Ilvermorny - I Giochi di Morrigan

di Strige_LiW
(/viewuser.php?uid=229896)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO - La Bacchetta Perduta ***
Capitolo 2: *** Capitolo I - Miei cari ragazzi ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Inaspettato ***



Capitolo 1
*** PROLOGO - La Bacchetta Perduta ***


Tengo a precisare che l'idea per la storia parte da quanto presente in uno scritto di J.K.Rowling  reperibile su Pottermor, trattante la scuola di Ilvermorny. Nel testo che segue sono addirittura presenti alcuni estratti dell'opera su citata e ne consiglio quindi la lettura per avere maggior chiarezza e dimestichezza con la storia ed essere in grado di distinguere cosa sia mio o meno.

Sperando che seguiate il consiglio vi lascio il link: http://www.pottermore.com/writing-by-jk-rowling/ilvermorny-it
 


 



Ilvermorny - I Giochi di Morrigan

Prologo

La Bacchetta Perduta 

Primi Personaggi


Evelyn osservò con una certa suggestione il brillio nello sguardo della preside Hogwood.
Sin dai primi anni di collaborazione aveva imparato fosse una scelta saggia diffidarne.
"Evelyn cara,dimmi, hai mai sentito palare dei Giochi di Morrigan?"
Nella pronuncia di quelle parole, nonostante la donna avesse usato un tono leggero, la professoressa vi riconobbe della mal celata trepidazione.
Scosse il capo facendo cenno che no, quell'argomento le era del tutto ignoto, certa però che una risposta da parte sua fosse più che superflua e che l'altra fosse gia consapevole della sua mancanza.
La Hogwood prima di rispondere si prese un po' di tempo per rimirare con sguardo amorevole il sontuoso specchio che ornava la fine del lungo e cupo corridoio in cui si trovavano.
Lee ne era affascinata, la tenue luce donata dalle fiaccole appese era sufficente per permetterle di ammirarlo a dovere e di apprezzarne la pregiata fattura. Era enorme, abbastanza da coprire la parete quasi nella sua interezza, l'imponente cornice ovale pareva d'osso finemente scolpito e vi erano incisi numerevoli volti di donne eteree con serpi intrecciate al posto dei capelli. Oltretutto emanava un'aura magica quasi palpabile e suppose fosse quello il motivo per cui si trovasse in una delle aree proibite.
"Come ben sai, Isotta Sayre, oltre ad essere la fondatrice di questo castello ed un'abilissima strega, era anche una discendente diretta di Morrigan la famosa Animagus irlandese in grado di trasformarsi in un Corvo e di..."
"Certo Dixie, sei stata tu ad assumermi,dovresti sapere che insegno Storia della Magia."
La preside sbuffò infastidita dall'interruzione, muovendo la mano come per scacciare un insetto ed intimandole di zittirsi.
"...e di Slazar Serpeverde, che non è necessario io ti racconti chi sia dato che insegni Storia della Magia - la sbeffeggiò la donna, strappandole una risata - nonché detentrice della bacchetta di quest'ultimo. Ecco, questi giochi nascono per quella reliquia perduta perché... devi sapere Evelyn cara che ciò che sto per dirti è del tutto in confidenza visto che per me sei come una figlia, ma è una confidenza e tale deve rimanere, condiderato che parlandotene sto venendo meno ai miei doveri di preside. Vedi, la reliquia di Serpeverde non è mai realmente andata perduta, ma è ancora qui, ad Ilvermony, ed io so esattamente dove." concluse in tono grave.
Gli occhi neri di Dixie si fissarono nei suoi, altrettsnto scuri, scrutandole dento ed inchiodandole l'anima.
Al solo pensiero che un artefatto magico, che quella bacchetta, tanto potente quanto oscura fosse lì da qualche parte, magari a pochi passi da loro, il suo stomaco fu stretto da una morsa potente.
Vedendo che la professoressa Lee era mancante di parole la preside Hogwood contiuò: " Il primissimo giorno di ogni anno scolastico, mentre il resto della scuola osserva dalla balconata sovrastante, i nuovi studenti entrano in fila nella sala principale. Si dispongono lungo le pareti, ed uno ad uno vengono invitati a collocarsi sul simbolo del nodo gordiano nel mezzo del pavimento di pietra. La scuola attende in silenzio che i quattro intagli reagiscano. Se il Serpecorno vuole lo studente, il cristallo che ha incastonato nella fronte si illumina. Se è il Wampus a volerlo, ruggisce. Il Tuono Alato manifesta la sua approvazione battendo le ali, mentre il Magicospino solleva la freccia in aria. Se più di un intaglio segnala di volere lo studente nella propria casa, sta all'alunno scegliere. Ma come sai, questo dovrebbe essere un evento abbastanza raro, che avviene in media una volta ogni dieci anni." Evelyn accolse quelle parole con una punta di fastidio, riconoscendole come erronee " Eppure avrai notato anche tu che tra il V e il VII anno, ci sono la bellezza di ben dodici studenti che al loro arrivo ad Ilvermorny sono stati Contesi"
Concorde la professoressa annuì.
"Ma cosa centra tutto ciò coi Giochi? E con la bacchetta di Serpeverde?"
"Vedi cara,i Giochi di Morrigan furono creati dal preside che seguì alla morte di James e Isotta, Amadeus Crawford, che all'epoca era l'amante di Riona Boot, la figlia dei suoi predecessori. L'unico desiderio di Riona era quello di impossessarsi della bacchetta e distruggerla una volta per tutte. La povera strga ne era terrorizzata a morte, anche lei come Salazar parlava Serpentese, e prese l'amara decisione di non avere prole nel  vano tentativo di  mettere fine alla sua stirpe. Il ramo ameicano della famiglia non sapeva che Gormlith non era l'ultima dei Gaunt e che il loro lignaggio continuava in Inghilterra. Svelò tutto quello che sapeva sulla Stecca a Crawford, sperando che col suo aiuto avrebbe potuto mettere finamlente la parola fine a quel peso persistente che le giaceva in petto, ma i loro innumerevoli tentativi non andarono a buon fine, imbattendosi nella sconvitta ad ogni nuovo tentativo. Decisero quindi di aver bisogno di aiuto, ma non potevano certamente svelare al mondo la loro impresa. Crearono quindi delle prove, una sorta di Torneo Tre Maghi per gli studenti della loro scuola che chiamarono i Giochi di Morrigan, a cui solo gli alunni scelti potevano partecipare. Saltarono fuori i nomi di soli sette studenti, che guardacaso erano tutti stati dei Contesi, il che, aveva senso. A volte si dice che le case di Ilvermorny rappresentano le varie parti che compongono un essere umano: la mente è il Serpecorno, il corpo è il Wampus, il cuore è il Magicospino e l'anima è il Tuono Alato. Altri dicono che la casa di Serpecorno preferisce gli studiosi, Wampus i guerrieri, Magicospino i guaritori e Tuono Alato gli avventurieri. Quindi perché non far tentare a chi era più di sola mente,corpo, cuore o anima? Laciarono  che gli studenti si spalleggiassero durante le prove che avevano ideato prima di permettergli di affrontare l'ultima ardua prova in cui anche loro avevano fallito. I sette andarono molto vicini alla riuscita..." Dixie si bloccò, soppesando se fosse o meno i caso di svelare gli ultimi dettagli della storia alla sua giovane amica. Alla fine scosse il capo, sospirando.
"I Giochi vengono Obliviati ogni volta, lasciando i soli presidi memori dei fatti. Ogni volta che uno di noi ritiene di avere studenti sufficenti per dare il via ai giochi lo fà, sperando di onorare la volontà di Riona e io personalmente ritengo che questo nuovo anno sia quello perfetto. Tocca ai nostri ragazzi tentare e non nascondo di nutrire ottime speranze."
Le due donne rimasero in silenzio per alcuni minuti osservando i loro riflessi nello secchio, mentre il peso di quelle confessioni gravava loro attorno.
"Tu credi quindi sia una buona idea" dichiarò poi Evelyn in un mormorio incolore, puasi parlasse unicamente a se stessa " Se nussuno, mago o strega per quanto a abile è mai riuscito a portare a termine quest'impresa, vuol dire che la bacchetta è al sicuro. E' davvero necessario dunque andare alla ricerca di una tale forza oscura?"
Hogwood strinse i denti.
"Non essere sciocca cara, è un artefatto ormai dormiente, solo lo spettro di ciò che era un tempo. Ricorda poi, che non sono le bacchette ad essere buone o cattive."
 




 

Note di Partrcipazione!

Salve carissimi lettori!
Spero che cio che ho scitto vi sia piaciuto, penso che non fosse poi così male.
Spero decidiate di partecipare numerosi.
In caso vi siate incuriositi, vi lascio alcune semplici regole:
  • Massimo due OC a testa, di sesso e casate differenti
  • Ogni OC deve appartenere o al V, VI o VII anno
  • Prenotare in recensione Sesso, Casata, Anno, eventuale Ruolo o Relazione
  • Non sono ammessi Ibridi vari, Veela, Metamorphomagus o Animagus
  • Le iscrizioni sono aperte sino alle 23.00 del 14/07/2016
Bene, vi ricordo poi che:
SERPECORNO: mente/studiosi
WAMPUS: corpo/guerrieri
MAGICOSPINO: cuore/guaritori
TUONO ALATO: anima/viaggiatori

 

Scheda del Personaggio:

NOME:
SECONDO NOME*:
COGNOME:
SOPRANNOME*:
STATO DI SANGUE:
CASATA:su Pottermor è disponibile lo smistamento ad Ilvermorny, ma potete mettere cio che preferite
CASATA CONTESA:
ANNO:
DATA DI NASCITA:
DESCRIZIONE FISICA:
PRESTAVOLTO:
STORIA:
FAMIGLIA E RAPPORTO CON ESSA:
CARATTERE:
ABITUDINI:
VALORI/DISVALORI:
TIMORI, PAURE O FOBIE:
SEGRETI: ne è necessario almeno uno, non deve essere per forza qualcosa di eclatante
BACCHETTA : importante
PATRONUS*:
AMORTENTIA*:
MOLLICCIO:
ANIMALE*: sono ammessi gufi, gatti, rospi, topi, ragni e puffole pigmee
RUOLO*: sono compresi "Settimanale Studente al Corrente" e Club di Scacchi e Gobbiglie
ABILITA' NEL VOLO: non perforza devono essere tutti abili
MATERIE ODIATE :
MATERIRE AMATE:
AMICIZIE: descrivere il tipo di persone con cui potrebbe andare d'accordo, specificare anche alcuni nomi degli OC sottostanti e accennare un principio del loro rapporto
INAMICIZIE: stessa cosa, solo con rapporti diversi
ORIENTAMENTO SESSUALE:
RELAZIONE*: scegliere un OC e precisare come immaginate che le cose si evolvano, o a che punto del rapporto si trovano.

*Campi facoltativi

 

Personaggi Principali

SERPECORNO

Viviana Mormonth Alexandra Daddario - VI anno, Prefetto, Eteroflessibile, Libera
Viviana è una ragazza, oltre che bella, anche molto inteligente ed essendone consapevole tende spesso ad
ostentare queste sue doti, procurandosi spesso l'antipatia altrui. Dietro quest'attegiamento si nasconde una persona
estremamente fragile e in cerca di continue rassicurazioni.Se si gratta la superfice si scopre una persona gradevole.


Joshua "Josh" Knight Miles McMillan - VII anno, Portiere, Bisessuale, Libero
Ilvermorny offre alcune borse di studio a partire dal terzo anno per ragazzi meritevoli e con difficoltà economiche e Josh ne possiede una.
E' un ragazzo inteligentissimo, con una media stellare, è però un tipo che ama stare per conto suo e il cui più grande divertimento è far perdere le staffe alla gente.
Dice sempre che non ha bisogno di nessuno, ma in segreto ama la compagnia ed essere reso partecipe.
Non ha capito neanche lui bene come, ma finisce fin troppo spesso nei guai, sono loro che lo cercano. O almeno è  quello che lui sostiene.


 

WAMPUS

Vincent Campbell Alex Pettyfer - VII anno, Battitore, Eteroseesale, Libero
Terzo di quattro fratelli sente molto la pressione premere sulle sue spalle nel tentativo di soddisfare le alte aspettative dei suoi genitori, purtroppo con
scarso successo. E' però uno dei migliori studenti di Incantesimi, Trasfigurazione e Difesa. Ha problemi con la gestione della rabbia. Tiene molto a famiglia e amici, che considera
come una famiglia allargata. Manifesta le sue emozioni, positive o negative sempre in modo molto fisisco.


Nathan Snow Lucky Blu Smith - V anno, Cercatore e Prefetto, Eterosessuale, Libero
Nathan è un falso modesto, ama apparire  e nonostante professi sempre di essere stufo del proprio Fun Club, fa sempe
si di trovarsi nei loro paraggi, elargendo sorrisi e sguardi ammiccanti. E' il Cercatore migliore tra tutte e quattro le case.
Difficilmente manifesta il proprio affetto e solitamente tramite piccoli gesti di vita quotidiana, ha pochi amici a cui è molto affezionato, anche se
ogni tanto pensa di coportarsi un po' troppo da stronzo con loro.



 

MAGICOSPINO

Arabella Callaway "Laway" Halsey - VII anno, Portiere, Bisessuale, Libera
Laway è una un po' chiusa, socevole con tutti, ma con pochi amici veri. Dona il cuore alle persone
che le stanno accanto. E' una persona calma e pacifica che accetta le cose come vengono cercando di estrarne il meglio.
Ama divertirsi, non si arrabbia mai tranne se ci tiene veramente e tende a farlo in modo violento e liberatorio.
Odia i malintesi, vive una situazione familiare complessa. Pensa che condividere il cibo sia una grande manifestazione di affetto.

 

TUONO ALATO

Pyper Pryce Lily Collins - VI anno, "Studente al Corrente"*, Eterosessuale, Libera
Pyper è la ragazza più popolare della scuola, amica di tutto e tutti. Amata per il suo sorriso splendente ed il suo
attegiamento gentile. E' però molto ingenua e non si accoge di essere circondata da molte persone false che la sfruttano
solo per la sua popolarità, è il tipo che incassa senza reaggire e che porge comunque l'altra guancia.
Convinta che le persone possano sempre cambiare.



 

Personaggi Secondari

Sienna Foster Kat Graham - Tuono Alato VII anno, Capocasa, Eterosessuale, Libera
Studentessa diligente e una piacevole compagnia, ha bisogno che gli amici le ricordino che esiste un modo intero fuori dalla biblioteca.


Sam Banner Andrew Garfield - Magicospino VII anno, Caposcuola, Omosessuale, Libero
Un abusatore del sacasmo, ha un atteggiamento perennemente svogliato e si fa trascinare sempe nei casini. Ha fiuto incredibile per inganni e situazioni complicate.


Gage Chupman Dylan Sprayberry - Wampus V anno, Battitore, Eterosessuale, Libero
Tende a conquistarti coi suoi occhioni dolci, ma non inganna quasi più nessuno per la sua fama di attacca brighe. Ha sempre ciò di cui hai bisogno.


Amanda Bolton Sasha Pieterse - Wampus VI anno, Club di Gobbiglie, Omosessuale, Libera
Simpatica e sfrontata è un amica disinteressata,con la passione per le feste e senza peli sulla lingua, con l'incredibile capacità di farti senire sempre a tuo agio.


Jane Snow Pyper America - Serpecorno V anno, "Studente al Corrente", Eterosessuale, Libera
Pettegola di prima categoria è sempre al corrente delle ultime novità, ha un personalità frizzante ma non si rende conto di essere un po' invadente. Gemella di Nathan.


Bradfort "Brad" Campbell Brenthon Thwaites - Tuono Alato IV anno, Fotografo, Eterosessuale, Impegnato con Monica
Carino e gentile con tutti è una persona genuina ma nonosante sia amato da tutti non capisce mai quando farsi o meno gli affari propri. Fratello di Vincent.


Monica Mild Amandla Stenberg - Magicospino IV anno, Eterosessuale, Impegnata con Brad
Silenziosa e di poche parole,quando parla lo fa per dire solo cose sorprendentemente sagge per  una ragazzina della sua età.





 

Collaboratori Scolastici

Dixie Hogwood Frances Conroy - Ex Wampus, Ex insegnate di Trasfigurazione, Membro Onorario del MACUSA**, Preside di Ilvermorny


Evelyn Lee Lucy Liu - Ex Serpecorno, Capocasa, Insegnate di Storia della Magia


Jason Malawer JR Bourne - Ex Tuono Alato, Ex Auror, Capocasa, Insegnate di Erbologia


Dominic Wilkingson James Pickens - Ex Magicospino, Capocasa, Vicepreside, Insegnate di Pozioni


Aaron Moor Peter Dinklage - Ex Wampus, Ex Auror Autonomo, Capocasa, Insegnate di Difesa Contro le Atri Oscure


Maryrose Bones Yael Stone- Ex Tassorosso, Medimaga, Infermiera presso Ilvermorny




 
* Ho pensato fosse carino la scuola avesse un proprio settimanale: Studente al Corrente.
**  BECCATO! Non hai ancora letto il link! Leggeti il Link! https://www.pottermore.com/writing-by-jk-rowling/ilvermorny-it

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo I - Miei cari ragazzi ***


Ilvermorny - I Giochi di Morrigan

Capitolo I 

Miei cari ragazzi

Le Scelte







Chiariamo dal principio, che Joseph solitamente non aveva stampata in faccia quell’espressione imbronciata, ma beh, quella giornata che pareva essere iniziata bene si stava rivelando una gran..
“Te lo giuro, ne parlavano davanti a me proprio la settimana scorsa…bisbigliavano fuori dall’ufficio”
“Caz…” sibilò dolorante, stringendo le labbra per evitare di continuare.
Sino a quel giorno avrebbe detto che non potessero esserci ore di lezione peggiori di quelle di erbologia, eppure incredibilmente si sbagliava.
Osservò l’ennesimo taglio che i petali del Difflorem gli avevano lasciato sul palmo.
“Beh, okay, forse non proprio davanti a me effettivamente, insomma, non doveva esserci nessuno lì in corridoio ma io dovevo chiedere il consenso per quella cosa che abbiamo scritto sulla roba della caccia agli ippocampi  no? Allora non volevo interrompere e ho atteso che finissero la discussione …ma comunque Anne, te lo devo proprio dire...-“ qualcosa di peggiore esisteva.
 
Stava uscendo spedito dalla Serra 3 desideroso di fuggire il prima possibile e cercare Vincent  per godersi la sua ora buca in compagnia quando una mano gli si era posata sulla spalla.
Il professor Malawer gl’aveva sorriso – o meglio aveva stretto e stirato le labbra in quello che doveva essere un sorriso, in generale l’uomo non sorrideva - e si, nonostante lo considerasse qualcosa di fantastico, tutto il suo moto di allegria gli era subito scivolato di dosso sostituito da un orribile presentimento.
“Non lei Sinclair, non è ancora riuscito a lusingare la sua pianta”
“Oh, si, ha ragione…ma vede io ora avrei un ora libera. Dovrei ripassare Storia della Magia per il test…-“
“I suoi voti con la professoressa  Lee sono Eccellenti, cosa che non può invece vantare nella mia materia. Suvvia, si segga al suo posto e torni a complimentarsi col suo fiore!”

 
“…- potremmo scriverci su un pezzone!”
E quel qualcosa era ritrovarsi una supplementare ora di Erbologia durante la sua ora d’aria, con quelli del V anno della sua casa assieme ai Wampus, per di più al medesimo tavolo di Jane Snow.
Ora, è vero che non sopportava lei e il suono della sua voce, ma non voleva che si zittisse perché sembrava parlare di qualcosa di piuttosto interessante. Il problema era che continuando a ripetere cose come “I tuoi petali sono molto carini” e “ Il tuo gambo sembra molto resistente e …- e verde?”  non riusciva ad ascoltare a pieno la ragazza e nemmeno a far smettere  i petali di quei fiori di comportarsi come lame rotanti ogni volta che si avvicinava per vedere se le sue moine avevano funzionato.
“ Ecco, si tratta di una specie di Torneo, dei Giochi capisci? Ne parleranno a breve credo…e si può sapere che diavolo hai da fissare Sinclair? E’ una conversazione privata questa!”
Joe  alzò gli occhi al celo “Non so di cosa parli” sbuffò.
La giovane lo guardò diffidente, non del tutto convinta, prima di abbassare la voce e tornare a parlare con brunetta, stavolta bisbigliando.
Nascose il fastidio tornano a guardare i fiorellini davanti a se e rivolgendosi a loro con il tono più mieloso del suo repertorio sparò: “sapete, avete proprio dei bei  peduncoli”
 
 
 
 
“Sapete, avete proprio dei  bei peduncoli”
Anne vide il professor Malawer alle spalle di Joseph Sinclair guardare il ragazzo con sincero stupore e sconforto.
“Per le sottane di Morgana, ma lei almeno alle ragazze li fa i complimenti?! La tratti come una ragazza!”
Prima di tornare a pestare la sua attenzione a Jane vide il ragazzo del VI anno arrossire e borbottare qualcosa, la bionda al suo fianco ridacchiò saputa “ovvio che non li fa i complimenti alle ragazze
Annalise arrossì fino alla punta delle orecchie all’idea di trattare argomenti così privati di altri, la sua amica doveva smettere di fare simili congetture. Le piaceva sapere le novità, ma non tutte le novità.
“Cos-…mh. Cosa dicevi a proposito di quei Giochi?”quella faccende le pareva molto più interessante.
La bionda al suo fianco scrollò le spalle, tornando a coprire di terra il suo Stridiosporo.
“Si insomma, ci saranno questi Giochi, una cosa nuova ha detto, dove solo alcuni ragazzi dal quinto in su potranno partecipare. Saranno estrartti a sorte credo, ma sarà una cosa discreta e per ora lo sappiamo solo io e te. Quindi bocca chiusa…ma che lo dico a fare di  te ci si può fidare, non come della mia boccaccia!”
Anne sorrise all’amica, portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio, imbarazzata anche solo da quell’accenno di complimento, scordandosi completamente di avere le mani sporche di terra.
La campana dell’ultima ora del mattino suonò, annunciando l’inizio della pausa pranzo e ancora chiacchierando le due ragazze si diressero verso vero la Sala Grande.
A un certo punto, qualcosa le urtò –no, qualcuno - passando loro nel mezzo e facendo finire Jane a gambe all’aria.
Subito dopo un altro scossone alla spalla e vide Gage Chupman passare tra loro correndo e  urlando insulti  fantasiosi al ragazzo che aveva fatto cadere la sua amica e che a quanto pareva stava inseguendo.
Gage si fermò pochi metri più avanti di loro, con le mani sulle ginocchia e il respiro affannoso urlo: “Sei un ladro schifoso ecco cosa sei, stupido Canide!”
Si voltò poi verso  di loro, Anne stava aiutando Jane a rialzarsi mentre quella  riempiva di insulti i due tornadi che le avevano spazzate via.
“Scusate, non era mia intenzione” disse quello, porgendo loro il più smagliante dei sorrisi.
O meglio, ad Anne che viola di imbarazzo ricambiò il sorriso.
Era la prima volta che lei ed il ragazzo si parlavano, ma la sua fama di casinista attacca brighe  la conosceva anche lei e le persone eccessivamente dimostrative non le erano mai piaciute granché.
Eppure…
Il ragazzo le lanciò una strana occhiata, con tanto di sopracciglio sollevato, mentre le tirava via una ciocca di capelli da dietro l’orecchio.
“Ma che…carina, hai della terra tra i capelli”
Non fece in tempo a sgranare gli occhi e a realizzare quale delle due cose la mettesse più in imbarazzo, se il terriccio o l’inaspettato appellativo che Jane spinse via il ragazzo.
“Giù le tue manacce da Anne prima che ti affatturi! Vedi di sparire!”
“Oh beh certo, tu che affatturi me, cos’è ? Una proposta? Guarda che non ho problemi a …”
Prima che potesse finire un altro ragazzino, stavolta del IV anno venne loro addosso, si scusò con le due ragazze  una decina di volte, prima di afferrare Gage per la manica urlando: “Muoviti che Monica mi sta aspettando!”
 
 
 
 
“Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?”
Rick, che il suo primo nome in casi come questo  non ce la faceva proprio a sentirlo, sbuffò.
Quasi valutava l’idea di tornare a sedersi con gli altri Magicospino.
“Oddio, Joshua ha fatto una battuta Vinc, hai sentito?”
“Ah, nof l’ho caphfita” mormorò il biondo sputacchiando in giro pezzettini di maiale glassato sotto lo sguardo schifato di Josh “ E’ una cosa dei No-Mag vero?” continuò una volta mandato giù il tutto.
Annuì, arricciando il naso.
“Si, ma parliamo di un grande classico non di un romanzetto qualsiasi…- borbottò il Serpercorno-…sarà famoso quanto la Bibbia. Mai sentito parlare della Bibbia?”
Mentre i due iniziavano il loro consueto battibecco, Rick allungò lo sguardo sino al tavolo di Viviana in cerca dalla ragazza. In quei giorni non l’aveva quasi mai vista se non per un saluto di sfuggita nei corridoi, dove lo aveva a malapena guardato. Iniziava a sospettare che lo stesse evitando e questa cosa lo turbò, chiudendogli lo stomaco.
Iniziò svogliatamente a schiacciare i piselli nel suo piatto, sovrappensiero. L’aveva forse offesa in qualche modo? Si sarebbe scusato, non sapere per cosa non era un problema se poteva migliorare a situazione.
“AH! Ma perché?” si lagnò portando una mano al fianco leso, nel punto in cui Vincent lo aveva appena pizzicato.
“Stavo parlando da solo. Mi aspetto un po’ di attenzioni da parte del mio migliore amico”
“Si certo, scusa. Ma dov’è Josh?”
“Andato. Ha preso la mia ignoranza come un insulto alla sua persona credo. Dopo gli offrirò una di quelle caramelle all’uva o gli sparo una frase a caso di quel libro che mi ha dato e che non ho ancora letto e torna come nuovo”
Tutti e tre erano amici sin quasi dai primi anni di scuola, erano molto uniti sebbene non potessero essere più diversi.
“Stavo dicendo comunque che stasera sono in punizione. Ho erroneamente colpito  Nathan con una pluffa ieri durante l’allenamento  e così Moor  ha provveduto a darmene alcuni di supplementari con quelli delle altre Case. Adoro quell’uomo, sono sicuro di averlo visto sorridere quando ho colpito quella zucca platinata, non sopporta Snow tanto quanto vuole soffiare la Coppa delle Case a quelli di Tuono Alato. Dopo vado da voi di Magicospino e chiedo ad Arabella se…”
Le porte si erano aperte nuovamente  e si scoprì deluso di non vedere Viv entrare nella sala, ma solo quegli scemi di Brand, Chupman e quel cleptomane del loro amico.
 
 
 
 
Non aveva lezioni nel pomeriggio  perciò si trovava  tra gli spalti del campo da Quiddich, all’ombra sotto le tribune della Torre Nord, a leggere Le Avventure del Pirata Monchettomorte e la Brigata dei Dannati
L’aria di novembre era ghiacciata ma la corrente non arrivava fin lì e quindi non se ne preoccupava più di tanto. Poi preferiva molto più quel posto alla biblioteca, gli piaceva stare all’aperto e nessuno veniva mai a disturbarlo lì, gli unici rumori che si sentivano erano quelli del vento e ogni tanto delle sporadiche urla da parte dei giocatori che quel pomeriggio sembravano più del solito.
Wolf sbuffò, erano le ultime pagine e voleva potersele godere ma così era impossibile. Come se non bastasse poi, qualcuno stava camminando proprio nella sua direzione.
Tre paia di scarpe si fermarono proprio all' altezza del suo sguardo.
“Non puoi allenarti con noi per l’amor del celo Vinc. La nostra squadra gioca contro la tua la prossima settimana! Ti voglio bene ma dobbiamo farvi il culo.”
Si spostò qualche panca più in su, così da scoprire chi fossero i tre e vide il fratello di Brand, vestito con la divisa da Quiddich, con tanto di mazza e scopa parlare con due ragazze.
Una, con i capelli azzurri e i guantoni che lo guardava a braccia conserte  e  aria divertita  era quella che aveva appena parlato. La nuova portiere. L’altra invece era seduta un po’ in disparte e li osservava in silenzio, facendo manutenzione alla sua bacchetta.
Adocchiò accanto alla moretta seduta, che dalla divisa doveva essere una Wampus un pacchetto di Gelatine Tutti  i Gusti + 1
Stavano disturbando la sua lettura, qualcosa in fondo gli dovevano.
“Ma Moor ha detto…”
“Nah, se ne farà una ragione. Ora ecco, prendi una di queste e smamma”
Nell’attimo in cui allungò la mano per prendere il pacchetto la ragazza lo sorprese, ma senza dire una parola gli diede uno schiaffetto sulla mano e gli sottrasse il bottino.
Quando i loro sguardi si incrociarono per una frazione di secondo Wolf rimase di sale, quasi come sotto petrificus  nel realizzare di essere appena stato scoperto . Veloce ritirò la mano e si aspettò una sfuriata peggiore di quella che gli aveva riservato Gage dopo che lo aveva acciuffato in corridoio.
Eppure  la ragazza lo ignorò semplicemente, tornando ai suoi discorsi.
 
 
 
 
“Mi liquidi con una caramella?”chiese incredulo.
“Già, prendine una e spera che non sappia di bava di lumaca”
Osservò  Vincent  immergere rabbioso il pugno nella scatola e allontanarsi sbuffando a passo di marcia.
Nonostante fossero dello stesso anno e della stessa Casa, lei ed il biondo non si erano mai parlati.
Era una cosa che trovava curiosa e che allo stesso tempo le dava  fastidio.
Giusto il giorno prima il professor Moor li aveva fatti sfidare a duello e per questo si erano scambiati i giusti convenevoli, ma prima di allora si erano sempre limitati a sguardi ed educati cenni di saluto quando si incrociavano. Ed ora, ora non l’aveva neppure salutata.
Strofinò la sua bacchetta con più impeto di quanto avesse voluto e  quella, infastidita, emanò qualche scintilla colorata.
Era arrabiata…beh, no. Quello lo era quasi sempre, forse e dico forse…più  che altro ci era rimasta un po’ male. Il ragazzo le stava simpatico ma socializzare non era il suo forte.
Sbuffò e Laway la guardò di sottecchi.
“Qualcosa non va? L’ho notato sai?” borbottò la ragazza, sollevando la mano e battendosi con l’indice un punto preciso al disotto delle clavicole, lo stesso posto dove lei invece aveva un piccolo ciondolo nero.
Nora accennò un sorrisetto “La curiosità uccise il gatto” ripose, distogliendo lo sguardo da quello dell’amica. Sapeva altrimenti che avrebbe visto i suoi occhi scuri riempirsi di delusione.
Erano molto legate, abbastanza da comprendere quando fosse il caso di parlare e quando meno.
Nonostante avessero caratteri diversi avevano legato facilmente, forse il denominatore comune era il fatto che entrambe erano incasinate dai genitori. Ma se Laway riusciva in qualche modo a sopprimere il suo risentimento con un quasi totalmente scollato cerotto di accettazione...beh, lei non era il tipo.
A nessuna delle due piaceva parlarne comunque.
Quella notte non aveva chiuso occhio nuovamente colta dall’ansia di sapere come stessero i suoi fratelloni, due delle poche persone di cui realmente le importava.
Aveva anche meditato di scrivere loro una lettera, ma la tarda ora non le era parsa appropriata. Aveva vissuto la giornata conun ersistente bisogno di sfogarsi, di alzare le mani o sfoderare la bacchetta, ma ora, ora era solo stanca.
“Penso che non verrò a cena, non ho fame…anzi, ho un po’ di sonno”
Le due si sorrisero e Arabella tornò ai suoi allenamenti.
 
 
 
 
In fondo al lungo tavolo imbandito Amanda sollevò un braccio per farsi notare.
Salutò Sam e la raggiunse a passo svelto, sedendosi proprio di fronte alla ragazza, che le riservò un occhiata divertita.
“Mmm. Qualcosa mi dice che hai fatto una capatina da Maryrose oggi eh? Ti ha dato uno dei suoi lecca lecca?”
Cordelia sorrise, tirando fuori dalla tracolla i due bastoncini zuccherosi e ne porse uno alla sua migliore amica.
“Blu! Il mio sapore preferito. Sei proprio una gran figa.”
“Altrettanto” ammiccò “ poi non trovi che mi doni?” chiese picchiettando col dito poco sotto il graffio sullo zigomo.
“Certo, ma che mi sono persa?”
“Niente di particolare. Io e Sam eravamo in corridoio quando uno stupido Serpecorno del V ha iniziato a sfotterlo. Si sono insultati per un po’ poi mi sono stufata…insomma, il troppo stroppia no? Allora le ha prese. Io e Sam lo abbiamo portato in infermeria privo di sensi e quando Mary ci ha chiesto cos’è successo e sai che ha risposto? Che lo avevamo trovato così in corridoio. Non pensavo che i Magicospino sapessero dire le bugie. La signorina Bones ci ha riempito di caramelle per averlo soccorso”
“Vorrei dire che non ci credo, ma non fatico ad immaginarmelo” ridacchiò la bionda “ Ma non temi che  dica la verità una volta sveglio?”
Delia sorrise, servendosi  una dose abbondante di patate al forno.
“Nessun ragazzo vorrebbe mai che si venisse a sapere che è stato pestato a sangue da una fanciulla di 160 centimetri”
“Non fa una piega come ragionamento” concordò l’altra, allungando una mano nel suo piatto per sottrarle un pezzo di carne che c’aveva appena messo.
Parlarono del più e del meno  sino alla fine della cena ridendo quando  il professor Malawer quasi  si rovesciò addosso il vino quando la professoressa Lee gli sorrise e raggiungendo l’orlo delle lacrime quando Wilkingson inciampò nel piccolo professor Moor che le zittì con un’occhiataccia da parte del suo occhio sano.
Delia non ricordava una giornata così allegra da un po’.
Ad un certo punto un sonoro battito di mani zittì tutti i presenti nella sala.
Girandosi verso il suono, vide la Preside Hogwood alzarsi e camminare sorridente sino al centro del piano rialzato dedicato ai professori. Puntandosi la bacchetta alla gola formulò un Sonorus per prendere parola.
“Mie cari ragazzi, prima di congedarvi avrei un annuncio da fare”
I piccoli occhietti chiari, nascosti dall’appariscente e spessa montatura si posarono su ogni ragazzo della sala, ma su alcuni si soffermò giusto un istante in più.





 

I volti dei ragazzi

Joseph "Joe" Gregory Sinclair Ian Nelson - Tuono Alato ,VI anno, Cercatore e Prefetto
Di Lord J


Annalise "Anne" Diane Thuler Georgie Henley - Tuono Alato,V anno, Settimanale Studente al Corrente
Di Alice_Jackson


Romeo Erick"Rick" Larson Jake Able  - Magicospino, VII anno, Prefetto, Settimanale Studente al Corrente
Di Grimilde Deveraux


Wolf Ivan CutterXabiani Ponce De Leon - Tuono Alto, V anno, Battitore
Di _Littles_


Whinter Nora Gainesbourg Lucy Griffiths - Wampus, VII anno, Club degli Scacchi
Di CloveRavenclow3


Cordelia "Delia" Howard Jena Malone - Wampus, Club dei Duellanti, Settimanale studenti al Corrente
Di Kaira Jackson








 


Ciao a tutti!
Eccomi con il primo capitolo.
Se il tuo OC non è tra quelli scelti inizio con lo scusarmi.
La maggior parte di voi ha creato personaggi fantastici e molto articolati che ho scartato davvero a malincuore e per piccolezze.
Chiedo scusa.
In ogni caso spero vi sia piaciuto cio che ho scritto e se il tuo personaggio è tra questi: CONGRATULAZIONI e Benvenuti agli Hunger Games!
No, libro sbagliato e battuta pessima.
Ma in ogni caso: che i giochi abbiano inizio.
 
Vorrei chiarire alcuni punti:
  1. Per casata contesa per chi non fosse chiaro, si intende la casa che il vostro OC sarebbe andato se non fosse in quella che è. ed è obligatoria per partecipare, quindi se volete cambiarlo siete liberissimi di farlo ora per recensione.
  2. Non è detto, ma alcuni personaggi potrebbero- non dico morire ma - ferirsi gravemente
  3. Se vi può interessare ho rotto il pulsante Nove della tastiera
  4. Vi chiedo per favore di indicarmi con chi dei personaggi di cui avete appena letto potreste andare d'accordo in futuro
  5. Siate parte integrante della storia, se volete che accada un certo tipo di cosa al vostro personaggio ditemelo, vi regalerò un biscotto
  6. Nel caso non vi facciate sentire tipo mai...le ferite gravi del vostro OC potrebbero diventare mortali e addio personaggio
Con affetto,
Lex.
P.s.: non ho voglia di rileggere a dire il vero, quindi se ci sono errori perdonatemi, li correggerò in seguito  :P

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III - Inaspettato ***


Ilvermorny - I Giochi di Morrigan

Capitolo III

Inaspettato

 





 
Ad un certo punto un sonoro battito di mani zittì tutti i presenti nella sala.
Girandosi verso il suono, vide la Preside Hogwood alzarsi e camminare sorridente sino al centro del piano rialzato dedicato ai professori. Puntandosi la bacchetta alla gola formulò un Sonorus per prendere parola.
“Mie cari ragazzi, prima di congedarvi avrei un annuncio da fare”Capitolo II - Ultima parte - Cordelia POV
 
I piccoli occhietti chiari, nascosti dall’appariscente e spessa montatura si posarono su ogni ragazzo della sala, ma su alcuni si soffermò giusto un istante in più.
I ragazzi la guardavano assorti, attendendo curiosi di sapere cosa avesse da dire. Questo le diede un’enorme soddisfazione.
“Alcuni di voi nei giorni a venire saranno convocati dai propri Capo Casa e condotti da me, vi prego di non preoccuparvi. Si tratta semplicemente di uno speciale progetto extrascolastico. Maggiori istruzioni vi verranno fornite in seguito. Ora godetevi pure il resto della cena cari.”
 

 
 
 
“Ehi Viv. Viv, aspetta!”
Il giorno seguente all'annuncio Romeo si agirava per i corridoi e vide la ragazza che stava cercando uscire dall’aula di trasfigurazioni che con i libri stretti al petto e gli occhi azzurri persi in lontananza, si stava dirigendo a passo svelto verso la prossima lezione. Per non perderla di vista tra la folla di persone che scorrevano nel corridoio il ragazzo la raggiunse con ampie fiancate, portandosi in breve al suo fianco e posandole con tocco leggero la mano sulla  spalla nel tentativo di richiamarne l’attenzione.
Viviana sobbalzò presa alla sprovvista e alla vista dell’amico si ritrovò a stendere le labbra in un sorriso teso.
“Erick, mi hai spaventato”  c'era una velata nota di rimprovero nella sua voce.
“Mi dispiace, non volevo” rispose sinceramente dispiaciuto “Hai Rune adesso vero? Non ho idea di come tu faccia a comprendere  quella roba, sul serio.“  ridacchiò “ Ti accompagno” continuò, sottraendole i libri dalle braccia.
“No, fermo! Non è necessario…-“
“Ma cosa dici! Sembrano belli pesanti, lì porto volentieri. Sul serio” aggiunse quando la ragazza tentò di riprendersi i propri tomi.
“Intendevo che non è necessario che mi accompagni”
La Serpecorno si era fermata nel corridoio mentre gli altri studenti si affrettavano a raggiungere le loro aule.
La voce le uscì più dura di quanto avesse desiderato e allo sguardo sorpreso che ricevette si sentì mortificata. Non voleva che suonasse così. Era sempre tutto così complicato.
“Ma…cosa stai dicendo?”
Non fece in tempo a pensare cosa rispondere che il ragazzo continuò.
“Io l’ho notato. Che mi stai evitando dico. Se c’è qualche problema  parlamene che noi…”
Osservò l’espressione affranta di Romeo mentre parlava e subito una fitta di dispiacere la colpì all’altezza del petto.
“No!” rispose con troppa enfasi “No. Non...ti sto evitando. Non c’è nulla che non va. Davvero. Scusa.”
Sorrise rassicurante e posò una mano sul braccio di Erick.
Il ragazzo non del tutto convinto desiderò per un momento sottrarsi a quel tutto, ma quando la mano di Viviana scivolò sino alla sua il suo cuore si riempì e in un moto di coraggio l’afferrò, intrecciando le loro dita.
Al rossore che le colorò le guance faticò a rattenere un sorriso. Forse era davvero tutto okay.
“Okay, mi  fido”
Camminarono in silenzio per tutto il traggitto e si salutarono frettolosamente una volta giunti alla meta. Voleva dire qualcosa, davvero qualsiasi cosa. Ma prima che riuscisse ad aprir bocca quella lo salutò, facendo sparire la folta chioma castana dietro la porta chiusa dell'aula. Con un sospiro si diresse di corsa verso l’aula di Trasfigurazione entrando proprio al suono della campana e prendendo posto vicino a Sam Banner in ultima fila esattamente mentre il professor Wilkingson finiva di scrivere la pozione rigeneratrice.
La lezione finì senza troppi intoppi sebbene Banner fece scivolare un pezzo di cervello si bradipo che si spappolò al suolo schizzandogli i pantaloni della divisa. Non si scusò, ma borbottò qualcosa tipo “fantastico” mentre  raccoglieva la poltiglia grigiastra da terra e ne gettava i pezzettini nel suo calderone. Gli pianse il cuore.
Alla fine, quando consegnò la sua fialetta al proprio Capo Casa, quello osservò soddisfatto il suo contenuto verde pisello  e l’afferrò riponendola assieme alle altre.
Fece per andarsene, salutando il professore, ma prima che  potesse voltarsi del tutto l’uomo gli appoggiò una mano sul braccio.
"Larson, ti dispiacerebbe trattenerti quì un attimo? C'è una cosa della quale vorrei parlarle. Si,non si preoccupi il professor Moor capirà il ritardo." sorrise l'uomo.
Romeo annuì e il professore Appellò una sedia, facendogli cenno con una delle sue grandi mani scure di sedervisi sopra.
"Mi devo procupare?" domandò, non del tutto sarcastico.
"Oh no. Al contrario, spero ne gioisca!"
 


 
“Prego Signor Knight si accomodi pure”         
Joshua entrò nell' ampia ed illuminata stanza circolare con un piccolo sorriso di circostanza. - non si esercitava molto a sorridere - e borbottando un “grazie” si avvicinò alla scrivania dietro la quale vi era seduta la preside Hogwood e vi si accomodò di fronte, sulla comoda sedia imbottita.
“Gradisci qualcosa caro? Acqua, caffè, thè – sollevando il bicchiere di cristallo che stringeva tra le ossute dita proseguì – Acquaviola?” 
Le sue sopracciglia per un momento giunsero all’attaccatura dei capelli. Non sapeva se essere più spaesato dall’offerta alcolica appena fattagli dalla sua preside o del fatto che fossero appena le due e mezza del pomeriggio. In ogni caso, accettò. L'espressione scettica comunque impressa sul viso.
Non aveva mai avuto un rapporto particolare con quella donna, ma in ogni caso per lei provava una certa stima. Aveva raggiunto alte onoreficenze nel suo percorso, ed in più era grazie a lei se poteva studiare lì. O meglio se poteva studiare lì senza indebitare spropositatamente i sui genitori.
“Saggia scelta ragazzo mio. Un po’ di questo servirà ad entrambi. Manda giù”
Avvicinò il bicchiere alle labbra, bagnandole appena e assaporando il sapore dolciastro sulla lingua.
Non proprio il suo genere di alcolico ma comunque dal gusto gradevole.
Al contrario suo, la donna dalla folta criniera di fuoco fece un lungo sorso, svuotando metà del suo bicchiere in breve, accasciandosi poi in una posa eccessivamente rilassata contro lo schienale della sua poltrona di pelle.
“Dimmi, la professoressa Lee ti ha accennato a cos’è dovuta la tua presenza qui, durante il vostro tragitto?”
“Si, ha detto che riguardava il progetto extrascolastico di cui ci ha accennato la scorsa sera a cena”
La donna lo guardò con i suoi occhietti azzurri da dietro le spesse lenti per alcuni istanti che in qualche modo parvero incredibilmente lunghi - Josh si sentì come spiato - annuendo un attimo dopo con vigore.
“Si,si esatto.  Dei Giochi, per la precisione i Giochi di Morrigan. Mai sentiti? No? Beh, non mi sorprende caro. E’ una cosa di cui semplicemente non si parla” ci fu una breve pausa in cui la donna prese un altro sorso, sta volta più breve “ Richiede grandi abilità e onestamente credo che lei possa essere un eccellente…giocatore”
“Vorrebbe che io partecipassi?” chiese non del tutto sorpreso. Dal suo tono, quella non parve nemmeno una domanda.
“Si esatto. I Giochi avranno orari particolari, quindi lei e gli altri studenti selezionati sarete esonerati dalle lezioni, senza alcuna ripercussione sui vostri voti, stia pure tranquillo, le sue E rimarranno invariate!”
Joshua sorrise facendo rotare il suo bicchiere e osservando il liquido violetto che si agitava placidamente. Era lusingato dalla proposta.
Ma…
Si, c’era  un ma.
“La ringrazio per questa opportunità …-“ “Oh, caro! Ma cosa dici…” “La ringrazio davvero ma, preferisco declinare. Sono sinceramente interessato a seguire l’andamento delle lezioni. Come lei ben sa sono qui grazie ad una borsa di studio e vorrei sfruttarla al meglio, di conseguenza sono dell’idea che mi convenga entre in possesso del maggior numero di nozioni possibili, non posso sapere cosa mi potrà servire una volta fuori di qui e spero di trovare un buon impiego il prima possibile. Questi Giochi per quanto allettanti, restano semplicemente giochi per me. Al momento non sono ciò di cui ho bisogno e mi mettono in una situazione di disagio. Mi vedo costretto a rifiutare. Spero di non offenderla.”
Josh sollevò lo sguardo e i suoi occhi neri si posarono sul volto, improvvisamente cinereo della preside.
Fu solo un momento - un momento davvero teso - poi quella agitò il bicchiere e lo posò con un gesto delicato sul ripiano ricco di gingilli di ogni sorta che le stava di fronte.
“Ah, si si capisco”
“Bene...- disse, sentendosi appena più leggero a quelle parole - ...la ringrazio"
“Oh, si figuri. Comunque, a proposito delle borse di studio. Vedi caro, la scuola sta affrontando un periodo di pesante crisi dal punto di vista economico. Non abbiamo soldi sufficienti per mantenere ben cinque ragazzi a carico…e dato che tu sei all’ultimo anno, magari potresti provvedere da solo al tuo ultimo anno, sono certa che sua madre…-“
Il Serpecorno preso alla sprovvista allentò la presa dal suo bicchiere, che gli scivolò di mano cadendo al suolo, imbrattando il pregiato tappeto raffigurante lo stemma della scuola.
Non si curò di scusarsi.
“Mia madre lei non- io non...Questo è perché non assecondo la sua richiesta?” sibilò a denti stretti.
“Oh no no caro. Non era una richiesta la mia – ridacchiò – se lei vorrà partecipare bene. Faremo in modo che non sia da lei che Ilvermorny trovi i dragotti in più di cui necessita, sarebbe molto impegnato, diventerebbe difficoltoso per lei trovare tempo per raggiungere il denaro sufficiente per pagarsi la retta. Ma d’altro canto se rifiutasse sarebbe, mi duole dirlo, il miglior candidato alla sottrazione di questa costosa possibilità che la scuola offre. Se lei è ancora deciso a non voler partecipare bene, non ho alcun problema al riguardo, ma non è la scelta che le consiglio. Se cambia idea raggiunga pure gli altri qui venerdì sera alle otto. Col suo bagaglio”
 
 
 ♦

 
Era seduta dietro la sua scrivania, la targhetta dorata con su inciso Annalise D.Thuler era completamente sommersa da fogli contenenti le varie bozze di articoli che le erano state consegnate.
La metà di quella roba però faceva davvero pena  e questo la stava mandando nello sconforto più totale.
Era quasi certa che il pezzo sulle proprietà depurative della bava di lunetti di Jasper fosse stato già pubblicato l'anno scorso. E che fosse stato scritto da Kate.
“Ecco, ho rivisto per sicurezza la bozza di Romeo sulle prestazioni di Nathan come Cercatore prima di mandarla in consegna da Jane. Lei apprezza le critiche pesanti sui giornali, poco importa si tratti di suo fratello, alla fine è proprio un bravo giocatore. Ma sono le altre sai…il suo funclub  a preoccuparmi, sono tutte molto carine a fare il tifo per lui, deve esserne molto fiero ma non vorrei che ci riperseguitino tutti per una critica come l’anno scorso”
Anne alzò il capo trovandosi Pyper in piedi di fronte a lei, sorridente e senza la minima traccia di stanchezza a segnarle il volto come invece era certa di avere lei. Invidiava tutta quella freschezza.
Alle spalle dell’amica vedeva volare la solita frettolosa dozzina di aereoplanini di carta.
Erano i così detti incentivi, soprannominati così dalla loro creatrice, con il compio di planare sulla testa o di infastidire il povero malcapitato sino a quando  non si rimetteva a lavoro.
Il nome non rendeva l'idea.
Erano loro a fare il lavoro sporco della platinata gemella Snow quando si rinchiudeva a scrivere uno dei suoi pezzi grossi per gli articoli.
Distolse da loro lo sguardo quando uno di quelli si girò verso di lei e parve puntarla.
“ Grazie mille Pyp, non è che per caso hai anche l’articolo sull’ultima tratta degli Elfi di Cordelia? Non riesco a trovarlo”
“E’ già stato approvato, l’ho messo nella cartellina gialla, tranquilla che sarà tutto in stampa già per metà settimana. Oooora io e te usciamo di qui, hai bisogno di una pausa”
“Cosa?! No dai, ho quasi finito. Anche se…beh. Un caffè magari” ridacchiò e afferrando il mantello e si disse fuori dalla porta, inciampando però nel vuoto.
O almeno così avrebbe dovuto essere, al contrario cadde si, ma addosso a qualcuno e fu anche più bollente di quanto si aspettasse.
“Merlino scotta! Scotta!”
 “Cazzo se brucia Santo Dio, brucia. E che cazzo!”
Annalise era a terra, praticamente seduta su un imprecante Gage Chupman.
In mano il ragazzo stringeva due grandi bicchieri di carta ormai vuoti mentre attorno a - e anche su di - loro, vi era un enorme lago di caffè e cioccolato.
“Oh, scusami, mi dispiace tantissimo!”
Si alzò mortificata e totalmente rossa in viso mentre tutti i ragazzi del giornalino li guardavano divertiti dalla soglia. Aiutò il compagno di casa a rialzarsi.
“Dimmelo pure sai che in realtà è una vendetta per averti spintonato in corridoio l’altro giorno”  sorrise lui.
“Cosa? No no, non volevo. Aspetta, ora ti ripago il caffè …e la cioccolata”
Gage sbuffò, cercando qualcosa nelle sue tasche.
“Non è necessario, erano il tuo  caffè e la tua cioccolata. Ehm. Mh.  Non sapevo cosa preferissi”
Anne lo guardò intenerita e decisamente molto sorpresa, ma  improvvisamente più calma.
Una cosa del genere proprio non se l’aspettava.
E perché mai avrebbe dovuto farlo? Era la seconda volta che ci parlava infondo. O meglio che ci scambiava due parole.
Vedendo che non proferiva parola, Gage si schiarì la voce.
“Si ecco, poi volevo darti questo – estrasse un frammento di pergamena spiegazzato –  vedi di non buttarlo subito, conservalo  prima per qualche giorno. Anche per te Pyper  prendi”
Pyper afferrò il bigliettino, esalando un piccolo verso pieno di aspettativa e sussurrando qualcosa che alle sue orecchie suonò tanto come “oh, ci divertiremo tantissimo, grazie” ma non fece domande.
“Beh, ora posso anche andare. Spero che voi pettegoli vi siate goduti la scena!”  sollevò la voce per farsi sentire dal resto dei ragazzi del Settimanale che occhieggiavano ancora indiscreti lo scambio di battute.
“Oh, okay –  Anne si ricordò improvvisamente come parlare – grazie. Ehm. Vuoi una mano con la camicia?!”
Urlò all’indirizzo del ragazzo, che ormai stava andando via.
“No! A meno che tu non voglia togliermela, no!”
“Ah, okay!”
Pyper la guardò sconvolta, mal trattenendo una risata che al contrario Gage dalla fine del corridoio non si preoccupò di nascondere.
Cosa aveva appena detto? 
Ma che risposta era…
 
 
 
 
 
Arabella aveva le mani sporche si inchiostro affondate nei corti capelli turchesi, la piuma stretta tra le dita colava e minacciava di imbrattarle le ciocche colorate
Fissava assente la pergamena che aveva davanti dove con la sua grafia piccola e disordinata aveva a malapena scritto la traccia per il suo tema.
Quando il celo era così grigio e sembrava minacciare pioggia da un momento all’alto, era sempre un lasso di tempo che viveva con una sorta di aspettativa. Diventava molto più pigra e attendeva con ansia il suono della pioggia, che le metteva addosso una placida soddisfazione.
Tentò per la decima volta di riportare la piuma sul foglio, con l’unico risultato di creare una nuova macchia  di inchiostro.
Stava per rassegnarsi e mettere via la pergamena quando una scatola di Gelatine Tutti i Gusti + 1 entrò nel suo campo visivo.
Attaccata alla scatola di gelatine c’era una mano, che le stava appunto porgendo il pacchetto.
Il suo sguardo salì sempre più in alto, scoprendo un ragazzo che aveva già visto.
Aveva una massa di ricci scuri e disordinati, un brillio furbo negl’occhi e la fissava con un sorriso aperto.
La lasciò un attimo spaesata.
Si, lo aveva riconosciuto era ovviamente il ragazzo delle tribune allo stadio, ma non si aspettava minimamente di rivederlo. Quale ladro si mstrava in viso ad un testimone?
Indecisa sul da farsi diede retta alla gola e afferrò  la scatola, scartandola e porgendola poi verso il più giovane come un invito a servirsi. La risposta non le interessava gran chè  e quell'approccio inaspettato era gradito.
Come se  non stesse aspettando altro che quel gesto il ragazzo le si sedette di fronte con un ampio sorriso che la contagiò.
“E queste a chi le hai rubate?" chiese, afferrandone una dall'intenso rosso.
Sperò vivamente non fosse sangue.
“Non saprei dirti il nome, è un problema?"
"Che tu non sappia il suo nome? O che tu le abbia rubate? In entrambi i casi, la risposta è no"
No, dal sapore zuccherino sulla lingua pareva ciliegia. Posò la penna sul tavolo, macchiando le venaure del legno. No, la cosa davvero non le dava fastadio, sebbene non apprezzasse il gesto cio che era fatto era fatto.
"Sono Wolf comunque, nel caso ti interessi sapere chi sia il tuo nuovo amico di spuntini"
"Laway. E non sapevo di avere un nuovo amico di merende"
“Poi dicono a me che ho un nome strano”
“Beh, quello non è il mio nome, ma il nome a cui rispondo”
Wolf si morse  il labbro, ad evitare che il suo sorriso si allargasse ulteriormente. Era in qualche modo soddisfatto dalla risposta. Aveva avuto il timore, durante tutto il tragitto sino alla biblioteca di parlarle.
Temeva che una volta avvicinata sarebbe diventata qualcuno di banale, distruggendo l’ottima prima impressione che aveva avuto di lei e questo un po’ lo spaventava.
Eppure, a favore delle sue  aspettative, non era così.
Arabella studiò nuovamente il giovane Tuono Alato che le era di fronte.
Gli afferrò la mano, passando in modo leggero le dita sulle sue, spronandolo delicatamente ad aprire il pugno, poi vi rovescò all'interno buona parte delle caramelle che le erano state regalate, poi raccimolò tutte le sue cose e rle rimise nella tracolla in modo confusionario, sotto lo sguardo sorpreso del riccio.
“Ehi, dove vai?”
La guardò preso alla sprovvista dal vederla alzarsi. Lei  sgranò gli occhi impreparata e gli fece cenno di abbassare la voce, era la biblioteca quella infondo.
“Ho finito io qui. Ho apprezzato il gesto, grazie -” sussurrò, per non disturbare gli altri presenti in sala “- ci si vede in giro”
 
 
 
 
 
Joseph e Arabella erano seduti sulle poltroncine dell’Area Comune*
O meglio, il ragazzo era seduto composto a gambe incrociate ciondolando il piede nervoso, mentre la più grande era appallottolata in un anglo del divano, le gambe strette al petto e il mento sulle ginocchia. Un pacchetto di Gelatine mezzo vuoto posato a terra vicino alla tracolla. Vide l’amico staccare una zampa alla sua Cioccorana e porgergliela, ma scosse il capo con un sorriso di gratitudine, rifiutando.
Stettero allungo in silenzio, Laway che guardava il giovane cercatore  con la sua faccia da so che muori dalla voglia di dirmi qualcosa e Joe che ignorava quelle sue occhiate fissando la porta, in attesa che Vince entrasse da quel maledettissimo portone e argomentasse qualcosa di sufficientemente interessante da distrarre la loro amica dai capelli blu.
Proprio quando la ragazza  aprì bocca per dire qualcosa vide Vincent e Joshua discutere con aria confabulatoria sulla soglia del portone.
Si morse il labbro e fissò la scena con falso disinteresse.
I suoi occhi incontrarono erroneamente quelli scuri del Serpecorno e come  al solito, prima che potesse fingere che realmente non gliene potesse fregare nulla di lui o di quello che gli aveva fatto si perse in quegli occhi neri  che da allora aveva evitato centinaia di volte ma che durante quella giornata aveva incrociato fin troppo spesso.
Vi trovò uno spesso muro di ghiaccio e smarrimento.
Vide il biondo, con la solita espressione incazzata in viso, allungare una mano verso la sua spalla in un tentativo di trattenerlo, ma quello la spinse via  e arretrò infastidito, mormorando qualcosa con espressione acida prima di voltarsi e andare via, urtando una Tuono Alato del secondo anno nel farlo.
Quando il biondo lo inseguì, Joseph sentì il desiderio di imitarlo di andare lui a parlarci, ma si sentì uno stupido e distolse lo sguardo portandolo al proprio anello e iniziando a giocherellarci.
Pensò al loro incontro avvenuto quel pomeriggio – o meglio al loro scontro – mentre si avventurava nel corridoio che l’avrebbe condotto alla sua meta.
Il professor Malawer lo aveva fermato a pranzo, spiegandogli che alle tre si sarebbe dovuto recare nello studio della Hogwood per parlare del progetto extrascolastico per cui era stato scelto.
Si era sentito alquanto lusingato ed aveva eciso di recarsi all'incontro un po’ in anticipo, per sicurezza.
Girato l’ultimo angolo però era andato a sbattere. Si sarebbe anche leggermente sbilanciato all’indietro se due mani non gli avessero afferrato la vita, tenendolo saldo.
Si era scusato, prima di sollevare il capo e perdersi negli occhi più cupi che avesse mai visto e poi era arrossito, contro ogni suo volere.
Gli occhi di Joshua erano i più profondi che Joe avesse mai visto, come un tunnel dalla quale era impossibile uscire, ma prima, in quel momento in cui si era trovato stretto da quelle mani e da quegli occhi, riusciva a vedere una sfumatura scura che non aveva mai visto in quelle iridi già color pece.
Rabbia.
Joshua lo aveva guardato in diversi modi, ma mai con rabbia.
Aveva dedotto però non dovesse essere dedicata a lui, perché quella cortina di catrame si era sciolta in pochi istanti e la mascella contratta si era rilassata, lasciando che le sue labbra si schiudessero  e che vi fuoriuscisse un sospiro caldo, che si infranse proprio sul suo viso.
Il cuore gli era balzaro in gola pensando al perché l’ultima vota si era trovato così vicino a quello splendido ragazzo…e anche la rabbia si fece sentire.
“Sono di fretta” aveva risposto atono. Forse appena scocciato.
Gli aveva poggiato le mani al petto e si era distaccato, poi come se nulla fosse accaduto aveva proseguito per la sua strada.
Prima che potesse distanziarsi troppo però, una mano gli si era stretta leggera attorno al polso, lasciandovi addirittura una leggera carezza al suo interno.
Si era sentito così terribilmente esposto.
“Per favore, questi stupidi scherzi che mi fai non sono divertenti. Non sono gay, quindi smettila. Non toccarmi più!”
Appena aveva detto quelle parole si era accorto di aver sbagliato a pronunciale. Anche adesso, giusto un paio di ore dopo quell'incontro, non riusciva a levarsi dalla testa quell'espressione affrarta, e quelle labbra schiuse in procinto di dire qualcosa che però non avrebbe mai udito.
 
 
 
 
 
“Torna qui! Coglione di una Serpe! Ehi..”
Nonostante le urla, Joshua non si voltò, camminando a passo svelto con la solita postura rigida che tanto lo caratterizzava e a Vincent parve quasi che la schiena dall’amico lo stesse  mandando a fanculo.
Una delle cose che più non sopportava era la gente come Knight, per lui trovare il modo giusto di  esprimersi era già abbastanza complicato, dimostrare che ci teneva e che si era preoccupato quando aveva visto quel coglione uscire dalla Presidenza con quell’espressione terrorizzata, lo era ancora  di più.
Perché le persone non potevano semplicemente lasciarsi andare? Non era mai stato abile a comprendere le parole che gli venivano dette, ma lo era ancora meno con quelle che gli venivano negate e odiava quando si sforzava di farlo e la gente mandava a puttane i suoi tentativi andandosene come aveva fatto quel coglione.
Sentì la rabbia montare e si lasciò scappare un urlo di frustrazione quando la sagoma dell’amico scomparve dietro l’angolo del lungo corridoio.
Si voltò desideroso di colpire qualcosa ma non trovando nulla sferrò un pugno ad una delle colonne che non si smosse, ma che si di rosso.
“Ma che diavolo fai?”
Si voltò ancora furente, trovandosi lo sguardo perplesso di Nora Gainesborourgh fisso su di lui.
“Ma che cazzo vuoi? Vattene!”
Le urlò contro, quasi sbraitando, il viso rosso dalla rabbia stravolto in un’espressione che avrebbe terrorizzato anche uno dei più spietati assassini.
Eppure, Nora non si scompose, fissandolo impassibile. Tutto ciò che fece fu stringere la mano sulla propria bacchetta.
Fuori intanto prese a piovere, le gocce di pioggia aumentarono  sempre più e il violento impatto contro le vetrate produceva un rumore pieno che riempiva il silenzio rendendolo se possibile ancora più carico di tensione.
La ragazza convinta di quello che stava facendo si avvicinò al biondo, assestando un colpo violento alla sua mascella a pugno chiuso, sicura che una bella rissa avrebbe scaricato la tensione di entrambi a dovere.
Il ragazzo le catturò il polso subito dopo essere stato colpito e la tirò a se, osservandola shoccato.
Vincent non aveva mai davvero guardato Whinter con qualcosa diverso dal fastidio visto le loro continue frecciatine , non era mai stato solo con lei al di fuori di una volta in cui erano loro due gli unici in tutta la scuola in punizione e di sicuro  non l’aveva mai osservata così da vicino.
Vista l’evidente differenza di altezza si sorprese quasi che quel metro e sessanta scarso di ragazza fosse riuscita a raggiungere la sua faccia.
“Non sai da quanto desideravo farlo”  disse inespressiva, ma per una volta il ragazzo  trovò  occhi facili da leggere e il fuoco pacato che vide in quelle giganti pozze azzurre alimentò le sue, di fiamme.
“Se è questo quello che cerchi”
Vincent la spinse via, pulendosi il labbro sporco di sangue.
Non avrebbe mai alzato le mani su una ragazza, ma con le bacchette era diverso, lì era tutto un fatto di competenze.
Iniziò lo sconto con un muto schiantesimo che venne prontamente evitato con un Protego seguito a ruota da un Expulso.
Continuarono così per un po’, sino a quando con un “Everte Statim!” Vincent non scagliò Nora contro la parete opposta, che per il forte impatto cadde a terra facendo scivolare la bacchetta diversi metri da lei. In un primo momento il ragazzo si sentì fiero della propria vittoria e leggero …ma quando non vide Nora rialzarsi si preoccupò, le mani presero a sudare.
Le si avvicinò di  corsa, raccogliendo nel tragitto anche la rigidissima stecca si ciliegio della compagna e le puntò contro la bacchetta, sussurrando tra i denti un terrorizzato “Innerva”
Si sentì tremendamente incolpa, come al solito, non era mai in grado di fermarsi al momento giusto.
Quando la ragazza tra le sue braccia sbarrò improvvisamente gli occhi, ripresasi, un ondata di magia lo investì, facendosi strada nel corridoio e mandando in frantumi le vetrate alle spalle di Vince.
Quell’ondata di magia involontaria lo stordì, lasciandolo leggermente in stato confusionale.
I due avevano entrambi un aria smarrita, la fronte imperlata di sudore, le mani ben piantate al suolo e la schiena appoggiata alla parete in cerca di sostegno.
Non si accorsero nemmeno dei corti ma svelti passi che echeggiavano nel corridoio.
Vincent non avrebbe mai predetto che un giorno avrebbe potuto vedere  il volto furente del professor Moor fissarlo dall’alto verso il basso.
“Campbell! Merlino ragazzo ma che cazzo combini! Restituisci immediatamente la bacchetta alla tua compagna! E alzate  immediatamente i vostri culi flaccidi da terra! Hai fatto esplodere le finestre cazzo. Le finestre ci servono quando diluvia di questa maniera! Porca miseria! Sei in punizione, ancora, ma che mi combini ragazzo!”
L'ometto si tolse con espressione disgustata una foglia verde e bagnata che gli era atterrata sulla testa,  l’acqua continuava a entrare imperterrita inzuppando i loro vestiti da capo a piedi.
Prima che il biondo  potesse dire qualcosa, sul volto ancora l ‘espressione smarrita, Nora parlò, alzando la voce per farsi sentire sopra il rumore della pioggia.
“No Professore! Sono colpa mia. Le finestre…ci siamo incontrati qui per caso!”
Moor li squadrò un momento col suo occhio buono.
Poteva essere, ovviamente ma lui non era certamente la Fata Turchina.
Per caso, oh certo, capisco. Ma voi due geni avete rotto delle finestre, allagato un corridoio, sembrate appena stati schiantati e sono sicuro e scommetto tutti i miei Dragotti che quello sul labbro del suo compagno è sangue. Come se tutto ciò non fosse abbastanza…IL COPRIFUOCO ERA MEZZ’ORA FA! Ora, vi prego, andate via da qui prima che io decida di cavarmi l’unico occhio che mi resta pur di non guardare questa scena pietosa!”
 
 
 ♦
 

Delia era distesa sul letto, i lunghi capelli neri e rossi ancora bagnati sparsi in maniera disordinata sul  cuscino.
Si portò una mano dietro la testa a massaggiarsi il cuoi capelluto, irritato per la costante permanenza di quella coda alta che non si decideva mai di sciogliere.
La porta del bagno si aprì e ne uscì Amanda, accompagnata da una nuvola di vapore e da quel forte sentore di menta che rilasciava il suo bagnoschiuma.
Inspirò affondo quell’odore così buono, familiare he le dava sempre un sentore di casa.
Riusciva quasi sempre a sentire l’amica ancor prima di vederla.
Si girò a guardarla, concedendosi il privilegio di poterla almeno guardare.
Adorava tutto di lei. E questo non andava bene, non  poteva adorare tutto di una persona.
“Stai cercando queste? Sai,  hanno proprio un bel  foro” constatò, facendo passare un dito tra le cuciture di merletto delle  mutande.
Amanda si girò, tirandole addosso Uso e Costumi dei No-Mag: Come Integrarsi che afferrò al volo prima  di ritrovarselo spiaccicato in viso. Aveva un buona mira, forse avebbe dovuto appuntarsi di consigliarla come Cacciatrice. Una volta riappropriata del proprio intimo, la bionda riuscì abilmente ad infilarselo senza disfarsi dell’asciugamano. Un po’ Delia ci aveva sperato.
“Sai ho incontrato Chupman oggi, mi ha lasciato questi”
Amanda si raccolse i capelli umidi, prima di afferrare  qualcosa dalla propria scrivania e lanciargliela - questa volta senza alcun intento bellico - così Delia si ritrovò a rigirarsi tra le dita una pallina di carta spiegazzata, che quando aprì, si rivelò essere un pezzo di pergamena strappata. Lesse stranita, ma non sorpresa il contenuto.
 
-3
Abcdefghilklmnopqrstuvwxyz
012345678
G.C. x C.
 
 
Non era sorpresa dallo strano contenuto del messaggio, visto chi era il mittente.
Perché si, quello era un messaggio, o meglio ancora un invito.
Chupman era conosciuto in tutta Ilvermony – oltre per l’ essere un amabile e astuto rompicoglioni si intende – per  la sua fama di festaiolo.
Dava almeno quattro feste l’anno.
Una per l’inizio della scuola con lo scopo forse di risollevare un po’ gli animi, una ad Halloween – che era sempre la più devastante, forse perché coincideva con  il suo compleanno – una  per festeggiare la fine dei Tornei del Quiddich e una per la fine della  scuola.
Quella che ci sarebbe stata fra sei giorni era un fuori programma.  Esattamente tra le prime due.
Sapeva che sarebbe stata tra tre giorni per il -3 scarabocchiato in alto vicino al bordo frastagliato, che man mano del passare dei giorni avrebbe iniziato il conto alla rovescia e a quel punto, lettere e numeri si sarebbero sposti a formare ora e luogo della festa.
La primissima volta che aveva ricevuto uno di quegli strani inviti…lo aveva riaccartocciato e buttato, non comprendendone il significato, ogni volta però lo aveva ritrovato spiegato sul proprio cuscino.
Lo aveva odiato e certamente non aveva compreso che quello fosse un fottutissimo invito. Anche se il colore scelto per l'inchiostro, il verde, era quello consono per certe cose. Ma lei non è che facesse collegamenti così arguti per l'amor di Morgana, era una strega normale lei, non una svitata come quel Tuono Alato.
Perché giustamente fermarti per i corridoi e invitarti ad una festa era troppo complicato, mentre quello era più chiaro e semplice.
Da lì Gage non gli era mai stato molto simpatico, e per coerenza di pensiero era diventato Chupman.
Anche se forse, forse, il moccioso così male non era.
“Per cosa pensi che sia questa volta?”
Amanda si girò a guardarla, e sorrise furba prima di prendere la rincorsa e saltarle addosso.
I loro visi era talmente vicini che Delia poteva scorge tutte le pagliuzze dorate nascoste in quelle iridi color muschio.
La strinse i fianchi con un braccio, mentre nascondeva il viso nell’incavo della sua spalla con un sonoro sbadiglio.
“Mmmh. Ha blaterato qualcosa su quel suo amico, Wolf, alra gente e un proggetto segreto e speciale. Non ho capito molto, me l’ha lasciato al volo, era di fretta. Sai che novità”
Ridacchiarono, dopo di che stettero in silenzio per un po’.
Era quasi certa che Amanda si fosse addormentata e per un po’ rimase ad ascoltare il suo respiro profondo, come una sorta di ninna nanna.
Si morse la lingua per trattenere un imprecazione. Aveva le mai su di lei eppure non poteva toccarla davvero o non come avrebbe voluto almeno. Era così frustante.
Una parte di lei, un buon 30% era convinta che  che se ci avesse provato con la biondina che le stava dormendo addosso, quella, forse per qualche oscuro motivo l’avrebbe ricambiata.
Eppure, non avrebbe saputo dirlo davvero.
Ci aveva flirtato, ma inconsciamente loro facevano da quando si conoscevano. Avevano sempre avuto questo rapporto molto complice e quindi non riusciva a capire se la ragazza avesse intuito che tutte le battutine, le occhiate e i tocchi maliziosi di quell’ultimo periodo, erano – almeno per lei- diversi dal loro solito scherzare.
Le moriva dietro da anni, ma non  si era mai fatta avanti sebbene un paio di volte avesse captato un certo tipo di interesse, ma potevano essere solo delle sue seghe mentali anche perché , a differenza sua che si limitava a qualche piacevole nottata assieme a qualche ragazza o ragazzo  che dopo poco non avrebbe più considerato…Beh, Amanda preferiva lunghe e serie relazioni con ragazze sceme  tutte sorrisi finti e lucidalabbra alla fragola che, puntualmente finivano per odiarla.
Si, Cordelia ci si metteva di impegno pe farsi odiare.
E ci riusciva magnificamente.
Chiuse gli occhi anche lei, un accenno di sorriso sulle labbra fini.
 







 
 
Ehilà
Si ehmmm...
Pensavate vi avessi abbandonato?Eh, scusate ma qualche giorno temo fa sono arrivivati mio zio e mio cugino a far visita e appena spariti loro la
mia migliore amica ha deciso che fosse un'ottima idea trasferire il suo culo dal suo divano
a mio divano a non fare niente.
Overdosi di film durate giorni e giorni.
Poi sto anche studiando per gli esami...bella merda proprio.
So che questo capitolo non è il massimo e mi fa fatto venire anche un bel cazzo di blocco dello scrittore, coi prossimi andrà meglio. AH MI SCUSO TANTISSIMO PER TUTTE LE RECENSIONI A CUI NON HO RISPOSTO, SCUSATEEEE.

*Area Comune: ho pensato fosse carino avere un posto addobbato come la Sala Comune, solo molto più grande e per tutte le case.

Prima di salutarvi qualche domanda:
  • Il vostro personaggio nel suo modo di pensare o  esprimersi, usa le parolacce o le evita se può ?
  • E avete trovato particolari simpatie per altri personaggi?                                                           
  • Desiderate accada qualcosa di particolare?                                                                             
Apresto, Lex.                                       

P.S.
Ecco una gif che coglie alla perfezione il mio stato emotivo e il mio blocco nello scrivere questo capitolo










 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3485580