Reazioni

di Rohan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1.1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1.2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1.3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2.1 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 2.2 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 2.3 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 3.1 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 3.2 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 3.3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1.1 ***


Reazioni







Bulma si appoggiò con i gomiti alla ringhiera del balcone della cucina.
Era passato un mese da quando sua madre se n’era andata e quella casa senza di lei era così silenziosa.
Nessuno che rideva, che organizzava feste mentre lei lavorava a progetti importanti, che la trascinava via dal laboratorio per fare shopping e niente più odore di dolci in casa.
Era successo tutto così velocemente…
Appena avevano saputo della malattia, si erano immediatamente mobilitati per darle le migliori cure, ma lo stadio del suo male era troppo avanzato e nel giro di troppo poco tempo lei se n’era andata via, lasciando tutti con un grande vuoto nel cuore.
Aveva anche visto Vegeta aggrottare le sopracciglia e abbassare per un attimo gli occhi, quando avevano appreso la triste notizia.
Quella donna, per quanto irritante gli risultasse, portava allegria nella famiglia e la sua mancanza si faceva sentire, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Adesso l’uomo guardava, appoggiato allo stipite della porta, sua moglie asciugarsi con il palmo della mano una lacrima.
Era stata forte in quelle settimane, soprattutto per i loro figli, sospettava, ma sapeva che stava davvero male.
Fece un grosso sospiro e si avvicinò a lei, appoggiandole una mano sulla spalla.
Bulma si voltò di scatto. «N-non ti avevo sentito» balbettò sorpresa, mordendosi il labbro.
«I bambini non ci sono» disse lui, facendo scendere la sua mano lungo il fianco di lei.
La donna aggrottò la fronte. «E allora?» chiese confusa.
Vegeta la spinse verso il proprio corpo e le mise l’altra mano sulla nuca. «Sfogati. Sei stata forte, ma adesso è il tuo turno di piangere» le sussurrò.
A quelle parole Bulma strinse le labbra e sentì i suoi grandi occhi azzurri riempirsi di lacrime.
Suo marito si era accorto di tutto, nonostante non avessero mai aperto nessuna discussione su quell’argomento.
Si lasciò andare, cullata dall’abbraccio del suo uomo che, come poche volte in vita sua, si era offerto di consolarla.























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti ed eccomi qui con qualcosa di decisamente nuovo.
Non ho mai amato la Bulma/Vegeta e neanche la Goku/Chichi, ma stamattina mi sono resa conto che ovviamente ogni coppia reagisce in modo diverso alle cose, anche se sono uguali.
In questo primo capitolo/primi capitoli il tema sarà questo.
I prossimi due capitoli saranno con le altre due coppie e buh, spero vi piaccia quest'idea.
Questa è la primissima volta che provo a scrivere su questa coppia e ancora non mi sento per niente a mio agio con questi personaggi, ma credo sia bene iniziare a cercare di variare. Questre tre coppie hanno caratteri ben differenti e spero di renderli IC.
Fatemi sapere cosa ne pensate :)


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 2
*** Capitolo 1.2 ***


Reazioni






Gohan posò la sua giacca sul divano e si avvicinò alla moglie, seduta in cucina, che sfogliava alcune foto.
Con le dita sfiorò le mura colorate di un giallo pallido, mentre si avvicinava a lei e le posava un bacio sui capelli profumati.
«Che fai?» le chiese, appoggiando il mento sulla sua testa, mentre lei faceva spallucce.
Rimase qualche attimo perplesso, guardando le foto che sfogliava Videl, mentre circondava con le braccia le spalle della moglie.
Non riconosceva, a prima vista, nessuno, ma sforzandosi bene…

«È tuo padre quello sdraiato?» chiese osservando una figura giovane, sdraiata in riva ad un lago, con i capelli spettinati.
Videl annuì, senza dire una parola.
«Aspetta! Allora quella bambina che gli tira il braccio sei tu?» domandò ancora, guardando con dolcezza la piccola figura che di certo voleva fare il bagno insieme al padre.
La moglie annuì ancora e strinse le labbra.
Di una terza figura, Gohan non si era accorto, non conoscendola.
Una donna con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurrissimi, che rideva alla vista dell’uomo e della bambina.

Videl posò un dito sopra la figura di quella donna. «Lei è mia madre» disse in un sussurro.
Ancora, nonostante fossero passati tutti quegli anni, non riusciva a parlarne con facilità.
Gohan non sapeva praticamente nulla di lei e quella era la prima volta che gli mostrava una sua foto.
Il mezzo Saiyan, dal canto suo, aveva sempre avuto paura di rattristarla con quell’argomento, quindi non aveva mai domandato niente.
Tutto ciò che sapeva era stata lei a dirglielo di sua spontanea volontà.

«Ah» si limitò solamente a dire.
Lei si girò nell’abbraccio del marito e lo guardò negli occhi.
Aveva un’espressione strana e Gohan, per quanto si sforzasse di comprenderla, non ce la faceva.
Era strana, aveva gli occhi spalancati e il petto gonfio d’aria, come se avesse paura ad espirare.

«A me non dà fastidio il fatto che sia morta» iniziò. «Era il suo destino, okay, me ne sono fatta una ragione molto tempo fa ormai. Mi dà solo fastidio il fatto che chiunque sia stato, colui che l’ha investita, non sia mai stato trovato. Insomma, ha ucciso mia madre e forse qualcun altro a questo punto, e non si sa chi sia. Vorrei solo sapere chi è. Vorrei sapere se ha una bella famiglia o non ha rovinato solo la mia. Ero una bambina, Gohan, avevo sei anni. Non è giusto crescere senza la propria mamma» disse senza prendere fiato neanche una volta e senza neanche sbattere le palpebre.
Il giovane si sentì attraversare da mille brividi.
Strinse i denti e si abbassò alla sua altezza. «Una persona del genere rimarrà con il senso di colpa per tutta la vita, tesoro. Non credo proprio che abbia una bella famiglia e la sua vita sia tutta rose e fiori. Magari non è stato la legge a punirlo, ma i crimini non rimangono mai impuniti. Anche se non è una bella cosa da dire, avrà avuto o avrà ciò che si merita» cercò di consolarla.
«Sai, ho deciso di collaborare con la polizia, da ragazza, proprio per cercare di evitare che accadessero ancora cose del genere» rispose, tenendo gli occhi puntati sui suoi.
Gohan annuì. «E tua madre sarebbe fiera di te, così come tuo padre e come me» le sussurrò con un mezzo sorriso, accarezzandole una guancia.
Solo a quel punto la giovane abbassò gli occhi e mostrò un timido sorriso al marito. «Lo pensi davvero?» chiese stringendosi nelle spalle.
Il mezzo Saiyan le baciò la punta del naso in un impeto di tenerezza. «Ne sono certo» le rispose con un sorriso sincero, stringendola forte a sé, per evitare che si sentisse ancora sola.
Sola come quando era bambina.
Sola come quando ancora non si conoscevano.




























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Volevo aggiornare prima, sinceramente, ma sono pigra e il pc l'ho praticamente abbandonato sulla scrivania (solo perché le serie tv le guardo dal computer di mio padre(?)).
Quindi, anche se mi sono fatta attendere, spero che il capitolo vi piaccia.
Certo, mi sono sforzata nel mettere in bocca a Gohan e a Videl un velato discorso di karma e vendetta, ma vabbé (???)
Comunque sia, spero vi piaccia :)

-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
 
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 1.3 ***


Reazioni







«Mamma, chi era la nonna?»
Un piccolo Goten, di appena sette anni, fissava la madre con aria curiosa.
Chichi sbatté le palpebre un paio di volte.
Non si aspettava da lui una domanda del genere, non in quel momento almeno.
Goten, ignorando il cartone animato che stavano dando alla televisione, continuava a fissare la madre in attesa di una risposta.
Chichi si andò a sedere accanto a lui e gli accarezzò la testolina. «Beh, tesoro, neanch'io so molto di lei. So che è andata in cielo quando sono nata, quindi non ti so dire praticamente niente, ma, se vuoi, posso dirti tutto ciò che so» disse con un sorriso.
Si era sempre sentita responsabile per la morte di sua madre, perché se non fosse nata, probabilmente, sarebbe ancora viva.
Goten annuì e si mise sulle gambe di lei, appoggiando il viso sul suo petto, trovando la posizione più comoda per stare accoccolato e non smettere di guardarla.
«Bene... allora, il nonno mi ha raccontato che la nonna aveva gli occhi verdi e i capelli scuri proprio come i nostri. Aveva un bellissimo sorriso e lui era molto innamorato di lei. Si erano conosciuti nel loro villaggio ed era stato amore a prima vista. Quando si sono sposati, avevano provato ad avere dei bambini, ma non ci erano riusciti e quando stavano per arrendersi, lei ha scoperto di aspettare me. Il nonno mi ha detto che non era mai stata così bella come in quei mesi di gravidanza ed era sempre felice e cucinava tutti i giorni cose buonissime!» disse con un enorme sorriso.
«Allora era come te» rifletté ad alta voce il piccolo. «Cucinava cose buonissime, papà è molto innamorato di te e anche tu sei bellissima»
Il sorriso di Chichi divenne raggiante a quelle parole e posò un grosso bacio sulla fronte del bambino, nel momento in cui Goku entrava in quella stanza.
«È il momento delle coccole?» chiese entusiasta, lui, andandosi a sedere accanto ai due.
Il resto della famiglia rise e Goten si tuffò addosso al padre. «La mamma mi stava raccontando che la nonna era bellissima e cucinava tante cose buone» spiegò.
Goku fissò Chichi e gli sorrise. «Allora era come te!» esclamò, facendo mordere il labbro alla moglie, chiaramente in imbarazzo.
«L'ho detto anch'io!» disse il piccolo, facendo ridere i genitori.
Goku annuì. «Ha ragione» confermò abbracciando la moglie e posandole un bacio sulla fronte.
«Grazie» si limitò a dire lei.
Anche se non aveva conosciuto sua madre e non aveva imparato da nessuno ad essere una brava mamma e moglie, era sicura di star facendo un buon lavoro e quella bella famiglia ne era la prova.
 

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Ehm... ehm... ehm... E niente, la mia prima storia interamente Goku/Chichi.
Chi l'avrebbe mai detto!
Mi sento, anche con loro, ingessata quando scrivo, e spero che questa cosa si dissolva (?) con il tempo t.t
Spero non siano OOC e che almeno un po' vi piaccia.
Grazie e a presto!

-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 4
*** Capitolo 2.1 ***


Reazioni







Vegeta stava tranquillamente attraversando i corridoi della Capsule Corporation quando qualcosa, o per meglio dire qualcuno, gli urtò contro e, senza preoccuparsi di fare neanche un cenno di scuse, continuò a correre verso non sapeva dove.
Sbuffò.
Sicuramente quella donna ne aveva combinata un’altra delle sue, altrimenti perché stava correndo come una matta per casa, per di più a quell’ora?
«Lo sapevo!» la sentì urlare.
Aggrottò la fronte, senza capire cosa stesse succedendo.
Non che gli importasse particolarmente, ma ad essere sincero era un po’ curioso.
Camminò verso la cucina, dove l’aveva vista entrare, e aggrottò la fronte per capire cosa stesse accadendo.
Una Bulma, con il viso imbronciato guardava una teglia posata sul tavolo, il cui contenuto era completamente carbonizzato.
Ecco cos’era quella strana puzza di bruciato che aveva sentito.
Non poté trattenere un mezzo sorriso a quella vista, si girò e si diresse verso un’altra stanza.
«Era per il nostro anniversario» disse lei, prima che lui muovesse il secondo passo.
Il Saiyan si girò a guardarla, con gli occhi socchiusi.
«Lo so che non te ne importa niente, ma sono dieci anni che siamo sposati. Non abbiamo mai fatto niente di speciale, ma quest’anno volevo fare almeno una torta e mentre era in forno ho deciso di sistemare il progett-»
«Vai al sodo» tagliò corto lui.
Quando doveva dire una cosa, faceva sempre il giro largo, raccontando cose che non gli importavano assolutamente.
Non che quello gli importasse particolarmente, eh.
«Potevamo mangiare una torta in camera da letto, avevo pensato» disse tornando ad imbronciarsi. «Ma ho fatto bruciare il pan di spagna, quindi l’unica cosa commestibile sono queste fragole e la panna»
Si guardarono negli occhi contemporaneamente.
Si scambiarono un sorriso e Bulma prese le uniche cose commestibili, dirigendosi verso l’uscita della cucina, per dirigersi in camera da letto.
«Buon anniversario» gli disse prima di superarlo, posandogli un leggero bacio sulle labbra.
Erano passati più di dieci anni da quando aveva conosciuto quella donna.
Una parte di lui, anche se non l’avrebbe mai ammesso, era felice che la sua missione di svariati anni prima, quella di conquistare la terra e sterminare la sua popolazione, fosse fallita grazie a quel Saiyan di terza classe e al suo gruppetto di amici insulsi.
Senza di loro, non avrebbe conosciuto quello strano sentimento che era cresciuto dentro di lui stando a contatto con quella donna.
Non l’avrebbe mai ammesso, si ripeteva, ma col senno del poi era felice di aver perso quella battaglia.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate per il ritardo >.<
Sono un po' insicura anche per questo capitolo, ma in realtà non mi dispiace più di tanto ^^''
Comunque sia, spero non dispiaccia anche a voi e buona serata :3


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 5
*** Capitolo 2.2 ***


Reazioni







«Cos’è successo?!»
L’urlo di Videl arrivò, molto probabilmente, fino alla città vicina.
Gohan, sentendola, si sentì pervaso da mille brividi.
Sapeva che avrebbe reagito così, faceva parte del piano.
Quindi adesso doveva farsi coraggio e doveva continuare ciò che aveva architettato.
Uscì dalla loro camera da letto vestito di tutto punto, con perfino la cravatta addosso e si avvicinò cautamente alla moglie.
«B-ben tornata» sussurrò, evidentemente intimorito dallo sguardo assassino di lei.
Provò ad aprire bocca di nuovo, ma lei fu più veloce a parlare per prima.
«Non me lo dire: hai fatto quel disastro e tu stai uscendo per una cena di lavoro, lasciandomi qui a pulire?! Sei pazzo, se lo pensi davvero! Ti conviene spogliarti ed iniziare a pulire tutto ciò che hai sporcato, se non vuoi che finisca male!» gli urlò contro.
Il Saiyan scosse la testa. «N-no, non è quello che intendevo fare» si difese, mettendo le mani in avanti. «Ho solo preparato la cena. Cioè, so di aver fatto un disastro in cucina, ma non ho avuto il tempo di sistemare, quindi ti prego di far finta che quello spazio di casa per stasera non esista» continuò, mettendosi dietro di lei per spingerla verso la sala da pranzo, perfettamente sistemata per quella cena intima.
Le luci erano spente e si riusciva a vedere solamente grazie alle candele che aveva acceso il Saiyan e grazie alla luna e alle stelle che filtravano dalla finestra con la tenda scostata.
L’atmosfera era molto romantica e Videl sentì affievolire la rabbia dentro di sé.
La tavola era apparecchiata in modo impeccabile e lei si sentì quasi in colpa per avergli urlato contro.
Aveva solo preparato la cena, facendo un disastro, sì, ma comunque le sue intenzioni erano buone.
Al centro del tavolo c’erano delle teglie coperte e si trattenne dall’andare a sbirciare quando vide il marito spostarle la sedia per farla sedere.
«Buon anniversario, tesoro. Ti amo» le sussurrò, baciandole la tempia per poi andarsi a sedere di fronte a lei.
E Videl sentì il cuore riempirsi di gioia a quelle parole.
Pazienza se si era arrabbiata;
Pazienza se la cena era immangiabile e avevano optato per andare al ristorante;
Pazienza se al mattino, era stata lei a pulire l’inferno che lui aveva lasciato;
Quello era comunque uno degli anniversari migliori che aveva passato, insieme all’amore della sua vita.




































Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Ecco qui il secondo capitolo in versione Gohan/Videl :3
È breve e non è niente di ché, ma loro sono semplici quindi... (?) In pratica non sono riuscita a scrivere niente di meglio, quindi mi sto giustificando (?)
Comunque sia, spero vi piaccia :)
A presto con la prossima coppia!


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 6
*** Capitolo 2.3 ***


Reazioni






Chichi si sentiva davvero incantevole quella sera.
Aveva passato il pomeriggio a cucinare mentre Goku si allenava chissà in quale radura e Gohan aiutava il fratellino a fare i compiti.
Quello sarebbe stato il loro diciottesimo anniversario di matrimonio ed era il primo che passavano insieme da quando era tornato in vita, dopo la tragedia di Majin Bu.
Aveva fatto cenare i figli prima che lui rincasasse e li aveva mandati in camera per avere un po’ di privacy durante quella cenetta romantica da lei programmata.
Voleva fargli una sorpresa: aveva cucinato più del solito, si era lavata, stirata i capelli che le ricadevano sulle spalle e aveva indossato un kimono nuovo, comprato proprio per quella sera.
Dopo aver finito di sistemare l’ombretto, si mise il rossetto e si guardò allo specchio con aria compiaciuta.
Nonostante non fosse più giovanissima, si vedeva davvero attraente e sperava che per Goku quella sera fosse lo stesso.
Scese al piano di sotto e si sedette al tavolo, dopo aver acceso le candele poste sopra, per aspettare che lui tornasse e non perdersi la sua espressione stupita.

***

Gohan, dopo aver parlato ininterrottamente per minimo quattro ore -prima per raccontare delle storielle per far addormentare Goten e poi al telefono con Videl- sentiva l’urgente bisogno di bere qualcosa.
Aveva la bocca secca e se non avesse prima ingerito dell’acqua, non avrebbe più potuto spiccicare una parola.
Uscì dalla sua camera, notando la porta della camera da letto ancora spalancata e vuota.
Cercò di sforzarsi il più possibile, per avvertire i suoi genitori che stava per scendere le scale. «Sto per scendere!» si limitò ad esclamare, camminando lentamente per le scale che portavano direttamente alla cucina.
I suoi genitori non erano i tipi da effusioni in pubblico, non in genere almeno, e l’idea di trovarli abbracciati, che si coccolavano e baciavano in un momento tutto per loro, gli faceva venire la nausea.
La sua fronte si aggrottò quando vide sua madre appisolata con la testa e i gomiti sul tavolo, mentre di suo padre non vi era neanche l’ombra.
Si diresse verso il frigo e bevve direttamente dalla bottiglia, per poi poggiare le mani sulle spalle di Chichi per scuoterla un po’ e svegliarla.
«Mamma svegliati. Vai in camera» gli sussurrò, mentre lei apriva lentamente gli occhi.
Dopo qualche secondo, ricordò la situazione e arrossì sentendosi in imbarazzo.
Goku non sarebbe mai cambiato.
Goku neanche quell’anno avrebbe ricordato il loro anniversario.
Goku l’aveva delusa così tante volte, perché continuava a provarci?
Strinse le labbra e soffiò sulle candele per spegnerle. «Sì, tesoro. Mi sono addormentata qui come una sciocca. Grazie per avermi svegliato» disse in un sussurrò.
Gohan abbassò la testa, sentendosi in colpa al posto di suo padre e, senza sapere cosa rispondere, riuscì solamente ad annuire.
«Scusatesoromisonoaddormentatogiurochequestavoltalosapevoscusa!»
Come una furia, Goku spalancò la porta di casa, con in mano un fiore di campo raccolto chissà dove e con il fiatone.
Madre e figlio si guardarono negli occhi per un momento, chiedendosi in silenzio se uno dei due avesse capito.
Vedendo lo sguardo dei due, il Saiyan adulto riformulò la frase. «Dopo l’allenamento ero davvero stanco, così mi sono sdraiato sull’erba. Il tramonto era così bello che mi sono messo a fissarlo e mi sono addormentato. Avevo in programma di tornare per cena, sapevo che oggi era un giorno importante e ti chiedo scusa per aver fatto l’ennesimo disastro» disse con sincero pentimento, porgendo il fiore alla moglie.
Chichi vedendo quel dono si ammorbidì e sorrise al marito avvicinandosi a lui per accoccolarsi tra le sue braccia, mentre Gohan, leggermente sollevato, si diresse silenziosamente in camera sua per lasciarli da soli.
Goku sapeva che quello era un giorno speciale.
Non avrebbe mai ricordato che cosa rappresentava quella data, ma sua moglie quella mattina si era svegliata con un magnifico sorriso e la conosceva: era un giorno speciale quello.
Non sapeva se era il suo compleanno, il loro anniversario o forse la festa delle donne, ma quando vedeva quella luce che brillava in quegli occhi scuri, sapeva che era un giorno davvero importante per lei.
Non ricordava mai le date delle occasioni importanti, non sapeva neanche qual era il giorno del suo compleanno e non gli importava.
Per lui era sempre un giorno da festeggiare quello passato con la sua dolce metà e la sua bella famiglia.
Nessun combattimento l’avrebbe mai reso orgoglioso come lo era di sua moglie e dei suoi figli.
 
 
 























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate per il ritardo ^^''
Immenso ritardo, direi (?)
Scuuuusate, ma l'ispirazione è scarseggiata parecchio e mi stavo dedicando alla stesura di una nuova storia ^^''
Comunque, ho reso Goku molto OOC alla fine, lo sappiamo tutti che gli piace più la lotta che la sua famiglia v.v
Quanta antipatia mi fa v.v (??)
Comunque, ancora, adesso vi lascio!
Grazie dell'attenzione e spero che un po' vi piaccia :D


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 7
*** Capitolo 3.1 ***


Reazioni






Bulma si gettò, esausta, a peso morto sul proprio letto.
Vegeta, appoggiato allo stipite della porta con la spalla, la guardò con un sopracciglio alzato.
Era davvero strana quella donna.
Diceva di amare il suo lavoro, anche se non si reggeva in piedi arrivata la sera.
Fin lì poteva capirla.
Anche lui si allenava fino allo sfinimento e la cosa gli piaceva, ma lei si stancava nonostante stesse tutto il giorno seduta.
Sembrava che non facesse nulla, che premesse a caso i pulsanti del computer, ma a volte la sentiva urlare contro lo schermo, sebbene fosse a diverse stanze di distanza.
«Sono distrutta» sussurrò lei, allungando un braccio per afferrare un cuscino e coprirsi il viso con esso.
Non udendo alcun rumore da parte del Saiyan, scoprì un occhio per guardarlo.
Lui era lì, a guardarla con la solita espressione corrucciata.
«Beh?» fece lei, interrogandolo con gli occhi.
Vegeta si limitò a fare spallucce. «Ogni sera è la stessa storia, non capisco come fai a stancarti se stai tutto il giorno seduta, inoltre, se ti lamenti vuol dire che non ti piace quindi lascia perdere» disse guardandola, a distanza di qualche metro.
Bulma scattò seduta sul letto, assottigliando gli occhi chiari. «Io non lascio perdere niente, mi piace quello che faccio! E non puoi capire la mia stanchezza, non usi mai il cervello tu!» tentò di insultarlo.
Vegeta ignorò il suo patetico tentativo di offenderlo. «Anche se sono stanco non mi lamento come te, almeno» rispose.
«Scusa tanto se mi piace esternare quello che penso!» ringhiò lei. «Io amo il mio lavoro. Tu superi i tuoi limiti riguardo la lotta, mentre io supero i miei limiti usando la scienza per creare qualcosa di nuovo, come tutti i giocattoli che ho progettato per te. Nessun altro sarebbe riuscito a creare qualcosa del genere» continuò acida. «Inoltre, senza di me vivremmo in mezzo la strada visto che sono io quella che lavora» concluse, indispettita.
Vegeta si sedette sul letto e le prese i polsi con una mano. «Ed io ti ripago del tuo lavoro, a modo mio» sussurrò abbassandosi per baciarle il collo.
Quella terrestre era davvero insolente, ma aveva imparato a non ascoltarla quando era così acida e, soprattutto, aveva imparato come farle cambiare umore.































Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate il ritardo!
Ho scritto il capitolo qualche giorno fa, ma non mi convinceva per niente quindi mi sono detta "beh, magari lo riscrivo dopo" e invece non mi va proprio di riscriverlo (?)
So perfettamente quanto sia insensato e stupido, ma la mia testa non ha partorito niente di meglio per questa coppia e.e
Quindi niente, mi scuso già da ora (?)
Buon rientro a scuola, per chi c'è ancora :)


-Rohan ♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 8
*** Capitolo 3.2 ***


Reazioni






Gohan sistemò le coperte alla figlia e le diede un bacio sulla fronte, prima di spegnere la luce ed uscire dalla stanza.
La piccola Pan si era addormentata tra le sue braccia mentre guardavano un film in tv.
Non si erano visti per un paio di giorni a causa di un’offerta di lavoro che aveva tenuto lontano lui e Videl e gli era sembrato molto strano passare quelle ore senza disperarsi per quella peste.
Gli era mancata un sacco, però.
L’aveva affidata ai nonni e a Piccolo, mentre con la consorte erano andati a quel pranzo per parlare di quel posto che gli avevano offerto.
Un posto come assistente di uno dei migliori docenti universitari del Giappone.
Era davvero importante, sarebbe stato un gran salto di qualità per la sua carriera, ma aveva rifiutato.
Non poteva uscire di casa il mattino e tornare solamente la sera, aveva una famiglia e aveva deciso di non trascurarla per i suoi interessi personali.
Con le dita accarezzò i muri del corridoio fino ad arrivare in camera da letto, dove Videl si stava mettendo il pigiama.
«Tutto fatto?» chiese lei.
Il giovane annuì, iniziando a sbottonarsi la camicia.
«Sei sicuro della tua scelta, Gohan?» chiese ancora Videl, apprensiva, mentre si metteva sotto le coperte.
Senza dire una parola, il marito annuì di nuovo.
Si tolse anche i pantaloni e le calze e si mise a letto con lei.
La giovane si strinse nelle spalle. «Sicuro che vada tutto bene? Quel lavoro era importante per te» disse facendo una smorfia.
Lui continuò ad annuire e le circondò le spalle con un braccio. «Tu e Pan lo siete di più» sussurrò.
A quelle parole, Videl non poté trattenere un sorriso e si accoccolò sul petto del marito, spingendolo a sdraiarsi. «Non mi sembri molto convinto» ammise con un sospiro. «Il professore ha detto che se ci ripensi il posto è ancora disponibile. Nessuno te ne farebbe una colpa se accettassi»
Anche per lei era difficile.
Era combattuta tra il desiderio egoistico di volerlo a casa presente come lo era in quel periodo e il desiderio di vederlo con un lavoro che lo appagava molto, ovvero quello che aveva rifiutato.
Gohan fece spallucce e le alzò il viso per guardarla negli occhi. «Ricordi cosa ti ho promesso il giorno che ci siamo sposati?» le chiese con un sorriso ed un tono pacato.
«Che saresti sempre stato presente» rispose lei.
Il giovane annuì. «Esatto. Mi sono ripromesso e ti ho promesso che non sarei stato come mio padre. Lo so com’è difficile crescere senza una figura paterna di riferimento e non voglio assolutamente perdermi nulla di te e Pan. So che non resisterei una settimana a vedervi così poco, quindi va bene così» le spiegò, accarezzandole con il pollice le labbra.
Videl sorrise. «Ti amo, Gohan»
«Ti amo anch’io» rispose lui, baciandole la fronte.
Sarebbe stato un padre migliore di Goku.
L’aveva promesso.



























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! *si nasconde dietro Gohan*
Lo so, sono in ritardo. Non aggiorno da quasi un mese.
Il fatto è che la mia ispirazione è sotto terra al momento, quindi credo che con il capitolo con la Goku/Chichi la raccolta sarà conclusa.
Le idee le avevo, avevo scritto tutti i prompt, ma la mia voglia di accendere il pc e mettermi a lavorare è scomparsa magicamente e.e
Spero che comunque vi piaccia.
Il capitolo è tratto dall'episodio 43 di Dragon Ball Super, dove Gohan rifiuta un lavoro importante perché altrimenti gli avrebbe tolto il tempo da passare con Pan :3
Ciccio mio.
E niente, scappo!
A presto :)



-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 3.3 ***


Reazioni





«Chichi?»
Un allarmato Goku spalancò la porta del bagno, alla ricerca della moglie, ma dentro vi trovò solamente il figlio maggiore che aveva appena finito di fare la doccia.
«Papà!» urlò di rimando Gohan, stringendosi alla vita l’asciugamano. «Potresti anche bussare!» lo rimproverò.
Con un gesto del capo, il padre diede ragione al suo primogenito e, ancora in boxer, iniziò a perlustrare di nuovo la casa alla ricerca della sua amata consorte.
Di certo c’era il suo zampino.
Ogni volta che non trovava qualcosa, c’era il suo zampino.
«Dov’è?!» chiese appena arrivò in cucina, entrando.
Si girò a destra e a sinistra, accigliando lo sguardo.
Non era nemmeno lì.
Dei passi provenire dal piano di sopra attirarono la sua attenzione.
Sì, era lei.
Si girò e fulminò con lo sguardo la consorte che, davanti a lui, stava iniziando a scendere le scale.
«Dove l’hai messa?» chiese senza troppi complimenti.
Chichi fece spallucce, mentre nascondeva malamente un sorrisetto. «Non so di cosa tu stia parlando» rispose.
Eppure lui era certo che stesse mentendo.
«Della mia tuta!» esclamò, cercando di pensare a come farle confessare dove fosse.
«Era tutta sporca, piena di graffi e bruciature. Quindi l’ho buttata» disse, facendogli la cadere la mascella per terra.
«Cosa?!» esclamò allarmato. «E adesso cosa metto?» disse indicando il suo abbigliamento alquanto spoglio.
Chichi si abbassò e da uno dei ripiani posti accanto alla cucina prese una tuta da lavoro perfettamente piegata e gliela porse. «Questa. Esci e vai a lavorare, invece di pensare solo alle arti marziali e poi, chissà, potresti svegliarti e trovare anche la tua vecchia tuta per gli allenamenti!» lo ammonì, guadagnandosi un’occhiata in cagnesco.
Lo sapeva che per gli umani fosse normale lavorare e mettere qualcosa da parte per vivere, ma che cosa importava avere dei risparmi se poi un mostro distrugge il pianeta?
“A mangiare”, rispondeva sempre Chichi, ma lui rimaneva comunque della sua idea.
Certo, vedere sua moglie nei campi non lo elettrizzava, però non voleva neanche trovarsi impreparato di fronte ad un nuovo nemico.
Sospirò, pensando.
Magari per quel giorno avrebbe lavorato e avrebbe fatto felice sua moglie, così gli avrebbe ridato la sua tuta e tutti sarebbero stati contenti.
«Me lo prometti?» domandò con gli occhi socchiusi.
Chichi annuì. «Se non butti anche questa volta il trattore da un dirupo, sì»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
°Fine.












Angolo dell’autrice:
Salve a tutti e scusate per l’immensissimo ritardo.
Sì, quasi un mese e mezzo, ma proprio ‘sta coppia non mi va giù xD
 Purtroppo non ho dimestichezza né con loro e neanche con la Bulma/Vegeta.
Ci ho provato, non so quanto entrambe le coppie siano IC, ma alcune di voi hanno apprezzato e questo mi ha dato molto coraggio, quindi vi ringrazio ragazze :3
La raccolta ho deciso di completarla con questo capitolo.
Quindi per un bel po’ non pubblicherò nulla su efp. Ho in mente delle long (che ho iniziato a scrivere, ma sono ancora ai primi capitoli, quindi non so che combinerò), quindi tornerò quanto prima -ispirazione permettendo.
Non credo proprio che scomparirò dal sito perché ci sono troppo legata e, anche se non pubblicherò per un po’, sono una lettrice attiva quindi sganciate gli aggiornamenti! (??)
Comunque, ringrazio chi ha inserito la storia nelle seguite/ricordate/preferite e chi legge in silenzio, ma soprattutto chi mi ha lasciato il proprio parere perché sappiamo tutti quanto sono importanti e gratificanti <3
Adoro questo sito quindi arrrrrivederci!
(Scusate per l’ultimo capitolo penoso *fugge*)
 
 
-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l’armadio*

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