I'm a wizard di Caillean (/viewuser.php?uid=808)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tramonti ***
Capitolo 2: *** Le vecchie abitudini sono dure a morire ***
Capitolo 3: *** Ho pianto per te... ***
Capitolo 4: *** Paradisi per illusi ***
Capitolo 5: *** Indugia sulla punta della lingua ***
Capitolo 6: *** Impronte vestite di rosso ***
Capitolo 7: *** Il silenzio è il suono più forte ***
Capitolo 8: *** Sincerità...spietata ***
Capitolo 1 *** Tramonti ***
I'm a Wizard
6 anni –
In Africa
Intorno a te, un continuo incrociarsi di passi.
Voci che si accavallano, preoccupate.
“ Kirst, molla quella valigia! Lasciala, ho detto!
”
Ma mamma non si ferma. Parla soltanto con la zia, che sta facendo la tua
valigia.
Nel passarti accanto con una pila di maglie, una
ti allunga una carezza, l'altra un sorriso. Quel sorriso di mamma non lo scorderai mai più: sa
di speranza, sa di rinascita.
Papà invece non lo rivedrai, dopo quella sera.
Lo odierai, per quello che le ha
fatto. Giurerai che puoi farcela, anche senza di lui.
Ma tante notti si colmeranno delle sue e delle tue lacrime, mentre
consegnerai all'oscurità che ti inghiotte una domanda che per anni non avrà
risposta. Una domanda che hai fatto alla mamma una volta sola...
“ E' per quello che ho fatto, mamma? Papà è
arrabbiato per...quello che... ”
...trovandoti stretto nel suo abbraccio.
“ No, piccolo...no. ”
“ Dove andiamo? ”
“ A Londra staremo bene, Kingsley, vedrai...Dammi la
mano. ”
11
anni – In Inghilterra
Un altro tramonto ha colorato il cielo, questa sera.
Lo hai guardato con una gioia nuova, negli occhi, tra le mani una busta
che profuma ancora di ceralacca.
Tu, un mago.
Imparerai a controllare quel potere che tuo padre non ha saputo capire,
non dovrai più nasconderlo.
Anzi un giorno, un giorno con quel potere sarai tu a proteggere mamma, la
tua Regina, come lei ha fatto per te.
Continua...
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Capitolo 2 *** Le vecchie abitudini sono dure a morire ***
Prima di questo nuovo capitolo, un grazie grande grande a
BlackRoseImmortal. Spero anche questo secondo momento del passato possa
piacerti.
Caill
Le vecchie abitudini sono dure a
morire.
Ti alzi dalla sedia, abbandonando sazio un piatto ben più ricco di quelli che
potresti mai conoscere a casa.
Un' abbondanza che, all'inizio, ti ha messo perfino un po' a disagio.
Ma in questa serata nessuna emozione ha il tempo di far da padrona,
troppa la velocità con la quale viene subito scalzata.
Soltanto la sottile inquietudine che ha preceduto lo smistamento ti ha
reso un po' insicuro.
E' davvero tutto...reale? - hai pensato, prima che venisse chiamato il
tuo nome.
Le gambe un po' ti tremavano, mentre camminavi verso lo sgabello, accanto
alla strega che ha chiamato tutti i ragazzi arrivati insieme a te sulle
barche.
E' stato appena un attimo, l'incrociarsi del tuo sguardo meravigliato con
quello del Preside, un vecchio dalla lunga barba grigia e gli occhi chiari,
sereni dietro a un paio di occhialini a mezzaluna.
Devi essertelo immaginato, non può aver strizzato l'occhio proprio a
te.
Ti sei seduto, cercando teso una posizione mentre il vecchio cappello
veniva posato sulla tua testa.
Silenzio.
“ Grifondoro! ”
La gioia ha superato ogni altra emozione, mentre ti alzavi e andavi a
prendere posto alla tavolata della tua casa, tra applausi che non sei abituato a
sentire rivolgersi a te.
Una ragazza dai capelli ramati alza la voce sopra al rumore delle sedie
mosse e l'accavallarsi dei commenti liberi, dopo la conclusione del discorso del
Preside.
“ Io sono Lily Evans, una dei Capi-scuola. Benvenuti
a tutti voi. Se mi seguite, vi mostro la strada per la Torre dei Grifondoro e
per le vostre camerate. ”
“ Come le piace assumere il comando...” commenta
sottovoce qualcuno.
Senti alle tue spalle una risata sommessa, alla quale la Evans risponde
con un'occhiataccia, senza sentire il bisogno di controllare a chi
appartenga.
“ Remus, sei un Capo-scuola anche tu...” - nella
voce della ragazza c'è una nota divertita. “ Staccati da quei perdi tempo dei
tuoi amici e aiutami. ”
“ Ai tuoi ordini. ” Lo studente che la raggiunge ha
il colorito un po' pallido, ma sorride e si avvia con la fila, già partita verso
i corridoi.
“ Attenzione alle scale magiche! ”
L'avvertimento del Capo-scuola viene preso dannatamente sul serio, quando
un paio di ragazze tentano una scorciatoia e si ritrovano a piagnucolare due
pianerottoli più sotto.
“ Vado io, Remus, vai avanti con gli altri ” si
offre la Evans, tranquillamente.
“ D'accordo. Ti aspetto per il regolamento.
”
“ Kingsley, sai se i letti nelle camere si possono
scegliere? ” chiede Sean, uno dei compagni conosciuti sull'Espresso.
“ Non lo so. ”
“ Speriamo. Potremmo stare nella stanza insieme, noi
tre. ”
“ Sì, volentieri! ” annuisci, affiancandolo e
cominciando a chiacchierare insieme a lui e a Jacob.
Sono tutti e due di Belfast, grandi tifosi di Quidditch. Ti hanno
spiegato molte cose su questo sport dei maghi che prima di questa sera avevi
appena sentito nominare.
Decidi che potrebbe piacerti provare, ma per il momento preferisci
ascoltare i loro discorsi e quelli degli altri compagni, rincuorato dal fatto di
non essere il solo così emozionato.
La fila si ferma davanti ad un quadro enorme, animato come tutti quelli
che avete passato.
“ La parola d'Ordine per passare viene cambiata ogni
due settimane ” comincia a dire il Caposcuola. Dopo averla pronunciata
sottovoce, entra nel passaggio venutosi a creare dall'apertura del quadro, la
donna in esso ritratta che li guarda passare, parlottando con l'amica Violet in
toni un po' alticci.
“ Non comunicate a studenti delle altre case la
parola d'ordine, mi raccomando. Ora, mentre aspettiamo la Evans e le due
ragazze, potete guardarvi un po' intorno con calma, questa è la vostra sala
comune. ”
Il giorno seguente, la prima colazione è entusiasmo che si rinnova, dopo
la notte passata insonne con i compagni della camerata.
Ricevi ringraziando la pergamena con gli orari fatta passare dalla Evans,
dando al tutto uno sguardo curioso, mentre ti raggiunge alle spalle una risata
piena di sarcasmo.
Ti volti, trovandoti faccia a faccia con un Serpeverde molto più grande
di te.
“ Ah. Allora ci senti...”
“ Ci sento, sì. ”
Torni a voltarti, deciso a non avere guai proprio il primo giorno, anche
se la battuta offensiva di quel damerino dai capelli scuri e i lineamenti alteri
meriterebbe una bella lezione.
“ Attento, Regulus. Questo ragazzo è più alto di te,
potrebbe abbatterti con un pollice! ” interviene uno dei Grifondoro del settimo
anno che ieri scherzava con i compagni, prendendo bonariamente in giro la Evans.
“ Nessuno ti ha chiesto nulla,
fratellone...”
Fratellone? Quei due sono fratelli...sul serio?
“ Bene, mi sembrava invece di aver sentito le
battute infantili di qualcuno che non ha di meglio da fare...Meglio così.
”
“ Smettila, Black...”
“ Oh, solo perchè lo comandi tu...Mulciber...” ride
sarcastico il Grifondoro, scuotendo la testa e prendendo posto a tavola, tra la
Evans e un ragazzo moro dai capelli neri e gli occhiali.
“ Dov'è Remus? ” chiede la ragazza a quest'ultimo,
che appoggia il bicchiere.
“ Non stava bene...scende a lezione.
”
Questa mattina il gruppetto siede a tavola proprio di fronte a te. Il
ragazzo che ha avuto quel piccolo scontro “inter – case” ti guarda, come se
chiedesse scusa al posto del Serpeverde.
Annuisci, per dire che è tutto ok, e riprendi a mangiare.
“ Ma è veramente strana questa presenza massiccia di
sangue misto a Hogwarts, non credi? ” continua a dire qualcuno al tavolo dei
verde-argento.
Ti accorgi di stringere forte le posate. Molto forte.
“ Sangue misto...” ti volti verso di loro. La tua
occhiata sembra ridurre al silenzio un paio di studenti che siedono accanto al
Caposcuola che sembra chiamarsi Rutger.
“ Mulciber, smettila! ”
“ Non sa nemmeno difendersi da solo...Il cappello
parlante deve essersi sbagliato a metterlo tra i coraggiosi Grifondoro.
”
Per una frazione di secondo – mentre poche ore dopo attendi davanti
all'ufficio del Preside di ricevere la tua prima punizione - sei attraversato da
un pensiero tristemente famigliare.
Anche nel Mondo Magico razzismo e ignoranza.
Anche nel Mondo magico, la paura del “diverso”.
Le vecchie “abitudini sono dure a morire.
Continua...
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Capitolo 3 *** Ho pianto per te... ***
Ecco qui un capitolo che mi ha preso molto,
mentre lo scrivevo; lo volevo dedicare a Sakijune, che mi ha
illuminato su una data che io proprio mi ero persa, nella linea del tempo,
permettendomi di correggere la seconda one-shot.
Essendo Lucius Molfoy più grande di cinque
anni di James e gli altri, non può essere ancora ad Hogwarts. A malincuore, ho
dovuto sostituirlo con il nome di un altro mangiamorte.
Ringrazio poi tantissimo per le loro bellissime recensioni:
Narcissamm e Bellis.
Non merito tutti i vostri ocmplimenti, ma mi spronano a
migliorare.
Grazie a tutte!
Caill^^
Ho pianto per te sul pavimento della
cucina.
Ti decidi a lasciare la stanza solo quando la vedi finalmente
addormentarsi, il suo respiro regolarizzarsi lentamente, faticosamente.
Sottrai alle sue mani il libro, posandolo sul comodino.
Anche nella malattia, la tua Regina conserva bellezza...e vigore nei
lineamenti. Ora il volto è sereno, attorno alle labbra lievi rughe di
espressione.
Presto l'effetto della pozione cesserà, ma adesso non vuoi
pensarci.
Ti scopri a chiederti che figlio tu sia stato veramente, per
lei.
Le avrai fatto rimpiangere le fatiche e i sacrifici sopportati per
portarti via da...papà, per crescerti da sola?
Ti avvicini alla finestra, fissando lo sguardo stanco sulla strada, di
fronte al palazzo.
Una bambina sta collaudando dal primo pomeriggio una scopa giocattolo,
due adulti abbracciati seguono divertiti i suoi esperimenti di volo.
La paura piano piano se ne andrà, da tutti loro. Ogni tanto si
ritroveranno a pensare a quante vite umane sia costata quella fragile serenità,
a quante famiglie siano state distrutte.
I McKinnon, i Paciock...i Potter...
Siedi sulla poltrona che sempre più di rado mamma può occupare. Questa
mattina ti sei seduto lì, a leggerle la lettera di una sua ex-allieva.
Elisabeth...La ricordi ancora riempire con le sue risate la vostra casa,
mentre tu cercavi di concentrarti – inutilmente – su Aritmanzia.
E' l'estate dei tuoi diciassette anni, e sei grato di averli potuti
festeggiare con tua madre. Ogni giorno sembra strapparlo al destino con tutta
l'energia che ha ancora in corpo. E' una malattia che gli incantesimi non sono
riusciti a curare, potendo solo rallentarla.
Una lenta agonia sfociata in un dolore se possibile anche
peggiore.
Senza rendertene conto ti sei alzato, lasciandoti alle spalle la stanza
in penombra attraversi il corridoio. In cucina ti versi un bicchiere di succo di
zucca, gettando appena un'occhiata ai libri su cui dovresti preparare l'esame
per entrare al Corso per Auror.
Dubiti che riuscirai mai a concentrarti per combinare qualcosa di buono,
ma mamma non si merita di vederti mollare.
Il succo scende a rinfrescare la tua gola riarsa, appoggi il bicchiere e
ti senti al punto di partenza, la sensazione di non aver concluso nulla...nulla,
di quello che ti eri fissato al risveglio.
Chiudi i libri, sedendoti li allontani da te, creandoti spazio per
incrociare le braccia e affondare il viso nel cotone della camicia.
Il profumo di fresco ti avvolge in una miriade di sensazioni e di
ricordi.
Ricordi che finalmente ti sbloccano.
Le lacrime scendono calde sulle guance nascoste, lacrime che non sono di
solo dolore.
Sono anche di rabbia. Rabbia perchè sai di aver perso giorni, ore, minuti
preziosi da passare con lei.
Rabbia perchè sai che lei ha reinventato la sua vita, per te.
E adesso manca il tempo per conoscerla di nuovo. Perchè siete cambiati,
in questi lunghi mesi vissuti lontano. Non c'era più la paura, Tu – sai chi è
scomparso, pare...distrutto.
Ma mentre Londra sta cercando di rinascere intorno a voi, mamma si sta
spegnendo.
La domanda brucia, senza risposta, nella tua mente: a cosa serve essere
maghi...allora? E' una domanda che cavalca un'altra ondata di rabbia, quella
verso di lui.
Il tuo “caro” padre, che ha pensato alla vostra magia come a qualcosa da
curare, non ad una parte di mamma, ad una parte inscindibile di te.
E tu sei entrato a Hogwarts con la voglia di dimostrare che era tutto il
contrario.
Ma a cosa è servito? Finora, ad allontanarti da lei, in nome di quel
sapere che ti avrebbe reso suo protettore.
E invece...ti ritrovi a piangere, scivolato a terra, le ginocchia
piegate, sperando che questo non la svegli. A stento ricordi di esserti alzato
in piedi, di aver risciacquato il bicchiere al lavello.
Sai solo che non ce la fai, non ce la fai a vederla in quelle
condizioni.
Quando due mani ti scuotono, il pendolo sta battendo le
cinque.
“ Kings...andiamo, su. Alzati. ”
“ Zia...”
“ ...e un po' di altra gente, si. Ci offri un thè?
”
Ti alzi in piedi, sperando non notino le tue lacrime.
Ti stai ancora chiedendo chi sia l'altra gente quando vedi
loro.
Cerchi confuso lo sguardo di tua zia. “ Cosa...”
Sean e Jacob si voltano, mentre Meg sta già armeggiando con il
bollitore.
“ Cosa ci fate qui? E il vostro viaggio?
”
“ Kings, sei scemo per caso? ” ti risponde proprio
lei, con fare pratico e senza nemmeno voltarsi. Sa che ci sono già i due amici a
guardarti esterefatti. “ Secondo te ce ne andiamo in vacanza e ti lasciamo qui
da solo? ”
“ Bene, io...vado a vedere se mia sorella ha
bisogno. Lo zuccone lo lascio a voi, ragazzi...”
“ Ah, ah, ah...” sta già dicendo Jacob. “ Lo sapevo,
ti sei già fuso il cervello. Metti via questi libri, per piacere, non li voglio
vedere, adesso! E non devi neanche tu, per un po'...” ti rimprovera sedendosi.
Sei andato alla porta sul retro per chiuderla, quando Sean scuote la
testa. “ No, stanno per arrivare. ”
“ Credo che una porta non li possa fermare, sai,
Sean? ” ridacchia Meg.
La sua risata – anche se è molto più debole di quella dei momenti più
belli – ti riscalda il cuore.
“ Chi sta per arrivare? ”
Torni a guardare i gradini esterni e per poco non hai un
infarto.
“ Professor Silente! ”
Alle spalle del vecchio Preside, Madama Chips sembra essersi portata in
trasferta tutta l'Infermeria di Hogwarts. “ Ma cosa...? ” Alla fine capisci di
non essere in uno strano sogno. Ti riprendi. “ Prego, entrate. ”
La cucina, insolitamente affollata, è illuminata da candele disposte al
centro del tavolo, tra i piatti di una cena che sai non essere all'altezza dei
tuoi ospiti.
Guardi Sean, devi ancora avere una spiegazione logica a tutto
questo.
“ Non guardarmi così, amico, l'idea è stata loro...e
di tua zia. ”
“ Kingsley, forse la malattia di tua madre non può
essere guarita, allo stadio in cui si trova ” comincia Madama Chips, posando la
forchetta. “ Ma non vedo perchè non si possa garantirle giornate ancora
serene...e libere dal dolore. ”
“ Al S. Mungo hanno detto...”
“ Kingsley, se ti ha dato fastidio mi scuso di
quello che ho fatto ” interviene tua zia. “ Mi scuso, ma non me ne pento.
Qualcosa andava fatto. Non puoi accollarti tutto da solo. Perchè non mi hai
chiamato più spesso? ”
Resti senza parole.
“ Ragazzo, non serve a nulla annullarsi ” Silente ti
guarda con quei suoi occhi chiari, capaci di scrutare dentro. “ Ti porterebbe
soltanto a covare una frustrazione che poi...ti cambierebbe poco a poco. Non hai
bisogno di dimostrare a tua madre quanto la ami. Non è la quantità di tempo che
passerai con lei, ma la qualità...che le farà davvero bene. Mentre a te...credo
non faccia troppo bene incollarti a quei libri. ”
“ Preside, temo sia inutile fargli capire questo ”
sogghigna Jacob. “ Per staccarlo dai libri ci siamo noi...” Ti strizza
l'occhio.
“ Conto su di voi, allora. ”
“ Forza, ragazzo...” sorride Madama Chips. “
Supererai quei test di ingresso ad occhi chiusi. In fondo sei lo studente che ha
preso i M.A.G.O. a suon di E. ”
“ Esatto. Non potranno non prenderlo, se darà il
meglio. E' anche il ragazzino del primo anno che ho dovuto punire al primo
giorno di lezione, a Hogwarts. Quella scazzottata nel chiostro rimarrà negli
annali. ”
Scuoti la testa, lasciandoti andare ad una risata, anche se ancora
incerta. Una risata che però ti fa stare meglio.
Meno di un'ora dopo, è il momento dei saluti.
“ Riguardati, Kingsley. Lei è l'ultima persona che
vorrebbe mai vederti lasciarti andare...o isolarti. ” Le mani rugose di Silente
stringono le tue. Calde, come quelle di un nonno.
“ Lo farò, grazie Professore. Grazie anche a lei,
Madama Chips. ”
“ Sono venuta con molto piacere, ragazzo. Non mi
devi ringraziare ” risponde stringendoti la mano e passando a salutare tua
zia.
“ Professore...posso chiedervi una cosa?
”
“ Certo, dimmi pure. ”
“ Si sa niente...di Sirius? ”
Una vena di amarezza accende il suo sguardo, mentre sospira. “ No, lo
stanno ancora cercando. Stanno cercando sia lui...che Peter Minus. ”
Senti puntarsi su di te gli sguardi tesi di Meg e Jacob. Sean è alle
vostre spalle e il suo dialogo con tua zia e Madama Chips si è interrotto
all'improvviso.
“ Mi dispiace, forse non avrei dovuto...chiedervelo.
”
In qualche modo hai sempre saputo che tra Silente e quei suoi ex-studenti
il rapporto non si era lentamente dissolto dopo il diploma, ma che era evoluto
in una amicizia. Lo vedi nella tristezza di quello sguardo.
“ Non è questo, Kingsley. Venitemi a trovare a
Hogwarts quando volete...e ne parleremo. Ci sono cose di cui è meglio discutere
in un luogo più sicuro. So che non avete mai smesso di seguire la vicenda. Vi
aspetto, allora? ”
Annuite tutti quanti.
Gli ultimi saluti e la porta si richiude.
Con uno strano sollievo al petto, ti accorgi che questa visita improvvisa
ha rischiarato un po' la situazione.
“ Kingsley, hai ancora quei sacchi a pelo? ” chiede
Sean, mentre a forza devi strappare Meg ai piatti da lavare e costringerla a
sedersi con voi.
“ Ragazzi, io...”
“ Non accettiamo un no. Non ti lasciamo solo. Quindi
risparmia il fiato e trovaci i sacchi a pelo. ”
“ Sean...sei un mago o cosa? ” esclama Jacob,
estraendo la bacchetta.
Tra le risate degli amici, scambi un'occhiata con tua zia, prima che vada
a dormire.
“ Grazie. ”
Il suo sorriso ti conferma che non c'è bisogno di altre
parole.
Sotto il pallido sole di inizio novembre, ti affacci nel chiostro.
Nessuno è ancora andato a colazione, come ti aspettavi quando hai
sentito nella Sala comune voci e notizie che devono ancora trovare conferma, ma
che viaggiano già come schegge impazzite tra il colonnato.
Tu sai chi...distrutto.
Ancora non si sa di preciso come, quello che alcune famiglie hanno
scritto via gufo ai loro figli sembra assurdo.
Assurdo...o sei tu che non vuoi crederlo possibile.
Non vuoi credere che siano loro l'ultima famiglia distrutta da
Vol...demort.
Non c'è traccia del Preside, manca persino la McGrannitt, ma Vitious
ha convocato i prefetti per le dieci.
Tutti gli studenti hanno troppo tempo libero, davanti a loro:
un'intera giornata nella quale inseguire e confrontare voci e dicerie,
spaventati ed elettrizzati al tempo stesso.
“ Kings...”
Passi di corsa alle tue spalle.
Jacob e Meg ansimano davanti a te.
Entrambi hanno gli occhi arrossati.
Quando Jacob apre la bocca, il suo è quasi un ringhio di rabbia. “ E'
vero...Sono tornati Silente e la McGrannitt. I preftti sono stati convocati da
loro...e sono tornati in Sala comune. ”
E' l'alba e tu non hai mai preso sonno.
Hai ceduto il letto a zia Josephine, mettendoti a dormire in un sacco a
pelo, accanto ai tuoi amici.
Ma non hai dormito. La notte silenziosa si è riempita di quelle immagini
del vostro quinto anno.
Ti volti a guardare le forme cupe attorno a te, sul tappeto del salotto.
Jacob dorme su un fianco, Sean si è scoperto completamente dal sacco a pelo.
Meg...
Ti alzi di scatto.
La vedi in piedi di fronte alla finestra, in cucina.
“ Ehi...” sussurri, infilando in fretta una maglia e
raggiungendola in silenzio.
Si volta e ti sorride, completamente sveglia.
Restate taciturni per lunghi istanti, guardando la strada risvegliarsi
oltre la finestra.
“ Hai visto il suo sguardo...ieri sera? ”
Non hai bisogno di chiederle a chi si riferisca. “ Sì. ”
“ E' davvero...finito tutto, Kings? Ci sono ancora
tanti maghi, là fuori...che servivano Tu Sai Chi...che si sono soltanto parati
il...”
“ Lo so. Nemmeno Silente crede sia finita del tutto.
”
“ Cos'è, adesso fumi? ” le chiedi, indicando un
pacchetto posato accanto ai fuochi.
“ Non avrei mai fumato qui dentro...volevo fare una
passeggiata fuori...Mi accompagni? ”
Annuisci. “ Vado a vedere se mia madre ha bisogno, prima. Aspettami. ”
“ A chi dobbiamo la scoperta di questo vizio? ” le
chiedi dieci minuti dopo, mentre vi chiudete alle spalle la porta sul retro e
attraversate il piccolo giardino di casa.
“ Posso aver cominciato anche da sola...che ne sai?
” risponde Meg, scherzosamente.
“ Uhm...”
“ Se te lo dicessi rideresti...fino a Natale. ”
“ Mettimi alla prova. Tu, Capo-scuola Green, che
fumi...deve essere successo qualcosa di gra- ”
“ Sono le sigarette che fumava mio zio. ”
Suo zio...uno dei McKinnon.
“ Perchè dovrei ridere? ”
“ Perchè sono un'idiota...”
Continuate a passeggiare.
Sei tu a riprendere: “ Cosa farai, adesso? ”
“ Il sogno di lavorare al Ministero è bello che
andato...Non lo voglio più fare, comunque ” la sua voce risuona ferita,
incrinata. “ So come la pensi, Kings...ma non credo più...che al potere si
possano risolvere le cose. Una volta saliti al potere...si perde il senno.
”
“ Non è da te parlare così. ”
“ Non lo sta dimostrando Caramell?
”
“ Perchè ti devi sbarrare questa strada? Tu non
cadresti in questa trappola...proprio perchè lo hai visto succedere molto vicino
a te. ”
“ No...” scuote la testa. Inspira profondamente,
spegnendo la sigaretta. “ No...Temo che vedrò il Ministero solo quando verrò a
trovare te e Sean...e per la vostra nomina ad Auror, ovvio...”
“ Meg...dobbiamo ancora essere ammessi al
corso...Con la fantasia che hai, tieni presente la carriera di scrittrice.
”
Lei ride. Questa volta, di cuore. “ Chissà...”
Continua...
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Capitolo 4 *** Paradisi per illusi ***
Ringrazio tutte voi lettrici: Bellis,
NarcissaM, Janet (Rebèca! lol Ringrazia il Lord da parte mia! ) e BlackRoseImmortal...Davvero grazie per le vostre recensioni, non so
cosa dire!
Spero solo di non deludervi!
E spero di aver reso bene questo personaggio, che adoro...ma
anche quello che compare i nquesta one-shot per la prima volta nella fic.
E' davvero...divertente, ma anche difficile da rendere.
Caill ^^
Paradisi per illusi
Siete di nuovo tutti in fila, questa volta troppo stanchi per parlare tra
voi.
L'ultima aspirante recluta è uscita dalla ben nota stanza a pugni
stretti, senza rivolgervi uno sguardo, se n'è andata.
Guardi gli altri, al culmine della tensione, la mente che cerca di
convincersi di poter sopravvivere ad un no.
E'
soltanto una delle possibilità, non deve essere una fine...un rifiuto non deve
essere una fine.
E'
difficile, terribilmente difficile credere a ciò che ti stai ripetendo da quando
sei uscito cinque minuti fa, i polmoni che invocavano ossigeno come fossero in
apnea.
Hai fatto del tuo meglio, ma...maledizione, le facce degli Auror che vi
valutavano erano imperscrutabili.
“ Erano come statue, Merlino! ” ha esclamato Sean, più
sconvolto di quanto non sia stanco. “ Come ti sembra di...”
Scuoti la testa, deglutendo. “ Non lo so...davvero. ”
“ Scordatevi di poterlo sapere...” ridacchia un mago che
sta passando con dei fascicoli in mano.. “ E' impossibile capirlo...fino a che
non escono da quella stanza. ”
“ Ciao...” lo saluta Sean, avendolo riconosciuto. “ Sei tu
che ci hai ritirato gli scritti...”
Non sei sorpreso della voglia di Sean di chiacchierare. Come tu sei di
indole riservata, lui difficilmente riesce a stare zitto troppo a lungo. In più,
pensi con un sorriso, adesso ha più fiato di te...il che non è
trascurabile.
“ Sì, sono io. Mi chiamo Robards. ”
Castano, occhi scuri, deve avere pochi anni più di voi, probabilmente è
Auror da poco. Ti sorride, ma non in modo derisorio. “ Tu devi essere stato
l'ultimo a uscire...”
“ Penultimo ” specifichi.
Vi
fate una risata liberatoria di tutta la tensione. Resta una grande spossatezza,
però...
Vorresti disperatamente un letto.
“ Coraggio...” L'Auror vi assesta due pacche sulle spalle,
“ siete arrivati fino a qui, no? Dopo aver visto le prove...dovreste aver capito
che è già un ottimo segno. ”
“ Speriamo ” borbotti.
La
porta si apre di botto, quasi a volerlo smentire ponendo fine al vostro sogno.
“ Robards! Al largo! ”
Occorre tutta la forza d'animo a ognuno di voi, per non sussultare alla
vista di Alastor Moody, o di quel che sembra rimanere di lui.
Il
suo nome è conosciuto in tutto il Regno Unito magico, per lo meno da chi sogna
come voi un futuro da Auror.
Ogni cicatrice del suo volto sembra fissarti non meno di quanto facciano
il suo occhio sano e quello magico, capace di seguire anche quello che avviene
alle sue spalle.
Confortante - immagini - ricordare di averlo visto nella commissione di
esaminatori e non aver cominciato a tremare.
Restate inebetiti quando comincia a snocciolare uno dopo l'altro una
ventina di nomi.
Non li legge, li pronuncia seccamente, a memoria.
Al
capo della fila opposto al vostro , una ragazza si appoggia desolata alla
parete.
L'occhio magico di Moody si sposta su di lei, spietato il sorrisino che
distorce i lineamenti.
Cominci a disperare, seriamente.
Quella ragazza ha sicuramente sentito il proprio cognome, il mago alla
sua destra la sorregge per un braccio, solidale.
Sgrani gli occhi quando senti una mano di Sean serrarti il polso.
Ha
sempre avuto una morsa assassina, i muscoli plasmati anni di allenamenti come
battitore per i Grifondoro.
Non ci pensi minimamente a farti sfuggire un lamento, per quanto appena
sussurrato: Moody ha pronunciato anche il suo nome, perciò la parola d'ordine è
solidarietà anche in questo caso, per quanto fastidioso sia il dolore. In più
Moody sta già guardando verso di voi.
Tra la fila corre un chiacchiericcio crescente, che l'Auror non ha
interesse a interrompere, fino a che non è il momento di concludere con gli
ultimi cognomi.
“ ...Roodney, Shacklebolt, Zane. ”
Cominci a sudare freddo.
“ Le persone che ho chiamato si mettano in testa di
lavorare sodo.
Non saranno accettati cedimenti di alcun tipo. Né tanto meno
ritardi...”
Timidi sorrisi spuntano sulle vostre labbra incredule.
“ Cosa ci fate ancora qui?! Dove sono le vostre sacche?
”
E'
il giorno seguente che vi rendete conto dei livelli di addestramento che
Malocchio Moody ama raggiungere, di perfezione che esige da voi.
“ Ho tollerato la vostra lentezza di riflessi solo perchè
mi ero svegliato particolarmente bene, ieri. Non succederà di nuovo, ve lo
garantisco. ”
Nessuno osa esternare quella che probabilmente è una domanda di tutti: “
E quando si sveglierà male? ”
“ VIGILANZA COSTANTE! ” tuona, facendovi rizzare i peli sulle
braccia. “ La vostra bacchetta e la vostra mente dovranno scattare, perchè nel
vostro lavoro...da questo dipenderà la vostra vita. Non ho bisogno di
raccontarvi aneddoti. Ci sono gli eventi degli ultimi anni, a fare da esempio ”
si indica le cicatrici e la gamba di legno. “ Questi anni di...pace...sono
paradisi per illusi. Siamo intesi? ”
“ Chi non regge il ritmo, mi risparmi il dispiacere di
cacciarlo fuori...Avete capito tutti? ”
Annuite, pregando che le vostre facce siano abbastanza convincenti per i
suoi gusti.
“ Lo spero. Adesso fatemi vedere sul serio cosa
sapete fare! ”
Solo pochi mesi dopo, grazie alle esercitazioni sotto Moody, avrai capito
sulla tua pelle cosa significhi essere il miglior Auror in circolazione, cosa
sia costato a lui in termini personali.
Le
ore della giornata si sono estese magicamente come un elastico, quelle dedicate
al sonno sono inesistenti. Anche sdraiato su un materasso, il tuo corpo continua
a scattare come fosse ancora in palestra, o nel mezzo del percorso
vitae.
Ti
ripeti che prima o poi – se anche non dovesse rallentare, e ne dubiti
sinceramente – il ritmo di lavoro sarà più facilmente sopportabile, ma tutto ciò
deve ancora accadere.
Quando non è richiesta al vostro corpo, la massima prestazione è pretesa
dalla vostra mente.
Le
sfuriate di Moody sono all'ordine del giorno, voi reclute siete diventate un po'
la barzelletta dei segretari del Ministero. Il tutto in termini bonari, per
carità...
Quando ottenete quelle rare ore di uscita libera, tu e Sean rotolate - o
rantolate? - fino al Paiolo Magico, dove in teoria dovreste passare una serata
con Jacob e Megalie, ma in pratica mugugnate frasi monosillabiche,
distrutti.
Jacob ha cominciato a lavorare come fotografo, Meg si è messa in affari
con una vostra ex compagna di Hogwarts, una Corvonero. Forse un giorno avrete un
filo di energia in più per aiutarle a sistemare il loro nuovo emporio di
animali.
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Capitolo 5 *** Indugia sulla punta della lingua ***
Indugia sulla punta della lingua
Indugia sulla punta
della lingua
I capelli ricci e scuri tenuti legati da una fascia di
lana multicolore, gli occhi grandi che hanno incontrato più volte i tuoi… Il
suo sguardo ti sta catturando lentamente, senza alcun tipo di malizia. Eppure
lo fa, ti spinge continuamente a voltarti verso il bancone, dove la vedi
spillare le birre con una serie di buffe smorfie di esasperazione. Non se la
cava male, ma è chiaro che non considera quell’aspetto del lavoro il suo
preferito. Le labbra sono arricciate in un piccolo broncio di
concentrazione, specie quando cerca di capire cosa stiano ordinando i clienti,
in mezzo a tutta quella confusione. Anche le tue orecchie sono bersagliate
dall’accavallarsi di voci, Sean deve averti chiamato per qualche minuto prima di
riuscire a farsi sentire, a giudicare dalla sua espressione spazientita. Poi
capisce, e sul suo volto sorge quel sorriso che conosci fin troppo bene: “ Lo
abbiamo perso, ragazzi. ” Aspetti che lui si volti verso il bancone, per
rifilargli uno scappellotto. “ Ahi, ma porca…! ” “ Piantala! ” “ Non
fai altro che confermarlo, amico! ” “ Smettila. ” Bevi un sorso di birra. “
Cosa stavi dicendo? ” chiedi a Grant, l’altra recluta del terzo anno venuta con
voi a bere lì al pub. E’ una tua impressione, o questa sera la birra è
particolarmente buona? Basta! – ti costringi a pensare. “ Stavo dicendo
dello scontro di Malocchio con Scrimgeour. Saranno sempre di più quelli che lo
riterranno un paranoico. ” “ A lui non interessa affatto. E nemmeno a me. Io
penso che abbia ragione lui. ” “ Lo pensiamo noi che lo stimiamo ” interviene
Gawain. “ Ma la maggior parte ormai crede che sia arrivato al capolinea. ” “
Al capolinea? ” ti sfugge una risata secca. “ Quello ci seppellisce tutti, te lo
dico io. Nessuno è mai riuscito a coglierlo di sorpresa. Mai. Non credo
proprio si possa dire che è arrivato al capolinea. ” “ Non ti scaldare, King!
Guarda che stiamo dicendo la stessa cosa. ” “ Lo so, scusa. ” “ E’
l’amore, Gawain, perdonalo…” Alzi gli occhi al cielo alla battuta di Sean. “
Se non la pianta lo ucci - ” dichiari. Ricevi una gomitata da Gawain e ti
volti di scatto. “ Si può sapere cosa…” “ Scusatemi. Sei tu Shacklebolt? ”
Quando cerchi di risponderle, ti esce appena un sussurro, ad accompagnare il
cenno con la testa. “ C’è un cliente che mi ha detto di chiamare te e il tuo
amico ” dice indicando Sean, che alza la mano come a rispondere ad un
appello. “ Si è messo nella saletta qui dietro al bancone. ” “ Cos’è,
uno scherzo? ” chiedi un po’ a tutti. “ Non credo proprio avesse voglia di
scherzare ” scuote la testa lei, colta come da un brivido. “ Avete strane
conoscenze, voi due. ” Si riprende, sorridendo. “ Posso prenderli? ” chiede
accennando a due dei boccali sul tavolo, ormai vuoti. Tu e Sean siete ancora
intenti a guardarvi, cercando di capire chi potrebbe voler parlare con voi,
presentandosi in quel modo. E’ Gawain a cogliere il momento. “ Come si
chiama questa gentile messaggera? ” le domanda, richiamando la tua attenzione
sul momento con una raschiata di voce. Un istante dopo, sfrutta anni e
anni di addestramento nei riflessi per sparire dal tavolo. Per un attimo temi
abbia avuto la brillante idea di smaterializzarsi nel bel mezzo di un pub
babbano. “ Philycia ” risponde lei, trovandosi a guardare te, l’unica
persona rimastale accanto. Alza lo sguardo dal tavolo, al quale sta dando una
veloce passata di straccio, e indica Sean e Gawain. Fa spallucce, voltandosi poi
verso di te. “ Tu come ti chiami? ” Sì, lo sta chiedendo a te.
“ Shacklebolt…” – Lo sa già questo, idiota! “ Kingsley. ” “
Piacere ” sorride stringendoti la mano. “ Io non so chi possa voler parlare con
voi, ma non mi sembra molto raccomandabile. Sicuro che non vi siate messi nei
guai, tu e il tuo amico? ” L’intuizione si affaccia prepotente nei tuoi
pensieri, “ Ha per caso un bastone, una gamba di legno? ” “ Eh, fosse solo il
bastone. Dove ha perso l’occhio? E metà del naso? ” “ E’ una storia lunga. Ma
quando avrò ucciso i miei due cari amici, potrò raccontartela. ” Ride, una
risata calda che ti incanta. “ Beh, a quanto pare lo conoscete sul serio. ”
“ Sì, lo conosciamo. Non dovremmo rischiare nulla. ” “ D’accordo. Allora
non vi perderò come clienti? A dopo. ”
Quando – recuperato Sean – ti siedi di fronte a
Moody, sta bevendo da una fiaschetta. Ti costringi a reprimere ogni
domanda, perché la sua espressione e il feroce vorticare del suo occhio magico
suggeriscono che non è aria. “ Cosa succede? ” Sean trattiene un sospiro. In
questi ultimi mesi dell’addestramento, state imparando come il concetto di
libera uscita sia sempre più utopistico. “ Succede che dovete venire con me,
fra cinque ore. Un avvistamento che voglio verificare. Non dovrebbe essere
niente di pericoloso, ma non ho bisogno di ricordarvi le solite misure. Mi farò
vedere nel vicolo qui dietro al magazzino del pub. Devo prima andare a parlare
con Silente...” prosegue a voce udibile solo da voi. “ Perciò, smettete di bere
e ripulitevi i neuroni da ogni traccia di whiskey. A più tardi. ” Si alza dal
tavolo e si accompagna con il bastone fino al bancone. “ Non starà
andando…” Purtroppo sì. Devi ammettere che la ragazza riesce a mantenere
una buona compostezza, mentre le parla. Vorresti davvero sentire cosa le stia
chiedendo, mentre paga l’unica consumazione che è ancora sul tavolo, sotto le
vostre facce stranite. E preoccupate. Lo vedete uscire con la giacca in
mano, poi la testa di riccioli di Philycia vi cerca, ancora un po’ scossa. “ Va
tutto bene? ” “ Certo…” annuisci, mentre Sean si guarda intorno alla ricerca
di Gawain. “ Bene. Volete qualcos’altro? ” “ No, io...no. Quanto ti devo?
” “ Niente. Ha pagato quell’uomo per voi ” Sembra voler dire altro, ma si
trattiene. Poi socchiude di nuovo le labbra. “ Spero torniate. Mi ha fatto
piacere conoscert-conoscervi. ” Ti rilassi, riuscendo a sorriderle di
rimando. “ Anche a noi ha fatto piacere. Torneremo di sicuro qui…Philycia ”
sorridi pronunciando il suo nome, quel suono così dolce a indugiare sulla punta
della lingua .
Continua...
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Capitolo 6 *** Impronte vestite di rosso ***
Indugia sulla punta della lingua
Dedicato a Sakijune, che mi ha fatto anche da Beta-reader per
questo capitolo, e con il quale chiacchierare è sempre più piacevole.
Un grazie poi a chi legge questa mia piccola fiction sul mio amato Kingsley *__*
Un beso e tanti auguri di buon 2009!
Caill
Impronte vestite
di rosso
La bacchetta
levata, puntata davanti a te, avanzi pochi passi alle spalle di Scrimgeour. Il
piccolo paese vi accoglie come addormentato nella sua immobilità.
Peccato che
voi sappiate molto bene quale macabra ninna-nanna lo abbia stregato.
Una ninna
nanna fatta di maledizioni senza perdono, che hanno interrotto la vita di quelle
famiglie in una serata che doveva essere di festa.
Alla tua
destra, Sean tiene d'occhio le reazioni dei due auror da poco divenuti
operativi.
Per ora Tonks
e il suo compagno di corso Matthew sembrano mantenere i nervi saldi.
Speri
ardentemente sia così, quando raggiungete Scrimgeour e vi fermate.
Il portone
della casa a due piani è stato fatto esplodere con un incantesimo.
All'ingresso
nel piccolo antro, trovate il primo dei regali che i Mangiamorte hanno avuto la
gioia di donarvi.
" Putt... la
miseria! " esclama un collega.
Scrimgeour lo
guarda di traverso, ma sembra aver pensato tra sé la stessa identica
esclamazione.
" Siamo certi
che i Lestrange siano ancora dietro le sbarre, vero? " domanda Matthew, mentre
Tonks - in piedi tra lui e te - sta facendo di tutto per non lasciarsi
coinvolgere, stordire, dall'immagine di quella macabra scultura ricomposta da un
artista perverso.
" Se non li
avessi visti io personalmente meno di dieci minuti fa ad Azkaban...me lo
chiederei anche io " ammette Sean.
Guardi Tonks,
irrigidita, silenziosa. Segui il
suo sguardo. Si è soffermato sul più piccolo dei cadaveri.
“ Sto bene ”
previene seccamente la tua domanda, senza nemmeno guardarti.
Annuisci.
Per lunghi
istanti rivivi le sensazioni della
prima missione tua e di Sean, in affiancamento a Moody. Ti ritrovi a pensare che Tonks avrebbe
bisogno di Malocchio, per affrontare questa prima missione così spietatamente
cruda.
Il suo modo
di fare aiuta a concentrarsi, a canalizzare la rabbia.
No, non si
tratta di rabbia soltanto, quando ti trovi davanti a scene come questa. Diventa
un orrore, un disgusto che non riesci a scacciare. Ti corrode le viscere vedere
la sorpresa tramutatasi in panico, vedere sui volti delle vittime quella domanda
che gli assassini hanno zittito brutalmente, non senza divertimento.
" Purtroppo
sì...” sta dicendo ora Sean, parlando con Scrimgeour. “ Bambini, maledizione! "
Il vostro
capo trae un breve sospiro. “ Coraggio. Tonks, sentiamo. Come agire, in questi
casi? ”
Il suo
annuire è quasi impercettibile, prima che si chini verso i corpi e si rivolga a
Scrimgeour, applicando lezioni che Malocchio ci ha fatto entrare sotto pelle, e
non certo con delicatezza.
Rientrate ore
dopo al Dipartimento Auror del Ministero.
“
Permesso. ” Tonks cammina
velocemente, passando in mezzo a te e Sean.
Le sue scarpe
lasciano impronte dolorosamente note a chi ha vissuto la scena di quel
ritrovamento.
Impronte
vestite di rosso.
Non occorrono
parole che si aggiungano all’occhiata che Scrimgeour ti lancia, voltandosi dopo averla
guardata allontanarsi, seguita da un Matthew altrettanto scosso.
“ Sono in
gamba…” lo senti dire a beneficio dell’impiegato affacciatosi sul corridoio.
Tu stai
voltando il corridoio, batti una pacca sulla spalla di Matthew, che entra nello
spogliatoio. Non trova parole, capisci il suo desideri odi sbloccare
quell’orrore dalla sua mente, ora che potrebbe permettersi uno sfogo, ora che il
vostro dovere è stato fatto.
Capisci il
suo disagio nel capire che non è possibile, non ci si riesce. Quell’orrore non
può abbandonarti.
Poi però
qualcosa lo dice. “ Sono davvero tornati? ” …
La sua
domanda non è ansiosa, ma incredula sì.
“ Moody è
sempre stato convinto che non se ne fossero mai andati. Ne sono convinto anche
io, purtroppo. Vai “ continui in tono più comprensivo. “ Dovete staccare.
Matthew...Vi siete comportati bene. ”
Mentre lui
scompare cupo dietro la porta, senti respiri affettati provenire dall’aula
vicina.
E’ lì che
Tonks è entrata, è lì che sta appoggiata alla scrivania, le braccia tese, le
mani quasi aggrappate al bordo.
“ Imitavano
loro…” Le sfugge un risata secca, rauca, mentre si volta. “ Capisci? Imitavano i
Lestrange. Quei…folli invasati. E lei…la sorella…la sorella di mia madre, lei è
la peggiore di tutti! ”
La vedi
guardare verso di te, quasi di sbieco, come se per un attimo temesse di averti
rivelato qualcosa che potrebbe cambiare la tua opinione su di lei.
“ Tonks, non…”
“ Non dire
niente. Non mi dire frasi come: “ Ti ci abituerai! ”
“ Non ne ho
intenzione. Sarebbe mentirti… Ma lasciare che altri pensieri ti rendano tutto ancora più difficile da
affrontare, non posso farlo. “
“ Non sono
preoccupata di quello che può pensare la gente di me, del fatto che…quegli
assassini siano miei parenti. Sono…”
Resti in
silenzio, mentre lei cerca le parole per far uscire la bestia che ha nel cuore.
“ Mi sento…Là
fuori mi sono sentita piena di orrore…e di sporcizia. Ma non perché alcune di
queste menti criminali siano fin troppo vicine a me. Io…mi sono sentita
disgustata dalla rabbia che avevo dentro. Nel trovarmi davanti le maschere di quei
pazzi e…sentire l’odio che mi saliva dentro, ma non poteva sfogarsi! ”
“ Fallo
uscire adesso. ”
Ti guarda
convinta di aver sentito male.
“ Moody mi ha
urlato nelle orecchie, di ritorno dalla mia prima missione. Ha continuato a
farlo finché non mi sono avventato su di lui, pur di farlo tacere. Non volevo
sentire nulla. Ma il silenzio non mi avrebbe fatto bene. Adesso lo so. ”
Alza un
sopracciglio. Per un istante il blu dei suoi capelli torna ad accendersi. “ Mi stai suggerendo di rischiare una
sospensione avventandomi su un Maggiore Auror? ”
“ Se andassi
a spifferare tutto con Scrimgeour o chiunque altro…mi meriterei anche peggio.
Credi che nessuno di noi abbia avuto bisogno di qualcuno che ascoltasse un suo
sfogo? Colpisci…meglio con tutta la tua forza e senza bacchetta. ”
“ E’
ridicolo…” mormora dopo cinque minuti, il respiro spezzato.
Cinque minuti
incredibilmente intensi. Cinque minuti in cui ha urlato, ha pianto, cercando di
farsi spazio tra le parate che tu hai opposto per stimolarla a sfogarsi del
tutto. Non incassando, ma respingendola in silenzio, finché lei a avuto la forza
di provare a colpire.
Momenti che
nessuno di voi farà uscire da quella stanza.
“ E’
ridicolo, ma serve…” rispondi.
Seduti a
terra, la schiena contro una parete, estraete le bacchette per riordinare
l’aula, sedie e tutto il resto.
“ Non sono
mai stata molto brava con gli incantesimi di riordino…” ammette con un filo di
voce. Ha gli occhi ancora rossi, ma un sorriso velato di ironia illumina il suo
volto a forma di cuore.
“ No,
davvero? ” ribatti.
“ Non lo
avresti mai detto, vero?...”
I vostri
sguardi cadono sulle scarpe di entrambi, macchiate di sangue.
“ Non
cancelliamole, ancora…” sussurra Tonks, un po’ più calma.
“ No…” scuoti
la testa, d’accordo con lei.
Non si
possono sempre gettare i vestiti più scomodi.
Continua...
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Capitolo 7 *** Il silenzio è il suono più forte ***
Il Silenzio è il suono più forte
Il silenzio è il suono più forte
Dipartimento Auror, Ministero
"
Dannazione!...Bastardi, figli di...!" impreca Sean, correndo al tuo fianco.
" Matthew, Tonks, troveremo Scrimgeour, Gawain e Rose già là " cominci a
dire, quando arrivate nel punto di smaterializzazione. I due Auror più
giovani annuiscono, tesi ma determinati. " Puntiamo a cercarli subito, per
dare loro man forte. Chiaro? " " Sì " rispondono quasi all'unisono. "
Niente eroismi " aggiunge Sean. Pochi istanti dopo, vi smaterializzate. Il
campeggio babbano, la foresta che lo circonda, tutta la valle dove si è
disputata la finale della Coppa del Mondo è orrendamente trasformata dalle
fiamme. I Mangiamorte sono più di quanti potessi aspettartene, si muovono in
gruppi con le loro maledette torce, sotto al marchio del teschio evocato in
cielo. Gli occupanti del campeggio sono passati dall'incredulità all'orrore
puro, alcuni già in balìa di quelle figure incappucciate, come giocattoli, altri
nemmeno più in grado di capire cosa stia succedendo. " Ho visto Rose! " Ti
volti, al grido di Tonks, e la vedi guizzare nella strettoia tra due tende ormai
in fiamme. " Aguamenti! " Senti la voce di Nymphadora gridare un
incantesimo dopo l'altro; a lei si unisce Rose. Ti volti e non riesci a
distinguere più nulla: una muraglia di fiamme vi separa dalla zona di battaglia
scelta da Sean e Matthew. " Ma guarda..." Il corpo di una donna
semi-incosciente viene sollevato a diversi metri dal suolo, restando sospeso
sulla sua tenda. Il Mangiamorte tiene la bacchetta puntata verso il suo
nuovo giocattolo. E non hai più dubbi sulle sue intenzioni: vuole che tu
veda. I suoi occhi ti scrutano da dietro la maschera d'argento. " Siete
arrivati anche prima del previsto. Non importa, ci divertiremo lo stesso. Anzi,
probabilmente anche di più! " Selwyn. Ha riconosciuto la voce. E
senti la rabbia montare nello stomaco. Punti la bacchetta verso la donna, ormai
ridotta ad una marionetta. Una sfera lucente la ingloba, proteggendola dalle
fiamme, dandoti il tempo di spostarla e metterla in salvo. Intorno a voi,
altri Mangiamorte si stanno spostando in una macabra fila, andando a circondare
altre tende. Le loro risate si mescolano a frasi quasi salmodiate.
-
Le
urla degli occupanti del campeggio sono ormai senza controllo e incrementano il
loro divertimento. " Attento alle energie, grande Auror...Se le sprecherai
tutte per salvare questi inferiori, non ne avrai abbastanza per arrestarci tutti
" Selwyn si volta un solo istante a guardare l'operato di Tonks e Rose. " Ma
che bravi soldatini! " La tua risposta è silenziosa e va a segno. Lo vedi
indietreggiare, stordito, lo vedi rendersi conto che non può dare nulla per
scontato. Lo vedi pronto a contrattaccare. Proprio come temi, la sua
bacchetta non punta su di te, nemmeno sulla babbana, ancora avvolta dallo scudo
protettivo che lentamente scende verso il terreno. " Impedimenta! "
Il suo primo attacco viene deviato dalla figura di Rose. Lei e Tonks
continuano a combattere. Selwyn sposta la mira su di te. " Scappi! " hai
appena il tempo di gridare all'uomo che hai visto sollevare il corpo della
babbana. Lo hai visto con la coda dell'occhio e non hai modo di vedere cosa
farà. Deviare l'attacco di Selwyn richiede tutta la tua attenzione. "
Diffindo! " Una scia di dolore sembra tagliare la mano con cui impugni la
bacchetta. Riuscire a non perdere la presa prosciuga in un battito tutte le tue
energie. " Fammi divertire un po' anche tu, Shacklebolt, coraggio! " si
avvicina. " Era tutto qui? " Si toglie la maschera per mostrarti quanto sia
deluso. Ma tu non hai perso la bacchetta. Non puoi fermarti a pensare. "
Che peccato..." Non puoi cedere adesso. " Dovrò rimandare il divertime-"
Il tuo calcio lo raggiunge in pieno viso, facendolo barcollare e colpire alla
cieca. La struttura di una tenda, oramai priva del rivestimento, si spezza
con uno schiocco sotto l'incantesimo del Mangiamorte. " Petrificus! "
insisti, riuscendo a immobilizzarlo. Lo disarmi, cercando di capire cosa stia
accadendo attorno a te, inspirando per controllare il dolore alla mano. Ti
avvicini e prepari il Mangiamorte per consegnarlo a Rufus. Inerme dal collo
in giù, continua a fissarti. Quel suo ghigno ti fa ribollire il sangue, ma
riesci a mantenere i nervi saldi. " Avanti, paladino. Compi il tuo dovere,
se sai farlo. " Lo colpisci con la mano sana. Quel sangue non soffoca il
disgusto che provi, ma serve almeno a zittirlo. " Ci rivedremo al tuo primo
interrogatorio, Selwyn. Sarò felice di partecipare. Potrei volermi divertire
come tu hai fatto con quella donna. " -
Poi
tutto precipita. Ripetuti incantesimi alle tue spalle, formule non puoi
arrestare, né fuggire. " Reducto! " " Crucio! " Nell'aria
si innalzano quelle urla di dolore capaci di trapanare i timpani. Incontrollate,
acute urla di sofferenza che ti raggelano. E un grido di Sean: "Matt, nooo! "
" Avada Kedavra! " La luce verde esplode impietosa. Per lunghi
istanti il silenzio più agghiacciante ricopre ogni altro suono, diventa quello
più forte. Quando tutto riprende, tu e Tonks lottate soltanto per
raggiungere Sean e Matthew. Per portare i loro corpi in salvo.
S.
Mungo - pomeriggio
Colmo di orrore, cerchi inutilmente di recuperare
il controllo delle tue emozioni. Mentre Sean lotta per la vita su un letto
del S.Mungo, mentre i genitori di Matthew devono trovare la forza di dire addio
al loro unico figlio. Mentre dentro di te non riesci a sentire altro, se non
quella disperata voglia di entrare nella cella dove è stato chiuso Yaxley, dopo
aver chiesto di poterlo interrogare personalmente. Sì, Rufus potrebbe persino
concedertelo...se tu riuscissi a mascherare il tuo bisogno del
momento. Supereresti il limite? Molto probabile. Servirebbe a qualcosa?
No. No. E' una risposta che già conosci, che ti fa stare ancora
peggio. Serri le palpebre, nel sentire quel famigliare "toc... toc" sul
pavimento dell'asettico corridoio di ospedale. Non alzi nemmeno lo
sguardo. " No, ragazzo. No. " Moody si siede accanto a te. " Anche se
gli spaccassi la testa, anche se gli facessi passare quello che ha fatto, non
servirebbe a riportare Matthew. Non servirebbe. " " Come sai quello che
stavo pensando? " Ti sembra di vedere il suo occhio magico roteare
impazzito. " Non meriti neanche una risposta. " Cala un silenzio che è
duro come la pietra. Lo sai, senti che Malocchio capisce alla perfezione
quello che hai dentro. Forse ti ha osservato in silenzio a lungo, prima di
avvicinarsi. " Matthew stava diventando un grande Auror. E' andata come ha
detto Rufus? -" " Non so cosa abbia visto Rufus. Yaxley ha colpito Sean
con la Cruciatus. Matthew ha pensato che anche la maledizione successiva fosse
rivolta a Sean, e l'ha protetto con uno scudo...Nessuno di noi due è riuscito a
evocarne un altro in tempo, per proteggere lui. " Torna a calare il
silenzio. Matthew è stato un vero Auror. Morto per fermare gli orribili
divertimenti di un branco di bestie. Non sono esseri umani, quelli che
giudicano gli altri come inferiori. E Matthew è morto a causa di uno di
questi... Il tempo si dilata tra i vostri respiri, ma non riesce a togliere
forza alla tua collera. Un passo più giovanile si avvicina dal lato opposto
del corridoio. " L'operazione è finita. Smethwyck ha detto che hanno ripreso
Sean per il rotto della cuffia. " Tira su con il naso, appoggiandosi di spalle
alla parete, di fronte a voi. Il cuore si ferma nel petto, mentre la speranza
lentamente rinasce, cercando di farsi spazio in mezzo a tanta amarezza che
ancora minaccia di soffocarla. Avverti un leggero peso sulla spalla. Non è
una mano posatasi a darti conforto. E' la testa blu spento di 'Dora. Ha
gli occhi rossi di pianto. Sembra stia chiedendo il diritto di piangere,
forse cerca di trattenersi in presenza di Moody, al quale vorrebbe mostrarsi più
forte. Malocchio, però, non pensa minimamente a rimproverarvi per le vostre
reazioni: resta così, seduto accanto a voi, senza cercare di vincere il
silenzio.
Continua...
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Capitolo 8 *** Sincerità...spietata ***
Tladis di Merridion Home
Prima di lasciarvi all'ottava one-shot di questa collezione, voglio
ringraziare chi ha seguito e commentato fino a questo punto, con tanto affetto e
un grazie davvero con il cuore. Caillean ^^
Sincerità...spietata
I corridoi del S.Mungo hanno odori che non ti piace
ricordare. A volte l'odore della sofferenza che tua madre - la tua regina -
si sforzava di nascondere, ma che tu percepivi ugualmente, è ancora lì con
te. L'aver lottato perchè lei non dovesse trascorrere in un luogo come questo
le sue ultime ore ti fa dire onestamente di non averla mai abbandonata. I
dolori si stemperano nel tempo, lasciandosi dietro i ricordi. Mentre entri
nella stanza di Sean, trovandovi Megalie e Tonks, cerchi di calmare l'ansia
portata da questi pensieri. " Come sta il ferito di guerra? " " Sta "
risponde Megalie. " Sta facendo impazzire le guaritrici. " Appoggi sui piedi
del letto la sacca che Sean ti ha chiesto di portargli. Finalmente uscirà quel
pomeriggio, anche se sarà impegnato per molto con le cure per rimettersi in
sesto. " Io mi do da fare " assicura Sean, indicandoti a Meg. " A differenza
di qualcuno di nostra conoscenza. " " Sean, ti ho spiegato che..." sospiri,
rinunciando all'idea di spiegarti per l'ennesima volta. Ma l'espressione di
Megalie suggerisce che non mollerà tanto presto. " Si può sapere cos'altro è
successo, mentre ero via? Già mi sento in colpa per te, Sean...Se poi devo
venire a scoprire che anche a Kingsley..." " Non è successo niente, Meg...ed
è completamente inutile che guardi Tonks sperando che ti dica qualcosa lei. "
Ridacchi, mentre il suo sbuffare rivela che aveva pensato proprio di prendere
quella scorciatoia. " Pregherei i miei superiori di non mettermi in mezzo,
grazie! " replica Tonks. I suoi capelli diventano di un verde allucinato...e
allucinante.
Per tua sfortuna, mentre la accompagni a casa sua a tarda
serata, scopri che Megalie non ha intenzione di mollare. Quando arrivate
davanti al suo portone, lei ha già intercettato il tuo sguardo diverse volte,
con quell'espressione inconfondibile sul volto. " D'accordo. Ti concedo
dieci minuti di psicanalisi. Non di più, però. " " Adesso mi offendi. Non
voglio psicanalizzarti. " " Non ci casco, signorina. La tentazione è troppo
forte, per te. " Si ferma sugli scalini di pietra, appoggiando la borsa alla
ringhiera. Si siede, alzando lo sguardo. Lo farò quando meno te lo aspetti "
dichiara. " Adesso hai le difese alzate. " " Ecco, appunto. " Ti siedi
accanto a lei. Come ha fatto tante volte da quando vi conoscete, appoggia la
testa sulla tua spalla. " Mi piace Tonks. E' in gamba. " Sorridi, d'accordo
con lei. " Decisamente in gamba. E lo è anche Rose. " Si scosta per
guardarti in faccia. " Potrà tornare...? " Devi dare quella risposta
silenziosa che non vorresti mai ricevere. Il peso è sempre lì, non si scioglie.
" Si è salvata, starà bene...con il tempo. Ma non...difficilmente potrà
rientrare nelle squadre sul campo. " Fissi la pietra dello scalino sotto di
voi, il selciato del vialetto. Le lacrime silenziose sono quelle che sembrano
poterti far scoppiare da un istante all'altro. Sono le peggiori. " Tonks..."
riprende Meg dopo un po' " mi piace perchè...è se stessa, con voi. Non sembra
temere nessun superiore. " Annuisci, grato che lei abbia capito il tuo
momento, che abbia ripreso l'argomento di prima. " In effetti c'è da pensarlo,
nel vedere come riesce a tenere testa a Scrimgeour, senza mai sbilanciarsi e
rischiare. Sembra assolutamente impulsiva, ma ha un'idea tutta sua e molto
efficace della diplomazia. " " Troverò lo stesso il modo di sapere da lei
quello che tu e Sean non volete dirmi, sappilo. " " Credo tu abbia sbagliato
completamente lavoro, sai?...A meno che il negozio non sia una copertura per una
agenzia investigativa. " " Beh, non ti nascondo che negli ultimi giorni, dopo
l'attacco dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo, ci è capitato di fare un po' di
tutto, tra un sacchetto di mangime e una medicazione ad una zampina di gufo. "
Non ti è sfuggito l'unico segnale di paura che Megalie si è lasciata scappare,
un leggero tremore delle spalle è tutto quello che accetta da se stessa. "
Ho sentito scemenze incredibili, questa settimana, Kingsley...Persone che non
sanno guardare, che vogliono soltanto vivere nelle loro beate tranquillità.
" " Lo vorremmo tutti, Meg. So come la pensi, è quello che provo anche io.
Forse, se non fossi a contatto continuo con segnalazioni, indagini sulle
famiglie di purosangue più fanatiche...e tutto il resto, forse anche io vorrei
poter non vedere. " " Odio quando sei così...corretto. " La guardi per
diversi momenti, in silenzio. E ti chiedi quanto tu e Sean, tutti voi amici
possiate dire di conoscere veramente di lei. Quanto abbia scelto di aprirsi su
ciò che pensa, su come vede ogni cosa successa nel mondo magico, dopo la morte
dei suoi parenti. Quanto veramente ci si apre agli altri? Tu hai
desiderato per anni di non ricevere domande su tuo padre, di non dover
rispondere. Fai per dirle qualcosa, ma desisti. " Io mi sento..." cerca
di spiegarsi Meg, guardando avanti a sè. " Ho paura di tutta la rabbia che mi
torna a salire dentro. E mi sento egoista, nervosa, piena di collera...dopo la
Coppa del Mondo. " Dopo che il Marchio Nero è tornato a macchiare il
cielo. " Egoista...perchè? " le chiedi. " Perché..." si asciuga le prime
lacrime con il dorso di una mano. " E' assurdo, ma quando sono entrata al
S.Mungo, negli ultimi giorni, non desideravo altro di riavere Sean in piena
forma, di riavervi accanto a me, in qualche modo...A farmi sentire che tutto si
può riparare, che sistemeremo tutto. Mentre voi, tutti voi...chissà cosa state
passando! " " Sciocca! " riesci a dire soltanto questo, mentre l'abbracci
cercando di sciogliere quel groppo in gola. Restate lì, aggrappandovi l'uno
all'altro, entrambi cercate di ricordare la sensazione di quei giorni a
Hogwarts, relativamente tranquilli, relativamente felici. " Non finirà mai,
veramente " la senti mormorare contro il tuo maglione. Cosa puoi dirle, ora?
No, ti sbagli, finirà molto presto. Non sarà come l'altra volta...? Non puoi
mentirle su quello che senti. Perchè la sua non è soltanto una richiesta di
sicurezza, ma soprattutto un bisogno di sincerità. " Forse non finirà.
" Però si può fare qualcosa per affrontarla, un passo alla volta.
Continua...
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