Piccoli ritratti in musica

di _Branwen_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Dalla pace del mare lontano ***
Capitolo 3: *** True ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


Un nuovo inizio
Un nuovo inizio


“Now I'm looking to the sky to save me,
Looking for a sign of life,
Looking for something to help me burn out bright.
I'm looking for a complication,
Looking 'cause I'm tired of lying,
Make my way back home when I learn to fly high."

Learn to fly, Foo Fighters.

I primi raggi dell'alba filtrarono dalla finestra e, come se sapessero dove colpire, si posarono sugli occhi dell'uomo che, sbadigliando, si sollevò mettendosi seduto sul letto; a quanto pareva, alcune vecchie abitudini erano destinate a non sparire mai e Blackwall – da quando aveva memoria – era sempre stato un tipo mattiniero.

Avvertì un tocco gentile, e sorrise nel vedere la gamba di Aoife alzarsi e posarsi sul suo fianco sinistro, come a volerlo abbracciare mentre lei continuava a dormire. Per un istante rabbrividì nel sentire il piede freddo – freddolosa come al solito, disse Blackwall ridacchiando – dell'Inquisitrice sulla sua coscia: era un gesto che la ragazza faceva spesso nel sonno e, sebbene l'uomo non le avesse mai raccontato di questo suo modo di fare, a lui faceva piacere questa piccola stranezza.

Certe cose non cambiano mai, pensò contento, carezzando delicatamente la pelle morbida di lei, stando bene attento a non farla svegliare. Si beava di quel contatto improvviso e vi leggeva la volontà di Aoife di non volerlo lasciare andare via, così come gli aveva più volte ripetuto – con forza e convinzione – mentre si scambiavano confidenze e confessioni; aveva provato una volta a sparire per cercare di alleggerire i suoi sensi di colpa, ma aveva fallito e in cuor suo ne era contento: aveva ottenuto qualcosa di più grande di lui, che gli illuminava la vita.

Quella notte Aoife, in preda all'estasi, lo aveva chiamato col suo vero nome: Thom.
Al solo ricordarlo un brivido gli percorse la schiena, ma nel suo animo non c'era spazio né per la paura né per la rassegnazione; per la prima volta in vita sua era davvero sereno.
Il timore di perdere la donna amata se avesse saputo la sua vera identità era ormai un ricordo lontano, diradatosi assieme all'inquietudine che aveva attanagliato il suo cuore a causa di tutte quelle bugie dette sin dall'inizio. Tutte le maschere che aveva indossato fino a quel momento – come un orlesiano avvezzo al Gioco, si ritrovò a pensare – erano infine state distrutte e poteva assaporare una libertà mai provata fino a quel momento.

Era finalmente libero di davvero essere se stesso, o quantomeno di provare a conoscersi, assieme ad Aoife. Esser stato Blackwall per troppo tempo, costruendo un personaggio al di là della sua persona, gli aveva fatto dimenticare chi fosse veramente, ma era fermamente intenzionato a essere un uomo migliore, l'uomo che il vero Blackwall aveva visto in Thom Rainer quando lo aveva scelto per diventare un Custode Grigio.

Voleva essere l'uomo che Aoife aveva percepito al di là di quella barba che si era fatto crescere per non essere riconosciuto, l'uomo che aveva scelto al suo fianco, per percorrere un cammino assieme, fatto di rispetto, sincerità e amore.
Lei non lo avrebbe mai abbandonato e quel pensiero scaldò le membra di quel cane randagio, così come era solito definirsi; se la ragazza lo avesse sentito chiamarsi nuovamente a quel modo lo avrebbe picchiato, ne era sicuro. Nulla poteva placarla quando aveva ragione e specie in quel caso nessuno avrebbe mai osato contraddirla: l'Inquisitrice era sempre disposta a concedere una seconda possibilità a tutti, per sua fortuna.

Adesso era finalmente un uomo che aveva tra le mani qualcosa per cui valeva la pena vivere e morire e niente e nessuno gli avrebbe mai impedito di essere il suo custode, proteggendola, mentre lei era la sua salvatrice.
Lo era sempre stata e lo sarà sempre.

[553 parole]




Angolino autrice.

Sono tornata con una nuova follia: mi è venuto in mente di scrivere per ogni personaggio di Dragon Age una flashfic (parola più, parola meno) sulle note di una canzone che mi ricorda questo o quel personaggio. Non so se il rating della raccolta subirà modifiche, potrebbe accadere, insomma.
Questa canzone dei Foo Fighters (se non la conoscete potete ascoltarla qui) mi ha ricordato Blackwall e la storia si colloca dopo il processo a Thom con l'Inquisitrice che lo ha perdonato continuando a stare con lui. Mi piaceva rendere per mezzo di piccole cose rimaste immutate (come le abitudini di Aoife o i pensieri di Blackwall) e private l'idea che, al di là delle bugie dette sul suo essere un custode, Blackwall fosse sempre stato sincero con l'Inquisitrice e i suoi sentimenti; lo dice anche lui, del resto. L'immagine delle maschere indossate da Blackwall e l'allusione con gli orlesiani e i loro intrighi politici mi è venuta in mente perché nulla mi toglierà dalla mente che la falsità a Thom non piaccia. Idem per la faccenda del voler essere il custode di Aoife: un custode grigio è un protettore e anche se non lo è per davvero, il caro Thom ha sposato la causa dei custodi, quindi non trovo inverosimile voler essere anche il custode della donna che ama, proteggendola. Il nome scelto per l'Inquisitrice è un nome parlante: secondo le leggende irlandesi Aoife era il nome di una principessa guerriera, forte e determinata, che fu sconfitta da Cúchulainn (un eroe che viene inglobato tra i berserker), di cui divenne poi la compagna. Mi piaceva l'idea di una guerriera berserker, tosta anche nelle parole, con arma a due mani, a differenza di Blackwall che usa spada e scudo, ma che nel privato rivela una dolcezza destinata a esser mostrata solo a chi ama. Spero che la storia vi sia piaciuta, critiche e suggerimenti sono sempre ben accetti. Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Dalla pace del mare lontano ***


Dalla pace del mare lontano
Dalla pace del mare lontano
“E in mezzo al mare c'è un punto lontano,
Così lontano dalle case e dal porto
Dove la voce delle cose più care
È soltanto un ricordo.
Ma da quel punto in poi
Non si distingue più;
La linea d'ombra confonde
Ricordi e persone nel vento.”

Dalla pace del mare lontano, Sergio Cammariere
.

Seduto sul cornicione della roccaforte, vide in lontananza dei profughi sopraggiungere verso Skyhold: scoprì immediatamente che provenivano da Kirkwall, percependo le loro paure, le loro speranze e soprattutto il loro disperato bisogno di aiuto.

La guerra tra maghi e templari ancora non si spegneva, e a farne le spese – come in tutti i conflitti – era sempre la povera gente, innocente.

«Voglio aiutare» disse e iniziò a scendere le scale, non senza vedere Delia correre a perdifiato verso di loro. A quanto pareva era stata informata ed era pronta ad assisterli, seguita da Bull, le Furie, Varric e Cullen, che aveva portato con sé dei soldati.

“Sapevo che sarebbe giunta, non li avrebbe mai abbandonati.”

Cole si affrettò a sua volta, prendendo un grande cesto pieno di mele e raggiungendo così i suoi amici: la gente aveva fame, lo aveva sentito.
C'era molto da fare e Cole non avrebbe esitato a fare quanto fosse in suo potere per soccorrere quelle persone in difficoltà.

«Fiamme. Sangue. Dolore. Correre via, scappare. Aiuto. Inquisizione» le sue parole erano un flebile sussurro, pari a quelli dei rifugiati che imploravano di esser soccorsi.
Cole si fermò un attimo, incerto su cosa potesse fare; non era né un medico né un religioso, aveva paura di sbagliare, consapevole che non poteva più far dimenticare le sue azioni, in caso di errore. Delia notò il suo esitare e posandogli una mano sulla spalla disse: «La gente vive la guerra quando non conosce altro che l'odio, subendolo, diventando dei disperati, ma noi possiamo offrire qualcosa di diverso: speranza. Fai quello che sai fare meglio, Cole, confortali, e tutto andrà bene.»
Il giovane ricambiò il sorriso della maga e iniziò a porgere le mele agli affamati.

«Speranza.»
Era questo ciò che Delia voleva dare con l'Inquisizione e vedendo i volti rinfrancati della gente, Cole si convinse ancora di più che essere lì era stata la scelta più giusta che avesse mai fatto.

Al tramonto si rivolse preoccupato a Delia: «Non hai mangiato nulla, nemmeno la mela che ti avevo conservato.»
La ragazza era sporca di polvere e di sudore, ma sembrava che la serenità dei disgraziati la ripagasse di tutto, digiuno compreso.
«Quel bambino aveva più fame di me» rispose Delia indicandolo «adesso posso pensare a me. State bene, ragazzi?» chiese poi.
Le Furie, Varric e Cullen annuirono col capo, mentre Bull la riprese intonando volutamente un timbro femminile: «Adesso posso pensare a me...» imitò «prima o dopo aver chiesto come stiamo?»

Non era un rimprovero, Cole lo sapeva, ma era il modo di Bull di farle giungere la sua preoccupazione, permettendole di sorridere, cosa che il qunari sapeva fare bene.

«Ovviamente dopo» disse lei ridendo, seguita dal suo compagno e da tutti gli altri «su Cole, andiamo a cenare» lo invitò, e prendendo il braccio offertogli, sentì l'affetto di Delia per lui scaldargli il cuore.

«Ottimo lavoro, Cole» commentò Varric per tutti.

Guardandola negli occhi e nell'animo, poté pronunciare una parola: famiglia.
Delia annuì e Cole si sentì finalmente a casa.

[500 parole; prompt: mela]



Angolino autrice
: anche questa storia partecipa all'iniziativa Sette giorni e tanti Prompt - drabble & flashfic special edition indetta da Torre di Carta. Mi sto divertendo davvero tanto, devo proprio essere sincera.
Allora, che dire di questa storia? Innanzitutto dico che io amo le scene di vita quotidiana e mi è sempre piaciuta l'idea che l'Inquisizione si presti ad aiutare chi è in difficoltà, la gente bisognosa. Immagino Skyhold un poco come un ospedale di Emergency: non so se lo sapete, ma spero di poter aiutare anche io come volontaria in missione un domani.
Da come si è capito, il mio Cole è stato reso umano e con l'umanità secondo me un po' di incertezza nel suo animo data dal fatto che essendo umano ha paura di sbagliare, per quanto la sua voglia di aiutare sia sempre molto forte.
Con Delia... beh, ha un rapporto speciale, diciamo che Delia l'ha "adottato" e gli vuol bene come se fosse suo figlio.
L'Inquisizione è ormai la famiglia di Delia (e scoprirete il perché), ma anche quella di Cole che non si sente più fuori posto.
La canzone che dà anche nome alla storia è questa qui; è una canzone che è un invito alla serenità dopo tanta sofferenza, come sempre con me la musica fa tanto.
Spero che la storia vi piaccia, critiche e suggerimenti sono sempre ben accetti.
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** True ***


True
True
“This is the time
For chasing my desires,
What’s in my heart is true.
And if my dreams set everything on fire,
Then I would still belong to you.”

True, Amaranthe
.

Dolcezza.

L’avvertiva anche in quel momento, sentendo il contatto della pelle nuda con le lenzuola; Sheridan amava svegliarsi assieme al nuovo giorno, ed era molto contenta di non essere la sola ad apprezzare tutto questo.
Lo aveva ammirato in silenzio, lo aveva desiderato da sempre, lo aveva amato ancor prima di sapere di essere ricambiata, e adesso erano finalmente sposati.

«Declan?» lo chiamò in un sussurro, mentre cercava di capire se avesse dormito più del dovuto, sentendo l’altra metà del letto fredda.
Un tocco gentile si posò sulla sua guancia destra, mentre un dito giunse sulle sue labbra; Sheridan aprì gli occhi e sorrise. Declan la sovrastava, sorridendo a sua volta; la cinse poi tra le braccia, baciandola, a lungo. D’improvviso, lei avvampò, attirandolo a sé e mordendogli le labbra, il languore che crebbe.

Lui si staccò, mugugnando di finto disappunto, e si rivolse alla ragazza: «Sbaglio o senti caldo, amore mio?»
«Veramente ho freddo; non dovevi togliermi la coperta, stavo così bene...» si lamentò con fare teatrale.
«Avrei detto che queste bruciature sulle mie braccia attestassero il contrario, che mi sia sbagliato?» alludeva chiaramente alle scottature ricevute da lei la notte appena passata: se avvinta dalla passione, Sheridan non sapeva controllare la sua magia.
Colta sul fatto, replicò sincera: «Hai ragione, ma le braci devono essere riattizzate di tanto in tanto, altrimenti finisce che ci si raffredda, non trovi?»
«Oh, moglie mia, non posso darti torto! E non sia mai che io ti faccia prendere un malanno!» Declan rise, ma sua moglie rise più di lui.

Scoppiettante, sincera, dritta al cuore dell’uomo, quella risata lo investì di un nuovo benessere, confermandogli che la giovane donna che aveva sposato era felice e
al tempo stesso che la sua vita era, dopo tantissimo tempo, finalmente illuminata da una luce proveniente da una fiamma ardente.

Era l’essenza più determinata, litigiosa e appassionata di una ragazza che bruciava come il fuoco eterno di una fenice, portandola a ingaggiare battaglia ogniqualvolta sentiva che era la cosa giusta da fare, e quella fenice aveva scelto di percorrere un cammino assieme a lui, fatto di progetti, condivisione, passione: era un sentimento che non avrebbe mai dato per scontato.

«Ti amo, Sheridan» sentiva il bisogno di dirglielo spesso, come se ogni momento potesse essere l’ultimo. Non era per la differenza di età – motivo di tante chiacchiere indiscrete di vari detrattori – bensì per la necessità di renderla partecipe del suo amore in ogni istante. La giovane arrossì, per poi carezzarlo in volto.
«E dire che pensavo che il mio sarebbe stato un amore a senso unico...» fece, piena di gioia.
«A senso unico?»
«Ti ho mai detto che, a lezione al Circolo, avevo paura che tu mi facessi delle domande?»
«Perché mai? Avresti risposto, preparata come sempre: avevi paura di me?»
«Avevo paura che tu riuscissi a capire che ero innamorata di te sin da quando ero un’apprendista. Pensa che ho persino pensato di chiedere di essere trasferita in un altro Circolo.»
«E io ho aspettato così tanto anche solo per parlarti? Mi sento un po’ stupido.»
Sheridan gli carezzò le braccia che aveva involontariamente ustionato, medicandolo grazie alla magia di guarigione. Rise ancora, contagiando anche lui.
«Siamo stati stupidi entrambi; io provavo a fingere, perché non sarebbe stato corretto» precisò lei, incontrando l’assenso del marito.
«Sì, ma non ha importanza adesso. Sono qui con te, e non ho intenzione di perdere nessun momento accanto a te.»

E riprese da dove si era interrotto, lasciando che i loro appetiti e la loro voglia di amarsi esplodessero come gli incantesimi di fuoco per cui Sheridan era portata.


[600 parole]
[Prompt: “True” degli Amaranthe; “primula” nel significato “non posso vivere senza te”]


Fiori - Tanti altri messaggi
#1. Anemone - Effimero, Abbandono
#2. Fiori d'arancio - Matrimonio
#3. Convolvolo - Debolezza del corpo e dell'anima
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(Sperando sia quella desiderata)
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#9. Dalia - Dignità, Affetto non vincolante
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(Nella speranza di un legame)
#11. Fiore di loto - Eloquenza
#12. Fresia - Mistero
#13. Genziana - Determinazione
#14. Cleome Hassleriana - Vieni via con me
#15. Viola del pensiero - Ti penso
#16. Gladiolo - Sono veramente sincero
#17. Lino - Sentire dolcezza nell'altro
#18. Crisantemo - Sei un amico meraviglioso
#19. Rosa Muschiata - Sei bella ma capricciosa
#20. Bardana - Non toccarmi
#21. Dafne - Non ti vorrei in nessun altro modo
#22. Primula - Non posso vivere senza di te
#23. Viscaria - Invito a ballare
#24. Digitale - Questa cosa non s'ha da fare
#25. Achillea - Curare un amore spezzato
Storie terminate: 2/25




Angolo autrice: e rieccoci qui! Bene, questa storia ha una combo, ossia partecipa a due iniziative di Torre di Carta. Per essere più precisi, sono sia la seconda edizione della corsa delle 48 ore e la challenge floreale; siete ancora in tempo per partecipare anche alla prima, sappiatelo! ;)
Che dire?
Vi ho già detto che sto elaborando una long con la mia Custode dall'origine alternativa e qui la si vede in un momento tranquillo, prima degli eventi di Origins: ha sposato l'uomo che amava, e questa è un'immagine della giornata dopo il matrimonio. Sarà che sto elaborando le "scene da un matrimonio", ma Cip e Ciop hanno bussato alla mia spalla e hanno chiesto di scrivere di loro; chi sono io per non ascoltare le loro voci?
Come sempre, con me i nomi sono parlanti: Sheridan vuol dire "selvaggia, indomabile", mentre Declan vuol dire "buono di cuore" e infatti ho giocato così anche sul suo cognome ovvero "Carus" (dal latino, è del Tevinter lui, quindi è calzante). La canzone, se non la conoscete, è questa qui; la adoro, e vi consiglio anche la versione acustica!
Spero che questa storia vi piaccia e grazie di tutto.
Alla prossima!

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