time of shadows

di cristal_smeraldo48
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuta nell'Akatsuki ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** presentazioni ***
Capitolo 4: *** Devi batterla ***



Capitolo 1
*** Benvenuta nell'Akatsuki ***


<< Avanti sbrigati è molto tardi e la riunione comincia tra una mezz'ora, se non ti muovi ti lascio qui e te la vedi da sola >> il mio maestro è sempre stato incredibilmente dolce e affettuoso << Arrivo arrivo quanta fretta che fa se arriviamo quando tutta la tua squadra già  è arrivata? >> dissi con il sorrisone che mi contraddistingueva, ottenendo in questo modo una bella occhiataccia. Lui si che è il ritratto della simpatia. << Smettila di dire scemenze e ricordati quello che ti ho detto >> inarcai un sopracciglio per la sorpresa. Beh, io non lo ascolto mai quindi non sapevo a cosa si riferisse e a quanto pare se ne era accorto visto che aveva assottigliato lo sguardo e vedevo una piccola vena pulsare pericolosamente sul collo. Mi feci piccola piccola sfoggiando un sorrisetto da bambina beccata a rubare la marmellata. Poche volte si incazzava sul serio, sempre stato un tipo calmo e paziente sin da quando l'ho conosciuto, alla tenera età di 10 anni. << Sto per ucciderti >> ma che amore... l'ho detto io che quest'uomo è il ritratto della gioia no? << Maestro come mai avete deciso di ammettermi nella squadra? Credo di non essere abbastanza capace... >> in realtà non lo pensavo affatto. Io ero la migliore, ma l'idea di unirmi con una banda di scalmanati mi allettava poco. << Invece hai tutte le carte in regola e la giusta età >> aggiunse di spalle continuando a camminare << Ti ho allenata io personalmente e conosco la tua forza... è tempo che entri in gioco >> sbuffai sonoramente ma non risposi, continuando a camminare cercavo di non cadere per via di tutta quella sabbia che si estendeva per chilometri e chilometri. Perchè una riunione di psicopatici si doveva tenere nel deserto? E non magari in una bella tenuta di montagna? << Ma non ho mai fatto esperienze >> protestai ma mi zittii al suo solo sguardo glaciale. Non se ne importava un fico secco... avrei acquisto maturità con il tempo.
" Certo come se fosse facile".
Ho vissuto per tutti questi anni in una torre d'avorio e intendevo restarci: mi piacevano gli allenamenti con il mio maestro, il quale mi metteva alla prova sapendo quanto fossi competitiva.Mi canzonava con le peggiori accuse di incompetenza per invogliarmi a dare il massimo, mi aveva insegnato tutto quello che sapevo, educandomi in vari ambiti per prepararmi a varie esigenze. Ma più di ogni altra cosa amavo la solitudine della mia casa quando lui era assente per fare ciò che mi piaceva oppure esplorare il villaggio dove ero nascosta. Non potevo andarci quando lui era in zona, me lo proibiva anche se non capivo pienamente il motivo. 
" Tu sei l'arma finale, nessuno deve conoscerti".
Il fatto di essere considerata uno strumento non mi piaceva per niente ma ero a conoscenza che se qualcuno avesse scoperto le mie abilità sarei finita nei guai. E poi con il maestro mi trovavo bene, sotto l'aspetto austero e severo, c'era un grande cuore. Io lo so. Lo conosco bene. Mi ha sempre trattato come una figlia, mi ha allevato e protetta. Non so quale segreto nasconda sotto quegli occhi sempre tristi ma deve essere qualcosa di tremendamente angosciante. Anche la sua amica è così. Ci veniva a trovare spesso e passavo molto tempo con lei quando stavo lì. Era l'unica persona con cui mi era permesso avere contatti, mentre gli altri della squadra non sapevo neanche che aspetto avessero. In realtà fino ad un mese fa non sapevo neanche l'esistenza dell'organizzazione, ma in questo modo adesso mi spiego le continue scomparse del maestro. Di certo però non me lo aspettavo.
Un giorno mentre mi stava allenando mi prese in disparte e mi guardò con la sua solita faccia inespressiva << Entrerai nell'Akatsuki, ragazzina >> ci aveva preso gusto a chiamarmi così dal nostro primo incontro << Farai parte della squadra che non riuscirai a sconfiggere >> lo fissai con espressione da ebete visto che non avevo capito di che accidenti stesse parlando e, a causa del fatto che odiava essere interrotto, conseguenza la morte, non mi era concesso fare domande; quindi continuai ad annuire meccanicamente. Quando concluse il suo discorso sull'atteggiamento da avere e di non far sfoggio delle mie tecniche segrete potei chiedere << Ehm... maestro... io non ho capito niente >> si accigliò non poco e sospirò<< Non avevo dubbi... cosa esattamente non ti è chiaro, ragazzina? >> lo odiavo quando faceva così, per lui si doveva sempre sapere tutto, era come scontato... mica si nasce imparati? Nooo ma lui è un dio...lui si. Mormorai piano per paura di ciò che stavo per domandare e della sua reazione << Cos'è l'Akatsuki? >> di certo non era un piatto prelibato, altrimenti avrei saputo subito cosa fosse. Al contrario di quello che mi aspettavo lui roteò solamente gli occhi e mi rispose con il tono più atono che sapeva fare << Devi solo sapere che siamo un'organizzazione con il solo scopo di fare soldi...per ora... >> le ultime due paroline suonarono flebili tanto che pensai di essermele immaginate. Successivamente venni spedita in camera mia per la doccia poichè dovevamo cenare.
<< Ehi maestro quanto ci vuole ancora??? Sono stufa di camminare >> scostai la frangetta che ostacolava la vista con uno sbuffo, l'avrei eliminata quella cosa prima o poi << Siamo arrivati e ricordati di non chiamarmi maestro... loro non devono sapere niente... per te sono il capo siamo intesi? >> annuii solamente, annoiata. Questa storia già mi stava sulle scatole.


La riunione dell'Akatsuki si teneva nel covo nelle vicinanze di Suna e io e il mio compagno ci stavamo dirigendo in quel luogo con passo spedito poichè non potevamo giungerci in ritardo. Pain odiava aspettare e di certo una sua ramanzina era l'ultima cosa che volevo,già odiavo essere comandato a bacchetta da lui. Sospirai animamente ottenendo l'attenzione di Kisame << Itachi-san si sente bene? >>si preoccupava come sempre molto per me e la mia salute che da pochi giorni peggiorava << Non preoccuparti, sto bene>> risposi con il mio solito tono continuando spedito il mio cammino << Io non capisco perchè c'è questo bisogno di un nuovo membro. Non ne siamo già abbastanza? >> interruppe il silenzio con questa frase enigmatica. Certo era strana la necessità improvvisa di una recluta ma la notizia non mi sbilanciava più di tanto. << Sono certo che ha le sue buone ragioni >> ma anche io non ne ero del tutto sicuro; dopotutto già eravamo una squadra molto forte ma uno in più di scorta non fa mai male. << Siamo arrivati >> aprii il nascondiglio con il sigillo appropriato e ci addentrammo nel buio.
 Nel salone già si trovava la buona parte dell'organizzazione. Diciamo che mancavano solo Pain e il nuovo alleato. Mi sedetti e attesi in silenzio ignorando le occhiatacce di Deidara e le varie parolacce di Hidan sul ritardo di, come lo definiva lui, "Pel di carota". Non capirò mai come quel ragazzo con solo quattro parole era capace di farmi drizzare i capelli per il disgusto. Ritenevo un'enorme seccatura le riunioni occasionali per non parlare di quelle che si dilungavano. Il capo era stato ben muto sul motivo dell'incontro di questa banda di imbecilli se non qualche indizio sfuggevole su un nuovo membro e di un esame di selezione. Ma di cosa? Voleva cacciare qualcuno per fare spazio alla nuova entrata? La cosa mi allettava non poco visto che così ci poteva essere un pò di pulizia qui dentro,ma non era detto che il nuovo arrivato fosse migliore. La noia mi assaliva a tal punto che decisi di ritirarmi nella mia stanza e godermi la beata solitudine in tutto il suo splendore. Camminai fino al mio rifugio con tranquillità e quasi meccanicamente, entrai e chiusi la porta alle mie spalle con un sospiro. Cominciavo a stancarmi di tutta quella marmaglia, l'unico un pò più simpatico e con un pò di intelletto era Kisame. Gli altri aspiravano solo a futili battaglie per divertimento e correvano dietro una causa che non li aspirava minimamente e di cui non conoscevano il reale significato. Mi buttai sul letto e chiusi gli occhi. Ero troppo stanco e ogni tanto la tosse mi assaliva, bruciante, e causava dolori sulle tempie. Conoscevo bene quel sintomo: era l'effetto dello sharingan infinito e non potevo curarlo. O meglio non con le medicine.Ci volevano gli occhi di mio fratello per eliminare tutta quella sofferenza e fu in quel momento che riaffiorò nella mia mente il mio amato fratellino, solo a Konoha, deciso a farmi fuori, a vendicare un clan di cui egli stesso non sapeva i più oscuri segreti e mi morsi il labbro per scacciare via quel pensiero.
Il mio riposo durò qualche minuto poichè Kisame venne a bussarmi per avvertirmi dell'arrivo del capo. Mi tirai su debole avviandomi verso il salone accompagnato dal mio compagno << La tosse non vuole andarsene, eh Itachi-san? Le conviene prendersi qualcosa >> sempre premuroso ma la mia malattia è degenerativa, non c'era niente da fare.  << Hn si stai tranquillo...piuttosto lo hai visto? Allora sembra forte? >> chiesi per sviare la conversazione cosa che non poté non notare ma mi assecondò << Beh...in realtà la cosa è più buffa del previsto >>  sghignazzò lui. Io lo guardai di sottecchi non capendo cosa volesse dire ma le mie domande vennero bloccate quando arrivammo nella sala. Tutti i membri si trovavano spiazzati ad osservare il nuovo componente. 
O meglio La nuova componente.
Dinanzi a me c'era una ragazza.
All'incirca di 16-17 anni.
Capelli lunghi rossi raccolti in due code basse laterali.
Due grandi occhi azzurri.
Un corpo formoso (e non poco) racchiuso in una salopette con sotto una maglia arancione.
Alla caviglia destra la retina solita dei ninja.
Sull'altra caviglia le bende bianche.
Scrutava tutti accigliata e sembrava già infastidita nel trovarsi con così tanti maschi. E come se non bastasse teneva un accesa discussione, a quanto pare, con Hidan. Infatti tra i due sfidanti c'era Konan che tentava di tranquillizzare gli animi con la calma che le apparteneva e Pain che manteneva il braccio della ragazza.
Il dibattito si interruppe al mio arrivo, gli occhi celesti mi scrutavano dall'alto verso il basso.
"Cominciamo bene, una snob."



Non potevano scegliersi un posto più schifoso come punto di incontro. Sin da quando il maestro aveva eliminato il sigillo per farci accedere avevo la netta sensazione che mi sarei ritrovata in un porcile. A quanto pare ero positiva. Sarei stata più a mio agio in una pozzanghera di fango. I corridoi di quello che si definiva "luogo dove ci abitavano delle persone periodicamente" erano praticamente invisibili, sotto strati di una polvere e roba appiccicosa. Cominciai a starnutire dopo il primo passo << Mae...ehm capo... una donna delle pulizie la vogliamo trovare? >> ironizzai per non scoppiare a piangere. Ero una maniaca dell'ordine e del controllo che per me era tutto; il controllo è sinonimo di potenza. Ma in quello spazio non solo non c'era il minimo interesse per l'igiene che, poverina, era scappata urlando, ma anche per la salute degli abitanti!! Si sa che vivere in un luogo sporco facilita il proliferarsi delle malattie e, per quanto sia stata addestrata alle arti mediche, non avevo intenzione di fare la crocerossina. Ero portata per le lotte, non pe fare la mammina di una banda di criminali. << Vedi di eliminare questa tua simpatia e di essere impassibile a tutto... ti ho insegnato che le emozioni, così come la tua vivace voglia di scherzare, non ti portano da nessuna parte >> e mentre lui mi faceva la solita ramanzina sull'autocontrollo io roteavo gli occhi: era vero che mi lasciavo trasportare dagli impulsi e dall'emotività ma non mi avevano mai portato verso la sconfitta, mi davano forza e perspicacia, nonchè una buona dose di coraggio e caparbietà. Se poi si mette il fatto che è grazie a queste due varianti che i miei poteri si manifestano, il tutto è un mix esplosivo di puro godimento . E lui lo sapeva. Il problema sta proprio in quest'ultimo aspetto: possono prendere il sopravvento ed essere dolorosi. << Eccoci, mi raccomando ragazzina >>disse alla fine di quella lunga rete di corridoi tutti uguali che non riuscirò mai a memorizzare., se ero arrivata fin lì lo devo solo all'inseguimento del maestro. 
Sospirai e varcai la porta. Sgranai prima gli occhi poi li chiusi in due piccole fessure.
"Questo è un incubo"
Pensai osservando un branco di uomini che mi guardavano a loro volta come cani famelici.
 Da quanto tempo non vedevano una donna? Okay che sono un bel pezzo di ragazza ma chiudere le bocche?
<< Salve, sono felice di rivederti... come sai io sono Konan >> si presentò questa.
"Una FEMMINA!!! Una della mia razza...che gioia immensa"
<< Molto piacere io sono... >> ma qualcuno con toni gentili e amorevoli mi interruppe << UNA DONNA??? MA MI STATE PRENDENDO PER IL CULO?? >> a parlare fu un ragazzo dai capelli platinati, tirati all'indietro, occhi ametista e una meravigliosa falce in spalle << Volete dirmi che il nuovo membro è questa qui?? Ma state scherzando? >> i miei nervi suonavano come campanelli di allarme << Non vedo dov'è il problema, pagliaccio. Si sono una donna ma fidati, sono trenta volte più forte di te >> se questo era il modo per fare amicizia devo dire che mi meritavo un premio, ma quel tipo aveva il cervello meno sviluppato di uno scoiattolo. Era rimasto all'epoca della Preistoria dove il sesso femminile stava in casa e quello maschile a cacciare? 
<< Hidan non farti riconoscere...porta rispetto >> si intromise Konan supportandomi. Ovviamente per lei altro non è che un bene avere una ragazza in squadra visto che fino ad adesso era l'unica. A quel punto girai lo sguardo per vedere che idioti c'erano: uno con i capelli rossi stava tranquillamente seduto sul tavolo e curava una specie di bambolina, una sottospecie di pianta, che alla vista mi ghiacciò il sangue nelle vene, mi fissava,e parlava tra sè e sè indecisa se mangiarmi o meno( più precisamente la parte bianca lo era), un uomo dalla pelle scura che borbottava qualcosa sui conti e nuova bocca da sfamare e, infine, un ragazzo biondo, più o meno della mia età, che mi osservava in silenzio. Contando mi accorsi della mancanza di due teste e borbottai tra me e me: il maestro si era lamentato tanto del ritardo e qui non c'erano ancora dei soggetti. 
<< Col cazzo... mi ha chiamato pagliaccio!! >> si lamentava questo Ivan, Haden o come cavolo si chiamava, con i nomi ero una frana << Beh uno che si innervosisce solo per l'arrivo di una donna deve avere dei problemi con il gentil sesso e ha paura di fare una figuraccia >> lo schernii aumentando la sua rabbia. Amavo litigare con le persone irascibili perchè erano le più facili da annientare. << Ma come ti permetti... adesso ti sacrifico a Jashin-sama e vediamo come diverti >> e prese la sua falce. Sinceramente non  avevo capito una parola. Sacrificare? A chi poi? Quel tipo era un matto oltre che rozzo ma non conoscendo le sue abilità mi preparavo allo scontro. 
" Grandioso...il tuo primo grande amico...complimenti..."
<< Smettetela subito >> interloquì la voce del maestro, avvicinandosi << Ti avevo detto di essere impassibile e di non accendere emozioni >> mi sussurrò quando mi prese un braccio e poi si rivolse a quell'altro << Non voglio scontri tra colleghi se non per necessità, Hidan, le conosci le regole >> l'autorità della sua voce era diversa da quella che usava con me. Sembrerà strano ma a differenza del tono con cui aveva parlato con il ragazzo, le ramanzine verso di me erano più dolci. << Ma capo questa mocciosa...>> ma si interruppe allo spalancare della porta.
Tutti gli occhi si rivolsero verso i nuovi arrivati. 
C'era un tipo stranissimo con la pelle azzurrina, alto quanto un palazzo, sembrava un parente lontano di un pesce o la sua versione evoluta. Quello che lo affiancava era un ragazzo dai capelli neri raccolti in un codino e occhi neri.
Mi stava scrutando come se fossi la reincarnazione di un fantasma.
" Uno meglio dell'altro devo ammetterlo".


SSSSSAAAAALVEEE,
non so come mi è venunta in testa questa cosa ma vabbene....ho pensato ehi adesso scrivo una storia complicata sull'aka che taaaaaaanto amo così come Itachino ed eccomi qua.... spero che il primo capitolo vi sia piaciuto fatemi sapere come la pensateeeee
Alla prossima,
Cristal_smeraldo48

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Capitolo 2
*** L'incontro ***


L'incontro.

<<  Vostra maestà ha deciso di unirsi a noi. >> A parlare fu il ragazzo biondo, l'unico ad essersi girato con un cipiglio collerico nella direzione del nuovo venuto. 
<< Non ho voglia di accendere un nuovo diverbio con uno già in corso. >> la sua battutina sarcastica se la poteva pure mettere in culo, non era stata per niente gradita, per non parlare del suo sguardo inespressivo che mi dava sui nervi. Mi osservò scettico non considerando altamente l'altro tipo che continuava imperterrito a parlare e io, a mia volta, ricambia alzando un sopracciglio. Non me ne fregava più niente del discorso di prima: il problema stava nel capire che diavolo frugava nella sua testa. Ho sempre odiato non capire cosa pensavano le persone o chi mi nascondeva qualcosa: meglio parlare direttamente e non avere peli sulla lingua, quindi se aveva problemi che parlasse. Stavo per aprire bocca quando sentii la voce del burbero individuo di fronte<< Uchiha non rompere il cazzo, è una questione tra me e la mocciosa >>.
" Mocciosa? Come prego".
<< Ehi imbecille poca confidenza... ma guarda tu che tipo... >> risposi con il mio solito tono gentile tanto da ottenere una nuova occhiataccia da Pain, il quale cercava di acquietare la situazione: conosceva i miei limiti e sapeva che era meglio non farmi incazzare altrimenti tutti i suoi piani sarebbero andati in fumo.<< Adesso smettetela entrambi avete capito? >> anche un sordo avrebbe notato l'energia negativa che sprizzava dalla bocca e chi, invece, sentiva benissimo sarebbe scappato a gambe levate. Ma purtroppo parliamo di me, stra abituata all'irascibilità  e all'autorità del mio maestro, tantè che quel comando imperioso mi era sembrata una proposta gentile e cordiali. Sbuffai incrociando le braccia al petto e guardando in cagnesco l'albino che a sua volta strideva i denti per trattenersi dal rispondere. Dovevo ammettere che aveva un bel caratterino: quando riservavo a qualcuno la mia occhiata glaciale questo sudava freddo, mentre lui mi teneva testa. Ne avremmo visto delle belle tra me e questo Ivan, Haden o come cacchio si chiama.
<< Ora,  saltando i convenevoli poichè avrete tempo più tardi di presentarvi come si deve, vi spiego cosa succederà in questi giorni. >> riprese, dopo poco, il capo sedendosi su una sedia e invitandoci a fare lo stesso. << La nuova arrivata dovrà scontrarsi con ogni squadra già formata. >> il verso di disapprovazione dell'imbecille risuonò come una tromba alle mie orecchie. Strinsi i pugni e annuii a quelle poche parole che era riuscito a spicciare Pain prima dell'inappropriata interruzione. Con un sospirò continuò<< Bisogna vedere chi è capace di tenerle testa. >> altra interruzione che mi fece salire i nervi, questa volta da parte di un tipo con i capelli rossi e il viso da bambino.
" E questo fa parte di un'organizzazione criminale? "
Ma l'esperienza mi insegna che non bisogna giudicare un libro dalla copertina. << Non sarebbe meglio che stia con te? >> Dovevo ammettere che l'idea non era malvagia, in questo modo non avrei dovuto avere a che fare con nessuno di questi. << Questo è impossibile. >> Non avevo fatto i conti con la testardaggine di "carotina", me lo dovevo aspettare. << Deve entrare in una squadra e stop. >>, nessuna replica in altre parole, sempre dolce e attento alle opinioni altrui.
<< Quindi, come stavo dicendo -se magari mi fate finire-, domani ci incontreremo tutti qui per maggiori informazioni.>> concluse il suo discorso in modo enigmatico come amava fare, si alzò e si diresse alla porta ma prima di uscire si rivolse per l'ultima volta al resto della combriccola << Non voglio battibecchi tra colleghi... mi sono spiegato? Ah Konan accompagnala nella sua stanza... la affido a te. >> e sparì, lasciandoci come dei poveri pezzenti.
Mi girai verso la blu incitandola con lo sguardo a condurmi in camera mia. << Povero chi dovrà averla in squadra >>.
E chi poteva essere? L'imbecille ovviamente!!
<< Prega che non capiti con te altrimenti hai finito di vivere...ma ora che mi fai notare non credo che tu sia alla mia altezza >> lo guardai con aria di sfida mostrando la mia voglia di scontrarmi con lui.
"Meglio concludere questa storia al più presto"
<< Ti credi più forte di me?? Giuro che ti sacrifico a Jashin-sama, mocciosa. >> Stava per prendere la sua falce e mettersi in posizione di attacco, quando venne fermato da uno strano tipo. << Hidan smettila... il capo è stato chiaro. >> non  vidi di faccia l'individuo che lo fermò per il semplice motivo che mi si era parato davanti. L'unica cosa che notai fu la schiena possente e il cappuccio che gli copriva la testa. La cosa che mi fece gelare il sangue fu la sua voce glaciale peggio di quella del maestro.
" C'è un soggetto normale qui?"
L'albino sbuffò e uscì dal salone borbottando qualcosa su sacrifici e roba simile. << Mi dispiace ma Hidan è fatto così, non preoccuparti ti ci abituerai.>> Konan mi accarezzò il braccio cercando di rasserenarmi ottenendo però l'effetto contrario. Preferivo cavarmela da sola, non sopportavo chi cercava conforto perchè tutti ti sono vicini solo per i propri interessi. In questo modo si spiegò la mia reazione: mi allontanai bruscamente e me ne andai lasciando tutti lì impalati.



Sbattè la porta con una grazia che  accese in me la voglia di andarla a prendere per i codini e riportarla nel salone per fargli una bella strigliata: gli spacconi che si credono forti non mi sono mai piaciuti e quella ragazza rispecchiava l'ideale di kunoichi che non sopportavo: bisbetica, impulsiva, testarda e sfacciata. Un bel mix racchiuso in un solo soggetto. Non mi capacitavo su che cosa fosse tanto speciale, a me appariva una frivola ragazzina "so tutto io" pronta a battibeccare per il gusto di farlo.
<< Bel tipetto la bambolina. >> il commento di Kisame mi arrivò seguito da una risatina da parte di Zetsu << Porterà solo problemi .>>  Non potevo non essere d'accordo; già l'inizio non è stato tra i più buoni, il suo modo di approcciarsi era scadente per non parlare del suo livello di socializzazione, come si è potuto vedere quando si era scostata da Konan molto gentilmente. D'altro canto non potevo biasimarla: neanche io voglio rapporti con questi tipi, figuriamoci una che non sembrava molto loquace già di base. Le mie, ovviamente, erano tutte supposizioni: non avrei mai dato giudizi decisivi su qualcuno che conoscevo appena. << Hidan l'ha presa per il verso sbagliato, si vede che è orgogliosa ed essere giudicata solo in base al sesso deve averla innervosita parecchio.>> Come fece notare appunto Kakuzu la mocciosa aveva un altro piccolo difetto che non era sfuggito ai miei occhi: era orgogliosa. Ammettevo che come inizio avevo creato una buona analisi del personaggio in quel piccolo lasso di tempo in cui l'ho vista: dopotutto è sempre stata una mia specialità. << Oh andiamo, datele un pò di tempo e si integrerà. >> Konan non era solo troppo positiva, ma aveva una visione, a mio parere, utopistica: noi che ci trovavamo uniti da molto tempo non andavamo d'accordo e cercavamo di stare uno più lontano possibile dall' altro, figurarsi una ragazza entrata da poco e forse contro voglia.<< Aspetta e spera Konan, non che mi dispiaccia che stia lontano>> fu quello che disse, invece, Sasori.
<< Solo il tempo ci dirà cosa succederà. >> conclusi e mi voltai per tornarmene in camera mia a riposare visto che ero stato disturbato inutilmente. << Le solite massime alla Uchiha. >> ovviamente non potevo essere lasciato in pace. Era chiedere troppo. Mi limitai a sospirai e uscii dalla stanza; non avevo molta voglia di discutere con Deidara e i suoi complessi sulla vera arte.


"Okay mi sono persa".
Alle volte mi viene  voglia di picchiarmi da sola per la mia impulsività: potevo anche chiedere una cartina o le indicazioni per la mia camera visto che era la prima volta che mi trovavo in quel postaccio. Credo di aver passato una buona mezz'oretta a girare come una forsennata alla ricerca della fatidica stanza.
"Ora che ci penso non so nemmeno qual è la mia".
In effetti potevo anche trovarne una e scoprire magari che c'era un qualche mostro pronto a divorarmi. Tutto poteva succedere nel covo di un'organizzazione criminale.
"Ma dei cartelli stradali no eh? Chiedo troppo..."
Sbuffai al limite della sopportazione e continuai a girare a vuoto per corridoi che mi sembravano tutti uguali; era peggio di un labirinto e non capivo il motivo di tutte quelle strade che non portavano a niente.
"Beh se ci sono degli intrusi è più facile tenderli una trappola o non farsi trovare proprio."
Percorsi il corridoio fino alla sua conclusione quando mi trovai ad un incrocio: la strada a destra portava in basso, quella a sinistra continuava sullo stesso piano. Una persona normale avrebbe continuato verso sinistra, ma io non sono una persona normale.
Incrocia le braccia dietro la testa  e comincia a scendere, fischiettando per tenermi compagnia.
Poco dopo mi accorsi che non solo stavo andando nelle profondità della terra ma che le pareti si stavano restringendo.
"Sto per cadere in qualche stupida trappola".
La mia testa quadra però si era intestardita a continuare il percorso non preoccupandosi di cosa poteva esserci alla fine: lo avrei superato con facilità.
Diventava sempre più buio, infatti le candele si trovavano ognuna molto più distante dell'altra e questo dava un senso di macabro al già bell'ambiente, ma l'oscurità mi è sempre piaciuta perchè é rilassante.
"Non mi spavento per così poco".
Finalmente raggiunsi la fine del corridoio dove si trovava una porta. L'aprii con lentezza facendola stridere in modo assordante ed entrai piano, attenta a dove mettevo i piedi visto che era tutto completamente oscurato. Non vedevo al di là del mio naso, quindi proseguii lentamente ma ben presto mi accorsi che era una stanza vuota: un enorme puzzolente stanza priva di utilità. Continuai a camminare girando su me stessa per cercare di capire se non avevo colto qualche particolare quando mi ricordai che potevo anche accendere una piccola fiammella per riavvivare la zona e scrutare nel buio; mi accigliai confutando la mia ipotesi  e decisi che il mistero era stato svelato: quella stanza era stata dimenticata e abbandonata anche se non mi spiegavo bene il motivo, potevano sempre usarla come magazzino tanto che era grande invece di lasciarla inutilizzata. Non mi risultava avessero tante stanze da quello che ero riuscita a vedere.
"Mi sto scervellando per una stanza...non ci posso credere."
In effetti era vero ma tendo sempre a soffermarsi su qualunque cosa, piccolo difetto ma rispetto a tutti quelli che ho questo si poteva definire una virtù.
Quando mi girai per uscire per poco non mi venne un infarto: dall'altro lato della stanza, quella che non ero riuscita ad illuminare con la mia piccola fiammella, c'era un enorme statua minacciosa.
"Che cazzo se ne fanno di sto mausoleo?".
Mi avvicinai con calma per esaminare quel colosso e costatai meglio le sue dimensioni, non vedevo bene che cosa rappresentava, se non che aveva forme umani.
Lo toccai con una mano e decisi di salirci sopra con un unico salto, più precisamente su quello che aveva tutta l'aria di essere un dito, ma non capii di cosa esattamente si trattasse anche da quella altezza. Mi sedetti e continuai a fissarlo per non so quanto tempo.
"Forse è la rappresentazione di qualche Dio e lo usano per pregare".
Conclusione più scema non la potevo trovare: da quando i criminali si rifugiano per fare una preghierina prima di andare a letto? Cosa da veri duri, dovevo ammetterlo.
Quando mi accorsi di essere stata un pò troppo lì e che forse il maestro mi stava cercando, e di certo non voleva trovarmi a fare strane congetture su una statua che forse era anche proibito vedere, scesi e mi avviai verso l'uscita, non prima di aver dato un ultima occhiata al gigante di pietra.
Percorsi il corridoio con una certa fretta tanto da rendermi conto che la strada era molto più corta rispetto a prima, ma non me ne fregava più di tanto, l'importante era non farmi beccare in quel posto. Avevo tutta l'impressione che non fosse un luogo dove farsi un'allegra scampagnata.
Fu così che mi ritrovai nel punto in cui  ero partita e ancora dovevo trovare la mia stanza. Mi appoggiai al muro indecisa sul da farsi. Non volevo rigirare a vuoto ancora, ma allo stesso tempo non potevo neanche tornare nel salone visto che non mi ricordavo dove si trovava.
<< Finalmente ti ho trovata... >> sobbalzai per la sorpresa e mi girai da dove proveniva la voce. Di certo avrei preferito che fosse stata Konan a trovarmi, m purtroppo la voce non aveva il minimo tono femminile.
Infatti dinanzi a me si trovava il ragazzo dai capelli neri raccolti in un codino.
"Andiamo bene."



 
Una persona non poteva stare 5 minuti tranquilla che doveva per forza essere disturbata in quel covo di psicopatici.
<< Scusa il disturbo Itachi-san ma potreste venire a cercare la mocciosetta insieme a noi? Ordini del capo...a quanto pare non si trova già più. >> mi girai fissandolo scocciato. << Stai scherzando? >> Proprio non capivo come poteva essere sparita.<< Magari... secondo Zetsu o è scappata o si è persa >> e da quando si prestava ascolto a quella pianta bipolare? Kisame appoggiò la sua spada nell'angolo della stanza e si fermò sulla soglia << Ci conviene trovarla prima che Pain se la prenda con noi... nei migliori dei casi speriamo si trovi ancora qui. >> ed uscì.
Sbuffai e mi alzai contro voglia dal letto sfilandomi la cappa e adagiandola su una sedia prima di cimentarmi nella ricerca della ragazza.
"Come è possibile che già fa guai in neanche una giornata che sta qui dentro, dannazione".
Camminai velocemente per i corridoi quando incontrai Deidara.<< L'hai trovata? >> chiesi appena ci scontrammo, anzi appena mi diede una spallata. << No... ho controllato la zona est, Sasori è andato in quella nord mentre Kakuzu insieme a Kisame a ovest. Konan è andata da Pain per vedere se per caso lui l'ha trovata-un. >> almeno questa volta non mi aveva risposto con il solito tono brusco e devo ammettere che siamo riusciti a stare qualche minuto vicini senza che esplodesse nulla.
"Un record".
<< Io andrò nella parte sud, da qualche parte deve pur trovarsi. >> lui annuì e continuò le sue ricerche mentre io imboccai il corridoi alla mia sinistra.
Non avevo la ben che minima idea di dove si potesse essere nascosta, ma avevo l'impressione che stesse girando a vuoto tentando di trovare la strada giusta.
Dopotutto non conosceva quanto era articolato e intrigato questo posto, le probabilità che si fosse persa erano alte.
Che fosse scappata lo esclusi a prescindere: Pain  è astuto e conosce bene chiunque entri nella squadra, non l'avrebbe lasciata un secondo da sola se avesse sospettato una sua fuga.
Non si trovava neanche nell'ufficio del leader, a quest'ora Konan ci avrebbe informato e avremmo interrotto le ricerche.
Perso nei miei pensieri non mi accorsi di essere entrato in una zona poco esplorata del covo, era meglio girare al largo prima di avere qualche scocciatura in più, tipo una strigliata da Pain. Non mi sembrava il caso.
Stavo per tornare indietro quando mi accorsi di un'altra presenza alla fine del corridoi, nella parte poco illuminata.
"Trovata".
Pensai soddisfatto riconoscendo, una volta avvicinatomi, dei lunghi capelli rossi che si confondevano con la parete bordeaux, dove erano appunto poggiati, così come anche un piede mentre le braccia erano incrociate al petto e gli occhi chiusi come se stesse riflettendo.
<< Finalmente ti ho trovata. >> credo che si spaventò, lo dedussi dal salto che fece una volta che io ebbi finito la frase. Girò la testa nella mia direzione e inarcò un sopracciglio << Che vuoi? >> doveva aver preso lezioni di bonton per parlare con così tanta grazia. << Ti sei persa? >> preferivo essere schietto e diretto, inutile girarci intorno << No, assolutamente >> si sollevò dal muro e, sempre con le braccia incrociate si avviò vero la direzione da dove provenivo.
 << A me pare proprio di si. >> Mi misi al suo fianco.
<< Ho l'ordine di accompagnarti nel salone >> aggiunsi.
<< Posso arrivarci da sola. >>
"Testarda e orgogliosa."
Sospirai e la sorpassai, consapevole che mi avrebbe seguito. Detestavo gli ingrati, l'avevo aiutata e non aveva neanche la decenza di dire che si trovava in difficoltà.
<< Come ti chiami? >> mi chiese dopo un pò ed ero tentato di non risponderle, che se ne fregava di come mi chiamavo? 
<< Itachi... Uchiha Itachi >> le risposi senza girarmi, e dopo un pò la osservai con la coda dell'occhio per vedere la sua reazione. Lei rimase impassibile continuando a fissare la mia schiena e aumentando il passo. << Capisco... >> sussurrò e il silenzio calò nuovamente su di noi.
Poco dopo arrivammo alla nostra destinazione ma non trovammo nessuno ad attenderci. << Ti staranno ancora cercando. >> lei si sedette e cominciò a giocherellare con un kunai che aveva preso dalla tasca della salopette.<< Tse... non capisco il motivo... stavo facendo una passeggiata. >> Mi trattenni dal riderle in faccia.
"Oh ma certo...sai esattamente dove stavi andando".
<< Perchè sei qui? >> sospirai stanco, non avevo voglia di spiegarle che il capo mi avrebbe annoiato se non mi fossi messo a cercarla. << Eri scomparsa e avevamo il compito di trovarti...è stato un caso che questa spiacevole sorte sia spettata a me. >> gonfiò le guance assumendo un espressione buffa ma data la situazione ridere non mi sembrava di buon auspicio. Si rasserenò subito, ricomponendosi << Non era a questo che mi riferivo... perchè sei nell'Akatsuki? >> la domanda mi lasciò di sasso, mi aveva preso alla sprovvista. Di certo non mi aspettavo quella domanda da una ragazza così.
Alzai lo sguardo su di lei che a sua volta mi osservava con quei suoi penetranti occhi azzurri. << Non c'è un motivo specifico. >> Preferivo essere vago << Dimmene uno allora. >> mi morsi l'interno della bocca per non risponderle male. << Perchè lo vuoi sapere ? >> Mi appoggiai nella parte di tavolo dove lei era seduta.
 << Curiosità >> sghignazzò appoggiando una guancia sul palmo della mano continuando a scrutarmi. << Sono qui per affari miei... e tu? >>  Non sapevo neanche perchè glielo avevo chiesto, forse per sapere cosa mi avrebbe risposto, oppure per metterla a disagio, o anche per capire cosa spingeva una ragazzina ad unirsi di propria spontanea volontà ad avere a che fare con dei criminali. Di primo appiglio non mi sembrava una ricercata.
<< Come mai lo vuoi sapere? >> Si stava divertendo, il sorrisetto ne era la conferma
<< Curiosità. >>
Rise.
Aveva una bella risata, semplice e non volgare. << Sono qui per affari miei.>> Aveva uno strano comportamento, lo ammetto, però sotto sotto era simpatica, se si prendeva per il verso giusto. << Come ti chiami? >> domandai rivolgendo lo sguardo dinanzi a me.
<< Kilari... Kilari della Pioggia. >>



C'è neeeesssuuuunoooo * stile gocciolina della Lete*
Itachi= Ti avranno abbandonato tutti visto che sei scomparsa da mesi...
Deidara= Da secoli direi io...
Grazie per il supporto...
Ehm...ecco... sono in ritardo...
Sasori= Ce ne siamo accorti...
Taci tu... MI DISPIIIIACEEEE... ve lo giuro... è che... mi è mancata l'ispirazione...
Itachi= Incorreggibile....
Hidan= Curioso che non ti abbiano ancora uccisa...
Mado... come siete carini...  COOOOMUNQUEEEE... ringrazio chi ha messo la storia tra preferiti/ricordate/seguiti <3 SIETE VOI I VERI EROI
Hidan= Riuscite a sopportare questa cagata...
Grazie Hid...

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Capitolo 3
*** presentazioni ***


~Presentazioni.


Ci guardammo per qualche altro secondo poi decisi di rivolgere lo sguardo altrove, concentrandomi sulla parete. Controllai la stanza visto che prima non ne ebbi l'opportunità e notai che era molto spoglia e grande. Dava una sensazione di tristezza e trascuratezza tanto quanto quella dove ero capitata in precedenza. Ero tentata di chiedergli cosa rappresentasse la statua ma mi trattenni: dopotutto non lo conoscevo e non sapevo se potevo espormi così tanto.
<< Vieni dal Paese della Pioggia, dunque? >> si sedette sul tavolo e prese una mela appoggiata nel cesto al centro. << Uau, sei perspicace >> mi piaceva prendere per i fondelli le persone ed essere ironica. Era una cosa che mi veniva spontanea. << Già. >>, la mia risposta parve non scalfire quel muro di ghiaccio che lo proteggiava. << Sei sempre così loquace o quando inizi a parlare non la finisci più quindi preferisci stare zitto? >> odiavo i tipi che si facevano pregare per spiccicare una parola, era così bello discutere, confrontarsi, tutti quegli sguardi enigmatici e le frasi non concluse mi davano sui nervi. << Preferisco agire >> questa cosa entrava a suo favore. << Figo >> commentai prendendo un frutto a mia volta e cominciando a morderlo. Lui accennò un sorriso, nascosto dietro un morso ma che riuscii a notare,  e continuò a mangiare in silenzio. Vennimmo risvegliati dal nostro stato catatonico qualche istante dopo da uno strano rumore proveniente da dietro il tavolo. Mi accovaccia per vedere cosa stava succedendo e notai con orrore la pianta che si ergeva in tutta la sua mostruosità.<< Eccola, per fortuna che l'hai trovata Itachi, sentire Pain e le sue urla erano seccanti... avviso gli altri di accorrere qui. >> e con questo sparì da dove era apparsa. Rimasi con gli occhi sbarrati e con uno sguardo di disgusto fisso su quel punto.<< Cos'era quella cosa? >> non potei essere più sensibile, ma non c'erano altre parole per esprimere quello che intendevo. << Zetsu. >> rispose con fare ovvio, come se fosse scontata la mia domanda, nonchè futile.
"Ah ma certo... come ho fatto a non arrivarci subito..."
Pensai ironica. << Ed esattamente che cos'è un Zetsu? Una specie vegetale rara? >> non capivo cosa ci fosse di divertente. A quanto pare lui trovava la mia domanda simpatica perchè a stento tratteneva le risate << No... Zetsu è il nome... ecco... lui è una pianta bipolare... è la spia dell'organizzazione. >> Aveva ripreso subito la sua rigidità e rispose in maniera veloce e fredda. Essere gentile non rientrava nei suoi comportamenti. Sospirai un "ah" distratto e appoggia la testa al palmo della mano, e il silenzio riprese il sopravvento.
<< Ah allora non sei scomparsa come fumo eh ragazzina? >> mi voltai verso la porta e trovai l'omone blu alto quanto un gigante. << Stavo andando in camera mia. >> risposi piccata.<< Ah certo certo... meno male che Itachi ti ha trovata, saresti rimasta a vagare per i prossimi mille anni. >> rise e prese una sedia, buttandosi sopra. << Quindi questo moscerino con il senso dell'orentamento di un procione dovrebbe stare in squadra con noi?>>  inarcai un sopracciglio non solo per il commento offensivo ma per la sua sicurezza. << Come fai ad essere così sicuro che capiterò con voi? >> lui sorrise e notai i denti affilati. << Perchè io e Itachi-san siamo i più forti qui dentro >> e si ridistese incrociando le braccia dietro la schiena. << Non esserne così sicuro Kisame >> a parlare fu il ragazzino rosso una volta entrato e avvicinatosi al resto della combriccola << Non è ancora detto... e voi non siete i più forti >> lo osservai facendo un mezzo sorrisetto.
"Sono tutti molto competitivi. Mi divertirò a scontrarmi con loro. "
<< Non sapevo che ci stessi spiando Sasori. Non è da te amico >> commentò il tipo blu shignazzando. << Non.sono.tuo.amico. >> il ragazzino strinse i denti e i pugni. Sembrava  non amare molto essere deriso  e, secondo me, l'altro marciava su questo. << Ma che maleducato non mi sono presentato nemmeno. >> non prestando attenzione alle proteste del rosso << Sono Kisame Hoshigaki, il compagno di squadra di Itachi-san >> mi porse la mano e la strinsi automaticamente con la testa ferma all'appellativo "-san".
" Deve avere grande rispetto se lo apostrofa in questo modo".
 << Beh, tu non ti presenti marionetta? >> non capii se si stava riferendo al fatto che in mano aveva pezzi di una bambola o a qualcos'altro. Non lo volli sapere.<< Io sono Sasori e il mio compagno è uno stupido che non capisce nulla di arte. >> disse annoiato e senza scostare lo sguardo dal suo lavoro. Sembrava impegnato nel trovare un modo per unire due parti, e le manovrava con mano esperta,non preoccupandosi minimamente della conversazione, anzi forse mi dovevo sentire onorata se mi aveva rivolto qualche parolina. << Scusa cosa stai facendo? >> la curiosità è sempre stata una mia pecca ma non potevo trattenermi osservando la sua concentrazione << Sei nata con gli occhi, se vuoi imparare la vera arte ti conviene stare zitta e prestare attenzione. >> inarcai un sopracciglio piccata.
"Gentile... e poi di che sta parlando? "
 Scossi la testa e mi rivolsi nuovamente a Kasi, Katumi o come cavolo si chiamava << Quanti siete? >> lui mi guardò sorridendo. << Prima dovresti presentarti sai...>> annuii e mi stesi sulla sedia appoggiando le gambe accavallate sul tavolo << Kilari, non piacere di conoscervi. >> Sbuffò << Hai un pessimo carattere, secondo me >> appoggia la testa sullo schienale e sorridi << Solo con chi voglio. >> sussurrai e forse non mi sentì neanche, cosa che non valse per Itachi, il quale era rimasto seduto ed in silenzio tutto il tempo. << In che senso non capisce niente di arte?>> chiesi ingenuamente per sciogliere il momento di tensione, ma dal " Oh no " del blu presupposi che avrei fatto meglio a chiedere di che colore aveva le mutande. << L'arte è eterna e questa semplice costatazione non entra nella testa di quel bombariolo da quattro soldi .>>  questa volta fui lieta di notare che l'argomento sembrava piaciergli, si era addirittura girato verso di me e potei finalmente vederlo in viso: aveva la pelle diafana, non poteva essere vera.<< Sei tu che non capisci un cavolo di arte, Danna>> si intromise un ragazzo apparso dal nulla alle mie spalle. Mi girai e riconobbi il tipetto biondo. << l'arte è un momento di effimero splendore. >> disse teatralmente. I due cominciarono a battibeccare su... in realtà non avevo capito di che cazzo stavano parlando. Continuavo ad annuire come una demente fin quando non mi girai dubbiosa verso l'omaccione. << Non ti preoccupare fanno sempre così. >> la cosa non mi rasserenò minimamente. Tra un pò si uccidevano e loro erano tranquilli e rilassati come se fosse una cosa normale << Ehm... scusate... potrei sapere tu chi diavolo sei e il motivo di cotanta agitazione?>> io la vocina che dice quando è il momento di farsi i cazzi propri e non mischiarsi non la sto mai a sentire. Infatti mi ritrovai i due strambi individui di fronte << Sono Deidara e tu?>> mi chiese incrociando le braccia al petto<< Kilari. >> mi allontanai leggermente vedendoli sempre più vicini<< Perfetto Kilari, per te l'arte è un momento di effimero splendore o è eterna? >> domanda a trabocchetto come quelle che mi faceva Pain per capire se avevo studiato. Si divertiva nel vedermi in difficoltà quando, non avendo mai aperto un libro, mi scervellavo per trovare la risposta giusta.<< Ehm... l'arte è soggettiva. >> dovevo averli stupiti, dato che la bocca di uno era spalancata, l'altro aveva le sopracciglia aggrottate. << Perchè lo pensi? >> mi morsi un labbro pensierosa e sospirai<< Beh, Satori, credo che dipenda dalle emozioni di ognuno e dal proprio modo di vedere il mondo. >> mi feci piccola piccola mentre Karoti o vattellapesca scoppiò a ridere << Il nome sarebbe Sasori, e comunque la mocciosetta vi ha messo nel sacco ad entrambi. >> guardai prima i ragazzi di fronte e poi l'altro stralunata<< Tsè, sei nuova... poi conoscerai la vera arte >> questa frase mi ricordava tanto quella di Pain e la sua fissazione sul dolore e trattenni una risatina. << Non sono un tipo che cambia idea facilmente, SASORI>> urlai il nome per dare enfasi facendo sorride il blu che scosse la testa << Beh, il resto della banda? >>. Come se attratti da quel richiamo entrarono Konan e Pain, con dietro l'albino e quello che penso sia il suo compagno di squadra. Quest'ultimo ora che potevo finalmente vederlo, faceva tremendamnte paura: il volto nascosto quasi del tutto, fatta eccezione per gli occhi rossi e verdi.
"Nota per me: mai trovarmi al buio con questo mostro. Rischio: perdita della vita".
<< Posso sapere che fine avevi fatto? >> e ovviamente il maestro non poteva risparmiarsi la domanda fatale<< In giro. >> fu la mia risposta pronta e la questione si concluse con un suo sospiro di rassegnazione. << Bene, credo che vi siate presentati... in questo modo risparmieremo tempo. >>  prese posto a capotavola e ci scrutò tutti. << Domani come vi ho detto dovremmo cominciare gli scontri ma per un incidente di percorso sono costretto a rimandare la prova e mandare Kilari in missione preventiva con Kakuzu e Hidan. >> La cosa non mi piaceva assolutamente per diversi motivi ma il principale è che sarei stata in coppia con il cavernivolo, la cosa non mi attraeva anche se era temporanea. << Per ulteriori informazioni dirigetevi nello studio domattina alle 6:00. >> detto questo si alzò e sostò sulla soglia della porta << Ah Kilari,puntualità...non è così difficile sai...e fatti accompagnare... non vorrei che perdessi tempo in giro. >> e con questo finale ad effetto uscì mentre io mi sentii morire di vergogna.
"Maledetto pel di carota".
<< Lo aveva capito anche lui. >> disse Sasori ( alla fine me lo ero impresso) prima di dirigersi all'uscita e sparire anche lui. << Quindi devo portarmi dietro questo esserino? >> la sua voglia di morire era alta, molto alta << Non per mia scelta. >> Non avevo la forza psicologica per tenere testa ad un'altra discussione con quel demente albino, con ciò mi alzai e chiesi gentilemente a Konan di indicarmi la strada per la mia stanza. Lei sorrise cordiale e mi accompagnò.
<< Ti abituerai a questa rete di cunicoli vedrai, ci vuole un pò di tempo. >> io avrei detto un miracolo dato che il senso dell'orientamente non mi appartenava.
Dopo aver girato un infinità di volte finalmente giungemmo dinanzi la fatidica porta. Notai con piacere che era affiancata da una con un buco al centro, mal riparato con dello scotch << Questa qui è la stanza di Deidara, spero non ti rechi disturbo. Se hai bisogno di me, la mia camera si trova alla fine del corridoio. >> annuii ed entrai.
"Uau è vuota!!! Non ci avrei mai scomesso".
Il mio commento sarcastico seguì uno sbuffo di disaprovazione. Mi accasciai sul letto e osservai ciò che si trovava: il letto, un comodino, un armadio, un bagno. In pratica l'essenziale.
"Devo preocurarmi un pò di pittura e qualche arredo".

 

<< Si troverà a suo agio? >> Konan entrò nello studio portando con sè del thè. << Deve... ha affinato le sue abilità e si renderà molto utile per i nostri scop. >> dissi bevendone un sorso << Mandarla in missione così presto non può portare problemi? >> era sempre attenta ai bisogni di tutti. Per questo la amavo. << No, sarebbe più pericoloso tenerla qui in questi giorni e sai perchè... >> annuì appena una volta sedutasi. << Riuscirà a controllarli? >> sorrisi appena << Solo il tempo potrà dircelo >>.


Uscii solo qualche ora dopo per sgranchirmi le gambe. Ma, visto che non volevo perdermi come l'ultima volta ed essere recuperata, decisi di percorrere solo quel corridoio fino alla fine, di certo non avrei avuto problemi nel riconoscere la mia stanza, lì vicino c'era un buco grosso quanto un lago, quindi dovevo essere proprio deficiente per non trovarla.
Incrociai le braccie dietro la nuca e cominciai a muovermi. Poi girai e tornai indietro. Ripetei quella procedura diverse volte, dandomi della matta ma non potevo permettermi di lasciare quella zona. Arrivata alla fine del percorso dopo la quarta volta, una volta giratami mi ritrovai davanti l'albino. << Che vuoi? >> sbratai con il mio solito tono gentile. << Non posso andare al cesso? >> fu la sua risposta schietta e volgare. Mi  urtava il sistema nervoso con la sua faccia da rincoglionito e da spavaldo, sembrava un bambino troppo cresciuto. << Beh e c'è il bisogno di guardarmi in quel modo, Ivan? >> inarcò un sopracciglio e poi mi oltrepassò. << Il mio nome è Hidan, e sarò il tuo peggiore incubo >> la voce era minacciosa ma mai quanto la mia quando pronunciai un "non sai cosa ti farò passare" gelido. Assunse un espressione divertita e non ne capii il motivo << Hai una bella faccia tosta, per una che è alta un metro e un sassolino. >> mi imbronciai per il commento veritiero. Lo dovevo ammettere, ero molto bassa per una della mia età, ma come dice il vecchio detto "nella botte piccola c'è il vino buono", è la sostanza che conta << Almeno ho materia grigia. >> fu la mia risposta. Hidan si girò guardandomi male << Come ti chiami, pulce? >> fui tentata di rispondergli in modo maleducato ma decisi che potevo concederglielo << Kilari... >> si aggiustò la cappa mezza aperta e risprese il suo cammino e io proseguii nella direzione opposta.
Raggiunsi la mia stanza ed entrai spalancando la porta e richiudendola velocemente. Appoggiai la testa sulla porta e sospirai. Odiavo stare lì, preferivo trenta volta il Villaggio della Pioggia, almeno durante alcuni periodi in cui il maestro non c'era, potevo spendere il mio tempo come mi piaceva. Invece nel momento in cui ero entrata in quella banda di pazzi, mi sentivo come un uccellino in gabbia. Chiusi gli occhi perdendomi nei ricordi: mi mancavano quei pochi amici e le baldorie fatte insieme. Avevo 12 anni quando conobbi quella che sarebbe diventata "la combriccola combinaguai della Pioggia". Non credevo che Pain avesse la certezza che io ci fossi dentro ma che lo sospettava era pausibile. La banda era composta da me la più energica e impulsiva;  Layla, una ragazzina di quattro anni più grande con lunghi capelli neri e gli occhi verdi. Proveniva dal Paese della Terra, in un piccolo villaggio comandato dalla sua ricca famiglia. A causa di incomprensioni aveva deciso di abbandonare la vita mondana e lussuosa e viaggiare. Era un'ottima stratega e conosceva l'arte della terra come pochi; Seiki, un mio coetano originario del Villaggio della Neve, ma dopo la morte della  madre, la famiglia si era trasferita anche se non ne capivo il motivo. Era un genio della matematica e amava inventare per agevolarci durante "le missioni" , aveva una fantasia fuori dal comune anche se a battute faceva pena, aveva una carnagione abbronzata, inusuale per uno che proveniva da un posto così freddo, capelli marroni e occhi di ghiaccio, si poteva definire il più casinista, questo lo rendeva il mio migliore amico ; Tara, la sorellina di Seiki, di un anno più piccola era il ritratto di suo fratello, tanto che molti li ritenevano gemelli, se non per il carattere timido così diverso da quello della sua controparte maschile; infine c'era Todd, quello che si occupava delle nostre piccole "riunioni", somigliava molto a Layla se non per gli occhi marroni e il sorrisone che lo contraddistingue, a differenza dell'aria imbronciata dell'altra, aveva due anni più di me. Nel momento in cui ci pensai mi accorsi delle analogie con il mio allora attuale destino: così come in passato, ero entrata in un'organizzazione con l'unica nota che era criminale.
"Non in una banda di tempistelli".

 Dettagli insignificanti. Sorrisi ricordandomi dell'episodio della mela dei desideri accaduto non poco più di un anno fa.

<< Non ci cascheranno mai.>> ci trovavamo nel nostro rifugio sull'albero poco fuori il villaggio << Non puoi dirlo Lay. >> Seiki voleva convincerci a imbrogliare dei pescatori con un trucco scemissimo. << Ma cos'hai nel cervello? Secondo te crederanno che questa mela avvera i sogni di chi la mangia? >> sbraitò con la sua solita eleganza la bruna. << Beh si sa che sono un branco di creduloni. >> si intromise con la sua solita gentilezza Todd che cercava sempre di riappacificare i due durante le loro sfuriate. << Oh ma andiamo neanche Kiki ci cascherebbe >> quel nomignolo mi era sempre stato antipatico, mi faceva sentire piccola. << Ehi!!!>> urlai piccata per poi scoppiare in una risata. << E dai Layla proviamoci... allora il piano per intero Sei? >> lui sorrise e si schiarì la gola << Bene... tu e Tara vi appostate dietro le barche mentre io e Lay per "puro" caso passiamo di lì e parliamo di questo melo dove è cresciuta una mela tutta d'oro e bla bla bla... nel frattempo Toddino piccino tu ti diverti a colorare. >> e detto questo affibiò al ragazzo un pennello e un tubicino di pittura ocra << Quando i pescatori avranno lasciato il carico lì voi ragazze prendete tutto e lo portate qui >> cocluse il suo monologo con un sorriso soddisfatto. << E chi te lo dice che ci andrano subito nel posto che gli abbiamo indicato? >> chiese prontamente Layla sghignazzando << Uffa te l'ho detto prima! Gli diremo che stiamo andando subito a prenderla... in questo modo si precipiteranno lì. >> Tara sospirò disperata << Sono del parere di Lay... ma non abbiamo nulla da perdere... >> il fratello la abbracciò d'impeto e poi si rivolse verso di me. << Cosa ne pensi? >> sapevo a cosa si stava riferendo a differenza degli altri e lo guardai sorridendo, mi piaceva vederlo contento anche se non era la prima volta che veniva accettato un suo piano. Avevamo la regola che una volta a turno potevamo scegliere una strategia e veniva applicata la più pazza e pericolosa. Chiusi gli occhi ispirando due- tre volte facendo un mezzo sorriso << E sia. >> dissi aprendo gli occhi e trovando tutti ad osservarmi.<< Non dite che io non ve l'ho detto >> brontolò Layla ma nessuno la ascolto, non lo facevamo mai.
Il piano procedè perfettamente ed io e Tara riuscimmo a rubare la merce e trasportarla fino al nascondiglio. Poco dopo arrivò anche Todd sporco di vernice << Mi si è schizzata addosso. >> scoppiamo a ridere e lo aiutammo a pulirsi << Complimenti Toddino sei un artista nato. >> commentò Tara una volta finito di sistemarlo per bene. Successivamente arrivarono anche gli ultimi due. << Ci siete riuscite? >> chiese Seiki con il fiatone. << Avevi dubbi testa quadra? >> mi avvicinai con il sacco per farglielo vedere << Non ci credo... ci sono cascati come degli idioti. >> Layla si buttò sulla piccola poltrona e sbuffò stanca. << E tu doresti cominciare ad avere fede >> risi a ciò che aveva detto Tara e scesci dall'albero con un balzo. << Lanciate il carico >>.
Una volta sicuri che nessuno ci stesse inseguendo ci dirigemmo nei quartieri poveri della città. << Ehi gente vi ho portato dell'ottimo pesce. >> urlai in mezzo alla strada attirando l'attenzione dei passanti. << Siete tornati >> sentii schiamazzare un gruppo di bambini che ci corsero incontro. Tra quelli riconobbi subito Miwa. << Ehi faccetta buffa come stai ? >> la presi con un braccio e le feci il solledico << Eddai Kira-chan mettimi giù >> rise e io la lasciai. Avevo sempre avuto un rapporto particolare con quella bambina: era orfana come me, viveva  con la nonna e la conobbi quando aveva solo 5 anni mentre rovistava nella spazzatura. Erano 3 anni che mi occupavo di lei, era come una sorellina per me. << Tieni portalo a Ise baa-san, okay? >> dissi accarezzandole i capelli biondi raccolti in due piccoli codini, come li portavo io << Grazie oneesan >> e sparì dopo avermi dato un piccolo bacio sulla guncia.
Nel frattempo i ragazzi avevano donato tutto ai più bisognosi. << E anche oggi ottimo lavoro ragazzi >> sorrisi cingendo con un braccio Todd e l'altro Seiki. << Già, siamo stati bravi. >> disse Layla in uno dei momenti in cui soghignava. << Oh cielo Lay hai aperto la bocca per fare qualcosa di positivo...sto per piangere dalla gioia. >> Tara prese la ragazza a braccetto e scoppio a ridere. << Già Tara, è un miracolo >> ironizzò la bruna.
Ritornammo al covo per un meritato riposo e per mangiucchiare qualcosa. Dopo qualche ora restammo solo io, Layla e Seiki. << Rimaremmo amici vero? Qualunque cosa succeda? >> guardai il mio migliore amico sorridendo. << Amici oggi... >> cominciai, << Domani... >> continuò Lay, << E per sempre >> concluse Sei.

Una lacrima sfuggì al mio controllo seguita da molte altre. Quella promessa non l'abbiamo potuta matenere poichè il destino ci fu avverso.Venni risvegliata dai miei ricordi dallo bussare alla porta. Asciugai il viso ed andai ad aprire. << Scusa ho disturbato? >> chiese il ragazzo biondo, doveva aver notato i segni del mio piccolo sfogo. << No.. dimmi tutto >> mi scervellai per ricordarmi il suo nome ma purtroppo era caduto nell'oblio. << Pain mi ha chiesto di accompagnarti in cucina per la cena >> sorrise e io annuii << Bene... grazie mille ehm... si tu insomma >> chiusi la porta alle mie spalle e mi incamminai con lui << Deidara >>.
"Troppo lungo..."
<< Posso chiamarti Dei? >> chiesi senza pensare, infatti mi morsi l'interno della guancia due secondi dopo. Lui,invece magari di offendersi, scoppiò in una fragorosa risata << Se ti piace di più non ci sono problemi >> sospirai sollevata ed entrai nella stanza.
C'erano già tutti quanti. << Alla buon'ora. >> sbraitò l'essere dai capelli  bianchi. Non gli risposi solo perchè Pain mi stava scrutando e aspettava una mia mossa azzardata << Bene ora possiamo mangiare >>.
Il mio posto era il peggiore che potessero scegliere: tra l'albino e Dei con di fronte il ragazzo apatico.
"Come si chiamava? Ah Iuzaki..."
<< Konan come sempre ci delizi con la tua prelibata cucina. >> ironizzò il tipo dalla pelle azzurrina. Dico così perchè per forza doveva scherzare, il cibo faceva schifo. << La prossima volta cucina tu Kisame se non ti sta bene. >> in effetti aveva ragione, non doveva essere facile far da mangiare per tutte quelle persone. Notai però che Sasori non mangiava. Inarcai un sopracciglio e lui fece lo stesso. << Beh, problemi? >> mi portai il cucchiaio alla bocca, << Scusa tu non mangi? >> Dei di fianco a me si strozzò con il brodo. << Non ne ho bisogno. >> rispose tra i denti mentre guardava male il compagno. Feci spallucce e mi sforzai di mangiare.
Una volta finita la cena, che dopo quelle poche battute si svolse in silenzio se non con qualche commentino sul cibo e uno scalpellotto da Konan per non farli lamentare, tutti si alzarono. << Fermi tutti... a chi tocca sparecchiare? >> urlò la ragazza con impeto. I presenti si guardarono ma prima che potessero fuggire lei formò delle copie per impedire il passaggio. << Pain bisogna fare dei nuovi turni e questa volta scrivili e appendili alla parete... anche per la preparazione del cibo. >> enunciò con rabbia mettendo le braccia sui fianchi. << Sono stufa di questa situazione. >> tutti inghiottirono un groppo di saliva. Ammettevo che era terrificante quando si arrabbiava ma come darle torto. << Konan ha ragione ragazzi, ognuno deve dare il suo contributo. Questa sera in via del tutto eccezionale il turno sarà di Hidan e Kilari... domani siete pregati di annotarvi quando sarà il vostro momento... e voi due non combinate guai...>> sapevo che lo aveva fatto apposta. Lo odiavo quando eleborava questi trucchetti ignobili.
Neanche due secondi dopo la stanza fu vuota se non per noi due. << Io lavo i piatti tu lavi a terra... adesso sparecchiamo >> mi imposi, non volevo stare molto con lui perchè lo avrei ucciso. << Non mi faccio comandare. >> disse lui ed io in tutta risposta alzai gli occhi. << Sei in un'organizzazione criminale e dici di non voler essere comandato? E vediamo quali sono le tue intenzioni? >> il ghigno che fece non prometteva nulla di buono<< Io lavo i piatti. >> inarcai un sopracciglio indispettita ma acconsentii.
Presi la scopa e inizia a spazzare con molta calma e pazienza non trascurando neanche il più piccolo granello di polvere. Come donna degna di questa nomina era mio dovere mantenere tutto pulito, anche perchè mi dava fastidio un luogo sporco. Precisiamo odio il sudiciume, ma la stessa cosa non vale per il disordine.Ametto che il controllo mi attira ma reputo controllo e ordine due cose diverse. Ecco perchè la mia stanza tra qualche giorno diventerà una discarica.
Una volta finito mi diressi in cucina per sistemare anche lì e trovai Hidan intento a lavare una padella. La cosa curiosa non era che finalmente taceva un pò ma che li sciaquava con un tubo allungabile. Decisi di non farci caso e mi impegnai nella mia parte di lavoro. << Ehi, ti sei sporcata la faccia aspetta che ti aiuto. >> neanche potei ribattere che mi spedì il getto d'acqua addosso. << Grandissimo bastardo adesso ti faccio vedere io >> composi i sigilli e con una mano riassorbii il liquido buttandolo su lui. Tossì più per lo stupore che per lo scherzetto in sè << Hai l'elemento dell'acqua tu? >> mi conficcai le unghie nel palmo delle mani strinegndo forte.
"Complimenti Kilari... adesso sa che domini l'acqua... "
Ringraziando il cielo era venuto a conoscenza  di quel piccolo dettaglio. Non sapeva niente delle mie abilità innate e Pain mi aveva raccomandato di tenere nascoste esclusivamente quelle fino a nuovo ordine. Non avevo combinato un gran casino alla fine. Prima o poi mi avrebbe visto combattere e trarre le stesse conclusione.
"Anzi potremmo dire che non conosce neanche tutte le sfumature quindi no problem"
<< Allora? Chi tace acconsente sai? >> mi canzonò appoggiandosi al lavandino con un fianco. << Beh è vietato? >> obbiettai portando le braccia dietro la testa incrociandole << Mi sembravi più un tipo da fuoco. >> la risposta mi lasciò di sasso, ma mi ripresi subito per non far trasparire la mia inquietudine. << Capita. >> conclusi facendo spalluccie. << Ti do una mano a pulire per terra, dopo tutto è anche colpa mia >> inarcai un sopracciglio e insieme finimmo di fare le pulizie.
Uscimmo dal salone e ci dirigemmo nel corridoio con le nostre camere nel silenzio più totale. Quando arrivammo mi accompagnò alla porta. << Bene, ho fatto il mio dovere di gentil uomo >> scoppiai a ridere mantenendomi la pancia << Se se certo... >> Hidan si unì alla risata e poi disse << Ci vediamo domani per la missione, piccoletta >> gli urlai contro mentre lui correva verso la sua stanza << Non sono una piccoletta!!! Ho 17 anni io!! >> mi fece la linguaccia prima di sparire e io in tutta risposta sbuffai trattenendo un sorriso.
Mi buttai sul letto e ripensai a quella strana giornata.
"Forse riuscirò ad ambientarmi " pensai rigirandomi e chiudendo poi gli occhi.


SAAALVEEE * schiva una patata*
okokokokok, lo so lo so è inutile che continuate così * schiva un cetriolo*
Guardate che c'è chi non può comprarle queste cose, eh * non riesce a schivare un pomodoro*

Itachi = sai che te lo meriti...si saranno persino dimenticati di te...
Itachi non peggiorare la situazione... Perdonatemi per questo ritardo mostruoso è tipo un anno che non aggiorno la storia
Itachi = tecnicamente è un anno e un mese esatti, complimenti almeno su questo sei molto precisa
Potete lanciare un pomodoro anche a lui?
Itachi= non lo farebbero mai mi amano...
Se se... comunque bando alle ciance, sul serio mi dispiace parecchio non ho alcuna scusa per farmi perdonare anche perchè il capitolo era pronto da non so quanto tempo ma sapete quando una persona ha tante cose da fare rimanda sempre... non fare oggi quello che puoi fare domani ma fallo direttamente dopodomani...
Itachi= cos'è il tuo motto di vita?
Praticamente si...
Bhe Itachi hai rotto stai zitto un pò... comunque sul serio perdonatemi e godetevi il capitolo, se potete mi lascereste una piccola recensione tanto per sapere quanto siete incazzati XD a prestoooo (sperando che non sia tra un anno).
Cristal_smeraldo

 

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Capitolo 4
*** Devi batterla ***


Sentii uno strano rumore provenire dal villaggio ma non capii esattamente di cosa si trattasse con ciò decisi di accasciarmi al suolo per non farmi notare e cominciai a strisciare sul terriccio tra i cespugli. Un urlo. Un altro ancora. Mi si gelò il sangue nelle vene e il respiro si affaticò mentre   mi fermai  spaventata da quel terribile suono. Presi un kunai dalla mia bisacca e lo portai dinanzi al mio viso e dopo alcuni secondi di esitazioni ne presi un altro posizionandomi con uno scatto in posizione di attacco. Emisi un piccolo urlo di sorpresa e sgranai gli occhi  quando vidi il villaggio in fiamme. Il mio villaggio. Corsi come un fulmine nel quartiere dove abitava Miwa ma non trovai nessuno. A farmi compagnia c'era solo il fuoco. Le strade erano deserte, le case abbandonate. Non so dire il momento in cui comiciai a correre per le strade gridando il suo nome disperata  notando la desolazione e il silenzio innaturali interrotti solo dallo scoppiettare del fuoco e dall'ululato del vento. Non mi rendevo neanche conto di dove stavo andando,per me l'importante era trovarla e sapere che stava bene altrimenti avrei dato di matto. Dopo aver girato a vuoto per quelli che mi parvero interminabili minuti mi accorsi di essere arrivata nel piccolo parchetto dove di solito io e i ragazzi andavamo a giocare. << Devi stare attenta... quello che farai sarà troppo pericoloso>> mi girai di scatto e intravidi Seiki seduto su una panchina, l'aria corrucciata così inusuale. << Sei... ma tu che ci fai qui? >> il fumo mi oscurò la vista così non potei più vedere il mio migliore amico << Non è ancora il momento >> sussurrò anche se apparve vivido alle mie orecchie.

Il suono incessante della porta mi fece sobbalzzare e cadere dal letto portandomi dietro tutte le coperte. Imprecai per il bel risveglio e mi alzai dolorante e sudata << Arrivo, arrivo santa porchetta>> urlai e andai ad aprire. Sbuffai facendo notare il mio disappunto nel trovarmi davanti lui << Che vuoi Hidan ? >> inarcò un sopracciglio << Sei in ritardo... dovevamo incontrarci nell'ufficio di Pain più di un'ora fa >> involontariamente portai lo sguardo sulla sveglia appoggiata sul comodino.
"7:30"
 Sbuffai scocciata.
Non avevo passato esattamente una bella nottata e l'idea di dover andare in missione non mi allettava. Purtoppo gli ordini devono essere eseguiti. << Dammi 5 minuti e vi raggiungo. >> chiusi la porta senza neanche ascoltare la sua risposta e mi diressi in bagno.

La mia faccia poteva spaventare anche un cacciatore di taglie. Avevo delle occhiaie enormi e scure mentre il resto era bianco come un lenzuolo. Non era la prima volta che facevo brutti incubi e che mi svegliavo sempre in quello stato ma il disgusto per l'orrore che mi trovavo davanti non scemava mai.
"Cosa voleva dire?"
Entrai nella doccia e il getto d'acqua fredda mi svegliò del tutto, mi insaponai sbuffando, consapevole che per asciugare quei capelli ci avrei messo millenni. Non che non mi piacessero ma ovviamente ogni cosa ha i suoi pro e contro. Mi avvolsi un asciugamano cercando di contenere quel seno troppo prosperoso che odiavo. Poteva essere estremamente complicato fare movimenti agili e scattanti con quel peso che rimbalzava. Per non parlare di quando mi trovavo tra ragazzi, non perdevano un attimo a dare un'occhiatina ma venivano prontamente presi a mazzate. Sbuffai vestendomi e asciugandomi i capelli. Guardai l'orologio che segnava le ore 7:50 e imprecai correndo ad infilarmi i sandali con i capelli spennati e non legati. Corsi come una furia verso la fine del corridoio sapendo che lì avrei trovato l'ufficio del maestro, visto che Konan aveva provveduto ieri, prima di ritirarsi in camera sua, di spiegarmi almeno i luoghi più importanti del covo così da non perdermi e non arrivare tardi.
"Beh...tardi ci arrivo comunque"
Arrivai con il fiatone spalancando la porta senza neanche bussare, ma la buona educazione non mi apparteneva. << Lo so... ho avuto un contrattempo... partiamo subito capo >> parlai come un treno in corsa senza smettere o guardare con chi stavo parlando, troppo impegnata a farmi i codini << Kilari... esigo puntualità... che non si ripeta mai più... e anche un pò di buone maniere... quante volte ti ho detto che devi chiedere il permesso prima di entrare come una pazza?! >> la voce calma del capo di prima mattina era irritante, ma anche abituale. Sorrisi grattandomi la testa << Scusami Pain... >> lui scosse la testa, poggiando la fronte sulle mani congiunte << La tua squadra ti sta aspettando... Itachi ti accompegnerà all'uscita... vedi di memorizzarla >> disse una volta alzato di nuovo lo sguardo così da adagiare il mento sui dorsi. << Subitissimo Pain-san ... ehm... dove trovo Itachi? >> chiesi avvicinandomi alla porta e aprendola già pronta per uscire e magari con tutta probalità perdermi.  << Sono qui. >> per poco non mi venne un infarto. Il moro apparse alle mie spalle come un fantasma, con le mani in tasca e la solita espressione glaciale e la cosa più imbarazzante e che non lo avevo proprio notato, forse per il semplice motivo che fino a quel momento si trovava nell'ombra, appoggiato di schiena alla libreria. << Ah fantastico>> ironizzai e dopo un cenno verso il maestro mi ritrovai nel corridoio che percorsi a passo spedito, destinazione ignota, fregandomene del ragazzo dietro di me.


<< Itachi ti ho convocato per la nuova missione che svolgerete tra una settimana. >> il capo era serio e attento dietro la grande poltrona con le gambe accavallate e una mano che reggeva uno dei tanti fogli della pila che aveva davanti << Ma prima devo parlarti di una cosa estremamente importante. >> si fece ancora più tenebroso di prima. Io mi sedetti su una sedia più sobria, vigile e prestai attenzione alle sue parole << Sono tutt'orecchie >> si schiarì la voce e cominciò a parlare << Tu e Kisame avete il dovere...anzi no... l'obbligo di vincere la sfida contro Kilar.i >> sgranai per un attimo gli occhi, sorpreso e curioso, però mi ricomposi subito tanto che forse lui non notò nemmeno il mio cambiamento.
"L'educazione nelle Ambu a qualcosa è servito".
<< Potrei chiedere il motivo? >> mi scrutò combattuto se rispondermi oppure farlo valere come un semplice ordine. Chiuse gli occhi tastandosi la radice del naso prima di continuare il suo monologo. << Gli altri non possono proteggerla come lo faresti tu... per ora ti basti questo >> la situazione non mi piaceva, ma non avevo altra scelta se non abbracciare la convinzione che con quella ragazza in squadra mi sarei dovuto controllare le spalle più spesso. << Forse dovresti darmi delle notizie sul suo modo di combattere da avere un vantaggio in più. >> mi limitai a rispondere glacialmente ed attesi la sua reazione. Da prima storse le labbra in un espressione di disappunto, quando si rassenò indicò la libreria al lato della stanza restando in silenzio, ancora un pò seccato per la proposta. Anche se non capivo le sue intenzioni mi alzai e mi diressi dove indicato appoggiandomi all'alta di vetro che proteggieva i tomi, il tutto inarcando un sopracciglio incitandolo a proseguire, non ottenendo alcuna risposta se non uno sbuffo. Pain si drizzò sulla poltrona congiungendo le mani sotto il mento, come in attesa, e accavallando le gambe guardava con attenzione la porta, che dopo poco venne spalancata con un calcio. Balzai impercettibilmente per l'inaspettata venuta di Kilari, la quale sembrò non accorgersi minimamente della mia presenza, e se magari se ne forse accorta si sarebbe vergognata per lo stato indecente in cui si trovava: capelli scompigliati, mezza salopette aperta e le bende della caviglia mezze sciolte. 
Dopo la strigliata dal capo, le scuse e via dicendo, grazie all'intervento di quest'ultimo si rese conto che c'ero anche io. Dopo la sua ironica battuta uscì dalla stanza come una furia ed io ebbi appena il tempo di congedarmi in maniera più rispettosa << Itachi appena hai finito con lei ritorna e parliamo della missione>> capii che avremmo ripreso l'argomento interrotto e che avrebbe risposto alla mia domanda << Certo Pain >> e chiusi la porta alle mie spalle.
La raggiunsi in poco tempo mentre cercava la strada giusta senza perdersi, agitando il dito nelle varie direzioni accompagnato da riflessioni da manicomio << Allora, se di là si va verso la cucina e si scende non è possibile che sia quella giusta. Ma se vado da questa parte mi ritrovo...ah beh non lo so sinceramente>> si grattò la testa confusa e disorientata, poi si girò verso di me imbronciandosi così da assumere un atteggiamento bambinesco che mi ricordava Sasuke. << Che ne dici se ti aiuto? >> le chiesi una volta raggiunta e resomi conto di essere molto più alto di lei tanto da dover inclinare la testa all'ingiù per guardarla << Beh, non che io ne abbia bisogno ma ti concedo questo onore. >> assentì beffarda accennando un mezzo sorriso che ricambia involontariamente per poi indicare la via per uscire dal covo << Forza andiamo >>.
Mi seguì in silenzioso, troppo preoccupata a farsi i codini bassi e ad aggiustarsi un pò.
 << Nervosa? >> domandai una volta che ebbe finito di stringersi le bende << Tse... non lo sono mai. >> ribattè portandosi le braccia dietro la testa a mò per reggersela, ma dal suo sguardo notai un pizzico di inquietudine. << Non è un reato sai... >> aggiunsi osservandola di sottecchi  aspettando una risposta che non arrivò. Ridacchiai sotto voce quando la vidi corrucciarsi nuovamente dopo aver portato gli arti superiori lungo i fianchi. Continuai a fissarla impaziente di ottenere una delle sue piccanti repliche. Quello che ottenni però era solo uno sguardo di rimprovero << Non mi piace quando mi scrutano come se fossi una cavia da laboratorio sai. >> si fermò per fronteggiarmi incrociando le braccia al petto. << Sei un tipo aggressivo... ti stavo solo controllando >> replicai divertito mettendomi davanti a lei. << Non ho intenzione di squartarti appena abbassi un pò l'attenzione. >> si avvicinò inarcando un sopracciglio e alzando la testa per potermi esaminare meglio << Lo sai sei proprio bassa. >> sussurrai trattenendo una risatina per quella assurda situazione suscitando la sua ira, ma prima di darle l'opportunità di ribbattere riacquistai il controllo e la mia serietà << Se hai voglia di litigare mi dispiace non sono il tipo adatto >>. Mi allontanai da lei riprendendo il cammino e sospirai chiudendo gli occhi.  Dovevo apparire sempre impassibile agli occhi di tutti perchè le emozioni portano alla rovina e anche se non consideravo quella ragazza un grande problema non mi sarei esposto neanche con lei. Io sono Itachi Uchiha e dovevo sempre essere freddo e glaciale perchè se avessi riacceso la mia umanità sarei stato travolto dai sensi di colpa che tentavo sempre di placare. Kilari mi seguì con lo sguardo ancora ferma. << Se tu non mi avessi fissato non ti avrei proprio considerato. >> brontolò per poi correre al mio fianco.

Arrivammo nel vicolo cieco dove era nascosta l'uscita qualche minuto dopo e mi preparai con i sigilli << Vedi di impararli, altrimenti sarai prigioniera qua dentro >> annuì e seguì con attenzione i miei movimenti. Una volta aperto il varco uscimmo fuori e trovammo il team zombie ad attenderci. Hidan mi scrutò dall'alto verso il basso e in seguito fece un cenno alla rossa, la quale lo salutò con un gestaccio, mentre Kakuzu era intento a leggere una mappa. << Alla buon'ora >> disse quest'ultimo piegando la cartina e rivolgendo uno sguardo terrificante ad entrambi << Abbiamo avuto alcuni contrattempi >> spiegai prima di girare sui tacchi  << Buona fortuna, Kira >> le dissi sulla soglia e sparii nel buio.

<< Grazie >> sussurrai al vuoto per poi  unrmi ai miei compagni << Allora ci muoviamo? Già mi sta sulle palle che deve venire con noi poi ci fa anche aspettare. >> sbraitò con la sua solita grazia Hidan al compagno  che pareva stizzito dal suo tono troppo alto.  << Vedi di smetterla o ti uccido >> la sua voce mi faceva gelerare il sangue ma quello che disse ancora di più.
" Addirittura sarebbe capace di eliminare una persona solo perchè lo ha fatto incazzare... Kami, dove sono capitata"
 << Uffa sempre la stessa storia, che cazzo Kakuzu non hai inventiva amico. >> scherzò l'albino suscitando maggiore ira nell'altro << Smettila... >> quei due non mi piacevano proprio e speravo di concludere quella missione al più presto per non finire senza qualche parte del corpo. << Ehm... f-forza andiamo >> incitai correndo verso la foresta cercando di allontanarmi da loro << Aspetta rossa non sai neanche dove devi andare >> urlò e mi raggiunse prendendomi dal colletto della maglietta << Hidan mi affoghi, cretino >> scalciai quando mi ritrovai sollevata dal terreno ma, naturalmente, la mia opinione non contava, dunque il ragazzo mi sollevo di peso e mi portò come un sacco di patate dal compare << Mettimi giù testa di cazzo >> urlai dimenandomi come una fossennata tuttavia non riuscii a colpire qualche parte delicata << Stai ferma... dove dobbiamo andare? >>  l'incappucciato ci guardava con astio, magari definendoci dei cretini, e poi rispose << Il viaggio sarà lungo... alla fine di questa giornata dobbiamo almeno arrivare al confine del Paese del Vento >> mi bloccai e girai la testa per vederlo << Scusami tanto ma potrei sapere in che consiste la missione? >> lui sospirò riprendendo la mappa di poco prima e si avviò nella direzione opposta a quella che avevo preso io << Visto che non era quella la direzione bimba?! >> lo guardai infastidita << Non sono una bambina e mettimi giù >> sbuffai capendo che anche sotto minaccia non mi avrebbe messo a terra e tanto valeva godermi il viaggio. 
<< Il tipo schizzofrenico non mi ha risposto... >> lui sorrise aggiustandomi meglio sulla sua spalla << Ci farai l'abitudine visto che starai in squadra con noi >> sghignazzò quando si ritrovò dietro al compagno << Come fai ad esserne sicuro? >> appoggiai i gomiti sulla sua schiena così da poter mantenere il mento con le mani << Perchè siamo i più forti >>.
"Pallone gonfiato".
<< Ma nessuno mi ha mai battuto >> sussurrai sicura non facendomi sentire.  

Emisi un sospiro di sollievo quando Konan entrò accennando un sorriso, ricambiato anche se furtivamente.
" Per ora è al sicuro" pensai accasciandomi sulla poltrona in pelle e osservando la mia amica sistemare la pila di fogli ordinatamente sulla scrivania. Era sempre ordinata e precisa in ogni più piccola azione << Kakuzu non era molto contento di dover badare a Kilari >> sorrise continuando il suo lavoro calma ed attenta senza alzare lo sguardo ma percepivo la sua preoccupazione da come le mani affusolate si muovevano agili e scattanti in movimenti automatici << Non che mi interessi... in questi giorni più lontana si trova dal covo meglio sarà per lei... e per me >>. La blu sollevò il viso e ritrovai i suoi occhi fissi sul mio volto, inespressivi, che al tempo stesso dicevano così tante cose << Credo che sia più pericoloso che stia lontana da te... perchè l'hai portata qui? >> chiese girandosi e portando un libro nella libreria << Preferivi che stesse da sola? Come se non sapessi che se ne andava gironzolando... e se avesse avuto un attacco? Ti rendi conto che cosa avrebbe comportato? >> mi alzai dalla mia comoda postazione per raggiungerla e abbracciarla da dietro appoggiando la fronte nell'incavo del suo collo. Il suo profumo mi inebriava e la voglia di stringerla, di sentirla mia crebbe incontrastata. << Almeno aveva degli amici >> sussurrò lei dopo aver posto il volume al suo posto e aver preso ad accarezzarmi i capelli. Le sue dita sfiorava quei fili arancioni che non mi appartenevano con amore e dolcezza riportandomi alla realtà. Era di Yahiko, e io non ero lui. Svogliatamente sciolsi quell'abbraccio stringendo i denti e gli occhi << Devo proteggerla... non mi interessa degli altri... la situazione è sotto controllo... per ora non sospetta nulla... >> affermai aggrapandomi alla maniglia della porta come un ancora di salvezza in quel mare di emozioni che mi travolgevano ogni volta che Konan era nei paraggi. Non dovevo assolutamente perdere la concentrazione, ogni distrazione poteva rivelarsi letale, soprattutto quelle amorose. << Lui saprà che ce l'hai tu... la vorrà >> continuò lei portandosi una mano all'altezza del petto e stringendola a pugno.  Ammettevo di non aver un piano di riserva, se la avesse scoperta non osavo immaginare cosa poteva succedere, per questo dimostravo di avere sempre una soluzione a tutto. Ho passato notti intere cercando un'idea, una soluzione a quel problema senza trovare nulla e l'ipotesi di un fallimento mi spaventava. Mi girai verso Konan sorridendo appena << Per adesso va tutto bene... questo è l'importante... e quando Itachi e Kisame vinceranno la sfida andrà anche meglio >> la ragazza inarcò un sopracciglio << Come fai ad esserne sicuro? >> la mia piccola alcune volte era così ingenua << Fidati di me Konnie... Kilari non cadrà nelle sue mani >> e uscii insicuro. Non sapevo come sarei riuscito a proteggerla, ma dopotutto era la mia arma, avrei venduto cara la pelle a chiunque si avvicinasse. 

 Ehm... salve a tutti..
Okay diciamo che sono ritardo di anni e ormai chiedo sempre scusa e non ha senso tutto ciò.
Chiedo venia ma mi ero proprio dimenticata di questa storia... per non parlare di quell'altra su Shikamaru e Temari che prometto che aggiornerò in questi giorni... non ci sono scuse accettabili per questo ritardo ma realmente Efp l'avevo proprio dimenticata... poi bhe... cercando una cosa sul computer ho peccato la cartella con la storia ed eccoci qua...
Chiedo ancora scusa in milletrecento lingue ( manco l'italiano so mò parlo trecento lingue vabbè...)
Cristal_smeraldo

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