Lily e Petunia: sorelle magiche

di Aster Moony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Abbiamo due streghe in famiglia! ***
Capitolo 2: *** Maghi, lettere e un binario inesistente. ***
Capitolo 3: *** Un Cappello Canterino che pretende di dettar Legge... ***
Capitolo 4: *** Salve, mi chiamo Nelson e sono un Prefetto esaurito! ***



Capitolo 1
*** Abbiamo due streghe in famiglia! ***


Premessa
Per fare in modo che la storia funzionasse ho modificato una cosa: nella mia storia Lily e Petunia hanno la stessa età e non un anno di differenza. Spero che ciò non vi dia molto fastidio. Inoltre, il carattere di Petunia è un po' diverso rispetto alla realtà (per questo la storia è OOC) in quanto vuole molto bene alla sorella ed è scontrosa con gli altri. Cercherò di mantenere il più possibile la sua antipatia (non voglio trasformarla completamente!). Buona lettura a tutti!
Polliflox

Capitolo I
Abbiamo due streg
he in famiglia!
Il 7 Luglio 1971 si poteva definire la giornata più calda di tutta l'estate a Canterbury. I prati primaverili verde smeraldo degli ordinati quartieri residenziali e dei pittoreschi quartieri periferici avevano assunto un colore giallognolo, il sole picchiava la terra con i suoi raggi incandescenti e tutti gli abitanti si erano rintanati nelle proprie case nel tentativo di sfuggire al caldo che da quasi un mese colpiva la città. 
Questa era più o meno la situazione di tutto il sud-est dell'Inghilterra, tutto a parte una piccola collina appena fuori Canterbury, collina in cui sorgeva Casa Evans. Non si sapeva come, ma ogni estate da quando gli Evans si erano trasferiti in quella casa, i prati della collina rimanevano di un brillante verde smeraldo invidiabile anche dalla Scozia e il caldo sembrava scappare lasciando il posto a un tiepido venticello rinfrescante. Tutti invidiavano gli Evans per quella strana fortuna che li aveva toccati, soprattutto perché mai una volta era successo un simile fatto prima del loro arrivo.
Gli Evans si erano sempre definiti una famiglia normale: un padre e una madre che si amavano e che amavano alla follia le loro due figlie, entrambe undicenni. Petunia Evans era la sorella minore, nata il 25 Novembre del 1960. Aveva un collo da giraffa, più lungo rispetto al normale e che odiava con tutto il cuore. L'unica cosa che le piaceva del suo corpo erano i capelli lunghi e lisci color castano chiaro, ma invidiava la bellezza della sorella maggiore. Lily Evans, nata il 30 Gennaio 1960, era considerata la ragazza più carina di tutta Canterbury. Incantava tutti con i suoi capelli mossi e color rame, ma soprattutto con i suoi brillanti occhi verde smeraldo e con la sua simpatia. Petunia provava rabbia ogni volta che vedeva la sorella circondata da un grande quantità di ragazzi che tentavano di farsela amica. Anche lei avrebbe voluto avere gli occhi di Lily, ma aveva dovuto accontentarsi di due occhi azzurro ghiaccio che, a suo avviso, le conferivano un'aria molto antipatica. Proprio per questo era sempre stata scontrosa con tutti, tranne che con Lily: nonostante la invidiasse così tanto, provava un grande affetto per lei e questo superava ogni cosa.
***
- Tunia, vieni a vedere! - gridò Lily correndo sul verde prato della collina. - Vieni a vedere cos'ho imparato a fare, sbrigati!
Petunia corse fuori di casa e cercò con lo sguardo la sorella. Era pochi metri lontano da lei e si sbracciava continuando a chiamarla con voce entusiasta.
- Arrivo! - le urlò in risposta mentre spiccava una corsa per raggiungerla. Si mise di fronte a Lily, che teneva una mano aperta.
- Guarda! - le disse avvicinandole il palmo al viso. Petunia guardò e quello che vide la lasciò sconvolta: dalla mano della sorella spuntò una gemma che si aprì diventando un'incantevole margherita e, cosa ancora più sorprendente, la margherita si alzò in aria a pochi centimetri dalla mano di Lily, galleggiando come una piuma spinta dall'aria.
- Come hai fatto? - chiese sbigottita. Fece alcuni passi indietro. - Lily, mi fa paura. Non farlo più! Disse con voce tremante e fece qualche altro passo indietro, sul punto di scappare. Lily la osservò preoccupata. - Non è così spaventoso... Aspetta, non andare via! Guarda! 
Lily allungò la mano in avanti e la margherita galleggiò leggera nell'aria atterrando sulla mano di Petunia, ma appena l'ebbe toccata, si trasformò in una petunia azzurra.
- Ti piace? La petunia è sempre stato il mio fiore preferito, perché mi ricorda te. Una volta mi hai detto che il tuo nome non ti piace. Per me è un nome fantastico e questo fiore lo dimostra. - le disse Lily con un sussurro. - Hai ancora paura? - chiese poi, notando che la sorella non rispondeva.
- Oh, Lily. - sussurrò Petunia con le lacrime agli occhi. - Grazie! Mi dispiace, non so cosa mi ha preso. - disse correndo ad abbracciare la sorella. Le due si strinsero a lungo giurando di non separarsi mai e Petunia promise a Lily che si sarebbe sempre fidata di lei.
- Vorrei poterti donare un regalo altrettanto meraviglioso. - disse aprendo la mano in cui giaceva la petunia. D'un tratto avvertì un grande calore alla mano e vide il fiore scolorirsi fino a diventare bianco e ingrandire i petali. Un attimo dopo, tra le mani di Petunia si trovava un giglio.
- Sei stata tu? - chiese a Lily osservando il nuovo fiore.
- No, io non ho fatto niente ora. - le rispose la sorella. - Riesco a far nascere fiori solo nella mia mano e diventa calda ogni volta che lo faccio. - spiegò.                                                                    
Petunia lanciò uno strillo e lasciò cadere il giglio, che però volò nelle mani di Lily.                            
- Che succede?                                                                                            
- Io ho sentito tanto caldo alla mano e poi... e poi il fiore si è trasformato! Secondo te cosa significa? - chiese Petunia tremando. Già immaginava la risposta che Lily le stava per dare.           
Le due rimasero per un attimo in silenzio, fino a che Lily non cominciò a saltare gridando un centinaio di “Evviva!” prima che Petunia riuscisse a fermarla.                                                             
- Tunia, non capisci? Sei stata tu a trasformare il fiore! Sai fare le mie stesse magie! MAMMA, PAPÁ, IO E TUNIA SIAMO MAG... - Petunia le coprì la bocca con la mano prima che potesse terminare la frase. - Sei matta?! Se scoprono quello che sappiamo fare ci porteranno da qualche scienziato pazzo, oppure da uno strizzacervelli: crederanno che siamo impazziteMa sono i nostri genitori: non farebbero mai una cosa del genere! - ribatté Lily, la quale nel frattempo era riuscita a liberarsi della mano di Petunia sulla bocca.
- Lily, non possiamo andare a raccontar loro che facciamo nascere e volare fiori: non ci crederebbero, ci considererebbero pazze, fuori come un balcone!
- Allora glielo faremo vedere che è la verità, dimostreremo che non siamo matte!                               
- Ma se qualcuno oltre a loro ci vedesse? Se chiamasse la polizia? - chiese Petunia tremando.             - Per raccontare di fiori volanti? Non credo che la polizia lo starebbe a sentire. - rispose Lily.            
Petunia stava per aggiungere qualcos'altro, quando si interruppe cominciando a balbettare. - L-Lily, d-d-dietro di te...                                   Lily si girò. A pochi metri di distanza da loro un ragazzo le stava osservando. Era vestito totalmente di nero e aveva i capelli scuri lunghi fin quasi alle spalle e un po' unticci. Il ragazzo prese tra le mani due fili d'erba e soffiò: essi si misero a sbattere come se fossero ali di uccello e volarono verso Lily, posandosi sulla sua mano.  
- A quanto pare non sono l'unico mago di Canterbury...      
Nota dell'autrice
Salve potteriani!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ho cercato di immaginarmi un inizio alternativo alla storia di Lily. Leggendo un'altra storia ho trovato l'ispirazione: se Petunia fosse stata una strega, qualcosa sarebbe cambiato? Io spero di sì, ma sarete voi a deciderlo! Vi spiego come funziona l'idea che mi è venuta: per continuare la storia vi farò una domanda a cui potete rispondere nelle recensioni. Quando arriverò a un minimo di 5 recensioni (e spero proprio di riuscirci!), pubblicherò il prossimo.
Ecco la prima domanda: come forse avete immaginato, Lily e Petunia alla fine di questo capitolo incontrano Severus Piton. Secondo voi, diventerà amico di entrambe le sorelle, oppure Petunia lo odierà per il fatto che preferisce Lily?
A presto! (Si spera!)
P.S: scusate per il discorso diretto, ma ho problemi con l'editor di EFP! Polliflox

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Capitolo 2
*** Maghi, lettere e un binario inesistente. ***


Premessa
Qualche giorno fa, dopo aver controllato le recensioni, mi è venuta l'ispirazione, così ho deciso di pubblicare un nuovo capitolo!!!
Ringrazio tutti gli autori che hanno recensito o hanno messo la storia tra le preferite o le seguite, non mi era mai capitato! 3 persone hanno risposto alla mia domanda: 1 voto neutro e 2 che vogliono che Severus sia amico anche di Petunia. La maggioranza indiscussa ha vinto! Per quanto riguarda la nostra Petunia, ho deciso di mantenere nel suo comportamento una nota di scontrosità, perché non voglio modificare troppo il personaggio. Buona lettura!
Polliflox


Capitolo 2
Maghi, lettere e un binario inesistente.
- Mi chiamo Severus, Severus Piton. Vi ho viste mentre facevate degli incantesimi. Siete streghe, giusto? - si presentò il ragazzo guardando soprattutto in direzione di Lily.
- Piacere, Severus. Io sono Lily Evans e lei è mia sorella Petunia, ma chiamala Tunia. Anche tu sai fare magie con le piante?
***
Erano passate due settimane dal loro primo incontro e i tre avevano stretto una grande amicizia. Nonostante Severus sembrava nutrire molto più interesse nei confronti di Lily, Petunia non provava antipatia nei suoi confronti, anche perché era l'unica persona al di fuori di sua sorella che non la trovava scontrosa e che non la prendeva in giro per la lunghezza del collo. Era proprio l'essere presi in giro per la propria bruttezza la cosa che i due avevano in comune: Severus raccontò di venire spesso deriso per il naso adunco e per i capelli dannatamente unti, come se fossero stati immersi nell'olio.
In quelle due settimane le sorelle Evans avevano imparato molto del mondo magico, tutto per merito di Severus che sembrava conoscere già da tempo la magia.
- Io sono un mezzosangue: mio padre è un mago e mia madre è babbana, cioè non ha poteri magici. In genere la magia è genetica e viene trasmessa da genitore a figlio, ma può anche succedere che in una famiglia totalmente babbana i figli possano manifestare la magia, come nel vostro caso. - aveva spiegato Severus proprio durante il loro primo incontro.
- Tu hai sempre abitato qui? - aveva chiesto a quel punto Lily, interrompendo il suo discorso.
- Sì, perché lo vuoi sapere?
- Perché non ti avevamo mai visto prima d'ora. Pensavamo di conoscere tutti gli abitanti di Canterbury... - ripose Petunia al posto di Lily. - Non abbiamo mai sentito parlare della famiglia Piton da nessuno degli abitanti, possibile?
- In effetti la mia famiglia preferisce non avere molto a che fare con loro... Ehm... Di cosa stavamo parlando prima?
Quella fu l'unica volta in cui Severus parlò loro della sua famiglia. Lily e Petunia avevano capito la gravità dell'argomento per lui, così decisero di non menzionarlo mai più ed evitarono di fare altre domande. Per il resto, la loro amicizia era perfetta: sembrava dover durare per l'eternità. Non sapevano che il destino gli avrebbe presto provati a separare...
***
- Lily, Tunia! 
Erano le sei di mattina di domenica e tutti gli abitanti di Canterbury dormivano, tutti a parte un giovane ragazzino di nostra conoscenza che correva affannosamente risalendo la collina degli Evans e che chiamava a gran voce le due sorelle. Correva a piedi nudi, ancora con il pigiama addosso (se si potevano definire pigiama quella maglietta grigia lercia e quei pantaloncini bucati) e sventolava in aria una grande busta giallastra.
Arrivò in cima alla collina, proprio davanti a Casa Evans e, come faceva tutte le mattine (ma non a questo orario!), si mise a tirare sassolini sui vetri di una finestra che sapeva appartenere alla stanza di Petunia, la quale dava direttamente sul giardino.
- Svegliatevi! Svegliatevi! Venite giù! - gridò continuando a tirare sassolini. Non si accorse della finestra che si stava aprendo e colpì in piena fronte Petunia Evans. - Ahi! Severus Piton, si può sapere cosa ci fai qui così presto e, perdi più, in pigiama?! E finiscila di urlare o sveglierai i nostri genitori!
- Tunia, chiama anche Lily e venite giù: ho da mostrarvi una cosa... - sussurrò Severus con voce eccitata. Sembrava essergli capitato qualcosa di magnifico e Petunia non vedeva l'ora di scoprire cosa! Seppur sbuffando rumorosamente e sbadigliando per il sonno, chiamò Lily e insieme uscirono silenziosamente di casa per non svegliare i genitori.
- Allora: cos'è successo di così importante da farti abbandonare il letto a quest'ora? - chiese Petunia con voce stizzita mentre apriva la porta.
- Yawn! Buon... Buongiorno, Sev. Dormito bene? - balbettò invece Lily immediatamente dietro di lei. Indossava un pigiama verde esattamente come i suoi occhi e i capelli erano così scompigliati da formarle una nuvola rossa sulla testa. Severus la trovò bellissima.
- Ho dormito benissimo, grazie! Avrei dormito anche di più se un gufo non fosse entrato dalla finestra piombando sul mio letto, ma non sono troppo dispiaciuto: guardate cosa mi ha portato! - disse mostrando alle due una lettera scritta con inchiostro verde e chiusa da un sigillo di ceralacca. Sopra al sigillo vi era un simbolo: un'acca circondata da un leone, un serpente, un rapace e un tasso.
- Questa è la mia lettera di ammissione a Hogwarts: la scuola di magia e stregoneria più famosa al mondo! Non l'ho aperta: ho preferito aspettare di farlo con voi. - disse entusiasta.
Lily e Petunia non riuscirono a trattenere un'esclamazione di meraviglia. Insieme aprirono la lettera e lessero il testo scritto sempre con inchiostro verde:
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Preside: Armando Dippet
Caro Signor Piton,
Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L'anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Il Vicepreside
Albus Silente

- Wow! - commentò Lily al termine della lettura.
- Sei fortunato a poterci andare! Non sai quanto ti invidio... - sospirò Petunia.
Severus rimase sorpreso. - Ma voi ci potete andare: siete streghe! Non vi è ancora arrivata la lettera?
Le due ragazze lo guardarono confuse e scossero la testa.
- Allora non preoccupatevi: vi arriverà presto! - disse sorridendo.
***
La previsione di Severus non tardò ad avverarsi: quattro ore dopo il suo arrivo a Casa Evans, precisamente alle dieci di mattina, due gufi reali volarono nelle camerette di Lily e Petunia con le famose lettere attaccate alla zampetta.
- Lily!
- Tunia!
- AHI! - gridarono all'unisono scontrandosi in mezzo al corridoio che separava le loro stanze. Entrambe stringevano in mano la lettera di ammissione a Hogwarts e avevano uno sguardo eccitato.
- Anche a te è arrivata? - chiese Lily sventolando la busta gialla in faccia a Petunia.
- Sì. - rispose la sorella mostrando a sua volta la lettera.
- È fantastico: siamo state accettate tutte e due! Andremo a Hogwarts! A HOGWARTS! - gridò Lily improvvisando un balletto e fu presto imitata da Petunia. - Riesci a crederci? 
- Anche a me sembra incredibile! - disse Petunia. - Ce ne dici di aprirla?
Le due aprirono pian piano le loro lettere, attente a non strappare la busta.
- Il testo è esattamente uguale a quello della lettera di Sev... - mormorò Lily mentre leggeva.
- Ma c'è una parte in più che dice che il professor Albus Silente verrà a casa oggi stesso per parlare ai nostri genitori. - bofonchiò Petunia. - Incontreremo un professore di Hogwarts, un mago! - esclamò felicemente.
In quel momento udirono un sonoro "POP!" e corsero alla finestra della stanza di Petunia. Dal giardino videro un uomo che passeggiava tranquillamente ammirando le aiuole. Indossava uno strano mantello blu notte nonostante il caldo estivo. Aveva una barba lunga e grigio chiaro, quasi bianca; inoltre portava degli occhiali a mezzaluna.
- Se quello non è un mago, io sono la regina d'Inghilterra! - disse Petunia mentre correva fuori di casa insieme a Lily.
Aprirono la porta e si trovarono il mago proprio sull'uscio, con la mano a pochi centimetri dal campanello.
- A quanto pare ero atteso! - disse Silente con voce amichevole. - È un piacere fare la vostra conoscenza! Sono il professor Silente, vostro futuro insegnante. Avete per caso del sorbetto al limone? È il mio dolce babbano preferito! Ci vorrebbe proprio con questo caldo... Oh, perdonate: mi stavo dilungando troppo. Sareste così gentili da farmi entrare? Dovrei parlare con i vostri genitori.
Lily e Petunia lo guardarono allibite e si scostarono per lasciarlo entrare. Il mago rivolse loro un grande sorriso e si diresse verso il salotto, da dove provenivano le voci dei coniugi Evans. Le sorelle preferirono non unirsi alla conversazione, consapevoli dello shock che i genitori avrebbero provato nello scoprire l'esistenza della magia.
Circa un'ora dopo il professor Silente lasciò Casa Evans salutato da tutta la famiglia. L'incontro era andato bene, anche se fu necessario che Silente facesse qualche magia per dimostrare di star dicendo la realtà. I genitori erano un po' scossi, ma comunque fieri del fatto che le loro due bambine fossero così speciali.
Verso fine Agosto l'intera famiglia Evans si recò a Diagon Alley per procurare tutto ciò che sarebbe servito a Hogwarts, compreso il denaro dei maghi. Vennero comprate anche le bacchette: quella di Lily era in salice, 10 pollici e ¼, con anima di corda di cuore di drago, sibilante. La bacchetta di Petunia era invece in legno di frassino, 11 pollici, con cuore di crine di unicorno, flessibile.
Ormai mancava poco al 1 Settembre. Lily e Petunia non vedevano proprio l'ora di partire per  Hogwarts e di conoscere il mondo magico!
***
Il 1 Settembre era sempre stata la giornata in cui la stazione di King's Cross era maggiormente affollata. Nessuno sapeva perché, ma ogni anno, quello stesso giorno, centinaia di persone in più rispetto alla media decideva di mettersi in viaggio, considerando anche il fatto che le vacanze estive erano pressoché finite e la scuola sarebbe presto ricominciata. 
- E non è tutto! - si lamentò il controllore. - Proprio in questo giorno si può incontrare la gente più strana: gente che indossa scuri mantelli come se fosse inverno, persone che non sanno cosa siano le scale mobili, bambini che tengono gufi in gabbia come se fosse la cosa più naturale del mondo... altri li abbiamo ancora sentiti appellarci in strani modi: battani, mi sembra. Non ricordo l'esatta parola... Ma lei cosa voleva chiedermi? - domandò al signor Evans, il quale si era rivolto al controllore per chiedere informazioni. 
- M-Mi chiedevo se, per caso p-potrebbe dirci dove si trova il b-binario 9 e ¾? - balbettò il signor Evans chiaramente a disagio. Aveva già capito che il controllore molto probabilmente non ne sapeva nulla, ma si sa: tentare non costa niente! 
Gli Evans avevano vagato per mezz'ora alla ricerca di quel binario prima che la moglie convincesse il signor Evans a chiedere aiuto. Sembrava proprio che quel binario non esistesse: gli Evans avevano girato tutta la stazione e si erano più volte fermati tra i binari 9 e 10, ormai mancava poco alle 11.00 e bisognava assolutamente raggiungere il treno!
- Come ha detto, scusi?
- B-Binario 9 e ¾. C-Cerchiamo il b-binario 9 e ¾. S-Sarebbe così gentile da dirci dove si trova? - ripeté il signor Evans rosso in viso dall'imbarazzo.
Il controllore restò in silenzio alcuni secondi, respirando affannosamente e sussurrando a denti stretti qualcosa prima di cominciare a urlare come un pazzo. - LEI MI STA PRENDENDO IN GIRO?! SARÁ LA QUINDICESIMA VOLTA IN CINQUE MINUTI CHE UNO MI FA LA SUA STESSA IDENTICA DOMANDA! MA CHE HA LA GENTE, OGGI?! E PERCHÉ IO NON HO ASCOLTATO MIO PADRE? “DIVENTA UN IMPIEGATO DI BANCA, COME ME” DICEVA. E IO? NOOO, VADO FARE IL CONTROLLORE DI TRENI! LA MIA VITA FA SCHIFO! La mia vita fa proprio schifo! Schifo! - borbottò il controllore allontanandosi gesticolando come se cercasse di scacciare dei moscerini.
Gli Evans lo guardarono allibiti. Ora che avrebbero fatto? Cinque minuti e il treno per Hogwarts sarebbe partito: per Lily e Petunia sarebbe stato inaudito arrivare in ritardo già dal primo giorno di scuola!
- Per le mutande di Merlino! Quanti babbani vengono qui ogni giorno? Sarà davvero rischioso raggiungere il binario con tutta questa folla! Per di più siamo in ritardo! Forza James, non vorrei perdermi il primo giorno a Hogwarts, al posto tuo. - parlò una donna rivolgendosi a un ragazzino dai capelli neri spettinati e dagli occhi color nocciola. Dall'aspetto sembrava avere la stessa età di Lily e Petunia, ma il carattere era quello di un bambino di sei anni: James correva dappertutto tranne che verso la donna, la quale probabilmente era sua madre.
- Quella dev'essere per forza una famiglia di maghi. Forse se li seguiamo troveremo il binario.
L'idea di Petunia era splendida, così gli Evans si misero a seguire con disinvoltura la famiglia di maghi e in questo modo riuscirono a scoprire l'entrata segreta del binario 9 e ¾: il muro che divideva i binari 9 e 10!
La vecchia locomotiva a vapore che costituiva l'Espresso di Hogwarts era gremita di ragazzi, chi più grandi e chi più piccoli, qualcuno aveva indossato fin da subito la divisa di Hogwarts. 
Si potevano vedere alcuni ragazzi che si sbracciavano dal proprio vagone per salutare i genitori, altri che inseguivano rospi o gatti scappati dalle gabbiette, altri ancora che si sorbivano una bella ramanzina “pre-partenza” dalle madri... nell'intero binario regnava il caos.
- Sarà meglio per voi salire sul treno. - disse il signor Evans dopo aver caricato il baule delle figlie sul vagone apposito. - Mi mancherete, cioccolatine mie! - aggiunse scompigliando loro i capelli. 
La signora Evans si asciugò gli occhi lucidi con un fazzolettino. - Siate prudenti e scrivete ogni settimana. - raccomandò loro stringendole in un abbraccio stritolatore.
- O-Ora dobbiamo salire... Mamma, lasciami che soffoco! - disse Petunia con voce strozzata. La madre la lasciò e le due sorelle salirono su treno.
- Salutateci Severus, è un caro ragazzo! E buona scuola! - gridò la signora Evans mentre il treno si allontanava sempre più veloce sferragliando. 
Lily e Petunia ce l'avevano fatta: erano partite per la scuola di magia più prestigiosa al mondo, dove avrebbero passato sette anni indimenticabili. 
 
Nota dell'autrice:
Ok, il capitolo è stato abbastanza lungo, ma spero non noioso! Se state leggendo questa nota, però, credo che sarà solo per sapere la prossima domanda a cui dovrete rispondere nelle recensioni (ma non è obbligatorio rispondere: se volete recensite e basta, o leggete solo!). Allora eccola: nel prossimo capitolo parlerò dello Smistamento. Lily diventerà una Grifondoro e Severus si unirà a Serpeverde, come nel libro originale. E Petunia? In quale Casata verrà smistata e per quale motivo? In questa votazione valuterò sia la maggioranza che il motivo per cui desiderate che sia smistata in quella Casa (non deve essere un motivo banale, per esempio: “La mando in quella Casa perché è cattiva.” o “perché mi ispira mandarla lì”, deve essere una cosa ragionata e che abbia senso!).
Prima del prossimo capitolo mi servono più di cinque voti: se no è difficile che ci sia una maggioranza!
Per oggi è tutto, grazie per aver letto questa storia!
A presto! 
Polliflox

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Capitolo 3
*** Un Cappello Canterino che pretende di dettar Legge... ***


Premessa
Salve potteriani! 
In questi giorni ho notato che la mia storia è finita alla 15ª pagina di EFP dedicata alle fanfiction su Harry Potter, così mi sono decisa ad aggiornare, anche perché ho trovato un metodo per la seconda votazione. Hanno votato 4 persone (anche se ne sarebbero servite di più): tre che vedrebbero Petunia tra i Corvonero perché la reputano intelligente e una che vedrebbe Petunia come Tassorosso perché crede che abbia bisogno di amici che a capiscano e non la prendano in giro. Quest'ultimo è stato il motivo che mi è piaciuto di più, così ho constatato che le due Casate erano in parità: Corvonero per la maggioranza e Tassorosso per il motivo. Come decidere allora? Ho optato per il classico lancio della monetina: testa (Tassorosso) o croce (Corvonero)? È uscita... (rullo di tamburi) ...Croce!
Fenicebook , the lady of Flitwick e Gleek_out_lover: congratulazioni! Spero che siate felici, io ero d'accordo che Petunia entrasse in entrambe le Casate.
Alice_Jackson: spero che tu non sia troppo dispiaciuta... Per consolarti farò in modo che una delle amiche di Petunia sia di Tassorosso. 
Ora vi saluto e mi dileguo tra le righe del nuovo capitolo...
Vi auguro, come sempre, una buona lettura! :)


Capitolo 3
Un Cappello Canterino che pretende di dettar Legge...
- Primo anno! Primo anno da questa parte! - urlò un gigantesco uomo barbuto appena gli studenti cominciarono a scendere dal treno.
***
Il viaggio non si era dimostrato così faticoso: Lily, Petunia e Severus avevano trovato uno scompartimento tutto per loro e avevano passato il tempo a parlare di incantesimi e a mangiare i dolcetti magici: Lily si era stupita quando la sua Cioccorana era schizzata fuori dalla confezione cominciando a saltellare allegramente tra i sedili e Petunia si rimpinzava di calderotti e succo di zucca giurando di non aver mai assaggiato niente di più gustoso. 
Solo gli ultimi minuti del viaggio erano passati senza che i tre amici facessero qualcosa di particolare, a parte schiacciare i nasi sul finestrino per godere della vista mozzafiato di Hogwarts. Lily e Severus osservavano incantati il grande e cupo castello illuminato da poche luci e rischiarato dalla bianca e brillante luna piena. Era solamente Petunia, nonostante l'entusiasmo di andare a Hogwarts, a trovare lugubre e spaventoso quel posto. 
- A voi non sembra una rocca infestata? S-Se ci f-fossero i f-fantasmi? Lily, sai che io ho paura degli spettri, vero?
- Di fantasmi ce ne sono e sono tutti buoni, a parte il Barone Sanguinario con cui è meglio non avere a che fare... Poi c'è Pix; lui non è un vero e proprio fantasma, ma un Poltergeist: una specie di piccolo spettro che si diverte a fare brutti scherzi agli ignari studenti. L'unico che riesce a farsi obbedire è proprio il Barone...
Petunia emise un piccolo gemito spaventato e spiaccicò di nuovo il naso sul vetro, mentre Lily fulminava Severus con lo sguardo. Pochi minuti dopo arrivarono. 
***
- Seguitemi, studenti del primo anno! Sono Hagrid: guardiacaccia e custode delle chiavi di Hogwarts. Stasera avrò il piacere di accompagnarvi fino alla scuola. Oh, se penso al mio primo giorno... - Hagrid estrasse dalla tasca un fazzoletto che somigliava più a una tovaglia e si soffiò rumorosamente il naso, poi condusse gli studenti davanti a delle piccole barchette, ognuna con una lanterna e attraversarono il Lago Nero fino a varcare i confini della scuola. Da lì proseguirono a piedi costeggiando la capanna del guardiacaccia, il quale si attardò per fare in modo che tutti la vedessero.
Quando arrivarono al Salone d'Ingresso, dagli schiamazzi che provenivano dalla Sala Grande, capirono che gli altri studenti erano già arrivati.
Hagrid li salutò e li lasciò nelle mani del professor Silente, il quale si schiarì la voce e fece un piccolo discorso.
- Vi do il benvenuto alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Prima di prendere parte al banchetto verrete smistati in una delle quattro Casate di Hogwarts, ognuna per uno dei fondatori di questa scuola: Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero. Le vostre azioni durante l'anno potrebbero far guadagnare o perdere punti alla vostra Casa; la Casata che alla fine dell'anno ha accumulato più punti vince la Coppa delle Case. Ma ora bando alle ciance, è il momento di sottoporvi allo Smistamento! Seguitemi, prego.
Il professor Silente li condusse all'interno della Sala Grande a tutti scapparono degli “Oooh!” di ammirazione nel vedere il cielo stellato al di sopra delle loro teste (- Non è il cielo vero, ma un incantesimo. - spiegò Severus sottovoce alle due sorelle estasiate.) e le centinaia di candele che galleggiavano per aria illuminando lo stanzone.
Arrivarono davanti al tavolo degli insegnanti, dove era stato posizionato uno sgabello di legno su cui era poggiato un cappello da mago vecchio e sgualcito.
- Questo... Coso avrebbe l'incarico di smistarci? Ma per favore... - commentò sprezzante il ragazzino di nome James che le sorelle Evans avevano incontrato alla stazione. Lily gli lanciò un'occhiataccia e lui si zittì subito, visibilmente sorpreso.
D'un tratto nel Cappello si formò uno strappo, proprio simile a una bocca ed esso cominciò a cantare una canzone in rima.

Forse mi considerate brutto e vecchio,
ma di voi, credetemi, ne so parecchio!
Ogni Casa ha un aspetto:
sembra proprio un bel quartetto!
Sarà di Grifondoro il vostro cuore?
Nobiltà e cavalleria,
il coraggio mai va via!

Oppure Serpeverde, l'astuto
dove ognuno è molto arguto!
Sono un po' vendicativi,
ma amici sempre attivi!

Corvonero vi ha conquistato?
L'intelletto là è amato!
Lì la logica è gradita,
l'ignoranza va bandita!

E se Tassorosso vi sceglierà
è perché un grande cuore ha!
Molto impegno non richiede
se la gentilezza avrete.

Ricordate amici miei:
stando soli il potere si smorza,
ma l'unione fa la forza!


Il Cappello Parlante terminò e nella Sala Grande scrosciarono gli applausi, poi il professor Silente srotolò una pergamena e cominciò a chiamare gli studenti del primo anno, i quali dovevano sedersi sullo sgabello, indossare il Cappello e aspettare di essere smistati. Semplice, dunque.
- Black, Sirius
Un ragazzo lunghi capelli corvini si fece avanti.
- GRIFONDORO! - gridò il Cappello dopo molti minuti. 
Lily era l'incarnazione vivente della serenità, ma Severus e Petunia non erano così tranquilli: Severus sapeva che molto probabilmente sarebbe stato smistato a Serpeverde, ma se Lily e Petunia fossero state smistate in altre Casate? Sarebbe riuscito a restare loro amico? Severus non lo sapeva, ma sperava che almeno una di loro, in particolare Lily, diventasse Serpeverde come lui.
Petunia invece? Lei non aveva lo stesso problema di Severus, ma uno completamente diverso: non si riconosceva in nessuna delle caratteristiche che bisognava avere per entrare nelle quattro case; non era coraggiosa, o astuta, o particolarmente intelligente e non era affatto gentile. Cosa avrebbe fatto se il Cappello non sarebbe riuscito a smistarla? Sarebbe stata espulsa ancora prima di iniziare l'anno?
- Evans, Lily. - chiamò a quel punto Silente.
Lily saltellò allegramente verso lo sgabello sorridendo a tutti e si sedette indossando il Cappello che le coprì gli occhi.
“Tutto tranne Grifondoro” pensò Severus incrociando le dita. 
- GRIFONDORO! - urlò il Cappello Parlante. Lily si tolse il Cappello e corse al suo tavolo accolta dagli applausi e dalle strette di mano dei nuovi compagni di Casata, senza accorgersi che Severus la guardava tristemente. 
- Evans, Petunia. - chiamò Silente.
Petunia si avvicinò allo sgabello barcollando dall'agitazione. Sentiva su di sé lo sguardo di tutti, anche della sorella e quegli sguardi le mettevano soggezione. Tirò un sospiro di sollievo quando il Cappello le venne calato sulla testa e le coprì gli occhi.
***
A quanto pare, a qualcuno non piace essere osservato...

Parlò una voce calda e profonda nella sua testa. Petunia si chiese se per caso il Cappello leggesse nel pensiero.

Io scruto nei meandri più profondi della tua mente per decidere dove smistarti, è il mio compito! I quattro Fondatori mi crearono centinaia di anni or sono per smistare gli studenti nelle loro Casate.

Le rispose il Cappello Parlante.
“Io non credo di meritare l'accesso a una di queste Case: non ho le caratteristiche richieste...” pensò Petunia.

Hai più qualità di quelle che pensi, Petunia Evans. Hai solo bisogno di più amici che ti accettino per come sei! Ti manderei a Tassorosso: là incontreresti gli amici ideali e saresti felice...

“Quindi ora griderai - TASSOROSSO! - e io sarò libera di andare.” concluse Petunia. Le piaceva che le cose fossero fatte in fretta, senza dilungarsi troppo. 

Oh! Ti piacerebbe che fosse così facile, eh? Ma io vedo in te grandi cose, cose per cui meriteresti di finire in qualche altra Casata. Escluderei i Grifondoro: “coraggio” non è il tuo motto. Ma sono anche il coraggio e l'autostima le cose che ti occorrono, quindi forse... No: non Grifondoro! E Serpeverde? Faresti grandi cose, diventeresti qualcuno... Ma non hai il carattere di una Serpeverde: so che la tua scontrosità è solo una maschera! Restano solo i Corvonero... Uff! Sei una persona davvero difficile, hai un carattere tutto tuo che pochi accettano, sei diffidente, solitaria, ma allo stesso tempo hai bisogno di amici. La tua è una mente vasta e complicata, sei proprio uguale alla dolce Priscilla... Sì, credo di aver trovato!
***
- CORVONERO! - gridò il Cappello Parlante. 
Petunia se lo tolse e corse più in fretta che poteva verso il suo tavolo, dove gli studenti della sua nuova Casa applaudivano ed esultavano.
Subito dopo di Petunia fu smistata una ragazzina chiamata Grace Hamilton. Sembrava essere incerta e imbarazzata mentre si avvicinava allo sgabello, proprio come Petunia; ma, a differenza sua, venne smistata a Tassorosso.
Lo Smistamento continuò: Remus Lupin, Peter Minus, Mary McDonald e Marlene McKinnon raggiunsero Lily al tavolo dei Grifondoro; Antony Mulciber divenne Serpeverde; mentre Miriam Foster e Damian Dalton si unirono a Petunia.
Allison Parker si unì ai Serpeverde, ma sua cugina Juliet venne smistata a Corvonero.
Erano rimaste solo tre persone da smistare...
- Piton, Severus.
Sia Petunia che Lily smisero di parlare con i loro nuovi compagni e guardarono il loro amico trattenendo il fiato.
- SERPEVERDE! - urlò il Cappello neanche un minuto dopo. 
Severus raggiunse il suo tavolo e guardò sconsolato le due sorelle Evans. Erano stati divisi, tutti e tre si trovavano in Case diverse, ma sarebbero sicuramente riusciti a restare amici, pensò Severus. Non importava la Casata in cui si era stati smistati: era l'unione che faceva la forza, e questo l'aveva detto anche il Cappello nella sua canzone!
Restavano solo James Potter ed Emmeline Vance: entrambi divennero Grifondoro. 
Severus non se lo sarebbe mai aspettato: come aveva fatto quel ragazzo così arrogante a finire nella stessa Casata di Lily? Severus sentì di odiarlo, ma scacciò via quel brutto pensiero: era il suo primo giorno a Hogwarts e doveva essere felice.
***
...Non mi sarei mai aspettata di finire tra i Corvonero, ma sono così contenta: ho incontrato molti studenti con il mio stesso carattere e, per la prima volta, mi sono sentita davvero apprezzata per come sono e non sono stata scontrosa neanche per un secondo! 
Il banchetto è stato magnifico: alla fine del discorso del preside Dippet, sui tavoli è apparso ogni ben di dio e ho mangiato fino a scoppiare (provaci tu a resistere davanti a una gigantesca torta di panna e fragole, la mia preferita!).
Da quel che ho capito, la nostra Sala Comune è la migliore di tutta Hogwarts (abbiamo la vista del lago!!!) anche se d'inverno è un po' fredda, ma non fa niente. Per accedervi bisogna risolvere un indovinello, quindi mi sono già abituata all'idea di restare chiusa fuori per ore! Spero solo che qualcuno dei miei compagni accorra in mio aiuto...
Ora è meglio se mi metto anch'io a dormire (sono l'unica ancora sveglia) perché domani iniziano le lezioni. Nel mio dormitorio siamo solo in tre: io, Juliet Parker e Miriam Foster. Sono entrambe molto simpatiche e abbiamo già fatto amicizia!
Buonanotte diario! 
Petunia


Nota dell'autrice:
Ciao a tutti di nuovo!
Vi è piaciuto il nuovo capitolo? Spero di sì: l'ho dovuto scrivere per due volte, visto che la prima versione non mi convinceva!
Passiamo alla mia domanda per il prossimo capitolo (ricordo che potete rispondere nelle recensioni): nel quarto capitolo parlerò delle lezioni; sappiamo già che Lily sarà bravissima in Pozioni... Petunia, invece? Mi piacerebbe riuscisse meglio di Lily in una materia scolastica. Si può scegliere tra:
a) Erbologia
b) Volo e Quiddich
c) Astronomia

Pubblicherò il prossimo capitolo quando ci sarà una maggioranza, anche se gradirei un minimo di 5 recensioni...
Un ultimo avviso: da stasera fino a sabato sarò a un Campus, quindi non potrò rispondere alle vostre recensioni e aggiornare la storia.
Al prossimo capitolo!
Polliflox

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Capitolo 4
*** Salve, mi chiamo Nelson e sono un Prefetto esaurito! ***


Premessa
Ciao a tutti e... Beh, inizio con lo scusarmi: è da parecchio tempo che non aggiorno, me ne rendo conto. Tra impegni vari non ho più trovato tempo né idee per continuare la storia. Ho avuto una sorta blocco dello scrittore, insomma. Dopo tanti sforzi e tanti tentativi, ho finalmente sfornato un nuovo capitolo e ho anche cercato di organizzare al meglio la trama della storia, per avere una traccia di base da seguire ed evitare nuovi blocchi. Sappiate quindi che il continuo è assicurato!
Spero davvero che possiate perdonarmi: io stessa rimango seccata quando una fanfiction a cui tengo particolarmente non viene più aggiornata.
Per qualche capitolo eviterò di farvi nuovi sondaggi, con lo scopo di individuare esattamente la caratterizzazione di ogni personaggio. Aspetto comunque qualche recensione, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate!
Un ultimo appunto: Martini02 mi ha fatto notare che nella mia storia è presente un'incoerenza temporale. Armando Dippet è morto negli anni '50 ed è stato preside ai tempi di Tom Riddle. Mi scuso per l'errore: provvederò “facendo morire” il nostro povero vecchio Preside Dippet alla fine del primo anno. Spero che non vi dia troppo fastidio!
Buona lettura e buone feste a tutti!
Polliflox


Capitolo 4
Salve, mi chiamo Nelson e sono un Prefetto esaurito!

Hogwarts era cominciata da ben due settimane, ma il tempo sembrava essere intenzionato a rimanere estivo, e al diavolo l'autunno!
I prati e gli alberi erano ancora di un vivace color verde e nel cielo celeste il sole brillava caldo.
In quelle due settimane, le temperature si erano spesso spinte sulla soglia dei trenta gradi e molti studenti ne approfittavano per passare dei rilassanti pomeriggi facendo bagni al Lago Nero, cosa che a professori, Capscuola e Prefetti non piaceva affatto.
- Spring, Brown! - urlò il Prefetto di Grifondoro avvicinandosi a due ragazze in costume. Erano sul bordo del lago e sembravano sul punto di tuffarsi.
- Ne abbiamo già parlato, non potete entrare nel lago! Lo sapete o no che ci vive una piovra gigante?! Per non parlare degli Avviccini!
- Oh, Nelson! Ci stavamo solo rinfrescando un po'! - protestò una delle due, mora e occhi azzurri, facendo un piccolo broncio. - E se ti va, puoi unirti a noi!
Le due ragazze ridacchiarono, ma vennero interrotte dal Prefetto. - Mi credete forse stupido e imbecille come McLaggen?! Mi spiace farvi sapere che non tutti i Grifondoro sono idioti corrotti come lui! E adesso vi conviene rimettere le vostre divise e andarvene, o sarò costretto a togliere dei punti!
Le due ragazze smisero di sorridere, in particolare la seconda lo squadrò rabbiosa .
- Osi insultare il mio ragazzo?! - strillò pestando i piedi a terra come una bambina capricciosa. - Insulti lui? Il Caposcuola di Grifondoro?! Io penso, Nelson, che faresti meglio a scusarti subito! Non credo che a Matthew farebbe piacere venire a sapere che uno dei Prefetti gli manca di rispetto!
- Meno 10 punti a Grifondoro. - urlò lui in risposta. - Ed è solo un avvertimento. O vuoi una punizione?
Le due ragazze, stizzite, radunarono in fretta le loro cose e si allontanarono bisbigliando tra loro cose di certo offensive sul suo conto.
“Al solito!” pensò Nelson riprendendo a passeggiare in riva al lago, controllando ogni tanto se qualcuno cercasse ancora di fare il bagno di nascosto.
Aveva passato così quegli ultimi dieci giorni di inizio settembre, ed era già stufo marcio di passare i pomeriggi a litigare con mezza scuola.
Sapeva che gli era stato affidato un compito duro quando aveva accettato la preziosa spilla da Prefetto, ma non immaginava certo di passare l'anno correndo dietro a dei mocciosi indisciplinati, o peggio, a delle starnazzanti fan di McLaggen. Quanto odiava McLaggen...
Era così perso nei suoi pensieri che si accorse di essere arrivato alla piccola spiaggia vicino alla Foresta Proibita solo quando vide tre bambine di Corvonero chiacchierare allegramente, i piedi in acqua.
- Ragazzine! - chiamò sbuffando e avvicinandosi alla riva. - Non sapete che è vietato fare il bagno nel lago?
Le tre si girarono, un'espressione sorpresa era comparsa sui visi delle prime due, che subito si affrettarono ad indietreggiare di qualche passo, quel tanto che bastava per ritornare con i piedi sulla sabbia della piccola baia in cui si trovavano. Solo la terza, una bambina dai capelli castano chiaro che le ricadevano sul lungo collo, si limitò a scrutarlo con i suoi freddi occhi azzurri, tendenti al grigio, rimanendo tuttavia dove si trovava e incrociando le braccia al petto.
- Guarda che mi stavo rivolgendo anche a te! - proruppe il Prefetto cercando successivamente di calmare i nervi. Solo quel pomeriggio aveva dovuto redarguire, punire e togliere punti a circa una ventina di persone, tutte con lo stesso obbiettivo: fare un tuffo di sola andata nella “tana” della piovra gigante. E da altrettante persone era stato ignorato, schernito o addirittura insultato e minacciato, come era successo giusto qualche minuto prima con quelle due smorfiosette con cui aveva avuto la sfortuna di dover condividere la Casata. Sapeva che l'aver “osato” togliere 10 punti alla ragazza di McLaggen, quell'oca giuliva di una Brown, gli sarebbe costato caro: McLaggen era lo studente più popolare della sua Casa. Non era una cima, ma aveva voti eccellenti in Pozioni a causa della stretta amicizia tra il Professor Lumacorno e il signor McLaggen Senior, senza contare le sue straordinarie abilità in Volo che gli avevano conferito il titolo di miglior battitore che la squadra di Quidditch avesse avuto da qualche decennio. Gli andava dietro tre quarti del popolo femminile di Grifondoro, più una buona fetta di Serpeverde, tra cui anche qualche ragazzo. Ma lui stravedeva solo per Poppy Brown, sua ragazza dall'anno precedente. E Nelson aveva assistito più volte alla fine tremenda che facevano quei disgraziati che avevano avuto il coraggio di rispondere alle provocazioni di quell'antipatica.
Nelson ne aveva passate abbastanza per fargli venire voglia di togliere 200 punti seduta stante a chiunque osasse contraddirlo, ma scosse la testa provando a ignorare la sua vena sadica: dopotutto si trovava davanti a delle innocue Corvonero, una Casa ligia alle regole e formata per la maggior parte da persone educate e responsabili, con un minimo di sale in zucca. Non a caso, il suo migliore amico Johnathan Brown, fratello nonché alter-ego di Poppy, apparteneva a quella Casata.
- Allora, si può sapere perché non esci di lì?
La ragazzina si limitò inizialmente a trafiggerlo con quel suo sguardo di ghiaccio.
- Non stavamo infrangendo nessuna regola. - disse infine con una voce pacata. - Non avevamo intenzione di fare un bagno, ci stavamo semplicemente bagnando i piedi.
- È vero. - confermò una delle bambine uscite dall'acqua. - Infatti abbiamo ancora le divise addosso, vedi? A parte le scarpe e i calzini, ma quelli li dovevamo togliere per forza. Non ci metterai in punizione, giusto?
Nelson rimase perplesso. In effetti, quelle tre erano le uniche studentesse che si trovavano al lago senza il costume addosso e senza teli mare stesi sull'erba. Al loro posto, un piccolo mucchietto di libri giaceva abbandonato vicino a tre paia di scarpe con relativo numero i calzini. Le Corvonero sembravano essere reduci da un pomeriggio intenso di lezioni.
Gli venne in mente un pomeriggio del suo primo anno in cui aveva conosciuto Johnathan, quando entrambi si erano ritrovati in quella stessa baia per raccogliere certe alghe studiate a Erbologia e un moto di tenerezza lo spinse ad accantonare tutto il rancore che in quel momento provava per chiunque osasse anche solo avvicinarsi al Lago Nero.
- Beh, in questo caso avete il permesso di rimanere dove siete. - rispose il Prefetto rilassandosi. - Ma vi avviso che sarò costretto a togliere punti se vedrò anche solo una di voi buttarsi in acqua. E ci tengo a rammentarvi che la cena inizierà tra un'ora, di conseguenza entro poco non avrete più il permesso di trovarvi fuori dal castello. Vi consiglio quindi di non attardarvi troppo.
- Va bene. - rispose la bambina con i piedi in acqua alzando i pollici in segno di evidente conferma. - Avevamo comunque intenzione di rientrare entro poco.
Il Prefetto le salutò con un cenno veloce del capo, allontanandosi in tutta fretta per fermare due ragazzini intenti a pescare strani esseri bitorzoluti dall'orto della casa di Hagrid per poi lanciarli in aria cercando di centrare il tronco di un albero.
- EHI, VOI! NON È QUESTO IL MODO CORRETTO DI LIBERARSI DEGLI GNOMI DA GIARDINO! 20 PUNTI IN MENO A GRIFONDORO!
Petunia rimase per un po' a guardare il Prefetto che sbraitava contro quelli che aveva riconosciuto come Sirius Black, il primo studente sottoposto allo Smistamento e James Potter, il bambino che aveva inconsapevolmente aiutato la famiglia Evans a raggiungere il binario 9¾.
- Penso che sia meglio avviarsi. - la chiamò la sua amica Miriam dopo essersi messa le scarpe. - Ormai questo posto è tutto fuorché tranquillo. E poi quel Prefetto di Grifondoro, per quanto pomposo possa essere, ha ragione: manca poco alla cena.
- Sì, meglio andare. - concordò Juliet raccogliendo i libri di tutte da terra. - Dovremo passare in Sala Comune per mettere questi in Dormitorio.
Petunia si affrettò a uscire dall'acqua per raggiungere le sue compagne, poi si diressero insieme verso il Castello.


- Funia, tu hai tfovato la levvenda delle due Offe? - chiese una Miriam dalla bocca piena di patatine fritte a una Petunia dalla faccia basita.
Le tre Corvonero si trovavano in Sala Grande, dove, tra gli schiamazzi generali, si stavano gustando un'ottima cena caratterizzata principalmente da Fish and Chips e gelato insieme ai loro compagni di Casa al tavolo di Corvonero.
Quella sera, a causa del tremendo caldo, il menù abituale costituito da cibo ricco, sfizioso e pesante era stato sostituito con alimenti più leggeri e freschi. Chiunque si occupasse della cucina di Hogwarts, riusciva sempre ad azzeccare le portate sia in base al tempo atmosferico, che ai gusti e all'umore degli studenti.
Se ne avesse avuto la possibilità, Petunia avrebbe volentieri fatto i complimenti agli artefici di quelle delizie. Erano questi i pensieri che faceva mentre ingoiava voracemente la sua seconda porzione di pesce, prima che Miriam l'avesse interrotta mugghiandole addosso qualcosa che somigliava vagamente a una domanda, il tutto nel tentativo di non sputacchiarle in faccia qualche pezzo di patatina.
- Non ho capito assolutamente niente. - le disse Petunia in risposta alzando un sopracciglio. - E non credo che riuscirai a parlarmi normalmente, finché avrai tutto quel cibo in bocca.
- Meglio se bevi un po'. - intervenne Juliet passando a Miriam un bicchiere colmo di burrobirra. - Mmm... Forse è meglio l'acqua, non vorrei passare l'ora di Astronomia a sentirti ruttare la leggenda delle Due Orse.
- La burrobirra va benissimo. - biascicò Miriam, che nel frattempo si era arrangiata ad ingoiare il boccone. - E, tanto per la cronaca, non riuscirei a raccontare quella leggenda alla professoressa Aster neanche volendo: ho cercato ovunque in biblioteca, ma a quanto pare sono arrivata troppo tardi e tutti i libri sull'argomento sono stati presi in prestito. Era quello che cercavo di chiederti, Tunia. - concluse portando il bicchiere alla bocca e affondando il viso nella schiuma bianca e frizzante della bevanda. - Quanto amo la burrobirra! - esclamò poi alzando la testa e sfoderando orgogliosamente i baffi bianchi che la schiuma le aveva disegnato sulle guance e sul naso.
- Per la ricerca posso aiutarti. - le garantì Petunia rubandole il boccale di mano. - Che c'è? Quello era il mio bicchiere! - protestò quando vide Miriam fissarla accigliata. - Anch'io ho diritto ad avere i miei personali baffi di schiuma! - sentenziò successivamente scatenando la risata delle due amiche. - Comunque, mio padre è appassionato di Mitologia Greca e spesso mi raccontava i suoi miti preferiti quando ero piccola. Ho ascoltato la leggenda dell'Orsa Maggiore e dell'Orsa Minore così tante volte che oggi te la saprei benissimo raccontare con le esatte parole che lui usava con me e mia sorella. Dopo cena posso raccontartela, se vuoi.
- Petunia Evans, se potessi, ti costruirei una statua seduta stante!
Petunia sorrise felice: era stata fortunata, tremendamente fortunata ad aver trovato delle amiche così.
Miriam Foster era forse la ragazza più particolare che avesse mai conosciuto. Riusciva a incantare tutti con i suoi boccoli biondo paglia, gli occhioni blu brillanti e le guanciotte rosse. Aveva un aspetto tremendamente angelico, insomma, anche se il carattere era tutt'altro: testarda come pochi, ferma e decisa e tremendamente astuta. Il Cappello aveva lottato duramente con lei per stabilire la sua Casa di appartenenza, indeciso com'era tra Serpeverde e Corvonero. Alla fine, Miriam aveva vinto ed era entrata a far parte della Casata blu e bronzo, rompendo la tradizione della sua famiglia, che discendeva direttamente dalla famiglia Rosier, Purosangue fino al midollo.
Juliet Parker era più dolce e pacata, anche se molto riservata rispetto a Miriam. Aveva i capelli lisci e color nocciola e gli occhi così scuri che quasi non si riuscivano a distinguere le pupille, ma che emanavano un calore e una dolcezza incredibili.
Anche lei, come Miriam, apparteneva a una famiglia Mezzosangue in stretto contatto con i Flint, che considerava quasi tutti gente con la puzza sotto al naso. Sua cugina era Allison Parker, Serpeverde che frequentava il loro stesso anno.
Finito di cenare, le ragazzine di alzarono dalla propria panca e si avviarono verso la Torre Corvonero seguite da Damian Dalton, un loro timido compagno di Casa.
- Avete visto una pergamena di Astronomia da qualche parte? - chiese loro visibilmente agitato. - La sto cercando da tre giorni, ormai: è il mio compito sull'Orsa Maggiore e ci avevo impiegato così tanto... Cosa dirò alla professoressa Aster?!
- Oh, Damian: calmati! - lo bloccò Miriam. - Tunia stava giusto per raccontarmi per bene la leggenda. Se ti va, puoi unirti a noi!
Raggiunsero l'entrata della Sala Comune e attesero che il battacchio a forma di aquila ponesse loro il solito quesito:

Senza coperchio, chiave né cerniera
uno scrigno cela una dorata sfera.


Juliet sfoderò un sorrisetto e rispose immediatamente. - Un uovo.
La porta si aprì, mentre gli altri tre la osservarono stupiti per la velocità con cui aveva trovato la risposta.
- Beh, non l'avete riconosciuto? È uno degli indovinelli di Gollum! - spiegò Juliet  con occhi scintillanti.
Silenzio.
- Oh, andiamo! Non avete mai letto Lo Hobbit? Il Prequel de Il Signore degli Anelli! - provò ancora guardando gli amici con sguardo carico di aspettativa.
In risposta ottenne tre sorrisi imbarazzati, accompagnati da sguardi bassi.
- Oh, per Priscilla Corvonero! Che razza di amici ho? - esclamò Juliet alzando gli occhi al cielo e imbronciandosi, ma con fare scherzoso. - Tunia, dopo la tua lezioncina di Astronomia, dovrò farvi una piccola introduzione sul mondo di Tolkien. E domani farò in modo di trovare una copia del primo libro per ognuno di voi. Cercherò nel reparto babbano della biblioteca, sono sicura che non tengono solo vecchi manuali di Babbanologia!
- Davvero i maghi studiano i babbani? - la interruppe Petunia sgranando gli occhi.
- Alcuni maghi e streghe trovano il mondo, la cultura e gli usi babbani davvero affascinanti. Mio padre, per esempio, si è diplomato in Babbanologia e oggi è il capo dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani. - intervenne Damian in tono orgoglioso.

Se non avete intenzione di entrare, vi prego di avvertirmi. Non ho intenzione di rimanere aperto per più del dovuto.

Si intromise a quel punto una voce in tono infastidito. Gli studenti si affrettarono a superare l'ingresso, sapendo che il battacchio non amava particolarmente chiacchierare con gli studenti, a meno che non fosse terribilmente infastidito dai suddetti. E quando veniva stuzzicato troppo, tendeva ad aumentare di parecchio il grado di difficoltà dei suoi indovinelli, obbligando i poveri Corvonero a rimanere per delle ore chiusi fuori dalla propria Sala Comune. Capitava spesso di vedere qualche capanello di studenti dalla cravatta blu e bronzo davanti alla porta chiusa mentre discutevano tra loro sulle possibili soluzioni ai quesiti del battacchio. Petunia e i suoi amici, alcune volte, avevano visto addirittura studenti che inveivano contro la porta con le più colorite imprecazioni, prima che qualche loro compagno aprisse dall'interno, impietosito. Ma se ad aprire era un Prefetto, allora i malcapitati si vedevano sottrarre qualche punto per il loro linguaggio scurrile. I Prefetti e i Capiscuola di Corvonero erano famosi per la diligenza con cui svolgevano il loro compito, anche nei confronti dei loro compagni di Casa.
- Allora, vogliamo iniziare, professoressa?
Miriam si sedette sulla sua poltrona puff preferita, posta all'interno di una rientranza della parete principale a forma di piccola abside, in cui era stata ricavata una libreria. I libri erano diventati parte dell'arredamento della grande Sala.
- Non sono mica una veterana! - rise Petunia accomodandosi al suo fianco sul tappeto blu notte, mentre Juliet e Damian si sedevano su una piccola panca azzurra posta di fronte alla libreria.
- Però devi ammettere che hai talento in Astronomia! - sentenziò Juliet. - Sei forse la migliore del corso!
Le guance e le orecchie di Petunia si imporporarono, non era solita ricevere complimenti, soprattutto riguardanti la scuola. Quando frequentava la scuola babbana, non eccelleva particolarmente in nessuna materia, al contrario di sua sorella.
- Bene, allora iniziamo! - disse dopo che Miriam fu tornata dal Dormitorio con due fogli di pergamena e due penne d'oca con inchiostro incorporato.
- Mi devi una pergamena! - proferì la bionda passando a Damian uno dei fogli e una penna. - Vedi di restituirmelo a breve, o mi preoccuperò personalmente di prenderne un intero rotolo dalla tua scorta. Interessi! - spiegò come un'esperta impiegata bancaria.
Rimasero una buona mezz'ora ad ascoltare Petunia parlare della leggenda della ninfa Callisto, e di come la dea Artemide l'avesse trasformata in un'orsa dopo aver scoperto la sua relazione segreta con Zeus, per poi far diventare la ninfa una costellazione (l'Orsa Maggiore) insieme al figlio (l'Orsa Minore), il quale l'aveva colpita a morte durante una battuta di caccia.
Passarono il resto del tempo a cercare le due costellazioni nel soffitto incantato della Sala Comune, dipinto con i motivi di un cielo stellato, che aveva la peculiarità di animarsi assumendo l'aspetto di un vero cielo notturno durante la notte. Una manna per un appassionato di Astronomia.
Stettero a chiacchierare finché la Sala non cominciò a svuotarsi dal resto degli studenti nel frattempo rientrati dalla cena e quando il grande orologio a pendolo posto vicino alla statua di Priscilla Corvonero batté le 11.30, si avviarono verso la Torre di Astronomia.

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