Shades of Life di HadleyTheImpossibleGirl (/viewuser.php?uid=80884)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Motherhood ***
Capitolo 2: *** Kindness ***
Capitolo 3: *** Fear ***
Capitolo 4: *** Prejudice ***
Capitolo 5: *** Independence ***
Capitolo 6: *** Death ***
Capitolo 7: *** Fun ***
Capitolo 8: *** Love ***
Capitolo 9: *** Friendship ***
Capitolo 10: *** Loss - THE END ***
Capitolo 1 *** Motherhood ***
Motherhood
Un’estate
particolarmente calda. Il
viottolo che conduceva verso la casa di mattoncini rossi.
Krystal suona il campanello e si
mordicchia il labbro inferiore in attesa che la porta si apra. Si vede
subito
davanti Zeek e Lucian, un bambino di sei anni.
“Ben arrivata, Krys. Ti presento Lucian”
Il bambino sorride, un sorriso puro… di
quelli che solo i bambini sanno fare.
Un po’ di imbarazzo inziale.
Un tappeto elastico in giardino. Salti,
allegria e risate.
E si è sentita subito a casa.
Zeek vede suo figlio e la sua ragazza
giocare insieme. Sorride.
Mi
ci potrei anche abituare,
pensa
(100 parole)
La
prima missione
vera e propria.
Zeek si sente
leggermente agitato. Un peso sullo stomaco.
Si tratta solo di
un appostamento ma chissà mai che potrebbe diventare
qualcos’altro.
E invece la serata
passa tranquilla.
Va d’accordo con
Emily, parlano sottovoce di tutto, per sfuggire all’ansia.
Le vie sono
semideserte, la pioggia ha scoraggiato qualsiasi persona che avesse
voluto
muoversi.
Rientra in ufficio
al sorgere del sole e vede quel sorriso.
Il sorriso di
Krystal illumina più dell’alba. Lo aspetta con una
tazza di caffè in meno.
Potrebbe la
giornata cominciare in modo migliore?
No, decisamente
no.
(98 parole)
Ha lasciato Lucian con la sua adorata zia
Vicky. La ragazza ha accettato volentieri di badare al bambino.
Ha invitato Krystal fuori per una serata
romantica, visto che avevano entrambi un paio di giorni liberi.
Passeggiano al parco, mangiando un gelato.
Quando sono seduti su una panchina Zeek tira fuori l’anello e
le fa la
proposta.
Lei piange di gioia. È un’emozione
incontenibile. Non riesce a parlare, solo ad annuire.
Succederà la stessa cosa sette mesi dopo,
in una chiesetta di campagna.
Una giornata felice. Anche il tempo lo
sembra.
L’amore e la primavera esplodono intorno a
loro.
(98 parole)
Delly
Turner,
istruttrice del terzo anno di Accademia va in pensione. Serve qualcuno
che si
occupi della nuova classe a settembre.
Krystal ci fa un
pensierino.
Quella vita la sta
distruggendo. L’ansia di non sapere mai se tornerà
a casa.
Lucian ha già
perso la madre una volta. Non può rischiare di rimanere di
nuovo senza una
famiglia.
E poi vorrebbe
creare una famiglia tutta sua, ora che sono sposati.
Ne parla con Zeek.
“Fa quello che ti senti” le dice lui. Fosse facile
decidere.
L’idea di essere
un’insegnante, una guida, una mamma per i propri allievi le
piace
tremendamente.
(100 parole)
Krystal piange da giorni. Lo
distrugge
vederla così.
Erano stati così felici finora.
Dopo anni a provare ad avere un bambino,
una visita medica distrugge il loro sogno.
“Perché non vai un po’ a
dormire?” le
chiede Zeek accarezzandole leggermente la schiena.
“Non ci riesco” sussurra lei, con lo
sguardo fisso sulle sue pantofole a forma di coniglietto.
Dalla cucina riemerge Lucian, a casa per
le vacanze di Natale.
“Ecco il tè, mamma”
Lo dice con una naturalezza
impressionante, il piccolo Tassorosso.
Qualcosa nel cuore di Krystal si scioglie.
Chi dice che per essere mamma bisogna
avere un legame di sangue?
(101 parole)
Buonasera,
oggi sono inarrestabile. Ho studiato anche un capitolo
ù.ù
Alla
fine ho deciso di struttura la cosa come una raccolta di drabble,
ognuna avrà
un tema che sarà ripreso in una delle drabble. Questa è Motherhood
Tutte
le storie riguarderanno delle coppie.
Spero
sia di vostro gradimento
H.
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Capitolo 2 *** Kindness ***
Elias Corner guarda con gli occhi
sgranati
il foglio appeso in bacheca.
Ce l’ha fatta. È finalmente diventato un
Auror.
Non riesce a fare a meno di sorridere e
festeggiare con gli amici.
Ora finalmente potrà dare un contributo
più che notevole alla società.
Non vede l’ora di informare sua sorella e
i suoi genitori. Sicuramente saranno fieri di lui.
Quando torna in camera trova piegata sul
letto la divisa da Auror.
Gli alamari d’argento sembrano quasi
scintillare sotto la luce del sole di Giugno, che penetra dalla
finestra.
Prima si godrà l’estate e poi potrà
indossarla tutti i giorni.
(100 parole)
Era
appena entrato
nell’ascensore del Ministero della Magia.
Una ragazza corre
verso l’ascensore. Ha le braccia cariche di fogli.
Gli chiede di
tenere le porte.
Lui la aspetta. Un
attimo dopo che la ragazza sale, le porte si chiudono stridendo.
“Grazie” sorride
lei, leggermente sollevata
“Figurati”
risponde Elias guardandola bene per la prima volta.
Ha i capelli del
colore del miele e il viso molto dolce.
Il naso e gli
zigomi sono puntellati da una costellazione di efelidi.
“A che livello
vai?” le chiede per poter premere un tasto sulla parete e
sfuggire all’impasse
del momento.
“Livello 6. Centro
esami di materializzazione”
(104 parole)
Sta andando a trovare sua sorella
Gemma.
C’è talmente tanta nebbia che sembra di
camminare su una nuvola. Arriva in quella modesta casetta.
Si siedono sul divano e chiacchierano del
più e del meno. Si scusa per non esserle stato vicino
durante l’ultima luna
piena, ma il lavoro gli ha portato via un sacco di tempo.
Eppure, anche durante l’accademia riusciva
a svicolare via per supportarla, specialmente nei giorni dopo la
trasformazione.
Invece stavolta no, non ha potuto
rinunciare a una missione. Ha addirittura catturato il suo primo
Mangiamorte.
A un certo punto, mentre sorseggia il tè,
le dice di essersi innamorato.
Lei si chiama Dolly.
(106 parole)
E’
Novembre. Piove
a dirotto a Edimburgo.
Lui, Ezra, Zeek e
Emily sono in missione quella sera.
L’inizio di uno
scontro. Le loro strade si sono divise.
Si trova da solo a
fronteggiare un Mangiamorte. Viene torturato, ma poi riesce ad alzarsi
e a
ucciderlo.
Non è l’unico
morto di quella notte.
Quando si riunisce
agli altri scoprono che manca Ezra.
Lo ritroveranno
poco dopo in un vicolo.
Di quel momento
ricorda solo il sangue che si mischiava alla pioggia, sul pavimento di
pietra.
Il pavimento
freddo. Come il corpo del suo amico.
(93 parole)
E’ in ufficio. Sono
ormai le sette di
sera.
Stava per tornare a casa quando ha
incontrato Dolly nell’atrio. Era di nuovo carica di fascicoli.
Non li voleva far volare intorno a lei,
dicendo che le davano sui nervi.
La aiuta a portarli in ufficio.
Chiacchierano mente li mettono a posto.
Ultimamente chiacchierano sempre, ogni volta che si incontrano.
Lei scherza e ride spesso, in modo
innocente. E’ adorabile.
Ha deciso, quella sera la saluterà con un
bacio.
Anche lei deve aver avuto lo stesso
pensiero. Appena infila l’ultimo fascicolo in un cassetto, si
avvicina.
Gli dice “grazie” e poi lo bacia.
(102 parole)
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Capitolo 3 *** Fear ***
La loro prima estate insieme. A
Boston. In
quel maniero appena fuori città.
Hanno passato tutta la giornata in
giardino, entrando e uscendo dalla piscina.
Ormai il sole sta tramontando.
Lui e Abbie sono seduti sul prato. Lui
solo con i pantaloncini del costume, lei si è avvolta
attorno un asciugamano.
L’acqua gocciola da i lunghi capelli
biondi lungo le spalle e le braccia di lei.
Abbie sorride serena, ammirando tutte
quelle sfumature aranciate che il cielo è in grado di
assumere.
James pensa che non è mai stata più bella
di così.
Le avvolge le spalle con un braccio. È l’inizio
di tutto
(104 parole)
La
notte
precedente Abbie ha dormito a casa sua per la prima volta. Hanno
passato una
giornata da fidanzatini, girando per Londra.
È la prima
missione di Abbie, quella sera.
James non voleva
affatto farsi vedere agitato, così si dipinge un sorriso sul
volto.
Appena lei esce
smette di sorridere, si accomoda sul divano. Continua a cercare un modo
di ingannare
il tempo, ma il tempo sembra non passare mai.
Quando Abbie
rientra lo trova ancora lì.
“Mi hai aspettata?”
gli chiede mentre si toglie le scarpe, le calcia via e si avvicina.
“Ti aspetterò
sempre” dice lui. E la bacia.
(101 parole)
Sono tutti in ufficio. Stanno
tutti
festeggiando il fidanzamento di James e Abbie.
Finalmente dopo anni lui le ha fatto la
proposta, così senza tanti romanticismi e giri di parole.
Erano a letto quella mattina e le ha detto
“Credo sia ora che ci sposiamo”
Si sposeranno la notte di Capodanno.
Non sarà solo l’inizio di un nuovo anno.
Sarà l’inizio di una vita insieme.
Festeggeranno, circondati da amici e
parenti, ma non troppi. Non volevano un matrimonio in grande.
Una coltre di neve bianca ha iniziato a
coprire Londra.
Sembra tutto un po’ più magico.
(96 parole)
Stanno
combattendo
a Upper Flagley da un tempo che le sembra infinito.
Non ha il tempo
neanche di girare lo sguardo per cercare i colleghi perché i
colpi contro di
lei si susseguono senza sosta. E deve rispondere.
Sta duellando
contro una donna. È strano, non è una
mangiamorte. Non ha neanche il viso
coperto.
Non si può negare
che sia bellissima, nonostante il ghigno da pazza.
A un certo punto
sente una botta in testa. Un rumore sordo.
Quando si sveglia
è in una specie di cella, angusta e umida. Non vede quasi
niente.
Non riesce neanche
a ragionare lucidamente talmente le fa male la testa.
Ha paura.
(109 parole)
Ha passato molte notti in ufficio.
È ridotto
l’ombra di se stesso.
Sta seguendo tutte le piste possibili, ma
senza risultati.
“Perché non torni a casa?” gli chiede
Sean, così fanno pure gli altri suoi amici.
Quella sera pure la sua partner Eveline si
avvicina “James…” inizia a dire.
Ma lui sbotta. “Non torno a casa senza di
lei, dovessi andare a prenderla direttamente nel covo di quei
bastardi!”
La ragazza prende una sedia con le rotelle
e si mette seduta accanto a lui.
“Lascia che ti aiuti”
“Ho paura Evie. Ho paura che non riuscirò
a vederla mai più”
(100 parole)
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Capitolo 4 *** Prejudice ***
Erano passati pochi giorni dal
diploma. Hayden
poteva finalmente godersi l’estate.
Stava seduto a casa sua, a godersi il
fresco e pensava a quello che aveva saputo.
L’istruttrice Charlotte Minchum aveva
intenzione di formare una squadra con i suoi stessi allievi ma al
contempo,
nella squadra di Nathan, si era da poco liberato un posto.
Cosa fare?
La sera stessa ne ha parlato con Nathan.
Non ha nulla da obiettare, eccetto per i pregiudizi che ha la gente.
I pregiudizi non riguardano solo il fatto
che sono amici, riguardano più il fatto che stanno insieme.
Nella squadra nessuno sa che Nathan è gay.
(103 parole)
Alla
fine lui e
Nathan hanno confessato la loro relazione.
La squadra ha
reagito bene.
Va d’accordo con
il suo team, ma appena ha tempo va a trovare i suoi amici.
Un po’ gli mancano,
anche se sono solo a pochi metri di distanza.
Quel giorno mentre
chiacchiera con Ezra vede Elias camminare e parlare con una ragazza,
che lo
saluta con un bacio veloce.
Hayden gli si
avvicina subito, gli assesta una piccola gomitata sulla guancia.
“Fai conquiste eh
amico?” e ammicca verso il ragazzo imbarazzato
“Quand’è che ce la presenti?”
(92 parole)
Sta correndo verso
l’ospedale. Si ferma
appena davanti la porta. L’edificio del San Mungo si staglia
imponente di
fronte a lui.
Ha quasi paura ad entrare, preferirebbe
quasi non sapere.
Prende un respiro ed entra.
Arriva sul corridoio giusto e individua
subito il partner di Nathan.
Jake gli indica una camera poco distante,
da cui sta uscendo un guaritore.
“Come sta?” gli chiede
“E’ in condizioni gravi, ma stabile. Ha
perso alcune dita di una mano”
“Posso vederlo?”
“Mi dispiace, le visite sono riservate
solo a parenti e familiari”
Ed è come se avesse sbattuto contro un
muro. Un muro di pregiudizi.
(102 parole)
Nathan
si sta
riprendendo alla grande dall’incidente. Ormai è
solo un rompiscatole convalescente.
Non vede l’ora di
tornare al lavoro.
Per fortuna l’incidente
ha coinvolto la mano destra, e lui è mancino, quindi
potrà ancora usare la
bacchetta.
“Prendimi una
bottiglia d’acqua” gli chiede
“Guarda che le
gambe ti funzionano…” risponde Hayden con
un’alzata di sopracciglio
“Ma io…” protesta
l’altro che se ne sta stravaccato sul divano.
“Mi hai chiesto di
non trattarti da malato, e io non ti tratto da malato”
Hayden sta
sfoggiando tutta la sua faccia da schiaffi, sapendo benissimo che alla
fine gli
andrà comunque a prendere quella bottiglia.
(103 parole)
È tremendamente freddo
in quel giorno di
novembre.
È quel gelo che ti penetra nelle ossa, e
nel cuore.
Non ci voleva credere quando l’ha saputo.
Pensava fosse solo un macabro scherzo.
E invece si trova proprio lì, al funerale
del suo caro amico Ezra.
Guarda inerme la gente sfilare e
depositare qualche fiore sulla bara di legno color ciliegia.
L’ultima ad andare verso il feretro è
Eliza, che deposita due rose bianche.
Non sono riusciti neanche a sposarsi,
figurarsi avere un figlio.
Quant’è beffardo il destino a volte.
Proprio uno stronzo.
(92 parole)
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Capitolo 5 *** Independence ***
Sean camminava tra la boscaglia in
modo
piuttosto svogliato.
Non aveva nessuna voglia di andare alla
solita cena di Natale. Eveline aveva deciso di non unirsi a lui, non
era ancora
pronte a conoscere l’intero clan degli Stuart.
Alla cena suo padre gli chiede “Allora,
quando ce la presenterai questa ragazza?”
“Papà…la conosci già
Eveline…”
“Anche io voglio conoscerla” si unì al
coro sua madre mentre serviva a tavola il tradizionale tacchino.
“Dai Sean, forza un po’ la mano” fa eco
suo fratello
“Promettete che non la metterete in
imbarazzo né le farete il terzo grado?”
“Promettiamo” rispondo tutti in coro, ma
sa bene che stanno mentendo.
(107 parole)
L’aveva
invitata a
trasferirsi da lui e lei aveva detto di no.
Avevano discusso.
“Spiegami perché?”
“Perché io non
sono fatta per vivere con altre persone…sai come sono,
appena torno mi spoglio
e butto tutto per terra.”
Sean sorride
beffardo “Beh questo non mi dispiace più di
tanto”
Istintivamente
Evie gli lancia un cuscino.
“Sono disordinata,
non mi piace pulire e non so cucinare e non dire che prenderemo un elfo
domestico perché non lo faremo” chiarì
lei
Solo sette mesi
più tardi l’appartamento di Eveline si allaga per
una conduttura rotta.
“Ok, ora sono
pronta per trasferirmi da te” ammette alla fine
(103 parole)
Eveline entrò a casa,
si tolse il cappotto
e lo gettò sul divano.
Scagliò
le scarpe dall’altra parte della stanza, mise su un
po’ di musica e iniziò a
ballare.
Era stata una giornata sfibrante.
Sente la voce di Sadie che la chiama dalle
fiamme del camino.
“Stai ballando senza di me?” chiede un
po’
indispettita
La ragazza spegne la musica e si precipita
davanti al camino.
“Scusa. Dimmi tutto”
Vede l’amica esitare un po’.
“Ho una grande novità”
“Spara”
“Andrew mi ha chiesto di sposarlo e io ho
detto sì!” trilla tutta felice.
Lei non ci ha neanche mai pensato al
matrimonio.
(103 parole)
Sono
al matrimonio
di Sadie e Andrew, seduti ad un tavolo, con due bottiglie di champagne
in mano.
“Ci hai mai
pensato” inizia a chiedere lei, poi notando la faccia
perplessa di Sean
specifica “A tutto questo”
“Tu lo vorresti?”
domanda lui
Eveline esita un
attimo prima di rispondere
“Sarebbe tanto
brutto se dicessi che non voglio sposarmi? Non perché non ti
ami…ma non la
sento come una cosa mia, dopo sarei solo la moglie di Sean Stuart, il
bravissimo auror e io non voglio essere di nessuno”
Non sa perché, ma
Sean si aspettava una risposta del genere.
(99 parole)
Erano appena tornati da uno
scontro vicino
a Oxford, dove Sean era rimasto leggermente ferito ad una spalla e lei
l’aveva
curato, ma non era ancora ora di tornare a casa.
Sadie aveva chiesto di passare a casa sua
in quanto si annoiava ora che era in maternità.
E così Sean, Evie e Andrew rientrarono
tutti insieme a Great Hangleton.
Appena arrivano a casa Andrew si siede
accanto alla moglie, che tiene in braccio la piccola Ruby, di appena
due mesi.
“Vorremmo chiedervi una cosa…” dissero
all’unisono “Vorreste essere il padrino e la
madrina di Ruby?”
Era una grossa responsabilità, che erano
pronti a prendersi.
(105 parole)
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Capitolo 6 *** Death ***
Aveva appena finito di fare cena e
si
stava dirigendo verso la camera di Elize, che quel giorno era mancata
dalle
lezioni.
Bussa leggermente ed entra senza attendere
una risposta.
La ragazza è seduta alla scrivania.
“Hey” lo saluta con un mezzo sorrisetto un
po’ abbattuto
“Ciao” saluta lui poi si mette seduto sul
letto e mentre lascia ciondolare le gambe chiede perché lei
fosse stata
assente.
Elize temporeggia e poi dice a bassa voce
una questione che l’aveva preoccupata per tutto il giorno.
“Ez… ho un ritardo”
Saranno giorni di preoccupazione. Non era
previsto.
Da una parte sono sollevati quando si
rivela un falso allarme.
(106 parole)
Tutti
gli Auror in
servizio sono stati chiamati all’appello per un attacco ad un
villaggio semimagico
nello Yorkshire.
I mangiamorte
disprezzano quei maghi che scelgono di vivere con i babbani,
perché molti
costruiscono una vita insieme a una persona priva di poteri magici, e
ne viene
fuori solo feccia.
Stanno combattendo
fianco a fianco, lui ed Elize, contro un mangiamorte davvero potente.
Non dà loro
tregua, e sembra duellare in maniera quasi annoiata.
Ad un certo punto
guarda meglio Elize.
“Elize Shafiq…un
cognome importante il tuo…sai potresti essere grande tra le
nostre schiere”
“MAI” controbatte
lei con disprezzo. La ammira anche per questo.
(103 parole)
Ha chiesto consiglio ai suoi amici
su come
fare la proposta ad Elize.
Gli hanno consigliato qualcosa di
romantico, ma non troppo eclatante.
Ci ha messo settimane ad addestrare Mémoire
per questo.
Un giorno stanno mangiando un gelato da
Florian Fortebraccio.
Lo scoiattolo giapponese prende dalla
tasca della sua camicia e lo porta alla ragazza.
Attaccato all’anello c’è un bigliettino.
La ragazza lo apre con le mani leggermente
tremanti a causa dell’emozione.
Vorresti
sopportare questa rottura di scatole per il resto della tua vita?
Il sorriso che si espande
sul viso di
Elize arriva ad illuminarle perfino i dolci occhi castani.
(101 parole)
Ezra
rientra a casa
dopo un turno di 12 ore. Vorrebbe solo farsi una doccia e buttarsi sul
letto.
Appena apre la
porta scorge la figura di Elize seduta sul divano, che sfoglia
l’ennesima
rivista sui matrimoni.
Non hanno ancora
fissato una data e lei è già indecisa fra rose o
girasoli per addobbare la
chiesa.
“Bentornato” dice
senza staccare gli occhi dalle pagine “Ho comprato una cosa
per te oggi, è
nella busta sopra al tavolo”
Il ragazzo apre la
busta e ne estrae un pacco di pannolini.
“Stavolta non è un
falso allarme” dice raggiante la ragazza in piedi accanto al
divano, con una
mano appoggiata sul ventre.
(110 parole)
Quella sera li hanno mandati in
missione
in quattro.
Evidentemente la situazione è più
pericolosa di quanto sembra.
In effetti, poco dopo scoppia una
battaglia, lì nel quartiere magico di Edimburgo.
Hanno usato i Patronus per richiedere
rinforzi ma intanto devono provare a contrattaccare.
Si dividono, anche per cercare di salvare
le vere prede della serata: le famiglie di Nati Babbani.
Si trova a combattere contro un uomo alto.
Indossa la maschera da Mangiamorte.
“Sai qual è il modo migliore per uccidere
qualcuno?” chiede e poi continua “Uccidere chi
ama”
Fa appena in tempo a riconoscere la voce
di quella volta quando un raggio verde lo colpisce.
(107 parole)
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Capitolo 7 *** Fun ***
È stato un appuntamento
perfetto, anche se
non perfettamente nel suo stile.
Sono stati a cena in un ristorante
italiano, e poi a fare una lunga passeggiata in giro per la cittadina
semideserta.
Si siedono su una panchina, ai limitari
del vialone che taglia il parco a metà.
Guardano per un po’ le stelle.
Sarebbe una cosa tremendamente romantica
se non fosse che un minuto dopo si aziona l’impianto di
irrigazione dietro di
loro.
Si ritrovano bagnati da capo a piedi.
E si ritrovano a ridere. E a baciarsi
Ora è davvero l’appuntamento perfetto.
(94 parole)
Sono
in missione
lei e Sean, sanno che c’è un incendio ad una casa
di un funzionario del
ministero. Un nato babbano.
Stanno correndo
verso quel luogo.
Corrono verso il
pericolo, eppure non è spaventata.
È quasi eccitata,
sente l’adrenalina scorrere in corpo.
Infatti duellerà
con ardore, senza stancarsi mai. Purtroppo però non fa in
tempo a parare un
colpo.
Quando si
risveglia, è in una stanza dalle pareti bianchi,
è tutto di un bianco quasi
accecante.
Accanto a lei c’è un
Andrew McGuinnes evidentemente sollevato.
“Per fortuna ti
sei svegliata”
“Che è successo?”
“Hai preso una
brutta botta in testa, ma tranquilla va tutto bene” dice con
voce calma.
(110 parole)
È appena passata la
loro prima notte di
nozze.
Andrew è sveglio da un po’ e guarda sua
moglie dormire placidamente.
Hanno dormito pochissimo quella notte, eppure
lui non si sente affatto stanco.
Sadie si sveglia più tardi tra le lenzuola
che profumano di lavanda.
Suo marito le sorride.
“Buongiorno signora McGuinness”
“Buongiorno” risponde lei ancora mezza
addormentata. Ci mette qualche secondo ad aggiungere
“Aspetta, signora
McGuinness? E chi sarebbe? Tua madre, forse”
A lui viene quasi da ridere “Dai…non ti
piace? Sadie McGuinness” pronuncia il suo nome con quel tono
suadente a cui lei
difficilmente sa resistere.
“Io sono Sadie Morris, sarò sempre Sadie
Morris”
(106 parole)
Avrebbe
voluto
continuare a lavorare, anche solo in ufficio, invece è stata
rispedita a casa.
E quindi se ne sta
lì, sdraiata a mangiare uva come facevano gli antichi
romani, mentre ogni tanto
si accarezza la pancia al settimo mese di gravidanza.
Nella seconda
stanza a destra, lungo il corridoio, suo marito sta preparando la
nursery.
Ha insistito per
fare tutto alla babbana.
Quando lui ritorna
in cucina vede la donna che si sta alzando.
“Dove vai?” chiede
“Qualsiasi cosa vi serve, ci penso io”
Sadie alza gli
occhi al cielo.
“Posso andare
almeno in bagno da sola o devo chiedere la carta bollata alla
regina?”
Lo ha decisamente
zittito.
(110 parole)
Sono fuori all’aperto.
Sadie e Eveline
sono sul patio a godersi il timido sole di Maggio.
Parlano della scomparsa di Abbie, avvenuta
solo il giorno prima. Ancora non riescono a capire come possa essere
successo,
così alla luce del giorno.
Morti e sparizioni sono sempre più
frequenti in questo ultimo periodo.
Sono tutti preoccupati. Sadie teme che un
giorno lei o Andrew possano non fare ritorno a casa.
La giovane donna lancia uno sguardo a sua
figlia Ruby che si dondola sull’altalena, con i capelli rossi
mossi dal vento.
Beata l’innocenza di chi non sa tutto il
male che c’è nel mondo
(102 parole)
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Capitolo 8 *** Love ***
Era ufficialmente il suo primo
giorno di
lavoro.
Non poteva negare di essere un po’ di
ansia, non era riuscita neanche a fare una colazione decente.
Si era incontrata con Abbie appena fuori
dal ministero.
“Buongiorno cara” la salutò
l’amica.
“Buongiorno”
Le due ragazze si diressero insieme al
Quartier Generale degli Auror.
Tutta la squadra venne fatta attendere
appena fuori dall’ufficio, poi Charlotte li fece entrare
nello stanzone che
avrebbe ospitato la squadra Auror numero 327.
I giovani Auror si diressero subito verso
le scrivanie con i loro nomi.
Sopra alla sua scrivania Emily trovò un
delicato mazzetto di fiori di campo.
Buona
fortuna –J diceva il
biglietto
(108 parole)
Quell’estate
erano
stati invitati a passare una settimana nella casa estiva della famiglia
Blackwood.
Avevano colto l’occasione
per annunciare a tutti il loro fidanzamento ufficiale.
Anne, la madre di
Justin, saltò subito in piedi come una molla e corse ad
abbracciare i due
ragazzi, con gli occhi pieni di commozione.
Il fratello e la
sorella si mostrarono un po’ meno esuberanti, ma comunque
contenti della
notizia.
Quasi un anno dopo
si sarebbero sposati, circondati dall’affetto della famiglia
e degli amici di
entrambi.
Emily avrebbe
indossato il vestito che era stato di sua madre. E Justin
poté giurare che non
era mai stata così bella. Almeno fino a quel momento.
(109 parole)
Lei e Justin se ne stavano
abbracciati
dentro al letto, godendosi il tepore delle coperte.
Ritardavano il più possibile il momento di
alzarsi per andare a lavoro, dopotutto era solo l’alba.
Emily si accarezzava lentamente la pancia,
pensando alla vita che le stava crescendo dentro. Solo un paio di
giorni prima
avevano scoperto che si trattava di un maschietto.
E da allora le era balenata in mente un’idea.
“Justin…” lo chiamò
“Mh” biascicò lui, che si sarebbe
riassopito volentieri
“Per il bambino…ho pensato…potremmo
chiamarlo Andrew, come tuo padre, che ne dici?”
“Dico che è un’ottima idea” e
si sporse
per baciarla.
(101 parole)
Emily
se ne stava
seduta nel piccolo giardino davanti la loro casa. Aveva messo i piedi
in una
piscina gonfiabile per bambini, nel vano tentativo di sfuggire al
calore di
quella giornata di Maggio.
Andrew, quattro
anni faceva il sonnellino al piano superiore mentre lei si godeva gli
ultimi
mesi di gravidanza.
Aspettava il
ritorno di Justin dal lavoro, e infatti non passò molto
prima che il ragazzo si
materializzasse appena dietro al cancello di ferro battuto.
Aveva un aspetto
funereo, che la spinse ad alzarsi di scatto e a raggiungerlo a passi
decisi.
“Che è successo?”
“Tesoro, mi
dispiace tanto… Abbie non si trova più”
Qualcosa dentro di
lei si spezzò.
Non si credeva
capace di piangere così tanto e così forte.
(123 parole)
Erano passati un paio di mesi
dalla
scomparsa di Abbie. Al contrario di James, Emily aveva sempre pensato
che la
ragazza fosse morta, anzi lo aveva quasi sperato. Non riusciva ad
immaginarla
torturata o rinchiusa. Non voleva farlo.
Ma non era il momento di pensare a quello.
Stava ritornando a casa con sua figlia.
Justin entrò prima di lei e lo sentì
rivolgersi al figlio “Hey campione,
com’è andata con zia Julia?”
Poco dopo entrò lei, si inginocchiò al
livello del bambino in modo di fargli vedere il fagottino che teneva in
braccio.
“Andrew, ti presento Abigail Marie
Blackwood”
(99 parole)
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Capitolo 9 *** Friendship ***
Erano nel suo ufficio lui e
Charlotte,
seduti uno di fronte all’altro avevano brindato al diploma
della loro classe
con due bicchieri di vino elfico.
“Non ti mancheranno un po’?” gli chiese
la
bionda
“Mah…forse un po’…ma ormai
è la seconda
classe che diplomo…un giorno forse mi abituerò a
vedere altri diventare quello
che io non sono più…a te?”
“Non proprio” rispose l’altra titubante
“A
proposito di questo…” e gli spiegò la
sua intenzione di formare una squadra con
loro, e quindi di tornare al lavoro sul campo, dato che ora non
c’era più
Jeremy.
“Quindi ci vedremo molto meno spesso”
“Tornerò ogni tanto a dare fastidio”
sorrise lei
(109 parole)
Stava
tornando a
casa a piedi quella sera, quando giunsero delle urla alle sue orecchie.
Poco lontano vide
lo scintillio colorato di incantesimi che venivano lanciati.
Corse a dare un’occhiata
e si ritrovò nel bel mezzo di uno scontro.
Purtroppo tra i
Mangiamorte che facevano una carneficina di maghi individuò
subito sua sorella
Amelia.
Avrebbe
riconosciuto quegli occhi ovunque.
Amava sua sorella
e voleva proteggerla ma forse a quel punto c’era un unico
modo per proteggerla.
Ricorderà sempre
le parole che lei gli rivolse quando gli Auror la portarono via.
Le parole che gli
spezzarono il cuore.
“Mi hai tradita!
Io mi fidavo di te”
(105 parole)
Anche quell’anno, in
Accademia, avevano
organizzato la tradizionale festa di Natale.
Richard girava per la sala per controllare
che gli allievi che bevevano non facessero troppi danni e aspettava
l’arrivo
del suo appuntamento al buio, la sorella di Jane.
La nuova istruttrice l’aveva praticamente
costretto ad accettare, giurandogli che non se ne sarebbe pentito.
Quando Lucy arrivò le cose non cambiarono
affatto, anzi i due avrebbero potuto giurare di aver passato la serata
peggiore
della propria vita.
Avevano addirittura litigato. Ma sarebbero
stata la prima di una lunga serie di battibecchi, che sarebbero
proseguiti
anche dopo il loro matrimonio.
(99 parole)
Negli
anni lui e
Sadie erano diventati parecchio amici, quasi confidenti.
Dopo mille peripezie
era riuscito a stabilire con lei un rapporto di innocente
complicità.
Non si stupì,
quindi, quando gli arrivò l’invito per il
matrimonio di lei.
Quel giorno era
quindi vestito di tutto punto, e si era appena smaterializzato poco
lontano
dalla chiesa.
Fu una cerimonia
breve, a cui seguirono degli allegri festeggiamenti, tipici di Sadie.
Era quasi fine
serata, quando si avvicinò alla sposa e le chiese di ballare.
Volteggiando sulla
pista le disse “Sei davvero bellissima”
(90 parole)
Un caldo soffocante stava
avvolgendo
Brighton in quella mattina di inizio Agosto.
Richard era seduto al grande tavolo di
legno in mezzo alla cucina. Faceva colazione e intanto dalla finestra
osservava
sua moglie fare giardinaggio.
Vide subito il gufo avvicinarsi con la
copia della Gazzetta del Profeta nel becco e si alzò quindi
per aprirgli la
finestra e farlo entrare.
L’animale si posò sul tavolo, lui gli
diede un biscottino e poi aprì il giornale.
Intera
famiglia distrutta
recitava la prima pagina
Quando lesse di chi si trattava gli si
strinse il cuore. Un dolore fortissimo, pensò quasi ad un
infarto.
Non fu in grado di leggere oltre.
Abbandonò il giornale da cui sorrideva, in
foto, una famiglia felice e di qualche anno più giovane, per
andare ad
avvertire Lucy.
(130 parole)
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Capitolo 10 *** Loss - THE END ***
Charlotte percorse i corridoi del
San
Mungo a passo di Marcia fino a che non arrivò al piano che
ospitava l’obitorio.
Si arrestò all’inizio del corridoio, dopo
aver individuato Adam davanti ad una porta.
Lui le andò subito incontro, con lo
sguardo triste.
“Dimmi che non è vero” riuscì
solo a dire
Charlotte.
Adam la abbracciò e iniziò a sussurrare
“Mi
dispiace, mi dispiace tanto”
La giovane rimase lì, impietrita. Non
riusciva neanche a urlare o piangere.
Aveva perso tutto: suo figlio, sua madre,
la casa dove era cresciuta.
Un dolore e una rabbia cieca si erano
impossessate di lei.
(100 parole)
Aveva
passato l’intera
estate in ufficio, per cercare di scoprire chi avesse ucciso Jeremy,
guidata
dalla sete di vendetta. E alla fine ci era riuscita: aveva Roland Avery.
Era notte fonda, e
aveva programmato di uscire di nascosto da casa di Adam, ma
sfortunatamente l’uomo
l’aveva sentita muoversi nel letto.
“Dove vai?” le
chiese, afferrandola per il polso. Era preoccupato da mesi per il suo
atteggiamento.
“Non costringermi
a mentirti”
“Charl…te ne
pentirai”
La bionda cercò di
ritrarsi ma la presa di lui era ferma.
“Non sembri
neanche più tu” disse Adam deluso
“Non osare
giudicarmi!” sbottò lei “Non sai cosa
vuol dire perde un figlio!”
Lo strattonò e se
andò, sbattendo la porta.
(114 parole)
Ci aveva messo tempo, ma alla fine
Adam l’aveva
aiutata a riprendersi.
L’Accademia le aveva tenuto la mente
occupata e lei si era talmente affezionata ai propri allievi da non
volerli
lasciare andare.
Così quel giorno si trovava di fronte alla
sua nuova squadra, a dar loro il benvenuto ufficiale nel Quartier
Generale
degli Auror.
“Benvenuta squadra 327” iniziò
leggermente
agitata. I discorsi non erano mai stati il suo forte.
“Ora non siete più in Accademia, questo
è
il mondo reale e i pericoli sono all’ordine del giorno ma ho
fiducia in voi, perché
so di cosa siete capaci.”
(99 parole)
Lei
e Adam
abitavano insieme ormai da 5 anni, da quando lei aveva perso casa.
Nonostante questo,
non si vedevano ogni giorno. Colpa del lavoro.
Ma si amavano ogni
giorno.
Adam era rientrato
dal San Mungo sfinito, quel sabato, tanto che si era appisolato sul
divano e
Charlotte stava sfasciando il suo borsone per mettere a lavare il
camice quando
le capitò tra le mani una scatolina di velluto rosso. Era lo
stesso anello con
cui lui le aveva chiesto di sposarlo la prima volta.
Andò subito a
svegliarlo, scuotendogli una spalla.
“E questo che vuol
dire?”
Adam fece
spallucce. “Mah non saprei… forse è una
domanda...”
“Sarebbe scortese
rispondere di nuovo di no” sorrise lei tra le lacrime.
(119 parole)
Quella sera era a cena con
l’intera
famiglia McKinnon. Era sollevata dal fatto che finalmente avessero
smesso tutti
di chiedere a lei e Adam perché non avessero bambini.
Dicevano che non ne volevano. In realtà
era Charlotte che non aveva la forza di affrontare la cosa.
La cena fu tranquilla e la serata allegra.
Dormivano ormai da poche ore quando
vennero svegliati tutti da un rumore infernale, come se qualcuno stesse
bombardando casa.
Charlotte uscì dalla camera a bacchetta
spianata e incrociò Marlene a metà corridoio.
Furono le prime a scendere.
Si trovarono davanti una quindicina di
mangiamorte.
Le due bionde si scambiarono uno sguardo.
Non c’era speranza.
Era la fine.
(111 parole)
Non uccidetemi, ma questa
è davvero la
fine fine.
Che dire? Mi mancheranno davvero tutti i
vostri OC. Ognuno è stato, a modo suo, splendido.
È stato un piacere e un onore per me
scrivere di loro.
Grazie per avermeli affidati.
Baci
H.
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