Kaito Kid e la Phantom Lady

di Virgola4869
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La nuova Phantom Lady ***
Capitolo 3: *** Il gioco delle biglie ***
Capitolo 4: *** Di chi mi fido veramente ***
Capitolo 5: *** Presentimenti materni ***
Capitolo 6: *** Koizumi o Kuroba? ***
Capitolo 7: *** Il passato che riaffiora ***
Capitolo 8: *** Lo sfogo di Aoko ***
Capitolo 9: *** La scelta delle coppie ***
Capitolo 10: *** Un dolce errore ***
Capitolo 11: *** Le conseguenze delle proprie azioni ***
Capitolo 12: *** Loro... ***
Capitolo 13: *** Strega ieri, strega domani ***
Capitolo 14: *** Il primo bacio ***
Capitolo 15: *** Un furto da crocifiggersi ***
Capitolo 16: *** La pazzia di Ofelia ***
Capitolo 17: *** L'ultima volta mia Lady ***
Capitolo 18: *** Il nostro Giuda ***
Capitolo 19: *** Non riconoscersi più ***
Capitolo 20: *** Verità a galla ***
Capitolo 21: *** Ora e per sempre (+Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Kaito Kuroba era un diciassettenne pieno di spirito, non perdeva occasione di fare scherzi alle povere studentesse (badate bene tutte di sesso femminile) che gli capitavano sotto mano. Ma lui era più di un semplice sbruffoncello delle superiori, lui era il Lupin del terzo millennio, lui era Kaito Kid.

La sua migliore amica era Aoko Nakamori, una ragazza molto infantile, con i capelli lunghi e castani che non stavano mai al loro posto. Avrebbe da sempre voluto raccontarle la verità sul suo alter-ego che di notte dava spettacolo a tutta la città, ma a fermarlo era il fatto che il padre della studentessa fosse colui che da anni dava la caccia a Kid.

Quel giorno Aoko era andata a scuola da sola, anziché fare la solita strada con il suo caro amico. Le viuzze erano affollate da persone di tutte le età. I vecchi per il freddo si erano coperti fin sopra i capelli, i ragazzi invece pativano quel clima, poiché costretti ad indossare soltanto la divisa scolastica. La giovane starnutì e si dovette fermare per soffiarsi il naso. Il suo sguardo cadde su una vetrina di un negozio di elettronica, dove erano posizionate delle televisioni che trasmettevano tutte la notizia della sconfitta che il padre aveva subita il giorno prima.

Kaito Kid è scappato un'altra volta, ma questa volta non ha restituito la pietra. Ultimamente molte sono le supposizioni sulla sua vera identità, ma l'unico chiodo fisso è il suo legame con la Phantom Lady, una ladra parigina...”

“Quello lì è solo uno spaccone!” pensò Aoko.

...ritiratasi proprio durante la prima apparizione del mago, si pensa possa essere stata fatta fuori da qualcuno e che forse Kid la voglia vendicare rubando pietre preziose.”

“La Phantom Lady? Scomparsa... vera identità di Kid... scopo di Kid... tutto questo potrebbe essere molto utile... oddio farò tardi a scuola!”

Aoko corse via da quel posto gremito di gente e prese una decisione che avrebbe avuto risvolti inaspettati. E l'avrebbe condotta alla fine di Kaito Kid.

Nota d'autrice: Domani comincia l'azione con il primo capitolo!

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Capitolo 2
*** La nuova Phantom Lady ***


Capitolo 1

La nuova Phantom Lady

- KID!
Appena entrata in casa Aoko notò un biglietto fra le mani del padre. Kid aveva preso di mira il Blue Fire, un diamante di valore inestimabile. Stranamente l'aveva fatto il giorno dopo aver rubato il Green Days. La ragazza guardò il padre, poi prese dalla sua tasca il biglietto che aveva realizzato durante l'ora di inglese, che le sembrava non finisse mai. Era solo un pezzo di carta plastificato, grande 10x5, con scritti sopra lettere dell'alfabeto latino. C'erano disegnate delle bende (a qualcosa era servita l'ora di arte), un fiocco e una stella, aveva cercato di renderlo il più diverso possibile da quello di Kid. Sul retro aveva messo la sua firma.
- Era nella cassetta della posta...- disse porgendolo al padre.
- C-cosa?


- Jii-chan, vieni, stanno per dare la notizia!
L'aspirante mago chiamò il suo fedele servitore. Un tempo quell'uomo, che ora era vecchio e aveva barba e capelli bianco-grigi, era stato il fedele assistente di suo padre, che sarebbe morto pur di proteggere la loro famiglia; non che ora fosse cambiato qualcosa, ma si sentiva terribilmente incolpa per aver svelato a Kaito la vera identità di suo padre, ed averlo fatto diventare il mago del chiar di luna. Adesso, davanti alla tv posizionata nella sua sala da biliardo stavano entrambi per sorseggiare un bicchiere di tè aspettando della notizia che presto avrebbero trasmesso.
Kaito Kid ha annunciato il furto del Blue Fire, ma c'è una notizia ancora più importante...”
Entrambe le tazzine da tè si rovesciarono macchiando il telo da biliardo dove erano riposti i gadget di Kid, la pistola spara carte andò in tilt e la cartina dell'edificio divenne inutilizzabile.
“Oggi non ne va bene una!” pensò il ragazzo.


- Manca mezz'ora all'arrivo di Kid, tutti in postazione!
Nakamori era molto nervoso, aveva preso tutte le precauzioni possibili, già si aspettava spettacoli pirotecnici per distrarlo, palline da cui esce gas soporifero, una bufera di neve in cui i suoi uomini non sarebbero più riusciti a muoversi... Forse ora esagerava un po'.
La teca con il diamante era esposta su un tetto, però Kid non avrebe potuto usare il deltaplano, perché era circondato da edifici molto più alti.
Kid si era travestito da poliziotto, ma anche in lui l'inquietudine si faceva sentire. Sperava con tutto il cuore che fosse uno scherzo della madre o un altro dei suoi tentativi per fargli smettere di rubare; chiamandola per video chat aveva constatato che si trovava come sempre a Los Angeles e non su qualche volo aereo diretto a Tokio.
La porta che dava sul tetto sbatté e fece sussultare tutti, fortunatamente ne uscì solo Aoko.
“ È solo Aoko...” pensarono ladro e ispettore “...Aoko?”
- Aoko cosa ci fai qui?
La ragazza da dietro la schiena fece spuntare un cestino da pic-nic, poi la sua attenzione si spostò sulla pietra. Mollò il cestino al padre e si avvicinò al Blue Fire.
- Papà, non è che posso prenderlo un attimo?
- Prima mi servirebbe una piccola precauzione...
L'ispettore prese fra le mani il volto della figlia e glielo tirò con una forza notevole.
- Ahio!
La ragazza si massaggiò la guancia, poi prese il diamante che il padre le stava porgendo. Un gesto veloce ed ecco che, come nei trucchi di magia che usava Kid, il Blue Fire era stato sostituito.
- Grazie babbo!
La liceale stampò sulla guancia del padre un bacio e si avviò verso l'uscita, non prima di aver restituito la pietra (falsa).
Kaito non perse occasione: il diamante era fuori dalla teca, sarebbe stato un gioco da ragazzi.
- Ladies and gentlemen!
I poliziotti furono presi dal panico e nella confusione il mago si smascherò e rubò il diamante che aveva in mano l'ispettore, poi si arrampicò sul tetto dell'edificio accanto, da cui tutti gli agenti gli sembravano formiche.
- Kid!!!!
- Ispettore, lei mi sorprende sempre, non immaginavo avrebbe esposto un falso.
- Ma quale falso!
Il ladro parve sorpreso, insomma l'ispettore sembrava veramente sincero nel dirgli che non era una riproduzione, ma allora...
Dallo stesso tetto su cui si era appostato emerse una risata.
- Che ridere, sembrate il gatto e il topo!
La voce era chiaramente femminile, ma aveva qualcosa di familiare. La figura emerse dal buio, aveva in viso delle bende che servivano a celare la sua vera identità; sotto di queste aveva posto una parrucca bionda. Il corpo invece era delineato da una tuta moooolto aderente scarlatta.
- La PHANTOM LADY!
- Perché siete così sorpresi, non avevo mandato un annuncio?

“No, questa non è decisamente la mamma, ma chi diavolo si crede di essere?” pensò Kaito, ma ad alta voce preferì non fare parola. La ragazza, però, se ne accorse e gli mostrò uno splendido sorriso.

- So di non essere l'originale, ma ho rubato il gioiello sotto gli occhi di tutti voi.
Da una tasca della tuta prese il Blue Fire, ci giocò un po', poi lo lanciò a Kid.
- Tieni, te la regalo.
Attraversata dai raggi della luna il diamante emise una luce blu, che sembrava quasi una fiamma: blu, non rossa, neanche quella era Pandora...
- Diciamo che non è la pietra che cercavo.- il ladro lanciò la pietra sul tetto sottostante- Se la tenga ispettore mi raccomando!
Con maestria fece esplodere un fumogeno, prese il braccio della Lady e insieme scomparirono nell'oscurità.


Il deltaplano di Kid era stato pensato per portare solo una persona, di conseguenza dovette prendere in braccio la ladra per poterlo utilizzare.
“ Ora capisco perché lo chiamano il mago dalle ali d'argento” pensò la Lady.
In effetti quel suo gadget lo faceva sembrare un angelo con le ali. Il ladro, che era pur sempre un liceale diciassettenne, arrossì di botto sentendo lo sguardo sognante che gli era stato rivolto. Eppure non gli era mai successo! Quando Sonoko Suzuki davanti a lui elogiava Kid, o quando Akako tentava di baciarlo, non era mai arrossito! Decise di di planare un po' e di atterrare in qualche vecchia fabbrica abbandonata vicino al porto, o presto con tutti quei pensieri in testa sarebbero andati a sbattere contro qualche grattacielo.
Il cantiere che aveva scelto era diroccato, ma al secondo piano c'era una stanza, che originariamente doveva essere stata pensata come ufficio, che era molto confortevole e adatta a una chiacchierata. Sul lato opposto dell'entrata c'era un'enorme finestra dalla quale si prendeva la connessione per navigare su internet. Con qualche ritocco sarebbe diventato un perfetto rifugio.
- Chi sei?- chiese lei a bruciapelo.
- E perché dovrei dirtelo?
- Tutti sanno che la Lady sa l'identità di Kid!
- Quella vera la sa.
- Però potremmo comunque collaborare, scommetto che neanche sai il trucco con cui ho rubato il diamante.
- Se tu mi aiuterai fino a perseguire il mio scopo... io ti svelerò la mia identità!
In effetti era proprio quello che lei voleva. Ma come l'avrebbe aiutato? Non era brava nei furti, aveva solo avuto fortuna quella volta. Era ora di cominciare la parte 2 del suo piano: sedurre (o almeno tentare) Kid. Infatti se il ruolo di Kid era quello del ladro gentiluomo, il suo era quello della femme fatale. Lei doveva essere attraente, tentatrice, tutto quello che nella realtà non era...
Kaito, d'altro canto, era abituato alle avance di Akako e di tutte le sue fan e comprese subito le sue intenzioni.
- Per discutere del prossimo furto vediamoci domani qui alle 4, così ti svelerò i miei trucchi.
La ragazza non ebbe modo di obiettare, poiché Kid era già uscito dalla finestra, mentre lei dovette andare a piedi.


Casa Nakamori era vuota, l'ispettore era andato a bere al pub con i colleghi. Dalla finestra della camera di Aoko entravano degli spifferi di vento. Tutto ad un tratto questa si aprì e ne emerse una ragazza con delle bende in faccia. Questa si sedette sulla toeletta davanti allo specchio e cominciò a togliersele.
“ Anche se questo non era previsto...”
Una benda dopo l'altra finiva per terra.
“ … Non vedo l'ora che sia domani...”
Un viso si intravide nello specchio, mentre la parrucca bionda cadeva per terra.
“ … Papà, spero tu mi possa perdonare...”
Dei capelli castani si sciolsero sulle sue spalle.
“ … Ma riuscirò a scoprire la sua vera identità!”
Ormai tutte le fasciature erano tolte e il viso della ladra appariva nitido: era il viso di Aoko Nakamori.

Nota d'autrice:

E il primo capitolo è andato...

Spero vi piaccia la mia idea di far diventare Aoko una ladra, ma Kaito che arrossisce si è mai visto?

Alcune cose che scriverò sono riferite anche ad avvenimenti successi nella serie televisiva Magic Kaito 1412 trasmessa in Giappone l'anno scorso.

Fra i personaggi della storia volevo aggiungere Chikage, però nella lista non c'è, ho scoperto però che sotto ciao.../accaunt/logout c'è aggiungi personaggi e con 20 voti il personaggio verrà aggiunto alla lista, quindi per favore votatela!!!!

Spoilero che nel prossimo capitolo andrò un po' fuori traccia verso la fine, il titolo è:

Il gioco delle biglie

Diciamo che molti capitoli ce li ho già scritti, però li devo ritoccare, quindi per adesso sarò abbastanza veloce, credo che ne publicherò due a settimana.
Ringrazio Ran Mouri 2 e Shinichi00 che dopo solo il prologo hanno inserito la mia storia fra le preferite. Ringrazio anche Martini02 e StellinA003 e ASL KH LL per aver commentato.

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Capitolo 3
*** Il gioco delle biglie ***


Capitolo 2

Il gioco delle biglie

 

Era una fredda mattina e gli studenti dell'Ekoda high school anziché sostare nell'ampio cortile, com'era di consuetudine fare, si riversavano nelle aule per scaldarsi con il tepore che emanavano i termosifoni. Nella classe di Kaito l'argomento del giorno era il ritorno della Phantom Lady: c'era chi fantasticava sulla sua identità, chi era gelosa della bellezza della ladra e chi, come Kaito, se ne stava in disparte a leggere tutte le notizie sul furto, senza saltarne neanche una.
- Hai sentito la notizia?
Kaito sobbalzò e si trovò il volto raggiante della sua migliore amica a pochi centimetri di distanza. Logicamente arrossì e si ritrovò a balbettare.
“ Ma Kaito, insomma! Due volte in meno di 24 ore, riprenditi!”
- Anche se non volessi ne parlano tutti, ma perché sprizzi felicità da tutti i pori?
La liceale si sedette al suo posto e si passò una mano tra i capelli rivolgendo all'amico uno sfavillante sorriso.
- La Phantom Lady mi sta simpatica, tutto qui.
L'insegnante entrò in classe e batté la mano sulla cattedra per catturare l'attenzione di tutti. Da dietro di lei apparve una ragazza con i capelli mori. Spostò il suo sguardo su tutti i ragazzi, si soffermò su Aoko, alla quale rivolse un ghigno, per poi osservare Kaito e tramutare la sua espressione in un sorriso.
- Ragazzi vi presento una vostra nuova compagna: Rosannah Veyrid! Se vuoi ci sono due posti liberi, quello vicino ad Hakuba o...
La ragazza non prese ordini dalla professoressa e si sedette vicino al ragazzo dai capelli corvini e gli occhi azzurri, che le si era presentato come Kaito Kuroba. La lezione continuò calma, con tutti gli studenti che continuavano a fissare i movimenti della nuova arrivata, Rosannah era proprio sexy. La campanella suonò la fine delle lezioni e tutti gli studenti si riversarono sul banco della nuova arrivata.
- Da dove vieni?
- Sei fidanzata?
- Che strano nome che hai!
La ragazza si alzò dalla sedia e si mise a sedere sopra il banco, poi accavallò gambe provocando molti sguardi perversi dei ragazzi, l'unico che non sembrava interessato era Kaito, che le andò vicino senza darle particolare attenzione, ma lei gli rivolse un occhiolino e gli sussurrò all'orecchio.
- Sei fidanzato per caso?
Il ragazzo arrossì e dissentì. Dal nome e dall'accento doveva essere per forza americana, però aveva dei lineamenti giapponesi che la rendevano molto intrigante.
Intanto i compagni avevano assistito alla scena e li stavano canzonando.
- Veyrid e Kuroba! Veyrid e Kuroba!
- No, ragazzi...- li fermò la ragazza mora e per un attimo Kaito la benedì , poi però sorrise maliziosamente- Il mio cognome si pronuncia Veraid!!!
I compagni ricominciarono a canzonarli e Aoko, che era stata contenta dell'arrivo della nuova arrivata fino a quel momento, si sentì le guance infiammarsi e dalle orecchie uscire fumo, sbatté un pugno sul banco e attirò l'attenzione di tutti.
- Attento Kuroba, che Nakamori è gelosa!
La liceale non aspettò altro e uscì dalla classe. Kaito stette per rincorrerla, ma una stretta sulla spalla lo fermò. Era un ragazzo biondo, che lo superò e gli rivolse uno sguardo rassicurante.
- Vado io.
- Grazie Hakuba!

 



- Aoko aspetta!
- Saguru, lasciami stare!
Il ragazzo biondo sospirò e continuò a correre fino a che lei esausta si fermò. Le offrì un po' dell'acqua che aveva in cartella con sé e le scompigliò un po' i capelli.
- Non devi essere gelosa di quella, tu e Kaito avete un legame troppo forte per essere rotto così facilmente! In più voi due siete fortunati, siete una coppia che fin d...
- IO E KAITO NON STIAMO INSIEME, LUI PUÒ FARE QUELLO CHE GLI PARE, OK?
Saguru restò a bocca aperta, doveva essere molto stressata per rispondergli così. Decise di lasciare l'argomento gelosia e parlare un po' di sé.
- Sai, a me piace tanto Akako, ma lei non mi si fila, per me è molto doloroso, sai? A lei piace Kaito... per fortuna che oggi non era in classe, altrimenti a quella Veyrid gliene avrebbe fatto passare di tutti i colori.
Entrambi risero di gusto, non avevano mai parlato insieme di questioni personali. Saguru, infatti, ogni qual volta le rivolgesse parola, tirava sempre fuori l'argomento Kid. Quel giorno non fece eccezione.
- Cosa ne pensi della Phantom Lady, per te è la fidanzata di Kid?
- NO!!!... c-cioè... n-non c-credo...s-si è fatto tardi, devo andare...


- Allora, cosa ne pensi?
La donna alzò le spalle e inspirò una boccata di fumo emessa dal suo interlocutore.
- È troppo presto per poter giudicare.
Si accese una sigaretta anche lei e fece finta di essere disinteressata all'argomento.
- La tua opinione per adesso è...
- Sì, si somigliano, ma non è lui!
Non l'aveva convinto, si vedeva, ma che poteva fare altrimenti?
- Continua il tuo lavoro, dobbiamo essere sicuri.
- Forse scoprirò di più andando da lei.


Aoko si preparò per l'incontro delle 4 con Kid. Voleva un veicolo con cui potesse facilmente andarci, ma che non facesse scoprire a nessuno la sua vera identità. Una bicicletta andava più che bene, ma la sua era rotta e facilmente riconoscibile. Forse inventandosi una scusa avrebbe dovuto chiedere consiglio a Kaito? No, con lui ci aveva litigato e non intendeva parlargli. Per fargli un dispetto avrebbe potuto usare la sua di bicicletta, però era troppo da maschio. Alla fine optò per andare nel garage del vicino di casa e farsi venire l'ispirazione.
Il posto profumava di gelsomino, c'erano piante esotiche ad ogni angolo. C'era parcheggiata la macchina di Jii e vicino a questa era chiusa un'altra saracinesca. Da piccola le piaceva fantasticare su cosa ci fosse al di là di questa, ma ogni volta che tentavano di avvicinarsi suonava un allarme e se provava a toccarla si prendeva una piccola scossa. Sulla parete opposta invece era posizionato un tastierino tutto decorato con dei fiori, con scritto sopra PL, a cui non aveva mai dato importanza.
PL...
Pl...
P...L...
Phantom Lady!!!!!
Di sicuro era una coincidenza che quelle fossero le iniziali, anche perché non le aveva mai notate, forse la sua era solo soggezione... o forse no?
D'altronde cosa ci poteva fare un tastierino con scritto il nome di una ladra parigina nel garage del suo vicino di casa? E poi, se pure fosse stato quello il significato delle iniziali, sul tastierino c'erano dei numeri, non delle lettere! Forse ogni lettera andava abbinata a un numero, secondo il posto che aveva nell'alfabeto. Tentò, ma il codice era errato, così stette per rinunciare...
Nell'alfabeto francese la j e la k erano raramente usate, forse andavano saltate quando si contava?
Credeva di avere la soluzione in pugno, ma anche quel codice era sbagliato.
Uffa...
Un messaggio del padre le arrivò al cellulare; le diceva che nel pomeriggio sarebbe andato in questura e sarebbe tornato tardi.
Cellulare...
Tasti...
Un'idea le balenò nella mente, ecco qual'era il codice!
Cominciò a digitare i numeri: 74268665239.
Sui cellulari ogni numero equivaleva a 3\4 lettere.
Scattò un meccanismo segreto e Aoko si ritrovò davanti una bellissima Ducati nera. Aveva perfino il navigatore, nonostante fosse vecchia.

Flashback

Kaito le aveva appena dato la brutta notizia: sua madre, aveva deciso di andare a vivere a Los Angeles e lasciarlo da solo a Tokyo, per di più all'età di soli 13 anni! Aoko era andata subito da Chikage e le aveva chiesto il perché.

- Vedi, tutti hanno bisogno di essere prematuri, chi in un modo, chi in un altro: Kaito deve imparare a cavarsela da solo. Nel tuo caso, Aoko cara, io so che tu sarai una grande motociclista, quindi vieni che ti insegno.

La donna aveva preso in braccio la ragazzina e le aveva spiegato ogni singolo comando della sua bellissima Ducati, gliela aveva perfino lasciata guidare.

Il giorno dopo la donna era partita e della moto non ce n'era stata più traccia.

 

“ Ecco dov'era finita! Pensavo l'avesse portata con sé in America”
Aoko, non stette più di un minuto a pensare al perché di quella password, indossò subito la tuta da motociclista della Phantom Lady, si mise la parrucca bionda ( le bende, meglio di no, avrebbero dato troppo nell'occhio) e partì a tutta birra col suo nuovo veicolo. D'altronde finché Chikage non l'avrebbe rivendicata lei era l'unica capace di guidarla, di conseguenza poteva considerarsi sua.
Nella fretta non si accorse che un'ombra misteriosa aveva appena chiuso il passaggio segreto e emesso un riso maligno.



- Allora, stavo pensando di insegnarti il trucco delle colombe.
Oggi Aoko aveva soperto una cosa: niente convenevoli con Kid, al contrario di come appariva al pubblico, andava subito al dunque. La ragazza avrebbe dovuto imparare dal suo nuovo sensei dei trucchi che avrebbero facilitato ad entrambi i furti.
Kid le spiegò ogni singola mossa da fare, ma lei continuava a guardarlo con gli occhi a forma di punto interrogativo. Il mago dovette sospirare e incitarla a provare.
- Ok, ma io da dove le faccio uscire le colombe?
Lo sguardo del ragazzo tramutò: da ladro gentiluomo e cortese a liceale che aveva una ragazza promettente davanti. Sì, il suo era uno sguardo da Kaito Kuroba.
Aoko avvampò, conosceva quegli sguardi pieni di malizia e non le piacevano affatto!
- Dalla scollatura NO!
- E dai, lo sai come dice il proverbio: se hai le olive fai l'olio, no?
- Non l'ho mai sentito.
Alla fine la giovane cedette e prese delle colombe. Girò su sé stessa e queste scomparirono. Ora arrivava la parte più difficile, farle riapparire. Kid le ririvolse un'occhiata e lei si fece coraggio: se voleva la guerra e guerra sia!
Si avvicinò lentamente al ragazzo ancheggiando, lui fece per chiedergli cosa volesse fare, ma lei lo zittì mettendogli l'indice sopra le labbra. Kaito tentò di non far vedere il rossore sulle guance, poi lei cominciò il suo conto alla rovescia.
- Tre... due... uno...
Data la vicinanza fra i due quando le colombe uscirono dalla tuta della ladra andarono tutte addosso a Kaito. Aoko scoppiò a ridere, ma quando uscì l'ultima colomba si sentì tirare una manica della tuta e si ritrovò stesa a terra sopra di Kid. Ora erano entrambi stesi sul pavimento, uno sopra l'altro.
I loro visi erano così vicini che quasi si toccavano, mentre i loro corpi si erano incastrati in una posizione molto sconveniente e imbarazzante. Kaito si disse di stare calmo e di incitarla ad alzarsi.
“ Ma voglio davvero che si stacchi da me?” La risposta era chiara, e a quel pensiero avvampò...
Si stava innamorando della Lady?
Aoko aveva letteralmente preso fuoco, si sentiva le gambe molli e non riusciva fare nessun movimento. La sua missione era sedurre Kid, ma non essere sedotta a sua volta.
“ Questo è il ladro che prende in giro tuo padre da anni!” si ripeté in testa “ Lui lo odia, e anche tu, quindi ora alzati e scopri la sua identità!”
Il cellulare di Kaito squillò ed entrambi furono risvegliati da quel brutto sogno.
- Ehm...io... i-insomma d-dovrei rispondere...
- M-ma certo!
Si staccarono e il mago si avviò verso quel maledettissimo aggeggio che li aveva interrotti, ma una volta preso in mano questo smise di squillare.
“ Chissà chi era?”
Un lampo di genio gli venne guardando il retro del telefono dove era posizionata la sim, quindi la prese e la diede alla Lady.
- Dobbiamo tenerci in contatto in qualche modo non credi?- vedendo poi il rossore sulle guance della ragazza si affrettò ad aggiungere- N-nel s-senso... per i furti!
- M-ma certo, per i furti!
Si diedero entrambi le spalle per nascondere l'imbarazzo, poi lui si diresse verso la porta.
- C'è qualche cosa in particolare che vuoi usare per questi furti?
- Le biglie!


Era un giovedì mattina molto promettente. Le prime due ore sarebbero state di algebra, poi altre due di filosofia e infine inglese, niente di più interessante. Sarebbe stato perfetto se non per due cose:
1- il nervosismo dovuto al furto che avrebbe compiuto quella sera.
2- la presenza ripugnante di Rosannah che ci provava con tutti.
Sfortunatamente il suo obiettivo preferito era Kaito. Lo stava stuzzicando anche ora, anche dopo l'arrivo dell'insegnante.
- Ehi com'è quella faccia?
Aoko smise di guardare la sua “rivale” e si accorse che Kaito non stava filando nessuno, se non lei. Le venne un impulso improvviso di sorridere.
- Credo che oggi mio padre riuscirà a catturare Kid, sai ha mandato un biglietto con scritto che lui e la Lady ruberanno oggi stesso una pietra fatta di quarzo morione, il quale ha un peso specifico pari a una biglia ogni millimetro quadrato... ora non ricordo bene...
Kaito si meravigliò di quante cose la ragazza sapeva sulla mineralogia e decise di stare al gioco e di dimostrarle che neanche lui non era da meno.
- Viene spesso chiamato quarzo affumicato, per il suo particolare colore e si trova soprattutto in occidente, per esempio quello che Kid ruberà è stato estratto da una cava in Russia e lavorato da un esperto in Europa.
- Wow, quante cose sapete!
Ad interrompere la loro piacevole discussione era stata la mora. Una disgraziata matita capitò fra le mani di Aoko, che subito si ritrovò spezzata in due. Rosannah non ci fece caso e prese Kaito per il mento e lo avvicinò a lei.
- Ti va se stasera usciamo insieme, carino?
- Scusa, ma ho da fare e proprio non posso.
Il cuore di Aoko, che alla domanda della mora si era fermato, riprese a battere e si sentì come se avesse vinto una sfida sul campo personale. Forse Kaito tutto sommato non era attratto dalle ragazze più desiderate. Si lasciò scappare un sospiro e riprese a seguire la lezione.


Il museo dov'era esposto il quarzo era a pianta circolare e con una grande vetrata al primo piano. C'erano molti condotti di aerazione, da cui i ladri sarebbero potuti entrare, di conseguenza erano tutti controllati da poliziotti.
Kaito e Aoko, che avevano accettato l'invito dell'ispettore ad assistere alla cattura di Kid e della sua assistente, si trovavano nel bel mezzo della stanza dell'esposizione, davanti al loro obiettivo.
- Oggi me lo sento, sarà il giorno dell'incarcerazione di Kid!
Ginzo aveva posizionato telecamere, gabbie e gas anestetizzanti per tutta la sala. Per non parlare del congegno a peso che sarebbe scattato se la gemma preziosa fosse stata presa dal piedistallo. Insomma era un furto impossibile!
Aoko aveva ricevuto un messaggio da Kid che le spiegava cosa fare una volta che tutti gli agenti si fossero addormentati, il problema era che ognuno possedeva una maschera antigas, da utilizzare in caso di emergenza.
“ Li devo distrarre in qualche modo” pensò la liceale.
Cominciò a muoversi senza senso e poi cadde per terra fingendosi svenuta. Kaito approfittò di quei pochi secondi di distrazione per far aprire una pallina di gas anestetizzante e far assopire i poliziotti.
I ladri si cambiarono, non prima di aver rotto le telecamere lanciandoci contro delle biglie.
- Io mi occupo della teca, tu degli agenti che si svegliano.
Kaito si avviò verso la gemma e per eludere il congegno a peso sostituì la massa della pietra con delle biglie; l'idea gliela aveva data Aoko ed effettivamente funzionava.
La Lady, invece, stava spargendo le palline di vetro per terra per far cadere tutti gli agenti una volta che avrebbero ripreso i sensi. Da furto impossibile era diventato per loro facile come giocare con le biglie.


Aoko era stremata e, una volta arrivata a casa, si precipitò nella sua camera per sprofondare fra le coperte. Era stata una giornata fantastica, prima aveva visto Kaito rifiutare Rosannah, poi lei e Kid avevano compiuto un furto insieme e lui cominciava a fidarsi seriamente di lei. Il mago le aveva chiesto il perché usare proprio le biglie, fra tanti altri oggetti utili, lei aveva semplicemente alzato le spalle, ma in realtà c'era un motivo più che preciso.
Quando era piccola suo padre aveva sempre da fare, doveva sempre andare a lavoro, rincorrere Kid e tornare a casa sconfitto. Con la madre giocava sempre con le palline di vetro per ingannare l'attesa, ma una volta morta, Aoko rimase sola e prese ad odiare con tutto il cuore il ladro che non permetteva mai al padre di stare con lei e di giocare con lei. Ora però lei era riuscita a rigiocarci, e con uno scherzo del destino, proprio con quel ladro. Eppure ora, il sentimento di astio e odio che aveva provato nei suoi confronti la prima volta che si era travestita da ladra si era affievolito e quelle piccole biglie le avevano fatto capire che stava mentendo a sé stessa dicendo che il nuovo sentimento che stava nascendo nel suo cuore non era amore.


- Goditi questi giochini, perché presto si scatenerà l'inferno!

Nota d'autrice:
Questo capitolo è un pochino più lungo del precedente.
Chi sarà questa Rosannah, secondo voi?
E chi saranno quei due individui e a chi si riferiscono?
A chi è rivolta l'ultima frase?
Questi punti interrogativi verranno probabilmente risolti solo alla fine della ff. ( e già, vi tocca leggervela tutta per scoprirlo XD)
Ditemi se ho fatto innamorare troppo presto i protagonisti! 
Nel prossimo capitolo introdurrò Akako e metterò più in rilievo il personaggio di Hakuba.
Grazie a tutti quelli che hanno letto la mia fic, che l'hanno recensita e inserita fra le preferite, seguite e ricordate.

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Capitolo 4
*** Di chi mi fido veramente ***


Capitolo 3

Di chi mi fido veramente

 

Keiko Momoi era sempre stata la miglior amica di Aoko, ma da qualche tempo si era dovuta trasferire in un altra città. Venerdì mattina, come le era di consuetudine fare, accese il portatile che aveva in camera e aprì Skype. Cercò tra i contatti preferiti quello della sua amica del cuore ed aspettò che ella rispondesse. Lo schermo del computer da nero diventò colorato come l'arcobaleno. Sì, perché la camera di Momoi aveva i colori dell'arcobaleno e rifletteva in tutto e per tutto la sua personalità.
- Keiko!
- Aoko!
Le due ragazze si salutarono come se si fossero incontrate di persona, quando in verità erano distanti chilometri, se non di più.
- Keiko, ho una cosa da raccontarti, ma giurami che non la dirai a nessuno!
- Deve essere una cosa seria, quindi te lo prometto.
La castana prese un sospiro e parlò tutto ad un fiato.
- SONOLAPHANTOMLADY!
- Eh?
La frittata era fatta, ma doveva pur sfogarsi con qualcuno o sarebbe scoppiata dal nervosismo. Decise di raccontare alla bionda tutto per filo e per segno. L'altra l'ascoltava con occhi sbarrati, aveva avuto un risveglio inaspettato.
- Allora, ora puoi pure insultarmi e dire che sono una fuorilegge!
- Non potrei mai dire una cosa del genere. Non credo che il fine giustifichi i mezzi, ma devi dire la verità a te stessa, ovvero che ti stai divertendo con questa farsa.
- Ma...
- Niente ma! Dovresti dirlo a qualcun'altro, così da poterti confidare quando vuoi con qualcuno che ti sia vicino, qualcuno di fidato.
- Keiko, io ho paura che a chiunque lo dica la prenderà male!
- Affronta la tua paura a testa alta e fidati, che se sarà qualcuno di leale non potrà fare altro che appoggiarti.
- Grazie Keiko e buona giornata.
- Mi racconterai come andrà il prossimo furto vero?
- Ma certo!
- E fidati, Kuroba la prenderà bene.
La comunicazione si chiuse e Aoko si chiese come l'amica avesse capito di chi lei si fidasse veramente, ma in realtà sapeva di avercelo scritto in faccia.



I corridoi della scuola erano affollati da studenti e insegnanti, ma tutti gli occhi erano rivolti su due bellissime ragazze che camminavano fianco a fianco. Una dai capelli viola, l'altra mora. In realtà la prima stava spingendo l'altra verso un magazzino inpolverito, ma questa non sembrava affatto spaventata. Una volta che la porta fu chiusa a chiave entrambe si rivolsero uno sguardo di sfida.
- Sta lontana da Kuroba, ci ho messo gli occhi sopra prima io!
- Già, ma non ti ha mai filata.
- Allora è qualcosa che abbiamo in comune.
La mora si scansò i capelli dal viso e rispose a tono, ma allo stesso tempo con non noncuranza.
- Scommetti che riesco a sedurlo prima del White Day?
- Io credo che ci riuscirò prima di te!
- Allora la sfida è aperta.
La ragazza dai capelli viola girò la chiave nella toppa e quando aprì ebbe l'impressione che qualcuno le stesse spiando.
“ Già vedo gli articoli in prima pagina domani” pensò la ragazza ridendo“ Due ragazze chiuse in uno stanzino, cosa stavano facendo ieri Akako Koizumi e Rosannah Veyrid?”


Aoko corse in classe. La conversazione che aveva appena ascoltato le metteva i brividi.
Insomma, non potevano trattare Kaito come se fosse un oggetto! Si sentiva profondamente tradita da Akako che era diventata per lei come una sorella maggiore. Sapeva della sua cotta per Kaito, ma non credeva che ne fosse addirittura ossessionata.
Ed eccolo lì! Il ragazzo che era sempre nei suoi pensieri varcò la soglia della classe e, come sempre, tutte le ragazze gli andarono incontro. Possibile che avesse così tanto seguito?
“ E già Aoko, tanto che ne sei innamorata anche tu!” le disse una vocina nella sua testa.
Ad entrare successivamente furono invece le due ragazze più desiderate della scuola dai ragazzi e le più odiate dalle ragazze. Per fortuna, prima che Aoko potesse rincorrere entrambe e far loro rimangiare quello che avevano detto, entrò l'insegnante e la lezione cominciò.
Verso la quarta ora si accorse che Rosannah aveva sussurrato qualcosa all'orecchio di Kaito e lui prima aveva dissentito, poi annuito. Alla fine delle lezioni volle dimostrare a se stessa e alle due presuntuose che anche lei stava nella competizione.
- Ehi, ti va se stasera andiamo a quel fast food vicino casa?
Kaito si voltò verso di lei, che era diventata rossa, e cominciò a balbettare.
- N-no, cioè... n-non p-perché... n-non è c-che- il cuore di Aoko si spezzò in due, la stava rifiutando? Stava rifiutando la sua migliore amica?- I-insomma, vedi...
- Ho capito benissimo Kuroba, se non vuoi uscire con me bastava dirlo!
Aoko sbatté il pugno sul banco sotto lo sguardo deliziato di Rosannah, la quale si stava divertendo moltissimo e non poté fare a meno di intervenire.
- Veramente Kuroba oggi ha un appuntamento con me, è per questo...
La giovane non volé sentire altro e se ne andò da lì. Non riusciva più a reprimere le lacrime. Kaito aveva preferito una perfetta estranea a lei! E pensare che per pochi malsani secondi aveva pensato di rivelare a lui la verità. No, lui non si degnava di scoprire chi era veramente la Phantom Lady.
- Aoko possiamo parlare?
Quella era la persona che ci voleva, forse se ne sarebbe pentita, ma sapeva di potersi fidare di lui.
- Certo Hakuba!


- Forse questo non è l'approccio giusto.
La donna si accese una sigaretta.
- Allora cambia approccio, ma fai in fretta che ci stiamo spazientendo!
La vettura si riempì di fumo e per farlo uscire la donna aprì lo sportello.
- Io faccio quello che mi pare, ci posso mettere anche un anno.
Con un movimento lesto scattò fuori dall'auto nera e se ne andò.
- Odio quella donna!


- E questo è tutto!

Il ragazzo era rimasto ad ascoltare tutta la storia a bocca aperta. Non poteva credere che la dolce Aoko fosse diventata una ladra, per di più la compagna di Kid!
- Forse ho fatto male a dirlo a un detective, ma ero disperata, insomma non ho nessuno che mi può aiutare e posso contare solo sulle mie forze! Adesso probabilmente mi vorrai arrestare, fai pure, tanto ormai non mi importa più di niente!
- MA È UN PIANO GENIALE!
- Eh?????
Saguru era al settimo cielo. Non gli era mai venuto in mente di travestirsi da ladro e avere la fiducia di Kid. Finalmente l'avrebbe catturato e smascherato.
- Devi continuare con questa farsa, così finalmente lo cattureremo lo metteremo dietro le sbarre!
- Ma...
- Accelera i tempi, dobbiamo prenderlo il prima possibile.
- Come...
- Insomma Aoko, la Phantom Lady è la ladra più seducente al mondo, dovresti entrare nella parte!
- Ok...
Aoko non era ancora convinta che aver detto tutto al detective fosse stata la mossa giusta, ma ormai doveva seguire i suoi consigli e sperare che tutto andasse per il meglio.


- Mi dispiace per averti fatto litigare con la tua amica.
- Non preoccuparti, anche se non capisco perché si sia così tanto arrabbiata.
Kaito e Rosannah avevano deciso di andare nel parco del quartiere a chiacchierare del più e del meno. Dopo aver passeggiato per un'ora erano andati in una gelateria poco frequentata, ma che faceva un gelato ottimo. Come sempre Kaito aveva preso due palline di cioccolato, mentre Rosannah un gelato alla vaniglia a cui era stato aggiunto un liquore italiano. La ragazza si era mostrata molto meno sfrontata di come appariva in pubblico e anche molto comprensiva.
- Forse era gelosa?
- Gelosa, Aoko?
Kaito scoppiò in una risata, non poteva essere quello il motivo!
- Comunque volevo dirti che è stato bello passeggiare un po' con te- disse la liceale arrossendo, mentre Kaito le mostrava un dolce sorriso- magari potremmo uscire ancora insieme?
- Ci mancherebbe, mi sono divertito in tua compagnia, ma adesso devo andare a casa, altrimenti il mio tutore si arrabbia.
Erano molto vicini all'abitazione di Kaito, ma Rosannah voleva percorrere i vicoletti della città per conoscerla meglio e quindi allungarono il percorso. Svoltata una stradina il mago si bloccò poiché aveva sentito delle voci. Spinse Rosannah addosso a un muro per non farla vedere e lui fece lo stesso. Potevano benissimo udire la conversazione che si teneva fra i due individui, anzi poteva anche riconoscere le loro voci: Hakuba e la Phantom Lady.
- Sarò sincero con te: non dirò a nessuno che sei tu la Lady, solo se tu riuscirai al più presto a scoprire l'identità di Kid.
- Non sono pienamente d'accordo, poi come dovrei fare, scusa?
- Mi basta un suo capello o una sua impronta digitale, o una sua lacrima, o la sua saliva, o il suo sangue...
- Frena, frena. 1° cosa: se gli provo a staccare un capello di sicuro se ne accorge. 2° cosa: come faccio a prendere un'impronta digitale se indossa i guanti? 3° cosa: come faccio a farlo piangere e come la trasporto una sua lacrima? 4° cosa: per prendere la sua saliva come faccio? Mi faccio sputare addosso? E 5° e ultima cosa: non sono mica una dottoressa che fa i prelievi del sangue!
A Rosannah scappò una risata e Kaito la zittì mettendogli una mano sopra la bocca. Non poteva credere a quello che avevano detto quei due: la Lady era un'alleata della polizia? Per ora non poteva fare altro che stare al gioco e far finta di non sapere niente, peccato che Hakuba li avesse sentiti.
- C'è qualcuno che sta origliando, tu vai via!
Poi le sussurrò qualcosa che i due giovani dall'altra parte del muro non sentirono. Se Saguru fosse venuto non sapeva neanche lui cosa sarebbe successo. Kaito era letteralmente andato nel panico. Rosannah gli diete uno schiaffo sulla spalla per risvegliarlo.
- Se non vuoi essere scoperto, stai al gioco.
Non ebbe neanche il tempo di ribattere che la ragazza l'aveva spinto davanti a lei, gli aveva fatto mettere le mani sui suoi fianchi, gli aveva messo le braccia al collo e l'aveva baciato.


La scena che le si poneva davanti era tremenda. Aveva fatto il giro per cogliere chi li stava spiando e non lasciar loro vie di fuga. Ma ora si sentiva crollare il mondo addosso.
Il suo amico d'infanzia, il ragazzo che amava più al mondo stava baciando quell'antipatica, spocchiosa e insolente! Lui aveva le mani sui fianchi della ragazza e glieli ondeggiava, mentre lei lo baciava con passione. Ci mancava poco che lo facessero per strada. Aoko si sentì gli occhi pizzicare. Non riusciva più a trattenere le lacrime. Al diavolo il piano per incastrare Kid, al diavolo tutto! Loro neanche si erano accorti della sua presenza.
- K-kaito...
Più che un richiamo era un singhiozzo che non riusciva ad essere fermato.
- K-kaito...
Eppure sembravano non sentirla, come se la loro passione li occupasse troppo per prestarle attenzione.
- KAITO!
Il suo urlo era finalmente riuscita a staccarli, ma non riusciva più a guardare in faccia il suo amico senza che una miriade di lacrime le bagnassero la faccia.


Non ce l'aveva fatta. Non era riuscito a raggiungerla, a spiegarle quello che era successo e a scusarsi. Aveva tentato di chiamarla, di scriverle dei messaggi, ma niente. Non poteva di certo irruppere nella sua stanza con un mazzo di rose rosse, anche perché non sarebbe servito a niente. Aveva ancora una volta anteposto il suo lavoro a lei. Pur di non farsi scoprire da Hakuba aveva recitato la parte del fidanzato di Rosannah. La ragazza l'aveva tempestato di scuse e gli aveva promesso che avrebbe parlato con Aoko per spiegarle la situazione. Kaito riusciva a sentire i pianti della sua vicina, ogni singola lacrima che le cadeva sul volto per lui era come una pugnalata.
Forse era meglio distrarsi e spiegarle tutto il giorno seguente a mente vuota. Quella sera sì che ci voleva un bel furto, magari senza la sua nuova assistente che aveva scoperto essere un'infiltrata. Accese la tv, volesse il cielo dargli consiglio attraverso quell'aggeggio elettronico. Invece no! Solo brutte notizie gli avrebbe dato.
- Alla centrale di polizia è stato recapitato un biglietto della Phantom Lady. Annuncia il furto di uno zircone dal valore di 1 milione di yen, ma senza l'aiuto di Kid...
Kaito non aveva dato tempo alla giornalista di finire l'intervista, che già si era precipitato nel covo di Kid. Per fortuna era tutto in ordine, poiché doveva fare in fretta, ma non poteva di certo andare senza aver ascoltato un consiglio del padre. Si sedette sulla sedia al centro della stanza e il juke-box* partì inserendo il 12 disco.
- Ascolta Kaito: quando si parla di maghi non esiste una competizione, bisogna aiutarsi in modo che il trucco riesca sempre. Se un mago ne ostacola un altro non può definirsi tale.
Il perché i consigli del padre venissero sempre al momento giusto proprio non lo sapeva, ma adesso poco importava perché doveva sbrigarsi (anche se non ci aveva capito niente come sempre). Davanti a lui si aprì l'armadio contenente il vestito di Kid. Finalmente era pronto ad affrontare quella ladra.


“ Mi dispiace Saguru, ma ho capito di aver fatto una grande cavolata ad averti raccontato tutto. Io faccio quello che mi pare quando mi pare.”
Si era infilata in una conduttura e aveva pronta una pallina di gas lacrimogeno da lanciare contro i poliziotti. Le tubature non erano controllate perché credevano avere bloccato tutte le entrate, quando in realtà ne aveva trovata una perfetta nel bagno delle signore. Non ci mise molto a lanciare la pallina e confondere gli agenti. Uscì dalla grata, non prima di averci attaccato una delle sue bende elastiche con la quale poteva prendere il gioiello e ritornare alla grata come se usasse una molla. Ci mise anche meno del previsto. L'avevano proprio sottovalutata. Credevano che senza Kid non sarebbe riuscita a compiere il furto. Era stata una passeggiata. Adesso non doveva far altro che andare nel loro posto segreto, contattare il suo complice e mostrargli il bottino facilmente rubato. Ma una volta arrivata nella vecchia fabbrica trovò già il suo caro socio ad aspettarla.
- Scusa se non ti avevo contattato, ma ho avuto un'improvvisa voglia di divertirmi stasera.
L'amico le dava le spalle e non si decideva a voltarsi. Aoko fu costretta ad andargli vicino e mettergli una mano sul braccio.
- C'è qualcuno? Yu-uh...
- Io so tutto.
La giovane si paralizzò, che cosa significava? Aveva scoperto la sua identità?
- I-in c-che s-senso?
- Tu e la polizia siete coalizzate contro di me per scoprire la mia identità!
- N-non è v-vero!
Aoko stava sudando freddo. Forse aveva sentito qualcosa da Saguru?
- Non mentirmi!
- Se proprio lo vuoi sapere io non sono coalizzata con nessuno! Hakuba ha scoperto la mia vera identità e io per non finire in prigione mi sono inventata di essere la tua collaboratrice solo a scopo di metterti in galera.
- Come faccio a crederti?
Era una bella domanda. Neanche Aoko stava credendo a quello che diceva, quindi perché lui avrebbe dovuto. Gli si parò davanti e lo fissò negli occhi.
- Dammi solo un'altra chance...
Kaito non poteva vedere soffrire ancora una volta una ragazza a causa sua. Quegli occhi gli erano troppo familiari, non voleva rivederli riempirsi di lacrime o peggio vederli dietro delle sbarre.
- Va bene.
Lei gli saltò con le braccia al collo per la felicità, poi si riprese e si scusò. Entrambi imbarazzati se ne andarono. Per i loro alter-ego la questione fiducia era chiusa, ma nella realtà dovevano assolutamente chiarirsi, perché solo insieme sarebbero riusciti a vincere una grande battaglia.


- Niente di nuovo?
L'uomo si avvicinò alla donna con il binocolo, dandole una pacca sul sedere.
- Sono sempre più convinta che non sia lui.
In realtà non ne era convinta, ne era sicura.
- Io invece vedo troppe affinità.
Quell'uomo era impossibile da accontentare. Ma non gli poteva certo dire che colui che stavano cercando era sotto la sua protezione.
- Fa tutto quello che lui odia e di carattere è molto diverso.
- Non è che forse tu sai qualcosa di più di noi?
- Figurati, è solo che conoscevo il padre.
Forse era meglio finire lì il discorso se non voleva farsi cavare dalla bocca qualcosa di troppo.

 

* nella nuova serie di Kaito Kid (chiamata Magic Kaito1412, uscita in Giappone l'anno scorso) il rifugio di Kid ha solo il juke-box che si aziona appena si entra, una poltrona, un camerino che si apre quando il disco finisce e una macchina bianca.


Nota d'autrice:
Voglio un monumento per aver finito il capitolo in due giorni!!!!
Visto che sono buona *sì, come no* vi dico che c'è un indizio molto importante per scoprire l'identità della New Entry (lo so, Martini02 mi ha influenzato con questo nome) durante l'appuntamento con Kaito...
Finirà che a forza di indizi ci arrivate prima voi che io a scoprire chi è veramente XD.
Questo capitolo non l'avevo previsto, ma visto che la storia era tutta rose e fiori mi andava di mettere un po' sottosopra le cose *sguardo diabolico*.
Ringrazio tutti quelli che recensiscono e inseriscono le mie storie fra preferite, seguite e ricordate. Ringrazio anche chi legge soltanto ( anche se vado in bestia quando non mi arrivano le recensioni, che siano buone o cattive, adoro rispondere a chi le scrive ^.^).

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Capitolo 5
*** Presentimenti materni ***


Capitolo 4

Presentimenti materni

 

Erano ormai giorni che non si parlavano. Andavano a scuola insieme, ma entrambi con la testa china, poi quando i compagni li invitavano a chiacchierare loro non fiatavano. Rosannah aveva tentato di spiegare ad Aoko quello che era successo, ma lei non voleva ascoltare. Si sentiva profondamente tradita dal suo migliore amico. Come poteva non capire che lei lo amava? Non esigeva di essere contraccambiata, ma almeno di avvertirla in caso si fosse messo con un'altra. Erano passati 5 giorni dall'accaduto e Aoko aveva trovato conforto solo dalla sua amica Keiko.

- Nakamori, possiamo parlare?

Aoko alzò la testa dal banco e vide Akako con uno sguardo triste che le supplicava di rivolgerle la parola. Dopotutto era pur sempre una delle sue migliori amiche e non poteva di certo trattarla uno straccio dato che non era stata lei a baciare Kaito.

- Mi dispiace per quella scommessa, volevo solo vedere fino a che punto Rosannah si sarebbe spinta.

- Di quella strega non mi interessa niente, ma io credevo che Kaito, insomma...

Si risentiva gli occhi gonfiarsi. Non voleva piangere, non davanti alla sua amica che era sempre forte e non piangeva mai.

- Ascoltami Aoko
Akako era diventata tutto ad un tratto seria.
Attorno alle ragazze il tempo si fermò, tutti i loro compagni erano immobili e incolori e intorno a sé la strega aveva un'aura rossa e maligna.
Aoko rabbrividì, poi la compagna ricominciò a parlare con lo sguardo assente, come se fosse impossessata .
- Sei stata perdonata da colui che dagli incantesimi è immune, se a lui hai donato il tuo cuore il suo non l'avrai, ma se donerai il tuo cuore a chi lo desidera sul serio, allora tutto tornerà alla normalità.

Il tempo ricominciò a scorrere, come se nulla fosse successo. La strega tornò al suo posto lasciando da sola una Aoko più confusa di prima.

- Era solo un consiglio.- le disse facendole l'occhiolino.

“ Sei stata perdonata da colui che dagli incantesimi è immune” rifletté Aoko “ Chi può essere immune dagli incantesimi? Un detective forse, visto che non crede nella magia... ma io per Saguru non provo altro che amicizia, quindi sarebbe insensato...”

- Ragazzi, a posto la lezione sta per cominciare!
 



- La mia moto è scomparsa?

Kaito era tornato a casa distrutto e a al suo arrivo aveva avuto la brutta notizia dal suo maggiordomo: la bellissima Ducati nera della madre era scomparsa.

- Te l'ho detto, Jii era andato a controllare se in caso di pericolo la sua macchina sarebbe riuscita a partire con un accelerazione degna delle migliori macchine da corsa ed ha scoperto che sul tastierino sulla parete vuota dove tu tenevi la moto della Phantom Lady non c'era traccia di polvere. Di conseguenza qualcuno doveva averlo per forza usato, difatti la moto è sparita!

- Kaito, stai calmo! Insomma la può aver presa chiunque, magari un ladro!

- Ma sei impazzita? Gli unici ha sapere la combinazione siete tu e Jii! Neanche io sono mai riuscito ad aprire quel maledetto passaggio segreto!

- Kaito, tesoro, ascolta: la mamma verrà fra qualche giorno , ma tu prima dovresti farmi un favore.

- Ovvero?

- Dovresti riportare alla mamma ogni singolo movimento e abitudine della nuova Phantom Lady!

- Eh?

Ok, forse chiamare la madre non era stata una buona idea. Era evidente che fosse impazzita.

- Insomma Kaito, ma tu proprio non ci arrivi? Ho fatto un figlio inutile!

Detto questo la madre riattaccò, lasciando il suo caro figliuolo con due punti interrogativi al posto degli occhi.

“ È ancora pomeriggio, faccio ancora in tempo a mandare il biglietto e ad avvisarla”
 


 

- Cosa ne pensi del mio nuovo approccio?- chiese la ragazza pettinandosi i capelli.

- Mi sto fidando sempre meno di te, lo sai? Le tue mosse sono così strane...

La ragazza prese un elastico e si legò i capelli, poi fece un ghigno verso l'uomo.

- Ognuno ha i propri metodi.
 


 

<< Stavo pensando di rubare un gioiello, tu ci stai, Kid? >>

<< Ci mancherebbe, che ne dici dell' “Arcobaleno blu”? >>

<< Intendi la collana che ha 15 perle, due per ogni colore dell'arcobaleno eccetto il blu che ne ha 3, una delle quali è il pendente della collana? >>

<< Certo! Quante altre pietre ci saranno con questo nome e queste caratteristiche? Ricorda che hai un'ultima chance >>

<< Sì, sì, ma visto che non voglio essere inutile la fuga te la organizzo io, stai calmo non ti farò finire nelle fauci del lupo >>
 


 

Nonostante il biglietto di Kid fosse appena arrivato in centrale, il direttore del museo aveva già organizzato un piano antiKid.
Il direttore Itzuki Atijiko era un uomo basso e paffuto, con dei baffi alla francese che anche Poirot avrebbe invidiato. L'aspetto da persona poco acculturata ingannava spesso la gente, perché in realtà era molto intelligente: riusciva sempre a cogliere l'occasione giusta per cogliere un affare e faceva fruttare sempre al massimo le risorse che aveva. Almeno questo era quello scritto sui giornali.

Kaito però non ne era convinto. Riusciva a contrattare con troppa facilità, per non parlare che tutti i suoi nemici si ritiravano dopo essere stati battuti. C'era qualcosa di losco dietro ai traffici del museo Atijiko. La collana era in realtà un diversivo per portare sulla strada giusta l'ispettore Nakamori e mettere in galera quell'uomo poco onesto.

Non aveva detto niente alla Lady, che però sembrava molto informata su quel gioiello e le mosse della polizia.

<< L'ispettore Nakamori è appostato dentro la teca per prenderti di sorpresa, fai attenzione.

Ps: gli agenti non hanno la maschera antigas, ma il direttore Itzuki sì! >>

Forse la ladra era anche troppo informata, che fosse tutta una trappola?

Se così fosse stato gli unici a rimetterci sarebbero stati loro, perché Kaito Kid era inafferrabile!

“ Fidiamoci e cominciamo lo spettacolo”

Lanciò un gas soporifero nella stanza e tutti i poliziotti si addormentarono. Il direttore (l'aveva visto benissimo dal posto in cui si era nascosto) si era messo una maschera per non inalare l'anestetizzante e si era appostato dietro una colonna. Fu un gioco da ragazzi aprire la teca e mostrarsi sorpreso quando da essa era spuntato il padre della sua migliore amica.

- Ti ho preso Kid!

Lui come risposta si era sfilato le finte mani che aveva messo al posto di quelle vere e si era così liberato dalla presa dell'ispettore. Adesso rimaneva solo una cosa da fare: scappare.

La porta della stanza fu sfondata e le persone sveglie si coprirono il viso per non farsi prendere dalle schegge. Quando riaprirono gli occhi videro la Phantom Lady che montava una Ducati nera.

- Ispettore, le consiglio di fare più attenzione a ciò che è legale e ciò che non lo è, poiché è stato imbrogliato dallo stesso direttore. E ora arrivederci!

Kid si mise in sella dietro la Lady, la quale accelerò e ruppe la vetrata che stava sulla strada in mille pezzi. Peccato che fossero al secondo piano e Kaito per un attimo pensò che si volesse suicidare facendo una mossa tanto avventata. Fortunatamente Aoko aveva fatto le manovre giuste e si erano riusciti a salvare e ora sfrecciavano a tutta velocità per strade secondarie per non dare nell'occhio.

- Dove andiamo signor Kid?

- Bhè, Lady, che ne dici di portarmi in un bagno pubblico così da potermi cambiare, mentre tu te ne torni a casa?

- Neanche un grazie per l'avvertimento?

- No.

Aoko aveva parcheggiato la moto in una stradina vicino al parco del quartiere per lasciare lì il collega e continuare per la sua strada. Per un attimo ebbe l'impressione di essere osservata.

- Dove hai preso questa moto?

- L'ho comprata!

Bugia. Ma a lui cosa importava?

- La dovresti ridare indietro, rubare è sbagliato!

- Da che pulpito viene la predica.

E poi, come faceva a sapere che l'aveva rubata?

- Se dici di averla comprata mi fido.

No, in realtà sapeva benissimo che era una bugia, ma non voleva star lì a discutere.

Intanto un'ombra aveva visto tutta la scena e aveva anche sorriso.
 


 

Kaito si svegliò con la febbre a 38. Probabilmente aveva preso freddo con tutto il gelo che c'era il giorno prima. Forse avrebbe dovuto mettersi un cappotto sopra il costume da Kid.

- Etciù!

Stando a casa avrebbe potuto lavorare sul prossimo furto, peccato che Jii glielo avesse proibito prima di ritornare nella sala da biliardo che ultimamente gestiva. Non c'era niente di peggio di dover stare a letto con l'influenza senza fare niente.

- Etciù!

Forse avrebbe potuto chattare con qualcuno. Idea da escludere visto che tutti i suoi compagni stavano a scuola. Anche Saguru che era tornato in Inghilterra era incontattabile visto che lì era notte fonda. Non che avesse voglia di chiamarlo, per parlare di cosa, poi?

- Etciù!

Rimaneva solo una persona: la Lady. Ma anche lei probabilmente aveva un lavoro ( Kaito era sicuro avesse più di 20 anni visto che sapeva portare la Ducati, per giunta di sua madre). Ecco un altro punto interrogativo: come aveva fatto a prendere la moto della madre?

- Etciù!

- Salute!

- Grazie...

Kaito si voltò solo in quel momento accorgendosi che nella stanza non era solo.

- Mamma?

Chikage Kuroba in tutto il suo splendore era davanti a lui. Indossava uno dei suoi soliti abiti viola scollati con delle rifiniture in bianco. Tipico della madre vestirsi estiva in pieno inverno. Più che altro, cosa ci faceva lì?

- Allora tesoro, novità sulla Lady?

- Ti ha rubato la moto e poi... tu cosa ci fai qui?

- Tesoro stai a letto, la mamma ti prepara una bella zuppa!

E così Kaito fu per l'ennesima volta lasciato solo, senza neanche aver ottenuto una risposata alla sua domanda.
 


 

Chikage Kuroba, ex Phantom Lady, nonché ladra dalle 20 facce. Non aveva mai fallito un furto, figuriamoci se ora si lasciava ingannare da qualcuno più giovane di lei.

Aveva aperto il passaggio segreto e, senza stupore, ci aveva ritrovato la moto.

Chi poteva prendere e restituire la moto senza che nessuno se ne accorgesse?

“ Le mie previsioni si stanno avverando, ma Kaito non capisce proprio niente! ”

La donna si voltò di scatto a causa di un fruscio di foglie. Era sicura che qualcuno la stesse spiando, come probabilmente aveva fatto con suo figlio negli ultimi giorni.

- Non dovresti stare a scuola?-
 


 

- Perfetto, oggi sono assenti: Hakuba, Koizumi, Kuroba e Veyrid! Sapete se hanno marinato in gruppo?

Aoko era sollevata di non vedere Kaito, ma il fatto che potesse essere insieme a quelle 2 la infastidiva, e non poco.

- Oggi Kaito mi ha chiamato dicendo che aveva il raffreddore, mentre Saguru è a Londra.- aveva risposto un compagno.

Il suo migliore amico aveva l'influenza e lei neanche lo sapeva. I sensi di colpa per non essergli vicino arrivarono presto. Scosse la testa, se lo meritava. Per ora era meglio concentrarsi sulla lezione e non farsi trovare impreparata.
 


 

- Kaito tesoro, è ora di pranzo, adesso ti porto da mangiare.

La madre arrivò presto con un piatto fumante. Si era cambiata e ora indossava una tenuta da casa e un grembiule a fiorellini.

- Come va con Aoko?

Kaito per poco non si strozzò. Perché sua madre doveva sempre essere invadente.

- Ci ho litigato.

- E perché?

Chikage era molto preoccupata. Non voleva che il figlio si innamorasse dell'ombra di una persona e non della persona stessa. Non voleva che loro litigassero mentre fra i loro alter-ego divampava l'amore.

- Ho baciato un'altra, ma l'avevo fatto solo per non farmi scoprire ad origliare da Hakuba che parlava con la Lady.

- E scommetto che Aoko è arrivata e vi ha visto. Ma proprio non ci arrivi, non riesci a fare 2+2?

Kaito la guardò perplesso. Cosa intendeva? Se alludeva al fatto che Aoko era innamorata di lui stava in errore. Loro due erano soltanto migliori amici, niente di più, niente di meno. A lui non piaceva Aoko. Come poteva piacergli una ragazza senza curve, pasticciona e scontrosa? Lei poteva stare con chi gli pareva, quindi perché lui non poteva baciare Rosannah? D'altronde Rosannah era bella ed era la ragazza ( senza contare Akako) più desiderata della scuola.

- Pensaci bene prima di rovinare del tutto il vostro rapporto.

La madre come sempre aveva capito giusto, aveva capito cosa il figlio voleva fare. Ma forse era meglio così, forse era meglio che Aoko ne rimanesse fuori. Aveva un brutto presentimento.
Sarebbero venuti tempi brutti e nel giro di poche settimane probabilmente tutto sarebbe cambiato. Ma il figlio era troppo testardo per capire che si stava avvicinando la fine di Kaito Kid.

 


 

Aoko era uscita con il padre, che per una volta tanto non doveva aver a che fare con Kid. Erano andati al parco a passeggiare, per poi prendersi una bella crepes fumante. In parte era tutto uno stratagemma per scoprire le mosse e le precauzioni della polizia nei confronti del ladro. In parte, invece, era per chiacchierare un po' in tranquillità con il padre.

- Ehi. Aoko, quello non è Kaito?

- Impossibile, aveva detto che aveva il raffred... dore...

La voce le si era smorzata in gola. Non ci poteva credere. Quello era Kaito, era proprio lui! E...

O no... la stava... baciando!

Stava baciando di nuovo quella vipera!

Si sentì mancare e il padre fu costretto a riportarla a casa.
 


 

- Sono contento che tu abbia accettato il … Etciù... mio invito.

- Sì, ma saresti dovuto restare a casa con questo raffreddore!

Stavano passeggiando nel parco, entrambi con una tazza di cioccolata calda in mano. Rosannah indossava un maglione di lana e dei pantaloni pesanti, mentre Kaito era imbottito di roba da vestire.

- Sai com'è, era una cosa importante... etciù!

La ragazza sorrise dolcemente e si fermò.

- Vedi... per quel bacio... insomma... tu mi piaci!

- Anche tu...

I due amici, e forse adesso qualcosa di più, si baciarono di nuvo. Era un bacio diverso da quello della settimana prima. Se quello era stato passionale, questo era dolce e affettuoso. Non fecero in tempo a renderlo qualcosa di più poiché il cellulare del mago vibrò. Si staccarono imbarazzati, mentre lui prendeva quel maledetto cellulare. 

- Scusa... Etciù... mi.

<< Domani dopo le lezioni passo a casa tua, Akako >>

Chissà cosa voleva.
 


 

- Il capo si è spazientito!

L'uomo le puntò la pistola alla testa.

- Sentite, io faccio quello che mi pare e tra l'altro ci posso mettere anche settimane se mi va!

L'uomo tolse la sicura e sorrise beffardo.

- No, invece non puoi!

Lei non si lasciò intimidire, anzi ricambiò il sorriso.

- Ora che ho fatto il primo passo, non resta altro che farlo cadere in trappola.

“ Anche se alla fine sarete voi a finire male”

Lui sbuffò senza accorgersi che qualcuno si era mosso nell'ombra.
 


 

La donna osservava la scena sorridendo compiaciuta e versandosi il liquore nel bicchiere.

“ Sembra la legge animale: i topi sono mangiati dai gatti che a loro volta sono presi dal cane, ma il cane...” emise una risata terrificante “... il cane è tenuto d'occhio dal padrone!”


Nota d'autrice:
Ecco qui l'arrivo di Chikage!!!
Com'è che questa donna ha tutto un alone di mistero attorno? 
Per scoprirlo vi ho lasciato come messaggio in codice l'ultima frase: chi sono i topi, i gatti, il cane e il padrone? In più fate attenzione alla frase che Chikage dice "all'aria" dopo aver controllato il garage ed essersi accorta che qualcuno la spiava.
Scusatemi se ci ho messo tanto ad aggiornare, è che ho deciso di far prendere una svolta a questa storia, infatti dal prossimo capitolo alcuni misteri cominceranno ad essere svelati!!!
Vorrei ricordarvi ( anzi ricordarmi) che questa storia è una KaitoxAoko, quindi non preoccupatevi, tutto andrà per il meglio. 
Ringrazio tutti quelli che hanno letto/recensito/aggiunto la mia storia alle preferite/seguite/ricordate.

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Capitolo 6
*** Koizumi o Kuroba? ***


Nota d'autrice: questa volta l'ho messa all'inizio perchè volevo anticiparvi che il capitolo risponderà alla domanda che credo tutti ci siamo fatti sul manga di Kid: Perchè gli incantesimi di amore di Akako non hanno effetto su Kaito?


Capitolo 5

Koizumi o Kuroba?

 

- Oggi gli assenti sono: Hakuba, ma è perdonato dato che sta a Londra, Koizumi, Nakamori e Veyrid. Kuroba, hai fatto a cambio con Nakamori e state marinando la scuola in gruppi?

- Ma prof, cosa... Etciù... dice?

Oggi Aoko era assente, come Akako e Rosannah. Se quelle tre fossero venute a scuola tutte insieme gli sarebbe sicuramente preso un infarto: una fidanzata, una migliore amica e una corteggiatrice sono molto difficili da affrontare in un colpo solo.

Non che si fosse pentito del suo fidanzamento. Era convinto che Rosannah fosse una ragazza dolcissima e tenerissima, quindi perché non mettercisi insieme?

Però, chissà come l'avrebbe presa Aoko...

Aoko? Cosa gliene doveva importare a lei di quello che lui faceva? Erano migliori amici, ma non aveva l'esclusiva su di lui. Eppure il suo subconscio continuava a dirgli che c'era una ragione particolare per cui lui era curioso della sua opinione. No, non era possibile.

- Signorino Kuroba!- richiamò l'attenzione l'insegnante- la vedo assorto, vuole cortesemente dirci cosa le turba?

Forse la professoressa Konno era peggiore di tutte e 3 le amiche messe insieme.
 


 

La sua reazione era decisamente esagerata.

Va bene svenire, ma addirittura chiudersi in camera e non voler parlare più con nessuno era una conseguenza eccessiva!

Eppure non riusciva più a guardare il mondo. Le sembrava tutto bianco e nero, non trovava più nessuna nota di felicità. E tutta questa disperazione aveva un nome...

Kaito...

O forse meglio dire Rosannah.

Sbatté la testa al muro varie volte, fino per farsi venire il mal di testa. Non doveva pensarci. Lui aveva buttato all'aria un'amicizia di una vita? Non doveva pensarci. Lui aveva svoltato pagina, anzi, lui proprio non si era accorto che ci fosse una pagina dedicata a loro come COPPIA nella sua vita. Anche lei doveva farlo. Doveva riuscire a buttarsi tutto alle spalle. Eppure era tutto così difficile.

DRIIINNNNNN

Il campanello aveva suonato, ma chi poteva essere? Suo padre era a lavoro, Kaito a scuola, quindi chi era stato a suonare? Scese le scale e davanti a sé trovò quella che in passato avrebbe voluto fosse stata la sua futura suocera.

- Chikage!

- Aoko-chan!

Si abbracciarono. Chikage considerava Aoko come una figlia e come tale non voleva farla soffrire. Che figlio idiota che aveva.

- Quando sei venuta?

- Ieri, mentre tu mettevi a posto la mia moto.

La giovane deglutì e l'altra se ne accorse.

- Puoi usarla quando vuoi, Diciamo che ti appartiene di diritto.

La donna le sorrise e solo allora Aoko capì. Dietro quella dolcezza celava un altro sentimento, che non riusciva a decifrare, eppure di una cosa era certa: lei sapeva.

- Lei mi aiuterà?

Era quasi una supplica. Non sapeva perché, ma quella donna nascondeva qualcosa ed era sicura fosse connesso a quella moto, o per meglio dire alla password che serviva per aprire il passaggio segreto.

- Puoi contare su di me.

Come poteva un sorriso scacciare tutti i suoi dubbi, le sue tristezze? Era un sorriso materno, perché era questo che pensava di Chikage: la vedeva come una madre.

- Stasera vieni a casa mia, tranquilla farò in modo che Kaito non ci sia.

Come sempre le aveva letto nel pensiero.
 


 

- Ahhh, sono distrutto!

Kaito si buttò sul letto. Appena uscito da scuola era scoppiato un temporale e lui non voleva riprendersi la febbre, quindi aveva corso a più non posso fino a casa.

- Kaito-chan se vuoi riposati, ti chiamo io quando Akako arriva.

Che madre premurosa. Madre premurosa? Da quando in qua suo madre era premurosa? Qui c'era qualcosa che puzzava, ma da bravo attore qual'era fece finta di niente e si addormentò.
 


 

Kaito si risvegliò verso le 3 e mezza, mezz'ora prima dell'appuntamento con Akako. Eppure sentiva delle voci provenire dalla cucina. Erano due voci femminili molto familiari. Ma perché stavano parlando di nascosto a sua insaputa? Doveva ascoltare la conversazione senza essere scoperto.

Si alzò dal letto e si avviò fino alla cucina. Si appostò dietro alla porta senza produrre nessun rumore, da qui poteva sentire i loro discorsi.

- Ma è ora che lo sappia!- questa era la voce di Akako.

- No! Neanche tu avresti dovuto saperlo!- questa invece era di sua madre.

- Ho aspettato 17 anni e anche lui! Non intendo aspettare oltre!

- Tanto ormai è troppo tardi visto che il diretto interessato è dietro la porta.

Come aveva fatto ad essere scoperto? Da quando in qua sua madre aveva la vista a raggi x, che riusciva a vedere da dietro i muri?

Si fece avanti e vide il volto furioso e allo stesso tempo malinconico della madre e quello triste e spento di Akako. Quest'ultima prese parola e lo fece rabbrividire.

- Comincia tu, mammina !
 


 

- Ehi, amore cosa ti è successo, hai uno sguardo spento da far paura!

- Niente piccola, stai tranquilla.

Rosannah era seriamente preoccupata per la salute del suo fidanzato. Aveva gli occhi cupi e arrossati, come se avesse pianto, indossava ancora la divisa dell'Ekoda continuava a stare sulle sue.

- Ce l'hai con me?

L'unica spiegazione che le veniva era questa. Forse erano stati troppo avventati?

- No, no, ci mancherebbe. Solo... mi posso fidare di te?

- Certo amore!

Kaito sospirò. Non sapeva se era la cosa giusta da fare, ma con una Aoko lontana e quella situazione in famiglia non aveva nessun altro a cui confidarsi.

 

Flashback

- Comincia tu, mammina!

- Kaito-chan, siediti che ti spiego.

Non aveva affatto voglia di sedersi, l'unica cosa che voleva erano delle risposte alla conversazione assurda che avevano intrapreso prima sua madre e Akako.

- No, resto in piedi.

- Come vuoi tu Kaito, ma se poi svieni non prendertela con me.- Almeno Akako era tornata sarcastica come sempre- e non interromperla ok?

Fece un cenno con la testa e la madre sospirando cominciò a parlare.

- Tutto cominciò 17 anni fa', quando io rimasi incinta. Io e tua nonna andammo dal ginecologo e questo ci disse che stavo per concepire 2 gemelli, un maschietto e una femminuccia. Immagina la mia gioia, avrei avuto una bambina a cui avrei insegnato i miei trucchi e tuo padre avrebbe avuto il maghetto che tanto desiderava. Mia madre, tua nonna, non sembrava dello stesso parere. Mi disse che una femmina sarebbe stata la disgrazia della nostra famiglia e quando le chiesi il perché lei mi disse la tremenda realtà: tutte le femmine della nostra famiglia erano streghe! Io ero cresciuta con la cattiveria delle streghe soppressa in me e questo aveva fatto sì che io diventassi una carnefice. Quanta gente avrò ucciso diventando la Phantom Lady non lo so. Anzi che avere una bacchetta io avevo un'ascia e con questa esprimevo la mia vera natura. Se solo mia madre mi avesse fatto crescere come una strega... comunque decisi di rivelarlo a tuo padre. Lui era d'accordo con me per far crescere la femminuccia insieme a sua nonna, che l'avrebbe fatta diventare una strega in piena regola. Quando il giorno del parto concepii la femmina non ci potevo credere: appena nata la stanza si era invasa di uno strano colore rosso, da qui il suo nome significante pietra rossa. Mi venne subito portata via e io per tanto tempo non ebbi sue notizie. Non avendo mai pianto io sono ancora una strega, ma nel passare il mio potere a mia figlia mi sono molto indebolita. Kaito, credo che tu abbia capito chi sia tua sorella ormai.

Kaito era impallidito, non era possibile. Lui aveva una gemella e quella gemella era...

- Akako...

 

Rosannah aveva ascoltato il suo racconto a bocca aperta. La ragazza che qualche giorno prima l'aveva sfidata per contendersi il cuore di Kaito era sua sorella!

- Dovresti essere contento- gli disse accarezzandogli dolcemente la testa- hai scoperto di avere una gemella, non sono cose che capitano tutti i giorni!

Rosannah non poteva capire. Le aveva raccontato tutta la storia senza rivelarle che esseri erano sua madre e Aka... sua sorella. Non sentiva ancora di dirle che tipo di famiglia era la sua, c'era qualcosa a bloccarlo, come se non fosse lei quella con cui doveva stare e rivelarlo.

“ Sai benissimo con chi dovresti stare, inizia con A e finisce con oko”

Maledetto subconscio. Doveva distrarsi se non voleva dargliela vinta.
 


 

<< Ehi, oggi ruberò uno zaffiro, ho appena mandato il biglietto! Tu ci stai? >>

<< Sì, credo che distraendomi metterò via i brutti pensieri, poi ti mando le istruzioni: ho voglia di condurlo io questo show! >>

<< Sei più determinata del solito, mi piace >>
 


 

Aoko arrossì. Kid le aveva appena scritto che gli piaceva determinata. Insomma le aveva scritto che gli piaceva.

“ Su Aoko, sei tu quella che deve sedurlo, non il contrario!”

Doveva mettere via quei pensieri e mostrarsi normale.

Uscì di casa e si diresse verso quella dell'amico per incontrare Chikage.

La porta era stranamente aperta. Sembrava quasi la invitasse ad entrare, anche senza il consenso della padrona. Forse era il suo istinto di ladra che le chiedeva di... no! Lei era pur sempre la figlia di un ispettore!

Percorse il corridoio fino ad arrivare alle scale. Sentì dei rumori provenienti da sopra e decise di scoprire cosa fossero. Le luci erano tutte accese, ad eccezione di quella della camera padronale. Come una calamita il buio di quella stanza la attirò e decise di entrarvi. Non ricordava ci fosse mai stata.

La stanza era sempre stata chiusa a chiave e ogni qual volta Kaito tentava di scassinare la serratura la madre ripeteva sempre: lì c'è il fantasma cattivo di tuo padre, per adesso il suo spirito è buono, ma se entrerai in quella stanza lui verrà liberato e diventerà malvagio. Anche con il passare degli anni Aoko e Kaito avevano continuato a crederci e non avevano più tentato di aprire la porta.

La stanza era molto grande, ma non sapeva dire precisamente quanto dato il buio. Trovò sulla sua destra l'interruttore e quando lo accese la porta dietro le sue spalle si chiuse.

- Wow...

Le pareti della stanza erano ricoperte da una tappezzeria blu che al tatto sembrava molto antica; il letto aveva un baldacchino che arrivava fino al tetto della stanza; per terra non c'erano tatami come per il resto della casa, ma c'era un pavimento a mattonelle oro e bianche; al centro della stanza era steso un tappeto blu, anche quello antico. Quella stanza era in tutto e per tutto alla francese, ispirata alle camere della reggia di Versailles.

“ Perché mai la camera dei genitori di Kaito è così.... strana? Solo i ricchi possono permettersi cose così! Forse non ci facevano giocare qui dato il costo dei danni che avremmo potuto recare”

L'attenzione della giovane cadde sulla parete sinistra, dove era incorniciato un quadro a grandezza naturale raffigurante la signora Kuroba. Era bellissimo! La donna stava sorseggiando del tè davanti alla torre Eiffel, aveva i capelli a caschetto ed era chiaramente più giovane, non che portasse male i suoi anni. Quel quadro rivoluzionava la stanza, le dava un non so che di giapponese.

Spinta della curiosità Aoko decise di toccarlo.
 


 

- Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo!

La ragazza osservava la scena con molto interesse. Tutto stava andando come nei piani, adesso sperava solo che quella donna non rovinasse tutto.
 


 

Il congegno scattò.

Aoko si ritrovò in pochi secondi stesa sopra un divano scarlatto. La stanza era molto diversa da quella in cui si trovava prima, quindi come ci era finita? L'ultima cosa che ricordava era il quadro, l'aveva toccato e... cosa era successo?

Si accorse che l'unica luce nella stanza proveniva da una palla da discoteca che girava sopra la sua testa. Si guardò attorno e constatò che era il posto più strano che avesse mai visto: oltre al divano che c'era in mezzo alla stanza c'erano solo 4 enormi armadi, uno per ogni parete e un tavolo con sopra un computer e uno stereo dove era inserito un cd. Tanto valeva farlo partire.

- Aoko-chan!!!!!

- Chikage?

- Allora Aoko, ti piace questo posto? L'ho dovuto modernizzare un po', ma alla fine è venuta una meraviglia.

- Signora, come ci sono finita qui e soprattutto che razza di posto è?

- Aoko-chan, tutto a tempo debito. Ti posso solo dire di aprire quegli armadi e scoprire cosa c'è là dentro! L'armadio a destra oltre il contenuto ha anche un congegno che serve a riportarti nella mia stanza, mentre quello a sinistra ha un contenuto molto particolare! Comunque ti consiglio di aprire prima quello davanti a te, arrivederci my Lady!

Ancora più confusa di prima la ragazza fece come le fu chiesto. Appena aprì il guardaroba ne uscì una teca con dentro un costume... e che costume...

- Da Phantom Lady?

Anche se stentava nel crederci era proprio quello! C'erano le bende, la tuta scarlatta, la tuta da motociclista e addirittura la parrucca bionda!

Se questo conteneva queste cose chissà gli altri...

Si avviò verso quello dietro di lei. Appena lo aprì dovette scansarsi perché ne erano fuoriuscite moltissime parrucche, ognuna sopra una testa di polistirolo per non essere sgualcita!

Adesso era il turno del guardaroba di sinistra, quello con un contenuto particolare.

Non ci poteva credere....
Quella era proprio la moto della Phantom Lady che aveva “preso in prestito” qualche giorno prima! Ma perché stava lì?

Decise di controllare anche l'ultimo armadio, il più grande, nonché quello in cui doveva esserci l'uscita. Ma non era un semplice guardaroba, quella era una cabina armadio a due piani!

Nel piano inferiore erano riposte molte maschere, di ogni tipo, da uomo a donna, da giovane a vecchio e nel superiore c'erano una marea di vestiti, per di più tutti della sua taglia! Accanto a un camice da scienziata c'era un biglietto.

Oggi sarai Makiko Ashigiro, una gemmologa,

prendi una maschera a caso e il usa computer per creare una carta d'identità finta.

Questo sarà il tuo primo furto da vera Phantom Lady,

vedi di non farti scoprire.

Chikage

La ragazza non ci pensò due volte prima di fare quello che le era stato chiesto, ma dopo il furto Chikage avrebbe avuto molto da spiegarle.
 


 

- Ispettore Nakamori,le presento Makiko Ashigiro, l'unica gemmologa capace di riconoscere a prima vista un vero da un falso, cosicché Kid e Lady non potranno più imbrogliarci con i loro stupidi trucchetti.

Il direttore del museo l'aveva introdotta all'interno dell'edificio senza alcun problema. Aveva usato una maschera con un trucco leggero e una parrucca mora e riccia, insomma era irriconoscibile!

Aveva campo libero, Kid le aveva scritto che avrebbe solo assistito alla sua performance e poi sarebbero scappati insieme in moto. Che cosa romantica...

Arrossì solo a pensarci, ma per fortuna aveva la maschera a coprirle il viso.

- Signorina Ashigiro mi dica la sua età, la sua altezza, i suoi segni particolari e il codice della patente!

- Ho 27 anni, sono alta 1 metro e 65, ho una voglia a forma di stella sulla pancia e l'ultimo non ne ho la più pallida idea, chi se lo impara a memoria?

- Va bene, non sei Kid, ora ne sono sicuro!

Aoko non poté fare a meno di sorridere e lo fece ancora di più quando le chiesero di constatare se la pietra fosse autentica. Quanto era stupido suo padre da 1 a 10? Era così sicuro che solo Kid fosse capace di mascherarsi?

Quando ebbe lo zaffiro fra le mani decise di cominciare e finire in pochi secondi il suo show.

- Ispettore, questo è senza dubbio l'originale, ma non le dispiace se lo porto via con me?

- Eh?

Aoko con un fumogeno distrasse tutti i poliziotti e si avviò verso il parcheggio dove aveva riposto la moto, ma si accorse che il direttore l'aveva seguita.

- Sei una ladra o sei la ladra.

- Kid, mi hai fatto prendere uno spavento!

Entrambi si smascherarono e lei lo invitò a portarlo in moto con sé. Quando furono usciti dall'edificio si accorsero che decine di macchine della polizia li stavano inseguendo. Aoko rise di gusto quando si infilò in un vicolo dove le automobili non riuscivano a passare.

- Dove posso portare sua maestà?

- Potremmo andare a restituire la moto al proprietario.

La ladra si morse un labbro, ma mantenne il gioco.

- Dritti a casa Kuroba!- si voltò verso di lui per qualche secondo e gli fece l'occhiolino- e per la cronaca non l'ho rubata, il proprietario lo sa!

Kaito mugugno qualcosa del genere “ci scommettevo” e “lei lo sapeva”, ma Aoko non comprese il significato.
 


 

Chikage Koizumi, aveva appena deciso di rimpossessarsi del nome di battesimo, si affacciò alla finestra e sorrise alla bellissima visione di suo figlio che dava un bacio sulla guancia all'amica senza sapere che fosse lei. Quanto erano carini e soprattutto quanto le ricordavano lei e Toichi.

Chiuse la stanza a chiave e si mise nel letto.

- Buonanotte Toichi.

- Buonanotte Chikage.
 


 

Avevano perso troppe loro mosse. Dopo che entrambi erano entrati in quella casa li avevano persi di vista e li avevano ritrovati solo dopo qualche ora. Quello che facevano durante quelle ore della notte rimaneva per loro tutt'ora un mistero. L'infiltrata tra l'altro era riuscito ad avvicinarlo, ma non a ricavare informazioni interessanti.

- Relazione intrigante quella fra te e il sospetto, ma è vera?

- Che domande!

Per lui era un no, per lei un sì.

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Capitolo 7
*** Il passato che riaffiora ***


Capitolo 6

Il passato che riaffiora

 

Lunedì 9 Marzo

In classe erano tutti presenti.
Akako stava in disparte e studiava come non aveva mai fatto ogni singolo movimento dei compagni e in particolare del fratello. Non poteva ancora crederci, eppure era tutto vero. L'unico ragazzo che non riusciva ad ammaliare con la sua magia era il suo gemello! Probabilmente perché anche lui aveva un po' di magia rossa nelle vene, anche se non sarebbe mai diventato uno stregone al 100%.

Vicino a Kaito c'era quell'insopportabile di Rosannah. Mora con gli occhi azzurri, una combinazione molto appariscente. Eppure era troppo perfetta, come se fosse stata programmata al computer.

Il bello era che mentre si lanciavano occhiate sdolcinate non si accorgevano della furia che avevano vicino: Aoko.

Se prima considerava quella ragazza una rivale ora le faceva tenerezza. Sarebbe stata una cognata di certo migliore di quell'altra! Si vedeva fosse gelosa, ma lei tentava di nasconderlo conversando con Hakuba che era appena tornato dall'Inghilterra.

Anche quel ragazzo era strano. Gli altri le cadevano ai piedi, ma non erano veramente innamorati, mentre lui si comportava in un modo molto diverso... Peccato la sua ossessione per catturare Kaito Kid, infatti già si immaginava la conversazione che stava intraprendendo con Aoko, peccato la ragazza non gli prestasse neanche un po' di attenzione. Forse il biondino era il ragazzo più interessante che le fosse capitato sotto mano...

La professoressa Konno arrivò come una furia, ma non era sola...

- Studenti, seduti! Vi presento un nuovo compagno: Ryu Ufarei!

Il ragazzo che arrivò lasciò a bocca aperta tutte le ragazze: aveva la carnagione chiara, gli occhi verdi, i capelli biondi e un fisico molto slanciato. Nella classe si levò un generale “Wow”.

Il ragazzo salutò tutti, ma i suoi occhi andarono subito a cercare qualcosa... o meglio dire qualcuno.

Quel qualcuno a sua volta era rimasto ammaliato e stava provocando l'immediata gelosia del vicino di banco.

“ Ben ti sta Kaito!” pensò Akako quando Ryu si sedette vicino ad Aoko.
 


 

“ È tutto il giorno che le sta appiccicato, ma chi si crede di essere?”

Kaito spezzò in due una matita. Quel Ryu gli stava proprio antipatico. Rosannah si accorse del comportamento del fidanzato e gli mise il broncio.

- Non mi dire che sei geloso... di lei?

Kaito fu infastidito dalla nota arrogante e sprezzante che la sua compagna aveva usato. Nessuno poteva usare quel tono parlando di Aoko! Replicò con tono molto seccato.

- No, che dici, solo che credo che quello sia uno dei soliti galletti senza cervello!

Rosannah si infuriò a quella risposta a tono e una volta che la campanella suonò schizzò fuori dalla classe.

- Allora vieni da Gunma, deve essere un posto bellissimo!- disse dolcemente Aoko.

Ma che razza di tono usava la sua amica d'infanzia con quel biondino? Non poteva essere realmente attratta da lui... giusto?

- Il posto era bello, ma mai quanto te...

E no! Così non andava affatto! Perché lei non replicava, perché non lo rincorreva con lo spazzolone? Come poteva il più bello della scuola essere attratto da Aoko?

- Forse perché è una ragazza carina, non credi?

A Kaito venne un infarto quando si trovò a pochi centimetri da lui Akako con uno sguardo che non diceva niente di buono.

- M-ma t-tu c-cosa...

- Siamo gemelli, gemelli...magici! Possiamo comunicare telepaticamente è questo il bello, non te ne eri mai accorto?

- Mi stai prendendo in giro?

- Si!- la ragazza si scostò una cicca di capelli da davanti e lo fissò dritto negli occhi- Sei geloso Kaito e molto per giunta!

Quanto odiava la risata con cui finiva ogni frase!

Lui non era geloso di Aoko! Perché glielo dicevano tutti?
 


 

Saguru era appoggiato al cancello della scuola e aspettava che la giovane ladra lasciasse la classe per dirigersi all'uscita. Sfortunatamente Aoko era passata velocemente accanto a lui senza accorgersene e si era diretta velocemente a casa. Il ragazzo si stufò di aspettare e decise di andare a prendere un boccone nel bar accanto alla scuola.

- Se aspetti Nakamori se né andata da un pezzo.

Quel tono atono, che faceva venire i brividi, non c'era dubbio, la sua interlocutrice era Akako. Come previsto il ragazzo si girò e se la trovò davanti.

- Akako-san, ti serve qualcosa?

- Chiamami soltanto Akako, comunque sì, mi dovresti aiutare.

Il ragazzo non ebbe tempo di obiettare che la ragazza lo trascinò verso la fermata dell'autobus più vicina.
 


 

- Chikage-san, sono venuta come mi aveva chiesto!

La ragazza chiuse la porta dietro di lei e si avviò verso il soggiorno. Lì trovò la donna intenta a fare un trucco con le carte. Come sempre era vestita elegantemente, indossava un top bianco e una gonna a strisce rosa e bianche, a completare il tutto era un cerchietto fucsia che la rendeva molto giovanile. Prese un sospiro e assunse un tono molto serio.

- Signora Chikage vorrei delle risposte!

La donna le sorrise e le fece “no” con il dito.

- Ogni cosa a suo tempo cara...

Aoko diede un pugno al muro e si accasciò a terra.

- Sono stanca di non sapere quello che mi succede intorno! Sono stanca che le persone a me più care tengono dei segreti! E sono stanca di avere paura di essere ricattata da un momento all'altro! Lei non può capire come io mi sento...

Aoko era scoppiata. Per giorni si era tenuta tutto dentro ed aveva cercato di non apparire fragile, ma la vera Aoko non era così! La vera lei era dolce e debole.

Chikage si abbassò alla sua altezza e le diete una pacca sulla testa.

- Io ti capisco. Capisco quello che provi, capisco i tuoi timori, anche io da giovane li ho provati. Ho conosciuto sulla mia stessa pelle la paura di essere arrestata e ho anch'io subito le pene dell'inferno per essermi innamorata di un Kuroba- Aoko alzò la testa e vide che la donna aveva gli occhi lucidi e la voce spezzata, però non piangeva- Ma ti dico di essere forte! Se hai detto a Keiko il tuo segreto l'hai fatto perché è la tua migliore amica, se l'hai detto a Saguru l'hai fatto perché speravi ti aiutasse. Ma non dirlo a Kaito o sarebbe il più grande errore della tua vita.- Aoko scoppiò a piangere e la donna la abbracciò e la coccolò come solo una mamma sapeva fare- Fidati di me, lasciati aiutare e tutto andrà per il meglio. Io sono dalla tua parte e ti aiuterò nei furti e farò di tutto purché tu e Kid non veniate presi. Ma tu promettimi, promettimi che non vedrai più Kid come un ladro che fa di tutto per prendere in giro tuo padre.

- C-Chikage.... i-io....- Aoko prese un sospiro e smise di piangere, finalmente aveva il coraggio di dirlo.- Grazie Chikage, io ho capito che tu eri la vecchia Phantom Lady e sono felice di avere il tuo appoggio, ma il mio scopo è pur sempre quello di scoprire l'identità di Kid e consegnarlo alla polizia!

La donna sorrise e si rialzò.

- Certo, lo immaginavo, ma io ti aiuterò lo stesso e adesso vieni che ho una cosa da mostrarti.
 


 

- Si può sapere dove stiamo andando?

Saguru e Akako erano su un autobus da più di mezz'ora. Fortunatamente quella linea non era particolarmente affollata perché portava fuori città.

- La prossima fermata è la nostra.

Appena il pullman si fermò i due ragazzi scesero e si trovarono ai piedi di una collina boscosa. La ragazza fece segno all'amico di seguirla e così entrambi si addentrarono nella foresta.

- È la prima volta che invito qualcuno a casa mia, tanto presto mi trasferirò.

- La tua casa è in un bosco?

La ragazza non rispose e velocizzò il passo. Saguru tentava di schivare gli insetti, per uno di città come lui stare nella natura era impossibile! Dopo qualche minuto di cammino si fermarono davanti una grande roccia.

- Aspettami qui, quando ritornerò con delle valigie dovrai aiutarmi a trasportarle fino alla fermata, ok?
 


 

Aoko trovò il cd che la donna le aveva chiesto di prendere e lo portò in salotto. Era evidentemente vecchio e sopra vi era scritto “PL 01”. Inserì il dvd nel lettore e questo partì...

“ Un lettore cd? Non mi ero mai accorta che Kaito avesse un lettore cd!” pensò Aoko guardando l'oggetto stranita, poi si sedette sul divano.

Sullo schermo apparve un'immagine, precisamente una ragazza coi capelli viola ( identica ad Akako secondo Aoko) che si metteva una parrucca e una tuta. Quel costume era...

- Aoko, questo è il video del primo furto della Phantom Lady.
 


 

Akako non tornava e Saguru stava lì ad aspettarla da quasi un quarto d'ora. L'unica cosa che aveva capito era che l'aveva portato con lui per fargli fare il facchino perché si doveva trasferire dalla “Baita di Biancaneve” per andare in una casa in città.

Finalmente la ragazza, che nel frattempo si era fatta una coda, comparve con due grandi valigie.

- Ce la potevi fare anche da sola!

Akako abbassò lo sguardo e sorrise, poi senza fiatare gli diede una delle due valigie e si avviò verso l'uscita del bosco.

- Ho capito, tu mi stai usando, proprio come usi tutti i ragazzi che ti girano intorno! Ti servo solo per non farti faticare, ma anche tu hai le braccia!- le urlò lui lasciando cadere la valigia per terra.

- No, questo non è affatto vero!

La ragazza si girò e lui notò che aveva gli occhi lucidi.

- Io non ti sto usando! Volevo solo... un po' di compagnia...

Lo disse come se fosse una cosa di cui vergognarsi, come se fosse una cosa brutta.

La strega si ridestò presto da quell'attimo di debolezza e prese anche l'altra valigia e si avviò da sola verso la fine della foresta.

Saguru capì solo allora quello che provava: lui si era innamorato di quella ragazza fredda, insensibile e forte, ma che in realtà era solo sola e debole e in cerca di qualcuno che le desse affetto. Lui ci sarebbe stato per lei d'ora in poi, sia come facchino, sia come amico, sia come qualcosa di più.
 


 

La ragazza parcheggiò la Ducati davanti la stazione di polizia. Doveva essere successo qualcosa perché tutti i poliziotti erano rientrati in fretta e furia. Con un binocolo osservò dentro la stanza dell'ispettore. Aveva un biglietto in mano, era inconfondibile.

Vorrà dire che grazie a Lupin avrò Zazà fuori dai piedi”

Chikage prese il suo biglietto, il suo primo biglietto. Faceva una strana sensazione sapere di essere al bordo di un precipizio e volersi buttare di spontanea volontà, eppure lei era nata libera e tutto quello che faceva lo faceva per se stessa e di testa propria. Doveva lanciare quel biglietto in questura e lasciare la sua vita da normale liceale una volta per tutte.

Con uno sforzo, più morale che fisico, ruppe i vetri della finestra con un sasso e ci lanciò dentro quel minuscolo pezzo di carta che sarebbe stato l'inizio di tutti i problemi.

A riceverlo non fu l'ispettore Zenigata, ma l'agente Hakuba, da poco trasferitosi a Parigi e di origine Giapponese. Sarebbe stato il degno avversario della ladra franco-nipponica.

All'inizio la notizia non fu di scalpore, poiché sovrastata dai furti di Lupin, di conseguenza diedero il compito solo a pochi agenti di controllare il quadro che la nuova ladra avrebbe rubato. Non era un dipinto molto famoso, ma se venduto all'estero avrebbe avuto molto valore.

Chikage si travestì: decise che il bordò e il rosso scarlatto sarebbero stati i suoi colori, quindi indossò una tuta di quelle tonalità, poi aggiunse al travestimento una parrucca, poiché era una delle poche ad avere i capelli viola in città quindi sarebbe stato troppo semplice rintracciarla. Si guardò allo specchio e non sembrò soddisfatta. Mancava qualcosa...

Intanto l'agente Hakuba aveva fatto bloccare tutte le entrate della stanza dove era esposto il quadro e stava aspettando ansiosamente l'arrivo della nuova ladra. Tutto ad un tratto uscì del fumo da una grata del condotto dell'aria e da questa sbucò fuori una figura. L'agente prese la torcia e lo spettacolo che gli si pose davanti fu sbalorditivo: la ladra aveva già afferrato il quadro e per nascondere la sua identità aveva usato delle bende. Dei poliziotti cercarono di arrestarla e recuperare il quadro, ma lei dal nulla fece apparire un'ascia e mozzò loro le mani.

Fiumi di sangue scorrevano sul pavimento e gli agenti urlavano di dolore. La ladra sorrise beffarda e si rivolse ad Hakuba, uno dei pochi agenti a cui non era stato fatto niente.

- Vous ne devez pas sous-estimer moi! À partir de maintenant je vais disparaître dans la nuit comme une femme fantôme parce que je suis la Phantom Lady! (Non dovete sottovalutarmi! A partire da adesso sparirò nella notte come una ragazza fantasma, perché sono la Phantom Lady!)

 


 

- Mamma sono tornato, Akako sta per venire,ti dispiace se...

Kaito si fermò sulla soglia della porta del salotto. Sbagliava o quella sul divano era Aoko? Cosa ci faceva in casa sua?

- Ah, Kaito, Aoko era giusto venuta per dirti che non le serve più che stai in coppia con lei nelle ricerche, perché ha trovato un nuovo compagno.

Sua madre senza saperlo ( o forse sì, dato che era una strega ) si era inventata la bugia peggiore al mondo e aveva combinato un gran pasticcio.

A Kaito, infatti, uscì il fumo dalle orecchie associando il nuovo compagno al biondino che era arrivato oggi in classe. Allora Aoko preferiva quel Ryu a lui? Che cosa aveva lui che non andava, d'altronde era il ragazzo più carino della scuola, tanto che anche Rosannah si era innamorata di lui! Aoko aveva l'onore di stare accanto a lui e non lo apprezzava?

Stava per dirgliene quattro, quando la sua attenzione finì sul televisore. Era fermo sull'immagine di un'ascia sporca di sangue. E poi...

-Da quando in qua abbiamo un lettore cd?

Chikage sbiancò. Suo figlio rischiava di far scoprire ad Aoko che razza di famiglia era la loro e non era questo il momento!

- Ciao a tutti, sono qui!

Tutti si voltarono verso dove proveniva la voce. Fortunatamente Akako aveva salvato la situazione. Aoko si alzò e sbatté contro la spalla del migliore amico, poi si diresse verso l'uscita senza dire una parola. Era troppo sconvolta da quello che la donna le aveva mostrato e l'unico a non capirlo era Kaito.

- Che aura negativa, se è questa l'accoglienza ritorno nella mia vecchia casa.

Akako era sarcastica come sempre, ma sapeva benissimo perché la sua “cognata preferita” avesse quel comportamento.
 


 

- Benvenuto nel club fai di testa tua e non seguire gli ordini!

L'ironia di quella donna non finiva mai.

- Sì, sì, tanto sappiamo entrambi la verità e scommetto che tu non vuoi che si scopra.

Il ragazzo era molto astuto, forse anche troppo.

 

La donna stava nel letto e con il computer stava giocando una partita a dama.

“ Sono rimaste solo tre pedine bianche fra l'esercito di neri, ma solo 3 scuri sono temibili.” era lei ad avere in mano il gioco, ma non sapeva ancora dire con certezza chi avrebbe vinto la partita “ È tutto nelle mani di quella pedina grigia, solo lei può decidere se vincerà l'oscurità o la luce.”


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Nota d'autrice: 
Scommetto che Ryu vi sta già antipatico XD
Ma non ha fatto niente di male!
Anzi, ha fatto litigare Rosannah e Kaito! Povera Rosannah... *schiva i colpi dell'ascia di Chikage* 
Ho scritto questo più o meno flashback perché mi sono sempre chiesta perchè Chikage avesse cominciato a rubare...
Grazie a tutti per continuare a leggere la mia storia, che credo durerà ancora moooooolto perché ci sono ancora molte verità da scoprire!
Au revoir
Virginiella

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Capitolo 8
*** Lo sfogo di Aoko ***


Capitolo 7

Lo sfogo di Aoko

 

Martedì 10 Marzo

- Aoko, sei sicura di stare bene?

Saguru cominciava ad essere seriamente preoccupato per l'umore e la salute della sua compagna. All'inizio aveva pensato fosse solo depressa poiché Kaito si era messo con Rosannah, ma non ci aveva messo molto per capire che il motivo doveva essere molto più grave.

- Ho soltanto un po' di nausea.

“ Come posso non averla dopo quello che ho visto in quel video?” Aoko si alzò e corse al bagno.

Il ricordo del sangue, delle mani mozzate e tutto il resto le stavano facendo venire sul serio da vomitare. Si sciacquò la faccia e si guardò il viso allo specchio. Fece un piccolo salto quando vide che c'era qualcuno ad osservarla da dietro la porta.

- Ehi, cos'hai, non è che oltre le nausee hai anche le voglie? Non è che sei incinta?- disse scherzosamente il ragazzo.

- Baka, sono soltanto un po' stanca!

Aoko gli fece la linguaccia, tutto sommato le stava simpatico.

- O no! Tra poco arriverà la prof, meglio che rientriamo!

Il ragazzo la prese per mano e la trascinò fino in classe.

Appena entrarono una furia si scatenò su di loro.

- Perché la tieni per mano?

“ Che brutta cosa la gelosia” pensò Akako che si stava godendo la scena.

- E a te cosa interessa?- aveva rimbeccato una quarta persona.

Probabilmente sarebbe scoppiata una rissa se in quel momento non fosse entrata l'insegnante.

“ 1 a zero Aoko, vediamo quanto Kaito riuscirà a sopportare la visione di lei e Ryu, ma soprattutto voglio proprio godermi la gelosia di Rosannah!” Akako non era capace a captare i sentimenti della gente attraverso la magia, ma quando si trattava di gelosia non c'era niente di più palese.

- Ragazzi ho un grande annuncio: L'Ekoda High School organizzerà un ballo per giovani coppie: il Fantasy Masquerade! Se non l'avete capito si tratta di un ballo in maschera e si festeggerà poco prima della fine dell'anno, il 28 Marzo! Sono ammesse solo coppie composte da un ragazzo e una ragazza, non è eccitante?

La classe rimase a bocca aperta e tutte le ragazze si affrettarono a chiedere ai più gettonati della classe di accompagnarle, lo stesso per i ragazzi.

Akako e Rosannah si ritrovarono inondate di inviti, ma chiaramente non c'era quello delle due persone che speravano. Ryu e Kaito, invece, speravano nell'invito di un'unica ragazza, anche se Kaito non lo avrebbe mai ammesso neanche a se stesso.

Finito il panico iniziale la lezione continuò, anche se non mancavano i brusii degli alunni.

Quando la campanella suonò tutti si riversarono fuori dalla classe, eccetto 6 persone.

- Hakuba, tu hai già deciso chi invitare?- gli chiese scherzosamente Kaito immaginando già la risposta.

- No, non ancora- disse spiazzando l'amico- Ma almeno non ho il piede in due scarpe come te.

Il mago restò senza parole. Saguru si avviò verso l'uscita, ma sorprendendo tutti Akako lo prese per una manica.

- Allora non me lo chiederai?

- Di cosa stai parlando?

Akako lo guardò in viso e gli sorrise, poi allentò la presa sul suo braccio e si voltò.

- Vorrà dire che se non me lo chiederai accetterò l'invito di qualcun altro!

La strega prese il suo zaino e se ne andò a tutta velocità, ma Hakuba, anche se allibito, decise di seguirla.

- Allora Kaito- gli urlò Rosannah, costringendo a far voltare anche le altre due persone presenti- Quello che Akako ha detto a Saguru vale anche per te!

Il ladro cominciò a balbettare. Non capiva neanche lui il perché, ma tutto ad un tratto non provava più sentimento per Rosannah, solo attrazione fisica. Era chiaramente bellissima e simpatica, ma non era per quello che gli piaceva. Lei gli piaceva perché gli ricordava qualcuno che amava. Chi era poi il suo vero amore non lo sapeva proprio, quindi fino a che non l'avrebbe capito era meglio non far arrabbiare la sua stupenda fidanzata.

- Ci mancherebbe amore, allora vuoi venire al ballo con me?

Rosannah mormorò un “sì” e corse a baciarlo. Ad Aoko salì di nuovo il vomito e si sentì mancare. Fortunatamente Ryu la prese e la fece sedere su una sedia.

- Sicura di stare bene, guarda che non mi bevo più delle stupide scuse.

- Te l'ho detto, è solo che negli ultimi tempi non ho tanto tempo libero, tutto qui.

Ryu le prese la mano, gesto che fece avvampare la ragazza e infuriare Kaito.

- Visto che il tuo amico è occupato- fece un gesto indicando il mago- ti piacerebbe venire al ballo con me?

Kaito si trattenne dal tirargli un pugno in faccia e urlargli di lasciarla stare, ma sarebbe stato strano e sbagliato. Sperò vivamente con tutto il cuore che la risposta della ragazza fosse negativa.

- Naturalmente se non te la senti mi accontento di un appuntamento per domani alle 4, non mancare eh!

Detto questo Ryu e Rosannah se ne andarono, mentre Kaito e Aoko ritornarono a casa insieme senza neanche rivolgersi la parola.


- Non vi ricordavate che l'annuncio di Kid era per oggi? Dobbiamo preparare un piano antiKid subito!

Ginzo diede gli ordini a tutti gli ufficiali. Non avrebbe perso, non oggi, almeno era quello che si ripeteva sempre. Il questore Hakuba si avvicinò a Nakamori e gli mise una mano sulla spalla.

- Non credo che bisognerebbe preoccuparsi di quel ladro- l'ispettore si girò con una faccia interrogativa- All'inizio pensavo che la nuova Phantom Lady non aveva nulla a che fare con la vecchia... ma dopo l'ultimo furto mi sono ricreduto! Dovreste preoccuparvi dell'incolumità dei poliziotti, non si sa mai, ma credo che la nuova ladra sia in contatto con la mia vecchia nemica e credo di non sbagliarmi!


- Su Akako basta, per favore fermati!

La giovane Kuroba si stava divertendo tantissimo a farsi rincorrere per le vie di Tokyo da quel giovane detective che continuava da un'ora ad intimarla di fermarsi, ma non smetteva comunque di seguirla. Forse era abbastanza, quel ragazzo doveva essere sfinito.

La strega si fermò davanti una pasticceria piena di cupcakes e biscotti.

- Ti va se facciamo una pausa merenda?

Hakuba la guardò interrogativo, poi scrollò le spalle. Almeno era riuscito a farla sorridere, anche a costo di farsi venire l'acido lattico alle gambe.

Entrarono in quel piccolo negozio e la ragazza si accomodò a un tavolo per due. Ordinarono un cupcakes ciascuno e una fetta di Red Velvet in due.

- Allora, ti sei calmata o ricominciamo l'inseguimento- disse il biondo addentando il pasticcino.

- Proposta allettante, ma preferirei tornare a casa e studiare e magari valutare l'invito di quale ragazzo accettare...

Saguru non le fece dire altro che prese un pezzo della fetta di torta e gliela mise in bocca.

- La ragazza più bella della scuola deve andare con il più bello, di conseguenza sarò io ad accompagnarti!

Akako rimase a bocca aperta, poi ricordandosi del dolce che aveva in bocca sorrise e cominciò a masticare, poi si alzò e pagò il conto.

- Arrivederci detective, ci vediamo domani a scuola.

Stette per andarsene, ma Hakuba la trascinò fuori dal locale in una strada isolata, poi le tappò la bocca e la spinse verso il muro.

Akako non capì il comportamento del giovane e per un attimo pensò che la volesse addirittura appiccicare al muro per poi baciarla, non che non le sarebbe piaciuto, ma si ridestò dai suoi pensieri quando sentì dei passi che arrivavano vicino a loro. Nella sua mente di strega non ci mise molto per vedere attraverso il muro le due persone: Rosannah e Ryu.

- Sì, sì, lo so, presto tornerò alla solita routine, sì, sì, ciao- disse quest'ultimo al telefono.

- Finalmente in pace!- esclamò la ragazza e poi entrambi si allontanarono da quella strada e non furono più udibili.

- Non mi fido di loro- mormorò il ragazzo- E non mi piace l'idea che ronzino intorno a Kaito e Aoko.

La ragazza annuì, ma dentro di sé pensò un'altra cosa.

“ Fidati, non sono loro la vera minaccia, o forse dipende dai punti di vista...” 


Kaito se ne stava in camera sua ad attendere i dettagli del prossimo furto dalla socia, poiché ultimamente si mostrava sempre più sicura di sé e la storia non gli dispiaceva affatto. Si rigirò sulla sedia girevole e si mise una penna in bocca. Effettivamente quella ladra era diversa dagli altri criminali che aveva affrontato e per di più era molto bella, anche se non l'aveva mai vista senza le bende in faccia. Il fatto più importante poi era che la madre si fidasse di lei.

Batté la penna ripetutamente sulla scrivania e ci poggiò sopra la testa. Chissà se alla sua migliore amica stava simpatica la ladra o se le stesse antipatica quanto Kid. Certo, la Phantom Lady e Aoko avevano ben poco in comune, anzi erano praticamente il contrario. Nel carattere e nell'aspetto fisico. Eppure ultimamente la sua amica si era comportata molto diversamente ed era diventata più fredda. Quanto odiava quella sensazione di non potersi fidare alla persona a lui più cara. Ma adesso con Rosannah era diverso... giusto?

Si alzò di scatto quando sentì delle voci provenienti dal piano di sotto. La madre l'avrebbe scoperto se fosse sceso ad origliare, ma se avesse usato qualcosa tipo le cimici?

Ne aveva piazzate una sulle scale e una in salone, era il momento che si rendessero utili.

- Allora Aoko cos'è che ti sconvolge tanto?

Da quando in qua la sua amica si confessava alla madre?

- E me lo chiede pure? Dopo il video di ieri non so cosa pensare. Insomma potevo capire che lei fosse la Phantom Lady, ma credevo che questa fosse solo una ladra, non anche una massacratrice!

La madre aveva raccontato tutto ad Aoko? Ma era impazzita? Non si ricordava che suo padre era un poliziotto? Kaito si mise le mani nei capelli e sospirò.

- Continuerei volentieri questa discussione, ma solo quando saremo sole. Hai capito Kaito?

Al ragazzo si gelò il sangue nelle vene e decise di chiudere lì quella intercettazione.

Di una cosa ora era sicuro: la madre nascondeva qualcosa e non voleva assolutamente che lui la sapesse.

 

<< “ Gemma del sole” non ti dice niente... dovevi mandarmi i dettagli del furto!>>

<< Ok, ok, stai calmo. Mi travestirò da agente dell'Interpol mentre tu starai in una grata. Io distraggo, tu ti fai vedere e compi il furto, il resto te lo dirò al momento.>>


Aoko entrò nella stanza segreta.

Per fortuna si era chiarita con Chikage, anche se non capiva la parte in cui aveva nominato Kaito. Poco importava, ora doveva pensare solo al furto, non aveva tempo per altro. Lo stereo si accese e la voce registrata della ex ladra rimbombò per tutta la stanza.

- Ascolta Aoko, la vendetta non è mai giusta, ma se i tangheri ballano il tango allora buttati anche tu in mezzo alla pista.-

Per niente confusa dalla frase misteriosa, Aoko prese il portatile e cominciò a creare la sua nuova carta d'identità.

Mamiko Scott, madre giapponese, padre inglese, 30 anni, lavora nell'interpol da 6 anni.

Si mise una maschera che le rendeva il viso meno paffuto e più adulto. Un tocco di mascara e un po' di ombretto blu, con del rossetto appena accennato. I capelli erano stati semplicemente raccolti in una cipolla, fermati da due matite. Aveva indossato una giacca blu con sotto una camicetta bianca. Sembrava in tutto e per tutto un impiegata.

“ Preparati Kid, presto vedrai di che pasta sono fatta”


Kaito si era infilato in una conduttura di aerazione come richiesto. Da lì vedeva tutto, in particolare riusciva a seguire passo per passo i movimenti della collega.

Mamiko stava conversando con l'ispettore Nakamori e probabilmente lo stava convincendo di chissà che cosa. Ginzo annuì e disse ai suoi uomini di mettersi attorno alla teca, mentre lei si posizionò proprio sotto la tubatura. Da dietro la schiena fece un conto alla rovescia con le dita e lasciò cadere da una manica della giacca una penna. Quando questa toccò terra una nube di fumo invase la stanza e tutti i poliziotti cominciarono a tossire. Quello era probabilmente il segno che aspettava per poter entrare in scena.

- Ladies and gentlemen!

Solo dopo aver detto la sua frase di annuncio uscì dalla conduttura e si piazzò davanti a Mamiko.

- Signorina, lo blocchi!- urlò l'ispettore.

Aoko di risposta non fece niente, anzi stette a guardare la scena senza alzare un dito.

Kid con uno schiocco di dita aveva fatto sollevare da terra tutti gli agenti, che ora si dimenavano in aria come insetti appiccicati ad una ragnatela. Non ci mise molto a completare l'opera e rubare il gioiello. Il topazio più grande di Tokyo era finalmente nelle sue mani.

Entrambi se ne stavano per andare con calma quando un agente riuscì a bloccare Aoko per un braccio.

- Quella è la Phantom Lady, non la lasciare!- gli urlava Ginzo.

Aoko non era capace ad usare i trucchi di magia e come Chikage le aveva predetto...

 

- Sono stata costretta ad usare quell'ascia. Immagina che sia l'unica cosa che può rendere tuoi sogni realtà! Potresti fare del male alle persone, ma se non lo fai allora, sotto i panni di un'altra persona, lo farai nella vita reale. Questo non è uno strumento di massacro, ma di sfogo. Non fare i miei stessi errori e distingui bene questi due verbi!

 

- La Phantom Lady è tornata, in tutto e per tutto!

Con gli occhi di ghiaccio la ragazza prese da dietro di lei un ascia, ma non mozzò nessun braccio o nessuna mano, fece solo un piccolo taglio all'agente, che alla vista dello strumento aveva già ritratto il braccio.

- Andiamo- disse a Kid, che senza parole la seguì fino al parcheggio del museo e insieme scapparono in moto.


- Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere!

Saguru si avventò verso il padre. No, Aoko non sarebbe diventata come la precedente ladra.

- Figliolo, ti devo proibire di investigare sul caso Kid e Lady, potresti farti male sul serio...

- No! Io catturerò Kid e riuscirò anche a far ragionare la ladra!

Detto questo il detective sbatté la porta della sua camera e si coricò ancora pieno di dubbi.

Qualche isolato vicino Akako dalla sua palla di vetro aveva visto tutto.

“ Mamma, perché ti sei spinta fino a questo punto?”


- Adesso noi parliamo!

Kaito trascinò la ladra fino dentro a casa sua, ma una volta aperto il portone di casa si trovò immediatamente la madre davanti.

- Mam... volevo dire Madame, io, lei e questa ladra dovremmo parlare.

Chikage guardò il figlio e si mise una mano sul volto.

“ Ma quanto è stupido?”

- Veramente io ho da fare- disse la Lady impassibile, poi strattonando il bracciò riuscì a liberarsi dalla presa del socio- Signora Kuroba, ci vediamo lei sa quando, lei sa dove e... signor Kid, lasci in pace questa povera signora!

Aoko scappò a velocità record lasciando Kaito interdetto.

- L'hai resa un'assassina!

La madre gli voltò le spalle e si avviò verso le scale di casa, poi si voltò un attimo e guardò il figlio.

- Non sarà come me, ma questo dipende come la tratterai. E non sarà un'assassina... è solo sfogo.


- Capisco...

Tutti in quell'ufficio buio avevano paura della reazione che il capo avrebbe avuto... tutti eccetto una ragazza. Lei avrebbe sorriso anche se l'avrebbero dato in pasto a dei coccodrilli. Avevano fallito, o almeno non avevano completato la missione.

- Questo sarà il tuo ultimo compito!- disse il boss rivolgendosi a quella stessa femmina che quasi metteva i brividi pure a lui- Non lavorerai più come Sambuca... benvenuta Frog.



Nota d'autrice:
Sinceramente non so neanch'io cosa accadrà alla fine, ci sto capendo quanto voi! XD
Vi faccio una promessa: D'ora in poi Aoko sarà una persona forte (più in là le toglierò questa insensibilità).
Allora, vi annuncio chel'ultimo capitolo sarà quello del ballo, e per farvi rendere meglio conto quanto manca ad allora ho inserito all'inizio della storia il giorno in cui si svolge.
Allora, viè piaciuta la scenetta akakoxSaguru ( ma una Akako così sdolcinata si era mai vista? ^.^)
E soprattutto chi diavolo è sta Sambuca\Frog... ( se lo sapessi io sarebbe già un passo avanti XD)
Grazie a tutti voi che leggete la mia storia, ma credo che posterò più lenta di prima perché c'è la scuola e in più i miei genitori mi vogliono anche privare del computer T-T aiutatemi voiiiii T-T

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Capitolo 9
*** La scelta delle coppie ***


Capitolo 8

La scelta delle coppie

 

Mercoledì 11 Marzo, pomeriggio

Aoko si precipitò in casa Kuroba. Aveva chiesto a Chikage di rimandare il loro appuntamento pomeridiano, poiché aveva un altro impegno. La donna aveva annuito e l'aveva lasciata andare a scuola senza controbattere. La mattinata era passata veloce ed era ora di affrontare il vero problema: l'appuntamento con Ryu.

Kaito le aveva rivolto a malapena la parola, come se quel fatto l'avesse offeso. Ma lei non poteva continuare a sperare in un futuro impossibile, doveva vedere in faccia la realtà e trovarsi anche lei uno spasimante.

All'inizio aveva pensato di andare al parco con Ryu vestita normalmente, poi, però, le era venuta una fantastica idea: usare uno dei vestiti che si trovavano nella stanza segreta di Chikage.

Scaltra come il suo alter-ego, Aoko riuscì ad intrufolarsi in casa, senza che l'amico se ne accorgesse. La stanza padronale era come sempre chiusa a chiave, ma grazie alla ex ladra era riuscita a ottenerla. Si precipitò verso il passaggio segreto e quando vi entrò trattenne il fiato intuendo che c'era qualcun altro nella stanza oltre a lei.

- Aoko-chan, ti ho preparato dei vestiti che andranno benissimo per il tuo appuntamento!

Perfetto, Chikage lo sapeva. La donna era seduta sul divano e, con l'armadio aperto davanti, ne studiava il contenuto. Indossava una vestaglia da casa molto provocante.

- V-veramente io...

Era sicura avessero gusti diversi, lei era piatta e i vestiti della donna le sarebbero andati come tuniche. La padrona di casa non la ascoltò e scattante prese una gonna rosa e una maglietta scollata bianca, con dei ricami fucsia. Prese Aoko per un braccio e la trascinò fino alla cabina armadio. Poi prese degli stivaletti bianchi e glieli porse.

- Prova questo completo, funziona sempre!- le disse facendole un occhiolino.

Aoko si cambiò e si pettinò i capelli. Non era stata un'impresa così difficile.
 


 

- Padre, mi devi una spiegazione!

Saguru sbatté i pugni sul tavolino del bar richiamando l'attenzione di tutti i clienti.

- Saguru, abbassa la voce!

- Abbassare la voce? Tu mi vieni a dire che lo zio di Keiko è stato ucciso dalla Phantom Lady e che probabilmente anche la nuova commetterà un omicidio, forse scagliandosi contro la stessa famiglia e io dovrei abbassare la voce?- urlò il ragazzo ormai in preda a una crisi di nervi.
 


 

Ryu aveva appena finito di parlare con Rosannah al telefono, quando vide davanti a sé quella visione celestiale. Aoko sembrava un angelo. I capelli le erano stati acconciati in modo che scendessero delicatamente sulle sue spalle e la maglietta le risaltava le poche curve che aveva.

- Allora andiamo?- disse lei imbarazzata.

- Ti porto in un posto speciale.

Il ragazzo le prese la mano e camminarono fino allo zoo.
 


 

- Allora da cosa dovrei travestirmi secondo te?

Kaito ascoltava annoiato i discorsi della fidanzata. Lui sapeva già che costume indossare per il ballo, forse lei avrebbe potuto essere la sua controparte.

- Che ne dici della Phantom La...

Si fermò un attimo ascoltando alla radio la notizia della nuova esposizione di un gioiello.

- Scusami.

Si allontanò e prese il cellulare.
 


 

Sospirò. Aoko era andata con Ryu, Kaito con Rosannah e lei da sola con la madre a preparare i piani.

“ Forse è meglio che glielo faccia vedere domani questo video... ”

La donna aveva impresso i suoi ricordi su un cd e, come giorni prima, aveva intenzione di mostrarli a qualcuno che probabilmente l'avrebbe compresa... o forse no?

- Mamma, proprio ora dovevi ricordartelo? Rischi di rovinare tutto, proprio ora che...- sventolò le mani in aria, non c'era bisogno di finire la frase- Mi appresto a eseguire i tuoi ordini!
 


 

- Guarda quel pinguino!

I ragazzi si stavano ammazzando dalle risate scimmiottando i movimenti di quegli animali. Avevano visto la gabbia dei leoni, il museo dei serpenti, le marmotte e le talpe ed ora i pinguini. Era stato l'appuntamento più divertente a cui Aoko avesse mai partecipato. Perfino quando era stata con Kaito al Tropical Land non si era divertita così tanto.

A quel pensiero si incupì. Quello era stato il loro primo appuntamento e probabilmente non si poteva neanche definire tale. Lei e Kaito ormai non riuscivano neppure a guardarsi in faccia, immaginiamoci ad uscire insieme.

Ryu osservò la ragazza per qualche secondo, poi decise di scuoterla dai suoi pensieri.

- Tutto bene?

Lei, come svegliata da un incubo, fece un salto e annuì.

- Fidati, mai stata meglio.

Il ragazzo a sentire ciò si rincuorò e le diete un buffetto sulla guancia.

- So che non ci conosciamo da molto, ma volevo chiederti se volevi venire al ballo con me.

Aoko si stupì. Il ragazzo più bello della scuola, esclusi Kaito e Saguru, le aveva appena chiesto di essere la sua accompagnatrice. L'aveva chiesto a lei, una ragazza bruttina e senza curve, che si comportava sempre da bambina ed era giocherellona. Sì, forse questi suoi atteggiamenti erano diminuiti da quando aveva intrapreso la sua “carriera” di ladra, ma il suo aspetto era pur sempre lo stesso.

- Ci sono tante ragazze con cui potresti andare, perché proprio io?

- Perché sei stata mollata dal ragazzo che ti piace, che si fidanzato con un'altra.

Aoko, indignata, sbuffò e rispose a tono.

- A me non piace Kaito, al contrario lo odio!

Ryu sorrise e le prese la mano, gesto che la fece arrossire.

- Questo semplifica molto le cose.

Aoko non capì subito le sue intenzioni, ma sussultò quando si accorse che il ragazzo l'aveva cinta con le braccia e si stava avvicinando al suo volto.

“ Calma e sangue freddo, cosa aveva detto Chikage? Mantieni la tua faccia da bridge... la fa facile lei” Ormai erano a pochi millimetri e per quanto si sforzasse a rimanere seria per far capire al ragazzo che non le interessava, piano piano stava cedendo anche lei. Perché non voleva baciarlo? Lei e Kaito avevano chiuso (anche se in realtà non avevano neanche “aperto”), quindi non c'era motivo di opporre resistenza. Alla fine decise di chiudere gli occhi e aspettare che il momento arrivasse. Sentiva già il fiato di lui sulle sue labbra, quando...

Entrambi paonazzi si allontanarono allo squillo del cellulare della ragazza.

- Scusa, vedo chi è che rompe.

 

<< Come sai fra 3 giorni è il White Day, mi chiedevo se ti andasse rubare un gioiello alla vigilia della festa. Io stavo pensando al “Bianco zaffiro”, essendo di colore chiaro sarebbe molto attinente al tema.>>

<< Mh... per me va bene, ma devo sentire anche la mia sensei, insomma la ex Lady, di solito lei mi da qualche consiglio prima dei furti. Però li organizzo da sola, non mi faccio aiutare in tutto!>>

<< Io non mi fiderei di lei, ma fai come ti pare>>

<< A proposito, il biglietto fallo tu>>

 

Non credeva che un giorno l'avrebbe mai detto, ma Kid l'aveva salvata.

- Spero che fosse qualcosa di importane- disse Ryu fra il sarcastico e lo scocciato.

- Più o meno- gli rispose alzando le spalle.

- Più che altro, dove eravamo stati interrotti?

- In che sen...

Aoko si ritrovò in pochi secondi attaccata alle labbra del ragazzo. Si sentiva le gambe molli e pensava che da un momento all'altro sarebbe svenuta. Ma che senso aveva opporsi? Decise di ricambiare il bacio, che in pochi secondi diventò passionale.

L'unica cosa che li interruppe fu il suono di una bibita caduta a terra e la voce fra il sorpreso e il terrificato di Aoko.

- Kaito!
 


 

- Figliolo, io credo che tu sappia qualcosa più del previsto.

Saguru guardò il padre e serrò le labbra. Se avesse ceduto Aoko sarebbe finita nei guai.

- Ehi, guarda, un inseguimento!- disse come scusa il detective, solo dopo accorgendosi chi erano i due che si stavano rincorrendo. Si alzò dalla sedia. Avrebbe avuto dalle spiegazioni, da entrambi.
 


 

- Three...

Chikage osservò nello specchio Kaito che scappava dalla visione che gli si porgeva davanti. Aveva lasciato Rosannah da sola e ora probabilmente stava correndo verso casa per chiudersi in camera e riflettere. “Tipico”

- Two...

Aoko gli stava correndo dietro chiamandolo. Quella ragazza era davvero un angelo, non si accorgeva che l'unico che stava sbagliando era lui. Intanto Ryu e Rosannah erano rimasti insieme a parlottare. Avrebbe potuto ascoltare la loro conversazione, ma c'era qualcosa di estremamente più interessante.

- One...

Hakuba aveva assistito alla scena col padre ed ora inventandosi una scusa li stava rincorrendo. Sicuramente voleva chiedere ad Aoko notizie sulla sua precettrice e farsi spiegare quella cosa...

- Let's go!
 


 

Saguru si ritrovò davanti casa Kuroba. Non voleva farsi vedere dagli amici, ma aveva un immensa voglia di capire perché Kaito stesse piangendo e idem Aoko. Si nascose dietro un albero del giardino e origliò il tutto.

- Aoko tu...- disse il ragazzo singhiozzando.

- Kaito io...- cominciò la ragazza per scusarsi, però cambiò subito espressione e tono di voce- Non hai il diritto di venirmi a fare la predica- urlò, lasciando sorpresi i due ragazzi- Che cavolo ti interessa se io bacio un altro? Non mi sembra che tu prima di baciare quella vipera ci abbia pensato su molto! Insomma, siamo amici da anni e per delle sciocchezze del genere dobbiamo litigare? Fra noi due non c'è mai stato niente, quindi non vedo il motivo di questa tua reazione!

Il ragazzo cominciò a boccheggiare. Quella era realmente la sua Aoko timida e burlona? No, quella non era la sua Aoko e non lo era mai stata.

- Hai ragione, d'ora in poi proseguiremo per la nostra strada, ma mi piacerebbe restare tuo amico.

Saguru non ce la fece più ad aspettare ed uscì fuori dal suo nascondiglio.

- Ma insomma, ce ne avete messo di tempo per fare pace, ora però è tempo di mettere le cose in chia...

I tre si girarono a guardare la porta. Era una loro impressione o si era aperta da sola? Come attirati da una forza estranea decisero di entrare nella casa, ma fu un errore, poiché la porta si chiuse alle loro spalle e si ritrovarono incollati al divano nel soggiorno a guardare un video terrificante.

 

Il suo secondo furto. Zenigata non aveva preso sul serio la ladra, nonostante tutti nei giornali la descrivessero come una carnefice. Fatto stava che non aveva ucciso nessuno, quindi era solo una ladruncola da strapazzo che si divertiva ad usare l'ascia. Quindi per farsi credere all'altezza della grande Fujiko doveva commettere un omicidio? Bah, questi uomini erano proprio difficili da capire. Eppure lei si era resa così simile alla famosa ladra e allora perché non la prendevano in considerazione? Doveva fare qualcosa di grosso, qualcosa che di solito i ladri non facevano, quindi doveva rendersi una assassina a sangue freddo e senza scrupoli. Eppure le ragazze normali non avevano queste idee... che lei fosse pazza? Dentro la conduttura faceva molto caldo e non ce la faceva ad aspettare l'ora prestabilita. Uff, se solo sua madre fosse stata lì avrebbero potuto scherzare su qualcosa. Prima di andarsene di casa le aveva detto “ Non è l'ascia che fa l'assassino, ma è l'assassino che fa l'ascia” possibile che avesse già predetto tutto? No, lei non era un assassina, non ancora, ma lo sarebbe presto diventata. Solo una persona avrebbe risparmiato: il poliziotto Hakuba. Le stava simpatico ed era l'unico che prendesse sul serio la situazione. Sì, sarebbe stato un perfetto nemico. Si leccò le labbra ed uscì dalla conduttura. Niente fumogeni o lacrimogeni, solo la sua cara arma. I poliziotti, che probabilmente non avevano assistito alla sua vecchia performance, le si avventarono contro. Dodici colpi sulle cosce, dieci sulle mani, tre su i piedi, cinque sulle spalle, nessun colpo mortale. Perfetto, mancavano solo il suo nemico e un altro agente. L'aveva già visto, come si chiamava... sì, ora si ricordava, Momoi! Nonostante i richiami del superiore, l'agente Momoi si avventò contro la ladra. Ora mancava il colpo di grazie, quello che l'avrebbe resa famosa. Strinse con forza le dita attorno l'ascia e quel che accadde la lasciò profondamente segnata. Aveva compiuto un gesto estremo e non era stato “ favoloso” come pensava. Sarebbe stata la prima e l'ultima volta che avrebbe ucciso qualcuno e che avesse sentito le sue mani sporche di sangue. Avrebbe cambiato il suo soprannome, non la massacratrice, ma la ladra dalle molte facce! D'ora in poi avrebbe lasciato la sua arma e sarebbe passata alle maschere, ma forse non del tutto...

 

- L-la P-phantom L-lady h-ha u-ucciso l-lo z-zio d-di K-keiko?

Aoko, ormai in lacrime, si buttò fra le braccia dell'investigatore che era sbiancato del tutto. Kaito sentì un grande peso sul cuore e si congedò dagli altri, nonostante fosse casa sua.

- Aoko, per favore, non lo fare...

La ragazza continuando a singhiozzare lo guardò in faccia e sorrise.

- N-no, non ti preoccupare, anche Keiko lo sa di...di... insomma sa chi sono e mi ha appoggiato e ti prometto... anzi vi prometto che non ucciderò nessuno, io non sono né una ladra né un assassina, io lavoro nel nome della giustizia!

Saguru ricambiò il sorriso e la abbracciò ulteriormente.
 


 

- Dio, ce l'hanno fatta!- esclamò Chikage, anche lei commossa e arrabbiata con sé stessa a causa del video.

- Ma quando si stacca da Saguru mia cognata?- sbottò Akako accecata, più che dallo schifo e dalla compassione, dalla gelosia.

- Akako! Ti sembra il momento? Su, domani non sarà più la tua futura cognata poiché...

 

Giovedì 12 Marzo

- Ci siamo fidanzati!

La classe scoppiò in un applauso fragoroso, mentre i due ragazzi arrossivano leggermente.

“ Non ci posso credere, Aoko si è ripresa in fretta, dopo quel video...” pensò Kaito geloso“ Forse troppo!”

Saguru osservava Aoko e Ryu baciarsi, poi Kaito verde dalla gelosia.

“ Chi può aver filmato quel video... sembrava quasi un documentario e poi perché quella reazione di Kaito e se è vero quello che dice mio padre, perché Aoko non mi dice l'identità della sua precettrice?”

- Non tutti i misteri possono essere risolti da voi detective.- disse la strega dai capelli viola.

L'investigatore sobbalzò, come faceva Akako a sapere quello a cui stava pensando? Gli si leggeva veramente in faccia? Troppi punti oscuri c'erano in quella storia.

- Ehi, ragazze, vi va di uscire domenica insieme?- propose Rosannah ad Akako e Aoko.

Le due annuirono incerte. Un altro punto da chiarire, cosa voleva realmente da loro Rosannah?

 


 

- Cosa, Sambuca è stata trasferita in quell'organizzazione? Ma perché il boss ha fatto questo?

L'uomo schiacciò la sigaretta per terra, mentre il suo superiore lo guardava in malo modo.

- Gli ordini del capo vanno rispettati, fatto sta, che quell'organizzazione è a rischio e serve qualcuno che controlli l'unico che potrebbe distruggerla, Kaito Kid. Forse siamo riusciti a scoprire chi si cela veramente dietro quel monocolo.

Anche se disinteressato dalla conversazione, fece segno di stare ascoltando, gli interessava sapere se sarebbe stato un pericolo anche per loro.

- Kaito Kuroba, il figlio di Toichi Kuroba.


Nota d'autrice:
Scusate, scusate, scusate, scusate... questi capitoli sono una noia, lo so, ma dovevoper forza metterlo data la comparsa di questa nuova coppia. 
Per favore, non smettee di leggere le storie solo perché è cominciata la scuola, perché (parlo a nome di tutti gli autori, credo) se nessuno segue più le storie, allora noi non abbiamo più motivo di postarle! Non abbandoniamo Efp, non lasciamolo "morire" ora che è autunno T.T
Ringrazio a tutti quelli che leggono la mia storia, ARIGATO!
Ps: per chi non lo sappia ci sono i nuovi episodi in italiano di detective conan su super alle 5 e 20!!!!!

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Capitolo 10
*** Un dolce errore ***


Capitolo 9

Un dolce errore

 

Venerdì 13 Marzo

È vero, in molti paesi questa combinazione di giorno e numero avrebbe portato sfortuna, ma per il Giappone restava un giorno come gli altri, non c'erano superstizioni sul venerdì 13, anzi, quest'anno che era capitato il giorno prima del White Day era un giorno molto gioioso e festivo.

I commercianti, in particolare i cioccolatai, vendevano merce a bizzeffe per i giovani innamorati che il giorno seguente volevano fare un regalo alla fidanzata.

Saguru si fermò davanti una vetrina di una pasticceria. Lui e Akako non erano fidanzati e probabilmente tutti i ragazzi l'avrebbero inondata di cioccolatini e lettere d'amore. Doveva farle qualcosa di speciale, che si sarebbe ricordata.

- La Red Velvet.

Il giovane si girò e si trovò davanti il suo migliore nemico, Kaito.

- So che le piace, ma non mi sembra adatta al White Day.

Si ricordò quella volta in cui l'aveva rincorsa e poi si erano fermati in quella pasticceria dove avevano ordinato quella torta. Quando si erano nascosti poi alla vista di Rosannah e Ryu l'aveva sbattuta al muro e quanto avrebbe desiderato baciarla.

- Dipende, magari se l'esterno fosse capovolto dall'interno...

Hakuba capì subito l'idea del ragazzo e si avventò nella pasticceria per ordinare il dolce.

Il giovane dai capelli corvini si strofinò le mani. Faceva proprio freddo nonostante fosse quasi primavera. Stava lì a prendersi tutto quel gelo solo per fare un favore alla sorella e al suo futuro cognato.

“ Vabbè, meglio che me ne vada a casa. Alle 4 c'è l'appuntamento con la Lady nel vecchio magazzino.”

Salutò con un cenno l'amico dietro la vetrina e svoltò l'angolo.
 


 

- Ma insomma, per favore Aoko!

Era la prima volta che vedeva Chikage supplicarla. Ma cosa voleva da lei? No, non avrebbe indossato come maschera quella di Rosannah per commettere il furto, piuttosto sarebbe rimasta sé stessa. Va bene che fosse la sua mentore, ma anche lei era diventata ladra per essere indipendente e avere una che la comandava a bacchetta non era esattamente sinonimo di libertà.

- Non mi importa da cosa si travestirà Kid! Io questo furto lo commetterò mascherandomi da me stessa, non dalla sua futura nuora.- si avviò verso l'uscio- Grazie delle moto Chikage-san.

Sbatté la porta e andò in garage per prelevare la sua Ducati.

Akako uscì in quel momento dalla stanza e guardò la madre, che sembrava in crisi interiore. Era una sua impressione o si stava sentendo più forte?

- N-no... non era quello che avevo previsto... Akako... sto perdendo i miei poteri!
 


 

Le tre meno un quarto. Non sarebbe arrivato in tempo all'appuntamento se fosse passato a casa a cambiarsi. Tanto valeva far finta di essere travestito da Kaito Kuroba davanti la Lady. Le avrebbe detto che era il suo travestimento e che essendo amico dell'ispettore 'avrebbe lasciato passare senza controllarlo. Un piano geniale!

Si addentrò nella zona industriale della città. Che brutto posto, pieno di fabbriche in disuso, forse quella che avevano scelto come quartiere generale era la meglio messa. Davanti l'edificio era parcheggiata una moto, l'avrebbe riconosciuta fra mille. Già aveva in testa l'immagine di una donna con la faccia ricoperta di bende su una moto rosso scarlatta che gira in pieno giorno in città. Non era il massimo per passare indiscreti.

Entrò nel magazzino e intravide una figura seduta ad una scrivania.

“ Quindi neanche lei è venuta vestita da Lady, ma si è mascherata! Chissà quale della mamma ha preso...”

La giovane con un telefono in mano si voltò, il quale cadde subito.
 


 

- Capito Keiko, è stata la mamma di Kaito a uccidere t-tuo...

Entrambe scoppiarono a piangere.

- I-io non so che dire! D-di sicuro non lo dirò a nessuno, ma...

La ragazza con dietro la stanza color arcobaleno sbarrò gli occhi. Quello che Aoko aveva dietro era...

- Toglimi una curiosità, ti piace Kid?

La ladra rimase sorpresa da quella domanda, da depresso lo sguardo della migliore amica era diventato furbetto.

- B-beh, insomma... più o meno...

- Allora buttati, anche se non capisco come tu non abbia capito la sua identità, se io con una sola occhiata...

- Keiko, di cosa stai parlando?

- È dietro di te, mascherato da...

La conversazione si interruppe.



 

- Ehi, Frog, sei contenta? Ti hanno affidato alle mie cure!

- Spider, forze il capo non te l'ha detto, ma io non prendo ordini da nessuno!

Il mago fece una smorfia. Quella ragazza aveva tenacia, eccome! Per i suoi trucchi di magia avrebbe fatto una bellissima figura, ma non poteva di certo mandarla sul palco insieme a lui, quel suo mago rivale se ne sarebbe accorto.

- Quindi Kaito Kid non è Toichi, ma Kaito Kuroba?

- Già.- replicò asciutta.

- Allora al prossimo furto attacchiamo, non vedo l'ora di scoprire chi si cela dietro l'identità dell'altra ladra, con i miei incubi la porterò all'altro mondo.
 


 

Dopo qualche minuto di smarrimento i due liceali smisero di fissarsi. Kaito era rimasto con la divisa scolastica, mentre Aoko si era cambiata. Non poteva essere lei, insomma, aveva troppe curve! Quella camicetta quasi trasparente che faceva intravedere la canottiera rossa e poi quella gonna, era troppo corta. Aoko di solito si vestiva da suora, mentre ora...

- Vedo che abbiamo avuto la stessa idea- disse la ragazza per interrompere il silenzio- io sarò la figlia dell'ispettore e tu il suo migliore amico. Stiamo sulla stessa lunghezza d'onda!

Kaito la osservò ancora per qualche secondo. Ginzo non avrebbe mai creduto che quella fosse sua figlia. Poi gli venne un dubbio.

- Te l'ha chiesto la tua precettrice di vestirti così?

Lei sbuffò e raccolse il telefono in un modo molto provocante.

- Si come no. Quella lì mi voleva farmi vestire come la fidanzata di suo figlio.

“ Rosannah!” pensò il mago. Perché la madre aveva messo su quel teatrino?

- Dobbiamo sbrigarci a progettare il furto. Alle 11 e mezza si va in scena e l'edificio dove è esposta la pietra è molto sorvegliato.

La giovane annuì e si sedettero sull'unico divano presente nella stanza.

Ovunque andasse a parare la conversazione Kaito non riusciva a distogliere lo sguardo dalle gambe o il petto della ragazza.

- Di noi femmine non vanno valutate solo le cosce e i petti, non siamo mica galline!- sbottò lei all'ennesimo sguardo.

Lui arrossì e si girò dalla parte opposta. Era bello avere tutte quelle attenzioni. In realtà ad Aoko non dava fastidio, solo che l'imbarazzava. Già si stava gradualmente innamorando di Kid, ci mancava solo che lui si travestisse da Kaito!

- Sei fidanzato?

Non sapeva neanche lei come le fosse uscita quella domanda, insomma era personale.

- Sì ed è anche una tipa gelosa- disse ricordandosi le scenate di Rosannah.

- Anch'io, ma da poco e poi...- non poteva di certo dirgli che amava la persona della quale si era mascherato- Quanti anni hai?

Doveva dirglielo? Insomma, lei era pur sempre un infiltrata della polizia, o almeno così credeva.

- L'età precisa non te la posso dire, mi dispiace, ma stai sicura, ce ne ho meno di 20.

Alla ragazza brillarono gli occhi. Sebbene non sapesse come faceva ad averne così pochi dato che già otto anni prima rubava, non le dispiaceva che fossero così simili di età.

- Io non sono maggiorenne, ma ci manca poco.

Come le era saltato in mente di confessargli che aveva 17 anni? Non l'aveva detto esplicitamente, ma si capiva.

- Neanch'io, adesso però continuiamo a progettare il furto.

- Vuoi dire continua a dirmi cosa fare per filo e per segno.- disse lei sarcastica e entrambi risero di gusto. Tutto sommato sarebbero pure potuti uscire insieme qualche volta, insieme si divertivano. Lui rimediava dove Kaito sbagliava ed erano molto simili. Sarebbe stata una bella relazione la loro, se non fosse stata basata su un enorme bugia.
 


 

Ginzo, Saguru e suo padre erano tutti in postazione vicino allo zaffiro.

- Papà, sono venuta!

I tre guardarono verso la porta e videro una Aoko più radiosa che mai, dietro c'era Kaito, che stava come sempre con le mani in tasca e uno sguardo annoiato mentre esaminava la stanza. Aspetta un attimo... Aoko? No, non poteva essere lei: camicetta scollata, gonna inguinale, ballerine rosso fiammanti... che diavolo si era messa addosso?

Ginzo prese la figlia sotto braccio e la portò fuori dalla stanza. Si tolse la giacca e gliela porse.

- Tesoro, cosa diavolo indossi?

- Papà, io indosso quello che mi pare!

La giovane gli porse sgarbatamente la giacca e fece per avviasi verso la stanza della pietra, ma il padre la bloccò.

- Tu non sei Aoko!

Kaito da dietro la parete sbiancò, mentre Saguru, che stava anche lui origliando alla conversazione, e Aoko sorrisero.

- Se non sono tua figlia, per provarlo fammi qualunque domanda ti pare!

- Che furto c'è stato il giorno del tuo ultimo compleanno?

Aoko fece mente locale e vari pensieri la travolsero. Il bellissimo regalo di Kaito, la festa con le amiche, il padre che stava fuori per lavoro, tutti ricordi dolci e amari.

- Il blue Birthday- mormorò- Kaito Kid quel giorno tentò di rubare il Blue Birthday!

La giovane alzò i tacchi e si fiondò nella stanza. Si sentiva gli occhi gonfi, quella domanda il padre non gliela doveva proprio fare. Quel giorno Kaito l'aveva delusa, ma poi con il suo bellissimo spettacolo pirotecnico l'aveva conquistata e in lei era rinata la speranza che i suoi sentimenti fossero ricambiati. Tutte bugie, lui l'aveva usata, come con tutte le altre ragazze!
 


 

Ok. Tutto stava procedendo per il meglio, eccetto per una cosa...

Come diavolo faceva la Lady a sapere la risposta alla domanda dell'ispettore?

Meglio non pensarci, era quasi ora di entrare in scena.

Guardò la finta Aoko. Sembrava si stesse conficcando le unghie nei palmi delle mani per il nervosismo. Le andò vicino e le mise una mano sulla spalla. Erano le 11 e mezza, era ora.

- Quando vuoi...

La ladra non se lo fece ripetere due volte e fece scendere un fumogeno da sotto la gonna. Gli agenti pronti si misero le maschere antigas.

- Sono qui, questa è la volta buona che li catturiamo!

Aoko corse veloce contro il padre e gli diede un calcio in pancia. Non avrebbe di certo usato un'ascia come arma il giorno prima del White Day!

I poliziotti si misero in allerta a sentire l'urlo del loro capo. La giovane fu molto veloce e saltò sopra la teca e fece scattare l'allarme. Molti altri agenti arrivarono nella stanza ed essendo troppi si intralciarono fra loro. La ragazza ne approfitto per prendere un coltello e rompere il vetro della teca. Saltò giù e si travestì da poliziotto. L'ispettore intanto si era ripreso e aveva ordinato ai poliziotti di uscire dalla stanza.

- La Lady era Aoko!

Tutti guardarono la teca. Nonostante fosse rotta il gioiello era ancora lì.

Kaito sorrise e sparò dei coriandoli. In quattro e quattro otto divenne il suo alter-ego.

- Kaito Kid!

Sparò con la sua pistola verso il vetro della finestra e veloce come un fulmine saltò sopra la teca e prese il gioiello. Aprì il suo deltaplano e uscì dalla finestra.

- Inseguitelo!

- Lo inseguo io!- disse un poliziotto.

Questi prese la rincorsa e sparì fuori dalla finestra. Fortunatamente era riuscito ad aggrapparsi a un piede del ladro ed stavano planando insieme su per la città.

- C'era proprio bisogno di tutto questo?- chiese Kaito.

L'agente con la mano libera si levò la maschera e i capelli le ricaddero sulle spalle.

- È dai, non è stato divertente?

Aoko fece al socio la linguaccia e continuarono il loro viaggio aereo.
 


 

Mancavano 5 minuti a mezzanotte. 5 minuti al giorno degli innamorati.

Kaito fece atterrare la ragazza dentro il magazzino abbandonato e per non dare troppo nell'occhio Aoko tornò con i vestiti che indossava prima del furto, lo stesso per il mago.

- Posso farti una domanda?- chiese lei.

- Dipende.

- Perché rubi i gioielli? Prima li restituivi, ma da quando hai cominciato a far coppia con me te li tieni tutti per te.

Kaito sospirò. Era il momento di rivelarglielo?

- Come credo tu abbia capito ho 17 anni. Beh, vedi, io non sono l'originario Kid. Lui è stato ucciso e io continuo a rubare tentando di attirare l'attenzione dei suoi assassini.

Aoko spalancò la bocca. Allora il suo era un fine nobile!

L'orologio scoccò la mezzanotte ed entrambi si guardarono in faccia.

- Buon White Day.

- Anche a te.- ricambiò la ragazza- Non potevi farmi regalo migliore che raccontarmi la verità!

Il giovane la guardò e le si avvicinò. Le mise le mani sulle spalle e avvicinò la sua bocca al suo orecchio.

- Veramente non era questo il mio regalo...

Aoko stette per chiedere cosa intendeva, ma si ritrovò appiccicata alle labbra del ragazzo.

Kaito la stava baciando! O meglio, Kid la stava baciando sotto le spoglie di Kaito!
Sentiva le labbra umide del ragazzo scontrarsi contro le sue gelate. 
Era una sensazione bellissima, con Ryu le sembrava di baciare quasi una maschera, mentre ora si sentiva il cuore scoppiare dalla felicità.
Ricambiò il bacio e gli mise le mani nei capelli per scompigliarglieli.
Lui sposto le sue mani sulla sua vita e la attirò di più a se. 
Ad entrambi il cuore martellava nel petto, avevano finalmente trovato il coraggio di baciare la persona che amavano.
Kaito le schiuse le labbra e fece entrare la lingua nella bocca della ladra.
L
ei gli morse un labbro cominciando a giocare con la sua lingua.
Il mago la prese in braccio e la accasciò sul divano. Mille emozioni c'erano nel cuore di Aoko. 

Cosa stava facendo? L'amore si stava sovrapponendo alla razionalità! Lei era fidanzata ed era un infiltrata del detective Hakuba, non era realmente una ladra! Doveva spingerlo via, doveva smetterla, doveva...

Sentì la mano del ladro salirle su per la coscia e tutti i pensieri le si interruppero.
Lei non doveva niente, lei voleva che tutto ciò accadesse.
Lasciò che le dita del ragazzo le sfiorassero l'orlo della gonna e spostò le sue mani sul petto di Kaito. Cominciò a sbottonargli il primo bottone, ma...

- Tu-tu... tu-tu...tuuuu...

Si staccarono violentemente e lui per la velocità del movimento cadde a terra. Molto più scaltra, Aoko si avviò verso il suo maledettissimo cellulare. Era paonazza, si sentiva la faccia color ciliegia.

Prese in mano l'aggeggio e schiacciò play, ma sullo schermo apparve la scritta “chiamata terminata”. Guardò il mago, che si toccava il fondo schiena dolorante.

“ Forse è un segno del destino, nel lavoro non vanno inseriti i sentimenti”

Pensato ciò Aoko andò verso la porta del magazzino, prese la moto e ritornò a casa senza neanche aver salutato Kid.
Quella notte sarebbe stata insonne.

 

“ Ma quale segno del destino!” pensò Akako scagliando il telefono verso il muro della stanza “ Se la mamma mi dice "sto perdendo i poteri e tu ne stai acquistando di nuovi, quindi tieni d'occhio quei due" quando già è successo l'irreparabile io che ci posso fare?”

La strega si sdraiò sul letto e si sforzò per non mandare a quel paese la madre.

“ Devo riuscire a controllare questo nuovo dono. Devo prevedere cosa accadrà, altrimenti senza la mamma non so a quali pericoli quei due potrebbero andare incontro...”


Nota d'autrice:
Kaito e Aoko si sono baciati!!!!! 
Dopo questo capitolo avrete capito quanto faccio schifo a scrivere le scene d'amore... volevo fare una cosa dettagliata, invece è uscita una schifezza.
Menomale che Chikage ha perso i poteri, altrimenti tutto ciò non sarebbe mai accaduto!
Non so che dire, a parte ringraziarvi per leggere la mia ff, credo il testo parli da sé... o almeno spero!
Ditemi se verso la fine della storia volete il continuo di questo bacio oppure no XD 
Suki suki suki
Virginia

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Capitolo 11
*** Le conseguenze delle proprie azioni ***


Capitolo 10
Le conseguenze delle proprie azioni

 

Sabato 14 Marzo

Era una sua impressione o nell'aria c'era un forte odore di frittelle?

Kaito si rigirò nel letto, ma quando toccò con le labbra il guanciale venne scosso da un brivido.
Era tutto un sogno quello della notte prima o aveva realmente baciato la ladra?
Si toccò la fronte, forse aveva la febbre e stava delirando. 

Si alzò dal letto e indossò i primi vestiti che gli erano capitati sotto mano e scese a fare colazione.

Per il giorno del White Day era tradizione che la famiglia Kuroba e la famiglia Nakamori mangiassero insieme, infatti trovò nella sala da pranzo quattro persone intente a fare una colazione degna di un re. Chikage conversava con Ginzo del più e del meno, ma era una sua impressione o aveva gli occhi tristi? Akako preparava le frittelle, mentre Aoko girava in continuazione il cucchiaio nella tazza del latte.
Appena la vide dovette voltare lo sguardo.
Non ce la faceva a vederla senza saltarle addosso.
Sapeva che il giorno prima non si erano baciati proprio loro due, ma per lui era come se lo fosse stato. Possibile che proprio dopo aver baciato un'altra persona si era deciso ad ammettere di amare la sua migliore amica?

- Oh, Kaito-chan, vieni a fare colazione, Akako sta preparando le frittelle!

Aoko si risvegliò da un sogno, per entrarne in un altro. Alzò lo sguardo e si trovò all'altro capo del tavolo Kaito con la camicia sbottonata e i capelli tutti arruffati. Doveva restare calma e tentare di parlare di qualcosa, senza che l'argomento cadesse sul furto del giorno precedente o la sua temperatura sarebbe salita a 200 gradi fahrenheit!

- Com'è che Akako abita qui?- tentò di usare un tono curioso, ma le uscì molto geloso- Non eri fidanzato con Rosannah? Che fai doppio gioco?

Per poco Kaito non si strozzò, dovevano proprio parlare di tradimenti?

- Purtroppo la mia casa è stata distrutta da un incendio e la signora Chikage si è gentilmente offerta di ospitarmi- intervenne la diretta interessata, sapendo gli elementi che andavano toccati più delicatamente.

- Mi dispiace- disse Ginzo- Quanto odio i criminali! Però peggio dei piromani continuo a credere che siano i ladri! Dovevate vedere ieri con che insolenza quei due si sono travestiti da Aoko e Kaito, in particolare la Lady me l'ha fatta sotto il naso!

L'aria nella stanza smise di circolare. Chikage e Akako avevano i nervi a fior di pelle. Era come se una tanica di benzina fosse stato appena rovesciato e una singola fiammella avrebbe fatto esplodere tutto. Kaito deglutì e inaspettatamente arrossì, si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.

- Oggi vengono da noi Rosannah, Ufarei e Hakuba, meglio che ci andiamo a preparare bene per riceverli.

Detto questo lasciò la stanza, guadagnandosi una benedizione da parte di Aoko.


Saguru passò in pasticceria per ritirare la torta. Da quanto gli aveva scritto Akako era andata ad abitare a casa di Kaito, quindi avrebbero pranzato tutti insieme. Forse durante il pasto sarebbe riuscito a parlare con Aoko da solo e chiederle di rispondere a tutte le sue domande. In realtà non aveva tanta voglia di andare a casa Kuroba, il motivo era il suo migliore amico. Aveva una fidanzata, la sua migliore amica era chiaramente innamorata di lui e la ragazza più bella della scuola abitava a casa sua... insomma, doveva sceglierne una soltanto!

Percorse il viale che portava a casa dell'amico e davanti al cancello trovò gli altri due invitati.

- Questa è la prima volta che vado a casa del mio fidanzato!

- Vedi di contenerti, magari ci sono i genitori!

Saguru li salutò e suonò il campanello.

- Chi è?- rispose una voce femminile, che in realtà sapeva benissimo chi c'era dietro al cancello.

- Akako, siamo noi!

Il portone si aprì e tutti e tre entrarono nella grande casa.


Kaito si mise una camicia bianca, con sbottonato il primo bottone, dei jeans molto aderenti e le sue solite scarpe da ginnastica. White Day o no, non si sarebbe mai messo un abito elegante. Prese il cellulare e lo accese. La schermata blocco aveva una foto sua e di Aoko e solo dopo aver inserito il codice (1412) si poteva vedere lo sfondo: una foto scattata da un giornalista di Kid e la Lady. Sorrise ricordandosi il loro primo furto insieme e non poté fare a meno di aprire l'applicazione dei messaggi.

 

<< Sei libera Lunedì? Ho appena visto l'annuncio del miliardario Masatoshi Ito, dell'esposizione del bracciale di lapislazzuli appartenente a una vecchia dinastia giapponese, potremmo rubarlo!>>

<< Non stiamo compiendo troppo spesso dei furti? Poi finirà che non ci rimangono più pietre da rubare XD... scherzando, ci sto!>>

 

Aoko spense il cellulare e accolse i suoi amici. Nessuno dei due aveva accennato a quel bacio nel messaggio. Già, quel bacio che aveva mandato completamente in confusione i suoi ormoni, quel bacio che avrebbe potuto evitare, o al massimo respingere, invece era andata in tilt. Meglio scacciare via quei pensieri e salutare il suo vero fidanzato e compagnia bella.

- Aoko ha preparato gli antipasti, Akako i primi, Rosannah i secondi, Ryu i contorni e Saguru il dolce...- disse Kaito appena sceso dalle scale, rivolgendo all'amico un occhiolino.

Aoko invece era stata catapultata in un'altra dimensione.
Perché qualunque cosa si mettesse l'amico doveva essere sempre così dannatamente attraente?
Ci volle un pizzicotto da parte di Akako per farle smettere di fissarlo. Avrebbe scommesso che le fosse venuta la bavetta!

Fortunatamente il pranzo procedette bene. Nessun bacio o carezza da parte delle coppie, ma solo battute e risate. Ma prima o poi sarebbe arrivato il momento del dolce e la tensione si sarebbe fatta sentire.

- Akako- le sussurrò Saguru- Anche se la torta è per tutti, l'ho comprata in particolare per te...

La ragazza sentì una ventata di caldo oltrepassarle tutto il corpo. Rispose con un sorriso non riuscendo a formulare frasi di senso compiuto, ma si spense subito quando vide che la torta era tutta bianca. Va bene fosse il White Day, ma era esagerato! Guardò il fratello e notò che tratteneva a stento una risata. Non era ancora capace di leggere nel pensiero e prevedere il futuro per una cosa così stupida era faticoso.

- Su, tagliala- la incoraggiò Kaito.

La strega prese un coltello e tagliò una fetta. Appena la estrasse dalla torta, emise un piccolo grido di stupore. All'interno era tutta rossa, il suo colore preferito. Colore rosso sangue, che di solito era messo all'esterno della Red Velvet e poi si alternava al bianco nell'interno... invece questa era completamente scarlatta dentro. Il detective si era ricordato dei suoi gusti, o forse c'era lo zampino del fratello?

- Adesso tocca a noi a ricevere il regalo!- esclamò Rosannah felice.

Kaito sbiancò “ Oh, cavolo, il regalo!” intelligente com'era si era scordato di comprare il regalo alla compagna.

Ryu invece sorrise a 32 denti e prese dalla tasca della giacca una tavoletta di cioccolato bianco.

- Scusa ma ho avuto da fare, ma non preoccuparti, mi farò ripagare! Per esempio ti pagherò il vestito della festa in maschera, che ne dici?

Aoko prese la tavoletta e tentò di fare un sorriso. Si sforzò moltissimo di ricambiare il bacio che le aveva dato poco dopo. Ma perché lei non voleva essere baciata da altre labbra che non fossero quelle della sera prima? Perché si sentiva quasi in colpa a fare ciò?

Kaito sgretolò il pezzo di pane che aveva in mano e si sforzò di non mettersi ad urlare per separarli.

- E tu Kaito, cosa mi hai regalato?

Ok, sicuramente si sarebbe messo a balbettare, se non fosse stato per l'intervento della sorella.

- Kaito mi aveva detto che anche lui ti avrebbe comprato il vestito per la festa in maschera, mentre il cioccolato l'ha purtroppo dimenticato a casa dei suoi nonni.

Nonni? Ma che razza di scusa era? Aoko alzò un sopracciglio. I suoi nonni paterni erano morti, come anche l'altro nonno, mentre della nonna materna non ce ne era traccia. Insomma, non le aveva comprato la cioccolata e Akako gli stava reggendo il moccio?

- Domani te lo porto, te lo prometto piccola!

I fidanzatini si baciarono sotto gli sguardi ripugnati di Aoko e Akako, cosa che fece imbestialire Saguru.

- Allora, io e Akako sparecchiamo, Aoko e Kaito lavano i piatti, mentre Ryu e Rosannah a quanto ho capito se ne devono andare.

- Oh, si è fato tardi, a domani, anzi a lunedì Kaito-chan!

I due di troppo se ne andarono e in casa si levò un'aria imbarazzante.


- Grazie della torta volevo dirti.

Saguru sgrullò la tovaglia e guardò l'amica. Quanto era bella con quel grembiule da casa e quelle ballerine bordò? Per non parlare del suo sguardo superiore, che all'inizio gli metteva i brividi, mentre ora amava.

- Non c'è di che, poi immagino sia niente in confronto a quello che gli altri ragazzi ti farebbero...

La strega abbassò lo sguardo sul pavimento. Con chiunque parlasse era quello l'argomento che si andava a toccare. Eppure adesso le dava fastidio. Milioni di ragazzi a mettersi fra lei e Hakuba, allora non era meglio forse non avere tutti quei pretendenti.

- Già, ma cosa sono milioni di regali in confronto a quello della persona amata?

Saguru sgranò gli occhi. Aveva capito bene o era la sua immaginazione a fargli brutti scherzi?

Akako alzò lo sguardo e percorse con dei passi regolari la distanza fra lei e il detective.

Un passo...

Stava andando contro i suoi principi, lei non poteva farlo.

Due passi...

Lui come l'avrebbe presa? La verità era dura da assimilare.

Tre passi...

Come potevano tutte le relazioni essere fondate su un'enorme bugia?

Il quarto passo era di troppo, ormai erano vicini, a un palmo di distanza.

Akako alzò di poco la testa e i loro nasi si andarono a sfiorare.

Chiusero gli occhi e si avvicinarono sempre di più...


Aoko sospirò. Allora Akako era riuscita a trovare l'amore. Si scostò dal bordo della porta e smise di spiare i suoi due amici. Era un momento troppo intimo.

- Allora Kaito, come va con Rosannah?

Il ragazzo smise un secondo di lavare i piatti e guardò l'amica. Cosa doveva dirle? Che si era accorto di non amarla e che amava l'unica persona che ce l'aveva con lui?

- Normalmente, invece a te?

“ Sai com'è, mi sono innamorato di uno che non mi considera nemmeno!” pensò sarcastica.

Scrollò le spalle, come per dire che anche per lei era lo stesso, e si tolse il grembiule da casa. Non si accorse di uno sgabello che stava vicino il lavabo e ci inciampò. Coincidenza, dietro allo sgabello c'era Kaito e entro un millesimo di secondo sarebbero caduti a terra insieme abbracciati. Sarebbe successo, entrambi si sarebbero imbarazzati e magari avrebbero provato delle forti emozioni. Certo, sarebbe successo se non fosse intervenuta Akako.

- Tutto ok, Nakamori?- le chiese prendendola per un braccio interrompendo quella previsione romantica.

- S-sì!


Il loro primo bacio.

Per la prima volta Akako si sentì protetta, in un posto da poter chiamare casa.

Le forti braccia di Saguru la abbracciavano, mentre lei avvolgeva le braccia attorno al suo collo.

Sarebbe rimasta così per giorni e giorni, non aveva bisogno di cibo, poteva benissimo vivere sol d'amore, di baci e di abbracci.

Questo era quello che le diceva la sua natura umana, ma lei non lo era del tutto.

La sua natura di strega rimase distaccata da quell'azione, le faceva ricordare di rimanere fredda, che quella era solo una conquista in più e non aveva niente di speciale quel bacio.

A chi doveva dare ascolto dunque?

Dopo pochi secondi, che le sembrarono anni, la sua seconda natura cominciò a farsi largo nella sua mente. Il suo subconscio iniziò a prevedere il futuro senza che lei glielo comandasse.

Si staccò dal detective e si appoggiò ad una sedia. Si prese la testa fra le mani per far smettere quel dolore lancinante che doveva ancora imparare a sopportare.

- Akako, ti senti bene?

La voce dell'amico le sembrava distante, più che altro le sembrava di essere immersa in un'altra realtà, come se fosse appena entrata in un sogno.

- Allora Kaito, come va con Rosannah?
-Normalmente, invece a te?

Stava vivendo quella scena: Aoko cadeva sopra Kaito, si baciavano e si confessavano, e fino a qui tutto bene, ma poi?

Uno sparo, un funerale, un incendio, tante lacrime, maschere tolte, sensi di colpa, tutti elementi negativi. Non poteva essere che una semplice azione come questa avrebbe portato a ciò!

No, meglio non rischiare. Mancavano pochi secondi all'accaduto, doveva impedirlo.

Le spiegazioni al neo-fidanzato le avrebbe date dopo.

Per ora la sua natura di strega aveva avuto la meglio.


Domenica 15 Marzo

Le tre ragazze si incontrarono davanti al negozio di vestiti in maschera, era ora di decidere cosa avrebbero indossato al famoso ballo.

- Kaito si vuole vestire da Kid, ma io non voglio vestirmi da quella ladra-assassina!

Akako e Aoko alzarono un sopracciglio. Ma chi cavolo si credeva di essere per insultare la Phantom Lady?

- Io invece credo di avere già un costume... e tu Aoko?

La ragazza riflettette un attimo. Si sarebbe voluta vestire dal suo alter-ego, ma poi con Kaito vestito come Kid si sarebbe troppo imbarazzata. Al solo pensiero arrossì e scosse la testa.

- Posso aiutarvi?- chiese una commessa.

Rosannah si mise a spiegare tutto per filo e per segno e la negoziane annuì.

- Torno con i vostri abiti... a proposito, qual'è il vostro budget?

- Illimitato!- rispose di getto Rosannah.

Akako si sentì ribollire il sangue nelle vene. Se quella vipera voleva usare i soldi di famiglia per i suoi fini personali poteva anche sognarselo.

- Io invece non vorrei spendere più di 14 000 yen, non sono io a pagare.

- Aoko-chan, cosa ti importa, i nostri fidanzati si sono dimenticati il regalo per il White Day, dobbiamo fargliela pagare!

Forse Rosannah era troppo estroversa certe volte. La commessa tornò con due splendidi abiti. Il primo, per Rosannah, era da principessa e tutto bianco con delle rifiniture in oro. Aveva lo scollo a cuore e la gonna aveva addirittura sotto la crinolina! Costo: 140 000 yen!

Akako stava letteralmente per sbottare. Quel vestito, quel prezzo, tutte le fortune che aveva quella ragazza non andavano affatto bene, si stava semplicemente servendo di Kaito.

- Lo prendo! E tu che ne dici del tuo Aoko?

Certe volte il destino faceva proprio dei brutti scherzi.

Quell'abito che aveva escluso a priori ora se lo ritrovava davanti, bende comprese!

- Credo che cercherò in un altro negozio.

Akako fece una smorfia, che stava a significare un sorriso, la prese in disparte e le fece l'occhiolino.

- Sarebbe perfetto, ma dato che già ce l'hai...

“ Allora lei sa chi sono!” pensò terrorizzata Aoko e un brivido le percorse tutta la schiena.


- È arrivato in centrale il biglietto dell'obiettivo, attaccheremo domani allora!

Il mago batté il cinque al compagno e porse la mano alla ragazza accanto.

- Snake, Spider, siete proprio noiosi, non sapete parlare d'altro che di lavoro!

Quella ragazza usava un tono troppo viziato con loro.

- Su, su Frog, non è che stai così solo perché stai troppo a contatto con il lavoro?

- Siete tutti idioti voi uomini!

Detto questo alzò i tacchi e sorrise capendo che non erano stati i soli ad assistere alla conversazione.


Nota d'autrice:
Quanto adoro Akako!!!!! SaguruxAkako forever!!!!!
Da domani (domani nella storia, non proprio domani...) comincerà il vero scontro con l'organizzazione, che per adesso è rimasta nell'ombra.
Visto che il prossimo capitolo è tutta azione non so quanto ci metterò a scriverlo (spero poco), poi fra la scuola e il resto... insomma di sicuro non più di una settimana, però mi sarebbe piaciuto essere più rapida.
Ma la cosa più importante da dire è...
Finalmente quel tonno ha compreso i suoi sentimenti... cantiamo l'haleluja!

 

 

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Capitolo 12
*** Loro... ***


Capitolo 11

Loro...

 

Lunedì 16 Marzo

- Allora...

Chikage cominciò a tracciare una mappa dell'edificio. Non era mai stata brava nei disegni, ma era l'unico aiuto che poteva dare al figlio, dato che aveva sperimentato sulla propria pelle cosa significava per una strega piangere per un mago.

- Il museo è a pianta circolare, non ci sono muri ad alcuni lati, ma vetrate. L'edificio ha 5 piani, ma il gioiello è esposto al quarto, così che la Lady non possa sfondare il vetro con la moto o Kid possa usare il deltaplano. In sintesi per uscire dovranno mascherarsi. Magari da qualcuno di conosciuto, o forse... Mi servirà l'aiuto di Akako e del suo fidanzato, il figlio del questore. Sebbene potrebbe risultare sospetto è l'unica cosa che posso fare. Avevo previsto tempo fa che l'organizzazione avrebbe agito questa sera, ma non mi ricordo nient'altro. Adesso quei due stanno a scuola, quindi sotto il controllo di Akako. Manderò loro le istruzioni più tardi, però per la fuga se ne occuperà lui... Tu che ne dici? Sono ancora brava come un tempo?

La strega fece una faccia da angelo all'interlocutore, al quale scappò una risata.

- Proprio come allora...
 


 

Uscito da scuola Kaito si precipitò nel museo per cominciare a predisporre le trappole per la serata.

Prima aveva fatto una deviazione per i bagni pubblici, dove non c'erano le telecamere, per cambiarsi e travestirsi da elettricista.

All'entrata del museo erano già predisposte delle guardie, che lo perquisirono e lo lasciarono entrare.

Preparò tutto l'occorrente, attaccò cimici e telecamere ai vestiti dell'ispettore e in giro per il museo e si affrettò a compiere anche i piccoli compiti che la madre gli aveva chiesto.

Sarebbe stata una noia aspettare fino a sera chiuso nei bagni, ma una volte sbarrate le entrate nessuno poteva più uscire o entrare. Per fortuna si era portato dietro i compiti per il giorno dopo e poteva tranquillamente nascondersi nelle condutture e studiare lì.

Aveva visto un punto ceco della sorveglianza al terzo piano, da lì poteva facilmente entrare in una tubatura senza essere visto.

Si incamminò verso il piano superiore, ma sulle scale andò a sbattere contro una ragazza.

Caddero giù per le scale e si trovarono nella posizione, la quale, il giorno prima, Akako aveva tentato in tutti i modi di evitare.

- S-scusa, non ti avevo visto- mormorò la ragazza alzandosi.

- Dovrei essere io a scusarmi...

I due, una volta in piedi, si guardarono ed emisero un gridolino di stupore.

La ragazza era vestita da poliziotta, volutamente seducente e con la gonna. I capelli erano raccolti in una cipolla in modo da non essere riconosciuta.

- T-tu?

- Muoviamoci stiamo dando spettacolo!

La giovane lo trascinò vicino al punto cedo e entrambi entrarono nella conduttura di aerazione.

- Non sei originale con i travestimenti.- disse lei sciogliendosi i capelli.

- Per ora non importa, intanto senti il mio piano!
 


 

Akako e Saguru si avviarono all'interno del museo, entrambi con la divisa scolastica. La strega aveva insistito per non cambiarsi e lui, con riluttanza dato che voleva mettere il suo vestito da Holmes, aveva accettato.

Percorsero i corridoi del museo, ma videro una figura sospetta aggirarsi nell'ombra.

Aveva un mantello bianco e il solito sorriso beffardo, che fece andare sui nervi il detective.

- Quello era Kid!

Non si accorse nemmeno che la strega aveva fatto un passo indietro ed era stata bloccata, troppo preso a rincorrerlo fino al punto ceco, dove fu anestetizzato e messo nel condotto dell'aria.

- Fin'ora non è andata così male- disse fra sé e sé Kaito, che sapeva che Aoko aveva già fatto la sua parte.

Si tolse i vestiti di Kid e indossò i suoi di scuola. Adesso mancava solo il tocco finale: la maschera.
 


 

- Era ora Saguru, tu e Akako che fine avevate fatto?

Ginzo accolse a braccia aperte i due giovani. Lui, il più abile detective nel prevedere i colpi di Kid (eccetto Shinichi Kudo e Conan Edogawa) e lei, colei che la figlia definiva come una sensitiva; sarebbero riusciti a catturare quei due ladruncoli da strapazzo, questo era sicuro.

- Ispettore, scusi il ritardo, ma ci hanno fermato all'entrata per tirarci la faccia- disse la ragazza con fare dispiaciuto.

- Comunque, mancano solo pochi minuti all'arrivo di Kid, non sarebbe meglio procedere con il piano di sicurezza?- fece più deciso il detective.

Nakamori lo squadrò. D'aspetto era certamente lui, ma perché da come parlava gli sembrava un'altra persona? Quel detective sbruffone, che non si fidava della polizia ora stava collaborando senza alzare un dito, ma aspettando che fossero loro a fare tutto?

- Manca un minuto, intanto...- Ginzo afferrò la mano di Saguru.

- Eh?

Il detective cominciò a sudare freddo. Cosa aveva fatto che non andava?

- 30 secondi- mormorò l'ispettore con un tono di sfida.

Akako tentò di rimanere calma, continuando a guardarsi le unghie, ma in cuor suo sapeva di dover fare qualcosa.

- Ispettore!- nella stanza entrarono due poliziotti- Abbiamo trovato il corpo narcotizzato del figlio del questore!

Saguru deglutì e guardò con fare speranzoso la ragazza che amava, presto Nakamori l'avrebbe smascherato.

- Ah, sì?

Ora era lui ad avere un sorriso beffardo, ce l'aveva fatta, l'aveva finalmente quasi catturato!

Akako non aspettò oltre e premette il bottone che aveva in tasca. Tutte le luci si spensero e lei indossò il visore notturno. Ginzo teneva ancora i polsi del fidanzato e lui non poteva muoversi.

O ora, o mai più.

Sospirò ed estrasse dalla tasca quell'oggetto ripiegabile lucente. Lo faceva per lui, era quello che tentava di ripetersi mentre si avvicinava silenziosamente ai due. Al furto precedente gli aveva dato una ginocchiata in pancia, e ora?

- Se non lo lasci subito ti faccio a pezzettini!- urlò con il tono più minaccioso e sicuro di sé che aveva in lei. Stava minacciando suo padre?

Ginzo ritrasse le braccia prima che l'ascia lo colpisse. Quella ladra era pericolosa, era una pazza e doveva essere fermata.

La luce tornò e gli ufficiali si voltarono verso la teca del gioiello.

Il bracciale di lapislazzuli era sparito!
 


 

I due ladri corsero a perdifiato per i corridoi. Aoko non era molto comoda con le imbottiture che si era messa per sembrare Akako, invece Kaito si disse che sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbe travestito da suo cognato.

- Ora dobbiamo solo...- cominciò Kaito, ma fu interrotto da un rumore assordante.
 


 

- Frog ha fatto esplodere il primo piano, provocando il panico in tutto l'edificio. Adesso tocca al secondo. Gli unici a rimanere bloccati saranno loro, mentre la polizia si radunerà sul tetto. Ucciderli sarà un gioco da ragazzi.

L'uomo annuì. Spider era un ottimo organizzatore ed aveva calcolato meticolosamente ogni singolo dettaglio. Con l'aiuto di Frog, sarebbe andato tutto alla perfezione.

- Andiamo al quarto piano.
 


 

- Un'esplosione ha fatto incendiare il contatore del primo piano.

Kaito ascoltò all'auricolare le mosse della polizia.

- Cosa succede?- chiese Aoko allarmata.

- Non è più possibile dirigersi verso l'entrata, bisogna evacuare dal tetto!

Un altro rombo assordante fece saltare la ladra, che istintivamente si aggrappò a un braccio dell'amico.

- Anche il secondo piano è saltato... Tz...l-lì... Tz... c-contatori...Tz....Tz...blackout...

La linea divenne disturbata e non gli fu più possibile ascoltare le conversazioni.

D'un tratto le luci si spensero e i due furono immersi nell'oscurità.

Dalle scale si vedeva però una fremile luce arancio-rossa. Aoko fece un passo avanti, ma il ragazzo la fermò.

- Corri!- urlò.

La ladra fece appena in tempo a girarsi, che si accorse che la luce proveniva dall'incendio del piano inferiore.

Come gli orsi erano attirati dal miele, le fiamme presero possesso di tutti i punti pieni d'ossigeno del piano e si espansero fino a renderlo un unico rogo.

Aoko e Kaito corsero a perdifiato verso l'uscita d'emergenza. Il ragazzo allungò una mano verso la maniglia, ma la ritrasse quando vide un luccichio provenire da dietro.

- Un'altra bomba!

Avvolse con il mantello la socia e furono spazzati via entrambi dall'esplosione.

L'ultima cosa che il mago vide fu una pozza rossa sotto di lui.
 


 

- Cosa? Kid ha piazzato delle bombe?

- Si calmi Nakamori, è logicamente opera della Lady, quella mostruosa creatura...

Erano tutti saliti sul tetto e un elicottero li stava portando in salvo. Sfortunatamente Akako non era stata trovata subito, poiché ben nascosta e narcotizzata, ed era stata bruciacchiata dalle fiamme. Saguru la abbracciò forte e la strinse contro il suo petto.

In questo momento erano sull'elicottero insieme al padre e all'ispettore.

- No papà, non è stata lei!- disse con rabbia il detective- Solo perché la sua precettrice era una massacratrice, questo non significa che lei anche lo debba essere! In più a quale scopo avrebbe piazzato le bombe?

Il questore non fece in tempo a rispondere che un'ennesima esplosione li distrasse. Questa volta proveniva dal quinto piano, di conseguenza l'unico sicuro era ormai il quarto, ma non lo sarebbe stato ancora per molto.

Saguru intrecciò le dita e sperò con tutto il cuore che i suoi due amici ce la facessero. Per adesso nessun deltaplano era riuscito dall'edificio, tanto meno moto. Le facce di tutti gli ufficiali erano state tirate, di conseguenza i ladri dovevano essere ancora all'interno.

Akako si svegliò e passò una mano fra i capelli del ragazzo.

- Ce la faranno- mormorò con un fil di voce, per poi mettersi seduta sulle sue ginocchia e appoggiare la testa al suo petto.

- Già, sono forti- disse lui sorridendole e notando con stupore che non provava dolore per le ustioni che aveva sulle braccia.

La coprì con un telo per non farle prendere freddo e, una volta scesi dal mezzo, la accompagnò fino all'ospedale.
 


 

Aoko sentì delle fitte allucinanti alla testa. Si toccò la fronte e si accorse che stava sanguinando.

Spostò lo sguardo attorno a sé e vide tutto il corridoio in fiamme. Anche lei stava piano piano bruciando, ma l'unica cosa di cui si accorse fu un ragazzo steso accanto a lei con una pozza di sangue attorno alla coscia.

- Kid!- urlò con tutta la forza che aveva in gola.

Non sarebbe uscita da lì, non senza di lui! Doveva farcela, doveva salvarli, entrambi!

- Kid! Svegliati, Kid!

Cominciò a piangere e prese con forza la sua camicia e lo scosse.

- A-aoko...- mormorò lui.

La ragazza avvertì un brivido. Prese con forza lo specchietto che aveva con sé e si accorse che le bende erano per lo più bruciate. Guardò il volto del compagno e anche il suo travestimento era andato. Probabilmente aveva messo sotto la maschera di Saguru anche quella di Kaito, perché ora le ricordava maledettamente l'amico.

- È una maschera. Ma dobbiamo andarcene da qui, o bruceremo vivi!

Il ragazzo aprì bene gli occhi. Constatato lo spettacolo che gli si poneva davanti, si alzò di scatto, ignorando le fitte alla gamba lesa, e prese la manica della tuta della Lady.

- Sono loro!- ghignò fra i denti.

Corsero su per le scale ed arrivarono al quarto piano, che le fiamme non avevano ancora occupato del tutto. Entrarono nella sala dell'esposizione e il mago chiuse la porta per non far entrare le fiamme, anche se il fumo continuava ad arrivare.

- Loro chi?- chiese Aoko terrorizzata.

- Allora lei non lo sa...- da dietro una colonna apparve un uomo con degli occhiali scuri. Aveva i baffi folti, era basso e grasso.

“ Snake” pensò Kaito stringendo i pugni.

- Come, non dici alla tua socia chi sono i tuoi nemici?- dalla stessa colonna si sporse un ragazzo dai capelli biondi e slanciato.

“ Spider” il ladro si conficcò sempre di più le unghie nella carne. Aveva trascinato la collaboratrice nelle braccia di quei criminali.

- Divertiamoci un po'!- disse il primo sparando un colpo di pistola.

D'un tratto Aoko vide tutto buio e fu abbracciata dall'oscurità.

 

Stava in una stanza, vestita dal suo alter-ego e davanti a lei c'erano tutti i suoi amici. Saguru, Akako, Ryu, Rosannah, Keiko, il padre e anche Kaito. Si sentì tirare la faccia e piano piano tutte le bende le furono tolte dal viso. Nessuno fece facce deluse, ma erano arrabbiate. Il padre le prese un braccio e le mise le manette.

Si trovò in qualche secondo in una cella buia, senza finestre e sola. Tutti l'avevano abbandonata, ma davanti a lei apparve Kaito e le protese una mano. Lei tentò di afferrarla, ma questa si volatilizzò, come se fosse un fantasma.

- Pensavi davvero che ti avrei aiutata?- disse l'amico sprezzante- Come potrei perdonarti?Sei solo una lurida ladra! Non voglio avere niente a che fare con te!

Aoko si sentì pizzicare gli occhi. Non riusciva a piangere, ma si sentiva le lacrime agli occhi.

Il pavimento della cella sparì e l'unica cosa a sorreggerla fu una corda attorno al collo. Tentò di sorreggersi con le mani, ma la corda la soffocava e le forze la stavano abbandonando. Allentò la presa con le braccia e si sentì svenire. Stava morendo impiccata.

 

Kaito fece appena in tempo a vedere l'amica svenire, che fu colpito da una pallottola di striscio a una spalla. Se quella era una sfida, allora era accettata.

- Qual'è l'identità della tua amichetta Toichi, o meglio dire, Kaito?

Il ragazzo si rifugiò dietro la teca dove era stato riposto il gioiello in precedenza. L'uomo continuò a sparare rompendo il vetro e facendo cadere tutte le schegge su Kaito.

Guardò la Lady per qualche secondo. Stava piangendo.

“ Spider! Sta nel mezzo di un illusione!”

Prese dalla tasca la pistola spara carte e ruppe il sigillo della porta della stanza. In pochi secondi le fiamme presero possesso anche di quel luogo e le travi di legno dell'edificio cominciarono a crollare. Coperto dalle fiamme, Kaito fece il giro dalla stanza e catturò da dietro l'uomo baffuto.

- Credi davvero che mi lasci prendere così facilmente?- disse tentando di rimanere calmo.

Gli iniettò un narcotizzante e lo fece cadere a terra inerme.

- Potrai anche essere riuscito a sconfiggerlo- Spider si avvicinò e puntò la sua pistola contro il ladro, poi indicò Aoko- Ma per lei è troppo tardi!

La ragazza si stava infatti afferrando il collo e respirava a fatica.

Kaito avvertì una morsa al cuore. Possibile che con la ladra stette morendo anche lui? Si sentì mancare l'aria e girare la testa. No, non era una cosa psicologica, era stato drogato veramente, senza accorgersene.

Il biondo alzò la pistola e prese la mira. Stava realmente finendo così? Quell'organizzazione lo stava sconfiggendo? No, non poteva essere battuto da dei criminali e soprattutto non avrebbe lasciato morire la seconda ragazza che gli aveva rubato il cuore!

Una trave di legno crollò dal soffitto e fece cadere entrambi i maghi all'indietro.

Nonostante le fitte lancinanti alla gamba, il giovane corse verso la Lady e la prese in braccio.

Appoggiò la sua testa al petto della ragazza. Seppur debole, il battito c'era.

Corse a tutta velocità verso la finestra e ci saltò fuori. Aprì il deltaplano e planò sopra la città, fino ad arrivare a casa sua.

- Mamma, prepara delle bende!- urlò appena arrivato in salotto.

La madre uscì dalla sua stanza con i capelli scompigliati e la tenuta da notte. Questo non l'aveva previsto. Si precipitò in bagno e prese l'occorrente. Forse Akako con la magia avrebbe potuto curarla; no, escluso. La sua magia era rossa, non bianca, quindi avrebbe potuto procurarle solo danni.

Kaito si sentì male guardando la Lady. Non gli importava lo sparo alla spalla, né la ferita alla gamba, né il mal di testa che aveva da quando l'avevano drogato, no, l'unica cosa che gli faceva veramente male era vederla soffrire.

Aoko smise per qualche secondo di respirare e Kaito sbiancò. Sperò che andasse tutto bene come nei film e le fece la respirazione bocca a bocca.

Chikage tornò in quel momento in sala e si pietrificò. Non poteva lasciarla morire, doveva fare qualcosa, doveva salvarla.

Il mago appoggiò le labbra su quelle della ragazza. Non era un bacio, non sarebbe stato ricambiato. Le aprì con forza la bocca e le fece ispirare l'aria. Nessun segno di vita.

Tentò di rianimarla un'altra decina di volte, ma niente, sembrava veramente morta.

 

La corda si era spezzata e lei era caduta nel baratro sotto i suoi piedi. Atterrò su un morbido materasso e si guardò attorno. Vicino a lei sotto le coperte c'era qualcun altro. Kid! O forse Kaito! Non capiva bene, le appariva tutto sfocato, l'unica cosa chiara era che il letto si estendeva sempre di più e la distanza fra i due aumentava sempre di più. Gattonando tentò di avvicinarsi all'amato ma lui si allontanava sempre di più. Il materasso si incrinò e svelò sotto di esso un grande buco nero. Aoko ci cadde dentro. Questa volta non ci sarebbe stato nessun guanciale sotto di lei, ma solo la fine. Quando aveva perso ormai ogni speranza, sentì una mano che la sorreggeva.
- Resisti!

 

- Si è svegliata!- urlò la suocera di gioia.

Aoko aprì gli occhi e si trovò davanti Kid vestito da Kaito. Sentì una fitta al cuore quando vide le ustioni che avevano sul corpo, soprattutto vedendo quelle dell'amico.

- Cos'è successo?- chiese debolmente.

Kaito fu svegliato dal bel\brutto sogno. Aveva lasciato trasparire troppe emozioni nei suoi occhi.

- Quei tizi erano coloro che uccisero il vecchio Kid e adesso vogliono uccidere anche me e te.

La ragazza si sentì la gola secca. Non aveva usato il pronome “noi”.

- Ma cosa vogliono?

- Non sono affari che ti riguardano- le disse il mago e se ne andò dalla stanza.

Aoko scoppiò a piangere sulle spalle della precettrice.

- Su, su, fa così solo perché per colpa sua oggi hai rischiato di morire. Sono i sensi di colpa a parlare, non lui- tentò di rassicurarla Chikage. Voleva bene a quella ragazza come una figlia e aveva tutto il diritto di sapere la verità.- Quelle persone fanno parte di un'organizzazione criminale che cerca una pietra di nome Pandora.

- Pandora?- chiese Aoko asciugandosi le lacrime con un dito.

- Sì. È una pietra che dona l'immortalità. Se la metti alla luce della luna risplende di rosso.

La giovane si alzò di scatto. Ignorò le richieste delle gambe, che le chiedevano di risedersi, e si avviò in giardino. Prese dalla tasca il bracciale di lapislazzuli e lo espose alla luce della luna. La luce che emetteva era blu.

- È estremamente difficile da trovare- disse Chikage uscita a sua volta con una giacca- Non puoi pensare nemmeno quanto. Ora vai a dormire e fai in modo che tuo padre e tutti gli altri non si accorgano delle tue ustioni.

La donna le diede un bacio sulla fronte e rientrò in casa.

- FIGLIO IDIOTA CHE NON SEI ALTRO, NON PENSARE DI PASSARLA LISCIA!

Kaito a quella minaccia tremò. Si sentiva in colpa per aver fatto cadere in quei pericoli la ragazza che amava, se gli stava lontano era meglio per tutti. Ma a quanto pare la madre non l'aveva capito.

- QUANDO TORNA AKAKO FACCIAMO I CONTI!

O no, Akako no! Versione strega sarebbe stata capace di sconfiggere un esercito in cinque secondi. Sì, l'avrebbe pagata cara per come aveva trattato la Lady, ma almeno l'avrebbe tenuta fuori dai guai.
 


 

- Capo, abbiamo fallito...

L'uomo guardò in faccia in boss. Si aspettava di essere sparato da un momento all'altro.

- Sono più forti di quanto pensassimo...- disse pensieroso l'uomo- meglio che tagliamo tutti i contatti con loro.

- Ma capo, allora Frog...

L'uomo scosse il capo e prese il cellulare. Si mise a canticchiare le note di quella canzone, che era stata creata ottimista, ma con quel tono suonava lugubre.

- No, lei rimarrà con noi. È il nostro asso nella manica, l'unica che può sconfiggere quel Kaito Kid e la sua assistente, che ci stanno dando filo da torcere!


Nota d'autrice:
Oddio, che fatica...  ma alla fine ce l'ho fatta a postarlo!
Allora, non credete che sia finito qui, siamo solo a metà storia (forse tre quinti).
Chi sono loro di cui il boss si riferisce? Chi diavolo è Frog? E soprattutto, quanto è idiota Kaito da 1 a 10? 11. XD
Tenterò di essere regolare con i capitoli, ma non prometto niente.
Grazie a chi legge le mie storie
xoxo
Virginia


 

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Capitolo 13
*** Strega ieri, strega domani ***


Capitolo 12

Strega ieri, strega domani

 

Martedì 17 Marzo

Nella stanza d'ospedale Akako guardava impaziente l'orologio. Non che le servisse essere curata, dato che poteva auto-guarirsi, ma sarebbe stato troppo sospetto se le ustioni le fossero sparite in una notte.

Finalmente dalla porta entrò la giovane donna dai capelli violetti. Quell'aria che rimaneva sicura e fiera dopo tutto quello che aveva passato, non poteva desiderare madre migliore. Chikage si sedette su una sedia bianca e accavallò le gambe, lasciando poco all'immaginazione. Aveva preso da lei anche quel lato seducente.

- Credo che tu sappia quello che è successo ieri- disse la più matura.

- Sì, l'avevo visto il giorno prima del White Day, ma credevo di essere riuscita ad impedirlo. Anche se manca ancora qualche visione...- disse mettendosi le dita sotto il mento. Arrossì al solo pensare che assomigliava molto al fidanzato con quell'aria da detective- Manca ancora un funerale, poi c'è a parte delle maschere, anche se può essere riferita ad ogni furto che quei due compiono, non so se lo sparo che ho visto si riferiva a quello che ha preso ieri Kaito per striscio, dovrei indagare- scosse la testa, si stava ancora immedesimando nell'amato- Adesso ho sonno, dopo la scuola viene Saguru, quindi non farti trovare.

Chikage poteva pur aver perso i suoi poteri, ma certi poteri una donna non li perdeva mai. Gli occhi della figlia che brillavano appena pronunciato il nome del figlio del questore ne erano una prova. Doveva proprio amarlo per avergli lasciato oltrepassare quella barriera dettata di menzogne e magia che aveva costruito intorno a sé. Era bastata una piccola crepa nel suo cuore per distruggerla. Ma anche il loro rapporto era basato su una bugia e per questo non sarebbe durato.

La donna si alzò e guardò con occhi di ghiaccio la figlia, che rabbrividì.

- Lo perderai.

Due semplici parole, scagliate contro come proiettili, distrussero del tutto la protezione che avvolgeva il cuore della liceale e lo lasciarono indifeso.

- Lo dici perché l'hai visto in una previsione?- domandò con la gola secca e le lacrime agli occhi.

Chikage uscì dalla porta e mormorò parole quasi impercettibili, che solo l'orecchio di un essere non del tutto umano avrebbero potuto intercettare. Le aveva detto una frase, troppo dura per una semplice adolescente e alo stesso tempo troppo sentimentale per una strega. Non solo, un incantesimo... in quelle parole aveva inserito una magia, l'unica che una strega non poteva mai perdere, l'unico incantesimo che le sarebbe riuscito, L'incantesimo 1.
 


 

Gli uccellini cinguettavano, il sole splendeva in celo e la luce filtrava dalle tapparelle... si poteva definire l'introduzione perfetta per un giorno perfetto.

Certo, la sarebbe stata se non si fosse a letto con qualche piccola ustione e colpi di pistola sul corpo. Questa si poteva definire la situazione in cui si trovavano ora Kaito e Aoko. Naturalmente il tutto doveva rimanere nascosto a occhi indiscreti.

Il ragazzo si era probabilmente preso la febbre. Si sentiva il corpo bollente e svenire. Riuscì con un grande sforzo ad arrivare a casa dell'amica per fare colazione, anche se non si aspettava di trovarla, dato che credeva fosse andata a scuola.

Aoko si alzò e si mise le sue ciabatte pelose... saranno state le ustioni che le gonfiavano i piedi, ma le sembravano più piccole del solito. Scese a fare colazione e, scherzo del destino, ci trovò Kaito. Ma non doveva stare a scuola?

Il mago non si accorse di lei e cominciò a sventolarsi la mano davanti alla faccia per prendere aria. Adesso si sentiva come se fosse entrato in un cratere di un vulcano. Si tolse la maglietta e restò a petto nudo.

Mancava poco che Aoko svenisse. Si appoggiò a una parete, per non cadere fulminata da quella visione “celestiale”. Un ottimo risveglio si poteva definire.

- 'giorno- mormorò lei imbarazzatissima per attirare l'attenzione.

Di fatti lui alzò lo sguardo e la notò. Le ustioni e i graffi erano stati coperti dalla cipria, che le rendeva la pelle ancora più chiara di quanto non fosse già, una specie di color porcellana. Kaito la guardò e arrossì, era bellissima. Deglutì maledicendosi. Se continuava ad avere quelle reazioni l'avrebbe capito prima o poi, ci mancava solo sbavasse.

Solo dopo qualche secondo si accorse che non aveva la camicia, e in fretta e furia se la rimise. Se prima era in un vulcano, ora era approdato sul Sole.

“ Complimenti Kaito, ottimo modo per bruciare le tappe!”

- G-giorno- balbettò.

Aoko continuò a fissarlo con aria sognante, per poi darsi una gomitata da sola e tentare di spiccicare qualche parola. Peccato le uscisse dalla bocca solo un minimo sussurro.

- Come mai non sei andato a scuola- sì, ce l'aveva fatta a spiccicare una parola, sempre senza smettere di fissare il petto dell'amico, anche se ormai era coperto- Oggi davano l'indirizzo del posto in cui saremmo andati in gita domani.

- Lo so, ero solo stanco. Poi, penso che staremo tre giorni a Kyoto, l'avevano detto l'anno scorso, mi sembra.

Kaito si stupì della reazione pronta della ragazza, poi scosse la testa. Aoko non era come le altre ragazze che si lasciavano sedurre facilmente e soprattutto era fidanzata, erano migliori amici fin dall'infanzia e non avrebbe mai provato niente per lui! Ma allora perché sembrava ancora più imbarazzata di lui? Aveva una voglia irrefrenabile di chiederle “Come va con Ryu”, sperando una risposta negativa, ma sarebbe uscito troppo geloso. Gli cadde l'occhio sul giornale che c'era sul tavolo.

- Kyoto, eh?

Si alzò e uscì, tornando a casa sua.

“ Ma oggi cosa gli è preso? Prima viene a casa mia bello come un dio e poi se ne va senza degnarmi di una minima attenzione! Mannaggia a te Aoko che ti illudi ancora!” Aoko scrollò le spalle e diede un pugno al muro. Gli uomini non li avrebbe mai capiti.

Dopo aver finito il suo latte con i cereali, non che avesse fame, ritornò in camera. Sul guanciale del letto aveva lasciato il cellulare e si accorse che stava vibrando.

 

<< Ehi, non so se ti sei ripresa dall'ultimo furto, ma mi chiedevo se ti andasse di fare un furto... che ne so, giovedì?>>

<< La mia famiglia è di Kyoto, quindi giovedì vado a trovarla, non credo di poter ritornare a Tokyo in tempo per il furto>> (era la verità... cioè, sarebbe andata a Kyoto con la scuola, ma non poteva dirglielo espressamente, altrimenti avrebbe capito in che scuola e classe stesse)

<< Ma io pensavo di rubare la “Gran Maria”! Si tratta di una reliquia venuta direttamente da Gerusalemme. Ora si trova esposta a Tokyo, ma domani verrà trasferita in una chiesa a Kyoto, quindi il furto andrebbe commesso lì!>>

<< Rubare in una chiesa... non so... vediamoci oggi pomeriggio al solito posto, dobbiamo parlare>>

<< Se non vuoi più compiere furti con me ti capisco, ieri per colpa mia hai rischiato la vita...>>

 

Ecco un altro esempio di uomo idiota... se si potevano definire uomini!
 



Akako si sentì sola, come era prima di frequentare il liceo Ekoda. La madre aveva ragione, Saguru era sempre così gentile con lei e in cambio lei gli raccontava tutte bugie sul suo conto? Forse non erano fatti per stare insieme.

I muri che erano stati demoliti dal detective in precedenza si eressero ancora più spessi e ormai raggiungerla sarebbe stato impossibile per chiunque.

Questa volta la strega in lei aveva vinto...

“ Bentornata Akako Koizumi” si disse emanando attorno a sé un aura oscura.

… e per sempre.

 


 

Saguru uscì di corsa dalla scuola. Incrociò qualche gruppo di ragazze che rimasero affascinate dalla sua bellezza e gli venne inevitabilmente da sorridere. In effetti, sembrava proprio un modello. I capelli biondi al vento, la divisa di scuola un po' sbottonata, il suo modo di correre autoritario, tutte cose che alle ragazze non passavano inosservate. Soprattutto a una.

- Non è che poi la tua ragazza si ingelosisce?

Il ragazzo rallentò l'andamento e si guardò attorno. Tutti i gruppi di studenti si erano fermati a vedere cosa stesse succedendo, ma una in particolare attirò la sua attenzione.

- Veyrid, cosa vuoi?

Brutta dentro e bella fuori, ecco come si poteva definire quell'arpia.

- Ma come, non ti sei accorto che qui ti sbavano tutte dietro?- disse Rosannah in modo arrogante, poi indicò tutte le ragazze che erano arrossite- E tu non fai niente per non passare inosservato?

Saguru strinse i pugni. Era la persona peggiore che avesse mai conosciuto. Con Kaito faceva l'angioletto, ma era un diavolo con gli altri.

- Non mi sembra che tu faccia qualcosa per non ingelosire Kaito?- avrebbe di grazia aggiunto “Anche perché non ci riusciresti mai, dato che lui non ti ama!”

La liceale scosse la sua chioma di capelli color pece al vento e lo guardò dritto negli occhi. Sbagliava o aveva visto una fiamma nelle iridi di quella diavoletta?

- Te ne pentirai di questo affronto. A proposito, la scuola lo sa che tu e lei state insieme?- gli disse con un ghigno, poi si rivolse alla folla di adolescenti attorno a loro- Gente, ascoltate, Koizumi e Hakuba stanno insieme, ripeto, Akako Koizumi e Saguru Hakuba stanno insieme!

Un brusio si espanse per tutto il cortile. La ragazza più popolare della scuola e uno dei più popolari stavano insieme? Molte liceali cominciarono a piagnucolare, vedendo i loro sogni romantici con protagonista il detective, tutti distrutti. I ragazzi si accasciarono a terra maledicendosi per non aver fatto per primi il primo passo. Insomma, Rosannah aveva mandato in uno stato pietoso tutti gli studenti dell'Ekoda. I professori uscirono dalle aule per capire il perché ci fosse quell'aria di depressione in giro e si stupirono nel constatare che fosse colpa di due studenti modello.

- Veyrid, Hakuba, in classe, subito!- urlò la professoressa Konno.

In fila indiana, con in testa Rosannah, rientrarono nell'edificio.

Saguru poteva anche scordarsi ora di andare di Akako.

Rosannah sorrise senza farsi vedere. Guardò il display del cellulare e le uscì un risolino.

<< Non saremo alleate, ma non devi farmelo incontrare>>

Era riuscita nel suo intento e si era guadagnata una nuova amica.

“ Questa punizione però me la paghi, Akako-san!” pensò con un ghigno.
 


 

- Sicura di volermi accompagnare, sorellina?- chiese Kaito in macchina di Jii prendendola in giro.

- Sorellina a chi? Sono molto più matura di te!- sbuffò lei indignata- Poi non sto venendo per interrompere il vostro appuntamento romantico!

Kaito avvampò a quella definizione. Sì, stava per incontrare una ragazza che gli piaceva, che l'aveva baciato, ma non era sicuro di essere ricambiato! Il giorno prima l'aveva praticamente messa in pasto a quelli di una delle organizzazioni più pericolose in Giappone!

- E la mamma?- chiese, tentando di cambiare argomento.

- Partita- Akako volse lo sguardo al finestrino- Mi ha lasciato qui sola in pasto agli squali!

- In che senso squali?- chiese Kaito, stranamente interessato a quel paragone.

- Ma come, non lo sai, chiedi a tuo cugino, allora!

Akako lo guardò negli occhi e sorrise beffarda. Kaito sapeva benissimo di non avere cugini, ma allora perché sembrava sincera nel dirlo? Non fece in tempo a chiederglielo, che lo buttò per strada e gli fece l'occhiolino.

- Non fammi diventare zia!- rise la strega e lasciò Kaito da solo davanti al cantiere navale.

 

“ Perché mi travesto sempre da me stessa? Prima o poi capirà che sono veramente Aoko Nakamori!Ma quando arriva, è in ritardo!” picchiettò il dito contro l'orologio “ Se non viene col cavolo che...”

Le si mozzò il fiato quando lo vide. Aveva ancora la maschera del suo amico, con quei capelli arruffati e corvini e quegli occhi azzurri, perché diavolo doveva sempre essere Kaito?

- Quindi si va a Kyoto?- disse lui, con un tono di imbarazzo nella voce.

“Logico che sono imbarazzato!” pensò lui spostando il suo sguardo all'abbigliamento della socia: jeans che le delineavano il fondo schiena e una maglietta rossa a maniche lunghe scollata, aveva anche un cappotto, ma non risaltava all'occhio quanto quegli altri capi di vestiario.

Probabilmente adesso la Lady avrebbe pensato che fosse un pervertito, dato che le guardava sempre le curve. Peccato Aoko non ci fece minimamente caso, troppo occupata ad evitare il contatto visivo con il ladro.

Dovevano mettere le cose in chiaro e una volta per tutte!

- Se non la smetti ti tiro uno schiaffo- disse lei, non sapendo neanche cosa l'altro dovesse smettere, ma ebbe successo, dato che lui volse lo sguardo altrove- Non credi di dovermi dire qualcosa?

- Se ti riferisci all'organizzazione credevo che...

- Non mi riferisco a quello!- lo interruppe lei.

Ma allora a cosa si riferiva?

Certo che i maschi erano proprio duri di comprendonio, possibile non capisse che lo stava incitando a fare un passo avanti?

Aoko sospirò. Doveva sempre fare tutto lei?

- Cosa ti dice la parola White Day?- chiese lei esasperata.

- AH!!!

Kaito fu folgorato dall'immagine di loro due che si baciavano allo scoccare della mezzanotte. Ecco cosa voleva. Non gli aveva ancora tirato schiaffi, quindi forse anche lei ricambiava quei sentimenti? Doveva rischiare e dirle che l'amava, ma amava anche un'altra?

- Mi dispiace- disse lui alla fine e la ragazza sgranò gli occhi. Aveva mal interpretato tutto?- Mi dispiace per quello che sto per fare...

 

- Mi dispiace per quello che sto per fare...

La donna chiuse svelta il computer e si sistemò comoda sul sedile dell'aereo.

Ormai la sua parte l'aveva fatta e doveva lasciare che la situazione si evolvesse prima di ritornare. In conforto sapeva di aver lasciato in buone mani quei due scavezzacolli, anzi quei quattro, poiché il figlio del questore e Akako ci erano dentro fino al collo, proprio come quei ladri.

Chissà cosa avrebbe fatto suo figlio adesso che si era conclusa la conversazione... Si sarebbe confessato? Le sarebbe saltata addosso? L'avrebbe baciata?

Ordinò un bicchiere di champagne e chiuse gli occhi. Come avrebbe voluto avere ancora il suo potere e vedere quello che stava succedendo.

Spostò il bicchiere avanti e indietro e lo fece volteggiare in aria. Magari fossero stati tutti dolci e flessibili nella vita, proprio come quel vino.

Riaprì gli occhi e guardò fuori dal finestrino. Era già sera, il tempo era volato.

<< Good luck my dear and see you next week, for now i will stay where i'm safe, at Los Angeles>> e scritto questo sul telefono si abbandonò a un sonno ristoratore verso il nuovo continente.
 


 

Saguru uscì sfinito da scuola. Aveva dovuto pulire moltissime aule insieme all'arpia e non era ancora riuscito a contattare Akako nonostante tutte le telefonate che le aveva fatto.

- Ehi- Rosannah gli corse incontro, con uno sguardo angelico- devo passare da Kaito per avvertirlo della gita a Kyoto, probabilmente tu vorrai dirlo ad Akako e Ryu a Aoko, possiamo andare tutti insieme!

Il detective ci pensò un attimo, non era così male come idea. Insieme si avviarono verso casa Kuroba, mentre Ryu li raggiunse a metà strada.

Rosannah continuava ad arricciarsi nervosamente dei capelli che le ricadevano davanti agli occhi, mentre Saguru e Ryu conversavano allegramente.

- Non sai quante volte ho tentato di prendere Kid!- diceva il primo.

- E non ci sei ancora riuscito?- ribatteva l'altro.

Alquanto annoiata dalla conversazione prese il telefono e mandò dei messaggi a quella che un tempo era la sua migliore amica. Non si sentivano da tempo, anzi l'ultima volta era finita male fra loro, ma la considerava comunque una fonte preziosa da cui attingere.

Scorrendo i messaggi rivide quello di Akako.

“ Dopo tutto l'hai detto tu...” disse vedendo in lontananza la casa della strega “ Noi due non siamo alleate, quindi non ti devo nessun favore”

Finalmente il gruppo arrivò a destinazione e suonò il campanello.

Ad aprire fu Aoko, con uno sguardo shockato.

- A-Akako e K-Kaito...
 


 

- Allora fratellino, sei tornato dal tuo appuntamento?

Ecco, ci mancava solo la ramanzina di Akako, perché lei sapeva quello che era e non era successo. Allora perché prenderlo così in giro?

- Koizumi, lasciami stare!- tentò di usare un tono autoritario, ma gli uscì molto supplichevole e soprattutto imbarazzato.

La strega uscì dalla cucina con un grembiule da casa rosa, probabilmente della madre, e nascosto qualcosa dietro le mani. Aveva un ghigno sul volto che stava a significare: Io so tutto, quindi non fare il finto tonto con me!

Kaito si accorse solo allora dell'oggetto che aveva in mano la sorella: un coltello.

Sbiancò di colpo e indietreggiò di qualche passo, ma andò a sbattere al muro.

“ Mi vuole uccidere?” pensò rabbrividendo.

- Se avessi voluto farti fuori avrei usato la magia, non credi?- gli disse leggendogli nel pensiero.

- A-allora c-cosa v-vuoi f-fare?- chiese con la voce insicura. Non l'avrebbe mai ammesso, ma Akako era peggio di tutta l'organizzazione messa insieme.

- Divertirmi!

La strega fece la sua risata sprezzante e corse contro il gemello con “l'arma” sguainata.

Cominciò una vera e propria lotta. Akako prevedeva abilmente tutte le mosse del mago e gli dimostrava quanto erano semplici da capire.

“ Mi sta mettendo alla prova!” realizzò Kaito, poi si scansò per evitare una pugnalata in pancia “ Beh, di solito non si misura la forza di una persona così! È da rinchiudere in un manicomio!”

Akako rise un'altra volta e gli si parò alle spalle e fece un taglio da destra a sinistra sulla sua schiena, ma anzi che sangue uscirono dei coriandoli. Il ragazzo, infatti, si era spostato agilmente dietro la sorella, sostituendosi con un manichino, e ora l'aveva buttata a terra.

- Hai superato l'esame!- disse lei sorridendo con la faccia rivolta verso il pavimento.

- Tu sei pazza!- ribatté lui con il fiatone.

La giovane si rialzò, ma con un abile gesto ritirò fuori il coltello da cucina e si avventò verso la faccia di Kaito, lui fece appena in tempo a spostarsi per non farsi colpire in pieno. Guardò l'arma di Akako e poi si toccò la guancia... c'era del sangue su entrambe.

- Ancora troppo debole...- prese un pezzo di scottecs e ci pulì il coltello- Considerala una piccola vendetta per quello che hai fat...

Un piccolo grido echeggiò per la casa.
 


 

Saguru osservò incredulo la scena. Davanti a lui Aoko aveva gli occhi spalancati, mentre Rosannah e Ryu li stavano appena sgranando. Il motivo era uno solo: Akako teneva dietro la schiena un coltello e un pezzo di carta sporco di sangue, mentre Kaito aveva un graffio in faccia.

- C-ciao ragazzi, che bella sorpresa!- tentò di dire Kaito con una voce apparentemente normale. In realtà credeva che la vendetta della sorella sarebbe stata anche peggiore, invece aveva ricevuto solo un graffio, doveva ritenersi fortunato, ma gli altri non l'avrebbero capito.

- Non posso dire altrettanto.- borbottò la strega.

Saguru guardò con occhi spalancati Akako. Chi era quella ragazza che aveva davanti? Dov'era la liceale seducente e ironica che si ricordava? Chi era quell'adolescente con gli occhi di ghiaccio e la voce incolore che aveva tentato di ferire gravemente l'amico?

- Beh...- tentò di parlare Kaito, capendo che la situazione che si era andata a creare era molto tesa- Akako stava giusto preparando da mangiare, quando sono tornato, poi per sbaglio mi sono avvicinato di scatto a lei e mi sono graffiato.

Rosannah e Ryu annuirono credendoci, mentre Aoko e Saguru fecero una smorfia. La strega salutò con una mano e si congedò.

- Che caratteraccio quella!- esclamò Rosannah- A proposito, abbiamo grandi novità!

- Si va a Kyoto!- disse felicemente Ryu- Preparate le valigie, si parte domani!

Saguru continuò a guardare verso la porta dov'era uscita la sua ragazza. I conti non tornavano, soprattutto la faccia di Aoko era troppo sconvolta per aver visto un semplice incidente.

La liceale in questione aveva lo sguardo perso nel vuoto e si sforzò a sorridere e sembrare sorpresa.

- Che bello!- diede una gomitata a Kaito- Non lo trovi magnifico?

Lui annuì, anche egli assorto in chissà quali pensieri, ma un'occhiataccia della fidanzata lo fece svegliare e formulare la fatidica domanda.

- Rosannah, hanno già formato le stanze?

Gli occhi della ragazza luccicarono e guardarono entusiasti tutti.

- Certo! Proprio come ho chiesto alla prof, mi ha messo in stanza con Aoko e Akako, mentre tu tesoro stai con Hakuba e Ryu!- la ragazza si rattristì per qualche secondo, poi continuò con un tono molto malizioso- Sai, avevo chiesto se ragazzi e ragazze potevano stare in stanza insieme, ma la Konno ha detto di no! Non ti sembra un ingiustizia?

Aoko e Kaito arrossirono, mentre Akako dal piano di sopra si stette per strozzare.

- Ma certo amore!- disse il mago tutto rosso sulle guance, poi si avviò verso la fidanzata e le diede un bacio a stampo- Mi sarebbe piaciuto, sai...

Rosannah sghignazzò, mentre Aoko si maledì per non portare sempre un'ascia con sé, poteva risultare utile per tappare la bocca a quell'arpia!

Bene, se loro volevano essere sdolcinati, o meglio pervertiti, allora anche lei lo sarebbe stata!

- È un peccato!- disse e si avvicinò a Ryu, e gli si avvinghiò- Non capisco cosa c'è di male!

- Neanch'io...- osservò l'altro, un po' in imbarazzo, poi abbracciò la fidanzata e la baciò.

“ Togli quelle luride labbra da Aoko!” pensò Kaito stringendo i pugni, ma non diede a vedere la rabbia che l'aveva invaso e prese con forza i fianchi di Rosannah e le diede un lungo bacio.

“ Togli quelle luride labbra da Kaito!” pensò la ladra, che per controbattere aveva messo le mani nei capelli biondi dell'amico continuando a baciare il fidanzato con foga.

- Ehm-ehm...

I quattro si staccarono e, con un po' di imbarazzo e si accorsero che c'era anche Saguru tra loro, il quale li guardava molto divertito.

Probabilmente in quella situazione era l'unico ad averci capito qualcosa. Era tutto così palese, perché anziché fare una gara al bacio più passionale non ammettevano i loro veri sentimenti?

“Che idioti in amore!” pensò esasperato.
 


 

“ Perché tu saresti un genio in queste cose?”

Akako rise sprezzante, poi scagliò una freccetta contro il bersaglio.

Aveva colpito il centro, con sopra scritta una x, ai lati c'era una striscia blu, una rossa, una gialla e la più esterna era nera.

“ L'amore è un sentimento inutile, serve solo per farti perdere tempo” la ragazza ne rese un'altra e ricolpì la x. Fece una smorfia.

“ La mamma ha ragione... o forse torto del tutto! Io il mio cuore non l'ho ancora donato né ora, né mai!” un altro tiro a segno fece centro.

“ Non dimenticherò mai la tua frase e quell'incantesimo nascosto fra le righe... mi hai aperto gli occhi!”

Questa volta il colpo finì sulla striscia gialla e quella rossa, Akako sorrise in modo terrificante.

“ Bingo!”



Nota d'autrice:
Ok... *chiede perdono in ginocchio per l'immenso ritardo* per la prima volta mi è venuto il blocco dello scrittore. Non ci ho messo anni a scrivere questo capitolo inutile perché avevo compiti, ma perché mi era passata l'ispirazione (adesso è tornata).
Allora, passiamo alla storia...
Chi di voi è contento che Chikage finalmente è tornata in America? (io si, stava diventando troopo OOC, di pazze abbiamo già Akako XD)
Cosa è successo per voi dopo che abbiamo lasciato soli quei due? (hanno procreato XD?)
Che frase ha detto Chikage per convincere Akako (maledetta Chikage) a "tornare" strega?
Ho un altro milione di domande, che forse non ci so rispondere neanche io, ma vi dico subito che non ho dimenticato pezzi e non ho saltato frasi, il capitolo è fatto per essere così.
Ho una voglia matta di spoilerarvi una cosa del prossimo capitolo: ci sarà un flashback, ma non noioso e pieno d'azione, ma romantico...^.^
xoxo
Virginia
Ps: postare alle 11 di sera non è il massimo...

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Capitolo 14
*** Il primo bacio ***


Capitolo 13
Il primo bacio


D'altronde io non ti amo...

- Aoko?

Sei speciale per me, ma non in quel senso...

- Aoko, ci sei?

È meglio dimenticarci di quel bacio...

- Aoko!

Anche se forse è stato il tuo primo bacio...

- Sveglia Aoko!

Beh, insomma, mi dispiace...

- AOKO!

La liceale cadde dal sedile dell'autobus, provocando molte risatine da parte dei compagni. Si toccò il fondo schiena dolorante e fece uno sbuffo, per poi ricomporsi e ritornare seduta.

- Devi aver fatto un incubo- disse Akako, seduta accanto a lei, porgendole una bottiglietta d'acqua.

- Non puoi immaginare quanto!- rispose l'adolescente storcendo il naso.

“ Invece posso” pensò divertita la strega.

Aoko si mise a fissare la coppia che aveva accanto. Entrambi mori, entrambi con gli occhi azzurri, entrambi intelligenti, ma allo stesso tempo bugiardi.

- Mi danno il voltastomaco anche a me- le sussurrò la compagna- Ma dico, si possono mettere ad essere così smielati in pubblico?

“Meglio smielati, che essere rifiutati” pensò la ladra ancora furiosa a causa del ricordo che aveva sognato.

Si era addormentata nel bel mezzo del viaggio da Tokyo a Kyoto ed ora si sentiva le gambe ancora addormentate.

- Beh, Kaito e Rosannah stanno bene insieme, quindi perché dovremmo impedirgli di essere così... romantici?

La strega sbuffò e scosse la testa. Si vedeva lontano un miglio che l'amica era disgustata.

- Quel ragazzo è un idiota, ha una ragazza fantastica a suo fianco e non ci si mette insieme!

Aoko intese che “la ragazza” di cui il mago si sarebbe dovuto innamore fosse Akako.

- Ma è già fidanzata!- le sussurrò per non farsi sentire da Saguru, seduto dietro di loro insieme a Ryu.

- E cosa importa, in realtà lei lo ama, lo dovresti sapere, lascerebbe all'istante il fidanzato per lui.

La liceale la guardò con ribrezzo, pensava davvero quelle cose del detective, che fosse inutile in confronto a Kaito?

- Ma Kaito ama Rosannah, non te!- urlò tutto di scatto, facendo voltare tutti i presenti verso di loro.

“Ops” pensò arrossendo mentre Akako soffocava una risata. 

Anche il ragazzo interessato le stava guardando con un punto interrogativo negli occhi. 

- Guarda che io parlavo di te!- le sussurrò all'orecchio la strega. Aoko divenne ancora più rossa di quanto già non fosse e si mise le mani in viso per coprirsi la faccia. Detestava essere imbarazzata.- Ma naturalmente anche se vi metteste insieme ci sarebbe un grande problema: non vi siete dati il primo bacio fra di voi!

L'aspirante ladra si mise la testa fra le ginocchia per non eruttare come un vulcano dalla vergogna. Aveva le orecchie rosse e ormai la sua pelle era diventata uguale ai capelli della strega. 

- Veramente...- tentò di dire senza farsi sentire da nessuno se non dall'amica.- Vedi noi...


 


- Aoko-chan, sei pronta?
La giovane donna aprì la porta della stanza dell'albergo dove stavano alloggiando per quella vacanza al mare. Lo spiraglio visibile da fuori la camera rivelò una giovane ragazza intenta a mettersi la maglietta,lasciando intravedere il suo reggiseno.

- KAITO!- urlarono le due femmine in contemporanea accorgendosi che c'era qualcun altro a sbirciare.

Il quindicenne ridacchiò e si scansò per evitare una scarpa tirata dall'amica.

- Tanto sei piatta!- le urlò fra le risate, per poi correre in fretta e furia a rifugiarsi in un'altra stanza.

- Scusalo, si comporta ancora come un bambino.- le disse Chikage mettendole una pacca sulla spalla. Certo, a lei nessuno aveva mai detto che era piatta, al contrario aveva sempre dato a vedere ciò che aveva, sempre in modo consono. Anche adesso, con quegli jeans attillati e la maglietta scollata sembrava tutt'altro che una vedova. La donna, come se le avesse letto nel pensiero si rattristò e fece un sorriso forzato- Vedrai, anche tu da grande diventerai prosperosa come me, non preoccuparti.

Si sentì una risata dall'altra parte della porta e Aoko corse ad aprirla, ma non trovò nessuno.

- KAITO FATTI VIVO SE HAI CORAGGIO!

Il ragazzo intimorito cascò dal soffitto, dove si era rifugiato. La ragazza non ci mise molto a dargli calci e pugni fino a farlo battere in ritirata.

- È sempre stato sbruffone, come il padre.- disse Chikage sorridendo al bel teatrino a cui aveva assistito- Ma vedrai, che quando si innamorerà cambierà!

- Magari...- disse Aoko con un filo di speranza nella voce, ma accortasi di ciò che aveva detto se la tappò immediatamente.

- Allora stanno così le cose...- disse maliziosamente colei che nei suoi sogni era la sua futura suocera- E da quanto, sentiamo?

- N-non è come pensa lei!

- A-o-k-o...- disse la donna scandendo le parole ed avvicinandosi pericolosamente alla ragazza- Tell me the truth...

- Qualche settimana...- disse lei, non accorgendosi che le parole le erano uscite dalla bocca come se stesse sotto l'effetto di un incantesimo- Ho scoperto che Kaito per me è più di un fratello da qualche settimana!

Chikage le mise le mani attorno le braccia e la spinse verso il muro sorridendo sempre più maliziosa. Non aveva mai visto quella donna, per lei come una seconda madre, così... sexy. Doveva prendere esempio da lei se voleva conquistare qualcuno.

- Dovresti dirglielo...- avvicinò la sua bocca all'orecchio dell'altra- Confessati, non te ne pentirai...

La giovane, quasi liceale, si staccò dalla presa e si avviò verso la stanza del miglio amico a grandi falcate, rossa come un peperone.

- Ohi, mamma, cosa vuo- il ragazzo aveva aperto la porta a torso nudo, provocando ancora più rossore sulla faccia di entrambi- Aoko, cosa vuoi?

La ragazza aprì la bocca per parlare, ma inciampò sullo stipite della porta e si appoggiò al petto del ragazzo, che preso alla sprovvista cadde per terra trascinandosi con sé l'altra.

Si può dire che fu un atterraggio morbido... molto... soprattutto per i loro visi.

Uno contro l'altro, combacianti perfettamente come delle tessere di un puzzle. Entrambi con gli occhi sbarrati che si guardavano confusi, con i nasi che si toccavano e soprattutto con le labbra che si baciavano. 

Aoko aveva ancora le mani appoggiate ai pettorali del ragazzo e poteva sentire benissimo il battito accelerato dell'amato e sperò che il suo non fosse così evidente. Forse anche a lui stava piacendo? 

Sì. perché lei stava in paradiso. Anche se per pochi secondi fu come se fosse approdata su un pianeta fatto solo di piacere, fatto di verità rivelate, di amori sbocciati, di tutto ciò che aveva sempre sognato.

Ma ogni sogno prima o poi finisce, o peggio... diventa un incubo.
Kaito si staccò di scatto, ancora rosso e scansò la ragazza per alzarsi e appoggiarsi allo stipite della porta.

- Scusa, è colpa mia- disse il ragazzo senza dare a mostrare la minima emozione.

- Ma no, figurati, è colpa mia!- disse Aoko confusa e molto imbarazzata.

Il mago la fissò, poi si voltò. Se ne andò senza dire una parola, senza mostrarle i suoi sentimenti, lasciandola perplessa e, senza saperlo, in un mare di lacrime.

- C-chikage!- urlò la giovane sprofondando la testa fra le ginocchia per piangere in santa pace senza farsi sentire- C-chikage!

La donna accorse subito con uno sguardo preoccupato, ma allo stesso tempo soddisfatto.

- Aoko-chan, è tutta colpa mia!- le disse la donna abbracciandola e coccolandola come solo una madre sa fare.




- QUINDI TU E KAITO VI SIETE BACIATI?

Ancora una volta tutti i loro compagni di classe si girarono verso le due interessati alla conversazione.

- A-Akako, per favore!- disse Aoko tappando la bocca all'amica e tentando di nascondere l'imbarazzo.

La strega, però, scoppiò in una grande risata e lanciò uno sguardo fugace al fratello, che rabbrividì a quel contatto visivo. Per altri poteva non significare niente, ma per loro...

“ Ci parliamo dopo... e la pagherai per quello che hai fatto ad Aoko!”

 


- Bene, ora daremo le chiavi delle vostre stanze- disse la professoressa Konno più raggiante che mai.

- Scommetti che da giovane ha passato qui le vacanze col fidanzato- sussurrò Ryu all'orecchio di Saguru e entrambi soffocarono un risolino. Quando la loro insegnante ci si metteva sapeva essere la persona più sdolcinata al mondo. I due biondi sperarono che anche questa volta organizzasse qualche attività di coppia, uno per riappacificarsi con la propria fidanzata e chiarire, l'altro per conoscere meglio la partner.

“ Quei due sono diventati proprio amici” pensò Kaito guardando i compagni di stanza con un po' di malinconia. In fondo Ryu era simpatico, se non si fosse messo con l'amore della sua vita sarebbero potuti diventare migliori amici. Mentre ora quel ruolo spettava ad Hakuba.

- Non credo proprio- A Kaito si drizzarono tutti i peli delle braccia sentendo quella voce gelida provenirgli da dietro. Akako doveva sempre parlargli così spettrale?- Piuttosto stai attento, sta per arrivare il nostro turno.

- Non era faticoso e inutile prevedere il futuro per cose così futili?- le rispose senza girarsi ironicamente.

- Idiota, ha in mano l'elenco!- gli disse dandogli una pacca sulla spalla e si diresse verso l'insegnante che in quel momento stava chiamando i loro compagni di classe.

- Koizumi, Nakamori e Veyrid, stanza 121 corridoio b, come tutte le ragazze- disse la Konno consegnando la chiave a Rosannah, che sprizzava felicità da tutti i pori- Kuroba, Hakuba e Ufarei, stanza 135 corridoio a, come tutti i maschi!
Tutti i ragazzi si guardarono in faccia stupiti e Ryu coraggioso decise di porre la domanda fatale.

- Quindi ragazzi e ragazze stanno in ali separate?

La professoressa non fece in tempo a dare una risposta che si sollevarono dissensi e proteste, soprattutto da parte dei maschi.

- Silenzio!- urlò esasperata- Tutti nelle vostre stanze, o si ritornerà a Tokyo seduta stante! E guai a chi trovo nell'ala opposta dopo cena!

Mogi tutti i liceali si diressero verso le loro stanze.


- Wow, questa stanza è enorme!

Kaito si buttò sul letto singolo a pancia in giù e decise di rimanere in quella situazione rilassante per qualche minuto.

- Sicuro di non volere quello matrimoniale?- chiese Saguru appoggiando la sua valigia sul lato destro del letto a due piazze- Perché credo che sarete scomodi su quel letto tu e Rosannah...

Il mago tirò una cuscinata al detective facendogli la linguaccia e arrossendo. Detestava essere preso in giro su quelle cose.

- Pensa a te e Akako!- disse lanciandogli un occhiataccia- Scommetto fate scintille...

Anche a lui arrivò un cuscino in faccia.

Ryu scoppiò a ridere si buttò sul letto tenendosi la pancia e rotolando da una parte all'altra.

- E tu che hai da ridere?- chiesero gli altri all'unisono, ma accorgendosi della comicità della situazione non esitarono ad unirsi all'amico.

- Se voi di grazia aveste finito...

I tre si girarono verso la porta, che avevano svogliatamente lasciato aperta, e vi scorsero tre figure femminili già cambiate e profumate, con le scarpe da ginnastica e i calzoncini leggeri per visitare la città.

- Kaito-chan!- urlò Rosannah fiondandosi sul fidanzato e trascinandolo fuori dalla stanza- Si va al tempio di S...

- Ma non era proibito venire qui per voi ragazze?- chiese Saguru volgendo la domanda in particolare alla fidanzata che sapeva quanto lui odiasse trasgredire le regole.

- Solo la sera- rispose lei prontamente senza fissarlo, poi si avviò verso l'altro biondo- Vieni Ryu, ti volevo chiedere una cosa...

Così dopo che la strega ebbe trascinato l'altro fuori dalla stanza rimasero solo il detective e la ladra che si fissarono attentamente, per poi distogliere entrambi lo sguardo verso la parte opposta.

- Saguru- sussurrò lei.

- So quello che vuoi dire- disse l'altro atono- Non vuoi più essere mia alleata, giusto?

Aoko sorpresa fece un segno di consenso e cominciò a guardarsi i piedi imbarazzata.

- Vedi, in realtà lui non è come sembra...

- Agli occhi di una persona innamorata anche il peggior criminale può sembrare un incompreso.

La liceale sgranò gli occhi. Da quant'è che l'altro sapeva che le piaceva Kid?

- Come fai a...

- Ma d'altronde è naturale- disse lui cominciando a camminare per la stanza e sbirciando fuori la finestra per accertarsi se qualcuno li stesse ascoltando.

“Anche nella realtà tu e lui...” pensò rivolgendo uno sguardo fugace all'amica “Come ho potuto illudermi che non ti innamorassi di lui anche da ladro?”

- Io so il motivo per cui ruba!- esclamò Aoko tutto d'un tratto per far capire al detective che non era stata con le mani in mano tutto quel tempo- Però non posso dirtelo...

Al detective avevano brillato per qualche secondo gli occhi, per poi spegnersi peggio di prima.

- Facciamo una cosa- disse Saguru porgendo una mano alla ladra- Io manterrò il segreto, ma quando il suo fine sarà perseguito tu mi dirai tutto. Per non parlare che mi dovrai svolgere un compito...

Aoko lo guardò interrogativa, ma gli strinse la mano, per poi fissarlo negli occhi con una fiamma nelle iridi che divampava dalla felicità. In fondo non aveva tradito il suo socio.

- Quale?

Il biondo esitò qualche attimo, per poi osservare la finestra e il panorama che si vedeva da lì. Una montagna, un fiumiciattolo, tutti elementi calmi, che non davano a pensare a tutto il putiferio che stava sconvolgendo le loro vite.

- Spia Akako da parte mia.

 


La strega storse il naso per due motivi:

1- la poca fiducia che il fidanzato aveva riposto in lei (anche se non si poteva biasimare)

2- la visione di tutti i baci del fratello e la nuora, che le stavano dando il volta stomaco.

- Kaito, vieni un attimo- disse interrompendo l'attimo passionale fra il gemello e la mora.

Con riluttanza Rosannah lasciò le labbra del ragazzo e gli fece l'occhiolino, per poi prendere per mano Ryu e sgattaiolare fuori della hall insieme al resto della classe.

- È da prima che mi vuoi chiamare, cosa vuoi?- disse scocciato.

- Beh, dovresti ringraziarmi di averti salvato da quella lì- gli rispose indicando la compagna- In più credo che ti importi più sapere che Hakuba indagherà su di me e il mio passato e potrebbe risalire alla nostra famiglia che pomiciare in pubblico con Veyrid.

Kaito ci mise qualche secondo a realizzare la frase della sorella e sul suo volto si materializzò un'espressione terrificata. Proprio ora che era diventato amico del detective stava per ricominciare a doverlo trattare distante e come un nemico.

Ma probabilmente, come sempre, Akako sapeva più di quello che diceva, quindi doveva esserci qualcosa sotto.

- E con quale mezzo?

- Beh, diciamo che c'è una buona e una cattiva notizia a proposito- rispose lei simulando un sorriso molto tirato- Ora puoi fidarti ciecamente della Lady perché hanno sciolto l'accordo di catturarti, ma...

Kaito non ci mise molto a fare due più due e fissò il vuoto per poi scuotere la testa.

- Quindi scommetto che ora lei è incaricata di spiarti e che per non farle sapere niente non mi devo più confidare con lei e devo tenerla più lontana.

Non serviva l'esatto della sorella per fargli capire che doveva essere così. Perché loro erano solo soci, non amici, non confidenti, non qualcosa di più.

- Veramente non ti ho chiamato solo per questo- disse Akako tornando gioiosa e scherzosa- Sai ho avuto una conversazione molto esauriente sul primo bacio di Aoko...

Sulle guance del mago si formò del rossore. Adesso certamente la strega l'avrebbe preso in giro per sempre. 



Sbatté la testa al muro per minimo una centinaia di volte. Perché si era comportato così? Non avrebbe di certo potuto dire all'amica che in realtà durante il bacio aveva assaporato ogni angolo delle sue labbra. Aveva odorato il profumo dei suoi capelli, aveva sentito le sue curve quasi inesistenti su di lui... l'aveva toccata, l'aveva gustata, l'aveva sentita più di una migliore amica. 

Ed ora a pensare alle parole che le aveva detto voleva pentirsene. Ma probabilmente aveva provato quelle sensazioni solo perché era il suo primo bacio, non perché gli piaceva l'amica... giusto?

Ma allora perché ora la sentiva piangere e gli si stava spezzando il cuore?

Ma forse Aoko stava piangendo solo perché aveva sprecato il suo primo bacio?

Si fece coraggio e bussò alla porta della ragazza. Sentì qualche singhiozzo e si trovò davanti una Aoko con gli occhi lucidi e rossi, che  tratteneva ancora le lacrime.

- Volevo parlarti- disse in imbarazzo e con in cuore che riceva una pugnalata ogni qual volta vedesse l'amica in quelle condizioni senza poter fare niente per lei.- Questo bacio è stato un malinteso un errore- cominciò facendosi del male da solo ad ogni singola frase pronunciata.-D'altronde io non ti amo e neanche tu- una piccola parte della sua coscienza gli diceva che sperava che quella frase fosse falsa- Sei speciale per me, ma non in quel senso, ti vedo come una migliore amica.- Non capiva perché alla ragazza si bagnassero gli occhi ancora di più di prima- È meglio dimenticarci di quel bacio, anche se forse è stato il tuo primo bacio. Ma sappiamo entrambi che è come se non ci fosse mai stato, come se nessuno dei due abbia mai baciato qualcuno, cancelliamolo dalla nostra mente- vedendo che l'amica aveva ricominciato a singhiozzare decise da abbracciarla- Beh, insomma, mi dispiace...

Si coccolarono e si calmarono insieme, come quando era morto Toichi, come quando era successa la disgrazia alla madre di Aoko, come quando era stato lasciato solo da Chikage a vivere solo con le proprie forze, come se anche quella fosse stata una cosa terribile, come le altre.

Intanto ad osservare vi era quella donna, che sorrideva e pensava che in fondo era troppo presto...



Nota d'autrice:
*diventa un fantasma per evitare gli oggetti che le tirano* Chi è mancata per quasi due mesi? Chi? IO? Ma no...
E menomale che avevo detto di avere l'ispirazione. 
D'ora in poi sto zitta, ho deciso.
Se la prima parte della storia è un po' noiosa mi scuso, l'ho scritta a forza mentre avevo il blocco, mentre l'altra mi è uscita naturale quindi è un po' meglio.
Chi appena ha letto le prime frasi di AOko ha pensato: Quindi Kid l'ha respinta quel giorno? Io sì... ed era mio intento!
Spero che durante le vacanze riesca a postare due o tre capitoli (avete sentito bene, due o tre)
Ringrazio tutti come sempre
Xoxo
Virginia

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Capitolo 15
*** Un furto da crocifiggersi ***


Capitolo 14

Un furto da crocifiggersi

 

Giovedì 19 Marzo, pomeriggio

-Dove stiamo andando prof?- chiese Akako mentre gli studenti continuavano a seguire l'insegnante per le strade affollate di Kyoto verso una meta ignota. In realtà lei sapeva benissimo la risposta, ma per qualche strano motivo sperava fosse sbagliata.

In realtà fin'ora era andato bene, soprattutto il primo giorno di gita (anche se poi la sera avevano fatto confusione e il giorno seguente avevano passato tutta la mattinata in un museo per punizione)

Avevano visitato i templi più antichi della parte storica e i più moderni e rinnovati delle periferie. Avevano fatto anche dei picnic nei parchi con un pranzo al sacco e non avevano mai sentito la tensione che si era impossessata nei giorni precedenti dei 6 amici.

Rosannah infatti aveva semplicemente trascinato Kaito da una parte all'altra della città, in particolare nelle aree commerciali, e il poveretto si era trovato a rimpiangere quando le aveva chiesto di diventare la sua fidanzata (eccetto durante i baci focosi che riservava solo per lui).

Aoko, seppur occupata dal suo compito segreto, anche se non era riuscita a cavare un ragno dal buco, non aveva tolto gli occhi di dosso alla coppietta nemmeno per un secondo. Recitava anche lei la parte di buona fidanzata, fedele e senza ripensamenti e Ryu riusciva a tenerla a bada, come magicamente, attraverso un affetto molto meno passionale di quello della controparte, ma molto dolce.

E invece Saguru e Akako...

Beh, loro non si erano rivolti nemmeno uno sguardo.

- Logico Akako!- disse la Konno raggiante picchiettando con un dito la fronte della liceale, che capì amaramente di non essersi sbagliata- Siamo a Kyoto... E sai cosa succede oggi a Kyoto?

La comitiva si fermò qualche momento per rifletterci, analizzarono la mappa della città, si guardarono in torno per vedere se ci fosse qualcosa di interessate da visitare, quando Rosannah alzò la mano euforica.

- Il furto di Kid!- urlò lei a squarciagola saltellando come un coniglietto che ha appena mangiato la sua carota.

Probabilmente anche a lei piaceva l'alter-ego del fidanzato.

- E della Phantom Lady!- disse Ryu atono, solo per informare.

Aoko, però, si ritrovò a sorridere, poiché nessuno si ricordava mai della ladra.

Gli studenti in pochi minuti arrivarono davanti la chiesa dove tenevano la reliquia di Gerusalemme “Gran Maria”, un rubino grezzo, associato alla fede cristiana e soprannominato “reliquia” a causa del suo luogo di ritrovamento: esattamente sotto il posto dove si diceva fosse stata collocata la croce di Gesù.

Sebbene prima appartenesse ad una famiglia ebrea, attualmente si trovava in Giappone perché l'ultima erede della famiglia precedente l'aveva lasciato in eredità al governo ottomano prima della prima guerra mondiale. Dopo le alleanze e le sconfitte della guerra era passato in mani russe e infine nipponiche, per essere esposto in varie chiese cristiane sparse per il paese.

- Siamo arrivati!- proclamò la Konno con enfasi una volta davanti al portone e così entrarono dentro quel luogo consacrato, che appariva più come un museo che come una chiesa a causa di tutti i fan di Kid accorsi alla notizia del furto.

 

<< Il posto è stato preso d'assalto da liceali, possiamo confonderci facilmente, ma poi come faremo a riconoscerci noi due?>>

<< Il travestimento da figlia dell'ispettore e il suo migliore amico può funzionare, d'altronde non c'è la squadra di Tokyo a sorvegliarci, quindi non sospetteranno di nulla>>

 

A Kaito vennero dei brividi alla schiena quando constatò che la reliquia era appesa al crocifisso. Non poteva derubarlo, era contro l'etica di chiunque, l'avrebbero odiato tutti. Anche se non era cristiano sapeva benissimo il significato di quel simbolo e non si sarebbe mai permesso di toccarlo, tanto meno di rubarlo.

Non gli importava molto si il suo spirito sarebbe stato impuro, ma si preoccupava dello spirito dell'aiutante. Sarebbe riuscita a sopportare un peso così grande sulla coscienza per tutta la sua vita?

Si toccò la fronte, come se quel pensiero lo facesse stare male. Aveva procurato già troppi danni ad una ragazza che nemmeno conosceva personalmente, ci mancava solo farle rubare in una chiesa.

- Stai calmo- disse una voce femminile alle sue spalle. Ormai sapeva come comportarsi, quindi rimase fermo senza girarsi, per non destare sospetti.- Sai, anche se non hai un posto sicuro in paradiso, all'inferno noi Kuroba siamo i benvenuti. Ho una raccomandazione da parte di Lucifero se vuoi.

La strega rise sprezzante e se ne andò, troppo sicura di se per accorgersi che Aoko la stava fissando intensamente.

 

“La chiesa è a croce latina ed è altissima, mi sembra più di dieci metri” cominciò a pensare la giovane ladra posizionandosi a mo' di detective “ Ha tre absidi, due alle braccia e una dove è posizionato il crocifisso, dalla parte opposta dell'entrata. Essendo la chiesa più grande e forse l'unica della provincia è enorme e a percorrerla interamente a piedi ci si mette qualche minuto” Scosse la testa, come se quei ragionamenti la facessero star male “ Non posso far entrare moto o robe simili perché non me la sento moralmente, ma potrei usare a mio vantaggio i mosaici e le vetrate ai lati per fare dei giochi di colore.” Cominciò a contare sulla punta delle dita le uscite presenti “Il crocifisso è posizionato sull'abside in fondo, sopra l'altare. Questo è elevato da qualche gradino rispetto al resto della chiesa... Quindi... Come faccio a rubare immezzo a tutta questa gente?”

- Ti vedo tesa- le disse Ryu cingendole le spalle con un braccio e facendola arrossire- Quei ladri non ti faranno del male. Della ladra non mi preoccuperei, è una principiante- ecco rovinato quel magico momento. Aoko infatti storse il naso a questa sua affermazione- Ma ti proteggerò io da Kid! Ti starò vicino tutto il tempo e non ti lascerò sfiorare neanche un secondo da quei suoi luridi guanti.

“ Troppo tardi” pensò lei mantenendo la calma, anzi con una gradevole sensazione di potersi fidare di quel ragazzo più di prima. Abbandonò la testa sui suoi pettorali e inspirò il suo profumo di muschio e cioccolato bianco sorridendo, quel ragazzo era il fidanzato più affettuoso del mondo. Era dolce e premuroso, tutte qualità che mancavano a Kaito.

A quel nome si risvegliò. Aveva una missione da portare a termine.

La campana del campanile affianco rintoccò 8 volte e alla ladra venne un'idea geniale.

- Queste parole non dovresti dirle a me...- sussurrò con le labbra attaccate al lobo dell'altro, facendolo rabbrividire di piacere e di stupore- Ma alla tua ragazza!

Una nube di fumo si sparse sopra le loro teste e quando finalmente furono in grado di rivedere il soffitto della chiesa, vi scorsero due figure travestite, una con delle bende e l'altra con un mantello bianco.

- Merda, era la Lady!- ghignò fra i denti Ryu.

 

- Kid, tu occupati del gioiello, io del resto- disse la Lady al complice, per poi vederlo confondersi fra le vetrate.

La ladra si appese con un filo al soffitto e si lasciò cadere nel vuoto, sperando che andasse tutto bene.
Prese un respiro e per la prima volta si sentì libera. Come una farfalla che è uscita dalla gabbia in cui era sempre stata rinchiusa. Come se la gravità non esistesse e l'altezza non la preoccupasse. Come se la paura di schiantarsi al suolo non persistesse nel suo cuore, che ormai pulsava sangue a più non posso.

Gli spettatori da sotto si scansarono, avendo paura che cadesse loro addosso, ma lei si fermò con grazia ad un metro da terra e l'elastico a cui aveva legato la fune attorno alla vita, la rispinse su.

Per non battere la testa alzò le mani e si diede un altra spinta dal tetto, per riscendere.

Insomma, la sua era una danza a mo' di Bangee jumping.
Gli ufficiali erano distratti da tutto ciò, per non parlare degli studenti.

La Lady scese per la terza volta, ma andò d'obliquo e decise di battere il 5 a tutti quelli che le capitassero sotto mano.
Una ola di braccia alzate la accolse e tutti si divertirono a fare quello strano gioco. 

Teneva le punte tirate, faceva anche delle acrobazie, insomma sembrava di stare ad un saggio di danza più che in una rapina in una chiesa.

- Ed ora, per il mio gentile pubblico!- urlò molto emozionata a causa del coraggio che aveva avuto a compiere quelle azioni- L'ultimo show!

Fece una capriola e toccò il soffitto con i piedi, dandosi così una spinta simile ad un tuffo. Sentiva il sangue andarle al cervello e l'attrito farsi più ardente ad ogni metro percorso. Fece delle giravolte, sistemò le gambe a spaccata e atterrò fra i poliziotti, colpendone qualcuno in faccia.

Finalmente gli agenti si ricordarono della loro missione e reagirono, ma un'ennesima nebbia di fumo li distrasse e quando riaprirono gli occhi il rubino incastonato nel crocifisso era sparito, ma il simbolo del Cristo era ancora sopra l'altare, non era stato minimamente toccato e sfigurato.

Il prete che era stato in silenzio fino ad allora affascinato dalla leggiadria della ladra si fece avanti e si mise in ginocchio davanti l'altare.

- Oh, siate benedetti! La chiesa non ha bisogno di questi beni! Siete riusciti a liberare da un peso enorme il nostro signore! Voi non siete ladri, ma salvatori!

Le parole dell'ecclesiastico risuonarono in tutta la struttura e scoppiò un fragoroso applauso e qualche fischiata contro gli agenti di polizia che avevano tentato di far sfigurare quell'atto alla fine giusto.

 

- Dove è Aoko?- chiese Ryu preoccupato, l'unico che non era restato ammaliato dallo spettacolo della ladra.

- L'ho trovata stordita dietro il confessionale- disse atona Akako- Dei paramedici credo la stiano curando, probabilmente ritornerà in hotel un po' più tardi.

- E tu come mai sai tutte queste cose?- chiese Saguru spuntato fuori dal nulla.

La strega si morse il labbro, per la prima volta senza niente da controbattere. Forse l'incantesimo della madre stava perdendo effetto...

Ma lei doveva coprire gli amici, era una questione di vita o di morte!

“ Letteralmente” sospirò amareggiata cominciando a raccontare una bufala al gruppo.

 

- È stato fichissimo!- disse Aoko a Kaito facendo una giravolta su sé stessa.

Per sfuggire ad occhi indiscreti si erano ritravestiti (o meglio smascherati) nelle loro vere identità.

Ora stavano camminando per un parco deserto di Kyoto, mano nella mano guardando le stelle...

Sì, la situazione suonava romantica, ma in realtà stavano discutendo di cose serie, o almeno ci provavano. L'unico argomento che non avrebbero mai trattato era quello che era successo fra loro sentimentalmente...

- Già, ma il merito te lo sei preso tutto tu!- la rimbeccò lui dandole una schicchera sul naso- Io mi sono rotto l'osso del collo per riuscire a scollare quella pietra dal crocifisso, mentre tu danzavi!

Aoko non poté fare a meno di ridere. Come se quello che aveva fatto lei era una cosa facile.

- Dobbiamo ancora controllare se è Pandora!- disse la ladra ricordandosene mettendosi una mano sulla bocca.

Kid tirò fuori dalle tasche il rubino e lo espose alla luce della luna.

Neanche un minimo riflesso rosso.

Aoko sbuffò e incrociò le braccia. In quel momento passò un cane randagio che fece sussultare entrambi. Le foglio si smossero dopo il passaggio dell'animale e cominciarono a muoversi al ritmo del vento, facendolo ululare e cullando l'atmosfera tesa, per renderla dolce e soave.

Kaito ricacciò il gioiello in tasca e sospirò.

- Neanche oggi- sussurrò con tono affranto- Ormai non le restituisco neanche più... Sono diventato un ladro a tutti gli effetti...

La Lady gli si parò davanti. Prese le sue mani e gliele portò al petto, e con uno sguardo deciso lo ammonì. Per gli esterni poteva sembrare una situazione maliziosa, ma lei era seria e aveva una strana fiamma negli occhi che ardeva ogni qual volta vedesse quel ladro, ma non d'amore... di fiducia reciproca, quella che mancava fra lei e Kaito.

- Non pensarlo neanche- disse con una nota di malinconia negli occhi- Tu stai lavorando in nome della giustizia, non per tornaconto personale! E poi quando sarà tutto concluso restituirai tutto!

Il mago, sorpreso, la abbracciò e avvicinò i loro volti, per racchiudere le loro labbra in un bacio affettuoso, privo da ogni passione, ma solo dolce e tenero.

 

Qualche viale più in là con un binocolo Snake osservava tutto e sorrideva beffardo.

Da dietro di lui arrivò una ragazza, che osservando il compare e il laghetto di rane vicino, gli si accostò all'orecchio e prese un sassolino da per terra.

- Ben fatto, vedo che alla fine è proprio Aoko Nakamori la Phantom Lady.

- Che facciamo Frog? Quando attacchiamo?- chiese l'uomo baffuto voltandosi.

Lei strinse forte il sasso e lo lanciò nel lago, creando delle piccole circonferenze che andavano ad espandersi e ad affievolirsi, fino a diventare quasi invisibili.

- Diamo loro tempo... d'altronde questa è la cosiddetta quiete prima della tempesta.

 

Venerdì 20 Marzo, mattina

- HO DETTO: PERCHÈ NON STAVATE NEI VOSTRI LETTI IERI SERA?- urlò la Konno facendo rimbombare la propria voce per l'intera hall.

Gli interpellati rabbrividirono e arrossirono dall'imbarazzo fino alle punte delle orecchie. Non sapevano perché la controparte non era nel proprio dormitorio, ma sapevano benissimo perché loro stessi non erano stati trovati sotto le lenzuola.

- Secondo me Kuroba tradisce Veyrid con Nakamori!- disse uno dei loro compagni facendo ridere l'intera classe.

Un'occhiataccia dell'insegnante fece azzittire tutti. La Konno avanzò a grandi falcate verso il proprietario dell'albergo che aveva assistito alla discussione e senza voltarsi verso gli alunni proclamò il verdetto.

- Si ritorna a Tokyo, seduta stante!- e se ne andò senza aggiungere altro.

Tutti si guardarono e sospirarono. I sensi di colpa invasero Aoko e Kaito. Per colpa loro e del loro egoismo l'intera classe ci aveva rimesso un giorno di gita.

Nella stanza tutto d'un tratto si sollevò un boato di applausi verso i due, alcuni dalla gioia fischiettavano, altri si battevano il 5, insomma c'era un'atmosfera tutt'altro che triste.

- Finalmente!- disse una ragazza- A parte il furto è stata una noia mortale questa gita, non vedevo l'ora di tornarmene a Tokyo!

Tutti annuirono d'approvazione e si ritirarono nelle loro stanze per preparare i bagagli.

- Kaito!- urlò Rosannah con quasi le lacrime agli occhi quando rimasero soli- Per Aoko c'è una spiegazione per l'assenza, la Lady l'aveva addormentata, ma per te... Con chi ti vedevi, dimmelo! Mi tradisci vero?

La mora scoppiò a piangere sulla spalla del fidanzato bagnandogli l'intera maglietta.

Akako osservò la scena un po' infastidita. Sapeva già come sarebbe andata a finire. Il fratello l'avrebbe consolata, si sarebbero baciati e avrebbero vissuto come se niente fosse successo.

- Kaito stava con te ieri sera, vero?- le chiese una voce alle sue spalle.

- Da cosa lo deduci, signor detective?- fece lei sarcastica girandosi, non riuscendo però a mantenere il suo sguardo.

- Dalla macchia sui pantaloni che hai sul retro, anche lui ce l'ha.

La strega si morse la lingua e rifletté

“ Non posso di certo dirgli che ieri sera stavo spiando lui, Aoko e l'organizzazione e ci trovavamo nello stesso parco” pensò velocemente. Le vennero in mente le scuse più assurde, ma alla fine sospirò e decise di specchiarsi nelle iridi azzurre dell'altro.

- E se anche fosse?- chiese un po' ironica.

- Fra noi è finita Koizumi- fu l'unica cosa che disse il biondo distogliendo lo sguardo e andandosene.

Akako sentì un vuoto entrarle nel cuore.
Tutto si fece buio, i colori persero la loro lucentezza.
Anche il rosso scarlatto ormai era soltanto un nero lucido.
Tutte le sfumature del mondo erano scomparse, c'erano solo il bianco e le sue ombre.
E nel luogo in cui l'ombra si faceva più scura c'era lei.
Persa fra il nero della sua esistenza, senza più una ragione di esistere.
Forse il suo cuore aveva anche smesso di battere, ma niente le sarebbe più importato senza il suo Hakuba accanto.

“Sai mamma” pensò ritrovando le forze per camminare, anche se dalla parte opposta del detective “Ho trovato un incantesimo più potente del N°1: L'amore.”

 

La porta oscura si chiuse alle loro spalle e tutti rabbrividirono. L'atmosfera era così gelata che anche il loro respiro ghiacciava dal terrore. Erano tuti tesi, come sempre, e sbattevano freneticamente i piedi per terra dal nervosismo.

- Attaccheremo fra due furti- proclamò colui che era seduto dietro la grande scrivania di ciliegio, con la sedia rivolta dalla parte opposta- Avvisate Frog, ho saputo che ha avuto un contrattempo e che sta tornando alla sede.

Tutti si guardarono e il più coraggioso si schiarì la voce.

- Veramente ci ha appena mandato un piano geniale via mail...

Il boss emise una specie di grugnito e posò la sigaretta che stava fumando.
Si sentì un rumore metallico, un urlo e poi il silenzio.

L'uomo, con la canna ancora fumante in mano, sorrise malefico.

- E cosa aspettavate a dirmelo?- poi si rivoltò verso la finestra chiusa dalle tapparelle e si immaginò il volto del ladro- Ti prenderò Kuroba e ti farò rimpiangere di essere nato!

Intanto dall'altra parte della scrivania i subordinati stavano uscendo, lasciando nella stanza un loro compagno, quello steso a terra, con una macchia rossa vicino al cuore che si espandeva per tutto l'impermeabile nero, che ormai non aveva più motivo di vedere il suo respiro gelarsi... perché non avrebbe mai più respirato.

Nota d'autrice:
Lo so, il Papa mi scomunicherà dopo questo furto XD
Inventiva di questo capitolo: 0 -.-
Un bungee jumping in chiesa poteva venire in mente solo a me...
Mi sono immaginata Aoko nel vaticano davanti al Giubileo che danzava... XD
Ok, torno nel mio manicomio a scrivere altri furti impossibili. O.o
Ringrazio chi recensisce e anche chi legge soltanto.
Xoxo
Virginia
Ps: Ho contato i capitoli che mancano: 5 e epilogo (alcuni saranno lunghi per non metterne troppi).

 

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Capitolo 16
*** La pazzia di Ofelia ***


Capitolo 15

La pazzia di Ofelia

 

 

Domenica 22 Marzo, mattina

Il guanciale ancora caldo, il forte profumo di lavanda proveniente da fuori e quel lieve suono che proveniva dal fruscio degli alberi del giardino... sì, dopo un sabato rilassatissimo anche la domenica si prevedeva calma.

Kaito si stiracchiò e si appoggiò alla parete adiacente al letto.

Dopo un furto così complicato, una sgridata da parte della Konno e della fidanzata, un week-end di pace in solitudine era l'unica cosa che desiderava.

Si stropicciò gli occhi e scese dal letto, indossando ancora il pigiama del padre. Era troppo lungo per lui, doveva rimboccarsi le maniche e i pantaloni, ma con quell'indumento sentiva ancora il profumo del genitore, i ricordi dei suoi ultimi trucchi di magia riaffioravano e il colletto della maglia si bagnava sempre di calde lacrime, troppo trattenute in pubblico.

Scese le scale sbadigliando ed aprì con forza la porta della cucina.

Non si aspettava di certo di trovarci una donna con il viso sprofondato nella tazza dei cereali.

- Mamma?- fu la prima cosa che disse d'impulso prendendosi un infarto a quella sorpresa inaspettata.

La figura, però, cominciò a far riemergere la testa dalla ciotola e rivelò dei capelli più lunghi della madre, lineamenti più giovanili, anche se la prosperità del corpo non era molto differente.

- La vita fa schifo...- disse la ragazza, per poi far cadere di botto la faccia nella colazione.

- A-Akako?

La liceale ritirò di nuovo su il collo, mostrando un viso un po' sporco di latte e caffè e di cereali ancora attaccati in corrispondenza delle gote e della fronte.

- Vai via, lasciami sola, come sono nata!- e ancora una volta la testa finì in quella tazza, ormai più piena di capelli che di latte.

Kaito non ebbe il coraggio di chiederle cosa ci fosse che non andava, la strega appariva troppo distrutta e seppur indossasse ancora la sua maschera, sembrava non essere capace di mentire a lui, all'unico immune al suo fascino, alla sua magia, a lei in generale.

Eppure appena l'aveva vista gli era presa una morsa allo stomaco, cos'era stata quella sensazione...

Il campanello suonò e il mago andò ad aprire, non aspettandosi di certo di vedere la migliore amica così mattiniera.

- Giorno Kaito, ero venuta per...- Aoko si interruppe notando il suo abbigliamento casalingo. Se qualche settimana prima sarebbe arrossita, ora riusciva a mantenere una perfetta faccia da bridge, come le aveva insegnato Chikage- Insomma, c'è Akako?

L'altro annuì, stordito dal portamento sicuro della ragazza e le fece segno di andare in cucina, ma in quel momento la strega si affacciò dallo stipite della porta.

- Cosa vuoi Nakamori?- chiese acida e velenosa.

Aoko osservò l'amica e la vide cambiata, la vide... più umana di prima. Era una strana sensazione, ma era come se Akako avesse due personalità diverse: una espressiva e una distante e gelida.

- Volevo parlarti di Sag-ur-u....

La liceale dai capelli viola si era fatta avanti e aveva rivelato l'indumento che stava indossando: una camicia da notte bianca a fiocchi fucsia e rosa, in stile... in stile...

Chikage.

Aoko riosservò Kaito, poi Akako, e ancora Kaito, e di nuovo Akako.

- Ho capito- disse fredda abbassando lo sguardo, poi indicò prima uno e poi l'altro- In pubblico giocate ai buoni fidanzatini con Hakuba e Veyrid, ma in privato... Kaito da te non me l'aspettavo!

I due si guardarono. La strega non aveva inteso bene, (non le andava neanche di predire il futuro con quel malumore) quindi lasciò parlare il gemello.

- Cosa intendi?

- Cosa intendo?- urlò Aoko facendosi sentire da tutto il vicinato, con ormai le mani che le tremavano dalla rabbia- Intendo che vi siete vestiti come i tuoi genitori, Kaito! Che state giocando a marito e moglie, magari dormite anche nello stesso letto!- sospirò e chiuse le mani in un pugno per calmarsi- Kaito, tu hai sempre voluto essere come tuo padre e ci stai riuscendo, quindi è logico che dovevi trovare una ragazza con il carattere di tua madre per essere come lui. Sono contenta che tu ci sia riuscito, che ora con i loro pigiami sembriate esattamente Toichi e Chikage, ma mi piacerebbe che tu smettessi di prendere in giro Rosannah. Saguru si era accorto di questo gioco e ha lasciato Akako, ma ora è anche il tuo momento di essere uomo e ammettere chi ami veramente.

La liceale se ne andò sbattendo la porta, lasciando entrambi confusi.

 

<< Oggi sto di malumore, quindi se proprio dobbiamo fare un furto questo week-end, che almeno sia divertente!>>

<< Non ti sei divertita abbastanza l'altro ieri? Comunque ho un'idea bellissima. Il signor Jirokichi mi ha lanciato una sfida, rubare il “Segugio d'oriente” e io so da chi possiamo travestirci.>>

<< Rubare un topazio... Anche se fa parte dei Grandi Gioielli non credo possa essere Pandora... comunque, sputa il rospo!>>

<< Shinichi Kudo e Ran Mouri ti dicono niente?>>

<< Ehm... No.>>


- Hanno annunciato il furto, capo!

L'uomo prese in mano la sigaretta e la rigirò fra le dita qualche decina di volte.

Il tempo passava lento, in quei momenti rimpiangeva di non poterlo accelerare, ma altre volte un giorno passava come un battito di ciglia e il tempo accelerava. Non lasciava spazio alle buone intenzioni, tutto diventava troppo rapido e inesorabile. Già, era colpa di quel dannato tempo, di quell'orologio che aveva le lancette che giravano troppo in fretta se era diventato quello che ora era.

- Non siamo pronti- proclamò all'assistente del giorno- O almeno lei non è pronta.

- Ma boss, in caso non riuscissimo...

Quell'essere spregevole però non conosceva la parola fallimento e esigeva che nessuno dei suoi subordinati la conoscesse. Un errore del genere veniva subito pagato con la vita.

- Non pensarlo nemmeno!- urlò estraendo la pistola dalla tasca e puntandogli la canna in fronte- In ogni caso abbiamo eliminato tutti i documenti che avrebbero potuto mettere loro in difficoltà o nei guai... Volevo dirtelo prima di farti andare all'altro mondo...

Dopo quel rombo assordante l'ennesimo corpo esanime si afflosciò ai piedi della scrivania sotto gli occhi freddi e impassibili di quell'uomo, Era come se ad ogni omicidio la clessidra della sua vita si rovesciasse e non ci fosse mai la possibilità che tutti i granelli di sabbia si depositassero sul fondo.

- Portatemi un altro assistente, subito!


“Corri Aoko, corri, non ti devi far vedere da quell'idiota!” pensò la liceale estraendo una forcina dalla tasca e scassinando la serratura della casa dell'amico. Aveva le chiavi, ma per qualche strano motivo non le trovava più.

Salì di fretta le scale, tentando di non fare troppo rumore e riuscì a non farsi sentire dal proprietario.

Aprì con cautela la porta della camera matrimoniale e la richiuse velocemente, per poi dirigersi verso il quadro rappresentante la bella ragazza parigina.

Come sempre il meccanismo scattò e lei si ritrovò nella stanza segreta.

- Aoko, ben tornata!- disse la voce di Chikage dallo stereo posizionato accanto al computer- Ho saputo del furto e ti ho preparato un file dove ci sono tutte le informazioni su Ran Mouri. E ricorda, Ofelia senza Amleto non era nulla, Au revoir ma chère...

“Su, tiriamo in ballo anche Shakespeare! Come se non avessi abbastanza problemi. Adesso mi devo pure preoccupare che probabilmente Chikage sa della tresca fra quei due e non vuole che faccia pazzie!” pensò Aoko, poi si diresse verso l'armadio dei vestiti e prese una divisa della scuola Teitan “Ma perché questi indossano le cravatte? Non sono più comodi i fiocchi?”

Indossò delle scarpe da ginnastica e si guardò allo specchio. Mancava solo il tocco finale: i capelli.

Le foto della karateka nel database erano molto sbiadite, perché fatte di nascosto. L'unica cosa inconfondibile era il “corno” che aveva in testa.

Fu molto difficile acconciarsi in quel modo, ma alla fine guardandosi allo specchio annuì soddisfatta.

- Aoko-chan, mi ero dimenticata- il disco era ripartito- Se vuoi risultare credibile devi studiare la sua storia e quella del migliore amico o al massimo te la farai spiegare da Kid.


 

Accarezzò la maniglia della portiera, sentendo sul derma il freddo di quel metallo, che probabilmente dalla morte del padrone non era mai più stato toccato.

- Kaito- disse la ragazza alle sue spalle mentre scendeva le scale del passaggio- Questa volta non ascoltare papà- deglutirono entrambi- Ascolta me!

Il mago passò la mano sull'intera carrozzeria dell'automobile bianco pura, il mezzo di trasporto di Kid, che però lui non aveva mai utilizzato.

- Stai calma Akako- disse guardandola dallo specchietto- Non userò la macchina di papà, Shinichi Kudo non ha ancora la patente, sarebbe un errore costoso e da dilettanti.

- Già- rispose lei asciutta- Ma ricorda, la tentazione è l'arma peggiore, ma credo che tu conosca abbastanza bene il tuo rivale per non lasciarti imbrogliare, giusto?

Lui annuì, conosceva bene Shinichi Kudo, o meglio Conan Edogawa.

- Anche lui è nei guai- sussurrò quasi a se stesso.

- Hai ragione, ma i guai sono suoi e se li risolverà da solo!- “Non si deve preoccupare di niente finché non affronta Sambuca” aggiunse mentalmente- Comunque io credo che Aoko abbia ragione, scegli bene in quale scarpa mettere il piede o farai soffrire tutte, me compresa.

Il mago si voltò, ma non trovò nessuno, solo la sua ombra. Ancora una volta era confuso e senza spiegazioni.
 



- C'è il figlio del questore!

Fra la schiera di poliziotti si intravide Saguru che avanzava con sguardo alto e fiero, anche se in realtà dietro quella maschera di pavonegiamenti vi si trovava solo un giovane sconsolato e debole.

Dall'uscio della porta poté osservare l'intera sala. Era quadrata, e aveva dei cornicioni in oro. Le pareti erano bianche perla e il pavimento aveva delle piastrelle dorate che fecero con rifiniture blu opaco che si diramavano come le foci dei fiumi a delta.

Al centro vi era un grande tavolo in legno d'acero, le cui gambe erano intagliate e rappresentavano le quattro stagioni. L'estate era un drago a bocca chiusa, l'inverno aveva la bocca apera, l'autunno sorrideva e la primavera era triste.

Sopra il tavolo era posizionata una teca trasparente che aveva all'interno il grande topazio color sabbia.

I poliziotti erano schierati ai lati della stanza, mentre un altro gruppo di persone, fra cui un uomo grasso e baffuto, era accanto al tavolo.

Riconobbe l'ispettore e suo padre, entrambi seri e impassibili, come se stessero per assistere ad un funerale.

- Oh, allora questo è suo figlio!- esclamò Jirokichi Suzuki dandogli una pacca sulla spalla, mentre il questore guardava in malo modo l'erede- Con lui, i Kid-killer e Kudo la vittoria è assicurata!

L'ispettore Nakamori storse il naso: altri mocciosi che giocavano a fare i detective.

- Ojisan, per caso Shinichi-nisan l'ha chiamato?

Saguru si voltò e vide un gruppo di bambini con una divisa con sopra scritto Detective Boys. Allora erano loro i famosi Kid-killer.

- Ma certo Conan-kun!- rispose contentissimo il proprietario del gioiello- Verrà con la sua fidanzata!

Il bambino sgranò gli occhi e il ramato riuscì solo allora a notare le similitudini fra lui e Kaito. Gli stessi occhi blu profondi, gli stessi capelli sbarazzini e lo stesso sguardo superiore. Possibile fossero parenti?

- Hai sentito Edogawa? Kudo porterà Mouri e magari si daranno il primo bacio, non sei contento?- a parlare era stata una bambina dai capelli ramati, che di bambina aveva solo l'aspetto. Già dal modo di parlare sembrava adulta, per non parlare del portamento e la puzza sotto il naso che la faceva assomigliare alle dame aristocratiche dell'ottocento.

Gli altri 3 bambini esultarono, mentre lo sguardo del loro leader si fece sempre più cupo.

Il questore Hakuba non stette a badare a quei commenti, ma prese da parte il figlio e con aria severa lo guardò dritto negli occhi.

- Ho detto che la Lady è pericolosa, perché insisti?

- E io ho detto che non lo è!- gli rispose a tono Saguru- Per adesso non ha mozzato nessuna mano o sbaglio?

- Non ne ha avuto l'occasione! Ma appena troverà il momento giusto si sporcherà le mani di sangue, lo so!- urlò il questore facendosi sentire nell'intera stanza.

- Ehm, signore, io sono d'accordo con suo figlio, non ha commesso alcun reato grave fin'ora quella ladra.

Tutti si girarono verso l'entrata della stanza dove era appena apparso un diciassettenne con un sorriso beffardo sul volto. Aveva i capelli corvini e gli occhi blu abissali che facevano mozzare il fiato. Aveva semplicemente una camicia e dei jeans, ma tutte le poliziotte quasi svennero dalla sua bellezza.

Da dietro spuntò una ragazza con la divisa scolastica. Gli occhi viola lavanda, i capelli color ciliegio e un sorriso raggiante sembravano rendere la stanza più gioiosa.

- Conan-kun!- esclamò lei e corse verso il bambino, scivolando a causa del pavimento lucido ricoperto di cera- Non dovresti stare qui, è pericoloso!

- Su, su, Ran- la raggiunse il ragazzo- Ho appena ribadito che non c'è alcun pericolo!

Saguru rimase imbambolato data la somiglianza fra i due sconosciuti e i suoi amici. Erano identici!

- Sono preoccupata per la sua incolumità e quella di tutti i bambini!- disse la liceale abbracciando il gruppo di piccoli detective.

“È o non è Ran, è questo il dilemma!” pensò Conan studiando bene la ragazza mentre bisticciava con il finto detective “Lui è falso, ma Ran... sembra così simile all'originale, anche il carattere, manca solo la prova...”

- Oh, Ran-neechan e Shinichi-nichan stanno insieme!- urlò a tutta la sala il bambino.

Ai rise a bassa voce, i due interpellati arrossirono e gli altri ridussero gli occhi a puntini.

Saguru, eppure, aveva capito benissimo il piano del ragazzino e non gli importava più di tanto sapere se i due liceali fossero i veri o meno, ma era alquanto interessato dalla somiglianza fra Conan, Shinichi e Kaito, possibile qualcosa li accomunasse?

- C-Conan-kun, che domande...- Shinichi cominciò a ingarbugliarsi con le parole, ma una gomitata dalla compare lo fece ritornare serio- Dopo Londra è ovvio...

Il bambino strabuzzò gli occhi, come faceva lui a sapere...

- Non mi importano le vostre tresche amorose- li interruppe l'ispettore, che si guadagnò la benedizione della figlia- Kid arriverà fra pochi minuti!

- Conan-kun, potresti non fare certe domande così spiacevoli- gli sussurrò la karateka all'orecchio- Sai io e Shin... ci siamo baciati.

Conan quasi si strozzò, mentre la bambina dai capelli ramati continuò a ridere di gusto, lanciando frecciatine continuamente maliziose all'altro. La situazione stava diventando interessante.

Tutto d'un tratto però le luci si spensero e fu il buio totale.

Quando le lampade nella sala tornarono a funzionare il gioiello nella teca era sparito.

- Nessuno uscirà di qui senza una perquisizione!- urlarono l'ispettore Nakamori e il questore.
 



- No mamma, per favore!- la supplicò Akako con gli occhi ridotti a fessure e lucidi.

- Non provare a piangere!- le urlò Chikage via Skype.- E ora continuiamo l'incantesimo.

La donna continuò a recitare strane parole, che però trafiggevano l'animo umano della ragazza come pugnali. La strega si tappò le orecchie con le mani, ma la strana melodia continuava a penetrarle i timpani, provocandole un grande mal di testa.

- Basta!- urlò ormai allo stremo.

- Akako, smettila di frignare! Non ti sto mica torturando!- la donna si fermò per qualche secondo e la guardò severa, come se l'avesse delusa- Questa è la prova del tuo indebolimento! Per il bene di tuo fratello e di tutti devi essere solo strega per almeno una settimana, non ti sto chiedendo tanto...

- Una settimana può rovinarmi la vita! Io voglio essere umana!- la ragazza trattenne le lacrime.

- Lo dici solo perché ti sei lasciata con il figlio del questore, ma ora basta, continuiamo!

Forse i vicini avrebbero sentito degli urli, forse no, forse il dolore era causato dal modo in cui si opponeva alla magia, cosa che non era successa la prima volta. L'amore voleva trionfare, ma alla fine non fu questo il lieto fine e la strega si alzò da terra con un sorriso malvagio e chiuse la comunicazione.

Schioccò le dita e tutti i mobili attorno a lei presero fuoco. Avanzò fra le fiamme e uscì dalla casa che aveva “preso in prestito” in un altro quartiere. Tornò a piedi nella sua abitazione e si voltò una sola volta per osservare con piacere la forza dei suoi poteri. In pochi secondi al posto dell'appartamento era rimasto solo un cumulo di cenere.

- Sono Akako Koizumi- disse a se stessa passeggiando tranquilla per strada. Rischioccò le dita e un lampione cadde dietro di lei. Il vento dell'impatto le smosse i capelli e la fece ridere di gusto- Di professione sono una strega. 
 



Furono tutti perquisiti, anche i poliziotti. Vennero contati nel caso che i ladri fossero già riusciti a scappare, ma era logico, il topazio era stato rubato e nascosto da qualche parte della stanza dorata.

- Ah, mi è costato una fortuna, devo trovarlo!- urlò Jirokichi buttandosi a terra con le mani sopra la testa.

- Stia calmo signore- lo rincuorò Shinichi con un sorriso e lo aiutò a rialzarsi- Qui c'è qualcuno che mente sulla propria identità e noi scopriremo chi è!

- Cominciamo con te Ran-neechan!- disse ad alta voce Conan facendo perdere un battito alla ragazza- Potresti benissimo essere la Lady, che in realtà assomiglia all'originale e quindi non ha bisogno di una maschera! La vera Ran pratica il karate, tu...

La frase rimase in sospeso, tutti si guardarono in faccia. L'ispettore Nakamori mise una mano nella tasca e toccò il metallo freddo delle manette. Il questore invece sorrise, il sogno di una vita forse si stava per avverare, forse grazie a un ragazzino di sette anni!

Aoko sospirò. Tutte le volte in cui aveva rincorso Kaito erano servite a qualcosa forse. Puntò dritta verso una persona in particolare, sapendo che era l'unica che poteva fingere senza destare sospetti. Si mise in posizione di guardia e...

- Ahio- disse Saguru tenendosi dove la giovane l'aveva appena colpito- P-padre, credo che questa sia veramente la karateka.

Aveva fatto male all'amico e tutta per colpa del ladro. Forse non aveva usato un'ascia, ma sentiva le mani sporche di sangue, anche se aveva semplicemente inflitto un pugno nello stomaco di una persona. E tutta per colpa di Kid.

- Bene, dato che sono l'unica e sola posso garantire anche per Shin- disse Ran prendendo per un braccio il fidanzato.

Tutti si guardarono confusi. Erano quasi certi che fossero loro i ladri, eppure non avevano prove e soprattutto non sapevano dove avessero nascosto la refurtiva.

- Ho trovato!- disse Jirokichi battendo un pugno sulla spalla del questore- Se non mi sbaglio siete fidanzati, quindi vi sarete dati un bacio!

Il piano era chiaro, per quanto fosse un criminale Kid era pur sempre un gentiluomo e non avrebbe mai baciato una ragazza disonestamente. L'unico che non ne era certo era Conan, che aveva già assistito alla performance di Kid sul dirigibile...

- Per me va bene, tu Ran?- esclamò d'un tratto Shinichi.

Aoko sentì le gambe tramare. Non sapeva il perché, ma quell'idea non le piaceva affatto. Doveva baciare una persona che gli ricordava in modo impeccabile chi in quel momento odiava più di tutti. E tutto per colpa di Kid.

- Ok- sussurrò a testa chinata e con un lieve rossore sulle guance.

I due si avvicinarono e si diedero un bacio a fior di labbra, staccandosi subito.

Ora si sentiva sporca, come se avesse fatto qualcosa contro la sua dignità, contro il suo pudore, anche se aveva fatto di peggio... Anche quello tutto per colpa di Kid!

Si voltò dalla parte dell'uscita per qualche secondo e si mise una mano sulla guancia... era bagnata.

Si stropicciò gli occhi e si accorse che stava piangendo. Le partì un singhiozzo e tutti le rivolsero l'attenzione, primi di tutti i 3 detective.

- S-scusate, i-io- disse con la voce spezzata e poi scappò via, non sapendo neanche il perché.

Shinichi tentò di raggiungerla, ma urtò una gamba del tavolo e a quel punto il mistero si svelò.

Dalla gamba dove era scolpito il drago dalla bocca aperta uscì una piccola pietra, che si rivelò essere proprio il topazio. Gli uomini cominciarono a discutere su chi fosse il ladro, senza accorgersi che qualcuno aveva già sostituito il gioiello con un falso e ora aveva un sorriso soddisfatto.

- Sai, credo che non ti perdonerà facilmente- sussurrò Saguru all'altro “detective”- Hai fatto un bel casino Kuroba...

Kaito si voltò, ma vide solo la schiena del ramato che si allontanava sempre di più dalla stanza, fino a scomparire. Cosa significava? Cosa aveva fatto?

Senza dare nell'occhio sparì dalla stanza anche lui, tentando di raggiungere almeno uno dei due che erano usciti in precedenza, per capirci di più.

 

<< Ti rendi conto di come io mi sia sentita a baciarti davanti a tutta quella gente? Ti rendi conto di cosa succederà quando torneranno a casa e diranno al mondo che quei due si sono baciati? Ti rendi conto che non sei l'unico che conta a questo mondo e prima di mettere in atto un piano potresti consultarmi? No, tu non ti rendi conto di niente! Sei insensibile, non capisci che quando scopriranno la mia identità mi rinfacceranno che ho baciato un ladro subdolo e insolente? Come puoi non capire che anch'io ho dei sentimenti e non puoi il giorno prima trattarmi come una regina e quello dopo sbattertene!>>

<< Hai ragione, non me ne rendo conto, ma incontriamoci, parliamone, non capisco cosa ho sbagliato...>>

<< Pensi solo a te e ai tuoi furti! Ti avevo detto di stare di malumore e tu sei riuscito a peggiorare le cose! Mi hai messo in difficoltà con gli amici nella vita reale, hai messo in difficoltà tutti quelli dai cui ti sei mascherato e non hai mai chiesto scusa! Ora sono scoppiata, ma avrei dovuto dirtelo da tempo! Fra noi è stato tutto un errore, dimenticati di me e vivremo tutti più felici!>>

 

 

DIN DONN
Nessuno apriva. Sperava soltanto che non avesse fatto pazzie.

DIN DONNNN

Ancora nessuna risposta.  Il terrore che avesse fatto male a sé stessa si impossessò del ragazzo.

DIN DONNNNNNN

- C-chi è che d-disturba la mia q-quiete?- chiese da dietro la porta una voce femminile spezzata dai singhiozzi continui

- Sono io, Saguru!

Si sentì un rumore metallico e poi il silenzio. La porta venne aperta lentamente, lasciando intravedere l'atrio pavimentato con dei tatami tipici delle case giapponesi.

Il detective venne tirato subito per una manica del cappotto e la porta fu chiusa alle sue spalle. Alzò lo sguardo e vide che la giovane che l'aveva fatto entrare aveva le gote arrossate e gli occhi lucidi. Il naso era completamente rosso e tutto dava a pensare che avesse appena pianto.

- Com'è sei così sorpreso?- disse la ragazza sorridendo, dopo aver notato la reazione sconcertata dell'amico e abbassò il volto, per poi cominciare a fissare le scarpe dell'altro, torturandosi le mani dal nervosismo - Non mi avevi mai visto piangere?

Dapprima scosso, Saguru le alzò il viso con una mano e la fissò dritta negli occhi.

- Non da quando sei la Phantom Lady...

Aoko a quel nome emise un gemito di disappunto e scappò alla presa del biondo, per guardare un punto indefinito del salotto.

- Sai non ci avevo mai pensato- cominciò lei con una voce tranquilla, ma allo stesso tempo che rivelava tutte le sue angosce e i suoi timori- All'inizio pensavo che essere lei significasse solo essere un'alleata di Kid per catturarlo, poi ho scoperto che era una vera e propria ladra e... assassina- sospirò tentando di non pensare a Chikage e a tutte le cose tremende che aveva commesso- Ho scoperto la sua storia, ho cominciato ad avere anch'io i miei pochi fan, che poi sono accresciuti e mi sono sentita come una diva. Dopo mi sono innamorata di lui, Kid- si immaginò la faccia sorpresa di Saguru mentre pronunciava quelle parole, che erano sempre state sottintese nelle loro conversazioni- E non so cosa mi sia successo, ma il mio scopo di Phantom Lady era solo aiutarlo nella sua missione, rimanergli fedele, fino ad oggi...

- Di cosa parli Aoko, cosa può averti sconvolto tanto?- disse Saguru sperando che la risposta fosse “Ho scoperto che Kaito è Kid”.

Invece la ragazza si girò, sempre con il sorriso sulle labbra, e mostrò il suo volto, solcato dalle lacrime, che cadevano una dopo l'altra sul pavimento, come se fossero delle gocce di pioggia.

- Ho trascurato troppo la vera me Saguru! Io non sono più me stessa!- il sorriso questa volta la abbandonò e sul suo viso si formò un'espressione d'ira spaventosa- Adesso facciamo un bel quiz Saguru, a fare le domande comincio io, vediamo chi vince!

Aoko cominciò a camminare avanti e indietro per la casa, come una pazza, con gli occhi ormai assenti, come se il suo corpo fosse diventato senza anima, come se non fosse più lei. La testa non rispondeva più agli impulsi dei neuroni, le orecchie non sentivano il tatami che scricchiolava dopo ogni passo rumorosamente, gli occhi non vedevano ciò che stava facendo.

- Nakamori, calmati- disse lui tentando di raggiungerla dandole una pacca sulla spalla, ma lei con uno schiaffo in pieno viso lo allontanò immediatamente.

Sul volto di Saguru rimasero stampate cinque dita, faceva male, bruciava.

Ormai doveva essere impazzita, sembrava essere uscita dall'opera dell'Amleto... ormai era come Ofelia e farla ragionare era impossibile.

- Nakamori un corno!- ricominciò a camminare, questa volta passando accanto ad una mensola con sopra un vaso antico e rovesciandola, facendo rompere l'oggetto antico in mille pezzi- Sono Aoko, Saguru caro, AOKO! Nakamori è mio padre, IO SONO AOKO!

Il detective si accorse solo allora che non indossava le ciabatte, ma era a piedi nudi. Nonostante questo la liceale cominciò a camminare sopra i pezzi di ceramica come niente fosse. Anche il tatto aveva smesso di rispondere all'appello dei sensi e le schegge non erano niente in confronto al dolore interiore, alle spade molto più affilate che le trapassavano il cuore.

- Ok, Aoko, ma adesso rilassati e dimmi cos'è successo!

- Ah giusto, tu vuoi sapere cos'è successo, perché è questo che ti importa di me! Ti importa di sapere se ho scoperto il segreto di Akako, se so l'identità di Kid!- rovesciò un'altra mensola e si diresse nella stanza accanto scompigliandosi i capelli con le mani- A nessuno importa se io mi senta l'ombra di me stessa, se mi senta la coscienza sporca, se mi senta le mani sporche di sangue! Dimmi, prima domanda, qualcuno mi ha mai chiesto come stessi io??????
Ormai la sua acconciatura sembrava come un nido di volatili, per non parlare del sorriso che ora aveva sulle labbra... sì, era appena uscita dall'opera di Shakespeare.

Ma se lei era Ofelia... chi era l'Amleto che l'aveva fatta impazzire?

- Tutti i tuoi amici, loro...- non fece in tempo a finire la frase, che la ragazza gli diede un secondo schiaffo, questa volta facendogli ruotare il busto di 180 gradi.

- Ah sì, i miei amici! Passiamo a loro dunque!- alzò le braccia al cielo, per poi dare un calcio al mobiletto accanto a lei e cominciando a contare sulle dita l'elenco- Un migliore amico, che non si preoccupa mai di me, troppo intento a limonare in pubblico con la sua ragazza. Un fidanzato, che lo sa tutta la scuola che in realtà sta con quest'altra ragazza in privato. E poi una terza “amica” che quando non c'è nessuno nei paraggi gioca alla bella sposina con il migliore amico... Ti sembrano amici questi?

Il detective rimase shockato... cosa aveva fatto Akako?

- Cosa intendi...

- Ah, sì, giusto! Appena si parla di lei, il resto non conta, quindi ti annullo la seconda domanda Hakuba! Sei molto deludente come detective- riprese a camminare velocemente, arrivando in cucina e rovesciando la zuccheriera e la saliera per terra- Allora arriviamo alla terza dato che ci siamo! Se io non fossi mai stata la Phantom Lady, personaggi come Ryu, Rosannah sarebbero mai entrati nella nostra vita?- la ragazza sbarrò gli occhi a quella affermazione, le era uscita di scatto, ma ora che ci ripensava in fondo...- Scusa, eliminiamo anche questa. Allora, rispondimi a questa. Vale 100 punti, quindi potrei non contarti tutti i tuoi errori. Ah, ma che dico, il primo della scuola non si deve certo preoccupare di questi stupidi quiz, d'altronde ha anche le professoresse che gli sbavano attorno! Comunque, adesso sono seria!- Aoko si voltò verso il biondo e questa volta le sue iridi si riempirono di malinconia e la domanda che tanto avrebbe voluto chiedere fin dall'inizio si disperse nell'aria e l'unico a captarla fu il detective.- C'è qualcuno che mi ama veramente a questo mondo o è tutto un piano per non essere scoperti?

Sebbene spiazzato si fece avanti e decise di risponderle, ma a suo modo. Le si avvicinò, ma la ragazza preparò la mano per dargli l'ennesimo ceffone.

A qualche centimetro dal viso il detective le bloccò la mano a mezz'aria e le mise l'altra sulla spalla, per poi avvicinarsi al volto e baciarla.

Era il secondo bacio che riceveva in un giorno e da due persone diverse. Il primo le era sembrato sbagliato, esibizionista, mentre ora non c'era nessun pubblico, nessuno a cui dimostrare se fosse vera o finta, se fosse realtà o illusione.

Saguru riuscì così a impedire la pazzia di Ofelia, cingendola con le sue braccia, giocando un po' con i suoi capelli, ormai scompigliatissimi, e gustando ogni singolo angolo della sua bocca.

Aoko, dal canto suo, aveva trovato il suo Laerte, l'unico che l'aveva aiutata nel momento del bisogno, l'unico con cui non aveva esitato neanche un momento a ricambiare il bacio.

E seppur nella storia originale fosse suo fratello, le favole cambiano da narratore a narratore e sarebbero stati loro i nuovi narratori della loro storia e avrebbero cambiato qualcosa.

Al contrario dell'originale una non sarebbe impazzita e morta e l'altro non sarebbe stato suo parente e l'avrebbe aiutata. Ce l'avrebbero fatta...

... Insieme.
 



- Frog, oggi non ti abbiamo visto molto insieme ai sospettati.

Snake prese l'ennesima patatina dal pacchetto con la mano destra, mentre l'altra continuava a digitare email per tutti gli altri membri. Il contenuto era chiaro e riguardava i due ladri.

- Snake, Snake, ti fanno male tutti questi grassi saturi- disse la ragazza avvicinandosi e buttando le patatine per terra, per poi sedersi sulla scrivania con le gambe accavallate.

- Uh, la nostra Frog-chan vuole giocare- disse Spider emergendo dall'ombra con un sorriso poco raccomandabile. Aveva uno smoking e probabilmente era appena tornato da uno spettacolo di magia.

La giovane gli prese la cravatta e avvicinò il suo volto a sé.

- Non siamo qui per piacere- gli sussurrò a fior di labbra, poi si staccò e tornò a guardarsi le unghie soddisfatta- Ho il piano per farlo cadere in trappola e forse non sai perché alla fine Amleto morì avvelenato insieme alla sua corte...

Il mago alzò un sopracciglio. Di cosa stava parlando quella ragazza?

- Ma certo, ora ho capito!- esclamò Snake staccandosi dal computer- Fu tutta colpa di Ofelia! Lei morì e Laerte...

- Lui sfidò Amleto, ma alla fine fu tutta la corte a soccombere- la liceale rise sprezzante e si alzò dal tavolo, per avviarsi verso l'uscita facendo rintoccare il rumore dei suoi tacchi sul pavimento di metallo- Se prendiamo Ofelia, prendiamo tutti, compreso Amleto..


Nota d'autrice: 
Immagino la vostra faccia: Ma questa qui torna sempre a rompere con un capitolo che non ha né capo né coda?
Questa volta alzo le mani al cielo, non è del tutto colpa mia: una bella mattina mi alzo e vado al computer per finire la storia e indovinate... il computer mi ha fatto un bel backup (o come si chiama) e mi ha eliminato tutto... TUTTO.
Ho dovuto riscrivere tutto da capo, recuperare le mie vecchie foto e non vi dico altro...
E così non è uscito il capitolo che speravo, ma un ammasso di... qualcosa.
Il capitolo è dedicato ovviamente a Martini (nel vecchio c'era una parte anche per Fantasie, ma non mi è riuscita qui T.T)
Xoxo
Virginia

 

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Capitolo 17
*** L'ultima volta mia Lady ***


Capitolo 16

L'ultima volta mia Lady

 

Lunedì 23 Marzo

Ora a mente lucida sembrava quasi una pazzia ripensarci, come se fosse stato tutto un brutto sogno, da cui si ci sveglia però in un incubo di gran lunga peggiore.

Un momento di confusione e tutto quello per cui si aveva lottato tanto era andato all'aria, per uno stupido capriccio.

- Nakamori, la lezione è finita, hai intenzione di alzarti dalla sedia o no?- chiese Akako spazientita.

Aoko appoggiò le mani sul tavolo e si tirò su di scatto nascondendo il proprio volto sotto la frangetta. Non aveva il coraggio di guardare nessuno in faccia, d'ora in poi sarebbe stata un fantasma.

- Ehi, Aoko, cos'hai?- chiese Ryu preoccupato.

- Lasciala stare, vuole farsi dare solo attenzione!- rispose Rosannah scostandosi una ciocca dal volto.

Per pochi secondi non volò una mosca, ma dopo si scatenò il caos più totale.

Aoko teneva per il fiocco della divisa Rosannah, sempre senza guardarla in faccia. L'aveva schiantata contro il muro, e ora la stava quasi soffocando sollevandola da terra.

Ryu, Kaito e Saguru si precipitarono verso le amiche e tentarono di separarle, ma Aoko era irremovibile, per quanto tentassero di scansarla la sua presa era sempre più solida e ormai sul collo dell'altra si erano formati dei lividi e la faccia stava diventando sempre più viola.

- S-s-c-u-s-a- tentò di sussurrare la mora e finalmente Aoko la lasciò.

La giovane si accasciò a terra e cominciò a respirare affannosamente, tenendosi con una mano la gola, come se stesse per vomitare.

- Ma sei impazzita?- le urlò Kaito sotto gli sguardi esterrefatti di tutti- Potevi ucciderla!

Aoko continuò a guardare il pavimento e sorrise. Si avvicinò all'ex migliore amico e gli sussurrò all'orecchio, ma in modo che tutti sentissero.

- Ho fatto cose di gran lunga peggiori di questa...- si scostò e poté immaginare gli sguardi scossi di tutti e i brividi che ora stavano salendo lungo l'intera spina dorsale.

- Come baciare Hakuba?- chiese Akako a bruciapelo, senza lasciar trasparire il minimo interesse- Sai, ieri sera eravate così carini tutti avvinghiati.

L'atmosfera si gelò. Il silenzio era tale che anche i minimi respiri si udivano per l'intera classe.

- A-Aoko, cos'è questa storia?- chiese Ryu mettendole una mano sulla spalla per farla voltare, ma lei continuò a nascondersi. Ormai la verità era venuta a galla.

- Beh, e allora?- rispose a bassa voce continuando a guardare il pavimento- Non mi sembra che tu, Koizumi, sei sincera con tutti...

Un'altra ferita chiusa si era riaperta, in particolare nel cuore di Saguru.

- Ma smettetela!- urlò il detective ormai esasperato da quella situazione- Non siamo più bambini, non dobbiamo riportare a tutti quello che facciamo!

Aoko era ormai al limite e così decise di oltrepassare la folla, che ormai si era radunata attorno al gruppo, per dirigersi verso la porta, non preoccupandosi dei liceali che urtava.

- Nakamori, se ti interessa, tra noi è finita!- urlò Ryu verde dalla rabbia.

In risposta la ex fidanzata alzò il braccio e mostrò sopra la testa degli studenti un pollice alzato. Inutile dire che Ryu strinse i pugni e si trattenette dal colpire Saguru.

- Stiamo calmi...- disse Rosannah alzandosi da terra. Forse era l'unica che ora riusciva a pensare a mente lucida, non accecata dalla rabbia- Succedono queste cose, non perdiamo la testa.

- A me non importano i vostri battibecchi- disse Saguru scrollando le spalle. Sapeva che sarebbe successo ed aveva programmato tutto. Essendo un detective sapeva le reazioni che avrebbero avuto tutti e la cosa non lo preoccupò- Io vado, ci vediamo.

Tutti si guardarono allibiti dalla calma che aveva usato il ramato. A Kaito però non bastavano semplici discorsetti, lui voleva una spiegazione. Così il mago si ritrovò a seguire il detective fuori dalla scuola.

- Ma io quello lo uccido!- ghignò fra i denti Ryu e si preparò all'inseguimento.

Gli studenti cominciarono a defluire e alla fine nella classe rimasero soltanto i due novizi della scuola. Il biondo si tirò su le maniche, pronto a partire in quarta per raggiungere gli altri, ma si ritrovò il braccio della compagna a fermarlo.

Rosannah teneva la testa china. Si spostò una ciocca dal viso e rivelò all'amico un sorriso poco raccomandabile.

- Stai calmo- sussurrò prendendo il telefono e digitando un messaggio ad una sua vecchia conoscenza- per ora il nostro compito termina qui.

 

Verrò a rubare il diamante “Scarlatto” questa sera nel museo centrale di Tokyo

La Phantom Lady”

 

- Hakuba, fermati!- gridò Kaito, ma l'altro continuava ad avanzare fra la folla dell'ora di punta della capitale nipponica. Se l'avesse perso di vista ora non l'avrebbe più ritrovato- Fermati! Fermati! HAKUBA!

Il detective si distaccò dalla folla girando per una viuzza a destra. Kaito strattonando alcune persone riuscì a raggiungerlo, ma arrivato nel vicolo non trovò nessuno. L'ambiente era cupo, spettrale, il sole era coperto dai tendoni dei pochi negozi che vi si trovavano.

“Che ci fa Hakuba in un posto come questo?” pensò il mago avanzando lentamente. La strada non era asfaltata, c'era soltanto del brecciolino, che scricchiolava sotto i suoi piedi.

Si affacciò dentro il primo negozio, ma si ritrasse subito prendendosi un colpo. Al bancone c'era un uomo gobbo, che puliva un boccale di birra e l'unico commensale aveva un aspetto terrificante. Non poteva trovarsi lì il ramato.

Kaito si sentì tirare da dietro il colletto della divisa e sbattere al muro. Batté la testa e per qualche secondo vide tutto sfocato. Riusciva a percepire solo delle mani sul suo collo, che lo stavano piano piano soffocando, stringendosi sempre di più attorno. Non erano callose, quindi non potevano appartenere ad uno dei brutti ceffi che aveva visto, ma ad un giovane.

Chiuse gli occhi per qualche secondo tentando di riacquistare la vista completamente e quando lì riaprì sussultò.

- H-Hakuba?- mormorò sentendo la presa affievolirsi, ma subito dopo venne risbattuto per le spalle al muro.

- Kuroba caro, ora ti starai chiedendo cosa diavolo sto facendo, vero?- l'altro deglutì ed annuì, più intimorito che mai- Beh, vedi questo posto spettrale, questo freddo che ti entra nel cuore, che ti annebbia la ragione, che ti fa cambiare? È con queste sensazioni che è vissuta la tua Aoko fin'ora e TU non sei riuscita ad aiutarla, anzi hai peggiorato la situazione!

Kaito sbatté le palpebre per comprendere a pieno il significato delle parole, poi sbarrò gli occhi.

- Aoko frequentava questa gente?- chiese stupito.

- Ma no!- rispose Saguru mettendosi una mano in faccia e dissentendo. Sperava solo che avrebbe capito da sé, perché lui aveva giurato alla ladra di non rivelarlo a nessuno- È questa sensazione di gelo perenne nell'anima che lei ha sempre provato in quest'ultimo mese. L'unica cosa che la faceva stare bene ha scoperto che era un imbroglio, che era come una droga, ti faceva sentire bene, ma in realtà poi faceva solo male, ma lei si è rivoltata e questo è stato ancora peggio.

- Aoko assumeva stupefacenti?- disse fra sé il mago mettendosi le dita sotto il mento.

Saguru spalancò gli occhi. Ma quanto era cretino?

- Smettila, sono serio!- gli urlò ormai esasperato- Forse avrei fatto meglio a non dirti niente, peccato, volevo spiegarti il motivo per cui ci siamo baciati.

Il detective se ne andò e Kaito comprese solo dopo il grande errore che aveva commesso a fare il buffone, come sempre. Ma forse non avrebbe mai più potuto sapere la versione anche dall'altra campana...

Forse non avrebbe mai più rivisto l'altra campana.

 

La base era un via vai di persone armate fino ai denti. C'era chi correva verso la postazione dei cecchini, chi verso quella dei sicari e poi c'erano loro, i prediletti, i capi, gli organizzatori di tutto quello spettacolo.

- Non sentite aria di vittoria attorno a noi?- chiese il boss impassibile e tutti annuirono, come soldatini di piombo, a cui avevano impiombato il cuore non facendo provare più emozioni.

Gli unici che erano liberi di non comportarsi come marionette erano i veri tre ideatori dell'intero piano, in particolare la ragazza.

- Potremmo anche perdere- disse fredda la giovane non curandosi che tutti ora la stessero guardando.

Il capo batté un pugno sulla scrivania di ciliegio. Nonostante indossasse degli occhiali da sole si potevano intravedere le iridi fiammeggianti dietro le lenti.

- Sai Frog, in altre circostanze ti avrei potuta uccidere per questo tuo comportamento- tutti i subordinati si misero una mano nella tasca, per prendere la pistola, ma lui fece segno di non sparare- Ma oggi no.

Spider sghignazzò, a quanto pareva aveva fatto colpo anche sui piani alti quella novellina, d'altronde la sua bellezza era perfetta, da far invidia a molte.

- In altre circostanze avrei ucciso la Lady per quello che mi ha fatto- disse stringendo i pugni ricordandosi il dolore che aveva provato, anche se non aveva potuto reagire- Ma non oggi.

 

- Tirate la faccia a tutti, mi raccomando!- urlò l'ispettore Nakamori quando gli ennesimi fan della ladra si riversarono nella sala del museo.

Avevano adottato tutti i tipi di contromisure possibili, avevano addirittura posto delle telecamere all'interno delle tubature. Forse in questo modo anziché arrestare la giovane dopo aver commesso il furto l'avrebbero potuto fare prima che il gioiello venisse rubato.

- Ispettore, non sarebbe meglio radunare tutta la folla verso i muri, così da poter controllare meglio chi si avvicina alla pietra?- gli consigliò Saguru in tono saccente. Era stato il primo a sapere del furto e probabilmente non l'ultimo dato che anche il liceale con cui aveva litigato quella mattina era arrivato.

- Ottimo!- rispose l'ispettore dando ordine ai poliziotti di fare quanto detto dal detective, poi si accorse della presenza del vicino di casa- Oh, Kaito-kun! Perché non vieni a dare una mano?

- No, ojisan, grazie- rispose pacato il giovane scrollando le spalle- Oggi sono in veste di spettatore.

I minuti passarono lenti e noiosi per i due liceali che erano andati lì con un solo obiettivo: riuscire a parlare con la Phantom Lady.

La stanza era molto calda, i termosifoni erano al massimo e si era formata una cappa dove l'umidità non circolava. Tutti i presenti cominciarono a togliersi i giacchetti, le camicie, le canottiere, le magliette. Sembrava quasi di stare in spiaggia a prendere il sole o di stare dentro una sauna.

- Come? Il riscaldamento segna 37°? Com'è possibile?- urlò l'ispettore facendosi sentire per l'intera sala- Le telecamere non hanno ripreso nessuno? Ma come ha fatto?

Le luci si spensero e solo allora il Kaito e Saguru si ritrovarono a guardarsi e a sorridersi beffardi. Avevano capito il trucco che avrebbe usato la ladra.

In molti fra la folla urlarono dallo spavento, l'ispettore ordinò agli agenti di utilizzare i binocoli ad infrarossi, ma sembravano non funzionare. L'intero ambiente usciva colorato di rosso, quasi come se l'aria e le persone fossero un'unica cosa.

L'unica cosa che appariva blu era il diamante, che però era rimasto sempre al suo posto. Le luci si riaccesero, ma la gemma non fu trovata.

- C-Com'è possibile!- esclamò Ginzo per l'ennesima volta- Mi hanno riferito che le telecamere di sorveglianza non hanno visto entrare nessuno!

I due liceali si diressero verso l'ispettore e gli posarono una mano sulle spalle.

- Ha utilizzato una foto dell'ambiente da posizionare davanti al vetro delle telecamere per non essere vista mentre entrava- cominciò Saguru sicuro di sé facendo voltare la testa dell'ispettore verso sinistra.

- Ha alzato la temperatura fino a far raggiungere all'ambiente quella corporea, così che i sensori non percepissero la sua presenza e poi ha scambiato il diamante con un altro oggetto di temperatura simile- finì Kaito fiero della deduzione. L'ispettore si voltò a destra e lo guardò, da quando era così perspicace.

Kaito e Saguru si batterono il cinque, ma subito dopo si ricordarono della litigata e così si voltarono dalla parte opposta. Il mago osservò l'uscita della stanza e vide in controluce delle tracce di pneumatici. Senza farsi notare uscì e la seguì.

 

Aoko guidò con la sua fedele Ducati fino all'edificio abbandonato che era stato teatro dello sboccio del suo amore per Kid. Scese dalla moto e vi entrò, accarezzando ogni singola parete, come se fosse una reliquia, qualcosa a cui si teneva, ma aveva dovuto rinunciarvi. In cuor suo sapeva che lei aveva fatto nascere e morire tutto ciò, senza l'aiuto di nessun altro, o meglio di quasi nessuno.

- Kid, so che sei dietro di me- disse senza voltarsi, continuando ad osservare quel divano, ancora macchiato dei suoi peccati, delle sue vergogne, del suo lato peggiore.

Dietro di lei si mosse una figura, indossava un cappello, un mantello, una cravatta ed una giacca, ma il colore degli indumenti non era il bianco puro che le aveva sempre scaldato il cuore, ma un nero pece, di quelli da cui non si scappa, che ti prendono l'animo, strappandolo da te stessa.

- E se ti dicesse che non sono il tuo Kid- disse l'altro, rivelando una voce profonda, molto più adulta di quella giovanile del ladro.

Lei finalmente si voltò, con gli occhi un po' pieni di terrore, ma anche di curiosità.

- Io ti conosco...- mormorò avvicinandosi all'uomo- Tu sei Kaito Courbeau!

Lui rise e si tolse il cappello, facendole un baciamano. Il monocolo gli circondava le iridi blu profondo, che le ricordarono come non mai quelle dell'amato.

- Esatto, che astuzia- esclamò lui comportandosi da perfetto gentiluomo e sedendosi nel vuoto, come se ci fosse una sedia immaginaria- Ecco perché riesce in tutti i suoi trucchi! E sentiamo, quale sarà il prossimo?

Aoko rise leggermente, poi gli fece compagnia, anche lei seduta su una sedia invisibile. Ormai di trucchi ne aveva imparati e quello era forse il più semplice.

- Non ci sarà un prossimo, mi ritiro- sussurrò lei togliendosi una ciocca di capelli dal volto.

Lo sguardo dell'altro si incupì e divenne serio.

- Madamigelle, sono qui per metterla al corrente di un fatto molto pericoloso- cominciò lui sorridendole.

Aoko però scosse la testa. Non le importava più tanto del pericolo, l'unica cosa che voleva era finirla lì.

- Grazie, ma so badare a me stessa- rispose senza scomporsi e voltandosi verso la parte opposta. Ora che osservava meglio la stanza c'era rimasta ancora la vecchia ascia di Chikage, quella finta, quella che però nessuna delle due aveva veramente usato.

- Non credo proprio- osservò il ladro mettendole una mano sulla spalla, facendola sussultare- Una giovane adolescente che sta per porre fine alla sua vita non può badare a sé stessa. Sarebbe uno spreco, c'è ancora chi ti ama a questo mondo.

Aoko sgranò gli occhi, come aveva capito quello sconosciuto che lei...

- Grazie tante, ma ripeto, non mi serve alcun aiuto- disse tentando di mascherare le emozioni in un'abilissima faccia da bridge, ma anche il ladro con la sua faccia da poker non scherzava in fatto di sincerità- Soprattutto non da colui che mi ha fatto cadere in questa depressione che ora si nasconde dietro alla porta.

Si sentì un rumore sordo e poi il silenzio, forse chi li spiava se ne era andato, forse no.

- Ti prego, fai la scelta giusta... Aoko- gli rispose l'uomo prima di andarsene.

Chi diamine era veramente quel ladro? Perché era riuscito ad entrare nella sua psicologia?

Osservò la finestra aperta, il cappio accanto al tavolino da appendere al lampadario e l'ascia che teneva sempre con sé. Di opzioni in effetti ne aveva molte. Ma ne valeva davvero la pena?

Sorrise e se ne andò. Uno sconosciuto era riuscita a capirla meglio di come lei capiva sé stessa.

 

Fece una corsa fino al blocco di fabbriche vicino e si fermò attaccato ad un muro. Aveva il fiatone, non poteva crederci, gli uscivano quasi le lacrime agli occhi.

- Ho rovinato anche lei- disse al vento, cominciando a battere i pugni contro l'asfalto.

Ormai sentiva gli occhi inumidirsi. Eppure lui non aveva mai pianto, nemmeno al funerale del padre, perché ora si sentiva distrutto fuori e dentro?

- Perché rovino tutte quelle che amo?- urlò ormai in crisi.

Sbatté la testa al muro e continuò a piangere in silenzio, senza emettere alcun singhiozzo. Non poteva coinvolgere nella sua tristezza qualcun altro, era troppo per chiunque. Ormai aveva perso tutto: la madre non lo calcolava, il padre era morto, la sorella era fredda e disumana, la fidanzata una falsa e le uniche ragazze che amava erano cambiate e tutto per colpa sua. E lui non aveva potuto fare nulla se non peggiorare la situazione.

- Perché? Perché? PERCHÈ?- continuò a gridare al vuoto, ma nessuno lo ascoltava.

Aveva rovinato la vita a tutte, come aveva predetto Akako, ma ora doveva rimediare, non poteva farla finire lì, doveva aiutarle, entrambe.

Andò a casa immaginandosi il discorso che avrebbe fatto alla migliore amica il giorno successivo, peccato che doveva capire che bisognava vivere sempre come se non ci fosse un domani e fare tutto il prima possibile, prima che qualcuno gliela strappasse via e forse per sempre.

 

Prima di scendere dalla Ducati fece partire il motore ancora un'ultima volta. Quello era stato il suo ultimo furto, non le aveva neanche lasciato l'amaro in bocca. Forse ora sarebbe ritornato tutto come prima, un Deus ex Machina avrebbe portato tutto alla normalità, facendo sparire gli impicci, restaurando il vecchio carattere della giovane, cancellandole tutti quei ricordi spiacevoli.

Si sedette per terra, senza curarsi della terra umida che sarebbe rimasta attaccata ai suoi pantaloni, tanto non le servivano più.

Vide una cavalletta e le si avvicinò. La prese con una mano e se la mise su un dito, facendola giocare, sentendo la sua dolce serenata.

- Mi ricordo quando ho deciso questa strada- sussurrò all'animale, anche se sapeva che non avrebbe ottenuto risposta- Credevo sarebbe stata una cosa veloce prendere Kid... Invece lui ha preso me.

In risposta l'insetto strusciò le sue zampe sulle falangi della liceale facendola ridere, poi le risalì per la mano, il braccio, fino a scendere per il busto e infilarsi nella tasca destra della tuta.

- Ehi, piccola, torna qui- le disse mettendo una mano all'interno della tasca, ma anziché estrarre la cavalletta si ritrovò fra le mani qualcosa di duro e freddo, il diamante Scarlatto- Ah, giusto, mi ero dimenticata.

Lo rigirò varie volte fra le mani, sentendo tutte le sfaccettature sul derma, facevano quasi solletico. La cavalletta saltò fuori dalla tasca e scappò nel prato, sparendo fra l'erba alta.

- Tentar non nuoce- disse fra sé Aoko e spostò il diamante sotto i riflessi della luna.

All'improvviso una luce rosso scarlatto la accecò, ma lei non si spaventò, anzi continuò a fissarla. L'aveva trovata, finalmente. Quella era Pandora!

Ogni singolo atomo di carbonio risplendeva, formava cristalli rossi lucenti, si fondeva con quello attorno, creavano uno spettacolo di colori affascinante.

- Devo dirlo a Kid!- esclamò senza ricordarsi della litigata del giorno precedente.

Si alzò di scatto, ma non fece in tempo a fare un passo che tutto divenne buio e lei riuscì solo a sentire una voce terrificante e agghiacciante, ma allo stesso tempo familiare.

- Stai calma, lui troverà il modo di raggiungerti... All'Inferno.

 

Sabato 28 Marzo

Kaito si svegliò di soprassalto. L'ennesimo incubo. Continuava ad immaginarsi la Lady, che soccombeva e accanto a lei Aoko, a cui toccava la stessa fine.

Si alzò sudato e con il fiatone, tanto che dovette appoggiarsi alla parete per riacquistare il normale battito cardiaco.

La Lady era sparita, Aoko era sparita. I suoi amori l'avevano abbandonato e l'unico che aveva una risposta a quel mistero lui l'aveva scacciato da stupido.

Erano cinque giorni che non aveva loro notizie. A casa sua Ginzo dichiarava che una sua compagna di classe era passata a dirgli che la figlia sarebbe rimasta a casa sua per tutta la settimana, ma che sarebbero comunque andate a scuola.

“ Quella che era con voi al White Day” gli aveva detto l'ispettore quando lui gli aveva chiesto una descrizione dell'amica. Eppure Rosannah smentiva tutto e continuava a sostenere che lei di quella storia non ne sapeva niente e non avrebbe invitato a casa sua Aoko neanche morta dopo quello che aveva tentato di farle.

Kaito si infilò nuovamente le pantofole e uscì dalla camera scendendo le scale.

Quella situazione non gli diceva nulla di buono, sentiva che stava per accadere qualcosa di brutto a cui non avrebbe potuto rimediare. L'apparizione di Kaito Courbeau ne era una prova.

Arrivò in cucina, ma non trovò nessuno, non che si aspettasse di trovare la sorella a fare i pancake, non dopo il suo radicale cambio d'umore.

Prese una tazza e vi versò il latte, non curandosi se qualche gocciolina cadeva sul pavimento.

- Kuroba.- Sentì una voce maschile alle spalle e dallo spavento gli cadde la tazza, frantumandosi in mille pezzi.

- Hakuba!- gli gridò con il cuore a mille per la paura di ritrovarsi chissà chi.- Non farmi prendere certi spaventi. E poi come sei entrato?

Il detective osservò l'amico. Doveva aver passato una notte insonne. Si deduceva dai grandi solchi che aveva sotto gli occhi e dal fatto che si aspettava un assalto da un momento all'altro. Anche adesso sembrava un pulcino impaurito, con una mano sul petto che si alzava e abbassava freneticamente.

- La porta era aperta- rispose senza scomporsi, ma continuando ad osservare stranito l'altro- Anche tu hai pensato ad Aoko, eh? Questa sparizione ha qualcosa di losco.

- È quello che sostengo anch'io!- rispose una terza voce femminile dall'uscio.

I due si voltarono e videro Rosannah affaticata per la corsa che aveva fatto. Aveva i capelli ancora scompigliati ed una sciarpa al collo per nascondere i lividi dello “strangolamento”.

- Che ci fai qui?- chiese Kaito stupefatto da quanta gente si stava intrufolando nella sua casa senza il suo consenso.

- Sono preoccupata!- esclamò la mora con gli occhi da angioletto- Ryu dice che non gli importa niente se è sparita, ma in fondo noi due eravamo amiche e io ho paura che si sia trovata nei guai a causa del suo caratteraccio!

Il mago rimase a bocca aperta, la sua fidanzata era imprevedibile (e lunatica). Saguru invece la guardò male. Esattamente sopra la caviglia i pantaloni formavano un rigonfiamento: una pistola.

- Veyrid, sei la benvenuta qui- si sentì una voce provenire dalle scale e alla mora brillarono gli occhi quando vide chi aveva parlato. Akako era sempre stata un suo punto di riferimento, era sempre la migliore, con lei le ricerche sarebbero andate a buon porto.

Tutti si lanciarono delle occhiate, il gruppo era formato, ma ora come avrebbero trovato la amica senza uno straccio d'indizio?

- Noi sappiamo dove si trova.

Gli adolescenti si girarono verso l'ingresso, dove vi erano apparse due figure. Tutti rimasero a bocca aperta, ma l'unica a parlare fu Rosannah, che forse era quella meno informata fra gli amici, ma non poteva negare l'evidenza di avere davanti...

- K-kaito, che ci fanno a-a casa tua l-la Phantom Lady e-e Kaito Kid????

Nota d'autrice:
Su, su, vendo i biglietti per il circo, chi altro vuole unirsi a me e ai nostri eroi per questa allegra festicciola? XD
No veramente, chi altro ci metto? Ehm, credo possa bastare, già siamo in troppi, arrivano addirittura i doppioni XD
E adesso mi chiedo: dove sta il genere commedia qui?????
Bah, solo io mi capisco.
Xoxo
Virginia

 

 

 

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Capitolo 18
*** Il nostro Giuda ***


Nota d'autrice: le frasi in grassetto sono flashback riguardanti Frog, il capitolo è un po' confusionario, la nota d'autrice non la voglio mettere alla fine perché rovinerei la tensione che si crea alla rivelazione. Riflettete su ogni singola frase e trovate un'altra chiave di letture se quella che usate vi porta sempre e solo alla stessa soluzione.

Capitolo 17

Il nostro Giuda

 

-Relazione intrigante quella fra te e il sospetto, ma è vera?

- Che domande!

Per lui era un no, per lei un sì.

 

- Si può sapere chi siete?- chiese Kaito guardando prima l'uno e poi l'altro. La Lady non si faceva vedere da giorni ed ecco che compariva davanti la porta di casa sua, con un falso Kid!

- Non c'è tempo per le spiegazioni, seguiteci!- proclamò con Tono imponente la ladra, come se fossero tutti suoi sudditi.

Si diressero sul retro della casa e alzarono la saracinesca del garage, così che l'odore di piante esotiche si sparse per tutto il vicinato. La tensione si era un po' smorzata.

La Lady si avviò verso la parete vuota, come quasi un mese prima aveva fatto Aoko, e digitò sul tastierino 74268665239. Subito il congegno scattò rivelando la bellissima Ducati, anche se un po' sporca di fango dato che non era stata ripulita dalla sua ultima corsa. Kaito rimase a bocca aperta, quindi voleva dire che la Lady si era recata a casa sua prima di ogni furto per prendere la moto dal garage? E forse aveva scoperto anche il suo segreto! Come aveva fatto a non accorgersi di una persona sospetta che passava affianco alla sua dimora tutte le sere in cui aveva stabilito un colpo?

- Tu!- disse la ladra indicando Saguru e lanciandogli un casco, per poi posizionarsi sul volto, per nascondere le bende, l'altro- Vieni in moto con me!

Il detective spalancò gli occhi. Cosa stava succedendo? Perché c'era quel passaggio segreto? Perché Kaito e Kid si erano sdoppiati? E soprattutto perché Aoko...

- Voi altri con me- disse il ladro dirigendosi verso la parete destra, dov'era posizionata l'ennesima saracinesca sigillata.

- Attento!- gli gridò Kaito posizionandoglisi davanti- È difettosa, dà la scossa!

L'altro un po' sorpreso annuì e fece un cenno alla compare, che digitò un altro codice sul tastierino, utilizzando la stessa chiave di lettura: 52486543

Così anche l'altra saracinesca si alzò mostrando a tutti la magnifica auto bianco puro, senza neanche un graffio, come se fosse ancora nuova.

- Tu, davanti!- disse riferendosi a Rosannah- Voi gemelli dietro!

Kaito sbatté le palpebre per qualche secondo. Un ennesimo quesito gli si poneva davanti: come faceva a sapere che...

La sorella al contrario era tranquilla, tanto che gli diede uno strattone per farlo salire sui sedili posteriori dell'auto. Entrambi i mezzi si misero in moto e Kaito si portò una mano alla bocca per sbadigliare, ma crollò in un sonno profondo.

 

- Questo sarà il tuo ultimo compito!- disse il boss rivolgendosi a quella stessa femmina che quasi metteva i brividi pure a lui- Non lavorerai più come Sambuca... benvenuta Frog.

 

- Lui non verrà!- urlò per la milionesima volta Aoko.

Da quant'è che era chiusa in quella stanza? Troppo, minimo giorni.

Non che fosse un luogo terribile, anzi era anche di buon gusto, ma era il fatto di fare da esca per far prendere Kaito Kid che non le andava giù.

- Questo lo dici tu- rispose l'uomo che si faceva chiamare Snake mentre muoveva la sua pedina dello Shoji. Mossa astuta, a quanto pareva sapeva giocare d'azzardo quell'uomo.

- Su, su, Snake, non ce la faccio più, posso sgranchirmi le gambe?- chiese implorante la ragazza mentre faceva una contromossa da professionista.
- Solo perché stai perdendo, vero?- ghignò l'altro, ma mise in pausa il cronometro.

La liceale si alzò e si stiracchiò un po'. In fondo non stava così male, le avevano addirittura fatto un'offerta molto promettente, ma per ora doveva solo sperare che l'amico non cadesse nella trappola.

- È ancora valida l'offerta?- chiese mentre si dirigeva verso la finestra per prendere una boccata d'aria. Probabilmente stavano in aperta campagna, perché non si intravedeva una casa per miglia e miglia. In più in città avrebbero sentito di certo tutti quegli spari che provenivano dal poligono di tiro di quell'edificio.

Sentì la porta della stanza chiudersi con un tonfo e si voltò. Sull'uscio c'era un bell'uomo dai capelli biondi e slanciato, l'aveva già visto, se lo ricordava bene, anche perché aveva tentato di ucciderla...

- Ma certo signorina Nakamori!- rispose Spider mettendole una mano sulla spalla- Lei ci ha dato Pandora, quindi è logico che avrà un posto in questo mondo! Abbiamo già deciso il suo nome se le può interessare: Black Panther!

Aoko sbatté un paio di volte le palpebre. L'avevano già arruolata e messa in prima linea. Le avevano detto che essendo brava con l'ascia non avrebbe avuto paura di uccidere qualcuno, quindi sarebbe stata una sicaria. Onestamente lei voleva solo prendere tempo, non le era passato neanche per l'anticamera del cervello di uccidere la gente per commissione. Lei si era sempre battuta contro i criminali, non era una di loro.

Fatto stava che se tutto fosse andato a rotoli, sarebbe potuta essere un'ottima infiltrata per la polizia, avrebbe dato loro importanti informazioni su moltissimi criminali, ma si sarebbe sporcata le mani di sangue.

- Devo ancora pensarci, mi dispiace.- disse alla fine, per tornare a sedersi sul tatami per continuare a giocare a Shoji con i suoi nemici.

- Non importa, allora- pensò Snake ad alta voce- D'altronde abbiamo già Frog, che ora si trova con i sospettati, e loro due andrebbero poco d'accordo dato che hanno già avuto dissapori...

L'uomo baffuto si guadagnò uno scappellotto dal compare. Faceva meglio a starsi zitto.

Frog, Frog, aveva già sentito quel nome, ma non poteva essere proprio lei.

- Mi dispiace miss- disse Spider prendendola da dietro con l'ennesimo fazzoletto imbevuto nel cloroformio- Il piano inizia ora, siamo stati amici, ma ora diventerai la mia esca...

 

- Ehi, Frog, sei contenta? Ti hanno affidato alle mie cure!

- Spider, forse il capo non te l'ha detto, ma io non prendo ordini da nessuno!

Il mago fece una smorfia. Quella ragazza aveva tenacia, eccome! Per i suoi trucchi di magia avrebbe fatto una bellissima figura, ma non poteva di certo mandarla sul palco insieme a lui, quel suo mago rivale se ne sarebbe accorto.

 

 

Avevano appena lasciato Tokyo per dirigersi verso la prefettura di Gunma. Saguru aveva deciso di tenersi alla sella imbottita anziché alla vita della ladra, perché lo metteva un po' in imbarazzo.

- Chi sei veramente?- le chiese timoroso, anche se in realtà sapeva la risposta, ma non voleva sentirsela dire.

Lei lo osservò da uno specchietto e sorrise senza mostrare preoccupazioni, come se fosse tutto un gioco, come se un topo in gabbia avrebbe sempre avuto un trucco per aprire le sbarre e scappare.

- Perché non lo scopre lei, detective- rispose la ladra imitando perfettamente la voce di Akako.

Lui rimase paralizzato. Erano troppo uguali, la stessa voce sensuale e suadente che faceva cadere tutti gli uomini ai loro piedi.

Deglutì rumorosamente e una sbandata della moto ad una curva lo costrinse a reggersi alla vita della conducente.

- Chi sei, veramente?- ripetè per la seconda volta, con ormai il terrore negli occhi.

La ladra continuò a sfrecciare a tutta velocità, ma ad uno spiazzo si fermò, lasciando all'auto dov'erano gli altri di superarli.

- Scusa, ma non puoi sapere dove stiamo andando...- si voltò verso di lui e con una siringa in mano inserì un liquido giallastro nel suo braccio, che urlò sorpreso, disgustato e terrorizzato, per poi accasciarsi addosso a lei sulla moto, che ripartì oltre i limiti di velocità prestabiliti- In caso fallissimo non possiamo permetterci di farvi scoprire dov'è la base, sarebbe troppo pericoloso.

 

- In altre circostanze avrei ucciso la Lady per quello che mi ha fatto- disse stringendo i pugni ricordandosi il dolore che aveva provato, anche se non aveva potuto reagire- Ma non oggi.

 

- Stanno dormendo, vero?- chiese Rosannah guardando dal finestrino i due passeggeri seduti ai sedili posteriori.

- Il sonnifero ha fatto effetto- rispose l'altro rivelando una voce molto più adulta di quella che aveva usato in precedenza.

Entrambi sorrisero, il piano cominciava a prendere forma. Ora si trovavano in una stradina isolata in campagna, dove poteva passare una macchina alla volta e la giovane ne approfittò.

- L'ho tenuto sott'occhio come mi avevi chiesto, non merito una ricompensa?- chiese la ragazza slacciandosi la cintura e mettendosi a cavalcioni sul guidatore, per poi aprirgli il primo bottone del colletto ed allentandogli la cravatta.

- Così non vedo la strada- disse lui perfettamente tranquillo, senza scostarla.

Sul viso della liceale si formò un'espressione di profonda malizia, che le fece leccare le labbra, avvicinandole al collo dell'altro, per lasciargli dei leggeri succhiotti in prossimità della carotide, per poi spostarsi piano piano verso il pomo d'Adamo.

Tock, tock.

Entrambi sobbalzarono sentendo qualcuno che stava bussando al finestrino, così lo fecero scendere.

- Ehm, ehm- disse la Lady con uno sguardo assassino- Siamo in missione, se avete finito i vostri comodi...

Rosannah si ritrovò ad arrossire, forse per la prima volta veramente nella sua vita e si risedette al proprio posto. Anche Kid tossì un po' scomposto e si risistemò la cravatta. Richiusero il finestrino per non fare entrare troppa tramontana, altrimenti i passeggeri addormentati si sarebbero svegliati.

- Eppure credevo fossero vetri oscurati- sbuffò la giovane accavallando le gambe e sistemando le braccia conserte.

 

Quella ragazza usava un tono troppo viziato con loro.

- Su, su Frog, non è che stai così solo perché stai troppo a contatto con il lavoro?

- Siete tutti idioti voi uomini!

 

- Cosa succede?- urlò Spider fra il via vai di persone che stavano scappando dalla base- Non era questo il piano!

- Calmo, Spider...

Il mago si voltò e vide un uomo basso e chiatto, con dei baffi alla francese e la testa pelata. Indossava un kimono marrone sbiadito, con appesa alla cinta una katakana, mentre i suoi subordinati indossavano dei gilet di pelle, con delle pistole nelle tasche. Era il viceboss, che compariva insieme ai suoi scagnozzi solo nelle circostanze più disperate.

- Allora cosa devo fare con lei?- chiese indicando la ragazza che aveva in braccio, che respirava ancora regolarmente e ogni tanto mugugnava qualcosa nel sogno.

- Niente- rispose l'altro pacato, per poi scacciare gli altri- Frog ha riferito che c'è qualcosa che non va e che se in caso dovessimo fallire è meglio che affondino solo in parte e che gli altri si rifugino nell'altra base, così che almeno loro non vengano presi. Per il resto il piano rimane sempre lo stesso, quindi portala nella hall e scappa anche te.

Il biondo annuì, anche se non adorava farsi dare ordini. In più cominciava a non fidarsi troppo della compare, tramava qualcosa, quel qualcosa che li avrebbe distrutti. Non poteva permettere che i sogni di una vita, il sogno della vendetta e dell'immortalità scomparissero solo per colpa di una ragazzina viziata e insolente.

“ Mi dispiace disubbidire” pensò fra sé portandosi dietro Snake e si mascherarono da altri criminali, per prendere dei fucili da cecchini e appostarsi sulle scale del piano superiore “Ma lei è troppo potente, potrebbe ricattarci”

 

Avvisate Frog, ho saputo che ha avuto un contrattempo e che sta tornando alla sede.

 

Si svegliò stropicciandosi gli occhi, non sapendo neanche perché si era addormentato e vide davanti a sé un albero, poi due, poi tre, fino a quando non si accorse di essere circondato da un'intera foresta.

- A-Akako?- la chiamò, sapendo che era l'unica di cui si poteva fidare in quella situazione.

- Kuroba, non è una mossa saggia chiamare la tua amante davanti alla tua fidanzata- disse in tono saccente Saguru aiutandolo ad alzarsi da terra.

Il mago si spiegazzò i pantaloni, tentando di togliere dalla stoffa la terra umida e le foglie secche che si erano attaccate al tessuto dei jeans.

- Dove sono gli altri?- chiese notando una costruzioni che si intravedeva fra i rami di quelle piante secolari.

- Sono qui, amore!- urlò Rosannah buttandogli le braccia al collo.

Kaito si girò e vide che erano tutti seduti su una grande roccia, evidentemente l'unico punto d'appoggio della foresta.

La Lady e Kid stavano battibeccando su chissà quale argomento, poi c'era Akako con un computer che premeva velocissima i tasti della tastiera, neanche fosse un robot.

- Sono riusciti ad hackerare il computer generale dell'Organizzazione- gli spiegò Saguru poggiandogli una mano sulla spalla e sorridendo rassicurante- Tutto mentre ci avevano addormentati.

Kaito annuì molto confuso e si sedette vicino alla sorella, osservando le mani che le si muovevano quasi invisibili dalla velocità con cui riusciva a digitare codici, cambiare schermate, entrare in siti federali illegalmente.

- È tutto illegale- disse Akako fermandosi qualche attimo per sgranchirsi le mani con movimenti più lenti- Ma il detective qui presente ce l'ha permesso.

- Ma dove siamo esattamente?- chiese il ragazzo, mentre il suo compagno di classe si stava ponendo la stessa domanda.

Intanto i due ladri avevano tirato fuori da una valigetta varie armi, porgendone una ciascuno, anche se i due ragazzi le guardarono con un pizzico di disgusto.

Akako si fermò improvvisamente, sorridendo, mentre faceva segno a tutti di accostarsi.

- Vedete quella?- chiese cominciando a spiegare, puntando un dito verso l'edificio che aveva visto il fratello poco prima- È la base operativa, sono riuscita ad entrare nel programma delle telecamere a circuito chiuso ed ora posso vedere tutto quello che succede all'interno.

- Fantastico!- esclamò Kaito ansioso di gustare la sua tanta attesa vendetta.

- Non è così semplice- rispose Akako sospirando pesantemente e chiuse il portatile, sotto gli occhi esterrefatti di tutti- Qualcuno deve aver dato l'allarme perché è deserta.

- Ma allora...- pensò a voce alta Saguru squadrando tutti- C'è una spia fra noi.

L'aria si raggelò e tutti presero a fissarsi. L'Organizzazione aveva ottenuto quello che voleva: nessuno riusciva più a fidarsi dell'altro. Si potevano fare supposizioni su supposizioni, ma solo al momento del vero bisogno e di percolo si sarebbe scoperto che era veramente la talpa. Per ora dovevano rimanere uniti.

- Beh, io propongo di andarci comunque- esclamò Rosannah d'un tratto sorprendendoli- Più che di trovare solo dei topi, cosa potrà mai succedere?

 

- No, lei rimarrà con noi. È il nostro asso nella manica, l'unica che può sconfiggere quel Kaito Kid e la sua assistente, che ci stanno dando filo da torcere!

 

- D-dove sono?- si chiese Aoko guardandosi attorno.

Non ricordava di essere mai stata in quella grande stanza durante tutto il suo soggiorno. C'era una sola porta da cui si poteva entrare e il tetto era aperto. Lei si trovava alla parete opposta alla porta, imbavagliata e legata con delle catene al muro. Era stata cambiata, non indossava più la tuta della Lady, ma una camicia da notte bianca, quasi trasparente, che le arrivava a malapena sotto al sedere.

Il pensiero di essere stata svestita e toccata da quei criminali la fece rabbrividire e giurò a sé stessa a che gliel'avrebbe fatta pagare, perché ora non avevano solo toccato i suoi amici, ma anche lei e quel pensiero egoista la fece andare su tutte le furie.

Se fosse stata più attenta però avrebbe notato che dai balconi del piano superiore che si affacciavano sulla stanza provenivano dei strani luccichii, simbolo dei fucili da cecchino posizionati nel buio.

 

- Frog, oggi non ti abbiamo visto molto insieme ai sospettati.

 

- Bleah- disse Rosannah quando entrarono nell'edificio.

Sembrava non esserci anima viva. Il vento sbatteva contro le pareti scrostate dell'ambiante ed emetteva una strana melodia terrificante, era l'unico rumore che rimbombava ovunque, oltre che allo scroscio delle foglie all'esterno e il rumore fastidioso dell'acqua che gocciolava da qualche perdita del soffitto. Sembrava in tutto e per tutto un edificio abbandonato, non abitato da chissà quanti anni.

- Venite a vedere!- urlò Kid che aveva aperto una porta di legno marcio sulla destra, facendo echeggiare ovunque la sua voce- Non è così antico di come vogliono farci credere.

Il gruppo lo raggiunse e osservò che aveva in mano un registro con sopra appuntati ogni singolo furto che aveva commesso Kid. C'erano tutte le informazioni possibili, alcune copiate dagli archivi della polizia, altre troppo dettagliate per essere coincidenze.

- E non è finita- disse la ladra prendendo da sopra un tavolo un altro quaderno.

Kaito vi affondò subito il naso e scoprì che conteneva le stesse informazioni, solamente che erano sulla Lady.

- Credo che avremmo molte sorprese- sussurrò Akako uscendo dalla stanza aprendo il portatile per scannerizzare la mappa dell'edificio.

Kaito dovette abbandonare la lettura del quaderno, senza accorgersi però che qualcun altro li aveva presi entrambi di nascosto.

 

Si alzò di scatto, ma non fece in tempo a fare un passo che tutto divenne buio e lei riuscì solo a sentire una voce terrificante e agghiacciante, ma allo stesso tempo familiare.

- Stai calma, lui troverà il modo di raggiungerti... All'Inferno.

 

Salirono le scale per arrivare al primo piano, dove si trovava un bivio. A destra c'era una targhetta con su scritto “traditori”, mentre a sinistra c'era scritto “reclute”. Tutti si guardarono e optarono per salire di un altro piano, che consisteva in un lungo corridoio di cui non si vedeva la fine, con decine di porte, alcune aperte e altre socchiuse.

Ad attirare l'attenzione del detective fu una stanza da cui filtrava della luce, mentre tutte le altre erano al buio.

- Qualcuno ha dimenticato la luce accesa- disse a bassa voce all'amico e con estrema cautela si avvicinarono alla stanza.

- Quindi significa che pagano la bolletta della luce- scherzò Kaito, che si guadagnò uno scappellotto dalla ladra.

Con estrema calma aprirono la porta, per poi posizionarsi davanti con le pistole in mano in caso fosse una trappola. Fortunatamente la trovarono deserta e silenziosa, come tutto il resto, ma a stupirli fu l'arredamento di quella camera, completamente in contrapposizione al resto dell'ambiente.

Era calda e accogliente, c'era una finestra, che anche se aveva le tapparelle abbassate lasciava filtrare la luce scarlatta pomeridiana che si vede al tramonto. Le pareti erano di quello stesso colore rosso acceso che aveva sempre simboleggiato la ladra parigina, mentre sul soffitto erano disegnate delle pantere nere che si rincorrevano. Accanto ad una parete era posizionato un letto sfatto, con sopra la tuta della Phantom Lady e delle bende sporche di terra. Al centro della stanza c'era una poltrona, con una scrivania e un tavolo con sopra la scacchiera cinese dello Shoji.

- Guardate!- esclamò Saguru prendendo un oggetto minuscolo da sopra il tatami- È un capello di Aoko!

Kaito si avvicinò e lo osservò. L'avrebbe riconosciuto ovunque, Aoko era veramente stata lì. Ma allora perché tutta quella messa in scena?

- Dobbiamo sbrigarci a trovarla- disse Kid uscendo dalla stanza e trascinando gli altri.

 

Da dietro di lui arrivò una ragazza, che osservando il compare e il laghetto di rane vicino, gli si accostò all'orecchio e prese un sassolino da per terra.

- Ben fatto, vedo che alla fine è proprio Aoko Nakamori la Phantom Lady.

 

Salirono al terzo e ultimo piano. Per quanto fosse larga la pianta dell'edificio per restare nascosto ad occhi indiscreti era stato realizzato di pochi piani, quindi Aoko doveva per forza trovarsi lì.

Anche qui c'era un unica grande via da seguire, che si interrompeva a vicolo ceco, con una porta in metallo chiusa a chiave.

- Spostatevi- disse Kaito, che prese una forcina dai capelli della fidanzata e la inserì nella serratura per scassinarla.

La porta si aprì di scatto e vennero tutti spinti dentro da qualcuno, che evidentemente era proprio il loro Giuda, la loro spia.

La stanza in cui si trovavano era quasi completamente buia, ad illuminarla era solo una piccola finestrella sulla parete opposta e la luce flebile del tramonto che proveniva dal tetto scoperto, anche se ormai si era fatta completamente notte e ad illuminarli erano solo gli astri notturni.

Sotto il pallore della luna Kaito riuscì finalmente a rivedere Aoko, incatenata, con i capelli scompigliati, imbavagliata, con i polsi rigati dal tentativo di liberarsi. La camicetta bianca sudicia e i piedi scoperti che tremavano dal freddo. Eppure lei non se ne preoccupava, anzi sembrava gridasse loro qualcosa, qualcosa di tremendo, per avvertirli, per salvarli.

Kaito fece un passo verso di lei, ma in risposta la ragazza si dimenò ancora di più e cominciarono ad uscirle le lacrime dal troppo sforzo.

Finalmente il bavaglio si allentò e lei riuscì a far emergere la sua voce, piena di terrore.

- Non muovetevi!- urlò spaventata, con la voce spezzata dai singhiozzi- Se rimanete sotto i balconcini i cecchini non vi prenderanno!

Tutti si immobilizzarono, allora ecco come stavano le cose. Era un imboscata.

- Non mi importa, Aoko!- le gridò Kaito commosso dalla forza della ragazza- Io ti salverò, anche a costo della mia stessa vita!

Il ragazzo fece un passo davanti per raggiungerla, ma a fermarlo fu la chiusura della porta alle sue spalle e uno sparo.

 

- Dalla macchia sui pantaloni che hai sul retro, anche lui ce l'ha.

 

Aoko sgranò gli occhi e fece segno all'amico di voltarsi, più terrorizzata che mai.

Kid, la Lady, Saguru e Kaito così si girarono e rimasero impietriti. Come avevano fatto a non capirlo prima, che proprio lei era...

- Siete in trappola!- urlò la ragazza con la canna della pistola ancora fumante per lo sparo a vuoto puntata ora contro la compagna di classe.

Dei brividi oltrepassarono le spine dorsali di tutti, gelandoli fino al midollo. Quella giovane che era stata sempre un po' strana... ora capivano il perché.

- No, basta!- urlò Aoko mentre piangeva interrottamente, preoccupata della vita dell'amica messa a rischio.
- Akako, lascia andare Rosannah, per favore!
Ora era tutto chiaro, era lei Frog.

 

 

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Capitolo 19
*** Non riconoscersi più ***


Capitolo 18

Non riconoscersi più

 

Tutti si voltarono lentamente per osservare la scena alle loro spalle. Gli occhi dei ragazzi si sbarrarono, rivelando un espressione di puro terrore. Quella ragazza che avevano sempre avuto accanto, che li aveva aiutati, sconfortati, ma era sempre stata dalla loro parte, ora gli si ricontorceva contro.

L'espressione di Rosannah era terrorizzata. Riusciva a sentire il gelo della canna della pistola premerle contro l'attaccatura dei capelli sulla destra e sapeva che con una semplice pressione sul grilletto avrebbe visto fuoriuscire dalla sua fronte una cascata di liquido rosso, anzi, forse non avrebbe avuto il tempo di osservarlo, sarebbe morta esangue molto prima.

L'altro braccio dell'assalitrice le si stringeva attorno al collo, quasi soffocandola. Prima di poter fare qualunque mossa sarebbe stata bloccata, o peggio, fatta fuori, ma per ora le serviva viva.

Le gambe erano bloccate da un ginocchio dell'altra, non avrebbe potuto tentare calci e non poteva sognarsi di pestarle un piede, sarebbe stato troppo semplice quella soluzione e il dolore troppo poco acuto.

- Sorpresi?- chiese la giovane stringendo più forte la presa sulla mora, che cominciava a gemere di dolore- Non potevate di certo immaginarvi che la dolce e incompresa Akako era in realtà l'esponente più pericoloso di un'organizzazione criminale, vero?

Nessuno sapeva cosa rispondere. Era inimmaginabile, doveva essere tutto un sogno, o meglio un incubo.

Kaito deglutì e chiuse gli occhi, per poi riaprirli, aspettando di trovarsi ancora nel suo letto, con la testa sul cuscino e la visuale del quadro del padre che gli sorrideva. Ma continuò a vedere solo la sorella che con quella pistola stava minacciando alla vita della sua fidanzata.

- P-perché?- chiese, non riuscendo a formulare altre frasi di senso compiuto.

La rossa li osservò uno per uno e scoppiò a ridere. Da lì la visuale era molto più interessante.

C'era il detective che mentalmente probabilmente stava facendo i ragionamenti più strambi per trovare la soluzione a quel caso troppo complicato anche per lui. Il gemello invece doveva aver staccato il cervello, perché gli occhi esprimevano il vuoto, come se oltre non vi fosse nulla, solo caos, confusione, disperazione.

I due ladri dietro invece sembravano impassibili, ma riusciva ad immaginare le gocce di sudore freddo che si stavano formando sui loro colli dalla tensione.

E infine c'era Aoko, legata dalla parte opposta della stanza, che non era molto sconvolta, ma aveva gli occhi pieni di lacrime e forse anche di qualcos'altro, forse... no, non poteva essere... delusione?

Davvero si aspettava una mossa così meschina da lei da non riuscire ad essere turbata?

La strega si morse un labbro leggermente arrabbiata a quella constatazione. Ora l'avrebbe fatta vedere a quella sgualdrina che aveva osato baciare Saguru. Era quella la cosa che proprio non le andava giù. Quel giorno a scuola si era trattenuta dal saltarle addosso e riservarle lo stesso trattamento che l'altra aveva usato con Rosannah.

Beh, adesso anche la mora era alla sua mercé, ma non l'avrebbe trattata come una rivale, perché anche lei aveva dei motivi per volersi vendicare, per esempio quei due lividi sul collo che venivano a malapena coperti dal foulard. Così visibili e profondi. Aoko in fondo era forte, non andava sottovalutata.

Ma Akako sapeva come indebolirla. Da dentro, nel suo cuore, colpendo le persone che le stavano più care.

Avrebbe portato a termine la sua missione, anche a costo di dover uccidere chi voleva bene, chi era stato suo amico.

Si riprese da quel momento di minima pietà verso gli altri. Lei era una strega, stop. L'umanità non era nelle sue corde.

- Perché?- ripeté con tono sprezzante premendo ancora di più la canna sulle sopracciglia della sua vittima a causa della rabbia- Davvero una domanda così banale? Beh, ecco, la verità è che mi annoiavo, la vita non aveva più gusto, invece qui ogni giorno una nuova avventura, una grande scarica d'adrenalina dopo ogni missione. Non so, vedere le persone soccombere sotto i miei piedi sapendo che a me non sarebbe successo mi eccitava e mi eccita ancora.
Il disgusto, la compassione e la disapprovazione che si leggeva negli occhi di tutti era immenso.

Aoko a quel punto spalancò la bocca. Quella storia l'aveva già sentita, ma dove...

Doveva ricordarselo, ne valeva la sua vita, la loro vita, eppure non riusciva a concentrarsi con quel rumore di esplosioni che sentiva con l'orecchio appoggiato al muro.

Un momento...

Esplosioni?

 

Il pavimento fu mosso da una scossa di terremoto, molto probabilmente artificiale e dei pezzi di balconata cominciarono a cadere.

Tutti si inginocchiarono e si coprirono la nuca con le mani per non farsi prendere dalle inferriate che una dopo l'altra andavano a schiantarsi sopra il marmo del pavimento, provocando rumori sordi, che potevano udirsi benissimo pioché nessuno emetteva urli o gridi, o qualunque segno di paura, ma si sentiva solo quel rumore di quella catastrofe.

Il suono dello scoppio di una bomba, questa volta in quella stessa stanza fece tappare le orecchie a tutti. Fortunatamente proveniva dalla balconata, che in un secondo cadde ai lati, sprofondando nel terreno e lasciando nell'aria un odore di argilla, una vista offuscata dai granuli di polvere e un silenzio profondo e spaventoso.

 

Aoko sentì un dolore acuto alla coscia destra e aprì gli occhi, tossendo a causa della fuliggine. Fortunatamente le catene erano state spezzate e poteva muovere gli arti superiori abbastanza liberamente.

Abbasso le braccia doloranti e un po' insanguinate, anche se non facevano male, e scostò un lembo del tessuto un tempo bianco, ormai completamente sudicio e sporco, rivelando un taglio netto fatto da qualche asse di ferro crollato poco sopra il ginocchio.

Perdeva molto sangue e decise di strappare il tessuto dell'abito per fasciare la gamba. Quel vestito era diventato così corto che ormai non le arrivava neanche sotto il sedere, ma a lei non importava, nessuno in quella situazione avrebbe badato a lei in mutande, a meno che dopo aver ucciso gli amici non avessero voluto... violentarla?

Inorridì, ma si ricordò degli altri. Erano probabilmente lì, fra quelle macerie, coperti dal solaio, anche questo sprofondato, sotto quei massi di cemento armato.

Cominciò a gattonare, con le gambe che chiedevano pietà e venivano graffiate da qualche oggetto aguzzo, forse il vetro di qualche lampada rotta in mille pezzi.

Si mosse di qualche metro e finalmente sentì una voce, spezzata, che chiedeva aiuto. Cominciò a scavare con le mani e intravide delle unghie colorate sotto qualche grande sasso.

- Rosannah!- esclamò cominciando a scavare con grande furia- Tieni duro!

Un masso dopo l'altro la giovane riemerse e cominciò a tossire e a ispirare profondamente essendo a corto d'aria.

Da altre parti della stanza altri macigni venivano spostati e anche il viso di Saguru, Kaito e Kid emersero alla luce. Ma... dov'era la Lady? E Akako?

- Sono morti- enunciò all'improvviso il detective scostando una roccia e mostrando la mano esangue di un uomo vestito elegante e di nero- Li hanno prima pugnalati e poi hanno fatto crollare tutto.

Aoko spalancò la bocca. Non ci stava capendo più niente. Perché fare un'azione così stupida? Se l'organizzazione avesse direttamente ucciso tutti sarebbero potuti andare avanti, invece avevano deciso di uccidere tutti gli scagnozzi in un colpo solo!

- La vera domanda è- cominciò il ladro, con il mantello ormai stropicciato e sporco di fuliggine, il monocolo con il vetro rotto e il cappello ammaccato- Chi ha piazzato le bombe?

- Io avrei un altro quesito- lo interruppe Kaito, attirando l'attenzione su di sé. Indicò le macerie e il punto dove prima si era svolta l'intera azione, sotto la balconata- Dov'è finita Akako?

Un click di una sicura di una pistola tolta e l'arma puntata alla testa della giovane.

- Allora sei rimasto- disse Aoko senza neanche voltarsi, riconoscendo il rumore della pistola dietro la propria nuca- Spider...

 

 

Tossì per qualche secondo, tentando di soffocare il rumore con una mano davanti alla bocca, ma la polvere nei bronchi era così tanta che dovette fermarsi all'interno della tubatura per riprendere fiato.

Era riuscita a farsi spazio fra le macerie prima che gli altri riprendessero i sensi ed ora si trovava nelle condutture che portavano al primo piano.

Gattonò per qualche altro metro, ma poi decise di tirare fuori la cartina dell'edificio, perché non sarebbe andata molto lontana senza una vera e propria meta.

Il suo obiettivo? Salvarsi la pelle.

Sì, molto egoistico, ma forse dopo fuori sarebbe riuscita a chiamare la polizia. Sempre se non fosse stato troppo tardi. Ma aveva una grande fiducia nei suoi alleati e sapeva esattamente come sarebbe andata a finire.

Loro vincevano sempre.

In più loro non sapevano cosa c'era sotto in realtà e non l'avrebbero mai saputo.

Trovò finalmente una grata da cui si poteva sbucare in una stanza del primo piano. Con una minima forza riuscì a staccarla e ci saltò atterrando sul pavimento come un felino.

Si alzò con eleganza, dando dei piccoli buffetti ai vestiti per togliere la polvere. Aveva tutto il tempo possibile, perché gli altri avrebbero avuto molto di cui discutere.

 

- Intelligente come sempre- le sussurrò all'orecchio il criminale.

Kaito strinse i pugni dalla rabbia, ma allo stesso tempo il terrore lo stava inondando e si sentiva paralizzato. Per un suo errore Aoko rischiava di rimanerci.

- Spider- enunciò Saguru con una goccia di sudore sulla fronte. Anche lui non si sentiva affatto calmo, quel mago era capace di tutto, avrebbe potuto ipnotizzarli e farli fuori in una volta sola, invece stava lì, a discutere- Com'è tutta questa calma?

Aoko tentò di scansarsi, ma l'uomo la prese in vita con un braccio. Opporsi era impossibile, ormai l'aveva capito. Doveva stare al gioco e non far fare scemenze agli amici.

Non aveva paura, sapeva come comportarsi. Certo se lì ci fosse stata Chikage...

- Perché, avete fretta di morire? Se volete vi accontento subito!- rispose il criminale beffardo e poi spostò il suo sguardo sulla giovane ladra, cominciando ad annusarle i capelli- Vaniglia.

Contro ogni previsione abbassò la pistola e la rinfilò in tasca, per poi spostare la mano che prima impugnava l'arma su una coscia della povera Aoko.

“Calma, mantenete la calma” pensò più che altro imbarazzata. Sì, il suo comportamento era strano, ma era stata istruita, mancavano dei tasselli per completare il mosaico e solo in quel modo, guadagnando tempo, l'avrebbe trovati.

Tentò di abbassarsi il vestito per non farsi vedere da tutti, con scarsi risultati dato che ormai si era ridotto a poco più che uno straccetto.

Kaito, invece, era accecato dalla furia. Come osava quel lurido criminale toccare la sua Aoko?

- Tieni la mani a posto!- gli urlò Kid, sorprendendo tutti.

Spider sorrise e riportò la mano nella tasca, anche se il braccio andava ancora a stringere il busto della ragazza. Finalmente aveva potuto sentire quella voce.

- Ma come, io credevo che a questa giovane piacesse! Non ha mai tentato di opporsi! In più perché dovreste proteggere una di noi?

 

Indossò gli occhiali per la visione notturna e cominciò ad addentrarsi per i corridoi bui. Ogni tanto sentiva sotto i piedi qualche frammento delle lampadine di vetro che erano cadute dai lampadari dopo l'esplosione.

Ma che senso aveva? Una bella mitragliata e... Pfiù, sarebbero stati fatti tutti fuori.

Invece ancora una volta avevano messo su tutto quel bel teatrino. Qual'era il loro vero scopo?

Immersa nei pensieri urtò qualcosa. Abbassò lo sguardo e vide che si trattava di una gamba di una scrivania capovolta, che fuoriusciva da una porta socchiusa.

Senza fare troppo rumore la aprì lentamente e si tolse gli occhiali per premere l'interruttore della luce che aveva intravisto.

Un click e gli occhiali a terra... loro sapevano tutto.

 

- C-cosa intendi d-dire?- chiese Kaito tremante, tentando un appoggio su Saguru, ancora più confuso di lui.

- Non mi sembra così difficile!- esclamò Spider con una risata e cominciando ad accarezzare i capelli di Aoko, la quale storse il naso- È semplice la cosa. Io e questa ragazza avevamo fatto un accordo, se ci avesse aiutato a uccidervi sarebbe rimasta viva e non solo! Presto farà anche lei parte di noi, sarà la nostra Black Panter! Uno dei capi della nuova organizzazione che fonderemo Io, lei, il boss, il vice boss e Snake! Saremmo i capi supremi di tutto!

Il gruppo restò a bocca aperta. Quella non era la descrizione della loro Aoko, c'era qualcosa sotto, qualcosa che non stavano dicendo, qualcosa di estremamente importante, quel qualcosa che dovevano sapere per risolvere il mistero.

- A-Aoko, tu non puoi...

La ragazza annuì. Basta mezzi termini, presto sarebbe arrivato il momento della verità, lo sentiva vicino, sentiva che qualcosa sarebbe successo, ma in bene! Si lasciò accarezzare da Spider, anche se con un po' di disgusto.

- Io credo in Aoko!- esclamò Rosannah sorprendendo tutti e facendosi avanti con la solita voce stridula e viziata- Ci deve essere qualcosa sotto! Aoko non è fatta così, ci deve essere un secondo fine! L'Aoko che conosciamo noi è gentile e premurosa, questa qui non è la nostra Aoko!

Spider aprì ma bocca per rispondere, ma la ragazza si voltò e gli posò l'indice sulle labbra per zittirlo. Il mago mollò la presa sul bacino a la lasciò avvicinare ai suoi amici.

Kaito fece un passo per andare a recuperarla, ma lei fece segno di non avvicinarsi e sorrise. Un sorriso gelido, rammaricato, ma anche malizioso e spavaldo. Quel sorriso che ci si aspetta solo da... una ladra.

- Rosannah cara, hai ragione, questa non sono io! Aoko Nakamori non è mai stata una cattiva ragazza. È sempre stata una burlona, una bambina che parla in terza persona, che tutti prendono in giro. Ma un giorno vede la possibilità di farsi bella agli occhi di qualcuno, in particolare del padre. Quale sarebbe stato il modo per renderlo orgoglioso di lei? Semplice, la risposta era lampante: catturare il suo più grande nemico, Kaito Kid. E così una mattina come le altre ha messo in atto il suo piano e si è trasformata in...

- ORA BASTA!- urlò Saguru esasperato e con una vena che pulsava sulla tempia. La sua storia l'aveva sentita e risentita, non stavano lì per quello!- Non una parola in più Nakamori! Io voglio capirci di più, vorrei cominciare dall'inizio e questa è già storia inoltrata! Prima di tutto io voglio sapere il passato di Kid!

Il detective indicò il ladro e simultaneamente Kaito, che apparve alquanto infastidito dall'interruzione dell'amico.

Quella era la cosa meno importante per lui.

- Oh, ma voi fate comodi- disse Spider indietreggiando fino a toccare il muro con le spalle per appoggiarsi- Avete così tante cose da spiegarvi, che io posso benissimo aspettare qui e prendermi un tè. D'altronde state solo per morire, tanto vale che vi diciate tutto.

La situazione si può dire che era abbastanza comica. Non aveva niente a che fare con lo scene che si vedevano spesso nei film con tutto che finisce con una bella sparatoria e tutti morti... lì erano vivi, non c'erano pistole a tiro, potevano scappare da un momento all'altro, eppure volevano restare lì, il posto dove tutti i segreti sarebbero stati svelati.

- Bene Spider, vuoi divertirti? E allora ti intratterrò con una bella storia!- disse esasperato Kaito. Voleva sapere tutto e l'unico modo per farlo era dire tutto. Si guardò intorno e poi indicò Kid- Vedete questo ladro? Beh, lui non è il vero Kid!

Saguru lo guardò interessato. Stava davvero per confessare tutti i peccati? Il falso Kid invece sollevò un sopracciglio. Voleva proprio vedere che spiegazione avrebbe dato ora davanti a tutti, senza far saltare la copertura.

Invece la giovane ladra si avvicinò di un passo e così fece l'altro. Ad ogni singola parola si avvicinavano sempre di più, quasi fosse una sfida.

- Lo sappiamo- disse atona Aoko guardandosi le unghie.

-E sai anche perché sei qui?- chiese Kaito beffardo.

- Come esca di Kid!- rispose la ragazza innervosita.

- Ma allora sai la vera identità di Kid!- esclamò sorpreso il ragazzo- Altrimenti perché vorrebbero una ragazzina come le altre?

- IO una ragazzina come le altre? Ma fammi il piacere!- disse Aoko alterandosi sempre di più. L'amico cosa poteva sapere di chi fosse lei veramente. Non poteva criticarla in quel modo senza sapere niente.

- Ah e sentiamo, chi saresti? Una regina, un'aristocratica, una...- ormai erano vicinissimi, potevano sentire i loro respiri sulla pelle dell'altro e Kaito era intenzionato a batterla, a battere quell'essere che ormai non era più la sua amica d'infanzia, ma che stranamente... lo divertiva. Purtropp a metà della sua lista di cose che non era l'altra lo fermò bruscamente dandogli uno schiaffo

- Una ladra! Ok, io sono una ladra! Sono la Phantom Lady!- lo interruppe di scatto la ragazza. Ormai l'aveva detto.

Il giovane la guardò un po' shockato massaggiandosi la guancia che aveva ancora disegnata sopra la cinquina. Cosa andava blaterando l'amica? Lei una criminale? Le avevano fatto il lavaggio del cervello? Poi in particolare quella ladra? Non aveva niente a che fare con lei, erano completamente diverse!

Saguru deglutì, stava venendo tutta a galla e troppo velocemente, in un momento troppo poco opportuno.

Rosannah intanto guardava da una parte all'altra con lo sguardo di una che ci stava capendo poco e niente, quando all'improvviso connetté il cervello, cosa che nessuno dei due ladri aveva fatto durante l'intera discussione.

- Scusa Kaito, ma se lei è la Lady e l'hanno presa per far venire Kid, mentre tu sei venuto perché dicevi che se l'avevano presa era colpa tua allora tu sei...

 

No, no, no! Non poteva essere! Loro non potevano esserne veramente convinti! Allora era tutta una trappola nella trappola? Ma come avevano fatto a prevedere le loro mosse? Neanche una strega in gamba quanto quelle della sua stirpe avevano tale potere. Di poter cambiare il futuro, quando in realtà era impossibile.

Fece un giro su sé stessa per osservare tutte le pareti della stanza tappezzate tutte da foto dello stesso soggetto: Kaito Courbeau.

Prese un giornale per terra e poi un altro e un altro ancora. Riguardavano tutti furti fatti di recente, ma ce ne erano alcuni ancora più vecchi, risalenti a 8 anni prima, durante la sua prima apparizione a Tokyo.

Scostò qualche foto appoggiata su un tavolino e sotto tutti quei ritagli trovò finalmente l'indizio che confermava il sapere dei nemici: una foto di Harry Nezu.

Quel vecchietto!

Quel maledetto vecchietto che era apparso a sua volta 8 anni prima!

Effettivamente i collegamenti da fare non erano così difficili. Risalivano tutti ad una certa data che era stata impressa nella sua mente... il giorno della morte di Toichi.

 

Aoko spalancò gli occhi. Osservò Kaito per qualche secondo, il quale aveva avuto la sua stessa reazione. Cominciò a tremare e sentì gli occhi inumidirsi. No, non ora, doveva mostrarsi forte!

“No, no, no! Rosannah mente, non ha senso, lui non è Kid!” tentò di convincersi la ragazza.

Cadde in ginocchio con la testa fra le mani e ansimante. Ormai le lacrime erano uscite e sembrava non volessero più fermarsi.

C'erano troppe coincidenze. Tutte le volte che l'amico spariva ecco che compariva il ladro e poi la sensazione che quando lo baciava sembrava non indossasse veramente una maschera...

“ Smettila Aoko, è tutto uno scherzo della tua mente! Ragiona a mente lucida” pensò fra un singhiozzo e un altro. Il suo pianto era udibile per tutti i corridoi, tanto era disperato.

Kaito invece indietreggiò di qualche passo. Ora che la vedeva così assomigliava così tanto alla ladra di cui si era innamorato, con cui aveva passato il momento più bello della sua vita.

“Aoko non può essere la Lady, vero? Lei aveva più forme, lei era più sensuale, maliziosa” tentò di farsi venire in mente tutti gli aggettivi contrari al carattere della ragazza, ma ora davanti quel pianto non vedeva solo la ladra o solo la liceale, ma le loro immagini sovrapposte e ormai non c'era più dubbio, la riconosceva.

Entrambi alzarono la testa e si guardarono in faccia con gli occhi lucidi e increduli.

- Tu sei Kid.

- Tu sei la Lady.

 

“Devo trovare il modo di avvertirli!” pensò la giovane correndo con alcuni fascicoli in mano.

Non poteva andare tutto a rotoli così.

Finalmente aveva capito! Aveva capito chi ci fosse dietro tutto ciò! Come poteva essere stata così ceca! Lei in fondo aveva sempre saputo chi fosse il boss!

- È per questo che non possiamo lasciarti andare- disse una voce roca e maschile alle sue spalle.

Li sentiva, erano in tre dietro di lei e dalle loro ombre poteva riconoscerli.

- Non mi aspettavo niente di meglio dai numeri uno e due e da te, Snake!- disse tentando di sembrare divertita, quando in realtà si stava mordendo le labbra dalla tensione.

- Bene, ora- disse l'uomo più paffuto estraendo una pistola e tenendola sotto tiro- Seguici e aiutaci a completare i nostri piani se non vuoi che tutto ciò venga reso noto... capisci cara Lady?

Nota d'autrice:
Se qualcuno ci ha capito qualcosa me lo dica e gli faccio un monumento.
La storia durerà qualche capitolo più del previsto e per quanto riguarda quel nome che probabilmente nessuno di voi si ricorda... rivedetevi l'ultimo episodio di Magic Kaito, è quel vecchietto che appare nel caso di Kaito Courbeau.
Sul ritardo invece... non mi pronuncio che è meglio.
Xoxo
Virginia

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Capitolo 20
*** Verità a galla ***


Capitolo 20

Verità a galla

 

- Tu sei Kid.

- Tu sei la Lady.

Sono in tutto 7 parole. Solo sette parole, che erano riuscite a cambiare presente, passato e futuro di due ragazzi liceali, che da un giorno all'altro avevano intrapreso una carriera diversa. Ora le loro vite non erano più né rette incidenti, dove si sarebbero incontrati una sola volta, e ne rette parallele, dove avrebbero percorso la stessa via senza sapere mai nulla l'uno dell'altro, essendo sempre vicine, ma senza mai incontrarsi veramente. Il loro rapporto era più come una catena, dove ogni anello ad ogni incastro si incontrava con l'altro, infinite volte, a secondo della lunghezza di quella catena. Della loro vita. Non sarebbe mai stata una catena con degli anelli che non si univano. Ma tutte le catene con un solo anello rotto si spezzano.

Questi erano Aoko e Kaito. Erano 7 parole, una catena. Erano due liceali, due ladri. Un unico cuore... spezzato. Un'unica catena... spezzata. Era ormai arrivato il punto di rottura.

- Ehm, ehm...- si schiarì la voce Spider tirando fuori una lametta per le unghie da una tasca- Questa pausa di riflessione a mo' di teatro drammatico è molto commovente, ma sapete com'è, vorrei riuscire a finire queste vostre storielle entro domani mattina, ho un aereo per New York e vorrei fare in tempo.

Aoko si riprese per qualche secondo strabuzzando gli occhi. Era stata una stupida, un'emerita idiota. Voleva andare indietro nel tempo per cambiare tutto, per accorgersene prima. Avrebbe impedito al padre di essere preso in giro così tante volte, avrebbe impedito all'amico di smettere di essere quel criminale, avrebbe...

Ma l'unica cosa che in quel momento la fece veramente arrabbiare fu... Chikage.

- Lei lo sapeva fin dall'inizio- mormorò con una mano sul viso e guardando Saguru inorridita- Lei lo sapeva! Lo sapeva! Lo sapeva! E non me l'aveva detto! E anche tu lo sapevi! Mi avete mentito! Vi odio! Vi odio! Vi odio!

Kaito era ancora sgomentato. Continuava a non capire e gli sembrava sempre di più un incubo. Non seguiva i ragionamenti, non stava al passo con le parole dell'amica e ora voleva solo addormentarsi per non svegliarsi mai più. O forse svegliarsi fra le nuvole e non avere più alcun problema, debolezza, paura.

- Che cosa sapevo?- le urlò di rimando Saguru- Se sapevo che Kaito era Kid? Sì lo sospettavo! Se sapevo che Chikage era una strega e la ex Phantom Lady e Akako sua figlia? Beh sapevo anche questo!

Tutti nella stanza si irrigidirono e strabuzzarono gli occhi. Spider, Aoko e Rosannah spalancarono la bocca dallo stupore, mentre Kaito e il falso Kid per un motivo ben diverso. Come faceva lui a sapere... e ora grazie a lui anche l'organizzazione ne era al corrente, fantastico.

 

 

Flashback (Missing moment dal capitolo 12)

- Tu es une sorcière, ma cherie, non sum oblitus.

Era questo ciò che le aveva mormorato nella stanza di ospedale. Niente di complicato, delle parole che potevano essere dette da chiunque, ma se una strega le pronunciava... l'illusione cominciava e l'incubo peggiore nasceva nella mente della vittima.

Akako si toccò la testa, avvertendo un forte dolore e svenne sul letto d'ospedale.

 

- Chi sei tu?- chiese Chikage con gli occhi di ghiaccio alla figlia- Cosa sei?

La giovane era inginocchiata con la testa bassa e guardava il pavimento, coprendosi con i capelli il volto e le mani sul viso. Il piede della madre le premeva sulla schiena e anche senza vederla sapeva benissimo che aveva un ghigno sulla faccia. Il tipico ghigno di chi effettua l'incantesimo numero 1.

- Non lo so, per favore!- supplicò la ragazza scacciando un piccolo urlo a colpa della pressione del piede della madre sulla sua schiena dorsale che era aumentata.

Chikage sbuffò con un accenno di disprezzo e si inchinò al suo livello per sollevarle il viso con una mano e fissarla dritta negli occhi per impedirle di piangere.

- Chi sei tu? Cosa sei?- ripeté nuovamente.

La liceale tentò di sottrarsi dal contatto visivo. Sapeva benissimo qual'era il principio dell'incantesimo, l'ipnosi. Ma la madre anche se aveva perso i poteri era pur sempre una strega potente e non le avrebbe dato tregua finché lei non avrebbe ceduto.

Le forze la stavano già abbandonando e la vista era appannata. Si sentiva leggera, ma allo stesso tempo la sua mente era pesante. Qualcuno le stava perforando la testa, se lo sentiva, era quella la sensazione. Aveva raggiunto l'obbiettivo, non aveva più controllo delle proprie parole.

- Sono Akako Koizumi, sono una strega.

- A che famiglia appartieni?

- Provengo dalla stirpe dei Koizumi.

- Che magia usi?

- Magia rossa. È come la magia nera, ma più potente e meno illegale, si tramanda da generazione a generazione.

- Qual'è lo scopo dei Koizumi?

- Rafforzare la propria magia anche a costo di uccidere.

- Di chi devi seguire gli ordini?

- Solo da mia madre, Chikage Kuroba, la Ex Phantom Lady.

E più parlava e più si convinceva di ciò che diceva. Era un incantesimo talmente semplice, ma in pochi riuscivano a portarlo al termine e Chikage era una di quelli.

 

Si risvegliò con le infermiere che la guardavano preoccupate. Ah, giusto, era svenuta. Dicevano che parlava nel sonno e diceva cose sconnesse. Allora loro avevano sentito. Schioccò le dita e le tende bianche dell'ospedale si macchiarono subito di qualche traccia di rosso. I cadaveri per terra sarebbero stati rimossi successivamente. Si risdraiò sul letto leggermente sorridente, ma non si accorse che nel farlo aveva schiacciato un tasto del telefono sotto il suo cuscino. Non si ricordava che l'aveva lasciato lei stessa per mandare l'audio di quello che sarebbe successo a qualcuno che conosceva bene. La registrazione ormai era stata spedita e Saguru probabilmente la stava già ascoltando.

 

- Quindi voi sapevate tutto?- domandò Kaito arrabbiato- Tu Saguru sapevi tutto eh?- prese la rincorsa contro il ramato e lo afferrò per il colletto- Tu, lurido figlio di...

- ORA BASTA!

Tutti si voltarono verso l'ex ingresso della stanza, dove alcuni massi erano stati spostati per lasciar passare due uomini massicci, un altro incappucciato e infine una giovane donna con il viso coperto dalle bende. Ecco cosa era successo alla Lady. Era riuscita a scappare ma era stata catturata.

- Oh, ma che onore!- esclamò Spider applaudendo le mani, ancora comodamente appoggiato ad un muro senza il minimo interesse- Abbiamo qui la bella signora Kuroba!

- Non provare a pronunciare il cognome di Toichi lurido bastardo!- urlò la donna sputando ai piedi di tutti e tre gli uomini che la tenevano.

Con uno strattone uno dei tre le tirò via le bende e mostrò il suo viso. Gli occhi e i capelli color fucsia... non c'era dubbio, quella era proprio Chikage.

- Ah, giusto, tuo marito, che sbadato- rispose il mago biondo posandosi una mano in testa con finto dispiacere, quando in realtà i capelli coprivano il suo ghigno divertito- Dove sta ora? Se non mi sbaglio...

- In Paradiso e per colpa vostra!- urlò Kaito stanco di assistere ai fatti passivamente- È per questo che devo vendicarmi!

Chikage si morse un labbro per trattenersi. No, non ora, non dopo tutto quello shock!

- Ma come, Chikage-chan, non glielo hai ancora detto?- rise divertito il criminale e si avvicinò al giovane mago posandogli una pacca sulla spalla- Lui è ancora vivo.

 

Caro Kaito, probabilmente questo è l'ultimo disco che ascolterai. Spero che tu abbia trovato ciò che cercavi. In questo caso sei vicino alla verità e alla felicità. Sono fiero di te e della carriera che hai intrapreso seguendo le mie orme. Chissà, forse Ginzo sapendolo sarebbe altrettanto fiero, peccato sia un poliziotto, sarebbe potuto essere un secondo padre per te. Invece non ti ho lasciato nessuno. Spero che Jii abbia fatto il suo dovere in quest'ultimo anno, da quando sei diventato Kid. So purtroppo che lasciarti solo un maggiordomo e un passaggio segreto non è abbastanza. Avrai sofferto molto per la mia morte, ma un giorno riuscirai a sconfiggere chi mi ha ucciso e l'ultima tappa è vicina. Prendi Pandora, fallo per me. Ma soprattutto sconfiggili prima che facciano male alle persone che ti sono più care. Addio Kaito”

 

E lui qualche giorno prima aveva creduto a quell'addio. L'ultimo disco aveva detto giusto? Suo padre non era il tipo che mentiva, erano quei criminali a non raccontarla giusta.

-Impossibile, lui è morto 8 anni fa per mano vostra!- urlò arrabbiato. Mentivano, mentivano, mentivano! Non avevano prove, non c'erano evidenze. Suo padre se fosse stato vivo avrebbe passato quegli ultimi anni con lui, non l'avrebbe lasciato solo!

- Giusto, questo è quello che credevamo anche noi- prese parola Snake lasciando i polsi di Chikage e spingendola contro il falso Kid- E tua madre è stata brava a farcelo credere. Per 8 lunghi anni ha fatto da assistente al nostro Spider per convincerci che lei non sapeva niente di quella storia. Ha addirittura deciso di seguirlo a Las Vegas ed è tornata in patria solo quando è tornato lui. Lo seguiva come un cagnolino, ma chi si immaginava che allo scoccare del nono anno della loro collaborazione lei sarebbe tornata a Tokyo senza motivo? Kid era già riapparso, ma noi avevamo fatto in modo di mascherare tutte le sue notizie ovunque lei andasse e lei sembrava all'oscuro.

-Sembrava all'oscuro che suo marito fosse resuscitato e noi continuavamo a crederci!- esclamò d'un tratto Spider, con lineamenti visibilmente tirati. Doveva far male avere un'assistente che per tutto quel tempo aveva messo su una recita con lui- Ma quella volta a Tokyo c'erano due avvenimenti importanti: la comparsa di Kaito Courbeau e quella di Harry Nazu. Entrambi una grande spina nel fianco per noi. Uno un ladro, uno un detective. A far scattare il nostro stupore furono delle registrazioni di un furto di quel ladro a Las Vegas, dove questo si smascherava e prendeva il posto di quel vecchietto, mentre una donna lo aiutava a nascondersi dalla polizia. E immagina chi era quella donna!

- Cominciammo ad investigare- continuò il Sub-Boss- E ci accorgemmo che tutti gli avvenimenti e le persone portavano ad una sola data, l'anno in cui era morto il primo Kid. Capimmo che qualcosa non andava e con l'arrivo di Sambuca... scusate, Frog... tutto ci fu svelato. Lei capì subito tutto. Lei capì che Toichi Kuroba era VIVO e si nascondeva sotto quei due alter-ego. Chi avrebbe sospettato che Kaito Kid, il mago della colomba fosse diventato Kaito Courbeau, il mago del corvo dalle piume nere? E anche ora è qui, a fare beffa di noi, nascondendosi sotto il suo vecchio costume!

 



- Chikage-saaaaan!- gridò un'Aoko gioiosa e con il sorriso stampato in faccia. Aveva una rosa fra i capelli ed era appena tornata da una scampagnata con il padre. Loro non sapeva niente.- Dov'è Kaito-kun?

La donna sorrise dolcemente e si abbassò alla sua altezza. Le diede un buffetto sulla guancia e le tirò un po' i capelli, facendola ridere. Era come una seconda madre per lei.

- Kaito-kun è un po' triste, purtroppo abbiamo un lutto.

Il sorriso della bambina si spense e cominciò a tremare.

- C-chi è m-morto?- chiese già con le lacrime agli occhi.

Chikage osservò prima il viso del vicino di casa, anche lui ansioso di sapere la risposta, e successivamente la dolce Aoko, sembrava così fragile, niente in confronto ai piani per lei che aveva in futuro. Ginzo forse l'avrebbe presa anche peggio, forse era meglio se avesse prima usato dei preliminari...

- Toichi.

La rosa cadde dai capelli della bambina e si andò a posare per terra. La mattina dopo Kaito scendendo l'avrebbe trovata sul pianerottolo coperta di rugiada, senza sapere che in realtà quelle erano lacrime.

 

Non fu una sorpresa solo per Kaito, ma anche Aoko sentì una strana sensazione invaderle il cuore. Dovevano essere arrabbiati, tutte quelle verità nascoste, eppure ora sentivano solo sollievo. Toichi era vivo! Era vivo! Che importava se gli aveva mentito per 8 anni, l'importante era che ora era lì! Ora erano insieme e non importava se stavano per morire, l'importante era essersi ritrovati!

“ Mi ha abbandonato” fu invece il primo pensiero di Kaito.

Strinse i pugni e nascose il viso per non dare a vedere le lacrime che gli gonfiavano gli occhi. Non ce la faceva più, voleva andare a casa. Perché tutto in un solo giorno?

Basta, era ora di reagire, doveva sapere se quella era tutta una frottola.

- Togliti quella maschera- ordinò al falso Kid. L'altro tentennò e rivolse uno sguardo a Chikage, a cui però non fu data risposta. Kaito si innervosì- Ho detto, togliti quella maschera!

Corse verso l'altro e lo strattono per la camicia. Con una mano gli strinse il naso e lo tirò.

Ecco, ora tutte quelle fantasticherie sarebbero state smentite e lui sarebbe tornato a piangere sulla tomba di suo padre, che sapeva essere piena.

Invece no. Probabilmente la bara era rimasta vuota per 8 lunghi anni.

La maschera si tolse e Aoko corse come un fulmine ad abbracciarlo.

- Finalmente è tornato- disse commossa con la voce spezzata- Toichi-san.

 



- Toichi, rinuncia per favore.

La voce di Chikage era supplichevole. Non voleva perderlo per 8 anni, sarebbe stato troppo. Sarebbero stati tutti e 4 divisi per troppo tempo. Già aveva dovuto abbandonare la sua piccola, ora non voleva lasciare anche suo marito.

- Chikage, io ti starò sempre vicino, non preoccuparti- la rincuorò il mago- Ma adesso devo andare a fare questo spettacolo, anche se grazie a te so che sarà l'ultimo.

L'uomo fece per scostare la tenda, ma lei lo trattenne per un braccio. Sembrava una bambina che non voleva buttare via il suo giocattolo preferito.

- E fra 8 anni come ti rintegrerai nella società? Non potremo di certo dire che sei risuscitato!

Toichi sospirò e le diede un buffetto sulla testa.

- Yukiko e Sharon mi aiuteranno, entrambe hanno contatti importanti e riusciranno a trovare una soluzione a tutto questo.

- Ma Toi-chan!- si lamentò per l'ennesima volta Chikage.

- Mi fido di te.

Furono le ultime parole che le rivolse prima di morire agli occhi del mondo intero.

 



Toichi abbracciò Aoko con tutto l'affetto possibile e tese un braccio verso il figlio, che pareva molto riluttante.

Kaito si diede dei pizzicotti. Uno. Due. Cinque. Dieci. Sentiva il bruciore. Non era tutto un sogno. Non desiderava più che lo fosse.

- Sta diventando tutto troppo strappalacrime- si lamentò il boss e estrasse una pistola dalla tasca- Ora voglio sapere veramente come ha fatto a fuggirci e ha nascondersi tutto questo tempo!

Puntò l'arnese verso Saguru, l'unico, eccetto Rosannah, rimasto fuori dal gruppo.

 

In quel momento i massi sotto i loro piedi cominciarono a muoversi e dalle crepe cominciarono a scintillare fiotti di luce rossa.

I pochi muri ancora rimasti in sesto cominciarono ad oscillare e un pezzo di intonaco cadde addosso a Snake colpendolo alla testa.

Le rocce su cui si reggevano si muovevano sempre di più e alcune di loro cominciarono a volare spinti da quella forza misteriosa che era riuscita a creare quell'attimo di panico.

Rosannah corse verso gli altri e si aggrappò ad una manica di Toichi, il quale fece comparire un deltaplano sulle sue spalle.

- Possiamo andare solo tre alla volta!- urlò, tentando di sovrastare il rumore di quello che ormai era diventato un terremoto in piena regola.

Il mago prese Aoko e Kaito e volò fuori, per poi posarli a terra.

Gli era mancata moltissimo la sensazione di un terreno stabile sotto i piedi e la prima cosa che fecero fu abbracciarsi, senza pensarci.

Da fuori videro il primo piano sprofondare sotto il peso dei superiori e tornarono alla realtà. C'erano ancora gli altri là dentro.

- Papà, per favore, vai a prendere gli altri!

Toichi non se lo fece ripetere una seconda volta e tornò in quel caos. L'unica differenza che vi notò fu uno Spider rivolto verso terra con un buco in fronte e una pistola fra le mani.

- H-ha t-tentato di sparare e-e i-io- disse singhiozzante Rosannah. Aveva una pistola fumante in mano.

Toichi non ci fece caso e si preoccupò di caricarli, ma un altro sparo gli strisciò la tempia.

Il vice e il capo erano ancora in piedi e non avevano intenzione di fuggire e lasciarli andare.

- Scappiamo- mormorò il mago e prese per un braccio i due giovani, lasciando solo la moglie ad affrontare la situazione. Come aveva detto 8 anni prima, si fidava di lei.

- Akako è ancora lì sotto!- urlò Saguru tentando di scendere dal deltaplano, ma con scarsi risultati.

Appena anche loro toccarono terra l'edificio crollò completamente.

- Mamma!- urlò Kaito disperato.

- Akako!

- Chikage!

 



L'uomo fece un colpo di tosse. Era intrappolato con accanto il corpo del compagno morto. L'ultima cosa che si ricordava era stato lo sprigionamento di tutta quella energia. Era stata Frog... o meglio, Akako. Era consapevole che era stata lei a fare tutto ciò. Lei aveva organizzato tutto. Aveva fatto riunire tutti i membri in quel posto e poi era riuscita a ucciderli in un colpo solo. E a salvare i suoi amici. Non era mai stata completamente dalla parte del male. Era una grande strega. Era riuscita ad ingannarla. Lei. La capostipite.

Sorrise, consapevole che ormai nessuno poteva più vederla.

Una lacrima le rigò il volto. La prima della sua vita. Voleva morire da umana.

L'incantesimo si ruppe e i capelli laccati da uomo scomparvero per lasciare posto a una folta chioma rosa pallido. Il naso da adunco divenne allungato e la bocca si screpolò. Gli occhi erano tornati di un semplice celeste pallido, che ricordavano moltissimo quelli del nipote.

Era quella la sua fine. In un mare di rocce, accanto ai cadaveri e ricoperta di polvere. Era quello che si meritava. Per aver messo a repentaglio la vita della sua intera stirpe.

Era finita.

- Non così in fretta!

 




- S-sono... m-morte?- chiese Rosannah con la voce spezzata e surreale.

Tutti abbassarono il volto. Non vi era altra spiegazione. Nonostante tutte le lacrime versate quel giorno i loro occhi non volevano saperne di smettere di piangere.

Kaito non poteva credere di dover perdere la sorella e la madre appena ritrovato il padre. Si buttò a terra e cominciò a colpire il terreno senza sosta. Le rivoleva indietro, voleva che qualcuno la giù, quel caro Lucifero che contattavano sempre, ascoltasse la sua preghiera.

- È ingiusto!- gridò accasciandosi sul terreno bagnato dalle sue lacrime- Akako! Mamma! Perché?!

- E smettila di lagnarti una buona volta!

Tutti alzarono lo sguardo, troppo increduli per poter udire al suono di quella voce.

Akako era lì davanti a loro, sporca di terra e zoppicante, ma pur sempre viva.

- Beh, che succede? Il gatto vi ha mangiato la lingua?

Saguru fu il primo a risvegliarsi e in un secondo si buttò sulla povera ragazza, che non aspettandoselo cadde all'indietro.

- Sei viva!- le mormorò il detective all'orecchio.

Non poteva crederci, ma anche lui stava forse... piangendo?

Lo abbracciò e poi rivolse uno sguardo agli altri. Erano rallegrati, ma nei loro occhi si leggeva una domanda.

- La mamma...- cominciò la ragazza raddrizzandosi- Ha ancora delle faccende da sbrigare, noi andiamocene.

 





- C-Chikage? S-sei proprio tu?- chiese timorosa. Sapeva che per una strega c'erano cose peggiori che morire. E questo era ciò che la figlia le avrebbe probabilmente inferto.

- Mamma, quanto tempo! Com'è essere il boss dell'organizzazione criminale che ha tentato di uccidere il marito di tua figlia?- disse sarcastica la ladra sostando un masso che impediva alle due di parlare a tu per tu, faccia a faccia, da madre e figlia.

- Da quanto lo sapevi?- percepì una nota di terrore nelle parole dell'anziana.

- Mh... neanche un'ora credo- rispose raggiante la donna. Sembrava felice- Ma probabilmente Akako è molto più intelligente di quanto sembri. Chissà, forse sa già il futuro fino alla sua morte e forse anche oltre. È giovane, il suo potere è forte, mentre tu mammina sei vecchia, decrepita e questa è la fine che ti meriti!

L'anziana sembrò toccata da quelle parole. Si sentiva in colpa, era vero. Sentiva che probabilmente quella sarebbe stata l'ultima conversazione che avrebbe tenuto. Il suo corpo era debole. Erano i suoi ultimi istanti. Non li avrebbe certo persi a litigare con sua figlia.

Chikage però era di un altro parere. Quella donna le aveva rovinato la vita, doveva pagarla. E non doveva morire per semplice soffocamento causato da una caduta di rocce, doveva essere lei ad ucciderla. Ne aveva tutto il diritto!

- Chikage, i-io non voleva farvi del male, d-davvero!- la donna le si aggrappò ad una gamba. I capelli che le ricadevano stanchi sulle spalle e il viso smunto che richiedeva pietà- Io volevo temprare la mia nipotina! Volevo metterla alla prova! Io...

- Tu niente, mamma!- esclamò Chikage in un impeto di rabbia. Quella donna era pazza! Pazza!

Con uno strattone si liberò l'arto e le diede un calcio. Ignorò gli occhi celesti dell'altra che la guardavano supplicanti e le prese il volto fra le mani.

“Lucifero... Grazie di tutto... Presto ti raggiungerò”

L'anziana chiuse gli occhi e esalò il suo ultimo respiro. Gli ultimi rumori che si sentirono furono quelli di ossa rotte e di lacrime e singhiozzi mai svelati.

 




Il viaggio fino a Tokyo fu molto silenzioso e arrivati a destinazione tutti se ne andarono senza rivolgersi la parola. Akako strinse la mano di Kaito (che evitava bellamente di guardare Aoko) e seguì i genitori all'interno della casa, che finalmente avrebbe avuto tutte le stanze occupate. La vicina invece si soffermò sulla soglia del giardino non sapendo cosa dire al padre una volta rientrata. Cercò lo sguardo degli amici e trovò quello di Saguru incoraggiante che le faceva segno di entrare, mentre lui se ne stava per andare via a piedi.

- Ehi ragazzi!- esclamò Rosannah- Capisco tutto lo shock di oggi, ma ricordate che domani c'è il ballo!

Oh cavolo! Il ballo! Ecco cosa si erano scordati!

- Io credo che non ci andrò, ho perso l'accompagnatore come ben sai- rispose Aoko tentando di velare la delusione

- Oh, non ti preoccupare, puoi andarci con Kaito! Io d'altronde non ci vado più, quindi è libero anche lui!

Rosannah senza il minimo ripensamento per quello che aveva detto se ne andò saltellando, lasciando gli altri a bocca aperta.

Svoltando l'angolo si fermò e sorrise in modo poco rassicurante, estraendo da una tasca il cellulare e una sigaretta, che sistemò immediatamente fra i denti. Dopo averla accesa digitò un numero e avvicinò l'apparecchio all'orecchio. Prese una boccata di fumo e espirò, subito prima che all'altro capo del telefono rispondessero.

- Pronto? A cosa devo questa chiamata?- chiese una voce maschile tagliente e profonda.

- Sambuca è andata, ma per il suo lavoro garantisco per lei, non ha mai raccontato bugie sul conto del sospettato- rispose la ragazza prima di accorgersi che il vento le aveva spento la sigaretta. Imprecò a bassa voce.

- Quindi è ufficiale?

- Sì, Kaito Kuroba non è Shinichi Kudo, questi è ufficialmente morto... Gin.

 

 

Note di un'autrice molto molto cattiva con i suoi lettori (e con questo ho detto tutto):
Ciao, no, non sono morta! (non ancora)
Sono soltanto un'adolescente con una grave mancanza di ispirazione, che stava addirittura sotto esami T-T
So benissimo che non ci sono scuse per quello che non ho fatto!
E comunque, passando al capitolo, spero che si capisca tutto, dato che il prossimo sarà l'ultimo con l'epilogo, che vi avverto sarà incentrato solamente sulle relazioni amorose dei personaggi (ehi, è un ballo di fine anno cosa vi aspettavate?), mentre questa si può dire che è la fine della storia con i colpi di scena. 
So che è bruttina l'idea di chi fosse il boss di quell'organizzazione, ma non mi veniva in mente nessun nome migliore. Cioè, chi ci dovevo mettere, la mamma di Aoko????? 
Vabbè, a parte qualche flashback inutile che ha il potere di confondere ancora di più le idee dei lettori e altre stranezze di vario genere, ho riletto il capitolo e credo che sia all'altezza della storia come finale "d'azione"
Ok, ci vediamo all'epilogo (che spero sia presto)
Xoxo
Virginia
Ps: Non vi preoccupate, adesso che mi sono "sbloccata" tornerò anche a scrivere recensioni! :)

 

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Capitolo 21
*** Ora e per sempre (+Epilogo) ***


Capitolo 21

Ora e per sempre

 

Domenica 29 Marzo

Era la prima volta dopo tanti anni che il liceo Ekoda organizzava un ballo di fine anno. Il “Masquerade of love” un tempo era stato molto famoso per la stravaganza e la varietà dei costumi che indossavano i liceali per parteciparvi, e la professoressa Konno aveva deciso di riportare in vita la tradizione, facendo accedere al ballo unicamente i ragazzi con i costumi più originali.

- E da quando un ippopotamo è elegante? Il prossimo!

Per molti fu arduo essere ammessi al ballo e la docente continuò a scacciare moltissimi alunni fino a quando non si trovò la copia perfetta di Kaito Kid davanti. In molti avrebbero potuto giurare di averla vista arrossire quando questi le fece il baciamano.

- Professoressa, è incantevole come sempre- le disse il ladro con una voce piuttosto melliflua.

La donna, così stordita da non accorgersi di niente, finì per lasciare entrare tutti gli studenti, anche quelli a cui prima aveva bocciato i costumi.

- Ottimo lavoro fratellino- disse Akako, chiedendosi se effettivamente il fratello avesse ereditato un minimo di poteri dalla madre.

- Non c'è di che. Ma la prossima volta potresti semplicemente evitare di metterti un costume da strega così provocante!- le rispose il ragazzo piuttosto scocciato.

Aveva dovuto fare quella scenata soltanto per colpa di Akako che, pur di riconquistare il detective, si era messa quell'abito così succinto da attirare gli sguardi di tutti i ragazzi, nonostante avesse fatto cessare l'incantesimo d'innamoramento.

Lui invece era alla ricerca di un'unica persona, che era sicuro avrebbe attirato altrettanti sguardi.

- Ehi, ma quella non è la Phantom Lady?- sentì dire da un ragazzo appena entrato in sala – Chissà chi si cela dietro quella maschera!

A Kaito salì un moto di rabbia. Tutti quei ragazzi che ora stavano circondando la ladra non erano attirati veramente da lei, ma dal suo aspetto (ok, forse anche lui era stato come loro, ma era diverso... più o meno). Se avessero saputo che dietro quel costume c'era la sua amica d'infanzia, probabilmente si sarebbero allontanati.

Alcune liceali si avvicinarono a lui per invitarlo a ballare, ma lui le rifiutò tutte. Non era lì per quello, ma per chiarire con Aoko.

Tutto d'un tratto gli venne un'idea.



 

Saguru non amava i balli. Era qualcosa di risaputo perfino dai muri. Era riuscito ad entrare con il suo mediocre costume da Sherlock Holmes solo grazie al trambusto che aveva creato quell'idiota del suo migliore amico. Ma in realtà gli era grato perché era riuscito a trovare Akako solo grazie a quel caos iniziale.

Entrato nella sala dove si svolgeva il ballo si accorse che era stata arredata veramente bene. Con festoni, palloncini, un'orchestra e un tavolo per il buffet da un lato, tutto ricordava molto un ricevimento di classe.

In quel momento partì un lento e il detective colse l'occasione per avvicinarsi di soppiatto ad Akako e “prenderla in prestito”.

- Ehi!- disse la ragazza sorpresa.

Il ramato le fece un inchino, per poi prenderla per mano e portarla al centro della sala per ballare. Notò che gli zigomi della strega si erano leggermente imporporati a quel contatto e ne fu piuttosto felice.

- Quale onore poter danzare con Akako Kuroba!- le disse scherzosamente.

Le fece fare una piroetta, per poi metterle una mano sul fianco.

- Allora hai saputo del cambio del nome- sussurrò la ragazza rattristandosi- Sai, adesso che è tornato anche Toichi... pardon, mio padre... sarebbe meglio se tenessimo tutti lo stesso cognome. Sai, a causa delle pratiche burocratiche...

Il ragazzo assentì, rimanendo impassibile. Aspettava che fosse lei a scusarsi, o almeno a portare la conversazione su quello specifico argomento. Ma l'ansia lo stava divorando all'interno.

- Riguardo a quello che è successo ieri- non riuscì a trattenersi e parlò per primo- ero troppo scioccato per parlarti...

- In pratica vuoi dire che non vorresti stare con un'assassina bugiarda con dei poteri sovrannaturali- concluse Akako.

Saguru rimase sbigottito da quella risposta. No, non era assolutamente quello che voleva dirle, come le era venuta in mente una cosa del genere?

La ragazza prese l'allentare della presa sulla sua vita come una conferma da parte del detective e si allontanò, lasciandolo da solo al centro della pista piena di coppiette.

Quando Saguru si riprese, Akako era già fuori dal suo campo visivo.

- Merda!



 

Dire che Aoko era stata costretta a partecipare al ballo era semplicemente un eufemismo. In realtà quella mattina alla sua porta si era presentata Chikage con un'altra donna chiamata Yukiko e l'avevano in sintesi rapita. Poco prima di essere imprigionata in casa Kuroba era riuscita a vedere Toichi che suonava il suo campanello di casa e suo padre svenire credendo di aver visto un morto. E da quel momento aveva passato 6 ore di inferno nella stanza segreta della Phantom Lady ad essere truccata e abbellita al meglio.

- Perché dovrei andare al ballo?- aveva chiesto alla signora Yukiko.

- Perché non ci dovresti andare?- le aveva risposto la donna. E in seguito avevano parlato soprattutto di argomenti futili e di come fosse riuscita a diventare una ladra così perfetta in così poco tempo.

Ed ora Aoko si trovava lì, in una sala da ballo e circondata da ragazzi che le facevano a dir poco paura per gli sguardi che le rivolgevano.

- E chi ci sarebbe sotto questo costume attillato?- le chiese un liceale, avvicinandosi pericolosamente.

“Calma Aoko, sono solo degli adolescenti in piena crisi ormonale, hai affrontato sfide peggiori” si disse fra sé e sé, ma non servì a molto quando una mano le toccò il sedere.

Alzò una gamba e si preparò a dare un calcio a chiunque avesse tentato di palparla, ma quando si girò trovò solamente dei ragazzini con una faccia terrorizzata, uno dei quali con una bel bernoccolo in testa. Davanti a loro riconobbe una figura con un mantello bianco familiare.

- Kait- non fece in tempo a finire che venne trascinata fuori dalla sala.

E per la seconda volta in quel giorno si chiese se ai Kuroba piacesse rubare anche le persone oltre che alle pietre preziose.



 

“ Non farti trasportare dalle emozioni”

Per sua madre era tanto facile mettere in atto questa filosofia di vita, ma ad Akako, nonostante fosse ormai una strega al 100%, risultava praticamente impossibile.

Gli aveva mentito. Aveva mentito a tutti. Aveva fatto del male a tutti. Si era unita ad un'organizzazione criminale con scopi loschi e malvagi.

- Sono un mostro- si disse, quando fu finalmente fuori dalla sala.

- Non è vero.

Si girò sorpresa e vide che Saguru l'aveva seguita. Non avrebbe mai rinunciato a lei, un altro motivo per cui non lo meritava affatto.

- Invece sì! Ho ucciso innumerevoli persone! Ho tentato addirittura di ammazzare mio fratello!- non riusciva a tenersi tutto dentro, doveva sfogarsi, doveva dire a qualcuno che razza di persona era veramente, anche a costo di allontanarlo per sempre- Sono una strega! Una strega la cui magia è stata creata solo per fare del male, per far soffrire! Dillo! Dillo che son...

Non riuscì a finire la frase a causa di due labbra che si andarono a posare impetuosamente sulle sue. Si sentì stringere da un abbraccio forte e possente, uno di quelli che non avevano intenzione di lasciarla andare.

Quando il detective si staccò, la trovò così imbarazzata da fargli scappare un risolino, che però represse per non rovinare il momento.

- Se mi avessi lasciato finire di parlare,- cominciò Saguru, guardandola negli occhi- avresti capito che io non ti vedo affatto così. Akako, tu sei un genio! Hai architettato un piano così geniale e sei riuscita a far coesistere sia la tua sete di sangue che l'amore per la tua famiglia, i tuoi amici e la giustizia in un modo stupefacente! Io ti ammiro! Non potrei mai disprezzarti, al contrario, quello che è successo ieri mi ha fatto innamorare di te ancora di più!

La strega rimase a bocca aperta. Le veniva da piangere, come non era mai successo in tutta la sua vita. Ma non poteva, non poteva rinunciare ai suoi poteri. Perché Saguru aveva detto che le piaceva così com'era, con i suoi pregi e i suoi difetti.

- Non vorresti cambiare neanche le mie mani sporche di sangue?- chiese ancora timorosa.

Saguru alzò gli occhi al cielo. Certo che se ne faceva di problemi la sua parte più umana.

- No, non cambierei assolutamente niente- rispose sicuro, per poi usare un tono più scherzoso per prenderla in giro- Anche se il tuo cognome...

La ragazza spalancò gli occhi. Che cosa aveva che non andava Kuroba? Aveva paura che la confondessero per Kaito?

- Beh, se non ti piace Kuroba posso sempre ritornare Akako Koizumi- disse confusa, ma quando notò un sorriso sulle labbra dell'altro, si insospettì leggermente.

- Veramente...- continuò il ragazzo divertito- Penso che Akako Hakuba suonerebbe molto meglio.

Il cervello di Akako ci mise qualche secondo per elaborare quelle parole... Aveva sul serio detto che...

- Non mi dirai che...

- Esatto Akako- rispose serio Saguru- Voglio passare con te il resto della mia vita.

La strega si coprì la bocca con una mano. Non era mai stata così felice. Le lacrime erano trattenute a stento, ma anche se le avessero rigato il volto non gliene sarebbe importato niente.

Si lanciò nuovamente fra le braccia dell'altro e posò la testa nell'incavo della spalla del detective.

- Poi però non ti lamentare se dovrai portare con te nei tuoi viaggi in Inghilterra un branco di streghette!



 

Alla fine si erano entrambi travestiti per niente, poiché al ballo ci erano stati meno di cinque minuti. Kaito rimpiangeva che il padre appena “resuscitato” gli avesse fatto una ramanzina su come aveva trattato Aoko, mentre questa si chiedeva quale fosse stata l'utilità di prepararsi per tutte quelle ore per poi essere rapita da un ladro gentiluomo.

La strada per fortuna era deserta, altrimenti la gente si sarebbe insospettita a vedere due ragazzi travestititi da ladri camminare insieme.

Kaito continuava a stringerle la mano e a portarla chissà dove, quando la ladra si stufò e piantò i piedi a terra.

- Io non mi muovo di qui se non mi dici dove stiamo andando- disse la ragazza incrociando le braccia al petto- Potevamo benissimo confrontarci in sala anziché uscire fuori e prenderci un raffreddore !

Il corvino sospirò e si portò due dita su una tempia per pensare a come risponderle senza darle dell'idiota.

- Pensi davvero che sia conveniente parlare di una famiglia di ladri e di streghe e di un'organizzazione criminale per strada?

La ragazza socchiuse leggermente la bocca e, controvoglia, continuò a seguirlo. Fra i due si creò un silenzio imbarazzante difficile da rompere.

- Kaito, ma tu cosa provavi per la Lady?

Il ragazzo rallentò un poco, scioccato per una domanda così diretta. Si voltò per guardare negli occhi l'amica e capì che voleva una risposta vera.

- Credo le stesse cose che provavi tu per Kid.- rispose sincero. Non poteva leggere nella mentre dell'altra, ma non era stato così ceco da non accorgersi delle occhiate che gli aveva rivolto la Lady tutto il tempo passato insieme.



 

- Chikage-san, perché vorreste passare la notte da me?- chiese Ginzo, ancora confuso a causa della sorpresa che aveva ricevuto quella stessa mattina.

Davanti a lui i signori Kuroba (e un ottimo vino d'annata) aspettavano che desse loro il permesso d'entrare.

- Ma come Ginzo, ti sei già scordato le bevute che ci facevamo 8 anni fa?- chiese Toichi sorridente.

Nakamori sospirò e fece loro segno di entrare. La spiegazione che l'amico aveva dato alla centrale era stata molto vaga e molte dinamiche dell'accaduto non gli erano ancora chiare. Dove era stato tutti quegli anni? Come aveva vissuto? Perché non era tornato dalla moglie e dal figlio?

- Ok, beviamoci su!

Un bicchiere dopo l'altro all'ispettore venne sempre più sonno, finché non si addormentò con la testa sul tavolo. Il sonnifero aveva fatto effetto. I due coniugi si batterono il 5 e sorrisero.

- Ma non eri venuta qui per parlargli della storia di Aoko e la Lady?- chiese il mago alla moglie.

La donna gli fece l'occhiolino e scosse la testa. Come se gli avrebbe mai confessato un segreto del genere al posto della sua Aoko-chan.

- Veramente l'ho fatto per lasciare a Kaito e Aoko casa libera.



 

Quando raggiunsero casa Kuroba Aoko fu restia ad entrare.

- Non c'è nessuno- le assicurò Kaito, a conoscenza del trattamento che la madre aveva riservato per l'intera mattina e buona parte del pomeriggio all'amica.

Entrarono in casa e Kaito la portò nella sua stanza.

- Mh... Non per dirti niente, ma potrei equivocare il fatto che mi stai invitando a sedermi sul tuo letto per parlare- disse la ragazza alzando un sopracciglio.

Per un attimo al ladro sembrò che l'immagine della sua migliore amica si sovrapponesse a quella della Phantom Lady. Ma che stupido, erano la stessa persona, era ovvio che adesso che lo sapeva riusciva a riconoscere dei tratti caratteriali comuni.

- Come se non avessimo già...- il ragazzo si fermò in tempo, non capendo come gli fosse venuto in mente di dire una cosa del genere.

Aoko, ancora sulla porta, diventò completamente paonazza. Giusto, lui dopotutto era sempre stato Kaito Kid.

- Perché non me lo hai detto?- chiese, più a sé stessa che all'altro- Perché non ti sei fidato di me?

Ringraziando il cielo per il fatto che l'amica avesse lasciato stare deliberatamente l'altro argomento, Kaito dovette prendersi un po' di tempo per risponderle.

- Anche tu non l'hai mai fatto.

La ragazza strinse i pugni e gli si avvicinò per poi prenderlo per la cravatta del costume.

- Ma tu lo sai perché io non l'ho fatto?- chiese, a quel punto parecchio alterata- Perché tu in quel periodo non facevi altro che stare con Rosannah, che flirtare con lei! E tu mi hai mai calcolato? Ma no, io per te sono sempre stata solamente la migliore amica piatta e infantile, non ti sei mai accorto quanto fossi cresciuta e maturata!

A Kaito venne da piangere a vedere l'aspetto di Aoko in quel momento. Gli occhi arrossati e le lacrime che facevano capolino da sotto le palpebre. Aveva una voglia pazzesca di abbracciarla e di calmarla, ma sapeva che non avrebbe funzionato.

- Ti sbagli!- rispose sbalordendola- Io Rosannah l'ho frequentata solamente perché mi ricordava te! Aoko, io ti vedo più che una semplice amica, ecco, i-io...

La ladra, ormai del tutto calma, lo guardò con gli occhi sognanti. Voleva sentire quelle due parole che sognava le venissero confessate da anni. Perché era giunto il momento, era ora di dirlo.

- Ti amo...

Le scappò di bocca, le sue corde vocali avevano agito da sole, senza il suo consenso. Lei stessa ne fu stupita. Mai avrebbe pensato di essere la prima a confessarsi, tanta era la paura di essere respinta.

Kaito, invece, rimase paralizzato. Era tutto vero? L'aveva detto sul serio al suo posto?

Guardò la, ormai non più, amica di infanzia e capì che non se lo era sognato. Quello che aveva davanti era veramente il volto di una ragazza innamorata.

Gli tornarono in mente tutti i momenti trascorsi con lei. Quelli belli, quelli brutti, quelli da Aoko e Kaito e quelli da Phantom Lady e Kaito Kid. Un susseguirsi di risate, scherzi, ma allo stesso tempo di pianti e malinconia. E se le cose fossero andate in modo diverso forse non avrebbero sofferto così tanto. Ma adesso, lì, nella sua stanza, non importava più niente. Le bugie passavano in secondo luogo, qualunque parola sarebbe stata inutile in confronto all'amore che albeggiava nei loro occhi. E Kaito non riuscì più a resistere al suo istinto.

Senza pensarci due volte la buttò sul letto. E fece un errore già commesso in passato.

 

Flashback capitolo 12

- Mi dispiace per quello che sto per fare- si scusò Kid, prima di gettarsi bramoso sulle labbra della partner, schiacciandola contro il muro.

Passione, sfogo, forse anche amore, non sapeva come chiamarle, ma ogni volta che la osservava provava quelle emozioni così forti, inimmaginabili per una persona sempre razionale come lui.

La ladra si lasciò bloccare con facilità e rispose velocemente al bacio, senza alcun dubbio, tentando a sua volta di provocarlo con la lingua.

Era un gioco pericoloso, ma ci stava, anche perché lui le faceva emergere una parte passionale del tutto sconosciuta.

Il ladro cominciò a toccarla e la prese in braccio per spostarla su quel divano rovinato, ancora macchiato di caffè, che però aveva il giusto spazio per il suo corpo e quello della collaboratrice.

Non oppose resistenza, lasciò che Kid la poggiasse non troppo gentilmente con la testa che toccava i braccioli e le gambe che si distendevano per tutta la lunghezza del sofà. Si lasciò sovrastare e sorrise. Non era la solita Aoko e quello che fece da lì in poi, forse la sua coscienza non lo stava neanche registrando, non era opera sua, era opera della Lady.

 

-A-Aoko... F-forse dovremmo f-fermarci...

Kaito la stava guardando in modo diverso. Non come guardava la Lady, né con lo sguardo con cui la prendeva sempre in giro. Era qualcosa a cui non era abituata, era lo sguardo con cui la guardava senza che le non se ne accorgesse, uno sguardo rivolto a lei e solo a lei, non a qualche ladra, non a qualche Rosannah. A lei.

 

Kid le stava addosso. Non vi era una parte del corpo del ladro che non la toccasse. Non sapeva come sentirsi.

- Sei piuttosto docile oggi- sussurrò il ladro con le labbra premute sul collo della ragazza.

 

- Kaito, ti ricordavo più intraprendente.

Doveva fare il gentiluomo proprio ora? Proprio ora che si sentiva pronta a compiere questo passo così importante con lui, Kaito Kuroba? Eppure non aveva esitato a toccare la Lady.

“Questo dimostra che tiene più a me” pensò Aoko e non ci mise molto a fiondarsi nuovamente sulle labbra dell'amico, che questa volta prese coraggio e si staccò per cominciare a baciarle i pezzi di corpo scoperti, che rivelavano la pelle liscia e candida della ragazza.

 

La bocca, il mento, il collo, l'incavo fra quest'ultimo e la spalla... Il mago non si fermò finché non trovò quel lembo di stoffa di troppo ad impedirgli di continuare.

Portò le mani sull'orlo della maglietta fiammeggiante dell'altra per togliergliela e si accorse che stava tremando. Era una cosa nuova per lui, non sapeva come muoversi. La Lady, poi, gli metteva agitazione, perché in quel momento era vestita normalmente e indossava la maschera della persona che tanto amava.

Non ancora del tutto sicuro di quello che stava per fare le tolse il cappotto e poi la maglietta. Inutile dire che erano entrambi rossi come peperoni.

 

Erano più fluidi nei movimenti rispetto la prima volta. La scia di baci non si interruppe neanche quando la tuta da Phantom Lady si mise di mezzo. A Kaito bastò tirare giù veloce la zip e continuare ad avanzare, ogni tanto gettando un'occhiata ad un'Aoko più che in estasi.

Ammirò quel corpo, già visto, ma non abbastanza. L'amava, sì, l'amava anche troppo.

- A-Aoko, io non so se r-riuscirò a fermarmi.

 

Kid, vestito da Kaito, era più impacciato di quanto si potesse credere. Forse lo era solo perché con una maschera sul volto aveva qualche difficoltà nel baciarla. Quando le mani del ladro cominciarono a tirarle su la maglietta e per sbaglio le sfiorarono il petto, una scossa percorse tutto il corpo della ragazza.

K-Kaito” pensò Aoko. Non era un pensiero rivolto al ladro.

E si accorse che non era giusto quello che stava facendo.

 

- Ti ho già fermato una volta, non ci penso nemmeno a fermarti ancora- gli disse decisa.

Il ragazzo, ancora imbarazzato, arrossì ancora di più quando la liceale gli sfilo con i denti i guanti da una mano, per poi passare all'altra.

Gli tolse la cravatta e cominciò a sbottonargli anche la camicia, per poi togliergliela definitivamente.

 

- Kid, fermati un secondo.

Il ladro non se lo fece ripetere e smise ciò che stava facendo. La ladra non sembrava più tanto felice e i sensi di colpa lo pervasero.

- S-scusa, non succederà più- le disse mettendosi seduto.

La ragazza si sistemò e lo guardò con gli occhi ancora pieni di qualcosa che non riusciva a capire neanche lei. D'altronde non si potevano di certo amare due persone contemporaneamente... giusto?

- Kid, non è come pensi tu, solo... La mia prima volta la voglio avere con qualcuno di reale- gli spiegò, mettendosi a sedere a sua volta. Una volta vista la faccia dell'altro però si sbrigò ad aggiungere- Però questo non vuol dire che tu non mi piaccia, anzi tu mi piaci e anche tanto...

- Quindi?- chiese confuso il ladro.

- Quindi...

 

Un indumento tolto dopo l'altro, un bacio dopo l'altro, un gemito dopo l'altro...

 

- … Quindi non mi dispiacerebbe continuare ad avere delle semplici effusioni amorose con te.

 

...diventarono un tutt'uno, si unirono anima e corpo...

 

e si baciarono tutto il pomeriggio.

 

… e si amarono tutta la notte.






Nota d'autrice:
*esulta e gioisce come se non ci fosse un domani*
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! (/^-^)/
Finalmente è finita. Ci ho messo un po' (ehm ehm mezzo anno) a dare gli ultimi ritocchi ma alla fine ne è valsa la pena (spero). Se penso che nella bozza iniziale della storia non esisteva neanche Rosannah e all'ottavo capitolo si rivelavano già le loro identità... Come cambiano le idee! 
Spero che non abbia fatto troppa confusione con questo intreccio finale fra il presente e il passato. Voglio dire, ho fatto baciare Kid e la Lady vestiti da Aoko e Kaito, per poi far baciare Aoko e Kaito vestiti da Kid e la Lady... mi viene mal di testa solo a pensarci >.<
Ho lasciato qualche punto poco chiaro?
Ditemelo, che così magari al volo lo aggiungo alla meglio che posso. È molto difficile d'altronde scrivere l'ultimo capitolo di una fanfiction, quindi è probabile che abbia tralasciato qualche frase magari a voi non molto chiara. Per esempio, per sicurezza vi metto "la traduzione dal Virgolese" di questa frase:
“ Sembra la legge animale: i topi sono mangiati dai gatti che a loro volta sono presi dal cane, ma il cane...” emise una risata terrificante “... il cane è sotto controllo dal padrone!”
I topi (Kaito e Aoko) sarebbero spiati dai gatti (Rosannah e Ryu), a loro volta tenuti d'occhio dal cane (Akako), che però è guidato dal padrone (Chikage).
Cosa che perde abbastanza significato quando quest'ultima perde la magia e la gerarchia "si ferma" al cane.

In ogni caaaaaaaaaaso...
È l'ora dei ringraziamenti (che sono tantissimissimi, quindi non posso elencare tutti, mi dispiace, vi annoierei soltanto T-T)
*tenta di riprendersi dall'emozione*
Grazie a chi a messo la storia fra le seguite (grazie per avermi supportato fin'ora e spero che continuerete a farlo), grazie per chi l'ha messa fra le ricordate e grazie per chi l'ha messa fra le preferite (grazie tantissimissimissimissimissimo)
E grazie ovviamente anche ai recensori (che mi hanno sempre resa felice) e ai lettori silenziosi.
Un grazie speciale va però a _fantasie_, martini02 e Gagiord che sono state le autrici che diciamo... Diciamo che sento di doverle ringraziare particolarmente, non c'è un motivo preciso.

*Mamma mia, quanto sono melodrammatica, non è che me ne vado per sempre dal sito, ho solo finito una storia -.-"*
E progetto di scriverne un'altra, solo che sono indecisa sulla ship... ShinxShiho, RanxShin, boh. 
In ogni caso preparatevi, perché non ho finito di infestare il fandom con la mia presenza!

E come regalo vi faccio anche un piccolo Omake!





Epilogo
 

- Akako...

Saguru arrivò in stanza con un vassoio pieno di prelibatezze. La strega pensò che non sarebbe stato difficile abituarsi velocemente a un risveglio lieto e gradito come la colazione a letto. Si chiese se da lì in poi sarebbe stato così sia per lei che per suo fratello, ma non usò i suoi poteri per scoprirlo. Aveva promesso a Saguru che li avrebbe usati solo per aiutarlo con le indagini e per i furti futuri di Kid e la Lady (sempre se, dopo trovata Pandora, non avessero deciso di ritirarsi).

Si tirò nuovamente le coperte fin sopra il seno e sorrise al detective, che tornò a stenderlesi accanto sul letto.

- Non posso ancora credere a quello che è successo ieri- disse la ragazza, leggermente imbarazzata.

Saguru non le rispose, ma le strinse semplicemente la mano. Cominciarono a mangiare la colazione e parlarono del più e del meno, senza curarsi del fatto che stavano ancora nel letto non del tutto vestiti.

- A proposito, mi sono dimenticata di dire a Kaito una cosa molto importante- disse disinvolta la strega.

- Ovvero?

Akako si alzò (avvolgendo il proprio corpo con le lenzuola) e si avvicinò alla finestra. Saguru la seguì e vide che stava indicando con il dito delle strutture, molto, troppo lontane per essere viste ad occhio nudo. Era il quartiere di Beika.

- Rosannah... si è trasferita alla Teitan.




 



To be continued...(ma anche no!)
 

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