A letter of wedding

di Malec895
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Turning point ***
Capitolo 2: *** Only time ***
Capitolo 3: *** Self acceptance ***
Capitolo 4: *** The sentance ***
Capitolo 5: *** Doubt and perplexity ***
Capitolo 6: *** Let me explain ***
Capitolo 7: *** Memories from the past ***
Capitolo 8: *** Last words ***
Capitolo 9: *** Just a friend? ***
Capitolo 10: *** Explanations ***
Capitolo 11: *** An old acquaintance ***
Capitolo 12: *** "Who are you?" ***
Capitolo 13: *** The last goodbye ***
Capitolo 14: *** Through the portal ***
Capitolo 15: *** Where we are? ***
Capitolo 16: *** Another time ***
Capitolo 17: *** What append to me? ***



Capitolo 1
*** Turning point ***


   Mentre attraversavo il portale, che mi conduceva a casa, io Magnus, pensavo a come dovesse essere la mia vita tra qualche tempo;
 sono un’immortale, di cose ne ho viste, ma vedere rinnegare chi tu sia per le tradizioni, la famiglia ed il lavoro... è stato un getto d'acqua gelida. 
 Grazie al portale potevo vedere la città avvolta da un’atmosfera cupa, grigia, quasi stesse ad indicare la fine del mondo;
 rispettava un po’ ciò che provavo dentro: un miscuglio tra rabbia, tristezza e sofferenza. 
 Mi preparavo il mio solito drink a base di vodka e rum, di solito era per commemorare un qualcosa di bello e felice, adesso penso che sia il mezzo per distogliere i miei pensieri da Alec ed il suo matrimonio. 
 Lo bevevo tra un mare di lacrime e dispiaceri, mi sembrava di bere più lacrime che cocktail, quando sento arrivare un Baku, creatura celeste addetta a consegnare lettere e comunicazioni ufficiali. 
 Mi lascia una misteriosa lettera ben arricchita da particolari segni: erano le rune degli shadowhunters. 
 Mi sorpresi molto; dopo tutto ciò che era accaduto avevano ancora il coraggio di contattarmi come se nulla fosse successo.
 Devo aprirla, devo aprirla, mi ripetevo in mente; tremavo come una foglia, sudavo come se stessi in un deserto; con le mani bagnate non riuscivo ad aprire la lettera; usai un incantesimo di livello base per aprire la busta, quello che ogni mago dovrebbe saper utilizzare per affermarsi tale, nella speranza di non dover usare quelle mani bagnate e scivolose. 
Era un’invito di partecipazione al matrimonio di Alec e Lydia.
Vidi il mittente; con molta sorpresa mi accorsi che fu Izzy ad inviarmelo. Perché? Cosa voleva ottenere con ciò? Dovevo andare a vedere la persona con la quale ho stabilito un forte legame, sposarsi con una persona che neanche ama, solo per accordi tra famiglie? No! Doveva esserci di più… non poteva farmi questo senza un preciso scopo!
Stetti a riflettere su questo gesto per ore, bevendo drink e ascoltando musica che mi aiutasse a riflettere; 
ecco! Finalmente avevo capito! La persona che aveva sempre sostenuto la nostra “relazione” mi voleva lì, voleva che assistessi al matrimonio, non per soffrire, bensì tentare l’ultima possibilità che mi rimaneva con Alec. Basta! Dovevo reagire! Quel’ atteggiamento non si adattava allo “stregone di Brooklyn”.




"ANGOLO AUTORE"
 

ragazzi sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia dei Malec,
in qualità di autore mi farebbe piacere ricevere da parte vostra recensioni per capire cosa ne pensiate
dell'intera storia... vi prego di esaudire questo mio desiderio hahaha... ci vediamo prossimamente con
un nuovo e imperdibile capitolo dei Malec: A letter of a wedding!
             

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Capitolo 2
*** Only time ***


 Il tempo trascorreva inesorabilmente, da quando avevo preso la decisione di andare al matrimonio tra Alec e Lydia; 
 All'inizio erano solo poche ore, adesso sono diventati piccoli e semplici attimi; ero pronto? Ero sicuro di ciò che stavo per fare? Il mio istinto non sapeva a chi dar retta: al mio cuore? O alla mia testa?
 Pensavo che fissando l'orologio ininterrottamente il tempo non trascorresse più, speravo si bloccasse: non volevo prendere quella decisione! 
 In quest'attimi riflettevo sul modo in cui stavo agendo; in 400 anni di vita non mi ero mai comportato in questo modo per nessuno, specialmente per un "figlio della Luce", chiamavo cosi gli shadowhunters;
"Ne vale la pena", una voce ripeteva dentro di me. Basta! Era il momento di decidere; i miei pensieri, in quel momento, sembravano non avere altro riguardo se non per Alec; 
 Fu in quel preciso istante, in quei secondi, che fui avvolto da una nube viola; non sapevo cosa stesse accadendo! 
"Che l'amore mi stia consumando fino a distruggermi? Che l'amore per quel shadowhunter segni la fine della mia esistenza?" questi miei pensieri mi logoravano la testa, mentre questa nube viola mi si aggrovigliava al collo.  Non c'erano vie d'uscita, ne scappatoie questa volta; ero quasi del tutto convinto che questi fossero i miei ultimi istanti da stregone.
 Ma poi... "Dove sono, ma dove mi trovo" ripetevo tra me e me; armi, monitor e una gran quantità di rune; ecco ciò che potevo vedere attorno a me! 
Non ci potevo credere; che quella nube sia stata generata dai miei sentimenti e pensieri per Alec? Non so! Era la prima volta che i miei poteri seguivano il cuore e non ciò che gli impartivo io! Avevo capito di ritrovarmi a  pochi passi dal luogo in cui si stava celebrando il matrimonio;
 Potevo udire la voce di uno dei fratelli silenti che adoperava lo scambio delle promesse tra Alec e Lydia. Era il momento! Non potevo più tirarmi indietro!
 Presi quanto più coraggio e con un incantesimo superai le barriere, ideate per i nascosti e i dimenticati, che avvolgevano la sala, e aprì la porta! 
 Sentivo le gocce di sudore passare delicatamente sul viso, rendendo ormai evidente che provavo un forte imbarazzo; camminavo verso l'altare, con tutti gli occhi degli invitati che mi stavano analizzando dalla testa ai piedi.  Non mi importava! Avevo scelto cosa andava fatto! 
 Proseguì per tutto il tappeto rosso, arricchito da rune di amore e semplici fiori; adoravo il modo in cui gli shadowhunters creavano questo motivo contrastante tra la semplicità ed il complesso.
 Vedevo Alec con la faccia rivolta verso Lydia, stava per scusarsi del mio comportamento; quest'atmosfera di pura tensione, poi, fu infranta dallo scatto repentino della madre di Alec verso di me; vestito tutto di nero, un  elastico, anch'esso nero, che le raccoglieva i capelli ed uno sguardo minaccioso si dirigevano verso di me, quasi nell'intento di uccidermi.


"ANGOLO AUTORE"

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Capitolo 3
*** Self acceptance ***



 Il battito del mio cuore accelerava ad ogni passo che, la mamma di Alec, faceva; le gocce di sudore scivolavano sempre più velocemente, al diminuire della distanza che si veniva a creare.
 Ero in totale panico... non sapevo cosa sarebbe potuto accadere a causa di quella mia scelta. 
 In questi attimi infiniti e dolenti, la mia mente vagava nel buio più totale, in preda alla confusione e al panico; poi la luce!
 Non so spiegare bene con queste parole cosa ho provato, ma al suono della voce di Alec, tutto il buio, che prima stanziava nella mia mente, svanì; la sua incantevole voce pietrificò ogni animo presente in quella stanza.  Subito con gli occhi lo volli scorgere; era lì, fermo, immobile, che continuava a muovere quelle sue sensuali labbra. 
 Non capivo cosa stesse dicendo, ed in realtà me ne importava ben poco! Vidi che parlava con Lydia, ma ero troppo sconvolto per riuscire a capire cosa stesse dicendo; notai però che ella lo incitava a seguire i suoi  sentimenti, così capì che non era niente di buono per il suo matrimonio. 
 Il tempo era come immobile, quegli attimi sembravano non passare mai; tutti in stanza aspettavamo un movimento, un gesto da parte di Alec per capire cosa avesse intenzione di fare: gli attimi più belli della mia vita. 
 Era lì, che cominciava a scendere dolcemente i gradini dell'altare; non era nervoso, era emozionato! 
 Mentre si dirigeva nella mia direzione, le lacrime nel suo volto sono cominciate a scendere, lentamente, fin quando non andavano ad infrangersi nel suo meraviglioso sorriso. Non riuscivo a camminare, le mie gambe  tremavano al sentire di ogni suo passo verso di me; comincia a togliersi la giacca, rimanendo con la sua semplice bianca camicia. 
 Finalmente il momento che pensavo non arrivasse mai, è accaduto... chiudo gli occhi per non vedere le facce degli invitati; poi la sento, sento che la sua dolce mano mi sfiora delicatamente la faccia; l'avvolge lentamente  attorno al mio collo per afferrarmi; io mi lascio guidare dai suoi movimenti delicati; non riuscivo ancora ad aprire gli occhi, avevo paura che non fosse reale, non volevo che questo incanto smettesse.
 Poi il nulla... smetto di sentire ogni contatto fisico che si era stabilito in precedenza.
 Ecco, mi sento sollevare dalle gambe; non avevo ancora aperto gli occhi, non capì subito chi avesse fatto ciò, qualcuno di molto forte e robusto sicuramente. 
 "Ti amo anch'io"mi sento sussurrare al mio orecchio; e fu qui, in questo preciso momento, che Alec abbatté ogni suo muro difensivo nei miei confronti, avvicinando dolcemente e lentamente le sue splendide labbra sulle  mie. Non potei più aspettare, era il nostro momento; cominciai ad avvicinare le mie labbra alle sue; una torbida passione ci travolse, non ci curavamo degli sguardi attorno a noi, in quel momento esistevamo solo noi e  due. Sento Alec camminare verso l'uscita della stanza, continuandomi a baciare e portandomi in braccio.
 Non so cosa stesse succedendo nella stanza mentre ci allontanavamo; finalmente arrivati! Mi poggia su un letto, allontanando le sue labbra, e sorridendomi, comincia a sbottonarsi la sua camicia bianca.
 Prende il suo stilo da shadowhunter e, disegnando la runa del calore al di sopra del camino, accende il fuoco; con passi piccoli e sensuali comincia a dirigersi da me, il suo corpo sopra il mio, i nostri cuori che battono  all'unisono; comincia a spogliarmi lentamente, tenendo le sue labbra ben saldate alle mie. 
 Stringendo fortemente le mie mani con il suo braccio, e poggiando il suo dito sulle mie labbra in modo da non farmi dire nulla, dirige i suoi baci su tutto il corpo: prima sul collo ed, andando verso il basso, in poco tempo,  ero completamente riscaldato dall'amore che, ogni suo bacio, lasciava indelebilmente sul mio corpo inerme.




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Capitolo 4
*** The sentance ***


- Sei sveglio?- mi chiede Alec con voce serena. Non avevo intenzione di dirgli alcunchè; volevo aspettare di vedere cosa egli facesse per svegliarmi.
- Sicuro di non essere sveglio? - mi chiede nuovamente Alec sorridendo.
Non ero ancora sicuro di rispondergli, però, in realtà, ero sveglio.
- Va bene. Fai come vuoi- Alec cominciò a spostarmi per potersi alzare.
Non volevo che se ne andasse e che tutto questo finisse subito, cosi gli afferrai la mano e l'appoggiai sul mio petto per stringerla più forte. Avevo capito che stava scherzando e che non si sarebbe mai alzato dal letto, ma era un ottimo pretesto per potergli prendere nuovamente la mano.
- Non andare via... altri 5 minuti e ci alziamo, promesso- gli dissi. Doveva cominciare gli allenamenti che ogni mattina, allo stesso orario, faceva per migliorare le sue prestazioni in battaglia. Mi stringe anch'egli la mano.
- Alexander Lightwood- entrambi sobbalziamo dal letto, appena sentito pronunciare questo nome con grande rabbia.
- Mamma- gli risponde spaventato e confuso Alec. Non posso biasimarlo; per entrare in questa stanza ha quasi sfondato la porta.
- Rivestiti immediatamente, dobbiamo parlare- neanche il tempo di finire di pronunciare quella frase, che Alec subito indossa le prime e due cose che vede e, senza la minima ribellione, segue la madre al di fuori della stanza. Ero rimasto soltanto io, ancora sdraiato sotto le coperte.
Passano 20 min e di Alec neanche l'ombra; ero profondamente preoccupato, sapevo che non fosse niente di buono per lui, ma non riuscivo ad immaginare ciò che stesse accadendo. Con uno scatto veloce mi alzo dal letto e anch'io, come lui, prendo le prime e due cose che trovo, e le indosso; di solito ci metto più tempo nel prepararmi, ma questa era una vera e propria emergenza. Percorrevo il corridoio con passo svelto, quasi stessi facendo una maratona; non sapevo dove stessi andando, seguivo solamente il mio istinto da stregone. 
- No mamma, non potete farlo seriamente- arrivai appena in tempo per sentire ciò che Alec disse.
- Ormai la decisione è presa- non capivo di cosa stessero parlando; a stento riuscivo a capire dove io fossi. Dallo sguardo preoccupato di Alec, e dalla faccia sconvolta del signor. Lightwood, intuì che la situazione non era delle migliori.
- Mi sono perso qualcosa?- chiesi indiscretamente.
- No, non ti sei perso proprio nulla... anzi sei proprio arrivato nel momento giusto stregone- mi disse, con voce rabbiosa, Maryse. - Stavo dicendo a mio figlio Alec che questa azione scellerata da voi fatta, sarà punita gravemente- fin qua nulla di nuovo; sapevo che le nostre azioni avrebbero avuto ripercussioni sull'andamento della nostra vita.
- Posso chiedere qual'è l'azione per la quale siamo incolpati? amare qualcuno è forse un reato?- contrabbattei prontamente.
- Silenzio stregone! non sai neanche quanto danno tu abbia provocato al nome dei Lightwood- 
- Mamma lui non c'entra, non è colpa sua se provo qualcosa- era la prima volta che vedevo Alec prendere le mie difese in questo modo.
- Silenzio! dal momento che la responsabile dell'intera sede sono io, si eseguono le mie regole!- non avevo alcuna idea di quali potevano essere le nostre punizioni; anche perché non vedevo nulla di male in ciò che avevamo fatto. - Tu Alec verrai esiliato dalla sede operativa in modo permanente, con il sequestro del tuo stilo e delle rune di cui usufruivi. E tu, mio caro stregone, verrai processato domani al sorgere del sole, accusato di aver infranto gli accordi tra gli shadowhunters e i nascosti. Questo è quanto; potete accompagnarli nelle loro celle-



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Capitolo 5
*** Doubt and perplexity ***


- Adesso ti puoi fermare un attimo per parlare?- gli chiese gentilmente il signor. Lightwood.
- Non vedi quante cose ci sono da fare? tra i guai combinati da tuo figlio e dallo stregone, il conclave che pressa perché siano giustiziati, non ho tempo per ascoltare i tuoi assurdi commenti. Ora se vuoi lasciarmi ai miei compiti...- Dal momento del bacio al matrimonio, Maryse aveva cambiato atteggiamenti con quasi tutte gli shadowhunters, eccetto che con Jace, il quale rimaneva sempre il suo soldato migliore.
- Sei preoccupato?- domandai ad Alec.
- Non sono preoccupato, solamente deluso dal comportamento di mia madre- mi risponde con la tasta chinata.
- Giacche siamo chiusi qui, e non possiamo fare assolutamente niente, posso farti una domanda?-
- Si certo, di che si tratta?-
- Se tu avessi saputo che sarebbe successo tutto questo a causa del nostro bacio, avresti comunque rovinato le tue nozze per seguire i tuoi sentimenti?- era un dubbio che mi assillava sin da subito; riponevo fiducia in lui, ma ,da un bacio ad essere esiliato nel mondo dei mondani, privo di ogni potere da shadowhunter, non era affatto facile per chi amava il suo lavoro, come Alec. Nel momento in cui stava per rispondere alla mia domanda ecco chevediamo arrivare qualcuno in modo furtivo, quasi non si volesse far vedere dalle guardie.
- Hey, ragazzi tutto bene?- la sua figura non era ancora chiara, era immersa nell'oscurità più totale; ma la sua voce era inconfondibile.
- Che ci fai qui? Se la mamma ti dovesse vedere qua, non so fino a che punto di potrebbe perdonare.- disse Alec a sua sorella Izzy.
- Me ne è mai importato qualcosa dei pensieri di nostra madre?- gli risponde ironicamente.
- Izzy- intervengo io - è successo qualcosa? tua madre ha cambiato idea improvvisamente?- sdrammatizzo io, scherzando.
- No, purtroppo è decisa ad andare sino in fondo con questa storia della punizione!- cambiando immediatamente espressione, mi disse queste cose.
Un momento di silenzio scese su tutta la cella, ma fu subito interrotto dal rumore di altri passi provenienti dal corridoio di fronte. Ancora altre sorprese? pensai immediatamente. Una delle due persone accende una luce senza utilizzo di torce o rune, ma con il potere di un cristallo; dovevano essere sicuramente Jace e Clary.
- Ce ne avete messo di tempo- gli rimprovera Izzy.
- Scusaci, seminare le guardie non è semplice- replicano insieme.
- Ma tu che ci fai qui?- domandò seccato Alec a Clary; anche in quei momenti non provava affatto simpatia nei suoi confronti.
- Sto cercando di salvarti; per l'amor di Dio Alec dacci un taglio!- l'atmosfera si faceva incandescente e molte erano le preoccupazioni che portava.
- In che senso salvarci?- interruppi subito il discorso.
- Non crederai veramente che vi lasciamo morire, soltanto perché vi amate!- disse Jace sorridendo ad Alec.
- Grazie mio parabatai- Alec improvvisamente riprese a sorridere.
Non sapevo come interpretare questo scambio di sguardi e parole; non metto in dubbio che Alec provi qualcosa per me, ma non nego neanche l'amore che provava fino a qualche tempo fa per Jace.
- Non possiamo intrattenerci ancora di più, o noteranno la nostra assenza al covo!- 
- Si, Izzy ha ragione. Dobbiamo andare- la sostenne Jace.
- Ritorneremo qui alle 5:00 in punto. Fatevi trovare pronti.- concluse Clary.
- Va bene. Non penso abbiamo altra scelta- disse ridendo Alec.
- Ah, prima che mi dimentichi- continuò a dire Izzy - Veramente bello il vostro bacio. Una volta fuori di qui, mi dovrai raccontare tutto ciò che è successo fratellino- era chiaro che mi vide preoccupato per lo scambio di tenerezze tra Alec e Jace; che volesse farmi ricordare di quei bei momenti? non so, ma Izzy teneva davvero alla nostra relazione.





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Capitolo 6
*** Let me explain ***


Erano le 4:00 in punto; il tempo trascorreva con la velocità con cui Alec si preparava normalmente ogni mattina. L'attesa mi uccideva, ma vedendo Alec affrontare il tutto con una serenità mai vista prima, cominciavo a tranquillizzarmi. Non sapendo come ingannare l'attesa, mi muovevo da una parte all'altra della cella , come alla ricerca di un qualcosa.
- Puoi smettere di camminare senza una meta precisa?- mi rispose irritato Alec.
- Non siamo ancora sposati, non puoi dirmi cosa devo fare- gli risposi ironicamente.
- Sono serio Magnus, smettila- alzandosi mi disse.
Non capivo cosa non andasse nel nostro rapporto; dall'incontro con Jace si comporta diversamente con me, come se gli avessi fatto qualcosa di male. Era arrabbiato perché, in un certo qual senso, lo avevo condotto in questa situazione? Ha notato come l'ho guardai dispiaciuto, quando ha risposto "Grazie mio parabatai" a Jace? tutti questi dubbi non facevano che alimentare le mie preoccupazioni al riguardo, e non potendo più tenere dentro tutto, e gli dissi - Ho per caso commesso un omicidio?- non aveva alcun senso ciò che gli avevo appena detto, ma era l'unica cosa che gli sono riuscito a dire.
- A cosa ti riferisci?- mi risponde attonito Alec.
- Non mi rivolgi la parola da quando Izzy, Jace e Clery sono ritornati alla base; e quando, stranamente mi parli, è solo per criticarmi o ordinarmi  qualcosa.-
- Non pensavo di comportarmi così, scusami se ti ho trattato male.- replicò con quei suoi occhi da cane bastonato. 
- Non preoccuparti. Forse l'agitazione e l'attesa non mi giovano.- non riuscivo ad essere più crudele così; mi è impossibile mettere il broncio o essere solo per qualche minuto arrabbiato con lui.
- Se non erro, prima dell'arrivo di Izzy, mi hai chiesto qualcosa.-
- Uhm si? non ricordo ora.- com'è possibile che si ricordi della domanda in una situazione angosciosa come questa.
- Beh si, mi hai chiesto se rifarei tutte le scelte che ci hanno portato fino qua, se avessi saputo prima cosa mi aspettava.- cogliendomi veramente di soppiatto con una risposta del genere.
- Ah si ora ricordo, ma se non vuoi rispondere...- 
- Non essere triste, ce la caveremo anche in questa situazione.- mi rassicura Alec. 
Ero annibito per come avesse capito che fossi in agitazione per l'intera situazione. Non sapevo che mi conoscesse fino a questo punto, forse sbagliavo a dubitare che provasse qualcosa ancora per Jace; ciò nonostante non ero del tutto sicuro su di lui.
- Lo penso anche io.- gli risposi accennandogli un sorriso.
- Ma non ho ancora risposto alla tua domanda.- continua a ripetermi.
- Bene, ti ascolto volentieri.- non sapevo cosa dovessi dire, la sua faccia da persona innocente non mi permetteva di riflettere lucidamente. Vedevo che stava per aprire bocca, stava per accennare la sua risposta alla mia domanda.  Non ero pronto per ascoltarla, soprattutto in momento del genere; aspettavo un qualcosa che lo distraesse e lo distogliesse dal rispondermi. Aspettando invano quel qualcosa, mi rendevo conto che nulla avrebbe potuto risparmiarmi quella risposta.
- Prima che tu mi risponda.- lo interrompo - Devi sapere che...- ecco che scatta l'orologio che Jace ci aveva lasciato in precedenza. Era arrivato il famoso orario! Intravedavamo tre figure sfocate avvicinarsi senza destare sospetti: erano Izzy, Jace e Clery.
-Siete pronti?- chiede Jace - Non ho intenzione di ripetere il piano di fuga una seconda volta.-  





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Capitolo 7
*** Memories from the past ***



Vedevo Jace e Clary tirare fuori un sacco di aggeggi dal loro zaino, mentre Izzy parlava con suo fratello Alec di non so cosa! Ero l'unico estraniato dal gruppo; infatti me ne stavo per conto mio, in un angolo della cella, ad osservare ciò che gli altri stessero facendo.
- Tutto ok Magnus?- mi chiese Izzy, allontanandosi da Alec.
- Si, riflettevo sul come siamo arrivati a tanto.-
- Non conosci da molto nostra madre; ha lo stesso carattere di Alec: dedita al lavoro e curante su ciò che pensano gli altri di lei e della sua famiglia.-
- Ma allora, perché Alec non è cosi preoccupato delle azioni da lui fatte?- risposi caparbiamente.
- Alec è cambiato molto da quando ha conosciuto Jace.- mi raccontava Izzy.- Devi sapere che Alec non è stato sempre cosi; all'inizio eravamo solo io e lui a combattere i demoni. Poi un giorno arrivò al covo un nuovo ragazzo, Jace, ignorante dal punto di vista combattivo e tattico..-
- E come mai adesso è lui ad essere il preferito da vostra madre, nonché leader del team?- l'ha interruppi.
- Alec decise di addestrare personalmente il nuovo arrivato, insegnandoli in pochissimo tempo, ciò che noi abbiamo dovuto imparare in anni di esercitazione.- continuò Izzy.
- E perché adesso non è lui l'istruttore che addestra al combattimento?-le chiesi perplesso.
- Non era concesso, prima d'allora, che uno shadowhunter ne istruisse un'altro, perché si pensava che, nonostante gli anni di esperienza insormontabili esistenti tra un nuovo shadowhunter e uno più anziano, si possedesse la stessa conoscenza al riguardo.-
- Ma non ha senso una cosa del genere, anche perché adesso, a capo delle istruzioni di battaglia c'è Hodge, che è uno shadowhunter.- controbattei, curioso di conoscere la spiegazione a ciò.
- Hodge, prima di diventare ciò che attualmente è, seguiva i propositi di un vecchio nemico, ormai morto, Valentine.-
- E quindi? non aggravava la sua posizione questa nomina?.-
- Affatto. Hodge venne al covo per redimersi da tutto ciò che aveva fatto. Inoltre, come segno di resa e pentimento, chiese di poter addestrare i nuovi shadowhunter.-
- E chi decise di assegnarli questo ruolo?- 
- Tutto il conclave era d'accordo con la sua "assunzione" come insegnante all'accademia, anche perché all'interno del circolo di Valentine, egli ricopriva lo stesso ed identico ruolo che continua a fare tutt'oggi.-
- Va bene Izzy, grazie per la bella chiacchierata.- conclusi il discorso.
- Di nulla Magnus, sai che per gli amici ci sono sempre. Adesso vado ad aiutare Jace e Clary, sai come sono: senza il mio aiuto non combinano nulla.- si allontana con queste parole, raggiungendo gli altri e due shadowhunter.
Finalmente ero a conoscenza di alcuni frammenti del passato di Alec; non immaginavo che lui avesse addestrato Jace; in tutta franchezza pensavo il contrario. Chissà come si deve essere sentito, quando Jace è stato nominato leader del gruppo dalla madre. 
- A cosa pensi?- mi rivolse la parola Alec.
- Niente pensavo a cose..-. rispondendogli in modo vago.
- Cosa ti ha raccontato Izzy? avete trascorso 10 minuti parlando.- 
- Niente di cosi importante; l'entrata di Jace nel vostro team.- speravo che non se la prendesse con la sorella, dato che mi aveva raccontato cose del suo passato.
- Ah, quindi ti ha anche parlato del passato di Hudge come alleato di Valentine?- continuò.
Non sapevo cosa potergli dire, dalla sua espressione e dal tono della sua voce, non si riusciva a capire niente di come stesse. Così annuì, e lasciai a lui la prossima parola.
- Ragazzi abbiamo finito qui.- continuando Jace - Siete pronti per godervi la vostra meritata libertà?- ironicamente parlando.
- Non aspettiamo altro.- mi affrettai a rispondere, prima che Alec potesse lanciargli qualche altra occhiata, o dirgli qualche altra parola,che mi lasciasse intendere male,come è successo nel nostro ultimo incontro.
-Ok, indietreggiate adesso.- ci ordinò Izzy. 
Prende il suo stilo, e comincia a disegnare qualcosa al di sopra delle sbarre di ferro che ci tenevano in gabbia.
- Non esiste alcuna runa che possa aprire le celle.- sottolineò Alec.
- Fratellone, quando comincierai ad avere più fiducia in me.- scherzando Izzy disse.
Notavo che stava combinando due rune in una sola; dal disegno che stava facendo dovevano essere sicuramente la runa del calore, e la runa del potenziamento. Non capivo come questo potesse aiutarci ad uscire.
- 3, 2 , 1..- iniziò il conto alla rovescia Clary. Apparirono delle fiamme di non indifferente intensità, che molto velocemente, consumavano le sbarre di ferro.
- Ecco adesso siete liberi-. concluse Izzy. Aveva ragione; le fiamme avevano completamente sciolto tutto il metallo, facendo rimanere cosi solo un ammasso informe di ferro fuso.
- Impara dalla tua sorellina ogni tanto Alec.- sorridendogli riprese il suo stilo caduto a terra dopo il disegno.
- Lo farò, prima o poi.- controbbattè abbracciandola per l'aiuto.
- Bene adesso arriva la parte difficile.- concluse Jace, con un'aria misteriosa.



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Capitolo 8
*** Last words ***


- Sono le 5:30, non di certo abbiamo il tempo come nostro alleato, dobbiamo accelerare i tempi- disse Jace con un volto pieno di preoccupazioni.
- Calmati Jace, arriveranno tra mezz'ora.- lo rassicurò Clary.
- Ho ufficialmente capito di essere l'unica fiduciosa nel piano.- disse Izzy - e per questo spiegherò passo per passo cosa dovete fare per riuscire a scappare.-
- Ok, dicci Izzy.- le risposi prontamente
- Alec ti ricordi la foresta in cui abbiamo ucciso il nostro primo demone?.-
- Come dimenticarlo, la foresta di Ashley, a nord dell'istituto.-
- Bene. Li vi attenderà un mio amico nascosto di nome Meliorn.-
- Soltanto un amico Izzy?.- le replicò Alec con un accenno di un sorriso.
- Vuoi salvarti si o no?.- continuando - In ogni caso, Meliorn è un sili, quindi è a stretto contatto con la natura circostante. Il vostro primo obbiettivo sarà quello di raggiungerlo.-
- Va bene, e dopo fatto ciò?.- ripresi il discorso.
- Non sono a conoscenza del resto del piano, siamo tutti quanti nelle mani del mio amico sili.-
- Stai scherzando spero.- disse Alec. 
Ero in totale disaccordo con lui; per la prima volta vedevo Izzy fidarsi di qualcuno che non rientri nella solita cerchia d'amici. Non so se saremo al sicuro, ma di una cosa ero certo: Izzy non ci avrebbe mai consegnato nelle mani di chi non avrebbe potuto aiutarci.
- Va bene, grazie per tutto l'aiuto che ci avete offerto.- ripetetti  un'ennesima volta.
Sembra che con questa risposta abbia sorpreso tutti, in quanto mi fissarono come per dirmi: ma sul serio ti fidi di questo sili?
- Qualcosa non va ragazzi?- mi difesi da tutti questi sguardi puntatomi addosso. 
- Seriamente ti fidi di questo sili?- mi rimproverò Alec.
- So che i sili sono famosi per rigirare la verità a loro vantaggio, ma so anche che Izzy non ci lascierebbe al primo nascosto che trova.- replicai in sua difesa.
Un momento di puro silenzio si abbatté su Alec, forse pensava che avessi sostenuto la sua teoria di diffidenza totale; ma trovavo più giusto riporre le mie ultime speranze a chi ha dato la possibilità di farle fiorire. Probabilmente avrò peggiorato ancora di più le cose con Alec, ma non potevo tradire la fiducia di un'amica, la quale si è messa in gioco per salvarci, rischiando la sua vita. Era una cosa inaccettabile che non ho mai fatto, e non inizierò proprio ora.
- Grazie Magnus, sono felice che ti fida di me.- mi ringraziò Izzy.
- Non vorrei fare la guasta feste, ma sono le 5:45, le guardie arriveranno tra 15 minuti, dobbiamo proprio andare.- disse Clary, rovinando l'atmosfera venutasi a creare con la mia risposta.
- A tal proposito c'è una cosa che non vi ho ancora detto.- intervenì Jace.- Ho deciso di accompagnarli personalmente fino alla foresta, per assicurarmi che arrivino sani e salvi.-
Non mi aggradava questa scelta fatta da Jace, ma non potevo stare qui a fare una scenata di fronte a tutti.
- No Jace, se vai tu, vengo anch'io.-le rispose Clary.
Mi sembrava che l'oggetto principale della questione, ovvero salvare la nostra relazione, si stia piano piano trasformando in una gita di gruppo;.
- Per di qua, la cella è da quella parte.- si sentì una voce in lontananza.
- Hanno anticipato la loro esecuzione, non abbiamo più tempo da perdere. Tu va con loro Jace, io e Clary terremo a bada le guardie per un po'.-
- No Izzy, non posso lasciartelo fare, non combatterai da sola contro guardie addestrate.- si avvicinò Alec.
- Non sarò sola, ci sarà Clery al mio fianco.-
- E perchè non mi sento rassicurato ora che lo so?.- mi rispose acidamente.
- Non riesco più a sentire una sua critica; Jace, Magnus portatelo via, ci occuperemo noi di queste due semplici guardie. Ora andate!.- 
Jace lo stava trascinando con tutta la forza in suo possesso; è riuscito a stento a dare un suo, possibile ultimo, abbraccio alla sorella. Non so il motivo, ma in qualche modo mi sentivo responsabile. Non dovevano andare così i piani.
- Izzy ci rivedremo presto, hai capito? non appena questa storia sarà finita verrò a prenderti e ce ne andremo.- piangendo e urlando, disse queste precise ultime cose alla sorella.
- Magnus prenditi cura di lui, mi raccomando.- mi rivolse la parola Izzy; quasi stava per piangere. 
- Non ti preoccupare, amore mio, tuo fratello è al sicuro con me.- furono queste ultime parole che potetti rivolgere alla mia cara Izzy, prima che iniziasse a combattere con le guardie, e sparisse in una nuvola di fumo bianco..



"ANGOLO AUTORE"

ragazzi sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia dei Malec,
in qualità di autore mi farebbe piacere ricevere da parte vostra recensioni per capire cosa ne pensiate
dell'intera storia... vi prego di esaudire questo mio desiderio hahaha... ci vediamo prossimamente con 
un nuovo e imperdibile capitolo dei Malec: A letter of a wedding!
              

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Capitolo 9
*** Just a friend? ***


Mi muovevo a fatica, riuscivo a sentire il mio cuore battere forte, era ormai da un po' che correvamo per allontanarci dall'istituto: penso che manchi poco ormai all'entrata della foresta. Alec e Jace erano poco più avanti di me, nel caso qualche demone ci avesse dovuto attaccare; non avevo forze nel mio corpo per improvvisare qualche incantesimo difensivo. L'amico di Izzy doveva essere nelle profondità della foresta, dalle mie conoscenze all'interno doveva esserci un portale inutilizzato ormai da secoli... che volessero farci trasferire in un'altra dimensione per vivere la nostra vita felice? mi farebbe molto piacere se questa fosse l'unica nostra opzione; ma conoscendo Alec non abbandonerà mai tutto questo per l'avventura di una notte.
- Manca ancora molto per incontrare questa creatura?- ruppi il silenzio che ci avvolgeva
- Come dovremmo saperlo noi esattamente? se non sbaglio eravamo con te la prima volta che abbiamo sentito parlare di questo famoso piano- rispose con cattiveria Jace
- Qualcuno ha bisogno di un drink per calmare i bollenti spiriti eh?- replicai con un po' di ironia
- Non cambierai mai Magnus- intervenne Alec
- Le persone cambiano... gli stregoni rimangono fedeli a loro stessi- buttai una frecciatina, non molto cattiva, ad Alec.
- Secondo te come se la starà cavando Izzy in questo momento?- chiese a Jace, estraniandomi dal discorso.
- Conosci Izzy, a quest'ora si troverà sicuramente in un locale con Clary a festeggiare.- lo rassicurò.
Non voglio comportarmi da vittima, anche perché odio le persone che si comportano da tale, ma pensavo veramente che Alec fosse arrabbiato con me; se Izzy dovesse trovarsi nei guai sarebbe solo per causa mia e dell'amore che provo per Alec.
- Aspettate!- interruppi il discorso.
- No Magnus, non lo vogliamo un ennesimo drink.- pensando di conoscere già l'argomento del discorso, Jace mi disse.
- Riccioli d'oro non sono in vena di scherzi- gli risposi- Non riesco a camminare e pensare di continuare il piano, sapendo che Izzy sta rischiando tutto ciò per cui ha vissuto.-
Vedevo le loro facce annibite; non credevano che fossi capace di provare tali sentimenti per una persona, al di fuori di Alec.
- Aspetta un'attimo Magnus, rifletti lucidamente... Non possiamo ritornare al covo, altrimenti lo sforzo di Izzy e Clary non sarà servito a niente, e si saranno esposte solo per vederci essere catturati assieme a loro.- intervenne Jace.
- Non sai quanto può essere difficile convivere con il pensiero costante di dover essere la causa principale di tutta questa situazione.-
- Tu non hai colpa di nulla Magnus, è mia madre l'unica vera responsabile di ciò.- mi venne incontro Alec.
- Izzy passerà un brutto periodo, nel caso la catturassero. Vivere con questo chiedo fisso...- singhiozzando per le lacrime.- è un fardello troppo pesante.- iniziai a correre in una qualsiasi direzione piangendo e sconvolto dal troppo dolore.
- Magnus aspetta, non correre.. Magnus.- cominciò ad urlare Alec, inseguendomi nella stessa direzione.
- Jace va' avanti, ti raggiungeremo dopo, devo prima risolvere questa situazione.-
- Ma certo! Vi aspetterò nei meandri della foresta con l'amico di Izzy. Adesso va'!-
Sentivo che qualcuno mi stesse inseguendo, ma non volevo rallentare affatto, così trovai un incentivo in più per accellerare. Sento i passi dell'inseguitore smettere improvvisamente; cominciai a decellerare per riprendere fiato.
Mi bloccai; la persona che mi stava inseguendo si era fermata per prendere la mira e scoccarmi contro una freccia, mancandomi di poco. Per lo spavento non riuscì più a proseguire, immobile ed inerme al centro di un'immensa foresta. Due forti mani mi afferrano per le braccia e mi girano; riconobbi il viso preoccupato di Alec, che vedendomi tutto intero, mi avvicinò al suo corpo per abbracciarmi.
- Stai bene?- mi chiese.
- Perché mi hai seguito? non volevo tu guardassi uno stregone abbattuto dai suoi pensieri... se posso definirmi ancora uno di loro.-
- Allora adesso stai zitto e mi ascolti.- prendendo in mano il discorso- questa notte mi hai fatto una domanda alla quale non ho ancora dato una risposta; bhe, devi sapere che se avessi saputo prima di tutto questo casino, non avrei sprecato questo poco tempo con te.- rabbrividì sentendo queste parole- Ti avrei baciato prima.- prendendomi delicatamente il viso.
- Ehm... io...- non sapevo cosa dire, ero totalmente sconvolto dalle sue azioni.
- Non serva che tu dica niente, ora lascia che sia io a prendermi cura di te.-
Prendendomi in braccio, si avvicinò al primo albero che vide e mi appoggiò delicatamente, facendomi sostenere sia da lui che dall'albero.
Nel momento in cui Alec stava per cominciare a spogliarsi per suggellare questo momento speciale, sentiamo la voce di Jace.
- Non vorrei disturbarvi, ma non siete soli in questo momento.- disse ridendo.
- Ricordami perché ti abbiamo portato con noi?- gli risposi, mentre Alec mi rimetteva giù.
- Ma ci hai seguiti per caso?- chiese Alec a Jace,
- Era la stessa domanda che volevo porvi io.-
Non riuscivo a capire cosa intendesse dire con ciò. Poi guardai spuntare una persona alle sue spalle.
- Bene vi presento Meliorn. Meliorn questi sono Alec e Magnus.-
- Piacere di conoscerti Magnus. Da questa parte della foresta sei, per noi, come una leggenda.-
- Non rilascio autografi attualmente, ma se preferisci metterti in coda con tutti gli altri nascosti prego fai pure.- gli risposi dando un'occhiata in giro
- Scusi il mio amico, io sono Alec Lightwood, fratello si Isabell. Piacere di conoscerla.-
Mi avevo chiamato amico; questo termine ha cominciato a rimbombarmi in testa con una potenza di 10.000 decibel. Tutto improvvisamente divenne nero, le gambe non erano sufficientemente forti per sorreggermi, accasciandomi al suolo, provocando le grida di tutti.

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Capitolo 10
*** Explanations ***


- Magnus... Magnus.- sentivo ripetere il mio nome.
- Che cosa gli sarà successo Meliorn?- chiese preoccupato Alec.
- Può essere che abbia avuto un mancamento per lo stress accumulato, altrimenti non saprei che altre spiegazioni darvi.-
- Non preoccuparti Alec, sono sicuro che stia bene... infondo è il sommo stregone di Brooklyn.- lo rassicurò, dandogli un forte abbraccio.
Finalmente stavo per riprendere conoscenza, dopo essere svenuto dal rimbombo di quella parola. Non riuscivo a distinguere le cose attorno a me, era tutto bianco, con qualche sfumatura tendente al nero. Vedevo due forme astratte abbracciarsi, mentre un'altra mi stava poggiando sulla testa uno straccio bagnato con acqua fredda. Con il passare dei minuti riuscivo a distinguere ciò che mi circondava; avevo ragione... c'erano veramente due persone che si abbracciavano, ed un'altra che si prendeva cura di me. Speravo andasse meglio di così la fuga.
- Ehm... io...- non ero ancora in grado di proferire parola.
- Hey voi due piccioncini laggiù, il vostro amico si sta riprendendo.- gridò Meliorn-Pensavo fossi etero Jace... non stai più assieme a Clarissa?.- 
- Non stiamo facendo un bel niente qua, stavo solo consolando il mio Parabatai.- si giustificò Jace.
Vidi che Alec si precipitò per vedere come stessi, afferrandomi per mano. Non potevo far finta che tutto quello che ho visto sia semplice "amicizia", cosi ritrassi la dalla sua, voltandomi dall'altro lato.
- Qualcosa non va Magnus?- mi domanda sorpreso.
- Va tutto come deve andare, se non ti spiace vorrei rimanere solo.- non sapevo in che altro modo rispondergli, mi dispiaceva trattarlo così.
- Ok, come vuoi... se hai bisogno di me mi troverai più giù.-
Capivo dalla voce che rimase attonito dai miei comportamenti, e questo lo spingeva a passare più tempo con Jace.
- Meliorn puoi venire un'attimo qui?.- gridai in modo che tutti mi sentissero.
- Si certo, arrivo subito.-
Alec si girò verso di me per dirmi qualcosa come: perché lui si e io no? Era la stessa identica domanda che mi ponevo io.
- Serve qualcosa?- mi chiese con gentilezza Meliorn
- Si, mi servirebbero due o tre erbe specifiche. So che voi avete uno stretto contatto con la natura e pensavo se potessi procurarmele.-
- Nessun problema, dimmi solo quelle che ti servono e te le procurerò subito.-
Intanto che spiegavo il necessario, vedevo che Alec parlava con Jace. Ma sempre insieme devono stare? questo pensiero faceva emergere la parte più cattiva di me. Non dovevo far trascorre altri 5 minuti in più!
- Non importa Meliorn, faccio da me!- gli dissi fissando in un'altro punto.
Presi tutte le energie rimaste nel mio corpo e mi preparavo all'esecuzione di un incantesimo di elevata difficoltà. Il vento cominciava e soffiare più intensamente, le chiome degli alberi erano trasportati dalla velocità delle correnti d'aria, i rami si spezzavano uno dopo l'altro, le nuvole si univano nel cielo al formarne di una sola che non lasciasse spiragli di luce. Questo mio incantesimo stava generando più problemi che soluzioni, ma non avevo alcuna intenzione di tornare sui miei passi.
- Magnus che stai facendo? ferma subito questa pazzia.- mi rimproverò Jace.
- Nessuno ti ha interpellato nel discorso, puoi tornare da dove sei venuto!- gli risposi con occhi cattivi.
Dalle mie mani cominciavano a comparire nubi di fumo blu, che giravano attorno alle mie dita.
- Magnus adesso basta!- mi grida da lontano Alec.
- Adesso lo difendi anche? buon punto per una nuova relazione.-
Rivolsi le mie mani al cielo, mentre le grida dei due shadowhunters mi si abbattono come incudini sulla testa; dei lampi colpiscono le zone del mio corpo, sulle quali era presente la nube di fumo blu. Cominciavo a trarre più energie dalla potenza dei tuoni e dei fulmini, a discapito delle persone che mi stavano intorno. Era un ottimo incantesimo per recuperare l'energie, ma non era sicuro per chi non fosse stato uno stregone.
Questa stregoneria procedeva al meglio, considerando anche che nessuno dei presenti si fosse ferito o altro. Dopo una decina di minuti avevo completamente recuperato ogni forza mancante, ma nei d'intorni non vi era più nessuno.
- Ma dove siete finiti tutti quanti?- cominciai a gridare.
Nessuna risposta...
Dando diverse occhiate in giro notavo il disastro provocato accidentalmente dalla mia magia. Avevo paura di aver fatto del male anche ad Alec, di Jace poco importa.
- Adesso è tutto finito?- sento la voce di Alec.
- Si, ho recuperato a pieno le mie forze.-
- Ma non hai pensato per un momento di poter ferire me o Jace?.- mi domanda seccato
- Sinceramente di Jace non me ne importava granche, nel bene o nel male.-
- Ma cos'è questa avversione nei miei confronti?.- intervenì.
- Niente da dire in merito, solo prego tu faccia subito ritorno all'istituto.-
Era il momento del: o dici tutto ciò che pensi o non lo dire mai più!
- Ma cosa ti ha fatto Jace per meritare tutto quest'odio?.- mi urla contro Alec.
- L'effetto che ti provoca quando qualcuno gli parla male, ad esempio.- tacque improvvisamente- e poi non mi sembra ne il luogo ne il momento di una discussione.- continuai.
- Ragazzi...- disse Meliorn
- Perché sentiamo, che effetto mi provoca Jace?- prosegue il discorso Alec.
- Ragazzi...- tenta di nuovo Meliorn.
- Il fatto che ti renda così nervoso è già uno di questi Alec.-
- RAGAZZI- grida in fine.
- Cosa c'è?- diciamo all'unisono io ed Alec.
- Abbiamo compagnia.-
Distogliamo lo sguardo l'uno dall'altro, vedendo comparire una persona con una nebbia che ne preannunciasse l'avviso.
-Finalmente vi ho trovati.-

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Capitolo 11
*** An old acquaintance ***


Quasi mi mancavo il respiro nel guardarla. Ci aveva trovati, non so come, ma ci era riuscita. Volevo vedere l'espressione assunta da Alec, ma i miei occhi non potevano guardare altra cosa o persona se non colei che ho difronte. Ero tentato di utilizzare la mia magia per risolvere situazioni complicate come questa, ma stavolta era diverso, la situazione era diversa.
- Ma... t-t-t-u che ci fai qua?- disse a stento Alec.
- Sono felice anch'io di vederti- le rispose- anche il tuo volto mi riempie di gioia- continuò rivolgendosi a Jace.
- Se pensi che questa volta sia diverso dalla scorsa, ti sbagli nuovamente. La mia scelta è fatta, non puoi cambiare le cose- interruppe l'atmosfera "felice".
- Oh caro, se pensi che questa volta sarà uguale alla precedente, sbagli di molto.- controbatté Maryse.- infatti questa volta la tua punizione sarà ben diversa.-
- Ma cosa vuole ancora dalle nostre vite signora Lightwood?- intervenni io.
Con uno scatto improvviso ella sciolse il suo braccialetto in una frusta, e me l'avvolse al collo, facendomi piegare per terra.
- Non mi ricordavo di averti dato il permesso di parlare, inutile nascosto.- aggiunse.
Alec materializzò il suo arco e Jace sguainò la sua spada pronti a difendermi.
- Se fossi in te non agirei in questo modo.- disse girandosi verso il figlio.
- Mamma ti prego, lascialo andare. Spariremo da qui, andremo a vivere altrove, ma non ucciderlo.- gli rispose Alec sul punto di piangere.
- Vedere come ti abbia ridotto un semplice nascosto, fa cadere tutte le mie considerazioni nei tuoi confronti.-
- Maryse adesso basta. Suo figlio e Magnus non hanno fatto niente di male per meritarsi tutto ciò.- intervenne Jace.
Riesco a ricordarmi ben poco di come si sia evoluta la situazione, ero in preda al panico... le corde si facevano sempre più strette, ed ogni secondo che trascorreva mi avvicinava sempre di più alla morte certa.
- Scusi signora Lightwood, non volevo arrivare sino questo punto, ma mi vedo costretto a scegliere l'opzione che meno mi va a genio.- Jace scagliò la sua spada contro la mano della signora Lightwood, per farle perdere l'impugnatura che aveva su di me e sul mio collo.
Per paura che che si ferisse, Maryse getta via la frusta e schiva abilmente la spada, facendo una serie di acrobazie. La cosa importante e che finalmente ero libero.
- Ti ringrazio per l'aiuto, riccioli d'oro.- gli dissi sorridendogli
- Questa storia è andata avanti fin troppo a lungo.- esplose di rabbia Maryse.- Non volevo combattere contro i miei due figli, ma non vedo altra scelta.- Uscì dalla gonna una spada simile a quella di Jace; luccicava al contatto con  la shadowhunter. Non perse un minuto in più, e cominciò ad avvicinarsi, eseguendo strani movimenti con la sua arma.
- Magnus vai da Meliorn, aprite il portale.- spingendomi via dal campo di battaglia, Alec disse ciò.
Non mi ero mai trovato in una situazione simile, correvo non so dove alla ricerca del seelie: ma di lui neanche l'ombra! Mentre mi allontanavo, vedevo le abilità di Maryse riaffiorare; era capace di tener testa ad Alec e Jace, due dei migliori shadowhunter che abbia mia visto.
- Da questa parte Magnus.- mi sento chiamare.
Era Meliorn. Stava canalizzando la sua magia nel portale, ma non era abbastanza forte da poterlo aprire da solo. Piombai di colpo affianco al seelie, prendendolo per mano.
- Dimmi cosa devo fare per aiutarti.- gli domandai.
-Stringimi forte la mano, al resto penserò io.-
Sicuramente mi stava trattando come fonte di magia, ma poco importa! Se fosse stato necessario per salvare Alec, avrei donato la mia stessa vita. Approposito di Alec... ma dov'erano finiti? mi ero allontanato troppo per riuscire a seguire l'andamento della lotta, cosi con la mano libera creai una nube che mi permettesse di seguirlo.
Jace era al tappeto! Il momento fatidico: Alec contro Maryse. Entrambi spinti da sentimenti contrapposti... ero dubbioso su chi potesse vincere.
-Meliorn è troppo chiederti di accelerare?-
- Non è come far apparire un drink, è un'incantesimo molto difficile e che non pratico da molto tempo.-
Non sapevo per quanto tempo Alec avrebbe potuto reggere i colpi inflittagli dalla madre, ma per il momento sembrava tenerle testa.
- è tempo!-
Mi volto verso Meliorn e lo vidi circondato da scintille; sembrava come posseduto! Stende le sue mani verso il portale e pronuncia una frase in lingua seeliana; non avevo avuto abbastanza tempo per imparare una nuova lingua! Comincia a crearsi un buco al centro di esso, che col passare dei secondi si espanse fino ad arrivare ai bordi limitati da degli alberi.
Meliorn cadde a terra e con quel poco di fiato che gli rimase mi disse che il portale era pronto per essere utilizzato; lo ringraziai e allentandomi verso Alec, vidi che sparì in un enorme fiore. Era come si teletrasportavano i seelie, sempre a contatto con la natura.
- Alec sto arrivando.- urlai con tutta la mia voce, cosciente del fatto non mi avrebbe mai sentito da una distanza simile.


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Capitolo 12
*** "Who are you?" ***


Correvo, schivando alberi ed insetti; ricordavo l'ultima scena che vidi in merito al combattimento di Alec: non erano proprio bei ricordi. Con questa immagine fissa nella mia mente, le mie gambe erano come possedute, se prima compivo 10 passi ogni 10 secondi, adesso facevo 10 passi in 0.5 secondi: non poco la differenza.
- Ma come puoi fare questo a tuo figlio?- con la scoperta della mia innata velocità, mi nascosi dietro ad un albero e sentì queste parole da una voce maschile: Alec.
- Ho smesso di avere un figlio da quando ho scoperto cosa sei.- sbuffò Maryse.
Sapevo che Alec era sempre stato il figlio preferito dalla famiglia dei Lightwood al confronto di Izzy, queste parole lo avranno sicuramente ferito di netto al cuore; per quanto si volesse altezzare da duro, abbiamo sempre saputo che in realtà è più sensibile di ogni altra donna sulla terra, solo trovava difficile ammetterlo.
- Adesso basta! non penso che Alec meriti questo trattamento dalla propria madre.- il mio istinto ha prevalso sul mio volere.
- Mi hai risparmiato una fatica inutile, adesso che sei qui posso ucciderti, rimediando all'errore fatto 1 sera addietro.- le sue minacce riuscivano sempre ad incutere timore.
- Va' via Magnus.- mi disse Alec girandosi nella mia direzione.
- Senza di te non mi muovo ne ora, ne mai!.- la risposta poteva sembrare una da film amoroso scontato, ma era ciò che sentivo realmente.
- Che bella scena commuovente.- rise Maryse.
- Non sapevo che avessi un'oca come mamma.- aiutai Alec a rialzarsi. Lui mi sorrise.
- Anche nei momenti più critici non perdi mai la battuta facile, eh nascosto?.- comincia a slegarsi quella maledetta frusta. Aspetta un'attimo... quella frusta... non riuscivo bene a capire; non mi era nuova. Un flashback mi attraversa la mente: Izzy ha usato quella stessa arma la sera della fuga!
- Dove hai rubato quella frusta?- accusai Maryse.
Anche Alec ha cominciato a farci caso, sicuramente lui avrebbe potuto riconoscerla più facilmente rispetto a me, combatteva al fianco di Izzy praticamente dalla nascita.
- Rubato? tu accusi me di un tale reato?.-stette sulle difensive.
- Non hai ancora risposto.- intervenì impaziente Alec.
- Ammetto che non è mia, ma poco importa ora.- ripetè per vaneggiare il discorso.
Improvvisamente appare l'arco dietro la schiena di Alec. Si liberò dai miei aiuti e si mise in posizione eretta, quasi come se graffi, lividi e quant'altro fossero spariti per qualche frazione di secondo. Non poteva far consumare il dolore dall'odio, infatti dopo poco istanti tutte quelle ferite si sono fatte risentire abbattendo l'armatura che si era creato per fronteggiare la madre.
- Guardatelo, l'eroe impavido non riesce neanche a tenersi in piedi. Come speri di potermi battere?.- percorreva la strada che li teneva separati, allungando e ritraendo la sua frusta.
Ma come poteva essere così senza scrupoli, trattava suo figlio al pari di un mondano.
- Non fare un'altro passo Maryse, altrimenti ti giuro che io...-
- Mi fai una magia recitando bifidi bolidi blu? non prendiamoci in giro nascosto. Potrai essere una leggenda per questi inutili seelie, ma io appartengo al circolo dei conclave: le due cose non so comparabili.- mi interruppe.
Aveva ragione, lei è stata addestrata per combattere ogni tipo di creatura, che sia un muta forme o un nascosto. Non sapevo cosa fare, la distanza diminuiva passo per passo, era quasi arrivata ad Alec.
- Non ti permetterò di fargli del male.- si interpose Jace sul cammino della madre.
Come se nulla fosse, avvolse le mani dello shadowhunter, legandogliele; la presa era troppo oppressiva per resistergliele, Jace perde la sua arma e la sua unica possibilità di poterla fermare. Rimase inerme al contatto visivo con Maryse, sapeva bene che non scherzava questa volta.
-Davvero ammirevole, se non fosse che io sono nettamente superiore.- commentò le sue azioni, costringendolo ad inginocchiarsi grazie alla frusta. 
Con una velocità fuori dal normale, molla la presa che esercitava sulle mani di Jace, per potergli stringere,con molta più forza, la gola, arrivando al punto di levargli ogni possibilità di respirare. Per uno scatto istintivo Jace portò le mani al livello della frusta, cercando di liberarsene invano.
- No Jace.- urlò Alec, cercando di alzarsi, inutilmente.
- Non ce limite alla forza che posso esercitare su ognuno di voi.- prese a ridere Maryse.
Jace stava soffocando, non li rimaneva molta aria. Il viso di Alec, stracolmo di lacrime, non faceva nient'altro che aumentare la pressione che sentivo addosso; non potevo usare i miei poteri, la frase di Maryse mi aveva totalmente condizionato.
- Non fate niente per aiutare il vostro amico?.- aggravava la situazione, la odio!- Tu aghetto, non tenti di liberarlo con una delle tue magie?- continuò.
Per quanto mi desse fastidio aveva ragione, ero lì fermo a guardare tutta la scena. Non riuscivo neanche a controbbaterla vocalmente, quindi mi limitai a lanciarle qualche occhiataccia.
- Adesso riuscite a capire perché sono io la comandante dell'istituto?- con quest'altra stupida domanda era chiaro ormai che si prendeva beffa di noi.
Jace ormai aveva i secondi contati, l'impugnatura di Maryse sembra quasi essere fatta di ferro.
Vedo arrivare una persona dall'alto munita di spada, pensavo stesse volando, abbattendo ogni teoria del mio amico Newton sulle leggi della fisica! Con una capriola atterra vicino a Maryse. La spada che aveva in mano cominciò a brillare e ad infondere una luce colma di speranza. Roteò abilmente la mano, provocando una profonda ferita al braccio della shadowhunter, costretta ormai ad abbandonare il controllo ce aveva su Jace. Afferrò riccioli d'oro da sotto le spalle e lo trascinò fino a noi; oltre che agile, era anche molto forte.
- No, io non riesco a capire perché tu sei al controllo dell'istituto, potresti spiegarmelo?.- ebbe il coraggio di risponderle a tono.
- Ma tu chi sei?.- aggiunse sanguinante Maryse.



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Capitolo 13
*** The last goodbye ***


L'arrivo di questa figura misteriosa mette molta agitazione a Maryse, che intanto sanguinava per la ferita al braccio. Nessuno emetteva un suono, tutti immobili a fissare la "sconosciuta"; ormai era l'unica in grado di fronteggiare le abilità di combattimento di quella serpe.
- Allora mi rispondi? chi diamine sei?- sbuffò Maryse.
- Non riesci neanche a riconoscere la mia voce?.- rispose.
In effetti la sua voce ha un non so che di troppo famigliare... Alec cercava di alzarsi per continuare a battersi, ma le ferite non gli permettevano quasi di respirare: lo aveva ridotto proprio male!

- Grazie del tuo prezioso aiuto; non so proprio come ringraziarti.- mi stavo dirigendo verso di lei.
- Magnus da quanto tempo.- mi corse incontro e mi strinse in un forte abbraccio.
- Ehm scusa, ci siamo visti mai prima d'ora?.- se non mi conoscessi, direi che adesso sarei un tantino in agitazione;
- Ah già scusatemi, con questa nuova runa sono irriconoscibile agli occhi di chi già conosce il mio volto.-
Prese uno stilo simile a quello usato dagli shadowhunters, si alza la maglietta nero pece, e con un disegno al contrario mostra il suo vero essere.

- Non ci posso credere.- urlò Maryse
- Eh già, pensavi che non sarei venuta?.- ribatté a tono
- M...a..sei tu!- la strinsi nuovamente tra le mie braccia.
- Troppo tempo che non ci si vede eh?- rispose al mio abbraccio, con uno altrettanto forte, se non di più!
- Co..co..me sei riuscita ad evadere dalla tua cella?.- chiese disperata ormai Maryse.

- Le domande le dovrei fare io, cara la mia mamma!-
Alec, se pur sofferente, con l'immagine della sorella d'inanzi, cominciò ad alzarsi lentamente per poter partecipare alla nostra "conversazione".
- Fratellone..- si precipitò subito Izzy.- cosa ti è successo?.- lo invitò a sedersi vicino ad un albero per poter parlare un po' da soli.
- Mi avrai anche ferita, ma io sono colei che ti ha addestrato, nessuno può conoscere meglio di me le tue patetiche tecniche.- interruppe un momento quasi felice.
Estrasse la frusta, la sciolse, e rapidamente avvolse una delle due gambe di Izzy, facendola cadere.

-Non pensavi veramente di essere la salvatrice della storia d'amore di tuo fratello?.- la tirava a se, continuando a schernirla e deriderla.
Con tutti i tentativi da lei fatti per liberarsi, la presa sembrava non volerne proprio sapere. Un'ennesima volta, quella maledetta frusta, era la causa dei nostri problemi.
- No Izzy.- Alec si alzò rapidamente, incurante della sofferenza.
- Fermati Alec, altrimenti prenderà anche te.- era ormai sotto gli occhi rosso fuoco della madre.
- Io non ti lascio nelle sue grinfie un'altra volta.- continuava a correre per riuscire a liberarla.

Ma da dove prendeva tutta quella forza Maryse? neanche fosse un bodybuilding!
- Io ascolterei il consiglio della tua cara sorellina, e cercherei di scappare.- continuava a prendersi gioco, non solo di Izzy, adesso anche di Alec.
- Solo una codarda come te potrebbe abbandonare la famiglia in questo modo.- scoccò una freccia in direzione della sua faccia.
Con la mano libera, prense lo stilo da shadowhunter ed annulla con una facilità inaudita la freccia scagliatole dal figlio, indebolendo la presa sulla gamba di Izzy. Non potevo restare a guardare la stronza vincere, e, senza farmi vedere dalla diretta interessata, con un'incantesimo e qualche secondo di pazienza, Izzy era praticamente libera dalle tenaglie della madre.

- Alec ha ragione, sei proprio una codarda.- si rialzò in piedi e, con un pugno ben assestato sulla faccia di Marsyse,  le fa perdere l'equilibrio, godendosi la scena della sua caduta.
- Izzy prendi Jace, raggiungiamo il portale.- le comandai di fare.
Stava accadendo tutto così' in fretta; un momento prima Jace stava per essere ucciso, ed un momento dopo si trovava sulle spalle di Izzy, diretto alla nostra unica via di salvezza. Nonostante tutto quel peso addosso, sembrava correre normalmente, pur rimanendo ultima.
Siamo giunti in prossimità del portale, che riconoscendo uno stregone nei paraggi, attiva il suo trasporto infra-dimensionale.

- Se sperate di farla franca, non conoscete Maryse Lightwood.- con scatto che neanche i felini addestrati possono fare, lei è a qualche passo da noi; incurante della sua presenza Izzy mi passa il corpo inerme di Jace e mi comanda di attraversare quel grande vortice viola tendente al verde. Faccio come mi raccomanda e riccioli d'oro è la prima persona ad attraversare il portale.
- No, questo è inammissibile.- urlò la madre degli shadowhunters, sguainando la spada e dirigendosi velocemente da noi.
Alec, al contrario, prese il suo arco ed era in attesa del momento propizio per scagliare la sua freccia.
- No fratellone, prendi Magnus e andate via, qua ci penso io.- Izzy si interpose tra Alec e la furia della madre.

- Ribadisco il concetto: senza di te, io non vado da nessuna parte.- rispose sul punto di piangere.
- Ero pronta ad una risposta simile.- spinse Alec, che a sua volta, cadendo sul mio corpo, spinse me, verso il portale.
- No Izzy, non farmi questo ti prego.- le lacrime cominciarono a scendere inesorabilmente dal suo volto.
- Non preoccuparti per me, ci rivedremo presto.- si commosse anche lei.
Nel momento in cui stava per dare un'ennesima spinta a suo fratello, la madre ci raggiunse. Con la cattiveria che nessuna madre dovrebbe provare per i suoi figli, trafisse la povera Izzy nel costato, prendendoci tutti alla sprovvista.

- Io ve lo avevo detto: non perdo mai.- stampò sul suo viso un sorriso malizioso, in segno della vittoria contro la figlia.
- NO Izzy.- urlò Alec in preda ad uno stato confusionario.
- Va', non tornare indietro... siate felici per me.- disse Izzy con le sue ultime poche forze, prima che si accasciasse al suolo.
Con un volto rigato dalle lacrime, Alec ed io attraversammo il portale, che si chiuse poco dopo il nostro passaggio.






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Capitolo 14
*** Through the portal ***


Mi sentivo letteralmente soffocare qui dentro... era la prima volta che attraversavo un portale infra-dimensionale, sapevo cosa stesse accadendo attorno a noi; ma in nessun libro che ho letto al riguardo, conteneva informazioni sul perché del bruciore della gola.
Non riuscivamo ad rimanere in piedi per più di qualche secondo, eravamo costretti a rimanere seduti sul vuoto più totale. Alec era pensieroso, le lacrime non si facevano scrupoli a scendere ed a bagnarli il viso; con una mano tentava di nascondere il suo volto, l'altra invece era appoggiata con forza sul suo petto, precisamente in direzione del cuore.
Ora non che io me ne intenda, ma una posizione del genere, l'assumono solamente chi sta per avere un infarto o comunque chi è debole di cuore, ed Alec non rientrava in nessuno dei due casi!

Volevo proferire parola, ma non riuscivo a muovere le labbra: ero veramente concentrato sull'ambiente che ci circondava. Leggere non rende quanto vedere l'oggetto in discussione. La nuvola viola, con sfumature di verde, che avevamo visto prima di cadere all'interno di essa, è sparita completamente, lasciando posto ad un miscuglio di cristalli blu ed altri di colore viola. Sembrava che stessimo fluttuando, nonostante la posizione seduta che avessimo, ma ciò che ci permetteva di "galleggiare nel vuoto" era la concentrazione di magia esercitata dal portale stesso e la mia; per questa ragione si portano con se gli stregoni durante l'attraversamento di un portale, altrimenti si finirebbe nel baratro: luogo dov'erano finiti coloro che ci hanno provato senza.
Non mancava molto allo scorgere dell'uscita, ma quell'attesa silenziosa mi lacerava molto di più che il bruciore alla gola.

- Alec.- provai ad instaurare un discorso.
- Cosa c'è Magnus?.- mi rispose freddamente.
- Niente di che, volevo sapere come stessi; non hai detto nulla fino ad ora.- sapevo la causa del suo stato di catalessi, ma volevo che parlasse, che affrontasse la cosa nei migliori dei modi.
- Mi prendi in giro?.- si gira di scatto verso di me.- Izzy si è sacrificata per farci attraversare il portale.. come pensi che io posso stare?.-
Aveva ragione, non potevo far finta che nulla sia successo, era pur sempre merito di Izzy!

- Io non penso le tue stesse cose!.- affermai con vigore.
- Di quali cose parli?.- adesso ruota completamente il suo corpo verso di me, nell'intento di sentirmi.
- Izzy non è morta hai capito?.- pronunciai difficilmente queste parole.- lei è stata salvata giusto in tempo da qualcuno, deve essere così.-
Più pensavo a ciò che è successo prima del nostro ingresso e più mi avvicino allo stato vegetativo da cui era affetto Alec; devo essere forte per entrambi! Non mi importa se Izzy sia veramente morta o l'abbiano salvata,  il mio pensiero non cambia: lei è ancora là ad aspettarci per darci un benvenuto che solo lei può organizzare.

Anche il solo pensare di queste cose lasciava in me un vuoto incolmabile con il solo credere che sia ancora viva, non potevo reggere questa pressione. Non ci sono riuscito... metto le mani sugli occhi per nascondere ciò che stava per accadere, ma le lacrime passano attraverso, andandosi ad infrangere sul mio pantalone nero morte.
- Magnus...- Alec tentava di avvicinarsi ma con la pressione magica il movimento era una cosa impossibile.
Non potevo rispondergli, non riuscivo neanche a contenere le lacrime!
In poco tempo il pantalone era bagnato, ed il mio trucco era sparso su tutto il viso: un'altro motivo per cui non togliere le mie mani dal viso.

Sento afferrarmi per il braccio con una flebile forza; era Alec che stava combattendo contro la tensione magica per avvicinarsi! Odiavo vederlo combattere da solo, così mi abbandonai alla stretta della sua mano e mi lascia trasportare verso il suo corpo.
Non appena riusci a toccare il suo petto, sento un'altro braccio distendersi sul mio corpo: in poco tempo mi trovavo tra le braccia di Alec, con il viso tutto sporco a causa del trucco e delle lacrime!
Bel modo di infondere forza ad entrambi! Era lui quello più bisognoso di attenzioni e cure, non io.

-Manca tanto anche a me.- ripeteva queste parole mentre mi accarezzava il volto.
Non mi dispiaceva stare in questa posizione, pieno di attenzioni e di coccole, ma non era il mio solito comportamento.
- Devo farmi forza.- gli dissi tentandomi di liberare dalla sua stretta, piacevole s'intende.
-Non devi farti carico anche dei miei problemi.- mi lasciò alzarmi.- ora siamo un noi, non più una singola persona.- accenna ad un sorriso.
Che bello sentire queste sue parole, erano come una coperta in pieno inverno!

-Ma dov'e finito Jace?.- cambia totalmente argomento.
Aveva ragione, non lo vedevamo da quando lo misi nel portale prima di tutti.
- Non ne ho la più pallida idea.- cominciò a preoccuparsi.
- Come non ne hai la più pallida idea... sbaglio o lo hai messo nel portale per primo?.- da tono di "mister amore" si è passato in un lampo a tono di "mister aggressività".
- Si, ma di certo non sono entrato con lui, non so dove sia finito!.- ogni volta che pronunciavo queste parole, il livello di preoccupazione di  Alec si alzava.

- Cerca di fare qualcosa, dobbiamo assolutamente trovarlo.- sbuffò cercando di sfidare nuovamente la pressione.
- Non appena usciamo di qua, ci adopereremo per cercarlo.- gli risposi rattristandomi improvvisamente.
Ecco che passo nuovamente in secondo piano... possibile che riccioli d'oro debba sempre creare problemi tra me ed Alec?

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Capitolo 15
*** Where we are? ***


Non mancava molto allo scorgere dell'uscita ed il livello di preoccupazione ormai, aveva circondato il luogo in cui eravamo, se pur per motivi differenti. Ripenso alle sue parole: "dobbiamo assolutamente trovarlo", non sono parole che qualcuno direbbe a chiunque.
Non mi dovrei agitare più di tanto, se Alec è qui, non sarà solo per pietà nei miei confronti, ci deve essere di più!
- Come pensi sia l'altra dimensione?.- dovevo rompere quel silenzio frastornante.
- Non è uno dei miei problemi primari.- e riecco che si ricade nel vaneggiamento più totale.

Ma cosa avrà tanto da pensare in quella testa? quali sono i problemi che lui reputa importanti? perché non condivide con me questi suoi pensieri?
Domande e ancora domande... in questi momenti in cui dovrei pensare di essere lo stregone/nascosto più fortunato dell'intero pianeta, mi riducevo a riflettere se nella sua mente non ci fossero perversioni con altri ragazzi.
Avvertivo che la mia magia si indeboliva con lo scorrere del tempo e dello spazio che ci divideva dall'uscita, un buon segno penso istantaneamente, ma poi viene a galla la promessa che ho fatto ad Alec: non era poi cosi tanto meraviglioso questo.

- Alec lo vedi?.- tentai di prendere la sua mano ora che la tensione magica si è indebolita assieme al mio potere.
- Si, non ho bisogno di una vista all'oculista.- rifiuta la mia presa e in quei 5 minuti mancanti si mise a gambe incrociate a meditare.
Ancora una volta ho fatto qualcosa, a me sconosciuto, che lo rende quasi peggio di Maryse.
- Potresti anche non trattarmi in questo modo.- gli lanciai un'occhiataccia.
- In quale modo scusa?.- alza le sopracciglie e accenna ad un sorriso beffardo: lo stavo cominciando ad odiare seriamente questa volta!

- Spero che tu mi prenda in giro di proposito.- mi volto completamente dalla parte opposta per non reggere il confronto degli sguardi, dove lui avrebbe sicuramente vinto.
- Mi spieghi cosa ti succede Magnus?.- tentava di avvicinarsi allungando la sua mano destra sulla mia corrispettiva spalla.
- No, mi spieghi cosa succede a te invece?.- scrollo le spalle per non essere toccato.- al suono del nome Jace, vai totalmente nel panico, ammenochè non sia al tuo fianco. Hai una vaga idea di come mi possa sentire?.-
Non avrei potuto ferirlo ulteriormente, avevo dato libero sfogo alla mia parte più repressa e maligna di criticare comportamenti sbagliati del mio ragazzo. Ero nettamente diviso in due parti: la mia parte angelica, quella che mi permetteva di non uccide Jace, e la mia parte demoniaca, colei che stava emergendo piano piano con l'aumentare delle difficoltà.

Alec era inerme di fronte a me, con le sue mani socchiuse a forma di pugni, le gocce di sudore che scendevano dalla sua fronte sino al mento e il volto colmato di dispiaceri e tristezza, avevo capito che mi ero spinto oltre rispetto al semplice "sfogo"!
Se avessi aperto, ancora una volta, bocca avrei potuto ferirlo al tal punto da farmi lasciare, quindi aspettavo l'aiuto della divina provvidenza che infrangesse quegli attimi di silenzio e scambio reciproco di sguardi, con qualche problema da risolvere.
Il calore del portale aumentava molto velocemente, adesso Alec non sudava solo per la mia sfuriata, il calore contribuiva nettamente.

Mi sembrava di ricordare un paragrafo su di un libro con la copertina gialla, che in prossimità del portale avremmo potuto riscontrare condizioni non favorevoli alla nostra permanenza nel portale; se la memoria non mi inganna l'aumento della temperatura era l 'ultima prova da superare per la nostra permanenza... ma quali sarebbero state le prime e due?
Interrompo lo scambio di sguardi e mi volto nella speranza di trovare il portale che mi avesse condotto al di fuori di questo posto infernale... ma niente! Solo una nube bianca che emanava calore, possibile che mancasse così assai per raggiungere la destinazione?
In un impeto di furia causata dall'attesa e dallo stress accumulato per il soggiorno in questo magico resort, lancia una sfera generata dalla visione che avevo in mente per Jace; il suo colore era tendente al rosso sangue.

Non potevo reggere ancora la sfera sulla mano, consumava troppe energie che mi sarebbero servite avanti nell'attraversamento dell'uscita. Tirai i gomiti nella direzione di Alec, alle mie spalle, e pronunciando qualche parola che alle sue orecchie potevano sembrare sconnesse, lanciai la sfera contro quella misteriosa nube bianca, speravo si aprisse un qualcosa.
La manifestazione del mio odio per Jace su inghiottito da una incanalatura venutasi a creare dopo poco il mio lancio: addio anche a questa chance di uscire.
- Non ricordi come si esce da qui?.- finalmente iniziò lui il discorso.
- Come potrei? è la prima volta che ne attraverso uno.- mi rigiro verso di lui.- comunque Alec...- cercai di continuare il discorso.

- Magnus...- i suoi occhi cominciarono ad aprirsi.
- Aspetta fammi finire di parlare. Per ciò che è successo prima...-
- Magnus...g..-stava per dire qualcosa, ma lo bloccai: doveva sentire ciò che stavo per dirgli.
- Non mi interrompere, ascolta e zitto.- sbuffai tentando di formare un discorso di senso compiuto.
- Magnus girati ora!.- esplose in un impeto di rabbia mista a paura.

Girai di scatto la mia vista a ciò che prima era dietro alle mie spalle; due braccia lunghe tentavano di afferrarci. Erano costituite da quello strano composto di nube bianca, anche perché da li dovevano essere state generate; non potendo battere risposta in alcun modo, rimanemmo fermi a vederci essere avvolti dalle strane dite bianche.
- Strano..- dissi.
- Cosa?.- rispose calmo Alec vedendomi.- che stiamo per morire nuovamente o che lo stanno per fare due mani sconnesse da un corpo?.-
- La loro costituente non è nociva per noi, è lo stesso materiale.- strano ma vero.- da cui sono composte le nuvole.- gli risposi.

- Non dobbiamo farci prendere dal panico allora?.- cercò di arrivare al punto della questione.
- Non penso.- ero scettico sulle mie parole, ma era l'unica nostra ancora di salvezza.
Le mani ci tirano voracicamente verso l'interno dell'ammasso informe bianco, facendoci perdere conoscenza per un periodo di tempo indefinito, a causa del troppo calore e della troppa illuminosità.

- Ma dove siamo finiti?.- proferì debole Alec, accasciandosi al suolo 5 secondi dopo aver parlato.

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Capitolo 16
*** Another time ***


-Alec è il momento di rialzarsi.- gli bisbigliai ad un'orecchio.
Dopo aver passato il portale d'uscita Alec ha sta facendo fatica a riprendere conoscenza, ma non sono preoccupato di più di tanto, aveva un sorriso a 360° stampato in volto: non poteva soffrire in quei momenti. Io ho ripreso possesso delle mie capacità due secondi dopo aver messo piede in questa città, forse perché avevo sangue di stregone che trascorreva nelle mie vene, o perché semplicemente sono più resistente di Alec.
- Siamo seduti sul ciglio di una strada, quando vuoi riprendere conoscenza io sono qui.- mi avvicinai all'orecchio opposto; la mia voce era un mix tra burla e preoccupazione.
Quest'ultima svanì!

Finalmente aveva cominciato a muoversi, ma non come avevo immaginato. Gira la sua testa, da prima appoggiata sulle mie gambe, verso destra, rannicchiandosi e traendo le gambe verso la sua pancia.
Non ci posso credere... non era svenuto, stava letteralmente dormendo, su di me pre giunta!
Al problema di non capire dove fossimo, si aggiunse un Alec assonnato in preda ad un bel sogno... ma perché gli shadowhunters non maturano in fretta come noi nascosti?
- Amore mio, per quanto mi piaccia averti su di me, non puoi addormentarti su di una strada, almeno affittiamo una stanza in un hotel.- cominciai ad accarezzarlo delicatamente sul volto.
Volevo svegliarlo, ma doveva essere un risveglio adatto al nostro stile!

- Ancora 5 minuti e mi alzo, giuro!.- scandì queste semplici parole, voltandosi dall'altro lato.
- Se noi avessimo 5 minuti, staremmo ancora qui?.- ero dubbioso sulla questione risposta, dubitavo potesse sentirmi, era veramente preso da quel sogno.
- Dai, lo sai che ti amo... potrei riposarmi un'altro po'?.- mi rispose cercando un rapporto fisico con le nostre mani.
- Se non ti amassi anche io, ti avrei già fatto investire.- mi stavo avvicinando per strappargli un bacio sulle labbra.
- Grazie Jace, non saprei cosa fare senza te!.-

Sgranai gl'occhi e mi bloccai per qualche istante, divaricando la bocca quanto più possibile. Speravo di aver sentito male, che il rumore dei camion, delle macchine passanti in quel momento, avessero offuscato il mio udito facendomi sentire l'ultima risposta che avrei voluto mi dicesse.
Sembravo una persona in stato di infarto immediato, molte persone si sono fermate a fissarmi, chiedendo più volte come stessi e se neccesitavo di cure mediche all'ospedale. Fisicamente stavo meglio di tutte le persone all'unisono, ma il mio cuore ne risentiva parecchio.
Subito mi ritrassi indietro, portando con me l'appoggio sulla quale Alec stava abbandonando le sue energie.

- Ahia...- urla dolorante... aveva appena sbattuto la testa contro l'asfalto della strada.- Ma perché lo hai fatto?.- si stava strofinando con la mano la zona dolorante, mentre mi fulminava con lo sguardo arrabbiato.7
Con l'aiuto dei piedi mi spingevo con forza il più lontano possibile da lui, finendo la "corsa" dopo aver sbattuto contro un lampione alle mie spalle.
- Magnus ma che succede?.-cambia totalmente espressione, portando le mani dalla sua testa, sull'asfalto, dandosi la forza necessaria per rialzarsi e non perdere l'equilibrio.
Come se parlare mi uscisse spontaneo in questi momenti; la mia faccia era rigata dall'odio e dalla disperazione delle lacrime, facendomi sembrare un pazzo isterico a causa del trucco sciolto. Cercavo di darmi la forza necessaria con le mani per restare in piedi più di qualche secondo, ma la tristezza di quel momento mi faceva tremare come una foglia.

- Mi spieghi cosa sta succedendo? mi stai facendo preoccupare.- si dirigeva verso la mia direzione, allungando una mano per aiutare la mia causa del "rimanere alzato".
Lo guardavo avvicinarsi inesorabilmente verso di me, con il suo fare tranquillo, ignaro di ciò che aveva appena detto. In fretta e furia agito le mie mani, riuscendo ad aggrapparmi al lampione, ma non distogliendo mai i miei occhi sconvolti e colmi di lacrime, dai suoi.
- Ti decidi a parlare, o preferisci rimanere attaccato a quel palo ancora per molto?.- si stava veramente spazientendo dal mio silenzio.
- Cosa vuoi che ti dica?.- urlo in modo tale che una folla di persone si avvicini a noi per vedere cosa stesse accadendo.

- Ti sarei grato se non alzassi la voce, i nostri problemi non sono di dominio pubblico.- mi afferrò il braccio e si faceva strada attraverso la gente.
- Lasciami il braccio...- mi dimenavo a destra e sinistra, sperando che mollasse la presa su di me.
Alec camminava spedito per la sua direzione, incurante della mia agitazione, e aumentando la presa sul mio povero braccio.
- Non hai sentito il ragazzo?.- seguii il suono di questa voce.
Una persona aveva spintonato Alec a terra, facendo in modo che perdesse il controllo su di me. Ma chi era? Non distinguevo bene le persone attorno a me, erano tutte ammassate come pecore.

- Adesso non sei in grado neanche di rialzarti?.- lo provocava, dopo averlo spinto per terra.
Alec era pronto per iniziare questo combattimento, ma io non lo ero!
- Bene, se stavi cercando dei problemi... gli hai appena trovati.- gli rispose a tono.
Non perse molto tempo e si rialzò ferocemente pronto a qualsiasi tipo di battaglia contro quella persona. Non sapevo chi avesse potuto vincere, confidavo in Alec e nelle sue capacità da shadowhunter, ma non conoscevo affatto quella persona, ed a giudicare dalla facilità con la quale ha abbattuto Alec a terra, non era da sottovalutare.

- Non siamo venuti qua per combattere.- mi interpongo fra i due, interrompendo l'imminente scontro.
- Il tuo amico qui è in vena di prenderle sul serio.- mi sorrise con la faccia di un killer pronto a squartare una delle sue vittime.
- Il suo "amico" qui è il ragazzo; dunque se non vuoi ritornare a casa piangendo ti consiglio di girare a largo da me, ma soprattutto da lui.- mi afferra la mano e mi pone al suo fianco.
Ma perché doveva rendere ogni cosa più difficile?
- Adesso basta.- intervengo.- sono capace di difendermi da solo.- abbandonando la stretta di mano mi riferì ad Alec.- per quanto riguarda te, ti ringrazio dell'aiuto ma è meglio se non accendi il fuoco.-

Oltre che stregone, dovevo improvvisarmi baby-sitter!

- Eh va bene.- mi sorrise, girando il corpo e seguendo il nostro consiglio.- ma mi puoi dire almeno come ti chiami?.- arrestò la sua camminata e mi guardò dritto negli occhi.
- No lui non può.- rispose Alec al mio posto.
- Magnus, mi chiamo Magnus Bane.- detto questo, in pochissimi secondi la folla sembra essersi dileguata lasciando me ed Alec al centro della strada faccia a faccia.
- Perché gli hai detto il tuo nome?.- abbassa lo sguardo per terra, e con un calcio tira una pietrolina che arrivò dritta sulla finestra di un appartamento.
- Perché non avrei dovuto?.- alzai il passo nella direzione opposta all'appartamento dove Alec ha rotto una finestra.

Durante tutto il tragitto nessuno aveva voglia di dire alcunchè, così mi godetti il viaggio fissando i negozi, palazzi intorno a noi. Qualcosa non quadrava, era tutto troppo familiare...
- Dove pensi siamo finiti?.- ruppi il giaccio come ad un primo appuntamento.
Mi ignorò di proposito, continuando a calciare tutti gli oggetti che trovava d'inanzi ai suoi passi.
- Ah vuoi giocare a fare l'offeso.- interruppi i miei di passi.- scusa tanto ma non voglio dilettarmi in questo gioco.- presi ,per la prima volta, io la posizione, e cambiai strada.
- No...aspetta.- l'eco della sua voce arrivò sino dove ero io.

- Non è un gioco, sono veramente adirato per quel tizio.- concluse il suo "lungo discorso".
Inconsciamente ha affermato di amare Jace, e quello arrabbiato è lui.... tutto ha una sua logica adesso.
- Basta non pensarci più, e cerca di andare avanti.- gli risposi con un finto sorriso.
- Eh che io... se qualcuno dovesse provarci con te non saprei come reagire.- le sue guance divennero rosse dall'imbarazzo.
- Tranquillo, sei il solo a potermi sopportare, non penso che qualcun'altra voglia condividere le tue pene e sofferenze.- lui si avvicinò per abbracciarmi, ma non ebbe tempo.

Il suo sguardo si impietrì, gli occhi si sbarrarono dal terrore... il colorito della sua pelle divenne bianco latte.  Fece fatica ad alzare il braccio per indicare cosa dovevo guardare.

No, non può essere vero....






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Capitolo 17
*** What append to me? ***


Il fiato si fece sempre più affannato, dalla fronte cominciarono a scendere gocce di sudore per la preoccupazione, non riuscivo a reggermi in piedi: potevo solamente guardare quella scena impotente. Alle mie spalle Alec sembrava quello più in ansia, ma anche quello più forte; sicuramente stava meditando di fare qualche sciocchezza per tentare di risolvere quella situazione. Mi girai verso di lui nel tentativo di aiutarlo ad affrontare questa difficile situazione, ma era come immobile, pietrificato, non rispondeva ai miei stimoli.
Un sorriso da killer occupava il suo volto, mentre le lacrime scendevano a fior di quattrini; gli presi la mano ed avvolsi le mie dita alle sue, ma la sua stretta si faceva via via più intensa, al punto da farmi provare un dolore per il sangue che scorreva dalle mie nocche.

-Basta Alec, mi stai facendo male.- non riuscivo a liberarmi dalla sua stretta ed il sangue continuava a scorrere su tutto il braccio.
Mi stava praticamente ignorando; avvertivo che poteva sentirmi, ma non rispondeva in alcuna maniera, i suoi occhi erano concentrati in zone diverse da dove mi trovavo io.
- Non riesci a sentire il caldo del mio sangue che scorre su entrambe le nostre mani?.- cercavo di fare nascer in lui un ennesimo senso di preoccupazione.
Al suono della parola "sangue" le sue pupille si dilatarono e diresse lo sguardo dove il calore di quella'"acqua rossa" riscaldava ogni zona del braccio. Potevo sentire il battito del suo cuore accellerare, ma non era ancora pronto ad abbandonare la sua presa...

-Magn..Mag..- non riusciva neppure a pronuncia il mio nome.
- Sono qua, non avere paura.- dovevo farlo sentire il più al sicuro possibile.
- Cosa sto facendo?.- finalmente lascia cadere la sua mano nel vuoto, facendo gocciolare il mio sangue a terra.
- Niente che non si possa risolvere.- tentai un approccio diretto nei suoi confronti, diminuendo la distanza tra noi due.
- No, fermati.- evitava ogni tipo di contatto fisico che cercavo di instaurare.

L'ultima cosa che volevo era renderlo ancora più agitato di quanto non mostrasse, così mi arresi all'idea di non poterlo abbracciare. Volsi il mio sguardo alla scena che aveva procurato in Alec uno stato vegetativo, ma ormai i protagonisti si erano dileguati. Da una vita semplice che assumevo, mi ritrovo in un'altra dimensione, di cui ignoravo l'esistenza, con uno shadowhunter momentaneamente disturbato da chissà quali pensieri.
Pensieri... al pronunciare di questa parola, qualcosa mi sfiora la mente, sembra quasi una mezza idea.
Ma cosa avrei potuto risolvere solo con quella dannata parola? L'ambiente non era dei migliori per riuscire a meditare una soluzione al problema di Alec, e pensai che un drink con concentrazione massima di alcool mi avrebbe aiutato a distendere i nervi.

*****
-1 cocktail, il più forte che avete per favore.- rivolsi queste parole al proprietario di questo bar accogliente.
- Il suo amico non prende niente?.- mi chiese puntando gli occhi su di Alec.
- No, al momento è assorto nei suoi pensi....- non ebbi tempo di finire la frase, che al solo intento di pronunciare quella parola, mi venne una fitta alla testa.
- Si sente bene signore?.- si avvicinò il barrista preoccupato, poggiando la sua mano sulla mia spalla.
- Non si preoccupi, solo una fitta alla testa.- stranamente quando cercavo di sillabare quella dannata parola.

Ma cosa poteva mai suggerirmi di fare? Con tutte le voci preoccupate attorno mi era impossibile elaborare una soluzione. Chiusi gli occhi, estraniando la mente da ogni pensiero diverso dal risolvere l'enigma di Alec. Caddi per terra, una visione si era fatta protagonista nella mia testa.
Non riuscivo a capire dove mi trovassi, vedevo attorno solo una gran varietà di tombe: quelle addobbate con fiori, quella addobbate con cioccolatini, ma anche quelle prive di ogni decorazioni.
Una donna muoveva la testa a destra e sinistra, come per vedere se qualcuno l'avesse seguita in questo lugubre luogo. Io ero proprio di fronte lei, ma sembrava quasi che fossi invisibile; allungai una mano per attirare la sua attenzione, ma quest'ultima trapassò il suo collo, facendomi sentire ogni vena ed arteria che trasportava sangue.

Un'altra figura si avvicina alla nostra posizione: un'uomo, più o meno alto, una grande cresta rossa, una giacca colma di brillantini e scarpe con i lustrini, se non voleva essere seguito, il suo outfit non lo aiutava di certo.
Solo dopo che questa figura passò la soglia dell'ombra, riuscì a capire chi fosse: ero io nel 1987!
Qualcosa non quadrava, come potevo essere in due posti contemporaneamente e nello stesso preciso istante? come mai non riuscivo ad identificare la donna? perché non riuscivo a ricordarmi di questo incontro?
Non mi era parso un buon momento per farsi prendere dal panico con una raffica di domande, presi un bel respiro e stetti a guardare lo svolgersi dell'episodio in silenzio vicino ad una reliquia di un'uomo.
Il me medesimo alla vista della misteriosa donna, levò la giacca con la quale era venuto, rimanendo con una semplice t-shirt blu con evidenti zone di macchie rosse.

- Hai fatto ancora pratica?.- chiese la donna sorridendogli.
- Ci stavo per lo meno provando.- esplose in una risata contagiosa.
La donna sembrava non approvare il mio comportamento, ma non ero molto furbo in quei tempi per accorgermene.
- Oggi ti insegnerò l'arte della convulsione.- cambiò argomento la giovane signora.
Cosa?? l'arte della convulsione? che io sappia, è un potere esclusivo dell'essere vampiri...

- Sono pronto Camill.- doveva essere questo il suo nome.
Pensandoci su, in qualche libro catalogato secondo la voce "pericoloso", mi è parso di leggere qualche paragrafo riguardante alcuni maghi dell'antichità che hanno provato una specie di fusione tra l'essere maghi e l'essere vampiri, se non vado errato venivano chiamati "speciali", ma io che legami ho con questo tipo di mondo?
- Sei pronto Magnus?.- chiese Camill.- ricorda lo scopo per cui lo fai.- concluse il discorso.
Cosa avevo fatto nel 1987 per ricorrere a questo tipo di arte oscura? un totale blackout avvolse la mia mente... ero incapace di ricordare.

- Sono pronto, non dilunghiamoci oltre.- ero convinto di ciò che stavo facendo.
.- L'arte della convulsione è qualcosa di estremamente semplice da fare, lo si insegna a tutti i ne-vampiri, il trucco è crederci.- cominciò l'addestramento.
- In che senso crederci?.- anche in quel secolo ero un totale idiota.
- Sappiamo entrambi che la convulsione obbliga un qualsiasi individuo, che non sia mago o vampiro, ad ubbidire in ciò che gli è appena stato detto.- riprese il discorso.- molti sbagliano poiché proferiscono solo un mucchio di parole con senso logico, senza convincersi che le cose poco prima dette siano vere. Bhe lascia che ti dica qualcosa al riguardo: è questo il trucco, crederci.- riprese un po' di fiato.

- Tutto ciò che devo fare è crederci?.- chiesi intontito dalla lunghezza del discorso.
- Esattamente.- annuì Camill
- Posso fare una prova adesso?.-
- Si, sarà bene che ti eserciti.- sfortunatamente una donna che passava di lì per lasciare degli omaggi su di una tomba, fu nominata come "cavia da laboratorio".
Senza aspettare neppure un secondo, con la super velocità di cui sono dotati i vampiri mi avventai sulla povera signora.

- Non urlerai e non potrai muoverti. Prendi un coltello appena arrivata a casa e pugnalati con esso 5 volte nel ventre.- dovevo essere proprio uno stronzo, se ho ordinato una cosa del genere ad una persona.
- No così Magnus.- appena in tempo Camill riuscì ad ordinare il contrario, salvando la vita a quella povera donna.
- Rovini tutto il divertimento ed il bello di essere vampiri.- sbuffai, raccogliendo la giacca da terra.
- Tento solo di proteggere la nostra specie.- rispose addolorata.- immaginavo tu chiedessi una cosa del genere con il potere della convulsione e questo dobbiamo assolutamente evitarlo.-

Dobbiamo? ma se erano soltanto in due.

- Dobbiamo? ma siamo solo noi due.- almeno mi posso riconoscere in lui.
- In realtà non siamo soli.- ammise vergognosa Camill.
-Io non vedo nessun'altra però.-  gli occhi del me medesimo erano colpi di preoccupazione.
- Puoi uscire adesso.- urlò in modo tale che la potessero sentire anche a 3 miglia di distanza.
Improvvisamente una persona ha cambiato il suo stato di invisibilità in quello di visibilità. Ma cosa sta succedendo? e perché non mi ricordo niente di questa scena?

Per il troppo pensare mi sento nuovamente in stato di semi-coscienza... ma dovevo resistere, dovevo capire perché non ricordassi niente di tutto questo.

- E.. e lui chi è?.- chiese lui con un'aria di chi avesse appena qualcosa che avrebbe sconvolto la sua vita.
- Mi presento, sono Odyr, sono uno sciamano.- entrambi rimanemmo scioccati da questa rivelazione.- sono venuto per porre fino alla tua scia di sangue che ti porti dietro. Ormai il mondo sospetta di noi.- concluse il discorso.
- E cosa vorresti fare? sono anche uno stregone quindi un'immortale.- cominciò a indietreggiare di qualche passo.
- Anche noi sciamani siamo il risultato della fusione di un vampiro ed uno stregone, ma al contrario degli speciali abbiamo più padronanza di entrambi i nostri lati, il che ci rende più forti rispetto a voi.- rispose avvicinandosi rapidamente.

-Adesso tu non urlerai e non emetterai nessun fiato, non cercherai di scappare ma ascolterai attentamente ciò che sto per dirti.- stava usando lo stesso potere che prima il mio medesimo aveva usato contro la donna- dimenticherai di essere mai stato un vampiro, ricorderai solo di essere uno stregone molto forte, a cui non è passata mai l'intenzione di fare la fusione.- concluse il discorso, sparendo con Camill 2 secondi dopo.

Cosa mi sta succedendo? no, no di nuovo quella fitta alla testa...

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