prima e dopo...di te

di sticky2012
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mangiamorte ad Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Assassino. ***
Capitolo 3: *** Mi sento generosa ***
Capitolo 4: *** Ritorno al campo ***
Capitolo 5: *** Sogno o incubo ***
Capitolo 6: *** L'abito ***
Capitolo 7: *** Ciò che sei ***
Capitolo 8: *** Non pensare ***
Capitolo 9: *** Liberatela! ***
Capitolo 10: *** Buona fortuna ***
Capitolo 11: *** Combattiamo ***
Capitolo 12: *** Il processo ***
Capitolo 13: *** Il mio inizio è dove inizi tu ***
Capitolo 14: *** Solo per lei ***
Capitolo 15: *** Malfoy Manor ***
Capitolo 16: *** Il ritorno ***
Capitolo 17: *** La vita è adesso ***
Capitolo 18: *** Un passo alla volta? ***
Capitolo 19: *** Cambiamenti ***
Capitolo 20: *** Chi è più forte di chi? 1^ parte ***
Capitolo 21: *** Chi è più forte di chi? 2^ parte ***
Capitolo 22: *** Io ti appartengo ... comunque vada ***
Capitolo 23: *** Tanto per essere precisi. ***
Capitolo 24: *** E la verità arrivò ***
Capitolo 25: *** L'amore non basta. ***
Capitolo 26: *** E' una promessa ***
Capitolo 27: *** La fine non è che il principio ***
Capitolo 28: *** Non ho fatto niente ***
Capitolo 29: *** Un bacio non è che "il" bacio. ***
Capitolo 30: *** Innocente o Colpevole? 1^ parte ***
Capitolo 31: *** Innocente o colpevole? 2^ parte ***
Capitolo 32: *** Dove non vorrei mai essere ***



Capitolo 1
*** Mangiamorte ad Hogwarts ***


1° CAPITOLO
 

Mangiamorte ad Hogwarts.

 
Apro la tenda della mia finestra. Il sole, ormai, è già caldo. Agosto è agli sgoccioli. Fra pochi giorni, arriverà settembre e, anche questa estate, se ne andrà.
Domani mio fratello Bill si sposa e, qui a casa, si stanno perfezionando gli ultimi preparativi. Mia mamma ed Hermione sono giorni che continuano a sistemare i vestiti di tutti mentre papà e i miei fratelli si occupano della tenda per la cerimonia.
Chissà Bill dov’è? Sarà rintanato da qualche parte con la sua Fleur.
Se ci penso, ancora, non ci credo. Domani, il mio Bill coronerà la sua favola; ha trovato la sua LEI, la compagnia della sua vita, la sua anima gemella.
Sì, proprio così.
La sua anima gemella. Chi lo avrebbe mai detto? Bill e Fleur!
Più ci penso, anche guardandoli, mi convinco sempre più che ognuno di noi può avere un solo LUI o una sola LEI; non tutti la trovano però.
 Molti sono abbagliati da qualcuno di sbagliato, si confondono, per poi accorgersi che, semplicemente, hanno commesso un errore. Ma i fortunati che trovano la persona giusta, trovano anche il loro per sempre, la tua metà perfetta, la persona che ti capisce anche quando non parli, che ti guarda come nessuno ha mai fatto e mai farà.
E Bill, nonostante la mia riluttanza nei confronti di Fleur, credo proprio l’abbia trovata. Nonostante non goda di molta simpatia, da parte delle donne Weasley, abbiamo dovuto ammettere che, Fleur, fa felice Bill e quindi, a malincuore, se è contento lui (e lo è) lo siamo anche noi.
Pensavo anch’ io, quest’anno, di aver trovato finalmente LA persona giusta, la mia favola ma credo che dovrò posticipare l’inizio di questa ancora per un po’ di tempo. Solo due mesi fa era cominciato tutto ... avevo finalmente quello che avevo sempre desiderato!
Lui ...
Harry.
Ero felice come non lo ero stata mai! Pensavo non potesse finire mai … o almeno così credevo. Dalla notte della morte di Silente, tutto è cambiato. Ancora adesso, che sono passati due mesi, mi rendo conto che le cose stanno per peggiorare.
Harry partirà con Ron ed Hermione.
La mia famiglia ed io ci stiamo preparando da un po’ di tempo a questo momento ma non è facile per nessuno. Vorrei tanto poter andare con loro. Per Harry. Per Silente.
 Ancora mi lacrimano gli occhi se penso a quella notte. Vorrei combattere per lui e ottenere la giustizia che merita.
I miei genitori sono stati irremovibili...tornerò ad Hogwarts! Sono convinti che Hogwarts, nonostante i cambiamenti, sia ancora il posto più sicuro per me.
Mi chiamano ancora “bambina”; non riescono a vedere quello che sono diventata, ormai. Mi guardo allo specchio e non la riconosco più quella bambina spaurita e spaventata di una volta. Non c'è e non capisco perché i miei non riescano a vederlo.
-Ginny! Scendi subito!- è mia madre, mi sta chiamando. Chissà cosa vuole che faccia ora. Probabilmente vorrà che risposti per la milionesima volta un banale vaso di fiori, che nessuno mai noterà. Forse è meglio non farla arrabbiare oggi.
Decido di alzarmi dal letto e raggiungerla. Vado verso la porta e sbatto contro la scrivania. Mi cade lo sguardo sulla prima pagina della Gazzetta Ufficiale e vedo la loro foto … lì, in prima pagina.
La famiglia Malfoy.
I Malfoy. Al solo pensiero mi viene la bile nello stomaco. Sono ritratti tutti e tre, in giro per Diagon Alley . Voldemort ormai si è impossessato di tutto; la Gazzetta Ufficiale non è più quella di una volta, è solo un cumulo di notizie sulle “grandi gesta” dei Mangiamorte e sui loro vari omicidi o stragi. Solo morti e ancora morti. In tutto ciò Lucius Malfoy è stato liberato da Azkaban e se ne va in giro con la sua mogliettina e suo figlio … Draco.
Tre mangiamorte. Draco Malfoy mangiamorte. Aveva ragione Harry, l’anno scorso, quando continuava a ripetermi che il comportamento di Malfoy parlava chiaro, che nascondeva qualcosa. Se ce ne fossimo accorti prima, forse, avremmo evitato tutto. Forse. O forse no. Probabilmente Silente sarebbe morto lo stesso e sarebbe stato, di nuovo, Piton ad ucciderlo; i mangiamorte sarebbero entrati ad Hogwarts, avrebbero portato via Malfoy e non avrebbero lasciato nulla dietro di loro.
Avrebbero distrutto tutto … anche se avessimo scoperto prima il marchio su Malfoy.
Continuo a ripeterlo ad Harry; anche Hermione e Ron sono d’accordo con me ma non c’è nulla da fare. Harry continua a sentirsi in colpa, pensa che avrebbe potuto fare di più.
Non riesco a smettere di guardare la foto dei Malfoy. Provo solo disgusto e odio nei loro confronti.
Tutti loro hanno le mani sporche di sangue delle morti che hanno procurato i loro colleghi Mangiamorte.
Disgusto e odio. Loro, nonostante tutto, sono ancora insieme. La mia famiglia, invece, sta per spaccarsi. Chissà quando o dove li rivedrò e se li riabbraccerò tutti.
Ron parte con Harry (le urla di mamma non sono servite a molto ma credo che, in fondo, sia lei che papà, siano molto orgogliosi di lui), l’ordine della fenice si sta riorganizzando, i miei fratelli partiranno per le varie missioni, mamma e papà saranno tenuti sotto strettissima osservazione ed io mi preparo a tornare tra i Grifondoro, per subire le varie tirannie dei serpeverde; credo che la casa di Serpeverde non sia mai stata così felice con Piton come nuovo preside.
Siamo proprio alla fine del mondo. Piton, assassino di Silente, prende il suo posto di preside ad Hogwarts.
 E poi ancora Harry. Non vuole cha vada con lui, non mi ha nemmeno detto quale sia la sua destinazione e quando lo rivedrò. Sono preoccupata. All’inizio, ero anche arrabbiata con lui perché non riuscivo a capire perché non mi volesse portare con sé, ma poi ho capito che lo faceva per la mia sicurezza; se sapessi dove è diretto o quale sia la sua missione, diventerei il primo nome nella lista delle persone da torturare e poi da uccidere.
 Essendoci lasciati e non sapendo nulla del suo programma non dovrei, secondo lui, correre rischi o almeno così spera. Gli continuo a ripetere che non mi succederà nulla ma, dentro di me, so che mi aspetta un anno molto difficile a Hogwarts. Sono Ginny Weasley, amica dei mezzosangue, fidanzatina di Potter, grifondoro, una Weasley; so già che avrò una luce puntata addosso costantemente, sarò una delle vittime preferite dei serpeverde, lo so!! Evito, comunque, di dirlo ad Harry perché ha fin troppi pensieri ed è già abbastanza triste per i fatti suoi. Mi limito a dirgli che andrà tutto bene e che, quando sarà finito tutto, un giorno, ricominceremo da dove ci siamo interrotti. Cerco di strappargli qualche sorriso ma è difficile. Qualche volta ci riesco, come quella volta, al suo compleanno, quando l’ho baciato in camera mia; l’ho visto sereno, in pace col mondo. Per un attimo, davanti a me, c’era quell’ Harry che non vedevo da un paio di mesi. L’ho rivisto, anche se per pochi secondi. Devo continuare a credere, fortemente, che andrà tutto bene. Ce la faremo. Siamo i buoni. E in tutte le storie, alla fine di tutto, i cattivi vengono sconfitti e vincono i buoni. Io ed Harry ce la faremo e ricominceremo da dove ci siamo interrotti, da quel pomeriggio sul lago quando mi disse che non potevo andare con lui. Sì, sarà così. Butto il giornale e raggiungo mia madre, scacciando i brutti pensieri.
Godiamoci l’ultimo giorno di festa.
 
 

 

La mattina successiva, quando tutto ormai è pronto, c’è un gran fermento generale.
Manca poco all’arrivo degli invitati del matrimonio. E’ tutto pronto.
Cammino per la cucina quando vedo Harry.
Vestito elegante fa, anche lui, il suo bell’effetto. Si accorge della mia presenza e si ferma a guadarmi, immobile.
Sono io la prima a rompere il silenzio.
-Ciao! Come va? Pronto per il matrimonio?-.
-Sì pronto. Mi godo l’ultimo attimo di calma. Fra un po’ ci sarà un bel casino là fuori-lui parla mentre io fingo di sistemarmi il vestito.
-Harry mi aiuti a chiudere la cerniera, per piacere?- so esattamente cosa voglio. Non so perché ma sento che questo è uno dei nostri ultimi momenti insieme. Lui si avvicina, tira su la cerniera e poi molto lentamente mi giro verso di lui. Ci guardiamo negli occhi e poi, l’attimo dopo, ci stiamo baciando. Un bacio leggero, delicato.
Mentre lo bacio immagino, me e lui, lontano da qui; sulla riva del lago alla fine di una nostra passeggiata.
-ehm, ehm- qualcun altro è in cucina.
Io ed Harry ci separiamo frettolosamente. Mi giro, preoccupata che possa essere mio padre, e vedo George appoggiato al lavandino che ci guarda con un ghigno divertito, con lo spazzolino infilato nella ferita. Perse un orecchio durante la scorta ad Harry, che fecero settimane fa, per portarlo qui alla Tana; dice di non sentire dolore e dal suo umorismo onnipresente, penso sia proprio così. Dice che al posto dell’orecchio ora ha un gran bel “foro romano”.
Mi allontano dalla cucina senza dire una sola parola, non ho voglia di ridere in questo momento. Non voglio nemmeno intristirmi; oggi si sposa il mio grande e dolce Bill. Rimango sempre la sua unica sorella, in più sono la figlia minore, e questo fa di me, penso, la sua preferita.
Il tempo passa frettolosamente mentre sistemiamo le ultime sedie; gli invitati hanno già cominciato ad accomodarsi e la tenda in poco meno di dieci minuti è già strapiena.
Mi guardo tramite il riflesso di un vetro; nonostante le liti con mia madre, devo ammettere che aveva ragione sul vestito. Anche se il colore avorio non è decisamente il mio colore preferito, devo dire che, con il rosso dei miei capelli, crea un bell’effetto .
Anche Hermione è carina, oggi. Ron la sta fissando, a bocca aperta, da circa mezz’ora. Chissà quando confesserà, almeno a se stesso, di esserne perdutamente innamorato? Potrei scommettere tutto quello che ho che, anche Hermione, sta aspettando quel fatidico momento … credo lo stia aspettando da un bel po’ di tempo.
La cerimonia inizia e, dal fondo della sala, compare Fleur. Con tutta la mia antipatia per lei, oggi non posso non essere obiettiva … è semplicemente favolosa. Nonostante il vestito ingombrante, si muove con una leggerezza tale che sembra stia volando.
Mia mamma, accanto a me, ha già cominciato a piangere. In effetti, però, questa volta la capisco. Come si fa a non emozionarsi, di fronte a tuo figlio che si sposa?
Arriverà anche per me un giorno così bello?? Sarò anche io guardata nello stesso modo in cui, Bill, sta guardando Fleur, adesso? Come se non esistesse nulla di più importante oltre a lei. Ci saremo, un giorno, anche io ed Harry, su quell’altare?
Mi riscuoto dai miei pensieri e mi godo la cerimonia.
Quando il rinfresco ha inizio, gli invitati corrono al buffet per riempire i loro piatti.
Mamma a fatto proprio un gran lavoro; c’è cibo ovunque!
La gente, dopo poco, da il via alle danze; mi faccio convincere a fare un paio di balli con papà ed uno con Krum. Un altro ragazzetto, che non ho mai visto prima, mi chiede di ballare ma, visto il male ai piedi, rifiuto promettendogli che ballerò più tardi.
Harry è impegnato in una fitta conversazione, con un signore che credo di aver già visto qualche volta sulla Gazzetta Ufficiale.
Sto per raggiungerlo quando, da sopra la musica, sento mamma tirare un urlo agghiacciante.
Mi volto nella sua direzione e, proprio davanti a lei, intravedo un grande fascio di luce blu. Ho troppa gente davanti per avvicinarmi di più  ma la voce che ne esce fuori è ben comprensibile:
-Il Ministero è caduto! Stanno arrivando!-.
E’ la voce di Kingsley.
Capisco subito.
I mangiamorte ... i mangiamorte stanno arrivando ... arrivano per Harry.
Gli ospiti, presi dal panico, si spargono ovunque; quasi tutti si smaterializzano, senza dire una parola.
Cerco di raggiungere Tonks e Lupin che sono dall’altra parte della sala.
Capisco che sono arrivati, ancora prima di vederli.
Sono tutti incappucciati e, con le bacchette già puntate, iniziano a lanciare le loro maledizione. Vedo uno di loro sta puntarmi la bacchetta contro, afferro la mia ma sento un urlo che mi distrae.
– Ginny no! Ginny! Ginny!- poi più nulla.
Faccio in tempo a girarmi e a vedere Harry, col volto terrorizzato, spintonato da Lupin. E poi non c’è più. Si è smaterializzato, con Hermione e Ron.
Mi raggiunge Lupin che, afferrandomi per un braccio, disarma il mangiamorte  con la sua bacchetta.
Dopo essermi ripresa dallo shock iniziale nel vedere Harry andare via, lancio un Expelliamus contro un altro mangiamorte, lì accanto.
Dopo un paio di minuti, i mangiamorte sono in minoranza, e si smaterializzano. Raggiungo il centro della pista da ballo; ci sono tutti ... quasi tutti.
Sento la mamma chiamare il nome di Ron. George le si avvicina e le mette una mano sulla spalla.
Il momento che tanto temeva, è arrivato.
Sono scappati!
Ro, Harry ed Hermione se ne sono andati!
I mangiamorte si sono accorti che non c’erano più ed è per questo che se ne sono andati anche loro.
Pian piano tutti capiscono e, anche la mamma, smette di chiamare i nomi di Harry e di Ron; in controluce, vedo una lacrima rigarle la guancia.
La domanda che tutti ci stiamo facendo è: quando li rivedremo?.
Mi pento e mi dispiaccio solo di non aver salutato Harry come si deve; dopo il bacio di stamattina,non abbiamo più avuto occasione nemmeno di parlare.
Chiudo gli occhi e me lo ripeto come se fosse una filastrocca: sì, andrà tutto bene. Harry starà bene, tornerà, io andrò ad Hogwarts e cercherò di aiutare l’ordine anche da lì dentro, a costo di andar contro la volontà della mia famiglia.
Farò anche io la mia battaglia, dall’interno; lo farò per Harry, per la mia amica Hermione e per mio fratello!.



Sono passati ormai sette giorni dal matrimonio. Alla Tana, siamo rimasti solo io mamma e papà.
La mamma sembra essere invecchiata di dieci anni in questi ultimi giorni.
E’ preoccupata per tutti; per Ron che non vede e sente da sette giorni e, purtroppo, deve anche rassegnarsi che non lo sentirà, forse, per un bel po’ di tempo.
Tutti gli altri figli sono al nuovo quartier generale dell’ordine della Fenice, ognuno con la sua missione da compiere.
Poi ci sono io che dovrei essere quella che da meno timori a mamma e papà; cerco di fargliela vedere così ma penso che anche la mamma abbia capito che non mi aspetta un gran bel periodo, ad Hogwarts. Provo a sdrammatizzare con lei ma fra solo un paio di ore parte l’Espresso per Hogwarts e, almeno fino a Natale, se tuto andrà bene, non ci rivedremo più. Mi conosce fin troppo bene e sa che non me ne starò buona e zitta a guardare i serpeverde o Piton mentre instaurano un clima di terrore ad Hogwarts.
-Mamma, non preoccuparti. Starò bene come sempre- le dico provando a essere convinta di quello che sto dicendo.
Mia madre mi scruta con sguardo severo.
– Mi raccomando, rimani al tuo posto. Non immischiarti in cose che non ti riguardano. Pensa solo a studiare. Se non ti sento per più di tre giorni, vengo ad Hogwarts a prenderti immediatamente. Tieni la testa attaccata al collo!-
-Ok, ti scriverò. Ti voglio bene mamma! E se avete bisogno all’ordine: chiamami!”.
Lei mi abbraccia, non si degna di rispondere alla mia ultima richiesta e mi saluta a modo suo.
-Sei proprio una meraviglia! Al matrimonio eri la più bella! Altro che Fleur!- faccio una smorfia divertita perché, in fondo, le mamme non sono mai obiettive quando si tratta dei figli.
Le do un bacio sulla fronte e raggiungo papà alla macchina.
Una grande macchina blu che ci porterà dritti dritti a King’s cross, con tanto di scorta. In macchina non ci diciamo molte parole. Arrivati alla stazione, quando mi avvicino per salutarlo, mi trattiene per un braccio.
- Ginny non far fesserie o colpi di testa. Sii razionale!- mi accarezza una guancia -Sei il gioiello più raro e prezioso che ho. Per tutta la famiglia lo sei! Perciò evita di metterti nei guai. Ti voglio sapere al sicuro!-.
Lo abbraccio e scendo dalla macchina.
Sto per attraversare il muro che porta al binario nove e tre quarti, quando papà richiama la mia attenzione.
-Ginny, stai lontana da Piton e Malfoy!-.
 Faccio un segno di approvazione con la mano, mi concentro e in un attimo sono sul binario. Mentre carico le valigie sul vagone bagagli, rifletto alle ultime parole di papà.
Sei il gioiello più prezioso che ho.
Sorrido senza volerlo per quanto mio papà, a volte, può essere sdolcinato. Poi ripenso anche all’ultima frase.
Stai lontana da Piton e Malfoy.
Mi conosce troppo bene e sa quanto odio e rabbia  provo nei loro confronti. Ho vissuto tutto in prima linea, ho visto Malfoy tutto l’anno, ho visto Silente morto sotto la torre di astronomia, ho sentito le urla di Harry e ho anche visto Draco scappare fuori dal castello, con Piton.
Papà, Lupin, Tonks , Hagrid sono meno affrettati nei giudizi e più razionali, quando si tratta di agire ...anche il vecchio povero professor Moody la pensava così. Io no.
Ha ragione Harry. Chi più e chi meno, si sono fatti entrambi marchiare, hanno tradito Silente e lo hanno condotto alla morte. Draco avrà pura abbassato la bacchetta ma i Mangiamorte, a Hogwarts, li ha fatti entrare lui!
Mentre sono ancora persa in questi brutti pensieri apro uno scompartimento che mi sembra libero; seduta in un angolo, dietro un grande giornale, scorgo Luna.
-Lunaaaaaaaaa!!!!.- Le salto praticamente addosso. L’ultima volta che l’ho vista è stato solo sette giorni fa ma mi è mancata particolarmente! E’ una brava amica.
Un po’ strana ma con un grande cuore. Almeno lei, quest’anno, rimarrà qui ad Hogwarts con me.
- Ginny, ciao! Notizie da Ron ed Hermione?- la ringrazio mentalmente per evitare di nominare Harry.
- Sono certa che stanno bene!- deve essere così!
- Che pasticcio! Chissà dove si stanno nascondendo! Ah, a proposito di scomparsi …  Hai visto Neville??? L’ho cercato ma non l’ho trovato!-.
-Luna, faccio due passi e provo a cercarlo-.
Chiudo lo scompartimento, cammino per qualche vagone, quando, all’improvviso. il treno frena bruscamente. Perdo l’equilibrio e, cadendo, in uno scompartimento rimasto aperto, picchio la testa contro una barra di metallo.
Passano due minuti o poco più e il treno riparte; mi rialzo lentamente, cercando di non riperdere l’equilibrio; guardo il finestrino ghiacciato e … Dissennatori.
Hanno ostacolato il treno ma non credo siano saliti a bordo. Mi giro verso la porta e noto che, nonostante non ci sia nessuno nello scompartimento , sul piano rialzato, ci sono delle valigie.
Posata su un sedile c’è un’uniforme di serpeverde; devo andarmene.
Esco in corridoio e affretto il passo per allontanarmi il più velocemente possibile da qui. Faccio pochi passi quando sento chiamare il mio nome …
-Weasley!- dal tono di voce capisco subito di chi si tratta; mi giro cercando di recuperare tutta la calma interiore che possiedo.
-Drado Malfoy!- incrocio le braccia.
-Weasley, cosa ci facevi nel mio scompartimento?- mi chiedo, rimanendo appoggiato al finestrino.
-Forse non te ne sei accorto ma il treno ha inchiodato. Ci sono caduta dentro, I tuoi amichetti Dissennatori hanno bloccato il treno. Hai presente di chi sto parlando o, ormai, non sei più capace a distinguerli dagli umani?- mi mordo la lingua per dare un freno a tutti gli insulti che stanno per uscirmi dalla bocca.
 Sono passati solo una ventina di secondi e già la sua presenza mi è repellente.
-Abbassa le ali Weasley, altrimenti … - si avvicina puntandomi il dito contro.
- Altrimenti cosa? Mi fai toccare una collana maledetta? Chiami i tuoi amichetti a difenderti? Non hai bisogno di mettermi alla prova, che tu sia un gran vigliacco è risaputo da tutti!!- mi mordo nuovamente la lingua. Devo andarmene, prima che sia troppo tardi. Non devo già mettermi nei guai. Malfoy, spingendomi contro la parete, mi si para davanti. I suoi occhi non sono più strafottenti; ardono di rabbia.
- Non ti permettere di parlarmi così. Mai più. Sei una stupida. Non prendertela con me se Potter preferisce andare incontro ad una morte certa e dolorosa piuttosto che rimanere con te-.
Non si deve permettere di nominare Harry. Sto per schiaffeggiarlo; lui mi prende il polso proprio quando sono a pochi centimetri dal colpirlo.
-Ti informo che stai per colpire il caposcuola dei Serpeverde davanti a cinque testimoni. Considerati già in punizione, ancora prima di scendere dal treno. Complimenti, in una mossa sola, hai battuto tutti quegli imbecilli dei tuoi fratelli-.
So che mi sta provocando; respiro forte e penso alle parole dei miei genitori. Tolgo frettolosamente la mano dalla sua presa perché voglio mantenere le promesse fatte ai miei genitori. Dietro di me ci sono cinque serpeverde che ci fissano divertiti; sto per andarmene ma è Malfoy a proseguire.
-Troppo tardi Weasley. Non pensare di cavartela così. Sei in punizione- scoppia a ridere - Tentativo di aggressione non è meno grave dell’effettiva aggressione. Stupida Weasley-.
Recepisco le sue parole molto lentamente, le ripeto nella mia testa. Mi giro a guardarlo e tutta la mia razionalità svanisce.
Mi avvicino a lui e gli sorrido. Lui si allontana di un passo mentre mi guarda sospettoso.
-Sono in punizione, anche se non ti ho toccato neanche  con un dito?-.
-Sei  sorda? Sì- mi risponde facendo l’occhiolini ai suoi compagni, dietro di me.
-Se sono in punizione, tanto vale andarci per un valido motivo!-.
E’ ancora lì a scrutarmi quando lo schiaffeggio con tutta la forza che ho. Riesco a girargli completamente la faccia. Mi giro finalmente soddisfatta e, questa volta, sono io a fare l’occhiolino ai suoi compagni mentre loro mi guardano sconvolti.
 Apro lo sportello del vagone per uscire, quando lo sento di nuovo urlare.
-Weasley sai chi è il nuovo preside? Severus Piton!-.
-Si lo sapevo già- rispondo con sufficienza.
Sto per chiudere la porta alle mie spalle mentre lui continua a urlare.
-E sai anche che non ci sarà un nuovo insegnante? Aycus Carrow!!-
Un altro mangiamorte ad Hogwarts. Nulla di sconvolgente! Malfoy non si ferma e inizia a ridere.
-Sai anche chi si occuperà di babbanologia? Sì quella. La materia preferita di tuo padre. Sai chi? Alecto Carrow! Ci vediamo dal preside. Ci sarà da divertirsi, quest’anno!-.
Chiudo la porta alle mie spalle..Sono passati 10 minuti e ho già battuto la testa,  picchiato Malfoy e ho con una punizione sulle spalle.
Ah dimenticavo un piccolo dettaglio!!
A Hogwarts ci sono già quattro mangiamorte che ci aspettano.





Ciao a tutti. Spero che l’inizio di questa storia sia di vostro gradimento. A breve pubblicherò il secondo capitolo, dove vedremo la punizione che attende Ginevra ma vedremo soprattutto un Draco molto ….
Non posso dire altro!!
A presto!!
 

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Capitolo 2
*** Assassino. ***


2° CAPITOLO


 Uomo ed Assassino.

 
Scendo dal treno di Hogwarts con addosso la mia solita divisa di grifondoro ma il mio
umore è molto diverso rispetto a quello degli anni precedenti.
L’entusiasmo che mi accompagnava durante il percorso dalla stazione all’enorme
portone di quercia di Hogwarts è completamente scomparso. Ho la testa
completamente altrove.
Dietro di me, vedo tutti quei bambini che si apprestano a iniziare il primo anno e
penso che a loro sta andando molto peggio di me; come primo anno di scuola
avranno una gran brutta esperienza e penseranno che la scuola di stregoneria più
importante al mondo sia un posto oscuro, da cui scappare, se solo potessero; non
sanno che fino all’anno scorso sarebbe stato l’anno più straordinario  e esaltante
che mai avrebbero potuto desiderare di fare. Chissà in quale casa finiranno? Chissà
se quest’anno il cappello parlante riuscirà a essere saggio come al solito?
Mentre salgo sulla carrozza insieme a Calì e Lavanda vedo finalmente Neville.
-Neville!!!!!! Vieni!! Sali con noi!- gli indico il posto accanto a me.
Si affretta a raggiungermi, inciampando sui gradini della carrozza.
Mi abbraccia; è sempre il solito dolce Neville! Mi guarda attentamente per capire di
che umore sono.
-Dove sei finita? Ti ho cercato per tutto il treno!- mi dice sottovoce.
Sospiro e decido di raccontargli quello che è successo partendo dalla mia caduta e
finendo con la mia punizione da scontare.
Neville cambia subito espressione; passa dal sereno allo sconvolto in poco meno di
dieci secondi.
-Ma sei impazzita? Dobbiamo ancora arrivare ad Hogwarts e già cominci? Non lo
capisci che saremo noi, quelli più presi di mira? Dobbiamo cercare di dare meno
nell’occhio possibile!! E tu che fai? Schiaffeggi nel vagone dei serpeverde il loro caro
Caposcuola!! Malfoy!!-.
Vorrei essere giusta e ammettere di aver fatto un errore ma proprio non ce la
faccio!!
In realtà, sono sollevata e soddisfatta di me.
So che nessuno mi dirà mai “brava hai fatto bene!” ma non m’interessa.
Quello che ho fatto non è nulla in confronto a quello che si meriterebbe quella serpe
vigliacca.
-Neville calmati! Ero già in punizione ancora prima di toccarlo! Tanto valeva andare
in punizione per aver effettivamente fatto qualcosa di male!-.
In effetti, se devo soffrire, almeno che ne valga la pena!
-Ma sai chi c’è ad Hogwarts ... ?- Lo interrompo, non voglio ascoltare tutto da capo.
- Neville so tutto. Me l’ha detto Malfoy in persona. Non mi uccideranno per questo.
Dovrò andare nella Foresta Proibita? Ci andrò. Stop! Non chiederò scusa. Non
pensarlo nemmeno!- gli rispondo tutta orgogliosa. Se pensano di spaventarmi, si
sbagliano.
Triste forse ma impaurita …  mai!!
Neville mi guarda ammutolito; so che comprende la mia rabbia ma non vuole
ammetterlo davanti a me.
Non mi sono accorta che, nel frattempo, siamo già arrivati ad Hogwarts; scendiamo
dalle carrozze e lentamente ci avviciniamo alla Sala Grande.
 Gli studenti non rumoreggiano più come gli anni scorsi;  non sono di certo l’unica a
non essere entusiasta di essere tornata ad Hogwarts!
Mi siedo in mezzo a Neville e Seamus nel lungo tavolo della casata grifondoro;
guardando i ragazzini pronti allo smistamento, mi rendo conto che sono un numero
molto inferiore rispetto a quelli degli anni passati. Devono essere, più o meno, una
trentina.
Hogwarts non è più il posto sicuro dove i genitori mandano volentieri i propri figli.
Sono certa che, tra le poche matricole,di figli di babbani non ce ne sia nemmeno
l’ombra. Per loro, entrare a Hogwarts, sarebbe solo una condanna a morte!.
Finalmente, fanno il loro ingresso i professori.
Entra la McGranitt e tiro un sospiro di sollievo; almeno qualcuno di cui fidarsi è
rimasto, qui ad Hogwarts! Anche lei, non ha un’espressione molto ben augurante.
Dietro di lei, la seguono la professoressa Sprite, il professor Vitious e il professor
Lumacorno.
Li guardo passare davanti a me, quasi sorridendo; a modo loro sono tutti professori
a cui sono affezionata.
Nonostante Lumacorno abbia i suoi difetti e non possa certo essere definito un
coraggioso, sono sicura che Silente aveva i suoi buoni motivi per fidarsi di lui.
Almeno questa volta non se l’è data a gambe e non è scappato in qualche angolo
remoto del mondo.
Hagrid non c’è! Il suo posto è vuoto. A dire il vero, non mi sorprende più di
molto!Era prevedibile che, anche lui, non si sarebbe fatto vedere tanto facilmente,
qui, ad Hogwarts.
Tutti i professori si accomodano e il mio sorriso scompare immediatamente.
Dalla porta compaiono i Carrow, seguiti dal nuovo preside.
Severus Piton.
Dal tavolo serpeverde si alza un leggero mormorio. Per fortuna che il tavolo dei
serpeverde mi è alle spalle; mi evito, molto volentieri, di vedere le loro facce
sorridenti.
Mi giro per sussurrare qualcosa a Neville all’orecchio ma i miei occhi intravedono la
figura di Malfoy, seduto al suo tavolo .
Mi aspettavo che fosse già in piedi, da qualche parte, ad applaudire e a fomentare i
cori dei suoi compagni di casata e, invece, mi ritrovo un Malfoy completamene
indifferente a tutto quello a cui sta assistendo. Non sembra farci nemmeno caso.
Continua a toccare con l’indice il bordo del suo bicchiere e scandaglia lentamente i
volti di tutti quelli attorno a lui. Nessun sorriso sul suo volto.
E’ un attimo; lui gira, con uno scatto, la testa e i nostri occhi s’incontrano.
Mi continua a fissare in un misto tra sfida e divertimento.
Vorrei girarmi m,a visto che la butta sulla sfida, non sarò io la prima a distogliere lo
sguardo; non mi fa paura.
Sono sicura che, sul mio volto, si legga tutto il mio disprezzo e ripugnanza nei suoi
confronti; poi, però, penso che, per oggi, ho già fatto abbastanza casini. Meglio non
sfidare la sorte! Giro la testa e ritorno a guardare il nuovo preside.
Piton si schiarisce la voce prima di cominciare a parlare e io ho già la nausea allo
stomaco.
-Do il mio benvenuto agli studenti di Hogwarts. I nuovi studenti, a breve, verranno
smistati nelle varie case. Il professor Lumacorno elencherà per ogni nuovo studente
la loro casa di appartenenza-.
Hanno fatto fuori anche il cappello parlante! C’era da immaginarselo. Era troppo
rischioso affidare a lui lo smistamento e, soprattutto, era pericoloso consentirgli di
pronunciare il suo solito discorso inaugurale; chissà cosa avrebbe potuto dire.
Piton, come se fosse normale procedere allo smistamento in questo modo, continua
a parlare.
-Hogwarts, come ormai ben noto, ha avuto un cambiamento nella sua direzione.
Essendo diventato io il nuovo preside, ho deciso di cedere il mio posto di direttore,
della casa Serpeverde, al professor Lumacorno.-.
Dall’assenza di applausi, capisco che neanche i serpeverde sono molto contenti di
questa nuova novità ma non potendo certo lamentarsi, dopo poco, fanno un tiepido
applauso.
-Comunico anche che ho approvato un cambio nel piano di studi. Difesa contro le
arti oscure è stata cancellata in via permanente e, al suo posto, ci sarà un nuovo
corso obbligatorio a tutti: Arti oscure. Il professore, che seguirà il corso, sarà Amycus
Carrow!-.
I serpeverde continuano ad applaudire mentre, dai tavoli delle altre tre case, non si
sente provenire nessun rumore. Siamo tutti caduti in un silenzio sconcertante.
-Vi presento anche il nuovo docente di babbanologia: Alecto Carrow. Detto ciò, vi
ricordo che il regolamento di Hogwarts è stato modificato. Verrà appeso, domani
alle dieci, nella bacheca fuori dalla Sala Grande. Quest’anno si esige, da parte vostra,
una grande disciplina. Le infrazioni del regolamento e i comportamenti ritenuti non
idonei, verranno puniti. Le punizioni saranno stabilite e decise caso per caso, dal
sottoscritto e dai docenti.-.
In parole semplici, da lui e dai Carrow.
Per fortuna, nulla di nuovo. Chi finirà in punizione? Tutti quelli che non
appartengono alla casata dei serpeverde e le punizioni peggiori, di certo, ricadranno
sui poveri alunni mezzosangue e su tutti i grifondoro. Mi viene quasi da ridere dalla
banalità di tutto ciò che mi si prospetta ma evito di farlo.
Piton, finalmente, ha terminato il suo discorso.
-Vi auguro che apprendiate tutto quello che questa scuola vi offrirà. Buon
proseguimento di serata- dice monotono, come se stesso leggendo gli ingredienti di
una delle sue pozioni.
Sto per commentare con Calì e Lavanda quando sento una sedia spostarsi.
Si tratta di Alecto Carrow che va a bisbigliare qualcosa all’orecchio di Piton.
M’accorgo che parla con una certa insistenza.
Piton alza lo sguardo e ricomincia a parlare.
-Informo la signorina Ginevra Weasley che è convocata alle ore ventidue, di questa
sera, nell’ufficio del Preside. Il professor Lumacorno, ora, può procedere alla lettura
dello smistamento- conclude senza nemmeno avere il coraggio di guardarmi in
faccia.
Quando finisce di parlare, tutti i grifondoro si girano a guardarmi. Hanno tutti delle
facce interrogative e mi studiano, cercando di capire cosa possano volere da me e
cosa sta per succedermi.
Hanno tutti gli occhi sbarrati. Vorrei dire qualcosa, per spezzare la tensione, ma non
so cosa.
Noto che, anche Luna, dal tavolo dei Corvonero, mi guarda con aria triste ma è
Neville che ha la faccia più impaurita di tutte.
-Visto? Sei contenta ora? Piton e i Carrow ! Insieme!- balbetta agitato al mio
orecchio.
Mi dispiace che sia preoccupato per me ma non dovrebbe. Non mi capiterà nulla di
grave!
-Neville non preoccuparti! Andrà tutto bene!- gli appoggio una mano sulla spalla.
La mia cena di sicuro è finita, l’appetito mi è totalmente passato. Mi alzo ma non
prima di guardare in faccia, l’artefice dello splendido dopocena che mi attende.
Mi volto verso il tavolo dei serpeverde e lo vedo subito.
Malfoy, ora, ha la schiena dritta e sta guardando, anche lui, con una certa curiosità,
il tavolo dei professori.
Si gira verso il compagno di fronte a lui e non si accorge nemmeno di me. Meglio
così!Non gli darò da soddisfazione di vedermi arrabbiata. Non ha aspettato
nemmeno un giorno per correre a lamentarsi dai suoi amichetti di famiglia.
Qualcuno al suo fianco deve avergli fatto notare la mia presenza perché torna a
girarsi e, questa volta, siamo uno di fronte all’altro. Lo guardo sorridendo e mimo
con le mani un applauso. Lui non ha la solita aria strafottente, sembra quasi confuso
Chissà cosa non è riuscito a recepire??Forse si aspettava di essere menzionato nel
bel discorsetto del suo caro preside.
Con fare rilassato, senza più degnarlo di uno sguardo, scuoto i capelli ed esco dalla
Sala Grande.
Qualunque cosa mi aspetta, la affronterò!
 

 
Passo le due ore successive a sistemare i miei bagagli.
Guardo l’orologio, mancano cinque minuti alle dieci. Decido di avviarmi verso
l’ufficio di Piton. E’ più forte di me, non ce la faccio proprio a chiamarlo Presiede.
Mentre cammino per i corridoi, mi rendo conto che stranamente non sono
nemmeno un po’ agitata, anche se, forse, dovrei iniziare a esserlo. Il mio problema è
che non riesco a vedere cosa mai mi possa succedere di così grave.
Ho tirato uno schiaffo a Malfoy e, fino a prova contraria, è ancora uno studente.
Di liti tra studenti ne è piena la storia di Hogwarts, soprattutto tra un grifondoro e
un serpeverde.
Sono davanti all’ufficio del preside quando sento una voce chiamarmi.
-Signorina Weasley, la stavamo aspettando! Mi segua da questa parte!-.
Alecto Carrow.
C’è qualcosa di strano, nella sua voce. Non dovevo entrare nell’ufficio di Piton?
Poi mi ricordo la scena di Carrow che suggerisce qualcosa all’orecchio a Piton e mi
convinco che, probabilmente, è stato Piton a dire ad Alecto di venirmi a prendere.
Lo seguo senza battere ciglio . Cammino dietro alla sua ombra, in assoluto silenzio.
Prende le scale in fondo al corridoio; stiamo scendendo nei sotterranei. Appena
finito di scendere l’ultimo gradino, Alecto  subito una porta. Entro senza farmelo
dire. E’ una stanza che non ho mai visto.
Dentro, ci sono solo pochi mobili: una scrivania con due sedie, una piccola libreria e
un armadietto con, dentro, delle pozioni.
La stanza è quasi completamente buia.
Sto ancora guardando i muri che mi circondano, quando sento la porta aprirsi e
chiudersi subito.
Mi giro e vedo che è appena arrivato il secondo dei Carrow.
E’ proprio lui a cominciare a parlare.
-Signorina Weasley, lei, questa sera, ha aggredito un caposcuola. Si rende conto di
quello che ha fatto? Pensa che il nostro Signore oscuro, ne sarà contento?.-
Ora sì che inizio a preoccuparmi. Quando tirano di mezzo Voldemort, vuol dire che
non succederà nulla di buono. Nel frattempo, i Carrow, continuano a scrutarmi
disgustati.
Ora è Amycus a parlarmi. Nonostante il tono basso di voce, le sue parole sono
chiarissime.
-Le ha detto Harry Potter di aggredire un uomo del Signore Oscuro?-.
-NO!!!- mi esce spontanea la risposta. E’ per questo che sono finita qui? Harry mi
avrebbe detto di aggredire Malfoy? Ma poi uno schiaffo sarebbe un’aggressione?
-Dica la verità. Lei sa dove si trova il signor Potter! Ce lo dica subito! E’ in
comunicazione con lui?-.
-No! Non ho la più pallida idea di dove sia! Non lo sento da più di una settimana. Il
signorino Malfoy mi ha provocato e io ho reagito, senza riflettere!- alzo le spalle.
-Sta mentendo- mi risponde.
Vedo Alecto scambiarsi uno sguardo d’intesa con Amycus.
E’ un attimo e, poi, sento quello che non mi sarei mai aspettata mi facessero.
-Crucio!- urla Alecto.
La scia luminosa che esplode fuori dalla sua bacchetta, mi colpisce al centro dello
stomaco.
Cado a terra e inizio a contorcermi sul pavimento.
Non riesco a respirare dal dolore, non so nemmeno dove trovi le forze per urlare. La
testa mi sembra che stia per scoppiarmi. E’ come se avessi migliaia di aghi infuocati
in tutto il corpo.
Alecto abbassa la bacchetta e ricomincia a parlare.
-Dica immediatamente dove si trova Harry Potter! LO DICA!!-.
Riesco a girarmi su un fianco. Il mio corpo non reagisce più agli stimoli della mia
testa.  Con la poca voce che mi è rimasta, rispondo l’unica cosa che sicuramente non
cambierà mai.
-Sa già la mia risposta. Può continuare a torturarmi tutta la notte. Non mi pento di
aver tirato lo schiaffo a Malfoy  ed Harry non so dove sia-.
Neanche il tempo di aprire gli occhi e ricomincia il dolore.
-Crucio!!- sento urlare di nuovo.
Non so se riuscirò ad alzarmi più da terra. Rimarrò qui inerme. Anche il cervello si sta
spegnendo; sto perdendo lucidità.
Non mi accorgo nemmeno che Alecto ha messo la bacchetta, nel mantello, perché il
dolore non vuole saperne di smettere.
Si abbassa verso di me e mi sussurra.
-Ginevra questo non è un avvertimento ma una promessa. Ancora un gesto di
ribellione e sarai il primo cadavere che tuo padre dovrà seppellire nella vostra cripta
di famiglia.  Ti teniamo d’occhio bastarda!-.
Poi mi prende per il braccio e mi trascina fuori dalla porta. Mi lasciano lì, in mezzo al
corridoio, chiudono la porta della stanza dell’orrore e se ne vanno, non prima di
avermi tirato un calcio nella schiena.
Rimango lì ferma, aspettando di chiudere gli occhi e perdere i sensi. Non tento
nemmeno di alzarmi. Guardo il soffitto sopra di me, aspettando.
Non so dopo quanto,  sento qualcuno al mio fianco, chiamarmi.
-Weasley.-.
Per un momento, ho quasi paura che siamo di nuovo i Carrow ma poi lo vedo.
Penso sia un’allucinazione visiva e uditiva. Ancora lui, no! Perché deve apparire
anche nelle mie allucinazioni?
Sento qualcuno che mi tira su, aiutandomi a sedere, per appoggiare la schiena
contro la parete di pietra.
-Weasley!- mi solleva un braccio.
Apro gli occhi e vedo la persona che meno vorrei vedere, qui, in questo momento.
Malfoy.
Mi esce fuori una risata isterica.
-Soddisfatto? – sussurro
-Cosa ti hanno fatto?- risponde, non curandosi di quello che ho appena detto. Apro
di più gli occhi; la mia vista sta cominciando a spannarsi.
 Vedo il suo volto e sono costretta a constatare che non mi sembra molto divertito
da quello che sta vedendo.
-Secondo te, cosa pensi mi abbiano fatto? Ti aiuto! Non mi hanno offerto un thè con
biscotti!- lo provoco ma lui non risponde.
-Mi hanno lanciato la maledizione cruciatus. Soddisfatto? Han detto che è la giusta
punizione per averti tirato uno schiaffo. Bravo!-.
Lui continua a reggermi per un braccio, senza dire nulla. Allora decido di continuare.
La mia voce sta riprendendo il suo tono normale, anche se, parlare, mi costa una
certa fatica.
-No scusa! Ho sbagliato! Non ho aggredito un uomo qualunque ma un servitore del
Signore Oscuro! Tra di voi vi chiamate così? Giusto? Beh … sappi che la gente
comune vi chiama … assassini Anche io preferisco chiamarti assassino-.
Appena finisco di parlare, lui si alza inferocito per sbattere un pugno contro il muro.
Si china di nuovo, di fronte a me ma mi accorgo che sta tremando dalla rabbia.
-Non sono un assassino.- scandisce bene ogni parola.
Non si ferma.
-Io ... io non sono un assassino- ripete puntandomi il dito contro.
Lo guardo, studiando la sua faccia e la sua espressione. E’ arrabbiato ma, allo stesso
tempo, sembra anche stanco.
-Tutti voi mi giudicate! Mi chiamate assassino? Mi chiamate vigliacco? Voi non
sapete niente!- si avvicina. E’ arrabbiato e ferito. E’ la prima volta che lo vedo così.
-Si, ti chiamiamo così! Come tu ci chiami pezzenti!-.
-Voi non sapete niente. Io non sono un assassino. Per esserlo bisogna uccidere
qualcuno ed io non ho mai ucciso nessuno. Ci ho provato? Sì ma, alla fine, non ci
sono mai riuscito. Sono vigliacco per questo? Perché non ho ucciso Silente, sono un
vigliacco? Ok, chiamami vigliacco ma non azzardarti mai più a chiamarmi assassino!
Non lo sono.-
Il mio respiro si sta regolarizzando, le gambe e le braccia sono ancora agonizzanti
ma, ora, il dolore mi sembra sopportabile. Sono concentrata a studiare il volto di
Malfoy. Anche lui sta facendo la stessa cosa; cosa vuole capire?
-Ok. Non hai ucciso nessuno. Ma questo non toglie che ci hai provato, che hai un
marchio nero sul braccio. Tu sei un mangiamorte. Sei uno di loro.  Mi hai appena
fatto torturare e ti aspetti che cosa?Non fare vittimismo con me. Sono distrutta.
Credo che tu ti possa ritenere più che soddisfatto, almeno per oggi!-.
Lui fa un respiro profondo, chiude gli occhi mentre si massaggia le tempie.
-Non ti ho fatto torturare  io. Non ne sapevo nulla- sussurra senza guardarmi - Avevo
altro da fare francamente che correre subito da Piton. Non so chi sia stato. Stavo
andando da Piton, pensavo foste lì ma poi ho sentito le urla. Puoi anche non
credermi ma direi che oggi, sei tu, che ti sei sbagliata!-.
Non ho più voglia di parlare, voglio solo che se ne vada, chiudere gli occhi e dormire
fino all’alzarsi del sole. Per stasera, ho sentito abbastanza.
-Scusa per lo schiaffo. Non si deve reagire così. Me lo dice sempre mio padre!-
parlare di lui, adesso mi fa commuovere-Vattene ora! Vai a dormire, Malfoy-.
Non voglio dargli la soddisfazione di farmi vedere così da lui.
Si alza, mi sembra di vedere un sorriso ma non me ne importa nulla!
Chiudo gli occhi, se ne sta andando finalmente! Ora posso dormire.
Credo di essere già sola quando sento, due mani afferrarmi. Sto per scattare ,a,
quando apro gli occhi, mi accorgo che è solo Malfoy. Mi solleva e mi tiene in braccio,
mentre s’incammina su dalle scale.
Lo guardo sconvolta. Forse è solo un sogno; mi sono già addormentata!
Dopo aver fatto tutte le scale, senza il minimo cenno di fatica, mi rendo conto che
non sto sognando. Il calore che sento proviene dal contatto col suo corpo. Non sono
più sul pavimento!
-Malfoy mettimi giù ti prego. Immediatamente!!!- cerco di divincolarmi.
Dove mi sta portando? Cosa vuole farmi??
-Taci Weasley. Se urli ci beccano e, questa, è l’ultima cosa che desidero. Mi fai pena
più del solito, sbattuta lì in un corridoio, al freddo, dolorante! Se ti lascio lì, rischio
che tu mi possa spaventare tutti i miei compagni, domani mattina.-.
Arriviamo alla torre di Grifondoro, in un attimo. Non provo nemmeno più a
ribellarmi, anzi! Mi rilasso contro la sua spalla!  
Arrivati al dormitorio, mi posa a terra delicatamente, continuando a tenermi per un
braccio.
Quando le mia gambe crollano, non riuscendo a reggere il peso, mi riafferra con più
forza e mi tiene stretta contro di lui.
Stiamo qualche minuto così; fermi, attaccati l’uno all’altra, senza guardarci.
-Ce la faccio, adesso!!- lentamente le gambe hanno ripreso forza.
Mi stacco lentamente da lui e, immediatamente, ricomincio a sentire freddo.
-Entra dentro- Malfoy indica il ritratto della Signora Grassa, ormai addormentata -
Dimenticati questi ultimi cinque minuti. Ho avuto pena per un animale! Non ti ci
abituare!-.
Rido, anche un po’ sollevata, perché cominciava a sconvolgermi questo suo
interessamento alla mia salute.
-Hai una grande capacità, Malfoy! In pochi, ce l’hanno. Riesci a dire sempre qualcosa
di sgradevole. Stavo quasi per pronunciare un grazie. Torna pure nei tuoi sotterranei
perché, qui, sei tu quello che fa spaventare i miei compagni!!-.
Con enorme sforzo salgo gli ultimi due gradini ed entro nella sala comune grifondoro
senza più degnarlo di uno sguardo.
Chiudo il ritratto dietro di me e mi butto sulla prima poltrona libera che trovo. Sono
sfinita; fare questi quattro passi stare è stato più difficile di come pensavo.
Stasera, almeno, ho capito due cose fondamentali.
Una è che i Carrow volevano torturarmi indipendentemente da tutto. Sanno
benissimo che non so nulla di Harry. Altrimenti, mi avrebbero già fatto bere il
Veritaserum.
La seconda è che Malfoy, se vuole, può essere anche sopportabile.
 
 

 


Salve a tutti.
Ho aggiornato presto. Spero vi piaccia. Entriamo subito nel vivo della storia.
Nel prossimo capitolo Ginny vivrà un gran bel momento e ci sarà un nuovo confronto tra Ginevra e Draco,
in un posto inaspettato.
Fatemi sapere cosa vi piace e se avete delle curiosità. La storia è già tutta ben chiara e precisa.

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Capitolo 3
*** Mi sento generosa ***


Capitolo 3.

Mi sento generosa.
 

Mi sento strattonare e, quando apro gli occhi, vedo Neville di fronte a me; seduto sul bordo del letto.
Mi accorgo subito che ho ancora tutto il corpo indolenzito; ho male dappertutto.
Neville, ieri sera, mi ha trovata mezza rinvenuta su una poltrona e ha capito tutto, ancora prima che io gli raccontassi cosa mi avevano fatto.
Non avevo nessuna intenzione di recarmi in infermeria ma, alla fine, sono stata costretta a cedere, di fronte alle insistenze di Neville.
Per tutto il tragitto mi ha tenuto sotto braccio. Per non farmi notare da nessuno, ho cercato di tenere  l’andatura più fluida possibile ma, senza Neville, non sarei mai arrivata in infermeria sulle mie gambe.
Volevo che sembrassimo due amici intenti a spettegolare su qualcosa.
Non volevo allarmare nessuno.
Madama Chips, quando mi ha visto,mi ha detto poche parole.
Non sapevo nemmeno io da dove cominciare a raccontare.
Guardo il bicchiere sul comodino e mi sembra ancora di sentire il saporaccio dell’intruglio che Madama Chips mi ha costretto a bere.
-Mi hanno lanciato 2 maledizioni cruciatus…….- alzo lo sguardo verso Neville –me le hanno lanciate alle spalle!-
Quei vigliacchi mi hanno colpito alle spalle perché non hanno avuto nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia.
Neville mi afferra una mano e mi porge, di nuovo, il bicchiere con l’acqua dentro.
-Cosa facciamo?- mi chiede, svilito.
Su questo ho le idee chiare.
-Nulla, Neville. Nulla.- lo guardo dritto negli occhi -Cominciamo il nostro anno scolastico come se nulla fosse. Non dobbiamo lasciarci provocare. Non hanno bisogno di motivi per farci quello che hanno già progettato di farci. Gli faremo credere che rispetteremo le loro regole-.
-Brava, è la cosa migliore da fare- sembra sollevato.
-Ho detto che farò la brava ma non ho mai detto che non farò niente. Siamo molto più furbi di loro. Agiremo alle loro spalle -.
E’ l’unica strada percorribile
Neville si alza dal letto, con le mani tra i capelli, come se fosse stato scottato.
-CHE COSA?!?!?- mi chiede terrorizzato. Mi fa quasi ridere, vederlo così agitato.
Mi sollevo dal letto e, prendendolo dolcemente per un braccio, gli indico di risedersi accanto a me.
-Stai tranquillo. Puoi rilassarti … per ora. Devo riflettere bene, capire come si muovono e che intenzioni hanno. Ci vorrà del tempo prima di poter agire ma, fino ad allora, sarò una perfetta studentessa, rispettosa del regolamento. Quando avrò delineato il piano ne riparleremo ma, per ora, puoi fare sonni tranquilli. Ti sorprenderanno le mie buone maniere!-.
Lo tiro verso di me e, prima che possa parlare, lo abbraccio teneramente.
So che è ancora preoccupato ma non mi dice più nulla; si limita solo a sospirare.
Quando ci sciogliamo dall’abbraccio, con il mio buon senso ritrovato, prendo il bicchiere o lo riempio con la pozione che Madama Chips mi ha detto di bere, una volta che mi fossi svegliata. Mi ha garantito che dovrebbe essere più buona di quella che mi ha dato stanotte.
Appena ne sento l’odore, il mio stomaco si ribella.
Mi tappo il naso e la butto giù tutta d’un fiato.
Sento subito dei miglioramenti; mi alzo dal letto e mi sento subito più energica.
Riesco a vestirmi, quasi dignitosamente, da sola. Quando sono pronta, mi faccio accompagnare da Neville fino all’aula di incantesimi.
La lezione sta per cominciare e io, dopo quasi due mesi, nonostante quello successo ieri sera, sento invadermi da una tiepida ondata di ottimismo.
Prima di salutarmi Neville, mi richiama alla sua attenzione.
- Mi dispiace Ginny. Ieri sera sarei dovuto venire con te. Seguirti. Almeno sarei riuscito a portarti subito in infermeria. Sei già stata brava ad arrivare da sola fino alla Torre!- mi guarda con quei suoi grande occhioni da cucciolo ferito.
Sto per ribattere, quando un lampo attraversa la mia mente.
In tutta quest’agitazione, mi ero completamente dimenticata la seconda parte della serata; la parte di tragitto  che va dal corridoio dei sotterranei alla mia torre.
Qualcun’altro mi ha aiutato.
Non ho fatto tutto da sola. Come avrei potuto farcela?
Malfoy.
Sto per aprire la bocca per raccontare tutto a Neville ma ci ripenso immediatamente.
Perché raccontare a Neville, qualcosa che non ha la minima importanza! Lo farei agitare di più, anche solo pronunciando il cognome dei Malfoy.
Non è nulla di importante. La situazione, o quello che mi hanno fatto, non cambia.
Non ha fatto niente di così speciale da essere degno di nota e da dover essere raccontato.
 
 

 
 

Sono passate tre settimane da quella mattina.
Tre settimane in cui sono stata impeccabile in tutto, anche se ho dovuto mordermi la lingua parecchie volte.
Il nuovo regolamento era stato attuato.
Hogwarts non era più una scuola ma una galera; l’unica differenza con Azkaban era l’assenza di dissennatori ma credo che molto probabilmente, a breve, arriveranno anche quelli.
Le uscite ad Hogsmeade erano state abolite, gli unici permessi speciali sono quelli concessi dal signor preside.
Traduzione: addio Hogsmeade per tutti i grifondoro,corvonero e tassorosso e buon divertimento ai serpeverde!
Tutta la corrispondenza via gufo viene aperta e controllata; questo ha avuto riscossioni anche sulla mia di corrispondenza. Scrivo a mia madre ogni due giorni ma le nostre lettere sono di ben poche righe.
Quando arriva il giorno della posta, il gufo che mi consegna la mia posta, mi porta sempre buste aperte e già mezze strappate.
Forse mi conviene scriverle soltanto: “Ciao mamma, spero stiate tutti bene. Sono viva”.  Forse, facendo così, si stuferanno e la smetteranno di leggere la mia posta.
Tutti i camini magici sono stati chiusi e murati. Se c’era anche la più piccola possibilità di comunicare tramite camino, ora è completamente sparita.
C’è una nuova squadra dì inquisizione, libera di entrare e uscire in tutte e quattro le case di Hogwarts, per effettuare qualsiasi tipo di controllo, a loro piacimento.
La faccia della McGranitt, quando ne è venuta a conoscenza, è stata memorabile.
La squadra d’inquisizione è formata da tutti serpeverde stto la guida dei Carrow.
 Tutte le sere, un gruppetto di serpeverde, entra nella sala comune di grifondoro; controllano gli zaini e le borse di tutti, aprono i cassetti, leggono pergamene, cercano tra i cuscini e, quando si stufano di fare casino, se ne vanno via ridendo.
Malfoy è vice responsabile della squadra ma, fino ad ora, non ci ha ancora “deliziato” della sua presenza.
Il coprifuoco, per tutti gli studenti, è alle otto di sera, tranne per gli studenti a cui sono accordati permessi speciali, sempre concessi dal signor Preside.
Le lezioni di Arti Oscure e di babbanologia sono state rese obbligatorie a tutti gli studenti, dal primo all’ultimo anno; gli incantesimi che ci hanno insegnato, almeno fino ad oggi, li conosco quasi tutti. Piccola differenza è che a noi li avevano insegnati per poter imparare a difenderci da loro mentre, ora, ci vengono insegnati per attaccare quelli che loro chiamano: traditori del loro sangue.
Un vero inferno ma, per quel che mi riguarda, sono stata una studente esemplare.
Sfido qualunque serpeverde a dire di aver sentito la mia voce anche solo in lontananza, nelle ultime tre settimane.
Io, Neville e Luna siamo i più bersagliati dalle loro battute maligne ma, fin quando si limitano a questo, riesco a farmelo scivolare da dosso.
Ho un gran bell’autocontrollo; mi limito a sorridere con finta innocenza e ad annuire.
Sono diventata brava, troppo brava. Neville è molto orgoglioso di me.
Alla fine della giornata, prima dello scatto del coprifuoco, faccio sempre una veloce passeggiata intorno al campo di Quidditch.
E’ lì che mi rilasso di più.
Il campo di Quidditch, quest’anno, rimarrà inutilizzato perché, ovviamente, il campionato è stato cancellato e anche tutti i tipi di allenamento sono stati vietati; se si vuole far sgranchire un po’ la propria scopa, bisogna ottenere il fatidico permesso.
Stare lì in quel campo, seduta sull’erba, a guardare quegli altissimi anelli mi fa sempre stare bene. Mi fa pensare alla mia famiglia, ai miei fratelli; cominciano veramente a mancarmi tanto le nostre partite, nel giardino di casa.
Ma la cosa più importante è che mi fa sentire più vicina ad Harry.
Il Quidditch ci unisce da sempre,è  una delle cose che più ci divertiva a fare assieme. Siamo entrambi bravi a volare e, questo, non si può negare.
Guardo il campo, mi sembra ancora di vederci, l’anno scorso, mentre siamo in volo con le nostre divise … ma è solo un attimo.
Mi torna subito in mente di dove mi trovo e mi rendo conto che, questo stesso campo, non  vedrà più giocare, né me né Harry,  per un bel po’ di tempo.
Guardo l’ora: sono le sette passate. La cena sta per cominciare ed è meglio muoversi.

 

 
 
Sto camminando verso l’aula di pozioni; mi aspettano più di due ore da passare col Professor Lumacorno e con gli amorevoli studenti di Serpeverde.
Non so come ma Lumacorno vede, in me, un piccolo talento nella sua materia; agli esami dell’anno scorso mi aveva promosso con un bel Eccezionale.
Ancora stento a crederci; penso che Lumacorno riponga una fiducia spropositata nelle mie capacità di pozionista.
Devo ancora capire da dove è nato il debole che Lumacorno ha nei miei confronti.
Mi siedo, come al solito, nell’ultima fila vicino a Calì.
Il professore è in netto ritardo e le mie vicine stanno già parlando fin troppo, per i miei gusti.
Mi chino per raccogliere la mia borsa da terra ma, nel rialzarmi, sbatto la testa contro il tavolo.
Finisco a terra, solo perché riesco a tenermi; la testa mi pulsa fortissimo e ho la vista mezza annebbiata;
Calì e qualche altro grifondoro si alzano per aiutarmi; i serpeverde si ammutoliscono dal loro chiacchiericcio e si girano per guardarmi.
Dalla prima fila si alza una risata.
Lentamente, mentre alzo la testa,  distinguo subito Pansy Parkinson che sghignazza divertita. E’ seduta vicino a Malfoy e Tiger.
Afferro la mano di Calì che mi aiuta ad alzarmi; quando sono in piedi, mi risiedo, fingendo di non sentire il chiacchiericcio attorno a me.
-Bhè … ora non si regge nemmeno in piedi. Mi ricorda qualcuno: passava più tempo in infermeria che in aula. Quello sfregiato di Potter!!- i serpevere scoppiano tutti a ridere.
Mi giro verso la direzione della Parkinson; lei continua a ridere della sua battuta.
In una frazione di secondo, mi dimentico di tutti i miei buoni propositi e di tutti i miei sforzi fatti fin’ora.
Ora è il cervello ad essere annebbiato.
Scrollo via il polso dalle mani di Calì che prova a trattenermi e, lentamente, mi avvicino alla prima fila dove la Parkinson è comodamente seduta.
Mi avvicino e vado proprio davanti a lei, con le mani che già mi prudono dalla voglia che ho di menarla.
Con la coda dell’occhio vedo Malfoy, seduto alla sua destra, alzare lo sguardo dal suo libro di pozioni; continua a stare piegato con le braccia piegate sul banco, le maniche della divisa arrotolate ma ha gli occhi puntati su di me. A onor del vero, non mi sembra nemmeno molto divertito dalla situazione.
-Scusami Parkinson. Mi chiedevo se potessi ripetermi quello che hai detto!.lo dico con la massima gentilezza, che ancora mi rimane.
Lei con lentezza infinita, si alza dalla sedia;vista da vicino, ha veramente una faccia da vipera
 -Il colpo alla testa ti ha fatto perdere l’udito? Ah … già che sei qui, volevo togliermi una curiosità. Come ti stai preparando, Weasley? Come ci si sente, nel sapere che, a breve, avrai tre cadaveri da piangere! Spero solo che il primo ad essere ucciso sia quell’ inutilità di tuo fratello!!-.
Ho già la bacchetta tra le mani; Al diavolo le finte maniere, che mi torturino pure! Non sono fatta per tacere!!
Sono quasi sul punto di puntarle la bacchetta contro quando intercetto gli occhi di Malfoy.
Ha gli occhi puntati sul mio braccio destro; ha capito sa cosa sto per fare.
Alza lo sguardo, continua a fissarmi; dopo qualche secondo, come se quello che sto per fare non gli importasse, abbassa la testa e torna a leggere il libro.
Improvvisamente mi ritornano in mente le promesse fatte a Neville; anche io, dovrei rimettermi seduta e fingere di leggere un libro. Ripongo la bacchetta nella tasca.
Mi appoggio al banco della Parkinson con le mani e, con l’espressione più finta che io abbia mai avuto, sussurro tre parole ma sono quelle che più mi costano, da quando è iniziato l’anno.
-Buona lezione, Pansy.-.
Lei ha un attimo di incertezza e, per un attimo, smette anche di ridere; non se lo aspettava.
Anche Malfoy alza gli occhi dal suo libro; forse mi sbaglierò, ma mi sembra di vedere  le sue labbra formare un mezzo sorriso.
Per una volta, ha avuto la gentile cortesia di starsene zitto.
-Signorina Weasley, qualche problema? Come mai in piedi?-.
 Il Professor Lumacorno era entrato in aula e non me ne sono nemmeno accorta.
-Scusi Professore. No, nessun problema. Stavo scambiando due parole con la signorina Parkinson.-.
Senza più voltarmi a guardarla, mi vado ad accomodare al mio posto.
Penso a Neville; in questo momento, sarebbe orgoglioso di me e tirerebbe un sospiro di sollievo.
A me, però, tremano ancora le mani.
Quella stronza l’ha avuta vinta ancora.
Devo pensare.
Mi serve solo un’idea.
 
 

 

E’ un sabato sera qualunque ma stasera, stranamente, non ho molto appetito e ho deciso di saltare la cena. Ho solo voglia di chiudermi nella torre di Grifondoro e non uscire fino a domani.
Le cose, qui, non fanno che peggiorare.
Ormai girare per i corridoi di Hogwarts è agghiacciante.
Non c’è più nessuno che chiacchiera, si muovono tutti quasi in punta di piedi.
Ogni sera cerco, dentro la nostra sala comune, di parlare con i ragazzini del primo anno.
Parlo del più e del meno, chiedo qualcosa delle loro vite; all’inizio, mi rispondevano a monosillabi, ora, pian piano, esprimono anche delle piccole frasi.
L’unico denominatore comune di tutti gli studenti del primo anno è la paura.
Nessuno ha veramente voglia di stare qui, vorrebbero scappare o tonarsene a casa.
Penso che, pure le matricole di serpeverde, non siano molto contente di trovarsi qui ma sono sicura che abbiano ancora meno coraggio di ammetterlo, rispetto a tutti gli altri;
Noi “vecchi”, ogni tanto, cerchiamo di sdrammatizzare; cerchiamo di fargli vedere la Hogwarts che abbiamo conosciuto noi ma ci pensa la nuova dirigenza a rovinare i nostri sforzi.
Tutti sanno che questo non è che l’inizio.
La situazione peggiorerà; già tre studenti sono stati rimandati a casa, con permesso, perché uno dei loro genitori è stato ritrovato morto.
La McGranitt, per il dispiacere, la vedo invecchiare ogni giorno di più.
Sto tornando dal campo di Quidditch, quando mi accorgo di aver scordato la mia borsa, coi libri dentro, sulle tribune.
Mancano dieci minuti al coprifuoco.
Inizio a correre velocissima; il campo è un po’ lontano ma devo farcelo.
Prendo la borsa al volo e ricomincio a correre.
Sono quasi alla fine del ponte quando vedo già Gazza chiudere i portoni.
Merda, adesso, cosa faccio?
Decido di fare il giro largo del castello; sperando che non mi veda nessuno, passerò dalle serre perchè sono adiacenti alle cucine e, da lì, dovrei essere  al sicuro.
Tutto sempre andare bene se non quando, alla fine del corridoio, vedo i Carrow venire nella mia direzione. Non mi hanno ancora vista; ora si sono bloccati a parlare, sembra stiano litigando.
Non riesco a sentire ma, in questo momento, non m’interessa nemmeno. Voglio solo andare via da qui.
Devo trovare una via di fuga. Sono nascosta dietro una statua ma sono sicura che le mie gambe siano ben in vista.
Giro la testa e noto le scale.
Ma certo!!! Come ho fatto a non pensarci prima!!!
 I sotterranei
Vado giù veloce per le scale e mi infilo subito nell’ufficio di Lumacorno. Per fortuna, è vuoto!
Anche se mi beccasse lì, lui, di certo, non farebbe la spia!
Origlio al di là della porta; i rumori piano piano si stanno smorzando.
Credo sia passata quasi un’ora. C’è silenzio assoluto, in corridoio. Dei Carrow, nemmeno l’ombra.
Devo uscire, non posso certo passare la notte qui!
Esco in punta di piedi; prego tutte le divinità che conosco, che nessuno mi becchi.
Sento un rumore fortissimo provenire dall’aula di Pozioni. Sembra sia caduto a terra qualcosa di pesante. Sono quasi incuriosita a vedere cosa è successo ma la testa prevale sulla curiosità.
Non mi fermo e proseguo dritta nella mia direzione.
Sento la porta aprirsi, dietro di me.
Sono nei guai fino al collo.
-Weasley?-.
Pronuncia quasi divertito, il mio nome. Peggio di così non poteva andare.
Malfoy.
Faccio un respiro profondo, e mi volto, pensando già alla scusa da dirgli se mi chiedesse cosa ci faccio qui.
Rimango senza parole, guardando lo stato in cui è conciato. Ma quello che mi lascia sbigottita è quello che tiene tra le mani.
Una bottiglia di whisky incendiario quasi vuota.
E’ ubriaco! E’ facilmente intuibile, dal modo in cui si appoggia al muro, quasi inciampando, e dalla puzza di alcool che lo ricopre.
Sinceramente, non so nemmeno cosa dire o fare! Non so se tirare un respiro di sollievo o essere ancora più preoccupata.
-Malfoy, tutto bene?- chiedo titubante, per capire se è almeno lucido.
Lui alza lo sguardo, mi guarda e scoppia a ridere. Una risata quasi isterica. Non l’ho mai sentito ridere così.
-Weasley, ti sembra che non vada tutto bene??- allarga le braccia e si sposta i capelli all’indietro.
-Sei … ubriaco?- dico, guardandolo quasi sconvolta.
Si è già bevuto una bottiglia di whisky incendiario e non sono neanche le otto di sera!
-Sinceramente … si!! Ma lo sono stato parecchie volte ...Tu invece, lo fai spesso, di stare in giro dopo il coprifuoco?-.
L’aria strafottente, quella, è rimasta.
-No mai! Ho avuto … un contrattempo!-
-Ah si? Quale? Controllare che abbiano tagliato l’erba nel campo da Quidditch? E’ questo il tuo livello di trasgressione! Mi deludi!! Mi aspettavo molto di più da te!!-.
Mi correggo. E’ ancora molto strafottente.
A rifletterci bene, quella che sto avendo con lui, è la conversazione più lunga che abbiamo avuto da almeno otto anni a questa parte. Non l’ho sentito mai sentito parlare così tanto … con me.
Ride a squarciagola; non so come mai non sia ancora venuto nessuno a controllare da dove viene tutto questo fracasso.
Ah già! Qui siamo nei sotterranei e ci sono regole diverse.
-Sì, in effetti, a livello di trasgressione, tu mi batti sicuramente. Se per trasgressione, intendi stordirsi di alcool!- fingo una risata anche io.
Mi viene l’idea di svignarmela; non credo che Malfoy si ricorderà molto di questa serata!
Sto per andarmene ma Malfoy se ne accorge; dopo aver bevuto un’altra sorsata, mi afferra per il polso, senza metterci troppa forza.
-Ti assicuro, Weasley, che conosco molte altre attività trasgressive che sconvolgerebbero la puritana che è in te!!-.
Mi serve un attimo per essere sicura di aver sentito bene quello che ha detto.
E’ questo che vuole fare? Provocarmi? Non ha capito che sta giocando con la persona sbagliata e, domani, a quest’ora, non si ricorderà neanche di aver avuto questa conversazione con me.
-La tue attività trasgressive non sono, sicuramente, di mio gradimento. Sono abituata a divertirmi con altro!- gli do una piccola pacca sulla spalla.
Mi riafferra e mi tira, di nuovo, indietro senza smettere di sghignazzare.
-Pensi di cavartela così?-
-Sinceramente, si! Non mi sembri, stasera, nella posizione giusta per rimproverarmi!-.
-Con me, puoi anche smettere di fare la recita della brava studentessa che non trasgredisce le regole! Lo hanno capito tutti che hai solo voglia di passare inosservata! Ti ho sgamata vero??-.
Mi manca la salivazione ma non voglio darglielo a vedere. Faccio qualche passo verso di lui, lo guardo sospettoso.
-Basta parlare di me!! Sono noiosa io, no? Parliamo di te e del perché sei tutto solo, in un corridoio deserto, a … - stavo per dire ubriacarti - … festeggiare!-.
Lui mi guarda come se avessi detto la più grossa stupidaggine dell’universo.
-Pensi che io stia festeggiando? Sono molto più divertente, di solito!-.
Si. Come no! La simpatia è proprio la prima qualità che viene in mente, pensando a Draco Malfoy!
Prende la bottiglia e, in una golata, finisce il poco liquido che era rimasto.
Gli faccio un applauso.
-Bene, bravissimo! Ora che hai finito, io torno nella mia umile dimora, faccio finta di non averti mai visto..Grazie e buona notte!- Gli faccio un sorriso finto e gli giro le spalle.
-Però, riflettendo, c’è un motivo per cui sto brindando. Brindo a me e alla mia vita … completamente rovinata!-.
A quelle parole mi blocco improvvisamente. Mi volto a guardarlo. Non c’è più ironia nell’aria. Mi esce spontanea la domanda.
-E cos’è che avrebbe rovinato la tua vita fantastica??- .
Mi studia, con lo sguardo, per una decina di secondi. A cosa sta pensando?
-Weasley, lascia perdere. Voi non capirete mai-
-Forse stai iniziando ad avere delle allucinazioni. Ci siamo solo tu ed io! ! Dai Malfoy, stupiscimi! Nessuno lo verrà mai a sapere!-.
Non so cosa aspettarmi ma sono incuriosita da tutto ciò. C’è qualcosa di diverso, che non ho mai visto in lui. Non è solo il fatto che sia ubriaco; è come se fosse stanco.
Sta quasi per parlare, poi abbassa la testa; quando la rialza sta sorridendo. Sembra rassegnato.
-Lascia stare Weasley. Scordati di tutto. Gira i tacchi e vai via. Domani non mi ricorderò, neanche, di averti vista-
Si sbilancia verso avanti e inciampa su se stesso; perde l’equilibrio e cade dritto diritto per terra.
La bottiglia che ha in mano si frantuma in mille pezzi.
Per fortuna nessuno ha sentito!
E’ ancora lì che cerca di rialzarsi, quando qualcosa dentro di me, si smuove.
Non se lo merita ma io non voglio essere in debito con lui. E io, per l’altra sera, quando mi ha aiutata, gli devo qualcosa.
Lo raggiungo velocemente, prima di cambiare idea.
Lo afferro per le braccia e, nonostante le sue rimostranze, lo tiro su.
-Dai alzati Malfoy- in effetti, non è poi così leggero come sembra.
Lui guarda la mano che gli ho messo sul braccio. So che vorrebbe allontanarmi ma è talmente ubriaco che non riesce nemmeno a ribellarsi.
-Malfoy, non voglio passare la notte qui. Fatti aiutare. Ti accompagno fino alla porta. Non voglio che tu faccia cadere a pezzi l’intero castello. Tranquillo!- finalmente riesco a metterlo in piedi - Non dovrai dirmi grazie. Siamo pari, adesso!-.
Gli faccio un mezzo sorriso per fargli capire che ho buone intenzioni; non mi piace sentirmi in debito con nessuno, soprattutto con un Malfoy.
Mi guarda sospettoso ancora per un po’ poi, rassegnandosi, mi appoggia un braccio sulle spalle. Sento il suo peso addosso ma credo che stia cercando, per quel che può, di non appesantirmi troppo. Camminiamo lentamente, fermandoci ogni tre passi.
Lo faccio appoggiare al muro un paio di volte; mentre facciamo le rampe di scale che portano all’ingresso dei serpeverde, rischiamo d’inciampare almeno quattro volte.
Ho la mia faccia completamente coperta dal collo di Draco; se non fosse per le difficoltà che ho nel camminare, potrei anche essere sorpresa dal suo discreto profumo che invade le mie narici. Sorprendente se consideriamo tutto l’alcool che ha ingurgitato.
Arrivata davanti alla porta della cripta dei serpeverde, mi tolgo il suo braccio dalle spalle e lo aiuto ad appoggiarsi a un quadro lì accanto .
Gli faccio segno di entrare e, senza dire una parola, provo ad allontanarmi.
-Weasley- ecco appunto!! Provavo!
Mi volto controvoglia a guardarlo, sperando che non mi dica che non riesce a ricordare la parola d’ordine. Non avrei la minima idea di come aiutarlo.
-Dimmi Malfoy.- Parlo con gli occhi chiusi; voglio solo andare in camera mia!
-Volevo … solo … - non capisco cosa stia cercando di dirmi –Niente! Vai!-.
Mi prende in giro?
Questa serata proprio non vuole finire!
-Va bene. Notte- non ho più le forze d’insistere.
-Non sono abituato ad essere aiutato senza dover dare qualcosa in cambio!-.
Quelle parole mi lasciano senza parole, per la seconda volta, in meno di un’ora.
E’ impressionante la velocità con cui, stasera, passa da un umore a un altro; un attimo fa rideva e, adesso, è così incupito.
Sinceramente, sono esausta e, nemmeno io, ho più voglia di far battute.
-Te l’ho già detto. Siamo pari! Nessuno lo saprà mai! Vai a dormire! Domani ricominceremo a insultarci!-. Non vedo l’ora, sinceramente. E’ quasi destabilizzante, avere una sorta di conversazione civile con Malfoy.
Sto per andarmene ma sono io, questa volta, a tornare indietro.
Scendo i pochi gradini che avevo fatto, mi metto di fronte a lui.
-Tu sei Draco Malfoy!!-Gli aggiusto la cravatta, per renderlo presentabile –Ascolta un consiglio da una cretina. Non preoccuparti di chi ti aiuta ma inizia a preoccuparti di chi ti sta riducendo così-.
Chiude gli occhi; forse, non vuole più farsi vedere da me. Non l’ho mai sentito così vero come adesso.
Mi ritrovo, senza pensarci, a sfiorargli una guancia con le punta delle dita. Il contato dura pochissimi secondi poi, come scottata, tiro via la mano e corro su per le scale.
La serata ora è definitivamente finita.
Arrivo alla torre e, appena entro nella mia camera, corro a lavarmi le mani.
Mi guardo allo specchio.
Non so perché ma sto sorridendo.
 
 
 




Buona sera a tutti.
Spero che la storia vi piaccia. E' la mia prima storia. Il mio primo obiettivo è far emergere la parte "buona" di Malfoy, che tutti abbiamo visto sia nei libri sia nei film.
Fatemi sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male. Se avete domande, curiosità o critiche, fatemi sapere!!!
Ripeto è la prima storia che scrivo.
Anticipazioni del prossimo capitolo? Vedremo di nuovo Ginny sulla sua amata scopa ma, soprattutto, ci sarà un incontro “toccante”.  Chissà tra chi! E non è tutto....

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Capitolo 4
*** Ritorno al campo ***


CAPITOLO 4

Ritorno al campo



Novembre ormai è iniziato e con sé è arrivato anche il grande freddo.
Persino la mia pelle ne sta risentendo; mi guardo allo specchio e tocco la mia carnagione pallida.
Sto evitando di tornare al campo di Quidditch; mi sono resa conto che vederlo così spento mi fa diventare ancora più malinconica di quanto non lo sia già.
Da quando non ci vado più, almeno riesco a rispettare il coprifuoco e non rischio di finire più nei sotterranei, evitando così i brutti incontri.
Non ho raccontato a nessuno di cosa è successo nei sotterranei qualche sera fa.
Ho deciso di applicare la teoria del parla il meno possibile; io mi faccio i fatti miei, non racconto niente a nessuno di Malfoy e lui, in compenso, fa finta di essersi dimenticato di avermi visto oltre il coprifuoco.
Entrambi ci guadagniamo qualcosa a stare zitti; lui la sua presunta reputazione e io evito una bella punizione.
Mentre mi dirigo verso la Sala Grande, mi sento chiamare.
-Ginny aspettami!!!-
Mi volto; c’è Luna che mi corre incontro.
-Luna come stai?- l’abbraccio e continuiamo a camminare a braccetto.
-Non riesco mai a beccarti da nessuna parte. Non vieni più in biblioteca?-.
-No Luna, preferisco studiare in sala comune. Quest’anno non abbiamo nemmeno una lezione in comune!-.
 Forse è una coincidenza ma gli alunni di grifondoro, ormai, condividono le lezioni solo con i serpeverde.
-Senti Ginny ma perché non ci proviamo ad andare, insieme, da Piton a chiedere un permesso per Hogsmeade? Tentare non costa nulla-.
Mi blocco e scoppio a ridere; ho le lacrime agli occhi.
L’ingenuità di Luna è disarmante.
-Luna forse tu qualche speranza ce l’hai, anche se la vedo una possibilità molto rara.  Piton a me non mi farà mai uscire dal castello. Hanno paura che io scappi e raggiunga Harry o qualcuno della mia famiglia.-
-Ma Ginny, allora perché non lo facciamo di nascosto? Lo facevamo con la Umbridge!!! Possiamo farcela!!-.
Sono esterrefatta dal modo in cui Luna vede le cose attorno a sè; pensa sempre che sia tutto possibile: è un’eterna ottimista.
-Luna ma stai scherzando? Si accorgerebbero in nemmeno mezz’ora che manchiamo e sai che fine faremmo? A te, nel migliore dei casi, ti verrebbe sequestrata la bacchetta e saresti messa in punizione fino alla fine dell’anno; Io? Fammi pensare! Ah sì! Probabilmente mi ridurrebbero come i genitori di Neville!-.
Si è incupita; le ho distrutto il sogno che si era disegnata nella sua testa però una parte di lei sa che ho ragione.
-Forse hai ragione ma, almeno tu, dovresti provare a chiedere il permesso per volare un po’. Non c’è niente di male. Cosa puoi fare con la scopa??-.
Mi sto spazientendo. Mi metto di fronte a lei con le braccia sui fianchi.
-Luna, piuttosto che entrare nell’ufficio di Piton e pregarlo di farmi fare due giri sulla scopa preferirei dare, io stessa, fuoco alla mia Nimbus. Ti è chiara, ora, la situazione?-.
Mette una mano sulla mia spalla, cerca di farmi rilassare.
-Ginny sai che, mai come ora, sento la mancanza dell’Esercito  di Silente-.
Le faccio un sorriso malinconico; manca un po’ anche a me quella parte della mia vita!
Anche se Harry non era ancora entrato del tutto nella mia vita, anche se c’era la Umbridge … anche a me manca molto quell’anno. C’era molta più positività; c’era più speranza!
Luna mi risveglia dai miei ricordi.
- Comunque ora devo andare. Ci vediamo più tardi??-.
Faccio sì con la testa; lei mi da un bacio sulla guancia e va via saltellando.
Rimango ancora lì ferma; poi raggiungo Calì e Lavanda, al tavolo dei grifondoro, per la colazione. Sono impegnate in uno dei loro pettegolezzi e quasi non si accorgono del mio arrivo.
Addento controvoglia una mela (non ho nemmeno più l’appetito di una volta) e ripenso a Luna.
Sto per rivolgermi a Calì quando mi fermo immobilizzata.
Come ho fatto a non pensarci prima? Come ha fatto a non venirmi in mente?!?!?!
……sento la mancanza dell’Esercito di Silente”. 
Ma certo!!Come ho fatto a non pensarci prima!
L’esercito di Silente.
Eccola l’idea che cercavo.
Probabilmente attorno a me si staranno domandando se sono impazzita; sto ridacchiando da sola .
Li guardo e continuo a sorridere.
C’è finalmente un raggio di luce in mezzo a queste tenebre.
E’ arrivato il nostro momento!       
                           
                                                                                          ∞
 
Durante la lezione di pozioni non riesco a stare attenta ad una sola parola di quello che dice Lumacorno.
Sono talmente presa a pianificare nella mia testa quello che devo fare che nemmeno mi accorgo del professore che mi sta chiamando ripetutamente ad alta voce.
-Weasley, signorina Weasley si sente bene?- Lumacorno è venuto fino al mio banco.
Calì, accanto a me, mi scuote il braccio.
Finalmente torno alla realtà; peccato che non abbia la minima idea di cosa mi abbia appena chiesto il professore.
Tutti sono voltati verso di me; dalla prima fila vedo persino Malfoy  che guarda  verso la mia direzione.
E’ la prima volta che lo rivedo da quella sera; come se dopo l’incontro nei sotterranei, nonostante fossimo nelle stesse stanze, non lo avessi mai più visto.
-Scusi professore ... - Non so cosa aggiungere.
-Si sente bene signorina?- mi ripete Lumacorno.
Impulsivamente rispondo.
-Si cioè … non molto! No! Non mi sento molto bene in realtà!-.
Tutti iniziano a guardarmi sospettosi, primo fra tutti Malfoy.
-Signorina Weasley se ha bisogno di qualcosa e vuole allontanarsi vada pure. Prenda una boccata d’aria. Le farà bene -
Rimango a bocca aperta dalla possibilità che Lumacorno, inconsapevolmente, mi sta dando.
Tra tutte le cose negative c’è una cosa che è sempre a mio favore: la gentilezza, nei miei confronti, di Lumacorno.
Devo pesare rapidamente le possibilità; a quest’ora posso muovermi liberamente: Malfoy è qui con Lumacorno, I Carrow tengono lezione e tutti i serpeverde dovrebbero essere tutti impegnati.
Devo solo controllare gli orari e cercare Neville e Luna.
-Grazie Professore, se posso allontanarmi ... Magari passo un momento da Madama Chips!- raccolgo tutte le mie cose in una frazione di secondo.
Lumacorno sembra seriamente preoccupato.
-Weasley, se vuole la faccio accompagnare da qual … -.
-NO!- Non mi rendo conto nemmeno di aver urlato; Lumacorno sembra disorientato dalla mia reazione. Devo andare da sola! Se mi accompagnasse qualcuno, il mio piano andrebbe in fumo!
-No scusi. Preferirei andare da sola da Madama Chips.- Mi avvicino al suo volto e bisbiglio, in modo che nessuno possa sentirmi. - Motivi riservati. La ringrazio!-.
Lumacorno mi sorride e con la testa mi fa segno di uscire.
Tutti pian piano tornano a girare i loro calderoni.
Tutti tranne uno.
Malfoy, nonostante sia tornato ad appoggiarsi al suo bancone, continua a guardarmi; c’è qualcosa che non lo convince!
Forse ha capito che c’è qualcosa sotto!
Non ho troppo tempo; non è il momento di preoccuparmi di Malfoy.
Metto la borsa sulle spalle e, con più naturalezza possibile, esco dall’aula.
In meno che non si dica mi metto a correre su per le scale.
Entro nella sala comune dei grifondoro e guardo gli orari: Neville ha lezione con la Mc Granitt.
Oggi è davvero la mia giornata fortunata.
Corro verso l’aula di trasfigurazione; mi faccio coraggio e busso.
-Si avanti-.
-Signora MnGranitt avrei urgenza di parlare con Neville. Potrebbe farlo uscire dall’aula un paio di minuti, cortesemente-.
Uso il tono più educato che posso; ci sono Dean e Seamus in ultima fila che mi guardano con aria annoiata .
-Signorina Weasley lei non dovrebbe essere a lezione?- mi chiede la McGranitt.
Ora cosa m’invento? Decido di rimanere sul vago.
-Si professoressa ma ho avuto un piccolo problema-.
La McGranitt continua a girare tra i vari banchi.
-Signorina Weasley cerchi di risolvere al più presto il suo problema e torni a lezione-.
Sto per ripetergli la domanda ma lei m’interrompe.
-Il signor Paciock non è venuto a lezione, oggi-.
Solo ora me ne accorgo: di Neville nessuna traccia.
Dov’è finito Neville?
-Scusi ma sa dove si trova?- La Mc Granitt alza gli occhi al cielo.
Sa benissimo che sono testarda; lo cercherei comunque anche se lei non mi dicesse dov’è.
-Stamattina era convocato nell’ufficio del preside-.
Quando termina la frase mi guarda e sospira.
Fa  fatica anche lei, quanto me, a chiamare, Piton, preside.
Se Neville è convocato dal”preside però … vuol dire solo una cosa.
Lo hanno messo in punizione e probabilmente non è nemmeno nell’ufficio del preside ma nello studio dei Carrow.
Chiudo la porta sbattendola sonoramente, ignorando completamente la McGranitt che mi richiama insistentemente.
Corro verso i sotterranei.
Non possono torturarlo come hanno fatto con i suoi genitori; loro sono impazziti per la maledizione cruciatus.
Arrivata allo stanzino dei Carrow, non busso nemmeno ma apro istintivamente la porta.
Nulla! Lo studio è completamente vuoto.
Nessun’ombra, né dei Carrow, né di Neville!
Se non è qui dov’è? Dove lo hanno portato?
 

 
E’ quasi l’ora di cena. Ho cercato Neville ovunque ma di lui nessuna traccia.
Ho interrotto quasi tutte le lezione per chiedere se qualcuno lo avesse visto. Ho seguito addirittura Piton ma di Neville nessuna notizia.
L’unica persona che non ho trovato oggi, oltre a Neville, è Alecto Carrow.
Più passa il tempo e più mi convinco che Neville e Carrow siano insieme chissà dove e sono quasi certa che Neville non si trovi lì per una gita di piacere.
L’unica cosa rimasta da fare è avvisare tutti i professori perchè non me ne starò con le mani in mano.
Comincerò da Hagrid; andrò alla sua capanna e al diavolo il coprifuoco! mi facciano pure quello che vogliono!
Esco dal portone principale, me ne infischio delle occhiate di rimprovero degli altri studenti e corro come non ho mai fatto prima.
Sento che c’è qualcuno ancora prima che inizi a parlare.
-Aiuto!-.
La voce non sta urlando, sembra quasi un sussurro ma riconosco la voce immediatamente.
Neville.
Intuisco subito da dove proviene la voce.
Il Platano Picchiatore.
Cambio subito direzione e, infatti, lì nell’ombra lo vedo!
E’ riverso a terra!
-NEVILLE! NEVILLE!! COSA TI HANNO FATTO??-
Lo giro verso di me e quello che vedo è sconvolgente.
Neville ha il volto completamente pieno di lividi e sangue. Non riesce a tenere gli occhi aperti e perde sangue dal labbro superiore. Penso che abbia il naso rotto!
-Oh mio Dio! Ma cosa ti hanno fatto?-
Ho paura persino a toccarlo, non vorrei fargli ancora più male di quello che prova già.
-I Carrow. Sono  stati  i  Carrow! Mi hanno riempito di calci.-.
Neville parla lentamente e a sillabe. Ogni parola che pronuncia, gli costa una fitta di dolore.
Stringo forte i pugni per trattenere la rabbia.
-Ma perché ti hanno ridotto così?-.
Lui prende fiato e molto lentamente risponde.
-Stamattina a colazione  mi hanno avvertito che ero convocato nel loro ufficio. Hanno aperto la mia posta e dicono che in una lettera c’era un messaggio in codice per me che riguardava  Harry . Secondo loro, io so dove si trova e volevano saperlo.
Hanno cominciato con la maledizione cruciatus ma poi hanno continuato con le botte. Ginny, era solo un messaggio di mia nonna che mi diceva che la sua vicina ha comprato una casa in Scozia.-.
Termina la frase esausto e col fiatone, come se avesse corso per chilometri e chilometri.
Mi accorgo che ha gli occhi lucidi dalle lacrime che non riesce più a trattenere.
Lo hanno massacrato perché ha ricevuto una lettera da sua nonna.
Massacrato.
Me lo sentivo che era successo qualcosa di brutto; stamattina se Luna non mi avesse intercettato sarei andata a colazione in tempo per vedere Neville e avrei saputo tutto!
Vedere Neville così, in quelle condizioni, è inaccettabile; non posso stare zitta.
-Neville, stai tranquillo. Riposati. Vado a chiamare Hagrid. Non preoccuparti. Ti portiamo in infermeria-.
Io scatto in piedi, corro da Hagrid.
Arrivata alla sua capanna, busso con tutta la forza che ho.
Appena Hagrid apre la porta, non gli do nemmeno il tempo di salutarmi.
-Hagrid devi andare ad aiutare Neville. I Carrow lo hanno quasi ammazzato. E’ ridotto malissimo. Si trova dietro il Platano Picchiatore!-.
Sono fuori di me; le mie mani tremano ancora.
L’espressione di Hagrid cambia radicalmente; ora non è più felice di vedermi come prima ma non gli lascio nemmeno il tempo di parlare.
-Vai Hagrid!! Vallo a prendere, portalo in infermeria e avvisa la McGranitt dell’accaduto!Lo deve sapere!
Gli giro le spalle e m’incammino verso il castello.
So cosa devo fare; non la passeranno liscia.
Non abbasserò di nuovo la testa; non dovevano arrivare a tanto.
Ignoro completamente le urla di Hagrid.
-GINEVRAAAAAA!! DOVE STAI ANDANDO TU??COSA VUOI FARE?? NON FARE CAVOLATE, TORNA QUI!-.
Troppo tardi; questa volta non mi fermerò.
Li sto andando a cercare; se vogliono uccidermi questa notte, almeno, gli darò un buon motivo per farlo.
 

 
Sono nei sotterranei; ho già la bacchetta impugnata.
Spalanco la porta del loro ufficio ma dei Carrow nemmeno l’ombra.
Lo studio è esattamente come me lo ricordavo, nessun cambiamento!
Stessa aria lugubre.
Forse i Carrow staranno facendo la ronda serale per controllare gli studenti ma ormai, a quest’ora, dovrebbero essere già tutti nelle loro case.
Se i Carrow non sono rintracciabili, so esattamente dove andare.
Esco da quella catacomba e corro verso l’ufficio di Piton.
Stamani, mentre pedinavo Piton, ho anche scoperto la parola d’ordine.
CERVA.
Che parola d’ordine è? Non mi aspettavo da Piton così tanta banalità. Che significa cerva?
Fondamentalmente,  non mi interessa neanche conoscere la risposta.
Sono davanti al Gargoyle che conduce all’ufficio che una volta era di Silente; solamente l’anno scorso, era il luogo più sicuro di tutta Hogwarts mentre ora credo sia il posto più triste di tutti.
Tutto, lì dentro, ricorda Silente e il solo pensiero che a girare in quella stanza ci sia Piton, il suo assassino, è rivoltante.
Sto per pronunciare la parola d’ordine ma sento dei passi dietro di me.
A quest’ora, nel corridoio vicino all’ufficio del preside, potrebbe essere solo Piton o, ancora meglio, potrebbero essere i Carrow!
Aspetto qualche secondo. Sento il rumore dei passi intensificarsi.
Non gli darò nemmeno il tempo di alzare la testa, li colpirò di sorpresa.
Sta per svoltare l’angolo ma quando mi rendo conto di chi si tratta, in realtà, è troppo tardi.
La mia bocca ha già pronunciato l’incantesimo.
-Stupecifium!- urlo secca.
L’Incantesimo mi riesce bene come sempre.
La figura davanti a me, colpito dal mio anatema dritto al petto, viene scaraventato contro il muro.
Resto a bocca aperta dallo shock.
Ho appena colpito Draco Malfoy.
Non doveva essere lui, la vittima del mio attacco.
Non me ne accorgo nemmeno ma, quando alza un po’ la testa per capire chi è il suo aggressore, rimane anche lui a bocca aperta.
Non sembra infuriato, sembra solo molto confuso.
Prova ad alzarsi con l’aiuto delle braccia ma ricrolla per terra.
Io sono ancora lì immobile, non so cosa fare e dire.
Lui tossisce, poi, con tutta la forza che ha, riesce a mettersi a sedere contro il muro.
-Weasley … -.
Pronuncia il mio nome a bassa voce, tenendo gli occhi chiusi.
Forse è arrivato il momento di dire qualcosa; sto per farlo ma è lui a parlare per primo.
-Sei completamente impazzita?- questa volta non parla più sottovoce, anzi …
Non so nemmeno cosa rispondergli; forse sì! Ero in preda a un raptus di follia, solo che ho colpito la persona sbagliata.
Mi avvicino di qualche passo e mi chino sulle gambe.
Dovrei aiutarlo ad alzarsi? Sto ancora studiando cosa dirgli ma, a un certo punto, le mie parole escono da sole, senza controllo.
-Senti, non era per te quell’incantesimo. Lo so che non ci crederai mai. I nostri precedenti non sono a favore di quello che ti sto dicendo ma è così. Eri l’ultima persona, francamente, che volevo colpire! –.
Lui mi guarda ancora più confuso.
-Allora tu è così che passi le serate? Non rispetti il coprifuoco e lanci incantesimi a chi passa nei corridoi?- Il suo tono non ne vuole sapere di scendere.
Credo di avere un cedimento, tutta l’adrenalina e la rabbia sono ormai passate; mi sento stanca, debole e avvilita.
Cosa volevo fare? Anche se ci fossero stati i Carrow, cosa volevo fare? Mi sarei solo fatta uccidere. Mi sono cacciata nei guai fino al collo, invece di essere a fianco Di Neville e con tutti gli altri.
Mi lascio cadere, anche io, sul pavimento vicino a lui; sono mortificata da me stessa.
-Senti Malfoy volevo colpire qualcun altro. Non te. Stanotte i tuoi cari amici, hanno massacrato Neville. Era ridotto malissimo e quando l’ho visto, ho perso la testa e sono venuta fino nei sotterranei ma non li ho trovati e allora ho deciso di venire qui, da Piton!! -.
Confesso tutto perché, ora,  non mi interessa inventare bugie; qualsiasi cosa avessi detto, sarei stata lo stesso nei guai.
Giro la testa, guardo la finestra. Aspetto in silenzio che lui cominci a ridere, che mi prenda per un braccio e che mi porti, tutto vittorioso, dai Carrow per scontare la mia di punizione.
-Tu … - Malfoy sta per parlare ma poi si interrompe; cade così un pesante silenzio in quel corridoio.
Cosa sta aspettando??
Smetto di guardare la finestra e mi giro a guardarlo in faccia.
Lui guarda intensamente un punto fermo nel pavimento; è come se stesse pensando intensamente a qualcosa che non riesce a capire.
Probabilmente starà pensando solo al migliore dei modi per farmela pagare.
Gira la testa e mi guarda; i nostri occhi si studiano!!
 Nessuno dei due gira la testa e restiamo lì, fermi e seduti sul pavimento, in silenzio a fissarci.
A un certo punto, gira la testa verso la direzione in cui era arrivato.
Capisco subito il motivo.
Sta arrivando qualcuno.
Non mi muovo, rimango immobile, a farmi divorare dal panico.  
Non ho nessuna intenzione di alzarmi ; rimarrò lì in attesa che decida quale fine farmi fare.
Malfoy, all’improvviso, con tutte le forze rimaste, si alza in piedi; la sua bocca tradisce  un gemito di dolore. Si aggiusta frettolosamente la giacca e la camicia che indossa e si sistema i capelli.
Quasi controvoglia, si abbassa, mi prende per un braccio e mi tira su per farmi alzare.
Cosa vuole? Gli do fastidio seduta sul pavimento?
Interrompe tutti i miei pensieri.
-Weasley, forza alzati! Subito!!- Parla con tono molto deciso ma molto piano. Se non fossi così vicino a lui, avrei detto che muovesse solo le labbra.
Mi tira fortissimo ma, quando penso che stia per spaccarmi una spalla, controvoglia, mi alzo in piedi davanti a lui.
Appena siamo entrambi in piedi, Severus Piton, svolta l’angolo e rimane immobile  a guardarci perplesso.
Prima lancia una sguardo maligno a me e poi, senza distogliere lo sguardo, si rivolge a Malfoy.
-Draco cosa ci fai sotto al mio ufficio con la signorina Weasley? Il coprifuoco è passato, lei non dovrebbe essere qui!-.
Piton ha un attimo di esitazione a pronunciare il mio nome.
Comunque ci siamo! Che la mia bellissima nottata abbia inizio! Spero soltanto che non mi ricoverino, domani, nel letto a fianco a Neville. Non voglio immaginarmi quello che sarebbe in grado di dirmi.
Almeno mi toglierò la soddisfazione di insultare Piton come merita, anche se solo per una decina di secondi.
Malfoy, intanto, molla il mio braccio e si volta a guardarmi, per l’ultima volta, prima di rispondere a Piton.
-Severus ho portato qui la Weasley perché si è presentata, poco fa, da me per chiedermi un permesso per lei e alcuni grifondoro!-.
Oh mio Dio!!
Rimango senza fiato; mi giro istintivamente a osservarlo e spalanco la bocca.
Qualsiasi mia attività celebrale si è bloccata. Mi ripeto solo la parola: permesso.
Ma cosa sta dicendo? Forse ho capito male.
Piton continua a guardarci scettico, prima me e poi Malfoy.
-Weasley ha chiesto un permesso? A te?- Piton mi conosce, sa che non lo avrei mai fatto. Non capisco quali siano le intenzioni di Malfoy. Forse vuole portarmi ad Hogsmeade per torturarmi con Tiger e Goyle.
-Sì Severus. Comprendiamoli, sono dei disperati.-
-Permesso per cosa esattamente?- Piton continua a studiare il mio volto. Io chiudo la bocca e abbasso lo sguardo.
Se penso di essere già abbastanza sconvolta, non è nulla in confronto a come mi sento dopo la risposta di Draco.
-Mi hanno chiesto di allenarsi a Quidditch-.
Io ho chiesto un permesso a Malfoy per giocare a Quidditch?? A quel punto la scoperta che faccio è ancora più sconvolgente.
Non so perché e che cosa abbia in mente ma, Malfoy, non mi sta denunciando a Piton ma mi sta coprendo.
Malfoy mi sta aiutando! Cosa c’è sotto a tutto ciò?
Malfoy, intanto, continua a parlare con Piton.
-Ovviamente la mia risposta è stata un bel No. Ho pensato che ci fosse qualcosa sotto se un gruppo di grifondoro vuole volare, all’improvviso, sulle loro scope vecchie. La Weasley ha negato qualsiasi tipo di complotto. Mi ha chiesto di potersi allenare da sola-.
Quando Piton sente parlare Malfoy, come ha fatto da sete anni a questa parte, si rasserena. Credo che sia rasserenato dal fatto che il suo pupillo non sia uscito di testa ma che sia sempre lo stesso. Piton ora lo guarda orgoglioso.
-Bene Draco. Sai che puoi prendere qualsiasi decisione con la massima libertà!-.
Malfoy sorride compiaciuto mentre a me, tutte queste loro gentilezze, mi fanno venire la nausea.
-Lo so, sono venuto solo ad avvisarti che visto che, secondo la Weasley non c’è niente di nascosto dietro la sua richiesta, le  ho concesso il permesso di andare al campo di Quidditch. Questa sera. Mezz’ora. Niente di più, niente di meno. Ovviamente sotto mia stressa osservazione. Così vedremo cosa voleva fare realmente.-.
Piton mi guarda.
-E così sia, avviserò io i responsabili della guardia di questa notte. Cerchi di rilassarsi signorina Weasley, la vedo provata ultimamente, qualcosa che l’affligge?-.
Sento la mia rabbia riaffiorarmi dall’interno; vorrei controbattere ma lui ci supera ed entra nel suo ufficio senza più aggiungere altro. Giro la mia testa verso Malfoy, lo scruto dalla testa ai piedi. Perché lo ha fatto? Cosa vuole da me? Vuole ricattarmi?
Mi avvicino a lui di qualche centimetro.
-Cosa hai in mente? Perché non hai detto la verità a Piton ? Vuoi ricattarmi a vita con questa storia? Ti sbagli ,vado subito io stessa a raccontargli tutto. Non otterrai nulla da me-. E con questo gli volto le spalle e me ne vado verso il Gargoyle.
Non faccio nemmeno in tempo a salire la prima rampa di scale che Malfoy mi ha già preso per un braccio e mi sta trascinando via.
Cerco di togliere il braccio ma la sua presa è troppo forte.
-Malfoy, mollami. Lasciami andare-.
Cerco in tutti i modi di strappargli via la mano, cerco anche di buttarmi a terra ma niente. Tutto inutile. Continua a trascinarmi, chissà dove, senza la minima esitazione.
-Guarda che mi metto a urlare se non mi lasci.- provo a spaventarlo.
Lui continua a camminare; sembra stia trattenendo una risata.
-Urla Weasley. Urla pure. A quest’ora non ti sentirà ma, soprattutto, non ti aiuterà nessuno.-
Cerco di giocare di furbizia.
-Ok ok!! cammino da sola. Ho capito. Non posso scappare però mollami. Non sento più il braccio-. Cerco di avere il tono più dolorante che posso. Lui si gira verso di me ma non toglie la mano dal mio braccio.
-Pensi sia così stupido Weasley? Vuoi sapere dove ti porto? Al campo di Quidditch!! E sai perché? Perché se non ti ci porto si insospettiranno e finirò anche io nei guai, per colpa tua-.
Ora sta definitivamente urlando.
-Se sei così preoccupato, potevi dire subito la verità e non inventarti questa enorme bugia!!-Mi metto a strillare anche io, al diavolo tutti. Che mi sentano pure!
Lui riprende a trascinarmi, non dice più una parola finchè non arriviamo al campo.
Ormai mi sono arresa, non oppongo nemmeno più forza; mi lascio condurre.
Finalmente mi molla il braccio e mi massaggio il gomito dolorante.
-Bene, ora vai negli spogliatoi. Prendi una scopa, ti cambi e torni qui. Se entro cinque minuti non sei fuori ti trascino fuori con la forza. Hai capito bene?-.
Cosa pretende? Che mi metta a svolazzare nel campo mentre mi guarda?
-Tu sei fuori di testa se pensi che lo farò. Non farò mai quello che mi dici. HAI CAPITO??- Urlo con tutta la voce che ho. Mi guarda sbigottito.
In un attimo mi riprende il braccio e, con ancora più forza di prima, mi trascina dentro lo spogliatoio. Entra anche lui e chiude la porta dietro di sé.
Fa qualche passo verso di me, io indietreggio fino a sbattere contro il muro. Lui rimane a meno di un metro di distanza da me.
-Cos’è che non hai ben capito Weasley di quello che è successo fino ad ora? Cosa non comprende la tua testolina? Che se non ti avessi coperta con Piton, probabilmente, ora saresti stata ridotta molto peggio di quel cretino di Paciock? Forse ancora non capisci che, se al mio posto avessi lanciato lo stupeficium contro uno dei Carrow,  a quest’ora saresti già morta! -.
Ho un brivido in tutto il corpo. Una parte di me sa che lui ha ragione.
Questa sera sono stata molto fortunata, fortunata perché ho incontrato Malfoy; se avessi colpito Piton o un Carrow, non sarei di certo più qui.
Ma Malfoy non è uno che fa un buon gesto per niente: soprattutto con la famiglia Weasley.
-ok ho capito. Tu che fai una buona azione? A me? A una weasley, amica del tuo nemico Harry Potter? Tu … - Stavo per pronunciare mangiamorte ma mi sono bloccata; questa sera non riesco a dirglielo. Mi sembra un’offesa gratuita.
Lui capisce cosa stavo per dire; fa un mezzo sorriso e sembra tranquillizzarsi. Ora sembra quasi divertito da tutto ciò.
-Tu non sei una delle più scarse a Quidditch. Io ti sto dando la possibilità di volare. Tutti lo sanno che vieni tutte le sere qui sulla tribuna … -
Lo interrompo.
-No non ci vengo più!-.
Lui fa un respiro profondo.
-Ok..Che  venivi  tutte le sere. Ora puoi volare mezz’ora. Ora. Dopo quanto? Due mesi? E questo grazie a me! A me l’antagonista per eccellenza dei Weasley. Un Malfoy. Però hai ragione. A pensarci bene, c’è una cosa che devi fare in cambio!-.
Lo sapevo. Gran bastardo che non è altro.
Scoppio a ridere rumorosamente; lui non si scompone minimamente. Mi lascia finire e poi riprende a parlare.
-Si hai capito. Una sola cosa. Una cosa semplice per te-.
Non so davvero cosa si inventerà.
-Weasley, ora puoi anche ringraziami.-
Sono completamente stupita.
Malfoy vuole che lo ringrazi. Tutto qui?
All’improvviso mi viene in mente la sera di tre settimane fa, sempre con lui. Lì era la situazione contraria; quello che mi ha detto a proposito della sua incapacità di dire grazie. E’ tutto riferito a quello.
Mi sento stranamente più leggera.
Devo dire che stasera ho pensato le peggiori cose di lui senza alcun motivo e in più gli ho, pure, tirato contro uno stupeficium.
-E così devo ringraziarti. Questo non c’entra con l’altra volta, quando ti ho dovuto sorreggere fino ai sotterranei?? Non ti piaceva sentirti in debito con me, vero?-.
Lui riflette un attimo su cosa rispondere poi con un filo di voce conferma tutte le mie ipotesi.
-Forse -.
Scoppio di nuovo a ridere; non so perché ma, tutta la tensione di prima, mi è improvvisamente passata.
-Devo ammetterlo. Mi hai sorpreso Malfoy. Nonostante le condizioni in cui eri quella sera, ti ricordi quello che ci siamo detti! Complimenti! Sai reggere l’alcool molto meglio di quello che mi aspettassi! -.
Sembra rilassarsi anche lui dopo questo cambio di conversazione; abbassa la testa e, quando la rialza, sembra stia cercando di trattenere un sorriso.
-Non mi sottovalutare, Weasley!-.
-Vieni dai, andiamo fuori nel campo!!- riacquisto un briciolo di euforia.
Non si aspettava questo tipo di risposta.
Senza pensarci troppo, approfittando del momento, lo prendo per un braccio e lo trascino, anche se lui non oppone resistenza.
Fa freddo fuori
Guardando il campo così deserto e buio, un sacco di ricordi m’invadono la mente.
Il mio primo provino, la mia prima partita, Harry capitano, il primo bacio con Harry, Ron che diventa portiere …
Non riesco a stare qui!
-Sai cosa facciamo ora? Io torno dentro e vado a dormire. Tu domani racconterai che io ti ho risposto male e che così hai cambiato idea e mi hai revocato il permesso!! -.
Mi guarda stupito, non riesce a capire dove voglio arrivare con questo discorso; forse pensava veramente che mi sarei messa a volare felice e contenta, come se nulla fosse.
E’ vero mi manca il Quidditch, gli allenamenti e la squadra ma anche se adesso mi facessero volare tutti i giorni, non sarebbe comunque la stessa cosa. Non mi divertirei mai come un anno fa.
Se prendessi quella scopa probabilmente, per la prima mezz’ora mi divertirei pure, ma una volta coi piedi per terra sarei ancora più triste e amareggiata perché mi renderei conto di quello che ora non ho più.
-So che non mi capisci e riderai ancora di più di me. Non so dov’è la mia famiglia, i miei amici sono dispersi chissà dove, non ho notizie di loro, Neville è mezzo morto in infermeria, Hogwarts non è più la stessa. Mi manca tutto questo … - gli indico con un dito gli enormi anelli che sono sopra le nostre teste -ma stare in questo campo, ora, non ha più alcun senso! -.
Malfoy mi guarda un po’ perplesso.
-No, è vero! Non ti capisco ma fai come ti pare !-.
Gli faccio un sorriso e mi rendo conto che non ho mai mollato il suo braccio.
Sono stanca e, per stasera, sono stufa di fargli la guerra.
Vuole che sia io ad abbassarmi e così sia.
-Forse tu lo consideri un’umiliazione dover dire grazie a una Weasley!!Ma ti assicuro che non è così! - Malfoy segue il mio discorso senza battere ciglio – Detto ciò, ora, è il mio turno. Preparati Malfoy. Se hai fatto tutto ciò, stasera, senza secondi fini, allora grazie. Ma non un grazie qualsiasi, uno dei più sinceri e inaspettati della mia vita!-.
Lo guardo ancora per un po’, lui non sa cosa dire! E’ come se fosse spaesato o confuso!
Prima di poterci ripensare, istintivamente, gli prendo la mano e gliela stringo per un attimo.
Guardiamo entrambi, le nostre mani incrociate.
Piano piano i nostri lineamenti si ammorbidiscono: studiamo il volto uno dell’altra.
Non se lo aspettava sicuramente ma, nonostante ciò, non fa nessuna protesta; non prova neanche a togliere la mano dalla mia ...
Torno al mondo reale e, lentamente gli lascio lentamente la mano.
Prima che possa aggiungere qualcos’altro, mi volto e m’incammino verso il castello.
Mi giro, un’ultima volta, di nuovo verso di lui: è nella stessa posizione in cui l’ho lasciato.
-Però ti sei sbagliato. Questa è la seconda volta che mi aiuti. Sai, non sei un assassino ma sei anche uno strano mangiamorte, caro  Malfoy!-.
Lo sento sospirare.
-Notte Weasley! Prova, almeno fino a domani, a non cacciarti nei guai!-.
Ecco tornato il vecchio e caro Malfoy.
Ormai sono distante da lui; con un segno della mano lo saluto e poi corro, verso il castello.
Contrariamente ai presupposti con cui era iniziata la serata, sono ancora viva e, di questo, devo dire grazie all’unica persona che non pensavo mai potesse essermi d’aiuto.
Non lo dirò a nessuno, non credo sia una cosa così importante da dire al mondo intero!! Lasciamo tutto com’è.
Sarà un segreto.
Sì, cosa può fare di male avere solo un segreto da custodire con Draco Malfoy??.
Solo uno!
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Sogno o incubo ***


CAPITOLO 5


SOGNO O INCUBO


 
Da quella sera passai la settimana successiva a fare la staffetta tra le lezioni e l’infermeria; passavo tutto il mio tempo libero con Neville.
Io e Luna cercavamo di darci il cambio il più possibile, per cercare di non far mai stare Neville da solo.
Entrambe non avevamo visto molto bene Neville!
Non era sereno, non voleva mai di quello che gli era successo quella dannata sera e non aveva mai voglia di chiacchierare!!
Solo una volta provai a parlare di sua nonna ma cambiai subito argomento, vedendo i suoi occhi diventare lucidi.
Era rimasto molto provato da quello che gli era successo.
I segni sul volto piano piano stavano passando, la costola era tornata al suo posto ma il suo umore non era per nulla migliorato.
Anche se con fatica, cercavo di essere, almeno davanti a lui, il più divertente e allegra possibile e non dargli a vedere le mie preoccupazioni.
A volte, non ero credibile nemmeno a me stessa.
Pensai molte volte di raccontare a lui e Luna di quello che era successo quella sera dopo che avevo trovato Neville mezzo morto; ero sicura che, raccontandoglielo, avrei catturato sicuramente la loro attenzione e per un po’, Neville, non avrebbero pensato ad altro ma preferii non farlo.
Continuo a ripetermi che, in fondo, non era successo nulla di così eclatante da dover essere noto a tutti; probabilmente avevo beccato Malfoy in una delle sue poche sere in cui si comportava da umano.
Ero impegnata a mettere a posto gli ultimi compiti quando sentii qualcuno, con una voce familiare, chiamarmi.
-Ginny!!-.
Era Seamus, era da un po’ che non ci parlavo.
Notai subito che c’era qualcosa che non andava e la mia mente penso subito a una sola cosa: altri problemi!
-Seamus! Che succede??- gli chiedo già preoccupata di conoscere la risposta.
Resta in silenzio, immobile al centro della stanza.
-Seamus mi sto preoccupando, parla!! -.
Lo scuoto per un braccio.
-Dean -.
Dean? Oh no! Hanno torturato pure lui?
-Oh no! Cosa gli hanno fatto?? Sta bene, vero??- provo a scuoterlo.
Con un movimento impercettibile, Seamus annuisce non la testa.
Io tiro un sospiro di sollievo ma se sta bene, allora, cosa è successo??
-Se sta bene, allora che hai?-.
Seamus si butta su un divano e si copre gli occhi con una mano.
-E’ scappato!-.
-Scappato dove? Magari non riesci a trovarlo, chissà dov’è! non è detto che ... – provo a rincuorarlo.
-Ginny lo so, me lo ha detto! Mi aveva già avvisato stanotte del suo piano! mi ha detto che se dopo le sei di oggi non lo avessi più visto, voleva dire che ce l’aveva fatta a fuggire!-.
Non riesco ad elaborare questa notizia. E’ una buona o cattiva notizia??
-Come è scappato? Dov’è andato?-.
So bene il perché è scappato, non so nemmeno io perché lo sto chiedendo ma, forse, spero che non sia come penso io.
Mi illudo ancora che il peggio non sia ancora arrivato ma …
-Ginny, sua madre è babbana! Da un momento all’altro, gli avrebbero sequestrato la bacchetta! Sai benissimo che fine gli avrebbero fatto fare a lui! Se sei babbano, sei spacciato! -.
Annuisco. Lo so molto bene!
Lo avrebbero ucciso.
Dentro di me s’infonde un po’ di serenità; ha più possibilità là fuori con suo padre che qui ad Hogwarts! Forse trovando il posto giusto e sicuro, potrebbe farcela a sopravvivere!
Sappiamo tutti a chi stanno danno la caccia! Hanno qualcun altro da trovare come priorità!
Harry.
Scaccio via subito il pensiero; ultimamente la preoccupazione sta aumentando!
Il non avere sue notizie sta diventando snervante! Quanto andrà avanti? Potrebbe arrivare una brutta notizia da un momento all’altro?? E se invece passassero anni?
Torno a concentrarmi su Seamus che ha appena perso il suo migliore amico.
Mi accomodo a fianco a lui e gli poso un braccio intorno alle spalle.
-Siamo sicuri che ce l’abbia fatta?-.
-Sono sicuro, ho controllato!- mi risponde Seamus.
Non credo di averlo mai visto così triste.
-Dai Seamus, non fare così!! Pensiamola in modo positivo. Qui dentro, avrebbe avuto le ore contate, invece, là fuori, c’è la sua salvezza e quella del padre. Lo rivedremo! Ne sono sicura! Questo non era più il posto per lui! Sarebbe stato pericoloso rimanere qui! Ha fatto la scelta giusta!-.
-Ginny, questo non è più il posto giusto per nessuno! Li vedi quelli del primo anno? Sono terrorizzati! Chi non lo è? E quello che hanno  fatto a Neville?? A te?-.
Alzo la testa, non glielo avevo mai detto!
-Pensavi che non lo sapessi. E’ stato Neville a dircelo! Ci aveva detto di tenerti d’occhio! Aveva paura che facessi un’altra delle tue uscite di testa!- mi fa un mezzo sorriso.
-Però mi sto comportando bene - Gli faccio l’occhiolino –Diglielo a Neville!-.
-Sì come no!!- alza le spalle.
Rimaniamo lì, ancora mezzi abbracciati.
E’ una voce a risvegliarci dai nostri pensieri.
-Ehi voi due! Piangete la mia assenza?-.
Non ci credo. Neville è di fronte a me e, inn un attimo, gli salto addosso.
-AAAAHHHHHH NEVILLEEEE!!- Neville per prendermi, emette un gridolino di dolore.
-Ginny piano! Son appena uscito dall’infermeria-.
Poggio i piedi per terra ma non gli stacco le braccia dal collo; anche Seamus si alza e gli da una pacca sulla schiena.
-Seamus per favore me la toglieresti di dosso, la mia costola chiede pietà-.
Mi allontano di poco, tanto da poterlo fare di nuovo respirare.
-Non mi sembra vero!-. In effetti è così; Dean che se ne va e Neville che ritorna.
Ora che lo guardo meglio in effetti, ha ripreso colore in viso; ha un po’ gli occhi cerchiati da delle occhiaie nere e ha dei segni rossastri che hanno preso posto dei lividi che aveva su tutto il volto.
-Madama Chips ha detto che sono tornato più o meno in forma. Non c’era bisogno di restare lì.  Non devo fare sforzi ma tanto penso si sappia che non sono proprio uno sportivo.-
Neville si accomoda su una poltrona; io gli vado dietro e mi siedo di fronte a lui.
-Voi invece, cosa mi raccontate?-.
Io e Seamus ci scambiamo un’occhiata; Neville, dalla sua posizione, guarda prima me e poi Seamus.
-Perché non parlate? C’è qualcosa che devo sapere?-.
Io faccio segno a Seamus di tacere; volevo dirlo io a Neville.
-Tutto a posto, nulla fuori posto; solo una piccola cosa-.
Neville mi guarda preoccupato; sa che, ultimamente, quando sono così ironica in realtà è il mio modo per anticipare brutte notizie.
-sì ecco……..Dean è andato via-.
Vedo Neville diventare, lentamente, ancora più pallido di quello che già era.
E’ Seamus a salvare la situazione.
-Neville, sai bene che era necessario. A lui sarebbe andata molto peggio rispetto a voi. Sua madre era babbana. Volevano prendergli la bacchetta. Sarebbe stato inquisito al Ministero; sarebbe andato davanti alla Umbridge. E’ una brutta notizia ma forse ha ragione Ginny. C’è un risvolto positivo. Lì fuori, in fuga, è molto più al sicuro che qui dentro-.
Continuo a guardare Neville; anche lui arriva alla nostra stessa conclusione.
-Mancherà qui dentro-.
Neville ha ragione; Dean mancherà un po’ a tutti qui dentro;  è un altro pezzo di grifondoro che se ne va; un altro pezzo della vecchia Hogwarts che se ne va.
Mi viene un groppo allo stomaco; mi alzo e vado verso la finestra.
Ormai è sera e sta arrivando un gran bel temporale ma, rispetto al mio umore, il cielo sembra di un limpido cristallino.
-Sì avete ragione voi. Ora però ci interrogheranno per vedere se sappiamo qualcosa sulla sua fuga-.
Neville parla ma io continuo a guardare il cielo sopra di me; non è un problema che mi preoccupa.
Vengano pure; non ho paura!
-Nessuno di noi sa dov’è esattamente Dean; ci facciano pure bere il Veritaserum! Non riusciranno a scprire nulla!-. Seamus sembra avermi letto nella mente.
Non sento Neville alzarsi e venire dalla finestra accanto a me.
-Ginny non ti ho più chiesto se, quella sera,-  capisco subito della sera di cui sta parlando – quando è successo quello che è successo…..-.
Intuisco quello che sta per chiedermi; ora devo solo cercare di essere più credibile possibile.
-beh ecco, volevo chiederti se dopo non hai fatto qualche stupidaggine!-
Mi volto verso di lui.
-No Neville-.
Sto per salire in camera ma lui mi blocca con una mano.
-Hagrid ha detto di averti visto molto agitata; io non ricordo nulla ma so solo che quando mi sono svegliato tu eri lì!-.
-Ecco vedi Neville! Ero lì accanto a te!-
Neville studia la mia espressione.
-Ginny io ho dormito 24 ore. Vorrei essere certo che durante quel giorno intero tu non abbia fatto sciocchezze!-.
Davanti ai miei occhi scorrono varie immagini: io che schianto Draco, Draco che si inventa quella storia con Piton; sempre lui che mi trascina con la forza nello spogliatoio; io che mi rassereno dopo aver capito che non c’era nulla di terribile che mi aspettava; le nostre mani incrociate.
Non mi rendo conto che ormai,nei miei pensieri, non lo chiamo più Malfoy ma sono passata a chiamarlo per nome;
Abbraccio Neville.
-Puoi stare tranquillo. Ora riposati. Non è successo niente. Ora però vado a dormire-.
Saluto sia lui che Seamus e salgo su nella mia stanza.
Non mi piace mentire e quando lo faccio, ho sempre una sorta di preoccupazione che mi segue.
Nella mia testa sono preoccupata che Malfoy spifferi qualcosa a qualcuno; se si inventasse parte della storia? Se qualcuno venisse a sapere qualcosa?.
In quel momento penso alla faccia di Harry se solo scoprisse che ho rivolto parola a un mangiamorte; avrebbe tutte le ragioni del mondo a indignarsi!
Guardo l’orologio e mancano 20 minuti al coprifuoco.
Non so esattamente cosa mi fa prendere la bacchetta e correre giù, fuori dalla torre dei grifondoro.
Sto andando nei sotterranei.
Devo trovare Malfoy!
 

 
Sono ai sotterranei, solo che ora non so come trovarlo!
Magari è già nella sua camera e non posso certo entrare nella Sala dei serpeverde;
Vedo passare un gruppo di ragazzini del primo anno; mi è venuta l’idea!
-Tu fermati!- Trattengo per la divisa, una ragazzina del primo anno.
-Cosa vuoi?-. Ma perché sono già tutti antipatici a 11 anni.
-Senti, entra nella tua sala e cerca Malfoy. Lo conosci no?-
La viperetta annuisce con la sua aria altezzosa.
-Devi dirgli che è un’emergenza e deve uscire subito; deve concedere un permesso; è urgente! Vai!-.
Mi guarda ancora dalla testa ai piedi e, prima di entrare, mi fulmina con una delle sue battute acide.
-Non concederà mai nulla a quelli come te!-.
Ma dove li addestrano ad essere così odiosi?
Passano 10 minuti;  forse non l’ha trovato o, ancora più probabile, non ha avvertito proprio nessuno.
Sto per girarmi e andarmene quando sento il ritratto aprirsi.
-Weasley, cosa vuoi?Hai visto che ore sono?-
Mi sto già pentendo di essere venuta fino qui.
-Devo parlarti. Vieni!Non qui. Nell’aula di pozioni..-
Mi incammino; all’inizio rimane lì fermo ma quando sto per girarmi per esortarlo a muoversi, sento i suoi passi dietro di me.
Entro nell’aula e lascio la porta aperta; lui entra e la chiude.
Mi siedo su una sedia del terzo banco mentre lui rimane appoggiato alla porta con le braccia conserte.
Nemmeno lui sembra di buon umore.
-Allora? Muoviti a parlare! Non ho tempo da perdere!-.
Non so da dove iniziare; forse avrei dovuto pensare a una sorta di discorso?
-Visto che stasera sei di cattivo umore anche tu, voglio solo chiarire una cosa. La settimana scorsa quando mi hai aiutato sei stato abbastanza cortese ma è finito lì. Dimenticati qualsiasi cosa “semi-gentile” che io abbia fatto e io farò altrettanto con te!-.
Lui fa qualche passo e viene a sedersi di fronte a me; c’è solo il corridoio a separarci!
-Credo di non aver capito! Cosa c’è che ti preoccupa? Di cosa hai esattamente paura!-
-NON HO PAURA DI NIENTE!- Sbatto una mano sul banco; ora sono infuriata. Non so se più con me stessa o con lui.
Si alza, viene di fronte a me e mi punta il dito contro.
-Weasley stai molto calma! Non ti dimenticare con chi stai parlando!-
Prendo il suo indice e, in malo modo, lo scaccio via dalla mia faccia.
-Appunto! So benissimo chi sei! E sai chi sono io! Raccontando quello che è successo la settimana scorsa, abbiamo qualcosa da perdere entrambi!-.
Torna a sedersi e lentamente si arrotola le maniche della camicia.
Quello che mi sorprende è che il marchio nero è coperto da una grande benda! Lo sta coprendo!.
Rimango incantata a guardare quella benda.
-Vuoi guardare il marchio da vicino?-
-No scusa! Non mi interessa molto. Stavo dicendo che…..-
-Mi stavi facendo una sorta di ricatto!-
-NO! Ho detto che da questo momento io non ricorderò più quello che hai fatto e tu non ricorderai quello che ho fatto io. Ok? Hai capito!-.
Sembra che stia per scoppiare a ridere.
-La paura che hai, che i tuoi ”amici” scoprano che sei viva e illesa grazie a me, è quasi esilarante!-.
-Pensala come vuoi! Va bene? Siamo d’accordo? Ti sarei grata se da domani cominciassi a trattarmi come hai sempre fatto; senza la minima eccezione. Puniscimi, denunciami, quello che vuoi. Così io mi sentirò finalmente in diritto di trattarti come meriti.-
Lui socchiude gli occhi, mi guarda schifato.
-Sai Weasley mi hai dato una bella idea. Posso cominciare subito! Guarda l’ora; Sei fuori dalla tua casata dopo l’orario di coprifuoco.-.
Eccoci! Brutto bastardo che non cambia mai.
Si incammina verso la porta.
-Ricordati Weasley che per me è un immenso piacere trattarti come meriti. E’ un immenso piacere trattarti come un verme! Puoi stare tranquilla. Piuttosto che ammettere di aver protetto anche un solo centimetro di quella tua schifosissima pelle, preferirei essere pugnalato da chiodi ardenti!-.
Eccolo qui. Il vecchio e caro Malfoy. E’ riuscito a cancellare in un secondo quel minimo di buono che stavo iniziando a pensare di lui.
Lui continua a guardarmi; sta aspettando una mia risposta. Vorrei schiaffeggiarlo ma non devo abbassarmi al suo livello.
Mi avvicino alla porta, cercando di usare tutta la calma possibile.
-solo due cose. Al Mangiamorte che vive in te devo dire che si sbaglia perché mancano 5 minuti prima che scatti la punizione. A Malfoy un’altra cosa. Hanno ragione tutti; non hai nulla di buono in te!  E anche…….vaffanculo!-.
Con la forza che mi ritrovo , lo prendo per un braccio e lo sposto dalla porta.
Apro e me ne vado.
Prima di salire le scale sento Malfoy sbattere la porta dell’aula di pozioni; dal rumore che ha fatto, penso che l’abbia spaccata.
Quando sono sul mio letto, sana e salva, mi sento un po’ più tranquilla! Ora tutti i pianeti sono tornati nella loro giusta traiettoria! Malfoy è di nuovo quello che è sempre stato.
Un semplice bastardo senza possibilità alcuna di redenzione.
Non so come mai ma passano più di tre ore prima che Morfeo mi avvolga tra le sue braccia.
 

 
Il mattino dopo, come era prevedibile, io Seamus Neville con Calì e Lavanda siamo stati convocati, appena si sono accorti della scomparse di Dean, nell’ufficio del preside.
 Ad attenderci c’era già seduta Luna. Di fronte a lei, uno accanto all’altro c’erano tutti!
Piton, seduto nella sua poltrona, era al centro e accanto a lui c’erano i Carrow; In un angolo a testa bassa c’era il Professor Lumacorno  mentre alla sua destra c’era la McGranitt!
Lì dentro non era certo la  benvenuta ma, per noi, era una piccola sicurezza averla lì: non avrebbe permesso che ci facessero del male!
Dietro di noi entrarono, subito dopo, i membri di quella dannatissima squadra di ispezione; non potevano scegliere serpeverdi peggio di loro.
La Parkinson sorrideva lusinghiera a Piton; Tiger e Goyle, addirittura, fecero un mezzo inchino, non so esattamente a chi; le 2 sorelle Greengrass con Blaise Zabini e Theodore Nott entrarono con le bacchette già in mano;
A chiudere la fila chi poteva mancare, se non lui?  Malfoy.
Appena vedo la sua chioma bionda mi rigiro immediatamente; non ho alcuna voglia di guardarlo in faccia;  
Non dice una parola e non saluta nessuno ma purtroppo viene a posizionarsi a fianco a Lumacorno. Ah già! Dimenticavo che lui non è un serpeverde qualunque, non può stare in mezzo al”gruppo”!
 Tira una pacca sulla spalla di Alecto come saluto  e poi inizia a giocherellare, con le dita, con quel maledettissimo anello, che porta all’anulare, della sua amata dinastia Malfoy.
Hanno deciso di interrogarci tutti separatamente; uno alla volta!
Parlava solo Piton, i Carrow se avessero potuto ci avrebbero già maledetto ma, per fortuna di tutti noi, ci pensava la McGranitt a distruggere i loro sogni violenti.
Ci mandarono tutti fuori; vidi sfilare i miei compagni tutti davanti a me entrare in quell’ufficio e uscirne provati ma ,per fortuna, senza alcun segno.
Dalle loro espressioni capì subito che non avevano usato il Veritaserum.
Era il mio torno; Quando entro io c’è il silenzio più assoluto. Tutti gli occhi sono puntati su di me.
-Si sieda Weasley!- Piton fa segno di accomodarmi nella sedia di fronte a lui; mi sento un tantino osservata!
Obbedisco all’ordine; la McGranitt si posiziona a fianco di Piton; ha uno sguardo incoraggiante mentre Lumacorno credo non alzerà mai lo sguardo dal pavimento; Malfoy continua a fissare il suo anello.
-Allora Weasley, stessa domanda di prima, doc’è il signor Dean Thomas?-
Mi appoggio allo schienale della sedia e accavallo le gambe; chiudo un attimo gli occhi e sospiro.
-Le ripeto la stessa risposta di prima: non lo so! E’ scappato! Non ho idea di dove sia andato!- Pronuncio parola per parola molto lentamente; spero che il concetto sia chiaro, adesso.
Piton si sporge in avanti e mi guarda dritto in faccia.
-Non faccia l’insolente Weasley, non è nella posizione nel farlo!-.
Mi sporgo anche io in avanti e poggio le mani sulla scrivania.
-Signor preside non so nulla. Le ho detto tutto quello che sapevo. Crede che Dean, sapendo i vostri metodi alquanto discutibili, mi avrebbe raccontato dove sarebbe andato?-.
Interviene la McGranitt.
-Severus mi duole ripeterlo. I ragazzi non sanno niente. Nessuno è così stupido da scappare e confessare a qualcuno qui dentro la sua destinazione-.
Malfoy, in quel momento alza la testa.
-Stiamo parlando di un grifondoro. Un po’ stupido forse….- E’ la Parkinson ad intervenire con il suo tono acido.
Io e la McGranitt alziamo contemporaneamente la testa e entrambe la incendiamo con lo sguardo.
Torno a guardare Piton che, di risposta, continua a fissarmi ma è quello che vedo dietro di lui che cattura la mia attenzione.
Nella libreria alle sue spalle, nella mensola in alto, sotto una teca di cristallo, avevo scorto il manico di qualcosa di molto familiare.
La spada di grifondoro.
La spada che appare solo ai veri grifondoro era l,ì in quello studio;che bisogna c’era di chiuderla lì dentro? Piton riusciva a vederla?
-Weasley ha capito?- Mi volto subito verso Piton, spero sinceramente che nessuno abbia capito che cosa  ha catturato la mia attenzione.
Passo in rassegna tutti i volti davanti a me; la McGranitt, incredibilmente piano, annuisce con la  testa; forse ha capito che ho perso il discorso di Piton sulla mia “incolumità”.
-Si certo, signor preside-. Piton mi guarda così intensamente che, per un momento, penso mi stia leggendo la mente.
-Può andare Weasley ma stia attenta!-.
-Grazie e buona giornata a tutti! Vi ringrazio!-
Prima di uscire scorgo Malfoy che mi osserva sospettoso; credo di aver esagerato con tutta questa gentilezza; involontariamente, non vorrei aver messo in allarme tutti più del dovuto.
Chiudo la porta dietro di me, passo davanti al Gargoyle; accelero il passo e mi allento la cravatta.
Devo riflettere.
Entro nel bagno delle ragazze, vado di corsa verso il lavabo e inizio a guardarmi allo specchio.
So cosa devo fare, anzi cosa dobbiamo fare!
Mi rimetto a posto la cravatta  e vado verso la Sala Grande.
Mi accomodo al mio posto, intravedo Luna al suo solito posto; ma dov’è ora Neville? Possibile che non li possa mai beccare tutti assieme?
Finalmente vedo Neville fare il suo ingresso dal portone principale; gli faccio segno di fermarsi lì dov’è  e con  uno scatto di velocità, mi alzo e vado verso Luna; la prendo sotto braccio.
-Luna andiamo. Sbrigati! Vieni con me!-
Mentre, praticamente, la trascino mi accorgo che Luna sta ancora masticando la sua colazione;
Passo davanti a Neville e sottovoce gli sussurro di seguirci.
Ci segue senza battere ciglio; ha capito che c’è qualcosa di urgente!
Questa volta non devo perdere tempo ma soprattutto devo sfruttare l’occasione; in questo momento i nostri “carcerieri” sono tutti nell’ufficio di Piton, dall’altra parte del castello.
Mollo il braccio di Luna ma ormai seguono il mio passo senza farmi domande.
Entro nell’aula di Trasfigurazioni della McGranitt! E’ il posto più sicuro al mondo, in questo momento!.
Li faccio passare oltre la soglia e chiudo la porta; finalmente riprendo fiato.
-Allora fra dieci minuti quest’aula si riempirà di gente, abbiamo poco tempo! Non perdiamo tempo in stupide obiezioni. E’ l’unica cosa che possiamo fare. Mi ci sono voluti mesi ma alla fine ci sono arrivata-.
Entrambi mi guardano come se fossi impazzita; non mi curo di loro e proseguo.
-Ecco quello che faremo. Punto 1: ricostituiremo l’Esercito di Silente, noi tre saremo gli unici competenti. Faremo quello che avremmo dovuto fare dall’inizio.  Gli renderemo, a quei sporchi mangiamorte, questa loro permanenza, qui, il più difficile possibile. Dobbiamo unirci contro di loro.-.
Alla fine del punto 1, Neville è completamente sbiancato in volto con la bocca spalancata; l’ho sconvolto mentre Luna mi sorride; credo che aspettasse questo momento da un bel po’ di tempo.
Non do nemmeno il tempo a Neville di controbattere.
-Punto due. Faremo scappare chiunque si troverà nelle stesse condizioni di Dean; primi fra tutti quelli del primo anno; agiremo solo noi tre perchè più siamo a saperlo e più sono quelli che corrono rischi. Quindi siamo solo noi.
Punto tre. Ruberemo la spada di grifondoro! -.
-CHE COSAAAAA???- l’urlo di Neville quasi mi spaventa; Luna gli prende una mano per farlo calmare.
-Sì Neville lo faremo! Piton ci torturerà? Pazienza! Quella spada è nostra; è di Dean; di Ron; di Hermione; e di Harry. Te li ricordi no?  Sono lì fuori a rischiare la vita per le persone che stanno in questo castello; non possiamo starcene fermi! -.
Non voglio costringerlo, voglio che lui si convinca che è la cosa giusta da fare.
-Neville non siamo soli! Abbiamo ancora persone dalla nostra parte!-.
Luna, improvvisamente inizia a battere le mani. –Io ci sto!! Grande Ginny!-.
Sorrido velocemente a Luna; non avevo dubbi sul suo entusiasmo ma quello che mi preoccupa è la reazione di Neville.
-Lo sai cosa mi preoccupa da quella sera che mi hanno torturato?-.
Mi spiazza questa sua domanda.
Faccio no con la testa.
-Ho capito che ci ammazzeranno lo stesso. L’unica speranza è Harry! Quindi, tanto vale, nell’attesa del suo ritorno, almeno divertiamoci! Facciamo qualcosa per cui valga la pena,essere puniti! Siamo dei grifondoro … siamo coraggiosi!-.
Non pensavo che si sarebbe convinto così presto, gli corro incontro e li abbraccio tutti e due perché finalmente abbiamo un obiettivo, qualcosa per cui renderci utili!
Neville nel mio abbraccio asfissiante pone la domanda che crea il più urgente dei problemi.
-Quando la rubiamo la spada?-.
Sciolgo l’abbraccio e sorrido beatamente.
-Agiremo stanotte!-.
 Non possiamo perdere tempo.


 
E’ l’ora di cena e quasi tutti gli studenti si trovano in Sala Grande a saziare il loro appetito, incuranti di quello che sta per capitare.
Io Neville e Luna siamo ognuno nelle posizioni stabilite.
Per non destare sospetti, Neville e Luna si trovano entrambi di fronte all’ufficio di Piton mentre io sto fingendo di cenare a fianco di Seamus e Lavanda.
Sto cercando di tenere una conversazione con loro; racconto della mia giornata ma i miei occhi continuano a guardare verso il tavolo dei professori.
I Carrow sono ai loro posti e, da come gesticolano, credo che parlino di qualcosa che li diverte molto.
Metto in bocca un altro pezzo di pollo e aspetto; perché, proprio stasera, Piton, tarda ad arrivare??
Tengo la testa bassa sul mio piatto e non mi accorgo che Lavanda ha finito il suo pasto e si è alzata per andare nella sua camera.
Piton dovrebbe essere qui! La cena sta per finire!! Se ha beccato Neville e Luna??
Mi sto iniziando ad agitare e non so cosa fare!| Agisco o resto ferma?
Vedendo sul tavolo scomparire i piatti per fare spazio ai dolci, decido di alzarmi.
-Ciao ragazzi. Stasera salto il dolce! Ci vediamo su!- saluto Seamus e i suoi amici.
Attraverso il corridoio e fino al portone di legno ho come l’impressione che, qualcuno, mi stia osservando da lontano ma non mi giro a verificare.
Appena fuori, controllo che non ci sia Gazza nei paraggi ; vedo i corridoi vuoti e inizio correre a velocità disumana.
Quando sono davanti al Gargoyle, cerco Neville e Luna.
-Luna? Neville?- 
-Ginny! Siamo qui!- Neville esce fuori da dietro una statua e mi fa segno di avvicinarmi.
Sono tutti e due accucciati per non farsi vedere, faccio altrettanto ma non riesco a nascondere il mantello della mia divisa.
-Piton non era a cena!- li aggiorno.
Neville e Luna si scambiano uno sguardo interrogativo.
-Ma se lo abbiamo visto uscire quindici minuti fa! Ci domandavamo, infatti, perché non ti muovevi a venire!-. Luna annuisce silenziosamente.
Mentre io e Neville siamo visibilmente tesi, lei sembra divertita come se stesse per andare a un Luna Park.
-Neville io aspettavo che arrivasse a cena! Erano questi gli accordi!-.
-Ok dai. Entriamo. Non perdiamo tempo.- mi fa segno Neville.
-CHE COSAAA?-.Neville e Luna mi fanno segno di abbassare la voce –Dobbiamo rimandare. Non sappiamo dov’è Piton!-.
Neville si alza sulle gambe, si toglie il mantello e mi porge la sua mano.
-Ginny o ora o mai più. Non perdiamo tempo!!- Prendo la sua mano e pure io mi sbarazzo del mantello.
O adesso o mai più.
Luna è già arrivata al Gargoyle, noi le siamo dietro. Pronuncia la parola d’ordine ed ecco spuntare le scale di marmo che conducono direttamente allo studio del Preside..
Saliamo le scale a due a due; Luna apre la porta ed io, ultima ad entrare, mi assicuro di chiuderla dietro di me.
Neville e Luna iniziano a curiosare nel suo ufficio ma io so esattamente dove il Preside la tiene!
-E’ lì sopra, la spada!- Entrambi si girano nella direzione indicata.
Non faccio nemmeno in tempo ad abbassare la mano che Neville ha già pronunciato l’incantesimo.
-Accio spada!-.
Inspiegabilmente la spada non risponde all’incantesimo e rimane lì, ferma, sulla mensola in alto di quella libreria.
Phineas Nigellus, ormai sveglio, inizia a strillare dall’interno del suo quadro.
-AIUTOOOOOOOO!! IMPOSTORI NELL’UFFICIO DEL PRESIDE!!!-.
Sento che sto la situazione ci sta sfuggendo di mano: devo riflettere!
Luna cerca di far zittire il quadro.
Io mi avvicino alla libreria, inizio ad arrampicarmi sulla libreria, faccio cadere qualche libro.
Sento Neville venirmi dietro ma gli faccio segno di non salire.
Se cado almeno speriamo che riesca a prendermi!
-AIUTOOOO. STUDENTI CHE RUBANOOOOOO!!-.
Con l’indice della mia mano riesco a sfiorare il manico della spada; ancora un’ ultima spinta ed è mia!
Sto per afferrarla ma all’improvviso, sento la porta dell’ufficio aprirsi.
-Cosa state facendo qui dentro?-.
Cazzo! Perdo l’equilibrio e, come avevo previsto, Neville non riesce a prendermi.
Cado sulla schiena e un paio di libri mi cadono addosso.
Nonostante il dolore mi metto subito a sedere con l’aiuto di Neville.
Metto subito a fuoco il mantello nero di Piton.
Beccati sul fatto!
-Volevate rubare la spada!- sussurra minaccioso Piton.
Con due falcate ci raggiunge e, in malo modo, ci afferra per i mantelli e ci sbatte contro la libreria; Luna è ancora ferma di fronte al ritratto!.
Piton rivolge lo sguardo omicida solo a me e Neville.
-Siete entrati nel mio ufficio per rubare?-.
-Quella spada è dei grifondoro. Non le appartiene come non le appartiene nulla di quello che sta qui dentro!-. Le parole mi escono da sole. Neville, credendo di non essere visto, mi tira una gomitata nelle costole.
Io e Piton ci fissiamo e nessuno dei due sembra abbia intenzione di distogliere per primo lo sguardo.
-Voi tre, stanotte, scordatevi di tornare nelle vostre camere. Siete in punizione!-.
Piton mi lancia un ultimo sguardo minaccioso e poi esce dalla porta e ci lascia lì, soli ed ignari del nostro destino.
Luna non sembra nemmeno essersi resa conto della gravità della cosa, continua a sorriderci beata!
Vado a sedermi su una sedia, la mia schiena e il mio ginocchio  mi stanno chiedendo pietà.
Abbiamo fallito miseramente; siamo nei guai e questa volta credo in guai grossi, molto grossi!
Guardo Neville, sto per dirgli che mi dispiace ma in quel momento la porta si riapre.
Mi aspetto di vedere i Carrow e Piton con le loro bacchette già impugnate ma di certo non mi aspetto chi ha appena fatto il suo ingresso.
Hagrid.
-Ragazzi!!!!! Ma cosa avete combinato?? Mi ha Chiamato Piton! Siete usciti matti?? Vi aspetta una gran brutta notte! Recuperate i mantelli, la Foresta proibita ci aspetta!-.
Tutti e tre pronunciamo la stessa domanda contemporaneamente.
-CON TE??-.
-Si ragazzi. Sconterete la vostra punizione con me- ci fa l’occhiolino.
Io e Neville ci guardiamo increduli.
E questa sarebbe una punizione! Con Hagrid?
-Piton sa che siamo tuoi amici! Tu non ci faresti mai del male!- Piton deve essersi rimbambito tutto all’improvviso.
Hagrid mi regala uno dei suoi sorrisi più sinceri.
-Mai Ginny. Non so cosa dirvi, forse, fifone com’è lui, ritiene la foresta proibita molto pericolosa!- scrolla le spalle – ora però veloci. Andiamo!-.
Lo seguiamo in estremo silenzio. Non posso ancora crederci!
Piton non ha capito che più che una punizione, per noi, questo, è un regalo?
Ci sistemiamo i nostri mantelli, abbandonati dietro la statua, e seguiamo Hagrid.
Non abbiamo portato a termine con successo la nostra missione ma, stasera, le stelle sono dalla nostra parte.
 

 
La notte passa inesorabilmente tranquilla.
Se non fosse per la gamba e la schiena doloranti, per la stanchezza, direi quasi che mi sono divertita.
Hagrid ci ha portati a pulire le tane dei suoi amati ragni ma ha chiacchierato talmente tanto che non si è nemmeno accorto che il lavoro sporco lo stavano facendo solo lui e Luna.
Io la maggior parte del tempo l’ho passata ad ascoltare i loro racconti sulle varie creature magiche, seduta su un masso con Neville, e a massaggiarmi la gamba.
All’alba Hagrid, felice del lavoro che avevamo fatto, ha voluto a tutti i costi che bevessimo un thè con lui, nella sua capanna.
Finito di bere quei due litri di thè, faccio segno a Neville e Luna di andarcene; se ci sbrighiamo, faccio in tempo a buttarmi sul letto una mezzoretta.
Salutiamo Hagrid con un abbraccio e c’incamminiamo; mentre ci dirigiamo verso il castello, inizio già a togliermi il mantello e la cravatta, mi sbottono i primi bottoni della camicia e mi slego i capelli.
Mi tocco le tasche e mi  blocco sul posto: ma dove ho la testa?
-Ragazzi andate avanti. Ho dimenticato la bacchetta sul tavolo di Hagrid! Arrivo! Ci vediamo su!-.
Vado verso la capanna e trovo già Hagrid sulla soglia della porta con la mia bacchetta in mano.
-Ginny, questa ti conviene cucirtela addosso-.
Prendo la mia bacchetta e la infilo nella tasca.
-Ah Ginny un’ultima cosa!- Mi sa che la mia mezz’ora di sonno rimarrà solo un bel sogno – Volevo dirti che stanotte siete stati molto coraggiosi a voler rubare la spada, anche se era molto pericolo! Sei una donna ormai piccola Ginny!-.
Sembra quasi commosso e prima che ricada anche io nella mia tristezza, gli accarezzo il braccio.
-Grazie Hagrid! Per fortuna che ci sei tu ancora … non so come farei senza di te qui!-.
Lo saluto con un gesto della mano e m’incammino verso il castello.
Abbandonando l’idea di coricarmi, giro appena la testa e vedo qualcuno aggirarsi vicino al campo di Quidditch.
Mi avvicino un po’ per vedere di chi si tratta.
Ma perché non mi faccio gli affari miei?
Cerco di fare il più piano possibile per non farmi beccare ma, una manciata di foglie secche. tradisce la mia presenza e lo spettatore si gira subito, verso la mia direzione!
Sulla testa porta il cappuccio del mantello ma l’anello della sua mano destra lo riconoscerei anche di notte al buio!
Oh no, ancora lui!!
A quest’ora del mattino, cosa diavolo ci fa qui Malfoy?
Decido subito di non perdere tempo a trovare la risposta; mi giro e, come se non fosse successo nulla, m’incammino di nuovo, verso il castello.
-Weasley ti ho vista! Fermati subito!-.
No non intendo farlo; oggi non voglio che succedano altri casini e lui non porta mai nulla di buono.
-No Malfoy. Devo andare a dormire, non mi interessa!-.
-Ti ho detto di fermarti!-. Anche se non urla il tono è sostenuto –E’ un ordine!-
Non intendo perdere altro tempo ma sento dei passi dietro di me; mi sta seguendo?
-Sai cosa me ne faccio io dei tuoi ordini?- non ho paura di lui e mai ne avrò.
-Weasley, non lo ripeto più! FERMATI!!- ora le urla si fanno più forti.
Esausta decido di fermarmi e girarmi verso di lui ma nel farlo, così velocemente, quasi ci scontriamo uno contro l’altra. Non pensavo si fosse avvicinato così tanto.
-Cosa vuoi Malfoy? Ora cosa ho fatto?-. Sono molto seccata e soprattutto molto stanca.
-Mi spiavi Weasley?- quando sento le sue parole scoppio a ridere.
-Io spiavo te?- fingo una risata divertita - Comunque, stavo tornando dalla capanna di Hagrid perché avevo scordato la mia bacchetta lì!! Sai, ho passato tutta la notte nella Foresta Proibita! Ma tu lo saprai già … -.
Dalla faccia che fa inizio ad avere dei  dubbi che sappia dov’ero.
-Perché dovrei saperlo Weasley?-.
Quindi Piton non lo ha informato? I Carrow invece sono stati avvertiti?
-Niente lascia perdere! Eravamo in punizione. Ora che abbiamo chiarito che non ti spiavo posso andarmene a letto, sua maestà?-.
Mi studia ancora per qualche secondo e forse vedendo la mia espressione si convince che sto dicendo la verità;  fa un passo indietro.
-Perché eri in punizione?- mi chiede studiandomi.
Non ha senso non dirglielo; comunque lo verrebbe a sapere da qualcun altro!
-Ieri sera siamo entrati nell’ufficio di Piton per prendere la spada di Grifondoro!-.
-Volevi dire rubare! Non prendere! Rubare!- mi risponde. Cos’è quella? La sua ironia?
-Quella spada è nostra! Non di Piton!- preciso seccata.
-Sempre di rubare si tratta!- vuole provocarmi?
-Sì, va bene! Volevamo rubarla! Sei contento!- scrollo le spalle –Sei scandalizzato da questo?-.
Senti da chi devo sentirmi fare la predica!
-No, per carità, …-.
-Ah ecco!- lo interrompo stizzita!
-Voi bravi ragazzi, certe cose, non dovreste non farle?- mi guarda con aria di sfida.
-Quella spada ci appartiene! Appartiene ai Grifondoro! Non a voi! Un preside mangiamorte e pure serpeverde non può averla!- mi sto innervosendo.
-Ciò non toglie che non avete il diritto di intrufolarvi nell’ufficio del Preside!- risponde calmo.
La sua finta aria da perbenista mi fa andare fuori di testa.
-Senti chi parla?? Quello che ha fatto entrare i mangiamorte ad Hogwarts!-.
-Non sono cose che ti riguardano … non sai niente!- mi punta il dito contro.
-Quando conviene a te non so mai niente! Tu, invece, sai sempre tutto!- lo spintono.
-Ti conviene non andare oltre!- si avvicina.
-Perché se no che fai? Mi metti in punizione?- non intendo starmene zitta.
-Non ti è bastata la notte passata … -.
Scoppio a ridere.
-Pensi che la Foresta Proibita mi faccia paura? Io non sono te!- lo provoco.
Malfoy cambia espressione; penso, questa volta, di averlo fatto veramente arrabbiare!
-Ti conviene strare zitta! Non andare oltre!- mi afferra per un  braccio.
-Dai! Puniscimi! Ma fallo veramente! Stupiscimi! Dai … -.
Non so come, ma il mio  volto si trova così vicino a quello di Malfoy che, per la prima volta, mi accorgo di quanto siano chiari i suoi occhi! Nonostante il colore glaciale, sono magnetici!
Sento il suo respiro accelerato sul mio volto e la sua presa si fa sempre più forte.
-Io ti detesto! Non farai una bella fine … - sillaba lentamente.
-Dai, Draco Malfoy! Fai il coraggioso per una volta … -.
Non termino la frase perchè, all’improvviso, mi tira contro di lui, mi libera il braccio e, afferrandomi per il collo con entrambe le mani, le sue labbra s’impossessano delle mie.
Resto congelata con gli occhi sbarrati!
Nonostante io non abbia nessuna reazione, Malfoy continua a premere le sue labbra sulle mie!
Non riesco a capire più neanche dove mi trovo!
Mi rendo conto che, inaspettatamente, le sue labbra sono carnose e calde.
Chiodo gli occhi e, senza volere, apro leggermente la bocca e questo gli permette di approfondire il bacio!
Resto immobile e mi lascio baciare! Sento la sua lingua stuzzicare la mia!
Sto quasi per rispondere al bacio quando, Malfoy, si stacca da me e fa due passi indietro.
Costretta a riaprire gli occhi, resto paralizzata e scioccata per quello che è appena successo!
Cos’ha fatto?
Io cosa volevo fare? Volevo baciare Malfoy?
Un raggio di sole mi colpisce in pieno volto e, in quel momento, prendo coscienza di me stessa, di dove sono e di cosa è appena successo.
Non riesco a dire una parola.
-Non mi provocare Weasley! Come vedi, riesco a farti tacere!- sussurra.
-Tu mi hai … - bisbiglio senza riuscire a concludere la frase.
-Vuoi che lo rifacciamo?- mi provoca, ora, divertito.
Sgrano gli occhi ma, senza rispondere, l’unica cosa che riesco a fare è girarmi e andarmene.
Comincio a correre!
Lo lascio lì, in mezzo al prato che continua a  guardarsi i palmi delle mani.
Raggiungo il bagno e mi lavo le mani; me le lavo per non so quante volte sotto l’acqua bollente.
Devo stare calma! Ginevra, non  farti prendere dal panico!
Forse ho fatto solo un sogno.
Forse ho fatto solo un incubo.
 
 
 
 
 
Eccociiiiiii di nuovo!!! Il capitolo è abbastanza lungo ma pieno  di cose!!
Gustatevelo e fatemi sapere! E’ inutile che vi dica cosa rappresenta questo capitolo!!
Ringrazio chi mi ha recensito fin’ora. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Il prossimo capitolo non tarderà ad arrivare. Sarà sorprendente! Un bacio.
P.S: aspetto commenti!
Bacii

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Capitolo 6
*** L'abito ***


CAPITOLO 6

L’abito.

 

Per tutto il giorno ho corso da una lezione a un’altra trascinandomi per i vari corridoi.
La notte nella foresta proibita iniziava a farsi sentire; camminavo praticamente ad occhi chiusi.
Aspettavo intensamente la fine dell’ultima lezione.
Il professor Vitious non fece nemmeno in tempo a congedarci che io ero già sulle scale verso il dormitorio.
Avevo già deciso di saltare la cena;c’è solo una cosa da fare e niente o nessuno me lo impedirà: sdraiarmi sul letto e cadere in un profondo sonno.
Entrare in uno stato totale di incoscienza che mi facesse dimenticare, almeno fino a domani, le mie ultime ventiquattro ore.
Sinceramente, l’unica cosa che vorrei eliminare dalla mia memoria è l’incontro mattutino con Malfoy.
Raggiungo la mia camera velocemente, non saluto e non mi fermo a parlare con nessuno; oggi non è giornata persino per me! Voglio restare in totale solitudine e crogiolarmi nella sicurezza che non mi potrà capitare assolutamente nulla!
Mi spoglio e m’infilo sotto le lenzuola. Non passano nemmeno cinque minuti che perdo completamente conoscenza.
 

 
Quando apro gli occhi, guardando la finestra, noto subito che è ancora buio.
Mi sgranchisco braccia e gambe; prendo l’orologio sul comodino. Sono le 4:25.
Decido di alzarmi e andare verso il bagno; apro l’acqua e guardo il mio riflesso che mi osserva dallo specchio. Faccio fatica a riconoscermi;  mi sembra la prima volta che mi guardo allo specchio da quando sono tornata ad Hogwarts. Mi guardo attentamente.
La mia bella chioma rossa non è più quella di qualche mese fa. I capelli mi ricadono in modo disordinato, sulla schiena. Il rosso acceso di una volta ha perso tutta la sua brillantezza; sono diventati orribilmente sbiaditi.
Ma quello che trovo più inquietante e’ il mio volto. Sono pallida  ma non di un bianco che mi faccia assomigliare a una bambola di porcellana, un bianco che sa di malata. Due profonde occhiaie sono sistemate sotto i miei occhi.
Credo di aver perso anche qualche chilo; ho la mandibola scavata e, abbassando lo sguardo, noto con tristezza che riesco a vedere le mie clavicole, ormai sporgenti.
Se mia madre mi vedesse ora, credo tirerebbe un urlo di spavento.
Distolgo lo sguardo, mi svesto e m’infilo sotto la doccia; apro il getto dell’acqua bollente e resto lì con le mani e la testa appoggiate al muro.
Devo ricominciare a fare dei pasti normali e abbondanti, altrimenti, quello che rimarrà di me saranno solo le mie ossa. Mi sento immediatamente in colpa di aver saltato la cena.
Da domani, cascasse il cielo, rispetterò tutti i pasti.
Mi verso il sapone sulle mani e, subito, mi torna in mente il flashback di Malfoy.
Ho cercato, con un discreto successo, di scacciare il pensiero e penso che la stanchezza mi abbia facilitato il compito ma ora nella mia mente continuano a ripetersi le stesse immagini.
Ma cosa diavolo gli è venuto in mente? Forse la domanda più giusta dovrebbe essere: che cosa vuole Malfoy da me? Quale piano diabolico ha in mente?
Di sicuro non ha nulla di buono in mente!
Devo stare più attenta e cercare di evitare d’incontrarlo in luoghi isolati, senza nessuno o, per meglio dire, senza testimoni!
Alle sei sono già vestita pettinata e profumata per la colazione; peccato che sono in anticipo di più di un’ora dall’apertura del banchetto.
Per perdere tempo, o forse per tenere la testa occupata, mi siedo su una poltrona di fronte al camino; sono indecisa se leggere la gazzetta del profeta di ieri ma, alla fine, opto per un libro di incantesimi; leggere quel giornale assurdo mi farebbe solo innervosire e sicuramente la mia giornata non comincerebbe bene e, ancora, forse salterei i pasti e, questo, non deve più succedere!
Appena l’orologio segna le sette e mezza esco dalla torre e mi incammino verso la sala grande; sono una delle prime a sedersi ai tavoli; sul tavolo lentamente stanno comparendo tutte le varie leccornie e bevande calde.
Mentre verso il latte caldo nella mia tazza, vedo Neville comparire dal portone; con la mano in alto gli faccio segno di sedersi accanto a me. Non faccio in tempo ad abbassare il braccio che dietro a Neville compare Mafoy, anche lui vestito perfettamente con la sua divisa; gira un attimo il suo sguardo e mi vede seduta al mio tavolo, ancora con il braccio alzato.
In men che non si dica mi giro, bruscamente dalla parte apposta; abbasso il braccio e cerco di impugnare, frettolosamente il cucchiaio ma il risultato è un completo disastro. Faccio cadere la mia tazza piena di latte che si rovescia su tutto il tavolo, schizzando le divise delle tre ragazze vicino a me .
Le ragazze si girano, tutte contemporaneamente, verso la mia direzione, fulminandomi con lo sguardo.
-Cos’avete da guardare? Non avete mai visto qualcuno rovesciare una tazza?-.
Mi guardano tutte in modo confuso; sbalordite dal mio troppo temperamento, piano piano, tornato tutte a fare quello che stavano facendo.
Dietro di me qualcuno mi tocca una spalla.
-Ehi!-
Scatto in avanti sulla panca dallo spavento.
-Chi … Neville! Sei tu!-. Tiro un sospiro di sollievo.
Neville s’accomoda a fianco a me; sembra si stia divertendo da tutta la scena.
-Tutto bene? non pensavo di farti questo effetto-. Mi fa l’occhiolino e si sporge per prendere una caraffa di fronte a sé.
Rimango lì impalata a guardarlo. Volevo che quel serpente non mi notasse e invece credo proprio di aver fatto del mio meglio per attirare l’attenzione di tutta la sala.
-Ginny?? Ci sei?-.
Neville sta sventolando la sua mano di fronte a me.
Gli prendo istintivamente il polso e glielo abbasso. –Si si tutto bene!-.
-Se lo dici tu! Sei strana. Guarda che hai il latte su tutta la divisa-. Scrolla le spalle e si concentra di nuovo sulla sua colazione.
Perfetto; veramente complimenti vivissimi, Ginevra Weasley! Tutta colpa di quel maledetto di un serpeverde!
Ed è così che trascorrono i giorni seguenti; cambiando direzione ogni volta che noto da lontano  Malfoy, cercando di evitare di camminare mai da sola per i corridoi; tenendo la testa bassa durante le lezioni in comune e uscendo prima di tutti, fuori dalle aule.
Durante i vari pasti, che consumo regolarmente, ormai mi siedo sempre tra Neville e Seamus, dando sempre le spalle al tavolo dei serpeverde.
Mi sembra che le cose stiano andando abbastanza bene; ormai sto diventando anche brava a non rispondere alle provocazioni.
Ho steso un elenco con tutti gli alunni del primo e del secondo anno delle varie case ( tranne i serpeverde; quelli sono ben felici di essere dove si trovano e non hanno nulla da temere!) che sono considerati a rischio.
Io, Neville e Luna abbiamo concordato che, per cominciare il nostro nuovo esercito, dobbiamo occuparci dei ragazzini che corrono più rischi di tutti: quelli che hanno famiglie indagate dal Ministero con l’accusa di essere dei mezzosangue, i figli di famiglie particolarmente scomode per Voldemort oppure coloro che non hanno le capacità o possibilità per contrastare quello che sta accadendo.
Nella lista compaiono più o meno venticinque nomi; una volta parlato con tutti e dopo aver cercato una soluzione per ognuno di loro, credo che passeremo a tutti gli altri; quelli che probabilmente non sono ancora nell’occhio del mirino ma che, comunque, è meglio far andare via da qui.
Io e Neville stiamo anche cercando dei posti sicuri dove farli andare ma per ora tutte le nostre opzioni sono state scartate.
Finite le lezioni io e Neville passiamo almeno una buona ora nel bagno delle ragazze al primo piano a parlare dei nostri vari progetti. E’ un posto tranquillo e abbastanza sicuro e poi non ci sono orecchie indiscrete a sentirci.
Mirtilla Malcontenta praticamene non si fa mai vedere, soprattutto quando vede che, nei suoi adorati bagni, ci sono io.
Dopo il mio primo anno, dopo averle lanciato il diario di Tom Riddle credo che mi ritenga spaventosa. Penso abbia proprio paura di me e che mi consideri una sorta di psicopatica; forse se fosse minimamente meno fastidiosa, potrei trovare l’occasione giusta per spiegarle quello che era successo a quei tempi e chiederle scusa.
Sono quasi le sei e per oggi non abbiamo ancora trovato nulla.
-Neville  per oggi basta. E’ tardi. Meglio non rischiare, torniamo alla torre! Dormiamoci su e aggiorniamoci domani!-.
Annuisce con la testa, si alza e raccoglie giacca e cravatta.
-Ok allora esco prima io. Ci vediamo su!-
Entro nel cubicolo per raccogliere la mia di divisa quando sento la porta del bagno sbattere.
Qualcuno è entrato e di sicuro non è Neville.
Cerco di ragionare ma arrivo alla conclusione che chiunque sia mi conviene uscire dal bagno e fare finta di niente; in fondo è sempre un bagno delle ragazze e io sono una ragazza! Per di più sono da sola e, fino a prova contraria, non c’è nulla di sbagliato e di pericoloso che potrei fare in un bagno sola, soletta.
Con più naturalezza possibile esco dal bagno e mi dirigo verso la porta di uscita ma mi fermo immediatamente;  l’ultima persona al mondo che doveva entrare è proprio qui di fronte a me, girato di spalle.
Malfoy ha aperto un rubinetto e sembra sia lì, immobile, a fissare imbambolato lo scorrere dell’acqua.
Non ho alcuna probabilità di uscire dal bagno senza che lui  si accorga di me e mentre io maledico un Dio che sicuramente ha cose più importanti da fare piuttosto che proteggermi da incontri come questi, prendo la decisione più sensata.
-Malfoy!-.
Si gira molto lentamente verso di me; non sembra molto sorpreso di trovarmi qui. Non ha una bella cera ma, pensandoci bene, nonostante tutto, è da un po’ che non lo vedo nella sua perfetta forma da strafottente.
Con la mano gli faccio mezzo saluto; ora sono io a girargli le spalle e ad avvicinarmi la porta di uscita.
-Mi sa che il tuo piano perfetto per evitarmi ha avuto un intoppo!-.
Alzo gli occhi al cielo; è riuscito a dire, anche se con una semplice frase, la cosa più fastidiosa e irritante che potesse pronunciare quella sua bocca in questo momento.
-Non ti evito,stavo uscendo dal bagno delle ragazze! Il bagno delle ragazze! Tu,invece, che ci fai qui?-.
Non so perché ma, per la prima volta, non mi sento io quella che si trova nel posto o momento sbagliato.
Malfoy non sembra minimamente irritato dalla mia risposta.
Torna a guardare il lavandino ancora aperto; capisco subito che c’è qualcosa che non va!
Mi sembra di rivedere la stessa scena di quando l’ho trovato ubriaco con la differenza che ora non ha alcool in corpo.
Continua a stare lì immobile e fermo come se fosse da solo in quella stanza; c’è qualcosa di  molto inquietante in tutto questo.
Apro la porta ma, improvvisamente, mi sento codarda a fuggire via, così, nel silenzio più assoluto.
-Sai Malfoy, penso che tu debba raccontare a qualcuno quello che ti sta passando per la testa, qualunque cosa si tratti. A qualcuno che comprenda i tuoi pensieri-.
Malfoy drizza le spalle; sicuramente non si aspettava questa frase. Chiude il rubinetto e, lentamente, va a sedersi su un gradino sotto l’arco che conduce ai vari cubicoli.
-Di sicuro non sei tu quella persona?-. Mi guarda come se fossi io quella matta.
- No assolutamente no! Malfoy, era un consiglio!-.
-Weasley tu…..-.
- NO Malfoy, senti tu!- lo interrompo perché sono spazientita; ho detto una cosa innocua senza alcun doppio fine; e questo mio momento d’innocente bontà non sarà rovinato dalla sua malignità. –A me non interessa nulla di quello che ti sta tormentando, perché sicuramente abbiamo concezioni molto ma molto diverse tra cosa è giusto o sbagliato. Quindi probabilmente, per me, il tuo problema, risulterebbe un problema ridicolo! Prova a parlare con qualcuno che comprenda la natura del tuo … chiamiamolo malessere! E che magari possa dare una soluzione al tuo problema!- Respiro e cerco di abbassare il tono della mia voce. –Spero che il tuo problema non sia quello di organizzare un omicidio di massa-.
Voleva essere una sorta di battuta anche se, riflettendo, per Malfoy non ci sarebbe nulla di strano nel pensare a una cosa del genere.
Alza di nuovo gli occhi al cielo.
-La battuta più banale che tu potessi fare!-.
Forse ora è arrivato il momento di andarmene; non l’ho irritato quindi , per ora, nessuna punizione in programma per me e, quindi, non è il caso di sfidare ancora di più la fortuna.
-Come se fosse facile Weasley!- Cosa intende?
-Malfoy cosa vuoi farmi credere? Che non hai nessuno di cui ti fidi in questo castello? Hai una fila di persone che ti seguono ovunque, venerandoti come fossi Dio!-.
-La fiducia è sopravvalutata!-.
Mentre parla fissa un punto del pavimento, non distante da lui.
Non mi aspettavo questa risposta; allora ho indovinato, c’è veramente qualcosa che non va .
Mi siedo, con movimenti molto lenti, dal lato opposto dello stesso gradino, dove si trova lui; prendo le gambe e le avvicino al mio petto, circondandole con le braccia.
Appoggio il mento su un ginocchio; mi sento stanca e non voglio nemmeno analizzare la situazione in cui mi trovo, altrimenti, potrebbero assalirmi i miei soliti pensieri; in una parte di me lo sento che sto facendo qualcosa di buono.
-Malfoy dovresti andare da Piton! Lui stravede per te!-.
Alza la testa e mi scruta come se avessi detto una cosa molto stupida.
-Se pensi che l’aver ucciso Silente al posto mio sia una dimostrazione di quanto Piton tiene a me, ti stai sbagliando!-.
Sono completamente spiazzata; è proprio quello a cui stavo pensando; a Piton che protegge Draco e uccide Silente, a Piton che fa il voto infrangibile con Narcissa Malfoy per proteggere il figlio; cosa c’è che mi sfugge allora?
Ci  stiamo guardando negli occhi, voglio capire quello che voleva dire con quella frase.
-Malfoy tu pensi che un gesto del genere lo farebbero in molti? Malfoy tu……….-.
-SMETTILA DI GIUDICARE! TU NON SAI NIENTE!-.  Mi ha spaventato, non mi aspettavo si mettesse a urlare così. Vedi a fare una cosa buona, con gente del genere! Non apprezzano mai nulla.
Malfoy continua a guardarmi con aria cattiva.
Non si merita niente; mi alzo e m’incammino con aria offesa.
-Non sai niente!! Non sai come stanno le cose veramente!- ripete abbassando i toni.
Non capisco cosa voglia dire ma resta il fatto che odio i suoi modi e sono ancora molto offesa.
-Se non lo sapessi, io non posso leggerti l mente! La gente ti conoscerà sempre e solo per quello che fai vedere di te stesso! Razza di cretino … Marcus è più comprensibile di te!!-.
-Marcus? Chi è Marcus??- .
Sembra veramente incuriosito.
-Beh………- non so nemmeno come mi sia venuto in mente –Il gatto di casa mia! In tanti anni che è con noi, non siamo mai riusciti ad accarezzarlo ; passa le giornate cercando di mordermi le caviglie!-.
Malfoy scoppia a ridere. Ha una risata travolgente; se non fosse poco rispettoso di me e della mia famiglia, scoppierei a ridere pure io; va verso il lavandino e riapre  l’acqua ma, questa volta, per sciacquarsi la faccia. Passa poi a lavarsi le mani; sembra che il suo umore sia migliorato da come era  dieci minuti fa.
Si asciuga le mani e prende a camminare, verso di me! In quel momento mi torna in mente l’immagine, di lui che mi prende il volto nel prato del campo di Quidditch. Avevo rimosso quell’immagine!
Guardandolo avvicinarsi, istintivamente, inizio ad indietreggiare;  si è accorto della mia reazione.
Sorride;  se conosco il volto di Malfoy  so che, in questo momento, è molto felice di vedermi completamente in imbarazzo, conoscendo bene il motivo di tutto ciò.
Sembra un Malfoy completamente diverso da quello di prima che fissava il pavimento, che cercava di dirmi qualcosa che non ho capito e che mi urlava addosso. Due persone diverse. Non saprei dire quale sia il peggiore e il migliore. Se migliore si può chiamare.
So che sono quasi arrivata alla porta e fra poco ci sbatterò contro con la schiena ma, giusto in tempo, Malfoy si ferma a un metro di me.
-Marcus, è il primo componente della tua famiglia che mi piace!- com’è prevedibile  – Il tuo gatto ha tutta la mia simpatia e la mia comprensione!-. Mi strizza l’occhio, mi supera e, finalmente, esce dal bagno.
Mi appoggio al muro, chiudo gli occhi e finalmente mi lascio andare ad un lungo sospiro di sollievo.
 

 
Sto cenando al mio solito posto; Neville continua a raccontare della lettera di sua nonna dove gli diceva che lo aspettava per le vacanze natalizie con un piccolo banchetto organizzato per lui; continuavo a ridere ad ogni portata che elencava.
I nomi erano abbastanza invitanti ma conoscendo le doti culinarie della nonna di Neville, so anche che Neville faticherà a digerire gran parte di quel pranzo; la faccia di Neville mentre legge è esilarante.
Un pezzo di carne mi sta andando di traverso quando sento Piton alzarsi dalla sua sedia e tossire per ottenere il silenzio.
E’ dall’inizio dell’anno che non fa più discorsi in pubblico e, di solito, le varie comunicazioni vengono appese nella bacheca centrale.
-Silenzio per favore-. La sala si zittisce nell’immediato.
-Come sapete le vacanze natalizie si avvicinano ed io e il Consiglio abbiamo deciso di organizzare un evento prima che molti di voi raggiungano le loro famiglie; vi ricordo che quest’anno i giorni di vacanza, per motivi didattici, sono stati ridotti-.
Lui le chiama vacanze? I pochi che potranno allontanarsi staranno via per poco più di cinque giorni e saranno costantemente controllati nei loro spostamenti;  per fortuna per me, non si pone il problema! Per motivi ovvi io e la mamma abbiamo deciso che resterò qui ad Hogwarts anche perché di altre ispezioni nella nostra casa possiamo farne tranquillamente a meno. Questo faciliterà le cose, non creerà altri problemi  e poi sono solo cinque giorni.
-La sera del 22 dicembre si terrà un ballo dove tutti voi dovrete partecipare, nessuna eccezione!-.
Mi giro verso Neville e poi verso Seamus. Un ballo? Vogliono fare un ballo? Là fuori la gente muore, gente dispersa, persone terrorizzate e loro pensano a ballare! In più ci costringono tutti a partecipare perché vogliono far vedere che siamo una scuola felice dopo le nuove regole. Dannazione!
-Il professor Vitious si sta già occupando del coro studentesco che aprirà la serata prima del banchetto. La professoressa McGranitt si occuperà delle danze-.
Piton pronuncia con una nota di disgusto la parola danze.  Nemmeno lui sembra entusiasta di questa idea e, tanto meno, il resto del corpo studentesco. Ah no!
Tutti tranne i Carrow che sembrano già elettrizzati all’idea.
-Alla serata oltre a tutti voi, sarà presente la gazzetta del profeta che scriverà un’edizione speciale su Hogwarts. Siamo lieti e grati per questa grande opportunità-.
Ora si ricollega tutto; vogliono organizzare il ballo per far vedere, alle persone fuori da qui, che hanno preso il comando su Hogwarts e che di Silente non si sente più la mancanza.
Piton si risiede e ricomincia a sorseggiare dal suo bicchiere.
La sala è ancora totalmente impietrita ; tutti tranne i serpeverde, che hanno già ricominciato a fare il loro solito brusio.
-Sai vero che a questo stupido ballo, tu vieni con me?- Neville mi fa quasi sorridere; con tutte queste notizie lui ha già pensato alla cosa più importante di tutto ciò: con chi andare a questa pantomima.
Alla fine è un ballo e quello che succede a una festa non sempre è quello che ci si aspettava.
Poggio la mia mano sul braccio di Seamus,  che ha sentito tutto ciò che ha detto Neville.
-Assolutamente no, io andrò con Seamus!-.
Neville cambia espressione, sembra si sia offeso.
-Preferisci Seamus a me!-
Scoppio a ridere.
-Neville se io vengo con te al ballo, chi accompagnerà Luna?-.
Appena capisce cosa intendo, vedo le sue guance arrossirsi. So da molto tempo che tipo di interesse prova Neville per Luna! Solo che deve trovare il coraggio di confessarlo a lei e, prima di tutto, a se stesso.
-Tranquillo Neville, lei dirà di sì!-
Ricomincio a mangiare il mio dolce e lo lascio mentre guarda il tavolo dei corvonero con aria sognante.
 

 
Il giorno seguente al  grande annuncio, tutti non fanno altro che parlare di questo ballo.
Una parte della scuola ha avuto la mia stessa reazione di disgusto mentre un’altra parte sembra l’abbiano presa come una buona notizia; dopo molti mesi  si risente nuovamente il solito e stancante chiacchiericcio tra le ragazze più piccole su chi inviterà chi, su cosa indossare, sull’amica che ha invitato il ragazzo di un’altra. Insomma, cose così che, però, anche se in misura inferiore rispetto a quelle passate, sono quasi confortanti.
Sono appena entrata nell’aula di pozioni e noto con piacere di essere la prima; mi accomodo al mio solito posto  in ultima fila e sistemo la mia borsa .
Dando le spalle alla porta sento che è arrivato qualcun altro.
Mentre sono ancora in piedi a tirare fuori le mie cose dalla borsa,  vedo Malfoy superarmi  e dirigersi al suo banco in prima fila.
-Allora Weasley chi è il malcapitato che ti accompagnerà al grande evento?-.
Lui è già comodamente seduto, nessun libro davanti a sé.
Cerco di sbuffare in modo che, anche lui, dalla sua posizione possa sentirmi. Rispetto a tutte le altre volte l’aria tra di noi sembra più leggera;  mi sento più tranquilla rispetto alle altre volte, forse perché, fra qualche minuto, quest’aula sarà sommersa oltre cha dai serpeverde anche dai grifondoro.
-Con un insignificante grifondoro. Insignificante esattamente come me!- sto al suo gioco.
Dal mezzo sorriso che fa penso abbia  capito perfettamente che sto scherzando e che sto solo ironizzando sui suoi soliti insulti verso di me e la mia casata.
-Poveretto, sto quasi avendo compassione per un grifondoro!-.
Mi accomodo sulla sedia e apro il mio libro. Oggi mi sento più serena rispetto agli altri giorni e, quindi, sentenzio che non vale la pena arrabbiarsi. In fondo anche lui oggi mi sembra propositivo.
-Scriviamolo sugli annuari: Malfoy simpatizza per un grifondoro! Ti daranno anche la prima pagina sulla gazzetta del Profeta!- Spontaneamente gli faccio l’occhiolino, senza nemmeno rendermene conto.
-Chiamami Marcus. Quel gatto sì che ha tutta la mia simpatia!-.
Sto per ribattere e fargli un gestaccio quando sento gli altri studenti entrare.
Chiudo la bocca e ora è lui a rispondermi con l’occhiolino.
Gli faccio una smorfia e torno a concentrarmi sugli appunti.
Per  oggi va bene così!
 

 
Sono passati sette giorni, trascorsi nella massima tranquillità e monotonia; stanza , lezioni, sala grande; stanza, lezioni, sala grande.
Progressi con Neville non ce ne sono stati. Ogni giorno, allo stesso posto siamo lì in quel bagno  ma ancora non ci è venuto in mente nulla. Scartiamo tutte le ipotesi,  una dopo l’altra ma non ci arrendiamo; prima o poi, salterà fuori qualcosa.
Ah! I miei capelli sono tornati di nuovo rosso brillante e non sono più di quel colore spento! Per questo devo ringraziare Calì; qualche sera fa mi ero lamentata dei capelli e ha insistito a tutti i costi per mettermi uno dei suoi intrugli sulla testa ma questa volta devo dire che aveva ragione. E’ riuscita anche a spuntarmeli e a dargli un aspetto ordinato. Devo imparare a darle più ascolto più spesso, per queste cose.
 In seguito, avendo più fiducia in lei ed essendo l’unica possibilità che avevo, l’ho convinta ad andare a comprarmi ad Hogsmeade  (visto che è una delle poche ad avere il permesso di andarci) il vestito e le scarpe per la festa.
Quello con cui è tornata non è per nulla brutto, anche se avevo pensato a qualcosa decisamente di diverso.
E’ tornata, tutta felice, con un abito nero, molto corto che non lascerà di certo molto spazio alla fantasia. La cosa positiva è che la parte sopra è priva di scollature; le maniche sono lunghe con una lavorazione fatta di seta, trasparenze e pailettes sempre nere che coprono tutte le braccia e le spalle.
Credo sia molto più bella e sensuale la parte sopra con tutte quelle piccole trasparenze velate e paielettes piuttosto che la parte sotto, con quella gonna vertiginosa.
Il  vestito nell’insieme è molto bello ed elegante, anche se forse, per un ballo, avevo immaginato qualcosa di diverso, forse qualcosa di più semplice o magari più lungo.
Sto per salire le scale verso la mia stanza quando sento dei passi subito dietro di me.
-Ginny, Ginny prima mi ero scordata di dirtelo. C’è un pacco per te!!!-.
Seamus mi guarda, sembra curioso di sapere cosa ci sia in quel pacco.
-Hanno portato un pacco per me?-.
 Ma non sarebbe dovuto arrivare con la posta? A me non arriva mai niente se non una lettera da mamma o papà, ogni tre giorni con scritte poche righe.
Scendo le scale e su una delle scrivanie c’è un grosso pacco beige con tanto di fiocco coordinato.
-Ma chi lo ha portato fin qui?-.
Seamus scrolla le spalle.
-Non lo so. Era lì sul tappeto. Quando sono entrato, c’era questo lì sopra. Mi porge un biglietto dove, con una calligrafia stampata, c’è scritto il mio nome e cognome.
 
PER  GINEVRA  WEASLEY
 
Di chi può essere? Per essere qui deve aver per forza superato i vari controlli.
Apro frettolosamente la scatola; senza alcuna premura strappo via carta e nastro.
All’interno sotto un foglio di carta velina è posto qualcosa di un tessuto morbidissimo; seta.
Tiro fuori dalla scatola il contenuto e quello che vedo mi lascia senza parole.
Di fronte a me , tra le mie mani, c’è l’abito più  bello che io abbia mai visto.
E’ un  abito lungo di un rosso acceso con una gonna lunga ampia e da un lato ha un profondo spacco.
Senza spalline, ha il corpetto con una scollatura a cuore
Sono sbalordita! E’ fatto completamente di seta.
E’ la cosa più morbida che io abbia mai toccato. Questo vestito deve essere costato  una fortuna!
Guardo Seamus sbalordita.
-E’ bellissimo! Ma chi?-
Guardo nella scatola; c’è un biglietto.
Poggio il vestito delicatamente sul divano e prendo il biglietto dalla scatola; faccio fatica a staccare lo sguardo da quella meraviglia.
Mi avvicino verso il caminetto e leggo il biglietto:
 
 
Renderti ancora più bella è un’impresa quasi impossibile.

 
Poche righe ma decisamente impegnative.
Seamus alle mie spalle legge il biglietto di nascosto. –Un ammiratore segreto?-.
Un messaggio anonimo con un biglietto scritto con un incantesimo calligrafico; qualcuno quindi che non vuole farsi scoprire. Non farsi scoprire da me?.
La mia famiglia non può essere stata. Un vestito così non potrebbe permetterselo  e poi non spenderebbero mai una tale cifra per un semplice ballo.
Deve essere qualcuno che non vuole essere scoperto, abbastanza ricco e  che conosce bene i modi per farmi arrivare questo pacco.
Ma chi può … ?
Ma sì certo! Come ha fatto a non venirmi in mente.
Harry, è stato Harry!
Ha trovato il modo per entrare in contatto con me! Solo lui poteva scrivere una cosa del genere.
Inizio a sorridere come una bambina!
Vorrei saltellare dalla bella notizia! Non posso crederci.
Guardo Seamus , sono felice dopo tanto tempo.
-Sì, il mio unico vero grande ammiratore!-.
Prendo l’abito e mi dirigo nella mia stanza, loap poggio sul letto e mi isolo completamente. Non sento nemmeno i gridolini di stupore di Calì e Lavanda alla vista del vestito.
Non sento nessuno, solo quella vocina dentro di me.
Harry là fuori sta bene e mi sta pensando.
 

 
 
 
 

 
 
Eccomiiiii!!!!! L’assenza è giustificata; sono andata a sciare e la connessione era totalmente assente ma appena tornata ho cercato di aggiornare subito. Non commento questo capitolo, voglio leggere i vostri. Cosa pensate.
Ora che sono tornata aggiornerò molto presto, fra qualche giorno.
E’ inutile dirvi che nel prossimo capitolo ci sarà questo ballo! Sarà molto “emozionante” sotto vari punti di vista.
Ringrazio chi ha recensito. Fatemi sapere e ditemi cosa vi aspettate o cosa sospettate.
Baciiiiiiii
 
 

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Capitolo 7
*** Ciò che sei ***


Capitolo 7

Ciò che sei.


 
-Ginny! E’ una settimana che fissi quel vestito! Potresti anche dimostrare anche un po’ più di entusiasmo-.
E’ Calì a svegliarmi dai miei pensieri. Dai miei soliti pensieri, quelli che mi occupano la mente ogni volta che vedo questo vestito.
Continuo a rigirarmelo tra le mani in cerca di particolari che mi possano chiarire le cose.
-Io sono entusiasta,  Calì. E’ bellissimo! Solo che non mi convince del tutto-.
Lei spalanca gli occhi come se avessi detto una cosa orrenda.
-Stai scherzando!! E’ pazzesco!! Ti piaceva anche a te quando hai aperto la scatola-.
Prendo l’abito e lo rimetto nell’armadio. Sbatto le ante e ricomincio ad abbottonarmi la divisa.
-E mi piace infatti! Solo non capisco come abbia fatto Harry a mandarmelo e poi … perché avrebbe dovuto farlo? Per andare al ballo dei Mangiamorte?-.
Lavanda sentendo il discorso, si avvicina al mio letto.
-Forse te lo manda la tua famiglia. Il vestito è rosso come i vostri capelli. Forse è un indizio!-.
Mi giro verso di lei, sono allibita! Lavanda non spicca certo per la sua intelligenza ma oggi penso proprio che non ci arrivi proprio a fare certi ragionamenti.
-Non credo Lavanda che il primo pensiero della mia famiglia sia quello di comprarmi un abito da sera! Comunque andiamo a fare colazione!-.
Lavanda indispettita si alza ed esce dalla stanza; io e Calì ci incamminiamo dietro di lei quando mi sento tirare per la divisa.
-Scusa Ginny non volevo sentisse Lavanda ma non pensavi fosse stato Harry ad averti mandato il vestito?-.
Calì parla sottovoce, ha colto finalmente il punto! Il vestito è bellissimo ma ad averlo mandato non sono più tanto sicura sia stato Harry.
-Non lo so. Una ragazza del quarto anno ha riconosciuto l’etichetta del vestito. E’ un vestito di sartoria, un pezzo unico  capisci? La sartoria si trova a Londra! Londra è troppo vicina e troppo rischiosa per Harry. Ci vuole minimo una settimana per fare un lavoro così. Sarebbe da folle per Harry farsi vedere che cammina per le strade di Londra, per due volte di fila in breve tempo.-.
Dire ad alta voce i miei pensieri rafforza ancora di più il mio presentimento. Non c’è Harry dietro questo regalo!
Calì mi posa dolcemente una mano su un braccio.
-Vuoi sapere cosa penso? Ultimamente stiamo vedendo e sentendo cose troppo brutte per riuscire a goderci a pieno anche di una semplice cosa come uno stupido vestito. Penso che tu stia riflettendo troppo. Ci possono essere così tante spiegazioni. E’ un vestito. Io penso sia stato Harry a mandartelo,  se ti può confortare. E poi chiunque sia stato ha voluto fare un bel gesto per te. Che cosa può esserci di male in uno stupido vestito?? -.
Quello che dice Calì mi fa sorridere; ha ragione! E’ inutile rifletterci ancora su! E’ un vestito, non un’arma letale. Terrò il vestito ma non sono sicura di indossarlo la sera del ballo! Quei bastardi non meritano tanta eleganza!
-Hai ragione Calì. E’ solo uno stupido vestito. Lo terrò e, prima o poi, lo indosserò!-.
Calì non sembra aver capito esattamente la mia affermazione; la prendo a braccetto e la spingo verso la porta.
-Dai ora basta. Ho fame e voglio mangiare fino a stare male!-.
Scoppio a ridere della mia stessa battuta; alla fine dei conti, un regalo dovrebbe sempre portare un po’ di allegria.
 

 
Sto quasi finendo il mio latte ma di Neville ancora nessuna traccia.
-Ehi Seamus , hai visto Neville?-.
Seamus non alza nemmeno la testa dal suo piatto.
-L’ho lasciato in camera che camminava avanti e indietro!-.  Nonostante mi abbia risposto con la bocca piena, con un po’ d’impegno, capisco la sua risposta.
-Ah ok, ho capito! Sta ancora studiando il modo per invitare Luna al ballo!-.
Seamus annuisce con la testa.
Dobbiamo fare qualcosa, non può ridursi così per uno stupido ballo.
Mi viene in mente un’idea; mi alzo dalla mia panca e mi avvicino al tavolo dei corvonero.
Vicino a Luna tutti i posti sono occupati, allora rimango in piedi dietro di lei.
-Ciao Luna!-. Le metto una mano sulla spalla; si gira e mi regala un sorriso smagliante.
-Ginny!! Come stai?  Ci vediamo oggi? Devo andare in biblioteca per fare una piccola ricerca sui ...-.
-Si va bene. Ci vediamo più tardi!-. La interrompo prima che cominci a parlarmi di qualche strana creatura magica di cui nemmeno conosco  l’esistenza. – Volevo però chiederti una cosa. Sei ancora libera per il ballo vero?-.
- Sì nessuno mi ha invitato-.  Mi viene quasi voglia di abbracciarla.
-Beh nemmeno io sono stata invitata. Sono io che ho costretto Seamus a venire con me!-.
Luna gira la faccia verso di me .
-Ginny sei stata solo furba. Hai invitato tu Seamus, se no saresti stata costretta a sorbirti decine di inviti che avresti dovuto, elegantemente , declinare. Così facendo hai distrutto le speranze dei ragazzi di tutte le quattro casate-.
Scrollo le spalle; credo stia esagerando, anche se non posso negare che effettivamente autoinvitarmi con Seamus è stata una mossa geniale.
-Senti Luna, a breve un ragazzo t’inviterà; non posso dirti chi è, né tanto meno quanto tempo ci metterà per invitarti ma tu considerati già occupata per il ballo. Chiaro?-.
Luna non sembra  comprendere a pieno le mie parole, sembra stia elaborando una domanda da farmi ma la precedo.
-Luna ho lezione. Devo andare. Ci vediamo dopo, ricordati! Tu per il ballo non sei più disponibile!-. Mi chino su di lei e le do un bacio sulla guancia.
Mentre mi dirigo verso il portone fa il suo ingresso Malfoy; non è un po’ in ritardo per fare colazione??
Continua a camminare tenendo la testa bassa ma, quando siamo uno di fronte all’altro,  sento una gomitata arrivarmi dritta  nelle costole.
Lo ha fatto apposta! Io mi fermo aspettandomi  uno scontro in mezzo alla sala grande, invece, Malfoy prosegue tranquillamente verso il suo tavolo, come se nulla fosse.
Rimango lì impalata e seguo i suoi movimenti mentre si siede comodamente a fianco di Tyler e Goyle.
-No ma fai pure  eh! La prossima volta buttami per terra!- gli urlo dietro ma non penso mi abbia sentito. Il caos della Sala Grande lo ha salvato!!
Dalla pacca sulle spalle che tira a Blaise credo che oggi sia proprio di buon umore. Quella gomitata rappresenterebbe il suo modo di dire buongiorno?  Beh allora anche il suo modo di salutare fa schifo!
Scrollo la testa sbigottita e mi dirigo verso la mia aula.

 


 
-Allora finalmente hai chiesto a Luna di andare al ballo! Bravo!!-. Io e Neville stiamo camminando per i corridoi verso l’aula di pozioni. La nostra andatura è molto lenta; non so come sia potuto succedere ma, oggi, siamo in netto anticipo.  Probabilmente è la prima volta nella mia intera carriera scolastica.
-Si!!Ce l’ho fatta!-.
Neville ha dovuto aspettare ancora quattro giorni dalla mattinata che ho avvisato Luna. Poverina, avrà iniziato a credere che le avevo detto una bugia. Per fortuna Neville, anche se si è ridotto quasi all’ultimo giorno, ce l’ha fatta. Certo mi aspettavo qualcosa di più da lui, dopo quasi due settimane di ragionamento, di un semplice e banale: “Ciao Luna, se vuoi possiamo andare insieme al ballo!”.
Ero esterrefatta quando Luna me l’ha raccontato; in realtà ho dovuto quasi estorcerglielo con la forza; lei non è una gran chiacchierona mentre io, per questo tipo di faccende, sono molto curiosa.
Forse dovrei ammettere che sono curiosa in generale ma quale donna non lo è? Tutte, forse tranne Luna.
-Bravo Neville, la prossima volta magari potresti anche elaborare una frase con qualche parola in più!-. Lo sto letteralmente prendendo in giro, so che dopo questa mia frase non penserà ad altro per tutta la giornata. Gli faccio l’occhiolino mentre continua a ridacchiare.
-Cosa? Lei te l’ha detto? Cosa ti ha detto? Quando? Era contenta o era più indifferente? Lei ...-.
-Neville guardami! BA-STA! Lo sai com’è fatta Luna! Ho dovuto farle un interrogatorio per farmi dire le parole esatte! E poi mi sembrava abbastanza contenta quindi rilassati … anzi!! Inizia a pensare a qualche frase ad effetto per sabato sera-. Dall’espressione che fa, ho quasi il dubbio che non stia capendo cosa gli sto dicendo.  –Sabato Neville! Sabato c’è il ballo!!-.
-Si si lo sapevo! Ora andiamo! Prima eravamo in anticipo, ora siamo quasi in ritardo!-.
Mi prende per una mano e inizia a trascinarmi verso i sotterranei.
Quando entriamo, lui mi sta ancora tirando. L’aula è già semi-piena. Sto ancora ridacchiando quando dalla prima fila scorgo gli occhi di Malfoy che guardano nella mia direzione. Seduto sul banco con i piedi appoggiati alla sedia, sta parlando con Tiger ma non sembra concentrato sulla conversazione.
In realtà non sta guardando esattamente  me ma sta fissando la mia mano ancora su quella di Neville.
Non rendendomene conto, tolgo la mia mano dalla presa e, in quel momento, Malfoy sembra risvegliarsi dal suo stato di trance.
Rimaniamo a fissarci, occhi negli occhi, ancora per qualche secondo mentre prendo posto.
Sono io la prima a distogliere lo sguardo, mi giro verso Neville e comincio a chiacchierare con lui.
Non mi piace questa situazione. Proprio non mi piace. E’ inquietante.
 
Il Venerdi arriva velocemente. Tutti sono impegnati nei preparativi della festa che si terrà all’indomani. Per fortuna sia io che Neville non siamo stati arruolati né nel coro né in quello stupido ballo che si farà come apertura delle danze.
La mia intenzione è quella di entrare nella sala grande accompagnata da Seamus, ascoltare quello stupido coro, abbuffarmi al banchetto con tutti i tipi di cibi e bevande, fare massimo due balli con Seamus e, il prima possibile, andarmene.
Se la serata si farà troppo pesante e troppo difficile da affrontare, affogherò i miei dispiaceri nell’alcool.
Andrà bene e supererò questa tortura del tutto indenne.
-GINEVRA GINEVRA!!!!- sono seduta su una poltrona della sala grande quando sento qualcuno al di là della porta. Il quadro della signora grassa sta per aprirsi e scorgo subito la figura di Calì. E’ sudata, sembra agitata; molto agitata.
Appena entra nella sala, fa subito il giro del divano e si posiziona davanti a me.
Mi correggo; non è agitata. E’ terrorizzata!!
Mi prende una mano; sta tremando!
-Ginny,  mia sorella! L’hanno presa!-.
La sorella di Calì è dei corvonero.  Ho parlato poche volte con Padma;  non gode della mia simpatia a differenza di Calì ma, sinceramente, non ho mai avuto una vera e propria occasione di conoscerla.
Calì, invece credo di conoscerla ormai bene ; è una gran brava ragazza e molto meno civetta della sorella. Ha conquistato la mia amicizia poco alla volta.
Diciamo che all’inizio la sua simbiosi con Lavanda Brown non aveva deposto a suo favore ma col tempo è riuscita a dimostrare di essere molto diversa da quella mezza svitata di Lavanda.  Non che quest’ ultima sia una cattiva persona; solo molto immatura.
-Hanno preso Padma??Chi?- Mi rendo conto da sola  che, nel pronunciare quelle domanda, ho già un sospetto.
-I CARROW!! E’ giù nei sotterranei da stamattina!! Si sentono le urla!.
Come volevasi dimostrare.
-Sei sicura? Perché?-.
Non so cosa dire o fare.
-Non lo so Ginny. Prima di pranzo le è arrivato l’avviso di presentarsi nell’ufficio dei Carrow alle ore 14. Sono le sei del pomeriggio e lei ancora non c’è. DOV’E’???-.
-Calì  calma. Ragioniamo. Tu hai provato a scendere nei sotterranei??-.
-SI’!! Ma c’è Malfoy di guardia, mi ha sequestrato la bacchetta!! La bacchetta capisci?? Ancora prima che io dicessi una parola-.
Sono scioccata. Malfoy le ha tolto la bacchetta. Togliere la bacchetta  è la cosa più umiliante che si possa fare a un mago. Ora sì che sono molto preoccupata. Cosa stanno facendo a Padma da quasi cinque ore?
-Ma perché l’hanno punita?-.
-Non lo so. Dei suoi compagni mi hanno detto che durante una lezione di arti oscure si è rifiutata di praticare un incantesimo contro un suo compagno e ha chiamato i fratelli Carrow sudici  mangiamorte. Ti prego Ginny aiutami. Adiamo dalla McGranitt. Ti prego-.
E’ sconvolta, credo che a breve collasserà a terra. Ha ragione però. Bisogna fare qualcosa ma lei in questo stato confusionale non può fare nulla.
La prendo per la mano e la faccio sedere, con la forza, sul divano. Non ho le idee chiare nemmeno io ma devo fare qualcosa. M’inginocchio di fronte a lei e le poso le mie mani sulla sua testa.
-Senti Calì ora faremo quello che ti dico. Io vado giù da sola e cerco di capire cosa succede. Se entro mezz’ora non ritorno o non hai mie notizie, vai dritta dalla McGranitt ma, per adesso, non muoverti di qui. Sei senza bacchetta! Hai capito Calì?-.
Lei mi guarda ancora terrorizzata, non ha più il fiatone ma i suoi occhi sono ancora pieni di paura.
-ok-. L’ abbraccio velocemente e poi inizio a correre fuori dalla sala comune.
Non mi fermo e aumento la velocità per scendere le scale verso i sotterranei.
Ora sono io ad avere il fiatone ma non ho nessuna intenzione di fermarmi.
Sono arrivata al corridoio più oscuro di tutti quelli dei sotterranei ma non sento alcun tipo di urla; vige l’assoluto silenzio.
Mi fermo bruscamente appena intravedo la figura di Malfoy, appoggiato tranquillamente a un muro che guarda la finestra come se nulla fosse; come se, poco distante da lui, non si stesse tenendo un massacro.
Mi faccio forza e ricomincio a camminare; appena sente i miei  passi , Malfoy, mi si para davanti; ha un’aria sconcertata, credo non si aspettasse di vedermi lì!.
-Weasley che ci fai tu qui?-. Si guarda attorno verso tutte le direzioni.
-Fammi passare, Malfoy.  Levati di mezzo-. Carco di sorpassarlo ma lui velocemente riesce sempre ad anticipare le mie mosse. Non ho alcuna possibilità di superarlo.
-Weasley torna di sopra. Di qui non passi-. A quelle parole mi viene in mente l’unica mossa da fare che, forse, può coglierlo impreparato.
Rilasso le spalle e con aria perdente dico le parole che, Malfoy, non si aspettava così presto. –Ok me ne vado!-.
Lo guardo e giro impercettibilmente il busto.
 Il tempo giusto per prendere la bacchetta da sotto il mantello; in un movimento rapido, torno a guardarlo e gli punto la bacchetta contro il petto.
-Lasciami passare o ti schianto. E questa volta ti farò molto più male dell’altra volta-. Sa benissimo a cosa mi riferisco. L’ultima volta l’ho schiantato per sbaglio ma, se mi costringerà,  questa volta non ci sarà nessun errore.
-Non fare stupidaggini Weasley, non metterti nei guai!-.
Prendendomi alla sprovvista, lui fa un passo verso di me. La punta della mia bacchetta  è sullo sterno di Malfoy.
Mi sto agitando più del dovuto, non so cosa fare! Se lo colpisco, credo che i guai aumenteranno ma se non lo faccio, non penso riuscirò a entrare in quel maledetto ufficio.
-Spostati Malfoy! Non mi costringere a farlo!- gli intimo per l’ultima volta.
-Dai, fallo! Schiantami e cacciati definitivamente nei guai! Non ti coprirò, questa volta! Fallo, dai!-.
Mi trema la mano! Una parte di me stessa vorrebbe tanto schiantarlo ma decido di far prevalere la mia parte razionale e abbasso la bacchetta.
Cerco di elaborare, tra me e me, un discorso che sia più sensato possibile ma alla fine decido di puntare tutto sulla mia spontaneità.
Ho il fiatone, sto tremando per il freddo che sento addosso!
Faccio un passo verso di lui e appoggio una mano sul suo braccio.
Malfoy abbassa lo sguardo sulla mia mano e poi rialza lo sguardo. Questo, sicuramente, non se lo aspettava.
-Senti Malfoy, non è la prima volta che ci aiutiamo, ok? So cosa sei tu e tu sai chi sono io. Ok? Ho una pessima reputazione di te ma tu una volta hai tirato un pugno contro il muro perché ti ho chiamato assassino. Mi hai detto che non lo eri, che avevi provato ad uccidere ma non c’eri riuscito. Hai detto anche che era meglio chiamarti vigliacco ma non assassino. Ti ricordi?-.
 Lui segue attentamente il mio discorso parola per parola, sembra molto più confuso di me. Anche se molto velocemente, sto parlando con un tono di voce quasi dolce. Voglio che capisca bene il senso di tutte queste mie parole.
Lui non risponde alla domanda ed  io proseguo senza esitazioni.
-Lo so che te lo ricordi! Quella sera sei riuscito a comportarti come un essere umano! Sei stato gentile! Quella sera non sei stato vigliacco e non lo sei stato nemmeno quando mi hai coperto con Piton. Una parte di te non vuole, nemmeno, essere un vigliacco. Tu nega, fai quello che vuoi. Dammi della pazza, dimmi che sono pietosa, quello che vuoi ma, ora, ti chiedo di non essere vigliacco. Fallo ancora una volta. Non essere un vigliacco. Fammi passare, fammi aiutare la mia amica. Perché se non me lo farai fare, mi sentirò impotente … e io non posso sentirmi impotente!-.
Non so cosa ho detto esattamente ma credo di non essere mai stata così sincera. C’è una parte di lui, anche se in minima parte, quasi meritevole di apprezzamento.
Durante il mio discorso ho visto il suo volto cambiare tra mille espressioni diverse. Ora è qui, di fronte a me, zitto e immobile e continua a fissarmi.
-Malfoy … -.
Sto per ricominciare a parlare ma lui in un solo movimento mi prende bruscamente per un  braccio e mi spinge dentro un’aula piena di mensole e libri. E’ un po’ più luminosa dell’ufficio dei Carrow ma, non per questo, più accogliente.
Malfoy, una volta chiusa la porta, rimane lì! Lì fermo a fissare la porta, dandomi le spalle!
-Malfoy , NON PERDIAMO TEMPO!!-.  Non faccio in tempo a finire la frase che Malfoy mi viene addosso e, col suo peso mi spinge in un angolo della stanza.
Sono sovrastata dalla sua figura ma la cosa più sbalorditiva, è che con la mano destra mi tappa la bocca.
-Weasley, puoi tacere?? -. Lo dice talmente piano che faccio fatica quasi a capire cosa abbia detto.  
Cosa vuole farmi? Questa vicinanza mi fa venire in mente il campo di quidditch. Non voglio che risucceda una cosa del genere.
Mi sto facendo ancora tutte queste domande quando sento fuori dall’aula il rumore di porte che si aprono e chiudono.
Qualcuno sta camminando nel corridoio, proprio fuori all’aula dove siamo noi.
Malfoy è concentrato a fissare la porta. C’è totale silenzio; forse sto anche trattenendo il respiro; ho preso alla lettera le parole di Malfoy.
I passi nel corridoio si fermano; credo siano in tre.
-Ben fatto Tiger. Il signore oscuro sarà orgoglioso di te!- Riconosco subito la voce: è Alecto Carrow!
Quindi, presumibilmente, al di fuori di quella porta, ci sono i fratelli Carrow e Tiger. Padma dov’è?
L’hanno lasciata morente su un pavimento? E’ stato quello stupido di Tiger a torturarla?
Guardo Malfoy per cercare di capire qualcosa dalla sua espressione ma quello che capisco è che, anche lui, ha paura di essere beccato.
Con questo silenzio assurdo riesco a sentire il battito del suo cuore; è un battito accelerato.
Stranamente, a differenza delle altre volte, ora, in questo momento, avere Malfoy attaccato a me mi fa sentire un po’ più tranquilla. Se dovessero entrare prima del mio corpo troverebbero senz’altro quello di Malfoy. Siamo entrambi nella stessa situazione. Forse le mie parole di prima hanno avuto un qualche effetto di lui, oppure c’è ancora qualcosa che mi sfugge.
-Grazie maestro. Ma Malfoy dov’è finito?-. Tiger che chiama maestro Alecto è ripugnante;  si stanno domandando dove sia finito Malfoy e se solo aprissero la porta a fianco a loro, avrebbero certamente una brutta sorpresa. Chiudo gli occhi e inizio a pregare che se ne vadano al più presto: devo andare da Padma.
 E poi, almeno per questa volta, non voglio nemmeno che vada di mezzo Malfoy.
 Fino a prova contraria, anche lui sta rischiando quando poteva starsene tranquillamente là fuori a sghignazzare con Tiger.
-Sarà andato in camera. Andiamo anche noi, dobbiamo andare a vedere le prove di quello stupido coro-.
Finalmente ricominciano a camminare; sento il rumore delle loro camminate pian piano dissolversi.
Tiro finalmente un sospiro di sollievo; anche Malfoy è visibilmente più rilassato.
Fa qualche passo indietro, incrocia le mani dietro la schiena; sta fissando il pavimento, credo stia pensando su cosa dirmi!
Mentre lo guardo intensamente anche lui torna a guardarmi. Fa di nuovo un passo verso di me.
Non siamo più vicini come prima ma mi sento  molto più a disagio. Prima tutta la sua concentrazione era  sui Carrow e su Tiger, ora sono solo io l’oggetto della sua attenzione.
Tiene sempre le mani dietro la schiena, penso sia indeciso da dove iniziare.
-Weasley ascoltami bene. Ecco quello che farai ora. Tu risalirai su nella tua sala comune, dirai a Calì che sua sorella è già in infermeria….-.
-NO, non lascerò Padma in quel sudicio ufficio stesa su un pavimento-.
Malfoy  fa uno scatto verso di me e mi prende bruscamente per un gomito. Dal male al braccio, capisco che è arrabbiato.
-Puoi stare zitta cinque minuti? Tu non andrai in quella stanza, semplicemente perché Padma è veramente in infermeria. Non era una bugia-. Oh mio Dio! Mentre io ero qui a rischiare la pelle, Padma era già in infermeria. –E’ lì da quasi un’ora. So perché sei venuta fin quaggiù. Calì è scesa e ha sentito urlare, pensando fosse sua sorella. Ma non era lei. Ho dovuto prendergli la bacchetta, non poteva entrare in quell’ufficio-.
Sono sempre più confusa. Se Padma non era lì, chi urlava? Perché Calì non poteva entrare ma soprattutto cosa hanno fatto a Padma?
Malfoy si infila una mano in tasca e, mentre mi domando cosa stia per fare, vedo la risposta alla mia domanda.
Mi sta porgendo la bacchetta di Calì’. Io senza esitazione, la prendo e la infilo nel mio mantello.
- Restitiscila alla tua amica. Sto facendo qualcosa che non dovrei fare, ora anche tu farai una cosa per me. Andrai su e dirai alla tua amichetta che hai trovato la sua bacchetta sul pavimento. Tu non mi hai mai visto qui. Se te lo stai domandando, sua sorella ha avuto lo stesso trattamento che hanno riservato a te all’inizio dell’anno. E’ viva e si riprenderà-. Pronuncia le ultime parole con una certa amarezza, come se fosse dispiaciuto che Padma si possa riprendere.
-Malfoy cerca di riprenderti da questo dispiacere che una ragazza non sia morta sotto le grinfie dei Carrow!-Questa forse potevo evitarla ma le parole mi sono uscite da sole, senza riflettere.
Malfoy sembra scoraggiato. Forse non mi dirà più nulla.
-Forse potevo evitarla; non dirò che mi hai restituito tu la bacchetta. Ho capito come funziona con te. Tu dai se anche io do qualcosa. Non rischi mai per  nulla. Posso andare adesso? Devo andare da Calì, se no verrà qui con la McGranitt!-.
Malfoy si sposta da un lato e con la mano mi fa segno di passare.
Prima di aprire la porta però mi giro ancora una volta e porgo la domanda che mi ha lasciato più curiosità.
-Se non era Padma, chi stava urlando in quella stanza?-.
Malfoy riflette un po’ prima di rispondere.
-Nessuno a te caro, anzi, nessuno di cui ti possa importare-.
Questa risposta la trovo del tutto insoddisfacente; cosa ne sa lui delle persone che hanno importanza per me??
-Dimmelo Malfoy, non lo dirò! Se è qualcuno di cui non mi importa stai pur certo che non lo dirò a nessuno-.
 –Stavano marchiando Tiger. Soddisfatta?-.
Lui velocemente mi supera ed esce dalla porta, è quasi sparito dalla mia visuale quando fa un passo indietro.
-Comunque Weasley, tu non sei impotente … - sto per ringraziarlo del complimento – Tu sei solo pazza!-.
Sto per mandarlo al diavolo ma, prima che possa aprire bocca, mi fa mezzo sorriso e se ne va.
Pensavo che non avesse ascoltato il mio discorso quasi disperato e invece lo ha fatto! Anche se ha dovuto rovinare tutto, alla maniera dei Malfoy!
Pensare a queste cose svia la mia mente dal vero problema: c’è un altro mangiamorte ad Hogwarts! Ma questo non posso dirlo a nessuno! Forse, è  meglio così.

 


 
La sera del ballo è finalmente arrivata.
Calì ha trascorso la notte al fianco della sorella. Padma si sta rimettendo piuttosto bene. Madama Chips  dice che la maledizione Cruciatus, per sua fortuna, non l’ha colpita in pieno petto e quindi la guarigione sarà più veloce.
Calì , nonostante la sorella, si è dimostrata ben felice di sistemarmi i capelli per questa sera; fosse stato per me li avrei lasciati sciolti e pettinati con la spazzola mentre ora mi ritrovo i miei capelli, tutti raccolti e intrecciati in uno chignon molto elegante e sofisticato. Ha fatto un lavoro delizioso ma rimango dell’idea che un ballo del genere non meriti così tanto tempo perso in pettinature e vestiti.
Proprio per questo motivo, ho deciso di non indossare quel vestito fiabesco; lo riserverò per un’occasione molto più importante o, magari, per una serata  che apprezzerò molto di più di quella che sta per iniziare adesso.
Mi guardo allo specchio. Nonostante i miei sforzi di non dare il meglio di me, non sono niente male.
Il vestito che mi ha comprato Calì ad Hogsmeade, mi sembra ancora più corto, ora che l’ho addosso e le scarpe nere abbinate al vestito sono decisamente troppo alte.
Forse sarò l’unica con un abito di questo tipo ma, non per essere presuntuosa,  sarò di certo una delle più eleganti. Non è mai il vestito,quello che conta, ma chi lo indossa.
E poi i miei propositi non sono cambiati: mangiare, fare due balli e andarmene in fretta e furia.
-Sei bellissima Ginny.-
Sorrido a Calì dallo specchio. Da quando le ho riportato la sua bacchetta e le ho detto che sua sorella era sana e salva è ancora più gentile del solito; come se fosse riconoscente per qualcosa che, in fondo, non ho fatto.
-Anche tu Calì!-. Anche se non lo ammetterò mai, il suo abito indiano è decisamente sopra le righe. I gusti di Calì, come della sorella, sono molto particolari. Credo che nella loro semplicità sarebbero davvero bellissime. O meglio, ancora più belle di ora.
-Ginny io devo scendere. Ci vediamo in sala ok?Per favore non dare di matto e non ti presentare in maglietta e jeans. Sei perfetta così, anche se fossi stata in te mi sarei messa l’abito rosso-.
La fulmino con lo sguardo; se sento parlare ancora di quel vestito giuro che lo taglio con le forbici. Ho preso la decisione giusta; un abito così bello per una serata con i mangiamorte, decisamente no.
Aspetto dieci minuti prima di scendere in sala comune e lì, davanti alla porta, trovo Seamus  ad aspettarmi.
-Uao, sono senza parole Ginny!-.
Seamus è in uno smoking nero con tanto di camicia nera.  Devo dire che lo smoking gli dona!.
-Anche tu non sei niente male! Ma ora basta complimenti e andiamo!-.
Lo prendo sottobraccio, non mi sento molto sicura con questi tacchi.
Camminiamo lentamente verso la sala grande e quando entriamo noto subito che i quattro tavoli sono stati tolti e, in tutti i lati della sala, sono stati allestiti dei buffet stracolmi di qualsiasi ben di Dio.
Il tavolo più lungo della sala però è occupato da liquori e alcolici, ce n’è per tutti i gusti . Non penso che si possa avere un semplice succo di zucca. Chi vuole andare sul leggero, si dovrà accontentare di una Burrobirra.
La sala è piena e questo sta a significare che io e Seamus eravamo in ritardo, come al solito.
Mi guardo attorno in cerca di Neville e Luna ma di loro nessuna traccia. Sono ancora aggrappata al braccio di Seamus quando sento il coro iniziare a intonare le prime note.
Quello che sento è veramente inquietante; rimango vicino a Seamus ma avrei già voglia di andarmene.
Per fortuna il coro dura pochi minuti ma, purtroppo per me, quello che sento dopo, è ancora peggio.
Piton ha preso la parola.
-Do il benvenuto a tutti voi a questa serata. Prima di dare il via al banchetto vorrei ringraziare a nome di tutti la gazzetta del profeta per essere qui in quest’occasione. E ora, buona cena a tutti e buon divertimento!-.
L’assenza di Silente è ben visibile a tutti; non avrebbe mai invitato la gazzetta del Profeta qui in mezzo a noi, non avrebbe mai allestito una tavola piena di alcolici e non ci avrebbe mai costretto ad ascoltare un coro straziante.
Sciolgo la presa da Seamus e mi avvicino a un tavolo; prendo un pezzo di quello che dovrebbe essere  pane ai mirtilli e inizio a fare il giro della sala in cerca di Neville.
Sto controllando che Seamus sia dietro di me, quando finalmente vedo Luna. Difficile non notarla.
Ha un vestito di un colore quasi inclassificabile. Ha delle scure calze e sopra una specie di palloncino color grigio metallizzato ma quello che mi lascia senza parole è lo sguardo innamorato  con cui la guarda Neville.
-Ginny sei uno spettacolo!-. Guardandoli così rapita non mi ero nemmeno accorta che si erano avvicinati.
-Grazie Luna, tu sei come al solito eccentrica al posto giusto-. Le faccio l’occhiolino e l’abbraccio.
-E’ inutile che ti dica anch’io quanto sei bella. Se solo ti vedesse Harry!-.
Sono ancora abbracciata a Luna ma, questo commento di Neville, mi fa salire un magone inaspettato.
Mille ricordi passano davanti ai miei occhi.
Sciolgo l’abbraccio e do una pacca sulle spalle a Neville. Non voglio che mi vedano di malumore. E’ una serata importante per loro e io non voglio di certo rovinargliela.
-Ragazzi vado a mangiare, ci vediamo più tardi!-.
Li lascio lì in mezzo alla sala; scorgo Seamus che sta chiacchierando con un ragazzo di tasso rosso e cerco di non farmi notare; meglio  non disturbarlo.
Prendo ancora una tartina e mi dirigo verso il tavolo delle bevande. Mi versano un calice di vino dall’aroma molto dolce. Lo bevo tutto d’un fiato. Di certo mi aiuterà a non sentire più il fastidio delle scarpe.
La successiva mezz’ora passa in modo tranquillo. Saluto tutti quelli che conosco e ringrazio tutti coloro che mi fanno qualsiasi sorta di complimento. Rispondo malamente a una giornalista della gazzetta che voleva sapere cosa considerassi più importante in questo nuovo  tipo di insegnamento ad Hogwarts. Stavo per fare una scenata ma, per fortuna, Calì mi ha trascinata dall’altra parte della sala.
Lavanda Brown credo abbia decisamente esagerato con l’abbigliamento; ha optato per un abito stile principesco con una gonna che mi domando ancora come sia riuscita a far passare dalla porta. Nel frattempo, ho già assaggiato quasi tutto e, in più, ho già buttato già altri due calici di vino.
Inutile dire che i serpeverde hanno completamente occupato il tavolo degli alcolici; Blaise nella sua mano destra sta tenendo una bottiglia di whisky incendiario che passa vittorioso a tutti i suo compagni. Spero di sbagliarmi ma credo che mi abbia appena fatto un occhiolino ma dal modo in cui mi guarda penso proprio ce l’abbia con me. Col mio bicchiere, mi allontano immediatamente.  Neville sta facendo fare un giro della sala a Luna mentre continua a tenerla, premurosamente, sottobraccio.
Per fortuna la Mc Granitt da il via alle danza. Il ballo di apertura, a cui partecipano solo quelli del quarto e quinto anno, è a dir poco ridicolo. Ma ridicolo nel senso buono del termine; credo che nel ‘400 ballassero meglio di quello che sto guardando ora. La musica è quasi soporifera e, vedendo la faccia desolata della McGranitt, son sicura che anche lei sia d’accordo con me.
Al primo ballo lento vedo avvicinarsi Seamus; prendo la sua mano e mi faccio portare verso la pista. La luce ora è più soffusa. Balliamo due canzoni senza dire una parola. Non glielo dirò ma è un pessimo ballerino a differenza di Neville. Gli si potrà dire tutto ma non che non sia bravo a ballare. Luna è un po’ rigida ma lui la fa scivolare, sulla pista, come se fosse una farfalla.
-Seamus ti spiace andarmi a prendere da bere? Quello che vuoi!-.
Non voglio più avvicinarmi a quel tavolo circondato da serpeverde mezzi ubriachi. Non so come ho fatto a non notarlo prima ma in quel bel  gruppetto manca proprio il leader dei serpeverde.
 Malfoy non si vede da nessuna parte.
-Si certo. Dove ci vediamo?-.
-Sarò al tavolo dei dolci! Come sempre!-.
-Ok arrivo!!-. Mi lascia in mezzo alla pista e si allontana.
Intravedo anche Cho Chang ballare con un ragazzo dei corvonero. Guardarla ballare mi fa nuovamente venire  in mente Harry. Più non ci penso e più tutto mi ricorda lui.
Rimanendo persa nei miei pensieri passa una ragazza sconosciuta con un bicchiere pieno di Whisky Incendiario.  Senza pensarci, glielo strappo dalla mano.
-Scusa, è un’emergenza!- La ragazza mi guarda sbigottita; forse sta pensando di essere di fronte a una pazza.
Prendo il bicchiere e molto velocemente esco dalla sala. Devo prendere aria perché, come volevasi dimostrare, questa, per me, non è certo una bella serata. La mia tristezza è sempre dietro l’angolo, pronta a colpirmi quando meno me lo aspetto.
Mi manca Harry; Mi manca tutta la mia famiglia o, per meglio dire, mi manca quello che avevo quando c’erano tutti loro.
L’unico effetto di aver scolato cinque bicchieri di vini è che mi gira la testa ma, dall’altro verso, non sento più il male ai piedi per i tacchi.
Sono vicino all’aula di incantesimi, la apro e vedo, con piacere , che è completamente vuota.
Entro e sbatto la porta dietro di me. Sto per sedermi e provo a farlo continuando a bere il mio whisky. Cercando di   appoggiare il bicchiere sul banco perdo l’equilibrio e inciampo per terra. Per fortuna, riesco a non sbattere la testa e appuro che anche le mie caviglie sono integre.
Mi strofino il viso  e, nonostante la testa continui a girare, scoppio improvvisamente a ridere da sola. Ma come ci sono finita a un ballo di mangiamorti, per terra e mezza ubriaca?
- Weasley, puoi far ridere anche me?-. Sentendo la sua voce mi spavento così tanto, che smetto subito di ridere.
-Malfoy … mi hai spaventato!-provo a rialzarmi ma non riesco a mettermi in piedi.
Percorre tutto il corridoio e finalmente lo vedo in faccia.
Rimango quasi senza parole. Non l’ho mai visto con indosso uno smoking e devo dire che, rispetto e tutti quelli della sua casata, fa proprio uno strano effetto.
Lo smoking sembra essergli stato cucito addosso, la camicia di seta bianca candida e stirata alla perfezione, il suo papillon è perfettamente dritto e le sue scarpe sono lucide al punto giusto. I suoi capelli sono spettinati al punto giusto.
Nella mano destra, anche lui, tiene una bottiglia di Whisky incendiario ancora chiusa; inaspettatamente, mi porge la sua mano destra e, senza farmelo dire, l’afferro e mi faccio aiutare a tirarmi su.
-Stavo solo facendo una passeggiata. Mi facevano male le scarpe, allora ho deciso di sedermi qui e sono inciampata …!- cerco di giustificarmi.
-Sì certo!- risponde ironico.
Mi aggiusto il vestito e, una volta controllato di essere a posto, mi siedo sulla panca vicino al primo banco.
Senza aggiungere altro, si avvicina e mi porge il mio bicchiere pieno del suo whisky incendiario.
-Non mi sembra il caso … - provo a dire.
-Tanto ormai … peggio di così!- indica il punto dove mi ha trovato distesa per terra.
Ha uno sguardo talmente buffo che non riesco a trattenere le risate. Mi sbagliavo prima! C’è qualcosa di peggio nell’andare a una festa di mangiamorti, cadere per terra mezza ubriaca! Sì! Farsi beccare da Malfoy!
Resto sconvolta nel sentire che anche Malfoy sta accennando a una risata.
Ora che ci penso, è la prima volta che lo vedo ridere di gusto e non per qualche battuta cattiva! Non è male quando ride! Gli occhi sono ancora più belli … ma cosa sto pensando!!
Lo guardo. Afferro il bicchiere e lo avvicino.
-Brindiamo Malfoy!- ormai i miei freni inibitori si sono dissolti.
Draco afferra la sua bottiglia e l’avvicina al mio bicchiere.
-A cosa brindiamo?- gli chiedo.
-A questa serata!!- storco la bocca.
- Ti ho visto in sala, non sembrava ti stessi divertendo tanto!- mi risponde schietto.
-Che strano io, invece, non ti ho proprio visto- lo rimbecco.
-Questo significa che mi cercavi?- Ha quel suo sorriso strafottente che m’ infastidisce più di qualsiasi altra cosa. Lo preferisco decisamente depresso. O forse no.
Va bene ha vinto lui. Facciamo il brindisi e mi scappa un occhiolino scherzoso
-Va bene, ora comunque mi tocca andarmene! Ho lasciato il mio cavaliere ad aspettarmi !!Tu resta, me ne vado io!-.
Malfoy non sembra molto felice della mia risposta.
Mi alzo ma opto per scendere dai tacchi; la festa è finita. Andrò da Seamus, lo saluterò e mi ritirerò nelle mie stanze.
-Mi sembra di averlo intravisto girare con aria sperduta in Sala Grande!- risponde. Non so se stia scherzano o stia parlando sul serio.
-Povero Seamus! Mi sono persa a …!-.
- … ubriacarti! Deve essere un’ottima compagnia se hai deciso di darti all’alcool e nasconderti in un’aula!- mi stuzzica Malfoy.
-Qui dentro l’unico che si ubriaca sei tu!!- gli punto il dito –Mi gira solo un po’ la testa perché io non sono abituata ad affogarmi nei super alcolici!-.
LO guardo fiera della mia risposta!
-Non ti trovo di buon umore, Weasley! Come mai? Problemi in paradiso?-.
Ah ora sono io di umore pessimo? Scoppio fintamente a ridere.
-Dici che sono di cattivo umore? Chissà perché? Forse perché sono stata obbligata a venire a una stupida festa con gente che non tollero nemmeno alla vista o forse perché NON VOGLIO PIU’ STARE QUIIII !!!-.
Le ultime parole le urlo con tutta la voce che ho. Lui rimane impassibile alle mie urla.
-E guarda, francamente, tu sei riuscito anche a scendere di posizione nella mia classifica di spiacevoli incontri!! Questo la dice lunga su come sto!!-.
Ancora niente da parte sua. Penso non abbia nulla da dire. Tutto qui.
Mi giro per andarmene.
-Weasley, mi aspettavo di più da te, questa sera! Pensavo fossi più il tipo che si diverte a una festa!-.
Rimango girata.
-E tu questa la chiami festa?- alzo gli occhi al cielo - Buona notte-.
Sento lui camminare e venire verso di me. Apre la porta e, quasi da galantuomo, me la tiene aperta aspettando che io esca.
-Weasley vieni con me!-.
Torno a ridere.
-Stai scherzando? Io non vengo da nessuna parte con te! -.
-Dai! Fai sta follia!! Magari riesco a risollevarti la serata!!-.
Sto quasi per rispondergli che è già migliorata da quando è arrivato lui ma, quando mi rendo conto del pensiero che ha partorito la mia mente ubriaca, decido di tacere.
-No! Devo tornare da Seamus!-.
-Non mi costringere a trascinarti. Seguimi!– mi sbarra il passaggio.
In fondo, cos’ho da perdere? Altri minuti di questa stupida serata?
Lentamente decido di seguirlo. Non ho la forza di oppormi e non voglio nemmeno essere tirata con la forza, cosa che sarebbe capace di fare.
Cammina davanti a me, a qualche metro di distanza.
Esce fuori dal grande portone aperto. Appena sento l’aria gelata sulla mia pelle, decido di rimettermi le scarpe. Forse il vestito lungo era più adatto per il mese di dicembre.
Ho i brividi.
-Malfoy dammi quella dannata bottiglia!-.
Malfoy si ferma a guardarmi.
-Vuoi spaccarmela in testa??-.
Lui titubante me la porge; io la prendo e bevo una lunga golata.
-No, ho freddo. E non voglio la tua giacca-. Incrocio le braccia e aspetto che riprenda a camminare.
-Hai un vestito troppo corto e ,comunque, la mia giacca non te l’avrei mai data-. Non sembra molto serio mentre lo dice; riconosco ormai quando riempie le sue frasi con la sua inconfondibile acidità.
Scendiamo le gradinate e ci dirigiamo verso est. So dove sta andando. Stiamo andando sul lungo ponte che separa Hogwarts dalla foresta proibita.
Siamo quasi a metà ponte e, sto quasi per pensare che mi stia portando nella foresta proibita, quando si ferma. Io, per poco, non gli finisco addosso.
-Mi hai portato sul ponte??- tutta questa fretta per portarmi in un posto che vedo tutti i giorni.
-Stai zitta e guarda in alto!-.
Alzo la testa aspettandomi di non vedere nulla e, invece, quello che vedo è uno spettacolo meraviglioso!
Il cielo, scoperto dalle nuvole, è completamente pieno di stelle che brillano come enormi lucciole! Non mi sono mai fermata a vederlo! Resto a bocca aperta! Perché non ci ho mai fatto caso?
-La senti?- mi chiede riportandomi alla realtà.
-Cosa?- in realtà non sento proprio nulla!
-La pace … prima della tempesta!-.
Vorrei sapere cosa intende ma resto incantata a guardare questo cielo meraviglioso su di noi.
-Non mi sono mai fermata a vedere il cielo da qui …-.
-Nel mese di dicembre, si riescono a vedere meglio tutte le costellazioni! E’ un dato scientifico, non c’è nulla di poetico!-.
Mi giro sbuffando.
-La tua capacità di rompere la poesia di alcuni momenti è irritante; Malfoy!-.
Fa un mezzo sorriso ma poi, anche lui, torna a guardare il cielo.
Forse, nemmeno lui, ci crede a quello che ha detto! Forse, anche lui, ci vede qualcosa in più!
-Anche Hogwarts ha alcuni lati positivi! Questo spettacolo, per esempio!- indica il cielo sopra di noi.
Mi volto a guardarlo! Guardarlo così mi fa un certo effetto! Calmo ma, allo stesso tempo, pensieroso! Non il solito arrogante Malfoy! Questo lato di lui, così vulnerabile, è devastante.
-Posso farti una domanda, Malfoy?-.
-Se proprio devi, Weasley!-.
-Cosa c’è che ti tormenta, Malfoy?-molti potrebbero dirmi a me cosa interessa ma, forse, è l’alcool che mi spinge a voler sapere.
Per la prima volta, nella mia vita ad Hogwarts, lo vedo veramente smarrito. Penso si aspettasse di sentirsi chiedere tutt’altro.
-perché fai questa domanda?- chiede lui a me.
Continua a fissarmi confuso.
-Rispondi!! Non tergiversare!!- prima lui!!
-Non puoi capire, voi sapete solo giudicare- mi risponde un po’ sprezzante.
-Voi chi? Ci siamo solo tu ed io, qui! E’ con me che stai parlando! Ci sono solo io, qui!-.
Si guarda attorno forse in cerca d’ispirazione.
Inizia a fare dei passi verso di me. Io incrocio le braccia in attesa che mi risponda.
-Hai paura Malfoy?- provo a indovinare.
-No o almeno … non di quello che pensi tu-.
-Per stasera non penso a niente, quindi parla!-.
Continua a stare zitto ma i suoi occhi sono tormentati. C’è qualcosa che non va, sarebbe visibile a chiunque!
-Va bene, cambio di domanda. Fa così male essere marchiati?-.
-Non hai idea di quanto. Un male ti segue sempre … ovunque io vado!-.
A questa domanda è stato rapido a rispondere, nessuna esitazione.
-Tiger sembrava contento. Sembrava stesse bene!-.
Si appoggia alla balaustra del ponte e guarda l’orizzonte di fronte a sé.
-Tiger,è così infantile! Ha preso tutto come un gioco … ma non lo è!  Appena ci si marchia ti sembra sia un gran giorno, tutti ti guardano orgogliosi; ti senti parte di qualcosa di grande, come se prima di te non ci fossero possibilità e tu fossi strettamente indispensabile per raggiungere l’obiettivo! -. Eccolo di nuovo qui il Malfoy malinconico.
-Ma qual è l’obiettivo?-.
Abbassa lo sguardo; si sta fissando il braccio ma non arriva alcuna risposta.
-A cosa pensi Malfoy?-.
Niente lui continua a fissare un punto lontano senza emettere alcun fiato.
Scrollo le spalle davanti al suo silenzio.
-Ci siamo sforzati abbastanza per questa sera;  ho capito che non hai piacere a parlare con me … - ne ho abbastanza di tutta questa tensione; 
-No aspetta!!- sembra risvegliarsi –Vuoi sapere a cosa sto pensando?-.
 Si posiziona di fronte a me e, come suo solito, mette le mani in tasca.
Inizio a battere i denti dal fresso!!. Spero vivamente si sbrighi.
-Penso  che … -.
Sembra sereno, anche se non so cosa stia per dire.
-Penso che … purtroppo … tu sia bellissima! Non penso di aver mai visto niente di più bello!-.
Ho sentito bene? Non riesco a muovere un singolo muscolo del corpo. Aspettavo qualsiasi tipo di risposta ma questa è la cosa più assurda e sorprendente che abbia mai sentito.
Forse  ho avuto un’allucinazione. E’ uno dei complimenti più belli che mi abbiano mai fatto e, di certo, non può essere uscito dalla bocca di Malfoy.
Ora è lui che studia la mia espressione.
-Purtroppo …?-.
Non so se riuscirò a dire altro; non sento, nemmeno, più freddo!!
-Tu sei una Weasley!!-.
Non lo capisco più! Mi sento confusa da tutto quello che sta dicendo.
-Hai perso la lingua ?- mi chiede.
-Malfoy, stai scherzando??-.
-No. -. Dal suo volto effettivamente non c’è alcun segno di ironia o di divertimento. –Come non scherzavo al campo!-.
Il bacio. Allora se lo ricorda! Perché ha dovuto farmelo tornare in mente?
Devo andarmene.
-Devo andare a bere … cioè … a dormire!- balbetto palesemente imbarazzata.
-Ah!. Peccato, stavo per chiederti di ballare con me!-.
Forse non me ne sono resa conto ma anche lui deve aver bevuto molto!!.
-Guardati attorno!. Siamo soli, abbiamo vestiti perfetti. Anche tu, per una volta, sei vestita decentemente! E tecnicamente non siamo nemmeno ad Hogwarts. Siamo già nei confini della foresta proibita!-.
-Malfoy io non so cosa ti stia capitando stasera ma, forse, l’alcool inizia a farti brutti effetti! Comunque no, non ballo. Non sono capace!-.
-A me sembrava che fosse quello sfigato di Finnigan a non saper ballare!!-.
Allora anche lui era in sala Grande!
-A cosa stai pensando Weasley?-.  A cosa penso? Penso a tante, forse troppe cose.
-Vuoi sapere a  cosa penso io, Malfoy? A quello che hai appena detto! A quello che hai detto dieci minuti fa.  A volte sei tormentato, depresso;  a volte torni ad essere il mangiamorte che tutti conosciamo e, altre volte ancora, come adesso, sei di buon umore e dici cose che i spiazzano completamente! Inizio a sospettare che io non abbia capito nulla di te!!-.
-Non pensavi che ero solo uno squallido mangiamorte?-.
Rilasso le spalle e rifletto; è ancora la stessa persona dell’anno scorso; è ancora il mangiamorte che tutti conoscono, ma c’è qualcosa, in lui, che non riesco a descrivere. Qualcosa di diverso!
-Forse sei anche altro!-. Sorrido della mia stessa risposta. Per stasera ne ho sentite fin troppe e non sono pronta a dare risposte a domande così complicate.
Malfoy alza la testa, sembra stia guardando le stelle;  poi si gira verso di me e, all’improvviso, mi accarezza la guancia destra! La sua mano è così calda!
-Tutto quello che ho detto stasera lo penso veramente! Tutto quanto!!-.
Malfoy tira un ultimo sguardo alle stelle, mi supera e s’incammina verso il castello.
Rimango lì, ferma come un palo. E’ impazzito forse era qualcun altro che aveva preso le sue sembianze? Ma se ci penso, non è la prima volta che Malfoy è stranamente umano. Ma questo va aldilà della semplice umanità!
-Te ne vai via così?- gli chiedo esterrefatta.
-Vuoi che ti ribacio?- mi risponde secco, in tono provocatorio.
Perché ora non mi viene nulla da rispondere??
Forse, lo preferisco quando non risponde!!!
Sono immersa nei miei pensieri quando sono nuovamente risvegliata dalla sua voce.
-Hai ragione. Era proprio una brutta festa! Ci rifaremo-.
Non mi giro nemmeno. Lo ascolto ma non intendo rispondere.
Non si è divertito nemmeno lui ma questo l’avevo già capito. E’ l’ultima parte della sua frase che mi preoccupa.
Ci rifaremo! Di che cosa parlava? Dei mangiamorte? Faranno un’altra festa?
Ho il presentimento però che non si stesse riferendo a quello.
Rimango immobile; immobile a fissarmi la mano.
 
 
 

 

 
Buongiornooooo a tutti! Come vi avevo promesso, ho aggiornato velocemente!
La storia direi che, con questo capitolo, si sia ben definita.
Cosa ne pensate? Cosa pensate di Draco? E di come ho immaginato Ginny?
Fatemelo sapere, mi piacerebbe confrontarmi sia con complimenti sia con critiche.
Aspetto vostre notizie.
Vi aspettavate questo o immaginavate altro?
Come lo vedete l’imminente futuro?
Baciiii

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Capitolo 8
*** Non pensare ***


            Capitolo 8

NON PENSARE


 
Le vacanze natalizie erano ormai alle porte … sempre se di vacanze si potesse parlare!
Io non sarei tornata a casa come quasi tutta Hogwarts ma, ovviamente, a tutti i serpeverde è stata lasciata la più ampia libertà di movimento; partiranno domani e credo che il loro rientro sia previsto non prima dell’inizio dell’anno nuovo.
Nonostante questo, ho il presentimento che non potremo deliziarci della loro totale assenza, Anzi!
Penso che qualche adorata serpe non si perderebbe mai l’occasione di impartirci ordini anche durante le vacanze di Natale.
Uno dei pochi fortunati a uscire da questa “galera” è Neville! Credo che gli abbiano dato il permesso perché non vogliono che io, lui e Luna rimaniamo assieme; hanno capito che stiamo progettando qualcosa. Forse hanno solo un presentimento ma come precauzione hanno deciso di isolarci.
Io rimarrò ad Hogwarts mentre, loro due, ritorneranno a casa dalle loro famiglie .
Sono anche convinta che sia il padre di Luna che la nonna di Neville, non siano considerati così “pericolosi” per i mangiamorte.
Se tornassi io dalla mia famiglia, potrebbero benissimo correre il rischio di non vedermi più tornare; forse credono che facendomi uscire, potrei scomparire anche io come Ron, Hermione e……….Harry!
Ho anche avuto il dubbio che la grazia concessa a Neville fosse solo una trappola; ma nessun essere umano con qualche neurone in testa potrebbe mai pensare che Neville, uscito da qui, andrebbe dritto dritto da Harry, facendo saltare la sua copertura.
Ho già avvertito Neville di stare attento e di parlare il meno possibile di cose che potrebbero essere fraintendibili;  di questi periodi bisogna essere molto prudenti perché, ultimamente, anche i muri hanno orecchie per ascoltare.
In fondo sono solo 7 giorni.  Mai viste, ad Hogwarts, delle vacanze natalizie così corte!
Sto pensando che questa settimana la potrei dedicare a una cosa che ultimamente non faccio spesso: dormire!  Vorrei riuscire a perdere la concezione del giorno e della notte.
C’è una cosa positiva in tutto questo: per la prima volta, riuscirò ad assaggiare il fantastico banchetto natalizio di Hogwarts!
Tutti mi hanno sempre detto, compreso Harry, che è qualcosa di imperdibile; la cucina di Hogwarts tira fuori il meglio di sé per fare quel banchetto!
Mi guardo attorno; è bello vedere che il Natale, nonostante tutto, ha risollevato un po’ gli umori di tutti, nel bene e nel male!
Neville accanto a me sta chiacchierando vivacemente con Seamus; oggi però non ho molto appetito, continuo a guardare la mia tazza ma non ho alcuna voglia di mangiare.
Penso che tu sia bellissima. Bella nel vero senso della parola!”. E’ da quasi una settimana che mi tornano in mente degli stralci del discorso che abbiamo fatto io e Malfoy sul ponte, la sera del ballo.
Non è stato come tutte le altre volte che ho parlato con lui; non riesco a togliermi dalla mente quelle parole. C’è qualcosa in Malfoy che mi lascia perplessa e confusa!
Sono ancora immersa nei miei pensieri e nemmeno mi accorgo che Neville mi sta scuotendo per un braccio.
-Ginny? Pianeta terra chiama Ginny!-. Mi sveglio dai miei pensieri; pensieri che sicuramente non dovrei più fare.
-Scusa Neville, stavo pensando a….alla…….beh! stavo pensando alle……….lezioni! sì pensavo alle lezioni di oggi!-.
Sono stata presa alla sprovvista..dove mi è uscita che stavo pensando alle lezioni? Quando mai penso alle lezioni?
-Ginny ma stai bene? Ma se oggi le lezioni sono sospese!-.  Rimango a bocca aperta a fissare Neville!
-Sì appunto. Pensavo alle lezioni che oggi non ci sono!- scoppio nella risata più finta che io abbia mai fatto mentre Neville continua confuso!
-Va beh, comunque, volevo chiederti se oggi possiamo incontrarci con Luna?-. Capisco subito dove la domanda di Neville vuole andare a parare.
-No Neville, non c’è alcun motivo perché dobbiamo incontrarci tutti e tre assieme! Prendi coraggio e vai a parlare tu con Luna; vai a fare due chiacchiere! Non mi userai come terzo incomodato! Forza grifondoro! Forza e “coraggio”! Non succederà nulla di male Neville! Una chiacchierata non ha mai ucciso nessuno! E se non sai cosa dirle, inizia a raccontarle cosa tua nonna ha intenzione di prepararti per Natale! Si divertirà sicuramente!-.
Do una pacca sulla spalla a Neville, mi chino e lo bacio teneramente sulla guancia.
So che nella sua testa sta riflettendo già su cosa dirà a Luna! Neville rimarrà sempre la persona più tenera del mondo! E’ impossibile non volergli bene e so che, anche Luna, contraccambia i suoi sentimenti ma ha bisogno solo che lui faccia il primo passo!
Rimango ancora lì mezza abbracciata a Neville ma ho come la sensazione che qualcuno mi stia fissando ma non ho intenzione di girarmi e verificare la mia impressione.
Voglio godermi questi ultimi momenti con Neville in santa pace; so già che nella settimana successiva mi mancherà tantissimo.
 

 
La giornata è passata tranquilla; ho aiutato sia Neville che Luna a fare i bagagli, ho preso il thè con Calì, Padma e Lavanda sulle gradinate del campo di quidditch fino a quando siamo dovute correre dentro al castello perché è arrivata una bella bufera di neve. Devo ammettere che è stata quasi una bella giornata!
Prima di cena decido di fare una passeggiata per il castello; è da tanto che non mi godo i corridoi di Hogwarts!
Piano piano, arrivo fino al settimo piano; non ci salivo dall’anno scorso! Quanti ricordi, forse, è proprio questo il posto che più di tutti mi ricorda Harry!
Non saprei nemmeno quantificare il tempo che ho passato su questi corridoi per andare nella stanza delle Necessità!
La Stanza della….ma sì! Come ho fatto a non pensarci prima! E’ la risposta a tutte le nostre domande!
Accelero il passo; non posso ancora crederci come ha potuto non venirmi in mente prima!
Ma arrivati al muro di pietra, dietro il quale si nasconde la Stanza, il mio entusiasmo scompare immediatamente.
Malfoy sta passeggiando avanti e indietro davanti al muro, sta cercando anche lui di aprire la Stanza!
Da come cammina capisco subito che è molto agitato, cammina con gli occhi chiusi ma la sua tensione è palpabile.
-Malfoy, cosa ci fai qui?-.
Appena sente la mia voce si blocca sul posto, si gira bruscamente e, con due lunghe falcate, si avvicina a me.
Ha di nuovo quel suo sguardo, quello che non lascia promettere nulla di buono! E’ di nuovo il Malfoy mangiamorte!
-Weasley non dovresti essere qui, è l’ora di cena!! Dovresti essere nella Sala Grande! Vai via!-.
Il suo tono non ha nemmeno una nota gentile, ha di nuovo quel suo tono di disprezzo che lo ha sempre caratterizzato! Ho quasi paura che voglia cominciare a spingermi per mandarmi via.
-Anche tu non dovresti essere qui Malfoy, tu…-. Mentre parlo ha già alzato la mano e mi sta puntando con un dito; tipico segnale che mi sta per fare una delle sue minacce.
- Ma bene bene! Chi abbiamo qui! La Weasley! Draco ci sei anche tu!-.
Io e Malfoy continuiamo a guardarci, nessuno dei due si muove di un solo millimetro ma entrambi siamo consapevoli che siamo in guai grossi:  Alecto Carrow ci ha appena beccati!.
Cerco di mantenere la calma. Devo mantenere la calma.
Malfoy mi lancia un ultimo sguardo di fuoco come a volermi dire:“ hai visto cosa hai combinato?”.
Rilassa visibilmente le spalle e  si gira verso Alecto.
-Alecto, stavo semplicemente la mia consueta ronda serale per controllare i corridoi-.
-Bene e noto con piacere che hai beccato niente che meno, la Weasley! Bravo!-.
Alecto pronuncia il mio nomo con disprezzo, sembra quasi che mi voglia sputare addosso.
Rimmango ferma immobile e impassibile; impreco tra me e me: io, che stavo semplicemente camminando, sono nei guai fino al collo mentre Malfoy, che stava per entrare  nella Stanza, è l’eroe!
Alecto mi si avvicina , sento il suo respiro vicino al collo! Vorrei vomitare ma resisto e non lo guardo nemmeno in faccia.
-Bene bene, e ora con te cosa ci facciamo?-.
Posso benissimo dire addio alla mia “quasi” bella giornata!
-Alecto aspetta! La Weasley….-.  Malfoy ha preso la parola, cosa sta facendo? Lui stava entrando e se non ha detto la verità ad Alecto forse non voleva che lui venisse a sapere cosa stesse facendo. Forse stava facendo qualcosa di nascosto! Di nascosto dai Carrow e da Piton!
Decido di scommettere sulle mie sensazioni, decido di scordarmi come si è rivolto a me cinque minuti fa. Non voglio essere in debito con lui, o almeno non voglio di nuovo esserlo! Se voglio qualcosa da lui in futuro,e avere la minima possibilità che tenga la bocca chiusa, questa è l’unica cosa che posso fare!
Prendo coraggio, incrocio le braccia e guardo dritta in faccia Alecto.
-Si va bene! Stavo camminando fuori dall’orario, nei corridoi, perché non avevo alcuna voglia di cenare di nuovo guardandomi le vostre sudice facce. Malfoy mi ha beccato  e mi stava giusto giusto per punire! Contento? E’ arrivato tardi!  Ci stava già pensando Malfoy a darmi una bella lezione!!-.Non so nemmeno da dove mi esca tanta sfrontatezza.
Alecto trema dalla rabbia (forse ho esagerato!) mentre Malfoy è allibito! Anche lui è sconvolto.
-Bene allora…..procediamo! Malfoy inizia da dove ti ho interrotto! Non mi voglio perdere questo spettacolo! Sono sicuro che, poi, mangerò ancora più soddisfatto.-.
Alecto si allontana e si va a mettere al fianco di Malfoy.
Malfoy resta immobile; si vede benissimo che non sa cosa fare, anche le mani iniziano a tremargli.
-Draco cosa aspetti? Non possiamo fare notte! La cena ci aspetta!-.
Non ho mai odiato tanto, Alecto, come in questo momento! Prima o poi avrà quello che si merita, deve esserci ancora un po’ di giustizia in questo mondo!
 Malfoy mi guarda le mani poi alza la testa e i nostri sguardi si incontrano.
Annuisco con la testa; annuisco talmente piano che non mi sembra nemmeno di essermi mossa! Ma Malfoy mi ha visto perché la sua mano destra, lentamente, prende la bacchetta dalla tasca destra; la impugna e la punta nella mia direzione. Chiudo gli occhi e inizio a contare,vedo i volti di mia mamma e di mio papà che mi sorridono; mi ripeto che andrà tutto bene!
Non so quanto tempo passi ma, alla fine, sento la sua voce.
-Stupeficium!!!!- L’urlo di Malfoy mi arriva dritto dritto alle orecchie ma ancora prima di rendermi conto che mi sta schiantando, il mio corpo si solleva e vado a sbattere contro una colonna.
La testa  colpisce qualcosa di appuntito: mi sembra che la testa mi sia spezzata in due nette metà. Crollo per terra, cerco di aprire gli occhi ma la testa fa troppo male.
Porto la mano alla base del cranio. Ho i capelli impiastricciati di…….sangue!
Sto sanguinando, credo che a breve non riuscirò nemmeno più a sentire! Il dolore si sta espandendo ovunque.
-Bene Alecto ora possiamo andare a cena!-. Malfoy sembra frettoloso di andarsene.
-AHhhahahahah! Malfoy ma pensi che sia tutto qui? Dai Draco, non farti mai trarre in inganno da chi non si rialza subito! Non siamo così stupidi. Avanti Draco! Una bella Cruciatus e non ne parliamo più e, finalmente, possiamo andare a cena-.
Non sento Malfoy ribattere o forse, veramente, il mio udito è stato compromesso.
Il dolore è straziante; ho la sensazione che la testa mi stia per scoppiare.
Ma poi sento.
Sembra quasi un sussurro ma, alla fine, lo sento chiaramente.
-Crucio!-.
Il mio corpo sembra prendere fuoco e nel frattempo, mi sembra di avere aghi, molto appuntiti, infilati in tutto il corpo.
Non mi rendo conto nemmeno che sto urlando; picchio di nuovo la testa contro il pavimento.
E poi, solo il buio!
 

 
Non so dopo quanto, forse ore, forse giorni, sento un raggio di sole sul mio viso e, lentamente, apro gli occhi.
Sono in infermeria, cerco di guardarmi attorno ma non ce la faccio! La testa pulsa ancora, meno rispetto a quello che mi ricordo, ma ho un mal di testa fortissimo.
Chiudo gli occhi per abituare la vista alla luce del giorno; con le mani mi tocco la testa, sento i miei capelli raccolti in una coda e alla base della nuca, da dove proviene il dolore, ho un grosso cerotto.
Piano piano mi torna in mente tutto; prima Alecto, poi l’espressione spaventata di Malfoy, le mie urla, il colpo alla testa, la risata di Alecto; tutto, ricordo tutto!
-Eccoti, finalmente sei tornata con noi!-.
Mi giro e vedo Madama Chips, in fondo al mio letto, che mi sorride.
-Che ore sono?-
-Le sei di sera-.
-Ho dormito quasi 24 ore? Neville, Luna dove sono? Dovevano partire.-
Madama Chps si avvicina e mi prende la mano destra.
-Tesoro, hai dormito per tre giorni! Hai preso una gran brutta botta. Neville e Luna sono rimasti tutta la notte quando ti hanno portato qui; volevano restare ma sono dovuti partire! Non hanno avuto scelta!-.
Avevo capito ancora prima che terminasse la frase; li hanno obbligati a partire! Figurati se gli permettevano di rimanere con me.
-Ma quindi, oggi, è….-.
-Natale! Si, cara, oggi è Natale; ti sei svegliata giusto in tempo! Buon Natale tesoro!-.
-Buon Natale anche a lei, Madama Chips!-.
Avrei voglia quasi di piangere; da sola su un letto, in infermeria, il giorno di Natale.
Ho gli occhi lucidi ma resisto.
Guardo la finestra; la bufera è finita ma fuori è tutto imbiancato.
Anche se con dolore cerco di tirarmi su dal letto ma ho immediatamente le vertigini e ricasco sul cuscino.
-Tesoro dove pensi di andare?-.
-Voglio uscire di qui. Voglio andare nella mia stanza, nella mia torre-.
-Oh no, no, no. Non se ne…….-.
-MADAMA CHIPS-. Forse urlare non è la decisione più saggia che io possa prendere. Abbasso il tono -Senta, oggi è Natale. Sono in un letto in infermeria, da sola, il giorno di Natale, ho la testa mezza rotta, non ho potuto salutare i miei amici e sono triste perché sono sola. Sono sola. Ma non voglio deprimermi e, se resto qui, è proprio quello che accadrà e io non posso essere triste. Quindi-. Lentamente mi tiro a sedere sul letto. – lei, ora, mi riempie di medicine, mi aiuta a vestirmi, mi dice cosa  devo prendere stanotte e domani per farmi passare il dolore e mi accompagna alla porta. E stasera entrambe festeggiamo il Natale. Questo non possono di certo impedircelo-.
Credo proprio di averla convinta perché mi guarda quasi commossa e lentamente mi accarezza una guancia.
-Va bene, ti aiuto! Ma devi promettermi che prenderai tutte le medicine che ti do. Promesso?-.
-Promesso!-.
 

 
Presi tutte le medicine che Madama Chips mi diede. Forse un po’ troppe ma riuscirono ad alleviarmi il dolore. Mi aiutò a rivestirmi e mi accompagnò, addirittura, fino alla torre di Grifondoro.
Durante il tragitto un po’ faticoso, ( solo una volta in piedi ho scoperto che oltre alla testa, mi si era slogata la caviglia destra e il polso) qualcuno si fermava a farmi gli auguri e sulle scale che portano alla torre, per mia grande fortuna, abbiamo incontrato Seamus. Non ha voluto sentire obiezioni e, per non farmi fare le scale, mi ha preso in braccio davanti a mezza scuola per portarmi fino davanti alla porta del mio dormitorio.
Quando entro nella mia stanza, mi vado a sedere subito sul letto e lentamente cerco di togliermi la divisa; noto con disgusto che la mia candida camicia bianca è coperta da grosse chiazze del mio sangue.
La butto a terra e mi guardo allo specchio; non ho un bell’aspetto: sono pallida, i capelli legati in malo modo e mi sembra di sentirmi, sulla pelle, l’odore dell’infermeria.
Conto fino a tre, prendo coraggio e mi alzo dal letto, mi dirigo verso il bagno e apro l’acqua della doccia.
Entro e cerco di insaponarmi il più velocemente possibile; dopo un po’ che sto in piedi però inizia a girarmi la testa.
Mentre mi risciacquo mi torna in mente l’espressione di Malfoy. Mi ero quasi scordata che a farmi tutto questo è stato proprio lui. Ora che ci rifletto non provo alcun tipo di rabbia verso di lui, quella è tutta riversata verso Alecto! Sono stata io ad incoraggiarlo, e cosa mi potevo aspettare? Che non lo facesse? E’ Malfoy! Io gli ho acconsentito a farlo, Alecto gliel’ ha ordinato e lui lo ha fatto. Fine della storia. No non sono arrabbiata. Sono rincuorata addirittura. E’ Malfoy ed è sempre rimasto un Malfoy.
Finisco di lavarmi, mi avvolgo nel mio accappatoio e vado a sdraiarmi di nuovo sul letto.
Guardo fuori e vedo che ormai è sceso il buio e io ancora non ho potuto vedere la neve; oggi è Natale e posso pur permettermi di fare due passi nella neve.
Che Natale è, senza un po’ di bianco! Poi andrò a cena a gustarmi il banchetto, anche se al solo pensiero di cibo mi si chiude ancora di più lo stomaco. Ma devo pur mangiare! E’ Natale!
Apro l’armadio, prendo un paio di pantaloni neri con stivali intonati e un maglione rosso. Mi asciugo i capelli e li pettino. Decido di non legarli perché così riesco a nascondere meglio la ferita.
Mi allaccio il cappotto, prendo un paio di guanti e un cappello e mi incammino fuori dalla stanza.
Cammino verso il portone e una volta fuori mi fermo a godermi lo spettacolo. Quello che vedo è un’intera spianata di neve, non c’è nulla che non sia coperto di bianco e, sullo sfondo, si vede addirittura il lago completamente ghiacciato.
E’ fantastico, mi manca quasi il fiato da tanta meraviglia. Pian piano mi incammino verso il campo di quidditch. Quando arrivo noto subito che la neve sul campo non è più intatta, oggi quasi tutta la scuola deve essere stata qui a giocare con la neve. Vado verso il centro esatto del campo; chiudo gli occhi e nonostante le fitte cerco di isolarmi e di tornare indietro con la memoria.
Mi sembra di sentire Rolanda Bumb che da il via alle partite. “ Tutti sulle scope, 3 2 1……” e il suo fischio di inizio partita.
Chissà se questo campo rivedrà mai quelle partite.
Sto ancora fantasticando con la mia mente quando sento il mio nome in lontananza.
-Ginny….-.
Apro gli occhi e guardo verso il fondo del campo e vedo l’ultima persona che vorrei vedere in questo momento.
Alzo di nuovo la testa verso il cielo, forse è stata solo un’allucinazione e com’è venuta così passerà ma più passano i secondi e più sento dei passi avvicinarsi.
E’ lì accanto a me; lo sento anche con gli occhi chiusi.
-Weasley…ho saputo che non eri più in infermeria e….-.
Parla piano, sembra titubante su cosa dire. Sbuffo ma apro gli occhi controvoglia e mi volto a guardarlo. Tiene le mani nelle tasche del suo cappotto e sembra faccia fatica a stare fermo. Guarda in tutte le direzioni ma sembra voglia evitare il mio sguardo..
-Malfoy senti. Non ho intenzione di fare alcun tipo di discorso con te. Se te ne andassi mi faresti un gran bel regalo di Natale-.
-Sei stata tu! Io stavo cercando di…….-.
-Si sono stata io! Perché sono più realista  di te! Tu sei quello che mi ha fatto finire in infermeria! Non sforzarti a essere qualcosa che non sei!-.
Ora mi guarda, sembra offeso dalle mie parole ma non gli do tempo di rispondere.
-Io sono quella che ti ha coperto. Perché c’eri tu, fuori da quella stanza! TU! Io ho coperto te! Perché sappiamo entrambi che stavi facendo anche tu, qualcosa di nascosto!-.
Sono arrabbiata, sono furiosa! La testa mi pulsa sempre più forte ma ora non mi interessa nemmeno!  Sono quasi fuori di me e il fatto che lui non risponda mi fa ancora più arrabbiare.
-Lascia perdere, non ti scervellare a rispondere! Non ne vale la pena!-.
Lo supero e mi allontano lentamente da quel campo.
Salgo la gradinata e rientro nel castello.
Dentro ad Hogwarts si sta decisamente meglio.  In fondo, non c’è proprio nulla d’interessante, là   fuori.
 

 
Quando entro nella Sala Grande, sorrido spontaneamente.
Il banco dei professori, tranne la McGranitt, Vitious e la professoressa Sprite è completamente vuoto.
I 4 tavoli sono mezzi vuoti e tutti sono senza divisa; vedo del rosso ovunque.
Mentre cammino vedo qualcuno farmi dei sorrisi o farmi cenni di saluto; Seamus quando mi vede si alza in piedi e mi viene incontro. Anche Calì si alza ma con un gesto le faccio capire di non muoversi.
-Ginny che ci fai qui? Avevi detto che eri uscita dall’infermeria per stare in camera. In camera per riposare! Riposo! Sei in brutte condizioni e….-.
-Ah grazie! Mi stai dicendo che sono brutta?-. Gli faccio l’occhiolino, lo prendo sottobraccio e insieme andiamo a sederci.
Mi aiuta a sedermi e persino Calì cerca di aiutarmi avvicinandomi i piatti.
-Ragazzi chiariamoci subito. Se avessi bisogno andrei da Madama Chips quindi smettetela di guardarmi così e toccarmi come fossi di cristallo. Riesco a sedermi da sola e soprattutto riesco a mangiare da sola-. Sorrido a entrambi; non voglio sgridarli, voglio che siano “ normali”! – Quindi ora mangiamo e beviamo ma soprattutto……. Buon Natale ragazzi! E non parliamo di cose brutte!-.
Seamus si siede e mi abbraccia e mi sussurra all’orecchio. –Buon Natale Ginny! Senza di te non c’è festa!-.
Anche Calì, dall’altra parte del tavolo, mi sussurra un “auguri”.
Le accarezzo la mano ma il momento viene rovinato da un forte brusio proveniente dal tavolo dei serpeverde. Ho ancora la mano su quella di Calì ma mi giro per capire cosa succede.
Al tavolo delle serpi è appena arrivato Malfoy e tutti i serpeverde seduti si alzano per dargli pacche sulle spalle, qualcuno lo abbraccia e altri addirittura lo applaudono.
Fuori al campo non lo avevo notato ma anche lui è senza divisa. Ha un paio di pantaloni neri con un maglione, a collo alto, grigio chiaro.  I capelli sono spettinati e lui continua a passarsi la mano per cercare di metterli in ordine.
Saluta tutti, sorride, contraccambia gli abbracci;  sembra di ottimo umore. Che ridicolo, fino a 10 minuti fa cercava di fare il dispiaciuto ed ora, eccolo lì! Ma poi cos’avranno da gioire così tanto? Il Dio che si degna di festeggiare il Natale con l’umile plebe.
-Che pagliacci!-.
Smetto di guardarli e rivolgo l’attenzione su tutto quel ben di Dio che finalmente è comparso sul tavolo. Mi sembra che il mio stomaco mi sia finalmente aperto quando inizio a vedere tutto annebbiato. Faccio cadere la forchetta a terra e con una mano cerco di sostenermi la testa.
Sento un ronzio nelle orecchie, faccio fatica a vedere persino Calì di fronte a me e la testa inizia a girarmi fortissimo.
Riesco a capire dalla presa sul mio braccio che Seamus si è accorto del mio malore;  inizio a sentirlo che chiama il mio nome. Appoggio il braccio al tavolo e cerco di sostenere la testa; ho paura di perdere i sensi davanti a tutti. Mi viene subito in mente che mi sono completamente scordata di prendere le medicine che mi ha dato Madama Chips; avrei dovuto farlo un’ora fa.
Lentamente riacquisto un po’ i sensi e mi accorgo che nella sala grande, attorno a me, è calato il silenzio. Molti studenti si sono alzati dal loro posto per venire a soccorrermi; quasi tutti stanno guardando verso la mia direzione e anche il brusio dei serpeverde sembra essere diminuito.
Cerco di raccogliere un po’ le forze e, lentamente, mi alzo;  vedo Seamus accanto a me che mi guarda terrorizzato.
-Sto bene, riprendete a fare quello che stavate facendo!-.
Nessuno si muove e rimangono tutti lì, fermi immobili; penso che le urla di Seamus abbiano attirato l’attenzione proprio di tutti.
Persino Malfoy dalla sua posizione continua a fissarmi; Tiger, al suo fianco, ride come se avesse visto una scena comica.
Vedere quel bisonte che ride mi ha fatto innervosire.
-Seamus siediti, anzi andate a sedervi tutti! Ho picchiato la testa, è normale che ogni tanto abbia dei giramenti. Ma sto bene. Non c’è più nulla da vedere qui. Seamus siediti subito! Vado a prendere le pastiglie che mi ha dato Madama Chips. Sto Bene!-.
Mi giro e mi incammino verso l’uscita; non sto bene per niente ma cerco di velocizzarmi, devo uscire da qui perchè non ho alcuna voglia di cadere, per terra, davanti a tutti!
Appena fuori, faccio qualche passo e vado a sbattere contro un’armatura di acciaio. Il rumore che rimbomba in tutto il corridoio mi fa girare ancora di più la testa e, ormai esausta, mi siedo per terra incrociando le game e appoggiando la testa al muro.
Mi massaggio lentamente le tempie anche se so perfettamente che il mio dolore non nasce da lì; fra poco starò meglio e riuscirò ad alzarmi!
-Weasley alzati, vieni con me!-.
Alzo un po’ gli occhi, per quello che posso, e vedo Malfoy chino su di me che mi sta porgendo la sua mano.
Oggi è decisamente il Natale più brutto della mia vita.
-Weasley alzati. E’ un ordine!-.
Ma cosa vuole ancora da me? Che fastidio gli da, lasciarmi seduta qui?
-Va bene, come vuoi! Facciamo a modo mio-.
Sento la sua mano sotto il mio braccio e sento tirarmi su. Se non usa le maniere forti, non è contento ma non ho abbastanza forze per ribellarmi.
Si accorge che faccio fatica e molla leggermente la presa dal mio braccio. Posa un braccio sotto la mia schiena e con l’altra mano mi aiuta a camminare, impedendomi così di cadere sia in avanti che indietro.
Mi giro a guardarlo, lui sembra concentrato sui nostri piedi e non si volta nemmeno una vota a guardarmi.
-Non voglio andare in infermeria!-.
Malfoy fa mezzo sorriso.
-Infatti, non andiamo in infermeria! Anche se forse saresti dovuta rimanere lì!-.
Stiamo scendendo le scale; stiamo scendendo nei sotterranei.
-Dove….?-.
-Non sprecare forze per parlare-.
Arriviamo davanti alla porta dell’aula di pozioni; Malfoy apre la porta e mi fa segno di entrare.
Appena entro, mi siedo subito sulla prima sedia disponibile. Lui mi aiuta a sedermi e si dirige verso il bancone centrale.
Sono seduta in ultima fila e, forse, se volessi, potrei scappare velocemente ma penso di non riuscire nemmeno a reggermi in piedi da sola, senza barcollare.
Incrocio le braccia sul banco di fronte a me e appoggio la testa. Chiudo gli occhi e, nel silenzio generale, quasi mi addormento.
-Tieni Weasley, bevi!- .
Alzo impercettibilmente la testa e vedo Malfoy seduto di fronte a me con un bicchiere in mano. Dentro c’è qualcosa un liquido rosso fuoco, e dal fumo che fuoriesce direi che è decisamente caldo!
-Io non bevo nulla Malfoy!-.
Ignorando le mi parole, posa il bicchiere vicino alle mie mani.
-Weasley bevilo o te lo faccio ingoiare-.
Sono offesa dalle sue maniere ma credo proprio di non avere scelta e non ho alcun dubbio che, in un modo o nell’altro, Malfoy me lo farebbe bere comunque.
Prendo il bicchiere delicatamente pensando di ustionarmi la mano, invece, con mia sorpresa, è piacevolmente fresco.
Lo avvicino alla bocca e ne bevo un sorso.
Ha un sapore incredibilmente dolce.
Lo ingurgito velocemente, tutto in una volta. Poso il bicchiere e immediatamente mi accorgo che il dolore sta passando velocemente; riacquisto la vista e l’udito perfettamente; la testa smette di pulsare e, addirittura, non sento più fastidio né alla caviglia né al polso.
Guardo Malfoy che sta aspettando, visibilmente, la mia reazione.
-Mi hai drogata? Non sento più nulla!-. Lui scoppia a ridere vigorosamente; non l’ho mai visto ridere così. Sentendo la sua risata faccio quasi fatica a rimanere seria.
-No non sei drogata. E’ una medicina particolare che agisce velocemente-.
Sono perplessa.
-Ma se è una medicina perché Madama Chips non….-.
-E’ illegale!-. Lo dice come se stesse parlando a una bambina e come se questa fosse la cosa più scontata del mondo.
-Mi hai fatto bere qualcosa di illegale?-.
Allunga un braccio sullo schienale della sedia e accavalla le gambe.
-Si ma ha funzionato. Le medicine di quella sorta di medico non stavano funzionando-.
-Non hanno funzionato perché mi sono scordata di prenderle. Non potevi accompagnarmi alla mia torre così avrei preso le MIE medicine “ Legali”?-.
-Dal tuo tono, noto con piacere che sei tornata in forma-.
Ormai è inutile rispondergli e intraprendere una discussione.
-Dimmi allora, quali sono gli ingredienti illegali?-.
Malfoy ancora sorridente si passa un dito sulla tempia.
-Perché dirteli se tanto non conosci nemmeno gli ingredienti “legali”! Non ho proprio voglia di farti una lezione di pozioni per principianti!-
-Ah io sarei una principiante di pozioni!-
-Diciamo che non è proprio il tuo punto forte-.
Non riesco a trattenere un sorriso; non lo ammetterò mai ma ha completamente ragione. Pozioni è decisamente la materia che odio di più.
-Bene ora che sei tornata in forze puoi venire, con me, in un posto?-.
Che cosa ha in mente ora?
-Prima di dire no, prendi in considerazione l’idea di dire sì, essere coraggiosa e magari potresti, alla fine, non pentirtene, di questo tuo atto di coraggio!-.
Mi sta decisamente prendendo in giro; è quasi piacevole avere a che fare con lui quando si comporta in questo modo ma una parte di me torna a ricordarmi che è anche la stessa persona  che mi ha mandato in infermeria per 4 giorni.
Sono, però, talmente contenta dei miei miglioramenti fisici che non aspetto molto a rispondere e decido di correre il rischio;
-Sì, tanto peggio di così non può andare!-.
-Zitta e seguimi!-. Si alza velocemente e va verso la porta ma quando la apre, mi viene in mente che forse uscire per i corridoi con lui non è la scelta più saggia.
-Malfoy senti, forse non è il caso. Se ci beccano, io non…..-.
Non termino nemmeno la frase che Malfoy si volta rapido verso di me.
-Non possono beccarci; sia i Carrow sia Piton sono partiti. Io sono il responsabile del castello in questi giorni e in questo momento tutti i serpeverde stanno festeggiando il Natale, nella sala comune nei sotterranei-.
Elaboro le informazioni appena ricevute. Malfoy è il capo e quindi il pericolo più grande, in questo momento, è proprio lui.
Lui mi tiene la porta aperta, aspettando che io mi decida a muovermi.
 

 
All’inizio credevo che mi stesse portando nei sotterranei ma lui continua a scendere le scale senza nemmeno degnarmi di una parola; cominciamo a scendere le scale.
Continua a camminare e non degna nemmeno di uno sguardo le aule a lui molto familiari; scendiamo ancora e finalmente si ferma di fronte a un quadro enorme che ritrae un piccolo villaggio di campagna, completamente distrutto; più lo guardi e più mi accorgo che è tremendamente inquietante.
-Malfoy siamo venuti a guardare un quadro?-.
Non mi risponde nemmeno e continua a fissare il quadro dandomi le spalle.
-ALICERTU PORTES ALECSANTE-.
Pronuncia improvvisamente questa formula che io non ricordo di aver mai sentito ma non faccio in tempo a domandarmi cosa diavolo voglia dire quando il quadro lentamente scompare per lasciare il posto a una porticina di legno.
Ora sì che sono veramente preoccupata.
-Seguimi Weasley!-.
Malfoy apre la porta con una piccolissima chiave d’oro, mi fa passare e poi la richiude dall’interno;
camminiamo per almeno 10 minuti in quello che sembra un tunnel; è molto buio e faccio fatica a vedere Malfoy di fronte a me; in lontananza si sente lo scroscio dell’acqua.
Dove diavolo stiamo andando?
Mi sto quasi spazientendo quando finalmente vedo una porta a dieci metri da me.
Malfoy si ferma, toglie le mani dalle tasche e si avvicina alla porta; riprende la chiave e fa scattare la serratura.
-Prego Weasley, a te l’onore!-.
Mi faccio coraggio, tendo la mano sulla maniglia d’ottone e apro lentamente la porta; faccio qualche passo per capire dove mi trovo.
Siamo appena arrivati nel negozio di Olivander a Diagon Alley.
Mi guardo attorno ma attorno a me c’è solo una gran confusione e una gran polvere; tutte le scatole delle bacchette sono state aperte e rovesciate e di Olivander nemmeno l’ombra.
Malfoy rimane dietro di me, segue i miei movimenti, aspettando una mia reazione.
-Dov’è Olivander?-.
Malfoy abbassa la testa.
-Dopo. Ora vieni, tirati su il cappuccio-.
Usciamo dal negozio e camminiamo lungo la via centrale di Diagon Alley. Da quanto tempo non tornavo più qui? Non mi sembra nemmeno di riconoscerla; non c’è quasi nessuno per strada, molti negozi sono chiusi e le uniche persone che incontri non hanno certo un bell’aspetto.
Solo adesso mi rendo conto del grosso pericolo che sto correndo; poco distante da qui potrebbero esserci Fred o George, qualcuno potrebbe riconoscere Malfoy o me.
Malfoy si blocca di fronte a un’altra porta e io,dalla sorpresa, per poco non ci finisco addosso.
Bussa lentamente e dopo qualche minuto la porta si apre.
Malfoy mi fa segno di seguirlo dentro;appena entro noto subito che siamo entrati in una specie di salotto. Di fronte a me c’è un camino acceso e sparsi per la sala ci saranno una ventina di tavoli e due grossi divani ai lati della stanza; tutto acceso e tutto perfettamente al suo posto ma è completamente deserto.
Non mi ricordo di aver mai visto questo posto.
-Malfoy puoi dirmi dove diavolo siamo?-.
Malfoy non considerandomi, si toglie il cappotto e lo appoggiadelicatamente a una sedia, poi va a sedersi a un tavolino proprio di fronte al camino mentre  si da una sistemata ai capelli.
-Vuoi sederti Weasley?-.
Mi guardo ancora attorno; il posto è quasi confortante ma non sono per niente a mio agio; .
Mi tolgo il mio mantello e lo poggio vicino a quello di Malfoy; mi sfilo i guanti e li poggio sul tavolo mentre mi accomodo proprio di fronte a lui.
Il tavolo è coperto da una tovaglia rossa con al centro tre candele.
Malfoy continua a fissarmi; sto per rompere il silenzio ma lui mi precede.
-IRINAA!-
Clap.
Di fronte a me compare una piccola elfa molto magra che tiene la testa bassa; ha una lunga canottiera che le arriva quasi fino alle caviglie e al collo una misera sciarpa blu elettrico.
-Irina portami quello che ti ho chiesto. E ricorda qui non ci hai mai visti! Chiaro?-. Non urla ma  parla lentamente con tono deciso, scandendo bene ogni singola sillaba; mi ha fatto quasi venire i brividi.
-Si padrone. Tutto quello desidera- La piccola elfa fa un grosso inchino e corre via.
-Weasley ora puoi cominciare l’interrogatorio!-. Sorride ma non intendo perdere tempo in battute.
-Dov’è Olivander??-. Lui non sembra sorpreso dalla mia domanda.
-Lo hanno portato via qualche mese fa! Il signore oscuro ha ordinato di portarlo via ma è ancora vivo!-.
Hanno preso Olivander! Cosa vogliono da lui? Olivander è una leggenda in tutto il mondo magico, cosa può volere Voldemort da lui?
Malfoy aspetta che io dica qualcosa ma non ci riesco; il nostro silenzio viene interrotto dalla piccola Irina che mette sul tavolo due bicchieri e una grossa bottiglia di spumante frizzoso. Posa, al centro, un grosso piatto coperto; poi passa al suo padrone, quasi a non volersi far vedere da me, una scatola rettangolare con un grosso fiocco verde. Malfoy la prende e la mette sulla sedia a fianco a lui.
Da quando le elfe fanno dei regali ai loro padroni? Forse, però, il mittente non è Irina .
-Brava Irina, ora puoi andare!-.
-Un onore per me servirla-. L’elfa sembra molto contenta dal mezzo complimento ricevuto.
Irina corre via senza nemmeno darmi il tempo di dirle un misero grazie.
-A te l’onore Weasley!- mi dice Malfoy indicandomi con un dito il grosso piatto al centro del tavolo.
Sono ancora sconvolta dalla notizia di Olivander ma prendo il coperchio che copre il piatto e lo sollevo.
All’interno c’è una torta, credo di cioccolato, tutta decorata minuziosamente. Al centro della torta c’è un piccolo pupazzo di neve incantato che scivola sulla superficie bianca della torta.
Rimango a vedere la torta sbalordita; mi sembra di essere tornata bambina, quando passavo delle ore a fissare mia madre mentre decorava i dolci.
-Non so tu ma io oggi non ho ancora mangiato un solo dolce natalizio!-.
Prende la forchetta e comincia a degustare la torta.
Non so più cosa pensare; mi ha portato qui per mangiare il dessert? Lui continua a mangiare senza nessuna remore.
-Malfoy dove siamo?-.
Lui solleva la testa quasi controvoglia, mi sembra quasi di sentirlo sbuffare.
-Questo è uno dei posti dove di solito ci incontravamo, prima che si trasferissero tutti a casa mia!-.
Apro la bocca; vorrei quasi schiaffeggiarlo.
-Mi hai portata in un posto dove s’incontrano i mangiamorte??-. Parlo sottovoce ma vorrei quasi urlare.
-No,dove s’incontravano, tempo passato! Io continuo a venirci perché questo posto, in fondo, mi piace. E’ tranquillo.  Irina, invece, è la mia elfa personale. Solo mia-.
-TU SEI COMPLETAMENTE MATTO!!!-  scatto in piedi e urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni. -Fino a stamattina ero in infermeria a causa tua e ora mi hai portato in un luogo di ricreazione dei mangiamorte, che aperta e chiusa parentesi, hanno rapito Olivander. E secondo te dovrei mettermi a festeggiare il Natale, con te??-.
Malfoy non fa una piega di fronte alle mie urla.
Prende una forchetta e me la porge.
-Sapevo che avresti reagito così. Assaggia la torta, Weasley! Urlare non ti servirà a molto!-.
Prendo la forchetta e la sbatto lontano da me, sul tavolo. Incrocio le braccia, sono furiosa! Vorrei quasi spaccargli addosso il tavolo!
Malfoy, vista la mia reazione, poggia la sua forchetta con molta più eleganza di quella che ho usato io, anche se non mi sembra molto turbato.
-Allora. Punto primo. Ti ho mandato io, in infermeria, ma anche TU sapevi perfettamente che non potevo fare altro che cruciarti. Non fare dell’inutile vittimismo. Punto Secondo. Io sono un mangiamorte e ho degli obblighi che mi piacciano o no. E poi mi sembra, da come correvi, che anche tu volessi entrare nella Stanza della Necessità. E ad Alecto, grazie a me, non gli è nemmeno venuta in mente, l’ idea che tu potessi essere lì per entrare in quella maledetta stanza-.
-Ah ora dovrei anche ringraziarti? Grazia Malfoy di avermi sfracassato la testa e avermi mandato quattro giorni in infermeria. Fallo più spesso, sai come mi diverto?- fingo di ridere –Così va bene?-.
Sorride di nuovo.
-Vuoi correre da Piton, raccontargli dove ti ho portato? Vai! Provaci … magari è la volta buona che ti ascolta!- ho il dubbio si stia prendendo gioco di me.
Non so perché ma recupero la forchetta, prendo un pezzo della torta e inizio a mangiarla. Non mangiare, non mi servirà molto.
Aveva ragione, è squisita!
Inizio a mangiarla di gusto ma lui continua a fissare un punto lontano della stanza. Dov’è finito il suo buon umore?
-La torta è buona! Veramente buona!- provo a cambiare discorso.
Continuo a masticare, non sapendo bene cosa fare. Alla fine, stappo la bottiglia, di fronte a me, e verso il liquido giallastro nei nostri bicchieri.
Aspetto che prenda il bicchiere ma nulla.
-Malfoy se ... -.
-Tutti i mangiamorte sono a casa mia, proprio in questo momento.-
Lo guardo negli occhi; la sua espressione tormentata è di nuovo lì, proprio di fronte a me!
-E’ per questo che non sei tornato a casa questo Natale?-.
-A casa mia non esiste il Natale. Non esiste più niente. Mio padre lo spediscono sempre in qualche missione oppure, quando è a casa, lo trattano come un servo; un servo in casa sua!-.
-Lo trattano così per quella storia del Ministero?-.
Lui apre gli occhi e annuisce con la testa.
-Ormai sono mia zia Bellatrix e mia madre che comandano in quella casa. Entrambe stravedono per me e allora quando gli ho detto che preferivo rimanere qui a sorvegliare Hogwarts, hanno felicemente acconsentito. Senza mio padre quella casa non è niente-.
L’ultima frase, il modo triste in cui pronuncia quelle parole, mi bloccano! Anche a lui, in fondo,  manca qualcuno!
-Beh ma è partito, tornerà! Loro hanno bisogno anche di lui! Lui è un…-.
La mia frase deve averlo divertito perché finalmente riprende la forchetta e ricomincia a mangiare.
-Lo so che detesti mio padre ma lui, per me, è pur sempre mio padre! E’ lui che mi ha insegnato tutto; mia madre si è sempre solo preoccupata di come mi vestivo!-.
-Beh è riuscita nel suo intento! Sei sempre elegante!-. La mia voleva essere una battuta ma non so se è risultata tale; in questo momento, vorrei solo rallegrarlo un pò. Malfoy depresso è quasi più fastidioso del Malfoy arrogante.
Vedendolo più rilassato, decido di fargli la domanda che, più di tutto, mi incuriosisce.
-Se tu potessi tornare indietro, se potessi scegliere, ti faresti di nuovo marchiare?-.
Incrocia il suo sguardo col mio; questa domanda però non sembra coglierlo impreparato!
-Lo sapevo da quando avevo dieci anni che avrei dovuto farlo. Sono un Malfoy e se non me lo avesse ordinato Voldemort, comunque me lo avrebbe ordinato mio padre. Sono un Malfoy. Generazioni e generazioni di maghi oscuri.-.
Quando smette di parlare, lentamente inizia a tirarsi su la manica destra del maglione, proprio dove c’è il Marchio.
-Malfoy lascia sta … -. Non termino la frase perchè del Marchio nemmeno l’ombra. Quasi tutto l’avambraccio è coperto da una fasciatura bianca; Malfoy tiene nascosto il suo Marchio!
-Non c’è bisogno di vederlo. Quando lui chiama, lo sento comunque! E poi, esteticamente parlando, è veramente brutto!-.
Malfoy si tira di nuovo giù la manica del maglione; alla fine ha cercato di sdrammatizzare ma non ha sortito il suo effetto. Sul mio volto non c’è traccia di alcun sorriso.
-Generazioni e generazioni di maghi oscuri non significano nulla. Quello che hanno fatto tuo padre o tuo nonno, non sta scritto da nessuna parte che lo debba fare anche tu! -.
Sono convinta di quello che sto dicendo; sono certa che lui e il padre abbiano molte meno cose in comune di quello che vogliono far vedere.
-E poi Malfoy guarda che anch’io ho generazioni e generazioni di parenti Weasley che non avrebbero mai dato confidenza a un Malfoy, eppure eccomi qui!-.
Incredibilmente, provo un gran sollievo  nel vederlo tornare di buon umore. Vederlo così affranto, quasi mi disturba.
Malfoy sposta la torta mezza finita e con le braccia si avvicina un po’ di più a me; sembra mi stia scrutando.
-E tu Weasley perché lo fai?-.
Non rispondo perché nemmeno io so cosa dire! Perché non mi sono alzata e me ne sono andata? Perché mi sono completamente scordata di quello che mi ha fatto al settimo piano? Probabilmente non me ne sono scordata ma ora  non me ne importa granché.
Malfoy prende il suo bicchiere e lo solleva un po’.
-Forse sei qui perché, io e te, non siamo poi così tanto diversi. Anche tu sei un’enorme rottura di palle ma, quando vuoi, sai essere tollerabile!-.
-Questa è bella!- quasi scoppio a ridere –Sarei io quella fastidiosa?-.
-Dai, Weasley! Brindiamo! Hai già dato troppo fiato a quella bocca! A cosa vuoi brindare?-.
-A noi!-. La risposta mi esce senza riflettere; lo stesso Malfoy è sorpreso dalle mie parole e allora cerco di riparare l’equivoco. –A noi che festeggiamo un Natale un po’ fuori dalle righe!-.
I nostri bicchieri si sfiorano ma  i nostri occhi rimangono incastrati. Non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue iridi, color ghiaccio. All’improvviso mi viene un gran caldo.
Butto giù velocemente tutto il liquido nel bicchiere e anche Malfoy fa lo stesso.
Senza che io me ne accorga, prende il pacco tutto infiocchettato che gli aveva portato Irina e me lo porge. Il regalo, quindi, è per me?
-Prendilo Weasley!-.
-Mi hai fatto un regalo?-. Sono sorpresa e sconcertata ma dall’altra parte sono impaziente di sapere cosa mai può avermi regalato.
-Si. Tutti i  tuoi regali di Natale sono stati requisiti. Se vogliamo dirla tutta, non erano un granchè; e, quindi, visto che tu sei l’unica che non ha ricevuto nemmeno un regalo, ho provveduto io -.
Non so se si è reso conto di quello che ha detto e non so nemmeno se sia o no la verità ma una cosa così carina non te l’aspetteresti mai, pronunciata da un Malfoy.
Per il resto, non ho mai avuto alcun minimo dubbio che non mi avrebbero mai fatto ricevere nessun regalo della mia famiglia.
Prendo la scatola e la apro. All’interno, sotto un foglio di carta velina, elegantemente piegato, c’è lo stesso maglione grigio a collo alto, che sta indossando lui in questo momento. A differenza del suo, dalle forme,  questo senz’altro è il modello femminile.
Tolgo il maglione dalla scatola e guardo Malfoy.
-Mi hai regalato il tuo stesso maglione di lana?-.
-No Weasley, quello è puro cachemire.  E poi, tua madre ti ha regalato un maglione per Natale e visto che non puoi avere il suo, quest’anno, se non vuoi prendere freddo, devi accontentarti del mio! Non iniziare ad arrabbiarti, lo sai benissimo che i tuoi regali sono stati tutti aperti, prima di essere sequestrati-.
-Ma scusa se lo indossiamo nello stesso momento tutti si accorgeranno che lo abbiamo uguale!-. Scoppio a ridere pensando alla faccia che farebbero Seamus, Nevilleo e Calì se capissero che indosso lo stesso maglione di Malfoy.
Continuo a ridere, rido perché l’unico regalo che ho ricevuto è quello di Malfoy, rido perché ho ricevuto un regalo da Malfoy, rido perché sono qui con Malfoy; poi, ad un tratto, smetto di ridere e torno seria e nella mia mente prende forma una semplice verità: sto festeggiando il Natale con un mangiamorte e, da come era partita la giornata, è riuscito anche a  farmi divertire.
-Sai potresti farmene un altro di regalo; mi potresti dire cosa contenevano gli altri regali che mi avete sequestrato!-.
-Nulla di importante Weasley: un maglione, un cappello e forse un libro. Davvero! I biglietti contenevano solo dei semplici auguri. Nulla di più-.
-Perché hai fatto tutto questo per me?-.
Sentendo la mia domanda, si sporge sulla sedia e si avvicina ancora di più al centro del tavolo.
-Perché tu sei diversa!-.
Appena sento la sua risposta, senza pensarci, mi alzo, supero il tavolo e mi avvicino a lui. Mi piego leggermente e gli accarezzo una spalla.
-Grazie Malfoy del regalo, anche se probabilmente non lo metterò mai e grazie per avermi fatto passare il dolore. Questo Natale, senz’altro, non lo scorderò per molto tempo!Quando smettiamo di litigare, andiamo quasi d’accordo!-.
Poso la mia mano sulla sua, gli rivolgo un timido sorriso ma entrambi rimaniamo incantati a fissare le nostre mani, una sull’altra. Sento nuovamente una strana sensazione invadermi tutto il corpo.
Mi giro per tornare alla mia sedia ma sento Malfoy alzarsi frettolosamente dalla sua sedia.
In un attimo posa le sue mani attorno al mio collo e mi tira verso di lui. Ho subito le sue labbra attaccate alle mie; tengo gli occhi sbarrati come quella volta al campo di Quidditch ma adesso è tutto diverso;  lui non sembra intenzionato a fermarsi.
Io cerco di prendergli le mani che stringono il mio collo ma non c’è nulla da fare; lui, impaziente, continua ad assaporare le mie labbra. Mi ha colto impreparata e non so cosa fare. La cosa giusta da fare sarebbe scaraventarlo via ma le mie braccia restano immobili.
-Malfoy, cosa stai facendo?-.
Lui, sentendo le mie parole, stacca leggermente le sue labbra dalle mie.
-Quello che vuoi anche tu! Smettila di pensare!- mi sussurra.
I suoi occhi sono completamente concentrati sulle mie labbra come se non ci fosse nient’altro di interessante da guardare.
Lui riprende a baciarmi e lentamente sento la mia schiena scontrarsi contro il muro.
Quello che vuoi anche tu! Smetti di pensare.
Smetti di pensare.
Ma lo voglio veramente? E’ il mio corpo, questa volta, a darmi la risposta.
Lo prendo per il maglione e lo avvicino a me; ora sono schiacciata tra il suo corpo e il muro.
Chiudo gli occhi e rispondo al suo bacio; Malfoy, senza esitazioni, invade la mia bocca. Metto a tacere la mia testa; ora tutto quello che voglio è sentire il suo corpo ancora più vicino al mio.
Le nostre labbra continuano a cercarsi impazienti, lui inizia a mordicchiarmi il labbro superiore ed io faccio altrettanto col suo collo; non voglio aspettare, cerco le sue labbra e quando le ritrovo sulle mie, così impazienti, la mia lucidità finisce completamente.
Ha un profumo afrodisiaco che mi riempie completamente le narici.
Mentre sto lottando coi suoi capelli, improvvisamente, mi prende in braccio, senza staccare le labbra dalle mie, e mi porta sul divano in fondo alla stanza. Non riesco a capire se sono seduta o sdraiata ma i nostri maglioni volano via all’unisono. In un semplice movimento, lui si leva i pantaloni per restare completamente nudo di fronte a me.
Da quel momento ricordo i suoi movimenti rapidi nel togliermi i miei ultimi vestiti;  io sdraiata su un divano schiacciata dal suo corpo; i mie graffi sulla sua schiena; i nostri graffi sulla schiena;  la sua bocca e la sua lingua su ogni centimetro del mio corpo; ricordo il suo piacere quando, forse inconsapevolmente, gli bacio l’avambraccio fasciato con la garza bianca.
Sento le sue mani e i suoi capelli ovunque ma nonostante questo, continuo a bramarlo sempre di più.
Apro gli occhi e lo vedo sotto di me con i capelli completamente spettinati, gli occhi chiusi con le sue mani poggiate sulla mia schiena nuda e non posso fare a meno di pensare che è semplicemente bellissimo.
Più passa il tempo e più i nostri movimenti si fanno sempre più agitati e sfrontati; non servono molte parole, sono i nostri corpi a parlare per noi.
Dopo non so quanto tempo mi addormento con, ancora, le mie labbra posate sul suo collo e completamente assuefatta dal suo profumo.
Questa è stata la prima volta che ho fatto l’amore con Malfoy e questo Natale, senza dubbio, rimarrà impresso nella mia memoria per sempre.
Fu quello il mio primo, grande errore, il primo di una serie che mi avrebbe portato sull’orlo di un bivio, da cui non sarei mai più potuta tornare indietro.
 
 
 
 

Ciao a tutti, chiedo scusa del ritardo ma è iniziata la sessione estiva e sono stata molto presa con lo studio.
In compenso, eccovi qui il nuovo capitolo e, per farmi perdonare, è anche molto più lungo dei soliti.
Ma non solo, questo è IL capitolo. Leggete e capirete. Ditemi cosa ne pensate; vorrei sapere sia le critiche che gli apprezzamenti. Dai numeri vedo che la storia sta piacendo molto e ne sono molto contenta. Il prossimo capitolo arriverà a brevissimo e vi anticipo solo che la nostra protagonista, oltre a fare i conti con quello che è appena successo, scoprirà che la sua cara amica Luna non farà ritorno ad Hogwarts perché è stata rapita dai mangiamorte. Questa notizia la sconvolgerà completamente e…………beh ci si sente al prossimo capitolo!!                   
P.S.: ditemi le vostre impressioni. Come vi sembrano i 2 protagonisti? Vi piace come ho impostato i loro  caratteri??
A prestissimo!!                                                                                         

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Capitolo 9
*** Liberatela! ***


CAPITOLO 9.

Liberatela.


 
Quando apro finalmente gli occhi, cerco di stiracchiare le gambe e nel farlo capisco di non essere più sul divano ma sul pavimento freddo e, addosso, ho una piccola coperta marrone.
Mi servono pochi  secondi  per riprendere la totale lucidità e ancora meno per ricordarmi quello appena successo su questo pavimento; non ho alcun bisogno di girarmi per sentire la presenza di Draco Malfoy accanto a me, il suo braccio mi circonda la vita e sento il suo lento respiro nell’incavo del mio collo.
Sono subito presa da una forte nausea;  non so cosa abbia avuto ieri sera per spingermi a fare questo ma ora, in questo momento, nuda nelle braccia di Malfoy, vorrei non essermene mai andata da quella dannata infermeria.
Cosa diavolo ho fatto? Con Malfoy! Con un mangiamorte!
La nausea lentamente passa ma credo che stia per arrivarmi un attacco di panico. Devo mantenere la calma e andarmene da qui! Ci sarà tempo dopo per questo ma ora devo solo allontanarmi!
Lentamente scivolo via dalla presa di Malfoy e, cercando di fare meno rumore possibile, mi alzo in cerca dei vestiti che indossavo qualche ora fa. Non c’è alcuna traccia del mio maglione rosso. Dov’è finito? Non posso mica uscire di qui, senza nulla addosso!
Sento risalire il panico dentro di me ma, mentre vago disperata per la stanza, vedo sul tavolo, ancora tutto apparecchiato, il pacco contenente il maglione regalatomi di Malfoy.
Lo prendo e lo indosso senza fermarmi troppo a pensare al fatto che la serata catastrofica non ne vuole proprio sapere di finire;  vado dritta verso la porta, cercando di evitare di guardare chi ancora dorme  profondamente  sul pavimento.
Quando però indosso il cappuccio del mantello mi ricordo di una cosa: non posso tornare da sola, il passaggio per tornare ad Hogwarts è chiuso e l’unico che ha la chiave per aprire le porte è proprio Malfoy.
Lo sconforto si impossessa di me; la mia idea di fug,a senza lasciare tracce e senza guardarmi indietro, è appena andata in fumo.
Mi siedo sulla sedia dove fino a qualche ora prima, ero innocentemente seduta senza avere la minima idea della catastrofe che sarebbe successa di lì a poco; veloci immagine di me e Malfoy, intenti a  toglierci i vestiti, compaiono nella mia mente ma le scaccio via subito. Non devo pensare a questo, devo arrivare ad Hogwats e una volta lì, farò i conti con me stessa.
C’è anche un’altra immagine che reclama la mia attenzione: Harry durante il matrimonio di Fleur e Bill che mi sorride. Non è il momento di pensare nemmeno a questo! Mi sento già abbastanza in colpa.
Vorrei scaraventare qualcosa contro il muro ma devo dare retta alla mia parte razionale e l’unica cosa da fare è fare un bel respiro e svegliare Malfoy.  Mi alzo e mi avvicino a lui, lo guardo attentamente.
E’  lì, esattamente come lo avevo lasciato e torno nuovamente a nuotare il suo fisico tonico e atletico, i capelli gli ricadono sulla fronte disordinarti ma, anche così, sembrano il risultato di una elaborata pettinatura.  Io non oso nemmeno alzare lo sguardo per vedere il mio riflesso sullo specchio sopra il camino, ormai spento.
Inizio a scuoterlo lentamente per un braccio ma non ne vuole sapere né di svegliarsi né di muoversi.
-Malfoy svegliati!- mi alzo in piedi. –Malfoy devi svegliarti!-questa volta, alzando il tono di voce.
Finalmente Malfoy apre gli occhi e anche lui ci impiega qualche secondo per capire dove si trova e per ricordare quello che è successo durante la notte.
Gira la testa come se si aspettasse di trovarmi ancora lì a fianco a lui, poi mi vede che lo studio dall’alto; si alza in piedi ancora assonnato, forse dimenticandosi di essere completamente nudo, e io giro, istintivamente,  le spalle per non guardarlo.
-Questa notte non mi sembravi molto imbarazzata!-. Ignorando completamente le sue parole,  mi piego, tenendo una mano sugli occhi, prendo la coperta e gliela lancio addosso.
-Malfoy devi rivestirti. Dobbiamo tornare ad Hogwarts!-.
Mi guarda per qualche secondo senza dire nessun’altra parola, si gira verso il divano e ricomincia a vestirsi. Quando è tutto vestito, guardandolo con la coda dell’occhio, noto che sia io che lui stiamo indossando lo stesso maglione: in fondo non è questa la cosa più disdicevole che abbiamo fatto stanotte, abbiamo fatto di peggio. Di gran lunga più grave!
-Sono pronto. Andiamo?-. Mi risveglia dai miei pensieri e nella sua ultima domanda sento molta incertezza.
-Si-. Mi allaccio il mio mantello e calo il cappuccio sul volto. Malfoy fa altrettanto mentre apre la porta. Io non aspetto nemmeno che mi faccia il solito gesto di passare  prima di lui, lo supero e inizio a dirigermi velocemente verso il negozio di Olivander senza nemmeno controllare che Malfoy sia o meno dietro di me.
Non so che ore siano ma dal cielo credo proprio che sia quasi l’alba; il cielo inizia a farsi chiaro ma le temperature devono essere ancora molto basse perché faccio quasi fatica a non battere i denti.
Entro nel negozio di Olivander e la mia mano con quella di Malfoy finiscono per intrecciarsi sulla maniglia della porta che chiude il passaggio con Hogwarts.
 Rimango impietrita e lo vedo lì fermo, immobile a guardarmi; continuiamo a fissarci fin quando lui non infila l’altra mano in una tasca e tira fuori la piccola chiave dorata.
-Ti serve questa per aprire-. Sbatto velocemente le palpebre confusa e ritraggo la mia mano dalla sua presa.
-Allora apri, dai-. Infilo le mani in tasche per evitare imbarazzanti errori, guardo il grande bancone al centro del negozio mentre sento la serratura scattare; questa volta, anche lui, si incammina senza guardarmi e io lo seguo silenziosamente.
A ripercorrere questo sentiero noto che è ancora più piccolo e lungo di come me lo ricordavo o forse sono solo più impaziente di uscire da qui.
Finalmente noto la porta ma è Malfoy, questa volta, a immobilizzarsi.
Si volta verso di me e si appoggia alla porta incrociando le braccia, bloccandomi il passaggio.
-Le nostre strade qui si separano. Io andrò nei sotterranei e tu cerca di salire alla torre più veloce che puoi-.
-Ok-. Non aggiungo altro perché è tutto troppo imbarazzante; voglio solo togliermelo da davanti.
-Weasley, quello che è successo stanotte ….-.
-E’ un errore. Abbiamo fatto una cazzata entrambi. Io lo so, tu lo sai. Tu non lo dirai a nessuno e io farò altrettanto. Entrambi abbiamo qualcosa de perdere-. Parlo lentamente ma, nonostante il mio disagio, ho la necessità di mettere le cose in chiaro. Malfoy ascolta le mie parole in assoluto silenzio; le mie parole devono essergli arrivate ben chiare perché, con irruenza,  prende la chiave, la infila alla porta e la apre.
Tiro un sospiro di sollievo; negli ultimi mesi non sono mai stata così felice di rivedere Hogwarts.
Cerco di superarlo senza guardarlo ma lui mi afferra per un braccio verso di se e avvicina le labbra al mio orecchio.
- mi dispiace dirti che se pensi che nel non raccontarlo a nessuno ti dimenticherai di  quello che è successo stanotte, ti stai sbagliando di grosso.-.
Piccoli brividi mi percorrono tutta la schiena, sento nuovamente una vicinanza pericolosa; sembra offeso ma, al momento stesso, anche molto calmo e rilassato. Tiro via il mio braccio dalla sua presa;  sento le mie mani cominciare a tremare dalla rabbia, mi avvicino a lui e gli punto il dito.
-Stanotte non è successo niente! Ok? Stammi lontano e io farò altrettanto senza alcuna fatica! Evitami come hai sempre fatto fino all’anno scorso! Sono stata chiara??- Più che una domanda sembra una vera e propria minaccia ma lui sembra non fare nessuna piega.
-Ho capito e comunque … ti sta molto bene il mio maglione!- Conclude la frase avvicinandosi così tanto che le sue labbra toccano il lobo del mio orecchio –Anche se con nulla addosso ti preferisco!-.
 Vorrei spingerlo via brutalmente ma mi sento  totalmente paralizzata, in quella posizione.
Vorrei mandarlo al diavolo ma non lo faccio; non lo degno di un saluto, oltrepasso la porta e mi incammino verso la torre dei grifondoro.
Per le scale e i corridoi non incontro nessuno; a quest’ora il castello è completamente deserto e non ci impiego molto a raggiungere la sala comune.
Urlo la parola d’ordine alla signora grassa che si offende per i miei modi ma questo non è certo il momento di sentire una ramanzina da lei.
Arrivo in camera e vedo Calì dormire profondamente; non  voglio svegliarla e allora corro verso il bagno,  chiudo a chiave la porta dietro di me, apro l’acqua e mi sciacquo la faccia più volte con l’acqua ghiacciata.
Mi guardo allo specchio e noto le mie labbra ancora arrossate ed è proprio questo particolare che mi fa tornare in mente tutto quanto. Ormai le immagini di me e Malfoy  sono un fiume in pena, nella mia testa.
Il modo in cui mi baciava, il modo in cui io baciavo lui è qualcosa di completamente  nuovo per me, di inspiegabile.  La veemenza con cui ci staccavamo e ci riavvicinavamo, la ricordo ancora perfettamente.
Inizio a spogliarmi, prendo il maglione grigio e lo scaravento in un punto lontano del bagno: vedo il mio intero corpo nudo allo specchio e non posso notare due macchie scure sulla base destra del collo e girandomi vedo sulla schiena alcuni graffi lievi che però non hanno provocato, per fortuna, alcun rossore. Non sono sicura di essere riuscita ad essere altrettanto lieve sulla schiena di Malfoy.
Crollo a terra, vorrei farmi una doccia ma ora non ho proprio la voglia di rialzarmi; rimango lì con la testa tra le mani a maledire ogni singolo attimo di quella nottata. Dovevo restare in infermeria o almeno non avrei dovuto accettare di andare nell’aula di pozioni con Malfoy oppure avrei dovuto costringerlo a riportarmi indietro appena ho visto il negozio di Olivander.
Ieri avevo la sensazione che non mi potesse succedere nulla di grave e invece mi sono sbagliata; è successa la cosa più grave di tutte: sono andata a letto con Malfoy! Nella mia esistenza non ho mai immaginato, nemmeno per sbaglio, una cosa del genere. Ma come ho potuto farlo? Se solo qualcuno lo dovesse scoprire sarebbe la mia rovina e quella della mia famiglia per non pensare ad Harry. Come ho potuto fargli questo? Lui è lì fuori, chissà dove, a cercare di salvare la vita a tutti e io come lo contraccambio? Tradendolo e non con uno qualunque ma bensì con Malfoy, un mangiamorte. Io provo dei sentimenti per Harry, per Malfoy non provo nulla.
Ho fatto una pazzia momentanea e mi ha reso una traditrice non solo per  Harry ma per tutti quelli che stanno cercando di combattere contro Voldemort e tutti i mangiamorte.
La verità è che ieri sera mi sono scordata di essere con un mangiamorte, come se, per una sola sera,  avessi smesso veramente di pensare; ero lì con un ragazzo, diverso da Harry, che mi stava facendo dimenticare tutto il mondo là fuori, tutti i problemi. C’era solo un ragazzo e una ragazza seduti a un tavolo.
 Non mi ero mai sentita così, con una persona che non fosse Harry.
 Questo, però, è il punto; mi sono scordata di chi avevo di fronte, stavo pensando solo a me; ho voluto fare l’impavida, la coraggiosa ed ecco il risultato; la colpa è solo mia.
Sento una singola lacrima amara scendere giù per una guancia; vorrei, in questo momento riuscire a piangere come sanno fare tutti per potermi sfogare ma nulla!
Penso a Malfoy e al perché lo ha fatto! Lui ha preso l’iniziativa, questo me lo ricordo! E se volesse davvero ricattarmi? Se fosse stata una trappola organizzata per incastrarmi?
Chissà perché, nonostante odi Malfoy come non mai, una parte di me si oppone a questo mio pensiero. La testa mi dice che sicuramente domani comincerà a ricattarmi e un’altra vocina  mi suggerisce di guardare meglio le cose e di non fermarmi all’apparenza ma la metto subito a tacere.
Mi si è annebbiata la mente, ecco qual è la verità! Ero lì con lui, nel peggior Natale della mia vita dopo vari mesi orribili, ho abbassato le difese e mi sono dimenticata tutta la mia vita! Volevo solo scappare per un paio di ore da questa realtà, volevo essere una semplice strega di diciassette anni senza brutti pensieri per la testa. Malfoy non c’entra nulla; non volevo lui, avrei potuto commettere l’errore con chiunque, anche con Seamus se ci fosse stato lui. Odio Malfoy come sempre e, se nei giorni precedenti avevo avuto qualche dubbio su una sua possibile redenzione, oggi non me ne importa nulla!  Devo solo sperare che tenga la bocca chiusa perché alla mia famiglia e ad Harry, nel caso, devo essere io a diglielo quando e dove lo riterrò  opportuno. So anche con certezza, che senza una mia conferma, non crederebbero mai a una notizia del genere.
Mi avvolgo velocemente un asciugamano addosso , cercando di scacciare il potente ricordo delle mani di Malfoy su di me, esco dal bagno e vado a infilarmi sotto le coperte del mio letto.
L’alba è ormai arrivata, a breve l’intera scuola si sveglierà e io voglio solo rimanere qui, immobile, aspettando chissà cosa che mi faccia tornare le forze di tornare alla vita reale.
Vorrei addormentarmi e forse, quando mi risveglierò tutto questo sarà stato solo un brutto sogno.
Solo un brutto sogno.
 

 
Son passati ormai tre giorni da quella maledetta notte. Non mi sono mai alzata dal mio letto, l’unico sforzo che ho fatto è stato quello di farmi una doccia e infilarmi un pantaloncino con una felpa. Per il resto dei giorni sono rimasta in uno stato di dormiveglia perenne. Ho detto a Calì che dopo il malore avuto in sala Grande, avevo ancora forti dolori e che dovevo stare a riposo ferreo.
Sono stata molto convincente, credo di aver assunto le sembianze di una malata a tutti gli effetti.
Calì mi porta saltuariamente tutti i pasti che io perennemente evito; son convinta che se ingurgitassi qualcosa, sicuramente vomiterei nell’immediato.
So che Seamus chiede costantemente mie notizie ed è molto preoccupato di questi miei dolori che non passano; sia lui che Calì sono molto dispiaciuti che abbia dovuto passare quasi tutte le mie vacanze natalizie, a letto.
Non sanno quanto vorrei essere rimasta veramente chiusa in stanza per tutta la settimana e quanto mi sia costata una singola libera uscita.
Domani torneranno Neville e Luna e ho deciso di farmi trovare in sembianze semi-umane e comunque, prima o poi, avrei dovuto rialzarmi e affrontare la realtà. La vita quotidiana riprenderà e io, giorno dopo giorno, cercherò di dimenticarmi  la notte di Natale.
Devo solo smettere di pensare a quello che ho fatto e poi ho deciso di confidarmi con qualcuno. Non posso portare questo peso da sola senza raccontarlo a nessuno e ho bisogno di sapere il punto di vista di qualcuno che mi voglia bene.
Domani appena arriverà Luna, mi farò forza e le racconterò tutto. E’ la persona di cui mi fido di più, so che non mi giudicherebbe mai senza prima sapere le mie motivazioni e continuerebbe comunque ad essermi amica. Ho considerato anche Neville ma come faccio ad andare a raccontargli una cosa del genere? Lo imbarazzerebbe troppo solo sapere che sono stata con un ragazzo, figurarsi se sapesse il nome del ragazzo. Dovrei, come minimo, portarlo in infermeria e non ho voglia di melodrammi.
Sì, Luna è la mia unica soluzione, solo pensarla mi ha tirato un po’ su il morale. Sicuramente lei troverà il modo per rincuorarmi.
Sento la porta della stanza aprirsi, Calì entra con una tazza in mano e si dirige verso il mio letto. Mi sollevo e mi appoggio ai cuscini perché devo, in qualche modo, far notare i miei miglioramenti, se no domani risulterebbe strano il fatto che improvvisamente riesco ad rialzarmi.
-Ah sei sveglia! Ti ho portato un po’ di latte caldo!- Calì si siede accanto a me e mi porge la tazza fumante, mi costringo a berla tutta e ad abbozzare mezzo sorriso.
-Grazie Calì. Mi sento meglio stasera. La testa non mi fa più male-. Cali’ mi sorride contenta.
Si è dimostrata veramente preoccupata per me e, a un certo punto, ho anche pensato di confidarmi con lei ma non mi fido abbastanza per confidarle una cosa del genere; potrebbe, senza pensarci, confidarlo a sua sorella o, ancora peggio, a Lavanda e a quel punto tutta la scuola verrebbe a saperlo e per me sarebbe la fine.
-Sono contenta. Mia sorella e Lavanda che non ci sono, tu che stavi male, queste vacanze sono state molto noiose. Ora però posso raccontarti quello che è successo in tua assenza!!!-. Sembra entusiasta di poter finalmente chiacchierare con qualcuno.
-Spara dai. Sono tutta orecchie!-. Anche se non ho molta voglia di parlare di sciocchezze,dopo quello che ha fatto Cali per me, credo si sia meritata la mia attenzione.
-Beh mi  dispiace comunicarti che ti sei persa tre giorni a dir poco fantastici! Sai perché? Oltre a Piton e i Carrow,anche  tutti gli altri mangiamorte sono spariti. E’ da Natale che non si vede più nessuno: sala Grande libera, corridoi liberi, nessuna punizione. Sono tutti andati via: Blaise, Parkinson, Tiger, Goyle e ovviamente anche Malfoy!-. A sentire il suo  nome, dopo giorni di silenzio, il latte caldo mi va di traverso.
-Ginny, stai bene?-. Calì, scambiandolo per un mio malore, si alza in piedi e mi porge un fazzoletto; io lo prendo e mi pulisco le mani sporche di latte.
-Si sì, tranquilla. Era troppo bollente. Tutto bene-. Lei, tranquillizzata, si risiede mentre la mia debole serenità raggiunta dopo lunghi giorni è scomparsa. –Alla cena di Natale c’erano ancora tutti!-. Ovviamente non aggiungo il fatto che, per motivi personali, ho la certezza che Malfoy si trovava ad Hogwarts  sicuramente fino all’alba del giorno dopo.
-Lo so ma alla mattina, tutti spariti. Dovresti vedere la McGrannitt e Vitious come erano contenti! Ahhhahahah-.
Dalla risata di Calì, son sicura di essermi persa proprio uno spettacolo divertente.
Ma la mia mente ora è concentrata su altro: perché tutti se ne sono andati? Deve essere successo qualcosa d’ importante altrimenti non avrebbero mai lasciato Hoghwarts incustodita.
-Si ma non essere troppo contenta. Domani, secondo me, insieme a tutti gli altri, ritorneranno anche loro! Mi accontenterei se almeno i Carrow se ne rimanessero dove sono. Meglio quei cretini dei serpeverde che quei due assassini-. Non posso dire di essere completamente d’accordo con lei; c’è qualcun altro che vorrei non tornasse più ma questo è meglio tenermelo per me.
Domani! Già, domani, è il gran giorno. Cerco di non pensare a quando, prima o poi, per forza di cose,  rivedrò la faccia di Malfoy.
-Allora ………..direi che hai ancora qualche minuto della mia attenzione per raccontarmi tutto quello che mi sono persa-. Calì estasiata dalla mia richiesta, diviene un fiume in piena di racconti super dettagliati dei suoi tre  giorni in cui rimarca continuamente la sua gioia nell’assenza totale di mangiamorte. Ogni volta che si mostra così contenta, mi viene una fitta allo stomaco al pensiero che, inconsciamente, Calì sta parlando con forse l’unica persona che, a Natale, ha festeggiato con un mangiamorte.
Per quanto la notte di Natale abbia occupato la maggior parte dei miei pensieri e delle mie preoccupazioni, ora, ho come la sensazione che stia per succedere qualcos’altro, come se stesse per arrivare una brutta notizia.
Forse, però, sono troppo influenzata dagli ultimi avvenimenti e, probabilmente, è solo una mia ulteriore preoccupazione inutile. E poi cosa mi può succedere di peggio di quello che già mi è successo?
 

 
Sarà, forse, una mia impressione ma questa sera fa più freddo del solito.
La Sala Grande è pronta per riaccogliere tutti gli studenti di ritorno dalle vacanze, i 4 grossi tavoli sono tutti completamente apparecchiati e io non sto più nella pelle al pensiero che sto per rivedere Neville e Luna.
La giornata era cominciata con i pensieri negativi che ormai non cessano di perseguitarmi da quattro giorni e quattro notti ma, nonostante questo,  sapere che a breve ricomincerà la solita vita quotidiana e che tutto ritornerà nel suo normale ordine, mi ha dato un po’ di sollievo.
Guardo l’orologio,  mi accorgo che manca pochissimo all’arrivo dell’ Hogwarts Express; mi infilo i guanti e mi incammino al’interno del castello: ormai dovrebbero essere qui da un momento all’altro, tanto vale aspettarli al caldo!
Cammino lungo il corridoio verso la Sala Grande, mi rendo conto che, dopo giorni di buio, sto di nuovo sorridendo ma questo attimo di normalità finisce appena scorgo di fronte a me, due delle persone più viscide del mondo magico: Tiger e Goyle.
Allora aveva ragione Calì, stanno tornando tutti! O forse sono già tornati tutti!
Faccio del mio meglio per abbassare la testa e cercare di superarli senza degnarli di uno sguardo ma questo mi diviene impossibile perché, proprio quando sto per passargli accanto, loro mi bloccano il passaggio.
-Weasley come hai passato il Natale?-. Tiger scoppia a ridere alla domanda di Goyle. Non penso si possa essere più stupidi di loro, sono sempre stata convinta e ancora lo sono che saranno i primi a scappare se mai ci sarà un’altra guerra magica. E vedendoli ora ne sono sempre più convinta; da soli, loro due, non hanno alcuna speranza.
-Divinamente Goyle. Se ora poteste lasciarmi passare-. Aspetto che si decidano a spostarsi ma loro sembrano impegnati in un dialogo silenzioso tra di loro, accompagnato da risate e da qualche gomitata.
E se sapessero quello che è successo tra me e Malfoy? E’ per questo che mi hanno chiesto come ho passato il Natale! Non so perché ma non sono del tutto convinta che sia quello il motivo del loro buon umore.
-Io abbasserei la cresta, Weasley! Non penso riderai ancora per molto-.
-Tiger. Goyle!!-. La voce non è molto lontana da me ma mi è subito chiaro che si tratti di quella di Malfoy.
Ho la sensazione che Tiger volesse aggiungere qualcos’altro ma è come se Malfoy li abbia volutamente interrompere.
Ma allora era già qui e io non me  ne sono accorta; presa dal panico, senza nemmeno riflettere sull’ultima frase interrotta di Tiger, supero bruscamente i due serpeverde ed entro nella Sala Grande, senza voltarmi indietro.
Vado a sedermi al mio posto, mi strofino il volto con le mani; devo stare tranquilla, non so cosa volesse dire Tiger ma non deve interessarmi. Va tutto bene, devo solo pensare positivo! Non può andare peggio di così.
Guardo il grosso portone di quercia in attesa di vedere, in lontananza,  Neville  o la chioma bionda di Luna.
La sala piano piano si riempie, i professori sono quasi tutti seduti nel lungo tavolo centrale;  Piton cattura la mia attenzione, ha un’espressione tutt’altro che felice, anche se fa di tutto per non darlo a vedere.
Si sente qua e là qualche gridolino di gioia nel riabbracciare gli amici appena tornati, anche io non sto più nella pelle di fare altrettanto ma non riesco ancora a intravedere, tra la folla, nessuno dei due.
Il cibo inizia a comparire sui tavoli ma non ci faccio nemmeno caso perché sto iniziando veramente a preoccuparmi: perché sono tutti qui e mancano proprio loro due?
Inizio a guardarmi attorno cercando, tra i vari visi che mi circondano, qualcuno che condivida con me la mia stessa preoccupazione ma sembrano tutti troppo presi nelle loro varie conservazioni per far caso agli unici due posti vuoti in tutta la sala.
Sto per alzarmi per chiedere aiuto a Seamus quando sento una mano posata sulla mia spalla; mi volto e in un istante scatto in piedi per abbracciare Neville. Finalmente. Sono talmente contenta che lo stringo ancora più forte e inizio anche a saltellare.
-Neville, pensavo non arrivassi più. Come sono felice di vederti. Mi sei mancato!-. Le ultime parole racchiudono un sacco di cose che vorrei dirgli ma che non posso pronunciare.
Sciolgo la presa e gli prendo il volto tra le mani. Non riesco a smettere di sorridere ma, vedendo la sua espressione, c’è qualcosa che spezza la mia euforia.
-Neville, tutto bene? Ho fatto qualcosa che non va?-. Gli occhi di Neville sono molto arrossati e non ha sicuramente l’aria di una persona serena.
Neville lentamente mi prende una mano e con l’altra mi da una carezza sulla guancia destra.
-Anche io sono contento di vederti e mi sei mancata tantissimo-. Mi correggo, oltre che triste mi sembra sia fortemente stanco e il motivo non può essere solo per il viaggio in treno da Londra a qui.
C’è qualcosa che non mi torna nel suo comportamento; continua a tenermi una mano e non distoglie gli occhi dai miei come se mi volesse comunicare qualcosa ma non avesse il coraggio di dirlo ad alta voce.
Ora però sono certa di una cosa: brutte notizie in arrivo.
-Neville cosa succede?-.  Lui mi fa un tiepido sorriso.
-Ginny sediamoci-. Senza lasciarmi la mano aspetta che io mi sieda per prima e poi si accomoda anche lui, al mio fianco, sulla panca.
Restiamo un po’ fermi immobili: io pensando a quello che potrebbe dirmi e lui cercando le parole giuste per parlare.
Cosa può essere successo?  Hanno fatto qualcosa alla mia famiglia? Hanno licenziato mio padre? O forse, c’entra la nonna di Neville! Hanno fatto del male a lei? Oppure….no non voglio nemmeno pensarci! Harry e mio fratello sono ancora dispersi ma stanno bene!  Deve essere così!!
-Hanno preso Luna!-. un attimo, tre semplici parole e una serie di immagini che si ripetono nella mia testa.
Hanno preso Luna.  Luna! Non può essere, cosa c’entra Luna?
Guardo Neville ma è come se di fronte a me non ci fosse più niente e nessuno.
Mi volto verso il tavolo dei corvonero nella speranza di intravederla da qualche parte e poter tirare un sospiro di sollievo, poter dire a Neville che si è sbagliato. Ma nulla! Non c’è traccia di lei!
-L’hanno presa il giorno in cui siamo partiti da qui. Non è mai arrivata a casa. Suo padre l’ha cercata disperatamente per giorni e giorni; ora si è rinchiuso in casa sua. Dice di non poter più parlare con nessuno . Di Luna,nessuna traccia-.
Questo non doveva succedere. Cosa c’entra la dolce e innocente Luna, con tutta questa storia? Rapirla a quale scopo? Potevano prendere chiunque di molto più vicino ad Harry, se il loro obiettivo era minacciarlo. Ma cosa c’entra Luna!
Sento le parole di Neville rimbombarmi nella testa e tutto il chiacchiericcio della sala è come se fosse fastidiosamente aumentato di volume.
Sono tutti presi nei loro racconti, inconsapevoli e ignari di quello che sta succedendo. Istintivamente mi volto verso il tavolo dei serpeverde;  stanno ridendo, bevendo e mangiando come se quello fosse un giorno da festeggiare. Loro sanno, sicuramente qualcuno di loro sa! Mi torna in mente la frase di Tiger.
Non penso riderai ancora per molto. Era questo a cui si riferiva; non avrei più riso.
Aveva ragione, ora non c’era veramente più nulla di cui ridere.
Malfoy lo aveva interrotto, forse sapendo quello a cui si riferiva Tiger. Lui sapeva.
Malfoy. Sono stata con una delle persone responsabili del rapimento di Luna. Mi gira la testa, ho la nausea, le mani iniziano a tremare.
-E’ ancora viva, no?-. Questa è l’unica frase che riesco a formulare perché è la sola cosa che mi interessa. Scruto attentamente, volto per volto, tutti i serpeverde dell’ultimo anno.  Proprio al centro del tavolo è seduto Malfoy, intento a giocherellare col cibo nel suo piatto.
-Non so nulla Ginny. Ma cosa vogliono da lei?-. Il pianto di Neville mi risveglia e riporto la concentrazione a lui. Si è portato una mano agli occhi, cercando di asciugarsi gli occhi per non farsi notare da nessuno. Deve aver pianto per giorni interi; infatti a guardarlo bene, non si può che non notare che sia profondamente sciupato e provato; deve pure essere dimagrito.
Il singhiozzo silenzioso di Neville è come una coltellata in pieno petto. Questo non posso sopportarlo. Questa non è vita, non posso sopportare tutto questo.
Scatto in piedi facendo cadere a terra i piatti di fronte a me, scavalco la panca e con lunghe falciate raggiungo il tavolo centrale dei professori. Il mio obiettivo è proprio di fronte a me: Piton.
-Ginny NO!!-. Sento l’urlo di Neville in lontananza che deve aver capito le mie intenzioni ma è troppo tardi. Non mi fermerà niente e nessuno.
Mentre cammino vedo tutte le facce di studenti che si girano a guardarmi; l’intera sala deve aver capito che sta per succedere qualcosa perché tutto il brusio diminuisce per lasciare posto al generale silenzio.
Salgo i gradini che portano al tavolo dei professori e vado dritta verso Piton, poso le mani sul tavolo.
Lui continua imperterrito a guardare il piatto di fronte a sé come se io non ci fossi.
Lo ha voluto lui!
Gli prendo il piatto e lo lancio ferocemente a terra; il rumore rimbomba per tutta la sala. Noto solo una Mc Granitt  esterrefatta.
-Dov’è? Dove l’avete portata?-.
Piton molto lentamente si alza e si sporge verso di me.
-Weasley, ha deciso di finire nei guai stasera?-.
Mi trattengo dallo sputargli in faccia.
-Ho chiesto dove diavolo l’avete portata, bastardi!-.
La Mc Granitt si alza in piedi e altrettanto fanno i Carrow ma io non distolgo i miei occhi da Piton che ha capito perfettamente a cosa mi riferisco.
-Weasley non mi faccia perdere la ……-.
-DOV’E’ LUNA? COSA LE AVETE FATTO??-. Urlo con tutta la voce che ho in gola; sbatto la mano sul tavolo. Questa volta non mi fermeranno, questa volta hanno superato il limite. Se devo combattere sono pronta.
Piton sembra non fare una piega di fronte alle mie urla mentre l’espressione della Mg Granitt viene sconvolta quando sente pronunciare il nome di Luna; anche lei si rende conto della sua assenza e, senza bisogno di altre parole, credo abbia capito quello che è successo alla sua alunna corvonero.
Sento dei passi dietro di me ma non mi giro nemmeno per guardare di chi si tratti.
Alecto si posiziona al fianco di Piton e tira fuori la bacchetta ma non mi faccio intimidire.
-Weasley lei ha appena oltraggiato il suo preside, non sa…….-.
Non lo faccio nemmeno terminare, non me ne frega nulla dei fratelli Carrow.
-PRENDETE ME! PRENDETE ME E LIBERATE LEI! LEI NON SA NIENTE! NON C’ENTRA NIENTEEEEEE!-.
Non riesco a smettere di urlare, non credevo di riuscire ad emettere un tono così minaccioso.
-Piton non possiamo permettere questo atteggiamento…-. Alecto si sta già pregustando tutti i vari modi di tortura che mi infierirà da qui a breve ma non m’interessa. Non ho più paura del male fisico, ho paura di risvegliarmi e vedere che le cose non sono cambiate. Ho paura di dover rimanere qui con la paura che Luna sia già morta.
-PRENDETE ME-. Con una mano afferro il mantello di Piton all’altezza del collo e cerco di guardarlo ancora più da vicino. –PRENDETE ME! LIBERATE LUNA, LEI NON SA NULLA!  NESSUNO DI NOI HA CONTATTI CON HARRY POTTER! NON SAPRA’ MAI CHE AVETE PRESO LUNA E NON SALTERA’ MAI ALLO SCOPERTO! LA STATE TORTURANDO PER NULLA!  TORTURATE ME!-.
Anche la Mc Granitt e Vitious si avvicinano a Piton, facendomi segni di lasciare la presa dal collo di Piton.
Alecto a sua volta fa un segno con la mano a qualcuno dietro di me e sento, due grandi mani, afferrarmi per le braccia, cercando di trascinarmi via dal tavolo.
Mi ribello con tutte le forze che ho e riesco a liberarmi il braccio destro, giusto in tempo per sferrare un pugno in pieno volto a Tiger.
Dall’altra parte c’è Goyle che cerca di strattonarmi a terra ma io oppongo resistenza;  intorno a noi, il caos assoluto: tutti gli studenti sono esterrefatti e impauriti,  i serpeverde mi hanno accerchiato e l’unica persona che cerca di liberarmi dalla presa di Tiger e Goyle è proprio Neville.
-Lasciatela, le fate male!- Neville fa di tutto per tirarmi via, cerca di proteggere la parte libera del mio corpo dalla presa di Tiger.
-Piton, dica ai suoi studenti di togliere le mani di dosso dalla signorina Weasley immediatamente-. La Mc Granitt alza la voce per farsi sentire da tutti; Piton la osserva schifato e, per la prima volta, fa qualcosa di inaspettato.
-Tiger Goyle, lasciatela!-. Immediatamente i due serpeverde mi lasciano burberamente tanto che vado  a sbattere sul tavolo che mi divide dai professori.
Guardo Piton con la speranza che accetti la mia proposta, che dia ordine a qualcuno di portarmi via da Hogwarts e di liberare Luna. Lo spero con tutta me stessa, darei qualunque cosa perché questo accada.
Mi gioco l’ultima possibilità che, forse mi rimane.  Devo riuscire a tirare fuori i mangiamorte che vivono in loro.
-SONO UNA WEASLEY, LA SORELLA DI RONALD WEASLEY, LA MIGLIORE AMICA DI HERMIONE GRANGER, LA FIDANZATA DI HARRY POTTER! LUNA NON C’ENTRA NIENTE, VIGLIACCHI. UCCIDETE ME, NON LEI! -.
-Ora basta!!! Portatela via!-. Piton fa segno a Blaise e Goyle di portarmi via; cerco ancora di fare resistenza ma Blaise, a differenza di Tiger, mi tira talmente forte da non lasciarmi nemmeno il tempo di divincolarmi.
Ormai è inutile anche ribellarmi, cammino con le mie gambe senza farmi tirare. Le mie due guardie sembrano addirittura stupiti da questa mia collaborazione. Sento una lacrima scendermi su una guancia.
Cosa posso fare adesso?  Penso solo a lei, alla mia amica. A Luna!
Mi viene in mente l’ultima cosa e mi blocco quasi a metà della sala.
Torno a guardare verso il tavolo dei professori; ci sono Piton e i Carrow che discutono probabilmente della mia punizione esemplare, Lumacorno che tampona il naso sanguinante di Tiger mentre la Mc Granitt e Vitious cercano di rincuorare un Neville distrutto, seduto su un gradino.
- Avete poco tempo prima di essere spazzati via tutti quanti! Avrete finalmente, quello che vi meritate! Non vincerete MAI!!-. Non urlo come prima anche perché non ho più voce ma le mie parole riecheggiano forti e chiare in tutta la sala. Questa però è una certezza: avranno quello che si meritano!
I Carrow hanno proprio l’espressione di chi non vede l’ora di lanciarmi un Avada Kedavra, invece Piton sembra colpito dalle mia parole; per un secondo, mi sembra quasi che avesse annuito con la testa.
Sicuramente mi sbaglio ed è stata solo una mia impressione, guardo Neville ancora una volta che si tiene la testa tra le mani, abbasso le spalle e mi faccio portare fuori dalla Sala.
 

 
Blaise e Goyle mi trascinano in malo modo giù per le scale ma io non oppongo più alcuna riluttanza. Cercano in tutti i modi, di farmi andare a sbattere contro i muri o di farmi inciampare in qualche gradino ma non dico una sola parola; mi fanno quasi ridere, 2 ragazzi alti e grossi come loro che cercano di fare male a una ragazza che non ha alcuna possibilità di reagire con la forza contro di loro. Mi fanno ridere perché se non usano la forza, non sono in grado di fare altro.
Siamo ormai nei sotterranei e io mi aspetto di entrare nell’ufficio dei Carrow, in attesa che venga decisa la mia punizione esemplare.
Sento, improvvisamente, una terza mano prendermi il braccio destro; mi giro e vedo, fastidiosamente vicini, 2 grossi occhi grigi.
Malfoy sta prendendo il posto di Goyle senza togliere la presa dal mio braccio.
-Blaise, Goyle potete andare. Ha detto Piton di tornare su. Mi occupo io di lei-. Malfoy parla lentamente, guardando prima Goyle e poi Blaise.
-No-. E’ l’unica parola che mi fuoriesce sentendo le indicazioni di Malfoy.
Malfoy, senza guardarmi, aumenta la pressione sul mio braccio. Sembra arrabbiato, molto arrabbiato.
-Ci vediamo sopra, Draco. E mi raccomando, falla urlare!-.Goyle e Blaise si guardano ridendo e si allontanano da noi; prima di voltare l’angolo sento Goyle dire qualcosa a Blaise.
-Vedrai ora che fine fà!-. scoppiano a ridere entrambi.
Sono letteralmente schifata da queste bestie! Non possono essere persone umane! Quale persona scoppierebbe a ridere del dolore causato gratuitamente a una donna, che non può nemmeno difendersi?
Malfoy rimane immobile nel corridoi senza lasciarmi, guardando la direzione dove sono spariti i suoi due galoppini, in attesa che cessi qualunque tipo di rumore proveniente dalla loro direzione.
Io mi impongo di non alzare gli occhi e di non guardarlo.
Appena sopraggiunge il silenzio, si gira e , cambiando direzione, inizia a trascinarmi nella parte opposta rispetto all’ufficio di Carrow;  non mi degna né di uno sguardo, né di una parola. Ha la mascella rigida e i suoi occhi non promett no nulla di buono.
Arriviamo davanti la porta dell’aula di pozioni, la apre, mi spinge dentro e, mollandomi finalmente il braccio dolorante, chiude la porta con un incantesimo.
Cercando di non cadere mi allontano il più possibile e vado verso il bancone centrale, lui rimane immobile a fissare la porta. So cosa mi aspetta, esattamente quello che mi è successo la settimana scorsa al settimo piano davanti alla Stanza delle Necessità. Favorevole o meno, dovrà torturarmi.
Aspetto che dica qualcosa oppure che tiri fuori la bacchetta ma lui nulla.
-Malfoy, senti…-.
Inaspettatamente, mi si avvicina in un secondo; è terribilmente vicino e non so se stia per darmi una carezza o uno schiaffo, anche se opterei di più per la seconda.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto? Probabilmente i Carrow cercheranno di convincere Piton ad ucciderti! E’ dall’inizio dell’anno che sognano di farlo!  Sei una stupida, ecco quello che sei!-. E’ molto arrabbiato, le mani gli tremano e capisco che vorrebbe davvero darmi uno schiaffo.
Faccio un passo di lato e mi allontano, vado in fondo all’aula, mi appoggio contro il muro
Sono distrutta; Luna potrebbe essere morta, Neville probabilmente verrà torturato anche lui ed io ho combinato un casino senza risolvere nulla.
Malfoy si avvicina, nuovamente, a me cercando il mio sguardo ma io lo evito accuratamente.
-Weasley, guardami!-. Mi porge una mano ma io la scaravento via.
-Non era una domanda!-. Con una mano mi prende il mento e mi gira verso di lui; prendo la sua mano e la scaravento via.
Svicolo via dalla sua presa.
-Dai fai quello che devi fare così questa giornata finalmente finirà!-.Spalanco le braccia, sperando che arrivi al più presto quella maledizione in pieno petto che mi faccia perdere conoscenza per più tempo possibile.
Malfoy prende la bacchetta, la impugna, fa qualche passo verso di me ma, invece di puntarla contro di me, la lancia vicino ai miei piedi.
-Non devi torturarmi?-. Lo chiedo rimanendo incantata a scrutare la sua bacchetta vicino a me.
-No, non voglio-. Risponde senza esitazioni.
-Perché non volete tortur….?-.
- Non ho detto che non vogliono. Ho detto che IO non voglio!-. Mi sento inspiegabilmente in colpa per aver pensato male di lui ma, a mia difesa, tutti gli indizi portavano a pensare tutt’altro.
Restiamo per un tempo indefinito in assoluto silenzio come forse solo noi sappiamo fare. Non parliamo ma sento il rumore assordante dei nostri pensieri.
Dopo giorni e giorni in cui ho pensato le peggiori cose di lui, in cui ho sperato con tutta me stessa di non vederlo mai più, in cui ho detto a me stessa tutti i rimproveri possibili immaginabili, ora sono qui di fronte a lui e mi sento finalmente rilassata come non lo ero da tre giorni a questa parte.
-Malfoy. Per favore prendete me…… -.
-NO!-. sembra di nuovo arrabbiato; non mi ha nemmeno fatto finire e non sa cosa volessi chiedergli.
-Luna è a Malfoy Manor.  Il giorno dopo Natale siamo stati tutti convocati, mancava solo Piton. Volevano lei. Tu sei completamente e totalmente sorvegliata  qui ad Hogwarts, non hanno motivo di portarti via da qui. Tu sei già prigioniera qui dentro!-.
Non posso credere che mi stia dando queste informazioni ma non voglio perdere tempo a ragionare su quello che ha appena detto; devo approfittarne finché è disposto a raccontare.
-Ma perché Luna?-. E’ questa l’unica domanda a cui non riesco ancora a darmi una risposta.
-L’ordine era di portarla a Malfoy Manor. Lo hanno fatto-. Mi guarda forse in attesa di una mia reazione ma, in questo momento, non so nemmeno cosa dire ma lentamente ricostruisco la successione degli eventi e mi viene in mente una realtà che fino ad ora non avevo considerato.
-La notte di Natale, mentre eravamo assieme, Luna era già nelle segrete di casa tua? O l’avete già uccisa? Bastardo!-Non sentendo alcuna risposta, capisco che in realtà le cose sono andate proprio come avevo pensato. Non ha nemmeno il coraggio di dirlo.
-Figlio di Puttana che non sei altro!-. Mi avvento contro di lui e cerco di colpirlo in volto; cerco di colpirlo ovunque ma non deve fargli molto male visto che lui rimane inerte facendo solo qualche passo indietro. Sul banco accanto a me vedo un calamaio, lo afferro e glielo lancio contro ma lui non fa una piega.
Sono arrabbiata con lui, con me stessa. Ma come ha potuto fare una cosa del genere?
-Sei solo uno stupido, crudele, infame mangiamorte! Non sei nient’ altro!-. Ormai urlo e lo colpisco in petto senza tregua.
Mi afferra i polsi e mi tira contro di sé. –No, non sapevo nulla fin quando non siamo stati tutti convocati la mattina dopo Natale. NON SAPEVO NULLA. Se ne sono occupati i Carrow!-.
In effetti il suo racconto coincide con quello fattomi da Calì; mi aveva raccontato che tutti i serpeverde erano spariti subito dopo Natale.
Ho gli occhi pieni di lacrime e, svincolandomi i polsi, scoppio in un pianto liberatorio. Le lacrime scendono a dirotto silenziosamente; mi porto le mani in volto per coprirmi.
Malfoy si avvicina e mi guarda immobile, con aria quasi commiserevole; come se fosse stufo di vedermi piangere.
- Se ti può rasserenare, non sono stato materialmente io a prenderla, io sono rimasto qui ad Hogwarts fino a dopo Natale. L’ho saputo successivamente, nessuno avrebbe potuto impedirlo.-sussurra Malfoy.
Mi asciugo le ultime lacrime e vado a sedermi su una sedia lungo la prima fila di banchi; Malfoy mi segue e si appoggia al tavolo di fronte a me.
-E’ viva. La lovegood è viva, è ancora nelle segrete di casa mia!- mi dice Draco quasi scocciato.
Non ci riesco a credere; Luna è viva!!! Oh Dio grazie!
-Non mi stai mentendo vero?-. Devo essere certa che mi stia dicendo la verità.
-No. Per quanto poco m’importi della Loveggod, trovo repellente e fastidioso il vederti piangere-. Non so come mai ma, nonostante quello che ha appena detto che rasenta l’offesa, istintivamente sono portata a credergli!
Tiro un sospiro di sollievo, mi asciugo l’ultima lacrima e, guardando verso l’alto, sorrido.
-Ma tu non devi mai più fare quello che hai fatto questa sera. I Carrow non aspettano altro di poterti uccidere! Sei la numero uno degli indesiderati! Hai capito Weasley? Quello che hai fatto non è coraggioso, è solo stupido!-.
Annuisco anche perché la voglia dei Carrow di vedermi morta è un desiderio che si legge benissimo nei loro occhi, ogni volta che mi guardano.
E’ la prima volta che condivido con lui la mia frustrazione. Non so se riesca a capirmi veramente fino in fondo ma ora non m’importa. Mi basta ciò che ha detto.
-Per la notte di Natale invece … -. Sento il suo tono, improvvisamente, cambiare.
-Ti sei fatto perdonare. Non mi hai torturato e mi hai detto che Luna è viva! Ora non voglio più ucciderti!-. Gli regalo un sorriso perché sinceramente fino a dieci minuti fa volevo solo fargliela pagare mentre ora sto quasi per dirgli grazie.
-Sono contento che tu non mi voglia più fare fuori ma non stavo cercando il tuo perdono. Volevo solo farti presente che quello che è successo l’altra notte non l’ho dimenticato e, da come hai reagito, penso che non lo abbia fatto nemmeno tu-.
Le sue parole mi colpiscono in pieno, lo guardo cercando di capire dove voglia arrivare. Speravo davvero di non dover toccare mai più questo argomento.
Perché, improvvisamente, mi sembra che l’aria intorno a noi si sia fatta molto più calda?
-Per un momento ho pensato seriamente che lo avresti usato per ricattarmi?- gli confesso.
-Non mi sorprende!- si avvicina pericolosamente e inizia a toccarmi la punta dell’indice della mano destra. Nonostante il tocco sia quasi impercettibile, mi sembra che il mio corpo stia andando a fuoco.
Dopo questi giorni impiegati a riversare su di lui tutto l’odio che potevo, ora mi sembra di aver annullato tutto quanto. Mi sento stupida per tutte le cose brutte che ho pensato; mi sono sbagliata: non l’ha detto a nessuno e, soprattutto, mi ha detto quello che mi serviva su Luna, impedendomi di impazzire per l’atroce dubbio.
-E ora cosa facciamo? Cosa racconti ai Carrow, a Piton?-.
-Provi a cambiare discorso? Come vuoi!- mi afferra la mano - Riesci a fingere dolore? Io dirò che ho fatto esattamente quello che ho fatto l’altra volta. Tu ripeti il racconto di quello che è successo una settimana fa e tutto sarà a posto! Nessuno dubiterà-.
-Devo fingere che mi hai torturato?Non sono granché come attrice-.
- Vuoi essere cruciata davvero?- mi chiede sbuffando.
-No no no no. Ce la faccio-. Posso farcela, cosa ci vorrà mai a dover fingere un po’ di dolore fisico.
-Devi essere convincente con tutti. Anche con Paciock! Chiaro? Non mi far pentire di questa scelta!-.
-Puoi fidarti di me! Tranquillo. Sarò bravissima! Farò in modo che ti odino ancora di più di quello che già fanno normalmente!-. Scoppia in una timida risata che mi fa, a sua volta, sorridere.
-Non ho alcun dubbio, Weasley !-.
-Aspetta! Me lo dirai se succede qualcosa a Luna?- gli chiedo preoccupata.
Si guarda attorno, forse non sapendo cosa rispondere.
-Diciamo che se non avrai notizie, è perché non ci sono stati cambiamenti ma tu-. Fa qualche passo verso di me col dito indice alzato –devi stare al tuo posto. Mai più scene del genere. Affare fatto?- mi porge la mano destra.
-Affare fatto!- resisterò all’impulso di urlare davanti a tutti. Gli prendo la mano e la stringo.
Con le nostre mani legate, sento di nuovo l’aria attorno a noi cambiare. Sento Draco stringere ancora di più la presa sulla mia mano. Non mi piace per niente il modo in cui mi sta guardando.
-Tornando alla notte di Natale … - ricomincia Malfoy.
Provo a tirare via la mia mano ma lui mi tira verso di sé: appoggia le labbra al mio orecchio e sento subito un brivido invadermi in tutto il corpo.
-Malfoy non voglio più parlarne … - balbetto maldestramente.
-Nemmeno io. Perché non parliamo di questa di notte?-.
Resto inerme, ripetendo dentro di me le sue ultime parole, non riuscendo più a tenere sotto controllo il mio respiro che si fa sempre più accelerato.
-Malfoy … - non riesco a unire due parole insieme. Ho solo un gran caldo.
La mia mente sa che quello di Natale è stato solo un episodio che non si deve più ripetere per nessuna ragione al mondo. Il problema è che non riesco a dirlo a parole.
Mi afferra per il collo e mi tira a sé, senza troppa dolcezza. Finge di mordermi sotto il colletto della mia camicetta e subito dopo ci appoggia sopra le sue labbra.
Non devo perdere il lume della ragione. Devo cercare di ricordarmi come mi sono sentita in questi ultimi tre giorni ma …
All’improvviso smette di stuzzicarmi il collo e va verso la porta.
Quando penso che stia per uscire dalla stanza, vedo che si leva il mantello.
-Cosa stai facendo?- gli chiedo confusa.
Senza  rispondermi, appende il mantello alla maniglia della porta.
-Copro il buco della serratura … -
-Perché?- gli chiedo confusa ma quando lo vedo togliersi anche la giacca e la camicia, capisco tutto.
Lancia i vestiti per terra e inizia ad armeggiare con la cintura dei suoi pantaloni.
-Rivestiti subito, Malfoy! Non voglio e tu non puoi costringermi!!- provo a fermarlo ma lui non sembra minimamente turbato da quello che ho appena detto.
-Fossi in te comincerei a spogliarti, prima che sia costretto a farlo io!- mi risponde Malfoy come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Ho detto NO! Non voglio!- istintivamente mi porto le bracca al petto come a volermi proteggere.
-Ho promesso a Tiger e a Goyle che ti avrei torturato. E’ quello che ho intenzione di fare.- si sfila la cintura e la lancia verso la porta.
-Se non lo avessi capito, io non voglio che risucceda. Natale è stato un errore. Non voglio ripeterlo!- ho il fiatone e devo cercare di fermarlo. Sono arretrata così tanto che vado a sbattere contro il muro di pietra.
Davanti a me, lentamente, si sta avvicinando Malfoy. Non ho più nessuna via di fuga.
-E’ stato un errore?- ripete- Da come urlavi il mio nome quella notte, non si direbbe che eri così contrariata!-.
-Non voglio che ricapiti!- è così pericolosamente vicino.
-Sta già ricapitando!- ora è di fronte a me –Puoi solo scegliere se spogliarti da sola oppure tra meno di trenta secondi me ne dovrò occupare io di farlo!-.
LA sa voce suona così minacciosa ma non mi fa paura. Sento sempre più caldo.
-Dai Weasley! E’ palese che lo vuoi anche tu- mi afferra per un paggio e mi tira contro di se –E’ stata una serata complicata. Conosco alcuni modi per farti distrarre!-.
Mentre con una mano mi tiene stretto a sé, con l’altra comincia a sbottonarmi il cardigan e la mia camicia.
Quando sento la sua mano sulla mia pancia nuda, istintivamente tiro le testa indietro e Malfoy, senza perdere tempo, comincia a baciarmi tutto il collo.
-Voglio sentirti urlare il mio nome per tutta la notte!- mi sussurra tra un bacio e un altro.
Sento il mio corpo farsi sempre più debole ma, al tempo stesso, sempre più forte.
Lo spingo via e, senza perdere tempo, mi sfilo la mia camicia e la lancio per terra.
Mentre provo a slacciarmi i pantaloni, mi riafferra per il collo e unisce la sua bocca alla mia. Mi bacia ansimando e io contraccambio, giocando con la sua lingua.
Non mi sembra di aver mai baciato nessuno con la stessa intensità.
Preferirei smettere di respirare che staccare, in questo momento, le mie labbra dalle sue.
-Ti odio!!- riesco solo a dire tra un bacio e un altro.
-Anche io ma ora stai zitta!- mi risponde mentre si sfila i suoi pantaloni e slaccia il mio raggiseno.
Senza aggiungere altro s’inginocchia di fronte a me e sento le sue labbra sotto l’ombelico.
Mi fa sollevare entrambe le gambe per farmi togliere i pantaloni della divisa.
Non ho voglia di perdere tempo. Non so quanto resisterò ancora.
Mentre è sempre in ginocchio, mi piego, gli afferro il mento e invado di nuovo la sua bocca.
-Non ci provare Wealey! Non avere fretta! Non hai sentito?- mentre stacca la sua bocca dalla mia mi lamento –Voglio torturarti per tutta la notte!-.
Le sua mani iniziano ad accarezzarmi i fianchi e le sue labbra tornano a baciarmi giù dal ventre.
Tiro indietro la testa e tutti i miei ultimi pensieri razionali vanno in frantumi.
-Draco … non fermarti!-.
-Non ne ho alcuna intenzione!- lo sento sussurrare per l’ultima volta.
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!!! Da-dan!!! Ecco il nuovo capitolo. E’ un capitolo molto sofferto, capirete bene il perchè ma è anche il capitolo che segna un punto fermo: Malfoy è veramente un vigliacco mangiamorte?
Cosa accadrà adesso? Beh posso solo dirvi che si avvicina il momento in cui Malfoy lascerà Hogwarts, come ben sapete dalle vicende narrate dalla Rowling. Cosa succederà tra lui e Ginny? Cosa ne pensate di Ginny? Credo che a tutti piaccia Draco, su questo non ho dubbi! Ma come pensate si comporterà la nostra Ginny? Voi ve la immaginavate così e pensavate si sarebbe addolcita più velocemente???
Fatemi sapere!!
Beh ci si sente al prossimo capitolo.
P.S: ringrazio chi recensisce e aspetto nuovi commenti. Grazie di cuore.
P.P.S.: preciso che Draco lascerà Hogwarts per poco tempo perché poi durante la guerra magica farà il suo ritorno. E come ben sapete non sarà il solo a tornare. Harry è quasi alle porte. E anticipo che per quell’occasione, una delle poche eccezioni, racconterò il dialogo tra i 2 “pretendenti” dal punto di vista di Draco!!!!!!!!!!
Un bacio a tutti!! Ciao Ciao

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Capitolo 10
*** Buona fortuna ***


Capitolo 10

Buona Fortuna


 
Sono passate circa due settimane da quell’ultima spiacevole serata.  La mattina successiva a quella sera tornai nella mia torre nel più assoluto silenzio e quando oltrepassai il quadro della signora grassa, nella poltrona a me più vicina, ci trovai seduto Neville, a dir poco irrequieto.
Avrei solo voluto buttarmi dal letto e disperarmi per la mia depravazione ma dovetti far finta di nulla davanti a Neville.
Ad essere sincera, non è stato difficile fingermi sconvolta anche se il motivo non era quello che Neville credeva.
Passò l’intera notte a sgridarmi per la scenata che feci in Sala Grande. Finsi per tutto il tempo di ascoltarlo ma, in realtà, pensavo a tutt’altro.
Vide alcuni lividi sul polso e li scambiò per i segni della tortura che, secondo lui, Malfoy mi avrebbe inflitto nei sotterranei. Stetti al gioco. Non aveva la minima idea di come mi fossi procurata quei segni.
Continuò a rimproverarmi e a imprecare contro Malfoy; mi disse che lui era riuscito ad evitare la punizione grazie al tempestivo intervento della McGranitt e poi il discorso si spostò inevitabilmente su Luna.
Neville è completamente distrutto dall’assenza di Luna; ogni tanto lo scopro a fissare il vuoto oppure fingo di non vederlo quando lo vedo asciugarsi una lacrima silenziosa dalla guancia. Ho cercato di rincuorarlo, di infondergli un po’ di fiducia ma non so quanto sia riuscita ad essere convincente. Io stessa faccio fatica ad essere positiva. Spesso mi domanda se sono sempre convinta che Luna sia ancora viva ed io, puntualmente, rispondo con un Sì, non potendo certo informarlo su chi mi ha dato questa informazione.
In queste due settimane la nostra vita ad Hogwarts è diventata, di gran lunga, ancora più complicata o forse dovrei dire più dolorosa.
Non tanto per i vari dolori fisici che ci portiamo addosso, senza neanche farci più caso, ma piuttosto per tutte le angherie, i pedinamenti, le cattiverie che io e Neville riceviamo quotidianamente.
Io provo a passare tutto il tempo libero nella mia torre, riducendo al minimo le uscite in giro per il castello ma non serve un granché. Arrivo per ultima in aula quando ci sono le lezioni e sono sempre la prima a uscire al suono della campanella, evito qualsiasi tipo di incontro, sono diventata anche brava a mordermi la lingua sentendo le battutacce dei serpeverde nei miei confronti o le provocazioni dei Carrow.
Conto le ore e i giorni perché spero che, prima o poi, tutto questo possa finalmente finire.
Durante la lezione di trasfigurazione molto spesso la McGranitt, involontariamente o forse no, si avvicina per darmi qualche lieve pacca sulle spalle; penso a Luna e mi rendo conto che, da quando non c’è più, un altro pezzo di me è andato via con lei. Cerco di concentrarmi su Neville perché, ora come ora, dando forza a lui riesco a rincuorare, un po’, anche me stessa.
Oltre alla preoccupazione per Luna, mi porto addosso anche il profondo senso di colpa di aver tradito tutti quanti. Cerco di non farmi molte domande perché le risposte che dovrei darmi so che non mi piacerebbero. Cerco di non pensare a quelle maledette sere. Ogni tanto, provo a ricostruire su come io, Ginevra Weasley, sia riuscita ad arrivare a quel punto. Come ho fatto a non fermarmi, per di più con un Malfoy, un mangiamorte?
Se fosse successo con n ragazzo  normale, forse, avrei potuto trovare una giustificazione da dare a me stessa ma, in questo caso, cosa c’è che mi posso raccontare?
Dovrei provare solo disgusto per me stessa.
L’unica nota positiva di questi giorni? Nessun incontro con Malfoy. Nulla di nulla. Ogni tanto lo scorgo in Sala Grande  e  un paio di volte ci siamo anche guardati ma nulla di più. Ho deciso di interpretarlo come un segnale positivo; aveva detto che fin quando non ci fossero state brutte notizie su Luna, non ci sarebbe stato nessun motivo per parlarci.
So che potrebbe essere solo una mia personale interpretazione ma non mi resta altro da fare che credere alle parole che mi ha detto. Se dovessi cominciare ad avere il dubbio su Luna, perderei di nuovo la testa e non so se riuscirei a cavarmela indenne come l’ultima volta.
La mia ultima speranza, volendo o no, è nelle mani di Malfoy. Sarò stupida ma tutte le volte che lo vedo cambiare direzione quando m’incontra, lo prendo come un segnale in codice: Luna sta bene! Bene per modo di dire. Sempre a Malfoy Manor si trova e non penso le stiano facendo un tour rilassante, nei vari giardini della casa.
Altra cosa positiva è che non ci sono più stati tentativi di approcci intimi. Nulla di nulla. Forse, ha trovato un’altra distrazione.
Vorrei raccontare a Neville quello che mi ha detto Malfoy su Luna ma dovrei omettere delle parti e lui comincerebbe a farmi troppe domande a cui, in questo momento, non ho proprio voglia di rispondere. Dovrei omettere troppe cose e troppi particolari.
Non sento mia madre dal giorno di Natale perché la dirigenza di Hogwarts ha stabilito che i messaggi della mia famiglia sono un turbamento per la mia persona e che possono costituire un pericolo ad Hogwarts.
Ormai siamo al paradosso; ora è la mia famiglia che mi turba e che mi fa diventare pericolosa all’interno della scuola.
 Io pericolosa?? Io?? Facevano prima a dire che questo è l’ennesimo dispetto che hanno deciso di farmi.
Su una cosa Malfoy aveva assolutamente ragione: io sono già una prigioniera. Prigioniera ad Hogwarts.
 

 
Sono le 20: 35 e, nonostante sia abbastanza presto, direi che l’ennesima giornata, per me, può dirsi conclusa.
Sono in bagno per infilarmi il pigiama, mi guardo allo specchio e non mi sconvolgo nemmeno più per il mio aspetto malandato.
Finisco di sciacquarmi i denti mentre m’infilo la felpa del pigiama.
CRAC
-AAAHHHHHHH!-.sono quasi certa che mi abbiano sentito in tutto il castello.
Metto a fuoco  l’immagine di fronte a me e, quasi terrificata, vedo una piccola sagoma che non faccio molta fatica a riconoscere. Il suo sguardo risveglia, nella mia mente, una serie d’immagini che ormai pensavo di aver superato.
Irina, la piccola elfa di Malfoy, ci aveva accolti la sera stessa di Natale in quella specie di locanda e gli aveva portato quel pacco che si sarebbe poi scoperto essere un regalo per me.
Vederla lì, quasi nascosta dietro a uno sgabello, con gli occhi sbarrati mi fa aumentare il battito cardiaco. L’ansia si sta impadronendo di me.
Perché si trova qui?
 E’ l’elfa di Malfoy, allora l’ha mandata lui?  Ma se l’ha mandata lui, allora vuol dire che deve parlarmi e se mi vuole parlare vuol dire che… NO! Non può essere così, ci sarà senz’altro un’altra spiegazione! Nessuna di noi due rompe il silenzio, continuiamo a scrutarci spaventate, ognuna a suo modo.
-Irina, che … cosa ci fai qui?-.
La piccola elfa comincia a studiare scrupolosamente l’intero bagno, forse in cerca di una via di fuga; aspettando a braccia incrociate la sua risposta, noto che dall’ultima volta Irina oltre alla solita misera sciarpa legata attorno al collo indossa anche dei guanti, uno blu e uno verde, ma decisamente troppo grandi per le sue minuscole mani.
-Irina, quanto devo aspettare ancora per avere una risposta, più o meno? Per avere un’indicazione … -.
-Irina non è mai entrata nel castello di Hogwarts! E’ bellissimo!-. mi fa sorridere; sembra una bambina che entra, per la prima volta, nel negozio di Mielandia.
-Beh questo è solo un bagno del dormitorio femminile! Ci sono zone del castello molto più belle!-. Non credo sia venuta fin qui solo per vedere il castello.
-Irina, ti ha mandato il tuo padrone?-. Spero con tutta me stessa che la sua risposta sia negativa e che sia venuta qui effettivamente solo per fare un tour del castello. So, da sola, che questa ipotesi non è minimamente probabile ma se Irina dovesse dirmi sì …
-Il signorino Malfoy ha detto a Irina di  portarle questo!-. mi porge una piccola busta, la prendo velocemente e me la rigiro tra le mani. Noto che sull’angolo destro, con filigrana dorata, è stampata una grossa M. Sul davanti, la lettera è chiusa con un sigillo nero in ceralacca.
Ora non ci sono più dubbi sulla provenienza della lettera, non voleva che nessuno leggesse. Non lo ha comunicato verbalmente alla sua elfa; forse, non si fida nemmeno di lei?
Prendo coraggio, butto un’ultima occhiata a Irina che però sembra incantata a studiare lo sgabello vicino a sé.
-Puoi sederti se vuoi!-. Sembra seriamente combattuta se farlo oppure no; da quando un invito a sedersi è considerato un insulto?
Faccia come vuole, in questo momento non m’interessa.
Strappo via la busta, la apro e ne tiro fuori un elegante biglietto su cui ci sono scritte poche righe.
 
Vediamoci alle ore 22 nell’aula di pozioni.
Non farne parola con nessuno, nemmeno con irina.
brucia questo messaggio.
d.m.
 
Rileggo più volte la lettera per poi tornare a posare lo sguardo su Irina.
Ok un passo alla volta. Per ora nessuna cattiva notizia, vuole vedermi stasera nella sua aula preferita e non devo farne parola con nessuno, nemmeno con la sua elfa. Ma perché? Gli elfi hanno l’obbligo di rispettare gli ordini dei loro padroni, non potrebbero mai tradirli;  allora, perché questa precauzione?
La mia mente inizia a metabolizzare tutte le informazioni e una piccola domanda mi nasce spontanea.
-Irina chi è il tuo padrone?-. Vado, lentamente, a inchinarmi di fronte a lei.
Mi guarda ingenuamente.
-La famiglia Malfoy- risponde come se avessi fatto la domanda più stupida del  mondo.
-Lo so questo ma è stato Draco a comprarti?-. Come fa a non capire dove voglio arrivare?
-No è stato il signor Lucius Malfoy!-. Ecco lì la verità. L’unico suo vero padrone non è Draco ma il padre.
Ecco che torna tutto! Le precauzioni di Draco non sono più infondate!
-E ti occupi del signorino Malfoy?- cerco di non sembrare troppo curiosa, non voglio si insospettisca.
-Sì-. Non sembra più voler parlare con me, ormai la sua concentrazione è rivolta sui suoi guanti lerci.
Mi rialzo; tanto è inutile stare lì! Non otterrò altre informazioni da lei.
-Occuparti dei Malfoy! Non poteva andarti peggio!- spontaneamente le parole escono dalla mia bocca. Non voglio infierire ma è quello che penso. Già è brutto essere un elfo, se poi ti capitano i Malfoy come padroni, direi che è una creatura molto ma molto sfortunata.
Se penso a quello che ha dovuto passare Dobby con quella serpe di Lucius Malfoy … mi viene una rabbia!
Irina fa una specie d’inchino, faccio mezzo saluto e mi giro per tornare in camera.
-Ciao Irina, puoi andare!-.
Apro la porta, penso che Irina si sia già smaterializzata.
-Sono tutti cattivi ma il signorino Malfoy, a volte, è gentile con me-.
Chissà perché questa parole non mi sorprendono più di tanto; avevo già notato a Natale,  una sorta d’indulgenza  di  Draco nei confronti di Irina.
La vedo scomparire e rimango a fissare il punto dove si è appena smaterializzata sperando di poterla rivedere prima o poi.
Non sono una grande amante degli elfi, anche se ovviamente non approvo questo loro stato di schiavitù, ma questa Irina ha appena conquistato, definitivamente, tutta la mia simpatia.
 

 
Con un anticipo di dieci minuti dall’orario stabilito, raggiungo la porta dell’aula nei sotterranei;  per mia fortuna i corridoi erano deserti  a parte un paio di studenti di corvonero, tra cui Cho Chang, a cui non ho prestato molta attenzione.
Effettivamente nella mia carriera scolastica, io e lei, non ci siamo mai state molto simpatiche, il più delle volte facevamo finta di non vederci quando c’incontravamo da qualche parte. I motivi mi sono sempre apparsi molto ovvi: Harry e il Quidditch. Ho sempre dimostrato sul campo, durante tutte le partite Grifondoro/ Corvonero,  la mia superiorità e questo, unito al fatto di Harry, non ha consentito nemmeno un minimo di cordialità tra di noi.
Spalanco la porta ma di Malfoy  nessuna traccia;  sono in netto anticipo, devo solo aspettare.
Sono nervosa, molto nervosa. Inizio a camminare avanti e indietro per l’aula, mi allento la cravatta più volte per poi toglierla del tutto, mi siedo e mi rialzo di continuo, fisso la porta ma di lui, niente!
Sono le 22:15 quando sento, finalmente, la porta aprirsi.
Entra senza salutarmi, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo; noto che non porta la divisa ma indossa un paio di pantaloni grigi e una camicia bianca.
Si siede tranquillamente al solito posto che occupa durante tutte le lezioni di pozioni, come se fosse venuto veramente ad ascoltare una lezione di Lumacorno.
Più che preoccupato, sembra avvilito.
Non mi muovo di un centimetro, aspetto che lui mi dia la notizia che ho temuto di ricevere da due settimane a questa parte. Probabilmente non c’è nemmeno più bisogno che dica qualcosa, non è necessario. Già la sua chiamata significa tutto.
-Dai, dillo … Luna è …!- devo sentirlo dire dalla sua bocca.
-Sto andando via!-.  Assimilo quelle tre parole e rimango pietrificata. Spalanco gli occhi e lo guardo; non era certo quello che mi aspettavo di sentire.
-Non ho capito-. Faccio due o tre passi verso il banco ma lui continua a non alzare lo sguardo; sembra concentrato a guardare quel suo stupido anello.
-Vado via da Hogwarts-. La sua voce non tradisce alcun tipo di emozione.
-Ve ne andate tutti?-. Dev ’essere talmente palese la mia speranza che Malfoy mi lancia un’occhiataccia indignata.
-No Weasley, vado via solo io-. Questo è di certo un triste modo per tornare alla realtà.
-E il perché si può sapere?- tra tutti quelli che potevano andarsene e allietarci l’esistenza, proprio lui?
-No-. Faccio  fatica a terminare la domanda che la sua risposta arriva senza indugi.
-No? Hai detto No?-.
-Cosa non capisci nella parola no?- il suo tono arrogante inizia già a irritarmi. Inizio ad arrabbiarmi; non mi sono mai piaciuti i misteri.
Vado di fronte a lui, Malfoy non sembra abbia la minima intenzione di alzarsi; mi piego leggermente verso di lui appoggiando le mani sul banco.
-C’entra Luna?-. Prima o poi dovevo pur fare questa domanda.
-No-. Lui rimane impassibile mentre io comincio seriamente a innervosirmi.
-Quindi sta bene?-.Ho come la sensazione di parlare con un bambino.
-Credo di sì. Non tutto quello che capita riguarda la tua amichetta!-provo a far finta di non aver sentito la sua provocazione.
-Allora mi dici perché diavolo vai via da Hogwarts?- cerco di stare calma ma è il tono della mia voce a tradire la mia rabbia.
-No-.
-Sai dire solo no? Perché mi hai fatto venire qui se non vuoi parlare?  Potevi scrivere del tuo viaggio sul biglietto che mi hai mandato!-.
Malfoy, d’istinto, si alza in piedi; mi fronteggia per qualche secondo, fa il giro del banco e viene a mettersi proprio davanti a me.
-Weasley, accendi il cervello! Io non parto né per un viaggio e né  per una missione. Torno a casa mia da … - e capisco.
-DA CHI?? TORNI NEL COVO DEI MANGIAMORTE? Ora sei stato promosso in prima linea, non è vero?-.
Malfoy non si lascia minimamente sconvolgere dalle mie urla, si limita solo a chiudere gli occhi ma quando li riapre, non sembra promettere nulla di buono.
-Questi non sono affari tuoi, Weasley!-.
Mi supera e si avvicina alla porta! Lo guardo allibita. Ma perché si comporta così?
Prima mi fa chiamare, mi fa venire qui e ora se ne va?
-Ti chiederanno di fare cose orribili. Ti chiederanno di uccidere!-. Faccio una breve pausa. –Tu puoi ancora salvarti!-.
-NO. NON POSSO FARE ALTRO! IO DEVO!-. Le sue urla mi rimbombano nella testa e ha l’espressione di un pazzo; ora sì che ha le sembianze di un vero mangiamorte.
-SMETTILA DI URLARE!! Hai ragione. Pensavo che dopo tutte le tue parole, le tue mezze risposte o i tuoi silenzi, ci fosse qualcosa da salvare in te. Mi sbagliavo. Diventerai esattamente come tutti gli altri: un mostro. Non ti azzardare a dare la colpa ad altre persone; tutti abbiamo una scelta e tu l’hai appena fatta-.
Ora sono io a incamminarmi verso l’uscita. Cosa mi potevo mai aspettare? Ho commesso lo stesso errore fatto durante il mio secondo anno. Quattro anni fa con Tom Riddle, oggi con Malfoy.
-Io sarò pure un mostro ma tu rimarrai sempre una sporca traditrice del tuo sangue. Tu e quella tua famiglia pezzente!-.  Ecco qui di fronte a me, il caro e vecchio Malfoy! La serpe che è sempre stata. Vorrei reagire ai suoi insulti ma la delusione e’ talmente grande che non mi fa parlare.
Ora sì che provo veramente ribrezzo verso di lui e verso me stessa.
Mi sento come se, da una parte, dovessi fare i conti con un mio fallimento personale e, dall’altra parte, come se mi avesse anche rassicurata; ora non c’è più nessun dubbio, nessun quesito irrisolto su di lui.
Ora dopo tutto ciò, ho la sensazione di essere sporca per quello che ho fatto a Natale ed un paio di settimane fa; se lo avessi fatto con qualcuno minimamente meritevole, sarebbe stato un tradimento o qualcosa di più ma così, con quello che si sta dimostrando di essere, è quasi un crimine.
-Ma sparati Malfoy!-.
Quando sto per uscire, lo sento camminarmi alle spalle.
-Credo che il tuo Potter morirà molto presto ma spero che non lo faccia prima che io possa dirgli quanto la sua cara e dolce fidanzatina sia brava a letto! E ti assicuro che gli racconterò ogni minimo dettaglio su quanto sia eccitante sentirti chiamare il mio nome mentre mi supplichi di non fermarmi!-.
Mi giro e lo schiaffeggio in pieno volto. Malfoy si porta una mano alla guancia appena colpita ma resta lì immobile mentre io esco da quell’aula, sbattendo la porta, senza guardarmi più indietro.
Sento solo un forte fracasso provenire dall’aula di Pozioni, come se si fosse appena spaccato qualcosa di molto grande.
Corro velocissima verso il mio dormitorio; quando entro, la Sala Comune è quasi vuota tranne qualche studente più piccolo impegnato a terminare i compiti.
Entro nella mia Camera senza prestare attenzione a nessuno, mi siedo sul letto ansimante, prendo in mano il grosso libro di incantesimi accanto a me e, con tutta la forza che ho, lo scaravento contro la finestra.
-Al diavolo tutto!-. Sono arrabbiata così tanto che vorrei avere qualcosa davanti da riempire di pugni. Prendo a calci anche le ciabatte posate vicino al mio comodino e, nel farlo, mi faccio male all’indice del piede destro.
Mi accascio dolorante sul letto. Tutta colpa di quel verme di Malfoy, anzi: è tutta colpa mia! Io mi sono sbagliata, io ho interpretato male tutto!
Continuo a risentire nella mia testa le sue parole di disprezzo. Ma come si fa ad essere così cattivi? Non poteva lasciare Hogwarts e basta? Che bisogno c’era di chiamarmi per insultarmi in quel modo?
Forse dovevo evitare di attaccarlo; in tutti questi mesi dovevo aver capito che Malfoy, se lo prendi con le cattive, non puoi ottenere nulla di buono da lui.
E se fosse venuto lì, realmente, con altre intenzioni e io, invece …
Ma cosa sto facendo? Sto cercando un modo per giustificarlo? Dopo quello che ha detto; mi sto dimenticando che sta per riunirsi con quegli assassini che abitano in casa sua!
-Ginny, ti senti bene?-. Non me n’ero nemmeno accorta che Calì, nel frattempo, si era avvicinata a me.
-Sì, tutto ok! Sono solo un po’ nervosa ultimamente!-. Le faccio un timido sorriso.
Si siede accanto a me e allunga un braccio sulle mie spalle.
-Ultimamente lo siamo un po’ tutti ma credo che tu abbia più motivi degli altri per essere arrabbiata. Luna, la tua famiglia …  per non parlare di Harry-.
Annuisco con la testa. –Grazie Calì-. Una parte di me vorrebbe dirle che a quella lista, ora, si è aggiunto un altro nome ma mi proibisco di pensare a una cosa del genere.
Non si merita minimamente di essere accomunato alle mie persone care parchè lo ha detto lui stesso che c’è la probabilità di non rivedere più né la mia famiglia, né Harry; mentre lui spero vivamente di non rivederlo mai più.
Queste sono le persone che meritano la mia preoccupazione, non certo lui!
 

 
Le cose ad Hogwarts non sono cambiate granché, dopo la partenza di Malfoy!
Appresa la notizia, per i primi due giorni c’è stato molto chiacchiericcio sul motivo della sua uscita di scena da Hogwarts, alcuni grifondoro hanno addirittura brindato in Sala Comune. Non mi sono unita ai festeggiamenti solo perché ero troppo presa da Neville che, più passa il tempo, e più è depresso. Siamo d’accordo su una cosa: la dipartita di Malfoy non è assolutamente un segnale positivo, tutt’altro.
Io e Nevile stiamo continuando a limitare al minimo la nostra vita sociale, al di fuori della sala Comune; sono sempre più le sere in cui ci facciamo portare su la cena dagli elfi della cucina che abbiamo corrotto con qualche semplice gentilezza.
Di solito ceniamo sul tappeto della Sala Comune, di fronte al caminetto; mi sembra di rivivere vecchi tempi quando tutti ci ritrovavamo lì, alla fine della giornata, se non fosse per il fatto che, una volt,a c’erano molte più risate. Ora, non c’è più nessun motivo per ridere.
Stasera però non potrò fare la mia intima cena con Neville a causa di Piton; stamattina mi è arrivata una sua convocazione, per stasera alle ore 20:30 nel suo ufficio.
Su una cosa sono sicura: non può trattarsi di una punizione visto che, ultimamente, è difficile persino sentirmi parlare. A meno che, ovviamente, non decidano di fare l’ennesima cattiveria e abbiano deciso, stasera, di divertirsi con me.
E’ stato difficile convincere Neville a non accompagnarmi; all’inizio non voleva sentire ragioni ma poi sono riuscita a farlo ragionare. La sua presenza sarebbe totalmente inutile e potrebbe essere anche pericoloso.
M’incammino dieci minuti prima dell’orario stabilito, per non rischiare di arrivare in ritardo proprio stasera.
Quando sono di fronte al Gargoyle mi torna in mente che l’ultima volta che sono entrata nell’ufficio del preside, ero lì per rubare la spada di Grifondoro assieme a Neville  e…
E Luna. Pensare a Luna mi fa, tutte le volte, pensare a Malfoy. L’unica persona che poteva darmi notizie su Luna, è andata via sei giorni fa.
In questi ultimi giorni, qualsiasi cosa sia successa, io non ne verrò mai a conoscenza.
Guardo l’ora e mi incammino, avvilita da quest’ultima considerazione, su per le scale verso l’ufficio del Preside.
Sto per bussare ma la voce di Piton m’ intercetta.
-Entri, signorina Weasley!-.
Piton è seduto sulla poltrona, una volta appartenuta a Silente, e sembra molto impegnato a scrivere qualcosa su una pergamena.
Senza farmi invitare a farlo, vado a sedermi di fronte a lui senza dire nemmeno una parola.
-Mi auguro che dall’ultima vota che ci siamo visti, lei abbia cambiato atteggiamento!-. Piton parla senza nemmeno staccare gli occhi dalla pergamena di fronte a lui. Cerco di trattenermi dalla voglia di rispondergli come meriterebbe. Come osa criticare il mio atteggiamento? Hanno rapito Luna! Cosa si aspettavano da me? Che li ringraziassi o che gli regalassi dei fiori?
-Il mio atteggiamento era tutt’altro che ingiustificato, signor preside!-. Uso un tono molto educato ma ho seri dubbi che possa mantenere questo controllo ancora per molto.
Piton posiziona i suoi occhi su di me, per un rapido secondo. Io non ho nessuna intenzione di abbassare lo sguardo. Spero di riuscirgli a trasmettere tutto il disprezzo che provo per lui in questo momento.
-L’ho convocata qui per informarla che lei, da questo momento, verrà esonerata dagli insegnamenti dei professori Carrow. Mi hanno comunicato che non sono più lieti di insegnarle alcunché; la trovano un elemento disturbante per l’intera scuola-.
Vorrei ridere ma mi trattengo: questa dovrebbe essere una brutta notizia?
-Io sarei l’elemento disturbante?- . ormai faccio fatica a trattenere le risate ma, guardando la faccia minacciosa di Piton, mi ricompongo.
-Con molta sofferenza, accetto questa punizione e non seguirò più le loro lezioni! A malincuore-. So perfettamente che le mie parole suonano con un tono di sfida ma è proprio ciò che voglio.
- Non si rallegri troppo. Lei rimane la numero uno dei sorvegliati, qui ad Hogwarts. Non ci sono posti sicuri, qui nel castello, per nascondersi! Soprattutto non ci sono stanze che possano nasconderla. Cerchi di ricordarselo-. Faccio fatica a capire queste frasi.
-Si signore. Non ho intenzione di scappare, se è questo che vuole intendere. Mi risulta che siano più quelli dalla vostra parte ad andarsene via-. Spero vivamente che recepisca il mio riferimento a Malfoy .
-Ora se ne vada. Il nostro incontro è terminato!-. Sono certa di averlo fatto arrabbiare.
Non me lo faccio ripetere due volte, esco dall’ufficio di Piton senza proferire più nessuna parola.
Alla fine è stato un incontro positivo: nessuna punizione, nessuna specifica minaccia ma soprattutto addio alle lezioni di quei due folli assassini.
Finalmente posso dare una bella notizia a Neville.
Mi incammino verso il dormitorio anche se vengo seguita da una strana sensazione, come se non riuscissi ad afferrare bene il vero senso del discorso di Piton.
 

 
La sera successiva, sono su una poltrona della Sala Comune e seduto di fronte a me c’è Neville che è ancora più pensieroso del solito.
Mangiamo quasi in silenzio, ci scambiamo domande futili sulle lezioni ma nessuno dei due, stasera, ha così tanta voglia di chiacchierare.
Neville ha continuato tutto il giorno a chiedermi di ripetergli le parole esatte che ha usato Piton, la sera prima, quando mi ha convocato nel suo ufficio; entrambi siamo convinti che in realtà ci sia qualcosa sotto a questa improvvisa voglia di Piton di comunicarmi personalmente la decisione dei Carrow di non volermi più tra i loro alunni.
Ripeto momento per momento la nostra conversazione ma più la analizzo e più non vedo nulla di sospetto; Piton non ha avuto nessuno strano comportamento, non ha sfoderato la bacchetta nemmeno una volta e avrà detto, sì e no, tre frasi.
-Gin io vado a dormire. Sono esausto-. Neville si alza, mi da una leggera pacca sulla spalla e s’incammina verso il dormitorio maschile.
Dovrei andare a dormire anch’io ma, in questo momento, non credo che riuscirei ad addormentarmi: ho troppi pensieri per la testa.
Fisso incantata il legno bruciare nel camino quando sento la porta della sala comune aprirsi dietro di me.
-Ginevra?- è appena entrata una ragazza del primo anno, non ricordo il suo nome ma mi pare di averla già intravista qualche volta.
-Sì?- a guardarla bene mi sembra terrorizzata.
-Devi andare immediatamente alla torre di Astronomia!-.
- E perché dovrei andare lì, a quest’ora?- mi alzo in piedi per guardarla meglio.
- C’è qualcuno che vuole vederti subito-. Qualcuno che vuole vedermi a quest’ora? Ma chi può essere?
-E chi è?-.
-Non lo so, era incappucciato!-. Mi sembra realmente spaventata; non alza mai lo sguardo e continua a fissarmi impaurita.
Chi è che potrebbe andare in giro per il castello, senza volersi far vedere?
Ma sì, certo! Potrebbe essere qualcuno della mia famiglia! Chi altro può essere? Sorrido, abbraccio addirittura la ragazzina, afferro la bacchetta e corro via.
Sono così contenta che corro per le quindici rampe di scale senza alcuna fatica. Questa torre, una volta, era molto più frequentata ma ora, dopo la morte di Silente, non ci viene più nessuno. Nemmeno io ero salita più quassù.
Salgo gli ultimi scalini e, quando entro, rimango delusa dal non trovare nessuno. La stanza viene illuminata a dovere dal riflesso della luna, mi affaccio un po’ alla sporgenza della torre e guardo il panorama sotto di me: è da togliere il fiato!
-Ciao- . E’ quasi un sussurro ma lo sento chiaro e preciso. La voce è familiare ma non appartiene alle persone che mi aspettavo d’incontrare.
Non può essere! Mi giro lentamente continuando a pregare, tra me e me, di sbagliarmi.
Lui fa un passo ed esce dall’ombra e, a quel punto, non ho più dubbi.
Draco Malfoy è di fronte a me; indossa un lungo mantello nero che gli copre tutta la sua figura alta e snella.
Nel vederlo, d’impulso, impugno la bacchetta e gliela punto contro.
-Cosa vuoi ancora Malfoy?-. Lui alza  le mani in segno di pace ma io non abbasso neanche di un millimetro, la mia bacchetta!
-Abbassa la bacchetta!- . si toglie il mantello e lo posa delicatamente su una ringhiera lì vicino; come al solito è vestito impeccabile. Indossa un completo nero con camicia coordinata. Guardandolo bene in viso, noto che è ancora più pallido del solito.
-Scordatelo! Perché sei di nuovo qui??-. Sono così arrabbiata per il nostro ultimo incontro e delusa dal fatto che pensavo di rivedere uno dei miei fratelli e, invece, mi ritrovo lui che è l’ultima persona al mondo che non avrei voluto vedere.
-Sono tornato perché dovevo … -. Sta già parlando troppo e la mia irritazione aumenta a dismisura.
-NON M’INTERESSA! Cos’altro vuoi da me?-. non sembra affatto sorpreso dalla mia rabbia.
Non sembra volere più parlare; continua a guardarmi ma resta zitto!
-Non ho tempo da perdere Malfoy! Addio-. Non intendo stare un minuto di più qui con lui. Vado verso le scale ma lui, con un semplice movimento, m’intralcia il passaggio.
-Spostati subito o ti schianto-. Lo guardo minacciosa e torno a puntargli addosso la bacchetta.
Non sembra minimamente spaventato; incrocia le braccia e si appoggia allo stipite della porta.
Va bene, lo ha voluto lui!  A mali estremi, estremi rimedi!
Mi avvento contro di lui e inizio a colpirlo con pugni e calci. Non sembra fare alcun tipo di resistenza, io continuo a schiaffeggiarlo, cerco di spingerlo via ma nulla!
Allontana il volto per evitare i miei colpi ma, di sorpresa, con una mano mi prende la bacchetta lanciandola lontano da noi e, con l’altra, mi afferra per  un polso.
-Lasciami subito!-. Cerco di liberarmi ma la sua presa è troppo forte.
-Se ti lascio, stai ferma e zitta per cinque minuti? Poi puoi andartene!-.
Cinque minuti? Se poi mi lascerà andare, posso resistere cinque minuti.
-Va bene! Mollami-. Appena mi lascia andare, indietreggio di qualche passo lontano da lui.
C’è un gran silenzio. Sembra che non sappia da dove cominciare. Cosa ci sarà mai di così urgente?
-Non volevo dire quello che ho detto l’altra volta!-.  Lo dice tutto d’un fiato, talmente veloce che ho paura che sia stata solo una mia allucinazione.
-Mi sono arrabbiato e ho detto quelle cose ma non volevo. Non ti avevo fatta chiamare per insultarti-.
Faccio fatica a credere alle mie orecchie ma sono ancora troppo arrabbiata.
-Qual è esattamente la parte che non volevi dire? Quando hai detto che sono una traditrice del mio sangue, quando hai detto che la mia famiglia verrà sterminata o quando … -. Mi ammutolisco al pensiero di dover ripetergli le sue offese più intime.
Mi guarda in attesa che io termini la frase ma non proseguo ulteriormente; mi limito a incrociare le braccia.
-Sei tornato ad Hogwarts per rimanere?-. Ho il presentimento di sapere già la risposta.
-No. Nessuno sa che sono qui e nessuno lo deve sapere!-. Annuisco leggermente; non ho intenzione di fare la spia, non ci guadagnerei niente!
-I cinque minuti sono passati. Non dirò una parola. Posso andare?- Leggo una profonda delusione negli occhi di Malfoy ma, nonostante ciò, si sposta per liberare il passaggio.
E’ lui che ha voluto tutto questo.
-Quella sera ti ho fatto chiamare perché volevo solo salutarti poi tu hai cominciato a dirmi che sono un mostro, un assassino e ho perso la testa. Pensi che sia semplice andare da mio padre e dirgli: sai, non voglio più essere un Mangiamorte! Mio padre mi farebbe uccidere senza esitazioni, per non essere disonorato così davanti a Voldemort. Perché non riesci a capirlo?- sentendo quelle parole, le mie gambe s’immobilizzano.
Torno a guardarlo e lo vedo appoggiato alla ringhiera, con gli occhi chiusi mentre si passa una mano nei capelli.
Bene, ora è riuscito anche a farmi sentire in colpa! Mentre lo guardo, sento la mia rabbia dissolversi misteriosamente.
Mi avvicino e mi appoggio vicino a lui; le nostre braccia si sfiorano appena. Lui non mi guarda e gira la testa verso la parte opposta come se non volesse farsi vedere da me in quello stato.
-Sei suo figlio. Sangue del suo sangue. Non arriverebbe mai a tanto!-. C’è un sorriso, ora, sul suo volto.
Si gira per guardarmi.
-Non lo conosci. Farebbe di tutto per Voldemort. Soprattutto ora che ha perso la sua fiducia. Non dico di essere completamente diverso da lui. Su certe cose la pensiamo nello stesso modo: chiamo la Granger mezzosangue,  m’impegno volentieri a parlare male  di voi Weasley, non mi sono mai piaciuti né Silente né Potter e tante altre cose. Ma una cosa è fare questo, un’altra è uccidere, massacrare la gente ... E’ da un anno che non riesco nemmeno più a dormire. Me li vedo sempre davanti agli occhi … -.
Sento la vocina dentro di me esultare a festa: avevamo ragione noi, non ci siamo sbagliati su di lui!
Non è la persona migliore del mondo ma che non sia pronto a diventare un assassino lo si doveva già capire quando non è stato in grado di uccidere Silente.
Spontaneamente gli prendo una mano e gliela stringo tra le mie: è gelata!
Cerco di riscaldargliela e Malfoy comincia a fissarmi, come se fosse sorpreso dal mio gesto.
-Forse hai ragione tu ma se sei veramente quello che dici di essere troverai il modo per fare quello che veramente vuoi. E tuo padre non si merita un figlio come te. Prima o poi, ognuno ottiene ciò che si merita e io sono sicura che tu avrai molto più di quello che ha avuto lui- mi guarda intensamente.
-Lo pensi davvero?-.
-Sì. C’è qualcosa in te di … buono. Preserva e prenditi cura di quella parte. E’ quella che ti salverà!- sospiro - Mi dispiace per l’altra sera ma ero preoccupata che tu fossi lì per comunicarmi che Luna fosse morta. Ho sentito che tu tornavi da quei … - rabbrividisco al pensiero degli abitanti di Malfoy Manor.  
-Non ho più ragionato. In questi giorni però ho realizzato una cosa. Per fortuna o no, quest’anno, sei stato l’unica cosa positiva in quest’inferno. Se non ci fossi stato tu probabilmente sarei già morta all’inizio dell’anno. Anche se non lo ammetteresti mai, hai fatto del tuo meglio per proteggermi. Questo non lo dimenticherò!-.
-Luna è ancora viva. Ucciderla, per il momento, non è nei loro progetti. E a quanto mi risulta la tua famiglia sta bene e anche i tre fuggitivi-.  Non riesco a credere alle mie orecchie. Dopo mesi e mesi di silenzio, finalmente buone notizie. Sono ancora tutti vivi. Tutti!
Vorrei festeggiare ma semplicemente faccio uno slancio in avanti e abbraccio Malfoy come mai fatto prima con nessuno.
Lo stringo così forte che non credo riesca più a respirare; comincio a ridere, anche se sento i miei occhi umidi. Finalmente una buona notizia e a darmela è stata proprio lui.
-Oh mio Dio, grazie!-Sento anche una leggera risata di Malfoy mentre contraccambia il mio abbraccio posando, leggermente, le sue mani sulla mie schiena.
-Mi stai stritolando Weasley!-.
Dopo un’infinità di tempo, è lui a sciogliersi dalla mia presa; torna alla ringhiera e afferra il suo pesante mantello. Mentre lo indossa, sono lieta di vedere il suo viso illuminarsi un po’.
-Devo andare adesso. E’ tardi-.
Mi avvicino e lo aiuto ad allacciarsi il mantello. Se ne sta per andare ed io, non so perché, ho quasi voglia di chiedergli di rimanere. Ma non sarebbe giusto! Litigheremmo di nuovo e basta.
-Non cacciarti nei guai Weasley, non ci sono più io a coprirti. E se vuoi un po’ di pace, c’è sempre la Stanza delle Necessità-. Mi fa l’occhiolino e lentamente mi posa un casto bacio sulla fronte.
-Prenditi cura di te, Malfoy! Io ho la pelle dura! Pensa a quello che ci siamo detti, prima di fare qualunque cosa-.
Da come mi guarda, sembra lui, ora, a non volersene andare.
-Devo scendere, ora. Buona fortuna-. Non voglio assistere alla scena mentre scompare via nel nulla. Ne ho già viste fin troppe di persone andare via.
-Se anche non dovessimo vederci per un po’, sappi che tornerò e riprenderemo quel discorso!- mi dice maliziosamente.  
So a cosa si riferisce ma per stasera ho già avuto abbastanza emozioni, anche solo per rispondergli a dovere.
-Sarà interessante!-. La mia battuta ha l’effetto sperato; Malfoy fa uno dei suoi sorrisi arroganti.
Prima che possa aggiungere altro, lo afferro dolcemente per le guance e bacio le sue labbra per l’ultima volta.
Il contatto dura pochi secondi ma, quando ci stacchiamo l’uno dall’altra, vedo nei suoi occhi tante cose che nessuno dei due ha mai detto ad alta voce.
-Non dire altro, Malfoy! Lasciamoci così!-. Scoppio a ridere; da com’era partita la serata non avrei mai detto che sarebbe andata a finire in questo modo.
-Ora vado!- faccio un segno di saluto e mi avvicino all’uscita.
- Ci vediamo presto Weasley!-. Sento la sua voce in lontananza ma non aggiungo nient’altro; mi fa una strana sensazione sapere che non lo rivedrò per chissà quanto tempo.
Ciao Malfoy, buona fortuna.
 

 
-Basta! Basta, sono stufo! Sono arrivati a torturare i ragazzini del secondo anno!!! Qui dentro, nella nostra torre! Quei sudici entrano ovunque!-.
Stamattina tutti i grifondoro sono stati svegliati da delle urla che provenivano dalla sala comune; quando siamo scesi ci siamo ritrovati davanti ai Carrow che torturavano due studenti del secondo anno che non si erano più presentati alle loro lezioni di arti oscure.
Non è servito granché il nostro intervento visto che avevano già dato il meglio di loro stessi contro quei due ragazzini che però, a mio parere, sembrano ancora dei bambini.
-Neville dobbiamo resistere e portare pazienza! Finirà tutto prima o poi-.
E’ esausto, persino un occhio meno attento lo noterebbe! Continua a camminare avanti e indietro per tutta la stanza, non sembra nemmeno ascoltare le mie parole.
-Non c’è nulla che possiamo fare. Non c’è un solo posto sicuro in tutto questo maledetto castello -.
-Neville… -. Ho un’illuminazione.
Un’immagine mi passa davanti agli occhi.  Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima!
Un posto sicuro.
Come ho fatto a dimenticarmelo!
Scatto in piedi raggiungo Neville e appoggio le mani sulle sue spalle.
-Avevamo la soluzione davanti agli occhi! Il giorno in cui sei partito per le vacanze di Natale e mi hanno torturato, io ero al settimo piano. C’era Malfoy che voleva entrare ma poi con tutto quello che è successo mi è passato di mente! Che stupida!-.
-Non riesco a capire, Ginny!- mi guarda confuso.
-Vieni con me!-. Senza aspettare risposta comincio a tirarlo fuori dalla Sala Comune, giù per le scale e lungo i corridoi del castello.
-Ginny ma si può sapere dove mi stai … -. Eccoci arrivati! Anche a Neville basta uno sguardo per capire dove ci troviamo. Il muro del settimo piano è inconfondibile.
-La Stanza delle Necessità-.
-La Stanza delle Necessità-. Pronunciamo, sia io che lui, quelle parole nello stesso momento.
Ci guardiamo ed entrambi sembriamo increduli da quanto siamo stati stupidi. L’avevamo sotto il nostro naso, la conosciamo benissimo entrambi ma non ci è mai venuta in mente.
-Anche Piton l’altra sera, quando parlava! Avrei dovuto capirlo-.
Non ci sono posti sicuri qui ad Hogwarts!
Neville non crede ai suoi occhi mentre io ricollego tutto a lui. A Malfoy!
E’ stato lui, ieri sera, a parlarne. Voleva ricordarmi che questo è l’unico posto dove poter essere al sicuro.
Se vuoi un po’ di pace, c’è sempre la Stanza delle necessità!
Quando ci siamo incontrati al settimo piano, anche lui stava cercando di entrare nella stanza. Lui, forse meglio di chiunque altro, conosce bene questa stanza; è riuscito, l’anno scorso, a far entrare i mangiamorte ad Hogwarts e noi riusciremo a far uscire qualcuno da qui od, almeno, a nasconderli.
-Neville, spostati! Ci penso io!- Non se lo fa ripetere due volte.
Inizio a camminare, avanti e indietro, lungo il corridoio. Chiudo gli occhi e mi concentro.
Abbiamo bisogno di un posto sicuro per nasconderci.
Abbiamo bisogno di un posto molto sicuro per nasconderci.
E ancora.
Abbiamo bisogno di un posto molto sicuro per nasconderci.
-Ginny, guarda!- Alle parole di Neville mi giro e dal muro candido ecco comparire la porta della Stanza delle Necessità.
Ci avviciniamo entrambi a guardarla meglio.
-Prego, a te l’onore-. Neville apre la grossa porta nera e mi fa segno di precederlo.
Senza esitazioni, lo oltrepasso ed entro.
-Oh mio Dio! E’ semplicemente … perfetta!-.
 

 
 
 
Ciao a tutti, eccoci qui col nuovo capitolo.
Che ne dite? Vorrei solo dire che per me questo capitolo è fondamentale sia per quanto riguarda Draco/ Ginny sia per lo svolgersi dell’intera storia.
Cosa ne pensate della nostra grifondoro e del nostro serpeverde? Vi aspettavate questo “arrivederci”?
Il prossimo capitolo? Beh leggete e vedrete!
Fatemi sapere che cosa vi aspettate! Ormai la storia è ben formata, anche se come sapete il triangolo non è ancora completo!
Volete delle risposte? Boh, chissà, forse sì, forse no.
Un bacio a tutti e un ringraziamento a chi segue e recensisce.
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Combattiamo ***


Capitolo 11
 

Combattiamo.
 

Eccoci di nuovo qui! Poiché è passato un bel po’ di tempo, ho deciso di scrivere la nota dell’autore prima del capitolo. Vorrei scusarmi con tutti quelli che hanno aspettato questo capitolo ma, come saprete, l’estate e l’inizio del nuovo anno universitario non hanno lasciato molto tempo per scrivere.
Non ho mai avuto intenzione di lasciare la storia sospesa ma volevo dedicare a questo capitolo la giusta attenzione. In realtà questo capitolo era già pronto da almeno due settimane ma c’era qualcosa che non mi convinceva e non sapevo esattamente cosa fosse.
Questo capitolo chiude la prima parte di questa storia e segna anche una svolta per tutti i personaggi; come già accennato nell’introduzione, il prossimo capitolo comincerà con un salto temporale e ritroveremo, sotto lo stesso tetto di Hogwarts, chi per un motivo e chi per un altro, tutti i nostri affezionati protagonisti.
Ora vi lascio alla lettura di questo capitolo; non ho bisogno di anticiparvi nulla perché quando lo avrete finito di leggere credo che, dentro di voi, vi nascerà spontanea la domanda: “E ora che succede?”. O almeno lo spero!
Non vi nascondo che questo è uno dei capitoli cui sono più affezionata sia per il tempo sia, ho impiegato per renderlo così com’è e sia per…………beh, leggetelo e cercate di capire qual è la parte che più mi è piaciuta, sia mentre lo scrivevo sia mentre lo rileggevo!
Qualunque idea vi facciate, sappiate che questo è solo il principio!
Baci e fatemi sapere cosa vi ha lasciato la lettura di questo capitolo: se ve lo aspettavate così oppure no,  cosa pensate che possa succedere d’ora in poi e la vostra opinione sui nostri protagonisti!
A presto.
Chiedo ancora scusa per il ritardo.
P.S.: ora ricomincerò ad aggiornare con regolarità!
 
 
 
Apro la finestra e respiro a pieni polmoni la fresca brezza che lentamente inonda la mia stanza.
Mi stringo più forte nel mio scialle blu; la neve che prima copriva tutto il paesaggio ormai è soltanto un lontano ricordo, in lontananza si vedono anche i primi uccellini svolazzare intimiditi sul lago.
L’inverno ghiacciato ci ha finalmente lasciato e le temperature stanno cominciando ad alzarsi.
Stamattina sono riuscita ad alzarmi prima della sveglia; il dormitorio è ancora immerso in un profondo silenzio; guardo Cali dormire immersa in chissà quali sogni e m’invade una certa serenità.
Il tempo è volato ultimamente o forse sono stata solo molto impegnata con tutta la storia della stanza della necessità e con l’organizzazione per tutti i vari studenti che, senza rendermene conto,  siamo già a maggio.
Neville ed io dobbiamo ammettere che siamo stati bravi. Molto bravi. Quello che siamo riusciti a creare è una vera e propria opposizione contro il regime di Piton.
Quasi tutti gli alunni di Hogwarts, esclusi i serpeverde, sono entrati almeno una volta in quella stanza.
Le punizioni dei Carrow sono drasticamente diminuite vuoi per le lunghe assenze di Piton o per il semplice fatto che il nostro atteggiamento è nettamente migliorato. Non abbiamo più motivo di ribellarci inutilmente, ora abbiamo qualcosa per cui lottare; qualcosa che forse, ora come non mai, abbiamo più possibilità di ottenere: la libertà.
Vivere con questo nuovo tipo di pensiero mi ha fatto solo che bene; Neville ed io sicuramente non saremo stati utili nel cercare di sconfiggere Voldemort ma se Hogwarts ha ancora una possibilità di resistere alle forze del male, questo, è anche merito nostro.
Mi sento finalmente utile in qualcosa e questo, per me, è stato fondamentale per superare questi mesi da incubo.
Devo ammettere che anche il ritorno di Hagrid ha contribuito moltissimo al mio umore. Vederlo gironzolare per Hogwarts è sempre meraviglioso.
Mi siedo sul letto per allacciarmi le scarpe e involontariamente scorgo la mia immagine riflessa allo specchio; proprio di fronte a me vedo una ragazza notevolmente cambiata, non ha più quell’aria arrabbiata o malandata di solo un paio di mesi fa. La stanchezza è ancora ben visibile ma i miei occhi brillano di una luce nuova, di quella luminosità chiamata speranza.
Ho capito che è inutile pensare solo al peggio e di piangermi sempre addosso; dovevamo solo rimboccarci le maniche, essere più furbi e iniziare a credere che niente è veramente perduto fin quando ci sono persone che lottano con le unghie e con i denti per far tornare tutto com’era una volta.
La mia attenzione è catturata da qualcosa ben piegato sul bracciolo della poltrona: il maglione di Malfoy. Dal giorno di Natale non l’ho più tirato fuori dall’armadio fino a qualche giorno fa, quando mi è capitato casualmente tra le mani.
 Ieri avevo quasi deciso di indossarlo ma poi, al momento di metterlo, ho cambiato idea ed è ritornato sullo schienale della mia poltrona, bene in vista.  Anche se a volte, mi evoca immagini non piacevoli della notte di Natale, mi piace averlo lì e guardarlo. Mi fa pensare al mio ultimo incontro con lui, alle belle notizie che mi ha dato, all’intuizione sulla camera della necessità; da quella sera, obiettivamente, le cose sono cambiate e merito di questo è, obiettivamente, anche di Malfoy.
Pensare a lui, ultimamente, mi fa sempre sorridere; spero solo che, ovunque sia, stia bene e che non abbia fatto nulla che lo possa compromettere per sempre.
Ripongo il maglione sulla poltrona e mi avvio verso il ritratto della Signora Grassa. Sono già in ritardo; avrei già dovuto essere al settimo piano per dare il cambio a Neville che è rimasto lì tutta la notte.
Davanti al muro di pietra impiego un attimo prima di veder comparire la grande porta; guardo dietro di me, assicurandomi che non ci sia nessuno nei paraggi, e abbasso la maniglia.
Quando oltrepasso la soglia, sono subito travolta da un casino infernale. Ci saranno non meno di trenta ragazzi sparpagliati in ogni angolo della stanza; chi sul pavimento e chi su qualche brandina ammassata un’attaccata all’altra.
In un angolo un gruppetto di corvonero si sta allenando con l’incantesimo dell’Expecto Patronum mentre alcune ragazze continuano a mescolare imperterrite, da giorni, la pozione polisucco; dal colore credo sia quasi pronta.
-Ginny!-. Sono investita da Neville, a dir poco, entusiasta.
-Neville… che succede? A cosa devo questo slancio di felicità?-.
Mi lascia libera e mi appoggia le sue grandi mani sulle spalle.
-Ginny credo che sia arrivato il momento che stavamo tanto aspettando. Credo che ci siamo!-.
La mia aria confusa non sembra scalfire lo sguardo felice di Neville.
-Seamus è riuscito a mettersi in contatto con Dean tramite la radio-. Mi fa sempre piacere sapere che Dean è in contatto con noi. Qualche settimana fa grazie a Seamus siamo riusciti a rintracciarlo; è stato toccante per tutti sentire la sua voce e, anche se non ha potuto pronunciare il suo nome poiché il segnale radio poteva essere sorvegliato, abbiamo capito subito che si trattava di Dean.
-Sta bene?-. Cerco di sedermi su un’amaca penzolante ma Neville mi si frappone davanti.
-Ginny…-. Mi guarda con quei suoi occhietti innocenti -hanno avvistato Harry, Ron e Hermione a Diagon Alley!-. 
Silenzio totale.
Sono quasi sicura di aver smesso di respirare; Ho paura a domandargli di ripetere quello che ha detto: potrebbe essere stata solo una mia allucinazione.
-Credo di non aver capito… -.
-Ginny…- mi prende il viso tra le mani. -Hai capito perfettamente! Hanno fatto scoppiare in aria la Gringott, stavano per prenderli ma sono riusciti a scappare-.
Mi guardo attorno in attesa che qualcuno mi dia la conferma che questa è la realtà e non sto vivendo l’ennesimo sogno.
Tutti mi guardano contenti; anche una timida Cho Chang muove appena la testa in segno di assenso.
Harry. Ron. Diagon Alley. Gringott.
Hermione.
Stanno tutti bene.
Cerco di metabolizzare la notizia nella mia mente ma l’unica parte del corpo che riesce a reagire è il mio cuore: mi batte così forte tanto da scoppiare.
E’ da quella sera di tre mesi fa, sulla torre con Malfoy, che non avevo più avuto notizie su di loro.
Questo è molto di più… sapere non solo che sono vivi ma che sono molto più vicini di quanto potessi immaginare … Non ho mai più preso in considerazione l’idea che potesse essergli successo qualcosa ma solo perché anche questo faceva parte della mia idea, di dover essere ottimisti; adesso, però, sentirlo ad alta voce mi fa capire quanta paura avessi, veramente, dentro di me.
-E’ una notizia… -.
-… bellissima-. Neville termina la mia frase. Ormai la nostra sintonia va oltre qualsiasi cosa. Credo che, nemmeno con i miei fratelli, abbia mai avuto la stessa complicità che possiedo, ora, con Neville.
I miei fratelli. Mi mancano tutti moltissimo. Gli unici di cui ho costanti notizie e alcune volte riescono anche a scrivermi sono solo Charlie e Bill mentre di Percy abbiamo perso totalmente le tracce, ma probabilmente sarà chiuso in qualche sgabuzzino di ufficio a fare lo schiavetto a qualcuno del ministero.
Inizio a camminare su e giù per la stanza, devo stare calma e pensare razionalmente.
-Cosa ci facevano alla Gringott?-. Nessuno mi risponde; segno inconfutabile che non hanno nemmeno loro la minima idea di cosa ci facessero lì.
-Forse volevano prendere un po’ di soldi dalla stanza blindata di Harry-. Tutta la stanza si gira a vedere da chi ha avuto la furbizia di pronunciare una tale fesseria.
Colin Canon.
-Colin ti sembra che tre latitanti rischino di essere catturati, nel posto più protetto al mondo, per andare a prendere dei soldi che potrebbero tranquillamente procurarsi in un altro modo molto meno rischioso. E poi cosa se ne dovrebbero fare? Mica possono girare per le vie di Londra per fare shopping, no?-. la risposta spazientita di Neville fa arrossire le piccole guanciotte di Colin che cerca di allontanarsi dal cerchio per spostare l’attenzione da lui.
Ha ragione Neville. Non sarebbero mai andati fino lì, rischiare così, solo per prender e dei soldi.
-Deve esserci stato qualcosa che potevano trovare solo lì. Che cosa può esserci di tanto importante per rischiare di essere catturati se non peggio?-. Harry o Ron o Hermione non mi hanno mai raccontato, prima della loro partenza, in cosa consistesse il loro piano e di cosa gli avesse raccontato Silente. Nulla, ma di una cosa sono certa. Se sono riusciti a non farsi catturare per nove mesi, nascondendosi chissà dove, non si sarebbero mai buttati in una missione quasi suicida se non fosse stato indispensabile.
Neville annuisce: in realtà tutta la stanza sembra concentrata a trovare la soluzione di questo enigma.
Il silenzio è rotto da un urlo improvviso di Seamus.
-GUARDATE! IL QUADRO! Si sta muovendo-. Tutta la sala si gira verso la direzione indicata da Seamus.
Istintivamente, tutti quanti, ci giriamo verso l’unico quadro che ha una certa importanza in questa stanza: quello di Ariana Silente.
Neville ed io ci siamo accorti solo un paio di settimane dopo il nostro arrivo nella Stanza delle Necessità che quel quadro non era come tutti gli altri.
Tolto che ritraesse la sorella di Silente, la cosa più importante è che dietro al quadro si nascondesse un passaggio che porta direttamente all’interno della Testa di Porco a Hogsmeade.
Quando siamo entrati in quella saletta per la prima volta e ci siamo trovati di fronte ad Aberforth, non avevamo la minima idea che lui fosse il fratello di Silente. Solo quando c’è tornata in mente una vecchia foto della famiglia Silente pubblicata sulla Gazzetta del Profeta in estate, siamo riusciti a ricollegare le cose.
E’ un tipo abbastanza burbero e di poche persona ma senza di lui, niente sarebbe stato possibile. Oltre a prepararci i vari pasti durante la giornata è anche stato l’unico a passarci le informazioni veritiere su quello che capitava realmente oltre le mura di Hogwarts.
La cosa insolita è che, di solito, Ariana ricompare nel quadro solo in casi veramente importanti altrimenti rimane nella tela appesa alla Testa di Porco.
Lentamente tutti quanti ci avviciniamo al grande quadro. Ariana è quasi a metà sentiero e ormai la sua figura è ben visibile. Sento qualcuno aggrapparsi alla mia mano: Seamus.
Ultimamente ha preso troppa confidenza con me; coglie tutte le occasioni possibili o per abbracciarmi o per tenermi la mano. Anche Neville l’ha notato ma, se prima a queste cose non ci davo molta importanza, ora inizio a esserne un po’ infastidita.
Sto quasi per ritrarre la mano quando l’immagine di Ariana mi blocca. Non è nella solita posa sorridente con i capelli leggermente scompigliati che sorride timidamente; è leggermente piegata in avanti come se fosse lei a guardare noi, incuriosita.
Lentamente apre la mano destra e la porge verso di noi.
-Venite con me, per favore-. Ariana ci guarda con la sua solita dolcezza ma questa volta, anche lei, sembra leggermente… impaziente.
Di solito Ariana si limita a un sorriso per farci capire che avevamo via libera per andare da Aberforth; non mi ricordo di aver mai sentito la sua voce.
Guardo Neville a qualche metro da me completamente catturato dalla visione di Ariana.
Si volta e i nostri sguardi s’incrociano e senza nemmeno parlare, la decisione è presa.
-Vengo io! Ginny tu vai a controllare i corridoi.- Neville non fa nemmeno in tempo ad arrivare al quadro che io mi trovo già fuori dalla stanza delle Necessità.
Corro giù per le varie scalinate senza curarmi minimamente delle persone contro di cui vado a sbattere.
Sta succedendo qualcosa; tutto il mio cuore lo sente.
Ho il fiatone, le mie palpitazioni cardiache aumentano ma non riesco a fermarmi. Devo solo assicurarmi che Piton e i Carrow non siano nei paraggi. Non possiamo rischiare di essere scoperti, soprattutto non dopo tutto quello che abbiamo fatto.
-Weasley fermati subito!-. Mi blocco sul posto; conosco perfettamente quella voce.
-Zabini! Cosa ci fai qui?-. Si posizione di fronte a me. Francamente tra tutti quelli che potevo incontrare, lui è quello che mi spaventa di meno. La sua codardia è famosa in tutto il mondo magico o forse, a farmi parlare così, è solo l’adrenalina che ho addosso.
-TU cosa stavi facendo? Dove stavi andando? Dove lo avete nascosto?-.
Nascosto?
Di cosa sta parlando?
La mia aria confusa deve averlo fatto dubitare perché lentamente mi lascia il braccio che aveva iniziato a strattonare senza nemmeno che me ne fossi accorta.
-Nascosto chi?- Ci sono talmente tante persone, in questo momento, chiuse nella camera delle Necessità che potrebbe riferirsi a chiunque.
Zabini fa ancora un passo per fronteggiarmi e mi punta il dito contro il mio viso.
-Stupida Weasley, non cercare di prendermi in giro. Sai benissimo di cosa sto parlando. I Carrow e Piton hanno già cominciato a perlustrare il castello. E’ questione di minuti prima che lo trovino, quindi ti conviene dirmelo se non vuoi altri guai. DOV’E’ POTTER?-.
Dallo stupore di sentir pronunciare quel nome spalanco istintivamente la bocca. Era l’ultimo nome che mi aspettavo di sentire adesso. Sono imbambolata nei miei pensieri, quando Zabini mi afferra per i capelli e inizia a trascinarmi.
-Zabini non so di cosa stai parlando. Lasciami andare. Mi fai male stupido!-. Con uno scatto mi lascia i capelli ma con la mano destra mi afferra per la gola.
-Non prendermi in giro Weasley! L’hanno avvistato meno di due ore fa a Hogsmeade con il tuo caro fratellino e la mezzosangue Granger. Dove pensi fossero diretti?-.
Anche se con le mani cerco di allentare la sua presa dalla gola, la mia mente è da tutt’altra parte.
Due ore fa a Hogsmeade …
Avvistati …
Hanno attaccato la Gringott …
Certo … vogliono entrare a Hogwarts! O forse sono già qui ma come hanno fatto a entrare senza l’aiuto di qualcuno che…
ARIANA!
Tutto torna!
Aberforth l’ha mandata per chiamare qualcuno che potesse accompagnare Harry, Ron e Hermione lungo il passaggio. Tutto ha un senso adesso!
Harry… è qui!
Devo tornare in quella stanza e devo farlo adesso.
Senza riflettere troppo sulle conseguenze che potrei causare se le mie supposizioni fossero false, con tutta la forza che ho, tiro un calcio al ginocchio destro di Zabini.
Si piega in avanti dal dolore e, essendo fuori dalle sue grinfie, senza esitazioni, sfodero la bacchetta e gliela punto addosso.
-Se fossi in te non lo farei Weasley! Hai tutto da perderci!-. Ormai la mia razionalità ha abbandonato il mio corpo.
-Vorrà dire che correrò il rischio!-. Faccio un passo indietro –PETRIFICUS TOTALUS!-.
La maledizione lo colpisce in pieno petto; tutto il suo corpo s’irrigidisce e diventa di pietra. Non vedo nemmeno il suo corpo cadere a terra che ho già ricominciato a correre.
Ho poco tempo.
Forse ho sbagliato tutto e ho appena firmato la mia condanna a morte ma, se fosse tutto vero, questo vorrebbe dire che…rivedrò Harry!
Appena giungo nel corridoio della camera, a qualche passo dal grande muro di pietra, mi fermo a riprendere fiato.
Percorrendo gli ultimi metri che mi separano dalla porta, mi passano davanti agli occhi tutti questi mesi passati qui a Hogwarts, l’ultima volta che ho visto Harry, il nostro ultimo bacio, il matrimonio di Billy, tutte le volte che ho avuto paura per la mia famiglia. In tutti questi ricordi s’insinua anche l’immagine di un Draco Malfoy mentre mi abbraccia sulla torre di astronomia.
Malfoy, non lo vedo da così tanto tempo che per un micro secondo, una piccola parte di me, spera di trovare anche lui in quella camera insieme a tutti gli altri.
Ritorno alla realtà ed ecco comparire la porta di legno massiccio.
Tiro un profondo respiro e afferro la maniglia.
Harry.
Apro la porta.
Sento la sua presenza senza nemmeno averlo ancora visto.
Quando alzo la testa, quello che vedo sono tutte le persone che avevo lasciato nella camera fino a dieci minuti fa, darmi le spalle ma appena sentono il suono della porta chiudersi, lentamente, si voltano verso la mia direzione.
Si spostano ai lati per permettermi di avvicinarmi al fondo della sala. Tutti mi guardano come se volessero comunicarmi qualcosa solo con lo sguardo.
Cho Chang è l’ultima a spostarsi e proprio dietro le sue spalle ecco comparire quell’azzurro oceano che ho aspettato di rivedere e ho sognato per tutti questi mesi.
Due grandi occhi azzurri, dietro a un paio di occhiali, mi guardano commossi.
Eccolo lì davanti a me!
Harry Potter.
Non riesco a pronunciare una sola parola, non smetto di guardarlo per paura che possa scomparire di nuovo.
-Ginny!-. Mi ero dimenticata con quanta dolcezza, solo lui, riuscisse a pronunciare il mio nome.
-Harry!-. Non so cos’altro dire. Continuo a fissarlo; è sempre il mio Harry. Beh… più o meno! Ha proprio l’aspetto di chi ha dovuto nascondersi, scappando, per otto mesi. I Capelli sono molto più lunghi di come li ricordassi, è molto dimagrito, ha dei profondi tagli ancora freschi sul viso e molte cicatrici sugli avambracci ma gli occhi sono sempre gli stessi… forse solo un po’ più stanchi!
-Ciao Ginny!-. Nella mia visuale intravedo mio fratello che continua a salutarmi sventolando la mano.
Non mi ero nemmeno accorto della sua presenza nella stanza.
-Cavolo non mi vede da mesi e non mi degna nemmeno di un saluto!-. Ron sembra rivolgersi a qualcuno dietro di lui che ancora non avevo notato.
Hermione Granger.
Mi sembra che entrambi stiano bene, sia lei sia mio fratello, nonostante la stanchezza sui loro volti, li trovo ancora gli stessi Ron e Hermione di una volta.
Sorrido a entrambi… non ci sono parole per descrivere quanto sia felice di rivederli!
Guardo Neville mentre sorride a trentasei denti mentre saltella tutto contento intorno a Ron ma percepisco sempre un paio di occhi che continuano a fissarmi.
Torno a guardarlo e nuovamente m’incanto a vedere l’azzurro dei suoi occhi. Vorrei abbracciarlo ma, ora, con quasi tutti i grifondoro e i tassorosso che ci osservano, non mi sembra proprio il caso.
Harry mi regala uno di quei suoi sorrisi che ti spiazzano completamente. Ti fanno sentire fortunata a essere la destinataria di quel sorriso.
Sto quasi per pronunciare una di quelle frasi sdolcinate quando un altro pensiero m’invade la mente.
-Piton sa che siete qui! Vi sta cercando!Abbiamo poco tempo prima…-. Non termino la frase perché solo ora mi rendo conto che non ho la più pallida idea di quali siano le intenzioni di Harry.
Sentendo le mie parole, Harry sembra risvegliarsi dall’incantesimo e anche Ron smette di ridere con Neville e Seamus.
-Dobbiamo andare. Dobbiamo muoverci!- Harry sembra aver fretta di fare qualcosa che non credo consista semplicemente nel nascondersi.
-Aspettate! Noi possiamo aiutarvi!-. Neville intercetta ancora una volta la stessa frase che stavo per dire.
-Neville è una cosa che dobbiamo fare noi…- l’espressione delusa di Neville, sentendo le parole di Harry, rispecchia completamente quella di tutti i presenti nella stanza.
Ron si avvicina a Harry, seguito da Hermione.
-Aspetta Harry. Loro potrebbero aiutarci! Se siamo in tanti, impiegheremo meno tempo-. Harry e Ron si guardano come se stessero continuando la loro misteriosa conversazione, nell’assoluto silenzio.
-Ok d’accordo. Potete aiutarci! Stiamo cercando un oggetto piccolo e facile da nascondere. Deve essere qualcosa d’importante e, senz’altro, appartenente alla casata dei corvonero -.
Il rumorio nella camera si attutisce e cala il silenzio assoluto. Tutti quanti siamo confusi. Forse ci aspettavamo qualche altro tipo di richiesta dai tre fuggitivi; qualcosa di più “preciso”.
Il silenzio è interrotto dalla candida voce di Ariana che, a sorpresa, è ricomparsa nel dipinto alle spalle di Harry.
-L’Ordine sta arrivando!-. Quattro semplici parole e poi con un sorriso si allontana su per il sentiero, con il suo solito passo aggraziato.
Tutti quanti iniziano a bisbigliare e, ormai, l’adrenalina è tangibile; non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che ho visto Neville così sorridente.
So che tutti stanno pensando alla richiesta di Harry ma la mia mente finisce altrove.
-Loro lo sanno. Vi hanno avvistato, sanno che siete qui! Non abbiamo molto tempo prima che vi trovino!-.
Harry torna a fissarmi; non ho bisogno di pronunciare i nomi dei loro aguzzini … tutti sanno a chi mi riferisco!
Mio fratello si sposta al fianco di Harry.
-Ginny ha ragione. Dobbiamo uscire da qui!-.
Harry si rivolge a Ron.
-Non c’è più tempo per nasconderci. Dobbiamo agire. Ora!! E’ il momento della resa dei conti-. Si gira verso la folla radunata alle spalle e comincia a guardarci uno per uno. –Prepariamoci. Stanotte combatteremo!-.
Parte un fortissimo applauso, cui anch’io mi unisco; tutti sembrano felici all’idea di combattere. Stanotte, in un modo o nell’altro, quest’agonia, di questi ultimi mesi, finirà.
Sì, in un modo o nell’altro …
 
 

 
Tutti sono impegnati a organizzarsi in qualcosa che, nemmeno, sappiamo di cosa si tratti.
Alcuni cominciano a uscire dalla stanza delle Necessità per tornare nei loro dormitori e avvisare i loro amici mentre Harry, Ron e Hermione sono impegnati in una fitta conversazione con Cho Chang e Neville.
Credo di aver sentito che qualcuno ha suggerito che l’unico oggetto di corvonero, che possa rispecchiare le caratteristiche elencate da Harry, sia il Diadema Perduto di Priscilla Corvonero.
La cosa che francamente mi preoccupa di più è l’aggettivo “perduto”.
Ogni tanto noto Harry cercarmi nella folla per capire dove sono, ma poi ritorna a concentrarsi su quello che sta accadendo attorno a lui.
Sto per incamminarmi verso mio fratello quando il ritratto sopra le scale, si apre.
Il primo a entrare nell’aula è Lupin seguito da sua moglie Thonks.
Il mio cuore si arresta quando vedo comparire una lunga chioma bionda: Luna.
Sento le mie gambe molli; ho quasi voglia di piangere ma, senza esitare, mi spingo in avanti, sorpasso Thonks e vado a buttarmi tra le braccia di Luna.
-Luna! Stai bene!- La stringo forte perché, solo ora, mi rendo conto di quanta paura, avevo di averla persa per sempre.
-Ginny sono così felice di vederti. Sei un po’ deperita però!-.
Scoppio a ridere.
-Senti chi parla … -.
-Ha ragione Luna! Da quant’è che non mangi?-.
Sollevo lo sguardo dalla spalla di Luna e proprio di fronte a me vedo mia madre. Ha la sua solita posizione con le braccia sui fianchi. Anche adesso sembra arrabbiata ma sono i suoi occhi a tradire la sua commozione.
A quel punto, sento una lacrima rigarmi il volto.
-Mamma…-. Non servono altre parole.
La vedo incamminarsi verso di me, quando dietro di lei spunta mio padre.
Le lacrime scendono senza vergogna.
I miei genitori mi abbracciano insieme e finalmente mi sento di nuovo a casa!
La mia famiglia.
-Sarai pur magra ma resti sempre la più bella della famiglia! Mi sei mancata, piccola!-. Sento mio padre trattenere un singhiozzo.
-Anche tu papà!- Mi sciolgo dal loro abbraccio e mi asciugo l’ultima lacrima.
Sono proprio loro. I miei genitori.
-Spero proprio che riserverai lo stesso trattamento anche a noi, sorellina!-.
Ed eccoli lì, mancavano solo loro all’appello.
Fred e George, accanto a Bill e Fleur.
Mentre mi tuffo su Fred e George, sento i miei genitori fare altrettanto con Harry, Ron e Hermione.
Tutti gli altri sembrano solo gli spettatori di un lieto fine tanto atteso.
Peccato che questo non sia un lieto fine ma solo l’inizio.
Chi può sapere come andrà a finire.
Kingsley è l’ultimo a entrare e a chiudere il varco.
Lo saluto con un cenno della mano mentre torno ad abbracciare Luna.
L’accoglienza più calorosa, devo ammettere, che sia stata quella riservata a Fred e a George. Non mi stupisce. Qui, a Hogwarts, sono tra gli studenti più amati di sempre.
Sento Luna accanto a me aggiornare Harry sul diadema di Priscilla.
-Ok Luna. Allora tu vieni con me. Voi iniziate a dividervi e ad avvisare più persone che potete. I più piccoli devono…-.
Neville fa un passo avanti e, anche se ha lo sguardo perso su Luna da quando è entrata, posa una mano sulla spalla di Harry.
-Non preoccuparti. Fai quello che devi. Io e Ginny sappiamo cosa fare!-.
Harry fa un segno di assenso e si gira a guardarmi.
-Ginny non si muove di qua!-. questa volta è mia madre a rompere il silenzio.
-COSA?- forse le mie orecchie hanno avuto un’allucinazione.
-E’ troppo pericoloso là fuori e tu sei troppo piccola-.
Metto le mani sui fianchi esattamente come lei; ora sì che sembriamo proprio madre e figlia.
-Sono stata qui per mesi aspettando questo momento. Non me ne starò qui a non fare nulla!- Vedendo che mia madre non ha la minima intenzione di cedere cerco il sostegno di tutti gli altri membri della mia famiglia ma tutti abbassano lo sguardo.
Persino Ron fa finta di essere concentrato a fissare un libro. Tutti sembrano d’accordo con lei o, forse, nessuno di loro ha il coraggio di contraddirla conoscendo bene quali sarebbero le conseguenze.
Arrabbiata mi giro verso l’unica persona che non può fingere di non vedermi.
-Harry?-. Lui mi guarda ma, ancora prima che cominci a parlare, guardandolo negli occhi, so già cosa sta per dire.
-E’ pericoloso Ginny. Sono d’accordo con tua madre. Non muoverti da qui-.
Ora sono molto arrabbiata. Tornano dopo mesi e ancora hanno voglia di tenermi chiusa in una campana di vetro.
Mi giro offesa e vado a sedermi su una brandina, dando le spalle a tutta la mia famiglia.
-Ok andiamo!Thonks rimane qui con Ginny!-. Sento Thonks imprecare contro il marito ma non c’è niente da fare. Lui la abbraccia dolcemente ed esce, seguito da Bill e Fleur, dalla stanza.
Lentamente, quasi tutti se ne vanno.
I miei fratelli cercano di darmi un bacio sulla guancia ma io, puntualmente, mi sposto.
Neville si avvicina al mio orecchio. –Tranquilla, mi ricordo tutto quello che devo fare!-. Gli regalo un piccolo sorriso perché, in fondo, lui non ha nessuna colpa.
Sento mamma e papà, alle mie spalle, guardarmi ma decido di ignorarli.
Penso che siano usciti tutti quando vedo Harry inchinarsi di fronte a me.
-Ginny, so che sei arrabbiata. Hai ragione a esserlo. Sono sparito per mesi senza dirti nulla e ora torno e ti faccio chiudere qui ma non posso concentrarmi se so che sei lì in mezzo a rischiare la vita. Non potevo metterti in pericolo mesi fa e non lo farò nemmeno adesso-.
Mi guarda con quei suoi occhioni blu; aspetta che io dica qualcosa ma decido di giocare la carta del mutismo per farlo sentire ancora più in colpa, sperando che poi possa cambiare idea e decida di portarmi con lui.
­-Tu non hai idea di quanto tu sia importante per me. Finito tutto questo, non ci sarà niente e nessuno che m’impedirà di stare con te. Ti prometto che farò qualsiasi cosa per farmi perdonare da te, anche se ci volesse tutta la vita!-.
Faccio fatica a credere a quello che ho appena sentito, ma mi sporgo un po’ verso di lui e gli accarezzo la guancia segnata dal profondo taglio.
Harry non mi aveva mai detto quelle cose prima d’ora e ascoltarle proprio adesso …
Harry si alza, mi posa un leggero bacio sulla fronte e se ne va assieme a Luna.
Sono ancora un po’ confusa da quello che ho appena sentito; una parte di me vorrebbe rincorrerlo per buttargli le braccia al collo e dirgli che l’ho già perdonato ma non so perché rimango incollata a quella brandina.
Penso che Harry abbia ragione. Nonostante tutto quello che provo per lui, nonostante darei la mia vita per salvarlo, una piccola parte di me stessa è arrabbiata con Harry perché non sia mai riuscito a farmi sentire importante, per lui, come avrei voluto.
Però su una cosa ha ragione. Se tutto andrà come spero che finisca, avrà tutto il tempo per dimostrarmi il contrario.
-Nemmeno mio marito mi ha mai fatto una dichiarazione così! E’ molto innamorato di te, sai?-.
Thonks, senza che me ne accorgessi, si è seduta proprio a fianco a me e, con fare materno, mi sposta una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
-Immagino di sì!-.
 
 

 
 
Sono passate ormai due ore, continuo a camminare avanti e indietro per la stanza senza fermarmi mentre Thonks è seduta su una poltroncina di pelle, comodamente assorta in una lettura.
Mi sembra d’impazzire.
Che cosa sta succedendo là fuori? Quanto tempo dovrò ancora aspettare qui dentro senza fare niente? E’ iniziata la battaglia? Sono arrivati i mangiamorte?
Sto per lanciare il libro che Thonks ha tra le mani quando un forte rumore rimbomba per tutta la stanza.
Entrambe scattiamo in avanti impugnando la bacchetta ma il rumore sembra provenire da fuori.
E’ come se, di là dalla porta, fosse scoppiata una bomba.
Guardo Thonks in cerca di sostegno ma sembra assorta, anche lei, nelle sue preoccupazioni.
Senza esitare, prendo la decisione che avrei già dovuto prendere due ore fa.
Sfruttando la distrazione di Thonks, mi allontano lentamente senza fare rumori e, poi, con uno scatto di velocità corro verso la porta.
-GINNY NOOOOO!-.
Non mi curo delle urla di Thonks; apro il grosso portone e lo chiudo dietro di me.
Il corridoio sembra tranquillo ma appena volto l’angolo vedo Luna combattere contro un mangiamorte.
Estraggo la bacchetta e colpisco alla schiena il mangiamorte con uno schiantesimo.
Luna si gira a guardarmi e si stupisce nel trovarmi lì.
-Ginny, stavo venendo ad aggiornarti! Perché sei uscita?-.
Non voglio perdere tempo e soprattutto voglio allontanarmi dalla stanza delle Necessità.
M’incammino ma Luna m’intercetta.
-Sono entrati i mangiamorte!Dobbiamo stare attente!-.
Sto per tranquillizzare Luna quando sento la presenza di Thonks dietro di me.
-Ginevra Weasley torna immediatamente dentro-.
Non mi giro neanche e continuo a guardare Luna e il mangiamorte steso a terra privo di sensi.
-No. Qui hanno bisogno di noi. Questa è anche la nostra battaglia ed io intendo combatterla fino alla fine-.
Non sento risposta; sono quasi preoccupata che stia per lanciarmi un incantesimo d’immobilizzazione quando la vedo di fronte a me.
-Hai ragione Ginny. Non ha senso stare qui mentre il castello cade a pezzi. Vado a cercare Lupin. Voi proseguite insieme!-.
Abbraccia me e Luna contemporaneamente, ci bisbiglia un semplice “state attente” e corre giù dalle scale.
Prendo per mano Luna e m’incammino verso ovest, verso la torre di Astronomia.
Mentre ci avviciniamo ai corridoi centrali, i rumori aumentano: gente che urla, vetri in frantumi e muri che tremano.
Gli alunni corrono verso qualsiasi direzione; alcuni sono spaventati e alcuni cercano di ergersi capo della situazione per mantenere la calma.
Quando svolto l’angolo, sento un forte pugno colpirmi sulla faccia; mi accascio a terra e cerco di tamponarmi il sangue che cola sulle mani. Ho la vista appannata e non riesco a vedere l’autore dell’aggressione.
Proprio quando cerco di alzarmi, il mio stomaco è colpito da un fortissimo calcio.
Sono sbalzata all’indietro.
-Ora non fai più la furba, lurida Weasley-.
Mi sollevo appoggiandomi sui gomiti, alzo la testa e vedo finalmente chi mi ha colpito senza indugio.
Tiger.
Ho quasi voglia di ridere.
-Cosa potevo aspettarmi da te? Vedo che ami le competizioni leali. Un ragazzone di oltre cento chili che prende a calci una ragazza di, sì e no, cinquanta. Non te l’hanno insegnata la magia?-.
Lo sento sghignazzare ma anche avvicinarsi prepotentemente.
-Non preoccuparti. Il divertimento deve ancora arrivare!E’ il momento di chiuderti quella boccaccia per sempre!-.
Senza dargli tempo di aggiungere altro, afferro la bacchetta e gliela punto contro.
-Stupeficium!!-.
Anche da accucciata, la mia maledizione lo colpisce dritta al petto e lo vedo schiantarsi contro una colonna di marmo.
Mi alzo tenendomi la costola dolorante premuta con le mani; mi avvicino a lui che, riverso sul pavimento, si lamenta per il dolore.
Afferro la sua bacchetta e mi sposto lontano da lui.
-Vediamo come te la cavi senza magia e completamente immobile!-.
Sono furiosa; aspetto che lui incroci i miei occhi e quando sono quasi sicura che stia per insultarmi, gli spezzo la sua bacchetta in due perfette metà.
Butto quei due pezzi di legno ormai inutili accanto a lui che li guarda ancora incredulo dal mio gesto.
-Goditi lo spettacolo, dolce Tiger. PETRIFICUS  TOTALUS!- pronuncio il suo nome con tutto il disprezzo che ho dentro di me.
Il corpo di Tiger si trasforma in roccia pura.
Aspettavo da troppo tempo, il momento di poter attaccare un po’ anch’io.
Col maglione mi pulisco il sangue rimasto sul mio volto; credo di avere già una costola rotta e un taglio vicino alle labbra ma lamentarmi del dolore non è proprio tra le mie priorità.
Mi guardo attorno notando che vicino a me dovrebbe esserci Luna ma di lei nessuna traccia.
-LUNA! LUNAAA!!-. Corro per i corridoi ma la mia costola protesta a questo eccesso di velocità. Prendo fiato aggrappandomi a un pilastro.
 Aiuto gli studenti più piccoli a sbarazzarsi di qualche inutile serpeverde ma di Luna nemmeno l’ombra.
Scendo giù per vari piani, evitando qua e là qualche maledizione.
Vado verso l’aula di trasfigurazioni per cercare la McGranitt ma da dietro una porta, mi salta davanti a lui.
Non lo avrei mai potuto dimenticare. Mio fratello Bill lo conosce fin troppo bene.
Fenrir Greyback, il mangiamorte- lupo mannaro è proprio qui, davanti a me.
Ha tutta la bocca e i denti sporchi di sangue; chi è stata la sua ultima vittima?
Faccio qualche passo indietro ma lui continua ad avanzare verso di me; le mie mani iniziano a tremare e non riesco più nemmeno ad arretrare perché dietro di me sento il muro di pietra.  Non ho vie di fughe e Greyback mi guarda con quel suo sorriso sadico e perverso.
-E’ da tanto tempo che desidero sapere che sapore ha il tuo sangue!- Vedo i suoi occhi trasformarsi in quelli di un animale affamato; chiudo gli occhi aspettando che lui mi morda da un momento all’altro.
-Avada Kedavra!-.
Quelle semplici parole squarciano il silenzio; ho quasi il dubbio che l’anatema che uccide sia stato indirizzato a me quando sento il corpo di Greyback cadere a terra vicino ai miei piedi, privo di vita.
Apro gli occhi aspettandomi di vedere un membro dell’ordine e invece… resto senza fiato!
Non riesco a credere nei miei occhi.
Proprio davanti a me, in uno dei suoi completi più eleganti, c’è lui!
Draco Malfoy.
 
 

 
Sto ancora tremando contro il muro e faccio fatica a credere ai miei occhi.
Greyback giace inerte ai miei piedi.
Anche Malfoy fissa il cadavere del suo vecchio amico di famiglia ormai morto; sembra disorientato come se non sapesse cosa fare.
Noto che anche il suo volto non è migliorato dall’ultima volta che l’ho visto, alcuni mesi fa. Ha profonde occhiaie intorno agli occhi e sembra ancora più pallido del solito; i capelli un po’ scompigliati ma per il resto è come sempre impeccabile. Con la sua candida camicia bianca e il suo completo nero sembra appena uscito da una lavanderia; non ha proprio l’aspetto di uno che si trova in mezzo a una battaglia.
Prende il mantello legato sulle sue spalle e, piegandosi in avanti, copre il corpo di Greyback e, quando si rialza, i suoi occhi incontrano i miei.
Non so cosa dire e, a quanto pare, nemmeno lui.
-Andiamo via da qui, Weasley!-. Allunga la mano verso di me.
Senza pensarci nemmeno un secondo,ignorando il dolore alla costola,  afferro la sua mano; camminiamo velocemente, per mano, vicino l’uno all’altro, lungo tutto il corridoio e per quei pochi secondi mi sento al sicuro; come se la battaglia non potesse più colpirmi.
Arrivati davanti all’aula di Trasfigurazioni, Malfoy controlla che nessuno ci abbia visto, apre la porta e mi spinge con delicatezza all’interno.
Quando anche lui entra, chiude la porta dietro si sé con un incantesimo e si appoggia alla porta esausto.
Mi ha appena salvato la vita ma fuori da qui c’è una guerra ed entrambi, sappiamo benissimo, che siamo schierati uno contro l’altro. Pensare questo, un po’ mi rattrista.
Malfoy col corpo girato verso il muro, volta un attimo la testa e intercetta il mio sguardo. Rimaniamo lì a guardarci; mi fissa in modo strano come se fosse indeciso tra l’urlarmi contro o…
Sto per chiedergli cosa succede, quando con due veloci falcate Malfoy mi raggiunge e, senza alcuna delicatezza, mi abbraccia forte contro di sé.
Rimango sorpresa per qualche secondo (dalla sua camminata, per un momento, mi ero quasi aspettata che mi stesse per attaccare) ma poi le mie mani si appoggiano alla sua giacca e poso la mia fronte sull’incavo del suo collo.
In questo momento, aggrappati l’uno all’altro, ho una rivelazione, forse sconvolgente o forse no: Malfoy mi è mancato esattamente come tutti gli altri. E ora averlo qui, davanti a me, mi fa tirare l’ultimo respiro di sollievo e non mi sento nemmeno in colpa per questo.
Rimaniamo lì per una quantità di tempo indecifrabile quando sento Malfoy sciogliermi dalla sua presa, fa un passo indietro e noto che la sua espressione è completamente cambiata rispetto a cinque minuti fa.
Continua a guardarmi così intensamente; nei suoi occhi vedo un misto di esasperazione e di soddisfazione. Sento le sue mani posarsi attorno al mio viso mentre col pollice mi massaggia cautamente il taglio vicino alle labbra.
Mi giro leggermente per sentire ancora di più il suo tocco sulla mia guancia.
So chi è, cosa fa e cosa ha fatto ma non ho minimamente paura di lui.
Non sento alcun imbarazzo come se fosse tutto una cosa assolutamente naturale.
Senza lasciare la presa dal mio volto, Draco posa la sua fronte sulla mia; il mio corpo è elettrizzato; sento il suo profumo, il suo respiro su di me. Alzo lo sguardo e rimango incantata a fissargli le labbra.
Sto quasi per allontanarmi ma, poi, tirandomelo più vicino, lo riabbraccio stretto. E’ bello riaverlo qui.
-Ti avevo detto di stare attenta! E ti ritrovo a duellare con un mezzo lupo mannaro!-. Lo guardo e improvvisamente mi sembra che il pericolo sia finito .
-E ora cosa succede Malfoy?-.
Sa esattamente a cosa mi riferisco.
-Combattiamo. Che cosa possiamo fare?-e ritorno alla realtà.
-Tutti i mangiamorte sono qui?- gli chiedo.
Annuisce senza aggiungere una sola parola.
-A proposito, bel lavoro con Tiger e Zabini! Ora sono senza due dei miei uomini di fiducia!-.
Ho quasi voglia di ridere; effettivamente sì, sono molto orgogliosa di quello che ho fatto a quei cretini.
-Ma dai! Sinceramente, cosa te ne fai di due così? Sono completamente inutili!-.
Anche sul suo volto si dipinge un mezzo sorriso.
-A proposito, grazie per avermi salvato la vita! Ora come farai? Se ti scoprono?-.
-In questo momento, sono tutti molto occupati a fare ben altro. Nessuno si accorgerà dell’assenza di Greyback.  E, comunque, stasera, vada come vada, è la mia ultima notte in mezzo ai mangiamorte!-.
Non capisco a cosa si riferisca.
-Cosa intendi?-. Ho quasi timore a conoscere la risposta.
-Se dovessi sopravvivere, voglio andarmene lontano da qua-.
Tutto il mio entusiasmo scompare all’istante.
-Vuoi scappare? Andartene via e basta. Questa è la tua soluzione?-.
Incrocio le braccia al petto e lo guardo in cagnesco. Sento dissolversi la gioia provata fino a un momento fa.
-Quando il signore oscuro vincerà io, non voglio continuare a fare questa vita. Ho deciso. Voglio una possibilità di vivere come desidero. E, per farlo, la mia unica possibilità è andare lontano da qui-.
Mi avvicino a lui in maniera più calma rispetto a prima.
-Ti è mai sfiorata l’idea che il tuo signore oscuro, stanotte, potrebbe anche perdere?-.
Dalla sua espressione capisco che lui la ritiene una possibilità molto rara.
-E anche se fosse, che dovrei fare? Finire ad Azkaban? Sono un mangiamorte! C’è già una cella pronta che mi aspetta col mio nome sulla porta! Io non ci voglio finire lì dentro!-.
Scrollo la testa.
-Non è vero! Tu non finirai i tuoi giorni ad Azkaban! Ci finirà tuo padre, tua zia, i tuoi cari amici ma non tu! Tu non sei come loro! Se capiranno quello che sei veramente, tutti ti daranno un’altra possibilità!-.
Non sembra convinto dalle mie parole.
-E chi sono, Weasley?-. Si passa una mano in mezzo ai suoi capelli scompigliati.
-Sai benissimo chi sei!!-.
Vorrei quasi andarmene e lasciarlo qui da solo ma mi viene in mente che questa potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo e quindi mi fermo lì, ancora immobile, a fissarlo.
-Ti sono mancato, Weasley?- mi chiede con quel tono che tanto mi mancava.
-Tanto quanto sono mancata io a te!!- Malfoy alza una mano e mi tappa la bocca.
-Devo dirlo! E lo dirò tutto d’un fiato e non voglio che tu m’interrompa!- Mentre parla, sembra quasi che stia provando dolore. –Ti ho odiato per così tanto tempo, ho sperato che tu e tutta la tua famiglia poteste scomparire dalla faccia della terra ma in questi ultimi mesi, nonostante la tua lingua biforcuta e la tua capacità di farmi infuriare, ho completamente dimenticato tutte le ragioni per cui ti ho odiato in questi anni!. -.
Interrompe il discorso, chiude gli occhi come se stesse scacciando dalla mente un bruttissimo pensiero.
-Perché non riesco a smettere di pensare a te?- allontana la sua mano dalla mia bocca ma io rimango ancora incapace a dire anche una sola parola.
Non so cosa rispondere; ripeto nella mia mente le sue ultime parole. Lui sembra veramente nel pieno di un suo conflitto interiore. Non so cosa aggiungere e nemmeno credo di aver capito bene quello che mi ha detto… o, forse, probabilmente sto solo facendo finta di non capire.
Mi strofino gli occhi con le mani per cercare di ritrovare la lucidità per focalizzarmi sulla questione principale.
-Malfoy, non pensiamoci adesso! Abbiamo altre priorità adesso … -.
-La priorità sarebbe Potter?- mi fulmina con lo sguardo.
-No!- rispondo esasperata –La priorità è quella di sopravvivere a questa notte … sopravvivere entrambi!!-.
Rilassa visibilmente le spalle.
-Weasley, penso di essere ossessionato da te … -.
Prima che possa dire qualcosa che potrebbe portarci ad una situazione irreversibile, vado verso di lui e gli poso la mia mano sulle labbra.
-Sshhh! Non dire più niente! E’ un momento complicato per entrambi. Adesso, abbiamo qualcosa di più importante di cui occuparci. Dobbiamo uscire da qui … vivi! Entrambi! Chiaro?-.
Lui annuisce ed io sposto la mia mano.
Questa, ora, è la nostra unica priorità.
-Io devo tornare dalla mia famiglia!- gli dico sottovoce.
Lui afferra la mia mano e la intreccia con le sue.
-E da Potter… -. Pronuncia quel nome quasi schifato.
-Anche …  ma ciò non vuol dire che non ci sia posto per te nella mia vita. Voglio solo che tu sappia che se decidessi di cambiare idea e volessi restare, farò di tutto per aiutarti-.
-Non ho bisogno di te!- Il suo sguardo si fa di nuovo cattivo.
-Peccato! Io ne ho avuto bisogno di te! E tu mi hai aiutato! Non mi potrò mai dimenticare di quello che hai fatto per me!-.
-E se decidessi di restare, dovrei abituarmi  all’idea di te e Potter, di nuovo assieme? E accontentarmi di essere un conoscente?-. Mi guarda come se quella fosse la più grande eresia che abbia mai sentito.
Francamente non so nemmeno cosa capiterà da qui a un paio di ore, non riesco nemmeno a immaginare che tutta la mia vita torni alla mia vecchia normalità.
-Non ho idea di cosa succederà da qui a un paio d’ore! Se tu decidessi di restare, potresti rifarmi questa domanda più avanti?-  e’ l’unica cosa che ha un senso. Non voglio pensare che questa sia l’ultima volta che io lo vedo.
Malfoy lascia la mia mano e si sistema la giacca.
-Beh Weasley … non so quale siano le tue intenzioni ma io non mi accontenterò di qualche sorriso di nascosto in qualche corridoio o di una pacca sulle spalle!-.
Non termina nemmeno di pronunciare l’ultima parola che sento le sue labbra sulle mie.
Un bacio semplice e dolce ma allo stesso tempo profondo. E’ un contatto breve ma così intenso.
Mentre continua a baciarmi sento le sue mani sul mio volto e quando sto per allontanarmi, è lui il primo a fermarsi; si ferma a guardarmi  un’ultima volta e, senza aggiungere altro, esce dall’aula.
Rimango impalata con i miei mille pensieri, con ancora il suo profumo addosso e con le sue parole che mi rimbombano nella testa e cerco di entrare nella consapevolezza che questa, forse, è stata l’ultima volta che ho visto Draco Malfoy.
Dentro di me si sta formando il rimorso di non essere riuscita a dire qualcosa in più ma lo ricaccio indietro; lui è forte e molto furbo, troverà il modo di cavarsela.
Prendo la mia bacchetta da sotto il maglione ed esco anch’io da quell’aula che tante cose ha visto e sentito, pronta ad affrontare il mio destino.
 
 

 
Lord Voldemort morì alle 6:57 del 22 maggio, esattamente sette giorni fa.
Le vittime della battaglia furono più di un centinaio, i cadaveri furono rispediti alle loro legittime famiglie per avere una degna sepoltura.
Il ministero della magia fu sciolto quella mattina stessa; tutti i dipendenti sospettati di aver avuto rapporti con i mangiamorte furono licenziati e rimandati a nuovo giudizio di fronte alla corte del Wizengamot.
Kingsley divenne il primo ministro della magia solo un paio di ore dopo il termine della battaglia e come suo primo atto ufficiale ordinò l’arresto di tutti i mangiamorte catturati.
Ad Azkaban entrarono ben sessantasei nuovi detenuti anche loro in attesa di sapere la loro pena definitiva.
Solo quattordici sono riusciti a scappare un attimo prima che cominciasse lo scontro finale e nell’elenco compare la famiglia Malfoy al completo.
Severus Piton fu seppellito a fianco alla tomba di Silente dopo aver avuto l’ultimo saluto, tanto meritato.
M’infilo gli occhiali e mi guardo allo specchio. Questa profonda felicità, per essere riusciti a sconfiggere Voldemort e per esserci ripresi le nostre vite, è attenuata dal grande dolore che ha colpito me e la famiglia dei Weasley.
Abbiamo perso molte persone ma sicuramente le perdite più traumatiche sono state quelle di Fred, di Lupin e di Thonks. I funerali delle vittime sono stati strazianti; il pianto dignitoso della famiglia Weasley che contrastava con la disperazione della famiglia Thonks.
Cerco di farmi forza e di darne un po’ anche ai Weasley sostenendo che ora sicuramente si trovano, in un posto molto più bello di questo, tutti assieme, a ridere di noi per qualche battuta di Fred.
Scendo delle scale e arrivo al primo piano della tana; entro nella cucina e vedo la signora Weasley impegnata dietro ai fornelli.
Non si accorge della mia presenza dietro di lei; la guardo e devo ammettere che è la persona che sta dimostrando, meglio di tutti, come si affronta, il dolore di aver perso un proprio caro.
Proprio lei che ha perso un figlio.
-Signora Weasley…-.
Molly si gira sorpresa dalla mia voce.
-Harry caro… come mai sveglio così presto?-.
-Ho una piccola faccenda da risolvere a Hogsmeade. Gli altri?-. La signora Weasley si siede su una sedia attorno al tavolo.
-Dormono tutti. Hermione stanotte è di nuovo sgattaiolata nella camera di Ron, Percy e Fred non litigano da quasi dieci ore e Arthur è andato al ministero-.
Francamente sapevo già tutto mentre l’unica persona su cui volevo essere aggiornato, Molly, non l’ha nemmeno nominata.
-Se Ginny dovesse svegliarsi le dica che tornerò al massimo fra un’ora-.
Molly si alza, cerca di pettinarmi i ciuffi ribelli dei miei capelli e mi da un buffetto sulla guancia.
-Stai tranquillo Harry. Lo sa che non andrai da nessuna parte-.
Abbasso lo sguardo, un po’ sconfortato.
-Farei qualsiasi cosa per Ginny. E’ la cosa più importante che io abbia!-.
Molly sembra commuoversi.
-Anche lei è fortunata ma noi di più, ad averti nella nostra famiglia! Ora vai se non vuoi fare tardi!-.
Le sorrido ed esco dalla tana incamminandomi verso il viottolo ghiaioso.
Ci mancava solo questa stamattina; mi scoccia lasciare i Weasley, Ginny più di tutti, in questi giorni ma quando ho ricevuto il gufo, due giorni fa, ho deciso di fare un’eccezione.
Appena qualche metro più in là mi smaterializzo direttamente all’interno della Stamberga Strillante.
Entro nella camera dove ho visto Peter Minous per la prima volta e appoggiato alla finestra, vedo il mittente della lettera.
-Sei in ritardo Potter!- il suo tono è molto lesivo al mio sistema nervoso.
Si volta e finalmente lo vedo in faccia.
-Tre minuti di ritardo. Quale grave crimine!-. Non voleva essere una provocazione ma una semplice battuta ma Draco Malfoy sembra averla recepita molto diversamente.
-Veniamo al punto. Hai letto la lettera, no?-. Mi limito ad annuire. –Bene. Voglio delle garanzie da te. Ora!-.
Mi costa fatica dire quello che sto per dire ma sento che è la cosa più giusta da fare. Lui non mi è mai piaciuto ma non posso negargli quello che mi ha chiesto.
-Va bene. Parlerò con Kingsley e gli racconterò tutto. Racconterò la verità: che mi hai protetto a Malfoy Manor, che hai abbassato la bacchetta quella sera sulla torre di Astronomia con Silente, e dirò anche che tua madre mi ha coperto nella foresta proibita. Testimonierò che non ti ho mai visto usare maledizioni senza perdono contro di noi.  Ho parlato con tutti gli altri e sono certo che non ci saranno problemi. Se ti costituirai spontaneamente, Luna, Neville e Ginny testimonieranno tutti a tuo favore-. Vedo Malfoy abbassare la testa e il suo volto incupirsi impercettibilmente.
-Cosa ti ha raccontato la Weasley?-. Sembra impaziente nel sapere la mia risposta.
-Tutto. Che le hai evitato un paio di punizioni e che hai ucciso Greyback per evitare che la mordesse. Mi ha raccontato tutto!-.
Senza motivo, scoppia a ridere.
-Tutto eh?!!?-. non smette di  sghignazzare anche se non capisco il nesso logico alla sua risata.
-Che cosa ti diverte tanto, in questo momento?-. Smette di ridere e torna a fissarmi; non fa nessuno sforzo per  nascondere il suo disprezzo verso di me.
Non c’è nulla da fare. Nonostante si sia comportato in modo quasi leale nei miei confronti e, nonostante io gli abbia salvato la vita, un paio di volte, non troveremo mai un punto di unione tra di noi.
-Nulla Potter. Affari miei!-.
-Bene, anche perché non ho tempo da perdere. Devo tornare alla tana. Allora, siamo d’accordo?-.
Gli porgo la mia mano e lui, dopo qualche secondo di esitazione, me la stringe con forza.
-Andrò subito a costituirmi al ministero, entrerò ad Azkaban e spero che tu non abbia avvisato nessuno delle mie intenzioni-.
-Sai Malfoy, non mi sarei mai aspettato questo tipo di decisione da parte tua. Sembri diverso rispetto all’anno scorso. Più adulto. E comunque nessuno ne è a conoscenza, nemmeno Ron e Hermione-.
Malfoy sogghigna maliziosamente. Quando fa così, lo trovo ancora più fastidioso.
-Prima o poi, anch’io dovevo crescere!   Patti chiari però Potter. Il mio processo deve tenersi al più presto. Non voglio marcire lì dentro. Io dirò tutto quello che so, rinuncerò a Malfoy Manor e accetto tutte le perquisizioni e i sequestri necessari ma il resto della ricchezza è mia. Solo mia!-.
-Non temere, tornerai presto a essere il signor Malfoy. A proposito, condoglianze per la perdita di tua zia. Tua madre sarà distrutta dal dolore -.
-Tutti sopravvivremo benissimo alla sua dipartita e poi mia madre ha deciso di seguire mio padre e, a meno che non vengano catturati, non penso che li rivedrò tanto presto!-.
Mollo la presa della sua mano e m’incammino verso l’uscita.
-C’è una cosa però che non capisco. Potevi scappare ovunque e goderti i tuoi soldi dall’altra parte del mondo. E invece fra un paio di ore sarai ad Azkaban. A quale scopo tutto ciò?-.
Lui va verso la finestra, afferra il suo mantello nero, e mi passa davanti per uscire dalla Stamberga; sono convinto che non voglia rispondermi; prima di sparire dalla mia visuale, torna a prestarmi la sua attenzione.
-Avrei tanto voluto andarmene ma … - si guarda attorno, forse, in cerca delle parole giuste –C’è qualcosa che mi tiene legato a questo posto!  Ci vediamo presto Potter!-.
 Abbassa la testa in segno di saluto e se ne va.
Mentre esco anch’io, con direzione la tana, mi sorge spontaneo chiedermi cosa possa essere così interessante da spingere Malfoy a farsi arrestare?
In fondo questi non sono affari miei e, una volta concluso il processo, io e Malfoy non avremo più nulla da spartire.
Ora c’è solo una cosa che m’interessa.
Ginny.
 
 
 
Se solo avessi saputo quanto erano sbagliate le mie previsioni.
 

 
 
 
Eccociiiiiiiiii! Voglio assolutamente le vostre opinioni. Prima di postarlo, l’ho riletto e devo ammettere che mi sono particolarmente emozionata.
Fatemi sapere le vostre critiche sia positive sia negative!
Baci
 

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Capitolo 12
*** Il processo ***


Il Processo.
 
Le temperature, negli ultimi giorni, sono notevolmente aumentate; non c’è più nemmeno un filo di vento a darci un po’ di tregua da questa massacrante aria afosa.
Agosto è quasi terminato e  ho come l’impressione che quest’ estate stia volando via troppo velocemente.
Pian piano le nostre vite si stavano ricomponendo; le mie notti sono ancora popolate dai peggiori incubi ma, a parte questo,tutto stava tornando alla normalità.
Le perdite subite sono state devastanti per tutti noi ma dopo il dolore, è arrivata anche la consapevolezza che abbiamo l’obbligo di vivere questa nuova vita che ci è stata regalata e dobbiamo farlo anche per rispetto a Fred, a Lupin e a Thonks,  che hanno perso la vita per darci quest’opportunità.
La morte di Fred è qualcosa che nessuno di noi dimenticherà mai; è come avere un dolore continuo e perpetuo alla base della schiena che ci segue ovunque andiamo ma, se all’inizio, ci impediva anche solo di muoverci, ora, col passare del tempo, abbiamo imparato a conviverci.
Essere di nuovo tutti assieme è stata sicuramente la cura più efficace.
Passo dopo passo abbiamo ricostruito la nostra casa e ,forse ora, è ancora più bella di prima.
Mamma e papà hanno avuto un gran da fare con tutti noi, soprattutto da quando il ministero ha nominato, mio padre, capo ufficio Auror addetti alla protezione dei babbani.
Lui ne va molto orgoglioso e questa promozione gli è stata d’aiuto per farlo tornare quello di una volta; positivo e con tanta voglia di fare.
Mia madre, invece, ha voluto godersi tutto il suo tempo libero con noi figli; non ha voluto sentire ragioni ed è riuscita a convincere sia Charlie sia Bill a venire qui, alla Tana, per un paio di settimane.
Riaverci qui, tutti assieme, è stata, per lei, fonte di una gioia immensa.
La cosa più difficile è stata ricreare un minimo di rapporto con Percy; George e Ron  hanno  impiegato quasi due mesi per smettere d’insultarlo ogni volta che lo incontravano per casa mentre i  fratelli più grandi hanno cercato di avere un atteggiamento superiore e hanno provato a  coinvolgere Percy in qualsiasi attività riguardasse la famiglia.
Per quanto riguarda me? Io continuo per la mia strada e cioè… cerco d’ignorarlo il più possibile!
Da un paio di settimane però, sia Ron sia Hermione, sono partiti per l’Australia alla ricerca dei coniugi Granger per poterli riportare finalmente a Londra accanto alla loro figlia; anche se ora non si ricordano nemmeno di avercela una figlia!
Da quando mio fratello si è fidanzato con Hermione, sono diventati inseparabili; continuano a litigare ma i momenti in cui fanno pace si fanno sempre più imbarazzanti, per i poveri spettatori costretti ad assistere a questo spettacolo melenso.
Guardandomi allo specchio faccio fatica a notare la stessa ragazza che vedevo tre mesi fa.
I miei genitori si sono impegnati scrupolosamente per farmi riprendere un po’ di peso mentre per il resto, devo ammettere, che quest’aria “di casa” ha contribuito a fare tutto il resto.
Se da una parte, il mio aspetto è decisamente migliorato, dall’altra parte, il mio umore,  è diventato altalenante; sono successe talmente tante cose che, forse, non sono ancora riuscita a prenderne pienamente coscienza.
Di solito alterno momenti di spensieratezza ad altri momenti in cui un po’ mi rabbuio e tendo ad isolarmi dal gruppo ma sento, anche,  di essere sulla strada buona per tornare ad essere, la cara e vecchia Ginny di cui sento la mancanza.
In questo percorso “di rinascita” non posso negare che un ruolo centrale lo sta avendo proprio lui.
Harry.
Se all’inizio, finita la guerra, non ero molto socievole e preferivo starmene da sola, lui ha avuto la costanza di starmi accanto. Si è inventato qualsiasi cosa per risollevare il mio umore, ha perdonato le mie sfuriate senza nemmeno sentire le mie scuse, non si è mai avvilito e, con pazienza, ha saputo  farmi sentire come non era mai riuscito a fare.
Nelle rare occasioni in cui ha dovuto allontanarsi dalla tana per andare al ministero, ho addirittura dovuto pregarlo di andare senza di me perché voleva, a tutti i costi, portarmi con lui, ovunque, per questa sua nuova fissazione di non volermi  lasciare sola.
Dice sempre che appena sono sola tendo a incupirmi.
La colazione è pronta. Finisco di vestirmi quando sento qualcuno bussare alla mia porta.
-Avanti!-
Come volevasi dimostrare.
-Sono venuto ad assicurarmi che fossi pronta!-. Un sorridente Harry fa capolino nella mia stanza.
Con il suo nuovo taglio di capelli corti, la sua carnagione leggermente abbronzatura e il volto non più tumefatto, Harry sembra un'altra persona, da quella che ho rivisto nella stanza della Necessità tre mesi fa.
Sono convinta che dal momento esatto in cui Voldemort è morto, Harry è come se fosse rinato per la seconda volta e stesse vivendo una vita completamente diversa da quella precedente.  Il suo sorriso e la sua positività sono terapeutici per chiunque gli stia accanto.
-Pronta per cosa?-. Harry viene a sedersi vicino a me, sul letto .
-E’ arrivato un Gufo da Kingsley. Hanno anticipato l’udienza. Gli avvocati di Malfoy sono riusciti ad ottenere che questa sarà l’ultima ed oggi stesso si arriverà alla sentenza-.
Tutto il mio corpo s’irrigidisce.
L’ultima volta che avevamo parlato di questa cosa era circa un mese fa ed io avevo acconsentito, senza esitare,  a testimoniare davanti alla corte.
Harry è sempre stato molto coinvolto in tutti i processi contro i mangiamorte ma, questo, è sicuramente quello più atteso dall’intero mondo magico.
Faccio fatica a pensare a Draco ma non potevo di certo rifiutarmi di andare a testimoniare, quando Kingsley è venuto fin qui per chiedere la mia disponibilità.
L’ultima volta che l’ho visto mi aveva detto che sarebbe scappato dall’altra parte del mondo e una settimana dopo sono venuta a sapere  dalla Gazzetta del Profeta, che si era consegnato spontaneamente agli Auror. Quando lessi la notizia, rimasi sorpresa; sentii un certo moto di orgoglio nei suoi confronti ma poi percepì, dentro di me, che qualcosa si era spezzato non tanto nei suoi confronti ma verso l’intera situazione.
Da quando son torna a casa mia e alle mie abitudini, ho cercato in tutti i modi di tener lontano il suo pensiero come se quello che avevamo passato insieme, l’anno scorso, appartenesse a un’altra vita, molto lontana ormai da me.
La sua famiglia fu catturata tre settimane dopo la sua consegna e, a inizio luglio, iniziò il processo contro l’intera famiglia Malfoy.
I tre imputati (Lucius, Narcissa e Draco) furono interrogati durante la prima udienza fornendo testimonianze diametralmente opposte tra di loro e, da quel momento, Draco decise di non partecipare più a nessuna udienza.
Il padre che accusava il figlio e il figlio che accusava il padre; invece di unirsi davanti alle difficoltà, si erano separati per sempre.
Non chiesi mai a nessuno, di cosa stava succedendo in quell’aula; mi limitavo soltanto a leggere le ultime notizie sul giornale.
Viste tutte le condanne definitive agli altri mangiamorte, anche per Lucius si prospettava un’altra sentenza di quel tipo mentre le posizioni di Narcissa e di Draco erano sicuramente meno compromesse.
La mia testimonianza prevista fra due settimane era considerata una delle più decisive, insieme a quella di Harry, per l’assoluzione o la condanna di Draco.
Harry si presentò  davanti alla corte,  la settimana scorsa, per essere sottoposto a  due ore d’interrogatorio ferrato; raccontò l’esatta verità senza mai trascendere in commenti di vario genere.
 Non andai in tribunale per mia scelta e, alla sera, fu lo stesso Harry ad aggiornarmi su tutto.
Decisi di non accompagnare nemmeno Neville e Luna il giorno delle loro testimonianze ma anche loro non giocarono brutti scherzi e confermarono la tesi per cui Draco Malfoy non si era mai comportato da vero mangiamorte ma, nonostante questo, sembrava che il marchio che portava al braccio pesasse più di tutte le testimonianze a suo favore.
-Ah!-. Non sapevo cosa dire; non mi piaceva parlare di questo processo anche perché non ero mai entrata in un tribunale e ora dovevo addirittura testimoniare e ciò, mi riportava a rivivere tutto quello che mi era accaduto.
Non ho mai raccontato nulla ad Harry di quello che era venuto a costruirsi con Malfoy soprattutto da quando avevo capito che quella specie di conoscenza era definitivamente chiusa… anche se oggettivamente non c’era un granché da raccontare, fatta eccezione per la notte di Natale.
Metto subito a tacere quella piccola parte di me che ancora protesta nel sentire queste cose.
L’unica cosa che temo è che, durante la mia testimonianza,  venga fuori qualche dettaglio che non ho mai raccontato a nessuno, soprattutto ad Harry.
-Andrà tutto bene e se dovessi sentirti a disagio nel rivivere certe cose, farò sospendere l’udienza-. Prese la mia mano e me la baciò leggermente.
-Posso farti una domanda?-.
Annuì senza smettere di baciare la mia mano.
-Secondo te cos’ha convinto Malfoy a costituirsi?-.
Era l’unica domanda che continuo a farmi senza mai riuscire a trovarne la risposta.
Harry alzò la testa di scatto; i suoi occhi esitarono  un attimo a fissare la stanza per poi ricomporsi.
-Non ne ho idea-.
-Pensi che lo condanneranno?-.
Scrolla le spalle e comincia a giocherellare con una ciocca dei miei capelli.
-Le testimonianze sono quasi tutte a suo favore ma le prove contro di lui sono pesanti come macigni. Vedremo! La cosa importante è che no,i ci siamo comportati lealmente senza fargli colpi bassi-.
-Come sei saggio stamattina…- Lo guardo e sento la serenità impossessarsi del mio corpo. E’ questo il potere che ha lui su di me.
-Non vedo l’ora che anche questa storia finisca e finalmente diremo addio anche a Malfoy,  comunque vada quest’udienza!-.
Addio a Malfoy.
Queste parole m’incupiscono; e so che non dovrebbe essere così anche perché non lo vedo da mesi e molto probabilmente non ci sarà nemmeno oggi,  all’udienza, anche se da una parte vorrei quasi rivederlo per essere sicura che stia bene.
-E poi riprenderemo il nostro discorso su…-.
Lo interrompo prima che ricominci ad elencarmi i pro e i contro della sua grandiosa idea , che ha continuato a decantare per tutta l’estate.
La convivenza.
Gli poso un dito sulle sue labbra e lui si zittisce, guardandomi un po’ offeso.
-Non guardarmi così. Pensavo fossimo d’accordo che dobbiamo fare le cose con calma. Abbiamo saltato così tanti passaggi io e te. Voglio fare le cose per bene e la convivenza toglierebbe un po’ di quella spensieratezza che c’è ora, tra di noi.  Ci meritiamo di essere felici e senza pensieri per un po’ di tempo. Solo Harry e Ginny che si frequentano e sono felici di stare assieme!-.
Harry sposta il viso dalla mia mano e si avvicina al mio orecchio con un’aria che conosco fin troppo bene.
-Non mi piace la parola “frequentarsi”. Tu sei la mia bellissima, intelligentissima e pazzeschissima  fidanzata-.
Conosco bene quali sono le sue intenzioni quando inizia a parlare con quel tono di voce.
-Ok fidanzato! Ora scendiamo o vuoi propinarmi un’altra grandiosa idea delle tue??-.
Mi avvicino e con un gesto improvviso lo spingo indietro; finisce sdraiato sul letto mentre io scappo via ridendo.
Chiudo la porta ancora sghignazzando ma m’interrompo quando nella mia mente appare un’immagine di me e Malfoy, mentre ci baciamo sul pavimento,  la notte di Natale.
Molte volte sono stata sul punto di raccontare tutto a Harry ma poi non l’ho mai fatto.
 Non tanto perché non ho trovato il coraggio ma piuttosto perché, quando ci penso, mi sembra così irreale come se fosse successo solo nella mia immaginazione!
Questa è la realtà, quello che ho passato con Malfoy, fa parte di una vita precedente.
O almeno di questo era convinta.
 

 
Cammino su e giù per il corridoio davanti all’aula; Harry siede tranquillo vicino a Neville, anche lui qui per sentire la sentenza. Lo conosco troppo bene per non sapere che dentro di lui c’è la speranza che tutti e tre i Malfoy vengano condannati. Non ha mai perdonato Draco per tutte quelle che gli ha fatto passare durante  i suoi sette anni ad Hogwarts.
Non sono molto concentrata su quello che Neville sta raccontando riguardo il suo viaggio a Edimburgo con Luna; ho le gambe che mi tremano e la testa in confusione totale.
Mi guardo allo specchio e mi do una sistemata ai capelli; pensavo di mettere qualcosa di più serioso ma poi il caldo ha avuto la meglio sulla serietà e ho optato per un vestitino estivo, blu scuro.
-Ginny ci siamo!-.
Mi volto e vedo Neville ed Harry in piedi, davanti a loro c’è il cancelliere del processo che ci ha invitato ad accomodarci in aula.
Harry mi porge la mano e l’afferro;mi faccio condurre dentro, senza dire una parola.
Davanti a me seduti su una grande gradinata sono seduti i 150 membri della corte del Wizengamot, al centro in una grande scrivania siede Kingsley.
Harry mi conduce alle panche, posizionate in fondo all’aula; noto che ci sono quasi un centinaio di persone lì sedute, venute per assistere alla fine della dinastia dei Malfoy.
Almeno loro sono silenziosi, rispetto all’ondata di giornalisti che ci ha quasi assalito all’entrata del Ministero.
Mi accomodo nell’ultima panca libera, accanto ad Harry; Neville si siede davanti a noi.
Le mie mani sudano freddo e credo di aver quasi fermato la circolazione del sangue alla mano di Harry che continuo a stringere, con forza, tra le mie.
Harry si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.
-Non hai nulla da temere. Devi solo dire quello che sai e che hai visto. Poi ce ne andiamo. Ok?-.
Sto per rispondergli quando da una porticina, proprio di fronte a dove siamo entrati noi,escono due Auror con altre due persone che devono essere i difensori della famiglia Malfoy e, dietro di oro…eccoli!
Narcissa e Lucius Malfoy!
Hanno un aspetto orribile; Lucius deve aver perso almeno una ventina di chili mentre Narcissa ha i suoi lunghi capelli sporchi, legati in uno chignon fatto malissimo. Hanno entrambi la solita divisa da Azkaban: pantalone nero e maglia dello stesso colore.
Bhè sul colore non possono di certo lamentarsi!
Distolgo lo sguardo da loro perché guardarli mentre fingono di essere loro le vittime, mi fa quasi passare la voglia di essere lì ma poi rifletto sul fatto che non sono venuta fin qui per loro ma per…
Sento di nuovo la porticina aprirsi e non ho bisogno di alzare la testa per capire chi ha appena fatto la sua entrata nell’aula. Sento tutta l’aula trattenere il respiro alla sua vista; persino Harry è stupito di vederlo lì.
Ed e’ proprio  Neville che conferma i miei timori.
-Non si fa vedere per tutto il processo e viene qua solo oggi. Che faccia tosta!-. Fa uno scambio di battute con Harry e si gira di nuovo.
-Che strano! Pensavo avesse deciso di non voler uscire dalla sua cella!-.Harry ha ragione, perché non è rimasto ad Azkaban?
Mi faccio coraggio e lentamente alzo la testa; mi sporgo leggermente in avanti perché, fortunatamente,  Neville, con la sua altezza, mi copre la totale visuale.
Lo vedo passare dritto davanti a suo padre, senza nemmeno salutarlo, e andare a sedersi qualche metro più in là rispetto a sua madre.
Lucius e Narcissa si tengono le mani ma solo lei sembra emozionata nel rivedere il figlio; Draco siede con la sua solita postura sicura di sé e non rivolge nemmeno uno sguardo  alla donna che chiamava madre fino a qualche mese fa ma, anzi, la evita accuratamente.
Le cose devono essersi complicate tra i membri della famiglia Malfoy; anche se penso che la voglia di Lucius di essere rilasciato supera qualsiasi cosa, sarebbe capace di accusare chiunque pur di uscire da Azkeban.
Rimango catturata nell’osservare Draco; non sembra particolarmente sofferente ma solo arrabbiato! Il volto è un po’ scavato ma per il resto sembra in forma.
Cerco di trattenere un sorriso che vuole comparire sulle mie labbra; non mi aspettavo di vederlo e ora che è davanti a me, mi sento quasi rassicurata.
Vedo la testa di Malfoy girarsi nella mia direzione e, d’impulso, mi rannicchio sulla sedia per scomparire dietro la schiena di Neville.
Non sono pronta a questo contatto visivo; gli avevo già detto addio tre mesi fa, mi aveva detto che sarebbe partito, e quando si è costituito ho dovuto affrontare l’ipotesi che un giorno lontano lo avrei rivisto.
Mi ero abituata all’idea ma, solo adesso su questa sedia, mi rendo conto che non sono preparata a rivivere tutto.
Immersa nei miei pensieri non mi rendo nemmeno conto che Kingsley si è alzato in piedi e ha cominciato a parlare; l’aula è immersa in un silenzio inquietante.
-La corte ha accolto la richiesta dei difensori e procede all’ascolto dell’ultima testimone prima della sentenza che verrà letta oggi pomeriggio alle 17-. Detto ciò si risiede e, da un angolo della scrivania, prende un grosso fascicolo e inizia a sfogliarlo.
Intanto il cancelliere che ci ha condotto in aula, poco fa, si dirige verso il centro della stanza  dove è posizionata l’enorme poltrona,  dove solitamente vengono fatti accomodare i vari testimoni.
Qualche anno fa su quella stessa poltrona si trovava la signora Finn, venuta a testimoniare la presenza dei dissennatori con la piccola differenza che, quella volta, l’imputato era Harry.
-E’ chiamata a testimoniare la signorina Ginevra Weasley-. La voce del cancelliere non è per niente rassicurante.
Tutti i presenti cominciano a girarsi per vedere dove si trovi la testimone, persino Neville si gira per guardarmi.
-Vai Ginny. Solo la verità e andrà tutto bene-.  Mentre mi sussurra queste parole, Harry, mi aiuta ad alzarmi.
Faccio un lungo respiro, mi faccio coraggio e m’incammino verso il centro dell’aula senza degnare nessuno di uno sguardo.
Quando passo davanti al banco degli imputati abbasso un po’ la testa per evitare che un certo qualcuno possa entrare nel mio campo visivo e distruggere tutta la mia sicurezza.
Vado di fronte al cancelliere che mi fa segno di accomodarmi sulla sedia; obbedisco e tiro un’occhiata ai membri della corte.
Non mi giro mai alla mia sinistra per non tradire i miei propositi ma sono quasi sicura che due occhi grigi mi stiano fissando insistentemente.
In fondo come dargli torto? Questo è il momento della verità. Sarei anch’io nervosa se mi trovassi nella sua situazione.
-Signorina Weasley giura solennemente di raccontare la verità, nient’altro che la verità?-
Fisso Kingsley.
–Sì-. La mia voce risuona forte e chiara. Sono sollevata dal fatto che non sia trasparsa la mia agitazione.
-Lei è pienamente cosciente che qualsiasi dichiarazione falsa le sarà incriminata?-.
-Sì-. Mai avuto intenzione di raccontare bugie, anche se probabilmente molti dei miei problemi si risolverebbero se confermassi a tutti la colpevolezza dei Malfoy. Non lo farei mai comunque, per principio.
-Può consegnarmi la sua bacchetta?-.
Senza esitare afferro la bacchetta dalla cintura del vestito e la porgo al cancelliere che, senza indugi, la prende e la va a consegnare a kingsley.
Il primo ministro la controlla per poi fare un cenno di assenso al cancelliere che va ad accomodarsi ai piedi della scrivania, pronto a scrivere ogni mia parola.
-Possiamo cominciare-. Kingsley mi guarda per un attimo e ho quasi l’impressione che mi abbia fatto l’occhiolino.
Sento dalla mia sinistra qualcuno alzarsi e nemmeno adesso, mi giro a controllare.
Di fronte a me compare un signore alto, senza capelli e con un’aria molto sofisticata, di una sessantina di anni o poco più; i suoi occhi mi studiano da dietro un paio di occhiali neri.
Il difensore di Draco Malfoy. Devo aver visto una sua foto, qualche settimana fa, sulla Gazzetta del Profeta.
-Signorina Weasley, da quanto tempo conosce il signor Malfoy?-.
Sto quasi per rispondere ma poi m’interrompo.
-Di quale dei due stiamo parlando?-. Alle mie spalle si solleva un forte rumorio, sento anche qualcuno ridere e, non ne sono certa, ma mi sembra di sentire anche il ghigno di Draco.
Il difensore si spazientisce e fa ancora un passo nella mia direzione; il suo sguardo non sembra promettere nulla di buono.
-Da quanto tempo conosce il signor Draco Malfoy?-. Pronuncia la frase scandendo parola per parola, come se stesse parlando con una ritardata di mente.
-Ancora prima che iniziassi ad andare a Hogwarts-.
Il difensore comincia a camminare avanti e indietro davanti alla corte.
-E’ vero che il signor Lucius Malfoy, circa sette anni fa, le infilò di nascosto nella sua borsa il diario di Tom Riddle che solo in seguito si rivelerà essere, niente di meno, che un Horcrux?-.
-Sì-. Pura e semplice verità.
-E’ vero che lei, per colpa di quel diario, ha quasi rischiato di morire?-.
-Vero-. Quel ricordo mi provoca una piccola fitta allo stomaco. Non mi piace mai ricordare il mio primo anno di Hogwarts. E’ una cosa che ancora oggi faccio fatica anche solo a parlarne.
-Signori della Corte basterebbero queste semplici tre risposte per convincervi che il signor Lucius Malfoy è sempre stato un mangiamorte e che ha provato ad uccidere maghi e streghe innocenti, ancora prima che Voldemort tornasse!-. Parla con  tale enfasi che riesce a catturare l’attenzione di tutti su di sé.
-Ma proseguiamo… Signorina Weasley quando ha avuto la certezza che Lucius Malfoy era un mangiamorte?-.
-Fu, alla fine del torneo tremaghi, quando Harry Potter raccontò…-.
-No signorina, le ho chiesto quando lei ha avuto la certezza che Lucius Malfoy fosse un mangiamorte, non quando l’è stato riportato!-.
Quest’uomo sarà pur bravo ma non mi piace per niente.
-Alla fine del mio quarto anno, proprio qui al ministero. Voleva che gli consegnassimo  la profezia e ha cercato di uccidere me e tutti i miei amici. Lui e Bellatrix Lestrange-.
La mia risposta è seguita da un lungo silenzio; il difensore continua a guardare la giuria, dandomi le spalle.
-Signori della Corte, io ho terminato-.
Sembra quasi fare un inchino davanti alla Corte per poi tornare a sedersi, immagino, accanto al suo assistito.
Da queste brevi parole ho capito solo due cose.
Uno. La posizione di Lucius Malfoy è molto compromessa e la sua condanna si fa sempre più vicina.
Due. Draco non ha voluto farsi assistere da un difensore diverso da quello dei suoi genitori.
Kingsley termina di prendere i suoi ultimi appunti, alza la testa e guarda verso il banco degli imputati.
-Il difensore di Lucius e Narcissa Malfoy vuole porgere delle domande alla teste?-.
Mi fisso insistentemente le mani  per resistere alla tentazione di girarmi e guardare l’unica persona che, sono sicura, mi stia ancora scrutando.
-No, anche noi siamo a posto-. Era prevedibile. Non avrei mai potuto raccontare nulla di positivo nei confronti dei coniugi Malfoy e quindi è molto più conveniente, per loro, farmi stare zitta.
-Bene allora possiamo procedere alle domande da parte della stessa corte-. Kingsley indica un uomo minuto accanto a se che, lentamente, si alza in piedi; non alza nemmeno la testa per guardarmi .
-Allora signorina Weasley, sappiamo da varie testimonianze che i rapporti della sua famiglia con quella dei Malfoy non sono mai stati idilliaci. Vuole raccontarcelo lei, con parole sue?-.
La sua voce è molto più gentile e dolce rispetto al tono brusco del difensore di Draco.
-Diciamo che la famiglia Malfoy non ha mai perso occasione per disprezzarci sia in pubblico sia in privato e noi, da parte nostra, non abbiamo mai avuto molta stima nei loro confronti.  Abbiamo avuto, sempre, idee molto diverse su molte cose-.
-Perfetto. In un recente verbale lei ha raccontato che ha avuto la certezza che Draco Malfoy fosse diventato un mangiamorte la notte della morte di Albus Silente. Avevate dei sospetti anche prima?-.
-Non erano proprio dei sospetti. Solo che io e altri grifondoro avevamo notato delle anomalie nei suoi comportamenti. Non partecipava più alle varie cene, non giocava più a Quidditch e non girava più con la sua solita cerchia di amici. Stava sempre da solo. C’eravamo un po’ insospettiti ma da qui a essere certi che fosse un mangiamorte, questo no!-. Mi ricordo ancora quando Harry sosteneva che Draco fosse stato marchiato e noi, tutti, lo prendevamo per pazzo.
-ok. Veniamo a quest’anno-. Il piccolo uomo prosegue nella lettura delle domande. –Lei ha raccontato al primo Ministro, in data 16 giugno, che ha rivisto il signor Malfoy sul treno per Hogwarts circa un anno fa e successivamente di aver aggredito l’imputato; la sera stessa è stata praticata, su di lei, la maledizione cruciatus. Chi è stato l’artefice dell’attacco nei suoi confronti?-.
-Alecto Carrow e suo fratello… -.
-Il signor Malfoy era presente?-. Ora non sembra più così disponibile a farmi parlare; ho il timore di non riuscire a spigare per bene come siano andate le cose.
-No. I fratelli Carrow mi hanno trascinato fuori dall’ufficio in malo modo. Pensavo di essere svenuta ma, a un certo punto, qualcuno mi ha fatto rialzare. Era Malfoy. Gli ho chiesto, quasi supplicandolo, di aiutarmi ed è stato lui ad accompagnarmi fino alla Torre di Grifondoro-. So di aver modificato un po’ la storia, dimenticandomi di qualche dettaglio ma non voglio che si sappiano cose fin troppo personali. Cosa mai può cambiare nel raccontare alla corte che è stato Malfoy a prendermi in braccio di sua volontà dopo avermi detto che non era stato lui a fare la spia?
L’intera aula è concentrata su di me; non si sente il minimo rumore.
-Il Signor Malfoy le ha mai lanciato qualche maledizione senza perdono?-.
-No. Una volta mi ha scagliato contro uno Stupeficium su ordine di Alecto Carrow. Ho sbattuto la testa contro il muro e non mi ricordo cos’è successo dopo. Quando mi sono risvegliata ero già in infermeria-.
Ricordo perfettamente quell’episodio anche perché è accaduto pochi giorni prima di Natale. E la mia memoria sa perfettamente che, in quell’occasione, Draco mi ha lanciato una maledizione cruciatus ma nessuno può dimostrarlo se non Alecto Carrow che ormai giace sotto terra.
Ho promesso a Malfoy che lo avrei aiutatoa uscire da Azkaban e raccontare della cruciatus non lo aiuterebbe sicuramente. Mi costa fatica ma non tradirò la promessa che gli ho fatto.
-Quindi sta affermando che Draco Malfoy non ha mai pronunciato una maledizione senza perdono di fronte a lei. Allora perché Madama Chips ha confermato che lei è finita in infermeria per aver subito una maledizione senza perdono, in seguito a un forte trauma cranico?-.
Mi agito sulla sedia; non mi aspettavo fossero in possesso di tutte queste informazioni.
-In quel corridoio eravamo io, Draco Malfoy e Alecto Carrow. Sono certa che lo stupeficium sia provenuto da Malfoy ma poi ho perso i sensi. La maledizione cruciatus non so chi l’abbia scagliata ma non mi sorprenderei se fosse stato lo stesso Alecto;  non era una novità per lui, esercitare quel tipo di punizione su di me!-.
L’ometto sembra incuriosito dalla mia risposta.
-Ha visto il signor Malfoy praticare qualche maledizione senza perdono su qualcun altro? Su qualche sua amica, per esempio?-.
-No mai. Non l’ho mai visto-. Inizio a giocherellare con l’orlo del mio vestito.
-Ha mai visto il signor Malfoy chiamare gli altri mangiamorte tramite il Marchio nero?-.
Rispondo senza riflettere.
- Malfoy teneva coperto il Marchio-.
Vedo molti volti interdetti di fronte a me ed è proprio vedendo la confusione nei loro occhi che, d’impulso, mi giro verso il banco degli imputati.
Ed eccolo lì.
Sporto in avanti sulla sedia, sorpreso quanto gli altri dalla mia risposta, che mi guarda incredulo.
Non so cosa fare; mi viene quasi voglia di chiedergli aiuto ma poi mi guardo in giro e ritorno ad essere lucida; i lineamenti del volto di Draco sembrano addolcirsi dopo aver sentito la mia risposta.
Mi regala un piccolo sorriso di cui, probabilmente, sono l’unica a notarlo.
Resto incantata a fissare quel suo sorriso; ho l’impressione di essere tornata qualche mese fa, io e lui, sulla torre di Astronomia dopo che lui mi aveva dato buone notizie su Luna e la mia famiglia.
E’ come se, anche in questo momento, mi stesse confortando come quella notte di mesi fa, con la piccola differenza che ora  dovrebbe essere lui ad essere confortato da me e invece…
-Non ho mai visto il Marchio perché, un paio di volte, ho notato che Malfoy  copriva l’intero avambraccio sinistro con  una fasciatura bianca. Non ho mai visto il Marchio perché lo teneva nascosto. Lui stesso me l’ha detto!-.So perfettamente quando ho visto quella fasciatura e so anche che, Malfoy, sta pensando alla stessa cosa.
La notte di Natale.
Sento il mio volto arrossire leggermente ma per fortuna, Kingsley interrompe i miei viaggi mentali.
-Signorina Weasley può dirmi cosa le ha detto Draco Malfoy sul perché tenesse coperto il marchio?-. Rispondere a Kingsley è molto più facile.
-Sì. Un pomeriggio, camminando per i sotterranei, ho sentito delle urla e mi sono spaventata pensando che stessero torturando qualcuno a me caro. Sono arrivata davanti a un’aula e ho trovato Malfoy fuori dalla porta. Volevo entrare per controllare ma lui me l’ha impedito e poi, sotto mia insistenza, ha confessato che, dentro la stanza, stavano marchiando un altro ragazzo. Ed è in quell’occasione che mi ha spiegato perché lo teneva nascosto-.
 I fatti non sono andati proprio così ma cosa cambia? Il concetto è sempre quello: il marchio era ben nascosto.
-E  perché lo teneva coperto?-Kingsley sembra molto interessato a questa parte della storia.
-Ha detto che da quando aveva dieci anni, era cosciente del fatto che, prima o poi, si sarebbe dovuto marchiare. Ha detto che, se non fosse stato Voldemort a ordinarglielo, sarebbe stato comunque suo padre ad obbligarlo a marchiarsi.  Non gli piaceva quel Marchio anche perché, diceva, che non c’era bisogno di vederlo per capire quando Voldemort chiamava-. Parlo tutto d’un fiato senza riflettere nemmeno tanto su quello che sto raccontando.
Kingsley sembra incantato dalle mie parole e, dal silenzio alle mie spalle, credo di aver fatto lo stesso effetto anche su tutta l’aula.
Vorrei trattenermi ma decido di guardare Draco ancora una volta.
Noto che è seduto sull’orlo della sedia col corpo girato verso la mia direzione, concentrato ad ascoltare le mie parole;  quando i nostri occhi s’incontrano, i suoi brillano di una luce strana.
Gratitudine mischiata a sorpresa o forse sente, solo, avvicinarsi il profumo della libertà.
Non so cosa si aspettava da me ma questo è tutto quello che posso fare per lui; mi ricordo ogni parola che mi ha detto e, anche se ho chiuso quei mesi passati con lui in un piccolo cassetto dentro di me, non potevo agire diversamente.
-La corte ne prende atto. Lei conferma quello che aveva già sostenuto e cioè che Malfoy la coprì, per una sua infrazione del regolamento, davanti a Piton e uccise Greyback mentre stava per morderla?-.
-Sì. Assolutamente-.
Kingsley sembra soddisfatto della mia sinteticità.
-Credo non ci siano altre domande sempre che qualche membro della corte non voglia aggiungere altro?-.
Kingsley si gira per controllare che nessuno voglia intervenire; sta per congedarmi quando noto alla destra del primo ministro, un braccio alzarsi.
-Primo Ministro, io vorrei porgere ancora una domanda  alla ragazza visto che mi risulta essere una testimone chiave-.
Kingsley annuisce e riapre il fascicolo che aveva appena provveduto a chiudere.
Una donna, un po’ rotondetta ma con un’aria intelligente si alza, si toglie gli occhiali e per qualche secondo sembra riflettere su qualcosa che a noi non è dato ancora sapere.
-Mi scusi signorina Weasley. Un quarto d’ora fa al difensore del signorino Malfoy ha confermato che tra la sua famiglia e quella dei Malfoy non ci siano mai stati buoni rapporti, anzi! Mentre adesso ci ha raccontato di un Draco Malfoy… come vogliamo definirlo? Gentile?Umano?  Che le ha addirittura salvato la vita un paio di volte! Ci aiuti a capire. C’è qualcosa che non torna-.
Mi correggo: questa donna è molto intelligente.
Sento le mie mani tremare; questo non era previsto.
Ora cosa m’invento? Non posso certo raccontare tutta la verità?!?
-Io ho raccontato solo quello che ho visto con i miei occhi. Non ho mai detto che Draco Malfoy sia una brava persona. Le nostre famiglie non si sopportano, noi non abbiamo niente in comune e molto probabilmente torneremo a odiarci, come abbiamo sempre fatto, ma da qui a dire che Draco Malfoy sia un assassino o una bestia come suo padre… questo no! Lui è tra le persone che devo ringraziare; non sarei qui se lui non avesse ucciso Greyback!-.
So che avrei potuto rispondere altro ma sinceramente è la prima cosa che mi ‘è venuta in mente. Chi può dire cosa succederà se dovessero assolvere Draco.
La donna dall’aria astuta mi sorride, come se avesse ricevuto la risposta che si aspettava, per poi riaccomodarsi al suo posto.
-Per noi è tutto, signorina. Può tornare al suo posto-. Kingsley mi fa segno di alzarmi e sono raggiunta dal cancelliere che mi restituisce la bacchetta;  l’afferro e, senza farmelo ripeter due volte, scendo dalla pedana e mi dirigo verso il mio posto, vicino ad Harry.
Passo a fianco a Lucius Malfoy, senza degnarlo di uno sguardo.
-Come sta tuo fratello Fred? Ah no, volevo dire George. Dimenticavo che l’altro è sotto terra-.
Mi blocco sul posto, non certa di aver ascoltato quelle parole; mi giro alla mia destra e trovo conferma dal modo in cui Lucius Malfoy mi sta guardando.
E’ un suo vile tentativo di provocarmi.
Il mio sistema nervoso scatta all’istante, bandendo dal mio corpo qualsiasi briciola di razionalità.
Sia Draco sia Narcissa, rimangono interdetti da quello che ha appena detto il loro capo famiglia ma sembrano ancora più preoccupati nel vedermi avanzare verso Lucius mentre quest’ultimo non sembra nemmeno accorgersi della mia vicinanza.
Draco senza staccarmi gli occhi di dosso, si alza lentamente dalla sedia, pronto a scattare; anche l’intera aula torna ad ammutolirsi.
 Sto quasi per reagire con le mani ma poi, guardandolo in faccia, cambio idea; a cosa servirebbe aggredirlo? Reagire alla sua provocazione sarebbe come fargli capire che è ancora in grado di ferirmi; e così non è.
-Non puoi immaginare quanta pena tu mi faccia. Non ti è rimasto niente.  Persino tuo figlio si è rivoltato contro di te-. Aspetto che Lucius mi risponda ma nulla. I suoi occhi sembrano spegnersi.
- buona vita ad Azkaban-. Guardo per l’ultima volta Draco che appare rilassato, nel vedere il padre non reagire.  Ho l’impressione che voglia dirmi qualcosa ma i suoi occhi, in questo  momento, comunicano  molto di più  di inutili parole.
So che vorrebbe ringraziarmi ma ormai lo conosco fin troppo bene per non capire che, in questo momento,  è in seria difficoltà e non sa nemmeno lui cosa dire.
Gli sorrido e con le labbra sussurro due semplici parole e torno verso il fondo dell’aula, dove trovo Harry in piedi ad aspettarmi.
Buona Fortuna.
 

 
Finita l’udienza, non ho dovuto insistere molto per convincere Harry a tornare a casa.
Ero fin troppo stufa di quell’aula di Tribunale e, a dirla tutta, mi sentivo troppo agitata per stare tutte quelle ore, in un corridoio, in attesa della sentenza.
Comunque vadano le cose sento di aver fatto tutto quello che potevo, per ristabilire la verità.
E’ vero che potevo raccontare molto di più, ma confessare la parte mancante della storia sarebbe servito solo a distruggere tutto quello che lentamente stavo ricostruendo.
Harry ed io siamo venuti a fare due passi a Diagon Alley; la cittadina sta finalmente tornando quella di una volta: i negozi hanno, quasi tutti, riaperto con le loro attività e la gente passeggia tranquilla per le vie della città.
Passando davanti al negozio di Olivander, mi fermo davanti alla vetrina ancora coperta da fogli di giornale.
Guardare quel posto mi fa tornare in mente l’ultima volta che sono entrata lì dentro con Draco; forse sarei dovuta rimanere al Ministero visto che l’ansia infine di diminuire, sembra aumentare.
Vorrei solo sapere che è stato assolto per poter scrivere la parola fine a tutta questa storia e non avere questo  pensiero fisso sul destino di Malfoy, che mi porto dietro da troppo tempo.
Harry che, era distratto a parlare con un passante, mi raggiunge e, anche lui, si sofferma a guardare il nostro vecchio e caro negozio di bacchette.
-Chissà quando riuscirà a cominciare la ristrutturazione!-.
La sua voce mi riporta alla realtà.
-Cosa???-. Harry mi passa un braccio sulle spalle e avvicina il mio volto al suo; appoggio la mia fronte alla sua guancia e respiro un po’ del suo profumo.
Harry ha sempre un effetto tranquillizzante su di me; con lui tutto è semplice e naturale. Devo ammettere di non averlo mai visto così coinvolto come in questi ultimi mesi.
-Sei preoccupata per qualcosa?-.
-Voglio solo chiudere definitivamente col passato. Non voglio più ricordare quei momenti-. Harry mi da un leggero bacio sulla fronte, mentre continua ad abbracciarmi.
-E’ finita Ginny. C’è solo il futuro davanti a noi!-.
Sorrido e poi c’ incamminiamo abbracciati verso le vie di Diagon Alley; Harry, ogni tanto, mi da qualche bacio ed io mi godo a pieno questo momento quasi perfetto.
-Vieni!- Mi prende la mano e mi spinge dentro un negozio.
Appena entro mi accorgo subito di dove mi trovo: una gioielleria.
E’ la gioielleria più rinomata all’interno del mondo magico; tutti i maghi più potenti sono passati di qui per comprare qualche cimelio di famiglia.
-Harry perché siamo entrati?-. E’ da quando sono piccola che ho sempre sognato di entrarci.
-Un attimo di pazienza e lo saprai-.
Si avvicina al bancone centrale e, un po’ eccitata, lo seguo. Qui dentro, ovunque ti giri, c’è qualcosa che brilla.
Da dietro una porticina compare una donna bionda che non può avere più di cinquant’anni; indossa  un elegantissimo tubino nero con  i capelli raccolti in una lunga treccia.
-Buonasera signor Potter, non l’aspettavo fino a domani!-.
Harry le stringe la mano per poi indicarmi con un dito.
-Le presento la mia fidanzata. Ginevra Weasley-.
La signora mi sorride calorosamente; arrossisco quando noto che entrambi sembrano incantati a fissarmi.
-Signorina Weasley, e’ da molto tempo che avevo la curiosità di conoscerla e devo ammettere che aveva ragione il suo fidanzato. Le foto non rendono giustizia alla sua bellezza-.
-La ringrazio-.
-Non mi dia del lei, mi chiami pure April-.
-Ok April-.
Harry si avvicina a me.
-Allora  April, ora che l’ha vista coi suoi occhi, confermiamo tutto?-.
April sembra riflettere sulla domanda.
-Signor Potter non poteva scegliere niente di migliore-.
Harri si rilassa visibilmente.
-Allora direi che possiamo concludere-.
April  si gira e torna dietro la porta da dove poco prima era uscita.
-Harry, cosa…-.
Non termino nemmeno la frase che ecco ricomparire April davanti a noi.
-Ecco a lei Signor Potter-. Posa una scatola verde scuro, a forma di scrigno, davanti a noi.
Rimango incantata a vedere quel piccolo pacchetto e non mi accorgo neanche che April sta per congedarsi.
-E’ molto fortunata signorina Weasley. Devo ammettere che questa volta, i folletti hanno superato loro stessi-.
Fa un piccolo inchino e scompare dietro la porta, lasciandomi nella più totale confusione.
-Volevo dartelo domani ma, prima, vedendoti così…-. Sembra in difficoltà su come terminare la frase. -Spero solo di poterti migliorare un po’ la giornata!-.
 Harry con la mano sposta la scatola proprio di fronte a me; la prendo con le mani e, cautamente, sollevo il coperchio.
Quando vedo il suo contenuto, rimango paralizzata.
C’è un anello con un bellissimo zaffiro blu brillante, incastonato al centro.
Non so cosa dire. Più lo guardo e più resto incantata ma nelle mie viscere si crea una strana sensazione di panico.
I miei occhi non riescono a smettere di guardare quella pietra, non piccola ma nemmeno esageratamente grande, appoggiata su quel sottile cerchio di oro bianco.
Ecco a cosa si riferiva April con quella storia dei folletti. Aveva ragione! Hanno fatto un lavoro strepitoso. Sono convinta che riuscirei a vederlo brillare anche da un chilometro di distanza.
-Harry…-. Chiudo la scatolina perché con quell’anello davanti non riesco a recuperare la concentrazione.
-Non è come pensi, Ginny -. Harry mi ruba la scatolina dalle mani e la riapre, prendendo l’anello tra le dita.
-Stamattina ti ho detto  che avevo bisogno di tempo per la…-.
-Ginevra Weasley, puoi tacere un attimo?-. Ritorno a fissare l’anello e mi ammutolisco, fingendomi offesa.
-Non è un anello di fidanzamento. Prima o poi arriverà amche quello ma sicuramente, quando accadrà, te lo chiederò in ginocchio, magari su una spiaggia e di certo non dopo un’udienza in tribunale-. Guardo Harry e mi viene quasi voglia di dirgli che la mia risposta sarà un sì.
-Volevo solo che tu avessi qualcosa di mio sempre con te. Tu sei la cosa più preziosa della mia vita, lo sei e lo sarai per sempre. Fra un paio di settimane ci separeremo; tu tornerai ad Hogwarts con tutti gli altri mentre io non potrò raggiungerti prima di novembre. Nel periodo in cui saremo lontani, anche se per poco tempo, guardando l’anello saprai che il mio cuore è nelle tue mani.  Solo tu puoi ferirmi e solo tu puoi farmi felice-.
Mi avvicino, gli tolgo l’anello dalle mani e lo abbraccio.
-Harry ne abbiamo già parlato! Gli Auror, ora, hanno bisogno di te e poi a novembre mi raggiungerai. Cosa vuoi che sia un mese e mezzo dopo tutto quello che abbiamo passato? -.
Si scioglie dal mio abbraccio e mi accarezza una guancia.
-Qualunque cosa succeda il primo novembre sarò ad Hogwarts. Te lo giuro. Ho parlato anche con la McGranitt e mi ha promesso che ogni weekend, gli alunni dell’ultimo anno, potranno andare ad Hogsmeade e io sarò lì, ad aspettarti. Ti scriverò sempre. Basta una tua parola, mando al diavolo tutto e vengo da te. Ok?-.
-Ok-. Mi avvicino per baciarlo ma lui si sposta; riafferra l’anello e lo mette all’interno del palmo della mia mano.
-Non sei una brava osservatrice. Ti sei fermata a guardare la pietra ma non hai notato la cosa più importante!-.
Incuriosita, inizio a girarmi l’anello tra le dita. All’inizio non vedo nulla ma poi all’interno noto una scritta sottile .
Mi avvicino alla luce per leggere meglio.
Il mio inizio è dove inizi tu.
Rileggo la frase, una decina di volte; vorrei dirgli molte cose ma mi limito a infilarmi l’anello all’anulare destro, gli vado incontro e lo bacio come se fosse la prima volta.
Non so quanto dura ma quasi mi dimentico di essere all’interno di un negozio.
Harry si ferma per guardarmi l’anello che ora brilla sulla mia mano.
Quando rialza lo sguardo su di me sembra l’uomo più felice del mondo.
-Ti amo, Ginevra Weasley!-.
-Ti amo anch’io!-.
Questa è la verità; lo amo, nonostante tutto quello che era successo.
Amo questo ragazzo, di un amore puro e semplice.
La cosa più destabilizzante è che, anche in questo momento, una piccola voce nella mia testa si sta ancora domandando cosa stava succedendo a Draco Malfoy.
 

 
Due giorni dopo..
La mamma mi ha già chiamato una decina di volte per farmi scendere ad apparecchiare la tavola ma con tutto il mio autocontrollo la sto semplicemente ignorando.
Finisco di pettinarmi i capelli mentre rileggo la sentenza emessa dalla Corte del Wizengamot sul caso Malfoy, anche se ormai penso di averla imparata a memoria.
 La gazzetta del Profeta uscì, con un’edizione straordinaria, il giorno stesso della sentenza, verso l’ora di cena.
La Corte del Wizengamot condanna Lucius Malfoy alla pena della reclusione ad Azkaban per il resto della sua vita. Sono negati ,all’imputato, tutti i  tipi di privilegi, compresa la possibilità di avere visite e dispone la distruzione istantanea della bacchetta di sua proprietà.
La Corte condanna la signora Narcissa Lestrange a una pena di tre anni di reclusione nella prigione di Azkaban e dispone la totale perdita di diritti sul patrimonio della famiglia Malfoy.
Infine, per quanto riguarda il terzo imputato, Draco Malfoy, la Corte lo assolve per l’accusa di omicidio e pratica di magia oscura. Dispone, però, che il signor Malfoy eserciti, per la durata di tre anni, un’attività considerata socialmente utile per la riabilitazione dell’imputato, la quale verrà individuata dalla medesima corte in altra sede.
Il patrimonio Della famiglia Malfoy verrà dissequestrato ed entrerà nella totale ed illimitata disponibilità del qui presente, Draco Malfoy, ad eccezione di Malfoy Manor che verrà distrutta nell’immediato presente.
Per ultimo, questa Corte, ordina al signor Draco Malfoy e Narcissa Lestrange la rimozione del Marchio Nero dal loro corpo senza nessun tipo di obiezione.
Se i due imputati saranno scoperti a praticare o a predicare magia oscura, verranno accompagnati ad Azkaban senza instaurazione di nuovo processo.
Ho riletto più volte la sentenza per assicurarmi di aver capito bene: Lucius Malfoy non uscirà più da Azkaban mentre Narcissa dovrà rimanerci per solo tre anni e poi vivrà in assoluta libertà, dovunque vorrà.
Draco, invece, è stato liberato subito dopo la lettura della sentenza e, quindi, presumo, che si stia godendo, chissà dove, il suo secondo giorno lontano da Azkaban.
Alla fine, a parte la rimozione del Marchio che non sarà certo una passeggiata di salute, tutto è andato come speravo. Non faccio fatica a immaginare le sue lamentele all’idea di dover fare un’attività rieducativa, per ben tre anni.
Nessuno è rimasto sorpreso alla lettura della sentenza, forse qualcuno si aspettava una pena più severa per Narcissa ma, alla fine, non ci sono state grandi lamentele.
Non ho sentito un solo commento contrario alla sentenza riguardante Draco. Alla fine, tutti si erano convinti della sua innocenza.
Quando ho letto queste righe, due giorni fa, ho tirato un gran respiro di sollievo.
Ho messo finalmente un punto a tutto e mi sono liberata la coscienza da quel peso che mi portavo addosso; è un po’ come se fossi riuscita a dirgli addio nel modo giusto.
-Ginny scendi!-. Questa volta è Harry a chiamarmi.
Getto il giornale sulla scrivania, indosso una felpa e sto per aprire la porta,  quando sento un picchiettio dalla finestra.
Voltandomi , vedo che dall’altra parte del vetro c’è un piccolo gufo grigio che batte il becco contro il vetro.
Apro la finestra e il gufetto vola sulla scrivania, sposta le ali e vedo che alla sua zampetta destra è legata una piccola pergamena.
 Si fa sfilare il foglio con facilità e, prima di volare fuori dalla finestra, mi becca la mano, un paio di volte.
Srotolo la pergamena e mi basta guardare la calligrafia per capire chi sia il mittente.
M’inizia a girare la testa e devo sedermi sul letto per non perdere l’equilibrio.
Ho visto che non eri in aula ma come avrai letto, finalmente sono libero.
Avevi ragione tu. Se fossi scappato, non mi sarei mai sentito come mi sento adesso.
Voglio vederti.
Devo dirti alcune cose.
Incontriamoci al locale, dove siamo stati a Natale. Trova un modo per liberarti di Potter, io ti aspetterò lì dalle dieci di domani mattina.
Anche se non ti vedrò arrivare, ora ho tutto il tempo del mondo per aspettare.
D.M.
Vuole che c’incontriamo? Ma cos’ha in mente?
Avevamo detto che tutto era finito e ora salta fuori con questo biglietto; sa benissimo che non mi presenterei mai!
Forse però potrei andare lì per chiarirgli queste cose, di persona!
Il piccolo tarlo del dubbio s’insinua in me ma è la vista dell’anello,  che porto al dito, che spazza via ogni traccia d’indecisione.
Prendo la pergamena dal letto e, con la bacchetta, le do fuoco.
Quando rimangono solo le ceneri, le raccolgo, le butto dalla finestra e, senza guardarmi indietro, scendo al piano di sotto dalla mia famiglia.
Perché è così che deve andare.
Vero?
 
 
 
 
Eccomi!!! Ho mantenuto la promessa?!? Ho aggiornato il prima possibile.
Che ve ne pare? So che le vere Drinny, storceranno un po’ il naso ma dopo undici capitoli era giusto dare un po’ di spazio ad Harry perché, come avrete capito, in questa fan fiction Harry non verrà dipinto come il solito perdente che non ha le possibilità di concorrere contro il nostro amatissimo Draco.
E poi quella frase, nell’anello, la trovo terribilmente dolce!! Voi?
Ciò detto, non vuol dire che la partita sia stata vinta da Harry ma anzi! La partita deve ancora cominciare!
Draco accetterà questo nuovo rapporto tra Ginny e Harry? Quali saranno le sue intenzioni? Secondo voi???
Sappiate solo che, nel prossimo capitolo, si torna a Hogwarts e …
Fatemi sapere.
Baci!!!!
Grazie a tutti quelli che seguono la storia!!!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Il mio inizio è dove inizi tu ***



Capitolo 13


Il mio inizio è dove inizi tu.
 

 
 
Le valigie aperte sul mio letto sono il segnale concreto che è arrivato il giorno di lasciare casa e tornare a Hogwarts.
Queste ultime due settimane, definirle meravigliose sarebbe troppo poco. Sono state, forse, le più belle della mia vita e ovviamente sono volate via troppo velocemente; e se sono state così fantastiche, l’unico merito è stato di Harry.
Tra gite, partite di Quidditch dei vari campionati inglesi e il piccolo viaggio che abbiamo fatto nelle campagne francesi, non c’è stato nemmeno un singolo momento in cui non abbia pensato a niente che non fosse… Harry.
Mi rigiro il mio anello con la preziosa pietra blu tra le dita e non riesco a trattenere il sorriso.
Non ho bisogno dell’anello per ricordarmi di quanto sia profondamente innamorata di Harry, soprattutto dopo queste settimane, ma è bello portare qualcosa di suo sempre con me.
Mi mancherà ma ora sono consapevole del fatto che il nostro rapporto è forte e i miei sentimenti vanno oltre la distanza e il tempo.
M’infilo la giacca, chiudo le grosse valigie e le spingo verso la porta; sto per uscire dalla porta quando sulla poltrona noto un maglione grigio, buttato in malo modo sotto al letto; mi piego leggermente, lo afferro e, al tatto, capisco subito di quale maglione si tratta.
Il regalo natalizio di Malfoy.
Come sia finito lì, francamente, non me lo ricordo; forse facendo le valigie devo averlo lanciato via senza pensarci.
Lo piego con cura e lo infilo nell’armadio, nella mensola più in basso. Nessuno mi ha mai fatto domande sulla provenienza di quel maglione anche perché, a quanto ricordo, non l’ho mai tirato fuori da quella stanza.
Forse dovrei buttarlo ma non me la sento come non trovo però il motivo di portarlo via con me. L’unica cosa che mi viene in mente guardandolo è quel cavolo di biglietto che ho ricevuto due giorni dopo la sentenza dei Malfoy in questa stessa camera, cui non ho mai dato risposta.
Malfoy mi chiedeva d’incontrarmi perché doveva dirmi delle cose; non mi sento in colpa di non esserci andata e la partenza per la Francia, con Harry, ha zittito quella piccola curiosità che era nata dentro di me. Da quel giorno non ho più pensato a Malfoy fino.
Sono convinta che pure lui si aspettasse che non sarei mai andata all’appuntamento; quella parte della mia vita è finita per sempre e qualunque cosa volesse dirmi Malfoy, ora, non è più importante.
Probabilmente in questo momento sarà chissà dove a godersi la sua nuova vita da libero e di sicuro anch’io sarò l’ultimo dei suoi pensieri. Sono quasi convinta che non lo rivedrò per molto, moltissimo tempo.
In questo momento abbiamo vite troppo diverse, dove mai potremmo incontrarci?
Guardo l’orologio e scappo via dalla stanza: c’è un treno che devo prendere.
 
 
Cammino a fianco di Harry mentre attraversiamo la stazione di King’s cross.
E’ stato bello salutare la mamma e i miei fratelli senza nessuna malinconia; l’anno scorso mia madre era a dir poco terrorizzata il giorno in cui dovetti partire per Hogwarts mentre oggi, un anno dopo, si è limitata a sorridermi e mi ha congedato con un semplice “divertiti quest’anno”; mio padre non è stato da meno e mentre mi aiutava a scaricare le valigie mi ha salutato con il suo solito: ti voglio bene tesoro.
Quello che invece non riesco a capire è proprio Harry; è da stamattina, a colazione, che non dice una parola e ora che siamo da soli, uno accanto all’altra, il suo mutismo non è per niente migliorato.
Siamo quasi arrivati al binario nove e tre quarti e inizio a spazientirmi; era di buon umore fino a ieri sera e, stamattina, sembra che debba partire di nuovo alla caccia di horcrux.
-Harry, ora basta!- Mi blocco sul posto e, innervosita, incrocio le braccia al petto. Non ci vedremo per un po’ e questo è il modo in cui vuole salutarmi?
Harry posa le valigie e si volta verso di me ma continua a non parlare.
-Si può sapere cos’hai o devo attraversare il muro senza nemmeno salutarti?-.
A quelle parole sembra leggermente risvegliarsi dal suo torpore.
-Devo dirti una cosa. Ho parlato con Ron e Hermione e mi han detto…-.
-E ti hanno detto che hanno deciso di non partire con me perché vogliono stare vicino ai genitori di Hermione per aiutarli a riambientarsi a Londra. E’ questa la grave notizia?-. Lo guardo stupita; pensavo che il suo problema fosse molto più serio che questa sciocchezza.
-Come fai a saperlo?-. continua a guardarmi sbalordito.
Sentendo la mia rabbia sbollire, mi avvicino a lui, poso la borsa per terra e gli cingo il collo con le braccia.
-Caro Harry Potter quando capirai che Ronald Weasley, oltre ad essere il tuo migliore amico, è anche mio fratello e che Hermione è anche la mia migliore amica?- scoppio a ridere. –Pensavi veramente che non me lo avrebbero detto? Tutto questo silenzio per questo?-.
Sembra un po’ più sollevato ma ancora di cattivo umore.
-Non mi va di farti partire da sola-.
-Non sono sola! Ci sono solo centinaia di studenti con me! Non c’è più nessun pericolo, Harry!-gli do un leggero bacio sulle labbra e questo sembra rasserenarlo.
Ci guardiamo negli occhi per un bel po’ di tempo e non ci accorgiamo nemmeno degli studenti che cercano di superarci per attraversare il muro.
-Harry è tutto a posto! Voldemort è morto, i mangiamorte sono stati catturati e noi stiamo assieme. Non c’è nulla che non va, giusto?-.
Harry sembra rifletterci un po’ e poi si decide a rispondere.
-Giusto. E’ tutto giusto. Sono così abituato a passare le mie giornate con te che non ho la più pallida idea di come farò in questi due mesi senza di te-.
Mi scrollo dal suo abbraccio, mi rimetto la borsa in spalla e torno a fissarlo; questa volta ho solo un gran sorriso da regalargli.
-Ecco Harry. Hai detto bene. Due mesi. Solo due mesi. Abbiamo superato prove peggiori, ti ricordi vero?-.
Lui annuisce e vedo un tiepido sorriso nascere anche sul suo volto.
-E poi non ti scordare che abbiamo i week end per vederci, potremo scriverci e a novembre mi raggiungerai con Ron e Hermione-.
Guardo l’orologio e vedo che sono le undici in punto. Il mio treno parte fra solo quattro minuti.
-Harry devo scappare. Il treno sta per partire!-. Afferro il carrello dalle sue mani.
-Aspetta ti accompagno al treno!-.
-Harry no. Salutiamoci qui. E’ già abbastanza triste. Non rendiamolo drammatico-. Stacco le mani dal carrello e con un rapido gesto mi avvento sulle sue labbra.
Metto nel bacio tutto l’amore che provo per lui. Uno dei nostri baci. Alla vista leggero ma profondo nel significato.
Mi stacco da lui e resto a guardare quei due occhi azzurri che,anche se non voglio ammetterlo, mi mancheranno più di tutto il resto.
-Ti amo Ginevra Weasley, non scordarlo mai-.
-Come faccio a scordarlo. Ho questo-. Alzo la mano e gli faccio vedere il suo anello che porto sempre, notte e giorno, all’anulare destro.
Harry mi prende la mano e mi da un piccolo bacio proprio lì, sull’anello.
Mi allontano e inizio a ricompormi per attraversare il binario in tempo.
-Scrivimi sempre. Scriverò anche a Neville e Luna per chiedergli tue notizie. Hai capito?-.
Scoppio di nuovo a ridere; quest’estate ho scoperto un lato caratteriale di Harry che non avevo mai saputo che possedesse. E’ costantemente in apprensione per me.
-Ti amo anch’io, Potter. Niente e nessuno ci separerà più-. Detto questo, lo guardo un’ultima volta e oltrepasso il muro, ritrovandomi sul binario nove e tre quarti.
C’è una gran confusione: studenti e parenti che si salutano e anche qui noto che i genitori sono molto più rilassati e felici rispetto all’anno scorso.
Mi faccio aiutare a caricare le valigie, mi avvicino alla carrozza che mi sembra la meno caotica rispetto alle altre, sto quasi per salire quando dentro di me scatta quasi l’impulso di scappare via e tornare da Harry.
Faccio un respiro profondo, rilasso le spalle e mi concentro sul fatto che quello che ho detto a Harry deve valere anche per me; il pericolo è passato, io e lui stiamo insieme e siamo felici.
I problemi sono finiti.
Faccio i tre scalini di fronte a me, salgo sulla carrozza e chiudo la porta dietro di me.
Sto tornando a Hogwarts e devo solo esserne felice.
 
 
Non ci ho messo molto a trovare uno scompartimento libero e quasi a metà viaggio sono stata raggiunta da Luna e Neville, che si tenevano per mano, e ho passato il resto del viaggio a farmi raccontare del loro terzo mesiversario.
Sono sdolcinati quasi da far vomitare. Neville sembra sotto una maledizione e Luna passa il suo tempo a fissarlo mentre gli massaggia i capelli.
Harry ed io siamo innamorati ma spero tanto di non apparire così disgustosamente romantici, agli occhi della gente.
Mi stanno raccontando della loro ultima cenetta in mezzo ai campi di grano quando intravedo le luci di Hogwarts; mi avvicino al finestrino e rimango incantata a fissare il panorama di fronte a me.
Hogwarts.
La mia seconda casa. Solo ora mi rendo conto di quanto mi sia mancata.
Rimane e rimarrà sempre uno dei posti più incantevoli che io conosca.
-Non vorrei rovinare il vostro racconto ma siamo arrivati. E’ il momento di metterci la divisa-.
 

 
Salgo la lunga scalinata che porta all’ingresso principale di Hogwarts; mi guardo attorno e noto solo facce conosciute.
Nonostante i nostri sorrisi, regna il silenzio; siamo tutti emozionati di rientrare nel posto che abbiamo amato e odiato con la stessa intensità.
L’ultima volta che avevo visto il castello regnava solo confusione e distruzione mentre ora, a soli tre mesi di distanza, sembra tornata quella di una volta, quella che non aveva ancora conosciuto la guerra.
Varcando il portone, noto che l’interno del castello è stato rimesso in sesto come nuovo. Le statue e i quadri sono tornati al loro legittimo posto.
I soggetti dei vari quadri bisbigliano al nostro passaggio; nonostante la loro riluttanza nei confronti degli umani e malgrado le loro stramberie sono contenta di rivederli ma soprattutto, di risentirli rumoreggiare.
Neville e Luna, di fronte a me, si tengono abbracciati e istintivamente mi giro alla ricerca di Harry.
Mi fermo in mezzo al corridoio con la mano bloccata a mezz’aria a cercare qualcuno che non è qui ma mi basta la vista dell’anello per rasserenarmi.
E’ qui con me, non lo vedo ma c’è.
-Ginny, cosa stai aspettando?-.
Di fronte a me si materializza una Lavanda Brown a dir poco raggiante.
-Lavanda! Non ti ho vista, dov’eri?-.
-Sul treno ovviamente-. Scoppia a ridere come se avesse fatto la battuta più divertente del mondo.
Da come abbiamo iniziato credo che Lavanda non sia così tanto maturata, nel corso di questi ultimi mesi; le rivolgo uno dei miei finti sorrisi, mi giro e seguo il gruppo verso l’ingresso nella Sala Grande.
Lavanda accorgendosi della mia assenza, smette di ridere e mi raggiunge; questa volta però, fortunatamente, decide di viversi il momento in silenzio.
Le porte della Sala Grande si aprono e nell’immediato siamo raggiunti da fortissimi applausi.
Mi alzo sulle punte dei piedi per vedere meglio e in fondo alla sala, davanti a tutti, c’è una McGranitt palesemente commossa e, dietro di lei, seduti lungo il grande tavolo, tutti i vari professori.
Uno per uno li distinguo tutti: Vitious, la professoressa Sprite, la Cooman, Horace Lumacorno, il professor Filius e anche alcune facce nuove.
Proseguo verso il tavolo dei grifondoro senza mai staccare gli occhi dai professori che continuano ad applaudire l’ingresso degli alunni.
Se prima ero emozionata, ora sento le lacrime rigarmi le guance.
E’ difficile per me commuovermi ma qui e ora, è come se insieme a tutti quelli che riesco a vedere coi miei occhi, sentissi la presenza di quelli che purtroppo non ci sono più.
Lupin, Silente, i vari alunni morti, Thonks, Fred e anche Piton.
Non ci sono ma è come se anche loro stessero applaudendo, ringraziandoci di essere tornati a dare gloria a questo posto.
Mi avvicino al mi solito posto quando sento qualcuno, sopra la folla, chiamarmi.
-Ginny!!!- E’ Neville che si sta sbracciando nella mia direzione.
-Che c’è?-. Ho quasi paura che ricominci, anche adesso,a raccontarmi di Luna.
-Sei del settimo anno. Non puoi più sederti lì. Vieni qui!-. M’indica un posto accanto a lui.
E’ vero, in tutto questo caos mi ero quasi dimenticata che sono al mio settimo anno.
Quasi delusa, mi sposto dalla panca e raggiungo il posto accanto a Neville e Calì.
Guardandomi attorno, noto in fondo al tavolo dei professori, una grossa mano che mi saluta, tutto sorridente.
Hagrid.
Vorrei corrergli incontro ma mi limito a salutarlo con altrettanta enfasi.
Persino Gazza sembra felice di rivedere tutti gli alunni nel castello e non appare nemmeno infastidito da tutti i fantasmi che gli girano attorno.
-Benvenuti!-. la voce della McGranitt fa cessare la confusione nella sala.
-Dopo gli eventi dell’anno scorso che tutti noi conosciamo, la sottoscritta insieme all’intero corpo insegnanti è lieta di annunciarvi che, dopo molta fatica, siamo felici di avervi con noi-.
L’applauso parte automatico da parte di tutti gli allievi e, girandomi, noto che anche il tavolo dei serpeverde sembra partecipe all’acclamazione.
Guardando bene non posso però non accorgermi che gli studenti serpeverde si sono in pratica dimezzati.
-Come nuova preside di Hogwarts…- questa volta siamo noi grifondoro a far partire un altro applauso. La McGranitt è la nuova preside; non potrebbe essercene uno migliore.
-Grazie ragazzi ma ora proseguiamo con le varie comunicazioni prima di dare il via allo smistamento. Come dicevo, come nuova preside…- faccio fatica a contenere il mio sorriso –vi comunico che tutti i nostri professori sono stati confermati alle loro cattedre. Horace Lumacorno rimarrà direttore dei serpeverde mentre come direttrice dei grifondoro sono lieta di lasciare la mia vecchia carica a un nuovo membro del corpo insegnanti: Neville Paciock-.
Sentendo il nome mi giro sbigottita a guardarlo.
Oh mio Dio. Neville insegnante.
-Non ci credo. Tu insegnante? Ma hai la divisa…- continuo a guardarlo stupita come tutti quelli accanto a me.
-Volevo farvi una sorpresa. Soprattutto a te, Ginny! Me l’hanno proposto quest’estate! E poi io, tecnicamente, ho finito i miei anni da studente-.
Come ho fatto a non pensarci? Neville l’anno scorso ha frequentato. Non poteva ripetere il settimo anno. Lo guardo ancora sbigottita dalla notizia.
-Per tutto il viaggio mi hai frastornato con i tuoi racconti amorosi e non mi dici una cosa del genere. Harry lo sapeva?-.
Neville si sfila lentamente la cravatta e si toglie il mantello e me li porge.
-Harry non sapeva nulla. Volevo farvi una sorpresa e credo di esserci riuscito. Tieni questi, conservali come ricordo della mia vita da studente-. Prendo la sua divisa,quasi dispiaciuta, e Neville sembra accorgersene.
-Ci vedremo come prima e continuerò a frastornarti. Promesso.- dopo avermi sussurrato queste ultime frasi, si allontana e va a raggiungere la McGranitt che lo accoglie con un abbraccio.
-Neville Paciock ha accettato anche di condividere la cattedra di erbologia insieme alla professoressa Sprite. Il professor Paciock si occuperà degli alunni del primo e secondo anno. Siamo felici di averlo tra di noi-.
A quella frase scatta un ennesimo applauso; girandomi vedo Luna che addirittura si è alzata in piedi per applaudire. Neville, professore di erbologia e direttore dei grifondoro. Batto le mani con un po’ di timidezza per poi alzarmi anch’io, in piedi.
Neville direttore dei grifondoro. Chi ci può rappresentare meglio di lui?
Neville si gira nella mia direzione e rimane commosso nel vedermi in piedi.
Mi risiedo e vorrei che questo momento potessero viverlo tutti quelli che ora, per vari motivi, non sono presenti.
Harry. Ron ed Hermione. Fred e George. Dean e Seamus.
Una cosa è certa. Neville può scordarsi che io lo chiami professore o cose del genere.
Vedo Neville accomodarsi accanto alla Sprite e mi sembra si sia già ambientato insieme ai suoi “colleghi”.
-Da ottobre ricominceranno i provini per il nuovo campionato di Quidditch. Saranno appesi in bacheca i nomi dei nuovi capitani-.
 Il Quidditch. Non esiste Hogwarts senza il suo campionato di Quidditch.
-Il professor Lumacorno, come direttore della casa dei serpeverde, sarà il nuovo docente di difesa contro le arti oscure-. A queste parole l’intera sala rimane in silenzio. Sapevamo che sarebbe stata reintrodotta difesa contro le arti oscure ma pensavo che sarebbe arrivato un nuovo insegnante.
Lumacorno ha sempre e solo insegnato Pozoni.
La vera domanda che forse tutti si staranno facendo è: se Lumacorno insegna difesa contro le arti oscure, chi insegnerò Pozioni?
La McGranitt inizia ad applaudire e tutti noi, timidamente, la imitiamo.
-La cattedra di pozioni verrà assegnata a un nuovo insegnante-. La voce della nuova preside sembra tradire un po’ di preoccupazione alla parola “insegnante”.
Noto Neville grattarsi la fronte nervosamente. Lo conosco fin troppo bene per non capire che la persona scelta come nuovo professore di pozioni, non è di suo gradimento.
-Credo sia più corretto che siate voi stessi a fare la sua conoscenza domani a lezione-. Noto una certa ironia anche sulla parola “conoscenza”.
-Detto ciò le altre comunicazioni saranno appese in bacheca da domani. Per terminare avviso, tutti i vecchi e anche nuovi studenti, che è stato reintegrato il regolamento stabilito dal nostro amato Albus Silente. E ora…buon appetito. Diamo il via a questo nuovo anno-.
Concludendo il discorso, la McGranitt prende posto a sedere sulla sua nuova poltrona da preside al centro del tavolo.
Dopo Silente e Piton fa un certo effetto vederci seduta la McGranitt.
Senza accorgermene, di fronte a me, sul tavolo, compare ogni tipo di cibo immaginabile e il mio stomaco ringhia felice di questo delizioso banchetto.
Riempio il piatto e sento Calì iniziare il racconto dettagliato delle sue vacanze estive mentre la mia mente riassume  tutto quello che dovrò scrivere ad Harry, più tardi.
A un tratto la mia attenzione è catturata da una domanda che il mio udito capta in lontananza.
-Secondo voi chi è il nuovo professore di Pozioni?-.
 
 
Finito di mangiare il dolce, con la pancia piena, saluto le ragazze accanto a me, dando a loro appuntamento a più tardi, su in camera nella torre di grifondoro.
Intreccio le mani dietro la schiena e decido di farmi una passeggiata lungo i corridoi del castello.
L’anno scorso era proibito passeggiare per il castello dopo le otto di sera ma, ora, col nuovo regolamento ho tutto il tempo di fare quello che mi pare.
Le mie intenzioni vengono però interrotte.
-Signorina Weasley!-.
Mi volto e vedo dietro di me la professoressa MgGranitt. O forse ora dovrò chiamarla preside?
-Preside…-.
-Suvvia Weasley, rimango sempre la professoressa McGranitt! Continua pure a chiamarmi così-.
-Ok. Aveva bisogno di qualcosa, professoressa?-.
-Volevo solo parlare un po’ con te-. Di cosa vorrà mai discutere proprio adesso, a quest’ora?
-Mi dica-.
-Camminiamo. Ti accompagno un po’ nel tuo giro serale-. La McGranitt deve conoscermi proprio bene per sapere addirittura le mie abitudini.
Inizio a camminare e la McGranitt, accanto a me, per qualche secondo rimane in silenzio.
-In realtà Weasley volevo chiederti se ti andasse di fare il caposcuola?-.
Rimango stupita dalla domanda; perché pensare proprio a me, per un ruolo del genere? Nella mia famiglia solo a Percy è stata assegnata questa carica.
Potrei rendere orgogliosa la mia famiglia e al tempo stesso dare una ragione in più a George e Ron di prendere in giro Percy.
La proposta è allettante ma, conoscendomi, so esattamente la risposta da dare.
-Professoressa con tutto il rispetto ma credo che lei in questi anni abbia imparato a conoscermi. Io sono quella che infrange le regole, non quella che le fa rispettare. La mia fama mi precede su questo argomento-.
-Sapevo che mi avresti risposto così ma volevo almeno fare un tentativo-.
Riprendo a camminare e guardando l’espressione della McGranitt non mi sembra voglia fare altri tentativi per convincermi.
-Come hai passato l’estate Weasley?- ho come la sensazione di fare una chiacchierata tra vecchie amiche.
-Abbiamo rimesso insieme i pezzi che sono rimasti della famiglia e siamo andati avanti-.
-Sono contenta di sentire questo. Ho avuto una piccola corrispondenza con Harry e mi ha raccontato qualcosa ma volevo guardarti negli occhi, per essere sicura che fosse tutto a posto-.
-Mi manca mio fratello ma ora spesso riesco a parlare di lui, col sorriso senza più incupirmi. Sono sicura che è, in questo modo, che vorrebbe essere ricordato-.
La McGranitt amorevolmente mi posa una mano sulla spalla.
 Peccato non abbia avuto figli; sarebbe stata brava come madre.
-Se sto così bene è anche merito di Harry. Non sarei così tranquilla e serena se non fosse per lui-.
-Potrei mentire e dirti di non sapere nulla di questo se non fosse che Harry, nelle sue lettere, ti ha nominato almeno un centinaio di volte per pagina-.
-Ahahahhah. Tipico di Harry!-. Sono sicura che abbia chiesto alla McGranitt di tenermi d’occhio e di scrivergli immediatamente per qualsiasi problema.
-A proposito di questo ho un’altra offerta da farti e ti anticipo che non accetterò un no, come risposta-. Cos’altro vorrà chiedermi?
-Volevo solo sapere quando hai intenzione di cominciare i provini?- non riesco a seguire il filo del discorso.
-Quali provini?- la McGranitt mi guarda come se avessi domandato una banalità.
-Come quali provini? Quelli del campionato di Quidditch?! Ovvio, no? E’ il capitano a decidere il giorno dei provini!-.
Capitano. Io, Ginevra Weasley, capitano dei grifondoro.
-Io?-.
-Nessuno merita quel posto più di te. Hai un gran talento e devi puntare in alto, Weasley. E poi so che l’anno scorso ti è stato vietato di toccare la scopa anche solo con un dito e, quindi, quest’anno devi recuperare il tempo perso, no?-.
Le mie orecchie hanno smesso di ascoltare ma la mia testa sta continuando a ripetersi una sola parola: capitano.
-Non so cosa dire … -.
-Devi dire solo sì-.
-Sì. E’ sì. Ovvio che è sì-. Inizio a saltellare sul posto e, dalla gioia, vorrei quasi abbracciare la professoressa.
-Non la deluderò, glielo prometto-.
-Sono sicura che non mi deluderai. Tu sei il capitano della squadra preferita della preside di Hogwarts. Hai una certa responsabilità adesso-.
Senza smettere di esultare mi viene in mente una curiosità.
-Harry lo sapeva?-.
-No. Ho voluto evitargli il dolore di non essere qui e di non poter assistere alla tua reazione. E’ giusto che glielo dica tu-.
-Ha fatto bene! Vado subito a scrivergli. C’è altro, professoressa?-.
La McGranitt riflette un attimo prima di rispondere.
-No. Per stasera va bene così. Buon riposo, capitano-.
Rido ancora sentendomi chiamare capitano  e corro via verso il dormitorio.
Mi sembra di volare da quanto corro veloce ma, all’improvviso, ho come la sensazione di avere qualcuno, dietro di me, che mi sta osservando.
Mi giro di scatto ma vedo solo il corridoio deserto. Sono talmente emozionata che mi faccio suggestionare dal nulla.
Ricomincio a salire le scale, sognando già il momento in cui riceverò la risposta di Harry a questa grande notizia oppure quando comunicherò la grande notizia ai miei fratelli.
Sono talmente presa dai miei pensieri che nemmeno mi accorgo di una figura alta e magra che mi osserva da dietro una colonna.
 
 
 
Caro Harry,
hai visto come sono stata di parola? Sono passate nemmeno quattro ore dal mio arrivo ad Hogwart e già sono corsa in camera per scriverti.
Sono stanchissima. La serata è stata a dir poco emozionante.
Solo due cose voglio anticiparti.
La prima è che Neville è diventato professore di erbologia e insegnerà agli studenti del primo e secondo anno (lo hanno nominato anche direttore della casa dei grifondoro!!).
Ma ti rendi conto?!?!?
La seconda è che la McGranitt mi ha scelto come capitano della squadra di Quidditch dei grifondoro!!!!!!  
Vorrei essere lì con te e vedere la tua faccia quando leggerai queste righe. Io non riesco più a smettere di sorridere.
Sai vero che non potrai mancare alla mia prima partita da capitano?
Domani con calma scriverò al resto della famiglia.
Ti penso e già mi manchi.
Tua G.
 
 
Il giorno dopo tutto sembra continuare per il meglio.
Dopo aver fatto un’abbondante colazione e aver ricevuto i nuovi orari delle lezioni m’incammino verso i sotterranei.
Rimango sempre la solita fortunata perché come prima lezione cosa poteva capitarmi se non pozioni?
Padma e Calì continuano a fare scommesse su chi potrebbe essere il nuovo insegnate. Potrebbero essere così tanti a poter ottenere quella cattedra che dire un nome, sarebbe come lanciare una maledizione al buio.
Una volta entrate nell’aula di  pozioni noto, senza alcuna gioia, che tutto è rimasto uguale all’anno scorso; anzi,probabilmente è ancora un po’ più buia di come la ricordavo?!?
Con uno slancio di prepotenza sugli altri studenti, m’impossesso dell’ultimo posto in ultima fila e, goffamente, faccio cadere la mia borsa a terra.
M’ inginocchio per recuperare tutte le cose sparpagliate sul pavimento quando mi sembra di sentire la porta del retro aprirsi e chiudersi, subito dopo.
Il lieve chiacchiericcio, attorno a me, s’interrompe immediatamente e alzando la testa noto le facce dei miei due compagni di banco che guardano qualcosa in lontananza. Sembrano sconvolti, allibiti e senza parole.
Mi alzo lentamente e guardandomi attorno capisco che lo stupore è condiviso da tutta la classe.
Non ci vuole molto per capire che deve essere appena entrato il nuovo professore di pozioni.
Mi giro verso il bancone centrale, sporgendomi un po’ verso il corridoio e…
La mia borsa ricade sul pavimento facendo cadere, nuovamente, i libri sul pavimento.
Non è possibile.
Chiudo gli occhi, credendo sia un’allucinazione ma quando li riapro, la figura di fronte a me è sempre la stessa.
Lo vedo vicino alla cattedra mentre sistema un libro sul leggio in legno.
Draco Malfoy.
I capelli leggermente spettinati e, forse anche leggermente più lunghi, gli ricadono sulla fronte; magro ma non come lo avevo visto all’udienza e decisamente meno scavato in volto, indossa un pantalone nero e un dolcevita verde scuro.
Faccio un passo verso il centro del corridoio che porta alla cattedra.
Non può essere lui. E’ solo un incubo e io sto ancora dormendo.
Non mi rendo conto di avere gente intorno, che inizia a guardarmi incuriosita, mi avvicino ancora di più alla cattedra mentre Malfoy sembra concentrato solo su quel maledettissimo libro di fronte a lui, senza curarsi minimamente dei bisbigli dietro di lui.
-No. Tu no-. Dico quelle parole, quelle tre piccole parole in tono così alto che, faccio calare l’aula in un silenzio ancora più assordante; l’unico effetto ben visibile è la faccia di Malfoy che, alzando la testa dal libro, incontra i miei occhi.
Quando vedo i suoi occhi grigi posarsi su di me, mi accorgo che anche lui è sconvolto nel vedermi lì di fronte; distolgo subito lo sguardo  e rivolgo l’attenzione ai miei compagni che sembrano ancora incantati a fissarlo.
-Weasley … - Sento la sua voce, sembra quasi un sussurro ma io l’ho sentita benissimo.
Non lo degno nemmeno di una parola perché sono ancora convinta che se mi concentro, mi risveglierò da quest’incubo.
Riapro gli occhi e sono ancora qui in questa orrenda aula e dietro di me si trova ancora Draco Malfoy.
-NO! TU QUI NON DEVI STARCI!-. urlo a piena gola e, fregandomene della mia roba sparsa sul pavimento, non curandomi di cosa possano pensare i compagni, esco dall’aula e inizio a correre più veloce che posso.
Cosa faccio adesso? Non lo voglio qui, lui doveva essere dall’altro del mondo, non ad Hogwarts dove sono io.
Non posso mica andare dalla McGranitt e raccontargli i precedenti ormai sepolti e dimenticati.
Cosa faccio? Se è vero che hanno preso lui come professore di pozioni, non posso mica frequentare le sue lezioni, tutti i giorni?
Ma poi perché prendere proprio lui! Non c’era nessun altro da prendere?
Non posso fermarmi, devo continuare a correre. Non voglio trovarmi nel pericolo di avere Malfoy, dietro di me.
Vado nell’aula di Trasfigurazioni e senza bussare entro.
La McGranitt, rimane stupita nel vedermi in mezzo alla sua aula, tutta scompigliata, col fiatone.
-Posso esserle d’aiuto signorina Weasley?-.
-Sì. Ho un problema con l’orario scolastico-.
La preside abbassa la bacchetta con cui stava trasformando un uccello in una penna e abbassa la testa.
-Immaginavo-.
Cosa vuol dire che se lo immaginava?
-Andiamo fuori a parlarne, signorina Weasley!-. Senza dire nient’altro, esco dall’aula e aspetto che la McGranitt mi raggiunga.
Appena apre la porta, non fa in tempo a richiuderla, che inizio a urlare.
-Perché non mi ha avvisata? Perché ieri sera non me l’ha detto?- La McGranitt non sembra minimamente turbata dalle mie urla. –Doveva dirmelo! Io non prendo lezioni da Draco Malfoy! Lo cacci via!-.
-Non posso cacciarlo e nemmeno voglio. Lui deve svolgere la sua attività rieducativa e questo avverrà per almeno i prossimi tre anni. Così è stato deciso e così sarà-.
L’attività rieducativa proprio qui deve farla? Ad Hogwarts?
-E a lei sembra rieducativo mettere una persona del genere a insegnare? Le sembra vantaggioso, per gli studenti, avere un professore così?-.
La McGranitt sembra quasi ridere alla mia domanda.
-Gli alunni hanno avuto professori peggiori; lo sa molto meglio di me. A Malfoy sono sempre piaciute le pozioni e insegnare questa materia potrebbe essere un buon inizio per capire cosa voglia fare della sua vita-.
Forse sto estremizzando la situazione; devo mantenere la calma.
-Ok posso ammettere che ci sia gente peggiore di lui ma potrebbero esserci anche persone migliori … ciò non toglie che poteva almeno dircelo. Li conosce i nostri trascorsi, no?-.
-Si ovviamente. Ho informato Paciock e dopo un po’ di lamentele, anche lui, si è trovato d’accordo nel dargli questa possibilità. Per quanto ti riguarda,Weasley, hai la facoltà di non frequentare più il corso rinunciando alla possibilità di diventare Auror…-.
-Sa benissimo che non ho mai voluto diventare un Auror e se sono rimasta a pozioni era solo per il professor Lumacorno che ci teneva non poco. Ma ora…-.
La McGranitt mi scruta come se stesse studiando un animaletto da trasformare.
-Peccato. Lumacorno diceva che eri brava in pozioni ma sei libera di fare la tua scelta. E se devo dirti la verità, tutti quanti, avevamo previsto questa tua decisione, anche lo stesso Malfoy-.
Malfoy aveva parlato di me alla McGranitt? Cosa le aveva detto?
-Comunque per toglierti dal corso ha bisogno della firma del direttore della sua casa..- La firma di Neville? E’ come se l’avessi già. -…e la firma del professore del corso. In questo caso: Malfoy-.
E questa regola da dove diavolo salta fuori? Vorrei svenire in questo istante e risvegliarmi fra una settimana.
-E da quando questa novità?-.
-Da quest’anno. I professori hanno diritto di sapere chi abbandona i loro corsi e i motivi che li spingono a farlo, magari per dissuaderli-.
Vorrei ridere in faccia alla McGranitt ma mi trattengo. Nessuno mi convincerà mai a rimanere in un corso tenuto da Malfoy. Accetto che stia nel castello ma che, addirittura, lui comandi su di me… questo mai!
-Avrò le firme!-.
-Quando le avrai, portamele e  toglierò il tuo nome dal corso di pozioni-. Con serenità, la McGranitt mi sorride e ritorna nella sua aula.
Certo che sorride lei!! L’unica che non ha nessun motivo per ridere sono io!
Ecco cosa intendeva dire ieri sera con la frase: per stasera va bene così.
Devo riflettere. Forse la vedo troppo tragica rispetto a quello che effettivamente è.
Insegna Pozioni, una materia che io odio e che quest’anno non frequenterò. Fine della storia.
 
 
 
E’ stato più facile del previsto ottenere la firma di Neville; è bastata un’occhiata minacciosa e appena ha visto la pergamena di esonero dal corso di Malfoy, non sono servite inutili domande per ottenere la sua firma.
Fosse per lui, esonererebbe tutti gli studenti di Hogwarts da quel corso.
Ora l’ultimo scalino è andare da Malfoy e ottenere il suo consenso.  E’ nei miei pieni diritti non frequentare più pozioni ma la cosa che più m’infastidisce è dover parlare con lui, faccia a faccia.
E’ quasi sera quando prendo coraggio e decido di andare nei sotterranei a parlare col “professore”.
Mentre cammino, rifletto sul fatto che domani dovrebbe arrivarmi una lettera da Harry in risposta a quella che gli ho inviato ieri sera e, a quel punto, dovrò scrivergli di questa grandissima novità. Mi auguro che almeno lui la prenda meglio di quanto abbia fatto io.
Sono di fronte all’aula, dovrei bussare ma ho il braccio paralizzato; forse dovrei tornare domani mattina!
Prima di farmi prendere da altri dubbi, senza riflettere apro la porta ed entro; lui è seduto comodamente in uno dei tanti banchi, impegnato a scrivere.
Vestito come stamattina, sentendo il rumore, si gira appena per guardarmi per poi tornare alle sue carte.
E’ come se fingesse di essere da solo in quella stanza, senza degnarmi di una parola.
Vorrei prendere la porta e tornare in Sala Grande ma, con la poca calma che ancora possiedo, faccio qualche passo nella sua direzione.
Quando sono di fronte a lui, non alza nemmeno la testa per guardarmi.
Esasperata dalla situazione, metto fine a questo inutile silenzio.
-Cosa ci fai qui?-. Scandisco bene le parole una per uno.
Solo ora, Malfoy posa la piuma sul banco e si appoggia comodamente allo schienale della sedia.
-Vedo che finalmente ti sei decisa a smettere di urlare per i corridoi!- conosco fin troppo bene quell’espressione per non sapere che mi sta palesemente stuzzicando.
Deve aver già parlato con la McGranitt e deve avergli riferito della scenata che ho fatto fuori dall’aula di trasfigurazione.
-Non hai risposto alla domanda!-. non cadrò nei suoi tranelli per farmi infuriare ancora di più.
Aspetto una risposta ma lui sembra divertito dalla situazione.
-Te lo avrei detto se fossi venuta all’appuntamento di due settimane fa!-.
Era questo che voleva dirmi, quando mi ha mandato quel biglietto?
-Avevo da fare e poi noi non abbiamo più nulla da dirci- le mie parole suonano malinconiche ma è la sincera verità.
 Malfoy s’incupisce, offeso dalle mie parole.
-Questo lo dici tu! A quanto so, hai passato una bella estate piena con Potter! Chissà le grosse risate che vi sarete fatti!- dice con una certa ironia che è impossibile far passare inosservata.
Questo non c’entra nulla col perché sono venuta fin qui.
-Non ti riguarda e non divaghiamo. Cosa ci fai ad Hogwarts?- è l’ultima occasione che ha di sentirmi usare le buone maniere.
Malfoy si alza dalla sedia per venire dall’altra parte del banco, accanto a me.
-Attività socialmente rieducativa per tre anni. Credo tu sappia di cosa stiamo parlando o non hai avuto nemmeno il tempo d’informarti sulla mia sentenza?- usa un tono cattivo.
Faccio un passo indietro per guardarlo bene in faccia.
Non è cambiato per niente.
-Si l’ho letta ma tra tanti posti guarda caso proprio questo!-.
-Anche per me Hogwarts è… importante! Ho parlato con la McGranitt e ha accettato la mia proposta-. E’ talmente sfacciato nel mostrare il suo orgoglio a essere di nuovo qui, che mi vien quasi voglia di picchiarlo.
Devo essere razionale e tenere a mente il mio obiettivo; tiro fuori dalla tasca, la pergamena di esonero e la metto sul banco di fronte a noi.
-Vorrei non seguire più il corso di pozioni perché quest’anno ho troppe materie da seguire e devo concentrami su quelle fondamentali per il mio futuro. Pozioni non mi serve a niente- non sono mai stata brava a mentire e, anche lui, sembra accorgersene perché inizia a ridacchiare.
Stanca del suo atteggiamento, prendo il foglio e lo metto proprio accanto alla sua mano.
Malfoy si accorge di questo spostamento e si fa di nuovo serio.
-Balle!!. Non ti firmerò niente- soddisfatto della sua risposta afferra il foglio e lo fa cadere per terra.
Una parte di me non rimane sorpresa; in fondo, non potevo aspettarmi che questo da parte sua.
-Sarai anche diventato professore ma vedo che non hai ancora imparato il regolamento. Sono al settimo anno e tu non puoi costringermi a frequentare un corso. Sono io che decido cosa frequentare e cosa non-.
Non smette di sorridere compiaciuto e non sembra nemmeno turbato da questa notizia.
-Conosco le regole e so che hai bisogno della mia firma e … non ho intenzione di firmare nulla! Fine della storia- sto per ribattere quando Malfoy fa un passo verso di me –non intendo perdere un talento come te-.
Indietreggio lentamente.
-Sai perfettamente che sono piuttosto mediocre in pozioni. Cosa DIAVOLO VUOI?- non riesco più a trattenere la mia rabbia e lui sembra ancora più soddisfatto nel vedermi urlare.
-E’ questo il modo di rivolgerti a un professore?-.
Ok, devo respirare e stare calma. Molto calma. Con quest’atteggiamento non ottengo niente.
-Va bene, sto calma. Siamo onesti, ok? Io non voglio più avere nulla da condividere con te. Ho fatto quello che era giusto fare ma ora le nostre strade si separano!. Quel capitolo ormai è chiuso! -.
Non volevo arrivare a questo punto ma ormai è necessario essere onesti.
Malfoy sentendo le mie parole cambia espressione e si fa serio.
Aspetto una sua risposta ma lui sembra ancora riflettere su quanto ho appena detto.
-Malfoy fa tutto parte del passato … -.
-Questo lo dici tu!- mi punta l’indice contro.
Si avvicina ancora di più a me ma io non mi sposto; sarebbe segno di debolezza e non voglio apparire così davanti a lui.
-Io non ho chiuso proprio niente!-.
Dal suo tono ho quasi paura a sapere la risposta. Ho fatto male a venere qui. Dovrei scappare e lasciarlo qui.
-Malfoy dobbiamo passare un altro anno qui ad Hogwarts. Non rendiamolo complicato … possiamo andare d’accordo?-.
-No!- risponde convinto.
Sento quelle parole e spero che sia solo una mia allucinazione ma la sua espressione non promette nulla di buono.
-No? Ho sentito no?- ripeto furiosa.
-Non sono tornato per fare l’amichetto della Weasley!- lo dice come se fosse la cosa più disgustosa del mondo!
-In fondo, noi due ci siamo aiutati! Ci siamo fatti del bene … perché tornare a farci del male?- provo a ragionare.
-Non fare la finta tonta. Sai benissimo cosa abbiamo fatto io e te! Sempre che con farsi del bene non includi anche l’andare a letto insieme!!-.
Sono sconvolta dalla sua sfacciataggine.
Mi gira la testa, ho i muscoli paralizzati e le mani iniziano a tremarmi.
-E’ stato un errore … dobbiamo ritornare su quella storia?-.
-No! Sono stati due errori! Sei venuta a letto con me due volte! E ci sarebbe stata anche una terza volta, poi una quarta, una quinta … se io non me ne fossi dovuto andare! Lo sai anche tu! Non fare la buona samaritana!!-.
-Questo lo dici tu!-.
Lo guardo e i suoi occhi sono … non li ho mai visti così …
-Pensi davvero di poter fare finta di nulla? Come se non fosse successo nulla. Con me, con Potter, con tuo fratello … -.
-Non ti riguarda!- gli punto il dito contro –Non sta a te giudicare! Quello che è successo, ormai è successo!! Ma l’anno scorso!! Fine della storia!-.
-Ovviamente!- alza le mani –Sta di fatto che il permesso non te lo firmo!-.
-PERCHE’? Mi sembrava che stessimo andando abbastanza d’accordo! Perché dobbiamo tornare a farci cattiverie?-.
-Non è una cattiveria! Ti voglio come mia studentessa. Punto e basta.-.
-Io pensavo che avessimo finito con i giochetti e le ripicche! Pensavo fossi cresciuto! Vuoi tormentarmi??- gli dico un po’ delusa.
-Sai io cosa ho pensato dopo essere stato messo ad Azkaban? Ho passato l’estate in una cella e quando sono stato libero, la prima cosa che volevo era parlare con te ma tu non sei venuta all’appuntamento. Sono venuto fino a quella catapecchia che voi chiamate casa, a cercarti, ma ho scoperto che eri partita per la Francia-.
Sono sconvolta. Malfoy, alla tana! Se penso a cosa sarebbe successo se i miei lo avessero visto …
-Come hai fatto a scoprirlo?-.
-La tua vicina è rimasta incantata dal mio fascino-.
Quella traditrice della signora Scott.
-Malfoy, mi dispiace se ci sei rimasto male. Sono sinceramente dispiaciuta di aver deluso le tue aspettative ma le cose non sono più come prima. Io sto con Harry. Lui è tornato ed io e lui siamo di nuovo una coppia! Alcune cose non posso più farle, anche se mi dispiace.-.
Non sembra minimamente scosso nel sentire quelle parole ma, anzi! Sembra rasserenato.
Senza smettere di guardarmi, con le mani mi afferra dolcemente la testa e avvicina il suo viso al mio. D’istinto cerco di divincolarmi ma lui tiene la presa ben salda e, con le mani ancora sul mio collo, avvicina la bocca al mio orecchio.
-Perché continui a ripetere le cose giuste e quelle non giuste da fare? Dimmi che desideri Potter come desideri me!-credo che migliaia di persone nel sentire il suo tono suadente sarebbero già cadute ai suoi piedi. Non mi stupisco che la signora Scott abbia parlato così facilmente.
Io resisto e, come se fossi pervasa da una scossa elettrica, mi allontano da lui bruscamente.
-E’ così, infatti-.
-Non è vero; stai mentendo. Vuoi che ti ricordi i nostri … precedenti? Hai passato altre notti così con Potter??-.
Capisco che questo Malfoy malizioso è ancora più pericoloso del Malfoy arrabbiato.
-Forse anche di più. Ma non sono affaracci tuoi!!!- afferro la pergamena da terra e sto per andarmene ma Malfoy mi si para davanti per bloccarmi il passaggio.
-Spostati, devo andarmene. Ci vediamo a lezione ma non ti lamentare se farò scoppiare l’aula con una delle mie pozioni!-.
-Un’ ultima curiosità! hai raccontato a Potter di averlo tradito con un altro ragazzo?-.
Inizia a mancarmi la salivazione e cerco di divincolarmi dal suo sguardo indagatore.
-Vuoi ricattarmi? Fai pure. Vai a dirglielo. Sapremo superare anche questo perché qualunque cosa abbiamo fatto, io e te, è nulla in confronto a quello che abbiamo costruito io ed Harry. E poi, io e lui, l’anno scorso, tecnicamente, non stavamo nemmeno insieme!!-.
Divertito dalla mia risposta, mi afferra la mano destra con prepotenza e me la porta all’altezza degli occhi, in modo d’avere l’anello di Harry bene in vista.
-Addirittura un anello!! Te lo avrebbe regalato, se tu gli avessi raccontato … tutto?-.
-Mollami Malfoy, subito! Quello che lui mi da, non potrà mai darmelo nessun’altro-.
Senza esitare mi afferra la mano con ancora più forza e con un movimento repentino mi sfila l’anello dal dito; una volta afferrato, si allontana da me di qualche passo, dandomi le spalle.
-RIDAMMELO SUBITO MALFOY!- lo seguo e inizio a tirargli dei piccoli colpi sulla schiena.
Dopo un’infinità, si volta e lo ritrovo di nuovo terribilmente vicino, mi riafferra la mano e mi rimette l’anello al suo posto.
-Il mio inizio è dove inizi tu!- sembra disgustato nel pronunciare quelle parole, così importanti per me, ma, allo stesso tempo, anche divertito.
-Non provarci mai più!-. Questa volta sono io a puntargli il dito contro.
-Tu non sei questa!! Tu vuoi il confronto, tu vuoi tenere testa a qualcuno, vuoi passione, porte che sbattono e notti memorabili!! Non sei la ragazza che aspetta l’anellino per fare la fidanzata, per poi passare la vita a fare la moglie e la mamma! Dai … sii sincera!-.
-Non è così. Ti sbagli!!- sono convinta di quanto affermo. Lui non mi conosce così bene!! Vuole solo sminuire Harry!
Non appare minimamente turbato dalle mie parole.
-E allora perché hai problemi a frequentare pozioni? Tu non hai paura che io vada a dirlo aPotter, tu hai paura di stare vicina a me! Perché? Hai paura che tutto il bel teatrino che stai recitando vada in frantumi?-.
Sto per rispondere ma poi rifletto che quello che stavo per dire avrebbe potuto essere mal interpretato da lui.
La verità è che non voglio più vederlo. Non sono arrabbiata con lui e nemmeno lo odio ma non voglio averlo sotto gli occhi.
-Non mi serve quel corso. Te l’ho già detto! Tutto qui! Se ci fosse stato un altro professore sarebbe stata la stessa cosa. Ho molte cose da fare quest’anno! Non mi far perdere tempo!-.
Dalla sua espressione divertita, so che non ha creduto nemmeno per un  minuto alla mia bugia.
-Vuoi che firmi?-.
-Sì-. Sono stupita; non mi aspettavo di convincerlo così presto.
-ok- non credo alle mie orecchie –a una condizione!-.
Eccoci. Come volevasi dimostrare. Malfoy non da mai nulla se non riceve qualcosa in cambio. Dal suo discorso precedente, ho fin paura a sapere quale sia questa condizione.
Mi riafferra la mano ma rispetto a prima, lo fa con dolcezza.
La vorrei ritrarre ma non lo faccio. Rimango quasi incantata a vedere le nostre mani incrociate mentre lui sembra concentrato solo sul mio viso.
-Io firmerò quel foglio dopo che tu sarai venuta a cena con me, domani sera!-.
A cena con lui? Francamente pensavo avesse in mente qualcosa di peggio. Una cena, in fondo non è nulla. Potrei andarci, ripetergli quello che gli ho già detto e tornerei a casa col mio esonero da Pozioni.
-Una cena? Lo sai che non cambierò idea!-.
Malfoy mi libera la mano e si appoggia a un banco lì accanto.
-Va bene-.
Sto cercando di capire, dove si nasconde l’inganno nella sua proposta, ma ancora non lo trovo.
-Ok, domani sera ma mi firmerai il foglio prima dell’inizio della serata e poi verrò a cena-.
Sembra sospettoso dalla modifica che ho fatto alla sua condizione; allungo la mano nella sua direzione.
-Ho la tua parola?-.
Malfoy osserva la mia mano per un po’ ma rimane immobile nella sua posizione.
-Non voglio stringerti la mano. Vorrei fare ben altro con te! Vorrei mi rinfrescasi un po’ la memoria!! Comunque sì … hai la mia parola!-.
Vorrei fare ben altro con te.
Cerco di guardare altrove ma il rossore sul mio volto tradisce il mio imbarazzo.
Lo supero e vado verso la porta.
-Domani sera. Alle otto di sera, qui fuori dalla porta- dice soddisfatto.
Senza degnarlo di una risposta, esco dalla porta; appena fuori, mi appoggio al muro freddo e mi porto le mani alla testa.
Non è possibile.
Va bene avere Malfoy qui a Hogwarts ma questo è molto di più.
Lui vuole me. Come fa a venirgli in mente una cosa del genere?
Sono già esausta al secondo giorno di scuola e meno male che questo doveva essere l’anno del divertimento.
In tutto questo, devo anche capire cosa raccontare a Harry.
Mi guardo l’anello e ora non riesco più a tranquillizzarmi; forse ho fatto male ad accettare la cena con Malfoy e avrei dovuto frequentare il corso senza fare tante storie.
Ma dopo quello che mi ha detto stasera come faccio a frequentare le sue lezioni tutti i giorni? Già sarà difficile cercare di non incontrarlo per i corridoi.
Devo fare un passo alla volta e la prima cosa che devo fare è mettere le cose in chiaro con Malfoy definitivamente.
Questa storia deve finire.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!! Eccomi di nuovo qui col nuovo capitolo.
Con le feste ho impiegato un po’ di tempo a terminarlo ma ora…eccolo qui!
Come definirlo? Credo sia uno di quei capitoli che molte di voi stavano aspettando.
Molte sicuramente esulteranno e le comprendo molto bene.
Anticipazioni è inutile darne. Posso solo dirvi che Malfoy è tornato più determinato che mai.
Fatemi sapere cosa ne pensate di quello che avete letto e quello che vi aspettate che succederà d’ora in poi.
Spero, oltre a far splendere il nostro Malfoy, di aver dato un po’ di luce nuova alla figura di Harry.
A voi la parola!
A prestissimo e grazie a chi ha recensito questa storia; siete fantastiche!

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Capitolo 14
*** Solo per lei ***


Capitolo 14.
 
Solo per lei

 
 
 
 
Ciao amore.
Non puoi immaginare quanto io sia felice per te. Sono sicuro che questo sia solo l’inizio. Avrai un anno bellissimo. Il primo di una lunga serie. Te lo meriti tutto e tu lo sai!
La tua famiglia, soprattutto Ron, non sta più nella pelle dall’emozione. Credo che abbiano dato la notizia praticamente a tutto il Regno Unito. Poi tu li conosci meglio di me per immaginare il loro entusiasmo!
Saremo tutti lì per la tua partita a fare il tifo per te!
Per quanto riguarda Neville, se la caverà benissimo come professore.
Per il resto, come va? Hai già iniziato le lezioni?
Aspetto tue notizie con ansia.
Domani avrò il primo incontro con il Capo Auror e vorrei tanto averti qui, per raccontarti tutto.
Ti amo, sempre e ovunque.
Non dimenticartelo mai.
P.S. : sono orgoglioso di te.
Tuo Harry

 
 
Cammino avanti e indietro nella mia stanza, in preda al panico.
Sono quasi le otto, indosso ancora la divisa scolastica e non ho la più pallida idea se andare o no a questa maledetta cena. Ero convinta di accettare l’invito fino a quando, a pranzo, non è arrivata la risposta di Harry alla mia lettera di ieri.  Avrei dovuto rispondergli ma non ho la minima idea di cosa scrivergli.
Dovrei dirgli che sto per uscire a cena con Malfoy che nel frattempo è diventato professore di pozioni. E forse dovrei anche spiegargli che uscire con lui non è una novità per me e raccontargli i nostri precedenti dell’anno scorso.
No. No. Questo è fuori discussione.
Però non mi va nemmeno di scrivergli delle bugie.  L’unica cosa razionale da fare è risolvere questa spiacevole questione con Malfoy, ottenere la sua firma  e domani mattina scrivere ad Harry. Tra una riga e l’altra butterò lì la notizia del nuovo professore di Pozioni e che io, dato la sua presenza, mi sono cancellata dal corso.
Se sarò fortunata, Harry, non darà molto peso alla notizia e non dovrò rispondere a ulteriori domande.
Mi sembra un giusto compromesso tra il mentirgli e rispolverare storie vecchie che ormai sono sepolte e dimenticate, almeno da parte mia.
Guardo l’orologio e mancano solo cinque minuti alle otto.
Non voglio arrivare in ritardo. Prima cominciamo questa pantomima e prima finiamo.
Vado all’armadio, mentre con una mano mi slaccio camicia e cravatta della divisa, e qui mi viene l’ennesimo dubbio.
Cosa diavolo devo mettermi? Pretenderà mica che mi vesta elegante? Non è una cena romantica e quindi non se ne parla nemmeno di mettermi vestito o tacchi.
Opto per un pantalone beige, una semplice camicetta bianca e, data la temperatura ancora calda, m’infilo una giacca nera di pelle; mi lego velocemente i capelli in una semplice coda, infilo un paio di stivaletti neri e senza guardarmi allo specchio, prima di ripensarci, esco dalla stanza.
Scendo dalla torre di grifondoro, cammino a testa bassa lungo i corridoi, per non destare l’attenzione dei vari studenti che si dirigono verso la Sala Grande.
L’ultima cosa di cui ho bisogno ora, è che qualcuno mi ferma per chiedermi dove sto andando.
Scendo verso i sotterranei e, per mia fortuna, sono quasi deserti tranne qualche serpeverde del primo anno che nemmeno si accorgono del mio passaggio.
Arrivata davanti all’aula, mi fermo, faccio un grande respiro e, prima di bussare, mi guardo l’anello di Harry al mio anulare.
Cosa sto facendo? Cosa ci faccio qui?
E se me ne andassi e da domani cominciassi a frequentare il corso di pozioni come ho fatto ogni anno?
L’immagine di me rimproverata da Malfoy per aver sbagliato una pozione mi fa irritare così  tanto che scaccio via quell’idea e, senza aspettare altro tempo, busso alla porta.
Nessuna risposta.
Sto per ribussare quando la porta si apre.
Malfoy senza soffermarsi a guardarmi esce dall’aula e chiude la porta dietro di sé.
-Sei in ritardo-. Si guarda attorno probabilmente controllando che non arrivi nessuno.
-Di cinque minuti. Chiedo umilmente perdono-. Il sarcasmo nella mia voce non manca.
Le labbra di Malfoy s’incurvano leggermente all’in su; si vede benissimo che sta trattenendo il suo solito ghigno malefico.
Inizia a guardarmi dalla testa ai piedi, con un certo disappunto.
-Potevi anche vestirti consona all’orario di cena !-. Cerco di non farmi notare mentre guardo il suo abbigliamento, ma purtroppo devo ammettere che è, come al solito, impeccabile.
Completo nero con camicia dello stesso colore leggermente sbottonata sul davanti, scarpe di vernice e capelli tirati indietro .
Prima di perdermi in altre discussioni,torno al punto centrale della serata.
- Spero tu abbia firmato la pergamena del mio esonero?-.
 Malfoy sbuffando palesemente, mi afferra per un braccio e inizia a tirarmi lungo il corridoio.
Appena comprendo la situazione tiro via il braccio dalla sua presa, mi fermo e incrocio le braccia come solo le donne Weasley sanno fare.
-No ORA. I patti erano questi, Malfoy-.
Non intendo fare un passo di più se prima non vedo la firma di Draco su quella pergamena.
Lui mi fissa spazientito, alza gli occhi al cielo e, dopo un momento di profondo silenzio di entrambi, la sua espressione sembra addolcirsi.
Fa un passo verso di me e mi porge di nuovo la sua mano.
-Avrai il tuo foglio; l’ho già firmato ma non ce l’ho qui con me. Lo avrai quando arriveremo a destinazione-. Rimango interdetta da queste parole, quasi irritata. Non è stato ai patti. E’ una trappola?
-Weasley, non sono nato ieri. Se te lo dessi ora, chi mi da la garanzia che tu non scapperesti via correndo?-.
Ecco qual è il problema. Non si fida di me e pensa che possa essere io a fregare lui. A essere sincera, non mi è mai passato dalla mente di non rispettare l’accordo fatto.
-Non lo farei-.
Rimaniamo a guardarci occhi negli occhi mentre ci studiamo a vicenda; mi porge di nuovo la mano.
-Allora andiamo, Weasley. Tu non freghi me e io non frego te-.
Senza rifletterci molto, afferro la sua mano e, in un attimo, tutto attorno a noi inizia a girare come in un vortice fortissimo; i miei piedi si staccano da terra e non riesco più nemmeno a vedere l’immagine di Malfoy.
Tutto gira intorno a me; mi viene un forte senso di nausea, sto quasi per rimettere quando questo forte turbine si ferma e i miei piedi toccano terra.
Conosco perfettamente questa sensazione e quando apro gli occhi trovo la conferma dei miei sospetti.
Ci siamo appena smaterializzati fuori da Hogwarts.
Mi guardo attorno per capire dove mi trovo.
Siamo davanti a una porta che mi sembra di aver già visto; mentre Malfoy continua a tenermi per mano, io faccio un passo indietro per guardarmi meglio attorno.
Senza darmi tempo, Malfoy bussa alla porta ed è questo semplice movimento che mi fa tornare in mente tutto quanto.
Siamo a Diagon Alley; nello stesso locale, dove mi ha portato alla vigilia di Natale.
La vigilia di Natale.
Mi ha riportato nel luogo del fattaccio.
-Sei impazzito? Come ti è venuto in mente di riportarmi qui?-. Dalla sua espressione dolorosa mi rendo conto che, dalla rabbia, sto stritolando la sua mano.
Gli lascio la mano e guardo la strada dietro di me. Il vicolo è rimasto buio come mesi fa ma, a differenza dell’ultima volta, potrebbe passare chiunque da un momento all’altro e se mi vedessero con Malfoy, cosa penserebbero? Lo verrebbero a sapere tutti e, forse, arriverebbe anche alle orecchie di Harry…
Appena la porta si apre mostrando la figura minuta di Irina, senza esitare, corro all’interno del locale, senza manco fare un cenno di saluto all’elfa di Malfoy.
Una volta all’interno, schiacciata contro il muro, vedo Malfoy, ancora fuori, e Irina che mi guardano sbigottiti dal mio comportamento.
-Cosa aspetti a entrare?  Ci potrebbero vedere, ti rendi conto?- Malfoy ancora a bocca aperta guarda Irina, anche lei confusa, ed entra nel locale chiudendo la porta dietro di se.
Irina rimane immobile all’ingresso con la testa bassa.
Vorrei picchiarlo a sangue ma mi trattengo solo perché ho il sentore che Irina non sarebbe molto d’accordo .
-Non sto qui un minuto di più. Dammi quel dannato foglio che mi sta rovinando l’esistenza così chiudiamo questa storia una volta per tutte. Hai capito?- Mi avvicino a lui, con aria minacciosa ma non mi sembra per niente intimorito.
-Datti una calmata Weasley. Dove volevi che andassimo? Vuoi andare a fare una passeggiata per le vie di Diagon Alley o forse vuoi andare a Hogsmeade? Io sono pronto, andiamo! Sono certo che lì non ci vedrà nessuno, vero?-.
Odio ammettere che ha ragione. Qualsiasi altro posto sarebbe stato senz’altro più pericoloso di questo.
-Se fossimo rimasti ad Hogwarts, non ci saremmo posti il problema di essere visti!-.
Malfoy mi fa l’occhiolino; mi passa accanto sfiorandomi la spalla e va verso la sala dietro di noi che io, ancora, non ho avuto il coraggio di guardare.
-Ciao Irina-.
Irina alza la testa, tutta sorridente.
-Buonasera signorina Weasley. E’ un piacere rivederla!-mi sento in colpa per non averla considerata quando sono entrata. Prima, devo esserle sembrata una pazza.
-Spero che il tuo padroncino ti tratti bene-. Lo dico per smorzare i toni di prima ma sembra che lei l’abbia presa molto seriamente.
-Il mio padrone Draco Malfoy-. La sua voce si fa più seria sulla parola padrone.
All’inizio non capisco cosa voglia sottolinearmi ma poi mi torna in mente la conversazione che avevamo avuto nel bagno della mia stanza, qualche mese fa. Mi aveva detto che il suo padrone legittimo era Lucius Malfoy, anche se si vedeva benissimo che preferiva Draco di gran lunga.
Da quando Malfoy senior è stato condannato tutte le sue cose sono passate sotto la proprietà di Draco, compresi gli elfi domestici.
Ecco spiegato il motivo della precisazione di Irina; ci teneva a precisare chi fosse il suo vero padrone.
-Sono contenta per te, Irina-. L’elfa, quasi commossa, si avvicina a me.
-Mi vuole dare la sua giacca, signorina Weasley?- .
Irina mi ha quasi fatto dimenticare dove mi trovo; alla domanda mi risveglio dall’incanto e mi giro per cercare Draco.
-No Irina, non mi fermo molto!-. Questo è poco ma sicuro. Non intendo fermarmi più dello stretto necessario; con la mente torno alla mia scrivania dove si trova la lettera di Harry che aspetta ancora una mia risposta.
Entro nella sala e noto che tutti i tavoli sono spariti e ne è rimasto solo uno, posizionato proprio al centro davanti a me; le lampade accese illuminano la stanza di una luce rilassante.
L’ultima volta che sono stata qui era il camino ad essere acceso mentre ora è semi nascosto dall’unico divano rimasto nella stanza.
Cerco di scacciare via dalla testa le immagini di me e Draco su quel divano, indietreggio verso il tavolo ma sento la mia schiena sbattere contro qualcosa che non è il muro.
Sento la presenza di Malfoy dietro di me, mi scosto subito come se fossi andata a sbattere contro il fuoco.
Mi giro per guardarlo negli occhi e vedo che tra le mani tiene una pergamena e una bottiglia di whisky incendiario.
-Eri incantata. Rivivevi bei momenti?- il tono di voce di Malfoy si fa sempre più malizioso.
-Assolutamente no. Stavo pensando che appena torno devo scrivere ad Harry-. Ho giocato sporco e nemmeno lui si aspettava questo colpo basso.
Lo vedo che vorrebbe rispondermi ma si trattiene; va verso il tavolo che è completamente sparecchiato e apre la bottiglia che ha in mano.
-Accomodati Weasley-.
-Preferirei restare in piedi-.
-Irina!-. Credo non abbia sentito la mia risposta perché non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Irina entra nella sala con un vassoio su cui sono posizionati due piccoli flùt; si avvicina vicino a Draco e lo aiuta a versare il liquido nei bicchieri.
-Puoi andare Irina. Se abbiamo bisogno, ti chiamiamo-.  L’elfa fa un grande inchino e corre via.
-Weasley siediti, per favore-.
-Ho detto NO-. Quale lettera di questa semplicissima parola non ha capito?
Malfoy si sbottona un bottone della giacca e si siede in una delle due sedie ai lati del tavolo.
-Non essere arrabbiata Weasley. Ti ho spiegato perché ti ho portato qui. Una volta, riuscivamo a parlare senza questo continuo tono di sfida. Parlavamo da esseri civili!-.
Questo tono nostalgico mi fa quasi sentire in colpa ma non posso e soprattutto non devo abbassare le difese con lui.
-Dopo quello che mi hai detto mi viene un po’ difficile parlare con te come facevamo l’anno scorso-.
Dopo quello che mi ha detto ieri sera nella sua aula come faccio a comportarmi, come se niente fosse?
-Cosa ti ho detto di così tanto sconvolgente?? Che il tuo amore folle da ingenua bambina per il bambino prescelto Potter si è sciolto come neve al sole? -.
Questo non può permettersi di dirlo.
Mi avvicino al tavolo, per guardarlo in volto e, senza soffermarmi molto, mi ritrovo seduta di fronte a lui.
Non mi guarda ma sul volto ha uno dei suoi sorrisi strafottenti.
 Ha ottenuto quello che ha voluto.
-Questo è il tuo esonero dal mio corso-. Spinge verso di me la pergamena che teneva in mano, la prendo e la srotolo.  Vicino alla firma di Neville, ora c’è anche la firma del professore di pozioni.
Alla fine dei conti, Draco è stato di parola.
Ora potrei andarmene senza degnarlo di uno sguardo, voltargli le spalle per sempre, senza più guardarmi indietro ma non voglio farlo.
Salutarlo dignitosamente non mi costa nulla.
-Grazie!!-.
Solleva un angolo delle labbra in un timido sorriso; prende il suo bicchiere tra le mani e lo solleva in aria.
-Un brindisi, Weasley-.
Afferro anche il mio di bicchiere e lo avvicino al suo.
-E a cosa vorresti brindare?-.
-A questo momento! Entrambi liberi!-.  La risposta mi turba di nuovo. Stiamo entrando in un discorso che non mi piace per niente.
-Se non sono venuta all’appuntamento, quando sei uscito da Azkaban, c’è un motivo Malfoy. Sono veramente contenta che tu sia stato prosciolto ma non me la sentivo di venire da te!-.
-Non è vero-. Lo dice in tono calmo e convinto; faccio fatica a proseguire il discorso.
-Io amo Harry-. È la semplice verità; non posso dirgli altro.
-Lo so-. Sono stupita che riesca ad ammettere l’evidenza. – Sei innamorata di lui da sempre. La tua famiglia stravede per lui. Vi conoscete da anni. Vivete allo stesso modo. Siete uguali-.
-Almeno questo lo hai capito-. Tiro un sospiro di sollievo e ingurgito un’altra golata di quel buonissimo whisky. Sono decisamente più rilassata.
-L’unica cosa che ho capito è che tu sei convinta di essere innamorata di Potter. Non hai mai preso in considerazione l’idea che, forse, quest’amore epico che hai idealizzato tanto, nella realtà sia piuttosto deludente??-.
Scoppio a ridere.
-Non voglio parlare con te della mia storia con Harry-. Il suo ghigno divertito si fa sempre più evidente.
-Due settimane fa non sei venuta all’appuntamento perché avevi paura; se fosse vero che ti sono indifferente, saresti venuta senza problemi-.
-Ma tu non mi sei indifferente! A volte mi stai anche simpatico - bevo l’ultimo sorso di liquido nel mio bicchiere ma Malfoy provvede subito a riempirlo di nuovo.
-Ah. Quindi tu vai a letto con tutti quelli che ti stanno simpatici??- mi va di traverso il whisky e quando mi ricompongo, lo guardo sbalordita.
-Non fare quella faccia, Weasley. E’ quello che è successo! -sento le mani iniziare a sudarmi.
-Puoi smetterla di ricordarmelo??  -.
Malfoy mi studia riflessivo per qualche secondo; poi posa il bicchiere, si alza ed esce dalla sala.
Sono convinta di essere rimasta sola nella stanza, prendo la bottiglia di fronte a me e sollevandola m’accorgo che è completamente vuota. Come abbiamo fatto già a finirla?
In effetti, la testa mi gira un po’ ma, a dirla tutta, mi sento anche leggermente più rilassata di quando sono arrivata.
Sto per alzarmi quando sento due mani sfilarmi la coda e sciogliermi i capelli; non faccio in tempo a girarmi che sento le labbra di Malfoy sul mio orecchio.
-Stai ferma-.
Il tono della sua voce è così suadente e malizioso che il mio corpo si paralizza dalla testa ai piedi; non riesco a muovermi.
 Ho freddo e caldo insieme.
Con due dita mi accarezza il collo fino ad arrivare al colletto della camicia, scende un po’ più in basso e, con estrema facilità, mi sbottona il primo bottone.
Sento il mio corpo elettrizzato; la mia mente si opporrebbe ma è proprio il mio corpo a non volerne sapere di muoversi.
Ho la pelle d’oca. Ogni volta che torna ad accarezzarmi il corpo, percepisco una strana tensione in ogni parte del mio corpo.
-Anche Potter ti tocca così?-.
Le sue dita smettono di giocare sul mio collo e ne approfitto per riprendere la mia lucidità.
Con uno scatto, sbattendo nello spigolo del tavolo, mi allontano da lui e corro verso il muro.
-Devi smetterla-. Ho il fiatone e mi sento incredibilmente accaldata.
Per non far notare il mio stato, mi abbottono la camicia fino all’ultimo bottone e mi rilego i capelli.
Malfoy è ancora leggermente piegato sulla sedia, dove ero seduta qualche attimo fa e mi guarda quasi divertito dall’imbarazzo che si è creato.
-Hai caldo, Weasley?-.
E me lo chiede pure? Sento le guance avvampate dal caldo e la fronte leggermente sudata.
Potrei urlare, schiaffeggiarlo, prenderlo a male parole ma questo giocherebbe solo a suo favore.
-E’ il whisky a farmi questo effetto. Devo tornare ad Hogwarts-.
Devo andarmene. Questo posto mi mette a disagio e la situazione non mi piace per niente.
Draco sembra tranquillo nonostante la mia richiesta; senza smettere di guardarmi, si appoggia al tavolo.
-E’ un peccato che non sei attratta da Potter come, invece, lo sei da me!– il suo tentativo di sfidarmi, questa volta non andrà a buon fine.
Non voglio ascoltare nemmeno una parola in più e non voglio cadere nelle sue provocazioni.
-Devo tornare ad Hogwarts-.
Malfoy infastidito dalla mia risposta, s’incammina lentamente verso di me.
-Oppure no. Potremmo ripetere il discorso iniziato a Natale … -.
Quando ormai è di fronte a me, mi accorgo che sono di nuovo senza vie di fughe.
Inizia a mancarmi anche la salivazione e non sono più sicura di riuscire a proferire parola.
Si avvicina ancore di più; mi sposta una ciocca di capelli che mi ricadeva sulla guancia, dietro all’orecchio.
-Harry è quello giusto per me-. Non so perché ma il tono della mia voce non risuona molto convincente.
Mi afferra la mano destra e la posiziona, con delicatezza, sul suo petto.
Sento il battito impazzito del suo cuore. Se potesse sentire il mio, probabilmente, sentirebbe la stessa cosa.
-Lo senti, Weasley?  E’ questo che posso darti io. Passione. Adrenalina. Avventura. FolliaDev’essere sconvolgente rendersi conto di essere molto più a tuo agio con me che con lui!!-.
-Tu non hai la minima idea di quello che voglio io. Harry, sì. -.
Draco si passa una mano nei capelli che iniziano a ricadergli sulla fronte.
- Ma TU vuoi davvero stare con lui? La domanda è: lo vuoi nello stesso modo in cui desideri me? Oppure ti accontenti di lui perché, per te, è troppo complicato ammettere di volere me? Sai lo scandalo?!?! Una Weasley e un Malfoy! La tua famiglia cosa direbbe? La gente cosa direbbe? A te importa di questo o di quello che vuoi tu veramente?-.
Sento una strana malinconia dopo queste parole.  Si è trasformato nel Malfoy  triste, che ho imparato a conoscere così bene, l’anno scorso.
-Non sei un cattivo. A volte, hai fatto cose cattive e.. ne hai fatte anche di buone – di questo ne sono convinta al mille per mille.  -Ma tu sei e resterai sempre un Malfoy. Io e te, non potremo mai essere nulla! - sollevo la mano e gli accarezzo una guancia.
Lui stupito da questo gesto, rimane un attimo confuso; chiude gli occhi.
Ha un’espressione che, sinceramente, mi turba non poco. Mi fa sempre un certo effetto vederlo così. E’ come se i suoi demoni fossero sempre lì, pronti ad attaccarlo quando meno se lo aspetta.
Malfoy trattiene la mia mano vicino alla sua guancia e ci posa un leggero bacio sopra.
Non so come ma ora il disagio di prima non lo sento più e , anzi, ora mi sento in dovere di dire qualcosa per rincuorarlo.
Lo guardo, lui guarda me e mi sento … in pace.
-E se ti dicessi che è da un po’ di tempo che voglio intensamente passare ogni minuto delle mie giornate con una sola persona?? - pronuncia quelle parole con un sussurro di voce, a occhi chiusi e con la mia mano premuta sulla sua guancia.
Non so perché ma non percepisco più il pericolo che sentivo cinque minuti fa.
-Andiamo. Torniamo ad Hogwarts-.
Draco fa un passo indietro, va al tavolo e prende la mia pergamena di cui mi ero anche dimenticata.
Non so cosa pensare. Avrei giurato che sarei dovuta scappare di corsa per uscire di qui  e, invece, è lui, di sua spontanea volontà, a voler tornare indietro.
E’ completamente imprevedibile. Da animale di caccia che aspetta che la preda arrivi nel suo recinto, in un momento, è passato a essere la preda stessa.
Prima che possa cambiare idea, gli vado dietro ma non sono entusiasta del fatto di doverci lasciare in questo modo. Preferisco, di gran lunga, quando fa il dispotico arrogante piuttosto che vederlo così silenzioso.
Prima che possa fargli una domanda, mi afferra un braccio e in un attimo ci stiamo di nuovo smaterializzando.
I miei piedi ritrovano la terra, apro gli occhi e mi ritrovo davanti all’aula di pozioni; alla mia destra, Malfoy, ancora incupito si finge impegnato a cercare qualcosa nelle sue tasche.
Dovrei salutarlo e andarmene ma … rimaniamo lì, uno di fronte all’altro, a guardarci, ognuno immerso nei propri pensieri.
Vorrei dirgli qualcosa ma ho paura che qualsiasi mia  parola possa essere fraintesa da lui.
-Se ti ho offeso in qualche modo, mi dispiace. Non era mia volontà farlo – finalmente sembra risvegliarsi dai suoi pensieri. Rivedo nei suoi occhi un po’ di divertimento.
-Tu non c’entri nulla. Solo che … ogni tanto penso al fatto che, oltre a te, non mi è rimasto nessuno. Non ho più un familiare e molti di quelli che mi girano attorno sono solo degli avvoltoi, che vengono attratti dal mio cognome o dai miei soldi -.
Oltre a te.
Sono colpita dalla maturità che sta dimostrando; fino all’anno scorso la sua famiglia e i suoi amici erano un vanto per lui mentre ora sembrano la sua peggior vergogna.
Oltre a te.
Sono veramente io l’unico affetto che gli è rimasto?
E lui, per me, cos’è?
Posso prendermi la responsabilità di essere l’unico affetto per Malfoy? La risposta corretta sarebbe no; dovrei essere corretta e dirgli che, in realtà, io non sono nulla per lui ma non me la sento.
Come posso fare una cosa del genere? Dovrei dimenticarmi anche delle cose buone che ha fatto per me, l’anno scorso?
No, questo non posso farlo. Non fa parte di me.
Perché stare con lui mi fa questo effetto? Mi fa dimenticare di tutto, come se non esistesse nient’altro, se non noi due. Tutto il mondo e tutti i problemi svaniscono.
 Per tutta l’estate ho voluto far finta di essermelo dimenticato ma mi è bastata un’ora per capire che così non è stato.
Il vero problema è che appena mi allontano da lui, la realtà mi ricade addosso come un macigno ristabilendo le varie priorità.
E se avesse ragione lui? Se ci fosse veramente una parte di me che prova qualcosa anche per lui?
No, non è possibile.
-Davvero non senti il bisogno di baciarmi? Io lo sento da quando ti ho vista all’udienza in cui hai testimoniato - con una veloce falcata mi raggiunge, mi afferra il volto tra le sue mani e poggia la sua fronte alle mie.
Afferro le sue mani per allontanarle ma,  vedere i suoi occhi così vicini, mi fa smettere di pensare razionalmente.
-Io non … - vorrei parlare e ripetergli che lui non è niente per me ma non ci riesco; le mie mani sono finite intrecciate alle sue, sento il suo respiro così vicino e rimango incantata a fissare le sue labbra …
-Ginevra … ci siamo solo io e te, qui! -.
Il mio nome non mi è mai risultato così dolce da ascoltare.
Guardo quegli occhi color ghiaccio che quasi rispecchiano i miei; sento di nuovo un gran caldo nonostante abbia i brividi in tutta la schiena.
Chiudo gli occhi e l’unica immagine che mi compare nella mente è Malfoy.
Quando li riapro è ancora qui; così vicino …
Stacco le mie mani dalle sue e, senza esitare, afferro il suo volto, lo avvicino a me e poso le mie labbra sulle sue.
Non c’è nulla di delicato; i movimenti sono veloci e frettolosi.
Malfoy, senza perdere tempo, stringe la presa sulle mie guance e mi avvicina ancora di più a lui.
Morde e assaggia le mie labbra, una per una, senza mai staccarsi nemmeno per prendere fiato.
La mia testa urla di staccarmi da lui ma l’unico effetto che produce è quello delle mie mani che gli afferrano la camicia, lo tirano verso di me per stringerlo ancora più forte.
Non mi accorgo nemmeno che Malfoy mi ha spinto contro il muro, se non quando sento la mia testa picchiare contro la parete; la fitta di dolore invece di indebolirmi mi da un’ennesima scarica di adrenalina.
Le nostre labbra e le nostre lingue non smettono di cercarsi mentre le mie mani rimangono, aggrappate alla sua schiena.
Draco appoggia le sue mani al muro bloccandomi completamente nella sua presa; allontana le labbra dalle mie ma senza staccare il suo corpo da me, di nemmeno un millimetro.
Mi basta aprire gli occhi e vedere il modo ardente in cui mi sta guardando in questo momento, per capire cosa succederà se non riprendo in mano la situazione.
Con grande sforzo, nonostante senta tutte le articolazioni nervose in fiamme, spingo via Malfoy giusto il tanto per staccarmi dal muro e allontanarmi qualche metro da lui.
Dentro di me, una piccola vocina urla in segno di protesta.
Mi porto le mani al volto e inizio a massaggiarmi le tempie della fronte. Non voglio vedere la mia immagine riflessa da nessuna parte , ho troppa paura di quello che potrei vedere. Cerco di riprendere fiato!!
Cosa ho fatto? Ma perché?
Cosa c’è di sbagliato in me? Sono così debole da fare una cosa del genere ad Harry dopo solo due giorni che non lo vedo?
Ma poi perché Malfoy? Perché doveva capitarmi una cosa del genere proprio a me e, soprattutto, con lui? Perché non sono passati nemmeno due giorni e siamo, di nuovo, a questo punto … allora la mia estate con Harry a cosa è servita?
-Weasley … -.
-NO!- sentire la sua voce infrange l’unica speranza che avevo, che si fosse trattato di un incubo.
-Weasley … -.
Mi giro credendo di vederlo dispiaciuto di quello che ha appena fatto e invece… il ritratto della serenità!
-NON DIRE UNA PAROLA! NON VOGLIO SENTIRE LA TUA VOCE!-.
-Se non abbassi la voce, ci sentirà tutto il castello!-.
Oh Dio ... poteva passare chiunque e beccarmi mentre baciavo Malfoy.
Vederlo così tranquillo e soddisfatto mi fa innervosire ancora di più; vorrei urlare ma non posso.
Cerco di respirare profondamente;  non ottengo alcun risultato.
Mi faccio coraggio e torno a guardare Malfoy, sperando di trovare in lui le risposte che sto cercando.
-Va tutto bene, Weasley. E’ così che devono andare le cose!-.
Ma come fa a dire una cosa del genere?
-Ti prego! Allontanati da me. Almeno per questa sera! Non mi costringere a mettere tutto in discussione! Non sono pronta … sono passati solo due giorni!!– mi guardo l’anello di Harry e sento tutta la frustrazione affliggermi.
Forse anche questo è un errore ma, nonostante sia lui il colpevole dei miei drammi, mi sento magicamente più serena.
-Draco? La faresti una cosa per me?- faccio un passo indietro perché voglio che mi veda bene in faccia.
-Sì – risponde confuso.
-Perché non torni a disprezzarmi come hai sempre fatto fino all’anno scorso?- sono disposta anche a inginocchiarmi per convincerlo.
Lui non sembra molto stupito dalle mie parole, anzi!
-Ma io un po’ ti disprezzo ancora!!!- mi fa l’occhiolino, trattengo una risata –Solo che, invece di provare ripulsione, sono completamente attratto da te!-.
-NON IMPORTA!! -.
Per un veloce istante sono convinta che forse, se fosse rimasto ad Azkaban, tutto questo non sarebbe mai successo ma ricaccio indietro l’idea; sarebbe vergognoso anche solo pensare una cosa del genere.
-Io voglio che tu stia lontano da me! – devo essere convincente.
-Non è vero! Non lo vuoi davvero. Se fossi sincera, saresti tu la prima a stare lontano da me ma non ci riesci! -.
L’unica soluzione è smetterla di fare domande.
- Io amo Harry. Ok?!-.
-Tu ami Potter ma desideri me. Ecco perché non ti sei presentata quest’estate ed ecco perché non vuoi frequentare pozioni!! -.
-Devo andare! Ho delle cose da fare … -.
-Io avrei una lunga lista di cose da fare con te e ho anche il sospetto che piacerebbero molto anche a te!! - ha l’aria più rilassata – ma comunque, per stasera,  penso sia più che sufficiente! Ci vediamo domani! -.
Sono esasperata dalla situazione.
Devo andarmene. Devo allontanarmi da lui.
Malfoy sembra accorgersi che la nostra conversazione sta per finire, quindi si avvicina alla porta della sua aula e la apre; prima di entrare mi guarda ancora una volta.
-Puoi provare a scappare ma non servirà a niente!-.
Resto impalata a guardarlo senza più nemmeno le forze per contraddirlo; ho la testa che mi scoppia.
Non serve più parlare; ora, devo solo rispondere con i fatti.
Devo cercare di dormire, devo somatizzare quello che è successo e forse dovrò anche parlare con Harry, anche se non so assolutamente cosa potrei mai raccontargli.
Faccio solo alcuni passi quando sento la voce di Malfoy raggiungermi di nuovo.
-Anche se tiferò sempre per i serpeverde, è inutile dirti chi è ormai il mio capitano preferito -.
In tutto questo casino, mi ero quasi dimenticata di essere diventata capitano. E, a lui, chi gliel’ha detto??
Malfoy riesce a strapparmi un sorriso ma, senza nemmeno voltarmi, riprendo a camminare verso l’uscita dai sotterranei.
Ho fatto male a tornare ad Hogwarts; se fossi rimasta con Harry, tutto questo non sarebbe mai successo.
Ormai è troppo tardi per tornare indietro.
L’unica cosa da fare è trovare il modo di mettere fine a questa confusione che ho in testa.
Primo obiettivo: evitare del tutto Malfoy.
 
 

 
Le occhiaie sul mio volto non lasciano alcun dubbio sulla notte appena passata; non sono riuscita a chiudere occhio neanche cinque minuti. Continuavo a girarmi e rigirarmi tra le coperte e ripensavo a tutto quello che era successo.
Non ho ancora risposto ad Harry ma, francamente, ora come ora, non saprei neanche cosa scrivere.
Non so spiegarlo nemmeno  a me stessa; so solo che da ieri sera mi ripeto sempre la stessa domanda: cosa mi sta succedendo?
Sarei anche pronta a raccontare a Harry delle mie debolezze, se solo gli riuscissi a dare una spiegazione razionale sul perché sono successe queste cose.
Guardo le lancette del mio orologio che segnano le otto e mezza; senza nemmeno aver fatto colazione e, dopo averci messo quasi due ore per indossare la divisa, mi faccio forza ed esco dalla mia stanza.
Almeno una cosa positiva in tutto quello che è successo ieri sere c’è! Non dovrò frequentare il corso di pozioni, mai più nella mia vita.
Sono quasi arrivata all’aula del professor Vitious quando sento qualcuno chiamare il mio nome.
-Ginny!! Ginny!! – in mezzo alla folla di studenti scorgo Neville, molto affannato, che si sbraccia per farsi notare.
Mi fermo un attimo per aspettarlo; sono irrequieta perché non mi va di restare in mezzo a tanta gente, visto che non ho alcuna voglia di fare incontri spiacevoli.
-Ciao Neville – appena mi raggiunge, dando una veloce occhiata al corridoio, ricomincio a camminare, accelerando il passo.
-Perché stai correndo? – effettivamente Neville fatica un po’ a tenere la mia andatura soprattutto data la quantità di libri che tiene tra le mani.
-Sono in ritardo – controvoglia, sentendo il fiatone di Neville, rallento un po’ l’andatura.
- Quando mai vai di corsa per arrivare in orario a lezione?- mi dimentico sempre che Neville mi conosce troppo bene.
-Voglio cominciare l’anno con buoni propositi. Uno di questi è arrivare in orario -.
Siamo arrivati di fronte all’aula e non dovrebbero più esserci pericoli; i sotterranei sono dal lato opposto rispetto a dove mi trovo io.
-Fammi sapere se questo tuo nuovo proposito durerà più di una settimana -. Neville non sembra molto fiducioso nella mia nuova puntualità. Cosa ci vorrà mai ad arrivare prima di tutti alle lezioni? Hermione lo faceva sempre senza alcuna fatica. E’ solo una questione di organizzazione. Posso farcela.
- Se non ti sbrighi a dire quello che devi dire, sarai tu a farmi arrivare in ritardo! -.
- Come sei divertente stamattina. Comunque volevo sapere se sei riuscita a cancellarti dal corso di Malfoy?- .
Ogni tanto penso che Neville abbia il potere di leggermi la mente.
-Si -.
-C’è qualcosa che non va Ginny?- sembra studiare qualunque movimento della mia faccia; sto prendendo in seria considerazione l’ipotesi di raccontargli tutto.
Vorrei raccontargli della situazione in cui mi sono cacciata; che solo a una stupide come me, poteva capitare una cosa del genere!!
-Lo sai che a me puoi raccontare tutto? Sei la mia migliore amica! -.
A qualcuno dovrò pure raccontarlo; farmi aiutare da una persona che mi vuole bene. E se escludo la mia famiglia, escludo Harry e Hermione, rimangono solo Neville e Luna.
-Anche tu lo sei. Vorrei potertelo raccontare ma non l’ho ancora detto nemmeno a me stessa!-.
Neville fa un passo in avanti e mi abbraccia. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e, dopo una notte infernale, sento sciogliere un po’ la tensione.
-Potresti cominciare col dirla a me!- mi sciolgo dall’abbraccio e gli sorrido; non voglio che si preoccupi.
-Lo farò. Quando sarà il momento – non sembra molto convinto dalle mie parole –non è nulla di grave, Neville. Te lo giuro. Sciocchezze da donne-.
Gli faccio l’occhiolino e sembra finalmente rilassarsi.
-Devo crederti?-. Riesce anche a strapparmi una risata.
-Assolutamente sì!-. Ho capito una cosa fondamentale: non posso raccontare di quello che mi succede a lui ma devo parlarne con una donna.
L’unica che può ascoltarmi senza avere pregiudizi e che non tradirebbe mai il mio segreto è Luna; almeno sono certa che non tenterà di uccidere Malfoy.
Neville mi da un bacio sulla guancia e, sentendo il suono della campanella, corre via.
Sto per entrare nell’aula quando sento, di nuovo, Neville dietro di me.
-Mi stavo dimenticando la cosa più importante. Da oggi i capitani delle case possono iniziare i provini. Quindi, quando vuoi, puoi scegliere la tua squadra!- inizia a saltellare sul posto; sembra quasi un bambino davanti a un enorme lecca lecca.
-Non vi deluderò!-. Questo è poco ma sicuro. Non vedo l’ora di ricominciare a giocare nel campionato di Hogwarts.
-Per qualsiasi cosa di cui hai bisogno, sono a tua completa disposizione. Lo sai cosa mi ha detto Luna? Che tutti gli studenti maschi di corvonero tifano per te! E non mi stupirei se anche i serpeverde lo facessero!-.
Neville scoppia a ridere ma al solo sentire il nome di quella casata , mi passa il buon umore.
-Sono coscienti del fatto che siamo i più forti!-.
-TU sei la più forte! E anche la più bella!- straluno gli occhi – ovviamente dopo Luna-.
-Ah volevo ben vedere! Stavo già correndo a dirglielo!- gli tiro una leggera pacca sulla spalla come saluto, mi rimetto la borsa sulle spalle ed entro nell’aula.
Dopo la notizia del Quidditch, la giornata ha preso tutta un’altra piega.
 
 

 
 
-Ginny?? Posso?-.
Sento la voce di Calì da dietro la porta; guardo l’orologio e mi accorgo che mancano cinque minuti alle otto.
Sono seduta alla scrivania con un foglio di carta bianco ancora davanti a me; in due ore le uniche parole che sono riuscita a scrivere sono state: caro Harry.
Avrò già strappato una quindicina di fogli e in ognuno di essi c’era scritta una versione diversa di quello che era successo nelle ultime ventiquattro ore.
-Vieni pure- giro il foglio e con una mano faccio cadere tutti i fogli appallottolati dietro la scrivania, in modo che non si vedano.
Calì entra nella mia camera saltellando, tutta contenta; vorrei anch’io aggirarmi nel castello con questa leggerezza ma, ora come ora, è già tanto se riesco a fare un sorriso.
-Volevo chiederti se scendevi con noi a cena?- Calì si siede comodamente sul mio letto.
-Grazie ma penso di saltare. Non ho molto appetito-.
Non ho alcuna voglia di entrare in sala grande, rischiare di incontrare Malfoy, fingere che vada tutto bene e, francamente, mi è passata anche la fame.
-Sei sicura? Non stai bene?- se rispondessi di sì, con forti probabilità, nel giro di due ore Calì lo racconterebbe a tutta la scuola.
-No è che entro domani deve essere tutto pronto per i provini della squadra e non ho ancora fatto niente-. Calì sembra delusa dalla mia risposta.
-Vuoi che ti porti qualcosa? -.
Apprezzo la sua gentilezza ma non ho voglia di ingurgitare niente.
-No grazie. Ci vediamo domani a colazione?-.
-Certo. Ora ti lascio fare … quello che devi fare-.
Calì mi da un bacio sulla guancia e, sorridendo, esce dalla mia stanza facendo attenzione a non sbattere la porta.
Non posso di certo nascondermi per sempre; o forse sì?
 

 
Caro Harry, scusa il ritardo ma con l’inizio delle lezioni, non ho avuto molto tempo per risponderti.
Sto iniziando a organizzarmi per la squadra; anche se, a dirla tutta, salterei volentieri la fase dei provini per cominciare, subito, gli allenamenti.
Mi manchi.
Spero che l’incontro col Capo Auror sia andato bene.
Un bacio
G.

 
Mentre guardo il piccolo gufo grigio spiccare il volo dalla finestra della guferia, rilasso le spalle e mi massaggio le tempie; alla fine sono riuscita a scrivere solo poche righe ma almeno sono riuscita a non scrivergli bugie. Vorrei raccontargli tutto per sentirmi in pace con la mia coscienza ma come diavolo faccio a raccontargli una cosa del genere, per lettera?
Ancora più avvilita, scendo le scale della guferia, socchiudo leggermente la porta per controllare che non ci sia nessuno che cammina nei corridoi; una volta appurato di essere sola, apro la porta e una volta richiusa, inizio a correre verso la torre dei grifondoro.
Ci impiego nemmeno un paio di minuti per oltrepassare la soglia della signora grassa.
Rientrata nella stanza, crollo sul letto, esausta dalla corsa; la stanchezza inizia a farsi sentire anche se, a dirla tutta, adesso mangerei qualcosa molto volentieri.
Rimanendo seduta, mi tolgo la felpa e la maglietta, li lancio sulla sedia e mi sdraio sul letto per sfilarmi i pantaloni; mi sfilo l’anello di Harry e guardo la scritta al suo interno.
Il mio inizio è dove inizi tu.
Non riesco nemmeno ad immaginare come reagirebbe Harry, se venisse a sapere una cosa del genere.
Appoggio l’anello sul comodino, indosso il pigiama e mentre m’infilo sotto le coperte ripenso alla giornata appena trascorsa; ho saltato quasi tutti i pasti, andavo da una lezione all’altra correndo come una pazza e l’unica persona con cui ho parlato è stata Neville.
In poche parole: una giornata del tutto inutile.
La cosa più preoccupante è che, mentre sto per essere cullata nelle braccia di Morfeo, nella mia mente si fanno spazio due immagini che si alternano tra di loro.
Io ed Harry mentre passeggiamo per mano, in Francia, quest’estate; sembriamo una normale coppia felice.
La seconda è ancora più chiara: io e Malfoy intenti a baciarci davanti all’aula di pozioni; ed è proprio su questa immagine che mi addormento.
 
 

 
Seduto alla mia scrivania, faccio fatica a stare fermo; mi sbottono il colletto della camicia e allento la cravatta.
Avrei dovuto seguire il mio istinto e andarla a cercare fin in camera sua, fregandomene delle regole.
-Padroncino, deve stare tranquillo! Irina ha seguito tutto il giorno la signorina Weasley. Non l’ha persa mai di vista -.
Mandare Irina a seguire Ginny è stata l’unica idea che mi è venuta in mente dopo ieri sera; ho un brutto presentimento.
La conosco troppo bene per non sapere che farà di tutto per evitarmi ma quello che mi preoccupa di più è che confessi tutto a Potter; se così fosse, mi brucerei l’unico piccolo vantaggio che ho.
Se Potter sapesse tutto, lo comunicherebbe a tutta la famiglia Weasley e tutti insieme farebbero il lavaggio del cervello a Ginny; probabilmente, l’ inizierebbero a controllare, senza lasciarla mai da sola, e io potrei dire addio per sempre all’unica possibilità che ho di averla.
-Sei sicura che non abbia visto nessuno o che non sia uscita dal castello?-.
Dopo quaranta minuti in cui ripeto le stesse domande, persino Irina inizia a dare i primi segnali di stanchezza.
-Sono certa, padroncino. E’ stata quasi sempre in camera sua ed è uscita solo per andare in guferia per spedire una lettera indirizzata al signor Potter-.
Appoggio la testa sul piano della scrivania, esausto.
-Ti prego Irina. Non chiamarlo signore. Anzi, fammi il favore di non nominarlo proprio-.
-Ogni suo desiderio è un ordine, per me-.
Potter. Maledetto Potter.
Devo trovare il modo di tenere lontano Potter da qui, il tempo necessario; se riuscirò a far capire a Ginny che anche lei vuole stare con me, nessun intervento esterno potrà escludermi dalla sua vita e il caro Potter si ritroverà in competizione con me, quando sarà ormai troppo tardi per screditarmi agli occhi di Ginevra.
-Padroncino domani continuerò nel mio lavoro e, questa volta, le porterò notizie ancora più precise-. Irina mi risveglia dai miei pensieri.
Non è pedinando Ginevra che risolverò le cose. Devo agire.
Mi alzo dalla mia poltrona, mi sistemo i capelli, riallaccio camicia e cravatta; Irina continua ad aspettare una mia risposta.
-Grazie Irina ma domani ci penso io!-.
-E’ sicuro di non aver bisogno di me?- ancora inchinata di fronte alla scrivania, Irina mi ha appena fatto venire un’idea geniale.
-Mi sei già stata di grande aiuto. La prossima volta che ci rivedremo non sarò da solo. Te l’assicuro  -.
-Sì signore – fa un leggero inchino e si smaterializza.
Apro la finestra ed esco sul piccolo terrazzo che dà sul parco di Hogwarts; se penso che fino all’anno scorso avevo giurato a me stesso che non sarei mai più tornato in questo castello e che me ne sarei andato molto lontano da qui, ed ora? Eccomi di nuovo qui.
So di aver fatto l’unica scelta logica che potevo. Come fai ad andare via se la tua testa non vuole saperne di allontanarsi??
Non importa quanto dovrò aspettare e cosa dovrò fare, sono disposto a tutto per avere quello che voglio.
E ce la farò!
 
 
 
 
 

Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!
Scusate, di nuovo, il ritardo ma la mia frattura al bacino mi ha portato via troppo tempo.
Ho voluto aspettare per pubblicarlo per essere sicura di aver raccontato bene i vari stati d’animo. Per questo motivo, ho voluto aggiungere una parte scritta dal punto di vista di Draco.
Cosa ne pensate? Come si evolverà la situazione?
Siamo molto vicini a una svolta. Ginny cambierà idea?
Per il prossimo capitolo posso solo dirvi che il nostro Malfoy giocherà una grande carta in suo favore.
E poi, chissà. Forse, qualcuno verrà a conoscenza del segreto di Ginny.
A presto e grazie a tutti per le recensioni.
Aspetto i vostri pareri perché sono sempre di grande ispirazione
P.S: voglio rispondere pubblicamente a un messaggio privato che mi chiedeva se avessi già deciso il finale della storia.
La mia risposta è: sì, assolutamente sì!
Un bacio.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 15
*** Malfoy Manor ***


Capitolo 15.
 
 
Malfoy Manor
 
 
 
 
Le giornate passano, una dopo l’altra, con la mia nuova routine; il mattino vado a lezione e appena posso scappo sul campo di Quidditch. Non pensavo che fare il capitano di Quidditch richiedesse così tanto tempo ma devo ammettere che sono ben contenta di avere molte cose da fare. Mi occupano la mente.
Il campo è un buon diversivo da tutti i vari pensieri; mi fa completamente svuotare la mente e aver ripreso a volare in una squadra dopo così tanto tempo, mi ha ridato una certa leggerezza che non avevo più da ormai tanto tempo.
Mi ero dimenticata quanto mi facesse bene provare tutta quest’adrenalina.
I provini sono stati abbastanza veloci e, al tempo stesso, anche un po’ noiosi; la squadra è quasi tutta quella che aveva Harry, due anni fa, tranne il portiere, il cercatore e una battitrice.
Non avendo più Harry e Ron, ho dovuto faticare molto prima di trovare due sostituti.
Per il ruolo di portiere ho dovuto ammettere che Cormac McLaggen era l’unica scelta sensata che potevo fare; nonostante la mia antipatia per lui, Cormac è stato l’unico a esser riuscito a parare quasi tutti i lanci.
E’ inutile dire che da quando è stato scelto non  fa altro che girare nei vari corridoi di Hogwarts, con la sua aria fiera e altezzosa, e dire come la squadra di grifondoro non è mai stata così forte come quest’anno e nonostante le mie parole di gelo nei suoi confronti, non fa altro che trattarmi come se fossi diventata la sua nuova amichetta del cuore.
Se all’inizio ho cercato di ribellarmi, devo ammettere che questo nuovo clima di festa che ha invaso tutta la squadra e tutti i grifondoro, non è per niente male.
Per quanto riguarda il posto di cercatore lasciato vuoto da Harry, dopo aver visto una schiappa dopo l’altra, ho dovuto scegliere un ragazzino del primo anno: Eric Dawn.
Dopo gli allenamenti degli ultimi giorni, sono sempre convinta della scelta che ho fatto; quando qual ragazzino si concentra, vedo del gran potenziale in lui; so di aver fatto una scelta rischiosa ma devo pur correre qualche rischio e poi, non so perché, ma sono fiduciosa in questo ragazzino.
Non so perché ma mi ricorda un po’ Harry quando ha cominciato a volare.
Oltre il Quidditch e le lezioni, la mia vita sociale è pari a zero; mi limito a scendere nella sala grande per consumare i vari pasti, ad andare in guferia per spedire la mia lettera quotidiana a Harry e il resto del tempo sto chiusa nella mia sala comune.
Devo ammettere che mi sento un po’ in colpa verso Neville e Luna; li sto trascurando tantissimo.
Per mia fortuna, non mi fanno molte domande ma penso si siano fatti l’idea che la mia assenza sia dovuta al fatto che ho la mente totalmente assorbita nel Quidditch.
So che il mio comportamento può essere un po’ egoista ma, per ora, lo trovo l’unico modo per ridurre al minimo i rischi di fare spiacevoli incontri.
Durante queste due settimane, le uniche volte che ho visto il professore di pozioni sono state in Sala Grande durante qualche cena; ho scorto la sua figura seduta al tavolo insieme agli altri professori, ma non ho mai alzato la testa per paura d’incontrare un suo sguardo.
Sarebbe inutile negare che spesso ho la forte sensazione che qualcuno mi stia fissando e non è difficile immaginare chi possa essere ma non ho mai ceduto alla tentazione di voltarmi per verificare i miei sospetti.
Sia quando entro sia quando esco, sto sempre molto attenta a non essere mai da sola. Spesso, se Calì o Lavanda non sono presenti, piuttosto di camminare in solitaria, mi unisco a Cormac; lo scotto da pagare è che, oltre al fatto che ormai si è convinto che siamo diventati migliori amici, mi segue in ogni posto: si siede accanto a me durante lezioni pranzi o cene, mi porta la scopa quando andiamo verso il campo, si siede al mio stesso tavolo quando dobbiamo fare i compiti.
Più ci penso e più mi rendo conto che, a parte quando sono in camera mia, le mie intere giornate le trascorro insieme a McLaggen; ormai credo di averci fatto anche l’abitudine alla sua compagnia.
-Weasley, hai capito cosa ti ho detto?- Cormac seduto di fronte a me agita le mani per catturare la mia attenzione.
-No scusa, stavo pensando!-.
-A cosa?- Noto che il piatto di Cormac, ogni sera che passa, è sempre più pieno. Non so come fa a mangiare tutta quella roba e a non stare male durante la notte.
-Agli affari miei!- anche la sua invadenza aumenta quotidianamente ma, a dirla tutta, lui sembra altrettanto abituato alle mie rispostacce.
-Ho detto che l’allenamento di oggi è andato particolarmente meglio. Direi il migliore da quando abbiamo iniziato!-.
Effettivamente, oggi pomeriggio, abbiamo fatto un buon lavoro.
-Si oggi è stato ok ma abbiamo ancora molto da migliorare e abbiamo solo due settimane prima della partita-.
Annuisce senza parlare, troppo impegnata a ingurgitare tutto quello che ha di fronte a lui.
Al mio fianco noto Calì fissare McLaggen un po’ insistentemente; non so come fa lui a non notare la cotta paurosa che Calì si è presa nei suoi confronti.
Mi avvicino a lei, senza farmi notare, porto i capelli davanti per non far vedere le mie labbra che si muovono.
-Calì se non ti dai un contegno nel guardarlo, presto se ne accorgerà tutta Hogwarts-.
Ritornata in sé, sembra quasi dispiaciuta che l’abbia svegliata dal suo viaggio mentale.
-Hai parlato a lui di me?-spalanco gli occhi.
-Io non parlo con lui di cose così private-mi guarda quasi offesa.
-Lui ti chiederà di Harry e allora perché non puoi parlargli di me?!?-.
A volte mi domando se sono io l’unica fuori di testa o siano gli altri a non stare tanto bene.
-Io non parlo di Harry a lui piuttosto è lui a chiedermi del mio fidanzato; domande a cui rispondo con monosillabi. Sono cose pri-va-te-.
Spero che, ora, abbia capito il concetto.
-Ma io sono tua amica. Lui no!-.
Prendo il calice e bevo un sorso di succo di zucca. –Appunto! A lui certe cose non le racconto e non voglio saperle di lui. Punto. Se vuoi fatti avanti tu!-.
-Sai che non lo farò mai!-.
Scuoto le spalle; non potrebbe importarmi di meno.
-Pazienza Calì. Sopravvivrai alla perdita del tuo grande amore. Oppure mandagli una lettera anonima-. Sembra voglia ribattere ma poi torna a fissare McLaggen con uno sguardo furbetto.
Non è che sta prendendo in serie considerazione l’idea di scrivergli in via anonima? Guardandola mi rendo conto che in questo momento sarebbe disposta a tutto.
Mi arrendo e, sentendomi piena, decido di alzarmi dal mio posto.
-Ci vediamo di sopra ragazzi-. Calì mi fa un segno con la mano senza staccare lo sguardo dalla preda mentre McLaggen sembra gli stia per andare di traverso, il cibo che sta masticando.
-Non mi aspetti?- parlando con la bocca piena, faccio quasi fatica a sentire quello che ha da dire.
In effetti, la sala è quasi deserta e non c’è nessuno che si sta dirigendo verso l’uscita, tranne…
-NEVILLE!!- urlo senza pensarci. Sventolo una mano per farmi notare; Neville quasi vicino al portone di quercia si blocca sentendo il mio urlo.
-No McLaggen. Ci vediamo domani!- faccio un segno di saluto e, quasi correndo, raggiungo Neville.
-Ehi, chi si vede!- gli do una piccola spallata.
-Pensavo ti stessi dimenticando di me!- usciamo dal portone e, per farmi perdonare, lo prendo a braccetto e appoggio la testa sulla sua spalla.
-Sai che ho un po’ da fare in questo periodo ma non potrei mai scordarmi di te!-.
Neville, come risposta, appoggia dolcemente la sua testa alla mia.
-Lo so stupidona!- sorrido per il suo finto insulto.
-Harry mi ha detto di salutarti e che è impaziente di vederti nella veste di professore-.
Non c’è lettera in cui Harry non mi chieda di Neville e di come se la stia cavando in questa sua nuova carica.
-Salutamelo e digli che lo aspetto di nuovo in questi corridoi-.
-Lo farò! Comunque non manca molto! A metà ottobre dovrebbe essere qui-.
Nel frattempo, siamo arrivati alle scale che portano alla torre dei grifondoro.
-Mi dispiace ma devo assolutamente tornare al mio ufficio. Ci vedremo domani al campo. Ho proprio voglia di vedere il mio capitano preferito e la sua squadra come si allenano-.
-Allora ti aspettiamo!- gli lascio il braccio e lui, facendomi l’occhiolino si allontana.
Chissà Neville cosa penserà della mia squadra? Non è un grand’esperto; anche se dovessimo cadere tutti dalle scope, direbbe comunque che siamo tutti bravissimi.
Rido per il pensiero di Neville che batte le mani entusiasta.
Sto per salire il primo gradino della scalinata quando sento due mani afferrarmi per i fianchi e tirarmi, con forza, indietro; mi ribello subito e sto per urlare quando sento una mano tapparmi la bocca.
Cerco di buttarmi a terra ma l’aggressore mi avvolge la vita con un suo braccio.
Mi sembra di riconoscere le dita lunghe e sottili che mi stanno chiudendo la bocca, ma mi basta abbassare lo sguardo per avere la certezza dei miei sospetti.
All’anulare verde porta il suo anello indistinguibile.
Anello d’oro con incastonata una pietra verde scura, ben lavorato. Penso che ne esista solo uno in tutto il mondo, fatto così.
Mentre cerco di strattonarmi con tutta la forza che ho, Malfoy continua a stringermi sempre di più; mi trascina per qualche metro, senza alcuna fatica, nonostante i miei inutili tentativi di svincolarmi.
Senza che mi renda conto di dove mi stia portando, apre una porta, mi spinge all’interno e mi lascia finalmente libera.
-MA SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO!-.
La stanza s’illumina e finalmente posso vederlo in faccia; è appoggiato alla porta, tutto tranquillo. E' vestito di blu scuro con una dolcevita abbinato, senza un capello fuori posto nonostante lo sforzo.
Mi guarda e capisco subito che è arrabbiato.
-SEI PAZZO! ORA SEI PASSATO ALLA FORZA!- Non riesco a smettere di urlare; mi scaravento contro di lui e afferrandolo per un braccio lo spingo via dalla porta. Capisco subito che è stato lui a volersi spostare di sua volontà, altrimenti non avrei avuto nessuna possibilità di smuoverlo anche solo di un millimetro.
Faccio per aprire la porta ma mi rendo conto che è chiusa; scoraggiata dal fatto di essere stata fregata di nuovo da lui, inizio a prendere a pugni la porta.
-FAMMI USCIRE!- non mi fermo nonostante le nocche delle mie mani siano diventate tutte rosse.
-Ti farai male Weasley, se non smetti di…-.
Mi giro di scatto. –MI FACCIO MALE PER COLPA TUA!- comincio a dargli dei pugni sul petto.
Lui mi lascia fare per qualche secondo poi mi blocca i polsi nelle sue mani.
Non l’avrei mai detto che avesse tutta questa forza.
-Basta Weasley! Basta! Stai calma! Non ti succederà nulla!-.
Finalmente capisco che è tutto inutile, mi sto facendo solo male! Non ho vie di fuga e non potrò uscire da qui, fino a quando non lo deciderà lui quindi, tanto vale, conviene smetterla di spaccarmi le ossa delle mani.
-Mi dispiace se ti ho fatto male!- continua Malfoy.
Tiro vie le mie mani dalle sue e inizio a massaggiarmele dolcemente; credo di essermi fatta male sul serio. Ho anche piccoli tagli sul dorso della mano che sanguinano.
 -Sì mi hai fatto male-.
Malfoy osserva le mie mani.
-Non mi hai lasciato alternativa!-.
La mia voglia di picchiarlo non vuole saperne di diminuire; mi avvicino un po’ a lui perché voglio che capisca bene il concetto.
-Forse non l’hai capito ma io non voglio vederti. E’ chiaro?- il mio tono minaccioso fa sempre un certo effetto.
-Non è chiaro per niente, Weasley. Ho portato pazienza fin troppo. Sei sparita per quasi due settimane e se stasera non ti avessi catturata, stai pur certa che domani ti avrei strappato via nello stesso modo, anche davanti a quegli imbecilli dei tuoi amici-.
-Tu non puoi obbligarmi a fare quello che vuoi tu! Non decidi tu come, quando, dove vederci!! TU DEVI LASCIARMI STARE!-.
Sono troppo arrabbiata. Non sono un oggetto che può prendere come e quando vuole. E’ arrivato al limite.
-Smettila di urlare Weasley. Non ti sentirà nessuno!-. con un dito indica le pareti accanto a noi.
Da quando siamo entrati, non avevo minimamente fatto caso a dove eravamo. Siamo in una piccola aula a metà tra uno studio e un ripostiglio per le scope.
La stanza è completamente vuota, tranne due torce attaccate al muro e qualche cornice vuota buttata in un angolo.
-Bene. Ora mi hai visto. Sto bene, ho un sacco di cose da fare e tra queste, l’incontrarmi con te, non c’è!-.
Scoppia a ridere; questo non è proprio l’effetto che speravo dopo la mia risposta.
-Devi venire con me in un posto- ora sono io a non trattenere le risate.
-Scordatelo Malfoy, toglitelo dalla testa!-.
Non mi convincerà questa volta; può fare quello che vuole ma non andrò da nessuna parte con lui.
-Non vuoi sapere di cosa si tratta?-.
-No. Non m’interessa-. Malfoy mi guarda, fa un passo indietro e, offeso, si gira per darmi le spalle.
- E allora puoi andartene- lo dice in modo dispregiativo; ora è anche arrabbiato?
-Sei tu ad avermi portato qui, trascinandomi con la forza. Impara le buone maniere, prima di pretenderle dagli altri- .
-Non mi hai lasciato scelta. Se non ti fossi organizzata per evitarmi accuratamente forse non sarei dovuto arrivare al punto di pedinarti per trovare un momento per poterti parlare da sola!- non urla, ma il suo tono è addirittura peggiore delle mie grida.
-Ma cosa abbiamo ancora da dirci? Non sei stufo, anche tu, di ripetere le stesse cose?- anche lui dovrebbe rendersi conto che non si può continuare ad andare avanti in questo modo.
-Sai forse volevo dirti che domani mi farò togliere via il marchio nero dal braccio. Forse volevo dirti che volevo solo qualcuno che mi accompagnasse. O forse volevo ancora dirti che non avevo nessuno a cui chiedere una cosa del genere perché tutti i miei amici hanno il marchio e non capirebbero mai perché voglio toglierlo, costi quel che costi. Avrei voluto che mi accompagnassi tu, pensavo di poter contare su di te, almeno per questo, ma mi sbagliavo. Farò da solo!-.
Rimango allibita. Vuole togliersi il marchio nero? Non pensavo si potesse nemmeno fare una cosa del genere. Non mi aspettavo una cosa così… importante.
-Io…-.
-Ormai è tardi. Hai già parlato abbastanza. Su una cosa hai ragione però: non posso obbligarti. Non è un problema. Dovresti sapere benissimo che io posso fare a meno di tutti. Anche di te-.
Sento una leggera fitta allo stomaco. Sto per ribattere quando Malfoy si gira, mi guarda con quegli occhi iniettati di rabbia, ed esce dalla stanza sbattendo la porta.
Rimasta sola, mi porto le mani doloranti alla testa e me le passo nei capelli.
Ma come fa? Mi prende con la forza, mi butta in una stanza, mi chiude qui dentro e ora mi sento anche terribilmente in colpa per quello che gli ho detto.
Non mi aveva più guardato con quella faccia cattiva, che l’ha sempre contraddistinto, da almeno un anno.
Con le mani ancora tra i capelli e mentre una parte di me mi urla di corrergli dietro, mi appoggio al muro.
-Voglio venire con te-.
Per fortuna o no, ormai, Malfoy, è troppo lontano per sentire.
 

 
Mi guardo allo specchio e noto che la notte passata in bianco, non ha lasciato dei bei segni sul mio volto; i capelli non riescono a trovare un senso mentre i miei occhi sono cerchiati da due occhiaie terribili.
Sono stata tutta la notte a rigirarmi tra le lenzuola; non sono riuscita a smettere nemmeno cinque minuti di ripetere, nella mia testa, quello che mi ha detto Draco.
La cosa che più mi turba fra tutte è che sono preoccupata per lui. Non mi piace quello che gli ho detto e, ancora meno, mi disgusta il pensiero che mi abbia messo nell’elenco delle persone che se ne frega di lui. Io non sono come tutti gli altri.
So che dovrei fregarmene e approfittare di questo momento per staccarci definitivamente ma non ci riesco.
Io non sono come tutti gli altri: non voglio essere come i suoi genitori o come quelle persone del tutto inutili che lo seguono solo per approfittarsene.
 Che cosa posso fare? Forse è giusto così e devo metterci una pietra sola.
Controvoglia, mi allaccio la camicia e faccio il nodo alla cravatta.
Quando scendo, sono già in ritardo di dieci minuti; questa giornata è iniziata malissimo ma, per fortuna, nel pomeriggio ho l’allenamento. Lì dovrei riuscire a concentrarmi su qualcos’altro e dimenticarmi questa storia.
 



 
Avrei voluto che l’allenamento migliorasse la mia giornata ma dopo il sedicesimo tiro sbagliato, che non si è nemmeno avvicinato a uno dei tre anelli, scendo dalla scopa e la scaravento lontano da me.
Mi arrendo all’evidenza che oggi è sicuramente una delle mie giornate storte.
-Ginny ma che fai?-.
Sento McLaggen avvicinarsi a me e percepisco un silenzio tombale; tutta la squadra si è immobilizzata e ammutolita dopo il mio scatto di nervi.
-Niente non succede nulla! Per oggi basta così!-.
-Ma abbiamo…-.
Perché oggi vogliono farmi arrabbiare a tutti i costi?
-McLaggen ho detto basta così! Io sono il capitano e ho detto che per oggi abbiamo finito! Vuoi dire altro prima che ti sbatta fuori?-.
Mi rendo conto di aver esagerato non appena McLaggen si gira mortificato senza dire più una parola; credo di aver superato il limite perché di solito Cormac ha sempre la risposta pronta e non si è mai offeso per quello che gli dicevo.
Faccio un lungo respiro e, vedendo tutta la squadra andare verso gli spogliatoi in religioso silenzio, inizio a correre per raggiungerli e mi porto di fronte a tutti loro.
-No sentite. Mi dispiace ma voi siete andati benissimo oggi, come sempre. Cormac, tu soprattutto.- noto subito ricomporsi il suo sorriso fiero e orgoglioso –Andremo benissimo, mi fido di voi e voi dovete fidarvi di me. Oggi non mi sento molto bene. Probabilmente è l’inizio di un’influenza quindi io direi che per oggi saltiamo allenamento. Domani è il vostro giorno di riposo, quindi ci rivediamo direttamente sabato per un doppio, estenuante, allenamento! Siamo tutti d’accordo? -.
-D’ACCORDO- la squadra accetta di buon grado le mie nuove istruzioni; l’umore sembra risollevato.
-Ovviamente voi potete, anzi dovete, allenarvi singolarmente quanto volete-.
Tutti annuiscono con la testa, soddisfatti del ritrovato spirito di squadra.
-CHI VINCE???- Mi piace esaltarli un po’, con queste frasi.
-NOI CAPITANO!-.
Tutti bei sorridenti mi sorridono e vanno verso gli spogliatoi, alcuni augurandomi una buona guarigione e altri dandomi forti pacche sulle spalle.
L’ultimo è McLaggen che si spinge al punto di abbracciarmi.
-Per un attimo, prima, mi hai quasi spaventato, amica-.
Faccio un lungo e profondo respiro; quanto odio quando mi chiama amica ma, per oggi, l’ho stuzzicato abbastanza.
-Amico, ricordati che io sono il capitano e posso urlarti tutte le volte che voglio- facendogli l’ occhiolino, lo saluto e vado a recuperare la mia povera scopa.
La raccolgo e, mentre mi alzo, vedo Neville vicino alle gradinate; non mi ero accorto che fosse qui.
-Bel discorso. Sei un bravo capitano-.
Come volevasi dimostrare; ho appena interrotto un allenamento e lui come esordisce? Facendomi un complimento.
-Neville mi sa che ti è andata male, oggi. Sei venuto all’allenamento peggiore di tutti! Prova a venire un’altra volta!-.
Mi siedo sulla prima panca e Neville si accomoda accanto a me.
-Le giornate storte capitano a tutti. E poi l’importante è mantenere alto lo spirito di squadra e quello, qui, non manca di certo!- su questo ha ragione.
-Sono sempre il tuo capitano preferito?-.
-Sempre!- risponde senza un attimo di esitazione. –Ma…detto questo, hai davvero l’influenza?-.
Mi conosce troppo bene.
Dovrei dirgli che, in questo momento, non riesco a non pensare a Malfoy chiuso chissà dove, mentre gli fanno chissà cosa, completamente solo. Per l’ennesima volta, solo.
-Non ho dormito bene stanotte. E oggi, non mi sento molto in forma-.
Sì ho omesso i dettagli ma questa è una parte di verità; sempre meglio di una bugia.
-Oggi sono tutti nervosi. Prima la professoressa Sprite, poi Luna, Malfoy e ora tu. Ma cosa c’è nell’aria oggi?-.
Mi sembra quasi di essermelo immaginato. Ha detto Malfoy?
-Perché sono tutti nervosi?-.
-E cosa ne so? Luna non mi parla per via di un compito andato male, la Sprite perché le mandragole non stanno crescendo bene e Malfoy…- ha un attimo di esitazione. Proprio ora!
Spero che non si accorga del mio sguardo indagatore.
-Malfoy sinceramente non lo so. Ho solo sentito che urlava a tutta la classe dei corvonero del primo anno. Un bambino è scoppiato a piangere-.
-E questo, quando?-.
-Prima di venire qua. Ho sentito le urla dal corridoio, ero andato lì per prendere del materiale ma, sentendolo, ci ho rinunciato. Proprio ora che iniziavo a pensare che avesse trovato un pizzico di umanità!-
Rimango pietrificata a fissare Neville mentre con la mente mi ripeto la stessa frase.
E’ ancora qui nel castello.
Mille voci mi suggeriscono di non farlo ma mandandole a quel paese, con uno scatto mi alzo in piedi e inizio a correre verso lo spogliatoio.
-Ginny, ma dove vai?-.
Arrivata alla porta dello spogliatoio femminile, mi giro mentre inizio a slacciarmi la divisa da Quidditch; mi stavo quasi scordando di salutare Neville.
-Scusa Neville. Mi sono scordata che devo scrivere a mia madre con una certa urgenza. Ci vediamo al prossimo allenamento-.
Senza aspettare una sua risposta, spalanco la porta ed entro, senza far caso alle altre ragazze che stanno finendo di vestirsi.
So cosa devo fare.
 

 
Sono quasi le sei di sera, le lezioni sono terminate ma i corridoi sono ancora invasi dagli studenti più piccoli; non mi curo minimamente dei grifondoro che cercano di fermarmi per chiacchierare.
Certi rimangono allibiti dal mio misero saluto ma, in questo momento, non ho proprio il tempo di fermarmi a salutarli come si deve.
Allungo il passo, volto l’angolo e finalmente vedo la porta dell’aula di pozioni; abbasso la maniglia senza neanche bussare e lo vedo, seduto sulla sua poltrona, è impegnato a scrivere qualcosa mentre con una mano si sta massaggiando le tempie.
Alza impercettibilmente lo sguardo e, senza sorprendersi di vedermi lì, torna a concentrarsi sul foglio di fronte a sé.
Non mi degna di una parola; mi faccio coraggio e m’incammino verso la sua cattedra. La sua solita giacca nera è appoggiata allo schienale della sedia, indossa solo la camicia bianca e ha arrotolato le maniche.
Quello che mi colpisce di più è la solita garza che avvolge tutto l’avambraccio sinistro.
-Non ho tempo da perdere, Weasely-.
Rimango ferma di fronte a lui; non so da dove iniziare.
-Senti Malfoy. Mi dispiace per ieri. Credo di aver esagerato - Draco finalmente sembra comprendere le mie parole, appoggia la piuma sulla pergamena e, accomodandosi meglio sulla poltrona, incontra il mio sguardo .
-Ma non mi dire, Weasley!- la sua ironia mi fa capire che è ancora arrabbiato.
-Ero talmente impegnata a evitarti che mi sono resa quasi ridicola! Scusa - non potevo essere più sincera di così! Non sono mai stata una persona superficiale ed egoista e non voglio iniziare a diventarlo adesso.
Malfoy, guarda la finestra e sembra riflettere sulle mie parole.
-Non è più importante; ho disdetto tutto-.
Cos’ha fatto? Ora è riuscito a farmi sentire ancora più in colpa.
-Mi è passata la voglia di farlo. Tutto qui-.
Faccio il giro della scrivania e vado accanto a lui.
-Ma perché? Ti accompagno io! Davvero. Vengo con te … dovunque vuoi!- noto subito che sta cercando di trattenere un sorriso.
-Malfoy… -.
Non termino la frase che Draco scoppia a ridere; ora cosa c’è di così divertente?
-Ti senti bene? Hai bevuto?- cinque minuti fa non mi guardava in faccia e ora è piegato in due dalle risate.
Continuando a sghignazzare, si alza in piedi, prende la sua giacca e se la infila.
Con il suo sorriso strafottente, appoggia la mano sulla mia schiena e lentamente mi abbraccia. Non rispondo all’abbraccio ma nemmeno mi sposto; non c’è nulla di malizioso anche perché appoggia la fronte sulla mia spalla e ricomincia a ridere.
-Quanto ti arrabbi se ti dico che non ho mai disdetto nulla e che stavo solo aspettando di vedere quanto tempo ci avresti messo ad accettare?- non voglio credere a quello che ho sentito.
Scivolo via dall’abbraccio e gli do una leggera spinta; lo guardo offesa.
Ma certo! Come ho fatto a cascarci?!?
-Era tutta una messinscena. Non ti sei mai offeso. Volevi farmi sentire in colpa, in modo che venissi a cercarti! Sapevi che avrei accettato solo se mi fossi sentita in colpa con te!-.
Vorrei arrabbiarmi ma non ci riesco; sono solo sbalordita da tutta la sua recita e offesa con me stessa per come ci sono cascata con tutte le scarpe.
-Te l’ho detto Weasley! Ti conosco troppo bene. So quali carte giocarmi con te!- non sembra preoccupato dal fatto che potrei arrabbiarmi da un momento all’altro.
-Bastardo che non sei altro - sono ancora incredula da quello che ha fatto. Non è mai stato arrabbiato, ha solo voluto fare leva sui miei sensi di colpa.
Più m’indigno e più lui sembra divertito.
-La storia del marchio, anche quella te la sei invitata?- mi aspetto di tutto da lui, viste le cose.
-No quella è tutta vera. Weasley, ammetti che sono stato più furbo da te. E’ due settimane che studio questo momento. N’è valsa la pena, di aspettare-.
Ha calcolato tutto; io che ho passato la notte in bianco per quello che gli avevo detto e lui probabilmente, nello stesso momento, si stava fregando le mani in segno di vittoria.
-Ti hanno sentito urlare ai ragazzini di corvonero. Pensavo fosse veramente una brutta giornata- la mia incredulità, si trasforma in sollievo.
-Sì ero nervoso. Un bambinetto aveva fatto esplodere il suo calderone. Ci sono volute due ore per togliere quella specie di poltiglia dai muri e dalla mia giacca!-.
Maledetto Neville! Quando imparerò a non ascoltarlo! E’ colpa anche sua se sono finita nel tranello di Malfoy.
-Bene. Visto che ti ho fatto divertire, ora posso andarmene- incrocio le braccia, mi volto per andarmene ma Malfoy, con agilità, fa il giro della scrivania e scivola di fronte a me.
-Eh no, Weasley. Hai detto che mi avresti accompagnato e ora mi accompagni!- questo non è giusto. Se non mi avesse tratto in inganno, non avrei accettato di andare con lui.
Ma ho seriamente voglia di riprendere la discussione di ieri?
Avevo detto che mi sarei comportata con maturità e, non andare solo per ripicca, non sarebbe coerente, anche se non se lo merita.
-Pensa all’anno scorso quando hai saputo che mi ero fatto marchiare. Ero la persona peggiore del mondo e, ora, che voglio togliermelo … Non stai dalla mia parte? . Non è una gran giornata, per me. Quando avranno finito, avrò comunque una cicatrice che mi resterà per tutta la vita-, in effetti, non sarà una passeggiata di salute, è pur sempre una maledizione di magia oscura e non sarà tanto semplice eliminarla.
-Se ci sei tu, non può essere una giornata tanto brutta!-.
E’ così intenso che faccio fatica a sostenere il suo sguardo; so che andare con lui è la cosa giusta da fare ma penso che Harry non sarebbe molto contento nel sapere una cosa del genere.
Sarebbe l’ennesima bugia e francamente, ne ho già dette fin troppe.
-Ti assicuro che terrò il massimo riserbo su tutta questa storia. Non lo verrà a sapere nessuno che sei venuta con me- ora, mi legge anche nella mente?
-Sì certo, al San Mungo, chi vuoi che ci veda? E’ strapieno di gente!- .
L’intero mondo magico inizierebbe a spettegolare sul fatto che Malfoy è entrato al San Mungo con me.
-In realtà, non lo faremo al San Mungo. Non ho mai nominato il luogo, dove saremmo andati-, indica il braccio fasciato. Se da una parte tiro un sospiro di sollievo, dall’altra parte inizia a suonarmi un campanello d’allarme.
 Mi avvicino per guardarlo meglio negli occhi.
-E dov’è che dovremmo andare?-.
-Lo vedrai da te. Allora vieni con me?- mi scruta in attesa di una mia risposta ma quando vede che tarda ad arrivare, allunga un braccio e mi prende la mano destra.
-Fidati, Weasley. Non lo saprà nessuno! Fidati! Sarai al sicuro!!-.
Sentendo quelle parole e guardando quegli occhi grigi che mi sembrano particolarmente sinceri, stringo la sua mano nella mia.
Ho un po’ di timore ad allontanarmi da Hogwarts con lui ma, allo stesso tempo, mi sento incredibilmente tranquilla.
-D’accordo, andiamo-. Draco sorride come non gliel’ho mai visto fare.
I suoi occhi sembrano illuminarsi, il volto rilassato e il sorriso sulle labbra è semplicemente bello.
Bello, nel vero senso della parola.
 -Dove ci smaterializziamo?-.
Malfoy lascia la mia mano, si abbottona la giacca e afferra la bacchetta da sopra la scrivania.
-Questa volta useremo un altro mezzo di trasporto. Il tuo preferito- resto interdetta – Dov’è la tua scopa, Weasley? Pronta a fare una gara con me?-.
 
 

 
Il punto di ritrovo è al confine della foresta proibita; eravamo d’accordo che ci saremmo trovati qui appena avessimo recuperato le nostre scope, con la differenza che io ci ho messo nemmeno cinque minuti per prendere la mia nuova Nimbus e sono anche riuscita a cambiarmi frettolosamente mentre lui si fa attendere da ben un quarto d’ora. Che fine ha fatto?
Sto per spazientirmi quando finalmente vedo una chioma bionda spuntare da dietro un piccolo sentiero; anche lui deve essersi cambiato perché, al posto del solito completo elegante, indossa un paio di jeans, una polo azzurra e un giubbotto di pelle nero. Sembrerebbe quasi un ragazzo come tanti se non fosse per le scarpe di vernice nera, superlucide; quelle credo siano un po’ il suo biglietto da visita.
-Abbigliamento comodo per volare- mi guarda come se non capisse a cosa mi riferisco; con un dito indico le sue scarpe.
-E allora? Mica dobbiamo fare una partita di Quidditch?- alzo gli occhi al cielo.
Draco monta sulla scopa che si è portato dietro e, io, senza ribattere, faccio altrettanto.
-Seguimi Weasley. Non mi superare e non ti fermare per nulla al mondo. Non vorrei passare la giornata a cercarti!-.
Scoppio in una risata finta, fatta apposta per fargli capire che non è per niente divertente; sulla scopa me la cavo mille volte meglio di lui.
Mi guarda divertito e poi sembra perdersi a osservare il castello dietro di noi ma non faccio in tempo a chiedergli se c’è qualcosa che non va, che lui spicca il volo; senza perdere tempo, prendo una leggera spinta e inizio a sollevarmi dal suolo.
Malfoy, davanti a me, continua ad alzarsi fino ad arrivare a una certa altezza dove faccio fatica a distinguere addirittura Hogwarts.
Senza perdermi a osservare la vista, lo seguo senza fare domande; non va molto veloce, per i miei canoni, quindi non faccio molta fatica a tenere il suo passo.
Ogni tanto si gira indietro per controllare che sia ancora dietro di lui; sfrecciamo nell’aria non proprio caldissima per un po’ di tempo, senza rallentare minimamente la nostra corsa.
Dopo quasi un’ora di volo, con qualche brivido di freddo sulla pelle, Malfoy, senza avvertire frena di colpo; me ne accorgo giusto in tempo per virare un po’ la scopa ed evitare lo schianto.
Indossiamo entrambi una giacca di pelle ma lui non sembra per niente infreddolito mentre io inizio a battere i denti dal freddo.
-Stiamo per cominciare la discesa. Pronta?-.
Annuisco senza proferire parola.
Indirizziamo le nostre scope verso terra; ci mettiamo un po’ di tempo prima di riuscire a distinguere le prime case e qualche campo. Non credevo fossimo saliti così in alto.
Quando siamo vicino al suolo, mi rendo conto che stiamo atterrando all’interno di un enorme giardino; forse un parco.
I nostri piedi toccano terreno quasi all’unisono: entrambi scivoliamo via dalle nostre scope, mi passo una mano dai capelli per cercare di dargli una pettinata dopo il lungo volo.
Appena ho la visuale libera, mi accorgo che avevo ragione. Siamo in una specie di parco con lunghi sentieri di ghiaia che s’intrecciano tra di loro. La cosa inquietante è che dove dovrebbero esserci i fiori e il prato, c’è solo erbaccia secca buttata in ogni dove; appoggio la mia scopa accanto a un piccolo muretto di pietra bianco.
Deve essere un posto in cui non ci viene nessuno da molto tempo; accanto a me c’è anche una panchina mezza distrutta e piena di ragnatele. Quello che si nota però è che, questo posto, una volta deve essere stato molto bello e curato vista la quantità di vasi, sedie e tavolini sparsi in ogni dove ma, ormai, distrutti.
Malfoy, anche lui, sembra assorto a osservare tutto quello che abbiamo attorno, ma, a differenza mia, sembra perfettamente a suo agio con tutto questo.
-Dove siamo finiti?-. Per un momento mi viene anche il dubbio che Draco si sia sbagliato e che ci abbia fatti atterrati nel luogo sbagliato ma, quando lo vedo mettersi le mani in tasca, capisco che siamo nel posto giusto.
-Weasley, benvenuta a Malfoy Manor!-.
Oh mio Dio! Ma allora questo non è un parco ma è il giardino della casa dei Malfoy!
Giro su me stessa per cercare di vedere la casa ed eccola lì; anche se la parola “casa” non è quella più adatta. Forse castello è più adatto a descrivere quel che sto vedendo.
E’ immensa; mi avvicino un po’ di più superando addirittura Draco per riuscire a guardarla meglio da vicino. Da quel che riesco a vedere, deve essere almeno di tre e quattro piani; tutta dipinta di bianco, con enormi finestre che coprono quasi tutta la facciata davanti ma oscurate da quelle che sembrano pesanti tende nere.
Malfoy, senza rivolgermi parola, mi supera e s’incammina lungo il sentiero centrale che conduce alla scalinata che porta all’ingresso della casa; ai lati sono poste delle piccole colonne di marmo bianco tutte rovinate e alcune sono addirittura rovesciate per terra.
Salgo gli scalini di marmo nero che portano all’enorme porta centrale.
Mi guardo attorno e non riesco a credere di essere dove sono. La casa dei Malfoy, quella che per molto tempo è stata la tana dei mangiamorte; persino Voldemort ha abitato qui.
Ho come la sensazione di entrare in uno di quei musei dove ci sono quei cimeli che tutto il mondo detesta ma che, vuoi o non vuoi, catturano la curiosità di tutti.
-La corte del Wizengamot non aveva deciso per la distruzione della tua casa?- mi ricordo di averlo letto sul giornale.
Non sentendo risposta, mi volto per cercarlo e lo vedo, dietro di me, anche lui assorto a vedere casa sua; dovrebbe essere abituato a stare qui e invece è come se la vedesse per la prima volta.
-Non entro in questo posto da quest’estate. E’… diversa!-.
Capisco cosa vuole dire; a guardarla bene ha proprio le sembianze di una casa disabitata ormai da troppo tempo. Dev’essere strano, per lui, tornare qui e rivedere il posto dove è cresciuto, ridotto in queste condizioni.
Mi avvicino a lui e accarezzo delicatamente la sua spalla.
-E’ qui l’appuntamento per…- non riesco a pronunciare le ultime parole e allora con un gesto della mano gli indico il braccio coperto dal marchio.
-Sì qui è il posto più sicuro, per farlo-. Rimaniamo immobili a fissare la porta. Non sembra molto convinto a varcare quella soglia.
-In realtà non ha proprio l’aspetto di essere molto accogliente. Non ti sei perso granché, no?-.
Il mio tentativo di rincuorarlo gli fa comparire un piccolo sorriso.
-Hai ragione. Non è niente di speciale. Questa è solo la casa dei miei genitori, dove mi hanno fatto crescere. Non è casa mia!-.
Mi viene quasi voglia di abbracciarlo ma mi trattengo; un anno fa non si sarebbe mai sognato di dire una cosa del genere anzi… avrebbe difeso questo posto, con le unghie e con i denti!
-Sai. Pensa a come i tuoi genitori reagirebbero se sapessero che il loro caro figlio, l’unico a essere stato assolto, viene a cancellare il Marchio nero, cui tanto tengono, nella loro casa oscura -.
Mi guarda e ci scambiamo uno sguardo d’intesa; per i coniugi Malfoy sarebbe il disonore più grande nel sapere che il loro figlio li ha completamente cancellati dalla sua vita.
-Pensa se sapessero che, a casa loro, sto facendo entrare una Weasley ?-. Scoppiamo a ridere entrambi e più penso alle espressioni che potrebbero fare e più non riesco a smettere.
-Fra tre giorni sarà distrutta- lo dice come se mancasse ancora un’eternità di tempo.
Fra pochi giorni tutto questo sarà raso al suolo e Malfoy Manor sarà solo un lontano ricordo.
-Beh secondo la legge il terreno rimarrà tuo. Potresti costruire una nuova casa, tutta tua!- non sarebbe una cattiva idea.
-Assolutamente no. Costruirò una casa ma molto lontano da qui. Dopo oggi, non voglio tornare in questo posto per il resto della mia vita!-.
La decisione è sua e, forse da una parte, chiudere definitivamente quel capitolo del suo passato non può che essere salutare per lui.
-Allora… cosa dici? Entriamo e scriviamo la parola fine a questo brutto capitolo?-.
Draco annuisce e, insieme, saliamo gli ultimi gradini.
-Pensavo che ti saresti messa a urlare, una volta arrivata qui!-.
-Ti conviene aprire prima che io cambi idea!!- se fossi in lui non scherzerei troppo.
Scuotendo la testa divertito, spalanca il portone, entra e, con la bacchetta, accende una tiepida luce; si sposta di lato e mi fa segno di entrare.
-Prego…-.
All’improvviso non sono più tanto certa di voler vedere questo posto; prendo coraggio, muovo controvoglia le gambe ed entro.
Oh mio Dio! E questa hanno il coraggio di chiamarla casa?
L’enorme salone di fronte a me, completamente in pietra grigia, non ha nulla di quello che tutti dovrebbero avere nelle loro case.
Niente foto di famiglia o lampade, niente soprammobili ma soprattutto nulla che sia di un colore diverso dal nero o dal grigio.
Al centro della sala c’è un grande tavolo rettangolare in marmo nero e, intorno, sono messe una ventina di sedia dello stesso materiale.
Proprio sopra il tavolo troneggia un lampadario di cristallo ormai pieno di ragnatele e di polvere; in fondo alla sala ci sono due poltrone che andavano di moda forse nel quattordicesimo secolo, che coprono parte del camino che occupa quasi tutta la parete.
Non mi stupisco che i Malfoy fossero sempre così lugubri! Persino io, in un posto del genere, riuscirei a rabbuiarmi e a deprimermi; con quelle pesanti tende nere, come minimo questa casa non deve mai aver visto nemmeno un raggio di sole!
-Uao! E’… - vorrei dire che non avrebbero potuto trovare un posto più appropriato per i mangiamorte ma mi mordo la lingua. –E’…-.
-Weasley è inutile che ti sforzi; ti si legge in faccia quello cui stai pensando -.
La mia faccia è troppo espressiva! E’ un difetto su cui, prima o poi, dovrò lavorare.
Non dico nulla e mi rendo conto che in questo posto fa quasi più freddo di quando stavamo volando sulle…
-Malfoy, le nostre scope! Le abbiamo lasciate fuori!- non mi sento a mio agio in questo posto e, ora, ho anche la scusa giusta per uscire da qui per un po’. –Vado a prenderle!-.
Sto per girarmi quando sento la sua mano trattenermi per il gomito.
-IRINAA!-.
Improvvisamente la piccola elfa compare da sopra le scale, in fondo al salone; quando ci vede, fa un enorme inchino a entrambi e ci raggiunge, tutta sorridente, accanto al tavolo.
-Padrone, la stavamo aspettando. Oh signorina Weasley, com’è bello rivederla!-.
Mi guarda come se fossi una di famiglia che aspettava da tanto tempo; guardo Draco che ha ancora la presa sul mio braccio e lo vedo aggrottare la fronte.
-E’ di sopra?-. Malfoy e Irina si fissano ed è come se fossero in mezzo ad una conversazione silenziosa tutta loro.
Irina annuisce e si vede palesemente che è preoccupata; qualcuno è di sopra e quindi, quando Irina ha detto che stavano aspettando Draco, voleva dire che non era qui da sola. C’è qualcun altro.
-Padrone, vuole che vada ad avvisare che è arrivato?-.
-No, salgo io!-. Irina guarda Draco ed è la prima volta che la vedo non inchinarsi a un ordine che riceve dal suo padrone.
-Posso essere informata anch’io?- voglio sapere cosa sta succedendo.
Malfoy e Irina si girano a guardarmi contemporaneamente ma il primo a parlare è Draco.
-Per marchiare una persona occorre usare magia oscura. Questo lo sapevi no?- annuisco impaziente. – E occorre usarla anche quando si vuole togliere! -.
Apro la bocca per rispondere ma non trovo le parole. Non ci avevo mai pensato prima di venire qua, anche se a rifletterci, mi pare più che ovvio che per togliere quel tipo di maledizione occorra usare un'altra maledizione!
Ma se occorre praticare magia oscura, allora, chi è che farà la maledizione?
-Quindi non ti occorre un medimago ma un tuo amico?-.
-Esatto e non credo ti piacerà sapere di chi si tratta!-.
Ora sono io a essere preoccupata.
-Chi è?-. Lo vedo in difficoltà e capisco che preferirebbe non dirmelo.
-Malfoy dimmelo !-.
-Pansy Parkinson-.
-CHE COSA? Non ho capito bene!-.
-Non urlare. Non sa che si sei anche tu- con un dito m’indica il piano superiore. -Era l’unica che poteva farlo; è l’unica che sa fare l’incantesimo ed è anche una delle poche persone, che conosco, che pratica magia oscura e che non è stata arrestata!-.
Incrocio le braccia; se fosse stato per me, quella pazza avrebbe finito i suoi giorni ad Azkaban.
-Ti fidi di lei?- sento il mio stomaco contorcersi; ma in che cavolo di situazione mi sono infilata?
-Non ho altra scelta; è l’unica che può farlo ed è stata anche ben contenta di accettare quando gliel’ho chiesto!- sembra che faccia finta a non capire il mio discorso.
-Pur di avere a che fare con te, sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa!-.
Rimaniamo per un tempo indefinito a guardarci fino a quando sento Irina fingere di tossire per catturare la nostra attenzione.
-Padrone forse dovremmo salire!-.
Volto le spalle a entrambi e, allontanandomi dal tavolo, fingo di non ascoltare più la loro conversazione.
-Irina, faccio da solo. Porta la Weasley in cucina e rimanete lì dentro, fin quando non avrò finito. Non voglio che Pansy la veda-.
Non sento risposta da parte di Irina ma i passi di Malfoy che si sta allontanando su per la scala; mi volto per guardarlo e vorrei dirgli qualcosa per incoraggiarlo ma, pensando a chi si trova al piano di sopra, rimango zitta.
Resto immobile a fissare il punto in cui Malfoy è sparito dalla mia visuale; sento qualcosa tirarmi il pantalone, abbasso lo sguardo e vedo Irina aggrappata alla mia gamba che mi sorride; ha l’aspetto di essere fiduciosa.
-E se avesse bisogno di aiuto? Se quella lì sbagliasse l’incantesimo e…?- ho studiato abbastanza per sapere quali possono essere le conseguenze per una maledizione praticata in modo scorretto.
-Oh ma non si preoccupi signorina Weasley. Io posso sentire tutto- con un’espressione furbetta m’indica le sue grandi orecchie.
Quasi mi stavo dimenticando delle capacità uditive che possiedono gli elfi domestici soprattutto nei confronti dei loro padroni.
Su una cosa ha ragione: sono preoccupata.
 

 
Irina sembra completamente a suo agio mentre si muove tra i mobiletti della cucina di casa Malfoy; me ne sto seduta in un angolino su uno sgabello e la guardo tutta affaccendata a prepararmi un The.
In effetti, questa stanza, a guardarla meglio, è leggermente più colorata rispetto al resto della casa ma credo che, questo, sia solo merito di Irina; non penso che i Malfoy passassero tanto tempo in cucina, anzi, non mi stupirei se non sapessero nemmeno com’è fatta.
A casa mia la cucina è, forse, la stanza più importante di tutte, dove tutta la famiglia si riunisce e poi è il regno di mia madre; sul frigorifero sono attaccati tutti i disegni miei e dei miei fratelli di quando eravamo piccoli e sulle pareti ci sono foto che ritraggono tutta la nostra famiglia insieme.
-Irina, secondo te quanto tempo ci metteranno?- mi strofino le mani; non sono mai stata brava ad aspettare.
-Non ne ho idea signorina Weasley-. Mette un piccolo tavolino di legno di fronte a me e mi serve il The in una tazza molto raffinata.
All’improvviso mi rendo conto che Irina deve aver passato quasi tutta la sua vita in questa casa, chiusa qui dentro, con solo uno sgabello e un tavolino, a lavorare per la famiglia meno riconoscente che esista al mondo; non devono esser stati dei begli anni ma lei sembra molto felice di essere qui.
-Quando questa casa sarà distrutta, dove andrai Irina?-. L’elfa resta in piedi a fissarmi sorseggiare il The caldo.
-Andrò ovunque voglia farmi andare Il mio padrone-.
-Non ti mancherà questa casa?- i suoi grandi occhi si riempiono di lacrime.
-No. Non sono mai stata trattata molto bene. Ci sono brutti ricordi qui dentro-. Chissà quante cose orrende sarà stata costretta ad assistere; mi si stringe il cuore a guardarla.
-Mi dispiace Irina- le porgo un fazzoletto per asciugarsi le lacrime ma questo gesto la fa commuovere ancora di più.
-Lei è sempre così gentile con me ma non si deve dispiacere per quest’inutile elfa, signorina Weasley. Sono felice di servire il padrone Draco- fa una pausa – Quando il signorino Malfoy è stato marchiato, io c’ero. Ho visto quello che gli facevano. Ho sentito le urla e pensavo che da quel momento sarebbe diventato cattivo come tutti gli altri invece non è andata così. Se il primo anno, diventò buio, triste e quasi non parlava più, l’anno scorso, invece, è cambiato. Lentamente, è tornato a sorridere, era gentile con me come nessuno lo era stato mai. Aveva una luce strana negli occhi; nonostante le cose brutte che sono capitate, lui è cresciuto. E’ diventata una persona nuova-.
Che qualcosa in Malfoy fosse cambiato era chiaro a tutti ormai; non si poteva più nascondere.
-Per molto tempo mi sono chiesta a cosa fosse dovuto questo cambiamento e poi, ho trovato la risposta- alzo la testa e la vedo sorridermi.
-E’ stata lei, signorina Weasley-.
-Io? No. Irina, io non ho fatto niente, credimi!-. Come fa a pensare una cosa del genere?
-Conosco Il signorino Draco da quando era nella pancia di sua madre. L’ho visto crescere e conosco a perfezione, ogni espressione del suo viso-.
-Draco, ultimamente, si sta convincendo di cose che non ci sono e non potranno mai esistere-.
E’ la prima volta che parlo con qualcuno di Malfoy; qualcuno con cui posso parlare liberamente senza paura di essere giudicata.
-Signorina Weasley lei vede le cose dal punto di vista sbagliato. Lei ha fatto qualcosa che nessuno aveva mai fatto con Draco. Lei ha portato la luce nella sua vita. Chi cresce nell’oscurità non potrà mai avere speranze. Lei l’ha salvato in tempo dagli abissi in cui stava per cadere. Gli ha regalato la speranza di una vita diversa. Non gliela distrugga!-.
Ascolto attentamente quello che mi dice e vorrei negare ma se, veramente, sono riuscita a fare quello che ha detto Irina, non posso che esserne felice ma ciò non cambia come stanno le cose.
-Irina, Malfoy avrà una vita nuova ma io non ne potrò fare parte. uesto lo deveQ
Questo lo deve capire-.
 Delusa dalle mie parole, mi prende la tazza, va verso il lavandino e ricomincia a pulire.
-Non avercela con me, Irina- la raggiungo – Io auguro ogni bene al tuo padrone e penso che glielo sto dimostrando ma questo è tutto-.
-Signorina Weasley, io penso che lei non riesca a vedere bene le cose come stanno. Il padrone si sta facendo maledire di sopra e lo fa solo per lei-.
Mi ritraggo da Irina, incrocio le braccia come per difesa.
-Per me? Io non gli ho chiesto nulla!-.
Sta per rispondere quando sento un urlo straziante provenire dal piano superiore; dev’essere Draco. Irina schiocca le dita e si smaterializza; rimango sola nella cucina, cosa devo fare? Se Pancy mi vedesse, cosa penserebbe?
Non posso stare qui immobile, però. Potrebbe essere successo qualcosa.
Prendo la mia decisione, esco dalla porta della cucina, percorro il corridoio ed entro nel salotto; sto per salire le scale quando sento il rumore di una porta che sbatte, provenire da sopra.
Qualcuno è uscito dalla stanza? Senza aspettare, corro verso la prima grande finestra e mi nascondo dietro la tenda nera di velluto; i miei piedi sono scoperti e non posso fare altro. Spero solo che chiunque sia, non se ne accorga.
Guardo dalla fessura della finestra e vedo Pansy Parkinson scendere velocemente le scarpe e correre verso la porta d’ingresso; appena fuori, esco da dietro la tenda e salgo al primo piano.
C’è un lungo corridoio pieno di porte ma sono tutte chiuse. Dove possono essere finiti, Draco e Irina?
Sto per aprire tutte le porte quando sento un altro urlo; riesco a capire da dove proviene, mi dirigo verso la fine del corridoio e apro l’ultima porta e li vedo.
Draco è sdraiato a terra in una pozza di sangue e Irina, in lacrime, cerca di tamponare il flusso di sangue che continua a uscire.
Mi avvicino e m’inginocchio accanto a Irina; Draco tiene gli occhi aperti ma mi rendo conto che è cosciente. E’ a petto nudo e noto che il sangue proviene dalla parte sinistra mentre il resto del corpo è pulita.
-Cosa diavolo è successo?- nessuno dei due mi risponde; Irina sembra nel panico più completo e Draco è troppo preso dal dolore.
-Portiamolo al San Mungo!-. E’ l’unica cosa da fare.
-NO!- Draco sembra contorcersi dal dolore ancora di più dopo aver sentito che volevo portarlo al San Mungo.
-Perdi troppo sangue! Se ci chiedono qualcosa, c’inventeremo qualcosa! Diremo che ti ho accoltellato io!!-.
Draco cerca di alzarsi a sedere ma, senza forze, cade di nuovo a terra. Sembra voler parlare ma il dolore dev’essere troppo forte.
-Ma cosa diavolo ti ha fatto?- Pansy deve aver sbagliato qualcosa; come ha fatto a ridurlo così?
Draco inizia a tremare e mi accorgo che sia Irina che io siamo sporche del suo sangue; mi guardo attorno cercando di capire in che stanza sono.
La stanza è piccola e quasi tutta vuota; c’è solo un piccolo letto singolo, sopra c’è una coperta sporca e sbiadita; dev’essere la stanza di qualche ospite non molto gradito.
Prendo la mano di Draco; è gelata.
-Dobbiamo portarlo fuori di qui. E’ tutto sporco- Malfoy mi stringe un po’ la mano ma non parla.
-Irina, c’è un posto in questa maledetta casa, dove possiamo portarlo?- Irina, cercando di ritrovare la calma, si guarda attorno come se nemmeno lei avesse fatto caso alla stanza in cui siamo.
-C’è la stanza del padrone! Me ne occupo giornalmente-.
-Riesci a smaterializzarti con lui?- io, da sola, non posso trascinarlo.
-Certo. La stanza è all’ultimo piano. C’è solo una porta, non può sbagliarsi!-.
-Ok- mi alzo in piedi e vado alla porta, quando mi volto Irina e Draco sono già spariti; sul pavimento, solo un’enorme chiazza di sangue.
Corro per le scale e, giunta al quarto piano, irrompo nella stanza ad appena entro, capisco a cosa si riferiva Irina; la stanza di Draco è decisamente più colorata e curata rispetto al resto della casa.
Draco è appoggiato sull’enorme letto a baldacchino al centro della camera; mentre mi avvicino, vedo che ci sono vari mazzi di fiori sparsi per tutta la stanza.
Irina, vicino a Draco, è impegnata a tamponare il sangue; devo inventarmi qualcosa, subito.
-Irina, devi portarmi acqua calda, asciugamani puliti e qualche garza. Bisogna ripulirlo e fasciarlo!-.
Irina con un sonoro CRAC si smaterializza all’istante; io ne approfitto per salire sul letto e mettermi accanto a Draco che sembra addormentato.
-Malfoy?- lo scuoto per cercare di svegliarlo. –Draco! Stai sveglio! Non so cosa fare..-.
Sono quasi al punto di piangere quando sento una leggera pressione sulla mia mano; è Draco che mi ha preso la mano nella sua.
-Weasley, è tutto ok. Devi fermare la fuoriuscita del sangue!- sussurra e faccio fatica quasi a sentirlo.
-Ok. Non so come fare, però!- non sono un Medimago ed è stata sempre mia madre a occuparsi di queste cose.
-Sectumsempra- forse non ho ascoltato bene. Devo lanciargli un Sectumsempra? E’ pazzo.
-Ma cosa…- ed ecco l’illuminazione; non devo lanciargli il sectumsempra ma l’incantesimo di riparazione. Anche Harry me ne aveva parlato.
-Oh Dio, sì! Aspetta non ricordo l’incantesimo. Qualcosa tipo. Tipo…- come diavolo si chiamava? Anche Hermione l’ha ripetuto decine di volte.
-Vulnera…- Draco mi accende la lampadina.
-Ah sì!- prendo la bacchetta dal passante dei pantaloni.
Draco sembra essersi definitivamente addormentato; punto la bacchetta al centro del suo petto.
-VULNERA SANENTUR!- dalla bacchetta esce una piccola luce gialla, l’effetto è immediato; il sangue inizia a regredire fino all’origine dalla ferita: il braccio sinistro.
Nel frattempo, sento la porta della stanza aprirsi; dev’essere Irina ma non mi volto nemmeno a guardarla.
-Vulnera sanentur!- questa volta punto la bacchetta sull’avambraccio sinistra di Malfoy.
Quando le ferite sembrano essersi rimarginate, nonostante il suo corpo sia ancora sporco di sangue, vedo che, dove una volta c’era il Marchio, ora c’è una lunga cicatrice che parte dal polso fino ad arrivare quasi al gomito.  Dall’aspetto che ha, credo che Malfoy porterà quella cicatrice per sempre.
-Sta meglio?- Irina è accanto a me, visibilmente, più rilassata rispetto a prima.
-Si. Starà benissimo – le poso una mano sulla sua minuscola spalla e le sorrido; faccio per scendere dal letto ma la voce di Draco rompe il silenzio.
-Dobbiamo tornare a Hogwarts?- lo vedo ancora provato, ma ha finalmente gli occhi aperti; Guardo dalla finestra e vedo che ormai il cielo si è fatto scuro.
Sì, io dovrei tornare a Hogwarts; già è tardi ma poi vedo Irina e Draco che mi guardano con facce tristi, mi guardano come se tutto dipendesse da me.
-Malfoy, tu non ti muovi da qui almeno fino a domani -.
Scendo dal letto e mi massaggio le tempie; sono stanca morta, questa è stata una giornata abbastanza pesante.
-Non vai via da sola! Se torni tu, vengo con te!- le condizioni di Malfoy sembrano ristabilirsi perché anche il tono della sua voce sembra essere tornata normale.
-Irina, ci pensi tu a ripulirlo e a fargli la fasciatura?- l’elfa annuisce tutta contenta; deve renderla felice poter occuparsi del suo padrone.
-Vai via?- Malfoy continua a chiedermi la stessa cosa ma sinceramente non so cosa rispondere; la mia testa grida la parola sì ma poi guardando entrambi, lì sdraiati, la risposta mi sorge spontanea.
-No. Resto qui. – faccio un lungo respiro, lo guardo negli occhi ed entrambi ci sorridiamo; a volte il silenzio dice più di molte parole.
 

 
Sono le due di notte; non pensavo avessimo fatto così tardi. Sto qui fuori, sui gradini della veranda di casa Malfoy, fa freddo ma è sopportabile.
Se ripenso alla lunga giornata appena trascorsa, mi si chiude ancora di più lo stomaco. La notte scorsa l’ho passata in bianco, l’allenamento andato completamente in rotoli, Malfoy e questo maledettissimo marchio e poi tutto quel sangue che si trova anche sul mio maglione panna.
Devo anche pensare a cosa raccontare domani a chi mi chiederà perché non ero a cena e non mi hanno visto in camera mia? E se qualcuno avesse notato che sia io sia Malfoy non eravamo nel castello?
Mi passo le mani nei capelli; forse dovrei prendere la decisione più sensata e arrendermi all’evidenza.
-Signorina Weasley- non mi sono neanche accorta che la porta si era aperta.
-Irina-.
-Ho fatto come mi aveva detto. Ho fasciato tutto il braccio e l’ho completamente ripulito. Si sta riprendendo. –sprizza gioia da tutti i pori; non so se Malfoy sia consapevole di quanto Irina sia affezionato a lui.
-Molto bene-.
- Il padrone chiede di lei. Vuole vederla – le sorrido, mi alzo in piedi e mi dirigo alla porta.
-Signorina Weasley?-.
-Sì?-.
-E’ bello averla qui. Lo rende felice! -.
Non ho le forze né per controbattere né per domandare cose che non voglio sapere.
-Grazie Irina- mi sorride ed io mi dirigo verso le scale.
Quando arrivo al quarto piano, quasi senza fiato, busso alla porta.
-Avanti!- spalanco la porta e vedo Malfoy seduto sul letto; vado davanti a lui e mi accorgo che il colore della sua pelle è tornato del suo solito pallore.
Ha i capelli scompigliati che gli ricadono sulla fronte, tutto il sangue è stato lavato via e, guardando il letto pulito , Irina deve aver cambiato anche tutta la biancheria.
Con addosso solo un paio di pantaloni di seta blu scura, è a petto nudo ma la spalla e il braccio sinistro sono tutti fasciati.
-Vedo che ti stai riprendendo bene!-.
Lui sorride ma non sembra molto convinto.
-Diciamo che sono stato meglio -.
-Posso sapere cos’è andato storto? Cos’ha combinato la Parkinson?- cerco di trattenere il mio disgusto nel pronunciare il nome di quella serpe.
-Diciamo che è un incantesimo un po’ complicato. Per togliere una maledizione come quella, non si sa mai quali possano essere precisamente le conseguenze-.
-N’è valsa la pena di morire quasi dissanguato per farti togliere qualcosa che comunque ti porterai con te, per sempre-.
-Assolutamente sì! – mi guarda arrabbiato, decido di non insistere e mi limito a scrollare la testa in segno di disappunto.
-Sei stanca?-.
-Un po’!- con una mano m’indica il letto.
-Siediti qui- mi guardo attorno per vedere se ci sono altre sedie o poltrone su cui sedersi ma nulla!
Tanto ormai, peggio di così non poteva andare.
Mi siedo accanto a Malfoy, cercando di mantenere sempre una certa distanza.
-Tieni!- Malfoy mi porge un maglione che ha appena tirato fuori da sotto il cuscino.
Lo guardo sospettosa.
-Il tuo è sporco di sangue. Non penso vorrai tornare a Hogwarts conciata così! Ti ho fatto prendere quello che assomigliava di più al tuo-.
Il colore sarà pure somigliante al mio ma la taglia è decisamente più grande.
Lo afferro e, senza riflettere, mi tolgo il mio maglione e rimango con solo una leggera canottiera nera.
Mi accorgo subito che l’aria nella stanza è cambiata; sento gli occhi di Malfoy puntati su di me, ma faccio finta di nulla. Ho incredibilmente caldo.
-Grazie Weasley- incrocio il suo sguardo –per oggi, intendo! Lo avresti mai detto tempo fa che, un giorno, ti saresti dovuta prendere cura di Draco Malfoy???-.
-Non ho fatto niente!- se c’è una cosa che ho capito di lui, è che non ha mai avuto nessuno che si prendesse cura di lui e, la sua sorpresa, ogni volta che riceva un atto di gentilezza, è la cosa che mi ha sempre colpito di più, di lui.
-Grazie per essere rimasta!!-.
Mi viene quasi da ridere.
-Tanto ormai! Qualche ora in più o qualche ora in meno non fanno la differenza!-.
-Cosa racconterai ?- ormai esausta appoggio la mia schiena sul materasso con il maglione di Malfoy, ancora, tra le mie mani.
Malfoy  fa altrettanto e si sdraia accanto a me. Il mio braccio destro sfiora leggermente il suo.
Dovrei preoccuparmi ma mi sento bene e completamente a mio agio. Non ho nemmeno voglia di riflettere troppo sul perché lo sto facendo.
-Non ne ho idea -.
Sento Malfoy fare un verso di stupore; scivola su un fianco, quello sano, si solleva un po’, forse per guardarmi, e appoggia la testa alla sua mano.
-Sei incredibilmente tranquilla. Di solito, sei sempre così … isterica!-.
-Grazie! Quanti complimenti!-.
Malfoy scoppia a ridere, anche se la sua espressione tradisce un po’ di sofferenza dovuta alle ferite sulla parte sinistra.
-Isterica in senso buono. Sei sempre lì che pensi e ripensi a cosa dire, a cosa raccontare, a cosa tenere nascosto … -.
Nascondere tutto. Non lo dico ma ha pienamente ragione.
Un brivido mi percorre tutto il corpo. Inizio a sentire freddo; forse avrei dovuto mettermi il maglione che mi ha dato lui.
Malfoy si accorge dei brividi e, con non poco sforzo, afferra la coperta ai nostri piedi e la apre su di noi
-Grazie!!- mi compro più che posso. - Ho capito una cosa. Io potrei raccontare tutto a Harry.  Ci ho pensato! Ho il coraggio per farlo, non è quello che mi manca.  Il vero problema è che prima di spiegarlo agli altri, dovrei prima spiegarlo a me stessa!!-.
Malfoy, attentissimo alle mie parole, passa dall’essere sorpreso all’essere confuso.
-Che spiegazione stai cercando?-.
-Il perché non riesco a staccarmi da te, una volta per tutte!!- parlo senza riflettere ma mi rendo conto che questa è la più semplice verità.
Perché, ogni volta, nonostante tutto, invece di voltarmi e andarmene, torno sempre da lui?
Lo guardo; Malfoy non sembra così sconvolto dalle mie parole ma è molto tranquillo.
-Forse la vera domanda che ti devi fare è: vuoi davvero staccarti da me? Hai detto che non avrei dovuto tornare ad Hogwarts!! Sei sicura che avresti voluto avermi lontano da qui??-.
Le mie palpebre fanno fatica a stare aperte; il mio corpo sembra già essersi addormentato.
-Se fossimo solo tu ed io, in un altro luogo, e non avessimo questi nomi, avresti tutti questi problemi a lasciarti andare?-.
Sto quasi per chiudere gli occhi, potrei non rispondere e cedere al sonno ma, dentro di me, si forma l’immagine di me e Malfoy che ci abbracciamo oggi nel suo studio, di lui che mi regala un maglione di un colore simile al mio, di lui sdraiato accanto a me sotto le coperte.
Ed è qui che capisco che, ogni volta, che sto accanto a lui, divento una Ginny diversa. Non giusta e non sbagliata ma solo diversa. Una Ginevra che non c’è con nessun altro.
-Non posso prendere in considerazione la possibilità di essermi innamorata di te!! - non so se l’ho detto veramente ad alta voce o l’ho solo immaginato.
Ormai con gli occhi chiusi, dopo un leggero bacio sulla fronte, mi addormento.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tuttttiiiiiiiiiii!!!! Ecco il mio regalo di Pasqua, anche se in ritardo!! Noterete che è anche più lungo del solito; mi è particolarmente piaciuto soprattutto la parte a Malfoy Manor.
Anticipazioni ne volete? Direi di no. Posso solo dire che, il prossimo capitolo, sarà il compleanno di Ginny e chissà cosa capiterà ma soprattutto, chi arriverà e, inoltre, per chi non si ricorda, consiglio di rileggere il capitolo sesto: l’abito.
Non posso dire di più; ho la bocca cucita.
Alla prossima ma, prima, ringrazio tutti quelli che mi seguono e recensiscono; fatemi sapere cosa vi sembra di questo nuovo capitolo.
Un bacio e a presto!

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Capitolo 16
*** Il ritorno ***


Capitolo 16

Il ritorno.


 
Mi sveglio quando il sole e’ appena sorto; sono nella stessa posizione in cui mi ero addormentata ieri sera e, al mio fianco, c’è Malfoy che dorme profondamente.
Mi alzo e nel farlo mi rendo conto che la mia mano destra e’ intrecciata con quella sinistra di Draco; guardo l’orologio per capire quanto ho dormito.
Sono appena le sei e mezza, nemmeno due ore di sonno!
vorrei di nuovo cadere sul letto e riaddormentarmi ma fra poco più di un’ora, ad Hogwarts, si risveglieranno tutti ed io devo esserci, se no inizieranno a chiedersi che fine io abbia fatto.
Forse dovrei svegliare Malfoy ma, dopo la notte passata, proprio non me la sento di farlo; dovrebbe prendersi qualche giorno di riposo e non è nelle condizioni per affrontare un viaggio in scopa fino a scuola!
Con tutti i capelli scompigliati sul cuscino, mi piego in avanti su di lui e gli accarezzo leggermente la testa.
Dorme così serenamente che sembra un bambino, nonostante il suo metro e novanta di altezza; ne sono successe di tutti i colori ma devo ammettere che è stata una bella serata e c’è una piccola parte di me che è quasi dispiaciuta ad andarsene.
Afferro il maglione che Draco mi aveva dato ieri sera, faccio scivolare via la mia mano dalla sua presa, prendo la mia bacchetta e, prima di uscire dalla stanza, mi volto un’ultima volta a guardarlo.
Corro giù per le scale e giunta nel lungo salone mi rendo conto che non ho la minima idea di dove sia la mia scopa.
-Signorina Weasley. Se ne sta andando?-.
Riconosco la voce di Irina e capto anche una certa nota di delusione nelle sua voce.
Quasi nascosta da una poltrona, non ha proprio l’aspetto di essersi riposata molto!
-Si Irina, devo tornare ad Hogwarts. I miei compagni si chiederanno dove sono finita, se non mi troveranno al risveglio. Resterei se potessi-.
Non sentendo una sua risposta ritorno a concentrarmi su dove possa essere la mia scopa.
-Sta cercando qualcosa ?-.
-Si, la mia scopa. Sai dov’è?-.
Irina mi guarda per un po' senza dire una parola poi, sempre in silenzio, esce dal salone; credo se ne sia andata via offesa quando, dopo poco, la rivedo tornare intenta a trascinare la mia scopa.
Me la porge e io l’afferro grata per questo suo ennesimo atto di gentilezza nei miei confronti.
-Grazie Irina! Tanto ci vediamo presto, no??-.
Anche se non parla, mi sembra quasi divertita. Vorrei capire meglio questo suo cambio di atteggiamento ma non ho proprio il tempo di trattenermi.
Mi dirigo alla porta, sto quasi per uscire quando sento i passettini veloci di Irina dietro di me. Forse da brava Elfa, vuole tenermi la porta mentre esco.
-Signorina Weasley e’ sicura di avere tutto?-. Mi giro per guardarla e capisco che, ora, sta parlando seriamente.
Mi guardo i piedi per assicurarmi di avere le scarpe; la scopa e la bacchette le ho, cosa mi posso essere dimenticata?
-Ah! Forse ti riferisci al mio maglione ma non preoccuparti. Quello che avevo ieri era tutto sporco di sangue e Draco me ne ha prestato uno dei suoi. Lo lascio qui, anche se Malfoy non me lo riporta, fa lo stesso. Ne ho tanti-.
Certo che gli elfi notano proprio tutto! Si è addirittura accorta che non avevo più il mio maglione.
-In realtà, signorina Weasley, io mi riferivo a questo!-.
Giro lo sguardo verso Irina e mi basta vedere qualcosa brillare nelle dita di Irina, per capire.
L’anello di Harry.
Per fortuna mi aggrappo allo stipite della porta per non cadere a terra. Mi guardo le mani e, soprattutto, il mio anulare vuoto. Sono così abituata ad averlo al dito che non mi sono nemmeno resa conto di non avercelo più.
-Dove lo hai trovato?-.
La mia voce esce fuori come un sussurro; ancora non mi capacito di come possa essere successo.
-Ieri sera, quando sono uscita per recuperare le vostre scope, l’ ho notato su un gradino ai piedi della veranda. Ho capito subito che non poteva essere dei miei padroni. Loro non amano le cose così sobrie-.
Non ho nessuna intenzione d’indagare su cosa volesse intendere per sobrio.
-Non ho idea di come ho fatto a ... -.
Le parole mi muoiono in gola al solo pensiero di cosa sarebbe successo se lo avessi perso. Cosa avrei detto ad Harry? 
-Non accorgersi di averlo perso?-. Senza parlare, le annuisco.
Irina mi da l’anello, lo prendo e lo rimetto al suo posto. La mano, ora, e’ leggermente più pesante e questo mi fa tornare allo stesso pensiero: come ho fatto a non notare di non averlo più al dito???
La piccola mano di Irina si stringe attorno alla mia; alzo lo sguardo e mi sento libera di far trasparire tutta la mia frustrazione.
-Ora non sia troppo dura con se stessa. Poteva capitare a chiunque-.
-Grazie Irina- mi accorgo solo ora che lei è l’unica che sa quasi tutta la verità; forse parlare con qualcuno mi farà bene!
-Non sono così solo per l’anello! In questi ultimi giorni ho trascurato un po' il mio fidanzato. Anzi! Nelle ultime ventiquattro ore me ne sono completamente dimenticata!-.
-Stiamo parlando di Harry Potter, vero?- annuisco.
-Il mio padroncino parla spesso di lui, a volte non è molto gentile ma lui non è obiettivo. Tutto il mondo sa che grande mago sia ma, soprattutto, penso sia una gran brava persona-.
-Lo e’!!!- rispondo più convinta che mai.
-Ho letto la dedica all’interno dell’anello. Io sarò sempre dalla parte del mio padroncino ma ... -.
-Cosa? Parla Irina! Sei l’unica con cui posso parlare!- non desidero altro, da mesi, che conoscere il punto di vista di qualcuno di esterno.
-Se è vero quello che c’e’ scritto nell’anello, vuol dire che anche Potter e’ profondamente innamorato di lei!- evito di commentare quell’anche Potter.
Malfoy non è innamorato di me!
-Non ho dubbi su questo e anch’io sono innamorata di lui ma non riesco a capire perché mi sono ritrovata in questa situazione –Indico la casa attorno a noi -So perfettamente che non è Draco quello giusto e che non abbiamo nessun tipo di futuro, da passare assieme, ma non riesco a liberarmi di lui!-.
Non ho mai detto queste cose ad alta voce; dirle è come liberarsi da un grosso peso.
-Troverà la soluzione ma, se devo darle un consiglio, io parlerei al suo fidanzato. Il mio padroncino sa del suo fidanzato, credo  che anche Harry Potter dovrebbe sapere che si è infilata un’altra persona nel vostro rapporto e che le cose non stanno più come prima!-.
Ha ragione. Ha risposto, involontariamente, a tutte le mie domande. Harry non si merita altre bugie e deve sapere la verità.
-Grazie Irina! Devo andare ma … veramente! Grazie di tutto!-.
M’incammino sulla veranda ma prima di montare sulla mia scopa, mi viene in mente ancora una cosa.
Mi giro ed Irina e’ esattamente dove l’avevo lasciata.
-Irina! Tu pensi che io sia una cattiva persona?-.  E se Harry cambiasse idea su di me e mi trovasse una persona ripugnante?
-Assolutamente no! Tutto il contrario! Lo ha dimostrato stanotte col mio padroncino! Anche il suo fidanzato non potrà dire altrimenti! Detto ciò, io starò sempre dalla parte del mio padroncino!-.
-Irina, questa conversazione, può rimanere tra di noi? Per favore! Ti prometto che parlerò anche con Draco!-.
Non voglio che Draco sappia quello che ho detto ad Irina, su di lui ed Harry; devo essere io a parlare con entrambi.
-Non dirò una parola! Sarò una tomba!- con le mani mima una cerniera che si chiude all’altezza della sua bocca.
La saluto, salgo sulla scopa e, in un lampo, sto già sfrecciando verso Hogwarts.
Appena arrivo nella mia stanza so cosa devo fare!




Ciao Harry,perdonami.
So che sono due giorni che non ti scrivo ma ho avuto veramente tante cose a cui pensare; appena mi sono svegliata, oggi, mi sono resa conto che dovevo ancora rispondere alla tua ultima lettera.
Non pensare che non ti abbia pensato, tutto il contrario! Ho voglia di vederti.
Ci sono molte cose di cui voglio parlare con te!
Mi manchi.
Sempre tua Ginny





-Ginny! Finalmente! Dove ti eri cacciata?- .
Al suono della sua voce mi va di traverso il caffè ma cerco di contenere il mio disappunto nel sentirlo urlare, il mio nome, già alle prime ore del mattino.
-McLaggen!Di cosa stai parlando?- c’era da immaginarselo che la prima persona che si sarebbe accorta della mia sparizione sarebbe stata proprio lui!.
-Ti ho cercato tutta la sera, ieri!!! Nemmeno le tue compagne ti hanno visto!-.
Per fortuna avevo già riflettuto su cosa raccontare, per giustificare la mia assenza.
-Sono stata dalla McGranitt per parlare di quando rientrerà Harry e poi sono andata un po’ al campo. Se avessi cercato nei posti giusti, mi avresti trovata!- continuo a mangiare i miei cereali, sperando che McLaggen smetta di fare domande.
-Comunque, volevo solo avvertirti di non prendere impegni per sabato sera?-.
-Perché?-.
-Come perché? Ginny, sabato! Dopodomani!- continuo a non capire –Weasley! E’ il tuo compleanno!!!!-.
Il cucchiaio mi cade sul tavolo; mi guardo attorno e ho come la sensazioni che tutti si ricordassero che fra due giorni e’ il mio compleanno, tutti tranne me. 
-Non mi dire che non te lo ricordavi! Ti stiamo organizzando una super festa!!!! Verranno tutti!-.
-Come una festa? Ma io non ho mai fatto una festa per il mio compleanno!-.
Odio le feste!
McLaggen mi sbuffa in faccia; mi guarda come se fossi una menomata e inizia a riempirsi il piatto davanti a se’. 
-Dei dettagli parla pure con le tue amiche!! Sarà una festa pazzesca! Degna di un capitano di Quidditch dei grifondoro!!-.
Chissà cosa si sono messi in testa di fare! Ed io che ho sempre festeggiato con giusto qualche amica , chiusa nella sala comune dei grifondoro.
-E dove l’avreste organizzata questa festa?-.
-Top secret!- mastica così velocemente che faccio fatica a capire cosa dice –Mi hanno fatto giurare di non dirti nulla!-.
Vorrei insultarlo ma sarebbe tempo sprecato; ormai è troppo tardi per mandare tutto a monte e poi potrebbero esserci dei lati positivi in questa storia. Ci sono buone probabilità che verrà anche Harry e la serata potrebbe essere più piacevole del previsto.
-Devo andare a scrivere di nuovo ad Harry! Ci vediamo in giro!-.
-Tanto verrà di sicuro! Figurati se si perde il tuo compleanno per il secondo anno di fila!!!-.
Non gli rispondo neanche; inizio a correre verso la porta della Sala Grande e vado quasi a sbattere contro Gazza.
-Ma che modi sono! Non si corre nei corridoi!-.
Non lo degno nemmeno di uno sguardo; passano gli anni ma Gazza non fa che peggiorare, diventa sempre più scorbutico e sclerotico.
Sono quasi all’aula di Trasfigurazioni quando, poco più avanti di me, scorgo Malfoy camminare di tutta fretta verso le scale in fondo al corridoio, che portano ai sotterranei.
Mi da le spalle ma la sua camminata e il colore dei suoi capelli sono indistinguibili; entro nell’aula prima che lui si giri e possa vedermi. Credevo che non sarebbe tornato ad Hogwarts prima di qualche giorno e, invece, eccolo già qui.
Perché mi sto nascondendo??
Mi tornano, improvvisamente, in mente le parole di Irina di stamane e, mai come ora, penso che forse il mio compleanno capiti al momento giusto.
Se sabato Harry sarà qui, potrebbe essere l’occasione giusta per raccontargli tutto; anche se, devo ancora capire cosa raccontargli precisamente. Confessargli del tradimento, se così si chiama, del Natale scorso metterebbe a rischio in maniera definitiva la mia storia con Harry ma è anche vero che, probabilmente, raccontargli una mezza verità sarebbe anche peggio.
C’e una cosa,però, che devo fare, prima di parlare con Harry.
Devo solo trovare le parole giuste.



Ginevra Weasley sappi che potrei essere molto offeso per essere stato trascurato da te, per tutto questo tempo.
Diciamo che potrò fartela pagare domani sera. 
Si, hai letto bene! Domani sera, per l’ora di cena dovrei essere lì ad Hogwarts.
Non vedo l’ora di festeggiare il tuo compleanno!

Se tutto andrà bene, passeremo tre giorni fantastici. E’ inutile dirti che conto le ore che ci separano.
So già tutto della festa. Non iniziare ad agitarti, sarà fantastico!
Quindi sembra proprio che ci rivedremo domani!
Ti amo.
P.S.:cerca un bell’abito!Ho una gran sorpresa per te.
Tuo Harry.




Quando ho visto Neville corrermi incontro, durante la cena, con una busta in mano, avevo già capito di cosa si trattava ma soprattutto chi fosse il destinatario.
Non avevo il minimo dubbio che sarebbe venuto ma non sospettavo che sarebbe arrivato con un giorno d’anticipo.
Da quando ho letto la lettera, non riesco a smettere di fissare l’anello al mio anulare; sono emozionata per il suo arrivo e, tutto sommato, sono anche contenta per la festa.
Chissà cosa si sarà inventato Harry con la storia della sorpresa!
Il suo arrivo anticipato però stringe i tempi per l’altra cosa che devo fare; non ho mangiato granché durante la cena ma mi sento così sazia, come se avessi ingurgitato un intero banchetto.
Mi tolgo la divisa, rimanendo in biancheria, apro l’armadio e, mentre indosso un paio di pantaloni neri  e una maglietta rossa, inizio a spostare le varie stampelle per iniziare a capire, più o meno, quale vestito mettere sabato sera.
Ce ne sono almeno tre o quattro neri che sarebbero molto adatti, un abito lungo giallo ocra che comprai quest’estate che mi sta divinamente; sono quasi convinta per quello quando, chiudendo la porta, sull’ultima stampella vedo una custodia nera.
La apro per capire cosa contiene e mi basta intravedere un pezzo di stoffa rossa per farmi tornare in mente quello che c’e’ dentro. 
Il vestito rosso di seta che ho ricevuto l’anno scorso, per il ballo, che aveva organizzato Piton. Mi ricordo ancora il biglietto.
Renderti più bella e’ un’impresa quasi impossibile.
Non ho mai chiesto ad Harry se, effettivamente, fosse stato lui a mandarmelo, anche se sono quasi certa che sia proprio lui l’artefice del regalo.
Non l’ho mai indossato e forse, questa, potrebbe essere l’occasione giusta. Perché no?
Questo però non è il momento di pensarci.
Ho una cosa decisamente più urgente da fare.


Sono proprio di fronte alla sua porta e ripasso, nella mia testa, il discorso che mi sono preparata e ripetuta .
 Devo solo cercare di non farmi deviare da altre sue domande e rimanere concentrata. Devo essere decisa ma non burbera perché farlo arrabbiare non servirebbe a nulla.
Busso alla porta della sua aula e non entro, fin quando non sento una sua risposta.
Appena entro, lo vedo seduto alla sua scrivania, concentrato a scrivere su delle pergamene; non sembra nemmeno essersi accorto della mia presenza.
-Come va il braccio?-.
Vedo il suo stupore nel sentire la mia voce; smette di scrivere posando la sua piuma.
-Potrebbe andare meglio!-Guardandolo, noto che il braccio ferito e’ attaccato al corpo. Da com’ era ieri sera, credo che faccia fatica ancora a muoverlo. 
-Ero certo stamattina di non trovarti al mio risveglio ma non mi aspettavo di rivederti così presto!!-.
Si alza lentamente dalla sua poltrona e, facendo il giro, si va a sedere sulla sua scrivania.
-Mi sottovaluti- lo guardo, prendo fiato e inizio a parlare.
-Ti devo parlare di una cosa!- inizio così.
-Immaginavo!- dice serio, tamburellando le dita di una mano sul tavolo.
-Domani arriva Harry!-.
Bastano queste tre semplici parole per fargli spegnere il suo solito sorriso sbruffone. Non dice nulla ma i suoi occhi fanno trasparire tutto.
-Sabato è il mio  compleanno. Stanno organizzando una festa per me- decido di farla più lunga del dovuto.
Credevo che, a questo punto, dicesse qualcosa e invece, silenzio totale.
Sembra scioccato; immaginavo non l’avrebbe presa molto bene.
-Ho intenzione di raccontargli tutto! Non so se ce la farò ma, almeno, devo provarci!-.
-COSA VUOI FARE TU?- i suoi occhi si fanno sottili; non lo vedevo così, forse, dai tempi in cui litigava con Ron ed Hermione.
-Stai calmo! Non iniziamo a litigare!- questo suo tono mi manda sempre fuori di testa.
-Non puoi farlo! Quando sentirà il mio nome, lo dirà alla tua famiglia ... scoppierà un casino!-.
-Non lo dirà a nessuno! Capirà! Lo conosco e non parlerebbe mai di una cosa così delicata con la mia famiglia!- oppure sì?
Entrambi ci fulminiamo con lo sguardo!
-Ma cosa vuoi dirgli? Che sei venuta a letto con me quasi un anno fa. Dovevi dirglielo mesi fa!! Cosa pensi di risolvere? Pensi che dicendoglielo, ti pulirai la coscienza? T’impediranno di avvicinarti di nuovo a me! Non capirai mai … -.
-Ma qual'è il tuo problema? Dovresti essere contento che io lo dica ad Harry! C’e’ la possibilità che non mi rivolgerà più la parola!-.
-Non lo farà! Daranno tutta la colpa a me! Diranno che ti ho ricattato, o che ho usato la forza! Ti convinceranno che hanno ragione loro e ti faranno sentire in colpa!-.
-ORA BASTA!- non ce la faccio più a sentirlo farneticare così –Sono abbastanza adulta da sapermi difendere da sola! Me la sono cavata con te … me la caverò anche con loro!-.
Odio quando le persone mi trattano come una bambina!
- E’ questo che sono? Un problema che hai saputo gestire?-. Ma cosa ha capito?
-No!- rispondo spiazzata.
-E allora perché non dici le cose come stanno?- si avvicina puntandomi il dito contro –Andrai a dire a Potter che te le facevi con me mentre lui era imprigionato in casa mia??-.
-NON CI PROVARE!!- mi urta così tanto il sistema nervoso –Ho commesso degli errori! Non ho mai voluto fargli del male! Anche se, forse, glielo farò … -.
Mi guarda come se fossi improvvisamente impazzita.
-Lo dipingi come un mostro!- continuo –E’ ovvio che si arrabbierà, sarebbe strano il contrario! Sei tu che sei esagerato!Mi sembrava giusto dirtelo proprio per rispetto a tutto quello che è successo ma tu esageri sempre! Cosa dovrei fare? Portarmi questo segreto nella tomba?-.
-Pur di negare l’evidenza, ti dimentichi anche quello che dici!- si porta davanti a me -Ieri sera dicevi che non riesci ad allontanarti da me e, oggi, siamo a questo? Il giorno dopo essere tornata ad Hogwarts, dopo l’estate passata con San Potter, eri qui fuori a baciare me!- con una mano si massaggia le tempie e si porta i capelli all’indietro.
-Glielo dirò … -.
-NON E’ QUESTO IL PUNTO! Il punto non è cosa gli dirai! TI chiederà perché lo hai fatto? Tu ce l’hai la risposta a questa domanda?- si fa sempre vicino.
-Cosa risponderò non è affare tuo!- provo ad allontanarmi ma vado a sbattere contro un banco.
-Dai! Perché sei venuta a letto con me due volte? Perché mi hai baciato? Perché ti ho costretta io?-.
-Basta! La cosa importante è che, tra di noi, non e’ mai iniziato niente e mai inizierà!!- lo urlo con tutto il fiato che ho in corpo e capisco di aver esagerato, notando la sua espressione ferita.
Mi dispiace vederlo così ma, forse, questa è l’occasione giusta per rompere quel circolo vizioso in cui sono caduta; io che, per non ferirlo, non riesco mai a lasciarmelo alle spalle.
-La vuoi, la verità?? Se non ci fosse la tua famiglia e tu non ti fossi fidanzata con il prescelto, a quest’ora, non avresti problemi a fottertene di tutto e a … -.
Scoppio a ridere esasperata. Non credo a quello che ho appena ascoltato!! Sta completamente perdendo il senso della ragione.
-Se, se e ancora se. La mia famiglia ed Harry ci sono e io li voglio nella mia vita. E anche se non esistessero, io e te, non arriveremmo mai da nessuna parte. Lo capisci? Litighiamo e litighiamo!-.
-Allora vattene. Perché sei ancora qui? Se litighiamo e basta, perché non te ne sei andata mesi fa?- mi indica la porta.
-Bene. Come vuoi tu. Non abbiamo più nulla da dirci- mi volto senza guardarlo e nell’uscire, sbatto la porta.
Non volevo che le cose andassero così!
Non riusciamo mai a capirci!
Mai.
Per un attimo resto fuori dalla porta, ferma … ad aspettare non so nemmeno io cosa.
Sono così infuriata  che  tiro un pugno contro il muro. Sento un dolore lancinante alla mano ma non è nulla rispetto alla rabbia che mi scorre nel corpo. Ero venuta con le migliori intenzioni ma, come al solito, e’ riuscito a farmi perdere ogni buon proposito. Vorrei spaccare il muro a suon di calci. 
Cammino su per le scale, fino alla mia torre.
Una volta nella mia stanza, arrivo alla mia scrivania e, ripensando a Malfoy, scaravento tutti i libri, che ho sotto mano, per terra.
Mi tolgo la maglietta e i pantaloni, li lancio contro il muro, e mi metto la mia camicia da notte.
Sono così arrabbiata che spaccherei tutta la stanza.
Perché non riusciamo mai ad essere costruttivi? Finisce sempre così!
Stasera ne ho avuto abbastanza!
Meglio che provo a dormire.
Vado in bagno per lavarmi i denti e, mentre l’acqua scorre, ho come l’impressione di sentire un forte rumore venire dalla mia stanza.
Chiudo subito il rubinetto e sto in silenzio! Non sento nulla!
Forse, è caduto un libro!
Mi asciugo le mani in un asciugamano ed esco dal bagno.
Tiro su un libro per terra e, quando mi rialzo, sento due mani tapparmi la bocca.
-AAAHHH!!- grido ma le mani dello sconosciuto coprono le mie urla.
-Stai tranquilla, Weasley!-
No! Non può essere. Come ha fatto ad arrivare qui?
Smetto di urlare e resto immobile. Pian Piano mi giro e lo vedo.
Nell’unico posto in cui non pensavo mai che lui potesse arrivare.
-Come diavolo … hai fatto a … - sono sbigottita.
-Sono un professore e … - risponde Malfoy.
Faccio fatica a credere che sia proprio qui.
Eravamo nei sotterranei dieci minuti fa …
A lui è tutto consentito?
Mentre lo stupore, lentamente, si affievolisce noto che si è tolto la giacca.
Una nuova emozione si fa spazio in me.
-DEVI SMETTERLA DI APPARIRMI ALLE SPALLE!!- prendo un cuscino e glielo lancio contro.
-Weasley … -.
-CHE MODI SONO QUESTI???- urlo – MI FARAI VENIRE UN INFARTO!!-.
Vederlo quasi divertito mi fa irritare ancora di più.
Dieci minuti fa era giù a gridare di andarmene e, ora, ha invaso la mia stanza e ride pure.
-Questo è un dormitorio femminile!!- gli indico la mia stanza –Come diavolo hai fatto a entrare nel dormitorio femminile dei grifondoro??-.
Perché a lui tutto è possibile?
-Te lo ripeto! Sono un professore! Posso entrare ovunque!- risponde calmo mentre si siede sulla mia poltrona.
-CHE COSA VUOI??- non deve sedersi, deve andarsene!
-Sei un po’ disordinata, Weasley!- m’indica i libri sparpagliati per terra.
-Non sono disordinata! Ero incazzata!-.
Colpito dalla mia risposta, si alza in piedi e viene vicino a me.
-Perché eri arrabbiata? Con me?- mi sposta una ciocca dei capelli dietro all’orecchio.
-Mi prendi in giro?- sono sconvolta dal suo comportamento.
Prima urla e mi dice di andarmene, ora, è qui, bello tranquillo che fa finta di nulla!
-Forse … - mi mette un’altra ciocca di capelli dietro l’orecchio –Vedo che sono sempre bravo a farti arrabbiare!-.
-Sì! In quello, non ti batte nessuno!-.
Lui la scambia per una battuta e inizia a ridacchiare.
-Almeno in qualcosa sono il primo!- mi fa l’occhiolino mentre si avvicina sempre di più.
Io arretro ma sento il letto dietro di me.
-Non dovresti essere qui!- se lo beccano, sai la fine che facciamo??
-Non può vedermi nessuno! Ho chiuso la porta a chiave!-.
La vicinanza si sta facendo pericolosa.
-Senti! A me, i tuoi cambiamenti d’umore fanno schifo!- provo a tenere un tono serio –Non sei tu che decidi quando devo smettere di essere incazzata con te?-.
-Infatti! Anche io sono ancora arrabbiata con te! Volevo solo vedere se trovo un altro modo per farti ragionare!- mi accarezza una spalla e gioca con la spallina della mia sottana.
-Non pensarci neanche … - so dove vuole arrivare.
-Quanto sei arrabbiata da uno a dieci?- mi domanda.
-Quindici!- rispondo e riesco a scivolare sotto il suo braccio e ad allontanarmi.
Vado verso la scrivania; sto prendendo in considerazione di aprire la finestra, comincio ad avere caldo!
Lo vedo riavvicinarsi ma, adesso, lontano dal letto, mi sento più al sicuro!
-Stai pensando a Potter?-.
-No … - mi tradisco.
Malfoy sorride soddisfatto.
-Devo farti arrabbiare più spesso! Quando sei così incazzata con me, riesco a catturare tutta la tua attenzione su di me!-.
Vorrei dire che non è vero ma non riesco.
-Vediamo se riesco a farti scendere l’arrabbiatura … - si avvicina di nuovo.
-No! Devi andartene! Se nella mia stanza e … -.
A tradimento, mi solleva e mi fa sedere sulla scrivania.
Lo sento troppo addosso e non finisce mai bene quando siamo così vicino!
-Per favore non … - provo a dissuaderlo.
Come se non avesse sentito niente, mi abbassa le spalline della camicia da notte e inizia a baciarmi nell’incavo del collo.
-No … ti prego … - provo a scalciarlo via ma mi ha già bloccato le gambe –Domani … Harry …-.
Sto cominciando a perdere il controllo.
Sento le sue labbra iniziare a scendere e, automaticamente, tiro la testa indietro.
-Malfoy … -.
E’ l’ultima parola che riesco a pronunciare prima di sentire tutte le mie difese crollare e, avventandomi su di lui, rispondo alle sue labbra; tutta  la rabbia che avevo dentro di me si trasforma in brama del suo corpo.
Quando la mia bocca incontra di nuovo la sua, sento le sue mani allentare la presa dalla mia schiena e lo vedo cominciare a sbottonarsi la camicia.
Incrocio le gambe intorno al suo bacino e, senza alcuna delicatezza, gli mordo la spalla.
Si allontana leggermente facendomi sciogliere la presa intorno a lui, mi fa scendere e mi sfila la camicia da notte; ne approfitta per togliersi la camicia e, tirandomi per un braccio, mi spinge sul letto.
Malfoy,liberatosi di tutti i vestiti, si mette a cavalcioni su di me e, guardandolo, così vulnerabile, non posso fare a meno di notare quanto sia paurosamente bello; mi libero dei pochi indumenti che ancora ho addosso e sento le sue labbra su ogni centimetro del mio corpo mentre afferra le mie mani e me le porta sopra la mia testa.
Mi ritrovo e rispecchiarmi nel grigio dei suoi occhi, i movimenti si fanno sempre più decisi e rapidi; Malfoy si solleva leggermente da me e, mentre con una mano afferra la testiera del letto dietro di me, con l’altra, prendendomi i capelli, mi tira la testa all’indietro.
Arrivo al livello più alto di eccitazione; ogni sfioramento e ogni bacio, mi provoca una scarica di adrenalina ovunque.
-Quanto sei arrabbiata da uno a dieci, adesso?- mi chiede in un orecchio.
-Quattordici – gli rispondo ancora col fiatone, stringendo a me il suo corpo ancora sudato.
I nostri corpi, che s’incastrano perfettamente l’uno con l’altro, le nostre mani intrecciate, la sua fronte sudata, i miei capelli che ci coprono mentre ci rigiriamo tra le lenzuola.
Al punto massimo di piacere, conficco le mie unghie nella sua schiena e  Malfoy, gemendo, crolla inerte, su di me.
-Ho tutta la notte … - mi risponde soddisfatto.
Le sue labbra tornano a tormentarmi il collo ma, questa volta, molto più dolcemente; mi sento esausta ma, allo stesso tempo, piena di energia e, per di più, non riesco a distogliere lo sguardo da quello di Malfoy.
Lui  scivola accanto a me, con un dito mi sposta i capelli, appoggia la sua fronte alla mia e, non so per quanto, rimaniamo lì a guardarci. 
Sono qui, nel mio letto con Draco, ancora accaldata dopo aver fatto l’amore con lui, e, solo ora, mi sembra tutto così chiaro; per quanto la mia testa lo voglia allontanare, la parte di me totalmente irrazionale, non ha la minima intenzione di staccarsi da lui.
-Dì la verità che, in questo momento, il tuo ego spropositato sta festeggiando!-.
Malfoy inizia ad accarezzarmi i capelli, mi da un leggerissimo bacio sulla punta del naso e io non riesco a trattenere un sorriso; anche questi piccoli gesti sono così destabilizzanti .
-No! Sono felice, per una volta, di non essermi sbagliato!- risponde.
Senza pensarci, ricomincia a baciarmi; ora come ora, le nostre labbra che si muovono in questa danza così sensuale, è la sensazione più bella del mondo e non ho nemmeno voglia di sentirmi dire, certe cose, ad alta voce.
-Ero venuta da te per dirti che era tutto finito e che, con l’arrivo di Harry, io e te non avremmo più avuto motivo per rivederci, e invece...-.
-E’ andata decisamente meglio! Non trovi?-.
Penso ad Harry che arriverà solo domani ed io come lo accoglierò? Con questa bella notizia! Come faccio, questa volta,  a negare di averlo tradito nel vero senso del termine? 
La mano con, all’anulare, l’anello di Harry sta giocando con una ciocca bionda dei capelli di Draco; questa immagine, credo, riassuma perfettamente tutta la situazione.
Potrei scappare e correre via ma cosa cambierebbe? E’ inutile negare la verità.
Ha ragione Draco. Devo chiedermi solo perché.
-Va bene, ora, basta brutti pensieri!- mi percuote Draco e io torno a prestargli tutta la mia attenzione.
-Vediamo se riesco a far scendere la tua arrabbiatura … - prova a tirarmi sotto di lui.
-Vediamo se, invece, ti comincio a conoscere un po’ … - lo spingo e mi metto a cavalcioni su di lui.
-Sei intraprendente … -.
-Stai zitto!- mi abbasso e gli mordo dolcemente il lobo dell’orecchio destro.
Passo a mordicchiarli il collo mentre con una mano gli massaggio i suoi addominali perfetti.
-Baciami stronza … -.
Sorrido del suo appellativo e poso le mie labbra sulle sue ed è così che ricominciamo da dove abbiamo finito.
Ho quasi la certezza che non ci stancheremo molto presto.


Vengo svegliata da un raggio di sole che mi colpisce in pieno volto; non ci metto molto a ricordare dove mi trovo e soprattutto con chi. I ricordi della notte passata m’investono la mente, sento il suo corpo contro la mia schiena e il suo respiro sul mio collo.
Dorme ancora, vorrei voltarmi ma ho paura di svegliarlo; quando aprirà gli occhi dovremo separarci e, al di là di questa porta, mi aspettano un sacco di problemi a cui trovare una soluzione. Con la luce del giorno, la situazione mi appare ancora più complicata.
-Che ore sono?- ma allora non stava dormendo!
-Quasi le otto!- .
Appena si allontana leggermente da me tento di alzarmi ma, tirandomi per un braccio mi tira di nuovo giù, accanto a lui.
-Hai fretta???- capisco a cosa si riferisce –Potremmo anche passare tutta la giornata qui!!-.
-Non posso. Ho un allenamento oggi pomeriggio e poi ...- non riesco nemmeno a terminare la frase.
-Arriva Potter!- anche il tono della sua voce si rabbuia.
-Si- cogliendolo alla sprovvista, scendo dal letto e prima che lui mi riprenda, corro a recuperare qualcosa da mettermi addosso.
Sentendo il rumore del letto cigolare di nuovo e i suoi passi, capisco che sta venendo incontro a me, ancora prima di avere le sue mani sul mio ventre.
-Devi andare!Non ti far venire strane idee!- cerco la sua camicia ma non la trovo da nessuna parte, m’inginocchio per vedere sotto il letto, ma niente! Recupero il mio anello sul comodino ma infilandolo al dito, vengo inondata da un fiume di sensi di colpa.
-A cosa stai pensando?- Malfoy mi guarda, seduto sul bordo del letto, preoccupato.
-A nulla. Non voglio pensare a nulla, almeno fino a stasera!-trovo finalmente la sua camicia ingarbugliata insieme alle lenzuola.
-Sei ancora convinta a raccontare tutto a Potter?- afferra la camicia.
Finisco di vestirmi e mi lego i capelli in una coda,  cercando di assumere l’aspetto di una persona presentabile, ma, guardando anche  la faccia sbattuta di Malfoy, non credo ci sia molto da fare.
-Devo farlo! E dopo stanotte, ancora di più-.
-Ascoltami- si alza, viene di fronte a me e mi avvicina il volto al suo –Se lo farai, le cose non miglioreranno, tutto il contrario!. Ti influenzeranno, ti metteranno contro di me, magari inconsapevolmente ma lo faranno! -.
Non so cosa dire perché, sinceramente, non so nemmeno cosa pensare; tutti i miei piani, che avevo fino a ieri sera, sono andati in frantumi e ho preso coscienza di cose che, forse, non avevo il coraggio di dire neanche a me stessa.
Ma c’è un lato positivo, in tutta questa storia.
Stanotte mi sono resa conto che provo qualcosa per Draco Malfoy. Non era la guerra ad avermi condizionato. E’ lui che ha cambiato tutti i miei piani!
-Sei strano! Dovresti essere contento! Ti ricordi la mattina dopo la notte di Natale, come ho reagito? Volevo ucciderti e non rivederti mai più! Stamattina, ti sto rivolgendo la parola e non ho ancora istinti omicidi! C’è un miglioramento!!!!-.
Si avvicina e io, anticipandolo, gli do un piccolo bacio sulle labbra.
Faccio fatica a trattenermi, una parte di me vorrebbe rispogliarlo e spingerlo, di nuovo, sul letto ma devo farlo uscire di qui, il prima possibile.
Mi stacco da lui, prima che sia troppo tardi.
-Quando ci rivediamo?Festeggi anche con me?- scoppio a ridere.
-Questo non è un problema! Hanno organizzato una festa e credo abbiano invitato tutta Hogwarts! Sei ufficialmente invitato anche tu! Nessuno farà caso alla tua presenza, te l’assicuro!- gli faccio l’occhiolino.
Con tutta quella gente, nessuno si scandalizzerebbe per la sua presenza e non si farebbero nessuna domanda.
-Intendevo io e te!!- mi guarda in quel modo che so esattamente dove vuole finire –Da soli!-.
Ecco, appunto!
-Credo sia impossibile! Diciamo che, io e te, abbiamo già festeggiato abbastanza?!- .
Malfoy corruga la fronte pensieroso e, prima che lui possa rispondermi, gli do un piccolo bacio sulla guancia e lo spingo verso la porta.
-Weasley, devo farti arrabbiare più spesso!-.
Gli sorrido un’ultima volta prima di spingerlo fuori.
-Vattene via!-.
Lo vedo sorridere e mi chiudo la porta alle spalle.
Vado a ributtarmi nel letto che ha ancora il profumo Di Malfoy.
La mia pelle ha l’odore di Draco, sono inebriata da tutto questo.
Forse dovrei scoppiare a piangere come feci la mattina dopo la prima nottata passata con Malfoy ma, ora, mi sento diversa.
Interrompo il flusso di ricordi per concentrarmi sulla cosa più importante: fra qualche ora, qui, insieme a me, ci sarà Harry.


-Ma non dovrebbe già essere arrivato? La cena e’ già finita da un’ora!!!-.
-Neville ne so quanto te!- E’ tutto il giorno che mi perseguita chiedendomi a che ora sarebbe arrivato Harry.
C’e’ una gran trepidazione, tra tutti i grifondoro, per l’arrivo di Harry ed io sono così agitata che non sono riuscita a mandare giù nemmeno un boccone; alla fine della cena, non vedendolo arrivare, sono venuta a fare una passeggiata lungo il ponte di Hogwarts, per cercare un po’ di tranquillità, ma dopo cinque minuti, mi avevano già raggiunto  Neville e Luna.
-E’ tutto il giorno che sei molto strana! Anzi! Lo sei da qualche giorno!- non ho le forze psichiche per subire un interrogatorio da parte di Neville. Soprattutto oggi!!
-Ma cosa dici? Va tutto bene!- non posso certo raccontare la verità a loro due, soprattutto dopo la notte appena trascorsa.
Ci sono buone probabilità che, a Neville, potrebbe venire un arresto cardiaco e non sarebbe il solo che si sentirebbe male, se sapesse una cosa del genere.
-Ha ragione Neville! Sei diversa! Sembri immersa nel tuo mondo ... se te lo dico io, vuol dire che la cosa è evidente!-.
- Grazie Luna- ormai, questi due, pensano anche all’unisono – Comunque ripeto che non ho niente. Vado nella mia camera ad aspettare Harry. Se lo vedete prima di me, ditegli dove sono!-.
 -Ok, senz’altro!- Luna prende a braccetto Neville e continuano la loro passeggiata serale; li osservo per un po’, così abbracciati e sereni,e  provo invidia per loro,perché vorrei essere anche io come loro, priva di pensieri o dubbi.
Semplicemente felici!
- Aspetta qualcuno, signorina Weasley?- .
Chiudo gli occhi; sentire il tono della sua voce mi fa venire gli occhi lucidi, mi giro per verificare di non aver avuto un’allucinazione ed eccolo lì.
Con i capelli sempre un po’ arruffati, la cicatrice ben in vista, gli occhi più azzurri del mondo, Harry e’ proprio di fronte a me; mi fa quel sorriso che solo lui sa fare, così puro e contagioso.
-Si. Te!-. Gli corro incontro e gli salto letteralmente in braccio.
Non riesco a trattenere le lacrime ma cerco di nasconderle più che posso, sento il suo profumo così dolce e, solo adesso, capisco che non troverò mai il coraggio di dirgli che l’ho tradito. Non sono pronta a deluderlo e a non averlo più nella mia vita. 
Quando i miei piedi toccano di nuovo terra, sciolgo l’abbraccio, ed Harry, accarezzandomi una guancia, senza smettere di sorridere, mi bacia. Lento, morbido, dolce come solo lui sa fare.
-Sei qui-.
-Sono qui- fronte contro fronte rimaniamo, per un po’, lì immobili a sorriderci.
- Tutta la scuola ti sta aspettando!-.
-Loro possono aspettare. Tu hai la precedenza- mi bacia di nuovo.
Restiamo per  non so quanto tempo, fermi lì sul ponte, a guardarci e a baciarci.
-HARRRRYYYYYYYYYY!- come volevasi dimostrare!
Neville, per abbracciare Harry, mi sbalza all’indietro; lo guardo basita mentre, con la sua stretta, sta quasi strangolando Harry.
-Anche io sono felice di rivederti Neville ma ... adesso lasciami! Non respiro-.
-Oh scusa!- lo lascia libero –non hai idea di quanto sia bello riaverti qui. Tutti i grifondoro ti stanno aspettando!-. Addio privacy!
Harry abbraccia teneramente una Luna, anche lei, quasi commossa e poi viene accanto a me, mi prende la mano nelle sue e i miei occhi rincontrano i suoi. C’ e’ tutto un mondo racchiuso in questo sguardo.
-Neville, potremmo posticipare questa festa di ben tornato a un’altra volta????- sospettavo già che, questa serata, sarebbe andata persa nei vari festeggiamenti per Harry.
-Assolutamente no- ci spinge da dietro e, sempre per mano, c’incamminiamo verso la torre –E poi, non dimentichiamoci che abbiamo tempo solo fino a mezzanotte per festeggiare te, perché poi è il turno di qualcun altro.  Una certa ragazza dai capelli rossi che invecchia di un anno!-.
-Oh lo so bene, Neville - sento Harry fissarmi. Credo che stiano tutti, leggermente, esagerando con la storia del compleanno.
Non facciamo tempo a superare la signora Grassa che veniamo investiti da un boato enorme; tutti i grifondoro iniziano a urlare il nome di Harry senza tregua, gente conosciuta e non che spinge per poter abbracciare il salvatore.
Per un pò, Harry cerca di non lasciarmi la mano ma, alla fine, sono costretta a lasciarlo libero, per non essere schiacciata viva dalla folla.
Quando tutti quanti sono riusciti a salutarlo singolarmente, McLaggen trascina un tavolo pieno di burrobirre e whisky incendiario, proprio davanti ad Harry, facendo esplodere la sala in un applauso generale di consenso.
-E stanotte, i grifondoro, fanno FESTTTAAAAAAAAAA!- McLaggen sembra essere posseduto dal demonio; è impossibile non scoppiare a ridere mentre, in tutta la sala, iniziano vari cori goliardici.
Non ho mai visto, i grifondoro, festeggiare così tanto per qualcosa, neanche quando abbiamo vinto la coppa di Quidditch; finalmente ritrovo Harry ma, vedendolo circondato, non tento neanche di avvicinarmi a lui.
Calì mi passa un bicchiere e tutti quanti facciamo un brindisi generale; vengo raggiunta da Luna e Lavanda e, vedendo la porta aprirsi, capisco che stanno arrivando i corvonero e i tassorosso.
-Ma come faremo se ci beccano?- Calì non mi sembra molto entusiasta di avere tutta questa gente fra i piedi.
Vorrei risponderle che la notte scorsa, qui, è entrato un serpeverde ma resto zitta.
-La McGranitt ci ha dato un permesso speciale- spiega Luna.
Quando mi raggiunge McLaggen, già su di giri, mi costringe a fare un altro brindisi, prima con lui e poi con tutta la squadra radunata attorno a me.
-Un brindisi al nostro CAPITANOOOOOO!- e giù altro whisky!
-Posso brindare anche io col nostro capitano?- Harry prende un bicchiere e, schivando un ragazzino del primo anno, viene accanto a me, mette un braccio sulla mia spalla e mi avvicina a lui.
-Da quando McLaggen è così in confidenza con te?- scoppio a ridere.
-E’ una lunga storia, è convinto di essere diventato il mio migliore amico!- gli do un leggero bacio sulle labbra.
-A POTTER E ALLA WEASLEY!!- tutta la sala si gira verso la nostra direzione, alzando tutti i bicchieri, e anche io ed Harry siamo costretti a bere l’ennesimo sorso.
Dopo altri quattro o cinque strilli di McLaggen, noto Neville che, con qualche difficoltà, sale su un tavolino.
-SILENZIO- tutta la sala, sentendo l’urlo di Neville, si azzittisce – Mancano quindici secondi alla mezzanotte, quindi riempitevi di nuovo i bicchieri perché si ricomincia a festeggiare!!!-.
Divampa l’applauso, sento Harry prendermi per una mano e trascinarmi verso il centro della sala; so già cosa mi aspetta!
-Tre... Due... Uno... AUGURI GINNNNYYYYYYYY!- Neville sembra particolarmente commosso  ma non riesco a vederlo bene perché tutte le ragazze, compresa Luna, mi vengono ad abbracciare contemporaneamente.
Dopo di loro è il turno della squadra che, addirittura sollevandomi, inizia a cantare Happy Birthday, con un McLaggen, decisamente, fuori di sè.
Quando riprendo fiato, si avvicinano Neville ed Harry. 
-Visto che stiamo già festeggiando, non potremmo annullare la festa che avete organizzato per domani? Questa è sufficiente. Sono già contenta così- li imploro.
-No- rispondono entrambi all’ unisono.
-Ho impiegato tre giorni a preparare il discorso ed a ultimare tutti gli ultimi preparativi, quindi no! Sarà la festa più bella che tu abbia mai visto- lo abbraccio e non ribatto perché so che sarebbe inutile.
-Non capisco cosa vi sia preso quest’anno. Non compio mica trent’anni. Ne faccio semplicemente diciannove-. Da quando in qua, bisogna festeggiare il mio compleanno come se fosse un evento nazionale.
-Te lo spiega il tuo fidanzato!- risponde Neville.
Mentre Neville raggiunge Luna di fronte al camino, guardo Harry stupita.
-Sei stato tu a volere che mi organizzassero questa benedetta festa?-.
-Si. Io, la tua famiglia e i tuoi amici. Io ho dato solo istruzioni a Neville come volevo che venisse fatta e lui ha eseguito-.
-Ma perché? A me andava benissimo festeggiare qui, in sala comune, con le nostre divise, insieme a te, Neviile, Luna e la mia squadra-.
Elencando i nomi di tutti, mi costringo a non pronunciare il nome di Malfoy. Vedendo tutto questo festeggiamento intorno a me, mi piacerebbe, anche solo per un secondo, vedere lui qui, insieme a tutti gli altri. Vederlo interagire con le persone della mia vita, sarebbe ... E’ inutile pensarci! Non capiterà mai!!
-L’anno scorso hai festeggiato? No! E’ stato tutto terribile perché eri sola!. Io non c’ero, la tua famiglia neanche. Tutti, qui, erano terrorizzati. Quest’anno voglio che tu abbia il meglio, anche quello che non hai avuto l’anno scorso! Te lo meriti. Qui, tutti ti adorano, io più di tutti, e voglio solo il meglio per te-.
Dopo tutte queste parole, sento il mio stomaco contorcersi; come ho fatto a fargli quello che ho fatto? Se sapesse una cosa del genere, questo lo distruggerebbe, per non parlare di quanto lo deluderei.
A un certo punto, ho un’illuminazione. Non è vero quello che ha detto Harry! Non sono rimasta da sola. Qualcuno c’era!
Malfoy.
-Harry ... -.
-Schhhh ...- mi abbraccia con forza, senza però essere mai sgarbato.
- Ti amo, Ginevra Weasley. E questa, è la tua giornata-.
Vorrei rimanere così per tutta la notte ma dopo solo pochi secondi, veniamo disturbati da McLaggen che, pretendendo la nostra attenzione, da il via a un’altra serie di brindisi.
Dopo l’ennesima burrobirra , la mia mente inizia ad annebbiarsi e le immagini della festa vengono alternate da ricordi della nottata passata con Draco; cerco di scacciarli ma più ci provo e più si fanno nitidi.
Mi rendo conto che mi manca. Mi manca davvero. Vorrei che fosse qui con noi. Vorrei sentirlo mentre prova a punzecchiarmi, prendendomi in giro.
Ma in che cavolo di situazione mi sono cacciata? Tra tutte le persone al mondo, proprio con lui doveva succedere! 



-Neville, parla!!!!-. E’ circa un’ora che cerco di estorcergli dove sia finito Harry ma non sono ancora riuscita a scoprire nulla.
Quando ho ripreso coscienza, stamattina, verso le undici, non ero più sulla poltrona, dove mi ero addormentata, ma ero comodamente adagiata sul mio letto e accanto a me, c’era un bigliettino.

Devo occuparmi delle ultime cose per la festa.
Torno presto.
Harry
P.s.: sei sempre bellissima quando dormi.


-Gli ho promesso di non dirti nulla e non mi estorcerai nemmeno una parola!- sbuffo –E, per favore, non urlare, che ho ancora mal di testa!-.
Vedendo le sue condizioni precarie, decido di arrendermi. 
-Si ma sono quasi le sei! Dovrebbe già essere qui. Dimmi almeno dove ...-.
-Ginny NO!!E’ tutto il pomeriggio che ci tieni qui a ci fai le stesse domande! Vai a prepararti e porta pazienza- mi alzo dal divano scocciata e mi dirigo verso camera mia.
Se non fosse sparito, avrei potuto parlare con lui o almeno ci avrei provato; quando mi sono svegliata, ho deciso che fino a stasera non mi sarei mossa da qui e, così, ho fatto. Non voglio correre il rischio d’incontrare Draco, almeno oggi.
Per imbrogliare il tempo, vado verso l’armadio e tiro fuori i tre vestiti su cui sono indecisa; li stendo sul letto ma la decisione, ormai, è scontata.
C'è n’è solo uno che sento adatto alla situazione, non l’ho mai messo ed è anche l’occasione giusta per farlo vedere ad Harry.
Afferro il vestito rosso ancora appeso sulla stampella e corro in bagno; impiego più di un’ora per prepararmi ma devo dire che il risultato è, a dir poco, favoloso: il rosso dell’abito mette in risalto il verde dei miei occhi e, soprattutto, il colore dei miei capelli, raccolti in uno stretto chignon.
La cosa indescrivibile è la morbidezza dell’abito, ogni passo che faccio provoca tutto uno svolazzamento irresistibile; con la scollatura a cuore e senza spalline, lascia le spalle e parte della schiena scoperte ma, in compens,o mi fascia i fianchi quel tanto da non essere volgare.
La cosa che preferisco è il lungo spacco che lascia intravedere l’intera gamba destra.
Non riesco a smettere di guardarmi allo specchio, da tanto mi piace questo vestito; mi siedo sul letto e m’infilo un paio di scarpe col tacco, nere, forse un pò troppe alte ma questa è l’occasione giusta, per indossarle.
Scendo le scale, con cautela, per non rischiare d’inciampare.
 La sala comune è deserta, sto per uscire quando sento il ritratto della signora grassa aprirsi; sono convinta di vedere Harry ma, invece, di fronte a me, compare la McGranitt.
-Professoressa McGranitt ... -.
-Ginevra, non ho avuto modo, ancora, di farti gli auguri e, allora, ho deciso di raggiungerti. Devo dire che sei ogni anno più bella-.
-La ringrazio, anche se rimango una gran casinista!- la preside mi sorride intenerita.
- Beh, questa è la caratteristica di voi Weasley!-.
-Già. E’ vero- forse però quello che ho fatto io, non è paragonabile a nulla di quello che hanno combinato i miei fratelli negli anni.
-Tornando al tuo compleanno. Ho un regalo per te! In realtà non è proprio mio ma volevo a tutti i costi consegnartelo io- la preside si mette una mano nel mantello e tira fuori una busta.
Me la porge e io, titubante, l’afferro. E’ leggera, anche se la pergamena è una di quelle prestigiose.
Apro il foglio, leggo le poche righe e devo tenermi al tavolo, per non svenire a terra.

La sottoscritta, Gwendolyn Morgan, capitano di Quidditch della squadra femminile delle Holyhead Harpies,invita la presente, Ginevra Weasley, attuale capitano di Quidditch nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, a presentarsi in data 3 dicembre al campo di Glasgow, per essere provinata, per il ruolo di prima battitrice delle Harpies.
Attendiamo trepidanti di far la sua conoscenza. 
Nella speranza che lei accetti il nostro invito,la salutiamo cordialmente.


-Oh mio Dio!- forse, sto ancora dormendo.
-Non è fantastico? L’ anno prossimo potresti giocare in quella squadra! Tu, Ginevra Weasley, battitrice in una delle squadre più importanti al mondo! -.
-Non ho parole- sto sognando, non può essere vero.
-Beh trovale perché credo che Harry abbia altre sorprese in serbo per te- mi ero quasi dimenticata che la serata deve ancora cominciare.
-Io non so come ringraziarla-.
-Ma io non ho fatto niente! E’ Gwendolyn Morgan che ti tiene d’occhio da un pò. Hai talento, Ginevra.  Io ho ricevuto la lettera e te l’ho consegnata! -.
Vorrei abbracciarla e cominciare a saltare ma è pur sempre la mia preside, devo avere un minimo di contegno.
-Scendi con me, Ginevra?-.
-Si,certo. Qui tanto, non c’è nessuno!- prendo la lettera e la vado a nascondere dentro un libro d’incantesimi che nessuno apre mai –Ha visto, per caso, Harry?-.
- Non so nulla e non posso dire niente. Ho la bocca cucita- scendiamo insieme le scale ma più cammino e più noto che il castello è deserto.
-Ho capito. Hanno chiesto, a lei, di portarmi alla festa, visto che io non ho la più pallida idea di cosa abbiano organizzato-. 
Il sorriso della McGranitt vale più di mille parole.
Se prima non ero agitata, ora lo sono; chissà cosa diavolo si son inventati! Non ho incontrato ancora uno studente che sia uno. Ma perché hanno dovuto far partecipare tutta la scuola??? Con alcuni non ci ho mai scambiato nemmeno una parola.
Appena svolto l’angolo che porta alla Sala Comune, proprio davanti alla porta, finalmente, vedo Harry che cammina, avanti e indietro: sembra nervoso.
-Harry-.
Sentendo chiamarsi si gira e dal suo sguardo stupito, capisco di essere riuscita a fargli un bell’effetto con questo vestito.
-Vi lascio soli. Ancora complimenti, signorina Weasley!- la McGranitt, dopo un veloce sorriso a entrambi, ci supera.
-Sei ...- è quasi divertente vedere Harry in difficoltà, nel non trovare le parole.
-Credo di aver capito il concetto. Quindi presumo di non sfigurare accanto a te!- anche lui è impeccabile nel suo smoking nero che gli mette in risalto l’azzurro dei suoi occhi.
-Io non ho parole per dire quanto sei bella. Probabilmente non ne esistono di appropriate - gli allungo la mano, lui la prende stringendomela forte, gli do un veloce  bacio sulle labbra e restiamo qui, fermi, a vivere questo momento perfetto.
-Purtroppo ci sono persone che ci stanno aspettando!-.
-Comunque non ti ho mai detto grazie per il vestito!- vedo Harry guardarmi un po' confuso.
-Quale vestito?- come quale vestito? La sua reazione alla mia domanda è così spontanea che dubito fortemente che mi stia provocando. Se fosse stato lui ad avermi regalato questo vestito, non mi avrebbe risposto così o, comunque, lo avrebbe commentato in qualche altro modo.
-No niente. Una stupidaggine che mi era venuta in mente oggi, pensando alla nostra vacanza in Francia. Nulla d’importante-.
-Tutto bene, sicura?- annuisco sorridendo per cercare di nascondere quanto mi abbia turbata questa scoperta.
Inaspettatamente, invece di girare verso la sala grande, usciamo dal grande portone di quercia.
-Sei pronta?- mi chiede Harry.
Ancora prima di rispondere, i miei piedi si staccano da terra e i nostri corpi si intrecciano in un vortice che conosco perfettamente; ci siamo appena smaterializzati.
Non faccio in tempo a riflettere su dove possiamo essere finiti, che ho, di nuovo, la terra sotto di me; per fortuna, Harry riesce a sostenermi e a non farmi cadere. Se avessi immaginato che ci saremmo smaterializzati, non avrei mai messo questi tacchi. Un passo sbagliato e posso dire addio alle mie caviglie.
-Ma dove ... ?-.
-AUGURIIII-. 
Non riesco a credere ai miei occhi; ci sono tutti. I miei genitori, i miei fratelli, Neville e Luna, McLaggen con tutta la squadra, le ragazze del mio dormitorio, Hagrid e Lumacorno, Seamus.
Tutti. 
Mia madre e mio padre mi corrono incontro e mi abbracciano, quasi stritolandomi.
-Auguri tesoro!- mi dice mio padre all’orecchio.
-Io pensavo che saremmo rimasti ad Hogwarts! Non c’era nessuno che camminava nei corridoi!-.
-Se ti avessimo detto tutto, non ci sarebbe stata la sorpresa – mia madre è sull’orlo del pianto.
-Mamma, ti proibisco di piangere!-.
Sono tutti elegantissimi e il posto non è da meno; ci sono tavolini su tutti i lati della sala  ma, quello che colpisce di più, sono candele accese, sparse ovunque che creano un atmosfera quasi fatata. Se Harry non mi avesse detto che aveva affittato la Testa di Porco per tutta la notte, non sarei mai riuscita a riconoscerlo.
Tutti quanti, uno per uno, si avvicinano per farmi gli auguri e consegnarmi i vari regali; l’unico che riesce a non smentirsi mai è proprio McLaggen che ha passato una decina di minuti a dilungarsi sullo spacco del mio vestito.
Credo di aver notato Harry irrigidirsi quando, per la ventesima volta, Coomac ha continuato a ripetere quanto fosse bella il suo capitano. 
Il premio del più casinista spetta, come sempre, a George che non ha smesso un attimo di dar fastidio a Calì e Lavanda.
Gli unici assenti, Ron e Hermione, si sono dati per farmi arrivare il loro regalo; all’ interno, ho trovato una foto di loro con me ed Harry, di quest’estate, mentre prendevamo il sole. Eravamo proprio belli.
-Un attimo di silenzio, per favore!- la sottile voce di Neville interrompe il chiacchiericcio in tutta la sala. Sembra leggermente impacciato e impaurito.
-Vorrei solo dire due parole e poi rimarrò zitto per tutta la serata. Promesso-  è  così emozionato – Propongo un brindisi. A Ginevra Weasley, all’amica più leale e straordinaria che conosco. Tutto quello che ho, lo devo a te! Mi hai salvato la vita, in tutti i sensi! Ovunque ti porterà la vita e, con chiunque deciderai di condividerla, io sarò sempre dalla tua parte. A Ginevra! - parte un applauso in tutta la sala e tutti i presenti sollevano i propri calici in aria, mentre una lacrima mi riga una guancia.
Neville si avvicina ed io, alzandomi dalla sedia, gli vado incontro e lo abbraccio con tutta la forza che ho in corpo.
-Ti voglio bene. Grazie- e poi prendo coraggio e, avvicinandomi al suo orecchio, sussurro –Ho combinato un gran casino-.
Lo sento irrigidirsi, mi guarda e capisco che il tono della mia voce deve essergli risultata ancora più allarmante delle mie parole.
Vorrei parlare ma sentendo mia madre accanto a me gli faccio segno di stare zitto; dopo un attimo di esitazione, finge di rasserenarsi ma recepisco che non ha per nulla dimenticato, quello che gli ho detto.
-Vuoi concedermi il primo ballo?- l’arrivo di Harry è previdenziale per togliermi da questo momento d’imbarazzo e, dopo un ultimo sguardo a Neville, prendo la mano di Harry e mi lascio cullare da lui.


Nonostante i piedi inizino a sentire lo sofferenza per i tacchi alti, accetto un ultimo ballo con mio padre che non fa altro che ripetermi quanto che non vede l’ora arrivi Natale, per riaverci di nuovo tutti a casa. 
-Posso rubarti la festeggiata dieci minuti?- dietro mio padre vedo comparire Aberforth; sono stupita nel vederlo qui, pensavo non ci fosse ma, probabilmente, era qui nei paraggi per controllare il suo locale.
-Si certo Aber- mio padre mi lascia la mano –E ancora grazie per averci permesso di stravolgerti il locale-.
-Seguimi Ginevra, cerchiamo di non dare nell’occhio!- la sua voce non lascia promettere nulla di buono ma, senza fare obiezioni, lo seguo in silenzio; mentre passo in fondo alla sala, vedo Harry intento a chiacchierare beatamente con Bill e Fleur.
Lo seguo fino al retro del locale, Aberforth apre una porta che da sul un vicolo laterale di Hogsmeade.
Continuo a chiedermi perché mi abbia portato fin qui fuori? Fa anche freddo!
-Non so cosa sta succedendo e non voglio sapere in che guaio ti sei cacciata ma vedi di risolvere questa situazione in fretta. Non voglio una rissa nel mio locale!- sono ancora più confusa di prima.
- Non capisco. Cosa devo risolvere? Una rissa?- mi sto per offendere per il modo scorbutico che sta usando con me, dal momento che non mi pare di aver fatto nulla di male ...
Mi basta che Aber si sposti e, con la visuale libera, vedo una figura appoggiata al muretto; quello che più cattura la mia attenzione è quello che tiene in mano.
Faccio un passo verso la luce; iniziano a tremarmi persino le gambe.
Draco ha tra le mani ha un mazzo enorme di rose bianche.
-Cinque minuti e poi qui succede il finimondo - sono paralizzata da quello che vedo e non riesco nemmeno a guardare Aber –Risolvi questo casino!-.
Sento la porticina sul retro richiudersi, Draco resta immobile e, anche se annebbiata dalla paura, vado di fronte a lui. Non ho tempo da perdere.
-Ma sei impazzito! Cosa diavolo ci fai qui? Se uscisse qualcuno e ti vedesse qui ...-.
-Volevo vederti il giorno del tuo compleanno! Anche io ho diritto di stare qui! Anch’io faccio parte della tua vita, no? E poi sei tu che mi hai invitato. Non ti ricordi?-mi copro il volto con le mani. Non posso crederci che sia venuto fino a qui.
-Qui tu non puoi starci! C’è tutta la mia famiglia! Si può sapere cosa hai detto ad Aber??- lo so che non merita che io gli urli addosso ma non ci sono altre soluzioni.
-Ho chiesto se poteva farti uscire con una scusa e che gli conveniva farlo, se non voleva essere testimone di una battaglia nel suo locale!- dice come se nulla fosse.
E io che pensavo che sarebbe rimasto tranquillo al castello e non mi avrebbe dato problemi.
-Anche se renderti più bella è un’impresa quasi impossibile, devo dire che stasera sei uno spettacolo!-.
-Graz...- se in un primo momento non ci avevo dato peso, come fa Malfoy a sapere il contenuto  biglietto che c’era con questo vestito?
-Sei stato tu- ecco che tutto si ricollega – Sei stato tu a regalarmi questo vestito un anno fa. Tu sapevi che c’era il ballo di Piton e volevi che indossassi questo. La sartoria prestigiosa di Londra. Come ho fatto a non arrivarci prima!-.
-Mi sottovaluti sempre. - non posso andare avanti così. – Non pensavo lo avresti indossato stasera. E’ quasi sadico sapere che hai ballato e baciato Potter con il mio vestito addosso - la sua faccia divertita, mi fa irritare ancora di più.
Non mi sono mai sentita così stupida nella mia vita; ho perso mesi a cercare di capire come avesse fatto Harry a farmi ricevere quel regalo e, invece, l’artefice di tutto l’ho avuto sempre davanti a me.
-Queste sono per te, comunque - mi porge il mazzo di rose bianche e dire che sono bellissime sarebbe riduttivo.
Saranno circa una trentina e non sono affatto leggere.
Vorrei buttarle a terra e poi saltarci sopra ma, facendo un lungo respiro, cercando di domare la mia ira, le prendo.
-Grazie - sentendomi un pò in colpa, cerco di addolcire la conversazione –Sono bellissime ma non pensavo fossi un tipo che regala fiori a una donna!-.
-Infatti … le ho rubate a uno studente!- mi fa l’occhiolino.
Cerco di trattenere una risata ma faccio una gran fatica.
-Ora non ho tempo ma, noi due, dobbiamo fare un discorso- gli sussurro.
-Lo dici sempre!- lo vedo avvicinarsi e l’atmosfera si fa subito calda.
-Sono seria! Io non posso continuare così! Lo capisci questo?-.
-E allora fai cambiare le cose! Torna con me al castello … domani dirai che eri stanca! - sembra così convinto. 
Non ho tempo per rispondere perché sento la porta, dietro di noi, riaprirsi. Guardo Draco, il panico s’impossessa di me e non trovo nemmeno il coraggio di voltarmi.
Malfoy fa un passo laterale e, riacquistando la sua aria strafottente, incrocia le braccia al petto. Chiunque ci sia dietro di noi, non deve averlo, per niente, sconvolto.
-Cosa ci fai tu qui?!? E perché Ginevra ha delle rose in mano? Qualcuno mi fa il favore di spiegarmi cosa sta succedendo?-.
Non ricordo di averlo sentito così agitato ed arrabbiato da quando lo conosco; cercando di rilassare le spalle, cerco sostegno nello sguardo di Malfoy ma lui è rimasto impassibile.
L’espressione di Neville, invece, non è per niente rassicurante.

 










Eccomi di nuovo!!!
Prima di parlare del capitolo vorrei fare una premessa. Chiedo scusa per il capitolo precedente perché rileggendolo mi sono accorta di molte inesattezze nel lessico delle varie frasi. Nonostante lo abbia corretto  varie volte, Word ha fatto un pò di capricci.
Detto ciò, ci tengo anche a ringraziare tutte le persone che seguono e recensiscono la mia storia!!! Non avrei mai immaginato che sareste stati così tanti!
Cosa dire di questo capitolo? Lo considero uno dei miei preferiti in assoluto. Il triangolo amoroso si fa sempre più ingarbugliato e complesso. Vorrei sapere cosa vi aspettate, ora, da entrambi i contendenti.
Nel prossimo capitolo, come ben avrete capito, Neville scoprirà il segreto di Ginny. Cosa succederà??? Non  dimenticate che ci sarà il secondo confronto tra Harry e Draco!!!! 
Chissà per quale motivo saranno costretti a incontrarsi!!!!
Fatemi sapere.
Un bacio e a prestissimo!!!!

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Capitolo 17
*** La vita è adesso ***


Capitolo 17.
 
La vita è adesso.


 
 
-Ginny. Cosa ci fa lui qui??- Neville non smette di guardarmi mentre punta il dito per indicare Malfoy, accanto a me.
Ho le gambe paralizzate e non riesco neanche a formulare una sorta di pensiero per giustificare la presenza di Draco, alla mia festa, ma soprattutto il mazzo di rose che tengo tra le mani.
Il viso di Neville si fa sempre più rosso, non riesce a staccare gli occhi dalla figura vicino a me; è palese il suo disprezzo nel vedermi con la persona che, forse, lui detesta di più al mondo.
-Paciock cerca di darti una calmata. Fino a prova contraria questa non è casa tua!! E io posso andare dove voglio!- Malfoy, assumendo il suo tono da vero cattivo, fa un passo verso Neville e gli si posiziona di fronte. Vedendo Neville arrabbiarsi ancora di più, dopo aver sentito la voce prepotente di Draco,  m’infilo in mezzo a loro e con le mani li allontano delicatamente.
-Basta!!- guardo entrambi –Malfoy se ne stava andando! -.
Tiro un’occhiata a Draco, cercando di fargli capire la situazione delicata in cui mi trovo ma non sembra affatto intenzionato ad andarsene; allora decido di prenderlo per un braccio e quasi spingendolo, ci allontaniamo un po’ da Neville.
-Devi andare via. Dentro c’è tutta la mia famiglia e non è il momento di mettersi a litigare- gli sussurro per non farmi sentire proprio da Neville.
-Non è giusto!-. Guardandolo, vedo che ha i muscoli del viso per nulla rilassati; si capisce benissimo che è molto nervoso. In questo momento, non so chi, tra me e lui, sia più agitato.
-Succederà l’inferno se tu non vai via ORA!- non voglio essere burbera ma, adesso, spiegare a Neville cosa sta succedendo ha la priorità.
Continua a guardarmi ma non parla più; tira un’ ultima occhiataccia a Neville dietro di noi e inizia ad allontanarsi.
-Ci vediamo ad Hogwarts, Weasley!- lo dice a voce alta e, maledicendolo mentalmente, mi giro verso Neville.
-Io non ci spererei troppo, MALFOY!- Neville ha urlato talmente forte che mi stupisco non sia uscito nessuno a controllare, cosa stia succedendo qua fuori.
Spero solo che Draco, avendolo sentito, non decida di tornare indietro per rispondere a Neville ma dopo qualche secondo, non vedendolo tornare, tiro un sospiro di sollievo.
Sono quasi tentata di lanciare le rose in mezzo alla strada ma tanto non risolverei nulla.
-Ginny - Neville si sbottona i bottoni del colletto della camicia e si allenta un po’ la cravatta –Ti prego, dimmi che ciò che ho visto non è ciò che sembra. Ti supplico!-.
Potrei ancora cercare di salvarmi ma perché? A cosa servirebbe? Avevo già deciso che avrei dovuto confidarmi con qualcuno e, forse quello che è successo stasera, è il segnale che devo cominciare a dire la verità.
-Neville, è una storia lunga da raccontare. Io … - Neville si porta le mani al volto, platealmente sconvolto. Forse si aspettava che io gli dessi una risposta completamente diversa o che negassi sconvolta tutto.
-Neville, ascoltami. Non so cosa tu stia pensando ma non trarre conclusioni affrettate! - guardo le rose per evitare di incrociare gli occhi sbalorditi di Neville.
-Qualunque storia tu stia per raccontarmi, voglio dire solo una parola: Malfoy! Dimmi che non ti sei dimenticata di chi stiamo parlando! Di Draco Malfoy, figlio di Lucius Malfoy. E’ il nipote di Bellatrix Lestrange!!-.
Ecco il punto fatidico che tanto temevo di raggiungere. E’ un Malfoy. Tutti quanti non vorranno sapere altro ma gli basterà sentire quel maledetto cognome e qualsiasi cosa racconterò a loro, non sarà mai sufficiente per fargli dimenticare le cose brutte che stanno dietro a quelle sei lettere.
-Lo so! Pensi che non lo sappia?- Più parlo e più Neville diventa attonito.
-Ora mi spiego tutto. Le tue stranezze, le tue sparizioni, i tuoi cambiamenti d’umore. Come ci siamo arrivati a questo punto? Il tuo fidanzato dopo aver fatto l’impossibile per te, si fa in quattro per finire quel lavoro con gli Auror e venire qua per organizzare le festa di compleanno più bella che si sia mai vista e TU?? DOVE TI TROVO? Qui fuori, nascosta con quel … non so nemmeno come definirlo!! Con lui!!!-.
Una piccola lacrima mi riga il volto e l’asciugo frettolosamente; forse aveva ragione Draco quando mi diceva di non dire niente a nessuno. Se Neville, che dovrebbe essere mio amico, mi urla addosso così, cosa succederà se la mia famiglia o Harry lo scoprissero?
-E’ molto di più di come la stai sintetizzando tu! E’ dall’anno scorso che … mi sono successe un sacco di cose! E molte di queste riguardano anche Malfoy!-.
-Hai perso la testa per lui? - l’unica soluzione è raccontargli le cose dall’inizio. Solo così potrà capire. O almeno provare a capire.
-Ah eccovi! Vi ho cercato ovunque!- resto paralizzata quando sento la voce di Harry. Lo vedo proprio accanto alla porta, tutto sorridente. Guardandomi, e notando Neville visibilmente turbato, comprende che c’è qualcosa che non va e il suo sorriso scompare immediatamente.
Neville resta immobile e non si gira nemmeno per guardare Harry. Sento la testa girarmi forte; non ero pronta a questo. Avrei dovuto parlare con Harry in un altro modo e in un’altra situazione, non di certo alla festa del mio compleanno! Ora che però Neville ci ha visti, non posso continuare a mentire.
-Che succede? Ho interrotto qualcosa?- dice Harry, allarmato. –Belle quelle rose. Chi te le ha regalate?-.
Dovevo seguire il mio istinto e buttarle quando era il momento. Mi faccio coraggio e inizio a parlare.
-Mi dispiace, Harry! Ti devo parlare di M … -.
-MIE! Gliele ho regalate io! Mi vergognavo a dargliele davanti a tutti e quindi l’ho fatto qui- Neville mi ha interrotto giusto un secondo prima che pronunciassi il nome Malfoy; non ha più la faccia arrabbiata ma sembra quasi essere tornato il solito amico di sempre. Della persona, che mi urlava in faccia fino a cinque minuti fa, nemmeno l’ombra.
Harry si rasserena come se, Neville che mi regala dei fiori, fosse la cosa più normale del mondo. Da una parte sono molto sollevata dal non dover far scoppiare questa bomba proprio qui davanti a tutti ma, dall’altra,  questa era l’occasione giusta per liberarmi da questo peso che mi porto dentro da ormai troppo tempo.
-Da quanto in qua, regali rose alla mia fidanzata?- dice Harry prendendomi sotto braccio.
-Se non le regalo a Ginny, non posso regalarle a nessun’altra. Luna detesta questo tipo di fiori perché dice che sono pieni di … di qualcosa di cui non mi ricordo nemmeno il nome!- non lo cerco con lo sguardo perché so che dovrò dargli spiegazioni e l’argomento delle rose sarà l’ultimo, che gli verrà in mente.
-Dai, rientriamo che ti stanno aspettando per la torta!!-. Seguo Harry in silenzio, oltrepassando Neville, nonostante non mi senta per niente bene, cerco di non darlo a vedere.
Ho quasi superato la piccola porticina del retro del locale di Aberforth quando Neville mi richiama.
-Ginny?- io ed Harry ci giriamo contemporaneamente –Non dimenticarti che dobbiamo finire quel discorso-.
Annuisco con la testa bassa; in questo momento, non vedo l’ora che questa festa finisca, potermi togliere questo vestito e buttare queste rose.
Sono cosciente del fatto che, quando sentirà tutta la storia, Neville non sarà clemente e continuerà a urlare ma, ora, la vera domanda è se dover raccontare proprio tutto o se è il  caso di tralasciare qualche dettaglio. Come faccio a confidare a Neville delle cose così intime??
 

 
Per fortuna la festa si è conclusa senza altri colpi di scena. Ho cercato di comportarmi da festeggiata modello; ho sorriso e spento candeline, ho mangiato la torta ben due volte, ho fatto tutte le foto di rito, ho preso i regali ringraziando tutti a dovere ma, soprattutto, ho evitato accuratamente lo sguardo di Neville.
Dopo aver abbracciato tutta la mia famiglia e averli visti smaterializzarsi alla tana, mi lascio cadere su una sedia, accanto a un tavolo; il locale è ormai deserto, a parte Harry e Aberforth, che stanno discutendo, non so di cosa, vicino al bancone del bar.
Ho i piedi distrutti e approfitto che non mi vede nessuno, per togliermi le scarpe e rimanere scalza. Sono le tre del mattino e vorrei già essere nel mio letto, col mio cuscino profumato, ma ho come la sensazione che la serata non sia ancora del tutto finita.
-Sei stanca?- Harry sposta una sedia accanto alla mia, si toglie la giacca e si accomoda vicino a me; incrocia la sua mano alla mia e mi da un leggero bacio sulla fronte.
-Un po’- schiaccia la sua fronte contro la mia e, come da nostra abitudine, poso le mie labbra sulla sua cicatrice a forma di saetta. Da quando Voldemort è morto, quando lo bacio in quel punto, dice sempre che lo rilassa tantissimo.
-Ti è piaciuta la festa?-.
-E’ stata meravigliosa e il merito è tutto tuo!- appoggio la testa sulla sua spalla  e mi stringo forte a lui. Finalmente un po’ di tranquillità! Mi sembra di essere un’altra persona, quando sto con Harry ma non posso continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Questa bolla perfetta tra me e lui, da un certo punto di vista, è già scoppiata e lui non si merita di essere preso in giro.
-Harry, devo dirti una cosa importante- mi rimetto composta e cerco di riordinare le idee. Da dove comincio?
-Anche io!- No non può interrompermi quando ho finalmente preso coraggio –Chi comincia?-.
-Eh  non… TU! Comincia tu!- Posso aspettare ancora una decina di minuti, no? Tanto peggio di così, le cose non possono andare!
-Ok!! Stai ferma e non muoverti! Torno subito!!- si alza e va nell’altra stanza. Non faccio in tempo a chiedermi dove sia andato, che lo vedo tornare con qualcosa in mano.
Si risiede accanto a me e mette sul tavolo una piccola scatolina rettangolare con sopra un gran fiocco giallo. Guardando le dimensioni, ho quasi paura a toccarlo.
-Ginny, aprilo! Non è un altro anello!- cerco di capire cosa abbia in mente ma ha un’espressione indecifrabile.
-Non dovevi farmi un altro regalo! La festa bastava!- inizio lentamente a togliere il grosso nastro.
-Quando parlavo di una sorpresa, non intendevo certo la festa!-.
Faccio un lungo respiro, tolgo la carta da regalo e, lentamente, apro la scatolina; quasi convinta di vedere un altro gioiello, rimango sorpresa nel vedere un portachiavi a forma di casa con appese due chiavi.
Non riesco a capire. Perché mi ha dato un mazzo di chiavi?? Le case magiche non hanno serrature e, quindi, non possono essere le chiavi della Tana dove, tra l’altro, abitiamo già entrambi.
-Harry, non … non capisco!-.
-Prima di spiegarti tutto, dovresti dirmi tu qualcosa. Qualcosa che forse ti ha dato la McGranitt??- me n’ero totalmente dimenticata!! Non l’ho detto nemmeno alla mia famiglia!
-Dici la lettera per il provino nelle Holyhead Harpies??-. Già solo pronunciare quel nome, mi sembra già un sogno. Ancora non riesco a crederci che potrei far parte di quella squadra!!
Harry mi annuisce tutto sorridente, è così felice che sembra sia lui a esser stato convocato per quel provino.
-Tu come facevi a saperlo??- nonostante l’eccitazione ritrovata per le Harpies, non riesco a capire cosa possano c’entrare, un paio di chiavi, in tutta questa storia.
-Non dimenticarti mai che io sono in costante contatto con la McGranitt. Lei era la persona giusta, doveva dartela lei!!- avrei dovuto immaginarlo che anche dietro a questo c’era lui! E’ sempre più sorprendente di quanto ci si possa immaginare.
-Detto tra parentesi, è solo un provino e non è detto che mi prendano. Detto questo, le chiavi cosa c’entrano???-.
-Questi giorni sono stato molto impegnati perché sono giunto a una conclusione - il suo tono di voce si fa serio – non posso continuare a vivere a casa vostra. Io non posso prendermi spazi che non sono miei e devo trovarmi una casa che sia solo mia, dove non sono solo un ospite. E’ da vent’anni che mi sento sempre fuori posto . E’ arrivato il momento di fare il passo definitivo di staccarmi dal passato! E non può esserci nessun nuovo inizio, se tu non sei con me!-.
Ogni tanto mi scordo di tutte le cose brutte che ha dovuto passare e soprattutto che, prima di Voldemort, Harry ha dovuto avere a che fare anche con i Dursley, le persone meno affettuose sulla faccia della terra.
Ho il magone perché dopo tutte quelle che ha dovuto passare Harry, io cosa faccio? Lo tradisco nel modo peggiore del mondo. E’ questa la verità. Nonostante non lo abbia fatto con le cattive intenzione e non abbia mai voluto prenderlo in giro, il risultato non cambia. Ha ragione Neville quando ha detto che Harry sta facendo i salti mortali per me e io lo ripago nel peggiore dei modi.  Sono la persona più fortunata del mondo; nessuno può vantare di avere un ragazzo come Harry ma sembra che l’unica persona che non lo capisce sia proprio io.
-Immagino che queste non siano le chiavi del n. 4 di Privet Drive- cerco di sdrammatizzare per frenare le lacrime.
-Assolutamente no!- dice Harry, quasi ridendo –Non ci metterò mai più piede. Ho promesso a mio cugino che, prima o poi, ci rivedremo ma, ora, è ancora troppo presto!-.
Gli accarezzo il volto per cercare di scacciare quella traccia di tristezza che è comparsa nei suoi occhi.
-Presumo che tu voglia farmi una domanda, adesso!- Harry alza gli occhi al cielo sorridente; credo di aver capito dove volesse andare a parare con tutto quel discorso ed io, ora, non ho alcuna intenzione di rovinare questo momento e di dare un dolore ad Harry.
-In questi giorni mi sono guardato un po’ in giro ma non mi ha colpito niente finché un giorno, casualmente, è arrivata a tuo padre la richiesta per fare un sopralluogo in una casa Babbana che è stata abitata fino a qualche tempo fa, da una coppia. Lui era un mago mentre lei non aveva poteri magici. Si sono trasferiti credo in Germania, e la casa l’hanno messa in vendita. Ho accompagnato tuo padre per il sopralluogo e non appena l’ho vista, ho capito che era lei. Era quella giusta! E’ nelle campagne londinesi, abbastanza isolata ma non troppo. Ho parlato con i vicini, sono stati loro ad avvisare il Ministero che ci sarebbero potuti essere oggetti magici sospettosi agli occhi dei Babbani-.
-Sono maghi anche loro?-.
-Sì- parla di questo posto come quando i bambini ti raccontano del giocattolo che vorrebbero tanto avere. Sta sognando ad occhi aperti.
-Credo di aver capito che ti piace molto!-.
-E’… perfetta! E’ una villa, non è appariscente, ha un grande giardino e ha un piccolo portico fatto in legno. Nel soggiorno c’è un camino enorme e al secondo piano ci sono tre stanze da letto e affacciano sullo stesso terrazzo. E poi, intorno alla casa, c’è tutto uno steccato bianco-.
-Quindi ... - mi tappa la bocca con due dita.
-No non m’interrompere. Devo dirlo tutto d’un fiato. So che, forse, può essere stata una cosa folle ma … l’ho comprata! Proprio ieri! Non ti dico la faccia dei vicini quando hanno capito che sarò io ad andare ad abitarci lì ma gli ho risposto che non sarò solo- mi guarda per un istante, prende un respiro profondo e ricomincia a parlare – So che avevamo detto di fare le cose con calma ma … vorrei tanto che lei, signorina Weasley, venisse a vivere con me! Non hai idea di quanta voglia abbia di cominciare la nostra vita insieme!-.
Rimango a bocca aperta nonostante mi aspettassi una domanda del genere; non riesco a dire nulla. Questa serata doveva finire in un altro modo, con Harry che, arrabbiato, mi lascia e mi dice di non volermi più vedere dopo aver scoperto che l’ho tradito con Draco. Lui che mi chiedeva di andare a vivere assieme e lui che compra una casa: tutto questo non era previsto!
-Ginny, dimmi di sì. Potresti venire, tanto per iniziare, solo nel weekend e poi, finita Hogwarts ti potresti trasferire stabilmente. Ci sono un sacco di lavori da fare, è vero, ma se solo la vedessi, sono sicuro, che ti piacerà da morire!  E, quando entrerai nelle Harpies, io potrei aspettarti a casa tutte le sere e ti preparerei la cena. Sarà tutto come hai sempre sognato, te lo giuro!!-.
Ma è veramente questo, quello che desidero nel profondo del mio cuore?
Lo guardo negli occhi e mi passa davanti tutta la mia vita: la prima volta che l’ho visto, la camera dei segreti, il primo bacio, il matrimonio di Fleur, il suo ritorno ad Hogwarts, il suo sorriso quando mi ha regalato l’anello che porto al dito, la sua gioia nel rivedermi ieri sera.  Cosa faccio? Come posso buttare le basi di una vita assieme se ci sono già bugie?
-Andiamo a vedere la casa!-. Harry mi guarda sorpreso.
-Mi stai dicendo di sì?-.
-Voglio andare a vedere la casa. Adesso- non voglio aspettare e non voglio tornare ad Hogwarts ed affrontare Neville e, men che meno, Draco!.
-Come adesso? Sono le tre di notte!-.
-E quindi? Dormiremo sul pavimento! Tu non eri quello in costante comunicazione con la McGranitt? Lasciale scritto due righe e non ci farà alcun problema. Tu devi rientrare al Ministero fra due giorni, giusto? Io non ho lezione e per l’allenamento della squadra, per un giorno, può occuparsene benissimo McLaggen. Farà i salti di gioia!-.
Mi alzo in piedi e tiro su Harry, per un braccio. Sembra basito ma, al tempo stesso, divertito da quest’idea folle!
-Ma … - sono io questa volta a tappargli la bocca.
-Niente ma. Abbiamo due giorni solo per noi e li passeremo insieme. Hai detto che ci sono molti lavori da fare, no? Prima cominciamo e prima finiamo. Voglio passare un po’ di tempo da sola con te, senza doverti dividere con tutta Hogwarts! Ne ho bisogno!- questa è la verità.
Devo trascorrere un po’ di tempo da sola con Harry. E’ da quest’estate che non passiamo più di due ore assieme. E’ l’occasione giusta per staccarmi da tutto e provare a capire, se tra me ed Harry, le cose sono cambiate e cosa provo per Draco. Se non sono più la persona che lui ha lasciato prima di partire alla ricerca degli Horcrux oppure se è solo la distanza da Harry, che mi porta questa confusione.
-Mi hai convinto! Andiamo-.
Prendo le scarpe da sotto il tavolo senza indossarle e c’incamminiamo fuori dal locale, Harry mi afferra per un braccio e ci smaterializziamo sul ponte di legno di Hogwarts.
-Devo andare a cambiarmi -.
-Ti aspetto qui. Prendimi lo zaino che ho lasciato nella tua stanza. Non ci mettere molto-.
Senza scarpe ai piedi, nonostante il vestito lungo, riesco a correre su per le scale senza nessuna fatica. C’impiego una manciata di secondi a superare il ritratto della Signora Grassa e a raggiungere la mia stanza.
Non faccio tempo ad aprire la porta che una mano mi afferra un braccio.
-AAAHHHH!- per lo spavento, balzo indietro e quasi inciampo nel mio stesso vestito ma, alla luce delle lanterne, riconosco di chi è quella mano.
-Neville ma sei impazzito?- senza perdere tempo, entro nella mia stanza seguita da lui che chiude la porta sbattendola. Non voglio perdere tempo e quindi, anche con lui presente, inizio a slacciarmi il vestito .
-Noi dobbiamo parlare-.
-Si è vero ma non adesso. Sto partendo con Harry, starò via un paio di giorni- mi tolgo il vestito e lo scaravento in malo modo nel ripiano più passo del mio armadio. Prendo un paio di Jeans e una maglietta a maniche lunghe.
-Ah!- mi risponde Neville colto alla sorpresa –Parti con Harry?-.
-Sì!- afferro un maglione –Andiamo a vedere una casa!-.
-Che intenzioni hai?- mi chiede sospettoso.
-Neville, prima di giudicarmi, aspetta di sapere tutta la storia. Non voglio essere una vigliacca e parto, non perché non voglio che Harry sappia la verità, ma solo per ricordare a me stessa, cosa rappresenta lui, per me- Neville mi guarda titubante –Sto provando a far funzionare le cose con Harry!-.
Neville sprofonda seduto sul letto mentre io finisco di vestirmi; allaccio le stringhe delle scarpe, prendo lo zaino di Harry da sotto il letto e c’infilo dentro un paio di cambi per me.
-Ok!- si porta le mani alle tempie –Questa può essere una cosa buona! Un po’ di tempo con Harry, allontanarti da lui, può farti solo che bene!-.
-Ti ricordi il brindisi che mi hai fatto questa sera? Mi hai detto che qualunque cosa succeda, tu saresti stato sempre dalla mia parte! Ricordatelo, ogni tanto!-.
-Lo so perfettamente ed è, per questo, che ti ho coperto con quella storia delle rose. E sono contento che tu abbia avuto la decenza di non portarle qui, nella tua stanza. E’ perché tengo a te che non voglio che tu abbia a che fare con quell’essere abominevole. Se riuscirai a mettere le cose a posto, ti garantisco, che non ti farò altre domande e dalla mia bocca parola non uscirà una sola parola di quello che ho visto!!-.
Mi ferisce il tono accusatore di Neville e sono quasi sul punto di difendere Draco. Non mi va giù che si parli di lui sempre in questo modo così dispregiativo ma, questo, non è proprio il momento d’intavolare questo tipo di discorso. Che mi giudichi pure per un paio di giorni! Prima o poi, tornerà in sé.
-Le ho lasciate al locale, le rose! Senti, vorrei dirti di più ma ora devo andare perché Harry mi sta aspettando! Fammi solo un favore. Quando vedi McLaggen digli se può occuparsene lui dell’allenamento di domani. Se ti chiede qualcosa, digli pure la verità!-.
Mi metto lo zaino sulle spalle e, non sentendo nessuna risposta da parte di Neville, lo supero e mi dirigo verso la porta.
-Devo avvisare qualcun’ altro della tua partenza??-.
Mi fermo sulla porta, sentendo la sua provocazione. So benissimo a chi si sta riferendo. Mi giro e quando lo guardo in faccia, ci leggo un leggero senso di colpa.
Lo conosco troppo bene per non sapere che non è proprio capace di trattarmi male.
-Chiunque ti chieda dove sono andata, devi dire la semplice verità: sono con Harry!- Sto per andarmene ma sento di dover aggiungere ancora una cosa –Neville, sai benissimo che anch’io ci tengo a te e se tu mi conosci veramente, saprai anche che non sono il tipo che si fa abbindolare tanto facilmente-.
Chiudo la porta senza dargli il tempo di rispondere e mi dirigo giù dalle scale. Forse non sto facendo la cosa giusta a scappare così.
Non voglio immaginare la reazione di Draco quando saprà che non sono nel castello ma non ho il tempo proprio materiale, per avvisarlo e, conoscendolo, proverebbe a convincermi a non andare.  Forse questo è il punto di svolta per tutti quanti. Anche per Malfoy.
 
 

 
-Ma dov’è finita?? Una persona non può scomparire così nel nulla!! Sei sicura di aver controllato ovunque??-. Sto per perdere la calma definitivamente.
-Sì padrone. L’ho cercata in ogni angolo del castello e sono andata anche al campo, come lei mi ha detto. All’allenamento non si è presentata e al locale di Aberforth non ho scoperto nulla che non sapessimo già!-.
Prendo il calamaio sulla mia scrivania e lo scaravento contro il muro. Ginevra si è volatilizzata e, con lei, anche quello stupido di Potter. Lo sapevo che sarebbe successo questo! Quel Paciock avrà spifferato tutto e sarà successo il finimondo. L’avranno riportata con la forza a casa sua e chissà, ora, cosa le staranno dicendo.
Se però pensano che me ne starò zitto e buono, hanno sbagliato di grosso!.
-Irina, puoi andare. Abbiamo finito-.
Esco dal mio ufficio sbattendo la porta, tutti i serpeverde che si aggirano nel corridoio si voltano per capire cosa stia succedendo. Dopo averne fulminato qualcuno con lo sguardo, salgo le scale  e mi dirigo verso l’uscita del castello.
So esattamente dove devo andare. Mi allento il colletto della camicia e cerco di sistemarmi i capelli che mi ricadono sulla fronte.
Arrivato a destinazione, entro senza nemmeno bussare; non venivo qui da un po’ ma le serre non sembrano cambiate granché.
Lo vedo di spalle, piegato su una pianta di non so cosa, intento a spiegare come tagliare le radici a quei suoi studenti inutili.
-PACIOCK!! Devo parlarti! Esci fuori!! - lo vedo inerte a fissarmi con gli occhi sbarrati, forse non sono stato abbastanza chiaro. –Esci! SUBITO!-.
Senza controllare che abbia capito, faccio qualche passo indietro per sfuggire dalla vista di quei nanerottoli lì dentro che mi fissano come se fossi un folle.
Finalmente lo vedo varcare la soglia di quella porta, un po’ impaurito; lo afferro per un braccio e contorcendoglielo avvicino il mio volto al suo.
-Dov’è?-.
Paciock cerca di liberarsi ma la mia presa è troppo forte; più si ribella e più sentirà dolore.
-Come osi entrare nella mia aula in questo modo? Mollami Malfoy o non ti dirò nemmeno una parola - lascio la presa spingendolo all’indietro.
Metto le mani sui fianchi cercando di trovare un pizzico di calma ma il silenzio di Paciock è così irritante.
-Allora?? Dov’è?- .
-Non so di cosa stai parlando!- vuole anche prendermi in giro? Ora vuole fare anche il finto innocente.
-Paciock non ho tempo da perdere! Dov’è Ginevra??-.
-Ah, ora la chiami per nome! Non più lurida Weasely? Comunque, Ginevra ha un’indole un po’ …  ribelle e, ogni tanto, incappa in degli errori madornali. Tipo … tu! Per fortuna, però, prima o poi se ne accorge!- il mio stomaco si contorce dalla rabbia.
Sta facendo di tutto per mettere alla prova il mio controllo ma non gli darò questa soddisfazione.
-Non ho bisogno della tua paternale!! Voglio solo sapere dov’è!! Casualmente, dopo che ieri sera ci hai visto, lei è … sparita!!-.
-Se proprio ci tieni tanto a saperlo, sbruffone che non sei altro … è partita! E pensa un po’?? Non l’ha costretta nessuno, a farlo!!-.
Mi viene quasi da ridere; come se io potessi credere a una bugia così plateale!!.
-Si certo! Come no?!?!-.
-Beh mi dispiace che tu non ci creda ma è la semplice verità. A differenza di quello che pensi, ho tenuto la bocca chiusa. Sono ancora convinto che quello che ho visto non abbia alcun significato!-.
-Mi dispiace deluderti Paciock ma quello che hai visto è esattamente quello che sembrava. Rimarresti sorpreso nel sapere quanto Ginny, la pensi diversamente da te!  Cerca di sopravvivere a questo dolore!- nonostante le mie parole, non sembra che Paciock sia sconvolto più di tanto.
-Grazie Malfoy! Sono molto più sereno, adesso. Qualunque cosa sia successa tra te e lei,  Ginny non cambierà mai la sua vita per uno come te! Di sicuro non per una persona così sgradevole quale sei tu! Non sei cambiato, sei sempre lo stesso!- non devo lasciarmi ferire dalle sue parole. Lui non sa niente e non sa come sono io quando sto con Ginevra. Devo restare lucido. Non posso lasciarmi condizionare da uno come lui.
-Te lo chiedo per l’ultima volta. DOV’E’ GINEVRA?-.
-Se non mi credi, chiedilo alla McGranitt. Ginny è partita ieri notte con Harry, il suo fidanzato. Non ho idea di dove siano andati ma so che staranno via tutto il weekend. Malfoy fattene una ragione! Nessuno l’ha rapita o l’ha maltrattata, sta benissimo!- non può essere vero, mi sta mentendo –Prima di partire mi ha detto che al suo ritorno ti avrebbe parlato lei personalmente. Rivedendo Harry, forse, ha capito quali sono le cose veramente importanti!-.
-Non è vero-.
-Come vuoi. Non credermi. Te lo dirà lei quando tornerà. So che deve essere frustrante per te, sapere che non hai potuto rovinare tutta la famiglia Weasley per un tuo inutile capriccio. Ginny è troppo intelligente per farsi prendere in giro da uno come te-.
Non ho la voce nemmeno per controbattere e guardo Paciock mentre rientra nella serra;  vorrei tanto entrare lì dentro e picchiarlo ma sarebbe tutto inutile.
Deve esserci sicuramente un’altra spiegazione perché quello che ha detto non può essere vero!! Non può!
Per cercare di scaricare la bile che ho nel corpo, torno verso il castello; se quello che ha detto Paciock è la verità, Ginevra non tornerà fino a domani sera.
Sto per dirigermi, di nuovo, verso i sotterranei, quando vedo, in fondo al corridoio, la persona che potrebbe proprio aiutarmi.
-Signora preside! Aspetti!! Ho bisogno di chiederle una cosa!!- corro per raggiungerla.
-Signor Malfoy. Sono piacevolmente sorpresa nel vederla girare nelle nostre umili aule- in effetti, questo corridoio non è uno dei luoghi che frequento di più.
-La stavo cercando. Ha idea di dove possa trovare Harry Potter?- la preside s’insospettisce per la mia richiesta.
-Come mai sta cercando il signor Potter?-.
-Dovrei parlare con lui di una cosa riguardante la gestione del mio patrimonio. Preferisco parlare con lui che andare al Ministero. Sa se posso trovarlo a Diagon Alley o nella sede degli Auror?- devo ammettere che sono molto bravo a depistare le persone. La McGranitt sembra averci creduto.
-Mi dispiace ma non so esattamente dove sia. Mi ha scritto ieri che sarebbe partito per qualche giorno con la signorina Weasley, credo si siano concessi una piccola vacanza. Temo che fino a lunedì sarà irraggiungibile -.
Partito per qualche giorno con la signorina Weasley. Allora quello stupido di Paciock non stava mentendo.
-Signor Malfoy, tutto bene?-.
-Sì. Grazie. Torno nei miei sotterranei-. Torno nel mio ufficio continuando a ripetermi le parole che mi ha detto Paciock, pochi minuti fa.  Ed io che pensavo, finalmente, di aver fatto dei passi avanti con Ginny. Pensavo che lei fosse arrivata quasi al punto di lasciare Potter e invece?
E’ in vacanza con lui, dopo che due giorni fa è venuta a letto con me!!
Ho fatto cose per lei che mai mi sarei sognato di fare per nessun altro e come mi ha ripagato?? Mi ha usato fino a che non è tornato il suo caro eroe ed io sono stato spazzato via come se fossi qualcosa d’inutile.
Apro la porta del mio studio e mi siedo sulla poltrona; afferro tutti i compiti dei corvonero che mi hanno consegnato ieri mattina e li scaravento contro la libreria.
Sento bussare la porta; chi diavolo è, adesso?
-Avanti!!-.
-Professore, posso disturbarla?- oh no, cos’ho fatto di male oggi? Ci mancava solo lei.
-Pansy! Ma che piacere vederti!- spero che si accorga del mio tono ironico, che si offenda e che se ne vada al più presto.
-Passavo di qui e pensavo di farti un salutino- fa il giro dello studio e si siede sulla mia scrivania accavallando le gambe. Dopo tutto questo tempo, ancora, non si è data per vinta!
-Pansy non è giornata, davvero!- inizia ad accarezzarmi i capelli, cosa che io detesto.
-Pensavo che stasera potremmo divertirci un po’… insieme.  Sai, è da tanto che non passiamo del tempo, tu ed io, da soli!! Mi manchi-.
Le afferro la mano e l’allontano da me ma lei non ci fa minimamente caso.
-Lo sai benissimo che io e te abbiamo chiuso. E’ da più di un anno che continuo a ripeterti la stessa identica cosa. Ancora non l’hai capita?-.
-E’ che ultimamente ti vedo sempre così distratto, così pensieroso. Io saprei come scacciare via i tuoi brutti pensieri. E poi, noi due, abbiamo sempre avuto una certa affinità nel fare una cosa in particolare - è ancora convinta che io provi per lei, quest’ attrazione fisica irrefrenabile. Non ha ancora capito che, lei per me, non è stato altro che un divertimento puro e semplice. A volte, addirittura, un passatempo. Con lei non c’era nessuna complicazione. Fa sempre tutto quello che le dico, senza mai discutere.
-Non ho bisogno di niente, grazie- credo di averla dissuasa quando la vedo alzarsi dalla mia scrivania ma, prendendomi contro piede, si mette a cavalcioni su di me e inizia a slacciarsi la camicetta.
-Pansy vattene. Non so più come dirtelo-.
Tolta la camicetta, si slaccia il reggiseno e resta nuda di fronte a me.  Qualche tempo fa non ci avrei pensato due volte ma ora è tutto diverso.
-Dai Draco. Come ai vecchi tempi. Non ti ricordi? Lo abbiamo fatto praticamente ovunque ed è arrivato il momento d’inaugurare la tua scrivania, non trovi?- mi sussurra all’orecchio, mordendomelo.
 Non posso però continuare a viaggiare con la mia fantasia. Devo guardare in faccia la realtà. Cos’ ho ottenuto nel comportarmi sempre bene? Nulla. Ginevra non è riuscita a capirmi.
Sono qui, solo, per l’ennesima volta; anch’io ho il diritto di divertirmi, non ho più nulla da perdere. Ed ho dei bisogni che Pansy potrebbe benissimo soddisfare. Metto a tacere la testa che mi urla di non farlo, sollevo Pansy e la faccio sdraiare, senza nessuna delicatezza, sulla scrivania. Mi tolgo la camicia e i pantaloni, privo, però, di qualsiasi entusiasmo.
Non riesco nemmeno a guardarla in faccia quindi chiudo gli occhi e ricomincio a spogliarmi.
-Facciamo quello che dobbiamo fare ma non ti azzardare a baciarmi in bocca-.
-Come vuoi tu, Draco. Non sono le tue labbra che sto bramando in questo momento!- si solleva e mi tira su di lei; comincia a baciarmi il collo mentre io, nauseato, cerco di scacciare dalla mia mente l’immagine di Ginevra Weasley.
 
 

 
 
-Ahhhahahha. Non ci posso ancora credere. Mi avevi detto che c’erano un po’ di lavori da fare ma non pensavo fossero così tanti - non riesco a guardare Harry senza scoppiare a ridere.
La casa, vista dall’esterno, è veramente deliziosa; la cosa più bella in assoluto è la veranda di legno che ti accoglie prima di varcare la porta di casa. I veri problemi, appunto, nascono quando si è oltrepassato l’ingresso. L’interno della casa è praticamente tutto da buttare giù e da ricostruire tutto da capo.
Il vecchio proprietario deve essersi allenato con varie fatture dentro quelle stanze perché è riuscito a incantare persino le tubature. Harry ha provato ad aggiustarle ma, ogni volta che ci ha provato, si è beccato una bella doccia gelata.
Per non parlare del tetto che è completamente da rifare perché ci sono infiltrazioni quasi ovunque.
-Si. In effetti, pensare di poter già trascorrere una notte lì, forse, è stata un’idea un po’ azzardata-.
In effetti appena sono entrata, avevo già capito che non potevamo rimanere lì per molto ma sono rimasta zitta perché non volevo distruggere l’entusiasmo di Harry.
-Solo un po’, eh?-. Credo ci sia rimasto  male per non essersi accorto in che condizioni era effettivamente la casa. L’entusiasmo deve averlo un po’ confuso.
Cammina desolato davanti a me, con lo zaino in spalla; non è stato molto contento di dover tornare ad Hogwarts così presto ma non potevamo fare altrimenti.
-Dai non fare così. Sì, ci sono un po’ di lavori da fare e, forse, ci metteremo un po’ di più del previsto ma vedrai che, alla fine, sarà stupenda! Quella casa ha un gran potenziale … -.
-Si, lo so! Mi dispiace solo che la nostra idea di passare due giorni lì insieme, sia andata in fumo!-.
Lo prendo a braccetto e, così attaccati, saliamo la scalinata di Hogwarts.
-In settimana, devi avvisare mio padre. Lui è molto bravo con quelle faccende degli oggetti babbani colpiti da fatture. Risolverà subito il problema delle tubature e del tetto!-.
-Dimmi la verità. Ti piace veramente la casa?- lo stringo un po’ più forte.
-Sì Harry. Mi piace moltissimo! E mi piace ancora di più sapere che la potremo fare come piace a noi!-.
-Almeno una cosa positiva in queste ultime ventiquattro ore di disastri è successa!- lo guardo incuriosita –Sono riuscito a stare da solo con te un giorno intero!-.
Lo bacio sulla guancia. In effetti, è stata una bella giornata, anche se ho avuto sempre la mente annebbiata da una grande preoccupazione: Malfoy.
-Mamma mia. Sono le undici passate. Sono così stanco che non ho le forze nemmeno di andare a prendere da mangiare in cucina-.
-Fai una cosa. Vai su, in camera mia. Fatti una bella doccia ed io, intanto, faccio un salto nelle cucine-.
-Mi piace quest’idea. Ti aspetto di sopra- s’incammina dopo avermi fatto l’occhiolino, inconsapevole del fatto che gli ho appena raccontato una bugia. C’è un altro posto, dove devo andare.
Non posso far passare altro tempo senza aver parlato con Draco; se lo conosco abbastanza bene, starà già dando di matto e, dopo quello che è successo tra di noi, tre giorni fa, si merita almeno una spiegazione.
Approfitto dei corridoi deserti per slittare via verso i sotterranei; una volta davanti al suo ufficio sto quasi per bussare quando sento delle voci provenire da dentro.
Distinguo quella di Draco ma non riesco a capire chi sia il suo interlocutore.
-Vattene e, per favore, per un po’, levati dalla mia vista!- con chiunque stia parlando, dal tono della sua voce, non deve sser stata una conversazione molto piacevole.
Aspetto qualche secondo e, senza muovermi, vedo la porta aprirsi davanti a me. Non so chi mi aspettavo di trovare lì dentro ma non di sicuro … lei.
Quello che vedo è allucinante. Pansy Parkinson che mi guarda schifata intenta a riallacciarsi la sua camicetta bianca mentre dietro di lei, di spalle, vicino alla sua scrivania, c’è Draco ancora a torso nudo occupato a cercare qualcosa.
Una parte di me non può crederci ma l’immagine è talmente chiara, che non lascia nessun dubbio. Mi viene quasi voglia di ridere.
-Guarda qui chi c’è! La piccola e inutile Weasley!- entrambe, inconsapevolmente, guardiamo Malfoy. Vedo la sua schiena irrigidirsi e il braccio sinistro, con cui si stava rimettendo la camicia, bloccarsi.
Si gira a rallentatore e, quando mi vede, la sua faccia sembra molto più sconvolta della mia; sto in silenzio aspettando che abbia il coraggio di dire qualcosa ma rimane in assoluto silenzio.
-Io me ne vado, Draco. Non ho tempo da perdere con una Weasley!- Pansy, con la camicetta ancora mezza slacciata, mi supera dandomi una spallata. Mi trattengo dalla voglia di inseguirla e di strapparle i capelli che ha in testa.
Mi volto, di nuovo, a guardare Malfoy che, nel frattempo, è rimasto nella stessa posizione di come l’avevo lasciato, con la sola differenza che è riuscito ad indossare la camicia.
-Io, invece, me ne vado perché non ho tempo da perdere con te!!!- capisco che sta per dire qualcosa ma, anticipandolo, prendo la maniglia e richiudo la porta del suo ufficio.
Sono così arrabbiata che mi si è annebbiata la vista. Non posso credere che stavo rischiando di mettere in discussione tutta la mia vita per una persona del genere. Mi voleva prendere in giro ma gli è andata male; l’ho smascherato prima!!
-GINEVRA, fermati!- sentendo le sue urla, accelero la mia andatura. Non ho voglia né di guardarlo in faccia, né di starlo a sentire.
Questa volta non mi farò incantare da lui!
-Fermati, dannazione!- mi strattona per un braccio ma, con i gomiti, riesco a spingerlo lontano da me.
-Ma ammazzati!- gli faccio un gestaccio in mezzo a un corridoio.
-Ah, sei pure arrabbiata? TU? Sei sparita con Potter, senza dirmi una parola. Nulla. Ho dovuto saperlo da Paciock!- cerca di giustificarsi.
Alt, ha parlato con Neville?
-Io non ti devo giustificazioni di quello che faccio  col mio fidanzato! Chiaro?- continuo a camminare.
Malfoy non si lascia scoraggiare e continua a starmi alle calcagna.
-Puoi fermarti! Ci possono vedere!-.
-E cosa me ne importa!! Che sentano pure mentre ti do del viscido maiale!- salgo le scale e, come volevasi dimostrare, incontriamo un serpeverde del primo anno che ci guarda confuso.
-Tu!- lo chiama Draco –Subito nei sotterranei! E’ un ordine!-.
-Sai che paura che fai … - commento sarcastica.
Il ragazzino però sembra prenderlo sul serio; corre giù dalle scale come un fulmine.
-Puoi, per favore, non costringermi a usare la forza?- mi chiede Malfoy.
La voce sta cambiando; forse, sta iniziando a stufarsi.
-No! Fallo, tanto è la cosa che ti riesce meglio!-.
Sono fuori di me. Stavo rischiando di farmi beccare da Harry per correre da questo deficiente.
-Non sapevo fossi così possessiva!- cerca di provocarmi –Non pensavo di essere di proprietà privata!-.
Intanto, siamo arrivati vicino alla Sala Grande e, adesso, il rischio che qualcuno ci veda si fa sempre maggiore.
-Tu puoi essere di chiunque tu voglia! Non sei roba mia!- rispondo secca –Basta che mi lasci stare! A me e al mio fidanzato! Chiaro??-.
Mi giro per essere più incisiva.
-Perché, invece di fare questo show, non ti calmi? Sei sparita con Potter, non mi hai detto una parola  e … -.
-E scopi con la Parkinson! Sei pazzo e anche disgustoso!!-.
-Ho ascoltato quello che mi ha detto Paciock! Pensavo ti fossi presa gioco di me … che tu e Potter aveste … - balbetta cose incomprensibili.-
-Ginevra fermati!- riesce a superarmi e a bloccare il passaggio delle scale.
-Basta, ci siamo detti tutto!- cerco di passare ma lui, con i riflessi pronti, riesce a intercettarmi.
-Ho creduto a Paciock perché anche la McGranitt mi ha detto che Potter era partito, in vacanza, con te!! Ho perso la testa. Che cosa avresti pensato, se fossi stata al mio posto??- i suoi occhi sembrano quasi spiritati.
-Tu perdi la testa troppo facilmente!- sono così scoraggiata che non ho più neanche la voglia di urlare  – E’ vero, sono partita con Harry! -.
Sono arrivata al limite, non ce la faccio più!
-Cosa è successo con Potter?- mi chiede.
-Mi ha dato il suo regalo!- resto sul vago -Non hai mai smesso di portartela a letto, vero?- non riesco nemmeno a guardarlo in faccia.
-Non è vero! E’ dalla festa di Piton dell’anno scorso che non ho più, nemmeno voluto essere nella stessa stanza con lei, a parte quando le ho chiesto di togliermi il marchio- cerca il mio sguardo ma non lo trova –Non mi credi?-.
-Sinceramente? No-. Chi lo farebbe al mio posto?
-Ma perché non provi ogni tanto a metterti nei miei panni? Dimmi cosa ti passa per quella testa!-.
-Prima tu! Grand’uomo che non sei altro! Comincia tu a confessarti!- mi sta particolarmente antipatico, in questo momento.
-A me non frega niente di nulla e di nessuno! Non m’interessa di quello che dirà la gente! Decidi tu cosa vuoi essere ma poi fammelo sapere anche a me! Vuoi continuare a stare con Potter e tenerti me come amante? Lui di giorno e io di notte?-.
-Lo faresti?- lo provoco per capire dove vuole arrivare.
-Può darsi! Ma arriveresti al punto che non ti basterei più solo di notte … e poi come fai??- prova a farmi ridere.
-Potter, come lo chiami tu, è il mio fidanzato e, lo era, già prima che iniziasse tutta la storia con te. Hai capito? Lui, ora, ha la precedenza su tutto e tutti. Spero di essere stata abbastanza chiara!- credo che le mie parole abbiano fatto centro. So di averlo ferito e decido di dargli il colpo di grazia.
-Vuoi saperla tutta? Harry mi ha chiesto di andare a vivere con lui. Ha comprato una casa per noi due e io ho tutte le intenzioni di andarci!!-.
Le cose non stanno esattamente così ma questo lui non deve saperlo.
Se fosse veramente così, non sarei corsa qui, no?
-Chissà perché non sono sorpreso? E’ tipico di Potter! Fa tutto parte del suo piano di trasformarti in una casalinga disperata che sforna bambini ogni anno!!-.
-Quando crescerai, Malfoy? Non hai capito niente! Comprare una casa, fare progetti, pensare a una famiglia non sono diavolerie tipiche di una mente perversa, sono progetti. Stiamo crescendo e dobbiamo andare avanti, evolverci. Ecco, cosa rappresenta la casa. E tu, invece? Tante chiacchiere, tante dimostrazioni plateali ma i fatti, quelli di sostanza e non solo di forma, dove sono??-.
-Lo sai, io , quante ne posso avere di case?-.
-Non è la casa in sé che voglio, è tutto quello che ci sta dietro che tu non hai e non avrai mai- come faccio a fargli recepire il concetto? - Il problema non è la Parkinson o quello che hai fatto stasera! Il problema forse … è quello che voglio io!-.
Ci guardiamo senza pronunciare una parola e i nostri sguardi, esausti, dicono più di molte parole. Credo proprio che io e Malfoy siamo arrivati al capolinea.
-Vuoi finirla qui? -.
E’ così serio come non l’avevo mai visto.
-Malfoy, probabilmente non siamo compatibili. Possiamo continuare ad avere un rapporto civile senza dover tornare, per forza, a insultarci come bestie, ogni volta che c’incontriamo nei corridoi-.
 -Un rapporto civile? E, secondo te, dopo tutto ciò che abbiamo fatto, tu ed io dovremmo tornare a ignorarci??- scoppia a ridere ma non ha la faccia di uno che si stia divertendo molto –Come fai ancora a non averlo capito? E’ dall’anno scorso che provi, in tutti i modi, ad allontanarmi ma poi finisce sempre allo stesso modo: torni sempre! Hai ancora voglia di perdere tempo? Se anche non ti cercassi più, saresti tu a venirmi a cercare, prima o poi. Come hai fatto stasera. Eri col tuo fidanzato perfetto che ami tanto ma, a un certo punto avrai detto una bugia, per poter venire da me- si avvicina pericolosamente a me ma io indietreggio fin quando non vado a sbattere contro il corrimano delle scale.
-Non è vero!! Volevo solo vedere come stavi! Non ti ho più visto dal mio compleanno … -.
-Quanto dobbiamo andare avanti, in questo modo??- mi sussurra all’orecchio con quella voce che, ormai, conosco perfettamente. Maledetto Malfoy!
-Basta. Sono io che sono arrabbiata con te. Dopo stasera, hai anche il coraggio di … - sento il suo corpo contro il mio e mi blocco.
-La notte che abbiamo passato insieme. Te la ricordi, tre giorni fa? Pensa a quello. Sono lì tutte le risposte!- sento la sua mano appoggiarsi sulla mia pancia.
-Devi mollarmi-.
Come se non avessi detto neanche una parola, si schiaccia ancora di più contro di me a tal punto che sono obbligata a inarcare la schiena per guadagnare un po’ di spazio tra noi.
-La senti l’elettricità nel tuo corpo, i muscoli che s’ irrigidiscono, il calore che ti pervade, i tuoi occhi che s’illuminano, la testa che si dimentica il perché stavi discutendo con me fino a cinque minuti fa. Più ci respingiamo e più ci attraiamo uno verso l’altra. Tutto questo, non lo hai e non l’avrai mai con Potter. Sei disposta a rinunciare a questo?- mi prende il collo e mi avvicina alle sua labbra, sento il suo profumo così vicino.
Per quanto vorrei negare, quello che ha detto è la piena verità. Sarà per una questione fisica o meno ma davanti a lui, perdo ogni tipo di lucidità. Quando sto con lui, non riesco a pensare a nient’altro.
-Non c’è passione tra te e Potter, vi comportate già come una coppia sposata da trent’anni! Con me tu puoi avere tutto questo. Non ci sarà un solo giorno in cui non proverai quello che stai sentendo in questo momento. Farò del mio meglio per non farti pentire di questo!!-.
Devo stare calma e cercare di essere razionale; non posso seguire l’istinto. Non posso, vero?
-Cos’altro aspetti??  -lo guardo negli occhi e, in questo momento, vorrei veramente che tutto il mondo fosse cancellato e rimanessimo solo noi due.
-Fregatene di tutto!! Solo io e te!- ho perso la salivazione, non riesco a parlare.
-Farò tutto ciò che mi chiederai di fare ma, almeno tu, stai dalla mia parte!- appoggia la sua fronte alla mia e lo vedo chiudere gli occhi.
Se prima mi rimbombavano, nella testa, le parole di Harry, di Neville, ora, le sento sempre così lontane. Voglio veramente andare avanti così, negando l’evidenza?
Quando ero con Harry, continuavo a preoccuparmi per Draco. Sono arrivato e il primo posto dove sono corsa, è stato da lui.
Sono davvero pronta a far saltare in aria tutte le mie sicurezze, per buttarmi nel vuoto con … lui?
-Prova a vivermi!-.
Solo ora, mi rendo conto che la vita è la mia ed io son l’unica che può decidere cosa farne. Posso veramente farmi condizionare da quello che tutti gli altri pensano sia corretto?
Me la sento di chiudere in faccia la porta a Draco, definitivamente? Senza scoprire cosa c’era dietro?
-Ti voglio come non ho mai voluto nessuno!- non ci posso credere di averlo detto veramente –E questo mi spaventa tantissimo!-.
Persino Draco rimane paralizzato sentendo quelle parole! Non mi sentivo così leggera da un sacco di tempo come se, finalmente, mi fossi liberata di un peso sullo stomaco.
-Questo cosa vuol dire?-gli si legge stupore in ogni parte del viso.
Le nostre labbra si avvicinano-
- E’ un anno e mezzo che combino solo casini, dicendo una bugia dopo l’altra. Sono stanca. Non c’è stato un solo momento in cui ho smesso di pensare a te. E’ stato sempre un crescendo! E’ inutile provare a opporsi!-.
Mi avvicino e, felice di poter prendere l’iniziativa, lo bacio, fregandomene che qualcuno possa vederci. Malfoy non impiega molto tempo a superare lo shock e, con le mani che gli tremano, si avventa dolcemente su di me.
Rimaniamo a baciarci per non so quanto tempo e faccio persino fatica a ricordarmi dove siamo; faccio un passo indietro per prendere aria, anche se non ho granché voglia di staccarmi da lui.
-Lo sai che possiamo scappare anche ora?- scoppio a ridere. Sarebbe una bella soluzione ma non risolveremmo assolutamente nulla.
-Se ti becco un’altra volta con la Parkinson, vi strangolo con le mie mani! Chiaro?-.
-Vedrò cosa posso fare!- mi morde il naso -Non cambierai idea domani mattina o fra un paio di giorni, vero?-.
-Vedrò cosa posso fare!- mi piace stuzzicarlo così - Quello che provo per te è più forte di qualsiasi altra cosa. Vederti con la Parkinson, stasera, penso mi abbia fatto capire che non voglio perderti! - mi stringe più forte a sé  - Sono solo preoccupata di doverlo dire ad Harry. Lui non immagina nulla di tutto questo. Ha anche comprato una casa!- so che quella sarà la cosa più complicata da fare!
Sarà uno dei peggiori momenti della mia vita.
-Beh vediamo il lato positivo! C’è qualcuno che farà i salti di gioia per la notizia!- non mi viene in mente nessuno –Irina!!!-.
-E’ già un passo avanti!!- in effetti penso che sarà l’unica a festeggiare
-Mai felice come il suo padrone- resto aggrappata a lui, incantata a guardarlo. Non so se riusciremo mai a staccarci.
-Non per infrangere così subito, i tuoi sogni ma, lo sai, che devo tornare di sopra?- Malfoy capisce subito a cosa mi riferisco.
-Cioè dopo una cosa del genere, non passi la notte con me?-.
-Ehh … no!- nonostante la brutta notizia, non sembro aver scalfito molto il suo sorriso –Non posso sparire. Mi verrebbero a cercare e io voglio parlare con Harry- lo sento sbuffare.
-Io sono ancora dell’idea di scappare e di far perdere le nostre tracce! Goditi la vita da amanti! Tanto ormai … - sciolgo il nostro abbraccio e, contro voglia, mi allontano.
-Fai bei sogni, Malfoy!-.
-Saranno bellissimi! Ci vediamo domani, Weasley! Se cambi idea per stanotte … sai dove trovarmi!!- sorride malizioso.
-No! A domani, Malfoy - ho quasi paura ad andarmene e scoprire che è stato tutto un sogno -Andrà tutto bene, vero?- non sono pentita di nulla ma l’incognita di cosa mi aspetta, un po’ mi spaventa.
-Sì, Weasley. Farò del mio meglio, te lo prometto!-.
Voglio stare con lui; mi è costato così tanto ammetterlo che non voglio più fare passi indietro.
-Notte Malfoy!-.
-Notte Weasley!-.
Anche se controvoglia, lo saluto e m’incammino verso la torre; salgo gli scalini ancora eccitata nonostante stia per dover dire tutto ad Harry.
Quando entro nella sala comune, ormai deserta, mi blocco proprio all’entrata del dormitorio femminile. Mi ripeto, tra me e me, che ho preso la decisione giusta e che andrà tutto bene. Devo essere coraggiosa e decisa. Faccio un lungo respiro per scacciare la tensione e, senza esitazioni, entro e mi dirigo alla mia camera.
Sapendo già come cominciare il discorso, entro decisa, ma vedo Harry sdraiato sul mio letto, ancora con l’asciugamano in vita che dorme profondamente. Non posso certo svegliarlo, a quest’ora, per dirgli una cosa del genere! Delusa da questo primo tentativo fallito, sprofondo sul letto esausta ma, nonostante ciò, felice come non mai.
 
 

 
 
-Harry puoi fermarti un attimo? E’ importante!- è da quando mi sono svegliata, stamattina, che non riesco a farlo stare fermo un attimo.
Non fa che andare e tornare dalla biblioteca con delle pergamene sempre in mano; è andato anche a parlare col professor Vitious. Tutto per questa storia della casa; perché non riesce a darsi pace finché non avrà capito come cancellare tutte le maledizioni che sono state lanciate lì dentro.
-Amore mio, parliamo un’altra volta. Se mi sbrigo, ce la faccio ad andare da tuo padre e fare aggiustare le tubature entro sera. Se risolvo quel problema, possiamo cominciare ad occuparci dei muri!-.
Come faccio a dirgli che la nostra storia è finita mentre è tutto occupato a mettere a posto la casa che ha comprato per noi? Da quando mi sono svegliata, ho questo mal di stomaco che mi perseguita.
Forse, l’idea degli amanti di Draco, non è così male!
-Non ti dispiace vero se me ne vado via qualche ora prima? So che ti avevo detto che mi sarei fermato fino a stasera ma tuo padre è disponibile solo oggi che è domenica!- non mi guarda nemmeno da tanto che è occupato a trafficare col suo zaino e con le decine di pergamene che si porta dietro.
-No. Vai pure-.
-Tanto ci vediamo il prossimo weekend, no? Speriamo di poter tornare alla casa!- mi sfiora la guancia con un bacio.
Ecco, quello che mi manca! Vent’anni e già mi saluta col bacio sulla guancia
Forse, come dice Draco, voglio qualcosa in più.
-Speriamo - non so nemmeno cosa dirgli. E’ così occupato che nemmeno si accorge che c’è qualcosa che non va –Harry, io vado a cercare McLaggen. Tanto stai andando via! Magari riesco a organizzare un allenamento extra!-.
-Non ci sono problemi. Ti scrivo per aggiornarti- vado verso la porta, impaziente di uscire da quella camera –Ah, Ginny?-.
-Sì?- anche se forzatamente, cerco di sorridere.
-Ti amo!- è così contento che mi piange il cuore vederlo così, sapendo cosa lo aspetta.
-Lo so!- sono le uniche parole che riesco a pronunciare, anche se, oggi, suonano così amare!
 

 
Essendo domenica, i corridoi dei sotterranei sono quasi deserti, anche se essere vista dei serpeverde, ormai, è l’ultimo dei miei problemi.
Apro la porta senza chiedere neanche permesso; quando entro mi accorgo che lo studio è deserto e di Malfoy, nemmeno l’ombra.
Esco nei corridoi e provo a cercarlo nelle aule a fianco ma nulla! Dov’è finito?
-Mani in alto, signorina!- lo sento dietro di me, mentre con le braccia mi cinge la vita –Cercava qualcuno?-.
Mi da un bacio sul collo e il suo profumo m’invade le narici.
-Sì. Il professore di pozioni. Sa dov’è finito?! Di solito lo becco sempre con brutte compagnie!-.
-Ha preso un giorno di ferie. Ci sono io però, che sono a sua completa disposizione!- mi giro per guardarlo in faccia ed è esattamente come l’ho lasciato ieri sera. Ha lo stesso sorriso luminoso.
E’ un Malfoy completamente diverso rispetto a quello che ho visto l’anno scorso.
M’ aggrappo al colletto della sua polo, sbalordendomi che non indossi una delle sue solite camicie, lo avvicino a me e gli do un bacio sulle labbra; cosa che ho sognato, per tutta la notte, di fare. Potrei rimanere ore, o forse giorni, ferma qui a baciarlo.
-Deduco che tu non abbia parlato ancora con nessuno. Non saresti così contenta!- ma non mi sembra che, lui, sia tanto deluso dal mio atteggiamento nei suoi confronti.
-No. Harry è scappato via. E’ così preso con questa casa che … non so quando riuscirà a concedermi la sua attenzione! Quindi, per ora, sei a tutti gli effetti il mio amante!-.
-E’ bella la casa?- chiede fingendosi disinteressato.
-Sì, era bella- inutile dire il contrario –Ormai, però … -.
A questo punto, non credo che vedrò mai la casa con i lavori ultimati.
-Quindi Potter se n’è andato?-mi dice annusando il mio profumo sull’incavo del collo.
-Si credo sia già andato via!-.
-Bene, perché ora c’è una cosa che vorrei tanto farti vedere … !!- conosco quel sorriso furbo.
-Non ti far venire strane idee, Malfoy. Non … - mi tappa la bocca con le sue labbra.
-Sbaglio o, io e te, dobbiamo ancora festeggiare il tuo compleanno?- ancora con questa storia! Quando s’intestardisce di voler fare una cosa, non si riesce più a togliergliela dalla testa!!
-Sbagli! Il mio compleanno ormai è passato!!!!-.
-Quando parlo di festeggiare, intendo festeggiare come si deve!- mi morde il lobo dell’orecchio. Sono indecisa se il suo piano comprenda solo di stare chiusi in una camera da letto o sia previsto anche dell’altro. –Andiamo!-.
-Mi puoi dire dove stiamo andando? Le tue sorprese sono sempre un po’… sconvolgenti!- tutte le volte che mi ha trascinato da qualche parte, è sempre successo l’imprevedibile.
-Ti piacerà, questa volta! E sappi che non torniamo qui, fino a domani mattina! Non intendo trattare! E’ così e basta!-.
Non mi ci metto neanche a cercare un compromesso con lui. Sarebbe del tutto inutile.
-Sì capo!-.
-Mi faresti un favore, Weasley?- annuisco – Ti toglieresti, almeno fino a domani, l’anello di Potter. E’ un po’ fastidioso vedermelo sempre sotto agli occhi!-.
Sono così abituata a portarlo che mi sembra naturale indossarlo ogni mattina e levarmelo ogni sera; ma che senso ha, ora, portarlo?
Con un po’ di tristezza, me lo sfilo e lo metto nella tasca degli shorts ma, guardando l’anello, mi viene in mente un’altra cosa che ancora non gli ho detto.
-C’è una novità che ancora non sai!!!- in effetti, ora come ora, lui è l’unico con cui ho voglia di festeggiare una notizia del genere. Draco mi guarda allarmato, allontanandosi anche da me.
-L’altra sera, ho ricevuto una lettera. Il 3 dicembre ho il provino per entrare nelle Holyhead Harpies. Devo presentarmi al loro campo a Glasgow!-.
Non riesco a decifrare bene la sua reazione.
-Uao! La Weasley in una squadra di primo livello! E io che non ti avrei dato nemmeno due galeoni, la prima volta che ti ho visto volare!- gli faccio una linguaccia
So benissimo che non è vero. Che sia brava a volare è un dato di fatto! Persino i serpeverde mi hanno sempre temuta, quando c’ero io in campo!
-Sei contento o … devo iniziare a preoccuparmi?- non vorrei già cominciare a litigare.
-Hai detto Glasgow, né? Beh, è una bella città! Se le cose, qui, si mettessero troppo male potremmo trasferirci definitivamente lì! Faremmo una bella accoppiata: la campionessa di Quidditch con il rampollo di una delle famiglie più cattive d’Inghilterra. Dubito che non parleranno di noi!- ecco, a questo non avevo pensato! Oltre alla mia famiglia, cosa penserà la gente normale? Penseranno che sia matta oppure un’incredibile stupida!
-Non è ancora detto che mi prendano! Non cantiamo vittoria!-.
Mi guarda da sotto le sue lunghe ciglia, con la sua aria un po’ strafottente.
-Ti prenderanno, Weasley! Anche se le tue compagne t’invidieranno un po’, dovrai farci l’abitudine! Nessuna ha un ragazzo bello ed affascinante come quello che avrai te!- sempre il solito egocentrico Draco.
-Sì, forse. A incontrarlo uno così!- mi tira a sé e mi allunga il braccio sulle spalle -Si può sapere, Malfoy, dove stiamo andando?-.
-Afferra la mia mano!- obbedisco e appena intreccio le dita alle sue, ci stiamo già smaterializzando. L’atterraggio è molto più semplice dei precedenti anche perché rimango ben avvinghiata alla maglietta di Draco.
Senza staccarmi da lui, mi guardo attorno per capire dove siamo ma non riesco a riconoscere il posto; mi guida verso alcuni sentierini deserti, finchè uno di questi non ci porta a un’enorme piazza, piena di gente e di traffico.
-Ma siamo a … Londra! E’ il centro della città!- ma perché mi ha portato qui?
-Nonostante non ami particolarmente i babbani, quale posto migliore di questo per passare una giornata senza che tu ti preoccupi di essere vista con me?-.
Capendo l’idea che ha avuto, lo abbraccio forte e affondo il viso contro la sua spalla. Quando mi sono svegliata pensavo che sarebbe stata una brutta giornata e invece, ora, sono qui con lui senza dover pensare a niente o a nessuno. Solo a lui.
-Grazie!-lo stringo più forte che posso, lui si avvicina e ci scambiamo il primo vero bacio in pubblico.
-Sai che faccio ancora fatica a crederci. Dopo tutto questo tempo, finalmente …!- studio la sua espressione quasi preoccupata – … un po’ di pace. vero Weasley?-.
Se fossi stata un po’ più istintiva e non mi fossi barcamenata tra mille pensieri, avrei evitato un sacco di complicazioni e non avrei sprecato così tanto tempo. Voglio che Draco faccia parte della mia vita ed io voglio far parte della sua, costi quel che costi.
-Sì!- mi da un bacio sul collo.
-Allora Weasley, sei pronta a fare il giro della città?- francamente, in questo momento avrei voglia di fare ben altro con lui.
-Non dovevamo festeggiare?- mi fermo in mezzo al marciapiede fregandomene dei passanti che possano vederci e devo ammettere che è una sensazione meravigliosa – Io stavo pensando a un altro tipo di … festeggiamenti-.
Cerco le sue labbra  per fargli capire meglio quali siano le mie intenzioni.
-Speravo che lo dicessi. Non me ne fregava assolutamente nulla di visitare Londra. Quello che voglio fare, adesso, è di rinchiuderti in una stanza con me e perdere la concezione del giorno e della notte!-.
Questa è decisamente l’idea migliore che potesse avere; non chiedo altro. Io e lui, da soli, a fare l’amore fin quando non crolleremo esausti.
 

 
-Neville, sai dov’è finita Ginny? La cerco da due ore e non la trovo da nessuna parte! Ha detto che andava da McLaggen ma lui non l’ha mai vista!-mi accorgo che Neville è agitato ma non capisco perché.
-Neville è successo qualcosa di brutto? Ginny sta bene?- annuisce ma non mi sembra molto convinto.
Sono andato alla Tana per cercare Arthur ma la signora Weasley mi ha detto che era dovuto andare ad aiutare Bill e Fleur alla casa delle conchiglie, sono tornato qui ad Hogwarts e di Ginny nemmeno l’ombra. Lo intuisco che Neville sa qualcosa che, però, non vuole dirmi.
-Neville dai, parla!- deve esserci una spiegazione a tutto questo, no?
-Harry, ti conviene sederti!- ho il presentimento che si tratti di qualcosa di brutto e faccio come mi ha detto; mi siedo su uno sgabello di fronte a lui.
-Credo di sapere con chi sia, adesso, Ginny!- tiro un sospiro di sollievo perché, questo, vuol dire che non l’è successo nullo di brutto. Se non è successo nulla di grave e Ginny sta bene, perché Neville ha questa faccia cadaverica?
-Non so di preciso ma, sono quasi certo, che Ginny sia con … - non riesce a terminare neppure la frase.
-Neville ma che ti sta succedendo? Con chi potrà mai essere?- non capisco!
-Penso che sia con … Malfoy!-.
Sento quel nome e mille campanelli d’allarme iniziano a suonare nella mia testa; non riesco più a stare seduto.
-Cosa ci fa da Malfoy? Non mi avevi detto che si era cancellata dal corso di pozioni? Malfoy ne ha combinata qualcun’altra delle sue??-.
Il silenzio di Neville m’innervosisce ancora di più! L’avrà messa in punizione, come è suo solito fare, e Ginny non me l’avrà voluto dire.
-Oh, che Malfoy le abbia fatto qualcosa è sicuro ma credo che Ginny ci sia andata di sua volontà, da lui!- c’è una strana ironia nelle sue parole.
-Harry è giusto che tu lo sappia!! Ginny, penso, abbia una storia con Malfoy!-.
Resto interdetto. Forse è uno scherzo.
-Mi dispiace Harry ma vedrai che la faremo rinsavire! Lui le avrà fatto qualcosa per vendicarsi di tutti noi!-.
E poi fu solo silenzio.
 
 

 

 
Ciao a tutti!!!! Scusate il ritardo ma questo capitolo è stato molto impegnativo. Che dire?? A voi i commenti!! So che avevo detto che ci sarebbe stato un confronto tra Draco ed Harry ma, scrivendolo, ho deciso di dare la priorità a Draco e a Ginny e di posticipare il dialogo, tra i due contendenti, al prossimo capitolo. Poi capirete tutto!
Per il fandom Drinny, cosa posso aggiungere?? Con questo capitolo, è iniziata la vera storia tra la bella rossa e l’amatissimo Malfoy ma … resisteranno alle tempeste in arrivo?? Spero che nessuno sia rimasto deluso per il comportamento di Draco con la Parkinson. Volevo far emergere tutta la sua disperazione che lo ha portato a commettere errori che non faceva già da tempo.
Per le poche che, invece, supportavano Harry, come avrete capito, nemmeno lui ha nessuna intenzione di arrendersi. Scopriremo un nuovo Harry? Boh. Di certo non starà fermo a guardare.
Spero vi sia piaciuto il capitolo. Fatemi sapere le vostre opinioni.
Vi bacio tutte e… a presto!!!!!!!!
P.S: non giudicate troppo male Neville!!
 

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Capitolo 18
*** Un passo alla volta? ***


Capitolo 18.
Un passo alla volta?
 
 
 
-Weasley, sei sicura di volertene andare?- cerca di convincermi Malfoy. E così facendo solleva un sopracciglio. Conosco bene quell’espressione furba per non sapere cosa voglia intendere.
-Malfoy, è da ieri che siamo chiusi qui dentro! Prima o poi dovremo pur uscire!-. Abbiamo passato un’intera giornata in questa bellissima stanza di una pensione londinese e non sono nemmeno riuscita a vedere che panorama si scorgesse dalla finestra. Ieri, ancora prima di riuscire a chiudere la porta, Malfoy mi era già letteralmente saltato addosso. Inutile dire che non abbiamo chiuso occhio; sapevo che tre me e Draco ci fosse una notevole attrazione fisica ma non pensavo a questi livelli.
Mi c’è voluta una gran dose di  fermezza, stamattina, per scivolare via dalla sua presa e iniziare a rivestirmi; guardo il mio riflesso allo specchio e ho proprio l’aspetto di chi non dorme da parecchio tempo. I miei capelli sono un disastro, ho il viso visibilmente arrossato e, lungo tutto il corpo, ho vari segni lasciatimi da Draco come ricordo della notte appena trascorsa.
Malfoy, sbucando dietro di me, mi avvolge da dietro con le sue braccia e mi da un bacio sulla spalla; al suo contatto, sento il mio corpo rilassarsi. Ci guardiamo tramite lo specchio ed entrambi scoppiamo a ridere; mi abbandono contro di lui. Sto così bene. Ricomincia a baciarmi il collo, al che provo a sciogliermi dalla sua presa.
-Non pensarci nemmeno Malfoy. Dobbiamo tornare ad Hogwarts!-.
-Hai fretta di andare da qualche parte? Qui dentro, si sta così bene! Fuori, ci sono un sacco di problemi. Sei così impaziente di tornare alla… noia?- continua, imperterrito, a baciarmi lungo tutta la spalla.
Con una leggera spinta, mi allontano quanto basta per riuscire ad infilarmi la camicia.
-Puoi rivestirti per favore??- faccio una certa fatica a restare ferma nelle mie intenzioni con lui davanti completamente nudo.
-Problemi di autocontrollo, Weasley?-mi scruta con occhi furbi. Gli leggo in volto una sfida, mentre lo osservo avvicinarsi. Pare che non abbia ascoltato nulla di quello che gli ho appena detto.
-Sei scorretto se fai così…- cerco d’indietreggiare ma è tutto inutile.
-Oh sì, lo so…!!- mi sussurra all’orecchio. Così dicendo mi abbraccia. A dirla tutta, non ho molta voglia di resistergli. E’ più forte di me, non posso fare a meno di passare le mie mani sul suo petto. Lui reagisce al mio tocco con un gemito di approvazione: la sua bocca torna sulla mia, la sua mano afferra prima il mio viso e poi si sposta tra i miei capelli.
Una piccola spinta e mi ritrovo sdraiata sul letto, con le sue mani che mi sfilano i pochi indumenti che ero riuscita a indossare. Mi sembra però corretto: nudo lui, nuda io.
Malfoy, sopra di me, riprende a baciarmi con sempre maggiore foga, cercando di avvicinare i nostri corpi sempre di più.
-Ti concedo non più di un’ora, Malfoy!- nemmeno si degna di rispondermi. Sa benissimo che le mie finte minacce non sortiscono mai alcun effetto. Soprattutto con lui.
 

 
Una cosa che ho notato di Malfoy è che non è uno di quelli che sta attento alle piccole galanterie. Non mi prende la mano per camminare, non mi tiene la porta mentre sto passando, non tiene la mia andatura ma, anzi, più delle volte, camminiamo uno davanti all’altra. E’ fatto così, non lo si può cambiare. Devo ammettere che questi suoi atteggiamenti, molto da famiglia Malfoy, da un certo punto di vista, mi piacciono molto più del dovuto. Non finge di essere qualcosa che non è; fa solo quello che si sente di fare. Non sta lì a pensare a cosa fare o cosa dire: lo fa e basta!
-Sei così silenzioso- da quando ci siamo smaterializzati da Londra, non ha più detto una sola parola.
-Siamo ad Hogwarts. Non sei contenta di essere tornata?-. Non è difficile capire che non è più di buon umore e credo di sapere anche il perché.
Abbiamo quasi finito di attraversare il lungo ponte di legno, accelero per superarlo e lo blocco parandomi davanti a lui.
-Non hai nessun motivo per essere preoccupato. Dovrei essere io quella pensierosa. Non tu!-replico. Incrocio le braccia, quasi offesa; dovrebbe essere su di giri come me e, invece, sta cercando, in tutti i modi d’uccidere il mio entusiasmo.
-Proprio non capisci. Ho il terrore che, ora, succeda qualcosa di brutto. Dopo stanotte, non riuscirei a sopportarlo- commenta risentito ma so, perfettamente, che la sua finta rabbia è solo una montatura per nascondere la sua preoccupazione.
Fregandomene di essere tornata ad Hogwarts e che qualcuno ci possa vedere, gli cingo il collo con le mani e avvicino il suo corpo al mio, per cercare di rassicurarlo.
-Malfoy, non succederà niente. Nessuno, mi farà cambiare idea- avvicino il suo viso al mio per far sì che mi possa guardare bene negli occhi.
So che non sarà facile ma sono sicura e, nessuno, potrà farmi dubitare della mia decisione.
-Io voglio solo te. Di tutto il resto non m’interessa nulla!- sospira.
-Sono tua e tu sei mio. Qualsiasi cosa succeda, ne usciremo. Sei pronto ad affrontare la tempesta?-.
Mi guarda per pochi secondi con aria di sfida.
-Sono a pronto a tutto! Ora… puoi baciarmi prima che io dia spettacolo davanti a tutti? – scoppio a ridere. E’ sempre il solito.
-Ricordati che tu, qui, sei un professore e io una semplice studentessa- so come provocarlo –E i professori non possono molestare gli studenti!- gli mordo l’orecchio.
-Stai attenta Weasley! Sono rinomato per non essere un bravo ragazzo!-. Devo ammettere che questa sua aria da uomo pericoloso, mi piace fin troppo.
-Allora che ne dici d’iniziare a dare scandalo, signorina Weasley? – sto per dirgli no perché siamo sempre in un posto dove passano studenti, in ogni momento, ma me ne frego e avvicino le mie labbra alle sue.
Ci scambiamo il più dolce bacio che sia mai esistito.
Non mi sentivo così su di giri, nemmeno quando avevo dodici anni!

 
Nonostante la riluttanza di entrambi ad allontanarci, lascio Malfoy sulle scale che portano ai sotterranei con la promessa di incontrarci nel pomeriggio. Sono quasi le dieci passate ma per mia fortuna, fino alle undici, non ho lezione. Decido di cercare McLaggen per farmi raccontare dell’ultimo allenamento della squadra; parlare di Quidditch mi aiuterà senz’altro a distrarmi.
Sono sull’ultima rampa di scale che portano alla sala comune dei Grifondoro, quando vedo Neville seduto su uno scalino, proprio davanti alla Signora Grassa.
-Neville, che ci fai qui?-. Appena mi vede, si alza in piedi e ha un’espressione che non lascia promettere nulla di buono.
-Ma dove sei finita?? Ti cerco da ieri!!- è visibilmente arrabbiato. Non pensavo di dover affrontare Neville già così presto. Soprattutto perché non mi sono dimenticata tutto quello che si è inventato con Draco, solo per il gusto di provocarlo.
-Senti Neville, ti dirò tutto ma adesso devo andare a cambiarmi…- sto per superarlo quando, come mai aveva fatto, mi afferra per un braccio.
-Tu non puoi entrare lì dentro!- lo guardo sbigottita. Capisco che è arrabbiato ma addirittura impedirmi di andare in camera mia…
-Neville datti una calmata!! Sono una grifondoro e, fino a prova contraria, posso…-.
-C’E’ HARRY!!!- mi volto di scatto per cercare di capire se sia uno scherzo ma, da come mi guarda, non credo che stia scherzando.
-Cosa?? No! Harry era… - non riesco a terminare la frase per l’ansia che si è impossessata del mio corpo.
-Partito? Sì, era partito! Peccato che sia tornato esattamente un’ora dopo e di te non c’erano più tracce-. Non riesco a pronunciare una sola parola. Ho la netta sensazione che il racconto di Neville non sia ancora finito.
-Cosa gli hai detto?- deve avermi protetta in qualche modo ma, anche se lo avesse fatto, a cosa servirebbe?
-Harry sa tutto!-.Ecco le parole che tanto temevo di ascoltare. Non m’importa sapere i dettagli, la cosa più importante è che lui sa.
-Lo hai informato tu, vero?- solo lui sapeva e solo lui può avergli raccontato tutto. Il suo silenzio è l’equivalente della sua ammissione. –Come hai potuto farmi questo? Non sapevi nemmeno come sono andate effettivamente le cose…-.
Sono arrabbiata ma, francamente, c’era d’aspettarselo. Sapevo che Neville non avrebbe mai capito quando, di mezzo, c’è Malfoy. Se si fosse trattato di qualcun altro, forse, sarebbe stato dalla mia parte.
-Sono preoccupato per te, Ginny! Non ti trovavamo, non sapevo dov’eri…-.
-E HAI PENSATO BENE, DOPO ESSERTI INTROMESSO CON MALFOY, DI PARLARE AD HARRY!- lo guardo furiosa. Vedo la sua aria ferita e, da una parte, mi dispiaccio subito di avergli urlato contro.
-Io sono solo preoccupato per te, Ginny- sospiro agitata.  Più mi ripete che è preoccupato e più aumenta la mia rabbia.
-Dovevo essere io a parlare ad Harry! NON TU!!!!!-. Questa volta sono quasi sicura che mi abbiano sentita in tutta Hogwarts. Neville, in cambio, ha quasi le lacrime agli occhi. Devo calmarmi e pensare razionalmente; Harry doveva venire a saperlo comunque. Ora, prendermela con Neville, non è nelle mie priorità.
-Credo che Harry non l’abbia presa tanto bene. Mi aveva chiesto di non dirti che io gli avevo raccontato di Malfoy ma non gli ho dato retta. E’ da stanotte che ti aspetto qui fuori… -.
Ha passato tutta la notte, qui?? E’ quasi sul punto di piangere e, adesso, non posso perdere tempo a consolarlo.
-Senti Neville. Stanne fuori, ok? Quando avrai voglia di ascoltarmi, per davvero, fammelo sapere. Ora devo parlare con Harry!! Anche se non era questa, la situazione in cui avrei voluto farlo!-.
-Non lo accetterà mai. Nessuno lo farà!- sono le stesse parole che una parte della mia coscienza mi ripete ormai da giorni.
Annuisco rassegnata. Se non lo accetteranno, dovranno pur farsene una ragione.
Mi fa un timido sorriso e, senza aggiungere altro, pronuncio la parola d’ordine ed entro nella sala comune.
M’incammino, lentamente, verso il mio dormitorio perché convinta di trovarci Harry ma, notando qualcuno seduto sulla poltrona di fronte al camino, mi blocco, essendo certa di sapere chi sia.
Appena mi avvicino, lo vedo alzarsi e, fronteggiandomi, noto i suoi occhi che mi guardano in un modo che non gli ho mai visto fare; come se stessero studiando una specie rara di animale.
-Harry…-.
-Ho sentito le urla!-. Sembra una statua; non fa alcun movimento.
Come comincio? Cosa posso raccontargli, per fargli capire le cose come stanno senza infierire più del dovuto? Non voglio ferirlo ancora di più.
-Io vorrei spiegarti le cose come stanno ma tu prova, almeno, ad ascoltarmi?-.
-Mi hai tradito con Malfoy?- oltre che immobile non sembra avermi ascoltato.
-E’ una storia lunga!-. Non si può ridurre tutto a quella stupida domanda.
-Stiamo parlando di Maalfoy? Di quel Draco Malfoy? Il mangiamorte?- il tono basso della sua voce è forse più preoccupante di quanto lo sarebbe, se si mettesse a urlare.
-Sai anche tu che non è mai stato un vero mangiamorte!-.
-E’ questo che ti ha raccontato lui! E’, con queste stupidaggini, che ti ha abbindolato?-.
Abbindolato. Ora capisco il modo in cui mi sta guardando; come una bambina stupida che ha fatto l’ennesima cretinata.
-Non mi ha abbindolata! Persino la Corte del Wizengamot l’ha assolto! Tutti noi abbiamo testimoniato in suo favore! Anche tu!!-. Devo stare calma ma, a farmi dare della stupida, non ci sto.
Harry, come incuriosito, con le braccia incrociate, si avvicina a me.
-Lo difendi pure?-.
-Dico le cose come stanno!- rispondo seccata. E’ la verità. Ora che è diventato scomodo, è un mangiamorte mentre, al momento del processo, era innocente.
-Forse non avrà ucciso nessuno ed è per questo, che è stato assolto ma, vuoi che ti faccia l’elenco di tutto quello che ha fatto? Senza parlare della sua famiglia!-.
-Lui è diverso da suo…-.
-PADRE?- non l’ho mai visto così arrabbiato –E’ diverso da suo PADRE? DA LUCIUS MALFOY?? QUELLO CHE TI HA INFILATO IL DIARIO DI TOM RIDDLE NELLA BORSA E, PER POCO, NON TI TROVAVAMO MORTA NELLE MANI DI VOLDEMORT???? Perché te lo ricordi, vero, come ti hanno ridotta??-. Non mi piace ricordare quella parte della mia vita; me ne vergogno così tanto. Sono cambiata e, ora, non merito che mi venga rinfacciata una cosa del genere.
-Eravamo bambini!! E poi, è stato Lucius. Non Draco!-.
-NON CHIAMARLO PER NOME!!- urla così forte che, dallo spavento, sono costretta ad arretrare ma non demordo.
–Lucius Malfoy è finito ad Azkaban, il figlio no. Ci sarà un motivo, no?-.
-Vuoi sapere perché non c’è finito? Perché IO e ripeto, io, ho testimoniato a suo favore. Quando prima dell’estate mi ha chiesto d’incontrarci per fare un trattato di pace, non avevo la minima idea che si stesse facendo arrestare perché dietro tutto, c’eri… TU!-.
Che cosa? Draco e Harry si sono incontrati, a mia insaputa, poco prima che arrestassero Malfoy.
-Ti giuro che non ne sapevo niente! Lui non mi ha mai raccontato nulla!-.
-I tuoi giuramenti sono poco attendibili. Da quanto tempo mi riempi di bugie? Eravate d’accordo da quanto tempo?- dice quasi ringhiando.
-Non eravamo d’accordo su nulla. Io non sapevo che lui avesse parlato con te, prima di farsi arrestare. Non ti ho preso in giro. Quest’estate ero sincera. Volevo veramente ricominciare con te ma quando sono tornata…-.  A un tratto, mi mancano le parole. E’ più difficile di quanto potessi immaginare. Non si merita i dettagli; gli farei solo più male.
-E’ un Malfoy. Tu sei una Weasley. Hai dimenticato tutto quello che ha detto sulla tua famiglia? O ti sei scordata pure di loro? - lo guardo sbigottita.
Quando ho immaginato questa scena, sapevo che sarebbe stata dura ma mai avrei creduto che, Harry, sarebbe arrivato a pensare queste cose di me.
-So benissimo di avercela e so che reagiranno come te- faccio fatica anche a deglutire.
-Tu credi? Io sono certo che faranno peggio di me. Hai pensato a tua madre? E a Ron?- so benissimo che, tra tutti, mia mamma e Ron saranno quelli che reagiranno peggio. Li conosco tropo bene! La reazione che mi fa più paura è proprio quella di mio fratello!
-E a George ci hai pensato? Come la prenderà quando saprà che sua sorella è riuscita a perdere la testa per uno dei responsabili della morte di Fred?- questo è troppo!!!
-LUI NON HA UCCISO FRED!- non m’importa se l’intera scuola può sentirmi; non permetto a nessuno di dire una cosa del genere. Se fosse stato lui l’assassino di mio fratello, lo avrei ammazzato con le mie mani.
-Tutti i mangiamorte sono responsabili. Loro volevano ucciderci tutti!! ERANO CON VOLDEMORT! Quando hanno imprigionato me, Ron, Hermione e Luna, lo sai dove ci hanno rinchiuso? Nella villa di Malfoy!! Stavano per ucciderci!! Questo lo capisci?? E Malfoy… ERA LI’!!!!!- so benissimo dov’erano ma non ho la forza d’interromperlo –Eravamo nelle segrete e hanno torturato Harmione sotto i suoi occhi!! Draco non ha mai mosso UN DITO, PER LIBERARCI!-.
-NON E’ VERO!- di questo passo, non so se riusciremo mai a smettere di urlarci addosso – Io sapevo dov’eravate e sapevo che stavate bene e, sai, grazie a chi? A Malfoy. Lui mi ha informato su tutti quanti voi. E sai chi mi ha ucciso Greyback per proteggermi? DRACO! Vuoi saperne di più? Se l’anno scorso sono sopravissuta ai Carrow, è solo merito suo!!-.
Sentendo le mie parole, anche Harry, per un momento rimane stupito ma poi riassume subito la sua maschera da custode della verità.
- Non t’interessa quello che ha fatto a tutti gli altri? Come fai, anche solo a guardarlo, sapendo che era il nipote DI BELLATRIX LESTRANGE! Hanno ucciso tutti! Sirius è morto, per mano loro! Malfoy ha fatto entrare i mangiamorte la notte in cui hanno ucciso Silente! - una lacrima gli riga la guancia.
Vederlo così è troppo! So il dolore che si porta Harry, dentro di lui! ! Non voglio più aggredirlo. Non se lo merita.
Con calma, gli prendo la mano e avvicinandomi a lui, cerco di ritrovare la calma.
-Harry, ascoltami. Non ho scordato nulla! So perfettamente tutte le cose terribili che ti sono successe! E non ne meritavi nemmeno una! Ti conosco e tu conosci me! Sai che non sono più la bambina ingenua che ero sei anni fa! Guardami… sono sempre io!- cerco in tutti i modi, lo sguardo di Harry e, finalmente, lo trovo –So quello che hanno fatto i mangiamorte e li condanno tutti ma, Draco Malfoy, per quanto sia stato brutale, sgarbato, ingiusto e, a volte, perfido, non è mai stato come quegli animali!-.
Vedo che sta facendo fatica a trattenersi ma credo che, con la calma, posso riuscire a farlo ragionare.
-Non ti ho preso in giro, Harry! Malfoy, non era previsto!! Io e te, siamo stati lontani tanto tempo. Io sono cresciuta e credo di volere cose diverse rispetto a quelle che volevo tempo fa!-.
Ho quasi le lacrime agli occhi ma mi trattengo.
-E cos’è che vorresti adesso?- sussurra. Non voglio parlare di me e Malfoy ma vorrei tanto fargli capire cosa è cambiato tra me e lui.
-Io credo di doverti ridare questo!- infilo la mia mano nella tasca degli shorts e prendo l’anello di Harry. Da quando Malfoy, ieri, me l’ ha fatto togliere, è rimasto sempre qui nella mia tasca.
Lo guardo un’ultima volta e, facendo un lungo respiro, giro la mano di Harry e poso l’anello al centro del suo palmo.
-Due giorni fa mi avevi detto che saresti venuta a vivere con me! Io ho comprato una casa!- dice senza staccare gli occhi dall’anello nella sua mano –Quante cose abbiamo superato, io e te? Ti rovinerai la vita con lui. Come fai a non capirlo?-.
Non so quanto resisterò a vedere Harry in queste condizioni.
-Io devo fare ciò che mi sento di fare, adesso. Credimi, ho fatto di tutto per scegliere te. Ho negato l’evidenza, ho mentito a te e a me stessa. Non possiamo continuare così, non è giusto nei confronti di entrambi-.
Si allontana da me, va verso il camino e s’incanta a guardare le fiamme. Ho male allo stomaco e, in questo momento, vorrei crollare sul mio letto e stare in assoluto silenzio.
-Ci sei andata a letto?- resto sorpresa. Harry non è il tipo che fa certe domande; è sempre così discreto.
-E’ così importante?-.
-Fondamentale!- mi risponde senza voltarsi.
-Si!- dico quasi fosse una liberazione. Segue un lungo silenzio. Non so cosa pensare ma ho il timore che non prometta nulla di buono.
-Sai cosa penso? Malfoy è solo il capriccio del momento. E’ la tua crisi. Tutti noi ne abbiamo passata una in cui non sapevamo bene chi essere. Io l’ho passato al quinto anno, Ron durante la ricerca degli Horcrux ed Hermione… beh, lei è Hermione! Non fa testo!- ride quasi isterico.
Dopo tutto ciò, non ho voglia di riprendere a discutere; nessuno dei due è lucido al momento e continuare a parlare, non porterebbe a nulla ma Harry non sembra sia della mia stessa idea.
-Non avete il minimo futuro. Se ti spaventa la reazione della tua famiglia, pensa quando lo sapranno Lucius e Narcissa Malfoy! Quando ti renderai conti chi è veramente e che non potrà mai cambiare, sarà troppo tardi; lui ti avrà già rovinato la vita, per sempre -.
Sarà pure come dice lui ma, sono abbastanza intelligente, per rendermi conto, se mai una cosa del genere succederà ma, ora come ora, non ho alcun dubbio.
-Per quanto tu e tutti gli altri non possiate crederci ma io non sono stupida e non sono una bambina-.
Credendo di non ricevere risposta e ormai stanca di essere insultata, mi dirigo verso il mio dormitorio. Guardando l’ora mi accorgo che fra dieci minuti ho lezione e devo ancora cambiarmi e cercare di riacquistare un aspetto decente, che non faccia insospettire tutta Hogwarts.
-Ho lezione, adesso. Se vorrai riparlarmi, a me fa solo che piacere-.
-Quando lo dirai ai tuoi?- vorrei rispondergli che, adesso, la sua reazione mi basta e mi avanza per un bel po’ di tempo.
-Non lo so. Appena tornerò alla tana! Non posso certo scriverglielo tramite una lettera!-. Spero solo che Harry non mi faccia il brutto scherzo di dirlo lui stesso alla mia famiglia.
-Ginevra. Ho impiegato anni per capire che tu eri l’unica persona che volessi veramente. Il mio futuro sei tu!-.
Non riuscendo a rispondergli, con un magone che non riesco più a trattenere, corro nella mia camera, entro nel bagno e mi sciacquo la faccia.
Aveva ragione Draco: dovevamo restare a Londra il più tempo possibile. Avevo tanta frenesia di tornare qui ad Hogwarts, per fare cosa?
Non potevo aspettarmi altrimenti da parte di Harry e sarà ancora peggio con la mia famiglia. Devo abituarmi a questo e farmi scivolare da dosso le varie accuse.
Perché questo, è solo l’inizio …
 

 
Per mia fortuna, dopo le due ore pesantissime di storia della magia, l’allenamento di Quidditch mi ha decisamente risollevato l’umore; la squadra migliora notevolmente e, anche McLaggen, oggi, mi è sembrato piuttosto concentrato più nel gioco che nel suo ego spropositato.
Mentre mi dirigevo negli spogliatoi, le varie chiacchiere delle ragazze mi hanno rincuorato molto; sapere i vari pettegolezzi della scuola mi ha fatto dimenticare, per un momento, i miei problemi.
Ho immaginato quando sarò io, al centro di tutte le varie chiacchiere da spogliatoio ma questo è l’ultimo dei miei problemi. Ormai sono abituata che nessuno scoop è per sempre, bisogna solo aspettare che arrivi una notizia più interessante.
Oggi non sono molto in vena di chiacchiere, infatti, anche durante le ore della McGranitt preferisco sedermi da sola, evitando accuratamente il posto accanto a Calì.
La verità è che, a parte le due ore di allenamento,non ho fatto altro che pensare a Draco; in certi momenti, ho addirittura sperato d’incontrarlo nei corridoio, sapendo benissimo che lui passa quasi tutte le sue giornate chiuso nella sua aula di pozioni. Anche se non ho rivisto Draco, la nota positiva è che non ho nemmeno incontrato Neville o Harry. Anzi, a dirla tutta, non ho la minima idea di dove siano ecco perché ho deciso di non salire più sulla torre dei grifondoro se non giusto prima di andare a dormire.
Mentre vado verso la sala grande, per la cena, vedo un piccolo gruppetto di grifondoro guardarmi in modo alquanto strano; come se stessero parlando di me fino a un attimo prima.
Non mi faccio intimidire e, fulminandoli con lo sguardo, li supero ed entro in sala grande, ormai piena, dato l’orario. Forse qualcuno ha sentito le urla di stamattina e sta iniziando a spargere qualche voce su me e Harry. Non ho alcun dubbio che, quando tutti sapranno le cose come stanno, si schiereranno con Harry, additandomi come la cattiva della situazione.
Mi siedo in uno dei posti liberi dell’ultima panca del lunghissimo tavolo, abbastanza in penombra, dove nessuno mi possa vedere, peccato che proprio mentre sto per togliermi la cravatta sento qualcuno accomodarsi accanto a me.
-Luna! Che coincidenza…- sono quasi sicura che sia stata mandata qui sotto specifica richiesta.
-Cosa sta succedendo Ginny? Neville, è dal tuo compleanno che ha la testa tra le nuvole. Tu che sei scomparsa e oggi ho intercettato Harry che aveva una faccia quasi inquietante. Mi sfugge qualcosa?- mi dice preoccupata. Tiro un sospiro di sollievo nel costatare che non sa ancora nulla e che, quindi, non sarò soggetta all’ennesimo interrogatorio. Per oggi, Harry è stato più che sufficiente.
-Io ed Harry ci siamo lasciati!-. Riempio il mio piatto con alcuni pezzi di pollo comparsi davanti a me e comincio a mangiare incurante dell’espressione scioccata di Luna.
-Tu ed Harry vi siete lasciati. E perché? Eravate una bella coppia!- mi chiede ingenuamente.
Mentre bevo una lunga sorsata di succo di zucca, con la coda dell’occhio, vedo entrare Malfoy.
Per lo stupore di vederlo qui in sala grande, tutto il succo mi va di traverso e inizio a tossire in maniera non poco elegante. Luna deve addirittura tirarmi qualche colpetto sulla schiena per farmi smettere di tossire e una ragazzina del secondo anno, quasi impietosita, mi porge un bicchiere d’acqua.
-Tutto bene, Ginny?- annuisco mentre col tovagliolo cerco di pulirmi le mani impiastricciate di succo di zucca.
-Si- evitando di non bere altro, mi guardo attorno per vedere dove sia finito Malfoy;  seduto nelle panche con glia altri studenti, è occupato a chiacchierare con un gruppetto di serpeverde e, diversamente da me, sembra piuttosto allegro.
Noto che, a differenza del suo solito, non indossa nessun completo e nessuna cravatta ma solo un paio di pantaloni grigi e una delle sue bellissime camicie bianche.
Un pò spettinato, con il suo solito ghigno divertito, lo trovo incredibilmente bello e, come se mi avesse letto nella mente, si volta nella mia direzione e i nostri occhi s’incontrano. Restiamo incantati, uno negli occhi dell’altro.
Prima di fare una stupidaggine, mi rivolgo di nuovo a Luna dando le spalle a Malfoy.
-Lo sai, Ginny, che ultimamente sei più strana di me?-. Luna riesce a strapparmi una risata. Guardandola m’auto convinco che lei sarà una delle poche che non mi giudicherà male, quando saprà tutta la verità. Questa sera non è, però, il momento giusto per verificare la mia ipotesi.
-Che ne diresti Luna, di finire di cenare assieme mentre tu mi parli di qualche aneddoto di tuo padre e rimandiamo tutte le domande a domani??-.
Dopo averci pensato un po’, Luna mi sorride. –Dico che ci sto! Il gossip può aspettare fino a domani mentre le scoperte di mio padre hanno la precedenza!-.
Vorrei abbracciarla ma non vorrei mai rovinare il suo fiume di racconti, proprio ora, che ho così tanta voglia di ascoltare qualcuno parlare mentre io resto in assoluto silenzio.
 

 
Finisco la mia cena (è da ieri quando sono entrata in quella stanza con Malfoy che non toccavo cibo! Avevo un’altra fame da saziare!), gustandomi un’abbondante fetta di torta alle mele. Non mi sono più voltata per controllare dove sia Malfoy nonostante la mia fortissima curiosità, anche se ho la sensazione di avere sempre un paio di occhi puntati su di me. Forse, però, è solo un’impressione!
-Uh Ginny! Devo scappare! Dovevo essere da Neville almeno mezz’ora fa!- si alza, quasi inciampando nelle sue stesse scarpe –Scappo ma non dimenticarti che domani non hai scuse! Devi raccontarmi tutto!-.
Annuendo con la testa la vedo scappare via fuori dalla sala grande; quasi tutti i tavoli si sono svuotati e, approfittando di non essere vista da nessuno, butto un’occhiata al tavolo dei serpeverde ma, con enorme delusione, lo vedo completamente deserto. In effetti, si è fatto tardi; i racconti di Luna sono stati così coinvolgenti che non mi sono accorta dell’ora che si è fatta.
Mi alzo e, senza salutare nessuno, esco dalla sala comune; non faccio in tempo neanche a girare l’angolo, che lo vedo! Malfoy, appoggiato a un muro , vicino a una statua che, incurante, è assorbito a fissare il pavimento. Sento la tensione accumulata, sciogliersi come neve al sole e non riesco a nascondere il sorriso che si è stampato sul mio volto.
-Erano così interessanti le chiacchiere della Lovegood?- chiede fingendosi risentito.
Provocandolo di proposito, gli passo davanti senza fermarmi; lui, senza aspettare, inizia a camminare accanto a me.
-Dove sta andando, signorina Weasey, mentre un professore le sta parlando?- è divertito dal fatto che non appaio minimamente interessata dalla sua presenza.
-Lei ha smesso di essere un mio professore da un po’ di tempo- stargli così accanto, non potendolo toccare, mi costa una certa fatica.
-I sotterranei sono dall’altra parte, signorina Weasley!-. E’ di buon umore e mi fa piacere vederlo così soprattutto dopo la giornata appena trascorsa.
-Lo so benissimo! Infatti, sto andando in camera mia!-. Visto che il corridoio è piuttosto affollato dato che è quasi l’ora del coprifuoco, non ha senso farci vedere. Allora, optando per la seconda scelta, giro a destra e mi dirigo verso il portone di quercia.
-Pensavo stessi andando in camera tua!- dice con una certa ironia. Mi giro per fargli una linguaccia ma guardarlo al chiaro di luna, mi provoca un leggero subbuglio interiore.
-Lo sai che stasera sei piuttosto bello? – affermo con decisione.
Si avvicina di più a me, tanto che i nostri  fianchi si sfiorano. Mi giro per controllare che nessuno ci stia guardando e, appurato, di essere soli, gli afferro lo mano e inizio a tirarlo verso il grande prato davanti a noi.
-Il campo di Quidditch? Uao!!! Ma non fa piuttosto freddo per…-.
-Ho detto tutto ad Harry! Stamattina!- dico, interrompendolo. Visibilmente sorpreso, si ferma e tirandomi per un braccio mi avvicina a lui.
-Cos’è successo? Mi avevi detto che non lo avresti fatto oggi!-.
-Non sono stata io! Neville ha spifferato qualcosa e, quando Harry, mi ha chiesto la conferma non aveva più senso mentire!-. Nemmeno lui, si aspettava tanta velocità, anche se non mi sembra molto dispiaciuto.
-Cosa ti ha detto?- cerca di studiare la mia espressione.
-Quello che era immaginabile dicesse! Tu sei un mangiamorte, figlio di mangiamorti ed io sono quella che si è fatta imbambolare da te, cui rovinerai la vita!- gli sorrido. Nonostante tutto, pensavo di rimanere più turbata, invece, a parte il dispiacer per Harry, non mi sento granché colpita.
-Pensi che vorrà uccidermi?- chiede scherzoso.
-Non sarà il solo! Aspetta ancora un po’ e ci sarà la fila!-.
Lui pare rifletterci,  poi scuote la testa divertito e si avvicina ancora di più, afferrandomi per i fianchi.
-Saprò difendermi! Non temere-. Un secondo dopo, mi sta baciando, tenendo con le mani la mia testa; mio dio, come si fa a resistere a tutto questo?
-Malfoy spostiamoci di qui! Per oggi ho già dato. Per dare scandalo, abbiamo ancora tempo!-.
-Bene! Allora, con estrema calma, che ne dici di spostarci nel mio studio? Ci sono alcuni dettagli della scorsa notte che non mi ricordo molto bene!- mi dice malizioso ma, stanotte, ho tutte le intenzioni di passarla nella mia di camera.
-Direi che è una pessima idea! Devo recuperare un sacco di ore di sonno che qualcuno mi ha fatto perdere-. Lo spintono e lo porto proprio al centro del campo.
-Non è meraviglioso, il campo, a quest’ora?- m’incanto sempre a guardarlo, soprattutto alla sera.
-Qui di meraviglioso ci sei solo tu!- mormora e mi ribacia per la seconda volta.
Sento il mio cuore riscaldarsi nel sentire quelle parole; vorrei dirgli tante cose ma è come se mi sentissi bloccata.
-Hai visto Malfoy? Abbiamo superato il primo giorno!- dico, abbracciandolo e posando la mia testa sul suo petto. Lui, stringendomi forte, mi da un bacio sui capelli.
-Un passo alla volta, no?- annuisco, confortata dalla sua stretta –Dobbiamo trovare un modo per vederci durante la giornata!Non possiamo vederci solo al calare delle tenebre! Anche se non sembra, il sole piace anche a me!- scoppio a ridere. Ha un modo tutto suo per dire alcune cose.
-Puoi ammetterlo, sai, che senti la mia mancanza, invece di fare tanti giri di parole!-. Non risponde ma, in compenso, mi da un altro bacio mozzafiato.
Si limita a tenermi ancorata accanto a lui, sebbene a entrambi sia più che ovvio che i nostri corpi siano completamente in fiamme.
-Vuoi ancora tornare in camera tua? Nemmeno i vecchi vanno a dormire a quest’ora!!- mi chiede tra un bacio e l’altro.
-Assolutamente sì- si stacca deluso –Però un paio d’ore posso concedertele!-. Ormai, ora in più o ora in meno, che differenza può fare.
-Quindi…possiamo dirigerci verso la mia camera!- chiede frettolosamente.
-Come sei antico… non ci sono solo le camere da letto!- lo canzono mentre mi guarda incuriosito.
-E’ una sfida, Weasley?- si avvicina pericolosamente ma inizio a divincolarmi, prima che perda del tutto la ragione.
-Io stavo pensando a nulla di strano. Volevo solo farti vedere gli spogliatoi femminili!- mi piace stuzzicarlo.
-Hai capito la Weasley!- mi afferra e poi mi solleva.
Nemmeno il tempo di rispondergli che siamo già dentro lo spogliatoio e, vista l’ora, è completamente al buio. Entrambi ci liberiamo dei vestiti molto velocemente. Sfruttando l’appoggio della porta d’ingresso, si posiziona tra le mie gambe e si unisce a me con un unico movimento. Non lo vedo ma percepisco il suo sguardo su ogni centimetro del mio corpo; la mia respirazione, già accelerata, si fa ancora più affannosa.
-Sei ancora convinta di passare, questa interminabile notte, tutta sola?- mi sussurra all’orecchio ma dalla mia bocca esce fuori solo un gemito .
-Tu hai ancora così tanta voglia di parlare?- rispondo mentre sono impegnata a baciargli tutto il collo.
S’impossessa delle mie labbra e vengo travolta come da una scossa elettrica, in tutto il corpo; mi afferra i polsi e li porta sopra la mia testa e intensifica il ritmo.
Non so come ma quando sto con lui mi dimentico di tutti i pensieri negativi; sono così a mio agio che non mi limito in niente. E’ strano come, ogni volta che lo vedo, anche di sfuggita, mi si scaldi un pezzetto di cuore. Con lui, tiro fuori un’altra parte di me che nemmeno pensavo di avere.
Ho l’impressione che i miei sentimenti per lui, oltre a non essere più gestibili, si siano radicati in ogni fibra del mio corpo.
 

 
-Buongiorno professore!-.
Sono così di buon umore che quando sento i grifondoro del primo anno salutarmi, contraccambio con un mezzo sorriso. Mi accomodo beatamente sulla mia poltrona, ignorando tutti gli occhi che mi guardano sconvolti per il mio cambiamento.
Ho ancora il profumo della Weasley addosso; è un attentato alla mia già scarsa concentrazione.
Ieri avrei dovuto correggere i compiti di questi piccoli idioti ma, per fortuna, sono stato impegnato tutta la notte a fare qualcosa di decisamente più interessante. Sono così su di giri per tutto quello che mi sta succedendo che non ho più levato, nemmeno un singolo punto, a nessuna delle casate.
Faccio fatica a riconoscermi.
-Allora, dove eravamo rimasti l’ultima volta?- chiedo non aspettandomi alcuna risposta. Vedo qualche braccia alzarsi ma, come sempre, le ignoro.
Apro il mio libro di appunti quando sento bussare alla porta; sarà qualche studente in ritardo, anche se guardandoli, non mi sembra che manchi qualcuno.
-Avanti!- non alzo lo sguardo per vedere di chi si tratta. Sento tutta l’aula che sussulta e mi giro incuriosito.
E’ da parecchi mesi che non lo vedo da così vicino ma non è cambiato per niente E’ sempre lo stesso, sgualcito e insignificante, Potter. Chissà perché non sono sorpreso di trovarlo qui?
-Quale onore! Potter che ci delizia della sua presenza!- lo canzono divertito ma lui è totalmente impassibile.
-Devo parlarti, Malfoy!- dice imperturbabile.
-Come vedi, ora ho lezione con i tuoi amati grifondoro! Dovrai aspettare!- mi volto pensando che, rassegnato chiuda la porta e se ne vada. L’ultima cosa che m’interessa è ascoltare la paternale di Potter.
-Malfoy, ti conviene uscire. O vuoi che l’intera classe sappia ciò che hai fatto?-. Questa sarebbe una minaccia?
-Francamente a nessuno interessa che la tua fidanzata ti abbia lasciato! Non è una tragedia. Succede a tutti, prima o poi! Fatti forza Potter-. So di aver giocato un colpo basso ma non mi farò intimidire da nessuno, tantomeno da lui!
Tutti i ragazzini, in totale silenzio, guardano sia Potter sia me, alquanto sbalorditi; sento un leggero chiacchiericcio in fondo alla classe: staranno commentando quello che ho appena detto. Il prescelto e la Weasley si sono lasciati; all’ora di cena, tutto Hogwarts lo saprà.
-Cosa le hai fatto Malfoy? E’ sotto la maledizione Imperius o le hai fatto bere qualche strana pozione delle tue?-. Lo fulmino con lo sguardo; come osa insinuare una cosa del genere?
-La lezione, per oggi, è finita- anche se continuo a guardare Potter cercando d’incenerirlo , vedo tutti i grifondoro immobili ai loro posti. –FUORI DI QUI!-.
Sentendomi urlare, scattano tutti fuori dall’aula, impauriti; rispetto a dieci minuti fa, il mio buon umore, è del tutto scomparso.
Quando l’ultimo idiota esce dall’aula, Potter si affretta a chiudere la porta sbattendola; voglio guardarlo dritto in faccia perciò mi avvicino a lui. Voglio che mi ascolti bene-
-So che, per te, dev’essere un’enorme delusione sapere che Ginevra ti ha lasciato di sua spontanea volontà ma è così!-. Scoppia a ridere.
-Sei così ingenuo da pensare che io possa credere a una storiella del genere? Ti dico io come sono andate le cose!! L’anno scorso, Ginny era sola con i mangiamorte che le giravano attorno. Non aveva me, non aveva i suoi amici né la sua famiglia; era indifesa e volubile e, TU, ne hai approfittato! Era l’occasione giusta per farla pagare a me e a tutti i Weasley!!!- mi urla addosso; sono quasi sicuro di non averlo mai visto così fuori di sé.
-Non starò qui a giustificarmi con te. Pensatela come volete. L’unica di cui m’interessa la sua opinione è Ginevra! Non voi- gli punto il dito contro.
-Ginevra è diversa da te. Lei ama la sua famiglia, le piace stare in mezzo alle persone. Non è come te che non hai il minimo rispetto di niente e nessuno! Tu sei abituato a comandare e a ricattare le persone, lei no! Tu la distruggerai!-.
Non devo farmi colpire da quello che dice; non devo ascoltarlo ma Potter, non ancora soddisfatto, continua.
-Che cosa puoi darle tu? Qualche scopata? E poi? Lei si stuferà e sarà disgustata da se stessa anche solo per averti toccato -. Senza riflettere, d’impulso, lo colpisco in pieno volto con un pugno ben assestato. Un centimetro più in sui e gli avrei colpito quei maledetti occhiali.
Potter si tampona il sangue che gli fuoriesce dal naso; è stranamente tranquillo. Non intenzionato a contrattaccare.
-Bravo! Picchiami pure! Mi fa piacere sapere che non sei cambiato! Sei il solito Malfoy!-. Non avrei dovuto colpirlo, sarei dovuto restare calmo ma è stato più forte di me.
-Invece di incolpare me perché prima non ti fai TU, un esame di coscienza! Non avete più dodici anni, sai? Il tuo essere sempre superiore agli altri, essere sempre quello timido e perfetto, forse, non è più abbastanza per Ginevra! Hai ma pensato che, la colpa, non sia solo mia e sua e che, anche tu, possa avere delle responsabilità, in quello che è successo?- preciso, sempre più arrabbiato!
Potter mi guarda più furioso che mai, incurante del piccolo rivolo di sangue che scende dal suo naso.
-Io ho rispettato lei e i suoi tempi! Per me, andare a letto con lei, non era una priorità. Io mi preoccupavo di darle tutto il resto! Cosa che tu non farai mai!!! -. Devo respirare a fondo per non dargli un altro pugno in faccia.
-Beh, i suoi tempi, COME LI CHIAMI TU, NON ERANO ALTRO CHE LA SUA PAURA NELLO SCEGLIERE ME!!!  Ma, per fortuna, l’ha superata!- percepisco che le mie parole stanno cominciando a sortirgli un certo effetto.
-Quest’estate io sono sceso a patti con te ma tu non sei stato onesto, come tuo solito, e non mi hai detto tutta la verità. Se l’avessi saputa, non ci saremmo mai ritrovati in questa situazione!!!- afferma Potter, abbassando il tono della sua voce –Sappi solo una cosa. Non permetterò che tu rovini la vita di Ginny e di tutti i Weasley. Fosse l’ultima cosa che faccio nella vita, tutto questo finirà!- mi dice accentuando ogni sillaba.
Si asciuga il sangue con la mano e, facendo un sorriso sarcastico, esce dalla mia aula.
Non ho idea di cosa volesse intendere ma non mi farò intimidire da lui e da nessun altro.  Ginevra è quello che voglio e, le sue finte minacce, non mi faranno cambiare idea.
 

 
-Luna, ci siamo lasciati! Quali delle tre parole non capisci?-. Sono due ore che siamo sedute sulle gradinate del campo di Quidditch e, Luna, sembra essere caduta, in uno stato di shock.
-Questo l’ho capito! E’ la seconda parte che… forse ho sentito male!-. Almeno lei non ha cominciato a urlare!
-Luna, hai sentito benissimo!- dico sbuffando.
-Tu e Malfoy… insieme!- commenta più stralunata del solito.
-Luna, ascolta!Non so se sto o no con Malfoy. E’ tutto complicato ma, ora, sento che devo vivere questa cosa che c’è tra me e lui; non voglio prendere in giro Harry. La mia testa e il mio cuore, adesso, sono da un’altra parte- è la prima volta che riesco a spiegare le cose come vorrei. Senza essere aggredita. Con Neville ed Harry non sono stata così fortunata.
-Ti sei innamorata di Malfoy?-.
E’ la prima volta che sento questa domanda ad alta voce; è da un sacco di tempo che me la pongo e, ogni volta, fingo di non sapere la risposta! I miei sentimenti hanno iniziato a prendere il sopravvento su di me, da un po’ di tempo, anche se ho cercato di far finta di niente.
-Follemente. Sono una pessima persona, per questo?- chiedo quasi impaurita. Non voglio essere accusata di nuovo, anche da lei; è l’unica con cui posso essere finalmente sincera.
-Premettendo che Malfoy non mi piace- ormai questa frase l’ho imparata a memoria –Però io ti conosco. Non sei il tipo che cambia idea tanto facilmente. Non sei una gran romanticona e hai sempre odiato la famiglia Malfoy, tanto quanto noi. Quindi… se adesso, provi qualcosa per lui, credo tu non sia impazzita! Forse, hai visto qualcosa in lui che a noi è sfuggito!-.
La guardo sorpresa ma, al tempo stesso, pazza di gioia. Sapevo che non mi avrebbe trattato male ma non credevo mi avrebbe capito così nell’immediato!
-E’ così, Luna!- l’abbraccio forte –Non sono impazzita! Credimi!-.
Non sapevo di avere un’amica così speciale.
-Ti tratta bene, vero? Non è come siamo abituati a vederlo?- mi chiede indecisa.
-No, Luna! Mi tratta bene! Ha dei modi tutti suoi, per dimostrare le cose, ma è… speciale!- ammetto felice. Quando ho visto Luna, oggi, pensavo che Neville le avesse raccontato già tutto e, invece, almeno con lei ha tenuto la bocca chiusa.
-Lo sai che sarà tutto in salita, vero?- chiede mentre mi sciolgo dal suo abbraccio.
-Lo so! Ma come dice, sempre, Malfoy: un passo alla volta! Ce la faremo-. E’ un po’ il nostro motto!
-Lui mi vorrà escludere dalla tua vita?-. La guardo come se avesse detto un’eresia.
-No, non lo farà e, se un giorno lo volesse, non glielo permetterò mai!- le sorrido sincera.
Restiamo lì, in silenzio, godendoci gli ultimi raggi di sole della giornata, con la mia mano intrecciata a quella di Luna. Entrambe, immerse nei propri pensieri e preoccupazioni, restiamo in egregio silenzio.
 

 
Quando entro nella mia stanza, dopo cena, trovo Harry seduto sulla poltrona accanto al letto; noto subito che ha il naso impiastricciato di sangue e, questo, mi desta non poche preoccupazioni.
-Cosa ti è successo?- cerco di avvicinarmi per vedere le sue condizioni ma lui si alza, schivandomi.
-Il tuo amico, ci teneva a dimostrare il suo radicale cambiamento!- risponde sarcastico. Mi porto le mani al volto, capendo subito cosa sia successo. C’era da immaginarselo che sarebbe andato a cercare Malfoy, Sicuramente la conversazione non dev’esser stata molto pacata e, conoscendo i nervi fragili di Malfoy …
-Non dovevi andare a cercarlo! Non ti fa bene!-.
Cosa si aspettava? Che Malfoy s’inginocchiasse chiedendo perdono? Certo che, anche Draco, poteva trattenersi! Prenderlo a pugni non è proprio il modo giusto per dimostrare un lato diverso del suo carattere.
-Ah sì? E cosa dovrei fare? Stare a guardarvi!- no, non posso farcela a ricominciare a litigare con lui.
-Hai diritto ad essere arrabbiato ma, insultando Malfoy e facendoti picchiare, non risolverai nulla-.
A dirla tutta, pensavo che dopo ieri, Harry se ne fosse andato perché non mi volesse più vedere. Non credevo fosse rimasto ad Hogwarts.
-Sai cosa ho pensato?- mi chiede risedendosi sul letto.
Non rispondo.
-Penso che la corte del Wizengamot abbia sbagliato con lui e che non meriti la sua libertà-. Resto sorpresa sentendo queste parole ma non capisco dove, Harry, voglia arrivare con tutto questo.
-Cosa vuoi dire?- Mi siedo accanto a lui.
-Dico che dovrei rettificare la mia testimonianza perché sono convinto che Malfoy debba tornare ad Azkaban!- lo guardo sconvolta. Non può aver detto una cosa del genere.
-Tu hai testimoniato la verità! Non merita di tornare ad Azkaban. Non ha fatto nulla!-.
Harry scoppia a ridere fingendosi divertito ma so benissimo che non lo è.
-Tu dici? Ho un certo ascendente su quella corte. Mi basterebbero poche parole e Malfoy finirebbe nella cella accanto al padre!!- mi fulmina con lo sguardo. Terrorizzata per quello che sto sentendo, scatto in piedi e mi allontano da lui.
-Non puoi farlo! Tu sei una persona giusta! Non sei il tipo da fare queste scorrettezze!- non può essere serio!
-Sono stanco che siano fatte a me! E non sto parlando di te ma di LUI!!!- si alza urlando, per venire di fronte a me.
-Cosa mi stai dicendo? Che lo rispedirai ad Azkaban perché ti ho lasciato?-. Non lo riconosco più! La rabbia e il dolore lo stanno offuscato!
-No lui può restare libero. A patto che interrompa qualsiasi tipo di contatto con te!!!- sono allibita!
-Lo vuoi ricattare? Non ha fatto niente!!-. Come fa, anche solo, a pensare una cosa del genere?
-NON DOVEVA NEMMENO TOCCARTI!! Non lo capisci che perdendo te io ho perso tutto!! TUTTO! Io non voglio che tu torni con me! Tu se libera di lasciarmi! Io voglio solo che tu non abbia più niente a che fare con lui!-.
-Ah, capisco. Non mi vuoi costringere a tornare con te ma vuoi solo che io e lui smettiamo di vederci! Se non faremo come dici tu, lo fai rispedire ad Azkaban! Giusto?- sto per piangere dalla rabbia. Mandare Malfoy ad Azkaban, equivarrebbe a ucciderlo.
-Sì. Lo faccio per te! Non hai idea di quello che ti succederebbe! Se mi avessi detto che mi lasciavi per un altro, uno qualunque, avrei sofferto in silenzio ma avrei capito! Ma Malfoy, no! Ti amo troppo per vederti mandare a monte la tua  vita, per uno come lui!-. Perché non prova a capire? Perché?
- Dagli una possibilità!-dico quasi supplicandolo. Non avevo idea che saremmo arrivati a questo punto!
-A MALFOY?? MAI!!!!Sono sette anni che sopporto i suoi soprusi e le sue cattiverie!! E ora, cosa dovrei fare? Mentre ti porta via da me, solo per il gusto di farmi soffrire!!-. Ha uno sguardo che non gli ho mai visto prima! Non lo supererà mai; solo ora lo capisco! Il problema non è il cognome di Draco ma tutto quello che è successo tra di loro in questi anni.
-Tu lo sai che Malfoy si è fatto togliere il marchio? E’ quasi morto dissanguato per farlo!- provo a giocarmi quest’ultima carta ma Harry non sembra impressionato.
-Se non si fosse fatto marchiare da Voldemort, non avrebbe dovuto correre questo rischio!!!- niente, mi arrendo! Qualsiasi cosa possa dire, lui la leggerà sempre dal suo punto di vista!
-Ok. Allora o lo lascio perdere o lo fai morire ad Azkaban? Giusto??-.
-Non mi giudicare male! Non ti costringerò a tornare con me, se non lo vuoi. Non mi odiare, però, perché lo sto facendo per il tuo bene! La tua famiglia, credimi, farebbe di peggio! Ron proverebbe ad ammazzarlo!-. So che ha ragione ma questo non toglie che, ora, lo odio come non mai.
-Preferisci far star bene loro e te stesso ma quello che sento io… non t’importa niente!- non intendo mostrarmi fragile davanti a lui, in questo momento.
-Mi ringrazierai un giorno!! Io voglio solo il tuo bene!-.
-Si vede?!?!- rispondo ironica.
-Se non vuoi lasciarlo, aspetta che sconti la sua pena ad Azkaban! Non sei obbligata! Stai pur certa che fra qualche tempo, ti renderai conto dello sbaglio che stai commettendo e, quando uscirà, non vorrai più saperne di lui e mi ringrazierai-.
- Se verrà rinchiuso ad Azkaben, impazzirà. Non ne uscirà vivo!!-. Come fa a non capirlo??
-Fai come credi! Discutetene e poi fammi sapere! Hai un giorno!-. Certo, come se si potesse parlare a Malfoy di una cosa del genere! Se sapesse che Harry mi sta ricattando, verrebbe qui a dissanguarlo con le sue mani e, poi, sarebbe anche capace di andare ad Azkaban, pur di non darla vinta ad Harry.
-Malfoy non deve sapere niente! Se sapesse qualcosa, scoppierebbe un’altra guerra magica!-. Di una cosa sono certa: per colpa mia, Malfoy non finirà ad Azkaban. Rinuncio a lui pur di non vederlo lì dentro.
-E cosa vuoi fare?- chiede insistente.
-Non lo so e di certo non verrò a dirlo a te!!- ho bisogno di riflettere! Devo trovare una soluzione!
Non ho più voglia di stare qui con lui. Mi libero della cravatta e del golfino della divisa e afferro, sulla poltrona, la mia giacca di pelle nera! Prima di andarmene, però, voglio che sia chiara una cosa.
-Farò quello che mi hai chiesto ma tu, da domani, dimenticati della mia esistenza!-. Lo incendio con lo sguardo ed esco dalla mia stanza.
E’ solo un accenno ma lo sento perfettamente.
-Lo faccio solo per te!-.
Quasi schifata, esco dalla torre. Ho bisogno di un piano. Lo rimpiangerò ma devo farlo! Non permetterò mai che Malfoy vada ad Azkaban.
 

 
E’ quasi un’ora che vago senza meta intorno ad Hogwarts; pensavo che prendere un pò d’aria mi avrebbe aiutata a schiarire le idee e, invece, la confusione non fa che aumentare. E’ una di quelle situazioni in cui, le persone normali, scoppierebbero a piangere ma io non lo voglio fare; non devo farmi sopraffare dalle mie emozioni. Mi serve lucidità.
Potrei chiedere aiuto a qualcuno della mia famiglia ma a cosa servirebbe? Sarebbero tutti d’accordo con Harry. Dire tutto a Malfoy è fuori discussione: perderebbe la testa!
Se escludo queste ipotesi, ne resta solo una. Devo lasciare Malfoy e troncare qualsiasi rapporto con lui. Ha fatto così tanto per avere un minimo di stabilità e, rinchiuderlo coi dissennatori, sarebbe deleterio.
Mi tengo il volto con le mani; forse aveva ragione Draco: saremmo dovuti scappare. Tutto questo non è giusto! Non lo merito né io, né tantomeno Malfoy.
Testardo com’è, come faccio a chiudere qualsiasi rapporto con Malfoy? Non ci sono riuscita in un anno e mezzo, come posso riuscirci in un giorno. Ho poco tempo; a quest’ora Malfoy mi starà già cercando. Non posso certo nascondermi da lui, per sempre!
Però un pò di tempo, mi sarebbe utile. Qualche… ma sì! Questo aiuterebbe sicuramente le cose!
 

 
Esco dall’ufficio della McGranitt, dopo aver ottenuto ciò che volevo, e ora, nonostante lo sbigottimento della preside, tutto si fa molto più chiaro. Devo solo scendere nei sotterranei e dirglielo!
Ad ogni passo, sento il mio cuore spezzarsi sempre di più ma avrò il tempo per provare a sanare questo dolore! Malfoy, prima o poi, riuscirà a farsene una ragione e, anche se dovesse odiarmi, non mi sentirò in colpa perché saprò di averlo fatto per un buon motivo.
-Eccoti!! Dove ti sei cacciata!- lo vedo in cima alle scale e, notando il suo sorriso nel vedermi, inizio ad avere un forte giramento di testa. Adesso, riuscire a non piangere, è molto più difficile.
Malfoy mi abbraccia e, baciandomi sulla guancia, ci mette poco a intuire che io sono rimasta totalmente immobile.
-Lo so! Lo so! Non dirmelo neanche. Non dovevo tirare quel pugno a Potter!- ammette alzando le mani in segno di colpevolezza. A dire il vero, mi ero totalmente dimenticata che ha quasi spaccato il naso ad Harry. Sento una stretta al cuore fortissima; vorrei solo abbracciarlo quasi a stritolarlo ma non posso.
-Malfoy, senti… - cerco d’iniziare il discorso ma lui m’interrompe, tirandomi a sé, e dandomi un bacio travolgente. Sono ben contenta di sentire le sue labbra su di me ma, ricordandomi che questa potrebbe essere l’ultima volta che le mie labbra incontrano le sue, mi allontano da lui. Quando riapre gli occhi, Malfoy ha capito perfettamente che c’è qualcosa che non va.
-Che succede?- mi guarda sospettoso.
Non devo  farmi vedere debole o insicura, altrimenti non mi crederà mai e s’insospettirà.
-Io devo dirti una cosa- faccio un lungo respiro –Avevi ragione quando dicevi che mi ero auto convinta di essere innamorata di Harry! Infatti, non lo sono!-.
Malfoy, come alleggerito, scoppia a ridere.
-Weasley, mi avevi fatto spaventare!- sta per riavvicinarsi a me ma, presa alla sprovvista, arretro in malo modo. Malfoy, con espressione ferita, sembra più confuso di prima.
-Non sono innamorata di Harry… ma nemmeno di te!- pronuncio tutto d’un fiato.
Mi fissa smarrito con occhi sgranati.
-Avevo bisogno di togliermi il dubbio e, ora, non ce l’ho più! Non provo niente per te! Abbiamo vissuto cose orribili insieme ma io…-.
-STAI SCHERZANDO?- mi urla in faccia. Mi afferra un braccio e mi strattona; abbasso lo sguardo per non doverlo guardare negli occhi.
All’improvviso mi sento così stanca; per quanto difficili, gli ultimi giorni, sono stati fantastici e, questo, grazie a Malfoy ma adesso.. dopo giorni e giorni, in cui mi sento urlare addosso, sono esausta!
-No. Ha ragione Harry. Io e t,e non abbiamo altro se non qualcosa di puramente fisico! E, francamente, mi sono già stancata!-. Era da un po’ che non vedevo più Malfoy così ferito. Se non lo conoscessi, potrei anche pensare che stia per versare una lacrima.  Avrei solo una gran voglia di dargli un bacio e dirgli che è tutto uno scherzo ma non posso. Tengo troppo a lui per vederlo morire, giorno dopo giorno, ad Azkaban. L’immagine di lui insieme ai dissennatori mi è insopportabile.
-Cosa ti hanno fatto? Dev’essere successo qualcosa per forza. Tu non mi parleresti mai così- dice quasi sussurrando –E’ stato Potter?-.
-NO! Il problema è che io devo stare sola! Non voglio nessuno dei due!- scandisco bene le parole. Ci tengo che lui non si faccia cattive idee.
-Ma io… io, a te, ti amo! Non l’ho detto mai a nessuno, solo a te!! - devo reggermi al muro per non cadere. Le sue parole sono un pugno dritto nello stomaco. Ed ora, proprio quando tutto sta per finire, mi rendo conto di quanta voglia abbia di dirgli che anch’io lo amo. Probabilmente ho iniziato a innamorarmi di lui, quando l’anno scorso, venne sulla torre di Astronomia per dirmi che Luna e tutti gli altri, stavano bene.
-Tu non puoi parlare sul serio… Ieri mi hai detto che non avevo nulla di cui preoccuparmi. TI RICORDI?? Tu hai detto che non c’era motivo per essere di cattivo umore. E ADESSO MI DICI QUESTO??-dice più a se stesso che a me.
-Mi dispiace ma non sono innamorata di te!- dico tutto d’un fiato. Non posso più farcela, ho bisogno di una sedia. Nn solo il cuore ma è come se tutto il corpo fosse a pezzi. Devo andarmene prima di crollare, proprio davanti a lui.
-Sei una brava persona e spero che continuerai ad esserlo indipendentemente da me!-.
E’ talmente scioccato che fa fatica persino a parlare; lo guardo per qualche secondo per imprimermi la sua immagine nella testa. Passerà un po’ di tempo prima di rivederlo; spero tanto che stia bene e che possa dimenticare tutta questa brutta storia.
Con le poche energie che mi restano, mi spingo lontano da lui e m’incammino su per le scale.
-WEASLEY, NON ABBIAMO FINITO! TORNA SUBITO QUI!-. I pochi studenti, che si trovano vicino a me, si voltano impauriti sentendo le urla di Malfoy; si fermano a guardarmi stupiti dal fatto che io continui a camminare incurante delle grida di Draco.
-WEASLEY NON FINISCE QUI!-. Quasi correndo, raggiungo la mia stanza; devo fare in fretta!
Afferro una pergamena e mi affretto a scrivere due righe. Prendendo in mano la piuma, mi rendo conto che tutto il mio corpo sta tremando.
Finisco di scrivere, afferro una borsa da sotto il letto e inizio a riempirla con il minimo indispensabile. Devo andarmene prima che Malfoy impazzisca del tutto e mi venga a cercare fin qui in camera mia.
Prendo una sciarpa, la lego al collo e, dando un’ultima occhiata alla mia stanza, esco fuori dalla torre.
 
 
 
 
Sto bene. Starò via da Hogwarts per un po’. La McGranitt vi spiegherà tutto.
Un abbraccio, la vostra Ginny!!
 

E’  stata le decisione più difficile della mia vita ma, dentro di me, so che è quella giusta! La distanza colmerà il vuoto che si è creato in me e, forse, prendermi un po’ di tempo lontano da tutti riuscirà anche a sanare il dolore.
O almeno spero.
 

 
-Signor Malfoy. Veda di darsi una calmata! Svegliarmi in piena notte per…-
-ALLORA MI DICA DOV’E’ FINITA LA WEASLEY!- urlo in faccia alla McGranitt; credo di aver perso completamente il senso della ragione.
-Mi commuove il suo interesse per la signorina Weasley ma glielo ripeto, Ginevra ha chiesto di lasciare Hogwarts per qualche mese ed io ho acconsentito! Questione chiusa! Non devo dirle altro!-.
Crollo sulla sedia di fronte alla preside, mi porto le mani al viso; è un incubo! Solo stamattina andava tutto bene e, ora, mi sembra di essere passato dal paradiso all’inferno, all’improvviso.
-E’ tornata a casa sua?- chiedo e mi rendo conto che il mio tono è quasi supplichevole.
La McGranitt mi studia senza dire una parola; sto per arrendermi quando la sento alzarsi, fare il giro della scrivania e venire a sedersi accanto a me.
Resta lì a guardarmi senza dire niente; non ho più le forze nemmeno per alzarmi. Chi lo avrebbe detto, due anni fa, che mi sarei fatto annientare completamente da Ginevra Weasley.
-No- fa una piccola pausa -Signor Malfoy, è quasi incredibile vederla in questo stato. Forse, adesso, ho capito cosa mi sfuggiva da tempo. Se prova dei sentimenti, per la prima volta nella sua vita, questo è un miracolo! Non può essere una disgrazia, anche quando le aspettative vengono deluse-.
Mi ero immaginato qualsiasi cosa. Tutto ma non questo! Dopo tutto questo tempo come ha fatto a dire che non prova assolutamente niente per me?.
Tutto quello che ho fatto per lei è stato inutile! Pensavo che il mio nemico fosse Potter, invece, ce l’avevo proprio di fronte a me: era lei. Sono tornato in questo maledetto castello, solo per lei e ora? Se n’è andata dopo essersi presa gioco di me. La odio così tanto! O, forse, no…
L’unica cosa, a cui non riesco a non pensare, è che, domattina, mi sveglierò e lei non ci sarà più.
-Bella fregatura! Mi guardi- mi batto una mano sul petto –Io sono Draco Malfoy. Non è da me fare così ma…mi creda. Faccio quasi fatica a respirare. Ma è colpa mia! Non dovevo permettere di farmi ridurre così da una Weasley!! -.
-Silente sarebbe molto contento, in questo momento. Sa perché? Lui continuava a ripetermi che dentro di lei ci fosse molto più buono di quanto non desse a vedere:aveva ragione!-.
Sinceramente, non la sto neanche ascoltando! Nessuno può capire! La vedo solo alzarsi e uscire dallo studio! Intravedo un sorriso sul suo viso. Cosa ci sarà mai di così divertente?
Sono indeciso se uscire e spaccare tutto quello che trovo o cominciare a bere. Credo che opterò per la seconda. Ora come ora, la bottiglia di whisky non mi è mai sembrata così invitante.
Forse, con un po’ di fortuna, al mio risveglio, salirò le scale e quando entrerò in sala grande vedrò Ginevra, seduta al suo tavolo, intenta a fare colazione e, tutto questo, mi sembrerà il peggior incubo della mia vita!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciaaaaoooooooo!!! Regalino per il weekend!!!
Questa volta non voglio anticiparvi nulla per non rovinarvi la suspance. Posso solo dirvi che, ovviamente, Ginny non è tornata alla Tana, se non per un velocissimo saluto. Sul resto non posso parlare.
So che molte di voi rimarranno deluse perché l’idillio tra Malfoy e Ginny è stato interrotto ma… vi avevo avvisato che Potter non sarebbe rimasto con le mani in mano!!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate e ringrazio tutte coloro che mi seguono o mi recensiscono.
Grazie mille.
Un bacio e a presto!!!
P.S. : Cosa farà Malfoy? L’inimmaginabile!!
Bye bye.

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Capitolo 19
*** Cambiamenti ***


Capitolo 19
Cambiamenti.
 
 
 
-Ginny, devo iniziare a preoccuparmi?-. Seduta al tavolo della cucina di casa mia, insieme ai miei genitori, guardo sia mia madre che mio padre, rimasti allibiti da ciò che gli ho appena detto.
-No, papà! Te l’ho detto. Devo solo allontanarmi per un po’ da tutto questo!-. Vago con lo sguardo per la piccola cucina alla ricerca di un’ispirazione che mi suggerisca cosa dire.
-Ma allontanarti da cosa??? Si può sapere cosa ti passa in quella testa?? Hai lasciato Harry e noi non dovremmo preoccuparci?- mia madre scatta in piedi sbattendo le mani sul tavolo. Mio padre le lancia un’occhiataccia come se volesse rimproverarla. Sapevo che lui sarebbe stato molto più comprensivo di mia madre e che non mi avrebbe aggredito.
Decido di restare in silenzio perché non ho più voglia di spiegare la stessa cosa per la milionesima volta. Mi dispiace per mia madre perché, lei più di tutti, aveva molto fantasticato su me ed Harry; ci vedeva già come marito e moglie.
-Ginny, tesoro, perché allora non rimani qui a casa? Magari ti rilassi un po’ qui con noi… -. Questo è assolutamente fuori questione. Non posso rimanere qui perché sarebbe il primo posto dove tutti verrebbero a cercarmi, soprattutto lui … e poi non ho intenzione di essere sottoposta a un continuo interrogatorio. So, dove andare e, riflettendoci, è anche la soluzione migliore per tutti!
-Non posso. Ho bisogno di prendermi del tempo solo per me!! Da quando è finita la guerra magica,avrei già dovuto farlo e invece …- scuoto la testa come per scacciare tutti i ricordi che mi riempiono la testa –Le cose sono andate troppo veloci-.
-Senti Ginevra Weasley, io ti proibisco …-.
-No!- mi alzo in piedi –Tu, mamma, non mi puoi proibire nulla! Tutti i miei fratelli hanno lasciato questa casa, a volte senza nemmeno avvertirvi, e tu non hai mai fatto storie. Sono passata solo per dirvelo perché non volevo che vi preoccupaste. Fine della storia. Vi scriverò e vi farò avere mie notizie -.
Mia madre è fin troppo arrabbiata per rispondermi ma sa che, in fondo, ho ragione. Tutti i suoi figli l’hanno fatta penare molto di più di quello che sto facendo io. Sono, forse, la più responsabile tra tutti i figli Weasley. Mio padre si passa una mano sulla fronte; mi conosce troppo bene per non aver capito che dietro a tutto ciò, c’è molto altro!
Indosso la giacca senza però staccare gli occhi da loro; mia madre si risiede accanto a mio padre, con aria sconfitta.
-Non state in pensiero per me. Se tutto andrà come spero, quando tornerò, avremo qualcosa da festeggiare!- spero di riuscire a confortarli un po’.
Faccio il giro del tavolo e li bacio entrambi sulla fronte. Mia madre mi trattiene un po’ di più, stringendomi più forte del solito.
-Stai tranquilla mamma!- le sussurro.
-Vieni!! Ti accompagno fuori!- non faccio in tempo a contraddirlo che mio padre ha già afferrato il mio borsone.
Do un’ultima occhiata a mia madre e, senza aggiungere altro, seguo papà fuori dalla tana; camminiamo uno davanti all’altra, senza dire nulla, finchè non arriviamo al recinto dietro il piccolo orto.
-Ginny, sei sicura di non volermi dire altro? C’è qualcosa che dovrei sapere prima di venirlo a sapere da altri?-. Forse dovrei raccontargli tutto. Lui mi capirebbe e potrebbe aiutarmi  ma, ora, dopo tutto quello che ho dovuto fare, non ho le forze per ripercorrere tutta la storia dall’inizio.
-Sì. C’è dell’altro ma non sono pronta per condividerlo con nessuno. Sai come sono fatta, papà. Sono come te! Sono una buona, alla fine, e non farei mai del male a nessuno!- vedo che cerca d’interpretare le mie parole ma poi, scoraggiato, mi abbraccia.
-Un’altra cosa, papà! Chiunque venga a cercarmi, tieni sotto controllo la mamma!- sussurro mentre lo abbraccio –Quando tornerò, ti racconterò tutto! Te lo prometto!-. Vorrei non sciogliere mai la presa e mi verrebbe voglia di cominciare a pianger,e tra le sue braccia, ma devo essere forte! Non devo mollare proprio adesso! Faccio ancora fatica a pensare a Draco mentre urlava nel corridoio, senza provare una fitta allo stomaco. Mi manca già e non è nemmeno passato un giorno.
Ho paura che gli voglia venire a cercarmi fin qui, dai miei genitori. Arrabbiato com’è, sarebbe capace di fare e dire qualsiasi cosa.
-Stai attenta! Io terrò calmi i tuoi fratelli e tua madre! Promesso!- gli do un bacio sulla guancia, raccolgo il mio borsone e m’incammino lungo il sentiero. Non mi volto indietro e guardo solo davanti a me. Sto lasciando così tante persone: Luna, Neville, la mia famiglia, la mia squadra. In questo momento sento nostalgia persino di McLaggen! Non ho rimpianti, però. Sono convinta e andrò fino in fondo. Sono sicura che, quando passerà un po’ di tempo, Draco smetterà di odiarmi e si sarà rassegnato a tutto questo; con un po’ di fortuna, quando farò ritorno, lui starà di nuovo bene. Non importa quanto tempo ci metterò io a dimenticarlo, saprò gestire tutta la situazione! Anche se, la mia testa, mi suggerisce che non basterà tutta la mia vita, per potermi dimenticare di lui.
 
 
2 mesi dopo
 
 
-Luna, allora hai preparato tutto, per domani?-.
-Sì, le valigie sono pronte!-. E’ da un paio d’ore che siamo qui nella serra; ho travasato quasi tutte le piante carnivore, con Luna seduta accanto a me. Sono molto concentrato a non farmi mordere da queste maledette piante ma non ha fatto fatica a notare che Luna ha la testa da tutt’altra parte; avrà detto, sì e no, dieci parole.
-Stai pensando a cosa regalare a tuo papà per Natale?-.
-No- mi dice lapidaria.
-Hai già letto il nuovo numero del Cavillo?- cerco d’iniziare una sorta di conservazione.
-No- ripete. Non sa dire altro?
Esasperato, mi tolgo i guanti e la maschera e li lancio in mezzo al tavolo. M’inginocchio vicino a lei e le afferro la mano. Volevo evitare quel discorso ma ora non si può più rimandare.
-Luna, devi fartene una ragione! Non tornerà per Natale!-. La vedo sbuffare e, offesa per averle detto questo, sfila la sua mano dalla mia. So che per lei non è facile ma mentirle non servirebbe a nulla.
-Come fai, tu, a stare così tranquillo? Sono passati due mesi!- dice sottovoce.
-Non sono tranquillo. Anche a me manca tanto e tu lo sai ma sappiamo anche, che non è in pericolo. Lei ha deciso di andare via! Se non è tornata, avrà le sue buone motivazioni!- le riafferro la mano con forza e la costringo a guardarmi ma non mi sembra molto convinta.
-Fra quattro giorni è Natale! Dovrebbe passarlo con la sua famiglia e con i suoi amici e non tutta sola, chissà dove!-. So quanto Luna sente la mancanza di Ginny; forse la sente più di chiunque altro perché, dopo due mesi, ancora non riesce a farsene una ragione.
-Ehi!!- sta quasi piangendo –Sappiamo com’è fatta Ginny! Non è il tipo da isolarsi in qualche posto disperso. Sono sicuro che non è sola, in questo momento. Festeggerà e brinderà come noi e se ci vedesse ora, a piangere per lei, riderebbe di noi e comincerebbe a prenderci in giro!-.
Luna cerca di trattenere un sorriso, per non darmi soddisfazione.
Anche a me manca molto Ginevra, però cerco di non darlo a vedere per non complicare ancora di più la situazione. Già Luna non riesce a capacitarsene, Harry è partito per il ministero il giorno stesso in cui abbiamo trovato il biglietto di Ginny ed, a Hogwarts, tutti fanno supposizioni su cosa possa essere successo. Ormai, tutti sanno che lei ed Harry si sono lasciati, anche se non sanno il perché. Spesso, nei corridoi, sento qualche studente spettegolare su di loro; una volta, ho sentito qualcuno dire che lei, addirittura, sarebbe scappata con un altro o, un’altra volta ancora, che se ne sarebbe andata via per il troppo dolore provato, per essere stata lasciata. Le ipotesi sono mille ma nessuno si è mai avvicinato alla verità.
La mia unica preoccupazione, che mi segue sempre, è che Ginny sia arrabbiata con me; l’ultima volta che ci siamo visti, lei non mi rivolgeva ancora la parola per aver raccontato tutto a Harry. Ho solo paura che lei non mi abbia perdonato e che non voglia più saperne di me.
-Starà pure bene, ovunque sia, ma sono, lo stesso, preoccupata. Perché andare via da Hogwarts? Aveva lasciato Harry. Poteva stare con Malfoy. Lo aveva detto sia a me sia a te e, allora, perché andarsene?-.
Mi alzo in piedi esasperato.
-Ti prego! Abbiamo fatto questo discorso già migliaia di volte! E’ quasi Natale, possiamo pensare a questo per almeno qualche giorno?- le chiedo quasi come supplica.
-Rifaremo lo stesso discorso fino a quando non troveremo anche una sola ragione logica-.
Conosco quel tono autoritario per non sapere che, se non la assecondo, non finirà per niente bene.
-Te l’ho già detto! Avrà bisogno di riflettere! Forse quando ha deciso di lasciare Harry, non era poi così convinta e, ora, ha voluto prendersi un po’ di tempo per pensare-.
-Ma ti ascolti quando parli? E una persona che, come dici tu, vuole riflettere, parte nel cuore della notte senza dire niente a nessuno. Senza dire dove va, quando torna …  così!- dice con una risata quasi isterica.
-Tu vedi cose che non esistono, invece!-. Stufo di ripetere le stesse cose, riafferro i guanti per ricominciare a lavorare ma Luna mi blocca.
-Lei era innamorata di Malfoy. Me l’ ha detto! E, nonostante tutto, era contenta! Felice. So che a te non piace Malfoy ma cerca di essere obiettivo. Ti sembra che stia bene, Malfoy, adesso? Lo hai visto ultimamente, no?-.
So a cosa si riferisce. In effetti, nell’ultimo periodo, Malfoy si vede ancora meno del solito e le poche volte che l’ho visto, mi è sempre sembrato di pessimo umore. Già prima, non è che brillasse per la sua simpatia ma, adesso, è proprio inavvicinabile. Tutti gli studenti sono terrorizzati quando devono entrare nella sua aula, la McGranitt l’ha già richiamato parecchie volte ma lui sembra infischiarsene. La cosa che più mi ha impressionato è che neanche i serpeverde sono immuni dalle sue urla o scatti d’ira. Avrà messo in punizione, in pratica, tutti gli studenti di Hogwarts. Nessun professore ha il coraggio di contraddirlo e, l’unica che sembra un po’ ascoltare, sembra proprio la McGranitt; a differenza di Lumacorno che, per paura di far arrabbiare Malfoy, è diventato il suo galoppino personale.
-Probabilmente hai ragione ma Malfoy, da quando lo conosciamo, non si è mai comportato bene! E’ solo un po’ peggiorato, tutto qui!-.
-Sei proprio bravo a nascondere la testa solo la sabbia! Non capisco perché non sono scappati insieme!!-. La fulmino con lo sguardo.
-Dovresti essere contenta che non sono scappati insieme! Sarebbe stata, veramente, la fine!-. Mi vengono i brividi solo a pensarci. In effetti, quando Harry mi ha fatto leggere il biglietto che ci aveva lasciato Ginny, anch’ io, d’impatto, avevo pensato fosse scappata con Malfoy e poi, però, quando ho saputo che lui era ancora nel castello, una parte di me si è risollevata. Anche se a dirla tutta, un po’ mi sono stupito pure io!
Col senno del poi, l’unico che non mi è sembrato per niente stupito è stato Harry. Forse lui, anche se non vuole dircelo, già lo sapeva! Stesso discorso per la McGranitt! Lei però mi ha confermato che Ginny era andata a chiederle il permesso per lasciare Hogwrts! Non mi ha detto altro ma ho il sospetto che lei sappia dove sia andata.
-Luna, per l’ultima volta. Si vede che, quello con Malfoy, era solo un fuoco di paglia. Se si fossero voluti veramente bene, lei non se ne sarebbe andata. Oppure Malfoy ha fatto qualche cretinata delle sue e Ginevra si è accorta con chi aveva veramente a che fare. Tutto qui. E sono convinto che tornerà molto presto!-. Le do una carezza sulla guancia ma lei si ritrae.
-E se non fosse così? Se non tornasse tanto presto?- afferra i miei guanti e me li lancia contro.
-Se non torna, ti prometto che la cercheremo! Tu ed io! Ok?- le dico per rasserenarla.
-Ah sì? E sentiamo. Dove??-. Non so risponderle. Non ho la minima idea da dove cominciare a cercarla. Ci guardiamo in cagnesco per un po’ ma poi, vedo Luna dirigersi fuori dalla serra.
-E adesso dove vai?-. Spero solo di non aver fatto male ad accettare il suo invito a passare il Natale con lei e suo padre. Quella folle ha invitato anche mia nonna, che ha subito accettato. Non vedeva l’ora di passare un po’ di tempo con la mia fidanzata. Hanno una strana sintonia e questo, un po’, mi spaventa. Non so se ho le forze, per litigare con entrambe.
-Mi sono dimenticata di fare gli auguri a una persona!- urla mentre sbatte la porta.
Ah, le donne! Ma chi le capisce!!
 
 
 
 
Siedo alla mia scrivania, mentre mi verso il quarto bicchiere di whisky incendiario della serata. Lo bevo in una sola golata e sento, trachea e stomaco, quasi prendere fuoco. Forse sono stato troppo veloce; cerco di respirare e il bruciore lentamente diminuisce. Devo ammettere che ho una buona soglia di sopportazione, visto quanti litri di questa roba butto giù, ogni sera.
Finalmente oggi è stato l’ultimo giorno di lezione prima delle vacanze natalizie. Non sopporto più quei mocciosi del primo o secondo anno e nemmeno quegli spocchiosi dell’ultimo anno. In realtà, tutti gli studenti sono irritanti, per me. Per vendicarmi della fatica che ho sprecato per tollerarli, li ho riempiti di compiti. Sfido chiunque a fare tutta quella roba! Quelli che riusciranno a fare tutto, li conterò sulle dita di una mano mentre gli altri… Beh, gli altri hanno già una punizione assicurata.
Mi verso un altro bicchiere mentre, dentro di me, mi pento di aver accettato l’invito di Blaise di partire con lui per Natale. Essendo entrambi soli, ha deciso che è arrivato il momento di concedersi una vacanza per soli uomini. Chissà in che bordello mi porterà! Ho detto sì solo perché, l’altra sera, quando me l’ ha chiesto, mi ha preso in contropiede, visto tutto quello che c’eravamo bevuti ed ero troppo impegnato a svestire quella deliziosa biondina, di cui nemmeno ricordo il nome.
A dirla tutta, tanta fatica per niente! Tutto il tempo perso per convincerla a venire via con me sulla via della perdizione, per cosa? Per la noia fatta a persona.
Sto per buttare giù l’ennesimo whisky quando sento bussare alla porta. Sono le undici passate. Chi diavolo può essere a quest’ora? Ho un leggero sussulto, ogni santa volta che sento qualcuno bussare.
-Chi è?- chiedo brusco.
Nessuno risponde ma vedo la porta aprirsi.
Anche se l’alcool inizia a farsi sentire, vedo una lunga chioma bionda far capolino nel mio ufficio.
-Oh no! Che qualcuno mi aiuti! La Lovegood no!- dico ad alta voce, sperando che lei mi abbia sentito bene. Mi ci mancava solo la pazza isterica.
-Malfoy! Ti trovo in splendida forma!- non so perché ma ho come la sensazione che sia ironica. Si è mai vista allo specchio quell’essere? Per non parlare di quel coso che lei chiama fidanzato. Mi danno il voltastomaco, entrambi.
-Vorrei dire lo stesso di te ma sarebbe una bugia, Lovegood!-. Non sembra essersi molto offesa.
-Sei ubriaco? Perché vorrei parlare di una cosa seria e vorrei essere sicura che tu riesca a capire cosa dico!-.
-Oh ti assicuro che sono in pienissima forma!- le dico ingurgitando il liquido nel bicchiere. Con la mano mi tiro indietro i capelli che mi ricadono disordinati sulla fronte.
-Bene! Se Neville sa che sono venuta da te… potrebbe uccidermi ma tu sei l’unico che può darmi una mano. Sei la mia unica possibilità!-.
-Stai pur certa che, se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti, non la farò!- scoppio a ridere da solo, pur notando che, la Loveggod, è rimasta impassibile.
-Si tratta di Ginevra!-.
La risata mi muore in gola. Torno subito serio ed è come se l’effetto dell’alcool fosse, miracolosamente, scomparso. Da quanto non sentivo più pronunciare il suo nome da qualcuno? Sento subito la rabbia riaffiorare ma cerco di non tradirmi.
-Ginevra. Ginevra. Ginevra, chi?- la provoco. Pronunciare quel nome mi provoca una certa fatica.
-Non ho molto tempo da perdere. Diventa serio solo cinque minuti- non le rispondo –Ginevra. Non so se te la ricordi. Quella ragazza con i capelli rossi, piuttosto bella. Credo tu l’abbia conosciuta. Sai, quella di cui non si hanno notizie da due mesi!!-. Sbaglio o il suo tono è un tantino accusatore??
E comunque non sono due mesi!!! Sono esattamente 67 giorni.
-Sai ultimamente di ragazze con i capelli rossi, ne ho viste parecchie!- dico malizioso. Trovo soddisfazione nel vedere la sua espressione disgustata. Non importa se le ho mentito, la Lovegood non deve saperlo. Sono stato con una ragazza diversa ogni sera ma di tutte le quasi settanta ragazze che mi sono fatto, nessuna aveva i capelli rossi. Nemmeno lontanamente. Continuo a raccontare, a me stesso, che è solo una coincidenza.
Mi appoggio alla poltrona con fare trionfale e aspetto una sua risposta che però, tarda ad arrivare.
Rassegnata ma quasi sollevata, si gira per andarsene.
-Peccato Malfoy! L’avevo trovata e mi aveva detto di cercarti! Pazienza!- Scandisco ciò che ha appena detto. Parola per parola. La guardo mentre chiude la porta e mi augura un buon Natale, con la sua solita espressione svampita. Quando la porta è di nuovo chiusa, scatto in piedi, così forte che faccio rovesciare la bottiglia di whisky.
All’improvviso, sento un caldo soffocante.
Le ha detto di cercarmi. Forse è tornata! Dovrei fregarmene, dopo tutto ciò che mi ha fatto! Devo respirare. Draco, prova a contare fino a dieci!! Provo a risedermi ma non ce la faccio!
-LOVEGOOD, FERMATI!!!!- esco ,quasi correndo, dal mio studio aspettandomi di doverla cercare per tutta Hogwarts e, invece, la ritrovo, appoggiata tranquillamente vicino alla porta del mio studio. A momenti, le vado a sbattere addosso! E’ sempre stralunata ma mi sembra di leggere, in lei, una punta di soddisfazione.
Ho il fiatone e non riesco nemmeno a parlare.
-Vedo che hai capito di chi parlavo!-.
-Che gioco è questo?- farmi deridere dalla Loveggod, non posso sopportarlo.
-Volevo solo essere certa che, a te, importasse ancora di Ginny! E, a quanto pare, direi proprio di sì!- mi canzona tutta soddisfatta.
-A me non interessa nulla della tua amica. Mettitelo in testa e diglielo anche alla Weasley!- le sbraito contro.
-Ah ecco perché hai tirato quell’urlo disumano! Non perché volevi avere notizie di Ginevra, vero?-. Non capisco se stia aspettando una mia confessione o mi stia solo provocando.
-Se hai qualcosa da dirmi, dillo! Se no, vattene via!-.
-No, sei tu che devi dirmi qualcosa! Voglio sapere perche Ginny se n’è andata!-.
Ora, ho capito. La Lovegood mi ha solo ingannato per farmi parlare. Non le dirò proprio nulla. Non sapranno mai niente, da me. Poi per cosa? Per umiliarmi anche davanti a loro.
-Io non ti dirò niente!- le dico ridendo e rientro nel mio ufficio ma sento la Loveggod, imperterrita, seguirmi all’interno dello studio.
-Ok. Allora parlo io. Le hai fatto qualcosa di male?-. Questo è troppo. Non bastava la Weasley, ora, anche la Lovegood vuole prendersi gioco di me!
L’afferro per un braccio e la strattono con forza, per poterle fare male e mi avvicino affinché lei mi possa sentire bene.
-Non ti permettere! E’ la tua cara amichetta che ha il marcio dentro. Non io!-. La lascio, prima di spezzarle veramente il braccio.
-Era quello che volevo sentirmi dire- forse anche lei stasera ha bevuto un po’ troppo –Ascoltami solo un momento-.
-Poi, te ne vai?- annuisce. Stanco di parlare, mi risiedo alla mia poltrona e senza guardarla, le faccio segno d’iniziare.
-Allora. Se tu non hai fatto niente, dev’esserci un motivo perché se n’è andata via così, no? Non può essere impazzita, all’improvviso! Io la conosco! Lei è troppo legata ad Hogwarts, ai suoi amici.... alla sua squadra!!-.
Rivivo nella mia testa la mia ultima conversazione con la Weasley. Non riesco a non provare una rabbia incontrollabile, ogni volta che ci ripenso. Sono rimasto sveglio tre giorni dopo l’ultima volta che l’ho vista. Sono dovuto andare da Madama Chips per farmi dare qualcosa, per riuscire a chiudere occhio. E da allora , comunque, non dormo più di tre o quattro ore a notte; sono state giornate orribili. Non darò la soddisfazione alla Lovegood di sapere, come la sua amica mi abbia devastato.
-Starà cercando il modo di poter tornare col suo amato Potter!-.
-Senti Malfoy. Parliamo tenendo acceso il cervello. Lei lascia Potter, gli dice di voi due, lo dice a me ed a Neville e poi cosa fa? Vi scarica entrambi e scompare senza dire dove sia! Ti sembra una cosa logica! Deve essere successo qualcosa!- mi dice sbattendo le mani sulla mia scrivania.
-Ora basta! Non è una cosa di cui mi piace parlare! E’ chiaro? Si vede che, ovunque sia, ha qualcosa di molto più interessante da fare! E, forse, alla tua cara amica non importava molto né di me né del prescelto. Ha voluto divertirsi e basta-.
-EH NO! Questo non te lo permetto di dire! Lei ti ha difeso a spada tratta con Neville, con Harry e pure con me. Lei era innamorata di te! Stupido che non sei altro! Lei non si è mai presa gioco delle persone!-.
-Ti assicuro Lovegood che la Weasley non prova nulla. Né per me, né per Potter! Pensavo che non sarebbe mai potuto succedere, invece ora, io e Potter abbiamo qualcosa in comune. Entrambi siamo stati illusi dalla stessa ragazza!-.
-Senti, tu non mi vieni a dare lezioni su Ginevra Weasley. Hai capito? Io le ho parlato…-.
-Anche con me ha parlato, se per questo!- mi alzo in piedi per poterla guardare bene negli occhi –E so cosa ti sto dicendo, demente!-. Non la sopporto più.
-Ah sì? E cosa ti avrebbe detto? Ha parlato con me tutto il pomeriggio. Mi ha raccontato tutto di voi…-.
-BASTA! Non tollero di parlare di quella svergogn…!-.
-Mi ha detto che era innamorata di te! Me l’ ha detto lei stessa!-. Mi blocco immobile a fissarla. Ripeto quella frase nella mia mente e, come un vortice, quelle poche parole spazzano via tutte le brutte cose che stavo per dire. Crollo sulla poltrona cercando di ragionare razionalmente. Perché alla Lovegood ha detto questo e, a me, ha detto l’esatto contrario? C’è qualcosa che non mi torna.
-Stai mentendo! Hai detto che ci hai parlato al pomeriggio. Io l’ho vista subito dopo cena e lei mi ha detto l’esatto opposto! Me l’ ha detto lei stessa!- la beffeggio con le sue stesse parole.
Noto che, la Lovegood, si ferma a fissarmi. Anche lei, sta ripetendo il ragionamento nella sua piccola testolina semivuota.
-Io non ti sto mentendo, Malfoy! Lo giuro su mio padre! Mi ha anche detto che tu non mi avresti mai escluso dalla sua vita. Parlava di un futuro con te! Che motivo avrei di prenderti in giro?-.
Se lei non mente e io, di sicuro, ricordo benissimo cosa la Weasley mi ha detto quella dannata sera,c’è un passaggio che mi sfugge.
-Allora se, io e te, diciamo la verità, chi è che ha mentito?- chiede la Lovegood più a se stessa che a me.
-Ginevra!- mi rispondo da solo, anche se ora, la vera domanda è: a chi ha mentito? A me o alla Lovegood?
-Senti Malfoy, non è più un dubbio ma una certezza. C’è qualcosa che mi suona male, in tutta questa storia!!-.
-Potrebbe sempre averti mentito oppure potrebbe aver cambiato idea …-. Sento le gambe iniziare a tremarmi. In effetti, quella sera, l’avevo vista un po’ strana ma non ci avevo dato molto peso. Ero più concentrato ad ascoltare quello che mi stava dicendo!
-Ma dai! Non ci sarebbe stato nessun motivo per mentire a me e i sentimenti non cambiano in tre ore!-. Mi massaggio la fronte per ragionare ma mi rendo conto che è, l’evidenza, quella che conta.
-Non importa cos’ha detto, i fatti sono che se n’è andata! Se n’è andata via, con le sue gambe! Nessuno l’ha costretta e non è in pericolo, se no la McGranitt non se ne starebbe così tranquilla! Se ci avesse tenuto tanto a me, non se ne sarebbe andata! -. Mi sono ripetuto questa frase per due mesi e l’ho sempre trovata confortante. Anche adesso, nonostante tutto, mi sembra la semplice verità.
Tutto quello che ha detto la Lovegood, non toglie il fatto che lei abbia deciso di andarsene e di lasciarmi qui, per due mesi, dopo avermi spezzato, completamente, in due.
-Tu ti sei arreso! Lei se n’è andata, tu non ti sei fatto domande, hai incolpato lei e ora ti sei ridotto così!- mi guarda come se fossi un verme.
-Cosa dovrei fare? Umiliarmi per qualcuno che non mi vuole? Questa è una delle tue tante strambe idee! Fattene una ragione! Non c’è nulla che non va!  -. La Lovegood sorride.
-Tu pensavi sarebbe stato facile, stare con lei? Al primo ostacolo, tu che fai? Getti la spugna. E poi ti ubriachi, tratti male la gente, cambi donna ogni sera. E’ quello che sai fare meglio, no? Noi abbiamo visto sempre e solo questa parte di te. Ginny, invece, aveva visto qualcos’altro in te ma forse si era sbagliata. Tu non sei degno di una persona come lei! E anch’ io ho sbagliato a venire da te!! Pensavo saresti stato dalla mia parte ma così non è. Mi farò aiutare da qualcun altro. Buona bevuta, Malfoy -. Mi guarda disgustata un’ultima volta e poi esce dal mio studio, sbattendo la porta dietro di sè.
Vorrei dirle che non è vero che mi sono arreso ma che mi sono adeguato solo all’evidenza. Che cosa dovevo fare? Supplicarla?
Ora, dovrei anche sentirmi in colpa? Sta dando i numeri, forse!
C’è solo un piccolo dettaglio. Ora come ora, non mi ricordo più il motivo per cui, in tutto questo tempo, non l’ho mai cercata. Guardo il bicchiere e la bottiglia davanti a me, tentato a bere ancora un po’ ma poi mi tornano in mente le parole della Lovegood.
Non può essere impazzita all’improvviso.
Deve essere successo qualcosa.
I sentimenti non cambiano in tre ore.
Prendo la bottiglia mezza piena, e la scaravento contro il muro. Vado verso la finestra e la apro per respirare un po’ di aria. Appoggio le mani al davanzale e guardo il cielo sopra di me.
Ho fatto di tutto per scacciarla dalla mia mente. Anche lei mi ha chiesto di dimenticarla ma mi rendo conto di essere ancora molto lontano dal farlo. La triste realtà è che non faccio altro che distrarmi in tutti i modi possibili per non pensarci. Non devo dare retta alla Lovegood e far finta che non sia successo nulla. Mi serve ancora solo un po’ di tempo in più e, poi, tornerò ad essere il vecchio e caro Malfoy!! Devo solo non farmi distrarre dalle paranoie della Lovegood. Perché sono solo delle idiozie. Vero?
 
 
 
 
-Ti piace, Draco? Ammettilo che ho scelto bene!-. Mi guardo attorno e tutto ciò che vedo non mi sorprende un granché! Un gran bel ristorante ma nulla di speciale! Ne ho visti a dozzine di posti così! L’unica cosa che noto è che è molto riservato! Nonostante le dimensioni notevoli di questo locale, vedo che è diviso in vari angoli, più o meno nascosti! Ci saranno non più di una decina di tavoli.
-Una meraviglia!- sa benissimo che sono ironico ma è  talmente fiero che non credo mi abbia nemmeno sentito. L’unica cosa che a Blaise interessa è essere riuscito a convincermi e a portarmi fino a qui; che poi a me piaccia o no, è di seconda importanza.
-Ti prometto che, quando vedrai con chi festeggeremo, mi ringrazierai. E togliti quell’ espressione da morto che hai. Non ti si addice allo smoking!-.
In effetti, ancora non mi capacito del perché abbiamo dovuto vestirci come due pinguini per la cena di Natale. Avrei preferito passare la serata a letto, cercando di dormire.
Ieri sera, a casa di Blaise, dopo essermi scolato quasi tutta la cantina della famiglia Zabini, non ho avuto neanche le forze di arrivare alla mia camera da letto.  All’alba sono crollato sul divano e, per la prima volta dopo tanto tempo, al mio risveglio, non ho trovato nessuna ragazza svestita accanto a me.
Oppure potrei, di nuovo, accomodarmi al bancone del bar e provare a dimenticarmi di questa ennesima giornata. Di solito, tutti i Natali della mia vita, li ho sempre passati con i miei genitori a Malfoy Manor; e sinceramente non ho per nulla nostalgia di quei momenti.
Tutti i Natali. Tutti tranne uno.
-Buonasera!- vedo due ragazze brune, sedute al nostro tavolo, che ci salutano tutte entusiaste.
-Draco, saluta le nostre amiche!- dice mentre bacia la mano a entrambe.
-Perché le conosciamo?- vedo tutti e tre guardarmi sbalorditi.
-Ahhahahahahahaha. Draco è sempre così simpatico!- Blaise scoppia in una risata isterica mentre si riavvicina a me; mi prende sotto braccio e ci allontaniamo leggermente dal tavolo.
-Draco, non fare lo stupido! Sono le ragazze di ieri sera! Cristel e Stephanie! Erano a casa mia! Stephanie è già impegnata con me!- mi sussurra all’orecchio!
-Ah!- fingo di ricordarmene però, anche a guardarle bene, mi sembra di non averle mai viste. Mi ricordo che, ieri, ci fossero delle ragazze ma non avrei mai detto fossero loro ma, forse, perché non ho perso tempo neanche a guardarle in volto.
-Ora fai la persona educata e non farmi fare brutta figura come ieri sera, quando ti sei addormentato!-.
Si aggiusta la giacca e si catapulta accanto a quella che deve essere Stephanie, quella col vestito fucsia. Dire che è orrendo sarebbe farle un complimento. Ci si può mettere un colore del genere per venire a cenare in un posto come questo??
Guardo l’altra ragazza, che dovrebbe essere Cristel, fasciata in un microabito nero. Almeno il colore non è spaventoso come quello della sua amica; anche se, il concetto di eleganza deve essere qualcosa di sconosciuto anche a lei.
Mi accomodo accanto a lei, cercando di non guardare la profonda scollatura che ha sul davanti; avrà anche un bel decolté prosperoso ma così, non ha lasciato praticamente nulla all’immaginazione.
-Come stai Draco? Ieri sera, non ci siamo nemmeno salutati come si deve!- mi dice mentre con la sua mano accarezza la mia gamba.
-Ero piuttosto stanco!- le dico mentre mimo al cameriere di portarci da bere.
La ragazza sembra decisa a cenare addosso a me, siccome ha appoggiato la testa sulla mia spalla. Guardo Blaise palpeggiare la ragazza dal vestito fucsia, incurante del fatto che tutta la sala li stia guardando, sgomenti.
-Draco, non mi sembri di buon umore. Posso fare qualcosa per rallegrarti un po’?- mi sussurra Cristel all’orecchio mentre la sua mano s’intrufola sotto la mia giacca.
Vedendo il cameriere arrivare, afferro il polso della ragazza e la spingo via; fintamente offesa, si allontana ma, alemno, la smette di toccarmi.
-Draco! Non hai idea dei programmi che ho per il dopocena?- dice Blaise sporgendosi un po’, con aria da furbo. Come se fosse difficile immaginarli? E’ abbastanza monotona la sua idea di divertimento.
-Buonasera signori. Come posso esservi utile?- chiede il cameriere; è un signorotto di mezz’età con due grandi occhi azzurri. Mi sorride mentre faccio l’ordinazione per tutti e, quando ho finito, fa un leggero inchino come ringraziamento. M’incanto a fissarlo mentre porta le nostre comande in cucina.
-Non hai idea della gente che c’era ieri a Diagon Alley. Tutti affaccendati a comprare i regali di Natale. Si faceva fatica persino a camminare-. Sento Stephanie parlare con Cristel.
-Io odio il Natale! Tutta la confusione che si crea! Pensa che l’anno scorso, mi sono dovuta sorbire una cena di Natale con tutta la famiglia del mio ex fidanzato. Una pesantezza!- civetta Stephanie. Mi porto le mani alla testa! Se avessi saputo che il piano di Blaise era passare tutta la serata con queste due oche, non mi sarei neanche scomodato a mettermi lo smoking. I vestiti che metto tutti i giorni sono già fin troppo per queste due. Girando la testa, mi accorgo di una coppia seduta accanto a noi; avranno, circa, una cinquantina d’anni. Quello che mi colpisce di più è che stanno cenando senza mai lasciarsi la mano. Lei sta sorridendo a lui, mentre gli racconta chissà cosa e lui non sembra perdersi nemmeno una parola di quello che dice. Sembrano così felici.
Poi, mi giro e osservo Blaise mentre bacia il collo a Stephanie catturando anche l’attenzione dell’invidiosa Cristel; improvvisamente, mi sento così disgustato da tutto quello che vedo attorno a me. Sono così schifato che avrei quasi voglia di girarmi verso la coppia accanto a me e scusarmi se, i miei amici, stanno rovinando la loro cena. La verità è che mi rendo conto di essere invidioso.
Sì, invidioso, ma non della passione momentanea, tra Blaise e l’ennesima stupida di turno. No.
Sono invidioso dei signori accanto a me. Invidioso di come si tengono le mani e di come lui la guarda incantato. Mi ricordo di dov’ero esattamente un anno fa! Lo scorso Natale. Anch’ io, ero seduto a un tavolo e davanti a me c’era una sola persona: Ginevra. La guardavo estasiato e, per la prima volta nella mia vita, stavo scoprendo quanto potesse essere bello stare senza la mia famiglia.
-Io, invece, l’anno scorso, ho passato il Natale migliore della mia vita!-. Mi rendo conto di averlo detto ad alta voce e, grazie a ciò, son riuscito a catturare l’attenzione di Blaise.
-Ah sì? E cosa avresti fatto?- mi chiede, un po’ confuso. Si susseguono i ricordi di me e la Weasley, dell’anno scorso. La torta, la sua risata, il maglione che le ho regalato e poi… No, basta! Non mi fa bene pensare a quello che è successo dopo. Non devo ricordare!
La signora accanto a me, si sporge sul tavolo per dare un bacio sulla guancia al suo uomo. Smettere di guardarli mi è impossibile. Due anni fa, vedere queste cose, mi avrebbe dato il disgusto ma adesso… Ho passato due mesi a bere e a cercare di farmi distrarre da aitanti ragazze, quando, ora, vorrei solo vedere lei, anche solo per dieci minuti. Mi accontenterei anche di guardarla da lontano.
Non importa se è lei a non volermi più; io, in questo momento, la voglio come non mai.  Chissà cosa sta facendo in questo momento e se, anche lei, sta pensando al Natale dell’anno scorso.
Non posso stare qui.  Devo subito uscire da qui!!
-Scusate, devo andarmene!- dico ai miei commensali. Blaise si alza in piedi contemporaneamente a me e mi afferra per la manica della giacca.
-Che cosa? Stai scherzando?- sembra arrabbiato ma, in questo momento, non può fregarmene di meno. Domani mattina gli sarà già passata.
-Non hai sentito? Ho detto che me ne vado!- gli rispondo tranquillamente mentre mi aggiusto il papillon.
-Non puoi lasciarmi qui da solo!-.
-Oh credo, che te la caverai benissimo anche senza di me!- libero il mio braccio e mi abbottono la giacca.
-Ma si può sapere che ti prende? Mi sembra che tu non ti sia mai lamentato, nelle scorse settimane!-. Se vuole provocarmi, ha sbagliato momento.
-Vuoi sapere la verità?- gli chiedo mentre mi sposto dal tavolo per avvicinarmi a lui. –Mi sono stufato di tutto! Buon Natale, Blaise!- senza neanche salutare le ragazze, m’incammino verso l’uscita del locale.
Una volta fuori, mi accorgo che ha cominciato a nevicare. Resto incantato a guardare i fiocchi di neve e viene spontaneo chiedermi se sta nevicando anche dove si trova la Weasley . Penso a come sarebbe stato festeggiare il Natale assieme a lei; dove saremmo andati,che cosa ci saremmo regalati a vicenda! Poteva essere bellissimo e invece…
Sento qualcosa di bagnato sulla mia guancia! Deve essere un fiocco di neve e, invece, no! E’ una lacrima che mi è scesa senza neanche rendermene conto! Che cosa sto facendo?? Piangendo?!?
L’ultima volta che ho pianto era stato sulla torre di Astronomia quando dovevo uccidere Silente. Erano lacrime di disperazione mentre adesso l’unica cosa che sento è solo una gran nostalgia. Nostalgia di quello che avevo e di quello che non avrò mai.
C’è qualcosa di strano! Maledetta Lovegood! Mi mancava solo quella strampalata con le sue assurdità. E se, quella pazza, avesse ragione? Se mi stesse davvero sfuggendo qualcosa? Sì ma cosa?
 
 
 
 
31 dicembre
 
--Ginevraaaaaa!! Ginevra!! Sbrigati!! Dobbiamo andare!!-.
Mi risveglio dal mio torpore sentendo Margareth sbraitare dal piano di sotto. Le altre sono già tutte pronte; io, invece, sono ancora in camera mia e devo ancora mettermi le scarpe. Non ho molta voglia di uscire ma le altre sono riuscite a estorcermi una promessa e non mi va di deluderle.
Hanno fatto così tanto per me; mi hanno accolto, da subito, come una di loro senza mai farmi sentire a disagio. Mi hanno spronato quando stavo per mollare e, a essere sincera, mi hanno fatto fare le migliori risate della mia vita. Anche nei momenti in cui, alla fine della giornata, avrei solo voluto solo crollare sul letto, restare al buio e logorarmi coi miei pensieri, loro non me lo hanno mai permesso.
Quando sono arrivata pensavo di trovare un ambiente ostile, competitivo e invece, mi han fatto sentire subito una di famiglia.
-Ginevra! Muoviti o festeggeremo l’inizio dell’anno qui, sulla porta!-.
Devo alzarmi, prima che vengano su a prendermi con la forza! Vado nella nostra cabina armadio e prendo una delle mie decolté blu con tacco, forse, un po’ troppo sottile. Spero solo di riuscirci a camminare per più di dieci minuti. Quando sto per uscire, quasi inciampo su qualcosa che è caduto sul pavimento; devono averlo fatto cadere le ragazze. Mi piego sulle ginocchia e lo afferro: il maglione grigio di cashmere.
Il maglione che mi ha regalato Draco, il Natale scorso.
Non l’ho mai indossato ma, quando è stato il momento di partire, non ci ho pensato due volte a portarlo con me. E’ stato un po’ come portare un pezzettino di Malfoy fin qui.
Draco.
Chissà cosa starà facendo, in questo momento!! Me lo chiedo in continuazione. Non c’è giornata o notte in cui non pensi a lui ma, mai come nelle ultime due settimane, sono stata così tentata di scrivere a Luna o alla McGranitt per aver notizie di Draco.
-Eccoti. Pensavo fossi scappata!-. Mi giro e vedo la piccola Gwendolyn appoggiata alla porta –Vuoi deciderti a scendere o vuoi passare la serata, chiusa in un armadio?-.
Scoppio a ridere, mi rialzo da terra, piego il maglione e lo metto in uno dei miei cassetti. Quando mi giro, vedo Gwendolyn studiarmi sospettosa. Devo dire che, nonostante il suo taglio di capelli un po’ corto, stasera sta molto bene; indossa il tailleur nero che le ho regalato per Natale.
-Lo sai, vero, che, per me, sei un libro aperto?- alza l’indice contro di me.
-Lo so, capitano!-. So quanto non le piaccia sentirsi chiamare così, quando siamo fuori dal campo.
-Quando ti deciderai a dirci cosa ti passa per quella testa? Vorrei tanto sapere perché non possiamo far uscire la notizia del tuo ingresso nella squadra!! Tutte le ragazze al tuo posto si sarebbero già fatte fotografare da tutti i giornali possibili e tu … niente!-. Questa sarà la millesima volta che, fra tutte, mi chiedono sempre la stessa cosa.
Quando ho deciso di trasferirmi qui in Irlanda, dove si tengono gli allenamenti delle Holyhead Harpies, sapevo che, nonostante le lontananza, il mio nome e soprattutto quello di Harry fossero ben noti praticamente ovunque.
Il mio provino era fissato per il tre dicembre ma, non potendo aspettare, quando mi sono presentata direttamente al campo, dove si allenano prima dell’inizio del campionato, non potevo raccontare di tutti i miei trascorsi.  Ho passato quindici giorni di duri provini e allenamenti per convincere Gwendolyn, e tutte le mie compagne, a darmi il posto nella squadra.
Quando mi diedero la notizia, han dovuto tenermi per impedirmi di svenire dalla felicità. E’ stato, senz’altro, uno dei giorni della mia vita soprattutto perché più passava il tempo e più perdevo le speranze di essere presa.
Quella sera avrei voluto scrivere a chiunque della bella notizia e, invece, con molta lucidità, ho resistito. Il giorno dopo mi fecero subito firmare il contratto magico con cui presi coscienza, anche, di quanto consisteva il mio stipendio. Non mi aspettavo una cifra così alta, ancora prima d’iniziare a giocare la prima vera partita.
Ero riuscita anche a trovare una piccola locanda deliziosa dove poter dormire ma le mie quattro coinquiline non ne hanno voluto sapere e mi hanno praticamente obbligato a trasferirmi da loro. Abitiamo io, Gwendolyn, Margareth che è il portiere della squadra e la cercatrice, Olivia. Le altre componenti della squadra abitano nell’appartamento davanti al nostro.
Col passare dei giorni e prendendo sempre più confidenza con loro, sono riuscita a farmi conoscere ma ancora di molte cose, sono rimaste all’oscuro. Mi sono limitata a raccontare che il mio fidanzamento con Harry Potter è finito e che, per superare le cose, ho voluto lasciare Hogwarts per un po’ e venire fin qui in Irlanda. Ho detto a loro che non volevo che si sapesse dove fossi perché, almeno per adesso, non volevo interferenze da parte di nessuno. Beh, questa, non è stata proprio una bugia!!!
Per mia fortuna, gli allenamenti si tengono a porte chiuse e questo vuol dire che, almeno fin quando non saremo in procinto di cominciare il campionato, niente fotografi fuori dallo stadio! Però so che nell’ambiente del Quidditch, qualche indiscrezione è già trapelata ma non sono ancora arrivati al mio nome.
Nonostante tutto, le ragazze della squadra, avendo imparato a conoscermi, hanno capito che c’è qualcos’altro sotto tutta questa storia; continuano a farmi domande ma io evito sempre di essere molto precisa nelle mie risposte.
Gli allenamenti sono lunghi e sfiancanti ma non mi lamento! Quando volo, riesco a non pensare a nulla, solo alla palla e ai tre anelli davanti a me. E’ un onore lavorare in questa squadra; sono tutte bravissime, primis fra tutte Gwendolyn. Ho paura di non essere al loro livello, anche se da quando ho cominciato mi sento decisamente migliorata; forse le strigliate di Gwendolyn mi hanno fatto bene. Abituata all’allenamento dei grifondoro, in confronto a questo, c’è un abisso e, all’inizio, facevo fatica a seguire il passo ma poi mi sono adeguata.
Non so come sono stata io come capitano e non so nemmeno come sarò in futuro ma su una cosa sono certa.  Non sono minimamente paragonabile a Gwendolyn. Lei riesce a trovare il giusto mix tra severità e comprensione; riesce a rimproverarti e a motivarti, allo stesso tempo.
Ho grande stima in lei, sia come giocatrice e capitano capitano che come persona.
-La verità è che non vengo bene nelle foto!- le faccio l’occhiolino e insieme c’incamminiamo giù per le scale, dove ci aspettano le altre ragazze.
-Sai Ginevra, è normale provare nostalgia di casa!- mi dice sottovoce –E sai anche che, per quanto sia brutto sarebbe non averti più qui, puoi tornare ad Hogwarts quando vuoi. Potresti fare gli allenamenti dal venerdì alla domenica. Mancano ancora quattro mesi all’inizio del campionato!-.
Arriviamo giù e troviamo Margareth e Olivia che ci aspettano, già con la porta aperta; entrambe bellissime nei loro lunghi vestiti neri.
-Non le starai di nuovo dicendo che può tornarsene a Hogwarts quando vuole, vero?- chiede Olivia a Gwendolyn. Entrambe le lanciano un’occhiataccia.
-Ginevra, può fare quello che vuole. Non possiamo obbligarla!-. Margareth e Olivia spalancano la bocca, come fanno sempre quando non riescono a capire qualcosa.
-E perché mai dovrebbe volersene andare da un posto come questo, per tornare ad Hogwarts!-. Il tono con cui, Margareth, pronuncia il nome della mia cara e vecchia scuola, fa trasparire tutto il suo disappunto per un posto come quello. Ovviamente lei, essendo andata, a Beuxbatons, ha un’idea molto diversa di come debba essere una scuola; per lei l’eleganza e l’aspetto fisico sono indispensabili per avere una giusta istruzione. Devo ammettere, però, che nonostante i suoi modi un po’ altezzosi, è una ragazza con un gran cuore che, quando si affeziona a qualcuno, fa fatica a non impicciarsi.
-Margareth…- cerco d’intervenire ma subito m’interrompe.
-Qui ha noi, una bella casa in una bella città con negozi meravigliosi. Dovrebbe tornare in quel castello cupo e triste a giocare con quegli imbranati e, soprattutto, con quelle divise orrende!-. La sua faccia disgustata è uno spettacolo. Non si può non trattenere una risata quando fa così.
Se solo penso che, per comprare i vestiti per la notte di capodanno, ci ha fatto girare quasi tutti i negozi, per giorni e giorni e guai a contraddirla. A Bonnie, il nostro portiere, piaceva un vestitino viola abbastanza semplice e, quando ha fatto l’errore di farlo vedere a Margareth,  le sue urla le han sentito per tutta la città. Il giorno dopo il vestito era già sparito dall’armadio di Bonnie ma, nonostante la certezza che sia stata lei, Margareth continua a professarsi innocente.
A me, per fortuna, è andata molto meglio perché, per non rischiare, ho deciso di mettermi il vestito blu cobalto che, la stessa Margareth, mi ha regalato per Natale.
-Margareth, non intendo andare da nessuna parte! Puoi stare tranquilla! Non mi trasferirò un’altra volta. Quando tornerò, sarà solo un paio di giorni! Questo mi è concesso?- le chiedo mentre afferro una giacca dall’appendiabiti.
-Visto, Gwendolyn? Avevamo ragione noi. Non vuole andarsene!-. Olivia e Margareth lanciano uno sguardo di vittoria a Gwendolyn che, rassegnata, evita di rispondere. Fuori dal campo, contro Margareth, siamo tutte destinate a perdere.
E’ la verità! Mi piace stare qui ma c’è una cosa che mi piacerebbe tanto fare: rivedere Draco. Se ci fosse lui, sarebbe tutto perfetto.
-Bene. Ora andiamo! La serata ci aspetta!-. Olivia esce dalla porta e tutte noi la seguiamo. Sul pianerottolo ci sono già tutte le altre che ci stanno aspettando.
-Ve lo dico già: non è colpa mia! Prendetevela con Ginevra che si è persa nei meandri dell’armadio -.
Mentre Margareth spiega il motivo del nostro ritardo a tutte, io e Gwendolyn ci scambiamo uno sguardo d’intesa.
-Bene! Possiamo andare a distruggere le speranze di qualche giovanotto!- ci incita Olivia.
Devo ammettere che, a guardarci bene tutte assieme, facciamo proprio un bell’effetto; sarà difficile non farci notare.
-Allora dove si va?- chiedo, cercando di entrare in un clima di festa, anche se mi costa una certa fatica. Fra due ore, finirà l’anno e si porterà via con sé così tante cose. E’ stato difficile e meraviglioso allo stesso tempo; mi piacerebbe essere una zanzara e andare a vedere quello che stanno combinando tutte le persone che conosco, ma così non sarà. Meglio pensare ad altro!
 
 
 
 
31 dicembre, h. 23.30
 
Non sono ancora sicuro che questa sia stata una buona idea ma, dopo gli ultimi giorni, non saprei cos’altro fare. Cammino nervosamente, avanti e indietro, continuando ad aggiustarmi i polsini della camicia. E’ tutta colpa della Loveggod! Sono dieci giorni che non mi do pace, cercando di ragionare su ciò che ha detto e su cosa, invece, intendeva dire.
Forse sto solo impazzendo ma, peggio di così, cosa può succedere? Non so se è giusto quello che sto facendo ma… al diavolo tutto!!
-Buonasera signor Malfoy!Scusi il ritardo!-. Finalmente!
-Ritardo? Questo lei lo chiama ritardo? E’ dalle otto che sono qui ad aspettarla!-. Guardo il mago di fronte a me; basso, torchiato e con i capelli sporchi, non ha proprio l’aspetto di qualcuno di affidabile.
-Mi perdoni ma c’è voluto più del previsto. Volevo essere sicuro al cento per cento!-. E’ intimorito da me o, più probabilmente, ha solo paura che io non lo paghi.
-Allora? Non ho tempo da perdere!- urlo spazientito.
-Ho scoperto dove si trova! Abita in una cittadina magica vicino a Dublino!-. Dublino? Che c’è andata a fare in Irlanda? Pensavo fosse rimasta nelle vicinanze; non che fosse andata così lontano! Lontano si fa per dire; smaterializzandomi sarò lì in un attimo.
-E si può sapere, a fare cosa?-. Con tutto quello che lo pago, non avrà scoperto solo questo.
-Ehm…no!- Sta scherzando? –Però se vuole, signor Malfoy posso portarla, nel posto in cui si trova adesso! L’ho vista entrare con altre ragazze!-.
Una parte di me esulta sapendo che, ovunque sia, è con delle ragazze e non con un nuovo ragazzo. Devo rimanere fermo nella mia idea di partenza. Poche domande, guardarla dritta negli occhi e capire se è successo qualcosa, come dice la Lovegood, oppure no.
-Va bene. Portamici! Stai attento, però, perché se cerchi di fregarmi, ti assicuro che non vedrai più la luce del sole!-.
Quasi tremando mi porge il suo braccio e lo afferro, nonostante la mia riluttanza a toccare qualcosa di così sporco!
La smaterializzazione dura qualche secondo più del solito , forse dovuto alle scarse capacità magiche del mio accompagnatore. Atterriamo su una strada poco trafficata ma molto illuminata. Le strade sono pulite e ciò vuol dire che qui non ha nevicato.
Attorno a me, è pieno di ristoranti, pub e osterie tutti illuminati, pronti a festeggiare l’anno nuovo; a prima occhiata, il posto mi sembra molto più bello di Hogsmeade o Diagon Alley.
-E’ lì dentro!-. M’ indica la porta di un ristorante proprio davanti a me. Molto raffinato!
Prendo dalla tasca interna il sacchetto coi soldi per Carter e glieli metto sulla mano.
-Questo è quello che avevamo pattuito. Ora vattene!-.
Fa un piccolo inchino e si smaterializza di nuovo; mi risistemo la giacca per la millesima volta. Al di là di quella porta, c’è lei! Dopo quasi tre mesi, la rivedrò. Devo restare calmo e impassibile.
Faccio un lungo respiro per scaricare la tensione ed entro; subito dentro, si avvicina un cameriere che, con tono gentile, mi chiede come può essermi utile.
Mi guardo attorno e ammetto che il posto, da dentro, è ancora più bello che da fuori. Al centro dell’enorme sala, c’è un pianoforte incantato che suona una melodia lenta ma molto intensa.
Girandomi verso la destra del cameriere, vedo un grande tavolo rotondo; è un attimo ed eccola lì!
La riconosco, anche se è girata a parlare con una ragazza bionda accanto a lei. Saranno una decina ma mi basta guardarne un paio per capire chi sono.
Faccio qualche passo verso di loro e alcune iniziano a girarsi verso la mia direzione, forse cercando di capire chi io sia.
Non avevo mai visto le Holyhead Harpies da così vicino; sono tutte molto belle ma nessuna è minimamente paragonabile a Ginevra.
Credo di aver capito cosa ci faccia qui con loro; mi avvicino ancora un po’ ma poi mi fermo in mezzo alla sala a guardarla mentre ride di qualcosa che le ha appena detto la bionda accanto a lei.  Ha i capelli raccolti dietro la testa, un abito blu cobalto intrecciato sulla schiena e ha un paio di brillantini ai lobi delle orecchie.
Se possibile, credo sia diventata ancora più bella dall’ultima volta che l’ho vista. Incuriosita dalle sue colleghe, segue il loro sguardo e mi vede; smette subito di ridere e resta pietrificata a fissarmi.
Eccoci.
 
 
 
 
Oh mio Dio! Non può essere lui! Come fa a essere qui?
-Chi è quel ragazzo? Ha un viso che non mi è nuovo!- mi chiede Margareth accanto a me.
Non riesco a pronunciare niente, sono senza salivazione; lo guardo immobile. Non so se ho le forze di alzarmi in piedi. Cos’è venuto a fare? Ha scoperto qualcosa? E se ha saputo tutto e ha già fatto qualche casino?
-Anche a me, sembra già di averlo visto da qualche parte ma non ricordo dove!- risponde Bonnie.
Al tavolo, cala un silenzio profondo; tutte si girano a guardarlo ma, prima che gli chiedano qualcosa, mi alzo in piedi.
-Aspettatemi qui! Torno subito!- non so se mi hanno sentito ma poco importa.
Immobile al centro della sala, più mi avvicino e più sento le gambe tremarmi. Certo che sentirmi lo sguardo di tutte le mie compagne, non è di molto aiuto.
Draco ha un completo nero ma al posto della solita camicia, porta un dolcevita bianco. Vorrei prendergli la mano ma questo non aiuterebbe. Distolgo lo sguardo per provare a calmarmi.
-Che ci fai qui?- gli domando ma lo vedo diverso. Ha uno strano sguardo.
-Passavo di qua e guarda chi trovo!- il tono della sua voce mi suona molto più accusatore di come me l’aspettavo.
-Usciamo da qui! C’è gente…-. Faccio un passo verso l’uscita ma lui mi blocca afferrandomi per un braccio.
-No! Io voglio parlare davanti a testimoni!-. E’ impazzito? Non vorrà mica fare una scenata davanti a tutti!!
-Draco…-.
-No! Ora stai zitta e tu ascolti me!- per un momento, ho pensato che fosse venuto qui per chiarire o per chiedermi spiegazioni. Non che volesse aggredirmi.
-Da dove cominciamo? Dopo tutto quello che ho fatto, tu sparisci per quasi tre mesi senza dare tue notizie! Non una lettera, un segnale, niente! Dopo quello che mi hai detto, mi lasci in un corridoio, mi volti le spalle e te ne vai, senza aggiungere altro! Niente!-.
-Ti ho spiegato perché…- tutta la sala comincia a guardarci. Pensavo avesse scoperto tutto e, invece, è solo arrabbiato per quello che gli ho fatto.
-Ti ho detto di stare zitta!- dice quasi minaccioso –Mi hai rotto le palle per due anni facendomi la morale sulla brutta persona che ero, su quello che era giusto o sbagliato. E, invece, tu cosa sei? Egoista, manipolatrice che non sei altro!-.
-E tu hai fatto tutta questa strada per insultarmi?- gli chiedo offesa. Per un secondo, avevo pensato che lui fosse venuto a prendermi o che, avendo saputo tutto, si fosse presentato per restare. Non certo questo! Se solo sapesse che l’ho fatto solo per non farlo sbattere ad Azkaban, non mi urlerebbe in questo modo, davanti a tanta gente.
-Oh no! Devo ancora cominciare a insultarti!-. Sembra compiaciuto all’idea di trattarmi male.
-Beh, allora dovrai farlo senza di me! Non starò un secondo di più, qui, ad ascoltarti!- lo supero dandogli una spallata. Esco dal ristorante ma subito dopo, sento di nuovo la porta sbattere. Mi sta seguendo.
-Fermati, Weasley!-.
-Sei venuti qui per rovinarmi la serata? Ci trovi gusto a gridarmi contro?-. Sono io che torno indietro per affrontarlo. E’ più forte di me! Sono così arrabbiata! Avevo avuto la speranza che questo enorme casino fosse finito e, invece no! E’ venuto solo a infierire su di me.
-Io ti ho rovinato la serata? E cosa dovrei dire io? Perché tu a me, invece, non hai rovinato nulla,vero?-. Almeno, ha abbassato il tono di voce.
-Va bene. Mi dispiace. Vuoi che m’inginocchi a chiederti umilmente perdono?!? Ti ho detto solo la semplice verità!-.
-Verità? Allora perché la Lovegood continua a dire che tu, quel giorno, le hai detto l’esatto opposto di quello che hai detto a me?-. Luna ha parlato con Draco? Dev’essere molto più preoccupata di quello che pensavo! Andiamo con ordine, però. Di Luna mi occupo dopo; se, però, Draco mi chiede questo, forse, non è venuto solo per urlarmi addosso! Tutto, allora, dipende da come rispondo a questa domanda. Mi basterebbe dirgli che ha ragione Luna e, probabilmente, festeggerei il più bel ultimo dell’anno della mia vita! Se non fosse che, qualche giorno dopo, lo ritroverei, forse, in mezzo ai dissennatori.
-Luna si sarà confusa! Non ricordo di averle mai detto nulla!-. Mentire. Continuare a mentire.
-La Lovegood ne è sicura!-. Quanto hanno parlato, questi due? MI mancava solo che diventassero confidenti.
-Senti, Draco. Pensala come vuoi. Se avessi avuto altro da dirti, sarei tornata a cercarti, no?-. In realtà, ne avrei migliaia di cose da dirgli. Prima fra tutte che non ho ancora visto nessuno che sia bello come lo è lui stasera e che, quando è arrabbiato, lo diventa ancora di più.
-E’ successo qualcosa che non vuoi dirmi?-. Spero che la mia faccia non mi tradisca.
-No!- dico piano, senza guardarlo negli occhi.
C’è un momento interminabile di silenzio in cui entrambi ci guardiamo.
-E cosi’ sei entrata nella squadra!-. Annuisco senza rispondere. Non ce la faccio più.
Da dentro i locali, sento il conto alla rovescia.
-Buon anno Malfoy. Ora, dovresti andare!-. Le cose non andranno a posto né stasera né mai. Non c’è via d’uscita da tutto ciò!
-Potter ti ha già trovato?-. Mi blocca di nuovo il passaggio; inizio a spazientirmi. Non sono brava ad affrontare tutta questa tensione.
-No e non credo voglia cercarmi!-. Il nome di Harry m’ innervosisce non poco.
-Ah! Lui sarebbe quello pazzo d’amore per te? Beh, questo cerca di ricordartelo in futuro! Fino a prova contraria, io sono l’unico ad essermi interessato a dove eri finita! Ho pagato un demente per trovarti!-.  Sono lusingata da ciò che ha detto ma se sapesse la verità, non si stupirebbe del fatto che Harry non sia venuto; penso, però, che anche Harry abbia scoperto dove sia, solo che lui non ha il coraggio di presentarsi qui.
-Devo andare Malfoy! Mi dispiace tu abbia perso tempo e denaro!-. Sembra mi stia studiando.
-Cosa ne hai fatto della Ginevra che conoscevo? E’ tutto qui, quello che hai da dirmi?? Non mi chiedi neanche di quello che ho fatto in questi mesi? Concludi tutto con “mi dispiace devo andare”- eccolo, di nuovo, il tono accusatore. Meglio tacere e non rispondere.
-Niente. Totalmente impassibile!- che schifo di situazione! Impassibile, io? Questo è il risultato di tutto il casino che ha fatto Harry! E le conseguenze non sembrano finire.
-Non saprei cos’altro aggiungere. Sono sicura che starai benissimo!- almeno, me lo auguro, per lui!
-Ora ti dico io cosa c’è da aggiungere! Io ho rivoltato la mia vita per te e sono sceso a compromessi che non avrei mai pensato di prendere, anche solo, in considerazione. E tu ti sei presa gioco di me! Ho fatto tutta questa strada ma ne è valsa la pena. E’ da mesi che volevo guardarti e dirti solo una cosa-. Guardando i suo occhi quasi spiritati, non credo stia per arrivare nessuna dichiarazione romantica. Non l’ho mai visto così arrabbiato.
-Ti renderò la vita impossibile! Tutto quello che tu mi hai fatto, te lo restituirò dieci volte più forte! Non te la farò passare liscia! Da domani tutti sapranno dove sei. Primi fra tutti, i tuoi cari fratelli. Ci penserò io, personalmente, ad avvisarli! Racconterò tutto! Qualunque cosa tu vorrai, ci sarò io, dietro, a rovinartela! Preparati. Ti aspetta l’inferno!-.
Mi sono sbagliata! Draco, nonostante il tempo passato, non mi ha né dimenticato né ha smesso di odiarmi.
Decido di non rispondergli, sperando che dalla mia espressione, capisca quanto io stia male. Quello che ha detto, è una coltellata dritta al cuore. Lo guardo voltarsi e camminare lungo il marciapiede. Quando sparisce dalla mia visuale, sento il mio corpo cedere. Mi accascio a terra e tutto, attorno a me, comincia a girare.
-Oh, Dio! GINEVRAAA!-.
L’urlo di Margareth è l’ultima cosa che sento e, poi, tutto diventa buio.
 
 
 
 
 
 
Buongiorno! Sì lo so, sono in ritardo ma con questo caldo asfissiante, ho perso un po’ di tempo. Perdono!
Passando al capitolo, ho voluto esperimentare una cosa nuova. L’ho voluto scrivere con tre punti di vista. Ho dato spazio a Neville e, poi, ho alternato molto tra quello di Ginny e di Draco. Che dite? Spero vi sia piaciuto. So che qualcuno, forse, si aspettava il risvolto romantico ma, se vi mettete al posto dei protagonisti, nessuno si sarebbe potuto comportare diversamente. O no?
Comunque voglio subito precisare, per chi avesse il dubbio, che, ovviamente, Ginny non è incinta!! Sono trascorsi quasi tre mesi e con tutti quegli allenamenti, se ne sarebbe accorta molto prima.
Essendo Agosto non so quando aggiornerò nuovamente. Prima del venti, sicuramente, avrete il prossimo capitolo.
Cosa aggiungere? Posso solo dirvi che, prossimamente, anche Harry farà visita a ginny. Il perché e su cosa si diranno, è top secret.
Su Draco posso dirvi che, difficilmente, non mantiene le sue promosse.
Fatemi sapereeeeeeee! Grazie, veramente, a tutti!!!!!
A presto.
P.S: ho amato Luna follemente! Spero anche voi!!

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Capitolo 20
*** Chi è più forte di chi? 1^ parte ***


Capitolo 20
Chi è più forte di chi ?? (1^ parte)

 
 
 
Il grande freddo ormai è arrivato. E’ un freddo che non vuole saperne di moderarsi. Io lo sento sempre e ovunque; sia fuori che dentro di me.
Le giornate passano abbastanza rapidamente nella loro identica monotonia: casa, allenamento, casa. Date le temperature, sono poche le volte che io e le altre ragazze ci concediamo un’uscita serale.
I giornalisti hanno scoperto del mio ingresso nella squadra; cosa che avevo cercato di tenere nascosta in tutti i modi. La squadra non si capacita di come possa essere trapelata la notizia ma io credo proprio di sapere chi abbia spifferato tutto.
Ti renderò la vita impossibile.
Sono passate solo tre settimane dalla sera di Capodanno e, ogni giorno, ho il terrore che, in qualche modo, Draco mantenga la sua promessa di rovinarmi la vita.
Ovviamente, dopo che sulla Gazzetta del Profeta è stata pubblicata la mia foto all’uscita dall’allenamento con le altre ragazze, oltre che al mondo magico, anche la mia famiglia ha scoperto dove mi trovassi ma, nonostante le minacce di mia madre, non mi sono ancora piombati in casa.
Se ripenso alla serata dell’ultimo dell’anno, ancora mi sento male. Dopo che sono crollata, priva di sensi, sull’asfalto gelato,  le mie compagne mi hanno soccorso e, una volta a casa, hanno chiamato un medimago per farmi visitare. Per fortuna il malore è stato giustificato con un calo di zuccheri.
Dopo un estenuante interrogatorio da parte di Margareth e Gwendolyn, in un attimo di sconforto, ho raccontato tutto. Ho cominciato a grandi linee per poi scendere fino ai dettagli: da quanto conosco Malfoy, dei rapporti tra le nostre famiglie, di quando era un mangiamorte, di me ed Harry e di come, alla fine, sono arrivata a lasciarlo. Ho raccontato tutto. Per un paio di ore, è come se il macigno che portavo quotidianamente dentro di me, si fosse alleggerito.
Solo Margareth e Gwendolyn sanno, finalmente, il vero motivo per cui ho deciso di allontanarmi da Hogwarts. Le loro reazioni al mio racconto sono state nettamente opposte. Mentre Margareth ha minacciato più volte di fare del male fisico a Harry, Gwendolyn ha ascoltato tutta la storia in silenzio per poi dire due semplici parole che, però, le ho trovato le più confortanti del mondo: “Ti capisco”.
 

 
Mentre finisco di allacciarmi le scarpe, sento il campanello squillare. Sono appena le sette e mezza del mattino, chi diavolo può essere a quest’ora?
Corro giù per le scale e anticipando Margareth, ancora col pigiama addosso, vado ad aprire la porta.
-Bill!- non faccio in tempo neanche a rendermi conto che, dietro di lui, ci sono anche Ron e George che, Bill, mi tira uno schiaffo in piena faccia. Per un momento, penso quasi mi abbia spaccato il collo.
Data la forza di mio fratello ed essendo del tutto inaspettato, lo schiaffo mi fa ribaltare all’indietro sul pavimento!
-Questo è da parte di nostra madre!- urla Bill mentre io cerco di rialzarmi.
-EHI! Ma sei matto?!?!- Margareth sbraita contro Bill mentre s’inginocchia per aiutarmi.
Lentamente, col suo aiuto, mi ritiro su, nonostante la guancia sia ancora in fiamme per l’impatto. Tutti e tre i miei fratelli sono entrati nel salotto e, da come tutti mi guardano, non mi sembrano né stupefatti né contrari al gesto di Bill.
Ho lo strano presentimento di sapere perché sono qui ma nutro anche una piccola speranza che non sia così.
-Dobbiamo parlare con nostra sorella! Lasciaci soli!- ordina Bill in malo modo a Margareth. Ho quasi voglia di sgridarlo per come le si è rivolto ma, adesso, è meglio stare zitte.
L’espressione di Ron, nonostante non ci vediamo da quasi quattro mesi, non lascia trasparire tanta gioia nel rivedermi.
-Abbassa i toni! Questa è casa mia e io faccio quello che voglio! E’ chiaro?- notando Margareth iniziare a scaldarsi, le prendo la mano.
-Margareth! Vai! Tranquilla! Me la cavo benissimo!- le sorrido.
-Ok! Se cerca di schiaffeggiarti di nuovo, tira un urlo!-. Annuisco e, prima di lasciarci, tira un’occhiataccia ai miei fratelli.
Una volta soli, mi rendo conto che l’unico che, mi sembra, stia cercando di abbozzare un sorriso, sia George.
-Siediti!- mi abbaia Bill.
-Non ho voglia di sedermi! Vuoi tirarmi un altro schiaffo??-. Entra in casa in quel modo e ora comincia anche a darmi ordini?
-Ginny, ti conviene sederti!! Non sei nella posizione per usare quel tono insolente -.
-Bentornato Ron! Vedo che morivi proprio dalla voglia di rivedermi!!-.
-Sai, invece, io cosa non mi aspettavo??- interviene Bill, portandosi una mano alla tempia –Non mi aspettavo che, alla festa di famiglia per festeggiare il ritorno di Ron ed Hermione, bussasse Draco Malfoy!-.
Malfoy.
Ecco forse, ora, mi conviene sedermi! Lo sapevo, lo sapevo che sarebbe andato! Mi aveva detto che sarebbe andato dai miei fratelli per comunicargli dove mi trovavo ma non credo si sia limitato a dire solo questo! Spero solo che, in qualche modo, si sia contenuto.
-Non mi aspettavo che mia sorella fosse una ragazzetta immatura e così… frivola! Per non dire peggio!-.
-Io!... – non so nemmeno da dove cominciare! Maledetto Malfoy!
Bill alza la mano per intimarmi di stare zitta!
-Non starò qui a ripeterti le parole che ha usato Malfoy perché ancora ho la nausea, non ti dirò che la mamma ha avuto un malore e che papà non dorme da quasi sette giorni ma ti dirò solo alcuni nomi. Thonks, Lupin e Fred. Te li ricordi?-.
Vedo George voltarmi le spalle; è sempre a disagio sentendo il nome del suo gemello.
-Sì che me li ricordo. George… -.
-STAI ZITTA!! Tu non sei degna di pronunciare il suo nome. Hai la minima idea di come abbiamo potuto sentirci nel vedere Draco Malfoy in casa nostra mentre ci raccontava che, mentre la gente moriva per non sottostare ai dissennatori, TU NE AVEVI UNO NELLA CAMERA DA LETTO!!!-. Questa frase mi ferisce più di mille brutte parole che avrebbe potuto usare contro di me. Ho sempre voluto bene ai miei fratelli, più di tutto e tutti. Non voglio che pensino di me che sia una sconsiderata che se n’è fregata di loro.
-Bill.. –dice George, cercando di redarguirlo.
-No George! Non ci provare neanche a difenderla!-. Incontro lo sguardo di Ron che non sembra contrario a quanto detto da Bill, anzi… -Di tutto quello che mi potevo immaginare, quello che hai fatto è, a dir poco, vergognoso. Noi combattevamo una guerra, rischiavamo la vita ogni giorno e, tu, invece, cosa facevi? Te la spassavi con MALFOY!!!! Quel bastardo impenitente che ha offeso la nostra famiglia per decenni! Un mangiamorte che ha vissuto con Voldemort per mesi! HANNO RAPITO TUTTI I TUOI AMICI!!!! Ma come hai fatto ad essere così… stupida?!?! Come hai fatto anche solo a guardarlo in faccia???-.
Ora basta!!
-Perché invece di girarci tanto attorno, non parli chiaramente? Stai dicendo che sono una poco di buono, né?-.
-No! Sei peggio. Quelle donnacce che vanno con Malfoy, hanno più dignità di te!- interviene Ron –Almeno loro, lo fanno per soldi! Tu l’hai fatto perché sei senza cervello e senza dignità! Ma c’era da aspettarselo?? Dopo che sei riuscita ad aprire la camera dei segreti a Voldemort, fartela con Malfoy è tipico della tua stupidità! Mi viene da vomitare solo a pronunciare il tuo nome!!-.
Sento il sangue arrivarmi al cervello mentre i miei occhi cominciano a riempirsi di lacrime.
Cerco di schiaffeggiare Ron ma Bill mi afferra la mano, stingendomi forte il polso. Le lacrime mi rigano il volto. Mi sento come quando, da piccola, mia madre mi metteva in castigo e ordinava, a mio padre e ai miei fratelli, di ignorarmi.
-Non piangere! Hai idea della vergogna che abbiamo provato, dovendo ascoltare tutto il racconto di Malfoy?  Hai lasciato Harry per quel criminale??!-.
-Le cose non sono andate come pensate voi…- cerco di dire, nonostante non riesca neanche a respirare.  Vorrei poter spiegare le mie motivazioni anche perché, mai come ora, mi sento così sola. Se loro si mettono contro di me, chi starà dalla mia parte? Uno ad uno, li sto perdendo tutti. Prima Harry, poi Draco e ora la mia famiglia.
-Non m’interessa quante volte hai scopato con Malfoy! A me fai solo schifo! Sei riuscita a far vergognare tutta la tua famiglia davanti a un Malfoy e hai tradito Harry che, nonostante tutto, ancora prova a difenderti. Non hai avuto rispetto nemmeno per il fratello che abbiamo sepolto solo sei mesi fa!!!! Non hai dea di quanto ti odio, in questo momento!-.
Tolgo la mano dalla sua presa, mi asciugo le lacrime per non dare soddisfazione a loro. Quando mi sono immaginata questo momento, pensavo sarebbero stati delusi e arrabbiati ma tutto questo è intollerabile e totalmente ingiusto!!
-Fuori! Se pensate questo di me, uscite da casa mia!-.
Vedo George in estrema difficoltà come se fosse indeciso se dire o no qualcosa, mentre Bill e Ron non hanno alcuna esitazione nel continuare a sbraitarmi contro.
-Si, ce ne andiamo! Ricordati solo che da ora tu non sei più nostra sorella!! Spero che tu stia male come sta male la mamma in questo momento!!- mi sillaba Bill.
-Sarete pure arrabbiati con me ma la mamma… -. E’ sempre mia mamma; non può far finta che non esisto.
-Allora non hai capito?!?! Nessuno della famiglia vuole più vederti! Non sei più una Weasley! Tanto puoi andare a vivere a Malfoy Manor. Che problema c’è?!?!? Malfoy sarà la tua famiglia! Non sei contenta?-.
Non riesco più a controllare le lacrime dopo le parole di Bill.
-Piangere non ti servirà. Non ci addolcirai con le tue lacrime di coccodrillo!- mi scanzona Ron , scimmiottando il mio pianto.
-Andatevene via! Un giorno, vi pentirete di non avermi dato la possibilità di parlare! Ora, fuori!-. Indico la porta a tutti loro.
-Sì ce ne andiamo! Qui non c’è più nulla d’interessante per noi!-. Bill mi lancia un’altra occhiata di disgusto ed esce dalla porta seguito da Ron; l’unico che sembra esitare è George ma, stanca di tutto ciò, gli volto le spalle e ,quando sento la porta sbattere, capisco di essere rimasta sola.
Forse, a essere sola, mi ci devo abituare!
 

 
-Ginny! Ginny! Che succede?-. Margareth rientra in salotto e mi trova seduta sul divano con il volto tra le mani ancora bagnato dalle mie lacrime. Si siede accanto a me e mi stringe in un delicato abbraccio.
-Credo di averli appena persi tutti! Draco è andato a casa mia e gli ha raccontato tutto!-. Sono esausta ma, al tempo stesso, anche arrabbiata. Sia con i miei fratelli ma anche con Draco. Come ha potuto mettermi in questa situazione? Non importa quanto si possa sentire ferito lui ma, quello che mi ha fatto è, a dir poco, disumano.
-C’era da immaginarselo che lo avrebbe fatto! Te l’ha anche detto! Vedrai che la tua famiglia capirà!-. Margareth cerca di consolarmi ma non sa che la mia famiglia non accetterà mai una cosa del genere.
-Non mi merito tutto quello che mi hanno detto! Mi hanno dato della poco di buono. Io… non lo merito!-. Mi sciolgo dal suo abbraccio e guardando l’orologio mi accorgo che mancano venti minuti all’allenamento. Che bell’allenamento che mi aspetta in queste condizioni!!
-Posso dirti una cosa?- mi chiede Margareth ma ricomincia a parlare senza aspettare la mia risposta  –Tutto questo casino è anche colpa tua! Se a capodanno avessi detto la verità a quel Malfoy, tutto questo non sarebbe successo! Se la dovevano cavare tra uomini e tu dovevi tirartene fuori! Non puoi sopportare tutto questo da sola!-.
-No. Questo è troppo. Non è giustificabile Malfoy, come non lo sono i miei fratelli! Draco non doveva andare dalla mia famiglia! Questa non gliela perdono! Io ho la coscienza pulita, lui no!-.
Sono troppo arrabbiata. Arrabbiata con Malfoy perché mi aspettavo molto più di lui. Arrabbiata con i miei fratelli per quello che mi hanno detto.
-Lui crede di essere dalla parte della ragione!- suggerisce Margareth.
-Non è così che si trattano le persone a cui si vuole o si è voluto bene! Non si architettano questi piani diabolici per massacrare una persona! Non è così che si fa! Pensavo lo avesse imparato invece… E’ stato cresciuto così e, a quanto pare, non è cambiato-.
-Non lo ami più?- Margareth mi provoca, forse perché Malfoy gli sta particolarmente simpatico soprattutto dopo averlo visto dal vivo, la sera di Capodanno.
-Non lo so. Come potrei ancora amarlo dopo tutto quello che è successo?? Ora vorrei solo… - non riesco a terminare la frase perché sono troppi i brutti pensieri che mi passano per la mente. –Andiamo. Abbiamo l’allenamento!-.
-Ma te la senti? Potresti restare a casa oggi e riposarti un po’!-.
-Assolutamente no! Ne ho passate di peggio!-. M’incammino su per le scale per andare a cambiarmi; non vedo l’ora di essere sulla scopa e sentirmi l’aria tagliente addosso. Solo in volo, riesco a scordarmi di tutto e… tutti!
 

 
-Bell’allenamento ragazze! Ci vediamo a casa!- ci congeda Gwendoly mentre usciamo dallo spogliatoio. Sono le sette di sera, le gambe mi fanno male come non mai ma, nonostante l’inizio di giornata, sono riuscita a combinare qualcosa di buono in campo. Sono sfinita; non vedo l’ora di crollare sul letto.
Gwendolyn ci ha promesso che stasera cucinerà per tutte quante, anche se, ora come ora, non ho molta fame, devo sforzarmi a mangiare qualcosa, se no domani non avrò neanche le forze di alzarmi dal letto.
-Ginny?- sento qualcuno chiamare il mio nome ma, visto il grande brusio che fanno le ragazze attorno a me, non riesco a capire chi sia stato.
-Ginny!!-. Sentendo di nuovo chiamarmi con un tono più alto, anche le mie compagne si fanno in silenzio. Dalla penombra del negozio di quidditch, proprio davanti al nostro stadio, vedo comparire Harry. Resto sorpresa di trovarmelo lì ma, al tempo stesso, mi viene anche da ridere. Cos’ ho fatto di male oggi? Non bastavano, stamattina, i miei fratelli? Ora anche Harry?
Se Malfoy non avesse fatto la spia con i giornali su dove fossi, tutto questo non sarebbe successo perché nessuno sarebbe riuscito a trovarmi! Un motivo in più per essere infuriata con lui.
-Ciao Ginny! Possiamo parlare cinque minuti?-.
Sbuffo non tanto perchè anche lui è protagonista di tutto questo casino ma piuttosto perché, non ho alcun voglia di altre discussioni.
-Harry, no! Perdonami ma oggi non è proprio giornata!-. Margareth, conoscendo tutta la storia, viene accanto a me mentre le altre ragazze sono visibilmente sorprese di trovarsi di fonte ad Harry Potter o forse sono solo stupite di quanti ragazzi mi si piombano davanti, con la voglia di parlare con me. Anche se, a essere precisi, Malfoy non ha proprio parlato con me ma piuttosto mi ha fatto delle intimazioni.
-Ginny solo pochi minuti. Voglio… -.
-No scusa! Non hai sentito? E’ stanca! Parlerete un’altra volta!- s’intromette Margareth con fare protettivo. Le altre ragazze restano stupite dalla sua intromissione.
-Ah ok! Scusami. Sarà per un’altra volta!-. Mi sembra di rivedere quell’Harry che conoscevo prima di tutta quella storia del ricatto. Rispettoso e che non ti aggredisce. Vederlo lì, mentre s’incammina al buio e al freddo mi fa riaccendere un moto di compassione. Ho fatto trenta, posso fare trentuno; tanto peggio di stamattina, non mi può andare!
-Harry, aspetta!- Harry si blocca e torna a guardarmi.
-Cosa vuoi fare?- mi bisbiglia Margareth in un orecchio.
-Margareth, non preoccuparti! Vi raggiungo fra pochissimo!-. Mi congedo dalle ragazze titubanti e raggiungo Harry dall’altra parte della strada.
-Ciao!- tiene gli occhi bassi.
-Ciao!- dal tono si capisce che non sono molto contenta di vederlo. Mi stringo nel mio giaccone per scaldarmi.
-Possiamo andare in un luogo al coperto! Fa un po’ freddo!- anche se non ho voglia di passare molto tempo con lui, il freddo non gioca a mio favore.
-Seguimi!-. In assoluto silenzio, lo porto nella locanda che c’è dietro l’angolo; il locale è piccolo ma molto confortante. Soprattutto, non essendo molto frequentato, non ci sono disturbatori di nessun genere. Il vecchio proprietario mi saluta chiamandomi per nome, sorprendendo un po’ Harry. Ci accomodiamo in un tavolino vicino al camino ed entrambi ordiniamo un thè caldo.
-Harry, se devi dirmi qualcosa, dilla perché non ho molto tempo! Sono piuttosto stanca…-. Stanca in tutti i sensi ma questo non lo aggiungo.
-Vedo che ti sei ambientata bene!- indica il proprietario del locale che ci sta servendo il thè con alcuni biscotti che hanno proprio un bell’aspetto.
-Sì. Il paese è piccolo e, ormai, li conosco un po’ tutti! Sei venuto fin qui per vedere il mio stato di socializzazione?- rispondo acida.
-Credo di essermi meritato questo tono!- annuisco perché commentare sarebbe superfluo. –Ron mi ha raccontato cosa è successo stamattina! Se ti fa stare meglio, una parte di lui si è già pentita di come ti ha trattato! -.
-Non m’interessa! Quello che mi hanno detto è disgustoso.- addento un biscotto.
-Immagino ma credo anche io di aver esagerato nei tuoi confronti!! Sono venuto soprattutto per chiederti scusa! L’ultima volta che ci siamo visti ho usato toni e parole che non mi appartengono!-.
Sospettavo che non fosse venuto qui per litigare ma le sue scuse non mi entusiasmano più di molto. Quello che ha detto, ha anche provocato un’ enormità di conseguenze.
-Anche sulla parte di far rimette Malfoy ad Azkaban?- inutile girarci attorno. E’ questo il nocciolo della questione.
-Mi pento di come ti ho parlato quella sera ma credo ancora che, averti allontanato da Malfoy ti abbia portato solo cose buone! Guardati! Sei una giocatrice delle Holyhead Harpies; hai realizzato uno dei tuoi sogni! Sei una giocatrice di primo livello. Sono così contento per te e spero che, tutta questa storia, ti abbia fatto capire con chi avevi a che fare!!- sembra sinceramente contento.
-Grazie. Se non ti sei pentito perché sei qui?-. In effetti, considerando gli ultimi mesi, lui è il primo che è venuto fin qui né per impaurirmi né per insultarmi. E’ già confortante.
-La settimana scorsa, quando Ron ed Hermione son tornati, anche io ero alla tana. Appena ho visto Malfoy all’ingresso, ho capito subito che non era venuto lì con buone intenzioni! Ho sperato fino all’ultimo che si trattenesse!! -.
- E’ stato tanto brutto?-. La cosa che più mi rattrista è immaginare la reazione di mio padre nel sentire quelle cose uscire dalla bocca di Malfoy. Mi dispiace soprattutto perché mi ero ripromessa che sarebbe stato lui il primo cui avrei raccontato tutta la verità. Lo avevo promesso anche a lui, l’ultima volta che l’ho visto.
-Non voglio ripetere ciò che ha detto perché non voglio che tu pensi che io sia venuto fin qui per denigrare lui, anche se lo meriterebbe!-. Beh questo lo apprezzo molto! Ora che potrebbe infierire, non lo fa!
-La cosa peggiore è che credo che, Malfoy, abbia studiato esattamente la serata in cui fare il suo ingresso trionfale a casa mia! Voleva che ci fosse più gente possibile e il fato ha voluto che ci fossero proprio tutti!-.
-Beh, Percy non c’era!-. Questa cosa, senza sapere bene perché, mi fa scoppiare a ridere e anche Harry, vedendomi non trattenere le risate, si scioglie in un sorriso.
-In effetti, questa è una gran consolazione!- torno alla mia serietà e soprattutto perché c’è una curiosità che voglio sapere –Ha raccontato anche delle nostre… intimità?-.
-Beh… - la titubanza di Harry risponde già alla mia domanda –Diciamo che ha tirato fuori qualche particolare. Credo lo abbia fatto per provocare me e i tuoi fratelli! Tua madre non era già più in sé!-.
Non so cosa dire; mi viene quasi voglia di ricominciare a piangere, da come mi sento umiliata in questo momento.
-Cos’ha detto?-.
-Io non credo che tu debba saperlo… -.
-Harry!! Voglio sapere cos’ha raccontato!-. Sbatto la mano sul tavolo. Ormai sto per perdere il controllo.
-Credo che abbia menzionato un locale di mangiamorti dove avete festeggiato un Natale, il suo ufficio, un albergo di Londra e….-. Harry si toglie gli occhiali. Lo conosco e so perché fa così! E’ in palese imbarazzo –Ha fatto riferimento a un vostro approccio negli spogliatoi femminili di Hogwarts! E… -.
-Basta! Basta!-. Non voglio più sentire altro. Come ha potuto raccontare queste cose così private, alla mia famiglia? Mio padre e mia madre non mi vorranno più guardare in faccia. Draco mi aveva detto che sarebbe andato a dire dove fossi ma con tutto questo, ha superato ogni limite.
-Mentre parlava, all’improvviso mi sono sentito in colpa esattamente come lui. Era come se quelle cose non le stesse dicendo solo lui ma anch’ io! Forse sono io che l’ho portato a fare questo e non finirò mai di chiederti scusa!!-.
-Harry, tu hai molte colpe! Hai fatto e detto cose che mi hanno ferito e, infatti, sono ancora arrabbiata con te! Ma quello che mi ha appena fatto Malfoy è imparagonabile! Potevo capire tutto: gli insulti contro di me o spifferare ai giornali il mio ingresso nella squadra. Parlare con Ron? Posso ancora capirlo! Con te, ci sta! Ma i miei genitori no! Non doveva toccarli!Non mi guarderanno mai più in faccia e le poche volte che lo faranno, tutti quanti ci ricorderemo quello che ha raccontato Malfoy! -. Harry mi ascolta in silenzio.
-Senti Ginny! A prescindere da quello che c’è stato tra di noi e da quello che io provo ancora per te, sono venuto a dirti che se vuoi tornare da Malfoy, io non lo sbatterò ad Azkaban anche se vorrei, con tutto me stesso, che tu non lo facessi. Hai una vita meravigliosa che ti aspetta qui, con questa squadra!-.
Da tanto tempo aspettavo queste parole; se me le avesse dette qualche settimana fa, non ci avrei pensato due volte ma, adesso, le cose sono cambiate!
-Per tornare da chi? Da chi mi ha appena fatto perdere una famiglia? Ne ha fatte tante ma questa, anche se pensava che io lo avessi ferito, è imperdonabile-.
Sono felice cha Harry mi abbia liberata da questa spada di Damocle sulla testa, anche perché così potrò decidere di tornare ad Hogwarts ! Ora che tutti sanno, non mi devo nemmeno porre il problema di parlare con tutti! Ci ha già pensato Malfoy! Più ci penso, però, e più ho voglia di farla pagare a Malfoy. Sto per congedarmi, quando mi viene in mente un’idea geniale.
-Premettendo che non ti ho ancora perdonato e non lo farò tanto facilmente.. Mi aiuteresti a fare una cosa??- chiedo ad Harry.
-Sì. Assolutamente sì- mi risponde speranzoso.
-Se io ti chiedessi di tenermi il gioco per una certa questione, tu staresti dalla mia parte? –
-Sì… - ora, appare confuso.
-La verità la dobbiamo sapere solo io e te! Nessun altro! Nemmeno Ron! Ci stai?-. Spero proprio che mi dica di sì.
-Rischio la vita?-. Stasera Harry è particolarmente simpatico.
-Forse ma tu ci sei abituato!!-.
-Ok. Cosa dobbiamo fare?-.
-Io voglio camminare a testa alta. Non devo vergognarmi di nulla e, se qualcuno pensa di avermi tolto la dignità, si sbaglia! Non voglio che nessuno dubiti di questo! Per farlo, voglio tornare ad Hogwarts!-.  Malfoy deve capire che in tutta questa situazione non sta considerando una piccola cosa: non mi farò rovinare da lui. –Voglio che tu venga con me. C’è qualcuno con cui dobbiamo chiarire un paio di cose, per l’ultima volta e, soprattutto, rivoglio il mio anello!! –
Colto alla sprovvista, Harry fa cadere la tazza di thè per terra che si spacca in mille pezzi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Rieccomiiiiiiiiii!!!! Innanzitutto grazie perché quest’estate in molti mi hanno cercata perché preoccupati che non continuassi. Mai avuta questa intenzione!!!!
Ho solo avuto un po’ di cose da fare, data la stagione estiva!!!
Il capitolo ho dovuto dividerlo perché era troppo lungo e, soprattutto, tagliato in questo modo, lascia molta suspence.
Voi cosa ne pensate?? Vorrei sapere cosa vi aspettate che succeda nella seconda parte?
Fa bene Ginny ad essere così arrabbiata o dovrebbe cercare di capire Malfoy?? Cos’avrà in mente Ginny?? Perché portare Harry?
Ho voluto ridare un minimo di umanità ad Harry perché non volevo lasciargli addosso, per troppo tempo, il ruolo del cattivo.
Allora, fatemi sapere!!!!!!!!
Un bacio e alla prossim

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Capitolo 21
*** Chi è più forte di chi? 2^ parte ***


Capitolo 21
Chi è più forte di chi ?? (2^ parte)
 

 
 
Cammino lungo il corridoio; la sto cercando da quasi un’ora. Dove si sarà cacciata?
Salgo le scale dei sotterranei e, proprio lì, sui primi scalini, la vedo. Non si è ancora accorta della mia presenza e mi fermo, un attimo, a guardarla. Quanto è bella!! Ogni volta che la guardo, la sua bellezza mi sorprende sempre.
-Eccoti!! Dove ti sei cacciata!- si accorge finalmente di me. Trattenere un sorriso, mi è molto difficile. Appena la raggiungo l’ abbraccio, le do un bacio sulla guancia ma mi accorgo che lei non risponde e rimane rigida col suo corpo.
Improvvisamente, ho una forte fitta alla base dello stomaco.
-Lo so! Lo so! Non dirmelo neanche. Non dovevo tirare quel pugno a Potter!- ammetto, alzando le mani in segno di colpevolezza. Probabilmente, è arrabbiata perché ho tirato quel pugno in faccia a Potter! Si, forse, non dovevo reagire così ma Potter se lo meritava!!
-Senti, Malfoy… - sono stufo di parlare! La afferro e la bacio! Quando, anche lei, inizialmente, risponde al bacio, mi rilasso visibilmente ma, dopo poco, la sento irrigidirsi e ritrarsi da me.
C’è qualcosa che non va e non può essere solo perché ho tirato un pugno in faccia a Potter.
-Che succede??- le chiedo ma, dentro di me, è come se sapessi già la risposta.
-Io devo dirti una cosa- fa un lungo respiro –Avevi ragione quando dicevi che mi ero auto convinta di essere innamorata di Harry! Infatti, non lo sono!-.
-Weasley, mi avevi fatto spaventare!-. Scoppio a ridere ma la mia risata mi risuona più isterica che divertita.  E’ come se sapessi già cosa mi sta per rispondere.
-Non sono innamorata di Harry… ma nemmeno di te!-.
Cosa? Il panico s’impadronisce di me. So che non sta scherzando. Perché? Iniziano a tremarmi le mani.
-Cosa..?-.
-Ho detto che non sono innamorata di te! Non ti voglio!- ha un’espressione arrogante che non le ho mai visto. –Non ti ho mai voluto e mai ti vorrò!-. Sembra quasi divertita a dirmi quelle cose, come se fosse felice di parlarmi così! Non è più la mia Ginevra, mi parla con lo stesso tono strafottente con cui mi parlava mio padre.
-Sei solo una perdita di tempo! Non vali niente!-.
Scrollo la testa. Non è vero!
-Hai sentito figliolo?- vedo comparire mio padre proprio dietro a Ginevra. –Sei una nullità. Nemmeno la Weasley ti vuole! Nessuno vorrà mai perdere tempo con uno come te!-.
Sia lui sia Ginevra, scoppiano di nuovo a ridere. Stanno ridendo di me!
-AAAAAAHHHHHHHHH!!-. Mi sveglio di soprassalto. Ho la fronte e le mani tutte sudate; ho caldo e faccia fatica a capire dove mi trovo.
-Draco! Amore… che succede?-. Mi giro di scatto e vedo Pansy sdraiata accanto a me, ancora nuda.
Lentamente anche il mio cervello si risveglia; sono nella mia stanza e, come ormai succede quasi ogni sera, Pansy si è fermata a dormire qui con me. Nonostante, non l’abbia mai invitata a rimanere.
-Niente, è stato solo un incubo!- mi metto le mani tra i capelli, cercando di ritrovare la mia calma ma stare sdraiato a letto, non mi aiuta. Mi alzo, anche perché non credo che riuscirò a riaddormentarmi.
-Ma dove vai? Sono le quattro del mattino!- mi chiede Pansy ancora mezza addormentata.
-Dormi!!!- le ordino. Il suono della sua voce m’innervosisce ancora di più. Noto che c’è rimasta male per la mia rispostaccia ma non ho proprio voglia di darle retta. –Vado nel mio ufficio e torno! Resta qui! Torno subito!-.
Esco dalla mia stanza, senza guardare se Pansy mi ha ascoltato o meno, ed entro nel mio studio. Vado alla cattedra e mi siedo sulla mia poltrona. Mi stropiccio il volto ma non riesco a scollarmi di dosso quella strana ansia che mi ha provocato l’incubo che ho fatto.
E’ tutta la settimana che faccio incubi; ogni notte. Ci sono sempre sia mio padre e sia la Weasley che continuano a tormentarmi. Forse li sogno insieme perché, ora come ora, sono le persone che odio di più al mondo o, forse, mi suggerisce il mio subconscio, sono loro che mi odiano.
E’ passata una settimana da quando sono andato a fare la visita a sorpresa, a casa Weasley ed è da quella notte che sono cominciati i miei incubi. Mi chiedo se è questo il motivo per cui faccio sempre lo stesso incubo.
Chissà se Ginevra ha saputo della mia improvvisata a casa sua? Sicuramente l’avrà informata o Potter o uno dei suoi stupidi fratelli. Sarei curioso di sapere cos’ ha raccontato per giustificarsi! Sicuramente avrà addossato tutta la colpa a me oppure li avrà convinti che sono solo un folle megalomane che si è inventato tutto.
Col senno del poi, ripensando a tutto ciò che ho detto alla famiglia Weasley, credo che avrei potuto infierire ancora un po’. Forse sono stato troppo evasivo, sarei dovuto scendere ancora di più nei dettagli. Se ripenso alle facce sconvolte dei Weasley provo ancora un certo moto di soddisfazione. Avevo promesso a Ginevra che gliel’avrei fatta pagare e così ho fatto! Se non è stupida sapeva che non mi sarei accontentato di fare la spia ai giornalisti. Avvisare Rita Skeeter non mi ha soddisfatto tanto quanto vedere la signora Weasley svenire sul pavimento.
Guardo fuori dalla finestra; è ancora notte e, ormai, mi è passato anche il sonno. Apro il cassetto e prendo le pergamene degli studenti del secondo anno che ancora non ho corretto. Tornare in camera da Pansy è fuori discussione! Passarci le serate è un bel diversivo dai mille pensieri che mi frullano nella testa ma sentirla parlare già al mattino presto, è un attentato al mio sistema nervoso.
Forse dovrei smetterla di scoparmela tutte le sere; alla fine, nonostante quella piccola distrazione del momento, non mi provoca alcun beneficio, anzi! Me la ritrovo sempre ovunque e so che ha detto, ad alcune sue amiche serpeverdi, che ormai siamo diventati una coppia a tutti gli effetti. Quando le ho impedito di farlo ancora, dalla sua espressione non credo abbia recepito bene il concetto!
Spero di non dover ripeterglielo una seconda volta!
Sta diventando solo un peso; devo cominciare a essere più preciso sul fatto che non ci sarà mai un futuro tra di noi, se non voglio che lei si monti la testa più del dovuto.


 
Quando l’ultimo allievo esce finalmente dalla mia aula, sono le sei e mezza di sera. E’ da stamattina alle cinque che sono chiuso qui dentro e non ce la faccio più! Non vedo l’ora di cambiarmi, di bermi un bicchiere di scotch in santa pace e crollare sul letto.
Afferro la mia giacca e le mie carte ed esco dall’aula.
-Drachinooooo!!!!–. Oh no!!!. Ancora lei!!!! Quanto odio quando mi chiama così!!
-Sono esausto, Pansy!!!-.
-No no. Mi serve solo un attimo!-. inutile ribattere; tanto fa sempre quello che le pare.
-Allora, dimmi!- le dico fingendomi cortese.
-Non crederai mai a chi ho visto!!!-.
Se pensa che può venire a rompermi, per fare inutili pettegolezzi, ha sbagliato di grosso.
-Senti, Pansy…..-.
-La Weasley!!!!!-.
Improvvisamente, riesce a catturare tutta la mia attenzione. Devo esser certo che stiamo parlando della stessa persona!
-Ginevra Weasley?- le chiedo sottovoce.
-Da quando chiami la pezzente per nome??-.
Non mi servono altre parole per capire che si tratta proprio di lei.
E’ tornata! E’ qui!
Distrattamente faccio cadere il calamaio sulla scrivania e tutta le mia carte si sporcano di inchiostro nero.
-No!!- cerco di ripulirla ma è tutto inutile. Dovrò inventarmi qualcosa con gli studenti quando non riconsegnerò i loro maledettissimi compiti. Metterò l’insufficienza a tutti.
-Tutto bene, Draco?- mi chiede insospettita Pansy. Ha capito che la notizia non mi ha lasciato indifferente.
-Sì! Non hai detto niente che mi riguarda! Ora, devo andare!!- mi volto e la lascio lì, in mezzo al corridoio, non sapendo bene cosa fare.
So che, la Weasley, a quest’ora, avrà già saputo di quello che ho fatto a casa sua ma non penso sia venuta qui, solo per rimproverarmi e urlarmi contro.
Probabilmente, il motivo per cui è qui non ha nulla a che fare con me, anche se…
Se sa quello che ho fatto ed è tornata, proprio adesso, le cose non possono non essere collegate.
Ho fatto la cosa giusta ad andare dai suoi! E’ quello che si meritava!! Si è presa gioco di me e, questo, era il minimo che io potessi fare per fargliela pagare.
Ho fatto bene; se non considero che, da quella notte, faccio sempre gli stessi incubi e non riesco più a dormire.
Mi vergogno di me stesso, in questo momento!!!
Ti stai solo facendo suggestionare! E’ solo una stupida coincidenza!!!!
 

 
-E’ bello rivederti! Sei bellissima!!- mi urla Luna all’orecchio mentre continua ad abbracciarmi. Mi tiene così stretta che faccio fatica a respirare.
-Anche io sono felice di vederti, Luna!-. Finalmente riesco a sciogliermi dal suo abbraccio ma trattengo la sua mano nella mia.
-Giocare come professionista, ti fa bene!- mi dice mentre mi fa fare una giravolta su me stessa.
-Sì, in effetti sì!-.
-Dimmi che non te ne vai subito! Non ci vediamo da così tanto tempo!-. Mi dispiace deluderla ma domani devo ritornare, assolutamente, dalle ragazze.
-Solo fino a domani mattina! E’ solo una visita! Non sono qui per restare!E non sono sola… c’è anche Harry!-. Luna mi guarda confusa; nella sua testa, starà facendo mille congetture.
-Qui? Ad Hogwarts?? Con Harry! Lo sai che, qui, tutti sanno che vi siete lasciati??- chiede una Luna sempre più confusa.
Non c’è più nessun motivo per cui raccontare altre bugie; è arrivato il momento della verità. Ormai non ho più motivi né per avere paura né per vergognarsi di nulla.
- Sì è qui anche lui. Sta parlando con la McGranitt!! Ti dirò tutto ma voglio che ci sia anche Neville! Voglio che sentiate la mia versione dei fatti dalla mia voce e da nessun altro!-.
- Almeno posso sapere perché sei così elegante?-.
Mi fa sorridere questa domanda: in effetti, guardandomi nel riflesso della finestra, devo ammettere che il tubino nero che mi ha regalato Margareth mi sta divinamente. Ho accuratamente raccolto i capelli e ho scelto le migliori decolté nere che avevo nell’armadio. Sono così elegante che dimostro quasi dieci anni più dei miei semplici vent’anni.
-L’abbigliamento giusto per festeggiare!-.
Luna mi guarda sempre più disorientata.
-Festeggiare… con Harry??-.
Mi avvicino alla finestra e guardo il lago in lontananza; il mio corpo è pervaso da una strana calma.  Tutte le cose che ho fatto mi hanno reso quella che sono adesso e, guardandomi allo specchio, sono ancora fiera di me stessa e so che, per andare avanti, devo chiudere quella parte della mia vita e lo farò uscendone a testa alta.
-Vado a chiamare Neville! Sappi che questa tua calma non mi rasserena per niente, anzi …-.
Sento chiudere la porta dietro di me e, senza perdere tempo, recupero nella mia borsa la cosa che più m’interessa.
Ho detto a Luna che gli racconterò tutto ma dovranno aspettare ancora un po’.
Prima, c’è qualcun altro con cui devo chiarire un paio di cose.
 

 
Sono quasi le ventidue, quando fuori dalla sua stanza, prima di bussare, faccio un lungo respiro. Non sono più calma come prima ma questo non devo darlo a vedere a nessuno. Non devo urlare o alterarmi ma devo solo dire le poche cose che voglio che lui ascolti e basta.
-Sei sicura di volerlo fare?-.
Guardo Harry, accanto a me, e gli stringo la mano per incoraggiarlo. O, forse, sto cercando di incoraggiare me stessa.
Conto fino a dieci e poi busso alla porta.
-Avanti!-. Sentendo la sua voce, faccio un altro lungo sospiro, mi rigiro l’ anello che ho tra le dita e, stampandomi, in viso, un bel sorriso, spalanco la porta.
Appena entro, mi accorgo subito che, a fianco di Malfoy, seduta sulla sua scrivania c’è Pansy Parkinson.
Senza perdere il mio sorriso, cerco di trattenere la nausea che mi provoca la vista di quella serpeverde; mi concentro, invece, su Draco che sembra, letteralmente, sotto shock alla vista di me ed Harry di fronte a lui.
-Guarda un po’ chi si vede!!! Quella stupida della Weasley e lo sfigato Potter!! Cos’è?!? Ti hanno detto che c’era un gran ballo, stasera, Weasley??-. Costringendomi a essere superiore, decido di non degnarla di una risposta e mi concentro unicamente su Malfoy che sta incendiando Harry con lo sguardo.
-Sono felice di trovarvi in splendida forma!-. In realtà Pancy è come sempre mentre Draco, oltre che dimagrito, ha i capelli più corti del solito che gli danno un’aria ancora più da duro.
-Come noti io e Draco abbiamo da fare, non abbiamo tempo da perdere con gente come voi!!!-.
Povera demente che non è altro! Mi mordo la lingua per non risponderle come si meriterebbe.
-Sai Pansy, sono sicura che, invece, Draco sia molto curioso di sapere perché, io ed Harry, siamo qui!!-. Malfoy, sentendo il suo nome ad alta voce, sembra risvegliarsi e, finalmente, alza lo sguardo su di me.
-Weasley vattene! Ho da fare, qui, con la Parkinson!- mi dice strafottente.
-Oh, stai tranquillo! Non ci tratterremo per molto!!! Fidati!!- gli rispondo contenta.
-Ahhahhahaha! Questa è bella! Scordatelo!!! Non ho più nulla da dirti!! Né a te, né a Potter-. Si siede divertito sulla sua poltrona mentre Pansy si sposta per dargli un bacio in bocca. Malfoy, approfittando dell’occasione, approfondisce il bacio, fingendo di non ricordarsi di avere me ed Harry davanti!!
-Infatti, hai ragione!! Direi che tu hai già parlato abbastanza!! Ora è il momento che tu stia zitto e ascolti!!- sentendomi, Draco si scosta subito dalle labbra di Pansy. La mia frase deve aver incuriosito anche la Parkinson.
-Cosa vuole questa da te??- chiede la Parkinson a Draco.
-Questa, come la chiami tu, ha un nome!!- risponde subito Harry con tono freddo. Mi giro e gli regalo un piccolo sorriso di gratitudine per avermi difesa.
 –Ora, con calma, ti conviene invitarla ad uscire, prima che io dica qualcosa di compromettente per la tua immagine!- suggerisco a Malfoy che, nel frattempo, è tornato a guardare me ed Harry.
Quando il suo cervello capisce a cosa mi riferisco, mi rivolge un’occhiataccia.
-Pansy, esci! Prima li assecondiamo, prima se ne vanno!- dice Malfoy a Pansy senza smettere di squadrarmi.
-Io non vado da nessuna parte!! Scordatelo! Voglio restare! Io…-.
-ESCI!!- le urla Draco, in faccia, facendo spaventare anche me –Ti ho detto esci! Adesso!-.
Pansy, fingendosi non troppo offesa, da brava cagnolina, si allontana ed esce dalla stanza senza dire una parola. Soddisfatta della mia prima vittoria, rilasso le spalle e poso il pacchetto sulla sua scrivania.
-Se pensi che venendo qui, con lui, pensavi di spaventarmi, ti stai sbagliando!! Ti avrà riferito che sono andato a casa tua! C’era anche lui!!!! Sappi solo che vedere la tua famiglia stare male, sentendo le mie parole, è stata solo una delle tante soddisfazioni che mi prenderò con te!-.
Ora, vedendolo così sprezzante e sentendolo pronunciare quelle cose, sono ancor più convinta di quello che sto per fare. Se solo vedessi un minimo di dispiacere o di umanità nei suoi occhi…
-Sai perché siamo qui??? Vogliamo offrirti un bicchiere di burro birra al paiolo magico!!-. Tre mesi fa, se fossi entrata così nel suo ufficio, non sarei riuscita a tenermi il vestito, addosso, per più di dieci minuti.
-Ahaahhahaahhaha!!! Ma voi siete totalmente pazzi!!! Ahhahahahh!! Credo che voi abbiate già bevuto abbastanza per stasera!!-. Scoppia a ridermi in faccia mentre si allunga verso di me.
-Sono qui per festeggiare!!- gli strizzo l’occhio.
-E cosa? Io vorrei festeggiare lo svenimento di tua madre!! E’ stata una delle scene più epiche a cui abbia mai assistito!-. Quanta voglia di tirargli uno schiaffo!
-Festeggiamo la tua libertà!- mi anticipa Harry!!!
Malfoy smettendo di ridere, lo guarda come se fosse pazzo.
-Potter è sotto la maledizione Imperius o è così imbecille di suo??-. La sua ironia, o forse tutta la situazione, mi fa quasi venire da ridere.
-No, no!! Siamo sobri entrambi!!! Anzi, se tu avessi una bottiglia, potremmo stapparla insieme e brindare. Tu ti domanderai: cosa avranno mai, la piccola  inutile Weasley e lo sfigato Potter, da festeggiare, dopo che il gran Malfoy ha fatto il suo show epico??- gli chiedo, sapendo già come risponderebbe.
Sta per parlare ma lo fermo alzando la mano per zittirlo.
-Vieni con noi!! Sono sicura che non te ne pentirai!!!-. Gli allungo la mano ma lo vedo che non riesce a capire cosa sto facendo.
-Malfoy, avrai mica paura di fare due parole con la piccola inutile Weasley e lo sfigato Potter???-.
Mi piace questo Harry così calato nella sua parte! Devo ammettere che è stato molto bravo; ha fatto esattamente tutto quello che gli ho chiesto, senza controbattere in niente.
Malfoy, cascandoci con tutte le scarpe, raccoglie la sfida che Harry gli ha lanciato; ignorando il brivido che s’irradia nel mio corpo quando Malfoy stringe la mia mano, senza perdere tempo, contemporaneamente a Harry, ci smaterializziamo!
Grazie ad Harry che mi tiene una mano sulla schiena, non perdo l’equilibrio quando arriviamo davanti all’entrata del Paiolo magico. Malfoy, alla mia sinistra, osserva la scena senza sciogliere la presa dalla mia mano. Anzi, la stretta si fa sempre più forte!
Con un movimento brusco, interrompo il contatto e, facendogli segno di precederci, entriamo nel locale.
Non mi serve molto per accorgermi del tavolo rotondo, infondo alla sala e riconosco tutte le persone che ci sono sedute attorno. Da come Malfoy si blocca in mezzo alla sala, anche lui deve essersene accorto.
-Cammina Malfoy! C’è ancora una sedia libera per te!!- sussurro a Draco, dietro le sue spalle.
-Mi correggo! Non hai bevuto, sei diventata totalmente pazza! Io non sto un minuto in più, in questo posto, con loro!!- mi urla afferrandomi per un gomito.
-Rilassati Malfoy! Lasciala immediatamente!!- interviene Harry.
Mentre i due ragazzi accanto a me si fronteggiano pericolosamente, mi accorgo che tutti gli altri si sono accorti del nostro ingresso. Anche loro, come Malfoy, hanno lo stupore dipinto sui loro volti!
Harry è riuscito a convincere la maggior parte di quelli che avevo richiesto fossero qui stasera: Luna e Neville, Ron ed Hermione, George e, con immenso piacere, papà. Mancano solo Bill e Fleur, Percy e, ovviamente, la mamma.
-Siediti Malfoy!! Per favore- intimo a Malfoy, guardandolo negli occhi.
-Cosa ci fa lui qui!!- urla Ron, alzandosi in piedi e indicando Malfoy.
-Ron, siediti!!!- lo rimproverano, all’unisono, Harry ed Harmione.
Senza staccare gli occhi da Malfoy, Ron obbedisce. Spingo Malfoy verso il tavolo ma lui resta in piedi dietro alla sedia, evitando accuratamente il posto vuoto accanto a mio padre.
-Posso sapere, Harry, perché ci hai detto di venire qui?? In più, presentandoti con… lui!!- chiede mio padre ad Harry, senza guardare né me e né Draco.
-Sono stata io a chiedergli di portarvi qui. Devo dire delle cose e voglio farlo una volta sola. La cosa giusta da fare era farvi venire tutti assieme ma se ve lo avessi chiesto io, quasi nessuno avrebbe accettato!- spiego cautamente sedendomi nel posto centrale, davanti a tutti.
-E da quando, ti interessa fare le cose giuste??- chiede ironico Ron.
La battuta, inaspettatamente, fa scoppiare a ridere Malfoy. Vederlo divertirsi, ascoltando come vengo trattata da mio fratello, mi fa amareggiare ancora di più.
Sento la mano di Harry accarezzarmi una spalla e, Draco accorgendosi, smette subito di ridere.
-Ron, forse vuoi di nuovo provare a spaccarmi la faccia??- gli chiedo gentilmente.
In tutta la sala, scende un silenzio profondo; Hermione si gira a guardarlo scandalizzata, mentre papà e George abbassano lo sguardo amareggiati.
-Hai picchiato tua sorella, Ron?- gli chiede Luna.
Persino Malfoy sembra sconcertato da quello che ha sentito e si gira verso Ron, aspettando una sua parola.
-E’ stato Bill!! E poi se l’è meritato!!!- spiega Ron. Da come si guarda attorno e comincia a balbettare perché in cerca di consensi che non trova. Penso, però, si sia pentito della scenata di una settimana fa.
-Non è questo l’importante! Volevo che ci foste tutti perché anche io ho il diritto di raccontare la mia versione dei fatti! Mi dispiace che non ci siano Bill e mamma ma provvederete voi a riferirglielo!-.
-Se mi hai fatto venire qui, per pulirti la coscienza e farmi passare da bugiardo e pazzo… - s’intromette Malfoy, avvicinandosi col dito puntato contro di me.
-No!- lo fermo subito –E’ vero. Ho avuto una storia con Malfoy! Col mangiamorte, come lo chiamate voi!!-.
Draco sentendo le mie parole, abbassa la mano e, restando colpito da ciò che ho detto, torna al suo posto.
-E’ cominciato tutto l’anno scorso! Quando sono tornata ad Hogwarts ero sola. Non avevo nessuno! Non sentivo nessuno e una parte di me aveva paura che, qualcuno di voi, non sarebbe mai più tornato! E’ vero ho tradito Harry, la notte di Natale ma me ne sono pentita subito dopo!! Lui era l’unica persona che, in quel momento, mi abbia fatto dimenticare dove fossi e cosa stessi vivendo. So esattamente cosa lui ha sempre detto di me, della mia famiglia e di Harry ! So che si è fatto marchiare, che ha aiutato i mangiamorte ad entrare a Hogwarts. Sapevo tutto!! Però più lo conoscevo, col passare dei mesi e più mi convincevo che, in lui, ci fosse qualcosa per cui valesse la pena conoscrlo!-.
Sento gli sguardi di tutti su di me; anche Malfoy, è catturato dalle mie parole.
-Più mi ripetevo tutte lo cose brutte che ha fatto e che ci ha sempre detto e più lui faceva qualcosa che mi sorprendeva, ogni volta!! Mi ha trattato male ma anche bene, allo stesso tempo! Poi siete tornati e la mia vecchia vita è ricominciata!! Harry è tornato e io ero felicissima. Lo ero, davvero!! Ho passato tutta l’estate come se non fosse successo niente ma era una menzogna perché, in nove mesi, qualcosa era cambiato!! C’è stato il processo e lì mi sono ancora più convinta che lui fosse una persona diversa dai suoi genitori!! Poteva scappare e, invece, ha affrontato il processo-.
Lo guardo e, ora, mi sembra di rivedere lo stesso ragazzo che vidi quel giorno, durante l’udienza, seduto sul bancone degli imputati.
-Sono tornata ad Hogwarts e me lo sono di nuovo ritrovata davanti. Per tutto il tempo, ho fatto di tutto per tenerlo distante da me e da noi- indico Harry.
-Ho fatto di tutto, fino all’ultimo, per convincermi che oltre ad Harry non potesse esserci altra scelta. Harry è stato ed è perfetto! E’ la persona giusta che mi ha trattato come una regina. Mi ha dato una sicurezza, stabilità e mi stava regalando un futuro meraviglioso! Lui non aveva colpe; sono stata io che… ho fatto quello che ho fatto! Ero convinta ed in quel momento ero anche contenta. Ho commesso un errore!!-.
Prendo un momento di pausa e mi accorgo che George e Ron si stanno guardando a vicenda mentre mio padre ascolta coprendosi il volto con una mano.
-Ma tutto l’idillio è durato pochissimo! Quando ho parlato con Harry, lui… - mi si comincia a incrinare la voce.
-Quando me lo disse, non la presi per niente bene! Non l’ho picchiata ma credo di essere stato mille volte più arrabbiato di voi!!- prosegue Harry –Non riuscivo a pensare razionalmente e… ho fatto peggio di voi!!-.
Mi accorgo che Harry tiene la testa bassa; forse averlo costretto a parlarne davanti a tutti sia la giusta punizione per quello che ha fatto. Non penso si meriti di più.
-L’ho ricattata!- confessa tutto d’un fiato. Tutti gli sguardi si dirigono verso di lui ma quello che mi colpisce di più è Malfoy.
Sembra abbia l’espressione persa nel vuoto ma con passo lento, lo vedo riavvicinarsi verso di noi.
-Non volevo credere a una cosa del genere! Non le ho dato modo nemmeno di spiegarmi e ho fatto l’unica cosa che mi rimaneva da fare!! L’ho ricattata!! O lei lasciava perdere Malfoy o io facevo riaprire il fascicolo su di lui e lo rispedivo ad Azkaban!!-.
Nella stanza, cala un silenzio glaciale. L’unico che mi va di guardare è Harry! Non l’ho mai visto così! Dovrei essere io quella ad essere consolata ma, ora, mi sembra che sia più lui ad averne bisogno.
-Credo di non aver capito bene!- sussurra Malfoy ma tutti lo sentiamo perfettamente.
Lo fulmino con lo sguardo; se ora pensa di passare dalla parte della vittima, si sbaglia di grosso.
-Hai capito bene, Malfoy!- ripete Harry – L’ho fatto!! Conosco Ginny da quando aveva nove anni e sapevo che, se le avessi detto che ti avrei procurato sofferenza, lei avrebbe fatto di tutto per aiutarti! Si sentiva in colpa come se fosse stata lei a metterti in pericolo di tornare ad Azkaban ed ha accettato. L’ha fatto senza cercare compromessi! Non voleva ti succedesse nulla e se n’è andate lei! Ha preso la sua roba, si è presa i tuoi insulti e se n’è andata via! Lontana da me e da te!-.
-State mentendo! Non è vero!! Io… -. Vedo Malfoy mentre i suoi demoni si rimpadroniscono di lui; iniziano a tremargli le mani. Lo conosco bene per non sapere che, a breve, perderà la testa.
-Tu cosa? Tu te ne saresti accorto?? No, impossibile! Eri troppo preso dal tuo orgoglio ferito!! Comunque non sono venuta qui per rinfacciarti nulla ma solo per ammettere davanti a tutti che ho sbagliato!!-. Ricomincio a parlare ma, adesso, mi sento molto più sicura di me stessa.
-Non mi sono mai pentita della scelta che ho fatto. Fuori da Hogwarts, ho trovato una vita nuova! Ed è bellissima! Avrei tanto voluto raccontarvi tutto quello che ho provato e lo avrei voluto fare io stessa! Papà, ti giuro, che ti avrei raccontato tutto e se lo avessi ascoltato dalla mia voce, mi avresti creduto!! Io non posso dirvi che Malfoy vi ha raccontato delle bugie ma quello che posso affermare, con assoluta certezza, è che ho sbagliato!! Malfoy non può essere salvato né da me e né da nessun altro. E’ molto più simile a suo padre di quanto credessi!!!- lo dico guardando Draco negli occhi –L’unica differenza è che suo padre è un assassino, lui no!! Non è cambiato prima e non cambierà mai!!-.
Vedo un Malfoy allibito, guardarmi a bocca aperta. Tutte le sue care certezze si stanno sgretolando davanti a lui  e non può fare più niente per fermare tutto questo!!
-Posso chiedere scusa, a voi, se non vi ho mai raccontato la verità ma ero terrorizzata  nel dare voce a tutto quello che sentivo dentro di me. Detto ciò, io merito rispetto!! Non accetto Bill che mi mette le mani addosso come non accetto il modo in cui, tu, mi tratti, Ron-.
Mio fratello continua a tenere la testa bassa; credo si stia vergognando come non mai!
-Potrei dire tanto altro ma c’è qualcosa di personale che vorrei tenere per me e, comunque, ci ha pensato Malfoy a farvi un racconto dettagliato!! Quello che posso fare, invece, è chiedervi personalmente scusa per lui, per come vi ha trattato e per quello che vi ha detto. Per il resto, non ho altro per cui scusarmi! Mi sono presa le mie responsabilità e ne sto pagando le conseguenze!!-.
Noto che gli unici che mi stanno guardando regalandomi un po’ di comprensione sono Luna, Neville ed Hermione. Non mi giro appositamente, per evitare di incontrare ancora lo sguardo di Malfoy.
-Detto ciò – afferro l’anello nella mia tasca e mi alzo, dirigendomi di fronte a Malfoy –Questo è per te!!! Volevi tanto che me lo togliessi e, ora, puoi tenerlo come trofeo. Sarebbe troppo facile umiliarti ma dovrei abbassarmi al tuo livello e, io, sono una persona molto migliore di te!!-
-Io non … -. Malfoy cerca di rispondere ma, ora, sentirlo parlare senza l’arroganza che lo ha accompagnato fino ad ora, mi fa arrabbiare ancora di più!!
-Stai zitto!! Hai già detto ma soprattutto fatto abbastanza!!!- lo inchiodo con uno sguardo pieno di risentimento –Tienilo!! Di me, non avrai altro che questo!!!-.
Gli porgo l’anello ma lui resta immobile a guardarmi; quest’aria di vittima che ha indossato, mi fa proprio andare fuori di testa. Faccio fatica anche solo a guardarlo. Stufa di stare lì, sbatto l’anello sul tavolo, senza fermarmi a salutare nessuno, afferro la mia giacca ed esco dal Paiolo magico.
Cammino veloce lungo i vicoli; voglio mettere più distanza possibile tra me e tutte le persone che sono in quella stanza. Ora che mi sono tolta questo macigno dallo stomaco mi sento più leggera ma, inaspettatamente, anche molto arrabbiata. Arrabbiata con Malfoy per quello che ha fatto, con la mia famiglia per come mi hanno giudicata, con Luna e Neville che non sono riusciti a capire la verità e con Harry…
-Ginevra!! Ginevra, FERMATI!!!-.
Accelero ancora di più il passo appena riconosco la voce di Malfoy dietro di me ma non faccio in tempo, a pensare di smaterializzarmi, che lui mi ha afferrato per un braccio e mi sbarra la strada.
-MOLLAMI!!!- lo spintono lontano da me ma ogni volta che cerco di cambiare direzione, me lo ritrovo sempre davanti!
-Non dovevi ascoltare Potter!!! Non dovevi andartene, dovevi venire da me!!! – mi dice di getto!
Mi fermo perché inizio ad avere il fiatone e non voglio dare spettacolo in mezzo alla strada.
-Hai ragione, ho sbagliato!! Dovevo fregarmene e farti andare ad Azkaban assieme a tuo padre!!-.
Cerca di poggiarmi le mani sulle spalle ma mi allontano.
-Non devi toccarmi!!- gli dico decisa. Lui indietreggia come se fosse stato scottato. I capelli gli ricadono davanti e gli danno un’aria ancora più tormentata.
-Io avrei trovato una soluzione!! Non spettava a te prendere questa decisione!! Io… -.
-Ti prego, basta!! Io ho passato mesi a pensare e a ripensare a quello che era successo e, mai, per nemmeno un minuto, ho pensato che la colpa fosse mia! Tu non sei in grado di comportarti da uomo! Vuoi sapere cosa avresti fatto?? Saresti andato da Harry, avresti perso la testa e gli avresti fatto del male! A te non è mai importato di me veramente! Io ero solo un giocattolino nuovo che volevi a tutti i costi. Tu non volevi me, volevi vincere la tua sfida con Harry! Dovevi dimostrare, almeno per una volta, di essere più forte di lui!!-.
-Se tu mi avessi dato delle sicurezze, io non ti avrei creduto tanto facilmente!!!!- mi dice senza guardarmi in faccia.
-Ahhahahahahah!!!! Vedi?? Le colpe sono sempre degli altri: me, Harry, tuo padre… Ma tu, quando ti deciderai a prenderti una, dico una, responsabilità nella tua vita???-.
Lui resta zitto, forse perché punto sul vivo!! Nominare il padre, è stata una mossa scaltra!!
-Vuoi un consiglio? Non perdere tempo a rivendicare le tue ragione! A me non interessa più ascoltarti! Anche se Harry non avesse fatto niente, tu avresti trovato il modo di rovinare lo stesso le cose!! Non provare a cambiare, tu sei fatto così!! Arrenditi all’evidenza!!-.
C’è una certa amarezza nelle mie parole; quello che mi dispiace di più, è non essere riuscita a tirare fuori la sua parte più bella. Anzi, forse ci sono riuscita per un po’ di tempo ma poi, le tenebre dentro di lui hanno ripreso il sopravvento.
-Non so cosa… Qualsiasi cosa dica, sarà sempre quella sbagliata!!-. La sua aria da cane bastonato non smette di irritarmi!!
-Malfoy, non combattere te stesso! Torna pura a fare quello che sai fare meglio!! Vai dalla Parkinson, bevi, tratta male la gente, distruggi le famiglie degli altri … Nessuno sano di mente può accettare di avere a che fare con te!! Sarebbe come fare un salto nel vuoto sapendo benissimo che ci si farà male!!-.
Si tocca la fronte, forse, per mascherare il suo imbarazzo; per fortuna, in strada, nessun curioso si è fermato a guardarci. Senza aggiungere altro, riprendo a camminare, intenzionata a smaterializzarmi alla fine del vicolo ma, all’ultimo, mi ricordo di dover dire ancora una cosa.
-Malfoy??- lui si volta nella mia direzione, sorpreso di sentirsi chiamare da me - Non ti avvicinare mai più alla mia famiglia!!-.
Più che una frase, dal tono che mi è uscito, sembra una minaccia.
 

 
Cammino lungo il corridoio del piano terra, per dirigermi alla scalinata centrale di Hogwarts; devo prendere la mia roba prima che arrivino Luna e Neville o, ancora peggio, Malfoy.
Senza guardare dove cammino, mi accorgo troppo tardi che qualcuno sta uscendo dall’aula di trasfigurazioni e l’urto è inevitabile.
Inciampando nelle mie stesse gambe, cado lunga per terra insieme a un pesante libro che mi colpisce in piena testa.
-AAHH!!- mi tocco la fronte per constatare la gravità della botta.
-Ma si corre così per i corridoi?!?!- sollevo lo sguardo quasi impaurita di essermi scontrata con un professore ma per fortuna, non si tratta di nessuno di loro.
Vedo un ragazzo, che non deve avere molti anni più di me che però, non indossando la divisa di Hogwarts, non dev’essere uno studente. Da come è vestito, sembra più un babbano che un mago. Con un paio di jeans, un maglioncino verde scuro con i capelli castano chiari leggermente mossi che gli lasciano qualche riccio indomato; non se ne vedono molti così da queste parti!!
-Non stavo correndo!! –rispondo piccata mentre mi rialzo in piedi. Afferro il suo libro che mi è caduto sulla testa e glielo porgo. Lo afferra e lo mette sulla pila di manuali che tiene tra le braccia.
Vedo che la sua espressione da scioccata si trasforma; mi guarda dalla testa ai piedi come se mi stesse studiando.
-Si è fatta male??- mi chiede.
-No!- rispondo secca. Non ho tempo da perdere. E’ stata una serata già pesante; non mi metterò di certo a litigare con uno sconosciuto! –Arrivederci!- lo saluto indispettita.
-E’ sempre così maleducata??-. Mi volto a guardare lo sconosciuto che mi sta facendo infastidire non poco.
-Senta, io non so chi sia ma ho avuto una serata piuttosto complicata!! Mi scuso se l’ho urtata ma non starò qui a discutere su chi è andato addosso a chi!! Col suo permesso ….- cerco di andarmene ma il ragazzo è piuttosto insistente.
-Tu sei Ginevra Weasley??- domanda dubbioso.
-Si!- cerco di controllarmi ed essere il più cordiale possibile.
-Infatti avevi un viso già conosciuto. Sei … -.
Ora, basta!!! Sempre la stessa storia!!!
-Sì, sono io!!! La fidanzata di Harry Potter!! La ragazza del salvatore del mondo magico!!! Sì, sono io!! Ora mi dirai quanto sono fortunata e bla, bla, bla… -. Sempre così! Tutte le volte, le persone appena sanno chi sono, vogliono subito sapere di Harry.
Lo sconosciuto mi guarda allibito e quasi spaventato.
-In realtà, se smetti di urlare, volevo solo dirti che so chi sei perché ti ho visto l’altro giorno sulla Gazzetta del Profeta, nella pagina dedicata al Quidditch. Sei il nuovo acquisto delle Holyhead Harpies e poi io conosco bene tuo padre!-.
Vorrei fare una buca nel pavimento e nascondermi dentro. Ho appena fatto una scenata inutile con una persona estranea che voleva solo parlare di Quidditch. Sono talmente presa dai miei problemi personali che non do nemmeno il tempo, alle persone, di parlare.
-Ah!- il ragazzo con il suo zaino sulle spalle, che noto solo adesso, s’incammina ma non posso lasciarlo andare così dopo aver fatto questa figuraccia.
-No aspetta!!... Mi dispiace!- gli vado dietro per un po’ ma poi, per fortuna, si ferma –Scusa! Davvero io… oggi ho avuto una giornata un po’ difficile!! Di solito non sono così … -.
-Così psicolabile??-. La sua domanda mi fa scoppiare a ridere.
-Sì! Di solito non sono così… psicolabile!- rido ancora –Ricominciamo da capo! Piacere, io sono Ginevra Weasley!!-. Gli porgo la mia mano.
Dopo qualche momento di esitazione, mi stringe la mano con la sua.
-Io sono Riley. RIley Tanner -.Noto che fa non poca fatica a tenere tutti quei libri con un braccio solo.
-Non ti ho mai visto da questa parti! Non sei uno studente?-.
Finalmente, anche a lui, fa un sorriso divertito.
-No! Assolutamente no! La mia carriera scolastica è ormai finita da quasi una decina di anni!-.
Allora non mi sbagliavo, deve avere più o meno venticinque anni. Se allora non è uno studente, lui, chi cavolo è e cosa ci fa qui??
-E cosa ti porta ad Hogwarts?-. Forse è parente di qualcuno.
-Avevo un appuntamento con la preside McGranitt-.
 Con questa sua risposta evasiva capisco che non si vuole sbottonare più di molto; non vuole raccontare troppo di sé. Forse sono io, adesso, a infastidirlo e non avrebbe tutti i torti.
-Bene, allora ci si rivede in giro per il ministero!!-. RIley fa un mezzo sorriso storto e chiude gli occhi a due fessure; devo dire che guardandolo bene, è anche un bel ragazzo. Ha un’aria così da grande.
-Ah sì? è tua abitudine venire al ministero a farti una passeggiata???-. Mi sta prendendo in giro? Io cerco di fare la gentile e lui mi risponde così!!
-No, in effetti no!! Io giro più per i campi di Quidditch quindi, hai di nuovo ragione. Non credo che ci sarà occasione di rivederci!- gli sorrido falsamente e m’incammino verso la scalinata.
-Lo vedi che sei psicolabile??- mi urla divertito Riley.
-Pensala come vuoi!!- mi volto verso di lui ancora una volta –E se devo proprio dirla tutta… io sarò pure psicolabile e maleducata ma tu sei un gran presuntuoso!! La saluto signore del ministero!!-.
Ora mi ha davvero stancato! Io che pensavo di essere stata sgarbata ma lui… in fondo sono io che mi sono fatta male e in più mi devo far giudicare da un mezzo ragazzetto sconosciuto, per di più presuntuoso.
-Ahah! Io presuntuoso?? Questa è bella!! E comunque, se vuoi anche tu saperla tutta, prima, stavo proprio per dirti che sei la ragazza di Harry Potter! Tutto il mondo magico lo sa… -.
-NON LO SONO PIU’!!- urlo esasperata –Tornatene al ministero!-.
Che giornata infernale! Prima la mia fmiglia con Draco, ora questo arrogante spocchioso… non vedo l’ora di tornarmene a casa!!
-Ci si rivede in giro, Ginevra!!- sento in lontananza.
 

 
So esattamente dove trovarlo. Se i miei calcoli sono giusti, dovrebbe essere qui a secondi.
E’ il momento che aspettavo da una vita! Inutile tentare di comportarsi bene quando puoi seguire i tuoi impulsi. Avrei dovuto farlo da tempo.
Eccolo! Lo vedo entrare dal portone a testa bassa; noto con piacere che è solo. Bene, niente testimoni.
Appena svolta l’angolo, lo afferro per il colletto della camicia e lo sbatto contro il muro di pietra, dietro le armature.
-Buonasera Potter!! E’ stata di tuo gradimento la serata??-. Gli stringo forte le mani contro il collo; inizia a diventare rosso.
-Ma-Malfoy lasciami!! –cerca di divincolarsi ma non ce la fa. Non riesce nemmeno a prendere la bacchetta nella tasca dei pantaloni.
-Allora San Potter, vediamo un po’!! Vuoi un vero motivo per sbattermi ad Azkaban?? Te lo sto per dare!!- senza allentare la presa, gli do un forte pugno nello stomaco. Potter si piega in due e cerca di accasciarsi ma io, tenendolo sempre per il collo, non glielo permetto.
-Pensavi che l’avresti passata liscia? L’hai ricattata per poterla riavere!! Sei un verme schifoso!-.
-Non è così! Non le ho mai detto che doveva tornare con me!- controbatte dolorante –Doveva stare lontana da te!!-.
Lo afferro e lo lancio contro un’armatura; dopo aver sbattuto la schiena contro la pietra, cade per terra rivolto al pavimento. Lo vedo rialzarsi zoppicando, si risistema gli occhiali e afferra la bacchetta.
-Stai indietro Malfoy o ti riduco in polvere!!-.
-Tu osi minacciarmi!!- mi avvicino a Potter senza alcuna paura.
-Vuoi ammazzarmi, Malfoy? Fallo!! Così tu finisci ad Azkaban per il resto della tua vita, solo come un cane!!-.
-E’ un’idea allettante ma non lo farò!  Devo riprendermi ciò che è mio! Questo è solo un avvertimento: mettiti ancora in mezzo ed io ti giuro che ti strangolo con le mie mani!!-. Non sto scherzando. Lo farò veramente, se non sparisce dall’esistenza mia e di Ginevra.
-E tu sei così ingenuo da pensare che lei ti perdonerà??-. Potter sta quasi ridendo; forse, non ha ancora capito la lezione.
-Beh, ha perdonato te!! Farà lo stesso con me!!- gli ringhio in faccia.
Potter fa qualche passo indietro e scivolando lungo il muro, si siede per terra.
-Io ho commesso un errore. Uno. Ho capito e ho chiesto scusa. Tu sei fatto così! Quello che fai, lo fai sempre. Tratti male le persone, rovini le vite degli altri e hai il terribile difetto di credere che le persone siano di tua proprietà. Lei non è tua! Non è più di nessuno -.
Mi piego leggermente per fare in modo che possa sentire bene quello che gli dirò.
-Ti ha fatto comodo però l’anno scorso quando tu e i tuoi amici siete stati catturati e io non ho rivelato a nessuno, la tua vera identità!! Saresti morto senza di me!!-.
-E’ vero!! E tu, adesso, saresti ad Azkaban, nella cella accanto a quella di tuo padre, insieme ai dissennatori. Non saresti qui ad Hogwarts se non ci fossi stato io! Ricordatelo sempre!! Tu devi tutta la tua vita a me!-.
Vorrei spaccargli quegli occhiali che porta e infilargli le scheggia negli occhi ma, con le mani tremanti, mi allontano.
-Lei mi perdonerà!- sentenzio definitivamente.
-Forse si! Ma non il perdono che intendi tu! Col tempo, smetterà di odiarti ma non tornerà mai più con te!! In questi mesi, mentre tu ti davi alla pazza gioia o ti impegnavi a umiliarla, lei si è costruita un futuro. Senza né te, né me! Ha capito che può essere felice senza nessuno dei due. Non tornerà indietro, soprattutto con te!!- dice tranquillo, così sicuro di sé.
-Lei, non importa quando, capirà e sceglierà ancora me!- ribatto fingendomi convinto. Lei ha accettato cose peggiori; ha capito perché sono diventato un mangiamorte, ha superato tutti gli anni in cui ho insultato lei e la sua famiglia, ha accettato la mia vita. Lei deve capirmi anche questa volta!
- Tu non hai idea di cosa voglia dire per lei, il fatto che tu sia andato in casa sua e hai confessato tutto alla sua famiglia, in quel modo!! I suoi fratelli l’hanno picchiata, non vogliono più vederla. Sua madre è sconvolta a casa e non fa che piangere. Per non parlare del fatto che hai rovinato il suo rapporto col padre. Era lei che voleva raccontare tutto e, tu, fregandotene, hai rovinato tutto!!-.
-Io non sapevo!! ERO INFURIATO!! Non lo avrei mai fatto se avessi avuto il minimo dubbio che lei mi stava mentendo!!-. Non so perché mi sto giustificando con San Potter ma non posso farne a meno. Io non sapevo. Non potevo immaginare … o forse sì?? La Lovegood mi aveva avvertito ma io non le ho dato retta fino in fondo. Mi sono fermato all’apparenza delle cose e, questo, anche io, non me lo perdonerò tanto facilmente.
-Avresti fatto, prima o poi, qualche altra cazzata!! Tu le fai sempre e quella di stasera, è l’ennesima dimostrazione!!-.
Si alza in piedi goffamente e, dandomi una spallata, se ne va. Io resto impietrito davanti a quel muro. Solo. Ho picchiato Potter ma speravo che anche lui, mi mettesse le mani addosso. Volevo che qualcuno me la facesse pagare per quello che ho fatto.
Tiro un pugno contro il muro di pietra e, subito, sento le ossa delle dita fratturarsi. Il dolore è lancinante ma mi mordo la mano sana per trattenermi dall’urlare.
Afferrando la mano rotta, mi metto a correre verso i miei sotterranei. Appena svolto l’angolo, vedo, davanti alla porta del mio ufficio, Pansy.
Lei, stasera no!!
.Pansy vattene! Non è serata!- entro nel mio ufficio e mi siedo sulla mia poltrona. Devo subito prendere qualcosa per la mano ma adesso non ho voglia di andare da Madama Chips. Il dolore sta diventando sopportabile.
-Dracuccio ti devo parlare!! Ho scoperto una cosa meravigliosa!!- entra, tutta felice, dietro di me.
-Pansy, ti supplico. Potresti, per favore, andartene. Parliamo domani. Ho avuto una serata terribile e vorrei…-.
-Sono incinta!!!!- urla Pansy tutta contenta.
La mano ricomincia a farmi male ma sento, anche, un indebolimento generale di tutto il corpo. La testa mi comincia a girare.
-Non non.. io non … tu non … puoi … non puoi … - comincio a balbettare!
-Draco, sono incinta! Aspettiamo un bambino!! Allargheremo la dinastia Malfoy. Madama Chips mi ha appena dato la bella notizia!! Sei contento, amore mio??-.
La stanza, mi sembra, si faccia sempre più piccola; mi manca l’aria e faccio fatica a respirare.
C’è solo una parola che descrive quello che sto provando.
Panico.
 
 
 
Ciao a tutti!!! Ecco la seconda parte. Se avete letto, capirete perché ci ho messo tanto a pubblicarla! Direi che è uno dei capitoli più belli che ho scritto. Segna un’enorme svolta nella storia.
Sono successe così tante cose che sono proprio curiosa di sapere quella che vi ha colpito di più e chi è stato il personaggio che vi è piaciuto di più e chi meno.
Cose interessanti ce ne sono tante, a partire da Pansy fino all’introduzione del nuovo personaggio. Riley.
Cosa vi posso anticipare?? Riley sarà molto interessante da scoprire e sulla reazione di Draco per il nascituro… ve la lascio immaginare!!
Grazie mille a chi segue la storia, a chi la legge e soprattutto a chi la recensisce.
Siete fantastici.
A presto!!
 
 

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Capitolo 22
*** Io ti appartengo ... comunque vada ***


Capitolo 22
Io ti appartengo … comunque vada.

 
 
 
-Ginny!!! Ginny!!! Sei scoperta sui fianchi!! Aspetta le altre! – sento Gwendolyn strillarmi per la millesima volta. Oggi è proprio una giornata no. Non ne combino una giusta; o vado lenta o sono troppo veloce.
-Weasley, resta concentrata!!!-.
-Si capitano!!- le rispondo a occhi bassi. So già che appena poserò i piedi sul campo, mi aspetta una di quelle strigliate che me la ricorderò per un bel po’. Mi fa strano chiamarla capitano, quando in casa la trattiamo come una di noi. Devo dire che, sul campo, Gwendolyn, sa però come farsi rispettare.
-Si può sapere cosa ti prende?? E’ due giorni che hai la testa fra le nuvole!!- mi sussurra Margareth che, nel frattempo, mi si è accostata con la sua scopa.
-Non mi prende niente!- dico quasi stizzita –Sono solo un po’ stanca!-. Mento spudoratamente. In realtà, la stanchezza non c’entra un bel niente; è da quando sono tornata da Hogwarts, un paio di giorni fa, che mi sento sempre nervosa. Non ho voglia di parlare con nessuno e, ogni volta, che apro bocca, dico solo cose acide.
-Ok. Allora domani andrà meglio!-. Apprezzo lo sforzo di Margareth nel non insistere a tutti i costi nel sapere quel che mi passa per la testa ma non so quanto resisterà senza farmi domande.
La sera in cui sono tornata da Hogwarts , sono filata dritta in camera mia senza rivolgere parola a nessuno e mi sembra che tutte le ragazze stiano frenando la loro curiosità, per non sembrare invadenti ma so che non aspettano altro che io cominci a raccontare..
-Per oggi, abbiamo finito!! Tutte nello spogliatoio!!- grida Gwendolyn e senza esitare, atterro sul prato prima di tutte le altre. Voglio ritardare il più possibile la raffica di domande che sicuramente mi farà Gwendolyn.
Entrata nello spogliatoio, mi sfilo la divisa e la appallottolo nel mio borsone. Nel giro di un paio di minuti, sono già pronta per uscire. Vado verso la porta, sotto lo sguardo confuso delle mie compagne.
-Non ci aspetti?? – chiede incredula Olivia che deve ancora sfilarsi gli stivale.
-No voglio andare a casa. Ci vediamo lì!-. Il mio tono risulta infastidito.
-Eh no! Ora basta! E’ due giorni che sei intrattabile!! Ora, addirittura, ci eviti!- mi dice Margareth parandosi davanti a me. Lo sapevo che non avrebbe resistito ancora a lungo a non parlare.
-Non vi sto evitando. Ho solo una giornata un po’ così …- cerco di giustificarmi ma dall’espressione di Margareth non sembro esserci riuscita.
-Ginevra Weasley, puoi prendere in giro chi vuoi ma non me. E’ da quando sei tornata da quella maledetta scuola che a malapena ci rivolgi la parola. Cos’è successo?? Pretendo una risposta!!-.
Tutte le ragazze, attorno a noi, ci stanno guardando. Sicuramente, tutte saranno d’accordo con Margareth. Si saranno lamentate anche loro del mio atteggiamento di questi giorni e, guardandole, mi sento in colpa per come le ho trattate. Loro non c’entrano nulla.
-Hai ragione! Sono nervosa. Non c’entra nulla la stanchezza e voi non mi avete fatto assolutamente nulla!! Devo solo smaltire un po’ la rabbia. Tutto qui-. Le guardo una per uno, cercando di essere il più gentile possibile.
-Cos’è successo? Dai, diccelo! A noi, puoi dire tutto! Non ti giudicheremmo mai!- mi chiede dolcemente Margareth.
Pensando sia la cosa giusta da fare, mi avvicino e l’abbraccio.
-Lo so che voi siete dalla mia parte! Lo so!- la guardo negli occhi e le sorrido sinceramente. Ora mi sento un po’ più rilassata.
-Quindi?- insiste Margareth.
-Quindi ci vediamo a casa. Mangiamo tutte insieme e poi vi racconto tutto. Promesso!-. Alzo la mano destra e metto la sinistra sul cuore, in segno di giuramento.
Sembro averla convinta perché, senza aggiungere altro, torna a svestirsi e io ne approfitto per svignarmela via dallo spogliatoio.
Stasera fa più freddo del solito; le mani sono congelate nonostante abbia i guanti. Cerco di scaldarle strofinandole tra loro non riesco a riscaldarle più di tanto. Svolto l’angolo che porta a casa ma noto, immediatamente, la presenza di qualcuno davanti al mio portone. E’ troppo buio per vedere chi sia ma mi basta fare un paio di metri per capire chi è.
Il colore dei suoi capelli lo tradisce ancora prima che si accorga della sua presenza. Mi blocco sul posto appena lui si accorge del mio arrivo.
Non mi muovo ma continuo a fissarlo mentre lui si avvicina a passi lenti; non so come faccia a non tremare dal freddo con solo quel cappottino nero.
-Cosa ci fai qui??- sussurro.
-Devo parlarti!- mi risponde deciso. Lo guardo e la rabbia che si stava affievolendo, riesplode in tutto il mio corpo. Devo provare a controllarla, se voglio sembrargli indifferente.
-Non abbiamo più nulla da dirci, Malfoy!-. Volto lo sguardo; non mi è facile restare calma se lo guardo negli occhi.
-Io devo parlare con te, Weasley!!- anche lui non mi sembra per nulla tranquillo, anzi…
A guardarlo bene, ha l’aspetto di qualcuno che non dorme da una settima. Saranno i sensi di colpa a tenerlo sveglio e una piccola parte di me sta gioendo. Ben gli sta!!!
-Senti, Malfoy…-.
-Vuoi che ti chieda scusa? Lo faccio!!- Draco m’interrompe, alzando il tono della voce –Vuoi che ammetta le mie colpe? Lo faccio!! E’ colpa mia. Ho sbagliato! Ti chiedo scusa, per tutto!-.
Lo dice con un tono esasperato, come se avesse imparato queste parole a memoria.
-Draco … -. E, per l’ennesima volta, non riesco a terminare la frase.
-Mi hai sentito? Ho detto che mi dispiace. Mi dispiace per tutto! Se potessi tornare indietro … -.
Eh no, ora basta!!
-Non possiamo tornare indietro!! Dovevi pensarci prima! Ora è tardi per chiedere scusa!! – lo spingo con forza lontano da me e, approfittandone, del passaggio libero vado verso la porta di casa mia.
Sto per aprire quando lo sento tirarmi per il bavero della giacca; mi tira verso di lui e avvicina pericolosamente il suo volto al mio. Guardandolo da vicino, mi convinco ancora di più che non ha per niente un viso rilassato. Vorrei scrollarmelo da dosso ma tiene il mio braccio troppo stretto.
Non ha perso il vizio di essere prepotente.
-Lasciami! Non è con la forza che mi convincerai … -.
-Ho bisogno di parlare con te- articola sillaba per sillaba. Non devo farmi incantare dai suoi atteggiamenti! Non devo farmi vedere dubbiosa.
-E io … no!- mi strattono e mi libero dalla sua presa. –Tornatene a casa!-.
Imperterrito mi scivola proprio davanti alla porta, bloccandomi l’entrata di casa.
-Non fare l’autoritario! M’innervosisci ancora di più!-.
-Devo dirti una cosa importante! Solo quando saprai tutto e non ci saranno più segreti tra noi, io e te ricominceremo -. Sembra così convinto di quello che sta dicendo; non ha minimamente preso in considerazione l’idea che a me, forse, può anche non interessare l’idea di ricominciare con lui?
-Tu sei fuori di testa. Dopo quello che è successo, tu … -.
-Possiamo entrare in casa? Cinque minuti e basta. – non so cosa dire. Sembra così concentrato su quello che deve dire che non sembra neanche ascoltarmi.
-Cinque minuti!- mi chiede educatamente, sfoderando il suo sguardo più gentile.
Per un micro secondo resto incantata a guardare i suoi occhi e, senza riflettere, apro la porta e gli faccio segno di entrare!!
Mi segue in silenzio fino alla porta del mio appartamento; faccio scattare la serratura e senza nessuna formalità lo faccio entrare in salotto.
-Devi sbrigarti! Le mie compagne saranno qui a minuti!-. Mi tolgo il giaccone, i guanti e la sciarpa e noto che, anche lui, si è già sfilato il suo cappotto. Indossa un paio di pantaloni neri e un semplice maglione grigio . Mi accorgo che non ha il suo solito aspetto curato; sono poche le volte che l’ho visto così sciupato.
-Ti sei sistemata bene! E’ un bel posto, qui!-.  Draco studia l’ambiente attorno a lui. Se penso che i primi mesi che mi ero trasferita qui, , avevo sognato così tante volte di vederlo entrare in questa casa.
-Grazie ma non m’interessa parlare dell’ arredamento con te! Vai al punto, Draco!!-.
Mi vado a sedere sul bracciolo della poltrona, sperando che questa messinscena finisca il prima possibile. Non mi sento tranquilla ad averlo così vicino.
-Il punto è che ho bisogno del tuo aiuto. Non posso farcela da solo. – mi raggiunge Malfoy e si siede sul tavolino, di fronte a me.
Sto per replicare ma guardandolo cambio idea; c’è qualcosa nel suo atteggiamento che non mi torna. Un po’ lo conosco e ho la sensazione che ci sia un doppio senso nelle sue parole.
-Ho fatto tanti errori e, come dici tu, devo accettare le conseguenze delle mie azioni. L’altro giorno mi hai detto che non riuscirò mai a cambiare. Invece io voglio farlo. Lo voglio fare con tutte le mie forze. Per te e per noi. – faccio fatica a seguirlo –Voglio essere una persona meritevole di stare al tuo fianco ma per farlo devo ricominciare da zero. Devo iniziare a dirti le cose come stanno. Ti devo chiedere perdono per tante cose ma la cosa più grave che ho fatto, devo ancora dirtela. -.
Ora sì che sono ufficialmente in ansia. Cos’altro è successo? Ecco che si spiega questo suo strano atteggiamento sottomesso.
-Cos’hai fatto??- dico con un filo di voce.
-Prima che tu dica qualsiasi cosa, devi tenere a mente solo una cosa. Non ho mai desiderato nessun’altra come desidero te. Tutto quello che ho fatto, in questi mesi, l’ho fatto solo perché sono impazzito all’idea di averti perso. Il solo pensiero che tu non faccia parte della mia vita, mi fa uscire di testa. Non lo posso accettare e, anche quando saprai cosa ho fatto, non lo accetterò mai-.
Draco mi prende una mano e la incrocia tra le sue. Dovrei tirarla via ma sono troppo presa dalle sue parole per pensare a interrompere il contatto con lui.
Sta per parlare quando sento scattare la serratura di casa; Malfoy s’interrompe e restiamo immobili a guardarci.
Sento dei passi lungo il corridoio ma non mi serve girarmi per capire chi sia.
-Ginny!!! Eccoci. C’era un giornalista fuori dallo … - Margareth si blocca appena si accorge della presenza di Malfoy nel salotto.
Mi alzo in piedi e mi avvicino a Gwendolyn, Margareth e Olivia che sono impalate all’ingresso, fisse a guardare Draco ancora seduto sul tavolino.
Cerco di dire qualcosa ma non mi escono le parole; Gwendolyn e Olivia guardano Malfoy disorientate, non riuscendo a capire come faccia a essere qui dopo tutto quello che ho raccontato su di lui. Quella che invece mi preoccupa è Margareth! Lei non sembra per nulla confusa, anzi! Mi guarda con un sorrisetto furbo; credo si sia fatta un’idea completamente sbagliata della situazione. So bene che lei ha sempre difeso tutte le azioni di Draco giustificandole dal fatto che lui fosse all’oscuro di tutto e, conoscendo la sua antipatia per Potter, credo che abbia completamente frainteso il motivo per cui Malfoy si trova nel nostro salotto.
-Lui è Draco Malfoy… -. Mi sento stupida ma non so cos’altro dire. Non ho nulla da nascondere ma mi sento lo stesso a disagio nel spiegare la sua presenza qui.
-Questo lo sappiamo già.- specifica Margareth col suo tono da furbetta. La fulmino con lo sguardo per farle capire di smetterla subito. Non c’è niente di divertente in questa situazione.
Malfoy, accorgendosi del mio imbarazzo, si alza e porge la mano alle mie compagne, per presentarsi.
-Ci siamo già intravisti la notte di capodanno ma non ho avuto modo di presentarmi a dovere. Piacere, sono Draco Malfoy. Spero che abbiate già sentito parlare di me!!-. Tutte e tre le mie compagne si fanno affabulare dai modi cortesi di Draco e stringono la sua mano presentandosi una alla volta. Vedo Margareth che sta per aggiungere qualcosa ma, cercando di non farmi vedere, le pesto un piede volontariamente.
-Ahia!! Ma perché mi hai pestato … -. Non c’è niente da fare; questa ragazza è una causa persa.
-Draco se ne stava andando, Margareth! Deve tornare subito a Hogwarts!-. Spero che tutte e tre capiscano che devono stare zitte e lasciarlo andare senza mettermi in imbarazzo ancora di più.
-Beh, noi dobbiamo cenare. Non è educato non invitare l’ospite a sedersi a tavola con noi!!-. Resto sconvolta da Gwendolyn. Mi potevo aspettare una frase del genere da Margareth ma non da lei! Da che parte sta??
-NO!- strillo, facendo sobbalzare tutti quanti -Lui non può restare! Sarà per una prossima volta!- rispondo al posto di Draco che mi sorride provocatorio; ha capito che non lo voglio qui ma che nemmeno voglio sbandierare, davanti alle ragazze, tutti i nostri problemi.  Sanno già fin troppo; non è il caso di scendere ancora di più nel ridicolo.
-Devo parlarti!- mi ricorda Draco che non sembra sia intimidito dalla presenza delle ragazze.
-Non adesso e non qui. Credo di aver già parlato abbastanza con te, per oggi. Sono anche stanca. Se mi facessi il piacere di andartene … -. Forse l’ho convinto! Malfoy afferra il suo cappotto da sopra il divano, sorride alle ragazze e si avvia verso l’uscita di casa senza aggiungere altro. Quando sento la porta sbattere, so per certo che Malfoy se n’è andato. Mi sento sollevata ma non del tutto soddisfatta.
Guardo le ragazze che mi contraccambiano con un’espressione accusatoria.
-Non guardatemi così! Sono stata fin troppo gentile!!-.
Non intendo aprire una discussione con loro sul capitolo Malfoy! Un discorso che abbiamo già fatto milioni volte e che finisce sempre allo stesso modo: Margareth urla che sono una testarda e io che le vieto di riaprire l’argomento.
-Mi stupisco di te, Gwendolyn!! Me lo aspettavo da Margareth ma non da te!! Volevi invitarlo a cena!! – le passo davanti e mi dirigo in cucina.
Loro mi seguono; so che Margareth vorrebbe parlare ma con un gesto, Gwendolyn la blocca.
-Io non voglio entrare nelle tue questioni personali ma io sono il capitano della squadra ed è mio dovere, accertarmi che le mie ragazze siano in forma al cento per cento e non abbiano pensieri che le distraggono dalla squadra!!-.  Quando parla così, Gwendolyn, è davvero difficile controbattere.
-E tu è da due giorni che non sei più qui con la testa! E non provare a negare!! Quando ti ho conosciuto eri un po’ malinconica ma non eri distratta, ora sei completamente tra le nuvole. Scusami se m’intrometto, ma penso proprio che tutti i tuoi problemi coinvolgano proprio quel biondino che è appena uscito da quella porta!!-.
Guardo le altre in cerca di sostegno ma niente; Olivia sta fissando il pavimento e Margareth ha un’aria soddisfatta. Le parole di Gwendolyn rispecchiano esattamente il suo pensiero; non le sembrerà vero che qualcuno, le dia finalmente ragione.
-Diciamo che non vengo da una situazione facile ma io voglio stare qui. Non vorrei essere da nessun’altra parte!!- spigo dolcemente a Gwendolyn.
-Ti credo ma penso, anche, che tu sia ancora legata ad Hogwarts. O meglio: a un certo professore di Hogwarts! Perdonalo oppure no! Scegli tu! La decisione è tua ma fai in modo che sia quella giusta. Quella che ti faccia stare bene!-.
-Sono d’accordo!- s’intromette Margareth –Anzi, un suggerimento: perdonalo e mettiamo fine a questo supplizio-.
- No! Non è così semplice! E poi non stavamo parlando di quello. E’ venuto per chiedermi scusa di qualcosa che non ho nemmeno capito … -. Alla fine, Malfoy, non mi ha detto nulla che io già non sapessi. Tutta questa pantomima, per cosa?
-Forse sei tu che non lo volevi ascoltare veramente!- insinua Margareth.
-Comunque non importa. Io non devo fare niente. Anzi no! Una cosa c’è che voglio fare: preparare la cena e mangiare!-.
Non ho più voglia di tornare sull’argomento, almeno per stasera. Voglio solo riempirmi la pancia e gettarmi sul letto. Vedere Malfoy aggirarsi in casa, mi ha fatto uno strano effetto.
Faccio in modo di non darlo a vedere ma sento come un peso sullo stomaco; vedendo Malfoy non mi sono alleggerita ma è come se i pensieri si fossero raddoppiati.
Non so ma ho un brutto presentimento.
Mi do della stupida da sola; sono troppo melodrammatica. Cos’altro può esserci di peggio di quello che già è successo?
 

 
-Ragazze, abbiamo finito per oggi!!- urla Gwendolyn.
Tiro un sospiro di sollievo; oggi l’allenamento è andato sicuramente meglio di ieri ma non sono ancora al massimo delle mie possibilità. Per fortuna, non mi sono beccata nessuna strigliata da parte della squadra.
Dopo ieri, mi sono impegnata e concentrata al massimo per far notare lo sforzo che ci sto mettendo e sembro, almeno per oggi, esserci riuscita.
Sono le dieci di sera; oggi, Gwendolyn, ha prolungato l’allenamento più del dovuto. Di solito alle nove siamo già tutte nello spogliatoio.
Mi sento le gambe distrutte, le trascino senza neanche sollevarle fino allo spogliatoio. Mi stendo esausta su una panca. Non so se ho le forze per togliermi le scarpe.
Stanotte ho dormito solo un paio di ore; posso negare quanto voglio ma la realtà è che continuavo a ripetermi le parole di Malfoy. Vorrei essere indifferente ma, con mio estremo dispiacere, mi rendo conto che ancora non lo sono.
-Ginny, sbrigati!! Si dorme a casa, non nello spogliatoio!-. Margareth è da ieri che mi prende in giro.  So dove vorrebbe andare a parare ma non ho alcuna intenzione di rispondere alle sue provocazioni. La conosco: prima o poi, si stuferà e mi chiederà in ginocchio, di parlare dei miei tormenti con lei.
Controvoglia mi alzo, mi slaccio la divisa e indosso la mia felpa grigia. Tolgo gli stivali e indosso le mie scarpe da corsa.
-Sono pronta!- dico a Margarteh facendole la linguaccia, mentre mi metto in spalla il mio borsone
-Andiamo, cretina!!-. Margareth mi prende sottobraccio e, insieme a tutte le altre, c’incamminiamo fuori dal campo.
Appoggio la testa sulla sua spalla e quasi mi faccio trascinare; penso che mi addormenterò appena sfiorerò il letto.
-Ma guarda un po’ chi si rivede!! Certo non si può dire che non sia testardo!!- sento Alicia, l’altra  battitrice, riferirsi a qualcuno ma non capisco a chi si stia riferendo. Alzo la testa e capisco subito.
Sta diventando un’ossessione. Cosa ci fa di nuovo qui??
Draco cammina avanti e indietro, sulla strada, proprio davanti al campo. Da quanto è qui ad aspettare??
Margareth scoppia a ridere; molte ragazze si trattengono mentre altre la seguono a ruota libera.
Tutte si bloccano sul marciapiede, curiose di sapere cosa sta per succedere.
-Ora basta!!- mi stacco dal gruppo e mi avvicino a lui. –Cosa non hai capito del concetto che non ti voglio qui??- gli chiedo senza neanche salutarlo.
Lui si ferma, davanti a me, e noto che, stasera, a differenza di ieri, indossa un paio di guanti. Forse, anche lui, comincia ad accorgersi delle temperature glaciali che ci sono qui.
-Cosa non hai capito del concetto che ho bisogno di parlarti?? Sei stanca anche stasera??- mi guarda con quella sua faccia da prendere a schiaffi che mi fa quasi sentire ridicola per le stupide scuse che gli propino ogni volta.
-In realtà sì!! Sai com’è?!?! E’ tutto il giorno che volo su una scopa! Se sapevo che sua maestà veniva, potevo chiedere di farmi stare in panchina, seduta tutto il giorno. Nostro re!!!-.
Se cerca il litigio, non mi tirerò certo indietro. Malfoy sbuffa esasperato.
-Va bene! Vorrà dire che tornerò domani!!- risponde calmo. Vedo che sta cercando di domare il suo nervosismo. Io, a differenza sua, non sono brava in questo.
Non si può andare avanti così!! Risulto infantile, invece io sono tutto l’opposto. Domani se starà di nuovo qui, io cosa m’invento?? Tanto vale toglierci il pensiero una volta per tutte e basta!!
-Va bene!! Parliamo! Andiamo a cena ma poi basta!! Non ti voglio più rivedere qui che mi fai gli appostamenti. Intesi?-.
Sembra sollevato ma non dice neanche una parola.
Mi rivolgo alle ragazze che stanno spudoratamente fingendo di non aver ascoltato quello che ci siamo appena detti.
-Vado a casa a cambiarmi!! Non ci sono a cena!! Ci vediamo dopo!!-. So già che appena tornerò a casa, dopo cena, mi aspetteranno tutte sveglie, impazienti di sapere tutti i particolari della serata.
-Fai con calma!! Possiamo vederci anche domani!!- mi risponde Margareth ma evito di risponderle.
Draco, accanto a me, si sta sforzando di trattenere una risata.
-Devo passare un attimo a casa a cambiarmi!! Non posso venire così!!-.
Lui annuisce in un magistrale silenzio e mi segue fino in casa senza dire una parola.
Una volta dentro, gli dico di aspettarmi in salotto e salgo su in camera mia a vestirmi.
Mi metto un paio di pantaloni neri e un maglione bianco intrecciato. Lego i capelli in una coda alta e in meno di cinque minuti sono già pronta.
Quando scendo giù lo trovo all’ingresso, intento a guardare la foto di tutta la squadra; ce la siamo scattate la vigilia di Natale davanti all’albero.
-Siete un bel gruppo!!- dice Draco che sembra stia parlando più a se stesso che con me.
-Sono pronta. Possiamo andare!!-. Malfoy si gira e mi guarda dalla testa ai piedi. Non mi sento a mio agio quando si ferma a fissarmi così! Ho paura che stia per dire qualche frase che ancora non sono pronta ad ascoltare. Lo precedo per non correre il rischio.
-Conosco un posto qui a fianco!! Non è affollato e si mangia molto bene!!-. Prendo dall’attaccapanni il mio cappotto grigio ed entrambi, evitando accuratamente di guardarci, c’incamminiamo verso il locale. Nessuno dei due dice una parola; è tutto così imbarazzante. E’ venuto fin qui, di nuovo, per parlare e ora è così taciturno.
Entro per prima tenendo la porta; la proprietaria, la signora McCurry si accorge di me e, conoscendomi, viene subito ad accogliermi.
-Ginevra che piacere!! Dove sono le altre ragazze??-. E’ una delle streghe più gentili che abbia mai conosciuto. Anche quando io o una delle mie compagne abbiamo l’influenza, lei viene tutte le sere ad assicurarsi che non abbiamo bisogno di nulla.
-Non ci sono. Avrei bisogno di un piccolo tavolo, solo per due- indico Draco con la testa e la signora McCurry si ferma a guardarlo.
-Certo!! Potete accomodarvi nella saletta dietro!! Ti mando subito qualcuno a prendere le ordinazioni!!-.
-Non serve. Prendiamo due piatti della casa e due burrobirre!!-. Non voglio perdere tempo; guardo Draco che non sembra fare una piega di fronte alla mia fretta.
-Perfetto!! Arriviamo subito!!- ci congeda la signora McCurry. Faccio segno, a Draco, di seguirmi e lo conduco alla saletta, dove di solito vengo con tutte le altre ragazze.
Mi tolgo la giacca e mi siedo davanti a lui; noto che la sala non è molto affollata. Ci siamo solo noi due e altre due ragazze che stanno leggendo delle riviste.
-Qui è tutto molto buono. Ti piacerà senz’altro il … -.
-Non sono qui per mangiare, Ginevra!!- m’interrompe Draco. Io volevo solo cercare di essere gentile ma lui mette a dura prova le mie buone intenzioni.
Un piccolo elfo si avvicina e ci serve, tutto sorridente, le nostre burrobirre. Draco senza aspettare, la beve quasi tutta in una sola golata. Non l’ho mai visto così!!
-L’hai bevuta tutta!! Dovresti ordinarne un’altra!!- ma cosa sto dicendo??
-Scusa- Draco richiama l’elfo – puoi portarci altre due burrobirre ??-.
-Scusa, ma per chi sarebbe la seconda??- chiedo confusa. Intende berne altre due o crede che la seconda me la berrò io??
-Non si sa mai!! – mi liquida Draco.
-Allora … veniamo al punto!! Perché sei qui??- tanto vale cominciare; non servono altri giri di parole.
-Ti sei ambientata bene!! Sembri vivere qui da anni e non solo da pochi mesi! Anche le ragazze si sono affezionate molto a te!!-. Draco parla guardandosi le punte delle dita e rigirando il suo anello di famiglia.
-Come fai a saperlo??- chiedo curiosa. Ci ha visto solo un paio di volte.
-Si vede; da come parlate e da come ti guardano!!-. Draco alza lo sguardo e resto, per l’ennesima volta, incantata dai suoi occhi. Dovrei sapere, dopo tanto tempo, l’effetto che mi fa quando ci blocchiamo a guardarci in questo modo.
-Questo è quello che volevi dire??-.
-Si sente la tua mancanza ad Hogwarts!! Non la sento solo io… tutti quanti la sentono!!-specifica Draco.
-Ah ecco!! Perché non mi sembra che, fino qualche giorno fa, tu sentissi molto la mia mancanza!!- so che risulto acida ma non posso fare a meno di dire certe cose.
Malfoy fa un mezzo sorriso, tra il divertito e l’arrabbiato, ma la sua risposta viene bloccata dall’elfo che ci porta i nostri piatti e le altre burrobirre .
Siamo così concentrati a fulminarci con lo sguardo che non faccio caso neanche a cosa ci sia nel piatto davanti a me. Prendo la mia burrobirra e inizio a berla. Col primo sorso, mi accorgo della sete che avevo e, anch’ io come Draco, finisco quasi tutto il primo bicchiere.
Vedo Malfoy che continua a fissarmi con un’espressione che non lascia promettere nulla di buono.
-La senti??- mi chiede Draco che si è sporto verso di me.
-Che cosa??- rispondo confusa.
-L’elettricità che c’è tra me e te!!-.
Scoppio a ridere sbalordita dalla sua sfacciataggine ma, allo stesso tempo, sento il mio viso accaldarsi. Spero solo che non pensi che io sia arrossita per lui; sarà stato lo sbalzo di temperature.
-Tu sei fuori di testa! Senza il minimo buon senso …- gli dico ancora ridendo. Riesce sempre a sconvolgermi come riesca a dire sempre le cose sbagliate al momento sbagliato.
-Perché non è così? Vuoi negare anche questo??- mi provoca Draco. Non mi farò manipolare da lui; questo è certo!
-E dimmi un po’- mi sporgo anch’io verso di lui –Tutta questa elettricità che c’è tra di noi, te la ricordavi anche quando sei andato a casa mia??-.
Non voglio essere cattivo perché so che lo metto in difficoltà ma non posso farne a meno di ricordare quello che ha fatto.
-Per l’ennesima volta, Ginevra. Ho sbagliato! Vuoi che mi metto in ginocchio? Cosa vuoi che faccia?? Non sono stati mesi facili!! Io ero convinto che tu mi avessi preso in giro. E mi sono sentito solo, di nuovo. Tu sai chi sono io e come sono stato abituato ad essere trattato!! In quel momento, tu eri l’ennesima persona a cui non importava niente di me. Puoi metterti nei miei panni per cinque minuti?? -. Parla come se stesse implorando.
La cosa che mi colpisce di più è la frase sull’essersi sentito solo. Anch’ io sapevo che non l’avrebbe presa bene ma non pensavo fosse arrivato a questo punto.
-Lasciamo stare … dai!! Non voglio continuare a infierire!! E’ inutile, tanto non si può tornare indietro nel tempo!!-. Affondo la forchetta in qualcosa che sembra uno spezzatino e inizio a mangiare. Il gusto è delizioso ma, dopo pochi bocconi, mi sento già piena. Sarà la stanchezza o la presenza di Draco ma, in questi giorni, non sto mangiando quasi niente.
Afferro la seconda burro birra, involontariamente, e comincio a sorseggiarla. Ora, oltre al viso inizio ad avere caldo in tutto il corpo. Malfoy segue i miei movimenti con estrema attenzione senza dire nulla.
-La mia vita sta per cambiare, Weasley. Sento che sono al punto di svolta e io voglio, anzi pretendo, che tu ne faccia parte!! Voglio fare sul serio con te!! Voglio smetterla con questi giochetti stupidi. Vorrei che io e te salissimo di livello!! Chiedimi qualsiasi cosa e la farò! Ti darà le dimostrazioni che ti servono - Malfoy mi afferra la mano sul tavolo e, improvvisamente, è come se non mi ricordassi i motivi per cui ero arrabbiata con lui fino a cinque minuti fa.
Ginevra resisiti!! Non devi ammorbidirti, adesso!!
Mi alzo dal tavolo e m’infilo la giacca.
-Abbiamo finito!! Nessuno dei due ha più voglia di cenare! Tu hai detto quello che volevi dire e io ti ho ascoltato. Devo andare a casa. Tu devi tornartene ad Hogwarts!!-.
Lui è spaesato davanti alla mia reazione ma, senza farci caso, vado nella sala principale.
-Avete già finito, Ginevra?- chiede gentile la McCurry.
-Si, segna pure sul mio conto!! Grazie!- la saluto frettolosamente ed esco da quel posto che mi sembra essere diventato, all’improvviso, così piccolo e soffocante.
-Posso sapere, dove stai andando??- mi chiede Draco che fa fatica a starmi dietro visto la mia andatura accelerata.
Vedo la porta di casa e mi tranquillizzo; alzo la testa e noto che si sono tutte le luci spente. Non possono essere già a dormire, è troppo presto!! Saranno andate a cena fuori, tutte assieme!! Meglio, così potrò stramene da sola in casa!!
-GINEVRA! Mi ascolti??- Malfoy si avvicina e mi tira un po’ a sé afferrandomi per un braccio.
Mi manca l’aria, ho caldo anche siamo a sotto zero e sento la testa cominciare a girare!
-Si!! Vado a casa!! A casa mia!! Non ho più nulla da dire e non voglio più ascoltare altro!! Basta!! Sono stata con te dieci minuti e sto già, di nuovo, perdendo il controllo di me stessa!! Basta, ti prego!!- sono esausta e non riesco nemmeno a fermarmi dal dire cose compromettenti. Sono un fiume in piena. Non posso non notare che c’è un piccolo sorriso sul volto di Draco.
Non posso farcela. Apro il portone e corro in casa. Non controllo che la porta si sia richiusa dietro di me e questo, è stato il mio errore perché appena accendo l’interruttore della luce mi accorgo che Malfoy mi ha seguito fin dentro casa.
-Non ci siamo capiti, allora!! Devi andartene!! In che lingua devo dirtelo??- mi agito contro di lui mentre lancio il mio cappotto su una sedia. Non vedo l’ora di togliermi anche il maglione; sto cominciando a sudare dal caldo che ho.
-NON ME NE VADO, WEASLEY!! PIANTALA!!- inizia a urlare Draco.
-Non mi urlare addosso!! Sono io quella che dovrebbe urlare!! NON TU!!- gli punto il dito contro.
Malfoy fa un lungo respiro e decido di prendere esempio da lui e di fare altrettanto.
-Devo dirti una cosa … con calma!!- ricomincia Malfoy.
Ora mi sono tranquillizzata ma la sua presenza qui è un fattore di disturbo per me; mi rende nervosa e agitata.
-Senti, basta!! Stiamo rasentando il ridicolo … - quasi lo supplico.
-Ma … - Draco cerca di parlare ma non lo faccio finire.
-Vattene, ti prego!! Sto per cedere e, se non te ne vai, finirà di nuovo che ti perdonerò!! E io non voglio farlo!!- dico sottovoce ma lui ha sentito tutto alla perfezione. Malfoy, sorpreso, resta immobile e muto ma vedo il suo viso rilassarsi a vista d’occhio.
Ecco, l’ho detto!! Era questo, ciò che mi perseguitava da giorni?? Il dubbio pesantissimo che non avevo mai voluto non perdonarlo?? Sono così coinvolta da superare tutto ciò che ci siamo fatti a vicenda? Non sono solo sentimenti, è come se fosse una dipendenza. La mia vita scorre in base a quello che succede tra me e Draco. Sono senza dignità solo perché ho sempre la voglia di riprenderlo nella mia vita?
Malfoy si avvicina e, con una mano, mi accarezza leggermente il volto.
-Malfoy, non fare niente. Il mio umore è instabile. Potrei tornare a desiderare la tua distruzione fra un’ora.- ammetto più a me stessa che a lui.
-Ti amo, Ginevra Weasley! Dopo che ho saputo quello che hai fatto per me, ti amo ancora di più!! E nei mesi in cui tu non c’eri, cercavo solo il modo di scacciarti dalla mia vita e ho tirato fuori il peggio di me!! Non posso negare che, dentro di me, ci sia anche dell’oscurità. Purtroppo esiste! Ma io non ne ho più il comando; sei tu che scegli che parte di me tirare fuori! Sono nelle tue mani! Sono io la parte debole tra i due-.
Mi massaggio le tempie; è lui nelle mie mani o è il contrario??
Lo guardo negli occhi e ci leggo lo stesso smarrimento che mi sento addosso da tanto tempo.
-Ascolta, io … - Malfoy ricomincia a parlare ma ora l’unica cosa su cui si concentra la mia attenzione è sui suoi occhi.
Il mio istinto dovrebbe dirmi che ma la sto bevendo come un’ingenua, ma l’unico istinto che conta davvero mi dice di correre il rischio, abbracciare il pericolo, e godermelo. Duri quanto duri.
Sono sopraffatta dal desiderio di toccarlo; i suoi occhi scintillano sensuali e impauriti allo stesso tempo.
Al diavolo tutto! Lo raggiungo, gli prendo il viso e, prima che possa perfino accorgermi di cosa sta succedendo, le nostre labbra s’incontrano in un bacio.
E’ un bacio lento, immersi nel silenzio, ma percepisco ogni sensazione. E’ un bacio delicato, all’inizio, ma diventa subito più intenso, deciso, avido.
Dopo non so quanto tempo che siamo avvinghiati, sento Malfoy arretrare leggermente; restiamo abbracciati, m’ inarco un po’ all’indietro per guardarlo meglio in volto.
-Mi hai tolto il sonno per così tante notti … -.
-Non credere che questo mi lusinghi-, ribatto, ma la mia voce si è addolcita, io mi sono addolcita.
-Tu sei l’unica e lo rimarrai per sempre-. Le sue parole mi sembrano confortanti e criptiche nello stesso momento.
In un secondo, lui mi stringe tra le sue braccia. La sua camicia è morbida sotto le mie dita mentre spingo la lingua nella sua bocca; le sue mani indugiano sull’orlo del mio maglioncino e sento formicolare ogni mia terminazione nervosa, dalla testa fino alla punta dei piedi.
-Toglitelo-. La sua voce è profonda e rude mentre le mie mani tremano mentre mi sfilo il maglione e lo getto sul pavimento. Inclino la testa e Malfoy ricomincia a baciarmi.
Non so come ci siamo arrivati ma la mia schiena sbatte contro il muro; la sua bocca è calda e ha il sapore dolce e amaro della burrobirra che ha bevuto poco fa. Draco si posiziona tra le mie gambe e, baciandomi il collo insistentemente mi solleva di peso; io avvolgo le gambe intorno alla sua vita e lui cammina lentamente verso le scale. Mi rendo conto che lui non è mai stato in questa casa e che non ha la più pallida idea di dove sia la mia stanza.
Draco entra nella prima porta che trova e mi accorgo subito che non è la mia stanza.
-Aspetta!!No Draco!!- sento il letto che cigola appena mi fa sdraiare.
-Draco, non è la mia … - cerco di parlare.
-Stai zitta!!- mi risponde autoritario. Sono terrorizzata all’idea che possano rincasare le ragazze e trovarci qui, così, nella stanza di Gwendolyn; appena Draco, alza di nuovo lo sguardo su di me, l’intensità del desiderio che scorgo nei suoi occhi mi toglie il fiato e mi fa scordare dove sono.
Mi libero dei pantaloni e lo spingo indietro sul letto e lui mi attira su di sé. Qualsiasi pudore, qualsiasi delicatezza si dissolve. Cerchiamo selvaggiamente i nostri corpi attraverso i vestiti, travolti dalla passione. Uno dei bottoni della sua camicia salta mentre scalcio via le sue scarpe. Sopra il suo corpo caldo e tonico, prendo coscienza della mia nudità e di quanto sono esposta a lui ed è proprio in questo momento che mi rendo conto di quanto, tutto questo, mi sembri così naturale con lui. Come se io e lui fossimo l’incastro perfetto.
Draco continua a lasciarmi una scia di baci lungo tutto il mio ventre; il mio corpo è scosso da spasmi di desiderio per lui. Siamo entrambi impazienti e salgo su di lui a cavalcioni appena riesco a farlo sdraiare sul letto.
Si inarca verso di me e mi sento subito sopraffatta dalla voglia che ho di lui; come non mai. Devo appoggiare le mani al letto, serrare la coperta tra le dita. Le molle cigolano e la testata del letto sbatte contro il muro mentre Draco geme e mi solleva dal letto con un colpo di reni. I nostri respiri sono sempre più affannati mentre sento la bocca di Draco mordermi nell’incavo del collo. Il sudore scivola sui nostri corpi; l’ultima cosa che ricordo, prima che il suo corpo s’irrigidisca come l’acciaio, è il suo volto intenso. Poi vengo travolta da un orgasmo che non sembra finire mai.
 

 
-Ginevra! Ginevra svegliati!!- sento il mio nome ma sono così stordita che ancora penso sia un sogno.
-Ginny, svegliati!! Ho sentito la serratura!! Sono tornate le tue compagne!! Devi spostarti se non vuoi che ti … -.
Mi basta la parola, compagne, per farmi capire che non sto sognando; sono nella camera di Gwendolyn, con Draco, completamente nuda e lei fra meno di un minuto sarà qui. Mi alzo dal letto trattenendo il fiato dall’ansia, indosso il mio maglione al rovescio e solo allora mi accorgo che Draco è già riuscito a rindossare i pantaloni e la camicia, anche se slacciata.
Raccolgo le mie scarpe e quelle di Malfoy, do una veloce sistemata al letto e gli faccio segno di seguirmi in silenzio; apro la porta e controllo che il corridoio sia libero. Sento rumori provenire dalla cucina. Spalanco la porta, prendo per mano Malfoy e lo tiro, correndo, alla mia stanza: l’ultima porta in fondo al corridoio.
Una volta entrati entrambi, sbatto la porta dietro di noi e la chiudo a chiave; butto le scarpe per terra, guardo Draco che ha ancora tutti i capelli scompigliati e scoppio a ridere. Anche lui è divertito dalla situazione. Si toglie la camicia e va a sedersi sul mio letto.
-T’immagini se ci beccavano in quella stanza!! La stanza del mio capitano!!-. Questa botta di adrenalina mi ha fatto passare tutta la sonnolenza. Mi sento piena di energia; forse non è l’adrenalina ma la presenza di Draco ancora a torso nudo.
-Non s’insospettiranno se chiudi la porta a chiave??- ipotizza Draco mentre si passa le mani tra i capelli.
-No. Stasera mi lasceranno in pace. Domani cominceranno con l’interrogatorio!!-. Vado a sedermi accanto a lui sul letto.
-Non ti sei ancora pentita??- mi chiede accarezzandomi una gamba delicatamente.
Ci penso un attimo. Provo molte cose, in questo momento, ma il pentimento non è ancora tra queste.
-No- rispondo quasi stupita di me stessa –Per ora, no!!-. Mi sdraio sul letto, sollevandomi sui gomiti; resto impalata a guardare la schiena perfetta di Draco.
-Posso farti una domanda?- Malfoy interrompe il mio contatto visivo.
-Sì!-. A essere sincera, in questo momento, mi sento così bene e rilassata che non c’è niente che potrebbe infastidirmi.
Draco si gira per guardarmi in faccia.
-In questi mesi, sei stata con qualcuno??-. La domanda mi stupisce.
-Con qualcuno, in che senso??- i suoi occhi scattano e si assottigliano; si sta innervosendo.
-Sai esattamente in che senso, Weasley!!-. Questo è il Malfoy autoritario e possessivo. Sarebbe troppo facile dirgli la verità senza stuzzicarlo neanche un po’, per di più sapendo che lui, invece, non si è per nulla negato al fascino femminile.
-Mi sembra che tu abbia ricominciato a fare parecchie conquiste in questi mesi. Luna mi ha aggiornato sulle decine di ragazze che uscivano dal tuo ufficio. -. Vorrà mica venire a fare la morale a me??
-Era il mio modo per distrarmi. E poi la domanda l’ho fatta io  per primo!!- E’ il momento di prendermi una piccola soddisfazione.
-Ok!! Si, sono stata con paio di ragazzi barra tre e una sera sono andata a letto con Harry!!! – dico con tono ingenuo. Vedo la sua espressione trasformarsi da nervosa a furiosa. Vorrei scoppiare e ridere ma mi trattengo.
-CHE COSA ?? – ringhia Draco, alzandosi dal letto. Ha gli occhi iniettati di sangue. –TU…-.
Capisco che è il momento di finirla qui, prima che la situazione divenga ingestibile e Draco incominci a urlare come un pazzo. Riuscirebbe a svegliare l’intero quartiere.
Mi alzo dal letto e mi avvicino a lui, cerco di abbracciarlo ma lui non si lascia toccare.
-Draco, sto scherzando! Sto scherzando!! Ti stavo prendendo in giro!!- cerco di calmarlo e, quando recepisce il messaggio, smette di divincolarsi. Gli prendo il viso tra le mani e lo avvicino al mio.
-Ero troppo impegnata a odiare te, per potermi concentrare su qualcun altro!- lo guardo dritto negli occhi –E con Harry, è finita veramente!!-.
Draco, dopo essersi visibilmente addolcito, mi abbraccia e mi da un bacio casto sulle labbra.
-Certo che sei proprio matto!! Sarai stato con non so quante ragazze diverse, in questi mesi, e ti arrabbi al solo pensiero che io abbia incontrato un altro ragazzo!! Dovrei essere io quella infuriata, non tu!!-.
-Sei tu quella preziosa tra i due!! Io non potrò mai incontrare qualcuno meglio di te!! Tu, invece … potresti sempre trovare qualcuno che ti faccia cambiare idea su di me e su quello che sono - mi sussurra all’orecchio mentre continua ad abbracciarmi.
-Si, è vero però si da il caso che è quasi un anno e mezzo che, nonostante pochi alti e molti bassi, io sia ancora qui. Dovresti passare meno tempo a preoccuparti che qualcuno possa allontanarmi da te e pensare di più a come trattarmi bene!!- concludo.
-Hai ragione ma devi ammettere che quello che ha fatto Harry è la prova concreta che non sono folle a pensare una cosa del genere!- precisa Draco. Credo che non digerirà molto facilmente la storia di Harry. Forse nemmeno io, ma ora non ho proprio voglia di riprendere l’argomento!!
-Possiamo, per favore, non parlarne almeno per stasera??- lo guardo negli occhi, inarcando un po’ la schiena.
-Certo!- mi bacia sulle labbra –Non permetterò mai più che ti allontani da me!-.
-Vai piano, Draco. Facciamo un passo alla volta! Non voglio correre! Devo ricominciare a fidarmi di nuovo di te! Ok?-.
-Ok. Andiamo piano!- si abbassa e comincia a baciarmi il collo.
-Draco? – lo voglio guardare negli occhi –Non mi fare mai rimpiangere dell’ennesima possibilità che ti sto dando!! E’ l’ultima! Non tradire la mia fiducia mai più!! La prossima non te la perdono. Chiaro??- voglio essere precisa il più possibile con lui. Non voglio mai più ritrovarmi nella stessa situazione di dovermi pentire di quello che ho fatto per lui.
Draco sembra sovrappensiero; con la testa non è più qui. Probabilmente sta rivangando tutto ciò che è successo in questi mesi nella sua vita.
-Dove sei, con la testa, adesso?-.
Draco torna a prestarmi la sua attenzione.
-Sono qui! Sono sempre qui … con te!!.
Ricomincio a baciarlo; prima le labbra per poi passare sul suo collo e per finire sulla spalla.
-Ho bisogno di farmi una doccia!!- mi sussurra Draco sul collo.
Adesso gli viene in mente di lavarsi?
-Sei fortunato. Ho il bagno in stanza!!- mi allontano ma lui mi tira di nuovo a sé.
-Non hai capito!! Voglio farmi la doccia ma non voglio farla da solo!!-. Malfoy malizioso mi fa letteralmente uscire di testa.
-Io dovrei dormire! Domani avrei allenamento e se non sono riposata, Gwendolyn mi ammazza!!- con la bocca dico una cosa ma nella mia testa so già che andrò a farmi quella benedetta doccia con lui.
-Dormire è un modo molto sopravvalutato per concepire il riposo. Io conosco metodi molto più efficaci per far rilassare il corpo!!-.
-Non devi tornare ad Hogwarts??- gli domando mentre lui mi fa sollevare le braccia e mi toglie, di nuovo, il maglione.
-Non prima di domattina!! Abbiamo un sacco di tempo perso da recuperare!! Non trovi??-.
Lo afferro per una mano e, nuda, lo tiro verso il mio bagno. Una volta dentro, mi assicuro che anche questa porta sia ben chiusa.
Malfoy nel frattempo apre il rubinetto dell’acqua calda. Si toglie i pantaloni e gli slip, ora è anche lui nudo. L’acqua bollente batte sulla mia pelle. Apro gli occhi appena le sue mani mi massaggiano tutto il corpo con il mio sapone alle fragole. Draco bacia ogni centimetro del mio corpo mentre io lo lavo, prima la schiena poi il petto e le spalle.
Lascio cadere la spugna nell’acqua e mi stringo forte al suo petto. Mi bacia delicatamente la fronte; mi sento così bene. Protetta. Tutti i brutti pensieri sembrano lontani anni luce. Tutto il mio corpo è pervaso dalla consapevolezza che, con lui, è tutto molto più bello.
Tutti questi mesi in cui mi sono auto convinta di essere riuscita a staccarmi da lui, sono stati spazzati via. Stavo solo mentendo a me stessa; ormai ne sono troppo dentro. Lui non potrà mai essermi indifferente; smuove i fili della mia vita come nessuno mai.  E’ nella mia testa, nella mia pelle, nel mio cuore: Draco Malfoy si è infiltrato ovunque, dentro di me.
Draco mi aiuta a uscire dalla doccia e mi porge un morbido telo bianco, dove ci avvolgiamo entrambi, sempre abbracciati.
Una volta asciutti, con i capelli bagnati, Draco apre la porta tenendomi per mano. Tira via il copriletto e mi fa sdraiare sul letto dolcemente. Rispetto a un’ora fa, mi tocca con molta più delicatezza. Probabilmente è veramente convinto che io abbia bisogno di riposare.
Quando accarezzo la sua schiena nuda, sento il desiderio rimpossessarsi di me e la stessa cosa vedo negli occhi di Draco. Sento la sua lingua ricominciare a danzare su tutto il mio corpo, ribalto la testa all’indietro. I miei capelli stanno bagnando tutto il cuscino ma nemmeno mi accorgo delle lenzuola semi umide.
Il suo corpo è forte ma allo stesso tempo armonioso, i suoi tendini stesi e slanciati, la sua pelle vellutata e i suoi capelli gli ricadono sulla fronte. Draco scivola in profondità dentro di me.
I suoi occhi si spalancano e si bloccano a guardarmi; mentre spinge continua a stuzzicare le mie labbra. Vorrei baciarlo ma i miei muscoli si contraggono intorno a lui; sono al limite. Sto per urlare tutta la mia soddisfazione ma Draco mi tappa la bocca con la sua mano un momento prima che io cada nel mio abisso. Sento il suo corpo crollare sul mio, esausto ed è, in questa posizione che mi addormento.
Mi sveglio quando è notte fonda, fuori è ancora tutto buio; sto morendo di sete. Sto per scendere dal letto ma non ci riesco e capisco subito perché. Ho le gambe di Draco avvinghiate con le mie e una parte del suo corpo sovrasta ancora il mio.
Dovrei svegliarlo ma dorme così profondamente che, al diavolo l’acqua, richiudo gli occhi e mi riaddormento!!
Quando mi risveglio, vedo i raggi di sole che filtrano nella mia stanza. Mi giro subito e mi accorgo che il letto è vuoto. Draco non c’è!
Penso quasi di essermi sognata tutto fino a quando vedo un pezzetto di carta sul cuscino accanto al mio.
Lo afferro e, strofinandomi gli occhi, lo leggo:
 
Devo tornare ad Hogwarts. Ho lezione fra meno di un’ora.
Non so quanto, oggi, riuscirò a concentrarmi su quegli stupidi dei miei studenti.
Pentiti pure quanto vuoi.
Torno stasera e ricominceremo da dove ci siamo interrotti, che tu lo voglia o no.
Pensami.
Draco

 
Scoppio a ridere da sola. Sembrano belle parole ma nascondono quello che a lui viene meglio: una velata minaccia.
Sto per riaddormentarmi quanto mi viene in mente un problema enorme da risolvere subito: cosa racconto alle ragazze?? Devo dire la verità o è meglio aspettare??
Se però non dico nulla e lui, stasera, si ripresenta, io cosa m’invento? Potrei omettere su cosa è successo stanotte e accennare solo al fatto che abbiamo smesso di urlarci addosso e abbiamo cominciato a parlare come persone civili.
Se poi dovesse presentarsi, mi fingerò stupita quanto loro e farò la finta inconsapevole.
Sì, è la soluzione migliore!!
Devo fare le cose con calma!!
La cosa più importante è non fare insospettire Margareth e non tradirmi nell’interrogatorio che mi farà a colazione!! Sì, ce la faccio!!
 

 
La mattinata prosegue tranquilla; la colazione è stata molto silenziosa. Credo di aver capito che le ragazze hanno fatto un po’ tardi ieri sera e stamattina hanno fatto fatica ad alzarsi.
Mi viene da sorridere se penso dov’ero quando le ho sentite rientrare, ma soprattutto al fatto che sono andata a dormire molto più tardi di loro e stamattina mi sento, stranamente, piena di energie.
Non ho potuto contenere il mio sollievo quando Gwendolyn e Margareth sono dovute uscire  di casa molto presto per andare nel negozio di MagieStrainor per far riparare le loro scope.
Le ho incrociate velocemente in corridoio e, a parte il sorrisetto beffardo di Margareth, non mi sembra si siano insospettite di qualche cosa.
Avendo la mattinata libera, scelgo di andare a fare un giro per le varie boutique. Faccio fatica a non tornare col pensiero a questa notte, anche perché mi sembra di sentire il profumo di Draco ovunque.
Mi è un po’ dispiaciuto non trovarlo al mio risveglio; sono convinta che, probabilmente, stasera non ce la farà a venire di nuovo qui. Dovrà pure presenziare in Sala Grande, qualche sera, oppure avrà dei compiti da correggere. So che non ho la sicurezza di rivederlo ma, al tempo stesso, ci spero come non mai.
Alle due del pomeriggio faccio il mio rientro a casa piena di buste; non ho tempo per sistemare tutto. Devo correre al campo. Afferro il borsone e, proprio quando sto per uscire, m’imbatto in Margareth!!
-Eccoti!! Ma dove sei stata??- esclama Margareth tutta affannata. Anche lei dev’essere in ritardo come me.
-Sono andata a fare un po’ di acquisti!! Dovevo comprarmi qualcosa adatto a queste temperature glaciali!!- chiudo la porta di casa e c’incamminiamo, una accanto all’altra.
-Allora, com’è andata ieri sera? Quando siamo tornate, tu eri già chiusa in camera tua!!- scatto subito in modalità allarme.
Evasiva ma non troppo.
-Ci siamo insultati un po’, poi ci siamo calmati ed abbiamo cominciato a parlare civilmente! Quando sono tornata, sono andata subito a dormire!!!-. In pratica, non ho del tutto mentito. Non sono scesa nei particolare ma, a grandi linee, sono stata sincera.
-Ah stavi dormendo?? Ti abbiamo mica svegliata, quando siamo rientrate??- mi chiede gentilmente; fin troppo gentile per i suoi standard. Mi sento subito arrossire, ripensando a cosa stavo facendo mentre loro rientravano in casa.
-No no!!- cerco di chiudere il discorso.
-Sai? E’ strano!! Ho fatto uno strano sogno stanotte!! Ho sognato che, stamattina presto, mentre andavo in bagno, vedevo un ragazzo alto, biondo e magro, che assomigliava tantissimo a Draco Malfoy, uscire dalla tua camera cercando di allacciarsi i polsini della camicia!! -.
M’inchiodo sul posto; vorrei essere brava a far finta di nulla ma come faccio?!?
Ma quanto posso essere sfortunata? Tra tutte quelle che potevano vedere, Draco si è fatto beccare da Margareth.
Mi giro a guardarla e la vedo che mi osserva con quella sua faccetta da saputella, che sa sempre qualcosa in più delle altre!!
-Margareth, io… - cerco di spiegarmi.
-Guarda che a me puoi dire tutto!! Non devi giustificarti!! Sia che tu lo abbia perdonato, sia che tu abbia deciso di passarci solo una nottata così, io non ti giudicherò mai e non dirò nulla a nessuno!!.
-In realtà, non volevo parlarne perché non so ancora bene come definire quello che è successo!! Sì ho passato la notte con lui – Margareth fatica a contenere il suo entusiasmo –ma non so cosa significa!! Sì, lo sto perdonando ma non so mai come muovermi con lui!!-.
-E’ stato bello?- mi chiede Margareth. Non mi aspettavo una domanda così ma, incredibilmente, mi fa sorridere.
-Sì!!- sorrido.
-E allora?!? Quanti problemi ti fai?? Tu, Ginevra Weasley, pensi troppo!- mi prende sottobraccio e continuiamo a camminare.
-Se ancora non l’avessi capito, stiamo parlando di un ragazzo un po’ … complicato!!-. Ecco, complicato, racchiude esattamente l’essenza di Draco.
-Com’è a letto??-. La fulmino scioccata.
-MARGARETH!!- ora fa la finta ingenua.
–Cosa ho detto di male?!?! Se non parli con me di queste cose, con chi lo fai??-.
-Sappi che non ti risponderò mai!!- mi stacco da lei e comincio a correre.
-DAI!! Ginny, aspetta!!!-.
Ci rincorriamo fino al campo; quando entro nello spogliatoio, con mio immenso stupore, Margareth non fa parola di quello che ci siamo appena dette e di quello che ha visto stamattina.
Devo ricordarmi di rimproverare Draco, appena lo vedo. Non poteva controllare che il corridoio fosse libero, prima di uscire??
-Ragazze, muovetevi!!- intima Gwendolyn, a tutte quante!
Insieme, usciamo dallo spogliatoio, afferro la mio scopa e mi alzo subito in volo.
Improvvisamente, pensando alla domanda di Margareth, mi viene da ridere; che sfacciata!! Riesce sempre a stupirmi!
 

 
Alla mia terza inversione a U, senza imperfezioni, mi sento decisamente tornata in forma; anche Gwendolyn mi guarda soddisfatta. Le ore passano veloci e, senza nemmeno accorgermene, il cielo si fa buio.
Il salto, con il distaccamento del mio corpo dalla scopa in aria, mi esce alla perfezione; tana la gioia che persino Margareth si scansa volontariamente e mi lascia fare punto.
-Bene, ragazze!! Visto che siete andate piuttosto bene, oggi la finiamo qui!!-
-Ma come abbiamo già finito!! Sono solo le otto!!- si lamenta Alicia mentre tutte le altre ragazze, compresa io, la fulminiamo con lo sguardo. Con Gwendoly, basta una frase detta male ed è un attimo che lei cambi idea e ci tenga qui fino a stanotte.
-Se il capitano ha deciso così, così è!! Dolcissima Alicia!!- le canzona Olivia da dietro.
Mi fa un po’ di tenerezza Alicia; mi ricorda me, i primi giorni che ero arrivata qui. Avevo talmente voglia di fare bene e di dimostrare che non avevano fatto un errore nello scegliermi che non mi lamentavo mai. Lei fa esattamente questo e, facendo così, si attira un po’ di antipatie da parte delle altre ragazze!! Deve solo imparare a sciogliersi un po’.
-Come minimo, domani, ci tiene fino alle undici!!- faccio l’occhiolino ad Alicia.
Effettuo la discesa e m’incammino verso lo spogliatoio con Olivia che inizia a parlarmi di una nuova divisa che ha visto in un negozio.
Fingo di ascoltarla ma la mia mente viaggia altrove!!
Chissà cosa starà facendo Malfoy??
 

 
-Oggi niente visite, Ginny??- mi chiede divertita Olivia mentre camminiamo verso casa; tutte le ragazze scoppiano in un risolino generale. Lo sapevo che, prima o poi, la frecciatina sarebbe arrivata da qualcuno di loro.
-Non capisco a cosa tu ti riferisca!!- rispondo altezzosa.
Devo ammettere che, appena fuori dal campo, ho subito buttato l’occhio per vedere se Draco ci fosse ma nulla. Di lui neanche l’ombra.
-Se tutte le visite fossero un bel biondino che ci aspetta fuori casa … - sento Margareth in fondo alla fila.
-Come hai detto che si chiama, Ginny??- mi chiede Maggie, la seconda cacciatrice della squadra.
-Non l’ho detto!!- preciso voltandomi a guardarla.
-Draco Malfoy, si chiama!!- s’intromette Gwendolyn. La guardo sconvolta; anche lei, ora, ci si mette?? Non pensavo fosse interessata a questo becero pettegolezzo.
-Ginny, ricordati, che siamo una squadra e, una squadra, condivide gioie e dolori!!!- precisa il capitano guardandomi con quel suo sorrisetto che non lascia possibilità di controbattere.
-Ecco, brava!! E poi, se siamo un po’ invidiose, è colpa tua!! Le uniche persone che ci fanno sorprese sono quei noiosi dei nostri genitori … - risponde Olivia! Mi viene da ridere ma mi trattengo. In effetti, i genitori, quando vengono a trovarci sembrano tutti così agitati e apprensivi.
Tutti i genitori, tranne i miei.
Mamma e papà non sono mai venuti e, non credo, lo faranno molto presto.
-Ehi!! Parla per te!! Io ce l’ho un fidanzato!! In Scozia … ma ce l’ho!!!- si intromette Maggie; tutte sbuffano. In pratica, Maggie, parla solo del suo ragazzo. Ogni occasione è buona per raccontarci qualche aneddoto del suo Oliver che, a quanto pare, studia creature magiche in Scozia.
Mi fermo in mezzo alla strada e, alzando la mano, faccio bloccare anche il resto del gruppo.
-Draco non è il mio fidanzato!!- chiarisco accarezzando parola per parola. Non voglio correre ma stare con i piedi belli piantati per terra. –Con chiunque mi fidanzerò, un giorno, voi sarete le prime a saperlo! Lo prometto! Se ora, cambiamo discorso mi fate un favore!!-.
Le ragazze mezze deluse mi osservano ma non sembro averle convinte a desistere sull’argomento.
-E con chi ti dovresti fidanzare??- sento la sua voce e, colta impreparata,  faccio un salto indietro dallo spavento. Mi basta vedere gli occhi entusiasti delle ragazze, davanti a me, per capire che lui dev’essere sbucato proprio dietro di me.
-Ma guarda chi si rivede!!- dice Margareth ridendo mentre batte le mani tutta eccitata dalla situazione; soprattutto dell’imbarazzo in cui sono appena sprofondata. Vorrei ucciderla!! E vorrei uccidere Malfoy che ha deciso di fare la sua entrata trionfale, in questo modo!!
Faccio un respiro, mi giro e lo vedo!! Draco mi sorride con la sua espressione furba; sa perfettamente di avermi appena incasinato l’esistenza e ne sembra molto soddisfatto. Con addosso il cappotto nero e una sciarpa grigia, i suoi occhi sembrano ancora più chiari.
-Grazie Draco!!- gli dico abbassando la voce sperando che le ragazze non sentano.
-E’ un piacere, Weasley!!- mi fa l’occhiolino – In realtà, non sono venuto da solo stasera!!-.
Si sposta leggermente, tanto basta da farci intravedere una creaturina, appoggiata al lampione dietro di noi.
-Irina!!!-. Draco si è portato con sé, la sua piccola elfa. Da quanto tempo non la vedevo.
-Signorina Weasley, è una tale gioia rivederla!!-. Irina si avvicina e mi fa un piccolo inchino. Io mi accuccio un po’ e le metto una mano sulla spalla.
-Anche io sono contenta di rivederti, Irina!!-.
-Non so se lo sapevi ma, Irina, è una sostenitrice incallita delle Harpies e, visto che dovevo passare di qui, ho deciso di portarmela dietro per farle conoscere la squadra!! Ora fa la timida ma… -.
-Che bella idea!!- lo interrompe Margareth, tutta contenta.
Vedo Irina, guardare tutte le ragazze una alla volta; non l’ho mai vista così emozionata!! Non riesce neanche a parlare.
-Cosa ne pensate se entriamo tutti in casa e festeggiamo a dovere l’arrivo di una fan così fedele??- chiede Gwendolyn, guardando Irina. L’elfa sembra sul punto di mettersi a piangere.
Tutte le ragazze s’incamminano, superando me e Draco; Margareth, appena mi passa accanto, si gira e mi fa il segno della vittoria.
-Irina, entra in casa!! Io arrivo subito- le ordina Draco. Lei, senza farselo ripetere due volte, saltella tutta contenta dietro alle ragazze che le aprono pure la porta per farla entrare per prima.
-Non so se sopravivrà all’emozione- la prende in giro Draco.
Siamo soli, in mezzo alla strada. Vorrei dirgli un sacco di cose ma mi sento morire la voce in gola; guardarlo mi fa sempre uno strano effetto.
-Allora, io e te, non siamo fidanzati?!?!- mi chiede mentre si avvicina di un passo.
-No, Draco!! Cosa non ti è chiaro del concetto “voglio andare piano”?? E venire qui, tutte le sere, lascia intendere proprio il contrario!!- preciso guardando un punto nel vuoto.
-Vuoi che me ne vada??- mi prende il volto tra le mani. Ci penso un attimo a cosa rispondere ma non ho il minimo dubbio.
-No -. Mi avvicino e poso le mie labbra sulle sue – Ma come ti è venuto in mente di farti vedere con tutte loro?? Margareth, stamattina, ti ha beccato in corridoio che ti riallacciavi la camicia!!-.
Mi stacco leggermente mentre lui mi circonda con le sue braccia.
-Ma cosa te ne importa se ci vedono o no?? Non mi sembrano così dispiaciute nell’avermi qui!!-. Come la sa lunga?!?! Ha già capito che le ragazze non sono contro di lui e sta usando, questa simpatia, a suo vantaggio.
-Solo perché, a differenza di tutti gli altri, non ti detestano, non vuol dire che mi farò influenzare da loro!!- nemmeno io credo molto in quello che sto dicendo.
-Fammi gustare il fatto che, dopo due anni, abbiamo qualcuno che ci sostiene e che non pensa al modo per allontanarti da me!! E’ bellissimo sapere che sei accerchiata da persone che non mi vogliono vedere morto!!-.
Scoppio a ridere; non si può certo dire che non sia stato sincero.
-Quindi, visto che qui non è territorio nemico, intendi venire a trovarci tutte le sere??- non è proprio una brutta idea.
-In realtà non vengo per te ma vengo per vedere da vicino le Harpies, poiché io e te non siamo ancora niente!! Giusto??- mi provoca Draco. Non gli è andata giù la frase di prima.
-Non ho detto che non siamo niente ma …-.
-E devo dire che i giornali non mentono quando scrivono che le Harpies sono le più belle giocatrici di Quidditch del mondo!!-. Istintivamente, gli tiro una gomitata nelle costole e mi sciolgo dalla sua presa.
Lui più che dolorante sembra molto divertito.
-Saprei come risponderti come meriti ma, dato il tuo carattere fumantino e sensibile su questo argomento, lascio perdere!!- provocarlo sulla sua gelosia non è mai una mossa saggia.
-Tu sì che sei una persona intelligente!!- cerca di afferrarmi ma io scivolo via.
Ci mettiamo a ridere come due bambini stupidi che si rincorrono in mezzo alla strada; quando mi afferra dal cappuccio della giacca e m’intrappola avvinghiandomi da dietro, concedo la mia resa.
-Basta!! Dobbiamo entrare, prima che escano a cercarci!! Ti garantisco che ne sarebbero capaci!!- dico con il fiatone per la corsa appena fatta.
Malfoy mi libera, mi afferra per mano e mi trascina con forza verso casa. Con la coda dell’occhio, lo guardo mentre cammina e mi perdo a guardare i suoi lineamenti del volto. Sembra rilassato e sereno.
-Come va ad Hogwarts??- gli chiedo e immediatamente sento la sua mano irrigidirsi.
-In che senso?- mi chiede quasi impaurito.
-Volevo solo sapere se sta succedendo qualcosa ad Hogwarts!! Se c’erano dei cambiamenti … - provo a spiegarmi m lui lo vedo agitarsi sempre più.
-Nessun cambiamento!! Sempre la stessa noia!!- liquida il discorso, Malfoy.
Non pensavo che parlare di Hogwarts fosse un tasto sensibile per lui. Lo vedo strano.
Siamo quasi davanti alla porta, lui la apre senza dire una parola e mi guida dentro con una scioltezza impressionante; è così a suo agio che non sembra un ospite. Si muove tra le varie camere senza alcuna timidezza, assicurandosi sempre di non mollare la presa dalla mia mano.
Quando entriamo in cucina, trovo tutte le ragazze sedute attorno all’enorme tavolo in mogano, già tutto apparecchiato. Sono così intente a chiacchierare con Irina che non si sorprendono più di tanto di me e Draco che ci teniamo per mano. Noto che Irina sta cucinando qualcosa, saltellando contenta. Sentendo il profumino squisito che fuoriesce, da una pentola sul fuoco, mi si riapre lo stomaco. Finalmente, con Irina, la cucina sarà utilizzata come si deve!! Abbiamo tante qualità ma, tutte noi, non abbiamo mai voglia di cucinare quasi niente. I fornelli saranno giorni che non vengono accesi.
-Ginny, ci chiedevamo se stasera abbiamo il tuo permesso di invitare Draco a cena??- mi chiede Margareth seduta dall’altra parte del tavolo. Le faccio una linguaccia, sto per ribattere ma mi accorgo che Draco si è andato a sedere a capotavola, in mezzo a Maggie e Gwendolyn.
Fingo indifferenza ma, adesso, sono ancora più convinta che abbia qualcosa che non va. E’ silenzioso da quando gli ho parlato di Hogwarts e adesso va addirittura a sedersi lontano da me, quando c’erano due posti liberi proprio accanto a Margareth.
Faccio finta di niente e vado a sedermi accanto a lei; nessuno sembra vederci nulla di strano nel comportamento di Draco ma io sì!! O, forse, sto solo esagerando e vedo cose che non esistono!! Mi sto facendo mille paranoie!! In fondo, Draco non è il tipo di sedersi a tavola e mangiare tenendomi per mano. Le cose sdolcinate non sono per lui.
Mi abbasso, per non farmi sentire dalle altre, e tiro una spallata a Margareth.
-Grazie, per la tua discrezione!! Draco, non si è per nulla accorto che tifi spudoratamente per lui!!- le sussurro all’orecchio.
-Non c’è di chè, Ginevra!! Dai guardalo, come hai fatto a essere indecisa tra lui e Potter!!- chiede sgomenta –Sarà il salvatore del mondo magico ma … -.
-Margareth!! Non dire così!! Harry è un bravo ragazzo! Lui era dolce sensibile, premuroso mentre Draco è… diverso!! Sono imparagonabili tra di loro!! E poi, potrei stare ore a elencarti tutti i casini che ha combinato Draco!!- abbasso ancora di più il tono della voce perché non voglio che nessuno mi senta, soprattutto lui.
-Si, su questo hai ragione ma di sicuro, con lui, non puoi annoiarti!!- mi rendo conto che ha ragione. Le sorrido e guardo Draco intento a parlare della sua casata con Gwendoly. Molte ragazze, attorno a lui, sembrano divertite dal racconto!! Lo vedo così spensierato che mi sento il cuore scaldarsi. Vorrei sempre vederlo così!
Si accorge che lo sto guardando e mi sorride; ora mi sembra quasi pentito di essersi andato a sedere così lontano da me. Forse, e’ vero che vedo problemi anche quando non ci sono.
Lui è così, cambia umore ogni cinque minuti e ha ragione Margareth; di lui si può dire tutto ma, di certo, non ti fa mai annoiare.
Irina sta per servirci la sua profumatissima zuppa quando la nostra attenzione è catturata dall’arrivo di una civetta che plana proprio sul davanzale della finestra, in cucina.
-Vado io!!- faccio segno a tutte di restare sedute. E’ un gufo che mi è molto familiare.
Apro la finestra e slego la pergamena legata alla zampina della civetta. Chiudo subito la finestra per non far entrare il freddo in casa. Srotolo la carta e dalla calligrafia capisco subito chi sia il mittente.
 
Ciao Ginny, so che non sarai molto felice mentre leggi queste poche righe ma avevo bisogno di scriverti. Stavo impazzendo.
So che sei arrabbiata e, anch’ io, lo sono ma volevo solo chiederti scusa per avere alzato le mani su di te. Non avrei dovuto permettermi. Soprattutto, non con te.
Papà e Ron mi hanno aggiornato su tutto. Mi dispiace di non essere venuto, l’altra sera, ma un po’ mi vergognavo per quello che ho fatto e non volevo peggiorare la situazione, arrabbiandomi di nuovo.
Ora che Malfoy è un capitolo chiuso, è inutile rivangare il passato. E’ andata com’è andata ma adesso possiamo metterci una pietra sopra e provare a ricominciare.
Sono pronto a voltare pagina, se anche tu sei disposta a farlo.
Sei mia sorella e ti voglio bene, nonostante tutto.
Ti chiedo scusa e spero di ricevere una tua risposta.
Bill
 
Rileggo la lettera un’altra volta poi, accorgendomi del silenzio che si è creato in cucina, l’arrotolo e mi affretto a buttarla. Mi ricompongo e sempre sorridendo, guardo Draco che sembra aver intuito un segnale di pericolo.
-Tutto bene!! Possiamo mangiare!!- le ragazze sembrano tranquillizzarsi all’istante e si concentrano sui piatti davanti a loro. Tutti tranne lui che è rimasto immobile a fissarmi.
Gli sorrido per cercare di addolcirlo e, per sviare sospetti, prendo il cucchiaio e comincio a mangiare.
Ripenso alla lettera di mio fratello. Sono ancora troppo arrabbiata con lui e Ron, non ho intenzione di rispondergli ma c’è una frase che continua a rimbombarmi nella testa.
Ora che Malfoy è un capitolo chiuso.
Se ci vedesse adesso, si accorgerebbe di quanto si stia sbagliando. Loro sono convinti che io abbia chiuso con Malfoy per sempre e, invece, siamo di nuovo punto a capo.
 

 
La cena prosegue tranquilla con le ragazze impegnate a rispondere alle mille curiosità di Irina che non ne ha voluto saperne di sedersi a tavola con noi. Devo ricordarmi di ringraziarla; le sta così massacrando di domande che ha attirato tutta la loro attenzione su di lei e la presenza di Draco sembra essere passata in secondo piano.
Molte ragazze, pian piano, data la stanchezza, cominciano a congedarsi e ad andarsene in casa loro; quella di fronte alla nostra.
Gwendolyn con un colpo di bacchetta sistema tutte le stoviglie e, nel giro di pochi minuti, la cucina è tutta pulita e splendente.
-Irina, ora puoi sederti per favore?? Mi fai patire vederti sempre in piedi!!- le chiedo gentilmente.
-Non posso. Devo andare anch’io. Ho ancora molto lavoro da fare!! E’ stato un onore essere qui con voi …!-. Irina sembra sia sul punto di piangere – E soprattutto sono così felice di averla rivista, signorina Weasley! Lei, resta sempre la mia preferita!!-.
Mi guarda con quei suoi occhioni grandi che farebbero addolcire chiunque!
-Grazie Irina! Anche tu, sei la mia elfa preferita!!-. La vedo trattenere le lacrime.
-Torna presto a trovarci!! Sempre che tu non voglia abbandonare il tuo padrone e trasferirti qui con noi!! Avremmo molto bisogno di te!!-. Povera Margareth, non sa che su quest’argomento Irina non è corrompibile!! Farebbe qualsiasi cosa per Draco, anche farsi trattare male!! Non lo lascerebbe mai.
-Grazie signorina ma non posso accettare. Non abbandonerei mai il signorino Malfoy!!- fa un grande inchino, schiocca le dita e si smaterializza.
-Mi dispiace, Margareth! E’ questo l’effetto che faccio alle donne!! Una volta che m’incontrano non possono più fare a meno di me!!- dice Draco, ancora comodamente seduto a tavola.
La sua battuta sembra riferita non solo a Irina e, anche Margareth, intuisce il vero senso delle sue parole.
-Draco viaggia di fantasia, ogni tanto- commento ridendo –Mentre voi vi prendete gioco di me, io me ne vado a letto!!-.
Non faccio in tempo a concludere la frase che vedo subito Draco alzarsi in piedi e seguirmi verso le scale.
-Non farti idee strane!! Anche tu, dovresti andare a dormire!!- tanto so già che sono parole inutili –Dormire non qui, intendo!-.
Draco non sembra aver ascoltato una sola parola, si dirige nella mia stanza ed entra come se fosse casa sua.
-No ma accomodati pure!! Non farti problemi … - lo prendo in giro mentre chiudo la porta dietro di me.
Draco si allenta i bottoni della camicia, uno a uno, e si slaccia i polsini; butta la sua giacca grigio scuro sulla poltrona e posa il suo anello di famiglia sul comodino. E’ così bello, guardarlo mentre si muove tra le mie cose.
-Vedo che ti stai ambientando bene!! Prima con le mie compagne, poi ti sei impossessato della cucina e adesso della mia camera. Non ti starò abituando troppo bene?? Sai che non potrai sempre venire qui, tutte le sere??- ammetto, a malincuore. Anche a me piace vederlo girare per casa però non posso negare che, sotto questo tetto, ci abitano altre tre ragazze e non so quanto siano d’accordo sul fatto ti far dormire, qui, Draco tutte le sere.
-Mi sto abituando a te, non alla casa!! E questo, per te, è ancora peggio perché vuol dire che ti dovrai arrendere al fatto che ti girerò attorno molto spesso!-. Non so se è più una promessa o una minaccia.
Vado ad allungarmi sul letto e, subito, Draco, dopo essersi tolto le scarpe, si sdraia sopra di me; mi accarezza i capelli e mi da un bacio prima sul naso e poi sulla fronte.
-Chi era??- si stacca quanto basta per potermi guardare. Non ho bisogno di chiedere per sapere a cosa si riferisca.
-Era Bill! Ha provato a chiedermi scusa con un modo tutto suo!!-. Gli bacio il mento.
-E’ un passo avanti, no??-. Vedo che Draco si sta sforzando di non aggiungere altro sulla mia famiglia e di essere il più diplomatico possibile. Sa che è un argomento dolente che non va a suo favore a che, tra l’altro, non abbiamo ancora affrontato a dovere.
-Si, certo! Come no! Ha solo voluto puntualizzare che, siccome sono convinti che tu sia un capitolo chiuso, ora possiamo provare a trovare un punto d’accordo!!- chiarisco perché non voglio avere ancora segreti con lui. Non voglio ripartire col piede sbagliato.
-Ah! Loro mi considerano come un problema di cui, finalmente, si sono sbarazzati!! Né?-. Draco non sembra averla presa molto male. L’indifferenza fatta a persona.
-Credo di sì ma ne so quanto te!! Non ho intenzione di rispondergli o, almeno, non per adesso!! I problemi li possiamo far ricominciare fra un po’!!- inizio a sentire il peso del suo corpo sul mio ma non ho voglia di spostarmi.
-Per una volta, sono d’accordo con te!! I problemi possono aspettare!!- mi dice appoggiando la sua fronte alla mia. La sua bocca è a due millimetri dalle mie labbra ma nessuno dei due si avvicina; restiamo immobili a guardarci, aspettando che sia l’altro a rompere la distanza che ci separa.
-Weasley, Weasley … ho pensato a te tutto il giorno!! Ero così distratto che un corvonero è anche riuscito a strapparmi un “oltre ogni previsione”. Non ne avevo mai dato uno e questa cosa mi preoccupa!-.
Scoppio a ridere immaginando le espressioni sbalordite degli studenti quando hanno sentito quel voto provenire da Draco, per la prima volta.
-Forse sei più bravo di quello che pensi a insegnare- lo stuzzico posando le mie labbra sull’angolo della bocca –Se la McGranitt non ti ha ancora cacciato!-.
-La McGranitt è obbligata a tenermi! Ordini del Wizengamot!- mi morde piano il labbro inferiore. Mi sta passando la voglia di chiacchierare.
-Stiamo bene insieme, vero Weasley?- si sposta aspettando una risposta.
-Malfoy, non montarti la testa!! Ti ricordo che il massimo che siamo riusciti a stare assieme senza che succedessero catastrofi sono stati quattro giorni!!- puntualizzo.
-Io ti considero mia da quella sera del ballo, l’anno scorso. Ti ricordi? Quando siamo andati sul ponte, tu avevi quel vestitino nero troppo corto, ti ho chiesto di ballare e tu mi hai detto no. Sapevo che, alla fine, avresti ceduto. Era inevitabile-.
Ricordo quella serata; è stato poco tempo prima della sera di Natale ma ancora io ero troppo presa a negare, con tutta me stessa, che stava succedendo qualcosa tra me e lui.
-Io sono tua??- gli chiedo guardandolo negli occhi. Mi preoccupa, da un lato, sapere che mi considera quasi una sua proprietà, ma dall’altro lato, mi piace sentirmelo dire. M’infonde sicurezza.
-Sì! E io sono tuo! Mente, corpo, anima e intrighi! Sono tuo! Per sempre!- interrompe la distanza tra di noia e mi bacia. Prima delicatamente e poi, il bacio, diventa sempre più frenetico. I vestiti volano via con così facilità che quasi non me ne accorgo.
Quando i nostri corpi sono avvinghiati tra le lenzuola, dentro di me sento nascere un pensiero nuovo e ho l’urgenza di dirlo a voce alta.
-Promettimi che non mi pentirò di quello che sto facendo. Promettimi che non rimpiangerò, il fatto che sto di nuovo scegliendo te. Promettimelo!!- gli salgo sopra per guardarlo dritto negli occhi.
Vedo il desiderio nel suo volto ma, per un solo momento, mi sembra di scorgerci anche un velo di paura. E’ un attimo e poi tutto torna come prima.
Sollevandosi sui gomiti mi rigira sulla schiena e mi sovrasta di nuovo.
-Ti amo, Ginevra Weasley, e non permetterò a niente e nessuno di portarti via da me! Eliminerò qualsiasi ostacolo ci voglia separare!! E’ questa la mia promessa! - il suo tono di voce incombe così duro e inattaccabile che sento solo il bisogno di ricominciare a baciarlo.
Non mi serve altro. Con lui, qui e ora, mi sento in pace col mondo.
Per adesso.
 

 
5 ore prima
 
-Te lo ripeto per l’ennesima volta!!  Non devi dirlo a nessuno!!- sono appoggiato alla scrivania e tengo la testa bassa. Mi viene il voltastomaco ogni volta che la vedo e mi sento male quando realizzo quello che ho combinato.
-Non possiamo nasconderlo per sempre, Draco!!- insiste Pansy.
Questa mi farà andare al manicomio!!
-Non azzardarti a dirlo a nessuno, qui ad Hogwarts!! Sai, come si spargerebbe velocemente la notizia!!-. Il mio pensiero è solo su Ginevra; se Pansy raccontasse a qualcuno del bambino, la notizia si diffonderebbe e io sarei spacciato.
-Ma lo vuoi capire che, prima o poi, la pancia si vedrà!! Cos’hai intenzione di fare?? Di nascondermi in uno sgabuzzino, per sette mesi, e poi fingere che non sei tu il padre??-. Incrocia le braccia offesa, ma del suo stato d’animo non me ne può fregare di meno.
-Non dire quella parola!- vorrei urlare ma ho ancora un minimo di buon senso e mi trattengo solo perché è incinta.
Padre! Io non sono padre, non posso esserlo e non voglio diventarlo! Soprattutto se la madre è Pansy.
-Ma lo sei!! Tu sei il padre di questo bambino!! Quante volte vuoi ancora andare a ripetere le analisi al San Mungo!! Le abbiamo fatte tre volte!! Sei tu il padre e il bambino nascerà ad ottobre. Devi iniziare a rendertene conto! Devi assumerti le tue responsabilità!- mi punzecchia la Parkinson.
So perfettamente qual’è la sua idea di responsabilità.
-Se tu pensi, anche per un secondo, che io ti chiederò di sposarmi e di diventare una famiglia, commetti un errore! Il bambino è mio, ok! Sono il padre? Me ne occuperò ma tu non sei inclusa nei miei progetti!!-. Non mi stancherò mai di ripeterglielo; ho ben altri piani per la mia vita.
Mi maledico tutti i giorni per averla messa incinta; se solo avessi riflettuto, non avrei usato la Parkinson come svuota pensieri e, adesso, non mi ritroverei in questo casino gigantesco.
-IO SONO LA MADRE!!- mi urla in faccia. Deve ringraziare di essere incinta, altrimenti l’avrei già presa a schiaffi. Lei pensava d’incastrarmi, di mettermi un anello al dito, di diventare la signora Malfoy e vivere da padrona. Ha fatto male i suoi conti.
-Non urlare!!- mi tremano le mani dalla rabbia che ho dentro.
-E’ per la Weasley vero? Non vuoi che lei lo sappia!! Hai veramente perso la testa per quella puttanella!!- mi ringhia addosso.
-EHI!!- faccio il giro della scrivania; Pansy indietreggia per paura che le possa fare male ma mi limito a strattonarla per un braccio. Voglio che mi senta bene, una volta per tutte.
-Tu quel nome non sei degna di pronunciarlo. Stammi bene a sentire. Non ti conviene, disobbedirmi. Se da quella tua boccaccia esce solo una parola e dico una, io ti rovino la vita a te e al bambino che porti in grembo. Sai che ne sono capace!! Vieni da una famiglia di poveracci e la tua unica possibilità di trascorrere una vita dignitosa, sono io. Se Ginevra viene a sapere qualcosa di questa storia, saprò con chi prendermela e una vita nella miseria e nell’emarginazione più totale, è molto lunga! Sono stato chiaro??-. So di aver colpito i suoi punti deboli.
La conosco troppo bene per non sapere che le cose che più le piacciono di me sono il mio denaro e il mio cognome.
-Rispondi!! Sono stato chiaro?- le strattono, senza esagerare, il braccio.
-Si! SI! HO CAPITO!- si libera dalla mia presa –Le tue minacce, purtroppo, mi spaventano ancora quindi terrò la bocca chiusa. Però voglio solo che tu ti renda conto che ti resta poco tempo. Fra qualche settimana la pancia si vedrà, tutti ne parleranno e ricollegheranno che solo tu puoi essere il padre!-.
-Questi non sono problemi tuoi! Me ne occuperò io!-.
-Che pena che mi fai! Tutto questo per proteggere la Weasley! Come ti sei ridotto, Draco? I tuoi genitori si vergognerebbero se lo sapessero!!– alzo la mano per schiaffeggiarla ma vedendola arretrare, spaventata, desisto e la riabbasso.
Non sopporto sentire questa vipera che parla di Ginevra; riguardo ai miei genitori, loro, sono le ultime persone a cui penso.
-Non capisci che la tua storia con quella, è già finita! Appena lei saprà che mi hai messo incinta, non ti perdonerà mai. Questa cosa è troppo grande; lei non vorrà più guardarti in faccia da quanto le farai schifo!! Non accetterà mai un figlio tuo e mio!-.
-Esci da questa porta prima che perdo il poco buon senso che mi rimane e ti faccia veramente male!!- le intimo indicandole l’uscita.
Appena sento la porta sbattere, tiro un pugno sulla mia scrivania. Devo restare calmo e non farmi innervosire dalle parole di quella cretina. Lei non sa niente!!
Troverò il modo di aggiustare tutto ma, finché non lo trovo, Ginevra non deve sapere nulla e stare lontana da Hogwarts. Non posso correre rischi. Perderla di nuovo è fuori discussione.
Già è un miracolo che siamo riusciti a ritrovarci, dopo tutti questi mesi e dopo tutto quello che ci siamo fatti.
Per due sere sono andato lì con l’intento di parlarle ma, tutte le volte che la guardavo negli occhi, non avevo più il coraggio e poi, dopo ieri sera, appena lei mi ha baciato, ho capito che non potevo dirglielo. Non ora che ci siamo appena riuniti. 
Devo prima farle capire che quello che provo per lei è la cosa più importante di tutte per me e che, questa cosa con la Parkinson, non cambia niente. Io non voglio altro che Ginevra. Lei è il mio futuro. Sto pagando i miei errori e questa storia del bambino, mi sembra una giusta punizione ma lei è la mia priorità.
Ora, tanto per cominciare, voglio passare tutto il mio tempo libero con Ginevra; voglio fare tutte le cose che non siamo mai riusciti a fare e, quando anche lei capirà che non può vivere più senza di me, le confesserò tutta la verità.
E’ la mia unica possibilità! Farle capire che è, lei, la mia famiglia e io la sua. Che la nostra unica possibilità è stare insieme.
Tutto dipende da Ginevra.
Tutto.
 
 
 
 
Eccomi col mio regalo di Natale per voi.
Come avrete notato ho dedicato tutto un capitolo a Draco e Ginny. Questa è il loro “nuovo inizio”. Spero di aver accontentato tutti con queste pagine e di essere stata brava a descrivere l’attrazione fisica e mentale che c’è tra loro.
Ho voluto far conoscere meglio le Harpies perché giocano un ruolo fondamentale nella vita di Ginny.
Ma non tutto è oro ciò che luccica e sappiamo tutti che, dietro alla loro serenità ritrovata, incombe un segreto pesante come un macigno.
Purtroppo Pansy non si era inventata nulla e il bambino è davvero di Draco.
Dal canto suo, il bel Malfoy, ha tutte le intenzioni di mantenere il segreto ma la vera domanda è: fino a quando ci riuscirà??
Detto ciò, posso solo anticipare che nel prossimo capitolo ricomparirà la famiglia Weasley e quello strano ragazzo che abbiamo incontrato lo scorso capitolo, Riley Tanner. Scopriremo qualcosa di più su di lui.
Tutti vi starete chiedendo: come la prenderà Ginny??
Leggete e saprete.
Intanto vi auguro buone feste. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo molto “lovvoso” e di quello che, secondo voi, accadrà!!
Spero vi sia piaciuto.
A prestissimo.

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Capitolo 23
*** Tanto per essere precisi. ***


Capitolo 23
Tanto per essere precisi.

 
 
-Irina, ci siamo capiti??-.
-Sì padrone. Non si deve preoccupare; non la perderò mai di vista! Irina diventerà l’ombra della signorina Parkinson!-.
Mi rallegra sentire una certa nota di disgusto nella voce della mia elfa domestica mentre pronuncia il cognome del mio peggiore incubo: Pansy.
-Voglio sapere dove va e con chi si ferma a parlare. Tutto. Se la vedi avvicinarsi troppo anche solo a un alunno del primo anno di grifondoro, inventati qualsiasi cosa e bloccala! Non deve parlare con nessuno di loro e…- l’agitazione si sta rimpadronendo di me.
-Signorino Malfoy, so tutto! Me l’ ha ripetuto ventitre volte nel giro di un’ora. Mi occuperò di tutto: leggerò la sua corrispondenza, ascolterò tutte le sue conversazioni, non la farò conversare con nessun grifondoro, nè con la Lovegood o il professor Paciock. Avrà un resoconto dettagliatissimo su tutto! Deve stare tranquillo!-.
In queste ultime due settimane, ho provveduto da solo a tenerla d’occhio; praticamente costringendola, a stare tutto il giorno chiusa nel mio ufficio ma ora non posso più correre il rischio che, quando non sono a Hogwarts, quella matta vada a raccontare a qualcuno del bambino.
-Signorino Malfoy, io non vorrei farla agitare ancora di più ma, visto il grande affetto che mi lega a lei, non posso non dirle che quello che stiamo cercando di nascondere al mondo, ben presto, sarà evidente a tutti!! La pancia inizierà … -.
-Ti prego, Irina! Non terminare la frase! La conosco a memoria! Prima di allora, troverò una soluzione!-. Afferro la mia giacca e guardo l’orologio. Sono le sette passate. Ora, l’unica cosa che voglio fare è smaterializzarmi e andare da Ginevra. La giornata è stata fin troppo lunga, per i miei gusti. Ho voglia di vederla. Paradossalmente, è proprio lei , la cura alla mia ansia.
-Come sta la signorina Weasley??- Irina interrompe i miei pensieri. A volte, mi viene il dubbio che questa piccola elfa mi legga nella mente.
-Oh- e mi viene da sorridere come tutte le volte che sento anche solo pronunciare il suo nome –Lei sta benissimo! Stiamo benissimo!! Se abbiamo finito, andrei proprio da lei!-.
-Certo, signorino!- fa un inchino e si smaterializza tutta entusiasta.
Sto per fare la stessa cosa quando sento qualcuno bussare alla porta del mio ufficio.
Prendo in considerazione l’idea di non rispondere e smaterializzarmi in assoluto silenzio ma, il piccolo senso di responsabilità che vive in me, ha la meglio sulla parte irresponsabile.
-Avanti!- dico sbuffando.
-Signor Malfoy, per fortuna, l’ho trovata!!-. La McGranitt entra nel mio ufficio col suo solito passo deciso. Porta uno dei suoi strani cappelli che io ho sempre trovato ridicoli.
-A cosa devo la sua visita nei piani bassi, signora preside?-. Spero solo che sia una cosa veloce.
-Signor Malfoy, lei fa parte del mio corpo studentesco. E’ normale che il preside faccia visite a tutti i suoi insegnanti, soprattutto al mio professore di pozioni preferito- leggo una certa ironia nelle sue parole –è quasi un mese che non si fa più vedere al tavolo insegnanti, a cena!-.
-Non mi dica, è venuta fin qui per assicurarsi che io mangi?? Ha paura per la mia linea perfetta?-.
-Sempre simpatico è, signor Malfoy!- alzo le spalle con fare ingenuo –Comunque no! A parte il fatto che preferisco non sapere il motivo per cui lei, tutte le sere, si allontana dal castello, sono qui per avvisarla che domani sera subirà un controllo-.
-Un controllo??- Adesso cos’è questa storia??
-Sì! Un controllo da parte del Ministero. Domani sera, terminate le lezioni, arriverà qui un ispettore mandato appositamente dal ministero per fare due chiacchiere con lei, con me e con qualche suo collega-.
Mi alzo in piedi, faccio fatica a capire il senso di questa cosa!!
-E per quale diavolo di motivo?- mi sto alterando. Innanzitutto perché, primo, ho sempre odiato la gente cha lavora al ministero e, secondo, perché ciò avverrà di sera ed io, il mio tempo, lo vorrei passare da ben altra parte, con tutt’altra compagnia: dalla Weasley.
-Forse non si ricorda che lei, signorino Malfoy, è stato mandato qui ad Hogwarts sotto la mia custodia, per scontare una pena di tre anni. Lei è stato condannato a svolgere un’attività socialmente utile e vengono qui, dopo sei mesi, per controllare che lei faccia il suo dovere nel migliore dei modi e per assicurarsi che non sia più immischiato in brutti giri!!- dice la McGranitt tranquilla, come se stesse recitando una filastrocca.
-Con questo, mi vuole far capire che ho qualcosa di cui preoccuparmi?- non troveranno nulla che non va. Faccio quello che devo fare, nulla di più nulla di meno.
-Assolutamente no. Lei si limiti a rispondere alle semplici domande che le faranno, io e i miei colleghi faremo altrettanto e andrà tutto bene. Certo che se lei, per una volta, riuscisse a dare un’impressione di sé, leggermente migliore, a quella a cui ha abituato l’intero mondo magico, questo le gioverebbe e basta!!-.
Mi viene quasi da ridere, sentendo questo stupido consiglio.
-Lei vorrebbe che io fossi gentile?? Vuole anche che mi metta a servire thè caldo e biscotti all’ispettore, in puro stile Umbridge?-.
Vedo la McGranitt chiudere gli occhi rassegnata.
-So che lei non conosce il significato della parola gentilezza ma, se io non ci sono riuscita, magari chieda delucidazioni sull’argomento a qualcuno di più vicino a lei. Non so … per esempio, alla sua fidanzata!!-.
Mi giro di scatto, pronto ad attaccare se necessario. Cosa intende la McGranitt? Soprattutto, di chi sta parlando??
-Non so a cosa si riferisca!- rispondo minaccioso.
-Non si agiti, Malfoy. Si rassegni al fatto che io so sempre dove sono i miei insegnanti!! Detto ciò, sono stata molto felice quando ho scoperto dove trascorre tutto il suo tempo quando non è qui. Le fa solo che bene!-.
Mi tranquillizzo capendo che si riferisce a Ginevra. Per un momento, ho avuto paura che sapesse tutto anche della gravidanza.
-Glielo ha detto Ginevra??- incrocio le braccia. Stasera, gliene dirò quattro, se è stata lei.
-Assolutamente no!! Diciamo … amicizie in comune!!- su questa cosa, mi devo ricordare di indagare –Però mi farebbe molto piacere rivedere la signorina Weasley qui, ad Hogwarts, anche solo per qualche giorno. Quest’anno dovrà superare gli esami dell’ultimo anno! Ormai, manca poco! Se mi facesse il piacere di dirglielo lei, gliene sarei grata!-.
La incenerisco con lo sguardo; al pensiero di Ginevra che gira per i corridoi di Hogwarts, mi sento male. Farò di tutto per tenere Ginevra più lontana possibile da qui, finché non trovo una soluzione.
-Lo farò. Abbiamo finito, adesso?- cerco di liquidarla velocemente.
-Per stasera, sì! Si ricordi che, domani sera, … -.
-Sì, ho capito. Ispettore. Rispondere alle domande. Gentilezza -.
Vado ad aprirle la porta per farle capire che è il momento di andarsene; la preside recepisce il messaggio e si accomoda fuori dalla mia aula, non prima di avermi regalato un’altra delle sue perle di saggezza.
-Cerchi di comportarsi bene con la signorina Weasley!! Lei sta camminando su un sottile filo nel vuoto. Tutti non faranno altro che guardarla, fiduciosi e speranzosi che lei perda l’equilibrio!-.
Vorrei controbattere ma queste sue parole hanno il retrogusto di un non so che di premonitore, che mi lasciano pietrificato.
 

 
-Non ho ancora capito perché non potevamo starcene a casa, al calduccio -.
Draco non ha voluto sentire ragioni e mi ha costretto a togliermi la mia tutona calda, mi ha fatto cambiare e mi ha portato fuori. Ha stabilito che stasera dovevamo andare a cenare in un ristorante e, nonostante le mie lamentele, mi ha praticamente trascinato fuori casa.
-Perché ho deciso così! Stasera stiamo da soli, io  e te!!-.
Tenendo la sua presa ben salda attorno al mio polso, com’ è suo solito fare, apre la porta del locale che conosciamo molto bene entrambi.
L’ultima volta che ci siamo stati era l’ultimo dell’anno; ancora mi ricordo quello che ho provato quando, quella sera, lo vidi. Meglio tralasciare la parte successiva della serata quando ha cominciato a minacciarmi in mezzo alla strada.
Il pianoforte incantato suona una melodia romantica ed i camerieri sono sempre sorridenti, come li ricordavo.
-Hai scelto a caso il posto?-.
-No. Volevo dare una seconda possibilità a questo ristorante. E’ l’unico locale decente nel raggio di tre miglia-.
Mi lascia il polso e stringe la sua mano con la mia. Ci guardiamo velocemente e non posso fare a meno di sorridergli.
Veniamo interrotti da un signorotto pelato che ci dice che il nostro tavolo è pronto.
La cena scorre via velocemente tra una portata e l’altra, mentre Draco mi racconta della sua giornata e io lo ascolto incantata. A volte, mi stupisco da sola di questa sorta di normalità che si sta venendo a costruire tra di noi. Sembriamo quasi una coppia come tutte le altre. Poi penso a tutti i problemi e pensieri che ci portiamo sulle spalle e ripiombo alla realtà dei fatti.
-A cosa pensi, Weasley??-.
Addento un boccone della mia torta al cioccolato; devo dire che è deliziosa.
-Ultimamente stiamo bene insieme!! Stiamo battendo tutti i nostri record! Quasi tre settimane e siamo ancora qui!!- scoppio a ridere da sola mentre finisco la mia fetta di torta.
-Vuoi dire che stiamo diventando come tutte le altre coppie noiose e smielate ??-. Draco mi guarda da sotto le sue lunghe ciglia mentre sorseggia del whisky incendiario.
-Temo che noi non saremo mai così!! Lo so che, una piccola parte di te, li invidia!!- lo accuso puntandogli il dito.
-Assolutamente no però non abbiamo nulla di meno rispetto a loro. Non siamo noi quelli che devono invidiare, noi siamo quelli invidiati!!-.
-Sì, come no!!- scoppio a ridere – chiunque farebbe cambio con noi. Nessun problema, tutti che ci appoggiano, famiglie che vanno d’accordissimo tra loro, una storia vissuta alla luce del sole. Cosa ci manca, in effetti??- gli faccio l’occhiolino.
-Della gente che ci appoggia non me ne frega proprio niente. Delle famiglie, so che non ti piace ascoltarlo, m’interessa ancora meno e sulla luce del sole… beh! Sei tu che vuoi continuare a tenere nascosto il tutto!!- mi risponde provocatorio. Per lui, non ci sono mai problemi ma solo soluzioni.
-Vorrei ben vedere!! Vuoi andare a farti una passeggiata, mano nella mano, a Diagon Alley??- incrocio le braccia al petto.
-Quando vuoi… possiamo andare anche adesso!!!- lo dice porgendomi la sua mano.
-So che a te, delle conseguenze non te n’è mai importato  nulla ma dovresti fare uno sforzo. Se ci vedessero, scommetto quello che vuoi che nel giro di due giorni succederebbe qualche altra catastrofe e il nostro piccolo equilibrio andrebbe a farsi benedire!- spingo via la sua mano.
-Cosa mi stai dicendo? Che ci nasconderemo per sempre, in questo paesino??- il suo tono non è più ironico ma quasi accusatore.
-Non ho detto questo ma, stavolta, voglio fare le cose con calma. Voglio farle ragionandoci bene, prima di commettere passi falsi e voglio prendere le decisioni con te -.
Ormai capisco quando riesco ad addolcirlo e, mi sorprendo ogni volta che mi rendo conto di quanto poco ci voglia per farlo.
-Va bene. Uno a zero per te, Weasley! Però ti do una bella notizia: c’è già una persona che sa tutto. La McGranitt -.
Mi coglie di sorpresa ma nemmeno più di tanto. Immagino anche già di sapere chi possa essere stato a spifferare tutto alla McGranitt.
-Sei vivo! Vuol dire che non l’ha presa così male, no??-. Sono quasi tentata di chiamare il cameriere per farmi portare un’altra fetta di torta ma resisto.
-E’ venuta stasera, prima di venire da te, per dirmi che domani arriverà un ispettore del Ministero a fare un controllo su di me!-.
La mia voglia di dolce se ne va via immediatamente.
-Come un controllo??- mi sporgo in avanti per criptare qualcosa dalla sua espressione ma non mi sembra sia molto preoccupato.
-Sì, la McGranitt dice che, essendo io ad Hogwarts per svolgere un’attività socialmente utile, quelli del ministero vengono per controllare che io la stia svolgendo effettivamente e che non sia più immischiato in … - fa una piccola pausa - … cattivi giri!-.
-Non hai nulla da temere, allora!! Di sicuro non verrà fuori che sei il professore più amato della scuola però … il tuo dovere lo fai!! No??-.
-Ovvio!! Infatti, non sono preoccupato. M’infastidisce l’idea che io debba dimostrare qualcosa a qualche inutile uomo del Ministero!- percepisco il suo disgusto per tutti quelli che ci lavorano ma, non posso negare, che un po’ mi dispiace sentirlo parlare così.
-Sì… in effetti. Anche mio padre, secondo la tua teoria, è un inutile uomo del Ministero!- imito il suo tono disgustato.
-Dai, Weasley. L’ultima persona a cui stavo pensando, in questo momento, era proprio tuo padre. Francamente, non mi ricordavo neanche che lui ci lavorasse!!- cerca di prendermi la mano ma io la ritraggo.
-Weasley, dai!! Non volevo insultare lui … Senti! Non parliamo di questo argomento! Finisce sempre nello stesso modo!!-. Quando fa così, proprio non lo sopporto!
-Così come, Malfoy?- indispettita, mi drizzo sulla sedia e lo incenerisco con lo sguardo.
-Così!- m’indica e mi guarda come se fosse così semplice. In effetti, mi accorgo che sono bastate poche parole per farmi infastidire –Guardati! Sei sul punto di urlarmi addosso! Pensi che non l’abbia capito che quell’argomento è piuttosto delicato per te?-.
Faccio un lungo respiro e mi rendo conto di aver esagerato.
-Lo so! E’ che quando ti sento parlare così, capisco quanto sarà difficile che vi accettiate a vicenda. Voglio dire che se sei tu, per primo, a mal tollerare  tutti loro … la mia famiglia non prenderà mai nemmeno in considerazione l’idea di accettarti! E tu lo sai bene che quest’argomento, prima o poi, dovremo affrontarlo!-.
-Ti mancano??- la sua domanda mi stupisce.
-Sì e no. Alcuni di più e alcuni di meno! Ma non è questo il punto!- ammetto con sincerità.
-Tuo padre??- sembra non abbia sentito la mia risposta. Non so dove vuole andare a parare, facendomi parlare di mio papà.
-Sì lui … sì. Lui mi manca.- .
-Sai, un giorno, magari … - vedo Malfoy in difficoltà. Nemmeno lui sa bene cosa dire. Apprezzo molto lo sforzo che sta facendo.
-Dai, non parliamo di queste cose brutte. Parliamo di … cose un po’ più belle!- cerco di scacciare via questo malumore che mi aleggia intorno.
-Andiamo via! Abbiamo finito!- senza lasciarmi il tempo di controbattere, si mette la giacca e va verso il lungo bancone centrale per saldare il conto. Lo vedo pagare e, con mia sorpresa, lasciare una sostanziosa mancia. Mentre lo seguo fuori dal ristorante, m’infilo i guanti e cerco di star dietro alla sua andatura. Credo che sia infastidito per il discorso di mio padre; succede sempre così. Lui s’infastidisce e diventa intrattabile per le successive tre ore.
Mi stanco di dover quasi correre per riuscire a stargli dietro; il marciapiede è tutto bagnato e, così facendo, rischio anche di scivolare. Esasperata, mi fermo in mezzo alla strada e noto che lui è talmente concentrato a pensare chissà a cosa, che non si è nemmeno accorto che mi sono fermata.
Sono così arrabbiata che mi volto e mi dirigo nella direzione opposta alla sua.
Cammino a tutta velocità, cercando di mettere più distanza possibile tra me e il suo cattivo umore che, ormai, ha contagiato anche me.
-WEASLEY! WEASLEY!- lo sento urlare non troppo distante da me, segno che, finalmente, si è accorto che avevo cambiato strada –WEASLEY! MALEDIZIONE, FERMATI!-.
-Ah, il signorino se n’è accorto!! Mi degna della sua attenzione … -mi sento afferrare il braccio. Sento che ha il fiatone, segno che deve aver corso per raggiungermi. Sorrido perfida ma soddisfatta.
-Ma sei matta?- mi chiede mentre cerca di riprendere fiato!
-Io sono matta e tu? Ti sembri normale? Prendere e uscire così?!- mi guarda e non so se è più infuriato o spaesato.
-Io non parlo e tu ti metti a correre in mezzo alla strada?!?- mi lascia la presa e io tiro via il braccio così forte che do una gomitata a una signora che ci stava passando accanto.
-Ma stia attenta signorina!!- mi ammonisce la signora e io mi rendo conto di quanto posso risultare infantile ai suoi occhi, in questo momento!
-La scusi! E’ un po’ sbadata!- interviene Draco in mio soccorso. L’anziana signora, dopo un’ultima occhiataccia, prosegue per la sua strada.
-Ti calmi, adesso, per favore??- mi chiede Draco che si guarda attorno, cercando di non attirare più l’attenzione dei passanti attorno a noi.
-Dobbiamo affrontarlo quel discorso, Malfoy! Prima o poi!!- mi addolcisco solo perché litigando, con lui, non risolviamo nulla.
Lui, inaspettatamente, si avvicina e mi prende il volto tra le sue mani che, non so come, sono così calde!
-Ascolta Weasley! Io ti ho fatto una promessa, ti ricordi?- annuisco perché la conosco perfettamente –Non permetterò a niente e nessuno di separarci. Nemmeno alla tua famiglia o alla mia. So che non posso eliminarli dalla faccia della terra e, quindi, so che l’unica possibilità è accettarli ma non è facile. Mettiti nei miei panni: io amo te, non loro! Li ho odiati e mal sopportati per vent’anni e, dopo il mio ultimo show in casa vostra, anche loro mi staranno odiando di più rispetto a prima. Non è facile! Lasciami un po’ di tempo per pensare a una soluzione ma, ti giuro, che la troverò!-.
Sento le farfalle nello stomaco; quando mi parla così, quando si fa vedere per quello che è veramente, mi rendo conto di quanto sia grande il sentimento che provo per lui. Per stasera, la guerra è finita.
-Quindi mi ami, Malfoy??- appoggio la mia fronte alla sua e vedo comparire sul suo viso, un sorriso.
-Mi fa piacere che, di tutto il mio discorso, sia quella la parte che ti ha colpito di più!!- mi bacia la punta del naso e quel semplice contatto  mi scalda così tanto che quasi non sento più il freddo.
-Non hai risposto alla domanda!!-lo ammonisco divertita.
-Devo dirlo a parole? I fatti non bastano?- mi chiede provocatorio. Abbiamo già affrontato il discorso sul perché troviamo difficoltà a dirci quelle due semplici paroline che qualunque coppia si dice. Lui dice che non è abituato a cose così melense e che preferisce dimostrarlo; io, invece, credo sia solo una questione di orgoglio. Vuole che sia io a dirlo per prima; io voglio che sia lui e andiamo avanti così.
-Come vuoi tu, Malfoy! Se non è necessario … -.
-Se per te è importante, tu puoi dirlo … - dice cercando di apparire innocente.
-Ah ecco! – scoppio a ridere.
-Stai ridendo di me, Weasley?- mi sussurra all’orecchio mentre mi stritola tra le sue braccia.
-Lo ammetto: sì! Perché ormai sei diventato un po’ scontato nelle risposte!-.
-Ah, ora sono diventato scontato?!?- mi morde il lobo dell’orecchio cogliendomi impreparata e questo mi fa scappare un gemito. Comincia a mordermi e baciare il collo e, prima di perdere il controllo, cerco di allontanarmi senza però ottenere il risultato.
-Quanto sono scontato, adesso?- mi chiede Draco mentre mi mordicchia il collo.
-Andiamo a casa!! Vediamo quanto sarai scontato lì!- Malfoy coglie al volo la mia provocazione, mi afferra per mano e c’incamminiamo verso il mio appartamento. Spero solo che le ragazze siano andate a dormire; non penso che, stasera, Draco abbia una gran voglia di chiacchierare con loro.
Quando siamo davanti a casa, mi accorgo che la luce è accesa. Draco mi precede ed apre la porta e subito, veniamo intercettati da Margareth.
-Non sono riuscita a trovarti!!- mi dice subito, rivolta a me ma saettando lo sguardo su Draco. Anche lui, sembra essersi accorto che Margareth è molto agitata.
-Era a cena con me!!- chiarisce Draco con un tono leggermente possessivo.
-Di là c’è qualcuno per te! Ho cercato di dissuaderlo ma non ne ha voluto sapere e ti ho voluto aspettare!!-. Margareth finge di ignorare Draco ma capisco che il problema verte proprio su di lui.
Anche io inizio ad agitarmi. Guardo velocemente sia Draco che Margareth. Cerco di capire chi possa essere venuto qui, a tarda sera, per vedermi. Il problema è che, chiunque sia, non vedrà solo me ma anche Draco.
-Draco, forse è il caso che tu ritorni ad Hogwarts. Non facciamo scenate … - Margareth non riesce a terminare la frase che Draco la incenerisce con lo sguardo mentre mi stringe, quasi da far male, la mano.
-Non vado da nessuna parte!-. Si sta innervosendo e, questo, non è mai un bene.
In un momento di distrazione, tiro via la mano e vado verso il salone, giusto il tempo di vedere chi c’è in salotto, anticipando Draco.
No, lui no! Stasera, no!
-Ginny …!- mi dice sorridente e felice di rivedermi, ignaro, ancora per poco, di chi c’è nell’appartamento  con me.
-Harry … - non termino la frase che sento i passi frettolosi di Draco nel corridoio. Non mi serve girarmi per controllare che sia alle mie spalle perché mi basta guardare la faccia scioccata di Harry.
Non ho il tempo neanche di prendere fiato che vedo Draco andare addosso ad Harry.
-TU!! Ancora TU!!-. Vedo Draco spintonare Harry e quasi farlo cadere; è infuriato. Non l’ho mai visto così! Sembra un’altra persona.
Harry, dopo essersi ripreso dallo shock di averlo visto accanto a me, risponde ai suo spintoni, sferrandogli un pugno in pieno volto.
-NON MI TOCCARE, SERPE!!- Draco lo afferra per il colletto della camicia e lo sbatte contro il mobile del salotto, facendo cadere a terra tutte le cornici che erano appese al muro.
-Bastardo! Cosa sei venuto a fare?? A ricattarla, di nuovo!! Stronzo!!-.
Harry gli è di nuovo addosso, dandogli una gomitata dritta sul naso.
Mi accorgo che Draco sta perdendo sangue dal sopracciglio ma la scena è così surreale che non riesco nemmeno a muovermi.
-Ginny, fai qualcosa!! Si ammazzano… - Margarath mi scuote per un braccio e, finalmente, mi rendo conto che è la realtà e non un sogno.
Prendo coraggio e vado in mezzo a loro cercando di dividerli ma, entrambi, sono così presi a picchiarsi che neanche si accorgono della mia presenza.
-Basta, vi prego! BASTA!! SMETTETELA!!- cerco di afferrare il braccio di Draco che sta stringendo il collo di Harry  ma è troppo più forte di me e si scansa subito!! Si guardano come animali!! Margareth mi raggiunge, cercando di aiutarmi a dividerli.
Mentre Margareth prova ad afferrare le braccia di Draco , io mi piazzo davanti ad Harry, obbligandolo a guardarmi.
-Harry, ti supplico, basta! Ti prego! Ci facciamo male tutti quanti!!-. Da così vicino, mi accorgo che anche lui non è messo per niente bene!! Perde sangue dal naso, ha tre profondi graffi sulla guancia e ha le nocche delle mani tutte spaccate.
Finalmente catturo, per un momento, la sua attenzione. Harry mi appoggia una mano sul braccio, indeciso, forse, se chiedere scusa o spingermi via per ributtarsi su Draco.
-NON TOCCARLA!! LEI NON LA DEVI PIU’ TOCCARE!!-. Mi sento Draco, alle spalle, e capisco che è lui che devo riuscire a bloccare.
Lo vedo piegarsi sul tavolino prendere un pesante libro sulla storia del Quidditch e scaraventarlo in aria.
-Nooo!!- urla Margareth mentre Harry riesce a spostarsi giusto in tempo.
 Draco è completamente fuori di sé, non si accorge nemmeno che ho iniziato a tremare dalla paura di tutta questa situazione. Lo vedo impugnare la bacchetta, contro Harry quando, con uno slancio, gli vado incontro e lo afferro per le spalle.
-Draco, ti prego. Fallo, per me!! Basta, basta!!- cerco d’incontrare i suoi occhi ma sono ancora puntati su Harry! Ha ancora la bacchetta sollevata in aria; sembra proprio un serpente sul punto di mordere la sua preda. Ho paura che possa lanciare qualche fattura ad Harry e che,  oltre a colpire lui, possa colpire anche Margareth che, nel frattempo, sta cercando di fare scudo ad Harry col suo corpo.
-Draco, guardami! Guardami!!- nulla –CAZZO; GUARDAMI!!-. Urlo così forte, che penso mi abbia sentito, tutta la strada.
In un attimo di lucidità Draco si gira verso di me ma è ancora lontano dal calmarsi!! Ha il fiatone e, anche lui, sta tremando. Dalla rabbia.
-Concentrati su di me!! Guardami!!- afferro il suo volto sporco di sangue con una mano –Ora, basta!! Basta! Metti giù la bacchetta!! Passeresti solo dei guai!!-.
Mi guarda ma ha ancora il braccio mezzo sollevato. Sembra in uno stato di trance ma, nel frattempo, mi accorgo anche che il suo respiro si sta, lentamente, regolarizzando.
-Bravo, così! Respira!!- sembra seguire i miei ordini – E ora, lentamente, posa la bacchetta, Draco!!-.
Sembra finalmente tornare in sé, abbassa il braccio e, senza smettere di guardarmi, mi consegna la bacchetta.
-Va tutto bene!- gli accarezzo la guancia e dal gemito di dolore che gli esce dalle labbra, mi rendo conto che deve provare non poco dolore.
-BRAVO?? BRAVO?? MI STAVA PER AMMAZZARE!!-.Mi stavo quasi dimenticando di Margareth e di Harry! Devo separarlo da Draco prima che ci ripensi e ricomincino a picchiarsi.
-Margareth, fammi il favore di portare Harry al bagno di sopra e di aiutarlo a ripulirsi! Io mi occupo di Draco!-. Lo dico con un filo di voce, continuando a tenere i miei occhi puntati su quelli di Draco che fa altrettanto con me. Per fortuna, non sembra che Draco abbia sentito le ultime urla di Harry.
-Certo!- mi risponde Margareth e li sento, con qualche lamentela di Harry, uscire dal salotto.
Una volta assicuratami di essere rimasti da soli, mi allontano da Draco; mi porto le mani alla fronte e cerco di regolarizzare il mio di respiro.
-Perché quella specie di verme è qui??- mi ringhia addosso Draco.
Lo guardo sbigottita.
-Sai, se tu non ti fossi comportato come un animale, forse, lo avremmo scoperto!!- gli rispondo quasi con la voglia di dargli le botte che non gli ha dato Harry.
-Certo, perché ora la colpa è mia!!- ride e questo m’innervosisce ancora di più.
Mi alzo e gli faccio segno di seguirmi in cucina. Lui lo fa, continuando a borbottare. Lo spingo su uno sgabello e prendo un po’ di pozione curativa dalla credenza che, di solito, usiamo per le varie sbucciature di noi ragazze.
-Cosa dovevo fare, secondo te, vedendolo in casa tua, dopo tutto quello che ci ha fatto??-.
Fingo di ignorarlo, afferro la bacchetta e, nonostante le sue lamentele, inizio a curargli le ferite sul volto. Riesco a fermare la fuoriuscita di sangue dal sopracciglio e dal labbro superiore.
Guardo il risultato e penso di aver fatto del mio meglio. Ha ancora piccoli graffi, gli verrà sicuramente un livido sotto l’occhio destro ma, almeno, non c’è più sangue.
-Detesto quando non mi rispondi!-.
-Sai io cosa detesto??? Quando ti comporti così!! – sbatto la bacchetta sul bancone della cucina.
-Cosa ti aspettavi … -.
-Cosa mi aspettavo da te?? NON QUESTO! Non avevi appena finito di dire che stavi pensando a un compromesso per cercare di sopportare la mia famiglia!? Sarebbe questa la tua soluzione?? AMMAZZARLI DI BOTTE??- gli urlo addosso.
-NON CI PROVARE!! Non ti azzardare a rigirarti le mie parole come ti viene bene a te!! Ho parlato della tua famiglia! NON DI POTTER!!- si alza e viene davanti a me.
-NO! Tu non ci provare!! Sai perfettamente che lui è della famiglia!! Cosa pensi che dirà quando vedrà i miei?? “Oh sapete cosa ho scoperto? Ginny si rivede con Malfoy e lui, non essendo più quella persona che abbiamo imparato a conoscere, in questi anni, mi ha riempito di botte!!”- lo scanzono, prendendolo palesemente in giro.
-Non m’interessa di quello che andrà a dire ai tuoi!! Lui, dopo tutto quello che ha combinato, non lo tollero!! E’ un limite assoluto!!-.
-Ah sì?- rispondo mentre cerco di ripulire la cucina – Sai cos’era, per me, un limite assoluto??TU!! Tu, fino a tre settimane fa, eri il mio di limite assoluto!! Perché non per rinvangare il passato, ma non mi sembra che sia stato Harry ad averti costretto ad andare dai miei a raccontargli quanto e come scopavamo, a spifferare ai miei e ai giornalisti dove fossi e rendendomi la vita impossibile. Non è stato Harry a obbligarti a insultarmi e ad andare con una ragazza diversa, ogni sera!!- cerca di controbattere ma glielo impedisco – Non provare a negare perché tutta Hogwarts ti ha visto!! E poi non è questo il punto!!-.
Prendo fiato e anche Draco sembra calmarsi, forse colpito sul vivo. Non ho quasi più voce e non ho neanche più voglia di urlare.
-Non è questo il punto, Draco, perché questo è passato! Ci siamo perdonati a vicenda, no?- non risponde ma annuisce – E allora perché ricadi negli stessi errori? Continuiamo a dirci che dobbiamo andare avanti, che siamo solo io e te e tu cosa fai?? Spacchi la faccia a Potter!!-.
-Non lo tollero! Non tollero che abbia provato a separarci e che, fra parentesi, c’era anche quasi riuscito. Non tollero che, dopo tutto, ti giri ancora attorno!! Non lo tollero, né adesso né mai!! Hai capito??-. Se pensa che ricomincerò ad urlare, si sbaglia di grosso.
-No!! Il tuo problema non è che non riesci a perdonare quello che ti ha fatto!! Sai qual è il problema?!?! Sei geloso, come lo sei sempre stato di lui!!-.
Finge di ridere ma non ci crede neanche lui.
-Draco, questa recita riservala per chi non ti conosce. Non per me. E’ sempre stato così! Già da quando stavo ancora con lui, avevi questi scatti!! Ti ricordi che mi obbligavi a togliermi il suo anello, ogni volta che, anche solo, parlavo con te??-. Incrocio le braccia, in attesa della sua resa.
-Questo, non c’entra nulla … -.
-Basta, non parlare più!! Ti ricordo solo che domani verrà l’ispettore del Ministero e sono proprio curiosa di sapere cosa gli racconterai per giustificare i lividi sulla tua faccia!!-.
-Non me ne frega un cazzo di quello!!-.
-Eh certo!! Tu sei così! Tanto tu sei Malfoy, quello che non teme mai niente!! In fondo, il Ministero viene a controllare che tu sia cambiato e come ti presenti?? Così!!-. Indico la sua faccia.
-Va bene, basta!! Sono geloso!! Ma non di Potter!! Di chiunque tolga la tua attenzione da me!! Non mi puoi cambiare! Io sono questo; sono quello possessivo e che, a volte, ti tratterà come una sua proprietà. Tu sei mia!! Pagherò le conseguenze ma, su questo, sei tu che devi scendere a compromessi con me!!-.
So bene che dovrebbe ferirmi il fatto che, a volte, mi consideri una sua proprietà ma, dall’altra parte, so che non è così grave come lui la vuol dipingere.
-Lo so!! A me questo va bene ma su Harry, devi trovare una soluzione!! Mi ha già chiesto scusa e, se capirò che vuole ancora mettersi in mezzo a noi, sarò io a prendere le giuste decisioni. Fino ad allora, decido io se può o non può parlarmi!! Fine della storia!-.
Stiamo qualche minuto a scrutarci a vicenda, senza che nessuno dei due dica niente.
-Vuoi che me ne vada??- mi chiede Draco spezzando il silenzio.
Aspetto un po’ per rispondere. Sono arrabbiata e dovrei dirgli di andarsene ma, nonostante tutto, non me la sento.
-No!- mi guarda e, nonostante sia così arrabbiata con lui, ho voglia di baciarlo –Ma adesso tu resti qui! Zitto e, soprattutto, immobile!-.
Devo andare su da Harry per il secondo round.
-Weasley?- mi sento richiamare da Draco e mi giro, restando sullo stipite della porta –E’ stata la nostra prima vera lite, dopo tre settimane, e l’abbiamo superata! Siamo ancora qui!-.
Queste parole così semplici sono anche così dolci pronunciate da lui e un altro pezzo di rabbia si scioglie, dentro di me.
-Sono ancora arrabbiata, Malfoy! Non l’hai passata liscia!- mi sorride sornione perché sa che il peggio è passato.
-Weasley?- mi richiama per l’ennesima volta.
-Dimmi!!- sono esausta e devo ancora parlare con Harry.
-Comunque, tanto per essere precisi … io ti amo!!-.
L’ultima cosa che mi aspettavo, adesso, era che lui dicesse quelle parole. Non posso fare a meno di sorridergli: col viso pieno di ferite e con la sua aria da duro però, allo stesso tempo, così esposto e vulnerabile. Mi sta mostrando la parte più sensibile e umana di lui e io sono così felice di vederla che mi viene quasi voglia di non andare da Harry e restare qui con lui.
-Così giochi sporco, Malfoy!!-.
-Non lo merito un segno di pace?? Non vuoi dirmi nulla, tu?-chiede senza guardarmi, quasi intimidito.
-Si! Tanto per essere precisi … metti a posto il salotto prima che io scenda!!- gli faccio l’occhiolino. Se pensa di cavarsela liscia così, si sbaglia!
Beh, in effetti, non sono più arrabbiata ma darla vinta a lui, capitolando tra le sue braccia, adesso, sarebbe come premiarlo  su quello che ha fatto con Harry.
Tempo al tempo.
 

 
Intercetto Margareth in corridoio.
-Dov’è?- le chiedo.
-In camera mia!! Ho fatto del mio meglio ma penso che, adesso, voglia parlare con te!-.
-Grazie Margareth! Non so come chiederti scusa, per quello che hai visto!-
Mi sento in difetto nei suoi confronti.
-Ginny, non preoccuparti. Non è la prima volta che vedo due uomini litigare per una donna!! Ora, tu vai da Harry e io vado a fare la guardia a Draco!!- mi dice, tutta sorridente.
-Sei un’amica!!- le dico prima che scenda le scale!
-Lo so!- la sento rispondermi dal piano di sotto.
Entro nella sua camera e seduto sul letto, mentre si sistema gli occhiali, vedo Harry.
-Come stai?- gli chiedo, dispiaciuta di vederlo in quelle condizioni. Devo dire che il volto di Draco sembra nulla, in confronto al suo. La cicatrice non è più nemmeno così evidente rispetto agli  altri tagli che ha su tutta la faccia.
-Secondo te?- si gira per farsi vedere meglio.
-Mi dispiace tanto e ti chiedo scusa per lui!!-.
-Non è colpa tua ma sua!! E’ una bestia!! Non ci sono altre alternative!-. E’ infuriato, forse più di me o di Draco e non posso dargli torto.
-Non puoi capirlo se non provi a ragionare con la sua testa!!- cerco di dirgli piano.
-Desumo che tu lo abbia perdonato e che sia, di nuovo, tutte rose e fiori tra di voi!!- sentenzia guardando il muro dritto a se.
-Ci stiamo riprovando! Ho voluto dargli un’altra possibilità!!- rispondo sottovoce, guardandomi le mani.
-Sai cosa mi discpiace?? Mi dispiace vedere come ti ha ridotto!!-.
-Harry … - cerco d’interromperlo.
-No! Fammi finire!! Ti tranquillizzo già che non ti minaccerò più! Fai pure quello che vuoi ma mi dispiace vedere che ti stai trasformando. Non è lui a migliorare, sei tu che stai peggiorando!! Non avresti mai accettato tanta aggressività!-.
-Infatti, non l’accetto ma cerco di capire perché arriva al punto di reagire così!! E’ cresciuto con questi metodi e lui non è solo come appare ma, allo stesso, mi dispiace che, davanti a te ed alla mia famiglia, non riesca a mostrare altro che … questo!- indico la sua faccia –Lui sa di aver sbagliato ma è troppo orgoglioso per chiedere scusa!-.
-Non le voglio le sue scuse! Voglio solo che non faccia soffrire te!-.
-Starò attenta, te lo prometto!! In compenso però, tu potresti cercar di digerire tutta questa vicenda. C’è già così tanto rancore tra di voi che, tutto questo, non aiuta certo a farlo diminuire!!-.
-Ginny, mi chiedi l’impossibile!!-.
-Non voglio che vi stringiate la mano ma vorrei solo che tu non andassi a dipingerlo ancora peggio di come già viene descritto!! Non voglio che ci sia ancora più astio di quello che già c’è!- metto la mia mano sulla sua. Se entrasse Draco, adesso, sarebbe veramente la fine.
-In parole povere, non vuoi che lo vada a raccontare a nessuno! Vuoi che rimanga un segreto tra di noi!-.
-Sì e no!! Vorrei che tu non lo andassi a dire a nessuno ma, allo stesso modo, vorrei che lo superassi anche tu. Non voglio che, io e te, ricominciamo a farci la guerra perché io difendo uno e non l’altro!! Avete sbagliato entrambi! Lui perché ha iniziato e tu perché hai risposto! No?-.
-Eh sì certo! Dovevo farmi picchiare senza difendermi e dovevo farmi spaccare la faccia!-.
-Non ho detto questo Harry, ma se sei sincero con te stesso, sappiamo entrambi, che il tuo non era solo un voler difendersi. Anche tu provavi soddisfazione a picchiarlo e ti dico di più: lo capisco!-.
Sto quasi per farlo ridere!
-Mi capisci?-.
-Si! Gran parte dei motivi che ci hanno portato a separarci sono dovuti a lui, quindi è normale che tu abbia rancore verso di lui! Dico solo che, tutti, compreso Draco, dovremmo fare uno sforzo e provare a superare!! Io ho bisogno ancora di te!- ammetto sinceramente.
Anche lui è colpito dalle mie parole.
-Per me, il peggio deve ancora venire. Devo affrontare tutta la mia famiglia e dargli la notizia che Draco è ancora nella mia vita; per non parlare, del fatto che, prima o poi, l’intero modo magico lo saprà e ti lascio immaginare cosa succederà. Ti immagini quando Narcissa lo saprà??- mi vengono i brividi. Di queste cose, non parlo con Draco perché lui non ci vede le stesse preoccupazioni che ci vedo io.
-E quindi? Ne sarai stata consapevole quando hai ricominciato con lui, no?!?!- mi risponde spavaldo. Non mi offendo solo perché capisco che, stasera, non è una cosa facile da digerire.
-Ne ero consapevole e, infatti, non chiedo sconti. Vorrei solo avere … qualcuno dalla mia parte!-.
-AHAHAHAHHA! Scordatelo!! Non vi approverò mai, soprattutto dopo stasera!-.
-Non chiedo questo! Vorrei avere solo qualcuno che, ogni tanto, sia disposto a porgermi una mano e che mi faccia sentire che non sono completamente sola contro il mondo! Non c’entra Draco, ne ho bisogno io!-.
Non risponde, segno che le mie parole devono averlo colpito. Non avevo dubbi! So quanto, Harry, può essere sensibile.
-Non mi mollare, Harry! Ho bisogno che qualcuno butti acqua sul fuoco e non alcool! Solo questo!-.
-Non ti prometto nulla … ma proverò a dimenticarmi di questa serata catastrofica! Tanto non ho bisogno di stasera per avere una pessima opinione di lui!! Ci sono dieci anni di arretrati che posso usare contro di lui!-.
E’ già un passo avanti! Già essere riuscito a calmarlo, è già un successo.
-Non correrai dai miei a raccontargli di Draco??-.
-No!! Ti lascio a te l’onore!- dice e quasi mi viene da ridere. La stessa cosa capita a lui. Ed è così che, entrambi, ci ritroviamo a  sghignazzare su questa situazione così surreale da essere quasi comica.
-Malfoy è già stato avvisato!! Deve trovare un modo per accettarti perché tu sei parte della mia famiglia!!-. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e lui mi cinge le spalle col suo braccio. Spero sempre che Draco non decida di venire a controllare la situazione.
-Anche tu, Ginny! Non ti abbandonerò mai, anche se non condivido le tue scelte e non so se riuscirò mai ad accettarle!!-.
-E’ già un passo avanti, Harry!! Non penso che i miei saranno così comprensivi! Forse se Draco non avesse fatto quello che ha fatto con loro, avrei avuto una possibilità ma adesso …  non credo che ci sia!!-.
 -Forse, se posso permettermi di darti un consiglio, ti conviene non affrontarli tutti insieme. Prendili separatamente, cominciando da quelli più persuasibili-.
-E chi sarebbe quello più malleabile? Ron? Mia madre che ha rischiato l’infarto??-.
-In effetti … perché non Neville? Un buon amico serve sempre e son sicuro che, con l’aiuto di Luna, riuscirai ad averlo dalla tua parte, anche se non credo che farà amicizia tanto presto con Mlafoy!!-.
In effetti, a Neville, non ci avevo mai pensato!! Harry, non ha tutti i torti.
-Grazie! Lo farò: comincerò da Neville! - mi stringo un po’ più forte a lui. Sarebbe così bello se tutti potessimo andare d’accordo e io non dovessi nascondermi dal dire certe cose.
-A proposito … non ti ho ancora chiesto perché sei venuto fino a qui, stasera??-.
Sento Harry irrigidirsi. Non penso sia venuto qui solo per una visita di cortesia ma non riesco a immaginare cos’altro possa esserci dietro.
-In realtà dovevo parlarti di una certa situazione che mi sta capitando ma, ora, non ho più le forze di parlarne!-.
-No Harry, ti prego! Così mi fai sentire terribilmente in colpa!- mi alzo in piedi davanti a lui, ancora seduto sul letto!!
-Non è colpa tua ma, stasera, è stata abbastanza stancante. Voglio andarmene a casa!! Ne parliamo un’altra volta!!-.
-Domani!!! Ci vediamo domani, io e te, lontano da qui!- lo seguo verso la porta. Non voglio che se ne vada così, pensando che io me ne frego assolutamente di lui.
-Non devi sentirti in obbligo … -.
-Harry, no! Non è un obbligo! Sai che quando non volevo parlarti, te l’ho detto chiaramente!! Io non voglio sparire dalla tua vita e non voglio che tu sparisca dalla mia! C’è Draco ma non vuol dire che, io e te, non possiamo più parlare!-.
-Glielo fai capire tu a Malfoy o mi devo far picchiare ancora??- mi dice quasi scherzando.
-No, ci parlo io! Allora ci vediamo domani, affare fatto?- allungo la mia mano e, dopo un attimo di esitazione, la stringe con la sua.
-Affare fatto! Potremmo vederci, domani pomeriggio … - lo interrompo subito.
-Il pomeriggio ho gli allenamenti! Perché non facciamo a pranzo??- propongo entusiasta.
-Ok. Va bene, se ci vediamo alle undici e mezza a Grimmauld Place?? Ora vivo lì!-.
Mi coglie impreparato il fatto che Harry vive nella vecchia casa di Sirius; non entro lì dentro da quasi due anni.
-Perfetto! Ci vediamo lì!!-.
-Non è che mentre scendo le scale, Malfoy mi fa un agguato??- non so se ridere o preoccuparmi. In fondo, non mi stupirei, se Draco lo facesse; ne sarebbe tranquillamente capace.
Chiudo la porta e lo seguo giù dalle scale, cercando di vedere dove sia Draco. Harry va dritto alla porta senza fermarsi e io lo seguo.
-Allora ci vediamo domani!-.
-A domani!!-apre la porta e se ne va. Aspetto qualche secondo per girarmi e affrontare la tempesta!
Guardo in cucina ma di Draco nulla.
-Posso andare in camera mia o devo sedare altre risse?- Margareth spunta alle mie spalle.
-Scusa, ma dov’è Draco??-.
-In camera tua. Non è più sceso da quando sei andata a parlare con Harry!-.
La saluto dandole la buona notte e vado in camera mia; tengo la mano sulla maniglia per un po’ prima di decidermi ad aprire la porta.
Con immenso stupore, non lo vedo né sul letto né sulla poltrona; sento il rumore dell’acqua aperta, segno che dev’essere in bagno, a farsi una doccia.
Dovrei aspettare che esca da lì prima di dirgli che domani ho un appuntamento di Harry! Immagino già le urla! Forse, dovrei dirglielo a cosa già fatta! Dirglielo adesso, lo farebbe solo agitare, non sapendo ancora cosa Harry mi voglia dire ma non dirglielo sarebbe mentirgli. E come faccio a fargli capire che dobbiamo essere sinceri l’un l’altra, se sono io la prima a mentire??
Mi alzo dal letto, tolgo le scarpe; mentre mi dirigo al bagno, noto la camicia che Draco indossava sporca del suo sangue, buttata in un angolo della stanza.
Apro la porta senza bussare; il bagno è pieno di vapore e, di fronte allo specchio, lo vedo appoggiato al lavandino. E’ ancora tutto bagnato e ha solo un asciugamano attorno ai fianchi.
-Eccoti, finalmente! Pensavo vi foste addormentati!!- il suo tono acido, non è un buon segno.
-Ho provato a chiedergli scusa!- ammetto senza esitazioni.
-Non dovevi! Se avessi voluto farlo, lo avrei fatto io- sentenzia brusco.
-Sei di nuovo arrabbiato?-.
-Ho accettato che sei andata da Potter ma non ho mai detto che lo condividevo!- si guarda allo specchio e lo vedo studiare le ferite che ha sul volto.
 -Sono stanca di litigare, per stasera. Ricominciamo domani!- sto per chiudere la porta ma cambio idea. Non voglio andare a dormire, sapendolo arrabbiato. Domani ha l’ispezione del Ministero e devo dargli anche la notizia di Harry e, in questo momento, conosco solo un modo per rabbonirlo.
Chiudo la porta dietro di me e do un giro di chiave alla serratura.
-Cosa fai? Non volevi andare a dormire?-.
Gli sorrido, poi mi tolgo il mio cardigan blu e lo butto a terra.
-Devo farmi la doccia!- mi sbottono la camicia, portandomi accanto a lui, facendo attenzione di essere nella sua visuale. Ho catturato la sua attenzione; lo vedo mentre mi guarda tramite il riflesso nello specchio. Mi sfilo la camicia e mi slego i capelli che mi ricadono lungo la schiena.
So perfettamente a cosa pensa quando mi guarda con quell’intensità.
-Cosa stai facendo, Weasley?-.
-Tu, la doccia come la fai?? Con i vestiti addosso?-. Mi sbottono anche il mio nuovo pantalone beige, però sporco del sangue dei due duellanti, e rimango vestita con solo il reggiseno e le mutandine di pizzo nere.
-Se hai intenzione di continuare con questo atteggiamento, puoi uscire tranquillamente dal bagno e lasciarmi fare la doccia oppure … - vado dietro di lui, lo cingo con le braccia e gli do un bacio sulla schiena ancora umida – potresti rilassarti un po’, facendoti la doccia con me!!-.
Continuo a baciarlo seguendo la linea della colonna vertebrale; con le mani scivolo dai pettorali lungo gli addominali, arrivando a toccargli l’orlo dell’asciugamano.
-Cosa decidi, Malfoy?? Ne parliamo con calma sotto la doccia o vai a dormire?-. Senza aspettare risposta, gli faccio scivolare via l’asciugamano, lasciandolo completamente nudo.
Draco si gira verso di me, mi spinge contro il muro senza e mi fa sollevare le braccia sopra di me, tenendole ben salde con le sue mani.
-Weasley, Weasley. Sei terribilmente pericolosa quando sei così!! Riusciresti a ottenere qualsiasi cosa!- si struscia contro di me. Allungo il collo, con le braccia bloccate, bramando le sue labbra.
-Se mi blocchi le mani, non è un gioco alla pari!- ansimo mentre avvicina la sua bocca alla mia clavicola; mi sento il suo respiro addosso ma, quando sono convinta che stia per posarci le sue labbra, si allontana.
-Non sono mai stato un giocatore onesto, Weasley!-.
-Sei ancora arrabbiato?- chiedo per tastare il territorio.
-Possiamo lavorarci! Dipende da quanto hai intenzione di dormire, stanotte!!- mi sussurra a un orecchio. Ho i brividi in tutto il corpo; cerco di avvicinarmi il più possibile a lui ma ancora non si decide a sfiorarmi .
-Lasciami le braccia!- cerco di strattonarmi ma nulla. Il suo corpo nudo addosso che m’impedisce sia di muovermi sia di toccarlo, è una tortura vera e propria che però, allo stesso tempo, mi porta già al culmine del piacere.
-C’è qualcosa che vuoi dirmi??- appoggia anche le sue braccia al muro per far aderire meglio il suo corpo al mio.
-Mollami oppure esci da qui!- mi lamento ma lui sembra divertirsi sempre più.
-Mi farò perdonare come si deve ma prima dillo … -.
-COSA?- cerco di staccarmi per recuperare un po’ di lucidità ma il vapore dell’acqua calda ancora aperta e il suo profumo, mi annebbiano le mie facoltà mentali.
-Chi vuoi? Me o Potter?-. Se non fossimo in questa situazione, mi metterei a ridere ma adesso non ce la faccio.
-Te! E se mi lasciassi le mani, saprei anche come dimostrartelo!!- gli sussurro, riuscendo anche a mordergli un orecchio.
-Ti sei dimenticata di dirmi qualcosa, bellissima ed eccitantissima Ginevra Weasley?? Ti do un indizio??- mi dimeno ma nulla da fare –Domani. Undici e mezza. Grimmauld Place-.
Ora mi è tutto più chiaro e capisco perché era così scorbutico.
-Ti metti pure ad origliare dietro le porte!! Come ti sei ridotto?? Sei pazzo!!- non so se ridere o arrabbiarmi.
-Non mi hai risposto!!- mi schiaccia ancora di più contro il muro.
-Se hai origliato, sai già che ci andrò, con o senza il tuo permesso!!-. Riesco a catturare le sue labbra giusto per mezzo secondo, prima che lui si scosti nuovamente. Noto, con un certo orgoglio, che anche lui, però, inizia a fare una certa fatica a non toccarmi.
-Me lo avresti detto??- smette di schiacciarmi per guardarmi dritto negli occhi.
-Assolutamente sì!! Era il motivo per cui volevo farti … rilassare, prima di darti questa bella notizia!!
-Mi lascerai??- appoggia la sua fronte alla mia, mostrandomi tutta la sua vulnerabilità.
-No! Tornerò sempre da te!! Te lo giuro!!-.
Sarei pronta a giurarlo col sangue che non permetterò mai più che ci separino.
-Quante possibilità ho di riuscire a corromperti a dargli buca??- mi chiede strusciando il sua bacino contro il mio.
-Nessuna!-.
-Lo sai che quello che ti do io, Potter, non te lo darà mai! Lo sai, vero??-.
-Io amo te, Draco Malfoy!- gli sussurro all’orecchio –E’ questo che ti differenzia da Potter!-.
Si scosta leggermente per guardarmi negli occhi e, nonostante il vapore mi annebbi un po’ la vista, lo vedo felice come poche volte l’ ho visto.
-Non ti emozionare, Malfoy!! C’è un altro modo con cui voglio dimostrartelo- immediatamente molla la presa sulle mie braccia che mi ricadono, quasi doloranti lungo il corpo.
Afferro il suo viso e porto le mie labbra sulle sue; lo bacio senza quasi prendere fiato. Lo sento slacciarmi il reggiseno; mentre continua a baciarmi lungo tutta la spalla, con una mano, apre la porta della doccia e sollevandomi da terra mi porta sotto il getto d’acqua.
L’acqua è così bollente che il mio urlo muore soffocato nella bocca di Malfoy, sortendo l’effetto di eccitarlo ancora di più.
-L’acqua … - riesco solamente a dire perché troppo impegnata a giocare col suo labbro inferiore.
Draco capisce e gira la manopola dell’acqua verso sinistra; in un attimo l’acqua da bollente, diventa ghiacciata. Scoppiamo a ridere entrambi.
-Ci fa bene litigare, se i risultati sono questi!! E comunque … ho tutta la notte per convincerti a non andare- mi dice Draco mentre cerco di riportare l’acqua a una temperatura normale -Lo sai cosa mi fa bene, a me?? Pensarti che parli con Potter con i miei graffi sulla tua schiena!-.
-Stai zitto!!-.
Ricominciamo a baciarci e, dentro di me, si propaga la consapevolezza che, tra lui e il resto del mondo, io sceglierei sempre lui. Senza nessun dubbio.
 

 
Apro gli occhi, svegliata da un forte rumore.
Scatto a sedere, mi strofino gli occhi e vedo Malfoy vicino alla finestra mentre fa qualche incantesimo con la sua bacchetta.
-Cosa stai facendo?-.
Draco si gira e mi accorgo che tra le sue mani tiene la camicia di ieri sera, completamente pulita.
-Stavo ripulendo la camicia. Non voglio tornare a Hogwarts pieno di sangue, proprio oggi che arrivano quelli del Ministero-.
-Allora te ne importa un po’!!- mi sdraio di nuovo e mi copro col piumone quasi fino alla fronte. Sto congelando, forse perché ho ancora i capelli mezzi umidi e le lenzuola non sono ancora del tutto asciutte. Avrei dovuto pensarci quando Draco mi ha trascinato qui, ancora fradici.
-Ho già la faccia che non promette niente di buono, basta quella per fare cattiva impressione con quelli del Ministero!-.
Si sdraia accanto a me e appoggia la testa sulla mia spalla.
-Che ore sono?-.
-Quasi le sette! Dieci minuti e devo andarmene!!-.
-Ma come le sette?!? Ho ancora i capelli bagnati!!- Draco soffoca la sua risata baciandomi delicatamente il braccio.
-Lo sai a che ora ci siamo addormentati, stanotte?-.
-Le due??- rispondo con gli occhi chiusi.
-Alle due, stavamo ancora litigando sotto la doccia sulla temperatura dell’acqua!!- sorrido pensando a tutte le urla che ho tirato, stanotte. Spero solo di non aver svegliato nessuno.
-Allora le due e mezza!!-.
-Weasley, erano le cinque meno un quarto!!-.
-Che cosa???- scatto seduta.
-Ti lamenti?? Tu puoi ancora dormire, ed io allora??Cosa dovrei raccontare ai mocciosi della prima ora?? -.
Draco abbraccia il cuscino e sembra essersi riaddormentato; ormai sveglia, mi alzo dal letto, vado all’armadio, e prendo una felpa pesante da mettermi addosso.
Mi lego i capelli bagnati e prendo una federa asciutta per il mio cuscino.
-A che ora ti devi incontrare con Potter??- mi chiede Draco, ancora fermo nella sua posizione.
-Alle undici e mezza! Non far finta di non ricordartelo! -.
Cambio la federa, prendo un’altra coperta e mi corico, di nuovo, accanto a lui.
-Draco, posso chiederti un favore??-.
-Se posso … - apre gli occhi.
-Potresti preoccuparti dell’incontro con l’ispettore e non di Harry?? Mi ha detto che deve raccontarmi di qualcosa che sta capitando a lui!! Non penso che c’entriamo né io né te!-.
-Potrei saltare le lezioni del mattino … -.
-Ma sei matto?? Non salti mai una lezione e decidi di farlo proprio oggi?!? Facciamo che le salti domani!!-.
-Cazzo- e si rigira su se stesso a pancia in giù – Non resisto fino a stasera. E stasera farò anche tardi con quello del Ministero!!-.
Mi avvicino a lui e mi sollevo sui gomiti per guardarlo meglio.
-Perché, per una volta, non facciamo che, terminato l’allenamento, vengo io ad Hogwarts!!-.
-NO!!- mi spavento dalla sua reazione spropositata –No! Ti … ti potrebbero vedere!!-.
-Draco, mi nascondi qualcosa?? Chi vuoi che mi veda nei sotterranei a quell’ora!!- mi metto a sedere, un po’ preoccupata dal fatto che non vuole che venga ad Hogwarts.
-Ma quale segreto!! E’ che lì ci sono molte più persone che ci conoscono e potrebbero beccarci e poi, sto lì dentro già tutto il giorno … almeno, di notte, vorrei cambiare aria!!-.
-Bene, allora ti vengo a prendere e, insieme, andiamo a mangiare qualcosa e  poi torniamo qui!!-. Incrocio le braccia e aspetto che risponda.
-Come vuoi. Se preferisci così … -. Draco si alza dal letto, prende la camicia e inizia ad abbottonarsela.
-Sì, preferisco così! Sai, inizio a stancarmi di vederti solo qui! Forse, hai ragione tu! Dovremmo fregarcene degli altri e uscire alla luce del sole!-.
-Cosa ti prende stamattina??- mi chiede come se fossi matta.
-Non lo so!! Forse sono solo nervosa!-. Mi butto sul cuscino a peso morto, facendolo ridere.
-Hai appena finito di dire che non mi devo preoccupare e che Potter non …-.
-Non sono preoccupata per me ma per te, stupido!!-.
-Per me??- scoppia a ridere e io offesa, del fatto che stia ridendo di me, mi copro la faccia col cuscino.
Lo sento arrampicarsi lungo il letto e piombarmi addosso; mi toglie il cuscino con la forza e lo lancia lontano da me.
-Smettila di ridere di me!! Tu sei uno sprovveduto, ecco perché non prendi mai nulla sul serio!!-.
-Per l’ispezione?? Sei preoccupata per l’ispezione- lo sento che cerca di trattenersi dal ridere ma non ci riesce granchè – Che cosa vuoi che mi contestino?? Che non tratto bene gli studenti?? Sai che scoperta!!-.
-Malfoy, magari, prova per una volta a non dare il peggio di te stesso. Prova a limitarti!-.
-Mi stai chiedendo di essere un po’ meno me stesso??- mi chiede, mentre riesce a darmi un bacio sulla fronte.
-Sì! Col ministero? Sì!-.
-Ok, ci proverò ma non garantisco nulla! Non ho nulla da temere! Potranno solo contestarmi che sono solo uno spocchioso arrogante temuto da tutti i suoi allievi!!-.
-Se lo dici tu… - mi da un veloce bacio sulle labbra e scende dal letto. –Ora dormi, tu che puoi!!-.
Lo vedo mentre si rimette la giacca e mi addormento ancora prima di vederlo uscire dalla stanza.
 

 
Grimmauld Place. Quanto tempo è passato dall’ultima volta che sono entrata qui dentro??
Più di due anni; sono davanti all’ingresso da quasi venti minuti e non ho ancora il coraggio di entrare. Questo posto mi evoca solo una cosa: Fred.
Non so nemmeno perché, questo palazzo, nascosto ai babbani, mi faccia pensare a lui ma è così!! Sento la sua mancanza, qui e ora, come non mai e questo mi riporta anche a George. In questo momento è come se li avessi persi entrambi ma, quello che mi lascia amareggiata, è che mi è morto solo un fratello e non due. E, allora, perché le cose devono andare così? Perché sono sempre così difficili??
Faccio un lungo respiro e mi decido a bussare; dopo, neanche un paio di secondi, Harry è davanti a me tutto sorridente. Le ferite sul suo viso, mi sembrano ancora peggio di come me le ricordavo.
-Pensavo non bussassi più!-. E’ palese che sia felice di vedermi; lo riconosco dai suoi occhi. Quando è felice si fanno ancora più verdi del normale. Ero preoccupato che ce l’avesse ancora con me, a causa di Draco ma, vedendolo ora, penso che la notte lo abbia fatto riflettere.
-Scusa! Ero sovrappensiero!- gli dico mentre mi fa accomodare all’ingresso.  Mi aiuta a togliermi il cappotto e subito noto che la casa, all’interno, è completamente diversa da come la ricordavo.
Niente più quadri lugubri, niente più spiriti ma, soprattutto, non c’è più il fantasma di Silente.
E’ tutto diverso; l’intera parete è coperta da un’enorme libreria piena di libri e di cornici. Guardo tutte le foto e noto che, in pratica, ha messo una sua foto assieme a tutte le persone che conosco. Al centro, riconosco la foto di me e lui, sorridenti e abbracciati, in Francia; l’avevamo fatta scattare l’ultimo giorno delle nostre vacanze. Non mi ricordavo di quanto eravamo stati bene, in quei giorni.
-Ce l’hai ancora!! Pensavo, l’avessi buttata!!- gli dico mentre continuo a guardare le altre foto. C’è quella dei mondiali di Quidditch con tutta la mia famiglia, quella di lui Ron ed Hermione scattata il giorno del matrimonio di Bill, Harry con mia madre e, ancora, lui con i suoi vecchi compagni di Quidditch. Nel piano più alto, oltre alla nostra, c’è quella dei suoi genitori, quella con Sirius e, per finire, una foto che ritrae solo Lupin Tonks e il loro bambino.
Quella che, da una parte, mi sorprende di più è la foto, ritagliata da un giornale, di Silente vicino a Piton.
-Non avrei mai potuto farlo! Tu fai ancora parte della mia vita!- mi dice mentre mi fa segno di seguirlo in cucina.
Appena entro, noto che, come l’ingresso, è completamente diversa da com’era.
-Uao!- tutta in legno con un grande tavolo al centro, non sembra proprio farina del suo sacco.
-In realtà, mi ha aiutato tua madre a ristrutturarla!!-. Ora capisco molte cose!! Soprattutto le tende bianche, identiche a quelle che abbiamo nella nostra di cucina.
-Dov’è Kreacher?- in effetti, tutta questa calma è dovuta soprattutto all’assenza apparente dell’elfo dei Black che Harry ha ereditato da Sirius.
-L’ho mandato a Diagon Alley a farmi una commissione!! Non volevo che ti vedesse!!-.
-Perché??- gli chiedo mentre mi siedo su uno sgabello vicino alla cucina.
-Diciamo che non è molto ben disposto nei tuoi confronti, dopo che mi hai … che ci siamo lasciati!!-.
Oh! Anche l’elfo domestico ce l’ha con me!! Andiamo bene!!
-Capisco! Non mi ricordavo più che era diventato protettivo nei tuoi confronti!!-.
Harry mi porge un bicchiere d’idromele e fingo di berlo per cercare di allontanare un po’ l’imbarazzo.
-Kreacher è fatto così!! Per lui, è tutto o nero o bianco!!-. Apprezzo quello che sta facendo Harry di farmi vedere le cose meglio di come stanno ma non sono stupida. Tutti mi odieranno perché ho osato lasciare il salvatore magico; figuriamoci cosa succederà quando sapranno per chi è stato mollato.
-Sono stupito che tu sia qui!!- che cosa intende? –Pensavo che non ti lasciasse venire!!-.
Ah, ora capisco!!
-Harry, sono ancor una persona libera e intendo restare così!!-.
-Sì, sì!! Pensavo solo che, lui, sarebbe riuscito a convincerti a non venire!!- dice quasi sottovoce.
-A quanto pare, non mi ha convinto!!- rispondo un po’ imbarazzata, ripensando ai metodi che ha usato Draco, stanotte, per dissuadermi dal venire qui.
-Lui sa che sei qui, vero?- non so decifrare il tono della sua voce. Non so se è più preoccupato che possa arrivare da un momento all’altro o più soddisfatto all’idea, che io possa aver mentito a Draco.
-Certo che lo sa!! Comunque, parliamo d’altro dai!! Perché eri venuto ieri??-. Harry si siede su uno sgabello proprio di fronte a me.
-Da una parte, volevo vederti e sapere come ti andavano le cose e, dall’altra, volevo parlarti di Ted!-.
-Ted? Ted, il figlio di Lupin e Tonks?-mi aspettavo tutto ma non avevo pensato a questo.
-Sì, lui! Sai che è stato affidato ai genitori di Tonks??- annuisco – Io, essendo il suo padrino, cerco di andarlo a trovare il più possibile ma, ogni volta, che vado mi rendo conto di quanto quel bambino abbia bisogno di qualcosa in più!!-.
-Quanto ha il bambino??-. In effetti, pensandoci, non ho mai avuto l’occasione di andarlo a trovare; è una cosa che mi piacerebbe fare. Soprattutto per Tonks.
-Ha diciotto mesi! Cammina già bene e comincia a parlare!!- m’intenerisce vedere Harry parlare così di Ted –Quello che mi preoccupa sono i genitori di Tonks. Non hanno ancora superato il lutto della figlia e, adesso, si ritrovano con un bambino da crescere che richiede attenzione ventiquattro ore su ventiquattro!!-.
-La morte di una figlia, non è una cosa che capita tutti i giorni!!-. Li capisco benissimo i genitori di Tonks; mia madre è nella loro stessa situazione. Non credo che un dolore del genere possa mai avere fine.
-Assolutamente!! Stanno reagendo fin troppo bene, per quello che gli è capitato!! Ma proprio perchè li capisco che vorrei aiutarli!! Hanno una certa età e dovrebbero godersi gli ultimi anni della loro vita senza preoccupazioni!!-. Mentre parla, sembra quasi commosso.
-Cosa intendi??- capisco che è preoccupato; tipico di Harry, preoccuparsi delle persone. Quello che non riesco ad afferrare è dove voglia andare a finire, tutto questo discorso.
-Non dovrebbero avere questa responsabilità; vorrei aiutarli. Vorrei alleggerire il peso che portano sulle spalle e, allo stesso tempo, vorrei che quel bambino crescesse nel miglior modo possibile!!-.
-Ma tu cosa puoi fare, più di quello che fai??-.
-Voglio adottare Ted!!- esclama tutto ad un fiato. Credo che la mia espressione rispecchi perfettamente lo shock dentro di me.
-Che cosa??- mi viene sia da ridere e sia da piangere. Solo Harry, poteva arrivare a questa conclusione.
-Voglio adottare Ted!! E’ la cosa giusta da fare!! So che Lupin e Tonks sarebbero contenti!! Sarà difficile ottenere l’adozione ma… ho preso la decisione giusta e lo farò!!-. E’ così contento mentre ne parla che è contagioso!!
-Non so cosa dire!!- sento gli occhi bagnati di lacrime –E’ tipico tuo, aiutare le persone ma questo è … straordinario!! Tu, padre!! Non riesco a crederci!!- rido per mascherare l’emozione e, anche lui, sembra sull’orlo delle lacrime.
-Voglio fare ciò che Sirius non è riuscito a fare con me!! Tutto qui! Quel bambino lo merita!!-.
-E come fai?? Col lavoro, con tutto!!-.
-I nonni farebbero sempre parte della sua vita e potrebbero stare con lui mentre io sono al lavoro!! Saremmo una famiglia, no??- vedo una lacrima rigargli la guancia e mi viene spontaneo alzarmi e abbracciarlo.
-Oh Dio, che notizia! Dobbiamo festeggiare!-.
-Aspetta però!! Non so se il Ministero accetterà la mia richiesta di adozione!!- mi dice mentre lo stritolo tra le braccia.
-Perché non dovrebbero?? Sei Harry Potter!!- dico. Mi viene da ridere pensando che ho dato la stessa risposta che avrebbe dato Draco; lui però sarebbe stato dispregiativo.
-Perché, per crescere un bambino non credo sia sufficiente aver ucciso Voldemort!!-.
-Beh, di sicuro, non hanno bisogno di prove che tu sia una persona responsabile!!-.
-Sì, questo sì però.. io sono solo!! Non ho famiglia, non sono sposato. Vorranno sapere, se un giorno mi capitasse qualcosa, chi resterà con questo bambino!!-.
Non ci avevo pensato a questo, però non mi sembra una cosa così insuperabile.
-Tu non sei solo, Harry!! Dai, dovresti averlo capito!! Sei un Weasley, di fatto!! C’è Hemione, Ron, Luna, Neville. Ci sono io!!-.
-Ma queste sono belle parole ma non c’è nessuna carta che dica che il bambino non rimarrebbe solo, in caso io non ci fossi più!! L’unica cosa che riesco a dimostrare è che gli lascerei una montagna di soldi!!-.
-Non essere così pessimista! Troverai … troveremo una soluzione!! Non credo che sia così grigia come la vedi!! Lo hai già detto ai genitori di Tonks?-.
-Gliene ho parlato dell’idea e loro non mi sembravano contrari!!-.
-Bene, allora comincia da quello!! Vai da loro e chiedi; poi inizi la pratica di adozione!!-.
-Secondo te, sto facendo la cosa giusta?- mi chiede guardandomi dritto negli occhi.
-Sarò sincera. Se fosse venuto chiunque altro, a soli vent’anni, a dirmi che voleva adottare un figlio, avrei detto che era una pessima idea ma se questa persona sei tu, sono certa che Ted sarà il bambino più felice del mondo!! Tu sei quel tipo di persona che rende felici gli altri!!-.
-Lo spero!!-.
-Sarai un buon padre!!-. Sono così orgogliosa di lui. Ogni volta sono certa che Harry non riuscirà più a stupirmi e, invece, riesce sempre a lasciarmi senza parole, di nuovo.
-Grazie Ginny. Sei la prima persona che lo sa!! Vorrei che, questa cosa, rimanesse tra di noi ancora per un pò-.
-Stai tranquillo!! Sei fortunato perché non ho molte occasioni di parlare con la mia famiglia!!-.
-Intendevo nessuno. Neanche con Malfoy!!- questo cambia le cose –So che ti sto chiedendo molto e non voglio che tu menta per me. Magari potresti dirgli una mezza verità!!-.
-Non voglio dirgli bugie!! – sussurro più a me stessa che a lui.
-Infatti!! Potresti dirgli che ci siamo visti perché volevo raccontarti di come stanno Ted e i genitori di Tonks, tralasciando solo, per il momento, la questione dell’adozione!! Per favore!-.
Vorrei dirgli di no ma, alla fine, ha ragione lui. Omettere una piccola parte che non riguarda né me né Draco, non è una bugia ma, al massimo, un’omissione.
-Ginny, un segreto per uno. Io non dico che Draco mi ha messo le mani addosso e tu non dici dell’adozione, almeno per adesso. Quando le cose saranno già avviate, potrai dirgli quello che vuoi!!-.
Non mi sembra una proposta così irragionevole; si può fare! In fondo, Draco e io non c’entriamo nulla con l’adozione di Ted. E’ una questione solo di Harry.
-Ok. Per il momento, non dirò niente!!-.
-Grazie!! – questa volta è lui che si alza per abbracciarmi –Ti andrebbe una volta, che hai un po’ di tempo libero, venire con me a trovare i genitori di Tonks. Potresti vedere Ted e conoscerlo un po’ meglio! Ti stupirebbe!!-.
-Davvero vuoi che venga con te??-. Sarei così contenta di rivederli e passare un po’ di tempo con loro.
-Certo! Se tu vuoi..!-.
-Allora, vengo!!-. Su come dirlo a Draco, ci penserò al momento.
Restiamo abbracciati ancora per non so quanto fino a che non intravedo l’orologio appeso di fronte a me.
-E’ l’una passata!! E’ tardissimo! Mi sa che non riesco a pranzare! Fra neanche un’ora mi aspettano al campo!!- scendo dallo sgabello e torno verso l’ingresso.
-Ma mi dispiace lasciarti andare così! Ho praticamente parlato solo io e non ti ho neanche fatto da mangiare!!-.
-Harry, non preoccuparti! Davvero! Sono felice di essere venuta fin qui … -. Mi metto il cappotto e, con un veloce bacio sulla guancia, esco dalla porta.
Sempre e solo da Harry, posso aspettarmi questi gesti di maturità ma, tutto sommato, io sono fiduciosa che anche Draco stia maturando e sia sulla strada giusta.
Mi smaterializzo con un piccolo senso di colpa per aver accettato di non dire a Draco dell’adozione.
Proprio ora, che Draco si sta impegnando tanto ad essere sincero con me.
 

 
Sono in ritardassimo; avrei dovuto sbrigarmi, farmi prendere meno dalle chiacchiere con le ragazze e sarei dovuta arrivare un’ora fa. Draco sarà infuriato; chissà che film mentali si starà già facendo.
Mi smaterializzo direttamente davanti al portone di Hogwarts; dato l’orario, non dovrei incontrare nessuno. Non ho proprio voglia e tempo di fermarmi a chiacchierare con nessuno.
Allungo il passo e, proprio sulle scale, incontro l’ultima persona che volevo incontrare: Pansy Parkinson.
Appena alza la testa e mi vede, si blocca e, dalla sua espressione, sembra abbia visto il diavolo; ha un non so chè di diverso dall’ultima volta che l’ho vista ma non saprei dire cosa. Forse, è leggermente ingrassata.
Capisco di esserle antipatica, come lei lo è a me, ma addirittura guardarmi così; per sua fortuna, non ho alcun interesse a sapere il motivo di tutto questo astio verso di me.
Devo ricordarmi di chiedere a Draco se ha detto a Pansy di me e di lui; in quel caso, capirei perché se ne sta qui a fulminarmi con lo sguardo.
Decido di ignorarla e proseguo diritta verso l’ufficio di Draco; quando sono davanti alla sua porta, senza pensare, busso immediatamente.
-Avanti!!- appena lo sento, spalanco la porta.
La prima cosa che vedo è Draco piegato sulla scrivania, intento a firmare alcune carte e davanti a lui un’altra persona che, dalla mia posizione, vedo solo di spalle.
Capisco subito di essere arrivata al momento sbagliato; l’uomo di spalle dev’essere l’ispettore del Ministero. Come mai è ancora qui e, soprattutto, ora, come giustifico la mia presenza??
-Ho interrotto qualcosa??- chiedo gentilmente.
Draco alza gli occhi dalle carte nello stesso momento in cui il ragazzo, di fronte a me, si fa vedere in volto.
Ho subito l’impressione che sia un volto già visto ma non riesco a ricollegare dove lo abbia già incontrato.
Capelli leggermente mossi, alto, con un’aria da grande ma, allo stesso tempo, ancora ragazzo …
-Guarda un po’ chi c’è- ride lo pseudo sconosciuto –La psicolabile maleducata delle Holyhead Harpies!!-.
Ho subito il flash di dove ho visto questo ragazzo. Fuori dall’ufficio della McGranitt, un mesetto fa, quando mi è finito addosso con la sua pila enorme di libri.
Il ragazzo del Ministero che mi ha, praticamente, insultato e l’ispettore di Draco sono la stessa persona!
Mi viene da ridere per l’assurdità della situazione. Noto Draco perplesso nel sentire quelle parole provenire da quello che, secondo lui, è solo uno sconosciuto per me.
-Ora, mi ricordo. Tu sei quello che mi ha insultato dopo cinque minuti che mi aveva conosciuto!!Sei Riley … ricordami il tuo cognome!!-.
-Riley Tunner e, vorrei precisare che non ti ho insultato ma eri tu che urlavi come una pazza per i corridoi!!-. Ha un sorriso furbetto ma, allo stesso tempo, simpatico.
-Posso avere spiegazioni anch’io??- s’intromette Draco che nel frattempo si è avvicinato a entrambi.
Non so se parlare o aspettare che sia Riley a rispondere; Draco si sta innervosendo non sentendo nessuno dei due parlare.
-Nulla. Mi sono scontrato, in tutti i sensi, con la signorina Weasley, qualche tempo fa mentre ero qui a Hogwarts, per ritirare le relazioni mensili degli insegnanti su di lei, signor Malfoy!!-.
Riley parla con Draco con tono molto più austero di come si rivolge a me.
-Ah!- risponde Draco, fulminandomi con lo sguardo. Chissà cosa si starà immaginando!
-Sì sono inciampata e mi sono finiti addosso tutti i libri del signor Tunner!!- cerco di spezzare sul nascere le strane fantasie di Draco, prima che reagisca in modo poco appropriato davanti a colui da cui dipende, a quanto pare, la sua libertà.
-Ci diamo del lei, adesso?? Non mi avevi appena dato del presuntuoso??- chiede curioso Riley, non sospettando minimamente del motivo per cui mi sto giustificando con Draco.
-A proposito, cosa ci fa lei, qui, nei sotterranei di Hogwarts?? A quest’ora poi!- mi giro a guardare Draco in cerca di aiuto su cosa rispondere ma lui non coglie il mio segnale di aiuto!!
-Sono passata … a fare un saluto a Malfoy!!- dico tenendo la testa bassa. Non sono mai stata brava a mentire e, di solito, quanto mento mi si legge in faccia.
-AH!!- esclama sorpreso Riley –Non mi aspettavo che il signor Malfoy ricevesse visite da un Weasley!!!! E’ famoso l’astio tra le vostre famiglie!!-.
Questa è l’ennesima botta su una ferita già aperta; se, per uno sconosciuto, risulta così straordinario il fatto che io possa venire semplicemente a salutare un Malfoy, chissà se sapesse tutto il resto.
-Signor Malfoy, non dice più nulla?? Sorrida di più, questo non può che deporre a suo favore!!-.
-Se avessi saputo che sarebbe bastato farle vedere la Weasley, avrei evitato di rispondere alle sue domande per due ore di seguito!!- dice con finta cortesia che non maschera affatto la sua arroganza.
-Bene, detto ciò, direi che è ora di andare!!-. Riley va alla scrivania di Draco e raccoglie tutti i fogli sparsi.
-Sì, lo penso anch’io!!- esclama Draco e, di conseguenza, lo fulmino con lo sguardo.
-Signor Malfoy, ci si vede presto e continui per la retta via!- Riley ci supera lasciandoci immobili mentre ci scrutiamo l’un l’altro.
Penso sia uscito quando risento la sua voce.
-Ci si rivede in giro, Ginevra!- stessa cosa che mi disse la prima volta che lo vidi.
-Se ci sarà occasione!- rispondo senza distogliere lo sguardo da Draco.
-Ci sarà!!-.
Sento sbattere la porta e, finalmente, rilasso le spalle.
-Non mi guardare così!!- punto il dito, indignata, contro Draco – Non so cosa stai immaginando nella tua testa ma sicuramente ti stai sbagliando!!-.
-Ah sì?? Cosa dovrei pensare, Weasley??- sono sbigottita. Non posso crederci che si stia arrabbiando per una sciocchezza del genere.
-L’ho visto una sola volta, per un minuto passato a insultarci l’un l’altro. Tutto qui. Cosa c’è da arrabbiarsi?? Ti devo aggiornare su tutte le persone che ho incontrato nella mia vita!!-.
-Non fare la finta tonta, Weasley!! E’ palese che abbia un interesse per te!!- si va a sedere alla scrivania mentre io scoppio a ridere.
-Ma tu sei fuori di testa!! Dovresti essere contento che, a quanto pare, è andato tutto bene e, invece, sei arrabbiato perché  già conoscevo il tuo ispettore!!- incrocio le braccia arrabbiata.
-Hai sentito cos’ha detto mentre usciva??- si alza in piedi e anche il tono della sua voce aumenta.
-Senti, vuoi saperlo cosa penso?? Che se anche ci stava provando, ci sta!! Perché per lui, come per il resto del mondo, io sono una persona libera. Nessuno oserebbe immaginare che sto con un pazzo come te!!-.
-Il problema non è mio. Perché sei TU che non vuoi ancora farlo sapere! NON IO!!- urla sempre di più.
-Scusami tanto, se voglio aspettare un po’ prima di sganciare questa bomba!! Scusami se voglio essere certa che fra noi ci sia qualcosa di solido, prima di dirlo al mondo!! Se fra una settimana litighiamo? Cosa facciamo?? -.
-Pensi questo? Che tra una settimana potrebbe finire tutto!!- dice ferito.
-Non ho detto questo!! Non mi rigirare parole che non ho detto!- cerco di tornare calma –Ho detto solo che dobbiamo farlo con calma e non farlo per assecondare la tua ennesima scenata di gelosia!! Tutto qui!-.
-Non è questione di assecondare la mia gelosia!! La differenza è che a te importa della gente, a me no!!-.
-Non è vero!! Vorrei solo godermi questa nostra storia come si deve per un po’, prima di affrontare un’ennesima guerra!! Ma l’hai vista la faccia di stupore che ha fatto Riley, al solo pensiero che io e te potessimo salutarci come persone civili?-.
Faccio il giro della scrivania e, nonostante le sue riluttanze, mi siedo sulle sue gambe.
-Godiamoci la nostra storia, tu ed io, per un po’ prima di darla in pasto ai leoni!! E, ti prego, smettila con questa gelosia ingiustificata!!-. Lo bacio sulla fronte e, finalmente, sento crollare le sue difese.
-Va bene. Chiudiamo il capitolo Riley e apriamo quello di Potter??- mi chiede mentre mi abbraccia e accarezza la mia schiena.
Non so se piangere o ridere; mi ero quasi dimenticata che mi sarebbe toccato affrontare l’interrogatorio su Harry.
-Hai visto?? Ho parlato con Harry e sono tornata da te!! Nulla di cui preoccuparsi!! Siamo salvi, per oggi!!-.
Cerco di dargli un bacio per farlo tacere ma mi scivola via.
-Non m’interessa!! Voglio sapere il motivo per cui voleva parlare con te!!-.
-Che pesante che sei!!- cerco di farlo ridere –Se vuoi saperlo, voleva parlarmi di Ted, il figlio di Lupin e Tonks!!-.
Sentendo quei nomi, Draco sembra tranquillizzarsi; forse, nemmeno lui, è ancora pronto a ironizzare su due persone che non ci sono più.
-Cos’ha il bambino??-.
-Il bambino cresce; i genitori di Tonks, non si sono ancora ripresi molto per la perdita della loro figlia!! -. Mi stringo forte a lui perché, parlare di Tonks, mi fa sentire triste.
-Tutto qui?- chiede Draco mentre mi bacia il naso.
-Si!- rispondo dopo un attimo di esitazione; in fondo, a Draco, cosa può mai interessare se Harry decide di adottare Ted?? E’ una cosa che non riguarda né me né lui.
-Ti è andata bene, Weasley, che stasera sono soddisfatto per l’ispezione!! Risulto conforme!!-.
Sono felice di questo; un problema in meno.
-A proposito di ex, siccome fai tanto lo splendido con me!! Sai chi ho incontrato sulle scale??-.
Ora è lui che prova a baciarmi, ma io mi divincolo molto meglio di come fa lui.
-Chi??-.
-La Parkinson!!-.
Draco s’immobilizza e il sorriso gli scompare subito; percepisco subito il cambio di umore. Non pensavo fosse così sensibile, sull’argomento Parkinson.
-Cosa ti ha detto?- mi dice con un filo di voce tanto che faccio quasi fatica a sentirlo.
-Niente- ammetto confusa –Ma ha avuto una strana reazione quando mi ha visto!! Strana tanto quanto la tua, adesso!!-.
Sento i suoi muscoli irrigiditi, rilassarsi sotto le mie mani.
-No, è che … penso abbia capito che c’entri tu, se io e lei abbiamo smesso di vederci!!-.
-Come fa a saperlo??- chiedo confusa; anche se, pensandoci, quello che dice Draco potrebbe giustificare il fatto che lei mi abbia quasi incenerito quando mi ha visto. Quello che ancora non mi spiego è la reazione di Draco.
-Non lo so!! Penso lo abbia capito e basta!! Forse vedendoti qui, stasera, ha avuto la conferma ai suoi dubbi!!-.
-E tu perché sei preoccupato??-. Cerco di guardarlo meglio, anche se lui ha la testa girata, appositamente, dall’altra parte.
- Quella è capace di tutto!! Pensavo ti avesse fatto una scenata o ti avesse lanciato qualche fattura contro!!-.
-Eri preoccupato per me??-.
-Assolutamente sì!! Sarò pure conforme per il Ministero a restare in libertà ma, se ci sarà qualcuno che oserà toccarti, chiunque sia, reagirò accettando volentieri di tornare ad Azkaban!!-.
Sorrido e finalmente le nostre labbra s’incontrano.
-Geloso, prepotente e violento!! Mi domando quando inizierai a farmi vedere anche le tue qualità!!-. Riesco persino a farlo ridere.
-Faccio del mio meglio, Weasley! Mi ami ancora??- suona come una provocazione ma io so che è il suo modo per avere certezze da me.
-Sempre!!- lo bacio di nuovo mentre lui mi abbraccia più forte.
Sono felice e mi sembra che nessun problema possa rompere questa bolla perfetta in cui mi trovo adesso con Malfoy.
Mi sbaglio??
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciaooooooo!!! Chiedo scusa ma dico subito che ho cercato di farmi perdonare unendo due capitoli in uno!!
Infatti, il capitolo è lunghissimo!! Spero ne rimaniate contenti!!
Cosa dire??? Voi cosa mi direste??
Riley. Harry. Pansy.
Tutti e tre avranno una decisiva influenza sui due piccioncini (in questo capitolo, i due protagonisti, io li trovo straordinari!! Non so voi!!).
Di Pansy, sappiamo già tutto!! E di Harry?? Vorrei tanto dirvelo ma vi rovinerei l’effetto sorpresa.
Posso solo dirvi che, se pensavate che Harry non avrebbe più avuto a che fare con Ginny e Draco, vi sbagliavate!!
Fatevi sentire e ditemi cosa vi aspettate!!
Voglio proprio vedere se qualcuno indovina la prossima mossa di Harry!!
Un grazie a tutti, a chi mi segue, a chi recensisce e anche a chi semplicemente legge la storia!!!
Un bacio.

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Capitolo 24
*** E la verità arrivò ***


Capitolo 24
E la verità arrivò.

 
 
La giornata era cominciata nel peggiore dei modi e non ne voleva sapere di migliorare.
Mi sono svegliata in ritardo e, per non finire, appena sono uscita di casa mi sono infradiciata tutta perché oggi, oltre tutto, diluvia.
Quando sono arrivata al campo, credendo che l’allenamento sarebbe saltato per via del tempo, mi accorgo che le ragazze sono già tutte in volo.
Gwendolyn, accortasi del mio ritardo, mi ha fulminato con lo sguardo ed io sono corsa subito a cambiarmi. Appena ho staccato i miei piedi da terra, mi sono resa conto di quanto fosse difficile anche solo vedere la pluffa con quel tempaccio.
Avrò rischiato di scivolare dalla scopa una quindicina di volte e quando Gwendolyn ci ha fatto segno di abbassarci, sono cascata dalla scopa e sono atterrata di schiena.
Finisco dritta in una pozza di fango putrido e non so se urlare per il dolore o perché sono tutta sporca fino alla punta dei capelli.
-Ginny!! – Margareth cerca di tirarmi su ma con scarsi risultati, per colpa del terreno troppo scivoloso.
-Cosa state combinando voi due??- ci raggiunge Gwendolyn e, col suo aiuto, riesco ad alzarmi. Mi scrollo un po’ di fango da dosso; non ne posso più. Non vedo l’ora che questa dannata giornata finisca.
-Cosa ti prende oggi??- mi chiede Gwendolyn mentre ci avviciniamo allo spogliatoio.
-E’ questo tempaccio che mi rende nervosa!! E’ da stamattina che non me ne succede una giusta!!-.
-Una giornata no capita a tutti ma, tutto sommato, oggi non siete andate male!!-.
Sgrano gli occhi incredula, pensando che mi stia prendendo in giro.
-Non guardarmi così!! Ormai siete pronte!! Fra un mese inizia il campionato e credo di aver formato proprio una bella squadra!!!-. Dovrei sentirmi contenta ma oggi non sono per niente soddisfatta del mio allenamento.
-Se lo dici tu … sei il capitano!!- scrollo le spalle.
-Oggi sei proprio negativa!! C’entra Draco??- mi sorprende sentire questa domanda da Gwendolyn; è sempre così riservata che, difficilmente, s’intromette in questioni personali.
-No. Stranamente, quasi incredibilmente, è da un mesetto, dopo la scazzottata con Harry, che non combina più nulla!!!! Dovrei preoccuparmi, secondo te??-.
Scoppia a ridere.
-Sei incredula perché si sta comportando bene??- mi chiede incredula.
-Tu non lo conosci!! Io ho avuto a che fare con lui per quasi dieci anni e, ti assicuro, che per me, il Draco delle ultime settimane è un’assoluta novità!! Mi domando, ogni tanto, se riuscirà a tenere la testa a posto ancora per tanto!!-.
-Ginny, te lo ripeto!! Oggi, sei troppo negativa!!-.
La guardo un attimo e mi convinco che, forse, non ha torto.
-Ma sì!! Sicuramente hai ragione tu!! E’ questa pioggia che m’incupisce!!-.
-Brava!!! Ora, una bella lavata, e dritta a casa. Domani andrà meglio di oggi!!- mi da un colpetto sulla spalla e ritorna indietro a mettere a posto tutta l’attrezzatura.
Farò come mi ha detto!! Andrò  a casa, mi farò una bella dormita e mi passerà tutto.
Mi auto convinco e raggiungo le altre nello spogliatoio; mentre mi spoglio e m’infilo sotto la doccia, sento tutte le risate delle mie compagne, e d’improvviso ho come la sensazione che stia per succedere qualcosa di grave.
Che stupida che sono!!! Ha ragione Gwendolyn: sono io che mi faccio troppe paranoie!!
Non c’è nulla che non vada.
 

 
Apro la busta, lentamente ma dalla calligrafia con cui è stato scritto il mio nome, so già di chi si tratta.
E’ da tanto che non vedevo il mio nome scritto in quel modo. Quella calligrafia lunga, sottile ed elegante. Non mi aspettavo di ricevere una sua lettera. Appena l’ho vista, ho avuto l’istinto di bruciarla ma poi mi sono detto: che male può fare leggere una lettera??
Inutile perdere tempo; strappo la busta e leggo le poche righe scritte su una minuscola pergamena sporca.
 
Caro Draco,
non sai la gioia che mi provoca, anche solo scrivere il tuo nome.
Qui, ad Azkaban, le cose vanno peggio di come credevo. Non avere tue notizie, mi lacera l’anima. Conto i giorni che mi separano dal momento in cui ti riabbraccerò fuori da questo inferno!
Sono riuscita a farmi concedere dal Ministero, un incontro protetto con te.
Fra due giorni, nell’ aula otto al settimo piano del ministero.
Spero con tutta me stessa che tu venga.
Voglio rivederti, riabbracciarti e di parlarti di una questione fondamentale.
Ti supplico, vieni, figlio mio!
Con infinito amore
Tua Madre
 
Rileggo più volte la lettera e, poi, preso dalla rabbia, la strappo. Mi assalgono mille emozioni diverse. E’ da tanto che non mi capitava più di parlare dei miei né di pensarci.
Se fosse stato mio padre non avrei avuto il minimo dubbio. Non ci sarei andato, nemmeno sotto tortura ma, mia madre … è un altro discorso!!
Me la sento di chiudere la porta in faccia a mia madre?? Posso sopportarla per una decina di minuti?? Ci sono delle cose di cui forse dovremmo parlare. Di quello che farà quando uscirà da lì, della casa che non c’è più. E soprattutto … di Ginevra.
A proposito di Ginevra … c’è una cosa che devo fare. L’ho rimandata troppe volte. Voglio chiederle di andare a vivere assieme. E’ il momento giusto e, poi, così capirà che voglio crearmela davvero una vita con lei.
Infilo la lettera nel cassetto della scrivana, mi alzo e proprio, quando apro la porta, mi ritrovo la Parkinson davanti!!
Noto subito che indossa un pantalone nero e una dolcevita verde aderente; non posso fare a meno di accorgermi che la pancia inizia a vedersi decisamente troppo. Non è più giustificabile con un suo ingrassamento.
-Quante volte ti ho detto di non vestirti così ma di metterti qualcosa di largo che copra la pancia!!-  vederla così palesemente incinta mi fa arrabbiare così tanto. Vorrei sbattere la testa contro il muro.
-Lo faccio, infatti!! Quando sono in mezzo alla gente ma, a quest’ora, nei sotterranei non c’è nessuno tranne te. Sono tutti a cena!!- mi risponde così acida che mi vien voglia di tirarle una sberla. Deve ringraziare di avere quella pancia, altrimenti a quest’ora, avrebbe fatto la fine che si merita.
Devo sopportarla ancora per qualche mese e poi sarà tutto finito.
-Cosa vuoi??- le faccio segno di entrare nel mio ufficio.
-Voglio parlare con te sul da farsi!! E’ arrivato il momento di prendere una decisione!! Sono incinta e ho delle esigenze!! Non posso più nasconderlo!! Lo vuoi capire o no?? I miei genitori se ne sono accorti!!!-.
-COS’ HAI FATTO??- le mani iniziano a tremarmi.
-Sono i miei genitori!! Mia madre l’ha capito appena mi ha guardato in faccia!! Non ha minimamente creduto all’ingrassamento!! Che cosa dovevo dirle??- incrocia le braccia.
-I patti non erano questi!! Dovevi solo stare ZITTA!!- le punto il dito contro e lei arretra fino a sbattere contro la prima fila di banchi!!
-I patti sono da rivedere!!-.
-Gli hai detto che è mio??-.
Pansy non risponde e svia il mio sguardo. Il suo silenzio vale più di mille risposte.
-Pansy, non hai idea di quanto ti disprezzo!!-.
-Io non voglio passare per una poco di buono!!-.
-LO SEI!!!- le urlo addosso spaventandola.
-Ho un futuro da garantirmi!! Voglio sapere cosa si fa, adesso!!-. Non si fa turbare neanche se si sente dare della poco di buono.
Raccolgo le idee e cerco di mettere da parte la rabbia per farmi venire in mente un piano sensato.
Lei resta immobile a fissarmi.
-Te ne vai da Hogwarts!!- rompo il silenzio.
-Che cosa??- la sua voce diventa un sussurro.
-Sì!! Prendi la tua roba e torni a casa dai tuoi genitori!!- mi siedo sulla mia poltrona e mi porto le mani alle tempie.
-Tu sei matto!! Ora, mi vuoi far scappare!! I miei amici e la mia vita sono qui!!-.
-La tua vita sarà molto triste se non accetti le mie condizioni!!- le dico cercando di controllare la voce ma i miei occhi non riescono a mentire.
-OK. Mettiamo caso che io me ne vada e poi?? Poi come si procede?-.
-Quanto vuoi??- le dico alzandomi e portandomi di fronte a lei. Finalmente do voce ai miei pensieri.
-In che senso??- sembra non afferrare il concetto!!
-Quanti soldi vuoi??- le ripeto.
-Mi vuoi pagare per allontanare me e tuo figlio da te per sempre??-.
-No- la tranquillizzo – Quanto vuoi per scomparire dalla mia vita e da quella del bambino!!- pensavo fosse scontato quello. Se no l’avrei già pagata molto tempo fa.
-Stai scherzando??- la vedo visibilmente impallidita –E’ mio figlio!!-.
-Io con te non lo cresco!! Puoi scegliere se dare una vita di benessere a te e al bambino, anche se da separati, o una vita nella miseria insieme??-.
-Ti ripeto che io sono la madre!!! Non mi puoi comprare! Che persona sei, anche solo a pensarla una cosa del genere!!- la conosco troppo bene per farmi impressionare da questa sua finta aria sconvolta.
-Che cosa pensavi?? Che mi sarei preso cura di entrambi?? Tu, per me, non sei niente!! Ti disprezzo e non voglio condividere neanche un’ora della mia vita con te!!!- la mia voce assomiglia al verso di un serpente –Nemmeno uno!-.
-Ah si?? E poi? Dopo avermi pagato, cosa pensi di fare?? Di crescerlo tu e la Weasley?? Sei pazzo!! Lei non lo accetterà mai!!- mi risponde mentre si porta una mano alla pancia.
-Questi non sono affari tuoi … -.
-E’ MIO FIGLIO!! Non accetterò mai!! Puoi farmi la guerra che ti pare ma io ti garantisco che, se ti azzarderai a farmi una cosa del genere, diventerò la tua ossessione fino all’ultimo giorno della mia vita!!- ora è lei a minacciarmi??
-Mi stai minacciando? Tu a me?- mi viene da ridere.
-Io farò tutto quello che vuoi, mi nasconderò, non parlerò, me ne andrò da qui ma tu mettiti in testa che il bambino, senza di me, non lo cresci!! O entrambi o nessuno!!- sentenzia.
-Pensi di farmi paura?? Ti ho già detto quello che succederà!! Se tu non accetti di scomparire, io ti renderò la vita un inferno. Niente soldi, niente bella vita, non farai più parte della bella società. Ti toglierò tutto!! Resterai sola con un bambino, di cui ti pentirai di aver tenuto e, un giorno, anche lui o lei, ti odierà!!!-.
-Ma come fai a essere così?? Non provi niente per questo bambino che sta arrivando?? E’ sangue del tuo sangue e tu saresti disposto a rovinargli la vita??- una lacrima riga il suo volto ma non provo la minima pena per lei. Doveva pensarci prima.
-Proverò a essere un buon padre per un figlio, il giorno in cui tu te ne andrai!! Il suo destino è nelle tue mani. Tu lasciamelo e ti garantisco che gli darò qualsiasi cosa io possa dargli!!!-.
-MA NON CAPISCI!!! Fai tutto questo per la Weasley ma lei non considererà mai l’ipotesi!! MAI!! Quando gli dirai che hai avuto un figlio da me, mi potrai pagare quanto vuoi ma lei NON TI VORRA’ PIU’!!! L’hai già persa!!- urla tra le lacrime e io mi freno dal colpirla.
Le afferro un braccio e glielo giro all’indietro.
-Stai attenta a come parli! Non t’ intromettere in questioni che non ti riguardano! HAI CAPITO!! Tu sarai una pessima madre sia con me o senza di me!! Senza di me, sei nulla STRONZA!!-.
La vedo sofferente ma, allo stesso tempo, ha uno strano sorrisetto che non riesco a capire.
-Ho fatto bene a chiedere il suo aiuto. Ho bisogni di qualcuno dalla mia parte!!-.
Non capisco cosa mi voglia dire. Credo che abbia avvertito qualcuno ma non faccio in tempo a chiederle cos’ha fatto che la vedo allungarsi per guardare un punto oltre le mie spalle e, dal suo sguardo, mi rendo conto che non siamo più soli nel mio ufficio.
Colto dal terrore all’idea che sia Ginevra, mi maledico da solo per non aver controllato di aver chiuso la porta. Prendendo fiato e, lanciando un’altra occhiata carica di odio a Pansy, mi giro e mi trovo di fronte a tre paia di occhi sconvolti.
Paciock, la Lovegood e, niente che meno, Potter.
E’ ancora peggio di come pensavo.
Da come mi guardano, temo che abbiano sentito tutto.
Paciock è immobile e, dalla sua espressione, credo stia per svenire da un momento all’altro. La Lovegood mi guarda a bocca aperta, come se nemmeno lei sapesse cosa dire ma quello che mi preoccupa di più è Potter.
Si è voltato e, ora mi da le spalle ma ho fatto in tempo a vederlo mentre si copriva il volto con le mani.
Il silenzio assordante viene rotto dal ghigno divertito di Pansy e, mai come ora, vorrei lanciarle una maledizione senza perdono.
-Adesso viene il bello!! – mi sussurra sporgendosi verso di me.
-Questa la paghi, maledetta!!- non importa quando finirà questo incubo ma, prima o poi, lei avrà la lezione che si merita.
-Eravamo venuti per cercare un compromesso con te, per il bene di Ginevra- dice un Paciock in maniera meccanica –Ma tu aspetti un figlio da Pansy Parkinson!!-.
Paciock fissa il vuoto ed è sbiancato; credo stia per svenire.
-BASTA!!-. La Lovegood interrompe questo scambio di sguardi velenosi tra me e Pansy e prova a scuotere Paciock che non si è più mosso.
-Che cosa avete da guardarci in quel modo??- ride Pansy –Sarete mica preoccupati per la vostra amichetta Weasley??-.
Non faccio in tempo a girarmi per insultarla che vedo Potter correre fuori dal mio ufficio; non ci penso due volte, lascio Pansy con la coppietta e inseguo Potter.
Non m’interessa cosa Pansy dirà a quei due ficcanaso; ora, devo solo fermare Potter e impedirgli di arrivare prima di me da Ginevra.
Non lo vedo da nessuna parte. Salgo le scale e, proprio davanti al portone della Sala Grande, lo vedo appoggiato al muro mentre cerca di riprendere fiato.
-Potter, fermati!!!-.
Appena sente la mia voce prova a ricominciare a correre ma io, scattando in avanti, lo blocco.
-Non ti azzardare Potter!!! Non ti sono bastate le botte dell’altra volta??-.
Potter mi guarda in un modo che non ha mai fatto, come se avesse paura e, allo stesso tempo, non volesse difendersi.
-Non parli Potter?? Che cosa vuoi fare?? Andare da Ginevra a spifferare tutto come ti piace tanto fare??-. Non sentirlo parlare m’innervosisce ancora di più!
-No!!- ha la voce quasi strozzata –No! Non darò io questo dispiacere a Ginny! Non le darò questo dolore, al posto tuo!!-.
Mi aspettavo tutto tranne questo.
-Tu non sai …-.
-Ti prego, Malfoy! Evita di darmi spiegazioni! Non voglio sapere i dettagli. Non m’interessano, a me importa solo di lei-.
-Tu non sai niente!!- mi avvicino cercando di non far esplodere tutta la mia frustrazione.
-Forse hai ragione ma sai cosa so, invece?- mi chiede fingendosi divertito –So che sei una persona cattiva ed egoista. So chi era Ginevra prima di te!! Era serena, aveva una famiglia che le voleva bene, aveva me che non le avrei mai dato alcun tipo di dolore volontariamente. Non avrebbe avuto grossi dispiaceri, nessuno le avrebbe fatto conoscere cosa volesse dire umiliarsi per qualcun altro. Sarebbe stata amata e rispettata come merita, avrebbe avuto la vita che ha sempre sognato di avere. Una vita normale. Poi sei arrivato tu. L’amore!! Tante belle parole e zero fatti. Ha fatto di tutto per dimostrati il suo amore. Ha rinunciato a tutto e tu?? E tu, pezzo di merda, cosa le dai in cambio?? Un figlio con un’altra, un tradimento. Tutta la felicità che lei costruisce, con impegno e con pazienza, tu gliela distruggi ogni volta. Non sai fare altro. Ne hai fatte di cose terribili ma questa è … agghiacciante.-.
Per la prima volta da quando lo conosco, mi viene voglia di giustificarmi con lui come a volergli dimostrare che sta sbagliando su di me ma non riesco a dire nulla.
-Che cos’hai al posto del cuore?? L’Hai fatta di nuovo sperare in qualcosa che, presto, le toglierai ancora. Lei è convinta di poter passare una vita con te, pensa che tu sia cambiato e, mentre lei mette a posto i pezzi tra di voi e cerca di farti accettare da tutti, tu le nascondi un bambino-.
Parla sottovoce come se non volesse che nemmeno io ascolti.
-Io l’ho saputo dopo!!-.
-NON IMPORTA!! Non importa quando l’hai saputo!! Avevi Ginevra Weasley e scopi con la Parkinson!!!-. Mi punta il dito contro mentre vedo la rabbia nei suoi occhi.
-Se tu non ci avessi separati, io e Ginevra non ci saremmo lasciati e tutto questo non sarebbe mai successo!!!!- gli rispondo spazientito ma neanche troppo convinto!
-IO; IO E SOLO IO!! Le colpe sono sempre tutte mie o di Ginevra!! Tu non hai mai colpe!! MAI!! Non è colpa tua se Silente è morto perché è stato Piton. Non è stata colpa tua se sei diventato un mangiamorte perché erano i tuoi genitori a volerlo. Non è colpa tua di tutti i morti che la tua gente ha causato perché tu non potevi tirarti indietro. E adesso non è colpa tua se hai messo incinta Pansy perché, ora, vuoi riversare le responsabilità su di me!!!-.
Taccio. Vedo la vena del suo collo gonfiarsi a ogni parola che dice. Vorrei controbattere ma sarebbe inutile tentare di spiegargli tutto e poi, a quale scopo?? Andrà sempre da Ginevra!!
-Solo una cosa, Malfoy! Ma in tutta questa storia, dove sarebbe il tuo amore per Ginny??- mi chiede come se io fossi un bambino.
-Tu non hai idea di come mi sono sentito quando mi ha lasciato! Ero disperato-.
-IO HO PERSO I MIEI GENITORI!! Sono cresciuto con degli zii che mi odiavano, ho perso decine di persone e, mai, sono arrivato ai tuoi livelli!! Ah, e poi mi stavo dimenticando un dettaglio. Io sono stato lasciato da Ginevra … per te. E, nonostante tutto, io la amo ancora e piuttosto di dare un dolore a lei, mi lancerei nel fuoco. Lei era l’amore della mia vita e tu me la stai distruggendo. Ero disposto anche ad accettarti, per il suo bene. Ma adesso, basta!! Non starò a guardare mentre la distruggi in pezzi!!-.
-Beh, dovresti festeggiare! Potrebbe non volermi più!!- sorrido beffardamente.
-Io non festeggio mai sul dolore di Ginny!! E togli pure il condizionale … non ti vorrà più!!- sentenzia.
Questo è ancora tutto da vedere!!!
-Hai tempo fino a domani, Malfoy! Domani andrò a far visita a Ginevra e non voglio doverle dire io tutta la verità!!-.
Maledizione, ho meno di ventiquattro ore. Ho una fitta allo stomaco, vorrei appoggiarmi al muro ma non voglio dare la soddisfazione a Potter di vedermi così.
-Non te la lascerò, Potter. Non ti libererai di me-.
-Io non faccio più minacce. Io la amo e basta. E aspetto!!-.
Mi lancia un ultimo sguardo accusatore, si sistema la maglia e si allontana fuori dal castello.
Non ho tempo per riflette su cosa fare con Potter. La mia priorità è solo una, adesso.
Sono tentato di scendere nei sotterranei e far passare cinque brutti minuti a Pansy. Se solo non fosse venuta nel mio ufficio …
All’improvviso, anche l’ira contro Pansy si trasforma in delusione. Delusione per me stesso. Ha ragione Potter. Do sempre tutte le colpe agli altri: alla mia famiglia, ai Weasley, a Potter, a Ginevra, a Pansy. E io non me ne prendo mai una.
Vorrei solo che domani a quest’ora Ginevra mi parlasse ancora. Solo questo. Una speranza.
 

 
Mi smaterializzo davanti alla porta di casa sua. Sento le ragazze che, dall’interno, ridono. Riesco a distinguere la sua risata; sembra una musica. Vorrei restare tutta la notte qui fuori per tardare, il più possibile, il momento tanto agognato ma non posso. Prima parlo e prima trovo una soluzione.
Appoggio la fronte alla porta e respiro. Non dovrei avere paura di questo, ho affrontato cose molto più terribili ma preferirei essere di nuovo un mangiamorte che fare questo.
Mi torna in mente l’espressione scioccata di Potter. Non ha ragione lui quando dice che la sto distruggendo in pezzi. Io non ho rovinato Ginevra e lei mi capirà … prima o poi.
Busso alla porta e subito sento dei passi, dentro la casa, che si avvicinano.
Quando mi apre e la vedo, penso di non averla vista mai così bella da quando la conosco. I capelli ramati un po’ mossi e, senza trucco, con quel sorriso grande che ti fa fermare il respiro.
-Ciao!!! Perché hai bussato???- mi chiede prendendomi per una mano e portandomi dentro casa.
E’ euforica. Non credo lo resterà per molto.
Mi tira in cucina, dove sono sedute tutte le altre ragazze che mi salutano tutte felici. Dai calici sul tavolo, capisco che stanno per brindare.
-Cosa si festeggia??- chiedo con un filo di voce, guardando Ginny che mi sta stritolando la mano.
-Oggi, la giornata era cominciata male ma sta finendo nel migliore dei modi!!!- esulta tutta sorridente. Sprizza gioia da tutti i pori.
Sento le gambe molli e le mani cominciano a sudarmi. La vedo così contenta. Come posso darle una notizia del genere adesso?? Mi torna in mente la frase di Potter: “Tutta la felicità che lei costruisce, tu gliela distruggi ogni volta!!!”.
-E perché??- cerco di ricacciare indietro le parole di Potter ma non riesco. Sono impresse nella mia mente.
-Malfoy, devi stare attento!! La tua ragazza sta per diventare ancora più famosa di quello che è già!!!- dice Margareth dall’altra parte del tavolo mentre mi strizza l’occhio.
Guardo Ginny cercando una spiegazione per le parole di Margarteh.
-Gwendolyn ci ha appena detto che la Gazzetta del Profeta dedicherà la prima pagina a tutte noi della squadra, con tanto di foto e interviste a ognuna di noi!! Dovrebbe uscire la settimana prossima!!- applaude mentre saltella sul posto.
Le do un bacio in fronte e me la trattengo vicino a me più del dovuto. Ispiro il suo profumo e ricaccio indietro la tristezza. Non voglio rovinarle anche questo piccolo momento.
Ginny si stacca da me e il suo sorriso è scomparso.
-Non sei contento??- mi chiede confusa –Perché hai quella faccia??-.
-Certo che sono contento. Ve lo meritate!!- dico sottovoce tenendomi la sua mano stretta nella mia. Ma è troppo tardi; si è accorta che ho qualcosa che non va.
-Malfoy, ti avviso!! Stasera non c’è posto per il tuo cattivo umore. Dobbiamo solo festeggiare!!!- mi rimprovera di nuovo Margareth.
Chissà cosa mi dirà Margareth quando saprà cosa ho combinato! Mi stava diventando simpatica!!
Dovrei fingermi il Malfoy di sempre e farle festeggiare per bene e, solo dopo, parlare con Ginny ma la mia faccia non risponde ai comandi.
-Si, brindiamo!!!- dico alle altre che cominciano a riempire i calici.
Provo a non far trasparire la mia angoscia ma la mia voce esce molto più dura di come vorrei. Ginevra, accanto a me, è ancora più allarmata e mi fissa dritto negli occhi.
-Malfoy, mi devo preoccupare??- mi chiede mentre afferra un bicchiere che le porge Gwendolyn. Io prendo il mio e lo avvicino al suo.
-Brinda con me, Weasley!!!- la tiro a me e le do un bacio stampo. Le sue labbra sanno di fragola.
Margareth si avvicina e trascina entrambi in mezzo alle altre e, controvoglia, sono costretto a staccare la mia mano dalla sua. Con la coda dell’occhio la vedo mentre viene di nuovo travolta dall’entusiasmo delle altre ragazze.
Di fronte a me vedo Oliver, il fidanzato di Maggie che vive in Scozia; l’ho già incrociato un paio di volte in giro per casa. Gli ho detto solo un ciao ma mi è subito sembrato un ragazzo noioso.
Lo vedo davanti a me, abbracciato alla sua ragazza. Sorridenti. Forse saranno anche noiosi ma sicuramente non hanno i problemi che abbiamo io e Ginevra. Stasera andranno a dormire tranquilli nella loro monotonia mentre io …
In questo momento vorrei tanto che si potesse dire di me e Ginevra che siamo noiosi. Vorrei anch’ io stare abbracciato a lei, senza il terrore di quello che sta per succedere.
Oliver mi sorride e, per la prima volta, contraccambio. Voglio che qualcuno stasera non pensi che io sia solo un grandissimo stronzo.
I brindisi vanno avanti per circa un’ora. Ogni tanto Ginevra si avvicina a me e io, con qualche scusa, mi allontano sempre. Le do solo un paio di baci a stampo per evitare di agitarla troppo. Quando vedo che il clima di euforia si sta spegnendo, spero sempre che qualcuno di loro proponga un altro brindisi. Cerco di posticipare il momento tra me e Ginevra e vorrei che la festa potesse durare tutta la notte.
Margareth è quasi ubriaca e continua ad abbracciare Ginevra. Non ce la faccio più!! Devo liberarmi di questo peso. Più aspetto e peggio è!!
Mi avvicino a Ginevra e la prendo per mano.
-Si può sapere cos’hai??? E’ tutta la sera che non dici una parola!!!- si sta arrabbiando. Non posso più rimandare.
-Vieni con me!!!-.
Le stringo ancora più la mano e me la tiro dietro su dalle scale; apro la porta di camera sua e la faccio entrare per prima.
Una volta dentro mi assicuro, questa volta, di chiudere la porta.
-Cosa succede Draco?-. Poche volte mi chiama solo per nome e quando lo fa, o è arrabbiata o è preoccupata. La porto vicino al letto, senza rispondere.
-Siediti!!- le dico e lei obbedisce immediatamente.
Faccio un lungo respiro e m’inginocchio davanti a lei. Non voglio distanza tra di noi e, forse, voglio anche cercare di bloccarle qualsiasi eventuale via di fuga.
-Ti amo, Weasley. Lo sai vero??- meglio metterlo in chiaro prima di cominciare.
-Mi stai spaventando??- ormai non c’è più il minimo sorriso sul suo volto. Se la conosco bene, so che, una parte di lei, sa già che ho combinato qualcosa.
-Le accarezzo una guancia ma lei si scansa subito. Faccio dei lunghi respiri, prendo coraggio e la guardo dritto negli occhi.
-Ti ricordi quando sono venuto qui, in questa casa, per la prima volta??- non risponde ma i suoi occhi non mascherano la sua ansia –In realtà, avevo una cosa da dirti ma poi sono stato sopraffatto dagli eventi e non l’ho più fatto!!-.
-Niente di grave, vero???- ora non è più ansiosa. E’ spaventata.
-Quando, io e te, ci siamo lasciati, io ho passato dei mesi non facili. Ero arrabbiato e, quando io sono arrabbiato, non faccio mai cose sagge. Invece di migliorare, sono regredito!!-.
-Questo già lo so!!- mi guarda come se stesse scacciando via dei brutti pensieri.
-Io e te non stavamo assieme!!- voglio che se lo ricordi.
-Draco, parla!!- mi risponde autoritaria.
-Tu sai che sono andato a letto più volte con Pansy, in quel periodo??-.
Dopo un attimo d’incertezza, vedo il suo volto rilassarsi. Il sorriso torna a disegnarsi sul suo voto e la sento sospirare di sollievo. Mi prende il volto e mi da un bacio.
-Malfoy, mi hai fatto prendere un colpo!!! Lo so cosa hai fatto e non voglio sapere il numero preciso delle volte in cui siete stati assieme!! L’ho accettato quando ho deciso di ricominciare!!-.
Ha capito una cosa sbagliata e questo complica ancore di più la situazione.
Cerca di abbracciarmi ma io mi divincolo. Da questo gesto, lei si blocca come se avesse preso una scossa elettrica e capisce che non ho ancora finito.
-Cos’altro c’è??- mi chiede gelida.
Cerco di contare i miei respiri e quando sono a quota sessanta, cerco di recuperare anche la salivazione.
-Pansy è incinta -.
Tre parole. Tre semplici parole ma, al tempo stesso, così pesanti.
Ginny apre la bocca per parlare ma poi s’immobilizza; guarda un punto lontano della stanza.
Appoggio la mia fronte alle sue ginocchia e non so quanto tempo passa prima di risentirla parlare.
-Ti prego … dimmi … dimmi che … non è il tuo!!!-.
Non è più la sua voce ma sembra il mugolio di un animale ferito.
-Mi dispiace!!-. Resto fermo con la testa sulle sue gambe ma la sento portarsi le mani alla bocca.
-Di quanti mesi è?- sussurra sillabando le parole.
.E’ entrata nel sesto!!-.
Il suo silenzio è segno che, nella sua mente, sta facendo i calcoli per capire quando è stato concepito.
-Perché te l’ ha detto solo adesso??- sento la sua voce rotta; so che sta per piangere.
Resto in silenzio. Non ho più le forze di dirle altro. Mi arrendo.
-Ti ho chiesto perché solo ora??- si sta arrabbiando.
Il mio silenzio deve essere molto loquace.
-Perché tu l’hai saputo solo adesso, vero??-. Non ho il coraggio di guardarla in faccia –Draco, GUARDAMI!!-.
-Mi dispiace!!- sussurro con la poca voce che mi è rimasta.
Sento un brivido percorrerle tutto il corpo. Con più forza di quello che mi aspettavo, mi spinge via e cado malamente sul pavimento.
E’ in piedi davanti a me. Non l’ho mai vista così! Ha gli occhi pieni di lacrime e, al tempo stesso, iniettati di rabbia. Pensare che solo due ore fa, era tutta un sorriso. Mi torna in mente la frase di Harry e, stavolta, non riesco più a scacciarmela da dosso.
-Da quanto lo sai?- mi alzo in piedi e, senza guardarla in faccia, provo a riavvicinarmi.
-TI HO CHIESTO DA QUANTO TEMPO LO SAI??- mi spinge mentre cerca di guardarmi in volto. Non m’importa se urla; lo merito!!
-La prima volta che sono venuto qui in casa, lo sapevo già!-.
La vedo impietrirsi di nuovo.
-Tu … hai voluto tornare con me … sapendo che aspetti un figlio da Pansy??-.
Questo tono sussurrato mi risulta ancora peggio delle urla.
-Ti volevo troppo. Non ho più avuto il coraggio di dirtelo!!-.
Torna a sedersi sul letto quasi con fatica e si porta la testa tra le mani. L’ho distrutta!! Ha ragione Potter: le ho fatto ancora del male!
-Io amo te!- sentenzio anche se inutilmente.
Scoppia a ridere ma con un suono isterico e quando alza la testa, vedo le lacrime rigarle il volto.
-Tu mi ami??- continua a ridere –E se non mi amavi cosa facevi??-.
-Non …-.
-STAI ZITTO!!- mi urla in faccia –Non voglio più sentire la tua voce!! Non riesco nemmeno più a guardarti in faccia!! Tu sei malato!!-.
Gira per la stanza senza sapere nemmeno lei cosa fare.
-Puoi dire e fare quello che vuoi ma io non ci rinuncio a te!-.
-Ah no??- si asciuga una lacrima –Quale sarebbe il tuo piano diabolico?? Io, Te e Pansy assieme. Io faccio la tua fidanzata mentre tu cresci un figlio con un’altra donna!! E’ questa la tua idea??-.
-No …-.
-Tu non la minima idea di cosa sia l’amore. Sei il fottuto bastardo che ho sempre conosciuto fin da quando ero piccola!! Non sai cos’è il bene. Tu sai fare solo del male!! Mi fai schifo!!-.
-Non è vero- provo a ribattere ma lei è un vulcano di parole.
-Le parole stanno a zero!! Una cosa del genere è gravissima e va aldilà di tutto e tutti!!- respira forte come se avesse il fiatone –Come hai potuto mentirmi così??-.
-Non era prevedibile!! Lo capisci che non l’ho scelto io??- cerco di farle capire che se avessi potuto, lo avrei evitato con gioia.
-E non hai scelto neanche di mentirmi, per tutto questo tempo??- mi guarda come se fossi un animale.
-Non ho avuto il coraggio … te lo giuro!!-.
-Ti credo! Sono certa che non hai avuto il coraggio!! Sai perché? Perché sei un egoista!! Hai pensato solo alla tua di felicità e mai alla mia. Non ti è venuto in mente che io avrei sofferto di nuovo perché a te non importava!!-.
Un’altra lacrima le scende sullo zigomo ma ormai non prova neanche più ad asciugarle.
-Non ti ripeterò quello che ho fatto io per te e, invece, tu come mi hai ripagato!! L’ho già fatto troppe volte e sarebbe solo fiato sprecato!!-.
-Prova a capire i tempi!!- le suggerisco.
-NON M’IMPORTA UN CAZZO DI QUANDO TE LA SEI SCOPATA E L’HAI MESSA INCINTA!!- credo che le urla siano arrivate fino al piano di sotto –Non capisci? Non è questione di perdonarti! Cosa che già non farei mai ma, anche se lo facessi, io non accetterò mai il fatto che tu sei padre di un bambino che hai avuto con la Parkinson mentre ti dichiaravi folle di amore per me! Mai!-.
-Troveremo una soluzione … - cerco di essere deciso nelle risposte.
-Se io accettassi questo, non sarei più Ginevra Weasley ma diventerei una persona che tu hai plasmato a tuo piacere e somiglianza. Se io accettasi questo, non riuscirei più a guardarmi allo specchio perché mi farei schifo da sola!-.
Va alla finestra e mi da le spalle ma sento lo stesso i singhiozzi del pianto.
-Ti prego!!- mi avvicino a lei e, disperato come non mai, m’inginocchio davanti a lei. Mi sto sottomettendo a una Weasley e continuerei a farlo se servisse a qualcosa.
-Alzati!! Supplicarmi non serve!!- ma io resto fermo dove sono –Vattene, Malfoy!!-.
-No!!- non voglio allontanarmi da lei. No. Si gira e si piega leggermente per guardarmi bene negli occhi.
Vederla con le guancie arrossate, con gli occhi pieni di lacrime è qualcosa di devastante anche per me.
-Sono stanca. Siamo arrivati, alla fine! Ma non ti vedi?? Non vedi come ci siamo ridotti entrambi?? Io umiliata e straziata e tu, stanco di essere qualcosa che non sei!! Torna alla tua vita, Malfoy. Torna in mezzo alla tua gente, nel tuo ambiente, con i tuoi amici serpeverde. Più provi ad essere qualcosa che non sei e più io pago le conseguenze. Basta! Pagherei qualsiasi cifra e farei qualsiasi cosa, per tornare indietro di tre anni quando ti odiavo con tutta me stessa. Tre anni fa, stavo bene. Avevo ancora tutto, compreso la mia famiglia!- si alza –Non voglio più trovarti quando torno. Per favore!!-.
Si allontana, esce dalla stanza e chiude la porta.
Resto lì in ginocchio con la testa appoggiata al pavimento e piango. Per la prima volta, nella mia vita, piango per una donna. E non una qualsiasi.
Piango per la donna della mia vita.
 
 

 
Scendo al piano di sotto con le mani sullo stomaco; mi sembra di dover vomitare da un momento all’altro.
-Ginny, ehi!! Vieni, dobbiamo parlare delle … - sento in lontananza Gwendolyn parlare ma non mi fermo neanche a guardarle. Afferro la prima giacca che trovo ed esco di casa.
In mezzo alla strada, quasi deserta, cammino più veloce che posso per mettere più distanza possibile con quella casa. C’è lui lì dentro e io voglio essere certa di non doverlo più vedere.
Non riesco a fermare le lacrime e mi fanno male tutti i muscoli del mio corpo! Provo lo stesso dolore di quando precipito dalla scopa mentre sono in volo. Devastante.
-Ginny!! Ginny!! Ma dove vai??- mi sento chiamare e io accelero ancora più il passo. Riconosco che non è la voce di lui ma non mi voglio fermare.
Mi sento afferrare per una spalla e, controvoglia, mi arresto. Sono Margareth e Bonnie.
-Posso sapere cosa è successo??- mi chiede Margareth con il fiatone, per la corsa che ha appena fatto.
-Mi devo allontanare!!- rispondo mentre comincio a camminare anche se più piano. Entrambe tengono tranquillamente il mio passo.
-Perché piangi??- chiede Bonnie quasi intimidita.
-Ha combinato qualcosa Malfoy, vero??- mi suggerisce Margareth.
Mi fermo per guardarle in volto anche se ho la vista mezza appannata.
-Lui …- sospiro – Lui ha …-. Mi rendo conto di non riuscire a dirlo ad alta voce.
Forse, è tutto un brutto sogno. Quando mi sveglierò, tutto questo non sarà successo.
In compenso, ricominciano a scendermi le lacrime senza interruzioni. Non riesco a parlare dai singhiozzi del pianto.
-Ehi!!- Margareth mi abbraccia dolcemente –SSHHHHH!! Va tutto bene!! Ci siamo noi!!SSSHHHHH!! Tesoro, ci siamo noi!!-.
Rispondo all’abbraccio e crollo, singhiozzante, sulla spalla di Margareth.
-Mi ha mentito. Aspettava un figlio da una di quelle stronze serpeverdi e non mi ha detto nulla!!-.
Non so come sono riuscita a dire queste parole ma sia Margarteh sia Bonnie sembrano aver sentito tutto.
Sento Margareth diventare una pietra per qualche secondo ma poi ricomincia ad accarezzarmi la schiena.
-Figlio di puttana … - sento Bonnie ma Margareth deve averle fatto segno di stare zitta.
-Ok. SSSHHHHH. Ora, basta piangere!! La risolviamo. Te lo prometto!!!- mi sussurra Margareth all’orecchio.
-No!!- piagnucolo – Non voglio più vederlo!! Ti prego!! In quella casa c’è lui!! Basta!! Sono stanca!! Ma ti rendi conto che sta per diventare padre??-.
I singhiozzi sono così ravvicinati che faccio fatica a respirare.
-Ok! Facciamo così! Ora Bonnie torna e si assicura che … quel maledetto … se ne sia andato e, fra un po’, rientriamo anche noi e, se lui è ancora lì, io lo ammazzo! Va bene??-.
Anche se piango, mi viene anche da ridere all’idea di Margareth che commette un omicidio ma, purtroppo, quest’ euforia dura poco.
-Margareth, non ce la faccio a superare anche questa! Non ho più le forze!!-.
-Ce la farai, come hai sempre fatto!! Sei sempre ripartita da sola e ce la farai anche questa volta!! Le cose adesso non possono che andare meglio!! La superiamo, vedrai!! Te lo prometto!!-.
Sento Bonnie allontanarsi ed esausta mi siedo sul marciapiede e, sorprendentemente, Margareth fa lo stesso.
-Non dici sempre che le belle ragazze non devono mai farsi vedere sedute per terra??-.
-Stasera, facciamo un’eccezione e poi, quello che dico, il cinquanta per cento delle volte sono solo stronzate!!-.
Vorrei sorridere ma non riesco più a muovere neanche un muscolo della faccia.
-Non hai perso nulla, Ginny!! Hai fatto di tutto ma lui è irrecuperabile. E’ stato troppo tempo nel buio per poter vivere nella luce. Ha perso lui, non tu!!-.
Strano sentirle dire queste cose! Lei ha sempre avuto una simpatia per Malfoy.
-Non facevi il tifo per lui, tu??-.
-Si!! E mi sono sbagliata!!- conferma Margareth.
-Anche io!!- riprendo il controllo del mio respiro –Benvenuta nel club!!-.
Mi afferra la mano e restiamo in silenzio sedute sull’asfalto gelato, in attesa di qualcosa. Un qualcosa che, forse, non arriverà mai.
 

 
Provo ad alzarmi dal letto quando ormai il sole è alto.
Ho passato l’intera notte a piangere e a vomitare. Non penso di avere più liquidi nel corpo, ecco perché faccio fatica anche a stare in piedi.
Quando mi alzo, mi gira subito la testa fortissimo e ricado sul letto. Non sento nessun rumore forse perché anche le ragazze devono essere ancora nelle loro stanze. Sono state con me tutta la notte.
Gwendolyn mi ha detto di prendermi tutto il tempo che voglio e di non preoccuparmi degli allenamenti ma non ho intenzione di saltarlo. A costo di trascinarmi fino al campo.
Ringrazio Bonnie mentalmente per aver chiuso le imposte alla finestra, ieri notte. Non sopporterei la stanza invasa dalla luce del sole.
Mi sdraio di nuovo. Ho ancora i vestiti di ieri addosso. Per fortuna, non puzzano del mio vomito. Dovrei farmi una doccia ma non ne ho alcuna voglia.
Sento qualcuno bussare alla porta.
-Ginny, sei sveglia???-.
Per fortuna è Margareth.
-Vieni!!-.
Quando entra, lascia la porta aperta.
-Come va??- mi chiede in tono gentile.
-Và!- dico bruscamente –Devo trovare la voglia di farmi la doccia e mettermi la divisa!!-.
-La divisa per cosa?- Margareth incrocia le braccia –Non penserai, per caso, di venire all’allenamento, in questo stato??-.
-Sto bene!! Devo solo bere un po’ d’acqua e lavarmi!!-.
-Gwendolyn mi ha detto di dirti che tu oggi devi stare a riposo!! Non vuole vederti al campo, per nessuna ragione al mondo!!- mi punta il dito come solo lei sa fare.
-Devo uscire da qui!! Per favore … -.
-No. Fatti una passeggiata al parco ma non mettere piede al campo, se non vuoi sentire le urla di tutte quante!!- mi arrendo –E poi hai una visita!!-.
Una visita??  Mi pietrifico. Non ho voglia di vedere nessuno e, soprattutto, non voglio ascoltare niente.
-E’ Harry!! Mi ha detto che vuole vederti e che non se ne andrà, fin quando non ti vedrà!!-.
No Harry!! Non voglio che mi veda in questo stato. Non voglio spiegare niente a nessuno. Solo stare in silenzio.
-Ginny, mi ha detto che sa tutto!!-.
Guardo Gwendolyn e non mi serve altro per capire a cosa mi riferisco. Anche lui sapeva ed è stato zitto??
-Fallo entrare!!-.
Margareth esce dalla stanza e dopo poco sento di nuovo bussare alla porta!
-Avanti!!-.
Guardo verso la finestra chiusa perché non voglio che mi veda così!
-Ginny??- lo sento sedersi sul bordo del letto –Ginny, guardami!!-.
-Tu sapevi??- chiedo senza preamboli.
-Sì!!- mi porto le mani ai capelli –Ma solo ieri sera!! L’ho scoperto ieri, dopo le lezioni. Sono sceso nel suo ufficio e ho sentito che gridava contro la Parkinson!!-.
-Ti prego! Non pronunciare i loro nomi!!-.
-Ti giuro che non sapevo nulla. Ieri, quando l’ho scoperto, gli ho detto che entro oggi doveva dirtelo, altrimenti lo avrei fatto io personalmente!! Te lo giuro!!- mi risponde con così tanta dolcezza che mi dispiaccio di avergli risposto male.
-Ti credo, Harry! Anche perché se no, non si spiegherebbe perché abbia deciso di confessare tutto proprio ieri sera!!-.
Mi volto e lo guardo. Vedere quegli occhi verdi con quegli occhiali e quella cicatrice tanto familiare, mi fa venire, di nuovo, voglia di piangere.
-Mi dispiace tanto!!- mi accarezza una guancia.
-Non devi!! Avevi ragione tu!!Hai sempre avuto ragione tu!! E’ un mostro!!- mi stringo forte le braccia intorno a me per cercare di controllare il dolore.
In questo momento, vorrei stare nella mia camera nella Tana; mettermi nel mio letto e stringere la bambola che avevo fin da piccola. Sono patetica, lo so!!
-Non m’interessa della ragione!! A me dispiace solo per te!! Non ti avrei mai augurato questo!!- si avvicina e delicatamente mi abbraccia.
-Harry, non ho nemmeno più lacrime da piangere!!- gli dico mentre mi faccio sempre più piccola nel suo abbraccio.
-Non devi piangere!! Non sei sola!! Ci sono le tua amiche, ci sono io e anche Luna con Neville!!-.
-Anche loro sanno??- mi stacco un po’ per guardarlo.
-Ieri erano scesi nel suo ufficio con me e, anche loro, hanno sentito tutto. Neville non ha più detto una parola!!-.
Sorrido al pensiero di Neville senza parole nell’ufficio di … di lui.
-Cosa si stavano dicendo??- non faccio nomi nella speranza che Harry capisca.
-Abbiamo sentito ben poco. Lui le urlava che se non accettava i soldi le avrebbe rovinato la vita a lei e al bambino. Lei, come risposta, minacciava lui!-.
-Tipico loro!! Pensano di risolvere tutto con i soldi!! Anche se non me lo dicevi, lo avrei  immaginato da sola che lui avrebbe fatto una delle sue azioni meschine. L’unico per cui mi dispiace è quel povero bambino!!-.
-Anche a me!! Un innocente nelle mani di … - fa fatica a parlare, forse perché ha paura di ferirmi.
-Nelle mani di due bestie!! Uno peggio dell’altro!! Quella povera creatura deve ancora nascere e già ha due genitori che si rovesciano veleno, l’uno sull’altro!! Però in fondo, forse, troveranno il modo di far funzionare le cose. Si assomigliamo molto di più di quello che pensiamo!-.
Stringo la mano di Harry che è così calda … io mi sento congelata!
-Sapevo che non avresti detto nulla di male sul bambino!!- Harry mi accarezza i capelli con una mano.
-Lui non ha colpe!! Sono i genitori che le hanno!!-.
-Posso dirti una cosa??- annuisco – Ho pensato molto stanotte!! A te e anche a lui. Sono arrivato alla conclusione che è inutile incaponirsi su cose che non cambiano mai. E’ inutile anche stare qui a giudicare!! Loro sono solo diversi. Il mondo non si divide solo tra assassini e buoni. Esistono anche persone che, pur non essendo assassini, come Draco, sono diverse. Forse, non sta a noi giudicarle!! Dobbiamo imparare a vivere nel modo che riteniamo dignitoso per ognuno di noi!!-.
-Uao!! Che discorso!! Io mi aspettavo solo insulti e rimproveri!!-.
-No!! A che scopo?? Ho imparato la mia lezione!! Le cose le dovevi capire da sola!! E poi, a me, non m’interessa perdere tempo a parlare male di lui!! Mi abbasserei al suo livello e non voglio più farlo!!- mi accarezza la guancia.
-Perchè, se la penso come te, allora, non riesco a smettere di piangere??- chiedo a lui e a me stessa.
-Perché tu, a differenza mia, ci hai messo il cuore e non ragioni solo con la testa!!- dice sereno.
-Ne uscirò vero??- vorrei dimenticare tutto e ripartire senza provare questo dolore dentro.
-Sì!! Io ti conosco!! Hai superato la morte di tuo fratello. Questo non è niente in confronto!! E poi, secondo me, il futuro ti sta riservando cose meravigliose. Un giorno penserai a lui e ti farai solo una grossa risata!!-.
-Vorrei ridere già adesso!!!-.
-Che ne dici se, in attesa di ridere, cominci da una bella doccia calda?? Hai le mani gelate!!-.
Harry prova a scaldarmi le mani ma il risultato è sempre lo stesso. Il freddo viene da dentro.
-Mi gira la testa!! Credo che dovrei … -.
-Vado a prenderti un succo di zucca e qualcosa da mangiare!! Aspettami!!- scende dal letto e, di fretta, si precipita giù dalle scale.
Non ho le forze per urlargli che non toccherò cibo anche perché vengo distratta da qualcosa sulla poltrona.
Mi alzo e lo afferro, prima di ricadere sul letto.
E’ un maglione di … Malfoy. Pensare a lui, mi rendo conto, mi provoca una fitta in tutto il corpo.
Mi rigiro questo prezioso cachemire tra le mani. Lo aveva lasciato qui, un paio di giorni fa.
Prendo subito la decisione.
Afferro la bacchetta e formulo le parole dell’incantesimo nella mia testa.
In un attimo il maglione prende fuoco, lo lancio sul pavimento e aspetto.
In pochi secondi, le fiamme si spengono e restano solo poche ceneri e trovo un’analogia con i miei sentimenti.
Come se Draco avesse dato fuoco al mio amore per lui e, adesso, fossero rimaste solo le ceneri.
 

 
Le ore trascorrono lente ma, sorprendentemente, Margareth mi fa notare che sono passati quasi due giorni dal fattaccio.
Dei miglioramenti ci sono stati, ad essere precisi.
Mi sono alzata dal letto, ho ricominciato a bere, sono uscita dalla mia stanza, mi sono fatta già due docce e soprattutto ho cominciato a sedermi al tavolo con le altre.
-Non puoi non mangiare nulla!! Sono due giorni che non tocchi cibo!!- mi rimprovera Margareth.
-Ti prego, Margareth! Appunto, sono passati due giorni. Sono scesa e mi sto sedendo con voi. Un passo alla volta. Domani, se mi sentirò meglio, metterò sotto i denti qualcosa!!-.
Non sembra convinta ma almeno non controbatte.
In effetti, però, ci sono stati anche dei peggioramenti come, ad esempio, che non ho più toccato cibo perché qualsiasi odore strano mi fa vomitare.
Vado avanti con acqua e succo di zucca.
Gwendolyn, neanche oggi, mi ha voluto in campo. Ha detto che fin quando non sono in piene forze, non mi farà tornare.
-Ginny, dai!! Un pezzo di pane, almeno!!-.
-Harry, no!! Davvero!! Sto meglio ma non fatemi mangiare perché, al pensiero, già mi viene la nausea!!-. Harry è stato tutto il giorno qui con me. Non proprio con me. Si aggira per casa, in attesa che io abbia bisogno di qualcosa. E’ incredibile. Lo apprezzo molto, anche se ancora non gliel’ho detto.
Devo dire che però, per fortuna, sta creando un certo feeling con le ragazze. Alcune gli fanno dei veri e propri interrogatori su tutta la sua vita, mentre altre, più discrete, chiedono notizie di me, pensando che io non le senta. Una di queste è proprio Margareth.
-Ah, stai meglio? E se stavi peggio, cosa facevi?? Ti lanciavi dalla finestra?- scoppia un risolino generale. Anche Harry non trattiene un sorriso.
-Divertente, Margareth!!-.
-Beh, scusa se, lavarsi e sedersi su uno sgabello, praticamente in silenzio perenne, faccio fatica a vederli come dei miglioramenti!!-. Vedo Gwendolyn fulminarla con lo sguardo.
-Se non si sente bene, è inutile costringerla!! Quando si sentirà, mangerà!!- conclude definitivamente Gwendolyn.
-Grazie!!- le sorrido grata per essere accorsa in mia difesa.
-Se per voi non è un problema, io andrei!! Domani ho un appuntamento col Ministero!!- dice Harry!!
-Come col Ministero?- cattura la mia attenzione.
-Per quella faccenda, di cui ti avevo parlato!!- non mi ricordo –Per Teddy!!-.
-AAH!!- me n’ero dimenticata col casino di questi giorni – Scusa!! Ma … hai già appuntamento col Ministero??- chiedo curiosa.
Pensavo che i tempi fossero molto più lunghi!!
-Si ma è solo il primo di molti che verranno!! Devo prendere delle pergamene da far firmare ai genitori di Thonks. Per cominciare la procedura di adozione, serve la loro firma!!-.
-Quale adozione??- s’intromette Margareth tutta curiosa.
-Harry ha deciso di adottare il figlio di due nostri amici che sono morti durante la battaglia!!-.
-Ah!- vedo Margareth farsi subito seria –Un bel gesto!! Non sapevo che avessi una fidanzata però!!-.
-Margareth … - la rimprovero.
-Non volevo essere indiscreta ma io sapevo che per adottare ci fosse bisogno di un padre e di una madre!!- dice ingenuamente cercando di giustificare il suo improvviso attacco di sfacciataggine.
-Si. Di solito sì!!- le spiego con calma –Ma se ti chiami Harry Potter, non penso che il Ministero faccia tante storie!!-.
Gli daranno il bambino senza nessuna obiezione. Ne sono certa.
-Anche questo è vero!!- ammette Margareth –Certo che, in questi giorni, ho sentito più parlare di bambini che di Quidditch!!-.
Immediatamente, anche lei si rende conto dell’enorme gaffe che ha fatto!! Nella sala cala il silenzio e il gelo. Mi torna subito tutto in mente e il senso di nausea, con le vertigini, si ripresentano.
Vedo tutte le ragazze fulminare Margareth e farle gestacci. Anche Harry è rimasto impietrito.
Margareth, da canto suo, la vedo visibilmente imbarazzata e dispiaciuta. Mi faccio forza e cerco di stemperare il clima di tensione.
-Ha ragione, Margareth!! Dobbiamo smetterla di parlare di cose così serie!!-. Le ragazze fingono di ridere, forse capendo il mio misero tentativo di eludere la battutaccia di Margareth.
-Comunque, Harry, vedrai che non ci saranno problemi. Chi fa buone azioni riceve solo buone azioni!!!- conclude Gwendolyn, da brava mediatrice.
-Grazie. Mi accompagni alla porta??- mi chiede Harry appoggiandomi una mano sulla schiena.
Scendo dallo sgabello e lo seguo fino all’ingresso. Non mi sento in piene forze ma, almeno, riesco a stare in piedi.
-Che tu ne dica, senza una madre da garantire … non me lo lasceranno tanto facilmente!!-.
-Vedremo chi avrà ragione!!- gli do un colpetto sulla spalla –Ma i genitori di Thonks cos’hanno detto??-.
-In realtà, volevo passarci domani sera dopo il Ministero, per parlare bene della cosa con i documenti alla mano. Dobbiamo parlare di un sacco di dettagli su cui dobbiamo accordarci e discutere delle ultime volontà di Thonks e Lupin. Non sarà una cosa facile!!-.
Parlare di Thonks e Lupin mi rattrista, da una parte, e bene dall’altra perché mi fa capire che ci sono cose molto peggiori di quelle che sono capitate a me.
-Vengo con te!!- gli propongo. E’ la soluzione migliore. Io mi distraggo, aiuto lui e, soprattutto, faccio visita a Teddy e ai suoi nonni.
-Non mi sembra il caso! Se ti vedono ora …-. Harry non sembra molto convinto, forse a causa del mio aspetto di adesso.
-Davvero. Voglio venire. Magari evito il Ministero ma voglio venire anch’io da Teddy. E’ da tanto tempo che voglio parlare con i genitori di Thonks e voglio anche conoscere bene Teddy.- parlare di questo mi fa già avere più forze –Per favore. Io così mi distraggo e non penso troppo ai miei problemi. Lupin e Thonks, adesso, stanno molto peggio di me e voglio farlo anche per loro!!!-.
-Va bene. Però, domani sera, se le ragazze mi dicono che non hai messo nulla nello stomaco, io vado da solo!! Chiaro??-. Il tono di voce di Harry suona sempre gentile, anche quando vuole fare l’autoritario.
-Affare fatto!! – domani mi sforzerò di ingurgitare qualcosa –Domani mattina andrò a comprare un regalo per Teddy. Comprerò il giocattolo più grande che hanno!!-.
Harry apre la maniglia della porta ma poi ci ripensa.
-Ginny, che dici se, dopo la visita a Teddy, andiamo insieme a raccontare questa bella notizia alla tua famiglia???-.
-Che cosa??- è impazzito. Gli sembra il momento per fare questo tipo d’incontro??
-Non reagire così. Bill e Ron non ci saranno perché sono a Diagon Alley a recuperare un cucciolo di drago. Ci sono solo i tuoi genitori e George. Ti aspettano a braccia aperte. Me l’hanno detto, loro. Si vergognano a venire qui, per quello che ti ha fatto Bill. Pensano che tu ce l’abbia anche con loro. Tua padre non è più lo stesso da quando non parli più con lui. E se posso, penso che anche tu, adesso, abbia bisogno dei tuoi genitori!!-.
Non so cosa dire. Vorrei rivedere mio padre e anche mia madre. George mi manca molto e, se è vero che Bill e Ron non ci sono, un tentativo potrei farlo. Forse, ora più che mai, ho bisogno di persone che mi stiano vicine e che mi vogliano bene nel modo in cui dico io.
-Facciamolo! Però se le cose si mettono male e loro iniziano a discutere, io me ne vado!! Chiaro??-.
-Vedrai, domani sera a quest’ora, sarai contenta di averlo fatto. Te lo garantisco!!- mi dice Harry tutto contento.
Tutto esaltato, mi saluta ed esce, chiudendosi la porta dietro di sé.
Domani rivedrò i miei genitori. Cosa gli racconterò?? Devo dirgli di Malfoy??
Malfoy.
Tornare dai miei è un po’ come voltare pagina definitivamente. Riavere un dialogo con i miei sarebbe la prova tangibile che Malfoy non fa più parte della mia vita. E’ un bel salto in avanti!!
Ma più guardo in avanti e più mi viene in mente cosa ho lasciato indietro.
Lui era la mia missione, il mio obiettivo. Dovevo dimostrare che combattere per un futuro con lui, ne valeva la pena.
Ho perso però. E lui ha vinto!! Quando diceva che i Malfoy sono i Malfoy, aveva ragione. Non saranno mai altro che dei Malfoy.
Mi sento così stupida. Forse ancora di più di quando ho trovato il diario di Tom Riddle e ho aperto la camera dei Segreti.
Così ingenua e fragile come allora. Non sono poi così tanto cambiata.
Mi sono fatta rovinare la vita, di nuovo, da qualcosa d’ irreale. Mi sono convinta di qualcosa che non esisteva.
Mi sento vuota e sola come allora.
Come ho fatto a ritrovarmi di nuovo così??
 

 
Non so perché sono finito qui, forse la disperazione.
Entra nell’aula del Ministero adita agli incontri con i detenuti di Azkaban; è ancora vuota.
Quando entro, noto che c’è solo un tavolino di legno con due sedie una di fronte all’altra.
Cammino avanti e indietro; non dormo da giorni e non ho toccato cibo. Ho evitato anche gli alcolici. Non servirebbero ad alleviare nulla. Il tormento è troppo grande.
Mentre sono immerso nei miei pensieri, vedo una porticina, in fondo alla stanza, aprirsi.
Nel totale silenzio entrano due carcerieri di Azkaban che tengono stratta colei che non vedevo, ormai, da mesi: mia madre.
E’ diversa da come la ricordavo. Spettinata, più magra e con profonde occhiaie.
Appena mi vede, un sorriso le compare sul volto. Non ha più la luce negli occhi che mi ricordavo; sembra un po’ spaesata e, al tempo stesso, impaurita.
Noto che indossa un vestito di seconda mano, rattoppato più volte e più grande di tre taglie.
-Draco …- si avvcina a me e mi si lancia addosso. Non mi sento di contraccambiarla e resto lì immobile, tra le braccia di mia madre.
-Come sei bello, figlio mio!!- gentilmente me la stacco da dosso e le indico una delle due sedie.
Lei si siede contenta come se non ci avesse fatto caso che non l’ho abbracciata.
-Come stai, tesoro?- mi chiede afferrandomi la mano e dandole un bacio.
-Non bene.- non voglio mentire. Non voglio più farlo.
-Non sai come sono felice di vederti! Non sapevo se saresti venuto e … averti qui!!- è commossa. Non l’ho mai vista così vulnerabile.
-Hai detto che avevi qualcosa da dirmi!!- taglio corto.
-Perché sei così freddo??- sembra essersi accorta della mia non gioia nel vederla.
-Non sono mai stato affettuoso e, ultimamente, non me la sto passando troppo bene!!- confesso. Voglio dire tutta la verità. Non ho più nulla da perdere.
-Oh sì, lo immagino che tu sia preoccupato!- la guardo negli occhi, non capendo cosa intenda.
-Cosa vuoi dire??-.
-Tutti sarebbero preoccupati con un bambino in arrivo!!- lo dice così candidamente che mi risuona ancora più sconvolgente. Lei sa. Scatto indietro sulla sedia come se mi fossi bruciato.
-Come fai a saperlo??- biascico mentre cerco di riprendermi.
-Mi ha scritto Pansy. Mi ha dato la bellissima notizia. Ma ti rendi conto che, quando uscirò da qui, avrò un piccolo bambolotto biondo che mi gira per casa??-.
Maledetta Parkinson!! Ora, si spiegano tante cose: le frasi enigmatiche di Pansy dell’altra sera, l’invito di mia madre a venire qui.
Pansy deve aver pensato che se aveva mia madre come mia complice, sarebbe stato più facile ammaliarmi e convincermi.
-Ti stai sbagliando!!- dico guardandola in faccia.
-Come … mi ha scritto la settimana scorsa!!- la sua felicità non ne vuole sapere di andarsene.
-Non ti sei chiesta perché Pansy ti ha scritto? Voleva che tu mi tranquillizzassi sulla gravidanza. Tu ci sei cascata e mi hai fatto venire qui. Lei pensava che forse, se tu mi avessi detto che eri felice per il bambino, io mi sarei convinto!!- le espongo i fatti in tono gelido.
-Convinto a fare cosa??- mi chiede curiosa, cercando di prendermi la mano ma l’ allontano.
-Lei sperava che io mi convincessi ad accettare lei e il bambino!!- mi guarda confusa –Non ci sarà nessun bambino!! O meglio … io non lo crescerò!!-.
-Ma cosa stai dicendo?? E’ questo che ti ho insegnato??Devi prenderti le tue responsabilità!!- finalmente sta comprendendo la vera essenza del problema.
-Tu mi hai insegnato un sacco di cose sbagliate!!- sentenzio quasi ridendo.Com’è bello arrivare alla consapevolezza di non aver più bisogno dei miei genitori.
-E’ così che ora ti rivolgi a me??- si sta offendendo!!
-Non parlare come mio padre. Questo tono non vi si addice più!!- respiro – E poi non sai un sacco di cose!! La mia vita non è più la stessa di una volta!!-.
-Cosa ti è successo figlio mio?? Perché dici così?? Tu e Pansy sareste una bellissima coppia e col bambino che sta arrivando, mandereste avanti la dinastia dei Malfoy!!-.
-Dimenticatelo!! Quel bambino non lo cresco con quella pazza!!- le blocco subito il sogno che si sta facendo nella sua testa.
-Devi comportarti da uomo!! Tu lo hai concepito e tu gli farai da padre!! Devi prenderti le tue responsabilità!!- comincia a infastidirmi più del minimo sopportabile.
-Mi occuperò del bambino ma non di Pansy!! Non ci sarà nessuna famiglia felice, niente case arredate da Pansy, nessuna cena tutti assieme. Nulla. Non voglio nessun contatto con lei!!-.
-Ma ti rendi conto delle assurdità che dici?? Siete i genitori di questa creatura. Sarete sempre legati!!—
-BASTA!!- sbatto il pugno sul tavolo e mia madre balza all’indietro spaventata –Non sono venuto fin qui per sentirmi dire come gestire la mia vita!! So che ti piacerebbe tanto Pansy, come nuora, ma toglitelo dalla testa. Non accadrà mai. Lei voleva che io la sposassi. Voleva incastrarmi e ha cercato il tuo aiuto ma ha sbagliato i suoi conti!!!-.
Mia madre è scioccata. Non penso che voglia dire altro e, questo, è il momento di aumentare il carico.
-Immagino che Pansy, però, non ti abbia raccontato tutta la storia!!- scuote la testa –Sono innamorato di un’altra donna!!-.
Vedo i suoi occhi spalancarsi e, ancora, deve venire la parte bella.
-A dire il vero, sono quasi due anni che ci ho perso la testa. Ero riuscito a essere contraccambiato da lei; ci ho messo quasi un anno per averla ma alla fine ce l’avevo fatta. Un giorno, dopo poco che stavamo assieme, mi lasciò e io sono impazzito. Ho cominciato a bere e sono andato con molte ragazze diverse tra cui, Pansy.- mia madre ascolta in silenzio –Quando ho scoperto perché mi aveva lasciato, sono tornato subito da lei. Pansy mi aveva già detto del bambino ma io non ho avuto il coraggio di dirglielo. Volevo godermi il tempo che passavo con lei e, probabilmente, ho sbagliato. Ieri sera, ho dovuto raccontarle la verità e …- mi viene una fitta allo stomaco, ogni volta che ripenso al modo in cui Ginny mi guardava.
-Non lo sapevo. Non me ne hai mai parlato!!- sospiro –Chi è?? La conosco??-.
Guardo negli occhi mia madre e mi rendo conto che, questo, è il momento in cui cambierà tutto. Se questa non è una dimostrazione di maturità, cos’altro può essere?
Non respiro e faccio uscire le parole tutte d’un fiato.
-Sì, la conosci … E’ Ginevra Weasley!!-.
Mia madre scatta in piedi e arretra fino a sbattere contro il muro, si porta le mani alla bocca.  Mi guarda come non mi aveva mai fatto. Come se fossi un pericolo.
-Dimmi che stai scherzando o che me lo stai dicendo solo per farmela pagare??- dice sottovoce senza muoversi dalla sua posizione.
-E’ tutto vero. Non è un gioco. Ho cominciato a guardarla con occhi diversi l’anno scorso, da quando avete dato la nostra casa come base per i mangiamorte!!-.
-Dimmi di chi ti vuoi vendicare. Di me o di tuo padre, di Harry Potter, degli Weasley, di chi?? Deve esserci una spiegazione!!- si slancia verso di me e mi scuote per le braccia. Io resto impassibile anche quando vedo lacrime rigargli le guance.
-Nessuna vendetta!! Io la amo. E’ l’amore della mia vita. Lei mi ha fatto capire cosa vuol dire amare una persona. Mi ha fatto provare dei sentimenti e mi ha contraccambiato con puro amore. Lei ha capito chi sono veramente e ha provato a tirare fuori il meglio da me. Lei non è un gioco, lei è tutto!!-. Mi fisso le mani mentre mia madre è ancora aggrappata a me.
-Ti ha fatto il lavaggio del cervello? Non sei più tu!! Mio figlio non si sarebbe nemmeno avvicinato a quella feccia umana-.
SBAM. Non ci vedo più dalla rabbia. Mi alzo in piedi e le tiro uno schiaffo dritto in faccia.
-Non ti azzardare a chiamarla così!! Le uniche fecce che conosco siete tu e mio padre. Mi avete comandato e pensavi di poterlo ancora fare ma ti è andata male. Tu non sei più niente per me!!-.
Quella che una volta era mia madre si accarezza la guancia colpita e mi fissa con gli occhi pieni di lacrime. Mi risiedo e fisso il muro.
-Non capisci che, questo, è un suicidio?? Lascia stare noi ma gli Weasly ci odiano troppo da ormai tanto tempo. Lei è una Weasley e, una parte di lei, ti odierà sempre-.
-Non è vero!! Mi amava e mi ama ancora, nonostante tutto. Si era messa contro tutto e tutti per me. Sono io che ho fatto una cazzata!!- la redarguisco.
-E’ il normale svolgimento delle cose!! Il passato è troppo pesante e vi busserà sempre alla porta per rovinarvi il futuro!! Come l’ha presa del bambino???- mi chiede curiosa.
Taccio. Non voglio rivivere i momenti dell’altra sera. Non voglio deprimermi e voglio pensare positivo.
-Immagino non bene. Vedi?? Qualsiasi fattura che si creerà tra di voi, la sua famiglia e immagino anche Potter, s’infileranno per farla diventare sempre più grande!!! Pensi che, una come lei, accetterà un figlio tuo e della Parkinson?? Guarda in faccia la realtà! E’ un suicidio già annunciato!!-.
Vorrei tirarle un’altra sberla ma stringo i pugni e rinuncio a farlo.
-Figlio mio, dammi retta. Conosco il mondo meglio di te. Fatti la tua famiglia con Pansy. Col tempo, capirai che questa cosa con la Weasley era solo un modo inconscio di scaricare tutta la rabbia che hai verso di me e tuo padre. Sarai felice di aver scelto Pansy!!—
-Forse, non hai capito una cosa!!- mi alzo in piedi –Non ci rinuncerò mai, alla Weasley!! E’ lei la mia famiglia!! Non me la farò portare via da nessuno!! Sono pronto a qualsiasi cosa!! Mi sono fatto togliere il Marchio Nero per lei. Ho distrutto tutti i vostri ricordi, per essere un uomo migliore per lei. Quindi, rassegnati. Non vedrai mai Pansy e me su un altare!! Preferirei morire!!!-.
Sbatto la mano sul tavolo, busso alla porta in cui ero entrato. Appena la guardia, mi apre, io esco senza guardare mia madre neanche un’ultima volta.
-Non finirà bene, Draco.- la sento urlare da dentro la stanza quando la porta, alle mie spalle, ormai è chiusa.
Una volta in corridoio, mi appoggio al muro e lentamente striscio la schiena fino a sedermi per terra. Appoggio la testa tra le mie mani.
Quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo di tre di mesi. Poter cambiare i fatti: chiudere la porta in faccia a Pansy, non andare dai Weasley,  trattare meglio Ginevra …
Ginevra.
Chissà cosa starà facendo?? Vorrei andare da lei ma so già che non servirebbe a nulla. Supplicarla o mettermi in ginocchio la farebbe arrabbiare ancora di più.
La verità è che ho paura come non mai perché non ho la minima idea di come farle accettare la storia del bambino. E, se lei non mi volesse più, io che fine farei??
 
 
 
 
 
Eccommmmiiiiiii.
Scusate! Scusate!
Ho impiegato molto tempo a pubblicarlo ma, essendo un capitolo cruciale, ho voluto scriverlo con calma
Beh?? Cosa mi dite??
So che, per molti, questo non sarà una sorpresa ma vi consiglio di concentrarvi sui dettagli. Devo dire che, personalmente, trovo questo capitolo il più commovente, soprattutto dal punto di vista di Draco.
Le cose si sistemeranno tra Draco e Ginny??
Penso che Ginevra avrà bisogno di molto tempo per prendere delle decisioni.
Diciamo che vedrete una Ginny diversa dal solito.
Draco?? Lui si rimetterà in gioco con tutte le sue forze ma non posso dirvi se, questo, sarà sufficiente per riprendersi Ginny!!
La ferita è troppo grande e posso assicurarvi che ci saranno molte persone che infileranno il dito nella piaga!!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
E scusatemi ancora ma voglio assicurarvi che, anche se non mi sentite per un po’, non dovete preoccuparvi perché questa storia non l’abbandonerò mai!! Almeno, fino a quando non arriverò alla fine.
Un bacio.
P.S.: un grazie a tutti quelli che mi seguono e recensiscono. Vi sono profondamente grata.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 25
*** L'amore non basta. ***


Capitolo 25
L’amore non basta.

 
 
 
 
-Ginny!! Che piacere rivederti!!-.
Andromeda Thonks, appena mi vede sull’uscio della porta, mi tira a sè in un abbraccio caloroso. E’ da molto che non la vedevo e, non so perché, ma mi sembra notevolmente invecchiata.
-Anche io, sono molto contenta di rivedervi!!- la stringo forte e lancio un sorriso a Ted Thonks, il padre di Ninfadora, che è rimasto proprio dietro la moglie.
-Sei diventata molto bella, Ginevra!!- dice il signor Thonks con sguardo quasi nostalgico –Harry, accomodati!!-.
Mi sciolgo dall’abbraccio con Andromeda e lascio passare Harry che era rimasto in disparte fino ad adesso.
Il signor Thonks ci fa segno di accomodarci al tavolo della cucina; io ed Harry ci scambiamo un piccolo sguardo d’intesa.
-Dov’è il piccolo Teddy??- chiedo curiosa.
-Di sopra!! Sta dormendo ma, se vuoi, vado a svegliarlo!!- mi risponde dolcemente Andromeda.
-No, no, no!! Non lo svegli!! Magari vado a darci un’occhiata io, più tardi!!-.
-Allora, Ginny, raccontaci un po’!! E’ così tanto che non ci vediamo!! Harry ci parla sempre di te. Sappiamo che stai per esordire nelle Holyhead!!-.
-Bhe sì!! Sono un po’ agitata ma …-.
-Sarai bravissima!! Se riusciamo, verremo a vederti!! A fare il tifo, ovviamente!!- dice il signor Thonks. Ho sempre saputo che era un appassionato di Quidditch; me lo raccontava sempre Ninfadora.
-Sarebbe un onore!!- gli accarezzo la mano.
-E, di voi due, cosa mi raccontate??- alzo la testa di scatto verso Andromeda –Harry ci ha raccontato che stavate attraversando un periodo di crisi!! Ma vedervi, qui, assieme … le cose si sono risolte??-.
Giro lo sguardo verso Harry che abbassa gli occhi, visibilmente imbarazzato. Non ha raccontato nulla ai signori Thonks!! Da una parte sono scioccata ma, dall’altra, forse è meglio così!! Se sapessero tutta la storia, compresa la parte su Malf … su lui, adesso non sarebbero così felici di vedermi!!
-Io e Ginny ci siamo presi una pausa di comune accordo!!- i signori Thonks strabuzzano gli occhi spaesati –Ma siamo in buoni rapporti!! Abbiamo preso strade separate ma ci vogliamo sempre bene!!-.
Annuisco alle parole di Harry e gli stringo la mano sotto al tavolo.
-Mi dispiace molto!!- il signor Thonks rompe il silenzio –Eravate una coppia così bella!! Ma, chissà!! Forse, un giorno … -.
So a cosa sta alludendo Ted e vorrei rispondergli che, da come sono messa ora, l’idea di avere nuove implicazioni sentimentali di qualsiasi tipo, mi da la nausea.
-Io e Ginny siamo venuti qui per parlare di Teddy!!- incalza Harry, parlando molto lentamente.
I signori Thonks si drizzano sulla sedia nel sentire il nomignolo del loro nipotino.
-Vi avevo, più o meno, anticipato le mie intenzioni! E, ora, se voi siete d’accordo, potremmo cominciare a dare il via alla pratica per … l’adozione!!- dice calmo Harry.
-Io e mia moglie ne abbiamo parlato e … - vedo gli occhi di entrambi riempirsi di lacrime. Traspare molta sofferenza dai loro volti. Perdere la propria unica figlia, dev’essere un dolore così grande che non potrà terminare mai. Guardandoli così fragili, ho l’impressione di essere, io,in difetto nei loro confronti. Loro piangono una figlia morta ammazzata mentre io piango un ex mangiamorte traditore che ha fatto semplicemente quello che c’era da aspettarsi da lui.
-Non voglio farvi stare male!!- si preoccupa Harry –Non voglio portarvi via nessuno. Teddy starà qui per quanto tempo volete. Lo faccio solo perché … -.
-Lo sappiamo Harry!!- lo ferma il signor Thonks –Lo sappiamo che lo fai sia per noi che per il bambino ed hai ragione tu. E’ la cosa più giusta da fare!! Noi siamo anziani e anche stanchi. Se ci succedesse qualcosa, il bambino rimarrebbe solo e noi, entrambi, siamo d’accordo nel pensare che anche nostra figlia e Remus avrebbero scelto te!!-.
Harry mi stringe di nuovo la mano; so che è emozionato, mi basta guardarlo!!
-State facendo la scelta giusta!!- dico guardando Andromeda che si sta asciugando una lacrima –Harry sarà un bravo padre e voi, dei nonni ancora più meravigliosi di quello che siete già!!- sentenzio sicura di quello che sto dicendo.
Che Harry sarà un buon padre, ne sono così sicura che sarei pronta a bruciarmi la mano.
Padre. Ogni volta che pronuncio quella parola, mi viene una fitta forte allo stomaco. Perché quando penso a Harry che potrebbe diventare papà, non posso fare a meno di pensare all’ altro futuro padre. E mi sale una rabbia ma una rabbia che …!!!
Mi sono obbligata a non pensare cose brutte perché poi divento cattiva  e non voglio esserlo.
Si tratta pur sempre di un bambino e ai bambini bisogna volere bene!!
Ai genitori no ma ai bambini sì!!
-Saremo una specie di famiglia!!- conclude Harry che cerca di fare un sorriso!!
Gli picchietto il braccio per catturare la sua attenzione; appena si gira, con lo sguardo, gli indico i documenti che ha messo dentro la giacca.
-Ah sì!! Quasi mi dimenticavo!! Vi ho portato questi. Li sono andati a prendere al Ministero!- afferra i fogli da dentro la tasca e li porge a loro –Sono solo i primi di una valanga di altri documenti da compilare e firmare ma, questi, danno l’inizio ufficiale a tutto. Domani li porterò al Ministero e la pratica sarà subito trasferita all’ufficio dei minori magici. Credo che tra non molto, verremo tutti convocati per discuterne. Vorranno sapere tutti i dettagli di qualsiasi cosa! Dobbiamo essere pronti!!-.
I signori Thonks annuiscono in egregio silenzio mentre Harry porge a loro le varie pergamene.
-Vi dispiace se mentre firmate, vado a vedere Teddy??- chiedo in sordina. Questo è un loro momento e non voglio essere invadente.
-Certo tesoro!!- mi risponde Andromena – E’ di sopra nel suo lettino. Lo abbiamo messo nella stanza di … Ninfadora!!-.
Sorride ma so che a pronunciare quel nome fa fatica a ricacciare indietro le lacrime.
-Ok! Ah.. quasi dimenticavo. Io ed Harry gli abbiamo regalato un trenino magico!! Nel negozio ci hanno detto che era il più adatto per la sua età!!-.
-Grazie mille!! Glielo daremo senz’altro!!-.
Annuisco ai signori Thonks e mi allontano dal tavolo e, mentre salgo le scale, sento il signor Thonks fare una domanda che però non capisco bene. Riesco a distinguere solo il mio nome.
Sento solo la risposta di Harry.
-Sì, è un momento un po’ delicato per lei ma ce la mette tutta per non darlo a vedere!!-.
Sentirlo parlare così di me, mi fa venire il magone. Devo essere proprio a pezzi se persino i signori Thonks se ne sono accorti.
-Ah! E, comunque, il trenino e’ stata tutta un’idea sua!!-.
Involontariamente, nonostante gli occhi lucidi, sorrido.
 

 
-Non potevo crederci!! E’ il ritratto di Remus! Identico … ovviamente, a parte i capelli!!-.
E’ da quando ho visto Teddy dormire tranquillo nel suo lettino che non riesco a smettere di parlare. Non lo vedevo da quando era solo un neonato. E’ così cresciuto!!!
-Sì è vero!!! Quando dorme gli si schiariscono i capelli, quando è sveglio diventano più scuri!!- mi risponde Harry!!
-Se lo vedesse Ninfadora sarebbe … - non riesco a terminare la frase.
-Sarebbe felice!!- conclude Harry!
-Già!!-. Non posso fare altro che sorridere.
Siamo sul viale sterrato che conosco, ormai, fin troppo bene e che non vedevo da un po’. Dopo pochi passi, già la vedo : la Tana.
Casa mia!
Sono mesi che non torno qui. Mi fermo e sento le mani cominciare a sudarmi.
-Non posso farcela, Harry!!-.
No. Non sono pronta. Non so neanche cosa dire ai miei genitori.
-Invece, puoi!! Sono la tua famiglia!! Fai il primo passo e vedrai che dopo ne sarai contenta!!-.
Harry mi prende a braccetto ma io non riesco a spostare lo sguardo da casa mia.
-Ma se mi chiedono qualcosa … io cosa gli dico?? Non sono pronta!!-.
Sono spaventata, ecco la verità!!
-Dirai quello che ti senti, Ginny!!-.
Mi fermo di nuovo; siamo quasi davanti alla piccola porta di legno che da sulla cucina.
-Harry, ci sono cose che non riesco a spiegare nemmeno a me stessa. Figurati se riesco a farlo con loro!!-.
Mi tremano le gambe.
-Respira, Ginevra!! Solo quello che ti senti … -. Harry mi sorride e mi accarezza dolcemente una guancia. Dovrei ringraziarlo per tutta la pazienza che sta dimostrando nei miei confronti. Al posto suo, nessuno farebbe quello che sta facendo.
-Mi sembrava di aver sentito una voce familiare!!- mi drizzo sulla schiena e, molto lentamente, mi giro.
La porta non è più chiusa e a solo due metri di distanza da me, ora, c’è mia madre.
Non riesco a decifrare la sua espressione. Porta un vestito blu e, sopra, ha un grembiule rosso. Non è cambiata per nulla. Chissà se pensa la stessa cosa di me.
-Mamma … - dico con un filo di voce.
Mi guarda per qualche secondo senza tradire nessuna emozione. Sto quasi per girarmi e scappare via di corsa, quando la vedo sciogliersi in un sorriso.
-Amore mio …-.
Mi corre incontro e mi travolge nel suo abbraccio. Mi stringe così forte che faccio fatica a respirare. Vorrei stringerla ma ho le braccia bloccate. Vedo Harry, oltre la spalla di mia madre, sorridere soddisfatto.
-Non sai da quanto tempo ho sperato che tu tornassi da noi!!- la sento piangere e, tutta la mia tensione, lentamente si scioglie.
-Mamma … non vi ho mai lasciato!!- le bacio i capelli e ispiro il profumo di mia mamma. Il profumo di casa.
-La mia bambina!!- parla singhiozzando –ARTHUR!! ARTHUR!! Vieni a vedere chi c’è!! ARTHUR!!-.
Sento dei passi accelerati da dentro casa e, in pochi secondi, vedo comparire anche mio padre.
I miei occhi s’incastrano coi suoi e, subito, mi rendo conto di quanto lui, forse più di tutti, mi sia mancato!!
-Ciao papà!!- dico sottovoce ma, dalle lacrime che iniziano a scendere sulle sue guance, credo mi abbia sentito.
-Mia figlia …- risponde quasi balbettando.
Prima che possa aggiungere altro, mi salta addosso. Mi stinge forte e restiamo così, per non so quanto, avvinghiati.
Scorgo Harry poco lontano che mi sorride felice. Non faccio in tempo a contraccambiare che, mia madre, afferandolo per il braccio, lo tira insieme a noi.
-Sono così felice!!- mi sussurra mio padre. Sento Harry che cerca di svincolarsi dalla stretta di mia madre con scarso successo.
-Perché non entriamo e ci sediamo??- propone un Harry un po’ stravolto. Lo vedo mezzo spettinato e non posso fare a meno di ridere.
-Sì, entriamo! Io preparo il Thè per tutti!!- canticchia mia madre mentre saltella verso la cucina. Harry la segue dopo avermi lanciato uno sguardo d’approvazione; cerca di risistemarsi i capelli e si raddrizza gli occhiali.
Resto abbracciata a papà e mi rendo conto di aver fato bene a venire. Rivedere i miei, ne è valsa la pena. Aveva ragione Harry!!
-Devo spiegarti un sacco di cose!!- sussurro mentre chiudo gli occhi con la testa appoggiata alla sua spalla.
-E io non vedo l’ora di sentirle!!- mi bacia la fronte come faceva quando ero piccola.
-Non so neanche da dove cominciare!!- ammetto più a me stessa che a lui.
-Comincia da dove vuoi ma, prima, andiamo dentro a far felice tua madre!! Dopo tanti mesi, se lo merita!!-.
Annuisco e lo seguo dentro casa. Mi fa così strano rientrare nel mio salotto. Fino a qualche giorno fa, credevo che non sarei più rientrata per un bel po’ di tempo.
E, ora, eccomi qui …
Mi ero immaginata il mio ritorno, tante volte nella mia mente. Avevo immaginato che sarei venuta qui, magari con Draco, per cercare un compromesso tra di loro. Avrei voluto cambiare le cose, risolverle, mettere fine all’astio che ci portiamo dietro da così tanti anni.
Invece, le cose non sono andate come le immaginavo.
Non ci sarà nessuna presentazione e nessuna proposta di pace. L’astio non passerà, anzi …
Se possibile, penso che stia aumentando, giorno dopo giorno.
 

 
-Mamma, basta!! Sono due ore che mangio!! Sono piena!!- cerco di convincerla a non riempirmi più il piatto con altri dolci.
-Amore, sei così magra … e pallida!!-.
Mio padre mi sta tenendo la mano da quando ci siamo seduti; ogni tanto incrocio il suo sguardo e lui non fa altro che sorridermi.
-In effetti, non ha mangiato molto in questi giorni!!- dice Harry. Lo fulmino con lo sguardo. Ci manca solo che mia madre sappia che sono a digiuno da giorni.
-Si ma, ora, sono piena!!- blocco mia madre, prima che mi versi le quinta tazza di thè.
Nonostante il clima sereno, percepisco uno strano imbarazzo. Penso abbiano paura di farmi le domande sbagliate … o quelle giuste.
E’ arrivato il momento. Perché indugiare??
-Sentite, mamma e papà. Ora che, siamo tutti a pancia piena, ci tengo a dirvi alcune cose!!-.
Immediatamente mia madre si ferma e si siede accanto a mio padre, asciugandosi le mani nel grembiule. Sento Harry tossire; anche lui è nervoso!! La mano di mio padre si stringe ancora più forte, attorno alla mia.
-Non sono più venuta perché, come ben sapete, ho avuto molto da fare con la squadra!! Ma non solo … e voi penso sappiate a cosa mi riferisco!!- annuiscono. E’ più difficile di come immaginavo.
-Inutile che vi racconti i dettagli. Tanto, più o meno, credo abbiate capito cosa è successo e, soprattutto, di chi stiamo parlando!!-.
Vedo i miei genitori abbassare lo sguardo; non so se per dispiacere o per rabbia.
-Di … di Malfoy parliamo, vero??- mi chiede mio padre senza però guardarmi.
Mi fa male sentire pronunciare quel nome; mi si libera una dose di bile nello stomaco, indescrivibile.
-Sì!!- ammetto mentre sento la mano di Harry posarsi sulla mia spalla.
-Quello che ci tengo a precisare, prima di tutto, è che non sono stata soggiogata e non ero sotto l’effetto di una maledizione. E’ un’ altra cosa rispetto a quando ho aperto la camera dei Segreti!!-mi fisso le dita che tamburello nervosamente sul tavolo.
Non so nemmeno io da dove cominciare; più cerco di trovare un filo logico e più mi rendo conto che di logico, in quello che ho fatto con Malfoy, c’è poco e nulla.
-Non volevo fare un torto a voi. E’ dall’anno scorso, quando ho iniziato l’anno ad Hogwarts che è cominciato tutto. Harry non c’era e Hogwarts non era più la vecchia e cara scuola di Silente. Ho iniziato a vedere in lui delle cose diverse da quelle che ci aveva fatto conoscere a tutti noi-.
Noto che mia mamma mi segue molto attentamente, segue il movimento delle mie labbra con massima concentrazione mentre mio padre ha lo sguardo puntato sul tavolo. La cosa più rassicurante, però, è che non ha mai smesso di stringermi la mano.
-Faccio fatica a parlarne, visto anche come è andata a finire!-. Non penso di riuscire a raccontare tutta la storia. Come si spiegano a parole, le emozioni che ho provato?? Come si fa a spiegare che, anche quando la testa diceva di smettere, io non volevo fare altro che vederlo??
-Perché è finita, vero??- mi chiede mia mare tradendo un certo tono speranzoso.
-Sì!-. Vorrei poter dire che ho il magone o gli occhi lucidi ma l’unica cosa che sento è una rabbia indescrivibile. Ho voglia di alzarmi e prendere a calci la sedia ma faccio un lungo respiro e cerco di rilassare le spalle.
-E’ stato così sgradevole, quando è venuto qui!! Aveva gli occhi iniettati di sangue!! Davvero, hai pensato che ci fosse qualcosa di buono in lui??- sussurra mia mamma. La vedo scambiarsi un’occhiata con Harry. Loro erano qui e, solo loro, sanno la verità.
-Sì, l’ho pensato. Non mi è difficile immaginarlo sgradevole!! L’h visto spesso dare il peggio di lui!! Ha moltissimi difetti e, uno di questi, è che, quando è arrabbiato, non riesce a trattenersi! Chiedo scusa io per lui. Avrei voluto dirvelo io, in modo e tempi diversi!!-.
-Cosa ci avresti detto?- chiede dolcemente mio padre.
In effetti, non ci ho mai pensato. Come avrei fatto a dirglielo??
-Sinceramente, non lo so!! Mi sarebbe piaciuto farvi vedere che c’era altro dietro al mangiamorte strafottente e crudele che tutti abbiamo conosciuto ma, purtroppo, non andrà così. Pechè anche se provassi a raccontarvi un Malfoy diverso, i fatti mi smentirebbero!!-.
Mi sto incupendo e non devo farlo!! Ogni volta che sprofondo nei ricordi, mi deprimo.
-Ti ha trattata male?-. Mio padre si agita sulla sedia.
-Non nel senso in cui intendete voi!!-. Mi stringo forte le braccia attorno ai fianchi. Devo riuscire a trovare la forza in me stessa. Devo convincermi che starò di nuovo bene.
-Ginny, scusa se m’intrometto ma … - interviene Harry - … tanto, prima o poi, tutti lo sapranno. Tanto vale dirlo adesso e non toccare più l’argomento!!-.
Harry si tocca gli occhiali. Quando fa così è sintomo che è nervoso e, in fondo, lo capisco. Non deve essere facile stare qui, nemmeno per lui.
-Malfoy ha messo … - forza Ginny!!! Posso farcela. Un respiro e via. –Aspetta un bambino da Pansy Parkinson!!-.
Vedo lo shock negli occhi di mia madre ma, vorrei sbagliarmi, anche un filo di sollievo. Mio padre si è girato a guardarmi, forse, per verificare che non sia una battuta.
-Malfoy diventa … -. Neanche mio padre riesce a dirlo. Sembra la cosa più assurda e impensabile che possa accadere. Potrebbe essere una barzelletta e, invece, … è la semplice realtà!!
-Diventa papà!! Ebbene sì!!- mi scoppia una risata isterica. Vedo tre paia di occhi che mi guardano. Stanno, forse, cercando di capire se e quanto l’abbia presa male.
-E tu come stai??- chiede banalmente mio padre. E’ proprio qui il punto di tutta la storia. Io ne esco a pezzi mentre lui … è sempre lui. Ho fallito. Avrei voluto tanto sedermi a questo tavolo e poter raccontare ai miei di quanto bene mi facesse lo stare con Malfoy e, invece, sono qui che cerco di nascondere malamente la ferita che porto.
-Io provavo dei sentimenti e, penso che anche lui provava qualcosa di bello nei miei confronti. C’è stato molto di più rispetto a quello che vi ha raccontato lui!! Questo ci tengo a dirlo. Ma … siamo troppo diversi!! Diciamo, anche, che non abbiamo mai avuto un vento a favore!! E’ così e basta. Ora, però, mi piacerebbe tanto raccontarvi della squadra!!-. Mi strofino le mani, cercando di trasmettergli con lo sguardo il bisogno impellente di non parlare più di Malfoy. Fa ancora troppo male.
-Tesoro … - vedo gli occhi di mia madre riempirsi di lacrime. Chissà cosa starà pensando? Povera mia figlia, sempre la solita ingenua che è caduta delle fauci di quell’animale. O, forse, starà gioendo del fatto che abbiamo risolto il problema di Malfoy definitivamente.
-Mamma, ti prego!! Facciamo finta di niente!! Per favore … possiamo tralasciare, per il momento, questo argomento??- non ce la faccio più!! Anche Harry se n’è accorto.
-Quando hai detto che c’è la prima partita?? Dobbiamo cominciare a comprare i biglietti!! Voglio, assolutamente, essere nelle prime file!!- interviene mio padre. Gli stringo forte la mano per quanto gli sono grata di aver capito che ero arrivata al limite. Non ha voluto proseguire. A lui basta solo che io sia qui e mi accetta nonostante il fardello che mi porto sulle spalle. Vorrei abbracciarlo ma ho paura di scoppiare a piangere e, ora, proprio non voglio farlo.
-Arthur, li ho già presi io!!- risponde Harry –Da una settimana!!-.
Ringrazio Harry con il labbiale e, finalmente, li sento iniziare a parlare di Quidditch. Mia madre ricomincia a infornare biscotti e, io, finalmente, mi rilasso sulla sedia.
Vedo ma non riesco ad ascoltare nulla.  
L’ultima volta che sono stata qui, non ero in splendida forma ma ero ancor me stessa. Adesso che, sono tornata, non mi sento più me stessa ma solo un assemblaggio mal fatto dei mille pezzi che restano di me.
 

 
-Mamma, devo andare!! Le ragazze mi aspettano e si preoccupano se non mi vedono tornare!!-.
Mia madre non vuole sentire ragioni e vuole che mi fermi qui, a casa, per cena ma non ho proprio voglia di dover affrontare i miei fratelli. E, sinceramente, non vedo l’ora di tornare nella mia stanza.
L’abbraccio e le prometto che ci rivedremo prestissimo. Faccio la stessa cosa con papà.
-Dobbiamo aggiustare le cose anche con Bill e Ron!!- mi dice papà all’orecchio.
-Un passo alla volta. Non ho voglia di litigare!!- ammetto sincera –Un passo alla volta … magari, cominciate voi a spiegargli un po’ di cose!! Poi … e poi vedremo!! Ci vediamo alla partita??-.
-Ovviamente!!- mi risponde papà, tutto ringalluzzito.
Gli accarezzo una guancia, sperando di trasmettergli un po’ di tranquillità.
-Harry, non c’è bisogno che mi accompagni!! Appena arrivo, me ne vado dritta a letto!!- anticipo Harry che si stava già precipitando fuori dalla porta.
-No no, vengo con te!!- sto per ribattere –E non si discute!! Si fa così e basta!!-.
Il suo tono da finto autoritario mi ha sempre fatto sorridere.
-Ok!!- accetto senza protestare ulteriormente.
Usciamo dalla porta, lo afferro per un braccio e, prima di smaterializzarci, mi giro verso casa.
Sulla porta, ancora aperta, mamma e papà mi salutano con la mano e, non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra d’intravedere una lacrima sulla guancia di mia madre.
 

 
-E’ andate bene, no??- mi chiede Harry mentre passeggiamo lungo il marciapiede che porta all’appartamento delle ragazze.
-Sì, direi di sì!!-. Ho fatto bene a dargli retta. Mi sento un po’ più leggera nel sapere che, nonostante tutto, ho ancora due genitori che mi vogliono bene.
-Domani vado al Ministero!! Ti faccio sapere com’è andata … magari, potrei venire per cena!!-.
-Harry, sto bene. Non ho bisogno che mi controlliate costantemente!! Non voglio essere un peso. Hai già fatto così tanto, per me!!!-.
E’ vero. In questi giorni, Harry è stato meraviglioso. Ha fatto qualsiasi cosa io gli chiedessi di fare, c’è sempre stato e non mi ha mai obbligato a riaprire certi argomenti. E, soprattutto, non aveva nessun obbligo verso di me. Anzi!!
-Infatti, non lo faccio per te!! Lo faccio per me stesso!! La tua compagnia è sicuramente la mia preferita!!- mi fa l’occhiolino.
-Ti accontenti di poco, allora!!- cerco di buttarla sul ridere per sdrammatizzare la cosa che ha appena detto.
-Probabile!!- ride.
Sto per salutarlo quando, voltato l’angolo, vedo l’ultima persona che avevo voglia d’incontrare.
Sul gradino del portone che porta al mio appartamento, c’è seduto, con una mano tra i capelli, Malfoy.
Sento Harry pietrificarsi, appena lo vede.
In pochi secondi, anche Malfoy, si accorge del nostro arrivo e si alza subito in piedi. Si ferma a guardare per qualche secondo Harry;  non si aspettava di incontrarlo qui.
-Ginny … - sento Harry chiamarmi.
Sono bloccata a vedere Malfoy che, con passo lento, si sta avvicinando.
-Potter … - dice Draco. Si ferma a un metro da me e, sotto la luce del lampione, mi accorgo che non ha una bella cera. La cosa mi provoca una strana soddisfazione.
Sono contenta se anche lui, prova un quinto del dolore che provo io.
-Malfoy …- Harry contraccambia il saluto, senza togliermi gli occhi di dosso.
-Sono due ore che ti aspetto qui fuori!! Margareth non ne ha voluto sapere di farmi entrare!!-.
Guardo Malfoy per controllare che io abbia sentito bene.
-Sono brava nello scegliermi almeno le amicizie giuste!!- rispondo acida, tanto che anche Harry sgrana gli occhi.
Malfoy, da quel sorrisetto sarcastico che ha, credo abbia accusato il colpo.
-Ginny, vuoi che me ne vada??- mi chiede gentile Harry.
-Sì, è arrivato il momento che tu ti tolga di mezzo, Potter!!- risponde Draco prima di me.
Per fortuna, sia io che Harry, con grande fatica, lo ignoriamo.
-Harry, vai a casa!! Non preoccuparti!! Qui me la cavo da sola!!- gli sorrido dolcemente e, poi, mi avvicino e gli do un piccolo bacio sulla guancia.
Harry mi ricambia il bacio e, ignorando il sospiro esasperato di Malfoy, si allontana.
Resto a fissare il punto in cui Harry è scomparso dalla mia visuale, non considerando la figura alle mie spalle.
-Possiamo parlare??- mi chiede Malfoy, toccandomi una spalla.
Mi tiro via dalla sua mano come se mi fossi appena bruciata.
-No! Non ho nulla da dirti!!- lo supero e mi avvicino al mio portone.
Sento i suoi passi dietro di me.
-Per favore, cinque minuti. Ti ho lasciato in pace fino ad adesso ma, ora, basta!! Devi ascoltarmi!!- mi incita arrabbiato.
Mi volto verso di lui e gli vado davanti, col dito puntato.
-Forse, non hai capito che non c’è un termine!! Tu mi devi lasciare in pace, non per qualche giorno ma per sempre. Hai capito??-.
-No, non lo capisco e non lo voglio capire!!- mi risponde strafottente –Devi ascoltarmi!!-.
-Pansy ha scoperto di non essere incinta??- gli chiedo, fermandomi sul posto.
Resta in silenzio.
-No!- mi risponde con un filo di voce.
-Il figlio non è più tuo??- cerco di guardarlo negli occhi ma lui abbassa lo sguardo.
-No!- si porta le mani nei capelli.
-Vedi?? Non abbiamo nulla da dirci!!- mi rigiro per entrare in casa ma lui mi riafferra per un braccio.
-Mollami!!- lui non molla la presa e più provo a sganciarmi più lui stringe forte.
-Non possiamo finirla così!!- mi ringhia in faccia.
-Tu l’hai fatta finire così!! Non io. Sapevi benissimo come sarebbe andata a finire. E’, per questo, che mi hai mentito per più di un mese!!!-.
Cerco ancora di tirare via il braccio ma niente.
-No! Ho aspettato perché volevo farti capire che tu sei più importante di tutto il resto!!- comincia a innervosirsi.
-Sei un bugiardo e un vigliacco!! Mollami il braccio! Non mi devi più toccare!!- lo spingo con l’unica mano libera che ho.
-Ti stai già consolando con Potter??- mi chiede con quel tono provocatore che mi ha sempre mandato su tutte le furie.
-Non è più affare tuo!!-.
-Sì che lo è!!! Che ti piaccia o no, tu sei e sarai sempre un affare mio!!- mi strattona e mi avvicina ancora più a lui.
-Devi rassegnarti!! Io non accetterò mai che tu abbia un figlio con la Parkinson, la ragazza più rivoltante dell’intero pianeta!! Mai!! Mettitelo in testa!- comincio ad alzare il tono della voce.
-Se mi chiedi di scegliere tra loro e te, io non ci penserei due volte a scegliere te- cerca di accarezzarmi una guancia ma riesco a girarmi in tempo.
-Stai per diventare padre e, secondo te, io riuscirei a stare con un uomo che non si prende le sue responsabilità col sangue del suo sangue??-.
-ALLORA, COSA VUOI CHE FACCIA?? DIMMELO .. E IO LO FACCIO!!!- urla non curante delle persone attorno a noi. Ha gli occhi stretti in due fessure e ha le vene del collo ben in evidenza.
-Basta, stai dando spettacolo!! Te ne devi andare!!-. Ne approfitto del fatto che lui si stia guardando attorno, per tirare via il mio braccio dalla sua presa.
-Dobbiamo trovarla una soluzione!!- si riavvicina ma io indietreggio fino a sbattere contro il portone.
-Lo sai dove sono andata oggi??- so dove colpirlo –Sono andata dai miei genitori, a casa mia!!-.
Finalmente, Malfoy si ferma e volta lo sguardo.
-Abbiamo fatto pace. Vedi?? L’ho trovata una soluzione!! Eliminando te, dalla mia vita, tutto torna al suo posto!!- butto fuori tutti i pensieri negativi che mi porto dentro.
Lui punto sul vivo, mi guarda con gli stessi occhi con cui mi guardava due anni fa. Pieno di disprezzo.
-Tu sei un Malfoy e, io, una Weasley e non saremo mai altro- concludo.
-Anche io sono andato a trovare mia madre, sai??- dice ironico. Lo guardo e capisco che non se lo sta inventando. Se da una parte sono ancora più arrabbiata che sia andato a trovare sua madre, proprio ora che è finita tra di noi, dall’altra parte, sono sorpresa.
-Le ho detto che ho incontrato la donna della mia vita: tu. E … e non abbiamo fatto pace!!- la rabbia scivola via per lasciare il posto al rammarico.
-Malfoy, credo di aver capito molto poco di te!! Non riesco a stare dietro a qualcuno che prima ti fa stare dieci metri sopra il cielo e poi ti distrugge!! Non riesco, devo arrendermi!! Non ti ho capito e mai ci riuscirò!! Pensi in un modo e agisci in un altro!! Sei un perenne salto nel vuoto e se, da una parte, è meraviglioso, dall’altra, è frustrante!!-.
Malfoy ascolta con attenzione, facendo attenzione a non perdersi neanche una mia parola. Solo ora, mi accorgo che non porta la giacca; solo una camicia bianca e un pantalone grigio.
-Se mi ami, non ti puoi arrendere con me! Non te lo ricordi?? E’ questo che mi hai insegnato. Non ci si arrende con le persone a cui vuoi bene!!! Io l’ho imparato. Non mi arrendo con te. E tu??-.
E’ la prima volta che ho quasi il dubbio che stia per piangere. Che belle parole!! Sarebbe bello vivere con solo le parole e non considerare i fatti.
-Draco, diventerai padre fra quanto?? Tre, Quattro mesi?? La Parkinson sarà sempre la madre di tuo figlio.  Non c’è più altro da dire!! Spero, per quel povero bambino, che tu divenga un buon padre. Migliore di quello che hai avuto tu!!-.
-Non mi arrendo, Weasley!!- ripete con gli occhi puntati nei miei.
Sospiro esasperata.
-Vattene via!!-  mi giro e, prima che lui se ne renda conto, mi sono già chiusa il portone dietro le mie spalle.
-WEASLEY!! WEASLEY, APRI LA PORTA!!- sento che dall’altra parte, ha cominciato a dare colpi alla porta.
Resto in silenzio mentre sento il respiro farsi più pesante. Sono costretta ad appoggiarmi al muro per cercare di regolarlo.
-TORNERO’!! VERRO’ TUTTI I GIORNI, SE NECESSARIO!! NON M’ ARRENDO, CAPITO?? DI’ A POTTER DI NON COMINCIARE ANCORA A FESTEGGIARE!!-.
Scivolo lungo il muro e mi siede, a gambe incrociate, sul pavimento freddo.
Sento le botte contro la porta e più si fanno frequenti, più il mio battito cardiaco aumenta il ritmo.
Non finirà bene, questa storia.
Non finirà affatto bene.
 

 
E’ un’emozione indossare la divisa ufficiale della squadra, per la prima volta.
Tutte sistemate su tre dislivelli, pronte per il servizio fotografico della Gazzetta Ufficiale, in forma smagliante; devo ammettere che siamo proprio belle.
Per l’occasione, da Londra, sono anche arrivati i due proprietari della squadra e i vari sponsor. Sono tutti così seri!!
-Guardate tutte, l’obiettivo!! Facciamo prima delle foto tutte insieme e, poi, le faremo singolarmente!!-. Il fotografo della Gazzetta, un ometto più largo che lungo e con una folta barba, ci da il conto alla rovescia per lo scatto delle foto.
Chissà come apparirò in foto. Dopo la scenata di Draco, di ieri sera, non ho chiuso occhio. Spero solo che le truccatrici abbiano fatto il miracolo sul mio viso.
-Potete sciogliere le righe!! Ora ne facciamo un’altra un po’ meno seria!!! Mettetevi come volete!!- ci suggerisce l’assistente del fotografo.
Dopo circa cento di foto di gruppo, veniamo spedite a bordo campo. Ora, saremo chiamate, una per una, per la foto singola e l’intervista. Per mia fortuna, niente Rita Skeeter.
Sono un po’ nervosa all’idea di fare un’intervista. Devo dire quello che mi passa per la testa o dire quello che piacerebbe leggere alla gente.
Mi chiederanno da dove arrivo e chi sono. Deve essere una cosa così! Non può essere nient’altro!!
-Cominciamo dall’ultima arrivata: Weasley!!- mi sento chiamare dal centro del campo.
Come non detto. La prima.
Cammino accanto alle mie compagne, Margareth mi da anche un colpetto sulla schiena.
-Stai tranquilla!!- mi suggerisce Gwendolyn.
-E se do qualche risposta sbagliata?? Se vi faccio fare brutta figura??- confesso un po’ le mie paure.
-Devi dire solo quello che pensi!! Le persone devono amarti per quello che sei e non per quello che vuoi apparire!! Solo te stessa!!- risponde con la solita pacatezza che la contraddistingue.
-Weasley!! Ginevra Weasley!!-.
-Ora, vai!! Prima che il fotografo dia di matto!! Non è abituato a tante donne!!- scoppio a ridere.
Respiro e, sotto gli occhi di tutti, mi avvicino a centro campo.
-Bene!! Procediamo. Da cosa preferisce cominciare?? Foto o intervista??- mi chiede il fotografo mentre posiziona la macchina fotografica.
-Intervista!- via il dente, via il dolore!!
-Bene, allora vada dal mio collega!! Quello con la camicia azzurra!!- mi indica un uomo sulla cinquantina, intento a leggere il suo quadernetto.
Mi avvicino ma lui non sembra accorgersi del mio arrivo.
-Buon giorno!! Sono Ginevra … - finalmente alza la testa da quello che sta leggendo.
-Oh scusi!! Ero sovrappensiero!!- mi porge la mano destra e gliela stringo –Sono Peter Baston!-.
-Baston?? Lei è il padre di …- mi ricordo bene chi è suo figlio.
-Si!! Sono il padre di Oliver Baston, capitano della squadra di Quidditch dei Grifondoro!!- sembra un brav’uomo.
-Io sono Ginevra …-.
-Ginevra Weasley!! La conosco!!- mi sorride.
-Conosce la mia famiglia??-. Il mio cognome è ben noto.
-Anche ma non solo!!-.
-Perché sono amica di Harry Potter??- se non è per una cosa, è per l’altra!!
-No, signorina! O, almeno, non solo per quello!!- non riesco a capire -Nell’’ambiente sportivo, lei è data come une delle migliori rivelazioni, se non l’unica, del nuovo campionato di Quidditch!!-.
Resto  bocca aperta!! Nell’ambiente sportivo, si parla di me??
-L’ho vista volare un paio di volte e, penso, che ci riserverà delle belle sorprese!!-.
Sono scioccata.
-La ringrazio ma … pensavo che i giornalisti scrivessero per criticare, non per elogiare!!-.
Il signor Baston scoppia a ridere.
-Ma come si fa a criticare una ragazza bella e brava come lei!! Cominciamo??-.
Sono più rilassata. Sì, posso farcela.
-Sì!! Possiamo iniziare!!-.
 

 
-Non mi hai ancora detto com’è andata l’intervista???- mi chiede Margareth ma sono troppo concentrata a guardare dalla finestra per risponderle.
E’ venti minuti che è lì seduto. Lo sapevo che avrebbe fatto qualche cavolata ma non pensavo che parlasse, sul serio, quando ha detto che sarebbe tornato.
-Terra chiama Ginevra!- mi giro di scatto e mi ritrovo Margareth accanto che si sporge per capire cosa stavo guardando.
-Cosa ci fa qui quel bastardo?? Non ha ancora capito??- esclama sorpresa!!
-Mi ha detto che sarebbe tornato ma non pensavo che si sarebbe messo a sorvegliare il portone di casa!!-.
-Non può stare lì!! Ci sono i giornalisti che girano in città, questa settimana!!Gli sponsor.. i nostri capi, sono qui!! C’è la presentazione della squadra e lui da un po’ nell’occhio!! Se lo vede Gwendolyn … - sembra più agitata di me!!
-Si stancherà!! Non resisterà per molto!! Non sa cosa sia la costanza!!- mi allontano dalla finestra, cercando di scacciare dalla mente l’idea di Malfoy seduto lì fuori.
 

 
-Domani siamo sul giornale, ragazze!! Quindi, se avete raccontato qualcosa che non sapevamo, questo è il momento per confessarsi. Ora o mai più!!- scherza Gwendolyn.
-Io ho dovuto raccontare che avete un gusto pessimo nell’abbigliamento e non avete la minima idea di cosa sia il buon gusto!!- ci provoca Margareth.
Scoppio a ridere.
-Ah!! Io, invece, ho dovuto raccontare che siamo perseguitate da uno stalker ... tutte le sere!!- dice Olivia, appena entrata in cucina. L’acqua che stavo bevendo, mi va di traverso.
Mentre il silenzio cala in tutta la stanza, io corro alla finestra.
E’ di nuovo lì. E’ la terza sera di fila . Cammina avanti e indietro, con le mani in tasca, davanti al portone. Ogni tanto, tira su la testa per guardare la nostra finestra.
Per fortuna che, con l’incantesino anti-riflesso, nessuno da fuori può guardare dentro casa.
-Cos’è che avevi detto, tre sere fa, due sere fa e anche ieri? Che si sarebbe stufato!!- dice Margareth, imitando il tono della mia voce.
-A me, prima mentre entravo, mi ha chiesto se eri qui ma non gli ho detto nulla!!- dice Olivia che ci ha seguite vicino alla finestra.
-Hai fatto bene!! Dobbiamo ignorarlo!! Tutte quante!! Avete capito!!- guardo le mie compagne una alla volta.
-Se va avanti così, devi trovare una soluzione!!- mi dice calma Gwendolyn.
-Penso che domani, non ci sarà più!!- rispondo incuriosendo tutte le mie compagne attorno a me.
-Non hai parlato di lui al giornale, vero??- mi chiede Margareth.
-No. Non ho parlato di lui … non come intendi tu!!- so cosa ho detto e so cosa verrà scritto.
Penso che, domani, a quest’ora, Malfoy non avrà più così tanta voglia di venire qui.
 

 
-Ho detto, silenzio!! Non voglio sentire fiatare una mosca!!- sbatto la mano sulla cattedra.
Stamattina i grifondoro del secondo anno, mi danno sui nervi. Sono stranamente euforici.
-Allora, chi sa rispondere alla mia domanda. Cos’è un Molliccio??- chiedo spazientito senza nemmeno alzare la testa, tanto so che nessuno sa la risposta.
-Nessuno che lo sappia??- sfoglio svogliatamente il libro. Alzandomi, scorgo, tre ragazzini in quarta fila che se la ridono beatamente. Noto, soprattutto, che invece di leggere il libro si stanno passando qualcosa sotto il banco.
Mi avvicino facendo meno rumore possibile, per non farmi scoprire.
-Vi disturbo??- chiedo avvicinandomi alle teste dei tre ragazzini che appena sentono la mia voce, scattano indietro sulla sedia.
-No .. no, professor Malfoy!- dice il più coraggioso dei tre.
-Posso sapere cosa state nascondendo di tanto interessante che non vi permette di seguire la mia lezione?? Oppure vi sto solo annoiando??-.
-No … noi … - balbettano uno peggio dell’altro. Uno dei tre nanerottoli cerca malamente di nascondere qualcosa sotto un libro.
-Signor Morther mi dia, subito, quello che ha in mano. Non mi faccia perdere tempo!!- porgo la mia mano, in attesa, che il cretino mi consegni il suo tesoro.
-Noi stavamo solo leggendo la Gazzetta del Profeta!- il ragazzino tira fuori da sotto il banco, la copia stropicciata del giornale.
-Ahhhahhahah!- rido da tanta stupidità – Non avete tempo abbastanza a colazione per poter aggiornarvi su tutte le disgrazie del mondo magico??-.
Afferro il giornale e lo strappo via dalle mani del ragazzino.
-C’è un’ ex grifondoro sul giornale!!- dice piano il terzo teppistello di cui non riesco mai a ricordare il nome.
-Ah sì?? Uao!! Sono emozionatissimo!! Un vecchio alunno sul giornale!! Che cosa avrà fatto di nuovo?? E’ un nuovo Auror? Ha fatto qualche arresto interessante? ha pubblicato un libro? Ha scoperto un nuovo incantesimo o inventato una nuova pozione??-. Li prendo in giro; mi è sempre piaciuto farlo.
Di solito non mi avrebbe dato tanto fastidio mentre, oggi, visti i miei nervi già super tesi, vorrei cacciarli tutti a calci.
-No … professor Malfoy!! Ginevra Weasley … è la nuova giocatrice delle Holyhead Harpies!! C’è una sua intervista!!!- dice il ragazzino non curante dell’effetto che mi faccia sentire quel nome.
-Gwendolyn ci ha appena detto che la Gazzetta del Profeta dedicherà la prima pagina a tutte noi della squadra, con tanto di foto e interviste a ognuna di noi!! Dovrebbe uscire la settimana prossima!!-.
Mi cade il giornale dalle mani! Me lo aveva detto lei stessa, la sera in cui le ho detto tutto. Avevamo anche festeggiato con tutte le sue compagne.
Guardo il giornale per terra e mi accorgo che, proprio sulla prima pagina al centro, c’è una foto dell’intera squadra. Mi casca l’occhio proprio su Margareth, mi aspettavo di trovarla proprio lì accanto a lei ma non c’è!
-Professor Malfoy … professore !!- mi sento chiamare ma non rispondo.
-Uscite!! La lezione è finita!! Uscite tutti, ORA!!!- sbatto la mano su uno dei banchi. Mentre escono, disordinatamente, li sento parlottare tra loro.
Riesco a captare solo una frase.
-Lui li ha sempre odiati gli Weasley!! Una Weasley famosa e bella … per di più, la ragazza di Harry Potter. Sai come gli rode il fegato!!!-.
-E cento punti in meno ai grifondoro!!-. Vorrei urlare che quella di cui stanno parlando è la mia di ragazza, che non mi sta rodendo il fegato e che ho conosciuto personalmente tutta la squadra!!
Ma non lo faccio. Afferro il giornale da terra, lo apro e guardo meglio la foto.
Ecco perché non la trovavo. E’ nella prima fila, a destra.
Coi capelli sciolti che le ricadono sulla divisa bianca … com’è bella.
Leggo il titolo grande che troneggia in alto:
Le Holyhead Harpies tornano più forti che mai.
E il sottotitolo:
Vecchie conoscenze che se ne vanno e nuovi arrivi sorprendenti. La presentazione ufficiale della squadra femminile più forte del campionato, a pagina sette e otto.
Sfoglio le pagine del giornale mentre mi appoggio al banco dietro di me.
Trovata! Pagina sette.
Le prime interviste sono quelle di Gwendolyn, Margareth e Olivia. Ma di lei nulla.
Giro pagina ed eccola!! Un’intera pagina dedicata a lei.
Nell’angolo a destra c’è una foto di Ginevra che ride davanti all’obiettivo.
Faccio un lungo respiro e comincio a leggere.
Di Peter Baston.
La prima volta che la vidi aveva sette anni. Era bassa, non parlava e non catturava l’attenzione di nessuno.
Coi suoi sei fratelli maschi, lei era quella che meno dava nell’occhio.
Sono passati più di dodici anni ed ecco: Ginevra Weasley.
La prima cosa che ho pensato quando l’ho rivista è stata: No, non può essere lei!! Insomma, dov’è finita quella bambina bruttina e lentigginosa??
Beh … le lentiggini un po’ sono rimaste ma di bruttino, in lei, non è rimasto proprio niente.
Una bellezza rara, elegante … quasi sofisticata.
Che rimanga tra noi?? Una delle più belle donne che abbia mai visto. Soprattutto nel mondo del Quidditch.
Molti la conoscono più per il suo cognome. La sua famiglia è famosa per aver condotta la resistenza contro Voldemort. Altri la conoscono come la fidanzata di Harry Potter (Aspettate! Non siate frettolosi!! Le ho chiesto anche di lui!! Pazientate e lo saprete!!).
L’ascolto e, se all’inizio sembra un po’ intimorita, dopo poco comincia a parlare a ruota libera.
Parliamo di tutto. Del suo rapporto con la sua famiglia, con Harry Potter. Di come ha affrontato la perdita di suo fratello. Dei sostenitori di Voi-Sapete-Chi. Del suo talento nel Quidditch.
Non fatevi distrarre troppo!
E, ricordatevi, di non fantasticare troppo: è impegnata!!
Buona lettura.
Sono già nervoso dopo aver letto di Potter ma non riesco a fare a meno di compiacermi per le belle cose che il giornalista ha scritto su di lei. E’ la pura verità. Di quella ragazzina anonima e bruttina, non è rimasto più nulla.
Respiro e continuo a leggere.
Innanzitutto, prima cosa, le devo dare del lei o del tu??
“Del tu, ovviamente!”
Non so proprio da dove iniziare. Ci sono così tante cose di cui parlare con te. La prima cosa che mi viene in mente è se ci puoi raccontare come hai preso la notizia di essere stata scelta come battitrice nelle Holyhead Harpies.
“Il giorno del mio compleanno, mi è arrivata una lettera. Quando l’ho aperta, mi sono resa conto che era una convocazione per un provino nelle Holyhead. Non credevo ai miei occhi. Un mese dopo ho affrontato altri quattro provini e … sono andati bene!! Quando Gwendolyn, il capitano, mi ha detto che ero entrata nella squadra, non riuscivo a crederci”.
Ha scelto il numero sette di maglia. Perché??
“Io sono la settima figlia, e anche ultima, di una famiglia molto numerosa. Sono la più piccola! Ho sei fratelli più grandi e, quando giocavamo, da bambini, mi davano sempre questo numero. Mi dicevano che,  siccome ero le settima, io ero l’ultima che entrava a giocare. Sono affezionata a questo numero. Ma perché ha cominciato a darmi del lei??”.
Abitudine. Il suo cognome e la sua famiglia sono molto conosciuti nel mondo magico. Da che realtà viene, se vuole raccontarcelo.
“La mia famiglia ha origini molto umili. Non abbiamo mai vissuto nella ricchezza. Tutti noi, i miei fratelli e i miei genitori, abbiamo dovuto fare dei compromessi e, a volte, delle rinunce. Questo sì ma, ora, a ripensarci credo che, fondamentalmente, non mi sia mai mancato nulla. Siamo stati una famiglia normale. E continuiamo a esserlo!! Siamo in tanti e, a volte, è difficile andare tutti d’accordo. Tante teste, tante idee diverse.”.
Ecco, con sei fratelli maschi che hanno tutti la passione del Quidditch, secondo loro, quante probabilità c’erano che in una squadra professionista sarebbe stata scelta la loro sorellina più piccola??
“Beh dipende!! Alcuni, non ci avrebbero scommesso neanche un galeone mentre altri, che giocano con una certa frequenza a Quidditch, qualcosa avevano notato!!”.
A proposito di fratelli. La vostra famiglia è stata in prima linea nella guerra contro Voldemort. Avete sostenuto con decisione quello che, ormai, possiamo definire un altro membro della vostra famiglia: Harry Potter. Ma in questa guerra, anche voi, avete subito delle perdite.
Sì! La guerra è stata impegnativa per tutti e anche per noi. Uno dei mie fratelli è morto durante la battaglia ad Hogwarts. Abbiamo perso anche tanti cari amici!! E’ la guerra. Lascia vittime ovunque, sia nei vinti sia nei vincitori. Su mio fratello che non c’è più … non ho molto da dire!! E’ un dolore costante che ci segue ovunque, andiamo!! Era una bella persona, nel vero senso della parola. Mi manca la sua risata. Mi manca lui … molto!!”.
Esiste il perdono per le persone che, in qualche modo, si sono sporcate le mani del sangue di poveri innocenti??
“Non credo che possa esserci, per il semplice motivo che sono loro stessi che non vogliono essere perdonati”.
Molti sono stati condannati a vita nella prigione di Azkaban. Altri usciranno fra qualche anno. E altri ancora, sono già liberi. Potrei farle molti nomi. Uno tra tutti è Draco Malfoy, su cui l’opinione pubblica si è spaccata. Sa che lavora come professore nella stessa scuola in cui, lui stesso, ha confessato di aver fatto entrare i Mangiamorte? Cosa ne pensa??
“Sinceramente sono la meno adatta a parlare di queste cose ma penso che, se il Wizengamot ha preso questa decisione, avrà avuto le sue motivazioni”.
Se fosse stata lei a dover decidere, avrebbe avuto la stessa clemenza che ha avuto la corte, per alcuni di loro??
“Se mi sta chiedendo di Draco Malfoy, mi dicono voci a me vicine, che sta facendo un buon lavoro. Penso che la punizione più giusta per lui, sia proprio di stare lontano dalla sua famiglia. Non può fargli che del bene. I Malfoy uniti, sono un pericolo. Da separati, forse, sonno innocui.
Premesso questo, posso anche dirle che, secondo me, chi nasce carne non potrà mai morire pesce.”.

Faccio una pausa dalla lettura. Mi allento il primo bottone della camicia. E’ questo che pensa di me?? Mi liquida così? Mi merito quello che ho avuto perché tanto sarò sempre quello che ero prima?
In fondo, cosa dovevo aspettarmi?? Che dicesse che si era follemente innamorata di me??
Riprendo a leggere.

Parliamo di cose più leggere. Come si trova nella squadra e con le sue compagne?
“Molto bene. Le mie compagne sono meravigliose. Hanno superato, di gran lunga, le aspettative che avevo su di loro. Mi hanno accolta a braccia aperte, senza mai farmi sentire l’ultima arrivata o quella fuori posto ma una di loro. Sono una seconda famiglia. Hanno fatto molto per me e devo tanto io a loro!!.”.
E’ strano, trovare un gruppo di belle ragazze che vanno così d’accordo tra di loro. Qual è il segreto??
“Non ci sono segreti. Nessuna di noi ha nulla da invidiare alle altre!! Siamo coscienti delle nostre capacità e qualità!”.
Mi dice esattamente il momento in cui si è resa conto di essere una delle più belle streghe in circolazione??
“Ma non è vero!! Ci sono streghe molto più belle di me!! Diciamo che negli anni, mi sono sviluppata bene.”.
Ecco, questo mi da lo spunto per farle una delle domande tante attese. Oltre alla fila di corteggiatori che avrà, è fidanzata?
“Devo rispondere per forza??”
Sì! Sarò più preciso. Le ultime notizie la davano felicemente fidanzata con Harry Potter. Ci sono novità? I fan della coppia possono continuare a sperare nel lieto fine??
“Non mi piace parlare della mia vita privata e, ancora meno, mi piace parlare di Harry perché, conoscendolo, so quanto è riservato. Io e lui ci conosciamo da tanti anni e ci siamo sempre voluti bene, in tutte le forme possibili. Dall’amicizia fino all’amore. Ci sono alti e bassi, in ogni storia e noi ne abbiamo vissuti tanto. Oggi, essendo iniziato, in un certo senso, un nuovo capitolo della mia vita, dico che Harry sarà, sempre e ovunque io vada, parte della mia vita!! Lieto fine?? Non lo so. Penso però che, crescendo, si dovrebbe smettere di pensare alle frivolezze o alle follie momentanee  e, invece, bisognerebbe pensare a cosa si vuole dal futuro!!”.
Grazie di tutto, signorina Weasley, e in bocca al lupo per tutto.
“Grazie a lei!”.

Prendo il giornale, lo accartoccio e lo lancio lontano da me.
Maledizione!! E’ questo che pensa?? In una settimana, lei dice questo!!
Afferro la giacca e m’incammino fuori dallo studio.
Devo andare a congratularmi per l’intervista.
 

 
-Bella e professionale!!- si complimenta Gwendolyn mentre finisce di leggere la mia intervista –Era la prima!! Sei stata molto brava!! Di solito, si dicono solo stupidaggini!!-.
-Grazie!!- sono contenta che le sia piaciuta.
-Anche se … - s’intromette Margareth –Alcune risposte, potevano essere un po’ più … !-.
-So cosa vuoi dire!! Ma la leggeranno tutti! Non volevo creare polveroni ancora prima di iniziare e, poi, ho detto quello che mi sentivo!!- dico scocciata.
E’ la quinta volta che mi lancia la battutina.
-No, no, hai fatto bene!! A me, è piaciuta molto la parte del “chi nasce carne, non muore pesce”. Sintetica e molto diretta!!-.
Le altre scoppiano a ridere.
-Non so cosa ci troviate da ridere. Mi hanno chiesto, tra tanti, proprio di lui. Cosa dovevo dire??- cerco di giustificarmi –Non ho detto che deve morire ad Azkaban. Ci sono andata leggera, mi sembra!!-.
-Appunto!!- sorride Margareth –Forse, da te, non si aspettava che tu fossi così … leggera!!-.
-E’ quello che si è meritato!!- concludo.
-Harry, lo hai già sentito?? Starà facendo i trenini, da solo, in casa!!-.
Fatico a trattenere una risata.
-Si. Mi ha mandato un biglietto, prima. Si è congratulato. E’ molto più intelligente di noi e avrà capito cosa volevo dire!! Non gli ho dato false illusioni!! Siamo amici!! Stop!!- chiarisco.
-Si, come no!! Avrà sicuramente capito quello!!- borbotta Margareth.
Sto per parlare quando sento dei colpi contro la porta.
-Aprite, subito!! Aprite!! Butto giù la porta!!-. Come ha fatto ad entrare nel pianerottolo? Guardo le ragazze, sperando che una di loro mi dia una spiegazione!!
Non voglio avere l’ennesima discussione. Sono stanca di ritrovarmelo sempre davanti. Non risolviamo mai nulla. Litighiamo e basta.
-Qualcosa mi dice che ha letto già il giornale!!- ironizza Margareth.
-Ti sembra il momento di scherzare??- la fulmino.
-Ti prego fallo smettere!!- si lamenta Olivia.
I colpi alla porta si fanno sempre più forti; invece di diminuire, aumentano.
-Ok! Se vedete che non torno, venite a cercarmi!!-.
Margareth mi da una pacca alla spalla e le sorrido per ringraziarla. Noi siamo così; prima battibecchiamo e, subito dopo, non ce lo ricordiamo neanche più.
Vado alla porta e, dopo un lungo respiro, mi decido ad aprirla.
Appena vede che sono io ad avergli aperto, si blocca. Forse, non si aspettava di avermi lì davanti così facilmente.
Supero la porta e me la chiudo dietro. Non voglio dare spettacolo in casa.
-Dimmi!- mi appoggio al muro del corridoio.
-Dimmi? Hai il coraggio di parlare dopo questa cazzo d’intervista!!- prende il giornale da dentro la giacca e me lo sbatte a terra.
-Non capisco cosa ti faccia tanto arrabbiare! Cosa ti aspettavi?? Una dichiarazione d’amore??- spalanco le braccia.
-E’ vero!! Meglio farla a Potter , la dichiarazione d’amore!!- mi risponde acido. Ha tutti i capelli spettinati ed è molto rosso in faccia. Deve essere arrivato qui in un paio di minuti.
-Non ho fatto nessuna dichiarazione!! Non ho detto che è il mio fidanzato!!-.
-Vuoi che te la legga o la smetti di fare la finta ingenua!!- prende il giornale da terra e me lo porta davanti alla faccia.
Con una mano lo sposto.
-Ho detto che fa parte della mia vita!! Lo avrei detto, anche se, con te, le cose fossero andate bene!! Perché è la verità!! Lui è un pezzo della mia famiglia!! Devi rassegnarti!!-.
Sono stanca di spiegargli sempre lo stesso concetto.
-Ed io? Io, cosa sono?? Niente!! L’indifferenza più totale. Il caso vuole che ti si faccia una domanda su di me e tu, nulla!! Uno qualunque! Mancava solo che dicessi che meritavo di marcire ad Azkaban, e poi avresti completato l’opera!!!-.
-Avrei potuto parlare male di te, invece non l’ho fatto … !-. Forse, dovevo andarci giù più pesante. Questo è il ringraziamento per aver fatto la persona matura.
-Non me ne frega niente di come parli di me!! Vuoi dire che sono una merda? Dillo. Che sono uno stronzo? Dillo. Un mangiamorte? Sì, lo sono stato. Il problema è che avevi l’occasione per buttare acqua sul fuoco e, invece, il nulla!! Una Weasley che parla di un Malfoy, con gli stessi modi e termini di sempre-.
Non rispondo. Sinceramente, non sono pentita di quello che ho detto.
-L’hai fatto apposta. Per punirmi. Non è così??- si avvicina cercando d’incrociare il mio sguardo –Sapevi che mi sarei arrabbiato. Giusto??-.
Mi guardo attorno.
-Giusto, Weasley?- Non parlo –Rispondi!!-.
Non voglio parlare. Lui, spazientito, tira un colpo dritto nel muro. Non mi scompongo minimamente.
-Sto impazzendo. Non ce la posso fare!!- mi dice con la testa contro il muro.
-Anche io non ce la posso fare!! Tu stai male? Ed io? Sono sempre io che devo capire la tua cavolo di mentalità perversa??-.
Vorrei picchiarlo. Lo odio. Basta.
-Cazzo! Hai rovinato tutto!! Ora, mi devi anche tormentare? Mi devi far sentire in colpa e pretendi che io parli bene di te??-.
Lui si allontana dal muro e viene proprio di fronte a me.
-Se separati non stiamo bene, perché stare separati??- cerca di prendermi il volto ma mi tiro indietro.
-Separati? Io vorrei almeno provarci a stare separata da te. Come faccio a sapere che sto male lontana da te, se tu mi giri sempre intorno??-.
-Sì che siamo stati separati! Ti ho lasciato in pace per tre giorni!- dice ingenuamente.
Sospiro esasperata. Come ci si fa a ragionare, se ti risponde così.
-Draco, io, per separati, intendo un tempo molto più lungo!!- dico calma.
Mi distraggo e lui riesce a prendermi il volto nelle sue mani.
-Troviamo un compromesso!!- avvicina la sua fronte alla mia. Afferro le sue mani per cercare di liberarmi ma non riesco a smuoverle.
Non va bene così. So come reagisce il mio corpo, in queste situazioni. So come finisce e non va bene, questa volta.
-No! Più andiamo avanti e peggio è! Se anche tu, adesso, riuscissi a convincermi, quando nascerà il bambino, noi ci ritroveremo nello stesso punto in cui siamo adesso-.
-Ok!! Dammi ancora tre mesi! Mi va bene. Dammi tempo!!-.
Si avvicina sempre di più. Cerca di baciarmi ma io sposto la bocca. Non so per quanto riuscirò a svincolarmi.
 -Ma cosa stai dicendo?? Una storia non è un affitto!! Non puoi prenotarti a mesi!! Non puoi fissare delle date!- per un secondo, le sue labbra si attaccano alle mia ma riesco a tirare indietro la testa.
-Non spostarti!!- si lamenta nel mio orecchio.
-Draco, spostati tu!! Non giocartela così!! Ti prego!! Non buttarla tutta sull’attrazione fisica!! Sai benissimo che non è quello il problema tra di noi!-.
-E tu rinunci a tutto questo??- la sua mano scivola sul mio collo.
-Non sono io che ho scelto di rinunciarci! Me lo hai fatto scegliere tu!!-.
Ho caldo e, quando ho caldo, non è mai un buon segno.
-Smettila!! Siamo in un corridoio, davanti a casa mia. Potrebbe uscire qualcuno da un momento all’altro!! Ti prego!!-.
-Lascia che ci guardino. Lascia che provino invidia!!-.
-Piantala!!- ho le sue mani ovunque. Non ce la faccio più.
-Lo sai come finirà, Malfoy?? Io e te, ora, andiamo a letto insieme e domani io non cambierò idea. Non ti vorrò lo stesso!! Tu vuoi solo questo da me? Ti accontenti di questo??-.
-Si. Voglio una notte! L’ultima. Se domani, non cambi idea, non ti farò più le poste sotto casa. Non ti assillerò più. Ti aspetterò e basta. Saprai tu dove trovarmi!! Ti prego!! Una notte!! Una sola e ti lascerò in pace per un po’!! Promesso!!-.
Le sue labbra si avvicinano alle mie e io non indietreggio. Accolgo le sue labbra come pura aria fresca.
Non aspetto molto ad approfondire il bacio. Le nostre labbra e le nostre lingue sono incollate come se fossero una cosa sola. Vorrei baciargli il collo ma lui mi anticipa e si avventa sul mio.
Sto per accarezzargli la schiena ma, per caso, i miei occhi vedono il giornale per terra e torno lucida. Ne approfitto del fatto che Draco sia poco vigilie, lo spingo e lo allontano.
-No! Non è come dici tu! Domani, se venissi a letto con te, non cambierebbe nulla. Tu avresti vinto di nuovo e io avrei fatto dei passi indietro!! Non voglio!! Tu mi rendi irrazionale e io, ora, non voglio esserlo. Non c’è più spazio per queste cose!! Non bastano più!! Domani non cambierebbe nulla. Se potessi esprimere un desiderio, vorrei che tu non avessi messo incinta la Parkinson. Perché se fosse stata solo una scopata, te l’avrei perdonata ma questo no!! Pensa se ti dicessi che mentre stavo con te, aspettavo un figlio da Harry. Lo avresti accettato? Vorrei tanto passare la notte con te e il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Io non vorrei passare tre mesi con te, a me piacerebbe dirti che ci voglio passare tutta la vita con te ma non posso dirtelo perché, appena penso a quello che succederà fra qualche mese, mi viene la nausea. Non posso amarti e, allo stesso tempo, detestarti. Mi lacera dentro. Devo scegliere e, data la situazione, scelgo di detestarti!! Perché non ci sono altre soluzioni … -.
-Mi dici che mi ami, che vorresti passare la vita con me e, allo stesso tempo, mi lasci?- si tira indietro con le spalle. Sembra così fragile.
-Si perché non voglio lasciarti un cattivo ricordo. Non sono come i tuoi genitori. Io ti ho voluto bene per quello che sei veramente, senza finzioni e senza maschere. Non è l’amore che manca. L’amore, da solo, non basta!! Serve devozione, coraggio, rispetto, sacrificio, un progetto di vita, sicurezza. E noi, a parte il sentimento, non abbiamo niente!!-.
-Ricordo? Io non voglio che tu sia un ricordo!!- non so se ha sentito bene quello che gli ho detto.
-Non ha funzionato.- mi scende una lacrima –Avrei voluto tanto che funzionasse. Mi sarebbe piaciuto avere le prove da poter mostrare agli altri di quanto io non fossi pazza a essere orgogliosa di te!! E tutto quello che io ho raccolto, tu lo hai distrutto!!-.
-Tu non hai idea di quanto io ti amo!- confessa. E’ la prima volta che lo dice così apertamente –Non l’ho detto mai a nessuno. Non ho mai detto neanche ti voglio bene!!-.
-Lo so! Su questo, ti credo!- respiro –Perché non fai una cosa? Provi a farla per me. Perché non trovi un punto d’incontro con la Parkinson e provate a dare a questo bambino, due genitori migliori di quelli che hai avuto tu??-.
Mi costa tanto dirlo ma un bambino merita questo.
-Mi stai chiedendo di tornare dalla Parkinson??- è sconvolto. Mi guarda come se fossi pazza.
-Ti sto chiedendo di fare l’uomo. Di prenderti le tue responsabilità e di non far crescere questo bambino, con delle colpe che non ha!! Sii migliore di tuo padre!! Dimostrami che ho sbagliato a dire quelle cose su di te!!- indico il giornale.
-Non ce la faccio se tu non mi dai una mano!! Li odierò se perdo te!!-.
-Non è vero!! Il bambino non ha colpe!!E’ un innocente come lo eri tu quando sei venuto al mondo!! Lo crescerai con amore … quello che non hai avuto tu!!-.
Mi avvicino, gli prendo il volto e gli do un bacio leggero sulla fronte.
-Sii migliore di come ti vogliono descrivere!! Schierati dalla parte dei buoni!! E’ la tua occasione, non buttarla via!!-.
Mi guarda come un animale ferito. Ho voglia di consolarlo ma non posso.
-Facciamo così?? Io ti perdono per la bugia che mi hai detto. Non posso tornare con te perché abbiamo vite e progetti troppo diversi però, se in futuro, hai bisogno di qualcuno che stia dalla tua parte, puoi venire a cercarmi!! Non torniamo a odiarci!! Conserviamo un buon ricordo!!-.
Sto per accarezzargli una guancia ma chiudo la mano, prima che la mia pelle sfiori la sua.
Non aspetto la sua risposta, lo lascio lì, in mezzo al corridoio, ancora sconvolto. Apro la porta ed entro in casa. Una volta dentro, vado in salotto ed, esausta, mi lascio cadere sul divano.
E’ finita. Ho resistito e sono fiera di me stessa. Il pensiero, però, di lasciarlo andare è devastante. Sento le lacrime scendermi.
-Sei stata brava!!- Margareth si siede accanto a me –Io non ce l’avrei mai fatta!! Devi essere fiera di te stessa!! Forse, hai regalato un padre a quel bambino!!-.
Mi abbraccia e io verso le ultime lacrime sulla sua spalla.
 
 
 



 
 
Eccomiiii !!!
So che molte di voi, saranno in ansia ma la storia non finisce qui!!!
Questa non è stata l’ultima volta che Ginny e Draco si sono visti e, l’amore che provano l’un l’altro, non si è spento!! Di più non posso dirvi.
Anzi sì!! Nel prossimo capitolo ci sarà un salto temporale di quattro mesi!!!!!!
E non dico altro!!
Per le fan Drinny: non temete!! I due si rincontreranno!! Quando, come e perché non si sa!! Anzi, io lo so!! Voi, invece, dovete pazientare. Ma, lo sapete, che Draco è sempre nei paraggi??
Per quelle che tifano Harry, invece, posso dirvi che anche voi avrete i vostri bei momenti.
In fondo, si sa, i veri triangoli non finiscono mai!!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.
Grazie a tutti!! Mi seguite sempre con tanto affetto.
A presto!!!!

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Capitolo 26
*** E' una promessa ***


Capitolo 26
E’ una promessa.

 
 
 
-Sei stata brava!!- Margareth si siede accanto a me –Io non ce l’avrei mai fatta!! Devi essere fiera di te stessa!! Forse, hai regalato un padre a quel bambino!!-.
Mi abbraccia ed io verso le ultime lacrime sulla sua spalla.
 
Quattro mesi dopo …
 
Il caldo inizia ad essere insopportabile e pensare che siamo solo a metà luglio.
Seduta sulle gradinate del campo, cerco di farmi aria sventolandomi in faccia la Gazzetta del Profeta di oggi ma la situazione non sembra migliorare.
Ho letto suppergiù solo i titoli; ci sono scritte le solite cose che leggo ormai da mesi.
-Hai letto la Gazzetta, posso prenderla??-. Non mi sono accorta che mi si era avvicinata Olivia.
-Certo prendi!- smetto di sventolarmelo e glielo passo.
-C’è qualcosa d’interessante??- mi chiede mentre sta già girando le pagine per leggere la cronaca sportiva.
-No. Tutto come ieri. Ci danno come favorite nella prossima partita!!!- biascico senza molto entusiasmo.
-Fanno bene!! Non ne abbiamo persa ancora una!! Guarda … parlano anche di te!!! “La rivelazione della Harpies non smette di sorprendere!! L’hai letto??- mi fa vedere l’articolo.
-Sì!- non aggiungo altro.
-E perché non sei felice?- mi chiede guardandomi come se fossi un extraterrestre.
-Sì che lo sono!! Ma voglio tenere i piedi per terra. Li conosco i giornalisti del Profeta e sono molti quelli che ti lodano quando vinci e ti massacrano la settimana dopo, se perdi. Non voglio illudermi che vinceremo sempre- spiego con calma.
E’ iniziato, questo campionato, troppo bene; meglio delle aspettative che avevamo tutte noi. Non voglio iniziare a pensare che siamo troppo forti perché, alla fine, la sconfitta arriverà ed io non ci voglio rimanere ancora più male.
-Oh che bello ascoltare un po’ di sano ottimismo alla Weasley!!- interviene Margareth che ha appena terminato la sua sessione di allenamento.
-Stai zitta!!!- le intimo trattenendo una risata.
-Sei solo scaramantica!! Non vuoi leggere i giornali, prima di una nuova partita!! Anche  io lo ero, al mio primo anno!! E poi tu da fastidiosa quale sei, non ti piace ricevere complimenti!!!- afferro la Gazzetta e gliela lancio sulla testa.
-Io non sono fastidiosa!!!- preciso mentre Margareth, ridendo, si siede accanto a me e si sbottona la divisa.
-Sto morendo dal caldo!! Non vedo l’ora di stare sotto la doccia!! Beata te che, tra una settimana te ne torni ad Hogwarts!!!-.
-Margareth, sto via solo una settimana!! Perdo solo sei giorni di allenamento e una partita!! Il tempo di dare i M.A.G.O, di farmi bocciare, salutare la mia scuola e sono di nuovo qui!!-.
-Ma piantala!!- mi da una piccola spinta –Non ti bocceranno mai. Hai combattuto la guerra magica, avete battuto Voldemort, le tue assenze sono giustificate, la McGranitt e i professori ti adorano, il Ministero stravede per te. Sei già promossa ancora prima di tornare ad Hogwarts!!!-.
-Beh, che tutti i professori l’adorino … -interviene Olivia.
Capisco all’istante a cosa, meglio a chi, si sta riferendo.
-Olivia, io non devo dare il M.A.G.O. in pozioni!!- dico alzando un po’ il tono di voce.
Vedo Margareth che tira un’occhiataccia di rimprovero ad Olivia; non mi piace questo silenzio imbarazzante che si crea ogni volta che si allude all’argomento.
-Io non volevo … - cerca di scusarsi Olivia, sotto minaccia di Margareth.
Forse, se non voglio più questa rigidità sull’argomento, devo essere io la prima a non essere pesante.
-Non devi scusarti. Possiamo parlare di Hogwarts, non deve essere un tabù!!- e tiro una pacca sulla spalla a Olivia.
-Lo sai che lo rivedrai?- mi chiede sottovoce Margareth.
Annuisco. Certo che lo so!! Lavora lì. Se anche volessi, non potrei evitarlo.
-Non ti fa impressione? Non vi vedete e sentite da quattro mesi! Non sarà imbarazzante?? E poi … -.
-Non penso. Non da parte mia. Non ho rancore verso di lui! E, siccome, anche lui ha smesso di stalkerizzarmi, penso abbia capito l’antifona!-.
Cosa deve succedere? Entrambi siamo andati avanti con le nostre vite.
-Sai nulla del bambino?-.
-Da quello che mi ha raccontato Riley, so che la Parkinson non è più a scuola. Malfoy le ha affittato una casa in pieno centro a Hogsmeade, così da averla più vicina a Hogwarts! Però non so altro … - concludo. Margareth mi fissa, forse aspettandosi di vedere sul mio volto i segnali del mio vero stato d’animo.
-Se è vero … ha fatto un bel gesto!- dice Olivia intimidita.
-Sì lo è!!-. Ho un piccolo flashback di quando, quattro mesi fa, gli diedi il consiglio di dare una possibilità di vita migliore al bambino che sta arrivando. Forse, lo sta seguendo!!
-Pensi che scoprirà del … beh … di tu ed Harry!!- mi chiede Margareth, strofinandosi le mani. Fa ancora fatica a dire quella parola.
-No!!– la blocco mentre mi rigiro l’orlo delle maniche.
-Ne sei sempre convinta??-guardo Margareth per qualche secondo e ripenso a tutto quello che è successo in questi mesi.
-Sì. Ne abbiamo già parlato!!- rispondo mentre la sento stringermi la mano.
-Penso che tu la stia prendendo sotto gamba questa cosa!!- sussurra al mio orecchio, per non farsi sentire da Olivia, mentre guarda le nostre compagne in volo.
M’incanto a guardare i tre anelli nel campo e non le rispondo.
Sì, ci ho pensato bene. Ho pensato a tutta la situazione. E’ la scelta migliore.
 

 
-Hai capito, Draco?? Mi stai ascoltando?- sento la voce di Pansy e torno alla realtà.
-Si, sì. Ho sentito tutto!!- mi raddrizzo sulla sedia. Ero distratto e, in realtà, ho capito solo poche parole di tutto il discorso che ha fatto.
-E cosa ne pensi??- incrocia le braccia , aspettando la mia risposta.
-Penso che vada bene!- nel dubbio, è sempre meglio rispondere così.
-Davvero??- Pansy non sembra credere a quello che ha appena sentito. Incomincia a saltare e a parlare come fa sempre. Una valanga di parole che dice, di cui io ne ascolto neanche la metà.
Mentre parla senza sosta, mi soffermo a guardare il pancione che mi sembra ancora più grande della settimana scorsa. Quando mi chiede se la vedo ingrassata, per non fare polemiche, le dico di no ma è evidente che il suo corpo non ha più nulla dello scheletrico che aveva prima. Non che sia grassa ma, forse, più rotonda sì.
-Non vedo l’ora. Domani, comincio a organizzare tutto!! Dobbiamo iniziare a vederne qualcuna, altrimenti rimarranno solo quelle dozzinali!! La vorrei nella stessa zona dove c’era Malfoy Manor. Tua madre impazzirà dalla gioia!! Potrebbe venire a vivere con noi quando uscirà!-.
Alla parola madre, la fulmino con lo sguardo.
-Pansy, ne avevamo già parlato. Mia madre deve restare fuori da tutto. E’ una condizione non contrattabile!!- batto le dita sul tavolo, tradendo il mio nervosismo.
Lei mi fissa delusa ma è troppo esaltata perché afferri il senso delle mie parole.
-Va bene. Niente tua madre. Invece, su dove la vorrei io, va bene???-.
-Sono certo che ci siano migliaia di case bellissime e lontane da quella zona. Costino quel che costino, non hai limiti di budget-.
 -Questo vuol dire che la devo cercare da sola??- sento che sta cominciando a indispettirsi.
-No!!- dico calmo –Seleziona quelle che ti piacciono di più, poi me le farai vedere e sceglieremo insieme-.
-Ok- si rasserena –Forse meglio così. Anche perché, in queste condizioni, non posso certo stare in giro tutto il giorno!! Ho i piedi gonfi e inizio già ad avere dolori alla schiena!!-.
-Ecco, riposati!! Io devo tornare ad Hogwarts!! Ci vediamo domani!!- mi alzo dalla sedia, m’infilo la giacca e mi dirigo verso la porta.
-Draco, aspetta!! Avrei bisogno di qualche galeone perché ho bisogno di comprare una bacchetta nuova!! Da quando sono così incinta, fare gli incantesimi con la mia bacchetta non è più semplice come prima!!-.
L’ascolto ma mi sono perso al “qualche galeone”.
-Certo!!- tiro fuori dalla tasca le banconote e gliene passo tre da cinquanta galeoni.
-Centocinquanta ti bastano??-.
-Eh … non so perché – so già cosa vuol dire e per non risentirlo come tutte le altre volte, prendo altri centocinquanta galeoni e glieli passo.
–Tieni!! Così sei più tranquilla!!-.
-Grazie. Sei gentilissimo!!- prende i soldi e se l’infila in tasca. So benissimo che la bacchetta è solo una scusa come tutte le altre che si è inventata, quando aveva bisogno di soldi. Io, ogni volta, faccio finta di crederci e non le chiedo mai cosa ci ha fatto con tutti quei galeoni. I soldi non sono un problema, ne faccia quello che vuole!! Finché me la cavo dandole dei soldi, posso ritenermi fortunato.
-Ci vediamo domani!- la saluto con un cenno di mano, lancio un ultimo sguardo al pancione ed esco.
Una volta fuori, camminando per le vie di Hogsmeade, passo davanti al solito negozio che ormai conosco bene. Entro e la commessa giovane mi saluta con un informale ciao. Sa già cosa voglio.
Devo solo scegliere.
Lei è l’unica che sa quello che faccio ormai tutte le settimane.
 

 
-Chi sono le più forti???- Gwendolyn ci urla in mezzo al cerchio.
-NOI- rispondiamo in coro tutte abbracciate.
-Chi li ha massacrati??- continua Gwendolyn.
-NOI!!!- urliamo ancora più forte.
Scoppiamo a ridere e a saltare insieme. Abbiamo appena battuto quegli strafottenti degli Wimbourne Wasps,  con quei fastidiosissimi tifosi che, durante tutta la partita hanno imitato il ronzio delle api, essendo il loro simbolo della squadra.
-Siete state grandi!!! E’ stata una partita straordinaria!! Brave, brave e ancora brave!! Questa era veramente difficile!!- Gwendolyn è pazza dalla gioia, esattamente come noi.
Non pensavo che, questa volta, ce l’avremmo fatta. A terra, erano tutti così alti e grossi. Hanno cercato di fare un gioco fisico, uno di loro ha pure cercato di buttarmi giù dalla scopa per prendermi la pluffa. La nostra velocità, però, ha avuto la meglio sulla loro fisicità!!
-Ora tutte a lavarsi e cambiarsi che, stasera, andiamo a Londra a festeggiare!!-.
-SSSìììììì!!- urliamo ancora in coro.
Margareth, presa dall’entusiasmo, mi salta sulla schiena e per poco non cadiamo. Le afferro le gambe e provo a farla sbattere contro il muro.
-Dai, stupida!! Sono esausta!!- incrocia le braccia intorno alla mia gola.
-Allora stasera vai a casa e non vieni a festeggiare??- la provoco già ridendo. Quando c’è una qualsiasi festa, lei c’è sempre.
-No, no. Ora mi riprendo!! Ho già il tacco dodici che mi aspetta!!- ride sulla mia spalla.
Anch’io non posso fare a meno di ridere. E’ completamente pazza.
-Hai visto chi c’era in tribuna a guardarti??- finalmente scende dalla mia schiena e si va a sdraiare sulla panca dello spogliatoio. Tutte le altre sono già sotto la doccia mentre io ho ancora la divisa addosso. Comincio a togliermi gli stivali e a sbottonarmi il mantello.
-Certo che li ho visti!!-. Oggi sapevo che sarebbero venuti. Me lo aveva scritto papà l’altro giorno. E’ bello giocare sapendo di avere la tua famiglia che fa il tifo per te.
-Non c’era Bill, però!-.
-No, lui doveva lavorare oggi. Però c’era sua moglie Fleur, c’era George e anche Ron con Hermione!!-. Sapevo che Bill non sarebbe venuto e non è vero che doveva lavorare. Tra me e lui, i rapporti non riescono a disciogliersi. A differenza di Ron e George, non riusciamo a parlare. Avevo accettato di vederlo con gli altri, una domenica alla Tana, ma mentre George mi ha abbracciato e ha ricominciato subito a scherzare come anche Ron, lui è rimasto di ghiaccio. Mi ha sorriso e basta. Forse si aspettava che facessi io il primo passo ma non me la sono sentita.
-C’era anche Harry? Io non l’ho visto!!- chiede Margareth sapendo che l’assenza di Bill nasconde molto altro di un semplice impegno di lavoro.
-Sì ma è dovuto andare via alla fine del primo tempo!! Ha il colloquio al Ministero!!-.
-Ah già. Ancora per quanto ne avrete?? Non pensavo che adottare un bambino fosse così complicato!!- sbuffa.
-Sai di cosa hanno ancora bisogno!!- strizzo l’occhio.
-E lo avranno! Poi sarà tutto a posto o servirà dell’altro??- chiede con quel suo tono tra il critico e l’ironico.
-No penso che abbiano tutto!!-.
In realtà, ora che ci penso, il conto alla rovescia è quasi agli sgoccioli e, ancora, devo cominciare a fare tutto.
 

 
-Che serata!! Penso di aver bevuto decisamente troppo!!-. In effetti, penso di aver esagerato con le burrobirre. Dovevo fermarmi alla terza e non farmi convincere da Margareth a berne altre quattro.
Mi gira leggermente la testa e credo che, se non fossi attaccata al braccio di Margareth ( non che lei sia messa molto meglio di me!!), sarei già caduta a terra.
-Ginevra Weasley, taci e cammina!!- mi rimprovera Margareth che non riesce a smettere di ridere.
-Casa dolce casa!!- esclama Gwendolyn che sembra la più sana del gruppo. Apre la porta di casa e tutte filiamo dritte nei nostri appartamenti.
Appena Gwendolyn apre la porta, ci fiondiamo dentro casa, lanciando le nostre borse in corridoio.
-Non fatevi male!!- ci ammonisce Gwendolyn.
-Ehi!!- biascico –Io sono ufficialmente in ferie!!!- scoppio a ridere, senza motivo, seguita da Margareth.
-Ginny non sei in ferie!! Sei esonerata per una partita e dagli allenamenti per dieci giorni. Non un giorno di più, non uno di meno!!- sento rispondere Gwendolyn ma io sono già cascata sul divano portandomi Margareth con me.
-Potevi essere più generosa!! Dieci giorni per prendere gli esami e per organizzare … - la prende in giro Margareth ma non riesce a finire la frase. La sento scivolare dal divano e cadere a gambe all’aria sul pavimento.
Tutte quante non riusciamo a trattenerci e scoppiamo a ridere ancora più forte. Le porgo una mano per aiutarla ma perdo l’equilibrio e cado accanto a lei.
Mi giro e scivolo accanto a lei;  sono sul pavimento e mi fermo a fissare il soffitto sopra di me.
-Ragazze?- la mia voce risuona improvvisamente così seria –Vi ho mai detto che vi voglio bene??-.
Tutte smettono di ridere. Non riesco a vedere cosa stanno facendo ma sento solo la mano di Margareth afferrare la mia.
-Sì, lo sappiamo- dice Gwendolyn –Anche noi te ne vogliamo-.
Mi viene da ridere ma allo stesso tempo sono anche triste. E’ uno di quei momenti che, non so perché, ricorderò per tutta la vita. Mesi fa, non avrei mai immaginato che sarei riuscita a tornare alla mia vita e che le cose sarebbero cambiate in questo modo.
Harry. La mia famiglia. La squadra che va a gonfie vele. Ted.
Le cose stanno andando così velocemente che mi sembrano essere passati anni da quando ho giocato la mia prima partita ufficiale, da quando ho sentito i cori dei tifosi che intonavano il mio cognome, dalla prima gita a Londra con Harry e Ted.
Eppure sono passati solo pochi mesi.
Tutto è cambiato e tutti siamo andati avanti.
Non so perché ma, forse per l’effetto dell’alcool, avrei voglia di parlare con lui. Di tornare indietro nel tempo a qualche mese fa, anche per pochi minuti, in quel corridoio, vorrei abbracciarlo e dirgli che, nonostante tutto, gli vorrò bene per sempre, anche se le cose stanno irreparabilmente per cambiare.
E che non lo dimenticherò mai ma, forse, questo è solo l’effetto delle dieci burrobirre.
 

 
-Ginny!! Guarda un po’ cosa sono arrivate!!-. Mi sento chiamare dal salotto da Olivia e, incuriosita, mi metto a correre per le scale.
C’è la porta aperta, con la solita ragazza delle consegne che mi guarda. Viene qui tutte le settimane, esattamente ventiquattro ore dopo la partita, per consegnarmi un mazzo di fiori. Tutte le settimane, fiori diversi.
-Sempre lo stesso ammiratore!!- mi saluta la ragazza.
-O ammiratrice!!- rispondo. So che lei sa chi è il mittente; ho provato anche a corromperla ma niente. Mi risponde sempre la stessa cosa.
-Mi dispiace ma le consegne senza biglietto devono restare anonime!- mi strizza l’occhio.
Afferro il grande bouquet di ortensie bianche e ispiro il loro profumo.
-Deve avere buon gusto questo fan. Sono bellissime!!- dice Olivia alla ragazza delle consegne.
-Devo scappare. Ho altro lavoro da fare!! Ci vediamo presto!!- ci saluta la ragazza.
-O forse no!!- concludo mentre porto i fiori in cucina.
Mi metto a cercare un vaso nella credenza. Ne trovo uno d’argento, lo riempio di acqua e sistemo i fiori dentro.
Li vado a sistemare sul tavolino in salotto dove, solo fino a ieri, c’era un enorme mazzo di girasoli.
-Sono meravigliosi!!-. Annuisco a Olivia che mi ha appena raggiunto.
Guardo l’orologio e mi accorgo che è quasi mezzogiorno.
-Oh santi elfi!! Sono in ritardassimo!! Mi aspetta Harry tra un’ora davanti al Ministero!!-.
Come ho fatto a non accorgermi che era così tardi?? Sento l’agitazione impadronirsi di me. Non so da cosa cominciare ma, soprattutto, che cosa mettermi per un’occasione come questa.
-Lo sai che alle quindici avete … - mi segue Olivia su dalle scale.
-Sì, lo so!! Non so cosa diavolo mettermi!! Ma perché non ci ho pensato prima??-.
Entro in camera mia, seguita da Olivia, e mi fiondo al mio armadio. Inizio a lanciare sul letto tutte le cose che potrebbero andare bene ma nessuna mi sembra adeguata.
-Posso??- sento bussare Margareth alla mia porta.
-Entra!!- dico senza fermarmi di cercare. Scorgo Olivia intenta a raccogliere i vestiti che ho lanciato malamente sul pavimento.
Quando mi giro e vedo Margareth, mi accorgo che tiene qualcosa tra le mani; una scatola rettangolare bianca con un grosso fiocco rosa. Credo di sapere cosa sia ma ho la speranza di sbagliarmi.
-Devi aiutarmi!! Non ho la più pallida idea di cosa mettermi!!- chiedo il suo aiuto. Solo Margareth mi può risolvere questo problema; è la più competente in questo ambito. Lei sa sempre come bisogna vestirsi in qualunque occasione.
-Ci abbiamo pensato già noi!!-. Margareth si avvicina e mi porge il pacchetto. Sapevo che era un regalo per me.
-Vi avevo detto che non volevo niente!! Non voglio regali!! Oggi, non è nulla di ché!- e come al solito le mie preghiere non sono servite a nulla, come volevasi dimostrare.
-Ginny, taci!! Credevi veramente che ti avremmo ascoltato!! Oggi è un  giorno importante e devi andarci vestita come si deve!!- sentenzia decisa Margareth.
Afferro il pacco e inizio a scartarlo guardando sia Olivia sia Margareth.
-E’ da parte di tutta la squadra ma, ovviamente, l’ho scelto io!!!- dice tutta fiera Margareth.
-Non dovevate!!- concludo.
Apro il coperchio e sposto la carta velina che c’è all’interno.
Oh mio Dio!! Sono pazze!!
-E’ … bellissimo!!!- non ho parole –E’ meraviglioso!!-.
Corro ad abbracciarle!! Le stritolo in un abbraccio e sono quasi sull’orlo della commozione. Come farei senza di loro??
-Siete tutte  matte!! Devo solo andare al Ministero!!- mi fingo indecisa se accettarlo ma in realtà mi sto già immaginando con questo vestito addosso.
-Ora sbrigati!! Sei in ritardo!! Ci ringrazi dopo!!- dice Margareth che si scioglie dalla mia stretta e mi spinge verso il bagno.
-Ok!!- afferro la scatola e vado verso il bagno –Ah! Siamo d’accordo?? Non voglio altro!! E’ chiaro? Non ingigantiamo il tutto, per favore. Tornate ai vostri allenamenti!!-.
-E io cos’ho preparato a fare, la festa di stasera??- si lamenta Margareth.
-FESTA?? – urlo sconvolta –No! No e ancora no!! La festa la faremo quando sarà il momento!! Chiaro??-  annuiscono entrambe. Non cederò su questo punto.
-Lo sai che stasera arriva anche la tua famiglia??- chiede Olivia –Non penso che vengano qui per parlare di Quidditch!!-.
Maledizione a me quando ho acconsentito a invitare la mia famiglia, stasera, per comunicargli la notizia. Non dovevo farmi convincere da Harry. Andranno letteralmente fuori di testa; chi li sopporta, per le prossime settimane??
-Sì!- sospiro –Non so se è stata una buona!!-.
 -Ginny??- mi richiama Margareth –Prima o poi, glielo avresti dovuto dire comunque!!! Non puoi posticipare ancora a lungo!!-. Odio quando ha ragione!!
-Ma sì!! Tanto oggi o fra una settimana cosa cambia??-. Comincio a sfilarmi la tuta. Devo ancora farmi la doccia, pettinarmi e mettermi un filo di trucco.
-Ginny, sbrigati!!- m’intima Olivia.
Improvvisamente mi sento di ghiaccio, come se fossi paralizzata.
-Sto facendo la cosa giusta, vero??- cerco conforto nello sguardo di Olivia e Margareth.
-Hai sempre detto che è solo un protocollo obbligatorio!! Ci hai detto di non agitarci e che non cambierà nulla. Che fai, adesso?? Ti agiti tu?-.
Ha ragione! Non c’è nulla di cui agitarsi o preoccuparsi. E’ solo un documento. E’ solo Harry. Domani sarò di nuovo qui. Sarò sempre io, qui, con le mie amiche.
 

 
-Allora, signor Malfoy, qui le carte mi sembrano tutte a posto!! I suoi conti mi sembrano regolari ma quello che mi manca è la lettera di conformità della McGranitt!-.
Quest’ometto del Ministero mi comincia a dare sui nervi. Sono due ore che continua a farmi le stesse domande. Non ne posso più.
-Perché non va a bussare al suo ufficio?? Gliela darà personalmente!!- spiego con tutta la calma che ho in corpo.
Non mi sorprende che la McGranitt non si sia fatta vedere oggi per il controllo del Ministero. Ha fatto la stessa cosa anche due mesi fa.
-Farò come lei mi ha consigliato!!- mi sorride sotto i lunghi baffi –Allora, qui, abbiamo finito! Ci vedremo al prossimo controllo!!-.
Sorrido per l’ironia della situazione.
-E potrei sapere quando conta di ritornare?  Il Ministero è venuto già due mesi fa! Cosa pensate che io, in due mesi, faccia resuscitare Voldemort??-.
Il funzionario sbarra gli occhi non credendo a quello che ho appena detto. Forse, non dovevo essere così esplicito,  ma mi fa andare fuori di testa, l’idea che il Ministero abbia ricominciato ad avere pregiudizi su di me e che mi stia tartassando senza un motivo valido.
Da quando, quelli del Ministero, hanno saputo della gravidanza di Pansy e della mia visita ad Azkaban, sembra abbiano interpretato questi segni come un mio ravvicinamento alla magia oscura. E non finisce qui.
Per non parlare della McGranitt.
Non fa altro che evitarmi. Le poche volte che m’incontra, anche solo per sbaglio, mi saluta dandomi del lei senza alzare nemmeno la testa. Non che non dorma la notte per il dispiacere del suo mancato saluto ma la cosa la trovo incredibile.
Aspetto un figlio, metto alla vita una nuova creatura, non ho commesso un omicidio!!
Penso di sapere, però, quale sia il vero nocciolo della questione.
La McGranitt, Paciock, la Lovegood. E anche il Ministero.
Tutti cominciavano a vedermi sotto una luce diversa perché non mi vedevano più accerchiato da certe persone e, adesso, sapendo di Pansy e dell’incontro con mia madre, pensano che io ci sia ricascato. Oltre il danno, anche la beffa.
Inoltre credo di aver perso la poca fiducia che la McGranitt cominciava ad avere verso di me, da quando non c’è più lei.
-Non ne ho la più pallida idea, signor Malfoy. Non sono io che mi occupo della sua pratica ma il signor Tunner!- mi risveglia dai miei pensieri giusto in tempo prima di ricadere nel vortice dei ricordi e della malinconia.
Mi guarda confuso forse pensando che io non abbia capito.
-Sì certo. Riley Tunner. Infatti, mi domandavo perché non fosse venuto lui, oggi!!-.
-Aveva altro da fare!!- risponde indispettito, aggiustandosi il suo grosso papillon a pois –Ha una pratica di adozione di cui occuparsi!-.
-Ah!!- almeno questo mi consola. Vuol dire che non sono una priorità del Ministero se c’è qualcosa di più importante del controllo a Draco Malfoy.
Il signorotto davanti a me, raccoglie tutte le sue carte evitando accuratamente di stropicciarle, le infila nella sua cartelletta e mi porge la mano.
-Arrivederci Signor Malfoy!- contraccambio la stretta con un finto sorriso –E si ricordi che la teniamo d’occhio!!-.
Sorrido per evitare di rispondergli male. Il tono intimidatorio mi ha sempre fatto innervosire soprattutto quando è del tutto immotivato.
L’uomo esce dal mio ufficio senza aggiungere altro e sbatte la porta. Una volta solo, sprofondo sonoramente nella mia poltrona. Mi massaggio le tempie mentre con una mano mi allento la cravatta e mi sbottono il primo bottone della camicia.
Che voglia di andarmene da qui e far perdere le mie tracce a tutti. A volte, sono così stanco. Potrei bere ma ho imparato troppo bene che superare i limiti ubriacandomi non serve a niente, perché poi le conseguenze le pago sempre e solo io. Quella fase della mia vita l’ho chiusa per sempre.
Sono stanco.
E mi fa arrabbiare sentirmi cosi.
Perché quando mi sento così, tutto mi fa pensare a …
No, non devo pensarci!!
Devo essere forte.
 

 
-Ginny, sei bellissima!!!-.
Gli sorrido imbarazzata. Chi lo avrebbe mai immaginato che si saremmo trovati qui, vestiti di tutto punto. Margareth ha azzeccato le misure alla perfezione. Anche le scarpe in tinta, nonostante siano altissime, non sono così scomode.
I miei capelli rossi risaltano ancora di più sulla giacca bianca ghiaccio.
La scollatura che la giacca del mio tailleur bianco mi lascia, mette in evidenza tutto il collo e parte del seno. Per fortuna, non ho esagerato col trucco. Mi sento già fin troppo elegante e seriosa, vestita così.
Anche Harry non è niente male. Ha un completo nero, fatto su misura, e una camicia leggermente più chiara. E’ nervoso. Lo percepisco da come si strofina le mani tra loro.
-Non devi essere agitato!- gli stringo la mano. Lui si gira e ci guardiamo, per qualche secondo, in assoluto silenzio. So che andrà bene.
-Sei sicura Ginny? Se non vuoi farlo, possiamo andarcene subito perché io non mi arrabbierei e …!!-.
-Harry!- lo interrompo –Basta!! Ci siamo ripetuti le stesse cose settimane!! So a cosa vado incontro e mi sta bene!! Io mi fido di te!!- gli stringo più forte la mano.
-Lo sai che, poi, non potrai più tornare indietro?? Se hai dubbi, ti prego, non firmare niente!!-. Intreccia di nuovo la sua mano con la mia e restiamo così … in attesa.
-Sei sicura, Ginny??- mi ripete dopo un paio di minuti.
-Sì!!- lo strattono un po’ senza lasciargli la mano –Sì!! Sai perché lo faccio!! Siamo io e te, tu ed io.  Sei già parte della mia famiglia!! Ora anche legalmente ne farai parte!! Tu e Ted! Dovresti essere felice: il bello viene adesso!!!-.
-Io, tu e Ted!!- precisa sorridendo.
-Sì!- lo guardo negli occhi e mi sento calma come non mai.
-Lo sai che non ti costringerò a fare nulla??- mi chiede.
-Lo so!! Non cambierà nulla!! Faremo esattamente quello che abbiamo sempre fatto in questi mesi!!- lo tranquillizzo.
So a cosa vado incontro e mi sta bene. Lo faccio per un sacco di motivi. Un sacco di motivi validi. So che sembrerà tutto diverso agli occhi della gente ma quello che c’è realmente tra di noi, lo sappiamo solo io ed Harry.
-Ok!!- annuisce –Ah!! Credo sia arrivato il momento di darti una cosa!!-.
S’infila una mano in tasca e ne fa uscire una scatolina rossa. La prendo e, senza esitazioni, la apro.
Il mio anello. Quello che mi aveva regalato quasi un anno fa; non lo vedevo da un po’. Quello che mi è sempre piaciuto di questo anello  non è tanto la pietra preziosa ma la dedica che è contenuta all’interno.
Vorrei chiedere come ha fatto a recuperarlo ma ho paura di rovinare la magia. Senza esitazioni, lo infilo al suo posto.
-Harry … - sono senza parole, anche se c’era da aspettarselo da Harry.
Gli accarezzo una guancia e vedo il viso di Harry avvicinarsi sempre di più.
Penso che stia per baciarmi. Non so se è la cosa giusta ma non mi devo tirare indietro. E’ mesi che siamo in questa situazione: io so cosa prova per me e lui sa che uscivo da una brutta situazione, per cui non volevo altre complicazioni sentimentali. Però, in effetti, non mi sembrerebbe così strano baciarlo. Forse, è il momento di farlo.
In fondo, oggi è proprio quello che facciamo!!
Ricominciamo.
-Siamo pronti!!- sento la voce di Riley ed, entrambi, ci ritiriamo indietro.
Ci saluta con un sorriso ma sono troppo agitata per dire anche solo una parola.
-Eccoci, ragazzi!! Ho ottenuto la licenza predatata così nessuno può sospettare che lo facciate per motivi diversi dai vostri sentimenti!! Ora entriamo e ci sarà il funzionario che vi leggerà l’intera formula, voi dovrete solo firmare e, poi, sarete … - non termina la frase.
Annuisco nervosamente; cominciano a sudarmi anche le mani. Harry afferra il foglio e lo esamina con attenzione. Io guardo Riley cercando di ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per noi. Lui, in risposta, mi fa un occhiolino. Devo trovare il modo di sdebitarmi con lui.
-Siete pronti??- chiede Riley aspettando la risposta da tutti e due –Una volta dentro, consegneremo le bacchette per verificare le vostre identità.  Vi ricordo che questo è un affidamento su parola. Perché si arrivi all’adozione, dovrete … !!-.
-E’ tutto chiaro!!- lo fermo. Non ne posso più di aspettare.
-Allora cominciamo!!!!- ci sorride compiaciuto.
So tutto. Sono settimane che non parliamo d’altro.
 

 
Tre settimane prima …
 
-Ma si può sapere cos’altro volete?? Non è un criminale!! Vuole adottare un bambino!! Il figlio dei suoi amici!! Lui è Harry Potter, non è un delinquente!! Sono tre mesi che lo torturate per verificare la sua conformità!! Non se ne può più!!- sbotto esasperata.
Riley mi sbuffa praticamente in faccia.
-Ginny calmati!!- interviene Harry che, ormai, è rassegnato.
-Ginerva!! E’ il protocollo!!- mi risponde Riley. Anche lui non sembra contento di questa situazione. Infatti, sono certa che tutto questo non dipenda da lui, se no non sarei mai andata a cercarlo per avere il suo aiuto.
-Al diavolo, il protocollo!! I nonni hanno accettato!! Il bambino è pazzo dalla gioia!! Harry non è un mangiamorte mi sembra, è straricco, ha miliardi di testimoni che possono affermare con assoluta certezza che è una persona affidabile … cos’altro vogliono??- mi arrabbio spazientita.
Non se ne può più. E’ la decima volta che accompagno Harry al Ministero pensando che sia l’ultima volta e, invece, niente …
-Vuoi sapere la verità?- certo che voglio –Harry è il candidato perfetto ma risulta essere legalmente solo!!!-.
Non riesco a capire le parole di Riley. In realtà, non sono del tutto sorpresa. Guardo Harry e lo trovo che si fissa le mani con aria dispiaciuta! Non deve sentirsi triste per una cosa del genere!! Non è mai stato solo.
-E’ solo ma se.. -.
-Ginevra, non cominciare. Lo so che lui è Harry Potter. Lo sappiamo chi è e chi frequenta. Fosse per me, il bambino starebbe già da lui ma la legge magica parla chiaro. Per adottare un bambino servono garanzie non solo economiche. Per la legge, se Harry un domani dovesse morire, il bambino sarebbe di nuovo orfano!!-.
-Non capisco!! Non vuole portare il bambino dall’altra parte del mondo!! Ted ha i nonni che se ne prenderanno sempre cura. Cosa cambia??- in realtà non è che non capisco, è che non voglio capire.
-Al Ministero, una volta concessa l’adozione, non importa chi si occuperà del bambino o dove passerà le giornate!! Una volta stabilito chi sarà il tutore , il resto non importa. E se vuoi saperla tutta, se lui non fosse Harry Potter ma fosse un mago qualunque, la sua domanda sarebbe stata scartata perché avremmo dato precedenza alle richieste di adozione fatte da coppie legalmente riconosciute. Mi sono spiegato, adesso??-.
Questo è paradossale.
-Cioè tu mi stai dicendo che ti dovremmo pure ringraziare perché se siamo ancora qui a parlare, dopo tre mesi, è solo perché lui è Harry Potter. Se non fosse lui, non avrebbe avuto possibilità di adottare il bambino??-.
-Esatto!!- mi risponde direttamente Harry.
-Tu lo sapevi??- gli chiedo incredula –Tu sapevi che non ti vogliono dare il bambino ma ti stanno facendo perdere solo del tempo??- sono incredula.
-Lo sospettavo!!- risponde Harry concentrato a guardare malissimo Riley; non voleva che lo venissi a sapere in questo modo.
-Non è così. Ci sto lavorando. Datemi del tempo … -.
-Non ce n’è di tempo!! Il bambino ha già perso due genitori e si sta affezionando ad Harry!! Non conta quello che vuole Teddy??-. Si sta parlando del benessere di un bambino, non di una proprietà.
Il silenzio di Riley vale più di mille risposte. In che mondo viviamo?? Harry Potter discriminato perché è senza una famiglia.
Non è giusto. Non è giusto né per Harry né, tanto meno, per Teddy.
-Quindi se lui fosse legalmente legato a un nucleo familiare, cosa succederebbe??- chiedo a Riley, catturando l’attenzione di Harry.
-Otterrebbe l’adozione subito! Ma non servono parole, qui servono fatti che parlano chiaro!!- confermando così i miei sospetti.
E’ così che gira il mondo. Le apparenze valgono più della sostanza. Queste ingiustizie non riesco proprio a digerirle. Penso a Lupin, a Thonks e ai suoi genitori e …
E …
Vogliono l’apparenza? Diamogliela.
-Bene!! Vogliono i fatti, diamoglieli!!- afferro la mano di Harry sicura di me –Io ed Harry ci sposiamo!!-.
-CHE COSA?!?- Harry scatta in piedi sconvolto e la faccia di Riley non è da meno.
-Hai capito bene!! Io e te, ci sposiamo!!- mentre parlo fisso Riley che sembra, pian piano, capire le mie intenzioni.
-No!!- mi grida Harry.
-Ginny, non è così semplice!!- si appoggia allo schienale della sedia –Il matrimonio dev’essere … un matrimonio!! Capisci cosa intendo??-.
-No!!- ripete Harry che è rimasto in piedi accanto a me.
-Cosa intendi??- chiedo curiosa.
-Il matrimonio deve apparire una scelta ponderata e non un mezzo per eludere la legge!!-.
-No, basta!! No e ancora no!!- Harry punta il dito contro sia a me che a Riley.
-Harry siediti!! Prova ad ascoltare, prima di dire no!!!- gli indico la sedia e, dopo un attimo di esitazione, controvoglia, si riaccomoda vicino  a me.
-Riley … forse non ci conosci bene!! Noi siamo Ginny Weasley e Harry Potter. Ti assicuro che, un matrimonio tra di noi, non coglierebbe di sorpresa quasi nessuno!! Leggi i giornali?? Continuano a scrivere di me e di lui!!-.
-Noi ci siamo lasciati!!- biascica Harry sottovoce.
-SShhh!!- lo zittisco.
-Ginny adorata, non ci prendiamo in giro!! Io non parlo della gente ma del Ministero!! Non pensi che sarebbe un po’ strano se, casualmente voi due vi sposaste, in concomitanza della domanda di adozione di Harry?? Ci pensi tutti cretini!!!-.
Odio quando usa questo tono!!
-E quindi?? Aiutaci!! Invece di dire sempre no, dicci cosa dobbiamo fare!!- lo prego allungandomi sulla scrivania. Vorrei il sostegno di Harry ma è troppo sconvolto per essere lucido.
-Non potete sposarvi così all’improvviso!! Voi siete conosciuti … non so se!!- lo vedo pensieroso e indeciso –Al diavolo!! C’è una cosa che si potrebbe fare, che non desterebbe sospetti!!!-.
Finalmente!!!
-Bene!!- batto le mani esaltata ed Harry, finalmente, si risveglia dal suo stato di torpore.
-Posso aiutarvi ma vi dico già da adesso che non si può tornare indietro!!- annuisco –Io potrei recuperarvi una licenza di matrimonio con una data falsificata. Potremmo datarla intorno alla metà di febbraio così nessuno sospetterebbe che voi lo stiate facendo solo per l’adozione. Conosco qualcuno che può aiutarci. Voi dovreste solo far registrare le vostre bacchette e firmare le promesse di matrimonio!!- ci spiega con molta attenzione.
-Grazie!!!- mi alzo e strattono Harry per un braccio  dalla gioia incontenibile.
-C’è un però, Ginny!!- Riley smonta il mio entusiasmo. Sembrava troppo bello per essere così facile. –Firmando quella licenza, risulterà che voi vi siete promessi in matrimonio, quattro mesi fa, in un periodo insospettabile. Quando firmerete le promesse di matrimonio, Harry otterrà l’affidamento e la custodia temporanea di Teddy in comunione con te ma … dal momento in cui si firma, poi si hanno solo sei mesi di tempo per celebrare pubblicamente, con testimoni, il matrimonio vero e proprio e, facendo i calcoli, a voi rimarrebbero cinque o sei settimane per organizzare la cerimonia!!-.
-E se non celebriamo??- interviene Harry. Credo che il però, la parte dolente, debba ancora arrivare.
-La celebrazione ufficializza l’adozione e risulterete entrambi i genitori del bambino. Senza celebrazione pubblica, vi verrà tolto l’affidamento e la custodia. Non vedrete più il bambino che sarà messo sotto tutela del Ministero e, probabilmente, adottato da un’altra famiglia!!- ecco la fregatura – Ma non solo, il matrimonio effettivo deve durare almeno un anno, per legge, ma … visto che di solito le promesse di matrimonio, nel mondo magico, le firmano chi ha dei forti interessi economici da tutelare … in caso di non conferma delle promesse, tramite una cerimonia oppure in caso di richiesta di divorzio prima dell’anno … si va incontro a un processo!-.
-Tutto qui??- forse non ho recepito il messaggio da come mi stanno guardando Riley ed Harry –Io non farei mai processare Harry e lui penso farebbe altrettanto con me!!-.
-Non è a vostra discrezione, Ginny!! Si procederebbe d’ufficio!! Ti ripeto: le promesse di matrimonio, di solito, sono fatte o, da chi, è talmente sicuro dei propri sentimenti, che non ha nulla di cui temere, o da chi vuole assicurarsi che,  la parte della coppia forte economicamente, non scappi a un passo dall’altare o cambi idea due mesi dopo il matrimonio!!!-.
-Perché non saltiamo la parte delle promesse e andiamo dritti a una cerimonia?? Niente promesse, niente processo!- propongo ma, da come Riley alza gli occhi al cielo, credo di essermi persa un passaggio fondamentale.
-Perché è vietato sposarsi solo per l’adozione!! Lo capisci??- mi dice Riley spazientito, come se fossi una bambina.
-Ho capito!! Questo l’ho capito ma chi … chi può affermare che Harry ed io ci sposiamo solo per l’adozione?? Dov’è scritto che noi, ad esempio, non abbiamo aspettato agosto per sposarci perché volevamo fare la cerimonia in estate??-.
Cerco il sostegno di Harry ma lui non fa altro che dire no.
-Voi potete farlo ma il bambino non lo avrete!! Sareste tenuti sotto controllo dal Ministero per qualche mese con il rischio che, essendo stato dichiarato Ted adottabile, sia dato a un’altra famiglia!! Ora mi hai capito??-.
-Ma Harry vuole adottare il bambino!!! E’ Harry che vuole il bambino, perché lo dovete dare ad altri??- mi alzo in piedi e inizio a camminare su e giù per la stanza.
-I nonni di Ted hanno firmato una pergamena in cui si dichiaravano concordi a rendere Ted adottabile. Harry, contemporaneamente, ha presentato domanda di adozione di Ted!! I bambini, purtroppo, per adesso, non si possono regalare a chi si vuole!! Ci sono regole, requisiti e classifiche da rispettare!!-.
Al diavolo!! Questo è il ringraziamento del Ministero per tutto quello che ha fatto Harry!!
-So cosa stai per dire … - mi precede Riley – Che è Harry Potter. Lo so!! Ma purtroppo lui non è ancora a capo di questo Ministero e dobbiamo far rispettare la legge anche a lui. Se dipendesse da me, te lo ripeto, gli darei il bambino subito!!!-.
Lo so che non è colpa sua!! Torno a sedermi.
Ok, cerchiamo di ragionare. Un anno di matrimonio, ok! Possiamo farcela. E poi chi l’ha detto che non durerà di più?? Dobbiamo vederla dal lato positivo e non essere così pessimisti.
-Hai detto che firmate le promesse, Harry otterrebbe almeno l’affidamento in casa sua no??-.
Riley annuisce.
-E che, se le firmiamo il mese prossimo, poi avremo ancora cinque settimane per organizzare il matrimonio??-.
-Esatto!!-  mi conferma Riley.
Mi fermo a guardare Harry. Sembra così indifeso. Lui che ha sempre aiutato tutti, ha salvato tutti quanti e adesso …
Perché è tutto così complicato?? Non c’è mai nulla di semplice nelle nostre vite. Ted merita lui come padre. Perché non lo vedono??
E’ Harry. Dovrebbero acconsentire a qualsiasi richiesta.
Forse, però, non è giusto chiedere un atto di generosità agli altri se io sono la prima a non essere disposta a un sacrificio.
Harry lo merita. Gli altri non vogliono vederlo?? Beh … io sì!!
-Riley?- torno a sedermi accanto ad Harry e gli afferro una mano – Recupera la licenza. Faremo le promesse!!-.
-Che cosa?!?!? Sei pazza ??- mi urla Harry nell’orecchio ma è troppo tardi.
Non cambierò idea.
-Riley ci lasci soli??- chiede Harry.
Riley, senza farselo ripetere, si alza ed esce dal suo ufficio.
-Harry … - provo a parlare.
-NO!!- mi ferma Harry –Parlo io e tu mi ascolti!! Non lo faremo, sono stato chiaro?? Non è così che immagino il mio matrimonio!! Non come una costrizione … -.
-Sposare me, tu la consideri una costrizione??- sono quasi offesa.
-Sai che non è quello che intendo!! Tu sai che sposarti è un sogno per me ma non così … io e te non stiamo neanche insieme!!- prova a spiegarsi Harry.
-Anche per me, sposarti è stato sempre un sogno!!!- è la verità!! E’ da quando ho nove anni che fantastico su tutto ciò.
-Beh … nell’ultimo anno direi di no!!!- dice sarcastico.
-E’ vero ma, quale occasione migliore di questa per fare un altro tentativo? Siamo Harry e Ginny!! Possiamo ripartire da qui. E, se anche non ce la facessimo, noi non ci faremmo mai del male l’un l’altro!!- gli accarezzo la mano.
-Il matrimonio dovrebbe essere il coronamento dell’amore non il punto di partenza!!- sembra rattristarsi.
-Tu non mi ami??- lo prendo contropiede.
-Sai già la risposta. Il problema non sono io!!- lentamente porta la mano sul mio petto, proprio sul cuore.
E’ vero. Quest’anno è successo di tutto. L’ho lasciato perché mi sono innamorata di … di un altro ma non ho mai smesso di volergli bene. Non è solo bene!! Io, davvero, mi getterei nel fuoco se lui me lo chiedesse. Gli devo troppo e abbiamo condiviso così tante cose!!
Non è abbastanza?? Lui farà sempre parte della mia vita anche se amo … se ho amato un’altra persona.
-Harry??- gli prendo il volto tra le mani –Io voglio che tu faccia parte della mia vita e questo io l’ho sempre voluto!! Voglio che tu faccia parte a tutti gli effetti della mia famiglia!! Voglio che tu mi faccia rinnamorare di te!! Puoi farcela … quindi te lo chiedo io e non voglio un no!!-.
Prendo fiato e lo guardo dritta nei suoi occhi azzurri.
-Harry Potter, mi fai lo straordinario favore di farmi diventare la Signora Potter??-.
Mi tremano le mani e mi accorgo che, anche Harry, ha gli occhi lucidi.
-Ti prometto che farò di tutto per non chiedere il divorzio fra un anno!!!- cerco di sdrammatizzare e riesco a rubare un sorriso ad Harry.
-Facciamolo!!- Harry accetta e mi tira a sé. Ci stringiamo forte come non abbiamo mai fatto.
Forse sono pazza; forse me ne pentirò ma devo dare questa possibilità ad Harry.
-Ginny??- mi richiama Harry alla realtà –Hai pensato che se riusciamo ad ottenere la licenza predatata risulterà che noi abbiamo firmato a febbraio!!-.
-Certo!!- non capisco dove vuole arrivare.
-C’è una persona che potrebbe rendersi conto dell’irregolarità di quello che abbiamo fatto!!-.
M’irrigidisco all’istante. Capisco ancora prima che lui dica il nome.
Draco.
A febbraio io stavo con lui e sa perfettamente che io, in quel periodo, non avrei mai potuto firmare le promesse di matrimonio.
-Se si venisse a sapere che abbiamo firmato qualcosa d’illegale, saremmo entrambi sotto processo!!- lo sento agitarsi.
E’ vero che lui potrebbe metterci nei casini ma non lo farebbe, dai!! O sì??
Se avesse la possibilità di farcela pagare, non la userebbe??
Se andasse al Ministero a raccontare ciò che sa e capissero che li abbiamo fregati, Harry ed io …
Non ci voglio pensare!!
-Non gli crederebbero!! Non è affidabile per quelli del Ministero!!!-.
-Ok. Se però lui volesse farcela pagare?? Sarebbe uno scandalo!!- mi sta facendo agitare.
So che ha ragione ma adesso non voglio pensarci. Draco non lo farebbe!!
Perché vendicarsi?  Ha altro per la testa!! Potrebbe anche non importargliene nulla che Harry ed io ci sposiamo!!
Ma a chi voglio raccontarla??
-Le promesse non sono pubbliche. Diremo che le abbiamo firmate solo ai miei e alle ragazze. A tutti gli altri, racconteremo che siamo tornati assieme, tu mi hai chiesto di sposarmi, io ho detto di sì e abbiamo deciso di sposarci in agosto!! Nessuno lo saprà … lui non dovrà saperlo!!-.
 

 
13 luglio, secondo piano sotterraneo, Ministero della magia, ufficio matrimoniale n°432

-Bene!! La bacchette sono state controllate. Vi è stato spiegato tutto di come funzionano adesso le cose??- Il delegato del Ministero non alza mai lo sguardo dalle pergamene. E’ vestito tutto a puntino, col doppio petto e la cravatta. Ha questa voce così seria che dà l’impressione che stia per leggere una sentenza di morte e non per celebrare un matrimonio.
-sì!!- rispondiamo all’unisono io ed Harry.
-Ok, procediamo!!- guardo Riley posizionato dietro il funzionario che controlla che tutto vada come pattuito.
-Procedo alla lettura!! Posizionate le bacchette, con le punte, una contro l’altra.- ci intima il funzionario.
Harry ed io ci alziamo in piedi, uno davanti all’altro,  afferriamo le nostre bacchette dalle scrivanie, le uniamo una vicina all’altra e ci stringiamo le mani libere.
-I qui presenti, Harry Potter e Ginevra Weasley, promettono di fronte alla supremazia del Ministero della magia, di volersi unire in matrimonio- dalla bacchetta del funzionario esce una sottile luce bianca che comincia ad avvolgere le nostre bacchette insieme –spontaneamente e senza alcun tipo di costrizione esterna. Accettano diritti e doveri reciproci, acconsentono a sottoporsi a un processo davanti all’intero Wizengamot, in caso di mancata celebrazione del matrimonio secondo i requisiti stabiliti per legge, nel giro di sei mesi a partire da oggi 25 febbraio!-.
Il funzionario alza gli occhi sarcasticamente mentre pronuncia la data. E’ ben cosciente di quello che stiamo facendo … che lui sta facendo!!
Sarebbe divertente far finta di essere in inverno inoltrato, pur essendoci fuori trenta gradi, se non fosse per la serietà della situazione.
-Harry Potter accetta le condizioni stabilite e s’impegna a portare a termine le promesse qui espresse??- chiede l’uomo mentre il filo di luce si salda sempre più intorno alle nostre bacchette.
-Sì!- risponde tutto d’un fiato Harry senza staccarmi gli occhi di dosso. Ha un sorriso felice, nonostante tutta la situazione. E’ bello vederlo così emozionato.
-Ginevra Weasley accetta le condizioni stabilite e s’impegna a portare a termine le promesse qui espresse??- tocca a me.
Mi prendo un nodo allo stomaco ma faccio finta di nulla. E’ solo agitazione.
-Sì!!- rispondo anche se con un filo di voce.
-Io, Noogley Jack, funzionario del Ministero della Magia, attesto la regolarità dell’atto- alza gli occhi al cielo e vedo Riley sorridere – e, constatando legittime queste promesse, vi dichiaro uniti in matrimonio!!-.
Faccio un lungo respiro e rilasso visibilmente le spalle. La luce intorno alle nostre bacchette scompare. Harry mi sorride come mai prima e, nell’impeto del momento, mi tira a sé e mi da un furtivo bacio a stampo.
Cerco di trattenermi dallo stupore e lo abbraccio. Sento Riley battere le mani e ringraziare sottovoce il signor Noogley.
Quando mi stacco da Harry, lui mi trattiene le mani tra le sue.
-Se potete firmare la pergamena, possiamo congedarci e potete iniziare i preparativi!!- c’interrompe Riley.
Harry afferra la piuma, firma e poi la passa a me; mi accorgo che mi sta tremando la mano. Fingendomi tranquilla, firmo esattamente sotto la sua.
-Bene, è stato un piacere. Vi auguro una grande felicità!!- si congeda il signor Noogley, stringendoci le mani a tutti e due con un sorriso forzato, ed esce dalla porta.
Rimasti soli con Riley, mi rilasso e mi lascio cadere su una sedia.
-Potete andare!! Vado a prendere l’incartamento di Teddy!! Un paio di giorni e penso vi chiameremo per farvi firmare la custodia del bambino!!-.
-Grazie!!- Harry gli stringe la mano e io anticipandolo, invece, lo abbraccio.
-Grazie di tutto!!- gli sussurro all’orecchio.
Lo salutiamo e, sempre tenendoci per mano, usciamo da quell’ufficio e ci dirigiamo verso l’ascensore.
Una volta dentro, mi appoggio alla parete. Non vedo l’ora di togliermi le scarpe.
-Ti rendi conto di quello che abbiamo fatto??- mi chiede Harry di fronte a me.
-Sì!!- scoppio a ridere. In effetti, me ne rendo conto, veramente, solo adesso.
-Saremo una famiglia!! Una famiglia vera!!-.
So che, adesso, sta pensando alla sua famiglia. Non è più solo!! Ora fa parte di un qualcosa.
Lo abbraccio di nuovo.
Sono felice.
Sono felice per lui.
 
 
 
 
 
 
BOOOOOOOOOOOOOOOM!!!
So che molte mi stanno odiando ma vi avevo detto che Harry non era da sottovalutare!! Che triangolo sarebbe??
So che molti diranno “povero Draco” “Harry non avrebbe dovuto farlo” “Ginny è un’idiota” ma vi chiedo di immedesimarvi.
Ginny ha un cuore grande, Harry è un innamorato cronico e Draco … lo rivedremo!! Eccome, se lo rivedremo!!
Tranquille, il triangolo non è finito!!
Le cose si sono notevolmente complicate, lo so!!! So anche che Malfoy è comparso molto poco ma, nonostante questo, lui è sempre presente.
Però un consiglio: fate attenzione ai dettagli!!!
Nel prossimo Ginny torna ad Hogwarts per i M.A.G.O e rincontrerà il nostro serpeverde preferito!! Avrà un gran bel segreto da custodire!!
Ce la farà?? Cosa succederà? Cosa combinerà Malfoy??
I colpi di scena sono SEMPRE dietro l’angolo.
Sbizzarritevi nei commenti!!!
Fatemi sapere!!
A presto!!!
 

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Capitolo 27
*** La fine non è che il principio ***


Capitolo 27
La fine è solo il principio.

 
 
-Zia Ginny ma perché tu non vieni nella nuova casa con lo zio Harry??-.
Teddy mi guarda con i suoi occhi stretti, uguali a quelli di Lupin, e mi viene un nodo allo stomaco al pensiero che non lo vedrò per i prossimi dieci giorni. E’ disarmante quanta dolcezza e purezza possa trasmettere questo bambino. Smetto di piegare i miei vestiti e vado a sedermi sul bordo del letto vicino a lui. Lo prendo tra le braccia e lo faccio sedere sulle mie gambe.
-Ricordi cosa ci siamo detti??- lo bacio sulla fronte –Io devo tornare ad Hogwarts per qualche giorno e tu con lo zio Harry non potete venire-. Vedo la delusione sul suo volto e, ricresce in me, la voglia di non partire.
Questi giorni sono stati così belli. Non facendo gli allenamenti, mi sono potuta dedicare anima e corpo a Teddy. L’ho portato a vedere le ragazze al campo, siamo andati a comprare un po’ di roba nuova per la casa, abbiamo fatto lunghe passeggiate insieme ad Harry ed, una sera, si è addirittura fermato a dormire qui con me e le mie compagne.
E’ stata esilarante la faccia di Margareth quando Ted ha voluto che fosse proprio lei a raccontargli la favola della buonanotte.
-Però … - lo stringo più forte –Quando torno, verrò a vedere come tu e lo zio Harry vi siete sistemati nella nuova casa e ti porterò un regalo bellissimo!!-.
-Ma non è divertente se non ci sei tu!!- sbuffa e noto che i capelli da marroni scuro si fanno impercettibilmente più chiari. Ogni volta che noto un cambiamento di colore nei suoi capelli, non posso fare a meno di pensare a Thonks e a quanto le sarebbe piaciuto vedere la stessa cosa che sto guardando io, in questo momento.
-Sarà divertentissimo!! Harry è molto divertente!!- gli faccio il solletico e lui comincia a scalciare per divincolarsi.
-Basta! Basta!!- smetto di fargli il solletico e me lo stringo forte al petto.
-Anche Harry lo dice!!- mi dice mentre ha cominciato a giocare con una ciocca dei miei capelli.
-Cosa??-.
-Che, se ci sei tu, è tutto più bello!!-.
Harry.
Sono giorni che ha un’aria strana. Un misto di sbalordimento e felicità. Non l’ho mai visto così sorridente. Aver avuto l’affidamento di Ted, l’ ha rivitalizzato. Sembra una persona nuova.
Sono passati solo tre giorni da quando abbiamo fatto le promesse al Ministero e, a parte durante la festa che abbiamo fatto la sera stessa con la mia famiglia, non ha più menzionato la parola “matrimonio”.
Eppure, anche se mi sono sempre detta che le promesse non avrebbero cambiato niente, non so come spiegarlo, ma è come se io mi sentissi … diversa.
Mi guardo l’anello che è tornato al mio anulare e, non so come, non mi sento più strana a portarlo come i primi giorni; ci ho fatto l’abitudine.
-E così Harry ha detto questo??- gli mordo delicatamente una manina.
-Sì!- dice tutto orgoglioso mentre respinge una risata.
-Anche Harry è divertente … ma non dirgli che te l’ho detto!!-.
-Ok … quale regalo hai detto che mi porti??-.
Scoppio a ridere e ricomincio a fargli il solletico. Basta nominargli la parola regalo e sarebbe capace di fare qualsiasi cosa. Mi mancherà. E’ bello averlo qui che mi gironzola intorno, mi fa sentire utile ma soprattutto, guardarlo sorridere, mi fa ricordare il motivo per cui ho deciso di fare tutto questo.
Perché, per lui, ne vale la pena!
 

 
-Harry! Posso portarla da sola la borsa!!- mi lamento mentre cerco di afferrare il mio bagaglio dalle mani di Harry. Se è intestardito che vuole accompagnarmi fino ad Hogsmeade e non ha voluto sentire ragioni.
-Ginny, ho detto di no!! Ci mancherebbe che ti lascio andare da sola!!- si lamenta Harry.
-Ginny e fallo contento!! E poi dovresti cominciare ad abituarti … il matrimonio!! Fatto di gioie e dolori!!- irrompe Margareth che, di conseguenza, riceve un’occhiataccia da parte di tutte le ragazze.
-Ah ha ah! Divertente Margareth!!- la fulmina Gwendolyn.
-Dai … io ti aspetto fuori Ginny!!- Harry afferra il mio borsone e, con un cenno di saluto, esce dall’appartamento lasciandoci sole.
-Allora …- le precedo prima che comincino la loro fiera della drammaticità –Niente saluti strappalacrime! Sono solo otto giorni e poi tornerò!! Non vi accorgerete neanche della mia assenza!! Fate le brave però … -.
Come non detto, Olivia si fa spazio tra le altre e mi cattura in uno dei suoi abbracci spezza ossa.
-Ci mancherai!!! Non siamo abituate a stare così tanto tempo senza di te!!- piagnucola nel mio orecchio.
-Olivia … mi fai male al collo!!- cerco di liberarmi.
-Dai su … ragazze!! Un po’ di dignità!! Va ad Hogwarts, mica in guerra!! Che cosa può mai capitarle??- chiede Margareth spazientita e non so perché ma cala uno strano silenzio nella stanza. Ho l’impressione che tutte stiano pensando alla stessa cosa. O meglio! Alla stessa persona.
-Ehi!! Smettetela!- finalmente Olivia mi libera dalla sua stretta –Ha ragione Margareth! Non succederà proprio un bel niente!! Al massimo verrò bocciata ai M.A.G.O!!- provo a sdrammatizzare.
-Ha ragione!- Gwendolyn mi da una piccola pacca sulla spalla – E poi tu sai che, qualunque cosa tu abbia bisogno, basta una lettera e noi arriviamo!!-.
Non capisco di cosa si preoccupino! Sono solo otto giorni di cui, la maggior parte del tempo, dovrò passarli a studiare, se non voglio fare una pessima figura agli esami.
-Bene!! Ora, però devo proprio andare!!- concludo. E’ già troppo tardi. La McGranitt mi aspetta per l’ora di cena e sono quasi le sette di sera.
-Aspetta!!- si avvicina Margareth –Ascolta!! Se qualcuno o qualcuna, osa trattarti male, devi dirmelo!! Se la dovranno vedere con me!! Ok?-.
La mia Margareth. La mia amica. Come farei senza di lei??
-Te lo prometto!!- prendendola di sorpresa, l’abbraccio forte. Mi mancherà così tanto non poter parlare con lei prima di andare a dormire, le sue risate, le sue urla in giro per la casa, la sua faccia stravolta appena alzata. Mi mancheranno anche le sue battute imbarazzanti!
-Ti voglio bene!- le sussurro in un orecchio.
-Dai, ora vai!!- mi spinge verso la porta ma, la conosco troppo bene, per non accorgermi che sta cercando di nascondere una lacrimuccia sulla guancia.
-Ah!! Un’ultima cosa!!- mi rivolgo a tutte – So che mancano ancora quattro settimane ma .. volevo solo dirvi che ho bisogno di due damigelle per il matrimonio. Luna sarà una delle due ma, visto che me ne serve un’altra, ho pensato ad una di voi!!-.
Ci ho pensato molto e sono sicura di aver fatto la scelta più giusta.
-Ho scelto la persona più adatta a questo compito!!- le vedo tutte in attesa –Essendo la persona che ha  la mia maggior ammirazione e il mio totale rispetto ed, essendo colei a cui devo tutto, non potevo che scegliere te!-.
Respiro.
-Gwendolyn!- vedo la sorpresa sul suo viso – Sarebbe un onore per me, se mi facessi da damigella!!-.
-Io sono onorata che tu abbia scelto di me!!- mi stringe forte una mano.
Intravedo un po’ di delusione negli occhi di Margareth. Lo immaginavo ma ho pensato già anche a questo.
-Però devo avvisarti Gwendolyn!! Non sarà un compito facile perché dovrai vedertela, non tanto con me o Harry, ma con colei che organizzerà tutto il matrimonio. Festa compresa!!-.
Ho catturato l’attenzione di chi volevo!!
-Margareth, a te l’onore!!-.
-Oh mio Dio!!- inizia a saltellare sul posto –Oh santi elfi!!! Io … io sarò … mi fai organizzare il tuo matrimonio???-.
-Sì! Io non sono portata per queste cose! Io ed Harry siamo d’accordo!! Ovviamente, seguendo le nostre direttive!!-.
 Devo essere chiara su questo perché a darle carta bianca, rischio di ritrovarmi nel matrimonio più sfarzoso della storia del mondo magico e babbano insieme. Harry ed io non abbiamo dubbi su questo. Vogliamo una cerimonia semplice ed elegante. Per la festa, vale lo stesso discorso.
-Oh Santa me!! Ma dovevate dirmelo prima!! Mi rimangono solo quattro settimane!! Ci sono un sacco di cosa da fare!!-. Sapevo che mi sarei fatta perdonare per non averla scelta come damigella. In fondo, Margareth è la persona più giusta per fare questo e, nonostante tutto, mi fido di lei. A lei piace fare queste cose, a me no. E’ nata per organizzare e per dare ordini.
-Puoi cominciare da oggi stesso!! Harry ti dirà tutto ma, ti prego, solo una cosa!! Voglio qualcosa di piccolo e semplice!! Non voglio che si parli di questo matrimonio per i prossimi dieci secoli!! Ti scongiuro!!!- la prendo per le spalle per farle capire meglio il concetto ma lei è già troppo persa nelle sue fantasie per darmi ascolto.
-Penso che non ti stia sentendo!!- mi suggerisce Olivia.
Sospiro. Mi arrendo. Ci penserà Harry a sorvegliare la situazione!!
Che qualcuno ci aiuti.
 

 
-Ginny, siamo d’accordo allora??-.
E’ la terza volta che Harry mi fa la stessa domanda e non so più come dirglielo.
-Harry, leggi il mio labiale! Sì!- muovo lentamente le labbra –S-I. Sì!!-.
-Voglio che tu viva bene questa settimana!! Non voglio che tu ti senta …!-.
Gli poso una mano sulle labbra per farlo tacere.
-Non devi preoccuparti!! Non accadrà!! Passerò la maggior parte del tempo a studiare e limiterò al massimo gli incontri al di fuori di Luna e Neville!! Non parlerò!Ok? Devi stare tranquillo! Questa …- gli indico l’anello – E’ una cosa tra me e te!!E’ solo nostra!!-.
Harry, lentamente, sposta la mia mano dalle sue labbra e, prima di lasciarla, me la bacia.
-Se tu ti sentissi in dovere, o avessi voglia di parlare con lui …-!
-Harry no!!- lo interrompo di nuovo –E’ finita con lui!! Fidati!!-.
Mi avvicino e, prendendolo contropiede, poso le mie labbra sulle sue. Il contatto dura giusto il tempo che lui capisca cosa sta succedendo.
-Devo andare!!- e lo lascio così. Immobile, in mezzo a un viottolo di Hogsmeade, incantato mentre si sfiora le labbra, incredulo di quello che ho appena fatto.
Ho fatto bene. E’ stata la mia dimostrazione che parlo sul serio e che non sto mentendo.
Voglio davvero ricominciare!
M’incammino lungo la strada che porta dritta ad Hogwarts. E’ da troppo tempo che non torno qui.
L’ultima volta è stata quando ho voluto fare la sorpresa a Malfoy ed è lì che ho rivisto Riley. Mi ricordo ancora l’espressione di disappunto che aveva Malfoy, quando ha capito che io e Riley ci conoscevamo.
Scaccio via quel ricordo dalla mia testa.
Sono nervosa e non so perché. Forse è dovuto al fatto che è il mio primo vero ritorno da quando sono entrata nella squadra. Rivedrò tutti. Studenti e professori.
E a chi voglio mentire? Prima o dopo, rivedrò anche lui.
Non so che effetto mi farà rivederlo ma so che cosa devo fare. Devo tenere alta la guardia perché lui è un pericolo.
Se sapesse la storia delle promesse … non so che reazione potrebbe avere e, ora, non posso permettermi il lusso di rischiare. Ci sono troppe cose in ballo! Troppe persone.
Faccio un lungo respiro e inizio a salire la lunga scalinata che porta all’ingresso della mia cara e vecchia scuola.
Forza Ginny, sono solo otto giorni. Ho passato cose ben peggiori!
 

 
-Ginevra Weasley!! E’ così bello riaverti qui!!-.
La professoressa McGranitt mi accoglie nel suo ufficio con un sorriso che, raramente, si vede. Mi porge la mano ma, rompendo il protocollo, faccio il giro della scrivania e l’abbraccio.
-Sono felice anch’io di rivederla!!-.
-Come sei cresciuta!!-mi prende una mano e mi fa fare un giro su me stessa –Sembri così grande!! Cosa ne hai fatto della ragazzina che veniva alle mie lezioni!?-.
Un po’ in imbarazzo, vado a sedermi in una delle due sedie davanti alla poltrona della McGranitt.
Sulla parete dietro di lei, ci sono tutti i ritratti dei presidi che l’hanno preceduta e, come sempre, quelli che catturano la mia attenzione sono quelli di Piton e Silente. Stranamente entrambi sono seduti sulle loro sedie e mi sembra, forse è solo una mia impressione, che mi stiano guardando e mi stiano sorridendo.
Fa sempre uno strano effetto entrare nel vecchio ufficio di Silente, perché per quel che se ne dica, per me, questo è sempre lo studio di Silente. Vedere le sue cose, il suo Pensatoio, le sue liquirizie … questo posto parla solo di lui.
-Allora Weasley, so che ti trovi bene nelle Harpies?-.
-Sì!- rispondo alla McGranitt – Sono diventate la mia seconda famiglia!!-.
-E … per il resto, come vanno le cose??- la professoressa afferra la sua piuma e comincia a scrivere su una pergamena bianca.
-Il Quidditch va alla grande!!- comincio a parlare –Siamo brave! O, almeno, così dicono! E … -.
-Ne sono felice!- m’interrompe la McGranitt senza però alzare lo sguardo dalla pergamena –Ma non mi riferivo al Quidditch!!-.
Mi sento gelare il sangue!!Ho paura di chiedere esattamente cosa voglia sapere. Che cosa devo fare? Posso raccontarle la verità?
-So dalle mie fonti che la tua frequentazione con il nostro caro professore di pozioni è giunta al termine!!-.
Parla con calma tradendo però una certa curiosità nel conoscere la mia risposta.
-Le fonti sono corrette!- dico gelida.
-Non per farmi gli affari degli altri ma c’entra, per caso, la gravidanza di Pansy Parkinson??-.
Questa sì che è una sorpresa! Persino la McGranitt, lo sa! Pensavo che lo sapesse solo Riley perché, essendo del Ministero, fosse suo dovere controllare i suoi assistiti.
-C’entra e non c’entra. E’ una lunga storia!- non ho voglia di parlarne. Sono appena arrivata, insomma!!
-Ok! Capisco se non vuoi parlarne ma voglio solo che tu sappia che non potevo cacciarlo! Non voglio che tu pensi che mi sia schierata … -.
-Non l’ho mai pensato!- la interrompo –E poi non vorrei mai che fosse cacciato o passasse dei guai per questo!! Non sarebbe giusto!-.
E’ vero che ha sbagliato ma l’ha fatto con me. Non sarebbe giusto punirlo per questo. Su cosa fare della sua vita e con chi passarla rimangono ancora cose su cui deve liberamente decidere.
-Il Ministero ha intensificato i controlli! Devono aver recepito, la gravidanza di Pansy, come un cattivo segnale!- mi spiega la McGranitt.
-Questo mi dispiace!- non ne avevo la più pallida idea. Riley non mi ha mai detto niente.
-Però, se t’interessa saperlo, penso che, Malfoy, abbia preso questa cosa con il piede giusto! Credo abbia capito al situazione e stia cercando di non innervosire, più del dovuto, quelli del Ministero! Potrebbe essere una mossa intelligente!!-.
Vorrei dire qualcosa che metta fine alla conversazione ma non mi viene in mente nulla. Da una parte, mi fa piacere sapere che Malfoy non ha dato di matto con quelli del Ministero.
La McGranitt, forse accorgendosi del mio silenzio imbarazzato, mi porge la pergamena su cui stava scrivendo.
-Tieni!!- prendo la pergamena e comincio a leggerla –Ti ho scritto tutto quello che devi sapere per superare i  M.A.G.O, insieme a tutti gli orari di ricevimento dei professori. Ti aiuteranno a ripassare lo stretto necessario. Non dovresti avere grosse difficoltà ma, per qualsiasi cosa, siamo tutti a tua disposizione!!-.
Leggo l’elenco di tutti gli argomenti che mi sono richiesti sapere per superare i M.A.G.O.  e resto basita! Non ce la farò mai, in una settimana, a ripassare tutta questa roba! Le uniche materie in cui penso di non avere molti problemi è Difesa contro le Arti Oscure e Storia delle Creature magiche ma le altre? Non mi ricordo quasi più nulla!
-Grazie!!- nella mia mente inizio già a fare il conteggio di quante ore mi serviranno per rileggere tutte queste cose.
-Per stasera, penso che ci siamo dette tutte!- si alza in piedi ed io, senza esitare, faccio altrettanto –Se per te va bene, ho pensato di sistemarti in una stanza dei prefetti nella torre dei Grifondoro. Lì dovresti avere un po’ di tranquillità!-.
-Avrei accettato solo una camera nei grifondoro! Sono e sarò sempre una grifondoro!!-.
Le faccio un cenno per augurarle la buonanotte. E’ stata una giornata stancante, non vedo l’ora di entrare nella camera e di buttarmi a letto! Posso rimandare a domani i saluti con tutti gli altri!
-Weasley??- mi richiama la McGranitt –Hai notizie di Potter? E’ un paio di settimane che non si fa più sentire!!-.
Inizio a sentire uno strano formicolio. Eccoci, ci siamo! La McGranitt è solo la prima che mi farà questa domanda!! Mi ero preparata la risposta ma, adesso, non sono certa che sia il momento di far scoppiare questa bomba.
Prima si saprà e più tempo avranno per fare domande. So che devo raccontarlo ma non penso sia questo il momento.
-E’ stato un po’ indaffarato in questi giorni! Sono sicura che si farà vivo presto e … - dovrei accennare a qualcosa - …niente! A domani!-.
Apro la porta dello studio ed esco. Appena fuori, mi appoggio alla parete di pietra e mi massaggio  la fronte.
Dovevo dirglielo! Stasera o domani cosa cambia?
Da qualcuno dovrò pure cominciare! L’anello che porto al dito cattura la mia attenzione. Non è saggio portarlo finché non avrò dato la notizia. Qualcuno potrebbe riconoscerlo e, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, è che si comincino a fare pettegolezzi inutili.
Decisa della mia idea, mi sfilo l’anello e me lo infilo nella tasta anteriore dei miei jeans.
E’ giusto così! Ho bisogno solo di un paio di giorni per dare la notizia!
Solo due giorni.
 

 
-Io ti considero mia da quella sera del ballo, l’anno scorso. Ti ricordi? Quando siamo andati sul ponte, tu avevi quel vestitino nero troppo corto, ti ho chiesto di ballare e tu mi hai detto no. Sapevo che, alla fine, avresti ceduto. Era inevitabile-.
Mi guardo intorno per capire dove sono! Sono sul letto nella mia stanza! E non sono sola. Draco è accanto a me. Non so perché ma mi sembra di aver già vissuto questo momento.
- E io sono tuo! Mente, corpo, anima e intrighi! Sono tuo! Per sempre!- interrompe la distanza tra di noia e mi bacia. Prima delicatamente e poi il bacio, diventa sempre più frenetico. I vestiti volano via con così facilità che quasi non me ne accorgo.
Lo sento sotto le mie mani ma è come se non fosse reale!
Vedo il desiderio nel suo volto ma, per un solo momento, mi sembra di scorgerci anche un velo di paura. E’ un attimo e poi tutto torna come prima.
Sollevandosi sui gomiti mi rigira sulla schiena e mi sovrasta di nuovo.
-Ti amo, Ginevra Weasley, e non permetterò a niente e nessuno di portarti via da me! Eliminerò qualsiasi ostacolo ci voglia separare!! E’ questa la mia promessa! - il suo tono di voce è così minaccioso.
Sto per rispondere quando, all’improvviso, la scena cambia e non sono più nella mia stanza ma nella mia cucina e, davanti a me, c’è Draco con il viso pieno di sangue.
Qualcosa dentro di me, mi dice che ha appena fatto a botte. Non so perché ma continuo ad avere paura.
-Potter, non lo tollero! Non tollero che abbia provato a separarci e che, fra parentesi, c’era anche quasi riuscito. Non tollero che, dopo tutto, ti giri ancora attorno!! Non lo tollero, né adesso né mai!! Hai capito??- mi urla in faccia mentre tira un pugno sul tavolo.
Ho già sentito queste parole! L’ho già visto in questo stato!
Sto per rispondere ma lo vedo alzarsi.
-Hai capito? Mai! MAI!!- urla ancora più forte, tanto che la vena sul collo inizia a pulsare.
Si avvicina con aria minacciosa e io arretro. Mi guarda in un modo strano; non è più il Draco che conoscevo. Ha gli occhi iniettati di sangue.
-Mai!- alza un braccio. Mi vuole colpire??
-Nooo!- mi difendo portandomi le mani davanti al volto.
-NNNNOOOO!!-.
Stavo sognando! Santi elfi! Non riesco a capire dove mi trovo, è tutto buio!!
Cerco qualcosa, tastando intorno a me,  finché non trovo la mia bacchetta.
-Lumos!!-. Mi guardo attorno e tiro un sospiro di sollievo. Sono nella torre dei grifondoro, nella mia nuova camera. Sono in un lago di sudore.
Devo farmi una doccia che, forse, mi servirà anche a calmarmi.
Che incubo! Erano mesi che non sognavo più Malfoy.  E’ stata diverso questa volta. Non erano sogni, erano più pezzi di ricordi presi qua e là, tranne l’ultima parte.
Mi ricordo solo Malfoy che si avvicina e la mia sicurezza che stesse per colpirmi.
Entro nel bagno ed apro l’acqua nella vasca. Sola ora mi rendo conto che il bagno, in proporzione, è molto più grande dell’intera camera. Li trattano bene i prefetti! Persino, la vasca incastonata nel pavimento!!
Appena l’acqua comincia a essere tiepida, mi tolgo la maglietta, che ho usato per dormire, e m’infilo nella vasca.
Così va decisamente meglio. Mi do una leggera insaponata e scivolo lentamente sott’acqua.
Erano mesi che non succedeva più e poi, questa volta, lui era … era cattivo. Mi guardava come se avesse voluto farmi del male ma perché avrebbe dovuto farlo??
Resto in apnea sott’acqua e provo a rilassare i muscoli del corpo. E’ un trucchetto che usavo anche quando ero piccola, per riprendere la calma.
Ha sempre funzionato, prima di adesso.
La prima notte ad Hogwarts e già il mio subconscio mi gioca questo brutto scherzetto?? Cos’è un avvertimento che, a breve, lo rivedrò da qualche parte e non sarà molto felice di vedermi??
Riemergo dall’acqua, esco dalla vasca e mi avvolgo in un asciugamano; vado nella stanza e prendo la prima maglietta che trovo e la indosso.
Devo dormire e lasciar stare queste stupidaggini!
Un sogno è sempre e solo un sogno. Io ho cose molto più importanti cui pensare.
 

 
-Sono sfinita! Ed è solo il primo giorno! Non ce la farò mai!!- mi lamento mentre continuo a sfogliare le pagine del manuale che ho davanti. E’ tutto il pomeriggio che sono chiusa in biblioteca cercando di memorizzare più informazioni possibili ma ora credo di avere il cervello completamente in tilt.
-Stai tranquilla Ginny! Ora è solo panico ma tu, queste cose, le hai già studiate! Sono già memorizzate, devi solo dargli una spolverata!!- mi rincuora Luna.
Le sorrido grata per avermi fatto compagnia per tutto il pomeriggio. Mi stavo dimenticando dell’effetto tranquillizzante che, il suo ottimismo, ha su di me.
-Grazie Luna ma sai meglio di me che, l’anno scorso, non ho passato molto tempo sui libri!!-.
Sbuffo così forte che le ragazze al tavolo accanto al nostro, si girano a guardarmi. Dopo un attimo d’indecisione, riconoscendomi, anche loro s’incantano a fissarmi. Devono essere del primo o secondo anno perché non ricordo di averle mai viste.
Faccio un cenno di saluto con la poca pazienza che mi è rimasta.
E’ da stamattina, da quando sono scesa nella sala comune dei Grifondoro, che tutti continuano a fermarmi per un saluto, per chiedermi delle Harpies; alcuni hanno persino voluto un autografo!!
Ci ho messo un’ora e mezza per uscire dal ritratto della Signora Grassa. Per non parlare degli sguardi sorpresi, degli studenti delle altre casate, che mi hanno seguito per tutti i corridoi.
Quelli dei primi anni sono i più temerari. Non hanno alcun timore a fermarti e a chiederti qualsiasi cosa gli passi per la testa. Un tassorosso ha voluto sapere se potevamo farci una foto insieme in sella alla stessa scopa.
Dopo un inizio di giornata a dir poco traumatico, ho optato per la scelta di evitare la Sala Grande e di andare a salutare Neville e Luna. Non che sia servito a molto!
Gli sguardi e il chiacchiericcio non ne hanno voluto sapere di farsi meno insistenti.
Ho pranzato con Luna e Neville nella serra di quest’ultimo. Per una ventina di minuti è andato tutto bene, parlavamo del più e del meno e, a dirla tutta, ero quasi sul punto di raccontare di me ed Harry finché … finché non h fatto il suo ingresso Cormac McLaggen.
Penso che le sue urla le abbiano sentite fino alla Foresta Proibita. Se ci penso, ancora ho la pelle d’oca.
-GINEVRA WEASLEY!! Ma come … torni ad Hogwarts ed io lo devo venire a sapere da quei tirapiedi del primo anno!!-.
Io, Luna e Neville scattiamo contemporaneamente dallo spavento. Non faccio in tempo a voltarmi che mi sento afferrare da dietro da McLaggen che, senza nessuna delicatezza, mi stritola in una specie di abbraccio mentre mi ballonzola di qua e di la.
-Non ci posso credere che sei qui!! Devi subito venire a vedere la squadra e i miglioramenti che abbiamo fatto, in tua assenza!! Dobbiamo assolutamente fare un allenamento tutti insieme!!-.
Provo a parlare ma il suo braccio destro mi stringe proprio sulla giugulare ed è già un miracolo che riesco ancora a respirare.
-Dobbiamo anche fare una bella foto di squadra con me e te al centro. In fondo, siamo entrambi i capitani della squadra!! I ragazzi impazziranno!!- continua McLaggen incurante dei miei tentativi di allontanarlo da me.
-McLaggen, scusa se interrompo questo tuo momento di felicità … - interviene Neville -… ma sarà difficile fare una foto insieme se, adesso, la soffochi!!-.
Ritorno alla realtà e scaccio via il ricordo dell’incontro traumatico con McLaggen.
-Perché mi fissano così?- dico ad alta voce, indicando a Luna le due ragazze accanto a noi.
-E’ normale! Ti vedono sulla Gazzetta per mesi e adesso sei qui in carne e ossa!!- prova a spiegarmi Luna mentre io sorrido a una delle due ragazze.
-Domani si saranno già abituati alla tua presenza e andrà meglio! Sei la novità!!- mi rincuora un po’ sapere che domani andrà meglio di oggi, anche se, le previsioni di Luna  sono famose per non avverarsi mai.
-Speriamo perché devo ancora riuscire a entrare in Sala Grande!!- chiudo il manuale e comincio a raccogliere le mie cose. Lo stomaco mi brontola; devo assolutamente mangiare qualcosa.
-Sei stanca??- mi chiede Luna.
-No!! Sono giorni che non faccio allenamento! Non mi ricordo di essere mai stata così riposata da mesi! Però non sono più abituata a questi ritmi scolastici … è strano!!-.
-Ti mancano le tue compagne??- alzo lo sguardo e mi accorgo che Luna sta fissando un punto lontano. In effetti, oggi, non ho fatto altro che parlare di me e non ho minimamente chiesto come le vanno le cose qui.
-Sì! Nello stesso modo in cui mi sei mancata tu in questi mesi!!- il suo volto si rasserena, sembra quasi imbarazzata –E mi dispiace se oggi sono stata un po’ egoista! Non ti ho chiesto nulla. Come vanno le cose e se è tutto a posto!-.
-Avremo tempo per raccontarci tutto ma … prima di questo, non mi hai ancora raccontato la cosa più importante!!-.
-Cosa??- raccolgo tutte le mie pergamene.
-Lo stato attuale delle tua vita sentimentale!- mi sussurra Luna e, colta allo sprovvisto, sbadatamente, rovescio il mio calamaio.
Cerco di ripulire, meglio che posso, l’inchiostro che sta macchiando tutte le mie pergamene.
Faccio un respiro profondo e mi faccio coraggio. Tanto, alla fine, da qualcuno dovrò cominciare e Luna mi sembra la persona più giusta.
-In effetti, ci sono alcune novità ma … non qui!! – le indico le due ragazze accanto che sembrano presissime a non perdersi nemmeno una parola di quello che diciamo io e Luna.
-Vieni con me!!- le faccio segno di seguirmi.
So dove portarla!
 

 
-Il bagno di Mirtilla Malcontenta!- mi ripete Luna.
Per fortuna, il mio fantasma preferito, non c’è; sarà in qualche altro bagno a dare fastidio a qualche maschietto.
-Posso parlare con tranquillità!! Il tempo passa ma i pregiudizi verso Mirtilla, non diminuiscono!!-.
Mi siedo sul gradino di marmo nero accanto ai lavandini e Luna si accomoda accanto a me.
-Perché siamo venute fin qui??-.
-Devo dirti una cosa!! Sei la prima persona, qui ad Hogwarts, a cui lo dico e non voglio che nessuno senta!!-.
Faccio un lungo respiro per darmi coraggio.
-Beh … da dove comincio??- non so da dove iniziare a raccontare.
-Inizia dal figlio della Parkinson!!- mi dice decisa.
-Ah!- lo sa anche lei! –Come fai a … -.
-Saperlo?- conclude – La Parkinson che gira ad Hogsmeade col suo pancione dà un po’ nell’occhio. Per non parlare del fatto che, ormai, lei ha fatto sapere a tutti gli abitanti della zona che il figlio è di … -.
Ora è lei ad avere difficoltà a dire quel nome!! Lei era forse l’unica che avrebbe scommesso a favore di Malfoy. Anche lei ha perso, non come me ma ci credeva davvero!
-Sì è suo!- basta giri di parola –E credo che tu non abbia bisogno di sapere perché tra noi è finita!!-.
-Immagino!- la vedo che riflette su qualcosa –Allora, se con Malfoy è finita davvero, di cosa volevi parlarmi??-.
-Ecco … volevo chiederti se hai voglia di farmi da damigella d’onore?-.
Luna sbianca a resta immobile a fissare le sue mani. Quando si gira a guardarmi, vedo lo shock nei suoi occhi.
-Non ho capito!- dice con un filo di voce.
-Hai capito bene! Mi serve una damigella d’onore perché … - prendo fiato –Perché ad agosto mi sposo!!-.
Luna si porta le mani alla bocca.
-Tu … ti … tu ti sposi?!?!- balbetta –Tu e Malfoy vi sposate in gran segreto per fregare la Parkinson! E’ un’idea … geniale!!-.
-No!- la disilludo –Decisamente no!!-.
-Allora perché vi sposate così in fretta, adesso che sta per nascere il figlio! Non ti conviene aspettare? E la tua famiglia?Glielo dirai?-.
Luna è un fiume in piena di domande. Pensa davvero che io possa sposare Malfoy per incatenarlo a me oppure sta pensando a Malfoy perché non trova possibili altre possibilità??
-Io non mi sposo con Malfoy!- sussurro.
-Cosa hai detto? Non ho sentito!!- si avvicina di più a me.
Per farle capire bene, infilo una mano nella tasca dei miei pantaloni e tiro fuori l’anello. Luna segue tutti i miei movimenti e appena lo vede, tutta la sua confusione scompare.
-No!!- dice sgomenta.
-Io sposo Harry!!-.
Tre semplici parole. Tre piccole parole che sono, al contempo, così grandi. La faccia di Luna esprime tutto.
-Perché?- mi chiede come se fosse la domanda più normale del mondo.
Perché? Devo raccontargli tutto.
-Perché è la cosa giusta da fare!-.
Le afferro la mano e comincio a parlare. Le racconto dall’inizio, da quando stavo con Malfoy ed Harry mi disse che voleva adottare Teddy, da come Harry mi ha aiutato a rialzarmi nei giorni successivi alla scoperta della gravidanza della Parkinson, degli incontri col Ministero, tutto.
Le racconta la pura e semplice verità.
Senza esitazioni o interruzioni.
Lei capirà.
 

 
Entro in Sala Grande, dopo una buona oretta dall’inizio della cena. Ho evitato apposta di arrivare nell’orario di punta per non essere, di nuovo, investita dalla massa.
Infatti, i miei calcoli sono giusti. I quattro tavoli delle casate sono quasi vuoti. Ci sono ancora pochi studenti che cenano. Fa uno strano effetto entrare qui dentro, dopo tanto tempo.
Il mio turbinio di ricordi è interrotto da qualcuno che mi sbatte contro.
-Oh scusa!!- mi dice un ragazzino che stava leggendo un libro. Dalla divisa che porta capisco che è un serpeverde.
-Niente!- abbasso lo sguardo, sperando che il ragazzo passi oltre ma dopo, neanche dieci secondi, lo sento riparlare.
-Tu sei la Weasley?- mi chiede con un tono indispettito.
-A quanto pare!!- a differenza degli altri, lui non mi sembra così trepidante nel riconoscermi.
-La Weasley di nuovo a Hogwarts! Che schifo!!- mi guarda pseudo disgustato ed esce dalla Sala.
Resto basita. Mi viene quasi da ridere.
In effetti, non si può dire di essere tornati definitivamente ad Hogwarts, finché qualche serpeverde non ti sputa addosso il suo veleno.
Povero demente!
A proposito di serpeverdi, tiro un’occhiata al tavolo dei professori. Lui non c’è. Non che mi aspettassi di vederlo seduto; da quando è diventato professore, le volte che l’ho visto seduto con gli altri professori, si possono contare sulle dita di una mano.
Tiro un sospiro di sollievo. Anche oggi, in fondo, è andato tutto bene. A parte lo shock di Luna, a parte lo studio, è andato tutto come previsto.
Mi avvicino al tavolo dei grifondoro e mi siedo in uno dei posti vuoti, in fondo al tavolo. Mi lego i capelli per provare a dare meno nell’occhio ma, non passano neanche dieci minuti, che un paio di ragazzine del primo anno mi chiedono se possono sedersi vicino a me.
All’inizio sembrano quasi intimidite nel parlarmi ma, in pochi minuti, diventano un fiume in piena di domande e complimenti.
Mi affretto a finire il pollo che ho messo nel mio piatto, mi strappano la promessa di cenare con loro anche domani sera e che ci saremmo fatte una foto assieme e, prima che cambino idea e decidano di ricominciare a farmi domande, le saluto ed esco dalla Sala Grande.
Prima di andare a nanna, ho promesso a Neville che sarei passato a salutarlo. Devo accennargli qualcosa a proposito del matrimonio. Sarebbe brutto se lo venisse a sapere da Luna, prima che glielo racconti io. Devo anche fare un salto dalla McGranitt; voglio chiederle se può darmi il permesso di restare in biblioteca anche di sera. I libri sono troppi e non ha senso portarmeli dietro ogni volta.
Cammino lungi i corridoi, sorridendo qua e là ai ragazzi che mi salutano.
Esco lungo il pontile di legno che porta alle serre. Mentre cammino, mi godo lo spettacolo del panorama che si vede da qui. Il Lago Nero e tutta la Foresta Proibita sono ai miei piedi.
Mi fermo sulla balaustra a godermi questo leggero venticello sulla pelle mentre ammiro lo spettacolo davanti a me. D’estate è ancora più bello, rispetto all’inverno, quando tutto sembra un’enorme distesa di neve e ghiaccio.
-Ciao!-.
Mi paralizzo all’istante. Anche se è stato, quasi come un sussurro, riconosco all’istante la sua voce. Sento una fitta fortissima allo stomaco. Deve essere l’agitazione. Mi sono chiesta, così tate volte, come sarebbe stato rivederlo o come avremmo reagito e, adesso, sto per scoprirlo.
La salivazione mi si è azzerata ma, con tutto il mio self-controll, mi giro a guardarlo.
Eccolo. Dopo tanti mesi, è di nuovo, qui, davanti a me.
Per ironia della situazione, per la prima volta da quando lo conosco, è vestito tutto di bianco. Porta una leggera camicia di lino un po’ sbottonata e un paio di jeans bianchi che gli fasciano i fianchi. Neanche a farlo apposta, il suo vestiario contrasta col mio siccome, stasera, avevo optato per una canotta e un paio di pantaloni neri.
Devo essere onesta. Gli fa bene il sole dell’estate. Perché a parte i capelli spettinati che gli ricadono, come al solito, sulla fronte, non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che la sua carnagione, di solito pallida, sia leggermente abbronzata.
-Ciao!- dico a fatica. E’ l’unica cosa che riesco a dire.
-Non volevo spaventarti. Ho sentito in giro che eri tornata.- Malfoy parla tenendo la testa bassa –Passavo di qui! Stavo tornando da … Hogsmeade e ti ho vista!-.
Non ricordo di averlo mai sentito parlare con un tono più sereno di questo. Annuisco con la testa mentre, nella mia mente, cerco qualcosa da dire che sia adeguato alla situazione.
Torna da Hogsmeade, vestito così. Probabilmente, era a Hogsmeade per fare una visita a qualcuno. Che poi, chi mi dice, che non si sia trasferito con lei? Perché restare nel castello, se hai appena comprato una casa a un chilometro da qui?
-Io stavo andando da Neville!- cosa più stupida non potevo dire. Dovevo chiederli come sta.
Lui alza un po’ la testa e, cogliendomi impreparata, mi guarda negli occhi, facendomi un mezzo sorriso finto. Mi sembra come se si stesse costringendo a farlo.
Come risposta, ora, sono io a sviare il suo sguardo.
Mi sudano anche le mani, per non parlare della fitta allo stomaco che non ne vuole sapere di andarsene. So io cos’è: è la tensione che mi gioca brutti scherzi.
-Ora devo andare!- annuisco cercando di mascherare il mio imbarazzo con un sorriso.
-Anche io, devo andare!-. Per fortuna, questa finta conversazione sta volgendo al termine!
Perché deve esserci tutto questo imbarazzo? Non è da lui; non ha mai avuto problemi a usare le parole e nemmeno io!
Mi faccio coraggio e lo guardo dritto negli occhi. Perché li vedo diversi? Non sono più accesi e luminosi come li ricordavo. Mi sembrano spenti, privi di vita. Sono io che gli faccio questo effetto? Forse, anche lui, non aveva poi così tanta voglia d’incontrarmi!
-Allora, ci vediamo in giro … - lascia la frase sospesa -… Weasley!-.
Interrompe il nostro contatto visivo e s’incammina nella direzione opposta alla mia, verso il castello.
Mi ha chiamata Weasley. La fitta allo stomaco si fa più forte. Suona sempre diverso il mio nome quando è lui a chiamarmi.
-Sì ci becchiamo da queste parti, Dra … Malfoy!!- non riesco a pronunciare il suo nome e lui sembra essersene accorto.
Prima di dire altre cose che potrebbero peggiorare il livello altissimo d’imbarazzo, allungo il passo e riprendo a camminare verso la serra. Mi sento svuotata, vorrei solo appoggiarmi al muro e sedermi ma non posso! Sono ancora troppo vicina e potrebbe vedermi!
Una volta superato il ponte coperto ed essermi assicurata che non mi stia guardando nessuno, mi appoggio a una pietra lì vicino alle serre. Da qui riesco anche a vedere la capanna di Hagrid. Devo ricordarmi, domani, di andare a salutarlo.
Sento il mio stomaco rilassarsi.
Dai, infondo, non è andata così male. Prima o dopo, avrei dovuto incontrarlo. Certo, se avessi saputo quando e dove, avrei pensato a qualcosa da dire di più … interessante.
Però poteva anche andare peggio. C’era anche la possibilità che lui potesse non essere così … cordiale e ricominciare a trattarmi come faceva anni fa.
Sì, ho ragione! Come primo incontro, poteva andare molto peggio; almeno, la prossima volta, sarà sicuramente meno imbarazzante di questa sera!!
Almeno spero …
 

 
-Ma cosa ti dice il cervello?- Neville è paonazzo in volto.
-Non capisco perché sei tanto arrabbiato!!- ho appena finito di raccontare tutto a Neville e lui non l’ha presa proprio bene. Luna è rimasta senza parole mentre lui, invece, di parole ne sta usando fin troppe!!
-Ma ti rendi conto … anzi, vi rendete conto che se salta fuori che avete falsificato dei documenti del Ministero, voi due finite dritti dritti, davanti al Wizenghamot??- batte una mano sul suo tavolo facendo rovesciare un vaso pieno di terriccio.
-Nessuno verrà a saperlo! Nessuno saprà delle promesse che abbiamo pronunciato. Lo sapete solo tu e Luna, qui. Lo voglio dire solo alla McGranitt e basta. Tutti gli altri sapranno solo che, io ed Harry, abbiamo deciso di sposarci fra qualche settimana. Non c’è da preoccuparsi!!- cerco di spiegargli –E’ tutto sotto controllo!!-.
-E’ tutto sotto controllo?- imita la mia voce –Per te, è tutto sotto controllo??-.
-Sì!- dico convinta mentre lo sento scoppiare a ridere istericamente.
-E come giustificherai, questa vostra voglia scatenata di sposarvi di fretta e furia dopo mesi che nessuno vi ha più visto insieme, dove tutti pensavano che vi foste lasciati che, tra parentesi, è la pura e semplice verità?- mi chiede continuando a ridere ma non penso che stia aspettando veramente una mia risposta.
-Sono affari nostri! Possono pensare quello che vogliono!!-.
-Ah sì? E, guarda caso, il tuo matrimonio, immagino, combacerà proprio al periodo in cui Harry otterrà l’adozione del bambino! Una coincidenza, no??-.
Sento la porta aprirsi e, spaventata, gli faccio segno di azzittirsi ma, per fortuna, è solo Luna.
-Sentivo le urla da fuori!-ci rimprovera Luna –Sono le dieci di sera!!-.
-Il tuo fidanzato non ne vuole sapere di calmarsi!!- speriamo che almeno Luna riesca a tranquillizzarlo.
-Sei a conoscenza del brillante piano della nostra cara amica in comune??- chiede Neville a Luna.
-Sì!- si limita a rispondere Luna, guardandomi da sotto le sue lunghe ciglia.
-Neville, non vederla solo come una cospirazione al Ministero!! Sposo Harry, non il primo che passa!!- sono stufa. Perché non riesce a capire il senso di quello che gli sto dicendo?
-Non è questo il punto, anche se avrei molte cose da dire anche su questo. Avete … - Luna gli tira un’occhiataccia di avvertimento e lui abbassa subito il tono della voce –Avete contraffatto dei documenti ufficili, avete pronunciato delle promesse di matrimonio che dovrete mantenere se non volete passare dei guai!-.
-Le manterremo! Stiamo già organizzando tutto … - provo a calmarlo.
-Ma cosa me ne importa dei tuoi preparativi?!?!?- Neville alza di nuovo il tono della voce e a nulla servono le leggere carezze che Luna gli fa sulla schiena.
-E’ tutto a posto Neville!! Lo facciamo per Ted!!- provo ad avvicinarmi –Pensa a lui! A Thonks, a Lupin!!-.
-Ma io non ho il minimo dubbio che voi lo abbiate fatto per delle validissime motivazioni! Ma, se qualcosa va storto, se solo scoprono il tranello, voi finirete processati per frode al Ministero. Capisci?!?-.
Lo so a cosa vado incontro ma le possibilità che ci scoprano sono così poche che non vedo il motivo di così tanta preoccupazione.
-Quello che Neville vuole dire … - comincia a parlare Luna - … e che non ha il coraggio di dirti è che, siete troppo esposti perché la gente non faccia delle domande!! E tra le persone che si domanderanno del perché di questa decisione, ci sarà pure Malfoy!!-.
Eccoci. Il vero punto di tutta la storia. Quello che tutti mi hanno detto. Le ragazze, la mia famiglia, Hermione, Harry. Tutti la stessa cosa mi dicono: come ti giustificherai con Malfoy?
-Non gli devo nessuna spiegazione. Non sto più con lui! E’ finita da tempo!- li guardo entrambi per farli ragionare.
-Ginny … guardiamoci negli occhi!! Io ci credo che è finita ma, non è che vi siete lasciati da anni!!- Neville sembra ormai sulla via della rassegnazione –Avete messo una data, su quelle dannate promesse, che mal si concilia con la fine della tua storia con lui!! Se lui lo venisse a sapere, capirebbe che c’è qualcosa che non torna! E se volesse farvela pagare, a te o a Harry? Se andasse a spifferare qualcosa al Ministero? -.
-Non succederà! Malfoy non saprà mai di queste promesse! Gli dirò solo che io ed Harry abbiamo tanta impazienza di sposarci perché abbiamo capito di amarci ancora!!-.
Dalle espressioni di entrambi, non li ho convinti granché. Luna e Neville si guardano come a cercare forza l’uno nell’altro. Sono felice di averli ritrovati ancora così tanto in simbiosi l’uno con l’altro.
-Voi starete dalla mia parte, vero?- chiedo bisognosa di sapere di avere il loro sostegno.
-Noi siamo sempre dalla tua parte!- mi dice Luna affettuosamente – Siamo solo preoccupati! Siete personaggi pubblici, questa storia delle false promesse potrebbe essere la vostra rovina!!-.
Neville, inaspettatamente, si avvicina e mi posa le mani sulle mie spalle.
-Mi spiace di aver urlato. Tu sai che sono sempre dalla vostra parte! E sono felice che tu ed Harry facciate questa cosa insieme ma … - si gira a guardare Luna – Il matrimonio è una cosa troppo grande, soprattutto se fatto con queste condizioni di partenza! Sei sicura di volerlo fare? Sei ancora in tempo! Se tu vuoi, noi ti possiamo aiutare a trovare una soluzione … -.
Gli tappo la bocca con la mano.
-Sono sicura, Neville!! Ted merita il sacrificio e poi, io ed Harry, abbiamo trovato un nostro nuovo punto di partenza. Chi può dire che il matrimonio sarà una cosa sbagliata per noi due??-.
Neville mi abbraccia e io contraccambio mentre con lo sguardo cerco il sostegno di Luna; lei, per fortuna, mi sorride.
-Andrà tutto bene!- mi sussurra Luna, forse per non farsi sentire da Neville.
-Grazie!- mimo con le labbra.
Anche questa è fatta. Mi sarei aspettata una reazione leggermente più positiva ma, alla fine dei conti, non è andata male nemmeno questa.
Luna ha capito e Neville … Neville si abituerà all’idea!
Alla fine.
 

 
-Grazie Weasley!! Bell’allenamento!!- mi ringrazia McLggen per la millecinquecentesima volta in dieci minuti.
In tutta franchezza, ho dovuto accettare per forza di allenarmi stasera, con la squadra di grifondoro; McLaggen è da stamattina a colazione che non mi dava pace con sta storia che, in questi giorni, devo assolutamente fare allenamento con loro.
L’ho accontentato ma, adesso che abbiamo finito, devo essere sincera che sono contenta di aver accettato.
Sgranchirmi un po’ le gambo sulla scopa mi ha fatto bene! Prima di tutto, mi ha un po’ liberato la mente dopo le dieci ore che ho passato in biblioteca e, poi, mi sono divertita a volare con i miei vecchi compagni di squadra!
-Allora, come ti siamo sembrati? Ci trovi migliorati??- mi chiede tutto speranzoso McLaggen.
In realtà, grossi cambiamenti nella tecnica di gioco non ne ho visti ma mi spiace spezzare così le sue speranze. Poi, ora, sono io che devo adeguarmi a loro. Sono abituata a giocare in una squadra professionista dove è tutto molto più veloce e tecnico, non posso certo pretendere qui livelli di gioco qui a Hogwarts!!
-Penso che … i grifondoro, quest’anno, vinceranno la coppa di Quidditch!- dico convinta. In confronto alle altre tre case, sono sicura che siamo ancora i più forti. Voci di corridoi mi dicono che i serpeverde si siano molto indeboliti perché nelle nuove leve hanno trovato ben pochi talenti di Quidditch.
-Grande Weasley!!!- mi tira una pacca sulla schiena che poco si addice a una ragazza ma faccio finta di nulla –Fino a quando resterai qui, sarai sempre tu il capitano!!-.
-Siamo entrambi i capitani!! Posso fare gli allenamenti ma ti ho già detto che la finale di sabato contro i serpeverde non posso giocarla!! La fascia da capitano tornerà a te!!-.
Gwendolyn non mi ha firmato il consenso per giocare le partite ufficiali del torneo di Hogwarts; aveva troppa paura che mi facessi male e che tornassi a casa infortunata, col pericolo di non poter giocare le prossime partite di campionato.
-Si, sì, lo so!! Farai il tifo però??-.
-Quello, sicuramente!!-.
Mi congedo da McLaggan e mi dirigo verso lo spogliatoio. E’ quasi ora di cena e sto morendo di fame. Ormai la situazione, in giro per la scuola, è nettamente migliorata rispetto a ieri. Riesco già a camminare per i corridoi e, a parte dover salutare tutti quelli che incontro, oggi solo in dieci mi hanno assalito di domande sulle Harpies e sul campionato.
Mi faccio una doccia velocissima, raccolgo i capelli in uno chignon improvvisato e mi metto il vestito a mezze maniche verde scuro che mi ero comprata il giorno prima di fare le promesse.
Comprato, non è la parola giusta. Margareth mi ha costretto a comprarlo.
M’infilo le ballerine nere e corro verso il castello.
-Ciao Ginny!!- mi saluta un ragazzo di corvonero e contraccambio con un cenno della mano.
Accelero e, in un batter baleno, faccio il mio ingresso nella Sala Grande. Fingo di non accorgermi delle molte teste che si voltano a guardarmi. Vedo un posto libero vicino a Thompson del terzo anno, il vice portiere della squadra, e mi ci vado a sedere.
Saluto tutti quelli accanto a me e comincio a riempirmi il piatto. Per non commettere passi falsi, non mi guardo intorno ma mi concentro su quello che ho davanti.
-Strano!!- sento la ragazzina accanto a me parlare –E’ la prima volta che vedo Malfoy seduto al tavolo dei professori!!-.
Appena il mio cervello recepisce l’informazione, il riso che stavo masticando mi va di traverso. Sento Thompson tirarmi dei delicati colpetti sulla schiena mentre il suo amico, davanti a me, mi versa un bicchiere di acqua e me lo porge.
-Tutto bene, Ginny?- mi chiede Thompson preoccupato.
-Sì sì!!- rispondo appena riesco a smettere di tossire. Non so perché ma ho come la sensazione che, oltre ai miei vicini, qualcun altro, da qualche parte, mi stia fissando.
Ho paura di girarmi per guardare verso il tavolo dei professori e vedere, con i miei occhi, colui che è appena stato nominato.
Per fortuna, non ne ho bisogno perché la ragazzina accanto a me, finito di assicurarsi che io fossi a posto, ricomincia a parlare con la sua amica. Fingo di bere ma, in realtà, sono solo concentrata ad ascoltare quello che si dicono.
-Non si fa mai vedere da queste parti!! Chissà, stasera, cosa gli è preso!!-.
-I sotterranei stanno andando a fuoco!!- risponde l’amica e scoppiano a ridere. Forse, c’era un messaggio subliminare che le diverte tanto!
Ricomincio a mangiare un cucchiaio di riso mentre vedo McLaggen fare il suo ingresso nella Sala. Per non farmi vedere, mi avvicino al tavolo cercando di nascondermi, più che posso, dietro a Thompson.
La mia idea ha funzionato perché lo vedo sedersi in fondo alla tavolata vicino a una ragazza. Per fortuna, non mi ha visto!! Non avevo voglia di ricominciare a sentire i suoi urletti e cori, dopo aver passato le ultime due ore con lui, soprattutto se è vero che al tavolo dei professori è seduto Malfoy. Non voglio dare nell’occhio e, con McLaggen accanto, avrei tutti gli occhi puntati addosso nel giro di pochi secondi.
Chinandomi sul piatto, da dietro le ragazze accanto, provo a tirare un’occhiata al tavolo dei professori. Avevano ragione … eccolo!
E’ seduto vicino a Lumacorno che gli sta parlando, ma lui non sembra molto interessato alla conversazione.
Come se avesse sentito i miei pensieri, alza la testa dal piatto e, per un secondo, i suoi occhi incontrano i miei.
-Porca miseria!!- giro la testa immediatamente anche se, ormai, è troppo tardi. Mi ha vista!
Per non aggravare la situazione, faccio finta che non sia successo nulla e finisco di mangiare quello che ho nel piatto.
Appena buttato giù l’ultimo boccone, saluto i presenti accanto a me e mi alzo dalla panca.
Facendo attenzione a non buttare l’occhio sul tavolo dei professori, m’incammino verso l’uscita, accelerando in zona McLaggen.
Una volta fuori, giro l’angolo e mi appoggio alla parete!
-Maledizione!!- tiro una manata contro il muro.
-Guarda un po’ chi si rivede!!- sbuffo.
No, lei no! Non dovrebbe essere qui! Non ho proprio voglio di vederla.
-La Weasley famosa!- quel suo tono di voce che mi da tanto sui nervi!! Ma non doveva essere a Hogsmeade?
Raccolgo in me, tutte le mie energie positive e, maledicendo il cielo, mi giro.
Eccola.
Le butto un’occhiata e, a dirla tutta, se l’avessi vista da lontano, non so se l’avrei riconosciuta.
Dall’ultima volta che l’ho vista, ha preso senz’altro qualche chilo, per non parlare dell’enorme pancione che continua ad accarezzare con le mani.
Il vestito lungo fino ai piedi bordeaux, la fa più rotonda di quello che è.
Non riesco a staccare gli occhi dal pancione. E’ la prima volta che lo vedo. E’ cominciato tutto da lì, da quella pancia … da quel bambino!
Se non ci fossero stati, chissà come sarebbero andate a finire le cose!
-Pansy! Ti trovo in forma!!- provo ad essere almeno educata.
-Se voleva essere una battuta, non mi fa ridere!!- il mio proposito di essere educati se ne va già a farsi benedire,
-No. Non era una battuta!!-.
-Che ci fai qui, Weasley??- mi chiede con un tono che, non vorrei sbagliarmi, è un po’ troppo minaccioso.
-Devo dare gli esami! Stai tranquilla, però. Starò qui solo per pochi giorni!!-.
-Ma io sono già tranquilla! Non può importarmene di meno di dove tu sia o quando te ne andrai!!-.
L’aspetto cambia ma la sua aria da schiaffi non è per niente diminuita.
-Bene! Se ci siamo dette tutto, io non avrei più nulla da dirti!!-.
-Quanta fretta!!- mi blocca il passaggio –Cos’è!?!? Ti da fastidio vedermi?? O … vederlo??- si indica il pancione.
-Tu mi dai sempre fastidio! Il tuo pancione è il motivo per cui cerco ancora di essere educata!!- le chiarisco subito come stanno le cose.
-E’ da così tanto tempo che speravo d’incontrarti! Ho buttato l’occhio e ho visto che si parla spesso di te sul giornale!!! E ora … eccoti qui!!-.
Faccio appello a tutto il buon senso che ha sede in me e decido di non far caso alle sue provocazioni.
-Anche tu sei qui! A quanto ne so, risiedi ad Hogsmeade adesso!-.
-Beh, incinta o no, anch’ io devo dare gli esame. Solo che, a differenza tua, non sono costretta a stare qui a Hogwarts ma posso stare dove mi pare!! Sai, ho le conoscenze giuste!!- mi fa l’occhiolino. So a chi sta alludendo ma, ancora una volta, decido di non risponderle come, invece, meriterebbe.
-Sei sempre così deliziosa!! Comunque, sono molto contenta per te. Nelle tue condizioni, devi stare più al riposo possibile!- provo a spostarmi –Dopo questa bellissima chiacchierata, se non ti dispiace, io me ne andrei!-.
Quando sto per voltarle le spalle, mi sento afferrare per un braccio e, con una spinta, Pansy, mi sbatte contro il muro.
Senza mollarmi il braccio e, stringendomelo, sempre di più, mi schiaccia contro la parete. Sento la pelle dura del pancione schiacciarmi il ventre.
-Se pensi di arrivare qui e mettere zizzania tra me e Draco, ti stai sbagliando!!- mi ringhia in un orecchio –Non te lo permetterò, piccola troietta che non sei altro!! Non rovinerai tutto quello che ho costruito con tanta fatica!! Lui è mio!!-.
Sembra posseduta da un demonio. Potrei spingerla via ma non lo faccio perché sono migliore di lei. E’ incinta e potrei farle del male o, peggio … farne al bambino!!
-Nessuno è venuto qui a toccarti nulla! Puoi stare tranquilla!!- le spiega cercando di calmarla.
-Anche perché, come vedi, ho trovato il modo di riprendermelo! Tu sei stata solo una squallida parentesi, di cui si vergognerà per il resto della vita!! Non ti azzardare a … - mi punta il dito contro.
-Pansy, tesoro, cosa stai facendo??-.
Sia io sia Pansy, ci voltiamo contemporaneamente.
Malfoy è arrivato ed è proprio dietro alla Parkinson. Resto sorpresa nel vederlo ma ancora di più per quello che ho appena sentito.
Tesoro? Adesso, la chiama tesoro?
Senza la minima considerazione nei miei riguardi, si avvicina a Pansy e le poggia delicatamente una mano sulla spalla.
-Stavo facendo due chiacchiere con la Weasley!- il tono della Parkinson, chissà come, si è addolcito tutto d’un colpo.
Finalmente, mi libera il braccio e, approfittando del momento, mi allontano da lei.
Dovrei andarmene ma resto bloccata a fissare, a bocca aperta, la scena davanti a me. E’ tutto così irreale.
Draco, con la mano libera, le sta accarezzando il pancione! Improvvisamente mi viene da vomitare!!
-Lo sai che, innervosirti, non fa bene al bambino!- le sorride, continuando a ignorarmi -Vieni, andiamo. Ti accompagno a casa!!-.
Pansy mi tira un’altra occhiataccia, prima di afferrare la mano di Draco e incamminarsi con lui, sotto braccio. In tutto ciò, Malfoy non mi ha degnato né di uno sguardo né di una parola, come se non esistessi.
Bene, siamo arrivati a questo!! Ora, addirittura, difende la Parkinson! Mi ha scaraventato contro il muro, mi ha minacciato e lui?? Tesoro! Fino a quattro mesi fa, non voleva sentire parlare del bambino e, adesso, gli accarezza persino la pancia davanti ai miei occhi, la chiama tesoro e la riaccompagna a casa.
Pezzo di merda che non è altro. E’ questo che vuole? Vuole che ci ignoriamo??
Bene. Sarà accontentato.
 

 
-Eri tanto preoccupato e hai visto?? Non mi ha degnato di una parola!!- finisco di raccontare l’episodio di ieri sera a un Neville a dir poco sorpreso.
-Come ha chiamato la Parkinson??- mi chiede trattenendo una risata.
-Tesoro!!- afferro il mio librone di erbologia e ricomincio a sfogliarlo –E’ innocuo. Non ha nessun motivo per volersi vendicare di me o Harry. Non credo che sarà molto interessato alla notizia del mio matrimonio!! E’ così preso da Pansy e il bambino … -.
-Io aspetterei a dirlo!- mi risponde dubbioso –Questa sua gentilezza verso la Parkinson, non è da lui!!-.
-Non possiamo saperlo! Forse, avendo accettato il bambino, ha deciso di dare un’altra possibilità anche alla madre di suo figlio! In fondo, è la stessa cosa che sto facendo io con Harry!!-.
-Sarà ma … io andrei con i piedi di piombo prima di sottovalutare Malfoy!!- Afferra una pianta e me la porge.
L’afferro e cerco di sradicarla ma è più difficile del previsto. Mi servirà ancora un bel po’ di ripasso se voglio superare l’esame pratico di Erbologia: è tutto così difficile!
-Ti rendi conto che l’ha chiamata tesoro?- sbatto il vaso sul tavolo così forte che, finalmente, riesco a tirare fuori la pianta dal terriccio.
Sarei soddisfatta se non fosse che, in un attimo, la vedo appassire davanti ai miei occhi.
-Brava! Ti avevo detto di tirarla fuori dal vaso … non di spezzarla!!- mi indica il vaso con il terriccio e noto che le radici della pianta sono ancora al suo interno.
Maledizione!! Maledetta me e maledetto anche quel cretino che mi ha fatto distrarre.
Ma dai, tesoro? Chi è che chiama ancora le persone, tesoro??
E poi, chiamare così la Parkinson!!
Stiamo scherzando??
 

 
Sento il ticchettio delle lancette dell’orologio, da quanto silenzio c’è in quest’ aula. Mi ero stufata di stare in biblioteca; dopo che sono tornata da Neville, sono andata direttamente lì e ci sono rimasta per quattro ore.
Non ne potevo più di vedere quegli enormi scaffali di libri, allora ho deciso di prendere tutta la mia roba e venire a studiare nell’aula d’incantesimi. La McGranitt mi ha detto che potevo rimanerci quanto volevo perché le lezioni erano ormai finite.
Sono quasi le otto di sera, dovrei chiudere i libri e andare a cena ma, il pensiero di dover entrare in Sala Grande in pieno orario di punta, non è molto allettante.
Sono esausta e, forse, dovrei prendere in considerazione l’idea di saltare la cena e andare a buttarmi direttamente sul letto.
-Professoressa McGranitt, volevo chiederle se ha cinque … -.
Alzo gli occhi dal libro, sentendo la porta aprirsi.  Riconosco subito la sua voce e mi maledico per non essermene andata in Sala Grande quando ero ancora in tempo.
Sento i passi in avvicinamento. Deve essersi accorto che della McGranitt non c’è neanche l’ombra  ma, soprattutto, della mia presenza.
-Ciao- con la coda dell’occhio, vedo la sua ombra accanto a me.
Vorrei sbuffare per la sfortuna che mi perseguita ma mi trattengo e, prendendo un po’ di coraggio, alzo la testa e mi giro verso di lui.
-Ciao!- faccio un sorriso forzatissimo. Lo guardo dalla testa ai piedi. Non lo avevo mai visto vestito così … sportivo.
Polo blu a mezze maniche, pantaloni  beige e un paio di sneakers blu.
-Non sapevo fossi qui- tamburella le dita sul banco –Stai ancora studiando?-.
Vuole fare conversazione? Ieri neanche mi guardava in faccia.
-Sì!- lo liquido così mentre inizio a raccogliere tutte le mie cose sparse ovunque.
-Se t’infastidisco, puoi dirmelo!- afferra un libro prima di me, costringendomi a guardarlo.
-Strano, pensavo la stessa cosa io di te!!- gli strappo il libro dalle mani.
Dalla sua espressione confusa, non credo abbia capito a cosa mi riferisco. 
-Penso che, ieri, Pansy abbia chiarito perfettamente quello che devo fare io con te!!- quando ci vuole, ci vuole!! Ieri sono stata insultata, ignorata, ho assistito a una delle peggiori scene della mia vita e, adesso, sono io quella che non vuole essere civile con lui?
-Lascia stare quello che ti ha detto lei … - dice alzando gli occhi al cielo e sbuffando.
-Mi sembrava che fossi d’accordo con lei … - dico quasi sottovoce perché non sono del tutto certa di volermi far sentire da lui. Forse, avrei fatto meglio a starmene zitta.
-Non volevo che si agitasse ancora di più! Innervosirsi non fa bene al … -.
-Bambino!- concludo io la frase per lui. Non avrei mai pensato di sentirglielo dire. Si preoccupa del bambino … di suo figlio.
I miei occhi incontrano i suoi e, nel silenzio più totale, è come se i suoi occhi parlassero. Mi stanno chiedendo comprensione?
-Avevi ragione tu! Il bambino non ha colpe! Non deve andare, per forza, com’è successo a me! Voglio darmi una possibilità di essere un padre migliore rispetto a quello che ho avuto io! Tutto qui!-.
Se non fossi certe di essere sveglia, penserai che è tutto un sogno o un’allucinazione. E’ il primo ragionamento da persona matura, forse fin troppo, che gli sento fare. Sono profondamente colpita!
E’ cambiato veramente, allora. Non è più quello di una volta. Il modo in cui mi parla, il suo atteggiamento, le sue parole mi suonano come qualcosa di nuovo.
Non so bene il perché ma, una parte di me, improvvisamente viene inondata da un moto di orgoglio verso di lui. La rabbia e il fastidio scompaiono e, mentalmente, mi do della stupida per aver fatto la permalosa in quel modo.
-Sono contenta!- gli sorrido, questa volta, sinceramente –Hai fatto la scelta giusta!-.
-Non avevo altra scelta!!- mi risponde d’impeto. Era una frecciatina?
Nel dubbio, fingo di non aver sentito e cambio argomento.
-Quanto manca alla nascita??-.
-Sei settimane alla scadenza del termine!-.
Sei settimane! C’è una certa ironia in tutto questo? Nel giro di sei settimane, io mi sposerò con Harry e lui diventerà papà. Dovrei dirglielo ma non sono sicura che leggerebbe la situazione nello stesso modo in cui la vedo io. Anzi, ne sono certa!
-Ora, si è fatto tardi. Dovrei andare a mettere qualcosa nello stomaco!!-  gli passo accanto e, involontariamente, per un solo secondo, la mia mano sfiora la sua.
Come se avessimo preso una scossa elettrica, entrambi, tiriamo via la mano.
-Devo andare … !- dico mentre Malfoy continua a fissarmi insistentemente.
Sono quasi convinta che stia per dirmi di non andare, quando sentiamo bussare alla porta dell’aula.
-E’ permesso?- chiede una voce familiare.
-Entra pure!!- risponde Malfoy che, d’improvviso, sembra irritato.
Sto per chiedergli cosa sta succedendo ma, sentendo la porta aprirsi, mi volto per vedere chi sia.
Riley.
Per fortuna do le spalle a Malfoy, altrimenti, si accorgerebbe della mia faccia sconvolta. Con gli occhi e la bocca sbarrati, trattengo il fiato. Non riesco a respirare.
Cosa diavolo ci fa qui??
Riley non sa nulla di me e Malfoy. Non sa che deve tenere la bocca chiusa con Draco, non gliel’ho mai detto!!
-Signor Malfoy la stavo cercando- dice serio Riley – Ginny!!! Cosa ci fai qui?!? Che sorpresa!! E’ la seconda volta che vi ribecco insieme voi due!!-.
Continuando a dare le spalle a Malfoy, m’impegno al massimo a catturare l’attenzione di Riley che, ovviamente, sembra molto più concentrato su Draco che su di me. Spero che si accorga solo del panico nei miei occhi e che capisca che c’è qualcosa che non va.
-Spero che sia ad Hogwarts per una visita di cortesia e non per lavoro!!!- Malfoy si rivolge a Riley e, dalla sua voce, non sembra molto contento di averlo tra i piedi.
-Purtroppo per lei, sì! La settimana scorsa non ho potuto esserci all’ispezione- Riley mi fa l’occhiolino alludendo, forse, a qualcosa che non afferro –Il mio collega mi ha aggiornato su tutto ma, per essere sicuro, sono venuto personalmente a vedere come vanno le cose!!-.
-Cosa vuole trovare?? Sono passati sei giorni!!- Malfoy comincia ad arrabbiarsi sul serio.
Più o meno, penso di aver capito di cosa stanno parlando. Riley è venuto a fare il controllo a Malfoy (Proprio adesso, maledizione!!!) però, da quanto dice Malfoy, sono passati solo pochi giorni dall’ultima visita del Ministero.
Anche a me suona strana questa cosa! Da quello che mi raccontava Draco, le ispezioni del Ministero erano molto sporadiche e non così ravvicinate!!
Ecco che tutto si ricollega!! La McGranitt mi aveva detto che non avevano visto bene il fatto che avesse messo incinta la Parkinson.
Vorrei interessarmi di ciò ma adesso ho un’altra priorità: parlare con Riley prima che lo faccia lui con Malfoy e gli possa sfuggire qualcosa.
-Non è questo il momento di discutere! Forse non le è chiaro che il Ministero è legittimato a controllarla, come quando e dove vuole!!- non ho mai sentito Riley parlare così!!
-Il Ministero può andare a fan … -.
-DRACO!- lo fulmino con lo sguardo e lo blocco prima che dica qualcosa di cui si pentirebbe.
-Ginny, non fermarlo, lascialo libero di dire quello che vuole!!- Riley sta cercando di provocare Malfoy. Perché fa così?
Draco sembra sull’orlo di esplodere ma, con tutta me stessa, lo prego in silenzio di tacere. Come fa a non capire che, se lo ispezionano così frequentemente, è solo perché non aspettano altro che trovarlo in difetto??
Incontro i suoi occhi e, se lo conosco ancora un po’, so che ha già deciso di mandarlo al diavolo.
-Cerchiamo di rilassarci, dai!! Riley, fai un’eccezione!! Stavamo per festeggiare la bella notizia con Malfoy!!- che cosa sto facendo?!?! Perché mi sto suicidando con le mie mani?!?
Riley sembra piacevolmente sorpreso mentre Malfoy, lo noto con la coda dell’occhio, mi fissa confuso.
-Quale bella notizia Weasley??- balbetta Malfoy che non ha la minima idea di quello a cui io e Riley ci riferiamo.
Almeno questa mia genialata, è servita a qualcosa!! Sono riuscita a distrarlo e a fargli stemperare l’arrabbiatura.
-Ancora non gliel’hai detto!!- mi chiede Riley, dandomi una piccola gomitata.
Draco ci fissa sempre più confuso.
Ma perché l’ho fatto!??! Dovevo andarmene dalla stanza, fregarmene, far esplodere Malfoy e farlo finire nei guai.
-Cosa devi dirmi Weasley??- mi chiede Malfoy, portandosi davanti a me.
Dai, non devo essere pessimista!! Si è comportato in maniera civile fino ad adesso … va beh, fino a cinque minuti fa!!
-Dirmi cosa, Weasley??- mi ripete Draco alzando il tono della voce.
-Come la fai lunga Weasley!!- sbuffa Riley –Se sei così lenta per dirlo a Malfoy, immagino il tempo che ci hai messo per dirlo … -
-Riley, esci!!- cerco di fermarlo prima che sia troppo tardi -Riley? Ci puoi dare dieci minuti, da soli!- gli chiedo. Sono troppo arrabbiata con lui! Cosa gli sta dicendo il cervello!
-Tutto il tempo che vuoi!- mi risponde Riley un po’ confuso. Forse lui, vedendo la faccia di Malfoy, cosa che ancora non ho fatto io, sta iniziando a capire che c’è qualcosa che non va.
Sento i passi allontanarsi e la porta sbattere.
Ora siamo soli! Non posso più scappare.
-Malfoy … - respiro, prendo coraggio e mi volto a guardarlo.
Ha il viso contratto, gli occhi si sono chiusi in una fessura e lo sento respirare irregolarmente. Non ha un bell’aspetto.
-Weasley … parla!- mi ordina con tono autoritario.
-Io e …- non riesco a dirlo. Pensavo di essere pronta e, invece, non lo sono. Ho paura che lui reagisca male e che mi possa mettere nei casini ma non so perché, qualcosa dentro di me, mi dice che non è solo per questi motivi.
-Io e la mia famiglia abbiamo fatto pace!!- dico tutto d’un fiato. Mi maledico nella mia testa. Avevo la possibilità di parlargli e me la sono bruciata così! Veramente credo che sarà possibile  mantenere il segreto con lui? Lo verrà a sapere da estranei se non mi muovo a dirglielo.
Ho sempre predicato la verità e ora … non che abbia mentito! In fondo, è vero che ho riallacciato i rapporti con la mia famiglia! Ho solo sprecato una possibilità e il tempo è troppo poco per sprecarne altre.
-Ah!- lo sento respirare di sollievo –Solo questo??-. Sembra confuso ma, al tempo stesso, di nuovo rilassato.
-Solo questo?- non lo capisco. Che cosa si aspettava??
-No, scusa, pensavo … Non che i rapporti con la tua famiglia non siano importanti ma ero già … stavo viaggiando troppo con la fantasia!!- farfuglia frasi senza senso e faccio fatica a capirlo. Sembra quasi sul punto di scoppiare a ridere.
-A cosa pensavi??- gli chiedo.
-Una cosa stupida … - cerca di sviare la risposta.
-Dimmelo … se è stupida … - sono curiosa di sapere fino a che punto è arrivata la sua immaginazione.
-Pensavo che … - è su di giri – Pensavo che tu e Riley vi foste messi assieme!!-.
Boom!
Lui pensava che io stessi con Riley.
-No, assolutamente no!!- rispondo ma poi rifletto meglio –Tu ne sei contento??-.
Lui mi guarda come se avessi detto la cosa più banale al mondo.
-Sì!- risponde semplicemente.
Restiamo in silenzio a guardarci. Lui non riesce a trattenere un sorriso mentre io, più lo guardo così, più mi rendo conto che la situazione è ancora peggio di come credevo.
Lui è contento perché non mi sto vedendo con Riley. Con …Riley.
Non s’immagina minimamente che io non posso più frequentarmi con nessuno. Il problema è che, non mi potrei mai vedere con Riley, perché fra un mese mi sposo.
-Sei l’unico che non mi ha ancora chiesto se sto con qualcuno!- cerco, con un po’ di astuzia di dirigerlo nella direzione giusta.
-Sono l’unico che potrebbe morire per la risposta!- lo guardo a bocca aperta.
Sento, di nuovo, la fitta allo stomaco. Perché ha detto questo? Come faccio a dirgli che mi sposo con Harry?
Sarebbe stato molto più facile se, tornando ad Hogwarts, avessi ritrovato il Malfoy di anni fa che mi odiava e mi insultava. Sarebbe stato tutto molto più semplice.
-Malfoy … - non è così che mi ero immaginata il momento in cui dovergli dire tutto.
-No … non aggiungere niente! Lasciamo tutto così!!- abbassa lo sguardo e, in visibile difficoltà, esce dall’aula.
Sento il suo sguardo posarsi su di me un’ultima volta, prima di uscire. Prego che non aggiunga altro. Più lui parla e più il mio silenzio si fa sempre più pesante.
Quando sento la porta chiudersi, resto immobile ed inerme, in mezzo a quell’aula che, improvvisamente, mi sembra così fredda.
Non dovevo farlo andare via così, facendolo gioire per un’illusione che è molto lontana dalla realtà.
La cosa che, però, mi risulta più sconcertante è la consapevolezza che non sono pronta a dirglielo perché, una parte di me rimasta nascosta per molto tempo, non l’ha mai lasciato andare ed è la stessa che non è ancora disposta a fargli del male.
Tiro fuori dalla tasca dei pantaloni il mio anello di fidanzamento che avevo accuratamente nascosto lì stamattina e mi ritrovo a fissarlo.
Se il silenzio è l’unico modo per non ferirlo ….
Devo assolutamente trovare Riley!
 
 
 
Eccomi!!!
Visto che siamo a luglio, volevo augurarvi buone ferie con un capitolo nuovo di zecca
Eccoci qua!!
Come avrete letto, la nostra protagonista, al momento della verità, ha preferito tenere la bocca chiusa e regalare una piccola gioia involontaria a Malfoy, anche se solo momentanea!!
Saranno i suoi sentimenti per lui che l’hanno spinta a tacere o è solo mancanza di coraggio??
A voi, le risposte!!!
Sbizzarritevi.
Vogliamo parlare di Malfoy?? Il panico che ha avuto al pensiero che Ginny si frequentasse con un altro …
E’ solo un antipasto di quello che capiterà quando …
Beh, il matrimonio si avvicina!!
Fatemi sapere i vostri commenti!!
Ringrazio ancora pubblicamente tutti coloro che recensiscono la storia.
Spero che continuiate a farlo.
A presto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 28
*** Non ho fatto niente ***


Capitolo 28


Non ho fatto niente.

 
 
 
Il quarto giorno, qui ad Hogwarts, non è cominciato nel migliore dei modi. Sembrerà paradossale ma, nonostante l’estate ormai inoltrata, stamattina quando ho aperto la finestra, convinta di trovarmi un gran bel sole davanti, tutto quello che ho visto era solo pioggia. Tanta pioggia.
Non ricordavo un diluvio così a Hogwarts dai tempi del mio secondo anno.
Sono più che certa che il cielo fuori sia l’esatto riflesso del mio umore.
E’ da ieri sera, quando sono tornata nella mia stanza, che non riesco a scacciarmi di dosso questo brutto presentimento. Non mi sento più tranquilla. Vorrei solo aver già dato questi maledetti esami e tornarmene a casa dalle mie compagne.
Ieri sera, dopo che Malfoy mi ha salutato, sono corsa alla ricerca di Riley.
Dovevo mettere le cose in chiaro e credo di esserci riuscita. Senza scendere troppo nei dettagli, gli ho spiegato in poche parole il concetto: deve tenere la bocca chiusa!
Con chiunque, indistintamente, non deve dire nulla. A chi dirlo, quando e come lo decideremo io ed Harry.
All’inizio sembrava un po’ confuso ma sono riuscita a imbarcarlo con la scusa che, qui a Hogwarts, è un attimo che le voci arrivano alle orecchie di tutti e che, io ed Harry, vogliamo fare una cosa molto intima e farlo sapere solo a chi vogliamo noi.
Mi ha promesso di tenere la bocca cucita, anche se io non mi sento tranquilla per niente.
Ho riflettuto e la cosa migliore da fare è stare il più possibile per conto mio. Stanza, biblioteca e un piccolo saluto a Neville e Luna. Potrei proporre a loro di cenare e pranzare tutti assieme, così da evitare anche la Sala Grande. Voglio andarmene da qui avendo dato la notizia del matrimonio solo a loro due e alla McGranitt. Stop.
Me ne andrò da qui, dirò addio a Hogwarts e tutti i pericoli saranno spazzati via. Si verrà a sapere del matrimonio solo dopo la cerimonia. E, a quel punto, che se ne dica, io e Harry saremo ufficialmente sposati e qualsiasi dubbio su di noi verrà spacciato solo per pura invidia.
Nonostante il mio piano mi appaia perfetto, è come se avessi la sensazione che mi stia sfuggendo qualcosa da sotto il naso. Un dettaglio che non sto considerando.
M’infilo la mia giacca di pelle nera, l’unica che mi sono portata perché convinta che non ne avrei avuto bisogno, ed esco dalla mia stanza.
Vado dritta, senza fermarmi davanti alla Sala Grande, e accelero verso la guferia.
Mentre tutti sono a colazione, ne approfitto per andare a spedire la lettera che ho scritto a Harry.
 
Ciao Harry,
so che sono passati pochi giorni ma avevo bisogno di scriverti.
Ci tengo a farti sapere che, qui, a Hogwarts va tutto bene. Sono riuscita a parlare già con Luna e Neville.
Ti ho promesso sincerità ed è quella che avrai. Ho incontrato Malfoy e, come vedi, non sono ancora scappata via con lui!!
Scherzo!!
Ho voglia di sdrammatizzare la situazione e un po’ anche la tensione.
Ieri sera, davanti a Malfoy, Riley stava per lanciare la bomba ma, per fortuna, sono riuscita a limitare i danni.
Detto questo, passiamo alle cose belle.
Ho fatto allenamento con i grifondoro e, McLaggen a parte, è stata emozione allo stato puro.
Mi ero dimenticata quanto fosse bello il campo di Quidditch qui ad Hogwarts.
Per il resto, il ripasso per l’esame procede a ritmi altissimi. Sono distrutta!! E ho paura di fare una figuraccia!
Penso di averti detto tutto.
Spero che tu e Teddy stiate bene e che Margareth non ti faccia impazzire troppo!
Salutami le ragazze! Mi mancano più di quello che avrei potuto immaginare ma dì a loro che sto bene! Loro capiranno.
P.S.: Dimenticavo una cosa. Mi manchi anche tu!
Ginny.
 
Rileggo la lettera e mi assicuro di aver scritto tutto.
Lego la piccola pergamena alla zampina di un gufo grigio mezzo addormentato.
-Vai! E’ per Harry Potter!- il gufo dopo aver fatto un verso di assenso, salta giù dal nido e spicca il volo. Resto a guardarlo mentre vola sotto la pioggia incessante finché non sparisce nell’orizzonte. Voglio essere onesta con Harry. Anche lui è coinvolto in questa storia e, se succede qualcosa a me, le conseguenze ricadrebbero anche su di lui.
Questi giorni passeranno. Lenti ma passeranno.
 


 

Quando finisco di leggere l’ultimo capitolo del manuale di creature magiche, sono quasi le sei. Com’è volato il tempo. L’ultima volta che ho guardato l’ora erano le tre passate. Mi stiracchio sulla sedia e guardando la finestra davanti a me, mi accorgo che ha smesso di piovere. Il cielo si è schiarito quasi del tutto.
Sono ancora in tempo! In fondo, per oggi, penso di aver studiato abbastanza e di essermi meritata un po’ di relax.
Raggiungo McLaggen al campo di Quidditch. Gli ho promesso che avrei assistito agli allenamenti dei grifondoro. Mancano solo tre giorni alla finale di sabato sera contro i serpeverde.
Mi sbaglierò ma, per quel poco che lo conosco, sono quasi convinta che McLaggen sia leggermente agitato.
Non lo dà a vedere ma non è del suo solito umore. E’ anche meno asfissiante; da una parte, spero che questa sua pacatezza duri ancora per molto e molto tempo.
Lo capisco, in fondo, è la sua prima finale da capitano e tutti si aspettano il meglio da lui. Non è facile essere messi a confronto con i vecchi capitani: Harry, prima di tutti, ed io.
Se fallisce, tutti diranno che non é stato degno dei suoi predecessori ma se vince … il suo ego sicuramente si moltiplicherà a dismisura e, a quel punto, chi lo sopporterà più!
-Ginny, ti stavamo aspettando!!- urla McLaggen appena si accorge della mia presenza.
Raggiungo tutta la squadra al centro del campo; sono già tutti in divisa, pronti per spiccare il volo.
-Son dovuta passare dalla guferia !!- li saluto tutti con un cenno di mano senza ricevere molte risposte. Ho paura che McLaggen abbia trasmesso la sua paura a tutti loro. Di solito, sono sempre così rumorosi, non fanno che subissarmi di domande e, adesso, se ne stanno tutti in silenzio, intenti a riscaldarsi i muscoli.
-Tutto bene?- chiedo ma nessuno mi risponde.
-Sì!- risponde McLaggen –Siamo solo agitati per sabato! Perché non ti sei cambiata?- indica la mia maglietta e i miei pantaloni bianchi che mal si addicono a un allenamento di Quidditch.
-Perché io guardo. Voi giocate!!- gli indico la tribuna, il punto da dove ho intenzione di vederli.
-Ma dai … - prova a protestare McLaggen.
-Io sabato non posso giocare ed è giusto che vi alleniate tra di voi!! E non agitarli più del dovuto. L’ansia non è mai una buona amica!!- gli indico i ragazzi attorno a noi.
-Va bene, ragazzi!! Avete sentito?? Siamo pronti a cominciare!! Oggi abbiamo una tifosa speciale che ci guarda, facciamole vedere di cosa siamo capaci!!- MCLaggen inizia a ripartire disposizioni su come iniziare l’allenamento –Patrick tu tieni la palla e tu … -.
-Un attimo!!- sento qualcuno parlare ma non riconosco la voce. Non è di qualcuno della squadra.
Io e McLaggen ci giriamo all’unisono e ci ritroviamo, davanti a noi, l’intera squadra dei serpeverde con indosso la loro divisa verde e argento.
Molti visi li conosco, c’è anche il ragazzino con cui mi sono scontrata fuori dalla Sala Grande l’altro ieri, mentre gli altri non ho la più pallida idea di chi siano.
Sento sollevarsi un leggero mormorio in mezzo ai giocatori dei serpeverde finché due o tre di loro non si spostano per lasciare spazio a Horace Lumacorco e a Malfoy.
Che cosa ci fanno? Una riunione della loro casata, qui al campo, a quest’ora?
Urquhart, il capitano dei Serpeverde, un bestione alto due metri e magro come il suo manico di scopa, ci si avvicina con quella sua area spavalda e strafottente. Mai l’ho sopportato e mai riuscirò a farlo.
-McLaggen!! Dovete andarvene! Il campo è nostro!!- dice sprezzante senza neanche salutare.
Lo guardo disgustata. Chi si crede di essere? Pensa di essere il numero uno di Quidditch ma non ha mai capito che lo han fatto capitano solo perché era il meno peggio dei vecchi giocatori rimasti.
-Sono le sette e il campo lo abbiamo prenotato noi!!- - ringhia McLaggen. Lo tengo per la manica della divisa; lo vedo già troppo agitato.
E’ quello che vogliono!Farci innervosire; è la cosa che gli viene meglio.
-Stai calmo! Si sono portati i rinforzi!- indico Malfoy e Lumacorno a McLaggen. Mi accorgo che il professor Lumacorno sta continuando a chiacchierare nell’orecchio di Malfoy mentre quest’ultimo non sembra neanche ascoltarlo. E’ troppo impegnato a fissare, divertito, la scena davanti a lui; io evito accuratamente di guardarlo.
-Ecco bravo!! Ascolta la stupida della Weasley!- provoca Urquhart.
-Ehi!! Attento a ciò che dici … - lo fulmino con gli occhi.
-Perché se no che fai, Weasley?- si avvicina Urquhart –Giocherai pure nelle Harpies ma, per me, sei sempre il nulla mischiato col niente!!-.
Vedo McLaggen avanzare pericolosamente contro di lui ma riesco a trattenerlo tenendolo per un braccio.
-Non cadiamo nelle provocazioni! Ignorali!!- spingo McLaggen verso i nostri ragazzi. Dobbiamo essere superiori e non scendere ai loro livelli.
-Fuori da questo campo!! Noi abbiamo l’autorizzazione!!- ci ringhia contro Urquhart.
-Cerchiamo di mantenere la calma, ragazzi!- ci raggiunge Lumacorno mentre Malfoy resta impassibile -Possiamo trovare un accordo?-.
-NO!!- rispondiamo insieme io, McLaggen e Urquhart. Qualcosa su cui andiamo d’accordo!!
-Ascoltate- dice Lumacorno, prendendo da parte me e McLaggen –Vi spiace, farmi la cortesia, di essere così gentili e spostare l’allenamento a domani mattina. Sia io che Il professor Malfoy, ci tenevamo a vedere i ragazzi allenarsi … -.
-Immagino … - commento da sarcastica quale sono, lanciando un’occhiataccia al professor Malfoy. Come se non sapessi che i serpeverde sono andati a chiedere a lui e Lumacorno un aiuto per cacciarci dal campo!! Con tutti i pensieri che ha, figurati se a Malfoy gli viene in mente di guardare un allenamento di queste schiappe!
-Ci tenevamo a vedere i ragazzi fare allenamento, prima della finale. Anche per infondergli un po’ di carica. Però possiamo farlo solo stasera perché, entrambi … - indica se stesso e Malfoy – Domani mattina siamo impegnati!-.
Io e McLaggen ci guardiamo, senza sapere bene che fare.
-Sono sicuro che, domani mattina, la McGranitt e il signor Paciock vi assegneranno il campo per tutto il pomeriggio e vi riserveranno da qualsiasi impegno scolastico!!-.
-Si certo! Siete impegnati??- chiedo ironico al professor Lumacorno ma volendo riferirmi all’altro di professore. Noto che mi sta fissando quasi annoiato come se stesse assistendo a qualcosa di incredibilmente noioso.
-Mi creda signorina Weasley, siamo in buona fede! A proposito … - si raddrizza tirando fuori il petto -… quando ha un po’ di tempo libero, mi farebbe piacere che si unisse a me per un The! Sono curioso di sapere così tante cose da lei!-.
-Ci conti !!- gli rispondo ironicamente ma lui non sembra aver capito. Non andrò mai a prendere quel The.
-McLaggen richiama la squadra! Diamo un po’ di spazio ai futuri secondi classificati!!- fulmino con lo sguardo Urquhart. Spero sinceramente che, qualcuno, prima o poi, gli spacchi quel suo naso orribile che si ritrova.
-Ragazzi, tutti fuori!!- sento urlare McLaggen ai suoi ragazzi mentre io m’incammino fuori dal campo ma, presa dalla rabbia, faccio attenzione a passare accanto a Malfoy.
-Certe cose sono dure a morire! Chi nasce serpe muore serpe!!- gli sussurro mentre ci scontriamo spalla contro spalla.
Non aspetto neanche il tempo che lui si giri per vedere la sua faccia. Esco dal campo e m’incammino verso il castello.
Non c’è nulla che mi fa innervosire come una manciata di serpeverde, egocentrici e arroganti. Mi fanno andare fuori di testa; passano gli anni ma loro non sembrano aver capito nulla dalle figuracce che hanno fatto, in questi anni.
E pensare che, uno degli amori della mia vita, è stato proprio un serpeverde.

 


 
Sono venuta quassù, sulla torre di Astronomia, per cercare un po’ di pace. Ho fatto un’eccezione alla regola; durante la cena, mi sono fatta portare una bottiglia di whisky incendiario. Avevo voglia di berne un bicchiere in santa pace.
Mi spingo e mi siedo sulla balaustra che da verso la Foresta proibita. Il lago nero è uno spettacolo, visto da quassù. Con il temporale di stamattina, l’aria si è un po’ rinfrescata; mi pento di non essermi portata dietro un golfino.
Sorseggio il mio whisky mentre mi godo questo silenzio meraviglioso. Avevo proprio bisogno di un po’ di pace. Ecco, cosa mi manca di Hogwarts: questa calma, questa pace e questi luoghi spettacolari!
-Bel paesaggio, vero?- mi giro di scatto e mi ritrovo Malfoy accanto a me. Da quanto era qui che mi fissava?
Torno a fissare la luna riflessa sul lago. La quiete credo sia appena finita.
-Incredibile!- gli rispondo.
-Anche le stelle non sono male! Mai come quelle che si vedono a dicembre …- sussurra.
So a cosa si sta riferendo. Mi ricordo molto bene quella serata sul ponte, io e lui. Dopo il ballo organizzato da Piton e dai Mangiamorte.
Mi porto alla bocca il bicchiere e bevo un altro sorso. Faccio finta di non aver sentito.
-Non è mai un bel segno quando ti vedo bere!!- prende la bottiglia per vedere di che annata è.
-Mi godo solo il panorama!- rispondo regalandogli un piccolo sorriso. Al chiarore della luna, mi accorgo che è più spettinato del solito e che indossa ancora uno dei suoi completi scuri che usa durante le lezioni
–Vuoi?-.
Gli offro il mio bicchiere e, dopo un attimo di esitazione, lo afferra e beve.
-Non mentirmi! Cosa ci fai, a quest’ora, con un bicchiere di Whisky, in mano??- dice calmo mentre mi ripassa il bicchiere.
-Stavo cercando solo un po’ di calma!- rilasso le spalle e mi metto a dondolare le gambe. Sento Malfoy saltare e sedersi sulla balaustra accanto a me. Per fortuna, ha deciso di lasciare un po’ di distanza tra di noi.
-A diventare famosa, ci sono i pro e i contro!!- scherza.
-Non è per quello. A volte, un po’ di silenzio aiuta a pensare!!- mi fermo prima di dire troppo.
-Bei pensieri o brutti pensieri??- mi chiede tradendo una certa nota di curiosità. E’ strano parlare con lui, qui, con questa strana calma, soprattutto dopo oggi al campo, dove, per poco, lo mandavo a quel paese.
Mi giro per guardarlo. Devo essere sincera, di profilo, sotto questa luce, è proprio bello! Ma, questa, non è una novità!.
-Entrambi!- anche se non posso scendere nello specifico, a questo, posso benissimo rispondere.
Sentendo che non aggiunge nulla, mi sento in dovere di dire qualcosa io.
-Allora, com’è andato l’ allenamento dei tuoi serpeverde??- gli chiedo.
-Insomma … piuttosto noioso – tradisce un sorriso e, senza sapere bene perché, scoppio a ridere. Avrei voluto vederlo mentre si sorbisce due ore di allenamenti di quelle scamorze, con Lumacorno che non smette di parlare un attimo.
-Allora … cosa dicevi riguardo, chi nasce serpe muore … -.
-Muore serpe!- concludo la frase.
Annuisce in silenzio mentre, dalla sua posizione, continua a studiarmi.
-Sei strana Weasley!- mi dice serio.
-Perché sto bevendo due sorsi di whisky??- gli allungo di nuovo il bicchiere e, stavolta, lo prende senza esitare.
-No! Sei … sfuggente! A tratti, malinconica!- ho la sensazione che mi stia studiando fin troppo bene.
-Perché? Sono qui a parlare con te, non sono né scappata né ti sto ignorando!-. Ho fatto bene a bere un po’ di whisky; mi toglie un po’ dell’ansia che avrei normalmente a parlare con Malfoy.
-Sì ma… non so … sei … formale!- non capisco cosa stia dicendo –Come se pensassi prima di parlare!! Tu sei sempre stata così istintiva!-.
-Pensare è un’attività sottovalutata per te!!- svio la domanda cercando di farlo ridere e ci riesco.
Lo becco mentre è intento a fissarmi e gli do una gomitata per cercare di spezzare l’imbarazzo.
-Hai sentito di sabato della festa??- lo guardo confusa –Per festeggiare le fine dell’anno e i vincitori della coppa di Quidditch, la McGranitt sta organizzando una festa dove siamo tutti obbligati a partecipare!!-.
Una festa? Non potevano organizzarla dopo gli esami di lunedì.
-Ah!- rispondo mentre faccio roteare il liquido dentro il bicchiere.
-Non sembri molto entusiasta!-perché ho l’impressione di essere, anche adesso, sotto esame?
-Sono un po’ in ansia per i G.U.F.O, non so quanto riuscirò a divertirmi!-. Inizio a essere un po’ nervosa a stare seduto quassù, quasi al buio, io e lui, da soli.
-Ti serve una mano per gli esami?? Io … -.
-No!!- lo blocco subito causando l’espressione esterrefatta di Malfoy. Forse sono stata un po’ troppo frettolosa a dirgli no.
Senza smettere di guardarmi, si passa una mano tra i capelli e, all’improvviso, mi sento così in torto nei suoi confronti. Mi torna in mente Ted e non so più cosa fare.
-Sai, ieri, quando ti ho detto che tu sei l’unico a non avermi chiesto se sto con qualcuno. Tu hai detto … -
-So quello che ho detto!- abbassa lo sguardo e io ne approfitto per bermi in una sola golata tutto il whisky nel bicchiere. Mi bruciano gli occhi da quanto è forte!
-Penso sia giusto provare a essere precisi su un punto. Non sto con Riley!- prendo fiato mentre lui tira di nuovo su la testa –Ma questo non vuol dire che non ci sia nessuno nella mia vita! Anch’io sono andata avanti!-.
Se prima il viso di Malfoy era rilassato ora tutti i suoi lineamenti sono contratti. Prima che possa dire altro poso il bicchiere sulla balaustra.
-C’è qualcuno …?- sussurra.
-Sì!-.
Senza dire altro, prendo le scale e scendo dalla torre. Questo non era previsto! Che cosa ho fatto? Come lo spiego adesso! Ho fatto promettere a tutti di tenere il silenzio e, adesso, la prima a parlare sono stata proprio io.
Per fortuna che me ne sono andata, perché ancora cinque minuti e sarei stata capace di raccontargli tutto. Non devo farmi confondere dai suoi modi gentili perché dietro a questa maschera affabulatrice e tranquilla, si nasconde il serpeverde che è in lui.
Ed è proprio di quello che ho più paura.

 


 
-Mi stai sentendo??- sbatto una mano sulla sua scrivania.
-Sì!- Neville mi risponde sbuffando e smettendo di guardare quelle dannate pergamene –Ma sinceramente sono senza parole!-
-Senza parole??-sono quasi offesa.
-Non me ne vengono!!-quasi balbetta –Non dovremmo neanche farla questa conversazione perché tu non dovresti nemmeno vederlo Malfoy. Hai già superato il limite che ti eri imposta!!-.
-Ma non è vero!!- è questo che pensa di me?? Che sia io quella che sta sbagliando.
Neville alza una sopraciglia. E’ palese che non mi crede.
-Sono stata tutto il giorno chiusa in biblioteca, per non incontrare nessuno!! E’ lui che sbuca sempre e ovunque!!-.
-Ci credo a questo!!- risponde veramente convinto – Quello che non capisco è perché non potete dirvi semplicemente ciao. Non dico che dovete tornare a insultarvi ma un po’ d’indifferenza, in questa circostanza, servirebbe!!-.
-Ma lui mi è … - stavo per dire indifferente ma non mi esce la parola.
-Ti è indifferente?- mi chiede sarcastico.
Resto in silenzio.
-Cosa devo fare? Io non voglio tornare a insultarmi con lui! Perché non riusciamo a parlare del più e del meno come due persone che s’incontrano dopo tanto tempo, senza nessun coinvolgimento emotivo! Era lì e mi sembrava così innocuo e io, lì, mi sono sentita in torto nei suoi confronti e mi è uscito così … di getto!-.
Mi siedo esausta su una sedia davanti a Neville; lo vedo sporgersi sulla scrivania mentre mi prende la mano.
-Sapevi che non sarebbe stato facile!-.
-Sì!- ovvio che mi aspettavo che non sarebbe filato tutto liscio.
-Se ti lascerai coinvolgere, mantenere il segreto sarà ancora più dura. Sempre che tu non voglia correre il rischio e raccontargli che ti sposi con Harry! Nel caso, dimmelo, perché da come stanno le cose, mi preparo al crollo di Hogwarts!-.
Inaspettatamente, riesce a strapparmi una risata. In effetti, Malfoy ne sarebbe capace.
-Forse, ci stiamo sbagliando. Lui potrebbe stupirci e prendere bene la notizia, augurandomi una lunga e duratura felicità!- nemmeno io ci credo –No, non succederà!-.
Mi correggo e Neville annuisce, in accordo con me.
-Cosa devo fare?- ho sinceramente bisogno di un consiglio.
-Se proprio vuoi un consiglio da me, eccolo! Ormai gli hai detto che hai qualcuno. Fatti vedere felice come non mai di questo! Sii felice anche per lui! Chiedigli del bambino e non lasciare che lui faccia troppe domande! Non dico di essere indifferente ma cerca di fargli capire che la tua vita è bella, anche senza di lui!-.
Ha ragione. Ha dannatamente ragione.
Non devo fare troppo l’evasiva ma essere la Ginny di sempre!

 


 
-Allora, come sei messa con Divinazione?- mi chiede Luna.
-Malissimo. Devo ancora cominciare a sfogliare il manuale. E’ una materia che non mi è piaciuta, non so neanche perché ho deciso di tenerla nel mio piano di studi!!-.
Afferro il mio bicchiere di succo di zucca e ne bevo una lunga sorsata. E’ora di pranzo e, sorprendentemente, sono già seduta in Sala Grande. Fregandomene delle regole, ho deciso di fare un’eccezione e cenare con Luna, nel tavolo dei corvonero. Potrò concedermi almeno questo privilegio?
-Beh, però le altre materie le hai finite quasi tutte!!- m’incoraggia Luna.
-Finite, per modo di dire!!-. Sono riuscita solo a dare una ripassata generale alle cose più importanti ma altro che quattro giorni! Mi servirebbero quattro mesi per essere preparata, come qualsiasi altro studente dell’ultimo anno.
-Dai, non parliamo di esami! Parliamo d’altro!! Qualcosa di più bello!- mi propone.
.Ah sì? E di cosa?- le chiedo poco entusiasta mentre afferro un po’ di purè dal piatto.
-Del tuo matrimonio, per esempio!- canticchia felice. Nel sentire quelle parole, dette con così tanta naturalezza, il purè mi va di traverso. Inizio a tossire, catturando l’attenzione dei corvonero accanto a me. Ho il dubbio che, alcuni di loro, si fossero già girati alla parola matrimonio.
-Ma sei matta??- le stringo il braccio e le indico tutti gli occhi che ci stanno guardando.
-Ah già! Me ne stavo dimenticando!- Luna si porta una mano alla bocca –Volevo dire che non vedo l’ora di parlarti del matrimonio di mia cugina!!-.
Non è molto credibile ma, almeno, le persone attorno a noi hanno smesso di fissarci.
-Sei matta!!- le dico sottovoce.
-Ops … - mi guarda come una gattina ferita. Lei ha questa capacità; non riesce mai a farmi arrabbiare.
-Parla piano!- gioco col cibo nel piatto. Mi è passato l’appetito.
-Di cosa vuoi parlare allora?- mi chiede alzando le spalle.
-Ho scritto ad Harry ma lui non mi ha ancora risposto!- cerco di cambiare discorso –Non è strano? Di solito è così veloce a rispondere e, invece, è passato un giorno ma ancora niente!-.
-Sei preoccupata?- annuisco – Avrà delle cose da fare! Sarà occupato con tu-sai-cosa!- mi fa l’occhiolino e scoppio a ridere. E’ un bel modo per non nominare la parola matrimonio.
-E cosa mi dici del professore biondo di pozioni che ti sta fissando dal tavolo dei professori?-.
Alzo di scatto la testa nella direzione in cui mi ha detto Luna e lo vedo! Ma Luna si sbaglia! Malfoy è sì al tavolo dei professori ma ha lo sguardo perso nel vuoto. Prima che si accorga di me, riabbasso la testa.
-Ti sembra di buon umore?- chiedo a Luna sperando che mi dia buone notizie.
-Quando mai è di buon umore??- risponde senza pensare.
Da dietro la schiena del ragazzo accanto a me, mi rigiro a guardarlo e me lo ritrovo nella stessa posizione di prima. Quanto vorrei essere nella sua testa, ora, per scoprire a cosa sta pensando! Forse a Pansy o al bambino!
-Tu ti senti in colpa!- mi dice Luna, guardandomi come se avesse fatto una scoperta sensazionale.
-Ma cosa dici?!? Io … in colpa. Io? Verso di lui?? Stai scherzando??- la guardo sbigottita. Come le viene in mente una cosa del genere!
-Io ti conosco. Hai professato lealtà e sincerità con lui, per tutto questo tempo e, ora, tu ti stai comportando come lui! Gli stai mentendo!! Non sei a posto con la tua coscienza e, ieri sera, dicendogli che hai una persona accanto a te, hai cercato di mettere a tacere quella vocina che ti dice che stai sbagliando ma direi, da come lo guardi, che non ci sei riuscita!!!-.
Davvero la pensa così? Io non sto mentendo a nessuno!
-Io non sento nessuna voce che mi dice che sto sbagliando!!- le dico alzando il tono di voce -Io non gli devo niente. Non stiamo assieme. Solo che, come tu sai, non voglio casini su questa storia del … di me ed Harry!- le dico, abbassando la voce sul finale. Meglio non parlare troppo in una sala strapiena di gente.
-Ti senti in colpa!- Ancora? Quante volte lo vorrà ripetere??
-No! No e ancora no! Ho paura solo di dirglielo perché non mi posso permettere che lui faccia casini! Ne vale la vita di Teddy. Te lo ricordi o te lo sei dimenticato?-.
-Sai, ora ti dirò una cosa che, nemmeno io mi sarei mai aspettata di dire- sembra una vecchia saggia che sta per confessare un aneddoto –Ti è mai passata, per la mente, l’idea che, magari se è vero che lui non è solo lo stronzo che abbiamo imparato a conoscere, potrebbe … capire, se tu gli raccontassi le cose come stanno e del motivo per cui hai deciso di metterti la fede al dito!!-.
La guardo quasi stupita dal ragionamento che la sua testa ha concepito. Vorrei risponderle di sì, che ci ho pensato, ma, in effetti, non avevo mai visto la cosa da questo punto di vista.
-Lui non capirebbe! Non è quel tipo di persona, si arrabbierebbe e basta!- lo conosco troppo bene.
-Forse sì, forse urlerebbe un po’ all’inizio ma poi, forse, potrebbe capire!- dice ingenuamente.
La realtà è che non ho mai preso in considerazione questa ipotesi ma … no! Non è concepibile che succeda una cosa del genere.
-Luna, anche se io dicessi tutto a Draco e lui la prendesse bene, le cose non cambierebbero. Non è questo il motivo per cui ci siamo lasciati! Per non parlare del fatto che, io ed Harry, ci siamo promessi di non dirlo in giro, fino a quando le cose non saranno andate a posto!-.
In realtà, ripensandoci, Harry non mi ha mai fatto promettere questo, anzi! Mi ha spronato a fare quello che mi sentivo.
-Io non voglio che lui lo sappia! Ho paura che lui possa rovinare i miei progetti. I miei, quelli di Harry e quelli di Teddy. Loro vengono prima di tutto!-.
-Si vede che, con Malfoy, non era poi questo vero amore!- mi sento punta sul vivo, sentendo queste parole uscire dalla sua bocca.
-Non è vero! Questo non c’entra nulla con … - provo a spiegarle ma lei non mi sta più ascoltando. Ha ricominciato a mangiare.
-Il vero amore vince su tutto. Tu non ti fidi di lui, non ti fidi dei suoi sentimenti. Sono convinta che, su questo, lui sia molto più avanti di te!- ricomincia a parlare senza però guardarmi.
-Cosa ti prende? Lo difendi? Forse ti sei anche scordata che, il santo, adesso, sta con Pansy e fra cinque settimane gli nasce un figlio!!- in un altro momento, mesi fa, sarei scoppiata a ridere ma, adesso, mi sembra tutto così incredibile. Mi fa arrabbiare che lei non riesca a capire una cosa così semplice.
-No! Però pensavo che, per aver fatto quello che avete fatto, condivideste un gran bel sentimento e invece … al primo ostacolo, vi siete fermati! Anzi, mi correggo! Tu ti sei fermata e hai voluto far ricadere tutta la colpa su di lui! Io l’ho visto, in questi ultimi mesi, e … tutto sembra tranne una persona felice. Non usciva mai dai sotterranei. Faceva solo sotterranei-Hogsmeade, Hogsmeade-sotterranei. Solo in questi ultimi giorni si è rifatto vedere, qui nei piani alti. Non so ma mi sembra una strana coincidenza che il suo ritorno ai piani alti è avvenuto nello stesso momento, in cui tu sei tornata ad Hogwarts!! -.
-Luna ma sei impazzita. Ti devo ricordare che mi ha anche tra…-.
-Non ti ha tradito!- mi ferma subito -Non l’ha fatto, tecnicamente! Tu lo avevi mollato, non importa se avevi paura che finisse ad Azkaban. Lui questo non lo sapeva. Lui pensava di essere stato mollato e ha reagito così! A me non sembra che abbia avuto un atteggiamento di uno che si è divertito ma, piuttosto, di uno che era disperato! E poi, il destino, ha voluto che quella rimanesse incinta ma è stata solo una conseguenza. Il tradimento è un’altra cosa-.
Non so cosa dire. Non credo alle mie orecchie. Luna che sta facendo un’analisi così articolata della mia storia con Malfoy.
-Lui mi ha mentito! Quando abbiamo ricominciato, lui ha taciuto su tutto!!- mi sto alterando.
-Aveva paura di riperderti!- argomenta Luna dolcemente –Davvero non lo hai ancora capito?? Persino io lo vedo!!-.
-Mettiamo pure che hai ragione ma, per me, quella gravidanza è inconcepibile ed è inconciliabile con la mia vita attuale! Per non parlare della cosa più importante: Teddy. Ed Harry!-.
-Vedi?- mi chiede Luna sorridente –Mi stai dando ragione! Non lo amavi abbastanza! Davanti a quell’ostacolo, tu hai mollato!-.
-Va bene, hai ragione! Non lo amavo abbastanza! Hai ragione! Ora sei contenta?- le dico indispettita. Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Io le parlo di Harry e lei mi risponde tutt’altro.
-Lo so di aver ragione!- dice felice –E’ un peccato però! Sai … io ti parlo e tu continui a darmi centinaia di motivazioni sul perché stai facendo tutto questo ma non mi stai dando quella più importante!-.
-E quale sarebbe, signorina so-tutto-io??- la guardo indispettita.
-Che non lo ami più!- mi sorride e riprende a mangiare come se nulla fosse. Comincia a parlare di gorgo sprizzi con la ragazza di fronte a lei, facendo finta di non aver appena detto quello che ha detto. Resto a fissarla a bocca aperta.
Da dove le escono certe idee?
-Ti sbagli!- le dico così piano che credo non mi abbia neanche sentito.
Allora perché, nonostante io sia convinta che Luna abbia appena detto un sacco di sciocchezze, non riesco a farmi una sana risata su ciò che ha appena detto??
Resto impalata, a fissare il piatto davanti a me, e non posso fare a meno di ripetermi le parole di Luna nella mia testa.

 


 
Il venerdì pomeriggio, il giorno prima della partita, decido di andare a fare due passi lontano da Hogwarts! Voglio comprare un pensierino per le ragazze a anche un gioco per Teddy.
Avrei potuto farmi accompagnare da Luna ma, da ieri a cena, non l’ho più vista. Sinceramente, come avrei potuto? Mi sono segregata in camera mia, cercando di studiare ma tutto quello che sono riuscita a fare è stato pensare e ripensare alle parole di Luna. Non so perché mi abbia dato così fastidio quel suo discorso. Mi ero stufata di non riuscire a concentrarmi e ho deciso di venire a farmi quattro passi qui ad Hogsmeade. Spero solo che la fortuna mi assista e non mi faccia incontrare la Parkinson.
Che qualcuno abbia pietà di me!!.
Mi sono infilata gli occhiali da sole e legato i capelli, perché voglio cercare di passare inosservata, per quanto mi sia possibile.
Mi fermo davanti a una vetrina che mi colpisce perché c’è lo stesso abito rosso fuoco che avevo ricevuto l’anno scorso e, che solo dopo, avevo scoperto che era stato Malfoy a regalarmelo. E’ sempre bello!
Mi viene un’idea improvvisa ed entro nel negozio.

 


 
Due ore dopo, esco dal negozio con un’enorme busta sotto il braccio. Ho deciso di fare una pazzia e comprare un abito per me, da indossare sabato sera, uno per Margareth ( andrà letteralmente fuori di testa quando lo vedrà!) e un altro per Luna. Sarà il mio segno di pace.
Per Luna ho scelto un vestito blu elettrico molto semplice che ha solo un piccolo fiocco argento sulla schiena. Conoscendo i suoi gusti, le piacerà.
Mentre, per me e Margareth, ho preso lo stesso abito di due colori diversi. E’ una tuta molto aderente che fascia meravigliosamente tutte le forme e ha una profonda scollatura sul davanti. Forse, per sabato, ho osato un po’ troppo ma avevo proprio voglia di farmi un bel regalo.
Per me, ho optato per un bel nero con la trasparenza sul davanti dello stesso  colore, che fa molto elegante, mentre per Margareth l’ho presa color cipria con il vedo–non vedo color carne.
Non vedo l’ora di dargliela!!
Sono così soddisfatta dei miei acquisti!! Vedo finalmente il negozio di giocattoli che m’interessa ma vengo incuriosita da uno strano negozio, che non avevo ancora visto, di fiori e di piante, tutte così strane.
Mi avvicino incuriosita alla vetrina per vedere da vicino le ortensie che cambiano colore. Sto quasi per passare oltre quando vedo, appoggiata al bancone, dentro al negozio, una ragazza che mi sembra di conoscere. Piccolina, un po’ rotondetta, con i capelli castani. Dove l’ho già vista??
Mi allontano dalla vetrina di qualche passo e, all’improvviso, vedendo il nastro rosso con cui sono fasciate un mazzo di rose, ricollego tutto. Ma certo!! E’ la ragazza che mi veniva a consegnare i fiori tutte le settimane, il giorno dopo le partite!!
Tutto mi aspettavo tranne di trovarla qui … qui ad Hogsmeade!! A due passi da Hogw …!
Oh santi elfi! Ma se lavora qui e non a Dublino … il mittente deve essere da queste parti!!
Dovrei fregarmene ma, spinta dalla mia curiosità, mi faccio coraggio e apro la porta del negozio.
-Buongiorno!- mi saluta carinamente la ragazza che si è tirata su dal bancone –Come posso esserle utile??-.
Nemmeno lei deve avermi riconosciuta, forse per colpa degli occhiali da sole.
-Buongiorno!- rispondo portandomi una ciocca di capelli dietro  l’orecchio e, all’improvviso, ecco il colpo di genio!
-Dovrei ordinare un mazzo di quelle ortensie che ci sono in vetrina!- la ragazza prende una piuma e comincia a scrivere su un pezzo di pergamena –Dovrebbe farle recapitare alla signorina Ginevra Weasley a Dublino-.
Spero con tutte le mie forze che la ragazza non mi riconosca perché, altrimenti, sai che figura!
-Ah sì!- sorride la ragazza. –E’ qui per conto del suo amico? Scrivo il suo nome o devono restare anonime??-.
Amico! Quindi si tratta di un lui, non che questo non lo avessi già immaginato da sola!
-No, sono per conto del solito mittente. Lui, oggi, era un po’ impegnato e ha mandato me!!-.
Ora come faccio a farmi dire il nome??
-Sì certo!- sospira –Deve essere proprio un grande fan delle Harpies!! Ogni settimana, sempre puntuale come un orologio, viene qui e sceglie sempre i fiori più belli! Per non parlare delle mance che mi lascia, ogni volta!!- scoppia a ridere.
E ora cosa m’invento?? Continua a parlare ma niente … non si tradisce!!
-Chi lo avrebbe mai detto!- ora devo pure far recapitare delle ortensie a me stessa – Se qualcuno mi avesse detto, tempo fa, che un Malfoy sarebbe diventato tanto fan di una squadra in cui gioca una Weasley, gli avrei dato del folle!!-.
Gelo totale.
Ho sentito bene? Ha detto proprio quel nome? Non può essere ancora lui. In cinque mesi, mi avrà mandato venti mazzi di fiori!
-Com’è strana la vita!- continua a parlare la ragazza che non si è accorta del mio sconvolgimento –E, infatti, capisco anche perché voglia rimanere anonimo e non vuole che si sappia!! Dai, cosa direbbe la gente!! Se lo sapesse il padre, penso che ci morirebbe all’istante, in quella cella ad Azkaban!!-.
Senza aggiungere una sola parola, con ancora la bocca aperta, esco dal negozio, ignorando le urla della commessa che m’intima di tornare e pagare il conto.
Torno sulla strada da cui sono arrivata e comincio a camminare più veloce che posso!
Ma perché??
Perché tutto deve tornare sempre a lui??
Dovrei ringraziarlo del gesto? Ma a quale scopo inviarmi dei fiori tutte le settimane??

 


 
All’ora di cena, chiudo il libro di divinazione e, con l’umore sotto i piedi, mi dirigo verso la Sala Grande. L’unica nota positiva è che sono riuscita a consegnare il regalo a Luna, di cui è rimasta entusiasta. Mi ha promesso che lo indosserà alla festa di domani sera. Per fortuna, non ha fatto nessun riferimento al discorso fatto ieri. Non le ho fatto parola di quello che ho scoperto oggi a Hogsmeade. Non ho voglia di risentirle dire certe frasi.
Vedo, intorno a me, tutti così eccitati per la festa di domani e per la partita, mentre a me interessa, ormai, poco e nulla.
Mi aspettavo di ricevere la risposta di Harry alla mia lettera e, invece, niente.
E’ possibile che sia così preso da Ted, dal lavoro o dal matrimonio che non ha avuto tempo di rispondermi?? Non è da lui.
Sono quasi in Sala Grande quando, appena girato l’angolo, vado praticamente a sbattere contro le ultime due persone che avrei mai voluto incontrare: la Parkinson e Malfoy.
-Mi stavo domandando se mai avrei avuto l’onore d’incontrarti anche stasera!- dice sprezzante la Parkinson. Vedo che si stanno tenendo per mano e, senza sapere perché, vorrei tanto scoppiare a ridere.
Lei indossa una lunga camicia di jeans e un paio di pantaloni neri ma il mio sguardo viene catturato, come l’altra volta, dal pancione.
Malfoy tiene gli occhi bassi; come vorrei che ci fosse Luna qui, per sapere se avrebbe ancora il coraggio di ripetere, dopo che li ha visti per mano, che sono io quella che deve sentirsi in colpa e lui è quello che non si voleva arrendere.
Con la consapevolezza che Luna abbia torto, sorrido beffarda ad entrambi.
Devo seguire il consiglio di Neville: fredda, distaccata e felice!
-Sei stata accontentata!!- continua divertita –Vi auguro una buona serata!-.
Faccio il sorriso più finto della mia vita a entrambi e cerco di proseguire sulla mia strada.
-Non so se hai saputo la bella notizia- mi giro di nuovo cercando di mantenere il sorriso e capto Malfoy lanciarle un’occhiataccia come se la invitasse a stare zitta –Abbiamo saputo il sesso del bambino! E’ un maschio!!-.
Il sorriso sparisce dal mio volto.
Un maschio. Non so perché ma mi sembra di aver appena ricevuto una coltellata in mezzo al cuore.
Un maschio.
La discendenza dei Malfoy continuerà!
Nella mia mente, quando pensavo al figlio di Draco, me lo sono sempre immaginato come un bel maschietto biondo ma, ora, a sentirlo dalla bocca della Parkinson, il film mentale che mi ero fatta è divenuto realtà.
-Sono contenta per voi!!- il tono della mia voce non rispecchia affatto le parole appena dette.
Guardo Malfoy, cercando di evitare in tutti i modi di soffermarmi sul sorrisino soddisfatto della Parkinson, che fa fatica a contraccambiare.
Mentre sto per dare voce al mio disgusto davanti a questa scenetta di famiglia felice, capisco che non sono nella posizione di giudicare. Anch’io ho, in qualche modo, un bambino che mi aspetta a casa.
Solo che, a differenza mia, Malfoy non ne ha la più pallida idea.

 


 
-Sono le undici, Ginny!- si lamenta Neville che ho costretto, contro sua volontà, a restare nelle serre mentre io gli ripetevo tutto quello che sono riuscita a studiare del manuale di babbanologia.
-Ma non ho ancora finito!!!- sono disperata. Non so assolutamente nulla. Faccio solo grandi discorsi in cui cerco di arrampicarmi sugli specchi ma di contenuto … non ci vuole un genio per capire che c’è n’è ben poco.
-Ma a quest’ora non concludiamo nulla. E poi, io, sono stanco!!- sbuffa e mi rendo conto che ha ragione. A quest’ora, pretendo di risolvere qualcosa?
-Dai sì. Hai ragione!- Raccolgo i miei libri aperti sulla sua scrivania –Vattene a dormire!!-.
Gli faccio un cenno con la testa indicandogli la porta, un po’ desolata per la sorte che mi aspetta lunedì, quando ci sarà l’esame orale.
-Ginny?- mi giro verso Neville –Andrà tutto bene!- mi sorride convinto.
-Speriamo!- sorrido mentre lo vedo uscire dalla serra.
Arrotolo la mia ultima pergamena, quando sento di nuovo la porta sbattere.
-Cosa ti sei dimenticato, Neville?-.
-Voglio una risposta!- riconosco la sua voce e mi volto di scatto, urlando dallo spavento.
-Malfoy!- lo vedo appoggiato alla porta, con le mani in tasca –Cosa … come facevi a sapere che ero qui??-.
-Lo sapevo e basta!- mi stronca. Non sembra la stessa persona tranquilla che ho incontrato, poche ore fa, fuori dalla Sala Grande.
-Cosa vuoi? Hai visto che ore sono!! Mi hai spaventata!- non mi piace stare in un posto chiuso insieme a lui.
-E’ dall’altra sera sulla Torre che sto pensando a una cosa … !-.
Resto in silenzio, aspettando che lui finisca la frase.
-Voglio sapere solo se lo conosco!- dice sottovoce.
-Chi?- chiedo di getto per prendere tempo, capendo perfettamente a cosa si riferisse.
-La persona che frequenti … - lo dice stringendo i pugni – Voglio sapere se io lo conosco?-.
Scoppio in una risata isterica.
-Stai scherzando?- non credo alle mie orecchie o, meglio : non ci voglio credere! Come me ne esco adesso?
-E’ una domanda difficile? Sì o no!- fa alcuni passi verso di me e, sentendo il bisogno di avere una certa distanza tra me e lui, vado dall’altra parte della scrivania.
-Malfoy! Chiariamo un punto! Ognuno ha la sua vita! Io non chiedo nulla della tua e tu non chiedere nulla della mia!!- sbatto la mano sul tavolo.
-Se vuoi chiedermi qualcosa anche tu, io non ho problemi a rispondere!- si sporge sul tavolo –Perché tu hai problemi a rispondere, vero?-.
Lo fulmino con lo sguardo! Perché mi deve sempre mettere in queste situazioni scomode?
E, poi, all’improvviso mi tornano in mente le parole di Neville: devo fargli vedere che sono felice della mia vita senza di lui.
Faccio un lungo respiro e provo a sorridergli.
-Va bene! Hai ragione. Non ci sono problemi … - rilasso le spalle –Sì … lo conosci!-.
Abbasso lo sguardo ma sento l’aria attorno a me, farsi sempre più pesante. Giocherello con la mia pergamena, aspettando che lui dica qualcosa.
-Non è McLaggen vero?- emette un ringhio animalesco.
-Noo!- dico quasi scioccata che lui abbia anche solo potuto pensare una cosa del genere! –McLaggen? Ma come ti vengono in mente certe idee?-.
-Quando vi abbiamo rubato il campo, parlavate vicini e … poi, tu mi hai detto che ti vedi con qualcuno e mi è venuto in mente anche lui!-.
Ci fissiamo in cagnesco per un po’, fino a quando non riesco più a trattenere una risata.
McLaggen! Ma solo lui poteva pensare a una cosa del genere!
-Stai ridendo di me?- anche lui tradisce un mezzo sorriso.
-Si, proprio di te!!- spero che con questa piccola deviazione, non continui con l’interrogatorio.
-Sto aspettando … - mi dice calmo ma i suoi occhi dicono tutt’altro.
-Malfoy … - come volevasi dimostrare, non si è dimenticato –Ma perché lo vuoi sapere? Che cosa cambia? Tu hai Pansy e, anch’io, merito di avere … qualcuno! Io non ti chiedo nulla, tu non puoi fare la stessa cosa?-.
Mi sembra una buona argomentazione.
-No!- dice semplicemente.
-Malfoy ma perché fai così?? Per me, il discorso è chiuso qui! Tu non hai diritto di sapere niente!!- non mi piace girarci troppo attorno. Come fa a non venirgli in mente che potrebbe trattarsi proprio di Harry? Perché l’ha escluso drasticamente??
-Che problema hai ??- alza un sopracciglio per farmi capire che non sta scherzando.
-Draco, per l’ultima volta, abbiamo deciso di andare avanti … -.
-No! Tu lo hai deciso e mi hai imposto la tua decisione!! Non mi hai lasciato scelta! Io non sono andato avanti, come dici tu!! Sono esattamente al punto in cui mi hai lasciato cinque mesi fa, con la differenza che cerco di fare la cosa giusta per quel bambino!! Ci sto provando ma rivederti qui, vederti camminare nei corridoi, è … estenuante!!-.
Questo discorso non mi piace; non voglio sentirgli pronunciare altro, anche se, una piccola parte dentro di me, molto in profondità, è sollevata a sentirlo parlare cosi.
-Estenuante! In senso brutto?- chiedo confusa.
-Sì! Tu mi privi di tutte le forze che ho! Cancelli tutti i miei buoni propositi! Vederti, parlarti e non poter … dover sempre rispettare questo ruolo che tu mi hai imposto!! Ecco, questo è stancante!!-.
-Devi aspettare solo un paio di giorni e, poi, tornerai alla tua normalità - provo a calmarlo perché, da come si sta spettinando i capelli, credo stia  per esplodere.
-NO! Da quando mi hai detto, su quella dannata torre, che ti vedi con qualcuno, io … non riesco a pensare che qualcun altro potrebbe aver preso il mio posto!! Un posto che mi sento ancora mio e che non voglio lasciare!! Io non sono andato avanti, non mi sono proprio mosso!! Io penso di essere solo in attesa che tu … -.
Basta! Non posso farlo continuare. Non voglio illuderlo; lui deve capire che non c’è possibilità di tornare indietro.
-E’ Harry!- silenzio di tomba. Vedo lo shock nel suo volto. Non riesce neanche a parlare; penso che, tra poco, la rabbia prenderà possesso nei suoi occhi –E’ così, mi dispiace!! Effettivamente, qualcuno ha preso il tuo posto! Io sono … veramente andata avanti!!- lo dico ignorando il groppo in gola. Mi manca la salivazione. E’ sconcertato. Non si aspettava di sentirsi rispondere così.
-Con lui- concludo.
-Non è vero!- dice piano mentre continua a fare no con la testa.
-Io sono felice!!- ripeto le parole suggeritemi da Neville e, senza più guardarlo, esco dalla serra lasciandolo lì da solo.

 


 
-CHE COSA HAI FATTO???- mi urlano all’unisono Neville e Luna.
-Mi aveva messo alle strette! Non sapevo come uscirne! O gli raccontavo altre bugie o gli raccontavo un inizio di verità!!- dico esasperata.
-E lui?- mi chiede Luna a bocca aperta.
-Non lo so! Gliel’ho detto e me ne sono andata!- abbasso la testa per non guardare lo sguardo di sconcertamento di Neville e Luna.
-Beh, se la notte è passata e non ci sono state ancora vittime … è un segno positivo!- chiosa ironicamente Neville.
-Dovevi dirgli anche del matrimonio- lo interrompe Luna – Gli hai detto di Harry, dovevi fare la cosa più sensata!!-.
-Stai scherzando???- la rimprovera Neville – Non doveva dire proprio niente! Ti avevo detto di limitare il più possibile le conversazioni con lui!!- mi rimprovera.
-Ha ragione Luna!- dico sottovoce catturando l’attenzione di entrambi – Più nascondiamo e più sembrerà che ci sia qualcosa di strano! Dobbiamo fare tutto alla luce del sole, senza però fare il minimo riferimento a quelle dannate promesse pre-datate!!-.
-Tu sei matta!!- sentenzia Neville –Chiamo Azkaban, per farti riservare la cella più comoda!!-.
Nessuno ride, neanche lui.
Sto per rispondere, quando veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta.
-Avanti!- urla Neville. E ora chi è??
La porta si apre e, spostandomi, vedo l’ultima persona che mi aspettavo di incontrare qui.
-Harry!- dico piano mentre mi alzo per raggiungerlo e mi accorgo che, dietro di lui, c’è la McGranitt.
Harry lascia passare la professoressa mentre lui si avvicina e mi da un bacio sulla guancia. Lo guardo confusa. Perché è qui??
-Signora preside … - saluta Neville – Harry, a cosa devo questa sorpresa??-.
Guardo Harry per capire cosa sta succedendo. Alza gli occhi al cielo e lì capisco che le sorprese non sono ancora finite.
-Signorina Weasley … - mi raggiunge la McGranitt – sono molto arrabbiata con lei! Come ha potuto non dirmi una cosa del genere??-.
-Non capisco di cosa stia parlando!!- mi fingo ingenua anche se, vorrei sbagliarmi, penso di aver capito a cosa si stia riferendo.
-Lei e Potter non dovete dirmi niente??- incrocia le braccia con aria minacciosa e, subito, cerco lo sguardo di Harry. Ha parlato con la McGranitt. Mi fa segno di no, come se mi avesse letto nella mente.
-Intende del … - non termino la frase perché vengo anticipata!
-Vostro matrimonio!!-.
Resto a bocca aperta e, dalle espressioni sbigottite di Neville e Luna, penso che nemmeno loro s’immaginassero questa cosa.
-Come fa a … - mi sforzo di parlare nonostante sia completamente senza salivazione.
-Chi me l’ ha detto? Quante volte dovrò ripetervi che io so sempre tutto!- mi guarda dritto negli occhi come a farmi intendere che nelle sue parole, ci sia un doppio senso.
-Io non le ho detto nulla!- mi sussurra Harry. Ma allora chi?
-Sì, signorina Weasley. Il suo futuro maritino, si è visto bene dal confidarsi con me!!-.
-Chi gliel’ha detto?- sbotto senza dare freni alla mia preoccupazione. Harry mi prende per mano, cercando di mantenermi calma.
-Non divulgo le mie fonti … -.
-Lei non sta capendo – mi porto avanti con Harry – E’ fondamentale, per noi, sapere chi è al corrente della notizia. Vogliamo mantenere la cosa il più privata possibile!!-.
Il problema non è la McGranitt ma sapere come ha fatto a scoprirlo. Chi gliel’ha detto?? Qualcuno a cui lo abbiamo detto noi o qualcun altro? E se qualcuno avesse parlato e la notizia fosse arrivata nelle orecchie sbagliate?
-Professoressa McGranitt … - irrompe Harry tra noi due – Noi volevamo dirglielo ma volevamo anche che, questa notizia non finisse sui giornali, prima del matrimonio!!-.
-Non dovete preoccuparvi! Sarò muta come un pesce ma pretendo un invito! Anche solo per farvi perdonare che siete tornati assieme e avete deciso di coronare il vostro amore ritrovato, senza dirmi neanche una parola!!- tiro un mezzo sospiro di sollievo. Questo vuol dire che non è al corrente dell’adozione di Teddy.
Mi fido della McGranitt. So che non ne farà parola con nessuno.
-Lo avrà!- la rincuora Harry, prendendomi di nuovo per mano –A giorni, dovrebbero arrivarci le partecipazioni e gliela consegnerò io personalmente!-.
-Bene!- si gira per vedere le facce di noi attorno a lei –Quindi devo farvi le mie congratulazioni!-.
Si avvicina e, per la prima volta, mi abbraccia insieme a Harry, come una mamma coi suoi due bambini.
-Lo sapete, però, che quando si verrà a sapere, sarete su tutti i giornali e non si parlerà d’altro che di voi due!!-.
Io e Harry ci guardiamo da dietro le spalle della McGranitt e sospiriamo.
-Si, lo sappiamo- dico mentre mi sciolgo dal suo abbraccio – Ciò detto, non ho ancora capito perché Harry è qui!!-.
-Per la festa di stasera, ovviamente!!- mi dice la McGranitt come se fosse la cosa più scontata del mondo –Io voglio festeggiare con voi due, entrambi qui. E’ la vostra ultima festa qui a Hogwarts e voglio che sia memorabile! Gli altri non sapranno cosa si festeggia ma ciò non vuol dire che, noi tre, non possiamo brindare al lieto evento!!-.
Ci mancava solo questa!! Non poteva dirmelo ieri? Almeno potevo tenere la bocca chiusa con Malfoy. E ora che si fa?
-Credo che Ginny debba però farvi presente di un piccolissimo dettaglio!- c’interrompe Neville, che tiene lo sguardo puntato su di me. Anche se vorrei fulminarlo per mettermi sempre in queste situazioni imbarazzanti, ha pienamente ragione.
La McGranitt e Harry, sentendo le parole di Neville, si fermano a guardarmi.
-Si beh … - non so da dove iniziare – Ieri sera, ho dovuto dire a qualcuno che sono tornata con te!- mi rivolgo ad Harry.
-A Malfoy!- conclude Harry guardando per terra.
-Ho dovuto dirgli una mezza verità!- mi avvicino a lui –Non faceva che domande e mi aveva messo alle strette. Dovevo inventarmi una terza persona che non esiste? Sarebbe stato peggio! Non ho detto nulla del matrimonio ma, di te, ho dovuto farlo!-.
-E’ ancora innamorato di te!- dice Harry come se non avesse sentito nulla di quello che ho appena detto.
-Ma no!!- rispondo senza pensarci, cercando il suo sguardo – Sai com’è fatto! Se vede che c’è qualcosa che non riesce a spiegarsi, diventa così asfissiante! E poi si stava facendo mille castelli mentali e non mi dava tregua! E’ giusto avergli detto di te, sarebbe stata una mancanza di rispetto nei tuoi confronti, se continuavo a mentire!!-.
Harry mi guarda e mi fa un mezzo sorriso. Ne approfitto per avvicinarmi e dargli un bacio a stampo velocissimo.
-Non facciamolo diventare un problema!- dico a Harry per convincerlo a non preoccuparsi.
-Bene! Penso sia arrivato il momento di lasciare da soli i due piccioncini!- la McGranitt fa segno a Luna e Neville di uscire e ci sfilano davanti sorridendo.
Rimasti soli, Harry, prendendomi in contro piede, mi afferra il viso e mi bacia.
Un bacio lento, dolce, che racchiude un sacco di cose non dette.
Quando mi allontano, poggio la fronte sulla sua.
-Ginny, dimmi che Malfoy non è più un ostacolo tra di noi!- mi sussurra.
Lo guardo negli occhi e, senza ascoltare la fitta nello stomaco, gli bacio la fronte.
-Malfoy, non è più un problema!-.
Sento Harry sospirare sollevato. Sento gli occhi pungermi, abbraccio Harry per fare in modo che non riesca a vedermi in volto.
-Quali sono i programmi di oggi?- mi chiede e, scacciando giù il magone, riprendo il controllo di me stessa.
-Stasera, c’è la partita prima della festa! Ma prima … - lo prendo sotto braccio – Hai tutta la giornata per aiutarmi a ripassare!!-.
Vedo l’entusiasmo morire nei suoi occhi e, finalmente, scoppio a ridere.
-Stai scherzando??- mi chiede con tono lamentoso.
-Oppure possiamo sempre andare a Hogsmeade per sceglierti un bell’abito da sera!!-.
-Oppure potremmo scegliere un’altra cosa!- c’incamminiamo fuori dall’aula.
-Cosa?- chiedo curiosa.
-Una cosa indispensabile che Margareth non ha ancora scelto … le fedi!- mi sussurra all’orecchio.
Sorrido. Mi piace l’idea di scegliere qualcosa e toglierlo dal controllo di Margareth.
-E fedi siano!-.

 


 
-Abbiamo vinto!!!- continua ad urlarmi McLaggen nelle orecchie.
Io  e Harry non sappiamo più come togliercelo di dosso. E’ venti minuti che continua a stritolarci, urlando a squarciagola e cantando il coro dei grifondoro.
Una parte di me si sta pentendo di non aver tifato per la vittoria dei serpeverde; almeno, a quest’ora, mi sarei potuta godere il silenzio di McLaggen.
-Siamo molto contenti anche noi!- dice Harry mentre mi aiuta a tirarmi via.
Una volta liberati, cerchiamo di confonderci nella folla, per paura di essere riacchiappati.
-Ci vediamo dopo in Sala Grande per festeggiare!! Vi aspetto!!- ci urla McLaggen facendosi largo tra la massa di grifondoro impazziti.
Di serpeverde non se ne vede più nemmeno mezzo. Sono rimasti doppiamente delusi perché, mai come quest’anno, pensavano di vincere.
Mentre Harry si ferma a chiacchierare con la professoressa McGranitt e il professor Vitious, scesi anche loro dalle tribune per congratularsi con i ragazzi, mi giro per controllare se vedo qualcuno di mia conoscenza.
Durante tutta la partita, ho sempre buttato un occhio per capire dove possa essere ma, di Malfoy, neanche l’ombra.
Strano che non sia venuto, non solo perché è una colonna portante dei serpeverde ma, soprattutto, essendo un professore è quasi suo dovere essere qui. A essere sinceri, questa cosa, mi preoccupa e non poco.
E’ da ieri sera che non si vede e non si sente.
-Oh chi mi ritrovo!! Che piacere immenso è rivedervi assieme!!- vengo disturbata da una vocina irritante che mi sembra di sapere benissimo a chi appartiene.
Harry, sentendo, si avvicina a me, salutando frettolosamente sia la McGranitt sia Vitious.
-Il signor Potter e la signorina Weasley! Posso esprimere la mia gioia nel rivedervi assieme?- canticchia Rita Skeeter, infagottata nel suo orribile completo verde e con quella sua piuma incantata puntata contro di noi.
-Signora Skeeter!- saluta freddo Harry senza porgerle la mano.
-Noi ce ne stavamo andando!- dico secca senza neanche guardarla in faccia.
Non è quantificabile il disprezzo che provo nei confronti di questa donna. Da quando la conosco, non ricordo una volta in cui non abbia colto un’occasione per infangare qualcuno.
Ha sparlato e detto cattiverie su quasi tutte le persone che conosco: Harry, Hermione, Silente, la mia famiglia, Lupin, Piton e, se devo essere onesta, anche Malfoy.
-Quanta fretta!!- ride la Skeeter irritandomi ancora di più. Perché diavolo è qui? Cosa vuole da noi? Se ripenso a tutti gli articoli che ha scritto sulla presunta crisi tra me e Harry, di cui lei non sapeva nulla, di tutti i fidanzati e fidanzate che ci ha appioppato e di tutte quelle persone che ha intervistato solo perché li ha fatti spacciare per nostri amici …. per fortuna, non ha mai ricevuto notizie su me e Malfoy. Ho paura a immaginare che cosa sarebbe riuscita a combinare.
Mi è già bastato quando Malfoy ha fatto la spia ai giornali di me e delle Harpies. Se solo ripenso a tutte le cattiverie che ha scritto sul mio conto…
-Non abbiamo nulla da dirle!- le dico brusca mentre Harry, fingendosi indifferente, mi tira per una manica.
–Però può sempre inventarsi qualcosa!!- conclude Harry senza neanche guardarla in faccia provocandomi una risatina soddisfatta.
-Su ragazzi! Sono così felice di vedere che siete riusciti a superare ogni accenno di crisi!- ci segue incurante del fatto che stiamo ormai per oltrepassare il portone di Hogwarts.
-Solo una piccola dichiarazione … - sento con soddisfazione che comincia ad avere il fiatone a furia di seguirci - … sulla voce che gira del vostro imminente matrimonio!-.
Inchiodo sul posto e mi sento gelare tutto il corpo.
Guardo Harry per capire se ha sentito la stesso cosa che ho sentito io. Dai suoi occhi sgomenti, non ho più dubbi.
Sa del nostro matrimonio. Come diavolo fa a saperlo? Chi ha parlato?
-Continua a camminare!- m’incita Harry.
-Mi dispiace deluderla ma non abbiamo la minima idea di cosa stia dicendo!!- urla Harry mentre mi tira per il bavero della giacca.
-Lo vedremo … - sento in sottofondo la risata arcigna della Skeeter.
-Mi tremano le gambe!- sussurro a Harry.
-Non qui, Ginny!- mi continua a spingere verso una direzione che non riesco a capire. Non mi rendo neanche conto di dove sto andando.
Chi ci ha traditi?

 


 
-Sono offesa che non mi crediate!- dice indispettita la McGranitt – Non ne ho fatto parola con anima viva! Neanche ci fantasmi del castello!!-.
-Ci scusi!- blocco Harry, prima che ricominci da capo con l’interrogatorio –E’ solo che, sentendo le parole di Rita Skeeter … -.
-Vi capisco!- la McGranitt ci accarezza le spalle –Ma io non ho detto nulla! Ora andate a cambiarvi. Vi aspetto in Sala Grande fra venti minuti, con indosso il vostro sorriso più bello!!!-.
Detto questo, si gira e ci lascia da soli, fuori dal suo studio.
-Allora chi ha parlato?- mi chiede Harry mentre si toglie gli occhiali per stropicciarsi gli occhi.
-Neville e Luna no!- prima della McGranitt siamo stati da loro e, entrambi, ci hanno giurato sulle loro famiglie che non hanno detto nulla a nessuno –Le ragazze della squadra no, allora chi??-.
-Non lo so! Magari, uno dei mie fratelli … - non ho la minima idea di chi possa avere spifferato la notizia.
-Impossibile!- mi blocca Harry –Loro sanno delle promesse, come Luna e Neville. Non sono così stupidi da parlarne in giro. Sanno bene che cosa rischiamo!-.
Mi appoggio al muro esausta.
-La cosa strana è che, fino a dieci giorni fa, non faceva altro che scrivere dei tuoi flirt estivi, della mia depressione da quando ci eravamo lasciati, ha intervistato quel finto barista che ha giurato di avermi visto ubriaco e ora, se ne esce con questa notizia che non può essere frutto solo della sua fantasia!-.
Mi avvicino a lui e gli appoggio una mano sulla spalla. Non è il momento di essere colti dal panico.
-Dobbiamo andare a cambiarci!- lo bacio sulla guancia –Non devi preoccuparti per quella vecchia strega! Che scriva quello che vuole. Ormai ha perso qualsiasi briciolo di credibilità! Scriva pure del matrimonio, noi continueremo a negare e, a cosa fatta, lei potrà scrivere quello che le pare e piace!!-.
Dal mezzo sorriso che mi fa, penso di averlo convinto.
-Io devo scappare a cambiarmi! Le donne ci mettono di più a farsi belle!- gli faccio l’occhiolino.
-Non hai bisogno di farti bella … - inizia Harry.
-Non dire ovvietà, ti prego - fingo di tapparmi le orecchie –Aspetta di diventare mio marito!!-.
Perché, nonostante tutto, è questo che accadrà.
Diventerà mio marito!

 


 
Infilo i tacchi neri, forse un po’ troppo alti, e mi guardo allo specchio.
La tuta nera mi sta molto meglio, addirittura di come me la ricordavo quando me la sono provata ad Hogsmeade. Cerco di aggiustarmi meglio la scollatura davanti, per non lasciare troppo poco all’immaginazione.
Mi sistemo i capelli lisciati alla perfezione e m’incammino fuori dalla torre. Ci ho messo più del dovuto a prepararmi ma, almeno, sono riuscita a distrarmi un po’ dalle parole della Skeeter.
Incontro molti grifondoro che mi salutano calorosamente. Nessuno indossa la divisa e sono tutti molto euforici. Dal rumore che sento dalle scale, credo che la festa in Sala Grande sia già iniziata.
Faccio il mio ingresso nella sala e faccio finta di non notare le molte teste che si girano a guardarmi a bocca aperta.
-Weasley!!!- mi raggiunge McLaggen che indossa un completo bianco perfetto per fare sfoggio della sua poca vanitosità –Sei uno schianto!!-.
-Grazie!!-  fingo indifferenza, anche perché ho il sospetto che abbia già ingurgitato il livello massimo di alcool sopportabile dal suo stomaco.
Lo saluto con un cenno di mano e vado alla ricerca di Harry o di Luna e Neville. I quattro lunghi tavoli sono stati tolti per lasciare posto a un’enorme pista da ballo mentre, ai lati della sala, ci sono tantissimi tavolini strapieni di qualsiasi tipo di cibaria o bevanda.
In fondo alla sala, seduto al tavolo dei professori, scorgo Neville che, vedendomi, si alza in piedi per salutarmi meglio. Con la bocca mi mima un “ci vediamo dopo”.
Guardo tutto il tavolo dei professori e lui non c’è.
Che fine ha fatto Malfoy? So che dovrei essere contenta di non averlo tra i piedi ma inizio a essere preoccupata.
Quanto mi piacerebbe, in questo momento, riuscire a trasformarmi in una piccola mosca per poterlo andare a cercare, incurante che qualcuno mi possa vedere.
Mentre allungo il collo per cercare di vedere Harry, o qualcun altro, mi accorgo che, proprio ora, sta facendo il suo ingresso, nella sala, Rita Skeeter.
Cosa ci fa ancora qui? Sento, improvvisamente, caldo. Un caldo asfissiante.
Ha un tailleur nero e, dietro di lei, quella dannata piuma che continua a scrivere. Cosa ci sarà mai da scrivere di così interessata da farla rimanere a una normalissima festa di fine anno?
Mi giro per cercare di non farmi notare da lei ed è qui che lo vedo.
Per una frazione di secondo, resto a bocca aperta.
Non mi ricordo di averlo mai visto così bello.
Smoking nero perfetto, camicia bianca splendente, capelli tirati leggermente indietro. Perfetto.
Non trovo parole. Una cosa che non riuscirò mai più a fare, diversamente da un paio di anni fa, è negare la sua incontestabile bellezza.
Un secondo e, poi, l’incanto finisce.
Draco Malfoy fa il suo ingresso in Sala Grande sotto braccio di Pansy Parkinson, fasciata in un orribile vestito nero di velluto che le nasconde leggermente il pancione.
Istintivamente, cerco di nascondermi dietro un gruppetto di studenti del terzo anno; non so se perché non voglio che mi vedano o sono io, che non voglio più vederli.
Mi sporgo leggermente per guardarli meglio; sembrano la coppia più affiatata della festa. Non sembra il Malfoy che, solo ieri, era impallidito quando gli ho detto il nome di Harry. Ero preoccupata di non averlo visto per quasi un giorno, avevo galoppato con la fantasia immaginandomelo chissà dovea fare le peggiori cose e, invece … eccolo qui! Il ritratto della felicità!
In effetti, notando come saluta gli altri serpverde, forse, un po’ troppo felice. Da come la Parkinson lo guarda, sembra quasi, a differenza di lui, che non sia molto a suo agio con la versione felice di Malfoy.
-Eccoti qui!!- mi volto e vedo Harry di fronte a me –Ti ho cercato ovunque!!-.
Si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.
-Anche io!!- gli prendo la mano.
-Sei meravigliosa!!- mi dice Harry, dopo avermi studiata dalla testa ai piedi.
-Dai smettila!- mi vergogno sempre quando è Harry a farmi un complimento –Stiamo bene entrambi!-.
Gli aggiusto il nodo della cravatta blu intonata al suo completo.
-Mi concede un ballo, signorina Weasley?- mi chiede con tono diplomatico e, subito, vengo inondata da una sensazione di panico. E se ci vedesse? Devo fregarmene?
-Sì,  volentieri … - sto per dargli la mano.
-Oh, guarda chi si vede. Weasley e Potter, di nuovo, assieme!-.
Proprio quando stavo per afferrare la mano di Harry, sento la sua voce dietro di me che mi gela il sangue.
Dallo sguardo di Harry, la cosa non promette nulla di buono.
Appena mi giro per guardarlo in faccia, mi accorgo subito, dai suoi occhi stranamente divertiti, che c’è qualcosa che non va.
-Malfoy, che piacere … - prova a salutarlo Harry.
-Non per me!!- lo interrompe bruscamente Draco senza però staccarmi gli occhi di dosso.
-Draco … - dico sottovoce.
-Malfoy, prego!- mi blocca –Io, per voi, sono Malfoy. Non mi faccio chiamare per nome da gentaglia come voi!-.
Pronuncia queste parole con tanto di quel disprezzo, che il tono maleducato che usava anni fa con noi, è nulla, in confronto ad adesso.
-Cominciamo a darci una calmata!- si avvicina Harry, cercando di non perdere la sua compostezza.
-Io sono calmo!- scoppia a ridere Malfoy –Non c’è nulla che mi diverta di più che guardare voi due, di nuovo qui, che fate finta di nulla!-.
Lo conosco bene per non accorgermi che deve aver bevuto qualche bicchiere di troppo. E so che, quando beve, …
-Bene!- lo interrompo –Possiamo finirla qui! Non c’è più niente da dire!-.
Cerco di tirare Harry per la giacca perché voglio allontanarmi da Malfoy il più possibile.
-Non c’è più niente da dire??- ripete Malfoy e non riesco a capire se sta per ridere o se …
Non faccio in tempo a girarmi, che Malfoy mi afferra per un braccio e mi tira verso di sé.
Sbatto contro di lui e mentre arretro, a momenti, sto per perdere l’equilibrio.
-Ehi …- provo a lamentarmi.
-MOLLALA!- urla Harry che deve aver capito che Draco non è tanto lucido.
-Non abbiamo nulla da dirci?? Eh, stronza!!- resto sbigottita –Fai la finta moralista e poi tu cosa fai? Ti ributti nel letto di chi hai tradito per mesi!! Quante prediche mi hai fatto! Tu a me! Fai schifo, Weasley!!-.
Sono così scioccata dalle parole e dal tono che smetto anche di divincolarmi. Attorno a noi tre, silenzio!
La Sala Grande sembra essersi spenta; nessuno tira più un fiato.
-Malfoy!- Harry lo afferra per il braccio libero ma Malfoy non sembra neanche accorgersene.
-Come preferisci essere chiamata? Stronza, opportunista, scalatrice sociale oppure … puttana??-.
Resto immobile. Persino Harry, sembra sconcertato da quello che ha appena sentito. Una parte minuscola del mio cervello, ancora presente alla situazione, si accorge che anche la Parkinson si è avvicinata a noi. A differenza delle mie aspettatine, pure lei sembra accorgersi della drammaticità della situazione!.
Non so cosa mi scatta nella testa ma, all’improvviso, vedo fuoco. Me ne frego della gente attorno a noi e, rischiando pure di rompermelo, tiro via il mio braccio dalla presa di Malfoy!!
-NON MI TOCCARE, bastardo!!!- vorrei schiantarlo!!
-Signor Malfoy … Signorina Weasley - sento la voce della McGranitt ma non riesco a distogliere lo sguardo dagli occhi spiritati di Draco. Non l’ho mai visto così! Sì, lo so che quando beve tira fuori il peggio di lui ma, quello che ho davanti a me, non è Draco … è un animale pronta ad attaccare!
-No, cara Preside! Ora finisco!!- le intima Malfoy facendole segno di tenersi a distanza e si avvicina a me.
-Tu hai già finito!Lascia il braccio di Ginevra, subito!- anche Harry, non promette nulla di buono.
-Harry, la risolvo io questa volta!!- sussurro con un filo di voce.
-Risolvi?? SEI LA PEGGIOR SPECIE DI ESSERE UMANO CHE IO ABBIA MAI CONOSCIUTO!!!- mi urla in faccia ma, ormai, sono talmente sconvolta che non mi ritraggo neanche, anzi ...
-Parli tu!!!TU PARLI!!! Hai rovinato la mia vita! SONO RIUSCITA A SALVARMI IN TEMPO!!!!-non so se sto parlando con lui o con me stessa.
Mi viene a tre centimetri dal viso, con gli occhi pieni di rabbia ma, questa volta, non intendo dargliela vinta.
Sento la mani di Harry, tra di noi, che prova a tenerci lontani.
-E’ colpa tua!! Sei tu che hai distrutto la vita di tutti!! E colpa tua se hai perso la tua famiglia!!!- mi punta il dito contro –Sei tu che hai mandato a fanculo tutti i miei buoni propositi! SEI STATA TU!! Tu ci godi a rovinarmi la vita!! Non sei solo una puttana, sei anche una gran stronza! Facevi tanto l’indignata quando parlavi di mio padre, il peggior criminale, ma tu … sei la peggior specie di donna che io abbia mai conosciuto! Mia zia Bellatrix, a confronto, era una persona mille volte meglio di te!! Rimpiango solo che abbiano ucciso il Weasley sbagliato!!-.
E’ un attimo. Quando sono certa che sto per cadere a terra, trovo la forza per sferrargli una sberla in pieno volto. Tutti attorno a noi ci guardano sconvolti!!
Draco, per reazione, contrattacca e mi viene addosso.
Mi spinge e, grazie ad  Harry che mi afferra, evito la caduta.
-STRONZA!!! Sei solo una finta moralista!! Sei peggio anche della Parkinson!! Mi faccio schifo anche io, solo per avuto il coraggio di sfiorarti!!!!- continua a dire mentre mi spintona.
Harry non sa più come ripristinare le distanze.
Negli occhi di Draco ci vedo una rabbia e una furia che non gli avevo mai visto.
-Mi sono sbagliata su di te … - vedo Draco mentre mi sta per venire addosso con la mano destra in alto e, in quel momento, istintivamente provo paura. Mi ritraggo.
-Mi vuoi picchiare?- lo guardo sconvolta. Una lacrima riga il mio volto. Non ho mai avuto paura di Malfoy ma ora sì.
-No!- risponde piano Malfoy e s’immobilizza con la mano destra ancora in alto. Vedendomi, forse, sconvolta, anche gli occhi di Draco cambiano.
-Sai che non ti farei mai del male … pensi che ti picchierei? - sussurra con gli occhi spaventati. Anche lui è sconvolto. Solleva le mani in segno di pace ma, ormai, le lacrime mi tradiscono.
Gli occhi di Draco non sono più quelli di prima. Sembra essersi svegliato, anche lui, da uno stato di trance e, ora, è il primo a essere spaesato. Non sa cosa fare.
-Me ne hai appena fatto!- gli rispondo.
E poi, approfittando di questo momento di calma, la sala si rianima e sempre più gente si avvicina a noi. Luna Neville, McLaggen, Lumacorno, e … la Skeeter.
Ed è lì che tutto torna!
Come risvegliatami da un brutto incubo, la lucidità prende il sopravvento.
Harry che viene spinto da Neville per allontanarlo da Malfoy e lui che si tampona il sangue che cola dal suo naso.
La Parkinson prova ad avvicinarlo ma lui non si fa toccare e ,due sue scagnozzi serpeverde, gli fanno da barriera, tra lui ed Harry.
-Piantatela!- dico ad alta voce e immediatamente sia Harry che Malfoy mi guardano.
Ripresa capacità motoria del mio corpo, mi avvicino a Draco.
-Tu lo sai vero??- mi porto di fronte a lui ancora tremante –Tu sai tutto! Tu sai del matrimonio!!-.
Dovevo arrivarci prima. Se è arrivato a questo livello, augurandomi la morte, non poteva essere solo per quello che gli ho detto ieri.
Sentendo la parola matrimonio, Malfoy chiude gli occhi e stringe le mani in due pugni. E’ di nuovo teso. Ora, tutto si ricollega.
Nella Sala si diffonde un’ovazione di stupore. Ma non m’importa, adesso. Non era così che mi ero immaginata come dare la notizia del matrimonio. Domani tutti parleranno di noi e addio alla nostra riservatezza! Ma non m’importa!
-Sì- risponde Draco lapidario. Chiudo gli occhi e, per un momento, provo a immaginarmi la scena della Skeeter che racconta la notizia a Malfoy.
-Bastarda … - mi giro verso la Skeeter pronta a insultarla e a spaccarle quella sua maledetta piuma.
-Non è stata lei a dirmelo!- dice Draco bloccandomi. Aspetto che mi dica chi è stato ma lui resta zitto. Se non è stata lei, allora chi??
Ormai non m’importa più delle persone che ci stanno guardando, non m’importa che si sia venuto a sapere, in questo modo, della mia storia con Draco, non m’importa più di nulla! Non m’importante neanche di quello che scriveranno domani sui giornali.
-Draco … - dico calma e cosciente del perché sia arrivato a questo punto. Non so neanche se sono ancora arrabbiata o no. E’ paradossale, lo so! Ma lui è questo! La colpa è di chi ce l’ha portato a questo punto, facendolo apposta a farglielo sapere! E mi viene quasi il dubbio che, chiunque sia stato, sapesse benissimo che dirlo a Draco era l’ultima cosa da fare. Tutta la rabbia di prima, mi sembra ormai superata.
-Permesso! Fatemi passare!- la voce del primo Ministro Kingsley. Adesso, lui cosa ci fa qui??
Restiamo tutti impalati, fermi a guardarlo mentre si fa strada verso di noi. Con lui, ci sono due uomini, entrambi vestiti di nero, e di venti centimetri più alti di lui.
-Primo Ministro!- lo raggiunge la McGranitt –A cosa devo la sua visita??-.
Convinta che la cosa non mi riguardi, torno a guardare Malfoy che, con mia sorpresa, sta facendo la stessa cosa. Restiamo fermi lì, a due metri di distanza, a fissarci. Non ci vedo più rabbia ma solo tristezza. Vorrei insultarlo ma anche abbracciarlo. E so che pure lui, anche se non lo ammetterebbe mai, vorrebbe fare la stessa cosa.
-Sono qui perché mi è stato appena denunciata un’infrazione a carico del qui presente Draco Malfoy!-.
Sentendo il nome torno, di nuovo, alla realtà. Devo aver sentito male! Quelli del Ministero non possono essere qui per Draco!
Non riesco a muovermi ma li vedo avvicinarsi a Draco che, nonostante la sua aria sbruffona, mi sembra non abbia capito neanche lui il motivo per cui sono qui.
-Signor Malfoy, ci deve seguire al Ministero!!- dice Kingsley.
-E perché?- chiede Draco, cercando di trovare risposta negli occhi di uno dei tre.
-E’ appena sopraggiunta notizia del suo attacco a un uomo del Ministero con uso della maledizione Cruciatus che, le ricordo, è severamente vietata!-.
-CHE COSA?- urliamo all’unisono io, Malfoy, Harry, la Parkinson e la McGranitt.
-Signor Ministro, con tutto rispetto, ma il signor Malfoy … - la McGranitt cerca di ottenere spiegazioni, sbigottita quanto noi.
Mi avvicino a Draco e lo afferro per un braccio.
-Cosa hai fatto?- gli chiedo sottovoce.
-NIENTE!- urla guardandomi sconvolto –Non ho lanciato quella maledizione!-.
Non so cosa pensare. Vedo i suoi occhi smarriti che cercano il mio sostegno ma io non ho la più pallida idea di cosa dire o fare.
-Il signor Riley Tunner si trova al San Mungo, in questo momento!! Lei l’ ha aggredito questo pomeriggio nella sua stanza al Ministero! Tutti l’hanno vista entrare e uscire dal suo ufficio! Non menta, signor Malfoy!- lo redarguisce Kingsley così sicuro di quello che sta dicendo.
-Sì ci sono stato ma non l’ho aggredito! Non gli ho fatto niente!- urla Malfoy mentre tutti lo fissiamo.
-Intanto ci segua al Ministero. Fino a nuovo ordine, la sua pena alternativa è sospesa! Accompagnate il signor Malfoy!- dice Kingsley alle sue guardie.
-Come sospesa?- mi avvicino a Kingsley cercando spiegazioni. Non può essere. E’ un incubo!
-Non posso aggiungere altro!- mi liquida e io torno a guardare Malfoy che cerca di divincolarsi dalla presa degli uomini di Kingsley.
-Non ho fatto niente!!- cominciano a trascinarlo tenendolo per le braccia.
Quando sta per passarmi davanti, si blocca davanti a me.
-Non ho fatto niente! Non ho fatto niente, credimi!!- lo guardo mentre mi supplica con la voce –Tu sai! Tu mi conosci! Sai che non rischierei mai di tornare ad Azkaban!E sai il perché!!-.
-Ma come?!? Fino a dieci minuti fa, lodavi la tua cara zia Bellatrix per essere un’assassina e adesso??Volevi vedere Ginny morta … - chiede ironico Neville ma sia io sia Malfoy lo ignoriamo.
Non è il momento di perdere tempo.
-Weasley, guardami negli occhi!- lo faccio – Non ho fatto niente!-.
-Dobbiamo andare!- dice una guardia mentre lo spingono in avanti.
Lo seguo di qualche passo ma, poi, non sapendo cosa fare, mi fermo.
-Weasley!!!- urla di nuovo Malfoy e io lo raggiungo –E’ stato Riley! E’ Riley che mi ha detto tutto!!!-.
E subito capisco a cosa si riferisce. Matrimonio. Riley gli ha detto tutto? Ma non può essere! Non sto capendo più niente! Non è possibile. Perché avrebbe dovuto farlo sapendo cosa rischiamo io e Harry?
-Un attimo! Vi prego, devo dirle una cosa e poi vi seguirò senza ribellarmi!- chiede Draco a Kingsley e lui acconsente tacitamente.
-Ho fatto solo una cosa buona, fino ad adesso, nella mia vita!- non riesco a capire a chi si stia rivolgendo perché sposta lo sguardo da uno all’altro dei presenti in Sala –Ed è stato innamorarmi follemente di te! Tu sai!!- mi guarda cercando il mio sostegno.
Mi mancano le forze.
-Non importa quello che ti dico. NOI ce lo siamo già dimenticati. Nessuno ci capirà! Quindi, ti prego … credimi!! - torna a guardarmi –Non ti sposare finché non torno!! Ti supplico! Aspettami! Hai capito??-.
Le guardie ricominciano a spingerlo verso l’uscita nel silenzio generale. Si sentono solo i loro passi e quella dannata piuma della Skeeter che scrive su una pergamena.
Sento una lacrima cadere … sto piangendo.
-Aspettami!!- e ancora - NON HO FATTO NIENTE, WEASLEY!! -.
E poi non sentii più la sua voce.
Non sentii più nulla.
 
 
 
 
 
 

 
BOOM!!
Sono tornata e credo con un gran capitolo!!
Spero di avervi sorpreso sia in meglio sia in negativo!
Via alle riflessioni e commenti!!
Se vi è piaciuto, sappiate, che il prossimo non sarà da meno, in fatto di sorprese!!
Cosa ne pensate?
Sono curiosa di sapere le vostre supposizioni!!!
Malfoy non avrà fatto niente oppure … ? E Riley?
Ma, soprattutto, Harry e Ginny si sposano???
A presto!!! Non passerà più così tanto tempo per il prossimo capitolo! Promesso.
P.S.: ho trovato dolcissima la dedica finale di Draco. La vedo come se fosse la conclusione del discorso che ha fatto mentre le urlava contro: “ ti odio con tutto me stesso ma ti amo molto di più!!”.
Ditemi la vostra!!!

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Capitolo 29
*** Un bacio non è che "il" bacio. ***


Capitolo 29

Un bacio non è che “il” bacio.



 
 
 
Non so per quanto tempo resto impalata lì davanti al portone della Sala Grande a fissare il vuoto; vedo gli occhi di molte persone che mi fissano sconvolte, alcune parlano tra di loro indicandomi ma non riesco a sentire niente. Nella testa mi rimbombano ancora le sue parole: “Non ho fatto niente!”.
Continuo a vedere davanti a me i suoi occhi che m’implorano di credergli, che chiedono il mio aiuto. Mi sembra un incubo. Malfoy che mi urla addosso, il Ministero che lo arresta, Riley, Malfoy che rivela di noi due davanti a tutta la scuola e poi, mi sembra di percepire in sottofondo quella dannata piuma incantata della Skeeter che continua e continua a scrivere.
Chiudo gli occhi, quasi sperando che, quando li riaprirò, tutto ciò che mi circonda non ci sarà più e sarà stato tutto solo un brutto incubo. La festa dovrà ancora cominciare, ci sarà Draco a braccetto con la Parkinson che mi fa uno dei suoi mezzi sorrisi arroganti, gli studenti non si accorgeranno neanche del mio ingresso e la Skeeter non avrà nulla da scrivere, anzi! Sarà talmente annoiata dalla monotonia della festa che deciderà di andarsene.
-Ginny! Ginny!!- sento una voce che mi riporta alla realtà. Riapro gli occhi e vedo Harry davanti a me. Anche lui ha l’aria di essere semplicemente scioccato.
-Ginny! Dobbiamo andarcene di qui!!- mi afferra il braccio –E’ successo un casino! Tutti sanno del matrimonio e di te e Malfoy! Domani non si parlerà d’altro! Dobbiamo toglierci da sotto gli occhi di tutti!!-.
Harry prova a tirarmi dietro di lui ma ho le gambe bloccate. Il cervello è completamente in tilt. Non so neanche da dove cominciare a riflettere.
Harry, dolcemente, mi afferra la mano, se la porta al petto, e cerca di scaldarla tra le sue.
-So che sei confusa e che hai la testa che ti scoppia ma dobbiamo allontanarci da questo casino!! Risolveremo tutto!- mi accarezza una guancia –Te lo prometto!-.
Annuisco e sono pronta a seguirlo quando tra la folla vedo la McGranitt che sta cercando di sedare Horace Lumacorno .
-Arrivo! Devo dire una cosa alla McGranitt! Mi serve un minuto!!- e prima che Harry dica qualcosa o decida di seguirmi, mi faccio spazio tra i vari studenti e raggiungo la preside.
Ignoro Lumacorno, dandogli le spalle, e afferro le mani della McGranitt.
-Lei mi deve aiutare!- sento qualcosa sciogliersi dentro di me per fare spazio a una sensazione nuova –Deve aiutare me e deve aiutare lui. Scopra cosa è successo! Lei pensa che Malfoy lo abbia cruciato??-.
-No lo so!- dice sottovoce la McGranitt e, senza rendermene conto, sento le lacrime scendermi sulla guance –Ma lo scoprirò!-.
La McGranitt mi asciuga le lacrime e, adesso, vorrei solo abbracciarla e piangere tutta la notte, sulla sua spalla ma non posso! Non voglio che Harry mi veda così e non voglio far parlare ancora di più, le persone che sono in questa stanza.
-Ho paura … - le sussurro.
-Non devi! Scoprirò cosa è successo e sistemeremo tutto!- mi rincuora accarezzandomi la schiena. Ho i brividi di freddo in tutto il corpo.
-Ma se lui lo avesse fatto … cosa succede? Lo rimandano ad Azkaban?- la voce mi muore in gola mentre le lacrime ricominciano a scendere – Non può averlo fatto! Lui non può aver rovinato tutto … non lo farebbe! Per me … per suo figlio!! Oh santi elfi, Pansy! Che ne sarà di lei?? Dov’è? Non possiamo lasciarla così … ho la testa che mi scoppia!!-.
-Calmati Ginny!!- mi prende la testa tra le sue mani; è la prima volta che vedo i suoi occhi da così vicino. –Devi stare tranquilla! Appena so qualcosa, sarai la prima a cui lo dirò!!-.
-So che sembrerà da folli, dirlo ma … non lo possiamo lasciare da solo!!- sento il cuore continuare a spezzarsi in mille pezzi. Ho paura, paura di quello che potrebbe essere successo e paura per tutto quello che succederà da adesso in avanti.
Inizio a tremare e la sento sfilarsi il mantello per poi avvolgermelo intorno alle mie spalle.
-Noi non lo lasceremo da solo! Quella testa dura … -.
Riesce a strapparmi una risata mentre cerco di sistemarmi, al meglio, il trucco colato.
-Voglio vederlo!- mi esce così, senza riflettere –Me lo deve far incontrare. Devo guardarlo in faccia, io e lui, da soli! Mi basta guardarlo negli occhi, per un secondo, per capire se l’ha fatto!! La supplico! Parli col Ministero!-.
-Vedrò quello che posso fare! Ora però vai da Harry! Ti sta aspettando!-.
Mi tengo stretta nel suo mantello e, non facendo parola di ciò che ho appena chiesto alla McGranitt, seguo Harry fuori dalla Sala Comune.
 

 
 
-Un disastro! E’ la fine!!- urla Neville camminando avanti e indietro nella mia stanza. Harry è accanto a me che mi tiene stretta la mano mentre Luna è in piedi davanti alla finestra, persa a fissare chissà cosa.
Sono quasi le cinque del mattino e sono ore che li sento ripetere le stesse cose ; non mi sono ancora tolta il mantello della McGranitt, mi sono seduta sul bordo del letto e non mi sono più mossa. Harry mi ha aiutato a togliermi le scarpe ma, per il resto, mi sono limitata ad ascoltare e ad annuire qualche volta.
-Neville non possiamo farci più niente! Tutti, ormai, lo sanno!- ripete Harry ad un Neville che non ne vuole sapere di fermarsi.
-Se solo penso che tutto sto casino è colpa di quel bastardo … - per la millesima volta, lo sento imprecare contro Draco. Bastardo, in confronto a tutti gli altri insulti, è  quasi un complimento.
-Neville!- lo interrompe Harry e gli sono grata come non mai –Affronteremo lo scandalo! Ne parleranno finché non ci sarà un'altra notizia di cui parlare!!-.
-Stai scherzando?? Ginevra che se la fa con un Malfoy e il vostro matrimonio?? Persino i miei pronipoti ne parleranno ancora. Sarete su tutti i giornali! State pronti!!-.
Abbasso la testa quasi vergognandomi. Non ce la faccio più a sentire tutti che mi dicono che le conseguenze saranno disastrose. Pensano che io non lo sappia??
-Neville, basta!- sento Luna parlare anche se è rimasta immobile davanti alla finestra.
-Certo, ora devo pure tacere!!- le si avvicina –Quante volte vi ho detto che non c’era da fidarsi di quello lì!! QUANTE?? Ma voi nulla!! Volevate quasi convincermi che fosse sulla via sulla santificazione!! Ecco l’incompreso che cosa ha fatto!!-.
Le urla ormai non mi fanno più alcun effetto.
-Non sappiamo come sono andate le cose!- ribatte Luna tranquillamente.
-Non sappiamo come sono andate le cose??- Neville ripete le parole di Luna e sembra sull’orlo di esplodere –A cosa ti riferisci?? Non hai sentito cosa ha detto quel delinquente contro Ginevra?? Pensi che Riley si sia cruciato da solo?? Beh, t’insegno una cosa che, forse, nessuno ti ha mai detto: non ci si può maledire da soli. Chi è l’unico che è entrato nell’ufficio di Riley? Ma, soprattutto, chi è l’unico mentalmente instabile da poter fare una cosa del genere??-.
In effetti, il discorso di Neville non fa una piega, sentendolo così però … In realtà, ora, sono troppo stanca anche solo per ricordare.
-Perché Riley ha detto a Malfoy del matrimonio? Sapeva o no che Malfoy era l’unico che avrebbe preso malissimo la notizia?? Te le sei fatte queste domande, piccolo investigatore??- sento rispondergli Luna. In altre circostanze, sarei stata contenta di sentirla parlare così.
-Siamo arrivati a questo?? Tu prendi per oro colato tutto quello che dice quel folle di Malfoy?? Credi veramente che Riley abbia potuto raccontargli lui del matrimonio. E’ un uomo del Ministero!! Non lo capisci che Malfoy sta cercando di salvarsi la faccia?? La prossima balla che dirà, probabilmente, sarà che è stato qualcuno del Ministero ad attaccare Riley perché fa tutto parte di un piano diabolico per colpire lui!! Fra un po’, finirà che darà la colpa a Kingsley, in persona!!-.
Neville dopo la sfuriata ed aver fulminato Luna con lo sguardo, senza salutarci, esce dalla mia stanza sbattendo la porta. Sento qualcosa di caldo sul braccio: è la mano di Harry!
Per un momento, mi ero quasi dimenticata che lui fosse qui accanto a me.
-Dovremmo provare a riposare qualche ora!- dice sia a me sia a Luna –Domani sarà una giornata difficile!!-.
Vorrei stendermi e chiudere gli occhi ma il mio corpo si rifiuta di farlo.
-Harry … - catturo la sua attenzione e quella di Luna –Domani … -.
Guardo i suoi occhi verdi e sento il magone risalirmi dalla gola.
-Ssshhhh! Una cosa per volta, risolveremo tutto!!- mi attira a sé e mi bacia la fronte. Anche Luna, s’inginocchia davanti a me e mi prende le mani tra le sue.
-La mia famiglia … saremo su tutti i giornali – riesco a dire ricacciando indietro i singhiozzi – Devo anche avvisare le ragazze della squadra … tutti sanno del matrimonio e … Teddy!!-.
-Basta Ginny! Devi riposare!!- mi bacia una guancia asciugandomi una lacrima –Ci siamo noi! Siamo tutti dalla tua parte!! Non permetteremo che ti capiti nulla!!-.
-Ha ragione Harry!- mi dice Luna –I giornali e quello che scriveranno non ha importanza!! Per il resto, c’è sempre una soluzione!!-.
-Ma … - devo dirlo a qualcuno o scoppierò – Ma … se è stato lui a colpire Riley, io … Non posso essermi sbagliata così tanto su di lui!!! Diranno tutti che mi sono fatta di nuovo manipolare come sei anni fa!-.
-E tu lascia che lo dicano. Tutti sappiamo che non è così! Se Malfoy ha fatto quello che ha fatto, tu non hai colpe né responsabilità!!- mi rincuora Harry.
Una parte di me sa che ha ragione Harry ma non è il fatto di uscirne pulita agli occhi della gente che mi preoccupa! Come faccio a farglielo capire?
-Tu non ti sei sbagliata! Malfoy rimane comunque il Malfoy che hai conosciuto tu!! Anche se avesse fatto una cosa brutta, questa non toglie le cose belle che tu hai visto in lui e non dovrai mai pensare di aver sbagliato a valutarlo. Vorrà dire che la sua parte oscura ha vinto sulla luce che c’è in lui!!-.
Sento Harry allontanarsi leggermente, forse capendo il vero senso delle parole di Luna. E’ impressionante ma, al tempo stesso, anche rassicurante vedere come Luna, a volte, riesca quasi a leggermi la mente.
-Ora però devi riposare!! Ha ragione Harry! Tu sei esausta e lo sono anche io! Vado a cercare quel matto di Neville, tu mettiti a letto!!- e mi indica il cuscino sul letto.
Ci saluta con una carezza sul viso a entrambi e poi, saltellando, esce dalla mia stanza lasciandoci da soli, in un silenzio assordante.
-Harry??- mi avvolgo meglio nel mantello della McGranitt –Rimani qui stanotte, vero??-.
-Non vado da nessuna parte, se è questo quello che vuoi!!- mi risponde tradendo una certa nota di malinconia.
Ci sdraiamo sul letto senza toglierci nemmeno i vestiti. E’ strano come una delle serate peggiori della mia vita si stia concludendo proprio così!! Io ed Harry da soli, con lui che mi fa forza per l’ennesima volta, nonostante tutto.
-Abbracciami!!- gli ordino mentre mi avvicino al suo petto e sento subito le sue braccia avvolgere il mio corpo.
-So che non è il momento migliore per dirlo ma, adesso,  non m’importa niente di cosa succederà domani! Vorrei solo poterti tenere tra le mie braccia per sempre!!-.
Chiudo gli occhi, sentendo il cuore lacerarsi ancora.  Anch’ io sono contenta che ci sia ma ho, per la prima volta, la situazione molto chiara.
Non so cosa succederà domani o come mi sentirò ma io, adesso, vorrei solo che qui ci fosse Malfoy. Mi accontenterei di sentirgli dire che andrà tutto bene e che non c’è motivo per preoccuparsi. Vorrei sentirlo dire dalla sua bocca.
Se me lo dicesse lui, ci crederei.

 

 
 
 
-Su cosa vuole che glielo giuri? Mi faccia bere il Veritaserum!! Do il permesso!- sbatto un pugno sul tavolo.
Sono le sette del mattino e sono stato interrogato per sei ore. Non mi fanno uscire da questo tugurio. Siamo nei sotterranei del Ministero e non entra neanche un raggio di sole. Dicono che devono aspettare i loro superiori ma so bene che sono solo in attesa che Riley confermi l’accusa che sono stato io. Quel figlio di puttana …
Se solo sapessero leggermi nella mente, vedrebbero come sono andate le cose!!
-Non alzi il tono della voce, signor Malfoy!! E risponda solo alle domande che le vengono fatte! Ora analizzeremo la sua bacchetta e poi decideremo sul da farsi!! E’ chiaro??- .
Non so quanto ancora riuscirò a sopportare il tono saccente di quest’uomo.  Tutta la notte a farmi le stesse domande e, ancora, non si è stancato.
Quanto diavolo ci mettono ad analizzare una bacchetta??
Sento bussare alla porta e, subito, scatto in piedi sperando che, finalmente, siano arrivate notizie e che qualcosa si smuova. Voglio uscire da qui!
-Mi scusi signor Romart!-. Nella stanza entra un ragazzo che deve avere, più o meno, la mia età; mi da le spalle come se non avesse visto che ci sono pure io, in questa stanza.
-C’è una visita per il signor Malfoy|- sentendo quelle parole, mi rinvigorisco –Il ministro Kingsley ha dato il consenso!!-.
-Se il Ministro è d’accordo … - l’uomo davanti a me, mi guarda disgustato –Non abbiamo motivo per opporci!!-.
Raccoglie le sue pergamene, dove ha trascritto tutte le mie risposte e, senza aggiungere altro, esce seguito dal ragazzo.
Prego che sia lei; anche se sono certo che sarà impossibile, l’idea di strare qui e non poter parlare con lei mi fa uscire di testa, forse ancora di più del pensiero di tornare ad Azkaban.
Come ho fatto a cacciarmi in questa supergalattico casino??
Riley voleva questo! Voleva che io esplodessi. Sono cascato nella loro trappola costruita apposta, conoscendo bene tutte le mie debolezze. La mia unica debolezza. Più ci penso e più sono convinto che dietro a tutto questo ci sia un piano ben organizzato e che Riley non abbia ideato tutto da solo. Spero solo che non ci sia lo zampino del Ministero, altrimenti, non ho più nessuna speranza di uscire da qui.
Il mio turbine di pensieri è interrotto quando, nella stanza, entrano la McGranitt e, con un po’ di delusione, anche la Parkinson.
Non mi aspettavo di trovarmi davanti proprio loro due.
-Signorino Malfoy … - comincia la McGranitt ma non alzo neanche lo sguardo. Con tutto il sangue freddo che mi rimane, mi avvicino a Pansy che, in questo momento, ha lo stesso sguardo dell’uomo che mi ha interrogato tutta la notte.
-Come sta?- le chiedo indicando il pancione.
-Ti interessa veramente??- mi ringhia addosso.
-Sì, di lui sì!!- la precisazione è d’obbligo. Non ho fatto tanti sacrifici per vederli saltare all’aria da un momento a un altro.
-Lui sta meglio della madre senz’altro. Ti dovresti preoccupare di me e in che schifo di situazione mi hai messo!! Se finisci ad Akaban, io che fine faccio???- è un fiume in piena e mi accorgo che, anche la McGranitt, sta alzando gli occhi al cielo –Se devi cruciare qualcuno, non potevi scegliere qualcuno che non fosse del Ministero?? E poi perché?? Perché quella sgualdrina della Weasley si sposa con … -.
E’ un impulso. Senza rifletterci neanche un secondo, la schiaffeggio in piena faccia.
La McGranitt fa un’esclamazione di stupore mentre Pansy si porta le mani al volto sconvolta.
-Come osi? – si massaggia la guancia mentre comincia a piangere. Le sue lacrime non mi fanno nessun effetto; o, forse, solo una gran pena. Peccato che, per me, la pena non è mai un sentimento positivo.
-Primo. Devi stare calma perché agitarti non fa bene a mio figlio. Due. Tu non mi parli così; sei l’unica che non ha nulla da lamentarsi e terzo … non nominare mai più Ginevra Weasley! Non ti riguarda e, per la cronaca, se il tuo cervellino se lo chiedesse, non sono stato io!!- le parlo arrabbiato come non mai. Come osa venire a qui e parlarmi così?? Le interessa solo della situazione in cui lei si trova.
-Mi hai umiliato davanti a tutta la scuola … - prova a ribattere Pansy.
-In realtà, se posso intervenire … - la interrompe la McGranitt e mi volto a guardarla - … l’unica persona che è stata veramente umiliata è proprio la Weasley e credo che, entrambi, non dobbiate parlare di lei!!-.
Mi rimbombano nella testa, da ieri sera, le parole che ho urlato contro Ginevra. Sarebbe inutile anche provare a scusarsi perché sono talmente gravi, che non servirebbero a nulla.
-Signorina Pansy, potrebbe farmi la cortesia di lasciarmi parlare da sola col signorino Malfoy??-.
Pansy, con ancora la mano sulla guancia, esce senza farselo ripetere due volte.
Resto in silenzio, cercando di sostenere lo sguardo deluso della McGranitt, in attesa che dica qualcosa. Questo silenzio è insopportabile.
-Dica qualcosa!- la incito a parlarmi ma lei resta ferma.
-Ho fatto una cazzata ad andare nell’ufficio di Riley, lo so!! Ma io sono pronto a giurare su quello che vuole lei, che non l’ho cruciato!!! Non so come dimostrarlo!!- mi massaggio la fronte. Più ci penso e più ho voglia di sbattere la testa contro il muro.
-Lei capisce che la sua versione è un po’ difficile da credere??- mi risponde la McGranitt senza però levarsi dalla faccia quel suo sguardo accusatore.
-Lei mi pensa così stupido da mettere a rischio tutto? Pensa che voglia a tornare ad Azkaban??-.
-Io penso che, quando si tratta della Weasley, lei sarebbe capace di qualsiasi cosa!!- alza il tono della voce e mi ritrovo disarmato. Ha ragione. In poche parole, ha riassunto benissimo il mio problema.
- E la sparata che ha fatto in Sala Grande, stasera, ne è la conferma. Ha rivelato all’intero mondo magico di lei e della Weasley, non curandosi delle conseguenze. E perché?? Perché era accecato dalla rabbia e … -.
-NO!!- la interrompo –Io sono solo accecato dalla paura di perderla. Il solo pensiero di perderla per sempre, mi fa diventare pazzo!!-.
A riprova di quello che ho appena detto, anche le mani cominciano a tremare.
-Beh! Quello che ha appena detto è, senz’altro, degno di nota e di ammirazione ma, sono sicura che lei abbia scelto il modo sbagliato per dimostrarlo!!-.
Non so se è più ironica o, tra le righe, mi sta dando dello stupido.
-Ginevra si sposa veramente??- devo avere una risposta. Qualcuno deve darmela. Tutto ruota intorno a questa semplice domanda ma che racchiude tutto il mio destino.
Vedo la McGranitt sghignazzare.
-Con tutto quello che sta succedendo, la sua unica preoccupazione è il matrimonio della Weasley!! Se posso darle del tu … ti rendi conto cosa stai rischiando??-.
-Può darmi del tu e, comunque, sì! Mi rendo conto a cosa vado incontro ma lei non ha ancora risposto alla domanda!!!- mi avvicino cercando una risposta anche nel suo sguardo.
-Dopo stasera, non penso di dover essere io a rispondere a questa sua domanda!-.
Non mi ha detto sì e, con tutta la fantasia che ho, mi aggrappo all’idea che la risposta possa essere anche un bel no.
-Posso sapere cosa è successo ieri sera??-.
Respiro e cerco di raccogliere le idee. Metto in successione cronologica tutte le cose che sono successe.
-Ieri pomeriggio, Riley è venuto nel mio ufficio per controllare i miei conti. Mi aveva detto che sarebbe andato alla Gringott per verificare tutto, all’indomani. Gli ho fatto vedere tutto e mi ha chiesto spiegazioni sui soldi che passavo alla Parkinson. Io gli ho detto che erano per il bambino che stava per nascere e mi ricordo che lui ha fatto una battuta. Non so esattamente cosa abbia detto ma avevo captato solo la parola matrimonio; non so perché, ma ho avuto la sensazione che non stesse parlando di me. Abbiamo cominciato a litigare come facciamo sempre, del perché il Ministero sia così interessato a me e poi se n’è andato. Neanche due ore dopo è tornato e diceva di aver saputo di me e della Weasley. Non so chi abbia parlato ma io sono rimasto scioccato. Come faceva a saperlo? Ho negato tutto e mi ha detto che era inutile farlo perché comunque questo andava solo a mio favore. Mi ha detto che era tutto a posto e che gli dispiaceva di come le cose fossero finite male. Alla fine, mi ha chiesto di andare, in serata, al Ministero per far controllare la mia bacchetta e io, anche se controvoglia, ho detto che ci sarei andato!!-.
-Scusa, fermati un attimo!! E’ lui che ti ha detto di andare al Ministero? Non ci sei andato di tua iniziativa??-.
-No!!C’era la partita e la festa! La Parkinson voleva andarci a tutti i costi! Non avrei avuto motivi per andare fino al Ministero!!- mi risiedo sullo sgabello su cui sono stato tutta la notte e la McGranitt s’ accomoda davanti a me.
-Continua!- m’incita a proseguire.
-Verso le otto mi sono trasfigurato davanti al Ministero. C’era poca gente e sono andato dritto nell’ufficio di Riley. Senza convenevoli, ha chiesto la mia bacchetta e gliel’ho consegnata. E’ uscito dall’ufficio e sulla sua scrivania c’era una pergamena aperta. Ho riconosciuto la firma di Ginevra. Ho preso la pergamena e l’ho letta. Era il certificato di matrimonio di lei ed Harry Potter- faccio una pausa -Non ci ho più visto!! C’era solo quella pergamena sul tavolo!! Mi ha fatto andare lì e mi ha lasciato in quella stanza da solo perché voleva che io la leggessi!!-.
-Lasciamo perdere le tue ipotesi. Parliamo dei fatti! Poi cosa è successo quando è tornato?- chiede la McGranitt che non lascia trasparire nulla dal suo sguardo. Mi sta credendo?
-Ero fuori di me. Continuavo a leggere quei nomi e … quando è tornato, l’ho spinto!! L’ho minacciato di raccontarmi tutto! Volevo sapere perché lui c’entrava nel matrimonio di Ginevra ma lui non parlava. Sorrideva e basta. Più lui sorrideva e più io gridavo. L’ho afferrato per il collo della camicia ma poi l’ho lasciato andare. In quel momento, volevo solo tornare ad Hogwarts e andare dritto da Ginevra. Ho ripreso la mia bacchetta e me ne sono andato. Riley stava bene! Un po’ spettinato ma non era di certo steso a terra che si dimenava dal dolore!!! Mi sono fermato in un bar e ho bevuto qualche bicchiere di Whisky! Mi sono cambiato, sono passato a prendere Pansy e poi … poi ha visto anche lei cosa è successo dopo!!!-.
Mi massaggio di nuovo la fronte. Ho ricostruito la scena migliaia di volte ed è come se mi sfuggisse qualcosa.
-Quanto ha bevuto Malfoy???- mi chiede lapidaria la McGranitt e la guardo sconvolto.
-Non così tanto da non ricordarmi se fossi tornato al Ministero a cruciare Riley!!!- dico secco.
M’incanto a fissare le dita della McGranitt tamburellare contro il tavolo.
-Non mi crede??- le chiedo ma suona più come un’affermazione.
-Mettiamo anche il caso che io credo  a tutto quello che mi hai detto ma resta pur sempre la tua parola contro quella di Riley e dei testimoni che ti hanno visto entrare in quell’ufficio!!!-.
-Stanno analizzando la mia bacchetta! Verrà fuori che non sono stato io!! Forse, Riley è stato colpito di spalle e non ha visto chi è stato!!- ragiono ad alta voce.
-Te lo chiedo per l’ultima volta. Hai ancora una possibilità per dirmi la verità poi non avrò più alcun tipo di clemenza con te, se scoprirò che mi hai mentito. Sei stato tu a colpire Riley??- mi chiede di nuovo allungandosi sul tavolo.
-No!- dico senza staccare i miei occhi da quelli della McGranitt –Non ho lanciato io la maledizione cruciatus contro Riley!!-.
E’ l’unica cosa di cui sono sicuro!
-Ok! Ti do il beneficio del dubbio!! Ma se mi hai mentito, non avrai altre possibilità da parte mia!!-.
-E lei cosa pensa??- chiedo abbassando lo sguardo. Anche lei mi darà il beneficio del dubbio??
-Presumo che non stiamo parlando della madre di tuo figlio!!- dice ironicamente strappandomi una risata.
-Se proprio ci tieni a saperlo, posso solo dirti che l’ho vista sconvolta. Primo, per tutte le cose brutte che sei riuscito a tirare fuori da quella tua boccaccia maledetta, per quello che hai detto dopo davanti a tutta la scuola e poi anche per averti visto portare via in quel modo. Credo stia ancora metabolizzando tutto!!-.
Sospiro esasperato.
-E’ incredibile. Tutte le volte che faccio qualcosa di brutto nei suoi confronti, mi giuro a me stesso che non farò mai più niente di così grave e, puntualmente, mi smentisco da solo!!- sarebbe quasi ironica la situazione vista da esterno.
-Vedila così!! La Weasley, puntualmente, trova sempre il modo di perdonarti!!-.
Riesce a strapparmi mezzo sorriso. In effetti, vista così, non è poi tanto male la nostra situazione.
-Cosa succederà? I giornali cosa scriveranno? Saremo sulla bocca di tutti!- sbuffo –Non sa quanto mi faccia uscire di testa il fatto che io ho creato una tempesta e che, ora, devo stare chiuso qui, completamente impotente di fare nulla!-.
-I giornali scriveranno per un po’ e poi si stuferanno!! Alcuni racconteranno delle loro fantasie e altri scriveranno i fatti così come stanno. I Weasley ti odieranno ancora di più. A scuola non si parlerà d’altro che di questo vostro, delizioso ed estenuante triangolo … se così posso chiamarlo!!-.
-Ginevra passerà per una traditrice! Traditrice di Harry, del suo sangue e del suo cognome! La gente cambierà idea su di lei per colpa mia???- non posso permettere che sia l’unica a pagare le conseguenze!!
-Non lo so!! Dipende da come si gestirà la cosa!! Chi può sapere cosa succederà??Quello che posso affermare con assoluta certezza è che farò tutto quello che è in mio potere perché questo non accada!-.
E’ confortante sapere che, almeno, la McGranitt le guarderà le spalle, almeno finché non potrò farlo io!
-Può darle un messaggio da parte mia??- mi vergogno quasi a chiedere una cosa del genere alla McGranitt ma è l’unica cosa che mi viene in mente.
-No!! Lo farai tu con la tua voce!! Non farò da intermediario ma ti prometto che farò di tutto per scoprire come sono andate le cose; qualunque essa sia!-.
La McGranitt si alza per andarsene ma prima che esca dalla porta mi viene in mente un’altra cosa!!
-Preside??- la McGranitt si ferma e torna a guardarmi –Non ho prove ma ho la sensazione che Riley sapesse di me e Ginevra già da quando ieri è venuto da me, per la prima volta, a chiedermi dei conti-.
-E cosa cambierebbe nello svolgimento dei fatti??- mi chiede senza capire il vero senso delle mie parole.
-Vorrebbe dire che, ieri, Riley ha finto per tutto il tempo perché voleva solo che io andassi al Ministero per poter essere visto entrare nel suo ufficio!!!- vedo la McGranitt ancora confusa
 –Era tutto organizzato per incastrarmi!!-.
-Lo scopriremo!- mi liquida la McGranitt.
-Aspetti!- la richiamo un’ennesima volta –Se non riuscirò a dimostrare la mia innocenza, cosa rischio esattamente?-.
Voglio sapere a cosa vado incontro.
-Sai bene cosa rischi questa volta!-.
Sì, in effetti, l’ho sempre saputo.

 

 
 

Ginevra Weasley, scoppia l’amore con un mangiamorte.

 
Crisi Potter-Weasley. In mezzo Draco Malfoy.

 
Scandalo tra le famiglie Weasley-Malfoy. Draco e Ginevra, una storia di odio e amore.

 
Draco Malfoy è il nuovo amore di Ginevra Weasley.

 
Malfoy-Weasley. Escono allo scoperto.

 
Draco Malfoy, amante della Weasely. Ricasca nella magia oscura. Torna ad Azkaban.

 
Arrestato Draco Malfoy. Aggredito impiegato del Ministero.

 
Malfoy-Weasley, amanti diabolici. Ginevra Weasley tradisce Harry Potter.

 
Parkinson-Malfoy-Potter-Weasley. Intrighi e complotti.

 
Ginevra Weasley tradisce Harry Potter con un mangiamorte. Affascinata dalla magia oscura?

 
Famiglia Weasley e Famiglia Malfoy. Le famiglie si odiano, i figli si amano.

 
Tradito il prescelto. E’ Draco Malfoy, il mangiamorte, il nuovo amore di Ginevra Weasley!!

 
Ginevra Weasley e Draco Malfoy. Un mangiamorte in meno o in più?


 
-Dovresti smettere di leggere questa spazzatura!!-.
Harry mi strappa via i giornali dalle mani. Ha ragione. Non dovrei leggerli ma è più forte di me. L’unico che non ha fatto riferimento alla cosa è Il Cavillo, il giornale del padre di Luna. Penso che ci sia lo zampino proprio di Luna; deve averlo pregato di non scrivere nulla.
-Stavo contando quante volte compare la parola mangiamorte!- mi alzo dal letto e vado alla finestra.
La giornata non è cominciata per niente bene. Prima le occhiate e il chiacchiericcio che mi ha seguito fino alla Sala Comune e adesso, i giornali.
-Lo sai come sono fatti i giornalisti!- mi raggiunge Harry –Scrivono sempre quello che vogliono! Ingigantiscono tutto e scrivono titoloni solo per catturare l’attenzione della gente. La metà delle cose che scrivono non sono vere!-.
-Harry! Apprezzo che non mi fai pesare quello che dicono su di te ma non mentiamoci!! Hanno ragione! Io ti ho tradito tempo fa, lui è un mangiamorte e l’hanno arrestato - mi massaggio le tempie – E’ solo frustrante leggere questi titoli!!! Attratta dalla magia oscura!! Io ?!?!-.
Mi viene da ridere ma ho solo una gran voglia di spaccare qualcosa.
-La Skeeter vince il primo premio come titolo più idiota di sempre!!-. Harry mi porge la Gazzetta del profeta, la prendo e subito lì, in prima pagina, compare il mio nome a caratteri cubitali.

 


Ginevra Weasley. Matrimonio in vista per lei ed Harry Potter. Superata la crisi.
Ma la crisi era Draco Malfoy? Di Rita Skeeter, a pagina 6.

 
"Non si fa che parlare di lei, di lui e l’altro. Chi sono? Lei è Ginevra Weasley, giocatrice delle Holyhead Harpies, fidanzata ufficiale di Harry Potter.
Vi racconto, miei cari lettori, di una delle sere più gratificanti che un giornalista possa mai immaginare di vivere.
Decido di presenziare alla festa di fine anno di Hogwarts, addobbata bella come mai prima ma la vera bellezza sta nelle persone che proprio lì incontro.
Inutile mentirci, amici miei! Tutti gli occhi erano puntati addosso alla piccola Weasley,che di piccolo non ha più nulla. Inutile negare la sua incredibile bellezza; difficile non notarla e non staccarle gli occhi di dosso. Lo sanno bene tutti gli occhi invidiosi che l’hanno seguita fare il suo ingresso a braccetto col suo storico fidanzato, Harry Potter.
E fin qui, nessuna novità, mi direte voi.
Alcuni saranno felici di saperlo. Direte voi: crisi scongiurata. Una delle coppie più belle del mondo magico torna felicemente insieme. Tutto è bene ciò che finisce bene. Ma è proprio qui che viene il bello!!
Neanche il tempo di trovarmi un accompagnatore per un giro di Walzer che vedo entrare un’altra coppia molto chiacchierata: Draco Malfoy e Pansy Parkinson che, per chi ancora non lo sapesse, stanno per diventare genitori.
Che cosa possiamo dire del nostro caro Malfoy, ex mangiamorte e sfacciatamente attraente?? A tutti è antipatico ma tutti lo vogliono. E lo sa bene la Weasley!!
Non siate frettolosi!! Pazientate ancora un po’ e saprete tutto dalla vostra Skeeter!
Dove ero rimasta?? Ah sì! Stavo finalmente per cominciare a ballare quando sento delle urla che sovrastano la deliziosa melodia.
Indovinate un po’ chi stava sbraitando come un folle ad un’attonita Weasley e un preoccupato Potter? Ma niente di meno che il nostro caro Malfoy, vecchia conoscenza tra le guardie di Voi-Sapete-Chi.
Insulti a parte, di cui il giovane rampollo Malfoy ci ha sempre abituati, alla giovane coppia, quello che ci è subito sembrato chiaro è che, al di là delle parole al quanto disprezzanti, trasparisse un rancore che andava al di là dei soliti attriti tra i Malfoy e i Weasley.
Inutile dilungarci! Dopo aver spifferato a tutti la notizia del matrimonio imminente della giovane coppia, quello che ci ha lasciato a bocca aperta è sapere il motivo per cui questo turbasse tanto Malfoy junior.
A quanto detto dal giovane rampollo Malfoy, lui e la giovane Weasley avrebbero avuto (hanno??) una relazione amorosa.
Difficile immaginarseli assieme?? Sì, vi capisco!! Eppure avete sentito benissimo!! Tra Potter e Weasley c’era non solo qualche innocente incomprensione ma soprattutto un accanito nemico del prescelto: Draco Malfoy.
Dallo stupore letto nella faccia di Harry Potter, siamo pronti a giurare che, della relazione clandestina, lui non ne fosse a conoscenza.
Se tutto ciò non fosse sufficiente a lasciarmi sconvolta, a darmi la bacchettata definitiva è stato l’arrivo del primo ministro, venuto apposta da Londra per arrestare la pietra dello scandalo. Pare che Draco Malfoy sia ricaduto nella sua più grande tentazione. No, non sto parlando della Weasley ma della sua amata magia oscura!!
Quanta carne al fuoco!! Per un matrimonio che arriva, un arresto che se ne va!!
Ci stringiamo forte alla signorina Parkinson e al signor Potter, per questo loro profondo momento di sofferenza, sperando che riescano a risolvere tutto nel modo migliore!.
Ma non preoccupatevi!! La vostra Skeeter continuerà a tenervi aggiornati su quello che è, di sicuro, lo scoop più eccitante del secolo."


 

-Che bugiarda!!- arrotolo il foglio di giornale e lo lancio lontano da me – Ha modificato tutto!! Come se lei non fosse a conoscenza del matrimonio già prima della festa!! Ha scritto che tu sei rimasto scioccato perché non sapevi nulla … -.
-E’ più redditizio scrivere che io non sapevo nulla e giocarsi la carta del tradimento scoperto davanti a una folla basita piuttosto che scrivere la semplice realtà dei fatti!!-.
-Devo andare a parlare con Gwendolyn!! Sta succedendo un casino e non voglio che vengano travolte anche loro!!-.
-Ginny!- Harry mi afferra una mano –Il tuo talento nel Quidditch non è messo in discussione!!-.
-Lo so ma …- ho solo voglia di andarmene da qui e sentire le parole di qualcuno che non era presente ieri sera –Che palle!! Devo anche sentire la mia famiglia!! Avranno letto anche loro e, forse, mio padre ne sa qualcosa di più su Riley e Malfoy!!-.
In effetti, lui potrebbe raccontarmi qualcosa.
-Sei preoccupata per Malfoy?- mi chiede Harry col suo guardo un po’ indagatore. Sottovaluto sempre quanto Harry riesca a captare ogni mia singola sfaccettatura.
-Ho solo paura di ciò che comporterebbe se fosse stato lui ad aggredire Riley!- è questo il tormento più grande –Sarebbe il fallimento più grande perché vorrebbe dire che, con lui, ho commesso un enorme errore di valutazione!! Riesci a capirlo??-.
So che quello che sto dicendo potrebbe risuonare come altamente egoistico; soprattutto se detto ad Harry. So anche che questa non dovrebbe essere la mia prima preoccupazione.
-Tu sei convinta che non sarebbe capace di fare una cosa del genere??- chiede confuso.
-Io so che, quando si fa travolgere dalla rabbia, una parte di lui sarebbe capace di fare le peggiori cose ma sono anche fortemente convinta che, quando si trova all’ultimo bivio e dover  scegliere tra resistere o scoppiare, prevalga ancora la sua parte buona!!-.
Non ho dubbi che lui sia capace di fare cose cattive ma sono ancora illusa che lui, nonostante lo voglia dimostrare, non sia una persona cattiva.
-Il tuo ragionamento presupporrebbe una persona capace di fare un ragionamento razionale e, dopo quello che ho visto ieri sera, penso che Malfoy si faccia travolgere solo dai suoi istinti. Forse un po’ animaleschi … - Come dargli torto? Eppure so che non è così; io ed Harry vediamo solo le due parti della mela diverse.
-Capisco che tu possa vederla così. I fatti danno ragione a te ma lui è una persona che non ha mai ricevuto affetto nel vero senso della parole. La madre l’ ha sempre coperto in una campana di vetro, il padre voleva solo che suo figlio diventasse la sua esatta copia. Da un certo punto di vista, siete simili – Harry scoppia a ridermi in faccia –No! E’ vero. Entrambi siete stati cresciuti da persone che vi hanno fatto più male che bene!-.
-Devo essere sincero!- mi fa sedere sul letto vicino a lui –Sono un po’ preoccupato! Ti vedo troppo coinvolta. Questa cosa ti ha colpito troppo. Sei più preoccupata per lui che del casino che sta scoppiando sui giornali. Dimmi la verità. Lo ami ancora??-.
Abbassa lo sguardo e fa scivolare la sua mano lontana dalle mie.
-Me lo hai già chiesto e io ti ho già risposto!!-.
-Penso tu non sia stata sincera. Dì la verità almeno a te stessa, se non la vuoi dire a me!!-.
-Harry?- mi alzo e m’inginocchio davanti a lui –Io non potrò mai fare a meno di preoccuparmi per lui. Vorrei saperlo sereno e in pace con il mondo. Questo lo devi accettare. Non potrò mai tornare a odiarlo. Detto ciò, io sposerò lo stesso te!! E niente mi farà cambiare idea su questo punto!! Sono stata chiara??-.
-Ginny, non sei costretta a farlo!!-. Fa male vederlo così triste. Che colpa ha lui? Non voglio vederlo stare così male!
-Se mi sentissi costretta non lo farei mai!- prendo il suo viso tra le mani –Io scelgo di sposarti! E non mi farai cambiare idea!!-.
-Come fai a perdonarlo sempre? Dopo che ha messo incinta la Parkinson, dopo che ti ha detto tutte quelle cose orribili davanti a tutti! Come fai?? E’ questo che mi manda in allarme!!-.
-E’ vero. Io mi arrabbio e poi lo perdono ma ho perdonato anche te, parecchie volte! Ti ho perdonato Cho Chang. Ti ho perdonato quando per anni non mi hai degnato di uno sguardo e anche quando mi hai lasciato qui da sola, senza dirmi che cosa Silente ti aveva detto di fare. Ti ho perdonato quando mi hai ricattato di mollare Malfoy. Vedi?? Sono stata comprensiva anche con te. Perché io sono questa. Non abbandono mai le persone che mi fanno del bene!-.
-E lui che bene ti avrebbe fatto?? E’ un animale senza il minimo rispetto per nessuno. Si è presentato a casa dei tuoi dicendogli come … -.
-Non andare avanti!!- lo fermo prima che rispolveri ricordi troppo dolorosi –So quello che ha fatto! Ma ti assicuro che, anche lui, a modo suo, mi ha fatto del bene! Soprattutto quando non c’eri! L’anno scorso, quando tutti eravate lontani, e io ero qui da sola, se non ci fosse stato lui … -.
-Ginny ha messo incinta un’altra!!- sbotta arrabbiato!
-Harry, io sono viva grazie a lui! Se non ci fosse stato, io non sarei più qui a parlarti. Mi ha difeso quando i mangiamorte vivevano in questo castello. Mi ha portato vostre notizie quando io non avevo la minima idea di dove foste. Ha ucciso Greyback per salvarmi!! Direi che tutto questo batte la Parkinson incinta!-.
Harry abbassa lo sguardo come se questo fosse un affronto personale a lui.
-Ma è anche vero che io e lui non stiamo più insieme da tanto tempo!! Io voglio iniziare una nuova vita insieme a te e Teddy!! Mi piacerebbe soltanto capire cosa è successo e, questa volta, se è vero che ha cruciato Riley, non lo perdonerò!! Hai la mia parola!!-.
-Mi fido di te!- si avvicina e posa le sue labbra sulle mie.
Mentre mi bacia, non riesco a fermare un’immagine nella mia mente: Malfoy chiuso in una cella di Azkaban.
 

 
-Posso?- busso alla porta del suo ufficio sperando che ci sia. Non ho voglia di girare ancora per il castello. Ho già sopportato troppe occhiate curiose. Una ragazzina del secondo anno ha avuto persino la faccia tosta di fermarmi per chiedermi se avevo già tradito Harry quando c’era ancora Voldemort. Ma con che coraggio si può essere così sfacciati!! Devono ringraziare che mi hanno beccato in una giornata in cui la mia testa ha altri pensieri ma, la prossima volta, non sarò così indulgente.
-Avanti!!- sento la voce della McGranitt e subito spalanco la porta.
-Ginevra!!- la McGranitt siede dietro la sua scrivania.  E’ intenta a leggere la Gazzetta del Profeta.
-Vedo che la Skeeter ha incuriosito anche lei!!-. Mi siedo davanti a lei, un po’ amareggiata. Dovevo immaginarlo che anche i miei professori avrebbero letto i giornali.
-No! La spazzatura non m’incuriosisce mai!! Sei pronta per gli esami di domani?- dice senza prestarmi attenzione e mi scappa un sospiro di sollievo ma sono anche sconcertata.
Pensa veramente che, in questo momento, mi possa fregare qualcosa degli esami? Maledetto il giorno che ho deciso di terminare gli studi!
-Ha saputo qualcosa??- meglio andare subito al dunque.
-Sì!- mi studia da dietro i suoi occhiali, capendo a cosa mi riferisco –Sono andato da lui! Non è ancora ad Azkaban ma è rinchiuso in una cella del Ministero-.
Avrei voglia di mettermi a saltare dalla gioia. So che questo non significa che non ci finirà ma già, il solo saperlo fuori da quell’inferno, è rassicurante.
-Come sta??- chiedo d’impulso.
-L’ho visto in momenti migliori!!- bel modo per dire che non se la passa bene!
Sprofondo lungo lo schienale della sedia.
-Mi ha raccontato la sua versione dei fatti! Mi ha detto che, effettivamente, è entrato in quell’ufficio ma mi ha giurato che non è stato lui!!-.
-Gli crede??- cerco la risposta negli occhi della McGranitt ma non la trovo.
-Riley è al San Mungo, in pessime condizioni! E’ stato sotto la maledizione cruciatus per almeno venti minuti. Quindi, chiunque sia stato, era sul punto di ucciderlo!-.
-Mi dispiace per Riley ma non mi ha risposto alla domanda. Pensa sia stato Malfoy??- ho bisogno di sapere la sua opinione. Mi fido della McGranitt perché so che è una delle poche che non ha alcun pregiudizio, nei confronti di Draco.
-Non lo so!! Da quello che racconta Draco, Riley sembra averlo istigato ma lui è uscito dall’ufficio senza torcergli un cappello. Lui, però, è anche l’unico che avrebbe un movente: la rabbia l’ ha accecato e Malfoy lo ha cruciato!-.
-Quindi … - cerco di trattenere il senso di vuoto che m’invade tutto il corpo –Mi sta dicendo che non può essere stato che lui??-.
-No!!- afferma con decisione –Dico solo che dobbiamo vedere le cose da un punto di vista imparziale!-.
-Non riesco ad essere imparziale!!- sbotto –Tutto sembra contro di lui!!-.
-Lo so. C’è qualcosa però, in tutta questa storia, che non mi torna. Malfoy potrebbe essere l’unico  con un movente ma lo trovo tutto così scontato!! Malfoy è veramente così stupido??-.
-Non lo so!! Chi può voler fare del male a un funzionario del Ministero?- cerco di darmi una risposta ma non mi viene in mente nulla. Anche la McGranitt sembra immersa in pensieri lontani che non riesco a decifrare.
Passano minuti interminabili in cui, entrambe, siamo troppo concentrate nelle nostre supposizioni anche solo per poterle dire a voce.
-Ho una bella notizia, per te, Ginevra! Ho ottenuto quello che mi hai chiesto!!- dice la McGranitt interrompendo tutti i miei film mentali.
 


 
 
Sono passati solo sette giorni, eppure mi sembrano un’eternità. Quando me ne ero andata mi dicevo che non sarebbe potuto succedere nulla di eclatante e, invece, a guardare come sono andate le cose, ci sarebbe proprio da ridere.
Suono al campanello, anche se è la prima volta che lo faccio. Ho sempre aperto la porta, senza mai avvisare del mio arrivo in casa.
Sento dei passi avvicinarsi. Senza chiedere chi è, mi aprono la porta e mi vedo davanti Margareth e Olivia.
-Ginny!!-. Margareth mi salta al collo senza lasciarmi neanche il tempo di aprire la bocca. Anche Olivia si unisce all’abbraccio. Mi sento così bene, adesso. Avevo paura che non mi avrebbero accolta molto bene, dopo averle trascinate in questo scandalo.
-Cosa ci fai qui??- mi chiede Olivia all’orecchio.
Mi stacco, nonostante Margareth continui a tenermi sotto il suo braccio.
-GWENDOLYN!!! Guarda chi è venuta a salutarci!!!- grida Margareth. Non ho il tempo di rispondere a Olivia che Gwendolyn ci raggiunge.
-Ginevra!!- mi saluta con un sorriso a trentadue denti –Non pensavo di vederti prima di un paio di giorni!!-.
Si avvicina e, tirandomi via da Margareth, mi abbraccia delicatamente.
Sono così sollevata che, per la prima volta da ieri, mi sento un po’ più ottimista. Avevo paura di leggere rimprovero e delusione negli occhi di Gwendolyn e, invece, mi ha accolto a braccia aperte.
-Infatti ho deciso di farvi una visita straordinaria!!- faccio un passo indietro per guardarle meglio tutte e tre.
-Avete letto i giornali???- la mia voce cambia subito tono. Chiudo la porta e vado verso il salotto.
-Io ne ho già letti una ventina!- mi dice una Margareth raggiante, sedendosi accanto a me sul divano. Gwendolyn e Olivia si accomodano sul tavolino davanti a noi. Inaspettatamente, Gwendolyn posa la sua mano sulla mia.
-Volevo solo dirvi che mi dispiace davvero. Non volevo creare tutto questo … -.
-Ginny, no!! Non ti devi dispiacere di niente!!E’ normale che i giornali scrivano!! Vivono di questo. E’ il prezzo da pagare quando si diventa molto popolare!!- cerca di rincuorarmi Gwendolyn.
-A me dispiace solo se la squadra avrà delle ripercussioni. Lo capirò se vorrai allontanarmi dal campo per un po’ di tempo!!-.
-Ma sei ubriaca??- mi chiede Margareth, facendo scoppiare a ridere Olivia.
-Ginny!! Sei davvero così stupida?? Tutte queste schifezze che scrivono sui giornali è pubblicità gratuita, per noi!! Ai nostri tifosi non importa assolutamente nulla con chi vai a letto, anzi!! Le persone che danno scandalo, sono quelle che piacciono di più!!-.
-Pensavo che foste arrabbiate con me!!- le guardo e mi sento decisamente più rilassata.
-Assolutamente no!- prosegue Gwendolyn –Gli sponsor faranno a gara per averci. L’unica cosa che ti chiediamo è di non rilasciare nessuna intervista, per il momento!!-.
-Su questo puoi dormire tranquilla! Non ho nessuna intenzione di rilasciarne, né ora né mai!- .
Non ho dubbi. Non mi darò in pasto ai giornalisti!!
-Fidati!! Arriverà il momento in cui dovrai farlo per forza!! Le voci si fermeranno solo quando sarai tu a dire come stanno le cose!!!- mi spiega Gwendolyn.
-Forse hai ragione ma ora è proprio l’ultimo dei miei pensieri!!!- dico sinceramente.
-Passiamo a Malfoy!!! Cos’ha combinato??- chiede seria Margareth.
-Dicono che ha cruciato Riley. Sai quello del Ministero che ci ha aiutato a firmare le promesse??-.
Margareth annuisce.
-Malfoy ha scoperto delle promesse???- chiede spaventata Olivia.
-Non penso ma, di sicuro, qualcuno gli ha detto del matrimonio. Pensavo che fosse stata Rita Skeeter, la giornalista della Gazzetta del Profeta, ma Draco dice che lo ha scoperto da Riley in persona!!!-.
-Impossibile!!- m’interrompe Gwendolyn –Riley sa benissimo che, se si sapesse che avete falsificato le carte, il primo ad andarci di mezzo, sarebbe proprio lui! Sarebbe come autodenunciarsi!! Chi mai farebbe una cosa del genere??-.
-E’ quello che penso anch’io!!- è tutta la notte che ci penso – Comunque tra poco, lo scoprirò! La McGranitt è riuscita a farmi avere un colloquio con Draco!-.
-Adesso??- chiede Margareth.
-Fra mezz’ora! Sarei dovuta passare anche dalla mia famiglia ma, non avendo tempo, ho preferito venire prima da voi!!-.
-Hai fatto bene!!- mi abbraccia Margareth –A proposito! Già che sei qui!! Ti sposi sempre con Harry, vero??-.
Tutte e tre sembrano pendere dalle mie labbra in attesa che io dica qualcosa.
-Sì, certo!- tossisco.
-Malfoy pensi che te lo lascerà fare???- mi chiede Olivia sottovoce.
Margareth la fulmina con un’occhiataccia.
-Malfoy deve prima pensare a come risolvere il casino in cui si è cacciato!!- risponde Gwendolyn al mio posto e, in effetti, ha ragione.
-Ma, a parte ieri sera, Malfoy come si è comportato in questi giorni??- mi chiede Margareth.
-Bene!! Si era anche iniziato a occupare del bambino!! I primi giorni non ci parlavamo granché ma non è mai stato maleducato. Poi gli ho detto che stavo con un altro e, lì, qualcosa è cambiato. Forse ho sbagliato a dirglielo ma volevo solo prepararlo a quando sarebbe uscita la notizia di me ed Harry!!- sospiro – Lui voleva sapere di chi si trattasse!! Avevo capito che non era poi così tanto indifferente ma non ha mai esagerato … fino a ieri sera, quando è esploso!!-.
-Chiunque gliel’abbia detto, sapeva benissimo che Malfoy era l’ultima persona a cui dire una cosa del genere! Non ho la minima idea di chi possa averglielo detto ma è , di sicuro, la più grande cattiveria che potevano fare!!- sentenzia una Margareth fin troppo seria per come sono abituata a sentirla parlare.
-Vuoi dire che è stato istigato??- cerco di capire fino a che punto si spinge il suo ragionamento.
-Questo mi sembra palese!! Oppure volevano solo fare un dispetto a te!!- mi indica Gwendolyn.
-E le due cose mi sembrano collegate!!- conclude Olivia.
-Questo non giustifica una maledizione cruciatus!!- guardo tutte e tre –Capisco che Malfoy vi sia stato sempre simpatico ma … - mi alzo in piedi.
-Dobbiamo bilanciare con l’antipatia che tutte le altre persone provano per lui!!!- scherza Margareth e mi viene da sorridere.
-E la tua famiglia cosa pensi che dirà??- mi chiede Olivia.
-Te l’avevamo detto!!- imito il tono di voce che userebbe mia madre e scoppio a ridere da sola. Guardo l’orologio del soggiorno; sono le sei passate.
-Devo andare!!-. Cerco di farmi vedere tranquilla ma, dentro, sto tremando dall’ansia.
Tutte e tre mi seguono in silenzio fino alla porta.
-Harry lo sa dove stai andando???- mi chiede Margareth all’improvviso e, abbassando la testa, faccio un no con la testa.
-Gli ho detto che sarei venuta qui da voi e mi sarei fermata per un po’!!- dico continuando a non guardarle. Non vado fiera della bugia detta ma non avevo voglia di ricominciare il discorso di stamattina con Harry. So che lui leggerebbe questa cosa nel modo sbagliato e come un affronto personale.
-Tanto peggio di così non può andare!!- dico prima di uscire.
 

 
 
-Ho acconsentito solo perché la McGranitt me l’ ha chiesto come favore personale!! Io starò alla porta!! Avete poco tempo!!- mi ripete Kingsley mentre siamo nell’ ascensore che ci sta portando nei sotterranei del ministero.
-La ringrazio!- continua a fissarmi i piedi. In questo momento, faccio un po’ di fatica anche solo a parlare.
-Dammi del tu!!- mi rimbecca serio.
-Ci sono delle novità??- voglio saperlo prima di entrare in quella stanza. Buone o cattive, voglio saperle!
-Sai che non posso parlare ma, se non è stato trasferito ad Azkaban né è stato liberato, … -.
-Non avete ancora scoperto niente!!- concludo al suo posto. Non so se è una bella o una cattiva notizia.
Arrivati al piano, seguo Kingsley lungo un corridoio molto stretto e buio; su entrambi i lati ci sono decine e decine di porte nere, tutte uguali.
Quando Kingsley si ferma davanti a una di queste, presa alla sprovvista, sbatto contro di lui.
-E’ qui!- m’indica la porta davanti a me.
Senza lasciarmi qualche secondo per prepararmi, Kingsley apre la porta e l’unica cosa che vedo, coperta dalla sua stazza, è un tavolo con tre sedie.
-Hai una visita, Malfoy!! Avete venti minuti!!- Kingsley si gira e mi fa segno di entrare.
Faccio un paio di passi e riesco a vedere tutto lo stanzino.  Appoggiato alla parete alla mia destra, c’è lui.
Ci fissiamo negli occhi per un tempo interminabile. Non ha un bell’aspetto; molto spettinato, ha i pantaloni e la camicia bianca che portava ieri sera, più pallido del solito, con due grandi occhiaie scure.
Guardandolo mi dimentico anche del posto lurido in cui mi trovo.  Neanche mi accorgo che Kingsley è uscito dalla stanza. Solo il tonfo della porta mi fa tornare alla realtà!
Torno a fissare Malfoy che è rimasto immobile, fermo a guardarmi. Ho l’impressione di essere davanti a un animale ferito ma troppo orgoglioso per ammetterlo.
Mi avvicino di qualche passo e vado davanti a lui. Lui segue attentamente ogni mio movimento.
-Beh! Non mi dici niente?- incrocio le braccia.
-Sono stato io!- dice senza fiato e sento il panico impossessarsi di me –E’ questo che vuoi sentirti dire??-.
Gli trema la voce.
-Cerchiamo di comportarci civilmente! Io voglio sentire la verità!! E voglio sentirla da te. Non voglio scoprirla da altri!- gli dico decisa.
-Perché ti sposi con Potter??- chiede arrogante.
Non c’è da crederci. Come fa a essere sempre così testardo e incurante della gravità delle situazioni che crea??
-Malfoy, voglio essere chiara con te! Tu rischi di tornare ad Azkaban! Lo capisci? Ti vogliono rimandare nella cella accanto ai tuoi genitori. La tua priorità è non rifinire lì dentro, se non sei stato tu. Il resto viene dopo!- gli punto il dito contro. Le sue labbra fanno uno strano ghigno che faccio fatica a interpretare.
-Non dovevi farmi questo, Weasley!- si stacca dal muro e mi viene incontro –Dovevi dirmelo tu! Non dovevi permettere che lo venissi a scoprire da altri! Ne hanno approfittato per incastrarmi!!-.
-Hanno chi?- non riesco a capire cosa voglia dire.
-NON LO SO!!- urla ma non sembra arrabbiato con me, piuttosto con se stesso –E’ tutta la notte che ci penso! Qualcuno ha organizzato tutto e io ci sono cascato!-.
-Se è stato qualcun altro, lo scopriranno!- cerco di calmarlo.
-Weasley- mi mette le mani sulle spalle –Guardami! Non sono stato io! Guardami negli occhi! Non ho fatto del male a Riley!-.
E lo faccio. Lo guardo dritto negli occhi e lo vedo vulnerabile come non mai. Sarebbe davvero in grado di mentirmi in questo modo?
-Sei bravo a tenermi le cose nascoste!- penso a Pansy e al bambino. E’ riuscito a non dirmi nulla per settimane. –Non ci siamo parlati per mesi! Torno ad Hogwarts, tempo sette giorni e guarda in che casino siamo!-.
-Non ti mentirei mai, in questo modo! Ti ricordi quasi due anni fa, su quella torre di Astronomia, sono tornato ad Hogwarts. Potevo scegliere di non dirti nulla sui tuoi amici ma l’ho fatto lo stesso!!-.
-Lo so! Infatti, questo, è uno dei pochi motivi per cui sono ancora qui!! Dopo la scenata di ieri sera e la bomba che hai fatto scoppiare, non ti meriteresti la mia benevolenza!-.
-Ero fuori di me e tu sai che succede quando mi ritrovo in quelle condizioni!!- tiene gli occhi bassi.
Presa da un vento d’umanità e di compassione, lo abbraccio. All’inizio lui resta duro come una pietra ma, quando poso la fronte sulla sua spalla, sento le sue braccia avvolgermi strettissima.
-Mi dispiace. Le cose non dovevano andare così!!- mi sussurra all’orecchio e lo sento così sincero che non ho più il minimo dubbio.
-Va bene! Troveremo il modo di farti uscire!- gli accarezzo la schiena.
-No! Mi hanno incastrato!! Non c’è più niente da fare- mi bacia la fronte.
-Perché dici così??- mi sciolgo dall’abbraccio e gli afferro il viso. Non è da lui essere così pessimista.
-Ho dato la mia bacchetta a Riley perché mi ha detto che doveva controllarla. Sono entrato nel suo ufficio con le mie gambe e gliel’ho consegnata. Lui è uscito dall’ufficio con la mia bacchetta. Sulla scrivania ho visto il vostro certificato di matrimonio!- gli s’incrina la voce –Quando è tornato io ero andato fuori di testa e ho cominciato a insultarlo. Lui l’ha fatto apposta a lasciare quel certificato lì. Probabilmente qualcuno mi avrà anche sentito urlare! E, ora, mi hanno preso la bacchetta per vedere gli ultimi incantesimi che ho fatto ieri!!-.
-Non ti sto seguendo!- cosa vuole farmi capire??
-Riley sapeva benissimo che io non sapevo nulla del vostro matrimonio e che sarei andato fuori di testa, se lo avessi saputo. Non so se, lui o qualcun altro, ha pensato bene di comunicarmelo in qualche modo per avere su un piatto d’argento, il movente perfetto! Malfoy scopre il matrimonio di Weasley e Potter e, preso dalla follia, attacca Riley!!-.Inizio a capire.
-Ma chi dovrebbe volere una cosa del genere? Riley non avrebbe motivo per volerti incastrare così!-.
-Vuoi che ti faccia la lista?- chiede sarcastico.
-Non hai le prove di quello che stai dicendo. Stiamo andando troppo in là con la fantasia! Chi ci dice che, quando Riley si risveglierà, non ti scagionerà da tutte le accuse??- ingenuamente, è l’unica cosa sensata che riesco a dire. Devo dissuaderlo dall’idea del complotto. Più fa così e più non riesce a vedere i problemi reali che ha davanti.
-E’ tutta la notte che ci penso!! C’è qualcosa che mi sfugge. Se ho ragione io, la trappola me l’hanno fatta davanti ai miei occhi e non me ne sono accorto!!- si massaggia la fronte e lo vedo perso nei suoi pensieri. Si starà rivedendo, nella sua mente, tutto quello che è successo ieri.
-Draco!!- lo raggiungo e gli afferro una mano –Andrà tutto bene! La verità verrà fuori!-.
-E come? Io qui dentro e, là fuori, non c’è nessuno che mi crede!- dice rabbioso.
-Non è vero!- gli accarezzo una guancia con la mano libera –Come spesso fai, ti stai dimenticando di me! Io ti credo!! E anche la McGranitt sta cercando di capire … -.
Draco mi afferra il volto e se lo avvicina a sé; inizio quasi a tremare, impaurita che possa baciarmi ma l’unica cosa che fa è limitarsi a posare le sue labbra sulla mia fronte.
-E’ tutto quello che avevo bisogno di sentire!!- la sua voce è così sincera che, vedendolo così vulnerabile, lo abbraccio stretto. E’ così diverso dal ragazzo che ho visto, ieri sera, urlante e cattivo che inveiva contro di me.
-Uscirai di qui! Te lo prometto!- gli dico all’orecchio.
-Tu mi aspetti o ti sposi prima?- sento la magia intorno a noi spezzarsi e, rovinato il momento, mi stacco da lui. Draco si accorge del cambio di atmosfera e rimane in silenzio.
-Draco, su questo voglio essere chiara. Qualunque cosa succederà a te, io mi sposo!!- aspetto qualche secondo affinché riesca a recepire bene le mie parole –Io ed Harry diventeremo marito e moglie! Questo non cambierà!-.
-Perché??- chiede con un filo di voce. Voglio mantenerlo calmo dato che questo non è il momento in cui può permettersi di esplodere.
-Perché sì!- mi limito a rispondere.
-Perché sì??- ripete –Non hai altro da dire?-.
-Draco!- gli riafferro la mano con una certa fatica perché lui cerca di divincolarsi –Guardami negli occhi! Non ho potuto e non potrò far dipendere questa scelta da te!!-.
-Non capisco! Non conto più niente?- chiede confuso.
-Se non contassi nulla per me, non sarei qui!- gli passo una mano tra i capelli.
-Allora ripetimelo perché non capisco!-.
-Indipendentemente da te, io mi sposo!- spero che guardandomi capisca il vero senso delle mie parole. Ma come potrebbe?
-Quindi, stai dicendo che se questi quattro fottuti mesi non ci fossero stati, se Pansy e il bambino non esistessero, tu sposeresti lo stesso Potter?- inizia ad afferrare il concetto.
-Esatto - dico secca e lui mi guarda in un modo che non aveva mai fatto. Come se conoscesse, per la prima volta, una nuova parte di me.
-Tu non mi ami più!- sentenzia freddo e mi si apre una voragine, dentro di me. Non voglia che sia questa la sua conclusione.
-Draco, anche tu hai Pansy … e il bambino!!- balbetto.
-Io sono finito qui dentro perché non ho smesso un solo giorno di pensare a te! Tu mi hai completamente mandato fuori uso il cervello! E mi vieni a dire che … cioè, guardaci! Nonostante tutto, siamo ancora qui! Noi due. Chi lo avrebbe mai detto che, dopo quasi due anni, saremmo stati ancora qui!! E adesso tu sposi Potter perché? Mi vuoi punire?-.
-NO! Come fai a pensare che sia capace di fare una cosa del genere?- lo spingo. Volevo tenere calmo lui e ora mi sto arrabbiando io.
-E allora ti sei innamorata di nuovo di Potter? Hai capito che io ero solo un atto di ribellione alla tua famiglia??- m’istiga.
-Pensala come vuoi!!- mi fa passare la voglia di stare qui e, invece, di mettergli le mani addosso.
-Non dovevi venire qui! Sei deliberatamente un’egoista! Potevi stare dov’eri ad organizzare il tuo matrimonio! Volevi darmi il colpo di grazia??- cammino per la stanzina ma lui mi sta dietro.
-Sei tu il fottuto egoista!! NON IO!!!- urlo –Tu hai messo incinta un’altra e ti aspettavi che, dopo mesi, io piangessi ancora per te?-.
-Ti sei consolata presto!!- alzo la mano per schiaffeggiarlo ma mi trattengo –Dai, colpiscimi!-.
-Ringrazia che stiamo qui dentro! Vedo che la scenata che hai fatto ieri sera, non ti ha risparmiato a insultarmi anche oggi!- dico sarcastica. E’ l’unica persona che conosco, al mondo, che non impara assolutamente nulla dai suoi errori.
-Il tuo matrimonio è un insulto, per me!!- ribatte, inchiodandomi contro il muro.
-Per te è tutto un insulto!! Qualsiasi cosa faccia! E, dopo quattro mesi, tu sei sempre lo stesso! Non sei cambiato per niente!-.
Ci guardiamo in cagnesco per un po’; dopo non so quanto, vedo un luccichio nei suoi occhi. L’aria sta cambiando. Non c’è più rabbia.
-Se continui a non rendermi parte della tua vita, continui a nascondermi le cose e non mi prendi in considerazione nelle tue scelte, come pensi che io possa cambiare? Non ne usciremo mai da questo vicolo cieco-. E’ la cosa più sincera e di cuore che gli ho sentito dire da quando sono qui dentro e, la cosa più divertente, è che ha ragione.
Mi tornano in mente un sacco di cose: i titoli di giornali, l’arresto di Draco, la tristezza di Harry, la risata di Teddy quando mi ha salutato, le ragazze che oggi mi abbracciavano e, infine, inaspettatamente, il discorso di Luna in Sala Grande.
Il vero amore vince su tutto. Tu non ti fidi di lui, non ti fidi dei suoi sentimenti. Sono convinta che, su questo, lui sia molto più avanti di te!”.
“Pensavo che, per aver fatto quello che avete fatto, condivideste un gran bel sentimento e invece … al primo ostacolo, vi siete fermati! Anzi, mi correggo! Tu ti sei fermata e hai voluto far ricadere tutta la colpa su di lui!”.
-Dobbiamo adottare Teddy!- lo dico tutto d’un fiato –Harry non può adottare, da solo, il figlio di Thonks e Lupin!-.
Decido di fidarmi di lui. Sbaglierò un’altra volta ma, dentro di me, è giusto così.
Non ho il coraggio di guardarlo.
-Non concedono l’affidamento a Potter del figlio dei suoi amici morti??- dice come se non ci credesse.
-No! Ci vuole una mamma e un papà!-.
Alzo la testa e cerco il suo sguardo; quando lo trovo, è meno severo di quello che mi aspettavo.
-Io lo devo a Thonks e a Lupin! E lo voglio fare anche per quel bambino!- cerco di rimandare indietro il groppo che ho in gola –Se si venisse a sapere del motivo del matrimonio, perderemmo l’affidamento. Ti prego, dimmi che lo capisci!!-.
Gli prendo le mani e aspetto che dica qualcosa.
-Dovevi dirmelo prima! Dovevi dirmi la verità!!- sembra sul punto di ridere –Mi hai rimproverato che non ti avevo detto di Pansy ma tu hai avuto otto giorni di tempo e non una parola!!-.
-Le posizioni erano leggermente differenti … -.
Draco alza il dito ammonendomi di stare zitta.
-Sto cercando di digerire la cosa e non dare in escandescenza … se no dici che ti insulto sempre!-.
Un sorriso sul suo volto spazza via tutta la tensione. Non mi sembra vero. Ha capito!
-Ti prego! Giurami che, questa cosa che ti ho detto, non esce da questa stanza! Ti prego! E’ importante per me! – gli stringo forte le mani.
-Stai tranquilla! Non penso che uscirò molto presto da qui- l’ironia che lo tradisce mi fa quasi scoppiare a piangere.
-E noi?- mi sussurra –Noi abbiamo ancora una speranza?-.
-Draco … - gli accarezzo il viso – Non importa quanto staremo lontano, troveremo sempre il modo di rincontrarci!-.
-Quindi … - sospira – Resteremo uniti?-.
-Sempre! Anche con due figli di mezzo!- lo guardo dritto negli occhi e, fregandomene di dove ci troviamo, lo bacio. Un bacio avido e desiderato che spazza via gli ultimi mesi come se non fossero mai esistiti.
-Ti amo Ginevra Weasley e, se decideremo le cose assieme, ti aspetterò tutto il tempo che serve!- mi dice tra un bacio e l’altro.
-Un passo alla volta … -.
-Scusate se disturbo … -.
Sentendo la voce di Kingsley, dietro di noi, mi stacco subito da Draco.
-Il tempo sarebbe scaduto  … - Kingsley cerca di nascondere l’imbarazzo –E ci sono novità!-.
Il nostro piccolo momento di felicità viene spazzato via da queste poche parole.
-Parli!- lo imbecca Draco.
-La signorina Weasley dovrebbe … - Kingsley mi guarda e mi fa capire che è il momento di andarmene.
-Lei resta! Parli pure. Tanto lo verrebbe a sapere dai giornali!- dice Draco, alludendo al fatto che il Ministero comunica sempre tutto, sottobando, ai giornalisti.
-Come vuole!- Kingsley assume il suo tono autoritario –Dalle analisi fatte, la sua bacchetta risulta positiva alla maledizione cruciatus. In parole povere, la sua bacchetta, nelle ultime quarantotto ore, ha lanciato una maledizione cruciatus, maledizione ormai risaputa senza perdono!!-.
Resto a bocca aperta e mi sembra, in lontananza, di sentire il ghigno divertito di Draco.
-Quindi, le comunichiamo, che il Ministero la rinvia a processo fra tre giorni davanti alla Corte del Wizengamot! Ha diritto ad un difensore!-.
Mi sento il corpo pietrificato; leggo anche una nota di dispiacere nello sguardo che mi rivolge Kingsley.
Come diavolo è possibile?
-Ora hai ancora dubbi che mi hanno incastrato?- mi chiede Draco all’orecchio.
Ringrazio che Draco mi abbia messo una mano sulla schiena. Non penso di riuscire a stare in piedi sulle mie gambe.
-Cosa gli succederà?- mi rivolgo a Kingsley.
-Essendo recidivo … - Malfoy mi guarda, forse sapendo già cosa lo aspetta, e mi accarezza dolcemente il palco della mia mano – In caso di condanna, subirà … il bacio dei dissennatori!-.


 
 
 
 
 
 
Eccomi!! Ho voluto farvi il mio regalo personale di Natale.
Penso che, in questo capitolo, abbiate trovato molte risposte ma sono sicura vi siano nate nuove domande.
Ma il punto cruciale è: E’ stato Draco? Da che parte vi schierate? Se non è stato lui, allora chi??
E Ginevra? A parere personale, in questo capitolo, penso sia stata piuttosto chiara.
Vi ho dato tutti gli indizi per risolvere l’enigma.
Spero di riuscire a pubblicare il nuovo capitolo entro la fine dell’anno!! Speriamo.
Fatemi sapere cosa ne pensate e quali sono, soprattutto, le vostre ipotesi.
Un anticipazione? Nel prossimo capitolo rivedremo i Weasley, Ron ed Hermione.
Un bacio e un grazie a tutti quelli che recensiscono, leggono e commentano la mia storia.
Siete tantissimi!!!
A presto
P.S.: ho provato a cambiare i caratteri perché, qualche giorno, rileggendo tutta la storia, mi sono accorta che i caratteri sono troppo piccoli! Quindi, ho modificato un po’ le dimensioni!

 

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Capitolo 30
*** Innocente o Colpevole? 1^ parte ***


Capitolo 30.


Innocente o colpevole? 1^ parte

 
 
-Signorina Weasley?!?- .
-GINEVRA!!!- sento un formicolio sul braccio. Il mio nome mi rimbomba nella testa; mi sembra che qualcuno mi stia chiamando da molto lontano.
-Ci senti Ginevra?- la voce si fa lentamente più forte.
Lentamente apro gli occhi e una forte luce gialla mi abbaglia. Mentre provo ad abituarmi alla luce, cerco di capire dove mi trovo.
-SI è svegliata!!!- sento una voce allegra alla mia destra e cerco di capire di chi si tratta. E’ una donna sui cinquant’anni, vestita tutta di bianco, che mi scruta con un sorriso a trentadue denti.
Mi rendo conto che sono sdraiata su una brandina e attorno a me ci sono solo tende bianche.
-Dove sono??- chiedo alla donna accanto a me.
-Sei nell’infermeria del Ministero!- sento qualcun altro rispondermi e noto un’altra figura ai piedi del letto che, prima, non avevo notato.
-Kingsley … - appena pronuncio il suo nome, tutti i ricordi inondano la mia mente.
Ricordo perché sono qui.
-Sei svenuta! Ti abbiamo portato qui ma è quasi un’ora che non riuscivamo a farti rinvenire! Iniziavamo a preoccuparci - parla con tono calmo. Faccio fatica a dare voce a tutti i pensieri che mi frullano nella testa.
-Le abbiamo prelevato qualche goccia di sangue per farlo analizzare. I suoi valori sono molto bassi … - mi dice la donna accanto a me ma non riesco a guardarla; non riesco a togliere gli occhi di dosso da Kingsley che, a sua volta, mi fissa preoccupato.
-Quello che ti sta dicendo la medimago, Ginevra, è che dovresti riposare!- Kingsley abbassa lo sguardo e sto quasi per scoppiare a ridere.
- Quando è stata l’ultima volta che ha mangiato?- mi chiede la medimago cercando di catturare la mia attenzione.
-L’altro … - in effetti non ricordo l’ultima volta che ho messo qualcosa nello stomaco –Non ricordo!-.
Entrambi mi guardano con un’aria quasi dispiaciuta; come se non se la sentissero di sgridarmi.
-Devi!- sentenzia Kingsley –Ho chiamato i tuoi genitori! Stanno arrivando!!-.
-CHE COSA?- mi sollevo di scatto ma inizia a girarmi fortissimo la testa e mi ributto giù.
-Ho dovuto!- Kingsley si avvicina –Non sei nelle condizioni per smaterializzarti da sola! Guardati!! Non ti reggi in piedi!-.
Lo guardo in silenzio; vorrei avere le forze per alzarmi e picchiarlo. Picchiarlo per aver chiamato i miei genitori e per …
-Dov’è lui?- gli chiedo brusca.
-Malfoy è in cella! Nel posto in cui deve stare!- dice senza tradire alcuna emozione.
-Non è stato lui! Non potete fargli questo!- sento gli occhi inumidirsi.
-La bacchetta parla chiaro, Ginevra! Non sono io che decido sul bacio dei dissennatori, lo dice la legge magica!!- anticipa quello che gi avrei detto.
-La bacchetta si sbaglia!- mi faccio forza e mi risollevo.
-La bacchetta non sbaglia mai! Ricordatelo!- si avvicina spazientito –Dovresti … fartene una ragione!-.
-NO!- come fanno a pretendere una cosa del genere da me?
-Io non dovrei neanche essere qui a parlare di queste cose con te!!- prova ad afferrarmi una mano ma la ritraggo.
-E’ vero! Dovresti essere là fuori a indagare! Dovresti interrogare Riley!- gli dico senza tanti giri di parole.
-Non c’è bisogno che sia tu a dirmelo! Sono già state fatte! E, per la cronaca, Riley ha già dato la sua versione!!- per un attimo sembra sul punto di scoppiare a urlare ma si ricompone –Dovresti iniziare a pensare che, forse, Malfoy è colpevole!! E’ tutto contro di lui!-.
-Mi ha detto che non è stato lui! Non mi mentirebbe mai così!- non voglio accettare nessuna ipotesi contraria!
-Ho letto un po’ i giornali e ho parlato con tuo padre … - si avvicina e si siede accanto a me, sotto lo sguardo curioso della medimago – Premesso che non sono nessuno per giudicarti, voglio solo dirti che tutti noi sbagliamo, prima o poi, a valutare qualcuno! O, forse, non è uno sbaglio! Malfoy potrebbe essere effettivamente come lo vedi tu … ma ciò non toglie che può aver commesso uno sbaglio! Dovresti fartene una ragione!-.
-Lui sbaglia continuamente!- sentenzio fredda –Ma questo … questo è troppo grave! Non è mai arrivato a tanto … io …-.
-Qui non si parla di te, Ginny!- mi accarezza delicatamente una guancia –Aver cruciato Riley, non è una tua responsabilità! Non fartene una colpa! Le persone sono umane e sai perché? Perché sbagliano continuamente!-.
Una lacrima mi riga il volto e Kingsley me l’asciuga, prima che lo faccia io.
-Se ci sarà il bacio dei dissennatori, lui … -non riesco a terminare la frase.
-Lui ha avuto una seconda possibilità! Gliel’abbiamo data tutti! Non possiamo permettere, adesso, che succedano ancora queste cose!!-.
-GINNY!! GINNY!- sento la voce di mio padre chiamarmi da fuori la stanza.
Quando entra dentro si avvicina subito a me. Dalla sua espressione, sembra abbia fatto tutta la strada dalla tana di corsa, per venire fino a qui.
-Sto bene papà!- cerco di calmarlo. Kingsley si allontana dal letto per lasciare il posto a mio padre che subito, mi getta le braccia al collo per abbracciarmi.
Nel farlo, mi accorgo che sulla porta c’è anche Harry. Gli sorrido ma lui volta lo sguardo dall’altra parte.
-Arthur, è tutto sotto controllo! Ha avuto solo un piccolo giramento di testa- mio padre, nonostante le parole di Kingsley, non allenta la presa  su di me – Diciamo che, tua figlia, si è dimenticata di nutrirsi!-.
-Si è dimenticata di nutrirsi …- ripete Harry sarcasticamente. Nessuno ci fa attenzione ma io so che non c’è nulla di divertente nel suo tono. Non mi ha ancora guardato in faccia da quando è entrato.
-Per fortuna, non ho informato tua madre. Le sarebbe venuto un colpo. Ma si può sapere cosa ti è venuto in mente di venire qui al Ministero??-.
Quando mio padre mi libera dal suo abbraccio, mi rendo conto, guardando anche Kingsley, che non sa il motivo per cui sono venuta fin qui. Devo ricordarmi di ringraziare Kingsley per aver taciuto.
-E’ venuta a trovare Malfoy!- risponde Harry al mio posto. Tutti si voltano a guardarlo tranne mio padre che mi fissa scioccato.
-Non ho capito!- dice mio padre aspettando una risposta da me che faccio fatica a dargli perché sono troppo presa a fissare Harry. So che è arrabbiato. Devo solo capire quanto sia arrabbiato.
-Penso sia il caso di lasciarli da soli!- Kingsley interrompe il silenzio facendo segno alla medimago di seguirlo fuori dalla stanza.
La donna, prima di uscire, mi sorride. Anche lei ha capito tutto? Probabilmente si! Saprà della mia visita a Malfoy, avrà letto i giornali e ora che Harry è qui … eppure ho la sensazione che non mi abbia giudicata male nemmeno per un momento!
Quando la porta della stanza si chiude dietro a Kingsley, facendomi forza, mi metto su a sedere.
-Ho fatto visita a Malfoy- non faccio in tempo a terminare la frase che mio padre si allontana verso la finestra mettendosi le mani nei capelli ed Harry si siede su una sedia massaggiandosi le tempie.
-Perché? Solo … perché?- mi chiede mio padre fissando Harry invece di me.
-Te lo dico io il motivo, Arthur!- risponde Harry prima di me – Perché quella testa di pietra di tua figlia è convinta che abbiano fatto un errore madornale con Malfoy. Tutti si sbagliano! Il Ministero, noi, Riley, i giornali … tutti!!-.
Se prima avevo un dubbio, ora non ce l’ho più: Harry è infuriato. Il suo tono di voce mi gela il sangue.
-Harry, so di … -.
-NO! Tu non sai niente! Tu sai le stesse cose che sappiamo noi! Solo che noi, a differenza tua, guardiamo le cose come stanno mentre tu ti ostini a non guardare in faccia la realtà!- non riesco a parlare. Guardo mio padre che, ancora, non si è mosso ed è rimasto immobile a fissare fuori dalla finestra.
-So che sei arrabbiato, Harry! Ma non trarre conclusioni che non ci sono!- so a cosa sta pensando, so che i fatti parlano per me ma mi deve ascoltare.
-E cosa dovrei pensare?? Lo giustifichi ancora! Sei venuta fin qui per sentirti dire da lui che è innocente, vero? Come se lui avesse mai potuto dirti qualcosa di diverso! La parte dell’innocente gli viene bene, vero?- sento dell’acidità in lui.
-Harry, lo condanneranno al bacio dei dissennatori! Stiamo parlando di una cosa troppo importante per prenderla sottogamba! Dove la prendi tutta questa sicurezza che sia stato lui? Harry!- mi alzo anche se con non poca fatica e cerco di afferrargli un braccio ma lo ritrae.
-Kingsley mi ha detto tutto! La bacchetta parla chiaro: lui ha lanciato quella maledizione! E’ stato lui! Ti giuro … vorrei tanto non fosse così e sai perché? Non perché m’importa di Malfoy … ma per te! Io lo so che è un dispiacere per te! Ma quello che mi fa più rabbia è che non vuoi vedere le cose come stanno!! Stai nascondendo la testa sotto la sabbia! L’unica che si farà male, in questa storia, sei tu!!-.
-Io voglio solo la verità!- dico con un filo di voce.
-Tu vuoi che Malfoy confessi che è stato lui? Non lo farà mai, E’ troppo furbo. Non allontanerebbe mai l’ultima persona che è rimasta accanto a lui!! Perché non lo vuoi capire? Alla fine, dovrai arrenderti all’evidenza!-.
E’ così che mi vede? Una pazza visionaria?
-Ginevra … - finalmente sento la voce di mio padre –Io posso provare a capire molte cose. Ho messo una pietra sopra al passato ma, ora, basta! Speravo di non dover più sentire il suo nome uscire dalla tua bocca. Non hai letto i giornali di questi giorni? Ti rendi conto che, per noi, leggere quelle brutte cose su di te è fonte di enorme dispiacere?-.
-Lo so!- la voce mi muore in gola. Pensa che non lo sappia l’umiliazione che tutti loro devono provare in questo momento?
-Pensavo che il matrimonio con Harry fosse reale … - dice mio padre con un tono così triste che mi ricorda i primi giorni dopo la morte di Fred.
-E lo è!- lo raggiungo e gli prendo le sue mani tra le mie. Cerco il sostegno con Harry ma è impegnato a fissare intensamente il pavimento. Quanto vorrei essere nella sua mente per vedere  cosa sta pensando.
-So che è un momento difficile. Capisco che il mio comportamento possa generare molti dubbi ma, papà … anche tu, Harry … vi prego, credetemi! Se sono qui e sto cercando di capire come sono andate le cose, non è perché ho cambiato idea su di Harry ma lo faccio per me! Se voltassi le spalle a Draco e non andassi fino in fondo a questa storia, mi porterei dietro i sensi di colpa per sempre! E io non voglio vivere col dubbio di aver fatto condannare un innocente … un innocente a cui, volendo o no, io tengo!-.
Ho finalmente catturato lo sguardo di Harry ma la sua espressione è indecifrabile.
-Io penso che tu stia mentendo a tutti e, soprattutto, a te stessa!- sussurra Harry –Non ce ne libereremo mai di lui! Salterà fuori qualcos’altro per cui ti preoccuperai per lui e ricominceremo, di nuovo, con la solita storia-.
-Non è un capriccio!- alzo la voce –Fra tre giorni, se le cose non cambieranno, sarà baciato dai dissennatori! Tu ci dormiresti la notte se dopo si scoprisse che è innocente? Tu vivresti tranquillo nel sapere di avergli rovinato la vita per sempre? Beh, io no!!-.
Perché non riescono a capire un concetto così semplice?
-Penso di averti dimostrato parecchie volte il mio affetto sincero nei tuoi confronti!- inizio a essere stanca di essere trattata così –Se permetti, vorrei solo avere la certezza che sia stato lui a maledire Riley. Draco è tante cose ma non merita di essere condannato solo per via dei pregiudizi che esistono su di lui! O sbaglio? Harry, sei sempre stata una persona corretta, onesta e generosa. Non cambiare proprio adesso!-.
Non mi risponde ma, se lo conosco un po’, vedo i suoi occhi intenerirsi.
-T’invito a pensarci! Se capirai, sappi che io non ho mai cambiato idea su di te e su di noi! E questo l’ho chiarito anche con Malfoy!-.
Mio padre sembra sollevato nel sentire le mie ultime parole. Vedendo la situazione, non mi sembra proprio il momento di dire ad Harry che ho raccontato tutta la verità a Draco. Vorrei subire la sua ira lontano dagli occhi e le orecchie di mio padre.
-Ora perché non ne parliamo con calma a casa?- chiede mio padre più ad Harry che a me.
-Voi andate!- entrambi mi guardano –Io devo prima andare in un posto! Ci vediamo alla Tana!-.
Prima che possano reagire e che m’impediscano di uscire, apro la porta e la sbatto dietro di me. Stare da sola mi farà bene e servirà anche ad Harry per riflettere su quello che gli ho appena detto. Se lo conosco bene, arriverà alla mia stessa conclusione.
Prima di affrontare l’uragano che mi aspetta a casa mia, c’è una cosa che devo fare che ha l’assoluta priorità.

 

 
 
Cammino con passo sostenuto; Arthur, in assoluto silenzio, fatica quasi a starmi dietro.
Vedo, finalmente, la Tana. Nessuno dei due ha più detto una parola, da quando Ginevra ha sbattuto la porta dietro di lei.
Più penso a dove potrebbe essere andata e più mi sale una rabbia incontenibile.
-Harry!- mi chiama Arthur da dietro e mi volto verso di lui, fermandomi –Non diciamo nulla a Molly! Potrebbe prenderla parecchio male!-.
-Come biasimarla!- rispondo. Mi perdo un attimo a guardare la campagna attorno a noi. Mi vengono ancora in mente le giornate che abbiamo passato qui, l’estate scorsa, io e Ginevra. Eravamo così felici; tutto sembrava così perfetto mentre, adesso, è tutto così complicato!
-Eccovi!- sento la voce di Ron correre giù dai gradini della Tana e venirci incontro, seguito da George e Bill.
-Dov’è Ginevra?- chiede subito George e sia io sia Arthur restiamo in silenzio.
-E’ ancora in infermeria?- chiede, questa volta, Ron.
-No! Sta bene … - comincia Arthur.
-E’ andata chissà dove a fare chissà cosa! Sicuramente, però, riguarderà Malfoy!- concludo dando un calcio a una pietra lì vicino.
-Harry … - prova a calmarmi Arthur.
-Lo so! E’ fatta così! Ha la testa più dura di una roccia e so che farebbe la stessa cosa per me ma … non va bene!! Questa storia non va bene!! Come finirà?- chiedo più a me stesso che a loro.
-Finirà che condanneranno Malfoy!!- sentenzia tranquillo Ron.
-E poi? Ci hai pensato al dopo? Tua sorella come la prenderà?- chiedo con tono duro a Ron.
-Ha detto qualcosa sul matrimonio?- chiede George preoccupato.
-NO!- s’intromette Arthur –Vi prego, non ci disperiamo! Harry, anche tu! Non divaghiamo! Il matrimonio ci sarà perché lei è la prima a volerlo! Te l’ha detto lei stessa! Su questo, non abbiamo da preoccuparci!! Va bene, Harry??-.
Arthur si avvicina e mi da una pacca sulla spalla.
-Lo sai com’è testarda mia figlia! Quando s’impunta … non c’è niente da fare! Dobbiamo solo pensare che, questa storia, fra meno di due giorni finirà!! In un modo o nell’altro!-.
-Ok!- mi giro a guardarlo –Se lo condannano come pensi che lei la prenderà?-.
-Se ne farà una ragione!- interviene Ron –Sarà un po’ triste ma poi, col tempo e col matrimonio da organizzare, le passerà!-.
-La fai troppo facile Ron!!-.
-Perché è facile! Appena Malfoy non sarà più un problema, lei si ricorderà di tutta la sua lista di priorità: il campionato, la squadra, il matrimonio, tu e, soprattutto, Teddy! Starà bene come lo è stata in questi mesi, lontana da lui!-.
Provo a riflettere su questa cosa. In effetti, in questi mesi, siamo stati bene io e Ginevra. Forse, sono troppo insicuro. In effetti, lei mi è sembrata convinta, anche oggi, di volermi sposare. La sto facendo più grande di quanto, in effetti, lo sia?
-E se avesse ragione lei e lo assolvessero?- chiede George intimidito e tutti ci fermiamo a fissarlo.
-Bene!- riprende la parola Ron –Malfoy a casa sua con il suo figlioletto e lei bella tranquilla, senza brutti pensieri, qui con noi ed Harry! Ancora meglio!-.
-Ma li hai letti i giornali? Malfoy ha detto che ... di aspettarlo!- balbetta George.
Come se ci volesse George per farmi ricordare cosa ha detto Malfoy quella sera al ballo, sia prima che durante l’arresto. Come posso dimenticarlo? Per non pensare a cosa si potrebbero essere detti oggi, in quella cella!
-Malfoy è folle! E’ stato fortunato perché se non ci fosse stato questo problema di Riley, mia sorella non gli avrebbe più rivolto la parola, dopo quello che le ha detto!- risponde Ron.
-Io non ne sarei così sicuro!- dico con un filo di voce. A Ginevra, la rabbia passa sempre. Purtroppo.
-E se lo assolvono e ce lo ritroviamo al matrimonio?- ricomincia George. Perché deve dare voce a tutte le mie angosce più profonde?
-Impossibile- risponde secco Bill che propina parola per la prima volta da quando siamo arrivati –I dissennatori baceranno Draco Malfoy fra due giorni!-.

 

 
Mi muovo tra le corsie cercando di tenere la testa bassa e di non dare nell’occhio. Il rosso dei miei capelli, di certo, non aiuta in queste situazioni ma, per contro, il corridoio è così pieno e affollato di gente che stento a credere che qualcuno si accorga della mia presenza.
-Mi scusi- fermo una donna tarchiata con degli spessi occhiali –Potrei sapere qual è la stanza del signor Tunner, Riley Tunner!-.
-E’ una parente?- mi chiede diffidente.
Speravo in un po’ più di cortesia ma, essendomi preparata all’eventuale domanda, fingo la massima tranquillità.
-Sono la fidanzata!-.
L’infermiera fa un passo indietro. Da come mi studia dalla testa ai piedi, non mi sembra di averla molto convinta. Lo sapevo! Dovevo giocarmi la carta della cugina di secondo grado!
-Che strano! Mi sembrava di aver sentito che fosse già venuta la sua ragazza a trovarlo!!- scrolla le spalle –Avrò confuso il paziente! Seguimi!-.
Senza dire una parola, ringraziando il cielo che qualcuno mi abbia creduto, la seguo per i lunghi corridoi. Mi sembra di aver camminato per dei chilometri quando, finalmente, si ferma davanti a una porticina. Stanza numero 305.
-Lo trova qui! Ha solo cinque minuti! Non lo faccia stancare. Non ha ancora recuperato le forze!- senza aggiungere altro si gira ed entra nella stanza proprio di fronte. Dalle altre donne, all’interno, capisco che deve trattarsi della sala delle infermiere; seduto scorgo anche un medimago sulla trentina. Capisco così che ho poco tempo prima che qualcuno venga a controllare e che possa capire l’inganno.
Entro nella stanza indicatami dall’infermiera, senza bussare. Cerco di fare meno rumore possibile e, appena entro, noto subito il piccolo letto al centro della stanza. Adagiato sopra, coperto da un lenzuolo bianco, c’è Riley. Apparentemente sembra stia dormendo.
Mi avvicino e vedo che accanto al letto c’è un piccolo comodino strapieno di fiale e bottiglie; devono essere tutte le medicine che gli stanno somministrando. Vicino c’è un piccolo sgabello in legno, lo avvicino e mi ci siedo sopra. La stanza è così vuota e silenziosa che è quasi inquietante. Guardo Riley e, in effetti, ha due profonde occhiaie e un livido sulla guancia destra. Sembra dimagrito di dieci chili rispetto all’ultima volta che l’ho visto.
Noto che sul comodino non c’è nemmeno un fiore; non devono essere in molti le persone che lo sono venuti a trovare.
Mi avvicino a Riley e noto i profondi segni sul volto di Riley. Non dev’essersela passata per niente bene.
Ma cosa ci faccio qui? Penso, veramente, che Riley mi potrebbe raccontare qualcosa di utile?
-Ero sicuro che saresti venuta!- sento sussurrare Riley, ancora ad occhi chiusi, proprio quando mi stavo alzando per andarmene.
Mi risiedo sullo sgabello senza sapere bene cosa dire. Aspetto che apra gli occhi ma non lo fa.
-Come … stai?- balbetto.
-Non si vede?- finalmente apre gli occhi e tutto quello che vedo è solo sincero dolore anche se, col tono di voce, cerca di sdrammatizzare.
-Mi dispiace! Quelle maledizioni fanno schifo- mi faccio sempre più piccola sul mio sgabello.
-Non penso che ti dispiaccia veramente. Sei venuta veramente, fin qui, per controllare il mio stato di salute?- sento della rabbia nella sua voce.
-Volevo essere gentile!- se è questo quello che vuole, posso benissimo mettere da parte la mia cortesia.
-Tu dovevi essere sincera!- mi fulmina con lo sguardo.
-Riguardo a cosa?- credo di aver capito a cosa si stia riferendo.
-Che eri l’amante di Draco Malfoy!- cerco di tenere sotto controllo la rabbia –Mi hai imbrogliato! Io ho falsificato dei documenti per te e Potter!-.
-Io non sono l’amante di nessuno!- mi avvicino a lui –Quello che c’è stato o c’è tra me e Malfoy sono cose private e, a te, non devono riguardare!!-.
-Dillo a quelli che scrivono i giornali!- risponde indispettito.
Sto per rispondere ma non è questo il motivo per cui sono venuta qui.
-Allora, Malfoy ti avrebbe lanciato la maledizione cruciatus? – incrocio le braccia.
-Malfoy mi ha lanciato la maledizione cruciatus. Hai sbagliato il verbo!- sembra quasi divertito.
-Perché ce l’hai tanto con Malfoy? Perché quest’ accanimento?- provo a stare calma.
-Oh … fammici pensare! Forse perché è un ex detenuto, perché è un ex mangiamorte, perché viene da una famiglia di assassini, perché non ha mai rispettato nessuna regola, perché ha raccontato sempre e solo bugie … devo andare avanti?-.
-Ha fatto tutto quello che gli avete chiesto di fare! Non si è mai sottratto a nessuna ispezione o controllo! Non avete mai trovato niente che non fosse a posto!- mi alzo alterata –Tu hai visto in faccia Malfoy che ti lanciava la maledizione cruciatus??-.
Scoppia a ridere, questo, mi fa ancora più innervosire.
-Dovevi vederlo quella sera, quando è venuto al Ministero, e ha scoperto del matrimonio! Era fuori di testa! Pensavo volesse ucciderci tutti! Beh … con me c’è quasi riuscito!-.
-Perché gli hai fatto leggere le carte del matrimonio?- se pensa di avermi convinto, si sta sbagliando.
-E’ questo che ti ha detto?- ride di nuovo –Lui lo sapeva già quando è entrato! Nessuno gli ha mai detto di venire al Ministero quella sera!!-.
-Non è possibile! Se lui avesse saputo del matrimonio, prima di quella sera, sarebbe venuto diritto da me e Harry! Lo conosco troppo bene! Sarebbe venuto a colpire noi, non te! Come, in effetti, ha fatto! Quando è uscito dal Ministero, è con me che se l’è presa!- gli punto il dito contro.
-Dopo avermi quasi ammazzato. – abbasso il braccio, ormai rassegnata. Non riuscirò a estorcergli nulla d’interessante. Ha studiato la lezione troppo bene.
Ricado stanca sullo sgabello e mi massaggio la fronte. Ho solo perso tempo, venendo qui.
-Fai pace con te stessa, Ginevra! Criminale era e criminale resta!- non lo degno neanche di uno sguardo –Comunque per il certificato falso di matrimonio puoi stare tranquilla. Non dirò una parola. -.
-Oh ne sono sicura che terrai la bocca chiusa!- parlo sottovoce – Ma se pensi che io creda nella tua bontà d’animo ti sbagli! Lo fai solo perché, altrimenti, ti caccerebbero dal Ministero se sapessero che sei stato tu a falsificare quel documento!-.
-Mi stai minacciando?- cerca di sollevarsi da letto. Forse vuole chiamare l’infermiera.
-No! Io, queste cose, non sono capace a farle. Io sono sempre per la verità o per le bugie a fin di bene. Questi intrighi, questi progetti di vendetta non sono fatti per me! A me piace vivere senza sensi di colpa!-.
E’ la verità. Non saprei nemmeno da dove cominciare a ricattare o minacciare qualcuno. Me ne pentirei la sera stessa.
-E di sensi di colpa non ne avevi, mentre tradivi Potter?- mi chiede con tono provocatorio.
-Si, ne avevo e anche molti. Anche se, la nostra effettiva clandestinità, è durata un paio di settimane. Poi Harry mi ha chiesto di scegliere, diciamola così, e io non ho scelto nessuno. Quando ho scelto di sposare Harry, con Malfoy avevamo smesso di vederci da un bel po’ di tempo. Non so se lo sai ma lui aspetta un figlio da un’altra!-.
Non mi sembra molto interessato a quello che sto dicendo e nemmeno particolarmente colpito.
-Non mi stai neanche ascoltando!- constato e Riley alza a malapena gli occhi –Chi c’è dietro a tutta questa storia? Non può essere un’idea solo tua!!-.
-Non perdere tempo a farti queste strane idee. Usa il tempo a disposizione per meditare su quanto sia un fallimento, in tutti i sensi, Malfoy! O, forse, il vero fallimento … sei tu!!- mi dice acido con gli occhi iniettati di sangue.
La rabbia mi attraversa lo stomaco. Ho un nodo in gola che m’impedisce di parlare. Se ci fosse Draco, lui saprebbe rispondergli come si deve. L’unica cosa che riesco a fare è pensare quanto sia ingiusta tutta questa situazione. Non c’è nulla che vada nel verso giusto; è tutto così complicato. Perché la mia vita dev’essere un tale casino?? Perchè, per me, non deve mai esistere la strada più facile?
Mi alzo senza degnarlo di uno sguardo, facendo cadere lo sgabello di legno! Esco dalla stanza sbattendo la porta, pur avendo la sensazione che dentro la stanza Riley sia scoppiato a ridere!
Sapevo benissimo che non avrei cavato nulla dalla bocca di Riley ma dovevo provarci!! Solo che non immaginavo che sarebbe riuscito a innervosirmi più di quanto lo ero già!
Mi appoggio alla porta della stanza di Riley, di nuovo, esausta. Le persone mi sfrecciano davanti senza prestarmi la minima attenzione.
Guardo l’orologio e mi accorgo che sono le sette passate. La notte sta arrivando e il primo giorno se ne sta andando. Manca poco tempo al … Non riesco neanche a pensarci!
Mi è umanamente impossibile pensare alla mia vita, senza Malfoy. Negli ultimi otto anni, in un modo o nell’altro, ha sempre partecipato alla mia vita. E, ora, dovrei immaginarmelo chiuso in una cella, muto e inerme, ad Azkaban per il resto della sua vita?
Sento la testa girarmi e mi aggrappo allo stipite della porta.
-Signorina si sente male?- mi chiede il medimago che avevo visto prima, dentro la sala delle infermiere.
-Sì! Soffro un po’ tutto questo caldo … - cerco di giustificarmi.
-MI rincresce chiederglielo adesso ma dovrei sapere il suo nome e cognome. Ha appena fatto una visita al signor Tunner?-.
Oh santo cielo! Ci mancava solo di essere beccata!
-Sono la … fidanzata!- ripeto ancora meno convinta di prima.
-E allora deve esserci un problema! Perché c’è un’altra signorina, altrettanto graziosa, che dice di essere la fidanzata di Riley Tunner!- mi sorride quasi imbarazzato di dovermi comunicare una cosa del genere.
Devo andarmene via da qui, ora!
-Le dico che sono io la sua fidanzata! Dev’esserci stato un malinteso. Devo scappare, adesso! Aggiusteremo tutto domani, quando tornerò a fargli visita, ok?- cerco di scostarmi ma il medimago mi sbarra la strada.
-Eppure lei ha un viso già visto!- mi studia attentamente mentre cerco di svincolarmi dal suo sguardo.
-Ci saremo incrociati nei corridoi del Ministero!- provo a inventare.
-Strano!- dice massaggiandosi il mento – Una ragazza così incinta che si spaccia per una fidanzata che non è!-. Vedo il suo volto pentirsi immediatamente di ciò che ha appena detto.
Sento il corpo diventare di pietra.
-Scusi … non capisco cosa mi voglia dire!- sussurro. C’è qualcosa che inizia a illuminarsi nella mia testa! Chi altro può essere venuto a far visita a Riley?
-Ieri, la ragazza che è venuta a far visita al signor Tunner, in serata, ha detto che doveva assolutamente entrare per vedere le condizione del padre di suo figlio! Noi l’abbiamo fatta entrare … non pensavamo che ci fosse un’altra! Sono molto rammaricato … -.
Riley ha una compagna ed, insieme, aspettano un bambino? Non ce l’ha mai detto! Perché non dirci una cosa del genere, soprattutto a me ed Harry che stiamo facendo tutto questo per adottare un bambino?
-Come si chiamava questa ragazza?- chiedo sperando di ottenere una risposta.
-Non me lo ricordo. Aveva un nome così comune.- sbuffo delusa –Però … se può esserle d’aiuto, mentre se ne andava ha dimenticato questa!-.
Scivola via nella stanza dietro di noi.
Una ragazza così incinta …
-Una sciarpa così non si vede tutti i giorni da queste parti!!- ride il medimago.
Alzo leggermente gli occhi e la riconosco.
Il medimago tiene tra le mani la sciarpa della casata dei serpeverde.

 

 
Non mi è stato difficile trovare l’indirizzo. Ci sono volute solo un paio di domande al cameriere della testa di porco ed ho avuto l’informazione tra le mani.
Salgo i tre gradini in pietra e busso con forza alla porta.
-Chi è?- chiede con quella sua voce che mi fa innervosire ancora prima di vederla.
-La fidanzata di Riley!- dico di getto.
Appena apre la porta, vedo prima l’enorme pancione e poi lei. Ci siamo viste neanche una settimana fa e, se possibile, mi sembra ancora più grossa di come la ricordavo.
-Cosa ci fai TU qui?- mi urla con tono di disprezzo. Le si è gonfiata pure la vena del collo.
-Voglio parlare con la fidanzata di Riley! La madre di suo figlio!!- dico calma ma mettendo già un piede dentro casa, per evitare che lei mi sbatta la porta in faccia.
-Non ti voglio in casa mia!! VAI VIA!!- nessun sguardo cattivo che mi ha riservato negli anni è minimamente paragonabile a quello che mi sta facendo adesso.
-E’ così che mi ringrazi? Io ti riporto questa … - le mostro la sciarpa - … e tu non m’inviti nemmeno per un thè! Sei un po’ maleducata!-.
Prima che possa anche solo dire una sillaba, tenendola per un braccio, l’allontano con una spinta ed entro dentro casa sua.
Attraverso il corridoio, non sapendo bene dove andare. Vista da fuori, la casa non era un granchè ma devo ammettere che, dentro, è tutta un’altra cosa. La signorina non si fa mancare nessun tipo di lusso. Anzi … i soldi di Malfoy non le fanno mancare proprio nulla.
-FUORI DA CASA MIA!! Ti faccio arrestare!- sento le urla dietro di me ma, incurante, proseguo finché non entro nell’enorme soggiorno. Senza chiedere permesso mi vado a sedere sul grande divano di pelle; allungo le mani e appoggio le scarpe sul tavolino di cristallo lucidato così tanto che sembra uno specchio.
-Giù i piedi!!- si avvicina Pansy.
-E così mi vuoi far arrestare … come hai fatto con Malfoy?- rispondo calma senza guardarla in faccia ma continuando a studiare l’ambiente intorno a me.
-Cosa stai dicendo? Come ti permetti di venire in casa mia e accusarmi di questo???- mi punta il dito contro.
-Ti conviene sederti e calmarti perché, se ti dovessi sentire male, stai pur certa che non chiamerei anima viva per farti soccorrere!!- le indico la poltrona di fronte a me.
-Nessuno lo vuole il tuo aiuto, puttana!!- scoppio a ridere come se avessi sentito una barzelletta esilarante.
-Io sarei una puttana … e tu? Ti sei fatta mettere incinta solo per farti mantenere a vita e poter prendere il cognome dei Malfoy, incluso tutto il loro patrimonio. Ma, adesso, hai capito che non t’interessa diventare una Malfoy. Hai scelto i soldi e basta. E come fare per ottenerlo?? Liberandoti per sempre di Draco e, così, tutta la sua eredità a chi va?? All’unico erede legittimo: tuo figlio! E chi gestirà il patrimonio mentre lui cresce? Tu, ovviamente!Tu e quell’adorabile nonnina Narcissa che, a breve, uscirà da Azkaban! Bel piano, peccato solo per la tua poca scaltrezza! Ti ho beccato nel giro di tre giorni! Solo tre!!-.
Devo ammettere che aveva congeniato proprio un bel piano!Liberarsi dell’unico ostacolo che le impediva di avere la piena felicità: Draco.
-Come ti permetti?? Io non volevo proprio un bel niente!! Non so neanche di cosa tu stia parlando!!- finalmente si siede sulla poltrona di fronte a me.
-Cosa ci sei andata a fare da Riley?? A vedere le sue condizioni di salute??- chiedo ironica.
-Sono andata a fare quello che ci sei andata a fare tu!! A chiedere come sono andate le cose per aiutare … -.
Mi piego di nuovo in due dalle risate. Rido così forte che ho le lacrime agli occhi.
-Tu … saresti andata lì … perché sei preoccupata … per Draco!!- cerco di contenermi ma non senza parecchie difficoltà.
-Io non voglio crescere un figlio orfano di padre! Cosa ne vuoi sapere tu?- si appoggia allo schienale della sedia – Io sarei l’arrivista, e tu? Sei nata miserabile e, ora, passi da un uomo all’altro e guarda caso proprio due dei maghi tra i più ricchi dell’intero mondo magico!! Non è che, per caso, hai paura tu di perdere la possibilità di sistemare te e la tua famiglia di sfigati per l’eternità! Da qualsiasi parte caschi, caschi bene. Sia che decidi di diventare la signora Potter sia che decidi di fare l’amante di Malfoy!!.-.
Vorrei schiaffeggiarla ma mi fa talmente pena che, questo suo delirio, quasi mi fa tenerezza.
-Non ci sarà nessun amante, Pansy, se fra due giorni Malfoy verrà baciato dai dissennatori. E, questo, tutto grazie a te!! Ma non è ancora finita! Ho intenzione di andare a denunciarti al Ministero! Finirai su tutti i giornali e tuo figlio sarà considerato un delinquente, come la madre e il padre, ancora prima che nasca!!-.
-Tu non hai prove! Non mi puoi accusare ingiustamente!!- si rialza –I  giornali non scriveranno mai nulla perché sono troppo impegnati a parlare male di te!!!-.
-Cosa sei andata a fare da Riley?? Hai un minuto per dirmi la verità, altrimenti io con addosso la tua bella sciarpa, con la testimonianza di tutti i medimago che ti hanno vista ieri, vado dritta da Kingsley!-.
-Stai farneticando! Sono solo andata a chiedere di scagionare Draco! Noi …- si massaggia il pancione - … abbiamo ancora bisogno di lui!-.
-Dai … smettila di farmi ridere! Tu hai solo bisogno del suo conto alla Gringott, se no come faresti a mantenere lo stile di vita che ti sei creata!- indico la casa attorno a noi.
-Se avessi voluto solo i soldi, non dovrei più preoccuparmi. Ho in grembo suo figlio; dovrà sempre mantenerci!!!- prova a difendersi ma non ha molta credibilità.
-Ma tu ci tieni troppo alla forma!! Da quando hai capito che, Draco, non ti rispetterà mai e non ti amerà mai come vorresti, hai deciso di eliminarlo! Volevi diventare la signora Malfoy e, invece, con Draco libero, resteresti solo la madre mantenuta di un figlio che Draco non ha mai voluto da te!-.
Mi alzo. E’ il momento di andarmene.
-Vado. Kingsley mi aspetta!!- le faccio un sorriso mentre lei mi guarda in cagnesco.
-Stai perdendo tempo! Faranno le loro verifiche e non troveranno nulla! Ti umilierai ancora di più!!-.
-Io aspetterei a cantare vittoria!! Aspetta che Draco sia incapace d’intendere e volere, prima di iniziare i festeggiamenti! Potresti finirci tu in una cella!!-.
M’incammino per il lungo corridoio. Sulle pareti sono appesi quadri con delle tinte scure che danno un’aria cupa a tutta la stanza. Con la testa tra le nuvole, mi scontro con un comodino e faccio cadere per terra delle pergamene aperte.
-Stai attenta!!- mi urla Pansy –Non toccare niente!!-.
Ma è troppo tardi perché sto già raccogliendo le pergamene. Le ho quasi prese tutte, quando mi cade l’occhio su una scrittura che mi sembra familiare.
La srotolo di nuovo e la leggo.

 

Ho dato le istruzioni concordate.
Domani, a quest’ora, Riley sarà al San Mungo.
Attieniti al piano.
B.

 
-DAMMELA!!- Pansy mi viene addosso e mi strappa la pergamena dalle mani. Dopo averla fatta in mille pezzi, la butta per terra.
-Chi è B?- mi alzo e mi avvicino a lei.
-Chi è B?- le ripeto alzando la voce.
-Non so di cosa tu stia parlando!- mi provoca palesemente.
-Non mi costringere a usare le maniere forti, chi è B.??- non esco viva da qui se non scopro di chi è quella iniziale!
-CHI E’ B.??- la strattono per un braccio ma lei mi risponde con una risatina.
Non ci vedo più dalla rabbia. Sarei capace di qualsiasi cosa e l’unica cosa che mi viene in mente, forse, è quella sbagliata.
Mi giro e, senza degnarla di uno sguardo, esco dalla porta sbattendola con forza.
-Non finisce qui!!- urlo fuori dalla sua casa facendomi guardare male da mezza Hogsmede.
Ho già visto quella calligrafia ma dove??
 

 
 
E’ l’unica idea che mi è venuta. So che è sbagliato e vietato ma, in questo momento, non m’interessa nulla. Devo arrivare alla fine di questa storia.
Devo solo stare attenta a non farmi vedere da nessuno. Ho aspettato l’ora di cena per essere sicura che ci fosse meno gente possibile nei corridoi.
Mi allaccio bene la divisa che ho rubato da uno studente e tiro su il cappuccio.
Entrare ad Hogwarts non è stato così difficile; sono passata dal passaggio segreto che collega lo spogliatoio maschile, nel campo di Quidditch, alla cucina del primo piano. Gli elfi erano troppi indaffarati con la cena per notarmi!
Scendo verso i sotterranei cercando di non farmi vedere troppo di fretta; potrebbero insospettirsi.
Quando arrivo al corridoio che cercavo, con grande gioia, noto che è deserto. Mi avvicino alla porta accanto a quella dell’aula di Pozioni.
-Alohomora- dico sotto voce. Provo a girare la maniglia ma niente!! Mi sembrava troppo facile per essere vero. Dovevo immaginarlo che, la dispensa dell’aula di Pozioni, fosse blindata.
E’ tutto inutile. E’ il segno che è sbagliato quello che volevo fare.
Nel silenzio più totale del corridoio, sento, all’improvviso, una specie di lamento provenire dall’aula di pozioni. Incuriosita, mi avvicino alla porta e scostandola leggermente, noto che c’è qualcuno seduto sulla poltrona di Draco ma, essendo girata, non riesco a capire di chi si tratta.
Quello che però capisco è che non si sta lamentando ma sta … piangendo.
Ormai incuriosita, busso alla porta. Appena lo schienale si sposta, riconosco subito chi è che stava piangendo.
-Irina?!?- sono contenta che si tratti di lei.
-Signorina Weasley!!- ha ancora gli occhi pieni di lacrime ma sembra felice di vedermi.
-Che ci fai qui?- le chiedo mentre controllo di aver chiuso bene la porta dietro di noi.
-Sono … - scoppia di nuovo a piangere –Sono … -.
Le porgo il fazzoletto pulito che ho in tasca.
-Grazie!- si soffia il naso vigorosamente –Lei è sempre così gentile!!-.
-Sei un po’ triste vero??- vedendo che non mi risponde mi siedo sulla scrivania vicino a lei –Lo sono anche io!-.
-Il padroncino è innocente!- dice con un filo di voce.
-Lo so!- le rispondo fissando il vuoto. Forse piangere è l’unica cosa che ci è rimasta da fare. Sono rimasta sola con un’elfa e non ho più tempo. L’unica idea che avevo si è dissolta con …
Un attimo! Io nello stanzino non posso entrare ma qualcun altro forse sì!
-Irina, tu riesci a entrare nelle stanze che sono chiuse, vero? La tua smaterializzazione funziona qui ad Hogwarts vero??-.
-Ovviamente sì, signorina Weasley!- scrolla le spalle come se stessi dicendo la cosa più banale del mondo.
-Allora, penso ci sia una possibilità per aiutare il tuo padroncino! La faresti una cosa per me??- le chiedo inginocchiandomi davanti a lei perché possa capire l’importanza di quello che le sto dicendo.
-Qualsiasi cosa!-.

 

 
 


 
Non odiatemiiiiiiiii!!!!!
So che vi lascio con l’acquolina in bocca e voi mi direte: dopo tutto questo tempo, anche questo?
Avete ragione ma ho dovuto spezzare il capitolo in due parte perché, primo, altrimenti sarebbe stato lunghissimo e, secondo, perché in questa seconda parte volevo mostrare tutti gli elementi che stanno dietro a questa storia (quasi tutti!), per arrivare a capire meglio cosa può esserci dietro a questo tranello!
A voi i giudizi e commenti!!
Vi lascio con la sicurezza che la seconda parte del capitolo uscirà prima della fine di luglio!!!! E’ già scritto…..
Grazie a chi ha recensito la storia, a chi l’ha scoperta da poco e a tutti quelli che mi hanno scritto per sapere che fine avevo fatto!
Lo dico qui, una volta per tutte: la storia non l’abbandonerò MAI!! Avrà una sua fine!!!
Promesso e giurin giuretto.
A presto con il botto!!!!
Fatemi sapere …
 
 

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Capitolo 31
*** Innocente o colpevole? 2^ parte ***


Capitolo 31

Innocente o colpevole? 2^ parte.



 
Cammino con Irina al mio fianco, a passo sostenuto, mentre cerco di tirarmi giù il cappuccio del mantello per non farmi riconoscere dalle persone che camminano nei vicoli, intorno a noi.
Irina ed io proseguiamo per la nostra strada, in un egregio silenzio; sappiamo benissimo cosa dobbiamo fare. E’ illegale ma va fatto! Devo sapere la verità!
Quando arriviamo davanti alla sua porta,  mi scambio un veloce sguardo d’intesa con Irina e mi vado a nascondere a qualche metro di distanza, dove non posso essere vista! In questo momento, mi servirebbe il mantello dell’invisibilità di Harry.
Irina aspetta il mio segnale  e, appena tiro fuori la mia bacchetta, lei bussa alla porta.
Non sembra ci sia nessuno in casa, Irina ribussa e, quando sto per essere presa dal panico perché il mio piano fallirà, la sento, di là dalla porta.
-Chi è?- urla da dietro lo stipite della porta. Sapevo che non avrebbe più aperto tanto facilmente, se non fosse stata sicura che non ero io a farle un’altra visita.
-Sono Irina!- le risponde ed è così brava a fare la sua parte che, per un momento, ho quasi il dubbio che stia piangendo davvero.
-Cosa vuoi, lurida pezzente?- ho quasi l’istinto di saltare fuori e bombardarle la porta in faccia per la sua sfrontata cattiveria ma mi trattengo. Lo sto facendo per una giusta causa!
-Mi scusi signorina Parkinson! Mi ha mandato la signora Malfoy!-.
Come prevedibile sento la Parkinson togliere il gancio dalla porta.
-Mi ha mandato a chiamarla! Vuole vederla con una certa urgenza! Ha ottenuto una visita ad Azkaban! Ha bisogno di parlare con lei. Riguarda questioni ereditarie lasciate in sospeso. Il signorino Malfoy sta … per lasciarci e … -.
Irina, come concordato, scoppia in un pianto disperato e sono così presa dalla sua interpretazione che, quasi non mi rendo conto, Pansy mi da le spalle ed è completamente disarmata.
-Muoviti a parlare! Non ho tempo da perdere con te!- sbraita contro Irina.
-Sarò velocissima … -.
Prima che Irina possa aggiungere una sola parola, scatto in avanti e punto la bacchetta contro Pansy.
-INCARCERAMUS!- Pansy si rende conto di quello che sta per succedere ma non fa in tempo a reagire perché due pesanti corde nere la imprigionano. Sta per cadere a terra ma Irina riesce ad afferrarla, prima che tocchi il pavimento. Pansy prova a divincolarsi ma è completamente immobilizzata.
Salgo i gradini due alla volta, afferro Pansy da una parte e aiuto Irina a trascinarla in casa. Chiudo la porta con un calcio e tiro le tende a tutte le finestre della casa.
Intanto, Irina trascina per i piedi Pansy fino al salotto.
-Fai piano Irina! Non voglio problemi al bambino!-.
Arrivate in salotto, la solleviamo entrambe e la facciamo sedere su una poltrona. Le allento un po’ una corda che mi sembra stia comprimendo troppo il pancione.
-Ora ti liberiamo la bocca. Se osi strillare o anche solo insultarci, ti renderemo le cose ancora più spiacevoli! E ti assicuro che ti pentirai di non aver fatto come ti ho detto!!-.
Pansy mi fissa con gli occhi sbarrati e pieni di odio. Ma non solo. Ha paura.
Prendo il pugnale dalla tasca e le strappo la corda che le blocca la gola e la bocca. La corda nera ricresce immediatamente attorno alle spalle e alla poltrona, bloccandola completamente.
-Maledette!!Siete pazze!! Sono una donna incinta e voi mi volete torturare!! Siete delle bestie!!- prova a sputarmi ma non ci riesce perché prima che possa farlo le tiro una sberla.
-Ti avevo avvertita!! Niente cattiverie!- le punto il dito contro mentre Irina mi guarda orgogliosa –Comunque sei fortunata! Nessuno vuole torturarti! Vogliamo solo parlare della verità!!-.
Appena pronuncio la parola d’ordine, Irina, da dietro, le tappa il naso mentre io afferro la minuscola provetta nella tasca dei miei pantaloni.
Pansy si rende conto di tutto e inizia a divincolarsi.
-NOOOO!! NON LO FARE!! PENSA AL BAMBINO!!- la sua voce è quasi al limite della supplica; peccato che i suoi occhi sprizzino menzogna e vigliaccheria da ogni parte.
-Il bambino non corre nessun pericolo! Questa ci aiuterà solo a parlare un po’ con te, di come sono andate le cose!- le dico con tono freddo.
- Cos’è??- sembra si stia calmando.
-Veritaserum! Le tue bugie stanno per finire!- prendo una sedia e la metto davanti a lei. Voglio guardarla dritto negli occhi.
-No!!!! Ti prego! Sii ragionevole!! – Faccio segno a Irina di toglierle la mano dal naso.
-Allora dimmi come sono andate le cose!! Chi ha attaccato Riley?- le chiedo con calma. Ultima possibilità.
-Non lo so! Io non c’ero! Non so nulla!- non è quello che volevo sentirmi dire.
-Chi è B.? Chi ha scritto la lettera che ho letto oggi?-.
Sia io che Irina la fissiamo in attesa che lei parli. E’ evidentemente in difficoltà; vedo benissimo che sta pensando a qualcosa per potersela cavare.
-Stiamo aspettando … - dico con impazienza.
-Fidati! Nemmeno a te conviene sapere nulla!- è sull’orlo di una crisi di nervi. Credo sia sul punto di piangere.
-Basta! Stiamo perdendo tempo! Irina procediamo!-.
Apro la fialetta.
-NOOO!!- urla senza fiato –Ti prego! Non umiliarmi così! Non voglio confessarti tutta la mia vita!-.
E’ quasi divertente la cosa.
-Troppo tardi! Le persone come te non meritano … -.
-E’ stato Bill! Tuo fratello!-.
Tutti i miei muscoli si pietrificano; noto Irina che si volta impercettibilmente a guardarmi. E’ sconvolta tanto quanto me?
Bill.
No! Non può essere!
Crollo sulla sedia e la mia mente comincia a viaggiare a ritroso nel tempo.
Bill.
No! Sta mentendo! E’ mio fratello! Lui non le fa queste cose! Non lo farebbe mai!
Mentre continuo a negare, mi tornano in mente tutti i biglietti di auguri scritti da lui. La calligrafia!
Mi era così familiare!E’ la sua?
No!!! Si assomigliano!
-Stai mentendo!! Mio fratello non farebbe mai una cosa del genere!!- alzo la voce.
-Tuo fratello odia Malfoy! Tutta la tua famiglia odia Malfoy!-.
No! Non ne sarebbe capace! Vuole solo insinuare il dubbio in me!
-IRINA!! Tappale il naso!!- sono accecata dalla rabbia.
Per fortuna Irina esegue subito il mio ordine; stacco il tappo dalla fialetta, la afferro per le guance e verso il liquido dentro la sua bocca. Mi assicuro che lo butti giù tutto ma, quando il suo corpo smette di ribellarsi, capisco che la pozione sta facendo il suo effetto.
Irina lascia la presa e, anch’ io, mi allontano da Pansy.
Ha gli occhi che sembrano privi di vita ma il suo viso è calmo e rilassato.
-Da dove cominciamo?- mi chiede Irina.
Lo so benissimo da dove voglio cominciare.
-Chi ha lanciato la cruciatus contro Riley??-.
-Edward Thompson!- risponde tranquilla. Irina si volta a guardarmi; è raggiante.
Anche io , tiro un respiro di sollievo. Lo sapevo!! E’ solo una lurida bugiarda! Dopo Draco voleva dare la colpa a Bill.
C’è qualcosa, però, che mi suona nella testa. Qualcosa che continua a non tornarmi.
Edward Thompson. E chi è allora B.?
-Chi è?- le chiede Irina mentre mi limito ad ascoltare.
-Un delinquentello. Ha commesso sempre piccoli crimini. Furti, cose così. Entra ed esce dal ministero in continuazione ma niente di così grave da sbatterlo ad Azkaban - risponde Pansy fissando un punto lontano della stanza.
-Era tutto organizzato per incolpare il mio padroncino?- le chiede Irina avvicinandosi.
-Sì!- risponde schietta.
-Perché?- le chiedo. Non ho il coraggio di andare dritta al punto.
-Eravamo tutti d’accordo! L’idea l’hanno avuta loro e mi han chiesto di aiutarli a incastrarlo! Ho detto sì!- alza le spalle impassibile.
-Perché? Malfoy è il padre di tuo figlio! Lo aveva accettato! Si stava prendendo cura di voi!-.
-E tu quello lo chiami prendersi cura di noi, sudicia elfa? Mi teneva rilegata qui, in questa casa, lontana da tutto! Mi dava solo qualche galeone per tenermi buona ma non era quello che volevo! Io volevo essere la signora Malfoy. Lui non mi avrebbe mai sposato. Mi avrebbe comprato solo una casa più grande, dato dei soldi tutti mesi, avrebbe cresciuto il bambino ma non saremmo mai diventati una famiglia! Io lo disgusto!-.
-Chissà perché!- commenta ironica Irina al mio orecchio. Forse, in un altro momento,m i sarei messa a ridere ma ora la cosa mi sembra agghiacciante. I rapporti si erano freddati così tanto da far pensare a Pansy che l’unico modo per essere felice era far fuori Draco?
-E non potendo diventare la signora Malfoy hai pensato di diventare l’unica erede del patrimonio dei Malfoy, eliminando Draco - il ragionamento torna.
-Sì! Narcissa avrebbe capito! Avrebbe cresciuto suo nipote con me! Non avevo più bisogno di Draco! Questo bambino ci avrebbe ricompensato da tutte le delusioni che ci ha dato Draco!-.
-Questo Thomson lo avete ricattato??- le chiedo per arrivare al punto.
-NO!- risponde quasi offesa –Lo abbiamo pagato!-.
-Chi l’ha pagato?- insiste Irina.
-Io!- risponde Pansy –Con i soldi di Draco!!-.
Scoppia a ridere e lo fa così forte che avrei voglia di picchiarla solo per farla smettere.
-Coi soldi di Draco!!- ripeto le sue ultime parole, disgustata. Mi viene da vomitare da tanto disprezzo che provo, in questo momento, per lei.
-Sì! Lui me li dava! Io gli dicevo che avevo bisogno di un po’ di soldi per qualcosa che m’inventavo sul momento e lui me li dava. Tanto non mi ascoltava mai. Potevo chiedergli qualsiasi cosa … a lui non importava! Io prendevo i soldi e li giravo a Thompson. Ha voluto sette mila galeoni d’oro, per fare questo lavoretto!!-.
-Sette mila galeoni d’oro!- questa volta è Irina a ripetere le parole di Pansy –E meno male che Draco le dava “solo qualche galeone”!-.
-Perché lo hai pagato tu?- non voglio perdere tempo a commentare.
-E chi altri poteva pagarlo? Loro non avevano quella cifra! Solo io potevo recuperarla così velocemente!-.
Guardo Irina per farmi coraggio ma lei non sembra notarmi. Forse anche lei, ha capito che c’è qualcosa che non torna.
-Chi sono questi loro?- chiedo guardandola in faccia. Lei mi sorride come una bambina che ha appena ricevuto un bel regalo.
-Riley e … Bill! Bill Weasley!-.
Se non fossi seduta, sarei già caduta a terra. Cerco di razionalizzare l’informazione appena avuta ma le mani mi tremano che mi è impossibile anche solo pensare. Forse, ho l’inizio di un attacco di panico.
No … non è vero! Lui non può aver fatto una cosa del genere! Non può avermi fatto questo!
Arriverebbe a tanto?
So già la risposta.
Mi accorgo che Irina mi sta accarezzando delicatamente il ginocchio; le lacrime mi rigano il volto ma sono troppo sconvolta anche solo per asciugarle.
-Perché?- sento chiedere. Irina ha fatto la domanda che avrei voluto fare io se solo riuscissi a parlare.
-Volevano incastrare Draco – risponde Pansy che non si è nemmeno accorta in che stato sono – Riley ha sempre voluto far finire tutti i Malfoy ad Azkaban, gli mancava solo Draco. E Bill lo voleva il più lontano possibile da sua sorella! Avrebbe fatto qualsiasi cosa! E l’ha fatta … è sceso a patti con me!-.
Capisco, da come parla, che la pozione è così devastante da averle distrutto qualsiasi freno inibitore; la sorella di cui parla ce l’ha di fronte, eppure lei non sembra rendersene conto.
Oramai i singhiozzi che escono dalla mia gola, m’impediscono quasi di respirare.
Perché?
Se è arrivato a fare questo, forse, l’errore più grave l’ho fatto io; ho sottovalutato troppo l’odio che la mia famiglia prova per Draco. Pensavo fosse gestibile … mi sbagliavo!
Ho sbagliato! Ho gestito male tutto! Ho le stesse colpe di Riley, Pansy e … Bill.
C’è qualcuno però che non ha colpe e che merita l’ultimo mio briciolo di lucidità.
-Irina … - provo a respirare - … trasfigurati! Vai a chiamare Kingsley e portalo qui!!-.
-Ma, signorina, non posso lasciarla qui … - prova a ribattere.
-Devi andare! L’effetto della pozione, tra poco, svanirà e il ministro deve sentire con le sue orecchie … - non possiamo perdere questa possibilità.
-Ma è illegale, quello che abbiamo fatto! E’ … -.
-NON IMPORTA!!- urlo. Sono sull’orlo di una crisi di nervi.
Irina mi guarda preoccupata mentre Pansy non sembra neanche essersene accorta.
-Irina … - abbasso la voce - … Kingsley deve sentire Pansy confessare! Non ci sono alternative! Al resto, penseremo dopo! Troveremo una soluzione!-.
-Ok!- dice Irina sconfitta.
-Devi sbrigarti!!-. Abbiamo poco tempo e io non so, per quanto tempo ancora, riuscirò a restare lucida.
-Scusa Ginny, se mi permetto … ma … se discolpiamo Draco, i veri colpevoli … -.
Irina è impaurita; ha paura anche a parlare. So cosa sta cercando di dirmi. Mi è stato chiaro fin da subito.
Draco innocente, Bill colpevole.
-Liberiamo Draco. Al resto, pensiamo dopo! Non riesco a ragionare, adesso!-.
-Suo fratello finirà nei guai!- mi sussurra.
-Mio fratello è già nei guai!-.

 


 
Mentre aspetto Irina, guardo Pansy. Ho paura che l’effetto del veritaserum possa svanire e  che, tutto quello che abbiamo fatto, sarà stato tutto inutile.
Ho mille domande che mi frullano nella testa e nessuna risposta.
Che cosa farò quando uscirò da questa casa? Dovrò andare da Bill! La mia famiglia? Anche loro, lo sapevano?
-Gli altri Weasley erano a conoscenza del vostro piano?- chiedo di getto a Pansy spezzando il silenzio.
-Non lo so!- risponde Pansy senza esitazioni.
-E … - ho bisogno di sapere che, almeno lui, è fuori da questa storia - … Harry Potter?-.
-No!- risponde schifata –Potter ci serviva per distrarti! E’ stato Riley ad avere l’idea del matrimonio! Era il movente perfetto! Tu e Potter che vi sposate e Draco che va fuori di testa! Il piano era semplice ma geniale e Draco ci è cascato come un fesso!-.
Non so se tirare un sospiro di sollievo o angosciarmi ancora di più.
Aveva ragione Draco! Avevano calcolato tutto! Farlo arrivare al ministero, lasciarlo da solo nell’ufficio di Riley così che potesse trovare le promesse del matrimonio. Tutto. Hanno studiato le sue debolezze per, poi, usarle contro di lui.
-E la bacchetta di Draco? Avete usato quella? -.
-Quando Draco ci ha consegnato la bacchetta, Thompson ha lanciato la maledizione cruciatus contro un prigioniero che era lì nei sotterranei del Ministero. Dopo di chè, Riley è risalito nel suo ufficio e l’ha riconsegnata a Draco!-.
Ecco spiegato il mistero. La bacchetta di Draco non ha mai colpito Riley ma un terzo estraneo, così da poter far tornare Riley a riconsegnare la bacchetta a Draco.
Avevano già incastrato Malfoy, ancora prima che lui uscisse dal Ministero.
Che piano diabolico!
-E Riley? Perché aggredirlo inutilmente?-.
Non potevano fermarsi?
-Maledire un uomo del ministero avrebbe fatto più scalpore. Malfoy aveva già una condanna assicurata! Riley si è offerto volontario e Thompson lo ha colpito!-.
-E Bill, in tutto questo, cos’ha fatto?-.
-Nulla! Dopo aver organizzato tutto nei minimi dettagli, ha lasciato fare il lavoro sporco a noi cattivi!!-.
Anche furbo, oltre che crudele. Così non sarebbero mai potuti risalire a lui!
Basta! Ho ascoltato fin troppo! Non voglio sentire più niente!
Quanto ci mette Irina, ad arrivare! Voglio uscire da questa stanza ma, allo stesso tempo, ho paura. Paura per quello che verrà dopo.
Mi cade lo sguardo sul pancione di Pansy. E’ bello grosso, visto da così vicino.
-Pansy … - perché non approfittare della situazione - … Il bambino è di Draco?-.
Non risponde subito e il mio cuore comincia a battere così forte … non sono pronta ad altri shock!
-Sì!- rilasso le spalle. Una parte di me, si aspettava ancora che quel bambino non fosse suo. Adesso, l’unico dubbio minuscolo che avevo, è sparito.
-Sai … a volte, sono quasi dispiaciuta per te!- ricomincia a parlare – In fondo, c’è qualcosa che abbiamo in comune! Non avremo mai il lieto fine con la persona che amiamo!-.
Sto quasi per ridere. Devo anche ascoltare Pansy che ha pena per me.
Vorrei dirle che ha torto e che non sa di cosa sta parlando ma, una parte di me, sa che ha ragione.
Ci sono cose che, per la loro stessa natura, non potranno mai finire bene.
Un Malfoy e una Weasley, per esempio.

 


 
-Sei impazzita??- mi urla Kingsley –Hai rubato una pozione facendo smaterializzare un’elfa dentro Hogwarts! Hai aggredito e legato la Parkinson! Le hai fatto bere il Veritaserum! Ti rendi conto che è illegale?-.
Kingsley è furioso ma poco m’importa. Irina ci guarda preoccupata mentre cerca di far bere dell’acqua a Pansy, ormai slegata.
Ho costretto Pansy a raccontare di nuovo tutto a Kingsley, senza farle tralasciare nessun dettaglio. Kingsley all’inizio era preoccupato dal vedere la Parkinson legata a una poltrona ma poi, ascoltando la storia, è passato dall’essere sconvolto al furioso, quando ha capito che avevo usato il Veritaserum.
-E quello che hanno fatto loro??- mi alzo in piedi –Non è illegale anche quello?? Io, almeno, l’ho fatto per una buona causa!!-.
-Hai anche il coraggio di voler avere ragione!!-. Perché è così difficile da capire?
-Non ho ragione ma ho fatto l’unica cosa che andava fatta!! Se il ministero avesse indagato o anche solo ascoltato, non avrei dovuto fare questo!!- indico Pansy ancora inerme sulla poltrona.
-Sei impazzita! Dovevi venire da me, prima di fare di testa tua!-.
Kingsley comincia a camminare, avanti e indietro, per la stanza.
-Bene! Arrestami e portami ad Azkaban! Sono pronta!- lo sfido –Ma fai il tuo dovere! Hai le prove che Malfoy è innocente! Tiralo fuori da lì!!!-.
Sono fuori di me. La verità è che, il ministero, avrebbe dovuto fare meglio il suo lavoro.
-Ho la prova che Malfoy è innocente ma, ora, ho anche la prova che Bill è colpevole! Vuoi che vada ad arrestarlo? E’ questo che vuoi?- mi urla contro.
-No!- non posso volere questo per mio fratello ma, se ha sbagliato, è lui che deve pagare e nessun altro – Io voglio solo che chi è innocente non paghi per colpe che non ha commesso! Per il resto, decidi tu!! Sei tu il Primo Ministro. Arrestali, lasciali liberi, fai finta di nulla … non m’interessa!!-.
Non voglio mio fratello ad Azkaban ma non voglio che a pagare sia Draco.
-Dobbiamo riflettere!- si calma – Liberiamo Malfoy ma, se diciamo la verità, verrà fuori uno scandalo! Forse, possiamo trovare un accordo … -.
Ho smesso di ascoltarlo da quando ha parlato di accordo.
-Libera Draco!-sbatto una mano sul muro. Se risulterò pazza, me ne farò una ragione ma ora,  liberarlo, è la priorità.

 


 
E’ mezz’ora che sono qui fuori. Non ce la faccio più! Di cosa staranno parlando lì dentro?
Quando è finito l’effetto del Veritaserum, l’ho capito dalle urla che ho sentito provenire, al di là della porta! A parte gli insulti nei miei confronti e le minacce di rovinarmi, dopo dieci minuti, ha smesso di strillare.
Kingsley ha deciso di portarci tutte e due al Ministero, e ha voluto parlare, da solo, con la Parkinson. Non ho la più pallida idea di cosa si stiano dicendo; vorrei buttare giù la porta o, peggio, mettermi ad origliare.
Sto per tirare un calcio a una sedia, quando sento la porta, finalmente, aprirsi.
Kingsley entra seguito da un altro ragazzo che non ho mai visto prima; dalla cartellina, che ha tra le mani, deduco sia un uomo fidato di Kingsley che lavora al Ministero.
-Ha confermato tutto!- mi dice quasi rattristato e non capisco perché: io vorrei solo saltare dalla gioia.
-Bene!! E’ una buona notizia, no??- dallo sguardo di Kingsley e del suo segretario, ho paura che non siano tanto d’accordo con me.
-Ha detto che è stata minacciata da Riley e tuo fratello: sono loro che l’hanno costretta a mentire e a rubare i soldi a Malfoy!!- mi spiega Kingsley.
Brutta bastarda impenitente!
-Ginevra, è incinta! Non possiamo farla finire ad Azkaban e, se apriamo un processo, Riley e Bill passeranno guai … guai seri!-.
Capisco. Capisco fin troppo bene ma non so cosa dire.
Mi piacerebbe vedere Pansy e Riley ad Azkaban ma, questo, vorrebbe dire, farci finire anche Bill! E’ questo, quello che voglio? Distruggere una famiglia? La mia, per di più. E il bambino? Che fine farebbe?
-Quindi … cosa proponi?- so che ha qualcosa in mente.
-Rilasciamo Malfoy e lasciamo impuniti tutti e tre!- dice tutto d’un fiato.
-Che cosa???- non ci credo – La passano liscia tutti??-.
-Nessuno si è fatto male! Riley si è, praticamente, cruciato da solo! Era consenziente!! E, se portiamo nel fango, Riley, lui trascinerà con sé anche Bill e Pansy!-.
-Non è giusto!!- gli punto il dito contro –La verità è che, se salta fuori questa storia, sarà il Ministero a finire nel fango!! La gente crederà che sia stato Malfoy ma che è riuscito a farla franca!! –.
Kingsley mi guarda offeso; l’ho punto sul vivo.
Poi mi viene un lampo di genio. Non siamo noi che siamo stati colpiti. L’ingiustizia è stata fatta a una sola persona.
-Parliamo con Draco! Deciderà lui cosa fare!-.

 


 
Ci è voluto un po’, per convincere Kingsley a rilasciare Draco  subito ma, alla fine, l’ho avuta vinta io. Sono quasi le cinque del mattino e sono letteralmente sfinita, fisicamente e psicologicamente.
Quando, questa sera, sono andata a Hogwarts a rubare il Veritaserum, speravo di poter risolvere le cose ma non avevo la minima idea che sarebbe saltato fuori tutto questo!
Bill.
Cosa devo fare con lui? Dovrò tornare a casa e affrontarlo. Dovrò parlare con tutta la mia famiglia. Si staranno chiedendo, dove sono finita. E Harry!! Sarà furibondo quando saprà tutto quello che ho fatto.
Non posso pensare a tutto, adesso. Una cosa alla volta.
Kingsley mi ha fatto entrare in questa stanza e mi ha detti di aspettarlo qui ma, qui dentro, si muore dal freddo. La stanza è completamente vuota, come tutte quelle che ci sono nei sotterranei del Ministero. C’è solo un piccolo tavolo e due sgabelli.
Sono qui da quasi un’ora e la stanchezza sta prendendo il sopravvento su di me.
Sento aprire la porta e, pensando sia Kingsley, non mi giro neanche a guardarlo ma aspetto che si venga a sedere di fronte a me!
-Weasley … -.
No, non è Kingsley. E’ la sua voce.
Kingsley mi aveva detto che sarebbe andato a parlare con lui ma non credevo che lo avrebbero portato qui, adesso.
Sperando di non essere così stanca da aver avuto un’allucinazione, mi giro e … è lui.
-Malfoy … -.
L’ho visto solo ieri, eppure, mi sembra ancora più stanco e dimagrito di come lo ricordavo.
Rimaniamo fermi a guardarci; lui abbozza un sorriso mentre io, nella mia testa, penso a cosa dirgli.
-Vi lascio soli … - dice Kingsley dietro a Malfoy. Non mi ero nemmeno accorta di lui.
Malfoy lo fulmina con lo sguardo.
-Gli ho accennato qualcosa … - dice Kingsley rivolgendosi a me.
-Se ne vada … - gli intima Malfoy e Kingsley, stranamente, per la prima volta da quando lo conosco, acconsente senza rimproverare i modi di Malfoy.
Quando la porta si chiude dietro al primo ministro, mi arrabatto cercando qualcosa da dire ma non ho la più pallida idea da che parte cominciare.
Sono così contenta di vederlo e sapere che, tra poco, sarà libero però non riesco a togliermi di dosso il pensiero di quello che ha fatto Bill. Se non avessi scoperto tutto, Draco …
-E’ colpa mia … - abbasso lo sguardo e mi risiedo.
-Cosa stai dicendo, Weasley? – mi chiede Draco.
-Kingsley non ti ha detto nulla? Sono … -.
-So chi è stato! Me l’ha detto!- lo guardo sorpresa cercando di leggere nel suo volto qualche segnale di rabbia o tristezza ma nulla.
-Perché non sembri sorpreso?- gli chiedo confusa. M’immaginavo che avrebbe urlato, insultato Bill o la Parkinson …
-Volevano farmi fuori e, ognuno di loro, aveva un motivo per farlo. Sarei stato sconvolto se, a farlo, ci fosse stato qualcuno che ci teneva a me ma, per fortuna, non ce ne sono molte!-.
-Se è un modo per costringermi a dirti che io ci tengo a te, non è il momento. Lo sai già che è così!- mi strappa un sorriso.
-E’ esattamente quello che volevo fare!!- si avvicina e s’ inginocchia vicino a me; mi accarezza le gambe e, come se fosse la cosa più normale del mondo, io gli passo una mano tra i capelli. Non mi ricordo l’ultima volta che l’ho visto così trasandato.
-Cosa farai con Pansy?- gli chiedo curiosa di sapere quello che ha in mente.
-Non lo so!- appoggia le labbra sul mio ginocchio –Devo riflettere!-.
-Come fai a essere così tranquillo! Pensavo che avresti gridato e sbraitato! Invece … nulla!-.
-Fino a un’ora fa pensavo che mi avrebbero condannato al bacio dei dissennatori. Ora, sono libero. Volevano liberarsi di me ma gli è andata male. Sono ancora qui-.
Mi guarda così intensamente che sembra quasi mi stia leggendo la mente. Per spezzare il contatto, mi avvicino e gli do un bacio sulla fronte. Malfoy mi afferra da dietro la testa e mi trattiene lì; siamo così vicini.
-Cosa c’è che non va, Weasley?- mi sussurra.
-Tutto- gli rispondo di getto –Bill. La mia famiglia. Pansy. Tu. Harry. Tutto quello che scrivono e scriveranno i giornali. Devo andare avanti?-.
-Dovresti essere felice che sono libero. Tutto il resto, lo risolveremo.-  scatto in piedi e mi allontano da lui.
-Noi non risolveremo nulla!! Non siamo destinati a stare uniti, lo hai capito?? Liberarti era la priorità. Ma adesso?- Draco si solleva da terra –Ti rendi conto di quello che poteva succederti!!! Ti rendi conto che, dietro a tutta questa storia, c’è mio fratello!! Mio fratello! Non ho mai capito fino a che punto la mia famiglia ti odiasse ma adesso lo so. L’ho capito molto bene!! E’ tutta colpa mia … -.
Scoppio a piangere. Le lacrime presto si trasformano in singhiozzi e sono incontenibili.
L’ansia, le preoccupazioni, la rabbia, la delusione … tutto scivola via.
-Basta!!- Malfoy mi afferra e mi costringe a togliermi le mani dal viso. Non volevo farmi vedere così da lui ma non riesco a smettere.
-Non è colpa tua, hai capito Weasley?- mi afferra la mandibola con uno sguardo così duro –Pensavi davvero che la tua famiglia si sarebbe limitata solo a non parlarti più per qualche mese? Fidati di quello che ti dico! Fin troppo poco hanno fatto! Se ci fosse stato mio padre … tu avresti passato guai peggiori!-.
-E questo mi dovrebbe consolare??- scoppio a ridere tra le lacrime e lui allenta la presa –Secondo te, Bill che si mette ai livelli di tuo padre, mi dovrebbe far stare meglio??-.
-C’è del marcio in tutte le persone! Chi più e chi meno!- mi accarezza la guancia.
No. Non esiste. Nessuno dovrebbe fare una cosa del genere.
-Siamo maledetti Malfoy!- dico con la morte nel cuore.
-Stai scherzando?- Malfoy prova a riafferrarmi un braccio ma mi ritraggo.
-Pensaci! Guarda tutto quello che ci è successo! Ci sono capitate solo cose brutte … ci è andato sempre tutto storto!-.
-Lo sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe stato facile!- dice ferito –Ma siamo ancora qui, no?-.
-Siamo ancora qui ma guarda in che condizioni siamo! Non abbiamo possibilità! Ce l’hanno bruciate tutte … o forse lo abbiamo fatto noi. - una lacrima mi riga la guancia – Siamo completamente da soli! Non arriveremo da nessuna parte! Non abbiamo mai avuto una possibilità … eravamo condannati sin dall’inizio!-.
-Sei tu il problema!- sussurra Draco e, per un momento, penso di aver sentito male.
-Che cosa?- chiedo ma Draco ha cambiato espressione. Della persona dolce che, prima, stava inginocchiata davanti a me, non c’è più niente.
-Hai capito! Il problema non sono gli altri … sei tu! Tu hai permesso a tutti di mettersi tra di noi. Tu hai dato sempre precedenza a tutti gli altri prima di me - per fortuna non sta ancora urlando!
-Ricominci con gli insulti?- gli chiedo, sperando che non decida di cominciare uno dei suoi show.
-No! Ho imparato la lezione, fin troppo bene! Poi me ne pento sempre – mi guarda con sfida – Se siamo in queste condizioni, la colpa, prima di tutto, è tua. Tu non mi hai mai voluto mettere al primo posto perché tu, per prima, non sei mai stata convinta di me! Mai! Io costruivo e tu distruggi!-.
-Stai scherzando? Ti devo ricordare chi ha messo incinta … -.
-Pansy? SI!! L’ho messa incinta!! Si, ci sono andato a letto! E’ vero. Ma sai perché?- mi fronteggia col dito puntato –Perché tu hai deciso di non darmi un minimo di fiducia. Hai deciso di andartene da Hogwarts riempiendomi di palle! Hai dato retta a Potter! Se ti fossi fidata di me, non sarebbe successo nulla!! Io non sarei andato da Pansy, tu non saresti andata dall’altra parte dello Stato, non sarei stato tanto accecato dalla rabbia da fiondarmi a casa tua e insultare tutta la tua famiglia! Le cose non si sarebbero messe così male se avessimo preso qualche decisione insieme!!!-.
-Io l’ho fatto per te!-.
-NON E’ VERO!!! Era la scelta più comoda! Perché non hai avuto le palle per andare contro a Potter!!-.
-Pensi questo?- incrocio le braccia sul petto.
-Sì!! Se tu avessi capito me, se mi avessi voluto veramente per tutto quello che sono, con pregi e difetti, tutto questo casino non sarebbe successo!!-.
Mi limito a guardarlo. Non ho più parole. Mi sembra di ascoltare lo stesso discorso che mi fece Luna, pochi giorni fa.
-E non fare la vittima! Non guardarmi così! Sai che ho ragione! Io ti ho sempre messa al primo posto. Ho fatto tutto in funzione tua. Tutto. Tu? Mi hai cacciato, non mi hai mai capito fino in fondo - Se avessi fatto capire alla tua famiglia che loro non potevano in nessun modo mettersi tra di noi, Bill non avrebbe fatto questo!!-.
-Ti ricordo che non ho parlato con la mia famiglia per mesi! E Bill non si sarebbe comunque fermato!- balbetto ma con convinzione.
-Forse! Ma di sicuro non avrei fatto quella scenata ad Hogwarts! Di certo non me la sarei presa con Riley perché ho scoperto che ti sposavi con Potter! E, sicuramente, non sarei qui a fare l’ennesimo tira e molla con te!! Sono stanco e stufo di pregarti sempre. Non vuoi me? Basta! Vai a sposarti con Potter! Ho combattuto per troppo tempo, anche quando tu non te lo immagini neanche! Ora basta! E, anche le mie scuse, sono finite!-.
Lo guardo per qualche secondo. Non credo di averlo mai visto così. Arrabbiato ma lucido. Di solito, è così palesemente fuori di sé che non mi ha mai colpito così tanto.
-Non hai nulla da dire? – mi punzecchia come se non fosse abbastanza quello che ho già detto.
-No! Sono successe troppe cose e non ho nemmeno … -.
-Non hai tempo per me, vero? E’ quello che volevi dire! Ora hai da preoccuparti per Bill, per Potter che sarà arrabbiato, per la tua famiglia, i giornali, la tua squadra. Ed io?? Io dove sono classificato? Quando è il mio turno??-.
Ora basta!
-Se tu sei qui, libero, è solo grazie a me! Io ho avvelenato Pansy! Io ho rubato il Veritaserum! Io ho convinto Kingsley! Forse ti fa comodo vederlo ma tutto il mio tempo lo spendo PER TE!!! Questo è il tuo ringraziamento!- lo spintono indietro.
-E per questo dovrei stare zitto e accettare sempre di ricevere solo i tuoi scarti? Sono esausto! Ormai, sono anni che ti rincorro . Quanti giorni avremo passato insieme, in totale? Forse, un mese? E il resto? Io che ti inseguo e tu che mi riempi di palle! Sono dovuto finire in carcere perché tu mi raccontassi la verità!!-.
-Pensavo che dessi di matto … - provo a spiegargli ma non vuole ascoltarmi.
-TU … mi fai andare fuori di testa!! TU!!! Perché non mi rendi partecipe di niente! Prendi tu tutte le decisioni! Tu non mi hai mai scelto veramente perché se lo avessi fatto mi avresti reso partecipe di tutto!!-.
-Cosa dovrei fare, dimmelo tu!!- vuole prendere decisioni e che allora lo faccia.
-Fai pace col cervello! Metti ordine in te! Non verrò a pregarti! Farò solo quello che è giusto per me!-.
Lo guardo dritta negli occhi. Come fa a non capire che brutto momento è questo, per me? Sapere che Bill ha cospirato contro di me, per lui non ha alcuna importanza?
Non ho nulla da dire; mi sento solo svuotata e stanca. Mi avvicino alla sedia e afferro la mia giacca.
-Te ne vai via così?- mi si para davanti Malfoy.
-Ho capito perfettamente quello che mi hai detto. Farò pace con me stessa ma, adesso, mi scoppia la testa. Ho un miliardo di cose da pensare e tu non mi faciliti niente, come al solito!-.
-Non verrò a bussare alla tua porta!- dice quasi in tono intimidatorio.
-HO CAPITO!!! Ho capito perfettamente quanto siano profondi i tuoi sentimenti per me!!- non voglio più ascoltarlo.
Lui cambia espressione e, se prima era arrabbiato, ora sembra sul punto di scoppiare a ridere.
-Di tutto il mio discorso tu hai capito questo??- si gratta il mente –Non capisci proprio un cazzo, Weasley!-.
-Stammi bene Malfoy!- lo spintono con una spalla e mi dirigo verso l’uscita.
-I miei sentimenti sono solidi come una roccia! Cerca di pensare ai tuoi! Se vuoi tornare da me, torna solo a una condizione: farmi diventare parte integrante della tua vita, in tutto e per tutto! Io ho voglia di superare tutti gli ostacoli che ci sono ma lo voglio fare con te! Da solo, non ce la faccio più! Da soli, ci distruggono. Insieme, possiamo farcela! Se non sei di questa idea, restatene dove sei!-.
Vorrei rispondere ma non sapendo bene cosa dire, afferro la maniglia ed esco, lasciandolo lì dentro da solo.
Una parte di me, vorrebbe tornare indietro e dirgli che anche i miei sentimenti sono solidi ma, in fondo, so che nelle sue parole un minimo di verità c’è.
Ma io cosa posso fare? Mi sento come se fossi in un labirinto e non trovo più la strada giusta per uscire.

 


 
La strada verso casa non mi è mai sembrata così lunga. Il sole che ormai sta sorgendo, mi da le spalle. Sono così stanca che ogni passo che faccio, mi costa una fatica indescrivibile.
In fondo al viottolo vedo la Tana e questo significa solo una cosa. E’ arrivato il momento di affrontarli, il momento di parlare con Bill.
Faccio gli ultimi metri che mi portano a casa, ripetendo nella mia testa le parole di Draco. Forse ha ragione, il problema sono io. Un’altra ragazza, forse, avrebbe gestito tutto diversamente, commettendo meno errori dei miei. Quanti errori ho commesso? Sono io la miccia che fa esplodere tutto?
-Ginny!!- mi chiama mia madre da dietro il vetro della cucina –Ti abbiamo dato per dispersa!-.
Mia madre esce in giardino e mi corre incontro, con il suo broncio arrabbiato.
-Si può sapere dove sei stata? Stavamo per chiamare il Ministero per cercarti!!Passare la notte fuori … senza dirci nulla-.
-Ero al Ministero!- taglio corto –Ho passato la notte lì!-.
-Posso sapere cosa diavolo ci facevi al Ministero, di notte??- mi guarda scioccata.
Visto che devo dire la verità, tanto vale raccontarla una volta a tutti.
-Sveglia tutti! Dobbiamo parlare!-.
Mia madre stranamente non ribatte; deve aver capito, dal mio tono di voce, che ci sono cattive notizie in arrivo ed è inutile contraddirmi.
In poco meno di dieci minuti, vedo sfilare davanti a me tutti i miei fratelli, mio padre, Hermione che deve essere tornata dal weekend con i suoi genitori  e, per ultimo, Harry.
Dalle occhiaie che ha ed essendo l’unico a non a fare nemmeno uno sbadiglio, penso che Harry sia l’unico che non stesse dormendo quando mia mamma lo ha chiamato.
Evito di guardare Bill, che nel frattempo si è seduto a capotavola, e mi perdo a guardare Ron ed Hermione mentre si tengono per mano. Sprizzano felicità da tutti i pori.
-Allora, tua mamma ha detto che ci dovevi parlare urgentemente!-  incomincia mio padre –Prima vorrei sapere, cortesemente, dove sei stata da ieri!-.
Noto Harry appoggiarsi al bancone della cucina e massaggiarsi le tempie; sta evitando di guardarmi. Non so se è più arrabbiato o più preoccupato. Mi è difficile, in questo momento, interpretarlo.
-Sono stata al Ministero. Ieri sera, Pansy Parkinson ha confessato!- tutti alzano la testa guardandomi con aria interrogativa. Tutti tranne Bill che resta immobile.
-Non ho capito!- dice George cercando di trattenere uno sbadiglio.
-Malfoy, come previsto, è innocente! Pansy ha ammesso che dietro all’attacco a Riley non c’era Malfoy ma lei, lo stesso Riley e … -.
Mi fermo aspettando che Bill alzi la testa e mi dia qualche segnale di panico ma, invece, nulla. Anzi! Mi guarda con un’aria di sfida che mi fa andare il sangue al cervello.
-E … ?- mi chiede Harmione.
-Ce lo dice Bill chi è il terzo!- lo fulmino con lo sguardo. All’improvviso tutti, compreso Harry, si voltano a guardare Bill.
-Andava fatto!- si limita a dire Bill. Resto sconvolta dalla tranquillità con cui lo dice.
-Che cosa?- gli chiede Ron mentre mi accorgo che Hermione sembra l’unica ad aver capito già tutto.
-Non sto capendo nulla!- urla mia mamma guardando prima me e poi Bill.
-Diglielo tu!- mi rivolgo a Bill –Assumiti le tue responsabilità!-.
Lo guardo con quella sua aria spavalda e mi rendo conto di non sentire assolutamente nulla, se non rabbia. Dov’è finito il fratello mite e tranquillo, buono e onesto che conoscevo?
-Sì è vero! L’Ho fatto!- mi guarda Bill.
-Fatto cosa?- gli si avvicina papà.
-Ho organizzato tutto io! Con Riley e con la Parkinson! Volevamo tutti liberarci di Malfoy! Abbiamo pagato uno  che mettesse fuori gioco Riley per far ricadere tutta la colpa su Malfoy!-.
In tutta la sala, cala il gelo. Tutti restano impietriti, tranne io che sapendo già tutto, mi limito a fissarmi i piedi.
-Sei sceso a compromessi con Pansy Parkinson!- affermo a voce alta –Ti rendi conto?-.
-Senti chi parla! Tu ti sei fatta incantare da Malfoy! Non bastava esserti fatta manipolare da Voldemort!- mi urla –Volevo fermare questa tua predilezione per la magia oscura! Mettiamola così!-.
-NON TI PERMETTERE!!- scatto verso di lui e tiro un pugno sul tavolo –Non mettermi in mezzo! Nessuno stava più avendo contatti con Malfoy! Eravamo finalmente tutti in pace! Hai scelto tu di metterti nei guai! Non lo hai fatto per me! Non osare dirlo!-.
-Ginny … - mi chiama Hermione dall’altra parte del tavolo ma resto ferma a fissare Bill.
-Noi non possiamo correre i rischi di avere a che fare con quel mangiamorte! Ce ne siamo liberati … -.
-Mi dispiace deluderti ma Kingsley, dopo la confessione di Pansy, ha rilasciato Draco!- Bill scatta in piedi –E’ libero! Prega, in ginocchio, che non ti voglia denunciare! Sei nei guai, lo capisci questo?-.
-Sei stata tu vero? C’entri tu con la sua liberazione? Pansy non avrebbe mai confessato di sua spontaneità?-.
-Ginny … - interviene Harry e, questa volta, mi volto a guardarlo.
-Andava fatto!- ripeto le esatte parole di Bill –Gli innocenti devono restare innocenti!-.
-Così hai scelto lui e non tuo fratello?- chiede Bill –Preferisci che ad Adzakaban ci finisca io e non lui!-.
-Non finirai ad Azkaban! Non fare la vittima, lo sai benissimo! Non sei un ex detenuto ed ex mangiamorte! Ciò non toglie che, qualunque conseguenza ci sarà, sei tu che lo hai deciso! La colpa è solo tua!!-.
-Ma vi rendete conto?- scoppia a ridere Bill –Ha tirato fuori un mangiamorte quando potevamo liberarcene una volta per tutte. Lui meritava di stare lì! Forse non ha colpito Riley ma tu ti stai dimenticando tutti i crimini che ha commesso senza mai scontare le sue colpe!!!-.
-Ce ne eravamo già liberati!!- lo spingo facendo spaventare tutti che scattano in piedi, allarmati.
-Ah sì? Perché non lo hai lasciato lì a marcire?? Perché??- mi urla Bill da dietro la spalla di George.
-Non siamo giustizieri! Noi siamo quelli buoni, te lo ricordi? Noi non le facciamo certe cose!!- gli punto il dito mentre sento Harry afferrarmi per un braccio.
-Tu hai fatto di peggio!!- mi urla Bill –Tu ci hai disonorati! Ci hai fatto vergognare di essere la tua famiglia!! Qualcuno doveva intervenire! Non sei più tornata in te da quando lo conosci!!-.
-Bill … - provano ad ammonirlo sia Harry sia mio padre.
-Non te ne frega niente né di noi né di Harry! Sei solo un’egoista! Hai scelto di difendere lui e non tuo fratello! Il tuo sangue!-.
-Pensi di essere migliore di Malfoy??- gli chiedo cercando di avvicinarmi –No! Sei diventato come lui! Anzi, tu sei peggio!!-.
-Non ti azzardare!- mi urla Bill che sembra voglia veramente colpirmi.
-Dai picchiami!! Buttami a terra come hai già fatto!!- lo aspetto a braccia aperte.
-CHE COSA HAI FATTO TU?-gli urla mia madre.
-Te lo meritavi! Qualcuno doveva farti tornare in te! Non ci sono riuscito! Lo sai la vergogna che proviamo … !-.
-Schieratevi!!!!- urlo alla mia famiglia –O me o lui! Adesso!! Se scegliete lui, non mi rivedrete mai più!-.
-Ginny … - mi chiamano mio padre e Ron all’unisono –E’ tuo fratello!-.
-Ma non la vedete cosa è diventata?- mi provoca Bill.
-Ho cercato di capirvi tutti! E’ stato uno shock per voi, lo so ma ora basta! Non ho ucciso nessuno e non mi merito tutto questo!-.
-E’ sangue del tuo sangue, Ginny!- mi dice dolce Hermione.
-LUI NON E’ PIU’ MIO FRATELLO!!- gli urlo in faccia, facendolo trasalire. Questa volta, sembra veramente scosso da quello che ho appena detto.
-Ti ha fatto il lavaggio del cervello … - prova a rispondere Bill.
-NO! SONO STUFA DI ESSERE INSULTATA DA TE! Sei diventato cattivo e disumano! Non sei più il Bill di una volta e questo Bill mi fa schifo! -.
-Ginny ragioniamo … - cerca di calmarmi mio padre.
-No Basta! Non ho fatto niente di male! O capite me o capite lui! Non ho mai tolto nulla a voi! Ho solo voluto bene a una persona che voi non meritate degne nemmeno di esistere! Ma io non ho mai tolto un briciolo di affetto a nessuno di voi- guardo tutti uno per uno, compreso Harry –Vi ho messo sempre al primo posto. Ora però basta! O me o lui!-.
Mia mamma comincia a piangere e si accovaccia sulla sedia. Vedendola, respiro e provo a calmarmi. Non mi piace farle questo ma non è nemmeno  giusto che io debba subire questo.
-Se non ti rimetti in riga, tu ed io non ci rivediamo mai più!- dico a Bill –In quanto a tutti voi, vi facilito la scelta. Tenetevi lui che non vi fa vergognare! Se riuscite a farlo ragionare o volete ragionare con me, io torno dalle ragazze! Casa mia è sempre aperta, per chiunque voglia fare un dialogo civile e mettere via i dissapori! Mamma, tu puoi venire da me tutte le volte che vuoi!-.
-Te ne vai con Malfoy?- mi punzecchia Bill.
-Bill, piantala!- lo ammonisce George.
-Bill … fottiti!- gli dico in faccia.
Poi, senza aggiungere altro o guardare nessuno, esco dalla porta in cucina sbattendola. Comincio a correre e più metri faccio, più mi sento delusa da loro. Pensavo che Bill mi avrebbe chiesto scusa o che almeno qualcuno provasse a trattenermi.
Quando resto senza fiato, mi fermo e inizio a guardare il cielo per trattenere le lacrime.
-Ehi!- mi sento tirare per un braccio –Vai via senza di me?-.
Mi giro e vedo Harry.
Guardandolo così affannato, scoppio a piangere. Pensavo fosse arrabbiato e che non mi avrebbe mai capito. Allora, non sono sola. Nonostante tutto, lui è ancora qui. E’ questo il vero amore? Accettare una persona con i suoi pregi e suoi difetti.
-Credevo che tu non mi volessi più vedere!- sussurro.
-Io ho ancora voglia di ascoltarti!!- mi risponde Harry.
Per calmarmi dai singhiozzi, Harry mi cattura in un abbraccio e restiamo così per quella che sembra un’eternità.
Tutto è così difficile. Perché?

 


 
3 GIORNI DOPO

ARTHUR WEASLEY.
 
Provo a concentrarmi sulle pergamene che ho sulla scrivania ma il pensiero mi corre sempre ai miei figli e a Molly. Non è un gran bel momento. Forse, dovrei chiedere un periodo di pausa dal lavoro, per poter stare più vicino alla mia famiglia!
Ripenso a tutto quello che è successo; sono passati tre giorni ma mi sembrano un’eternità. Continuo a ripensare a Ginny e a Bill che quasi si mettono le mani addosso. Quando è che ci è sfuggita la situazione dalle mani? Dovevamo, forse, stare più vicino sia a Bill sia a Ginny.
Sono così sovrappensiero che, quando sento bussare alla porta, faccio un salto sulla sedia.
-Entra Clarke!- convinto che si tratti del collega che ha lo studio accanto al mio e che tutte le mattine mi viene a bussare, per commentare insieme qualche strana notizia letta sulla Gazzetta del Profeta.
-Prendiamo un succo di zucca?- chiedo a Clarke finendo di firmare l’ultima pergamena.
-Preferisco un Whisky!-.
Sentendo la voce, faccio cadere la piuma per terra.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo, di fronte a me, niente di meno che Draco Malfoy.
Lo guardo qualche secondo per essere certo che non sia un’allucinazione. No! Non lo è! E’ proprio lui, in carne ed ossa, in uno dei suoi completi scuri e con una cravatta perfettamente annodata.
-Cosa ci fai qui?- cerco di non far trasparire il mio stupore.
-Volevo parlarle, signore!- mi risponde calmo Malfoy.
-Non ho nessuna intenzione di stare ad ascoltarti!- mi alzo in piedi.
-Le ruberò poco tempo!-. Malfoy resta immobile, al centro della sua stanza. Conosco questo ragazzo da un po’ di tempo ma è la prima volta che lo vedo essere così composto. Non ha ancora detto nulla di spiacevole. Sono sorpreso, soprattutto, perché è la prima volta che lo sento chiamarmi signore.
-Sei venuto per vantarti con me? Per dirmi che hai denunciato mio figlio?- figurati se uno come lui non coglie quest’occasione al volo.
-No!- risponde calmo – Tutt’altro!-.
Gli faccio segno di andare avanti! Già che è qui per non vantarsi, è già una sorpresa.
-Credo che, l’ultima volta, a casa vostra io abbia esagerato! Sono stato maleducato e su molte cose, anche bugiardo! Volevo che lei porgesse alla sua famiglia, le mie scuse!-.
Mi risiedo sulla mia poltrona. Resto a bocca aperta a guardare la persona che ho davanti. Sta facendo una parte o parla sul serio???
-Hai bevuto?- gli chiedo di getto.
-No! Sono serio come non mai. E’ da un po’ di tempo che volevo venire da lei!-.
-Draco Malfoy che chiede scusa a noi Weasley! E io che pensavo di averle viste tutte nella vita! Forse, questo, è il segnale che è arrivata la mia ora di lasciare questo mondo?-.
-Probabilmente, se continuo così, lei vivrà molto più a lungo di me. I rapporti non miglioreranno se qualcuno non fa il primo passo! Ho deciso di farlo per primo. Ora, sta a voi!- si gira per andarsene.
-Aspetta!- lo richiamo – Tu ci tieni ad avere rapporti con noi?-.
-No!- risponde sincero –Vorrei però ci fosse quel minimo di civiltà che mi consenta di non dover stare sempre all’erta per difendermi da voi! Io rispetto voi e voi … provateci-.
-Hai denunciato mio figlio?- gli chiedo curioso di sapere cosa abbia fatto in questi tre giorni. Li ho letti i giornali e so che è uscito il giorno stesso in cui, in casa mia, è scoppiato il finimondo.
-E a cosa servirebbe? L’importante è essere uscito da Azkaban! Non cerco vendetta!- mi risponde guardandomi dritto negli occhi.
-Allora, se stanno così le cose, ti chiedo io scusa per il comportamento di mio figlio! Non è così che l’ho educato!- mi alzo in piedi, faccio il giro della scrivania e mi avvicino a lui.
-Non è stato nulla di così sconvolgente per me! Ci sono molte persone che mi odiano! Mi basta essere libero!-.
-Per un figlio che ti ha fatto finire dentro, ho un altro figlio che ti ha aiutato a uscire!- provo a estorcergli qualche informazione di più –Sai, quando ti ho visto, per un momento, ho pensato che fossi venuto qui per comunicarmi che tu e mia figlia scapperete via insieme!-.
-Io non voglio scappare da nessuna parte!- dice serio -Lo sa che ha una figlia straordinaria, vero?- sussurra.
-Se è riuscita a colpire persino Draco Malfoy … penso che sia la cosa che mi è venuta meglio nella vita!- la mia Ginny! – Spero solo che qualcuno non me la rovini!-.
Malfoy fa un mezzo sorriso.
-Se non ci sono riuscito in tutto questo tempo a portarla sula via della perdizione, credo che lei, signor Weasley, possa dormire sonni sereni!-.
Non so se essere contento o iniziare a preoccuparmi.
-Che intenzioni hai con lei?- sono così curioso. Voglio capirlo! C’è qualcosa in lui di diverso. Qualcosa che, forse, non ho mai visto. Sta recitando? Questo non lo so ma qualcosa mi spinge a continuare ad ascoltarlo.
Malfoy alza le spalle ma io resto in attesa di una risposta.
-Aspettare … che le cose si mettano a posto! Non sono mai stato una persona molto paziente ma adesso lo devo essere. Nel mentre, provo a mettere a posto la mia coscienza!-.
Senza aggiungere altro, abbassa la maniglia ed esce dalla porta, lasciandomi da solo, in mezzo alla stanza, a chiedermi che fine ha fatto il Malfoy che conoscevo.
-Buona fortuna!- mi sfugge involontariamente
 
 
 
 
 
 
 


 
Eccomi!!
So che direte che sono in ritardo! Avete ragione ma, questa volta, oltre al nuovo capitolo, ho riletto di nuovo tutta la storia.
Avendo cominciato molti anni fa a scriverla, mi sono accorta di molti errori sia grammaticali sia lessicali.
Tenendoci molto, sto pian piano revisionando i vari capitoli. Ovviamente, nessun cambiamento a livello di trama!! Solo grammatica e punteggiatura!! Giuro!!
Pian piano correggerò tutta la storia! Per ora, ho corretto i primi tre capitoli ma, giorno per giorno, seguiranno anche gli altri.
Quindi, chiunque sia interessato, consiglio di buttare un occhio ogni tanto alla storia e chi ne abbia voglia di ricominciare a leggerla. Vi assicuro che sarà più piacevole anche per voi rileggerla con un italiano corretto!
Passando a questo capitolo, la verità è saltata fuori ma le cose non si sono molto risolte per la nostra Ginny.
Mi piace il fatto di aver scritto di un Draco molto più maturo e meno istintivo.
Mi ha emozionato immaginare anche Harry che, nonostante tutto, sia ancora vicino a Ginny.
Parlando della nostra protagonista, cosa ne pensate? Tiene il piede in due scarpe, è confusa o ha solo paura??
Ditemi la vostra!!!
Nel prossimo capitolo, rivedremo tutte le compagne di squadra e vi anticipo che Ginevra sarà costretta, per motivi che scoprirete, a rilasciare un’intervista alla Gazzetta del Profeta.
Ne vedremo delle belle!!!
A presto!!!
Fatemi sapere e ancora grazie a tutti quelli che seguono la storia e mi scrivono (anche privatamente).
Non vi abbandono!!!

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Capitolo 32
*** Dove non vorrei mai essere ***


CAPITOLO 32
Dove non vorrei mai essere.
 
 
 
Cammino per il corridoio che mi sembra infinito. Sento freddo in tutto il corpo. Tutto questo è un incubo. Mi hanno consigliato tutti di non venirci qui ma non ho avuto dubbi. Dovevo venire. Per me. E anche per lui.
Finalmente intravedo qualcuno.
-Scusi- fermo una medimago che cammina frettolosamente –Dove posso trovare la camera dei Malfoy?-
-Lei chi è?- mi chiede. Riconosco il suo sguardo. Riconosce il mio volto, forse l’ha visto migliaia di volte sulla Gazzetta del Profeta, ma non riesce a collocarmi alle immagini che vedrà, più o meno, tutti i giorni.
-Un’amica!- resto vaga.
-La terza porta a sinistra!- la ringrazio – Cerchi di stargli vicino! Non saranno giorni facili!-.
Sento il gelo scorrermi nelle vene come mi succede ormai da giorni, da quella maledetta mattinata quando Harry mi ha fatto leggere la prima pagina del giornale.
Faccio un respiro profondo e mi avvicino alla porta. Il San Mungo non mi e’ mai sembrato così vuoto e freddo ma, in effetti, in questo piano non ci sono mai stata.
Ho sempre evitato accuratamente di scendere quaggiù … nell’obitorio.
E’ tutto così buio, non ci sono rumori e le poche persone che incontri tendono ad abbassare la testa per non incontrare lo sguardo di nessuno.
Non so cosa fare. Busso? Aspetto qui fuori che esca qualcuno?
Resto con la mano sospesa in aria e mi torna in mente la mattina che ho letto la notizia. Avevo capito dalla faccia di Harry che c’era qualche brutta di notizia in arrivo ma, mai, avrei immaginato questo.
La vita non smette di sorprendermi. Se penso al passato, alle cose brutte che ho detto, io …
Sento le lacrime bruciarmi gli occhi. Harry mi aveva avvertito che non sarebbe stato semplice.
Mi asciugo gli occhi con la manica della giacca e mi decido a non tergiversare.
Sto per bussare quando sento dei passi avvicinarsi.
-Ciao-. La sua voce mi risuona bassa e fredda come non mai.
Mi stringo nelle braccia e mi volto.
E’ da quel giorno al Ministero che non lo vedo più e, nonostante non sia più sciupato come quel giorno, non l’ho mai visto così pallido. Ha un paio di occhiali da sole che gli coprono gli occhi e, questo, non lascia presagire nulla di buono.
Ha un completo nero e una camicia coordinata perfettamente stirati. Potrebbe essere perfetto per un servizio fotografico se non fosse che, è vestito così perché siamo in un obitorio.
-Ciao!- rispondo con un filo di voce. Mi sembrano passati anni dall’ultima volta che l’ho visto.
Mi accorgo che non ho idea da dove iniziare.
-Non voglio disturbarti … se hai da fare, passo più tardi … - sto farneticando e me ne accorgo benissimo da sola.
Lui resta zitto ma si limita a togliersi gli occhiali da sole e infilarli dentro la tasca della giacca.
Quando rialza la testa mi accorgo che sotto gli occhi ha un paio di profonde occhiaia. Sembra che non dorma da settimane.
-Mi dispiace tanto … - provo a ricominciare – Mi dispiace veramente!-.
Lui mi guarda e annuisce silenziosamente.
-Posso fare qualcosa per te? Hai bisogno di qualcosa?- gli chiedo sottovoce.
-Hai letto i giornali vero?- si appoggia contro il muro.
-Sì!- chi non ha letto i giornali di ieri?
Da quel giorno al Ministero, dopo tutto il casino che era successo, mi ero ripromessa che non avrei letto più nessun titolo di  giornale; mi è bastato leggere quello che avevano scritto quando era saltata fuori la storia tra me e Malfoy.
Ieri, però, mi è stato impossibile non leggere. Quando Harry mi ha portato il Profeta, avevo già capito che era successo qualcosa di grave ma non avrei mai immaginato si trattasse di questo.
-Lo ha fatto per farmela pagare!- sussurra mentre fissa il pavimento.
-Non dire così!! Non darti colpe che … -.
-Lo ha lasciato scritto!!- m’interrompe e mi porge un biglietto.
-Ti ha lasciato un biglietto?- gli chiedo fissando la piccola pergamena che mi sta porgendo.
L’afferro e la srotolo.
 
Mi hai rovinato la vita.
E ora ti voglio lasciare l’unica cosa che ti distruggerà: il senso di colpa!
Ci porterai sulla coscienza per sempre.
 

Sono esterrefatta da quello che ho letto. Con quale lucidità ha potuto scrivere una cosa del genere prima di lanciarsi dalla finestra del suo appartamento.
I soccorsi sono arrivati troppo tardi e per il bambino non c’è stato nulla da fare. Il suo cuore ha smesso di battere al momento dell’impatto. I Medimago hanno provato a salvare Pansy ma, anche lei, è deceduta qualche ora dopo al San Mungo.
-Non so cosa dire … - rileggo la pergamena e non riesco a crederci che Pansy sia arrivata a tanto.
-Mancavano meno di dieci giorni al parto!- sussurra.
Mi avvicino lentamente e gli accarezzo la guancia. Quando è stata l’ultima volta che ha chiuso gli occhi o che ha riposato un paio di ore?
-Ma cos’è successo? Avete litigato?-.
-No!- scrolla la testa –Mi ero assicurato che non ci sarebbero state conseguenze per lei con la storia di Riley. C’era un accordo col Ministero! Saremmo stati liberi tutti. Le ho detto che le avrei comprato la casa che desiderava. Ero pronto a occuparmi del bambino. L’avevo accompagnata qui al San Mungo, all’ultima visita. Avevo preso una casa a Hogsmeade vicino a lei, per starle vicino. Avevo già montato la … -.
Gli s’incrina la voce e comincia a tossire. Si copre gli occhi e si strofina il viso.
-Quindi cosa è successo?-.
-Lei voleva che io la sposassi. Voleva il mio cognome. Non le bastava che il bambino fosse un Malfoy. Se ne stava facendo una malattia, non parlava di altro. Mi diceva che era tutto per lei … non … -.
Gli si rompe la voce –Draco … -.
-TU!! MALEDETTA!!- non faccio in tempo a girarmi che sento due mani dietro la schiena che mi spingono brutalmente. Presa di sorpresa, non riesco a tenere l’equilibrio e vado a sbattere contro il muro.
Sento un dolore accecante allo zigomo destro.
-Mamma!!!- sento Malfoy superarmi.
Mamma? Mi giro e la vedo! Narcissa Malfoy, sopra di me mentre cerca di liberarsi dalla presa di Draco. Mi guarda con gli occhi iniettati di sangue.
-MALEDETTA! Lasciami Draco! E’TUTTA COLPA TUA!! SEI TU CHE HAI MESSO STRANE IDEE IN TESTA A MIO FIGLIO! OSI ANCHE PRESENTARTI QUI! CI HAI ROVINATO TU E QUEL MALEDETTO POTTER!!-.
Mi rialzo a fatica e mi porto a distanza da lei che continua a sbracciarsi. Draco riesce a tenerla a fatica.
-COME TI PERMETTI DI VENIRE QUI! ESCI DALLE NOSTRE VITE!! HAI ROVINATO MIO FIGLIO! MIO NIPOTE! ERA MIO NIPOTE! MALEDETTI WEASLEY!-.
Sento un rivolo di sangue rigarmi la guancia ma non mi preoccupo neanche di asciugarlo. Sono assorta a vedere Draco che usa tutte le sue forze per bloccare sua madre!
-Mamma, calmati! Ti sentirai male!-.
Vedo due uomini, dal fondo del corridoio, correre verso la nostra direzione. Quando si avvicinano, dallo stemma cucito sulle giacche, capisco che sono due uomini del Ministero.
-Signora Malfoy ci segua senza opporre resistenza! Non era autorizzata ad avere contatti con l’esterno!!- urla uno dei due.
Entrambi la strappano via dalla presa di Draco e, incuranti delle sue proteste, la portano via.
-E’ COLPA TUA MALEDETTA!- la sento gridare ancora.
Mi sembra come di aver avuto un’allucinazione ma il sangue e il dolore al volto mi fanno capire che è successo veramente.
Vedo Draco con si copre il volto con le mani e, approfittando della sua distrazione, mi pulisco la guancia.
-Le hanno concesso un permesso per venire qui. Non le è permesso venire al funerale però. A dirla tutta, i genitori di Pansy non vogliono nemmeno me … ti chiedo scusa per mia madre! Nulla di tutto questo, è colpa tua!-.
-Non importa!! Davvero … è solo un brutto momento per tutti!- non sono venuta per creare problemi. Sapevo i rischi che correvo. Erano più che prevedibili.
-Mi dispiace davvero, Malfoy. Non avrei mai voluto tutto questo! Se ce l’avete con me e vuoi che me ne vada, io lo capirei comunque!-.
-Non è colpa tua!- dice freddo –Non l’hai spinta tu giù dalla finestra e nemmeno io! Forse avrei dovuto tenerla d’occhio di più!-.
-Come facevi a prevedere una cosa del genere?- chi mai poteva immaginare tutto questo.
-Mi ero abituato all’idea del bambino. Ero sicuro che lui, alla fine, mi avrebbe portato qualcosa di buono!-.
Lo vedo sincero e così vulnerabile che mi sembra un cucciolo appena abbandonato.
Lo prendo delicatamente per un braccio e lo faccio sedere vicino a me.
-Quel bambino avrebbe tirato fuori il meglio di te! Ma il buono che c’è in te, io lo vedo sempre!-.
Malfoy accenna un sorriso.
-Da quanto non dormi o non tocchi cibo?- gli chiedo.
-Da quando mi è arrivato il gufo di quello che aveva fatto la Park … Pansy. Sai che non riesco nemmeno a odiarla?-.
-Perché non ti riposi un paio d’ore? Il funerale è domani mattina! Vai a sdraiarti!-.
-NO! Non ho voglia di tornare ad Hogwarts e sentire tutto quel chiacchiericcio!- allunga le gambe e si strofina gli occhi.
-Conosco io un posto tranquillo dove puoi riposare tranquillamente!-.
Mi guarda dubbioso.
-Ti fidi di me?- gli allungo la mia mano.
Dopo un attimo di esitazione che sembra un tempo infinito, afferra la mia mano e, senza perdere tempo, ci smaterializziamo.
Quando arriviamo, a momenti, Malfoy cade a terra ma riesco ad afferrarlo giusto in tempo.
-Mi hai portato dalle Holidays Harpies? – mi chiede poco convinto della mia scelta.
-Le ragazze non ci sono! Sono in ritiro per due giorni e, questa, è anche casa mia!- apro la porta e gli faccio segno di entrare. L’argomento Margareth è meglio non toccarlo.
Non è cambiata molto dall’ultima volta in cui è stato qui. Quante cose hanno visto queste mura!
-C’è qualcosa di diverso!- commenta lui quando varca la porta del salotto.
-Abbiamo fatto un po’ di pulizia!- preferisco non scendere nei dettagli soprattutto non in questo momento.
-Fai come se fossi a casa tua! Se c’è qualcosa di cui hai bisogno, non devi fare altro che chiamare!-.
-Dove stai andando?- mi chiede mentre stavo uscendo dal salotto.
-Immagino che tu voglia stare un po’ da solo!-.
Mi ricordo bene cosa ho provato quando è morto mio fratello e, in quei momenti, volevo solo stare da sola senza essere costretta a parlare con nessuno.
-Potresti restare! Solo che non so bene cosa dire e … - lo vedo che è in visibile difficoltà.
-Non devi dire nulla! Possiamo restare qui … in silenzio. Che ne dici?- mi avvicino e gli sposto tutti i cuscini del divano centrale. Gli faccio segno di accomodarsi e lui non se lo fa ripetere due volte.
-Ok!- mi risponde mentre si toglie la giacca e si allunga sul divano.
-Ti preparo qualcosa da bere!- mi tolgo i tacchi neri che mi stavano massacrando i piedi.
-Non ho voglia di bere!- mi rincorre la voce di Malfoy.
-Lo So!- non è la prima volta che lo vedo snobbare il Whisky –Pensavo più a un the caldo o a un succo di zucca!-.
-Quello che vuoi … -.
Lo lascio da solo mentre vado in cucire a preparare il thè; prendo qualche biscotto dalla credenza e preparo un piccolo vassoio da portargli.
Mentre verso il the nelle tazze, mi cade l’occhio sull’anello di Harry ma lascio perdere i mille pensieri che mi stanno balenando in testa e vado verso il salotto.
Quando entro mi accorgo che Malfoy ha già chiuso gli occhi, poso il vassoio sulla libreria, prendo una coperta e lo copro.
Guardandolo meglio mi accorgo che ha il viso contratto come se stesse soffrendo nel sonno; gli accarezzo una guancia e lascio la stanza chiudendomi la porta dietro.
 
 
Sto per finire di sistemare la cucina quando sento dei passi raggiungermi.
-Eccoti!- mi pulisco le mani sul grembiule.
Malfoy è spettinato, senza giacca e con il colletto della camicia sbottonato ma ha l’aspetto di chi ha ancora molto riposo da recuperare.
-Quanto ho dormito?- mi chiede sedendosi su uno dei sgabelli della cucina.
-Nemmeno un paio d’ore!- mi tolgo il grembiule e mi rinfilo la giacca del tailleur che avevo tolto per muovermi meglio in cucina.
-Hai cucinato?- in effetti il profumo mi ha tradito.
-Ho fatto una torta di mele! Immagino tu non abbia molto appetito ma qualcosa devi buttare giù!!- tolgo il coperchio e scopro la mia meraviglia.
Ho ereditato ben poco da mia madre ma il talento per fare dolci quello è riuscito a trasmetterlo!
Il profumo è delizioso anche se, in effetti, fare questa torta era l’unico modo per distrarmi e smettere di pensare.
-Con la bacchetta siamo tutti bravi!- commenta cercando di essere sarcastico.
-Ehi! Noi Weasley non usiamo la magia in cucina!- afferro un coltello e taglio una fetta per me e una per lui.
-Tieni!- gli passo il piattino con la fetta più grossa.
Lui, controvoglia l’afferra, prende la forchetta e ne assaggia un primo pezzo.
-Buona!-si limita a dire. Vedo che già dopo il secondo pezzo, posa la forchetta e ricomincia a strofinarsi le tempie.
-Draco … - vado accanto a lui –C’è qualcosa che posso fare per te?-.
-Si!- risponde senza guardarmi –Vorrei che domani non venisse nessuno di voi!-.
All’improvviso, sento il bisogno di andare a sedermi anche io ma non voglio fargli vedere il mio turbamento.
-Come vuoi … io … - vorrei che non si preoccupasse su nient’altro che non sia lui.
-Hai visto mia madre prima?- si allaccia i polsini della camicia –Nessuno è più lucido!-.
-Non devi aggiungere altro. Nessuno vi disturberà domani!- lo incalzo.
Fingo di occuparmi delle ultime stoviglie sporche per non incontrare il suo sguardo; lo sento che mi sta fissando, forse aspettando una mia reazione.
-Sapevo che saresti venuta oggi!- mi sorprende la sua affermazione e questo mi da il coraggio per voltarmi.
-Sì?- gli chiedo.
-Nei momenti difficili, tu arrivi sempre!- la sua voce quasi si rompe.
Decido di essere sincera, almeno oggi.
-A dirla tutta, ero molto indecisa se venire oggi! Non ero così convinta che ti avrebbe fatto piacere e non volevo crearti problemi!-.
-Devo andare adesso!- dice all’improvviso –Devo fare ancora molte cose prima di domani. I genitori di Pansy non sono molto felice di avermi tra i piedi e questo rende tutto più difficile!-.
-Certo! Capisco!- vado in salotto per recuperargli la giacca e lo sento camminare dietro di me.
L’afferro e gliela porgo.
-Draco … per qualsiasi cosa tu abbia bisogno … io ci sono! Qualsiasi! -.
Mi regala un sorriso un po’ forzato.
-Ci potremmo solo … abbracciare?- leggo tutta la sua sofferenza nel suo viso e questo mi da un pugno dritto allo stomaco –So che … -.
Prima che lui possa aggiungere altro, senza nemmeno rifletterci, lo tiro verso di me e lo stringo tra le mie braccia, con tutta la forza che ho.
Mentre sento le sue braccia circondarmi, gli accarezzo la testa.
-Non sei solo Draco! Tu hai me! Sempre! Ok?- lo stringo ancora più forte.
-Non ti ho mai avuta! Come non avrò più quel bambino!- sussurra.
-Non è vero! Ci sono dei problemi ma io per te ci sarò per sempre! Qualunque cosa accada … -.
-Anche se tra otto giorni sarai la Signora Potter?-.
Non volevo parlare di questo. Non volevo nemmeno accennare all’argomento. Non è il momento.
-Un cognome non cambierà mai quello che sono!-.
Mi guarda con una strana espressione come se volesse aggiungere qualcosa ma, alla fine, mi da un fugace bacio alla fronte e, prima che io possa chiedergli quando lo rivedrò, si smaterializza davanti ai miei occhi.
Crollo sul divano e mi viene in mente che ho la prova dell’abito; guardo l’orologio che segna le sei passate.
Sono in ritardo di più di mezz’ora.
Margareth sarà su tutte le furie, è la volta buona che mi uccide.
C’è però una cosa che la farebbe infuriare ancora di più: sapere che non ho alcuna voglia di misurare quell’abito.
 
 
 
 
 
SONO TORNATA!!
No non è una minaccia!!
E’ passato molto tempo, lo so! Spero di ritrovarvi tutti! E se così non fosse, capirei comunque!
Ovviamente, per chi se lo chiedesse, questo non è il capitolo completo!!
Uscirà a breve tutto il seguito ma questo capitolo, più corto rispetto ai soliti, rappresenta uno snodo cruciale.
Vi consiglio anche, se avete voglia e tempo, di farvi una ripassatina di tutti i capitoli precedenti che, piano piano, sto correggendo da alcuni errorini.
Spero vi facciate sentire perché sono troppo curiosa di sapere cosa ne pensate!
Scusate l’assenza ma la vita quotidiana è molto impegnativa!!
A presto.
 
 
 
 

 

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