosse interessato quello avrebbe trovato ben altro modo di '' vendicarsi''.
A Shouto interessava solo togliere di mezzo lui.
Tutto il resto era secondario.
Quindi... tanto valeva farlo contento e mettere la parola fine a quelal storia.
'' Fai di me quello che ti pare... ma lasciala andare.''
'' Shiratori, no!''- lo redarguì la giovane.
Shiratori non le badò.
'' Lei non c'entra niente.''- continuò l'ispettore -'' Non è stata lei ad averti denunciato ai superiori... perciò non hai motivo di coinvolgerla nella tua folle faida. Lasciala in pace.''
'' Se la lascio andare mi porta qui i tuoi amici sbirri... mi dispiace tanto, ma temo che dovrà restare a tenerci compagnia ancora per un po'...''- fece l'ex poliziotto -'' comunque tranquilla bimba... non ti tratterrò ancora per molto.''
'' Ecco, appunto!''- fece Shiratori quasi in preda alla disperazione -'' L'hai detto tu: è una bimba. Ha tutta una vita davanti... non è giusto che la perda per qualcosa di cui non ha colpa.''
'' Ah... complimenti.''- lo schernì Shouto -'' Adesso ti preoccupi per qualcun'altro... forse avresti dovuto pensarci prima di decidere di rovinarmi la vita per trarne un vantaggio.''
'' QUESTO E' DAVVERO IL COLMO!!!''- urlò Sakura fuori di sè dall'ira attirandosi così l'attenzione del pazzoide armato di pistola -'' Tu stavi per fare la stessa cosa!!! Stavi per distruggere un'intera famiglia, e per che cosa?!? Una posizione migliore in polizia!!! E' vero, Shiratori è diventato un ispettore ma è stata una conseguenza di qualcosa che TU lo hai costretto a fare!!! Non spacciarti per il martire della situazione quindi!!!''
'' Dannata mocciosa, vuoi chiudere quella maledetta bocca?!?''- urlò quasi Shouto puntandole la pistola contro la testa.
'' ADESSO BASTA!!!''- dopo aver urlato, l'ispettore Shiratori iniziò a tossire furiosamente e la ferita al collo si era in parte riaperta, ricominciando a sanguinare, anche se in piccola parte -'' Basta... questo gioco mi ha stufato... se vuoi mi metto in ginocchio ed implorerò per il tuo perdono, basta che poi la pianti qui!''
'' Ti consiglio di dargli retta...''- si aggregò la ragazza -'' Non hai più motivo per andare avanti. La polizia sa che sei stato tu: con tutte le tracce che sono state lasciate a casa tua, hanno prove più che sufficienti ed anche se tu provassi a lasciare il Giappone, ti bloccherebbero subito. Fermati adesso, visto che non è ancora morto nessuno...''- gli consigliò la ragazza -'' è l'unica speranza che hai per non finire in galera a vita, se non peggio.''
'' No.''- fece l'ex agente puntando la pistola contro la fronte della ragazza -'' Scusa bimba... niente di personale.''
La ragazza, d'istinto, chiuse gli occhi, preparandosi a dire addio al mondo.
Anche Shiratori chiuse gli occhi voltando la testa dall'altra parte.
Questo era davvero troppo.
Avrebbe anche potuto accettare di finire i suoi giorni in quel momento, in quel preciso posto e per mano della persona che fino a poco tempo prima considerava il suo unico vero amico... persino questo era in grado di accettare malgrado il dolore fosse lacerante.
Ma vedere morire anche una ragazza innocente per colpa sua... era troppo.
'' Perdonami Sakura... proprio ora che eravamo diventati amici...''
'' Addio Taru...'' -pensò la giovane -'' So che non ti sei arreso nemmeno per un secondo... ma purtroppo, pare che stavolta l'orco cattivo sia stato più forte...''
Dlin, dlon.
Fu il suono del campanello a distrarre Shouto dal suo insano proposito.
Non poteva sparare in quel momento e soprattutto, dato che aveva lasciato l'auto parcheggiata fuori non poteva semplicemente fingere di non essere in casa. Quel qualcuno si sarebeb insospettito e avrebbe cercato di sbirciare dalla finestra.
'' Che nessuno di voi due si muova.''- intimò loro dirigendosi verso l'ingresso nascondendo la mano impegnata con la pistola dietro alla schiena.
Forse finalmente era arrivata la polizia...
'' Oh, ciao... come posso aiutarti?''- un tono stranamente amabile. Che però, purtroppo, non avrebbe usato se fosse stato un poliziotto della prima squadra.
Sakura era già sul punto di mollare, quando...
La porta della cucina, seppur lentamente iniziò ad aprirsi.
'' Per l'amor di Dio, nessuno fiati...''- fece l'agente Takagi portandosi l'indice della mano destra sulle labbra.
'' Taru...''- sibilò la ragazza cercando di non mettersi ad urlare per la contentezza. Il poliziotto afferrò un taglierino presente sul tavolo ed iniziò a tranciare il nastro adesivo che immobilizzava il busto ed i polsi della sorella.
'' Scusa il ritardo... a breve arriveranno anche Sato e l'ispettore Megure.''- fece il poliziotto, sempre in silenzio, avvicinandosi al collega per tagliare il nastro adesivo che gli fissava le mani ai braccioli della sedia.
La sorella invece si occupò di slegargli le gambe servendosi di un coltello da cucina.
'' Sai che non l'avrei mai immaginato di dire una cosa del genere...''- fece Takagi sorridendo al collega -'' ma sono contento di vederti.''
Shiratori, con gli occhi socchiusi, ancora sofferente per lo sforzo fatto nell'urlare contro l'ex amico del cuore trovò la forza di rispondere -'' Non l'avrei mai detto nemmeno io, ma mi trovi d'accord...''
Pronunciata quest'ultima frase, il capo dell'ispettore cadde pesantemente sulla spalla destra e da allora non si mosse più.
'' Oddio, non dirmi che...''- fece Sakura portandosi le mani alla bocca.
Takagi gli poggiò due dita sul collo e poi gli prese il polso, tenendo sempre sotto controllo l'orologio da polso.
'' E' vivo.''- la tranquillizzò il poliziotto -'' Il battito cardiaco ed il respiro sono irregolari, ma è vivo.''
'' Lo credo bene... lo ha drogato ripetute volte, non gli dato nulla se non non qualche sorso d'acqua di tanto in tanto ed ha anche provato a farlo morire dissanguato...''-- fece la ragazza tremando dalla rabbia.
Takagi però, dato che la sorella aveva abbandonato la giacca nel solaio dell'appartamento dove Shouto abitava ufficialmente ed era rimasta con una maglie di cotone senza maniche, pensò che tremasse a causa del freddo.
In fin dei conti, anche se era fine maggio, quel mese era stato un continuo alternarsi di pioggia e sole e gli ultimi giorni in particolare erano stati piovosi e freddi.
Ragion per cui, le diede la sua giacca in modo che potesse coprirsi un po'.
'' Se pensavate che fossero i vostri amichetti della centrale...''- fece la voce dell'ex poliziotto che ritornava in cucina -'' mi spiace dirvi che vi siete solo illusi di poterla scampare. Era solo un moccioso che aveva perso la strada di casa e...''- e stavolta toccò a Shouto rivedere per un attitmo i suoi progetti -'' Ma lei è...''- fece Shouto impallidendo alla vista di quel giovane che aveva già visto nei giorni addietro.
'' Esatto.''- fece il ragazzino con gli occhiali entrando in cucina dalla porta che dava sul giardino '' E' l'assistente dell'ispettore Megure, l'agente Wataru Takagi. E' anche il fratello maggiore di Sakura.''
Nel dir così, il detective tirò fuori il tesserino identificativo e la pistola d'ordinanza.
'' Akinari Shouto... la dichiaro in arresto per sequestro e tentato omicidio ai danni di un pubblico ufficiale con la medesima accusa nei confronti della sorella di un ufficiale di polizia.''- fece il detective estraendo le manette.
Shouto, vistosi in trappola, punto contro l'arma al poliziotto, il quale prese la sorella dietro di sè per farle da scudo umano, stando attento a coprire il collega ancora accasciato sulla sedia dove era stato costretto sino ad un momento prima con il nastro adesivo.
'' Non le consiglio di farlo.''- fece Conan -'' Mentre venivamo qui sono state allertate sia le pattuglie che un'ambulanza... quindi se vuole sparare a qualcuno, lo faccia con la consapevolezza che in meno di qualche minuto, la casa sarà circondata da almeno una trentina di agenti armati.''
'' Io non capisco...''- fece Shouto, per la prima volta da quando era cominciata quella brutta storia, cadendo in ginocchio, come per dichiararsi sconfitto -'' Come... perchè...?''
'' Il signor Kamei ci ha rivelato che l'ispettore Shiratori per aiutarla a ricominciare una nuova vita dopo la detenzione...''- spiegò Conan -'' le aveva regalato questa casa, spedendole i vari documenti. E' stato logico pensare quindi che si fosse rifugiato qui dopo aver capito che ormai casa sua era bruciata... così come è stato logico immaginare che Shiratori avesse fatto una fotocopia del contratto in questione, per sicurezza.''
'' Ammetto che non è stato per niente facile trovare quel foglio, ma una volta avuto per le mani quel documento, abbiamo avuto anche l'indirizzo di questo posto ed ho diramato subito la notizia ai miei colleghi.''- concluse il poliziotto.
'' Io non capisco... perchè lo fa...?''- fece di nuovo l'ex agente suscitando la curiosità dei presenti -'' Non ho fatto tutto questo piano così, all'improvviso... prima mi sono informato... chi frequentava, chi vedeva anche solo di sfuggita, cosa faceva, dove andava...''
'' Perchè lo fa...''- fece Sakura riflettendo ed intuendo dove volesse andare a parare con quella frase -'' Quindi... tu sai anche in che rapporti era o è tutt'ora con i suoi colleghi.''
'' Esatto, sapevo che aveva reso la vita difficile ad un suo collega per una gelosia sentimentale... ed in cuor mio speravo di potergli dire che...''
'' Che il collega in questione non si era minimamente preoccupato di quello che gli era capitato e che al contrario ne era felice...''- fece Conan -'' in questo modo, sperava di fargli credere che non c'era modo nè speranza che qualcuno facesse quello sforzo in più che gli avrebbe salvato la vita.''
'' Ed in un certo senso ci sono riuscito... ma ho commesso un errore.''- fece l'ex poliziotto ridendo tristemente, forse per biasimare sè stesso -'' Se non avessi commesso l'errore di tenere in vita e rapire sua sorella... forse a quest'ora...''
'' Si sbaglia di grosso su questo punto.''- fece Conan -'' quello sforzo in più sarebbe stato fatto comunque. E per un semplice motivo. Il motivo che Sakura ha continuato a ripeterle fino a cinque minuti fa, ma che lei per ottusità si rifiuta di riconoscere.''
'' E' vero, Shiratori mi ha fatto passare un brutto momento sul lavoro ed ogni tanto...''- anzi, mooltoo spesso, avrebbe voluto dire -'' si ripresenta pure... ma ha avuto l'umilità di mettere da parte l'orgoglio quando ha toccato con mano di aver sbagliato e di chiedere perdono.''
'' Invece lei...''- fece il bambino -'' non solo ha sbagliato e rifiutato di ammettere le proprie responsabilità, ma ha anche tentato di addossarle ad un altro.''
'' E comunque... mi lasci dire un'ultima cosa...''- fece Takagi -'' Una persona può piacere o meno, questo è un fatto irrilevante quando si lavora per garantire e proteggere l'incolumità delle persone che ci stanno attorno. Civili e non.''
Un po' come quando arrivano sulla scena del crimine e mano a mano che le indagini procedevano, saltava fuori che la vittima tutto era stata in vita fuorchè uno stinco di santo.
Cosa importava però? Un omicidio restava pur sempre un omicidio. Ed anche un imbroglione o un farabutto meritava giustizia.
In quel momento, si sentirono suonare le sirene della polizia che accerchiavano la casa.
'' Pensatela pure così se volete...''- fece Shouto brandendo la pistola -'' ma in prigione per colpa di quell'infame... non ci torno.''
Nel dir così si puntò la pistola alla tempia e chiuse gli occhi, pronto a sparare.
'' NO!!!''- urlò Sakura con gli occhi vitrei -'' LA PREGO, NON LO FACCIA!!!''
'' EH NO, CARO!!!''- fece il piccolo Conan azionando la cintura spara-palloni prima e le scarpe potenzia calcio dopo per poi mirare con il pallone alla mano che teneva la pistola.
Lo colpì in pieno.
La pistola venne presa dalla giovane Sakura, mentre il fratello, appofittando della momentanea perdita di conoscenza dell'aguzzino che li aveva tormentati fino a pochi minuti prima, gli mise le manette ai polsi.

Pochi minuti più tardi, Akinari Shouto venne caricato sul sedile posteriore di una volante della polizia, in stato di arresto mentre l'ispettore Shiratori, ancora in stato d'incoscienza a causa della ferita e del fisico debilitato dai lunghi giorni di prigionia e dalle droghe che era stato costretto ad assumere, venne caricato in ambulanza dai paramedici.
Poco dopo, quando l'adrenalina che aveva in circolo andò via via scemando, anche Sakura svenne di colpo e solo la prontezza di riflessi del fratello le impedì di avere un incontro ravvicinato con il terreno fradicio di pioggia.
Subito, l'agente Sato richiese la presenza di un paramedico che la visitò immediatamente, rassicurando i presenti: Sakura era illesa, solo svenuta probabilmente a causa dello shock, ma niente per cui si riteneva necessario un ricovero in ospedale.
'' Tu occupati di tua sorella''- fece l'ispettore Megure -'' a questo criminale ora ci pensiamo noi e faremo i turni in ospedale per tenere d'occhio Shiratori.''
Takagi fece come gli era stato ordinato e ricondusse la sorella al suo appartamento. A casa, al sicuro.
Non fu per niente facile però riuscire a toglierle i vesti che aveva indossato per un giorno e mezzo per metterle almeno una camicia da notte pulita, e temendo che si svegliasse all'improvviso, magari in preda agli incubi o temendo un attacco di sonnambulismo nel quale la sua piccola avrebbe potuto farsi male, il poliziotto le rimase accanto, vegliandola per tutto il tempo, e alla fine, verso le due del mattino quando la pioggia incessante degli ultimi giorni che aveva minacciato di trasformare la città di Tokyo in un acquario gigante si calmò, il sonno lo colse e si coricò sul letto della sorella, tenendola stretta tra le braccia.
Proprio come aveva fatto i primi tempi in cui la sorellina piangeva per la mancanza del loro padre o quando correva da lui nel cuore della notte, sconvolta ed in lacrime, dopo aver sognato dei mostri orrendi.

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Capitolo 15
*** Cambiamenti poco graditi ed improvvisi ***


~~Quando Sakura riaprì gli occhi potè constatare con somma gioia che non si trovava più nè nella soffitta di Shouto e nemmeno nello scantinato della villetta che l'ispettore Shiratori aveva regalato all'ex amico e collega per aiutarlo a ricominciare punto e a capo.
Era nella stanza che il fratello le aveva messo a disposizione, nel suo appartamento, nel suo letto e con una camicia da notte pulita.
Ricordava tutto quello che era accaduto... lo scantinato, la paura di morire murata viva, i loro tentativi di fuga, Akinari che li aveva ripresi e minacciati di morte, gli sforzi che aveva fatto per convincerlo a fermarsi... era tutto stampato a fuoco nella sua mente.
Così come era rimasto indelebile il ricordo della morte di Yuky e dei giorni di prigionia nella villetta, la paura di non rivedere più nessuno dei suoi affetti più cari... per lo meno stavolta era finito tutto bene, senza vittime.
Sempre che Shiratori fosse riuscito ad arrivare in ospedale e che non fosse peggiorato.
Si alzò dal letto e mise la giacca a vento appoggiata sulla sedia dello scrittoio presente in camera e poi tirò le tende per vedere fuori dalla finestra.
Il tempo era nuvoloso.
Ma si vedevano dei raggi di sole che filtravano dalle nuvole.
'' Quando si dice... c'è sempre il sole dietro alle nuvole...''- pensò tra sè e sè.
S'infilò un paio di pantofole e si diresse in cucina, dove suo fratello aveva già apparecchiato per due e al momento armeggiava con una ciotola, una frusta per i dolci e con un impasto marroncino.
'' Buongiorno principessa.''- la salutò allegramente il fratello -'' i pancake sono quasi pronti... che ci vuoi dentro, crema di cioccolato o marmellata di fragole?''
'' Cioccolata, grazie.''- fece la ragazza prendendo posto a tavola.
Come se ci fosse bisogno di chiederlo... quella era una delle tante cose su cui lei e suo fratello erano sempre d'accordo.
'' Come sta l'ispettore Shiratori?''- chiese Sakura sorseggiando il caffè con polvere di cioccolato che il fratello le aveva preparato mentre era ancora immersa nel mondo dei sogni.
Guardò l'orario sull'orologio appeso al muro.
Le dieci e mezza del mattino.
Non c'era che dire, si era fatta una bella provvista di sonno.
D'altronde, avrebbe sfidato chiunque a non diventare quasi anestetizzato agli impulsi del mondo esterno, scorrere del tempo compreso, quando si aveva ormai la sicurezza di poter abbassare la guardia e tirare un po' il fiato dopo aver passato diverse ore (?) a doversi difendere e stare in guardia contro un ex poliziotto psicopatico.
'' Ha fatto tribolare gli infermieri e i dottori di turno al pronto soccorso per tutta la notte.''- fu la risposta del fratello -'' Chiba è andato a chiedere notizie alla signorina Kobayashi: fortunatamente la tubocurarina non ha avuto effetti collaterali sulla muscolatura liscia, ma ha rischiato un' overdose con i controfiocchi. Adesso è stabile, anche se non ha ancora ripreso i sensi.''
'' Mi ha detto che lo ha drogato più volte, anche se di tanto in tanto diminuiva il dosaggio...''- fece la sorella poggiando la tazza ormai vuota sul tavolo -'' è davvero un miracolo che il suo cuore non si sia fermato...''
'' No, il miracolo per cui deve ringraziare...''- fece Takagi -'' è che tu passassi di lì ed abbia notato il sangue che gocciolava dalle assi della soffitta. In quel caso, ti posso assicurare che non avrebbe avuto scampo.''
'' E Akinari Shouto, invece?''
'' L'ispettore Megure e Sato l'hanno messo sotto torchio ed interrogato per tutta la notte... ma quel farabutto non ne vuol sapere di dire nemmeno una parola.''
Non osava immaginare cosa avrebbe fatto alla sua sorellina e al collega se non fosse riuscito a trovare la copia del contratto di vendita provvisto di indirizzo nascosto nel telaio del portafoto.
Di sicuro, quando e soprattutto se avessero trovato il posto giusto, avrebbero trovato solo due cadaveri.
Scosse la testa e si scompigliò i capelli.
Non voleva nemmeno pensarci.
Bastava solo l'ombra di quel pensiero per fargli attorcigliare lo stomaco.
Si consolò pensando che per fortuna, lui e Conan erano riusciti ad impedirgli di usare la pistola e che da dove si trovava in quel momento non poteva nuocere più a nessuno.
Tranne che a sè stesso.
'' Tu invece come ti senti?''- fece il poliziotto.
'' Bene... direi... un po' frastornata, e non posso negare di essere stata meglio... ma sto bene. Non sono io quella che ha patito il tormento peggiore.''
In fin dei conti... non era lei ad essere stata drogata a tradimento, impossibilitata a muoversi per un numero indefinito di ore con i muscoli tesi sino allo spasimo, senza cibo e con l'unica concessione ogni tanto di un po' d'acqua... e soprattutto non era stata lei ad essere appesa a testa in giù come un salame con una ferita alla gola che l'avrebbe fatta morire dissanguata in poco meno di un'ora.
Ma quando era arrivata lei, il grosso era già passato.
'' E' pazzesco sai...''- fece Sakura iniziando a mangiare il dolcetto che il fratello aveva preparato per colazione -'' che due persone che si volevano bene come fratelli pur non essendolo veramente... arrivino a questo punto.''
Takagi sospirò, giocherellando con la forchetta sul suo pancake.
Anche per lui tutta quella faccenda aveva avuto dell'incredibile... da quello che il signor Kamei aveva raccontato loro, Shouto non si era assolutamente presentato come il tipo che cercava di accattivarsi le simpatie di qualche compagno di corso particolarmente abbiente con l'intenzione di approfittarsi della sua amicizia o di spillargli dei soldi, anzi... poi però l'ambizione aveva rovinato tutto.
Ne aveva visti a dozzine di casi così... amicizie storiche o amori che sembravano inossidabili, poi un fattore scatenante decideva che la magia era durata pure troppo... e si innestava una catena di tradimenti e colpi bassi che a volte finiva nel sangue.
E stavolta c'erano andati davvero vicino.
Ma anche lui non riusciva a capire come fosse possibile che un sentimento così profondo, come l'amicizia, potesse di punto in pianco trasformarsi in un sentimento così nero e di distruttività devastante.
In cuor suo sperava di non dover mai sperimentare sulla sua pelle cosa si provava quando si veniva presi di mira dalla persona di cui si fidava di più al mondo.
'' Non succederà.''- e di questo ne era certo.
Ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Come era certo che nessuna delle persone che conosceva gli avrebbe chiesto quello che Akinari aveva chiesto a Shiratori.
'' A proposito, grazie... per essere venuto a prendermi.''- lo ringraziò la sorella con un sorriso.
Takagi ricambiò.
Una volta le aveva detto che se fosse stato necessario sarebbe andato a riprenderla persino nel meandro più oscuro dell'inferno. E l'avrebbe fatto. Più e più volte.

Aveva chiamato l'ispettore Megure per dirgli che Sakura stava bene.
Un po' frastornata forse, ma stava benissimo. L'ispettore gli aveva dunque chiesto di condurre la ragazza alla centrale il prima possibile per dare la sua deposizione sui fatti che l'avevano coinvolta... di nuovo.
A ben vedere, Sakura non avrebbe dovuto prendere parte alle indagini sul rapimento dell'ispettore Shiratori. Ma si era impuntata che doveva indagare e non c'era stato verso di farla desistere. E si era quasi fatta ammazzare.
Ed il perchè ormai l'avevano capito anche i sassi.
'' Che ne dici?''- fece Takagi camminando con la sorella nel corridodio dell'ospedale di Beika con un cestino pieno di mele, arance e qualche banana in mano.
L'ospedale si trovava sulla strada per la centrale di polizia, perciò avevano deciso di fermarsi in ospedale per sapere come stava l'ispettore.
'' Adesso puoi ricominciare?''
'' Non so di cosa tu stia parlando...''- fece Sakura senza capire dove il fratello volesse andare a parare con quella domanda.
'' Andiamo, Saku...''- la rimbrottò affettuosamente il poliziotto -'' Sono sei mesi che sei cambiata... adesso ti metti pure ad indagare con la polizia.''
'' Non mi pare una cosa così straordinaria...''- fece la ragazza -'' primo anno di giornalismo... un giorno avrò dei contatti in polizia per scrivere degli articoli... mi sto impratichendo. Tutto qui.''
'' Vorresti farmi credere che Yuky non c'entra nulla?''
Sakura si paralizzò sul posto nel sentire di nuovo il nome dell'amica scomparsa... a causa dei deliri e della missione '' di giustizia'' di un uomo mentalmente disturbato.
Suo fratello aveva centrato il punto.
Avevano rapito Shiratori. Ok, le era dispiaciuto pur non essendo in grado di considerare l'ispettore Ninzaburo come il suo migliore amico e nemmeno la persona a cui confidare dei segreti, ma le era dispiaciuto e confidava che la polizia sarebbe riuscita a salvarlo in tempo, complice anche la consulenza del detective Goro e di quel ragazzino con gli occhiali...
Poi era cambiato tutto. Di punto in bianco.
Era cambiato tutto quando Shouto aveva deciso che sarebbe stata lei a portare la busta in cui si presentava e presenteva anche i motivi che l'avevano spinto ad agire in quel modo.
Shiratori era rimasto vittima di un pazzo che non voleva riconoscere che le disgrazie che gli erano successe erano da imputare solo a sè stesso e quindi cercava di dare la colpa a qualcun altro.
Proprio come era successo alla povera Yuky.
'' So che ti senti ancora in colpa per quello che è successo.''- fece Takagi -'' E credimi, non sai quanto sono fiero di te per come hai gestito tutta questa situazione.. ma anche se salvi tutte le vittime di qualche psicopatico che ci sono al mondo... Yuky non tornerà.''
'' Lo so. E' solo che...''- fece Sakura tremando di rabbia -'' Quando l'ispettore Ayanokoji ci ha raccontato tutta la storia, l'ho sentito come un fatto personale... e non farmi parlare di tutte le volte che quel deviato apriva bocca. Da prenderlo a randellate.''
Ancora le prudevano le mani dalla voglia di gonfiargli la faccia come un pallone per tutta la paura ed il dolore gratuito che aveva causato solo per il suo egoismo.
'' Lo so.''- fece prendendola sotto braccio, continuando a camminare -'' ma adesso è tutto passato. Stavolta non uscirà più. Il conto sarà salato. Ora puoi smetterla di punirti a questo modo.''
Continuando a camminare si ritrovarono davanti alla stanza dell'ispettore Shiratori.
Fu il poliziotto a bussare alla porta.
'' Avanti.''- fece una voce femminile dall'interno.
'' Fermiamoci poco... mi sa che disturbiamo.''- scherzò il poliziotto aprendo la porta.
Ed in effetti non aveva tutti i torti.
Sakura rimase a bocca aperta quando vide di persona la fidanzata dell'ispettore Shiratori.
Acconciatura, taglio degli occhi, tratti somatici... se non fosse stato per gli occhiarli, l'espressione timida ed i vestiti... avrebbe detto che quella donna era l'agente Sato.
Suo fratello le aveva detto in effetti, che Shiratori aveva corteggiato per diverso tempo la poliziotta perchè si era messo in testa che Sato e la bambina che aveva incontrato in passato nonchè artefice della sua decisione di entrare in polizia fossero la stessa persona, causa il fatto che si somigliavano come due gocce d'acqua... ma non avrebbe mai immaginato che la somiglianza fosse tale quasi da confonderle.
Probabilmente, se Miwako si fosse messa un paio di occhiali e un vestito come quello che indossava la signorina davanti a loro, sarebbe stato difficile distinguere chi era l'una e chi era l'altra.
'' Agente Takagi, che piacere rivederla...''- li accolse la signorina.
'' Eravamo qua di passaggio, così abbiamo pensato di fare un salto...''- fece il poliziotto avvicinandosi al letto dove il collega era disteso, incosciente, con una mascherina sul viso e l'ago di una flebo nell'incavo del gomito.
Era anche collegato ad un computer che ogni tanto si faceva sentire con un '' bip'' ripetuto e continuo, quasi infernale.
'' La prego...''- fece il poliziotto indicando la sorella -'' Mi permetta di presentarle mia sorella Sakura. E' lei la persona che è stata rapita assieme all'ispettore Shiratori... ed è anche la persona che ha impedito la morte per dissanguamento di Shiratori.''
Sakura accennò un lieve inchino, come per presentarsi -'' Taru, non esagerare...''- in fin dei conti era stato Conan a prendere in mano la situazione e capire il trucco della botola nascosta.
'' Ti sono molto riconoscente per quello che hai fatto per lui.''- fece la maestra elementare, sorridendole.
'' Per favore, non lo dica nemmeno... a proposito, adesso come sta?''- fece Sakura.
La donna riprese posto sulla sedia vicino al letto, sospirando assonnata.
'' E' stato in bilico per quasi tutta la notte, ma per fortuna sono riusciti a stabilizzarlo... hanno detto che è fortunato ad essere ancora vivo con tutto quello che ha passato negli ultimi giorni...''
A ben vedere, erano stati non fortunati, quasi graziati per bontà divina.
Se suo fratello non fosse riuscito a trovare la copia del contratto in casa di Shiratori.... minimo minimo a quell'ora sarebbero stati entrambi in ospedale, ma sui tavoli d'acciaio dell'obitorio in attesa di riconoscimento.
Era la terza volta in sei mesi che la scampava per un pelo.
'' Mi raccomando... stavolta deve pagarla cara.''- si raccomandò la donna.
'' Signorina, non deve assolutamente preoccuparsi di questo...'' - la tranquillizzò il poliziotto -'' Stavolta entra in galera e non ne esce più.''
E anche se il processo nei suoi confronti, ancora doveva essere celebrato, si sentiva sicuro di poter fare tale affermazione.
Aveva sequestrato e quasi ucciso un ufficiale di polizia. Lo stesso aveva fatto con la sorella di un poliziotto.
Tra la testimonianza di Sakura e quella di Shiratori, quando si fosse rimesso in piedi... perchè ne era certo, presto si sarebeb svegliato e magari avrebbe rimproverato i colleghi con un '' Perchè ci avete messo tanto?'', con quell'aria a strafottente che lo distingueva... ma sarebbe uscito da quell'ospedale sulle sue gambe e avrebbe fatto in modo che quel folle criminale pagasse sino in fondo per i crimini commessi contro di lui e contro la ragazza che aveva preso in ostaggio assieme a lui.
E stavolta non avrebbe avuto aiuti nemmeno da Shiratori.
Sapeva come ragionava l'ispettore.
O tutto o niente.
E per quell'amico che lui aveva cercato di salvare, malgrado ne fosse stato profondamente deluso... non c'era più niente.

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Capitolo 16
*** Il serpente continua a mordere ***


~~'' Quindi, ricapitolando...''- fece Sato annotando le ultime cose sul fascicolo. Dopo la visita in ospedale i due fratelli si erano diretti entrambi alla centrale di polizia, per prendere servizio ed assistere all'interrogatorio lui, e per dare la sua deposizione in qualità di testimone oculare lei.
Era stata Sato a prendere l'incarico di prendere e mettere a verbale la testimonianza della giovane Takagi ed in quel momento le due donne si trovavano in una delle tante sale colloquio della centrale con davanti una tazza di caffè.
'' Sei uscita dalla centrale e quasi d'impulso hai deciso di andare a casa di Akinari Shouto con l'intenzione di scovare qualche indizio utile per ritrovare l'ispettore Shiratori. Hai incontrato Conan ed approfittando del fatto che il rapitore fosse fuori casa siete entrati assieme ed avete trovato l'ispettore, più morto che vivo...''
'' Io direi, praticamente morto.''- fece Sakura -'' Shouto gli aveva legato polsi e caviglie e l'aveva appeso a testa in giù, dopo avergli ferito la gola... quando abbiamo trovato quel poveretto era più di là che di qua.''
Sato annuì.
In effetti, in ospedale oltre a stabilizzarlo e ridurre l'effetto dell'overdose avevano anche dovuto fargli diverse trasfusioni.
Non c'era che dire... nella sua pazzia e nella sua malvagità era stato geniale.
Shiratori non aveva modo di salvarsi in nessun modo, sistemato in una posizione del genere. L'unica speranza che aveva era che qualcuno deducesse miracolosamente e con zero elementi in mano che una piccola area sporgente del soffitto era una botola e che fosse tenuto prigioniero lì... il tutto prima che sopraggiungesse la morte per dissanguamento.
'' Ok... Conan si è allontanato per cercare aiuto mentre tu sei rimasta con Shiratori per prenderti cura di lui come potevi... poi sei scesa dalla soffitta e ti sei ritrovata faccia a faccia con il sequestratore... ho capito bene sinora?''
'' Sì. Confermo. Ogni parola.''- fece la ragazza sorseggiando un po' di caffè -'' Ero scesa per recuperare dalla borsa che avevo lasciato cadere a terra per lo spavento quando ho visto il sangue alcune barrette energetiche, per vedere se riusciva a buttar giù qualcosa di commestibile... ma quando stavo per ritornare dall'ispettore, Shouto mi ha puntato contro la pistola. Poi ci ha caricati in auto tutti e due... e quando abbiamo ripreso i sensi ci siamo ritrovati in uno scantinato. Con una pila di mattoni e calce al posto della porta.''
Sato annotò tutto.
Francamente si stupiva del fatto che non si fosse fatta prendere dal panico ed avesse mantenuto lucidità sufficiente per tentare almeno di scappare.
Ma in fin dei conti... che c'era di strano? L'aveva conosciuta ormai e sapeva che era una ragazza coraggiosa.
Da quel punto in poi non la interruppe più e Sakura le raccontò di come la calce dei mattoni fosse ancora fresca e che di come quindi fosse stato possibile scalfirla per poi togliere i mattoni. Erano quasi riusciti a scappare quando l'ispettore aveva iniziato a dare segni di cedimento e che allora si erano attardati per permettergli di recuperare le forze. In quel momento era arrivato Akinari che scoperto il loro piano di fuga li aveva messi sotto il tiro della sua pistola.
Solo l'arrivo di Takagi e di Conan aveva impedito il realizzarsi di quel progetto criminale e Conan aveva anche impedito a Shouto di farla franca togliendosi la vita.
'' Ho capito.''
'' Che ne dici?''- fece Sakura con un tono speranzoso e preoccupato allo stesso tempo -'' è abbastanza?''
'' Per incriminarlo dici?''- fece la poliziotta -'' non ti preoccupare. Ci sono troppe prove a suo carico.... la tua giacca ritrovata nella soffitta, tracce organiche lasciate dall'ispettore come qualche capello e residui di saliva su quella bottiglietta di plastica, la tua testimonianza e quella che darà Shiratori quando avrà ripreso le forze... e poi c'è questo.''
Nel dir così mise di fronte alla ragazza il referto che proveniva dal laboratorio di analisi della polizia.
'' Prima non avevamo prove contro di lui, ma con il putiferio che si è scatenato nel suo appartamento e poi nella casa che Shiratori gli aveva regalato, il giudice ci ha firmato il mandato per il test del DNA.''
'' Che a quanto pare... conferma che il DNA di Shouto corrisponde al 100% con i residui di saliva nel bicchiere da cui ha bevuto il rapitore a casa di Shiratori.... quindi, al processo non ci dovrebbero essere soprese...''
Sato annuì.
Il fidanzato ci aveva azzeccato in pieno.
Sakura non avrebbe avuto pace fino a quando non avrebeb avuto la certezza matematica che l'uomo che aveva quasi ucciso l'ispettore incolpandolo di tutte le recenti sfortune della sua vita, avrebbe pagato per tutto il dolore inutile che aveva causato.
Il destino era stato veramente infame con lei.
Non solo ogni santa volta che metteva piede a Tokyo, fosse perchè era di passaggio o perchè aveva deciso di fare una sorpresa al fratello maggiore, si ritrovava coinvolta in un caso particolarmente pericoloso, ma per giunta si ritrovava coinvolta in un caso che assomigliava spaventosamente al caso che le aveva letteralmente sconvolto la vita e che per poco non gliela portava via per sempre.
'' Non è compito tuo.''- fece Sato.
'' Come?''
'' Non è tua la responsabilità di assicurarti che un criminale paghi per ciò che ha fatto e finisca i suoi giorni in prigione.''
'' Sì, lo so... ma...''
'' Lascia che ce ne occupiamo noi di certe cose, è il nostro mestiere. E quelli che lavorano qui sono tutti professionisti abilitati e ligi al dovere.''
Sakura in quel momento dovette mordersi l'interno della guancia destra per non scoppiare a ridere.
E con quello aveva appurato che la poliziotta più abile e corteggiata della questura di Tokyo era completamente all'oscuro che i '' professionisti abilitati e ligi al dovere'', come li chiamava lei, passavano la maggior parte del tempo a rompere le scatole a suo fratello perchè non digerivano che la donna aveva posato gli occhi su di lui e l'aveva scelto come uomo della sua vita.
'' Allora non c'è da preoccuparsi...''- fece la ragazza con un'espressione scettica in viso.
Altrochè se c'era da preoccuparsi.
'' A proposito di poliziotti in gamba...''- fece poi la poliziotta mentre accompagnava la ragazza all'uscita della centrale -'' Hai avuto modo di parlare con tuo fratello?''
La ragazza lo guardò sopresa.
'' Se ti riferisci al fatto che devo smettere di torturarmi per quel che è successo, sì, mi ha già fatto un discorso simile...''
'' No, non mi riferisco a quello...anche se mi fa piacere che te ne abbia parlato...''- fece Miwako-'' sai che siamo riusciti ad individuare la casa perchè avevamo l'indirizzo sulla copia del contratto d'acquisto che abbiamo trovato a casa di Shiratori no?
Ma quello che forse non sai è che abbiamo messo a soqquadro la casa più volte alla ricerca di quel pezzo di carta e senza risultato. Tuo fratello è rimasto a cercare un po' più a lungo e dopo venti minuti ci ha chiamato per comunicarci che l'aveva trovato e che si stava dirigendo sul posto. Mi chiedevo se tu sapessi come ha fatto a trovarlo, visto che sembrava sparito da quella casa se non addirittura mai custodito lì.''
'' No...''- fece Sakura. Ad onor del vero non avevano proprio parlato della tipologia investigativa usata.
Avevano parlato solo delle condizioni di Shiratori, delle possibilità di Akinari Shouto di potersi salvare... e del fatto che non fosse un suo problema se un criminale marciva in prigione o meno.
'' Non mi ha detto niente a tal proposito...''- proprio in quel momento arrivarono proprio davanti alla sala interrogatori occupata da Shouto e le due donne si ritrovarono davanti un Takagi che usciva proprio da quella stanza, con lo sguardo semisconvolto ed il respiro affannato.
'' Taru...''- fece la sorellina.
'' Ehy...''- gli si avvicinò la poliziotta -'' cos'è successo, non stai bene?''
'' No, tutto a posto... sono solo uscito... un attimo, per riprendere fiato.''
'' Sei sicuro?''- fece Sakura poco convinta -'' sembra che tu abbia appena dato un pugno a qualcosa o qualcuno...''
Wataru sorrise nervosamente.
'' Ci hai... quasi azzeccato.''
Sato guardò il fidanzato stupita. Era conosciuto in centrale come la persona più mite, gentile e a volte remissiva della centrale...
Se qualcuno fosse andato in giro a dire che era rimasto coinvolto in una rissa e che più che prenderle le aveva date, quel qualcuno sarebbe stato etichettato all'istante come '' soggetto pericoloso'' e '' pazzo da rinchiudere''.
Ma in quel momento... aveva davvero l'aria di una persona che aveva dovuto lottare contro sè stessa, con tutte le sue forze pur di non cedere alla tentazione di fratturare il setto nasale a qualcuno.
E non ci voleva un genio per capire su chi avrebbe voluto abbattere un bel diretto.
Akinari Shouto.
Di sicuro.
'' Quel tizio continua ad atteggiarsi a paladino della giustizia e preventore del male?''- fece Sakura guardando con rabbia verso la porta della sala interrogatori.
Takagi annuì.
'' Esatto. Continua a dire che tutto quello che ha fatto, l'ha fatto per proteggere la società da un potenziale criminale e che ha solo dato a Shiratori la lezione che meritava per essere andato contro la giustizia.''
'' Ma che lurido...''- fece Sato andando a passo spedito verso la stanza con gli occhi viola che tremolavano.
Giustizia... quella parola che tanto amava e per la quale aveva giurato di consacrare la sua vita al servizio di essa sulla tomba di suo padre, aveva un tono terribilmente stonato anche solo pensando che fosse uscita dalla bocca di quell'essere deprecabile.
Aveva una voglia matta di dargli una lezione... solo la vista del suo sangue scuro l'avrebbe calmata.
Villipendio della parola giustizia. Un reato imperdonabile.
'' Per l'amor di tutto ciò che ritenete santo e puro nell'universo, che nessuno lo picchi.''- pregò Sakura ad alta voce.
I due la guardarono straniti.
Sembrava quasi che il fatto che continuasse a definirsi il paladino della giustizia, le fosse quasi indifferente... piuttosto strano visto che per l'intero caso si era praticamente auto incaricata di salvare l'ispettore Shiratori dalle mani di quel folle furioso.
'' E' ciò che vuole.''- spiegò la ragazza.
Takagi riflettè per un attimo, poi capì dove voleva arrivare la sorella.
Decisamente, per quanto quell'individuo fosse sporco, detestabile, e pareva aver scritto in faccia '' Prendimi a calci'' era consigliabile non toccarlo neanche per sbaglio.
Se per caso un poliziotto durante l'interrogatorio si fosse lasciato prendere dai nervi e avesse ceduto alla tentazione di fargli abbassare la cresta con qualche colpo ben assestato ma non così forte da causare danni permanenti, persino un avvocato della difesa laureato da un paio di mesi avrebbe potuto insinuare nel giudice e nella giuria il ragionevole dubbio che la confessione gli fosse stata estorta con la forza e quindi resa invalida.
'' Cavolo...''- fece Sato capendo dove volesse andare a parare la piccola Takagi -'' non si smentisce mai...''
'' Sakura ha ragione. Lasciamolo parlare. In fin dei conti... è solo un criminale. Come uno dei tanti a cui diamo la caccia... merce avariata. Ne meno ne più.''- fece il poliziotto -'' oh, a proposito... ho ricevuto una mail dalla signorina Kobayashi... Shiratori ha ripreso conoscenza.''
Le due donne tirarono un sospiro di sollievo.
Sakura in particolar modo riprese a respirare.
La prima buona notizia da quando era cominciata tutta quella storia...
'' Che ne dite, possiamo andare a trovarlo secondo voi?''- propose Sakura.
'' Tu va avanti, noi ti raggiungiamo appena finito qui...''- fece Wataru -'' anche perchè quando si è svegliato ha avuto una specie di attacco isterico e ha chiesto in che stanza sei stata ricoverata.''
Sakura annuì e corse fuori dalla centrale in direzione dell'ospedale.
Non avrebbe mai pensato che si sarebbe preoccupata o che sarebbe stata in ansia per quel tale.
Solo a Tokyo le succedevano certe cose.

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Capitolo 17
*** Una vita in solitudine ***


~~'' Aspetti signore, la aiuto...''- fece Sakura correndo sulla scalinata dell'ospedale centrale di Beika, dopo aver visto che da un taxi era uscito un uomo sui settant'anni che portava due buste da lavanderia, una per mano.
'' La ringrazio signorina, lei è un angelo...''- il signor Isokichi riconobbe subito la ragazza che si era offerta di aiutarlo e subito le rivolse un sorriso pieno di gratitudine. E non solo per le buste -'' Signorina Takagi... che piacere incontrarla.''
Sakura lo guardò stranita.
Quell'uomo la conosceva... peccato che lei non conoscesse lui. Cercò di fare mente locale, in fin dei conti non era la prima volta che le capitava di essere saluta da qualcuno che lei non ricordava di conoscere ( e per la maggior parte erano clienti del maneggio di famiglia a cui ogni tanto dava una mano a montare a cavallo o a cui dava spiegazioni su come governare l'animale per evitare di ritrovarsi a terra con qualche osso in una posizione irregolare) e lei salutava di rimando... ma francamente non ricordava di aver visto quell'uomo nè a Kyoto dove era nata e cresciuta nè nella città in cui si trovava in quel momento.
'' Mi scusi, ci conosciamo?''
'' Oh, già è vero... lei non sa chi sono io...''- fece l'uomo sfiorandosi il capo dopo aver realizzato che la signorina di fronte a lui non poteva in alcun modo ricordarsi di lui in quanto non si erano mai incontrati di persona -'' Mi presento: sono Isokichi Kamei. Il maggiordomo della famiglia Shiratori.''
'' Oh, quindi è lei...''- fece la ragazza. In effetti aveva sentito dire che l'ispettore Shiratori era di famiglia ricca oltre che essere un '' gran simpaticone''.
'' Già... non so davvero come ringraziarla per essere rimasta accanto al signorino e per averlo aiutato...''
'' Si figuri, non è stato niente...''- certo, rischiare di morire morta ammazzata da un un folle che non vedeva i suoi errori nemmeno a spiattellarglieli davanti e che aveva deciso di far fuori il suo ex amichetto del cuore non era quello che aveva in programma... ma suo padre e sua madre avevano dato un insegnamento fondamentale ai loro due figli.
'' Fate sempre del vostro meglio, aiutate tutti come e quando potete e non lasciate mai indietro nessuno. Non tiratevi indietro se sentite di essere coinvolti.''
Lei l'aveva fatto. Sentiva di poter aiutare Shiratori ad uscire da quella situazione disperata e di potergli mostrare una nuova alba e l'aveva fatto.
Come suo fratello faceva ogni santo giorno per lavoro.
'' Mi creda... anche il signore e la signora le sono molto riconoscenti per questo.''
'' A proposito, ora che me lo ha fatto venire in mente...''- fece la giovane camminando con l'uomo in direzione della stanza dell'ispettore -'' i suoi genitori... come mai non si sono ancora fatti vedere?''
Miwako le aveva detto che appena appurato che Shiratori era assente dalla propria casa e dal lavoro non per propria volontà aveva tentennato nell'avvertire la fidanzata dell'ispettore perchè non riusciva in alcun modo a trovare un modo delicato per informarla della scomparsa misteriosa del suo amato e soprattutto perchè non poteva darle nessuna certezza e si rifiutava di darle false speranze, ma di aver avvertito i suoi genitori immediatamente... ed era passato qualche giorno ormai... e i genitori di Shiratori ancora non si erano fatti vedere.
'' Beh, ecco... quando sono stati informati della questione... erano a Parigi per discutere di un importante affare. Immagino che non siano ancora riusciti a far ritorno in Giappone...''
La ragazza si paralizzò sul posto.
Trattative per un affare importante? Impossibilitati a tornare?
Il loro unico figlio era stato preso di mira da uno psicopatico che avrebbe preferito farsi squarciare la bocca piuttosto che chinare il capo e dire '' Ho sbagliato. Domando il vostro perdono.'' Dire che c'era mancato poco era un eufemismo, al momento era ricoverato in ospedale... cosa c'era di più importante che stargli accanto?
'' Sanno che hanno quasi perso un figlio, vero?''- fece la ragazza con un tono di voce acido e scettico.
'' Sì... ed hanno detto che avrebbero fatto ritorno quanto prima...''
'' Ridicolo. Ha bisogno anche dei suoi genitori. Soprattutto.''
'' Lo so, lei ha ragione...''- sospirò l'uomo -'' ma la cosa positiva è che il signorino c'è abituato.''
'' Come...?''
'' Beh... diciamo solo che a volte ci sono persone che non sono capaci di mantenere la propria professione e allo stesso tempo fare i genitori...''
'' Mi faccia capire... lei mi sta dicendo che...''
L'uomo annuì tristemente.
'' Iniziative genitori alunni, feste di compleanno, recite scolastiche... ho sempre presenziato io a tali occasioni.''
Sakura abbassò gli occhi.
Solo adesso capiva come mai una persona intelligente come Shiratori fosse caduta nella trappola di Shouto.
Aveva avuto tutto, e forse più di quanto avesse realmente bisogno e più di tanti altri... ma aveva dovuto pagare la solitudine come scotto.
Aveva bisogno di un amico... e Shouto pareva essere il toccasana di cui aveva bisogno.
Peccato che poi si fosse rivelato come la mela avvelenata della fiaba di Biancaneve... invitante e dall'aspetto rassicurante da fuori, ma velenoso e terribilmente pericoloso dentro.
Questi pensieri li accompagnarono sino alla camera dell'ispettore.
'' Oh, Sakura sei tu...''- la accolse la signorina Kobayashi con due lacrimoni di felicità e sollievo agli occhi.
'' Come sta?''- s'informò il maggiornomo guardando in direzione della porta della camera dell'ispettore.
'' Ha ripreso conoscenza ed era molto agitato...''- fece la maestra -'' comunque adesso il dottore lo sta visitando...''
La ragazza le mise una mano sulla spalla per calmarla.
'' Stia tranquilla... sono certa che presto ci sarà un'ottima notizia...''- nemmeno a farlo apposta in quel momento, uscì un medico dalla stanza del poliziotto.
'' Chi di voi è qui per Ninzaburo Shiratori?''- s'informò il dottore.
'' Lo siamo tutti.''- fu la risposta della maestra elementare -'' come sta...?''
Il dottore li tranquillizzò.
'' Ha superato la crisi di stanotte e i suoi valori sono tornati nella norma. La febbre scenderà, deve solo dormire e stare a riposo. Mi raccomando, anche dopo che sarà dimesso... cercate di tenerlo il più lontano possibile da situazioni stressanti.''
'' Certo, lo faremo senz'altro.''- fece la signorina Kobayashi ringraziando il medico, per poi iniziare a barcollare all'indietro quando il dottore se ne fu andato. Ci pensarono Sakura ed il maggiordomo della famiglia Shiratori a farla sedere su una delle poltroncine.
'' Signorina...''
'' Che cos'ha, si sente male?''- fece Sakura preoccupandosi. La maestra non aveva una bella cera.
'' Nonono, sto bene... credo di essere solo un po' stanca, tutto qui.''- li rassicurò la donna.
'' Si faccia controllare dato che siamo in ospedale... la prudenza non è mai troppa.''- le suggerì la ragazza -'' resterò io con l'ispettore, non si preoccupi.''
'' Questa signorina ha ragione...''- fece il signor Kamei aiutando la donna ad alzarsi -'' si faccia controllare e poi l'accompagnerò a casa in modo che possa riposarsi un po'.''
'' Siete sicuri che sia una buona idea...?''- tentennò la signorina, titubante. L'ultima volta che aveva salutato il fidanzato con la promessa che sarebbe stato lui a rivederlo per primo dopo una piccola assenza, l'aveva quasi perso e rischiato di non rivederlo più.
'' Non credo ci sia da preoccuparsi...''- la tranquillizzò Sakura -'' Akinari Shouto in questo momento se ne sta in una sala interrogatori della questura centrale, con tre poliziotti a fargli il terzo grado, dubito fortemente che si farà vedere nei dintorni.''
'' Hai ragione...''- fece Sumiko convincendosi.
'' Comunque se si fa vedere qualcuno con delle idee strane non si preoccupi... lo proteggo io sino al suo ritorno.''
La maestra si allontanò con un sorriso che diceva -'' So che lo farai.''

'' Sakura... che piacere...''- fece l'ispettore ancora disteso sul suo letto, con una voce flebile.
Era ancora molto pallido ed aveva ancora l'ago della flebo nell'incavo del gomito.
Non c'era che dire se l'era vista brutta. Molto brutta.
'' Anche per me è un piacere rivederti... ''- fece la ragazza prendendo posto sulla sedia vicino al letto -'' come ti senti?''
'' Posso essere sincero?''
'' Devi.''
'' Ok, vediamo se riesco a rendere l'idea... mi sento come se qualcuno mi avesse tenuto la testa ferma su una macchina per fotocopie accesa per svariate ore di fila e come se mi avessero investito ripetutamente, tutto insieme.''
'' In poche parole, uno straccio.''
'' Appunto... tu invece? Come stai?''
'' Sto bene. Sono solo svenuta dopo che ci hanno liberato, ma Taru mi ha riportato a casa immediatamente.''
'' Ho capito... beh, sono contento.''- fece Shiratori sospirando di sollievo per poi trattenere un gemito di dolore alla base del collo. L'analgesico che il dottore gli aveva somministrato o non era poi così efficace come credeva o non aveva ancora iniziato a fare effetto -'' Lo so. Hai qualcosa da dire.''
Sakura lo guardò sbalordita.
Il fatto che leggesse anche nel pensiero il fratello non gliel'aveva accennato... o meglio sì, ma credeva che quel '' super potere'' entrasse in funzione solo quando pensava che qualcuno stesse cercando di soffiargli la ragazza.
'' Quando tu e tuo fratello siete nervosi, volete dire qualcosa ma non sapete come dirlo e nemmeno se è il caso... strofinate consulsamente i palmi delle mani sui pantaloni.''- spiegò l'ispettore.
Niente da dire, aveva centrato il punto: un modo come un altro per gestire lo stress. A scuola lo usava per scaricare l'agitazione quando i professori dovevano decidere chi interrogare e lei pensava di non essere in grado di sostenere un'interrogazione quel giorno... o quando doveva parlare di argomenti delicati con un qualcuno che non sapeva mai come reagiva.
'' A dire il vero io... volevo chiederti scusa. Io ho sempre pensato che fossi un riccastro viziato, arrogante e presuntuoso a cui ripetono fin da quando era alto un metro e un tappo che può avere tutto quello che vuole, basta che manifesti il proprio volere... ma ho scoperto delle cose che rendono questo ritratto... un po' meno vero di quel che credevo.''
Shiratori sorrise tiratamente.
'' Tu non hai niente di cui doverti scusare...''- la rassicurò Shiratori -'' hai ragione, non nego di essere a conoscenza che qualcuno mi trovi arrogante e presuntuoso... e se chiedi a tuo fratello, lui confermerà... ma so anche che non ho mai fatto nulla per farmi degli amici.''
Francamente trovava strano... che quella ragazza che lui stesso in passato aveva arrestato e con la quale si era comportato tutt'altro che cavallerescamente e che aveva più di un valido motivo per vederlo come il fumo negli occhi... avesse accettato, anzi no, si fosse offerta volontaria di restare con lui in quelli che avrebbero benissimo potuto essere gli ultimi giorni sulla terra, rischiando di venire uccisa.
E trovava alquanto strano, che suo fratello maggiore, anche lui con un valido motivo per non sopportarlo fosse quello che era andato in loro soccorso.
Non era svenuto. Aveva solo chiuso gli occhi per cercare di riposarsi un po' ora che sapeva a colpo sicuro che sarebbero usciti vivi da lì... e si era stupito non poco nel sentire che il collega contro cui aveva aizzato quasi trenta poliziotti e che in passato ostacolava come meglio poteva, sarebbe andato comunque in suo soccorso, che sua sorella fosse coinvolta o meno.
'' Sai, perchè al di là di tutto... Miwako ha sempre preferito tuo fratello a me? O a qualunque altra persona incontrata nei tre anni successivi al caso del bombarolo?''- Sakura sapeva la risposta, ma capì che non doveva dargliela perchè voleva essere lui a parlare -'' Ha sempre il sorriso sulle labbra. Sempre e comunque. E riesce sempre a vedere qualcosa di buono, anche se facciamo un lavoro che ci mette ogni giorno davanti alla peggior feccia del reato.
E' questo ciò che le serviva... sorridere e avere al suo fianco una persona che l'aiutasse a rivedere il sole dietro le nuvole.
Io non sono mai stato un tipo allegro, sorridente tipo l'orso abbracciatutti quindi...''
'' E' stato a causa di Shouto vero?''- fece Sakura. Ne era certa. Così facevano le persone... si buttavano in qualcosa, qualcosa che credevano vero, grande ed irripetibile... poi si scottavano. Tanto. E c'era il modo per non bruciarsi di nuovo: tenersi a distanza di sicurezza dalla fiamma o evitare proprio di andarci.
Anche Sato aveva provato quel sistema... la paura di perdere di nuovo l'uomo che amava l'aveva spinta a decidere di non dare nemmeno una possibilità a quell'amore... in quel modo però avevano sofferto tutti e due. Suo fratello per la convinzione di non essere abbastanza per la donna che per lui era tutto e lei per l'impossibilità di star vicina all'uomo che dopo tanto tempo le aveva fatto di nuovo sentire il cuore pulsare nel petto, nel tentativo di proteggerlo dalla '' maledizione'' che colpiva tutti gli uomini che per lei erano importanti.
Fortuna che poi ci aveva ripensato. Ed ora non sarebbe riuscita a trovare due persone più felici ed innamorate di loro.
'' Non importa cosa dice... è stato lui a tradire la vostra amicizia.''
'' Esatto.''- confermò l'ispettore -'' Non volevo correre il rischio un'altra volta magari per farmi di nuovo male... così ho pensato che se avessi fatto l'acido scorbutico, arrogante e presuntuoso... le persone mi sarebbero state alla larga.''
'' Per la prima parte del piano devo dartene atto... operazione riuscita.''- scherzò la ragazza. Ok,capiva perfettamente il motivo che l'aveva spinto a diventare l'arrogante presuntuoso che era allo stato attuale... ma non poteva certo permettere che quello psicopatico la spuntasse.
E se era riuscita a convincere suo fratello a non lasciare la polizia, dopo un momento di grande crisi... riteneva di avere ottime speranze anche con lui.
'' La seconda ti è riuscita un po' meno. Sato, Sumiko, mio fratello,Chiba, Megure, il detective Goro, il piccolo Conan, Ran... io... come vedi c'è n'è di gente che ti vuole bene e che si preoccupa per te.''
'' C'eri tu con me.''- ribattè l'ispettore -'' Tu e tuo fratello avete il dono di riuscire a farvi voler bene da tutti, automaticamente... e quando una persona speciale è in pericolo ci si aggrappa a tutto pur di salvarla.''
'' Per favore smettila...''- fece la ragazza, soffiando esasperata dentro di sè. Non sapeva davvero come avesse fatto suo fratello a sopportarlo, certe volte.
Per non parlare della donna che si era assunta onore ed onere di stargli accanto per tutta la vita...
'' Così fai il suo gioco.''- lo riprese la ragazza -'' Non puoi dargliela vinta in questo modo. Ne hai di amici.... forse non inteligenti come Akinari, ma almeno non sono degli psicopatici assassini.''
Shiratori trattenne una risata.
Quella ragazzina non si arrendeva facilmente.
In quel momento, sentirono la porta bussare.
Ran, il detective Goro ed il piccolo Conan.
La ragazza portava un mazzo di fiori.
'' Scusate, potete stare un attimo a fargli compagnia, devo vedere una persona con una certa urgenza...''- nel dir così schizzò via sotto gli occhi attoniti degli occupanti della stanza.
'' Cavoli... chissà chi aveva di così urgente da vedere...''- fece Ran.
Shiratori aveva una mezza idea del chi fosse quel tale... se era sorella di Takagi e si era sul serio presa a cuore il caso, il suo ex amico e compagno di studi stava per ricevere una bella lavata di capo.

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Capitolo 18
*** Il confronto ***


~~'' A proposito...''- fece Sato prendendo una lattina di thè verde dal distribuitore automatico. Avevano deciso di fare un piccolo break, per cercare di mantenere saldi i nervi ed impedirsi così l'uno con l'altra di prendere a calci Shouto e dargli così la possibilità di insinuare nella corte e nella giuria il dubbio che aveva confessato le atrocità di cui lo avevano accusato, solo perchè la confessione era stata estorta e quindi dichiarata inattendibile -'' non ho ancora avuto modo di farti i complimenti....''
Takagi la guardò stranito, non capendo a cosa si riferiva, lasciando perdere per un attimo la sua lattina di caffè dolce.
'' Per che cosa?''
'' Sei stato molto bravo a trovare la copia del contratto... ma levami una curiosità.''- spiegò la poliziotta - '' come hai fatto? E soprattutto, dove l'hai trovato? Abbiamo messo a soqquadro tutta la casa e non abbiamo ottenuto nulla, tu come...?''
Takagi sospirò sorridendo.
'' Diciamo che... per una volta nella vita... io e Shiratori l'abbiamo pensata allo stesso modo.''- fece il poliziotto -'' quel foglio... solo guardarlo gli portava dolore e cattivi pensieri... ma era importante e non poteva buttarlo... così ho immaginato che avesse chiuso tutto ciò che riguardava quel periodo nello stesso posto. Inoltre... una volta l'ho fatto anch'io.''
'' Hai nascosto un documento in un portafoto?''- fece la poliziotta leggermente stupita.
'' Non proprio...''- Dio, quanto gli costava raccontare quella sciocchezza che aveva fatto... ma in fondo, all'epoca era solo un ragazzo...-'' all'epoca facevo le superiori. Erano gli ultimi esami di preparazione prima del diploma... ero stanco, stressato, preoccupato...''
'' Hai nascosto un brutto voto ai tuoi?''- fece la donna leggermente stupita. In genere non era da Takagi scappare alle responsabilità anzi. A volte, secondo lei, se ne prendeva pure troppe.
Ma era anche per il suo senso del dovere che lo amava sopra ogni cosa.
Lo stesso senso del dovere a cui Matsuda aveva dato retta quel tragico giorno e che aveva decretato la sua condanna a morte.
'' Non era un brutto voto... ma mi hanno tolto un punto perchè... non so nemmeno io come ho fatto, ma ho sbagliato a scrivere un ideogramma che nemmeno Sakura avrebbe sbagliato. Ed era in seconda elementare all'epoca.''
'' L'hai detto tu... eri stanco e so per esperienza quanto possono essere stressanti gli esami in preparazione al diploma. Non devi vergognartene... sbagliare è umano.''
'' Sì, lo so... i miei quasi sicuramente non avrebbero detto nulla... ma io mi vergognavo di aver commesso un errore del genere... così ho nascosto il test nel telaio.... giusto il tempo per prendere coraggio e dir loro la verità... quella è stata la prima ed ultima volta che ho quasi sgridato Sakura.''
'' E perchè povera piccola?''
'' Perchè mi trovò in camera sua intorno al nascondiglio.''- fece una voce divertita e familiare alle loro spalle.
'' Ehy...''- la abbracciò il fratello, per po chiedere notizie del collega -'' come sta?''
Sakura sospirò -'' Fisicamente, il dottore ha detto che si riprenderà presto e potrà riprendere a fare tutto quello che faceva prima, senza grandi complicazioni...''
'' Ma psicologicamente...''- fece la poliziotta -'' ti sembra che non stia poi così bene.''
La ragazza annuì.
'' E' triste.''
'' E dov'è la grande novità....?''- pensò Takagi senza però osare dirlo ad alta voce. A conti fatti, indubbiamente, in quel momento il collega non aveva certo motivo per sprizzare gioia da tutti i pori considerato che in una settimana aveva rischiato di morire, per disidratazione, dissanguamento e murato vivo, prima di credere di morire con una pallottola da qualche parte, ma anche a cose normali non era certo quel che si definiva '' l'anima della festa''.
O almeno, questo era quello che pensava fino a poco tempo prima.
Prima di sapere che era stato pugnalato alle spalle dalla persona di cui fidava di più e che da allora si era costruito una corazza di antipatia, cinismo e a volte di indifferenza per proteggersi dall'eventualità di essere pugnalato a morte un'altra volta.
'' Non riesce a reagire?''- fece Sato.
'' Più che altro l'ho visto triste e rassegnato ad una vita di solitudine... a quanto pare i suoi genitori, gli hanno dato tanto materialmente ma troppo poco emotivamente.''
'' Tutti elementi che indirettamente lo hanno portato a dare fiducia alla persona sbagliata....''- fece Sato per poi rivolgersi al fidanzato -'' che ne dici, facciamo un salto in ospedale a trovarlo?''
'' Ma sì, tanto Shouto non si muoverà da qui per un bel pezzo.''- fece il poliziotto -'' giusto il tempo di verbalizzare le ultime cose e poi marcirà in prigione.''
'' In tal caso, prima che ciò avvenga...''- fece la ragazza entrando a passo spedito nella sala interrogatori -'' Ho qualcosa da dirgli prima che lo affidiate al correzionale.''
Shouto era seduto da solo ed ammanettato nella sala interrogatori, con un' espressione tronfia e soddisfatta di aver fatto del male a qualcuno.
E certa al cento per cento che avrebbe trovato il modo di evitarsi la prigione.
Parve però molto sorpreso quando invece di un poliziotto a fargli visita arrivò quella ragazza, la stessa ragazza che era stato sul punto di uccidere prima che quel marmocchio e il poliziotto facessero irruzione nel suo rifugio di riserva.
'' Ed eccola qua, l'amichetta del cuore dell'ispettore integerrimo e con una morale di ferro...''- la prese in giro Akinari appena la vide -'' sai che a forza di stare insieme voi due iniziate a somigliarvi?''
Sakura non riuscì a capire bene se quello era un insulto o un complimento, ma non gli badò.
'' Fai bene sai?''- fece lei con un sorriso di scherno -'' fai bene a divertiti adesso. Perchè il tuo processo sarà una pura e semplice formalità, prima di essere chiuso in prigione a vita. Divertiti ora, perchè dopo non potrai più farlo.''
'' Se l'è voluta. E' stata solo colpa sua.''
'' No. E' colpa tua. Solo tua.''- fece la ragazza -'' Lui ti voleva bene, ti stimava e considerava te e la tua amicizia il toccasana che gli serviva. Conoscerti gli bastava per essere fiero di averti come amico. Ed avevi più diritto tu di chiunque altro a fare carriera.''
'' Lo so benissimo. E ci sarei riuscito se...''
''... se avessi mantenuto la condotta avuta sino a quel momento. Nei guai ti ci sei messo da solo, quando hai deciso di metterti a giocare con la vita degli altri.''- lo raggelò lei con un tono ed uno sguardo che non tollerava nemmeno l'intenzione di essere interrotta -'' Shiratori ha cercato di salvarti provando a farti ragionare. Non ci è riuscito, è stato costretto a fare quello che ha fatto, ma ha cercato di aiutarti a ricominciare da capo.
Ammettiamolo: la vita è stata particolarmente generosa con te. Perciò non puoi accusare nessuno se hai scelto sbagliato invece di giusto e se ora finirai in prigione.''
Un vero e proprio spreco.
Le avevano sempre ripetuto, sin da quando erano bimbi lei e suo fratello, che chiunque si poteva perdere e ritrovarsi nel buio ad un certo punto della vita, ma anche che se c'era volontà di ricominciare e pentimento nulla era perduto.
Lui aveva avuto la possiblità di redimersi per due volte.
E per due volte, senza il minimo scrupolo, l'aveva butta via come se fosse un sacco dell'immondizia.
Poteva rinascere e aveva deciso di morire.
'' Non preoccuparti per me, ragazzina...''- fece Akinari -'' Sono già stato in prigione.... niente che non possa sopportare e gestire per un altro po'.''
'' Già...''- fece l'agente Takagi irrompendo nella stanza -'' con un piccolo particolare però. Stavolta è per sempre.''
Akinari, per la prima volta in quel periodo di tempo che era stato un'eternità, sgranò gli occhi dalla sorpresa. E dalla paura.
'' Passerai in isolamento gli anni che ti restano. Senza nessun contatto con altri detenuti e secondini. E se siamo fortunati... molto fortunati... all'ispettore Shiratori è rimasto quel poco di sale in zucca, sufficiente per capire che non vale la pena sprecare altre energie con te.''- trovava ingiusto ed inumano privare un essere umano di contatti umani... ma un uomo del genere era troppo pericoloso per permettere che potesse riprovare a fare quello che avava fatto.
Per il bene di tutti era meglio tenerlo il più lontano possibile da tutto e da tutti.
Con l'unica compagnia di essere tornato in prigione senza aver riuscito nel suo intento.
Non lo invidiava affatto.
Akinari si ricompose.
'' Vivrà con il ricordo dello spettro della morte e del tradimento per molto tempo. E questo mi basta.''
'' Hai ragione...''- fece Sakura -'' Per un po' il ricordo gli darà il tormento... ma ti posso assicurare che supererà la cosa. Poi tornerà al suo lavoro, alla sua casa e dalla sua fidanzata. Si sposerà e avrà dei figli. E avrà degli amici su cui poter contare. Per fartela breve... tu no, ma lui ce l'avrà una vita a cui tornare dopo questo inferno.''
Takagi sorrise alla sorella e poi la prese con sè, sotto una spalla, portandola via da quella stanza e lontana da colui che l'aveva quasi uccisa.

'' Sei stata grande.''- si complimentò Sato -'' Se mai giornalismo ti venisse a noia, potresti venire a lavorare qui con noi. Saresti forte come addetta agli interrogatori.''
'' Non solo...''- fece il fratello guardandola con gli occhi pieni di orgoglio, scompigliandole affettuosamente i capelli -'' potresti anche diventare un avvocato di grido.''
'' Eh no, mi spiace...''- fece Sakura sorridendo -'' ma ho già preso la mia strada e non intendo lasciarla tanto presto.''
Certo, anche a lei da bambina sarebbe piaciuto diventare un poliziotto , ma... amava troppo la scrittura per rinunciarci e se arruolata in polizia, non avrebbe mai potuto confinarsi dietro ad una scrivania mentre il fratello andava a rischiare la propria vita sul campo.
Inoltre... c'era un solo futuro ispettore Takagi in famiglia.
'' Beh, la grinta di dire la sua non le manca di certo...''- fece Sato.
E a breve avrebbe scoperto che non aveva ancora finito di dire la sua, per quel giorno.
Infatti...
'' Giusto voi!''- fece Sakura dirigendosi a passo svelto verso un uomo che se non fosse stato per i baffi e una ventina d'anni in più sarebbe stata la copia perfetta di Shiratori, ed una donna molto bella, vestita in maniera elegante che senza ombra di dubbio era sua moglie -'' vi pare questa l'ora di arrivare?''
I due la guardarono straniti ed offesi allo stesso tempo. Non era mai accaduto che una ragazzina, sconosciuta, per giunta si rivolgesse a loro con quel tono.
'' E tu chi saresti, cara?''- fece la donna.
Fu Takagi a rispondere per lei, raggiungendo il gruppetto -'' Vi domando scusa signori... lei è Sakura Takagi... la ragazza che è stata rapita assieme a vostro figlio.''
'' E che, aggiungo io...''- fece Miwako -'' è anche la ragazza che dovete ringraziare per averlo tenuto in vita.''
Shiratori Senior parve calmarsi e cancellò l'espressione accigliata dal suo viso, dopo aver capito chi era la giovane con quell'espressione di rabbia e sfida che lo aveva quasi aggredito e le fece una leggera riverenza.
'' Ti siamo molto obbligati per quello che hai fatto per nostro figlio. Hai la nostra eterna gratitudine.''
'' Ecco, appunto.''- fece la ragazza -'' Avete un figlio. Sapete che vuol dire, vero, che avete delle responsabilità verso di lui.''
La signora la guardò male e così fece il suo consorte.
'' Lo sappiamo, cosa credi?''- la apostrofò lui -'' Da quello che mi risulta avete passato un bel po' di tempo assieme, dovrebbe avertelo detto che non gli abbiamo mai fatto mancare niente.''
Fu in quel momento che Sato capì il motivo per cui Sakura pareva aver preso di mira i genitori di Shiratori, dopo aver fatto il terzo grado a Shouto.
I genitori di Shiratori erano convinti che per fare i genitori fosse sufficiente mettere sopra la testa dei figli un tetto, dar loro da mangiare, riempirli di regali e beni materiali... ma da come parlavano, non erano certo i tipi che dopo una giornata di lavoro massacrante o che quando tornavano da una una riunione d'affari milionaria trovavano sempre lo spazio per accoccolarsi con il figlio sul divano, per rimboccargli le coperte e magari per raccontargli una favola, o per dirgli '' Tesoro, ti voglio bene''.
Bastava solo guardare dopo quanto tempo si erano fatti vedere dopo essere stati avvertiti che il figlio era assente dalla sua casa, dal suo posto di lavoro e per cause indipendenti dalla sua volontà.
Si erano presentati quando ormai era tutto finito. E se non fosse stato per Sakura e per il piccolo Conan, l'ispettore sarebbe certamente morto dissanguato.
'' Materialmente, nessuno lo ha mai messo in dubbio.''- fece Sakura piena di rabbia -'' Vostro figlio ha rischiato di morire, morto ammazzato, da una persona di cui si fidava ed anche se questo dettaglio vi erano sconsociuto, il fatto che gli era successo qualcosa vi era noto.
E avete continuato le vostre trattative d'affari all'estero pur sapendolo!''
'' Ok, ragazzina, forse ora è il caso che abbassi i toni...''
'' E di quanto dovrei abbassarli, secondo voi? Stava morendo. Ok, ammettiamo pure che abbiate cercato di tornare, ma che non ci siate riusciti prima di adesso... vi siete degnati di fare almeno una telefonata per sapere come procedevano le indagini?''
Con quella domanda, i due miliardari si zittirono.
Colpiti e affondati.
'' Lo immaginavo. Si può essere genitori anche dando qualche giocattolo in meno e un po' di tempo in più. Pensateci.''- fece la ragazza allontandosi in fretta -'' se vi interessa, vostro figlio è ricoverato al Beika Central Hospital. Avrebbe piacere di vedervi. Anche se non lo dice.''
Dopo che la ragazza si fu allontanata, i genitori di Shiratori iniziarono a parlottare riguardo al modo, a loro dire molto arrogante e maleducato, della giovane di rivolgersi a loro.
'' Ma tu guarda che razza di educazione danno ai ragazzi di oggi...''- fece la signora -'' dove è stata allevata, in una stalla?''
Affermazione davanti alla quale, Wataru Takagi non potè in alcun modo tacere.
'' Sarà anche cresciuta in una stalla''- a dirla tutta, erano cresciuti entrambi in un maneggio -'' ma ha capito molte più cose di voi.''
Ok, poteva dirsi d'accordo sul fatto che sua sorella non aveva usato un tono particolarmente educato per esprimere il suo punto di vista, ma aveva centrato il punto della questione.
I loro genitori se l'erano passata bene e non avevano fatto mancare loro niente, anche se non si erano potuti permettere spese di grandi dimensioni ma erano comunque stati due ragazzini molto felici, quando i genitori trovavano sempre una mezz'ora per aiutarli con i compiti a casa o per passare comunque un po' di tempo assieme ai figli.
Amore e comprensione. Era questo ciò che a Shiratori sarebbe servito nei suoi anni passati. Sarebbe bastato solo questo.
Ma ormai il danno era fatto ed era inutile piangersi addosso.
'' Cavolo, se l'è presa a cuore tua sorella eh?''- fece Sato.
'' La conosci ormai... lei è sempre dalla parte di chi crede abbia bisogno di aiuto... non la metti in panchina facilmente.''- fece il poliziotto.
Sato sorrise guardandolo.
Dio solo sapeva quanto poteva essere carino in quel momento.
Avrebbe dovuto saltargli addosso ed azzannarlo alla gola nel vederlo così felice e con gli occhi che brillavano mentre parlava di una donna che non era lei... invece no, quando gli occhi gli splendevano in quel momento, lei sentiva di essere ancor di più attratta da lui, pensando che fosse impossibile.
'' Ha un bel caratterino... non si direbbe, ma ha un bel caratterino. Sai che è un peccato che sia solo una ragazzina e che gli eventi abbiano preso questa piega?''
Takagi la guardò confuso, non certo di aver capito bene.
'' Prego...?''
'' Ha un bel caratterino, grinta, voglia di dire la sua...''- tutte doti indispensabili se non voleva farsi mangiare nel campo del giornalismo -'' se avesse qualche anno in più ce la saremmo ritrovata spesso a caccia di notizie per i suoi articoli. Lei e Shiratori si sarebbero incontrati già parecchie volte.''
Takagi sentì mancare un battito quando capì dove voleva andare a parare.
'' E poi ho sentito che anche l'ispettore Megure ha finito per innamorarsi e sposare una ragazza conosciuta durante un'indagine, quindi non sarebbe stato strano che... ti senti bene?''- fece la poliziotta notando che il fidanzato aveva assunto il colorito di un cadavere.
'' Sisisi, benissimo.... precedimi in ospedale...''- fece allontanandosi in fretta -'' Sakura!!! Ti devo parlare!!!''

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Capitolo 19
*** Un finale imprevisto ***


~L'avventura da poco vissuta e che in un certo senso le aveva fatto vedere l'ispettore Shiratori sotto un altro tipo di luce, era ormai conclusa.
'' Uff...''- sospirò Sakura asciugandosi i capelli con un asciugamano dopo essere uscita dalla vasca da bagno, dove era rimasta ad avvizzire per una buona mezz'ora, sino a quando Ran non le aveva spedito un messaggio.
'' La mia amica Sonoko ha avuto dei biglietti per l'inaugurazione di un nuovo locale in città e ha deciso di invitare anche te. Ti unisci a noi?''
Non ci aveva pensato due volte a mandare un '' Dimmi dove ci troviamo e a che ora'', come risposta.
Data la svolta dei fatti, killer e psicopatici vari l'avrebbero lasciata in pace per molto tempo, ed era bene approfittare della pausa per fare la ragazza normale in visita al fratello.
Finito di asciugarsi, andò nella stanza che il fratello le aveva preparato proprio per le sue visite a Tokyo e dopo aver a lungo osservato i suoi vestiti, decise di mettere una maglia di cotone nero a maniche lunghe, con una minigonna bianca, pieghettata e degli stivaletti bianchi.
Acconciò i capelli, si diede un leggero velo di trucco ed uscì dalla sua stanza.
'' Ciao...''- la salutò allegramente il fratello -'' Vai da qualche parte?''
'' Sì... cerco di recuperare un po' di normalità... comunque non preoccuparti, sarò sempre reperibile e tornerò entro mezzanotte, promesso.''- rispose la ragazza -'' A proposito... come sta Shiratori?''
Il fratello la tranquillizzò.
'' Ci vorrà il suo tempo prima che possa riprendersi, come hai detto tu... ma adesso è fuori pericolo.''- fece il poliziotto.
'' Meno male...''- sospirò Sakura.
Sperava davvero che l'ispettore potesse riprendersi in tempi brevi, perchè come quel giorno aveva ribadito a Shouto... c'era una vita piena di gioia ad aspettarlo una volta uscito dal tunnel.
E non poteva buttarla via così per colpa di un disgraziato che aveva giocato con un sentimento prezioso come l'amicizia e che aveva usato la giustizia come scusa per rovinare la vita di molte persone in contemporanea.
In fin dei conti... era un uomo giovane, forte, pieno di buona volontà... e cosa più importante, anche se forse non l'aveva ma inotato sino a quel momento, aveva avuto la fortuna di incontrare persone che in un modo o nell'altro gli volevano bene.
'' Senti...''- fece Wataru leggermente imbarazzato- '' ti va se prima di uscire parliamo un attimo? Solo qualche minuto.''- fece il giovane agente sendendosi sulla poltrona del soggiorno.
Sakura era stranita, ma annuì, sedendosi.
'' Non mi scuserò con i genitori di Shiratori se è questo...''
'' Nononono...''- fece il fratello -'' Non si tratta di questo, anzi hai fatto benissimo... volevo parlarti di altro.''
'' Ok, dimmi di che si tratta.''
'' Ok...''- fece Takagi sfregandosi nervosamente i palmi delle mani contro i pantaloni. Non sapeva da dove cominciare, ma doveva togliersi quel tarlo dalla testa, anche se faticava lui stesso a credere di aver pensato una cosa del genere... -'' so che mi dirai che non sono papà e so anche che non sono fatti miei...''
'' Però...?''- lo incitò Sakura.
'' Però... sai che con me puoi parlare e puoi dirmi tutto quello che ti passa per la  testa, vero?''
'' Certo che lo so.''- e non solo lei.
Con Wataru Takagi si poteva parlare di qualunque cosa, in qualsiasi momento, e si poteva essere certi al cento per cento che non avrebbe mai tradito quel segreto.
Era uno dei tanti motivi per cui le persone stavano bene con lui.
'' Quindi... se ci fosse qualcuno che ti piace... me lo diresti, giusto?''
'' Certo che te lo direi...''- fece la ragazza non capendo bene dove il fratello volesse andare a parare con quel discorso.
'' Quindi... c'è qualcuno che ti piace, o a cui vuoi particolarmente bene?''
'' Se non te l'ho detto finora, vuol dire che non c'è ancora nessuno...''- nel dir così gli diede una pacca sulla spalla -'' tranquillo, nessuno ha intenzione di portarmi via, almeno per il momento.''- ora però era lei ad avere una domanda per il poliziotto.
Sì, il giorno che aveva trovato Shiratori in quella soffitta e gli aveva impedito la morte per dissanguamento, suo fratello le aveva chiesto se per caso in quei sei mesi che non si erano visti aveva conosciuto qualcuno che le fosse rimasto nel cuore, ma era una curiosità da fratello maggiore e chiesta in un momento particolarmente delicato per smorzare un po' la paura e la tensione.
In quel momento invece, sembrava quasi preoccupato e speranzoso di sentirsi dire di no.
'' E questo discorso nasce da...?''
'' Beh, sai come si dice...  i legami forgiati in battaglia sono inossidabili...''- fece lui.
Solo allora Sakura capì qual'era il fine di quella conversazione.... si sentiva divertita, leggermente offesa... ma divertita soprattutto.
'' Apri la bocca.''- gli ordinò.
'' Cosa?''- fece il poliziotto stranito.
'' Voglio controllare una cosa, apri la bocca.''- fece lei perentoria.
Il poliziotto non potè che obbedire.
'' No.''- fece Sakura allontanandosi dalla bocca del fratello -'' Non hai bevuto.''- nel dir così si allontanò per recuperare la sua giacca di jeans e la borsetta - '' Io vado. Ran e una sua amica mi hanno invitata ad andare con loro in un locale in città, stasera. Comunque puoi stare tranquillo... ci sono diversi punti che renderebbero l'idea di una frequentazione tra me ed il tuo collega, inadeguata.''
'' E quali sarebbero, sentiamo...?''- fece il poliziotto, sollevato dal pensiero che la sorella non era ancora innamorata di nessuno e di Shiratori meno che mai.
Ok, che le cose tra loro si erano appianate dopo un tempo che gli era sembrato un'eternità... ma non faceva certo i salti di gioia davanti alla prospettiva di ritrovarselo come cognato.
Anzi, lo faceva rabbrividire e non poco.
'' Mi risulta che sia già impegnato. Prima cosa.''- fece Sakura -'' Seconda cosa, al momento non ho molta voglia di pensare ad un marito e a dei figli.''
Takagi sorrise sollevato.
Ma sì, meglio che restasse la sua bambina ancora per un po' di tempo.
Avrebbe avuto tempo ed anche molte occasioni per pensare all'amore della sua vita e ne era certo, sarebbe stata la ragazza più felice sulla faccia della terra... ma per il momento, voleva godersela il più possibile e poter dire di essere ancora lui, l'unico uomo della sua vita anche se adesso, la piccoletta di casa Takagi doveva far a metà con Sato.
'' Terza cosa... ti rammento che con quello che studio, faccio giornalismo, non assistenza agli anziani.''
'' Prego?''- fece il poliziotto lievemente offeso -'' guarda che ha solo due anni più di me.''
'' Ci arriverai pure tu prima o poi... il tempo passa in fretta.''- fece allontandosi dall'appartamento trattenendo a stento le risate.

Da quegli eventi, passò circa un mese.
Un mese in cui Sakura era tornata a Kyoto e Shiratori, con grande gioia e sollievo di tutti gli agenti della prima divisione investigativa, era stato dimesso dall'ospedale ed era tornato in servizio.
Shouto non ebbe la minima possibilità di scampo al processo: le prove a suo carico riguardo al tentato omicidio di un rappresentate della legge e di quello della sorella di un ufficiale di polizia, tra cui le testimonianze delle sue vittime, furono decisive per la sentenza.
Carcere a vita. Senza attenuanti, permessi di lavoro e d'uscita, da scontare in isolamento totale.
Un modo molto  triste e se imposto, crudele, di passare il resto il resto dei propri anni. Era un individuo pericoloso, troppo pericoloso, per dargli nuovamente fiducia e modo di contattare qualcuno dall'esterno.
Il momento in cui l'imputato lasciò l'aula di tribunale e l'occhiata carica d'odio, rancore e risentimento, ma soprattutto voglia irrefrenabile di vendetta che riservò all'ex amico, fu il loro ultimo addio.
'' Meno male che non può leggere il tuo articolo...''- fece Ran leggendo la copia della ricerca che l'amica di Kyoto aveva conservato e portato loro che aveva intitolato '' Nella mente del killer''.
Un sostanzioso articolo che sosteneva che quasi certamente il passato, i traumi e le esperienze negative influivano non poco sul modo di comportarsi del presente... ma anche di come il passato, per quanto orrendo e spaventoso potesse essere, si potesse superare se si aveva la fortuna di incontrare una o più anime gentili e coraggiose che offrivano amicizia incondizionata, spontaneamente e che quindi, ad un certo punto della vita non si poteva incolpare nessuno e nessun tempo passato se le cose andavano diversamente da come le si erano progettate, perchè si era scelto in totale autonomia sbagliato invece di giusto.
Sakura era tornata a casa per consegnare la ricerca e da quel momento era rimasta in trepidante attesa per conoscerne il risultato.
La gioia che la travolse quando il professore le propose un trenta, fu indescrivibile e prese quasi subito il treno per Tokyo per festeggiare il risultato ricevuto con suo fratello, la quasi cognata e i suoi nuovi amici.
'' Veramente, se Shouto potesse leggere quello che hai scritto di lui non la prenderebbe per niente bene.''- aggiunse Ran.
Sato rise sommessamente -'' Di questo non devi assolutamente preoccuparti Ran. Akinari Shouto, non uscirà di prigione e non farà danni per molto, moltissimo tempo.''
'' Anche se così non fosse, sarebbe indifferente.''- fece Conan -'' I giornalisti e gli investigatori hanno il compito di rendere la verità di dominio pubblico, non di farsi trovare simpatici.''
'' Giusto.''- fece la ragazza scompigliando affettuosamente i capelli al bambino.
'' Comunque, vivi complimenti davvero.''- fece il fratello -'' visto che non avevi motivo di preoccuparti così tanto?''
In quel mese che non l'aveva vista, l'aveva sentita molto spesso, anche perchè la madre l'aveva chiamato, per chiedergli di tranquillizzare la sorella più piccola che mano a mano che passavano i  giorni, senza avere uno straccio di risposta, diventava sempre più agitata ed irrequieta.
La signora Setsuna era stata anche tentata di darle un bicchiere d'acqua con qualche goccia di sedativo per farla dormire.
Poi per fortuna, il risultato tanto aspettato e sospirato era arrivato.
'' Ha parlato la sicurezza fatta persona...''- lo punzecchiò la ragazza, facendolo diventare rosso come un peperone.
'' Coraggio Shiratori.... daglielo.''- fece Conan all'indirizzo dell'ispettore.
'' Cosa...?''- fece l'ispettore, attirandosi così gli sguardi di tutti i presenti.
'' Il pacchettino che tieni nella tasca della giacca... è un regalo per Sakura, dico bene?''- fece Conan -'' Ti ho visto con la maestra Kobayashi in una gioielleria, mentre stavate guardando dei gioielli... ed è improbabile che chi vuole fare un regalo alla fidanzata porti con sè la destinataria del regalo al momento dell'acquisto. Ti stava aiutando a scegliere un regalo per Sakura, giusto?''- concluse con l'innocenza ed il candore che solo un bambino poteva avere.
'' Questo non è un detective in miniatura... questo è uno stalker.''- pensò la ragazza ridendo sommessamente.
Shiratori, in risposta, mise una mano in tasca e ne tirò fuori un pacchetto che dalla forta doveva contenere un braccialetto, decorato con un nastro di carta ritagliato in modo che creasse una coroncina di fiori di carta.
Lo tolse con cura e poi aprì la scatola, che scoprì contenere un braccialetto in argento con dei ciondoli raffiguranti dei fiori di ciliegio attaccati.
'' Wow, è delizioso...''- fece Sakura.
'' Lo ha scelto Sumiko... io per certe cose sono negato.''- si giustificò Shiratori.
'' Vorrà dire che a scegliere l'anello di fidanzamento ti ci accompagnerò io.''- fece Sakura indossando il braccialetto, facendo arrossire l'ispettore.
'' Sì, buona idea...''- fece Takagi guardando la sorella con aria scettica.
Per tutta risposta, la ragazza alzò gli occhi al cielo, incredula che dopo un mese pensasse ancora ad una cosa del genere.
'' Santo cielo...''- imprecò a bassa voce per poi riferirsi all'ispettore -'' crede che presto o tardi tra noi nascerà del tenero.''
A quelle parole, se prima l'ispettore era solo rosso, con quelle che aveva sentito divenne paragonabile al colore del sangue.
'' Ma figurati...''- fece verso il collega -'' è solo un modo come un altro per ringraziarla per essermi rimasta vicino... non ci sto provando.''
Veramente, non riusciva a capire come il collega potesse aver pensato una cosa del genere... in primis, perchè ormai l'aveva trovata la donna perfetta per lui e con la quale aveva deciso di passarci il resto della sua vita e non sarebbe riuscito ad immaginare al suo fianco nessun'altra se non lei, a dispetto dei mille pregi che qualsiasi altra donna potesse vantare.
Secondo... Sakura era sì una bella ragazza, ma nulla toglieva che sarebbe potuta essere sua sorella minore.
E comunque, non si sarebbe mai messo a fare l'idiota con una ragazzina di diciotto anni, figurarsi se quella ragazzina era la sorella di un collega.
In quel momento, il cellulare dell'ispettore suonò.
'' Scusate...''- fece allontanandosi dal resto del gruppo -'' Qui parla Shiratori... ah, è lei, sì prego mi dica pure...''
Mentre si allontanava per rispondere, Sakura prese in giro il fratello.
'' Sai che pagherei per esserci il giorno in cui la vostra prima figlia avrà un appuntamento galante?''
Conan, Ran e Sakura stessa non poterono non compiangere quella creaturina che seppur ancora inesistente, al momento giusto, avrebbe avuto il suo bel tribolare nel gestire la sua vita privata ed il rapporto con due genitori poliziotti.
Ma forse chi avrebbe fatto parte della sua vita, avrebbe dovuto preoccuparsi per la maggiore di sua madre...
Ad ogni modo, quella piccola presa in girò bastò per far diventare il fratello rosso come un semaforo e per dargli il cosiddetto '' pan per focaccia''.
'' Ragazzi...''- Shiratori era tornato dalla telefonata che aveva ricevuto, ed aveva un colore piuttosto pallido in viso -'' Scusa se ti molliamo così Sakura, ma dobbiamo andare al carcere...''
Non aveva detto qual'era stato l'argomento della telefonata, ma bastava guardare la faccia dell'ispettore, più che il poliziotto aveva stabilito il carcere come loro prossima destinazione per sapere di cosa aveva parlato al telefono.
O meglio, di chi.
Akinari Shouto.
E quell'uomo significava solo guai.


'' Mi spiace averla disturbata....''- fece il direttore del carcere -'' ma da quello che ho capito, l'unica persona che conosceva in modo particolare in città era lei quindi ho pensato che...''
'' Non si preoccupi, anzi ha fatto benissimo ad avvisarmi...''- fece Shiratori seguito dai colleghi Sato, Takagi e dalla sorella di questi -'' ora, per favore mi dica come è andata.''
'' Akinari Shouto, per disposizione del tribunale, l'ora d'aria la fa da solo...''- spiegò l'uomo -'' il secondino è andato a chiamarlo per condurlo fuori, come ogni giorno.... e l'ha trovato in queste condizioni.''
Nel dir così li fece entrare nell'infermieria del carcere, l'unica parte della struttura adeguata ad ospitare Shouto nelle condizioni in cui si trovava...
Occhi ermeticamente chiusi ed il volto color della cenere.
'' Santo cielo...''- borbottò Sakura portandosi una mano sulla bocca.
Istintivamente, il fratello la strinse a sè coprendole prima gli occhi con una mano per poi abbracciarla, premendole così il petto sulla faccia.
Non avrebbe mai voluto che vedesse una cosa del genere... era per questo che appena aveva saputo che il loro padre era deceduto, molti anni prima, la prima cosa che aveva fatto era stata portarla a casa.
Vero, sei mesi prima sua sorella si era ritrovata a tentare di soccorrere nei limiti del possibile un'amica pugnalata a morte, ma quando l'aveva trovata era ancora viva, anche se agonizzante.
Inoltre, quando Sakura era riuscita ad alzarsi dal letto per la prima volta dopo quella brutta avventura, il corpo della ragazza era già stato riportato a Kyoto e probabilmente con il funerale già officiato.
In poche parole, lei non aveva mai visto un cadavere.
Lui invece, per motivi di lavoro, ne aveva visti molti, forse troppi. E gli era bastata la sensazione che aveva provato la prima volta che aveva visto una vita spezzata per propria volontà o per volontà di altri, per desiderare che la sua bimba non vedesse mai una cosa del genere.
'' Secondo il rapporto dell'infermiere...''- lesse Sato -'' Il decesso è stato causato dal dissanguamento. Si è tagliato ambedue i polsi, poi li ha immersi nel lavandino dopo averlo riempito d'acqua calda.''
'' Scusate, ma c'è qualcosa di strano...''- fece Sakura -'' pensavo che Shouto fosse tenuto sotto stretto controllo come soggetto inaffidabile, imprevedibile e pericoloso. Com'è possibile che avesse un'arma da taglio senza che nessuno se ne sia accorto?''
'' Non è un'arma da taglio....''- fece Sato leggendo con più attenzione il rapporto -'' Pare che le ferite siano quattro, inferte con decisione, molto profonde, tutte verticali e l'una molto vicina all'altra.''
'' Ho  capito.''- fece Shiratori, l'unico che per ora non si era proferito sulla morte dell... come poteva definirlo? Dopo che aveva cercato di uccidere lui ed una ragazza innocente, non poteva certo dire che era un amico.
E mettere il prefisso ex davanti alla parola amico, era come dire che quella che avevano condiviso fino al momento in cui i loro rapporti si erano incrinati per poi morire definitivamente era pura illusione.
'' Per quanto possano essere stati intensi i controlli su di lui, era difficile che lo fossero anche alla mensa della prigione.''
Takagi gli diede subito appoggio.
'' E' vero. All'ora di pranzo, la mensa è sempre molto affollata e c'è sempre un via vai di detenuti al self service, addetti che sparecchiano, inservienti... è difficile accorgersi di un detenuto che si mette in tasca una forchetta con tutto il trambusto che c'è.''
'' Probabilmente...''- fece Sakura improvvisamente triste -'' dopo un mese in quelle condizioni si è accorto che non avrebbe tollerato un simile isolamento per tutto il tempo che gli restava sulla terra e ha deciso di finirla così...''
'' No.''- fece Shiratori scuotendo il capo, scuro in volto -'' Lo ha fatto per ripicca contro di me. E' il suo ultimo screzio contro di me. Un modo per dire che alla fine non sono riuscito a prenderlo, per fargli pagare quello che doveva... e che in un certo senso è colpa mia se è morto.''- nel dir così si allontanò dalla stanza.
I due colleghi fecero per raggiungerlo, ma Sakura li stoppò per poi prendere la stessa direzione dell'ispettore.
'' Dici che dobbiamo lasciare che ci parli lei?''- fece Takagi rivolto alla fidanzata.
'' Tu che faresti se avessi nel cuore un gran dolore o qualcosa che anche se cerchi di nasconderlo è palese che ti soffrire?''- fece Sato in risposta.
Takagi non ebbe bisogno di pensarci.
Lui avrebbe chiamato il suo migliore amico e ci si sarebbe sfogato. Proprio come aveva fatto lui, molto tempo prima quando era convinto di essere l'ultimo dei pensieri di Sato o l'ultima persona a cui avrebbe potuto pensare come persona con cui spartire il resto della vita o un futuro, sfogandosi con la sorella.
Certo, forse era un po' eccessivo definire Sakura, la migliore amica di Shiratori, ma era anche vero che su tutte le persone che conosceva, la sua sorellina era riuscita ad instaurare con l'ispettore un rapporto di complicità e poteva dire che erano amici. Non così intimi, ma erano amici.
E con il carattere di Shiratori... non era certo una cosa semplice.
'' Se la sa cavare...''- fece Sato avvicinandosi al fidanzato per baciarlo sulle labbra.
Sakura se la sapeva cavare benissimo. Non per niente era la sorella della persona più fantastica che conosceva.

'' Shiratori....''- fece Sakura quasi correndogli dietro, una volta che questi du uscito dal carcere -'' per favore, aspetta.''
'' Sto bene.''- la rassicurò il poliziotto -'' Sto benissimo. Non c'è bisogno che vi preoccupiate per me.''
Sakura non gli credette.
'' Non è morto per colpa tua. Non l'hai ucciso tu.''- fece la ragazza con una decisione che non era solita per il cognome che portava -'' Lui era già morto. E' morto quando ha deciso di far marcire in prigione un uomo per trarne vantaggio.''
In poche parole... Akinari Shouto, poliziotto integerrimo ed amico sincero e fidato era morto nello stesso momento in cui il mostro della corruzione e l'abbaglio di poter ottenere un grosso risultato senza impegnarsi poi molto, l'avevano preso all'amo.
Quello era il momento in cui era morto.
'' Ti do un consiglio da amica...''- fece la ragazza -'' Non permettergli di rovinarti la vita così... non è colpa tua. Nulla di quello che è successo ti è imputabile.''
Shiratori sorrise tiratamente.
'' Lo so.''- fece il poliziotto -'' So che non potevo fare altro... solo che per questa storia... avrei voluto un altro tipo di finale.''
Ed in effetti non gli si poteva dar torto per come era finita quella storia cominciata male e forse finita peggio.
Ma nessuno di loro purtroppo aveva avuto il potere di decidere la fine della storia.
Tutto quello che potevano fare era accettare, conviverci e cercare di ricominciare da dove si erano interrotti.

Grazie a chi mi segue su questo fandom mi è venuta l'ispirazione per altre storie.
So che probabilmente questo finale ha portato un po' di amarezza in bocca a chi legge, ma non angustiatevi. Per adesso è finita. Grazie di cuore a tutti voi!!!

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