Live-in

di Amberle_Dubhe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sospetto ***
Capitolo 2: *** Indisposto ***



Capitolo 1
*** Sospetto ***


 

Tradotta dall’originale Live-in di tastewithouttalent. Qui la serie originale completa.

 

Quarta parte di Immediate. Potete comprendere senza aver letto At First Sight? Meh, arrivati a questo punto non ha molto senso, filate a recuperare la serie completa, su <3



 

SOSPETTO


 

 

Shizuo sta facendo colazione quando Izaya ritorna da qualunque cosa sia quello che Izaya fa nelle prime luci del giorno del week-end. Fuori piove, un acquazzone continuo si rovescia dal cielo coperto dalle nuvole; il tempo rende Shizuo rilassato e pigro, lo spinge a prendersi il tempo per cucinarsi una confezione di uova al posto del solito latte e cereali con cui generalmente comincia la giornata. Ha appena iniziato a mangiare quando la porta si apre per far entrare il rumore della tempesta insieme alla promessa di Izaya di rovinargli la mattinata.

“Chiudi la porta” gli dice al posto di un benvenuto più premuroso, senza disturbarsi di alzare lo sguardo dal piatto di cibo davanti a sè. “Stai facendo uscire il caldo.”

“Quale caldo?” Chiede Izaya, la voce abbastanza chiara per essere udita anche senza il bisogno di alzarla ulteriormente, cosa che fa comunque. Shizuo sente lo strascicare dei passi nell’ingresso, lo schiocco di vestiti bagnati che colpiscono le piastrelle; poi, proprio quando un refolo di vento si insinua lungo il corridoio per scompigliare i capelli di Shizuo, la porta viene sbattuta con un’obbedienza deliberatamente prolungata. Shizuo ringhia, troppo basso perché Izaya possa sentirlo, anche se pensa che sarebbe cambiato poco o niente, e non alza lo sguardo mentre i passi di Izaya percorrono il corridoio.

“Dovremmo alzare la temperatura della caldaia” osserva Izaya dall’ingresso, ancora fuori dalla sua vista prima dell’angolo della cucina. “Fa freddo quasi quanto fuori. Come riesci a esistere con solo quello che hai addosso? Non è che il tuo sangue è più caldo per alimentare il tuo carattere disumano?”

“Non potevi rimanere fuori fino a crepare congelato?” ribatte Shizuo. “Sei così magro che di sicuro non ci sarebbe voluto ancora molto.”

“Eri preoccupato per me?” chiede Izaya, sporgendosi dall’angolo così che Shizuo possa vedere i capelli scuri schiacciati sulla testa dall’umidità. “Hai avuto un incubo sulla mia scomparsa?”

“Un incubo su di te, certo” ammette Shizuo, si tira un indietro dal tavolo di qualche centimetro mentre Izaya s avvicina. “La scomparsa era particolarmente assente.”

“Sei cattivo, Shizu-chan” canticchia Izaya chiaramente apprezzando tutto questo. Abbassa la mano sul retro del collo di Shizuo, le dita così fredde che ottengono un sibilo e un brivido di fastidio dall’altro; Izaya ride della sua reazione, si china più vicino per interrompere fisicamente il movimento del braccio di Shizuo impegnato a mangiare. “Non puoi ingannarmi.”

“Stai zitto” dice Shizuo, sapendo che regredire a questo genere di replica è un chiaro segno della sua sconfitta e troppo distratto da quanto siano fredde le mani di Izaya contro il suo collo per fregarsene. “Stai gelando, che cazzo ci stavi a fare in una tempesta?”

“Eri preoccupato” ripete Izaya, le parole simili a fusa, come fa sempre, come se fossero una specie di presa in giro o forse una confessione, come se non sia del tutto convinto dell’interesse di Shizuo finché non lo inquadra esplicitamente in un discorso. “Dovresti aiutarmi a riscaldarmi.”

“Non hai risposto” brontola Shizuo, ma è troppo intorpidito dai persistenti rimasugli del sonno per radunare la sincerità di una lamentela; lascia la propria colazione ad attendere, scambia il peso della forchetta con il bordo affilato del fianco magro di Izaya sotto la mano. “Hai già fatto colazione?”

La risata di Izaya è acuta, deliberatamente alta e così dolce che Shizuo avrebbe perso il tremito sottostante se non lo stesse ascoltando, se non avesse già retroattivamente identificato questa stessa dimostrazione come ansia in una marea di conversazioni precedenti. “Ti nutri sempre più volte nello stesso giorno?” La sua mano si regge al collo di Shizuo, e a quella si unisce il peso del suo braccio appoggiato intorno alle sue spalle, e poi l’equilibrio fra loro si sposta ed è Shizuo a reggere il peso di Izaya per lui piuttosto che l’altro a rimanere sui suoi piedi. “E’ questo il segreto della tua mostruosità?”

“Piantala di farlo suonare una cosa anormale” ordina Shizuo, sposta di lato la maglietta di Izaya per premere i polpastrelli sul profilo dell’osso sotto la pelle fredda come la pioggia. “Hai bisogno di mangiare di più se hai intenzione di correre per la città a metterti nei guai.”

“Come fai a dire che mi metto nei guai?” chiede Izaya, la faccia premuta contro un lato del collo di Shizuo* fa in modo che le parole vengano attutite nella la canottiera dell’altro. “Magari aiuto le vecchiette ad attraversare la strada. Salvo gattini. Faccio volontariato al ricovero dei senzatetto.”

“Perché tu sei tu” dice Shizuo. Izaya ride nella sua canottiera, mormora un suono che sta per una divertita concessione, e solleva la testa.

“Forse hai ragione” gli concede Izaya, con tanta facilità che Shizuo assottiglia gli occhi insospettito anche prima che prosegua. “Forse dovrei unirmi a te e ai tuoi tre pasti completi al giorno.” Sposta il peso all’indietro, guarda oltre le sue spalle senza lasciar andare il collo di Shizuo. “Cosa stai mangiando, ora?”

“Colazione” dice Shizuo, succinto. “Mia.”

“Hmm” riflette Izaya per un attimo. “Non ha un aspetto terribile.”

“Grazie per la critica entusiasta” ringhia Shizuo, spinge contro il fianco di Izaya in un tentativo completamente inutile di farlo sloggiare. “Se hai voglia di criticare la mia cucina puoi andare a farti qualcosa.”

“Non l’ho nemmeno assaggiata” gli fa notare Izaya col tono di qualcuno che sta pazientemente spiegando un’ovvietà ad un idiota. “Come faccio a criticarla appropriatamente?”

“Non--” sbotta  Shizuo quando capisce quello che sta per succedere, ma Izaya ha già allungato una mano per acchiapparne un boccone direttamente dal piatto con una totale inosservanza per la forchetta di fianco. “Ehi.

“Davvero, non è terribile” gli concede Izaya, allunga la mano per un altro boccone riuscendo in qualche modo ad ignorare gli sforzi di Shizuo di buttarlo giù dalle sue gambe e sul pavimento.

“Non credevo valessi un granché come cuoco, ma sembra che ti abbia sottovalutato.”

“Stai zitto” dice Shizuo, perché se c’è qualcosa di meno tollerabile delle prese in giro di Izaya, quelli sono i complimenti di Izaya. “Vatti a fare la tua colazione.”

“Mi piace la tua” annuncia Izaya, che finalmente allunga la mano verso la forchetta di Shizuo che era stata messa rapidamente da parte. “Dovresti prepararmi qualcosa.”

“Cosa?” Shizuo afferra il polso di Izaya, riesce a intercettare e fermare il suo movimento appena prima che riesca ad appropriarsi della posata. “Perché cazzo dovrei prepararti la colazione?”

Izaya porta lo sguardo su di lui. Per un attimo, Shizuo ha la premonizione di essere camminato dritto nella trappola che non era riuscito a vedere. “Perché tu vuoi che io mangi” dice Izaya. confermando il sospetto di Shizuo. “Altrimenti potrei svenire per la fame in un qualche vicolo e tu non sapresti mai cosa mi è successo. Pensa a quanto saresti preoccupato, Shizu-chan, detesto pensare alla tua sofferenza.”

“La avveleno” ringhia Shizuo, conscio che la sua minaccia è solo una minima copertura della resa della sua frase anche prima che i denti di Izaya facciano capolino dal sorrisetto di chi è soddisfatto di sè stesso. “Ti starebbe bene.”

“Shizu-chan” lo rimprovera Izaya, chinandosi per premere un bacio freddo di pioggia sulla bocca di Shizuo con una velocità così disinvolta che Shizuo sta ancora sussultando di sorpresa quando l’altro si ritrae. “Dovresti davvero fare qualcosa per questa abitudine dei tentativi di ingannarmi. Non sei nemmeno molto bravo.”

“Oh, stai zitto” dice Shizuo, e si alza così in fretta che Izaya quasi cade prima di recuperare l’equilibrio e appropriarsi della sedie abbandonata.

Shizuo presta a Izaya più attenzione possibile mentre cucina. Izaya, in qualche modo, riesce comunque a mangiare quello che rimane della sua colazione mentre non guarda, lasciando un piatto vuoto e un sogghigno sardonico ad attenderlo quando ritorna al tavolo. Shizuo alza gli occhi al cielo, offre a Izaya uno dei due piatti che ha avuto il buonsenso di preparare, e per qualche minuto la discussione è abbandonata in favore del cibo.

Shizuo apprezza sempre i metodi per far tacere Izaya.



 

*no ok mi sono messa a piangere?? non sto bene?? ma immaginateli in quella posizione Izaya tipo un micino appolipato a Shizuo e piangete con me dfkjffvjdfovfkvjqeo.

 



NOTE:

NON MI SONO SCORDATA sorry sono stata fuori quasi tutto il giorno e poi ho cenato, ora eccomi qui. Prima parte del domestic bliss, enjoy. Sono così carinidvfjasivasfoivfdiv (ho perso il conto delle volte che l’ho detto).

A voi i commenti, io c’ho troppo caldo per formulare due pensieri in fila. Vivibì <3

Amberle

 

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Capitolo 2
*** Indisposto ***


INDISPOSTO


 

 

Quando Shizuo si sveglia, è solo.

In teoria, non è una cosa così eccezionale. Capita spesso che vada a dormire da solo, a causa dei suoi turni a tarda notte e il fatto che i ritmi della vita di Izaya non sembrano essere affetti da irrilevanti questioni come il lavoro o la scuola o il sorgere del sole. Ma se si corica da solo inevitabilmente si sveglia quando arriva Izaya, tornando cosciente con un gemito a causa di un gomito nel fianco o un ordine di “Svegliati, Shizu-chan” o, se Izaya si sente generoso, a causa di labbra che scivolano sulla spalla o dita che gli abbassando i pantaloni del pigiama. Per di più Shizuo ricorda che Izaya è venuto a letto la notte precedente, se lo ricorda arrivare con un silenzio inusuale e accoccolarsi contro la spalla di Shizuo senza proferire parola. In quel momento era stato un sollievo, riuscire a ricadere nell’incoscienza così facilmente, ma adesso il pensiero lo spinge a svegliarsi velocemente ed inquieto, lo fa alzare a sedere sul letto per assottigliare gli occhi in direzione delle lenzuola stropicciate divenute fredde a causa del vuoto accanto a sè.

La porta d’ingresso è ancora chiusa a chiave quando scende le scale, il che è a favore della possibilità che Izaya sia ancora nell’appartamento; tende a lasciare la porta aperta se Shizuo è in casa quando lui esce, noncurante del fatto che l’altro sia addormentato o sveglio. Ma le luci sono spente sia da basso che in cucina, e Shizuo ha appena iniziato a ritenere che Izaya dev’essere uscito, dopotutto, ha appena cominciato a sentire il formicolio di un principio di preoccupazione per quella situazione inedita, quando gira l’angolo del soggiorno e vede Izaya addormentato sul divano.

Shizuo si immobilizza nel corridoio. Il viso di Izaya ha un aspetto tranquillo quando dorme, il costante sorrisetto che gli stira le labbra divenuto liscio nell’incoscienza e il lampo di colore nei suoi occhi nascosto dall’arco delle ciglia scure. Ma le sue spalle sono tese, il corpo è accartocciato strettamente su sè stesso in una posizione scomoda sotto le coperte che lo avvolgono tese intorno a lui, e mentre Shizuo lo guarda Izaya si acciglia, la fronte che si increspa per il fastidio mentre muove senza svegliarsi. Sembra che stia avendo un brutto sogno, e sicuramente si trova in una posizione scomoda, ed è abbastanza per spingere Shizuo in avanti con l’intento di riportare indietro Izaya da qualsiasi esperienza incosciente lo abbia colto.

“Izaya” dice Shizuo, ad un volume che normalmente sarebbe sufficiente a svegliare l’altro dal fragile involucro di sonno che mantiene di solito. Ma Izaya non si muove, a parte per cambiare posizione di nuovo in risposta a qualcosa non collegato alla voce di Shizuo, e Shizuo si acciglia, gli si avvicina e allunga una mano verso la spalla dell’altro.

“Izaya.” Shizuo chiude la mano sulla coperta morbida, sul braccio teso di Izaya al di sotto di essa; il cipiglio di Izaya aumenta, la schiena si incurva più strettamente su sè stessa. “Izaya.” Shizuo lo scuote per la spalla, più delicatamente che può -- e Izaya sobbalza e prende un respiro improvviso, fa uno scatto repentino ritraendosi di riflesso mentre apre gli occhi. Sembra spaventato, le braccia sollevate come per bloccare un attacco; Shizuo gli afferra il polso prima di accorgersi che si tratta si una posa difensiva e non di attacco, la presa che preme contro la linea sottile della ossa sotto la pelle accaldata per bloccare l’azione a metà.

Woah” il cuore di Shizuo batte velocemente, il corpo che tenta di pompare adrenaline delle sue vene ancora mezze addormentate; Izaya lo fissa e basta, strizzando forte le palpebre come se stesse cercando di ritrovare l’orientamento. “Calmati, sono solo io.”

Izaya prende un respiro, lo esala in un colpo. Quando sbatte nuovamente le palpebre Shizuo può vederlo lottare per ritrovare la sua compostezza, può vedere il tentativo di prenderlo in giro che segue sulla scia delle sue punzecchiature. “Quella voleva essere una rassicurazione, Shizu-chan?” Le sue parole non sono veramente pungenti; suonano logore, strascicate dalla voce roca di Izaya, e chiude gli occhi anche mentre parla, storcendo il viso in una smorfia di dolore che gli fa increspare la fronte.

Shizuo gli lascia andare il polso, allenta la stretta sulla spalla dell’altro. Riesce a percepire il calore contro il suo palmo anche attraverso gli strati tra la sua pelle e quella di Izaya; il lieve contatto con il polso dell’altro gli ha lasciato le dita brucianti per il contatto. “Cosa c’è che non va?”

Izaya riesce ad elaborare un sorrisetto senza aprire gli occhi. “Giudicando il modo in cui la mia pelle scotta come se stesse andando a fuoco, ho la febbre.”

“Perché stai sul divano?” Shizuo appoggia le dita sul collo di Izaya, sul livido sbiadito che ha lasciato meno di una settimana prima; Izaya si inclina di lato sul divano, il movimento che lo preme più contro la mano di Shizuo. I suoi capelli sono umidi al tocco, incollati dal sudore causato dalla febbre che gli bagna il retro del collo. “Non puoi convincermi che qui sia più comodo.”

“Non sprecherò le energie per farlo, allora.” Izaya apre gli occhi mentre Shizuo si china su di lui, la sua espressione che diventa istantaneamente sorpresa per un attimo mentre l’altro gli si avvicina per premere le loro fronti una contro l’altra. Shizuo non aveva certo bisogno di una conferma, non quando percepisce un calore malsano irradiare dall’intero corpo di Izaya, ma ne vale la pena solo per l’attimo di silenzio scioccato che quella vicinanza gli ha fatto ottenere dall’altro.

“Torna a letto” dice Shizuo senza tirarsi indietro.

“Non voglio” dice Izaya, suonando più a corto di fiato che petulante. “Camminare mi fa venire i capogiri.”

Shizuo alza gli occhi al cielo, si piega sulle ginocchia. “Bene” dice, e ritira la mano dal collo di Izaya per portarla invece sotto le sue ginocchia. Izaya mugola una muta protesta ma non prova ad allontanarsi, non spinge via Shizuo nemmeno quando l’altro porta un braccio dietro le sue spalle per reggere il suo peso. “Basta che tu stia fermo.”

“Mi fai perdere la testa” dice Izaya, strascicato, ma lascia che Shizuo si alzi in piedi senza far perdere a entrambi l’equilibrio, addirittura solleva un bracci per circondare le spalle dell’altro e offrire un supporto ulteriore. Izaya è caldo al tocco, la sua testa pesante sulla spalla di Shizuo, ma non è particolarmente difficile da trasportare fintanto che rimane passivo al movimento.

“Stai a letto” ordina Shizuo mentre gira l’angolo per le scale e comincia ad intraprendere il pericoloso processo di portarli di sopra. Le dita di Izaya sono fra i suoi capelli, si infilano fra le ciocche senza gli strattoni o i graffi dei polpastrelli che normalmente vengono insieme al contatto. “Ti preparo della minestra.”

Izaya tossisce una risata contro la spalla di Shizuo. “Una minestra? Da te? Apprezzo il tentativo, Shizu-chan, ma non ci tengo ad essere avvelenato.”

“Non intendo avvelenarla” ringhia Shizuo mentre raggiungono la cima delle scale e cammina lungo il corridoio e verso la camera da letto. “So cucinare almeno una minestra. Non migliorerai se non mangi nulla.”

“D’accordo” dice Izaya con un’obbedienza considerevole. Lascia andare la presa intorno al collo di Shizuo mentre l’altro lo depone su letto, addirittura allunga le gambe nelle lenzuola stropicciate mentre Shizuo le afferra per avvolgergliele intorno. “E poi non è che adesso posso esattamente sfuggirti.”

“Stai zitto” dice Shizuo, le parole rese tranquille dalla consuetudine. Izaya mormora mentre gli sistema le lenzuola, chiudendo gli occhi e girando la testa per affondarla nei cuscini sul lato del letto di Shizuo. Shizuo valuta la possibilità di protestare, non lo fa; invece allunga una mano, tocca con le dita i capelli scuri bagnati di sudore per scostarli dalla fronte di Izaya.

“Cosa ci facevi sul divano?” Domanda di nuovo, la curiosità che spinge la parole fuori dalla sua gola.

Izaya arriccia le labbra, le stira in un sorriso che sparisce quasi un attimo prima che Shizuo possa vederlo. “Non riuscivo a dormire” dice senza aprire gli occhi. Le parole sono semplici, scivolano tranquille sulla lingua; Shizuo non percepisce nulla se non una mite sincerità nel suo tono. “Non volevo svegliarti.”

Shizuo sente il rossore risalire lungo la pelle, le guance che si accendono vermiglie alle parole di Izaya. Non dice nulla -- ha paura che gli si spezzi la voce -- ma quando si china su di lui Izaya solleva la testa per venigli incontro, le labbra schiuse per un bacio molto più delicato di quelli che sono soliti scambiarsi. E’ solo per un attimo -- Izaya è rovente, e Shizuo non sente esattamente la necessità di  beccarsi un‘influenza, al momento -- ma quando Shizuo si scosta Izaya sta sorridendo, e quando si incammina verso la porta per preparare la minestra promessa entrambi assaporano quel momento nel silenzio di un’intesa priva di parole.





 






NOTE:

 

Uhm, ok, ho finito di tradurre a notte fonda e vorrei che questo giustificasse i miei  occhi ridicolmente lucidi, ma no, niente scuse XD è sempre la stessa reazione, come la prima volta che ho letto questo capitolo nel bel mezzo della biblioteca in cui ho dovuto asciugare le lacrimuccie e ingoiare i mugolii di adorazione ;_____; “I didn’t want to wake you” IZAYA DI MERDA. (Io ci provo a volergli bene, ma lui deve sempre farmi sciogliere in una pozzanghera di feels incoerente).

HANNO FATTO DEI PASSI IN AVANTI COSI’ IMPORTANTI, NON CE LA POSSO FARE, GUARDATELI QUANTO SONO PATATI-

Madonna c’ho sonno, spero vi sia piaciuta questa doppia OS!

Ci vediamo con la prossima, la penultima, con due speciali guest stars 8) sono piccole, carine, letali, e soprattutto gemelle~

Amberle

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