A letter of wedding di Malec895 (/viewuser.php?uid=945534)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Turning point ***
Capitolo 2: *** Only time ***
Capitolo 3: *** Self acceptance ***
Capitolo 4: *** The sentance ***
Capitolo 5: *** Doubt and perplexity ***
Capitolo 6: *** Let me explain ***
Capitolo 7: *** Memories from the past ***
Capitolo 8: *** Last words ***
Capitolo 9: *** Just a friend? ***
Capitolo 10: *** Explanations ***
Capitolo 11: *** An old acquaintance ***
Capitolo 12: *** "Who are you?" ***
Capitolo 13: *** The last goodbye ***
Capitolo 14: *** Through the portal ***
Capitolo 15: *** Where we are? ***
Capitolo 16: *** Another time ***
Capitolo 17: *** What append to me? ***
Capitolo 1 *** Turning point ***
Mentre
attraversavo il portale, che mi conduceva a casa, io Magnus, pensavo a
come dovesse essere la mia vita tra qualche tempo;
sono
un’immortale, di cose ne ho viste, ma vedere rinnegare chi tu
sia per le tradizioni, la famiglia ed il lavoro... è stato
un getto d'acqua gelida.
Grazie
al portale potevo vedere la città avvolta da
un’atmosfera cupa, grigia, quasi stesse ad indicare la fine
del mondo;
rispettava
un po’ ciò che provavo dentro: un miscuglio tra
rabbia, tristezza e sofferenza.
Mi
preparavo il mio solito drink a base di vodka e rum, di solito era per
commemorare un qualcosa di bello e felice, adesso penso che sia il
mezzo per distogliere i miei pensieri da Alec ed il suo
matrimonio.
Lo
bevevo tra un mare di lacrime e dispiaceri, mi sembrava di bere
più lacrime che cocktail, quando sento arrivare un Baku,
creatura celeste addetta a consegnare lettere e comunicazioni
ufficiali.
Mi
lascia una misteriosa lettera ben arricchita da particolari segni:
erano le rune degli shadowhunters.
Mi
sorpresi molto; dopo tutto ciò che era accaduto avevano
ancora il coraggio di contattarmi come se nulla fosse successo.
Devo
aprirla, devo aprirla, mi ripetevo in mente; tremavo come una foglia,
sudavo come se stessi in un deserto; con le mani bagnate non riuscivo
ad aprire la lettera; usai un incantesimo di livello base per aprire la
busta, quello che ogni mago dovrebbe saper utilizzare per affermarsi
tale, nella speranza di non dover usare quelle mani bagnate e
scivolose.
Era
un’invito di partecipazione al matrimonio di Alec e Lydia.
Vidi
il mittente; con molta sorpresa mi accorsi che fu Izzy ad inviarmelo.
Perché? Cosa voleva ottenere con ciò? Dovevo
andare a vedere la persona con la quale ho stabilito un forte legame,
sposarsi con una persona che neanche ama, solo per accordi tra
famiglie? No! Doveva esserci di più… non poteva
farmi questo senza un preciso scopo!
Stetti
a riflettere su questo gesto per ore, bevendo drink e ascoltando musica
che mi aiutasse a riflettere;
ecco!
Finalmente avevo capito! La persona che aveva sempre sostenuto la
nostra “relazione” mi voleva lì, voleva
che assistessi al matrimonio, non per soffrire, bensì
tentare l’ultima possibilità che mi rimaneva con
Alec. Basta! Dovevo reagire! Quel’ atteggiamento non si
adattava allo “stregone di Brooklyn”.
"ANGOLO AUTORE"
ragazzi sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia
dei Malec,
in qualità di autore mi farebbe piacere ricevere da parte
vostra recensioni per capire cosa ne pensiate
dell'intera storia... vi prego di esaudire questo mio desiderio
hahaha... ci vediamo prossimamente con
un nuovo e imperdibile capitolo dei Malec: A letter of a wedding!
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Capitolo 2 *** Only time ***
Il
tempo trascorreva inesorabilmente, da quando avevo preso la decisione
di andare al matrimonio tra Alec e Lydia;
All'inizio
erano solo poche ore, adesso sono diventati piccoli e semplici attimi;
ero pronto? Ero sicuro di ciò che stavo per fare? Il mio
istinto non sapeva a chi dar retta: al mio cuore? O alla mia testa?
Pensavo
che fissando l'orologio ininterrottamente il tempo non trascorresse
più, speravo si bloccasse: non volevo prendere quella
decisione!
In
quest'attimi riflettevo sul modo in cui stavo agendo; in 400 anni di
vita non mi ero mai comportato in questo modo per nessuno, specialmente
per un "figlio della Luce", chiamavo cosi gli shadowhunters;
"Ne
vale la pena", una voce ripeteva dentro di me. Basta! Era il momento di
decidere; i miei pensieri, in quel momento, sembravano non
avere altro riguardo se non per Alec;
Fu
in quel preciso istante, in quei secondi, che fui avvolto da una nube
viola; non sapevo cosa stesse accadendo!
"Che
l'amore mi stia consumando fino a distruggermi? Che l'amore per quel
shadowhunter segni la fine della mia esistenza?" questi miei pensieri
mi logoravano la testa, mentre questa nube viola mi si aggrovigliava al
collo. Non c'erano vie d'uscita, ne scappatoie questa volta;
ero quasi del tutto convinto che questi fossero i miei ultimi istanti
da stregone.
Ma
poi... "Dove sono, ma dove mi trovo" ripetevo tra me e me; armi,
monitor e una gran quantità di rune; ecco ciò che
potevo vedere attorno a me!
Non
ci potevo credere; che quella nube sia stata generata dai miei
sentimenti e pensieri per Alec? Non so! Era la prima volta che i miei
poteri seguivano il cuore e non ciò che gli impartivo io!
Avevo capito di ritrovarmi a pochi passi dal luogo in cui si
stava celebrando il matrimonio;
Potevo
udire la voce di uno dei fratelli silenti che adoperava lo scambio
delle promesse tra Alec e Lydia. Era il momento! Non potevo
più tirarmi indietro!
Presi
quanto più coraggio e con un incantesimo superai le
barriere, ideate per i nascosti e i dimenticati, che avvolgevano la
sala, e aprì la porta!
Sentivo
le gocce di sudore passare delicatamente sul viso, rendendo ormai
evidente che provavo un forte imbarazzo; camminavo verso l'altare, con
tutti gli occhi degli invitati che mi stavano analizzando dalla testa
ai piedi. Non mi importava! Avevo scelto cosa andava fatto!
Proseguì
per tutto il tappeto rosso, arricchito da rune di amore e semplici
fiori; adoravo il modo in cui gli shadowhunters creavano questo motivo
contrastante tra la semplicità ed il complesso.
Vedevo
Alec con la faccia rivolta verso Lydia, stava per scusarsi del mio
comportamento; quest'atmosfera di pura tensione, poi, fu infranta dallo
scatto repentino della madre di Alec verso di me; vestito tutto di
nero, un elastico, anch'esso nero, che le raccoglieva i
capelli ed uno sguardo minaccioso si dirigevano verso di me, quasi
nell'intento di uccidermi.
"ANGOLO AUTORE"
ragazzi
sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia dei
Malec,
in qualità di autore mi farebbe piacere ricevere da parte
vostra recensioni per capire cosa ne pensiate
dell'intera storia... vi prego di esaudire questo mio desiderio
hahaha... ci vediamo prossimamente con
un nuovo e imperdibile capitolo dei Malec: A letter of a wedding!
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Capitolo 3 *** Self acceptance ***
Il
battito del mio cuore accelerava ad ogni passo che, la mamma di Alec,
faceva; le gocce di sudore scivolavano sempre più
velocemente, al diminuire della distanza che si veniva a creare.
Ero
in totale panico... non sapevo cosa sarebbe potuto accadere a causa di
quella mia scelta.
In
questi attimi infiniti e dolenti, la mia mente vagava nel buio
più totale, in preda alla confusione e al panico; poi la
luce!
Non
so spiegare bene con queste parole cosa ho provato, ma al suono della
voce di Alec, tutto il buio, che prima stanziava nella mia mente,
svanì; la sua incantevole voce pietrificò ogni
animo presente in quella stanza. Subito con gli occhi lo
volli scorgere; era lì, fermo, immobile, che continuava a
muovere quelle sue sensuali labbra.
Non
capivo cosa stesse dicendo, ed in realtà me ne importava ben
poco! Vidi che parlava con Lydia, ma ero troppo sconvolto per riuscire
a capire cosa stesse dicendo; notai però che ella lo
incitava a seguire i suoi sentimenti, così
capì che non era niente di buono per il suo matrimonio.
Il
tempo era come immobile, quegli attimi sembravano non passare mai;
tutti in stanza aspettavamo un movimento, un gesto da parte di Alec per
capire cosa avesse intenzione di fare: gli attimi più belli
della mia vita.
Era
lì, che cominciava a scendere dolcemente i gradini
dell'altare; non era nervoso, era emozionato!
Mentre
si dirigeva nella mia direzione, le lacrime nel suo volto sono
cominciate a scendere, lentamente, fin quando non andavano ad
infrangersi nel suo meraviglioso sorriso. Non riuscivo a camminare, le
mie gambe tremavano al sentire di ogni suo passo verso di me;
comincia a togliersi la giacca, rimanendo con la sua semplice bianca
camicia.
Finalmente
il momento che pensavo non arrivasse mai, è accaduto...
chiudo gli occhi per non vedere le facce degli invitati; poi la sento,
sento che la sua dolce mano mi sfiora delicatamente la faccia;
l'avvolge lentamente attorno al mio collo per afferrarmi; io
mi lascio guidare dai suoi movimenti delicati; non riuscivo ancora ad
aprire gli occhi, avevo paura che non fosse reale, non volevo che
questo incanto smettesse.
Poi
il nulla... smetto di sentire ogni contatto fisico che si era stabilito
in precedenza.
Ecco,
mi sento sollevare dalle gambe; non avevo ancora aperto gli occhi, non
capì subito chi avesse fatto ciò, qualcuno di
molto forte e robusto sicuramente.
"Ti
amo anch'io"mi sento sussurrare al mio orecchio; e fu qui, in questo
preciso momento, che Alec abbatté ogni suo muro difensivo
nei miei confronti, avvicinando dolcemente e lentamente le sue
splendide labbra sulle mie. Non potei più
aspettare, era il nostro momento; cominciai ad avvicinare le mie labbra
alle sue; una torbida passione ci travolse, non ci curavamo degli
sguardi attorno a noi, in quel momento esistevamo solo noi e
due. Sento Alec camminare verso l'uscita della stanza,
continuandomi a baciare e portandomi in braccio.
Non
so cosa stesse succedendo nella stanza mentre ci allontanavamo;
finalmente arrivati! Mi poggia su un letto, allontanando le
sue labbra, e sorridendomi, comincia a sbottonarsi la sua camicia
bianca.
Prende
il suo stilo da shadowhunter e, disegnando la runa del calore al di
sopra del camino, accende il fuoco; con passi piccoli e sensuali
comincia a dirigersi da me, il suo corpo sopra il mio, i nostri cuori
che battono all'unisono; comincia a spogliarmi lentamente,
tenendo le sue labbra ben saldate alle mie.
Stringendo
fortemente le mie mani con il suo braccio, e poggiando il suo dito
sulle mie labbra in modo da non farmi dire nulla, dirige i suoi baci su
tutto il corpo: prima sul collo ed, andando verso il basso, in poco
tempo, ero completamente riscaldato dall'amore che, ogni suo
bacio, lasciava indelebilmente sul mio corpo inerme.
"ANGOLO AUTORE"
ragazzi
sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia dei
Malec,
in qualità di autore mi farebbe piacere ricevere da parte
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Capitolo 4 *** The sentance ***
-
Sei sveglio?- mi chiede Alec con voce serena. Non avevo intenzione di
dirgli alcunchè; volevo aspettare di vedere cosa egli
facesse per svegliarmi.
-
Sicuro di non essere sveglio? - mi chiede nuovamente Alec sorridendo.
Non
ero ancora sicuro di rispondergli, però, in
realtà, ero sveglio.
-
Va bene. Fai come vuoi- Alec cominciò a spostarmi
per potersi alzare.
Non
volevo che se ne andasse e che tutto questo finisse subito, cosi gli
afferrai la mano e l'appoggiai sul mio petto per stringerla
più forte. Avevo capito che stava scherzando e che non si
sarebbe mai alzato dal letto, ma era un ottimo pretesto per potergli
prendere nuovamente la mano.
-
Non andare via... altri 5 minuti e ci alziamo, promesso- gli dissi.
Doveva cominciare gli allenamenti che ogni mattina, allo stesso orario,
faceva per migliorare le sue prestazioni in battaglia. Mi stringe
anch'egli la mano.
-
Alexander Lightwood- entrambi sobbalziamo dal letto, appena sentito
pronunciare questo nome con grande rabbia.
-
Mamma- gli risponde spaventato e confuso Alec. Non posso biasimarlo;
per entrare in questa stanza ha quasi sfondato la porta.
-
Rivestiti immediatamente, dobbiamo parlare- neanche il tempo di finire
di pronunciare quella frase, che Alec subito indossa le prime e due
cose che vede e, senza la minima ribellione, segue la madre al di fuori
della stanza. Ero rimasto soltanto io, ancora sdraiato sotto le coperte.
Passano
20 min e di Alec neanche l'ombra; ero profondamente preoccupato, sapevo
che non fosse niente di buono per lui, ma non riuscivo ad immaginare
ciò che stesse accadendo. Con uno scatto veloce mi alzo dal
letto e anch'io, come lui, prendo le prime e due cose che trovo, e le
indosso; di solito ci metto più tempo nel prepararmi, ma
questa era una vera e propria emergenza. Percorrevo il corridoio con
passo svelto, quasi stessi facendo una maratona; non sapevo dove stessi
andando, seguivo solamente il mio istinto da stregone.
-
No mamma, non potete farlo seriamente- arrivai appena in tempo per
sentire ciò che Alec disse.
-
Ormai la decisione è presa- non capivo di cosa stessero
parlando; a stento riuscivo a capire dove io fossi. Dallo sguardo
preoccupato di Alec, e dalla faccia sconvolta del signor. Lightwood,
intuì che la situazione non era delle migliori.
-
Mi sono perso qualcosa?- chiesi indiscretamente.
-
No, non ti sei perso proprio nulla... anzi sei proprio arrivato nel
momento giusto stregone- mi disse, con voce rabbiosa, Maryse. - Stavo
dicendo a mio figlio Alec che questa azione scellerata da voi fatta,
sarà punita gravemente- fin qua nulla di nuovo; sapevo che
le nostre azioni avrebbero avuto ripercussioni sull'andamento della
nostra vita.
-
Posso chiedere qual'è l'azione per la quale siamo incolpati?
amare qualcuno è forse un reato?- contrabbattei prontamente.
-
Silenzio stregone! non sai neanche quanto danno tu abbia provocato al
nome dei Lightwood-
-
Mamma lui non c'entra, non è colpa sua se provo qualcosa-
era la prima volta che vedevo Alec prendere le mie difese in questo
modo.
-
Silenzio! dal momento che la responsabile dell'intera sede sono io, si
eseguono le mie regole!- non avevo alcuna idea di quali potevano essere
le nostre punizioni; anche perché non vedevo nulla di male
in ciò che avevamo fatto. - Tu Alec verrai esiliato dalla
sede operativa in modo permanente, con il sequestro del tuo stilo e
delle rune di cui usufruivi. E tu, mio caro stregone, verrai processato
domani al sorgere del sole, accusato di aver infranto gli accordi tra
gli shadowhunters e i nascosti. Questo è quanto; potete
accompagnarli nelle loro celle-
"ANGOLO AUTORE"
ragazzi
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Malec,
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Capitolo 5 *** Doubt and perplexity ***
-
Adesso ti puoi fermare un attimo per parlare?- gli chiese gentilmente
il signor. Lightwood.
-
Non vedi quante cose ci sono da fare? tra i guai combinati da tuo
figlio e dallo stregone, il conclave che pressa perché siano
giustiziati, non ho tempo per ascoltare i tuoi assurdi commenti. Ora se
vuoi lasciarmi ai miei compiti...- Dal momento del bacio al matrimonio,
Maryse aveva cambiato atteggiamenti con quasi tutte gli shadowhunters,
eccetto che con Jace, il quale rimaneva sempre il suo soldato migliore.
-
Sei preoccupato?- domandai ad Alec.
-
Non sono preoccupato, solamente deluso dal comportamento di mia madre-
mi risponde con la tasta chinata.
-
Giacche siamo chiusi qui, e non possiamo fare assolutamente niente,
posso farti una domanda?-
-
Si certo, di che si tratta?-
-
Se tu avessi saputo che sarebbe successo tutto questo a causa del
nostro bacio, avresti comunque rovinato le tue nozze per seguire i tuoi
sentimenti?- era un dubbio che mi assillava sin da subito; riponevo
fiducia in lui, ma ,da un bacio ad essere esiliato nel mondo dei
mondani, privo di ogni potere da shadowhunter, non era affatto facile
per chi amava il suo lavoro, come Alec. Nel momento in cui stava per
rispondere alla mia domanda ecco chevediamo arrivare qualcuno in modo
furtivo, quasi non si volesse far vedere dalle guardie.
-
Hey, ragazzi tutto bene?- la sua figura non era ancora chiara, era
immersa nell'oscurità più totale; ma la sua voce
era inconfondibile.
-
Che ci fai qui? Se la mamma ti dovesse vedere qua, non so fino a che
punto di potrebbe perdonare.- disse Alec a sua sorella Izzy.
-
Me ne è mai importato qualcosa dei pensieri di nostra
madre?- gli risponde ironicamente.
-
Izzy- intervengo io - è successo qualcosa? tua madre ha
cambiato idea improvvisamente?- sdrammatizzo io, scherzando.
-
No, purtroppo è decisa ad andare sino in fondo con questa
storia della punizione!- cambiando immediatamente espressione, mi disse
queste cose.
Un
momento di silenzio scese su tutta la cella, ma fu subito interrotto
dal rumore di altri passi provenienti dal corridoio di fronte. Ancora
altre sorprese? pensai immediatamente. Una delle due persone accende
una luce senza utilizzo di torce o rune, ma con il potere di un
cristallo; dovevano essere sicuramente Jace e Clary.
-
Ce ne avete messo di tempo- gli rimprovera Izzy.
-
Scusaci, seminare le guardie non è semplice- replicano
insieme.
-
Ma tu che ci fai qui?- domandò seccato Alec a Clary; anche
in quei momenti non provava affatto simpatia nei suoi confronti.
-
Sto cercando di salvarti; per l'amor di Dio Alec dacci un taglio!-
l'atmosfera si faceva incandescente e molte erano le preoccupazioni che
portava.
-
In che senso salvarci?- interruppi subito il discorso.
-
Non crederai veramente che vi lasciamo morire, soltanto
perché vi amate!- disse Jace sorridendo ad Alec.
-
Grazie mio parabatai- Alec improvvisamente riprese a sorridere.
Non
sapevo come interpretare questo scambio di sguardi e parole; non metto
in dubbio che Alec provi qualcosa per me, ma non nego neanche l'amore
che provava fino a qualche tempo fa per Jace.
-
Non possiamo intrattenerci ancora di più, o noteranno la
nostra assenza al covo!-
-
Si, Izzy ha ragione. Dobbiamo andare- la sostenne Jace.
-
Ritorneremo qui alle 5:00 in punto. Fatevi trovare pronti.- concluse
Clary.
-
Va bene. Non penso abbiamo altra scelta- disse ridendo Alec.
-
Ah, prima che mi dimentichi- continuò a dire Izzy -
Veramente bello il vostro bacio. Una volta fuori di qui, mi dovrai
raccontare tutto ciò che è successo fratellino-
era chiaro che mi vide preoccupato per lo scambio di tenerezze tra Alec
e Jace; che volesse farmi ricordare di quei bei momenti? non so, ma
Izzy teneva davvero alla nostra relazione.
"ANGOLO AUTORE"
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Capitolo 6 *** Let me explain ***
Erano
le 4:00 in punto; il tempo trascorreva con la velocità con
cui Alec si preparava normalmente ogni mattina. L'attesa mi uccideva,
ma vedendo Alec affrontare il tutto con una serenità mai
vista prima, cominciavo a tranquillizzarmi. Non sapendo come ingannare
l'attesa, mi muovevo da una parte all'altra della cella , come alla
ricerca di un qualcosa.
-
Puoi smettere di camminare senza una meta precisa?- mi rispose irritato
Alec.
-
Non siamo ancora sposati, non puoi dirmi cosa devo fare- gli risposi
ironicamente.
-
Sono serio Magnus, smettila- alzandosi mi disse.
Non
capivo cosa non andasse nel nostro rapporto; dall'incontro con Jace si
comporta diversamente con me, come se gli avessi fatto qualcosa di
male. Era arrabbiato perché, in un certo qual senso, lo
avevo condotto in questa situazione? Ha notato come l'ho guardai
dispiaciuto, quando ha risposto "Grazie mio parabatai" a Jace? tutti
questi dubbi non facevano che alimentare le mie preoccupazioni al
riguardo, e non potendo più tenere dentro tutto, e gli dissi
- Ho per caso commesso un omicidio?- non aveva alcun senso
ciò che gli avevo appena detto, ma era l'unica cosa che gli
sono riuscito a dire.
-
A cosa ti riferisci?- mi risponde attonito Alec.
-
Non mi rivolgi la parola da quando Izzy, Jace e Clery sono ritornati
alla base; e quando, stranamente mi parli, è solo per
criticarmi o ordinarmi qualcosa.-
-
Non pensavo di comportarmi così, scusami se ti ho trattato
male.- replicò con quei suoi occhi da cane bastonato.
-
Non preoccuparti. Forse l'agitazione e l'attesa non mi giovano.- non
riuscivo ad essere più crudele così; mi
è impossibile mettere il broncio o essere solo per qualche
minuto arrabbiato con lui.
-
Se non erro, prima dell'arrivo di Izzy, mi hai chiesto qualcosa.-
-
Uhm si? non ricordo ora.- com'è possibile che si ricordi
della domanda in una situazione angosciosa come questa.
-
Beh si, mi hai chiesto se rifarei tutte le scelte che ci hanno portato
fino qua, se avessi saputo prima cosa mi aspettava.- cogliendomi
veramente di soppiatto con una risposta del genere.
-
Ah si ora ricordo, ma se non vuoi rispondere...-
-
Non essere triste, ce la caveremo anche in questa situazione.- mi
rassicura Alec.
Ero
annibito per come avesse capito che fossi in agitazione per l'intera
situazione. Non sapevo che mi conoscesse fino a questo punto, forse
sbagliavo a dubitare che provasse qualcosa ancora per Jace;
ciò nonostante non ero del tutto sicuro su di lui.
-
Lo penso anche io.- gli risposi accennandogli un sorriso.
-
Ma non ho ancora risposto alla tua domanda.- continua a ripetermi.
-
Bene, ti ascolto volentieri.- non sapevo cosa dovessi dire, la sua
faccia da persona innocente non mi permetteva di riflettere
lucidamente. Vedevo che stava per aprire bocca, stava per accennare la
sua risposta alla mia domanda. Non ero pronto per ascoltarla,
soprattutto in momento del genere; aspettavo un qualcosa che lo
distraesse e lo distogliesse dal rispondermi. Aspettando invano quel
qualcosa, mi rendevo conto che nulla avrebbe potuto risparmiarmi quella
risposta.
-
Prima che tu mi risponda.- lo interrompo - Devi sapere che...- ecco che
scatta l'orologio che Jace ci aveva lasciato in precedenza. Era
arrivato il famoso orario! Intravedavamo tre figure sfocate avvicinarsi
senza destare sospetti: erano Izzy, Jace e Clery.
-Siete
pronti?- chiede Jace - Non ho intenzione di ripetere il piano di fuga
una seconda volta.-
"ANGOLO AUTORE"
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sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia dei
Malec,
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Capitolo 7 *** Memories from the past ***
Vedevo
Jace e Clary tirare fuori un sacco di aggeggi dal loro zaino, mentre
Izzy parlava con suo fratello Alec di non so cosa! Ero l'unico
estraniato dal gruppo; infatti me ne stavo per conto mio, in un angolo
della cella, ad osservare ciò che gli altri stessero facendo.
-
Tutto ok Magnus?- mi chiese Izzy, allontanandosi da Alec.
-
Si, riflettevo sul come siamo arrivati a tanto.-
-
Non conosci da molto nostra madre; ha lo stesso carattere di Alec:
dedita al lavoro e curante su ciò che pensano gli altri di
lei e della sua famiglia.-
-
Ma allora, perché Alec non è cosi preoccupato
delle azioni da lui fatte?- risposi caparbiamente.
-
Alec è cambiato molto da quando ha conosciuto Jace.- mi
raccontava Izzy.- Devi sapere che Alec non è stato sempre
cosi; all'inizio eravamo solo io e lui a combattere i demoni. Poi un
giorno arrivò al covo un nuovo ragazzo, Jace, ignorante dal
punto di vista combattivo e tattico..-
-
E come mai adesso è lui ad essere il preferito da vostra
madre, nonché leader del team?- l'ha interruppi.
-
Alec decise di addestrare personalmente il nuovo arrivato, insegnandoli
in pochissimo tempo, ciò che noi abbiamo dovuto imparare in
anni di esercitazione.- continuò Izzy.
-
E perché adesso non è lui l'istruttore che
addestra al combattimento?-le chiesi perplesso.
-
Non era concesso, prima d'allora, che uno shadowhunter ne istruisse
un'altro, perché si pensava che, nonostante gli anni di
esperienza insormontabili esistenti tra un nuovo shadowhunter e uno
più anziano, si possedesse la stessa conoscenza al riguardo.-
-
Ma non ha senso una cosa del genere, anche perché adesso, a
capo delle istruzioni di battaglia c'è Hodge, che
è uno shadowhunter.- controbattei, curioso di conoscere la
spiegazione a ciò.
-
Hodge, prima di diventare ciò che attualmente è,
seguiva i propositi di un vecchio nemico, ormai morto, Valentine.-
-
E quindi? non aggravava la sua posizione questa nomina?.-
-
Affatto. Hodge venne al covo per redimersi da tutto ciò che
aveva fatto. Inoltre, come segno di resa e pentimento, chiese di poter
addestrare i nuovi shadowhunter.-
-
E chi decise di assegnarli questo ruolo?-
-
Tutto il conclave era d'accordo con la sua "assunzione" come insegnante
all'accademia, anche perché all'interno del circolo di
Valentine, egli ricopriva lo stesso ed identico ruolo che continua a
fare tutt'oggi.-
-
Va bene Izzy, grazie per la bella chiacchierata.- conclusi il discorso.
-
Di nulla Magnus, sai che per gli amici ci sono sempre. Adesso vado ad
aiutare Jace e Clary, sai come sono: senza il mio aiuto non combinano
nulla.- si allontana con queste parole, raggiungendo gli altri e due
shadowhunter.
Finalmente
ero a conoscenza di alcuni frammenti del passato di Alec; non
immaginavo che lui avesse addestrato Jace; in tutta franchezza pensavo
il contrario. Chissà come si deve essere sentito, quando
Jace è stato nominato leader del gruppo dalla madre.
-
A cosa pensi?- mi rivolse la parola Alec.
-
Niente pensavo a cose..-. rispondendogli in modo vago.
-
Cosa ti ha raccontato Izzy? avete trascorso 10 minuti parlando.-
-
Niente di cosi importante; l'entrata di Jace nel vostro team.- speravo
che non se la prendesse con la sorella, dato che mi aveva raccontato
cose del suo passato.
-
Ah, quindi ti ha anche parlato del passato di Hudge come alleato di
Valentine?- continuò.
Non
sapevo cosa potergli dire, dalla sua espressione e dal tono della sua
voce, non si riusciva a capire niente di come stesse. Così
annuì, e lasciai a lui la prossima parola.
-
Ragazzi abbiamo finito qui.- continuando Jace - Siete pronti per
godervi la vostra meritata libertà?- ironicamente parlando.
-
Non aspettiamo altro.- mi affrettai a rispondere, prima che Alec
potesse lanciargli qualche altra occhiata, o dirgli qualche altra
parola,che mi lasciasse intendere male,come è successo nel
nostro ultimo incontro.
-Ok,
indietreggiate adesso.- ci ordinò Izzy.
Prende
il suo stilo, e comincia a disegnare qualcosa al di sopra delle sbarre
di ferro che ci tenevano in gabbia.
-
Non esiste alcuna runa che possa aprire le celle.-
sottolineò Alec.
-
Fratellone, quando comincierai ad avere più fiducia in me.-
scherzando Izzy disse.
Notavo
che stava combinando due rune in una sola; dal disegno che stava
facendo dovevano essere sicuramente la runa del calore, e la runa del
potenziamento. Non capivo come questo potesse aiutarci ad uscire.
-
3, 2 , 1..- iniziò il conto alla rovescia Clary. Apparirono
delle fiamme di non indifferente intensità, che molto
velocemente, consumavano le sbarre di ferro.
-
Ecco adesso siete liberi-. concluse Izzy. Aveva ragione; le fiamme
avevano completamente sciolto tutto il metallo, facendo rimanere cosi
solo un ammasso informe di ferro fuso.
-
Impara dalla tua sorellina ogni tanto Alec.- sorridendogli riprese il
suo stilo caduto a terra dopo il disegno.
-
Lo farò, prima o poi.- controbbattè
abbracciandola per l'aiuto.
-
Bene adesso arriva la parte difficile.- concluse Jace, con un'aria
misteriosa.
"ANGOLO AUTORE"
ragazzi
sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia dei
Malec,
in qualità di autore mi farebbe piacere ricevere da parte
vostra recensioni per capire cosa ne pensiate
dell'intera storia... vi prego di esaudire questo mio desiderio
hahaha... ci vediamo prossimamente con
un nuovo e imperdibile capitolo dei Malec: A letter of a wedding!
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Capitolo 8 *** Last words ***
-
Sono le 5:30, non di certo abbiamo il tempo come nostro alleato,
dobbiamo accelerare i tempi- disse Jace con un volto pieno di
preoccupazioni.
-
Calmati Jace, arriveranno tra mezz'ora.- lo rassicurò Clary.
-
Ho ufficialmente capito di essere l'unica fiduciosa nel piano.- disse
Izzy - e per questo spiegherò passo per passo cosa dovete
fare per riuscire a scappare.-
-
Ok, dicci Izzy.- le risposi prontamente
-
Alec ti ricordi la foresta in cui abbiamo ucciso il nostro primo
demone?.-
-
Come dimenticarlo, la foresta di Ashley, a nord dell'istituto.-
-
Bene. Li vi attenderà un mio amico nascosto di nome Meliorn.-
-
Soltanto un amico Izzy?.- le replicò Alec con un accenno di
un sorriso.
-
Vuoi salvarti si o no?.- continuando - In ogni caso, Meliorn
è un sili, quindi è a stretto contatto con la
natura circostante. Il vostro primo obbiettivo sarà quello
di raggiungerlo.-
-
Va bene, e dopo fatto ciò?.- ripresi il discorso.
-
Non sono a conoscenza del resto del piano, siamo tutti quanti nelle
mani del mio amico sili.-
-
Stai scherzando spero.- disse Alec.
Ero
in totale disaccordo con lui; per la prima volta vedevo Izzy fidarsi di
qualcuno che non rientri nella solita cerchia d'amici. Non so se saremo
al sicuro, ma di una cosa ero certo: Izzy non ci avrebbe mai consegnato
nelle mani di chi non avrebbe potuto aiutarci.
-
Va bene, grazie per tutto l'aiuto che ci avete offerto.- ripetetti
un'ennesima volta.
Sembra
che con questa risposta abbia sorpreso tutti, in quanto mi fissarono
come per dirmi: ma sul serio ti fidi di questo sili?
-
Qualcosa non va ragazzi?- mi difesi da tutti questi sguardi puntatomi
addosso.
-
Seriamente ti fidi di questo sili?- mi rimproverò Alec.
-
So che i sili sono famosi per rigirare la verità a loro
vantaggio, ma so anche che Izzy non ci lascierebbe al primo nascosto
che trova.- replicai in sua difesa.
Un
momento di puro silenzio si abbatté su Alec, forse pensava
che avessi sostenuto la sua teoria di diffidenza totale; ma trovavo
più giusto riporre le mie ultime speranze a chi ha dato la
possibilità di farle fiorire. Probabilmente avrò
peggiorato ancora di più le cose con Alec, ma non potevo
tradire la fiducia di un'amica, la quale si è messa in gioco
per salvarci, rischiando la sua vita. Era una cosa inaccettabile che
non ho mai fatto, e non inizierò proprio ora.
-
Grazie Magnus, sono felice che ti fida di me.- mi ringraziò
Izzy.
-
Non vorrei fare la guasta feste, ma sono le 5:45, le guardie
arriveranno tra 15 minuti, dobbiamo proprio andare.- disse Clary,
rovinando l'atmosfera venutasi a creare con la mia risposta.
-
A tal proposito c'è una cosa che non vi ho ancora detto.-
intervenì Jace.- Ho deciso di accompagnarli personalmente
fino alla foresta, per assicurarmi che arrivino sani e salvi.-
Non
mi aggradava questa scelta fatta da Jace, ma non potevo stare qui a
fare una scenata di fronte a tutti.
-
No Jace, se vai tu, vengo anch'io.-le rispose Clary.
Mi
sembrava che l'oggetto principale della questione, ovvero salvare la
nostra relazione, si stia piano piano trasformando in una gita di
gruppo;.
-
Per di qua, la cella è da quella parte.- si sentì
una voce in lontananza.
-
Hanno anticipato la loro esecuzione, non abbiamo più tempo
da perdere. Tu va con loro Jace, io e Clary terremo a bada le guardie
per un po'.-
-
No Izzy, non posso lasciartelo fare, non combatterai da sola contro
guardie addestrate.- si avvicinò Alec.
-
Non sarò sola, ci sarà Clery al mio fianco.-
-
E perchè non mi sento rassicurato ora che lo so?.- mi
rispose acidamente.
-
Non riesco più a sentire una sua critica; Jace, Magnus
portatelo via, ci occuperemo noi di queste due semplici guardie. Ora
andate!.-
Jace
lo stava trascinando con tutta la forza in suo possesso; è
riuscito a stento a dare un suo, possibile ultimo, abbraccio alla
sorella. Non so il motivo, ma in qualche modo mi sentivo responsabile.
Non dovevano andare così i piani.
-
Izzy ci rivedremo presto, hai capito? non appena questa storia
sarà finita verrò a prenderti e ce ne andremo.-
piangendo e urlando, disse queste precise ultime cose alla sorella.
-
Magnus prenditi cura di lui, mi raccomando.- mi rivolse la parola Izzy;
quasi stava per piangere.
-
Non ti preoccupare, amore mio, tuo fratello è al sicuro con
me.- furono queste ultime parole che potetti rivolgere alla mia cara
Izzy, prima che iniziasse a combattere con le guardie, e sparisse in
una nuvola di fumo bianco..
"ANGOLO AUTORE"
ragazzi
sono immenamente felice del fatto che stiate seguendo la storia dei
Malec,
in qualità di autore mi farebbe piacere ricevere da parte
vostra recensioni per capire cosa ne pensiate
dell'intera storia... vi prego di esaudire questo mio desiderio
hahaha... ci vediamo prossimamente con
un nuovo e imperdibile capitolo dei Malec: A letter of a wedding!
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Capitolo 9 *** Just a friend? ***
Mi muovevo a fatica, riuscivo a sentire il mio cuore battere forte, era
ormai da un po' che correvamo per allontanarci dall'istituto: penso che
manchi poco ormai all'entrata della foresta. Alec e Jace erano poco
più avanti di me, nel caso qualche demone ci avesse dovuto
attaccare; non avevo forze nel mio corpo per improvvisare qualche
incantesimo difensivo. L'amico di Izzy doveva essere nelle
profondità della foresta, dalle mie conoscenze all'interno
doveva esserci un portale inutilizzato ormai da secoli... che volessero
farci trasferire in un'altra dimensione per vivere la nostra vita
felice? mi farebbe molto piacere se questa fosse l'unica nostra
opzione; ma conoscendo Alec non abbandonerà mai tutto questo
per l'avventura di una notte.
- Manca ancora molto per incontrare questa creatura?- ruppi il silenzio
che ci avvolgeva
- Come dovremmo saperlo noi esattamente? se non sbaglio eravamo con te
la prima volta che abbiamo sentito parlare di questo famoso piano-
rispose con cattiveria Jace
- Qualcuno ha bisogno di un drink per calmare i bollenti spiriti eh?-
replicai con un po' di ironia
- Non cambierai mai Magnus- intervenne Alec
- Le persone cambiano... gli stregoni rimangono fedeli a loro stessi-
buttai una frecciatina, non molto cattiva, ad Alec.
- Secondo te come se la starà cavando Izzy in questo
momento?- chiese a Jace, estraniandomi dal discorso.
- Conosci Izzy, a quest'ora si troverà sicuramente in un
locale con Clary a festeggiare.- lo rassicurò.
Non voglio comportarmi da vittima, anche perché odio le
persone che si comportano da tale, ma pensavo veramente che Alec fosse
arrabbiato con me; se Izzy dovesse trovarsi nei guai sarebbe solo per
causa mia e dell'amore che provo per Alec.
- Aspettate!- interruppi il discorso.
- No Magnus, non lo vogliamo un ennesimo drink.- pensando di conoscere
già l'argomento del discorso, Jace mi disse.
- Riccioli d'oro non sono in vena di scherzi- gli risposi- Non riesco a
camminare e pensare di continuare il piano, sapendo che Izzy sta
rischiando tutto ciò per cui ha vissuto.-
Vedevo le loro facce annibite; non credevano che fossi capace di
provare tali sentimenti per una persona, al di fuori di Alec.
- Aspetta un'attimo Magnus, rifletti lucidamente... Non possiamo
ritornare al covo, altrimenti lo sforzo di Izzy e Clary non
sarà servito a niente, e si saranno esposte solo per vederci
essere catturati assieme a loro.- intervenne Jace.
- Non sai quanto può essere difficile convivere con il
pensiero costante di dover essere la causa principale di tutta questa
situazione.-
- Tu non hai colpa di nulla Magnus, è mia madre l'unica vera
responsabile di ciò.- mi venne incontro Alec.
- Izzy passerà un brutto periodo, nel caso la catturassero.
Vivere con questo chiedo fisso...- singhiozzando per le lacrime.-
è un fardello troppo pesante.- iniziai a correre in una
qualsiasi direzione piangendo e sconvolto dal troppo dolore.
- Magnus aspetta, non correre.. Magnus.- cominciò ad urlare
Alec, inseguendomi nella stessa direzione.
- Jace va' avanti, ti raggiungeremo dopo, devo prima risolvere questa
situazione.-
- Ma certo! Vi aspetterò nei meandri della foresta con
l'amico di Izzy. Adesso va'!-
Sentivo che qualcuno mi stesse inseguendo, ma non volevo rallentare
affatto, così trovai un incentivo in più per
accellerare. Sento i passi dell'inseguitore smettere improvvisamente;
cominciai a decellerare per riprendere fiato.
Mi bloccai; la persona che mi stava inseguendo si era fermata per
prendere la mira e scoccarmi contro una freccia, mancandomi di poco.
Per lo spavento non riuscì più a proseguire,
immobile ed inerme al centro di un'immensa foresta. Due forti mani mi
afferrano per le braccia e mi girano; riconobbi il viso preoccupato di
Alec, che vedendomi tutto intero, mi avvicinò al suo corpo
per abbracciarmi.
- Stai bene?- mi chiese.
- Perché mi hai seguito? non volevo tu guardassi
uno stregone abbattuto dai suoi pensieri... se posso definirmi ancora
uno di loro.-
- Allora adesso stai zitto e mi ascolti.- prendendo in mano il
discorso- questa notte mi hai fatto una domanda alla quale non ho
ancora dato una risposta; bhe, devi sapere che se avessi saputo prima
di tutto questo casino, non avrei sprecato questo poco tempo con te.-
rabbrividì sentendo queste parole- Ti avrei baciato prima.-
prendendomi delicatamente il viso.
- Ehm... io...- non sapevo cosa dire, ero totalmente sconvolto dalle
sue azioni.
- Non serva che tu dica niente, ora lascia che sia io a prendermi cura
di te.-
Prendendomi in braccio, si avvicinò al primo albero che vide
e mi appoggiò delicatamente, facendomi sostenere sia da lui
che dall'albero.
Nel momento in cui Alec stava per cominciare a spogliarsi per
suggellare questo momento speciale, sentiamo la voce di Jace.
- Non vorrei disturbarvi, ma non siete soli in questo momento.- disse
ridendo.
- Ricordami perché ti abbiamo portato con noi?- gli risposi,
mentre Alec mi rimetteva giù.
- Ma ci hai seguiti per caso?- chiese Alec a Jace,
- Era la stessa domanda che volevo porvi io.-
Non riuscivo a capire cosa intendesse dire con ciò. Poi
guardai spuntare una persona alle sue spalle.
- Bene vi presento Meliorn. Meliorn questi sono Alec e Magnus.-
- Piacere di conoscerti Magnus. Da questa parte della foresta sei, per
noi, come una leggenda.-
- Non rilascio autografi attualmente, ma se preferisci metterti in coda
con tutti gli altri nascosti prego fai pure.- gli risposi dando
un'occhiata in giro
- Scusi il mio amico, io sono Alec Lightwood, fratello si Isabell.
Piacere di conoscerla.-
Mi avevo chiamato amico; questo termine ha cominciato a rimbombarmi in
testa con una potenza di 10.000 decibel. Tutto improvvisamente divenne
nero, le gambe non erano sufficientemente forti per sorreggermi,
accasciandomi al suolo, provocando le grida di tutti.
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Capitolo 10 *** Explanations ***
- Magnus... Magnus.- sentivo ripetere il mio nome.
- Che cosa gli sarà successo Meliorn?- chiese preoccupato
Alec.
- Può essere che abbia avuto un mancamento per lo stress
accumulato, altrimenti non saprei che altre spiegazioni darvi.-
- Non preoccuparti Alec, sono sicuro che stia bene... infondo
è il sommo stregone di Brooklyn.- lo rassicurò,
dandogli un forte abbraccio.
Finalmente stavo per riprendere conoscenza, dopo essere svenuto dal
rimbombo di quella parola. Non riuscivo a distinguere le cose attorno a
me, era tutto bianco, con qualche sfumatura tendente al nero. Vedevo
due forme astratte abbracciarsi, mentre un'altra mi stava poggiando
sulla testa uno straccio bagnato con acqua fredda. Con il passare dei
minuti riuscivo a distinguere ciò che mi circondava; avevo
ragione... c'erano veramente due persone che si abbracciavano, ed
un'altra che si prendeva cura di me. Speravo andasse meglio di
così la fuga.
- Ehm... io...- non ero ancora in grado di proferire parola.
- Hey voi due piccioncini laggiù, il vostro amico si sta
riprendendo.- gridò Meliorn-Pensavo fossi etero Jace... non
stai più assieme a Clarissa?.-
- Non stiamo facendo un bel niente qua, stavo solo consolando il mio
Parabatai.- si giustificò Jace.
Vidi che Alec si precipitò per vedere come stessi,
afferrandomi per mano. Non potevo far finta che tutto quello che ho
visto sia semplice "amicizia", cosi ritrassi la dalla sua, voltandomi
dall'altro lato.
- Qualcosa non va Magnus?- mi domanda sorpreso.
- Va tutto come deve andare, se non ti spiace vorrei rimanere solo.-
non sapevo in che altro modo rispondergli, mi dispiaceva trattarlo
così.
- Ok, come vuoi... se hai bisogno di me mi troverai più
giù.-
Capivo dalla voce che rimase attonito dai miei comportamenti, e questo
lo spingeva a passare più tempo con Jace.
- Meliorn puoi venire un'attimo qui?.- gridai in modo che tutti mi
sentissero.
- Si certo, arrivo subito.-
Alec si girò verso di me per dirmi qualcosa come:
perché lui si e io no? Era la stessa identica domanda che mi
ponevo io.
- Serve qualcosa?- mi chiese con gentilezza Meliorn
- Si, mi servirebbero due o tre erbe specifiche. So che voi avete uno
stretto contatto con la natura e pensavo se potessi procurarmele.-
- Nessun problema, dimmi solo quelle che ti servono e te le
procurerò subito.-
Intanto che spiegavo il necessario, vedevo che Alec parlava con Jace.
Ma sempre insieme devono stare? questo pensiero faceva emergere la
parte più cattiva di me. Non dovevo far trascorre altri 5
minuti in più!
- Non importa Meliorn, faccio da me!- gli dissi fissando in un'altro
punto.
Presi tutte le energie rimaste nel mio corpo e mi preparavo
all'esecuzione di un incantesimo di elevata difficoltà. Il
vento cominciava e soffiare più intensamente, le chiome
degli alberi erano trasportati dalla velocità delle correnti
d'aria, i rami si spezzavano uno dopo l'altro, le nuvole si univano nel
cielo al formarne di una sola che non lasciasse spiragli di luce.
Questo mio incantesimo stava generando più problemi che
soluzioni, ma non avevo alcuna intenzione di tornare sui miei passi.
- Magnus che stai facendo? ferma subito questa pazzia.- mi
rimproverò Jace.
- Nessuno ti ha interpellato nel discorso, puoi tornare da dove sei
venuto!- gli risposi con occhi cattivi.
Dalle mie mani cominciavano a comparire nubi di fumo blu, che giravano
attorno alle mie dita.
- Magnus adesso basta!- mi grida da lontano Alec.
- Adesso lo difendi anche? buon punto per una nuova relazione.-
Rivolsi le mie mani al cielo, mentre le grida dei due shadowhunters mi
si abbattono come incudini sulla testa; dei lampi colpiscono le zone
del mio corpo, sulle quali era presente la nube di fumo blu. Cominciavo
a trarre più energie dalla potenza dei tuoni e dei fulmini,
a discapito delle persone che mi stavano intorno. Era un ottimo
incantesimo per recuperare l'energie, ma non era sicuro per chi non
fosse stato uno stregone.
Questa stregoneria procedeva al meglio, considerando anche che nessuno
dei presenti si fosse ferito o altro. Dopo una decina di minuti avevo
completamente recuperato ogni forza mancante, ma nei d'intorni non vi
era più nessuno.
- Ma dove siete finiti tutti quanti?- cominciai a gridare.
Nessuna risposta...
Dando diverse occhiate in giro notavo il disastro provocato
accidentalmente dalla mia magia. Avevo paura di aver fatto del male
anche ad Alec, di Jace poco importa.
- Adesso è tutto finito?- sento la voce di Alec.
- Si, ho recuperato a pieno le mie forze.-
- Ma non hai pensato per un momento di poter ferire me o Jace?.- mi
domanda seccato
- Sinceramente di Jace non me ne importava granche, nel bene o nel
male.-
- Ma cos'è questa avversione nei miei confronti?.-
intervenì.
- Niente da dire in merito, solo prego tu faccia subito ritorno
all'istituto.-
Era il momento del: o dici tutto ciò che pensi o non lo dire
mai più!
- Ma cosa ti ha fatto Jace per meritare tutto quest'odio?.- mi urla
contro Alec.
- L'effetto che ti provoca quando qualcuno gli parla male, ad esempio.-
tacque improvvisamente- e poi non mi sembra ne il luogo ne il momento
di una discussione.- continuai.
- Ragazzi...- disse Meliorn
- Perché sentiamo, che effetto mi provoca Jace?- prosegue il
discorso Alec.
- Ragazzi...- tenta di nuovo Meliorn.
- Il fatto che ti renda così nervoso è
già uno di questi Alec.-
- RAGAZZI- grida in fine.
- Cosa c'è?- diciamo all'unisono io ed Alec.
- Abbiamo compagnia.-
Distogliamo lo sguardo l'uno dall'altro, vedendo comparire una persona
con una nebbia che ne preannunciasse l'avviso.
-Finalmente vi ho trovati.-
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Capitolo 11 *** An old acquaintance ***
Quasi mi mancavo il respiro nel guardarla. Ci aveva trovati, non so
come, ma ci era riuscita. Volevo vedere l'espressione assunta da Alec,
ma i miei occhi non potevano guardare altra cosa o persona se non colei
che ho difronte. Ero tentato di utilizzare la mia magia per risolvere
situazioni complicate come questa, ma stavolta era diverso, la
situazione era diversa.
- Ma... t-t-t-u che ci fai qua?- disse a stento Alec.
- Sono felice anch'io di vederti- le rispose- anche il tuo volto mi
riempie di gioia- continuò rivolgendosi a Jace.
- Se pensi che questa volta sia diverso dalla scorsa, ti sbagli
nuovamente. La mia scelta è fatta, non puoi cambiare le
cose- interruppe l'atmosfera "felice".
- Oh caro, se pensi che questa volta sarà uguale alla
precedente, sbagli di molto.- controbatté Maryse.- infatti
questa volta la tua punizione sarà ben diversa.-
- Ma cosa vuole ancora dalle nostre vite signora Lightwood?- intervenni
io.
Con uno scatto improvviso ella sciolse il suo braccialetto in una
frusta, e me l'avvolse al collo, facendomi piegare per terra.
- Non mi ricordavo di averti dato il permesso di parlare, inutile
nascosto.- aggiunse.
Alec materializzò il suo arco e Jace sguainò la
sua spada pronti a difendermi.
- Se fossi in te non agirei in questo modo.- disse girandosi verso il
figlio.
- Mamma ti prego, lascialo andare. Spariremo da qui, andremo a vivere
altrove, ma non ucciderlo.- gli rispose Alec sul punto di piangere.
- Vedere come ti abbia ridotto un semplice nascosto, fa cadere tutte le
mie considerazioni nei tuoi confronti.-
- Maryse adesso basta. Suo figlio e Magnus non hanno fatto niente di
male per meritarsi tutto ciò.- intervenne Jace.
Riesco a ricordarmi ben poco di come si sia evoluta la situazione, ero
in preda al panico... le corde si facevano sempre più
strette, ed ogni secondo che trascorreva mi avvicinava sempre di
più alla morte certa.
- Scusi signora Lightwood, non volevo arrivare sino questo punto, ma mi
vedo costretto a scegliere l'opzione che meno mi va a genio.- Jace
scagliò la sua spada contro la mano della signora Lightwood,
per farle perdere l'impugnatura che aveva su di me e sul mio collo.
Per paura che che si ferisse, Maryse getta via la frusta e schiva
abilmente la spada, facendo una serie di acrobazie. La cosa importante
e che finalmente ero libero.
- Ti ringrazio per l'aiuto, riccioli d'oro.- gli dissi sorridendogli
- Questa storia è andata avanti fin troppo a lungo.- esplose
di rabbia Maryse.- Non volevo combattere contro i miei due figli, ma
non vedo altra scelta.- Uscì dalla gonna una spada simile a
quella di Jace; luccicava al contatto con la shadowhunter.
Non perse un minuto in più, e cominciò ad
avvicinarsi, eseguendo strani movimenti con la sua arma.
- Magnus vai da Meliorn, aprite il portale.- spingendomi via dal campo
di battaglia, Alec disse ciò.
Non mi ero mai trovato in una situazione simile, correvo non so dove
alla ricerca del seelie: ma di lui neanche l'ombra! Mentre mi
allontanavo, vedevo le abilità di Maryse riaffiorare; era
capace di tener testa ad Alec e Jace, due dei migliori shadowhunter che
abbia mia visto.
- Da questa parte Magnus.- mi sento chiamare.
Era Meliorn. Stava canalizzando la sua magia nel portale, ma non era
abbastanza forte da poterlo aprire da solo. Piombai di colpo affianco
al seelie, prendendolo per mano.
- Dimmi cosa devo fare per aiutarti.- gli domandai.
-Stringimi forte la mano, al resto penserò io.-
Sicuramente mi stava trattando come fonte di magia, ma poco importa! Se
fosse stato necessario per salvare Alec, avrei donato la mia stessa
vita. Approposito di Alec... ma dov'erano finiti? mi ero allontanato
troppo per riuscire a seguire l'andamento della lotta, cosi con la mano
libera creai una nube che mi permettesse di seguirlo.
Jace era al tappeto! Il momento fatidico: Alec contro Maryse. Entrambi
spinti da sentimenti contrapposti... ero dubbioso su chi potesse
vincere.
-Meliorn è troppo chiederti di accelerare?-
- Non è come far apparire un drink, è
un'incantesimo molto difficile e che non pratico da molto tempo.-
Non sapevo per quanto tempo Alec avrebbe potuto reggere i colpi
inflittagli dalla madre, ma per il momento sembrava tenerle testa.
- è tempo!-
Mi volto verso Meliorn e lo vidi circondato da scintille; sembrava come
posseduto! Stende le sue mani verso il portale e pronuncia una frase in
lingua seeliana; non avevo avuto abbastanza tempo per imparare una
nuova lingua! Comincia a crearsi un buco al centro di esso, che col
passare dei secondi si espanse fino ad arrivare ai bordi limitati da
degli alberi.
Meliorn cadde a terra e con quel poco di fiato che gli rimase mi disse
che il portale era pronto per essere utilizzato; lo ringraziai e
allentandomi verso Alec, vidi che sparì in un enorme fiore.
Era come si teletrasportavano i seelie, sempre a contatto con la
natura.
- Alec sto arrivando.- urlai con tutta la mia voce, cosciente del fatto
non mi avrebbe mai sentito da una distanza simile.
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Capitolo 12 *** "Who are you?" ***
Correvo, schivando alberi ed insetti; ricordavo l'ultima scena che vidi
in merito al combattimento di Alec: non erano proprio bei ricordi. Con
questa immagine fissa nella mia mente, le mie gambe erano come
possedute, se prima compivo 10 passi ogni 10 secondi, adesso facevo 10
passi in 0.5 secondi: non poco la differenza.
- Ma come puoi fare questo a tuo figlio?- con la scoperta della mia
innata velocità, mi nascosi dietro ad un albero e
sentì queste parole da una voce maschile: Alec.
- Ho smesso di avere un figlio da quando ho scoperto cosa sei.-
sbuffò Maryse.
Sapevo che Alec era sempre stato il figlio preferito dalla famiglia dei
Lightwood al confronto di Izzy, queste parole lo avranno sicuramente
ferito di netto al cuore; per quanto si volesse altezzare da duro,
abbiamo sempre saputo che in realtà è
più sensibile di ogni altra donna sulla terra, solo trovava
difficile ammetterlo.
- Adesso basta! non penso che Alec meriti questo trattamento dalla
propria madre.- il mio istinto ha prevalso sul mio volere.
- Mi hai risparmiato una fatica inutile, adesso che sei qui posso
ucciderti, rimediando all'errore fatto 1 sera addietro.- le sue minacce
riuscivano sempre ad incutere timore.
- Va' via Magnus.- mi disse Alec girandosi nella mia direzione.
- Senza di te non mi muovo ne ora, ne mai!.- la risposta poteva
sembrare una da film amoroso scontato, ma era ciò che
sentivo realmente.
- Che bella scena commuovente.- rise Maryse.
- Non sapevo che avessi un'oca come mamma.- aiutai Alec a rialzarsi.
Lui mi sorrise.
- Anche nei momenti più critici non perdi mai la battuta
facile, eh nascosto?.- comincia a slegarsi quella maledetta frusta.
Aspetta un'attimo... quella frusta... non riuscivo bene a capire; non
mi era nuova. Un flashback mi attraversa la mente: Izzy ha usato quella
stessa arma la sera della fuga!
- Dove hai rubato quella frusta?- accusai Maryse.
Anche Alec ha cominciato a farci caso, sicuramente lui avrebbe potuto
riconoscerla più facilmente rispetto a me, combatteva al
fianco di Izzy praticamente dalla nascita.
- Rubato? tu accusi me di un tale reato?.-stette sulle difensive.
- Non hai ancora risposto.- intervenì impaziente Alec.
- Ammetto che non è mia, ma poco importa ora.-
ripetè per vaneggiare il discorso.
Improvvisamente appare l'arco dietro la schiena di Alec. Si
liberò dai miei aiuti e si mise in posizione
eretta, quasi come se graffi, lividi e quant'altro fossero spariti per
qualche frazione di secondo. Non poteva far consumare il dolore
dall'odio, infatti dopo poco istanti tutte quelle ferite si sono fatte
risentire abbattendo l'armatura che si era creato per fronteggiare la
madre.
- Guardatelo, l'eroe impavido non riesce neanche a tenersi in piedi.
Come speri di potermi battere?.- percorreva la strada che li teneva
separati, allungando e ritraendo la sua frusta.
Ma come poteva essere così senza scrupoli, trattava suo
figlio al pari di un mondano.
- Non fare un'altro passo Maryse, altrimenti ti giuro che io...-
- Mi fai una magia recitando bifidi bolidi blu? non prendiamoci in giro
nascosto. Potrai essere una leggenda per questi inutili seelie, ma io
appartengo al circolo dei conclave: le due cose non so comparabili.- mi
interruppe.
Aveva ragione, lei è stata addestrata per combattere ogni
tipo di creatura, che sia un muta forme o un nascosto. Non sapevo cosa
fare, la distanza diminuiva passo per passo, era quasi arrivata ad
Alec.
- Non ti permetterò di fargli del male.- si interpose Jace
sul cammino della madre.
Come se nulla fosse, avvolse le mani dello shadowhunter, legandogliele;
la presa era troppo oppressiva per resistergliele, Jace perde la sua
arma e la sua unica possibilità di poterla fermare. Rimase
inerme al contatto visivo con Maryse, sapeva bene che non scherzava
questa volta.
-Davvero ammirevole, se non fosse che io sono nettamente superiore.-
commentò le sue azioni, costringendolo ad inginocchiarsi
grazie alla frusta.
Con una velocità fuori dal normale, molla la presa che
esercitava sulle mani di Jace, per potergli stringere,con molta
più forza, la gola, arrivando al punto di levargli ogni
possibilità di respirare. Per uno scatto istintivo Jace
portò le mani al livello della frusta, cercando di
liberarsene invano.
- No Jace.- urlò Alec, cercando di alzarsi, inutilmente.
- Non ce limite alla forza che posso esercitare su ognuno di voi.-
prese a ridere Maryse.
Jace stava soffocando, non li rimaneva molta aria. Il viso di Alec,
stracolmo di lacrime, non faceva nient'altro che aumentare la pressione
che sentivo addosso; non potevo usare i miei poteri, la frase di Maryse
mi aveva totalmente condizionato.
- Non fate niente per aiutare il vostro amico?.- aggravava la
situazione, la odio!- Tu aghetto, non tenti di liberarlo con una delle
tue magie?- continuò.
Per quanto mi desse fastidio aveva ragione, ero lì fermo a
guardare tutta la scena. Non riuscivo neanche a controbbaterla
vocalmente, quindi mi limitai a lanciarle qualche occhiataccia.
- Adesso riuscite a capire perché sono io la comandante
dell'istituto?- con quest'altra stupida domanda era chiaro ormai che si
prendeva beffa di noi.
Jace ormai aveva i secondi contati, l'impugnatura di Maryse sembra
quasi essere fatta di ferro.
Vedo arrivare una persona dall'alto munita di spada, pensavo stesse
volando, abbattendo ogni teoria del mio amico Newton sulle leggi della
fisica! Con una capriola atterra vicino a Maryse. La spada che aveva in
mano cominciò a brillare e ad infondere una luce colma di
speranza. Roteò abilmente la mano, provocando una profonda
ferita al braccio della shadowhunter, costretta ormai ad abbandonare il
controllo ce aveva su Jace. Afferrò riccioli d'oro da sotto
le spalle e lo trascinò fino a noi; oltre che agile, era
anche molto forte.
- No, io non riesco a capire perché tu sei al controllo
dell'istituto, potresti spiegarmelo?.- ebbe il coraggio di risponderle
a tono.
- Ma tu chi sei?.- aggiunse sanguinante Maryse.
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Capitolo 13 *** The last goodbye ***
L'arrivo di questa figura misteriosa mette molta agitazione a Maryse,
che intanto sanguinava per la ferita al braccio. Nessuno emetteva un
suono, tutti immobili a fissare la "sconosciuta"; ormai era l'unica in
grado di fronteggiare le abilità di combattimento di quella
serpe.
- Allora mi rispondi? chi diamine sei?- sbuffò Maryse.
- Non riesci neanche a riconoscere la mia voce?.- rispose.
In effetti la sua voce ha un non so che di troppo famigliare... Alec
cercava di alzarsi per continuare a battersi, ma le ferite non gli
permettevano quasi di respirare: lo aveva ridotto proprio male!
- Grazie del tuo prezioso aiuto; non so proprio come ringraziarti.- mi
stavo dirigendo verso di lei.
- Magnus da quanto tempo.- mi corse incontro e mi strinse in un forte
abbraccio.
- Ehm scusa, ci siamo visti mai prima d'ora?.- se non mi conoscessi,
direi che adesso sarei un tantino in agitazione;
- Ah già scusatemi, con questa nuova runa sono
irriconoscibile agli occhi di chi già conosce il mio volto.-
Prese uno stilo simile a quello usato dagli shadowhunters, si alza la
maglietta nero pece, e con un disegno al contrario mostra il suo vero
essere.
- Non ci posso credere.- urlò Maryse
- Eh già, pensavi che non sarei venuta?.- ribatté
a tono
- M...a..sei tu!- la strinsi nuovamente tra le mie braccia.
- Troppo tempo che non ci si vede eh?- rispose al mio abbraccio, con
uno altrettanto forte, se non di più!
- Co..co..me sei riuscita ad evadere dalla tua cella?.- chiese
disperata ormai Maryse.
- Le domande le dovrei fare io, cara la mia mamma!-
Alec, se pur sofferente, con l'immagine della sorella d'inanzi,
cominciò ad alzarsi lentamente per poter partecipare alla
nostra "conversazione".
- Fratellone..- si precipitò subito Izzy.- cosa ti
è successo?.- lo invitò a sedersi vicino ad un
albero per poter parlare un po' da soli.
- Mi avrai anche ferita, ma io sono colei che ti ha addestrato, nessuno
può conoscere meglio di me le tue patetiche tecniche.-
interruppe un momento quasi felice.
Estrasse la frusta, la sciolse, e rapidamente avvolse una delle due
gambe di Izzy, facendola cadere.
-Non pensavi veramente di essere la salvatrice della storia d'amore di
tuo fratello?.- la tirava a se, continuando a schernirla e deriderla.
Con tutti i tentativi da lei fatti per liberarsi, la presa sembrava non
volerne proprio sapere. Un'ennesima volta, quella maledetta frusta, era
la causa dei nostri problemi.
- No Izzy.- Alec si alzò rapidamente, incurante della
sofferenza.
- Fermati Alec, altrimenti prenderà anche te.- era ormai
sotto gli occhi rosso fuoco della madre.
- Io non ti lascio nelle sue grinfie un'altra volta.- continuava a
correre per riuscire a liberarla.
Ma da dove prendeva tutta quella forza Maryse? neanche fosse un
bodybuilding!
- Io ascolterei il consiglio della tua cara sorellina, e cercherei di
scappare.- continuava a prendersi gioco, non solo di Izzy, adesso anche
di Alec.
- Solo una codarda come te potrebbe abbandonare la famiglia in questo
modo.- scoccò una freccia in direzione della sua faccia.
Con la mano libera, prense lo stilo da shadowhunter ed annulla con una
facilità inaudita la freccia scagliatole dal figlio,
indebolendo la presa sulla gamba di Izzy. Non potevo restare a guardare
la stronza vincere, e, senza farmi vedere dalla diretta interessata,
con un'incantesimo e qualche secondo di pazienza, Izzy era praticamente
libera dalle tenaglie della madre.
- Alec ha ragione, sei proprio una codarda.- si rialzò in
piedi e, con un pugno ben assestato sulla faccia di Marsyse,
le fa perdere l'equilibrio, godendosi la scena della sua caduta.
- Izzy prendi Jace, raggiungiamo il portale.- le comandai di fare.
Stava accadendo tutto così' in fretta; un momento prima Jace
stava per essere ucciso, ed un momento dopo si trovava sulle spalle di
Izzy, diretto alla nostra unica via di salvezza. Nonostante tutto quel
peso addosso, sembrava correre normalmente, pur rimanendo ultima.
Siamo giunti in prossimità del portale, che riconoscendo uno
stregone nei paraggi, attiva il suo trasporto infra-dimensionale.
- Se sperate di farla franca, non conoscete Maryse Lightwood.- con
scatto che neanche i felini addestrati possono fare, lei è a
qualche passo da noi; incurante della sua presenza Izzy mi passa il
corpo inerme di Jace e mi comanda di attraversare quel grande vortice
viola tendente al verde. Faccio come mi raccomanda e riccioli d'oro
è la prima persona ad attraversare il portale.
- No, questo è inammissibile.- urlò la madre
degli shadowhunters, sguainando la spada e dirigendosi velocemente da
noi.
Alec, al contrario, prese il suo arco ed era in attesa del momento
propizio per scagliare la sua freccia.
- No fratellone, prendi Magnus e andate via, qua ci penso io.- Izzy si
interpose tra Alec e la furia della madre.
- Ribadisco il concetto: senza di te, io non vado da nessuna parte.-
rispose sul punto di piangere.
- Ero pronta ad una risposta simile.- spinse Alec, che a sua volta,
cadendo sul mio corpo, spinse me, verso il portale.
- No Izzy, non farmi questo ti prego.- le lacrime cominciarono a
scendere inesorabilmente dal suo volto.
- Non preoccuparti per me, ci rivedremo presto.- si commosse anche lei.
Nel momento in cui stava per dare un'ennesima spinta a suo fratello, la
madre ci raggiunse. Con la cattiveria che nessuna madre dovrebbe
provare per i suoi figli, trafisse la povera Izzy nel costato,
prendendoci tutti alla sprovvista.
- Io ve lo avevo detto: non perdo mai.- stampò sul suo viso
un sorriso malizioso, in segno della vittoria contro la figlia.
- NO Izzy.- urlò Alec in preda ad uno stato confusionario.
- Va', non tornare indietro... siate felici per me.- disse Izzy con le
sue ultime poche forze, prima che si accasciasse al suolo.
Con un volto rigato dalle lacrime, Alec ed io attraversammo il portale,
che si chiuse poco dopo il nostro passaggio.
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Capitolo 14 *** Through the portal ***
Mi sentivo letteralmente soffocare qui dentro... era la prima volta che
attraversavo un portale infra-dimensionale, sapevo cosa stesse
accadendo attorno a noi; ma in nessun libro che ho letto al riguardo,
conteneva informazioni sul perché del bruciore della gola.
Non riuscivamo ad rimanere in piedi per più di qualche
secondo, eravamo costretti a rimanere seduti sul vuoto più
totale. Alec era pensieroso, le lacrime non si facevano scrupoli a
scendere ed a bagnarli il viso; con una mano tentava di nascondere il
suo volto, l'altra invece era appoggiata con forza sul suo petto,
precisamente in direzione del cuore.
Ora non che io me ne intenda, ma una posizione del genere, l'assumono
solamente chi sta per avere un infarto o comunque chi è
debole di cuore, ed Alec non rientrava in nessuno dei due casi!
Volevo proferire parola, ma non riuscivo a muovere le labbra: ero
veramente concentrato sull'ambiente che ci circondava. Leggere non
rende quanto vedere l'oggetto in discussione. La nuvola viola, con
sfumature di verde, che avevamo visto prima di cadere all'interno di
essa, è sparita completamente, lasciando posto ad un
miscuglio di cristalli blu ed altri di colore viola. Sembrava che
stessimo fluttuando, nonostante la posizione seduta che avessimo, ma
ciò che ci permetteva di "galleggiare nel vuoto" era la
concentrazione di magia esercitata dal portale stesso e la mia; per
questa ragione si portano con se gli stregoni durante l'attraversamento
di un portale, altrimenti si finirebbe nel baratro: luogo dov'erano
finiti coloro che ci hanno provato senza.
Non mancava molto allo scorgere dell'uscita, ma quell'attesa silenziosa
mi lacerava molto di più che il bruciore alla gola.
- Alec.- provai ad instaurare un discorso.
- Cosa c'è Magnus?.- mi rispose freddamente.
- Niente di che, volevo sapere come stessi; non hai detto nulla fino ad
ora.- sapevo la causa del suo stato di catalessi, ma volevo che
parlasse, che affrontasse la cosa nei migliori dei modi.
- Mi prendi in giro?.- si gira di scatto verso di me.- Izzy si
è sacrificata per farci attraversare il portale.. come pensi
che io posso stare?.-
Aveva ragione, non potevo far finta che nulla sia successo, era pur
sempre merito di Izzy!
- Io non penso le tue stesse cose!.- affermai con vigore.
- Di quali cose parli?.- adesso ruota completamente il suo corpo verso
di me, nell'intento di sentirmi.
- Izzy non è morta hai capito?.- pronunciai difficilmente
queste parole.- lei è stata salvata giusto in tempo da
qualcuno, deve essere così.-
Più pensavo a ciò che è successo prima
del nostro ingresso e più mi avvicino allo stato vegetativo
da cui era affetto Alec; devo essere forte per entrambi! Non mi importa
se Izzy sia veramente morta o l'abbiano salvata, il mio
pensiero non cambia: lei è ancora là ad
aspettarci per darci un benvenuto che solo lei può
organizzare.
Anche il solo pensare di queste cose lasciava in me un vuoto
incolmabile con il solo credere che sia ancora viva, non potevo reggere
questa pressione. Non ci sono riuscito... metto le mani sugli occhi per
nascondere ciò che stava per accadere, ma le
lacrime passano attraverso, andandosi ad infrangere sul mio pantalone
nero morte.
- Magnus...- Alec tentava di avvicinarsi ma con la pressione magica il
movimento era una cosa impossibile.
Non potevo rispondergli, non riuscivo neanche a contenere le lacrime!
In poco tempo il pantalone era bagnato, ed il mio trucco era sparso su
tutto il viso: un'altro motivo per cui non togliere le mie mani dal
viso.
Sento afferrarmi per il braccio con una flebile forza; era Alec che
stava combattendo contro la tensione magica per avvicinarsi! Odiavo
vederlo combattere da solo, così mi abbandonai alla stretta
della sua mano e mi lascia trasportare verso il suo corpo.
Non appena riusci a toccare il suo petto, sento un'altro braccio
distendersi sul mio corpo: in poco tempo mi trovavo tra le braccia di
Alec, con il viso tutto sporco a causa del trucco e delle lacrime!
Bel modo di infondere forza ad entrambi! Era lui quello più
bisognoso di attenzioni e cure, non io.
-Manca tanto anche a me.- ripeteva queste parole mentre mi accarezzava
il volto.
Non mi dispiaceva stare in questa posizione, pieno di attenzioni e di
coccole, ma non era il mio solito comportamento.
- Devo farmi forza.- gli dissi tentandomi di liberare dalla sua
stretta, piacevole s'intende.
-Non devi farti carico anche dei miei problemi.- mi lasciò
alzarmi.- ora siamo un noi, non più una singola persona.-
accenna ad un sorriso.
Che bello sentire queste sue parole, erano come una coperta in pieno
inverno!
-Ma dov'e finito Jace?.- cambia totalmente argomento.
Aveva ragione, non lo vedevamo da quando lo misi nel portale prima di
tutti.
- Non ne ho la più pallida idea.- cominciò a
preoccuparsi.
- Come non ne hai la più pallida idea... sbaglio o lo hai
messo nel portale per primo?.- da tono di "mister amore" si
è passato in un lampo a tono di "mister
aggressività".
- Si, ma di certo non sono entrato con lui, non so dove sia finito!.-
ogni volta che pronunciavo queste parole, il livello di preoccupazione
di Alec si alzava.
- Cerca di fare qualcosa, dobbiamo assolutamente trovarlo.-
sbuffò cercando di sfidare nuovamente la pressione.
- Non appena usciamo di qua, ci adopereremo per cercarlo.- gli risposi
rattristandomi improvvisamente.
Ecco che passo nuovamente in secondo piano... possibile che riccioli
d'oro debba sempre creare problemi tra me ed Alec?
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Capitolo 15 *** Where we are? ***
Non mancava molto allo scorgere dell'uscita ed il livello di
preoccupazione ormai, aveva circondato il luogo in cui eravamo, se pur
per motivi differenti. Ripenso alle sue parole: "dobbiamo assolutamente
trovarlo", non sono parole che qualcuno direbbe a chiunque.
Non mi dovrei agitare più di tanto, se Alec è
qui, non sarà solo per pietà nei miei confronti,
ci deve essere di più!
- Come pensi sia l'altra dimensione?.- dovevo rompere quel silenzio
frastornante.
- Non è uno dei miei problemi primari.- e riecco che si
ricade nel vaneggiamento più totale.
Ma cosa avrà tanto da pensare in quella testa? quali sono i
problemi che lui reputa importanti? perché non condivide con
me questi suoi pensieri?
Domande e ancora domande... in questi momenti in cui dovrei pensare di
essere lo stregone/nascosto più fortunato dell'intero
pianeta, mi riducevo a riflettere se nella sua mente non ci fossero
perversioni con altri ragazzi.
Avvertivo che la mia magia si indeboliva con lo scorrere del tempo e
dello spazio che ci divideva dall'uscita, un buon segno penso
istantaneamente, ma poi viene a galla la promessa che ho fatto ad Alec:
non era poi cosi tanto meraviglioso questo.
- Alec lo vedi?.- tentai di prendere la sua mano ora che la tensione
magica si è indebolita assieme al mio potere.
- Si, non ho bisogno di una vista all'oculista.- rifiuta la mia presa e
in quei 5 minuti mancanti si mise a gambe incrociate a meditare.
Ancora una volta ho fatto qualcosa, a me sconosciuto, che lo rende
quasi peggio di Maryse.
- Potresti anche non trattarmi in questo modo.- gli lanciai
un'occhiataccia.
- In quale modo scusa?.- alza le sopracciglie e accenna ad un sorriso
beffardo: lo stavo cominciando ad odiare seriamente questa volta!
- Spero che tu mi prenda in giro di proposito.- mi volto completamente
dalla parte opposta per non reggere il confronto degli sguardi, dove
lui avrebbe sicuramente vinto.
- Mi spieghi cosa ti succede Magnus?.- tentava di avvicinarsi
allungando la sua mano destra sulla mia corrispettiva spalla.
- No, mi spieghi cosa succede a te invece?.- scrollo le spalle per non
essere toccato.- al suono del nome Jace, vai totalmente nel panico,
ammenochè non sia al tuo fianco. Hai una vaga idea di come
mi possa sentire?.-
Non avrei potuto ferirlo ulteriormente, avevo dato libero sfogo alla
mia parte più repressa e maligna di criticare comportamenti
sbagliati del mio ragazzo. Ero nettamente diviso in due parti: la mia
parte angelica, quella che mi permetteva di non uccide Jace, e la mia
parte demoniaca, colei che stava emergendo piano piano con l'aumentare
delle difficoltà.
Alec era inerme di fronte a me, con le sue mani socchiuse a forma di
pugni, le gocce di sudore che scendevano dalla sua fronte sino al mento
e il volto colmato di dispiaceri e tristezza, avevo capito che mi ero
spinto oltre rispetto al semplice "sfogo"!
Se avessi aperto, ancora una volta, bocca avrei potuto ferirlo al tal
punto da farmi lasciare, quindi aspettavo l'aiuto della divina
provvidenza che infrangesse quegli attimi di silenzio e scambio
reciproco di sguardi, con qualche problema da risolvere.
Il calore del portale aumentava molto velocemente, adesso Alec non
sudava solo per la mia sfuriata, il calore contribuiva nettamente.
Mi sembrava di ricordare un paragrafo su di un libro con la copertina
gialla, che in prossimità del portale avremmo potuto
riscontrare condizioni non favorevoli alla nostra permanenza nel
portale; se la memoria non mi inganna l'aumento della temperatura era l
'ultima prova da superare per la nostra permanenza... ma quali
sarebbero state le prime e due?
Interrompo lo scambio di sguardi e mi volto nella speranza di trovare
il portale che mi avesse condotto al di fuori di questo posto
infernale... ma niente! Solo una nube bianca che emanava calore,
possibile che mancasse così assai per raggiungere la
destinazione?
In un impeto di furia causata dall'attesa e dallo stress accumulato per
il soggiorno in questo magico resort, lancia una sfera generata dalla
visione che avevo in mente per Jace; il suo colore era tendente al
rosso sangue.
Non potevo reggere ancora la sfera sulla mano, consumava troppe energie
che mi sarebbero servite avanti nell'attraversamento dell'uscita. Tirai
i gomiti nella direzione di Alec, alle mie spalle, e pronunciando
qualche parola che alle sue orecchie potevano sembrare sconnesse,
lanciai la sfera contro quella misteriosa nube bianca, speravo si
aprisse un qualcosa.
La manifestazione del mio odio per Jace su inghiottito da una
incanalatura venutasi a creare dopo poco il mio lancio: addio anche a
questa chance di uscire.
- Non ricordi come si esce da qui?.- finalmente iniziò lui
il discorso.
- Come potrei? è la prima volta che ne attraverso uno.- mi
rigiro verso di lui.- comunque Alec...- cercai di continuare il
discorso.
- Magnus...- i suoi occhi cominciarono ad aprirsi.
- Aspetta fammi finire di parlare. Per ciò che è
successo prima...-
- Magnus...g..-stava per dire qualcosa, ma lo bloccai: doveva sentire
ciò che stavo per dirgli.
- Non mi interrompere, ascolta e zitto.- sbuffai tentando di formare un
discorso di senso compiuto.
- Magnus girati ora!.- esplose in un impeto di rabbia mista a paura.
Girai di scatto la mia vista a ciò che prima era dietro alle
mie spalle; due braccia lunghe tentavano di afferrarci. Erano
costituite da quello strano composto di nube bianca, anche
perché da li dovevano essere state generate; non
potendo battere risposta in alcun modo, rimanemmo fermi a vederci
essere avvolti dalle strane dite bianche.
- Strano..- dissi.
- Cosa?.- rispose calmo Alec vedendomi.- che stiamo per morire
nuovamente o che lo stanno per fare due mani sconnesse da un corpo?.-
- La loro costituente non è nociva per noi, è lo
stesso materiale.- strano ma vero.- da cui sono composte le nuvole.-
gli risposi.
- Non dobbiamo farci prendere dal panico allora?.- cercò di
arrivare al punto della questione.
- Non penso.- ero scettico sulle mie parole, ma era l'unica nostra
ancora di salvezza.
Le mani ci tirano voracicamente verso l'interno dell'ammasso informe
bianco, facendoci perdere conoscenza per un periodo di tempo
indefinito, a causa del troppo calore e della troppa
illuminosità.
- Ma dove siamo finiti?.- proferì debole Alec, accasciandosi
al suolo 5 secondi dopo aver parlato.
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Capitolo 16 *** Another time ***
-Alec è il momento di rialzarsi.- gli bisbigliai ad
un'orecchio.
Dopo aver passato il portale d'uscita Alec ha sta facendo fatica a
riprendere conoscenza, ma non sono preoccupato di più di
tanto, aveva un sorriso a 360° stampato in volto: non poteva
soffrire in quei momenti. Io ho ripreso possesso delle mie
capacità due secondi dopo aver messo piede in questa
città, forse perché avevo sangue di stregone che
trascorreva nelle mie vene, o perché semplicemente sono
più resistente di Alec.
- Siamo seduti sul ciglio di una strada, quando vuoi riprendere
conoscenza io sono qui.- mi avvicinai all'orecchio opposto; la mia voce
era un mix tra burla e preoccupazione.
Quest'ultima svanì!
Finalmente aveva cominciato a muoversi, ma non come avevo immaginato.
Gira la sua testa, da prima appoggiata sulle mie gambe, verso destra,
rannicchiandosi e traendo le gambe verso la sua pancia.
Non ci posso credere... non era svenuto, stava letteralmente dormendo,
su di me pre giunta!
Al problema di non capire dove fossimo, si aggiunse un Alec assonnato
in preda ad un bel sogno... ma perché gli shadowhunters non
maturano in fretta come noi nascosti?
- Amore mio, per quanto mi piaccia averti su di me, non puoi
addormentarti su di una strada, almeno affittiamo una stanza in un
hotel.- cominciai ad accarezzarlo delicatamente sul volto.
Volevo svegliarlo, ma doveva essere un risveglio adatto al nostro stile!
- Ancora 5 minuti e mi alzo, giuro!.- scandì queste semplici
parole, voltandosi dall'altro lato.
- Se noi avessimo 5 minuti, staremmo ancora qui?.- ero dubbioso sulla
questione risposta, dubitavo potesse sentirmi, era veramente preso da
quel sogno.
- Dai, lo sai che ti amo... potrei riposarmi un'altro po'?.- mi rispose
cercando un rapporto fisico con le nostre mani.
- Se non ti amassi anche io, ti avrei già fatto investire.-
mi stavo avvicinando per strappargli un bacio sulle labbra.
- Grazie Jace, non saprei cosa fare senza te!.-
Sgranai gl'occhi e mi bloccai per qualche istante, divaricando la bocca
quanto più possibile. Speravo di aver sentito male, che il
rumore dei camion, delle macchine passanti in quel momento, avessero
offuscato il mio udito facendomi sentire l'ultima risposta che avrei
voluto mi dicesse.
Sembravo una persona in stato di infarto immediato, molte persone si
sono fermate a fissarmi, chiedendo più volte come stessi e
se neccesitavo di cure mediche all'ospedale. Fisicamente stavo meglio
di tutte le persone all'unisono, ma il mio cuore ne risentiva parecchio.
Subito mi ritrassi indietro, portando con me l'appoggio sulla quale
Alec stava abbandonando le sue energie.
- Ahia...- urla dolorante... aveva appena sbattuto la testa contro
l'asfalto della strada.- Ma perché lo hai fatto?.- si stava
strofinando con la mano la zona dolorante, mentre mi fulminava con lo
sguardo arrabbiato.7
Con l'aiuto dei piedi mi spingevo con forza il più lontano
possibile da lui, finendo la "corsa" dopo aver sbattuto contro un
lampione alle mie spalle.
- Magnus ma che succede?.-cambia totalmente espressione, portando le
mani dalla sua testa, sull'asfalto, dandosi la forza necessaria per
rialzarsi e non perdere l'equilibrio.
Come se parlare mi uscisse spontaneo in questi momenti; la mia faccia
era rigata dall'odio e dalla disperazione delle lacrime, facendomi
sembrare un pazzo isterico a causa del trucco sciolto. Cercavo di darmi
la forza necessaria con le mani per restare in piedi più di
qualche secondo, ma la tristezza di quel momento mi faceva tremare come
una foglia.
- Mi spieghi cosa sta succedendo? mi stai facendo preoccupare.- si
dirigeva verso la mia direzione, allungando una mano per aiutare la mia
causa del "rimanere alzato".
Lo guardavo avvicinarsi inesorabilmente verso di me, con il suo fare
tranquillo, ignaro di ciò che aveva appena detto. In fretta
e furia agito le mie mani, riuscendo ad aggrapparmi al lampione, ma non
distogliendo mai i miei occhi sconvolti e colmi di lacrime, dai suoi.
- Ti decidi a parlare, o preferisci rimanere attaccato a quel palo
ancora per molto?.- si stava veramente spazientendo dal mio silenzio.
- Cosa vuoi che ti dica?.- urlo in modo tale che una folla di persone
si avvicini a noi per vedere cosa stesse accadendo.
- Ti sarei grato se non alzassi la voce, i nostri problemi non sono di
dominio pubblico.- mi afferrò il braccio e si faceva strada
attraverso la gente.
- Lasciami il braccio...- mi dimenavo a destra e sinistra, sperando che
mollasse la presa su di me.
Alec camminava spedito per la sua direzione, incurante della mia
agitazione, e aumentando la presa sul mio povero braccio.
- Non hai sentito il ragazzo?.- seguii il suono di questa voce.
Una persona aveva spintonato Alec a terra, facendo in modo che perdesse
il controllo su di me. Ma chi era? Non distinguevo bene le persone
attorno a me, erano tutte ammassate come pecore.
- Adesso non sei in grado neanche di rialzarti?.- lo provocava, dopo
averlo spinto per terra.
Alec era pronto per iniziare questo combattimento, ma io non lo ero!
- Bene, se stavi cercando dei problemi... gli hai appena trovati.- gli
rispose a tono.
Non perse molto tempo e si rialzò ferocemente pronto a
qualsiasi tipo di battaglia contro quella persona. Non sapevo chi
avesse potuto vincere, confidavo in Alec e nelle sue
capacità da shadowhunter, ma non conoscevo affatto quella
persona, ed a giudicare dalla facilità con la quale ha
abbattuto Alec a terra, non era da sottovalutare.
- Non siamo venuti qua per combattere.- mi interpongo fra i due,
interrompendo l'imminente scontro.
- Il tuo amico qui è in vena di prenderle sul serio.- mi
sorrise con la faccia di un killer pronto a squartare una delle sue
vittime.
- Il suo "amico" qui è il ragazzo; dunque se non
vuoi ritornare a casa piangendo ti consiglio di girare a largo da me,
ma soprattutto da lui.- mi afferra la mano e mi pone al suo fianco.
Ma perché doveva rendere ogni cosa più difficile?
- Adesso basta.- intervengo.- sono capace di difendermi da solo.-
abbandonando la stretta di mano mi riferì ad Alec.- per
quanto riguarda te, ti ringrazio dell'aiuto ma è meglio se
non accendi il fuoco.-
Oltre che stregone, dovevo improvvisarmi baby-sitter!
- Eh va bene.- mi sorrise, girando il corpo e seguendo il nostro
consiglio.- ma mi puoi dire almeno come ti chiami?.- arrestò
la sua camminata e mi guardò dritto negli occhi.
- No lui non può.- rispose Alec al mio posto.
- Magnus, mi chiamo Magnus Bane.- detto questo, in pochissimi secondi
la folla sembra essersi dileguata lasciando me ed Alec al centro della
strada faccia a faccia.
- Perché gli hai detto il tuo nome?.- abbassa lo sguardo per
terra, e con un calcio tira una pietrolina che arrivò dritta
sulla finestra di un appartamento.
- Perché non avrei dovuto?.- alzai il passo nella direzione
opposta all'appartamento dove Alec ha rotto una finestra.
Durante tutto il tragitto nessuno aveva voglia di dire
alcunchè, così mi godetti il viaggio fissando i
negozi, palazzi intorno a noi. Qualcosa non quadrava, era tutto troppo
familiare...
- Dove pensi siamo finiti?.- ruppi il giaccio come ad un primo
appuntamento.
Mi ignorò di proposito, continuando a calciare tutti gli
oggetti che trovava d'inanzi ai suoi passi.
- Ah vuoi giocare a fare l'offeso.- interruppi i miei di passi.- scusa
tanto ma non voglio dilettarmi in questo gioco.- presi ,per la prima
volta, io la posizione, e cambiai strada.
- No...aspetta.- l'eco della sua voce arrivò sino dove ero
io.
- Non è un gioco, sono veramente adirato per quel tizio.-
concluse il suo "lungo discorso".
Inconsciamente ha affermato di amare Jace, e quello arrabbiato
è lui.... tutto ha una sua logica adesso.
- Basta non pensarci più, e cerca di andare avanti.- gli
risposi con un finto sorriso.
- Eh che io... se qualcuno dovesse provarci con te non saprei come
reagire.- le sue guance divennero rosse dall'imbarazzo.
- Tranquillo, sei il solo a potermi sopportare, non penso che
qualcun'altra voglia condividere le tue pene e sofferenze.- lui si
avvicinò per abbracciarmi, ma non ebbe tempo.
Il suo sguardo si impietrì, gli occhi si sbarrarono dal
terrore... il colorito della sua pelle divenne bianco latte.
Fece fatica ad alzare il braccio per indicare cosa dovevo
guardare.
No, non può essere vero....
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Capitolo 17 *** What append to me? ***
Il fiato si fece sempre più affannato, dalla fronte
cominciarono a scendere gocce di sudore per la preoccupazione, non
riuscivo a reggermi in piedi: potevo solamente guardare quella scena
impotente. Alle mie spalle Alec sembrava quello più in
ansia, ma anche quello più forte; sicuramente stava
meditando di fare qualche sciocchezza per tentare di risolvere quella
situazione. Mi girai verso di lui nel tentativo di aiutarlo ad
affrontare questa difficile situazione, ma era come immobile,
pietrificato, non rispondeva ai miei stimoli.
Un sorriso da killer occupava il suo volto, mentre le lacrime
scendevano a fior di quattrini; gli presi la mano ed avvolsi le mie
dita alle sue, ma la sua stretta si faceva via via più
intensa, al punto da farmi provare un dolore per il sangue che scorreva
dalle mie nocche.
-Basta Alec, mi stai facendo male.- non riuscivo a liberarmi dalla sua
stretta ed il sangue continuava a scorrere su tutto il braccio.
Mi stava praticamente ignorando; avvertivo che poteva sentirmi, ma non
rispondeva in alcuna maniera, i suoi occhi erano concentrati in zone
diverse da dove mi trovavo io.
- Non riesci a sentire il caldo del mio sangue che scorre su entrambe
le nostre mani?.- cercavo di fare nascer in lui un ennesimo senso di
preoccupazione.
Al suono della parola "sangue" le sue pupille si dilatarono e diresse
lo sguardo dove il calore di quella'"acqua rossa" riscaldava ogni zona
del braccio. Potevo sentire il battito del suo cuore accellerare, ma
non era ancora pronto ad abbandonare la sua presa...
-Magn..Mag..- non riusciva neppure a pronuncia il mio nome.
- Sono qua, non avere paura.- dovevo farlo sentire il più al
sicuro possibile.
- Cosa sto facendo?.- finalmente lascia cadere la sua mano nel vuoto,
facendo gocciolare il mio sangue a terra.
- Niente che non si possa risolvere.- tentai un approccio diretto nei
suoi confronti, diminuendo la distanza tra noi due.
- No, fermati.- evitava ogni tipo di contatto fisico che cercavo di
instaurare.
L'ultima cosa che volevo era renderlo ancora più agitato di
quanto non mostrasse, così mi arresi all'idea di non poterlo
abbracciare. Volsi il mio sguardo alla scena che aveva procurato in
Alec uno stato vegetativo, ma ormai i protagonisti si erano dileguati.
Da una vita semplice che assumevo, mi ritrovo in un'altra dimensione,
di cui ignoravo l'esistenza, con uno shadowhunter momentaneamente
disturbato da chissà quali pensieri.
Pensieri... al pronunciare di questa parola, qualcosa mi sfiora la
mente, sembra quasi una mezza idea.
Ma cosa avrei potuto risolvere solo con quella dannata parola?
L'ambiente non era dei migliori per riuscire a meditare una soluzione
al problema di Alec, e pensai che un drink con concentrazione massima
di alcool mi avrebbe aiutato a distendere i nervi.
*****
-1 cocktail, il più forte che avete per favore.- rivolsi
queste parole al proprietario di questo bar accogliente.
- Il suo amico non prende niente?.- mi chiese puntando gli occhi su di
Alec.
- No, al momento è assorto nei suoi pensi....- non ebbi
tempo di finire la frase, che al solo intento di pronunciare quella
parola, mi venne una fitta alla testa.
- Si sente bene signore?.- si avvicinò il barrista
preoccupato, poggiando la sua mano sulla mia spalla.
- Non si preoccupi, solo una fitta alla testa.- stranamente quando
cercavo di sillabare quella dannata parola.
Ma cosa poteva mai suggerirmi di fare? Con tutte le voci preoccupate
attorno mi era impossibile elaborare una soluzione. Chiusi gli occhi,
estraniando la mente da ogni pensiero diverso dal risolvere l'enigma di
Alec. Caddi per terra, una visione si era fatta protagonista nella mia
testa.
Non riuscivo a capire dove mi trovassi, vedevo attorno solo una gran
varietà di tombe: quelle addobbate con fiori, quella
addobbate con cioccolatini, ma anche quelle prive di ogni decorazioni.
Una donna muoveva la testa a destra e sinistra, come per vedere se
qualcuno l'avesse seguita in questo lugubre luogo. Io ero proprio di
fronte lei, ma sembrava quasi che fossi invisibile; allungai una mano
per attirare la sua attenzione, ma quest'ultima trapassò il
suo collo, facendomi sentire ogni vena ed arteria che trasportava
sangue.
Un'altra figura si avvicina alla nostra posizione: un'uomo,
più o meno alto, una grande cresta rossa, una giacca colma
di brillantini e scarpe con i lustrini, se non voleva essere seguito,
il suo outfit non lo aiutava di certo.
Solo dopo che questa figura passò la soglia dell'ombra,
riuscì a capire chi fosse: ero io nel 1987!
Qualcosa non quadrava, come potevo essere in due posti
contemporaneamente e nello stesso preciso istante? come mai non
riuscivo ad identificare la donna? perché non riuscivo a
ricordarmi di questo incontro?
Non mi era parso un buon momento per farsi prendere dal panico con una
raffica di domande, presi un bel respiro e stetti a guardare lo
svolgersi dell'episodio in silenzio vicino ad una reliquia di un'uomo.
Il me medesimo alla vista della misteriosa donna, levò la
giacca con la quale era venuto, rimanendo con una semplice t-shirt blu
con evidenti zone di macchie rosse.
- Hai fatto ancora pratica?.- chiese la donna sorridendogli.
- Ci stavo per lo meno provando.- esplose in una risata contagiosa.
La donna sembrava non approvare il mio comportamento, ma non ero molto
furbo in quei tempi per accorgermene.
- Oggi ti insegnerò l'arte della convulsione.-
cambiò argomento la giovane signora.
Cosa?? l'arte della convulsione? che io sappia, è un potere
esclusivo dell'essere vampiri...
- Sono pronto Camill.- doveva essere questo il suo nome.
Pensandoci su, in qualche libro catalogato secondo la voce
"pericoloso", mi è parso di leggere qualche paragrafo
riguardante alcuni maghi dell'antichità che hanno provato
una specie di fusione tra l'essere maghi e l'essere vampiri, se non
vado errato venivano chiamati "speciali", ma io che legami ho con
questo tipo di mondo?
- Sei pronto Magnus?.- chiese Camill.- ricorda lo scopo per cui lo
fai.- concluse il discorso.
Cosa avevo fatto nel 1987 per ricorrere a questo tipo di arte oscura?
un totale blackout avvolse la mia mente... ero incapace di ricordare.
- Sono pronto, non dilunghiamoci oltre.- ero convinto di ciò
che stavo facendo.
.- L'arte della convulsione è qualcosa di estremamente
semplice da fare, lo si insegna a tutti i ne-vampiri, il trucco
è crederci.- cominciò l'addestramento.
- In che senso crederci?.- anche in quel secolo ero un totale idiota.
- Sappiamo entrambi che la convulsione obbliga un qualsiasi individuo,
che non sia mago o vampiro, ad ubbidire in ciò che gli
è appena stato detto.- riprese il discorso.- molti sbagliano
poiché proferiscono solo un mucchio di parole con senso
logico, senza convincersi che le cose poco prima dette siano vere. Bhe
lascia che ti dica qualcosa al riguardo: è questo il trucco,
crederci.- riprese un po' di fiato.
- Tutto ciò che devo fare è crederci?.- chiesi
intontito dalla lunghezza del discorso.
- Esattamente.- annuì Camill
- Posso fare una prova adesso?.-
- Si, sarà bene che ti eserciti.- sfortunatamente una donna
che passava di lì per lasciare degli omaggi su di una tomba,
fu nominata come "cavia da laboratorio".
Senza aspettare neppure un secondo, con la super velocità di
cui sono dotati i vampiri mi avventai sulla povera signora.
- Non urlerai e non potrai muoverti. Prendi un coltello appena arrivata
a casa e pugnalati con esso 5 volte nel ventre.- dovevo essere proprio
uno stronzo, se ho ordinato una cosa del genere ad una persona.
- No così Magnus.- appena in tempo Camill riuscì
ad ordinare il contrario, salvando la vita a quella povera donna.
- Rovini tutto il divertimento ed il bello di essere vampiri.- sbuffai,
raccogliendo la giacca da terra.
- Tento solo di proteggere la nostra specie.- rispose addolorata.-
immaginavo tu chiedessi una cosa del genere con il potere della
convulsione e questo dobbiamo assolutamente evitarlo.-
Dobbiamo? ma se erano soltanto in due.
- Dobbiamo? ma siamo solo noi due.- almeno mi posso riconoscere in lui.
- In realtà non siamo soli.- ammise vergognosa Camill.
-Io non vedo nessun'altra però.- gli occhi del me
medesimo erano colpi di preoccupazione.
- Puoi uscire adesso.- urlò in modo tale che la potessero
sentire anche a 3 miglia di distanza.
Improvvisamente una persona ha cambiato il suo stato di
invisibilità in quello di visibilità. Ma cosa sta
succedendo? e perché non mi ricordo niente di questa scena?
Per il troppo pensare mi sento nuovamente in stato di semi-coscienza...
ma dovevo resistere, dovevo capire perché non ricordassi
niente di tutto questo.
- E.. e lui chi è?.- chiese lui con un'aria di chi avesse
appena qualcosa che avrebbe sconvolto la sua vita.
- Mi presento, sono Odyr, sono uno sciamano.- entrambi rimanemmo
scioccati da questa rivelazione.- sono venuto per porre fino alla tua
scia di sangue che ti porti dietro. Ormai il mondo sospetta di noi.-
concluse il discorso.
- E cosa vorresti fare? sono anche uno stregone quindi un'immortale.-
cominciò a indietreggiare di qualche passo.
- Anche noi sciamani siamo il risultato della fusione di un vampiro ed
uno stregone, ma al contrario degli speciali abbiamo più
padronanza di entrambi i nostri lati, il che ci rende più
forti rispetto a voi.- rispose avvicinandosi rapidamente.
-Adesso tu non urlerai e non emetterai nessun fiato, non cercherai di
scappare ma ascolterai attentamente ciò che sto per dirti.-
stava usando lo stesso potere che prima il mio medesimo aveva usato
contro la donna- dimenticherai di essere mai stato un vampiro,
ricorderai solo di essere uno stregone molto forte, a cui non
è passata mai l'intenzione di fare la fusione.- concluse il
discorso, sparendo con Camill 2 secondi dopo.
Cosa mi sta succedendo? no, no di nuovo quella fitta alla testa...
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