La vita, le opere e la leggenda di Vecchioman.

di NikLuk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchioman: The Origins. ***
Capitolo 2: *** Il Giovine Criminale ***
Capitolo 3: *** I Congegni del Demonio ***
Capitolo 4: *** Autobus per l'Inferno ***
Capitolo 5: *** I figli di Satana ***
Capitolo 6: *** L'esorcismo dell'Internetto ***
Capitolo 7: *** Un supermercato in rosso ***
Capitolo 8: *** Un piano proprio bello ***
Capitolo 9: *** Le tentacolari avventure di Vecchioman ***
Capitolo 10: *** Deus Vult ***



Capitolo 1
*** Vecchioman: The Origins. ***


Il miliardario Zacharia era seduto nel suo ampio ufficio, all'interno della mega-azienda situata nella Città A. Egli è un uomo alquanto affascinante: capelli biondi, occhi azzurri, insomma avete capito il genere di persona di cui stiamo parlando. Era circondato da diverse figure in giacca e cravatta e stava urlando in un telefono.

-Comprate le loro azioni! Si, ho detto di si! Poi vendetele all'azienda F!-

Mentre stava sbraitando nell'apparecchio, una figura fece la sua prorompente comparsa nella stanza. Era, in effetti, un vecchio. Normalmente questi strani individui sono facilmente descrivibili ma in questo caso siamo in effetti impossibilitati a farlo. Questo perché questo vecchio è, in effetti, molto, molto vecchio. Essendo così vecchio, ha accumulato una tale quantità di rughe che, a ogni movimento facciale, si dispongono in modo diverso, dando a costui volti sempre nuovi. Nonostante ciò, si può riconoscere abbastanza facilmente, siccome non sono molti quelli che cambiano faccia ogni minuto. Oggi, è forse ancora più riconoscibile: infatti egli è il famoso supereroe "VecchioMan". Se ci seguite ancora per un po' vi narreremo della sua storia.

Il nostro vecchio si avvicinò a Zacharia e gli sottrasse il telefono.

-Vendete tutto! Comprate le dentiere!- gridò lui. -Fate come vi dico! Comprate le dentiere!- e sbattè il telefono.

Zacharia si alzò contrariato. -Padre! Questo è troppo!-

-Troppo? Troppo? Figlio mio, tu non comprendi! Le dentiere, le dentiere sono il futuro! O hai dimenticato come sei giunto alla tua posizione? Sei come tutti gli altri giovini!-

-Vattene subito, vecchio pazzo!- gridò Zacharia.

-Umpf, come vuoi. Vado al gabinetto.- disse il vecchio uscendo dalla stanza.

Mentre si avvicinava alla porta, vide con la coda dell'occhio Zacharia che mormorava qualcosa a una delle guardie.

Ora, i lettori che provengono da altre città potranno essere un po' confusi. "Perché non ho mai sentito parlare di una mega-azienda nella Città A?", potreste pensare.

Non preoccupatevi, cari lettori, tutto sarà spiegato. E anzi vi posso dire che, nonostante l'attuale stato di devastazione della città A, l'azienda esiste ancora. Comunque, ecco la storia della famiglia.

Il vecchio (il suo nome è scordato da tutti) arrivò nella Città A che era già vecchio. Nessuno conosce con esattezza la sua età: alcuni dicono di averlo visto in fotografie dei secoli precedenti; altri affermano che sia comparso da una cabina della polizia blu; altri ancora mormorano che una creature simile fosse descritta nei racconti di antichi esploratori.

Comunque sia, il vecchio arrivò nella città A e cominciò la sua attività: la vendita di dentiere.

Tutti gli ridevano in faccia ma intanto stava cominciando a fare qualche piccolo guadagno.

Nel frattempo misteriosamente trovò una moglie e, ancora più mistteriosamente, ebbe un figlio. Se la teoria genetica è vera, l'aspetto del figlio fa intuire che nella sua giovinezza, ammesso che ne avesse avuta una, il vecchio fosse stato un qualche tipo di dio nordico.

Il vecchio cominciò a investire, e anche a modernizzare i suoi prodotti. Dentiere a punta di diamante. Dentiere che preparano la colazione. Dentiere che giocano a briscola. Dopo breve tempo, gli anziani che avevano ancora denti cominciarono a romperseli per poter indossare le sue dentiere.

Dopo poco, cominciò a diventare famoso: per le dentiere, ma anche perché la sua vecchiaia non solo era stereotipata: essa era Lo Stereotipo incarnato.

Il vecchio giocava a briscola, sparava ai bambini sulla sua proprietà, brandeva il suo bastone in aria urlando.

L'azienda crebbe e crebbe, fino a diventare enorme. Il quartier generale ormai misurava un chilometro quadrato. (si, so cosa state pensando, ma aspettate a parlare.)

Il vecchio sosteneva che "avrebbe vissuto fino a vedere la Terra diventare un posto migliore grazie alle dentiere". La moglie era di un altro avviso e morì prima.

Un bel giorno Zacharia, diventato grande, prese il comando dell'azienda, con il padre come guida.

Grazie alla grande fortuna ereditata dal padre Zacharia era, fin da piccolo, abituato a risolvere i problemi lanciandogli soldi addosso. C'era qualche scandalo su di lui? Lanciava i soldi sul popolo per farlo stare zitto. Un qualche processo che avrebbe apportato danni alla sua immagine? Ma Vostro Onore, tenga questi bigliettoni e ci pensi su. Anzi, eccone anche per la giuria e gli avvocati. Lo aggrediva un orso? Ah! Anche gli orsi si possono corrompere con abbastanza denaro.

Da subito ci furono dei contrasti nella gestione dell'azienda. Zacharia voleva espandere l'attività ad altre frontiere, mentre il vecchio rimaneva sulle dentiere. Un bel giorno relegò suo padre all'ala dell'azienda che produceva dentiere, in modo da essere libero di fare altro. I contrasti non terminarono, ma almeno diminuirono, anche perché l'età del vecchio cominciava a giocargli brutti scherzi.

Un bel giorno (e qui arriva la parte cruciale) Zacharia, stanco di tutti i curiosi che provavano a infiltrarsi nell'azienda, pagò tutti gli abitanti della Città A con la promessa di non parlare più della Mega-Azienda.

Il compenso fu generoso e i cittadini obbedirono, ma la gente provava lo stesso ad entrare.

Uno dei maggiordomi di Zacharia commentò che, come diceva il saggio, anche se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, fa lo stesso rumore. Per tutta risposta andò dal saggio, lo pagò per modificare il proverbio e come per magia l'azienda scomparve a occhi esterni: ecco spiegato il motivo per cui nessuno ne ha mai parlato e nessuno l'ha vista.

Un problema era che, una volta usciti, non si poteva più ritrovare l'entrata, ma siccome ormai l'azienda era un microcosmo autosufficiente, Zacharia decise di impedire a chiunque di uscire: lui e il vecchio non furono più visti per anni.

Ma ora torniamo a noi: siamo rimasti al vecchio che esce dalla stanza per andare in bagno.

Il vecchio entrò nella sua stanza e si diresse verso la porta del gabinetto. Dopo averla aperta, constatò un fatto curioso davvero. Curioso perché il bagno era scomparso completamente: oltre la porta c'era il vuoto.

-Ohibò!- si disse il vecchio. -Qui c'è proprio lo zampino di qualche giovine sabotatore!-

Il vecchio si girò e vide appunto un giovine sabotatore: era suo figlio, Zacharia.

-Figliuolo! Dimmi cosa mai succede, quale complotto verso gli anziani è in corso!-

-Vecchio,- replicò Zacharia, -Ho ormai deciso di sbatterti fuori. La tua presenza qui non è più gradita. Sicurezza, scortate quest'uomo all'uscita.-

-Ah! Ammutinamento! Traditori! Fermatevi, ve lo ordino! Sono vecchio, come osate?- Ma le grida del vecchio valsero poco, perché fu lestamente buttato fuori dall'edificio.

Il vecchio, finito in strada pensò tra sè: -Perdinci! Glie la farò pagare a quel baggiano di mio figlio! Comprenderà il potere delle dentiere! Ma prima... Devo trovare dei servizi!-

Una sorte fortunata volle che l'edificio più vicino fosse nientepopodimeno che l'Associazione degli Eroi. Il vecchio entrò e disse alla donna alla reception: -Buongiorno, vorrei usufruire dei vostri servizi.-

-Certo signo... Gasp!- fece, riconoscendo l'illustre vecchio. -S-saremo da voi in un minuto!-

-Tsk, non si fanno aspettare gli anziani, signorina!-

La receptionist corse per l'edificio, andando a chiamare il presidente Agoni, che in quel momento era in visita.

-Signore, c'è... C'è un uomo che richiede i nostri servizi.- disse, dopo averlo trovato.

-E quindi?-

-Signore... È... Vecchio...-

-Non vedo il problema!- replicò Agoni.

-No, non un vecchio... Il vecchio!-

-Oh!- Esclamò Agoni torcendosi i baffi. -Quel vecchio! È la nostra occasione per ottenere un aumento dei fondi! Vado subito!-

Agoni raggiunse il vecchio che stava ormai aspettando impazientemente.

-Salve, Illustrissimo! Come posso aiutarla!-

-Ce ne avete messo di tempo! Intendo usare... I vostri servizi.-

-Intende... Proprio QUESTI servizi?-

-Certo! Volete che me ne vada? I VOSTRI servizi.-

-Santo cielo,- pensò Agoni, -I nostri servizi? Vai a vedere cosa intendono i vecchi quando parlano! Con servizi vorrà dire le nostre attività! Questo qua vuole diventare un supereroe! Poveretto, sarà impazzito. Beh, meglio accontentarlo, chissà mai se ci possa dare qualche aiuto economico.-

-Allora? Posso andare?-

-Sissignore! Mi segua!- disse Agoni, accompagnandolo verso la palestra. -Il Sommo potrà forse essere così gentile da dire qualche parola buona al suo Gentilissimo figlio...-

-Quel poco di buono? Puah! Ho chiuso con lui. Ma allora, questi servizi?-

-Si, ecco!- esclamò Agoni indicando una stanza. -Ora, Maestro, dovrebbe eseguire qualche test preliminare...-

-Test?- chiese il vecchio. -Non vi fidate degli anziani? Bah! Avete fortuna che vado di fretta! Cosa devo fare?-

-Deve tirare un pugno a quella macchina, o Divino.-

Il vecchio obbedì, tirando un destro al congegno. La forza del pugno fu così debole che la macchina registrò un punteggio negativo, che causò un bug nei circuiti e finì per attestare al vecchio il punteggio massimo.

Agoni rimase interdetto.

-I-incredibile! Neanche quell'uomo pelato aveva una tale forza! Questo vecchio... Potrebbe essere anche più forte di King!-

-Allora?- chiese il vecchio. -Io devo usare i servizi!-

-Si, si subito!- disse Agoni. -Normalmente, ci sarebbero altri test...-

-Cosa? Basta, me ne vado, i giovani e le loro diavolerie!-

-No, no, stavo dicendo... Siccome lei conosce Zacharia... Siccome è così forte... Siccome l'economia è quello che è... Basta, se lei mette una buona parola, la nomino all'istante supereroe di classe A! Vede, non possiamo esagerare, ma mi auguro che le basti!- disse Agoni, firmando un documento.

-Supereroe? Forte? Ma lei è un imbecille!- gridò il vecchio. -Io devo usare il gabinetto!-

-Il... Il... Il gabinetto?-

-Il gabinetto, i servizi, come li volete chiamare! Posso andare?-

-S-sono... A destra nel corridoio.-

-Grazie!- disse il vecchio sfrecciando verso il bagno.

Agoni era interdetto.

-Intendeva... Quei servizi... Ma ormai... Ho firmato... È troppo tardi per tornare indietro.-

Il vecchio era tornato dal gabinetto.

-Allora, cos'era quella diavoleria del supereroe?-

-Beh, potrei, accidentalmente s'intende, aver firmato un documento che, in via teorica, la rende un... supereroe.- disse Agoni nervosamente, prendendo le distanza dal vecchio.

-Ohibò! Supereroi? Al giorno d'oggi ne inventano una più del diavolo! Ma dimmi, cosa fanno questi supereroi?-

-Beh, sa... Vanno in giro, acciuffano cattivi...-

-Acciuffano cattivi?- Il pensiero del vecchio si diresse a Zacharia. -Uhm! Mi piace! Sarò un giustiziere!-

"Questo è proprio andato." pensò Agoni. -Beh, se vuole, o Celeste, deve dirci il suo nome.-

-Mh... L'ho dimenticato. Com'è che mi chiamano oggigiorno?-

-Beh, in verità... La chiamano vecchio...-

-E VecchioMan sia!- esclamò il neo-supereroe, uscendo dalla porta e camminando ricurvo verso il sole calante.

-A-aspetti!- gridò Agoni.

Ma ormai VecchioMan non poteva più sentirlo. Ormai era un supereroe di classe A. Si sarebbe vendicato di Zacharia. Ma prima, una partita a tombola!

Ed ecco, cari lettori, l'origine del rinomato VecchioMan. Se ci seguirete ancora per un po', scoprirete le tante imprese che egli compì, e che tutt'oggi compie.

Perché lui è un Eroe: un Eroe Vecchio.

 

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Capitolo 2
*** Il Giovine Criminale ***


Bentrovati, cari amici. In questo capitolo parleremo della prima vera impresa del nostro beneamato Vecchioman, e anche della sua improbabile alleanza con altri supereroi.

Nella parte  precedente abbiamo lasciato Vecchioman che, dopo essere diventato un supereroe, ha proclamato il suo intento di andare a giocare a tombola: intento che, in effetti, verrà rispettato. Il tragitto che egli fece per raggiungere il luogo dove si tenne la fatidica tombolata, e il luogo preciso della stessa, sono andati perduti. Si ritiene che questa perdita di dati possa essere causata dalla prematura distruzione della città A: pertanto, qualunque punto di riferimento utile allo scopo è stato perduto. Con rammarico, le nostre fonti non hanno rinvenuto alcuna reliquia del luogo.

Ad ogni modo, dopo una camminata di lunghezza ignota (ma probabilmente breve, considerati i  problemi di salute e logistici del Vecchio), il nostro supereroe arrivò alla tombolata, dove erano già riuniti tutti i suoi conoscenti.

Essa si teneva in una grande piazza: i partecipanti erano seduti su sedie di plastica e tenevano le cartelle su dei tavolini, anch'essi di plastica. Il Vecchio cominciò a salutare i suoi amici.

-We, Aristide, come te la passi? Come va la schiena?- salutò Vecchioman.

-Eh, non c'è male, ma hanno detto che forse me la devono amputare. Ma non preoccuparti, mi sono tirato su il morale picchiando un po' di giovani!-

-Ah, capisco, capisco.-

Dopo aver scambiato quattro chiacchiere, Vecchioman riunì tutti per fare un annuncio importante.

-Uela, ti sei trovato la ragazza?- chiede uno. -Vecchio sporcaccione!-

-Meglio, meglio, cari amici. Sono diventato... Un supereroe!-

-Ohibò! E che è? Se magna?-

-Ma no, imbecilli che non siete altro! I supereroi sono delle persone che fermano i cattivi! In pratica posso andare in giro a picchiare i giovini, e nessuno mi può dire nulla!-

Ci fu un grande boato di acclamazione.

Ma ci fu qualcuno che era rimasto in disparte: non per antipatia verso il vecchietto, ma perché erano impegnati in altri discorsi. Essi erano, tuttavia, individui particolari e degni di nota: si trattava del noto supereroe di classe S "Cyborg Demon" e del supereroe "Caped Baldy", che nonostante la poca notorietà ha scalato velocemente la graduatoria. I suddetti ci hanno inoltre pregato, durante la stesura di questa biografia, di riferirsi a loro utilizzando i loro veri nomi. La direzione ha accolto questa bizzarra richiesta e pertanto, da questo momento, si riferirà alla coppia rispettivamente come "Genos" e "Saitama".

Il supereroe Saitama era seduto, con la testa appoggiata al tavolino mentre il supereroe Genos era seduto vicino a lui, in posizione eretta. La conversazione tra i due ci è stata gentilmente riportata dalla signora che assume l'identità di "Giovanna", che in quel momento era affacciata dalla finestra sopra di loro.

-Pss, Genos.- disse Saitama a bassa voce -Perché mai mi hai portato qui? Non mi sembra un luogo pericoloso.-

-Maestro, l'associazione degli eroi ha segnalato un pericolo di tipo "Tigre" in questa zona: se vuole mantenere il suo grado deve sconfiggere una certa quantità di mostri ogni settimana.-

-Si, ma quel vecchietto mi sta guardando male.-

-Maestro, è necessario confondersi con la fauna locale per annientare il pericolo velocemente e in modo pulito.-

-Vabbè, Genos, io schiaccio un riposino. Svegliami quando arriva il mostro.-

-Ne è sicuro Maestro? Dormire troppo è dannoso per il metabolismo...-

D'improvviso risuonò un gong e la folla di vecchi ritornò alle loro posizioni. La fonte del rumore era una decrepita signora che, dopo avere battuto lo strumento andò a presentarsi.

-Oggi,- disse, -la signora Roberta è malata e sarò io a sostituirla!-

Ci furono mormorii di disapprovazione.

-Fascisti! Vogliamo la signora Roberta! Tutto ciò è inaccettabile! La colpa è del presidente! Si stava meglio quando si stava peggio!-

Sembrava l'inizio di una rivoluzione. La signora del gong zittì tutti.

-Silenzio! Per scusarsi, la signora Roberta ha fornito un premio speciale per la tombola. Si tratta di... Una fornitura a vita di patate!-

La folla inferocita si trasformò rapidamente in una folla adorante.

-Patate! Sia gloria alle patate! Noi vecchi adoriamo le patate!-

"La situazione è peggiore di quanto immaginassi" pensò Genos tra sé. "Se dovesse comparire un mostro sarebbe un disastro salvare tutti questi gentiluomini".

Dopo che la situazione fu contenuta, la tombolata iniziò. Passato qualche turno, Genos scosse Saitama, che si era addormentato.

-Maestro! Maestro! Abbiamo fatto ambo!-

-Zzz... Ah, si... Mettilo nel frigo Genos... Zzz...- disse il pelato, mezzo addormentato.

-Cosa? Nel frigo? Maestro, ne è sicuro?-

-Zzz... S... Si... Zzz... Insieme agli unicorni... Zzz...-

"Gli ordini del Maestro sono la legge, per quanto strani possano essere!" si disse Genos e pronti via, partì verso l'isola degli unicorni per metterli in frigo insieme alla cartella.

Come sappiamo cosa si disse, ci chiedete? Dovete sapere che la gentile signora Giovanna (quella della finestra) è una Esper. Come tale, può leggere nel pensiero. Piuttosto conveniente, aggiunge la redazione.

La partita intanto continuava senza particolari intoppi. Beninteso, in eventi come questo c'era sempre qualche battibecco, qualche sparatoria, al massimo, ma niente di grave.

La tombola andava avanti ormai da un'ora: ormai ci si stava avvicinando al premio finale, e ad un certo punto...

-Tombola!- gridò Vecchioman.

-Avete sentito, amici? Il supereroe ha fatto tombola! È proprio vero, allora!- dissero gli altri vecchi.

-Ma certo! Tutto grazie ai miei poteri!- disse il vecchio. (chiarifichiamo ai nostri gentili lettori che tale affermazione era frutto di fantasia e qualsiasi riferimento a eventi reali era puramente casuale.)

Vecchioman consegnò la cartella alla signora, che cominciò a controllare le caselle.

-Allora, vediamo... 13... 37... 69... 42... Ah! C'è un errore! Il 28 non è stato chiamato! Mi dispiace, buonuomo, andrà meglio la prossima volta.-

-Cosa?- Vecchioman era fuori di sé. -Come osa? Lei non sa chi sono io! La faccio licenziare! La denuncio! La faccio deportare!-

-Mi dispiace signore, il gioco è così.-

La folla gridava. -Fatti valere, vecchio!-

Improvvisamente, Vecchioman colpì la signora con il suo bastone! 

Qualcosa di strano accadde. Il bastone non colpì mai la sua pelle: invece, entrò in contatto con una specie di campo di forza, che si dissolse. Allora l'immagine della signora si dissolse e si scoprì che, in realtà, non era una vecchia ma un ragazzo dai capelli rossi!

-Un giovaneeeeeee!- gridò la folla indignata. -Al rogoooo!-

-KYAAAA! Mi avete scoperto, finalmente!- gridò lui. -Io sono il Cacciatore di Vecchi! La mia esistenza è dedicata a trovare ed eliminare qualsiasi individuo ultrasettantenne! Fin da giovane vi ho osservato molto attentamente e, per quanto siate una specie interessante, dovrete essere eliminati per il bene dell'umanità. Avete scoperto la mia identità, forse, ma non potete sconfiggermi!- 

Dicendo ciò, il Cacciatore si trasformò in una creatura gigantesca e ripugnante, che ricordava un po' uno stambecco, ma aveva anche qualche somiglianza con una papera. E un rinoceronte. Con i tentacoli.

La folla dei vecchi intanto gridava. -Addosso ai giovani! Addosso ai giovani!-

Vecchioman prese la palla al balzo. -Amici! Quest'oggi, come ai vecchi tempi, ci coalizziamo per sconfiggere il male! E con il male intendo il comunismo! E con il comunismo intendo i giovani!-

-Sii! Viva i supereroi! Abbasso i giovani!- 

In quel preciso istante, Genos stava tornando dalla sua missione e si avvicinò a Saitama, ancora dormiente. -Maestro, Maestro! L'unicorno lo vuole viola o bianco?- Improvvisamente, notò il mostro gigante. 

-Si svegli! Si svegli! Il mostro è qui!-

-Ancora dieci minuti... Zzz... Talpe giganti... La torta è una menzogna...-

Genos regolò il suo cronometro interno a dieci minuti.

"Dovrebbe essere il Maestro a sconfiggerlo. Se non ce la faccio entro questo tempo, lo sveglio, qualsiasi cosa dica"

Il Cacciatore stava dimenando i suoi tentacoli in tutte le direzione, facendo volare in aria i vecchi, come se fossero birilli. Genos, volando, tentava di raccoglierli tutti.

-Oh, no! Salvati da un giovane! Tutta colpa del sistema sanitario!- 

A breve, tutti i vecchi furono raccolti dalla furia distruttrice del mostro tranne uno, che gli si stava arrampicando sulla schiena.

-Se ne vada!- gli urlò Genos. -È pericoloso!-

-Silenzio!- ribattè Vecchioman. -Sono un supereroe di classe S e posso picchiare tutti quelli che voglio! Bwahahahah! Non mi serve il tuo aiuto!-

"Come? Anche lui un supereroe di classe S? Ma è vecchio! Però mi ha detto di non voler essere soccorso! Allora mi limiterò a sparare da qui"

Genos attivò i suoi cannoni e cominciò a colpire i tentacoli, che cercavano di buttare giù Vecchioman. Quest'ultimo commentò: -Non male per un giovine!-

Il Cacciatore di Vecchi venne colpito negli occhi da un altro raggio di Genos. Era furioso. Se non avrebbe potuto uccidere i vecchi, avrebbe distrutto tutto! Egli cominciò a correre in giro all'impazzata, cercando di buttare giù quanti più edifici possibili.

Vecchioman, però, forte del suo odio per i giovani, si arrampicò ancora di più, e raggiunse la sua testa. Ma ora... Come avrebbe fatto?

Ma si, certo! Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo gioiello, che si portava sempre in giro. Era una dentiera mai messa in commercio, al gusto di cianuro. 

-Giovine!- urlò Vecchioman. -Sollevami e portami davanti alla sua bocca!-

Genos obbedì. Sparò alle gambe del mostro per incapacitarlo e, volando, si posizionò davanti all'orifizio. 

-Addio, mia cara.- sussurrò il vecchio alla dentiera. -Finalmente ti apprezzeranno.-

Il braccio del supereroe lanciò la dentiera verso la bocca del mostro, che dopo averla ingoiata crollò a terra. Ebbe uno spasmo, poi due, ed era morto.

-PER LE PATATEEEEEEEE!- gridò Vecchioman in segno di vittoria.

-PER LE PATATEEEEEEEE!- gridarono i suoi amici.

A causa del gran baccano, Saitama si svegliò, e vide il cadavere del mostro a terra.

-Uh? Che è successo? Come mai non mi hai svegliato?-

-Mi dispiace Maestro, ma credo che mi abbia dato degli ordini erronei nel sonno. Come sa, non posso contraddire la mi programmazione. A proposito...- Si girò verso Vecchioman. -Piacere di fare la sua conoscenza. È uno nuovo?-

-Uh, si.- disse Vecchioman con un certo disgusto. -Ecco, si, non so ancora bene come si faccia questo lavoro da eroe. Quel che so è che voglio picchiare tutti i giovini che mettano a repentaglio le vite dei cittadini rispettabili!-

-Genos, fra mezz'ora inizia la partita, potremmo andar...-

-Aspetti solo un attimo, Maestro!- si rivolse nuovamente a Vecchioman. -Lei ha detto di essere di classe S, giusto? Deve essere indubbiamente potente, ma forse, con tutto il rispetto, con l'età il suo corpo si è indebolito. Se mi vuole seguire, le farò conoscere un mio caro amico che potrà rifornirla di armi e armature per tutte le occasioni!-

-Bah, non mi interessano le robe tecnologiche d'oggigiorno.-

-Bene allora arriveder...- cominciò Saitama.

-Se compra qualcosa le danno un pelapatate in omaggio.- disse Genos.

-Affare fatto allora!-

-Sarà una lunga giornata...- commentò Saitama con la disperazione negli occhi.

E questa, cari lettori, è la prima impresa di Vecchioman. Nel prossimo capitolo lo troveremo intento a fornirsi dei più disparati gadgets anti- giovani.

Perché lui è un eroe: un eroe Vecchio.

 

 

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Capitolo 3
*** I Congegni del Demonio ***


Ed eccoci di nuovo qui, amici: oggi cotinueremo a narrare la storia di Vecchioman e dei suoi nuovi gadgets.

Dopo che il nostro eroe è stato convinto da Genos a provare i congegni del professore, il suddetto robot l'ha portato con sè fino al suo laboratorio, lasciando Saitama a piedi.

-La prego di scusarmi, maestro.- Aveva detto Genos. -Ma il mio dovere è aiutare gli anziani in difficoltà.-

-Oh, non importa, Genos.- gli aveva risposto Saitama, ben contento di liberarsi di entrambi. -Io nel frattempo vado a fare la spesa.-

E così il robot e il vecchio giunsero finalmente al laboratorio.

-Dottor Kuseno! Dottor Kuseno!- chiamò Genos entrando.

Il dottore, chino su uno dei suoi macchinari, si girò verso di lui.

-Ah, Genos! Tutto a posto? Vieni, ho proprio appena sviluppato delle nuove armi nuove di zecca da farti provare.-

Il cyborg scosse la testa.

-No, professore, questa volta non mi serve niente.-

-Ohibò! Che novità! Non vuoi diventare più forte, come tuo solito?- chiese il Dottor Kuseno.

-Certo, ma quest' oggi mi chiedevo se avesse qualcosa per lui.- disse, indicando Vecchioman che nel frattempo si stava guardando intorno impazientemente, borbottando qualcosa sui giovini e su un pelapatate.

-Santo cielo! Ma lui... Non è il Vecchio?- chiese Kuseno sbigottito.

-Professore, la prego, non si rivolga più a lui così: ora è un supereroe, e il suo nome è Vecchioman.-

-Proprio lui un supereroe? Ah, inizio a capire perché possa aver bisogno di congegni speciali. Ma prego, venga venga!- disse Kuseno facendo cenno a Vecchioman.

Il suddetto si avvicinò al professore e disse: -Vedo che lei ha l'età per comprendere, quindi parlerò chiaro, senza giri di parole: io sono qui per pelare patate e picchiare giovani, e ho finito i pelapatate.-

Kuseno si lasciò scappare una risata. -Ma certo, ma certo! Penso di aver proprio qualcosa che possa fare al caso suo.-

Il professore frugò brevemente in uno scatolone dietro di lui, poi tirò fuori un piccolo orologio da polso, all'apparenza innocuo.

-Ah!- disse Vecchioman. -No! Non quello! Non sono mica come i giovani ignoranti, sa? Io uso il buon vecchio metodo del sole e del bastone, che non mi ha mai tradito! Come disse il mio caro vecchio amico Eratostene, pace all'anima sua...-

-No, no!- lo rassicurò il professore. -Questo non è un comune orologio. Non ha mai visto i film di 007?-

-I film sono il mezzo del demo...-

-Lasci perdere. In realtà, quando lei indossa questo orologio e preme il pulsante, un'innovativa armatura sottilissima e invisibile le aderisce perfettamente alla pelle e le dona una grande forza. Inoltre, premendo altri bottoni, questo orologio si può aprire e, grazie a una tecnologia di miniaturizzazione, presentarle una vasta quantità di utensili: un coltello, una pistola, o anche...-

-Un pelapatate!-

-Certamente: ecco, guardi qui.- Kuseno premette un paio di bottoni e, come per magia, dall'orologio fuoriuscì il tanto agognato arnese. Vecchioman lo strappò di mano al professore, tirò fuori una patata dalla tasca, la sbucciò, la gettò nel cestino e si mangiò la buccia. Molte fonte ritengono che questa peculiare dieta sia una delle fonti principali della grande intelligenza del nostro eroe.

-Prodigioso!- commentò Vecchioman. -Si vede proprio che è lei che l'ha inventato, non uno di quei giovani. Me lo faccia provare!-

Il professore obbedì e porse l'oggetto a Vecchioman, che se lo mise al polso.

-Quindi, per fare un esempio, potrei far comparire una delle mie dentiere, giusto?-

-Tutto quello che vuole.-

-Ah! Che stregoneria! Orologio, dammi una dentiera!- disse Vecchioman. L'orologio non rispose. -Orologio, ho detto di darmi una dentiera!-

-No, no.- Lo fermò Kuseno. -Purtroppo è ancora una versione beta, il controllo vocale non è ancora stato implementato. Prima deve accenderlo.-

-Cosa? Non ho capito nulla di quello che ha detto!-

-Prema il pulsante.- tagliò corto il dottore.

-Quale? Ce ne sono così tanti!-

-Prema quello con il pulsante d'accensione.- rispose paziente Kuseno.

-Ma qua...-

-Quello a sinistra.- disse improvvisamente Genos.

-Ecco! Anche lei, che usa questi termini così sofisticati! Ci voleva tanto a dirmelo?- 

Vecchioman fissò il pulsante. Passò qualche secondo.

-Dottore, ho l'impressione che il bottone mi stia guardando male! Non mi fido mica, sa?- si lamentò l'eroe.

-Insomma! Lo prema!-

-Stia calmo, cribbio! Non deve urlare così!- gridò il vecchio.

Genos intervenne tempestivo e premette il bottone dell'orologio. Vecchioman si risentì di questa intrusione.

-Giovanotto? Ma come osa? Io le faccio causa!- disse gesticolando. Durante i suoi movimenti colpì una provetta piazzata su un tavolo, che andò volando dall'altra parta della stanza.

-Ma allora funziona!-

-Certo che funziona, imbecille!- disse Kuseno che ormai aveva perso le staffe. -Se magari mi avesse ascoltato non avrebbe distrutto quella preziosa soluzione a cui ho lavorato per anni!-

-Professore,- cominciò Genos. -Si calmi! Non l'ho mai vista così.- 

-Scusa Genos, hai ragione. Allora, non voleva vedere la dentiera?-

-Umpf! Potrei anche volerlo fare.-

-Bene. Allora, se non le dispiace, dovrebbe premere quei bottoni...-

-Ah, no!- protestò Vecchioman.

-Eh, si. Ma non si preoccupi, non mordono mica. Vede che sui bottoni ci sono delle lettere? Ecco, deve comporre il nome dell'oggetto che desidera far comparire!-

-Bah, proviamo.- disse Vecchioman titubante, e schiacciò alcuni dei pulsanti. -Certo che non capisco perché le lettere siano disposte in modo così strano. Non si poteva andare in ordine alfabetico?-

Una voce robotica improvvisamente eruttò dall'apparecchio. -Lei ha composto la parola: dsfenmtiertasd. Non è stato trovato alcun riscontro.-

-Ah! Il demonio!- esclamò Vecchioman, facendo un salto.

-Ma no! Si calmi! È solo l'orologio. Comunque, deve fare attenzione a non schiacciare altri tasti.-

-Bah! Riproviamo.- e così fece.

-Lei ha composto la parola: dentiera. La: dentiera, verrà consegnata.- e l'orologio si aprì per farla uscire.

-Ecco!- disse Kuseno. -Ora dovrebbe essere in grado di usarlo. E adesso...-

-Ha solo un mese per reclamare il suo aggiornamento gratuito a Windows 10! Vuole usufruirne?- chiese la voce.

-No!- esclamò Kuseno, precedendo Vecchioman alla pulsantiera. -Si ricordi: lei non deve mai, e poi mai, confermare l'aggiornamento. Intesi?-

-Se lo dice lei.- disse Vecchioman.

-Ottimo. Ora per finire la configurazione, è necessario il suo numero di telefono.-

-Cooosa? Come si permette? L'attrezzo di Satana! Blasfemia! Io me ne vado!-

-Ma no, aspetti!- lo fermò Kuseno. -Quand'è l'ultima volta che si è cambiato i vestiti?-

-Non lo so, un paio d'anni fa?- tentò Vecchioman.

-Lo sospettavo. Provi a controllare in tasca.-

Il Vecchio obbedì e, sorprendentemente, trovò proprio un cellulare.

-Ah! Questo spiegherebbe tutto! Il demonio era con me!-

Kuseno accese il cellulare, controllò il numero e lo inserì nell'orologio.

-Tutto fatto. Bene, spero che sia sodd...-

Un trillo acuto interruppe la conversazione.

-Le trombe dell'Apocalisse!- gridò Vecchioman.

-Ma no! Guardi, il suo telefono squilla! Che coincidenza! Provi a rispondere dall'orologio!-

-Ma come devo far...-

-Lasci perdere, l'aiuto io.- disse il professore, premendo un pulsante.

Vecchioman portò l'orologio all'orecchio, e una voce familiare parlò.

-Amico mio!- disse la voce.

-Ohibò! Aristide! Ma perché mi contatti su questi mezzi demoniaci?-

-Mi dispiace, conosco i rischi satanici, ma è davvero urgente, anzi, urgentissimo! Come sai sono fuori città, a far visita alla mia giovine nipote. Ebbene, quando sono arrivato stava utilizzando uno di quei moderni calcolatori elettronici. Ebbene, stava visionando quella che probabilmente era una riunione di membri di una setta satanica. C'era una scritta: "WaltPod" o robe del genere. Ebbene, un'immagine che non mi dimenticherò mai apparve. Era... Oh, tremo solo al pensiero... Erano... Un uomo e un nano... E si stavano... Baciando!-

-Oh, no!- 

-Proprio così. Vecchioman, ora che sei diventato un supereroe, te ne prego, vieni, e punisci la mia figlia posseduta dal demonio!-

Il supereroe guardò all'orizzonte e con fare cerimonioso, disse: -Amici. Ho una crociata solitaria da compiere. Vi ringrazio per l'assistenza. Ma ora, è il momento della mia Santa Guerra.-

E questo, amici miei, è l'inizio di una lunga avventura per Vecchioman, che lo porterà ad incontrare bizzarri individui e autobus maledetti.

Perché lui è un Eroe: un Eroe Vecchio.

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Capitolo 4
*** Autobus per l'Inferno ***


Bentornati, cari lettori, nella nostra biografia autorizzata dell'ammirabile supererore "Vecchioman". Nel capitolo scorso abbiamo lasciato il nostro eroe in procinto di cominciare un importante incarico: salvare la nipote del compagno Aristide, corrotta dal demonio dell'Internet.

E dunque, ritorniamo alla precedente situazione.

Vecchioman, dopo aver ricevuto il nobile incarico dal suo amico, si diresse senza indugi verso l'uscita del laboratorio, poi indugiò qualche attimo e si fermò, pensoso.

-Dov'è che ha detto che dovevo andare?- chiese.

-Mh, non ha specificato...- disse il dottor Kuseno, riflettendo. -Però, grazie ai miei congegni, possiamo localizzare la sua posizione attuale, dato che si trova con sua nipote.-

-Guardi che mi rifiuto di premere qualsivoglia bottone, eh!- sibilò il Vecchio, ancora cauto dopo la precedente esperienza.

-No, no, faccio io.- Kuseno tirò fuori uno strano congegno, simile a un GPS, e digitò qualcosa sulla pulsantiera. -Ora inserisco il suo nome e... Ecco! Ah, vedo che attualmente si trova in prossimità della... Città G! Beh, non è troppo lontano.-

In caso qualcuno dei nostri lettori sia confuso sull'obiettivo del nostro eroe a causa del sistema di nomenclatura delle città, basti ricordare che la città G è dove vive, o meglio viveva, la grande indovina Shibabawa, sfortunatamente passata a miglior vita dopo aver predetto la catastrofe aliena che ha devastato il nostro mondo.

-Ah! Ho sentito che vicino a quella città ci sono dei borghi rurali.- disse Vecchioman gongolando. -Proprio come piace a me: un teatro perfetto e nostalgico per la mia Santa Crociata.-

Sebbene infatti anche la Città G non fosse scampata all'industrializzazione, il nostro Vecchio si trovava nel giusto: trovandosi in una zona montuosa, diversi villaggi caratteristici sopravvivevano ancora.

-La posso accompagnare io, signore!- propose Genos.

-Ah, io solo con un giovine? Giammai, il pericolo è troppo! E poi, nella mia Divina Missione devo essere da solo: per i comuni giovini il pericolo di corruzione maligna è troppo grande.-

-Se vuole c'è una fermata dell'autobus proprio qui fuori, con veicoli che partono verso tutte le città.- disse improvvisamente Kuseno. -Forse potrebbe trovarne uno che giunge anche alla sua meta.-

-Mhh... Il sistema di trasporti pubblico non è mai gentile verso gli anziani, però... Però devo essere in grado di superare le avversità, se voglio completare la mia missione... Va bene, vada per l'autobus!- disse Vecchioman, e si diresse fuori dal laboratorio.

Chi non ha mai usufruito del sistema di trasporti pubblici potrebbe essere sorpreso dalla sua efficienza e convenienza: questo è dovuto dal fatto che gli autobus, così come i treni e tutti gli altri mezzi, sono pilotati non da esseri umani, ma da robot. Ma chi, chi sarebbe mai riuscito a costruire talmente tanti automi da controllare tutti i mezzi? La risposta potrebbe risultare sorprendente: l'attuatore di questa innovazione è nientepopodimeno che il misterioso e sfuggente supereroe di classe S Metal Knight. Sebbene la sua proposta all'inizio fu accolta con diffidenza, la comodità che essa causava fu un fattore determinante nella sua approvazione, e ad oggi non si registrano incidenti notabili.

Ma ora, torniamo ai nostri eroi, ormai arrivati alla fermata degli autobus. Con grande soddisfazione di Vecchioman, un mezzo per la Città G sarebbe passato in pochi minuti.

-Le auguro buona fortuna.- lo salutò Genos prima della sua partenza.

-Ma Vecchioman, si è dimenticato di comprare il biglietto!- protestò Kuseno.

-Questo è il mio segreto, professore. Io non compro mai il biglietto.-

E pronunciata questa storica frase, il nostro eroe entrò nell'autobus, e partì, verso il suo destino.

Con grande soddisfazione da parte dell'eroe, l'autobus era deserto, eccezion fatta del robot conducente menzionato sopra.

Vecchioman si fregò le mani. Nessun controllore in vista: ormai era un viaggio liscio fino alla città G.

Improvvisamente, una voce registrata, dal tono quasi femminile, si fece sentire.

-Si ricorda ai signori passeggeri che chiunque verrà trovato sprovvisto di biglietto riceverà una multa ammontante a 250 dollari, seguita dall'eliminazione.-

-Che avvertimento strano- pensò Vecchioman ad alta voce. -Ma tanto non mi troveranno mai! Anche se dovesse salire un controllore, pasterebbe adoperare le mie tecniche da supereroe per sfuggire!-

La voce tornò di nuovo.

-Si ricorda ai signori passeggeri che una sanzione particolare verrà applicata agli Eroi trovati a contravvenire le regole. In tal caso verrà applicata una misura speciale che consiste in [Bzzt] con conseguente funerale a sue spese.-

-Queste tattiche intimidatorie non funzioneranno contro di me! Però devo ammettere che è strano... che ci sia qualcuno che mi sente parlare?-

E, un'altra volta, la voce parlò.

-Si ricorda ai signori passeggeri che chiunque venga trovato in uno stato mentale paranoico sarà sottoposto a un'evalutazione psichiatrica e detenzione obbligatoria.-

-Ohibò! C'è qualcuno, eh? Si mostri, giovine!-

Improvvisamente il soffitto si aprì e ne discese, appesa, una figura robotica, appesa a dei grossi componenti e a diversi cavi. La sua testa oblunga, con un occhio solo luminoso, guardò fisso Vecchioman.

-Giovine? Nel mio vocabolario interno non ho trovato nessun riscontro a questa parola. Permettimi di presentarmi: sono un'intelligenza artificiale progettata per difendere gli autobus dai criminali. A proposito, congratulazioni: dalle mie banche dati risulta che lei è l'essere umano più vecchio ad aver mai usato questo veicolo.-

-Grazie per i complimenti!- disse Vecchioman, sincero.

-Era un insulto. Comunque, non ha importanza. Chiunque non abbia il biglietto deve essere punito, e in questo caso la punizione consiste nel mio piatto preferito: neurotossine mortali.-

-Oh! Anche il mio! Con le patate è la fine del mondo!- Il nostro coriaceo eroe attivò l'orologio, estrasse una patata, la impregnò nel gas mortale e la mangiò, rigorosamente con la buccia.

L'intelligenza artificiale sembrò interdetta.

-Inizializzazione analisi livello di potere...- disse. -Tre... due... uno...-

Nessuno parlò per qualche secondo.

-Come... Come è possibile?- esclamò. -I valori del potere risultano fuori scala! Oltre a quelli dell'età, certamente. Oh, e il peso. Comunque sia, non posso permetterti di rimanere su questo autobus. Mi sarebbe piaciuto ucciderti, ma dovrò accontentarmi di espellerti.-

Ganci robotici afferrarono Vecchioman e lo lanciarono fuori dal finestrino. Fortunatamente il nostro uomo non riportò grandi danni e, visto che la città G era vicina, pensò di arrivarci a piedi e, borbottando, si incamminò.

Ma un uomo in bicicletta, che aveva visto in lontananza la scena, si avvicinò per aiutarlo. Era un uomo alquanto anziano, e indossava una tonaca nera ed un basco, anch'esso nero.

Arrivò davanti a Vecchioman e gli tese la mano, chiedendo se avessi bisogno di un passaggio.

-Ah, finalmente incontro qualche gentiluomo!- disse l'eroe. -Persino i trasporti pubblici discriminano i vecchi. Ma mi dica, dove sta andando?-

Lo sconosciuto rispose. -Ah, io mi sto dirigendo al mio borgo, vicino alla città G: il borgo dove esercito la mia professione ecclesiastica!-

Vecchioman riflettè per un attimo. -Ah, lei è un prete! Mi dica, conosce per caso qualcuno che si chiama Aristide?

-Aristide... Aristide... Ah, si, mi sembra di averlo visto alla messa di domenica scorsa!-

Vecchioman saltò sul sellino posteriore. -Allora anche io mi dirigo lì. Andiamo!-

Tanto per dire qualcosa, il vecchio disse: -Allora, è vero che non c'è più religione?-

Il prete rispose: -Nel mondo, forse, ma nel mio borgo c'è un gruppo di giovani che si dà da fare alla parrocchia...-

Vecchioman non potè credere alle sue orecchie. -Giovini? Alla parrocchia?-

-Si, anzi, ce n'è uno in particolare, un bravo ragazzo, che mi vuole emulare e va in bici ad aiutare le persone. Credo che abbia fatto richiesta per entrare nell'associazione degli Eroi.-

-Ah! Sa, anche io sono un eroe!-

-Benissimo!- rispose il prete. -Andrete d'accordo.-

-Ma, sant'uomo, l'ho mai vista prima? Mi ricorda forse un attore...-

Lo sconosciuto rise di gusto.

-No, no, le posso assicurare che non sono nessuno di importante, solo un uomo investito da una Santa Missione.-

Vecchioman era felice. Forse aveva trovato un alleato?

-Ma, mi dica, buonuomo, come posso chiamarla?-

-Può chiamarmi Don Matteo.-

Potrà quest'incontro trasformarsi in un'alleanza duratura?

Lo scoprirete, amici miei, nel prossimo capitolo.

 

 

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Capitolo 5
*** I figli di Satana ***


Ed eccoci di nuovo, amici, ad un altro capitolo della biografia autorizzata delle mirabolanti avventure di Vecchioman.

L'ultima volta che abbiamo avuto il piacere di seguire Vecchioman, egli aveva appena incontrato Don Matteo, un membro di quella che per molti anni nella storia dell'umanità è stata la prima classe sociale, ovverosia il clero. Quest'uomo aveva fornito al nostro simpatico e per nulla irascibile eroe un passaggio, per giungere alla località in cui il suo amico Aristide abita e scovare la demoniaca figlia.

Vecchioman, dopo essersi ripreso dallo shock causato dalla precedente frase blasfema di Matteo, sostenente che non tutti i giovini sono maligni, chiese quanto mancasse al suddetto borgo.

-A Gubbio?- chiese retoricamente il prete. -Oh, manca poco. Vedrà, le piacerà: è proprio una località ridente.-

-Dunque questo covo di perdizione si chiava Gubbio, eh?- fece il Vecchio.

-Forza, non sia così negativo, vedrà che visitare il luogo la laverà dai pregiudizi. Comunque, tutti i borghi nelle vicinanze della città G iniziano con la stessa lettera: è un'antica tradizione. Ma eccoci qua!-

In effetti, la località in cui il nostro Matteo risiedeva (perché egli è stato in seguito trasferito) può essere descritta come ridente: un pittoresco paesaggio, con le case che vanno contro a ogni norma antisismica e bande di anziani giocatori di scala quaranta con un'organizzazione non dissimile a quella della criminalità organizzata. Insomma, un paradiso per il nostro eroe, tanto che egli si era quasi dimenticato il motivo della sua visita.

Don Matteo sfrecciò per i vicoli del paesino e parcheggiò davanti alla sua parrocchia: un edificio bianco, con la grazia contenuta tipica di un cigno trafitto da un palo a cui è stato precedentemente appiccato il fuoco.

Il prete si volse verso Vecchioman, e con voce eccitata gli chiese: -Allora? Cosa glie ne pare?-

-Francemente, onesto sacerdote, l'edificio e la città soddisfano i miei criteri edilizi, ma c'è una cosa che mi turba.-

-Dica pure.-

-Non crede che le bande sregolate di giovini che lei coltiva possano turbare la calma pacifica di questo santuario?- chiese preoccupato Vecchioman.

-Ma no, anzi!- rispose Don Matteo ridendo. -Ma guardi, guardi là! È proprio uno dei miei ragazzi!-

Una figura, infatti, si stava avvicinando. Era anch'essa in bicicletta ed aveva una divisa arancione simile ad un'armatura, un casco verde e due paia di occhiali molto spessi. Alcuni dei nostri lettori hanno probabilmente indovinato di chi si fosse potuto trattare: era proprio lui, l'eroe di classe C "Spatent Rider", conosciuto e amato dalle folle.

-Maestro! Sono felice di vedere che è tornato sano e salvo. E chi è il suo amico lì con lei? Ha forse bisogno di qualcosa?-

A questo punto della storia non dovrà essere per il lettore una sorpresa che l'eroe aranciovestito fosse in effetti un apprendista del prete: da egli infatti ha ottenuto tutte le abilità nella guida del velocipede; ed è grazie a Matteo se egli è potuto ascendere al rango di eroe.

Il nostro forse meno conosciuto ma assai più virtuoso eroe Vecchioman lo squadrò da capo a piedi, prima di proruppere con un: -Ma io... Io so chi sei tu!-

-Oh, veramente?- chiese Rider mostrando un grande sorriso. -Allora vuol dire che le mie opere rendono felice la gente! Ne sono entusiasta.-

-Ma no! Ma no! Non hai capito nulla!- sbottò il Vecchio. -Tu sei quel giovine scapestrato che si presenta a ogni scena di qualsiasi crimine e confonde il lavoro degli assai più rispettati agenti dell'ordine!-

-Suvvia, non sia così critico.- disse Don Matteo cercando di riaddolcirlo. -Ecco, lui è solo un ragazzo che vuole veramente aiutare il prossimo, con degli ideali tutti cristiani!-

-Veramente, io non...- tentò Spatent Rider.

-Zitto stolto infedele.- disse il Don con una voce diventata improvvisamente demoniaca, facendolo ammutolire. -Dove eravamo rimasti? Ah! Quello che intendo è che, se magari gli manca la tecnica, il suo entusiasmo ripara qualsiasi pecca nel suo operato!-

-Bah! A me sembra proprio come tutti gli altri. Mi faccia vedere dentro!-

Don Matteo, euforico per aver finalmente trovato un essere vivente che fosse minimamente interessato a visitare il complesso, gli fece strada.

L'interno rispecchiava le caratteristiche esterne: aveva un tocco un po' rustico, con l'intonaco cadente, gli affreschi in uno stato di conservazione peggiore di quello dell'Ultima Cena pre-restauro e, come tocco di classe, le panche erano costellate da scheggie, come un campo minato composto da un materiale di consistenza legnosa.

Ma prima che Vecchioman potesse dire qualcosa, giunse alle sue orecchie una musica blasfema, sacrilega, satanica: nell'angolo della chiesa un gruppo di giovini stava, udite udite, suonando lo strumento del male: una chitarra acustica.

-Ack! Spazzatura umana! Giovini malvagi! Orsù, sacerdote, li cacci da questo luogo divino e gli mostri i luoghi dell'inferno: e là vi sarà pianto, e stridore di denti.-

-Ma no! Quelli sono i miei giovani! Forza, vai a salutarli!-

Ma la vista di Vecchioman ripudiò i suoi occhi, a causa dell'apparizione che gli si presentò davanti: i suoi sensi furono annebbiati, e quando essi tornarono al loro legittimo proprietario egli chiese, indicando il ragazzo dai capelli arancioni che suonava lo strumento.

-Ma lui... Chi è quel demonio?-

-Ah, lui! Si, lui è appena arrivato. L'ho trovato sulla strada ferito e ho deciso di portarlo qui per curarlo.-

Lo sguardo del ragazzo incontrò quello del vecchio, e smise di suonare di colpo.

-Tu!- gridò. -Tu! Cosa ci fai qui?-

Era il Cacciatore di Vecchi.

-Ah! Il giovine cospiratore! Il malvagio mascalzone! L'infame filibustiere!-

Il cacciatore rispose. -È sempre piacere studiare il comportamento di quella specie interessante che prende il nome di "vecchi". Forse dovremmo provare a sperimentare un'altra volta la tua resistenza fisica?-

Vecchioman fremeva di rabbia, ma Don Matteo disse: -Piano, piano: questa è una zona franca! Non sono ammesse risse qui.-

-Vedo che la fortuna ti sorride, Vecchio! Purtroppo non posso contravvenire agli ordini del prete. Non ancora.-

Il vecchio, sempre infuriato, rispose: -Poco male. Ho un altro compito da svolgere, comunque.- E rivolgendosi a Matteo, chiese: -Sa per caso dove si trova la casa di Aristide?-

-Certo, è dall'altra parte della strada, proprio lì.-

Vecchioman avanzò verso l'uscita, promise al cacciatore che sarebbe tornato e andò verso la casa di Aristide: la porta era aperta, come era tradizione in questi borghi in cui i vecchi comunisti fucilavano chiunque suggerisse il concetto di proprietà privata.

Dopo essere entrato nella casa dell'amico, sentì una voce nel corridoio. Era quella di Aristide.

-Tatsumaki, quando mai uscirai da questa fase, che è tutto il giorno che stai tutto il giorno a cercare materiali degradanti ed inadatti ai minori sull'Internetto! Ti bruceranno gli occhi e sarai condannata alla dannazione! Perchè non puoi essere più come tua sorella?-

-Nonno, per l'ultima volta, ho ventotto anni, questa non è una fase e sono qui solo perché mi è stato imposto di passare tempo con i vecchi!-

Che colpo di scena! Che risvolto inaspettato! Ma cosa accadrà dopo?

Lo scoprirete, amici, nel prossimo capitolo.

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** L'esorcismo dell'Internetto ***


Bentornati, amici, alla biografia di oh insomma avete capito odio il mio lavoro lasciate andare mia moglie per favore.

Aristide percepì un rumore nella sua magione: ma non era un rumore spiacevole. Era il tipico passo leggiadro et armonioso nonché danzante del suo rinomato amico Vecchioman. I suoi felici sospetti vennero allegramente confermati quando, dalla porta della stanza spuntò proprio il suo amico.

-Oddio i vecchi si sono moltiplicati!- esclamò Tatsumaki.

-Questo, nipote mia,- disse Aristide, -è il nobile uomo che espurgherà la tua anima eterna dai demoni tecnuologici che piagano la moderna società!-

Vecchioman estrasse una tasca dalla tasca, e ne estrasse un trapano sacro.

-Esponi le eresie che ella perpetua, mio amico divino.- lo incalzò Vecchioman.

-Oi, che vuoi fare con quello? Io ti denunzio!- gridò Tatsumaki.

-Donna, silenzio!- gridò Aristide. -Perché sta scritto: onora i trapani come te stesso.-

-Non credo che...-

-È Satana che ti fa parlare! E ora, Vecchioman, ti racconterò questa storia di perdizione. Tutto è iniziato quando mia figlia ha conosciuto questo poco di buono che...-

Grazie ai suoi acquisiti poteri da supereroe, quale il super intuito da vecchio, l'omonimo eroe percepì che forse le cose sarebbero procedute per le lunghe, e dato che la sua aspettativa di vita era incerta, preferì tagliare corto.

-O Aristide, certo la nostra divinità, nemica dei giovini, parla attraverso te. Però io ti prego, arriva alla parte nella quale la nostra pecora smarrita ha compiuto atti maligni e diabolici!-

E fu così che Aristide riprese il suo racconto da un punto più vicino a noi.

-Ecco, vedi, l'oggetto che è la causa della possessione è quello!- disse, indicando uno strano oggetto appoggiato a un tavolo, davanti al quale sedeva Tatsumaki.

-Una scatola?- chise Vecchioman.

-Un compu...-

-Esatto! Una scatola!- confermò Aristide. -Ma vedi, immemore tempo fa decisi di appropriarmi di uno di questi scatoli, perché credevo che potesse fare da buon fermalumache.- Disse ciò, poiché uno dei suoi spuntini preferiti erano le lumache che, si sa, tendono a scappare via quando si tenta di mangiarle.

-Ma che schifo! Questo non me l'avevi detto!- protestò Tatsumaki.

-Tuttavia!- proseguì Aristide. -Tuttavia, questo scatolo conteneva il dimonio! Perché mia nipote, arrivata settimana scorsa per compiere lavori dedicati a noi razza superiore, ha chiamato a sé il potere infernale ed ha acceso lo scatolo!-

-Che nozione terribile che mi stai raccontando!-

-Precisamente! Ma non ha fatto solo questo. Mia nipote, oh, mia nipote, corrotta dal male, ha usato lo scatolo per... Oh, non riesco neppure a pronunciarlo... Ha evocato il potere satanico delle... delle...-

La bocca di Aristide assunse una forma allungata, poi si stirò sempre di più, attraversando la stanza, per giungere all'orecchio di Vecchioman: e fu così che sussurrò le fatali parole.

-Delle pornografie.-

 

Vecchioman rimase immobile per qualche secondo. la sua mente tentò di comprendere l'accaduto, ma non ci riuscì. La nozione era talmente aliena a lui che dal suo cervello venne emanata un'onda che disturbò tutte i campi elettromagnetici: i poli terrestri cambiarono di posizione, Roberto Giacobbo quella sera stessa ottenne il record di ascolti e una navicella spaziale proveniente dal piante Gazorpazorg captò i segnali e, intuendo la presenza di un eroe potentissimo, si diresse verso la Terra.

 

Dopo qualche lungo attimo, Vecchioman riprese il dono della parola. -Tu, giovina! Hai compiuto il sacrilegio massimo!-

-Ma come ti perme...-

-Silenzio! Ma certo, so cosa è successo. Aristide, hai mai sentito parlare della... rete?-

-La rete?-

-Si, la rete, un insieme dei collegamenti che i Massonieri hanno impiantato nelle teste dei giovini e che li controllano attraverso l'etere, impiantando i Vìrussi nelle malleabili menti di questi esseri!-

-I Vìrussi? È grave?- chiese preoccupato Aristide.

-Eh, si. Ma non temere! Non c'è nulla che questo trapano sacro non possa estirpare!-

Prima che Vecchioman potesse fare qualcosa, Tatsumaki con i suoi poteri psichici prese sacrilegamente il divino oggetto e lo scagliò fuori dalla finestra.

-Ahh!- gridò sorpreso Vecchioman. -I Vìrussi hanno già fatto effetto! I Massonieri sono tra noi! Dobbiamo allertare l'associazione degli eroi!-

-Ma quali Massonieri!- rispose Tatsumaki. -Questo è troppo! Tornatene da dove sei venuto, tu!- E con un rapido movimento dal braccio, prese Vecchioman con la sua aura blasfema e lo sollevò da terra, spedendolo celermente da dov'era venuto.

-Dopo tutta la strada che ho fatto per arrivare qui! Ma tornerò, oh, te lo prometto!- minacciò il nostro santo eroe, mentre era intento a volare verso casa contro la sua volontà.

 

 

Nel contempo, Don Matteo stava guardando dalla finestra e notò appunto il nostro protagonista che fluttuava con leggiadria.

-Ma toh guarda.- Commentò. -Sembra che il nostro amico abbia trovato qualcuno che gli desse un passaggio verso casa.-

Ma egli non poteva sapere che dietro di lui il Cacciatore di Vecchi stava formulando un nuovo piano diabolico, facilitato dalla fortunata dipartita di Vecchioman...

 

Il Vecchio precipitò nella casa di Saitama e Genos attraverso la finestra, che tanto era lo stesso rotta quindi meglio.

Ad attenderlo c'era appunto l'androide, che aveva un'aria preoccupata. Quando lo vide fare questa entrata elegante, gli andò subito in contro.

-Ah, Vecchioman! Ho bisogno del tuo aiuto!-

-No, ve', che ora riparto!-

-È urgente! Il Maestro... È sparito.-

-Ohibò! E che è successo? Parla, giovine!-

-Stava andando a fare la spesa... Ma non è più tornato!-

-Mh!- muggì il Vecchio. -Ma non è che magari...-

-No!-

-Ma io dico...-

-No!-

-Taci un attimo!- si spazientì Vecchioman. -Magari c'è coda alla cassa!-

-Il mio Maestro non ha mai fatto così tardi!-

-Ma allora, scusa eh, allora perché sei ancora qui?-

Genos ebbe l'aria di voler dire qualcosa, ma non seppe cosa rispondere.

-Animo, giovine, animo! Comunque il supermercato è quello con la cassiera carina, no! Allora forse potrei sospendere la mia crociata contro i Massonieri. Orsù, mio giovine, andiamo!-

 

E così il Vecchio e il Giovine partirono nella loro missione per salvare Vecchioman da... Qualcosa.

Ma la minaccia era reale, molto reale... O almeno, questo se non consideriamo le branche filosofiche che postulano come nulla sia reale e che l'universo sia solo una proiezione tridimensionale di altre realtà che convergono in un punto dando origine ai quark che a loro volta formano le particelle elementari quali protoni neutroni ed elettroni che costituiscono i mattoni per la materia...

Pensandoci bene, forse è meglio non considerarli.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Un supermercato in rosso ***


Bentornati, cari amici, alle mirabolanti avventure del nostro beniamino Vecchioman.

Alla fine delle precedenti vicende, Genos e Vecchioman avevano espresso la volontà di andare a cercare Saitama, disperso nei meandri del supermercato.

Tuttavia Genos presto realizzò che avventurarsi impreparati non era una buona idea: specialmente perché la loro conoscenza sul metodo investigativo tendeva allo zero.

-Potremmo assoldare un investigatore per ritrovare il Maestro.- Propose Genos.                                   -Fortunatamente, ce n'è uno nei dintorni che potrebbe proprio fare al caso nostro.-

-Ohibò!- meditò Vecchioman. -Mi auguro non sia uno di quegli investigatori giovini che condannano il sistema giudiziario alla corruzione e alla scabrosità!-

-Non si preoccupi,- lo rassicurò Genos. -Nulla di tutto ciò. Guardi, una cabina telefonica: potremmo usare quella per chiamare il suo assistente.-

Difatti sull'altro lato della strada su cui si affacciava, e si affaccia ancora, la casa di Saitama, c'era un esemplare in via d'estinzione: una cabina telefonica. Adesso vi starete chiedendo: come mai il saggio Vecchioman avrebbe accettato di sprecare i suoi soldi per un telefono a pagamento, che invece avrebbe potuto utilizzare per sfamare i bimbi poveri? La risposta è sorprendente. Se vi trovaste a passeggiare per la città Z, non trovereste alcun segno di tale cabina: questo perché essa era stata posizionata temporaneamente dal Cacciatore di Vecchi per sorvegliare gli spostamenti del suo arcinemico: essa inoltre emanava dei segnali che giungevano subliminalmente al cervello, spronando l'essere umano a fare uso del dispositivo.

Genos e Vecchioman provarono ad aprire la porta della cabina telefonica: -Occupato!- fu la risposta.

Dopo pochi secondi ne uscì volando un uomo con completo attillato blu, mantello e mutande rosse e una lettera sul petto, che gli eroi non riuscirono a leggere.

-Strano.- commentò Genos. -Pareva un eroe, eppure non ho mai visto il suo volto nell'archivio dell'Associazione.-

-Pusillanimerie!- dichiarò Vecchioman. -Orsù, contattiamo questo investigatore!-

Genos inserì la monetina, che andò ad alimentare il piano malvagio del Cacciatore, e compose il numero. 

-Pronto, sono Giovanni Voltson.- fu la risposta all'altro capo del filo.

-Siete l'ufficio investigativo, mi sbaglio?-

-Giustissimo.-

-Abbiamo un caso di persona scomparsa. Il mio Maestro è andato disperso. Ci servirebbe un incontro al più presto.-

Voltson rispose: -Lei è un uomo fortunato: in questo momento non abbiamo alcuna indagine in corso. Se potessimo incontrarci subito, sarebbe meglio per entrambe le parti in causa. Ci può trovare in Via dei prosciuttai, al numero duecentoventidue miliardi duecentoventidue milioni duecentoventidue mila e duecentoundici B.-

-Scusi, come ha detto?-

-Eh, sa come sono le cose, è una via alquanto lunga. Conto di trovarvi lì in mezz'ora.- E riattaccò.

Genos, senza perdere tempo, si mise a correre, portandosi in spalla il Vecchio.

-Ah! Giovine! Rallenta! Guarda che cado a pezzi!- si lamentò.

-Mi perdoni, ma dobbiamo fare in fretta se vogliamo assicurarci la buona riuscita dell'operazione.- Per raggiungere la destinazione ancora più rapidamente, Genos attivò i suoi propulsori e iniziò a volare. Vecchioman lanciò un urlo muto a bassa voce.

-P-piuttosto.- disse, ricomponendosi. -Che tipo è questo investigatore?-

-È un uomo piuttosto particolare... No: chiamarlo uomo è errato.-

-Ohibò! Che intendi? È uno di quei giovini ambigui?-

-Niente di tutto ciò. In effetti, egli non è un essere umano.- rispose Genos.

-Come come? Perbacco! Intendi dire che è un mostro?-

-Neanche questo. Temo di non saper dare una descrizione corretta della sua specie: lo vedrà appena arriveremo.-

Venti minuti più tardi, dopo aver superato l'alquanto lunga via dei prosciuttai, giunsero finalmente all'indirizzo duecentoventidue miliardi duecentoventidue milioni duecentoventidue mila e duecentoundici B. Sulla soglia c'era un individuo ad attenderli.

-Lei deve essere Voltson.- disse Genos.

-In persona. Sono lieto che siate arrivati in perfetto orario.-

-Senta, giovine! La prossima volta potrebbe mettere il suo studio in un punto più accessibile ai patriarchi della società!-

Voltson, ignorandolo, si rivolse a Genos. -Se mi permettete, vi condurrò da colui che volete incontrare.-

Il gentiluomo li scortò in una piccola sala in disordine: a parte le forme di vita formatesi spontaneamente dal caos entropico, non c'era nessuno.

-Che scherzi sono mai questi, giovine! Non vedo nessun investigatore!-

-Che scortesia. Sono proprio di fronte a voi.- disse una voce incorporea.

A un più attento esame, sulla poltrona posta davanti a loro era posto un piccolo oggetto: un comune lucchetto. Con la grande sorpresa degli eroi, e anche dei lettori, immagino, guardando da vicino si scorgevano non solo tratti umani, come occhi e bocca, ma si poteva anche appurare che la fonte del suono era proprio codesto oggetto!

-Permettetemi di presentarmi.- disse quella strana cosa. -Il mio nome è Sherlucchetto.- 

-Che prodigio diabolico è mai questo?- Esclamò Vecchioman.

-Molto piacere.- si presentò Genos. -Noi siamo.-

-Non è necessario dirmelo. Voi siete... Un vecchio e un robot. Ho ragione?-

-Accidenti!- disse sorpreso Genos. -La sua fama non è immeritata!-

-Ma a me non sembra...- protestò Vecchioman.

Sherlucchetto lo interruppe. -Comunque! Cosa siete volete chiedermi? Ah, non è necessario che me lo diciate. Siete qui perché avete un caso di persona scomparsa!-

-E adesso come ha fatto a indovinarlo, Sherlucchetto?- chiese Voltson.

-Elementare. Me lo ha detto lei. Ma ora, gradirei che entraste nei particolari.-

-Sissignore. Dunque, ero tornato a casa dopo il lavoro, e il mio Maestro era sparito: sul tavolo c'era una lettera da parte del rapitore.-

-Questo però a me non l'hai detto!- si lamentò il Vecchio.

-E se posso chiedere,-proseguì Sherlucchetto, -Quel gentiluomo lì dov'era al momento del crimine?-

-Ohilà, giovine, le domande su di me le fai a me! Comunque, ero a Gubbio per una crociata contro i demoni. Anzi, sarebbe meglio che qui finissimo in fretta, perché devo tornare a stroncare Satana!-

-Sarà fatto. Buonuomo, ha con sé la lettera?-

-Sissignore!- disse Genos, e la tirò fuori.

La lettera in sé non aveva nulla di speciale: era scritta con inchiostro rosso, in una calligrafia minuta: l'autrice affermava di aver rapito Saitama con un ingegnoso stratagemma e che nessuno sarebbe mai riuscito a scoprirla.

-Da questa lettera deduco che la rapitrice è una donna.- sentenziò Sherlucchetto.

-L'ha capito dalla calligrafia?- chiese Genos.

-Forse dal colore dell'inchiostro.- gli fece eco Voltson.

-Non faccia l'idiota, Voltson. L'ho capito dalla firma: la nostra criminale assume il nome di Marianna Susanna.-

-Voi giovini e i vostri metodi empirici! Ai miei tempi...-

-Comunque!- lo interruppe nuovamente Sherlucchetto. -Dovremmo andare sul luogo del delitto. Probabilmente troveremo qualche indizio.-

-Sa, Sherlucchetto.- disse Voltson, -lei è proprio uno strano personaggio. Dovrebbero girare una serie TV con lei come protagonista.-

-Ah! Questa è proprio bella. Non sono entusiasta per queste auto-celebrazioni fittizie e piene di errori fattuali. E mi dica, chi sarebbe l'attore che interpreterebbe la mia parte?-

-Benedetto Cocomero, naturalmente!-

-Non mi assomiglia per nulla, Voltson. Non mi assomiglia per nulla.-

 

E così i due eroi, l'investigatore e il Dr. Voltson partirono per tornare alla casa di Saitama e ricavare indizi sulla misteriosa Marianna Susanna.

Come finirà? Lo scoprirete, amici, nel prossimo capitolo.

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Capitolo 8
*** Un piano proprio bello ***


Bentornati, amici miei, a un nuovo ed emozionante capitolo della biografia di Vecchioman.

Riprendiamo con un piccolo riassunto dell'episodio precedente: Sherlucchetto, Voltson, Genos e Vecchioman si stavano apprestando a incamminarsi verso la dimora dello smarrito supereroe Saitama.

Abbiamo deciso di risparmiarvi il lungo e noioso racconto delle avventure che ebbero durante la strada del ritorno, poiché siamo certi che l'interesse dei lettori verso tali eventi sia basso.

E dunque, dopo aver compiuto il tragitto, la nostra compagnia giunse finalmente a destinazione.

-Ah! Certo che quell'unicorno era straordinariamente aggressivo!- commentò Voltson, riferendosi alle sopracitate avventure omesse.

-Non essere sciuocco, Voltson: gli unicorni non esistono.- rispose Sherlucchetto.

-Ma, mi perdoni, ne ha appena ucciso uno!-

-Non ci sono prove sperimentali sufficienti per dimostrare che quello fosse, in effetti, un unicorno. Anzi: è più probabile che si trattasse di un'illusione creata dal nemico per confonderci.-

-Giovini!- gridò l'eroe dalla multiforme faccia. -Ci vogliamo sbrigare? Orsù, prima troviamo codesto individuo, prima posso riprendere la mia missione!-

Siccome ormai erano arrivati davanti all'abitazione, Sherlucchetto decise a cominciare le investigazioni.

-Voltson, i miei strumenti!- ordinò.

-Ah!- esclamò Vecchioman. -Questa è la parte dove, grazie alla sua lente di ingrandimento, trova le impronte digitali e dimostra che le nuove tecnologie sono inutili, nonché dannose! Nevvero, giovine?-

-Mi perdoni, gentiluomo.- gli rispose l'investigatoriere. -Ma, come si può dedurre dalla composizione dell'aria, ci troviamo su del cemento. Le analisi empiriche dimostrano che sul cemento le impronte digitali non si formano. Voltson, passami il microscopio!-

-Ohibò! Voglio ben sperare che si tratti di un microscopio ottico, dico bene?-

Sherlucchetto guardò Vecchioman fisso negli occhi con la sua serratura.

-No, signore. Si tratta di un microscopio elettronico.-

-OH NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-

Vecchioman lanciò un grido che, analogamente a uno dei precedenti, raggiunse lo spazio.

-Signor androide.- chiese incurante del fracasso. -Mi chiedevo se per caso vossignoria mi farebbe utilizzare le sue prese di corrente che porta sul corpo.-

-Ben volentieri,- disse Genos. -Ma, scusi la domanda, lei se lo porta sempre dietro quel microscopio elettronico? Intendo, cosa fa in casi come questi?-

Per una seconda volta, la serrature dell'investigatizio fissò con furore gli occhi di qualcuno. E con qualcuno intendiamo Genos. Solo questa volta però.

-La scienza agisce in modi misteriosi.- affermò. -E poi, il mio apprendista non si chiama Voltson per nulla.- 

Mentre diceva ciò, le dita del suo assistente si ritrassero, e al loro posto si materializzarono dei cavi elettrici.

-Vuole una dimostrazione del voltaggio?-

-Poteri demoniaci! Patti sovrannaturali! È l'opera di uno stregone!-

-Se ci permettete,- asserì Sherlucchetto, -Ora procederemo con l'analisi di questo cemento.-

 

Mentre gli scienziati facevano la scienza, interrompiamo il racconto per narrarvi di un fatto contemporaneo che stava accadendo a migliaia di miglia, o forse a centinaia di centiglia. Abbiamo accennato in precedenza a due urli sovrannaturali ma maestosi che il nostro canoro eroe aveva emesso per esprimere il suo disappunto. Ebbene, cotali suoni vennero recepiti da una navicella spaziale governata da un gruppo di loschi individui chiamati "Ladri di Antimateria."

Cotale nome potrebbe ricordare qualcosa agli abitanti del mondo: essi sono gli esseri responsabili della distruzione della città A.  L'urlo di Vecchioman, infatti, era stato emesso a frequenze così potenti che gli alieni si erano convinti che solo un mega eroe avrebbe potuto produrli, e così si sono diretti verso la Terra.

La redazione, però, vorrebbe spezzare una baguette a favore del nostro beniamino: egli infatti sembra, ma solo in apparenza, il responsabile della distruzione; ma a una più attenta osservazione dei fatti si può dedurre che la sua era una reazione del tutto legittima, perché chiunque sano di mente sarebbe stato orrificato dagli eventi che stavano vendo luogo.

Comunque la si voglia vedere, vi presentiamo con la recentemente declassificata trascrizione di una registrazione recuperata dalla navicella.

 

-Geryuganshoop? Vieni qui, Geryuganshoop!-

-Si lord Bo...-

-Geryuganshoop? Geryuganshoop!-

-Signo...-

-Geryuganshoop!-

-Sono qui, signore!-

-Geryuganshoop! Potevi dirlo prima. Hai analizzato l'anomalia?-

-Certamente, si tratta di...-

-Geryuganshoop? Geryuganshoop! Di chi si tratta Geryuganshoop?-

-Lord Boros, si tratta di un rumore che corrisponde alle frequenze associate a un'alta quantità di energia potenziale!-

-Geryuganshoop? Ottimo lavoro, Geryuganshoop!-

-Da questo si deduce che...-

-Geryuganshoop? Chi ti ha chiesto di parlare, Geryuganshoop?-

-Mi scusi Lord Bor...-

-Taci, Geryuganshoop! Stavo dicendo... Ah, si! Dovremmo visitare quel pianeta, per trovare la fonte del suono! Tuttavia, dovremmo assicurarci che le condizioni siano agevoli alla nostra sopravvivenza. Quindi, Geryuganshoop, ho deciso che dovrai partire in spedizione su quel pianeta, usando il teletrasporto della nave! Dopo che avrai fatto ciò, Geryuganshoop, ci dirigeremo con la navicella verso quel mondo!-

-Ma, Lord Boros, non potremmo semplicemente utilizzare tutti il teletrasporto al posto di andarci con l'astronave?-

-Geryuganshoop? Non mi contraddire, sai, Geryuganshoop?-

-Mi scu...-

-Cosa ci fai ancora qui, Geryuganshoop? Vai, Geryuganshoop!-

-Vado su...-

-Geryuganshoop! Vaaaaai!-

Fine della trasmissione.

 

Ma ora, torniamo sulla Terra!

Sherlucchetto aveva appena finito di analizzare il cemento attraverso il microscopio.

-Cosa ha mia trovato, Sherlucchetto? Forse delle tracce chimiche!-

-Qualcosa di meglio, Voltson. Venga a guardare.-

L'assistente obbedì, e vide qualcosa di miracoloso, ma anche innaturale.

-Santo cielo! Ma come...-

-Ohi, fatemi vedere!- sbottò il Vecchio, prendendo possesso dell'attrezzo.

E di qualcosa di spettacolare si trattava perché il nostro eroe vide, ingranditi dalla lente, una serie di volantini, che erano uguali a qualsiasi altro solo che erano composti da pochi atomi.

-Incredibile!- esclamò Vecchioman. -Non ho capito nulla e non voglio capire!-

-Sembra,- osservò Sherlucchetto. -che il nostro nemico sia più potente del previsto. Ma perché prendersi la briga di creare dei volantini molecolari? A meno che...-

-A meno che?-

-La nostra Marianna Susanna non sia in effetti un essere umano.-

-Gasp!- sospirarono tutti.

-Essere umano o no, io me ne vado.- disse Vecchioman.

-Ma no, la prego, ci rifletta! Non ha che guadagnare da questa faccenda. Anzi, il salvataggio di quest'uomo potrebbe aiutarla nella sua, ehm, missione santa.-

-Tsk! Mi dovete un favore.-

-Guardate!- gridò Voltson. -Guardate nel microscopio! I minuscoli volantini formano una pista, che arriva fino...-

-Al centro commerciale.- confermò Sherlucchetto.

-In effetti, era abbastanza ovvio. Avremmo risparmiato tempo andando subito lì.- disse Genos.

-Fermi tutti!- disse il lucchetto. -Potrebbe essere una falsa pista! Forse dovremmo... Forse dovremmo...-

-Ehi, ragazzi, che ci fate qua?- chiese un tizio pelato da dietro.

E QUEL TIZIO PELATO ERA SAITAMA!

DUN DUN DUNNNNNNNNNNNN

-Maestro! Ma lei... È qui! Non era stato rapito?-

-Rapito? No, e perché mai?-

Improvvisamente, un grande schermo apparve nel cielo. Si trattava... Del cacciatore di vecchi.

-IL MIO PIANO HA FUNZIONATO!- disse con una voce che purtroppo è solo descrivibile col maiuscolo ma in realtà aveva un tono innaturale quasi demoniaco.

-NON C'È MAI STATO NESSUN RAPIMENTO! È STATO TUTTO UN TRUCCO PER DISTRARRE TE, VECCHIOMAN! E SICCOME NESSUNO HA POTUTO FERMARMI, ORA HO CONQUISTATO GUBBIO!-

-Beh, devo andare a stirare il mio cane.- disse Saitama entrando in casa.

-M-ma allora... Giovine! Mi hai ingannato.-

-Sembra che ti serva aiuto.- disse Sherlucchetto. -Ammetto di avere preso un granchio con questa investigazione. Ma! Per sdebitarmi, ti sosterrò nella tua personale avventura!-

-Davvero entrereste nella santa crociata?-

-Certamente, mio caro supereroe.-

Vecchioman era quasi commosso. Enfasi sul quasi. 

-Allora, chi è pronto a prendere a calci qualche giovine?-

-Noi!-

 

 

TUTTI TRANNE SAITAMA

E VOLETE SAPERE PERCHE'?

PERCHE' IN REALTA' IL RAPIMENTO ERA VERO!

Infatti il cacciatore di vecchi, avendo sentito della potenza del pelato eroe, aveva fatto finta di fare finta di rapirlo, in modo che i nostri eroi avrebbero provato a cercarlo ma non troppo! Il Saitama che avevano visto infatti era un animatrone!

Quello vero era infatti ancora nel supermercato, intrappolato nelle grinfie di Marianna Susanna, e siccome gli eroi erano sulla strada per Gubbio avrebbe dovuto aspettare molto per essere salvato. Che bel piano, neh?

Questo è tutto, amici miei. Ci vediamo nel prossimo capitolo.

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Capitolo 9
*** Le tentacolari avventure di Vecchioman ***


Bentornati, amici, alle cronache delle stupefacenti peripezie del supereroe Vecchioman.

Quando ci siamo lasciati, la nostra allegra comitiva composta dal Vecchio, Genos, Sherlucchetto e Voltson aveva iniziato a dirigersi nuovamente verso Gubbio, nella speranza di fermare i nefasti piani del Cacciatore di Vecchi.

I nostri amici, però, non erano nelle loro condizioni fisiche migliori, e c'era chi avrebbe desiderato un mezzo di trasporto che non fosse alimentato dalle proprie forze, ovverosia i piedi.

-Non potremmo, gentiluomini, prendere una corriera, o un autobus, per raggiungere prima la nostra destinazione?- propose Voltson, che non era un gran camminatore.

-Giammai!- rispose secco Vecchioman. -Cotali macchine sono in mano nemica! Rischieremmo di perire!-

-Se volete posso utilizzare i miei razzi per portarvi uno alla volta.- si offrì Genos.

-Mi pare una buona idea, se volete una mia opinione.- approvò Sherlucchetto.

-Io in effetti gradisco la tua opinione.- gli fece eco Voltson.

-Io no.- 

-Ma ne è Sicuro, Signore?- chiese il robot premuroso. -Tale percorso pedestre potrebbe causare dolori incurabili.-

-Senta eh, giovine! Non è ancora arrivato il giorno in cui io mi faccia portare in spalla da un tale degenerato!-

Insomma, la proposta fu bocciata all'unanimità del singolo, e la comitiva iniziò il suo lungo viaggio verso la città in cui albergava il demonio.

Nonostante le apparenze, i quattro bizzarri compagni viaggiavano in modo piuttosto spedito: in particolare il detective dimostrava un'agilità che nessuno avrebbe mai sospettato, data la sua bizzarra forma di lucchetto, e il Vecchio aveva una forza nelle gambe, generata da anni di allenamento al nobile sport dell'apertura delle noci con i piedi.

Apriamo una parentesi dedita a spiegare meglio la frase precedente: la descrizione della velocità come "spedita" vale solo guardando le cose sotto un punto di vista relativistico, in particolare dal punto di vista di un oggetto dotato di accelerazione negativa. In effetti, a un osservatore esterno dotato di celerità comune, il vecchio e il lucchetto sarebbero apparsi muoversi all'indietro, quasi come se stessero venendo attirati dall'orizzonte degli eventi di un buco nero.

-Che prodigio bizzarro.- osservò Vecchioman. -Le mie gambe si muovono, ma pare che le mie membra affermino il contrario.-

-Ne deduco che c'è qualcosa che non va.- osservò brillantemente Sherlucchetto.

Sfortunatamente, Voltson e Genos non si accorsero immediatamente di questo disturbo nel tessuto spazio-temporale, e procedettero lasciando indietro i loro amici. Quando si accorsero della loro mancanza era già troppo tardi, poiché avevano ormai svoltato trecento e tre volte, e poiché non avevano seguito il consiglio della molto famosa fiaba per bambini denominata "Pollicino", non avevano avuto modo di trovare la strada del ritorno.

I lettori in questo momento saranno confusi. Cosa mai sta succedendo? Come mai il rinomato Vecchioman e lo scaltro Sherlucchetto si stanno muovendo all'indietro, invece che avanti?

Non sareste i soli a porvi queste domande, amici, perché in quel momento anche un passante, che era in quel luogo per caso, diede voce ai suoi dubbi emettendo una vibrazione ritratta da un famoso quadro di Munch che, nel linguaggio comune, viene denominata "urlo".

-Che c'è?- chiese Sherlucchetto. -Non hai mai visto un lucchetto che cammina?-

-Cosa mai dici! La tua deduzione è invero errata, detective dei miei stivali! Osserva lì!-

Il nostro beniamino indicò un punto poco distante dove stava avendo luogo un avvenimento particolare. Uno strano vortice era apparso all'improvviso: dall'interno della massa spiraleggiante, fulmini e saette si materializzavano. Pareva quasi che massa ed energia stessero venendo create dal nulla, cosa che è impossibile come dettato dal primo principio della termodinamica che recita "Tutti per uno e uno per tutti tranne l'energia che in un sistema isolato non si crea né si distrugge".

Ma non preoccupatevi, cari miei, poiché nessuna legge della fisica era stata distrutta.

Il vortice cominciò a ruotare sempre più velocemente, fino a che non ci fu un enorme lampo di luce bianca, che accecò momentaneamente i nostri eroi. Immediatamente dopo, il cielo si oscurò.

Dal portale spuntò un tentacolo traslucente, poi un altro. Una cerulea figura, simile ad un polipo, fece la sua comparsa sulla Terra. Si trattava di una forma di vita aliena, che era giunta su questo pianeta grazie a un particolare tipo di teletrasporto: da cui spiegate le anomalie spaziali.

-Saluti, terrestri. Il mio nome è Geryuganshoop.- si presentò. -Grazie alle mie abilità telecinetiche, conquisterò questo mondo per conto di Lord Boros e... Uh?- 

L'alieno esitò, notando Sherlucchetto.

-Ho forse sbagliato pianeta? Non mi sembra mica un umano, questo.-

-Come si permette, lei?!- inveì il Vecchio. -Sta insinuando che io sia brutto?-

-Grazie alle mie abilità, posso dedurre che stesse parlando con me.- fece notare l'investigatore.

-Quindi questa è in effetti la Terra...- Geryuganshoop si guardò intorno. -In effetti la mia missione era soltanto arrivare qui, controllare se si potesse respirare e tornare indietro. Quindi immagino che... Che cosa?-

La tentacolare creatura apparve interdetta, e assunse un espressione vacua per qualche istante. Dopo diversi interminabili secondi, si rivolse verso Vecchioman.

-T-tu...- disse, con un tono di voce tremolante. -Tu sei l'origine di quel suono! Tu sei... La forma di vita che ci ha condotti qui.-

Vecchioman si sfregò le mani tutto contento. -Oh, che felice bizzarria! Ma in effetti, era palese che un supereroe modesto e glorioso come me dovesse già avere dei fans. Chissà se le mie parole non diventino ispirazione per qualche giovine, cosicché si possa mettere la testa a posto!-

Geryuganshoop si prese del tempo per ponderare la faccenda.

-Da una parte,- si disse, -Lord Boros mi ha solamente incaricato con una missione puramente esplorativa. Tuttavia... Questa è un'occasione unica! Se riuscissimo a comprendere il suo potere, potremmo diventare più potenti!-

-Allora, giovinotto! Li vuole questi autografi?-

-Ahem!- si schiarì la voce l'alieno. -A-abbiamo deciso che dovrai venire con noi per essere studiato.-

-Eh no, eh!- ribatté il vecchio. -Veh che c'ho una missione importante da compiere.-

-Oh.- fece Geryuganshoop deluso. -C-capisco. A-allora...-

-Allora? Ho fretta!-

-Allora dovrai morire.-

Alla pronunciazione di queste parole, gli orifizi di Geryuganshoop si illuminarono e il suo corpo assunse una tonalità iridea.

-Oh!- fece Vecchioman. -Almeno qui qualcuno si ricorda di celebrare il Natale, che è una delle festività più importanti perché ci ricorda dell'importanza del capitalismo e del...-

-Vecchio!- gridò Sherlucchetto, lanciandosi davanti al supereroe per schermarlo col suo corpo. Un'operazione non particolarmente efficace poiché, sebbene possano proteggere i propri effetti personali, i lucchetti non servono poi un granché a schermarsi contro gli attacchi psichici.

-Tempesta telecinetica di detriti!- gridò l'alieno, sollevando con la mente una serie di sassi e scagliandoli contro l'eroe. Una nube di polvere si sollevò a causa dell'impatto.

-Ahahahah!- rise maniacalmente Geryuganshoop. -Grazie al mio magistrale controllo sulla materia, non c'è nessuno che sia in grado di primeggiare su di me!-

Nonostante l'arroganza dell'essere, la nube di polvere si sollevò per rivelare che il nostro beniamino stava bene: aveva evitato l'attacco chinandosi per prendere una lira abbandonata a Terra.

-Mi chiedo come mai qualcuno abbia lasciato cadere un tale reperto inestimabile!- commentò.

Geryuganshoop perse la calma per un istante, ma si ricompose immediatamente. 

-Dunque le cose stanno così... È riuscito a prevedere il mio attacco. Avevo solamente intenzione di incapacitarlo, ma sembra che mi trovi costretto a tener fede alle mie minacce. E sia: il mio potere non ha eguali un tutto l'universo!-

Mentre il mostro stava cominciando a illuminarsi, facendo intuire l'imminenza di un attacco, Sherlucchetto pregò Vecchioman: -Vecchio mio! Te ne prego, fuggi da qui! Secondo la mia deduzione, non c'è possibilità di fuggire così grande!-

L'eroe, però, non lo stava ascoltando, poiché era stato distratto da un cantiere, il suo punto debole.

-Trovo che questa ruspa costituisca un capolavoro ingegneristico, non credi anche tu?-

-Allora... È davvero finita...- si rassegnò Sherlucchetto.

-Non c'erano dubbi! E adesso... Onda Gravitazionale Telecinetica!-

La ruspa che il Vecchio stava guardando si accartocciò su sé stessa, compressa dall'aumento della gravità e il resto del cantiere seguì. Una potente raffica lambì le rughe del Divino, che stava lentamente scivolando verso l'oblio.

-Giovinastro! Come... Osi... Accidenti, che vento! È proprio vero che non ci sono più le mezze stagioni.-

-È la fine! È la fine!- si lamentò Sherlucchetto.

Geryuganshoop si pregustava già la dolce vittoria. -Non vedo l'ora di poter studiare il corpo...- 

Il campo gravitazionale si faceva sempre più forte, e Vecchioman era ad un passo dal venire risucchiato.

Ma improvvisamente.

-Fermo, vile villano!-

Per la sorpresa, Geryganshoop interruppe il campo gravitazionale.

-Oh? Chi parla?-

-Cessa immediatamente le tue malfatterie, feccia criminale, o sarò costretto a consegnarti alla giustizia!-

Uno strano individuo si fece avanti. Ciò che saltava immediatamente agli occhi era che indossava una tuta aderente riportante le fattezze di uno scheletro.

-Ah! Una divinità pagana!- gridò spaventato Vecchioman.

-E tu chi saresti?- chiese Geryugnshoop fra l'incuriosito e il divertito.

-Classe B, posizione settantasette! Temprate dalla natura, le mie ossa possiedono una concentrazione di calcio maggiore del normale! Ricordati ciò, maligno filibustiere! Il mio nome è Bone, e sono giunto in questa landa per portare al termine le tue nefandezze!-

-Oh. Ciao, Bone.- disse l'alieno, scagliando il nuovo arrivato contro un palazzo.

-Gya! Codeste azione arcigne non basteranno a fermarsi!- disse lo scheletrico uomo, mezzo inficcato in un condominio.

Chi era questo misterioso eroe? Il suo aiuto sarebbe stato sufficiente per portare alla sconfitta dell'invasore alieno?

Lo scoprirete, amici miei, nel prossimo capitolo.

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Capitolo 10
*** Deus Vult ***


Bentornati, amici miei, alla biografia ufficiale delle stupefacenti avventure di Vecchioman.

Nel capitolo precedente, un tentacolare mostro proveniente dallo spazio siderale è giunto sulla terra, e ora si trova in preda ad un conflitto mortale con il nostro Amabile.

Ma un nuovo eroe è arrivato: si tratta di Bone, il supereroe patrono dei lattai, che purtroppo ha subito una forte concussione impattando contro un assai altro edificio.

-Uomo anziano!- disse costui. -Non possiedo alcune conoscenze della sua provenienza... Tuttavia! Sarò lieto di allearmi con lei per vanificare tale nemico pericoloso per l'incolumità dei miei concittadini!-

-Senta lei, giovine!- gridò Vecchioman di rimando. -Il suo costume offende il pubblico pudore e la pubblica religione!-

Per chi non lo avesse colto in precedenza, Bone era abbigliato con un bizzarro abito che imitava le fattezze di uno scheletro.

-Avete finito?- chiese Geryuganshoop con una certa impazienza.

-E anche lei, essere tentacolare! Non mi interrompa mentre sto parlando!-

-Ops, l'ho fatto di nuovo.- rispose l'alieno, manipolando con noncuranza la gravità per attrarre a sé lo stordito Bones.

-Bene, bene... Chi abbiamo qui?- inquisì Geryuganshoop con un sorriso minaccioso.

-Non mi piegherò mai alla tua forza, villano mascalzone!- lo apostrofo' Bone.

-Mhhh mhh... Non credo proprio.-

Geryuganshoop avvolse Bone con i suoi tentacoli viscidi e cominciò a stritolarlo.

-N... Nyeeeeeh! Non riuscirai mai a spezzarmi, filibustiere! Le mie ossa sono dure come il titano e nobili come una mucca!- si lamentò l'eroe di classe B.

Osservando la scena che stava avendo luogo, il Sommo uscì da ogni grazia.

-Codesta azione non ha diritto di esistere in questa Terra! Due entità pagane che stanno avendo relazioni proibite nella Terra Santa!-

-Come sarebbe Terra S...- chiese Voltson.

-Silenzio!- Vecchioman si fece pensoso. -Non avrei voluto scoprire questa carta così presto ma... Via! È deciso. Dovrò chiamare... Loro.-

-Deduco che si tratti del circolo delle bocce.- fece Sherlucchetto a bassa voce.

Il Divino, avvolto da una luce mistica, tirò fuori dalla sua tasca una spada di dimensioni ragguardevoli.

-Ma come...- 

-Silenzio!- lo zittì lui di nuovo.

-M-miei prodi!- fece Bone. -A-apprezzo il vostro fervore ma un aiuto a un compagno eroe sarebbe accolto g-gioiosamente!-

Vecchioman si inginocchiò e puntando la spada verso il sole cominciò a recitare un'invocazione.

-O miei compagni, che a causa della mortalità della vostra carne siete periti! O uomini giusti, che nei tempi antichi avete servito le forze del bene! O servi della grazia e di ciò che è giusto: sorgete di nuovo, affinché mi possiate assistere a espurgare questa dimora terrena dal Male!-

Qualche secondo passò.

-Molto carino.- Commentò Geryuganshoop. -Se ora vorreste scusarmi...-

Improvvisamente, però, qualcosa accadde: una scossa di terremoto fece tremare vigorosamente la terra.

Non si trattava di un terremoto normale, però: tutti gli edifici presenti nei dintorni rimasero miracolosamente in piedi.

Poco dopo, un fatto ancora più prodigioso accadde: una faglia profondissima si aprì nel bel mezzo della strada. Fu un evento così inaspettato che anche Geryuganshoop si distrasse, dando la possibilità a Bone di fuggire.

-R-ritirata strategicaaaaa!- fu il suo grido, prima che la sua rocambolesca corsa fosse bloccata da un'altra spaccatura nel terreno.

-Ahimè! Come non detto!-

-Fate attenzione.- disse Genos. -Secondo i mie scanner delle forme di vita stanno risalendo da quei crateri.-

-Oh, non preoccupatevi, giovinastri.- disse lui, con un sorriso misterioso. -Il Giorno del Giudizio è vicino.-

Mentre diceva queste parole, un rombo di tuono si fece sentire in lontananza.

-M-ma i sensi mi suggeriscono che il cielo è sereno...- disse Sherlucchetto. -Saranno mica... Le trombe del giudizio?!- 

-Niente di tutto ciò.-

In maniera altrettanto improvvisa, un miracolo si compì sulla terra: degli uomini incappucciati fuoriuscirono fluttuando dalle spaccature nel terreno e si spandettero nel cielo; poi si posarono lievemente sull'asfalto della strada.

Ci fu un gran vociare fra quei misteriosi individui, finché uno di loro richiamò l'attenzione con un gesto della mano. Si avvicinò con tono autoritario a Vecchioman. Nell'aere non si sentiva una mosca volare.

Il misterioso figuro lo squadrò da capo a piedi, sempre senza proferire parola. Di punto in bianco, abbracciò con affettuosità il nostro Vecchio, con un gesto che fu subito ricambiato.

-Oh, amico mio.- disse lui. -Da quanto tempo...-

-Troppo, Goffredo, troppo. Molte cose sono cambiate, cose che insieme avremmo potuto sistemare... Ma non volevo turbare il vostro sonno.-

-E te ne siamo grati. Ma ora che ci hai risvegliato, saremo ben felici di servirti con gioia per proteggere ciò che è Santo, proprio come ai vecchi tempi...-

Sherlucchetto interruppe la felice riunione. 

-Scusate, eh! Non voglio disturbare questa commovente riunione. Ma potreste almeno dirci chi siete.-

-Mi sembra una richiesta ragionevole.- disse il figuro incappucciato.

-Noi siamo... I membri della Prima Crociata!-

-DEUS VULT!- confermarono entusiasticamente tutti.-

-Oh, ok. Chiedevo solo.-

I Crociati si stavano guardando intorno.

-Dicci, amico, quale immonda eresia dobbiamo vanificare!-

-In verità, miei prodi, sono due! Il primo è lui!- disse Vecchioman indicando Geryuganshoop.

I santi combattenti furono presi da uno sgomento collettivo.

-Ma che è?-

-È un falso idolo!-

-L'Anticristo!-

-Il Bafometto!-

-E il secondo!- proseguì Vecchioman. -È lui!-

-Uh? Chi mi chiama, amici?- fece l'ignaro Bone.

-Un eretico!- gridarono alcuni, agitando le spade.

-Ma no, è Belzebù in terra!

-Sto cominciando ad irritarmi!- Eruttò Geryuganshoop, cambiando repentinamente il tono di voce. 

-Mi risulta evidente che nulla, in questo pianeta, sia degno di essere tenuto in vita. Lord Boros deve aver commesso un errore. In qualità di suo consigliere, mi assumo la responsabilità. Preparatevi a essere cancellati dalla faccia dell'universo!-

Ci fu un momento di silenzio.

-CROCIATI!- urlò Goffredo. -CI LASCEREMO FORSE PIEGARE DA UN VILE INFEDELE?-

-DEUS VULT!-

-NON RIESCO A SENTIRVI!-

-DEUS VULT! DEUS VULT! DEUS VULT!-

-E ALLORA ATTACCHIAMO!-

Centinaia di crociati si scagliarono Geryuganshoop. Tutti furono respinti, seppur con una certa difficoltà.

-NON LASCIATEVI INTIMORIRE, UOMINI!-

-Onda gravitazionale!- gridò Geryuganshoop.

Alcuni uomini furono scagliati indietro, ma l'ondata di fedeli combattenti non cessava di fluire. Sembrava che, per ogni uomo caduto, ne sorgessero altri due.

-Tempesta di macigni!- sbraitò l'alieno infuriato.

Massi e soldati volarono dappertutto, ma neppure questo fu in grado di fermare i Crociati.

-DEUS VULT! DEUS VULT! DEUS VULT!-

-I... INACCETTABILE!- Geryuganshoop ormai menava colpi all'impazzata, ma era tutto inutile. La sua sconfitta era prossima. Finchè...

-Guarda!- gridò Voltson. -Guarda in quella direzione!-

-Che co... Perdindirindina!- esclamò Sherlucchetto.

Un'enorme esplosione era visibile all'orizzonte. Era enorme, più grande di un elefante che pesa un miliardo di chili ma che ha la stessa densità di un elefante normale.

-Ma quella...- disse Vecchioman. -È Gubbio!-

-È... cosa?-

-Il posto dove siamo diretti!-

Genos gridò: -Tappatevi le orecchie! Ora!-

-Giovine, ma cosa mai...-

-Fatelo!-

Il gruppo obbedì giusto in tempo, prima di essere investiti da un fragore assordante. Subito dopo, ci fu un forte vento che fece volare via alcuni crociati.

-Oh?- fece Geryuganshoop, apparentemente indifferente alle avversità. -Sto rilevando provenire da quella città un'energia potentissima... Si tratterà forse di quella che era giunta fino all'astronave? Devo scoprirlo... Ormai mi è chiaro che questi individui non sono utili a Lord Boros... Devo recarmi lì.-

Fu con queste parole che Geryuganshoop si sollevò da terra e si diresse verso la città distrutta.

-Fermo, Bafometto!- gridò uno dei crociati.

-Non possiamo lasciarci sfuggire quell'essere satanico!- gridò Goffredo. -Dobbiamo inseguirlo. Come avevate detto che si chiamava quella città?-

-G...- iniziò a dire Voltson.

-Come come? Gerusalemme, dite?-

La folla esplose in un coro di invocazioni.

-Gerusalemme, ha detto!-

-Lo sapevo! È colpa dei Saraceni!-

-Riprendiamoci Gerusalemme!-

-NON NOBIS DOMINE!-

-SED TUA GLORIAM!-

-DEUS VULT! DEUS VULT! DEUS VULT!-

-FEEERMI!- gridò Goffredo. -Che ce ne facciamo di Belzebù?-

-Mannaggia...- imprecò Bone, che sperava di essere passato inosservato.

-Io dico di metterlo al rogo!-

-Buttatelo nella fossa dei leoni!-

-V-ve ne prego, amici! Io sono dalla vostra parte!- tentò di salvarsi Bone.

-Dalla nostra parte, eh? Proprio quello che un eretico direbbe!- esclamò Goffredo. -Ma potresti tornarci utile. Crociati! Prendetelo come ostaggio!-

In un batter d'occhio tutti gli uomini furono addosso al malaugurato eroe, e lo legarono con una corda che portavano sempre dietro per scopi come questi.

-Crociati!- gridò finalmente Goffredo. -Riprendiamoci Gerusalemme!-

-DEUS VULT!-

Fu così che Vecchioman, Genos, Sherlucchetto, Voltson e Bone, scortati dai Crociati, si diressero più o meno volentieri verso Gubbio. Cosa mai era successo alla città? Cosa aveva in mente Geryuganshoop? Lo scoprirete, amici miei, nel prossimo capitolo.

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