Order of Merlin and the Forbidden Book.

di Slytherin2806
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Runaway (Prologue) ***
Capitolo 2: *** Scelta OC. ***
Capitolo 3: *** Reactions part one. ***
Capitolo 4: *** Reactions Part two. ***
Capitolo 5: *** Party's up, or not? ***
Capitolo 6: *** AVVISO. ***



Capitolo 1
*** Runaway (Prologue) ***


Notte fonda di Halloween, 1282. Ore: 01.43

Dormitorio Serpeverde.

Il disordine sul comodino di Piper non costituiva nemmeno un quarto di quello che aveva nella sua mente.
Eppure aveva provato ad agire di nascosto, senza che nessuno potesse farsi del male: in cuor suo però, aveva presagito una situazione negativa sin dall’inizio e inoltre, non avrebbe mai immaginato che due dei suoi compagni più stretti potessero lasciarla sola al suo destino.
La piccola Serpeverde non credeva possibile che il potere avesse dato alla testa alla temeraria Bonnie Graham e al suo migliore amico Altair Cromwell. Avevano lasciato che le dure parole dei loro genitori influenzassero il modo di pensare dei giovani maghi. E la Sawyer ultimamente aveva notato un ambiguo comportamento, pensando fosse dovuto alla tensione tra i due piccioncini.
Lei d’altro canto non si era preoccupata di trovarsi un ragazzo, avendo ben altro su cui riflettere. Ma ormai non c’era più tempo per porsi delle domande: Theodore Tucker, un suo grande amico, doveva scoprire la verità prima che Piper ci rimettesse la pelle.
Sbavando con un’ingente quantità di inchiostro il foglio ripiegato agli angoli, la ragazza dai capelli corvini sperava di riuscire a compiere la sua ultima impresa. In fretta e furia, continuò a scrivere di tutto ciò di cui era venuta a conoscenza due giorni fa per informare il Tassorosso. Sfruttò le sue ultime energie per firmare e sigillare quella che si rivelò essere una lunga e dettagliata lettera. La poggiò sotto un angolo del letto, sapendo che non sarebbe mai riuscita ad arrivare fino al dormitorio dell’altra casata e di conseguenza Piper uscì dalla camera per fuggire.
Quella notte stessa Piper si era trovata vittima di un incubo, il quale presto sarebbe diventato più che reale: se c’era qualcosa che la Sawyer potesse presagire era un brutto presentimento. E proprio nella notte del 31 Ottobre, la Serpeverde dovette cominciare a correre, prendendo delle scorciatoie in modo da non farsi beccare, per abbandonare la scuola di magia e allontanarsi per sempre da quella che era stata per lei una seconda casa.
Appena varcata la soglia del portone principale, si avviò verso il Lago nero guardandosi attentamente intorno. I lunghi capelli, neri come la pece, le si attaccarono al volto per il sudore che si diffondeva per tutto il corpo. Piper non era mai stata una ragazza atletica: il Quiddich non l’aggradava tanto e preferiva starsene per la maggior parte del tempo nella sala comune a leggere. Quanto avrebbe desiderato in quel preciso istante avere la sua scopa tra le mani per volare via. Peccato che non fosse molto abile a maneggiarla e sicuramente si sarebbe sfracellata a pochi metri dal castello. Un pregio, in mezzo alla miriade di difetti della Serpeverde, lo possedeva: la sua innata intelligenza aveva fatto si che potesse essere considerata dai professori, e da alcuni alunni della sua casata, come una delle alunne più meritevoli del sesto anno.
Che importanza aveva adesso?
Non ebbe nemmeno il tempo materiale di fermarsi ad osservare la giusta direzione, e anche per riprendere fiato, che una voce alquanto familiare la fece bloccare all’istante. Dei brividi cominciarono a percorrerle la schiena, per poi passare alle parti del corpo più delicate. Piper avrebbe riconosciuto quel tono ovunque andasse; ci era cresciuta con lui.
“Zio Caesar…” pronunciò con un sospiro la giovane maga, che nel frattempo non volle girarsi e fissarlo dritto negli occhi. Strinse i pugni e tenne stretta la bacchetta, ragionando sul da farsi. Essendo una persona piuttosto razionale, la Sawyer maledisse se stessa per non aver organizzato un piano migliore ed efficiente per scappare da quell’imponente figura. Aveva il cervello e gli arti congelati, i capelli schiacciati e bagnati che le davano un leggero fastidio al collo e un impetuoso vento si stava scatenando nella Foresta.
“Per te sono Caesar Cromwell, mia dolce ed ingenua Piper.” A grandi falcate si stava ravvicinando alla Serpeverde, ancora immobile per la paura, e con la mano le toccò una spalla.
“Davvero credevi che te la saresti cavata senza un minimo graffio?” le disse da una distanza fin troppo ridotta all’orecchio della ragazza. Piper si sentì mancare la terra sotto i piedi, ma sapeva che avrebbe dovuto affrontare la fastidiosa ed insistente figura che le stava dietro.
“Beh, mi mancava poco per ingannare tutti voi. Alla fine il mitico Cromwell-zio di Bonnie- non si è rivelato essere un mago tanto astuto.” Poté sentire quasi il ghigno malefico dello zio, che non tardò ad arrivare. Caesar stava solo aspettando il momento adatto per coglierla di sorpresa e portare a termine il suo piano.
“Sai Piper, mi hai stupito. E io non sono una persona facilmente impressionabile…tu questo già lo sai.” Con tutta la forza spinse la maga a terra, la quale atterrò sulle ginocchia, pronta a rialzarsi e combattere. Infatti, una volta in piedi, stava per rispondergli a tono-per merito della sua lingua biforcuta-ma venne interrotta dal dito dello zio che la invitava a prestare attenzione alle sue di parole.
“E’ dal lontano 999 che i tuoi antenati e le famiglie Graham, Tucker e Cromwell hanno cercato di non essere accecati dalle luce del potente Merlino. Lui era il mago più umile, furbo e capace di tutti i tempi. Non a caso, era pronipote del celebre Salazar Serpeverde…uno dei fondatori di Hogwarts.” Caesar puntò il suo gelido sguardo verso il castello, non potendo reprimere il disgusto e la rabbia provati finora. Riprese il discorso con un tono deciso ed inquietante al tempo stesso. “Loro non hanno studiato per sette faticosi anni per essere l’ombra di qualcun altro. E di certo, non avrebbero voluto che un ulteriore mago con il passare degli potesse trascurare pure i loro pronipoti. I tuoi trisavoli erano convinti che, se di generazione in generazione, avessero impresso nella vostra memoria un incantesimo per trovare il libro proibito, allora te-insieme a mia nipote e i due restanti studenti-avreste eseguito ciò che noi non abbiamo concluso in passato.” Si fermò nuovamente per prendere fiato, le vene pulsarono dalle sua braccia scoperte ad una velocità quasi spaventosa per i gusti di Piper.
“Il vostro dovere era quello di tornare indietro nel tempo e fermare l’indiscusso Merlino alla corte di Artù. Ed ovviamente avreste potuto farlo solamente tutti insieme: sai com’è, non puoi sconfiggere uno dei maghi più potenti al sesto anno di Hogwarts. Ma se tutto fosse andato per il verso giusto, se tu non avessi cambiato idea riguardo il famoso Serpeverde…ora lui non sarebbe nemmeno conosciuto. O al massimo, sarebbe stato ricordato come un ragazzo debole ed incapace.” Caesar assestò un calcio negli stinchi della Sawyer, che non si aspettava un movimento così rapido e doloroso. Fece per scagliare un incantesimo, quando venne bruscamente bloccata dalla presa ferrea di suo zio. Il volto di Cromwell era designato da un’oscurità implacabile, e l’ira lo stava accecando piano piano. Mollò il braccio della giovane maga e contrasse i muscoli.
“Tu hai rovinato tutto Piper Sawyer, e ne pagherai le conseguenze!”
Entrambe le figure impugnarono saldamente le bacchette nella propria mano. Caesar le scatenò contro diversi incantesimi non verbali, usandola come atattica per non farle capire quali fossero le sue strategie d’attacco, ma la Serpeverde era altrettanto brava a schivarli e trovò anche il tempo di lanciare un “Expelliarmus” con tutto il fiato che avesse. Prevenendo il colpo, Cromwell invece era in procinto di attaccare, e all’improvviso cercò di evitare di venir coinvolto nell’esplosione causata da Piper con un “Confringo”. Si era buttato sull’erba umida, affianco ad un albero che lo permise di tirarsi su in poco tempo.
Caesar disarmò Piper, che in preda al panico, aveva lo scopo di riprendersi la bacchetta…tastando il terreno in quella notte buia e tempestosa. Dei lampi colorarono il cielo di giallo per qualche effimero secondo, ma la Serpeverde fu comunque in svantaggio, considerata la forza dello zio.
Si alzò coraggiosamente in piedi e lo affrontò con fare sfacciato “Vogliamo veramente farla finita? Bene, io non fuggirò. Ma senza bacchetta sarebbe una lotta ad armi impari.” Piper contò su alcuni incantesimi non verbali studiati quest’anno per intrattenerlo fino a quando non avrebbe intravisto con la coda dell’occhio la sua bacchetta.
Ottenne una reazione piuttosto negativa da parte dello zio, che visibilmente divertito, volle stare al gioco di quell’insulsa ragazzina. “D’accordo, quindi immagino che queste siano le tue ultime parole.”
La Sawyer si spostò dal punto in cui si trovava fino a poco fa per non frasi frantumare le ossa dal peso di quell’uomo imbestialito. Diede un calcio troppo delicato sull’anca, seguito da un pugno allo stomaco che venne anticipato dalla stretta della zio sulla mano. Mano a mano, Piper sentiva le falangi scrocchiare e nel dolore più totale urlò fino a quando i suoi polmoni non avrebbero ricevuto ossigeno dall’esterno. Caesar la vide in difficoltà e ne approfittò per darle il colpo di grazia, mentre la maga si guardava la mano destra impaurita e senza speranza.
Il signor Cromwell la afferrò per il collo, fissando i suoi occhi blu scuro in quelli marroni di Piper.
“Allora me le vuoi dire le tue ultime parole? Insomma, sii originale. Niente addii ai tuoi amici, nessun premio per il tuo coraggio. Tanto le tue preghiere non arriveranno mai agli altri.” Caesar la strinse ancora più forte, e la Sawyer faticava a respirare. La maga si contorse con tutto il corpo per far si che lui cedesse, ma non c’era via di scampo. Stava acquisendo una maggior forza, soltanto grazie all’odio nei suoi confronti e di certo si sarebbe pregustato il finale tragico della sedicenne Serpeverde.
Annaspando però, Piper volle veramente sfruttare l’occasione per rivolgergli la parola. “Fanculo a te e al passato.” Non riconobbe il suono della sua voce, per quanto fosse diventata rauca. “Che Merlino ti possa spaccare il culo, tanto non sarai mai alla sua altezza. Non cambierai la sua storia tornando indietro nel tempo, peggiorerai solamente la tua.” Sentiva la gola andare in fiamme, e sapeva che a momenti avrebbe esalato il suo ultimo respiro. “Che tu possa morire ed essere dimenticato da chiunque. Sei e sarai sempre un essere insignificante.” Stranamente, Caesar lasciò la presa, facendola cadere per terra. Indietreggiò di tre passi, quasi come se volesse abbandonarla lì. Tutt’un tratto rise di gusto, raccogliendola dall’erba e portandola accanto ad un albero.
“E pensare che morire di soffocamento sarebbe stato veloce ed indolore. A quanto pare, nemmeno da morta imparerai mai la lezione.” Piper Sawyer venne ripetutamente sbattuta contro il rigido tronco del cipresso, e alla quinta volta sangue scarlatto le sgorgò dalle numerose ferite sulla fronte.
“Addio giovane Serpeverde.” Caesar Cromwell aveva ottenuto ciò che voleva…il corpo della giovane maga giaceva nella terra, circondato dal rosso del sangue che stava fuoriuscendo dalla testa.
Le ciglia della Sawyer smisero di chiudersi per avere un contatto con la pelle del viso, gli occhi color cioccolato si spalancarono e gli arti terminarono di collaborare.
Il suo corpo era immobile e la morte prese il sopravvento, abbracciandola in tutta la sua oscurità.




Angolo autrice
Buon salve!
Si, sono un’amante sfegatata di Harry Potter e di interattive. Proprio per questo, ho deciso di cimentarmi per la prima volta nella scrittura di una storia dove voi sarete i protagonisti.
Siete pronti ad affidarmi un vostro personaggio? Io non mi fiderei, vista la morte di Piper nel prologo.
Ammetto però che è essenziale per il proseguimento della storia. Per chi non mi conosca, cioè tutti, mi chiamo Erika e ho sedici anni. Sono vecchia, I know...eppure non sono capace a mettere insieme due parole.
Dopo un lunghissimo blocco della scrittrice, sebbene io non abbia più scritto poi così tanto, mi sono buttata e mi sono detta “Ma si dai, per ricominciare potrei immergermi nella suicida missione di preparare un’interattiva!”
Che poi tra i molti impegni vi avverto che non aggiornerò prestissimo, ma d’estate posso anche fare miracoli dai.
Allora, se avete delle critiche ( immagino di si) le accetto purchè siano costruttive. Non mi sono mai considerata una professionista: diciamo che mio fratello è molto più abile a scrivere. Però ci provo lo stesso, l’importante è questo.
Solo perché io sia una fiera Serpeverde non vuol dire che voglia soltanto delle schede con membri appartenenti alla mia casata. ASSOLUTAMENTE NO. Siate innovativi, su su! Conto su di voi eh. *prende un’ascia in mano come forma di minaccia*
Non vi posso promettere che tutti i personaggi si salveranno, perché l’impresa che dovranno affrontare è ardua. Ma non sono nemmeno troppo sadica per vostra fortuna.
Non chiedetemi di scrivere una delle storie d’amore più belle di sempre, tipo quelle nei romanzi rosa, perché non sono capace. O meglio, la mia vena artistica rispetta esattamente il mio carattere… e tra pregi e difetti, so per certo di non essere romantica. ZERO PROPRIO.
Cercherò comunque di mettere qualcuno insieme. Vorrei dirvi che per l’amore è amore, chi sono io per giudicare gli altri? Perciò non sono contro gli omosessuali, ma per ora non mi sento all’altezza di inserire coppie Slash.
Detto questo, scoprirete perché la storia si chiama così e ho preso spunto dalle informazioni che la Rowling ha dato su Merlino. PRIMA FRA TUTTE CHE LUI ERA IL PRONIPOTE DI SALAZAR SERPEVERDE, di questo ne sono sicurissima al cento per cento.
Il prestavolto della povera Piper è Janel Parrish, che non metterò perché ormai è stone-dead. (Scusate se ogni tanto me ne esco con delle parole inglesi, ho metà famiglia americana.)
Facciamo che per oggi vi lascio in pace, per qualsiasi dubbio chiedete pure tramite messaggio privato. Nella recensione inserite nome e casata del personaggio.
Non mandatemi solo femmine, ve le sbatto in faccia. *delicata*
Per quanto riguarda l’età, mi servirebbero tutti studenti del settimo anno per la difficoltà dell’impresa. Inoltre, c’è qualcuno disposto a mandarmi la scheda di Theodore Tucker?(lui è del sesto anno come Piper)
Tutto ciò che dovete sapere è che è un grande amico di Piper, e infatti la lettera lasciata sotto un angolo del letto è proprio per lui. Vi lascio la scheda, adieu!
Nome:
Secondo nome:
Cognome:
Aspetto fisico ( dettagliato, non voglio una lista della spesa thanks):
Prestavolto ( sempre se riuscirò ad inserirlo):
Carattere( siate particolari, non voglio solo gente meschina):
Casa ed anno:
Storia del personaggio/ rapporti con la famiglia:
Materie preferite:
Materie odiate:
Cosa ama/odia:
Ruoli (i personaggi non partiranno subito per l’impresa, quindi potrei inserire delle partite o altro):
Disponibile per relazione:
Se si, cosa cerca in un/una ragazzo/a?:
Amicizie/inimicizie:
Patronus:
Molliccio:
Animale domestico:
Fobie/debolezze:
Passioni/talenti:
Problemi particolari( non accetto troppi personaggi che abbiano delle malattie, al massimo due. Ah, non mettete tutti “bipolare” altrimenti non considererò nemmeno il personaggio):
Altro:
Non so quanti OC prenderò, alcuni potrebbero apparire come comparse e altri saranno i personaggi principali. Ricordatevi: almeno un volontario per mandarmi la scheda di Theodore por favor! LA SCADENZA E' FISSATA AL 17/07..entro le ore 17. Siate puntuali.
MI DILEGUO, ST’ANGOLO AUTRICE STA DIVENTANDO UN CAPITOLO.
Ci rivediamo alla scelta, e chiedo venia per gli errori di distrazione (non ho molto tempo di ricontrollare il tutto)
BYE BYE *fa ciao con la manina*

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Capitolo 2
*** Scelta OC. ***


HI PEOPLE, WHAT'S UP?
Okay, cominciamo male.
In poche parole, dato che sono tre volte che cerco di pubblicare la scelta, ringrazio tutte le persone che mi hanno mandato le schede in tempo.
Ho dovuto analizzarle a fondo, per scegliere accuratamente. Alcuni OC erano ripetitivi, però ne ho inseriti certi con delle caratteristiche simili. (Ho un debole per i testardi e orgogliosi come me)
Mi dispiace se non ho potuto mettere ogni OC, ma erano venti e non me la sono sentita. Già è tanto che da sette/otto sono passata a dieci, non contando i miei di personaggi.
PICCOLE AVVERTENZE: La storia è ambientata alla fine del tredicesimo secolo, precisamente nel 1282, a 300 anni dalla nascita di MERLINO.
Non mi venite a dire che il libro preferito del vostro OC è Cime Tempestose, roba di Shakespeare(che tra l'altro amo).
Non mi scrivete che i migliori amici di Tizio, Caio e Sempronio sono Lily Evans, Draco Malfoy(lo dovevo citare) et similia, perchè non sono ancora nati.
Non mettete di mezzo musica che ancora non esisteva e non parlate di moda anni 60/70 o quel che sia, in quanto so che vi state riferendo lo stesso al 1900.
Ho voluto introdurre quest'epoca perchè mi sembrava un'idea originale, perciò adattatevi. (e non mi prendete per una cattivella, dico solo ciò che è necessario)

Detto ciò, ecco a voi i dieci OC della mia primissima interattiva!


GRIFONDORO

Ethan Clarke, VII anno, Cacciatore della squadra di Quiddich, Libero per relazione



Cora Parker, VII anno, Libera per relazione








Louis Christopher Cherwood, VII anno, Portiere e Capitano della squadra di Quiddich, Libero per relazione





TASSOROSSO

Theodore Tucker, VI anno, Membro del Club delle Gobbiglie e degli scacchi, Libero




Charlotte Camille Crawley, VII anno, Libera per relazione


Skyler Jones, VII anno, Battitrice della squadra di Quiddich e Membro del Club dei duellanti, Libera per relazione



CORVONERO

Luke Anthony Baton, VII anno, Libero per relazione



Elaine Theresa Broadhurst, VI anno, Libera per relazione



SERPEVERDE
James Altair Burke, VII anno, Prefetto e Portiere della squadra di Quiddich, Libero per relazione


Aileen Lydia Gilbert, VII anno, Cacciatrice della squadra di Quiddich, Libera per relazione


I MIEI OC:
Piper Sawyer, VI anno e Serpeverde, Cercatrice della squadra di Quiddich, Libera per relazione (DECEDUTA)


Altair Cromwell, VI anno e Corvonero, Prefetto e Battitore della squadra di Quiddich, Occupato

Bonnie Graham, VI anno e Grifondoro,
Cercatrice della squadra di Quiddich, Occupata

Caesar Cromwell, Ex Corvonero, Cercatore e Capitano della squadra di Quiddich




LEGGETE ANCHE QUI.
Avrei voluto mettere anche dei personaggi secondari, magari scegliendo tra quelli scartati, però sono convinta che non sarei riuscita a maneggiare bene così tanti OC insieme.
I miei personaggi saranno meno presenti-specialmente Caesar fino ad un certo punto della storia- e appariranno diversi flashback sia dei miei che dei vostri personaggi.
Oltre a questo, chiedo venia all'autrice di Cora per non aver inserito Dean come secondario. Se ci ripenso, te lo farò sapere.
Non voglio farvi spoiler sulla storia, ma i primi capitoli saranno più soft, per far si che io descriva per bene ogni personaggio, in modo da farlo conoscere agli altri autori. Di conseguenza, mi incentrerò sulla parte centrale della storia riguardante il Libro Proibito e l'Ordine di Merlino.
Se avete domande da fare, potrete scriverle sulla recensione o tramite mp, e appena posso vi rispondo.
Ad esempio, se più avanti avrete delle preferenze per formare una coppia con il vostro OC, mi inviate un messaggio e io vedrò cosa fare.
Badate che io ho già qualche strana idea in mente, quindi-da ragazza imprevedibile quale sono- non vi assicuro che darò retta a tutto quello che mi chiedete ( solo per la parte sentimentale, dico.)
Scusatemi per i prestavolto osceni, non ho potuto fare di meglio.
SETTIMANA PROSSIMA sarà piena di impegni per la sottoscritta e cercherò di portare tutto a termine, quindi non so per certo quando pubblicherò il primo capitolo. Magari potrei stupirvi (non ci contate più di tanto, non sono affidabile), ma sappiate che sono un essere umano e non faccio miracoli.
PRETENDO PARTECIPAZIONE O I VOSTRI OC FARANNO UNA BRUTTISSIMA FINE. Se avete qualcosa da fare e siete consapevoli di non poter lasciare un commento per un pò, fatemelo sapere.
Un'ultima cosa: mi serve che ognuna di voi mi mandi per mp una frase che direbbe il vostro OC e in quale contesto.
Tipo quella di Piper, detta allo "zio" prima di morire. Siate originali e non fatemi sanguinare gli occhi con delle romanticherie.
E' tutto per ora, grazie per la pazienza..mi dileguo!
ADIEEEEUUU.















 

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Capitolo 3
*** Reactions part one. ***


Chapter 1: Reactions.
 
"Il dolore è sordo, il dolore è muto. Il dolore è sordomuto. Sordo perché ascolta solo se stesso, muto perché non ci sono parole che possano parlarne."
 
 
 
Dormitorio Tassorosso, 31 Ottobre 1282 ore:6:34
 
Theodore Tucker, studente del sesto anno e appartenente alla casata dei Tassorosso, era ricoperto fino alla testa da lenzuola candide e profumate e si stava godendo il suo sonno profondo.
Fuori, il cielo era di un colorito scuro, quasi fosse ancora notte fonda, e veniva accompagnato da una serie di nuvole, dalle quali caddero a catinelle delle gocce di pioggia. La tempesta si stava scatenando a poco a poco nella giornata di Halloween lì ad Hogwarts e il tempo non sembrava volesse migliorare.
Il suo eterno riposo venne interrotto da un gufo a lui familiare, che si avventò in fretta e furia verso il letto del giovane per svegliarlo. L'animale dal pelo spelacchiato e dalle piume grigie, essendo parecchio sbadato, andò a sbattere contro la finestra chiusa nella stanza. Il suo nome era Tilly e al vederlo ancora attaccato al vetro, Theodore si mise a ridere pensando che quello fosse stato un risveglio piuttosto comune ormai.
Guardandosi intorno, vide che il dormitorio era vuoto-il che era strano- considerando che non erano nemmeno le sette del mattino. Magari la giornata di Halloween non aveva fatto chiudere occhio a nessuno per la felicità: ogni studente della scuola di magia, amava quella festività. Di solito, si organizzava con largo anticipo il ballo in una delle maestose sale di Hogwarts: le ragazze più affidabili si occupavano dei preparativi e delle questioni "burocratiche", dovendo convincere i docenti a fare da guardia durante la festa. Mentre alcuni fanciulli, nei quali era incluso lo stesso Theodore, non erano molto entusiasti all'idea.
Preferiva incontrarsi con Piper nella Torre di Astronomia la sera per poterle parlare anche di sciocchezze, per scherzare e mangiare caramelle. Era fortunato che neanche alla sua migliore amica interessassero eventi del genere, di modo che potessero stare da soli, evitando il pericolo di essere invasi da folle di studenti scatenati e festaioli, che il giorno dopo non avrebbero ricordato nulla per aver corretto gli analcolici.
Theo era sempre stato un ragazzo timido e taciturno, che si scioglieva solamente in presenza della sua Serpeverde favorita e del suo compagno di stanza: era un nato Babbano e si chiama Simon. Si erano ritrovati sin dal primo anno a condividere lo stesso spazio e subito era andati d'amore e d'accordo. Avevano degli interessi comuni e a Theodore piaceva il fatto che Simon fosse un nerd, e che avesse più o meno la sua personalità.
Volendo capire cosa stesse succedendo di preciso, decise di alzarsi e vestirsi velocemente per andare a trovare la Sawyer nelle cucine: se c'era un aspetto fondamentale che i due migliori amici non potessero fare a meno di sottolineare poteva essere riassunto con una parola di quattro lettere, ossa cibo.
La giovane Serpeverde trangugiava qualunque tipo di prelibatezza le capitasse davanti e di sicuro si teneva in forma grazie agli allenamenti di Quiddich e al suo continuo ballare per la scuola.
Theo, invece, non era appassionato di sport, nonostante assistesse ogni santissima volta alle partite di Piper: inutile negare che si annoiasse facilmente, e che lo facesse solamente per sostenere la sua più grande amica.
Il Tassorosso era vegetariano, e aveva instaurato un solido rapporto con tutti gli elfi della cucina, i quali non volevano tuttavia ricevere la libertà. Era per ragazzi come il sottoscritto, che loro continuavano a lavorare giorno e notte, cercando sempre di preparare roba buona. In particolar modo, Theo andava matto per i dolci, e proprio per questo poteva essere visto come un fedele avventore nelle cucine. Eppure, nei suoi centonovanta metri di altezza non vi era concentrato un minimo di pancia: era mingherlino e restava così, non un chilo di più nè uno di meno. Tutto merito del verme solitario, grazie al quale si poteva rimpinzare senza ingrassare.
Trovate le forze per uscire dal Dormitorio, il giovane si osservò alla specchio e vide riflessa la sua zazzera di ricci biondo-rossicci fuoriposto come al solito. Vano fu il tentativo di sistemarseli con un colpo di spazzola e in quel momento i suoi capelli non erano di certo la parte peggiore. I suoi occhi azzurri, contornati da lunghe ciglia bionde, venivano messi in risalto da profonde occhiaie violacee.
Non curandosi affatto del suo aspetto esteriore, sentì un leggero languorino, dunque uscì a grandi falcate dalla stanza per raggiungere Piper al loro punto di ritrovo prima della colazione, il Lago Nero.
 
 
 
La fame perenne di Charlotte Camille Crawley la stava distogliendo dallo svolgere i compiti di Pozioni, che non erano molti se lei avesse avuto il buonsenso di non mettersi nei guai il giorno prima. Essendo una ballista nata, era riuscita in poco tempo a migliorare la sua punizione-pulizia delle cucine da cima o fondo, ordine in biblioteca e ore di detenzione in classe-riducendo il tutto all'ultimo punto. La sua inguaribile vena vendicativa aveva fatto si che dei pivelli Grifondoro lasciassero alla sua squadra il campo libero per l'allenamento.
Non vedeva l'ora di aprire la danze la sera e fare nuove conoscenze, sebbene fosse abbastanza pigra da voler rimanere a letto tutto il giorno. Quando si trattava di festeggiare e far ridere la persone con la sua ironia, la Tassorosso era sempre la prima a dare il via al divertimento. Tuttavia, a causa della detenzione del giorno prima, era rimasta indietro di alcune pagine e doveva terminare prima che iniziasse il ballo.
"Forza e coraggio Charlotte ti manca poco e dopo potrai assaporare il delizioso profumo dei dolci a colazione" Volle rassicurarsi ed era determinata abbastanza da poter raggiungere il suo intento. Un urlo però, la distrasse dai suoi doveri principali e i crampi allo stomaco erano uno dei numerosi sintomi che il cibo delle cucine la stesse chiamando.
Avrebbe fatto un salto di sotto per mangiare, di conseguenza avrebbe scoperto cos'avesse causato le grida e da dove provenissero. Infine, sarebbe tornata in camera per ultimare i compiti e si sarebbe goduta Halloween in compagnia dei suoi amici.
Lasciò sciolti i suoi capelli castano scuro, lunghi oltre le spalle e si lavò il viso, ammirando i suoi grandi occhi marroni-verdi spalancarsi per il getto d'acqua, che aveva inzuppato i vestiti. Si cambiò al volo, prendendone altri a caso dal baule ai piedi del letto, per poi varcare la soglia della porta.
 
 
Una ragazza dai capelli rossi e dagli occhi azzurro ghiaccio, piuttosto slanciata ed alta per la sua età, stava camminando al fianco della Corvonero Elaine e della sua seconda amica Grifondoro, Cora Parker.
Quest'ultima aveva le labbra arricciate in una smorfia di dolore, essendo particolarmente screpolate. La sopracciglia spesso inarcate fecero trasparire il suo fastidio per via del bruciore alla bocca. La sua massa di capelli, tendenti al nero, era legati in un'elaborata treccia laterale.
Toccandosi per la millesima volta le labbra "infuocate", Cora non prestò attenzione al pavimento bagnato e in men che non si dica, dovette aggrapparsi alla manica di Elaine per non scivolare. Sfortunatamente per lei, non aveva fatto in tempo a rafforzare la presa, che si ritrovò con la schiena piantata a terra.
Si mise in piedi come se nulla fosse accaduto, essendo consapevole della figuraccia appena fatta e di diversi occhi puntati su di lei per non aver attutito la caduta.
Approfittò del fatto che avesse ripreso l'equilibrio per voltarsi verso un gruppo di ragazzi Serpeverde del quinto anno, i quali erano in preda a fare battutine riguardanti la goffagine dei suoi movimenti. Con la sua conosciuta espressione corucciata, quasi come se fosse perennemente arrabbiata con il mondo, la giovane Grifondoro, decisamente infastidita, non tenne a bada la sua rabbia nei loro confronti.
"Che cazzo vi ridete eh? Posso trasfigurarvi in formiche e schiacciarvi prima che voi possiate dire una singola parola!" Fu lì che le tre maghe poterono soffermarsi sul breve spettacolo dei Serpeverde, che dopo aver deglutito e incassato il colpo, avevano preso alla lettera la sentenza della Parker, per poi darsela a gambe levate.
"Ben fatto Cora! Gli hai fatto mangiare la polvere, però io stavo facendo un discorso di vitale importanza." Aileen osservò l'ambiente intorno a lei, per notare se stessero arrivando altre persone dalla fine del corridoio, ma non vedendo alcuna figura, riprese a parlare con un tono serio "Non so chi sia più bello tra il Corvonero del settimo anno che ho adocchiato in biblioteca ieri oppure il tipo biondo intravisto questa mattina a colazione." Sbuffò esasperata "Sono in conflitto, non posso scegliere tra uno dei due, sarebbe un peccato. Tante ricerche in giro per Hogwarts, solamente per essere scartati? Io dico si alla bellezza mozzafiato e no allo spreco!" Non smetteva di chiacchierare, quando il soggetto principale erano i ragazzi. Cora la fissò divertita, pensando che non sarebbe mai cambiata e che le piaceva stare in sua compagnia per la parlantina che aveva.
"Quindi sei giunta a quota tre? Devi aggiungere alla lista quel Serpeverde biondo, di cui non mi ricordo il nome." La Parker tentava di aiutare Aileen svelandole l'identità del ragazzo, ma la verità era non le importava molto, e proprio per questo il nome tardava ad apparire nella sua memoria.
Cora tendeva a stare in silenzio nel momento in cui si affrontavano argomenti di cui non aveva il benchè minimo interesse. Nonostante ciò, non poteva fare a meno di provare costantemente a scovare il nome tra i meandri del suo cervello, per dare una mano alla sua amica.
Nel frattempo Elaine, di un anno più piccola rispetto a loro, si era immersa di nuovo nel suo mondo. Ragione per la quale, sebbene le dispiacesse, aveva perso il filo del discorso di Aileen e i suoi occhi cangianti, di un marrone scuro, scrutavano la figura di Altair Cromwell.
Di rado, egli pareva essere nel panico o in pena per qualcuno, ma la piccola Corvonero aveva compreso che c'era qualcosa che non andasse: in primis, la sua amata Bonnie Graham non era accanto a lui in modalità "sanguisuga" e da questo poteva ben intendere che ci fosse stato un litigio tra i due. In secundis, la maschera di calma ed eleganza del celebre Cromwell, ammirato soprattutto per il suo volto affascinante e l'andamento scolastico, stava crollando per lasciare spazio a passate di mano sui lisci capelli e ad un continuo mordersi del labbro inferiore.
Arrivò alla conclusione che ci fosse altro da sapere, e che di sicuro sarebbe stato grave, a giudicare dagli sguardi rivolti in basso di molti studenti-accalcati l'uno vicino all'altro- e dai visi rigati da lacrime amare.
Interruppe Cora e Aileen, le quali avevano cominciato a blaterare a macchinetta, per rivolgere loro una domanda.
"Un gruppo di studenti attaccati alla porta che affaccia sul Lago Nero, in un misto di tristezza, stupore e dolore, sta praticamente bloccando il passaggio. Cosa sarà mai successo?" La sua curiosità delle tre le costrinse a camminare velocemente verso l'entrata e degli individui,senza ombra di dubbio pù alti di loro, non consentirono una perfetta visuale.
Una voce familiare, acuta e fastidiosa, risuonò sia nel Lago Nero che all'interno della scuola di magia
"Circolare, non c'è nulla da vedere qui. Andatevene tutti nel vostro Dormitorio di appartenenza e restateci. Chiunque trasgredirà le regole sarà severamente punito." L'irritante preside di Hogwarts, Dolores Blake si fece largo tra la folla di studenti che la circondavano, anche a suon di spintoni se non le avessero lasciato la strada libera.
Degli uomini, i quali vennero riconosciuti da Elaine come Auror, vollero farli allontanare per non permettere quell'orrida visione a nessuno di loro: però, spinte tutte e tre dalla voglia di sapere, si divisero per passare in mezzo agli altri.
Quando furono del tutto fuori dal castello, rischiando parecchie volte di essere travolte, si riconciliarono per focalizzare la situazione. Alla sinistra di un Auror, un Tassorosso che avevano ricollegato a Theodore Tucker, rimaneva in assoluto silenzio ad osservare un corpo per terra, a pochi metri da dove si trovavano anche loro.
Il ragazzo ci mise poco a puntare lo sguardo nel vuoto, sconvolto da ciò che i suoi occhi si fossero trovati davanti:aveva provato a darsi dei pizzichi o a sbattere le palpebre più volte, ma il suo incubo maggiore era divenuto realtà.
La sua migliore amica, o meglio il suo cadavere, era proprio lì.
In un attimo le era mancato il fiato, e le sue emozioni-come se fossero controllate da un interruttore-si spensero. Non voleva più starsene con le mani però, doveva assolutamente reagire.
Avrebbe vendicato la morte di Piper Sawyer, di questo ne era assolutamente certo. La sua scelta migliore fu quella di voltarsi con uno scatto per dirigersi immediatamente al dormitorio della Serpeverde, sperando di trovare degli indizi che lo potessero condurre al colpevole.
Un'altra Tassorosso, non molto alta e dallo sguardo pensieroso era a pochi centimetri distante da Aileen, Cora ed Elaine.
La Corvonero non potè proferire parola, che il misterioso Altair Cromwell la travolse completamente, dandole una forte spallata. Il ragazzo non si girò nemmeno per offrire aiuto: ora come ora la sua lista di priorità si stava arricchendo di affari da svolgere con urgenza. Il primo era in assoluto quello di parlare con una specifica ragazza: doveva confrontarsi con la sua fidanzata, Bonnie Graham.
 
 
Angolo autrice
Wey hey!
Questo capitolo non è entusiasmante per nulla, e pensare che ci ho messo quasi due ore per farlo.
Mi sento una gran stupida ad aver cominciato così male la storia, forse riuscirò a migliorarla con il prossimo capitolo.
Mi rincresce anche che non abbia potuto inserire tutti gli OC, i quali ovviamente saranno i protagonisti del prossimo capitolo.
Non ho nulla da dire, se non che potete uccidermi pure adesso, io non vi respingerò.
Scusatemi ancora, ma vi chiedo di darmi fiducia per il prossimo capitolo, con il titolo di "Reactions part two".
Erika
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Reactions Part two. ***


 ​Chapter two: Reactions part two.
 
"​Tutti abbiamo dentro un'insospettata forza che emerge quando la vita ci mette alla prova."
 
 
​Giorno di Halloween, ore 8:35
"​Smith, Anderson, ancora non ci siamo intesi? Dovete assolutamente ritornare nei vostri Dormitori, e quant'è vero che mi chiamo Dolores Blake vi faccio pentire di non avermi ascoltata!" I due compagni di stanza non vollero controbattere, essendo la situazione alquanto degenerata. A dirla tutta, nessuno voleva ritrovarsi nelle grinfie della perfida preside, la quale era una donna sulla cinquantina dalle maniere composte ed educate con chi non le intralciava il cammino.
Nata a Londra, in una fresca mattinata di autunno, era cresciuta a stretto contatto con le più famose famiglie benestanti, e questo le permise di vivere nella beata lussuria. Le erano state insegnate dai suoi genitori le regole del bon ton e a non perdere la calma contro un individuo che le desse fastidio.
Tuttavia, ogni anno ad Hogwarts diventava un'agonia: si svegliava con dolori dappertutto ed indaffarata, poi andava a dormire quasi senza voce per essersi sgolata.
Quegli studenti erano capaci di far uscire il peggio di lei, perciò era costretta ad usare estremi rimedi laddove il rispetto e la disciplina non venissero presi sul serio.
Fortunamente, dei Prefetti approfittarono della confusione generale dopo due interminabili ore, per portare dell'ordine a scuola e cercarono dunque di spedire dritti nella loro camere il maggior numero possibile di alunni.
Tra questi, un noto giovanotto dall'evidente fascino accelerò il passo e si mise esattamente al centro del corridoio principale, luogo in cui regnava il caos.
Lui era James Altair Burke, e senza ombra di dubbio la gente avrebbe tenuto le orecchie ben aperte per dargli retta. Si schiarì la gola e alla velocità della luce urlò a tutti di calmarsi e seguire quanto la Blake avesse chiesto.
Eppure, molti di loro erano più preoccupati per la loro vita da poter stare attenti alle parole del Serpeverde.
Leggermente stizzito, pronunciò a voce bassa, serrando i pugni "Ma tu guarda se questi mi considerano" e di fronte a lui incontrò la soluzione che faceva al caso suo. Ringraziò mentalmente Hogwarts per avere migliaia di sciorciatoie, corridoi e stanze collegate.
Scivolò rapidamente tra una persona e l'altra, attirando gli sguardi di un elevato numero di ragazze, sorridendo a trentadue denti.
Arrivò a destinazione, e con un balzo salì le scale per farsi sentire. Riprese fiato, sebbene avesse abbastanza resistenza da far invidiare gli altri, e con un tono agli antipodi dall'essere mellifluo, comunicò con i maghi lì presenti.
"Non so se sia chiaro il concetto. In caso la risposta sia negativa, lasciate che ve lo rispieghi." In quel preciso istante, si mosse su e giù per le scale e si toccò i capelli biondi.
"Forse non avete compreso la gravità della situazione, o magari siete fin troppo agitati da poter pensare razionalmente. Invece che girare per la scuola come scimmie impazzite, proporrei che ognuno di voi si recasse dov'è stato richiesto."
Nella folla intravide delle ragazze piuttosto interessate, probabilmente più alla sua bellezza che al discorso, e sfruttò il suo charm per convincere parte di loro, sapendo che sarebbe riuscito nell'intento alla perfezione.
Con un semplice occhiolino, puntò lo sguardo su una di loro nel mezzo e poi disse "Adesso siete consapevoli di quel che dovete fare, se non erro." Sicuro di se, scese di sotto e fu quasi certo di aver sentito un "No, tu non sbagli mai." Un ghigno gli apparve sul volto e al contempo gli occhi azzurri si illuminarono per il senso di soddisfazione: non gli dispiaceva udire quelle parole, però doveva ammettere che se l'aspettasse. D'altronde era uno dei ragazzi più belli ed intelligenti di Hogwarts, quini non potè far altro che essere d'accordo con chiunque avesse proferito con tale saggezza.
Dal lato opposto in cui si stava dirigendo James, Elaine era ancora pensierosa, quasi avesse l'impulso di svelare l'arcano in un tempo ridotto per le sue qualità da detective. L'omicidio l'aveva portata a seguire una pista e la giovane Corvonero era oltretutto abile nel "psicoanalizzare" le persone tanto quanto nel risolvere misteri. Inoltre, era convinta che Altair c'entrasse qualcosa, visto il rozzo modo con cui era scappato via.
"Ragazze, era lui il biondo Serpeverde ..il suo nome è James! Buffo, perchè facciamo parte della stessa casata..avrò avuto un lapsus. Ma come ci si dimentica di un ragazzo del genere?" Aileen aveva la faccia di una donzella tra le nuvole, immersa in fervide fantasie, e Cora sospirò, massaggiandosi le tempie per il forte mal di testa che le era venuto.
"Ah già, Burke. Il perfetto Prefetto da strapazzo, esilarante." Con uno scioglilingua improvvisato e uno sviluppato sarcasmo, la Parker non potè nascondere la sua diffidenza per l'argomento introdotto.
"Esatto, è lui!" Gridò con gioia mentre si spostava a destra e manca dalla felicità, la quale ebbe breve durata per l'avvicinamento del diretto interessato.
James, infatti, accortosi di avere un ultimo essenziale compito da svolgere, aveva cambiato direzione.
"Si, sono io. Non ho potuto fare a meno di sentire il mio nome, pur essendo abituato all'apprezzamento delle ragazze. Come biasimarle...immagino abbiate assistito anche voi alla raccomandazione di poco fa." Si guardò intorno, notando che le sue parole avessero avuto una certa influenza e che il corridoio si stesse svuotando piano piano. "Mi domando perchè delle fanciulle belle come il sole stiano qui. Volete che vi porti nei vostri Dormitori?"
"Si!"
"No, per carità."
Mentre Elaine si era trovata al loro fianco per tutto il tempo senza aver fiatato, Aileen e Cora si erano occupate di dare delle risposte completamente opposte al Prefetto.
La Parker fulminò la Serpeverde, inarcando un sopracciglio, facendole capire che avessero pure loro dei piedi con cui tornare sul posto, senza che un ragazzo-men che meno lui- le scortasse.
"Ehm, io..no, cioè f-forse." Aileen era talmente confusa da aver iniziato a mettere insieme parole a casaccio. Si passò con nervosismo una mano tra i capelli rossi, preferendo azzittirsi dal panico. Dannata timidezza che l'aveva fatta sembrare un'emerita idiota.
Si incaricò Cora di salvare la sua amica da quell'incontro fin troppo ravvicinato da poter reggere, strattonandola per una manica, seguita da Elaine.
"Conosciamo la strada a memoria, il tuo aiuto non ci serve."  La Grifondoro fece per dargli le spalle, ma James le sfiorò il gomito con il palmo della mano.
"E' stato un piacere incontrarvi, ragazze." Ammiccò in direzione di entrambe, vedendo che una terza di loro non se l'era neanche calcolato.
"Anche per me, beh.. per noi. PER TUTTE, AHIA!" Cora le aveva appena pizzicato il braccio per evitarle ulteriori figuracce.
Aileen si voltò di nuovo per osservarlo in lontananza, ma lui aveva già preso un'altra strada.
"Ho fatto fiasco, vero?" Si ritrovò a domandarle disperata all'amica.
Cora fece spallucce, riflettendo che fosse successo di peggio negli anni precedenti. Non curandosi della conversazione avuta con il Serpeverde, le disse solo che sarebbe potuta andare meglio.
Camminarono sotto braccio per qualche minuto, provando a far scendere sul pianeta Terra Elaine, ma non ci fu verso di ottenere quel risultato.
A malapena le uscì un "ciao" dalla bocca, che accanto al Dormitorio dei Corvonero..Cromwell si stava allontanando di soppiatto dalla stanza per raggiungere la biblioteca.
Si separò dalla sue amiche, e per quanto avesse voglia di scoprire cosa stesse succedendo, rimandò il progetto e rientrò assonnata in camera. Grazie al giusto riposo, avrebbe ripreso le indagini con una mente più fresca.
 
 
Stava per svoltare a sinistra per visitare sua sorella Aerin, dopo tutto quel frambusto volevo solo dirle che tutto avrebbe assunto una piega migliore e non avrebbe lasciato che qualcuno le facesse del male.
Nonostante i continui battibecchi, le voleva bene-teneva molto sia a lei che alla sua seconda sorellina-e sarebbe stato disposto a passare le pene dell'Inferno per abbattere la minaccia incombente. Di conseguenza si sarebbe messo a lavoro per conto proprio: l'essere ripugnante che aveva osato uccidere una giovane sedicenne innocente, nonchè amica di Aerin, meritava una peggiore fine della morte. E James Altair Burke non era il tipo che si sarebbe tirato indietro, al contrario! Appena scovato il colpevole, gli avrebbe fatto pentire di essere nato.
All'angolo del corridoio si scontrò con uno studente del sesto anno, Altair Cromwell, il quale pareva abbastanza contrariato, e dalla camminata altezzosa non guardava in faccia a nessuno.
Ciò significava che stesse cercando una persona, e per un attimo ignorò il compito di riportarlo indietro. D'altro canto, anche lui stava trasgredendo le regole per poter spendere due minuti con la sorella.
 
Quando il giovane Corvonero entrò in biblioteca, si affiancò alla sua fidanzata..colei che era intenta a leggere un libro, e che di sicuro non voleva essere disturbata.
Senza alzare lo sguardo, Bonnie si rivolse ad Altair con un tono neutro. "Sei venuto fin qui per chiedermi scusa? Ti avverto che non sarà facile." La Grifondoro si spostò una ciocca di capelli caduta davanti agli occhi, la quale non le permetteva di proseguire l'nteressante lettura.
"Non ho bisogno del tuo perdono, esigo delle spiegazioni." Cromwell mostrò senza scrupoli la rabbia che lo aveva avvolto alla scoperta della morte di Piper.
Bonnie sbattè il libro sul lavoro per chiuderlo, e poi lo ripose su uno dei polverosi scaffali. Si sfregò le mani per togliere lo sporco e finalmente i suoi occhi si incrociarono con quelli di Altair.
"Non ho tempo per gli inconvenevoli, sputa il rospo." La ragazza era conosciuta per essere una delle maghe più meritevoli della scuola, ma il suo carattere freddo non l'aveva portata lontano a livello d'amicizia. A lei però aveva giovato avere la fiducia di pochi, sebbene odiasse che uno di questi fosse in conflitto con la sottoscritta.
Inoltre, i giri di parole non le erano mai piaciuti, perciò se Altair non si fosse sbrigato a parlare, non ci avrebbe messo nulla a girare i tacchi e andarsene. Si era accorta che tra loro due non ci fosse più la stessa intesa dell'anno scorso, ma detestava far trasparire le proprie emozioni a riguardo: reputava che facendo ciò, sarebbe apparsa debole.
"Piper è morta. Non doveva andare affatto così! E non te ne andrai finchè non mi avrai raccontato cos'hai fatto in questi ultimi giorni. Hai mangiato poco, a lezione non prestavi attenzione e credi che io non mi sia accorto di nulla?" Si morse il labbro e tentò di tenere i nervi sotto controllo, così che non si mostrasse vulnerabile per la dolorosa perdita.
"Mi stai forse dando dell'assassina? Davvero pensi che io abbia a che fare con l'omicidio?" Imprecò guardando in alto e sollevando le braccia, per poi decidere di mantenere calma e sangue freddo.
"In realtà non mi azzarderei mai a sporcarti di un simile delitto. Eppure dalla tua voce trapela insicurezza." La distanza tra i due si ridusse a pochi centimetri e Bonnie lo affrontò puntando gli occhi color nocciola nei suoi.
"Mi stai nascondendo qualcosa?" Con un gesto veloce, le mise un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e volle avvicinarsi per manipolarla. Per Altair non era poi così complicato dire la verità, soprattutto se il confronto fosse tra lui e la sua fidanzata.
Bonnie afferrò la sua mano con forza, respingendolo. Si avviò verso l'uscita e parlò.
"Riesci solo a pensare il peggio di me, non ti vergogni? Che razza di ragazzo sei? Dovresti essere il primo a credermi, ma non fai altro che dubitare!" Totalmente affranta, volle recuperare gli appunti di scuola lasciati sul tavolo, e in un secondo toccò la maniglia della porta.
"Cosa ci sta succedendo Altair?" Quelle furono le fatidiche e laceranti parole che il Cromwell ascoltò. Si sentì in colpa per aver provato a estorcerle informazioni in tal modo, ma il comportamento di Bonnie non gli aveva consentito altrimenti.
Scelse di andare a riposarsi: magari chiudendo gli occhi, si sarebbe accorto di essere stato coinvolto in un interminabile incubo, e al suo risveglio Piper sarebbe stata lì con loro per riappacificarsi con il gruppo. Lui, Bonnie, la Sawyer e anche Theodore-che non gli era spesso andato a genio, ma sentiva che fosse a causa della timidezza del Tassorosso.-
I fantomatici studenti del sesto anno che erano diventati amici, nonostante appartenessero a quattro casate differenti. Loro erano l'esempio che tutto fosse possibile e che degli insulsi pregiudizi non avrebbero spezzato l'indissolubile legame.
 
Bonnie potè respirare: aver mentito ad Altair rientrava nei piani. Aveva messo in atto lo spettacolo della finta addolorata, al fine di non destare sospetti. Aveva la netta sensazione che non si fosse attenuta per bene al suo dovere, perchè sperava di essere pervasa da un senso di potenza, di leggerezza per essersi schierata dalla parte dei vincitori. Un eco nella sua testa le impedì di ragionare sul da farsi: le dava della complice, delle traditrice, della codarda per non aver rivelato le sue intenzioni al Corvonero. In cuor suo, sapeva di aver preso la decisione migliore per non voltare le spalle ai suoi familiari.
Tra le scartoffie che aveva dentro il baule nel Dormitorio, tirò fuori-rovistando tra i vestiti posti alla rinfusa-una boccetta d'inchiostro. Non badò alle occhiate stranite dei suoi compagni, si sdraiò sul letto per scrivere una lettera al volo, che avrebbe spedito tramite il suo gufetto del pelo nero, Rufus.
L'inizio fu breve ma coinciso, e dopo le parole vennero da sole.
"Carissimo zio Caesar,
mi rincresce annunciarti che abbiamo un problema: si tratta di Altair."
 
 
Ore: 8.47 ( in corrispondenza dell'incontro tra Altair e Bonnie)
Un Grifondoro dall'aria sfacciata superò la fila di studenti creatasi nel corso di due buone ore, in conseguenza alla perdita di una maga Serpeverde. Sicuramente aveva adocchiato Piper per un pò, scambiando quattro chiacchiere tanto per fare il cascamorto, nulla di più. Non ricordava i suoi lineamenti nel dettaglio, però era quasi certo che l'avesse vista parlare con la sua migliore amica Skyler Jones diverse volte.
Si domandava da un paio di minuti dove diavolo fosse finita, non sopportando l'idea di passare l'intera mattinata di Halloween a gironzolare per la scuola.
A debita distanza, suppose che una figura slanciata, alta all'incirca un metro e settanta, dalla chioma di capelli scuri e mossi, potesse essere la Tassorosso che voleva beccare.
Ethan la vide sedersi, si sistemò i capelli neri come la pece-a cui teneva in maniera maniacale-, e si allisciò la divisa scolastica: il suo principio di vita era che per sentirsi bene bisogna essere curati fuori.
Le luci fioche della Sala Grande, che pullulava ancora di maghetti di ogni fascia d'età*-erano concentrate sulle delizie poste sui tavoli di fronte a lui.
Prese un piatto, riempiendolo di qualsiasi alimento avesse un aspetto squisito e infine raggiunse Skyler.
Un punto interrogativo spaziò per la mente del giovane, che non potè fare a meno di chiedersi come mai la Tassorosso non fosse circondata da una schiera di adolescenti, pronti a rivolgerle la parola per la sua indole amichevole.
Con fare canzonatorio, per interrompere l'imbarazzante silenzio, optò per un semplice saluto, contornato da una delle solite battute che soleva scambiarsi con lei "Buongiorno Skyler, dov'è finita la tua sciolta parlantina? Mi sa che dovrò cercarla sotto alla tovaglia."
La Tassorosso lo ascoltò eccome, e sul suo viso apparve un sorriso appena accentuato , il quale si trasformò in un'espressione vacua. Non diede nemmeno segno di risposta al ragazzo, e sebbene Ethan fosse strafottente, non potè lasciar correre la tensione.
"E' per Piper, non è vero?" Skyler ebbe la forza di voltarsi e annuire flebilmente, per poi sorseggiare un goccio d'acqua dal suo bicchiere.
Lo posò con delicatezza, ammirandolo quasi volesse estraniarsi del mondo, persino dal Grifondoro accanto a lei.
Clarke, tuttavia, non demorse così tanto facilmente. "Scusi signorina" le disse con tono scherzoso, picchiettandole la spalla sinistra "Non vorrei disturbarla, ma starei cercando la mia migliore amica Skyler Jones. Non so se ce l'ha presente: ha gli occhi azzurri, un fisico atletico. E' sempre in vena di fare scommesse, che perde miseramente, ed è una ragazza testarda come un mulo." Notando che il livello d'attenzione della Tassorosso fosse aumentato, continuò  "Mi creda signorina, non ammetterebbe mai di stare nel torto marcio! Sa per caso dove la posso trovare? Perchè qui nei paraggi non la vedo proprio." Fece finta di contemplare l'ambiente intorno a se e sfoggiò uno dei suoi sorrisi ammalianti. "Potrei anche averla davanti a me senza rendermene conto...forse mi sono alzato troppo presto e la stanchezza inizia a farsi sentire." Si stropicciò gli occhi e improvvisò uno sbadiglio riuscito malissimo, dettaglio che fece ridere Skyler. "Eppure lei dovrebbe conoscerla bene, le assomiglia molto. Non è che è la sua gemella silenziosa e la Tassorosso mi sta giocando uno scherzo? Ne sarebbe capace."
"Mh..non so, magari potrebbe comparire sotto il suo naso da un momento all'altro, se vuole posso aiutarla nella ricerca, signore." Calcò l'ultimo termine, aspettando che Ethan proseguisse nei panni del suo personaggio.
"Ma allora sei proprio te Skyler, a malapena ti avevo riconosciuta! Dovrei andare in infermeria, potrei giurare di avere le allucinazioni. Sicura di essere tornata in te?" Sbattè la palpebre più volte-atteggiandosi da ragazzo fintamente incredulo-e una ciglia cadde sul naso diafano, spruzzato di piccole lentiggini. Detestava quella parte del volto, in quanto riteneva ch gli dessero un'aria tenera, tipicamente bambinesca.
"Falla finita, Clarke." Staccò un pezzo di pane dal piatto del Grifondoro e glielo tirò addosso, scoppiando in grasse risate soffermandosi sull'espressione assunta dal migliore amico.
"Mi hai dato del signore e ora mi lanci del cibo, non pensi che dovrei vendicarmi cara Jones?"
"Sono del parere che tu debba stare zitto, hai avuto la faccia tosta di dirmi che perdo le scommesse! Bugiardo che non sei altro, ne potremo fare a centinaia e l'esito finale sarebbe sempre la mia vittoria." Si mise a bere di nuovo, stavolta con un senso di allegria, divertita dalla situazione.
"Le tue parole mi colpiscono, coraggiosa maga. Non osare mettere la mani sul fuoco però. Oggi mi sento invincibile!" Alzò il mento in modo tale da assumere la sembianza di un prode cavaliere, pronto ad affrontare impossibili imprese.
"Ancora che parli? Il cibo si sta ammuffendo a forza delle tue vane parole al vento, e tanto per la cronaca: io ho sempre ragione." Diede un morso al pane usato precedentemente come arma e la sua spensieratezza mutò sedutastante.
"Ascolta, so che è difficile andare avanti con la propria vita dopo una perdita del genere, ma non ti devi scoraggiare in un nonnulla." Ethan Clarke non era il tipo da smancerie, ma non voleva assolutamente che la Tassorosso si abbattesse per l'accaduto. E poi era disposto ad offrire una spalla su cui consolarsi, solo alle persone che lo meritassero davvero.
"Lo so Ethan, ma è stata uccisa..capisci? Non siamo più al sicuro e una prova inconfutabile è stata proprio la morte di una ragazza fantastica." Sopirò, deglutendo amaramente. "Lei era mia amica, sebbene non avessi lo stesso stretto rapporto tra lei e Theodore, ma ancora posso sentire la sua rumorosa risata o le sue battute acide per difendersi dagli altri. Eravamo simili e diverse in contemporanea, eppure andavamo d'accordo."
Prese una pausa per le troppe emozioni che la stavano logorando.
"Se ti stare meglio, troveremo l'assassino insieme. Chi, come, perchè..ogni domanda avrà una risposta degna di nota. E sai il motivo?" Incurvò leggermente la schiena per fissare il suo sguardo in quello di Skyler. "Due menti come le nostre possono andare lontano. Potrebbe essere rischioso immischiarsi in affari che non ci riguardano, ma è la nostra vena indagatoria che ci spinge a farlo. E il senso di giustizia nei confronti di Piper." Ancora più determinato a risollevare il morale dell'amica, si alzò in piedi, dandosi una stiracchiata rilassante e poi le porse la mano destra. "Che dici selvaggia Tassorosso, sei disposta ad avere il sottoscritto costantemente appiccicato per una buona causa?"
Skyler non mostrò un briciolo di titubanza afferrandola con tutta la forza che avesse in corpo.
E me lo chiedi pure? Certo che ci sto! E in secondo piano, convinceremo la preside a non rimandare la festa."
"Ben detto, questo è lo spirito giusto."  Le rispose fermamente entusiasta il Grifondoro.
E i due scalmanati si allontanarono dalla Sala Grande, assolti nei loro obiettivi.
 
 
Dopo aver visto uscire una sua compagna di casata e quel bellimbusto di Ethan Clarke, Charlotte seguì il loro esempio-avendo terminato di mangiare come una scrofa-.
Lo diceva lei che il cibo la stesse chiamando, quindi perchè non accontentarlo e farlo finire dritto nel suo pancino?
Adesso che era piena almeno fino a pranzo, aveva in programma di tornare in camera-anche secondo quanto chiesto dalla preside per non creare altro scompiglio-, ma la notizia dell'omicidio l'aveva talmente colpita da voler prendere una boccata d'aria. Da una parte non le piacque l'idea di dover passare nel luogo del crimine, ma i pro erano più numerosi.
Sgattaiolando via dalla Sala Grande in punta di piedi per non attirare l'attenzione, il Caposcuola era curioso di dove stesse andando.
Quel giovane non sapeva quanto fosse brava ad occultare la verità per non cacciarsi nei guai.
"Risponderò con piacere alla tua domanda: sai, ho mangiato tantissimo e come spesso accade dopo un'abbondante colazione..devo andare in bagno!" Fece per rimettersi di conseguenza a camminare verso il portone, ma venne fermata.
"E ci vai in punta di piedi?"
"Quando ti scappa, andare in questo modo ti aiuta! D'altronde, stamattina dalla fretta ho sbattutto i talloni sul letto e sono sicura al cento per cento che mi stiano venendo dei lividi." Nella sua mente si diede del genio per essere stata convincente come al solito, e il "complimento fine a se stesso" divenne uno dei tanti conservati nella memoria.
"Allora non ti tratterrò più, e scusami se ho dubitato. Non si sa mai cosa può succedere, visto quanto è accaduto questa notte."
Ripensare alla morte di Piper le fece venire i brividi, ma fu pure sicura che volesse varcare la soglia di Hogwarts per mettersi seduta al solito posto.
 
 
Luke Anthony Baton, studente del settimo anno e grande ammiratore della letteratura inglese, aveva avuto delle lezioni in comune con la Serpeverde deceduta, ma non aveva mai avuto modo di parlarle.
Di lei sapeva che fosse una maga modello, avendo ereditato la sue capacità da antenati che frequentarono Hogwarts nelle generazioni passate. Si diceva che fosse la pronipote di un nemico di Merlino, ma lui non dava ascolto alle voci di corridoio, preferiva conoscere la gente di persona per assicurarsi che fosse la verità.
Era necessario ammettere che Luke non si fosse impegnato poi tanto a fare amicizia  per via della sua personalità rissosa, introversa e taciturna. Quante volte si era dovuto sorbire la ramanzina della Blake per via delle sua irregolare presenza durante le lezioni, oppure per le sue "inadatte e sarcastiche sentenze" a detta della preside, la quale aveva perso le speranze...visto che in tutti e sette gli anni-sicuramente l'ultimo sarebbe stato come questi- si era salvato agli esami per il rotto della cuffia.
Di capacità ne aveva, probabilmente più di altri studenti, ma la voglia di applicarsi era pari a zero. Era un fuorilegge, pretendeva di fare ciò che volesse in ogni occasione e non aveva un futuro ben preciso a cui attenersi.
Quella mattina di Halloween per lui non aveva assunto poi un risvolto tanto differente dalle giornate precedenti...sebbene avesse notato in lontananza che una ragazza avesse occupato il suo posto.
Proprio così, non ci aveva visto affatto male: a giudicare dai colori della divisa, era una Tassorosso. In aggiunta, non superava il metro e sessanta di altezza e aveva dei lunghi capelli scuri: si era appena appoggiata con la testa su un albero di media grandezza, e aveva disteso le gambe per poi portare la braccia dietro la nuca.
La tempesta era terminata e il cielo-nonostante non si fosse schiarito-era semplicemente ricoperto di nubi. Il vento accarezzò il viso di Charlotte, che in tasca aveva trovato una merenda vecchia di chissà quanto, la quale rimise dentro.
Sentì uno scricchiolìo di scarpe sul terreno umido, e quando tentò di scoprire chi fosse, un ragazzo si era già avvicinato e la fissava mentre stava in piedi.
"Chi arriva prima meglio alloggia, ma da persona educata quale sono..c'è spazio per entrambi."
Luke fu abbastanza basito dalla gentile risposta della ragazza dai grandi occhi marroni/verdi, colore particolare-pensò il Corvonero.
Il giovane mago prese posto accanto a lei, dandole una leggera botta sulla spalla-mossa inevitabile, considerato il luogo-.
Per tutto quel tempo aveva tenuto tra le sue mani un libro, il quale avrebbe riletto per la decima volta come minimo, e che trovava altamente avvincente.
Lo aprì, togliendo il segnalibro che appoggiò sull'erba e fece per iniziare la lettura, quando una voce fin troppo contenta lo stordì.
"Storia dei re di Britannia! Non ci credo, l'ho finito all'incirca due settimane fa..mi piace tantissimo!" Luke l'aveva guardata di traverso, non volendosi però lamentare dello spavento che le avesse fatto prendere. E per avergli rotto un timpano.
Questo non fu ovviamente abbastanza per placare Charlotte, una Tassorosso incuriosita dai modi di fare del ragazzo affianco.
Non l'aveva nè rimproverata, nè ringraziata per avergli ceduto parte del suo "covo non così tanto segreto": aveva l'aria familiare, doveva essere di sicuro il giovane in cerca di litigate. Ogni pretesto era buono per fare a scazzottate, per rispondere male o per starsene alla larga dal resto del mondo.
"A volte mi domando se nel libro sia tutto vero ciò che c'è scritto." Luke parve
coinvolto dalla constatazione della ragazza, pur non sapendo dove volesse andare a parare.
"Cioè, prendi come esempio la storia di Re Artù e mago Merlino, che io personalmente adoro. Come possiamo essere certi che nella vita reale si siano comportati nello stesso modo in cui vengono descritti nel libro? Magari Merlino era un giovane sbadato, inaffidabile al principio, timido, inconsapevole delle proprie doti. Qui invece sembra quasi che sia solamente il più potente di sempre e che lo sappia." Adesso il Corvonero aveva perfettamente compreso cosa volesse intendere la Tassorosso e trovò gratificante il pensiero della ragazza: almeno c'era qualcuno che amasse la lettura tanto quanto lui.
"Immagino che non lo sapremo mai. Questo è solo un antico manoscritto uno dei pochi in circolazione, con all'interno le avventure dei re britannici più famosi. A me piace pensare che gli autori abbiano avuto una sorta di collegamento con i personaggi di cui parlano,come se si conoscessero e che quindi a lui spettasse il dovere di tramandare le loro avventure di generazione in generazione." Si passò il libro tra le mani, rileggendo il titolo quasi del tutto cancellato "Ad ogni modo, c'è chi aggiunge dettagli mai accaduti per rendere la storia avvincente, e chi la stravolge-omettendone alcuni- dato che i racconti vengono la maggior delle volte diffusi ancora a voce. Si sai, si fa per intrattenere il pubblico nella piazze e anche alle corti. Non possiamo essere certi che i fatti siano quelli, ma quando un libro è fatto bene a me non importa. Mi immedesimo nei protagonisti e mi immergo nel loro mondo per domandarmi cosa avrei fatto io al loro posto, come avrei reagito..se fossi disposto a lottare per amore o se potessi essere accecato dall'invidia per poi trasformarmi in una persona totalmente diversa da quella che ero." Per la prima volta Luke era felice di essere in compagnia..non che lo desse a vedere con facilità, ma apprezzò molto lo scambio di opinioni con la Tassorosso.
"Sono d'accordo con te..però sono egualmente desiderosa di conoscere se i personaggi siano sul serio come vengono rappresentati nel libro. E' un sogno stupido, ma sarebbe bello poter viaggiare indietro nel tempo per guardare con i miei stessi occhi Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, ma in primis Merlino.
Eri a conoscenza del fatto che fosse il pronipote di Salazar Serpeverde? Posso ritenermi soddisfatta che un mago come lui abbia studiato nella mia scuola!" Charlotte si sentì a suo agio a conversare con il Corvonero, nonostante gli avesse anche confessato che se mai avesse avuto la possibilità di tornare indietro con gli anni, si sarebbe autoinvitata ai banchetti per strafogarsi di cibo. Almeno aveva fatto ridere il ragazzo, il quale le era sembrato molto chiuso.
Luke era in procinto di citarle la sua frase preferita, per poi chiederle quale fosse la sua..ma un Caposcuola-non lo stesso con cui aveva parlato Charlotte- li informò che la Blake avesse ripristinato le lezioni, affinchè potessero concentrarsi negli studi. Sia alla Tassorosso che a Luke passò per la mente che la preside avesse fatto tutto questo solo per distrarli e prepararli in caso di un secondo attacco.
Come al solito, il Corvonero non aveva intenzione di rientrare a scuola, perciò si limitò a sgranchire le gambe e a rimettersi nella stessa posizione di prima.
Invece, Charlotte aveva dimenticato di finire i compiti, perdendosi in chiacchiere con il giovane mago, e pertanto maledisse se stessa per aver rimosso il tutto dalla mente.
Con uno scatto felino, la Tassorosso si diresse verso l'entrata dicendo "Se salto una sola lezione di Pozioni, non capirò più nulla con tutti i compiti arretrati e di conseguenza farò esplodere la scuola."
Luke si mise a ridere di gusto e osservò Charlotte allontanarsi piano piano, alle volte rischiando di sfracellarsi a terra per colpa dei sassolini diabolici.
Venne distratto dalla medesima voce che ebbe occasione di ascoltare per mezz'oretta buona.
"Te non vieni?" Gli gridò a squarciagola la Crawley per farsi sentire dal Corvonero.
"Ho la faccia di uno a cui aggrada lo studio?"
"Effettivamente no, ma non dovresti startene con le mani in mano..come affronterai l'ultimo, nonchè tostissimo anno ad Hogwarts?" Le rispose da lontano.
"Proprio come gli anni scorsi, mi sembra ovvio." Le sorrise mantenendo la sua espressione da ragazzo cocciuto come il marmo.
 "Ah giusto, tu sei troppo ribelle per sottostare alle regole...allora ci si vede in giro forse, ehm.." Non sapeva nemmeno il suo nome, che cosa avrebbe dovuto fare?
"Luke Baton" si rivolse a lei con prontezza, come se le avesse letto nel pensiero "Divertiti a essere sommersa da appunti!"
"Non esiste gioia più grande che lo studio!" La sua sentenza trasudava ironia da tutti i pori "Comunque io sono Charlotte" aggiunse inciampando, ma non dandolo a vedere "Charlotte Camille Crawley".
Luke udì la porta chiudersi rumorosamente dal vento, segno che Charlotte fosse definitivamente andata via, e per un attimo si incantò alla vista del Lago Nero.
 
Ore 9.57
 
"Ma cos'è tutto questo frastuono?" Si ritrovò a considerare Louis Cherwood, Grifondoro del settimo anno conosciuto per il suo innato sarcasmo e per il viso sbarazzino, da molti definito "da pagliaccio".
La notte precedente era rimasto sotto le coperte con la luce accesa, scervellandosi fino a mezzanotte e quaranta. La festa di Halloween era l'ideale per organizzare scherzi a tutto andazzo, ma aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse.
Oltre a correggere gli analcolici con del Whisky Incendiario, un classico trucchetto da pochi secondi, aveva riflettutto su come avesse potuto far sganasciare dalle risate i suoi compagni di stanza, incastrando degli studenti qualunque.
Quello sarebbe stato il suo ultimo anno ad Hogwarts, e si sarebbe voluto far ricordare come l'eterno carismatico dal forte senso dell'umorismo, o per farla breve il "ragazzo casinista".
Essendo fortemente meteoropatico, fu dura per lui alzarsi dal letto, specialmente quando delle figure ancora sfocate per via del sonno, lo riempivano di lamentele.
Per quel poco che aveva compreso, a molti di loro non andava di fare lezione.
Louis, che volentieri sarebbe stato riaccolto tra le braccia di Morfeo*, non spese molto tempo a domandarsi cosa ci fosse stato di tanto diverso il 31 d'Ottobre, dato che tutti avevano perso la voglia di studiare.
Qualcuno ordinò al Grifondoro di sbrigarsi per arrivare in tempo a lezione di Difesa contro le Arti Oscure, in compagnia dei Serpeverde.
Louis,in tutta risposta, farfugliò di rimando un "Si, cinque minuti e mi preparo" che suonò più come un grugnito.
Per quanto volesse rimettersi a dormire, si disse che dopo tutti gli sforzi compiuti fino ad ora, sarebbe stato ripagato alla festa.
C'era da aggiungere che il professor Logan lo avrebbe praticamente ucciso, se non avesse portato subito le sue chiappe in classe.
"Uffaaa.." Alle volte Louis tendeva a comportarsi come un bambino giocherellone e bisognoso di coccole, ma quel che avrebbe ottenuto con un ritardo sarebbe stato un calcio nel didietro.
Con chissà quale forza, risistemò il letto- il che valeva a dire sparpagliare le lenzuola come se fossero messe bene-si diede una veloce lavata per non assomigliare ad un maghetto trasandato e poi si incamminò, non proprio pronto a seguire la lezione, nonostante fosse quella di una delle sua materie preferite.
 
 
Cora Parker sarebbe svenuta appena avrebbe messo piede in classe, poteva giocarsi anche le gambe: si sentiva febbricitante e i primi sintomi-quali mal di testa, calore e una leggera nausea- si erano manifestati nell'arco di tre ore e mezzo.
Non le andava però di rimanere a letto mentre gli altri imparavano degli incantesimi in più, perchè sarebbe rimasta un passo indietro rispetto agli altri Grifondoro e non lo poteva permettere.
Per sua fortuna, Difesa contro le Arti Ocure era una materia alquanto interessante per lei: avrebbe tanto voluto che oggi venisse messa in coppia con un Serpeverde fannullone per sfidarlo a duello. Però, non potendo predirre il futuro, si accontentò di affacciarsi alla porta della classe-notando che Aileen non fosse arrivata-e si accaparrò un posto centrale, con una perfetta visuale.
 
 
Louis era ad un passo dalla destinazione, ma si accorse che il suo fisico statuario, scolpito soprattutto dai vari allenamenti di Quiddich, non poteva reggere la fame. Si era messo a correre su e giù per la scuola, sbagliando anche direzione due volte, e avrebbe fatto comunque tardi. Ormai non c'era più alcuna fretta, avrebbe potuto benissimo prendere un bicchiere d'acqua, accompagnato da una mela, sempre che qualcuno non le avesse finite. Di certo, non contava sul fatto che i dolci fossero avanzati, essendo lui uno degli amanti più accaniti.
Impresso nella mente era il ricordo di come il professor Logan gli avesse fatto scontare il suo ultimo ritardo: non ci teneva più a stare attaccato al soffitto, spinto dalla magia dell'esperto.
Si ricordò anche di essere tornato in camera con un tremendo mal di collo, tanto da dover chiedere di nascosto a degli elfi di passargli un pò di ghiaccio.
Giunto in classe, entrò con nonchalance aspettandosi un caldo saluto dei sui coetanei: tuttavia, si beccò una sguardo di fuoco dal professore per aver interrotto un serio discorso prima che dicesse cosa avrebbero fatto a lezione.
In quell'istante osservò con rammarico i volti degli studenti, e si preoccupò che non fosse al corrente di un fatto importante. Si sentì in dovere di rallegrare l'atmosfera, e quindi se ne uscì con una battuta delle sue.
"Di solito quando leggo un libro babbano, qualcuno ha una faccia come la vostra e le ragioni possono essere fondamentalmente due: o è morta una persona oppure c'è stata una partita finita male." Alcune espressioni mutarono radicalmente, e  fu come se Louis venisse trafitto da mille schegge, dato che nessuno sembrò essere divertito. "Scarterei la seconda ipotesi perchè io faccio parte della squadra e assisto ad ogni incontro, pure quando i Grifondoro non devono giocare.." Con il tono più spontaneo di sempre, non sapendo che avrebbe commesso un errore madornale, chiese "Dunque, chi è schiattato?"
Delle urla gli fracassarono le orecchie, ma ciò che potè udire innanzittutto furono le parole "insensibile" e "idiota", e per quanto fosse sconvolto dall'accanimento, non smise di riflettere sul perchè.
Si girò verso il professore, ma una ragazza rispose prima di lui.
"Coglione di prima categoria, Piper Sawyer è stata uccisa e tu che fai? Ti metti a scherzare su un avvenimento del genere?" La Parker era scioccata dalla sentenza del cosiddetto "simpaticissimo Louis Cherwood" che a lei aveva fatto venire solo voglia di prenderlo a pizze in faccia.
Il Grifondoro sprofondò nell'imbarazzo e nel dispiacere più totali, ripetendosi che dopo la lezione-se l'avesse superata-avrebbe dovuto fare una chiacchierata con gli amici intimi della Serpeverde. Il senso di colpa lo stava divorando, ma non c'erano parole che potessero riparare il danno.
Perciò, per non peggiorare la situazione, si sedette nell'unico posto libero rimasto e-sfortuna sfacciata, era proprio quello accanto a Cora- rimase in un silenzio di tomba per tutto il tempo, con lo sguardo basso.
"Direi che possiamo cominciare:ho bisogno di vedervi alla prova, quindi duellerete. Vince chi disarma il maggior numero di studenti, e proprio per questa ragione ci organizzeremo a mo' di torneo. Siate liberi di scegliere voi il compagno, e al prossimo round ci penserò io a mischiarvi come si deve." Lanciò un'occhiata a Louis, al quale era rivolta tutta l'attenzione da parte degli studenti, quasi lo volessero fare a fettine.
A questo punto rimanere a letto gli parve un desiderio irragiungibile e di certo non poteva fuggire come un codardo, ma avrebbe affrontato le conseguenze della sua azione. Avrebbe dato il massimo per uscire vivo e vegeto dalla classe, dimostrando di essere abile in quello che fa.
Non ebbe nemmeno il tempo di scegliere un compagno, che fu subito chiamato da Cora.
"Hey Cherwood, lotta con me." Anche ammalata, lo sguardo della Parker non prometteva affatto bene "Così ti distruggo."
Cosa fece Louis?
Ovviamente accettò la sfida.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice!
 *esulta dandosi alla pazza gioia*
*improvvisa un balletto alquanto osceno dalla felicità*
*riprende fiato per la fatica*
 
Ma ciaoooo a tutte!
Finalmente sono riuscita a scrivere un capitolo più lungo di quello precedente.
Ho cercato di seguire i vostri consigli, e vi ringrazio per non avermi ammazzata.
Ah già, i due asterischi!
*Il primo era dovuto a quel "di tutte le fasce d'età" o qualcosa di simile, giusto per precisarvi che intendo maghi di undici anni, ma anche di diciassette
Non sapevo in che altro modo esprimere il concetto *si dà uno schiaffo in faccia*
*Morfeo..si so che ho parlato di mitologia greca e che questa non è una ff di Percy Jackson (hello zio Riordan!), ma dovevo metterla perchè si. *complimenti per la spiegazione*
So che avrei dovuto inserire solo coloro che non erano stati descritti nel primo capitolo, ma io amo tutti gli OC e mi voglio male per questo. Ci avrò messo ore e ore a scrivere il capitolo, tra l'altro mal riuscito.
Ciancio alla bande (?), sicuramente mi scorderò di mettere qualche dettaglio importante, sbadata come sono.
Prima di tutto, ho aggiornato prima perchè settimana prossima non ci sarò molto e poi il 31 è il mio compleanno ( se mi fate gli auguri in anticipo, vi meno virtualmente)
Quindi mi sono rimboccata la maniche ed è uscita 'sta ciofeca.
Mi dispiace di non aver parlato di Theodore, anche se l'ho nominato un paio di volte, ma ci doveva essere una scena fondamentale.
Che ho deciso apparterrà al finale del prossimo capitolo, quindi attenderete per due settimane (?)..non saprei!
Alour, in caso avessi la folle idea di basare il chapter sulla festa *chissà se la preside accetterà* :
Vorreste che l'OC partecipasse? Se si, cosa combinerebbe? E con chi farebbe amicizia?
Potete anche dirmi "questi due si pestano di botte"...ADORO.
Se non dovesse esserci, che cosa farà in the meantime (nel frattempo) ?
 
Curiosità..
Quale OC vi sta interessando di più at the moment?
Vi lascio la pace, e spero che io possa pubblicare il terzo prima del previsto!
Adieeeeu

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"
 

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Capitolo 5
*** Party's up, or not? ***


Chapter 3: Party's up, or not?

"Se rispetti tutte le regole, ti perdi il divertimento."

1 Settembre 1277, ore 10:58.

Theodore Tucker era un undicenne alla mano, un bambino umile e dolce. Era nato a Stirling, in Scozia, da una famiglia di maghi Purosangue vecchio stampo: la madre si chiamava Eleonore e lavorava nel Ministero nell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, mentre il padre-di nome Christopher-lo vedeva poco e niente, essendo un diplomatico.
Infatti, egli faceva la spola tra Germania, Francia e Regno Unito per la Cooperazione Magica Internazionale, e con tempo acquisì un buon uso delle altre due lingue, di modo tale che potesse intendersi con chiunque avesse accanto per lavoro.
Dunque, il piccolo e "futuro" Tassorosso non ebbe l'opportunità di crescere con la presenza di entrambi i genitori al proprio fianco, ma voleva un gran bene alla mamma. Sebbene Eleonore gli dicesse spesso di dover diventare più furbo, intelligente o capace, Theo si era accettato per quel che era e proseguiva con il suo cammino.
In parte era come se il suo unico e vero familiare fosse il fratello maggiore, Andrew, il quale divideva il tempo disponibile tra commissioni nell'Ufficio Misteri e il caro bambino dall'aria innocente.
Quando giunse il momento di prendere l'espresso per Hogwarts, sapeva che avrebbe provato nostalgia soltanto per lui e che di sicuro lo avrebbe informato di qualunque fatto potesse accadergli nella scuola di Magia.
Il fatidico binario era pieno zeppo di studenti, e Theo si sentì messo in soggezione dagli sguardi curiosi delle altre famiglie: si sbrigò a salire sul treno per evitare di arrossire dall'imbarazzo totale e si accorse di essere arrivato due minuti prima della partenza.
Fortuna sfacciata, che non l'avrebbe mai abbandonato: o almeno lo sperava, in quanto il suo desiderio era di rigare dritto e tornare vivo e vegeto alla fine del settimo anno.
Camminò per gran parte del tempo per trovare un vagone libero e finalmente i suoi occhi vennero illuminati da un miracolo imminente. C'era un posto totalmente vuoto accanto ad un bambino, il quale parve avere la sua stessa età, intento a parlare con una giovane e accanita lettrice.
Lei stava spiegando come avesse passato l'estate, sommersa da manuali magici regalati dai parenti, e lui sembrava estasiato dalla sua conoscenza.
"Bonnie, ti sei mangiata le pagine per caso?" Disse il bambino con fare canzonatorio, incrociando le gambe per mettersi comodo per il viaggio.
Lei si mise a ridere, in maniera genuina e sistemò la miriade di oggetti all'interno della borsa, la quale sarebbe potuta esplodere quando meno se lo aspettassero.
"Altair, ti confesso un segreto. Quello che posseggo io, e che tu non hai, viene definito interesse."
I due continuarono a scherzare, e Theo capì che forse fosse una persona di troppo, ma non voleva cedere il sedile dopo aver sudato sette camice.
Si limitò ad osservare il panorama, chiedendosi se avesse avuto l'occasione in un futuro non molto lontano di andare d'accordo con qualcuno.
Non avrebbe mai potuto sapere che presto il quesito avrebbe ottenuto una risposta affermativa.

31 Ottobre 1282, ore 14:02.
Il Tassorosso, piuttosto scosso per la morte dall'accaduto, fu travolto nelle ultime ore da ricordi sparpagliati che avevano come protagonisti il gruppo composto da lui, Altair, Bonnie e l'amata Piper.
La Serpeverde fungeva da collante, soprattutto nei momenti più opportuni per riportare un'atmosfera pacifica tra la tensione creata dal Corvonero-in combutta con la Graham-e Theo.
Volle tornare nel Dormitorio per iniziare a cercare degli indizi che lo conducessero al responsabile, ma la sua mente gli aveva giocato brutti scherzi nell'arco di tutte le lezioni.
Inoltre, il suo pessimo senso d'orientamento non lo aiutava e per uno strano caso del destino si appoggiò con la testa al muro e una gamba sollevata e, vicino alla Presidenza, si mise ad origliare.
Nella sua casata non aveva mai legato particolarmente con uno specifico mago, a lui bastava Piper per affrontare quegli anni ad Hogwarts, però riconobbe una voce: Skyler Jones.

"Preside Blake, la stiamo praticamente scongiurando." Urlò la Tassorosso dalla disperazione. "Non ritiene che la festa possa essere un modo per allegerire l'enorme peso portato dall'omicidio?" Prese un respiro pronfondo, tentando di non far trasparire i suoi nervi a fior di pelle, e puntò lo sguardo su Ethan, che alzò le braccia in segno di resa.
"Potrebbe anche essere un metodo efficace per avere parte dei suoi studenti nella medesima Sala." Lui venne colpito dagli occhi severi dalla donna, ma seppe che doveva riuscire a convincerla a tutti i costi.
Ma come? Se avesse usato il suo charm, sarebbe stato buttato dalla finestra per mancanza di rispetto nei confronti di una signora stranamente sposata.
"Non crede che sarebbe troppo dispersivo lasciar scorrazzare gli studenti per la scuola? Perchè dopo una simile tragedia, dubito che se ne stiano tranquilli nelle proprie stanze." Si aggiustò per la decima volta-Skyler le aveva contate-la divisa scolastica e battè le ciglia approfittando del fatto che avesse degli agghiaccianti e ipnotizzanti occhi azzurri.
La Blake si passò una mano tra i capelli e fu per via dell'insistenza di quei fastidiosi maghi, che accettò la proposta.
"A patto che ci siano dei docenti fuori dalla Sala Grande per precauzione e che nessuno" calcò la parola "si azzardi a scatenare il panico, distruggendo ogni cosa si ritrovi sotto il naso. Intesi?" Il tono serio della Preside e quel famoso sopracciglio alzato, fecero sì che Jones e Clarke reprimessero la loro contentezza di fronte alla sottoscritta.
Appena varcata l'uscita, si scambiarono una stretta di mano alquanto bizarra e Theo, per non farsi notare, si girò in direzione opposta travolgendo una ragazza.
"S-scusami tanto, non era mia intenzione!" Le porse la mano sudaticcia e tremante dalla timidezza, e rivolse il suo sguardo in basso sentendosi in colpa.
Tucker si agitava parecchio e gli veniva il batticuore accelerato in situazioni banali e non, come la consegna di un compito in classe e quel caso.
"Non ti preoccupare, sono goffa di mio, contando solo oggi sarò inciampata svariate volte." Aveva già visto quella zazzera di capelli biondo rossicci, magari in mezzo ai corridoi o in biblioteca, ma non se lo ricordava più di tanto.
"Io sono Charlotte Camille Crawley, studentessa Tassorosso, ma il mio soprannome è Cece." Fu lei a rompere il ghiaccio, non lasciandosi sfuggire la riservatezza del suo compagno di casata.
"Mi rincresce dirlo, ma non sono a conoscenza del tuo nome." Un barlume speranzoso fece brillare gli occhi della giovane, nel vedere che il ragazzo avesse quantomeno sollevato il capo per guardarla in faccia.
"Io sono Theodore Tucker."
"Molto piacere allora!" Fece sobbalzare dallo spavento il Tassorosso e si rese conto di aver suscitato la stessa reazione in Luke, stamattina. Doveva imparare a controllare meglio il suo tono di voce per non far prendere un infarto a qualunque essere umano le si avvicinasse.
Il silenzio regnò sovrano tra i due, e Charlotte volle farlo uscire dal guscio, però Ethan e Skyler avevano assistito alla breve conversazione e decisero di dare loro la buona notizia.
"Abbiamo convinto la Preside a rettificare l'annullamento della festa, quindi stasera ci vediamo alla Sala Grande, per chi voglia venire!" Skyler diede una perfetta prima impressione a Charlotte, nonostante ci avesse scambiato delle chiacchiere in passato. Magari Halloween avrebbe permesso loro di stringere amicizia, di certo si sarebbero almeno salutate, visto che ormai il dado era tratto.
"Io sono l'affascinante Ethan Clarke, ma probabilmente avrai già sentito di me." Il Grifondoro attaccò bottone con la sua tipica frase da latin lover, accompagnata da un occhiolino.
Charlotte contenne le risate a stento, quando l'altra Tassorosso lo schiaffeggiò sulla spalla per farlo zittire.
"Io mi chiamo Skyler, ma sono piuttosto convinta di trovare il tuo viso familiare. E pure il tuo.." Disse lei voltandosi verso Theodore.
"A-ah davvero? Beh, io ho da fare..a presto, ehm, credo." Tucker era fuggito dalla grinfie della loro compagnia, sentendosi a disagio, ma fu soddisfatto nel sapere che mentre gli altri sarebbero andati alla festa, lui sarebbe potuto sgattaiolare nel Dormitorio dei Serpeverde.
Ora doveva solamente ritornare in camera sua, impresa più unica che rara a suo parere.

Dopo l'ennesima presentazione e stretta di mano, Charlotte, Ethan e Skyler presero strade differenti e gli ultimi due gridarono all'unisono "Spargi la voce, a dopo!"
La Crawley non vide l'ora di prepararsi per andare a divertirsi e combinarne una delle sue, quando davanti a lei apparve proprio la persona che stava cercando.
"Guarda, guarda chi si rivede!" Disse lei con un sorriso sornione, lieta di averlo beccato al momento adatto.
"Ciao anche a te Charlotte." Pronunciò lui, osservandolo dalla testa ai piedi e sospettando che lei avesse qualcosa da rivelargli. "A cosa devo questa gioia sprizzante da tutti i pori?" Forse lei sarebbe diventata una sua amica più in là..prima avrebbe dovuto sopportarlo e sapeva che fosse difficile. Però, condividevano la passione per la lettura e non potè fare a meno di essere leggermente più "aperto" con la Tassorosso, sebbene non volesse fidarsi.
"La notte di Halloween si sta avvicinando..sai cosa vuol dire?" Allungò il passo per camminargli accanto, ma il Corvonero si trovò pochi centimetri avanti.
"Ovvio, significa che me ne starò in stanza catturato dai personaggi della storia, e il resto della scuola-salvo eccezioni-si godrà il divertimento." Una nota di sarcasmo calò sulla sentenza, perchè non ci trovava nulla di esilirante in realtà e avrebbe fatto volentieri a meno di partecipare.
"Ma l'hai già letto! Ormai le frasi le dovresti sapere a memoria..anzi, potresti essere un personaggio anche te!" Charlotte non volle demordere, la sua testardaggine stava prendendo il sopravvento come al solito.
"Non mi interessano le feste, preferisco starmene da solo..non insistere." Luke proferì parola duramente e in quel preciso istante fu mortificato per come le si fosse rivolto. Per quanto fosse cocciuto e irriverente, lei non si era comportata male e quindi non aveva alcuna scusa per arrabbiarsi.
"Da oggi ti piaceranno, te lo assicuro. Devi esserci, ma si sta facendo tardi." L'attrice che era in lei fece finta di avere fretta, ignorando del tutto la risposta stizzita del Corvonero.
"Come? La distanza non mi consente d'ascoltare per bene!" La Crawley stava aumentando la lontananza da Luke e si pose una mano sull'orecchio per indicargli che non aveva sentito nulla, uno scherzo a cui lui diede retta.
"Ho detto che ci andrai da sola!" La situazione in un certo senso lo stava divertendo alquanto, ma non voleva farla vincere.
Charlotte sfruttò la sua astuzia per prendere in mano le redini della chiacchierata, e trovò nei meandri del suo cervello un termine che assomigliasse a "sola".
"Perfetto! Ti aspetto alle otto e mezza davanti la porta della Sala!" La Tassorosso fuggì rapidamente per avere l'ultima parola e sentì di avere Luke in pugno. Sparì dalla sua vista ridendo di sottecchi e dandogli le spalle, e in cuor suo sperava che sarebbe stato presente dove lei aveva richiesto.
" No..io. Tsk, se l'è data a gambe levate quella piccola insolente." Doveva ammettere che la Crawley era molto insistente, ma nel profondo lui aveva già compiuto una scelta.



"James!" Una testa bruna sbucò tra gli studenti, appena terminata la lezione di Pozioni senza che un'anima viva avesse combinato pasticci.
"Aerin, com'è andata?" Il Prefetto fu felice di vederla correre verso di lui. Sicuramente si sarebbe segnato la data in cui non avevano discusso prendendosi a parolacce, o almeno il linguaggio scurrile della sorellina era evidente.
"Bene, anche se neanche la professoressa era cosciente di quel che stesse affermando ad un certo punto. E' come se la luce nei suoi occhi si fosse spenta all'improvviso.." Represse le lacrime, tentando invano di non piangere di nuovo per la perdita dell'amica e il Serpeverde, accortosi del suo malessere, la circondò con il braccio destro, baciandole la fronte.
Aerin, alquanto sconvolta dall'azione del fratello, lo respinse "Da quando sei veterano della dolcezza con me?"
"Da sempre, è mai possibile che tu non noti i miei sforzi di rallegrarti?" James si finse offeso e si portò una mano sul cuore.
"Invece che dire cavolate, pensa a non disseminare il caos ovunque stasera." Il Serpeverde non ebbe la benchè minima idea di cosa stesse parlando la sorella, e prima che glielo domandasse venne interrotto.
"Un pazzoide Grifondoro è entrato in aula, quello con l'aria da pagliaccio, e a squarciagola cantilenava di una news bomba." Riflettendoci, avrebbe preso in simpatia il ragazzo se non si fosse scapiccolato in classe sua facendole prendere uno spavento enorme.
"La crudele Blake" Aerin citò le parole del giovane mago "ha stabilito che la festa si sarebbe fatta, con la sola condizione di non farla ammattire per la confusione."
Le labbra di Burke si incresparono in un ghigno soffocato, e la sorella non badò al comportamento del Serpeverde: tanto si sarebbe fatto riconoscere lo stesso anche da una pianta. Ancora si domandava come fosse stato scelto per essere Prefetto, considerando la sua personalità particolare.
"Sul serio? Non sai quanto ne sia contento. Una piccola raccomandazione.." Aerin sbuffò, presagendo che il fratello le avrebbe inculcato un'altra ramanzina: lei avrebbe dovuto seguire le regole di James alla lettera, altrimenti il Serpeverde avrebbe dato il via alla rissa più totale.
"Non ti vestire troppo scollata o appariscente, e niente scarpe alte o trucco pesante. Poi, non ti atteggiare da donna misteriosa, perchè i maschi vengono attratti dall'acidità di una ragazza. Non dare confidenza a nessuno, a meno che io non sia d'accordo..preferirei tu stessi in compagnia di amiche femmine. E infine.." La sorella lo superò, volendo scappare dal classico discorso da fratello responsabile e protettivo, dunque terminò la frase per lui.
"Non osare avvicinarti ai drink, non ti fidare e fai la brava. Ricordati che non posso sempre stare in pensiero per te." Continuò a schernirlo, atteggiandosi da perfetto Prefetto, nomina che si era guadagnato più per la sua bellezza che per il rispetto delle regole a detta delle oche che gli sbavavano intorno, e poi svoltò all'angolo.
"Lusingato che tu abbia afferrato il concetto, chiaro e tondo. A più tardi, sorellina..ti tengo d'occhio!"
Quella serata sono sarebbe stata ottima per fare scintille e conquistare una ragazza, o più di una.
Non ebbe bisogno di escogitare un piano per averle ai suoi piedi, tanto sarebbero bastate le sue buone maniere e l'aspetto esteriore a rendere il compito facile come bere un bicchier d'acqua.
"James!" Il Serpeverde, disponibile per tutti, prestò attenzione alla figura accanto a lui che probabilmente l'aveva guardato da lontano mentre stava con la sorella.
"Mi dica, incantevole signorina.." Le baciò la mano, abbassandosi leggermente, visibilmente compiaciuto dal rossore della ragazza.
"So che è una domanda stupida, ma..suppongo tu venga alla festa." Lei, una studentessa del sesto anno Grifondoro, non riuscì a sostenere lo sguardo di James, e rigirò la caviglia sinistra in moto circolare.
"Il protagonista dei sogni di tutte le ragazze non può mancare." Le sollevò il mento e il rosso delle sua guance assunse una tonalità tanto accesa da farle sentire il volto in fiamme.
"Immagino ci vedremo presto, cara." E la congedò con un cordiale inchino, che la fece immedesimare in una principessa cotta da morire.


"Mi spieghi perchè ci hai trascinato come una forsennata fin qui?" Cora, la quale aveva un conto in sospeso con Louis nonostante l'avesse stracciato a duello, si stava toccando la fronte tirando un sospiro di sconforto. Perchè le disgrazie dovevano capitare sempre a lei?
Prima doveva appartenere alla stessa casata di un deficiente patentato, ossia Cherwood, poi doveva sorbirsi gli effetti dell'influenza e quando ebbe la voglia fremente di sdraiarsi nel Dormitorio, Aileen l'aveva praticamente costretta a stare con lei.
Oltretutto Elaine era più assente che presente e quindi avrebbe dovuto rispondere ad ogni dubbio della Serpeverde senza alcun rinforzo.
La piccola Corvonero sembrava in balia alla concentrazione completa su un soggetto identificato come Altair Cromwell. Non che lei non fosse curiosa di scoprire che diamine fosse accaduto tra lui e la fidanzata Bonnie, ma al momento poteva solo affidarsi alla sua capacità di riflessione e aspettare che il furbo maghetto facesse una mossa sbagliata.
Era rimasta sorpresa da quanto potesse essere manipolatore e misterioso il compagno di casata, e forse erano troppo simili per essere amici: però credeva che il modo migliore per avvicinarsi alla soluzione, sarebbe stato farselo amico.
Di certo la tattica non l'aggradava molto, ed era consapevole che approcciarsi al diretto interessato sarebbe stato abbastanza complicato. La sfida era allettante, sebbene Elaine indossasse una maschera d'indifferenza a riguardo, e proprio per questa ragione avrebbe partecipato alla festa solo per scorgere la figura del ragazzo.
Se non ci fosse stato, allora avrebbe inventato una scusa plausibile per coricarsi nella sua stanza, dettaglio che ovviamente non avrebbe fatto.
Si sarebbe messa alla ricerca di Altair, dovesse impiegare anche tre ore, ma alla fine la verità sarebbe venuta a galla perchè lei l'avrebbe colto in flagrante.
Nel frattempo, Aileen era disposta a trovare una soluzione al suo dilemma esistenziale.
"Cosa posso indossare? Insomma, dovrei cominciare dal colore del vestito o dal modello? E le scarpe? Niente di troppo scomodo, ma nemmeno antiquato. Secondo voi come dovrei acconciare i capelli? Magari sciolti non farebbero un bel effetto, mi servirebbe qualcosa di semplice ma che risalti il mio viso.
E se dovesse presentarsi James? Lui non si farà tutti questi problemi, starebbe bene pure in mutande!" Si diede della scema per averlo urlato ai quattro venti, e fu fortunata che la porta della scuola si fosse chiusa del tutto per il vento. "Beh si, insomma..dovrei salutarlo o no? E se poi faccio una figura di cacca come oggi? Forse dovrei stargli alla larga, visto che alla maggior parte dei maschi affascina la ragazza scostante..un pò come te, Cora."
"Ma ce l'hai un interruttore per farti chiudere la bocca?" Disse la sua amica massaggiandosi le tempie. "E farò finta di non aver sentito l'ultima frase, oggi sono meno irritabile." E ciò che fece ridere la Serpeverde, fu che la Parker fosse sicura di aver detto la verità.
"Davvero? A me ricordi molto la Blake durante tutto l'anno. In particolare ho un episodio.." L'occhiata truce della Grifondoro le fece cambiare discorso.
"Voi cosa vi metterete di bello? Scommetto che saremo alcune delle ragazze migliori nella Sala Grande!"
Aileen fece un ultimo tentativo, dispiaciuta per non aver ricevuto risposta a nessuna della sue domande precedenti.
"Non lo so e non me ne frega niente. Voglio solo starmene per i fatti miei e riposare, così che stasera sarò pronta a dare retta alla tua parlantina incessante." Cora entrò nella scuola senza prendersi il disturbo di salutare e sbattè la porta con la sua indelicatezza.
"Elaine, le saranno venute le sue cose?" Aileen chiamò l'amica, la quale non aveva aperto bocca, ma fu tutto inutile.
"Non c'è proprio speranza con voi due! Io vado a farmi bella.." E con passo felpato, anche la Serpeverde si diresse in camera, mentre la Corvonero si fermò ancora un pochino fuori.




Ore 20:42
Un elegante Louis Christopher Cherwood avrebbe fatto breccia nei cuori di molte donzelle, avvolto da un "abito da cerimonia". Peccato che quello non fosse il suo obiettivo della serata, e ad ogni modo avrebbe dovuto mettere in atto i suoi fantomatici scherzi, in totale solitudine.
Dopo che la Parker aveva vinto imbrogliando a duello, che di sicuro sarebbe stato un pareggio se lei non l'avesse colpito alla spalle al termine della lezione, Louis era stato sommerso dai compiti.
E pure messo in punizione per essere entrato come un folle in una classe, interrompendo lo studio, per mostrare la sua stima per la Preside..nonostante lei avesse deciso che dal primo Novembre lui sarebbe dovuto essere il suo assistente. Tipica strategia per tenerlo d'occhio, purtroppo.
C'era da dire che, era stato talmente tanto concentrato nel trovare un compagno di svago, da aver accantonato i suoi doveri principali.
Eppure si era rimboccato le maniche e fino alle sette e mezza aveva dovuto ripassare pagine e pagine di Antiche Rune per il test del giorno dopo, e si era esercitato con Incantesimi nuovi di zecca. Non contando le lunghissime ricette delle due pozioni da imparare, Trasfigurazione e Astronomia.
Si era impanicato al principio, però il desiderio di festeggiare lo aveva fatto finire prima del previsto, e non potè che essere orgoglioso di se stesso.
Fece una giravolta e qualche ambiguo passo di danza davanti allo specchio, poi si disse "Coraggio Louis, sei invincibile, sei carismatico, hai potenziale. Sei il re degli scherzi e la festa sarà tua."
Quasi andò a scontrarsi con un suo compagno di casata, che lo aveva in sostanza spinto alla larga dallo specchio per ammirare la sua bellezza. Fattore che ritenne superiore a quello del fenomeno da baraccone al suo fianco, che non smetteva di elogiarsi e darsi del "perfetto ragazzo sarcastico".
"Clarke hai rovinato il mio momento, se ti guardi ancora..il tuo ego crescerà a dismisura e mangerà tutti noi." Ethan era un ragazzo troppo vanitoso per i suoi gusti, e inoltre aveva fermato la scena del secolo.
"Cherwood ti sto solo salvando da te stesso, sei ridicolo." Il Grifondoro si tolse la giacca blu per provarne una nera, che faceva "spiccare" il colore dei suoi occhi.
"Premuroso da parte tua, allora ti sei appena guadagnato la nomina di migliore amico di Louis Cherwood. Io ne sarei fiero!"
"Non hai niente di meglio da fare che importunarmi? Mentre io mi occuperò di ballare con una bellissima fanciulla, te starai organizzando scherzi di cattivo gusto a tutto spiano.
Non stiamo sul medesimo livello di popolarità a quanto pare." Quel tipo aveva l'abilità nel farlo impazzire anche durante la prova abbigliamento.
"Sarà, intanto io mi divertirò e te starai qui a guardare il tuo riflesso come un idiota. Attento che se fissi troppo lo sguardo, lo specchio si frantumerà in mille pezzi." Louis si sistemò il completo e oltrepassò l'uscio della porta con il sorriso stampato sulla faccia.
Appena scese al piano di sotto, notò una ragazza furiosa per il ritardo di un "Grifondoro con atteggiamenti da prima donna" a detta sua.
"Stai aspettando Clarke?" A Louis le faceva pena una giovane maga che stesse in compagnia di un tale egocentrico, e non comprese il motivo per il quale una come lei fosse sua amica.
"Si, e se non esce immediatamente dal Dormitorio, vado su e gli faccio pentire di essere un ritardatario cronico."
"Ti posso solo augurare buona fortuna." E detto questo, il Grifondoro mise piede nella Sala Grande.




Angolo autrice (non uccidetemi)
Hey!
So perfettamente di essere in ritardo, ma posso spiegarvi.
Non sono stata tanto bene e inoltre avevo un'idea per un'altra interattiva che non potevo di certo ignorare.
So che vi aspettavate un capitolo colmo di scene esilaranti, azione e conoscenze..ma vi prometto che la seconda parte sarà di gran lunga migliore!
In altre parole, mi farò perdonare prima che voi raggiungiate la mia casa per picchiarmi.
Questa settimana avrò diversi impegni, come la festa per il mio compleanno, altri eventi a cui non posso rinunciare e i compiti.
Spero siate clementi con me e alla prossima!








 

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Capitolo 6
*** AVVISO. ***


Buongiorno!
Vi lascio questo avviso, sperando che non me ne vogliate.
Per farla breve, sappiate che non ho mai avuto intenzione di abbandonare la storia per mancanza di tempo (nonostante ne abbia poco), d'ispirazione o altro. Sul mio quaderno avevo scritto ed organizzato tutte le coppie, gli avvenimenti, le sorti dei personaggi e la parte finale, ma non posso andare avanti se non ricevo un minimo di supporto dagli autori.
Quindi, sospenderò la storia purtroppo, perché non posso andare avanti con tre personaggi contati. Non sarebbe iusto nei miei confronti dato che no ho scelti di più per rispettare la trama e andara avanti con l'interattiva.
Al momento ho un'altr storia per la testa, che avrà come tema principale la musica e sarà un crossover tra Harry Potter e Shadowhunters. La pubblicherò quando avrò sistemato i dettagli necessari per collegare gli avvenimenti con un nesso logico.
Detto questo, se qualcuna di voi vuole sapere che cosa sarebbe successo al proprio personaggio, sono lieta di mandarvi un messaggio privato. Potete farmi qualsiasi domanda sul vostro OC, vi risponderò non appena mi ricollegherò sul sito in questi giorni.
Spero che ci rivedremo in altre circostanze, e a presto.
 

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