Watch over you

di Heaven Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Broken heart ***
Capitolo 2: *** ...Like a monster ***
Capitolo 3: *** Angels lie to keep control ***
Capitolo 4: *** Stay away from me ***
Capitolo 5: *** I know it's hurting you but it's killing me ***
Capitolo 6: *** Better than me ***
Capitolo 7: *** Please, don't break my heart ***
Capitolo 8: *** This ain't a love song ***
Capitolo 9: *** Can you feel my heart? ***
Capitolo 10: *** We are one ***
Capitolo 11: *** You waste your breath while fuckin' with me ***
Capitolo 12: *** A little piece of Heaven ***
Capitolo 13: *** I'm on the wrong side of Heaven ***
Capitolo 14: *** Demons they follow me ***
Capitolo 15: *** I'll be there for you ***
Capitolo 16: *** But baby don't cry... ***
Capitolo 17: *** Watch over you ***
Capitolo 18: *** You had my heart, at least for the most part ***



Capitolo 1
*** Broken heart ***


Capitolo uno : Broken Heart

 

"Corri, scappa da questo mondo, scappa dalle sue regole, scappa dalla sua realtà.
Ma non scappare da te stessa." -Heaven


-Sai, forse è proprio per questo motivo che le persone ti stanno alla larga! Sei una stronza bastarda! Non meriti nessuno!-

-Meglio non avere nessuno che due persone come voi!-

-Dove credi di andare? Non abbiamo finito!-

-Oh, io invece ho finito eccome, andate al Diavolo tutti quanti!-

Recuperando la sua borsa a tracolla, nera e completamente segnata dal tempo, la ragazza uscì di casa, da quella casa che era diventato un po'
il suo inferno personale, dalla fretta e dalla rabbia nemmeno si era ricordata di tirare su la zip della sua felpa col cappuccio. Sbattendosi
la porta bianca alle spalle venne subito investita dal vento gelido portato dall'Oceano Pacifico e dalla pioggia, che si abbatteva prepotente su
quella piccola e insignificante cittadina californiana.
Alle sue spalle poteva ancora percepire le urla di sua madre e di suo padre, ma non le importava, non le era mai importato nulla di loro da quando
aveva compiuto i suoi tredici anni, a quell'età aveva iniziato a capire che gonnelline e fiocchetti non facevano per lei, aveva capito che lei puntava
ad essere diversa, voleva lasciare il segno e quale miglior modo di farlo se non andando contro ogni insegnamento che i suoi genitori le avevano inculcato?
Arrivata al liceo non ci mise molto a farsi conoscere, già dal suo primo anno era famosaper la sua schiettezza, per la sua grinta e il suo orgoglio, che
spesso l'aveva condotta nelle peggiori strade della vita. Veniva riconosciuta per i suoi jeans neri strappati, le sue maglie e canotte di band metal e punk
che avevano fatto la storia, per i suoi meravigliosi capelli di un color nero corvino invidiabile, per il suo fisico leggermente in carne nascosto sotto
quegli abiti non esattamente femminili, per i suoi bracciali borchiati e le collane che le circondavano il collo.
Attirava l'attenzione di coetanei e di insegnanti, la maggior parte la prendevano in giro o si limitavano ad odiarla senza un motivo preciso, semplicemente
per il suo essere diversa, la criticavano senza ritegno. Nonostante tutto era una studentessa in gamba, aveva i massimi voti in letteratura, in musica,
in storia e in arte...ma nessuno è mai sopravvissuto al liceo per i suoi voti.
A lungo andare aveva imparato a costruirsi una corazza, una corazza così spessa da essere difficile da mantenere anche per lei stessa, ma non aveva scelta.


I suoi passi la portarono fino ad un parco giochi abbandonato da anni, ogni cosa lì era vecchia e rovinata dal tempo, la pioggia e il buio rendevano quel
posto ancora più spettrale, puntò lo sguardo su un altalena e ci si avvicinò senza preoccuparsi che fosse bagnata, si sedette e tirò il cappuccio della felpa
sulla testa recuperando le cuffiette e l'ipod dalla borsa seguite da un pacchetto di Marlboro rosse.
Si accese la sigaretta e diede la prima boccata di fumo con il sottofondo musicale di "You know you're right" dei Nirvana, fermandosi a pensare bene a
quelle parole che le invadevano la mente e la rendevano leggermente più serena. Kurt Cobain era di sicuro il suo punto di riferimento, ogni tanto si rivedeva
in quella persona meravigliosa che tutti criticavano fin troppo solo per il modo che aveva avuto di vivere.
Abbassò lo sguardo per puntarlo alle sue ginocchia, si poteva ancora notare un graffio sulla pelle lasciata scoperta dai jeans strappati, era ironico il suo
modo di farsi del male, ma questa è un'altra storia. Sentì il cellulare suonare nella tasca dei pantaloni e senza pensarci troppo lo prese e lesse il nome
riportato sullo schermo.

-Val...-

-Oddio Arwen finalmente! Sono ore che provo a chiamarti-

-Scusa-

-Mh...sei troppo silenziosa, è successo qualcosa? Ehy, ma sento del rumore di pioggia in sottofondo, non dirmi che sei fuori-

-Allora non te lo dirò.Ho litigato con i miei, di nuovo...sono corsa via-

-Senti, vuoi che ti venga a prendere? Dimmi dove sei-

-No, Valary, tranquilla non ce ne bisogno-

-E invece si, tanto sono per strada anch'io, stavo tornando a casa proprio ora. Avanti dimmi dove sei-

-Al parco giochi abbandonato-

-Ok, dieci minuti e sono lì-

Sospirando la ragazza spense la chiamata e si alzò dall'altalena, buttò la cicca della sigaretta a terra e depose cuffiette e ipod nella borsa, per poi
avviarsi all'uscita del parco.
Arwen.
Era quello il suo nome. Un nome strano per una ragazza strana. Ma a lei piaceva, era l'unica cosa buona che i suoi genitori potessero mai averle fatto,
donarle un nome particolare e mai sentito in giro.
Arrivata sul ciglio della strada, una volta uscita dal parco, ci mise appena due secondi per notare una macchina parcheggiarsi davanti a lei, riconoscendola
si precipitò all'interno bagnando il sedile con i suoi vestiti fradici.

-Cazzo, tesoro volevi forse prenderti un accidenti?-

-Sarebbe indifferente come cosa, tu come stai?-

-Sto bene, grazie. Tornavo giusto ora da casa del mio ragazzo-

-E' una cosa seria allora?-

-Direi di si, mi sento davvero bene con lui-

-Sono felice per te, amica mia-, le due si sorrisero e poi Valary tornò a guardare la strada davanti a lei.
Entrambe erano compagne di liceo, Valary è una ragazza particolare, bionda, occhi marroni, fisico slanciato, innata passione per la musica metal, manager
per esperienza, amica fedele. Insomma, tutto quello che si potrebbe avere e desiderare, fin dalla prima volta che le due si videro sentirono una scossa
elettrica e in meno di due parole diventarono migliori amiche.

-Senti, perchè non stai da me per un po'? Non mi va di farti tornare là dentro., ruppe il silenzio Valary mentre svoltava un angolo per poi entrare in una
piccola via privata.

-Val, non mi va di disturbare, tu e Michelle fate già fin troppo per me-

-Tu non sei un disturbo, dovresti saperlo! E poi la casa è fin troppo grande solo per me e mia sorella-

-Se insisti...-

-Grande! Avanti scendi e andiamo a farci una bella cioccolata calda!-.
Sorridendo da orecchio a orecchio Val fu la prima a scendere dalla macchina e seguita da Arwen le due corsero fin sotto il portico dell'immensa villa
delle DiBenedetto.
Una volta dentro Arwen venne pervasa dal profumo di vaniglia che caratterizzava il posto e dal calore del fuoco emanato dal camino, il salotto era immerso
nella fioca luce delle candele e sul divano vicino alla finestra notarono la figura esile di Michelle, la gemella di Valary, intenta ad ascoltare la musica
nelle cuffiette con gli occhi chiusi. Val si avvicinò a lei e le tolse una cuffietta facendola sobbalzare.

-Val! Maledizione mi hai fatto prendere un infarto!-

-Non la smetti ancora di ascoltare i Pearl Jam, eh?-

-A me piacciono, non puoi negare siano eccezionali...oh, ciao Arwen!-, la bionda si alzò con un salto dal divano per potersi avvicinare all'amica e stringerla
in un abbraccio. Michelle era tale e quale alla sorella, anche se però a primo impatto poteva sembrare vanitosa e acida come non mai, una volta conosciuta
capivi perchè era amata anche lei da tutti.

-Allora baby, qual buon vento?-

-Arwen si fermerà da noi per un bel po'-, rispose Val al suo posto con un gran sorriso.

-Meraviglioso! Se mi segui ti posso far vedere la tua camera-

-Grazie ragazze, e credo che in successivo mi farò una doccia calda-

-Nessun problema, vieni dai-

-Io preparo la cioccolata calda per tutte intanto-

-Ok!-, risposero all'unisolo Michelle e Arwen per poi sparire al piano superiore.
Non era la prima volta che la mora vedeva la casa ma ogni volta le sembrava davvero fin troppo enorme, seguì Michelle fino ad  una porta chiusa e
quando varcò la soglia si ritrovò davanti ad una camera da letto sproporzionata.
Davanti a lei vi era una finestra alta quasi fino al soffitto e arredata con delle tende scure, il letto matrimoniale era subito sotto la finestra posizionato
lateralmente ad essa, a destra della camera si trovava l'armadio da quattro ante e a sinistra c'era una porta che portava al bagno privato, un tappeto nero
era posizionato al centro della stanza e arrivava fin sotto la piccola scrivania in legno bianco. Il tocco delle gemelle poteva notarsi in ogni cosa.

-Wow-

-E' bella vero? Ci abbiamo lavorato molto a questa casa, ma ne è valsa la pena. Ovviamente ora puoi arredarla come meglio preferisci-

-Mich davvero, non ho parole-

-Non dire nulla tesoro, forza, datti una rinfrescata e poi vieni giu!-

Detto questo la ragazza uscì chiudendosi la porta alle spalle, lasciando la mora da sola. Tornò a guardare il letto matrimoniale e sospirando si lasciò
scivolare di dosso la borsa a tracolla, fece qualche passo verso il bagno e poco prima di entrarvi si soffermò ad osservare una foto appesa alla parete
della camera, ritraeva le gemelle insieme ad un gruppo di cinque ragazzi, tutti sorridevano felici e Valary era abbracciata ad un ragazzp muscoloso e con
due fossette adorabili a decorare il suo sorriso, tutti gli altri erano intenti a fare faccie buffe, sorrise nel vedere quella foto e si ritrovò ad
invidiare ancora una volta le sue migliori amiche per quella loro felicità e spontaneità nel viversi la vita.
Entrata in bagno Arwen si chiuse la porta alle spalle e si soffermò ad osservare anche quella stanza che tanto piccola non era, aprì l'acqua della doccia
per far riscaldare l'ambiente e iniziò a spogliarsi con tranquillità per poi fermarsi ad osservare la sua immagine nello specchio, che la ritraeva fino
alla vita, fermò il suo sguardo su ogni tratto del suo corpo notando sulle braccia e sui fianchi dei lividi più o meno violacei, alcuni stavano già per
sparire, altri invece erano ancora vividi.
Passò piano le dita sul fianco destro e sosprirò tristemente per poi voltarsi ed entrare nella doccia. L'acqua calda fece il suo compito anche quella volta,
lavando via ogni brutto persiero, ogni parola sbagliata che continuava a rimbombare nella sua mente, tutto, anche il suo cuore smise di far rumore.
Ma possedeva ancora un cuore? Una persona distrutta può ancora avere un cuore che batte o è solo un'illusione del cervello per far sembrare il dolore meno
forte? Arwen non lo sapeva. Era stanca di farsi domande che mai avrebbero avuto una risposta, ed era ancora più stanca di sentirsi inutile in un mondo che
sembrava odiarla
. Non era una ragazza come quelle che dicono di avere le peggiori giornate di tutti solo perchè magari i genitori non avevano dato loro i
soldi che volevano, o perchè avevano cambiato decine di ragazzi e non erano contente di quello che avevano passato. Oh no, no, Arwen era una combattente,
lo era sempre stata e sempre lo sarebbe dovuta essere fino alla morte, ma la sua vita aveva giocato con lei senza il suo permesso, l'aveva messa davanti a
milioni di problemi e lei aveva fatto tutto per vincerli. Ma la vita non è una fiaba e dopo un po' ti stanchi di combattere senza ottenere vittorie.





***




-Accidenti guardate come piove...-, sospirò Michelle guardando fuori la finestra della sala mentre sorseggiava tranquilla la sua cioccolata.

-Io lo trovo un tempo adorabile-

-Adorabile? Definisci il tempo adorabile, Arwen?-

-Si Val, sai come sono-

-Ovviamente-, rispose la bionda allungando un braccio e passandolo sulle spalle di Arwen per stringerla in un abbraccio che l'altra non le negò.
Quelle due erano legate da un profondo legame, stessa cosa per Mcìichelle, si capivano tutte con un solo sguardo e si conoscevano da così tanto che ormai
sembravano leggersi nel pensiero.

-Dici che stasera passeranno i ragazzi?-, domandò Michelle rompendo il silenzio.

-Non lo so, con questa pioggia dubito-

-...chi?-

-Oh giusto, i ragazzi sono i nostri cinque migliori amici, due di essi sono il mio ragazzo e il ragazzo di Michelle, sai, dovresti conoscerli!-

-Perchè dovrei? Sai che non amo particolarmente le compagnie-, borbottò Arwen portandosi le ginocchia al petto.

-Si ma con loro sarebbe diverso, davvero sono fantastici. Sono dei musicisti, stanno per pubblicare il loro terzo album!-

-Cosa suonano?-

-Heavy metal, baby-

-Mh...ci penserò-

-Bene, anche perchè domani è domenica, e di norma facciamo pranzo tutti insieme e poi passiamo il pomeriggio tra film, risate, musica e alcol!-, sorrise
Valary insieme a Michelle.

-Cosa vi dice che io parteciperò?-, chiese Arwen scettica

-Beh...una volta che li conosci, non puoi stargli lontano, credo proprio che avresti bisogno della loro compagnia-, spiegò Val all'amica, questa la guardò
negli occhi e senza dire nulla si alzò, lasciò la tazza in cucina e biascicando un "Buonanotte" si ritirò nella sua nuova camera.
Si mise nel letto tirandosi addosso le coperte e si voltò verso il piccolo comodino vicino al letto, che presentava una piccola lampada, una sveglia e un
paio di fotografie, una di queste rappresentava due ragazzi e Michelle stravaccati su un divano, Michelle era in mezzo e alla sua sinistra c'era un ragazzo
moro, dai capelli lunghi fino al collo, appoggiato al seno della ragazza, alla destra di Michelle, un ragazzo dallo sguardo fiero, gli occhi azzurri spiccavano
con i suoi capelli scuri tenuti in un'acconciatura fuori dal normale e un paio di manette tatuate sul collo, teneva il braccio avvolto alle spalle della
ragazza andando a sfiorare la spalla dell'altro ragazzo.
Indugiò un paio di secondi sul viso di quel ragazzo dagli occhi azzurri per poi sentire una morsa ferrea attorno alla gola, senza darci troppo peso si sdraiò
e chiuse gli occhi, sperando di lasciarsi cullare in un sonno senza incubi.


SPAZIO AUTRICE

Ehy lettori, sono tornata! Nuova storia, nuovo inizio, nuovo tutto! Spero di avervi incuriosito e ci tengo a dirvi che il fatto che la protagonista si
chiami Arwen non è un caso, amo Il Signore degli Anelli e amo quel nome, ho semplicemente voluto usarlo!
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate e vi informo che questa fanfic è già presente anche su Wattpad, ed lì si trova già al tredicesimo capitolo,
per ora è tutto dalla vostra...

-Maraforevergates 

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Capitolo 2
*** ...Like a monster ***


Capitolo due : ...Like a monster




"Deve essere estenuante per te perdere al tuo stesso gioco" -Heaven





Il mattino seguente Arwen venne svegliata dai raggi deboli e pigri del sole d'inverno che passavano tra le tende tirate solo per metà, si girò dalla parte
opposta alla finestra con una smorfia infastidita e notò la sveglia segnare le 8.00 del mattino, aveva dormito poco e male a causa di un peso sul petto
che non si spiegava. Sbadigliando sonoramente si passò una mano sugli occhi e si tirò su per sedersi sul morbido materasso, non era troppo stupita di essersi
svegliata così presto e sapeva che anche le gemelle da brave mattiniere si sarebbero svegliate a breve.
Raggiunse con passo strascicato il bagno e si posizionò davanti allo specchio, guardandosi non poteva far altro che ridere del suo aspetto, i capelli erano
tutti arruffati e il trucco per fortuna era stato rimosso con la doccia la sera prima. Dopo essersi lavata la faccia e i denti si sistemò i capelli, legandoli
in una coda disordinata, tornando in camera si limitò ad indossare un paio di pantaloncini da tuta che arrivavano al ginocchio e una felpa abbastanza grande
e larga, nonostante fosse passato da poco Natale lei non aveva problemi a camminare per casa con vestiti leggeri.
Scese le scale fino al piano inferiore e sentì subito l'aroma del caffè e dei cornetti caldi provenire dalla cucina unito a due voci basse, Arwen si fermò
dietro l'angolo che dava alla cucina per sentire quelle voci e capire di chi si trattasse, non voleva sembrare una spia ma l'incuriosiva il fatto che solo
una delle due voci apparteneva a Michelle mentre l'altra era maschile e leggermente roca a causa del tono basso.
Di punto in bianco non sentì più nulla e decise di fare quei due passi per poter entrare in cucina, ritrovandosi davanti una scena tra il "romantico diabetico"
e il "pervertito cronico", aveva ragione sull'aver sentito la voce di Michelle, infatti la ragazza era seduta sul ripiano della cucina con le gambe divaricate
e, davanti a lei, c'era un ragazzo vestito solo dei propri boxer, che dava la schiena ad Arwen, la mora potè notare che anche se era di schiena il ragazzo
aveva i capelli scuri e completamente sparati in aria, i due erano intenti a baciarsi ignari che qualcuno li stesse osservando e la bionda si stava divertendo
a passare le mani sul sedere del ragazzo che, in tutta risposta, si spingeva di più su di lei.

-Ehm, ehm...-, come Arwen si schiarì la voce i due si separarono, come se fossero due adolescenti colti sul punto di farsi la loro prima canna.
La mora ridacchiò e guardò prima uno e poi l'altra attendendo che parlassero.

-Buongiorno tesoro!-, ridacchiò Michelle imbarazzata.

-A te, mi spiace, non volevo interrompervi ma l'aroma di caffè arrivava fin sopra-

-Oh, tranquilla, a proposito ...lui è Brian, il mio ragazzo, Brian lei è Arwen, la mia migliore amica-

Il moro si avvicinò finalmente ad Arwen e le tese una mano in segno di saluto, sfoggiando un gran sorriso.

-Piacere di conoscerti Arwen, mi hanno parlato molto di te-

-Davvero? Comunque, piacere mio...in compenso non sapevo della tua esistenza-, rispose freddamente la giovane stringendogli la mano con decisione. Il ragazzo
liquidò la ragazza con uno sguardo disarmante per poi posizionare le braccia davanti al petto, mostrando i tatuaggi e i muscoli, si girò verso la sua
fidanzata che in tutta risposta le sorrise dolcemente, facendogli capite di non prendersela per la risposta ricevuta.
Arwen era così, fredda e distaccata con le persone che non conosceva e il fatto che quel Brian fosse il ragazzo della sua migliore amica di certo non cambiava
le cose, conosceva bene le persone e sapeva che avrebbero trovato ogni modo possibile per rovinarle la vita.
Michelle e Brian iniziarono a parlottare tra di loro mentre la mora decise di prendersi una tazza di caffè e sedersi tranquillamente al tavolo mangiucchiando
qualche biscotto.

-Buongiorno a tutti-, la voce biascicata di Val arrivò in cucina, tutti si girarono verso di lei ricambiando il saluto e Arwen non potè fare a meno di ridere
al pensiero che loro due erano davvero identiche il mattino.

-Perchè ridi? Ho qualcosa in faccia?-

-No Val, stavo solo pensando che potremmo organizzare un "zombie walk" ad Huntington!-

-Aah lo sai che quando mi alzo devo riprendermi da tutto!-

-Ahah confermo!-

-Brian, i ragazzi a che ora arriveranno?-, chiese poi al ragazzo che nel frattempo aveva avuto la  decenza di mettersi un paio di pantaloni.

-Dovrebbero arrivare tutti per pranzo, anche se stavamo pensando di andare a fare un pic-nic...-, spiegò Brian senza lasciare la mano di Michelle.

-Un pic-nic?! Ma è fantastico e quando pensavi di dircelo??- urlacchiò Michelle.

-Contavo sull'effetto sorpresa!-

-Grandioso Gates! Forza andiamo a prepararci, intanto manderò un messaggio a Matt. Arwen avanti che fai ancora lì?-, Val prese un braccio alla ragazza
tentando di farla alzare dalla sedia ma la ragazza oppose resistenza sedendosi estranea a tutto, il suo cervello si era inoltre soffermato sul nome "Gates".
Guardandosi velocemente intorno il suo sguardo si fermò su Brian e le gemelle e improvvisametne si sentì quasi spaventata da quella felicità che ricopriva
i loro volti, abbassò lo sguardo e lo puntò al pavimento parlando quasi a bassa voce.

-Io non vengo...-

-Come?-

-Ho detto che non vengo-

-Ma perchè? Andiamo Arwen ci divertiremo! Si tratta dei ragazzi di cui ti ho parlato ieri!-

-Val, ti ho detto che io non ci vengo-, marcò bene le parole e guardò la ragazza quasi con cattiveria.

-Ehy ragazzina, perchè non ti calmi un po'?-

-Brian...-

-No, Michelle, lascialo parlare. Sentiamo, stupido idiota da strapazzo, come ti permetti di chiamarmi ragazzina, mh?-

-Bada a come parli stronzetta, ma chi ti credi di essere!?-

-Sicuramente una persona migliore di te!-

-Basta così! Arwen stai pure a casa se è così che vuoi e...Brian, avanti, vai a cambiarti e andiamo-, Val si mise prontamente fra Arwen e Brian che nella loro
discussione si erano avvicinati pericolosamente l'uno all'altra e gli occhi di entrambi erano velati da un certo fastidio nei reciproci confronti. Sbuffando
sonoramente il ragazzo uscì dalla cucina per dirigersi al piano superiore mentre invece la ragazza tornò ad occupare il suo posto a tavola.

-Ehy, Brian non è cattivo...è solo che ci tiene molto al rispetto e ...-

-Mich, tranquilla, non è nulla...anche se però fossi in te avrei già cambiato ragazzo-

La bionda spiazzata giardò con tristezza la sua amica e fece un sorriso tirato ma che nascondeva tutto il suo amore e coraggio nel voler difendere il suo
amato.

-Brian è una persona eccezionale, Arwen, e non lo lascerò mai. E' vero, delle volte ha un carattere davvero difficile ma...io lo amo-, e con sguardo fiero
e alto uscì anche lei dalla cucina senza aspettarsi una risposta dalla ragazza che, in ogni caso, non sarebbe arrivata.
In cucina rimasero Arwen e Val, quest'ultima guardava l'amica con affetto, sapeva quello che le stava passando per la testa, ma in quello sguardo c'era anche
una nota di rimprovero, si avvicinò fino a sedersi vicino a lei e le mise una mano sulla spalla, Arwen alzò lo sguardo e incontrò gli occhi pacifici di Val
che solo in quel momento iniziò a parlare.

-Non c'è bisogno che mi spieghi nulla, so come sei quando conosci persone nuove, però devo chiederti un favore...non attaccarli così. Loro sono davvero
persone favolose, Arwen, ti farebbe bene conoscerle e non fermarti alle apparenze che possono dare, è vero Brian può sembrare uno stronzo viziato ma se lo
conosci bene potrai notare tu stessa che è una èersona che farebbe di tutto per i suoi amici...-, prese una pausa e lasciò un bacio sulla testa all'amica per
poi andare verso la porta della cucina.

-Sicura di non voler venire?-

-Non credo che sarei molto la benvenuta visto quello che è successo. Divertitevi-, e detto questo Val annuì e scomparve anche lei al piano superiore.

Rimasta sola Arwen non potè non pensare a quello che era successo e si chiese cos'avesse di tanto sbagliato per allontanare così le persone, una risposta non
la trovava, semplicemente era colpa sua. Come sempre, era sempre stata colpa sua e del suo carattere orribile.
Si sentiva come un mostro agli occhi delle persone e non riguardante al suo fisico, bensì al suo carattere. Chi mai avrebbe voluto una persona come lei
accanto? Chi poteva desiderare una che ti faceva del maale solo guardandoti?

Immediatamente le parole che spesso e volentieri sua madre le urlava contro presero a farsi sentire, a farsi ripetere nella sua testa come un disco rotto.

"Sei una delusione per me e tuo padre"

"Non meriti nessuno!"

"Morirai da sola e senza amici"

"Non troverai mai l'amore"

Parole che mai e poi mai abbandoneranno la mente della ragazza, nemmeno dopo anni passati a provarci, sospirando la giovane decise di tornare in camera sua
per potersi cambiare i vestiti e sistemare la sua borsa, visto che non sarebbe andata con le gemelle tanto valeva che andasse a comprarsi qualche nuovo
vestito perchè, di sicuro, a casa dai suoi genitori non ci sarebbe andata, nemmeno di nascosto. Mise i vestiti della sera prima e prese velocemente la borsa
mettendoci dentro portafogli, cellulare, cuffiette e ipod, si diede una veloce sistemata ai capelli e passò una linea di eye-liner abbastanza marcata sulle
palpebre per poi indossare i suoi amati anfibi.
Scese le scale al tempo stesso in cui le gemelle e Brian si stavano mettendo i giubbotti.

-Arwen noi andiamo, tieni queste...potrebbero servirti-, dicendo questo Michelle porse alla ragazza una copia del mazzo di chiavi della casa.

-Grazie Mich, ma siete proprio sicure di voler fare un pic-nic? Non fa un po' freddo?-

-Si, ma ogni cosa è bella se fatta con i propri migliori amici, mal che vada andremo nella prima casa di uno di noi-, sorrise Val legandosi al collo un foulard
in stile hippy.

-Bèh, allora andiamo?-

-Si, a dopo Arwen!-

-A dopo ragazze-

-A, spero, mai più-

-Brian!-

-Che c'è?-

Arwen e Brian si lanciarono uno sguardo minaccioso e prontamente Michelle portò fuori il ragazzo nella speranza di non avere altri problemi, Val salutò
velocemente l'amica con un abbraccio e insieme uscirono di casa, una diretta alla macchina di Brian e l'altra per la strada che porta al centro di Huntington.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 


Brian guidò come al solito come un pazzo, rispettando a stento i segnali stradali e facendo urlare le gemelle per tutto il percorso, mentre Michelle gli
dava dei pugni sul braccio e Valary urlava di andare più piano, ovviamente il ragazzo rise di gusto per tutto il tragitto fin quando non parcheggiò l'auto
all'inizio del parco. Era il più grande parco della città e per questo lo chiamavano Central Park, era un luogo bellissimo anche d'inverno con tutti i suoi
alberi, il suo stagno e i percorsi da fare a piedi o in bici.

I tre ci misero pochissimo a trovare il resto della loro compagnia dato che questi non erano esattamente silenziosi, li trovarono alle rive del piccolo lago
intorno ad una coperta posta sull'erba a fare da tovaglia.

-Ehy! Finalmente ce l'avete fatta!-

-Matt!!-

Val corse incontro al ragazzo dai corti capelli castani tenuti in una bandana nera e in un cappellino con la visiera all'indietro, gli occhi smeraldini, due
fossette amabili e le braccia muscolose interamente tatuate che, come vide la ragazza, spalancò in modo che lei potesse abbracciarlo di slancio e posargli
un dolce bacio sulle labbra carnose decorate con un anellino di metallo sul lato destro del labbro inferiore.

-Dannazione sembra che non vi vediate da mesi!-

Esclamò Johnny ridacchiando, era il più piccolo del gruppo sia in età che in altezza, ma di certo non meno in gamba, si presentava con una cresta di capelli
tenuta su perfettamente da gel e altri prodotti, anche lui ha le braccia interamente tatuate come il resto dei ragazzi, la sua personalità è unica ed è il
classico amico che tutti vorrebbero in quanto farebbe di tutto per i suoi amici.

-Ma smettila di rompere nanetto-

-Jimmy!-

-Brian!-, i due si strinsero in un abbraccio fraterno dandosi delle pacche sulle spalle.
Jimmy è un ragazzo altissimo dagli occhi azzurri cristallini, ineguagliabili per tutte le sue sfumature, i capelli corvini tenuti in un'acconciatura unica e
sua, tatuato fino alla fascia addominale comprese le braccia, la sua particolarità? Un paio di manette tatuate intorno al collo e la sua pazzia.
Brian e Jimmy erano migliori amici di lunga data ognuno dei due sarebbe morto per l'altro, tutti quelli che li vedevano li invidiavano per il loro rapporto
e loro semplicemente sentivano di essere le due facce della stessa medaglia.

-Cazzo ragazzi muovetevi! Sto morendo di fame!-

Zacky, un ragazzo leggermente in carne, dai capelli corti neri e gli occhi cerulei, non si poteva non amarlo per la sua simpatia e spontaneità.

-Si Vee arriviamo! Avanti tutti a tavola!-

Le sacro sante parole di Val rallegrarono ancora di più l'umore dei ragazzi che corsero sulla tovaglia nemmeno fossero dei bambini e come tutti presero posto
iniziarono a dividersi i panini, uniti da chiacchiere, scherzi e quell'amore che li univa.
Quell'amore che ogni persona invidiava in quel gruppo di pazzi, tutti si erano conosciuti al liceo, per motivi diversi e in situazioni diverse, e non si
erano mai più lasciati, semplicemente non potevano.
Loro erano la grande band metal che i ragazzi e le ragazze amavano, gli adulti guardavano quei cinque ragazzi di venticinque anni con orgoglio, come se fossero
figli propri.
Loro erano gli Avenged Sevenfold, ed erano famosi per la loro capacità di aiutare le persone, indirettamente con la loro musica e direttamente se li si
conosceva di persona.
Non esisteva persona che loro non potessero aiutare, in un modo o nell'altro lo avrebbero fatto...e il loro aiuto stava per essere, indirettamente, chiamato
da una ragazza di ventiquattro anni, dalla vita incasinata e distrutta.
Da una ragazza che si sentiva come un mostro agli occhi ciechi del mondo

 

 

 

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Capitolo 3
*** Angels lie to keep control ***


Capitolo tre : Angels lie to keep control



"L'amore umano è spesso l'incontro di due debolezze" -François Mauriac




Arwen tornò a casa correndo, aveva il fiatone e le facevano male le gambe per lo sforzo, aveva corso per venti minuti a perdifiato nella speranza di arrivare
a casa delle gemelle in fretta, la sua solitaria passeggiata in centro era stata rovinata a causa della pioggia, che si era presentata di punto in bianco
accompagnata dai tuoni.
Le piaceva il rumore della pioggia e amava camminare sotto di essa, ma quel giorno l'avrebbe voluta evitare, così si era ritrovata a correre per le strade
di Huntington con tre borse colme di vestiti sul braccio sinistro e una borsa di cd musicali, con tanto di vinili, sulla destra, non potendo più tornare a
casa dai suoi genitori per recuperare i suoi effetti personali si è douta adeguare, così con l'occasione si era chiusa nel negozio di musica della città per
ore, osservando, scegliendo, pensando e amando tutti quei cd di band che hanno fatto la storia della musica.

Arrivata finalmente al portico della villa si fermò e si concesse un secondo per ricominciare a respirare, l'ultima volta che aveva corso così nemmeno se la
ricordava più, mise la mano nella sua borsa a tracolla e tirò fuori le chiavi di casa aprendo velocemente la porta ed entrando.
Il calore e il profumo di vaniglia della casa le invasero subito le narici donandole una sensazione di tranquillità e serenità, dopo essersi tolta il giubbino
in pelle fradicio si diresse velocemente in camera sua per poter riporre tutti gli abiti nuovi nell'armadio, quanto ai cd iniziò a sistemarli in ordine su
una mensola proprio sopra la scrivania.
Il suo pensiero andò alle gemelle, sapeva che erano fuori con i loro amici e sicuramente erano stati colti di sorpresa dal temporale, non si sarebbe meravigliata
di ritrovarseli in casa di punto in bianco, nonostante su questo sperava di sbagliarsi. E' vero, non era per niente nella posizione di dettare legge, quella
non era nemmeno casa sua. ma non aveva voglia di vedere gente nuova, non era di certo famosa per la sua semplicità nello stringere amicizie...  
Sospirando decise di scendere in cucina per potersi fare un toast e nel momento stesso in cui finì di scendere la rampa di scale sentì delle urla dalla strada,
fu una questione di pochi secondi prima che vide la porta di casa spalancarsi e sette figure correre dentro casa come pazzi.

-Cazzo che pioggia!-

-I miei capelli...i miei poveri capelli!-

-Ahah, Gates sei peggio di una donna!-

-Zitto Jimmy! Guarda che disastro!-

-Bèh...forse dovevamo pensare a guardare le prevvisioni prima di organizzare un picnic-

-Nah, non ci sarebbe stato gusto...-

-Esatto, sai quante risate avremmo mancato se le avessimo controllate?-

-Fanculo erano anni che in California non si vedeva un tempo così-

Il trambusto era generale mentre Arwen guardava con insistenza quei cinque ragazzi, Michelle e Valary erano vicine al divano e Mich era accompagnata da Brian,
quel ragazzo sembrava essere la sua ombra, lo aveva visto appena due ore prima e anche in quel momento era attaccato alla ragazza, ma nello stesso tempo
sembrava una persona abbastanza indipendente, passò lo sguardo sugli altri e notò che tutti erano ricoperti di tatuaggi su entrambe le braccia, c'era un
ragazzo bassissimo che presentava una cresta in puro stile punk tutta ammosciata sulla testa a causa della pioggia, un altro era leggermente in carne ma pur
sempre un bel ragazzo con gli occhi cerulei contornati da dell'ombretto rosso sangue che li risaltavano, vicino a lui c'era un ragazzo muscoloso con degli
occhi versi smeraldini meravigliosi e delle fossette adorabili ai lati della bocca che rideva per la battuta di uno dei suoi amici e poi, per ultimo, lo
sguardo di Arwen cadde sull'ultimo ragazzo.
Rideva, aveva un sorriso splendido e spontaneo, i denti perfetti, un central proprio sotto il labbro inferiore, i capelli neri corvini tenuti in un'acconciatura
insolita dove alcune ciocche ricadevano su quei meravigliosi occhi azzurri, la ragazza perse un battito nel vedere quelle due iridi e subito si ricordò di
aver visto una foto di quel ragazzo, appena la sera prima, mai nella sua vita aveva visto degli occhi più intensi di quelli e lei ne aveva visti tanti, era
quel tipo di rara persona che guardava ogni essere umano negli occhi indipendentemente dalla situazione. Il tempo sembrava essersi fermato, tutto sembrava
svanito eccetto lei e quel ragazzo altissimo con un paio di manette tatuate intorno al collo
.
"A quanto pare ...la perfezione esiste", questo era il pensiero che balenò la mente della giovane, ma subito scosse la testa come a volerlo scacciare,
ricordandosi che non si doveva mai giudicare un libro dalla copertina.

-Oh tesoro, eccoti qui!-, la voce di Val sovrastò i suoi pensieri portandola a fissare la sua migliore amica mentre si avvicinava a lei e le metteva un braccio
intorno alle spalle.

-Permettimi di presentarti i ragazzi, Brian lo conosci già...-

-Per sfortuna...-, la interruppe l'interpellato per poi ricevere una gomitata da Michelle.

-Dicevo, Brian lo conosci, in ordine trovi Johnny, Zacky, Matt, il mio ragazzo, e Jimmy, ragazzi lei è Arwen, la mia migliore amica!-

Val presentò i nomi dei ragazzi secondo l'ordine in cui gli occhi di Arwen si erano posati precedentemente e in un battito di ciglia i ragazzi la salutarono
calorosamente come se la conoscessero da anni.

-E' un piacere conoscerti, le gemelle ci hanno parlato tanto di te!-

-Piacere mio-, rispose timidamente a Matt

-Sei pronta a conoscere questa banda di pazzi?-, chiese Zacky tutto sorridente.

-Ma che dici Vee, non vedi che non ha nessuna voglia di conoscerci-

-Cosa te lo fa pensare Brian?-

-Stamattina mi ha quasi ucciso solo perchè le ho chiesto un po' di educazione nei miei confronti-

-Con i tuoi modi del cazzo l'avrai fatta innervosire-

-Già, infondo mi sembra una brava ragazza-

-Zitto Johnny, non puoi saperlo-

-Allora c'è davvero un mistero dietro quel bel faccino-, la voce di Jimmy sovrastò di poco quella degli altri e parlò per la prima volta rivolto alla
ragazza, aveva la voce calda e leggermente roca e il suo sguardo si posò su quello di Arwen come se la dovesse trapassare, la guardava con curiosità, deciso
a voler conoscere quella ragazza che tanto lo aveva incantato.

-Ci sono molti misteri dietro questo bel faccino, non credo che ti interessino-, rispose freddamente la ragazza mantenendo lo sguardo alto.

-Lo vedremo piccola-

Piccola, mai nessuno l'aveva chiamata così, non era abituata a sentirselo dire e forse a causa di questo o a causa della voce che aveva usato il ragazzo,
Arwen, si ritrovò ad accogliere un brivido lungo la schiena, quei brividi che non ti aspetti e che, per una ragazza come lei, aspetti di sentire per una vita.
Sentiva un certo trasporto nella figura di Jimmy e non sapeva il perchè, così senza dare troppo nell'occhio decise di sgattaiolare in camera, recuperare una
maglia pesante e scendere in veranda, quando tornò in salotto potè notare che tutti avevano preso posto sui divani vicino al caminetto e si erano messi a
guardare un film, Arwen non si soffermò a vedere di quale si trattava e facendo il più piano possibile uscì in veranda dietro la casa, c'era un porticato
spaxioso ornato con divanetti, poltrone e un paio di dondoli che dava proprio sulla spiaggia privata della proprietà, non c'era che dire, le gemelle si
trattavano bene e lei sapeva che avevano fatto tutto da sole, avevano rinunciato ai soldi di famiglia da quando la madre voleva che loro  portassero avanti
l'azienda mentre loro invece preferivano di gran lunga viaggiare, e quale modo migliore se non diventare manager, Valary, e costumista, Michelle, per la band
dei loro migliori amici annessi fidanzati?

La ragazza prese posto sull'ultimo divano a dondolo, quello più vicino all'inizio della spiaggia e si portò le ginocchia al petto, grazie alla parte del tetto
prolungata era al riparo dalla pioggia e la felpa che aveva indossato l'aiutava a combattere il freddo pungente che portava l'Oceano. Il suo sguardo scuro e
penetrante si fermò a fissare quelle onde che si schiantavano sulla riva e si ritiravano placide per poi ripresentarsi con forza crescente, il vento le
scompigliava i capelli e l'odore di sasedine le penetrava le narici, con tranquillità si tirl sulla testa il cappuccio della felpa e tirò fuori le cuffiette.
Quale miglior modo di scappare dalla realtà se non quello di rifugiarsi nella musica? Nelle parole di grandi artisti che, spesso, sembravano parlarle
attraverso quelle note di canzoni semplicemente perfette
.


Bury all your secrets in my skin (Seppellisci tutti i tuoi segreti nella mia pelle)
Come away with innocence and leave me with my sins (Vieni via con innocenza e lasciami con i miei peccati
)


Le parole di Corey Taylor invasero le orecchie della ragazza, lasciando il suo sguardo spento, lontano e terribilmente provato. Lei si sentiva piena di peccati
e terribilmente sola, lo sapeva, sapeva di essere un disastro e sapeva di non meritarsi nessuno con cui confidarsi...


The air arounf me still feels like a cage (L'aria attorno a me sembra ancora una gabbia)
And love is just a camouflage for what resembles rage again... (E l'amore è solo un travestimento per ciò che sembra di nuovo rabbia)


Aveva bisogno di sentirsi libera, aveva bisogno di non avere regole da seguire e non sapeva per quale motivo fosse tanto difficile per lei seguire quella vita,
non sapeva perchè non riusciva a sentirla mai completamente sua. Poi l'amore, non lo aveva mai provato e ...mai l'avrebbe provato...questa era la sua più
grande paura, quella di morire senza amore, senza averlo mai provato...

-Ehy-

Arwen sobbalzò tornando alla realtà e i suoi occhi scuri incontrarono quelli azzurri cristallini di Jimmy, il ragazzo era di fianco a lei e la guardava con
un mezzo sorriso mentre si stringeva nella felpa verde scuro e il ciuffo di capelli gli ricadeva di continuo sugli occhi.

-Posso sedermi?-

-Fa come credi-

Senza farselo ripetere il ragazzo si sedette accanto alla ragazza lasciandola stupita, mai nessuno aveva fatto un gesto simile soprattutto non quando lei
rispondeva in quel modo, lo guardò con gli occhi di una bambina curiosa e Jimmy non potè non guardarla inarcando un sopracciglio.

-Perchè mi guardi così?-

-Io non ti sto guardando in nessun modo...-

-Sei sorpresa che mi sia seduto qui?-

-Forse...un po'-

Il ragazzo sorrise davanti a quell'affermazione e capì molte cose solo da quello, la ragazza intanto aveva riportato lo sguardo sul mare tentando di non
tornare a guardare il ragazzo accanto a lei.

-Hai freddo?-

-No-

-Eppure stai tremando-

-E'...è solo per la canzone-

-Cosa stai ascoltando?-

-Non credo possa interessarti-

-Ok, ho capito. Bèh, se vuoi dentro stiamo preparando la cena, potresti unirti a noi-, con queste piccole e semplici parole Jimmy si alzò e con passo deciso
tornò dentro casa sotto lo sguardo attento di Arwen.


So if you love me let me go and run away before I know.
My heart is just too dark to care (Quindi se mi ami lasciami andare e corri via prima che lo sappia.
Il mio cuore è troppo oscuro per importarsene)


Non avrebbe mai potuto amare nessuno...a mala pena amava se stessa...e quel ragazzo, lei se lo impose, non avrebbe fatto la differenza con il suo odio nei
confronti delle persone.
Eppure per la prima volta sentì un peso all'altezza del petto...uno di quei pesi che sanno tanto di morse ferree, quelle che ti mozzano il fiato.
Quelle che solo una persona con il cuore di ghiaccio potevano provare, perchè stava per capire cosa significasse amare



SPAZIO AUTRICE
Bene ragazzi, iniziamo a vedere anche le figure degli altri ragazzi, che ne pensate? Nel prossimo capitolo ci saranno delle informazioni, chiamiamole così, più specifiche riguardo la vita di ognuno dei Sevenfold. Ci tengo a precisare che i fatti narrati sono pura fantasia e i personaggi in questione non mi appartengono.
Ora ci tengo a sapere la vostra opinione! Lasciate un commentino mi raccomando, sapete che li amo leggere!.
Un abbraccio...


-Maraforevergates

 

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Capitolo 4
*** Stay away from me ***


Capitolo quattro : Stay away from me



"A volte succedono cose che non si è preparati ad affrontare" -Hunger Games




Contro tutta la sua volontà Arwen decise di prendere posto alla tavolata che era stata preparata dalle gemelle mentre Johnny e Zacky si dilettavano ai
fornelli  e Matt, Brian e Jimmy parlavano tra loro di musica, a quanto potè capire Arwen, sembravano così tanto presi dall'argomento che quasi non si accorsero
che la cena era pronta.
La ragazza se ne rimase per tutto il tempo in silenzio ad osservare quello che le accadeva intorno, di tanto in tanto si sentiva osservata ma non ci diede
troppo peso, troppo abituata agli sguardi altrui. Più guardava quei sette e più invidiava tutto di loro, in particolare la loro amicizia, era palpabile con
mano che l'affetto che tutti provavano era reciproco, in particolare Arwen notò i comportamenti di Jimmy e Brian, erano seduti vicini proprio davanti a lei
e per tutta la durata della cena non fecero altro che ridere, farsi scherzi, insultarsi ridendo a crepa pelle...gli occhi di entrambi brillavano quando l'altro
gli parlava e per una frazione di secondo nella mente contorta della giovane balenò l'idea che quei due fossero innamorati l'uno dell'altro, scosse la testa
per allontanare quel pensiero, non poteva essere assolutamente e poi Brian stava con Michelle e si vedeva lontano un miglio quanto fossero affiatati.

-Allora Arwen, raccontaci qualcosa di te-

La voce di Matt ruppe il filo dei suoi pensieri e quando si girò a guardare il ragazzo notò che le stava riservando un sorriso tutto denti e fossette.

Non c'è molto da raccontare-

-Andiamo, tutti abbiamo una storia-

-Ormai fai parte del gruppo, devi raccontarci qualcosa-

Le parole di Johnny la fecero bloccare con il bicchiere d'acqua a mezz'aria.
"Ormai fai parte del gruppo"
Faceva davvero parte di quel gruppo?
Non stava sognando? Non la stavano prendendo in giro?

-Scusa...che vuoi dire?-

Era ovvio quanto la domanda fosse fuori luogo quanto inaspettata ma Arwen non conosceva quei ragazzi e quei ragazzi non conoscevano lei, fatta eccezione per
le DiBenedetto, gli sguardi di ognuno di loro si posarono sulla giovane che sentendosi più che mai in soggezione arrossì e fissò gli occhi in un punto
impreciso del tavolo.

-Che ormai fai parte di questa famiglia, già solo perchè sei amica delle gemelle automaticamente ci sei dentro, piccola-, le parole di Jimmy la scossero,
provocandole un brivido freddo e una morsa ferrea allo stomaco, per la prima volta si sentì accettata per quello che era ma al tempo stesso non capiva come
quei cinque ragazzi potessero reputarla parte della compagnia, si conoscevano appena da quattro ore e la sua esperienza in campo di amicizie le diceva di non
fidarsi.

-Non vedo come potrei far parte di questa banda se nemmeno vi conosco-, rispose con acidità, tutti la guardarono per un secondo in silenzio, poi Matt si
schiarì la voce e iniziò a parlare.

-Allora direi di presentarci, io sono Matthew Charles Sanders, in arte M. Shadows e per gli amici sono Matt o Shads, sono un cantante, so suonare la chitarra,
il basso e me la cavo con il pianoforte, la mia famiglia è cattolica ma non per questo vado in chiesa ogni domenica, sono fidanzato con Val da ormai quattro
anni e conosco questi ragazzi dal liceo-

-Io invece sono Jonathan Lewis Seward, in arte Johnny Christ, per gli amici Johnny, Christ o ...nano...sono un bassista, sono single, della mia famiglia non
c'è troppo da dire, sono in questa band da strapazzo dal mio penultimo anno di liceo-

Si sollevarono delle risate generali all'affermazione "band da strapazzo" soprattutto da Val e Mich ma subito dopo tutti tornarono terribilmente seri e la
parola passò a Zacky.

-Zachary james Baker, in arte sono Zacky Vengeance, per gli amici Zacky, Vee, Zee...il mio nome d'arte è insolito lo so, ma è dovuto al fatto che al liceo
ero vittima di bullismo, almeno per i primi due anni, poi ho conosciuto Matt e Brian e insieme mi hanno aiutato, sono diventato un tipo vendicativo e ucciderei
chiunque osasse qualcosa verso la mia famiglia, sono un chitarrista e sono single-, terminò la sua storia con un cenno ai ragazzi e un occhiolino a Arwen
che arrossì e dstolse lo sguardo dal ragazzo, non avrebbe mai immaginato che Zacky fosse stato vittima di bullismo...

-Dunque, tocca a me? Mi chiamo Brian Elwin Haner Jr. in arte sono conosciuto come Synyster ates e questo nome lo devo in parte a quel coglione lì-, ridacchia
il ragazzo indicando Jimmy, -Non ho avuto una vita rosa e fiori in quanto vivevo sotto l'ombra di mio padre, ma crescendo sono riuscito a diventare un
chitarrista affermato, amo il mio lavoro, vivo per la musica, la mia ragazza e il mio migliore amico, non ci penserei due volte ad uccidere chiunque provi
anche solo a insultare uno di noi, questa è la mia famiglia e intendo tenermela per sempre-

-Sei un tenerono Gates-

-Aah, zitto Vee-, Brian fece un mezzo sorriso strafottente incrociando le braccia al petto, come a sottolineare che lui era un duro ma come sentì la sua
ragazza avvicinarsi di più a lui fino ad andare a posargli la testa sul petto si sciolse, allargando le braccia per stringerla a se e lasciandole un bacio
sulla tempia, quei due sembravano cane e gatto ma alla fine si amavano favvero tanto.

-Pazzoide, siamo tutt'orecchi!-, ridacchiò di punto in bianco Johnny andando a stuzzicare Jimmy.

-E dai Johnny, smettila. Mi chiamo James Owen Sullivan, in arte sono The Reverend Tholomew Plague, per i miei migliori amici sono semplicemente Jimmy o The
Rev, sono un batterista, ma so anche cantare, suonare il piano, il basso e la chitarra. Non sono famoso per i miei rapporti con la legge nè tanto meno con
le ragazze, per anni ho vissuto in una lavanderia perchè i miei genitori mi buttarono fuori casa dopo che dissi loro che volevo diventare un batterista
invece che portare avanti l'azienda di famiglia, poi ho conosciuto Brian, inutile dire che scoppiò la scintilla, non finirò mai di ringraziarlo e di dirgli
che gli voglio bene...questa è la mia famiglia, morirei per ognuno di voi e lo sapete-, finì il suo discorso con un gran sorriso e subito dopo Brian si alzò
dal suo posto per potersi accovacciare di fianco a Jimmy che subito lo abbraccciò con un braccio andando a scompigliargli i capelli.
Arwen ascoltò con attenzione ogni singola parola di tutti e in particolare guardò con attenzione i movimenti di Brian e Jimmy...anche lei avrebbe voluto
avere un'amicizia così forte, chiara....un'intesa così palese che non ha nemmeno bisogno di parole...e invece lei aveva sempre avuto amicizie sbagliate, che
poi chiamarle amicizie era una parolona, le sue conoscenze si basavano su persone che fumavano erba, alcuni si drogavano, altri bevevano, altri ancora andavano
a letto con persone diverse ogni giorno e ogni notte, passò anni in quel giro mantenendosi però a debita distanza dai pervertiti cronici che giravano, si,
non era mai andata a letto con nessuno e spesso se ne vergognavam per questo motivo nessuno sapeva della sua vita sessuale apparte Val, non lo aveva nemmeno
detto a Michelle.
La ragazza abbassò lo sguardo iniziando a fissarsi le mani che improvvisamente sembravano più interessanti del solito, prese un bel respiro e decise di
raccontare anche la sua storia e far capire a tutti le sue intenzioni..

-Mi chiamo Arwen Stark, non sono nessuno nè per la società nè per le persone, non ho molte amicizie, anzi non ne ho nessuna apparte quella delle gemelle. Sono
stata rinnegata più volte dai miei genitori e da tutta quella famiglia, ho subito violenze e sono stata vittima di bullismo al liceo. Per anni ho vissuto
nell'alcol e stavo per entrare nel giro delle droghe. Odio profondamente la razza umana per quello che mi è successo, eccezione per poche persone...e ora mi
chiedo, come possono delle persone, cinque persone, che non ho mai conosciuto e che stanno ascoltando ora la mia storia come io poco fa ho ascoltato le loro,
capirmi e volermi accettare per quello che sono? Sono una bomba ad orologeria, sono in grado di distruggere ogni cosa solo sfiorandola, volete davvero un
elemento del genere nella compagnia? Ho già perso tanto dalla vita, non ho intenzione di perdere altro e tanto meno voglio fidarmi di qualcuno, di nuovo.-

Parlò tutto d'un fiato, lasciando i ragazzi e le gemelle di sasso, senza aggiungere altro Arwen si alzò e si ritirò in camera sua, le dispiaceva per le
DiBenedetto ma non avrebbe portato avanti quella messa in scena, si chiuse la porta della camera alle spalle e vi si appoggiò subito dopo tirando un grande
sospiro.
Si passò una mano tra i lunghi capelli corvini dirigendosi con passo strascicato al letto, con poche semplici mosse si tolse scarpe, pantaloni e maglia, prese
dal cassettone una semplice canotta nera logora dal tempo e decisamente aderente che le metteva in mostra i fianchi pronunciati fasciandoglieli dolcemente.
La porta della camera si aprì piano facendola sussultare e in meno di due minuti si richiuse alle spalle del giovane batterista.

-Che cazzo stai facendo?!-, sbottò irritata la ragazza cercando qualcosa per coprirsi le gambe nude.

-Forse avrei dovuto bussare, ma a pensarci bene ho fatto bene a non farlo-, ghignò il ragazzo mostrando un sorrisetto malizioso.

-Esci subito da camera mia-

-Per stanotte non sarà solo camera tua-

-Che cosa?-

-Ci fermiamo tutti qui a dormire, Matt e Val dormono insieme, così come Brian e Michelle e Zacky e Johnny, come ben sai in questa casa ci sono due camere per
gli ospiti e la seconda è proprio questa-

Sorrise vittorioso e si avvicinò al letto senza troppe cerimonie, si muoveva tranquillamente sentendosi perfettamente a suo agio, la ragazza non gli tolse gli
occhi si dosso nemmeno per un secondo fino a quando non lo vide togliersi le scarpe e la t-shirt dei Pantera.

-Che fai?!-

-Secondo te?-

-Se hai intenzione di spogliarti abbi almeno la decenza di andare a farlo in bagno-, rispose Arwen schietta mettendo le mani sui fianchi e guardando Jimmy con
rimprovero, quasi fosse sua madre.

-Ahah, ragazzina sei davvero forte. Credi che mi faccia problemi a spogliarmi davanti ad una ragazza?-

-Non lo so, dovresti?-

-Ovvio che no...-, sussurrò le ultime parole e quasi con sguardo di sfida si portò le mani alla cintura e, fissando gli occhi azzurri in quelli scuri della
giovane, si tolse la cintura e con tutta la calma del mondo iniziò a sbottonarsi i jeans strappati fino a sfilarseli.

-Ti piace quello che vedi, non puoi negarlo-, le disse in tono sicuro.

-Dici? Bèh, allora te lo lascierò credere-

Senza aggiungere una parola in più Arwen si sdraiò a letto mettendosi sotto il piumone per coprirsi dal freddo, si girò subito dopo verso la finestra posta
proprio al lato del letto, schiacciandosi contro il muro per poter stare il più lontana possibile dal ragazzo, quest'ultimo dopo aver riposto i vestiti sulla
sedia vicino alla scrivania si riavvicinò al letto, spostando il piumone e sdraiandosi sul materasso, si sdraiò in posizione supina e rilassò ogni singolo
muscolo sospirando tranquillo, Arwen capì che doveva essere davvero molto stanco-

Passarono due ore nel silenzio e nel buio della notte, entrambi sapevano che l'altro era sveglio ma non osavano distruggere quella pace, fino a quando James
prese il coraggio di rompere quel silenzio e decise di capire il vero problema che affliggeva la mente della ragazza sdraiata al suo fianco.

-Sai, forse non ti osserveranno mai, ma questo a volte conta meno. Molto meno-

-E con questo che vorresti dire?-

-Quello che hai detto prima in cucina mi ha fatto capire che tu vuoi solo sembrare una ragazza fredda e cinica, in realtà vorresti solo che qualcuno ti stia
affianco, quante volte hai desiderato che le persone abbracciassero te inceve che le gemelle?-

-Ma che stai dicendo? Non ho bisogno degli abbracci di nessuno e non sono gelosa di quello che hanno Val e Mich, sono felice per loro e...-

-Non mentirmi, non farlo con me-, Jimmy disse quelle parole in modo sicuro girandosi e andando ad incrociare gli occhi della ragazza che nel buio della stanza
sembravano due pozzi neri e profondi, Arwen rimase paralizzata da quelle parole, cosa voleva quel ragazzo da lei?
Senza che se ne accorgesse Arwen si ritrovò più vicina al corpo di Jimmy, il ragazzo aveva allungato un braccio circondando la vita della mora e l'aveva
tirata contro di se, facendo piano e dosando le sue mosse per non spaventarla, le portò una mano dietro la nuca e le fece appoggiare la testa sul suo petto.

-Che stai facendo?-, chiese quasi spaventata.

-Tutti hanno bisogno di un abbraccio, tu più di tutti-

Senza dire nulla la ragazza si scostò malamente da quel contatto che l'aveva fatta rabbrividire e tornò con lo sguardo fisso negli occhi di Jimmy.

-Io non ho bisogno di nessuno, non voglio che mi tocchi e non voglio che provi a comprendermi, odio le persone come te, quelle che non sanno con chi hanno
a che fare. Stammi lontano
-

Si girò nuovamente verso la finestra e si chiuse in posizione fetale stando il più lontano possibile dal ragazzo, quest'ultimo sospirò pesantemente prima di
abbandonarsi al cuscino.

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Capitolo 5
*** I know it's hurting you but it's killing me ***


Capitolo cinque : I know it's hurting you but it's killing me

"Un uomo si innamora di una donna quando sente di aver trovato l'avversario giusto" ~Heaven

Il mattino arrivò troppo presto per Arwen, la prima cosa che i suoi sensi percepirono fu il profumo di pancake e di caffè che arrivava dal salotto unito ad un odore particolare, di sigari e qualcos'altro che non riusciva bene ad identificare, si concentrò su quel profumo e decise di aprire un occhio giusto per capire di cosa si trattasse, appena la sua vista mise a fuoco capì di trovarsi appoggiata al petto di Jimmy e il profumo che sentiva era quello che emanava la sua pelle, le si mozzò il respiro nel vedere che era praticamente abbracciata al ragazzo, senza accorgersene nel sonno si era girata ed era arrivata ad appoggiargli la testa sul petto e a stringergli la vita contro di se, come se fosse un cuscino.
Alzò piano lo sguardo andando a fissare il viso del ragazzo, dormiva ancora, l'espressione serena e rilassata...le labbra leggermente piegate in un sorriso...gli occhi perfettamente chiusi e il respiro regolare che si infrangeva sui capelli di lei...
"Un ragazzo può essere così bello...bello come un angelo..."
Questo pensiero balenò la mente della giovane fin quando anche lei non si concesse un leggero e appena accennato sorriso, andò a posare lo sguardo sul petto di Jimmy, il torace era interamente tatuato e al centro del petto si presentava una parola scritta in verticale che arrivava quasi fino all'ombelico, FICTION, era scritto in caratteri maiuscoli, il contorno delle lettere era in nero e l'interno in rosso, un tatuaggio che non aveva mai visto, insolito quanto il suo proprietario.
Si soffermò ancora e ancora su tutti i tatuaggi che poteva vedere, quelli sulle braccia, sul collo...sapeva che ne aveva alcuni anche sulla schiena ma il materasso li celava alla sua vista, senza pensare chiuse gli occhi e contemporaneamente fece un gran sospiro e strinse a se il busto di Jimmy che, come risposta, si girò su un fianco e la avvolse nelle sue braccia muscolose andando ad appoggiare la testa su quella della ragazza.
Chiunque li avrebbe visti avrebbe pensato che quei due stessero insieme, ma la verità era che Arwen non voleva legarsi a nessuno, sapeva che era meglio non farlo, sapeva che ne avrebbe solo sofferto, ma quel ragazzo, dannato nel senso peggiore del termine, era in grado di farle cambiare idea, lo conosceva da appena un giorno e già la ragazza aveva il presentimento che quel ragazzo le avrebbe fatto passare tanti guai quante emozioni ...

-Che ti prende mocciosa? Adesso vuoi un abbraccio?-

La voce di Jimmy arrivò biascicata e impastata dal sonno ma ebbe la forza sufficiente a far sobbalzare la ragazza che tornò a guardarlo negli occhi semiaperti.

-Sei tu che mi hai abbracciato-

-Qui ti sbagli, credi che non ti abbia sentito mentre mi abbracciavi, stanotte?-

-Ah lascia stare, forza mollami-

-No-, Jimmy strinse di più l'abbraccio senza lasciare ad Arwen la possibilità di allontanarsi, quest'ultima iniziò a dare pugni al petto del ragazzo nella speranza di liberarsi ma era tutto inutile, serviva solo a fargli stringere di più la presa su di lei.

-Cazzo ma vuoi lasciarmi!?-

-No, non intendo farlo-, ghignò James

-Diavolo non ti sopporto! Perché devi proprio...ehy ...ma che...-

Arwen si fermò di colpo diventando improvvisamente seria, la sua mano aperta era sul pettorale sinistro del ragazzo che cercava di spingerlo via ma anche la forza che stava esercitando svanì di botto, anche Jimmy si fece serio non capendo il comportamento della ragazza che ora gli fissava il petto. Le dita sottili e leggere della ragazza percorsero una linea ben precisa e verticale all'altezza del cuore del ragazzo, sembrava tanto una cicatrice sbiadita dal tempo ma pur sempre presente, non che non avesse mai visto cicatrici, ma Arwen capì che quella non era dovuta ad una rissa né altro e Jimmy non le sembrava affatto il tipo di ragazzo con intenti suicida.

-Come te lo sei fatto?-

Silenzio, Jimmy abbassò lo sguardo e il suo sguardo cristallino si fece scuro, scostò malamente le mani della ragazza su di lui e si sedette sul letto.

-Tu non hai fame? Io da morire-

Si alzò dal letto indossando i suoi jeans e la sua maglietta per poi uscire dalla porta senza spiaccicare parola. Arwen rimase lì, sul letto, da sola guardando la schiena del ragazzo mentre si allontanava e si inoltrava nel corridoio.
Allora capì che tutti hanno i propri segreti...e lei era maledettamente attratta da quello di James Owen Sullivan. Perché lei sapeva che c'era qualcosa sotto quello sguardo azzurro cristallino. Sapeva che Jimmy nascondeva qualcosa...magari anche ai suoi amici...

Quando scese in cucina trovò già tutti intorno al tavolo intenti a consumare la loro colazione, in ordine c'erano Matt, a capotavola, ai suoi lati Val e Brian, seguito da Michelle e Zacky, d'altro lato vicino a Val c'erano Johnny e Jimmy, Arwen si sentì quasi fuori luogo nel vederli tranquilli e ancora mezzi addormentati mentre parlottavano tra di loro ma non riuscì a far in tempo ad andarsene che Val la richiamò.

-Tesoro! Finalmente sei scesa, dai siediti e mangia qualcosa-

In meno di un secondo tutti gli occhi erano puntati su di lei, i ragazzi le sorrisero quasi subito, tutti tranne Jimmy che non si degnò nemmeno di alzare gli occhi dalla sua tazza di caffè fumante.
Senza pensarci troppo Arwen si sedette a tavola all'unico posto libero...vicino a Jimmy...

-Pancake?-

-Grazie...ehm...Zacky, giusto?-

-Giustissimo, tieni-, sorridendo il ragazzo le porse il piatto stracolmo di pancake e subito dopo le passò lo sciroppo d'acero.

-No grazie, preferisco metterci la nutella-

-Strepitosa! E non hai paura che ti salti la linea?-, ridacchio Johnny ammirato.

-No, sinceramente. Alle persone deve piacere il mio carattere, non il mio corpo-

-Sagge parole, mi piaci-, Arwen e Zacky si scambiarono un sorriso e Jimmy diede un colpo di tosse quasi gli desse fastidio la loro chiacchierata.

-Oggi proviamo?-, domandò appunto James per cambiare il discorso.

-Si, iniziamo per pranzo, Larry ci aspetta allo studio...probabilmente si starà lì dentro fino a tardi-, spiegò Matt accennando un sorriso.

-Magari passiamo a trovarvi-

-Vorresti davvero vedere il tuo ragazzo sclerare, Michelle, ti assicuro che non è un bello spettacolo-

-Ah sta zitto, non è colpa mia se quella merda non mi viene-, sbottò Brian masticando un pezzo di brioche, da quello che le avevano detto le ragazze stavano lavorando sul quarto album, non sapevano ancora come chiamarlo e a mala pena sapevano che canzoni scrivere ma le idee non mancavano a nessuno e di certo se la sarebbero cavata.

-City of Evil com'è andato?-, chiese Val curiosa ai ragazzi.

-È andato alla grande, ed è per questo che vogliamo rimetterci subito in gioco, infondo è ormai passato un anno buono...-

-Fidatevi, questo nuovo album sarà una rivelazione-

-E se lo dice il Rev allora sarà così!-, urlò Brian felice dando il cinque a Jimmy, i due sorrisero come dei bambini e dopo pochi istanti tutti finirono la propria colazione.
Il tempo necessario per aiutare le ragazze a sistemare la cucina e subito i musicisti uscirono di casa, Matt e Brian salutarono con un bacio le rispettive ragazze mentre gli altri si limitarono a salutare anche Arwen.

-Contiamo di vederti oggi pomeriggio!-

-Io non ci spererei Johnny, la mocciosa non ha bisogno di amici-, la voce fredda e tagliente di James spiazzò tutti, si girarono verso di lui con gli occhi sbarrati mentre il batterista manteneva il suo sguardo tagliente su Arwen che, in risposta, rimase con le labbra leggermente aperte e un velo di tristezza sugli occhi.
Ma perché era triste?
Perché le parole del ragazzo ebbero la capacità di farla stare così male?
Perché le importava così tanto?
Perché aveva voglia di piangere tutte le lacrime che per anni aveva cercato di trattenere?

-J-Jimmy...ma che dici?-, chiese Val rivolta al ragazzo, la sua voce tremava ed era chiaro che nessuno si aspettava una reazione simile dal batterista, lui era sempre stato quello festoso del gruppo, posato e riflessivo quanto pazzo e imprevedibile, avrebbe fatto di tutto per aiutare le persone anche se non le conosceva ...perché quella ragazza avrebbe fatto l'eccezione?

-Non guardatemi così. Qui non sono io il mostro-, e con queste poche parole il ragazzo uscì dalla casa lasciando la porta aperta, Arwen continuò a fissare la schiena del ragazzo fin quando non salì in macchina e mise in moto attendendo i suoi compagni.

-Arwen, mi spiace di solito...-

-Sta zitto-

Arwen fermò le parole di Matt sul nascere e quasi correndo se ne tornò in camera sua, ignorando i richiami delle gemelle. Non voleva parlare con nessuno, non voleva avere nulla a che fare con quelle persone e si dispiaceva per le gemelle perché infondo non voleva trattarle così, proprio a loro che le avevano dato un tetto sotto la testa. 
Ma le parole di Jimmy...continuavano a ripetersi nella sua testa come un disco rotto, non si capacitava però del fatto che le importavano così tanto, a lei che del parere altrui non le importava più da tempo, a lei che non voleva legarsi a nessuno...
Si lasciò cadere con pesantezza sul letto e si sdraiò su quelle coperte morbide e calde, chiuse gli occhi e affondò il viso nel cuscino che la sera prima aveva usato Jimmy. Sapeva di lui. Aveva il suo profumo. Arwen si ritrovò a premersi il cuscino sul viso respirando quel profumo come se ne fosse drogata. E in effetti è così che si sentiva.
"Ma che stai facendo Arwen..."
Non lo sapeva, sentiva solo un grande peso all'altezza del cuore.



***


-Stop! Fermi tutti-

-Di nuovo?! Maledizione Matt è la millesima volta che ci fermiamo dopo due secondi!-, borbottò Zacky fermando il suono della sua chitarra.

-Stiamo solo buttando giù delle idee, Vee, inutile incazzarsi così-, rispose Matt con tono autoritario in quanto frontman il suo ruolo era anche un po' quello di leader, non che a lui dispiacesse troppo, ma comunque era un ruolo che gli si addiceva.

-Sentiamo...cosa c'è che non va?-

-Non mi convince il suono, è troppo strascicato e palloso, sembra di essere ad un funerale...forse cambiando qualche cosa qui...-, fece una pausa prendendo in mano degli spartiti, -Ecco...è questo il punto, Rev! Dammi una mano-
Richiamò l'attenzione del batterista ma quest'ultimo era troppo perso nei suoi pensieri per ascoltarlo, fissava un punto indefinito della parete davanti a lui mentre batteva i piedi al ritmo di una canzone che solo lui conosceva, il suo sguardo cristallino era fermo e sembrava davvero essere in un altro mondo.

-Rev? Jimmy?!-

-Eh? Cosa?-

-Ma si può sapere che ti prende oggi?-

-Nulla Matt, sono solo... stanco-

-Stanco? Non me la bevo fratello, sicuro che non c'entri quella ragazza?-, domandò di punto in bianco Brian, il batterista le rivolse un mezzo sorriso.

-Chi, Arwen? Andiamo, quanto potrebbe importarmi di una simile mocciosa?-

-Bèh, dimmi quello che vuoi ma il tuo comportamento di stamattina è stato parecchio insolito-

-Nulla di nuovo da quello che sono. Sono sempre io e non mi interessa quella ragazzina, il massimo che potrei fare sarebbe di portarmela a letto, sono sicuro che ne varrebbe la pena-, ridacchiò per poi alzarsi dal divanetto andando di fianco a Brian, gli mise una mano sulla spalla, il moro lo guardò e per la prima volta vide in quegli occhi cristallini una luce, una luce che lui conosceva bene.

-Non mi legherò mai a quella mocciosa-

Detto questo il batterista diede una rapida occhiata all'orologio notando che erano ormai le cinque del pomeriggio e decise di terminare lì la sua giornata di lavoro.

-Ci vediamo al Johnny's stasera, late*-

-A dopo Jimmy!-

Una volta salutati tutti uscì dirigendosi alla propria macchina, l'intento era di tornare a casa ma all'ultimo momento il ragazzo decise di andare alla spiaggia...non sapeva perché ma sentiva di doverlo fare...


*late, Jimmy diceva spesso "late" per indicare a qualcuno di incontrarsi dopo un po'



SPAZIO AUTRICE 
Salve a tutti, so bene che dissi che questa Fanfiction l'avevo data per terminata a tutti voi. Ma ho deciso di riprenderla e finirla, non trovo giusto lasciarla a metà, più per un motivo personale che per altro, non mi piace lasciare le cose a metà. Quindi, detto questo, vi annuncio ufficialmente che questa storia avrà un finale anche qui su EFP.
Grazie a tutti coloro che la leggeranno, e che la commenteranno. 
E, inoltre, EFP mi ha finalmente cambiato il nickname, I'm so happy!

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Capitolo 6
*** Better than me ***


Capitolo sei : Better Than Me

"Perché il mare è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare"
~Giovanni Verga

Non sapeva perché aveva quella necessità di andare alla spiaggia, ma sentiva di aver bisogno di tutto quello : il rumore delle onde che si abbattevano sulla spiaggia e poi si ritiravano placide, lo stridio dei gabbiani che giocavano con le correnti d'aria, il profumo della salsedine che lo inebriava...il sole era all'orizzonte, prossimo a calarsi sul mare e lasciare spazio alla luna e alle stelle, il cielo era nuvoloso e premetteva pioggia ma a lui non interessava. Semplicemente aveva guidato fino a quella piccola lingua di sabbia, lontana dalla città e lontana dalle altre spiaggie, lì non ci andava mai nessuno, ed è per questo motivo che, col tempo, quello divenne il suo piccolo angolo di paradiso terrestre, dove poteva stare ore e ore senza che nessuno lo andasse a disturbare. Quando si trovava lì spegneva anche il cellulare, giusto per aumentare e agevolare il suo isolamento. 
Amava stare in compagnia dei suoi migliori amici, era infondo il primo a reclamare una festa o una semplice bevuta al pub, ma a volte aveva bisogno di stare da solo, riordinare i pensieri e capire che cosa doveva fare, quel luogo inoltre gli era di massima ispirazione, da lì vennerò molti dei testi che scrisse con Matt.
Jimmy se ne stava lì, seduto sul bagnasciuga con le gambe vicino al petto e con una mano che giocava con la sabbia, lo rilassava sentire quei granelli che gli passavano tra le dita senza che lui potesse fare qualcosa per trattenerli, gli ricordavano un po' lui...si perché dopotutto lui era uno spirito libero, non si sarebbe mai legato a nessuna, non riusciva a vedersi in una relazione stabile, preferiva di gran lunga portarsi a letto una ragazza appena conosciuta per poi lasciarla il mattino seguente senza una buona scusa, quante volte le aveva liquidate con un semplice e meschino "È stato bello, ma non venirmi più a cercare"? Fin troppe. 
Tutta Huntington Beach e ritorno conosceva il suo nome, chi per il suo essere fantastico e grandioso, chi per il suo talento, chi per la pazzia che lo caratterizzava, chi per la sua freddezza nei rapporti con le donne, ovviamente non tutti, fatto sta che James Owen Sullivan aveva una reputazione da urlo e in tutta fierezza non poteva negarsela.
I suoi pensieri vennero annebbiati di punto in bianco da una strana sensazione mentre al profumo di salsedine si aggiungeva un profumo di rose, appena percettibile e trasportato dal vento freddo che arrivava dall'oceano. Quel profumo gli ricordava terribilmente Arwen. 
Quella ragazza gli aveva sconvolto il sonno la sera prima ed era stata in grado di fargli mancare un battito quando si era presentata nel salotto delle DiBenedetto, non ne capiva il motivo eppure era attratto da quella ragazza come non lo era mai stato con nessuna, voleva averla tutta per lui, voleva conoscere i suoi segreti e la sua vita, voleva ritrovarla nel suo letto ogni mattino. Si spaventò nel pensare questo, proprio lui che non voleva stare con nessuna persona fissa che non fossero i suoi migliori amici, eppure non poteva negarselo.
Era rimasto letteralmente incantato da quella giovane di appena qualche anno in meno di lui, dai lunghi capelli neri perennemente in disordine, gli occhi castano scuro che combattevano con i suoi azzurri cristallini, il seno leggermente abbondante, i fianchi poco pronunciati e le gambe slanciate, le mani piccole in confronto alle sue...aveva notato tutto di quella ragazza con una sola occhiata e nella notte mentre lei dormiva si era preso la libertà di osservarla in segreto, immaginandola mentre gli sorrideva, mentre parlavano, immaginava di baciarla fino a consumarle le labbra e immaginava le mani di lei che gli accarezzavano i capelli, desiderandole altrove. Quella notte aveva sognato di poter stringere a se Arwen e non lasciarla più andare. 
Rise tra se pensando a se stesso in una relazione stabile, pensò agli sguardi sgomenti dei suoi migliori amici alla notizia e si immaginò anche la voce di Matt che gli diceva "Era ora fratello!".

-Scusami, tu sei The Rev?-

Una voce tremolante ma sicura le arrivò alle orecchie facendolo sobbalzare, era così tanto preso dai suoi pensieri da non essersi accorto della presenza di una persona affianco a lui, alzò lo sguardò e vicino a lui vide una ragazza, bionda, gli occhi verdi, il fisico magro coperto da dei jeans e un maglione marroncino.
Sorrise prima di rispondere alla domanda.

-In persona-

-Oh...wao...cioè io ..sono una tua grande fan!-

-Davvero?-, chissà perché ma dal suo tono di voce non si sarebbe mai detto, gli era capitato di incontrare i fan e nessuno gli aveva mai parlato così, di solito urlavano di gioia, si mettevano a piangere dall'emozione, lo abbracciavano di slancio e senza chiedere il permesso.

-Si! Vi seguo da quando avete pubblicato il primo album!-

La giovane tentò di essere il più sicura possibile in quello che stava dicendo ma era palese che stesse mentendo, quindi che cosa voleva da lui? Jimmy inarcò un sopracciglio e decise di mettere le carte in tavola.

-Fantastico! E dimmi come ti è sembrato il nuovo cd? La tua canzone preferita?-, chiese sorridendo nel suo modo migliore vedendo poi la ragazza sbiancare.

-Ehm...è un disco meraviglioso, la mia canzone preferita è "Rape Me"!-

-Mh...che io ricordi quella è una canzone dei Nirvana, tesoro, si può sapere chi sei e cosa vuoi? Non mentire è palese che non hai idea di chi sia io-

-Va bene senti, è vero non vi conosco ma so benissimo chi sei, sei James Sullivan e, forse non ti ricorderai di me ma, andavamo al liceo insieme-, il tono di voce della ragazza diventò più freddo e calcolatore oltre che davvero sicuro a quello che stava dicendo. 
-Ricordami il tuo nome-

-Natasha Odeko-

-Si, qualcosa mi ricorda, ma non mi hai detto perché sei qui, che cosa vuoi?-

-Ho fatto una scommessa con quelle ragazze dietro di me-, indicò una macchina alle sue spalle da dove spuntavano cinque teste dai due finestrini, -E la scommessa è che sarei riuscita a portarti a letto-, continuò in modo schietto senza vergognarsene.
Jimmy riguardò la ragazza da testa a piedi nemmeno dovesse farle la radiografia e quando rialzò lo sguardo su quello di Natasha la trovò con uno sguardo malizioso e da cerbiatta. 
-Vieni-

Si alzò dalla sabbia e prese il polso della ragazza che senza troppe storie lo seguì a ruota, infondo aveva una voglia matta di scopare e dimenticarsi Arwen, doveva togliersela dalla testa e quale miglior modo per farlo?
Guidò la bionda fino alla sua macchiana, salirono e partì, non aveva intenzione di andare a casa, sia mai che le venisse l'idea di ripresentarsi, andò in un parcheggio abbandonato e lontano dalla strada, ancora prima che spegnesse la macchina Natasha aveva già portato la mano sinistra nell'interno coscia del ragazzo sogghignando. 
Senza troppe cerimonie spinse con calma la ragazza nei sedili posteriori e, come la raggiunse, iniziò a togliersi la giacca e la maglia, vedendo lei fare lo stesso con velocità e subito dopo si sfilò i jeans e il perizoma rosso che portava, rimanendo in reggiseno, Jimmy si sedette sui sedili in modo di non sbattere una testata contro il tettuccio e si tolse i pantaloni e i boxer insieme, nemmeno il tempo di alzare lo sguardo e la ragazza era già a cavalcioni su di lui, gli mise le braccia intorno al collo e si avvicinò con le labbra alle sue baciandolo languidamente, Jimmy rispose al bacio con furia e strinse le mani sui fianchi della bionda che aveva iniziato a strusciarglisi contro. Quando si staccarono Natasha lo guardò perversa e si portò le mani a slacciare il reggiseno con sguardo soddisfatto, si avvicinò di più a lui ma la fermò subito e senza darle il tempo di capire la fece girare e la ragazza si ritrovò sui sedili a quattro zampe, James le stava dietro in ginocchio e leggermente piegato, le raccolse i capelli mossi e biondissimi e le avvicino il viso all'orecchio.

-Mi spiace tesoro, ma non mi faccio scopare da nessuno-

Come si spinse nella ragazza sentì un urlo provenire proprio da lei e poco dopo la sua figura fu rimpiazzata da quella di Arwen, scosse la testa cercando di concentrarsi sulle parole di Natasha ma la sua mente aveva già fatto tutto da sola. Si immaginava che quella sotto di lui fosse Arwen, i suoi capelli neri erano quelli che stava accarezzando, era la sua voce che sentiva ed erano le sue mani che lo toccavano...

-J-Jim, che fai..?-

Senza rendersene conto si era fermato, batté le palpebre più volte per capire ma non riuscì a continuare, respirava quasi a fatica e gli tremavano le mani, in fretta uscì dalla ragazza e si allontanò rivestendosi in tutta fretta e tornando sul sedile del guidatore, il tutto davanti allo sguardo sconvolto e imbronciato della bionda, Jimmy si passò le mani sugli occhi e poi si decise a parlare.

-Rivestiti e scendi-

-Che cosa!? Hai intenzione di finirla qui?-

-Ti ho detto di rivestirti e scendere!-, sbottò arrabbiato e la ragazza pensò bene di ascoltarlo.


 

***




From: Jimmy. To: Brian 7.33pm

"Brian, ho bisogno di mio fratello...puoi raggiungermi alla spiaggia?"

From: Brian. To:Jimmy 7.35pm

"Arrivo, 10 minuti"

Aveva bisogno di parlare con l'unico che poteva davvero capirlo, si ricordava bene com'era Brian prima di stare con Michelle, era in puttaniere, forse anche peggio di lui, ma come vide Michelle perse la testa e subito si capì che tra quei due era amore, ma nel caso di Jimmy non poteva assolutamente essere così. No, non lo avrebbe accettato.

-Ehy!-

Dieci minuti spaccati.

-Ehy-

-Che hai? Sembra ti sia morto il gatto-

-Ma se non ho nemmeno un gatto?!-

-Eh dai, stavo scherzando. Si può sapere che hai?-

-Non lo so, ma sto così da quando ho conosciuto Arwen...-

-Ti piace davvero quella ragazza, eh?-

-No che non mi piace, solo che...non lo so...prima ho immaginato che fosse lei che ...-

-Che?-

-Senti, stavo scopando e mi sono fermato perché vedevo lei-, disse tutto d'un fiato Jimmy abbassando lo sguardo, era la proma volta che provava una certa vergogna nel parlare di queste cose con Brian, nonostante sapeva che con lui non avrebbe dovuto vergognarsi.
Brian rimase leggermente interdetto all'inizio ma dopo poco fece un sospiro e gli battè una mano sulla spalla.

-Non è una cosa tragica, Arwen è una bella ragazza e secondo me a te piace molto. Dovresti provare ad uscirci, magari ricambia...-

-Io non provo un cazzo di niente Gates-

-Io credo di si, non ti avevo mai visto in questo stato per una ragazza e quando mai ti sei fermato nel bel mezzo di una scopata?! Andiamo, ammettilo che ti interessa!-

-Lei non deve affezionarsi a me Brian. Non posso e non devo permetterglielo-

-Perché no?-

-Sai benissimo il perché...-

I due si scambiarono uno sguardo e quello di James si fece scuro e privo di vita mentre quello di Brian cercava di essere più duro e deciso per non dar a vedere la sua preoccupazione. Aveva capito tutto ma non aveva il coraggio di parlarne così apertamente a Jimmy così come quest'ultimo non voleva continuare il discorso.

-Che ne dici di raggiungere gli altri al Johnny's?-

-Dico che ci sto Gates-

James sorrise tornando ad essere quello di sempre e insieme al suo migliore amico e fratello si diresse alla sua macchina per poter correre al Johnny's, non avrebbe mai detto di no ad una sana bevuta e se non poteva dimenticarsi della giovane dai capelli corvini andando a letto con qualcuna altro non gli rimaneva che l'alcol ...

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Capitolo 7
*** Please, don't break my heart ***


Capitolo sette : Please, don't break my heart

"Oggi è il domani di cui avevi tanto paura" ~Jim Morrison

-Andiamo Arwen! Esci di lì e vieni con noi-

-Non ne ho voglia Val! E poi i vostri amici mi odiano, che verrei a fare?!-

-Non ti odiano affatto, anzi, vorrebbero conoscerti meglio!-

-...ci sarà anche quel James?-

-Bèh, ovvio-

-Allora non ci vengo-

Spazientita Val entrò nella camera della sua migliore amica e la vide seduta sul letto con uno dei suoi soliti libri in mano, Arwen sentendo la porta spalancarsi alzò lo sguardo per incrociare quello della ragazza che la guardava con rimprovero. Val si sedette sul letto per poi prendere il libro dalle mani della ragazza, stando attenta a non chiuderlo e ne lesse il titolo.

-"Shadowhunters, città di ossa"...tesoro hai davvero gusti strani-

-Non sarà il miglior libro che abbia mai letto, ma lo sto amando-

-Non voglio sapere la trama, altrimenti rimarremo qui fino a domani-

-Dimmi, perché vuoi così tanto portarmi al Johnny's?-

-Lo sai, voglio farti conoscere la compagnia, sono ragazzi fantastici Arwen, e credimi se ti dico che sanno farti sentire in famiglia!-

-Mh...-

-E poi se Jimmy è il tuo problema, anche se non ne capisco il motivo, puoi sempre stare con gli altri-

Lo sguardo speranzoso di Val era luminoso e sincero come sempre, si vedeva che ci teneva davvero tanto. Arwen ci pensò un po' su, e in effetti era tanto che non andava in quel locale e le mancava da morire bere della birra con in sottofondo delle canzoni rock che hanno fatto la storia.

-Ok va bene, ma solo perché...-, non finì la frase che si ritrovò stretta tra le braccia di Val.

-Grande baby! Stasera ci divertiremo vedrai!!-

-Val, non respiro!-

Risero come delle bambine per qualche minuto e poi Val uscì dalla stanza raccomandando alla mora di indossare qualcosa di stravolgente. Arwen aveva tanti, ma davvero tanti, vestiti stravolgenti, per il semplice fatto che solo una come lei poteva indossarli e per questo era anche molto conosciuta in città. Si alzò dal letto dirigendosi al suo armadio a doppia anta e quando lo aprì decise di indossare un paio di pantaloni in pelle neri con delle catenine attaccate ai passanti, una canotta dei Bon Jovi che sulla schiena aveva dei laccietti neri che si legavano come se fosse un corsetto, per completare indossò i suoi amati anfibi borchiati e dei guanti da motociclista in pelle. Si guardò soddisfatta allo specchio per poi andare nel bagno della camera per truccarsi, fece una linea lunga con l'eye-liner e contornò con dell'ombretto blu notte e sotto l'occhio mise una linea della matita nera, contornò le labbra con un rossetto nero e lasciò i capelli nel loro mosso ondulato naturale e liberi sulle spalle.
Indossò il suo giubbino in pelle prima di uscire dalla camera ed andare dalle ragazze in soggiorno, dove la stavano aspettando, le trovò intente in una conversazione e per richiamare la loro attenzione si schiarì la voce finendo di scendere le scale.

-Cazzo Arwen stai benissimo!-

-Finalmente ti riconosco tesoro!-

-Ragazze anche voi siete meravigliose!-

Ed era vero, Val aveva optato per un jeans aderente, una maglietta a maniche corte in pizzo nera e degli stivaletti in puro stile country, Michelle invece aveva una gonna in pelle nera che le arrivava poco più su delle ginocchia e un top color acqua marina con uno scollo a V che lasciava anche la schiena scoperta, il tutto accompagnato da dei tacchi neri altissimi.

-Allora? Andiamo o aspettiamo di fare la muffa?-

-Guidi tu?-

-Ovvio ragazza!-

Ridendo tra di loro le ragazze salirono nella macchina di Val e partirono dirette al Johnny's, lungo il tragitto Arwen si sentì pervasa da un brivido freddo seguito da una morsa allo stomaco.
"Speriamo vada tutto bene"



 

***


 

Come descrivere il Johnny's? 
Basta immaginarsi un grande pub, luci soffuse, pareti tappezzate di fotografie di artisti famosi, dischi in vinile e firme, musica alta, litri d'alcol, divanetti e tavolini, il bancone sempre pieno di gente, una piccola pista da ballo e tante tante persone. Non proprio un locale adatto alle famiglie, le tre ragazze fecero il loro ingresso attirando l'attenzione di alcune persone davanti a loro e velocemente andarono al piano superiore dove Val e Mich sapevano di trovare i ragazzi, Arwen le seguì a ruota e una volta arrivate al piano superiore, che altro non era che una saletta piccola, intima ma perfettamente in tema con il resto del locale.

-Finalmente ragazze!-

-Matt!!-

Val si precipitò fra le braccia del suo ragazzo e gli lasciò un bacio sulle labbra, stessa cosa che fece Michelle con Brian, Arwen salutò i ragazzi che erano decisamente felici di vederla fin quando non arrivò a Jimmy. I due si scambiarono uno sguardo tagliente e tutti credettero per un attimo che sarebbe successo il fini mondo.

-Non mi dire, hai deciso di presentarti? Non sei un po' troppo piccola per questo posto?-

-E tu non sei troppo vecchio per quella birra?-

-Ohoh, fratello la ragazzina ha la risposta pronta!-

-Zitto Johnny-

-Andiamo ragazzi, perché non provate ad andare d'accordo? Forza Arwen siediti e bevi una birra. Amore, ti va di ordinare il primo giro?-, Val guardò Matt con due occhioni da cucciola e il ragazzo non poté fare a meno di assecondarla.
Arwen intanto prese posto tra Jimmy e Zacky, Michelle si sedette in braccio a Brian e Johnny, Matt e Val stavano parlando tranquillamente tra loro.

-Allora, Arwen, conoscevi questo posto?-, le domandò Zacky sorridendo amichevole.

-Si, ci vengo da parecchio-

-Davvero? Come mai?-

-Non mi piaceva andare a scuola e i miei genitori mi impedivano molte cose, così iniziai a fare delle serate in questo locale-, spiegò tranquilla Arwen sorseggiando la sua Heineken.

-Immagino serate a luci rosse-

La voce fredda e tagliente di Jimmy sovrastò il volume della musica lasciando i ragazzi sgomenti, Arwen si voltò con molta calma e con un sorrisetto per niente rassicurante.

-A dire la verità pensavo che quelle fossero le serate organizzate da te. Io mi limitavo a cantare-

-Tu canti?-, si intromise interessato Matt.

-Si, non sono a chissà quali livelli, ma non sono esattamente da buttare-, sorrise complice la mora.

-Piena di risorse mi dicono-

-Puoi giurarci Sullivan-

Continuarono a parlare del più e del meno fino a tardi, le birre aumentavano così come i super alcolici e le bottiglie e i bicchieri vuoti sul tavolo sembrarono essersi quadruplicati. La situazione stava degenerando, Johnny era sdraiato sul divanetto mentre canticchiava un motivetto tutto suo, Zacky continuava a fissare un punto fisso perso nei suoi pensieri, Val e Matt erano spariti da ormai una buona mezz'ora, Brian e Jimmy, uno più ubriaco dell'altro, continuavano a sfidarsi a chi beveva di più, Michelle era ormai accanto a Brian e faceva di tutto pur di attirare l'attenzione del suo ragazzo, Arwen semplicemente beveva con loro e rideva per le stupide battute dei due.

-Sei andato Haner!-

-Parla per te Sullivan! Ehy, cameriera un altro giro!-

-Brian...andiamo a casa?-

-Amore, prima devo vincere contro questo stronzo!-
 

There's 52 ways to murder anyone One or two are the same, 
And they both work as well 
I'm coming clean for Amy, 
Julie doesn't scream as well 
And the cops won't listen all night 
And so maybe, maybe I'll be over 
Just as soon as I fill them all in 
 

-Cazzo amo questa canzone! Arwen dai vieni a ballare!-, Zacky si riprese dal suo stato di trans e balzò in piedi tendendo una mano alla ragazza che lo guardò stupita.

-No Zacky, io ehm...non ballo-

-Oh andiamo, non puoi non ballare questa meraviglia!-

Le prese la mano e la trascinò al centro della saletta dove anche altre persone si stavano scatenando sotto le note di "Saturday night" dei Misfits.
Arrivarono al centro della pista e il ragazzo prese le mani di Arwen iniziando a guidarla, la ragazza si sentì imbarazzata quasi subito, non sapendo bene come muoversi ma vedendo Zacky ridere e fare lo stupido si lasciò andare e iniziò a ballare in modo più sciolto.
 

And I can remember when I saw her last 
We were running all around and having a blast 
But the back seat of the drive-in 
Is so lonely without you 
I know when you're home 
I was thinking about you, 
There was was something I forgot to say 
I was crying on a Saturday night 
I was out cruising without you, 
They were playing our song 
Crying on Saturday night 

Un paio di mani si posarono sui fianchi della ragazza che spaventata si voltò di scatto incontrando gli occhi cristallini di Jimmy, le riservò un sorrisetto malizioso e si avvicinò con il viso al suo orecchio.

-Balla con me-

Arwen rabbrividì a quel contatto per poi sentire il ragazzo farsi più vicino a lei che, imbarazzata e annebbiata dall'alcol, si voltò dandogli nuovamente le spalle e iniziò a ballare con sensualità, muovendo i fianchi e portando le mani tra i suoi capelli corvini, Jimmy non perse l'occasione di appiccicarsi a lei, le mise le sue grandi mani sui fianchi e seguendo i suoi movimenti la accompagnò in quel ballo. Chiunque a vederli avrebbe pensato che stessero insieme, eppure anche loro stavano bene così, attaccati l'uno all'altra, così vicini da sentire ogni parte del corpo cozzare con quella dell'altro. Le mani di Jimmy si spostarono dai fianchi fino ad arrivare al ventre della ragazza e con un movimento veloce la tirò contro di se, Arwen smise di ballare e portò le mani su quelle di Jimmy iniziando ad accarezzargliele e a disegnare dei cerchi con le dita sui dorsi delle mani, percepì il ragazzo abbassarsi quel tanto che bastava per arrivare al suo collo dove iniziò a lasciare dei baci appena percettibili.

-J-Jimmy...-

-Mh?-

-No-

James si fermò come se avesse preso la scossa e si allontanò di poco dalla ragazza, lei si girò verso di lui e sensa pensare a nulla lo abbracciò. Lo tenne stretto contro di se e appoggiò la testa sul petto del ragazzo che, stordito, non ricambiò l'abbraccio.

-Mi porti a casa?-, la voce suadente e un po' biascicata di Arwen arrivò come un invito a Jimmy che le prese la mano e la guidò fuori dal locale, senza preoccuparsi di informare i ragazzi. 

Arrivarono al vialetto di casa un po' traballanti e non la finivano di ridere, finalmente erano riusciti a stare vicini senza il desiderio di scuoiarsi vivi, Jimmy infilò le chiavi nella serratura di casa ed entrarono subito dopo, rischiando di cadere per terra.

-Mi spieghi dove siamo?!-, rise Arwen guardandosi intorno.

-Sei nella tana del lupo, piccola-

-E tu saresti un lupo?-

-No, sono una papera-

Si guardarono seri per un secondo e poi scoppiarono nuovamente a ridere come due pazzi, Arwen iniziò a prendere a pugni il braccio di Jimmy con l'intento di disturbarlo e lui dopo cinque minuti buoni minacciò la ragazza che rispose con una linguaccia e il dito medio.

-Non ti conviene giocare con me, piccola impertinente-

-Non puoi farmi nulla finché non mi prendi-, iniziò ad indietreggiare.

-Allora inizia a correre, non c'è un angolo in questa casa che sia abbastanza sicuro-

E senza farselo ripetere la ragazza iniziò a correre seguita da Jimmy. Si rincorsero ovunque, ridendo e urlando parole a caso, Arwen prese le scale che portavano al piano di sopra, ma a causa del buio e dell'alcol che ormai aveva fatto il suo effetto cadde proprio sull'ultimo gradino in cima alle scale, causando anche una caduta a Jimmy che era proprio dietro di lei, per una strana combinazione di eventi una mano del ragazzo riuscì a non farle battere la testa sul pavimento e l'altra mano riuscì a piantarsi bene a terra in modo da non farlo cadere sulla schiena della ragazza sotto di lui.
Risero per un secondo ancora ma quando si resero conto della situazione smisero immediatamente. 
Arwen stava a pancia in giu sul pavimento e Jimmy era sopra di lei, ora la sua mano era intorno al busto della ragazza e la teneva stretta contro di lui. Non riuscendo più a controllarsi Jimmy si chinò fino a tornare a baciare il collo della ragazza, come aveva iniziato al pub, con la differenza che stavolta Arwen non lo fermò, anzi, cercò di voltarsi per incontrare lo sguardo cristallino di lui lasciandole un'occhiata maliziosa, subito dopo spinse i fianchi contro quelli di Jimmy e lo sentì irrigidirsi per il contatto inaspettato. 
La ragazza si voltò e si sdraiò di schiena sul pavimento del corridoio, allargò le gambe in modo da lasciare spazio a Jimmy che ci si posizionò in mezzo, si diedero un ultimo sguardo e subito le labbra del ragazzo trovarono le sue, iniziando a baciarle e mordicchiarle e sovrastandola con il suo corpo come a sottolineare qualcosa di nuovo per entrambi. 
Passarono minuti interi a baciarsi e a lasciarsi sguardi colmi di parole non dette fin quando colti dalla stanchezza non si addormentarono abbracciati.

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Capitolo 8
*** This ain't a love song ***


Capitolo otto : This ain't a love song

"Un bacio può rovinare una vita" ~Oscar Wilde

-Secondo voi dormono?-

-Shh! Sta zitto Vee-

-Io direi di immortalare il momento-

-Che vuoi fare?-

-Ecco fatto-

-Grande Bri!-

-Venti dollari che come si svegliano si insultano ...-

-Non è detto, magari hanno scoperto di piacersi-

-Shh! Si stanno svegliando!-

Infastidita da quei continui mormorii Arwen aprì gli occhi e la prima cosa che notò fu quella di essere fissata da quattro persone che, una volta messa a fuoco la vista, riconobbe subito, si trattava appunto di Brian, Zacky, Johnny e Matt. 
Brian teneva una fotocamera in mano ma a quello ci avrebbe pensato più tardi, la seconda cosa che la ragazza sentì fu un tremendo mal di schiena e guardandosi intorno riuscì a capire che si trovava sul pavimento...
Ma come ci era finita lì?
Ultima cosa, ma non meno importante, vide la figura di Jimmy sul suo corpo. Il ragazzo infatti dormiva con la testa appoggiata al suo seno e il resto del corpo era in mezzo alle sue gambe abbandonato in uno stato di dormiveglia, Arwen tirò appena su la testa giusto per vedere se aveva ancora tutti i suoi vestiti, al momento il suo unico pensiero, tirò un sospiro di sollievo nel vedere che si, aveva ancora gli abiti della sera prima ai loro posti.
Ciò voleva dire che lei e Jimmy avevano solo dormito su quel pavimento. Un mugolio assonnato arrivò dal ragazzo che si strinse a lei, rannichiandosi in posizione fetale per quanto poteva e affondando il viso nella pancia di Arwen, quest'ultima presa da chissà quale input portò una mano tra i capelli di Jimmy e, dimenticandosi della presenza dei ragazzi che continuavano a fissarla curiosi, iniziò a fare dei grattini sulla nuca del batterista che in risposta si fece scappare un sorrisetto. Una morsa ferrea si strinse allo stomaco della giovane, una sensazione piacevole che non aveva mai provato con nessuno e si ritrovò ad osservare il viso di quel ragazzo con intensità e con una luce diversa. Lo guardava con gli occhi di una persona innamorata e con un ultimo bagliore di sanità mentale si impose di smetterla.

-Avete dormito bene, piccioncini?-, la voce di Brian ruppe il silenzio e la mora portò velocemente lo sguardo su di lui mentre toglieva la mano dalla testa di Jimmy.

-Ma quali piccioncini. Dove sono?-

-Sei a casa di quella bestia, dolcezza-

-Che cosa!? Come ci sono arrivata qui?!-

-Mmh...che cazzo avete da urlare...Haner chiudi quella bocca ...-, mugugnò infastidito James con ancora gli occhi chiusi.

Arwen presa dall'imbarazzo spinse via con tutte le sue forze il corpo di Jimmy che, cadendo di lato, si svegliò di soprassalto guardandosi intorno spaesato, Johnny e Zacky ridacchiarono a quella scena e Arwen si alzò subito dopo iniziando a stirarsi alla bell'e meglio la maglietta, gli occhi di Jimmy saettarono sulla sua figura che ora lo sovrastava e lo guardava quasi con odio.

-Tu mi hai portata a casa tua senza il mio permesso!-, gli urlò contro.

-Senti piccola, punto primo, non urlare. Punto secondo, non ti sei fatta pregare. Punto terzo, perché ti agiti tanto?-

-Mi agito perché non mi ricordo cosa sia successo ieri sera e perché non voglio stare qui!-

-Ieri sera abbiamo bevuto e siamo andati tutti fuori di testa, come conferma ti bastano le loro faccie...-, Jimmy indicò i suoi migliori amici dietro di lei e poi si alzò dal pavimento strofinandosi gli occhi con fare stanco.

-Ehy fratello, non ci racconti i dettagli?-, chiese Johnny di punto in bianco facendo un sorrisetto malizioso a Jimmy, a quelle parole Arwen sbiancò di colpo iniziando quasi a tremare. 
Non poteva davvero aver fatto...
No...non era possibile.

-Non è successo nulla Johnny-

-Ma come? E perché eravate appiccicati mentre dormivate?-

-Perché mentre salivamo le scale siamo caduti ed eravamo troppo ubriachi per arrivare alle camere-, Jimmy lanciò un'occhiata alla ragazza che lo guardò quasi spaventata, le fece l'occhiolino e senza aggiungere altro si diresse con Matt, Zacky e Johnny al piano inferiore, Brian rimase dov'era e guardava la ragazza con uno sguardo quasi compassionevole e le si avvicinò posandole una mano sulla spalla.

-Stai bene?-

-No...mi viene da vomitare...-

-Vieni, è meglio se non imbrattiamo il muro al Rev-

Con gentilezza le mise un braccio intorno alla vita e la accompagnò fino al bagno di quel piano, mentre camminava Arwen non poté non fare appello a tutta la sua memoria per potersi ricordare cos'era realmente accaduto quella sera, di sicuro non avevano scopato ma sentiva che Jimmy le nascondeva qualcosa. C'era qualcosa nello sguardo cristallino del ragazzo che lei voleva conoscere e poi voleva spiegarsi perché poco prima avrebbe voluto tenerlo con lei per sempre...invece si era imposta di cacciarlo.
Il suo filo di pensieri venne cacciato brutalmente da un conato di vomito che la obbligò a piegarsi nel water iniziando a rigettare l'anima, Brian prontamente le fu accanto e le raccolse i capelli corvini all'indietro per poi poggiare la mano destra sulla fronte di Arwen in modo da sorreggerla.

-Cazzo, ci hai dato dentro ieri sera eh-, disse ironico il ragazzo e per tutta risposta la mora le fece segno di tacere.

Una volta ripresa si diede una lavata alla bocca e alle mani e ringraziò timidamente Brian per il suo aiuto, lui sorrise prima di risponderle.

-Non preoccuparti, sai quante volte ci è successo? Piuttosto, tu stai meglio?-

-Mh...a dire il vero no, ma credo che sia solo per la fame-

-Fame chimica?-

-Può darsi-

-Andiamo a mangiare allora, e che mi dici di Jimmy?-

-Perché dovrei parlarti di lui? A quanto ho capito è il tuo migliore amico, e i migliori amici si dicono sempre tutto-, rispose fredda mentre percorrevano il corridoio.

-Ahah, si, lui è il mio migliore amico, mio fratello in pratica. Però io volevo sapere da te, cosa ne pensi di lui? Ho avuto modo di costatare che non andate troppo d'accordo-

-È colpa sua. Non avrebbe dovuto portarmi qui e poi mi infastidiscono i suoi modi-

-È casa sua e ieri eravate ubriachi, è logico che ti abbia portata qui, quello che mi preme chiederti è perché vi odiate?-

-Perché nessuno mi aveva mai trattata così. Lo odio perché è l'unico che mi guarda come se volesse sapere tutto su di me e fa sempre in modo di starmi vicino. Non capisco questo suo comportamento quasi protettivo nei miei confronti nonostante ci conosciamo appena...per poi ignorarmi di punto in bianco-

Brian sorrise amaramente conoscendo la verità da parte di Jimmy ma cercò di non far intuire nulla alla ragazza, era giusto che fossero loro a parlarsi.
Poco prima di iniziare a scendere le scale Arwen prese il braccio di Brian e lo fece girare a se con sguardo basso.

-Che succede?-

-Posso chiederti una cosa?-

-Certo-

-Jimmy ha...ho notato che ha una cicatrice abbastanza recente sul petto...mi chiedevo se ...-

-Oh, non preoccuparti, colpa di una rissa al pub qualche sera fa-

-Che cosa?!-

-Si, nulla di speciale, ci siamo ritrovati in mezzo-

-O-ok-

-Andiamo a fare colazione?-

-Si-

Il ragazzo si girò e prese a scendere le scale velocemente mentre la ragazza lo guardava con un enorme punto interrogativo stampato sulla fronte. Non era del tutto sicura di poter credere a quelle parole, Jimmy non le sembrava un ragazzo violento, pazzo si, ma non violento.
Scacciando quei pensieri fece il suo ingresso nella grande cucina di quella casa trovando tutti i ragazzi alle prese con le loro tazze di caffè, come la videro entrare le riservarono un sorriso e Johnny le porse una tazza anche a lei.

-Dormito bene sul pavimento?-, chiese Zacky ironico.

-Una meraviglia, non pensavo potesse essere così comodo-

-Bella risposta, sapete credo proprio che questa ragazza possa entrare in famiglia ora!-, urlò Matt alzando una mano chiusa in pugno.

-Sai Matt, sono d'accordo!-

-Era ora di fare un nuovo acquisto in famiglia Sevenfold-Brian, Johnny e Zacky sorrisero entusiasti mentre invece Arwen non capiva nemmeno cosa stesse succedendo, si voltò velocemente verso Matt per chiedergli spiegazioni ma Jimmy la interruppe sul nascere.

-Vi siete rincoglioniti o cosa?-

-Perché? A me piace e anche a loro sembra piacere la sua compagnia, inoltre è la migliore amica delle gemelle. Meglio di così!-

-Volete davvero dare a questa ragazza la possibilità di stare con noi? Ma se nemmeno ci conosce!-

-James ma perché fai così?-

-Esatto, Zacky ha ragione, è da quando l'hai vista che ti comporti in modo più diverso dal solito-

Alle parole di Johnny il ragazzo divenne rosso di vergogna, il che era strano per uno come lui, per una volta The Rev non aveva risposte, si limitò a guardare la ragazza che gli stava davanti e che ricambiava il suo sguardo, era colmo di domande e di panico per la situazione, senza pensarci due volte Jimmy mosse un passo verso di lei, poi ancora e ancora fino ad arrivare a pochi centimetri da Arwen che aveva piegato il collo in modo da poter vedere il ragazzo negli occhi. James la guardava con quei suoi occhi azzurri dalle mille sfumature e la ragazza non capiva quali emozioni potessero trasmetterle, sentiva la curiosità del ragazzo, percepiva della rabbia, vedeva un certo bagliore in quei due pozzi...e lei semplicemente si sentiva morire dentro, nessuno l'aveva mai guardata così e mai nessuno le aveva provocato quel nodo allo stomaco che non le permetteva di ragionare come cristo comanda.
Dopo essersi scambiati innumerevoli sguardi sotto gli occhi curiosi dei Sevenfold, Jimmy si chinò quel tanto che bastava per lasciare un bacio sulla guancia destra di Arwen. Ci si soffermò qualche secondo in modo da sentire il profumo della pelle di lei e percepire il lieve tremore del suo corpo, poi si avvicinò al suo orecchio sussurrando una frase che lasciò di pietra la ragazza.

-Dopo stanotte...non ti lascerò andare via...è una promessa-

Sussurrò quelle parole così piano che anche lei stessa fece fatica a sentirle. In un attimo Arwen ricordò del bacio che si erano scambiati, un po' brilli ma terribilmente coscienti di quello che volevano entrambi, ora sapeva che tutto quello che sentiva era accaduto veramente e capiva perché, quella mattina, il suo cuore non voleva lasciare che il ragazzo si allontanasse da lei e proprio mentre Arwen iniziava a percepire il profumo naturale della pelle di Jimmy, questo si allontanò, quasi si fosse scottato.
Cos'altro si sarebbe dovuta aspettare Arwen? Non lo sapeva. Sperava solo di poter riosservare quegli occhi. Quella finzione di un blu cristallino che era riuscita a stregarla come nessun altro aveva mai fatto.

***

Una settimana è passata.
Una settimana in cui i Sevenfold furono sempre più partecipi alla vita di Arwen e lei stessa iniziava a capire perché quei cinque ragazzi erano tanto amati da tutti. La ragazza continuava a vivere a casa delle gemelle e quando le raccontò di quello che era successo con Jimmy la sera dopo il pub Valary se ne uscì con un "Se quello stronzo ti fa soffrire lo castro e lo costringo a mangiarsi le sue stesse palle!", frase che generò delle risate spontanee e travolgenti. A dire la verità il rapporto tra Arwen e Jimmy si era fermato a quella mattina di una settimana prima. Non si erano più parlati se non per cose importanti e spesso non si vedevano nemmeno, Matt le aveva detto che Jimmy era una persona particolare e che quando sono nel bel mezzo della creazione di un nuovo album ha spesso bisogno di tempo da solo, infatti Rev oltre a suonare la batteria e fare le sue parti di coro era molto partecipe alla creazione delle canzoni ...aveva idee geniali che non sarebbero mai venute a nessuno e proprio per questo necessitava la solitudine. Come uno scrittore di fama lui aveva bisogno di chiudersi nel suo mondo, alla quale il libero accesso ce l'avevano solo il resto dei Sevenfold. Quei cinque erano uniti più di quanto si potesse immaginare, erano legati da un'amicizia così profonda da far paura, si capivano con uno sguardo e sembrava che ognuno sapesse perfettamente cosa pensa l'altro. Ovviamente il rapporto tra Brian e Jimmy era ancora più diverso...andava ancora più oltre il reale.

Arwen si trovava sulla spiaggia privata delle DiBenedetto quel mercoledì pomeriggio, era immersa nel suo mondo fatto di musica, salsedine, parole e disegni, aveva sempre avuto un innata capacità nel disegno a mano libera e nell'inventare racconti e anche lei, come una buona artista, quando le venivano idee non poteva fare a meno che isolarsi e metterle in pratica. Il disegno su cui stava lavorando non era nulla di troppo complicato, raffigurava l'oceano in tempesta e una scogliera, presa di mira dalle onde del mare, proprio sulla scogliera un angelo osservava l'orizzonte, le ali spiegate e lo sguardo assorto...
Arwen si sentiva spesso così, come una spettatrice, che aspettava solo l'onda giusta, quella che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Posò il quaderno da disegno e la matita sulla sabbia, alzò lo sguardo contro quella lastra blu davanti a lei e senza nemmeno pensare iniziò a cantare le parole di "My Immortal"...

-I'm so tired for being here.
Suppressed by all mine childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone...-

La sua voce era profonda quasi quanto quella della stessa Amy Lee, Dio quanto stimava quella ragazza, provava sempre un certo orgoglio ogni volta che la gente le diceva che la sua voce era simile a quella della cantante.
Era così presa dalla canzone che non si accorse che qualcuno l'aveva raggiunta, con passo felpato e deciso, il ragazzo si fermò a qualche passo da lei e la sentì cantare per un po', quella canzone era strappalacrime e lui lo sapeva ma non capiva perché proprio lei sapesse cantarla con così tante emozioni.

-Non sapevo fossi fan degli Evanescence-

Parlò poco prima del secondo ritornello e Arwen sobbalzò sul posto presa di sorpresa, si voltò di scatto verso quella voce che tanto le era mancata e quando i suoi occhi scuri incontrarono quelli chiari del ragazzo perse un battito.

-Non ti avevo sentito arrivare-

-So tendere gli agguati allora-, ridacchiò Jimmy sedendosi accanto a lei sulla sabbia fine.

-Che ci fai qui?-

-Ho accompagnato Brian, voleva vedere Michelle e avevamo solo una macchina-

-Capisco-

-Andiamo, guarda che puoi dirlo che ti sono mancato-

-Non mi sei mancato...-, mentì spudoratamente Arwen abbassando lo sguardo e diventando rossa d'imbarazzo.

-Sei sparito per tre giorni-

-Tecnicamente ero a casa mia, se proprio dovevo sparire lo avrei fatto con stile-

Jimmy si voltò verso l'Oceano mentre si portava le ginocchia contro il petto e le mani sulla sabbia poco dietro di lui per sostenersi, il suo sguardo cristallino era fermo immobile in un punto indefinito del mare e il leggero vento permise alla ragazza di assaporare il profumo di sigari e birra che Jimmy si portava dietro perennemente. 
Si sentiva bene. Finalmente dopo giorni Arwen si sentiva di nuovo bene.

-Tu invece, perché sei qui?-

-Nulla di che, volevo stare da sola con le mie idee e quindi mi sono isolata...quale miglior posto di questo-

-Già...bèh, ti capisco, anche io quando devo scrivere canzoni e arrangiamenti per la batteria mi isolo-

-Immagino che ti siano venute molte idee visto che non ti sei fatto vedere per giorni-

-Oh si, ovviamente il merito va anche ai ragazzi-

Un bagliore colpì gli occhi di Jimmy e un sorrisetto spontaneo gli dipinse il viso da eterno bambino, Arwen si voltò curiosa e non poté non chiedergli il motivo di quel sorriso.

-Nulla, pensavo...-, rispose semplicemente il giovane alzandosi dalla sabbia e tendendo una mano alla ragazza. 
-Ti va di fare un giro?-

Arwen rimase impietrita da quella semplice ma grande richiesta, dopo aver guardato il ragazzo quasi incredula decise di accettare la sua mano e lui subito lui la tirò su senza la minima difficoltà. Così facendo si ritrovarono ad una distanza inesistente, Arwen poté quasi sentire il cuore del ragazzo battere a ritmo col suo ed era sicura di essere diventata rossa come un pomodoro, quando alzò gli occhi si ritrovò davanti ad un'espressione che mai si sarebbe immaginata.
Jimmy la fissava come se fosse ipnotizzato, aveva le pupille dilatate, la bocca semiaperta e lo sguardo terribilmente fisso su quella creatura meravigliosa che si trovava di fronte, in un secondo momento riuscì a percepire una morsa allo stomaco che gli diede quasi l'impressione di non respirare e per la prima volta si prese la libertà di guardare per davvero quella ragazza. I capelli neri liberi nel vento, gli occhi scuri che lo guardavano con mille domande, le labbra carnose e perfette, il corpo leggermente in carne ma comunque meraviglioso ed elegante...si sentì scosso da una scarica di adrenalina che faticò a domare. Si fermò a pensare a quelle labbra rosee e carnose e si chiese che sapore avevano, com'erano al tatto, si immaginò a baciarle per ore senza stancarsi mai. Pensò ai suoi capelli lunghi, si chiese come fosse giocarci con le dita, si chiese come fosse sentire quelle mani delicate e con le dita lunghe e affusolate che si aggrappavano alla sua schiena.

In un attimo tutto sembrò perfetto. 
Tutto scomparì, c'erano solo più loro due e le loro anime che finalmente si erano incontrate.
Allora esiste davvero l'amore a prima vista? Era quello?
Arwen non lo sapeva e Jimmy non sapeva cosa voleva dire "amare". Ma di una cosa erano certi, che si desideravano, volevano stare vicini per poi non lasciarsi mai più, entrambi spaventati per questa nuova emozione ...
Senza che se ne accorgessero si erano fatti più vicini.
Jimmy aveva portato le mani sui fianchi della ragazza e lei aveva portato le mani tremanti sul petto di lui. Gli occhi sempre fissi sull'altro. Deciso, Jimmy, avvicinò le labbra a quelle della ragazza, chinandosi di poco per raggiungere la sua altezza, e quando si incontrarono ebbe un brivido che percepì anche Arwen, la avvicinò di più a se e prese a mordicchiarle il labbro inferiore per poi approfondire quel bacio ricco di passione e di paura. Arwen allacciò le braccia intorno al collo del ragazzo e si alzò di poco sulle punte per agevolarlo, una mano di lui andò alla sua nuca come se la sentisse ancora troppo lontana. 
Finalmente Arwen si sentì viva, viva come non le succedeva da anni, aveva trovato quella persona che tanto cercava e finalmente si sentiva completa, non era amore, era troppo presto per dirlo, ma sentiva un certo trasporto in quella situazione e non voleva rinunciarvi. 
Quando si staccarono si guardarono un'ultima volta negli occhi e poi Jimmy fece due passi indietro, ghignò e scosse la testa.

-Devi starmi lontana, piccola. Te lo già detto-

E senza aggiungere altro superò la ragazza e si diresse verso la villa per rientrare. Non si voltò indietro e non poté vedere quella lacrima solitaria che correva sul viso di Arwen...né poté sentire il rumore del suo cuore mentre si rompeva in mille pezzi.

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Capitolo 9
*** Can you feel my heart? ***


Capitolo nove : Can you feel my heart?

"Crederei a tutto se non ci fossi tu, ora so che tu esisti, dubbi non ho più. Ti amo, ti amo, senza chiedere, amo" ~La strada per El Dorado (Ti amo)

Com'era iniziata? Non lo sapeva.
Perché proprio a lui? Non sapeva nemmeno questo.
Come doveva comportarsi ora?
Tante erano le domande che opprimevano la mente di Jimmy e lui per la prima volta nella sua vita non aveva le risposte giuste...nemmeno lontanamente.
Non capiva il suo stato d'animo e non capiva quella strana sensazione all'altezza del petto ogni volta che incontrava quella ragazza. 
L'aveva baciata.
Di nuovo.
Ma non era come tutte le altre volte, di solito con le altre ragazze non provava quel senso di appartenenza e quella certezza di essere nel posto giusto al momento giusto, e James di ragazze ne aveva viste tante.
Ormai erano notti intere che non dormiva più, mangiava e pensava a lei, suonava e pensava a lei, si ubriacava e pensava a lei...non c'era più niente che potesse toglierli di mente quella ragazza dai capelli corvini. 
Non sapeva se definirlo amore...non lo aveva mai provato e ne aveva sempre avuto paura.
No, non poteva essere amore.
Ma quella sensazione, quella dannata sensazione era viscerale, la sentiva espandersi nel suo corpo come una malattia e sapeva che se non la fermava subito ne sarebbe caduto in rovina. Lui era James Owen Sullivan! Non poteva nemmeno pensare di sistemarsi con qualcuna, era troppo giovane per pensare a mettere su famiglia, e poi uno spirito libero come il suo...non ci si vedeva nemmeno un po' in una casa con moglie e possibili marmocchi in giro per il salotto.
Eppure desiderava Arwen come un drogato desidera l'eroina...

Dopo quel breve ed intenso bacio che aveva rubato alla ragazza si era voltato e si era diretto all'interno della villa delle DiBenedetto e, nonostante sentisse lo sguardo di lei sulle spalle, non si era voltato. Quel bacio apparteneva al passato, anche se erano passati pochissimi minuti, ma lui aveva troppe idee, troppi sognitroppo poco tempo per il passato...anche se quelle sensazioni gli erano piaciute non poteva permettersi di pensarci troppo. Il passato doveva rimanere al suo posto e lui aveva tutte le motivazioni di credere ad un futuro contatto con quelle labbra che tanto si era ritrovato a voler possedere.

Fece il suo ingresso nel salotto passando dalla porta finestra e notò che c'era solo più Valary sul divano in pelle bianco, accompagnata da un libro abbastanza spesso posato sulle gambe.

-Brian?-

-È in camera con Michelle-

-Oh cazzo, per colpa di quei due conigli io non tornerò più a casa!-

-Non fare il melodrammatico! Lo sai che non si vedono da un po'-

-Se con questo intendi dire che non si vedono da meno di un giorno allora ok-

-Dai, conosci Michelle e ancora meglio conosci Brian, sai come sono fatti-

-Ovvio...si sono proprio trovati-

-Già, e tu? Non hai ancora trovato l'anima gemella?-

-Lo sai che non credo a queste cose...-

-Tutto può succedere-

-Val, siamo sinceri, sai che non fa per me-

-James...vieni qui-, la ragazza si sedette composta sul divano posando il libro sul piccolo tavolino in cristallo davanti a lei e batté la mano nel posto vicino a lei, Jimmy si limitò a seguire il suo invito e si sedette accanto alla ragazza per poi posare i gomiti sulle ginocchia e girarsi quel poco che bastava per vedere Val in faccia.

-Ascoltami, sai che sei un ragazzo eccezionale. Pazzo, si, ma eccezionale. Sai che sei amato da tutti quelli che ti conoscono e sai che potrai sempre contare sui ragazzi e su di me, siamo o no migliori amici? Ma vedi Rev, non si può vivere solo di amiciziaabbiamo bisogno di trovare una persona giusta per noi, quella che ci fa battere il cuore all'impazzata.-, fece una pausa e prese la mano di Jimmy per farlo girare del tutto verso di lui.

-Siamo esseri umani Jimmy, abbiamo bisogno di amare e di essere amati-

-Val ti prego. Risparmiami la paternale, sai meglio di me che non posso legarmi a nessuno, non in questa vita, non posso rischiare di innamorarmi per poi avere la certezza che farò soffrire quella persona.-

-Non la faresti soffrire-

-Come fai a dirlo con così tanta certezza?-

-Perché lo so, tu hai tanto amore da dare Jimmy, fallo-

-Non so nemmeno cosa sia l'amore-

-Lo capirai quando lo vedrai-

I due amici si sorrisero complici e si strinsero in un abbraccio, Val e Jimmy si conobbero al liceo e tra il gruppo e tante altre cose erano arrivati a volersi molto bene, Val sapeva come dargli consigli perfetti e viceversa. Quando si separarono poterono notare la figura di Arwen che si avvicinava alla porta finestra e proprio mentre la stava aprendo Jimmy la guardò. Uno sguardo che valeva più di mille parole e Val vide quello sguardo e comprese ogni cosa, vide che Jimmy guardava Arwen come lei guardava Matt, e capì che quello che Jimmy provava per quella ragazza era oltre ogni emozione mai provata dal batterista.

-Hai finito di fissarmi?-, chiese Arwen presa in contropiede dallo sguardo di Jimmy fisso su di lei.

-Non posso guardarti?-

-Sarei più felice se non mi guardassi come se volessi uccidermi-

-Se volessi ucciderti lo avrei già fatto, piccola-, fece una pausa e si alzò dal divano per avvicinarsi alla ragazza.

-Ti stavo fissando solo perché stavo cercando le parole giuste-

-Le parole giuste per cosa?-

-Per chiederti di uscire a cena con me-

Arwen rimase paralizzata sul posto mentre Val ebbe un sussulto di gioia, Jimmy stava davanti alla mora con lo sguardo fiero e sicuro mentre la ragazza lo guardava incredula.

-Mi stai invitando davvero a cena?-

-Fino a prova contraria? Si-

-Oh...ehm...non lo so...io...-

-Ehy tesoro, esci pure, tanto credo che stasera non faremo molto visto che Brian e Mich sono ancora chiusi in camera a scopare e io credo che andrò da Matt. Uscite e divertitevi!-, esclamò Val facendo da spalla a Jimmy, che quasi involontariamente la ringraziò con un sorriso.

-Allora?-

-Accetto la tua richiesta, Sullivan-

-Bene, ti passo a prendere alle otto-

-Va bene-

-Val, hai bisogno di un passaggio da Matt?-

-Se non ti è di troppo disturbo!-

-Ti pare? Avanti, vestiti decentemente che ti accompagno!-

Val prese la mano di Arwen e insieme, quasi correndo, salirono al piano superiore della villa dirette alla camera della bionda e una volta arrivate vi ci chiusero dentro ridacchiando, Val si avvicinò prontamente al suo armadio tirando fuori una gonna in stile hyppi e una maglietta bianca che arrivava all'ombelico.

-Allora sei felice dell'invito?-

-In realtà sono sorpresa...non mi sarei mai immaginata una cosa del genere-

-Ti piace tanto James, vero?-

-Ma che dici Val!-

-Oh non fare la finta tonta con me! Ho visto come lo guardi sai...e come lui ti guarda-

-Perché come mi guarda?-

-Ti guarda come solo una persona innamorata farebbe-

-Qui credo che ti sbagli, né io né lui abbiamo amore da dare...-

-Io ci penserei bene su-

Dicendo questo Val non si fece troppi problemi a spogliarsi della tuta per poi rivestirsi con quei vestitini graziosi e tipici di lei, Arwen non poté non notare il corpo perfetto della sua migliore amica e in meno di due secondi capì perfettamente perché Matt era così innamorato di lei, oltre al suo inconfondibile bel carattere. E dire che anche lei una volta aveva un corpo così, magro e perfetto, invidiabile, crescendo invece aveva iniziato ad avere problemi con quei kili di troppo, sempre profondamente odiati, il bello era che a lei non piaceva nemmeno mangiare e di fatto auei pochi kili non erano dovuti al cibo.

-Come sto?-

-Sei fantastica Val!-

-Grazie tesoro. Ehy, stasera vestiti elegante-

-Cosa? Ma esco con Jimmy, non credo di aver la necessità di...-

-Fallo e basta. Fidati-

-Mh..va bene-

-Io vado, tu vai a prepararti che ci metteremo appena venti minuti-

-Ok! Ciao Val-

-Ciao dolcezza-

Arwen corse in camera sua e decise di farsi una doccia veloce prima di vestirsi.
Una volta rinfrescata, ancora con l'accappatoio addosso, si diresse verso il suo armadio e aprì entrambe le ante iniziando a scrutarlo da cima a fondo. Dopo vari ripensamenti decise di tirare fuori un vestitino nero in pizzo, buttò l'accappatoio sul letto e si infilò l'intimo, coordinato con il vestito visto che era anch'esso nero e in pizzo, si mise il vestito dalla testa e dopo di che se lo sistemò sul corpo. Era un abito semplice, la scollatura a V risaltava il seno abbondante, le maniche si fermavano alle spalle dove sembrava che venissero strappate, la schiena era poco scoperta e le gambe erano coperte fino alle ginocchia, l'abito era leggero e la gonna sembrava quasi un velo. Arwen si guardò allo specchio e sorrise per poco, quel vestito glielo aveva regalato suo padre al suo diciottesimo compleanno, era entusiasta di quel vestito, ovviamente sua madre le era sempre andata contro...per lei non andava mai bene nulla...
Scelse un paio di tacchi neri, altissimi, ma lei ci si trovava bene come se avesse avuto i suoi anfibi, si munì di eye-liner e matita nera e traccio il suo solito trucco alla Amy Winehouse per poi contornare con del rossetto nero.
Fece pochi passi indietro per vedersi del tutto allo specchio e rimase soddisfatta di se stessa.

"Sarai sempre la mia principessa, Arwen, ricordati sempre che, qualunque cosa succeda, io sarò sempre con te"

"Sempre?"

"Si bambina mia"

La ragazza si ritrovò con gli occhi lucidi a quel ricordo, la verità era che suo padre, il suo vero padre, l'aveva lasciata pochi anni prima, sua madre si era risposata quasi subito, ciò a sottolineare quanto le interessava del suo matrimonio, Arwen amava suo padre, era il suo punto di riferimento, il suo tutto...e gli era stato strappato via.
Lei era uguale a lui, gli occhi erano i suoi, il carattere era il suo...e non ne sarebbe potuta essere più orgogliosa.
A distoglierla dai suoi pensieri fu il campanello di casa, veloce come un lampo uscì dalla camera dopo aver preso la sua borsetta nera, e si diresse all'ingresso, mise sulle spalle il giubbino in pelle ed aprì la porta. 
Subito dopo...poté giurare di sentirsi morire.

James era davanti a lei, nei suoi jeans scuri, una camicia nera con i primi due bottoni sbottonati in modo da lasciare le manette tatuate sul collo in bella vista, al polso sinistro portava un orologio abbastanza grande e i capelli erano come sempre, gli occhi azzurri spiccavano con il buio della sera e quando videro la ragazza vennero attraversati da una luce strana.
Era in tiro, ora Arwen capì la richiesta di Val di vestirsi elegante. A quanto le sembrava a primo impatto, se Jimmy chiedeva un appuntamento era il primo a fare le cose per bene.

-Wow, Lady Arwen, siete meravigliosa-

-Lady?-, ridacchió la ragazza divertita mentre Jimmy le faceva un piccolo inchino.

-Sai, ho fatto le mie ricerche, il tuo nome è insolito e volevo saperne di più-

-E che cosa hai concluso?-

-Che il tuo nome deriva da un personaggio inventato dello scrittore Tolkien-

-Esatto, se avrò voglia di raccontarti tutta la storia magari più tardi ne saprai di più-

-Interessante, ora, se mi vuole seguire-, Jimmy le sorrise e le porse il braccio, Arwen fece passare il suo sotto quello del ragazzo e quest'ultimo la condusse alla sua macchina.

-Dove mi porti?-

-Sorpresa-

***

Dopo venti minuti buoni di tragitto Jimmy parcheggiò la macchina sul lungo mare, in una zona tranquilla e abbastanza frequentata di Huntington, con una galanteria che la ragazza faticò a comprendergli scese dalla macchina per poi aprire la portiera alla ragazza, le porse una mano e la fece scendere, Arwen non poteva che sentirsi quasi una principessa anche se lei non lo era mai stata. 
Insieme e sotto braccio arrivarono fino all'ingresso di un ristorante lussuoso e a quella vista Arwen credette che la stesse semplicemente prendendo in giro, ma quando vide che il ragazzo la stava guidando proprio lì lei si fermò senza pensare.

-Che succede?-

-James...ma...questo ristorante, perché?-

James parve capire il suo disagio e per questo si voltò verso di lei sorridendole in un modo favoloso, mostrando quei denti bianchi e perfetti.

-Ehy, ti ho chiesto un appuntamento appena due ore fa, e quando io chiedo un appuntamento faccio le cose per bene-

-Ma...io non posso accettare, davvero io ...-

-Va tutto bene, ok? Non voglio di certo obbligarti a passare la serata con me se è questo il problema-

-No, no! Non è questo...è che ...mi sentirei leggermente a disagio in un posto come questo...-, a quest'affermazione Jimmy non poté non farsi scappare una risata, lasciando Arwen basita e facendola arrossire.

-Piccola se una persona pazza come me può adattarsi puoi benissimo farlo anche tu. Andrà tutto bene, vedrai-, infondendole un coraggio pazzesco Jimmy la condusse all'interno del ristorante, varcata la soglia non ci pensò due volte a cingere la vita della ragazza accanto a lui e Arwen sentì un brivido lungo la schiena a quel contatto.
Perché si sentiva così? 
Perché si sentiva così dannatamente bene con lui accanto?
Immediatamente sentì delle farfalline allo stomaco e le venne l'insana voglia di bere un goccio d'alcol, ma si dovette trattenere e stare ai piani del ragazzo. 
Guardandosi meglio intorno poté capire che quello era un ristorante lussuoso e intimo, le luci erano soffuse e ad ogni tavolo svettava una candela per creare atmosfera, c'erano camerieri per ogni evenienza e un uomo elegante e in tiro era all'ingresso della sala pronto ad accogliere i clienti, le pareti del locale erano dipinte di un bianco crema e c'erano dei ghiri gori ottocenteschi in oro negli angoli più alti, vicino al soffitto, a completare il tutto un pianista stava suonando al centro della sala e una vetrata enorme, dal pavimento al soffitto, dava proprio sulla scogliera, contornata da delle tende ib seta marroni.

-Signori, buonasera, avete prenotato?-

-Sullivan-

-Vi stavamo aspettando, prego vi mostro il tavolo-

L'uomo si fece avanti guidando i due ragazzi proprio nell'unico tavolo rimanente, in fondo alla sala, proprio davanti alla vetrata, Arwen rimase abbagliata dallo sfondo. L'oceano piatto e calmo rischiarato dalla luce lunare della Luna quasi del tutto piena.
Era una serata da favola non c'era da ridire su quello, e Arwen sperò con tutta se stessa che non finisse mai.
L'uomo aiutò Arwen a togliersi il giubbino e poi la fece sedere sulla sedia rivestita da un tessuto marrone, che richiamava la tonalità delle tende, una volta che anche Jimmy si sedette augurò loro una buona cena e tornò al suo posto.
Jimmy osservò a lungo lo sguardo ammaliato della ragazza, messo in luce dalla candela posta al centro del tavolo e decise di smorzare un po' la tensione.

-Ti ho lasciata senza parole, vero?-

-Sai, hai ragione...non me lo sarei mai aspettato-

-Alla fine sono un uomo di classe...o almeno, so fingere di esserlo-

Arwen ridacchiò serena e Jimmy si sentì il cuore scoppiare. 
Ormai gli capitava ogni volta che quella ragazza rideva o semplicemente lo guardava, non sapeva spiegarselo ma...tanto valeva godersi quelle sensazioni.

-E così ci siamo ritrovati con due fan pazze nei camerini che sniffavano le nostre magliette come se fossero cani antidroga!-

-Ahahah, oddio ma i fan peggiori li avete voi!-

-A dire il vero noi abbiamo fan meravigliosamente pazzi!-

-Oddio-

Risero per ore a quella storiella, si erano goduti la cena con tranquillità e una volta finito presero anche il dolce, per poi concludere con dei brevi episodi delle loro reciproche vite, anche se i ricordi più divertenti erano quelli di Jimmy.

-Sai, credo di avervi giudicato male all'inizio...a quello che mi hai raccontato siete davvero fantastici-

-Ti ringrazio, a nome di tutti ovviamente-

-E poi ci tenevo a dirti che ammiro molto il rapporto che hai con Brian-

-Davvero?-

-Si, in questi giorni non ho potuto fare a meno di notare che tra te e lui c'è qualcosa di più, non so cosa, ma quella luce che avete negli occhi l'avete solo tra voi due-

-Pensa che non è sempre stato così, all'inizio ci odiavamo, eravamo dei ragazzini idioti che si divertivano a punzecchiarsi a vicenda, eppure ora siamo inseparabili-

-È fantastico, davvero-

-Ma ora basta parlare di me, dimmi qualcosa di te-

Arwen si fermò di colpo e quasi le venne un colpo a quella richiesta, non se la sentiva di parlare della sua vita, ma d'altro canto non poteva negargli qualcosa visto che James si era aperto così tanto con lei.
Prese un bel respiro e iniziò a parlare.

-Non c'è molto da raccontare, ho avuto una vita difficile fin da subito, ho vissuto con una madre che non mi amava e non mi ama tutt'ora e ho avuto problemi di bullismo da piccola...sono sempre stata una ribelle e mentre le mie coetanee giocavano con le barbie o imparavano a mettersi lo smalto con le amiche io passavo i pomeriggi nei negozi di dischi o in biblioteca...non sono mai stata apprezzata per chi sono davvero e a causa di questo ora faccio fatica a fidarmi delle persone e faccio fatica a credere in me stessa...sai come ci si sente a vivere sentendosi lo scarto della società?-, finì il discorso con quella domanda, Jimmy la guardava con un misto di comprensione e di tristezza e Arwen mai si immaginò una risposta da parte del ragazzo.

-Si, so come ci si sente. Ed è per questo che ora sono così, vivo ogni giorno senza programmare nulla ma non mi dimentico del mio passato, in un qualche modo, mi ricorda cos'ho passato e mi fa capire le scelte che ho preso-

-Hai una grande storia alle spalle, giusto?-

-Tutti abbiamo una grande storia alle spalle-

 

***

 

-Grazie James, ho passato una bella serata-

-Grazie a te-, le sorrise complice e Arwen non poté che osservare ammaliata quel viso da bambino, sereno e allegro, avrebbe tanto desiderato che quella serata non finisse mai ma, si sa, le cose belle finiscono sempre.

-Ehm...ti va di restare con me stanotte?-

James la prese in contropiede poco prima che lei potesse aprire lo sportello della macchina, si voltò verso di lui con un accenno di sorriso e guardandolo negli occhi sorrise di più.

-Mi farebbe molto piacere-

Rev sorrise di più a quelle parole e senza pensare partì verso casa sua.
Forse per quella volta il desiderio di Arwen poteva essere avverato.
Forse, per quella volta, le cose belle non erano destinate a finire.

 

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Capitolo 10
*** We are one ***


Capitolo dieci : We are one

"Tonight you're my woman and I'm your man. I'm your man. We both know we're lonely when we hold each other tight but we won't ask forgiveness" ~ I'm your man (Bon Jovi)

-Prego, fa come se fossi a casa tua-

James si mise di lato alla porta d'ingresso in modo da far passare la ragazza e poi si chiuse la porta alle spalle. Arwen ora aveva modo di guardare meglio quella villa che già per una notte l'aveva ospitata. 
Il salotto era molto ampio, forse anche più di quello delle DiBenedetto, al centro del pavimento vi era un tappeto nero con dei ricami finissimi blu, sopra ad esso un tavolino in legno scuro, c'erano due divani in pelle neri e davanti a loro un camino, la parete dietro ad esso era fatta in mattoni e sopra c'erano appese delle foto dei concerti della band e dei premi vinti dal musicista, poco più spostato dal camino c'era il televisore con annessi dvd e videogiochi vari. Dalla parte opposta svettava uno stereo e delle casse e subito affianco, in un mobiletto, erano riposti i vari cd musicali. Il salotto apriva la strada ad un corridoio, alle scale e ad una porta ad arco.
Il corridoio portava alla cantina e al garage, le scale al piano di sopra e la porta ad arco dava su una cucina in stile inglese che la ragazza non si sarebbe mai aspettata, per questo guardò il padrone di casa con uno sguardo divertito e quest'ultimo ridacchiò ammettendo che quell'arredamento era dovuto al fatto che lui aveva origini Irlandesi.

-È una bella casa-

-Diciamo che è enorme, a volte fin troppo-

-Si per essere grande è davvero grande, però da un tipo come te non mi sarei mai immaginata tutto questo-

-Vi ho sorpresa nuovamente-, sorrise vittorioso e la ragazza ricambiò felice quel sorriso.

-Vieni, ti mostro la parte migliore-

Prese la mano di Arwen lasciandola senza fiato e la guidò verso il corridoio, la ragazza scoprì che non dava solo al garage e alla cantina, bensì alla fine si trovava una porta finestra e dopo di essa il cortile interno e, poco più in là, l'Oceano.
Era una vista spettacolare e rilassante, il giardino era ben tenuto e presentava degli sdrai, una piscina, un alberello e una griglia per i barbecue, dopo tutto questo si stagliava quell'immensa lastra di acqua, facilmente raggiungibile grazie ad un sentiero costruito con delle pietre apposite. Il tutto era illuminato da dei piccoli lampioni da giardino sparsi un po' ovunque.

-Wow...-

-Già-

-Ora capisco perché ogni tanto sparisci-

-Ma no, ahah...però hai ragione, dovrei pensarci. Vuoi bere qualcosa?-

-Cosa mi offri?-

-Ho del vino di ottima annata in cantina, rosso, bianco e Champagne. Ma se vogliamo fare gli spartani ho anche birra, Jack e altri vari liquori-

-Mmh, direi che opto per un bicchiere di Jack con ghiaccio-

-Arriva tra due minuti-, Jimmy le fece l'occhiolino facendola ridacchiare e sparì di nuovo dentro casa lasciando Arwen da sola con i suoi pensieri. 
La ragazza mosse dei passi verso uno sdraio e ci si sedette sopra in attesa, continuava a guardarsi intorno e a sentirsi strana, sentiva il cuore battere a mille e non ne capiva il motivo, o semplicemente non voleva ammetterlo a se stessa. Una cosa era sicura, con James si sentiva bene. Ma non bene come si sentiva con le gemelle o con il resto dei Sevenfold, no, si sentiva ancora più bene, come se la sua vita dipendesse da quel ragazzo dagli occhi cristallini e il corpo ricoperto da tatuaggi. 
Decise di togliersi i tacchi che posò appena sotto lo sdraio, i piedi nudi a contatto con l'erba fredda del giardino le diedero un brivido e poco dopo vide Jimmy riapparire dalla porta finestra, nella mano sinistra teneva due bicchieri con del ghiaccio dentro e a destra la bottiglia di Jack Daniel's, anche lui si era tolto le All Star e si era sbottonato ancora di due bottoni la camicia, compresi i polsini che aveva deciso di sbottonare, si avvicinò alla ragazza con un leggero sorriso e le porse un bicchiere per poi riempirlo e fare lo stesso col suo.

-A cosa brindiamo?-

-Non saprei, brinderei alla tua band-

-Davvero?-

-Si, che possa durare in eterno-

-Io brindo a te-

-C...come?-

-Si, brindo ad una ragazza meravigliosa e piena di tormenti.-

Fecero scontrare i bicchieri in ub ticchettio per poi bere dei sorsi di Jack, Jimmy lo bevve tutto d'un fiato mentre Arwen decise di andarci piano, di sicuro il ragazzo reggeva meglio di lei.

Non sapevano da quanto tempo si ritrovavano sdraiati su quel lettino, vicini, troppo vicini, sapevano solo che stavano bene entrambi. 
Jimmy era sdraiato di schiena, fissava il cielo notturno e contemplava la luna come se ne fosse stregato, parlando e ridendo con Arwen che era sdraiata di lato, stretta a Jimmy a causa del poco spazio, la testa della ragazza era sulla spalla di lui mentre la sua mano destra era aperta sul petto del ragazzo dove ogni tanto lasciava delle carezze, sarebbe rimasta in quella posizione per sempre, non aveva voglia di andarsene e si stava rilassando cullata dal respiro di James e dal battito del cuore che martellava dentro la gabbia toracica. Un brivido colpì la pelle nuda di Arwen, tenuta scoperta dal vestitino, sicuramente a causa del freddo portato dalla notte e dall'Oceano, James se ne accorse e le posizionò un braccio intorno alle spalle stringendola di più a se.

-Vuoi rientrare?-

-No, sto bene-

-Sicura?-

-Con te sto sempre bene-

-Anche io-

-James, posso chiederti una cosa?-

-Certo-

-Dicono che l'amore fa dannare...dicono che sia distruttivo...io non ho mai provato quel sentimento e quindi non so come ci si sente ad essere innamorati ...l'amore fa male?-

-Non lo so, credo sia una lama a doppio taglio perché come ti fa sentire perfetto e in pace con te stesso è anche in grado di distruggerti come se fossi un pezzo di vetro. Dell'amore ne so quanto te-

-Ah...-

-Non è la risposta che ti aspettavi, vero?-

-A dire il vero, credevo che tu abbia amato per almeno una volta...sai con tutte le ragazze che ti sbavano dietro...-

-Con tutte loro ci ho fatto solo sesso. Niente di duraturo né di importante, e fidati che di donne ne ho viste tante...ma nessuna di loro mi fa sentire come mi fai sentire tu-

-Perché? Come ti faccio sentire?-

-Migliore-

Si guardarono negli occhi per un tempo indeterminato, non si erano nemmeno resi conto che si erano avvicinati così tanto, Arwen si perse in quegli occhi che presentavano tutte le sfumature dell'azzurro ed ora, con il buio, sembravano ancora più profondi, le pupille dilatate, continuava a fissarla come se avesse davanti la creatura più bella del mondo, perché è questo che pensava Jimmy. 
Il ragazzo portò la mano sulla guancia di Arwen che in risposta si avvicinò ancora di più a quel contatto, le sorrise e si perse in quelle labbra leggermente carnose e rosee, si tirò leggermente su con il collo fino a far scontrare il naso con quello di lei e socchiuse leggermente gli occhi, Arwen trattenne il respiro, nemmeno lei sapeva perché, ma quella vicinanza non la turbava, le piaceva e così vicini com'erano potevano solo sentire il profumo naturale l'uno dell'altra. 
James deglutì e si avvicinò ancora, arrivò a sfiorare le labbra con quelle di Arwen, lei chiuse gli occhi e lo lasciò fare e quando sentì le labbra di Jimmy sulle sue venne scossa da brividi di ogni genere, sentiva le farfalline allo stomaco come se dovessero divorarla dall'interno, le labbra di Jimmy erano morbide e...sue. James dal canto suo si sentiva al settimo cielo, era riuscito a baciarla e non aveva intenzione di lasciarla andare, si stava riscoprendo ad amare quelle labbra carnose e dolci tanto che prese a mordicchiarle il labbro inferiore, piano, gustandosi il momento. 
Decise di approfondire il bacio e sentì la ragazza ricambiare portandogli le braccia ai lati della testa in modo da sollevarsi su di lui e si sistemò a cavalcioni sul corpo di Jimmy, senza mai staccarsi da quel bacio mozzafiato, nel sentire il corpo della ragazza sul suo James gemette per poco nel bacio provocando la pelle d'oca ad Arwen.

Quando si separarono si appoggiarono fronte contro fronte e Jimmy aveva ormai le mani sui fianchi di lei, dove lasciava delle carezze appena percettibili.

-È successo davvero?-

-Si, te ne sei pentita?-

-No...però...Jimmy tu...-

Non riusciva ad andare avanti, aveva paura di quello che stava per ammettere e non voleva compromettere la situazione, non voleva rischiare di perdere quel ragazzo tanto fantastico che ormai era abituata ad avere nella sua vita.
James la guardò intimandole di andare avanti con quegli occhioni blu e lei prese un respiro profondo prima di continuare la frase.

-Mi piaci, Jimmy...mi piaci davvero tanto ma non voglio che tra di noi cambi qualcosa, in peggio, sono così tanto dipendente dalla tua presenza che anche di notte fatico a dormire da sola e non...-, non riuscì a finire la frase che Jimmy aveva nuovamente preso a baciarla, si avventò sulle labbra di Arwen come se ne andasse della sua vita e con un movimento istintivo si alzò a sedere permettendo alla ragazza di intrecciare le gambe sui suoi fianchi.

-Le cose non andranno male, andrà tutto bene. Anche io sono attratto da te anche se non capisco cosa sia tutto questo sentimento che sento-, fece una pausa e tornò a guardarla negli occhi per poi abbassare lo sguardo alle sue labbra, -È la prima volta che lo chiedo ma...mi permetti di averti?-.
Mi permetti di averti
Quelle poche e semplici parole annebbiarono la mente di Arwen per un tempo indefinito, glielo aveva chiesto davvero? Era stata informata da Michelle sui rapporti che James aveva con le ragazze, le aveva detto che lui era uno che si prendeva quello che voleva senza chiedere il permesso. E allora perché con lei l'aveva fatto? Possibile che ci tenesse davvero così tanto?
Senza rispondere la ragazza prese l'iniziativa di avvicinarsi al viso di Jimmy e gli baciò l'angolo della bocca in una muta conferma alla sua richiesta, James sorrise e la strinse a se facendola sentire protetta e al sicuro.
Subito dopo Jimmy si alzò in piedi tenendo la ragazza in braccio e la portò dentro casa mentre continuavano a baciarsi come due ragazzini, ben presto si ritrovarono con il fiato corto e Arwen senza accorgersene strinse di più le gambe intorno alla vita di Jimmy mentre lui la teneva dalle cosce. Arrivati alle scale il batterista fece scontrare la schiena della ragazza contro il muro e si strinse ancora di più a lei, petto contro petto, labbra su labbra, le mani che si cercavano come i loro sguardi.
Ci misero poco ad arrivare alla camera di Jimmy e quando ci arrivarono lui la fece sdraiare sul grande letto matrimoniale per poi sovrastarla con il suo corpo, all'improvviso Arwen realizzò davvero la situazione e iniziò a tremare violentemente, tanto che Jimmy si allontanò di poco per paura di aver fatto qualcosa di sbagliato.

-Tutto bene?-

-È la prima volta-, rispose veloce e schietta diventando rossa come un pomodoro e tenendo lo sguardo basso.

Il ragazzo sorrise dolcemente intenerito dalla reazione della mora, le lasciò un dolce bacio sulla guancia per farla rilassare e le prese una mano stringendola con forza.

-Sono felice di essere il primo-

Senza aggiungere altro ricominciò a tormentare il collo della giovane che iniziò a prendere fiducia e decise di passare le mani sulla schiena del batterista, da prima sopra la camicia e poi da sotto.
James si alzò sulle ginocchia e si sbottonò in fretta la camicia per poi lanciarla in un punto indefinito della stanza, Arwen guardò il petto e le braccia tatuate del ragazzo e non poté non rimanerne ammaliata, non era troppo muscoloso nonostante suonasse la batteria ma era un gran bel vedere, era semplicemente lui. A mani tremanti Arwen si avvicinò a quella pelle intrisa d'inchiostro per poterla accarezzare ma a pochi centimetri si bloccò, James le prese la mano e la guidò.

-Stai tranquilla, puoi farmi quello che vuoi...segui il tuo istinto piccola, non voglio obbligarti a far nulla-

-Ho paura di sbagliare...-

-Stai andando benissimo-

Posò la mano di Arwen sul suo petto e fece una leggera pressione, la ragazza prese a tastare e ad accarezzare quella pelle tanto desiderata, Rev scese di nuovo su di lei andando a baciarle una spalla scoperta e infilando le mani tra la schiena della ragazza e il materrasso in modo da aprirle la zip del vestito. Glielo tolse con un gesto veloce ma delicato che fece rabbrividire Arwen, si scostò di poco per poter osservare il corpo della ragazza, ne osservò ogni curva, ogni angolo di pelle, ogni piccolo tatuaggio...sorrise spontaneo nel pensare che quella meraviglia stava per essere sua, e sua soltanto.

-J-Jimmy...-

-Sei bellissima-

Rossa in viso Arwen decise di portare le mani sui pantaloni del ragazzo iniziando a slacciare la cintura per poi passare al bottone e alla zip lasciando stupito lo stesso Jimmy, gli calò i pantaloni con convinzione per poi fare un sorrisetto malizioso che il batterista le ricambiò subito.

Una volta fatto sparire anche l'intimo di entrambi James si posizionò tra le gambe della ragazza e unì le loro labbra in un bacio appassionato mentre entrava in lei sicuro e le accarezzava i capelli, Arwen sentì gli occhi inumidirsi di lacrime di gioia e iniziò a graffiare la schiena di Jimmy. Si muovevano in sintonia e ogni secondo che passava si desideravano sempre di più, finalmente si sentivano uniti in tutto e per tutto, uniti in quel vortice di passione che li consumava e li faceva sentire vivi, James si mosse più velocemente incitato dai gemiti e dai bassi sussurri della ragazza, si guardarono negli occhi come se avessero paura di perdersi e si unirono in un ultimo bacio.

Dopo il rapporto Jimmy si accasciò sul petto di Arwen che prontamente lo strinse a se andando ad accarezzargli dolcemente i capelli, entrambi avevano il battito accellerato e il respiro affannato ma non importava a nessuno dei due. Erano insieme, avevano appena fatto l'amore e nulla poteva essere più perfetto di quel momento.

-E ora come farò a starti lontano?-

-Non farlo-

-Jimmy...questo era amore?-

-Si, era amore-

Le lasciò un bacio in mezzo ai seni prima di mettersi affianco a lei e stringerla in un abbraccio, Arwen si accoccolò a lui e contro il suo petto facendosi piccola piccola e sentire le braccia muscolose di Jimmy intorno alle sue spalle le sembrò la cosa più bella e normale del mondo, sarebbe potuta morirci in quel modo ma se si trattava di morire per lui, ora ne era certa, lo avrebbe fatto.

-Domani sparirai come se niente fosse come hai fatto con le altre?-

-No piccola, sei mia ora-

Le lascio un dolce bacio tra i capelli per poi tirare sui loro corpi il lenzuolo, strinse ancora la ragazza a se e poi si addormentarono. Con la certezza di amarsi, di appartenersi e con la consapevolezza che quello che avevano appena fatto sarebbe stato un nuovo inizio per entrambi. Perché il miglior modo per imparare ad amare è farlo insieme.

 

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Capitolo 11
*** You waste your breath while fuckin' with me ***


Capitolo undici : You waste your breath while fuckin' with me.

"Il tradimento. Non c'è nulla di più sleale. Nel momento stesso in cui lo farai tradirai te stesso, il tuo amore, i tuoi amici...e anche la tua anima" ~Heaven

Il mattino seguente James si svegliò grazie ai deboli raggi primaverili, l'inverno era ormai finito e con l'inizio della primavera le giornate ad Huntington erano diventate più calde, lunghe e con più turisti per le strade, per lui e i ragazzi si avvicinavano lunghe giornate di prove soprattutto ora che i testi delle canzoni e gli arrangiamenti erano tutti scritti e approvati. Era lunedì, e come ogni lunedì la voglia di alzarsi dal letto era pari a zero, non tanto per la rottura di andare a lavoro o per altro...semplicemente ogni persona sulla faccia della terra aveva un motivo diverso per odiare un po' il lunedì. 
Il ragazzo si stiracchiò per poi girarsi sul letto e notare che il lato di Arwen era vuoto, si tirò su appoggiandosi al gomito e con ancora lo sguardo assonnato perlustrò la camera, era da solo. 
Si alzò pigramente dal letto venendo attratto dal rumore del getto della doccia aperto, si diresse con passo strascicato in bagno e senza pensarci troppo ci entrò e immediatamente un profumo di vaniglia gli riempì le narici, sorrise guardando la sagoma della ragazza dietro il box doccia e subito dopo ci si avvicinò di soppiatto, più silenzioso di un gatto riuscì ad entrare nella doccia e sorrise felice nel vedere che Arwen era di schiena, le si avvicinò quel tanto che bastava per attaccare il petto e la sua schiena e portarle le braccia intorno alle spalle. La ragazza sobbalzò colta di sorpresa e andò a posare il suo sguardo sulle braccia che l'avevano accolta e quando riconobbe i tatuaggi di Jimmy si rilassò andando ad abbandonarsi contro il suo petto.

-Giorno...-, sussurrò piano il ragazzo andando a baciare il collo della mora che in risposta piegò di lato.

-Già sveglio?-

-Volevo fare una doccia-

-Ma davvero?-

-Mh...si-

La strinse ancora di più a se e le lasciò un bacio sulla guancia prima di mettersi affianco a lei, il box doccia era decisamente grande ed entrambi ci stavano comodamente, inoltre il getto dell'acqua cadeva dal soffitto da degli appositi apparecchi grazie ad un lavoro di idraulica ben studiato e molto particolare. Arwen si perse nei movimenti di Jimmy, mentre si lasciò avvolgere dal getto d'acqua, mentre tirava indietro la testa permettendo all'acqua di bagnargli il viso, mentre passava le sue grandi mani tra i capelli corvini in modo da bagnarli del tutto, quando prese la boccetta di sapone e iniziò ad insaponarsi prima i capelli e poi il corpo. Ogni piccolo movimento le veniva naturale di catturarlo e, in qualche modo, farlo diventare anche un po' suo, si riscoprì di amare davvero quel ragazzo dai capelli corvini e gli occhi cristallini, così tanto da non poterne più fare a meno e sentiva che grazie alla sua presenza sarebbe riuscita a cambiare. 
Quando James finì di togliersi la schiuma di dosso Arwen non poté resistere all'impulso di abbracciarlo, e lo fece. Si avvicinò veloce a quel corpo fino a stringerlo forte, come se avesse paura che potesse svanire da un momento all'altro, James colto di sorpresa restò per un attimo immobile e subito dopo allargò le spalle e tirò in fuori il petto, mostrando un chiaro segno di orgoglio da parte di quel gesto. Era orgoglioso di avere quella ragazza. E non vedeva l'ora di poter urlare il suo amore al mondo. Perché tutti dovevano sapere che il grande e indomabile James Owen Sullivan stava con la meravigliosa Arwen Stark.

-Credi che sia troppo presto per un ti amo?-

-Non lo so piccola. Devo ancora convivere con l'idea di averti, una cosa per volta-

-Si, hai ragione, anche per me è strano-

-Devo andare in studio, ti va di accompagnarmi?-

-Si certo-, Jimmy sorrise e le lasciò un bacio appassionato, uno di quelli che tolgono il respiro e Arwen non poté che sorridere felice e rispondere a quel bacio con la stessa passione. Da quanto voleva sentirsi così? 
Quando si separarono uscirono entrambi dalla doccia, Jimmy le porse un asciugamano abbastanza lungo nel quale Arwen si strinse e per lui si prese una semplice asciugamano che si legò in vita, il ragazzo camminò tranquillo fino ad arrivare in camera sua e Arwen rimase da sola nel grande bagno, si posizionò davanti allo specchio e iniziò a studiarsi ogni dettaglio del viso con lo sguardo sognante e poco concentrato sulla sua stessa pelle, si passò una mano tra i capelli mossi e lanciò uno sguardo alla camera che veniva riflessa dallo specchio lungo metà parete, riuscì ad intravedere James mentre lanciava sul letto i vestiti che gli sarebbero serviti, comprendevano un paio di boxer grigi, un paio di jeans strappati e una maglietta viola con degli schizzi neri sparsi. Arrossì vedendo il ragazzo abbandonare l'asciugamano sul letto e infilarsi i boxer, ignaro che la ragazza lo stesse osservando senza perdersi un solo movimento. 
Era bello. 
Era semplicemente divino, la ragazza si chiese se al mondo potesse esistere davvero qualcosa di più bello e spontaneo. Arwen si ritrovò a sorridere, guardando quell'angelo caduto e dannato che era riuscito a strapparle il cuore.

Arwen si mise la sua amata canotta dei Nirvana, accompagnata da un paio di jeans neri e delle Vans a scacchiera, aveva finito di truccarsi e si era decisa a lasciare i capelli liberi sulle spalle, corse giu in cucina dove sapeva che Jimmy stava preparando una colazione veloce per entrambi, era strano per lei avere tutte quelle energie di prima mattina ma in fondo lei era strana di natura. Arrivò in cucina e trovò James in piedi, con una tazza di caffè in una mano e le sue bacchette della batteria nell'altra, il ragazzo le sorrise non appena mise piede in cucina. 
Le sembrava così piccola rispetto a lui e lei viveva nella sua semplice spontaneità e nelle sue ombre, che aveva avuto modo di conoscere, lui invece era un batterista pazzo, affermato in tutto il mondo e con una valanga di ragazzine con gli ormoni a palla che avrebbero pagato oro pur di averlo. La coppia ideale. Una miscela perfetta di pazzia e di problemi. Ma Jimmy se lo sentiva, con quella ragazza sarebbe cambiato tutto.
 

***

-Direi che siamo a buon punto, dovremmo solo aggiustare qualche parola nel testo e poi ci siamo-, sorrise vittorioso Matt.

-Secondo me manca ancora qualcosa...-, mormorò James pensieroso mentre tamburellava le bacchette ovunque.

-Nella canzone?-

-No Johnny, credo che manchi qualcosa in tutto l'album ...manca ancora una canzone-

-Secondo me abbiamo messo tutto-, sospirò pensieroso Brian guardando poi gli occhi di Jimmy.

-Mmh...-

James prese la sua bottiglia di Heineken dal tavolino ingoiando poi un gran sorso di birra, il tutto senza mai togliere gli occhi dai fogli e dagli spartiti sparsi per tutto il tavolo, la sua aria pensierosa era ben nota ai ragazzi che ben sapevano che qualcosa stava nascendo nella mente del Rev, ma aveva solo bisogno di qualche secondo per essere ben identificata.
Perché si sa, quando a Jimmy vengono delle idee andranno fatte e basta.

-Ma certo cazzo!-

Balzò in piedi facendo prendere uno spavento a Zacky, che gli era seduto vicino ed era in procinto di addormentarsi.

-James va un po' a fanculo!-

-Forza datemi un foglio, anzi no, lasciate stare me lo prendo da solo!-, senza aggiungere altro il batterista iniziò a correre su e giu per la sala in cerca di carta e penna e come le trovò si sedette per terra a gambe incrociate e si appoggiò al basso tavolino, spostò le varie birre e i vari fogli e iniziò a scrivere come un posseduto.

-Certe volte mi spaventi quando fai così-

-Spaventa tutti, il problema è che non lo capisce-

-Matt ha ragione, sei da ricovero amico-

-Aah, siete solo invidiosi perché a me vengono le idee più geniali-, sentenziò il ragazzo dagli occhi cristallini senza smettere di scrivere.

-Ragazzi si sono fatte le tre...che ne dite di fare una pausa?-

-Vee non dirmi che hai fame-

-Non ho fame Brian, ho solo voglia di prendere un po' d'aria-, rispose Zacky con lo sguardo perso.

-Con l'arrivo della primavera al nostro Zee Vee esplodono gli ormoni!-, lo stuzzicò Johnny ridendo insieme a Matt.

-Bèh almeno a me esplodono-

Alla sua battuta Brian gli diede il cinque e i due chitarristi ridacchiarono tranquilli mentre Jimmy si rialzava dal pavimento sventolando il foglio ovunque.

-Bene, me lo porto a casa e vedrò di finirlo entro domani-

-'Kay Jimmy, penserai anche agli arrangiamenti?-

-Si Shads, e se fossi in te inizierei a cercare una buona orchestra-

-Che cosa?!-, urlarono tutti e quattro in coro.

-Si, noi possediamo solo la voce, il basso, il pianoforte e la batteria-, spiegò alla veloce Jimmy incrociando le braccia.

-Scusa e a noi dove ci metti?-, borbottò Brian indicando se stesso e Zacky.

-Le chitarre per questo pezzo non serviranno-

-E nei live? Hai intenzione di girare con l'orchestra?-

-No, ai live ci sarete voi due-

-Io non ti capisco-

-Non ci provare Haner, ho il criceto che già hai in coma rischia di morire del tutto-

Le risate generali si alzarono dai ragazzi rivolte a Brian che era rimasto confuso da tutto quel ragionamento e, quando ci arrivò, si limitò a lasciare un pugno sulla spalla del suo migliore amico.

Insieme i ragazzi uscirono dallo studio e mentre stavano per salire nella macchina di Matt sentirono le voci delle ragazze in lontananza.
Val, Michelle e Arwen erano appena scese dalla macchina di Valary e stavano proprio per dirigersi allo studio, al che Brian e Matt scesero quasi correndo per poter andare incontro alle reciproche fidanzate mentre invece Arwen si avvicinò a passo lento verso Jimmy.
Si guardarono a lungo e la cosa non era passata di vista come se niente fosse, quando furono a pochi metri il ragazzo mosse quei pochi passi che lo dividevano dalla ragazza e le prese una mano per poi baciarla in fronte dolcemente.

-Credevo non mi avresti calcolata-

-Ehy, ok che sono uno stronzo, ma non arriverei a questo-

-Mh, me lo dai un bacio?-

-Vieni qui-

Le mise le mani sui fianchi e la avvicinò a se stringendola appena, si piegò in avanti quel tanto che bastava per arrivare alle labbra della ragazza e le lasciò un bacio casto e ricco di sentimento sotto le urla di approvazione e di gioia di tutta la compagnia.

-Stronzi potevate dircelo che state insieme!-

-Da quanto va avanti!?-

-Da stanotte Christ, non ti alterare saresti stato il primo a saperlo!-

-Si certo, e Zacky è vegano-

-Ehy!-

-Aah piantatela voi tre, Arwen vieni subito qui e fatti abbracciare!-, urlò entusiasta Val avvicinandosi alla ragazza insieme alla gemella, tutte e tre si strinsero in un caloroso abbraccio mentre i ragazzi non facevano altro che dare pacche sulle spalle a Jimmy e a battergli la mano.

-Bene, Arwen deve essere davvero speciale per averti fatto mettere la testa apposto-, ridacchiò Brian.

-In realtà è più pazza di me, non credo che la mia situazione mentale migliorerà amico-

-Che Dio ce la mandi buona-, concluse Matt ridendo.

-Stasera tutti al Johnny's, offre il Rev!-

-Christ...inizia a correre!-.

 

***


 

Come da programma i ragazzi si trovarono alle nove al Johnny's, il locale era stracolmo di persone e il titolare aveva deciso di presentare delle ballerine per uno spettacolo a luci rosse, il tutto per attirare ancora più persone al locale. Adesso al piano di sotto si poteva intravedere un piccolo palco dove tre ragazze ballavano e intrattenevano uomini e ragazzi mentre il bancone era sempre più pieno ad ogni minuto che passava, al piano di sopra invece la situazione era più calma, la musica pur sempre alta ma almeno non c'erano persone con gli ormoni a palla che sbavavano dietro a delle ballerine.

I Sevenfold accompagnati dalle ragazze erano al loro solito tavolo, ognuno con la propria birra in mano e sul divanetto attaccato alla parete c'erano in ordine Matt, Val, Arwen e Jimmy, vicino a James sedeva Brian, su uno sgabellino e vicino a lui Michelle, Zacky e Johnny. Tutto di norma se non fosse che tra Brian e Michelle non correva buona aria e i ragazzi se ne accorsero non appena li videro scendere dalla macchina di Brian. Il ragazzo si era offerto di andare a prendere le gemelle e la nuova fidanzata di Jimmy per poi andare insieme al pub, quando parcheggiò l'auto e scesero il primo a vederli fu Jimmy, che prontamente iniziò a salutarli ma come vide la faccia incazzata nera di Brian e gli occhi umidi e rossi di Michelle capì che quella sarebbe stata una lunga serata.

-Siete strepitosi, avete deciso di andarci piano stasera?-, chiese Val ai ragazzi notando che avevano bevuto appena metà della birra che avevano ordinato e sembrava non volessero continuare.

-Domani abbiamo le prove, non possiamo restare indietro e visto che per ora siamo a buon punto preferiamo tenere questo ritmo-, spiegò velocemente Zacky rivolgendo poi uno sguardo veloce a Brian e Michelle.
Erano seduti vicini eppure lui non aveva smesso un secondo di parlare con Jimmy e Arwen e lei si era semplicemente data all'alcol. Di fatto era alla terza birra.

-Ehy Gates-

-Dimmi Vee-

-Non credi sia il caso di fermare qualcuno?-, gli disse il giovane rivolto alla bionda.

-Di che parli?-, fece il finto tonto Brian, pur sapendo che la sua ragazza stava bevendo come una spugna e non aveva intenzione di smettere.
Zacky insieme a Johnny lo guardarono sbarrando gli occhi mentre anche Matt e Val si fecero partecipi alla discussione, Valary dopo essersi resa conto dello stato della gemella non potè che riprenderla senza preoccuparsi di essere in un locale stracolmo.

-Mich ma che cazzo fai?!-

-Lasciami bere e fatti i fatti tuoi...-, biascicò la ragazza con la voce impastata dall'alcol.

-Basta hai bevuto troppo, a casa così non ti ci porto!-

-Ma perché non ti continui a limonare il tuo ragazzo e mi lasci in pace?!-, sbottò Michelle battendo un pugno sul tavolo, in tutto questo Brian rimase del tutto impassibile e questo sembrò dar ancora più fastidio a Michelle.

-E tu?!-, gli urlò contro voltandosi verso di lui, il ragazzo si girò con tutta la calma del mondo fino ad incontrare gli occhi persi e vuoti della sua ragazza...o ex ragazza...

-Io cosa?-

-Non hai nulla da dire!?-

-Dovrei?-

-Cazzo ti odio quando fai così tanto lo stronzo!-

-Ah, adesso sono io lo stronzo?-, alzò la voce Brian iniziando anche lui ad arrabbiarsi. 
Tutto il resto del gruppo tentava di farsi i fatti suoi ma era abbastanza impossibile e di conseguenza assistettero a tutta la loro litigata.

-Sono stufa Brian! Non mi dai mai attenzioni, non fai altro che pensare a te stesso per tutto il tempo e le uniche volte che mi ascolti sono quando scopiamo! Mi sono rotta del tuo comportamento! Si può sapere cosa ti ho fatto per meritarmi questo?!-

-Che cosa ho fatto io? Che cosa hai fatto tu! Secondo te sono così stupido da non essermi accorto che sei andata a letto con quel bastardo!? Ti sembro davvero così idiota da non vedere le cose quando le ho davanti Michelle?!-

-Ragazzi smettetela di urlare, state dando spettacolo...-

-Tu sta zitto James! Posso far passare tutto ma non che una puttana del genere mi faccia le corna e poi pretenda anche che le chieda scusa!-, urlò Brian sia rivolto a Jimmy che a Michelle, la ragazza era sbiancata alle parole di Gates e subito le si inumidirono gli occhi di lacrime che non si preoccupò di trattenere e che, ben presto, le rovinarono il trucco.

-Ehy piano a come parli Haner!-

-Val, amore, ti conviene non intrometterti ora-, la richiamò Matt, conoscendo bene Brian sapeva che se la sarebbe presa anche con lei.

-Brian...io...-

-Che cosa Michelle?! Avanti sentiamo che scusa ti inventerai ora, sono davvero curioso!-

-I-io ...non volevo farlo ma...cazzo mi sentivo sola e tu non c'eri mai...sei sempre in studio e non sei mai con me...avevo bisogno di...-

-Di cosa? Di scopare? Sai che per quello potevi anche chiamarmi, sono il tuo ragazzo cazzo, perché non me ne hai parlato invece di andare ad aprire le gambe al primo che passava!?-

-Bri scusami, ti prego scusami...-

-Sta zitta Michelle, hai già detto troppo-, Brian si alzò dal suo posto indossando poi la sua giacca in pelle e facendo un cenno ai ragazzi che lo guardarono con comprensione.

-D-Dove vai?-, Brian a quelle parole appena sussurrate si chinò bastardamente sulla ragazza, le mise una mano sotto il mento per tirarle su il viso e la guardò con lo sguardo più bastardo che potesse fare per poi sussurrarle a pochi centimetri dalle labbra.

-Non preoccuparti, ora potrai scoparti chi vuoi. Ritieniti single puttanella-

La ragazza presa da un imput di rabbia si scostò malamente e gli tirò uno schiaffo in piena guancia, così forte da esser stata capace di far voltare lateralmente il viso a Brian. Senza aggiungere altro il ragazzo la guardò con odio e si tirò su per poi uscire dal locale a testa alta e con il suo solito sguardo fiero e impertinente.

-Meglio se vado con lui, tu vuoi venire da me stasera?-, domandò Jimmy rompendo il silenzio rivolto ad Arwen, la ragazza si voltò verso Val chiedendo silenziosamente se poteva o preferiva che stesse con lei e Michelle per aiutarla, la bionda sorrise e le annuì tranquilla.

-Ti aspetto a casa-

-Okay, Sevenfold, è stato un piacere come sempre, riportatemela sana e salva o vi infilo la testa nella grancassa!-

-Vai tranquillo Rev, la tua ragazza è in ottime mani!-

Ridacchiarono tranquilli e poco prima che Jimmy potesse andarsene Michelle lo prese per un polso e lo fece girare, il ragazzo si ritrovò davanti agli occhi e al viso pieni di lacrime della ragazza e da un lato gli dispiaceva.

-Fallo tornare da me James, ti p-prego...io non volevo...-

-Gli parlerò io, ma non posso prometterti nulla-, e dopo queste parole uscì anche lui dal locale, dopo aver preso due bottiglie di Heineken.

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Capitolo 12
*** A little piece of Heaven ***


Capitolo dodici : A little piece of Heaven

"E poi la vidi...e tutto l'Inferno che avevo nel cuore è svanito, lasciando posto ad una figura celestiale dalle ali di un demone che mi strappò il cuore e lo fece suo" ~Heaven

Jimmy si aggirava per la spiaggia deserta e buia con le due Heineken ancora in mano e lo sguardo concentrato sull'Oceano, l'aria della notte era fresca e finalmente il cielo era libero dalle nuvole lasciando spazio alle stelle e alla mezza luna. 
Una volta uscito dal pub si era subito diretto in quella spiaggia, lontana dai rumori della città e lontana dalle luci e dagli sguardi delle persone, sapeva che se voleva trovare Brian quello era il posto perfetto. Perché Gates era come lui, ragionavano allo stesso modo e anche Jimmy sarebbe sempre andato in quel posto se c'era qualcosa che non andava, come già era successo.

Dopo mezz'ora buona di camminata riuscì ad intravedere una sagoma seduta sulla sabbia fredda e immobile, sorrise tra se e si avvicinò al ragazzo a passo convinto. Quando lo raggiunse nessuno dei due si scambiò nemmeno uno sguardo, Jimmy semplicemente si sedette affianco a lui e posò le due birre sulla sabbia, stando attento a non farle cadere. Brian aveva lo sguardo perso nel vuoto, era un misto tra l'incazzato e il dispiaciuto, in qualche modo lo capiva, sapeva come ci si sentiva ad essere traditi ma a differenza sua, Jimmy, non si era mai preoccupato troppo, non da tutte quelle ragazze che per lui non erano nessuno.

-Cristo...-, sbottò Brian abbassando di colpo lo sguardo e portandosi ancora di più le gambe al petto.

-Ne vuoi parlare?-

-Non c'è da parlarne Jimmy, mi ha tradito...fine della storia-

-Allora è inutile che ti incazzi così-

-Mi incazzo così tanto perché nessuno deve permettersi di tradire me!-

-Allora parlane, dimmi com'è andata e ti dirò la mia-

Brian sbuffò sonoramente, non voleva ricordare quel giorno ma era necessario, aveva bisogno di un consiglio.

-La scorsa settimana, dopo le prove, passai da casa per il tempo di una doccia e dopo decisi di fare una sorpresa a Michelle. Andai a casa delle gemelle e, usai le chiavi per entrare in casa...era immersa nel silenzio, Val non c'era e sapevo che era con Matt, senza troppe cerimonie decisi di andare al piano di sopra diretto in camera di Michelle. 
Mi fermai davanti alla porta del bagno, era socchiusa, l'acqua della doccia aperta, stavo per entrare quando sentii le voci di Michelle e di quel figlio di puttana-

-E te ne sei andato-

-E me ne sono andato-

-Tu la ami?-

-Come posso amare una persona che mi ha tradito? Non sono un santo e questo lo so, ma da quando mi sono messo con lei non sono più andato con nessun' altra, cazzo, lo avevo fatto per lei-

-Ci dev'essere un motivo se la fatto, quindi o la colpa è di tutti e due o tu hai fatto qualcosa che la spinta a tradirti-

-Davvero pensi sia colpa mia James?-, per la prima volta Brian si voltò verso Jimmy e il ragazzo vedendo gli occhi nocciola di Gates capì che era sincero. Quegli occhi disperati erano tremendamente seri e sinceri e questo bastò al Rev.

-Ti credo fratellino. Ma secondo me dovresti parlarne meglio con lei-

-Non ne vale la pena...credo che per un po' tornerò ad essere Synyster Gates-

-Permetti quindi a Gates di prendere il posto di Brian Elwin Haner Jr.?-

-Si-

Brian prese la birra e ne ingurgitò un grande sorso sotto lo sguardo attento di Jimmy. Se aveva preso quella decisione nulla sarebbe più stato lo stesso, Jimmy si ricordava bene com'era Brian prima di Michelle. Semplicemente era una persona fredda e distaccata, tranne che con lui e lui soltanto, andava ogni sera a puttane e se ne vantava il giorno dopo, era perennemente ubriaco, anche durante i concerti e durante le prove, per poco rischiò anche di entrare nel giro delle droghe ma per fortuna lo avevano fermato in tempo. Di Synyster Gates non ti potevi fidare, era pazzo ma nel senso più brutto e oscuro del termine, più volte aveva avuto discussioni con Matt e spesso arrivavano alle mani e tutto per il semplice fatto che Shadows non voleva che si ridusse così. 
Synyster Gates era l'alter ego di Brian Haner e Jimmy lo sapeva bene così come sapeva che solo lui era in grado di cotrollarlo. Il batterista continuò a guardare il suo migliore amico mentre quest'ultimo alzava la bottiglia di birra verso il cielo e brindava al ritorno di Synyster e subito si preoccupò di finire del tutto la birra.
Si guardarono per un secondo e James in quello sguardo poté vedere tutte le ombre che non vedeva da tempo negli occhi del suo migliore amico.

***

From: Jimmy To: Arwen 
1.00 am

"Ehy piccola, sono ancora fuori con Brian, questo idiota non la smette di bere, se sei stanca vai pure a dormire"

From: Arwen To: Jimmy
1.03am

"Ti aspetto, portalo a casa...non conviene lasciarlo da solo per stanotte"

James ricevette il messaggio e lo lesse con un piccolo sorriso, non pensava che la ragazza fosse ancora sveglio ad aspettarlo eppure era così. Si voltò verso Brian che ormai era con la fronte appoggiata al bancone del pub, davanti a lui c'erano ancora sette bicchieri di Guinness completamente vuoti e quattro bicchierini da Jack Daniels anch'essi vuoti. Se il proprietario del bar l'avesse visto solo di sicuro non lo avrebbe mai fatto bere così tanto ma visto che Jimmy era completamente sobrio lo lasciò fare.

-Brian?-

-Mh...-

-Forza alzati, andiamo a casa-

-Non voglio andarci a casa...-, biascicò Brian rimanendo in quella posizione.

-Non puoi restare qui, avanti-

Jimmy gli mise il braccio sinistro intorno alle spalle e con la mano destra fece leva sul petto di Brian in modo da farlo tornare dritto, il chitarrista completamente passivo a quei movimenti rischiò di cadere all'indietro ma per fortuna James aveva calcolato tutto, aveva gli occhi socchiusi e tremendamente lucidi, il respiro era accellerato a causa di tutto l'alcol e la testa gli ciondolava da una parte all'altra, Jimmy si alzò in piedi e cercò di far alzare anche lui che ci riuscì dopo svariati tentativi.

-Dove hai il portafogli Brian?-

-N-nella tasca dei ...pantaloni...ma cazzo ci devi fare con i miei soldi?!-

-Pagare-, Rev prese il portafogli dalla tasca posteriore dei jeans e lasciò trenta dollari sul bancone davanti al barista, il signore di mezz'età guardò i soldi e li prese per poi lanciare uno sguardo a Brian.

-In bocca al lupo figliolo-, disse a Jimmy con un mezzo sorriso.

-Crepi! Avanti Gates, andiamo-

Si portò un braccio di Brian sulle spalle e gli circondò la vita per sorreggerlo meglio, uscirono dal locale un po' barcollanti a causa di Brian e si diressero al parcheggio.

-Ehy Jimmy, dove mi porti?-

-A casa Brian, devi dormire-

-Non voglio andare a dormire, voglio andare a scopare!-

-Sta zitto idiota è notte fonda-

-Meglio almeno mi sentiranno tutti!-

-Urla e ti uccido-

-Permaloso del cazzo-

Jimmy decise di non ribattere, sapeva che Brian era completamente ubriaco e farlo incazzare non avrebbe sistemato la situazione ma l'avrebbe solo peggiorata. Lo fece salire in macchina e subito dopo si mise al posto di guida accendendo il motore, come la macchina partì alla radio passarono ''Die die my darling" dei Misfits.

-Cazzo che poesia-

-Su questo ti do ragione-

-Jimmy...-

-Si?-

-Mi viene da vomitare...-

-Oh no! No, no, no! Provaci solo e te la fai a piedi!-

-E non urlare cristo santo!-, Jimmy aumentò radicalmente la velocità, prima arrivavano meglio era per entrambi, non voleva rischiare di ritrovarsi con la macchina piena di vomito.

Arwen era tranquillamente seduta sul divano di pelle nera nel grande salotto di casa Sullivan, aveva deciso di accendere il caminetto e qualche candela sparsa per potersi rilassare in pieno e aveva accompagnato il tutto con il suo ipod e le cuffiette, quando ascoltava la musica era sempre in grando di ritrovarsi persa nel suo mondo, quel mondo che era solo suo e che rispondeva alle sue esigenze. Tutta quell'armonia venne interrotta dallo spalancarsi della porta di casa, in fretta e furia entrarono Jimmy e Brian mentre quest'ultimo aveva la maglietta completamente sporca di vomito e barcollava tremendamente, James al suo fianco continuava a stringerlo a se per farlo stare in piedi ma l'altro non collaborava e sembrava che ad ogni passo le gambe gli dovessero cedere del tutto. Arwen si tolse le cuffiette e gli si avvicinò per aiutarli.

-Cazzo come si è ridotto?-

-Lasciamo stare, ha vomitato per tutto il vialetto, domani dovrò pulire-

-Ragazzi, ehy, ragazzi, ma perché non mi avete presentato i vostri gemelli?-, ridacchiò Brian indicando Jimmy e Arwen.

-È andato...-

-Rev cazzo...mi fa male la testa e devo ..-

-Cristo Brian!-

Gates non finì la frase che si ritrovò a rigettare l'anima sul pavimento del salotto sotto lo sguardo incazzato di Jimmy.

-Sei un disastro, mi avevi detto che non ne avevi più bisogno!-

-Scusa Jim...-

-Meglio se qui pulisco subito-

-Aspetta, lo porto di sopra, almeno finisce di vomitare nel cesso e non per casa-, s'intromise Arwen parlando tranquilla come se si stesse parlando di smalti per unghie. Jimmy la guardò stupito e le chiese se davvero se la sentiva.

-Certo che me la sento, avanti Brian, vieni con me-

La ragazza si avvicinò a Brian e gli passo una mano intorno alla vita e mettendo il braccio sinistro del ragazzo sulle sue spalle come, aveva fatto anche Jimmy, e lo accompagnò al piano di sopra sotto lo sguardo vigile di James che stette appena dietro di loro sulle scale in modo da prenderli se fossero caduti a causa di Brian, dopo di che decise di dare una ripulita al pavimento.

Arwen arrivò al bagno insieme a Brian che oltre a tenersi a lei aveva allungato una mano verso la parete e proseguiva a tastoni per mantenersi in piedi. Entrati nel bagno Brian si inginocchiò davanti alla tazza del water e Arwen gli si sedette vicino, infondo anche lui l'aveva aiutata durante un doposbronza, era il momento di ricambiare il favore. Brian all'improvviso si chinò e continuò a rigettare tutto l'alcol che aveva in corpo mantenendosi alla tazza con le mani, quando tirò su la testa era completamente sudato e tremava come un pazzo, Arwen decise di togliergli la maglia sporca e la gettò direttamente sul pavimento dopo averla appallottolata, passò una mano sulla fronte di Brian che la guardò con lo sguardo perso e vuoto, lei gli sorrise dolcemente e si sporse a prendere una piccola asciugamano e la passò velocemente sotto l'acqua per poi poggiarla sulla fronte e sul viso di Brian, il ragazzo non si perse un solo movimento che fece e quando la vide passare quell'asciugamano bagnata anche sul suo petto le parlò con voce strascicata e tremendamente stanca.

-James ha scelto bene-

Arwen lo guardò di scatto sorpresa e poi sorrise.

-Grazie-

-Dico davvero...sei una grande persona Arwen...stagli vicino-

-Lo farò-

-Me lo prometti?-

-Si, certo-

Brian sorrise sereno, come se adesso avesse la certezza che quella ragazza si sarebbe presa cura del suo migliore amico, infondo era proprio da migliori amici desiderare il bene dell'altro come se fosse il tuo. 
La mora si alzò dal pavimento per poi aiutare Brian a fare lo stesso e lo portò fino alla camera degli ospiti che per fortuna era vicina al bagno, entrati fece sdraiare il ragazzo sul letto e lo aiutò a togliersi le scarpe e i jeans, in modo da mettere a lavare anche quelli, Brian si sdraiò a letto sopra le coperte iniziando a tremare per il freddo che sentiva e in quello stesso momento entrò anche Jimmy in camera.

-Come procede?-

-Si è sdraiato sulle coperte ...-

-Ci penso io-

Jimmy si avvicinò al letto e passò le mani sul busto di Brian in modo da tirarlo su e lo tenne stretto mentre con una mano scostava le coperte, lo lasciò di nuovo sul materasso e dopo gli portò le coperte sul corpo, dopo poco Brian smise di tremare e si strinse su se stesso.

-Jimmy...-, lo chiamò con un filo di voce tremante e il diretto interessato dovette inchinarsi su di lui per sentirlo.

-Dimmi, sono qui-

-Ho una fottuta paura...-

-Di cosa?-, Brian non rispose ma si limitò a guardare Arwen e poi riportò lo sguardo su Jimmy che capì tutto e chiese gentilmente alla ragazza di uscire e lasciarli soli, così fece e nell'uscire dalla stanza si chiuse la porta alle spalle. Rimasti soli Brian si concesse di guardare il suo migliore amico con agonia, Jimmy si inginocchiò al fianco del letto per poter essere alla sua altezza.

-Allora, di cos'hai paura?-

-Di perderti Jimmy-

-Perché dovresti perdermi? Sono qui Bri, sai che ci sarò sempre per te-

-Bugiardo-

Quella semplice parola fu in gradi di immobilizzare James e gli occhi di Brian erano terribilmente seri e lo guardavano come un bambino alla quale avevano rivelato che Babbo Natale non esiste.

-Ma che dici?-

-Sai cosa voglio dire-

-Brian, sei ubriaco e non sai quello che dici-

-So benissimo quello che dico! C'ero anch'io durante quelle analisi!-

-Abbassa la voce-

-È peggiorato non è vero?-

-No-

-Non mentirmi, ho visto che sei cambiato ...quei farmaci ti uccideranno...-

-Ora non preoccuparti di questo, pensa a riposare che ne hai bisogno-

-Dovresti dirlo agli altri-

-Quando sarà il momento lo farò-

Troppo stanco Brian si limitò ad annuire per poi abbandonarsi al cuscino e addormentarsi subito e di netto, Jimmy gli passò una mano tra i capelli e gli lasciò un bacio fraterno sulla fronte per poi alzarsi e uscire dalla camera con una morsa ferrea allo stomaco. 
Tornò in salotto e ritrovò Arwen sul divano, era sdraiata per metà mentre la schiena era appoggiata al grande cuscino blu oltremare, le si avvicinò sapendo che era ancora sveglia e si sdraiò anche lui sul divano mettendosi molto più giù rispetto alla ragazza, si posizionò in modo da avere il busto tra le gambe di lei e appoggiò la testa sul suo ventre, in tempo zero le mani della ragazza si posizionarono una tra i suoi capelli e l'altra sulla schiena del ragazzo, aveva capito che quella era la sua posizione preferita dato che era già la seconda volta che si metteva così, eppure era rilassante, così com'erano potevano avere tutta l'intimità del mondo.

-Dorme?-

-Si, è stato difficile farlo dormire-

-Ti ha detto qualcosa riguardo Michelle?-

-Lo ha tradito, è incazzato nero per questo e ha deciso di tornare ad essere Synyster Gates-, Arwen lo guardò dubbiosa mentre continuava a lasciargli dei grattini tra i capelli.

-Ma non è il suo nome d'arte quello? Non ti seguo Jimmy-

-Tu ci conosci da troppo poco per saperlo. Lo vedrai tu stessa già da domani-, la lasciò con il dubbio James tornando ad affondare il viso sul ventre di lei e lasciando un bacio sulla stoffa della canotta.

***

Il mattino seguente arrivò fin troppo presto, Arwen fu la prima a svegliarsi e dopo aver lanciato uno sguardo per il salotto si prese tutta la calma che poteva per ammirare il ragazzo che dormiva su di lei. Si erano addormentati sul divano, troppo stanchi per arrivare alla camera, per fortuna il divano è grande abbastanza per farli star comodi entrambi. Si ritrovò a pensare a tutto quello che era accaduto da lì a qualche settimana prima, ormai era passato un mese da quando faceva parte di quella stramba compagnia, ed era un mese che i suoi occhi avevano incontrato quelli di Jimmy. Non poteva ancora pensare che quello fosse amore, non era possibile, ma sentiva di star bene con quel ragazzo e lei non si era mai sentita bene con nessuno. 
Aveva avuto una vita difficile fin dall'inizio, era cresciuta da sola, con una madre che la odiava e con altri mille problemi, aveva vissuto con i bulli, con le peggiori compagnie di amici. Ma adesso voleva cambiare e sapeva di poterlo fare. 
Doveva.
Passò con delicatezza una mano tra i capelli del ragazzo ancora addormentato e poi scese piano seguendo il profilo del viso, tornò sulla fronte e passò l'indice fino alla punta del naso che Jimmy arricciò infastidito per poi socchiudere piano i suoi meravigliosi occhi.

-Buongiorno..-

-Ehy-

Strinse le braccia intorno al busto della ragazza per poi alzare la testa e guardarla. La trovava semplicemente incredibile, ma non l'avrebbe mai ammesso, o almeno non ora. 
Si sporse verso di lei facendola scivolare sul divano in modo da sovrastarla e le sorrise maliziosamente prima di abbassarsi e lasciarle un bacio sulla fronte, uno sulla punta del naso e uno sul mento fino ad arrivare alle labbra, un bacio casto che racchiudeva un desiderio forte per entrambi. La mano di James, curiosa, andò ad intrufolarsi sotto la canotta nera e sottile della ragazza fino a stringerle un fianco, Arwen sobbalzò e fisso gli occhi in quelli di Jimmy perdendosi in quelle due pozze cristalline, lui sorrise nel bacio per poi scostarsi per portarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Mi ero ripromesso di tenerti lontana...ti chiedo perdono in anticipo, piccola-, Arwen lo guardò stupita aprendo di poco la bocca, il suo cuore iniziò a martellarle nel petto come se volesse uscire e lei si sentiva cadere piano, come in una lunga agonia.

-Perché? Perché vuoi tenermi lontana da te James?-

-Perché non voglio fare del male anche a te-

-Cosa ...-

Le parole della ragazza vennero interrotte dall'arrivo di Brian. Il moro scese le scale con passi pesanti e strascicati mentre si passava una mano sugli occhi, era ancora in boxer e sembrava non importargli molto, Arwen non potè non pensare che fosse davvero un bel ragazzo e che ora capiva la gelosia di Michelle. 
Brian si diresse in cucina ignorando bellamente i due sul divano, Jimmy sospirò tristemente e si alzò dal divano mormorando un "Ne parliamo dopo" alla ragazza per poi raggiungere il suo migliore amico in cucina. Quando Arwen li raggiunse, e dopo aver combattuto contro la voglia di scappare, notò che Brian era seduto scomposto su una delle sedie intorno al tavolo e davanti a lui c'era una bottiglia di birra, fresca di frigo e appena iniziata.
La ragazza guardò allibita la scena di Brian che afferrava quella bottiglia per poi portarsela alle labbra, lanciò uno sguardo all'orologio notando che erano appena le nove del mattino e poi posò i suoi occhi neri su Jimmy, in uno sguardo traumatizzato quasi. James rispose a quello sguardo con uno ancora più intrigante, la guardò con un misto di rabbia, di paura, di rassegnazione.

"Lo ha tradito, è incazzato nero per questo e ha deciso di tornare ad essere Synyster Gates"

"Ma non è il suo nome d'arte quello? Non ti seguo Jimmy"

"Tu ci conosci da troppo poco per saperlo. Lo vedrai tu stessa già da domani"

Brian alzò lo sguardo su James, i due si lanciarono una lunga occhiata rimanendo in silenzio, non calcolarono quanto tempo passò prima che sciogliessero quello sguardo ma quando lo fecero Gates si sciolse in un sorriso beffardo e per niente rassicurante.
Ora Arwen iniziava a capire cosa intendeva Jimmy la sera prima.

-A che ora sono le prove?-

Proruppe Brian con una voce graffiante e altezzosa che non gli si addiceva per niente.

-Entro mezzogiorno dobbiamo essere in studio, Matt voleva parlarci insieme a Val-, al nome della ragazza il chitarrista socchiuse gli occhi, come se quel nome gli desse fastidio perché in qualche modo gli ricordavano la sua, ormai, ex ragazza.

-Ci sarò-

-Dove intendi andare ora?-

-A trovare un'amica-

-Brian...-

-Non chiamarmi così Sullivan. Ti ho detto che ci sarò e così sarà, nel caso dovessi morire sarete i primi a saperlo-, oltrepassò la soglia della cucina per risalire al piano di sopra, dopo una decina di minuti riscese vestito di una maglia nera aderente e un paio di jeans strappati, i capelli sparati in aria come sempre e una linea di trucco a rimarcare quegli occhi tormentati, di sicuro i vestiti erano di Jimmy dato che gli calzavano leggermente grandi, ma se c'era una cosa in cui Brian teneva in particolare, oltre alla musica e ai suoi migliori amici, quello era l'abbigliamento.

-Ci vediamo in studio-

E uscì di casa.
Arwen e Jimmy rimasero ad osservarlo mentre se ne andava e sbatteva la porta di casa alle sue spalle. James si lasciò sfuggire un lamento andando a sedersi sulla sedia dove poco prima c'era Brian e si portò le dita sulle tempie.

-Cazzo cazzo cazzo...-

-È questo che intendevi ieri?-, James si limitò ad annuire e la ragazza mosse quei pochi passi che la dividevano da lui per poi passargli le mani sulle spalle.

-Si avvicinano tempi duri-

-È davvero così terribile?-

-Non terribile...peggio-, Jimmy inclinò il capo all'indietro per appoggiarsi al seno della ragazza e la guardò per un po' da li, le sorrise dolcemente.

-Potrebbero parlarsi-

-Non dire cazzate, se Brian vedesse Michelle in questi giorni potrebbe anche stuprarla...-

-Che cosa?!-

-Brian è la persona migliore del mondo Arwen, ma ha sempre avuto una lotta interiore con se stesso dovuta ai suoi sbalzi d'umore continuii, a suo padre e a tutto il resto. Una sera dopo esser usciti dal Johnny's ci siamo schiantati contro la cancellata di un cimitero abbandonato, eravamo ubriachi marci e da quella sera è nato Synyster Gates. Che altro non è che un alter ego di Brian-

-Quindi... mi stai dicendo che anche voi avete questi alter ego pazzoidi?-

-No, solo Brian, successivamente abbiamo scoperto che gli stava succedendo qualcosa, non era possibile che si trattasse di un periodo...lo accompagnai dallo psicologo di Matt e risultò che Brian ha la doppia personalità-Arwen lo fisso spiazzata da quelle parole e fece quasi fatica a crederci.

-Non è in una forma pericolosa al cento per cento, Brian può controllarsi se lo vuole e ci riesce ...ma quando succedono cose come la rottura con Michelle e altre che ora non ti starò a raccontare bèh...lo hai visto e lo vedrai ancora-

Jimmy si alzò dalla sedia con calma, sembrava che il discorso non lo avesse minimamente toccato, eppure Arwen poté notare un velo di preoccupazione in quegli occhi pieni di vita. Accarezzò una guancia alla ragazza e le lasciò un bacio sulla fronte prima di annunciarle che doveva andare in studio, sarebbe andato prima assieme a Matt e Johnny perché doveva ancora finire quella famosa canzone da aggiungere all'album e che sarebbe stata l'ultima del disco.

***

-Amico tu sei malato, ma davvero tanto-

-Per una volta concordo con Shads, Jimmy qui si parla di necrofilia!-

-E quindi?-

-E quindi? Cazzo mi spaventi quando fai così-

-Matt il testo è perfetto, non è altro che una storia d'amore!-

-Secondo me dovremmo riguardare qualche parola...-, Matt iniziò a rileggere le parole sul foglio bianco e gli occhi smeraldini si muovevano velocissimi tra quelle righe, nonostante la scrittura terribile del batterista. Lavoravano ormai da due ore buone mentre Arwen e Val li ascoltavano, la bionda continuava anche a firmare documenti inerenti alla band e altre scartoffie varie.

-Must have stabbed her fifty fuckin' times, I can't believe it Ripped her heart out right before her eyes. Eyes over easy, eat it, eat it, eat it.
She was never this good in bed even when she was sleeping
Now she's just so perfect I've never been quite so fucking deep in.
It goes on and on and on, I can keep you looking young and preserved forever, with a fountain spray on your youth whenever..-, canticchiò Matt muovendo un piede a tempo, alzò gli occhi su Jimmy e scosse la testa.

-James, è un bel testo, davvero. Sai che dico quello che penso e credo che questa sia davvero roba buona...ma non possiamo inserirla nell'album, i media ci faranno una testa così per questa canzone e lo sai-

-Natt da quando ti interessa quello che pensa la gente? Sono sicuro che i fans l'adoreranno! Piacerà a tutti loro ci potrei mettere la mano sul fuoco!-

-Ehy Matt, potremmo provarla. La proviamo, vediamo come ci sembra, ne parliamo con Zacky e Brian e poi decidiamo se inserirla o no-, disse Johnny prendendo parte vicino a Jimmy, Matt li guardò entrambi con un espressione disperata e poi acconsentì, scatenando le urla di gioia da parte di Jimmy che gli battè una mano sulla spalla e gli diede un bacio tra i capelli.

-Ehy bestia, non ho detto che la metteremo nel disco!-

-Ritienilo già fatto Shadows!-

Passarono altre tre ore prima che la canzone risultasse davvero orecchiabile, Johnny e Jimmy registrarono le loro parti di basso e batteria e Matt venne aiutato da Jimmy nelle parti vocali. Arwen li osservò a lungo e ogni tanto diede dei consigli a tutti e tre e a fine lavoro si misero ad ascoltare quel brano. Le espressioni di Arwen e Val erano del tutto differenti, quest'ultima sembrava terrorizzata da quella canzone che narrava di una storua d'amore iniziata male ma finita con un grandioso matrimonio mentre Arwen era semplicemente felice come una bambina, sorrideva da orecchio a orecchio e quando i ragazzi stopparono la canzone entrambe si sciolsero in un applauso.

-Bèh, inquietante lo è, ma devo ammettere che è molto bella Jimmy-

-Grazie Val, e il tuo ragazzo che non ci credeva!-

-Rettifico Rev, è davvero una bomba!-

-E tu che ne pensi piccola?-, chiese Jimmy rivolto a Arwen, che per tutta la chiacchierata non aveva fatto altro che fissare il foglio su cui era scritta la canzone.

-Mh...credo manchi qualcosa-

-Ancora?! Cosa manca?-

-Non so Johnny...la canzone ha quasi tutto ma...-

-Vuoi provare a cantarla?-

-Che?!-

-Oh non fare quella faccia, ti ho già sentito cantare e non hai da temere...-

-Tu canti!?-

-Matt, Jimmy esagera io non..-

-No no no, avanti vieni!-, Matt si avvicinò quasi correndo al divanetto dove si trovava Arwen e le prese una mano tirandola su e trascinandola dentro la cabina dove vi era un microfono, porta spartiti vari e delle cuffie.

-Il miglior modo per capire se una canzone è finita è cantarla, canterò la canzone senza cambiare nulla e se pensi di aggiungere qualcosa non dovrqi far altro che cantarla anche tu, Val registrerà tutto così staremo sicuri-, spiegò velocemente Matt prima di far cenno a Val che fece partire la base.
Arwen terrorizzata iniziò a spostare il peso del suo corpo da una gamba all'altra e si portò le mani sulle cuffie, dalla parete di vetro che divideva la cabina dalla stanza dello studio poteva vedere Val seduta dietro gli apparecchi di registrazione, Johnny affianco a lei con il suo basso ancora in grembo e Jimmy dietro di loro che le sorrideva come ad incoraggiarla. Matt iniziò a cantare meravigliosamente e lei si concentrò sul testo. Cerco con tutta se stessa di capire cosa mancava e all'improvviso sembrò che si fosse sbagliata, in effetti quella canzone era davvero perfetta in tutto, James aveva detto che avrebbe chiamato un orchestra e delle persone specializzati per i cori e quindi quel tasto era già sotto mano al batterista.
Ma allora cosa mancava?
Arrivò il secondo ritornello e subito dopo ci sarebbe stato un assolo di batteria, basso, archi e tutto il resto ...ma non era abbastanza ...era una parte troppo vuota. E come un fulmine a ciel sereno Arwen iniziò a cantare accompagnando Matt.

-I will suffer for so long...-

-What will you do, not long enough-, Matt lanciò uno sguardo felice alla ragazza, che poté notare nei suoi occhi un bagliore.

-...To make it up to you...-

-I pray to God that you do-

-...I'll do whatever you want me to do...-

-Well then I'll grant you one chance-, pronunciando queste parole Arwen fisso Jimmy negli occhi, in uno sguardo pieno di sentimento.

-...And if it's not enough...-

-If it's not enough, If it's not enough-

-..If it's not enough..-

-Not enough-

-..Try again..-

-Try again-

-..And again..-

-And again-

-Over and over again!-, conclusero insieme e subito dopo Val staccò la base e salvò quelle modifiche.
Matt preso dall'euforia abbracciò la ragazza che ne rimase impietrita non essendo abituata a gesti simili, da parte di nessuno.

-Cazzo sei stata grande! Ma come ti sono venute quelle parole?-

-Non lo so Shads, in realtà è stato istintivo!-, uscirono dalla cabina dopo essersi tolti le cuffie e un applauso da parte di Johnny e Val fece riempire di orgoglio gli occhi di Arwen, subito dopo il suo sguardo andò al batterista, stava in piedi sorridendo come un bambino e allargò le braccia in una chiara richiesta, Arwen corse quasi incontro al ragazzo e si lanciò tra quelle braccia tatuate.

-Cazzo piccola sei grande!-,Jimmy la strinse forte a se per poi tirarla su e farla girare, Arwen rise e per la prima volta dopo tanto tempo si sentì di nuovo viva. Quando il ragazzo la lasciò a terra si guardarono negli occhi e Arwen vide tutta quella felicità e quell'amore che il ragazzo le riservava e se ne sentì piena, finalmente si sentiva di esser parte di qualcuno, sentiva di aver trovato quella parte di cuore che le mancava da quando era nata e non poté che sorridere, sorridere come non faceva da anni.

-Ti amo James-

Lo disse sulle labbra del ragazzo in un modo così spontaneo che se non fosse stato per lo sguardo di Jimmy avrebbe creduto che l'avesse solo pensato. Lui la guardò sorpreso e sentì il cuore perdere un battito, nessun'altra glielo aveva mai detto e non sapeva se era normale sentirsi così, così leggeri, così liberi...tuttavia non se la sentì di ricambiare quel "ti amo" inaspettato, si limitò a baciare Arwen con impeto e trasporto sentendo la ragazza ricambiare andando anche a stringergli le braccia intorno al collo.
Urla di approvazione si levarono dalla sala ma loro quasi non le udivano, troppo presi l'uno dall'altra, persi nei reciproci occhi, con i loro cuori che battevano all'unisolo e i respiri leggermente affannati. 
Poi il silenzio.
Si separarono e nella sala irruppe Zacky, con il fiatone e con la mano ancora appoggiata alla maniglia della porta.

-Abbiamo un problema-
 

SPAZIO AUTRICE
Salve lettori! Come state? Vi piace questa storia? Allora...ci tenevo a dire due cosine.
1) Brian nella vita reale non ha affatto la doppia personalità, ho voluto creare il suo personaggio così com'è perché avrà un ruolo abbastanza importante.
2) La storia avrà più bassi che alti, non so se mi spiego, ho intenzione di farvi piangere tutte le lacrime che avete *risata alla Nightmare* 
Non odiatemi ma dopo aver scritto tre ff dove tutto finisce rosa e fiori ho tutto il diritto di farne una tragica e strappalacrime! 
Questo è tutto per il momento. 
Un bacio guys♡

~Heaven 
 

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Capitolo 13
*** I'm on the wrong side of Heaven ***


Capitolo tredici : I'm on the wrong side of Heaven

"Sarò anche dalla parte degli angeli ma non pensare anche solo per un secondo che io sia come loro" ~Sherlock

I ragazzi continuarono a guardare Zacky mentre quest'ultimo entrò del tutto in studio e si chiuse la porta alle spalle. Matt e Johnny lo guardarono come se avessero davanti un evaso di prigione, non capivano il motivo di quel comportamento preoccupato e quasi furtivo, James semplicemente era sbiancato subito dopo le parole del chitarrista e Val si era avvicinata ad Arwen, nemmeno stessero per morire.

-Allora Zacky? Parla!-

-C'è un problema...-

-Quello l'abbiamo capito, arriva al dunque Vengeance-

-Brian-

Il solo nome del chitarrista fece scattare Jimmy che prontamente lanciò un imprecazione e si passò una mano tra i capelli sotto lo sguardo attento di Matt.

-Cos'è successo?-

-Mi ha chiamato Suzy, mi ha detto che stamattina è stato da loro...cercava suo padre-

-Brian? Il nostro Brian?! Non cerca suo padre dal diploma!-, esclamò Valary sorpresa della notizia, sembrava quasi felice della notizia, a quanto pare ci avrebbe tenuto davvero molto, ma la sua allegria fu fermata dalle parole fredde e veritiere di Jimmy.

-Non è come sembra Val...-

-Che vuoi dire Jimmy?-

Jimmy e Matt si lanciarono uno sguardo e subito gli occhi smeraldini del cantante si scurirono lasciando spazio ad un'espressione disperata.

-No...non può essere...-

-Cosa? Ce lo dite anche a noi?-

-È tornato-

-Cosa?!-

-Ma non l'aveva risolta con la terapia?!-

-No Johnny, l'aveva risolta con Michelle...ora che lei non c'è più...-

-Cazzo questa non ci voleva-

-Dov'è adesso Zacky?-

-Non lo so, non lo chiamato e non lo sento da ieri sera-

-Jimmy, ieri sera eravate insieme ti ha detto qualcosa?-

-Stamattina mi ha detto che sarebbe andato da un'amica, Matt, non possiamo fidarci dato che mi ha già mentito-

-Come ti ha già mentito?-, chiese Val scioccata al suo migliore amico.

-Mi ha detto che sarebbe andato da un'amica, e invece è andato a cercare suo padre-

-Magari è a casa sua-, disse Arwen provando a dare un'idea ai ragazzi, si sentiva abbastanza inutile e di poco aiuto perché nonostante tutto non li conosceva ancora così bene.

-Non credo, sa che è il primo posto dove lo andremmo a cercare-

-Concordo con Vee...direi di andarlo a cercare, ci dividiamo e il primo che lo trova avverte gli altri-, sentenziò Matt da buon frontman.

In un batter d'occhio si divisero in tre gruppi, Val e Matt, Zacky e Johnny e Jimmy e Arwen, salirono sulle proprie macchine e sfrecciarono come dei fulmini attraverso le strade di Huntington. Jimmy sfrecciava tra il traffico come un pazzo, infrangendo ogni limite di velocità e buona parte di tutto il codice stradale, ma poco gli importava, Arwen al suo fianco si reggeva al sedile e con lo sguardo vagava per ogni vicolo, marciapiede o locale nella vana speranza di intravedere il chitarrista quando ad un certo punto James catturò la sua attenzione.

-Ascolta, non voglio spaventarti ma è giusto che tu lo sappia-

-Dimmi tutto-

-Punto primo, da adesso se non ci sono io con te non starai da sola con Brian...-

-Ma...Jimmy io non credo che possa farmi del male, insomma..-

-Non lo credo nemmeno io, piccola, ma meglio non rischiare. Punto secondo, se è ubriaco stagli alla larga, diventa pericoloso e te lo posso assicurare...-, nel frattempo Jimmy aveva smesso di guidare per la strada e stava cercando parcheggio davanti ad un locale dalle vetrate completamente nere.

-E punto terzo...-, si girò verso la ragazza una volta avendo parcheggiato, le prese il viso tra le mani per assicurarsi che lo ascoltasse e poi proseguì.

-...ricordati sempre, Synyster non è Brian-

-Me lo ricorderò di sicuro-

-Mi dispiace che stia succedendo questo anche a te-

-Ehy, non è colpa tua-

-In parte si-

-Perché?-

-Perché ti ho tenuta con me-

-Jimmy, fin'ora tu e i ragazzi siete la cosa più bella che mi sia capitata...non pensare nemmeno per un secondo che sia il contrario-, Arwen parlò con gli occhi fissi in quelli di Jimmy e portandogli le mani sulle sue, ancora intorno al suo viso, si sporse di poco per lasciargli un bacio sulle labbra venendo scossa da un brivido freddo, era la prima volta che lo baciava lei, e la trovò una meravigliosa sensazione. James le sorrise felice e le scompigliò i capelli.

-Per me rimani ancora un mistero Arwen Stark-

-Ti farò impazzire Sherlock-

-Sono già pazzo, il massimo che potrai fare sarà mettermi in catene sul letto-

-Mh...potrei pensarci-, gli sorrise maliziosa prima di uscire dalla macchina seguita a ruota da lui, gli si avvicinò e guardò il locale davanti a loro.

-Dove siamo?-

-In uno Strip Club dove il nome "Synyster Gates" è anche conosciuto dagli inservienti-, rispose schietto Jimmy mettendo un braccio intorno alle spalle di Arwen e camminando verso l'entrata con passo deciso.

-È conosciuto anche il tuo di nome?-

-Ora fai la gelosa?-

-Semplice curiosità-

-Può darsi, se ne hai il sospetto ti consiglio di non mollarmi fin quando saremo lì dentro-

-Sei così sicuro di te stesso Sullivan-, sospirò Arwen sorridendo beffarda.

-Ci sono ragazze là dentro che pagherebbero oro pur di avermi per una notte, fai tu-, mormorò Jimmy all'orecchio della ragazza per poi aprire la porta del locale e farla entrare per prima, la seguì a ruota e come nel parcheggio la prese subito sotto braccio.
Arwen si guardò intorno e capì subito il perché il ragazzo le si fosse appiccicato come una cozza allo scoglio, era un locale molto grande e intravide una scala per il piano di sopra, la sala era piena di poltrone e divanetti neri con davanti dei tavolini, il bancone era gremito di persone nonostante fosse pieno pomeriggio, al centro della sala si stagliavano tra palcoscenici con due pali ciascuno al loro centro e su ognuno di questi tre ragazze davano spettacolo a uomini sulla cinquantina e ragazzi che non avranno avuto meno di vent'anni, trovò disgustoso il modo in cui certe persone sbavassero dietro a delle ragazze che avranno avuto si e no appena i diciott'anni. Sulla maggioranza di divanetti c'erano persone che limonavano, altri erano ubriachi marci e altri ancora insultavano le spogliarelliste urlandogli frasi disgustose e senza il minimo ritegno, la musica era alta e le luci erano fin troppo soffuse, c'era odore di fumo e di erba unita all'odore di alcol. 
Era in assoluto il locale più brutto della città.
Arwen si fermò ad osservare un uomo sulla sessantina mentre subiva le attenzioni di una cameriera con la maggior parte del corpo in mostra, rabbrividì disgustata e subito sentì la mano di Jimmy stringersi sul suo braccio.

-Non guardare, mi spiace averti portato qui-

-Brian è anche mio amico ormai, sono qui solo per aiutarlo-

-Sei grande piccola-, si sorrisero velocemente e poi riuscirono ad avvicinarsi al bancone, dietro di esso due ragazze praticamente nude e coperte solo da un mini reggiseno e un mini perizoma, si stavano muovendo tranquille preparando qualsiasi cocktail, accanto a loro un ragazzo di colore le aiutava ma a differenza aveva indosso un pantalone nero e una camicia di jeans, aveva i rasta e un polsino a scacchiera al polso sinistro, sul viso portava degli occhiali da vista.

-Ehy Michael!-

-Per Dio! James! Quanto tempo cazzo!-

-Ah mi sei mancato!-

-Anche tu, da quando sei sparito le birre sono stranamente aumentate, così come le ragazze disponibili!-

-Ho lasciato il posto ad altri-

-E questa meraviglia chi è?-, il ragazzo guardò Arwen con un sorrisetto e prontamente Jimmy la avvicinò di più a se.

-È la mia ragazza Michael, guardala di nuovo così e ti giuro che ti cavo gli occhi-, rispose Rev con un sorrisetto da pazzo, il ragazzo alzò le mani in segno di resa e sorrise.

-Scusa amico, ma se è la tua ragazza perché l'hai portata qui? Non è esattamente il posto per una ragazza così-

-Ehy cosa vuoi dire con questo?-, sbottó Arwen, attirando lo sguardo del barista e facendo ridacchiare Jimmy.

-Intendo che non mi sembri una ragazza come loro-, Michael indicò le spogliarelliste ridacchiando divertito.

-No, hai ragione. Io sono meglio-, finì il discorso seria e con una nota di orgoglio nella voce, Jimmy rise per poi metterle una mano sul fianco e stringendo appena, il barista dopo aver compreso le parole si mise a ridere e batté una pacca sulla spalla a Jimmy.

-Complimenti Jim, te la sei trovata molto bene!-

-Puoi giurarci. Senti non è che hai visto Brian qui in giro?-

-Brian?-

-Oh, scusa, Synysyer Gates?-

-Cazzo si, è arrivato un'oretta fa più o meno-

Arwen alzò lo sguardo su Jimmy e lo vide cambiare espressione di colpo, un mezzo sorriso gli nacque in viso nel sapere che la sua teoria era giusta ma svanì subito dopo.

-Dov'è?-

-È salito con due ragazze, stanza 26-

-Grazie Michael-

-A te Rev, dolcezza-

Il barista salutò entrambi per poi tornare al suo lavoro, Jimmy si fece largo tra la folla mantenendo la ragazza saldamente al suo fianco e fulminando chiunque osasse guardarla per qualche secondo in più, Arwen camminava tranquilla sapendo che era con Jimmy, anche se doveva ammettere che avesse saputo che si sarebbe trovata in un luogo del genere avrebbe evitato di mettere dei pantaloncini di jeans che le arrivavano a metà coscia e la canotta nera aderente con lo scollo a V. 
Arrivarono alle scale e salirono in fretta per poi addentrarsi in un corridoio verniciato di rosso che presentava innumerevoli camere chiuse, Jimmy camminò veloce come se sapesse con esattezza dove si trovava la camera 26 e quando vi arrivarono trovarono sulla maniglia della porta due reggiseni, uno rosso e uno bianco entrambi in pizzo, dall'interno si udivano grida di piacere e ringhi bassi e Arwen diventò rossa come le pareti che la circondavano, Jimmy si girò verso di lei comprensivo e la fece indietreggiare.

-Aspetta qui-

-Si...credo sia la cosa giusta-

-Ci metterò poco, non muoverti da qui, ok?-

-'Kay Jimmy-

-Chiama Matt intanto e digli che lo aspettiamo a casa mia-, la ragazza si limitò ad annuirgli per poi vederlo entrare nella camera veloce come un fulmine.

Compose rapidamente il numero di Matt e il ragazzo rispose al terzo squillo.

-Jimmy, l'avete trovato?-

-Sono Arwen, Matt, e comunque si, ci ritroviamo a casa di James-

-Ok ragazzi, a dopo-

JAMES' S POV

Entro velocemente nella camera dopo aver preso i due reggiseni appesi alla maniglia e la scena che mi ritrovo davanti è a dir poco imbarazzante, Brian è sdraiato a pancia in su nel grande letto matrimoniale che occupa la maggior parte della stanza e all'altezza del suo viso c'è una ragazza bionda ossigenata che continua a baciarlo nel modo più sporco che possa fare ma Brian sembra apprezzare, mentre le urla che sentivamo da fuori io e Arwen arrivano da un'altra ragazza che continua a dimenarsi sul bacino di Brian continuando a tirare la testa indietro e graffiando i pettorali del mio migliore amico. Mi avvicino al letto senza la minima vergogna e quando sono ai piedi del letto mi schiarisco la voce attirando l'attenzione dei tre, le due ragazze sussultano e Brian non si scompone più di tanto.

-Cazzo James, hai un tempismo orribile-

-Stranamente non mi dispiace, dobbiamo parlare Gates-

-Ma tu sei The Rev!-, urlacchia la bionda alzandosi dal suo posto per venire davanti a me e mettersi in ginocchio sul materasso, in tutto questo non posso negare di averla squadrata dalla testa ai piedi e devo ammettere che Brian in fatto di ragazze ha gusto.

-In persona dolcezza-

-Tu e il tuo amico qui avete una certa fama-

-Mh, mi stai dicendo che la mia fama precede il mio nome qui dentro? Forte, peccato che durerà ancora per poco-

-Non vorresti unirti a noi?-, mi domanda questa volta l'altra, una ragazza castana dagli occhi verdi da cerbiatta, mentre continua a muoversi sensualmente su Brian.

-No, direi di no-

-Perché? Siamo brave sai-, mormora maliziosa la bionda mettendomi le braccia intorno al collo e iniziando a strusciarsi contro di me. In un attimo un profumo di Dior mi invade le narici mentre sento le mani della ragazza che scaltre si avvicinano alla cintura dei miei pantaloni e le sue labbra iniziano a mordicchiarmi il collo. Vengo pervaso da un brivido freddo lungo la colonna vertebrale e subito inizio a provare disgusto in questo contatto.
Cazzo la mia ragazza è fuori da questa porta.
Un momento...la mia ragazza? Lo pensato davvero? Sono proprio perso.

-Questi li togliamo...sei d'accordo?-

Batto più volte le palpebre per rendermi conto della situazione e noto che perso com'ero nei miei pensieri non mi sono accorto che questa puttana mi sta per abbassare i pantaloni, le scosto le mani bruscamente e la guardo quasi con disgusto mentre quando sposto lo sguardo su Gates lo vedo completamente abbandonato al cuscino e ai movimenti della spogliarellista. Le porta velocemente una mano tra i capelli stringendoli mentre con l'altra le afferra un fianco iniziando anche lui a gemere incontrollato, per quanto sia uno spettacolo eccitante non posso permettermi di aspettare oltre e l'idea di guardare un porno live che vede come protagonista il mio migliore amico non è esattamente quello che aspettavo da una vita.
Per mia fortuna dopo pochi secondi quei due conigli si separano e la ragazza si accascia su di lui, in meno di un secondo la scosta malamente e si alza dal letto.

-È stato un piacere, ora vedete di sparire-

-Syn, ma ...-

-Via ho detto-

Le lancia uno sguardo terribilmente serio e ben presto le due si rimettono le mini gonne, recuperano i reggiseni che le porgo ed escono quasi correndo. Rimasti soli sospiro e fisso il mio migliore amico con rimprovero e questo mi risponde con uno sguardo beffardo, tipico.

-Non hai niente da fare oltre a scopare?-

-Non lo so, dimmelo tu-

-Le prove idiota! Dovevi essere in studio per mezzogiorno e invece sono le quattro del pomeriggio!-

-Già le quattro? Cazzo, il tempo vola quando ci si diverte-

-Spero tu stia scherzando-

-Perché dovrei?-, mi sorpassa per andare davanti ad un tavolino dove sono posti diversi liquori e si riempie in fretta un bicchiere di vodka per poi girarsi appoggiandosi al medesimo tavolino e bere di gusto.

-Abbi almeno la decenza di coprirti svergognato!-

-Oh andiamo, Jimmy, siamo fatti allo stesso modo! Non rompere il cazzo-

-Tu e il pudore siete proprio migliori amici-, ridacchia alle mie parole per poi lasciare il bicchiere vuoto e iniziare ad andare su e giu per la stanza, in cerca dei suoi vestiti. 
Non perdo un movimento notando che ogni tanto traballa e sembra debba cadere a terra, impossibile che sia ubriaco dopo un solo bicchiere, aspetto che si sia rivestito del tutto prima di fargli una domanda alla quale spero che mi risponda con sincerità.

-Sei fatto?-

-Solo erba, James-

-Cristo Brian!-

-Scusa...-

-Scusa un cazzo! E ti conviene che sia e sarà sempre solo erba o potrei davvero ucciderti con le mie stesse mani!-

-Hai finito?-

-Io si, a casa ti aspetta Matt-

-Che coglioni ...-

NARRATORE ESTERNO

Il viaggio di ritorno fu ancora più snervante dell'andata per i gusti di Arwen, non ne poteva più di sentire Jimmy urlare contro Brian come se fosse suo padre, da quando erano usciti da quella camera non aveva fatto altro che urlare contro il chitarrista rimproverandolo, spesso tirava in mezzo discorsi che lei non comprendeva ma a quelli ci avrebbe pensato in seguito, per ora si limitava a fissare il paesaggio fuori dal finestrino cercando di ignorare le urla dei due. Jimmy continuava a guardare Brian dallo specchietto retrovisore e quest'ultimo si limitava a stare sdraiato sui sedili della macchina in uno stato di trans, mentre continuava a fumarsi tranquillamente una sigaretta.

-Mi stai ascoltando!?-

-Si ...si...-

-Giuro che ti ammazzo...-

-Non lo faresti mai-

-Ne sei così sicuro Haner?-

-Si Sullivan, mi vuoi troppo bene per uccidermi-

James sbuffò sonoramente per poi allungare il braccio destro nei sedili posteriori riuscendo a colpire Brian nello stomaco, quest'ultimo gli imprecò sonoramente contro per poi afferrargli il braccio e dargli un pugno sopra, a causa di tutto questo movimento Jimmy rischiò di andarsi a schiantare contro più di una macchina.

-Allora finitela! Tutti e due!-, sbottò irritata Arwen facendo immobilizzare i due che la guardarono quasi spaventati, gli occhi della ragazza erano ancora più neri ora che era arrabbiata e si poteva intravedere la vena del collo, i due ragazzi tuttavia non la smisero di insultarsi ed incolparsi.

-È colpa sua...-

-Ha iniziato lui! Se mi avesse lasciato in pace non saremmo qui a discutere!-

-Se tu non avessi bigiato le prove a quest'ora non sarebbe successo nulla!-

-Ah quindi è colpa mia!?-

-No guarda, la colpa è mia, tanto sono stato io a scopare per ore con due spogliarelliste da strapazzo!-

-Eh che sarà mai una buona e sana scopata!-

-Basta finitela cazzo!-, veloce come un fulmine Arwen si sporse a dare uno schiaffo sulla nuca a Brian che nel frattempo si era alzato e avvicinato al sedile di Jimmy, lo fece mugulare infastidito e dopo di che diede anche uno schiaffetto a Rev che la guardò come un cucciolo bastonato.

-Il prossimo che parla giuro che lo faccio inculare a sangue! Okay?!-

-Si Stark-, risposero i due all'unisolo, e da quel momento nessuno aprì più bocca per tutto il tragitto. 
Ad Arwen casa Sullivan non era mai sembrata così lontana.

Quando finalmente Jimmy parcheggiò nel garage della villa Arwen fu la prima a scendere dalla macchina, era a dir poco nervosa a causa del comportamento dei due e se ci fosse stata ancora vicino sarebbe esplosa, corse quasi lungo il corridoio per arrivare al salotto di casa e quando ci arrivò poté notare che c'erano già tutti, compresa Michelle.

-Come siete entrati?-

-Ognuno di noi ha una copia di tutte le nostre case, non si sa mai-, spiegò velocemente Matt visibilmente incazzato.

-Capito...-

-Sbaglio o sei incazzata nera?-

-Non sbagli Val, è mezz'ora che sento quei due urlarsi contro, non li sopporto più!-

-Cazzo, Brian deve averla combinata grossa-

-Beh...-, Arwen non fece in tempo a rispondere a Zacky che le voci possenti dei due arrivarono fino al salotto, anticipate dai proprietari, si guardavano negli occhi mentre tentavano di tenere una buona distanza tra di loro, sapevano che in caso contrario se le sarebbero date di santa ragione. Brian o Synyster continuava a urlare a Jimmy che doveva lasciarlo stare e farsi i cazzi suoi e Jimmy in compenso gli continuava a ripetere di dover mettere la testa apposto.
La litigata si interruppe nel momento stesso in cui gli occhi scuri e vuoti di Brian incontrarono quelli di Michelle. 
Si guardarono per un tempo indecifrabile e con un'intensità unica, Arwen notò che nonostante tutto quei due si amavano ancora, era per forza così. Lo capì dal movimento involontario di Brian, che mosse un passo verso la sua direzione, come se volesse correrle incontro, per poi bloccarsi e intimare a se stesso di non muoversi, Michelle invece stava seduta sul divano con gli occhi che gli urlavano di correre da lei. Nonostante tutto nessuno dei due si mosse e le parole fredde e distaccate che Brian le rivolse la fecero rabbrividire.

-Fammi indovinare, non sai più con chi scopare e sei venuta qui?-

La ragazza in tutta risposta abbassò lo sguardo e Val, che le era vicino, le mise le braccia intorno alle spalle abbracciandola e nascondendo le lacrime della gemella. I ragazzi si voltarono a guardare Brian e lui stesso non faceva altro che fissare quella che era stata la sua ragazza per anni. La guardava con malinconia e rabbia allo stesso tempo, in quegli occhi color nocciola ormai c'era una tempesta, una di quelle distruttive, che ti logorano l'anima fino a farti sentire un'annullità. Non ascoltava nemmeno più le parole che gli stava rivolgendo Matt, preso com'era dai singhiozzi mal trattenuti di Michelle.
Arwen in tutto quell'asso di tempo non si era mossa dal bracciolo del divano, continuava a osservare Gates come se non lo avesse mai visto, il suo sguardo cercò subito dopo la figura di Jimmy, lo trovò appoggiato alla parete vicino al camino con una mano tra i capelli mentre sospirava.

-Ti è chiaro il concetto Brian? Non puoi continuare così, devi trovare un equilibrio e se non riesci devi tornare dal dottor. Wayne e farti prescrivere le medicine-, Brian non rispose nemmeno questa volta a Matt, e il castano dal canto suo iniziava ad innervosirsi, più i suoi migliori amici gli parlavano e più lui li ignorava.
Presa da un moto di coraggio che da sempre la caratterizzava, Arwen, si avvicinò a Brian, immobile al centro della sala, percorse con decisione i suoi passi e quando arrivò di fronte al ragazzo alzò lo sguardo contro i suoi occhi, notando che lui non la stava guardando minimamente.

-Brian-

L'interpellato socchiuse appena gli occhi e Arwen con la coda dell'occhio vide Jimmy avanzare di un passo. Gli aveva promesso che sarebbe stata alla larga da Brian, per il suo bene, ma non riusciva ad ignorare quello che ormai reputava un grande amico mentre stava male, doveva aiutarlo, e lo avrebbe fatto.

-Ehy...-, gli posò una mano sull'avambraccio e questo bastò per catturare la sua attenzione, le rivolse lo sguardo più terrorizzato del mondo.

-Andiamo fuori, ti va?-, gli chiese con dolcezza e attenzione, sapeva di dover soppesare ogni parola. Con suo grande sollievo Brian annuì piano per poi voltarsi e inoltrarsi nel corridoio che portava al giardino sul retro, Arwen lasciò un ultimo sguardo ai ragazzi per poi sorridere per tranquillizzarli dopo di che seguì Brian.

Arrivarono alla riva del mare, la spiaggia privata di casa Sullivan non era troppo grande, era giusto una lingua di sabbia circondata da un muretto abbastanza alto da lasciare la privacy agli abitanti della casa. Brian fisso l'Oceano davanti a lui per un po' per poi lasciarsi cadere sulla sabbia fresca, il clima primaverile iniziava a farsi sentire ma per fortuna era un caldo ancora accettabile, Arwen gli si sedette accanto e rimasero per un po' in silenzio. 
Un silenzio che decise di rompere la ragazza.

-Allora, Synyster Gates eh?-

-Già, Jimmy ti ha raccontato tutto non è vero?-

-A dire la verità ha saltato delle parti-, il ragazzo ridacchiò tirandosi su fino a sedersi con le gambe incrociate.

-Lo immaginavo, c'è qualcosa che vuoi sapere?-

-Si...stamattina ci è stato detto che eri da tuo padre...lo cercavi?-, a quella domanda Brian s'irrigidì socchiudendo gli occhi e serrando la mascella, in un secondo ad Arwen venne un brivido...forse quel tasto non avrebbe dovuto toccarlo...

-Si. Lo cercavo-, sospirò prima di girarsi verso la ragazza e continuare il suo discorso.
-Lo cercavo perché volevo delle spiegazioni e ...perché volevo fargli vedere chi sono diventato. Sai, lui non ha mai creduto in me, voleva a tutti i costi che io prendessi parte all'azienda di famiglia e quando gli dissi che in realtà il mio sogno era fare il musicista, beh, non la prese esattamente bene...-
Brian portò le sue mani ai lati della sua maglietta e con un gesto veloce se la sfilò dalla testa facendo arrossire Arwen.

-Vedi questa?-, indicò con l'indice una linea seghettata e sbiadita dal tempo che gli partiva da appena sotto l'ascella sinistra e arrivava fino al fianco.

-Me la procurò lui-

-Che...che cosa?-

-Si, quando venne a sapere che pubblicammo il nostro primo album andò fuori di testa. Lo avevo tenuto all'oscuro di tutto perché prevedevo una reazione del genere. Quella sera quando tornammo a casa io e Jimmy, all'epoca viveva a casa mia dopo che i suoi l'avevano sbattuto fuori casa, trovammo mio padre sulla poltrona del salotto, una bottiglia di vodka in una mano e un coltello da cucina nell'altra.-

-Oh mio dio...-, sussurrò Arwen allibita, non avrebbe mai potuto credere ad una cosa del genere ma gli occhi seri e fermi di Gates le davano la prova concreta che quella era la cruda verità.

-Iniziò ad incolpare James, credendo che fosse colpa sua se io volevo diventare un musicista, lo ha incolpato di tutto. Stavamo per salire in camera mia quando si alzò di scatto dalla poltrona, ci colse impreparati. D'instinto spintonai in avanti Jimmy ...facendo in modo che quel coltello da cucina colpisse me invece che lui...-

-Cazzo, non avrei mai immaginato che...-

-Tranquilla, è passato. Una corsa all'ospedale e una buona scusa ...per due mesi non potei suonare la chitarra e anche solo stare in piedi era una sofferenza ma, sono ancora vivo, no?-, sorrise tristemente Brian.

-Già ...mi dispiace...-

-E di cosa? Non è stata colpa tua-

Presa da un moto di tristezza assoluta Arwen versò una lacrima, involontariamente, non pensava che al mondo potessero davvero esistere persone così crudeli, il padre di Brian doveva essere davvero una persona orribile se solo per un motivo così stupido avrebbe ucciso una persona. Il ragazzo sorpreso di quella reazione le sorrise dolcemente e le raccolse quella lacrima solitaria a metà guancia.

-Ehy, non piangere-

-Scusa, è stato spontaneo-, Gates sorrise facendo calmare la ragazza e poi sospirò tornando a guardare davanti a se.

-Quindi...Synyster è nato da quel momento?-, domandò a sguardo basso Arwen.

-Synyster Gates è uno stronzo bastardo, è tutti gli errori che commise mio padre...e delle volte ha la meglio su Brian Haner-

-Bri, tu sei più forte di lui, puoi sconfiggere questo problema!-

-Si potrei, e con Michelle accanto ci ero riuscito-

-Voi vi amate ancora-

-No, non è vero-

-Non mentire, vi ho visto prima, vi guardavate con una complicità unica-

-In ogni caso ormai è tardi-

-No! Non è mai troppo tardi, se la ami davvero devi combattere! Combatti per lei, per il vostro amore. Vi meritate e avete bisogno l'uno dell'altra, ed è palese! Guarda come ti riduci senza di lei, e Michelle di sicuro avrà pianto tutta la notte. Quello che ha fatto è sbagliato, ma ti ha chiesto perdono. Se la ami veramente, Brian, torna da lei-

Arwen parlò in fretta e con sentimento, si notava lontano un miglio che ci teneva particolarmente che quei due si rimettessero insieme. Guardò con i suoi occhi scuri quelli di Brian e lui le fece un sorriso tirato prendendola per mano, le lasciò qualche carezza lenta e delicata per poi parlare con voce bassa e leggermente roca.

-Credo che, per me e Michelle, sia tardi ormai. Va dagli altri e ...chiedigli scusa da parte mia-

Senza darle il tempo di rispondere si alzò e si sfilò velocemente i jeans per poi abbandonarli vicino alla maglia, sulla sabbia.

-Ah, di a Jimmy che stasera tornerò a casa mia, ho solo bisogno di schiarirmi le idee-

-Va bene-

Gates annuì e voltandosi iniziò a camminare deciso verso la riva, continuò il suo cammino fino a quando l'acqua non gli arrivò al ginocchio, dopo si tuffò e quando riemerse Arwen lo vide iniziare a nuotare lontano.

***

Jimmy osservava la ragazza dormire. Dormiva serena, stretta al cuscino, le gambe distese che si incrociavano con le sue, l'espressione rilassata. Non poteva ancora credere che quella ragazza stesse con lui. 
Quella che era nata come una semplice uscita a cena si era trasformata in una notte d'amore. Lui che non aveva mai amato nessuna, lui che si portava le ragazze a letto per soddisfare i suoi bisogni e anche per il suo orgoglio, luicsi era ritrovato ad amare quella ragazza distrutta e intimorita che con lui, e solo con lui, si mostrava per quella che era realmente. Perché Arwen non era la tipa menefreghista che voleva stare sola per tutta la vita e vantarsi delle sue pazzie...no, Arwen non era altro che una ragazza in cerca d'amore. Ancora non conosceva tutta la sua storia, ma era sicuro che gliene avrebbe parlato quando si sentirà pronta.

Un movimento da parte di Arwen lo fece distogliere dai suoi pensieri, iniziò a tremare quasi impercettibilmente e strinse di più a se il cuscino. Già il cuscino. 
Erano praticamente vicini ma lei non lo stava abbracciando, e questo solo per colpa di Jimmy, le aveva permesso di dormire per la terza volta con lui ma non poteva farsi abbracciare da quelle braccia fragili. 
Non poteva rischiare che la ragazza si unisse davvero a lui, già solo andare a letto insieme era stato uno sbaglio...non poteva permettersi di farla innamorare ancora di più. Tra i due, un cuore distrutto già c'era, e doveva bastare.

-James...-

Un sussurro appena percettibile arrivò a Jimmy, puntò gli occhi sul viso di Arwen ma la trovò perfettamente addormentata. 
Lo stava sognando.
James apri di poco la bocca e negò con la testa portandole una mano tra i capelli e accarezzandoli piano per non farla svegliare, con la mano scese e passò dal collo, percorse la spalla e la linea del braccio fino alla punta delle dita. 
Quasi non si riconosceva. Quello non poteva essere davvero lui. 
La ragazza strinse la mano di Jimmy nella sua e se la portò al petto, tornando poi a dormire tranquilla.

"No ti prego ...non farmi questo", e con questo pensiero per la testa Jimmy fece scivolare via la sua mano da quella stretta dolorosa e si allontanò dal letto e dalla ragazza, si mise addosso le prime cose che trovò e uscì dalla stanza quasi di corsa. Arrivò in cucina dove scrisse un post-it veloce e lo appese al frigorifero, sicuro che lei lo avrebbe trovato.

Bussò incessantemente alla porta di casa Haner, aveva bisogno del suo migliore amico, aveva bisogno di ritrovare se stesso. Dopo aver lasciato quel bigliettino era corso fuori di casa, aveva preso la sua "Triumph" e non si era nemmeno messo il casco, per fortuna era notte fonda e nessuno lo avrebbe fermato. 
La porta di casa si aprì alla sua ennesima imprecazione e un Brian assonnato e vestito solo dei propri boxer gli si presentò davanti.

-Jimmy? Sono le quattro del mattino, si può sapere che ti passa per la testa?-

-È successo un casino Bri...-

-C'entra Stark?-, Jimmy si limitò ad annuire abbassando lo sguardo, Brian si passò una mano tra i capelli stravolti e si mise di lato alla porta.

-Dai entra-

Non se lo fece ripetere. Brian era sempre pronto ad aiutarlo, e sapeva che anche per lui sarebbe sempre stato così. James aveva bisogno di parlare della situazione, aveva bisogno di dirgli che la ragazza quello stesso giorno gli aveva detto di amarlo, aveva bisogno di staccare. 
James Owen Sullivan non si sarebbe mai legato a nessuno, o almeno questo era l'ordine che gli imponeva la sua mente. Il suo cuore aveva preso tutt'altra decisione. Il solo nome della ragazza ormai lo faceva tremare, se ne sentiva dipendente, sentiva di esserne legato, in un nodo così stretto da far male.
O forse a far male non era solo quell'amore impossibile?

 

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Capitolo 14
*** Demons they follow me ***


Capitolo quattordici : Demons they follow me

"Quando ammettiamo ciò che siamo otterremo ciò che desideriamo"~Heaven

Passarono due settimane, due settimane intense e stressanti per tutti, la band continuava a registrare e incidere le nuove canzoni per l'album, decisero di chiamarlo semplicemente "Avenged Sevenfold" perché a detta loro era l'album che più li rispecchiava, c'era tutto e ogni singola canzone sembrava parlare di ognuno di loro in modi molto particolari. Ormai quei cinque passavano più tempo in studio che a casa e Arwen e Val stavano con loro per quanto potevano. 
Arwen si era trovata un lavoro nella biblioteca di Huntington, amante com'era dei libri non poteva scegliere di meglio e poi stare nel silenzio più totale le piaceva e se trovava la giornata troppo noiosa disponeva di tutti i libri che voleva. 
Brian era cambiato dall'ultima chiacchierata con la mora, aveva seguito i consigli dei suoi amici e aveva preso più volte degli appuntamenti dallo psicologo che seguì tempo prima Matt, ma nonostante gli prescrivesse degli psico-farmaci Brian non li prendeva regolarmente e questo suscitava sempre dei grandi problemi, in più si era fatto vivo il padre di Brian. Un pomeriggio, poco dopo la visita inaspettata del figlio, Brian Haner Senior aveva chiamato Val, trovando il numero della ragazza grazie a delle conoscienze del campo, essendo la manager del gruppo, la minacciò più volte dicendo che se Brian si fosse mai ripresentato avrebbe fatto causa alla band, spacciandoli per un gruppo di drogati e uomini pericolosi, Val si era fatta in quattro per proteggere i suoi ragazzi e ci era riuscita. Tutti insieme erano riusciti a sorvegliare Brian e fare in modo che non si avvicinasse più a quella casa, quella casa che era stata anche sua fino al suo ultimo anno di liceo. 
Michelle continuava a sentire i ragazzi, a parte Brian, il legame era ancora saldo e loro erano grandi amici, successe più volte che i due si ritrovassero nella stessa stanza ma non si calcolavano e, quando tornavano a casa, lui cercava Jimmy, e lei piangeva anche l'anima nelle braccia della gemella e di Arwen.

Quel pomeriggio i ragazzi si trovavano in studio, Brian stava impazzendo per riuscire a fare l'assolo di "Afterlife", indubbiamente il più difficile che abbia mai scritto, Matt era ancora dentro la cabina di registrazione e continuava le sue parti vocali, Johnny era in procinto di addormentarsi e Zacky parlava tranquillamente con Jimmy.

-Cazzo, cazzo, cazzo!-, urlò ancora Brian fermando il suono della sua chitarra.

-Ehy bro, rilassati-, mormorò appena Zacky facendolo innervosire ancora di più.

-Rilassati?! Sono tre giorni che ci provo! Cazzo lo scritto io e non riesco a farlo!-

-Ci riuscirai Gates, e ti conviene riuscirci perché a quest'ora non possiamo più rielaborare il testo...manca solo il tuo assolo-

-Molto incoraggiante Sullivan-

-Grazie lo so-

In quel momento Matt si riunì al gruppo e iniziò a tossire con forza in cerca della sua bottiglia d'acqua, quando la prese ne bevve quasi la metà e si schiarí la gola.

-Oggi è una giornata no...-

-Perché?-

-Perché non riesco a cantare-

-Cazzo che merda-

-Puoi dirlo forte Johnny-

-Gates è in panico per il suo assolo, tu non riesci a cantare ...non so, ora magari portiamo Jimmy all'ospedale, Johnny rimane incinto e io svuoto il frigo-, disse Zacky tentando di smorzare la tensione creata.

-Ehy, perché devo andarci io in ospedale?!-, sbottò Jimmy prendendosi un'occhiataccia da Brian che lo fece zittire.

-E sotto quale pulpito io rimango incinto?-

-E dai ragazzi, ridetevela un po'!-, Zacky si lanciò sul divano addosso a Johnny, iniziando a scompigliargli la cresta perfetta e facendolo urlare, gli altri tre risero di gusto alla scena per poi tornare seri.

-Ok, Matt visto che oggi resti in pausa faccio le mie parti vocali-

-'Kay Jimmy, quando ci sei dimmelo e ti faccio partire la base-

James si alzò dal divanetto e si diresse verso la cabina e quando passò dietro la sedia di Brian gli lasciò una pacca sulla spalla, soffermandosi con la mano per qualche secondo e Brian sentì chiaramente che la stretta era strana, lo guardò di sfuggita ma lui non ricambiò lo sguardo e si chiuse nella cabina. 
Prese le cuffie e si schiarí la voce iniziando a canticchiare un motivetto a caso per scaldare le corde vocali, guardò Matt e gli fece un segno con la mano e quest'ultimo fece partire la base. Jimmy si portò le mani sulle cuffie prima di abbassare la sinistra e appoggiarsi al tavolino davanti a lui ricoperto di spartiti e fogli scarabocchiati. 
Brian non si perse un solo movimento e vide chiaramente che qualcosa non andava, Jimmy si portò una mano sul fianco mentre cantava al microfono e di punto in bianco si strinse la medesima mano sul collo, sembrava facesse fatica a respirare ma cercava quasi di nasconderlo.

-Ma che fa?-, chiese ridacchiando Matt credendo in uno scherzo dei suoi dato che il batterista continuava a cantare.

-Non ne ho idea, però è diventato pallido...-, mormorò Johnny avvicinandosi a Matt.

Colto da un sesto senso infallibile Brian si alzò dalla sedia facendo cadere la chitarra, poco gli importava al momento, Jimmy batté per un po' le palpebre prima di smettere di cantare e barcollare, Brian entrò di corsa e lo prese al volo poco prima che potesse sbattere la testa contro il tavolino, i ragazzi allarmati si avvicinarono subito e Matt, che era il più forte insieme a Brian, lo aiutò a far distendere Jimmy sul divano. Il batterista manteneva gli occhi chiusi in un'espressione sofferente e iniziò a sudare e tremare.

-Che cazzo gli prende?!-

-Zacky chiama un'ambulanza!-, urlò Brian conoscendo bene quella reazione da parte del suo migliore amico e sbiancando di colpo.

-Cazzo Jimmy, apri gli occhi-, mormorò Johnny con gli occhi sbarrati.

-Matt aiutami a portarlo fuori-

-Brian tu sai cosa gli è preso?-

-No-, mentì spudoratamente al frontman e per fortuna lui non indagò oltre.

-B-Brian...-

-James, sono qui!-, gli prese la mano stringendola con forza nella sua e Rev ricominciò a tremare respirando quasi a fatica.

-Resisti, ora ti portiamo in ospedale fratello-

***

L'ambulanza arrivò dopo un quarto d'ora, Brian salì con Jimmy mentre gli altri li avrebbero seguiti in macchina, a Brian sembrò una corsa contro il tempo e si sentì impotente mentre vedeva i medici mettere una maschera dell'ossigeno a Jimmy e gli puntavano la luce di una piccola torcia negli occhi, per vedere se reagiva agli impulsi esterni. Immobile su una barella, le sirene accese, tre medici che urlavano e uno di loro che tormentava Brian con domande, alcune idiote, altre che avrebbero salvato la vita a James.
Arrivarono in ospedale e Gates si sentì morire nel vedere che stavano portando Jimmy nel reparto d'emergenza. La sua mano era ancora stretta a quella dell'amico e continuava a ripetergli che ce l'avrebbe fatta anche quella volta, di resistere e di non fargli scherzi bastardi. Brian corse di fianco alla barella che i medici spingevano nei corridoi dell'ospedale, vedere Jimmy con quella maschera per l'ossigeno sul viso era una pugnalata. Credeva fosse finita tempo prima. Arrivarono ad una camera del reparto d'emergenza e spostarono Jimmy sul lettino per poi iniziare a spogliarlo della maglia.

-Scusa ragazzo, ma non puoi stare qui la prego di uscire-

-Non mi tocchi! È il mio migliore amico cazzo, resto con lui!-

-B-Bri...-,, lo chiamò Jimmy con voce flebile e gli occhi socchiusi e lucidi, Brian si sentì rabbrividire.

-Per favore non mi costringa a chiamare la sicurezza-

-Non me ne frega un cazzo! Io resto qui con lui!-

La verità? Aveva paura
Una terribile paura lo aveva attanagliato e si sentiva soffocare in quella stanza d'ospedale circondata di macchinari salvavita e medici, era chino sul lettino dove avevano adagiato James, ancora con la mascherina per l'ossigeno sul viso, una mano era stretta in quella di Rev e l'altra era tra i suoi capelli , con il petto sfiorava la tempia sinistra di Jimmy. Aveva paura che glielo portassero via, ed era una paura ben fondata, Jimmy per primo aveva il terrore degli ospedali e dei dottori, reputava quei posti tristi e sofferenti ed etichettava i medici come "portatori di brutte notizie".

-Signor Haner, deve uscire immediatamente!-

-Venga con me, il suo amico se la caverà-, un dottore sulla quarantina con degli occhiali calati sul naso lo prese per le spalle allontanandolo con forza dal corpo immobile di Jimmy trascinandolo lontano da lui.

-No! No! Lasciami stronzo!-, la sua mano ancora stretta a quella di Jimmy, non voleva lasciarlo, non poteva.

-Brian...-

-Jimmy!-, con uno strattone il dottore riuscì ad allontanarlo definitivamente e Brian fu costretto a lasciare la sua mano.

-Bri...-

La porta si chiuse davanti a lui, il dottore lo teneva ancora stretto e lui si sentiva perso. 
Il battito accellerato come il respiro, tremava da far paura e le parole che gli stavano rivolgendo gli arrivavano ovattate e lontane.

-Hai capito? Ora siediti e cerca di stare calmo, ci penseremo noi a James. Quando è stata l'ultima volta?-

-L'anno scorso ... dottore, ci era stato detto che era finita...-

-A quanto pare ci siamo sbagliati-

-Sbagliati!? Nel vostro lavoro non potete sbagliare!-

-Si calmi Brian, siamo umani, abbiamo sbagliato ma possiamo rimediare, il suo amico starà bene-

-Non voglio perderlo-

-Non lo perderà, forza si sieda-

-Brian!-

I ragazzi attraversarono di corsa il corridoio fino ad arrivare a Brian, il dottore rientrò nella camera e il chitarrista venne invaso di domande da parte dei suoi migliori amici.

-Brian, che ha?!-

-Starà bene? Ti hanno detto qualcosa?-

-Ragazzi io...io non lo so...non...-, era in panico.
Synyster Gates era in panico e in momenti del genere c'era una sola persona in grado di calmarlo. Ma quella persona ora si trovava sotto i ferri.
Si sentì girare la testa e si aggrappò a Matt che lo sostenne subito, lo accompagnò ad una sedia di plastica posta nel corridoio e lo fece sedere, subito Brian portò la testa al muro dietro la sedia e si morse nervosamente il labbro inferiore sotto lo sguardo dei tre.

-Avverto le ragazze-, mormorò infine Matt iniziando a comporre il numero di Val, allontanandosi di poco.
Zacky si sedette vicino a Brian e gli mise un braccio intorno alle spalle, sapeva come si sentiva, tutti sapevano che in situazioni del genere nessuno apparte lui soffriva così tanto. Gates si appoggiò con la testa sulla spalla di Zacky tirando su col naso e si lasciò accarezzare i capelli dal ragazzo.

***

Dopo un'ora e mezza erano ancora tutti lì. Con l'unica differenza che si erano aggiunte anche le ragazze. Arwen alla notizia ne rimase sconvolta, pregò con tutta se stessa che fosse uno scherzo ma quando arrivarono all'ospedale capì la situazione e non disse più una parola, semplicemente aveva guardato Brian e lui aveva ricambiato quello sguardo, soffrivano allo stesso modo. Entrambi amavano Jimmy un po' più degli altri.
Gli si avvicinò e si limitò a sedersi vicino a lui e gli strinse la mano. Il ragazzo tentò di infonderle coraggio ma sembrava il contrario. 
Arwen aveva sempre avuto paura degli ospedali, le facevano ricordare...ricordare cose che non voleva e che desiderava solo dimenticare per sempre. 
Vedere i volti dei ragazzi così seri e cupi le infondeva una tristezza assoluta, erano persone solari, che amavano la vita per quanto fosse bastarda con loro e adesso erano tristi e spenti come una notte senza luna.

-Cazzo non doveva succedere!-, sbottò Brian facendo sobbalzare Val e Arwen, si alzò di scatto dalla sedia su cui era stato seduto per tutto il tempo e come un fulmine, scosso dalla rabbia, si voltò con furia contro il muro dietro le sedie tirando un pugno secco. I ragazzi non si scomposero a quella reazione, erano abituati a certi attacchi d'ira, ma le persone che popolavano quel corridoio no e per questo motivo Matt prese tutto il coraggio e la calma che possedeva per avvicinarsi e cercare di farlo calmare.

-Bri, non fare scenate, ci sono pazienti e bambini in questo ospedale, non possiamo farci sbattere fuori e non possiamo crearci un'immagine negativa. Mantieni la calma-

-Vaffanculo Matt! Sai quanto mi importa della mia immagine?! Il mio migliore amico è lì dentro e a causa di quella fottuta malattia io rischio di perderlo! Cazzo non è giusto!-

-Di che malattia stai parlando, Brian?-

Le parole sconvolte di Arwen lo fecero bloccare, cazzo lo aveva detto davvero. Gates deglutì puntando lo sguardo sul pavimento prima di ripuntarlo su ognuno di loro, sentì gli occhi inumidirsi di lacrime, quelle lacrime bastarde che facevano di tutto pur di rigargli il viso, ma non lo avrebbe permesso. Non ora e non davanti a tutti. Decise di spiegare a tutti la situazione, sapeva che prima o poi sarebbe successo ma sperava che il primo a parlarne sarebbe stato Jimmy stesso. 
A quanto pare, ancora una volta, doveva condividere i demoni del suo migliore amico come se fossero i suoi.

-Vi sarete di certo accorti che fino all'anno scorso io e Jimmy sparivamo per giorni interi e...e non vi dicevamo mai la stessa meta o la stessa scusa. Non andavamo a puttane come vi facevamo credere, andavamo all'ospedale privato St. Jacob a Long Beach per...perché Jimmy ha la cardiomegalia....-, sospirò tristemente sotto gli occhi sconvolti di tutti, vedendo che non parlavano si decise a continuare.

-Ne soffre da quando è nato ma solo due anni fa si decise a fare delle visite all'ospedale per la malattia, a causa della sua ossessione per questi posti. Mi chiese di accompagnarlo e io lo feci, mi fece giurare di rimanere nel silenzio fin quando non fosse stato pronto a dirvelo ma date le circostanze mi vedo obbligato a rompere quel giuramento. Lo sottoposero a diverse operazioni a cuore aperto, nella speranza di risolvere il problema e gli prescrissero antidepressivi, psicofarmaci, pillole per i vari dolori e per il suo stesso cuore. Lo aiutai a prenderle anche contro volontà e durante l'ultima visita avvenuta un anno fa ci era stato detto che la malattia era stata risolta ...gli esami erano positivi e il cuore era tornato apparentemente sano...oggi invece il suo medico mi ha detto che la malattia si è ripresentata e ...e che loro avevano sbagliato...-

Finì di parlare e solo allora Matt si permise di scattare, mosso dalla rabbia prese Gates per il colletto della maglia e lo sbattè contro il muro sotto lo sguardo dei ragazzi che tentavano di allontanarlo.

-Quando cazzo pensavate di dircelo?! Porca puttana siamo una famiglia!-

-Matt ...io ho fatto solo quello che mi ha chiesto...-

-Dovevi dircelo! Cazzo lo avremmo aiutato!-

-Non potete aiutarlo! Non posso farlo nemmeno io!-

Silenzio. 
Sembrava quasi che qualcuno avesse fermato quel momento per farlo incidere nella mente degli otto ragazzi, in un modo così indelebile che in compenso la morte sembrava una dolce poesia.
Quella verità faceva troppo male e in poco tempo Brian si ritrovò a far scendere una lacrima solitaria lungo la sua guancia e sotto lo sguardo di tutti.

-No...non è vero...-, sussurrò Arwen portandosi una mano davanti alla bocca sconvolta.

-Arwen...-

-No Brian, dimmi che non è vero...non può....non lui...i-io non...-

-Ehy ehy, shhh...-, il moro le si avvicinò subito e la strinse in un abbraccio.
Era la prima volta che la abbracciava e le sembrò quasi di ricevere un abbraccio fraterno, si ritrovò con gli occhi umidi di lacrime, le tremava il labbro e Brian faceva di tutto per nasconderla dagli sguardi estranei delle persone. La ragazza continuò a spingere il viso contro il petto di Gates e lui iniziò ad accarezzarle i capelli con fare amorevole, iniziando a sentire la stretta della ragazza sempre più debole. Arwen si sentiva di nuovo vuota e sola. Nonostante fosse circondata da persone che le volevano bene, ma il suo unico amore era oltre una porta chiusa.
Si allontanò di scatto dalle braccia di Brian e lo guardò con rabbia, fece qualche passo indietro sotto lo sguardo di tutti e a chiederle spiegazioni fu proprio lui.

-Che ti prende? Stai male?-

-Vi odio...-, sussurrò appena.

-Arwen non dire così, noi...-

-Matt lasciami! Non mi toccare!-, fece uno scatto indietro evitando la mano di Matt e lui decise di lasciarla.

-Sapevo che non avrei mai dovuto conoscervi, sapevo che era meglio se continuavo a evitarvi...perché cazzo deve andare sempre tutto male!?-

E senza aggiungere altro Arwen si voltò e iniziò a correre. Lontano da quel corridoio.
Lontano dai suoi amici e dalla persona che ama.
Lontano...
Uscì dall'ospedale di corsa e iniziò a percorrere le strade di Huntigton. Non sapeva dove stava correndo, non le interessava che le gambe iniziavano a farle male, voleva solo scappare, scappare il più lontano possibile. 
Il suo primo istinto fu quello di andare a casa, ma dopo più di un mese che non ci si presentava era sconsigliato, e poi non aveva voglia di rivedere sua madre. 
Non le rimaneva che un posto.
Mentre correva sotto lo sguardo dubbioso dei passanti non poté fare a meno di maledire tutto e tutti, perché doveva soffrire così ogni volta che le cose sembravano, finalmente, funzionare? Perché a soffrire dovevano sempre essere le stesse persone? 
Le cose stavano andando per il meglio, con Jimmy andava tutto bene, con i ragazzi anche, il lavoro era perfetto...
La sua disperata corsa la portò fino al cimitero, continuò a correre fino a quando le gambe non le cedettero proprio davanti ad una lapide che lei conosceva fin troppo bene. 
Quando le sue ginocchia toccarono il terreno coperto di erba ben tagliata si lasciò andare in un pianto liberatorio, si sporse verso la lapide abbracciandola e piangendoci sopra. 
William Stark
Questo era il nome presente sulla lapide. E quello era il suo più grande tormento.
Il padre di Arwen morì quando lei compì i suoi undici anni, aveva la vita davanti e quando venne a sapere che l'avrebbe vissuta senza suo padre le crollò il mondo addosso. Suo padre per lei era un faro, una luce sicura, la sua ancora, il suo tutto...era più attaccata a lui che a sua madre e per questo lei li aveva sempre odiati, i suoi genitori litigavano spesso e lei più volte aveva assistito a quelle litigate, da piccola correva in camera sua e si buttava sul letto a piangere, disperata e senza capire il motivo di tanto odio, prontamente suo padre andava da lei, la prendeva in braccio, la stringeva e le accarezzava i capelli sussurrandole che sarebbe andato tutto bene.
Un pomeriggio stava tornando da lavoro e un camion lo travolse in pieno, fu portato all'ospedale e i medici riuscirono a salvarlo, quando lo vide con metà corpo bendato le si ruppe il cuore per la prima volta. Lo ritrovarono tre giorni dopo, morto, su quel lettino d'ospedale, le flebo erano staccate e nel decesso dissero che si trattò di suicidio.
Ma lei non ci credeva.
Non ci avrebbe mai creduto.

-Cosa devo fare? Co-come faccio a vivere...chi veglierà su di me ora che non ci sei più...-, mormorò ancora con il corpo addosso alla lapide di marmo nero, fredda come il ghiaccio. 
Attirò anche l'attenzione di due signore anziane che passavano di lì con un mazzo di fiori ciascuna, la guardarono con tanta pena da farla solo innervosire e per questo si girò verso le due anziane signore, lo sguardo cattivo e spento e le sussurrò minacciosa.

-Non c'è niente da vedere. Via di qui-

Le due spaventate camminarono più veloci che poterono per la loro avanzata età e la lasciarono sola.
Ma la verità era che Arwen aveva la terribile paura di rimanere sola. 

***

-Signor. Haner?-, la voce del dottore proruppe tra i ragazzi, ormai si erano accampati alla bella e meglio nel tentativo di calmarsi tutti. Matt era seduto con Val in braccio, Zacky era seduto per terra a gambe incrociate e Johnny era in piedi che continuava a fare su e giu, Brian si era sdraiato sulle sedie con la testa appoggiata alle gambe di Michelle. Non appena Arwen se ne andò Brian divenne insostenibile e tutti sapevano che in assenza di Jimmy l'unica in grado di calmarlo era lei, non si era fatta scrupoli ad avvicinarsi all'amore della sua vita e stringerlo tra le sue braccia, Brian si lasciò cullare come un bambino, nascondendo il viso nell'incavo del collo di Michelle e sfogandosi in silenzio, quando si sdraiò Michelle prese ad accarezzargli amorevolmente i capelli e questo riuscì a calmarlo.

-Dottore, la prego...mi dica che sta bene-, si erano alzati tutti di scatto e avevano circondato il dottore subito dopo, Brian tremava e si poteva notare con chiarezza dalla sua voce.

-Il suo amico...è un combattente, non c'è che dire. Lo dimetteremo tra un'oretta, il tempo di riprendersi-

-Oh mio Dio-

-Cazzo si!-

-Grazie mille dottore!-

I Sevenfold si strinsero in uno dei loro tipici abbracci di gruppo seguiti dalle gemelle e il dottore decise di lasciarli tranquilli dopo aver detto loro che potevano vedere Jimmy, purché solo uno di loro entrasse in camera, per non farlo stancare, poi si dileguò.

-Vai Brian, è giusto che sia tu a stare con lui. Noi cerchiamo di avvertire Arwen e la andiamo a prendere, vi aspettiamo a casa mia-, disse Matt finalmente con il sorriso sulle labbra.

-Va bene, ci vediamo dopo-

-A dopo!-

Brian spalancò la porta di quella maledetta camera e con gli occhi corse a cercare il suo migliore amico, lo trovò seduto sul lettino con la schiena appoggiata al cuscino, non aveva più nessuna flebo addosso ed era rivestito. Sorrideva.
Brian gli corse incontro e Jimmy allargò subito le braccia per stringerlo a se, il chitarrista si lasciò stringere e ricambiò quell'abbraccio come se ne dovesse della sua vita, una mano di Jimmy gli artigliò i capelli e lo spinse più a se mentre Brian si lasciava consumare dalle lacrime.

-Shh...sono qui, Bri, mi senti?-

-A-avevo ..paura di ..di perderti...-, singhiozzò il moro pressato contro il petto di James.
Finalmente era libero di sfogarsi, libero di cacciare tutte le lacrime che voleva, sapeva che solo con lui lo avrebbe fatto...era sempre stato così, infondo tra i due Jimmy era quello forte, pazzo e forte, Brian era debole, sempre pronto a qualsiasi cosa ma pur sempre una persona debole. 
Dopo pochi minuti si separarono e guardandosi negli occhi capirono che erano realmente ancora insieme. Perché alla fine è di questo che si parla.

-Te l'hanno detto?-

-Si, mi sottoporranno ad altre cure entro fine settimana ...per tenere sotto controllo la situazione, poi si limiteranno ai farmaci-

-Cristo...come hanno fatto a sbagliare?-

-Non hanno sbagliato loro, la situazione era davvero risolta, fino a due settimane fa-

-Ho dovuto dirlo ai ragazzi...-

-Lo so, va bene così-

-Lo sa anche Arwen-

A quelle parole il cuore di James perse un battito, non avrebbe voluto che la ragazza lo sapesse così, di punto in bianco e soprattutto in una situazione del genere. Ma non era colpa di Brian, aveva fatto quello che doveva.

-Senti...so che non è passata un'ora ma io devo uscire di qui, sto impazzendo-

-Concordo amico-

Gates aiutò Jimmy ad alzarsi e gli fece fare qualche passo da solo per vedere se si reggeva in piedi, notando che era così decisero di uscire e come due ombre si diressero a passo spedito all'uscita.
Il dottore di Jimmy, il signor. Josh, li vide sgattaiolare fuori dalla stanza e lontano da quel corridoio, camminavano veloci e a testa bassa e ogni volta che vedevano un medico passare di lì per caso si fermavano e fingevano di parlare tra loro. Non poté non ridacchiare vedendo quei due ragazzi che volevano solo una cosa, vivere.

Arrivarono a casa di Matt senza problemi, Jimmy era tornato quello di sempre anche se c'erano dei veli di paura a coprirgli gli occhi, lo spavento era stato forte e palpabile con mano ma lui non voleva darlo a vedere, mantenendo quindi la sua espressione serena e orgogliosa.
Jimmy non fece in tempo ad entrare in casa che due braccia sottili gli circondarono il collo, un profumo di mare gli invase le narici mentre sentiva la sua maglietta bagnarsi di lacrime, strinse a se quella figura piccola e spaventata e affondò il viso nei suoi lunghi capelli corvini, respirando quel profumo come se ne dipendesse. Era scossa da singhiozzi mal trattenuti e continuava a strongerlo con forza, le braccia del batterista erano intono alle sue spalle e la proteggevano dal mondo intero, era a casa, con lui si sentiva a casa.

-Jimmy...-

-Sono qui-

-Ho avuto paura...-, la strinse più forte e le sussurrò all'orecchio in modo che lo sentisse solo lei.

-Anche io-, la allontanò di poco per poi chinarsi e baciarla, un bacio amaro, di quelli che non avresti mai dato, uno di quelli che solo due persone che rischiano di perdersi possono dare.
E Arwen si sentiva di nuovo viva.
E Jimmy si sentiva di nuovo amato.
Quando si separarono James guardò oltre la ragazza e vide i suoi compagni di una vita, si strinsero tutti in un abbraccio.

-Ci hai fatto spaventare-, disse Matt.

-Non farlo mai più-, disse Zacky.

-Volevi lasciarci prima del previsto?-, chiese Johnny.

-Non lo farei mai, siete la mia famiglia-.
 

***

 

A riportare a casa Jimmy e Arwen ci pensò Brian, la ragazza sotto richiesta, o meglio ordine, di James si era portata dietro un borsone con tutte le sue cose. Infatti dopo aver accompagnato anche Val e Mich a casa Arwen ne aveva approfittato per recuperare tutte le sue cose e poi tornare in macchina. 
Arrivarono davanti a casa Sullivan e dopo aver salutato Brian che li aveva raccomandati di chiamarlo per ogni cosa, anche la più banale, se ne andò e loro entrarono in casa.

-Dammi, te lo porto su-

-No Jimmy, posso fare io tu...-

-Sai, credo che berrei volentieri una delle tue tisane, ti va di farla?-

-Mh...'kay-

-Brava bimba-

Fu questione di pochi minuti, Arwen andò in cucina e mise il bollitore sul fuoco mentre Jimmy andò in camera sua a posare il borsone, si tolse la maglia e la abbandonò sul letto per poi sfilarsi le scarpe e buttarle in un angolo della camera, tornò di sotto e vide Arwen intenta ad andare a posare le sue scarpe dentro il ripostiglio, dov'era giusto che andassero, e poi tornò a piedi scalzi in cucina. Si avvicinò a Jimmy e gli passò le braccia intorno alla vita sospirando serena, lui le lasciò un bacio sulla fronte sussurrandole un "Ti voglio bene, piccola".

-Vado a cambiarmi, tra poco metti questa bustina nel bollitore-

-Ok capo-

Arwen corse di sopra, entrò nella camera di Jimmy e si avvicinò al borsone, mise tutte le sue cose in ordine, i vestiti nell'armadio, lo spazzolino nel bagno insieme alla pochette dei trucchi e le sue creme, per le scarpe e i cd ...e i libri, ci avrebbe pensato dopo. Si sfilò i jeans, la maglia e il reggiseno e quando stava per mettersi una delle sue felpone si fermò e decise di avvicinarsi ai vestiti di James, dalla grande pila dentro l'armadio recuperò una felpa del ragazzo, nera e con il logo dei Pantera, era così grande da arrivargli alle cosce.
Quando entrò in cucina Jimmy si lasciò sfuggire una risatina guardandola. Era proprio una ragazzina, con la sua felpa, con i suoi piedi scalzi, con i capelli che andavano dove volevano. Le porse una tazza bollente e si andarono a sedere sul divano. 
Non parlarono quasi per niente, si limitavano a lanciarsi degli sguardi unici e talvolta imbarazzati, sembravano due adolescenti al loro primo appuntamento, ma la verità era che in quegli sguardi c'era tutto. Tutte le parole che volevano scambiarsi erano racchiuse in quegli sguardi. E a loro andava bene.
Arwen si alzò e prese dalle mani di James la tazza per poi lasciarle entrambe nel lavandino, stava per mettersi a lavarle quando sentì due mani appoggiarsi ai suoi fianchi e un petto aderire alla sua schiena, le mani grandi del ragazzo chiusero l'acqua che scorreva dal rubinetto e poi percorsero le spalle di Arwen, leggere e sicure lasciandole dei brividi lungo tutta la schiena.

And love is gonna save you (L'amore ti salverà), when I'm gone. (Quando sarò andato via).
And I'll watch over you. (E veglierò su di te). And I will give you strength (e ti darò forza)
When you're not strong. (Quando non sarai forte)-*, canticchiò Jimmy all'orecchio della ragazza stringendola a se e sentendo i loro cuori battere come se fosse solo uno.

-Rimarrai sempre con me?-

-Fino a quando lo vorrai, piccola-

-E se un giorno dovessi ...andartene?-

-Lotterò per restare. Ti amo Arwen Stark-

Bum.
Un colpo al cuore.
Era la prima volta che glielo diceva ed era stato perfetto. 
Le aveva detto che l'amava. 
Arwen gli diede un leggero bacio a fior di labbra e Jimmy lo approfondì subito dopo, le fece schiudere le labbra e andò a cercare la lingua della ragazza per sentirla con la sua, Arwen gli artigliò i capelli e lo avvicinò ancora di più a lei mentre Jimmy le portò le mani dai fianchi alle cosce chinandosi di poco, la prese in braccio e la mora gli strinse subito le gambe intorno alla vita e le braccia sulle spalle.
James fece per uscire dalla cucina e salire le scale ma non ci arrivò, appoggiò la schiena della ragazza sul muro vicino alla rampa di scale e lei si inarcò contro di lui. Si guardarono negli occhi a fiato corto prima di riattaccarsi l'uno alle labbra dell'altra. James non aveva intenzione di finire a letto a scopare, anche se con lei faceva tutt'altro, voleva solo rimanere così, sentendo la ragazza attaccata a lui e dipendente dai suoi baci come fossero stati ossigeno per i suoi polmoni.
Voleva tutto da quella ragazza e lo avrebbe ottenuto. 
Voleva amarla e sentirsi amato anche con tutti i demoni che lo perseguitavano.
Ormai aveva ammesso a se stesso e anche a lei di amarla. Glielo aveva detto e si era sentito subito meglio. Con lei si sentiva meglio.
Era questo l'amore? 



 

SPAZIO AUTRICE
*la canzone è Watch over you degli Alter Bridge.
Siamo finalmente venuti a conoscenza del titolo della fanfic, tutto ha un senso a questo punto. Vi informo fin da ora che nel prossimo capitolo succederà una cosina e vi chiedo scusa in anticipo dicendo (e ripetendovi) che amo Brian ma ...è necessario, lo capirete alla fine di tutto. 
A questo punto la domanda che vi pongo è: secondo voi cosa succederà???
Fatemelo sapere in un commentino! 
A presto dalla vostra...

~Heaven

 

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Capitolo 15
*** I'll be there for you ***


Capitolo quindici : I'll be there for you

"Continua a lottare, nonostante tutto, non smettere. Perché da quando lo fai sei già con un piede nella fossa" ~Heaven

Jimmy e Arwen erano seduti in veranda a godersi il venticello notturno, il rumore delle onde e il chiarore della Luna. Lei era in mezzo alle sue gambe e aveva la schiena appoggiata al suo petto, le braccia di Jimmy la stringevano e la rassicuravano.
Sapere che era lì con lei, sapere che stava bene, era tutto quello che chiedeva.
Ogni tanto le loro mani si incontravano, giocavano tra di loro per poi non lasciarsi più. Era una situazione surreale per due come loro, ma andava bene così.

-E così mi ami?-, ruppe il silenzio la ragazza, Jimmy a quelle parole aprì gli occhi, che aveva chiuso per godersi in pieno quel momento di pace.

-A quanto pare-

-Non ti spaventa la cosa?-

-Mi terrorizza-

-E allora perché?-

-Perché sento di non potermelo più tenere dentro. Ho hisogno di te e che tu sappia quello che sento. Nessuna ragazza mi aveva mai fatto provare tutto questo, ed essendo una sensazione nuova e sconosciuta mi terrorizza proprio perché non so controllarla-.

Arwen si spinse di più contro il petto di Jimmy e strinse le mani sulle sue lasciando che il ragazzo le lasciasse un bacio sul collo, appena sotto l'orecchio. Anche lei aveva paura, aveva l'immensa paura di essere felice ma non poteva negarselo con quell'angelo dagli occhi cristallini accanto.

-Ho avuto molta paura oggi...-, Jimmy rimase in silenzio, aspettando che la ragazza continuasse a parlargli.

-Per un attimo ho creduto di averti perso per sempre. La verità, Jimmy, è che ho paura di rimanere da sola, questo mi terrorizza-

-Finché ci sarò io non dovrai temere nulla, hai capito? Resta con me e faremo vedere a questo mondo chi siamo-, la strinse ancora di più contro di se e nel momento in cui i loro occhi si fissarono sul cielo notturno, una stella cadente sfrecciò nel cielo facendo sorridere Arwen come una bambina, la ragazza si mise a sedere sfuggendo dalla presa salda di Jimmy e si voltò sorridente.

-L'hai vista?-

-Si, hai espresso un desiderio?-

-Non saprei cosa chiedere ad una stella-

-Puoi chiederle quello che vuoi-

-Mh...-

Fece finta di pensarci un po' su mentre con lo sguardo tornava a fissare il blu infinito del cielo e dopo pochi secondi fece un piccolo sbuffò e tornò a guardare radiosa il batterista.
Si alzò e gli si mise di fianco, James fu costretto ad alzare il viso per continuare a guardarla e lei si mise le mani sui fianchi.

-A cosa mi serve esprimere un desiderio se ho già te-

"Potresti desiderarlo per quando io non ci sarò più", questo era il pensiero di Jimmy, e sarebbe stata la sua risposta se non fosse che il suo cuore non avrebbe retto a vedere quel meraviglioso sorriso spegnersi, solo per una frase del genere, con tutta la volontà e la sua allegria che da sempre lo caratterizzava Jimmy si limitò a sorridere e ad alzarsi anche lui, superando in altezza la ragazza e di colpo la prese in braccio, come si tengono le principesse, ed Arwen si sentì la principessa più fortunata di tutte.

-Potresti desiderare molte cose, piccola Stark, ad esempio, un modo per scappare-, Jimmy iniziò a camminare verso la piccola spiaggia privata ma Arwen era così presa dai suoi occhi e dalle sue labbra da non essersene accorta.

-Perché dovrei scappare?-

-Può succedere di tutto con me intorno-

-Fin ora non mi è successo nulla-

-Mh, ne sei sicura?-

-Jimmy cos...-, non finì la frase che il ragazzo la fece cadere nell'acqua salata dell'Oceano, Arwen tornò subito a galla sotto le risate sfrenate del ragazzo che, quando vide che lei stava tossendo e si era portata una mano al petto, si spaventò, si chinò subito alla sua altezza iniziando a chiederle se stava bene ma lei non rispondeva, continuava a chiederle scusa ma anche questo non funzionò, iniziò a preoccuparsi seriamente vedendo che Arwen non smetteva di tossire ma di punto in bianco lei alzò lo sguardo, ricolmo di malizia, e lo spintonò facendolo cadere in acqua.

-Piccola peste, questa me la paghi!-

-Solo se mi prendi Rev!-, rise lei iniziando a nuotare a più non posso verso riva. Ringraziò il fatto che sapeva nuotare benissimo grazie alla sua innata passione per l'acqua di mare, in poco tempo arrivò a riva e quando si girò vide che Jimmy la stava per raggiungere, fece appena in tempo ad alzarsi che il ragazzo le bloccò i fianchi e la spinse sulla sabbia fine e fresca, iniziando a farle il solletico ovunque e vedendo Arwen chiudersi a riccio nella speranza di proteggersi.

-Allora ti arrendi?-

-No...mai!-, annaspò in cerca d'aria che sembrava essere scomparsa e dopo poco decise di darla vinta al batterista, recuperando il respiro perso.

-Hai vinto una battaglia ma...-, Jimmy le tappò la bocca con un bacio, caldo e passionale in grado di far venire i brividi alla ragazza, rimasero con gli occhi aperti mentre si baciavano, in modo da vedere ogni singola emozione che traspariva dai loro occhi, le lingue che danzavano tra di loro e si rincorrevano per non perdersi mai, Arwen sentì le farfalline allo stomaco e le sembrò la sensazione migliore del mondo, ormai era del tutto schiava di quel sentimento che fino a pochi mesi prima non voleva nemmeno sentir nominare.

-E ho vinto anche la guerra-, sussurrò James sulle labbra della ragazza, la guardò quasi con adorazione mentre passava una mano sul fianco di lei e saliva fino a sfiorare un seno per poi riscendere, Arwen si alzò fino al suo collo per lasciargli dei bacetti appena percettibili.

Arrivarono in camera senza smettere di lasciarsi qualche carezza, sembrava avessero l'innato bisogno di toccarsi anche solo le mani, per accertarsi che erano insieme, per capire che nulla si sarebbe sovrapposto a loro.
Jimmy le sfilò la sua felpa dei Pantera lasciandola solo più con degli slip neri, i suoi occhi cristallini scrutarono con attenzione ogni singolo particolare di quella pelle bianca ricoperta di leggeri tatuaggi significativi e lei si occupò dei pantoloni del ragazzo, passando le dita sottili sul suo petto, passando i pettorali e ricalcando la scritta "FICTION", si sdraiarono sul letto e Jimmy tirò il lenzuolo in modo da coprire entrambi, si strinsero in un abbraccio e subito dopo Arwen si addormentò, cullata dal respiro regolare di Jimmy mentre lui rimase sveglio fino a tardi, osservando quella ragazza che gli aveva fottuto il cervello e strappato il cuore per farlo suo.

***

INTANTO A CASA DIBENEDETTO

La casa era immersa nel silenzio, Val quella notte era da Matt, aveva deciso di dormire da lui per colpa di quel burrascoso pomeriggio passato in ospedale e Michelle le aveva detto di andare tranquilla e che lei sarebbe stata a casa da sola senza problemi.
Era notte fonda quando dei tocchi decisi dalla porta di casa rimbombarono per tutto il salotto. La bionda aprì un occhio ma non sentendo più nulla decise di rimettersi giu.
Altri due colpi, a questo punto era sveglia e sapeva per certo di non averli sognati, decise di mettersi a sedere sul materasso e lanciando un'occhiata veloce alla sveglia notò che erano le tre del mattino; chi mai poteva essere a quell'ora? Di sicuro non Val e non Arwen.
Ancora due tocchi, questa volta più forti. Decise di alzarsi e andare a vedere chi fosse, accese la lampada posta nell'angolo del salotto, una volta scesa, e si avvicinò alla porta bianca.
Un batticuore improvviso prese il sopravvento sulla ragazza che si strinse le braccia nude con le mani, curvando di poco le spalle.

-Michelle...-

Una voce maschile appena sussurrata, ma che con quel silenzio inumano sembrava rimbombare in tutta casa, le arrivò al cuore come una pugnalata, non aveva bisogno di guardare dallo spioncino a chi appartenesse, lo sapeva...e chi meglio di lei poteva.

-Michelle, ti prego aprimi...so che sei lì dietro-

Dal tono di voce sembrava sofferente, una porta li divideva e Michelle non sapeva cosa fare, aprirgli e rischiare una litigata alle tre di notte o tornarsene a dormire lasciando il ragazzo nel portico di casa...

-Ascolta, lo so di essere uno stronzo...ma comprendimi...mi hai tradito, è passato un mese da quando abbiamo litigato e ora sono davanti alla tua porta nella speranza di riaverti. Michelle ti sto chiedendo scusa! Io! Quando avrei dovuto aspettare te alla porta di casa mia! Michelle cazzo, apri questa fottuta porta!-, il tono che Brian stava usando era arrabbiato, lo capiva, e prendendo un gran respiro decise di aprire la porta e davanti ai suoi occhi vide l'uomo della sua vita. Sembrava non se ne fosse mai andato.

-Entra-, si fece da parte in modo da farlo passare e si richiuse la porta alle spalle, quando si voltò Brian le dava le spalle.
La bionda sospirò a lungo prima di decidersi a parlare.

-Mi dispiace...-, fu l'unica cosa che riuscì a dire, Brian si girò piano verso di lei con un'espressione sofferente e segnata, le si avvicinò ma lei arretrò come spaventata portandosi le mani intorno al corpo.
A quel gesto Brian si bloccó di netto, aveva davvero paura di lui? Credeva davvero che le avrebbe fatto del male? ...lo avrebbe fatto?

-Perché ti allontani da me?-

-Perché non so con chi sto parlando-

-Sono io Michelle, sono Brian, e tu lo sai. Sai chi sono in realtà-

-Ma davanti a me non vedo Brian. Quegli occhi non ti appartengono, sono freddi, distaccati...e mi spaventano. Io vorrei ricominciare con te. Ti amo da una vita e non riesco a capacitarmi di non averti più-

-Perché secondo te sei l'unica? Sai che farei di tutto per te, sai che venderei l'anima al diavolo per te. Perché cazzo lo hai fatto?! Voglio una risposta e la sola verità! Cazzo dimmelo!-

Senza nemmeno accorgersene Brian si era avvicinato a Michelle e, urlando, l'aveva spaventata tanto che la ragazza indietreggiò fin quando le sue spalle non toccarono il muro vicino alle scale. Brian aveva portato le mani ai lati della testa della ragazza, appoggiandole alla parete con i pugni serrati, Michelle aveva il fiato corto e non faceva altro che cercare di stringersi su se stessa, Brian non capiva e iniziava ad innervosirsi sempre di più, la goccia che fece traboccare il vaso fu un singhiozzo da parte di Michelle.

-Non posso farti davvero paura...-

La ragazza non rispose, si limitò a tenere la testa bassa mentre Brian faceva scorrere lo sguardo su di lei. Indossava una semplice camicetta da notte rosa pallido con un fiocchetto lilla in mezzo al seno, i capelli erano perfetti come sempre, come se li avesse appena finiti di pettinare, gli occhi ricolmi di lacrime che silenziose le scendevano sulle guancie e andavano a bagnare quelle labbra sottili che aveva sempre amato.
Si avvicinò quel tanto che bastava per far unire le fronti e solo allora Michelle alzò gli occhi per guardarlo, gli occhi di Brian ora erano diversi, aveva quella luce che solo lui possedeva.

-Mi manchi Bri...-

-Anche tu amore mio-

Fu questione di un secondo e le labbra di Brian si attaccarono a quelle di Michelle, la ragazza portò subito una mano alla nuca di Gates per avvicinarlo ancora di più e l'altra la portò sulla maglietta, stringendola con forza. Brian non ci mise troppo ad approfondire quel bacio che tanto voleva, riassaporare quelle labbra che sapevano di miele, dolci e perfette quanto sporche nei loro momenti di perversione.

-Ti amo-

-Anch'io, Bri, tantissimo-

Si strinsero in un abbraccio e per Gates era quasi il paradiso, risentire la testa della sua storica fidanzata di nuovo appoggiata al suo petto e le mani piccole sulla sua schiena, stringere a se quella piccola e forte figura era tutto per lui. Le aveva promesso che ci sarebbe sempre stato e che avrebbe fatto di tutto per tenerla con se, e lo avrebbe davvero fatto. Sempre.

-Bri...c'è una cosa che devi sapere...-, improvvisamente lo sguardo di Michelle si riempì di gioia mista ad una certa paura.

-Dimmi-

-Sediamoci-

Gli prese una mano e lo portò sul divano per poi sedersi davanti a lui senza mai lasciargli la mano, Brian la guardò stranito, non capendo il motivo di quel comportamento, iniziava a farsi delle domande che ebbero una risposta veloce senza che lui le desse parole.

-Sono andata a fare degli esami recentemente, non mi sono sentita bene e ...bèh...il motivo sarebbe stato palese a tutti ma ero troppo preoccupata e giu di corda per la nostra storia per preoccuparmene ma ...ecco...-, il viso di Brian presentava un enorme punto interrogativo in faccia e Michelle si trattenne dal ridere, decise di semplificare le cose ad entrambi portando la mano del ragazzo sul suo ventre, leggermente gonfio, così poco che Gates non ci fece nemmeno caso all'inizio. 
Dopo aver seguito i movimenti della ragazza tirò su il viso con gli occhi sbarrati.

-Sono incinta Bri...e...è tuo, sono di otto settimane-

-S-sei incinta...-

-Bri, diventerai padre!-

-Cazzo...cazzo vieni qui!-, scoppiarono a ridere più felici che mai e Michelle si lanciò tra le braccia di Brian, sorrideva felice come non mai. Le lasciò un bacio veloce per poi sdraiarsi sul divano portandosi dietro la ragazza.

-Io che divento padre, oddio mi ci vedi?-

-Sarai un padre fantastico Bri-

***

Il mattino dopo come di norma i ragazzi si ritrovarono in studio in modo da finire le ultime due traccie che mancavano per il nuovo cd, avevano deciso di chiamarlo "City of Evil" e lo avrebbero fatto uscire nell'ottobre del 2007. 
Indubbiamente sarebbe stato uno dei loro migliori successi, a detta di Jimmy, e se lo diceva il Rev allora sarebbe stato così. 
Tutti entrando in studio quella mattina notarono un comportamento strano in Brian, ma il ragazzo ancora non aveva voluto parlarne, aveva detto che era tutto regolare e che gliene avrebbe parlato più avanti.

Le prove finirono nel tardo pomeriggio e si ritrovarono tutti sui divanetti della sala a riprendersi dopo un lungo lavoro.

-Usciamo stasera?-

-Sei in vena di feste Gates?-

-Cazzo si-

-Io sono libero, Johnny's?-, chiese Johnny

-Ovvio, dai ragazzi, offro io!-, li incoraggiò Brian e, non l'avesse mai fatto, tutti sorrisero maligni.

-Attento a quello che dici, non capita spesso che te ne esci così. Saresti in grado do farci bere di tutto e poi scappare tre minuti prima di pagare!-

-Giuro Jimmy, questa volta pago io-

-Allora ci sto! Che aspettiamo?-

***

-Propongo un brindisi a questa serata, alla nostra amicizia, alla band e...e a tutto il resto!-, urlò Zacky leggermente allegro, erano le dieci passate e i ragazzi erano entrati al Johnny's verso le sette, dopo aver mangiato un panino veloce si diedero all'alcol ma stando nei limiti.
Di punto in bianco Brian iniziò a parlare, prese il suo boccale di birra in mano e guardò uno ad uno i suoi migliori amici.

-Signori, compagni di vita, vorrei darvi la notizia più strana quanto meravigliosa dell'umanità!-, gli altri risero pensando che stesse per spararne una delle sue.

-Io, Brian Elwin Haner Jr., diventerò padre!-

-Oh cazzo!-, urlò Matt per primo avendo subito metabolizzato la notizia.

-Ma che grande notizia! Grande Gates!-, Zacky gli battè una mano sulla spalla.

-Un baby Sevenfold in arrivo!-, ridacchiò Johnny iniziando ad immaginarsi Brian a fare il padre.

L'unico ad essere rimasto zitto era Jimmy, quando Brian puntò lo sguardo sul suo migliore amico incrociò i suoi occhi allegri e un sorriso da orecchio a orecchio, capì che era felice per lui e capì che non gli avrebbe parlato in quel momento. Infondo Jimmy era strano, ma lui lo sapeva bene e il suo comportamento non gli sembrò troppo più strano del solito.
Si scambiarono un ultimo sorriso complice e tornarono ai festeggiamenti.

Quando uscirono dal locale Johnny e Zacky erano gli unici due ubriachi, non avendo in casa delle fidanzate a cui badare potevano ancora permetterselo, Matt decise di accompagnare entrambi in modo da non farli beccare dalla polizia, mentre invece Brian andò in macchina con Jimmy, visto che quel giorno era andato a prenderlo lui. 
Nella macchina si sentivano in sottofondo i Misfits e i ragazzi stavano in silenzio gustandosi quella meraviglia. 
Silenzio che venne rotto da Jimmy, che non poté evitare un sorriso.

-E allora...come ti senti papà?-

-Non lo so ...a dire il vero...non avrei mai immaginato una cosa del genere e, detto francamente, non mi sento pronto-

-Vedrai che andrà alla grande, sarai un padre in gamba-

-No Jimbo, tu saresti un padre in gamba...non io-

Seguì un attimo di silenzio in cui Jimmy si sentì leggermente in imbarazzo, con Brian non avevano mai pensato ad avere dei figli, vivevano la loro vita giorno per giorno e solo vagamente fantasticavano sull'invecchiare. Ora come ora a Jimmy dispiaceva vedere Brian così insicuro.

-Perché lo credi?-

-Quale bambino vorrebbe crescere con un padre come me? Andiamo...bevo, fumo, tendo alla doppia personalità e devo prendere psicofarmaci e ...e ho tentato il suicidio...-

-Tu sei cambiato Bri, e lo sai, non c'è bisogno che te lo dica io. Fidati di me, sarai un gran padre e non devi preoccupartene. Non conosco una persona migliore di te e lo sai, quante volte mi sei stato accanto? Quante volte mi hai visto debole e mi hai tirato su anche se stavi peggio di me?-

-...lo vedremo...-

-Sta tranquillo, ora vai a casa e salutami Michelle-, gli diede una pacca sulla spalla per salutarlo ma prima che potesse scendere dalla macchina, ora ferma al vialetto di casa sua, si sentì afferrare per la giacca in pelle e tirare indietro, le braccia di Brian lo strinsero forte e sentì che quasi tremava. Ricambiò la stretta per poi separarsi e lasciargli un bacio sulla fronte, com'era solito fare, e scese dall'auto salutandolo.
Sentì Brian sfrecciare via con la sua macchina e lui si diresse in casa...quando vi entrò non trovò la sua ragazza in salotto e così decise di andare direttamente in camera, salendo le scale però notò la luce del bagno accesa e lo spiraglio di luce si abbatteva sul muro e sul pavimento del corridoio grazie alla porta semiaperta.

-Arwen?...-

Nessuna risposta. Si avvicinò di poco arrivando alla porta e bussando.

-Piccola...-, un gemito strozzato gli fece morire le parole in bocca, senza pensarci troppo entrò in bagno e ritrovò la sua ragazza piegata sulla tazza del water a rigettare l'anima. 

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Capitolo 16
*** But baby don't cry... ***


Capitolo sedici : But baby don't cry...

"Io sono qui, dai non piangere. Stringiti a me, più che puoi. Io ti proteggerò, non temere. Non piangere sono qua" ~Tarzan

Nota dell'autore : vi chiedo perdono in anticipo, ma a quanto si può notare dal titolo e dalla citazione sicuramente avrete già capito che sarà un Signor Capitolo. 
Preparate i fazzolettini se siete animi sensibili.
Buona lettura.

Non sapeva quanto tempo fosse passato.
Non sapeva da quanto tempo continuava a tenere i lunghi capelli di Arwen in modo che non si sporcassero, la mano era ancora sulla fronte della sua ragazza e la sorreggeva, sentiva quella piccola figura tremare come non mai mentre continuava a rimettere anche l'anima.
Un singhiozzo mal trattenuto scosse ancora di più le spalle ad Arwen che si tirò su piano con la testa pulendosi la bocca con il dorso della mano, si sentiva tremendamente debole e stupida e le girava la testa, andò infatti a posarla sulle gambe di Jimmy, ancora in piedi dietro di lei, a malapena gli arrivava alle ginocchia talmente era accasciata su se stessa.

-Hai bevuto?-, chiese stupidamente Jimmy, pur sapendo che non era fattibile dato che non c'era la minima puzza d'alcol.
La ragazza si limitò a negare con la testa e rimase in silenzio anche mentre cercava di alzarsi in piedi.

-Aspetta ti aiuto...aggrappati dai-

Le circondò i fianchi con le mani e la tirò su di peso ma la ragazza lo scostò subito, barcollò sulle gambe per qualche secondo e quando ritrovò la propria stabilità si mosse verso la vasca da bagno. Aprì il getto d'acqua e lasciò che la vasca si riempisse quasi del tutto mentre delle nuvolette di vapore andavano a riempire il bagno, James non la perdeva per un secondo di vista, aveva paura che potesse cadere o che stesse di nuovo male come poco prima. Continuò a guardarla anche mentre si spogliava, movimenti lenti ma privi di malizia, in altre occasioni non ci avrebbe messo due secondi a prenderla, buttarla nella vasca e fare l'amore con quella meraviglia. 
Ma ora no. Ora non poteva far altro che pensare a quanto avrebbe voluto sapere il motivo del suo malore. Magari era una semplice febbre, eppure non era calda.
Arwen entrò nella vasca immergendosi nell'acqua bollente, non le importava di quanto fosse calda, il suo sguardo era perso nel vuoto e le lacrime premevano per uscire, fece appena in tempo a sedersi nella conca della vasca, portarsi le ginocchia al petto e diede il via alle lacrime. 
Scendevano silenziose senza che lei facesse nulla per fermarle.
James non l'aveva mai vista tanto fragile, gli faceva una tenerezza immensa e dopo vari ripensamenti decise di starle vicino anche quella volta. Si spogliò velocemente abbandonando i vestiti sul pavimento, vicino a quelli di Arwen, si sporse per spegnere la luce e per lasciare accesi soltanto i piccoli led posti intorno alla vasca, si avvicinò alla schiena della ragazza e fece una leggera pressione per farla scivolare in avanti, Arwen rimase impossibile a quel gesto e Jimmy entrò nella vasca andando a sedersi dietro di lei per poi stringerle le braccia intorno al corpo e avvicinarla a se.
Arwen pianse ancora più forte tentando nuovamente di separarsi da quel contatto ma Jimmy non glielo permise.

-V-Vattene vi-a...-

-Non vado da nessuna parte-

-Lasciami...-J-Jimmy, stammi lontano!-, singhiozzò senza alzare lo sguardo.

-Non ti lascio così, dimmi che ti prende. È successo qualcosa?-

Negò con la testa.

-Ti ho fatto qualcosa?-

-No..-

-Ti hanno fatto qualcosa?-

-No...-

-E allora quale cazzo è il problema?-

-Il problema sono io, James! Sempre e solo io e adesso vattene!-

-Perché saresti un problema?-

-Perché non faccio che far del male alle persone che mi stanno vicino. Adesso vattene prima che faccia del male anche a te-

Jimmy le mise le mani sulle spalle obbligandola a voltarsi verso di lui, quegli occhi lucidi e tremendamente rossi lo colpirono come uno schiaffo.

-Avanti fammi del male-

Arwen lo guardò come se stesse parlando ad un pazzo e nuove lacrime le solcarono le guancie.
Dio quanto bruciavano.
Abbassò lo sguardo tenendosi strette le braccia intorno al busto, gli occhi di Jimmy sembravano voler trapassare il suo corpo e lei non voleva, era palese che cercasse di nascondere qualcosa ed era solo questione di minuti prima che Jimmy capisse che qualcosa non quadrava.

-Arwen...piccola parlami. Ehy...-, le mise una mano sotto il mento e le fece tirare su il viso in modo da poter incrociare i suoi occhi, ma li vide distanti...
Stava per parlare di nuovo e implorare la ragazza a parlargli quando sentì le mani di Arwen sulle spalle e le labbra di lei sulle sue. Un bacio disperato nel quale Jimmy si ostinò a tenere gli occhi aperti mentre quelli della ragazza gli erano celati. Si separatono poco dopo con i respiri affannati e le labbra che si sfioravano ancora, Jimmy fece scorrere il suo sguardo sul viso di Arwen fino a quando i suoi occhi cristallini non videro un taglietto sull'angolo sinistro del labbro.

-Come te lo sei fatto questo?-, Arwen non rispose e si limitò ad abbassare lo sguardo, Jimmy la seguì e i suoi occhi stavolta si posarono sul suo torace che rappresentava dei lividi violacei, alcuni piccoli altri grandi quanto la sua mano.

-Arwen che cazzo ti è successo?!-, sbottò James arrabbiandosi. La ragazza ricominciò a singhiozzare e a negare con il capo per poi tirarsi su all'altezza di Jimmy e abbracciarlo. 
Lui non capiva quello strano comportamento ma ora era chiaro che qualcuno le aveva messo le mani addosso, aveva partecipato ad abbastanza risse per saper riconoscere quei lividi e, di sicuro, non se li sarebbe mai provocati da sola.

-Cazzo, dimmi chi è stato!-

-N-nessuno...-

-Non dire cazzate, dimmelo-

-J-Jim...-

-No, Jimmy niente, dimmelo o giuro su cristo che lo scoprirò da solo!-

-..M-mia m-madre è s-s-stata qui...-

James la guardò stranito per un attimo, Arwen non le aveva mai detto nulla di particolare nei confronti della sua famiglia e quindi credette che gli stesse ancora mentendo, quale madre potrebbe fare una cosa simile alla figlia? 
Aspettò qualche secondo che la ragazza si riprese e smise di piangere in modo che potesse dargli delle spiegazioni.

-Fin da piccola ho avuto problemi con mia madre, diceva che ero il suo più grande errore dopo il suo matrimonio, mi ha sempre odiato perché mi aveva avuto da giovane e quindi le ho "sfumato i piani"... Quando iniziai la scuola cominciai ad essere più ribelle del solito e a lei non andava giu la cosa, ogni giorno il preside chiamava a casa e ogni pomeriggio quando tornavo lei mi prendeva a sberle per ore. Mio padre non poteva farci nulla ma non perché non ne avesse il coraggio, ma perché quando mi picchiava lui non era mai presente e se mi lasciava dei lividi addosso mi minacciava, dicendomi che avrei dovuto dirgli che erano i bulli a scuola...se non lo avessi fatto me l'avrebbe fatta pagare. Mio padre morì quando io avevo undici anni e da li le cose precipitarono, il liceo era difficile e in quel periodo ero sola. Avevo appena perso la persona a me più importante e mi era passata la voglia di vivere o quantomeno ricominciare a farlo, frequentai le peggiori compagnie di drogati e alcolizzati fin quando non conobbi le gemelle. Mi fecero capire il vero significato di amicizia, mi accolsero più volte in casa loro e stavo bene con loro, quando mia madre venne a sapere che frequentavo le DiBenedetto fece una smorfia dicendomi "Tanto è questione di tempo, rimarrai di nuovo sola", nel frattempo mia madre conobbe un uomo, un uomo che io non avrei mai voluto avere in casa, sono colleghi di lavoro e mia madre è un avvocato, lui è giudice.-, prese un sospiro e continuò il suo racconto notando che Jimmy non la guardava più ma aveva lo sguardo puntato sull'acqua della vasca che iniziava a raffreddarsi.

-Ogni volta che tornavo a casa ubriaca ...o fumata...in procinto di avere un collasso, lei si limitava a picchiarmi e urlarmi contro di essere uguale a mio padre, una fallita, una delusione, un errore...e quando finiva lei ...iniziava lui...-

-Basta-

-...Ha provato più volte a violentarmi ma puntualmente non ci riusciva, e non per pietà, ma perché le gemelle irrompevano in casa sempre in modo eccellente e puntuale. Mi avrebbe stuprata ogni notte se non fosse stato per Val e Michelle, le ragazze parlarono con i loro genitori e si accordarono di farmi vivere da loro per un po'...
L'ultima volta sono scappata perché odiavo il modo in cui quei due stronzi parlano di mio padre e io, come sempre, lo difesi per poi venir ricoperta di insulti, fu una questione di pochi secondi che mi ritrovai per terra con le ginocchia graffiate e lo stomaco dolorante a causa di un calcio... 
Scappai e ...e poi ho conosciuto voi, ho conosciuto te.-.

Arwen prese il viso di Jimmy tra le mani e gli fece alzare lo sguardo per poi appoggiare la fronte alla sua.

-Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata-

-Devono pagare per quello che ti hanno fatto-

-Promettimi che starai lontano da loro-

-Dopo quello che mi hai raccontato?-

-Jimmy, tu non li conosci, non voglio che ti facciano del male-, si avvicinò di più e lo strinse in un abbraccio, sentì James appoggiarsi all'incavo del suo collo, dove poi lasciò un piccolo bacio.

-Farò di tutto pur di proteggerti, sei l'unica persona che amo e voglio che tu rimanga al sicuro da loro-, sussurrò Arwen stringendolo.

-Piccola, non mi succederà nulla. Staremo bene, vedrai-

***

4 GIORNI DOPO

OSPEDALE DI HUNTINGTON BEACH

-Sono più agitato di te, amore-

-Lo notato, rilassati! Non vuoi vedere tuo figlio?-

-Cosa succede, Synyster fuckin' Gates ha paura di un bebè?-

-Sta zitto Zack!-

-Brian sei troppo buffo-

-Senti chi ride, ma se non hai dormito tutta la notte-

-Non ne hai le prove Haner-

-Invece si Sullivan, sbaglio o siamo stati al telefono per tre ore a parlare?-

-Cazzo è vero-

Il gruppo rise di gusto a quella confessione mentre Jimmy e Brian si stringevano in un abbraccio veloce. 
Quella mattina, Michelle e Brian, avevano deciso di andare in ospedale in modo da vedere la situazione del bambino, inutile dire che alla notizia Matt aveva annunciato l'annullamento delle prove dicendo "C'è un piccolo Sevenfold in arrivo, non esiste che non veniamo con voi".
Ora si trovavano tutti nel corridoio dell'ospedale ad aspettare il turno di Michelle, la ragazza era serena e tranquilla al contrario di Brian che se avesse potuto avrebbe dato cento testate al muro pur di non sclerare, tutta colpa dell'emozione, Val e Arwen parlavano con Michelle e ridevano come delle ragazzine mentre invece i ragazzi non facevano altro che prenderlo in giro.

-Signorina DiBenedetto?-, un'infermiera si avvicinò al gruppo e Brian balzò in piedi dalla sedia rispondendo un "Si" tremante e suscitando un'occhiata stranita da parte della giovane ginecologa, i ragazzi risero di gusto e Brian divenne quasi viola dall'imbarazzo.

-Si, sono io-, rispose Michelle mettendosi al fianco di Brian.

-È tutto pronto, vieni pure dentro-

I due fidanzati si girarono verso i loro migliori amici e lanciarono uno sguardo colmo di emozione, la compagnia sorrise e fece dei cenni di incoraggiamento per poi vedere la porta della stanza chiudersi.

-Io sono la dottoressa Plant, è un piacere conoscervi-

-Io sono Michelle e lui è Brian-

-Il padre immagino-

-Si, sono il padre-, era visibile a un miglio di distanza che Brian provasse un certo orgoglio in quell'affermazione, strinse con forza la mano alla ginecologa e poi lasciò uno sguardo a Michelle.

-Bene, tesoro tu puoi sdraiarti sul lettino e tirare un po' su la maglia, Brian puoi starle vicino oppure sederti lì-, come da manuale Brian si avvicinò alla sua donna dopo che Michelle si sdraiò sul lettino, si tirò su la maglia fino a sotto il seno e strinse la mano in quella di Brian che, per tranquillizzarla, le lasciò un bacio sulla guancia. 
La dottoressa Plant spalmò del gel sulla pancia di Michelle e poi avvicinò il monitor al lettino, si sedette sul bordo del lettino e iniziò a passare la sonda sul ventre della ragazza.

-Da quanto ha fatto il test Michelle?-, chiese dopo pochi minuti la dottoressa, aveva già notato il ventre fin troppo piatto della ragazza e dopo tre minuti la sonda non aveva ancora trovato il battito.

-Due mesi, ricordo che ne usai quattro per esserne certa e alla fine mi ritrovai con quattro test positivi-, ridacchiò Michelle guardando Brian e ricordando quel pomeriggio con la gemella.

-Mh...-

-Qualcosa non va?-, chiese Brian senza smettere di sorridere.

-No...solo...arrivo subito-

Senza dare il tempo ai due ragazzi di rispondere la ginecologa uscì dalla stanza, lasciando Brian e Michelle interdetti.
Vedendo la porta aprirsi i Sevenfold si erano fatti sull'attenti ma vedendo la dottoressa uscire quasi correndo si scambiarono degli sguardi quasi preoccupati.
Michelle iniziava a preoccuparsi di quello strano comportamento, strinse di più la mano a Brian e si morse il labbro.

-Ehy, stai tranquilla-, Brian si sporse per baciarla e questo la rilassò un pochino.
La porta si riaprì ed entrarono la dottoressa accompagnata da un altro ginecologo, l'uomo era più grande e avrà avuto i suoi cinquant'anni, aveva i capelli grigi e degli occhiali calati sul naso.

-Ragazzi, io sono il dott. Orang, allora, Michelle, vediamo questo bimbo?-, fece una presentazione veloce per calmare l'aria che aleggiava nella stanza, prese la sonda e iniziò a fare lo stesso processo che fece in precedenza la dott.ssa Plant. Dopo pochi secondi posò la sonda e si tolse gli occhiali per poi guardare Michelle con comprensione.

-Signorina, mi dispiace ma lei non è incinta-

La freddezza con la quale aveva parlato arrivò a Michelle come uno schiaffo in pieno viso, sicuramente era abituato a dirlo e quindi si aspettava anche una qualsiasi reazione.

-Scusi, ma ne è sicuro?-, chiese Brian incredulo

-Si ragazzi. Mi dispiace ma sono cose che possono succedere, ma non preoccupatevi, siete giovani e sicuramente potrete riprovare più avanti. Ora vi lascio, arrivederci-, e com'era arrivato se ne andò. La dottoressa, che ora sorrideva tristemente e guardava Michelle con comprensione, si avvicinò e la aiutò a pulirsi dal gel per poi accarezzarle una spalla.

-Se volete potete stare qui per qualche minuto, quando ve la sentirete potrete uscire-, annunciò la dottoressa Plant.

-Grazie-, disse Brian scosso, la dottoressa uscì lasciando Michelle e Brian da soli.
La ragazza era talmente scossa che non riusciva a capire cosa fosse accaduto, ma il monitor spento, le parole dei due ginecologi, il suo ragazzo che la guardava cercando di infonderle coraggio ...tutte piccole cose che le fecero venire gli occhi lucidi e un tremore appena percettibile. Brian si avvicinò subito e la strinse in un abbraccio facendole appoggiare la testa alla sua spalla, le portò una mano tra i capelli dorati e le lasciò un bacio sulla testa.

-Portami a casa, Bri...voglio andare a casa-

-Andiamo-, la aiutò a scendere dal lettino e le loro mani si strinsero per poi non lasciarsi più. Si prepararono psicologicamente a dirlo ai ragazzi e poi uscirono dalla porta.

-Finalmente! Allora com'è andata?-

-Sapete già se è maschio o femmina?-

-Brian è svenuto? Abbiamo visto entrare un medico!-

Jimmy era l'unico dei ragazzi che invece di parlare si limitò a incastrare i suoi occhi cristallini con quelli nocciola di Brian. 
E bastò uno sguardo.
Il batterista si avvicinò ai due, in silenzio e sotto lo sguardo felice degli altri, li strinse entrambi in un abbraccio. E gli abbracci del Rev sono difficili da non volere.
Batté una pacca sulla spalla a Brian e strinse una spalla a Michelle per poi sussurrare piano.

-Andate a casa, lo dico io agli altri-

-Grazie Jimbo-, Michelle sforzò un sorriso mentre Brian si limitò a baciare la guancia del suo migliore amico, il chitarrista prese sottobraccio la sua ragazza e insieme andarono via da quel posto, diretti a casa.
Gli altri tentarono di chiamarli ma non furono ascoltati.

-Jim, ma che gli prende?-, chiese Johnny.

-Non era incinta-.

CASA HANER

-Vuoi che ti prepari qualcosa?-

Il tragitto in macchina era stato uno strazio, nessuno dei due aveva parlato e non appena entrarono in casa Brian chiese alla sua ragazza la prima cosa che gli passasse in testa.
Michelle non gli rispose, si limitò ad andare verso le scale e salire al piano superiore, afflitta e triste. Brian la seguì con lo sguardo fin quando la ragazza non sparì nel corridoio, a quel punto gli suonò il cellulare.

"Ci ho pensato io a dirlo ai ragazzi. Prendetevi il tempo che volete e se avete bisogno fate un fischio. Ricordatevi che non è colpa vostra.
Ti voglio bene. 
Jimmy."

James era il suo angelo, niente da ridire, era palese. Sorrise al messaggio ma non gli rispose, sapeva che avrebbe capito.
Salì le scale per raggiungere la sua camera e trovò Michelle seduta sul bordo del letto, si teneva le spalle ed era leggermente china su se stessa, Brian sospirò e poi entrò in camera.
In pochi passi raggiunse la ragazza e si sedette vicino a lei, si sentiva inutile.

-Ehy...-, le sussurrò. 
Michelle alzò lo sguardo ricolmo di lacrime per poi scoppiare a piangere e appoggiarsi alla spalla di Brian che la strinse subito dopo.
Lui non avrebbe pianto, non ora. Ne avrebbe avuto tutto il tempo con Jimmy.

***

DUE ANNI DOPO
APRILE 2009

Passarono due anni intensi e speciali. 
La band aveva pubblicato l'album nell'ottobre del 2007 e, come aveva previsto Jimmy, fubun successone. I fans amarono quelle canzoni e durante i tour si divertirono un mondo, Arwen fu scelta come voce per A Little Piece of Heaven e il pubblico aveva accettato molto bene la cosa, erano in procinto di lavorare ad un nuovo album ma ancora non sapevano come chiamarlo, l'unica cosa certa era che volevano strutturarlo come un "incubo" o come "una storia di vita" nel quale ogni singola canzone rappresentasse una parte della vita del protagonista...ma erano ancora tutte idee lontane e appena accennate.
Brian e Michelle furono aiutati dai loro amici e per fortuna la ragazza, armata di positività, aveva preso tutto come una sfida, si erano ripromessi di avere un bambino insieme ma quando sarebbe stato il momento giusto.
Johnny e Zacky si trovarono due ragazze, Shelly e Diana, ragazze molto semplici e simpatiche che si integrarono subito con la band.
Matt aveva chiesto a Valary di sposarlo e le nozze erano previste per l'ottobre di quell'anno, Shads aveva davvero deciso di sistemarsi e con quale migliore persona di quella che gli era stata vicino dal liceo? A detta di Brian loro due erano l'incarnazione dell'amore, e detto da Brian doveva davvero essere vero.
Jimmy e Arwen continuavano la loro vita, avevano imparato ad amarsi e tra alti e bassi andavano avanti. I genitori di Arwen smisero di tormentare la ragazza dopo che Jimmy li minacciò, poco gli importava del loro lavoro, non poteva lasciarli liberi di distruggere la vita della sua fidanzata. Arwen ricominciò a vivere serena e spensierata nonostante ogni fine settimana il suo ragazzo era in ospedale per le visite. 
Andava tutto per il meglio e non potevano chiedere di meglio.
La carriera era decollata, l'amore anche e tutti erano ancora insieme.

-Credo di volerla sposare-, borbottò Jimmy facendo voltare tutti i ragazzi verso di lui.
Erano in spiaggia, era quasi ora di cena e la spiaggia era quasi deserta, le ragazze erano tutte in acqua a parlare tra loro mentre i ragazzi avevano deciso di aspettare un po'.

-Ma è fantastico Jimmy!-, urlò Matt.

-L'ami davvero, chi l'avrebbe mai detto!-

-Già, eppure sento di doverlo fare-

-Potreste sposarvi subito dopo di noi-

-Non correre Matt, servono i preparativi e non si organizza tutto con un battito di ciglia!-, rise Johnny.

-Senti Johnny, io ci ho messo meno di due mesi per organizzare tutto-

-Ovvio, abbiamo fatto tutto noi perché tu e Val eravate troppo occupati a scopare come due paguri in calore!-

Alle parole di Zacky scoppiarono a ridere come dei bambini per poi alzarsi dagli asciugamani.

-L'ultimo che arriva paga la cena!-, decretò Brian iniziando a correre verso l'Oceano.

-Ehy brutto stronzo! Non vale!-

-Zitto e corri porchetta!-

Ben presto entrarono tutti in acqua e stranamente non ci fu un ultimo arrivato. Iniziarono a schizzarsi come dei bambini e risero com'erano soliti fare per poi raggiungere le reciproche ragazze.

-Ce l'avete fatta vecchietti?-

-Si piccola-, Matt diede un bacio dolce e romantico a Val per poi prenderla in braccio, intanto Jimmy si avvicinò ad Arwen e le prese una mano abbracciandola da dietro.

-Ciao-

-Ehy-

-Sai, pensavo a come staresti vestita di bianco-

-Sai che non mi piace come colore-

-Appunto, magari con del pizzo nero-

-Fantasie erotiche nel bel mezzo di un'uscita di gruppo, eh Sullivan?-, Arwen ridacchiò e si girò per poter lasciare un bacio sulla guancia al suo fidanzato.

-A dire il vero è qualcosa di più formale-, sorrise radioso Jimmy ricambiando il bacio.

-E sarebbe?-, intanto i ragazzi si erano fatti attenti anche se cercavano di non farlo notare.

-Arwen Stark...-, la fece voltare verso di lui mentre gli occhi della ragazza si illuminarono.

-Vorresti sposarmi?-

Urla di approvazione si levarono dai ragazzi mentre le ragazze incitavano Arwen a dire di si, la mora sorrise e prese le mani di Jimmy tra le sue.

-A dire il vero, credo che dovrai rimandare il matrimonio. Dato che tra poco diventerò una palla vagante-, sorrise beffarda mentre portava le mani di Jimmy sul proprio ventre, il ragazzo sbiancò e deglutì rumorosamente per poi guardarla negli occhi.

-S-sei...?-

-Si!-

-Oh mio Dio...cazzo...!-, iniziò a ridere seguito dalla sua ragazza e la abbracciò sollevandola e facendola girare. 
Il resto del gruppo iniziò a ridere di gioia per la notizia e subito dopo ci fu un abbraccio di gruppo.
La fortuna iniziava a girare. Ma un pensiero volava nella mente di Arwen e le ricordava che la vita non è una favola.
 

***
 

-Smettila di muovere la gamba, mi innervosisci-

-Scusa, non ce la faccio-

-Meno male che siamo qui per me e non per te allora...-

-Dai lo sai, mi conosci-

-Già...-

-Sign. Sullivan?-, il dottor Josh interruppe il discorso tra Brian e Jimmy irrompendo nella stanza bianca, aveva una cartella clinica in mano e un sorriso tirato sul viso.
Le visite di Jimmy all'ospedale erano aumentate, non ci andava più solo nel weekend ma ormai era all'ospedale quattro giorni su sette. Non lo aveva ancora detto né al gruppo né ad Arwen, che ora si ritrovava al quarto mese di gravidanza, non voleva che si preoccupassero e l'unico a saperlo era Brian, a lui non poteva nasconderlo.

-Mi dica dottore-

-La situazione non va affatto bene, i farmaci che ti avevo prescritto si sono rivelati inutili, e per quanto mi addolori dirglielo mi vedo obbligato. James, hai bisogno di un cuore nuovo se vuoi continuare a vivere-

Brian fu certo che un'accoltellata avrebbe fatto meno male. Passò lo sguardo dal dottore al suo migliore amico e in quel viso, per la prima volta, non vide nessun espressione. Jimmy era fermo immobile e pesava le parole del medico che per ormai quattro anni lo seguiva.

-Posso metterti in lista, ti anticipo che il costo per l'operazione sarà alto e potrebbe volerci più tempo di quello che immagini, abbiamo altre persone prima di te e trovare un cuore compatibile non è facile. Potresti venire operato subito, pagando ancora di più e sorpassando le persone in lista e...-

-Quanto mi resta?-

Jimmy stroncò le parole del medico quasi subito e parlò chiaro facendo capire ogni sua intenzione al medico.

-Se la situazione non si aggrava, direi cinque mesi-

-Cinque mesi?!-, sbottò Brian attirando l'attenzione del dottore.

-Si, ma come ti ho detto, James, se vuoi...-

-Grazie, dottore. Ma l'unica cosa che voglio adesso è uscire di qui e andare a farmi una birra al pub-, Jimmy sorrise e si alzò dalla sedia, si avvicinò al dottore e gli strinse la mano guardandolo negli occhi.

-E stare con la mia fidanzata e con mia figlia, sa, è ironico, ma mancano esattamente cinque mesi alla sua nascita...una stella muore e un'altra nasce, non è così? Arrivederci dottore-

James uscì dalla stanza seguito da Brian e insieme si avviarono verso casa Sullivan.
Arwen non era in casa, lei e le altre avevano voluto il pomeriggio libero per andare a fare shopping e sapeva che sarebbero tornate tardi e con intere borse piene di cose per la piccola in arrivo.
Arrivati in casa James si diresse subito nel giardino, Brian non parlò per tutto il tragitto ancora sconvolto dalle notizie del giorno, non c'era troppo sole nonostante fossero a metà luglio e in California. 
"Come può risplendere il sole in una giornata così orribile..."

-Bri, siediti-, Jimmy fermò il pensiero di Brian quasi l'avesse urlato e il ragazzo si limitò a seguire il consiglio dell'amico.
Jimmy entrò in casa per poi riuscire con in mano due bottiglie di birra, gliene porse una a Brian e poi si sedette vicino a lui, entrambi guardavano l'Oceano mentre un leggero vento fece rabbrividire Brian.

-Come fai?-, chiese il chitarrista.

-A far cosa?-

-A fare questo...ti è appena stato detto che ti restano cinque mesi...e ti ...ti comporti come se ti avessero informato le date del tour-

-Non ne vale la pena di tormentarsi, non passerò i miei ultimi mesi a disperarmi-

-Come pensi di dirlo agli altri?-

-...non credo glielo dirò-

-Che cosa?!-

-Loro non lo sapranno. Non voglio che ne vengano a conoscenza per poi guardarmi con pena e tristezza, preferisco ne stiano all'oscuro e continuino a trattarmi come sempre-

-James...-

-Ti chiedo di giurarmi che non dirai nulla, di nuovo-

-Non puoi chiedermi questo...-

-Ti prego-, si girarono all'unisolo per poi fissarsi negli occhi, quelli di Brian erano lucidi e tremavano appena mentre quelli di Jimmy lo pregavano di ascoltarlo.

-In tutti questi anni...ti ho sempre ascoltato...ti ho sempre visto come qualcosa di più di un semplice migliore amico...ti sono sempre stato vicino e ti ho sempre seguito, anche quando mi chiesi di entrare nel cimitero di notte. Ma non puoi chiedermi il silenzio in questa storia-

-Brian, per me è già difficile da accettare. Sono spaventato, non te lo nego, e sai qual'è la cosa che mi spaventa di più? Che lascerò Arwen da sola con mia figlia, non vedrò più i ragazzi e ...perderò te-

Brian si lasciò sfuggire una lacrima e un sospiro mentre in meno di due secondi andò ad appoggiare la testa sulla spalla di Jimmy, sporgendosi di poco riuscì a lasciare un piccolo bacio sul collo del batterista che rabbrividì. James portò la mano tra i capelli di Brian e ci si perse.

*flashback*

Il loro primo concerto era andato. Matt rischiò quasi di spaccare la testa a Zacky a causa di una microfonata, ma per fortuna era andato tutto bene, il chitarrista se l'era cavata con un taglio proprio al centro della testa.
Si trovavano tutti in spiaggia, era notte fonda ma non gli importava, erano più ubriachi che mai e alla loro età andava bene così. 
Matt non faceva altro che canticchiare canzoni a caso seguito da Zacky, Johnny era ormai addormentato sulla sabbia fredda, Brian e Jimmy ridevano tra loro fin quando il chitarrista non si alzò, con qualche difficoltà, e tese la mano al batterista.
Camminarono fino alle cabine della spiaggia e lì si fermarono.

-Perché mi hai portato qui?-

-Non lo so...volevo stare un po' da solo con te-

-Sei più ubriaco del solito, eh Bri?-

-Sono abbastanza sobrio per dirti che ti amo-

-Cosa?-

-Mi hai sentito. La verità è, Jimmy, che il nostro rapporto va oltre qualsiasi cosa, e non puoi negarlo, sento di amarti come non ho mai amato nessuno e credo che la mia vita senza di te non sarebbe così, sarebbe uno strazio. Siamo nati per stare insieme...e...-

-E...?-

-...e vorrei provare una cosa...-

Brian si avvicinò di poco fino a mettere le mani sulle spalle di Jimmy e si sporse fino a far scontrare le labbra con quelle del migliore amico. Senza fare pressione, si sfioravano appena.
Una scossa percorse entrambi.
Fu Jimmy ad approfondire il bacio andando a pressare Brian contro la porta della cabina mentre il moro rabbrividiva di continuo.
Quando si separarono entrambi videro una luce diversa negli occhi dell'altro. 
Lì, tra quelle cabine, dopo essersi baciati, sotto le stelle e al riparo dalla luce della Luna, capirono che l'amore che provavano l'uno per l'altro andava oltre qualsiasi rapporto umano mai visto.

*fine flashback*

Le lacrime iniziarono a rigare le guancie di Brian per andare ad infrangersi nella maglietta di Jimmy, tremava, ma non per il freddo, aveva paura di rimanere solo per sempre.

-N-non ...voglio per-perderti..-

-Shh..-

-Non posso...vivere senza di te...ti prego fai l'operazione e tenta di superare quella lista!-

-Non mi permetterei mai di passare davanti a tutte quelle persone che magari cercano un cuore da anni, chi sono io per toglierli la possibilità di salvarsi?-

-E non pensi a me? Ad Arwen, ai ragazzi...tua figlia non conoscerà mai il padre! Come puoi essere così egoista?!-

-Non sono egoista, ma se questo è il mio destino non posso far nulla per cambiarlo-

-Cazzo ma ti senti?! Come puoi pensarla così?!-, Brian si alzò di scatto seguito da Jimmy, il batterista tentò di avvicinarsi ma lui lo respinse con uno spintone.

-Non mi toccare! Avevi detto per sempre! Avevi detto che non mi avresti mai abbandonato!-

-Io non voglio abbandonarti idiota!-, Brian lo allontanò ancora e ancora, sostituendo gli spintoni a pugni, era arrabbiato glielo si leggeva negli occhi ma era palese che non lo colpiva per fargli male.
Jimmy riuscì a bloccargli un polso e lo strattonò a se per stringerlo in un abbraccio, Brian si aggrappò alla sua maglietta iniziando a piangere e singhiozzare sempre più forte. James si limitò a cullarlo e ad accarezzargli i capelli aspettando che si calmasse.

-Qualunque cosa succederà non ti lascerò mai del tutto...e voglio che tu sia forte per i ragazzi, voglio che mi prometti che andrai avanti e troverai la forza per stare accanto ad Arwen e alla piccola, che vivrai la vita che io non potrò vivere-

-Ti prego smettila...-

-Io ti voglio bene Brian, te ne ho sempre voluto e te ne vorrò sempre-

Brian quel pomeriggio si consumò tra le braccia di Jimmy, senza preoccuparsi dell'orgoglio e senza vergogna...
 

SPAZIO AUTRICE

Ok, sono le 00.52 e io mi sono presa malissimo a scrivere questo capitolo, ci tengo particolarmente a sapere la vostra opinione quindi, vi prego, commentate e fatemi sapere. Mi è scesa più di una lacrima mentre lo rileggevo ma molto probabilmente è perché sono troppo affezionata a Jimmy e immaginarmelo così mi ha fatto male. 
Vi ricordo che i fatti narrati sono frutto della mia fantasia e con quel mini flashback non intendo offendere nessuno, tanto meno i ragazzi.
A voi la parola!
Vostra...

~Heaven

 

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Capitolo 17
*** Watch over you ***


Capitolo diciassette : Watch over you

"Le foglie sono per terra, la caduta è arrivata, il cielo blu diventa grigio come il mio amore. Ho cercato di prenderti e renderti completa ma non è stato mai abbastanza, devo andare.
Chi ti salverà quando sarò andato via?
Chi ti proteggerà quando sarò andato via?" ~Watch Over You (Alter Bridge)

-Sono a casa!-, Arwen si chiuse la porta di casa alle spalle e si diresse subito in camera per posare le borse, aveva comprato tantissime cose per la piccola in arrivo e Val ci aveva messo del suo aggiungendo tutine e body di tutti i tipi.
Si tolse le scarpe e i vestiti per potersi mettere comoda, ormai era di quattro mesi e la sua pancia le sembrava una mongolfiera, dalla sua vita si sarebbe immaginata di tutto, anche di vivere sotto un ponte, ma mai di ritrovarsi incinta e insieme al ragazzo della sua vita, che non era niente meno che il batterista degli Avenged Sevenfold.
Munita di una maglia a maniche corte, appartenente a Jimmy, e di un paio di pantaloncini tornò in salotto, non vide James da nessuna parte allora decise di andare in cucina per un bicchiere d'acqua, mentre passava dal corridoio notò con la coda dell'occhio una cartellina azzurrina sbiadita sul divano.
Si avvicino con sguardo interrogativo e prese tra le mani la cartellina, voltandola vide che arrivava dall'ospedale di Huntington e subito sotto c'era il nome di Jimmy.
Un brivido freddo percorse la ragazza, si portò istintivamente una mano sul pancione dato che la bambina aveva scalciato, stava per aprire la cartellina quando il rumore della porta vetrata rimbombò in casa, Arwen fece appena in tempo a posare la cartellina sul tavolino sopra il tappeto e andare in cucina per poi venire raggiunta da Jimmy e Brian, quest'ultimo aveva gli occhi gonfi e rossi come se avesse pianto per ore, ed effettivamente era quello che aveva fatto, mentre Jimmy sforzava un sorriso.

-Ragazzi...va tutto bene?-

-Si, certo. Scusa, non ti abbiamo sentita entrare-, disse Jimmy andando a baciare la sua ragazza cercando di sembrare convincente dato che Brian non riusciva nemmeno a parlare.

-Bri? Sei pallido, sicuro di sentirti bene?-

Jimmy e Brian si scambiarono uno sguardo mentre Gates iniziò a boccheggiare tentandi di inventarsi qualcosa.

-Ehm...si...si è tutto ok è...ehm... è solo... l'allergia...?-

-Si! Si, l'allergia, piange da quando siamo usciti nel giardino, il polline-

-Mh...non me la contate giusta, ma vedrò di credervi. Bri, ti fermi qui a cena?-, sorrise Arwen.

-No, a dire la verità sono stanco e credo che passerò velocemente dallo studio per prendere delle cose. Ci vediamo domani in studio Jimmy, ciao mocciosa-, Brian diede una pacca sulla spalla a James e un bacio sulla tempia ad Arwen dopo averla chiamata con il suo nomignolo, poi uscì di casa senza aggiungere altro.

-Com'è andata oggi?-

-È andata ...voi, avete fatto spese?-

-Si, Val era in fibrillazione per la piccola-

-Immagino-

-James?-

-Mh?-

-Sicuro che vada tutto bene?-

Jimmy si voltò per guardare la sua ragazza e vide uno sguardo preoccupato. Quegli occhi castani e perfetti erano velati dalla preoccupazione e lui si ritrovò bloccato.
"No, non va bene. Sono stato all'ospedale e mi hanno dato cinque mesi. Non vedrò mia figlia nascere e crescere, non potrò mai più toccarti, baciarti, non potrò più andare in tour con i ragazzi e fare gli idioti come se avessimo quindici anni"

-Sto bene, non preoccuparti-, sorrise avvicinandosi ad Arwen e mettendosi in ginocchio davanti alla ragazza, passò le mani sulla pancia e subito dopo sentì un piccolo e leggero colpo.

-Ciao piccolina, hai fatto la brava oggi?-

-Ha scalciato tutto il pomeriggio, ogni volta che Val urlava "Guarda questo è perfetto!" ad ogni body che vedeva-, ridacchiò di gusto e vide Jimmy lasciare un bacio sulla sua pancia per poi alzarsi e baciare anche lei.

-Hai fame?-

-Da morire-

-Vai a riposarti, quando è pronto ti chiamo-

-Owen, da quando hai imparato a cucinare?-

-E dai...lo sai che non mi piace il mio secondo nome!-

-Lo so, ti amo-

-Anch'io peste-, si scambiarono un bacio carico di passione e amore, Jimmy indugiò su quelle piccole labbra leggermente a forma di cuore, giocandoci e mordicchiandole com'era solito fare, Arwen invece cercava instancabile la lingua del suo ragazzo continuando a rabbrividire, gli avvolse le braccia intorno al collo e si alzò di poco sulle punte per agevolare il batterista mentre lui faceva scorrere le mani sulla schiena e sul sedere della ragazza.

-Mh...sono incinta di quattro mesi e muoio dalla voglia di farmi fare cose indecenti da te...-, James ridacchiò sulle labbra di Arwen cercando di zittirla a forza di baci, ma lei continuò.

-...in ogni secondo, come ti va e dove ti va...-

-Non farmi venire idee in testa, piccola, ricordati che sei incinta-

-...Jimbo...-, sussurrò andando a mordere il labbro inferiore del ragazzo e passando una mano tra i suoi capelli corvini. James sentì una scossa percorrergli tutto il corpo ma decise di staccarsi dalle labbra della sua ragazza, che ora erano passate al suo collo, lei lo guardò indispettita ma lui sorrise, un sorrisetto tipico da Stregatto.

-Abbiamo tutto il tempo di questo mondo, piccola. Rimedieremo-

-Mh, da quando sei così casto?-

-Da mai, ma l'idea di fare il padre comprensivo mi alletta-

-Ti adoro quando fai così...-

-Così come?-

-Quando metti il bene della piccola prima di tutto-, Jimmy sorrise radioso a quelle parole e abbracciò Arwen con tutto l'amore che possedeva e che poteva offrirle per poi passare la mano destra sul pancione e lasciare delle amorevoli carezze.

-Mi prenderò sempre cura di lei. È una promessa-

***

1OTTOBRE 2009

-Cazzo Val, sei meravigliosa-

-Concordo con Arwen, sei perfetta sorellina-

-Grazie ragazze-

Era il giorno del matrimonio di Matt e Val, i due "presto-sposi" avevano dormito in case separate, come vuole la tradizione, ma nulla era riuscito a impedirgli di chiamarsi ogni venti minuti. La ragazza aveva dormito a casa sua con Arwen, Michelle, Shelly e Diana mentre Matt era stato ospitato da Brian, inutile affermare che i ragazzi lo avevano fatto bere fino a fargli rischiare un collasso e l'ultima volta che Matt chiamò Val c'era un sottofondo di urla senza senso e risate, tanto che le ragazze si allarmarono per la salute di quei cinque pazzi.
Quella mattina si erano svegliate tutte molto presto, la cerimonia sarebbe iniziata subito prima del pranzo, avevano deciso di sposarsi il mattino in modo da avere la notte tutta per loro. Arwen e Michelle avevano aiutato Val con il vestito mentre invece Diana e Shelly avevano pensato ai capelli e al trucco. Tutte avevano fatto un ottimo lavoro e la sposa era in fibrillazione.

-Dio...ragazze siete fantastiche...mi viene da piangere-, mormoro Val guardandosi allo specchio con gli occhioni lucidi.

-No! Pensa al trucco!-, l'affermazione di Shelly bastò a scatenare le risate e subito dopo il citofono di casa le informò che il padre della sposa era arrivato.

INTANTO IN CHIESA...

-Cazzo...cazzo...cazzo...cazzo...-

-Matt, io ti voglio bene e per questo appoggio ogni tua decisione, ma fratello siamo in chiesa Jesus Christ-

-Chi mi ha chiamato?-

-No Johnny, non intendevo te!-

-Ah, la prossima volta specifica Zacky!-

-Matt, respira cazzo! Non stai per morire!-

-Hai ragione Jimbo, il matrimonio è peggio-

-Brian!-

-Che ho detto?-

-Aah, state zitti tutti e quattro prima che vi affoghi nell'acqua santa-

Matt era visibilmente agitato, e per i ragazzi era una novità assoluta dato che lui non si agitava nemmeno nei backstage a cinque minuti da un concerto. Quale occasione migliore per prenderlo in giro?
Amava la sua Val, era chiaro anche a un cieco, ma non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi a dondolare sui talloni su un altare in attesa della sua ragazza. Aveva accettato di sposarsi in chiesa solo per lei, e si stava trattenendo dall'imprecare davanti a tutti e, soprattutto, davanti al prete che li avrebbe uniti. Che bisogno c'era poi della grazia divina per prendere in moglie quella meravigliosa donna!?

-Matt, futura signora Sanders a ore dodici. Riprenditi idiota!-, risero Brian e Jimmy mentre una donna sulla sessantina iniziava a suonare il pianoforte. 
Le note rimbombavano in tutta la chiesa ma la canzone non era la classica da matrimonio, si parla pur sempre di Matt Sanders. Le note che risuonavano erano quelle di "Warmness on the soul".
E poi eccola lì. 
Alle porte della chiesa, a braccetto con il padre, radiosa e bellissima.

"-Oh, scusami, non volevo rovesciarti il bicchiere addosso!-

-Non preoccuparti...ehm...non è nulla-

-Cazzo, aspetta forse...-, un Matt giovane e impacciato cercava di asciugare una macchia di punch dal vestitino bianco della bionda, usando la manica della sua divisa da basket, avrebbe dovuto lavare anche quella.

-Ecco, non è molto ma sempre meglio di prima, no?-

-Già, bèh, grazie...-

-Mathew Charles Sanders, per gli amici Matt-

-Piacere, io sono Valary ...per gli amici solo Val-"

Ultimo anno di liceo, uno scontro di sguardi ed era già amore.
Quell'amore puro e complice che tutti sognano, erano la coppia più invidiata dentro quell'istituto ed era così perfetto che, all'inizio, nemmeno loro ci credevano.
Val attraversò la navata fin quando suo padre non la lasciò nelle mani di Matt, lo abbracciò velocemente e poi si mise a sedere accanto alla moglie e al figlio.
Le damigelle presero i loro posti accanto alla sposa mentre i testimoni prendevano posto accanto a Matt.

-Sei bellissima-

-Grazie, anche tu-

Si sorrisero complici e fecero appello a tutte le loro forze per non abbracciarsi, li aspettò una lunga cerimonia ma il momento più atteso arrivò prima del previsto.

-Vuoi tu, Mathew Charles Sanders, prendere la qui presente Valary Renee DiBenedetto in sposa, per amarla e onorarla ogni giorno della tua vita, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vo separi?-

-Lo voglio-

-E vuoi tu, Valary Renee DiBemedetto, prendere il qui presente Mathew Charles Sanders come tuo legittimo sposo, per amarlo e onorarlo ogni giorno, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?-

-Si, lo voglio-

-Con il potere conferitomi dalla chiesa, io vi dichiaro ufficialmente, marito e moglie. Può baciare la sposa-

Una lacrima scese sulla guancia di Val e Matt, intenerito, la raccolse con un bacio per poi spostarsi sulle labbra della ragazza e sigillare quella promessa che, lo sapeva, avrebbe mantenuto per sempre...anche oltre la morte.

***

1 DICEMBRE 2009

Era una fredda notte, Dicembre era arrivato e casa Sullivan era invasa dal profumo di cioccolata calda, Arwen stava per terminare la gravidanza e la ginecologa qualche giorno prima l'aveva informata che il parto sarebbe previsto verso la fine del mese. Era felice e non vedeva l'ora di prendere tra le braccia quella bambina, avevano pensato di voler l'effetto sorpresa e non sapere il sesso del bambino fino alla nascita, ma Jimmy era impaziente di saperlo e allora lo accontentò. Riguardo al nome ancora non avevano deciso, "Quando la vedremo capiremo che nome darle", dicevano sempre entrambi, e andava bene così.

"Come mi hai chiamato?"
"Charlie boy, ti ho sempre chiamato così"
"Papà ..."

Una lacrima e un singhiozzo mal trattenuto arrivò alle orecchie di Jimmy, lui e Arwen erano sul divano stretti l'uno all'altra e la ragazza aveva tanto insistito per guardare il film "Jack Frost", lo guardava da quando era bambina e aveva sempre amato quel film che, in qualche modo, faceva parte della sua vita.
James conosceva quel film, glielo avevano fatto vedere la sera di Natale di quando lui aveva circa sette anni, ricordava che dopo averlo visto corse fuori in giardino a fare un pupazzo di neve sotto le urla di sua madre che lo implorava di tornare in casa, non è esattamente da tutti fare un pupazzo di neve all'una di notte.
Ora, riguardando quel film, Jimmy strinse a se Arwen mentre improvvisamente si sentì il cuore a pezzi. Come un pezzo di vetro che si disintegra sul pavimento.
Lui sarebbe potuto tornare, come Jack Frost, per sua figlia e la sua fidanzata?
Strinse le labbra e sospirò cercando di scacciare quel pensiero dalla mente.
La verità era che la sua situazione stava andando sempre peggio, il dottor. Josh continuava a spronarlo per l'operazione, ma un trapianto di cuore era una cosa delicata, sarebbe potuto morire ugualmente e sotto i ferri, preferiva di gran lunga morire a casa sua, con accanto le persone che ama e non circondato da medici. 
Brian continuava ad accompagnarlo all'ospedale, nonostante avessero avuto una forte litigata in studio qualche giorno prima non poteva lasciarlo da solo...

"-Cristo smettila!-, aveva sbottato Brian facendo fermare di colpo Jimmy, che suonava un pezzo nuovo, gli occhi di Matt, Zacky e Johnny si puntarono sui due e si chiesero il perché di quel comportamento, nonostante nessuno dei tre parlò. 
-Di fare cosa?-
-Di far finta di niente! Ma come cazzo fai?!-
-Bri...-
-No! Brian un cazzo! Se tu stai accettando questa cosa non credere che lo stia facendo anch'io! Cazzo sei un egoista bastardo!-
Mentre continuava a urlargli contro si erano avvicinati e Jimmy poté vedere tutta la rabbia che aveva Brian, una rabbia cieca e folle che portò il chitarrista a tirare un pugno sullo zigomo al suo migliore amico. Subito dopo lo spintonò a terra e gli si mise a cavalcioni iniziando a colpirlo con schiaffi e pugni, Jimmy non voleva colpirlo, si limitava a parare i colpi e a richiamare il nome del ragazzo nella speranza di farlo ragionare.
Furono Matt e Zacky ad allontanare Brian dal corpo di Jimmy mentre Johnny aiutava il batterista ad alzarsi.
James si portò una mano sul labbro e notò che stava sanguinando.
Brian, invece, continuava ad urlargli contro. 
-Diglielo cazzo! Devono saperlo!-
-Cosa dobbiamo sapere?-, chiese Matt continuando a tenere fermo Brian.
-Niente-, disse deciso Jimmy senza far trapelare nessuna emozione.
-Tu...Sullivan sei uno stronzo! Matt lasciami! Voglio ammazzarlo con le mie stesse mani! Cazzo lasciatemi!-"

Quel giorno Matt cercò di tenere a bada Brian il più possibile, era palese che stesse combattendo una battaglia persa in quanto Brian, se arrabbiato, sa essere più forte anche di Shadows, il chitarrista decise di giocare sporco e dopo qualche minuto sorrise a Matt e gli altri dicendo di essersi calmato, batté una pacca sulla spalla a tutti e poi si avvicinò a Jimmy, che nel frattempo aveva abbassato la guardia, gli sorrise e venne ricambiato, fece per voltarsi e tornare alla sua postazione ma veloce come un fulmine saltò addosso a Jimmy, entrambi caddero all'indietro e Jimmy sbattè il fianco contro la grancassa della sua amata batteria. Si presero a pugni per una mezz'ora buona senza che nessuno riuscisse a separarli, stanchi e sanguinanti si guardarono poi negli occhi e iniziarono a piangere come due poppanti, si strinsero in un lungo abbraccio e rimasero lì, sussurrandosi reciprocamente delle scuse e sotto lo sguardo stranito degli altri, ancora all'oscuro di tutto.

-Non ti facevo così sensibile-

-Colpa del film..-, pianse Arwen.

-Andiamo a dormire?-, la ragazza si limitò ad annuire e i titoli di coda presero il posto sullo schermo nero, si asciugò le lacrime e prese la mano di Jimmy dirigendosi in camera.
Si infilarono tutti e due nel letto, sotto il piumone e Arwen si strinse contro il petto di Jimmy mentre lui la abbracciava da dietro, andando a posare una mano sul pancione, si lasciarono un casto bacio prima di addormentarsi stanchi.

Arwen sobbalzò svegliandosi di soprassalto, la bambina le aveva tirato un calcio fortissimo e le aveva fatto male, cercò di girarsi mentre si portava una mano sul pancione e lasciava delle carezze.
-Sta tranquilla, piccola. Hai fame?-, sussurrò piano parlando a sua figlia.
Istintivamente si voltò verso Jimmy ma trovò il letto vuoto.
Si voltò verso la radiosveglia che segnava a led le quattro del mattino.
Jimmy non si alzava mai alle quattro del mattino neppure per andare in bagno.
"Piuttosto me la tengo! Ma col cavolo che mi alzo alle quattro, d'inverno, solo per andare a pisciare!"
Arwen ridacchiò nel ricordarsi quelle parole e soprattutto il tono che aveva usato.
Decise di alzarsi e andare in cucina, magari era lì anche lui.
Scese le scale e si diresse in cucina, vide subito la luce accesa e sorrise, sapendo chi poteva trovare dentro. Ma la scena che vide non se la sarebbe mai immaginata.

-Jimmy...ma che cosa hai fatto...-

Il ragazzo non rispose, e come avrebbe potuto?
James era seduto sul pavimento della cucina, con la schiena appoggiata al mobile sotto il fornello, la testa era appoggiata alle ginocchia e aveva una mano tra i capelli mentre l'altra reggeva una bottiglia di Jack Daniel's praticamente finita. 
Era scosso da singhiozzi e il fatto che Arwen fosse incinta non agevolò la situazione alla ragazza, che sentiva la puzza d'alcol più del normale.
Si avvicinò subito al suo ragazzo e cercò di chinarsi per arrivare alla sua altezza ma non ce la fece a causa del pancione, così decise di avvicinare una sedia e sedersi davanti al ragazzo. 
Gli accarezzò i capelli preoccupata e lui alzò di scatto la testa.
Arwen non si dimenticherà mai di quell'immagine.
Quegli occhi perfetti e vivaci ora erano colmi di lacrime e arrossati, le fece una tenerezza assurda.

-Ehy...che ti prende?-, mormorò accarezzandogli il viso bagnato dalle lacrime.

-Sono...un mostro ...-, la voce biascicata e rotta dai singhiozzi fece capire alla ragazza che era ubriaco, si era bevuto una bottiglia intera di Jack. Arwen passò la mano su quella di Jimmy e lo intimò di lasciare la bottiglia, cosa che il ragazzo fece, Arwen posò la bottiglia vuota sul ripiano davanti a lei e tornò a guardare Jimmy.

-Non è vero, sei la persona migliore del mondo-

-Io...ti farò s-soffrire Arwen...a te e ...e alla piccola ...-

-No, andrà tutto bene, vedrai-

-Dov'è Brian?-

-È a casa con Michelle, sono le 4.20 del mattino-

-Ho ...bisogno di lui...-

-Ma...-

-Ti prego, Arwen, ho bisogno di lui-, quegli occhi da cucciolo bastonato bastarono per convincere la ragazza, si alzò dalla sedia e si avvicinò al telefono componendo il numero di Brian, nonostante l'ora il ragazzo rispose subito al secondo squillo.

-Jimmy?-

-No Bri, sono Arwen-

-Oh...ehm...tutto bene?-, la voce di Brian nascondeva una certa preoccupazione e non c'era la minima traccia di sonno, possibile che fosse sveglio?

-Io si ma Jimmy no, ha bevuto e ti vorrebbe qui...-

-Arrivo, tu stai attenta e non sforzarti-

-Fa presto-

Fu una questione di pochi minuti prima che Brian bussò alla porta di casa, Arwen andò ad aprirgli e lo vide preoccupato quanto lei, lo accompagnò in cucina, dove Jimmy non si era mosso se non per sdraiarsi in posizione fetale, continuando a piangere e dire di essere un mostro e altre cose che la ragazza non capiva perché erano senza senso.

-Vi lascio soli, mi dispiace ma non mi sento troppo bene-

-Vai a sdraiarti, piccola, ci penso io a lui. Se hai bisogno chiama, ok?-

-'Kay Bri, grazie-, gli lasciò un bacio sulla guancia e si diresse al piano superiore mentre invece Brian si avvicinò al suo migliore amico, gli si spezzò il cuore a vederlo così vulnerabile, non lo aveva mai visti così disperato.
Si inginocchiò davanti a lui e gli portò una mano sulla sua, stringendola con forza.

-James...-

-Bri...?-

-Sono qui-, Jimmy alzò lo sguardo e incrociò gli occhi tormentati di Brian, si sporse per quanti gli riuscì e andò a circondare i fianchi del chitarrista con le braccia, appoggiando la fronte contro il suo fianco destro e inzuppandogli la maglietta di lacrime amare.

-Ho paura...Brian...non sono pronto. Non sono pronto a morire...a lasciarvi...l'idea di un sonno eterno mi spaventa. Ma la cosa peggiore è ...è che non vedrò mia figlia crescere...non le starò vicino...non avrò mai un suo ricordo...-

-Basta Jimmy, non pensare a tutto questo-

-Bri-

-Mh?-

-Mi viene da vomitare...-

-Avanti, alzati-

Brian lo aiutò ma dovette usare tutta la sua forza per tenerlo praticamente in braccio, Jimmy era così ubriaco da non reggersi in piedi e fecero appena in tempo ad arrivare al bagno degli ospiti, poco prima della portavetro che dava sul giardino. 
James rigettò tutto l'alcol che aveva in corpo, smise di piangere e dei gemiti di dolore presero il posto delle lacrime, soffriva come un cane e non a causa dell'alcol, ma questo non lo avrebbe mai detto.
Brian dietro di lui continuava a reggerli la fronte e di tanto in tanto gli tirava indietro i capelli, quando Jimmy alzò la testa lo aiutò a togliersi la maglietta e subito dopo il batterista finì di rigettare anche l'anima nel cesso.
Respirò a fatica e con l'aiuto di Brian si tirò su, si lavò la bocca e si girò verso Brian.
Senza dire niente lo abbracciò andando a nascondere il viso nell'incavo del suo collo, Brian gli lasciò un bacio sulla tempia e lo strinse a se, tremando appena.

28 DICEMBRE 2009

-Sono ancora pieno dal pranzo di Natale!-, rise Zacky abbandonandosi sul divano di casa Sanders.

-Beh, almeno per una volta non rompi dicendo di aver fame!-

-Spiritoso Brian, come sempre-

-Dai lo sai che ti amo-, rise Haner.

Quel giorno erano tutti a casa di Matt e Val, avevano deciso di passare insieme il pomeriggio e non se l'erano fatto ripetere.
Erano tutti in soggiorno ed erano felici come sempre.

-Brian, posso parlarti?-, proruppe Arwen alzandosi dal divano, il diretto interessato annuì, baciò Michelle e si avvicinò ad Arwen, insieme andarono nel giardino della villa lasciando basiti Jimmy e Michelle ma nessuno si preoccupò troppo.
Dopo una decina di minuti tornarono dentro e Brian aveva un sorriso strafottente che nascondeva qualcosa, ma nonostante le varie domande non disse a nessuno del discorso con Arwen.

-Mi tradisci con il mio migliore amico?-

-Non potrei mai-, Arwen e Jimmy si lanciarono un veloce bacio per poi vedere Johnny piantare un volo appena dietro Arwen. Risero di gusto e Johnny iniziò a insultarli per poi bloccarsi.

-Ma...Matt ti si sono rotte le tubature?-

-Ma che cazzo dici Christ?-

-No, è bagnato-

-Oh merda-, mormorò Arwen

-Amore...non andare in escandescenze-

-Mi si sono rotte le acque!?-, urlò Arwen tra il felice e il preoccupato.

-Bene! Prossima tappa, ospedale di Huntington!-

In meno di due secondi erano tutti in macchina, Arwen e Jimmy erano nei sedili posteriori della macchina di Brian mentre lui guidava e Michelle era accanto a lui.
Brian guidava come un pazzo e per una volta nessuno era contrario.

-Ah! Cazzo che male!-

-Resisti piccola, ci siamo quasi-

-Vaffanculo James!-

-Ti amo anch'io!-

Tra urla di ogni genere riuscirono ad arrivare in ospedale entro dieci minuti e subito portarono Arwen in sala parto, i Sevenfold si fermarono nella sala d'attesa assieme alle ragazze mentre James entrò in sala con Arwen, non l'aveva mai vista più bella di adesso. Con i capelli appiccicati alla fronte, le guancie accaldate, la mano stretta nella sua, stringeva fortissimo tanto che Jimmy ebbe l'impressione di sentire le dita rompersi, ma non ci fece troppo caso.

-Jimmy io non sono pronta!-

-Si che lo sei, e io ti amo, ti amo dal primo momento in cui ti ho vista e da allora non faccio altro che amarti. Lo urlerei al mondo intero e davanti alle folle di fan che vengono ai concerti. Sei la mia piccola, non scordarlo mai, e ti starò sempre vicino.-

-Arwen, tesoro, ora devi fare un bel respiro e al tre devi spingere, va bene?-

La ragazza era talmente persa negli occhi di Jimmy da non essersi accorta delle parole del dottore. 
Mai le aveva fatto una dichiarazione così. Jimmy era tutto fuorché una persona romantica, e vederlo e sentirlo così in un momento del genere le riempì il cuore di gioia.

-Avanti piccola, ce la puoi fare-, la baciò come se non lo facesse da anni, un bacio carico di coraggio e amore, la giusta dose che servi ad Arwen per iniziare a spingere, reprimeva delle urla mentre continuava a stringere la mano di Jimmy...quando all'improvviso la stretta del ragazzo sparì di colpo.
Si voltò e vide James con gli occhi socchiusi, il respiro affannato e le lacrime agli occhi, il ragazzo si portò la mano sul cuore e lasciò un ultimo bacio alla mano della sua ragazza per poi accasciarsi a terra.

-Jimmy! James! Alzati ti prego!-

-Infermiera presto! Serve una barella e che portiate il ragazzo nel reparto di emergenza!-

-No, no! Jimmy!-

-Signorina si calmi, ora deve pensare al bambino!-

-No, ho bisogno di lui! Jimmy svegliati!-

Quattro medici entrarono in sala parto e presero Jimmy di peso per poi caricarlo sulla barella, corsero fuori nel corridoio e quando i Sevenfold videro la barella con sopra Jimmy scattarono in piedi.
Corsero dietro i medici tutti e quattro mentre Brian si attaccò alla barella e prese la mano di James, era bianco come un cadavere e gli occhi faticavano per stare aperti.

-Jimmy ti prego ...non mi lasciare...-

-Va ...d-da lei...-

-James resta sveglio, andrà tutto bene, rimani con me!-

-Vi amo...-, furono le ultime parole di Jimmy prima di abbandonarsi al lettino d'ospedale, i medici trafficavano con i macchinari e parlavano veloci e ad alta voce, Brian era immobile. 
Ogni cosa intorno a lui era sparita e adesso c'erano solo più lui e il corpo immobile del suo migliore amico. Con le lacrime agli occhi non diede ascolto alle parole dei medici, si limitò a baciare la fronte di Jimmy, deglutì e poi uscì da quella stanza a testa alta, passò davanti ai suoi migliori amici che gli urlavano di dargli spiegazioni ma lui non li ascoltò.

-Signorina Arwen, se non spinge ora rischia di perdere il bambino! Forza un ultimo sforzo!-

-Arwen-, la voce di Brian arrivò alle orecchie della mora come un piccolo spiraglio di luce.
Il ragazzo si avvicinò subito a lei e le prese la mano baciandole la fronte.

-Avanti, Jimmy non vorrebbe che tu ti arrenda così. Starà bene ma adesso devi pensare a vostra figlia-

-Brian...io ho bisogno di lui-

-Adesso ci sono io, e non me ne andrò di qui, non ti lascerò la mano per nulla al mondo. Muoio dalla voglia di vedere mia nipote quindi forza-

-Vedo la testa, un'ultima spinta tesoro ed è fatta-

Arwen strinse la mano di Brian che continuava a parlarle e incoraggiarla, pensò a Jimmy, alla sua bambina, alla sua vita.
Non poteva finire così. Non doveva finire così...il suo Jimmy...

"-Chi ti credi di essere per poter venire qui a farmi il terzo grado!?, sbottò la ragazza dai lunghi capelli corvini.
-Non sono nessuno, solo uno che vuole aiutarti. Ti stai distruggendo e nemmeno te ne rendi conto-, rispose il batterista senza distogliere lo sguardo da quello della giovane.
-Ho smesso di rendermi conto di molte cose, non vedo perché dovresti preoccupartene-
-Hai ragione, non me ne preoccupo-
La ragazza lo guardò inarcando un sopracciglio.
-E allora...che cosa vuoi da me?-
-Ogni cosa-"

E aveva ragione. Si era preso ogni cosa di lei e l'aveva lasciata con una figlia. L'aveva lasciata sola, se n'era andato rapidamente come era arrivato.
Un vagito ruppe i suoi pensieri. 
Si voltò verso Brian con gli occhi lucidi e vide sul viso del ragazzo un sorriso tutto denti e una lacrima gli solcava il viso scavato.
L'ultima cosa che ricordava era di aver sussurrato qualcosa a Brian, nemmeno si ricordava di cosa si trattasse, ma una cosa la sapeva...si sentiva così stanca che avrebbe dormito per giorni.

***

Un dolore lancinante su tutto il torace.
Era l'unica cosa che sentiva.
Buio.
Era l'unica cosa che vedeva.
Il bip continuo dei macchinari gli rimbombava in testa dandogli fastidio.
Cercò di aprire gli occhi ma erano troppo pesanti, si limitò a provare a muovere la mano, e dopo vari tentativi ci riuscì, la mosse appena ma era già un traguardo.
Sentì una morsa ferrea intorno alla mano sinistra, una presa calda e salda.

-Come sta?-, una voce gli arrivò, ovattata e lontana, non riuscì a capire di chi si trattasse. Seguita da dei passi.

-Sta ancora dormendo...-

Brian.
La sua voce la sentiva vicina, forse la presa che percepiva era proprio quella del ragazzo.
Doveva riuscire ad aprire gli occhi. Ma gli sembrava un'impresa impossibile.

-Accompagno gli altri a casa, se migliora avvertici subito-

-Si, a dopo Matt-

Percepì una mano tra i capelli, probabilmente Matt si era avvicinato per salutarlo e ora de ne stava andando.
Doveva aprire gli occhi.
O quanto meno far capire che c'era. 
Cercò di stringere la mano di Brian e dopo vari tentativi riuscì nel suo intento facendo sobbalzare Haner sul posto.

-James...?-

-...Ehy...-, riuscì ad aprire per metà gli occhi e tirò un gran sospiro, come se fosse stato in apnea per ore e ore.

-Oh cazzo! Matt! MATT! Cazzo muovetevi è sveglio!-, il rumore della porta che veniva spalancata e un carico di passi pesanti pestare il pavimento.

-Cazzo Jimmy! Ce l'hai fatta!-

-Vee passami un fazzoletto, sto per piangere-

-Venite qui scemi-, alle parole di Jimmy si strinsero tutti in un abbraccio, era un po' complicato dato che James era sul lettino ma ci riuscirono abbastanza.
Non ricordava cosa fosse successo, sapeva solo che era felice di rivedere la sua famiglia anche se...

-Dov'è Arwen? E la piccola? Stanno bene?-

A quelle parole cariche di positività i ragazzi sbiancarono e puntarono gli occhi su Brian, che altro non guardava che il pavimento, un moto di preoccupazione colpì Jimmy che cercò di parlare ma venne preceduto da Brian.

-La bambina sta bene, è una creatura meravigliosa, la tengono nel reparto dei neonati e ...è identica a te ...con la differenza che non rompe le palle come fai tu e...-

-Dov'è Arwen?-, Brian deglutì e fece appello a tutte le sue forze per guardare l'amico negli occhi.

-Lei...non ce l'ha fatta-

Si sentì un rumore sordo, come di un vetro lasciato cadere a terra. O forse era solo il cuore di Jimmy ad essere distrutto a terra, e forse era solo lui a sentirlo.
Com'era potuto succedere? Partendo dal fatto che lui dovrebbe essere morto ma...Arwen...lei stava bene...era in salute e non vedeva l'ora di abbracciare la figlia...perché?

-N-no...che...che stai dicendo...lei...-

-È morta di parto Jimmy-, parole fredde e sofferte furono quelle di Brian ma il chitarrista sapeva che non c'era un modo delicato per spiegare l'accaduto.

-E...perché non...sono morto io?-

-Perché lei non lo avrebbe mai permesso-

"-Brian, posso parlarti?-, arrivarono al giardino e solo allora Arwen si decise a parlare.
-Senti...devi promettermi una cosa-
-Certo, dimmi-
-Farai fare quell'operazione a Jimmy-
-...Ma ...ma di che parli?-
-Smettila Brian, ho parlato con il dottor. Josh, mi ha detto tutto. E ti sto chiedendo di fargli fare l'operazione, anche contro la sua volontà-
-In ogni caso sarebbe troppo tardi, non c'è abbastanza tempo per intercettare unbcuore compatibile con il suo-, Brian abbassò lo sguardo sconfitto ma la ragazza gli prese la mano e sorrise.
-In realtà c'è. Ho fatto delle analisi e il mio cuore è perfetto-
-Non dire sciocchezze, per dare il tuo cuore a lui tu dovresti morire e ...-
-E morirò, non so perché, ma sento che non supererò il parto. È un certo sesto senso, non so come spiegartelo. Ho già firmato tutti i documenti per l'operazione, il mio cuore andrà a Jimmy-"

Nell'ascoltare quella realtà James non poté non far scendere delle lacrime silenzione e dolorose.
Arwen, la sua Arwen, aveva capito tutto, aveva fatto tutto e gli aveva dato la possibilità di andare avanti. Ma come avrebbe fatto ad andare avanti sapendo che lei non sarebbe stata al suo fianco?

-Sono stato con lei fino alla fine, come ti avevo promesso. E...mi ha fatto promettere che vi sarei stato vicino...a te e alla bambina. Ed è quello che farò-

-Ed è quello che faremo anche noi-, aggiunse Matt mentre Zacky e Johnny piangevano in silenzio.
Jimmy serrò la mascella e fisso gli occhi in quelli di Brian, un urlo muto, fu tutto quello che il chitarrista percepì e che gli fece scorrere un brivido gelido.

-Da quanto sono qui?-

-Due giorni...l'operazione è stata lunga e complicata...sono state dieci ore di inferno-

-Posso ...stare da solo per qualche minuto? Devo...metabolizzare la cosa...-, sussurrò Jimmy senza guardare i suoi migliori amici.
I ragazzi annuirono e senza aggiungere nulla uscirono dalla camera, come la porta si chiuse scoppiò a piangere, si portò una mano sulla bocca tentando di attutire i singhiozzi ma sembravano risuonare il doppio.
La donna della sua vita aveva dato il suo cuore per lui, lo aveva salvato nonostante lui non ne sapesse nulla. 
Era questo il vero amore? Morire per il bene della persona amata bastava come atto?

Dopo un'ora qualcuno bussò alla porta. Jimmy si era ripreso, per così dire, e gli occhi non erano più rossi di pianto ma pian piano stavano riacquistando il loro colore naturale, riuscì anche a sedersi sul bordo del letto e sembrava che le forze non l'avessero mai abbandonato.
Si schiarì la voce prima di mormorare un "Avanti" e la porta si aprì, rivelando la figura di Brian, con in braccio un fagottino avvolto in una coperta azzurrina.

-Ho pensato che la volessi vedere, non sai cosa ho dovuto fare per convincere l'infermiera a farmela prendere-, ridacchiò Brian cullando quel fagottino, dalla coperta spuntavano due manine piccole e paffute che non facevano altro che appoggiarsi al viso del chitarrista. 
Brian si sedette affianco a Jimmy e gli porse la bambina, Rev rimase per qualche secondo immobile ma quando incrociò gli occhi di Brian, felici, non poté non prendere tra le mani quella creatura.
La prese in braccio con sicurezza, sembrava così piccola tra le sue braccia, più di quello che realmente era. Aveva tantissimi capelli neri corvini, come lui, il nasino era dolcissimo, le labbra leggermente a forma di cuore, come quelle di Arwen, le manine andarono subito a tastare il viso di Jimmy e, quando arrivò agli occhi, perse forse più di un battito.
L'occhio sinistro era di un color nocciola come quelli di Arwen, mentre invece il destro era azzurro cristallino, come i suoi.

-Dio...-

-È bellissima, vero?-

-Si...lo è-, Jimmy orese un gran respiro per poi abbassarsi a baciare la fronte della bambina, quando tornò a guardarla lei iniziò a ridere come una matta e un sorriso spuntò anche sul viso di Jimmy, che la strinse andando ad appoggiarla al suo petto, portò l'indice ad accarezzare la guancia della piccola e lei con la manina afferrò il dito e lo strinse, aveva una presa ferrea per essere così piccola, ma d'altro canto era pur sempre sua figlia.

-Hai già il nome?-, chiese Brian che era tutto un sorriso.

-Gwen, Gwen Sullivan-, la piccola Gwen sorrise mostrando le gengive e strinse ancora di più il dito di Jimmy.

-Oh, mirror in the sky, what is love?
Can the child within my heart rise above.
Can I sail through the changing ocean tides.
Can I handle the seasons of my life.
Well, I've been afraid of changing
'Cause I've built my life around you, but time makes you get bolder even children get older
and I'm getting older too.
Oh, take my love, take it down.
Climb a mountain and turn around.
If you see my reflection in the snow covered hills.
Well the landslide will bring it down.
If you see my reflection in the snow covered hills.
Well the landslide will bring it down.- *(testo tradotto nello Spazio Autrice, a fine capitolo)

Jimmy non aveva una ninna nanna pronta per la piccola, così le canticchiò l'unica canzone che gli venne in mente. Era la colonna sonora del film "Jack Frost", si rendeva conto che faceva un po' ridere come situazione ..ma quello era il film preferito della sua Arwen e la ragazza amava quella canzone, la conosceva a memoria e in quel momento Jimmy seppe che sarebbe stata perfetta per la piccola Gwen.
Lui sarebbe andato avanti, con la sua bambina e soprattutto per lei. Non avrebbe sprecato l'opportunità che gli era stata concessa.
 

SPAZIO AUTRICE

QUESTO NON È L'ULTIMO CAPITOLO.
Spero vi sia piaciuta questa letterale svolta della storia, ve lo aspettavate? Spero di no...
Anche questa volta ci tengo a sapere la vostra quindi se mi lasciate un piccolo commento mi fate la ragazza più felice del mondo. Ci ho messo notti intere a scrivere questo capitolo per farlo risultare perfetto e speri di esserci riuscita.
A voi la parola!
Ed eccovi il testo tradotto della canzone, come accennato. Ovviamente manca la parte iniziale ma era giusto così.

Landslide ~ Fleetwood Mac

(...)
Oh, specchio nel cielo
Cos'è l'amore?
Può crescere un bambino dentro il mio cuore?
Posso navigare attraverso le onde dell'oceano che mutano?
Posso gestire le stagioni della mia vita?
Beh, ho avuto paura del cambiamento
Perché ho costruito la mia vita intorno a te
But il tempo ti ha reso più sfrontato
Anche i bambini crescono
E anche io sto crescendo
Oh, prendi il mio amore, tiralo giù
Scala una montagna e voltati
Se vedi il mio riflesso sulle colline coperte di neve
Beh, la frana lo porterò giù
Se vedi il mio riflesso sulle colline coperte di neve
Beh, la frana lo porterò giù

~Heaven

 

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Capitolo 18
*** You had my heart, at least for the most part ***


Capitolo diciotto : You had my heart, at least for the most part

"Amare significa mettere il bene di un altro prima del tuo. Significa dedicarsi alla persona amata in tutto. Significa desiderare la felicità, solo ed esclusivamente della persona amata. Per sempre." ~Heaven

Passarono un paio di giorni prima che Jimmy potesse tornare a casa, aveva bisogno di riprendersi dell'operazione e secondo i medici era meglio se stava al riposo. 
Quel pomeriggio fu Matt ad andarlo a prendere all'ospedale e Jimmy non era mai stato più felice di vederlo, quel posto iniziava davvero a metterlo in ansia e per questo non vedeva l'ora di andarsene.
Matt era stato così premuroso, inoltre, da aver messo in macchina un seggiolino per bambini, quando James lo vide scoppiò a ridere seguito da Matt e passarono i successivi quindici minuti a cercare di capire come si allacciassero le cinture di quell'oggetto infernale.
Gwen si addormentò a metà viaggio, non che avesse fatto molto altro durante quei quattro giorni in ospedale.

-Ho parlato con Val, se vuoi puoi venire a stare da noi per un po', sai per non ritrovarti completamente in balia di una marmocchia da solo-, ridacchiò Matt continuando a guidare con più prudenza del solito.

-Grazie Shads, ma credo di poter sopravvivere-, sorrise Jimmy per poi sporgersi nei sedili posteriori in modo da guardare la figlia, dormiva beata con il ciuccio in bocca.

-Per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di noi-

-Certo-

-...Hai intenzione di dirlo ai tuoi?-, chiese Matt a bruciapelo.

-No. So bene che le voci girano in fretta, probabilmente già mezzo mondo è al corrente di cosa sia successo negli ultimi giorni...così come so che molto probabilmente verrò contattato dai miei genitori. Ma se ciò non avverrà io non li cercherò. Non gli farò mai conoscere mia figlia.-

Parole fredde quanto giuste, Matt capiva Jimmy, sapeva che aveva avuto una vita difficile a causa dei suoi genitori, quelli stessi genitori che non si fecero scrupoli a sbatterlo fuori casa all'età di sedici anni. Jimmy non era mai stato un santo, e questo lo sapevano tutti, ma amava la sua famiglia nonostante tutte le botte che aveva preso, fin quando non si ritrovò solo...fuori casa, senza un soldo in tasca, senza un posto dove stare ...l'unica cosa che gli rimaneva erano i suoi migliori amici. Per questo motivo, quella notte, si diresse subito a casa Haner, bussò alla porta terribilmente imbarazzato a causa dell'ora e dei fatti, ad aprirgli fu l'ultima persona che avrebbe voluto vedere, Brian Haner Senior...

"-Ti pare l'ora di venire a disturbare ragazzino?-
-Mi scusi non...ehm...-
-Risparmiami le tue parole e vedi di sparire, mio figlio non ha tempo da perdere con un mascalzone come te!-
-Papà, chi è?-
-Nessuno Brian, torna in camera tua-
-Jimmy! Ma che ci fai qui?-
James non rispose a quella domanda, non lo avrebbe fatto davanti al padre di Brian, si limitò a lanciare uno sguardo supplichevole al suo migliore amico che subito capì che qualcosa non andava, un tuono ruppe il silenzio di quella notte e subito dopo delle goccie di pioggia iniziarono a bagnare l'asfalto. 
-Allora non hai sentito? Ti ho detto di sparire! Muoviti prima che chiami la polizia!-
-Tu non chiamerai proprio nessuno papà-, disse Brian sicuro di se mettendosi accanto al padre.
-Vieni dentro Jimmy, ti prenderai qualcosa se stai lì-, allungò la mano verso Jimmy invitandolo ad entrare e il ragazzo dagli occhi di ghiaccio mosse quei pochi passi per entrare in casa. Si sorrisero prima di venire interrotti da Haner Senior.
-Tu mi disgusti! Credi che ci metterei tanto a sbattervi fuori entrambi?!-
-Non sbatteresti mai fuori casa tuo figlio, hai una reputazione troppo alta per rovinartela-, il padre di Brian alzò la mano destra per poi posarla con violenza contro la guancia di Brian, il colpo era stato così forte che il ragazzo voltò anche il viso di lato, quando ripuntò i suoi occhi color cioccolato contro quelli grigi del padre non fece trapelare nessuna emozione, semplicemente si voltò, prese sottobraccio Jimmy e si avviarono sulle scale.
-Sei una delusione, Brian! Sei una vergogna!-, quelle parole cattive e prive di amore paterno arrivarono come un secondo schiaffo a Brian che si limitò a sbattere la porta della camera con forza, per poi invitare Jimmy a sedersi sul letto e fare come se fosse in camera sua. 
-Mi dispiace Bri, non volevo che...-
-Non è colpa tua, non preoccuparti. Ma dimmi, che ci fai qui?-
-Mio padre mi ha sbattuto fuori casa...non sapevo dove andare e ...-
-Puoi restare fin quando lo vorrai-
-...Grazie-
-Spero non ti scocci dividere il letto, non abbiamo camere per gli ospiti-
-No, Brian, posso anche dormire sul tappeto non c'è bisogno che ti sacrifichi a dormire per me-
-Il letto e da due piazze, sta zitto e sdraiati. Se mi avessi dato fastidio ti avrei lasciato per strada-"

Da quel giorno Jimmy non vide mai più i suoi genitori, smise di studiare per un breve periodo perché era in cerca di un lavoro part-time che gli permettesse di guadagnare qualcosa e, magari, pagarsi un'affitto, iniziò a lavorare ad una lavanderia e quello che guadagnava lo mise da parte, intanto riprese a studiare e nonostante quegli anni furono difficili riuscì a diplomarsi e a prendersi un piccolo appartamento in centro. Sarebbe sempre stato in debito a Brian per averlo aiutato quella notte.

-Eccoci-, Matt fermò la macchina sul vialetto di casa Sullivan, si voltò a guardare la piccola e si addolcì immediatamente nel vederla dormire.

-Dio è bellissima-

-Non sciupare mia figlia Sanders, potresti pentirtene-

-Devo ancora metabolizzare che tu sia diventato padre prima di me, almeno fammi fare i complimenti-

-Dovresti farli a me, non alla bambina-

-Ma tu non hai fatto niente! Ti sei limitato ad una buona scopata senza profilattico!-

-E infatti guarda cosa ne ho ricavato da quella buona scopata!-

-Idiota!-

-Io? Ma se hai iniziato tu!?-, scoppiarono a ridere come dei ragazzini per poi abbracciarsi velocemente, dopo di che Jimmy scese dalla macchina e recuperò la bimba cercando di non svegliarla.

-Anche se c'è la piccola, sapete che la casa è sempre aperta per voi, anche all'improvviso-

-Ovvio Rev, ci vediamo!-

-Salutami Val, ciao Shads!-

Una volta entrato in casa, Jimmy, capì che i ragazzi erano andati a casa sua in quei giorni di sua assenza. Lo capiva dal profumo di lavanda che proveniva da delle candele accese, sicuramente merito delle gemelle, lo capiva dal profumo di pulito e dall'ordine, di sicuro merito di Johnny e Diana, tenendo la bimba in braccio gli venne in mente di non aver pensato a tutte le cose che servivano alla piccola, si diresse in cucina per cercare del latte ma quando vi entrò vide un sacco di oggetti sul tavolo della cucina, biberon, latte in polvere, ciucci, bavaglini, si avvicinò e notò un bigliettino, lo lesse e si fece scappare un sorriso.

"Abbiamo pensato noi a sistemare ogni cosa per la piccola Sevenfold, e ricordi la tua seconda camera per gli ospiti? Beh...l'abbiamo rivoluzionata! Inizia a preoccuparti, nel caso non l'avessi ancora vista, troverai tutto l'occorrente per la bambina. Non manca nulla.
Vi vogliamo bene.
Brian"

Oddio cos'avevano combinato alla camera? 
Leggermente preoccupato Jimmy si diresse quasi correndo in camera, la trovò chiusa e quando la aprì ne rimase stupito. 
Le pareti non erano più bianche, ora presentavano un grazioso color lilla, al centro della stanza c'era un grande tappeto nero con sopra disegnata una chiave di violino argentata, vicino alla finestra, coperta da una tenda viola, c'era una culla mentre a destra della stanza si trovava una piccola libreria affiancata da una poltrona, mentre a sinistra della stanza si trovava un fasciatoio munito di quattro cassetti, Jimmy aprendoli vide che nel primo erano presenti pannolini, salviette e quant'altro, nel secondo tutine e pigiamini, nel terzo vestitini estivi e nell'ultimo dei vestitini più pesanti per l'inverno. James si voltò verso l'intera camera e nella parete vicino alla culla trovò alcune foto, una rappresentava la band al completo nel loro primo concerto, un'altra vedeva ritratti Jimmy con in braccio la bambina, doveva avergliela fatta Johnny mentre lui non guardava dato che era di profilo e si trovavano ancora in ospedale. L'ultima foto ...era la più bell quanto straziante. Ricordava bene quel giorno, erano andati poco fuori città e si ritrovarono tutti in un prato enorme pieno di spighe di grano, non c'era nulla se non il prato, le spighe e un salice piangente. Quella foto la fece Brian e rappresentava Jimmy e Arwen, il ragazzo rideva, non era mai stato bravo a sorridere nelle foto, mentre teneva le mani sul pancione della ragazza che era al settimo mese di gravidanza, Arwen sorrideva radiosa e felice e teneva le mani su quelle di Jimmy, entrambi guardavano l'obbiettivo e nel vedere gli occhi neri della ragazza Jimmy si sentì una morsa ferrea al cuore, passò la mano sul viso di Arwen, immaginando di accarezzarle la guancia come faceva spesso prima di baciarla, sorrise tristemente e venne riportato alla realtà da un lamento da parte della piccola Gwen, si era svegliata e si stava guardando intorno per poi puntare gli occhi in quelli del padre e sorridere felice.
Era assurdo come quella piccola creatura sorridesse in continuazione.
Muovendosi andò a battere la testa contro il petto di Jimmy e il ragazzo sorrise.

-Benvenuta nella tua cameretta Gwen-, la tirò su e poi decise di lasciarla sul tappeto al centro della stanza, la bambina si girò subito a pancia in giu mostrando una forza assurda nelle braccia.
James le si sedette vicino e non fece altro che osservare quella neonata che gli assomigliava così tanto da far paura. La guardava in quegli occhietti visoi e svegli e non poteva far altro che pensare a quanto fossero rari, era l'incastro perfetto dell'amore che c'era tra lui e Arwen.
La piccola iniziò a piangere di punto in bianco, sicuramente per la fame, Jimmy sorrise e in quel sorriso nascose un momento di panico, non sapeva cosa doveva fare, non sapeva se la piccola aveva fame, doveva essere cambiata o semplicemente aveva sonno, un istinto prese il sopravvento sul giovane batterista e fece tutto senza nemmeno accorgersene, semplicemente la prese in braccio e andò in cucina, prese il biberon, un cucchiaino e il latte in polvere, riempì il biberon con l'acqua e poi ci mise il latte in polvere, lo scaldò nel microonde per pochi secondi e lo sbattè con energia, il tutto fatto con una sola mano dato che con l'altra reggeva la bambina mentre continuava a piangere.
Camminò fino al divano dove decise di sedersi e posizionare meglio la bambina per poi portarle il biberon alla bocca, dopo qualche lotta riuscì a farla mangiare e la piccola Gwen si appoggiò al suo petto mettendo una manina sulla sua e chiudendo quei magnifici occhi.

-Ti amerò sempre Gwen...e ogni cosa che sono...e ogni cosa che ho, sarà tua...per sempre-

Quando la piccola finì il latte si addormentò tra le braccia del padre mentre Jimmy, stanco, decise di poggiare il biberon sul tavolino, si sdraiò sul divano facendo piano per non svegliare la sua bambina e si addormentò...con Gwen sul suo petto e le manine chiuse in pugno sulla sua maglietta, mentre le grandi mani del batterista tenevano salda la presa sul corpicino della neonata.

Fu svegliato da una strana sensazione. Come se all'improvviso gli mancasse qualcosa.
Voltò il viso mantenendo gli occhi chiusi e strinse le mani sulla schiena della bambina ma...sentì la stretta sulla sua stessa pelle, aprì di scatto gli occhi e vide di non avere più in braccio la bambina. Preoccupato e disorientato si alzò dal divano notando che la luce della camera della piccola era accesa, la poteva notare dal fondo delle scale, più preoccupato che mai iniziò a percorrere i gradini a passo svelto ma più si avvicinava più il silenzio regnava sovrano. 
Arrivato alla cima e all'inizio del corridoio vide la porta della camera del tutto aperta e accesa c'era solo la piccola aboujur posta, lo sapeva, sulla piccola libreria. Mosse quei pochi passi e arrivò alla soglia della camera, davanti ai suoi occhi si presentò la scena più tenera che avesse mai visto negli ultimi giorni.
Sospirò di sollievo passandosi una mano tra i capelli vedendo la piccola tra le braccia del suo migliore amico.
Brian era seduto sulla poltrona e teneva lo sguardo puntato sulla piccola che dormiva beata tra le sue braccia tatuate, era così preso che non si accorse della presenza di Jimmy fin quando lui stesso non tossicchiò, Brian alzò di scatto lo sguardo sobbalzando e incrociò lo sguardo rilassato del padrone di casa.

-Jim...scusa, io non volevo ma...-

-Sta tranquillo. Solo, la prossima volta svegliami, mi sono spaventato-, seguì una breve pausa in cui Brian ripuntò lo sguardo sulla bambina.

-Cosa ci fai qui?-

-Ho litigato con Michelle...-

-Come mai?-

-...-

-Bri?...-

-Ho...fatto una cosa che...avrei dovuto evitare-

-L'hai tradita?-, chiese allarmato Jimmy, ma l'altro negò con la testa mantenendo lo sguardo basso.

-Hai bevuto troppo?-

Negò ancora.

-Hai invaso la casa dei tuoi, ti sei cannato di nuovo, cosa, cosa hai fatto Elwin?!-, si irritò Jimmy, e Brian sapeva bene che quando lo chiamava con il suo secondo nome erano guai...ma più di quello...aveva paura della sua reazione...
Alzò lo sguardo su James mordendosi nervosamente il labbro e alzandosi, andando a lasciare Gwen nella sua culla e lasciandole un bacio sulla fronte, si voltò verso Jimmy con la faccia di una persona disperata e lo prese per un braccio trascinandolo senza sforzi fuori dalla stanza. Jimmy seguì Brian fino alla cucina dove si sedettero intorno al tavolo.

-Allora?-

Brian non rispose, semplicemente allungò il braccio sinistro e tirò su la manica della maglia fino al gomito, voltò il braccio verso l'alto rivelando a Jimmy dei buchi violacei sulle vene...James semplicemente si sentì morire.

-Dimmi che è uno scherzo...-

Nessuna risposta.

-Brian Elwin Haner Jr...dimmi, per l'amor di Dio, che è un fottutissimo scherzo!-

-James io...-, non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò pressato per terra con Jimmy sopra di lui che lo teneva per il colletto della maglia e lo guardava così arrabbiato che Brian ebbe davvero paura, paura che potesse davvero ucciderlo.

-Dove cazzo hai la testa Brian!? Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere!?-

-Non lo so...-

-Non lo so? Non lo so? Brian che cazzo ti sta prendendo!?-

-I-io non lo so...Jimmy...non...è stato più forte di me e con tutto quello che è successo in questi giorni, la tensione, la tristezza avevo bisogno di staccare-

-Tu avevi bisogno di staccare?! Ho perso la mia ragazza! L'amore della mia vita, lo persa e mi sono ritrovato da solo con una figlia a cui pensare! Mi hanno trapiantato il cuore cazzo! Dimmi per quale cazzo di motivo tu avresti dovuto staccare!-

-Non potrò mai avere figli Jimmy! Ecco perché mi sono drogato, per dimenticarmi le parole che mi sono state dette da quel medico!-, sbottò Brian con le lacrime agli occhi facendo del tutto bloccare Jimmy.

-C-che vuol dire che non potrai mai avere figli?-, gli chiese stranito.

-Sono mesi che io e Michelle ci proviamo...alla fine abbiamo deciso di fare dei controlli entrambi per capire se avessimo qualche problema noi e ...dalle analisi è risultato che il problema sono io...sono sterile...-

-Cazzo...-

-Mi sono drogato perché mi sono sentito un verme, è colpa mia se Michelle non potrà avere figli con me, è colpa mia se non avrà mai la famiglia che tanto desidera ...non sapevo più che fare...-

-Da... quanto lo sai?-

-Da un paio di giorni...-

-Perché non me lo hai detto subito?-

-Non volevo che ti preoccupassi per me...hai già tanto a cui pensare...-, rispose Brian alludendo alla piccola Gwen.

-Brian, sei il mio migliore amico, avrei potuto...-

-No. Non avresti potuto far nulla...non questa volta-

-Michelle come l'ha scoperto?-

-Oggi pomeriggio, dopo che sono uscito dall'ospedale, sono andato da uno spacciatore che gira spesso a pochi isolati dall'ospedale e ho comprato una piccola dose di cocaina...sono arrivato a casa, ero da solo, preparai la roba e me la ignettai...quando Michelle entrò in casa...-

"-Brian...oh mio Dio...ma cos'hai fatto?!-, urlò preoccupata Michelle vedendo il suo ragazzo steso a terra, nel salotto, il respiro irregolare, i brividi che gli scuotevano tutto il corpo, le pupille tremendamente dilatate e un laccetto rosso stretto intorno al braccio...fece scorrere lo sguardo e vide una bustina vuota e una siringa poco distante dal corpo scosso di Brian.
Gli si avvicinò con le lacrime agli occhi e gli prese il viso tra le mani cercando di farlo riprendere.
-Brian, amore, ti prego parlami!-
-M-Mich...?-
-Sono qui! Oddio, sono qui Brian!-
-Perdonami...-, mormorò iniziando a piangere. 
-Brian, ma che dici?-
-È colpa mia...è solo colpa mia...vattene Mich...rifatti una vita...vattene e lasciami morire...-
Michelle non sapeva più cosa fare, sapeva che non era in lui ma non riusciva a vederlo così, fece l'unica cosa che poteva. 
Tirò su il busto di Brian con tutte le sue forze e lo abbracciò forte fino a rompergli le ossa, il ragazzo iniziò a tossire con forza per poi iniziare ad urlare per il dolore che la droga gli stava procurando.
Urlò per mezz'ora fin quando non si addormentò tra le braccia della sua donna.
Quando si svegliò, non riuscì a capacitarsi di quello che aveva appena fatto, cercò di avvicinarsi a Michelle per parlarle e chiarire ma lei, spaventata, indietreggiò e gli urlò contro. Aveva avuto paura di perderlo. 
-Mich...ti prego lasciami spiegare ...-
-Vattene! Esci da questa casa Brian! Non voglio più vederti!-"

-Mi dispiace Brian ...ma la droga non è una via di fuga ...-

-Lo so...ma non sapevo cosa fare ...Dopo esser uscito di casa sono venuto qui, ti ho visto dormire ma la piccola era sveglia, allora lo presa le ho fatto il latte, lo cambiata e poi siamo andati in camera e si è riaddormentata-, ammise Brian ad occhi bassi vergognandosi.
Jimmy non disse nulla, si alzò dal corpo di Brian e lo aiutò a rialzarsi, non fece altro che tirarlo contro di lui e stringerlo forte. Non poteva capire come si sentisse ma sicuramente avrebbe fatto di tutto pur di non farglielo pesare.

-Non fartene una colpa, Bri, ormai ci sono decine di metodi per poter avere figli, troverete una soluzione-

-...ma non saranno mai del tutto miei...-, Brian sospirò e lasciò una pacca sulla spalla a Jimmy per poi separarsi.

-E...c'è un'altra cosa che devi sapere-, disse ancora il chitarrista tirando fuori dalla tasca dei jeans un foglietto ripiegato con cura. Biglietto che poi gli porse con gentilezza e uno strano sguardo.

-Che cos'è?-

-Arwen...mi ha pregato di fartelo avere-, a quelle parole Jimmy sbiancò e dovette sedersi per non cadere a terra.

-La scritta per te...e...c'ero anch'io quando la scrisse-

-Leggila-, disse semplicemente Jimmy con sguardo perso, Brian sospirò e apri con delicatezza il foglio, si sedette accanto a Jimmy e iniziò a leggere.

"Jimmy...
James...
Amore mio, scusa, ma non so bene come iniziare una lettera, non ne ho mai scritte...credo che si possa iniziare con un semplice Amore mio, in caso non si possa beh...io sono io.
Non finirò mai di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, e non troverò mai il modo perfetto per farlo. Mi hai rivoluzionato la vita come una catastrofe naturale e non potrei esserne più felice. 
Mi hai insegnato a vivere la mia vita, mi sei stato accanto, mi hai fatto dannare, mi hai fatto capire cosa vuol dire amare...mi hai fatto così tanto del bene che ora mi sento in colpa di non aver fatto lo stesso per te, o come minimo non averti dato tutto quello che tu hai dato a me.
Ho parlato con il tuo dottore, so tutto. Perdona Brian per quello che è stato costretto a lasciarmi fare ma non sarebbe riuscito a fermarmi. Vedila come un ringraziamento a tutto.
Hai avuto il mio cuore Jimmy, e ora lo avrai per sempre. 
So che farai un ottimo lavoro con la bambina, e so che ce la farai.
Inoltre, Jimmy, voglio che tu vada avanti con la tua vita, voglio che, quando sarai pronto, ti rimetta in gioco, hai tanto da vivere e tanto amore da dare, voglio che tu ti rifaccia una vita, con una nuova compagna di vita e con nostra figlia. Non dimenticarmi mai, amore, e non dimenticare che io ti sarò per sempre vicino. Sarò il tuo angelo, e quando sentirai il vento soffiare cerca di acciuffarlo, perché sarò io che ti starò abbracciando. Ti amo, Jimmy. 
Per sempre tua,
Arwen."

Brian finì di leggere quella lettera e strinse le labbra per poi alzare lo sguardo, Jommy sorrideva, aveva lo sguardo perso nel vuoto e sorrideva come se fosse stato Natale.

-Ti amo anch'io piccola-, sussurrò, come se si stesse riferendo ad Arwen, Brian capì e si limitò a sorridere felice per il suo migliore amico.

-Vieni Brian, ti sistemo la camera-

-No, non ce ne bisogno, posso dormire in macchina-

-Non dire cazzate. La casa è grande e non mi da fastidio averti per casa. Basta che mi prometti una cosa...-

-Quello che vuoi-

-La prossima volta che penserai di drogarti, riflettici bene, hai troppo da perdere e non ne vale la pena. Ma se vuoi, per una bevuta con i contro cazzi, ci sarò sempre!-

-Sei ...unico fratello-

-Lo so, dai giura-

-Giuro che non mi drogherò mai più, che la mia chitarra si infiammi durante rovinandomi a vita, se dico il falso!-

-Bene, e ora a nanna-

E Brian mantenne quella promessa. 
 

***

SETTEMBRE

Il campanello di casa suonò rimbombando per tutta la casa, quando Jimmy aprì la porta di casa si ritrovò davanti i suoi migliori amici, sorridenti come al solito.

-Jimbo!-

-Shads!-

-Dai levati bestia, facci entrare che fa troppo caldo!-

-Sempre il solito delicato del cazzo, eh Gates?-

-Mi pare ovvio, Rev-, il padrone di casa fece entrare tutti per poi richiudere la porta di casa alle sue spalle, erano i primi mesi di Settembre, ma nonostante questo il tempo non era esattamente fresco, com'era tipico in California. 
Si diressero tutti in salotto come da manuale quando un urlo acuto e per niente normale rimbombò per tutta la sala, i ragazzi si voltarono allarmati verso Brian e lo videro mentre correva con le braccia protese in avanti fino ad arrivare a Gwen.

-Da quando sei così tanto checca, Brian?-, chiese Matt iniziando a ridere come un pazzo.

-Checca isterica, ti correggo!-, rise Zacky piegandosi in due.

-Ma chi è la preferita di zio Brian? Chi è? Ma certo che sei tu!-, parlò Brian con una voce assurda facendo ridere la bambina, mentre la prendeva in braccio e poi lanciarla in alto e riprenderla, cosa che fece per vari minuti fin quando Jimmy non lo fermò.

-Smetti di lanciare mia figlia, o il prossimo che farà un bel volo sarai proprio tu-

-E dai Jimmy, guarda come ride! Avanti Gwen, di a papà di lasciarti in pace-, la piccola non la smise nemmeno per un secondo di ridere mentre allargava le braccia e si stringeva al collo di Brian andando a nascondere la testa sul suo petto.

-L'amore dello zio-

-Ti rincoglionisci troppo con i bambini...-, disse Johnny sorridente.

-Non con tutti, con te non faccio così-, Johnny gli rispose alzando il dito medio suscitando le risate di tutti gli altri.

Era un giorno di prove, avevano deciso di fare una pausa per qualche mese per permettere a Jimmy di abituarsi ad avere una marmocchia per casa e il batterista aveva passato quei lunghi mesi a prendersi cura della figlia, per qualche settimana, soprattutto nei primi mesi, non aveva chiuso occhio perché la piccola piangeva e non voleva saperne di addormentarsi, per questo delle volte Matt o, più probabilmente, Brian andavano da lui e lo aiutavano, per molto tempo Brian si era praticamente trasferito da Jimmy e lo aiutava in tutti i modi con la bambina, aveva di certo più manualità nell'accudire un neonato dato che aveva badato a sua sorella Mckenna dal primo giorno fino ai suoi dieci anni...e ora che ne aveva diciotto la cosa non era troppo cambiata. 
Nonostante tutto James se la cavò al meglio e presto capì ogni cosa che doveva sapere riguardo i bambini. Certo era strano, per lui che non aveva mai voluto troppe responsabilità, e alla fine era stato il primo della band ad avere una figlia. Destino? Forse...
Ma ora era tempo di andare avanti con la band, quella sera avrebbero avuto il concerto a Long Beach e doveva essere tutto perfetto.

-E dove sistemerai la piccola stasera?-, chiese Matt con in braccio Gwen che si divertiva a mettere le dita nelle fossette del cantante.

-Ci penseranno le gemelle, non vedevano l'ora di passare del tempo con lei-

-Bene, allora, tutti pronti?-

-Pronti!-, urlarono in coro.

-Let's rock!-, screamò Matt sul microfono mentre la piccola Gwen lo guardava stranita.
 

QUELLA SERA.
LONG BEACH.
 

La folla di fans che urlava i loro nomi, l'adrenalina, la tensione, il cuore che batteva a mille.
Gli era mancato tutto quello ai ragazzi, erano pronti e carichi a spaccare e lo avrebbero fatto in grande stile, la scaletta era perfetta, a detta di Larry, il loro manager, e nulla sarebbe potuto andare storto.
Mancavano pochi secondi e poi sarebbero usciti allo scoperto.

-Jimmy...-

-Dimmi, Bri?-

-...grazie-

-Per cosa?-

-Grazie e basta-

-Mi manchi-

-Mi manchi anche tu-, Brian si sporse per lasciare un bacio sulla tempia di Jimmy mentre il ragazzo iniziò a ridere di gusto e insieme si avviarono alla scaletta posta lateralmente al palco. 
Un abbraccio di gruppo. 
Un urlo di incoraggiamento.
E fu il delirio.

-Long Beach!-, urlò Matt al microfono mettendosi al suo posto al centro del palco.

-Voglio vedervi impazzire!-, screamò per poi partire con "Critical Acclaim".

Passò un'ora intensa e piena di felicità da parte della band e dei fans. A fine concerto Matt si riposizionò al centro del palco schiarendosi poi la voce.

-Bene, ed ora cambiamo tonalità. Questa canzone, parla di un amore non corrisposto ma che si rivelerà il più grande mai visto in vita e ...oltre alla morte. Chi ha capito urlì!-

In risposta a quelle parole ogni singola persona iniziò ad urlare, mentre Matt scrutava con i suoi occhi smeraldini le prime file. Quando trovò ciò che stava cercando continuò a parlare.

-Vogliamo coinvolgervi con questa meravigliosa creazione del nostro batterista, The Rev, e vogliamo farlo come si deve. Chi vuole salire sul palco a cantare?-, altre urla e braccia che richiamavano l'attenzione si alzarono verso il cielo ma Matt aveva già le idee chiare, si avvicinò a bordo palco e aiutò la sicurezza a far salire una ragazza sul palco.
La ragazza in questione aveva più o meno la loro stessa età. Occhi neri, capelli tinti di azzurro, jeans neri strappati un po' ovunque, una canotta della band, i guanti senza dita alle mani e una collanina raffigurante il Deathbat.
Matt non avrebbe potuto scegliere di meglio.

-Bene, ti chiami?-

-Amy-, disse timidamente la ragazza, Matt le diede una pacca sulla spalla incoraggiandola e iniziò subito dopo la canzone.

Era il suo turno, di solito quel duetto spettava a Jimmy, avevano deciso di lasciare a lui quel pezzo così tanto significativo. E nel sentire la voce candida della ragazza che duettava con lui alla perfezione gli venne un brivido.
Quando la canzone finì Brian fermò la ragazza, che stava già per scendere dal palco, la prese per mano e la condusse da dei tecnici dicendo di portarla nel backstage.
Il concerto finì in bellezza, non per niente si chiamavano Avenged Sevenfold.
Corsero nel backstage dopo aver lanciato qualche plettro firmato e le bacchette della batteria, anch'esse firmate.

-Cazzo è stato perfetto!-, urlò Johnny abbracciando Jimmy.

-Si cazzo, abbiamo spaccato!-, confermò Zacky.

I loro festeggiamenti vennero fermati dalla giovane ragazza che aveva cantato con loro A Little Piece of Heaven, in imbarazzo si avvicinò ai ragazzi non riuscendo a credere di essere davanti ai suoi idoli e si schiarì la voce per attirare la loro attenzione.

-Siete...stati meravigliosi..-

-Grazie...Amy, giusto?-, chiese Zacky ricevendo in risposta un gran sorriso.

-E da tanto che ci segui?-, chiese curioso Brian.

-Si, da quando avete pubblicato il primo album-

-Grandiosa, quanti anni hai?-

-Ventotto-

-Beh, l'età è questa alla fine-, ridacchiò Johnny, ma notò che l'attenzione della ragazza era totalmente rivolta alle sue spalle, Johnny si voltò e vide Jimmy mentre guardava curioso quella ragazza.
Brian, illuminato da un fulmine, diede una spintarella a Jimmy facendolo andare avanti di qualche passo.
Il batterista si voltò verso il suo migliore amico incenerendolo con lo sguardo ma l'altro sorrise beffardo, Jimmy notò in quegli occhi nocciola una strana scintilla, non ci fece troppo caso e tornò a guardare la ragazza che aveva davanti. 
Sembrava così tanto piccola da ricordarle la prima volta in cui vide Arwen, ma c'era qualcosa di diverso, in confronto al suo grande amore questa ragazza era timida e arrossiva in continuazione. Jimmy la studiò dalla testa ai piedi e le porse la mano destra.

-Piacere di conoscerti, Amy-

-È un onore The Rev-

-Chiamami solo Jimmy-

E fu un attimo. Le loro mani si strinsero e sentirono una scossa piacevole entrambi.
Un pensiero balenò la mente di Jimmy e non poté fare a meno di pensare che fosse la verità.
Era arrivato il momento di ricominciare?
Solo il tempo lo avrebbe potuto dire... ma lui aveva tutto il tempo del mondo.

The end ~
 

SPAZIO AUTRICE

Ebbene si, è finita! Spero di avervi lanciato un messaggio ben preciso con questa storia ovvero che non si deve mai avere paura di amare e di vivere. Questa vita può essere difficile ma se ci impegniamo al massimo riusciremo a lasciare una traccia, un ricordo indelebile del nostro passaggio.
Jimmy meritava una seconda chance, una seconda possibilità di vivere. Non so se c'è un'aldilà dopo la morte, ma l'idea mi consola e pensare che in una prossima vita Jimmy possa avere più tempo, mi fa semplicemente sorridere, magari potrebbe averla proprio con i suoi storici compagni di band ...ma non possiamo saperlo.
Non abbiate mai paura di ricominciare. La vita è troppo breve per vivere nei rimorsi e nel passato, per vivere nella paura...andate avanti e date quello che vi dice il cuore, non fermatevi alla mente.
Fatemi sapere le vostre opinioni su questa fanfiction, sapete che amo i vostri commenti e sapere come l'avete trovata quindi, non siate timidi, fatevi avanti! 
Vi premetto che a breve uscirà una nuova fanfiction che mi gira da un po' in testa, ed uscirà molto presto!
Un grande abbraccio, dalla vostra...

~Heaven

 

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