Our story

di nyke15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Masquerade ***
Capitolo 2: *** Your song ***
Capitolo 3: *** Together again ***
Capitolo 4: *** Marry You ***
Capitolo 5: *** L'aurora ***



Capitolo 1
*** Masquerade ***


Masquerade
 
All this money can't buy me a time machine, no
Can't replace you with a million rings, no
I should have told you what you meant to me, whoa
Cause now I pay the price

 
Era un giorno intero che diceva di sentirsi male. Lo aveva detto a sua madre più di una volta, ma lei, come al solito, non le credeva o forse, ancora peggio, non la calcolava nemmeno presa com'era dal nuovo piano per tentare di farmi sposare con Federico e poterci accaparrare tutta la sua fortuna.
La verità era che Delfina non ce la faceva più a dire  bugie su bugie, menzogne su menzogne, pian piano le cose si facevano sempre più difficili e complicate e per la prima volta Delfina aveva seriamente pensato che erano vicini alla sconfitta. Doveva ammettere che le dava tremendamente fastidio offrire la vittoria sul piatto d'argento alla piccola cardo e vederla trionfare mentre lei rimaneva senza niente, però dall'altra parte non riusciva più a trovare la forza per andare avanti, e, se non fosse stato per i continui incitamenti da parte della madre sicuramente avrebbe lasciato tutti da molto tempo.  
E così questa volta si fingeva di essere in fin di vita colpita da una grave malattia. Il problema è che questa volta lo era davvero, non sul punto di morire, certo, però malata si. In più adesso c'era il problema del nuovo medico cinese e non sapeva quali altre scappatoie prendere oltre quella di morire per davvero.
 ''Adesso tira fuori la grande attrice che c'è in te'' le disse Malala per incoraggiarla ''hai anche la faccia di una malata!''
''Ma perché lo sono!'' sbottò Delfina per tentare di farlo capire una volta per tutte alla madre, ma nemmeno questa volta servì.
 E così mentre scendeva le scale, vuoi per il caldo, vuoi per la stanchezza, vuoi per la malattia, o per la preoccupazione di dover affrontare questo nuovo dottore cinese,ad  ogni gradino il suo corpo si faceva sempre più pesante e la sua testa girava sempre di più, così appena arrivata, svenne a terra.  
Tutto diventò confuso, un misto tra le urla disperate di sua madre, che forse finalmete si era resa conto che Delfina stava veramente male, e quelle di Flor che pregava il medico di fare qualcosa in un finto cinese. Tutto era annebbiato, non riusciva a capire più niente. L'unica cosa che percepì furono delle parole strane pronunciate dal nuovo medico e subito dopo le sue labbra che sfioravano le sue.  
C'era qualcosa di diverso però, non erano le labbra di uno sconosciuto, riusciva a riconoscerle ed era estremamente sicura di sapere a chi appartenessero.
 ''Lorenzo..'' disse con un filo di voce
 ''Dottor Lorenzo'' disse lui con la cadenza cinese e la voce bassa per non farsi sentire.
Incredibile come riusciva a sorprenderla quell'uomo con i suoi travestimenti.  
--- 
Delfina si stava annoiando. Era rimasta chiusa in casa tutto il giorno e non sapeva proprio cosa fare per ingannare il tempo. Aveva provato a leggere ma non riusciva a concentrarsi, a guardare la tv ma non c'era niente di interessante, aveva persino riordinato la camera da quanto era annoiata. La verità era che non riusciva a smettere di pensare al nuovo ragazzo che aveva conosciuto.
Stavano insieme da poche settimane ma era come se lo conoscesse da tutta vita.
Non condividevano quasi niente, lei proveniva da una famiglia ricca e lui invece da una povera, lei studiava ed era mantenuta dai suoi genitori, lui invece lavorava e doveva mantenere la sua famiglia, lei amava i vestiti e  le sfilate e lui invece era un hippie che girava per strada con camicie larghe e pantaloni strappati, lei amava guardare i film in tv e uscire a fare shopping con le amiche, invece lui adorava leggere i fumetti dei supereroi e suonare la chitarra. Insomma se qualcuno li avesse visti non ci avrebbe scommesso nemmeno un soldo sul fatto che fossero una coppia.
 Nonostante questo non potevano fare a meno di stare insieme, innamorati com'erano l'uno dell'altra. 
Mentre continuava a sistemare i suoi nuovi vestiti, Delfina sentì uno strano rumore, come qualcosa che batteva alla finestra, però non ci badò e continuò a fare quello che stava facendo. Dopo un po' lo sentì di nuovo  e poi di nuovo , e così un po' impaurita si avvicinò piano piano alla finestra della sua camera per controllare cosa stesse succedendo.
 Fu quando aprì la finestra e guardò giù, che vide Lorenzo con un paio di sassolini in mano.
 ''Ma sei impazzito?'' disse sgridandolo ma tenendo la voce più bassa che poteva ''se ti vedono i miei ti uccidono!''
 ''Avevo voglia di vederti’’ disse lui, ‘’che ci posso fare se non riesco a stare lontano da te nemmeno per un secondo?''
Delfina dopo quella frase si addolcì e dopo avergli sorriso gli disse ''due minuti e arrivo, aspettami giù e non farti vedere da nessuno''.  
 
Cosi si sistemò i capelli, cerco in fretta e in furia qualcosa di decente da mettersi, visto che era in pantaloncini e canottiera, e corse in fretta giù per le strade.
 Era quasi arrivata alla porta d'ingresso quando incontrò sua sorella che usciva dalla cucina.
 ''Dove vai così di fretta Delfina?'' le chiese con la bocca piena mentre addentava un altro pezzo di torta. ''Ehm..ho sentito degli strani rumori così ho pensato di andare fuori a controllare'' disse cercando di inventarsi una scusa
''allora vengo anch'io’’ replicò Sofia
''Beh se ti vedesse un ladro sicuramente scapperebbe'' disse Delfina con una risatina ''però non ti preoccupare, vado da sola, sicuramente non sarà niente di che e mi sto preoccupando per niente, grazie lo stesso ''e così accennò  un sorriso abbastanza falso e uscì subito dalla porta.
 Sofia era rimasta lì, ferma e immobile, ferita ancora una volta dalle parole della sorella.  
Così dopo essersi guardata la pancia decise di andare in cucina a posare la fetta di torta che aveva preso, ma quando guardò fuori dalla finestra  capì il motivo di agitazione della sorella, non c'era nessun ladro, era tutta una scusa per coprire il ragazzo che era entrato furtivamente in casa loro e che adesso stava baciando. Sofia rimase stupita, e pensò subito di riferire alla madre quello che aveva visto, magari per una volta le avrebbe dato ragione e l'avrebbe voluta più bene. Poi però vide che sua sorella era completamente diversa dal solito, e sebbene non l'avesse mai provato su di sè, sapeva benissimo che l'espressione nel viso di Delfina era quella di una donna innamorata. Così cambiò idea e decise di non raccontare nulla alla madre, in fondo lei e Delfina erano sorelle, e non importava quante  cattiverie le dicesse, le sorelle si aiutano, soprattutto quando si tratta di nascondere i fidanzati alle madri.  
 
Non si vedevano da pochissimo tempo ma questo non impedì a Lorenzo di prendere Delfina e baciarla intensamente, non appena la vide. Non ci poteva fare niente, sapeva di essere un incosciente ad intrufolarsi in casa sua così, visto che i suoi genitori, e soprattutto sua mamma, non sapevano della loro relazione, però era innamorato perso, e si sa,  quando ci si sente così un atto di incoscienza sembra niente in confronto allo stare lontani dalla propria amata.
 ''Stasera ho saputo che si terrà una festa in maschera in un bellissimo posto, vorresti concedermi l'onore di venire insieme a me?'' Le disse dopo che le loro labbra si furono staccate
''vorrei tanto'' disse Delfina mordendosi le labbra ''ma non so più che scusa inventarmi con i miei, già prima ho dovuto dire una bugia per tenere a bada mia sorella''
 ''E allora racconta tutto ai tuoi, anche io mi sono stancato di intrufolarmi per vederti'', ribattè Lorenzo
 ''lo so, ma tu non li conosci, soprattutto mia madre...è da quando sono piccola che mi dice che la cosa più importante è trovare un uomo ricco e importante con cui sposarmi, e ho paura che...''
 ''Paura di cosa Delfina? Dimmelo, ti vergogni di me? Perché non ho una lira e non una ricchezza come vorrebbe tua madre, eh?'' rispose seccatamente Lorenzo, staccandosi da lei.
 ''Io non mi vergogno di te, non potrei mai'' disse Delfina accarezzandogli la guancia '' solo che ho paura che potrebbe fare di tutto per farci lasciare, per tenerci lontani, e io non voglio. Perché deve essere tutto così difficile..''
 ''E allora scappa con me'' disse Lorenzo ''prendi tutto quello che ti serve e vieni con me, andremo alla festa, ci divertiremo e poi penseremo a cosa fare''
 ''ma io..''stava per replicare Delfina, ma venne zittita da un bacio, ''e va bene, disse infine sorridendogli, ''mi inventerò una scusa per dormire fuori stanotte, ma domani devo ritornare qui. Aspettami dieci minuti, ci vediamo fuori il cancello''.  
 
Appena rientrò in casa si era pentita della decisione che aveva preso. Quell'uomo le faceva perdere ogni capacità di ragionare, tuttavia prese le sue cose e disse a sua madre che andava a dormire a casa di una sua amica. Malala le stava per dire qualcosa, ma nemmeno il tempo di aprire la bocca, che già sua figlia era uscita sbattendo la porta. Non c'erano dubbi, sua figlia le stava nascondendo qualcosa.  
 
''Benvenuta nella mia umile dimora'' le disse Lorenzo aprendole la porta di casa.
 Umile lo era davvero, e piccola, estremamente piccola rispetto alla casa in cui abitava Delfina. Però aveva un aria accogliente e si sentii subito a casa. C'era solo un vecchio divano e un piccolo tavolo vicino la cucina, la chitarra appoggiata in un angolo, uno stereo con tantissimi cd accanto e una miriade di fumetti sparsi in giro.  
 ''Non è molto ma è casa'' Sospirò Lorenzo  
''Mi piace tantissimo'' disse Delfina mentre continuava a guardarsi intorno, e poi prendendo un fumetto lasciato sopra il divano aggiunse ''non sapevo che leggessi Batman''
''Beh è una mia debolezza,anche se tifo quasi sempre per i cattivi, con tutti i loro piani malefici e astuti mi fanno impazzire’’
 ''non ti facevo così malvagio'' replicò Delfina,
''Ci sono tante cose che non sai di me mia cara'' ammiccò Lorenzo mentre andava in cucina, ''vuoi qualcosa da bere? Ho comprato alcune birre l'altra volta.'' 
‘’Si grazie, ho una sete..’’, ma mentre si recava verso la cucina notò qualcosa di strano.
 Vi era infatti un appendiabiti pieno zeppo di vestiti, solo che non erano quelli quotidiani, ma come dei vestiti a tema.
‘’E questi cosa sono?’’ chiese delfina perplessa
‘’Vedo che hai notato la mia collezione di travestimenti’’
Delfina li guardò uno per uno, ce n’era uno da cinese, uno da generale e alcuni dei supereroi, il tutto completo di parrucche e accessori per sembrare ancora più verosimile
‘’A cosa ti servono tutti questi vestiti?’’
‘’Hai scoperto la mia seconda passione, amo tantissimo i travestimenti, recitare, imitare chi incontro, mi fanno sentire come se potessi essere più persone nello stesso modo, e poi mi ricorda tanto quando ero piccolo e ci divertivamo a mascherarci con mia sorella Paloma’’
In effetti Delfina notò che erano presenti anche molti vestiti femminili, dai classici modello principessa a quelli di Wonder Woman o giapponesina e hawaiana
‘’Mi è venuta un’idea’’ disse Lorenzo improvvisamente, ‘’perché non ce li proviamo tutti e decidiamo quali indossare stasera? Secondo me ti starebbe bene questo’’ aggiunse mentre rovistava nell’armadio in cerca di un vestito.
Alla fine tirò fuori  una camicia bianca con un gilet nero di pelle, un uncino ed una bandana.
‘’Mi vuoi fare vestire da piratessa?’’ disse Delfina con un tono a metà tra il divertito e il perplesso
‘’Perché no? Secondo me saresti perfetta’’
‘’Va bene accetto la sfida’’ replicò Delfina con aria decisa ‘’però tu dovrai metterti…’’ e appena finì di rovistare nell’armadio disse, ‘’questo!’’ prendendo una pelliccia leopardata, una mazza e una collana con degli ossi ‘’io mi vestirò da piratessa e tu da uomo primitivo’’
‘’Ma quello è bruttissimo e poi è vecchissimo, non so nemmeno da quanto tempo non lo metto’’
‘’beh mi dispiace Lorenzo Monaco’’ replicò Delfina scandendo le parole ‘’ormai non ti puoi ritirare più dalla sfida’’
E così tra una risata e l’altra si ritrovarono vestiti una da pirata e l’altro da uomo primitivo.
‘’Devo dire che stai proprio bene vestito così, sembra che sei uscito da una macchina del tempo’’ Disse Delfina mentre continuava a ridere vedendo il suo ragazzo conciato in quel modo
‘’Ah, Ah che spiritosa..’’ le disse facendole il verso ‘’ a te invece manca un piccolo dettaglio’’
Così prese un pennarello e alla sprovvista disegnò due paia di grossi bassi sopra la bocca di Delfina
‘’Ecco! adesso sei una piratessa perfetta’’ le disse e le diede un bacio nello stesso punto in cui le aveva disegnato i baffi finti
‘’Questo non vale!’’ aggiunse lei facendo il broncio e cercando qualcosa per vendicarsi
Improvvisamente notò qualcosa, un oggetto perfetto per riuscire nell’impresa.
 Così si fiondò sul tavolo, prese la macchina fotografica che vi era poggiata sopra e incominciò a fare tantissime foto al suo uomo primitivo.
‘’Nooo’’ gridò Lorenzo cercando di scappare e nascondersi per non farsi fotografare ‘’non mi puoi fare questo’’
‘’Si invece’’ disse lei ridendo e  continuando a scattare foto ‘’con queste foto ti posso ricattare per il resto della tua vita’’
‘’ah si’’ disse Lorenzo con fare di sfida ‘’ora vedremo chi la spunta’’ e dopo averle fatto il solletico, gettandole contro la parete le sfilò la macchina fotografica aggiungendo ‘’mi dispiace ma adesso tocca a me’’.
E cosi cominciò pure lui a farle una marea di foto,fino a quando, dopo essersi rincorsi per tutta la casa non caddero sfiniti sul divano l’uno sull’altro.
Delfina alzò la testa e puntando il dito indice verso il viso di Lorenzo disse con fare minaccioso ‘’questo rullino non sarà mai sviluppato vero?’’
‘’mmm ci devo pensare’’ replicò titubante Lorenzo, ‘’magari queste foto mi potrebbero servire un giorno’’
‘’Lorenzo Monaco,ho detto che questo rullino non sarà mai sviluppato, intesi?!’’
‘’Va bene, mia..ehm..piratessa’’ disse Lorenzo come un bambino quando finge di giurare qualcosa alla mamma ‘’basta che adesso mi dai un bacio e ci facciamo una foto insieme’’
Delfina non riuscì a resistere e dopo essersi avvicinata gli diede un bacio, mentre Lorenzo scattava la foto
‘’Però se non sviluppiamo il rullino perderemo questa bellissima foto, ne sei sicura?’’
‘’Al cento per cento’’ replicò Delfina senza alcuna esitazione
 
Giunta la sera, l’aria si fece più fresca nonostante fossero in piena estate. Entrambi si erano cambiati in occasione della festa, scegliendo tra i vestiti quelli un po’ sobri. Delfina aveva scelto un vestito rosa, con un corpetto in cui erano applicate alcune paiettes e una gonna in tulle, invece Lorenzo aveva deciso di abbandonare il suo look da hippie per una sera, e trasformarsi in un dei personaggi di Grease, con tanto di giubotto di pelle, pantaloni attillati e una sorta di ciuffo alla John Travolta nonostante i capelli lunghi.
Finalmente giunsero nel posto dove si sarebbe svolta la festa, era  una grande sala piena di decorazioni e addobbi, ma tutt’intorno la gente sembrava più grande, anzi, molto più grande rispetto alla loro età.
‘’dove cavolo siamo finiti’’ disse Delfina sottovoce e vistosamente in imbarazzo ‘’sei sicuro che il posto sia questo?’’
‘’si si, l’indirizzo scritto nel biglietto era questo’’ disse sicuro Lorenzo che invece appariva abbastanza divertito.
‘’direi che ci siamo fatti notare’’ aggiunse in seguito quando vide che tutti gli ospiti li scrutavano con occhi divertiti e  sorpresi
‘’Fammi vedere questo biglietto’’ disse Delfina tenendo  la testa sempre più bassa.  
Lorenzo le passò il biglietto senza nemmeno fiatare, e dopo averlo letto Delfina non riuscì a non farsi scappare un abbastanza forte ‘’stupidoo’’ ,attirando,come se non fosse già abbastanza, ancora più sguardi.
‘’C’è scritto ballo in maschera della casa di riposo Nonni Felici’’
E così dopo un momento di incertezza si gurdarono negli occhi e scoppiarono entrambi in una grossa risata.
 ‘’Forse è giunto il momento di andare a fare un piccolo controllo dall’oculista’’ disse Lorenzo continuando a ridere
‘’direi proprio di si’’ rispose Delfina
‘’Non è così male qui però’’ le disse all’orecchio Lorenzo gaurdandosi meglio intorno.
In effetti nonostante l’età sembravano veramente tutti dei ‘nonni felici’ c’era chi chiacchierava, chi mangiava, e chi si era gettato in pista con la dolce metà per esibirsi in un tutt’altro che lento ballo di coppia.
La musica infatti era quella dei loro tempi, i mitici anni 60, con i Beatles e il rock&roll, musica che ti faceva battere i piedi sul pavimenti non appena sentivi le prime note, e ti faceva venire voglia di muoverti e
scatenarti a più non posso.
Anche Lorenzo ne fu gravemente colpito, e mentre cominciava a molleggiare a ritmo di musica disse
‘’vuole concedermi questo ballo mia bella nonnina?’’
E così travolse Delfina in questo misto di molleggio, Twist, prese e strani movimenti. Dopo un po’ erano tutti sudati al centro della pista con tutti i vecchietti che li guardavano divertiti. Fecero anche uno scambio di coppia, capitando uno con una donna molto arzilla e scatenata e l’altra con un uomo alto sulla settantina che aveva le articolazioni più flessibili di un ventenne.
E così tra sorrisi e risate, continuarono a ballare senza sosta, fino a quando la musica divenne più lenta
Delfina e Lorenzo così si avvicinarono l’una con l’altro. Lei con la testa poggiata sulla sua spalla e le braccia attorno al collo e lui con le mani che le cingevano la vita.
‘’Mi sono divertita tantissimo’’ le disse Delfina all’orecchio quasi in un sospiro
‘’Anche io’’ replicò Lorenzo ‘’Non pensavo che sapessi ballare il rock and roll vista la famiglia da cui provieni’’
‘’Beh..non sei l’unico ad avere segreti qui sai?’’
E dopo essersi sorrisi si scambiarono un bacio dolce,chiudendo gli occhi e assaporando a vicenda il sapore delle loro labbra.
‘’Ti amo’’ le sussurrò all’orecchio Lorenzo mentre una canzone dolce e melodiosa risuonava nella sala ‘’sei la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita’’
Delfina lo guardò negli occhi, e vi vide una luce particolare. Il suo sguardo era onesto,sincero, puro completamente concentrato nell’ ammirarla pieno di una sorta di profonda devozione.
Anche lei si sentiva diversa, libera,amata, ma soprattutto felice.
‘’Anche io ti amo’’ le rispose lei, ricambiando lo sguardo con la stessa luce e intensità di quello di Lorenzo.
E come per sigillare quella promessa che si erano scambiati, si baciarono, con la stessa dolcezza di prima, ma questa volta in modo più travolgente e passionale.
---
 
Finalmente aveva trovato un po’ di tempo per stare da sola, dopo aver passato tutta la giornata in mezzo a cibi strani, terapie inconsuete ed esercizi di stretching a dir poco bizzarri. Così decise di scendere giù in cantina dove teneva la sua scatola dei ricordi, e una volta lì, facendo attenzione che nessuno la vedesse, la estrasse dal suo nascondiglio. Ci volle un po’ per ritrovarla ma alla fine ci riuscì.
Eccola lì la foto che avevano fatto quel pomeriggio pieno di travestimenti.
Delfina la prese e non poté far a meno di sorridere quando rilesse la dedica scritta dietro
 
Perdonami, ma era troppo bella e non ho resistito..
PS: le altre però le tengo io, quindi attenta a quello che fai perché potrei ricattarti’
 
Magari la sua maschera fosse rimasta quella da piratessa, quella che aveva ora era molto più brutta e molto più difficile da togliere via.
 
 
 
NOTEEE!
Salve a tutti, come potete vedere sono ritornata con un nuovo capitolo. Spero che vi piaccia J
Le parole all’inizio sono della canzone the One that got away di Katy Perry. Il video mi ricorda tantissimo la storia di Delfina e Lorenzo così ho deciso di predere spunto per scrivere questa nuova storia.
 
 

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Capitolo 2
*** Your song ***


Your Song  

Oh I know it's not much but it's the best I can do  
My gift is my song  
And this one's for you. 

 

La vernice gialla e il suo odore inondavano la stanza. Delfina non ne poteva più, la calda giornata, il sudore, la vernice che le si appiccicava dappertutto ed inoltre la presenza di quella servetta odiosa e petulante, non facevano altro che farle venire voglia di ritornare a casa per fare un bell idromassaggioMa tutto ciò era sopportabile in confronto a quello che sarebbe successo dopo.  

Ad un tratto infatti  sentì il suono di una chitarra  ed una voce abbastanza familiare. Capii subito che si trattava di lorenzo,del suo, lorenzo. Fu per questo che quando lo vide lì, seduto con quella chitarra  e un sorriso stampato sul viso,  il suo cuore perse un battito. Voleva scappare, andare via, voleva dire tutta la verità, confessare che quello era suo marito e che nessuno poteva permettersi di avvicinarsi. Ciò che però le fece più rabbia è che lui stesso aveva deciso di allontanarsi da lei, di non rivolgerle più quel sorriso sincero e quello sguardo innamorato, aveva deciso lui di dedicare una canzone a quella sguattera piuttosto che a lei, erano inutili le finte promesse,i finti baci e le carezze, ormai non c’era più niente che li legava a parte l’interesse per i soldi. Il suo sguardo si perse nel vuoto facendo di tutto per trattenere le lacrime che spingevano a gran forza per uscire, l’amore della sua vita non la considerava più questo non poteva renderla più infelice 

Ad un certo punto lorenzo smise di cantare, Flor gli girava attorno con uno sguardo più soddisfatto che felice, visto che anche lei amava qualcun’altro, tuttavia furono proprio le sue parole a ridestarla da quei pensieri e farle staccare gli occhi da quel vuoto che si ostinava a fissare 

“Questo è vero amore, profondo, intenso” disse flor “perché un vero uomo, un vero cavaliere fa questo per la propria donna...scrive canzoni, la lusinga e la festeggia ogni giorno”  

La mente di delfina non poté fare a meno di vagare nel passato, nei ricordi, perché si, quelle cose le aveva fatte anche lui per lei una volta.  

 

Era un lontano pomeriggio degli anni novanta, Delfina era nella sua stanza intenta a prepararsi per l’appuntamento che avrebbe avuto di li a poco con lorenzo. Le aveva chiamato un’oretta prima e con una voce tutta soddisfatta le aveva detto di raggiungerla al più presto al parco perché aveva una sorpresa per lei. Cosi si preparò il più in fretta possibile, sciolse i capelli e se li sistemò, poi prese un vestito a fiori dall’ armardio e lo indossò insieme ad un paio di sandalitruccò leggermente il viso e si preparò ad affrontare il pericolo più grande prima di acquistare la libertà,sua madre. Scese le scale  facendo meno rumore possibile, ma con grande sollievo si accorse che la madre, come era solita fare da quando aveva scoperto il tradimento del marito era troppo presa dalle sue bottiglie e dai suoi bicchieri di vino pregiato per darle conto, così non perse tempo e uscì dalla porta.  

Non c’era cosa più bella al mondo che sbattere quella porta e lasciare dietro di se tutti i problemi, gli obblighi e le costrizioni. Non vedeva l’ora di raggiungere Lorenzo, da quando lo aveva conosciuto infatti poteva essere se stessa, e non le importava del denaro e del futuro, come invece le ripeteva sempre sua madre, a lei bastava anche mangiare una carpa in riva al lago pur di stare con lui, perché per la prima volta aveva trovato qualcuno che la facesse sentire libera e felice. Proprio per questo avevano pensato di fuggire e poter rimanere finalmente insieme, ma lei non aveva mai avuto il coraggio di fare questa scelta, dopotutto non poteva lasciare la sua famiglia e sopratutto sua madre in quelle condizioni, anche se negli ultimi tempi le cose erano diventate sempre più difficili e la voglia di andare via era aumentata.  

Finalmente arrivò al parco e dopo un breve tragitto vide Lorenzo seduto all’ombra di un albero con la sua chitarra, tutto intorno a lui era circondato di fiori e candele e dopo un po’ notò che anche lui si era sistemato più del solito, certo, i suoi vestiti da hippie rimanevano, ma aveva un’aria più distinta con i capelli pettinati e quella barbetta che le piaceva tanto appena rasata. Fu per questo che dopo averlo salutato con un bacio ed essersi seduta vicino a lui gli disse: “che hai fatto ai capelli?  si festeggia qualcosa in particolare?” Lorenzo le prese la mano e le baciò il palmo “Si, in effetti oggi si festeggia una cosa importantissima” “Cosa?” Si chiese delfina sorpresa “beh, te.” Gli disse quasi in un sospiro senza staccare gli occhi dai suoi  “ La tua bellezza, la tua intelligenza e il fatto che tu sia qui con me, nonostante tutto e tutti, ti sembra forse poco?” Delfina sorrise, cercando di nascondere il rossore che quell’affermazione le aveva provocato, lui le prese il volto con le mani accarezzandole le guance con i pollici e posandole un casto bacio sulle labbra a cui ovviamente delfina o come la chiamava lui fina, non poté non contraccambiare trasformandolo in una bacio pieno di passione in cui le lingue danzavano e le mani si cercavano affannosamente. Una volta staccati si sorrisero a vicenda e con le fronti incollate,Delfina aggiunse “in effetti è un ottima motivazione per festeggiare, anzi dovrebbe addirittura diventare una festa nazionale” disse con fare altezzoso, e subito si misero a ridere “e la chitarra a che ti serve?” E Lorenzo rispose “che festa sarebbe senza una canzone o un inno per celebrare qualcosa?” “Hai ragione! Sentiamo allora, sono tutta orecchi” disse la donna e si mise dritta davanti a lui per poterlo guardare dritto negli occhi, così Lorenzo prese la chitarra e senza ulteriori esitazioni cominciò a suonare e poi a cantare.  

Delfina si immerse subito nella musica, ascoltando attentamente le parole e non levando lo sguardo nemmeno un secondo dal viso concentrato del suo ragazzo e dalle mani che si muovevano sulle corde. Appena finì chiuse gli occhi per assaporare ancora meglio il momento e quando li riaprì disse “che bella questa canzone, però non la conosco, di chi è?” “Mia” rispose Lorenzo “l’ho scritta ieri sera dopo aver preso questo” e fu così che uscì dalla tasca dei pantaloni una scatolina colorata, la aprì e dentro c’era l’anello in pietra azzurra che le aveva messo la prima volta che si erano conosciuti. Come già aveva fatto quella volta glielo infilò al dito e poi alzando lo sguardo le disse “So di non essere il massimo, di non essere né bellissimo, né ricco e di non poterti offrire nient’altro che una canzone, un picnic in un parco e un anello di pietra e non di diamanti, so che meriteresti di meglio e mi chiedo ogni giorno perché tu tra tanti abbia scelto proprio me. Tuttavia io ti amo come mai ho amato, sei la donna della mia vita e nonostante tutti i problemi cercherò sempre di farti felice e di realizzare ogni tuo piccolo e grande desiderio. Desidero averti sempre accanto a meper vedere il tuo sorriso ad ogni mio risveglio, e sentirmi finalmente completo, accanto a te. É per questo che ti chiedo, Delfina Santillan, vuoi sposarmi?”. Delfina rimase paralizzata, avevano parlato tante volte di fuggire per crearsi una nuova vita insieme ma non aveva mai pensato al matrimonio, come avrebbe fatto con la sua famiglia,dove sarebbero andati, come si sarebbero mantenuti? Nonostante tutte queste domande non esitò nemmeno un momento e con il sorriso più grande  bello che Lorenzo le aveva mai visto fare e gli occhi lucidi lo abbracció e ripeté più volte “si,si,si Lorenzo Moaco, voglio essere tua moglie” e così si gettarono sopra l’erba, si abbracciarono e si baciarono, incuranti di tutto quello che era attorno a loro, perché in quel momento erano solo presenti l’uno per l’altro 

 

Delfina ricordò quel momento, e, mentre continuava a lavorare, una lacrima le scese sulla guancia.  

Nessuna eredità, nessuna ricchezza avrebbero mai potuto eguagliare la felicità che aveva provato in quel momento. Ma ormai era troppo tardi.  

 

 

 

NOTE AUTRICE! 

Ciao! Spero che la storia vi sia piaciuta, amo la coppia di Delfina e Lorenzo così ho deciso di scrivere qualcosa sulla loro storia da un altro punto di vista.  

Non so se continuerò con altri capitoli, però se avete suggerimenti sono sempre ben accetti :)

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Capitolo 3
*** Together again ***


Together again 
 
We'll be together again
I've been waiting for a long time
 
Nel carcere principale di Buenos Aires  sembrava un giorno come tanti altri. Le guardie continuavano a fare avanti indietro controllando che tutto fosse perfettamente in ordine, qualcuno si era svegliato presto per fare la sua solita sessione di pesi e altri semplicemente si annoiavano, guardando oltre le sbarre e sognando di riascoltare il canto degli uccelli, di sentire l'odore che emettono i fiori appena sbocciati in primavera o di guardare l'azzurro limpido del cielo senza quelle ravi arrugginite e sporche ad oscurarne la visione.
Per una persona però, dopo tanti anni, quella libertà tanto sperata e tanto attesa stava finalmente arrivando. 
Quello sarebbe stato l'ultimo giorno di carcere per Delfina. 
Era stato un cammino duro e difficile ma  l'aveva portata a diventare buona e a capire la vera essenza della vita, e proprio per questo non si sarebbe mai pentita della decisione di costituirsi. Tuttavia le mancava ancora una cosa per essere del tutto felice, e che in carcere sicuramente non avrebbe mai potuto trovare, la libertà. 
La libertà di riabbracciare la sua famiglia, con cui finalmente aveva ristabilito i rapporti e di cui adesso non poteva fare a meno per il calore che le trasmettevano. 
La libertà di giocare e stare insieme ai suoi nipoti, senza doverli vedere solo nelle occasioni speciali, o sapere qualcosa su di loro con le foto o i disegni che le facevano avere Flor e Sofia. Voleva vederli, abbracciarli e diventare una parte importante della loro vita. 
Ma più di tutto, la libertà di stare insieme al suo Lorenzo. Poterlo vedere ogni giorno, trovarlo accanto a lei ad ogni suo risveglio, sentire il suo profumo, il suo calore e il suo amore.Non vedeva l'ora di avere la libertà di baciarlo, senza inutili orari di visita prestabiliti o  quelle stupide sbarre che li separassero, e poter finalmente ritornare ad essere una sola cosa.  Voleva stare da sola con lui, viaggiare, e,  perchè no, anche costruire una famiglia; Magari questa volta avrebbe potuto dare lei dei nipotini alle sue sorelle.
Inoltre il suo libro aveva riscosso tantissimo successo e le vendite le avevano permesso di guadagnare un bel gruzzoletto con cui vivere una vita abbastanza agiata. Se lo avesse saputo prima magari si sarebbe risparmiata tutte le cattiverie e le malefatte, ma ormai quel che era successo non si poteva cambiare. 
Mentre pensava a tutto questo, continuava a sistemare le sue poche cose dentro una piccola valigia, sotto lo sguardo attento e un po' triste di sua madre. 
Malala ancora non era cambiata del tutto. Continuava a formulare complicati piani per provare ad uscire ma, continuamente, veniva bloccata dalla figlia o scoperta dalle guardie. Non si era ancora arresa, non aveva ancora capito che non c'era più niente da fare, che avevano perso la loro guerra e che l'unica cosa sensata era cercare di cambiare in meglio per ricominciare una nuova vita. Ogni volta che Delfina affrontava questo argomento, sua madre le  diceva che la malvagità faceva parte di lei e che non sarebbe mai riuscita a diventare buona. Ma Delfina era fiduciosa, e si era convinta che, in fondo, qualcosa dentro di lei era cambiato. 
La vedeva ,infatti, mentre sbirciava i suoi nipoti di nascosto, tra una battutaccia ed un'altra.  
''Una volta fuori non ti scorderai mica della tua mammina eh?'' Disse Malala mentre fissava la piccola valigia che stava sistemando la figlia e facendo ridestare quest'ultima dai suoi pensieri. 
''Ogni tanto mi farebbe piacere ricevere qualche visita, soprattutto se accompagnata da qualche bottiglia di vino e qualcosa di decente da mangiare'' 
''E' ovvio che non mi dimenticherò di te '' rispose Delfina guardandola negli occhi ''sei mia madre''. Poi si avvicinò e le poggiò le braccia sulle spalle.
''Anche se preferirei che anche tu potessi finalmente uscire, così potremmo stare di nuovo tutti insieme'' 
Detto questo l'abbracciò e fu più che sicura di sentire un piccola lacrima cadere sulla sua spalla. 
Delfina fece un piccolo sorriso, ci sarebbe voluto del tempo, ma, ne era convinta, pian piano anche sua mamma stava cambiando.  
 
Finalmente era giunta la tanto attesa ora, tra lei e la libertà c'era solo un grande portone scuro, qualche altro documento da firmare e gli ultimi addii da dare a quelli che negli ultimi anni erano stati i suoi compagni di cella e di vita. 
Poi, quel gigantesco portone si aprì, e per Delfina fu come ritornare a respirare per la prima volta. 
La giornata era perfetta, un sole tiepido riscaldava la città ed un cielo limpido e sereno la circondava. La primavera era alle porte e la natura stava incominciando a risvegliarsi. Delfina non poté non fare a meno di starnutire, maledetta allergia, ma non le avrebbe rovinato questo momento. 
Le ci volle un po' per abituarsi alla luce e al calore, e al fatto di poter decidere dove andare senza essere controllata da nessuno. In quel momento mille idee su cosa avrebbe voluto fare le passarono per la testa, ma tutte si dispersero quando due braccia l'afferrarono dalle spalle e dalle gambe facendola roteare per aria. 
Era stata colta alla sprovvista, ma non a tal punto da non riconoscere l'artefice di quella presa. 
''Lolo!'' esclamò raggiante, e avvolgendogli le braccia intorno al collo, lo baciò con intensa passione, come non aveva potuto fare da tantissimo tempo. Si staccarono dopo un bel po', solo per riprendere fiato e sussurrarsi ti amo, prima di ricongiungere ancora e ancora le loro labbra. 
Quando smisero di baciarsi, Lorenzo riprese a farla girare e a gridare quanto l'amasse sempre più forte, fin a quando, preso dall'entusiasmo, perse l'equilibrio, facendoli cadere a terra l'uno sopra l'altro. 
Entrambi cominciarono a ridere, non curanti dei passanti che gli rivolgevano strane occhiate. 
''Mi sa che il carcere ti ha fatto ingrassare'' commentò Lorenzo aiutando Delfina ad alzarsi ''prima eri più leggera ''
''A me invece sembra che sia più un problema di muscoli'' commentò Delfina sarcastica tastando le braccia del marito. 
''Ma se faccio come minimo 200 addominali al giorno'' 
''Si...'' rispose Delfina incredula ''per posare il telecomando e prendere il joystick per i videogiochi''
Lorenzo la guardò con l'aria di essere stato beccato e poi ammise ''E va bene, hai ragione tu, le serate pizza e videogiochi non sono mancate, però l'importante è la parte interiore no? E di quella modestamente non puoi lamentarti'' aggiunse con fare soddisfatto. 
''Veramente..'' commentò la ragazza guardandolo perplessa. Ma appena vide la faccia di Lorenzo intristirsi, sorrise, la faceva morire quando faceva la vittima, e così aggiunse ''Scherzo.. per quello sei sempre stato il migliore''
''Davvero?''
''Senza alcun dubbio '' rispose Delfina prima di dargli un altro bacio. 
''Allora mi sa che questo te lo sei proprio meritato'' disse Lorenzo andando a prendere un piccolo pacchettino blu.
''Per me?'' chiese Delfina sorpresa.
''No guarda, veramente è per quella signora seduta sulla panchina'' rispose Lorenzo divertito ''ma certo che è per te, tonta''
Delfina prese il pacchetto e appena lo aprì rimase stupita. Dentro c'era un bracciale con numerosi ciondoli ognuno dei quali raffigurava qualcosa di diverso. 
''E' bellissimo!'' esclamò Delfina entusiasta dandogli un bacio ''Li hai fatto tu?'' 
''Uno per uno'' rispose fiero Lorenzo ''ogni ciondolo ha un significato diverso, sono come dei piccoli amuleti che puoi portare sempre con te ''
''Come quelli di Flor..'' 
''Esattamente! E' stata proprio lei a farmi venire l'idea, ma visto che odi quegli strani oggetti che usa, ho deciso di rifarli in modo più raffinato.''
''Questo per esempio è quello della bontà'' disse Lorenzo indicando una pallina azzurra con dei ghirigori attorno ''mentre questo è quello della pace e della libertà..''
''A proposito'' lo interruppe delicatamente Delfina, ricordandosi improvvisamente di fare una cosa che desiderava da tempo ''Devo fare una cosa importante''
Così Delfina si portò le mani ai capelli, e, in un solo movimento, si tolse l'elastico che le legava la  lunga chioma scura formando la sua caratteristica coda di cavallo, lasciando i suoi capelli di nuovo sciolti e finalmente capaci di agitarsi liberamente al vento.
Lorenzo all'inizio era rimasto perplesso non riuscendo a capire quello che voleva fare, ma poi comprese perfettamente il significato di quel gesto.
''Come ti senti adesso?'' 
''Libera'' disse Delfina, proprio come gli aveva risposto un bel po' di anni prima... 
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'Stanotte. Alle 3. Ti aspetto all'angolo della strada.
Andrà tutto bene piccola. 
PS: Questo biglietto si autodistruggerà tra 3..2...No, scherzavo, strappalo e buttalo via.'
Lorenzo''

Delfina lesse il biglietto tutto d'un fiato. Era chiusa in camera sua, ma cercava di mantenere lo stesso tutti i sensi in allerta.
 Da quando la madre infatti aveva scoperto della sua relazione con Lorenzo, le era stato completamente vietato di uscire di casa, e riuscire a vederlo le veniva sempre più difficile. L'unico modo che avevano per comunicare erano quei piccoli biglietti che cercavano di scambiarsi grazie alla complicità di Ines, la badante della casa, la quale, avendo sentito la storia di Delfina ed essendo appassionata di telenovelas e storie d'amore impossibili, aveva acconsentito a fare da messaggera. 
Nell'ultimo periodo le cose erano diventate sempre più complicate. Ovviamente Malala l'aveva costretta a lasciare Lorenzo, e così Delfina, per non destare sospetti nella madre e peggiorare le cose, aveva deciso di accettare il suo consiglio e lasciarlo una volta per tutte. 
Naturalmente solo per finzione. 
Con Lorenzo si erano già messi d'accordo, e così avevano inscenato un finto litigio in cui lei gli diceva che non lo amava più; tutto questo davanti gli occhi della madre, che sembrava aver abboccato.  
In realtà infatti, tutto quello che era successo era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, facendo accettare a Delfina la proposta che tempo prima le aveva fatto Lorenzo di scappare via con lui per sposarsi. Sapeva che era una cosa da pazzi e incoscienti, non sapevano dove sarebbero andati, non avevano un posto in cui dormire, e solo i pochissimi soldi che Delfina aveva rubato dalla cassaforte del padre per mantenersi. Tuttavia non ne poteva più degli obblighi, delle costrizioni e dei divieti e in quel momento scappare le sembrava l'unica alternativa possibile. 
Delfina finì di leggere il biglietto e le ultime righe la fecero sorridere facendole dimenticare tutte le preoccupazioni.  
Così, dopo averlo distrutto, si mise a sedere nella scrivania, prese carta e penna e incominciò a scrivere una lettera per Malala. In fondo era sempre sua madre, e sentiva il bisogno di spiegarle la sua decisione e le sue motivazioni. Quando terminò  mise la lettera in una busta e finì di sistemare le ultime cose dentro un borsone. 
Proprio mentre stava per chiudere la cerniera, la madre entrò di colpo con la scusa di comunicarle che era pronta la cena. 
''Che stai facendo con quel borsone?'' le chiese poi con sguardo sospetto ''Non starai pensando di fare qualche pazzia con quel hippie squattrinato?''
Delfina stava per rispondere a tono alla madre, non sopportava il nomignolo con cui si riferiva a Lorenzo, ma poi si morse la lingua. 
'Fra poco andrai via di qui' si ripeté in mente 'non puoi farti scoprire e rovinare il piano'
 ''Stavo sistemando i vestiti per la palestra'' disse infine.
''Meglio così'' rispose Malala squadrandola dalla testa ai piedi ''Per un momento ho pensato che volessi scappare''
''Scappare con Lorenzo?'' replicò Delfina tentando di essere il più convincente possibile ''Ma se hai visto pure tu che ci siamo lasciati definitivamente...e poi ormai l'ho dimenticato,  era solo una stupida infatuazione che non contava niente''
''Molto bene'' commentò Malala scrutandola attentamente negli occhi ''vedo che non hai dimenticato tutti gli insegnamenti che ti ho dato.'' e  facendole un sorrisetto compiaciuto andò via, lasciandola  sola in camera, ogni secondo sempre più convinta della sua decisione.
 
Delfina non faceva altro che girarsi e rigirarsi nel letto, non riuscendo a chiudere occhio e guardando continuamente la sveglia..
01:30..02:05...02:20
Ogni minuto che passava il cuore le batteva sempre più forte e l'ansia e le preoccupazioni la sovrastavano sempre di più. 
Ogni volta si ripeteva che sarebbe stata bene, che l'unica cosa importante era stare con il suo amore, essere felici e vivere per sempre insieme,ma dall'altra parte i dubbi ancora persistevano. Avrebbe dovuto lasciare la sua casa, la sua vita normale, e in fondo, nonostante tutto il male che le avevano fatto, le sarebbe mancata anche la sua famiglia. 
Delfina si era resa conto che quella decisione era come fare un salto nel vuoto, lasciando tutte le certezze e le convinzioni che aveva avuto fino a quel momento, andando incontro all'ignoto. Ma ormai aveva fatto una scelta, ed era troppo tardi per ripensarci. 
2.50 lesse improvvisamente nell'orologio. Era giunto il momento di andare via. 
Era già vestita e così dovette solo mettersi le scarpe e prendere il borsone. Fece un controllo generale per verificare di aver preso tutto, si guardò intorno, e con un pizzico di nostalgia lasciò dietro di sé la sua camera, i suoi ricordi e la sua vecchia vita. 
 Poi scese le scale facendo meno rumore possibile, e con il cuore che sembrava uscirle dal petto, si avviò verso la cucina per lasciare sul tavolo la lettera che aveva scritto. 
Quatta, quatta continuò a camminare nel buio e, raggiunta la porta d'ingresso, si guardò indietro per l'ultima volta.
 Fu in quel momento che notò di non essere l'unica sveglia...
Il cuore di Delfina perse un battito.
Anche sua madre era nel soggiorno, con un bicchierino pieno di liquore in una mano ed una bottiglia nell'altra. 
Fu un attimo, il tempo di scambiarsi uno sguardo, ma in realtà a Delfina sembrò un secolo. 
Poi tutto divenne confuso, rapido, veloce, Delfina vide la madre che incominciava a muoversi verso di lei, con uno sguardo così pieno d'ira che avrebbe fatto tremare anche il diavolo in persona. Così, senza nemmeno il tempo di pensare, girò la maniglia, e corse a più non posso cercando la macchina di Lorenzo. 
''Delfinaaaaa'' le gridò dietro la madre, mentre la rincorreva  in vestaglia. 
La ragazza continuò a correre, non curante delle urla della madre, poi svoltò l'angolo e finalmente vide il furgoncino bianco di Lorenzo. 
''Metti in motooo'' incominciò a gridare a più non posso. 
Lorenzo saltò in aria, e anche se non aveva capito bene cosa stesse succedendo, gettò via il fumetto che stava leggendo, prese le chiavi e accese il motore.
Delfina fece l'ultimo scatto, con la madre alle calcagna che la sgridava furibonda, e facendo il più in fretta possibile salì in macchina. 
Lorenzo l'aiutò  e poi mise subito il piede nell'acceleratore, cercando di allontanarsi il più velocemente possibile da quella strada. 
Malala ebbe solo il tempo di gridargli un ''Vi troverò'' raccogliendo tutto il fiato che le era rimasto nei polmoni, prima di vedere il piccolo furgoncino bianco girare l'angolo e sparire nel buio della notte. 
 
Erano rimasti in strada per circa due ore, cercando di allontanarsi il più possibile da Buenos Aires e far perdere le loro tracce. Ormai erano le 5 del mattino e il sole stava incominciando a sorgere. Il tragitto in macchina era stato tutt'altro che movimentato, Delfina era rimasta tutto il tempo in silenzio, con le braccia avvolte intorno al suo corpo minuto e lo sguardo fisso davanti a sé. Lorenzo aveva provato a farla parlare, ma lei aveva sempre risposto a monosillabi. In realtà non poteva far a meno di risentire la voce della madre che la chiamava, chiedendosi ancora una volta se aveva preso la decisione giusta. 
Man a mano Lorenzo rallentò, per poi entrare in un  parcheggio. Accanto a questo sorgeva un piccolo edificio con la facciata vecchia e rovinata e con tre lettere funzionanti su cinque che formavano la scritta Motel. 
''So che non è molto ma per oggi staremo qui, così potremo riposarci e stare tranquilli, va bene?''
Delfina si limitò ad accennare un si con il capo, continuando a fissare il vuoto. 
 
Una volta entrati in camera Lorenzo ruppe il silenzio.
''C'è qualcosa che non va piccola?'' le chiese prendendole la mano. 
''No, no'' si limitò a rispondere Delfina ''è che...''
''Sei preoccupata vero?''
Delfina finalmente si decise a parlare ''Si.. a volte mi chiedo se abbiamo fatto la scelta giusta.. mi sembra tutto così confuso e folle''
''Fini, so che per te non è stato facile lasciare tutto, ma questa era l'unica soluzione per continuare a rimanere insieme''
''Lo so'' rispose lei guardandolo negli occhi ''Questa è l'unica cosa che mi fa andare avanti''
Lorenzo le accarezzò la guancia e poi aggiunse ''Allora devi pensare solo a questo...Abbiamo superato tanti ostacoli, hanno tentato di separaci, ma il nostro amore è riuscito ad essere superiore a  tutto ciò. Adesso siamo qui, insieme, e non possiamo arrenderci dopo tutto quello che abbiamo dovuto affrontare'' 
Poi la guardò dritto negli occhi, ''Continuiamo a lottare insieme contro tutto e tutti?''
Delfina ricambiò lo sguardo e per la prima volta da quando erano partiti gli sorrise e gli rispose con un sicuro Si. 
''Potere del Dream Team Lolo e Fini attivato?'' le chiese Lorenzo ricambiando il sorriso e porgendole il pugno 
''Attivazione eseguita'' rispose Delfina unendo il suo pugno a quello del ragazzo, prima di scambiarsi un bacio. 
''Resta ancora un problema però'' aggiunse in seguito ''Dove andremo? Siamo soli, senza una meta, senza una casa in cui poter almeno dormire...Non abbiamo niente''
''E il nostro amore lo chiami niente?!'' rispose Lorenzo
''No, ma dobbiamo essere anche realistici...non possiamo vivere per sempre nel tuo furgoncino o cambiare motel ogni notte''
Lorenzo non sapeva cosa risponderle, quando ad un tratto vide una cartina dell'Argentina appoggiata sopra la cassettiera, probabilmente lì per i turisti. 
''Ho la soluzione'' disse Lorenzo alzandosi dal letto e andando a prendere la cartina, mentre Delfina lo guardava perplessa non capendo dove volesse arrivare. 
''Vuoi sapere dove andremo?'' le chiese mettendogli la cartina davanti ''chiudi gli occhi e punta il dito, qualsiasi posto indicherai quella sarà la nostra casa '' 
Delfina sorrise incredula, ma poi chiuse gli occhi e cominciò a percorrere la mappa con il dito, fino a quando scelse un punto della cartina. 
''Jujuy'' disse infine ridendo ''Ma è in mezzo al nulla!''
''Però ci sono un sacco di artigiani, potrei imparare tantissime  tecniche nuove'' le rispose Lorenzo '' e poi ti vedo bene con il poncho tipico e il berretto''
''Te lo sogni'' replicò Delfina ridendo e mettendogli le braccia attorno al collo ''Allora Jujuy è la scelta definitiva?'' 
''Jujuy sia''
''Sei sicuro che questo è quello che vuoi veramente?'' gli chiese Delfina ritornando seria. 
''Ciò che voglio veramente sei tu'' rispose Lorenzo guardandola negli occhi.
Così si baciarono e poi si gettarono sopra il letto, finendo per fare l'amore e ritrovandosi poi abbracciati a condividere sogni, speranze, pensieri e paure. 
''Come ti senti adesso?'' gli chiese Lorenzo accarezzandole il braccio 
''Libera'' rispose Delfina respirando a pieni polmoni quell'aria priva di vincoli e obbligazioni 
---
''Sorpresa!'' le gridarono tutti quando la porta della villa in cui aveva vissuto tanto tempo prima si riaprì. 
Appena rimise piede lì dentro fu circondata dalla vivacità, dal calore e dal clima accogliente della casa. Tutto il salotto infatti era stato addobbato con cartelli di bentornato, palloncini colorati e festoni. 
Il primo sguardo che Delfina cercò in quella folla fu quello di Flor,  a cui rivolse un sorriso e un immenso grazie. 
E poi quello della sua nipotina Margarita. Appena i loro sguardi si incrociarono per Delfina fu come ritornare a quel momento in cui tenendola in braccio aveva capito cosa significasse amare.
Margarita all'inizio la guardò stranita, molte volte la madre le aveva raccontato del miracolo che aveva compiuto, ma non aveva mai capito fino in fondo cosa volesse dire. Quando i loro sguardi si incrociarono però, Margarita capii che tra lei e quella donna vi era davvero un legame profondo. E così, quasi inconsciamente, ruppe il silenzio imbarazzante che si era creato dopo il benvenuto, e correndole incontro l'abbracciò. 
''Bentornata zia'' le sussurò all'orecchio, prima che tutto il resto della famiglia, come se fosse stato sbloccato da quell'azione improvvisa, le raggiungesse formando un unico grande abbraccio. 
 
Il resto della serata proseguì nel divertimento e nella gioia; accompagnato dagli ottimi manicaretti preparati da Greta ed Evaristo, dalle canzoni della nuova band formata dai  gemelli  ed Alberto, il figlio di Bata e Sofia, e da balli, tante chiacchere e risate. 
La sua famiglia l'aveva riaccolta a braccia aperte, e anche quelli che fino a poco tempo prima erano ancora scettici, avevano cambiato idea, spinti dall'effettivo cambiamento di Delfina ma soprattutto dagli interminabili discorsi di Flor sulla speranza e il perdono. 
''E' stata proprio una bella serata non è vero?'' disse Lorenzo mentre uscivano dalla porta principale tenendosi per mano.
''Si, come tutta la giornata del resto ''
''Però mi sa che le sorprese non sono ancora finite sai?'' 
Delfina lo guardò dubbiosa, ''Cosa vuoi dire?''
''Vieni con me'' si limitò a rispondere lui baciandole il palmo della mano e coprendole gli occhi con le mani. 
''Non vedo niente'' gridò Delfina inciampando in una pietra 
''Ti fidi di me?'' le chiese Lorenzo 
''Veramente non molto''  rispose lei scettica 
''Allora non ti dico niente su dove andare''
''Odio quando mi ricatti'' 
''E io ti amo quando devi confidare in me e devi sottostare alle mie condizioni''
''Non mi ci fare pensare'' commentò la ragazza ricordandosi di quando la ricattava. 
 
A Delfina sembrò di camminare per un tempo lunghissimo, ma in realtà avevano svoltato solamente l'angolo, e tra risate, imprecazioni, inciampi e piedi pestati erano arrivati ad un piccolo spiazzo vicino la villa. 
''Siamo arrivati'' disse Lorenzo togliendole le mani dagli occhi 
Delfina si ritrovò davanti un camper tutto bianco  con dei fiori disegnati lateralmente.
''Ho pensato che sarebbe stato bello partire di nuovo insieme, e festeggiare il nostro matrimonio con una luna di miele indimenticabile'' le bisbigliò Lorenzo all'orecchio ''scegli un posto e partiamo stanotte stesso''
''Tu sei pazzo!'' esclamò Delfina incredula ma allo stesso tempo sorpresa 
''Pazzo di te '' le rispose lui dandole un bacio ''allora Fini, accetti la mia proposta?'' 
''Si'' rispose lei entusiasta bisbigliandoli il nome di un posto all'orecchio. 
Quindi salirono sul camper e fecero partire il cd con la loro canzone, che in quel momento più che mai li rispecchiava, accompagnandola con la loro voce e con strani balletti. 
 Finalmente dopo tanto tempo erano di nuovo insieme e nessuno li avrebbe mai più separati.  
We'll be together again
I've been waiting for a long time
 
We'll be together and nobody ain't never
Gonna disconnect us or ever separate us. 

 
E così con quella canzone che per l'ennesima volta faceva loro da sottofondo, partirono come tanti anni prima circondati dal buio della notte. Questa volta però senza paure e preoccupazioni, ma solo con il desiderio di cantare a squarciagola e respirare quella libertà per il resto della loro vita. 

 
NOTE!: Ciao a tutti ecco a voi un nuovo capitolo, questa volta molto più lungo del solito!
La canzone è stop! Degli erasure, quella che cantano sempre nelle puntate!

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Capitolo 4
*** Marry You ***


Marry You

 
Cause it's a beautiful night,
We're looking for something dumb to do.

Hey baby,
I think I wanna marry you.

 
Una pioggerellina leggera batteva sulla finestra, oscurando parzialmente la vista del giardino della grande villa Fritzenwalden, ormai ricoperto quasi interamente da foglie gialle, rosse e arancioni segno che gli alberi incominciavano a spogliarsi e che la bella stagione era ormai terminata.
Delfina si godeva il panorama che le si presentava davanti la finestra della cucina e, mentre sorseggiava un tè caldo, ripensava alle mille avventure che aveva vissuto quell'estate.
Un'estate speciale, visto che era la prima dopo 8 anni di carcere che aveva potuto vivere in prima persona e non guardandola passare giorno dopo giorno dalla finestrella della sua cella. Dopo l’enorme successo che aveva riscosso il suo libro, infatti, furono in moltissime le persone che, in seguito alla sua scarcerazione, la contattarono per raccontare personalmente la sua esperienza. Per questo motivo con Lorenzo non si erano fermati un attimo. Girarono l'Argentina in lungo e in largo, dalle montagne alle città, fino ai piccoli borghi sperduti, ma ovviamente i luoghi che le erano piaciuti di più erano quelli vicino al mare; sentire la sensazione della sabbia sotto i piedi, il rumore delle onde del mare che si infrangono sulla costa, il calore del sole che brucia la pelle bagnata e salata e lo stare in ammollo per un periodo indefinito, erano tutte cose che le erano mancate un sacco durante il periodo di reclusione.
Era stato tutto perfetto, forse troppo perfetto, fino a quando l’ultima notte prima di ritornare a Buenos Aires, Delfina disse a Lorenzo di voler diventare mamma. Questo desiderio le si era manifestato sin da quando aveva avuto il suo momento di redenzione con Margarita, tuttavia Delfina lo aveva tenuto a bada, decidendo che prima di affrontare un passo così importante avrebbe dovuto riacquistare fiducia in sé stessa e formare un rapporto solido con Lorenzo. Alla fine di quella lunga estate aveva finalmente raggiunto questi due obiettivi e così si sentiva finalmente pronta per esaudire quel suo ultimo desiderio che di certo avrebbe completato la sua vita. Evidentemente però era l’unica a pensarla in quel modo nella coppia. Dopo quella richiesta, infatti, il rapporto con Lorenzo si incrinò facendoli discutere aspramente, cosa che non succedeva da moltissimo tempo.
 ‘’Io ho sempre fatto sacrifici per te, ho abbandonato la mia famiglia e tutte le mie comodità per stare insieme a te’’ aveva detto Delfina cercando di convincere il compagno durante uno dei numerosi litigi.
‘’Si, e alla fine hai abbandonato pure me…se volevi una famiglia dovevi pensarci quindici anni fa e non lasciarmi per rincorrere i soldi di Federico’’ aveva replicato seccamente Lorenzo.
Nonostante fosse passato un po’ di tempo, quelle parole rieccheggiavano ancora nella testa di Delfina, e ogni volta la facevano sentire sempre peggio.
‘’Che hai zia?’’ chiese improvvisamente Margarita entrando in cucina, dopo aver notato il volto turbato di Delfina.
''Niente…'' rispose Delfina asciugandosi velocemente una lacrima ‘’Mi ero persa guardando fuori dalla finestra, ti è mai capitato?’’
''Si. A volte…'' rispose la bambina quasi indifferente, mentre posava i quaderni sul tavolo, sbuffando.
''Ehi Margarita...c'è qualcosa che non va?''
''Niente zia, è solo che devo scrivere uno stupido tema per lunedì e non so come fare!''
''Se vuoi ti aiuto io'' rispose prontamente Delfina ''Di che argomento si tratta?''
''A scuola stiamo studiando i capolavori del genere romantico e la maestra ci ha detto di provare a scrivere una storia d'amore...il problema è che non ho idee!'' rispose Margarita mettendosi le mani sul viso quasi come un segno di sconfitta.
''Potresti scrivere la storia d'amore dei tuoi genitori. Con tutto quello che è successo potrebbe venirne fuori persino una telenovela, strega cattiva compresa'' disse la donna indicandosi e facendo un sorrisino colpevole.
''Si lo so, ci avevo pensato anche io...solo che mi sembra troppo scontato, e poi non ne posso più di sentire quella storia, la mamma me l'avrà raccontata un sacco di volte e non ho proprio voglia di riscriverla. Mi piacerebbe crearne una originale ma non so da dove partire''
''Si, ti capisco'' rispose Delfina cingendole le spalle, ‘’Quando ho scritto il mio libro c'erano alcuni momenti in cui non avevo idee, poi però parlavo con gli altri, soprattutto con tuo zio Lorenzo, e allora mi veniva l'illuminazione e riprendevo a scrivere.''
E, quasi come un segno del destino, anche Margarita in quel momento ebbe un’illuminazione, il suo volto si animò di nuovo e così, senza nemmeno riflettere, chiese: ''Zia, raccontami la tua storia d'amore!''
Il volto di Delfina divenne paonazzo e per poco non rischiò di soffocarsi con il tè che stava bevendo.
''Dai, dai, zia!'' insisté Margarita ''L'hai detto tu fino ad un minuto fa che per scrivere il tuo libro parlavi con gli altri. Ora tocca a te parlare e a me scrivere!''
Quella bambina era maledettamente furba, ed era in casi come questi che Delfina si chiedeva come potesse essere figlia di quei due tontoloni dei suoi genitori.
''E va bene, però sappi che non è niente di eccezionale'' disse infine Delfina, ormai rassegnata.
''Lo vedremo...'' la liquidò in fretta Margarita, mentre con aria entusiasta prendeva carta e penna per annotare ogni singolo particolare ''Perché vi siete sposati di nascosto?''
Schietta e precisa. Non c'erano dubbi, per Delfina quello sarebbe stato un lungo interrogatorio.
 
***
 
“Sposiamoci qui” disse Lorenzo senza nemmeno pensarci due volte, lasciando senza parole Delfina.
Il sole batteva forte in quella mattina di novembre degli anni novanta, ma nonostante questo una fresca brezza soffiava tra le montagne non facendo percepire l'alta temperatura.
Delfina e Lorenzo erano arrivati la sera prima nella cittadina di Purmamarca, al confine tra l'Argentina e la Bolivia, e se ne erano subito innamorati. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo, in un posto in cui il traffico e lo stress non esistevano mentre il silenzio e la calma la facevano da padroni.
Ad entrambi sembrava assurdo il fatto di essere rimasti affascinati da un posto così, in cui gli abitanti si possono contare quasi sulle dita della mano e le innovazioni tecnologiche sono pressoché sconosciute, ma forse ne erano incantati proprio perché sembrava di essere in un altro pianeta, dove, quasi inconsciamente, entrambi pensavano che nessuno li avrebbe mai trovati, permettendogli di vivere la loro vita insieme senza problemi.
Forse, furono proprio questi pensieri riguardo il loro futuro che, alla vista di una piccola chiesa in pietra bianca circondata dalle montagne, portarono Lorenzo a proporre di sposarsi li.
“Tu sei pazzo” rispose Delfina dopo un attimo di titubanza, in cui guardò Lorenzo con un'aria mista tra sorpresa e incredulità.
“Perché? È perfetto qui. È come se questo luogo mi avesse parlato”
“Ah, certo…adesso parli pure con le chiese” Rispose Delfina con un tono canzonatorio.
“Spiritosa...Non senti un'energia particolare, come se ci invitasse a stare più uniti?”
 ‘’A dire il vero no. L'unica energia che sento è quella del mio stomaco che vuole qualcosa da mangiare''
''E dai piccola…non pensavi mica di avere un matrimonio da celebrità, a stento abbiamo i soldi per mangiare qualcosa...''
''Si. Si. Lo so… ma non possiamo nemmeno sposarci così di punto in bianco. Non abbiamo contattato il prete, non abbiamo le fedi e soprattutto non ho nemmeno un vestito lontanamente adatto all'occasione'' rispose Delfina indicando il vestito nero con decorazioni colorate che le aveva regalato una ragazza gentilissima che come loro girava di fiera in fiera per vendere le sue creazioni.
''Che ti importa! È una giornata meravigliosa, siamo in un posto stupendo e tu sei bellissima così.’’ disse Lorenzo, con uno sguardo sognante e ricco di speranza, cercando di convincerla mentre dolcemente le accarezzava la guancia. ‘’Possiamo usare gli anelli che ho costruito e i vestiti che indossiamo adesso. La cosa più importante siamo io e te, qui ed ora, non siamo partiti insieme proprio per questo?''
''Lo so...anche io ti voglio sposare, è solo che fin da bambina ho sempre fantasticato sulle mie nozze, il vestito bianco, i fiori, il ricevimento...''
''Si...e anche uno spettacolo pirotecnico e una torta alta 2 metri e mezzo'' la interruppe Lorenzo facendole il verso.
''Senti Fini.'' riprese poi, ritornando serio ''so che tutto questo non è lontanamente simile a quello che avevi immaginato, ma non devi preoccuparti. Dimmi di sì e penserò a tutto io! E poi...se dobbiamo essere sinceri, sono sicuro che questo matrimonio ha un ‘’Principe Azzurro’’ nettamente migliore rispetto a quello delle fantasie'' aggiunse poi ammiccando.
Delfina sorrise per un attimo, ma dentro di lei regnava ancora la confusione e l'incertezza. La ragione le diceva che non era la cosa giusta da fare ma il suo cuore la spingeva verso tutt'altra parte, ma tra questi due era quest’ultimo ad essere nettamente in vantaggio.
''Siamo dei pazzi...'' aggiunse infine creando una lieve suspense in Lorenzo che fremeva nel conoscere il verdetto finale ''però va bene, ci sposeremo in questa chiesa in mezzo al nulla!''
Lorenzo era entusiasta e si precipitò subito a baciarla ma Delfina lo fermò prontamente puntandogli un dito contro il viso
''Non così in fretta caro mio, prima abbiamo un matrimonio da organizzare''
E così, mentre Delfina si dirigeva a passo di carica verso il grande portone in legno della chiesa, Lorenzo rimase lì, fermo sulla strada di quel piccolo villaggio circondato dalle montagne, cercando di imprimere quanti più dettagli possibili nella sua memoria di quel momento che di sicuro non avrebbe mai dimenticato.
***
 
Delfina entrò nella sala principale con il suo vestito nero floreale, un paio di sandali neri usurati per il continuo utilizzo e una semplice coroncina fatta con dei fiori che alcuni abitanti del luogo erano riusciti a procurarle. Nel vederla entrare dalla porta principale della chiesa, Lorenzo perse un battito; nonostante la semplicità, Delfina le sembrava più bella e radiosa che mai, con quel suo lato all'apparenza così elegante e sicuro ma dietro cui, come solo lui sapeva, si celava un'immensa fragilità e vulnerabilità.
La chiesa era quasi tutta piena, numerosa infatti era la gente della piccola cittadina che era accorsa affascinata dalla storia dei due giovani ragazzi e vogliosa di condividere con loro quel momento così speciale. Un vecchietto, addirittura, si era emozionato così tanto ascoltando la loro storia, che si era offerto per fare le veci del padre della sposa, tenendo Delfina sottobraccio e sorridendole di tanto in tanto mentre l'accompagnava all'altare.
La cerimonia fu breve ma intensa, e il prete non si risparmiò nel pronunciare un’omelia in cui augurava alla coppia la capacità di perdonarsi e di ascoltarsi l’uno con l’altro così da poter superare anche gli ostacoli più difficili che si sarebbero presentati davanti durante la loro vita. Poi firmarono le carte, e infine, alla frase ''lo sposo può baciare la sposa'', Lorenzo non esitò cingendo Delfina per la vita e strappandole un bacio intenso e romantico.
Al momento dell'uscita dalla piccola chiesetta furono accolti dagli applausi e dai festeggiamenti della gente presente. Un ragazzo aveva persino preso la sua polaroid per fargli una foto.
''Alla fine non è stato poi così male no?'' Chiese Lorenzo alla sua neo-moglie mentre si sistemavano per la foto.
''Il matrimonio più bello della mia vita'' rispose raggiante Delfina
''Allora spero che sia l'unico...perché se ne dovessi fare un altro sicuramente lo supererebbe'' le sussurrò Lorenzo all’orecchio in modo ironico, mentre la macchina fotografica con un sonoro click avvisava di aver catturato per sempre quel giorno e i loro volti sorridenti.
 
***
 
''WOOOW" disse Margarita alla fine del racconto ''Questa sì che è una bella storia!''
''Beh, sicuramente travagliata, ma non da telenovela ecco…'' commentò Delfina sorridendo alla nipote. ‘’È la storia di due persone normali, in cui non importa quanti litigi, sbagli, torti e vendette ci sono stati, prima o poi ci si perdona sempre, perché l’uno non può stare senza l’altro.’’
E così mentre Margarita annotava quest’ultima frase nel suo taccuino, sicura che sarebbe stata di grande impatto nel suo tema, Delfina ebbe una rivelazione e capì che a costo di aspettare ancora per diventare mamma doveva perdonare Lorenzo, perché poteva sopportare il fatto di non avere figli ma non poteva sopportare il fatto di stare lontano da lui.
‘’Ho un’idea!’’ disse Delfina sobbalzando giù dalla sedia e indicando Margarita ‘’e tu mi aiuterai per ripagarmi dell’aiuto che ti ho appena dato ’’.
 
----
‘’Dai zio stiamo quasi per arrivare’’ gridava Margarita trascinando letteralmente Lorenzo per l’antica via degli artigiani dove lo aveva portato sotto richiesta di Delfina.
‘’Ma ci sono tantissimi posti a Buenos Aires dove puoi trovare il braccialetto che cerchi… perché sei voluta venire proprio qui?’’
‘’Perché è qui che ci sono gli artigiani migliori’’ disse Delfina spuntando improvvisamente davanti a loro con un sorriso.
‘’Delfina...’’ rispose Lorenzo con uno sguardo incredulo ‘’Cosa ci fai qui?’’
‘’Beh, pensavo che una mente brillante come la tua avrebbe capito che in realtà era tutta una trappola…vero Margarita?’’ disse Delfina alla bambina facendole l’occhiolino.
‘’Si qualcosa avevo intuito… ma perché organizzare tutto questo?’’
‘’Perché oggi, aiutando Margarita a fare i compiti e raccontandole la nostra storia, ho capito che non importa se non ti senti ancora pronto per diventare padre. Accetto la tua decisione e ti prego di perdonarmi per ciò che ho fatto tanti anni fa quando ti abbandonai. È colpa mia se adesso non abbiamo una famiglia. Ho sbagliato tutto…’’disse infine con un filo di voce, abbassando lo sguardo.
‘’Fini...’’ rispose Lorenzo cingendole il mento con la mano per riportarle gli occhi di fronte ai suoi. ‘’Certo che ti perdono e certo che voglio avere una famiglia con te, semplicemente non mi sentivo ancora pronto ad educare un figlio quando ancora ho dei tremendi sensi di colpa per tutte le azioni che ho commesso.’’
‘’Perché non me lo hai detto subito?’’
‘’Perché me ne vergognavo e perché tu mi sembravi così entusiasta dell’idea che non sapevo come dirtelo…ma adesso è tutto più chiaro e non ho più dubbi.’’
E mentre diceva queste ultime parole Lorenzo si inginocchiò davanti a Delfina estraendo un piccolo cofanetto dalla tasca.
‘’Chi avrebbe mai detto che da quel giorno in cui ci siamo conosciuti proprio in questo posto saremmo arrivati qui’ e con un enorme sorriso aprì il cofanetto che conteneva un anello piccolo ma che da solo brillava come non mai.
‘’Delfina Santillan, hai detto anche tu che non possiamo stare l’uno senza l’altro’’ aggiunse Lorenzo facendo un rapido occhiolino a Margarita, riprendendo la stessa frase che aveva pronunciato Delfina quel pomeriggio e che gli era stata abilmente suggerita dalla sua complice ‘’proprio per questo motivo, anche se tecnicamente già lo siamo, vorresti ri-sposarti e costruire una famiglia insieme a me?’’
Delfina era letteralmente stupefatta, da ideatrice della sorpresa era inconsapevolmente diventata la destinataria.
‘’Mi dispiace zia se ti ho mentito ma lo zio mi ha ingaggiato prima come complice...’’ Disse Margarita con fare innocente.
‘’Quindi tutta la storia del tema per la scuola era una scusa per incastrarmi?’’ chiese Delfina con un’aria da finta arrabbiata.
‘’Si, mi dispiace’’ rispose Margarita tentando di giustificarsi ‘’ma l’idea è stata sua!’’ aggiunse poi additando Lorenzo.
‘’Si va bene, grazie per aver elogiato indirettamente la mia maestria nel formulare piani astuti, ma adesso cosa aspetti a rispondermi?’’ riprese Lorenzo fremente di conoscere la risposta ‘’so che te lo chiedo sempre alla sprovvista ma adesso hai l’anello e ti prometto che avrai anche il vestito bianco, il banchetto, i fio-‘’
Ma non riuscì a finire la parola perché Delfina si chinò per baciarlo.
‘’Quindi è un sì?’’
‘’No, non è un sì.’’ rispose Delfina lasciando Lorenzo in preda al panico, con gli occhi strabuzzati per la sorpresa e il volto sempre più paonazzo.
‘’In che senso?’’ riuscì a replicare con un filo di voce.
‘’Ho già avuto il matrimonio più bello della mia vita e anche se alla fine non è stato l’unico li ha superati tutti…quindi non credo sia necessario rifarne un altro. Però…’’ aggiunse Delfina con un sorriso ammiccante e accarezzandogli la guancia ‘’possiamo subito metterci al lavoro per la seconda parte della proposta sulla famiglia. A proposito cosa ti ha fatto cambiare idea?’’
Lorenzo la guardò dritto negli occhi e sfoggiando un sorriso dolce rispose: ‘’Vedere te e Margarita parlare oggi pomeriggio.’’
‘’In che senso?’’ chiese Delfina confusa.
‘’Non so bene come spiegarlo… ma mentre vi spiavo dietro la porta della cucina vi ho visto così serene e allo stesso tempo così legate, che non ho potuto fare a meno di pensare che vorrei che questa sintonia non ci fosse solamente quando andiamo a trovare Flor e i nostri nipoti, ma nella nostra quotidianità.’’
‘’E la paura che avevi riguardo ciò che abbiamo commesso in passato?’’
‘’Quella rimane ancora.’’ rispose Lorenzo abbassando gli occhi ‘ma in un certo senso penso che faccia parte del nostro cammino di redenzione insegnare ad una nuova vita valori importanti come l’amore, il perdono e…l’importanza della musica degli anni 80 e 90! Quello è fondamentale. Non potrò mai permettere che un altro essere umano cresca senza conoscere i Queen e i Beatles!’’
Delfina lo abbracciò, con gli occhi lucidi, estremamente felice non solo del fatto che Lorenzo avesse cambiato idea, ma che, in questo modo, avesse capito che crescere un figlio, per quanto spaventoso e impegnativo potesse sembrare, rappresentava la loro prova finale.


 
 Ciao a tutti, dopo tantissimo tempo ho ripescato tra i vecchi documenti questo nuovo capitolo...et voilà! Fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni! Un bacio!

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Capitolo 5
*** L'aurora ***


L'Aurora 

Sarà sarà l'aurora 
per me sarà così 
come uscire fuori 
come respirare un'aria nuova 
sempre di più 

 
sarà sarà di più ancora 
tutto il chiaro che farà 

 

Era una fredda notte d'inverno, l'ora era già tarda e la città era avvolta da un silenzio quasi irreale. Tutti riposavano, preparandosi al nuovo giorno che presto sarebbe sorto, compresi Delfina e Lorenzo avvolti l'una con l'altro come se fossero una cosa sola, riscaldandosi a vicenda con i loro respiri profondi.  

Questa pace però sarebbe durata ancora per poco.  

Tutt'ad un tratto, infatti, un urlo improvviso squarciò quel silenzio, facendoli saltare entrambi in aria. Ancora offuscati dal sonno si guardarono in giro perplessi, quando, ad un tratto, sentirono il rumore di piccoli passi veloci venire verso di loro e poi un piccolo corpo che gli balzava sopra.  

''Mamma, papà!'' gridò la piccola bimba spaventata ''ho fatto un altro incubo, c'era un grosso mostro sotto il mio letto che voleva mangiarmi, era brutto e con gli occhi rossi e cattivi''  

''Oh piccola mia'' disse Delfina per tranquillizzarla accarezzandole dolcemente i lunghi capelli scuri ''i mostri non esistono, è stato solo un brutto incubo' 

''si piccola'' aggiunse Lorenzo ''vedrai che con l'urlo che hai fatto si sarà spaventato così tanto che sarà andato via'' 

''Ma io l'ho visto!'' esclamò la bambina con convinzione '' e  ho paura, perché mi ha detto che mi avrebbe mangiato''  

''E tu digli che non sei commestibile'' propose Lorenzo  

''Commi...che?'' esclamò la bambina dubbiosa 

''Te lo spiego un'altra volta'' rispose Lorenzo che era abbastanza stanco ''adesso vai a dormire nel tuo letto, vedrai che il mostro è andato via'' 

''No, no e no'' insisté la bambina scandendo ogni sillaba ''io li non vado a dormire''  

Una cosa era certa, quando si metteva una cosa in testa era uguale a sua madre, era impossibile farle cambiare idea. Così alla fine cedettero entrambi, scansandosi per farle spazio.  

''Può dormire qui anche Sbiss? anche lui ha paura del mostro ' 

''Certo!'' rispose Delfina ''è tanto che non dormo con lui '' 

Da quando Delfina le aveva regalato per il compleanno il vecchio peluche di serpente, sua figlia non se ne era mai staccata. Aveva preso il nome dal serpente del cartone di Robin Hood, ma siccome non riusciva a pronunciare Sir Biss lo chiamava semplicemente Sbiss Lo portava sempre con sé, sebbene fosse un peluche di un animale non proprio usuale tra i bambini, e ogni giorno lo cambiava mettendogli un nastrino di colore diverso. Delfina non aveva mai capito il motivo di tanto attaccamento, ma era contenta che sua figlia lo trattasse bene, visto che per un certo periodo di tempo quello era stato il suo unico e fedele 'amico'.  

''Papà..'' disse la bambina sottovoce con una vocina dolce ''mi racconti una favola della buonanotte?'' 

Lorenzo la guardò e non poté fare a meno di sorridere quando si trovò davanti due occhioni grandi e scuri che lo imploravano.  

'' E va bene..'' disse infine arrendendosi ''quale storia vuoi che ti racconti?''  

''Spiderman!'' esclamò la bambina entusiasta. 

Delfina sospirò e girò gli occhi al cielo ''Ma perché sempre le storie dei supereroi, non sono più belle le fiabe sulle principesse?''  

''Nooo '' protestò la bambina ''sono noiose''  

''Ben detto '' disse Lorenzo con fare soddisfatto, facendo la linguaccia alla moglie. 

Delfina rispose abbracciando la piccola e facendo una smorfia al marito. Prima o poi gli avrebbe fatto pagare il fatto di aver reso sua figlia un vero maschiaccio.  

Lorenzo si girò di fianco, appoggiando il gomito sul cuscino e poggiando la testa sopra il palmo della mano, mentre con l'altra accarezzava i capelli scuri della figlia.  

''C'era una volta...'' esordì, e così iniziò a narrare la sua storia piena di lotte e combattimenti tra cattivi e supereroi.   

Dopo un po' si accorse che il racconto aveva fatto il suo effetto, facendo addormentare sia la figlia, ma anche la moglie. Così, smise di parlare e rimase lì fermo a contemplare lo spettacolo che aveva davanti.  

Erano avvolte l'una nelle braccia dell'altra, con le teste attaccate e i capelli neri e lunghi di entrambe che si intrecciavano formando una grande macchia scura. I loro petti si alzavano e si abbassavano quasi in sincrono producendo respiri calmi e profondi, e i loro visi erano sereni e tranquilli, quasi vulnerabili 

Una sensazione di pace lo circondò completamente, poteva stare li a guardarle per ore, cercando di imprimere nella mente  tutti i dettagli e i particolari di quella scena,  in modo da non poterla dimenticare più, come  gli era già successo un'altra volta... 

---  

Nonostante non  fosse ancora l'alba la temperatura era estremamente alta rispetto alle giornate precedenti, segno che l'estate stava finalmente facendo capolino, lasciando dietro di sé il freddo e la pioggia e portando un sole splendente.  

Quella giornata sembrava rispecchiare perfettamente cosa provava Lorenzo in quel momento. Un nuovo sole era da poco entrato nella sua vita, illuminandola ancora di più.  

Quella notte, infatti, Delfina aveva partorito la loro prima figlia. Non avevano chiesto di sapere il sesso, ma dentro di loro sentivano che sarebbe stata una femminuccia e appena la videro  si scambiarono entrambi uno sguardo d'intesa.  

Quella giornata era stata la più stancante ma allo stesso tempo la più bella della sua vita. Un misto di nuove emozioni lo avevano colpito tutte insieme: ansia, paura, preoccupazione, eccitazione, forza, trepidazione e infine la felicità più grande. Quando ,infatti,  aveva visto la sua piccola per la prima volta, fu come se il mondo si fosse fermato per un momento e tutte le emozioni positive esistenti lo avessero sommerso. Lorenzo non sapeva bene come esprimerlo a parole, ma quando vide quel piccolo corpicino, ne era sicuro, aveva provato gioia pura.  

Non poteva ancora credere di essere diventato padre, ed era sicuro che nemmeno Delfina, nonostante avesse portato per nove mesi quella vita in grembo, non se ne fosse resa conto.  

Sarebbero stati dei buoni genitori? E lui un buon padre? Sarebbero riusciti a trasmettergli dei buoni valori e dei giusti insegnamenti nonostante tutto ciò che avevano fatto? Sarebbe riuscita un giorno a perdonarli per tutte le cattiverie che avevano commesso in passato? 

Con tutti questi pensieri e queste domande che gli frullavano nella testa, Lorenzo girovagava per i corridoi dell'ospedale, non riuscendo a trovare il numero della camera che gli aveva indicato l'infermiera.  

Poi ad un tratto eccola li, camera 206, riportava l'etichetta affissa sopra la porta.  

La porta era socchiusa e stava per entrare, quando, sbirciando, rimase come paralizzato alla scena che gli si parava davanti.  

Delfina era distesa di fianco nel letto con la bambina tra le sue braccia. Continuava a guardarla attentamente, non curante di tutto ciò che la circondava, e a baciare ogni più piccola porzione di quel corpicino, come per realizzare che non stava sognando, che quella bambina era sua e che finalmente era diventata madre. Un sorriso dolce e pieno di amore le incorniciava il volto, ed era così sincero e puro che Lorenzo non poté non fare a meno di innamorarsene.   

Rimase lì a spiarle in silenzio appoggiato al cornicione della porta per un paio di minuti, fino a quando un'infermiera che passava di lì non lo rimproverò chiedendogli cosa stesse facendo.  

''Stavo...stavo entrando'' le rispose dopo essersi svegliato da quel meraviglioso sogno ad occhi aperti.  

''E' arrivato papà'' disse Delfina sorridendo non appena lo vide entrare ''Che stavi facendo lì fermo?'' 

 ''Vi stavo osservando'' rispose mentre si avvicinava al letto per poi darle un dolce bacio ''eravate così tenere che non volevo disturbare, e così ho deciso di spiarvi da fuori''  

''Hai sentito?'' disse Delfina rivolgendosi alla bambina ''nemmeno il tempo di nascere che già papà ti spia e ti controlla''  

Entrambi si misero a ridere e poi Lorenzo aggiunse ''Beh se sarà necessario resterò anche giorno e notte sveglio per proteggerla'' 

''Non vorrai fare lo stalker come quando ero fidanzata con Federico?'' 

''perché no? E se servirà  potrei anche  riprendere qualche vecchio travestimento pur di non farmi riconoscere'' 

''Ahia'' esclamò Delfina alla bambina ''attenta a quello che fai, perché papà mi sembra abbastanza agguerrito'' 

''E non ti azzardare a fidanzarti con il primo hippie che trovi per strada, scappare di casa e sposarti con lui, sai?'' disse Lorenzo con finto fare minaccioso ''perché sarebbe un grosso, grosso errore''  

''Allora speriamo che non prenda dalla madre'' rispose Delfina divertita ''che facendo così ha commesso l'errore più bello della sua vita''  

''Oh'' esclamò Lorenzo sorpreso verso la piccola ''sei testimone pure tu del fatto che la mamma per una volta mi ha detto una cosa carina senza darmi dello stupido. Tienilo bene a mente perché non capita spesso! 

''Che scemo che sei'' gli disse Delfina con uno sguardo divertito negli occhi ''però io ti amo lo stesso'' 

''Anche io ti amo '' rispose Lorenzo accarezzandole la guancia e poi avvicinandosi per darle un bacio.  

Le loro labbra stavano per toccarsi quando una piccola manina si mise in mezzo.  

Entrambi sorrisero e poi le baciarono quelle piccole dita e le braccia già in perenne movimento pronte a scoprire il mondo. 

''Mi sa che qui qualcuno è un po' gelosa e non vuole che ti dia dei baci'' disse Lorenzo 

''Qualcuno avrà un problema'' rispose Delfina con la sua solita cantilena  

''Forse si sta ribellando perché ancora non le abbiamo dato un nome. Io avevo pensato a Yoko Ono, come la moglie di John Lennon. Yoko Ono Monaco, suona bene!'' esclamò soddisfatto.  

''Te lo puoi scordare'' replicò Delfina guardandolo male e  bocciando subito la proposta  ''che ne pensi di Maria Laura invece?'' 

''Come tua madre?''  

''Si'' rispose orgogliosa Delfina ''cosa c'è di male?''  

Lorenzo non sapeva come rispondere, non voleva che sua figlia le ricordasse la suocera ma allo stesso tempo non voleva contraddire sua moglie. Per fortuna non appena sentì quel nome la bambina si mise a piangere e così Lorenzo colse la palla al balzo dicendo: 

''Mi sa proprio che lei non è d'accordo''.  

Quindi, stettero un po' di tempo a fissare il vuoto, cercando di pensare ad un nome adatto da dare alla loro primogenita. Poi entrambi guardarono fuori dalla finestra della stanza. Fuori il sole stava incominciando a nascere, tingendo il cielo di un arancione sempre più intenso e  illuminando tutto ciò che incontrava sul suo cammino. E così, quasi nello stesso momento, esclamarono: 

''Aurora''  

Delfina e Lorenzo si guardarono negli occhi ed entrambi capirono che la motivazione per cui avevano pensato a quel nome era la stessa.  

Come quel nuovo giorno che stava nascendo, così anche quella piccola creatura che era appena nata portava  loro nuove occasioni, illuminando definitivamente la loro vita che fino a poco tempo prima era stata completamente avvolta dall'oscurità. Quella bambina rappresentava il loro riscatto, la loro nuova possibilità, la loro speranza. Rappresentava la luce che abbatteva le tenebre e il bene che prevaleva sul male.  

La bambina cominciò ad agitarsi e poi sorrise, soddisfatta del nome che avevano scelto. 

''Mi sa che piace pure a lei'' disse Delfina  

''Aurora Monaco'' disse Lorenzo con fare solenne, prendendola in braccio  e non smettendo di guadarle intenerito il viso ''Benvenuta in questo mondo''  

''Preparati, perché qui la vita non è mai facile. Dovrai lottare per raggiungere i tuoi sogni e magari nel farlo cadrai mille volte, ti sentirai triste e inutile, e a volte proverai anche odio, sofferenza e dolore. Tuttavia, in questi momenti dovrai sempre ricordarti che l'amore, la gioia e la felicità esistono, e che potrai sempre rialzarti, anche quando ti sembrerà di non avere più speranza'' in quel momento guardò Delfina e vide una piccola lacrima che le solcava il viso, ma poi gli sorrise, come per approvare ciò che aveva detto. 

''Ricordati che noi siamo sempre qua'' continuò ''saremo pronti ad appoggiare tutte le tue scelte, a lasciarti libera di commettere i tuoi sbagli e i tuoi errori, ma allo stesso tempo a guidarti e a proteggerti in questo lungo cammino, non facendoti mai mancare l'amore di cui avrai bisogno e facendo in modo  che nella tua vita il bene trionfi sempre sul male, così come è successo a noi.. anche se in ritardo.''  

Detto questo le diede un bacio sulla fronte e poi si distese nel letto vicino a Delfina.  

''Maledetto a te '' commentò sua moglie, mentre gli faceva spazio ''mi hai fatto commuovere''  

''Io?'' rispose sorpreso ''sicuramente saranno gli ormoni che ti fanno diventare lunatica'' 

''Sei uno stupido'' rispose lei ''però il  mio stupido''  

E così si scambiarono un dolce bacio, questa volta senza l'interruzione di nessuno, incominciando poi a commentare e a litigare sulle cose che aveva ereditato dall'uno o dall'altro,  finendo, infine,  per addormentarsi tra un ''gli occhi li ha presi da me'' o ''il naso è identico al tuo''.  

Erano tutti e tre stretti in un unico abbraccio, prima che un insistente brusio di sottofondo li risvegliasse dal sonno.  

''Non riuscirò mai a capacitarmi del fatto che mia figlia abbia avuto una bambina da questo lurido hippie rognoso'' commentò una Malala piuttosto irritata, che non riusciva ancora a credere di essere diventata nonna per la seconda volta.  

''Potrai rimanere in carcere anche per tutta la vita ma rimarrai sempre una strega'' replicò Flor 

''Tu non ti permettere di parlare sai?'' sbottò Malala ''ringrazia il cielo di essere ancora viva'' 

''Non ti azzardare..'' rispose Max arrabbiato proteggendo la moglie 

Certe cose non sarebbero mai cambiate.. 

''Ti presento il resto di questa strana e pazza famiglia'' disse sottovoce Lorenzo alla piccola Aurora.  

... 

Era ancora sommerso dai ricordi, quando vide la testa di sua figlia muoversi e aprire gli occhietti.  

''Papà non hai detto come finisce la storia'' disse sbadigliando con la voce impastata dal sonno ''alla fine vincono i buoni o i cattivi?''  

Lorenzo le sorrise ''I buoni ovviamente, ricordati che il bene trionfa sempre sul male '' 

''Va bene papà''  

''Adesso andiamo a dormire che fra poco inizierà a sorgere il sole'' 

''Aurora'' disse la bambina contenta ''come il mio nome'' 

''Si'' rispose Lorenzo sorridendole e dandole un bacio sulla fronte ''L'Aurora''  

 

 

NOTE!: Ecco a voi un altro capitolo, questa volta però ambientato nel futuro!  

La canzone iniziale è l'aurora di Eros Ramazzotti, appena ho sentito le frasi che ho riportato sopra mi ha finalmente dato l'ispirazione per un ipotetico nome per la bambina e sul suo significato.  

Spero che questo nuovo capitolo via sia piaciuto, non dimenticate di recensire :) a presto! 

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