I hate you but I love you

di Solare1723
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** *perdonatemi* ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Epilogo ***
Capitolo 29: *** Annuncio ***
Capitolo 30: *** Finally ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Octavia e Bellamy Blake erano diretti verso l'istituto scolastico nel quale andavano ormai da quattro anni lei e cinque lui. A guidare era Octavia che riusciva sempre a convincere suo fratello a cederle il volante controvoglia. Arrivarono a scuola in 'perfetto ritardo',come diceva sempre Raven, ed entrarono correndo in direzioni diverse senza neanche salutarsi. Appena Octavia entrò in classe si precipitò a sedere vicino Raven che le tenne il posto come ogni santo giorno.
-Dovrebbero farti Santa- sbuffò Octavia mentre si sedeva.
-Santa Raven, protettrice dei guidatori e delle ragazze incoerenti e ritardatarie. Niente male-
Octavia non ebbe il tempo di rispondere che entrò la prof in classe con il solito vestito grigio e orribile, proprio una di quelle cose che facevano pensare, alla minore dei Blake, di voler scappare da quell'istuto molto simile ad una prigione. L'altro lato negativo di quella mattinata (tanto Octavia trovava solo lati negativi tutte le mattine) era il fatto che Clarke non aveva lezione con lei e Raven e quindi non la poteva vedere fino all'ora dopo.
Mentre Octavia arrivava in classe, Bellamy arrivò nella sua di classe dove ad aspettarlo, oltre ad un numero elevato di oche (come venivano chiamate le ragazze che veneravano Bellamy da Octavia), c'era John Murphy, il suo migliore amico, nonché compagno di avventure e sventure. Bellamy si lasciò cadere sulla sedia accanto a lui, senza preoccuparsi di calcolarlo minimamente. 
-Buongiorno anche a te Blake! Si questa mattina sto bene, mi sono svegliato IN ORARIO e sono arrivato IN ORARIO-
-Sisi Buongiorno Murphy-
Ed ecco che entrò Miss 'Belletette',così soprannominata la professoressa Mills tra gli alunni. Peccato che questo segreto fra ragazzi sia stato scoperto con l'aiuto di un certo tizio di quarto, senza fare nomi (Jasper Jordan), amico di Bellamy e Octavia, che durante il suo secondo anno, non sapendo mantenere segreti e avendolo appena scoperto, presentandosene l'occasione chiamò la prof col suo soprannome, ora adottato da tutta la scuola compresi insegnanti e bidelli. Tralasciando questo inconveniente, la prof ormai aveva accettato questo soprannome, soprattuto perché non poteva farci niente. Comunque Miss 'Belletette' iniziò a spiegare e di conseguenza Bellamy iniziò a scrivere qualche accordo musicale per la sua amata chitarra. Era da un po' di tempo che pensava ad una canzone da scrivere e l'ispirazione la trovava sempre nell'ora di 'Belletette'. Così l'ora passò e anche quel giorno Bellamy non aveva ascoltato niente di quello che disse la prof 'Belletette'. Nei corridoi incontrò sua sorella e Raven che parlavano (come sempre) di qualcosa a cui Bellamy non faceva caso perché stava cercando qualcosa, o meglio qualcuno, che poteva farlo davvero divertire. Ed ecco che vide una chioma Bionda che si avvicinava e di conseguenza iniziò a pensare ad una battuta odiosa da farle. Quale divertimento migliore di fare arrabbiare una principessa saccente e fastidiosa? 
-Buondì mia principessa! Si è divertita ai piani alti o si è stancata troppo a salire le scale?-
L'unica cosa che pensò Clarke in quel momento era che lo voleva prendere a pugni sul suo bel faccino.
-Blake,non hai nessun altra da importunare?-
-Si,ma con te è più divertente,mia principessa-
Mentre Clarke stava per ribattere si sentirono due colpi di tosse provenienti dalle due ragazze presenti fin dall'inizio della discussione, perché se c'era una cosa che Bellamy e Clarke non capivano era che quando discutevano tutto il resto si annullava per loro, era come se fossero solo loro. 
-Octavia! Raven! Non vi avevo viste- urlò Clarke subito.
-Lo avevamo notato, sei sempre troppo pesa a dibattere con 'MisterMuscolo' per notare le tue migliori amiche- disse Raven.
-Grazie per il complimento Ryes.-
-Non c'è di che Blake-
- Ok basta così! Basta con i soprannomi e con i grazie ironici Fratellone, perché ti ricordo che mi devi un favore- disse
Octavia 
- Ho seriamente paura di quello che puoi farmi fare..-
- Porterai tutte e tre noi damigelle a fare shopping!-
- Stai scherzando vero? Non ti devo nessuno favore!-
- Ah davvero? Non ti sarei scordato del vetro rot...-
- Okay Okay, andiamo a fare shopping-
- Fantastico Fratellone- il tempo di finire il discorso che la campanella suonò e i quattro si dettero appuntamento dopo scuola alla macchina dei Blake.





Angolo Autrice malata di Bellarke:
Ciao ragazzuoli anormali del fandom di The 100. Sono tornata con una nuova fan fiction interamente Bellarke molto più lunga di quella che sto pubblicando in questo giorni. Questa sarà diversa perché quella era già pronta mentre questa la scriverò capitolo per capitolo ogni settimana ( Ho già l'ansia) quindi vi lascio così, speriamo enjoyate questa storia. Ciaoo e ricordate Maiunagioia!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Bellamy guardò per l'ennesima volta l'orologio che portava al polso e pensò 'come diamine è possibile che O sia sempre in ritardo?' Giusto il tempo di formulare il pensiero che vide avvicinarsi alla macchina Clarke Griffin in tutto il suo splendore e saccenteria. 
- Principessa.-
- Blake.-
- Che dice la mia umile auto è di suo gradimento?-
- Smettila! Sei stressante- ecco che prima arriva la voce di Octavia e poi lei seguita da Raven.
- D'accordo la smetto. Andiamo?-
- Si- e detto ciò tutti e quattro salirono in auto. La voglia di Bellamy di fare shopping era pari alla voglia di Hanna di sposare Jordan. E no, non seguiva Pretty Little Liars, ma sua sorella si e purtroppo per lui, Octavia amava gli Haleb.
- Clarke che vorresti comprare per la festa di vittoria della squadra di Basket?-
- Perché diamine diamo sempre per scontato di vincere la partita,O?-
- Perché c'è Bellamy!- Octavia puntava sempre un po' troppo su di Bellamy, come il resto della scuola, e forse non si rendevano conto che tutto questo peso sulle sue spalle gravava in modo incessante. Insomma non potevano pensare che Bellamy non sbagliasse mai. Poi con tutto ciò che stava succedendo nella sua vita in quel momento non credeva di farcela.
- Bellamy ci sei? Dai scendiamo-
- Si, O. Arrivo- 
Bellamy Blake probabilmente era la persona più odiosa per Clarke Griffin, ma anche quella della quale notava ogni minimo comportamento strano, forse troppo intenta a trovare uno spiraglio di luce nella sua anima buia e anche perché si accorgeva subito che qualcosa non andasse nel momento che smetteva di darle
Fastidio con le sue battutine. E infatti era l'unica che si fosse accorta che Bellamy si fosse rabbuiato in macchina e che non sembrava per niente tranquillo mentre erano al Centro Commerciale. Sembrava assorto in qualche pensiero che lo ritirava nel buio della sua anima. Però lei era pur sempre Clarke Griffin e lui pur sempre Bellamy Blake, quindi non ci avrebbe pensato più di tanto. Almeno sperava di non dargli troppa importanza. Il problema in lei si presentava quando la ignorava deliberatamente. Insomma, senza le sue battutine non era lo stesso, e lei odiava essere ignorata. Soprattuto da lui! 
Cercò di svagarsi stando dietro Octavia e Raven,mentre Bellamy rimaneva qualche passo indietro. Ad un tratto, durante il tragitto verso une di tanti negozi, il telefono di Bellamy squillò. Il ragazzo lo prese con estrema lentezza e lesse il nome sul display. Un improvviso spavento lo prese, ma non lo fece notare, almeno non a tutti (Clarke Griffin parlo con te). Così disse alle ragazze di continuare il loro giro e che lui le avrebbe raggiunte finita la telefonata. Le ragazze continuarono e si fermarono in un negozio non molto distante, giusto per dare un'occhiata e non perdere di vista il maggiore dei Blake. Clarke non toglieva gli occhi dalla vetrina e notava ogni minimo particolare dei movimenti del ragazzo. Sembrava scosso, arrabbiato e ...e triste. La giovane Griffin non capiva, e solo Dio sa quanto dia fastidio a Clarke Griffin non capire qualcosa. Deve avere tutto sotto controllo, comprese le
Sue emozioni. Questo perché non aveva mai trovato nessuno capace di sconvolgerle. Bellamy finì la telefonata e scosso da diverse emozioni, invece di andare nel negozio dov'erano le ragazze, si allontanò e si avviò verso l'uscita.
-Ehi se ne sta andando!- disse Raven rivolta alle altre sue ragazze.
Entrambe di girarono verso la vetrina e videro la figura di Bellamy allontanarsi sempre di più. Così lasciarono tutto e lo seguirono.








Angolo mente malata:
L'ispirazione c'era ed ecco a voi il secondo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Bell! Ehi!-
-O..-
-Ehi che ti prende? Perché non ci hai avvisato te ne stessi andando?-
-Scusa, non volevo rovinarvi la giornata,vi aspetto in macchina.-
Octavia invece si avvicinò e lui e lo prese in disparte
-Ehi Fratellone, che ti prende?-
-Non mi sento molto bene-
-Non prendermi per il culo! Che ti prende? È per la telefonata?-
-Era solo Murphy. Te l'ho detto,Non sto bene!-
-D'accordo, andiamocene-
-Come vuoi.-
I quattro ragazzi salirono in macchina. Bellamy era alla guida e sembrava si fosse rilassato. Per la testa di Clarke passavano mille idee, lottando l'una contro l'altra per capire cosa fosse successo al maggiore dei Blake. Ma poi, Clarke si chiedeva, perché le interessasse così tanto ancora non lo aveva capito. 
-Ehi Clarke! Ci sei?-
-Si! Dimmi O.-
-Forse hai ragione sul fatto che non siamo sicuri della Vittoria della squadra, ma almeno per la vesta di Monty dobbiamo prepararci bene! Venite domani a casa mia per prepararci insieme!-
-Per me va bene-
-Anche per me-
-Grandioso.. E Bellamy?-
-Dimmi-
-Tu dovrai sparire-
-Grazie sorellina,sempre gentile-
-Almeno sei tornato in te!-
E questo lo aveva notato anche Clarke.
-Te l'ho detto, non stavo bene.-
-Okay okay,non arrabbiarti-
Il discorso cadde così, per fortuna nessun litigio Blake.
Il mattino seguente i fratelli Blake arrivarono perfettamente in ritardo,come ogni mattina. 
Bellamy si era ripreso fin troppo bene, e già di primo mattino aveva importunato Clarke una decina di volte. Fortunatamente era venerdì, e in quel particolare giorno, di quella particolare settimana, il professor Booth mancò (I ragazzi gridarono al miracolo) e sarebbe mancato per almeno due settimane. Perciò Octavia e Clarke si ritrovarono a girovagare per la scuola senza una meta precisa, anche perché Raven (che aveva sempre le idee geniali), era impegnata nel laboratorio di chimica. Perciò girovagarono per una decina di minuti quando decisero di andare in palestra a vedere gli allenamenti della squadra di basket. Clarke sapeva che ad Octavia interessava un certo Lincoln,ma non sapeva chi fosse. Entrarono nella palestra di soppiatto, notando almeno una ventina di ragazze intente a fissare il campo con interesse. Octavia sbuffò e Clarke capì che erano tutte per Bellamy. Era una cosa strana, non che ci fossero così tante ragazze, ma che fissassero il campo tanto insistentemente. Allora guardò anche lei. Bellamy Blake si mostrava in tutto il suo splendore...senza maglietta. Cazzo.  Octavia sembrò notare lo sguardo di Clarke perché le diede una gomitata nelle costole per farla riprendere. 
-Clarke, Riprenditi!- e si mise a ridere di quella risata cristallina, che Clarke le invidiava. 
-Non pensavo mio fratello ti facesse questo effetto..-
-Ma quale effetto! Non farti i film mentali!-
E così dicendo si sedettero sulle gradinate. Clarke non riusciva a togliere lo sguardo dal maggiore dei Blake. Certo non aveva mai detto fosse brutto, anzi... Ma non lo aveva mai guardato così insistentemente. 'Sarà per il fatto che ha il fisico da urlo' penso Clarke ma si ammonì subito dopo. Era pur sempre Bellamy. Ma ripensandoci non era il suo fisico ciò che la colpiva al tal punto da fissarlo in continuazione,ma il suo sguardo: così concentrato ma anche spensierato, non lo aveva mai visto così. Venne risvegliata dai suoi pensieri dalla campanella. Così si alzò e se ne andò seguita da Octavia. 
Era l'ora di pranzo e le due ragazze si addentrarono nella caffetteria. Individuarono subito Raven e Jasper seduti ad un tavolo e si fiondarono a sedersi con loro.
-Ehilà Bellissime!-
-Ehi J! Dov'è Monty?-
-È andato a prendere il cibo per tutti. Oggi tocca a lui!-
Il tempo di finire la frase che si presentò Monty con tre vassoi stracolmi di cibo. 
-Monty! Sei un Angeloo!- urlò Octavia, prendendo un panino al formaggio.
Iniziarono a pranzare tutti insieme e dopo una quindicina di minuti il maggiore dei Blake si presentò al tavolo.
-Ehi Blake-
-Ehi! Scusate il ritardo,ma mi hanno trattenuto più del dovuto.-
-Non preoccuparti c'è cibo anche per te!-
Quello che gli altri non sapevano era che Bellamy aveva ricevuta un'altra telefonata dallo stesso numero del giorno precedente.
-Allora Monty.. A che ora è la festa?- chiese Raven ingoiando un altro boccone della sua pizza.
-La festa vera e propria inizia alle 21 ma voi ovviamente dovete venire alle 19 per aiutarmi-
-Almeno ci paghi per l'aiuto vero?- ovviamente Bellamy e le sue battute.
-Certo che no,Blake-
-Fantastico, lavoro gratis- e tutti scoppiarono a ridere, di quelle risate che solo il tavolo dei fratelli Blake poteva produrre. 
Finito il pranzo ognuno tornò per la sua strada. 
-Ehi principessa!-
-Blake-
-Volevo chiederti una cosa..- il tono docile di Bellamy stupì Clarke.
-Dimmi-
Il maggiore dei Blake la prese per un braccio e la trascinò in un aula vuota 
-Scusa, non voglio che questo argomento sia di dominio pubblico-
-Dai Blake, spara!-
-Non voglio sembrare inopportuno ma quando è morto tuo...padre..com'è stato?-
Clarke rimase spiazzata dalla domanda eppure non le venne voglia di urlargli contro, anzi nel suo sguardo lesse rispetto e ...tristezza e quindi avrebbe voluto raccontargli tutto.
-Bellamy...-
-Scusa non avrei dovuto chiedertelo-
Mentre fece per andarsene, Clarke lo prese per un braccio e lo fece sedere. Lei si sedette di fronte a lui. 
-È stata dura, davvero tanto. La notte non facevo che vedere il suo volto, e mi mancava,tanto,come l'aria. Ma ne sono uscita, lentamente, mettendoci i miei tempi, ma ce l'ho fatta.-
Lui la guardava, la scrutava, con i suoi occhi neri come la pece. E lei non si intimorì del suo sguardo, però ripensò a suo padre, morto 6 anni e 6 mesi prima in un incidente stradale, e una lacrima solitaria cominciò il suo cammino lungo la sua guancia. Bellamy fece la prima cosa che gli venne in mente. La fece alzare e sedere sulle sue gambe e l'abbracciò, stretta e le fece capire che lui c'era. Nonostante tutto lui c'era per lei,nonostante 99 volte su 100 la prendesse in giro, lui c'era per lei, perché in fondo era affezionato a quella Principessa dalla corazza di ferro e dal cuore di ghiaccio, a quella principessa coraggiosa, che era solo una facciata. E lei ricambiò l'abbraccio come un appiglio per respirare, perché anche se lei sosteneva di odiarlo, non era del tutto vero: nel profondo sapeva di volergli bene e del fatto che le piacessero le sue battutine e il soprannome datole da lui. E sapeva che dietro quella facciata da cazzone e duro c'era un cuore d'oro e un ragazzo fantastico. Lui aveva cresciuto sua sorella fin da piccolo 'mia sorella,mia responsabilità' promise alla madre ed era determinato a mantenerla quella promessa. Così mentre la madre si ammazzava di lavoro per mandare avanti la famiglia perché il padre era scappato, lui curava sua sorella e non godeva dell'infanzia e dell'adolescenza. E quando raggiunta la maggiore età per il maggiore dei Blake, la madre decise di andare a vivere dal nonno dei due ragazzi facendoli mantenere dal nonno, Bellamy iniziò a diventare ancora più protettivo nei confronti di Octavia. Lui avrebbe rischiato tutto per lei. 
Ed eccoli lì, due ragazzi che si abbracciano incuranti di tutto, due ragazzi distrutti dalla vita, ma che insieme possono essere più forti di tutto. 
-Principessa Coraggiosa- un sussurro pronunciato dal giovane Blake,che si perse nell'aula vuota.















Angolo autrice:
La mente malata è tornataaa. Adesso entriamo un po' nel ovvi nella storia e si sviluppano le prime interazioni Bellarkee (i miei bambini). Sto avendo un Sclero perché ho scritto i primi 8 capitoli e ho il blocco dello scrittore, porco il clero. Okay,basta con questi scleri. Ci leggiamo prestoo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Clarke era da almeno tre ore a casa Blake e ancora non aveva deciso cosa mettere per la festa. Raven era sdraiata sul letto di Octavia, mentre quest'ultima scrutava Clarke con attenzione,con l'occhiata definita 'alla Blake' dalla comitiva dei due fratelli. Di scatto Octavia si alzò dal letto e tirò fuori due vestiti: uno bianco e uno rosso. E li stava scrutando con intensità. Intimò a Clarke di prenderli per le grucce e provarli in modo immaginario e la giovane Griffin lo fece. Proprio mentre se li stava 'provando' la porta si aprì per mostrare il maggior dei Blake tutto sudato e trafelato. 
-Scusate il disturbo damigelle,ma alla festa ci devo andare anche io e mi devo cambiare. Ed ecco le tue cuffie O.-
-Grazie Bell!-
Fece per chiudersi la porta alla spalle,quando si riaffacciò sulla soglia.
-Ah e comunque, se volete sapere la mia umile opinione, metterei il vestito bianco principessa- 
E detto questo sparì oltre la soglia.
Dopo l'abbraccio di quella mattina la situazione non era cambiata molto fra i due,se non per il fatto che l'aria fra di loro fosse più piacevole e che lui avesse abbandonato la battute fastidiose per favorire quelle simpatiche. 
Bellamy andò a farsi una doccia fredda e rinfrescante, poi si vestì indossando una camicia bianca dai bordi blu e un pantalone della stessa tonalità di blu. Prese le chiavi della macchina e gridò ad Octavia che stava andando a prendere Murphy e che poi sarebbe andato direttamente alla festa, e inoltre di dire a Monty di non poterlo aiutare nei preparativi per mancanza di tempo. Infatti Murphy abitava davvero molto lontano ma lui si era offerto di andare a prenderlo perché era pur sempre il suo miglior amico. Alle ragazze ci avrebbe pensato Jasper. 
Quando il giovane Jordan arrivò a casa Blake e suonò il campanello le ragazze erano già pronte per andare alla festa e dopo innumerevoli complimenti da parte di Jasper, partirono alla volta di casa Green.
Ci impiegarono un bel po' a sistemare la casa, ma il risultato fu grandioso. 
Monty si preparò a ricevere gli invitati (tutta la scuola) aprendo la porta della villetta stile Hollywood,mentre gli altri iniziavano a bere qualcosa. In pochi minuti la casa era piena di gente, ma la giovane Griffin cercava una persona in particolare, due occhi neri come la pece che da quella mattina non l'avevano abbandonata. 
Mentre ballava con Raven e Octavia , sentì due mani sui fianchi e, proprio mentre stava per tirare uno schiaffo a chiunque la stesse toccando, sentì una voce che le parlava all'orecchio.
-Hai messo il vestito che ti ho detto io- 
-Bellamy...- e si girò per guardarlo negli occhi,trovandolo con il suo solito sorriso sghembo piantato in faccia.
-Sarai anche un cretino egocentrico ma hai buon gusto in fatto di vestiti-
Lui si avvicinò ancora di più all'orecchio di lei
-Grazie per il cretino egocentrico,principessa-
Ballarono per un po' e Clarke poteva sentire gli occhi di tutte le ragazze della festa bruciare sulla sua pelle. Ma a lei importava poco,perché Bellamy era con lei che stava ballando e lei si stava davvero divertendo con lui. 
Dopo un po' le si avvicinò di nuovo all'orecchio (d'altronde era l'unica maniera per comunicare con quella musica così alta) 
-Devo andare,mi chiamano. Ci vediamo fra un po'-
E la lasciò li imbambolata. Da quando il loro rapporto era diventato così..così bello? Non lo sapeva neanche, ma le piaceva questa sensazione. 
La musica nel frattempo si fermò e Raven e Octavia si avvicinarono a Clarke.
-Ragazzi,grazie per essere venuti qui a casa Green, per questa fantastica festa! Adesso abbiamo un po' di musica live e dopo torneremo a scatenarci!-
Era un ragazzo bassino e dagli occhi sporgenti che stava parlando, ma Clarke non sapeva chi fosse.
-Ecco a voi gli Sparkle!-
Dal punto in cui si trovavano le ragazze riuscivano a distinguere i diversi ragazzi che componevano la band: il batterista Jasper, il tastierista Monty, il bassista Miller, uno dei chitarristi era Atom mentre l'altro ancora doveva arrivare e sembrava fosse anche il frontman. Ed ecco che apparve Bellamy Blake sul palco insieme agli altri,prese la chitarra poggiata vicino al microfono e iniziò ad intonare una melodia che conoscevano tutti:

I'm waking up to ash and dust
I wipe my brow, and I sweat my rust
I'm breathing in the chemicals
 
I'm breaking in and shaping up
Then checking out on the prison bus
This is it, the apocalypse
Whoa
 
I'm waking up
I feel it in my bones
Enough to make my system blow
Welcome to the new age, to the new age
Welcome to the new age, to the new age
 
Whoa-oh-oh-oh-oh
Whoa-oh-oh-oh
I'm radioactive, radioactive
 
Whoa-oh-oh-oh-oh
Whoa-oh-oh-oh
I'm radioactive, radioactive

La sua voce era calma e rassicurante e Carke si rilassò e si lasciò trasportare dalla musica 
 
I raise my flag, and dye my clothes
It's a revolution, I suppose
We're painted red to fit right in
Whoa
 
I'm breaking in and shaping up
Then checking out on the prison bus
This is it, the apocalypse
Whoa
 
I'm waking up
I feel it in my bones
Enough to make my system blow
Welcome to the new age, to the new age
Welcome to the new age, to the new age
 
Whoa-oh-oh-oh-oh
Whoa-oh-oh-oh
I'm radioactive, radioactive
 
Whoa-oh-oh-oh-oh
Whoa-oh-oh-oh
I'm radioactive, radioactive
 
All systems go
The sun hasn't died
Deep in my bones
Straight from inside
 
I'm waking up
I feel it in my bones
Enough to make my system blow
Welcome to the new age, to the new age
Welcome to the new age, to the new age
 
Whoa-oh-oh-oh-oh
Whoa-oh-oh-oh
I'm radioactive, radioactive
 
Whoa-oh-oh-oh-oh
Whoa-oh-oh-oh
I'm radioactive, radioactive

 Tutti applaudirono e i ragazzi sul palco fecero un inchino davanti al pubblico. Clarke vide Bellamy felice e per la seconda volta in quella giornata lo vide per davvero. 
La serata continuò e Clarke cercò Bellamy per la sala ma non lo trovò. Così uscì fuori e lo vide seduto su uno dei divanetti bianchi nel giardino di casa Green mentre sorseggiava una birra. Clarke arrivò da dietro e gliela sfilò dalle mani prendendone una lunga sorsata.
-Non sapevo cantassi così bene-
Bellamy riprese la birra dalle sue mani e ne prese un sorso.
-Me la cavo-
-Ancora non ti ho chiesto il perché della domanda di questa mattina-
-Non c'è un vero perché. Forse vorrei solo abituarmi nel caso dovesse succedere anche a me- 
-Non ci si prepara mai a questo genere di cose-
-lo so-
Clarke riprese la birra,ne prese un sorso ancora più lungo e gliela ridiede. Si sedette vicino a lui e poggiò la testa sopra la sua spalla. Poco dopo si addormentò,Bellamy la prese in braccio, la mise in macchina e inviò un messaggio a Monty di tenere d'occhio Octavia e Raven (Monty era l'unico astemio e Bellamy si fidava di lui). Bellamy portò la giovane Griffin a casa sua usando le chiavi della ragazza per aprire la porta.Abby lo conosceva da abbastanza tempo che anche se lo avesse beccato con Clarke tra le braccia addormentata lo avrebbe ringraziato per averla portata a casa,perché anche se lui e Clarke in teoria non si sopportavano,Abby sapeva che lui l'avrebbe sempre protetta. Comunque cercò di fare meno rumore possibile la portò in camera sua e l'adagiò sul letto. Le rimbocco le coperte e le lasciò un lieve bacio sulla fronte. Poi lasciò casa Griffin per andare a recuperare sua sorella a casa Green. Durante il tragitto non faceva che chiedersi che diavolo gli stesse accadendo e che effetto gli stesse facendo Clarke Griffin. Lui non poteva innamorarsi, perché lui sapeva ne sarebbe uscito sempre col cuore spezzato. Cancellò questi pensieri dalla sua mente e mise in moto la macchina









Angolo mente malata:
Ragazzi belli, sono una malata mentale e questi capitoli stanno leggermente iniziando a darci gioie,ma vi assicuro che fra un po' arriveranno le vere gioie perché noi Del Bellarke Fandom non ne abbiamo mai e quindi voglio avere almenounagioia nella mia fanfiction! Ho talmente tante idee che mi frullano in testa che non potete immaginare!
 
Momento di calma (apparente):
Ringrazio chi ha inserito la storia fra le seguite,chi recensisce o chi ha solamente letto. 
La canzone del capitolo è Radioactive degli Imagine Dragons (ovviamente presa dalla 1x01 e la 3x13 di the 100) 
Ci leggiamo presto!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Come previsto da Octavia e dal resto della scuola, la partita venne vinta dai Giants soprattutto grazie al maggiore dei Blake. La festa che seguì la vittoria fu chiassosa, ma divertente e anche questa volta gli Sparkle si esibirono,sulle note di Stitches di Shawn Mendes. La serata proseguì tranquilla (se così si possa definire una festa di liceali) per tutti tranne che per la giovane Griffin. Clarke non faceva che cercare con lo sguardo Bellamy, per poi trovarlo a parlare con qualche ragazza che gli sbavava dietro e a cui lui non dava molta importanza, ma che alla giovane Griffin provocava una fitta vicino al cuore, ma non capiva cosa fosse. 
Gelosa? Le suggeriva una voce nella testa, che lei scacciava immediatamente. Non poteva pensare a Bellamy in quel modo, lei non lo sopportava. Almeno si convinceva del fatto che continuava a odiarlo,mentre in realtà la sua concezione verso il maggiore dei Blake era cambiata. 
La serata passò fra balli e battute, e Bellamy non riusciva ad avvicinarsi alla principessa perché era sempre fermato da qualcuno. Riuscì a trovarla a fine serata, quando tutti stavano andando a casa mezzi ubriachi e storditi dalla musica. 
-Principessa!-
-Ehi Bellamy! Finalmente ti fai vedere-
Bellamy si passò una mano dietro la nuca,abbastanza imbarazzato. Solo lei lo faceva sentire così col suo sguardo azzurro come il cielo.
-Si,purtroppo non facevano altro che fermarmi. Allora... Ti posso riaccompagnare a casa?-
Clarke si guardò intorno cercando con lo sguardo Octavia e Raven. Le trovò intente a salire in macchina di Jasper. Probabilmente l'avevano vista parlare con Bellamy e avevano intuito che sarebbe stato lui ad accompagnarla a casa.
-Certo-
Bellamy fermò la macchina davanti casa Griffin, spegnendo il motore. 
-Grazie. Non solo per il passaggio,anche perché quella mattina mi è servita a liberarmi da un peso. Quando mi hai abbracciato ho capito che di te potevo fidarmi. Sei stato l'unico a chiedermi come è stato subire una perdita del genere. Sei stato il primo ad accogliere le mie lacrime in silenzio senza darmi false speranze e il primo a vedere la tragedia attraverso i miei occhi e non tramite quelli di un estraneo-
Bellamy rimase spiazzato da quella confessione,poi Clarke gli diede un bacio sulla guancia e scese dalla macchina, sparendo nel giardino di casa Griffin. Bellamy rimase in macchina fuori da quella casa ancora per qualche minuto, ad osservare la porta dove la chioma bionda di Clarke era sparita poco prima. Poi,scuotendo la testa, mise in moto e si diresse verso casa Blake.

                  *        *       *
-Bellamy...-
-Ehi principessa, sei stupenda questa sera-
-Wow! Bellamy Blake che mi fa un complimento-
-Beh non ho mai detto fossi brutta, anzi sei stupenda-
Clarke guardò Bellamy con una faccia confusa. Erano in discoteca e c'era tantissima gente, eppure per lei era come se ci fossero solo loro. Lui si stava avvicinando molto lentamente fino a posarle le mani sui fianchi. Lei invece posò le sue mani sulle sue spalle. Il maggiore dei Blake si avvicinava sempre di più alla giovane Griffin. I nasi ormai che si sfioravano. Clarke sapeva cosa stava per succedere,ma invece di tirarsi indietro era lei che lo stava avvicinando sempre di più alla sua faccia. Sentiva il respiro di Bellamy sulle sue labbra...
Clarke si svegliò da quel sogno per colpa della sveglia. Era davvero molto confusa. Che davvero stesse iniziando a provare qualcosa per Bellamy? No era impossibile. 
E che mi dici del sogno? Quella dannata vocina tornava nella sue mente insistentemente. Decise di alzarsi e di cancellare quel sogno dalla sua mente. 
Si avviò verso la scuola con le cuffie nelle orecchie ascoltando Into You di Ariana Grande. Quella mattina aveva voglia di camminare e inoltre aveva una strana sensazione. 

Bellamy si svegliò alle 5 di mattina a causa della suoneria del suo cellulare. Sperò vivamente di non aver svegliato Octavia  e rispose velocemente al cellulare, maledicendo chiunque fosse a quell'ora e non leggendo neanche il nome sul display. 
-Pronto?-
-Bellamy...-
-Nonno? Che diavolo succede?-
Bellamy era davvero preoccupato adesso.
-Bellamy ti conviene venire subito qui all'ospedale. Tua madre sta peggiorando drasticamente.-
Aveva la voce rotta dal pianto. Bellamy si stava già infilando la maglietta mentre parlava con lui e cercava di tranquillizzarlo. Ma come avrebbe potuto? 
Avevano scoperto del tumore della madre circa un anno e mezzo prima. Ovviamente non avevano detto niente ad Octavia, ma prima o poi l'avrebbe dovuto scoprire. Quindi per evitare che la minore dei Blake lo scoprisse vedendola soffrire, Aurora Blake aveva deciso di andare a vivere dal padre chiedendo a quest'ultimo di mantenere i figli. Avevano detto ad Octavia che voleva staccare un po' dal lavoro perché si sentiva stanca e l'aveva lasciata nelle mani di Bellamy che sapeva invece la pura verità: stava morendo. Aurora Blake e suo padre non avevano mai avuto un buon rapporto, ma lui cercava sempre di aiutarla essendo molto ricco perché era pur sempre sua figlia. Il problema era che lei non voleva aiutata e lo allontanava bruscamente. Purtroppo la necessità si era fatta sentire e lei era stata costretta ad accogliere il suo aiuto. 
Bellamy scrisse un biglietto ad Octavia, dicendole che era stato chiamato dalla madre per un problema di salute del nonno (niente di grave) e che sarebbe tornato la sera tardi, inoltre le lasciò dei soldi e le disse di invitare le sue amiche a farle compagnia. Detto questo prese la giacca e le chiavi della macchina e uscì di casa. 
Octavia si svegliò in ritardo come al solito e letto il biglietto chiamò subito Jasper per venirla a prendere. Arrivarono con qualche minuto di ritardo ma niente di eccessivamente alla Blake. Quella mattina non aveva lezioni in comune nè con Raven nè con Clarke, e si annoiò davvero tanto.
Le incontrò all'ora di pranzo in caffetteria,al loro solito tavolo. 
Clarke appena vide Octavia l'abbracciò e subito dopo arrivarono Monty e Jasper con i vassoi stracolmi come al solito.
-Allora O. Dov'è Blake Senior?-
-Credo sia di nostra madre,J. Stamattina è uscito molto presto lasciandomi un biglietto. A tal proposito...-
Octavia si voltò verso le sue due amiche.
-Stasera venite da me per un pigiama party?-
-Si certo!-
-Perché no-
Clarke stava pensando ancora a Bellamy e al suo comportamento strano. Sperò vivamente non fosse niente di grave. 


Erano le 21 e Octavia stava scegliendo un film da vedere mentre Raven era al telefono che ordinava le pizze. 
-Ragazze,ci sono! Che ne dite di 'Le Pagine della Nostra Vita'-
-Stai scherzando Octavia? Non voglio deprimermi-
-Ha ragione Raven. Vediamo qualcosa di avventuroso.-
-D'accordo.- disse sbuffando Octavia.
-Che ne dite di... Divergent?-
Le altre due ragazze annuirono.
-Con Theo James è tutto più bello!-
Raven e Clarke scoppiarono a ridere,ma annuirono. 
Mentre Clarke metteva il film, suonò il campanello e Raven andò a prendere le pizze, pagando con i soldi lasciati da Bellamy. Octavia ne approfittò per chiamare il fratello.
-Ehi Bell!-
-Ehi..-
-Tutto bene? Come sta il nonno?-
-Bene..-
-Ehi sicuro vada tutto Bene?-
-Si.. Scusa ora devo andare.- 
E attaccò. Non voleva farsi sentire debole dalla sua sorellina. 
Octavia d'altra parte restò interdetta. Che diavolo stava succedendo?
-Ehi O. Vieni inizia-
-Si arrivo-
-Tutto bene?- 
-Si..credo.-
-Credi?-
Octavia non rispose a Clarke perché iniziò il film e tutte e tre le ragazze iniziarono a fissare lo schermo.



Era l'una passata quando Bellamy rientrò a casa. Era distrutto. La madre aveva passato una giornata agonizzando e peggiorando velocemente fino a quando un'ora prima non ne era stato dichiarato il decesso. Il maggiore dei Blake non aveva fatto niente. Aveva preso la giacca e se ne era andato sbattendo la porta. Era entrato in macchina ed era partito. Aveva girovagato per almeno mezz'ora e per la prima volta in vita sua aveva pianto come non mai. Adesso a lui toccava la parte più difficile: dirlo a sua sorella, che lo avrebbe odiato per non averle detto niente rispettando il desiderio della loro madre. Si sarebbe fatto odiare da lei pur di non fare odiare la madre. 
Entrò in casa senza fare rumore e si accasciò sul divano prendendosi il volto fra le mani. Stava ancora piangendo e non avrebbe parlato con Octavia fino a quando non si sarebbe calmato. Sentì dei passi dietro di sè e si asciugò le lacrime velocemente con il dorso della mano. Alzò lo sguardo incontrando gli occhi azzurri di Clarke. Lei gli si avvicinò lentamente e silenziosamente. Si sedette vicino a lui e lo abbracciò. Non sapeva cosa era successo, ma sapeva che aveva bisogno di lei in quel momento. Lui poggiò il capo nell'incavo del suo collo e pianse tutte le sue lacrime. 
-È..morta-
-Shh..-
-Non ho potuto fare niente e lei è morta,mia madre se n'è andata.-
Clarke rimase spiazzata. Era morta la madre di Bellamy e Octavia.
Lui alzò la testa e la fissava con gli occhi arrossati. 
-Era malata. Aveva un tumore da un anno e mezzo. E io non l'ho detto ad Octavia per non farla soffrire anche se era inevitabile.-
-Non eri obbligato..-
-Volevo dirtelo.-
Lei si era confessata a lui, ora toccava a lui confessarsi a lei.
-Mi..-
-Non lo dire. Il mi dispiace è superfluo. Tu non c'entri niente.-
Lei allora lo abbracciò di nuovo, ancora più forte di prima e lui parve respirare di nuovo.
Restarono così per un bel po', quando lui si fece coraggio e si alzò per andare a parlare con Octavia. Le lasciò un bacio bagnato sulla guancia e si avviò al piano superiore. 
Le cose che Clarke si ricorderà di quella sera,saranno le lacrime di Octavia sul pigiama suo e su quello di Raven e Bellamy che spariva oltre la soglia di casa Blake.










Angolo mente malata: 
Allora ragazzetti, come promesso ecco a voi il nuovo capitolo! L'ispirazione non si ferma e non vedo l'ora che leggiate tutti i capitoli che ho scritto. Questo è uno dei capitoli più lunghi,anche se ne ho scritti anche di più lunghi (scusate la ripetizione). Come sempre ringrazio chi segue la storia, chi recensisce e chi legge soltanto. Ci leggiamo prestissimo!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Angolo mente malata:
Oggi parto con l'angolo autrice perché si. Scherzoo! Questo capitolo devo ammettere che è il mio preferito,quello a cui ho dedicato più tempo e quello che darà la svolta alla storia. E non riesco a fermarmi dallo scrivere e oggi pubblicherò diversi capitoli.
Grazie come sempre a chi segue la serie o l'ha iniziata, chi l'ha messa tra le preferite e le seguite, chi recensisce o chi solamente legge! 












Il mese seguente alla morte di Aurora Blake fu duro e doloroso. Il funerale e l'affrontare tutto era davvero terribile. I fratelli Blake non si videro in giro per tutto il mese. Octavia oltre al dolore veniva accompagnata dalla rabbia verso il fratello,che sfumò nel momento in cui scoprì che lo aveva fatto per volere della madre. Entrambi superarono il dolore insieme e con i loro tempi, ma ritornarono in loro grazie al bene che provavano l'uno per l'altra e grazie al loro bellissimo rapporto che dopo questa esperienza si rafforzò. Clarke e Raven non lasciarono Octavia mai e quando videro i primi segni di ripresa si sentirono sollevate. Clarke però era tormentata dall'immagine del maggiore dei Blake che dopo quello che era successo,la stava ignorando deliberatamente. Il problema era che lui non sapeva come comportarsi. Le aveva aperto la sua anima e adesso si sentiva a disagio con lei. E questo alla giovane Griffin non andava a genio. Così, a una settimana dal ritorno a scuola dei Blake, quella mattina di Dicembre, Clarke voleva scovare il maggiore dei Blake e costringerlo a parlarle. 
Lo individuò al suo armadietto dopo un po' e subito corse a parlargli. 
-Blake!-
-Griffin- e chiuse l'armadietto con un tonfo sordo
-La vuoi smettere di ignorarmi? Si può sapere che ti ho fatto? Ho fatto di tutto per starti vicino e tu mi ignori. So che non è un momento facile ma almeno abbi la decenza di dirmi il perché!-
-Non ti sto ignorando è solo che..-
Il suono della campanella interruppe il discorso e Bellamy ne approfittò per svignarsela. Non sapeva neanche perché si stesse comportando così. Anzi, lo sapeva fin troppo bene: stava iniziando a provare sentimenti forti per quella ragazza,ma voleva evitare di farli sviluppare in qualcosa dove ne sarebbe rimasta scottato. Si avviò verso la sua classe pieno di pensieri.


Era l'ora di pranzo e Raven,Clarke,Monty e Jasper erano seduti al solito tavolo nella caffetteria della scuola quando intravidero Octavia andare verso il tavolo trascinandosi suo fratello dietro. 
-Ragazzi!-
-Ehi O. Che succede?-
Octavia fece sedere suo fratello di forza e poggiò il suo tablet sul tavolo.
-Noi. Questa baita. Per le vacanze di Natale.-
Il suo tono era deciso e non ammetteva repliche.
Tutti si limitarono ad annuire.
-Fantastico!-
Poi si rivolse a Bellamy,Jasper e Monty
-Chiamate Murphy,Miller,Monroe,Atom e Harper. Chiaro?-
-Si.-
-Perfetto! Si parte tra due giorni!-
-Ma...-
-E NON AMMETTO REPLICHE-
Tutti si zittirono e annuirono.
'Certo che tutti hanno bisogno di un Octavia Blake nel proprio gruppo' pensarono tutti.




Il giorno della partenza arrivò e tutti erano emozionati all'idea di passare le vacanze con i propri amici anziché con noiosi familiari. Clarke sapeva che sua madre sarebbe andata dai nonni con il suo nuovo compagno Marcus Kane,che Clarke aveva già accettato in famiglia perché tutti devono andare avanti prima o poi. E poi Marcus era davvero un gran uomo che amava davvero sua madre e che provava un gran affetto nei confronti della giovane Griffin. Sentì un clacson provenire fuori dalla casa e si precipitò fuori con la valigia blu che le regalò la madre al suo quindicesimo compleanno. Ad aspettarla fuori c'era Jasper con la sua Jeep verde militare, e con lui c'erano praticamente tutti tranne Miller,Atom e Bellamy che erano andati a prendere Murphy. Monty caricò la valigia di Clarke in macchina e poi partirono tutti alla volta della baita in montagna.


-Finalmente siamo arrivati!-
-Già,ce n'è voluto di tempo-
Appena arrivati,Octavia prese il cellulare per chiamare Bellamy e sapere se stessero arrivando. Giusto il tempo di prendere il telefono che arrivò la Mercedes blu scuro di Bellamy e lo videro scendere insieme agli altri. Clarke pensò al fatto che non parlavano dalla mattina della 'discussione' e quando lo vide avvicinarsi non sapeva come comportarsi. Lui salutò tutti e Octavia gli ordinò di scendere tutti i bagagli insieme agli altri ragazzi. Lui sbuffò ma chiamò gli altri per farsi aiutare. Clarke si sentiva abbastanza arrabbiata con Bellamy,e non sapeva neanche perché. Poteva ignorarla quanto voleva, insomma, non stavano mica insieme! Però le dava fastidio e non poco. Comunque lei,Octavia,Raven,Harper e Monroe entrarono nella baita e rimasero piacevolmente colpite. I ragazzi erano dietro di loro con le valigia e Clarke poteva giurare di avere dietro di sè Bellamy. Sentiva i suoi occhi bruciarle sulla pelle. Le stanze erano già state suddivise: c'erano quattro stanze da due e una da tre. Nella prima camera andarono Raven,Octavia e Clarke;nella seconda Monroe e Harper;nella terza Bellamy e Murphy; nella quarta Atom e Miller e nella quinta Jasper e Monty. Ognuno portò la propria valigia nella sua stanza e tutti si andarono a preparare per uscire. I ragazzi erano già pronti dopo mezz'ora ed erano tutti in salotto a bere birra. Le ragazze scesero le scale con estrema eleganza,tutte vestite meravigliosamente. Bellamy scrutò con attenzione l'entrata delle ragazze e appena vide la principessa, il cuore gli si fermò. Indossava un abito azzurro fino al ginocchio che le fasciava perfettamente le forme. Era meravigliosa. Sentì una fitta di gelosia notando lo sguardo che gli altri le stavano rivolgendo. Aspetta..gelosia? Quando aveva formulato quel pensiero? 
Ignorò ciò che aveva pensato e prese la sua giacca di pelle nera. Clarke lo notò subito quando scese le scale. Era bellissimo. Camicia nera e jeans. Lui la stava scrutando e lei poté notare con soddisfazione che aveva la bocca aperta. E inoltre notò lo sguardo fulminante rivolto agli altri ragazzi che la stavano guardando. Che fosse geloso?



Uscirono insieme e Clarke continuava a sentire gli occhi di Bellamy addosso. Le mancavano un po' le sue battutine,anzi le mancava il rapporto quasi comico che avevano. Clarke comunque stava morendo di freddo e si maledì per aver seguito i consigli delle sue amiche di mettere quel vestito perché 'lascerai Bellamy senza parole'. Non sapeva neanche perché lo avesse seguito se non voleva fare colpo su di lui. Almeno credeva di non volerlo fare. 'Eppure il vestito te lo sei messo e ti è piaciuto lasciarlo senza parole' quella dannata vocina tornava sempre e la cosa fastidiosa era che aveva ragione. Bellamy notò Clarke rabbrividire e le si avvicinò. 
-Ehi, hai freddo?-
Clarke sobbalzò. Non pensava le avrebbe rivolto la parola.
-Si,un po'-
Allora il maggiore dei Blake si tolse la sua giacca di pelle per posargliela sulle spalle.
-A te non farà freddo? Non posso accettare!-
-Noi Blake abbiamo il sangue caldo-
Disse battendosi la mano sul petto con fare orgoglioso. Ciò lasciò sfuggire a Clarke una risata lieve che il giovane Blake notò subito.
-Almeno ti faccio ridere di nuovo-
-Ehi! Sei tu quello che mi ignora-
-Io non ti sto ignorando-
-Invece è quello che stai facendo-
-Lasciami spiegare-
Ma un'altro brivido di Clarke interruppe la conversazione e la giovane Griffin sembrava non sentirsi affatto bene. 
-Ehi Clarke? Stai bene?-
-Non molto. Credo di avere la febbre-
-Ti riporto a casa.-
Bellamy avvertì i ragazzi delle condizioni di Clarke ma gli disse di continuare la passeggiata e che a lei ci avrebbe pensato lui. 
La riportò a casa, l'adagiò sul suo letto (almeno credeva fosse il suo) e le misurò la febbre. 40º. 'Grandioso' pensò. 
-Sai non ho mai avuto la febbre così alta. Credo posso iniziare a delirare- e questa affermazione fu seguita da una risata isterica. Bellamy non l'ascoltò e andò a prendere un panno umido da metterle in fronte e una medicina con un po' d'acqua da darle per fare scendere la febbre. Lei prese la medicina e si lasciò mettere il panno in fronte. 
-Prima o poi mi dirai perché mi stai ignorando?-
-Come vedi non lo sto facendo-
-È perché mi odi? Pensavo non ci odiassimo più. Mi manchi idiota. Credo che tu mi piaccia seriamente.-
Bellamy era confuso: le piaceva?
-Stai delirando-
-Non sono mai stata più seria di così. Ora dimmi che diavolo ti ho fatto-
-Tu non hai fatto niente Principessa. Solo che ti ho lasciato entrare nella mia anima e davanti a te sono troppo vulnerabile. Tu mi piaci, Clarke. Ma non voglio soffrire più. Tutte le persone che amo se ne vanno e io rimango col cuore spezzato. Mi rimane solo Octavia...-
-E io. Io non ti spezzerò il cuore e anche se ora sto delirando, mi sembra di essere più seria che mai!- e scoppiò a ridere. 
Lui fece per lasciarla riposare, ma lei lo prese prontamente per il braccio.
-Tu mi piaci veramente, Bell.-
E si alzò lentamente per averlo di fronte, gli prese il viso fra le mani e lo baciò lentamente. Lui ricambiò il bacio subito ma poi si ricordò del fatto che avesse la febbre e si staccò controvoglia da quelle labbra che per troppo tempo aveva voluto assaggiare. La fece coricare e lei si addormentò quasi subito.
Lui uscì dalla porta e sospirò. Di certo non si aspettava un primo bacio così con la principessa, ma promise a sé stesso che ce ne sarebbe stato un'altro di primo bacio,stavolta perfetto. Sperando che la principessa non si pentisse del primo. E sperando di avere abbastanza coraggio di affrontarla l'indomani. Con questi pensieri si avviò nella sua stanza per andare a riposare,sempre riuscendoci.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-COSA HAI FATTO?- urlarono Raven e Octavia all'unisono.
-Ragazze non urlate per favore- per sfortuna di Clarke quella mattina si era svegliata senza febbre,ma ricordava tutto quello che era successo la sera precedente,compreso il bacio e i loro discorsi. Sì perché il fatto che stesse delirando non le aveva permesso di dimenticare come magari avrebbe potuto fare una sbronza. Adesso fra lei e Bellamy ci sarebbe stato sicuramente imbarazzo e chissà lui cosa pensava di lei adesso. Magari con quel bacio aveva rovinato tutto. Il problema era che lei lo voleva e appena la sua parte razionale di cervello si era spenta,il suo subconscio aveva svelato le sue emozioni e i suoi desideri,tra cui quello che provava per il maggiore dei Blake. Però le sembrava che anche il ragazzo avesse ricambiato il bacio e poi ricordava le cose che le aveva detto,compreso quel 'tu mi piaci,Clarke' e poi le aveva rivelato le sue paure. Forse adesso che le sapeva aveva una barriera in meno da abbattere e poteva comprenderlo meglio. Il fatto che non si attaccasse emotivamente a nessuna ragazza era perché aveva paura di farsi del male. Ma lei non gli avrebbe fatto mai del male, lui era entrato nel suo cuore come un uragano e aveva reclamato quel posto fino a quando lei non avesse accettato il fatto che non poteva farci niente. Lei avrebbe fatto di tutto per non farlo soffrire, soprattuto conoscendo le sue paure. Clarke Griffin si era irrimediabilmente innamorata di Bellamy Blake. 
-Wow Clarke finalmente avete fatto qualche passo avanti voi due-
-Non credo sia così semplice-
-Perché siete voi a renderla complicata-
-Ragazze la questione è molto più seria di quanto crediate... Credo di essermi innamorata di lui-
-Ah l'amour..-
-Clarke.. Ma è fantasticoo-
-Ragazze..-
-E chi se l'ho aspettava-
-Questa è una delle cose che non avrei mai immaginato di vedere nella mia esistenza-
-Smettetelaa-







Intanto dall'altra parte della casa.
-L'hai baciata?-
-Mi ha baciato-
-E tu hai risposto?-
-Ovvio-
Bellamy si era svegliato e aveva raccontato tutto a Murphy. Si sentiva confuso. Aveva rivelato ad una Clarke delirante le sue paure, perché alla Clarke lucida non sarebbe mai stato capace di farlo. Le aveva rivelato i suoi sentimenti nei suoi confronti e si stava rendendo conto che per la prima volta in vita sua si stava legando a qualcuno che non fosse un Blake. Non voleva soffrire, per questo non si legava a nessuno.
-Devi smetterla di avere paura amico! Devi iniziare a vivere la vita senza timori. Se lei ti piace devi farti avanti e smetterla di rimuginarci sopra. Soffrirai di più così. È la prima volta che ti vedo così con qualcuno,non buttare l'opportunità di essere felice!
-La cosa è molto più complicata di quanto sembra..-
Sì perché se Bellamy non era mai stato così con nessuna era perché non era mai stato innamorato. Bellamy Blake si era innamorato di Clarke Griffin.
-Credo di essere innamorato di lei-
-Alleluia! Finalmente lo ammetti!-
-Grazie amico-
-Figurati, ma mica è finita qua!-
-Che intendi?-
-Ora tu vai a parlarle!-
-Scherzi vero? Troppo imbarazzante!-
-Quindi tu vorresti ignorarla adesso?-
-Per un po' di tempo..-
-Ma non dire cazzate! Se non le vai a parlare lo faccio io per te!-






-Ora vai a parlargli e chiarite la situazione!-
Clarke sputò l'acqua che aveva in bocca
-Cosa? Sei impazzita O.?-
-No! Devi andare a parlargli! Altrimenti che vuoi fare? Lo vuoi ignorare per sempre?-
-Solo per un po'..-
-Spero tu stia scherzando! Se non ci parli tu vado io e lo faccio per te!-
Detto questo Octavia e Raven la spinsero verso la porta e l'aprirono per ritrovarsi il diretto interessato davanti sul procinto di bussare.
-Ehi!- Bellamy si mise una mano dietro alla nuca con fare imbarazzato.
Octavia chiuse la porta della stanza per lasciarli parlare.
-Ciao Bellamy!-
-Ehm...come stai? La febbre è passata?-
-Si.. Tu? Come stai?-
-Bene!-
L'imbarazzo era palpabile.
-Senti..- iniziarono entrambi.
-Ehi, 'MisterMuscolo' vieni ad aiutarci a sistemare il falò per stasera o dobbiamo fare tutto noi?-
Si sentì la voce di Miller provenire dal piano di sotto.
-Devo andare..-
-Si sì, vai..-
Bellamy fece un cenno con la mano e sparì al piano di sotto mentre Clarke sospirò e si appoggiò alla porta.




-Dai Jordan,muovi il culo e sposta quel tronco-
-Stai scherzando? Servono almeno tre persone per spostare quel tronco!-
-Che razza di scansafatiche! Vai tu Blake!-
-Adesso mi usate come mulo da carico? Jordan muoviti e vieni con me così ti fai anche un po' di muscoli!-
-D'accordo..-
Così il giovane Jordan e il maggiore dei Blake si avviarono a prendere il tronco destinato alla seduta dei ragazzi.
-Così, tu e Clarke...-
-Meno parlare,più lavorare-
Presero il tronco e lo portarono dagli altri. Arrivati a destinazione trovarono Murphy e Atom intenti ad accatastare la legna per il fuoco in modo che non si bagnasse per la neve. Tutto questo perché la minore dei Blake aveva avuto la brillante idea di fare un falò sulla neve perché era un'idea geniale a suo parere. Bellamy si mise ad aiutare i due ragazzi nell'impresa impossibile.






-Dai ragazzi,passate quei cazzo di marshmallow-
-Tu piuttosto passa un bastoncino per infilzarlo-
-Ma possibile dobbiate sempre litigare!- 
-Si! Voglio i miei cazzo di marshmallow-
-Jasper ma vuoi sempre mangiare?-
-Si cazzo!-
Tutti scoppiarono a ridere vedendo Jasper infilare la mano nel sacchetto dei dolci gommosi e prenderne una quantità infinita.
Clarke lo fissava incredula,ma poi riprese a cercare il maggiore dei Blake con lo sguardo. Quando le ragazze erano arrivate al luogo del falò, lui già non c'era e questo le dava molto fastidio. Dovevano finire un discorso loro due!
-Ehi Clarke, puoi anche smetterla di cercare Blake. Sta arrivando-
Raven le fece un cenno con la testa ad indicarle un punto in lontananza dal quale si stava avvicinando una figura. Bellamy aveva in mano la chitarra. 
-Ecco dov'era finito!- urlò Murphy.
-Scusate,ma una persona- disse indicando visibilmente sua sorella -aveva messo la chitarra nella stanza sbagliata e ho passato tutto il tempo a cercarla!- 
Tutti scoppiarono a ridere mentre Bellamy si lasciava cadere sul tronco vicino al suo migliore amico. 
-Almeno l'hai trovata alla fine. Di certo il suono della tua chitarra sarà più piacevole di Jasper che mastica una quantità infinita di marshmallow!-
Tutti risero alla battuta di Murphy mentre Bellamy posizionava la chitarra in modo da poterla suonare.
-Mi fa piacere ti piaccia la mia musica.- 
-Si fa quello che si deve per sopravvivere-
Clarke non faceva altro che fissare Bellamy, in ogni sua movenza e in ogni sua battuta. Quanto le era mancato? Troppo. I loro sguardi si incrociarono per una frazione di secondo e quello di Bellamy era intenso e profondo. Poi lo distolse e cominciò a intonare la canzone ormai identificata come 'canzone del gruppo' che tutti sapevano e amavano e che volevano cantare tutti insieme.



I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t
I been looking at the stars tonight And I think oh, how I miss that bright sun I’ll be a dreamer ‘til the day I die But they say oh, how the good die young But we’re all strange And maybe we don’t wanna change 
 
Tutti iniziarono a cantare, perché erano giovani e vivi, e amavano quella canzone.

I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go But the gun still rattles The gun still rattles, oh I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go
I spent a lot of nights on the run And I think oh, like I’m lost and can’t be found I’m just waiting for my day to come And I think oh, I don’t wanna let you down Cause something inside has changed And maybe we don’t wanna stay the same
I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go But the gun still rattles The gun still rattles, oh But the gun still rattles The gun still rattles, oh
And I don’t want a never ending life I just want to be alive while I’m here And I don’t want a never ending life I just want to be alive while I’m here And I don’t want to see another night Lost inside a lonely life while I’m here
I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go I got guns in my head and they won’t go Spirits in my head and they won’t go But the gun still rattles The gun still rattles, oh But the gun still rattles The gun still rattles, oh


La canzone finì e tutti iniziarono ad applaudire. 
-Facciamo il bis per favoree-
-Octavia,non credo sia un così bel spettacolo.-
Tutti risero alla battuta del maggiore dei Blake. 
La serata passò così, tra risate e battute mirate ad insultare qualcuno che rispondeva a tono senza problemi. Gli unici che non ebbero interazioni furono Bellamy e Clarke, complice l'imbarazzo per la sera precedente.



In tarda nottata tutti stavano rientrando nella baita,ma i fratelli Blake,invece,andarono a sedersi su uno dei divanetti del portico,lui ancora con la chitarra e lei che lo pregava di suonarle qualcosa. In quei momenti Bellamy sembrava rivedere la piccola Octavia che gli chiedeva di prenderla sulla spalle.
Mentre stava intonando qualcosa, il cellulare del maggiore dei due cominciò a squillare. Lui lo prese e dopo aver visto il nome sul display,mise il vivavoce.
-Ehi nonno- dissero in coro i due.
-Ragazzi! So che da voi sarà tardi,ma da quando ci siamo trasferiti, il fuso orario mi confonde.-
I due fecero una lieve risata.
-Comunque vi ho chiamati per informarvi che ho appena spedito i regali di Natale e non ho idea di quando arriveranno, perciò se non dovessero arrivare per Natale, sappiate che io comunque li ho spediti!-
-Nonno non ti dovevi disturbare! Non siamo più dei bambini.-
-Parla per te Fratellone!-
Detto questo la minore dei Blake prese il cellulare e,tolto il vivavoce, se lo mise all'orecchio per poi entrare dentro parlando con il Nonno.
Bellamy scosse la testa e iniziò a canticchiare qualcosa per rilassarsi. Peccato che l'unica cosa che gli veniva in mente fosse per una chioma bionda e due occhi azzurri come il cielo.


Is it love when so easily said goodbye?
Is it love when we've given up before we tried?
Is it love when you stole my peace of mind?
Is it love when you cry, and cry, and cry?



-Secondo te è amore?-
Bellamy sobbalzò al suono della Sua voce.
-Sinceramente non lo so-
Clarke gli si sedette accanto mentre lui poggiava la chitarra per terra.
-Forse dovremmo parlare-
Bellamy sbuffò.
-Si,hai ragione-
-Allora..-
Ci furono interminabili minuti di silenzio finché Bellamy non parlò.
-Ascolta Clarke,questa situazione sta diventando insostenibile. Io so 
quello che ho provato e so che lo volevo. Sei stata la prima a cui mi sia mai confidato con le mie paure e miei difetti. Non so quello che tu hai pensato, se è stato un errore o no, dal momento che eri poco lucida. Ma io ero fin troppo lucido e sapevo quello che stavo facendo. Perciò qualsiasi decisione prenderai io l'accetterò, ma questo non cambierà il fatto che sono innamorato di te- e Bellamy non aveva mai parlato così tanto in vita sua e non aveva mai rivelato così tanto della sua anima a nessuno.
Si alzò silenziosamente e fece per andarsene, ma Clarke, in un momento di ripresa dallo stato nel quale era caduta, lo prese per un braccio e lo ritirò davanti alla sua figura seduta. Si alzò con estrema lentezza mentre lui rimaneva con la testa bassa. 
-Non è stato un errore,anzi è stata la cosa più sensata che abbia mai fatto nella mia vita.. Non ero lucida,è vero,ma appunto per questo quello che ho fatto è stato reale, perché quel sentimento che provo e che cerco di non fare uscire, appena ha potuto prendere il sopravvento quando la parte razionale della mia mente si è spenta,si è rivelato- gli prese il viso tra le mani - il discorso che ho fatto era reale, Bellamy. Te lo giuro. Io non ti farò mai soffrire. Puoi fidarti di me.-Lui alzò la testa e cominciò a fissarla negli occhi. 
-Ho paura,Clarke-
-Non devi avere paura,finché saremo insieme tutto andrà bene. Io sono innamorata di te-
Lui sgranò gli occhi per un millesimo di secondo. Subito dopo posò le sue mani sui suoi fianchi e l'avvicinò a sé, lei ancora il viso fra le sue mani. I loro nasi che si sfioravano,i loro respiri che si univano in uno solo. E in un secondo le loro labbra si scontrarono, un bacio dolce e sincero. Due ragazzi che ritrovavano sé stessi e qualcuno a cui donare la propria preziosa fiducia per la prima volta.










Angolo mente malata:
Purtroppo oggi la mente malata non riesce a smettere di scrivere e scrivere e quindi per vostra sfortuna pubblica un altro capitolo.
FINALMENTE STI DUE SI SONO SVEGLIATI. Sono troppo felice per questo capitolo! Ringrazio sempre tutti voi che mi su(o)pportate e vediamo come andrà. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Era la vigilia di Natale e nell'aria della baita si respirava clima di festa. Raven,Octavia e Clarke erano nella loro camera a parlare.
-Quindi ora state insieme?-
Clarke si buttò sul letto sbuffando e si portò un cuscino sulla faccia.
-Non lo so- parlò e la sua voce era attutita dal tessuto del cuscino.
-Vi siete baciati,no? E vi siete praticamente detti di amarvi,giusto?-
-Raven non lo so com'è la situazione ora!- disse togliendosi il cuscino e lanciandolo addosso all'amica -Dobbiamo ancora incontrarci! È successo meno di 10 ore fa!-
-Allora che aspetti? Esci da questa stanza e vedi come si comporta!-
-Octavia,sei sua sorella dì qualcosa-
-Non so che dirti Clarke! È la prima volta che succede!-
-Oddio non so che fare!-
-Vai. A. Cercarlo.-
-D'accordo, d'accordo- e detto questo si alzò e uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
-Ehi,buongiorno Clarke-
-Buongiorno J, Buongiorno Mon-
-Vuoi unirti a noi per la colazione?-
-No grazie, io stavo..ehm... Cercando Bellamy. Lo avete visto?-
-No,questa mattina è uscito presto con Murphy e non abbiamo idea di dove siano andati.-
-Oh, okay,grazie comunque!-
Clarke era confusa. Che la stesse evitando? Sperò vivamente di no. Con questi pensieri si avviò al piano di sopra.





-Cazzo O., mi hai rovesciato metà impasto addosso!-
-Scusa Rav se non so mescolare!-
-Clarke passami il burro-
-Arriva,Harper-
Le ragazze erano tutte in cucina intente a cucinare per la cena della Vigilia. Si girarono tutte quando sentirono una risata sommessa.
-Ehi Murphy!-
Quando vide Murphy, Clarke pensò solo al fatto che se lui era tornato, era tornato anche Bellamy, ma si trattene dal chiedergli qualcosa.
-Siete proprio un disastro in cucina!-
-Grazie mille,davvero,John.-
-Non c'è di che! Ci vediamo alla resa dei conti.-
-Ci conto- 
Il dibattito tra Octavia e Murphy strappò un sorriso a tutte che subito dopo ritornarono al lavoro.
Peccato che Clarke fosse tutto fuorché concentrata su quello che stava facendo. Perché diavolo Blake non si faceva vedere?




-Murphy allora, chi aveva ragione?-
-Io,sempre-
-Ma se hai mangiato più tu che tutte noi ragazze messe insieme-
-Cara O., la sopravvivenza non è un optional-
-Che simpatico- Disse O facendo una finta risata.
-Piuttosto si può sapere dove diavolo hai lasciato mio fratello?-
-Sarà in camera-
-Ho già controllato e non c'è! Non mi freghi John Richard Murphy!-
-Cazzo,anche il nome completo, Octavia Marie Blake!-
-Stai sviando il discorso-
-Era il mio intento-
Clarke non capiva dove fosse finito quell'idiota di un Blake. Si stava seriamente preoccupando. Che si fosse pentito? Questi pensieri le stavano facendo scoppiare la testa, quindi ingoiò l'ultimo boccone del suo pasto e andò in cucina per mettere il suo piatto nel lavandino e prendere un po' di respiro dai suoi pensieri. 
-Principessa- Clarke sobbalzò al sentire la sua voce.
-Bellamy..- si girò per guardarlo in faccia. Era arrabbiata mentre lui sembrava tranquillissimo, con il suo solito sorriso sghembo,poggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto.
-Sei sparito oggi.- disse con tono neutro e riprendendo a fare ciò che aveva lasciato. 
Lui si avvicinò piano e posò le mani sul ripiano della cucina, ai lati della sua figura e la testa sulla sua spalla.
-Sei arrabbiata? Ho avuto le mie buoni ragioni-
-Non sono arrabbiata. Ti ho solo cercato tutto il giorno.- 
Bellamy rise sulla sua spalla e le lasciò un leggero bacio su essa.
-Scusa se ti ho fatto arrabbiare.-
Lei si girò per ritrovarselo davanti.
-Spero tu abbia davvero delle buone ragioni- lui annuì e le diede un leggero bacio sulle labbra.
-Certo fidanzata- 
-Quindi,adesso stiamo ufficialmente..-
-Shh.. Mi cercavi per chiedermi questo principessa?-
Lei annuì quasi impercettibilmente.
-Vieni con me- e le prese la mano. 
Lui aveva ancora la giacca, ciò poteva significare solo che era tornato da poco a casa. Le posò la giacca sulle spalle e la trascinò fuori con lui. 
-Potresti gentilmente dirmi dove mi stai portando?- 
Lui rimase zitto e lei si stava veramente spazientendo.
-Puoi dirmi almeno dove sei stato tutta la gior...-
Si fermò prima di finire la frase, perché ciò che si trovò davanti la fece paralizzare e emozionare. 
Davanti a lei si stendeva uno striscione con scritto 'Sarà anche una frana nel fare regali e sorprese, ma questo ragazzo ce l'ha messa tutta' appeso ad una casetta di legno che all'interno doveva essere stata adibita per l'occasione. Clarke era a bocca aperta e si era girata verso Bellamy che si stava grattando la testa nervosamente. 
-Ci ho messo l'intera giornata, non sono abituato a queste cose e lo so sono un coglione ad averti fatto arrabbiare, ma non volevo rovinarti la sorpresa-
Clarke era felice come non mai. Quindi lo attirò a se,si alzò sulle punte e lo baciò. Le era mancato per tutto il giorno,e sapere che era sparito per farle una sorpresa che avrebbe ricordato per sempre e che si era dedicato a lei tutto il giorno,le tirò su il morale alle stelle.
-Non dovevi fare tutto questo!-
-Il nostro primo Natale da coppia andava ricordato, principessa-
-Quindi..-
Bellamy si mise a ridere -Si stiamo insieme!-
Clarke fece uno di quei sorrisi a 32 denti,uno di quelli che ti illumina la giornata. Lui le prese la mano e la trascinò dentro la casetta. 
Dentro trovò un pacco vicino l'entrata. 
-Aprilo!-
-Mi ha fatto anche un regalo signor Blake?-
Lui scoppiò a ridere e le intimò di aprirlo. Era un libro di Jane Austen. 
Lui l'abbracciò da dietro e le sussurrò allo orecchio -So che è la tua scrittrice preferita- 
Lei si girò e lo baciò con trasporto. 
-Il tuo regalo è alla baita..- gli disse sulle labbra. 
-A me basti tu.. Sei il regalo perfetto-  
Lei si mise a ridere. Passarono tutta la nottata insieme a parlare e a baciarsi. Non si erano mai sentiti così vivi.




Clarke rientrò la mattina presto in camera,cercando di non fare rumore. Peccato che le due ragazze che condividevano la camera con lei l'avevano già sentita arrivare ed erano sveglie e sull'attenti. 
-Clarke!- la giovane Griffin sobbalzò.
-Ragazze! Che ci fate sveglie a quest'ora?-
-Si sì ,svia l'argomento! Adesso devi raccontarci tutto!-
Clarke si buttò sul suo letto e cominciò a raccontare della sorpresa e di tutto quanto.
-Non credo di riconoscere più mio fratello!- e tutte e tre si misero a ridere. 





Bellamy era sul divano a guardare la tv da solo. Tutti gli altri erano usciti e lui si stava rilassando. Non aveva visto Clarke per tutta la mattinata, ma non voleva essere soffocante e quindi non la cercò. 
Ad un tratto sentì delle braccia abbracciarlo da dietro, e un bacio schioccare sulla sua guancia. 
-Ehi- disse Clarke con una voce dolce.
-Ehi,principessa- rispose lui. 
-Ti ho portato il tuo regalo!- Clarke girò intorno al divano per trovarsi difronte a lui e sventolargli il regalo davanti alla faccia.
-Dicevi sul serio?-
-Ovvio- gli mise il pacchetto in mano. 
Bellamy non era mai stato abituato a ricevere regali. Solo negli ultimi anni,con l'arrivo del nonno nelle sua vita,aveva iniziato a riceverne. Di solito lui rinunciava ai suoi regali per farne avere di più ad Octavia.
-Dai aprilo- Clarke si sedette vicino a lui. Bellamy scartò il regalo e dentro trovò un piccolo peltro con un incisione: la musica vale più di mille parole. Lui lo guardò incantato.
-Ho visto che il tuo peltro era rovinato e consumato,perciò ho deciso di comprartene uno un po' particolare.-
Bellamy era senza parole. Si girò verso di lei.
-Sai,io non ho mai ricevuto molti regali nella mia vita,anzi non ne ho ricevuto per niente. Di solito sacrificavo i miei per permettere ad Octavia di averne di più, ma se questo deve essere il mio primo regalo, beh..Wow, sono davvero felice!- Clarke lo guardò sorridere,un sorriso sincero e le venne voglia di baciarlo. Adesso se lo poteva permettere e lo fece. Poi si accoccolò affianco a lui e iniziarono a guardare la TV insieme. Lui le accarezzava i capelli e le lasciava qualche bacio fra di essi. 
-Grazie Principessa,il regalo più bello del mondo- 
-Sono felice ti sia piaciuto- 
-Io intendevo te-
Lei lo fissò con gli occhi azzurri grandi e profondi. Poi lo baciò. 










Angolo mente malata:
Lo so lo so,purtroppo sono di nuovo qui,ma non riesco a smettere di far scaturire idee dalla mia mente malata e le idee fioriscono come boccioli in primavera (che schifo di paragone) quindi ringrazio tutti ancora una volta e vi amo tutti!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Clarke era al suo armadietto quando sentì qualcuno poggiarsi oltre l'anta. Lo chiuse con un colpo secco per ritrovarsi Bellamy Blake in tutto il suo splendore con le braccia incrociate e un sorriso sghembo sul volto. 
-Buongiorno,principessa-
-Buongiorno a te- disse lei con un sorriso ebete stampato in faccia. Si avvicinò e gli lasciò un lieve bacio sulle labbra. Fece per andarsene ma lui la prese per un braccio e la riattirò a sé.
-Sai,principessa? Se sei fidanzata con un ragazzo si presuppone tu lo baci come si deve- disse con un sospiro. Lei lo guardò alzando le sopracciglia e lui ne approfittò per baciarla 'come si deve'. La giovane Griffin si staccò contro voglia quando sentì la campanella.
-Devo andare... Le tue amiche mi ammazzeranno un giorno di questi.- 
-Probabile- disse lui ridendo
Lei si avviò in classe con un sorriso 'cretino' stampato in volto. Entrata trovò Octavia ad aspettarla che la guardava con un sopracciglio alzato e il sorriso 'alla Blake'.
-Certo che mio fratello ti ha sconvolto l'esistenza..-
-Zitta.-
-Okay okay non arrabbiarti-
-Piuttosto vogliamo parlare di te e Lincoln?-
Octavia deglutì
-Come fai a saperlo?-
-Ho le mie fonti..-
-Mio fratello? Hai usato la tua femme fatale per farti dire di tutto?-
-Non è servito.. Era talmente arrabbiato del fatto che uscissi con un ragazzo,che mi ha spoilerato tutto-
-Quando arrivo a casa lo ammazzo..-
-Si sì dopo lo ammazzi,ora parla.-
-Abbiamo un appuntamento questa sera! E dato che lo sai devi venire ad aiutarmi a preparare per bene.-
-Perfetto,vengo a casa tua pomeriggio!-
Il tempo di finire la conversazione che Miss 'Belletette' entrò e iniziò a spiegare. 






-Jasper,non puoi davvero mangiare sette pezzi di pizza!-
-Mi stai sfidando Blake?-
-No,tengo solo alla tua salute,dal momento che tu non te ne curi.-
-Io l'ho vista come una sfida!-
-Quanto sei idiota!- 
Mentre Bellamy e Jasper continuavano a discutere, Raven,Octavia e Clarke entrarono in caffetteria e si avvicinarono al loro tavolo.
-Ehi- Clarke si avvicinò a Bellamy che la guardava sorridendo. Lui le prese la mano e la trascinò verso sé facendola sedere sulle sue gambe. 
-Di cosa parlavate?- 
-Jasper non tiene alla sua salute,Rav.-
-Senti Mon,credevo che questo discorso fosse finito con Blake e cominci tu?-
Tutti si misero a ridere.
-Ehi,principessa. Ti sono mancato?- sussurò Bellamy a Clarke,lasciandole un lieve bacio sulla spalla.
-Mm.. Non so..- Bellamy sorrise, di quei sorrisi che fanno invidia al mondo. 
-Dai vieni- disse alzandosi e prendendola per mano -Ciao ragazzi!- e se la trascinò dietro. 
Fuori dalla caffetteria lui la fece poggiare al muro e mise le mani ai lati della sua figura. 
-Io non ho dubbi sul fatto che mi sei mancata- disse baciandola lievemente. 
-Io forse qualcuno ce l'ho- disse lei ridendo.
-Davvero?- Bellamy alzò un sopracciglio -Mi ferisci così!- 
-Il solito melodrammatico!- si avvicinò pericolosamente a lui.
-Non fare l'offeso- disse dolcemente. 
-Se mi offendessi per così poco a quest'ora mezza città sarebbe all'ospedale- 
-Che paura..-
Si erano avvicinati davvero molto durante questo scambio di battute e,come quando litigavano nel periodo di odio, avevano cancellato il mondo al di fuori di loro. Tutto finché non sentirono una voce femminile chiamare il nome di Bellamy. Lui distolse lo sguardo da Clarke per vedere chi lo stesse chiamando. 
-Ehi Bellamy!-
-Oh, Ehi Gina!-
Clarke lo guardava confusa.
-Mi servirebbero gli appunti di biologia che ti ho prestato ieri. Se ho interrotto qualcosa..-
-Ehm,non ti preoccupare. Hai bisogno dei tuoi appunti capisco.-
Bellamy guardò Clarke che gli sembrava abbastanza furiosa e dopo averle lasciato un bacio sulla guancia,sparì seguito da Gina.






-Avete litigato?- 
Octavia era davanti allo specchio della sua stanza mentre Clarke era sdraiata a pancia sotto sul letto dell'amica.
-Non lo so..- la voce attutita dal piumone.
-Che vuol dire 'Non lo so'?-
-Io sono arrabbiata e l'ho evitato tutto il giorno. Non doveva interrompere un momento intimo tra di noi per dare degli appunti ad una ragazza ma credo che lui non l'abbia percepita come me questa storia- si girò a fissare il soffitto e sospirò pesantemente.
-Non capisco la tua gelosia. Tutte le ragazze della scuola vanno dietro a lui ed è sempre seguito dalle oche che lo tormentano. Cos'ha questa ragazza di diverso?-
-Primo non sono gelosa. Secondo so che quelle oche non hanno alcuna possibilità con lui. Terzo questa Gina non è un'oca di quelle e lui ha interrotto il nostro momento per lei. È fastidioso- 
-Tu sei gelosa! Ammettilo! E sono dell'idea che dovresti fargli presente il fatto che ti abbia dato tanto fastidio. Devi mettere in chiaro a tutti che state insieme. Lui non è mai stato abituato a queste cose e tu devi aiutarlo a capire. Vedrai che se glielo dici capirà!-
Clarke ci pensò un po' e capì che Octavia aveva ragione. Per lui era la prima volta che si legava con qualcuno così profondamente e aveva bisogno di aiuto ad abituarsi alla nuova situazione.
-Adesso basta parlare dei miei problemi, O. Oggi è il tuo giorno e io devo aiutarti a renderlo magnifico.-
Octavia le sorrise attraverso lo specchio e lei le si avvicinò lentamente.







-Octavia...sei stupenda- 
-Grazie Clarke! Senza te non so come avrei fatto. Mio fratello ha fatto bene a dirti tutto.-
Clarke si rabbuiò a sentir nominare Bellamy.
-Ehi,andrà tutto bene.- e l'abbracciò.
-Ora vado,Lincoln mi aspetta.-
-Buona fortuna O.- e le diede un bacio sulla guancia. 
Octavia stava per uscire dalla porta quando si girò di nuovo.
-E..Clarke? Puoi rimanere qui un'altro po' se vuoi. Aspetta mio fratello e chiarite,ti prego.-
Clarke accennò un sorriso e quando sentì la porta chiudersi tirò un sospiro e cominciò a pensare. 
Andare o rimanere? Presa da questi pensieri non si accorse della porta che si aprì e si richiuse subito dopo. 
Quando si girò verso l'uscio di casa Blake si trovò davanti il maggiore dei Blake che la guardava con le sopracciglia corrucciate. 
-Ehi,ti sto cercando da stamattina.-
-Scusa,ma non mi andava di vederti- disse lei girandosi e andando verso il soggiorno.
-Che significa 'non mi andava di vederti'?-
-Che non mi andava!- sbottò lei girandosi verso di lui che la stava seguendo e trovandoselo di fronte.
-Si può sapere che succede?-
-Niente- il suo sguardo azzurro era cupo. E si,era vero che si era ripromessa di parlargli dei suoi problemi e risolverli insieme,ma quando lo aveva visto i residui di rabbia erano venuti a galla.
-Clarke.. Parlami! Dimmi cosa c'è che non va! Voglio risolvere qualsiasi problema sia sorto tra noi!-
Clarke abbassò la testa. 
-Io...mi ha dato fastidio che oggi tu abbia interrotto il nostro momento per quella ragazza.. Credo di essere...g...elosa- disse tutto di un fiato,balbettando sull'ultima parola e dicendola in un sussurro. Bellamy le alzò la testa prendendo il suo mento fra le dita. 
-Ehi,Ehi.. Perché se era questo il problema non lo hai detto subito. Clarke devi avere fiducia in me.-
-Io ho fiducia in te,mi fido più di chiunque altro. Non mi fido di loro. E poi Gina è una ragazza così carina non è come quelle oche-
-Tu non sei carina, tu sei stupenda e per me esisti solo tu. Non pensavo ti avrebbe dato così fastidio una cosa del genere,per questo ho dato poca importanza a ciò che è successo. Ma d'altronde per me è la prima volta in una relazione seria e tu devi aiutarmi a capire parlandomi dei tuoi problemi. Io rimedierò ai miei errori,tu devi solamente dirmelo. Se ti rende più tranquilla,domani chiarirò con Gina e tutte quelle ragazze.-
-Oche- lo corresse Clarke ridendo e annuendo. Lui sorrise a sua volta e si abbracciarono. 
-Scusami principessa se ti ho fatto stare male- le sussurrò lui. 
-L'importante è che tu sia qui adesso.-
-E rimarrò per sempre.-






Clarke stava camminando per i corridoi della scuola,tutti erano tornati a casa e lei stava raggiungendo Bellamy per stare insieme, quando sentì la voce familiare del suo ragazzo dietro l'angolo,parlare con una ragazza e quindi si accostò ad ascoltare.
-Ehi Bellamy-
-Ehi..Gina-
-Ti volevo chiedere se volevi lavorare al progetto di chimica con me..- 
Clarke sussultò.
-Ehm.. Gina.. Grazie ma credo di lavorarci con Murphy-
-Allora ti andrebbe di prenderci..-
-Ascolta Gina, non voglio tu fraintenda il nostro rapporto. Tu sei un'ottima compagna di studio e una brava ragazza,ma io sono fidanzato e sono innamorato perso della ragazza in questione. Ho faticato tanto per raggiungere il suo cuore e l'ultima cosa che voglio è farla soffrire. Mi dispiace.-
-È la ragazza con cui eri ieri? Non sapevo foste una coppia- 
-Beh si-
-Non avrei dovuto fraintendere,scusa. È una ragazza fortunata,sai? Trovare un ragazzo così innamorato è difficile-
-È stato complicato ammetterlo a me stesso,ma adesso che l'ho fatto non ho alcuna intenzione di non dimostrare il mio amore.-
-Buona fortuna,Bellamy-
-Anche a te,Gina-
Clarke sentì dei passi allontanarsi,segno che Gina se ne fosse andata e Bellamy sbuffare. Clarke inoltre aveva saputo da Octavia che Bellamy quella mattina aveva intimato alle oche di lasciarlo stare perché era felicemente impegnato. Ma sentirlo direttamente da lui faceva il suo effetto. Prese un gran respiro e si ricompose per girare l'angolo e incontrare gli occhi del ragazzo che amava. Svoltato l'angolo lo trovò intento a sottolineare qualcosa sul libro di storia. 
-Ehi-
Lui si tolse il tappo dell'evidenziatore dalla bocca e la guardò con un sorriso.
-Ehi principessa- disse mentre metteva tutto apposto -Ho chiarito la situazione con tutte le ragazze.-
Lei iniziò ad avvicinarsi a lui pericolosamente, mentre Bellamy chiudeva l'anta del suo armadietto e vi si poggiava a braccia conserte. Clarke si mise proprio davanti a lui.
-E cosa hai detto a quelle povere ragazze?- chiese lei con voce calma ed estremamente bassa.
-Beh...che sono fidanzato- l'avvicinò prendendola per i fianchi mentre lei gli metteva le mani sul petto.
-E poi?- 
-Che sono innamorato di lei- disse mentre le baciava la fronte. 
-Che non hanno speranze contro di lei- e le baciò il naso.
-E che per me esiste solo ed esclusivamente lei- disse baciandola,finalmente. 
Lei gli cinse il collo. Nessuno le
aveva dato così tanta importanza da cambiare la sua vita per lei. Lui la faceva sentire al sicuro. La casa è il posto in cui tutti siamo felici e siamo noi stessi,il posto in cui vuoi sempre tornare. La casa è sicurezza. Bellamy era casa. Lo era stato e lo sarebbe stato sempre. Anche quando si odiavano e anche quando litigavano, lui era sempre e comunque casa.

















Angolo mente malata:
Prime interazioni da coppia per la Bellarke! Quanto mi è piaciuto scrivere questo capitolo? Sto sclerando malissimo! Come sempre ringrazio tutti e ci leggiamo prestoo!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Octavia sei consapevole che fra meno di una settimana è il compleanno di tuo fratello,vero?-
-Certo Clarke-
-Allora perché non vai nel panico come me!-
-Perché Bellamy non ha mai festeggiato un compleanno in tutta la sua vita e non credo cambierà idea ora.-
-Ma questo non ci impedisce di organizzargli una festa a sorpresa! E poi non dimenticare che se non ha mai festeggiato il suo compleanno, è stato per esigenze superiori!-
-Lo so! Ma a lui questo genere di cose non piace.-
-Non mi interessa! Ho intenzione di rendere il suo compleanno indimenticabile. Quest'anno sono la sua ragazza e,dal momento che lui merita una bellissima festa, gliene organizzerò una speciale.-
-D'accordo Clarke. E fammi indovinare... Vuoi il mio aiuto.-
-Ovvio!-
Clarke era in preda all'agitazione per l'imminente festa: voleva fosse tutto perfetto. E Octavia non aiutava affatto!
-Io lo terrò impegnato tutto il giorno, mentre tu e tutti gli altri organizzate la festa come vi ordino io!-
-Clarke sembri un generale- Raven era appena entrata nella stanza e aveva già fatto la sua battuta di effetto. 
-Vi prego ragazze! Ho bisogno di voi!-
-Va bene Clarke, faremo come dici tu! Cosa hai intenzione di fare per tenerlo occupato?-
-Beh pensavo di fargli credere che il suo compleanno lo avremmo passato insieme solo noi due e poi sganciare la bomba!-
-Wow.. Che genio!-
-Meno sarcasmo Rav e più lavoro!-
Disse la giovane Griffin uscendo dalla stanza. 
-Tuo fratello la sta cambiando..-
-In peggio Rav,in peggio-






Bellamy era seduto in caffetteria a bere un cappuccino aspettando l'inizio delle lezioni. Incredibile da dire, ma da quando stava con Clarke era sempre e costantemente  in anticipo,perciò lasciava sua sorella a casa intenta a prepararsi (Tanto Jasper sarebbe passato a prenderla) e arrivava a scuola in anticipo di almeno 20 minuti. 
Quella mattina però non era una mattina come le altre. Era il suo compleanno e come ogni anno non aveva organizzato nessuna festa sfarzosa per l'occasione perché: primo non gli piacevano questo genere di cose e secondo non era abituato a festeggiare il suo compleanno. Però quell'anno sarebbe stato diverso: Clarke era la sua ragazza e sperava vivamente potessero passare la giornata insieme. 
-Ehi- qualcuno lo abbracciò da dietro. -Buon Compleanno,Bell-
-Principessa,ti sei ricordata del mio compleanno?- disse lui in tono scherzoso e alzandosi per averla difronte. 
-Io? Ma che scherzi? Ho tirato a indovinare!-
Bellamy fece una risata finta -Che simpaticona!-
-Dai smettila! È ovvio che mi ricordo del tuo compleanno!-
E gli diede un bacio carico d'amore.
-Beh se il mio compleanno sarà pieno di questi baci posso morire in pace!-
-A proposito... Oggi ho in serbo per te una giornata speciale..-
-Davvero?-
-Ti dico solo che sarò a tua disposizione tutto il giorno e ti anticipo una cosetta- stavolta il bacio fu molto più passionale e Bellamy ne rimase piacevolmente sorpreso.
-Wow principessa, come faccio a resisterti?- 
-Non ne ho proprio idea- disse allontanandosi da lui e avviandosi nella sua classe.






-Allora dove mi porti principessa?- 
Le lezioni erano finite e Clarke stava trascinando Bellamy fuori dalla scuola. 
-Una sorpresa,festeggiato-
-Mmm...dovrei avere paura?-
-Ovvio che no- si fermò di colpo,girandosi e ritrovandoselo davanti con il solito sorriso sghembo -Ti fidi di me?-
Lui poggiò la propria fronte su quella di lei. 
-Ciecamente- 
-Allora meno domande e più camminare- Bellamy rise e lei riprese a trascinarlo. 





-Posso togliermi questa dannata benda? Non vedo un cazzo!-
-È quello l'intento!- Clarke spense il motore della Mercedes di Bellamy e scese dalla macchina per andare ad aiutare il maggiore dei Blake a scendere dall'auto. 
-Sono davvero curioso di sapere dove mi stai portando- 
-Lo scoprirai tra poco- 
Clarke lo portò attraverso una foresta e poi lo fece entrare in una baita. Gli tolse lentamente la benda. Davanti ai loro occhi si stendeva un letto ricoperto da una trapunta rossa,un caminetto acceso e luci soffuse. Bellamy era sorpreso e si girò verso Clarke. Lei aveva lo sguardo basso e un sorriso timido stampato in volto. 
-Sai- cominciò sempre a testa bassa -so che tu non hai mai festeggiato un compleanno e volevo che questo fosse speciale per rimediare a tutti gli errori che gli altri hanno fatto in passato con te, al fatto che non capissero quanto fossi importante- alzò la testa e lo guardò con occhi lucidi,un mare aperto in piena tempesta -Io ho intenzione di farti sentire la persona più importante al mondo senza chiedere nulla in cambio perché ho già tutto quello che desidero: te. Ti amo,stupido Ribelle- si avvicinò e lo baciò con trasporto. Aveva usato il nomignolo che gli affibbiò al loro primo incontro, quando lo detestava più di ogni altra cosa al mondo. 
-Ti amo anche io Principessa- riuscì a dire tra un bacio e l'altro,i grazie erano inutili e gli sguardi valevano più di mille parole. 
La prima volta di Bellamy e Clarke avvenne in quella baita,in un pomeriggio di Gennaio,mentre i loro amici organizzavano una festa per lui, e fu' imperfetta ma perfetta allo stesso tempo, proprio come loro: una combinazione improbabile per un risultato perfetto. 







-Ehi- Clarke dovette svegliare Bellamy e allontanarsi controvoglia dalle sue braccia. La festa sarebbe iniziata tra un'ora e lei doveva farlo preparare. 
-Ehi- lui era mezzo assonnato e si alzò sui gomiti fissando la sua ragazza che aveva stampato in faccia un sorriso enigmatico (manco la Gioconda ste cose/commenti autrice)
Si ributtò sul letto e lui si girò verso di lei con il viso poggiato ad una mano e con l'altra che le accarezzava la guancia.
-Devi prepararti! Dobbiamo andare a casa tua per la cena- 
-La cena?-
-Si,la nostra cena. Devi vestirti bene. Ti ho portato qualcosa di davvero carino-
-Hai pensato davvero a tutto- disse lui avvicinandosi pericolosamente.
-Si- 
-Davvero?- e si avvicinò ancora di più. Lei annuì.
-Sicura?- 
Lei non fece in tempo a rispondere che si ritrovò nel limbo delle sue labbra. Un limbo dolce,dal quale non sarebbe mai voluta uscire. Ma purtroppo per lei dovevano sbrigarsi. Gli mise una mano sul petto. 
-Vai a prepararti o faremo tardi.- 
Lui sorrise divertito davanti alla sua espressione,che esprimeva tutt'altro che voglia di andarsene.
-D'accordo,vado a cambiarmi!-
-Tu vai in bagno e io mi cambio qua?- chiese lei,alzandosi insieme a lui dal letto.
-Per me potremmo cambiarci anche insieme..-
-Smettila!- e lo spinse verso il bagno. Stava davvero mettendo alla prova la sua pazienza. 
-Okay,okay. Fammi prendere i vestiti!- detto ciò,prese ciò che doveva indossare e sparì dietro la porta. Lei iniziò a cambiarsi anche. 
Sentì l'acqua della doccia scrosciare,segno che Bellamy si stesse facendo la doccia. Si preparò velocissima e tirò fuori il suo regalo da sotto al letto: lo aveva posizionato il giorno prima. 
Si preparò in modo da sembrare disinvolta,quando sentì la porta aprirsi lentamente. Lei aveva indossato un abito blu che le fasciava perfettamente i fianchi e per lui aveva scelto jeans scuri e camicia blu. 
-Wow,Griffin- disse lui deglutendo - se qualcuno ti guarda lo ammazzo- aggiunse subito dopo.
Lei rise e poi tirò fuori il regalo per lui. Bellamy sorrise raggiante e si avvicinò per aprirlo,ma lei lo ritrasse indietro.
-Devi pagare una piccola penale- disse con gli occhi azzurri accesi da una scintilla.
-Mm..del tipo?- si stava avvicinando sempre di più. 
-Non so,scegli tu- nel mentre lei si era avvicinata alla parete della baita,bloccata fra quest'ultima e il corpo del ragazzo. Lui le baciò il collo,la mandibola e il naso,sfiorando solo per un secondo le labbra. 
-Basta?- disse a un soffio dalla sua bocca. Lei negò con la testa e allora lui si fiondò sulle sue labbra.
Si staccarono e lei gli porse il regalo timidamente.
-Te lo sei proprio meritato..- 
Lui scartò il regalo con calma. Era una giacca di pelle. 
-So quanto ti piacciono queste genere di cose- lui la guardava con il volto illuminato,le si avvicinò e le lasciò un breve ma intenso bacio. 
-La amo!- 
-Che aspetti? Indossala!-
Lui non se lo fece ripetere due volte e se la mise.
-Sai ero tentata dal farci scrivere sul di dietro 'Proprietà di Clarke Griffin' ma poi sarei sembrata troppo possessiva-
-L'avrei messa comunque.. E con gran piacere- 
-Dai,ora andiamo- 
-Aspetta- l'attirò a sé per un braccio - Anche io ho un regalo per te- Si girò e frugò nelle tasche dei la pantaloni che aveva indossato la mattina per andare a scuola.
-Bellamy è il tuo compleanno e fai un regalo tu a me? Spero tu stia scherzando!-
-Non...era programmato,ma quando sono passato da quella vetrina ieri,ho pensato subito a te.- 
Tirò fuori una piccola scatolina nera dalla tasca dei pantaloni. 
Clarke l'aprì,impaziente. Era una collana con appesa diversi ciondoli: una corona da principessa e una di spine,una chitarra, un fiocco di neve, un termometro e un cuore. 
Ogni ciondolo raccontava un tassello della loro storia. Il ribelle e la principessa, quella sera del 'Secondo te è amore?' E del bacio che seguì, la baita alla Vigilia, il loro primo vero bacio e il cuore che entrambi avevano donato all'altro.
-Io...-
-Non dire niente Principessa. Quando ho visto che in quella vetrina facevano ciondoli personalizzati ho pensato a te. Questa è la nostra storia e ogni qualvolta potrò,comprerò un ciondolo da aggiungere, finché non ci sarà più spazio e comprerò un'altra collana per aggiungere altri ciondoli..-
Clarke non si chiese come faceva Bellamy a sapere che la loro storia sarebbe durata così tanto ma non avrebbe rovinato quel momento con nessuna domanda stupida (e menomale Clarke/commento autrice)
Lo baciò come lo baciò la prima volta,e la seconda, e la terza... Ogni volta con una consapevolezza in più. Perché con Bellamy nulla era per scontato.






-Dai andiamo-
-Si,un attimo.-
-La cena si raffredda!-
-Devo rispondere al messaggio di Andrew!-
Mentre Bellamy rispondeva,Clarke inviò un messaggio al gruppo Whatsapp 'Compleanno Bellamy' dicendo a tutti di prepararsi. È vero che Clarke voleva fare vivere a Bellamy il miglior compleanno di sempre,ma non avrebbe organizzato una festa piena di persone che non conosceva neanche di vista! Sapeva che per il maggiore dei Blake sarebbe stato perfetto solo con i suoi amici di avventure. 
-Apri tu?- chiese Clarke con finta innocenza.
-Certo,Principessa-
Bellamy fece scattare la chiave nella serratura ed entrò seguito da Clarke. Appena furono entrambi dentro,le luci si accesero e spuntarono tutti i loro amici gridando 'Sorpresa!'
Bellamy era colpito,non se lo aspettava. Si mise ad abbracciare tutti e solo dopo si accorse della sparizione improvvisa di Clarke e dell'assenza di sua sorella e Raven. 
Neanche il tempo di formulare il pensiero che le luci si spensero e apparvero tutte e tre sorreggendo un torta con scritto sopra 'al fratello,amico e fidanzato migliore del mondo'. Tutti gli intimarono di spegnere le candeline e lui lo fece. Si levò un applauso genuino nell'aria. Bellamy non aveva mai avuto così tante attenzioni e si sentiva felice,per la prima volta talmente apprezzato da meritare un compleanno. E sapeva che tutto questo era merito di Clarke. Abbracciò Raven e Octavia ed entrò in cucina mentre tutto gli altri parlavano e festeggiavano. Clarke stava tagliando la torta in porzioni per tutti. Le si avvicinò da dietro e le prese il coltello dalle mani. La fece girare lentamente e le sorrise.
Poggiò la sua fronte sulla sua e le baciò il naso. 
-Non ho mai ricevuto così tante attenzioni in vita mia.-
-Te le meriti- lei aveva il respiro veloce e il cuore che batteva a mille. Era soprattutto in quei momenti che Bellamy le faceva quell'effetto: quando era del tutto sincero con lei e la ringraziava per qualcosa che meritava e che non aveva mai ricevuto. Lei si era ripromessa che gli avrebbe dato tutto ciò che gli avevano negato. 
-Non ho mai pensato di meritare qualcosa fino a quando non sei entrata tu nella mia vita.-
Lei lo guardò con le sopracciglia corrucciate.
-Tu meriti il meglio. Meriti tutto- 
Lui la baciò dolcemente poi le sussurrò 'Ti amo' e se ne andò nel salotto. Clarke riprese a respirare normalmente ma al tempo stesso era come se avesse bisogno di più ossigeno. Nonostante ciò ricominciò a tagliare la torta.







-Dai,Jasper! Non si capisce cosa stai mimando! Sembri una Koala che si arrampica nel nulla!-
-Tempo scaduto ragazzi!-
-Mon,era un pompiere cazzo! Un pompiere!- tutti scoppiarono a ridere. 
Clarke si avvicinò all'orecchio di Bellamy che era seduto vicino a lei sul divano,un braccio intorno alle sue spalle.
-Invece di continuare a guardare Lincoln,il ragazzo di Tavia,male- a quelle parole Bellamy rabbrividì mentre Clarke rideva sommessamente -Accompagnami a casa. Mia madre non vuole faccia troppo tardi. Domani cena di famiglia!- Bellamy annuì e si alzò dal divano. Prese Clarke per mano e disse agli altri che la stava riaccompagnando a casa. Presero le loro giacche e si avviarono verso la macchina dei fratelli Blake.






Bellamy scese dall'auto e accompagnò Clarke alla porta.
Una volta sotto al porticato,lui l'attirò a sé e l'abbracciò.
-Grazie ancora Principessa. Credo non potessi trovare ragazza migliore di te.- 
-Credi?- chiese lei staccandosi da lui,sorridendogli e guardandolo negli occhi neri e profondi.
-No, lo so- e la baciò. 
Una bacio casto e puro ma anche passionale,come solo Bellamy Blake sapeva fare.















Angolo mente malata:
Ciao ragazzi! Questo è probabilmente il capitolo sul quale ho riflettuto di più,non per il contesto ma sul come voler continuare la storia. Questo è il capitolo della svolta principalmente per me. Da questo capitolo partirà un'altra parte della storia durante la quale rifletterò di più su cosa voglio scrivere. Ho già pronto il materiale per i prossimi capitoli e voglio elaborare ogni singolo elemento per bene ed evitare di cadere nel banale. Ringrazio sempre tutti voi che mi appoggiate. Amo leggere le vostre recensioni perciò continuate a recensire per darmi spunti creativi e per spingermi a continuare! D'ora in poi pubblicherò meno spesso ma questa storia la continuerò fino alla fine,quindi non preoccupatevi. Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Angolo mente malata:
Avevo detto che vi avrei fatto aspettare,ma grazie al vostro supporto l'ispirazione è arrivata ed ecco a voi il capitolo. Ci rivediamo per il commento del capitolo alla fine! Continuate a recensire,mi raccomando!









Clarke stava camminando per i corridoi della scuola. Quella mattina tutti i ragazzi erano impegnati a rendere quella mattina indimenticabile per la propria ragazza o la propria cotta segreta, preparando biglietti e fiori, mentre le ragazze non vedevano l'ora di sapere ciò che il proprio ragazzo aveva preparato o si preparavano a dare il proprio biglietto al ragazzo che gli piaceva. Clarke sapeva che Bellamy non era tipo da queste cose,non si aspettava niente da lui,ma a lei andava bene così. A lei bastava la sua presenza per essere veramente felice. Proprio in quel momento l'oggetto dei suoi pensieri si materializzò davanti ai suoi occhi.
-Buongiorno,Principessa-
-Buongiorno,Bell-
Lui la prese per un braccio e la trascinò in un luogo più appartato. Cominciò a baciarla, per poi staccarsi e sussurrarle sulle labbra
-Buon San Valentino,Clarke- e riprese a baciarla. Lei non poteva fare a meno di pensare che quello era ciò che la rendeva felice e che se il suo San Valentino sarebbe stato così,sarebbe potuta morire in pace. 
-Dopo scuola sei impegnata-
-Ah sì? E con chi?-
-Con me!-
Clarke si mise a ridere,poi si leccò le labbra, gli diede un bacio e scappò col sottofondo della campanella che suonava.











Bellamy era appoggiato alla sua auto aspettando l'arrivo di Clarke, guardando distrattamente il cellulare. 
-Ehi- 
Bellamy alzò la testa e si aprì in un sorriso che arrivava fino agli occhi.
-Ehi! Sei pronta?-
-Certo! Ma prima...- disse guardandolo di sbieco -Sai che devi buttare tutti i regali che quelle oche ti hanno fatto,vero?-
-Li devo buttare?-
-No,hai ragione... Li devi bruciare-
Disse con sguardo sensuale.
Lui la guardò sorridendo,poi deglutì.
-Se me lo dici così...Lo faccio anche subito- disse baciandole il naso.
-Dai ora andiamo- 
Salirono in macchina e Bellamy mise in moto.








Arrivarono ad una villetta vicino al mare. Clarke era stupita.
-Wow-
Scesero dalla macchina e lui le prese la mano.
-Entriamo!-
Dentro, la casa era addobbata con tantissimi cuori di varie forme e c'era un atmosfera davvero piacevole. Clarke si girò verso Bellamy che adesso aveva in mano un enorme mazzo di rose rosse. 
-Scusa se non le ho portate a scuola come tutti i ragazzi,ma sono dell'idea che queste sono cose private e..- Bellamy non riuscì a finire la frase che Clarke era già fra le sue braccia. 
Passarono quella giornata facendo l'amore e rilassandosi nel letto insieme, lui che le accarezzava i capelli e lei con la testa poggiata sul suo petto. 
-Bellamy..- 
-Dimmi-
-Sai,venerdì ci sarà una festa a casa mia- e alzò lo sguardo verso di lui che adesso aveva un sopracciglio alzato.
-Vorrei che venissi.. Voglio che tutti sappiano che sto con un ragazzo fantastico- e si girò completamente verso di lui. 
-Io ti amo Bellamy e voglio che lo sappiano tutti- 
Bellamy era sorpreso ma anche felice.
-Certo che ti accompagno- lei sembrò rilassarsi.
-E per la cronaca- disse avvicinandosi a lei -Anche io ti amo-
Clarke sorrise e lo baciò.










Bellamy era leggermente agitato per la festa di quella sera.
-Fratellone se continui così farai un solco nel pavimento-
Il maggiore dei Blake si fermò dal suo avanti e indietro e si mise a fissare la sorella.
-Molto simpatica Octavia! Davvero molto.-
Lei si mise a ridere.
-Mi sa che è ora che tu vada-
-Di già?-
-Muovitii- e lo spinse fuori dalla porta. Bellamy ci teneva davvero tanto a fare bella figura davanti la famiglia di Clarke e gli amici di famiglia. Perciò si era vestito bene e si era preso di un coraggio che non aveva. Mentre era in macchina la tentazione di tornare indietro era grande, perché lui sapeva di non essere all'altezza della famigerata famiglia Griffin, però continuava sulla sua strada guidato dalle parole di Clarke del giorno di San Valentino. 











Arrivò dai Griffin che la casa era già piena. Vide Clarke da una delle numerose vetrate. Aveva un sorriso di circostanza stampato in volto e un'espressione annoiata,ma era stupenda. Le digitò un messaggio per avvisarla del suo arrivo,vide il suo volto illuminarsi leggendo il messaggio e la vide correre alla porta. Lui si fece trovare pronto là davanti. Lei aprì velocemente la porta e trovandoselo di fronte lo abbracciò.
-Sono davvero felice tu sia qui!- disse sulla sua spalla. Lui rise e lei lo prese per mano. Quando Abby lo vide gli andò in contro con un gran sorriso. D'altronde loro si erano sempre 'piaciuti' e quando la signora Griffin scoprì del fidanzamento ne fu veramente felice. 
-Bellamy! Sono davvero felice che tu sia qui!- 
-Grazie Signora Griffin-
Abby se ne andò dopo averlo abbracciato per dirigersi verso altri invitati. Bellamy si lasciò incantare dallo sfarzo di quella casa,la mano di Clarke ancora stretta alla sua. 
Il maggiore dei Blake venne presentato dalla sua ragazza a tutti gli amici e al suo patrigno e tutti sembrarono apprezzarlo molto. Soprattutto Kane. 
Poi,mentre Clarke parlava con alcuni invitati, il maggiore dei Blake si avvicinò al tavolo per bere qualcosa. 
-Ciao!- Bellamy guardò confuso intorno a sé,notando un ragazzo poco più basso di lui guardarlo con interesse.
-Ciao- 
-Io sono Finn Collins!- disse porgendogli la mano -Tu devi essere il ragazzo di Clarke- 
Lui gliela strinse e annuì con la testa. 
-Bellamy Blake-
Ritirarono la stretta e rimasero in silenzio a sorseggiare champagne da calici di vetro. 
-Sai..- iniziò Finn -Quando ti ho visto arrivare non pensavo fossi il ragazzo di Clarke- 
Bellamy lo guardò confuso.
-Non fraintendermi, ma ero convinto Clarke avesse standard più alti. Insomma, guarda dove vive! Lei è bella,intelligente e ricca. Il sogno di ogni ragazzo. Non pensavo scegliesse uno come te. Non ho mai sentito neanche nominare il tuo cognome in tutta la mia vita. Forse sei solo una sorta di ribellione alla sua classe sociale, sai con il suo carattere non mi stupirebbe! Quando si stancherà di te, ti lascerà. Fatti solo dire che non sei e non sarai mai abbastanza per lei. Clarke ha un futuro brillante da medico,tu al massimo ci entrerai nell'Università. Dico solo che dovresti lasciarla stare. Lei merita di meglio e tu rischi di rovinarle il futuro. Sei solo una prova per lei,non sarai mai alla sua altezza. Sei solo un poveraccio che crede di poter vivere come un Re conquistando il cuore della Regina- 
Bellamy strinse i pugni. Voleva picchiarlo. Ma non avrebbe rovinato la serata a Clarke.
-Sai cosa ti dico Collins? Tu non sai niente di me.- 
Detto questo poggiò il suo calice sul tavolo e si avviò verso l'uscita.
Clarke lo vide in mezzo agli altri, aveva gli occhi furenti e spostò lo sguardo al punto in cui lo aveva lasciato qualche minuto prima. 
Finn Collins. 
-Finn! Che diavolo gli hai detto?- gli urlò contro Clarke.
-Solo la verità Clarke. Che lui non sarà mai abbastanza per te e non sarà mai alla tua altezza.- 
Clarke era furente. Finn era sempre stato innamorato di Clarke, ma lei non ne voleva sapere di mettersi con lui per il suo carattere subdolo.
Ma adesso non aveva tempo di riempirlo di insulti. Doveva andare da Bellamy. 
Lo trovò fuori seduto su un muretto del giardino, era di spalle. Tirò un sospiro di sollievo.
-Bellamy... Finn è un coglione, qualsiasi cosa tu abbia detto..-
-È vera.-
-Che significa?-
-Che ha ragione.- la sua voce era assente,vuota.
-Dimmi che stai scherzando.- la voce di Clarke era implorante.
-Io non sarò mai abbastanza per te. Tu meriti di essere felice,tu meriti il meglio. Io sono solo una parte, la parte più schifosa del peggio. Non so come tu abbia potuto darmi tutto quello che mi hai dato sapendo che non ero ciò che meritavi. Mi hai fatto sentire importante nella tua vita. Ma non è vero. Io sono solo un ribelle che credeva di aver avuto finalmente un po' di fortuna,quando la principessa lo notò. Ma era tutto una finzione. Un film creato da me. Tu meriti tutto Clarke. Tutto questo. Feste sfarzose, un futuro brillante. Io non posso darti niente. Io sono questo: un insignificante ragazzo che non ha mai avuto niente dalla vita e che al massimo può rovinare la tua.- 
Clarke non riusciva a crederci. Non poteva credere che il ragazzo che amava sopra ogni cosa si ritenesse una nullità in confronto a lei quando in realtà per lei era tutto. 
-Bellamy...- aveva la voce rotta dal pianto. 
-Clarke,va' dentro, goditi la festa e non pensare a me. Io voglio stare solo. Devo stare solo. Voglio solo la tua felicità- 
Detto questo scese dal muretto e sparì nell'ombra, lasciando Clarke sola a piangere su quello che sembrava irrimediabile. 
Quando si calmò,rientrò in casa. 














Gli invitati quella sera se ne andarono prima del solito dalla festa,erano tutti imbarazzati e sconvolti e tutti ricorderanno lo schiaffo dato da Clarke Griffin a Finn Collins che riecheggiò nell'intera casa e le parole di disprezzo ditegli dalla giovane Griffin prima di salire in camera sua con le lacrime che scendevano come fiumi in piena dai suoi occhi.












Angolo mente malata:
Non odiatemi! Ma loro sono pur sempre Bellamy e Clarke! Questo capitolo mi ha fatto davvero male al cuore scriverlo. Picchiatemi,linciatemi.. Mi merito tutto! Prima che possiate farlo però fatemi ringraziare tutti quelli che seguono la storia,che dopo questo capitolo non la seguiranno più (non lo fate,mi farò perdonare! Giuro) e alla prossima (se sopravvivo)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Clarke era distrutta. Non riusciva a capire. Non riusciva a perdonarsi ciò che era successo. Raven e Octavia erano piantate a casa sua ormai da due giorni. La minore dei Blake cercava di spiegarle cosa passasse per la testa di suo fratello,ma lei non capiva comunque. Inoltre Octavia non vedeva suo fratello da quando due sere prima,Clarke aveva chiamato lei e Raven in lacrime,farfugliando cose incomprensibili e loro erano subito corse a casa sua. Cercava di contattarlo in tutti i modi, ma lui ignorava i messaggi e declinava le chiamate. Aveva chiamato anche Murphy, ma neanche lui sapeva niente. O almeno faceva finta di non sapere. Perché Bellamy ora stava a casa di John. Non voleva affrontare nessuno,stava chiuso nella camera degli ospiti a suonare, ignorando qualsiasi segno di contatto col mondo esterno e soprattutto intimando a Murphy di mentire per lui. La situazione continuò così per una settimana,quando Bellamy uscì da casa Murphy la sera tardi per non fare più ritorno e quando Clarke decise che il giorno dopo sarebbe dovuta tornare a scuola insieme alle sue amiche che ancora erano stabili a casa sua. 









Bellamy aveva la faccia piena di lividi e un aspetto tutt'altro che buono. John lo notò subito in mezzo alla folla di studenti. Era al suo armadietto. Un taglio fresco al sopracciglio e diversi lividi violacei in faccia. 
-Che cazzo hai fatto Blake?-
-Che cazzo ti interessa Murphy?-
-Bellamy... Sono seriamente preoccupato per te-
-Sto bene. Ho solo fatto qualcosa per sentirmi vivo-
-Questo non ti aiuterà! Se vuoi sbollire la rabbia fai qualcosa di utile e non pericoloso,porca troia!-
Bellamy la sera precedente,una volta uscito da casa Murphy, si era diretto all'Arkadia Bar. Là aveva iniziato a bere e sentiva un formicolio ricorrente alle mani. L'unica cosa che poteva fare per farlo calmare era rompere qualcosa. O picchiare qualcuno. Adocchiò un ragazzo seduto ad uno sgabello, solo. Si avvicinò con cautela e gli tirò un pugno che lo fece cadere dalla sedia. Ma il ragazzo non tardò a rispondere. Sembravano nella stessa situazione,bisognosi di qualcosa per sentirsi di nuovo vivi. Tutto procedette 'bene' fin quando lo sconosciuto non tirò fuori un coltello e gli procurò un taglio al sopracciglio. Quando la situazione stava per degenerare, il proprietario buttò il maggiore dei Blake fuori dal locale. A quel punto Bellamy si avviò verso casa sua.
-John,lascia perdere. Dico sul serio.- detto questo si allontanò dall'amico mettendo le cuffie nelle orecchie e su il cappuccio della felpa.








Clarke entrò nella scuola con lo sguardo vuoto e assente, Raven e Octavia sempre al suo fianco. Era veramente devastata. Poteva notare gli sguardi delle oche che la scrutavano parlottando fra di loro.
-Ho sentito che si sono lasciati-
-Finalmente! Bellamy è tornato single!-
Ad ogni frase Clarke subiva un tuffo al cuore. Poi lo vide. Aveva il cappuccio della felpa alzato e anche se era coperto poteva notare della anomalie su quel viso che conosceva bene quanto il suo.
Le mancava come l'aria e non poteva vivere senza di lui. Era talmente pallida che tutti si chiedevano come stesse in piedi. Nonostante dentro stesse morendo e fuori fosse bianca come una carta, si avviò con tutto il coraggio di cui disponeva nella sua classe.











-Bellamy!-
-Octavia.-
La minore dei Blake arrivò come un tornado nella caffetteria e individuato il fratello gli si scagliò addosso.
-Non ti vedo da una settimana! Che cazzo ti è successo alla faccia?-
-O. Non è successo niente stai tranquilla-
-Non mi hai risposto a messaggi e telefonate per una settimana e ti trovo in queste condizioni! Come faccio a stare tranquilla!-
-Sono stato da Murphy. E prima che tu lo dica,gli ho chiesto io di mentirti. Aveva bisogno di tempo.-
-Bellamy,so bene come funziona il tuo cervello e sapevo che prima o poi sarebbe accaduta una cosa del genere. Tu hai poca stima in te,pensi sempre di non essere abbastanza e non vedi il meraviglioso ragazzo che sei.-
Bellamy scosse la testa.
-Octavia,Clarke merita una vita grandiosa e un futuro brillante. Ora sta soffrendo perché non capisce che lo sto facendo per lei. La amo troppo per rovinarle l'esistenza con il disastro che è la mia vita! -
-Bellamy..- ma lui non voleva sentire. Tutti sapevano della sua testardaggine e lui sembrava voler mantenere quella reputazione. 
Riprese a mangiare ignorando la sorella che lo fissava con insistenza cercando di guadagnare la sua attenzione. Fu quando alzò lo sguardo per intimarle di smetterla, che la vide. Era pallida. Troppo pallida. Lo sguardo azzurro cielo,spento. Non poteva vederla così, ma sapeva che l'avrebbe superato. Si affrettò ad infilarsi il cappuccio e ad alzarsi,lasciando il suo pranzo a metà e uscendo dalla porta che dava sul cortile. Sperava non l'avesse notato,ma ormai era troppo tardi. I loro sguardi si erano incontrati nel momento in cui lei entrò nella caffetteria e lui alzò lo sguardo dal suo piatto. Lo aveva visto con il volto tumefatto, alzarsi e andarsene velocemente. Lo avrebbe riconosciuto anche da un chilometro di distanza. Lui era l'uomo che amava che la ignorava. E ogni volta che lo incrociava moriva dentro sempre di più. 











-Murphy,io non posso stare accanto a lui. Per favore tienilo d'occhio.-
-Non preoccuparti Octavia-














Bellamy era al campetto da basket dove andava sempre da bambino. Era il posto che lo tranquillizzava sempre. Era il luogo dove aveva vissuto i momenti più belli della sua quasi inesistente infanzia. Quando aveva qualche minuto di libertà dal prendersi cura di sua sorella,andava là. Inoltre era tutto ciò che rimaneva delle memorie di suo padre. La madre gli raccontava di quando si sedevano al bordo del campetto guardandolo giocare,prima che nascesse Octavia e lui scappasse. Ma lui aveva qualche minimo ricordo,sbiadito dal tempo,di un figura maschile che giocava a basket. Ma a volte pensava fosse solo frutto della sua immaginazione.
Bellamy tirava a canestro,riprendeva il pallone con un tonfo sordo e lo rilanciava. 
-Blake- Murphy prese il pallone che cadeva giù dal canestro e glielo ripassò.
-Vedo che hai accolto il mio consiglio di sfogare la tua rabbia su qualcosa di utile- e gli passò il pallone.
-Questo posto mi calma- prese il pallone e lo lanciò a canestro. 
-Sai Murphy? Questo posto ha gli unici ricordi belli della mia vita. Quando ero bambino venivo qua perché mi ricordava mio padre e credevo che se fosse tornato,sarebbe venuto qui. Poi da adolescente è stato il mio luogo di sfogo contro il mondo esterno. E adesso è tutto ciò che mi rimane.-
-Bellamy tu hai tantissime persone che tengono a te. E devi smetterla di rovinarti la vita,porca miseria! Sei tu che vuoi distruggerti il cuore! Lei ti ama ma tu devi farti del male creandoti film mentali!-
Bellamy continuava a tirare a canestro. 
-Bellamy smettila di fare il testardo!-
-Voglio solo dare pace ai miei pensieri,John! Voglio chiarire le idee! Voglio svuotare la mente! Voglio stare solo.-
-Io voglio aiutarti-
-Se lo vuoi davvero,comportati d'amico, appoggia le mie scelte-
-Hai ragione.. Vuoi lasciato solo?-  
Bellamy tirò a canestro e annuì.
-D'accordo ma chiamami,per favore-
-Lo farò quando sarò pronto-
Murphy lo guardò un'ultima volta per poi girarsi e andarsene, come rumore di sottofondo il pallone da basket che batteva insistentemente  sul terreno.











Murphy era in macchina quando gli arrivò una telefonata. Pioveva a dirotto. Attaccò il cellulare alla macchina e rispose senza neanche leggere il nome sul display.
-Murphy...-
-Clarke?- John era stupito.
-Io... Ho bisogno di vederlo. Non riesco.. Non posso farcela.. Non senza di lui...- la voce rotta dal pianto.
-Clarke.. Lui ti ama ma tende a farsi del male da solo. Crede tu non sia felice con lui..-
-Ma io lo amo.. E... E sono felice con lui più di quanto lo sia mai stata con nessun altro- 
-L'ho lasciato al campetto da basket dietro la scuola.-
-Come fai ad essere sicuro si ancora là? Piove a dirotto!-
-Lo so e basta.-
-D'accordo. Vado subito là.-
-Aspetta Clarke..-
-Dimmi..-
-Non spezzargli il cuore. Dagli il tuo amore. Dagli la certezza. Lui ti ama.-
-Grazie John.-
Detto questo chiuse la telefonata mentre Murphy sospirava e continuava il suo tragitto verso casa.










Aveva iniziato a piovere 10 minuti dopo che Murphy se ne era andato. Ma Bellamy aveva continuato a tirare a canestro. Aveva ancora la testa troppo confusa per andarsene. 
-Bellamy Blake!- il maggiore dei Blake rabbrividì al sentire la sua voce. Ma non era la solita voce decisa, era rotta dal pianto e tremava. 
Si girò lentamente,lasciando cadere il pallone per terra. 
-Clarke..-
Lei si avvicinò a grandi passi. Era furente ma anche distrutta.
-Bellamy.. Perché diavolo mi stai fecondo questo? E non dire che lo stai facendo per il mio bene perché io sto tutt'altro che bene! La verità è che tu hai paura di amare!-
-Io..- erano vicini,come non lo erano da una settimana. 
-Ma a me non importa Bellamy. Io ti amo e non ho paura di farlo! Io voglio farti superare questa paura Bellamy! Io ti amo troppo per perderti per una paura!-
-Clarke.. Io lo sto facendo per te anche! Non solo per la mia paura! Lo capisci che io non posso darti quello di cui hai bisogno? Tu meriti tutto il meglio,io sono un disastro e non so come tu mi voglia ancora nella tua vita !-
-Perché diavolo non vuoi capire che tu sei la persona che voglio al mio fianco,la migliore che io conosca? E tu non sei un disastro nella mia vita..Tu sei la decisione meno sbagliata che abbia mai preso!-
La pioggia continuava a battere sulle loro teste. Negli occhi di Bellamy si leggeva la confusione più totale. Clarke voleva solamente spazzarla via, le sue lacrime che si mischiavano con la pioggia.
-Bellamy... Credimi per favore! Fidati di me! Io ti amo sopra ogni cosa! Non ti farò soffrire perché non è vero che non sei alla mia altezza, tu sei fin troppo per me.-
Clarke continuava a piangere e la pioggia a battere. Poi Bellamy l'avvicinò a sé e poggiò il capo sulla sua spalla.
-Sono solo un codardo. Ho paura di amarti perché credo di non essere abbastanza per te. Ma non devi mai dubitare del fatto che ti ami più di qualsiasi altra cosa.-
Clarke lo abbracciò di rimando. Le era mancato, troppo. 
-Ci prenderemo un malanno, ne sei consapevole?-
Bellamy spezzò la tensione con una risata roca.
-Ne è valsa la pena, Principessa- 
Detto questo alzò la testa e la baciò. La pioggia batteva incessante ma per Bellamy e Clarke esistevano solo loro e il fatto che fossero tornati, che avessero superato tutto. Insieme.









-Blake,Ehi!-
-Ehi,Murphy! Sono venuto a casa tua per ringraziarti-
-Ti sei fatto tutta questa strada per ringraziarmi?-
-Sei stato tu a mandare Clarke al parchetto, e io non te ne sarò mai grato abbastanza.-
-Questo vuol dire che hai capito di essere un persona decente?- 
Che letto nel vocabolario di Murphy significava 'Meravigliosa'.
Bellamy rise.
-Ci sto lavorando,John.-
-Sono sicuro che con l'aiuto di Clarke ce la farai-
-Grazie veramente,amico-
-Figurati-
-E.. Salutami Emori- disse indicando con il cenno del capo l'interno della casa.
-Che bastardo che sei!- e scoppiarono a ridere.
La loro amicizia era forte nonostante litigassero sempre e le numerose difficoltà,loro c'erano l'uno per l'altro.










Angolo mente malata:
Solo una cosa: RAIN KISS. Finalmente Bellamy soprannominato il testardo ha capito che doveva smetterla di farsi i castelli in aria e quindi i Bellarke sono tornatii.
Come sempre ringrazio tutti e vorrei leggere più recensioni,perché adoro sapere cosa ne pensate.
Quindi recensite. 
Inoltre vorrei festeggiare le 200 visualizzazioni su Efp al primo capitolo! Vi amo troppo!


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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Bellamy Blake non era mai stato indeciso nella sua vita. Sapeva sempre cosa voleva e come ottenerlo. L'unica persona che lo avesse mai reso indeciso era stata Clarke. Quindi si stupì di sé stesso quando una volta presa la lettera indirizzata a lui dalla buca della posta, si sentì come nel limbo della sua testa. Bellamy odiava non sapere cosa fare. Era chiuso nella sua stanza, la lettera fra le mani e lo sguardo perso. Quando sentì qualcuno bussare alla porta si riprese dallo stato confusionale in cui era caduto e nascose la lettera sotto il cuscino.
-Avanti.-
Sulla soglia della porta apparve una chioma bionda e due occhi azzurro cielo. 
-Ehi!-
-Ehi.-
Clarke entrò chiudendosi la porta alle spalle e si avvicinò sedendosi accanto a lui.
-Tutto bene?-
-Si-
-Sicuro?- disse la giovane Griffin poggiando la mano sulla sua spalla.
Bellamy pensò che doveva sembrare tranquillo davanti alla sua ragazza. Quindi si girò verso di lei con un sorriso malizioso stampato in faccia e in un secondo la stava baciando. Clarke sapeva che lui non era tranquillo,ma rispose al bacio perché non voleva forzarlo a raccontare. Lo avrebbe fatto lui quando sarebbe stato pronto. 
Lui si staccò lentamente da lei e iniziò a fissarla insistentemente.
-Che c'è?- chiese lei con sguardo divertito.
-Niente.. Solo che mi sei mancata-
Clarke lo guardò confusa, ma si lasciò trasportare di nuovo dal bacio in cui lui la trascinò.











Clarke dormiva beatamente al fianco di Bellamy. Lui prese la lettera da sotto il cuscino e la lessa di nuovo:

Saremmo davvero felici di averla nella nostra Università come uno degli alunni più promettenti.

Bellamy non era mai stato un alunno dal comportamento  perfetto,ma era davvero bravo a scuola. Eccelleva in tutte le materia. Infatti veniva identificato come 'il genio ribelle'. Eppure non aveva mai pensato ad un futuro all'Università. Credeva che, una volta finita la scuola, sarebbe andato a lavorare per mantenere sua sorella,ma adesso che gli si presentava un'opportunità diversa non sapeva cosa fare. Pensava ad Octavia,lei era una sua responsabilità,non avrebbe potuto abbandonarla. Era talmente confuso. Fissò Clarke affianco a lui e abbandonò quei pensieri per concentrarsi su di lei, l'unica persona che lo abbia mai capito, che gli infondeva sicurezza e che lo aveva scelto nonostante il casino che era la sua vita. Ma questa volta neanche lei avrebbe potuto aiutarlo a prendere una decisione. Doveva prenderla da solo,con il piccolo aiuto di qualcuno che non vedeva da molto tempo.










Clarke si svegliò in un letto non suo ma che riconoscerebbe tra mille,la pressione di un braccio sul suo fianco e un respiro caldo a solleticarle il naso. Bellamy dormiva affianco a lei,l'espressione corrucciata come quella di un bambino. Gli diede un leggero bacio sulle labbra e lui si svegliò lentamente.
-Buongiorno,principessa-
-Buongiorno,Bellamy-
Bellamy l'avvicinò a sé e l'abbracciò inspirando a pieno il suo profumo.
-Stai meglio?-
-Diciamo..- lui non le aveva detto niente ma lei sapeva che c'era qualcosa che non andava.
-Vuoi parlarne?-
-Assolutamente non ora- disse baciandola con trasporto.
-Non cambierai argomento così facilmente- disse lei sulle sue labbra,ma lui continuò a baciarla mentre lei si abbandonava completamente a lui. 









Clarke se ne andò dopo qualche ora,accompagnata da Bellamy. 
Octavia era davvero molto felice che suo fratello avesse trovato una ragazza come Clarke (nonché sua migliore amica): d'altronde lei desiderava si mettessero insieme fin dal primo momento,nonostante entrambi negassero interesse verso l'altro.
La minore dei Blake si diresse al piano di sopra per sistemare il letto al fratello come faceva ogni giorno.
Una volta sopra iniziò a sistemarlo quando notò un foglio sotto al cuscino.  Lo prese e lo lesse. Era una lettera per l'Università inviata a Bellamy. Perché non glielo aveva detto? Octavia sapeva come funzionava il cervello di Bellamy e sapendo quello che stava pensando sicuramente divenne una furia. Appena sarebbe tornato a casa avrebbe subito una sfuriata epica. 









Le urla provenienti da casa Blake si sentivano per tutto il vicinato.
-Bellamy come cazzo puoi pensare una cosa del genere!-
-Io sto solo riflettendo su quello che voglio fare!-
-Non puoi rovinarti la vita e il futuro!-
-Ma tu non puoi stare da sola! Sei un mia responsabilità!-
-Ma questo non significa tu debba buttare in aria il tuo futuro! Non sono una bambina so badare a me stessa!-
-Non posso lasciarti da sola!-
-Tu devi andare all'Università! Tu lo meriti e devi farlo! Per una volta pensa a te stesso!-
-Octavia devo riflettere..-
-Non me lo hai detto. Pensavo ci dicessimo tutto.-
-Io ho bisogno di riflettere.-
Bellamy prese la giacca ed uscì dalla casa. L'ultima cosa che sentì fu un singhiozzo di Octavia.











Il cellulare di Clarke suonò mentre stava ripetendo biologia. La ragazza lo prese svogliatamente e se lo portò all'orecchio.
La prima cosa che sentì fu un singhiozzo strozzato seguito dal suo nome.
-Octavia? Che succede?-
-Clarke,per favore.. Vieni qui..-
-Arrivo.-
Clarke chiuse la telefonata e chiamò Raven per avvisarla mentre si dirigeva a casa Blake.










Clarke e Raven erano sedute sul divano con Octavia che non accennava a smettere di piangere. Ancora non sapevano il motivo di quella situazione ma aspettavano pazientemente.
-Bellamy...- sussurrò la minore dei Blake. Clarke sobbalzò: Che diavolo era successo? 
Octavia si alzò in silenzio e andò a prendere un foglio. Dopo lo passò a Clarke e Raven. Era un'ammissione all'Università. Ed era per Bellamy.
Clarke era confusa. Perché non glielo aveva detto? 
-È confuso. Non sa cosa fare. Non vuole abbandonarmi. Non capisce che so badare a me stessa! Sta buttando in aria il suo futuro per la promessa fatta a mia madre! Lo odio quando fa così! Lo odio!-
Octavia iniziò a piangere di nuovo. 
Clarke si alzò lentamente ed uscì dalla casa.










Bellamy era da un paio di ore in giro. Sapeva dove voleva andare,ma non ne aveva il coraggio. Decise di andare e arrivò dopo un po' al luogo di suo interesse. Rimase a fissarne l'entrata per diverso tempo in macchina, chiedendosi perché il luogo che gli avrebbe dovuto dare maggiore sicurezza avesse un aspetto cupo e triste. Ma in quel momento non ci pensò molto: aveva bisogno di scegliere e solo in quel modo avrebbe preso una decisione in modo giusto. Oltrepassò lentamente l'enorme e arrugginito cancello e con estrema velocità si diresse al luogo dove era stato solo una volta in vita sua qualche mese prima. Si fermò davanti al marmo pregiato della lapide e passò la mano sull'incisione. Quando gli chiesero cosa voleva scrivere sulla tomba della madre gli proposero 'Madre e Figlia amorevole' ma lui voleva qualcosa di speciale per la donna fantastica che era. Allora disse deciso che voleva ci scrivessero 'May We Meet Again' perché lui voleva quello: rincontrarla prima o poi. 
Non appena poggiò la mano sulla lapide le gambe vennero meno e lui cadde in ginocchio a terra. Non era andato sulla tomba della madre dal giorno del funerale e si era ripromesso di non avvicinarsi mai al cimitero,ma adesso ne aveva bisogno. Aveva bisogno della madre che gli era stata portata via troppo presto,aveva bisogno di quell'aiuto che solo una madre sa dare. E così,mentre calde lacrime gli rigavano il volto,invocò l'aiuto della madre.
-Cosa devo fare?- 











Clarke era seduta nel portico di casa Blake ormai da ore. Aspettava e aspettava,sentendo i singhiozzi sommessi di Octavia e le parole rassicuranti di Raven. Clarke non capiva perché Bellamy si fosse comportato così. Se glielo avesse detto lo avrebbe aiutato a capire e gli sarebbe stata vicino. Credeva non ci sarebbero mai stati segreti tra di loro e, capiva che era confuso,ma perché non dirglielo?
Mentre pensava sentì una macchina avvicinarsi. Alzò la testa di scatto e si accorse che era la macchina del maggiore dei Blake. Si alzò rapidamente e si avvicinò al finestrino del guidatore. Bellamy notò la sua presenza e scese dall'auto.
-Si può sapere che ti è preso? Pensavamo ti fosse successo qualcosa!-
Clarke era furiosa,non poteva comportarsi così. Si aspettava una spiegazione,invece Bellamy la avvicinò a sé e posò le sue calde labbra sulle sue. Lei si staccò da lui controvoglia,ma non poteva comportarsi così.
-Non puoi fare così ogni volta che non vuoi parlare!- 
-Scusami se sono felice di vedere la mia ragazza- e si aprì in un sorriso enorme. 
-Ho paura tu sia bipolare..-
-Clarke,so di aver sbagliato a non dire niente,ma avevo bisogno di riflettere e solo una persona poteva aiutarmi a prendere la giusta decisione.-
-Chi?-
-Mia madre.. Avevo bisogno di lei in quel momento. Mi sono seduto vicino alla sua tomba e mi sono fatto guidare dalla sua voce,quella voce che sentivo da bambino quando mi cantava la Ninna Nanna. Mi manca e solo lei poteva guidarmi in questa decisione-
-Quale scelta hai preso?- chiese Clarke con voce tremante.
-Andrò all'Università. Io lo voglio. Credo di averlo sempre voluto. Octavia ha te e Raven e sa badare a sé stessa meglio di quanto possa fare io. So che questa è la decisione giusta per me. Perdonami per non averti detto niente, Clarke-
-Bellamy... Sono così dannatamente orgogliosa di te e tu devi farlo,te lo meriti!-
-Questo significa che mi perdoni?-
-Certo..- disse lei guardandolo con occhi dolci -Ma forse sarà difficile la relazione a distanza. Se vuoi possiamo prenderci del tempo se vuoi concentrarti di più sullo studio..-
Clarke cominciò a parlare a raffica, ma Bellamy la zittì baciandola.
-Con te intraprenderei qualsiasi tipo di relazione, a distanza,ravvicinata, ad ovest, ad est.. Basta ci sia tu dall'altra parte ad aspettarmi.-
Clarke lasciò scivolare qualche lacrima e rise asciugandola. Poi si baciarono come solo Bellamy Blake e Clarke Griffin sanno fare.











Quando Octavia apprese la notizia smise di piangere per lasciare spazio alla gioia. Suo fratello aveva rinunciato a troppo a causa sua ed era felice che per una volta lui avesse scelto per sé stesso. D'altronde lei era Octavia Blake e avrebbe saputo badare a sé stessa tranquillamente. Un po' però le sarebbe mancato il rompi scatole. D'altronde era sempre suo fratello. 











Angolo mente malata:
Pensavate di esservi liberati di me? E invece ecco qui la malata mentale con un nuovo capitolo! Vi ho fatto aspettare di più rispetto al solito ma fra i vari impegni non ho avuto tempo di pensare! Il mio cervello è in fumo! Ringrazio sempre tutti voi amati lettori. Recensite in tanti che vi aspetto. E niente.. Ci leggiamo presto!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Era passata appena una settimana dalla cerimonia del diploma di Bellamy. Era a casa sua seduto sul divano con Clarke a 'guardare' un film quando una furia di capelli corvini si presentò nel salotto chiamando a gran voce il fratello. Clarke,sentendo la voce della sua migliore amica si staccò velocemente da Bellamy che la guardava abbastanza divertito.
-Scusate per l'intrusione piccioncini, ma ho una notizia da darvi-
-Dai parla!-
-Abbiamo tre fantastici mesi di vacanza da passare prima che tu parta e inoltre devi ancora festeggiare la maturità quindi..-
-Credi di riuscire a raggiungere il punto entro oggi?-
-Bellamy!-disse Clarke tirandogli uno schiaffo sulla spalla.
-Grazie Clarke. Allora dicevo, dobbiamo divertirci quest'estate e quindi noi e i nostri amici andremo a passare questa magnifica estate in una casa vacanza enorme!-
Bellamy alzò un sopracciglio mentre Clarke sembrava entusiasta. 
-Non fare quella faccia,fratellone. È già deciso. Si parte lunedì.- detto questo se ne andò nella sua camera sbattendo la porta.
Clarke guardò Bellamy.
-A te non va mai di fare niente..-
-Primo non è vero,perché ho deciso di venire. E no, non perché mi ha costretto Octavia. Secondo preferisco impegnarmi in mansioni più divertenti.- disse avvicinandosi pericolosamente a lei.
-Del tipo?- disse lei ridendo.
Allora lui la avvicinò a sé e ricominciò da dove si era interrotto poco prima per colpa della sorella.











-Non puoi davvero portare solo una valigia Bellamy! Sono tre mesi!-
-È una valigia piuttosto grande Octavia!-
-Ragazzi potete smetterla di litigare mezzo secondo?-
-Zitta Reyes- dissero in contemporanea i fratelli Blake.
-Siamo nervosetti stamattina.-
-Raven,Clarke dov'è?-
-Octavia,sta arrivando!-
-Speriamo arrivi al più presto,così tiene occupato mio fratello.-
-Vedi che ti sento-
-Era il mio intento-
Bellamy era poggiato alla sua macchina mentre Octavia e Raven erano dentro sedute sui sedili posteriori col finestrino abbassato per intrattenere 'un'amabile' conversazione con il maggiore dei Blake. Mentre continuavano a dibattere sul costume che avrebbe potuto mettere Octavia il primo giorno,con immancabili commenti sarcastici da parte di Bellamy, la porta di casa Griffin si aprì rivelando Clarke in tutto il suo splendore. Bellamy vedendola si aprì in un sorriso luminoso e si diresse verso di lei mentre Raven alzava il finestrino per dargli un po' di Privacy,nonostante le grida di disapprovazione della minore dei Blake che voleva assistere alla scena. 
-Buongiorno,principessa.-
-Buongiorno a te.-
Lui le prese le valigie dalle mani mentre lei si alzava sulle punte e lo baciava.
-Grazie,mio cavaliere!-
-Ogni principessa ha bisogno del suo cavaliere.-
-E tu sei il mio.- e lo baciò di nuovo.
-Siamo affettuose stamattina.-
-Un po'- 
Clarke abbassò lo sguardo e seguì Bellamy mentre caricava i suoi bagagli. 
-Ehi che c'è?- disse lui notando l'espressione della sua ragazza,chiudendo il portabagagli.
-Niente..-
-Clarke?-
-Solo che voglio stare con te il maggior tempo possibile. Non posso pensare che partirai e..-
-Ehi,ehi. Respira. Anche io voglio passare più tempo che posso con te. Adesso smettila di pensare a cose tristi e pensa a goderti il tuo ragazzo..- disse lui ammiccando.
-Modesto lui..-
Disse Clarke ma Bellamy la stava già baciando. Furono interrotti dal suono del clacson perciò si staccarono e si avviarono all'interno dell'auto.












-Ma perché Octavia deve trascinare tutti nel ritardo cronico?-
-Ehi Monty,non offendere la mia ragazza.-
-Scusa Lincoln,ma è vero-
Jasper,Monty,Lincoln,Wick,Murphy,Maya,Harper ed Emori erano davanti alla casa che li avrebbe ospitati per 3 mesi,aspettando gli altri. 
-Eccoli!- urlò Jasper.
La macchina del maggiore dei Blake accostò dietro la Jeep di Jasper e nel giro di qualche minuto erano tutti dentro, i ragazzi valigie alle mani e le ragazze davanti a loro. 
Le stanze furono divise per coppia: erano presenti sei camere con letto matrimoniale e,dal momento che erano tutte coppie di fidanzati,la divisione non fu difficile,nonostante le polemiche del maggiore dei Blake sul fatto che sua sorella sarebbe stata nella stanza con Lincoln. Clarke entrò nella sua stanza senza Bellamy,che era sceso al piano di sotto a prendere le loro valigie. Era una stanza enorme,con un letto a baldacchino e un armadio in legno.
-Che lato vuoi principessa?-
Clarke sobbalzò.
-Bellamy,mi hai fatto morire di paura!- disse lei ancora girata di spalle a lui. 
Non ricevette risposta. Sentì solo lo scattare di una serratura,le valigie che cadevano a terra e due mani calde prenderla per i fianchi facendola girare. Una volta girata si trovò di fronte il ghigno malizioso di Bellamy.
-Sei davvero un pervertito!- disse lei ridendo.
-Me lo dicono in molti- 
Lui la prese in braccio e la baciò mentre lei rideva sulle sue labbra.











Tutti erano molto stanchi per il viaggio e nessuno uscì dalla propria stanza fino al mattino seguente (qualsiasi cosa stessero facendo). 
-Buongiorno.- disse Clarke con uno sbadiglio. Nella sala da pranzo erano presenti solo Jasper,Bellamy,Monty e Murphy Impegnati in una partita di Briscola. I quattro risposero con un mugugno indefinito. Clarke andò in cucina dove trovò dei cornetti: lei non amava i cornetti ripieni,infatti lo prendeva sempre vuoto,ma si sarebbe arrangiata,solo per questa volta,perché aveva troppa fame. Mentre ne stava prendendo uno alla crema notò una busta bianca con attaccato un bigliettino con scritto 'Clarke'. Lei lo aprì e lesse ciò che c'era scritto. Era indubbiamente la scrittura di Bellamy.
'So che non ti piacciono i cornetti ripieni. L'ho imparato a mie spese.'
Clarke sorrise ripensando a quella mattina in cui lui le portò un cornetto alla nutella e quest'ultima si ritrovò più sulla camicia di Bellamy che nel cornetto. Prese il cornetto e lo addentò mentre si dirigeva dai ragazzi. Si sedette vicino a Bellamy dopo avergli dato un bacio sulla guancia,ringraziandolo. 
La partita finì con la vittoria stracciante di Bellamy e Murphy. Finito di giocare tutti tranne il maggiore dei Blake si alzarono. Bellamy si girò verso Clarke e la avvicinò a sé, trascinandola per la sedia. 
-Hai dello zucchero in faccia!- 
-Dove?- 
-Qui.- Bellamy la baciò all'angolo della bocca. 
Clarke allora prese dello zucchero caduto dal suo cornetto e glielo spalmò sul naso. Poi lo baciò e se ne andò, mentre lui rideva pulendosi il naso.









-Allora siete pronte?- 
-Si arriviamo!-
Bellamy sbuffò prendendo l'asciugamano e mettendola nello zaino. Quando c'è di mezzo Octavia non si è mai in orario.
I ragazzi erano tutti sotto a bere della birra,mentre le ragazze non accennavano ancora a scendere.
Ci vollero altri 20 minuti buoni prima di vedere Emori scendere e dietro di lei le altre. Clarke indossava un costume nero e un pareo dello stesso colore. Bellamy deglutì e subito la raggiunse. 
-Geloso,Blake?- chiese lei ridendo.
-Sta' zitta un po'- disse lui baciandola.
-Devo farmi valere come uomo Alfa-
-Idiota- 
Si incamminarono tutti verso la piscina vicino alla casa. Bellamy aveva il braccio intorno alle spalle di Clarke e avevano le mani intrecciate. Arrivati in piscina lui le lasciò una bacio tra i capelli prima di staccarsi da lei. Il maggiore dei Blake si tolse la maglietta verde che indossava,rimanendo in costume. Clarke non potè fare a meno di notare gli sguardi delle ragazze presenti in piscina: lo mangiavano con gli occhi. Lui sembrava non farci caso,rideva e scherzava con gli altri. Poi tutti i ragazzi si buttarono in acqua,lasciando le ragazze in superficie.
-Non entri,principessa?- Bellamy si avvicinò al bordo della piscina dove era seduta Clarke.
-No.- Bellamy rise.
-Perché ridi?- chiese lei alterata.
-Chi è la gelosa adesso?- 
-Fai meno il simpatico.-
Bellamy si alzò sulle braccia in modo di arrivare alle sua altezza con il viso mostrandole il suo sorriso sbilenco.
-Lo sai che per me esisti solo tu.-
Clarke alzò un sopracciglio. Lui allora la baciò e lei si sciolse. 
-Dai entra in acqua..- Bellamy utilizzò volutamente un tono di voce basso. Clarke lo fissò. Era talmente sexy con i ricci scuri che gli ricadevano sulla faccia e quel sorriso sbilenco.
-D'accordo..- sospirò Clarke.
Il sorriso di Bellamy si aprì ancora di più e subito la trascinò in acqua con sé.
-Sei un idiota-
-Ma mi ami.-
-Si,ti amo-











Clarke durante la giornata notava gli sguardi invidiosi delle ragazze presenti in piscina quando Bellamy le si avvicinava e la baciava o faceva qualsiasi cosa per lei. Ma a lei non importava. Bellamy era suo e lei era sua. Niente avrebbe cambiato ciò. Mentre rifletteva sulla sdraio,il sole venne coperto dalla figura di qualcuno. Quel 'qualcuno' si abbassò su di lei bagnandola e poi la baciò lentamente. Il sapore di quelle labbra lo avrebbe riconosciuto ovunque.
-Bellamy la smetteresti di coprire il sole?- 
-Devono capire che sei solo mia-
-Ma..-
-Mia.-
-Idiota-
-Idiota bellissimo-
-Modesto-
-E sexy-
Lui la baciò ancora.
-Mi stai bagnando tutta..-
-Allora perché non ti stacchi principessa?-
-Perché non voglio- 
Lui la prese in braccio e si buttò in acqua con lei.
-Così non ti stacchi..-
-Per essere un idiota sei intelligente.-
Lei poggiò la sua fronte su quella di lui e sospirò.
-Ti amo..-
-Anche io,Principessa.-










Angolo mente malata:
Questo capitolo è in assoluto il più mielose che abbia scritto,ma mi piace! Non ci posso fare niente se li amo così tanto che devo fare capitoli in cui sono così pucciosi! Comunque questo è solo l'inizio della vacanza dove tutto è tranquillo. Dal prossimo capitolo scoprirete tante cose nuove: gelosia,scoperte e tradimenti MUAHHAHHAAHAHAH. Scusate la parte malata ha preso il sopravvento! Ringrazio tutti quanti con il cuore perché il numero di visualizzazioni sta crescendo sempre di più e io non so che dire! Aspetto con ansia le vostre recensioni,fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


-Quindi avete litigato perché lui è troppo geloso?- 
-Si!-
Clarke era arrivata come una furia nella stanza di Octavia e si era buttata sul letto.
-Non dirmi cosa avete fatto tu e Lincoln su questo letto.-
Octavia ignorò deliberatamente la battuta dell'amica. 
-Possibile litighiate sempre?-
-È lui che è troppo geloso!-
Octavia sbuffò e si buttò sul letto vicino all'amica.
-Con Bellamy dovresti prenderla come una cosa positiva..-
-Ho sbagliato ad arrabbiarmi?- disse Clarke girando la testa verso l'amica.
-Forse.. Che cosa gli hai detto?-
Clarke raccontò come quella mattina a mare Bellamy stava quasi per picchiare un ragazzo e della discussione.
-E poi gli ho detto che non mi fregava della sua opinione e me ne sono andata- disse facendo un espressione dubbiosa.
-Hai proprio sbagliato. Adesso ti toccherà subire la vendetta.- 
Clarke la guardò interrogativa.
-E Bellamy è un tipo vendicativo.-
La giovane Griffin sapeva che non le sarebbe aspettato nulla di buono.










-Aspetta,che cosa?-
Bellamy e Murphy erano seduti sul pavimento della stanza di quest'ultimo a giocare a poker. 
-Io ho vinto,io decido la penitenza,John- 
-Quando mi chiami per nome non è mai qualcosa di bello..-
-Mi servirai per mettere in atto la mia vendetta- 
-Adesso ho veramente paura..-
Bellamy aveva uno sguardo malefico stampato in volto e Murphy deglutì visibilmente.










-Non ci credo che siete in orario voi e in ritardo Blake e Murphy-
Monty stava urlando il suo stupore per tutta la casa nel vedere le ragazze scendere le scale in perfetto orario. Mentre parlavano del più del meno,anche se Clarke non faceva altro che pensare a Bellamy, videro scendere Murphy con un costume da pinguino e Bellamy dietro che si tratteneva del ridere.
-Smettila di ridere,Blake- disse Murphy a denti stretti.
-Murphy che cazzo ti sei messo?- 
Jasper scoppiò in una fragorosa risata.
-Bellamy,amico mio,spiega tu il motivo!- 
Bellamy si ricompose quel tanto che bastava per non soffocare mentre spiegava.
-Allora,Il qui presente John Murphy ha perso contro il sottoscritto ad una partita di poker. È scattata la penitenza che consiste in una scommessa a chi riesce a 'rimorchiare' di più. Io con il mio fascino- disse indicandosi -O lui con questo magnifico costume- e indicò Murphy. 
Clarke sobbalzò: era quella la vendetta? Non sarebbe riuscita ad accettarlo. Mentre Murphy parlava con Emori del fatto che era solo una scommessa,Clarke si avvicinò furente a Bellamy. 
-Non puoi farlo!- 
Bellamy fece una faccia confusa.
-Se non mi sbaglio questa mattina hai detto,cito testuali parole,che non t'importa della mia opinione- 
Detto questo si diresse verso l'ingresso trascinandosi un imbarazzatissimo Murphy. 












-Ciao!- Murphy si avvicinò ad una ragazza seduta al bar. Lei lo guardò male e poi rispose un "Ciao" poco convinto.
-Io sono John!-
-Ontari-  
La ragazza sembrava davvero poco interessata al ragazzo che le si parava di fronte.
-Murphy,come procede?- Bellamy si avvicinò all'amico posandogli una mano sulla spalla. La ragazza vedendolo si illuminò mentre Murphy lo cacciava via malamente.
-Cosa posso fare per te,Ontari?-
-Presentami il tuo amico- disse lei con sguardo deciso. 
John si avvicinò all'amico che aveva un sorrisetto soddisfatto in volto.
-Lo so che non mi tiro mai indietro da una scommessa,ma forse questa volta avrei fatto bene a farlo.. Vuole parlare con te.-
-Grazie amico!-
Bellamy si avviò da Ontari.
-Piacere,Bellamy-
-Il piacere è tutto mio. Sono Ontari- disse lei con sguardo languido.
Lui la invitò a ballare e lei accettò subito. 
Clarke era seduta ad un divanetto con Raven,Wick ed Emori. Quando vide Bellamy avviarsi in pista con una sconosciuta trasalì. 
-Mi arrendo!- disse Murphy togliendosi la parte di sopra del costume e buttandosi sul divano vicino alla sua ragazza.
-Vai a cambiarti,John. Fai un favore a tutti- lui fece un sorriso sarcastico ma si avviò verso la casa poco distante da lì. 
-Io non ce la faccio! Ora lo ammazzo.- 
Clarke si alzò di scatto e si avviò verso Bellamy e la ragazza,bussando sulla spalla di quest'ultima.
-Scusami? Ciao! Sono Clarke. E sono la sua ragazza.-
Detto questo trascinò Bellamy fuori dal locale.
-Che ti salta in mente si più sapere?- 
Bellamy la guardava sorridendo. 
-Tu non rimorchi proprio nessuna,sono stata chiara?-
Lui sembrava ancora più divertito.
-Forse sono io che dovrei essere arrabbiato per la tua gelosia,adesso!-
-La tua gelosia era ingiustificata! Ti stavi strusciando con quella tipa!- 
Lui scoppiò a ridere mentre lei sbuffò e fece per andarsene,ma lui la fermò e la riporto di fronte a sé.
-Io lo facevo per farti ingelosire di proposito,principessa. Tutta la storia della partita e della scommessa.- 
Lei lo guardò di sbieco.
-Voglio dirti che se sono geloso è perché so di avere al mio fianco una ragazza meravigliosa che ogni ragazzo vorrebbe al suo fianco. E non voglio rischiare di perderti per una svista. D'accordo?-
Lei annuì sollevata.
-Scusami per le parole di stamattina.-
-Non preoccuparti,principessa.- 
Lui la guardò con un ghigno stampato in faccia.
-Vieni con me,ti porto in un posto.- 
-Che d..- non fece in tempo a finire che Bellamy se la stava trascinando dietro.
La portò in un laghetto e iniziò a togliersi la camicia.
-Che stai facendo?- chiese lei sbigottita.
-Voglio farmi un bagno- detto questo scalciò via i pantaloni e si tuffò in acqua. Clarke rimase sulla riva ad aspettarlo. Aspettava ma non risaliva e si stava seriamente preoccupando. Non ne poteva più così cominciò a chiamarlo. Niente. Si buttò immediatamente in acqua.
-Bellamy!- cercava di chiamarlo ma niente. Spuntò dopo un po' e notando l'espressione preoccupata di Clarke si avvicinò subito.
-Ehi,Clarke,che succede?-
-Bellamy,Oh mio Dio,non ti vedevo risalire e pensavo ti fosse successo qualcosa.. io..io- 
-Ehi,ehi. Sono qui. Sto bene.-
-Non fare mai più una cosa del genere. Non puoi e non devi abbandonarmi. Io non posso vivere senza te,anche se litighiamo. Bellamy tu sei parte di me. Non..non farlo mai più. Per favore.-
Alcune lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi.
-Ehi.. Va tutto bene. Non ti abbandonerò mai. Te lo prometto.-
L'avvicinò a sé e l'abbracciò.
-Stai bene.-
-Sto bene.-










-Dove cazzo è finito John?-
-Credo sia in bagno,Emori-
-Vado a cercarlo.-
Emori si diresse verso i bagni e bussò alla porta di quello maschile. 
Sentiva solo dei gemiti provenire dall'interno perciò pensò che Murphy non fosse lì. Appena si allontanò di qualche passo la porta si aprì rivelando un Murphy molto ubriaco mezzo svestito che controllava chi avesse bussato è una ragazza dietro di lui (quella che prima ballava con Bellamy) che gli intimava di rientrare,anche lei mezza nuda. Emori a quella vista si paralizzò e iniziò a piangere. Quando Murphy si accorse della presenza della sua ragazza sembrò riprendersi.
-Emori! Aspetta!-
Ma era troppo tardi,la ragazza era già sparita.
-Che cazzo ho fatto?- disse rivolto a qualcuno di invisibile.










Quando Bellamy andò a prendere Murphy,lo trovò mezzo ubriaco e in stato confusionale. Mentre lo riportava a casa non faceva altro che ripetere il nome della sua ormai ex ragazza,come una mantra infinita. Lo portò nella sua stanza dal momento che la stanza del ragazzo era occupata dalle ragazze che cercavano di consolare Emori.
-Che cazzo ho fatto,Blake? Io la amo-
-John.. Ci penserai domani. Non devi dirle a me questa cose.-
Quando si girò verso di lui,Murphy era caduto in un sonno profondo. Bellamy sbuffò sonoramente ed uscì dalla stanza. Si avviò verso la camera dove erano riunite tutte le ragazze e mentre stava per bussare per sapere come stava Emori,la porta si aprì mostrando la giovane Griffin.
-Ehi-
-Ehi- disse lei mentre si richiudeva la porta alle spalle.
-Come sta?-
-Male..-
Lei si buttò di slancio tra le sue braccia mentre lui l'accoglieva e la stringeva.
-Non posso credere che quella ragazza ci abbia provato con te e poi abbia fatto quello che ha fatto..- disse lei sul suo petto.
-È tutto okay Clarke. Si riprenderà. Murphy si farà perdonare. Lui non ha mai amato nessuna come ama lei.-
-Come me e te?- chiese lei alzando la testa su di lui. Lui sorrise,sembrava una bambina quando faceva in quel modo.
-Si come me e te.- lei sorrise lievemente e lui le baciò la fronte prima di sparire al piano di sotto.










La mattina seguente Bellamy entrò nella camera dove dormiva Murphy con un enorme secchio di acqua gelata. Glielo tirò addosso e subito John si alzò.
-Ora tu,caro il mio Murphy,ti prepari per bene e vai a riconquistare la donna che ami,che sta per partire,e che tu perderai per sempre-
Murphy sobbalzò: Emori partiva? 
-Io l'ho fatta soffrire..-
-Cazzo,ti vuoi alzare sì o no? Muoviti prima di vederla scomparire dalla tua vita! Te la immagini la tua vita senza di lei?-
Murphy si alzò subito dal letto e si diresse in bagno. In dieci minuti buoni era già fuori tirato a lucido. Corse più che poté giù per le scale e arrivò fuori dalla casa,dove trovò Emori con la valigia ai suoi piedi ad aspettare il taxi.










Bellamy sospirò mentre si buttava sul divano. Sperava che Murphy sarebbe riuscito a farsi perdonare. Loro erano talmente simili,autodistruttivi da soli ma insieme invincibili. Mentre pensava sentì due esili braccia abbracciarlo da dietro.
-Dormito bene?-
-Non molto. Mi sei mancata.-
Clarke girò intorno al divano per sedersi affianco a Bellamy.
-Anche tu mi sei mancato.- e si appoggiò a lui. Bellamy iniziò ad accarezzarle i capelli.
-Murphy aveva bisogno di me..-
-Ed Emori di noi..-
Lui le lasciò un bacio tra i capelli mentre lei sospirava sul suo petto.










-Emori!-
Emori sobbalzò sentendo la sua voce.
-Che diavolo vuoi?-
-Ti prego ascoltami! Io non sapevo cosa stavo facendo,ero ubriaco. Io.. Io..-
-John smettila di dirmi cazzate-
-Emori io non posso vivere senza di te,tu sei il mio tutto! Sono un cazzone,un coglione e non merito neanche di stare al tuo fianco ma io non ce la posso fare senza di te. Non abbandonarmi!-
-John..-
Lui si inginocchiò di fronte a lei.
-Io ti amo,sei la prima ragazza che abbia mai amato,la persona che mi ha risvegliato dal torpore delle mie emozioni. Io ho bisogno di te! Non posso immaginare la mia vita senza di te! Io non so che cazzo ho fatto,io sono solo un idiota, un'idiota che ti ama sopra ogni cosa. Emori perdonami!-
Emori rimase paralizzata: lei lo voleva odiare con tutta se stessa ma non ci riusciva. Lo amava troppo.
-Ci vorrà tempo John,dovrai aspettare. Dovrai riacquistare la mia fiducia.-
-Farò qualsiasi cosa per te.-
Detto questo si alzò e la baciò. In quel momento Murphy si promise che non l'avrebbe più fatta soffrire.











-Ragazzi andate a prendere una pizza!-
-Vado io! Blake vieni con me!-
-Perché io,Jordan?-
-Perché così paghi per tutti-
Bellamy lo guardò storto.
-Vengo si,ma ognuno paga il suo!-
Detto questo baciò Clarke ed uscì seguito dal giovane Jordan. 
-Guidi tu,Blake?-
-Ovvio-










Bellamy e Jasper erano in macchina, il primo guidava e il secondo cambiava stazione radio ogni due secondi.
-Quella mi piaceva!-
-A me no!-
I due si misero a ridere mentre Bellamy cercava di rimettere la canzone. Jasper dopo qualche secondo smise di ridere e assunse un'espressione allarmata.
-Bellamy,attento!-
L'incidente fu inevitabile,uno scontro frontale, l'altra macchina guidata da un giovane ubriaco si infilò nella loro corsia. Loro erano solo lì al momento sbagliato.












Angolo mente malata:
Questo capitolo finisce male, lo so! Lascio a voi immaginare come andrà a finire! Vi ho dato un po' di Memori e tanta Bellarke come sempre! Ringrazio tutti voi,continuate a recensire in tanti e a seguire la storia. Detto questo,ci leggiamo presto!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


-Codice rosso! Due ragazzi hanno avuto un incidente sulla strada tra la 32esima e la 34esima. Ripeto,codice rosso! Sono entrambi molto gravi.-
Gli infermieri caricarono Jasper e Bellamy sulle barelle e iniziarono a correre verso le sale operatorie. Attaccarono immediatamente le maschere per l'ossigeno a entrambi. Erano sul filo del rasoio,più morti che vivi.











-Allora io direi che quei due si sono ufficialmente persi- sentenziò Monty mentre gli altri parlavano fra di loro. Il telefono di Octavia cominciò a squillare e lei lo prese svogliatamente.
-Devono essere loro che hanno dimenticato che pizza prendere- disse Raven.
Octavia non conosceva il numero da cui stava ricevendo la chiamata,ma si portò il cellulare all'orecchio comunque.
-Pronto?-
-Salve,lei è Octavia Blake? La sorella di Bellamy Blake?-
Octavia si allarmò subito.
-Si,perché? Cosa é successo?-
-Suo fratello ha avuto un incidente in auto insieme ad un altro ragazzo, Jasper Jordan. Sono entrambi in condizioni molto gravi.-
Octavia lasciò cadere il cellulare sul pavimento con un tonfo sordo. Tutti si girarono verso di lei,la quale stava iniziando a piangere.
-Bellamy.. Jasper.. Incidente... Gravi- farfugliava solo quelle quattro parole,ma tutti la compresero fin troppo bene. Immediatamente i ragazzi presero le proprie giacche e si diressero velocemente verso l'ospedale.









Una volta dentro Octavia si diresse alla reception dell'ospedale come una furia.
-Sono Octavia Blake,sto cercando mio fratello e il mio amico. Hanno avuto un incidente questa sera. Dove sono? Me lo dica.- 
L'infermiera spiegò brevemente la dinamica dell'incidente al gruppo di ragazzi e poi indicò con un gesto della mano due sale operatorie abbastanza vicine. 
Clarke corse alle porte di quella dov'era Bellamy e si accasciò sul pavimento,aspettando. Non poteva pensare alla sua vita senza di lui. Le aveva promesso non se ne sarebbe mai andato,sarebbe stato sempre con lei,che non l'avrebbe abbandonata. Lei lo amava,se moriva perdeva una parte di sé e del suo cuore. Si prese lentamente la testa fra le mani e iniziò a piangere silenziosamente. Octavia le si affiancò poco dopo, lo stesso dolore riflesso nei suoi occhi. 
-Jasper?- Clarke non era riuscita ad alzarsi da quella posizione per molto tempo, e presa dal dolore non si era accertata neanche delle condizioni del loro amico.
-È ancora dentro. Maya è nella tua stessa situazione.- la minore dei Blake si lasciò scappare un singhiozzo.
-Se la caveranno, sono forti.- 
Quel sussurro della giovane Griffin si perse all'interno della sala di aspetto.










Clarke era riuscita ad assumere una posizione più corretta,seduta su una sedia e Lincoln le aveva portato un caffè molto forte,ma lei non riusciva a non stare peggio ogni secondo che passava. Ad un tratto le porte della sala operatoria di Bellamy si aprirono. La giovane Griffin rimase immobilizzata per qualche secondo,poi subito corse verso la barella.
-Bellamy!- gli prese la mano ma lui era immobile,bianco,un braccio ingessato,il busto e una mano fasciati,alcuni punti di sutura sulla fronte e vicino al sopracciglio. 
Octavia era dietro di lei,ma i medici non le fecero avvicinare più del dovuto e lo portarono in una stanza dell'ospedale. Dopo qualche minuto fu il turno di Jasper. Non era messo peggio di Bellamy, ma non aveva per niente un bell'aspetto. Anche lui venne portato in una stanza dell'ospedale senza essere visto da nessuno dei suoi amici.











Tutti i ragazzi restarono ad aspettare fuori dalle camere di ospedale dov'erano i loro amici.
Nessuno proferiva parola. Si sentivano solo i singhiozzi sommessi di Maya e Octavia. Dopo un paio di ore un medico uscì fuori dalla porta di Bellamy. 
-Possiamo permettervi una sola visita per oggi,solo una persona.-
Clarke e Octavia si guardarono. Nonostante la giovane Griffin non volesse altro che vedere il suo ragazzo,sapeva che Octavia era sua sorella e aveva la precedenza. Le fece un lieve sorriso e le fece un cenno con la teste per dirle 'Vai tu.'
Subito la minore dei Blake si alzò e corse dal fratello. Anche la porta di Jasper si aprì e ad entrare fu Maya.











-Fratellone!-
-Ehi,sorellina- Bellamy era sveglio ma faceva davvero fatica a parlare.
-Come sta Jasper?-
-Sta meglio.. Bellamy pensavo di averti perso..-
-Va tutto bene sorellina,sono qui.-
-Anche Clarke sarebbe voluta entrare,ma hanno permesso ad una sola persona di vederti.-
-Non fa niente,davvero.-
Mentre Octavia abbracciava suo fratello una voce femminile le disse che era ora di andare.
-Fratellone,ci vediamo domani.-
-Certo,O. A domani. Dì a Clarke che sto bene e che..-
-Lo so,lo so.- gli sorrise e sparì oltre la soglia della stanza.











-Come sta?- appena uscita dalla stanza la minore dei Blake fu travolta da tutti i ragazzi che le facevano domande sulle condizioni di Bellamy. Tutti tranne Clarke,che aspettava pazientemente seduta al suo posto. Octavia si lasciò cadere vicino alla sua migliore amica.
-Grazie per avermi fatto andare.-
-Sei sua sorella.. Come sta?-
-È sveglio e vigile ma è veramente conciato male. Ha detto che vuole tu sappia che sta bene e che ti ama.-
Clarke lasciò che qualche lacrima uscisse fuori,per ripulirla subito col dorso della mano.
-Lo aveva promesso.- disse Clarke ridendo. Octavia non capiva a cosa si riferisse ma sorrise lo stesso.










Maya uscì dalla camera di Jasper ancora con i postumi di un bel pianto.
-Ancora non si è svegliato. Hanno detto che è ancora in pericolo. Deve superare la notte per essere salvo.-
Monty andò ad abbracciarla,mentre gli altri iniziavano a pregare che Jasper si salvasse.











Bellamy stava leggendo una rivista portatagli da Murphy. Mentre la sfogliava annoiato sentì la porta aprirsi. 
-Clarke?- la ragazza iniziò a piangere,mentre lui cercava di alzarsi. Lei gli corse subito in contro e affondò tra le sue braccia. Lui l'accolse subito.
-Lo avevi promesso. Non puoi farmi questo. Io non posso perderti. Non farlo mai più, ti prego!- aveva la voce implorante,rotta dal pianto.
-Sono qui Clarke,va tutto bene. Sono qui e sono con te. Manterrò la promessa,Sempre.- Clarke lo strinse ancora di più,mentre gli prendeva il viso fra le mani e lo baciava. Non avrebbe permesso a nessuno di staccarlo da lei.










Bellamy venne dimesso una settimana dopo,mentre Jasper,che si era svegliato e sembrava stare meglio,avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno.
-Bel modo di passare una settimana di vacanza.- sentenziò Bellamy uscendo dalla sua stanza seguito da Murphy,offertosi 'gentilmente' di aiutarlo a portare la sua valigia. Clarke e Octavia che erano sedute fuori dalla porta vedendolo si avvicinarono raggianti. Bellamy abbracciò Octavia con il braccio buono e dopo strinse a sé la sua ragazza baciandola.
-Mi sei mancata principessa.-
-Anche tu.-
Poi si staccò da lei.
-Jasper?-
-È in quella camera-
-Vado a trovarlo-
Detto questo lasciò un altro bacio a Clarke e si avviò alla camera adiacente alla sua.











Bellamy bussò alla porta e quando sentì un attutito 'avanti' entrò.
-Bellamy!-
-Ehi Jordan-
Si avvicinò all'amico e si sedette su una sedia vicino al letto.
-Non ti trovo affatto bene!-
-Senti chi parla... Come stai Jasper?-
-Meglio,si,anche se sarò costretto su una sedia a rotelle per un po' di tempo..-
-Io..mi dispiace così tanto Jasper. Se avessi visto quella macchina non sarebbe successo niente di tutto questo. Io non mi perdonerò mai per quello che è successo.-
-Bellamy. Tu non c'entri niente. È lui ,chiunque sia, che ci è venuto addosso. Ci siamo salvati. Siamo forti.-
-Jordan,non credevo L'avrei mai detto, ma mi sei mancato idiota.-
-Lo sapevo che in realtà mi amavi.-
Bellamy si sporse e lo abbracciò.
Quando si staccarono Jasper avvertì Bellamy del fatto che lui,Maya,Monty e Harper sarebbero partiti una volta dimesso,nonostante lui avesse insistito a partire da solo.
-Mi dispiace..-
-Basta con le scuse. Piuttosto vedi di farti guarire il braccio per le partite che ci faremo presto- 
Entrambi scoppiarono a ridere,e dopo avergli lasciato una pacca sulla spalla,il maggiore dei Blake sparì oltre la porta.










Bellamy tirò un sospiro di sollievo quando entrò nella sua stanza nella casa vacanza. Inspirò a pieno il mix tra il suo profumo e quello di Clarke. Quando sentì la porta chiudersi alla sue spalle,si aprì in un sorriso e si girò verso la persona appena entrata. Clarke era appoggiata alla porta e lo fissava.
-Principessa,sei bellissima.- si avvicinò a lei lentamente e l'abbracciò con il braccio buono. Inspirò a pieno il suo profumo e poi la baciò lentamente. La prese in braccio e si misero nel letto insieme.
-Principessa,quando è successo quello che è successo,tu sei stata il mio ultimo pensiero. Pensavo a quanto mi saresti mancata,pensavo che saresti dovuta andare avanti,pensavo a quanto ti amo.. Quando ho scoperto di essere vivo,non facevo altro che ripetermi che ero riuscito a mantenere la promessa, quella promessa che non facevo altro che ripetermi mentre ero addormentato. Mi ripetevo 'Devi farcela. Per lei' e mi sentivo in colpa per Jasper,perché ero io alla guida e pensavo che se ci fosse state tu o Octavia al suo posto,non me lo sarei mai perdonato.- 
Clarke lo ascoltava in silenzio. Sapeva che aveva bisogno di sfogarsi.
-Quando pensavo di perderti,mi sono sentita vuota. Non facevo altro che pensare alla promessa che mi avevi fatto. Ma non era per la promessa in sé,era perché sapevo che senza di te non sarei riuscita a vivere. Bellamy io ti amo,più di qualsiasi altra cosa. Senza di te sono inutile.. Io..-
Non riuscì a continuare,quindi fece la cosa più naturale che le venne in mente: lo baciò,stando attenta a non fargli male sulla ferita del torso con il suo peso. 
-Non posso immaginare la mia vita senza di te,Bellamy-
-Neanche io,principessa-











-Jasper,rimettiti presto- 
Tutti i ragazzi erano fuori per salutare Jasper e chi sarebbe partito con lui. Bellamy aiutò Jasper a salire e gli diede qualche pacca sulla spalla. 
-Blake ti aspetto per quando torni. Ti straccerò a basket!- 
-Contaci,Jordan- 
Mentre guardavano la Jeep Verde di Jasper sparire sulla strada si sentirono sollevati per la pace ritrovata. 












Angolo mente malata:
Tutto è andato per il meglio! Bellarke Is the way. Jasper speriamo si riprenda! Il prossimo capitolo ci sarà una scoperta molto importante per i fratelli Blake,quindi state pronti! Ringrazio tutti quanti come sempre. Continuate a recensire! 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Bellamy era sul divano a guardare la televisione,il braccio ancora ingessato,quando venne distolto da un interessantissima puntata di 'Quantico' da sua sorella. Octavia si lasciò cadere di peso affianco a lui.
-Bellamy?-
-Dimmi-
-Ricordi zio Caleb?-
Bellamy la guardò confuso.
-Intendi il fratello di nostro padre? Quello che abbiamo visto pochissime volte in vita nostra e che mamma ci intimava di evitare?-
Octavia annuì.
-No.-
-Bellamy,dai.. Ha saputo dell'incidente e ha un'officina nei paraggi. Ci serve la macchina e lui può aggiustarla!-
-Perché dobbiamo andare proprio da lui?-
-Perché può farci uno sconto! Smettila di fare il cretino!- detto questo la giovane Blake si alzò sul divano e se ne andò borbottando qualche insulto al fratello. Bellamy non era per niente tranquillo: la madre non aveva voluto avere contatti con lui per un misterioso motivo,che non aveva mai capito.












-Allora dov'è il dottore? Stai bene?- Bellamy continuava a blaterale, mentre Clarke sbuffava sonoramente.
-Bellamy,sono solo caduta da qualche scalino e ho preso una storta,non ho qualche malattia!-
Bellamy le si avvicinò e le prese la mano.
-Scusami.. Quando mi hai chiamato mi sono davvero preoccupato. Sicura di stare bene?-
Lei gli prese il viso tra le mani e annuì. Lui tirò un sospiro di sollievo. Poi la baciò leggermente sulle labbra e sorrise.
-Allora,signorina Griffin..- disse il dottore entrando con la cartella clinica in mano, mentre Clarke continuava a guardare Bellamy che si stava alzando per raggiungere il dottore. Per un secondo si perse a pensare a come sarebbe stato essere chiamata Signora Blake. Cacciò subito quel pensiero via. Non era il momento.
-Non si preoccupi non è niente di grave,solo una piccola frattura alla caviglia. Deve stare al riposo e muoverla il meno possibile.- le lanciò uno sguardo rassicurante.
-Ora le daremo le dimissioni e potrà tornare a casa.-
Clarke sospirò mentre Bellamy seguiva il dottore. 












-Mi dispiace non averti portato a casa in braccio,principessa- disse Bellamy seguendo Clarke che stava adoperando l'uso delle stampelle. 
La ragazza gli sorrise. 
-Non preoccuparti,mio cavaliere dal braccio rotto.-
-Tra due giorni potrò togliere questo dannato coso e poi ti farò vedere io.-
Clarke rise mentre continuava a camminare.
-Sicura non vuoi una mano?-
-Piuttosto pensa a chiamare Murphy per venirci a prendere. Ti sei fatto accompagnare da lui vero?-
-Certo! È l'unico con l'auto intatta!-
Bellamy prese il cellulare e chiamò Murphy.
-Sarà qui tra poco. Siediti su quella panchina,non vorrei ti stancassi.-
L'accompagnò e si sedette accanto a lei. Appoggiò il braccio buono sullo schienale della panchina,dietro la testa di lei e si girò a guardarla.
-Non ho bisogno di una baby-sitter,Blake- sentenziò la ragazza.
-Sai che sei ancora più bella quando fai valere la tua posizione?- disse lui con un ghigno.
-Ruffiano-
-Solo con te.- e le catturò le labbra con le proprie. 
Furono interrotti dall'arrivo di Murphy ed Emori. Salirono in auto velocemente e andarono a casa.












-Bellamy!- Un uomo sulla cinquantina si diresse a gran velocità fuori dal garage dove lavorava.
-Caleb.- 
-Come stai? Il braccio?- 
-Meglio. Domani dovrei togliere il gesso.-
-Sono felice tu stia bene!-
Bellamy voleva saltare i convenevoli quindi spostò subito l'argomento sull'auto.
-Allora,l'auto come puoi vedere è davvero messa male. Cosa puoi fare?- 
-La sistemerò tutta, ho già in mente cosa fare.-
-Bene. Chiamami quando devo passare a prenderla e dimmi il pagamento.-
Bellamy era freddo e distaccato.
-Ehm.. Si. Direi fra tre giorni,dato che non ho troppo da fare e inoltre sei una priorità,ma ti chiamerò per sicurezza,quando sarà pronta. Per il pagamento ne parleremo.-
-Perfetto.-
Detto questo,lasciò l'uomo a studiare l'auto e si infilò in quella di Murphy,che lo stava aspettando.












Clarke era seduta sul suo letto mentre osservava le notizie sul computer. Sentì bussare e urlò 'avanti'.
-Clarke..-
-Octavia! Vieni entra!-
Octavia si tuffò letteralmente sul letto.
-Stai bene?-
-No,Clarke. Ho bisogno del tuo aiuto.-
Clarke alzò un sopracciglio.
-Di che si tratta?-
-Abbiamo scoperto di avere questo zio,Caleb. Io vorrei parlarci.. È l'unico collegamento con papà che ci rimane. Ma Bellamy non vuole mi avvicini. Io voglio parlare con lui. Puoi aiutarmi?-
Clarke la guardò per un secondo e capì che Octavia ne aveva bisogno,di un collegamento con il padre.
-Certo.-
-Davvero? Oddio,grazie Clarke!-
Così iniziarono a prepara un piano per non destare i sospetti del maggiore dei Blake.











Bellamy era in cucina a bere un caffè quando vide Clarke e Octavia avviarsi verso l'uscita. 
-Ragazze,dove andate?- 
-Noi usciamo! Tu non devi andare a togliere l'ingessatura?-
-Si.. Infatti sto andando proprio ora.  Volete accompagnate?- 
-No! Prenderemo il pullman per arrivare in città. Grazie comunque.-
Clarke gli si avvicinò con le stampelle e lo baciò. Lui la strinse a sé e poi la lasciò andare. 
-Sicura di non avere bisogno di aiuto Clarke?-
-Si!- e si sbattè la porta alle spalle.












-Octavia?-
-Caleb..-
-Sei venuta per l'auto? Ancora non è pronta..- Clarke notò una certa malinconia nei suoi occhi.
-No... Io.. Ehm.. Sono venuta per parlarti.-
L'uomo sobbalzò.
-Parlarmi?-
-Si.. Tu sei l'unico ricordo collegato a mio padre,dal momento che non ne ho altri..- 
Caleb sembrò essere preso alla sprovvista. Annaspò alla ricerca d'aria per qualche secondo. Poi sospirò. Clarke notò quanto fosse simile ai fratelli Blake. I capelli arruffati e il taglio degli occhi di Bellamy,il colore invece era quello di Octavia. E poi l'anello. Quell'anello. Lo stesso di Bellamy. Il ricordo di Clarke corse ad una sera di qualche anno prima,dove un più giovane Bellamy Blake vagava per la città.



-Blake? Che diavolo ci fai a quest'ora in giro? Cerchi i tuoi simili?-
-Griffin. Non mi va di scherzare. Ho perso una cosa.-
-Che cosa?-
Bellamy la guardò sospettoso.
-Che ti frega?-
-Volevo solo aiutare.- disse lei girandosi di spalle e cominciando a camminare.
-Scusa,sono solo nervoso.-
Lei si girò di nuovo verso di lui. Era strano vederlo in quel modo.
-Cosa hai perso?-
-Un anello.- sospirò.
-Ed è così importante ritrovarlo?-
-Si! Oppure non starei qui a cercarlo. È una copia dell'anello di mio padre. Me lo lasciò la sera in cui sparì. Lui ne ha uno uguale e mi promise che non l'avrebbe mai tolto,e io lo promisi a lui. Ci tiene legati.- 
Clarke lo guardò per qualche secondo. Poi prese lo zaino che aveva sulle spalle e ne estrasse un sacchetto.
-Ti cercavo per dartelo. Lo hai dimenticato oggi in biblioteca.-
Bellamy lo prese con impazienza e quando vide che era l'anello sembrò scoppiare di gioia.
-Principessa,non so come ringraziarti.- disse con un sorriso stampato in volto. Lei gli sorrise di rimando,un po' arrossita. Poi si avviò verso casa sua.


Clarke non stava giungendo a conclusioni affrettate. No di certo. Poteva essere un anello che avevano tutti i Blake. Eppure qualcosa gli diceva che non era così. 
-Octavia..- sospirò Caleb.
-Sai che ti dico? Ho fatto una cazzata. Non dovevo venire.- detto questo uscì dal garage trascinandosi una confusa Clarke per le stampelle.











-Salve?- Clarke entrò nel garage lentamente,saltellando.Aveva mentito ancora una volta a Bellamy ma lo faceva per lui. Aveva anche fatto difficoltà a convincerlo ad uscire da sola con le stampelle,ma lei gli aveva urlato che non aveva bisogno di un baby-sitter.
-Si? Oh.. Sei l'amica di Octavia.-
Clarke avrebbe voluto precise 'e la ragazza di Bellamy' ma era là per questioni più importanti.
-Se sei qui per l'argomento di stamattina,non è cambiato niente-
-Non sono qui per quello. Sono qui per dirle che devono saperlo,ne hanno il diritto.-
Lui continuava a pulire il parabrezza di un auto.
-Cosa?-
-Che è il loro padre.-
Caleb rimase immobile per un bel po' di tempo. Poi si girò verso la ragazza con estrema lentezza.
-Come..-
-L'importante non è il come,ma che è la verità,e loro meritano di saperla.-
-Io.. Non posso farlo..-
Clarke lo guardò fisso negli occhi.
-Ci pensi la prego.-
Detto questo la giovane Griffin sparì oltre la soglia del garage.











-Bellamy,mi passeresti l'acqua?-
-Se vuoi te la butto in testa,Lincoln- 
Lincoln alzò gli occhi al cielo,mentre Bellamy faceva un ghigno divertito ricevendo sguardi glaciali dalla sorella. Erano tutti a tavola a parlare e a divertirsi. Bellamy finalmente aveva tolto il gesso ed era davvero di ottimo umore. Aveva un braccio poggiato sulla sedia di Clarke e ogni tanto le lasciava qualche bacio.
-Certo che voi due.. Prima si fa male uno e poi l'altra.-
-Murphy oggi la simpatia ti mangia.-
-Sono io che mangio lei,Griffin. Stai proprio diventanti come il tuo ragazzo.- 
Lei fece una risata ironica.
Ad un tratto il campanello suonò.
-Vado io- fece Bellamy alzandosi.
Quando Bellamy aprì la porta si trovò Caleb davanti.
-Caleb? È pronta la macchina?-
-Ehm.. Si.. Ma..-
-Avresti dovuto chiamarmi e sarei passato a prenderla io. Allora quanto ti devo?-
-Bellamy,non mi devi niente. Ho solo bisogno di parlare con te e Octavia.- l'uomo osservò l'anello di Bellamy al dito e gli occhi si inumidirono leggermente.
-Vado a chiamarla. Cinque minuti. Non di più.- Bellamy invece non aveva fatto caso all'anello identico che portava l'uomo al dito. 











Caleb Blake non faceva altro che rigirarsi il suo cappello tra le mani quando vide scendere i suoi due figli.
-Ragazzi..-
-Cosa devi dirci?- chiese Octavia.
-Io.. Io.. So di non essere stato molto presente nella vostra vita.  So di aver sbagliato ad aver fatto ciò che ho fatto.-
-A cosa ti stai riferendo esattamente?- chiese il maggiore dei Blake con le braccia incrociate.
-Io non vi ho mai abbandonati. Ho visto ogni vostro singolo successo e ogni vostro singolo fallimento. Ho dovuto lasciarvi per fuggire dai problemi. Me ne sono pentito subito.- I due ragazzi si guardavano confusi. Poi l'uomo indicò l'anello che portava all'anulare destro. E Bellamy capì.
-Sono vostro padre. Mi sono nascosto nell'ombra di uno zio per potervi stare accanto comunque.- 
Bellamy sembrava impassibile mentre Octavia era sconvolta.
-Quindi tu sei l'uomo che ci ha abbandonati,che ha lasciato nostra madre da sola e che probabilmente non sa neanche che è morta!- urlò Bellamy. 
Caleb lo guardò negli occhi.
-So della sua morte.. Ero al funerale.. Bellamy ero con voi in ogni momento! Quando ho saputo del tuo incidente,sono corso all'ospedale e sono stato fuori dalla tua stanza dal primo momento! So che quella ragazza bionda è la donna che ami! So tutto di voi!-
Bellamy era stanco.
-Se avessi voluto essere presente nella nostra vita,non saresti scappato!-
Detto questo prese Octavia per mano e la trascinò dentro con lui.










Clarke era nel letto guardando il suo cellulare,il piede messo su un cuscino,quando sentì delle urla provenire da fuori la porta.
-Octavia come puoi pensarlo?-
-Sei tu che sei testardo!-
Poi sentì la porta della sua stanza aprirsi e chiudersi.
Bellamy si sedetti sul bordo del letto con la testa fra le mani.
-Ehi- disse lei accarezzandogli la schiena.
-Caleb.. È mio padre..-
-Lo so. L'ho scoperto questa mattina. Capisci perché non te l'ho detto,vero?-
Bellamy annuì.
-Volevo fosse lui a dirvelo. Non volevo..-
-Lo so,Clarke. Ti ringrazio per questo.- disse lui sospirando.
Lei si alzò dal letto e saltellando lo raggiunse. Si sedette sulle sue gambe e lo guardò negli occhi.
-Octavia?-
-Vuole dargli una possibilità,ma io non me la sento. Mi sono sentito sempre abbandonato, e tutto è partito da lui. Non so neanche perché indosso questo stupido anello!- disse togliendoselo e guardandolo a palmo aperto. Clarke gli chiuse la mano e gliela baciò. 
-Perché tu gli vuoi bene nonostante tutto.- Bellamy sospirò e poggiò la testa nell'incavo del suo collo.
-Ho tanta paura- lei gli spostò i capelli dalla fronte e gliela baciò.
-Andrà tutto bene. Io sono con te.-
-Sempre?-
-Sempre-











Bellamy era fuori da un motel. Era poggiato alla sua macchina. 
-Caleb!- l'uomo si girò verso il ragazzo che lo aveva chiamato e rimase pietrificato.
-Bellamy? Che..-
-Senti,forse ho sbagliato ad urlarti contro,ma capirai la mia rabbia. Però io sono un tipo che crede nella seconda possibilità,avendone avuta una io stesso. Potrai vederci,potrai comportarti da padre e recuperare il rapporto perso. Octavia ha bisogno di conoscere suo padre.-
-E tu?-
-Ti conosco già.-
-Non hai bisogno di passare del tempo con tuo padre?-
-Ogni cosa al suo tempo.-
-So tutto di te. So che andrai all'università e che sei un campione di basket,proprio come..-
-Te.-
Il padre lo guardò mentre entrava in auto. Si abbassò all'altezza del finestrino abbassato per parlargli.
-Quella ragazza,Clarke,è una ragazza forte e determinata. Ci tiene a te. E tiene anche ad Octavia. Sei un uomo fortunato.-
-Lo so- mise in moto e partì,lasciandosi il motel e l'uomo alle spalle.








Quando entrò in camera sua,Bellamy trovò Clarke profondamente addormentata. Si sdraiò al suo fiancò e la guardò. Guardò la principessa guerriera che era così fortunato di avere al suo fianco. La baciò leggermente e la vide sorridere nel sonno. Poi la strinse a sé e si addormentò.












Angolo mente malata:
Sono innamorata di questo capitolo! Abbiamo scoperto che questo Caleb è il padre di Bellamy e Octavia! Bellamy all'inizio era un po' restio ma ha deciso di cedere,quindi seguiremo l'evoluzione di questo rapporto! E poi i Bellarke sono sempre così cucciolosi! Vorrei ringraziare tutti,in particolare chi recensisce sempre! Ci leggiamo presto!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Bellamy si svegliò lentamente sentendo un respiro caldo solleticargli il naso. Si trovò davanti Clarke che lo stava osservando sorridendo. Da quando poteva camminare senza stampelle si sentiva molto meglio.
-Buongiorno,principessa- disse lui con uno sbadiglio.
-Buongiorno a te- disse lei lasciandogli un bacio dolce. Lui l'approfondì prendendola per i fianchi e attirandola ancora di più a sé. Lei sembrava essere persa in lui quando si accorse dell'orario e si staccò velocemente controvoglia. 
-Devo scappare dannazione!- disse mentre si infilava la camicia di Bellamy e spariva nel bagno a cambiarsi. 
-Sei talmente sexy con la mia camicia addosso!- gli urlò Bellamy dalla posizione in cui era. Sentì come risposta solo un mugugno indefinito. 
Clarke uscì dal bagno dieci minuti dopo: indossava un pantaloncino a vita alta e una maglia con la bandiera inglese disegnata sopra,ovviamente le immancabili vans bordeaux ai piedi.
-Io vado!- disse dandogli un bacio e sparendo dietro la porta della camera. Bellamy sorrise e si accasciò di nuovo sul cuscino.











-Octavia! Raven! Emori!-
-Eccoti finalmente-
-Scusatemi per il ritardo! Io..-
-Non vogliamo sapere i dettagli della tua vita sessuale,Clarke! Andiamo!-
Clarke non rispose e si avviò insieme alle altre alla fermata del autobus per andare al centro commerciale situato in città.
Le aspettava una mattina di shopping sfrenato.











Bellamy indossò la camicia che quella mattina aveva messo Clarke distrattamente. Aveva ancora il suo profumo inebriante,e in quel momento più di qualsiasi altro aveva bisogno di lei. Si avviò al motel dove il padre si era stabilito e una volta arrivato si avviò al ristorante sottostante al piano delle camere. Vide suo padre da una delle vetrate e prese un grosso respiro. Octavia sarebbe arrivata più tardi,dal momento che era in giro con le altre ragazze. 
-Bellamy!-
-Caleb.-
-Prego siediti! Octavia?-
-Arriverà fra un po'.-
Fra i due si formò un silenzio imbarazzante. Bellamy era davvero di poche parole e il padre non era da meno. 
-Vedo che porti ancora l'anello..-
Bellamy si guardò distrattamente la mano alla quale aveva l'anello e annuì.
-Sono un uomo di parola.- 
-Pensavo lo avessi buttato da qualche parte una volta cresciuto-
-Avevo fatto una promessa e inoltre era l'unico ricordo che avevo di te. Nostra madre mi parlò di quella sera quando fui più grande,raccontandomi della promessa e di te. Quel poco che ricordavo, per lo più ricordi sbiaditi dal tempo,li incanalai in questo pezzo di metallo,cercando una connessione con il padre che avevo perso. Ecco tutto. Ho pensato davvero molte volte di buttarlo,ma non ne ho mai avuto il coraggio.-
Bellamy sospirò osservando il padre,quell'uomo che doveva essere il suo punto di riferimento ma che a malapena conosceva.
-Vorrei dare questo ad Octavia.- disse indicando il suo.
-Vedendo come è andata l'ultima volta,farai meglio a tenerlo per te..- sputò Bellamy,acido. Si rese conto di quello che aveva detto dall'espressione del padre e subito sussurrò uno 'scusa' abbastanza tirato. Il padre cercò di non farci caso e continuò.
-È una tradizione dei fratelli Blake,che viene passata ai figli. Non ho avuto l'occasione di farlo con Octavia e ho intenzione di rimediare.- disse guardandolo deciso negli occhi. Bellamy non rispose.












-Clarke..-
Le ragazze erano tornate sfinite dalla mattinata di shopping,ed era già ora di pranzo.
-Dimmi,O.-
-Io dovrei andare.. Sai il pranzo con Caleb e Bellamy..-
-Si certo,capisco- disse la giovane Griffin con sguardo comprensivo.
-Vorrei venissi anche tu.. Bellamy ha bisogno di te,per affrontare tutto questo e anche io ho bisogno di te.- Clarke la guardò per qualche secondo poi annuì mentre Octavia prendeva le chiavi della macchina di Lincoln.











Bellamy e Caleb avevano instaurato una conversione a colpi di tosse negli ultimi cinque minuti,quando il più grande si aprì in un sorriso un po' confuso osservando l'ingresso. Si girò anche lui per trovarsi,dirette al loro tavolo,Clarke e Octavia. La minore dei Blake salutò il fratello con un bacio sulla guancia e si sedette accanto al padre.
-Salve Caleb- Clarke porse la mano all'uomo che gliela strinse di rimando,poi si sedette accanto al suo ragazzo. Mentre Octavia parlava con l'uomo,Bellamy si girò verso Clarke.
-Che ci fai qui?- chiese tranquillamente,nessuna nota d'irritazione nella voce.
-Pensavo avessi bisogno di me..- disse lei con un sorriso. Lui ne accennò uno anche,per poi stringerle la mano sotto il tavolo.
-Grazie..- le sussurrò baciandole la mano stretta nella sua.
-È bello che anche tu sia qui,Clarke- disse l'uomo con una disinvoltura che non gli apparteneva. 
-La ringrazio.- il maggiore dei Blake strinse ancora di più la sua mano. 
-Octavia..- disse Caleb rivolgendosi alla giovane ragazza al suo fianco.
-So di aver sbagliato con te e con Bellamy. Ma io voglio rimediare. Davvero. Voglio darti il mio anello. È un segno dei Blake e io ci tengo a rimandarvi le nostre tradizioni. Tutti i fratelli Blake ne hanno avuto almeno uno uguale da tramandare ai figli. A seconda del numero di figli se ne fanno delle copie,dando il proprio a uno dei figli. Dal momento che Bellamy ha già il suo,voglio darti il mio. Ti terrà per sempre legata alla tua famiglia e soprattuto a Bellamy.- disse l'uomo sorridendo. Clarke percepì Bellamy irrigidirsi e staccare la mano dalla sua. Stava per scoppiare. Octavia prese l'oggetto metallico e lo indossò mentre Bellamy si passava una mano tra i capelli,palesemente nervoso. 
-Grazie davvero,papà..- Octavia parlò senza pensare,e quando si accorse di quello che aveva detto si stupì di sé stessa e si girò di scatto verso il fratello.
-Scusateci un secondo..- disse Clarke con un sorriso di circostanza mentre prendeva Bellamy per mano e lo trascinava fuori dal rude ristorante.
Bellamy era tutto un tremolio,lo sentiva. Una volta fuori lo fece poggiare ad un muro e gli prese il viso fra le mani. 
-Bellamy. Guardami. Va tutto bene. Respira.-
-No,Clarke non va tutto bene. Io non ce la faccio. Ogni volta che lo vedo rivivo quella notte. Le urla di mia madre,la pioggia che batte insistentemente,i pianti di Octavia e la porta che sbatteva. Io non lo posso perdonare. Non posso vederlo con mia sorella,che gli dona uno stupido simbolo di una famiglia inesistente! Clarke,perché mi ha fatto questo? Perché mi ha reso insicuro sulla mia vita? Ho sempre paura che qualcuno mi abbandoni o mi spezzi il cuore,per colpa sua! Ho pensato per tutta l'infanzia se fossi stato io il problema,mentre in realtà era tutta colpa sua. Io non ce la faccio,non ce la faccio!- Bellamy scuoteva la testa tenendo Clarke per i polsi. Alcune stille salate cominciarono a bagnargli il volto. La ragazza non lo aveva mai visto così scosso,neanche la notte della morte di sua madre. Lei si staccò dalla sua presa ferrea per prendergli di nuovo il volto fra le mani.
-Bellamy. Guardami.- disse lei poggiando la sua fronte sulla sua e guardandolo negli occhi. Gli occhi di lui una tempesta in piena. Respirava a fatica. Stava avendo un attacco di panico.
-Lo ha chiamato papà.. Come può solo pensare di vederlo come un punto di riferimento?-
-Lei non ha vissuto ciò che hai vissuto tu.-
Lui la abbracciò,quasi come a volerla stritolare con la forza. Ma lei era il suo appiglio. Solo la sua presenza poteva calmarlo. Il suo respiro ritornò regolare dopo lunghi,interminabili minuti.
-Senza di te sarei scoppiato là dentro.- disse lui,la fronte sulla sua spalla. Lei gli accarezzava i capelli con fare rassicurante.
-Grazie di essere rimasta nonostante ti abbia urlato contro. Non c'è mai stato nessuno nella mia vita disposto ad ascoltarmi e a prendersi cura di me come hai fatto tu.- disse lui. Qualche lacrima scese dagli occhi di Clarke,mentre gli baciava la tempia. 
-Bellamy..- e lo strinse,forte. Lui aveva bisogno di lei.
Il maggiore dei Blake alzò la testa e iniziò a fissare la sua ragazza,serio.
-Non voglio far perdere questa opportunità ad Octavia,ma metterò in chiaro che io non ci riesco..- Clarke lo fissava mentre parlava e gli spostò un ricciolo ribelle dalla fronte.
-Andrà tutto bene..- lui aveva ancora le mani sui suoi fianchi e subito e la riabbracciò. L'unica cosa di cui aveva bisogno era del suo profumo e di avere lei fra le sue braccia. 
-Parlerò con Caleb e Octavia. Non voglio tu sia presente,non voglio rischiare di prendermela anche con te. Quindi prendi la mia macchina e vai a casa.. Okay?-disse lui sospirando,staccandosi da lei,guardandola negli occhi e mettendole una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
-Sicuro?- chiese lei.
-No,avrei bisogno di te,ma so che andrà male in ogni caso e quindi non voglio tu stia male per qualcosa che potrei dire.- 
-D'accordo. Però non farmi stare in pensiero.-
-Non preoccuparti- la baciò lentamente e le diede le chiavi della macchina. 
-Sta attenta- disse abbassandosi all'altezza del finestrino abbassato.
-Come sempre- lui la baciò sulla fronte e la osservò sparire all'orizzonte. Poi si prese di un coraggio che non aveva ed entrò nel ristorante,mettendosi l'anello in tasca.












-Bellamy! Clarke?- chiese Octavia con espressione confusa.
-Ha avuto un impegno ed è dovuta scappare..- 
-Bene,adesso che siamo qua tutti e tre,vorrei dirvi delle cose..-
-Aspetta Caleb. Adesso sono io che devo dire qualcosa.- disse Bellamy sedendosi dal lato opposto a dove erano seduti loro e guardandoli deciso.











Il maggiore dei Blake rientrò a casa la sera. Clarke non lo cercò per tutto il giorno,nonostante la sua mancanza le facesse più male di quanto volesse ammettere,ma sapeva che quello di cui aveva bisogno era tempo per incanalare ciò che era successo. Qualsiasi cosa fosse successa. Ma considerando l'espressione di Octavia tornata a casa, a metà tra il furioso e il pianto, non era affatto andata bene. Come previsto. 
Clarke sentì dei passi pesanti raggiungere la sua porta e aprirla con lentezza,per poi richiuderla subito dopo. Si cacciò l'unica cuffia che aveva all'orecchio destro e fissò il ragazzo che gli si parava davanti.
-Non sei arrabbiata,vero?- chiese Bellamy titubante osservando la sua ragazza. Per tutta risposta Clarke si aprì in un sorriso che lo fece scogliere come neve al sole. Fece il giro del letto e si sedette sul bordo del letto,dal lato di Clarke.
-Non ti chiederò com'è andata. So già che é andata male.- disse Clarke accarezzandogli i ricci neri. Bellamy sospirò. Clarke posò il computer sul comodino e cambiò la posizione sedendosi al suo fianco.
-Vuoi parlarne?- Bellamy sospirò.
-No,non ora. Adesso ho solo bisogno di te.- disse lui guardandola dritta negli occhi. Lei gli posò le braccia sulle spalle e lui non se lo fece ripetere due volte. Si tuffò subito nelle sue labbra rosee e non se ne sarebbe mai staccato,come un appiglio per respirare,un produttore di ossigeno per restare in vita. Aveva solo ed esclusivamente bisogno dell'unica persona al mondo,in quel momento,di capirlo più di sé stesso. 









Clarke indossò la camicia di Bellamy,questa volta assolutamente non per sbaglio e si coricò di nuovo affianco a lui,ancora addormentato. Nessuno capiva cosa stava passando in quel momento,l'abbattimento interiore,perché lui non rivelava a nessuno i brandelli della sua anima. Solo a lei aveva donato tutto. Perché Bellamy Blake era così. Bianco o nero. Odio o amore. Tutto o niente. E spesso amore e tutto combaciavano perfettamente. Perché quando Bellamy amava, non solo nel senso di stare con una ragazza, ma l'amore in generale, dava tutto sé stesso senza chiedere niente in cambio. Lui curava le ferite degli altri e trascurava le sue. Clarke si perse nel calore della camicia e del corpo del ragazzo,accoccolandosi a lui e abbracciandolo forte. Lui si svegliò,e ritrovandosi stretto in quel modo,non fece altro che riappropriarsi del corpo della ragazza,stringendola a sé. 
-Buongiorno..- disse lei sulla sua pelle bollente. 
-Sei estremamente sexy con la mia camicia addosso..- ribadì il concetto lui,per allentare la tensione presente in quei giorni,che aleggiava sulle loro teste come un macigno pesante. 
-La terrò tutto il giorno solo per te,e resteremo qua dentro senza muoverci-
-La prima idea mi va più che bene,la seconda purtroppo no,nonostante lo vorrei con tutto me stesso.- lei lo guardò confusa. Lui fece una risata roca.
-Come? Non ricordi che è il tuo compleanno?- Clarke sembrò riprendersi da uno stato di semi-incoscienza e si portò una mano alla bocca. Era talmente in balia degli eventi che aveva anche dimenticato il suo compleanno.
-Quindi non possiamo restare qui! Adesso tu ti metti il costume e ti lasci la mia camicia addosso. Ti porto in un posto. Staremo da soli anche lì,l'unica cosa di cui ho bisogno sei tu e non voglio che qualcuno ci rompa le scatole.-
-Bellamy,davvero,non c'era bisogno..-
-Clarke.. Voglio darti tutto quello che ho. E anche io ho bisogno di scappare dalla realtà,anche solo per un giorno..- disse lui lasciandole un dolce bacio sul naso. Lei sospirò e annuì alzandosi dal letto.










-Ragazzi! Dove andate?- Bellamy si abbassò gli occhiali da sole sul naso e fissò Murphy. Clarke aveva il braccio di Bellamy sulle spalle e li osservava sorridendo.
-Andiamo a fare una piccola gita,ci vedremo questa sera..- disse lui sospirando.
-Clarke!- 
-Raven dimmi!-
-Come dimmi? È il tuo compleanno!-
-Sai questa mattina me lo ha ricordato il qui presente Bellamy!- lui alzò la mano libera in segno di colpevolezza. 
-Raven,ho intenzione di portarla a fare un giro fuori porta,quindi i convenevoli conserviamoli per dopo.- disse rimettendosi gli occhiali di nuovo sugli occhi. Raven sbuffò.
-D'accordo 'MisterMuscolo',monopolizza la tua ragazza come sempre.- 
-Visto? Lo capisci anche da sola.- disse con un sorrisetto sghembo stampato in volto. Clarke non lo vedeva così da troppo tempo e tirò un sospiro di sollievo,che si bloccò a metà vedendo Octavia scendere le scale con Lincoln. Bellamy si irrigidì di colpo e trattenne il respiro,mentre sua sorella lo fissava con espressione glaciale. 
-Bellamy? Andiamo?- Clarke spezzò la tensione. Bellamy si girò verso di lei e annuì. Salutarono tutti ed uscirono dalla porta. Una volta fuori Bellamy tirò un sospiro di sollievo.
-Tutto okay?- disse Clarke poggiandogli una mano sul petto,sentendo il suo battito accelerato. 
-Si.. Ora andiamo. Non voglio rovinare questa giornata.- lei lo guardò sorridendo e gli sfilò gli occhiali dalla faccia,mettendoseli lei.
-Sei la visione più erotica di questo mondo!- esclamò Bellamy,riprendendosi. Poi poggiò la sua fronte sulla sua e sospirò.
-Grazie,principessa.- 












-Sta attenta!- Bellamy stava guidando Clarke in mezzo alla sterpaglia,trascinandola per la mano.
-Dove diavolo mi stai portando,Blake?-
-Non ti piacciono proprio le sorprese,eh?- disse lui ridendo.
Arrivarono nei pressi di un laghetto,dove vi era ormeggiata una barca. Bellamy si staccò da Clarke e si diresse dietro un piccolo cespuglio estraendone un cestino da Picnic.
-Pensavi davvero non avessi pensato al cibo?- chiese guardando l'espressione di Clarke,con un sopracciglio alzato come a dire 'davvero?'
-Mi scuso per la mia mancanza di fiducia,Signor Blake-
-Scusa accettate,Signora Blake- lei lo guardò confusa.
-Suonava meglio- spiegò lui con un occhiolino. Lei iniziò a seguirlo scuotendo la testa. Bellamy salì agilmente sulla barca e aiutò Clarke a salire. Si diresse al timone seguito dalla ragazza. 










Clarke si avvicinò a Bellamy,che stava guidando e poggiò la testa sulla sua spalla.
-Dove mi porti ribelle?- lui rise leggermente.
-Voglio staccare la spina per un po'.. Non ti dispiace vero?- Clarke sorrise.
-Assolutamente no-  
Arrivarono in un punto del lago piuttosto lontano dalla riva e gettarono l'ancora. Clarke si affacciò al bordo della nave. Aveva un costume giallo canarino che le stava davvero bene e sopra indossava solo la camicia bianca di Bellamy,dopo essersi tolta i pantaloncini che il ragazzo le aveva costretto ad indossare prima di uscire perché non voleva la vedesse qualcuno. Lui le arrivò alle spalle e,prendendola per i fianchi, le baciò il collo. Lei portò la mano fra i suoi capelli. 
-Vuoi parlare di quello che è successo?- chiese lei con un fil di voce,temendo la sua reazione.
Lui sospirò.
-Credo ti meriti una spiegazione..- lei si girò e se lo trovò di fronte.
Bellamy le raccontò ciò che era successo.





-Adesso sono io che devo dire qualcosa- Caleb e Octavia lo guardarono confuso.
Bellamy prese un lungo respiro.
-Mi dispiace ma io non posso accettare questa situazione. Octavia può darti una possibilità ma quella che ti ho dato io è andata persa tempo fa. Ogni volta che ti guardo penso a ciò che è successo quella notte,quella scena che rivivo nella mia mente ogni giorno. E io non ce la faccio. Non ce la faccio a darti una possibilità, a cancellare ciò che è successo e a provare a vederti come una figura di riferimento nella mia vita. Ci ho provato,ma non ce l'ho fatta. Voi potrete fare qualsiasi cosa vogliate fare,ma.. Io voglio restarne fuori.- parlò con una pacatezza incredibile,poi prese l'anello che aveva in tasca e lo poggiò sul tavolo.
-Di buttarlo non ne ho il coraggio,perciò te lo rido indietro. Vi terrà.. Legati.. Come avrebbe dovuto fare con me.- Octavia lo fissava, lo sguardo sgranato.
Bellamy si alzò davanti a quella che doveva essere la sua famiglia e sia avviò all'uscita. Fu in quel momento che si scatenò l'inferno. Caleb sembrò accettare la cosa,nonostante la fitta dolorosa vicino al cuore, come una pugnalata profonda. Ma Octavia no. Si alzò di scatto e corse dietro al fratello,lasciando l'uomo a fissarli.
-Bellamy!- Il ragazzo fermò la sua camminata estremamente veloce per incontrare lo sguardo glaciale della sorella. Lui rimaneva fermo e in silenzio.
-Credevo lo volessi anche tu! Che volessi avere finalmente una vera famiglia!-
-Non ho bisogno di un uomo che per me è un estraneo se non fosse per il legame di sangue,per avere una famiglia! Tu e Clarke siete la mia famiglia! Non quell'uomo! Non so niente di lui se non che ci ha abbandonati! Octavia come puoi pensare che possa perdonarlo dopo quello che ci ha fatto! Io ho vissuto cose che.. Che tu non puoi immaginare! Quell'uomo per me non è nessuno!- 
Octavia lo fissava dritto negli occhi. Smeraldo contro polvere di diamante.
-Devi sempre rovinare tutto.. Per la prima volta in vita nostra possiamo essere felici! Possiamo avere ciò che meritiamo e tu devi rovinare tutto! Ma sai cosa? Per la prima volta non ti ascolterò e farò quello che voglio io,cioè stare con quell'uomo che è mio padre! E tu non me lo impedirai con i tuoi modi burberi!-
Bellamy si girò,si mise le mani in tasca e cominciò a camminare.
-Io sono già felice..- sputò,velocizzando il passo.



Bellamy sospirò guardando la sua ragazza.
-Non va mai niente per il verso giusto.. Io non riesco a stare vicino a quell'uomo,un estraneo per noi,ma come sempre vengo considerato 'colui che rovina tutto'. Se solo sapesse quello che un bambino di tre anni ha visto e sentito.. Non va mai bene niente.. Le ho permesso di continuare a vederlo nonostante quello che sento dentro e adesso mi odia comunque.. Tutto questo è così stressante..- 
-Bellamy,oggi è il mio compleanno e l'unica cosa che desidero è vederti rilassato,non voglio nient'altro.- disse lei mettendogli le braccia intorno al collo. 
-Non pensarci d'accordo? Pensa solo a noi e a questo momento..- 
-Principessa,credo tu mi abbia già monopolizzato la mente abbastanza..- sospirò sulle sue labbra.
-E proprio così deve essere..- disse prima di baciarlo.












Clarke era tra le braccia di Bellamy,sul telo portato da lui,quando si accorse che la stava osservando. Era serio.
-Sbaglio o ti avevo detto di rilassarti?- 
-Scusa.. Stavo pensando..-
-Se continui a pensare,questa testolina- disse picchiettandogli sulla fronte con un dito -Andrà letteralmente a fuoco.. Non penserai a Tavia,vero?-
-Per la prima volta in questa giornata,no. Stavo pensando che ti avevo promesso un'estate indimenticabile prima di partire,ma credo stia diventando indimenticabile in tutt'altro senso. Volevo darti tutto e invece tra l'incidente e tutto quello che è successo non ti sto dando niente. Non ti ho organizzato per il compleanno neanche una piccola parte di quello che tu hai fatto a me per il mio. Mi sento davvero una merda..- disse lui con lo sguardo corrucciato.
-Bellamy.. Quest'estate per me sarà indimenticabile nel senso giusto,perché tu sei con me. E poi quello che ti ho organizzato al tuo compleanno l'ho fatto con il cuore e lo sai. Inoltre tutto questo,che hai preparato per me,è anche troppo. Nonostante tutto hai avuto il tempo di organizzare una cosa speciale per me,nonostante i problemi e ciò che è successo. Il fatto che io sia stata nei tuoi pensieri lo stesso mi fa essere felice.-
-Avevo bisogno anche io di staccare la spina e inoltre volevo prenderci un momento tutto nostro,per rimediare a quello che ti sto facendo passare in questi giorni. So di essere abbastanza lunatico e mi dispiace che ci vada di sotto tu,che mi stai vicino costantemente. Ti amo per questo..- 
-Ti amo anche io,Bellamy.- 










-Perché mi hai fatto cambiare prima di tornare a casa?- chiese Clarke ridendo,sapendo già la risposta,scendendo dall'auto.
-Non voglio che qualcuno ti veda vestita in quel modo. Tu sei solo la mia visione erotica- disse Bellamy con un ghigno. 
-Forse hai un po' ragione- disse mettendogli le braccia intorno al collo. Lui la baciò. Poi si staccarono ed entrarono dentro. I loro amici erano seduti in salotto,ognuno un pacchetto alle mani. Clarke entrò e li trovò tutti lì.
-Non penserai davvero che avessimo dimenticato il tuo compleanno- urlò Raven correndogli incontro. Tutti scoppiarono a ridere,mentre Clarke abbracciava Raven. Bellamy appena entrato aveva visto Octavia seduta su una poltrona,perciò si diresse in cucina a prendere una birra. Era stato con Clarke tutto il giorno e ora toccava anche a lei stare un po' con la sua migliore amica. Bellamy prese anche la torta che aveva ordinato qualche giorno prima per Clarke e la mise sul tavolo della cucina.
-Quindi l'hai ordinata tu la torta?- Bellamy sobbalzò.
-Octavia..-
-Ascolta Bellamy,mi dispiace,davvero. Mi sono fatta accecare dalla voglia di avere un padre,che non mi sono resa conto di ciò che tu hai vissuto. Hai tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato con Caleb e non volerlo perdonare. E tu non rovini mai niente. So che lo fai per me. Speravo solo che questa cosa potessimo farla insieme,come sempre. Non credevo di farcela senza di te. La verità è che avevo paura, paura di vedere un uomo che non mi ha mai voluta,paura che una volta conosciuto ci saremmo allontanati,mentre io ho davvero bisogno di te. Tu sei la mia ancora,Bellamy,senza te affonderei.  Fratellone perdonami ti prego. Ho bisogno di te.- disse la minore dei Blake mentre una lacrima solitaria cominciava il suo tragitto.
Bellamy le si avvicinò e la strinse a sé.
-Sai che non ti avrei mai permesso di perdere questa opportunità nonostante io non ce la faccia a sopportarlo. E sai che io e te non ci saremmo mai staccati l'uno dall'altra perché siamo una famiglia e tu sei parte di me. Non ti avrei mai abbandonato,sorellina e non lo farei mai.- 










Bellamy entrò nel soggiorno seguito da Octavia,con in mano la torta. La poggiò sul tavolino in soggiorno e andò da Clarke. La fece alzare e sedere sulle sue gambe,mentre gli altri cominciarono a cantare l'odiosa canzoncina dei Tanti Auguri,quella che mette tutti in imbarazzo. Ma Clarke era troppo impegnata ad osservare Bellamy,e lui ad osservare lei,per rendersi conto di ciò che stava accadendo intorno a loro. Negli occhi del ragazzo lesse quella tranquillità tanto agognata, allora sospirò e poggiò la fronte sulla sua. 
-Te l'avevo detto che tutto sarebbe andato per il meglio.-
-Hai sempre ragione tu. Buon compleanno,principessa.- disse baciandola.











Angolo mente malata:
Eh sì,Bellamy non ce la fa proprio a perdonare il padre,e ha tutte le ragioni! Octavia la prende male all'inizio ma tutto va per il meglio! E la Bellarke? Mamma mia,da sbavo sulla tastiera. Dal prossimo capitolo si aprirà una nuova parte della storia,quindi state pronti! Vi ringrazio tutti,dal primo all'ultimo,chi legge soltanto e chi commenta anche,chi legge mentre sta in Alaska o in Croazia e chi legge a casa propria,chi ama e chi odia questa storia. Vi amo tutti!
P.S.: mi sono appena accorta che questo è il capitolo più lungo che abbia scritto. Davvero,mi do le pacche sulle spalle da sola.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Bellamy era sul divano di casa sua. Era mezzanotte passata ma lui non riusciva a trovare la pace per dormire. Sarebbe dovuto partire per l'università di lì a due giorni,ma si sentiva tutt'altro che felice. Mentre faceva l'ennesimo zapping disinteressato tra i canali,suonarono al campanello. Bellamy si guardò attorno confuso. Octavia era dal padre e sarebbe tornata il giorno seguente,e anche se fosse stata lei,aveva le chiavi. Perciò si alzò con fare sospetto. Era notte fonda e inoltre diluviava. Aprì la porta lentamente. Appena vide chi si trovava al di fuori della porta trasalì e assunse un'espressione veramente preoccupata.
-Clarke! Che ci fai qui? Stai bene? È
successo qualcosa?- le si avvicinò immediatamente e la guardò negli occhi: stava piangendo ed era tutta fradicia.
-Ehi.. Che succede?-
-Bellamy... Io non posso farcela! Tu partirai e te ne andrai e io non posso farcela senza di te! Ti ho promesso di essere forte e ti ho incoraggiato io a fare questa scelta,ma io senza te non posso vivere..- Clarke iniziò a singhiozzare mentre Bellamy si avvicinava cauto.
-Clarke..- disse prendendole le mani che le coprivano il viso. Lei lo respinse velocemente e corse via lasciandolo imbambolato sulla porta.



Per la seconda notte di seguito Bellamy sognò quella scena,ma quella mattina il suo risveglio fu molto più brusco per colpa della sveglia,che puntuale alle 7 suonò come una ossessa,spargendo nell'aria la sua 'dolce' melodia. Bellamy si alzò di scatto e chiuse quell'aggeggio infernale. Si sedette nel letto e respirò a fondo. Aveva provato a contattare Clarke in tutti i modi ed era andato anche a casa sua,ricevendo porte in faccia e squilli a vuoto. Sospirò pesantemente e si alzò dal letto. L'aereo sarebbe partito alle 8:45 in punto e non poteva permettersi ritardi. Si precipitò nella doccia,godendosi a pieno l'acqua fredda che scorreva sulla sua pelle bollente. Non faceva altro che pensare a Clarke e a quello che gli aveva detto. Diamine anche a lui sarebbe mancata,ma doveva farsi forza, prendere il coraggio di lasciarla qui,un coraggio che in quel momento gli mancava. Tirò un pugno contro il muro pavimentato della doccia e ci poggiò la fronte. 
Uscì dalla doccia dopo 10 minuti e si cambiò indossando un paio di jeans e una maglia verde. Prese la valigia e si girò verso la sua stanza. Sbuffò guardandola per quella che sarebbe stata l'ultima volta per un lungo arco di tempo. Quella stanza che lo ospitava da sempre: da quando era un bambino indifeso che si nascondeva sotto il letto alle urla dei genitori,trascinando la sorellina con sé, fino a diventare un giovane ragazzo spavaldo e orgoglioso,almeno davanti agli altri. Chiuse gli occhi per un secondo,poi li aprì e chiuse la porta della sua stanza. Mentre scendeva le scale si chiedeva se Clarke sarebbe venuta a salutarlo o se la loro storia sarebbe finita così,senza preavviso e di colpo,senza neanche il tempo di pensarci. Posizionò la valigia all'ingresso e si diresse in cucina,dove sua sorella si stava destreggiando tra i fornelli. Il maggiore dei Blake si sedette sullo sgabello dell'isolotto e cominciò a fissarla insistentemente. Lei gli sorrise di rimando.
-Clarke?- 
-Niente..- disse lei con lo sguardo basso. Bellamy abbassò il suo sul piatto pieno di pancake,appena servitogli dalla sorella,osservandoli con molta attenzione.
Octavia lo guardava e sapeva che se,se ne fosse andato così,sarebbe morto prima dei suoi giorni. Si diresse in soggiorno e chiamò al giovane Ryes.
-Raven,finalmente!-
-Si può sapere che cosa ti spinge a chiamarmi alle 7:30 del mattino?- chiese la ragazza sbadigliando.
-Primo,dovresti essere già sveglia perché ti ricordo che Bellamy,Murphy ed Emori oggi partono per l'università. Non mi chiedere come abbia fatto Murphy ad arrivare a questo punto,ma pare sia stato tutto grazie ad Emori.- per risposta ricevette un mugugno dell'amica.
-E secondo,ho bisogno di te. Devi andare da Clarke e portarla all'aeroporto. Sai cosa è successo l'altra notte e se Bellamy non riuscirà a chiarirsi con la ragazza che ama primati di partire,non supererà neanche la prima notte al campus- dall'altra parte sentì solo silenzio e rumori indefiniti,fino a sentire il rumore di una macchina messa in moto.
-Avevi già intuito?-
-Certo,non sono mica stupida,Blake- detto questo chiuse la telefonata,in perfetto stile melodrammatico.












Raven era davanti alla porta in legno pregiato di casa Griffin. Diede tre colpi secchi sul legno lucido.
-Oh,Raven! Che bello averti qui! Clarke non..-
-Senta Abby,signora Griffin,signora Kane o come vuole essere chiamata. Mi conosce da quando avevo più o meno un anno e sa che non mi piacciono le bugie,quindi con tutto il rispetto,non dica cazzate e mi dica dov'è Clarke- 
Abby rimase spiazzata per qualche secondo,poi indicò la stanza di Clarke con un gesto della mano. Raven ringraziò e si diresse al piano di sopra. Bussò insistentemente alla porta finché la voce di Clarke non giunse alle sue orecchie.
-Mamma,ti ho detto di lasciarmi in pace!- 
-Griffin apri questa porta o la sfondo a calci!-
-Raven?- Clarke si alzò di scatto dal letto e si diresse ad aprire la porta.
-Che diavolo ci fai qui? Bellamy sta partendo! Vai a metterti qualcosa di  carino per andare all'aeroporto,l'aereo parte tra mezz'ora!- Clarke la guardò di sbieco per poi girarsi e buttarsi di nuovo nel suo letto. Raven si sedette accanto a lei. 
-Non ce la faccio,Raven. Non posso vederlo andare via. Sarebbe come perdere un braccio o una gamba per me. Non riesco a guardarlo negli occhi e poi vederlo partire. So che non sarà un addio,ma stare senza di lui mi farà male lo stesso.-
-Clarke che ti prende? Vuoi davvero lasciare che il ragazzo che ami se ne vada per almeno quattro mesi,senza vederti e salutarti,senza che tu gli dica quanto lo ami? Vuoi davvero lasciarlo in balia degli eventi,senza vederlo un'ultima volta prima che prenda quel fottutissimo aereo? La Clarke Griffin con cui sono conosciuta sarebbe già là a dirgli quanto le mancherà e a passere quest'ultimi attimi insieme! Clarke,non puoi davvero buttare in aria tutto ciò che avete costruito per niente! Cazzo! Tu sei Clarke Cazzutissima Griffin!- Clarke cominciò a fissarla,Raven poteva sentire le rotelle del suo cervello muoversi ad un ritmo irrefrenabile. La giovane Griffin prese una decisione. Si alzò e corse verso l'armadio. Prese il vestito bianco,il preferito di Bellamy,quello che gli consigliò di mettere la sera della festa di Monty,dove per la prima volta aveva sentito i suoi sentimenti cambiare verso di lui. Lo infilò di fretta davanti gli occhi di Raven,si sciolse i capelli e trascinò l'amica giù per le scale verso la macchina.











Bellamy e Octavia erano seduti nella sala d'aspetto ad osservare Murphy ed Emori. Il suo amico era stato molto più fortunato di lui,dal momento che la sua ragazza aveva la loro stessa età. Bellamy sospirò pesantemente per l'ennesima volta in quella giornata, stringendo convulsamente la sua valigia.
-Sono sicura che verrà..- disse in un fil di voce Octavia.
-Non voglio illudermi,O.- disse semplicemente lui. Proprio in quel momento chiamarono il volo prima del loro e i quattro ragazzi si alzarono in contemporanea.
-Ragazzi,voi cominciate a andare al check in,io vi raggiungo fra poco.- disse Bellamy rivolgendosi a Murphy ed Emori. 
-Allora ci siamo..- disse questa volta rivolgendosi alla sorella. Lei di slancio si lanciò fra le sue braccia aspirando a pieno il suo profumo.
-Mi mancherai fratellone!-
-Anche tu,piccola O.- disse accarezzandole i capelli.
Quando si staccarono Bellamy le sorrise.
-Octavia devi farmi un favore..-
-Dimmi- 
-Dì a Clarke che nonostante tutto la amo e che quando tornerò la cercherò,anche se non vuole vedermi. Io tornerò sempre da lei.-
-Glielo dirò,ma abbi un po' di fiducia,c'è ancora tempo..- mentre Octavia pronunciava quelle parole,la solita voce metallica intimava i passeggeri del volo del ragazzo ad andare a fare il check in. 
-Octavia diglielo!- disse mentre prendeva la valigia e correva verso il check in.











-Mio Dio Clarke,è tardissimo! Dobbiamo sbrigarci!- Raven parcheggiò velocemente,poi si tuffò verso l'entrata dell'aeroporto trascinandosi dietro Clarke. Un volta entrate scorsero Octavia e le corsero incontro.
-Octavia!- urlarono le due ragazze col fiatone.
-Clarke! Finalmente! Devi sbrigarti,è già all'imbarco!- Clarke non se lo fece ripetere due volte e corse verso la direzione dell'imbarco del volo che ormai aveva imparato a memoria. Lo scorse tra la gente, i capelli tagliati da poco,un sorriso forzato in faccia mentre seguiva Murphy ed Emori,le braccia incrociate al petto.
-Bellamy!- urlò. Si fece largo tra la folla a furia di spintoni,ma tutto fu ripagato quando se lo trovò di fronte,confuso più che mai.
-Clarke? Che ci..- non ebbe il tempo di finire che lei lo baciò. Gli altri passeggeri e il mondo erano solo un contorno al loro di mondo. 
-Mi dispiace,Dio Santo,se mi dispiace. Avremo dovuto passare ogni attimo possibile insieme,invece mi sono comportata da bambina. Ti amo,Bellamy. Ti amerò sempre anche se tu sarai lontano,io sarò qui ad aspettarti,Dannazione!- disse Clarke con le lacrime agli occhi.
-Hai.. Hai messo il vestito.. Dio mio Clarke mi mancherai più dell'aria. Ti amo..- disse baciandola dolcemente. Quel momento fu interrotto dalla voce metallica che intimava i passeggeri di sbrigarsi per il volo. Lui la guardò un'ultima volta negli occhi,le scoccò un ultimo bacio casto e passionale al tempo stesso,le strinse la mano per un altro secondo e poi prese l'aereo che lo avrebbe condotto lontano da lei,la donna che amava. Ma sarebbe tornato sempre per lei.











La prima settimana di separazione fu in assoluto la più difficile. Clarke e gli altri iniziarono il loro ultimo anno di liceo,mentre Bellamy era davvero impegnato a fare buona impressione ai professori. Raven,Octavia e Clarke sentivano Bellamy tramite Skype,anche se la giovane Griffin non era riuscita ancora a parlarci da sola,un po' per l'invadenza delle sue amiche,un po' perché ancora non aveva abbastanza forza per guardarlo attraverso uno schermo e non averlo vicino a lei.
-Finalmente siete arrivate! Bellamy è già online.- esclamò Octavia rivolta a Raven e Clarke che stavano entrando nella stanza. La giovane Griffin si irrigidì vedendo la schermata di videochiamata,appena messa da Octavia,per poi rilassarsi impercettibilmente quando apparse la faccia del ragazzo sullo schermo.
-Bellamy!-
-Ehi ragazze!- Bellamy sapeva che Clarke ancora non era pronta, ma sentirla distante non solo corporalmente ma anche mentalmente,gli faceva male. Quando la vide dietro la faccia di Tavia,seduta sul letto insieme a Raven,come ogni giorno, e vederla quasi indifferente,lo colpiva come un pugno in pieno viso. Anche lei aveva un suo profilo Skype ma si ostinava ad usare quello della minore dei Blake,per il semplice motivo che ancora non si sentiva pronta a instaurare una conversazione con lui da sola attraverso uno schermo.
-Come sta andando la scuola?- chiese il maggiore dei Blake passandosi una mano fra i capelli.
-Bene! Le oche non fanno altro che chiedermi di te!- rispose la sorella osservandolo ridendo.
Bellamy fece un lieve risata,mentre Clarke si irrigidì di nuovo.
-Posso immaginare le innumerevoli cazzate che stai rifilando a quelle ragazze..- 
-Sono talmente tante che alcune non le penso neanche,escono dalla mia bocca e basta..- 
-Ehi Blake!- una figura entrò nella stanza del ragazzo e notandolo al computer,con la faccia della sorella sullo schermo,si avvicinò come una furia.
-Blake junior!- 
-Murphy rompiballe!- Bellamy poggiò la testa su una mano osservando la scena. 
-Devi trovare un altro nomignolo per le ragazze che vanno dietro a Bellamy qui all'Università! Qui sono il doppio!- Ecco il difetto più grande di John Richard Murphy: parlare senza pensare. Bellamy girò di scatto la testa in contemporanea della sorella,giusto il tempo di vedere Clarke lasciare la stanza in completo silenzio.
-Ma sei un idiota? Sparisci Murphy!- gli urlò addosso Bellamy,guardando l'amico che solo in quel momento sembrava essersi reso conto della cazzata che aveva detto. Prima di ricevere ripercussioni ben più gravi,John scomparve dalla stanza. 
-Cazzo..- sussurrarono i fratelli Blake in contemporanea,mentre Octavia e Raven si alzavano e correvano alla porta. 











-Clarke aspetta! Sai che Murphy è un coglione!- Ma Clarke le ignorò,uscì dalla porta di casa Blake per non farne più ritorno,le lacrime agli occhi.












Era sera e Bellamy era sul suo letto,il computer sulle gambe. Stava facendo una ricerca,nonostante non fosse molto concentrato,per un compito di storia che consisteva del parlare del proprio argomento preferito: Bellamy aveva scelto Augusto, d'altronde era per quella parte di storia che la madre aveva scelto il nome Octavia per sua sorella. Murphy per fortuna non era ancora tornato perché sapeva che ci sarebbe voluto del tempo prima che Bellamy sbollisse la rabbia. Mentre stava ricercando notizie sul celebre litigio tra Ottavia e Augusto,ricevette una notifica da Skype: Clarke_Griffin ti sta inviando una richiesta di videochiamata. 












Clarke aveva provato in tutti modi a scrollarsi l'idea di Bellamy circondato da ragazze che lo desideravano,ma non ci riusciva proprio. Aveva bisogno di lui ma era lontano e lui era l'unico che poteva chiarirle le idee. Prese il suo laptop e aprì Skype. Bellamy rispose immediatamente.
-Ehi-
-Clarke..-
-Bellamy,io..-
-Clarke,non dare peso alle parole di Murphy,io non guarderò mai nessun'altra che non sia tu. Tu devi solo fidarti di me.-
-Io mi fido di te,ma..-
-Non devi fare nient'altro. Non m'importa se non ti fidi degli altri,devi solo fidarti di me. Sei nei miei pensieri giorno e notte, Clarke. Non potrei mai pensare di guardare qualcun'altra che non sia tu.- disse il ragazzo posando una mano sullo schermo e sospirando.
-Scusami Bellamy,per tutto. Per essere stata distante,per aver dubitato di te.. Io.. È solo che è così dura! Mi manchi e pensare che ci siano altre ragazze che ti stanno addosso e che hanno la fortuna di poterti stare accanto mi distrugge..- Clarke poggiò la mano sullo schermo in corrispondenza di quella di Bellamy.
-Tu sei l'unica che voglio al mio fianco. Ti amo e vederti distaccata mi ha fatto male,perché già non poterti avere fra le mie braccia ogni giorno mi distrugge e se tu sei anche fredda con me,io sto ancora peggio.- 
-Io.. Io non volevo.. Io.. Mi dispiace.. Dio Bellamy.. Sto morendo senza di te..- alcune lacrime cominciarono a scendere contro la sua volontà. Non voleva farlo preoccupare più di quanto già aveva fatto. 
-Ehi.. Non piangere.. Lo so,anche tu mi manchi da impazzire,ma sappi che ti amo e che il mio sentimento per te non cambierà mai.- Clarke sorrise e si asciugò le lacrime.
-Adesso basta,non voglio sprecare la nostra prima videochiamata da soli piangendo!- esclamò la ragazza. Bellamy sorrise e annuì. 











Era ormai notte quando Bellamy disse che doveva andare a dormire o il mattino seguente non si sarebbe alzato.
-Bellamy?-
-Si?- 
-Avevo paura di come sarebbe stato.. Parlare da sola con te attraverso uno schermo senza sentirti accanto,ma adesso che sono riuscita a superare questa paura, vorrei farlo più spesso.. Sentirei meno la tua mancanza.- lui le sorrise.
-Certo,principessa. Quando vuoi.- Clarke sentendo il suo nomignolo sentì qualche lacrima salirle alla base degli occhi,ma si affrettò a chiudere la videochiamata per evitare di farsi vedere piangere da Bellamy di nuovo. Purtroppo nonostante tutto le mancava come l'ossigeno quando si è sott'acqua,come quando stai affogando e hai bisogno di risalire in superficie per riprendere aria. Bellamy era la sua fonte di ossigeno e lei stava annegando in quel momento.












Era la vigilia di Natale e Clarke non era per niente nello spirito Natalizio. Con Bellamy andava a gonfie vele. Almeno credeva. Da due giorni a questa parte Bellamy sembrava veramente vago durante le videochiamate e inoltre il giorno seguente sarebbe stato il loro anniversario e lui non sarebbe tornato per le vacanze di Natale. Ripensando al fatto che non sarebbe tornato,la giovane Griffin si sentì mancare: aveva una paura tremenda di ricevere un rifiuto e di conseguenza un abbandono per qualcuna magari più bella e matura di lei. Bellamy quel giorno non l'aveva neanche chiamata e i suoi sospetti si facevano sempre più concreti. Era anche da sola in casa,e questo,sommato ai suoi pensieri,non faceva altro che alimentare la sue depressione. Non era andata con sua madre e Kane alla festa della famiglia Griffin,che consisteva in un'intera settimana di stabilimento a casa dei nonni materni, con la scusa che non si sentiva bene. Ed era la pura verità, ma il suo dolore non era fisico,ma morale. D'altronde in quegli ultimi mesi senza Bellamy al suo fianco, si era sepolta nello studio,cancellando la sua vita sociale,anche se nelle ultime due settimane sembrava aver ripreso un po' a vivere con la consapevolezza che Bellamy sarebbe tornato per infonderle sicurezza,così che lei potesse rilassarsi e tornare com'era prima. Consapevolezza che era crollata quando il ragazzo tre giorni prima le aveva annunciato,un po' titubante,che non sarebbe tornato per gli impegni universitari. A Clarke cadde il mondo addosso,ma si affrettò a tirare un sorriso e a dirgli che le andava bene,mentre in realtà non le andava bene affatto. Perciò quella stessa sera la parete della sua stanza era ricoperta di segni neri procurati dal pennarello che si trovava sul comodino accanto al letto. 
Mentre ripensava a quanto fosse stupido il Natale,la giovane Griffin si avviò nel soggiorno dove l'aspettava una lunga giornata sul divano,coperta da una grossa coperta di lana,mangiando quante più schifezze il suo corpo fosse in grado di ingerire e guardando tutte quelle serie TV che avrebbe voluto guardare,senza averne mai avuto il tempo. Erano più o meno le dieci quando mise a caricare sul computer la prima puntata di 'Scream Queens',serie consigliatale caldamente da Octavia,la quale le aveva detto che era la serie più incredibilmente senza senso,ma divertente,capace di farti staccare la spina per un po' dal mondo reale. Clarke sospirò: era proprio quello di cui aveva bisogno,mettere a riposo il cervello e ridere un po'.











Aveva appena finito la quarta puntata della serie TV ed era arrivata la mezzanotte.
-Buon Natale,Bellamy-disse con un sospiro. Avrebbe voluto scrivergli un messaggio,ma se non l'aveva contattata per tutto il giorno,non credeva volesse parlarle. Sbuffò sonoramente quando iniziarono ad arrivarle gli innumerevoli messaggi di auguri. Rispose solo a Raven e Octavia,ignorando gli altri innumerevoli messaggi che le amiche le mandarono per sapere se il suo stato d'animo fosse migliorato. Chiuse gli occhi per un attimo,ricordando la capanna,il libro,le parole che si erano detti quella stessa notte l'anno prima. Mentre si perdeva nei ricordi suonarono al campanello,quel dannato aggeggio che non utilizzava nessuno,preferendo il metodo tradizionale del bussare. Sobbalzò per lo spavento e con passo strisciante si diresse all'ingresso. Pensò a chi diavolo potesse essere a quell'ora e si guardò di sfuggita allo specchio situato in quella parte della casa. Era uno straccio. Sciolse i capelli dalla crocchia disordinata e si tolse la pesante felpa che indossava,rimanendo con una semplice maglietta nera. Poi poggiò la mano con estrema lentezza sul pomello e lo girò.
-Ti sono mancato,principessa?- la figura che si trovò davanti era quella di un ragazzo,alto,moro,riccio con due occhi stupendi. Era incredibilmente uguale a Bellamy. Clarke si passò una mano sugli occhi e lo riguardò. No,quel ragazzo non era uguale a Bellamy. Era Bellamy. Non ci pensò due volte e gli saltò addosso,mettendogli le braccia intorno al collo e avvinghiando le gambe intorno alla sua vita. Lui la prese di rimando mentre lei si ringraziava da sola mentalmente per aver deciso di rendersi più presentabile a chiunque si fosse trovata oltre la soglia della porta.
-Deduco di si!- disse lui stringendola più forte.
-Bellamy sei uno stupido!- disse aggrappandosi a lui ancora di più,quasi fino a voler diventare parte di lui.
-Ah sì?- chiese lui.
-Si! Avresti dovuto dirmelo!- quasi urlò -Ti prego non staccarti da me..- aggiunse subito dopo in un sussurro.
-Mai.- disse lui mentre lei gli prendeva il viso e lo baciava. 












Erano sdraiati insieme sul divano di casa Griffin,Clarke stretta a lui e Bellamy che le accarezzava i capelli. Quanto le era mancato il suo profumo,le sue braccia che la stringevano,il suo sguardo,le sue labbra.. Le era mancato e basta.
-Clarke,eri a casa da sola?- chiese Bellamy. La giovane Griffin sospirò.
-Non me la sentivo di uscire.. Questi mesi sono stati così dannatamente complicati senza di te e mi sono sepolta nello studio. Nelle ultime settimane ero tornata un po' la Clarke di un tempo, ma tu ti sei comportato in modo così vago che ho perso ogni energia nel mio corpo..-
-Clarke.. Io l'ho fatto per farti questa sorpresa ma se ti ha fatto tanto male.. Io..-
-Bellamy,ho amato il fatto che mi hai fatto questa sorpresa.. Solo che io sono così dannatamente vulnerabile da quando non sei più vicino a me..- Bellamy iniziò a fissarla insistentemente,uno sguardo a metà tra la preoccupazione e il dolore.
-Clarke,ascolta,se vuoi prenderti del tempo.. Io non voglio tu stia male a causa mia..-
-Non dirlo,Bellamy. Non dirlo.- Clarke si alzò di scatto dal divano,la testa tra le mani. Bellamy la seguì immediatamente.
-Clarke,non sai quanto mi costi dirlo. Io ti voglio al mio fianco più di qualsiasi altra cosa,ma non voglio vederti soffrire. Sei la persona più importante della mia vita,non posso sopportare di vederti andare verso l'autodistruzione per colpa mia.- 
-Bellamy,non sto andando verso l'autodistruzione! Sto soffrendo la tua lontananza! Se tu mi lasci io muoio! Non dirlo mai più,ti prego..- Clarke aveva iniziato a piangere. Bellamy non riusciva a vederla in quel modo. Le si avvicinò e l'abbracciò. Lei affondò la testa sulla sua spalla cominciando a singhiozzare.
-Bellamy,non mi abbandonare..- disse tra un singhiozzo e l'altro. 
-Non ti abbandonerò mai,principessa.- 
-Io ho solo paura che tu mi lasci,accorgendoti dell'enorme errore che hai fatto a scegliermi come tua ragazza e che incontri una ragazza migliore di me- 
-Clarke,guardami.- lei alzò la testa titubante.
-Non potrei mai incontrare una ragazza migliore di te. Sei la scelta migliore della mia vita. Promettimi che la tua fiducia non vacillerà mai e che tornerai la Clarke di sempre. Promettimelo.- Clarke lo guardò dritto negli occhi,le lacrime che continuavano a scendere.
-Te lo prometto Bellamy. Ma tu devi promettermi che non mi abbandonerai mai.- 
Bellamy la guardò,poi si aprì in un sorriso.
-Te lo prometto,principessa. Ora vieni qui!- lei non se lo fece ripetere di nuovo e si tuffò fra le sue braccia.
-E per la cronaca,anche tu mi sei mancata da star male..- disse baciandole la fronte,mentre lei sorrideva sul tessuto della maglietta. 












Clarke si svegliò tra le braccia di Bellamy,il risveglio più dolce del mondo. Si girò verso di lui,trovandolo addormentato. Aveva quasi rischiato di perderlo per il fatto di aver perso sé stessa. Sarebbe tornata in sé, lo aveva promesso. Adesso era sicura che Bellamy la amava sopra ogni cosa,che non l'avrebbe tradita mai e che voleva solo il suo bene,tanto da lasciarla,soffrendone terribilmente,pur di vederla tornare come prima. Lui aveva sofferto la lontananza quanto lei,ma aveva adottato una comportamento costruttivo al contrario di Clarke che ne aveva adottato uno distruttivo. Ma sapeva di doversi riprendere,lo doveva a lui e a tutti gli altri. Si alzò passandosi una mano tra i capelli e indossò la maglietta di Bellamy. Non si sentiva così bene da tanto tempo. Scese sotto e chiamò Octavia,che in quel momento era sicuramente con Raven,dal momento che la sera prima avevano festeggiato il Natale insieme. Clarke era stata invitata,ma aveva declinato l'offerta. Octavia rispose dopo tre squilli. 
-Clarke!-
-Octavia!- Clarke sentì una terza voce un po' più lontana chiamarla e intuì fosse Raven. Clarke spiego in breve ciò che era successo con gli immancabili commenti delle amiche. Poi spiegò la sua idea per la giornata di Natale ed entrambe ne furono più che entusiaste. 












Bellamy si svegliò e non trovando Clarke al suo fianco,scese al piano di sotto. La trovò ad armeggiare con i fornelli,con la sua maglia addosso e i capelli lasciati ricadere morbidi sulle spalle. Le sia avvicinò e l'attirò a sé,baciandole il collo.
-Se questa è la visione che mi aspetta tutte le mattine della mia vita,potrei non sopportare tanta bellezza.- Clarke sorrise. Avevano deciso di non parlare più dell'argomento della sera precedente e di vivere a pieno ogni attimo che potevano condividere insieme prima del suo ritorno all'Università. E Clarke voleva ritrovare la sé stessa di un tempo,come aveva promesso a Bellamy. 
Lei si girò verso di lui,ancora sorridente, e gli spalmò un po' di impasto per i pancake in faccia. Lui la guardò torvo. 
-Davvero,Clarke?- lei si mise a ridere mentre lui si ripuliva. 
La giovane Griffin si avvicinò a lui con fare persuasivo mettendogli le braccia intorno la collo.
-Ho invitato i nostri amici.. Ho bisogno di rimediare anche con loro e poi vogliono vederti- Bellamy le sorrise mentre annuiva.
-Mi sembra un'ottima idea,principessa-










-Blake,dobbiamo farci quella partita!- Disse Jasper indicandosi le gambe perfettamente funzionanti.
-Certo,Scricciolo,quando vuoi.-
-Ancora con questo nomignolo?- 
-Bell,avresti potuto dirmelo che tornavi!-
-Senza offesa sorellina,ma con la lingua che ti ritrovi lo avresti spifferato ai quattro venti in meno di quindici secondi- tutti scoppiarono a ridere. Clarke osservava Bellamy in ogni sua movenza cercando di memorizzarne ogni singolo particolare quando Raven la interruppe.
-Sono felice di rivede la vecchia Clarke Cazzutissima Griffin!- le sussurrò all'orecchio. Clarke si girò verso l'amica per sorriderle e annuire.
-È tutto merito suo..- disse indicando con il pollice,alle sue spalle. La giornata passò allegra e tutti tirarono un sospiro di sollievo vedendo di nuovo i barlumi della vecchia Clarke.











Bellamy era in cucina a mettere la lavastoviglie mentre Clarke osservava fuori da una delle enormi vetrate.
-Ci sono molte stelle?- chiese Bellamy,dall'entrata della cucina dirigendosi verso di lei.
-Si,davvero tante- sospirò lei mentre lui l'abbracciava da dietro. Mentre osservavano il cielo stellato,passò una stella cadente ed entrambi espressero un desiderio.
-Cosa hai desiderato?- chiese Clarke voltandosi con la testa verso di lui.
-Lo sai che se si dice non si avvera!- 
-Dai!- 
-D'accordo.. Ho desiderato che tu sia sempre felice. Tu?-
Lei si girò completamente verso di lui e gli mise le braccia intorno al collo.
-Che tu sia sempre con me.. Hai visto? I due desideri combaciano!- Bellamy la baciò lentamente mentre lei gli stringeva i capelli,leggermente più lunghi dell'ultima volta. 
-Sono felice che tu lo pensi,principessa. E sono felice che tu sia tornata in te.- 
-Anche io Bellamy. E sono felice che tu sia qui con me.- dissero fronte contro fronte.












Angolo mente malata:
Anche a Ferragosto la mente malata vi tormenta! Mamma mia che capitolo! Avete presente quando non sapete che scrivere o vi scoccia farlo? Ecco, a me non capita mai! Quindi eccovi questo capitolo colmo colmo di emozioni! Vediamo per la prima 
volta una Clarke vulnerabile,e che ve devo dì! Come potete notare sto leggermente cambiando il mio modo di scrivere,ma questo è dovuto al fatto che ormai ci ho preso la mano. Con questo capitolo apro ufficialmente,non in televoto, ma una nuova parte della storia. Questo e il prossimo saranno dei capitoli molto più dinamici,ma poi tornerò ad una normale linea temporale. Ringrazio veramente tutti,lasciate tanti commenti e stelline,fatemi sapere cosa ne pensate eee.. Ci leggiamo presto!

 P.S. Questo capitolo è ancora più lungo di quello precedente,quanto cavolo sto scrivendo?

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Clarke era seduta sul letto di Octavia,ad osservare le sue due amiche provare a riprovare i vestiti appena comprati per l'imminente ballo di fine anno. 
-Clarke,davvero,non puoi non venire!- disse Octavia sedendosi accanto all'amica,seguita immediatamente da Raven. 
-Ha ragione Tavia. Devi esserci.-
-Ragazze,non me la sento veramente. Bellamy non ci sarà e mi sentirei strana a venire senza di lui. E poi siete tutte coppie!-
-Siamo tutti tuoi amici,perciò non starai da sola! E poi Bellamy vuole tu venga!- esclamò Octavia.
-So che vuole io venga,ma non so..-
-Clarke,se non mi sbaglio gli hai fatto una promessa il giorno di Natale! Devi mantenerla!- 
Clarke sospirò pesantemente,quando Octavia si alzò e uscì dalla stanza,lasciando le altre due a guardarsi confuse. La ragazza rientrò qualche minuto dopo con un enorme pacco fra le mani. 
-Bellamy,quando è venuto lo scorso mese, era convinto di esserci al ballo. Perciò mi ha portato in giro tra negozi a cercare un abito per te. Non te l'ho dato fino ad ora perché voleva dartelo lui di persona,ma purtroppo non ha potuto..- 
Clarke lo prese e lo aprì: era un abito bianco con qualche parte blu a decorarlo. La ragazza era così convinta di non andare al ballo che non aveva pensato neanche al vestito da mettere se avesse cambiato idea. Clarke si alzò immediatamente dal letto,estraendo il cellulare dalla tasca e scendendo al piano di sotto,digitando il numero di Bellamy velocemente.
-Ehi,principessa!- rispose lui dopo tre squilli.
-Bellamy.. Ho ricevuto l'abito..- disse sorridendo al telefono.
-Mi dispiace non avertelo potuto dare di persona..-
-Bellamy,io.. Lo adoro! Ma.. Non posso indossarlo! Non posso mettere l'abito che tu hai scelto per me e andare a quel ballo senza di te!-
-Ehi principessa,spero tu stia scherzando! Non puoi non andare al ballo di fine anno!-
-Tu non ci sei andato l'anno scorso..- Bellamy sospirò.
-Hai ragione,ma l'ho fatto perché contavo di esserci quest'anno al tuo.. Clarke per favore,voglio tu vada a quel ballo,con quel vestito e che abbia la serata migliore della tua vita,anche senza di me! Ricordi la promessa? Beh.. Questo fa parte di quella promessa.- 
-Questo è giocare sporco,Blake- disse Clarke sorridendo.
-A volte lo si deve fare, per un bene superiore.. Quindi andrai?-
-Mi sa di sì-
-Ecco! Questa è la ragazza di cui sono innamorato! Una combattente!- disse con un tono di voce dolce. Clarke fece una lieve risata.
-Sei pazzo!-
-Si,di te!- 
Clarke chiuse la telefonata dopo qualche minuto,dove i due ragazzi si erano raccontati ciò avevano fatto quel giorno. Aveva un sorriso ebete stampato in volto mentre si dirigeva dalle amiche al piano di sopra per riferire la bella notizia.












L'enorme limousine bianca,si parcheggiò davanti casa Griffin alle 20 in punto. Octavia prese il cellulare per avvertire Clarke del loro arrivo. La ragazza uscì dalla porta della casa nel suo fantastico vestito,che le calzava a pennello e la faceva brillare di luce propria. Entrò in auto trovando tutti i suoi amici lì ad aspettarla,e dopo innumerevoli complimenti sul suo aspetto,la limousine partì alla volta dell'istituto scolastico. Octavia aprì velocemente Whatsapp e si fiondò nella chat di Bellamy,aprendone la fotocamera. Poi spostò l'obiettivo su Clarke e scattò una foto. Quando la giovane Griffin se ne accorse,iniziò a guardarla con faccia interrogativa.
-La mando a Bellamy. Deve vedere quanto è stupenda la sua ragazza.- Clarke le sorrise mentre lei iniziò ad armeggiare col cellulare. 
-Sapete?- cominciò Jasper poggiato comodamente al sedile,accanto a Maya - Mi manca la Bellarke..- tutti lo guardarono confusi. Tutti tranne Monty e Octavia che si girarono di scatto verso di lui,mentre il ragazzo si tappava velocemente la bocca con una mano. 
-Monty,te lo avevo detto che non sa mantenere i segreti! Ha fatto come con 'Belletette'!-
-Scusa Octavia,avevi ragione! Ma riponevo fiducia in lui!- 
Gli altri ragazzi li guardavano confusi,fin quando Octavia sospirò e sprofondò nel sedile della limousine. 
-Potete spiegarci questa storia?- chiese Raven,rivolta soprattutto ad Octavia. La ragazza sbuffò ancora di più.
-D'accordo! Io,Jasper e Monty ci divertiamo ad unire i nomi di voi amici,perché quando parliamo ci viene più comodo riferirci a voi con questi nomi! Ed era un nostro segreto,almeno fino a cinque minuti fa!- disse guardando in cagnesco Jasper.
-Quindi Bellarke..- cominciò Raven.
-Bellamy e Clarke- continuò Clarke. 
Gli altri ragazzi si guardarono in faccia per qualche secondo,poi scoppiarono a ridere fino a perdere il fiato. Quando si fermarono Clarke guardò Octavia,che era davvero arrabbiata.
-Dai O., Bellarke non è così male! È anche carino!- disse Clarke.
Octavia sembrò riprendersi un pochino,giusto in tempo per l'arrivo all'entrata della scuola.











Clarke era seduta ad un tavolo a bere del punch da sola. Gli altri erano tutti in pista a ballare,e a lei non andava di fare la guastafeste. Osservò distrattamente il cellulare sperando in una notifica da parte di Bellamy,non trovando niente ,ripensando a quando il mese prima,il ragazzo era arrivato a sorpresa.


Clarke stava camminando per i corridoi della scuola,aveva in mano un paio di libri, e aveva una camminata abbastanza regolare e lenta,circondata da studenti di tutti gli anni. Quando stava per svoltare l'angolo sentì una mano tapparle la bocca e un'altra trascinarla per un braccio. La figura la poggiò contro un muro. Aveva il cappuccio tirato su e non riusciva a vedere chi fosse. Subito pensò a qualche maniaco e le salì il panico. La figura si avvicinò lentamente a lei e fece scontrare le loro labbra. Clarke per qualche attimo rimase paralizzata,ma poi sentì il sapore familiare di quelle labbra e si lasciò andare. Quel sapore lo avrebbe riconosciuto ovunque. Quando si staccarono,Clarke abbassò il cappuccio alla figura per rivelare due occhi neri come la pece e un sorrisetto sghembo. Clarke si aprì in un sorriso.
-Ma come principessa? Baci gli sconosciuti?- 
-Sapevo fossi tu nel momento in cui hai fatto scontrare le nostre labbra- Bellamy si fece improvvisamente serio e l'avvicinò a sé,prendendola per i fianchi,e la baciò di nuovo,passionalmente. Lei si aggrappò a lui. 
-Che ci fai qui?- chiese lei sorridendo sulle sue labbra.
-Mi mancavi,principessa..- il sorriso di Clarke si aprì ancora di più e gli lasciò un altro bacio sulle labbra.



Ripensandoci,Clarke si sentì parecchio triste. Continuò a bere lentamente,quando un ragazzo le si avvicinò.
-Clarke!-
-Ehi,Matt.-
Il ragazzo sembrava in imbarazzo.
-Sei davvero stupenda..- Clarke lo fissava.
-Ti andrebbe di ballare?- la ragazza sembrava davvero indecisa. Poi però optò per andare. Non avrebbe voluto passare la serata da sola a bere. Non stava di certo tradendo Bellamy. Era solo un ballo. Annuì impercettibilmente con la testa,mentre il ragazzo le porgeva la mano. Si diressero sulla pista e iniziarono a volteggiare a ritmo di musica. Ad un tratto la musica si fermò,ed iniziò la melodia di un lento. Matt aveva un sorriso rassicurante nonostante l'imbarazzo che aleggiava su di loro. Il ragazzo aveva appena messo una mano sul fianco di Clarke quando sentirono una voce provenire da dietro la schiena della ragazza.
-Scusa amico,posso rubarti la damigella?- Clarke sentì un brivido correrle lungo la schiena,mentre si girava di scatto.
-Bellamy..- il ragazzo indossava un abito blu perfettamente abbinato all'abito della ragazza,e la osservava con un sorriso sbilenco e un sopracciglio alzato. Clarke si fiondò nella braccia del suo ragazzo,mentre lui l'accoglieva. Matt sparì nello stesso momento in cui incrociò lo sguardo di Bellamy.
-Mi concede questo ballo,principessa?- chiese lui baciandole la mano. Lei annuì immediatamente,mentre lui le metteva le mani sui fianchi per attirarla a sé e lei gli metteva le mani intorno al collo.
-Non sei arrabbiato vero?- chiese lei con un fil di voce. Lui per tutta risposta la baciò,e lei si sciolse immediatamente. 
-Non potrei mai- sospirò lui sulle sue labbra.
Ballarono per tutta la sera. Lui la stringeva a sé come se avesse paura di perderla da un momento all'altro e lei non era da meno.











La Mercedes blu di Bellamy parcheggiò davanti a casa Griffin. Il ragazzo spense il motore,girandosi a fissare la sua ragazza. Clarke tenne lo sguardo fisso sulla strada per qualche secondo per poi girarsi verso di lui.
-Quanto resterai?- 
Bellamy sospirò.
-Parto domani mattina- Clarke si buttò immediatamente fra le sue braccia,realizzando il poco tempo che le rimaneva con lui.
-Ehi... Va tutto bene.. Fra un mese tornerò e la prossima volta che partirò sarà con te al mio fianco.- Clarke si staccò da lui.
-Ti amo Bellamy.- Il ragazzo le sorrise.
-Ti amo anche io,principessa- si baciarono di nuovo,il mondo al di fuori di loro solo un contorno sbiadito dal tempo,mentre loro sembrava congelati in quel momento perfetto.












Clarke faceva avanti e indietro davanti alle porte dello sbarco dell'aeroporto. Bellamy sarebbe arrivato da lì a momenti e lei non riusciva a stare ferma. E poi lo vide. Fu un attimo e stava già correndo nella sua direzione. Il ragazzo lasciò cadere la valigia ai suoi piedi giusto in tempo per prenderla in braccio,e sentirla avvinghiarsi a lui: le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla sua vita. 
-Ciao anche a te Clarke!- disse Murphy,con un braccio intorno alle spalle di Emori,che rideva leggermente. Ma a Clarke non importava. A lei importava solo il fatto che Bellamy era lì e che da quel momento in poi non si sarebbero lasciati più. 











L'estate passò come un battito di ciglia tra giornate al mare e scampagnate in campagna,tra giornate con gli amici e giornate soli. Ma quest'anno non ci sarebbe stato nessun pianto ad accompagnare settembre,perché non solo Bellamy,Murphy ed Emori sarebbero partiti per l'università,ma anche Clarke e tutti gli altri. Era la sera prima della partenza e Clarke stava controllando di aver preso tutto,quando sentì qualcuno bussare. 
-Avanti!- 
Abby entrò silenziosamente e si mise ad osservare la figlia intenta a preparare la valigia.
-Hai preso tutto?- Clarke si girò e osservò la madre.
-Si,mi sembra di sì- 
Abby si avvicinò alla figlia e la strinse in un abbraccio.
-Sono così orgogliosa della mia bambina..- Clarke sospirò e strinse la madre a sua volta. I rapporti non erano stati facili dopo la morte del padre,ma stavano ritornando ad essere una madre ed una figlia.











-Dai ragazzi muovetevi!- Octavia strillava per tutto l'aeroporto,seguita del numeroso gruppo di amici. Clarke sorrise a quella scena e dopo tanto tempo sentiva di essere felice. Qualsiasi cosa fosse la felicità lei era sicura di viverla in quel momento. Aveva Bellamy al suo fianco dopo mesi di lontananza,tutti i suoi amici erano con lei e stava iniziando una nuova parte della sua vita. Si strinse a Bellamy con forza,mentre lui le teneva il braccio intorno alle spalle. Il ragazzo ricambiò la stretta immediatamente,lasciandole un bacio tra i capelli. Lui capiva,senza l'aiuto della parole. Capiva e basta.











L'aereo stava per decollare e Bellamy stava fissando il finestrino attentamente. Clarke gli strinse lievemente la mano e lui si girò verso di lei.
-Bellamy,sono dannatamente felice di essere su questo volo con te e di poterti avere di nuovo vicino per tutto il tempo. Ti amo!- disse sorridendo,posandogli una mano sulla guancia e avvicinando il viso al suo. Lui sorrise di rimando e le baciò il naso. 
-Ti amo anche io principessa. E sono ufficialmente l'uomo più felice di questa terra.- disse facendo scontrare le loro labbra.
L'aereo decollò con qualche minuto di ritardo,ma i ragazzi erano troppo emozionati dall'iniziare una nuova tappa della loro vita che non se ne resero conto. Stavano iniziando una nuova avventura,ancora una volta insieme.











Angolo mente malata:
Che ve devo dì? Ho già sclerato abbastanza per il mio cuoricino. Vi amo vi amo vi amo vi amo! E sono una sclerata! Ma vi amo! Amo loro! Amo la mia mente che mi ha fatto partorire questa storia! Vi amo! L'ho già detto che vi amo? Vi amo!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Bellamy arrivò in classe e si lasciò cadere su una sedia a caso. Prese svogliatamente un quaderno e una matita e li posizionò sul banco. Era passata già una settimana dal ritorno all'Università e le lezioni era cominciate quel giorno. Dal momento che il professore non era ancora in classe,prese il cellulare per inviare un messaggio sul gruppo Whatsapp della cerchia di amici,chiedendo come se la stavano cavando il loro primo giorno perché non li aveva visti per tutta la mattinata. Finì di digitare il messaggio quando sentì un tocco lieve sulla spalla destra e qualcuno sedersi al suo fianco. 
-Bellamy,Ehi!-disse la ragazza dai lunghi capelli castani.
-Ehi,Echo-
-Quando sei tornato?-
-Una settimana fa,tu?-
-Due giorni fa.. Non ti ho visto in giro.-
-Sai,con l'arrivo dei miei amici,non ho avuto molto tempo- disse lui notando le notifiche che gli stavano arrivando sul cellulare.
Echo era in assoluto la prima ragazza con cui si fosse legato e che potesse definire amica. Lo aveva  accompagnato durante l'anno precedente,aveva ascoltato i suoi sfoghi e subito i suoi sbalzi d'umore dovuti a Clarke. 
Per la prima volta si sentiva di poter definire una ragazza sua amica. 
-Allora..- Echo stava iniziando a parlare quando il professore entrò in classe. Entrambi si zittirono all'istante assumendo una postura rigida,mentre Bellamy lasciava cadere il cellulare nello zaino. 











Il maggiore dei Blake e Echo stavano conversando animatamente mentre camminavano uno di fianco all'altra,quando Bellamy notò due ragazze avvicinarsi a loro. Si aprì istantaneamente in un sorriso e smise di colpo di parlare con Echo.
-O. Principessa.- disse avvicinandosi alla sua ragazza,cingendole i fianchi con le mani e baciandola leggermente.
Echo li osservava da lontano,uno sguardo indecifrabile stampato in faccia. 
-Allora,ragazze com'è andato questo primo giorno?- 
-Lo abbiamo scritto sul gruppo!- esclamò Octavia.
-Non ho controllato,O.- 
Octavia sbuffò quando notò la ragazza che prima stava camminando con suo fratello.
-Non ci presenti la tua amica,Bell?-
Bellamy aveva messo una mano intorno alle spalle di Clarke e si girò a guardare Echo.
-Oh sì! Ragazze,lei è Echo. Echo, loro sono mia sorella Octavia e la mia ragazza Clarke.- 
Le ragazze si salutarono freddamente,poi Echo si congedò velocemente dicendo che doveva incontrare i suoi amici.
I tre ragazzi si diressero verso la classe dove sarebbero dovute andare nell'ora seguente le due amiche. Bellamy diede un lungo bacio a Clarke davanti l'aula, prima di sparire nella direzione opposta alla loro. Clarke sembrava tutt'altro che felice. Mentre si sedevano in dei posti a caso,Octavia notò l'espressione dell'amica.
-Ehi,Clarke. Tutto apposto?-
-No..-
-Sarai mica gelosa di quella ragazza?- chiese Octavia con un timido sorriso.
-E solo che.. Il suo sguardo.. Era gelido. Credo che lei provi per lui qualcosa,ma che lui non l'abbia capito..-
-Dai,lo sai che di Bellamy ti puoi fidare,che lui ama solo te e bla bla bla- 
-Ma.. Lo sai che ti dico? Hai ragione. Ho fatto una promessa: che non avrei mai vacillato sulla mia fiducia su di lui. Perciò che vada al diavolo quella Echo!- 
-Ecco,questa è la mia migliore amica!- disse Octavia,spingendole dolcemente la spalla.












Clarke e Octavia stavano andando in classe,alcuni libri in mano,quando qualcuno correndo colpì Clarke da dietro,facendole cadere i libri e facendo cadere anche i propri libri. Era un ragazzo biondo e abbastanza alto. Sussurrò uno 'scusa' e velocemente raccolse tutte le sue cose,sparendo dietro l'angolo. Clarke raccolse anche le sue e poi si scambiò uno sguardo con Octavia,per poi scoppiare entrambe a ridere. Arrivarono in classe e notarono il ragazzo di prima,seduto su una sedia accanto ad altri ragazzi. Si sedettero davanti a lui,dal momento che erano gli unici posti liberi. Mentre la giovane Griffin prendeva una penna si sentì bussare ad una spalla. Si girò e trovò il ragazzo biondo che le sorrideva tranquillamente.
-Questo è tuo,Clarke Griffin. L'ho preso per sbaglio quando le nostre cose si sono mischiate- disse porgendole un quaderno.
-Grazie- rispose Clarke sorridendo cordialmente.
-Io sono Lucas,Lucas Rogers- 
-Piacere Lucas- 
Si girò verso Octavia,che la guardava confusa. Lei alzò le spalle in risposta.









Quando le ragazze entrarono nella mensa,si avviarono al tavolo già occupato da Raven,Monty e Jasper.
-Ehi ragazzi!-
-Ehi!- 
Si sedettero e iniziarono a parlare tranquillamente. Almeno fino a quando due furie,più comunemente chiamate John Murphy e Bellamy Blake,arrivarono litigando.
Bellamy finì la discussione,smettendo di rispondere a Murphy,che più furioso di prima,uscì dalla mensa alla ricerca di Emori.
Bellamy si lasciò cadere di fianco a Clarke.
-Che è successo?- 
-Niente.-
-D'accordo..- disse Clarke evitando l'argomento.
-Allora avete fatto nuove conoscenze?- chiese Jasper cambiando argomento.
-Oh sì! Io e Clarke abbiamo conosciuto un ragazzo per caso!- disse Octavia.
Bellamy si girò verso Clarke,con sguardo confuso.
-Si,beh... Mi ha fatto cadere i libri per sbaglio e ha fatto cadere anche i suoi. Nella confusione ha preso uno dei miei quaderni e poi quando mi ha visto nella sua stessa aula,me l'ha restituito. Niente di eccezionale,sembra simpatico.-
-Come si chiama?- chiese Jasper.
-Lucas Rogers- rispose prontamente Octavia.
Bellamy divenne ancora più scuro in volto di prima. 
-Devo andare.- disse il maggiore dei Blake,alzandosi velocemente.
Clarke lo guardò alzarsi e sparire dalla porta della mensa.











-Ehi Bellamy!- Il maggiore dei Blake aveva una camminata furente e Echo dovette correre per raggiungerlo.
-Bellamy..- il ragazzo si girò di scatto verso la ragazza.
-Echo,dì a tuo fratello di stare alla larga dalla mia ragazza. E non mentirmi,so che lui sa che Clarke è la mia ragazza!- detto questo mise su una camminata ancora più veloce di prima e sparì dietro un angolo.











Bellamy rimase nella sua stanza per il resto della giornata,a sbollire la rabbia procurata da quella giornata. Quando aveva conosciuto Echo erano andati da subito d'accordo ma questo non si poteva dire del fratello. Avevano litigato per qualsiasi cosa dal primo momento e per il bene di tutti decisero di chiudere i battenti della loro 'amicizia'. Nonostante le incomprensioni tra i due,Echo rimase amica di Bellamy. Sospirò mentre,sdraiato sul letto,lanciava una palla da baseball sul muro ripetutamente. Ad un tratto si aprì la porta della stanza e John Murphy si tuffò sul suo letto. 
-Allora?- chiese Bellamy con finta innocenza,sapeva di essere nella ragione.
-Cosa vuoi sentire? Che avevi ragione? Che quel Rogers era davvero un idiota,che voleva sfruttarmi?- 
-Si..-
Murphy sospirò pesantemente.
-Scusa,Blake. Soprattutto per la questione della gelosia nei miei confronti e tutto il resto. Sono un idiota-
-La prossima volta dammi ascolto-
-Promesso-










Era sera e fuori pioveva.
Clarke era al computer,Raven sdraiata a guardare la TV e Octavia era in bagno a farsi una doccia.  Era bello il fatto che fossero riuscite ad avere la camera proprio come la sognavano: loro tre insieme. Ad un tratto si sentirono tre colpi secchi alla porta della stanza. Raven guardò subito Clarke.
-Davvero? Devo andare di nuovo io?- Raven annuì come se la cosa fosse ovvia. La giovane Griffin sbuffò e andò ad aprire. Si trovò davanti Bellamy Blake,con un sorriso sornione e le mani dietro la schiena.
-Bellamy..-
-Posso portarla a fare un giro del campus,principessa?-
-Ma sta diluviando!- disse lei ridendo.
Lui tirò fuori un ombrello da dietro la schiena.
-Voglio solo chiarire quello che è successo e farmi perdonare per oggi- Lei sorrise e annuì.
-Ti aspetto qui-










Bellamy teneva l'ombrello con Clarke sotto,mentre camminavano in piacevole silenzio.
-Allora..- 
-Dovevi proprio rompere quest'atmosfera piacevole,principessa?- lei gli tirò uno schiaffo sulla spalla.
-Mi hai fatto uscire sotto la pioggia per parlare e ora non vuoi farlo più?-
Lui si fermò e lei con lui.
-Scusa per oggi.-
-Vuoi dirmi cosa è successo?-
-Da dove devo partire?-
-Dalla litigata con Murphy?-
Bellamy sospirò e iniziò a raccontarle di come Murphy il giorno prima gli aveva parlato di un ragazzo con cui aveva fatto amicizia,nonostante sapesse fosse il suo nemico numero uno dall'anno precedente. Di come lui gli aveva detto di stargli alla larga e di come Murphy non voleva ascoltarlo pensando che fosse geloso di questa amicizia,per il fatto che lui fosse il suo migliore amico e lui il suo peggior nemico. Tutto questo per poi accorgersi che aveva ragione lui.
-E chi è questo ragazzo?-
Bellamy esitò qualche istante.
-Lucas Rogers- Clarke sgranò gli occhi.
-Come..-
-È il fratello di Echo. Quando io e lei legammo,io e lui iniziammo una battaglia che finì inevitabilmente nell'odio reciproco. Io e sua sorella continuammo l'amicizia, a patto di poter ignorare il fratello.-
-Non me ne avevi mai parlato- disse lei mettendogli una mano sul viso. 
-Non volevo farti preoccupare- 
-Senti.. Lo ignorerò,d'altronde non lo conosco nemmeno. Se ti può fare stare più tranquillo..-
-Davvero lo faresti?-
-Tu hai cambiato la tua vita per me,perché io non dovrei ignorare una persona che neanche conosco?- chiese lei ridendo.
Lui l'avvicinò a sé con la mano libera e la baciò. Quando si staccarono ripresero a camminare,lei poggiata a lui e lui a tenerla stretta a sé. 
-Ti amo,principessa-
-Anche io,Bellamy-











Angolo mente malata:
Ve lo avevo promesso ed eccomi qui! Mi scuso per il ritardo ma ho avuto tanto da fare: sapete lo spaccio di dentifricio. Come al solito devo dire che VI AMO. Detto questo vi saluto,vi amo e ci leggiamo presto (GIURO). P.S. Sti due personaggi li vedo abbastanza loschi. Voi che dite?

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Capitolo 22
*** *perdonatemi* ***


Vorrei dedicare questo capitolo a chi ha dovuto leggere i capitoli prima della correzione ufficiale! Mi dispiace per gli obbrobri che avete dovuto vedere ma scrivendo col cellulare,sapete il correttore automatico è una brutta cosa. Quindi vi chiedo infinite volte scusa e spero continuate a leggere. Inoltre ho apportato tutte le modifiche necessarie a tutti capitoli per farmi perdonare! Perdonatemi ancora!

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Erano passati due mesi dall'arrivo all'università,era Novembre inoltrato e le ore di studio erano sempre più intense. Si può dire che Bellamy e Clarke si vedessero raramente,lui alle prese con gli studi in legge e lei negli studi di medicina. Si può anche dire che Bellamy vedesse più spesso Echo di quanto vedesse il resto del gruppo,che purtroppo si stava andando lentamente sgretolando. Era una cosa dura da realizzare,ma purtroppo stava andando a finire così. Era strano il fatto che si erano sentiti più vicini,soprattutto Clarke e Bellamy, quando erano lontani chilometri. E forse era anche peggio avere così vicine le persone con cui sei cresciuto e a cui hai affidato sempre tutto te stesso,così vicini da poterli sfiorare ma anche così lontani come non li si era mai sentiti. Ognuno aveva aperto la mente a nuove amicizie,e sembrava non ci fosse più spazio per le vecchie. Bellamy era sempre più vicino ad Echo: era diventata la sua 'migliore amica',almeno questo credeva lui. Anche se sembra strano definire amica una ragazza che in realtà è innamorata di te,ma Bellamy sembrava non notare questo sentimento della ragazza. Clarke dal canto suo,aveva completamente allontanato quel Lucas,quando lo incrociava lo evitava come la peste,però vedeva tutto quello che le accadeva intorno. Lei sapeva che Echo era innamorata di Bellamy,anche se lui non le aveva detto niente. Riconosceva nel suo sguardo quello della sé stessa di quasi due anni prima. E la giovane Griffin era furente,ogni giorno di più,per quella lontananza con il ragazzo che amava,vederlo ogni giorno da lontano e non poterlo raggiungere mai. La sera la stanchezza prendeva il sopravvento e nessuno dei due era abbastanza coraggioso da raggiungere l'altro nella propria stanza. Si addormentavano subito,ognuno col pensiero per l'altro. Ma Clarke era nervosa,arrabbiata,frustata. Vedere quella ragazza sempre incollata a Bellamy non le rendeva la vita facile. E anche se lui le prometteva che alla gita per le vacanze invernali che ci sarebbe stata a breve,organizzata quell'anno, si sarebbe fatto perdonare per la lontananza continua,lei non riusciva a non provare quell'odio che le saliva da dentro lo stomaco nel vederlo così vicino ma anche così distante,come non lo era stato mai. E non faceva altro che dare la colpa a quella ragazza,che glielo stava portando via inesorabilmente. E per quanto volesse impedirle di farlo,per quanto si sforzasse di lottare,si trovava sempre chiusa in quella gabbia invisibile che non le permetteva di raggiungerlo e tirarlo via dalle sue grinfie. Bellamy non capiva la situazione,non capiva la distanza nonostante facesse male anche a lui,non capiva cosa stava succedendo e non capiva che Echo lo stava portando lontano da tutti e soprattutto da lei. Era così dannatamente accecato dalla sensazione di una figura femminile al suo fianco che non fosse né una fidanzata né una sorella, mai provata prima,che non si accorgeva del fatto che in realtà lo aveva sempre isolato,fin dal primo anno. E forse per la rabbia,il rancore,la situazione, che Clarke accettò l'invito di Lucas alla festa di quella sera,senza chiedersi come faceva ad avere il suo numero,con la convinzione che Bellamy non glielo avrebbe mai chiesto. E probabilmente i suoi sentimenti fecero da padrone anche quando lo disse ad Octavia e Raven,mentendogli e dicendo che ci sarebbe andata da sola e che si sarebbero incontrate là. E si sentì realizzata quando,facendo finta di essere addormentata,sentì le scarpe di Octavia battere velocemente sul pavimento e poi sentirla sparire dietro la porta,probabilmente per andare da Bellamy. Ed era quello che lei voleva: che lui sapesse,che si svegliasse dallo stato in cui era caduto e che quella sera la prendesse e la facesse sentire la sua principessa,come non si sentiva da due mesi. Lucas era un pretesto: ci avrebbe ballato per farsi notare da Bellamy, per poi andarsene via con lui quando l'avrebbe presa e portata via da quel ragazzo. Voleva solo riavere indietro il suo Bellamy. E alle sue amiche non disse niente,perché l'avrebbero convinta a non farlo. Ma lei doveva farlo. Per ridare vita a quel rapporto che non poteva perdere così.











Clarke era vestita di tutto punto per la festa. Aveva detto a Lucas di incontrarsi in caffetteria per evitare che le amiche lo vedessero. Non aveva ricevuto segni di vita da Bellamy,e questo non faceva altro che aumentare la sua rabbia. Prese velocemente la borsa lasciata su una sedia e,dopo aver salutato le sue amiche con la promessa di vedersi dopo, uscì velocemente fuori dalla porta. Vide Lucas seduto su una panchina e prima di avvicinarsi e dare vita alla messinscena,controllò il cellulare per vedere se poteva evitare tutto quello. Ma di Bellamy non c'era vita. Con tutta la rabbia che disponeva,buttò il cellulare nella borsa e si avviò da Lucas.
-Buonasera,Clarke-
-Ciao,Lucas- disse lei con un sorriso sforzato.
-Andiamo?- le disse porgendole la mano. Lei la prese dopo un attimo di esitazione e svanì nell'ombra con il ragazzo.











Bellamy si stava abbottonando la camicia. Doveva andare a quella dannata festa per riconquistare la sua ragazza. Tutto era diventato talmente complicato e lui si sentiva in un limbo. Aveva chiesto ad Echo di andare alla festa senza di lui: aveva bisogno della sua ragazza in quel momento,non di un'amica. Doveva riprendersi Clarke ad ogni costo. Nulla lo avrebbe allontanato da lei. Neanche due mesi di incontri mancati. Avrebbe fatto di tutto per lei. Voleva fare ciò che gli veniva meglio: sorprenderla. L'avrebbe prelevata da quella festa e portata in un posto magico,solo per loro. Prese la giacca ed uscì dalla sua camera. Mentre camminava palesemente tranquillo verso la sua meta,Atom gli arrivò addosso come un tornado.
-Bellamy!-
-Atom.- disse continuando a camminare.
-Aspetta!- il maggiore dei Blake si fermò guardandolo confuso.
-Che c'è?-
-Ero alla festa.. E c'era tantissima gente.. Pensavo di essermi confuso.. Invece avevo ragione..-
-Ward! Arriva al punto!- disse lui spazientito.
-Ho visto Clarke e Lucas insieme- 
Bellamy si raggelò sul posto.
-Ne sei sicuro?- chiese fra i denti.
-Si..- rispose Atom abbassando lo sguardo. E fu un attimo e Bellamy era già partito alla volta del locale.











Era almeno il quinto bicchiere che Lucas le stava passando,e lentamente stava iniziando a perdere la sua caratteristica lucidità, eppure non poteva fare altro che continuare ad accettare quei bicchieri e a scolare tutto,come un via di fuga dal mondo esterno è un posto dove incanalare delusioni e tormenti. Dopo il settimo bicchiere Lucas la prese e la portò in un angolo buio della pista. Lei non riusciva a distinguere le figure. Mentre era poggiata al muro sentì indistintamente la voce di Bellamy e credette di averlo di fronte. Lucas approfittò del momento per poggiare le sue labbra su quelle della ragazza. In un primo momento Clarke rispose convinta fosse Bellamy,ma si accorse immediatamente che il sapore di quelle labbra non era il sapore che tanto agognava di risentire. E bastò quell'attimo per scatenare l'inferno. In un secondo non sentì più la pressione delle labbra di Lucas sulle sue e,in un momento di lucidità,poté distinguere la figura di Bellamy davanti a lei ansimante e la figura di un altro ragazzo,presumibilmente Lucas,per terra. Clarke cercò di parlare ma aveva la bocca impastata e non riusciva a proferire parola. Lo vide prendere Lucas per un braccio e portarlo fuori,mentre lei si lasciava scivolare per terra.











Bellamy lanciò letteralmente Lucas verso un muro. Il ragazzo si accasciò a terra,mentre lui lo prendeva per il colletto e gli urlava contro.
-Che cazzo vuoi da me? Che cazzo vuoi da Clarke?-
-Io..- il ragazzo si zittì,allora Bellamy gli tirò un pugno in pieno viso.
-Parla,bastardo! Vuoi rovinarmi la vita? Che cazzo vuoi da me?- stava per tirargli un altro pugno quando il ragazzo lo fermò,supplicandolo.
-No,ti prego! Non è stata colpa mia! Io non volevo farlo! È stata Echo! È innamorata di te dal primo anno! Mi ha obbligato a farlo! Mi ha solo detto di fare in modo che Clarke ti tradisse e io l'ho fatto!- Bellamy lo spinse per terra e poi si accovacciò su di lui.
-Vi conviene sparire dalla circolazione. Se vedo te o tua sorella da queste parti vi farò passare l'inferno. E dille di non avvicinarsi mai più a me.- sibilò a denti stretti mentre il ragazzo deglutiva e annuiva.
Bellamy si girò e se ne andò. Non voleva vedere Clarke. Si sentiva tradito. Il suo cuore era in frantumi. E mentre camminava verso il dormitorio tutto si faceva più chiaro: il fatto che Echo lo avesse isolato dal mondo,la lontananza di Clarke,il bacio di quest'ultima con Lucas. Era ubriaca,lo aveva capito subito,ma non lo aveva ascoltato quando le aveva detto di stargli alla larga,uscendo con lui. E le parole di due anni prima gli rimbombavano insistentemente nel cervello. Preso dalla rabbia per la sua stupidità e per tutto quello che era successo,per quello che aveva fatto Clarke,tirò un pugno contro un albero,iniziando a sanguinare dalla mano destra. Ma a lui non importava: il suo cuore era distrutto e la sua anima perdeva pezzi di sé stessa lentamente.











Clarke si svegliò nel suo letto con un forte mal di testa. Già appena sveglia i ricordi della sera precedente iniziarono a accavallarsi nella sua mente. Raven notò l'amica sveglia e le si avvicinò con un'aspirina in una mano e un bicchiere di acqua nell'altra.
-Buongiorno.- disse un po' troppo freddamente. Octavia entrò in quell'istante e guardò Clarke di sbieco.
-Che diavolo hai fatto Clarke?- 
-Io..- 
-So che non avevate più lo stesso rapporto,ma è,o meglio era,pur sempre il tuo ragazzo!- Clarke non riusciva a replicare che era stato un malinteso. 
-Sono stata tutta la notte là. Gli hai distrutto il cuore.- Octavia era furente. 
-Octavia..- 
-Lasciamo stare,davvero.- disse prendendo alcune cose ed uscendo dalla stanza. E in quel momento,Clarke si rese conto dell'enorme cazzata che aveva fatto. Raven era rimasta in silenzio per tutto il tempo. 
-Ha ragione. Mi dispiace.- disse semplicemente alzandosi e uscendo dalla stanza a sua volta. Clarke non si era mai sentita così sola. Qualche lacrima iniziò a scendere involontariamente.











Bellamy guardò per l'ennesima volta la sua fasciatura alla mano. Quando Octavia lo aveva visto era sanguinante e distrutto. Le aveva donato tutto,il suo cuore e la sua anima,tutto sé stesso e aveva riavuto indietro cuore e anima spezzati. Eppure si era ripromesso di non innamorarsi prima di incontrare Clarke. Si era fidato e ne stava pagando le conseguenze. Eppure lo aveva sempre saputo che ne sarebbe sempre uscito col cuore spezzato. Aveva bisogno di sua sorella più di qualsiasi cosa in quel momento. Uscì dalla stanza con due consapevolezze: la prima era che non avrebbe corso il rischio di incontrare nessuno dei fratelli Rogers,dal momento che qualche ora prima avevano annunciato il trasferimento in un'altra Università;la seconda era che avrebbe inesorabilmente incontrato Clarke e,anche se era l'unica cosa che voleva evitare in quel momento,aveva bisogno di sua sorella. Bussò alla porta,sperando che la persona che meno voleva vedere in quel momento non ci fosse. Ma quando mai la fortuna girava a favore di Bellamy Blake? Alla porta aprì proprio Clarke,con un sguardo perso e i postumi di un pianto. Quando Bellamy la vide,si portò immediatamente la mano alla fasciatura e velocemente si girò per andarsene. 
-Bellamy!- Clarke lo chiamò facendo un passo verso di lui. Sentire il suo nome pronunciato da quella ragazza,fece raggelare Bellamy sul posto. 
-Che diavolo vuoi?- sputò senza girarsi. Sentì dei passi leggeri dietro di sé.
-Che ti è successo alla..-
-Non sono affari tuoi.- il momento in cui i loro occhi si scontrarono sembrò fermarsi nel tempo.
-Bellamy..-
-Ti avevo avvertita,ti avevo detto di stargli alla larga. Non mi hai ascoltato.- 
-Se ho fatto quello che ho fatto,l'ho fatto perché ci stavamo allontanando e io avevo bisogno di scatenare in te qualche reazione,per riaverti indietro! Ho accettato l'invito di Lucas per farti ingelosire! Ti sei allontanato da me! Non mi calcolavi minimamente più!- 
Bellamy fece una risata amara e le lanciò uno sguardo carico di disprezzo.
-Baciare un altro avrebbe dovuto aiutarci? Sei seria? Ti stavo organizzando un dannata sorpresa per farmi perdonare,ma tu sei dovuta andare alla festa e baciare quel bastardo! Lui e la sorella hanno fatto tutto questo per dividerci e tu ci sei cascata! E la cosa bella è che anche io ci sono cascato ma ho avuto la decenza di fermarmi prima di fare qualcosa di sbagliato! Tu no! Devi andare sempre oltre superare i limiti! È quello che soffre sono io! Ti ho dato tutto,ti ho fatto vivere ogni singolo momento insieme in modo indimenticabile! Ma a te non bastava!-
Clarke non riuscì a sostenere lo sguardo e lo abbassò.
-Non ero lucida..-
-Ti ricordi cosa mi hai detto riguardo al nostro primo bacio? Che non eri lucida ma che era un buon segno,perché non essere coerente ti aiutava a manifestare le tue emozioni meglio! Cosa devo dedurre Clarke?-
-Bellamy no..- 
-Basta! Non voglio sentire le tue scuse! È finita Clarke. Sei stata la prima persona a cui ho donato il mio cuore e tu lo hai ridotto in frantumi.- le lanciò un altro sguardo glaciale e se ne andò senza voltarsi indietro,lasciandole dietro con le lacrime agli occhi e l'amaro in bocca per non avergli potuto dire la verità. Ma questa volta non si sarebbe distrutto,avrebbe ripreso a vivere come faceva prima di lei e sperò vivamente lei facesse lo stesso. 







Angolo mente malata:
BOOM! Non torturatemi prima di aver finito questa angolo mente malata,poi dirò addio al mondo. SILIHOFATTILASCIAREPERCHESONOUNAPERSONAORRIBILE. Vi ringrazio tutti e vi amo tantissimo e so che volete uccidermi,sento il vostro odio da qua. È IL DENTIFRICIO CHE MI FA FARE QUESTE COSE! Vi amooo! E bastaa.. *viene torturata con torture medievali e l'assenza di dentifricio*

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Era passato esattamente un mese dall'ultimo incontro tra Clarke e Bellamy. Era Dicembre inoltrato. Octavia e Raven erano riuscite a perdonare Clarke,ma il problema era che Clarke non riusciva a perdonare sé stessa. Lo vedeva qualche volta durante le giornate invernali: era seguito dalle solite oche,ma a differenza di due anni prima,si fermava e flirtava con loro. E questo per Clarke era una pugnalata al cuore ogni volta. Lui era completamente diverso. Questa volta era una vittima di quello che Clarke aveva fatto,ma la stava prendendo meglio di quanto l'avesse presa la prima volta che si lasciarono. Clarke cercava di essere forte,nonostante dal loro ultimo incontro,la sera si chiudesse in bagno a piangere tutte le sue lacrime. La cosa che le faceva più male era il vederlo andare avanti. Forse perché lei non ci riusciva e rimaneva irrimediabilmente indietro,fra i loro ricordi e i loro sentimenti,ormai persi nel tempo. Quei ricordi così vividi che stavano sbiadendo a contatto con il tempo. E le mancava. Senza la sua presenza si sentiva vuota. E dimenticava persino come si faccia a respirare. Se non fosse stato un movimento involontario, probabilmente sarebbe morta tempo prima. Octavia cercava di parlare con il fratello di ciò che era successo, ma lui aveva chiuso con quella parte della sua vita e appena sentiva pronunciare il nome di 'quella ragazza', diventava come una belva ferita pronta a difendersi fino all'ultimo secondo della sua vita. Tutti dicevano che lui probabilmente non provava niente per la giovane Griffin, dal momento che il giorno dopo la loro rottura si aggirava per la scuola con tranquillità parlando con diverse ragazze. Peccato che nessuno sapesse della difficoltà nel nascondere il dolore dietro una facciata di ferro. Echo provò a chiamarlo sedici volte. Lui ripose solo all'ultima,urlandogli contro tutte le minacce possibili e chiudendo velocemente la telefonata. Era diventato un lupo solitario,di quelli che non vogliono un branco. Solo Murphy gli si poteva avvicinare, ma solo a determinate condizioni.











-Clarke. Devi. Venire.- Raven era furiosa del fatto che Clarke non volesse andare alla gita. 
-Ragazze,io non credo sia la situazione adatta..- 
-Invece si! Bellamy ci sarà e sarete costretti a stare a contatto inevitabilmente! Potrai spiegargli l'accaduto!- 
-Ragazze..- Octavia e Raven si sedettero accanto all'amica.
-Non puoi privarti di questo.- 
-Non ho altra scelta?- sbuffò lei.
-No!- gridarono le amiche all'unisono.











L'aria fredda e pungente dell'inverno,arrivava indisturbata in faccia ai ragazzi. Bellamy aveva una tazza di cartone tra le mani che emanava un dolce aroma di caffè e da cui spuntava una nuvoletta bianca. Tutti i ragazzi erano davanti al pullman in attesa di poter salire e riscaldarsi. Le valigie erano caricate e tutti sembravano rilassati. Il maggiore dei Blake aveva le cuffie nelle orecchie,che emanavano la melodia di Single dei The Neighbourhood. Soffiò un po' sulla tazza per poi portarsela alla bocca.
-Ehi Fratellone!- Bellamy riuscì a sentire la voce squillante di sua sorella nonostante le cuffie. Se ne tolse una e sorrise lievemente.
-Ehi.- 
-Dio Mio! Quello è caffè caldo?- Raven le arrivò subito dietro. Bellamy pregò ogni santo che conoscesse che non ci fosse anche Clarke mentre annuiva. 
La giovane Reyes gli sfilò la tazza dalle mani e ne bevve un lungo sorso, ignorando il bruciore che sentì alla gola. 
-Reyes.- disse lui guardandola torvo. 
-Ne avevo bisogno! Grazie Blake!- disse ridandogli il bicchiere quasi vuoto e tornando da dove era venuta. Solo allora Bellamy si accorse della ragazza bionda che guardava nella loro direzione,isolata dal resto. La ignorò palesemente e si concentrò  sulla musica e il caffè che aveva davanti,ignorando sua sorella che lo fissava.
-Forse dovresti parlarle..- chiese timorosa dalla sua reazione che non tardò ad arrivare. La fulminò con lo sguardo e mentre stava per ribattere in modo acido,le porte del pullman si aprirono e lui salì velocemente. 
Si sedette in un posto vuoto,da solo. Murphy si sarebbe seduto con Emori e a lui non dispiaceva un po' di tranquillità con i The Neighbourhood. Parlò fin troppo presto. Una ragazza dai lunghi capelli rossi gli si avvicinò timidamente,anche se sembrava tutt'altro che una tipa timida. La guardò di sottecchi togliendosi la cuffia appena rimessa.
-Scusa,questo posto è libero?- chiese facendo incontrare i loro occhi. I suoi occhi erano azzurri,terribilmente azzurri. Per un secondo nella mente di Bellamy ci fu un susseguirsi di flashback, di occhi azzurri si,ma di un'altra persona. Si riprese velocemente e annuì. Vide la ragazza sedersi leggiadra vicino a lui. La osservò con la coda dell'occhio per qualche secondo,per poi riprendere ad ascoltare musica. C'erano diversi posti liberi intorno a loro,eppure quella ragazza aveva deciso di sedersi accanto a lui. 
-Cosa ascolti?- chiese la ragazza dopo qualche minuto. 
-The Neighbourhood- 
-Posso?- chiese indicando la cuffia che penzolava da una parte. Bellamy la prese e gliela porse. 
-Daddy Issues..- Il ragazzo sgranò gli occhi. Lei gli sorrise e gli porse la mano.
-Lucy Evans- lui le prese la mano.
-Bellamy Blake- 
Rimasero in silenzio ad ascoltare la musica quando finalmente videro salire gli ultimi ragazzi sul pullman.
-Posso farti una domanda?- chiese Bellamy sporgendosi verso di lei.
-Spara!- 
-C'erano tanti posti liberi.. Perché ti sei seduta accanto a me?- la ragazza arrossì visibilmente per poi scuotere leggermente la testa e ridere.
-Non c'è.. Una vera ragione.. Sono nuova e.. Ecco.. Ti ho visto solo.. E si sa che tutti hanno già compagnia e io non volevo passare il viaggio di sola.. Se ti dà fastidio cerco un altro posto..- disse togliendosi la cuffia e alzandosi. Bellamy la bloccò per un braccio e,quando lei abbassò la testa su di lui, fece incontrare i loro sguardi. E all'improvviso l'idea di stare da solo non gli pareva così bella. Mentre avveniva questo gioco di sguardi tra i due ragazzi,Raven,Octavia e Clarke salirono sul pullman. Quella scena  congelò la giovane Griffin sul posto. Quello sguardo che lui stava rivolgendo ad un'altra ragazza,le fece fermare il cuore. Osservò la ragazza sedersi lentamente accanto a lui senza staccare il contatto visivo. Le altre due ragazze,notando la scena,la trascinarono letteralmente in un posto lontano da quello dei due ragazzi. Mentre passavano accanto a loro Bellamy distolse lo sguardo dalla ragazza rossa per puntarlo su di loro. Indugiò insistentemente su Clarke. Sguardo vuoto e freddo. Lo sguardo che l'avrebbe colpita in pieno volto come un pugno ben assestato. E a giudicare dalla sua espressione riuscì a colpirla per bene. 
Il viaggio passò velocemente. Bellamy si trovò davvero bene con Lucy. Cantarono qualche canzone insieme e si trovarono a ridere contemporaneamente per le stesse cose. Se non fosse stato per lo sguardo azzurro cielo che si sentiva bruciare dietro la testa,sarebbe stato anche un viaggio tranquillo. Quando scesero,lui e Lucy furono tra gli ultimi. 
-Ti ringrazio davvero per la compagnia Lucy- Lei gli diede un lieve abbraccio e poi lo salutò sorridendo. Lui sorrise di rimando e si divisero all'entrata dell'hotel. 
Clarke aveva osservato l'abbraccio con un moto di rabbia,stringendo i pugni.










-Camera 221..- disse Octavia trascinandosi dietro la sua valigia,seguita dalle amiche.
-È stata una pessima idea venire qui- sussurrò Clarke.
-Dai Clarke,ci divertiremo.- disse Raven per rassicurarla. 
-Eccola!- Octavia lasciò la valigia e si apprestò a infilare la chiave dentro la toppa della porta. Mentre stava aprendo sentirono dei passi e si girarono verso il rumore.
-Murphy si più sapere che camera abbiamo?- 
-Blake ti ho detto che Atom ha la chiave!- 
-Atom che camera abbiamo?- 
-La 220.. Eccola!- si fermarono davanti la porta della camera trovandosi accanto le tre ragazze. Bellamy sbuffò e girò la testa. Sfilò velocemente le chiavi dalle mani dell'amico ed entrò nella camera senza degnare nessuno di uno sguardo. Dal canto suo Octavia fece lo stesso per evitare ulteriore imbarazzo. 










-Hanno organizzato un festa nella hall?- Chiese Bellamy sdraiato sul letto. Atom gli lanciò un cuscino addosso.
-Si- rispose Murphy.
-Quindi vatti a cambiare demente- continuò Atom.
Lui sbuffò e sparì nel bagno.
Clarke dal canto suo non sembrava voler smuoversi dall'idea di non voler andare alla festa.
-Devi venire.-
-No.-
-Ti abbiamo lasciato scelta?-
Clarke sospirò.
-Perché?-
-Perché si. Ora ti vesti per bene. Devi fare rimanere Bellamy a bocca aperta.-
-Non ci penso nemmeno.-
Octavia e Raven la costrinsero a radersi carina per l'occasione e,dopo averla resa perfetta, iniziarono a prepararsi. Clarke con una scusa uscì fuori dalla stanza per prendere un po' d'aria. Quando sentì la porta della stanza numero 220 aprirsi,si nascose dietro un muro.
La porta si richiuse e Clarke si sporse leggermente per vedere chi fosse. Bellamy. Vide il ragazzo poggiarsi alla porta e sospirare.
Avrebbe potuto avvicinarsi e cercare di parlargli. Avrebbe potuto ma non poté farlo perché la ragazza del pullman si avvicinò al ragazzo sorridendo.
-Ehi!-
-Oh,Ehi Lucy.-
-Allora ci vieni alla festa!-
-Si beh,perché non avrei dovuto?-
-Allora andiamo!- disse scoccandogli un bacio sulla guancia e prendendolo per mano. Lui scosse la testa ma la seguì sorridendo. Clarke riprese a respirare quando li vide scendere le scale. Non si era nemmeno accorta di aver trattenuto il fiato. Si lasciò scivolare lungo il muro mentre qualche lacrima cadeva lenta. Quando si riprese si alzò e si diresse nella sua camera,dove le sue amiche la stavano aspettando.











-Ti va un po' di punch?- chiese Lucy porgendo un bicchiere a Bellamy che se ne stava poggiato ad un muro con le braccia incrociate. 
-È corretto?- chiese lui.
-No.. Jaha ci controlla..- il ragazzo sbuffò ma accettò il bicchiere. Dopo che ne ebbero scolato il contenuto,Lucy lo trascinò al centro della sala dove i ragazzi si stavano unendo in cerchio.
-Che diavolo volete fare?- chiese Bellamy a Murphy.
-Il gioco della bottiglia!- 
-Non potete essere seri! Non siamo più bambini!-
-Fai meno il guastafeste!- disse Lucy ridendo e facendolo sedere per terra accanto a sé.
Fu allora che la vide. Clarke era appena entrata nella sala e l'aveva completamente illuminata. Deglutì visibilmente non togliendo lo sguardo da lei. Poi la ignorò e tornò a concentrarsi sulla bottiglia appena messa al centro.
Clarke,Raven e Octavia si sedettero in un spazio libero. Clarke non toglieva lo sguardo da Bellamy,passandolo da lui alla rossa. 
-Inizio io!- urlò Murphy.
Girò la bottiglia che andò a finire su una ragazza dai capelli castani. Si baciarono leggermente per poi tornare al proprio posto. Toccò ad Atom,che baciò Raven; Jasper che baciò Octavia; Monty che baciò Roma. Era il turno di Lucy. La ragazza prese la bottiglia e la fece girare con forza. Tutti tenevano lo sguardo fisso sulla bottiglia. Questa rallentò in prossimità di Starling per fermarsi su Bellamy. Il ragazzo si alzò tranquillamente e le porse la mano. Lucy accettò e si trovarono una di fronte all'altro. Lui posò sicuro le mani sui i suoi fianchi e lei timorosa sulle sue spalle. Si avvicinarono e si diedero un lungo bacio. Quando si staccarono si sorrisero e si risedettero senza interrompere il contatto visivo. Clarke in quel momento sentì il suo cuore andare in frantumi. Fece appello a tutte le sue forze per non alzarsi e andarsene o gridare contro quella ragazza. Strinse i pugni fino a far entrare le unghie nella pelle e accettò lo sguardo di sfida che Bellamy le mandò. Il ragazzo pensava solo a quanto bramasse che al posto di Lucy ci fosse stata Clarke,di poter sentire di nuovo le sue labbra sulle sue e a quanto non volesse toccare nessun'altra che non fosse lei. Ma era tutto dannatamente complicato e nonostante tutto lui non riusciva a perdonarla. Ma sapeva che non sarebbe riuscito a guardare nessun'altra come guardava la sua principessa. 
Era il suo turno di girare la bottiglia. La prese e se la rigirò tra le mani,prima di posizionarla deciso al centro del cerchio e girarla velocemente. La bottiglia rallentò nei pressi di Raven,poi passò per Octavia per poi cadere proprio su Clarke. Bellamy alzò velocemente lo sguardo dalla bottiglia alla ragazza. La guardava e non si muoveva. Clarke dal canto suo non sapeva cosa fare. Quando Bellamy si alzò lentamente pensò che si fosse deciso a darle quel bacio e magari ridarle anche la fiducia persa. Ma invece il ragazzo si alzò.
-Non lo farò mai- e se ne andò con le mani in tasca. Era stato il suo orgoglio a parlare. Clarke si sentì umiliata perciò si alzò anche lei velocemente cercando di trattenere le lacrime e sparì oltre le scale. 










Era notte fonda e tutti i ragazzi dormivano. Tutti tranne una. Clarke si rigirava nel letto. Non poteva dimenticare lo sguardo di disprezzo lanciatole da Bellamy. I suoi occhi erano ancora fissi nella sua mente. Non riusciva a dimenticare quel ragazzo che le aveva preso il cuore senza ridarglielo indietro. Sospirò e si alzò dal letto. Senza fare il minimo rumore sparì oltre la soglia della porta. 
Bussò un paio di volte sul legno della camera accanto alla sua. Sapeva che avrebbe aperto lui perché era l'unico dal sonno abbastanza leggero da sentire quei due tocchi leggeri. Ad aprire fu proprio Bellamy,mezzo assonnato e a petto nudo. Si strofinò gli occhi un paio di volte prima di mettere a fuoco Clarke.
-Clarke..- quel nome pronunciato dalla sua bocca gli fece uno strano effetto. Aveva evitato di dirlo per tutto il tempo e adesso lo aveva appena detto con molta tranquillità. 
Clarke aveva qualche lacrima che le scendeva sul viso candido. 
-Che succede?- nonostante tutto erano stati legati e lui non poteva reprimere la sensazione di protezione nei suoi confronti.
Lei per tutta risposta si avvicinò a lui,si mise sulle punte,gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Lui rimase spiazzato per qualche secondo prima di rispondere. Non riusciva a staccarsi da lei,nonostante avrebbe voluto. A Clarke era mancato e adesso era sicura di essere mancata anche a lui, almeno un po'. Fermò quel contatto prima che potesse farlo lui,perché sarebbe stata più dura se lui avesse ripreso la lucidità e l'avesse mandata via. Lo guardò dritto negli occhi per poi sparire. Lui la osservò entrare nella stanza,ancora confuso.









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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Bellamy si svegliò lentamente. Scalciò le lenzuola e si sedette a bordo del letto. I suoi amici ancora dormivano. Sospirò e si prese la testa tra le mani. Le immagini di quella notte si susseguivano velocemente davanti le sue palpebre chiuse. Clarke che si presentava alla sua porta. Clarke che piangeva. Clarke che lo baciava. E lui che rispondeva al bacio. Era per quel motivo che non aveva voluto baciarla durante il gioco della bottiglia,perché sapeva che non sarebbe riuscito a non volere di più. Perché sapeva che il suo dannatissimo orgoglio sarebbe andato miseramente perso. Cazzo se l'amava. Ma non riusciva a perdonare e dimenticare. E sembrava essere riuscito ad uscire dal limbo dei suoi sentimenti verso Clarke,almeno fino a quel bacio. Non riusciva a pensare. Si tirò uno schiaffo in fronte abbastanza forte come a voler far funzionare il cervello di nuovo. Sospirò pesantemente e prese il cellulare. Erano le otto di mattina e nessuno si sarebbe svegliato prima delle nove. Era talmente confuso. Una parte del suo cuore gli indicava un'unica direzione. Gli urlava di cancellare tutto e andare a bussare a quella porta. Ma l'altra,quella in frantumi,quella dolorante,gli diceva di correre il più lontano possibile. Aveva bisogno di aria. Si vestì velocemente e mise un paio di scarpe ed uscì dalla stanza. Girovagò per l'hotel con le mani in tasca e lo sguardo vuoto. Uscì dalla porta principale e inspirò a pieno l'aria che lo circondava. Camminò sul manto nevoso che lo circondava con assoluta tranquillità. Rientrò dopo qualche minuto,con la testa più leggere ma il cuore ancora pesante come un macigno. Non riusciva ancora,per quanto volesse, a perdonare quella ragazza a cui aveva dato tutto ma che lo aveva deluso. Come tutte le persone che aveva amato. Sbuffò e si sedette su uno dei divani della Hall,nel completo silenzio,assaporando la quiete che lo circondava.









-Clarke?-
Raven e Octavia erano pronte per uscire quando notarono la quasi inesistente presenza dell'amica,rannicchiata tra le lenzuola,con il viso coperto.
-Ehi? Va tutto bene?- chiese Raven sedendosi sul letto. Di tutta risposta Clarke fece un mugugno indefinito.
-Che è successo?- 
-Niente- sussurrò lei.
-Clarke...- 
Clarke sbuffò e si rivelò alle amiche. Occhi arrossati,viso pallido e l'aria di chi possa svenire da un momento all'altro.
-Che bella cera che hai!- commento sarcastica Octavia.
-Oggi non esco. Dite ai professori che non sto bene. E che vengano a controllare!- disse ributtandosi nel letto. 
-Ci vuoi dire che è successo?- 
-Ieri notte...- indugiò parecchio tempo osservando i visi curiosi delle amiche.
-Non riuscivo a dormire e...- 
-Arriva al punto,Griffin!- esclamò esasperata Raven,alzando gli occhi al cielo. 
-Ho baciato Bellamy!-disse tutto d'un fiato.
Le due ragazze si guardarono per qualche secondo per poi rivolgere lo sguardo all'amica.
-Hai fatto che?- chiesero in coro.
-Dopo quello che è successo col gioco della bottiglia non riuscivo a riprendermi dal suo comportamento. Perciò ieri notte sono andata alla porta della sua stanza e ho bussato. Mi ha aperto e cercava di capire cosa fosse successo. Io non ho fatto nient'altro che baciarlo e scappare via. Mi è sembrato che abbia corrisposto il bacio...-  Sospirò riportandosi le coperte sul viso.
-Non voglio uscire da questa stanza. Per favore lasciatemi stare.- disse con la voce attutita dal piumone. 
Raven e Octavia si lanciarono uno sguardo e dopo sparirono oltre la soglia della camera.
Una volta fuori sospirarono alzando gli occhi al cielo. 
-Non crederà davvero che la lasceremo crogiolarsi nel dolore,vero?-
-Non credo. Non può essere così stupida.- 
Detto questo scesero le scale parlando tranquillamente.
Una volta scese notarono immediatamente Bellamy seduto ad un divanetto con accanto la ragazza dai capelli rossi. Octavia sbuffò indispettita per poi lanciarsi un occhiata di intesa con Raven. 
Si allontanò dalla ragazza per dirigersi dal fratello e instaurare con lui una semplice conversazione. Mentre parlavano,Raven corse da loro con aria preoccupata. 
-Octavia! Vieni devo dirti..-
-Puoi dirmelo anche qua- rispose lei con finta innocenza,guardando con la coda di un occhio il fratello che sembrava assorto nei suoi pensieri e non degnava di uno sguardo la rossa al suo fianco.
-Clarke sta veramente male.. Dovremmo chiamare un dottore?- 
Bellamy al sentir pronunciare il nome di Clarke si svegliò dallo stato in cui era caduto per osservare corrucciato le due ragazza che gli si paravano di fronte. 
-Non credo serva. Facciamola riposare e dopo controlliamo.- Raven annuì un paio di volte e se ne andò. Octavia continuò a parlare con un Bellamy palesemente assente,quando intravide Lincoln e gli corse incontro. Il maggiore dei Blake cominciò a picchiettare con le dita nervosamente sul bracciolo del divano. 
-Bellamy,tutto apposto?- chiese Lucy osservando il suo comportamento strano. Il ragazzo si alzò velocemente dal divano, come se quelle parole lo avessero scottato.
-Devo andare.- disse per dirigersi alle scale e salirle velocemente. Quando si trovò davanti alla porta in legno,sospirò. Non voleva trattare Lucy così, solo che più la guardava,più capiva che l'aveva avvicinata per avere un rimpiazzo per Clarke. Non voleva illuderla,ma più passava del tempo con lei, più si trovava bene e più si sentiva in colpa. Quella ragazza spuntata dal nulla che avrebbe potuto salvarlo dal suo dolore,se lui si fosse fatto salvare da chiunque e non stesse aspettando quella ragazza dalla folta chioma bionda. Ogni volta che guardava Lucy negli occhi,vedeva Clarke. E tutto quello faceva male. Sospirò di nuovo e bussò diverse volte alla porta che si trovava di fronte. Nessuna risposta. Era preoccupato e doveva sapere come stava Clarke. La ragazza era immersa nelle coperte e sospirò al sentire il bussare costante alla porta. Era convinta fossero le sue amiche che voleva costringerla ad alzarsi e quindi lasciò correre i secondi. 
-Clarke. Stai bene? Mi sto preoccupando!- La giovane Griffin perse almeno tre battiti quando sentì la voce di Bellamy estremamente tesa e preoccupata.
-Clarke,sfondo la porta se è necessario!- 
-No! Bellamy,sto bene!- gridò la ragazza per farsi sentire.
-Sei sicura?- Clarke si alzò dal letto per arrivare alla porta. Aveva la mano sulla maniglia ma non riusciva ad abbassarla per quanto volesse.
-Si...- disse abbastanza forte da potersi fare sentire. Sentì il ragazzo tirare un sospiro di sollievo. Lei poggiò la fronte sul legno della porta inconsapevole del fatto che lui avesse fatto lo stesso. 
-Bellamy sei ancora lì?- 
-Si.- 
-Perché sei venuto?-
-Io... Pensavo avessi bisogno di sostegno... Pensavo stessi male e mi sono preoccupato...- Una lacrima scese sul viso di Clarke.
-Ti preoccupi ancora per me?-
-Sempre. Tu sei e resterai la mia principessa.- 
-Il bacio di ieri sera..- 
-Non preoccuparti...- 
Clarke stava abbassando completamente la maniglia per lasciare entrare Bellamy nella stanza, per lasciarlo ritornare da lei.
-È... È meglio che vada...- la ragazza fermò la mano e la ritrasse velocemente.
-Certo,hai ragione...- lui si spostò dalla porta e fece per allontanarsi quando tornò indietro.
-Clarke.- la ragazza era rimasta alla porta e quando sentì il ragazzo rispose immediatamente.
-Sai che il bacio con Lucy non è stato niente.-
-Non mi devi spiegazioni...-
-Lo sai che il mio amore per te non cambierà mai e che non guarderò,toccherò o bacerò mai nessuno come con te... Ciao principessa.- disse prima di sparire nella sua stanza. Clarke appena sentì la porta della stanza 220 sbattere iniziò a piangere,un pianto liberatorio. Le mancava da impazzire eppure non aveva avuto il coraggio di aprire quella dannata porta. Perché tutto sarebbe stato più facile senza guardarsi negli occhi. Nonostante facesse dannatamente male.










I ragazzi erano a cena. Clarke non era scesa a mangiare e Bellamy si stava davvero preoccupando. Quando la vide arrivare insieme a Raven e Octavia sembrò sollevato,ma evitò in qualsiasi modo il contatto visivo. Dannazione,quella era la sua Clarke e si stava comportando da bambino. Lucy provava a parlargli ma lui non le dava retta,tenendo lo sguardo fisso sulla sua carne. All'ennesimo tentativo della rossa,il ragazzo si alzò prendendola per un braccio e trascinandola fuori dalla sala da pranzo. 
Clarke osservò la scena e sentì gli occhi bruciare. Iniziò ad osservare il suo piatto pieno senza provare neanche ad assaggiare qualcosa.  
Octavia la fissò per tutto il tempo.
-Clarke?- la ragazza alzò gli occhi limpidi sull'amica.
-Perché oggi che potevi dirgli la verità,non gliel'hai detta?- Clarke sussultò.
-Io... Non lo so... Non lo sentivo così vicino da troppo tempo e non volevo rivangare il passato... Un passato che mi ha lacerato dentro...- 
-Avresti dovuto dirglielo... Probabilmente le cose sarebbero risolte...- Clarke sospirò e si alzò.
-Vado in camera...- sussurrò per poi dirigersi verso le scale. Mentre saliva sentì alcune persone urlare non troppo forte,ma abbastanza da sentire che cosa stessero dicendo. Clarke si avvicinò lo stesso e spiò la scena da uno spiraglio della porta.
-Bellamy,perché?-
-Lucy,non voglio farti soffrire! Sei una ragazza davvero eccezionale e io sono una persona orribile per averti illusa e sfruttata.. Avevo bisogno di qualcuno per non essere solo, perché per quanto dica che mi piace la solitudine, non è vero. Mi mancava Clarke e per quanto mi illudessi non riuscivo a dimenticarla. Tu sei stata quella persona che arriva per caso e che potrebbe salvarti se non fosse che tu vuoi salvato da qualcun altro. E lo so, sono una persona orribile ma avevo bisogno di lei, ma il mio orgoglio mi impediva ogni movimento nei suoi confronti.- Bellamy cadde in ginocchio. Per quanto volesse sembrare forte,da quando aveva lasciato Clarke mangiava poco e raramente. Era estremamente debole e il solo parlare così tanto lo
aveva stancato. Lucy si inginocchiò e lo circondò con le esili braccia. 
-Sei debole Bellamy. Devi mangiare.- 
-Non posso farcela...- il ragazzo si alzò lentamente.
-Vado in camera- disse mentre si dirigeva all'uscita. Clarke si nascose e quando lo vide passare notò quei dettagli in lui che nessuno aveva potuto notare per l'isolamento che si era autoimposto: era dimagrito e sembrava un'anima di un combattente morto prima di finire la sua missione. Vederlo così la distrusse.










Tutti i ragazzi erano usciti per la città in cui si trovava l'hotel. Solo Bellamy e Clarke non andarono. Il ragazzo era sul suo letto a guardare un po' di televisione quando sentì bussare alla porta. 
-Chi è?- 
-Bellamy...- il ragazzo fece un'espressione accigliata.
-Clarke?- disse mentre si alzava e si dirigeva alla porta. La aprì e trovò Clarke seduta per terra con due piatti colmi di cibo accanto.
-Che..- 
-Non hai cenato... E neanche io.- disse prendendo un po' di pane. Lui la guardò con un sopracciglio alzato. Si accovacciò e le prese il piatto dalle mani poggiandolo per terra e dopo le porse la mano.
-Blake,ma che fai? Stavo mangiando!- lui indicò la mano con un cenno della testa e lei la prese. Quando si alzò si trovarono faccia a faccia. Si guardarono per quelle che sembrarono ore prima che lui prendesse i piatti lasciati per terra ed entrasse in camera seguito da lei. Si sedettero sul letto del ragazzo e iniziarono a mangiare.
-Come mai questa improvvisa voglia di condividere? Avresti potuto prenderlo solo per te...- 
-Mi preoccupavo per te.- 
-Ti preoccupi ancora per me?- chiese lui sorridendo. Era da tanto che non sorrideva in maniera così reale,vera. 
-Sempre.- disse lei citando le parole del ragazzo di quella mattina. 
-Bellamy... Perché non stai mangiando?- Clarke lo aveva saputo da Octavia indirettamente tempo prima,ma non aveva dato molto peso alla questione. Almeno finché non lo aveva visto crollare davanti a quella ragazza.
Bellamy sgranò gli occhi.
-Dannata Octavia...-
-Bellamy...-
Il ragazzo sospirò.
-Non c'è una vera ragione... Per favore evitiamo l'argomento...- 
Clarke gli prese il piatto che aveva fra le mani e lo posò in un angolo insieme al suo. Gli prese il viso tra le mani e lo guardò dritto negli occhi. 
-Tu sei forte. Promettimi che non farai mai più una cosa del genere.- disse col viso solcato dalle lacrime.
-Ehi,ehi. Te lo prometto.- disse lui asciugandogliele. La ragazza si staccò da lui. Avrebbe voluto baciarlo più di ogni altra cosa,ma nonostante ciò che aveva sentito,non lo fece. Voleva fosse lui a fare il primo passo. Se lo avrebbe mai fatto. Avrebbe aspettato e rispettato i suoi tempi. 
Quando l'accompagnò fuori dalla porta ancora non era rientrato nessuno dei loro amici.
-Buonanotte Bellamy.-
-Buonanotte principessa.- disse lasciandole un bacio sulla fronte. Lei sorrise e scomparve oltre la soglia della sua camera.









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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Bellamy stava scendendo le scale con le mani in tasca per andare a fare colazione quando sentì dei leggeri passi dietro di sé. Si girò verso il rumore dei passi.
-Reyes-
-Blake-
La ragazza gli si affiancò e raggiunsero la sala da pranzo insieme. Individuarono il tavolo dove erano sedute Clarke e Octavia e si avvicinarono. Bellamy era ancora scosso per quello che era successo con Clarke perciò cercò di evitare qualsiasi contatto. La ragazza dal canto suo era un po' più sollevata per gli avvenimenti del giorno precedente,ma il comportamento di Bellamy la stava destabilizzando. Aveva avuto uno spiraglio di speranza che tutto sarebbe potuto tornare come prima. Iniziò a guardare il suo piatto insistentemente per evitare di instaurare una conversazione con qualcuno.
-Raven? Bellamy?- Octavia richiamò il fratello e l'amica che stavano parlando tranquillamente.
-Si?- riposero i due guardando la ragazza.
-Stasera abbiamo deciso di andare al pub qui di fronte,ci sarete?-
-Non credo di venire.- rispose Raven quasi immediatamente.
Bellamy la fissò per qualche secondo. Raven e Wick avevano deciso di troncare la loro relazione circa una settimana prima. La ragazza si era dimostrata forte ma qualche volte anche lei vacillava. Bellamy la capiva meglio di chiunque altro. E lui sapeva perfettamente che anche se dopo la fine di una relazione le persone si ostinavano a voler stare da sole,alla fine a nessuno piaceva la solitudine. Le posò una mano sul braccio,un tocco delicato,guardandola negli occhi.
-Raven,se vuoi andiamo insieme.- 
La ragazza lo fissò qualche istante.
Clarke osservò la scena di sottecchi. Il sangue le si era gelato nelle vene. La rabbia cresceva. E anche se Raven era sua amica,la gelosia nasceva comunque. Raven annuì osservando Bellamy che era più deciso che mai. Poi gli sussurrò 'grazie' e dopo ricominciò a mangiare. Bellamy osservò il suo pasto e l'idea di mangiare non gli sembrava così allettante. Mandò giù giusto qualche boccone prima di alzarsi.
-Vado nella Hall. Ci vediamo dopo.- disse incamminandosi. Octavia si alzò prontamente dopo di lui e lo raggiunse.
-Bellamy!- il ragazzo si fermò e si girò verso la sorella.
-Ehi. C'è qualcosa che devi dirmi?- rispose tranquillamente.
-Perché hai ignorato Clarke?- lui la guardò confuso,come se avesse fatto una domanda senza alcun senso.
-Insomma,pensavo vi foste chiariti ieri sera! Non ti ha detto finalmente la verità?- il ragazzo corrucciò lo sguardo fissandola.
-Che verità?-
-Non... Non te l'ha detto?- 
-Octavia. Che verità?- 
La ragazza sospirò.
-Bellamy...-
-Dimmelo.-
-Ricordi... Insomma... Il bacio tra Clarke e... Lucas... Lei... Tu hai pensato che lei lo avesse baciato mossa da qualche sentimento verso di lui... Ma non è stato così... Era ubriaca persa e lui l'aveva portata in un angolo buio per confonderle ancora di più le idee. Vedeva tutto estremamente sfuocato e non riusciva a distinguere le figure. Appena sei arrivato hai iniziato a chiamare il suo nome e lei ha sentito la tua voce. Non riuscendo a distinguere bene le figure era convinta di averti davanti e si è lasciata baciare. Una volte che le sue labbra si sono scontrate con quelle del ragazzo si è resa conto che non eri tu. Si stava staccando immediatamente ma tu sei arrivato e hai tirato un pugno a Lucas. Bellamy lei non ti avrebbe mai tradito. E non provava nessun sentimento per lui. Tu hai dedotto che fosse una situazione simile al vostro primo bacio ma non è così! È una situazione completamente diversa!- il ragazzo sgranò gli occhi  e la fissò. Era emotivamente sconvolto. Si girò senza rivolgere una parola alla sorella e si diresse verso la sua stanza. Entrò nella camera e si buttò sul letto,la faccia nel cuscino. Era stato un completo idiota e ora ne pagava le conseguenze. Non le aveva permesso di spiegare e ora era distrutto. Se solo le avesse dato retta non starebbe soffrendo così.
Clarke era ancora sotto seduta al tavolo con gli altri,ma era completamente assente. Il pensiero di Bellamy le tormentava la mente. Si alzò in completo silenzio e salì le scale lentamente. Si trovò di fronte la porta della camera 220. Era tentata di bussare,ma si ritirò e si diresse nella sua stanza.











Raven era in bagno a prepararsi mentre Clarke e Octavia erano sedute sul letto di quest'ultima. 
Stavano parlando ma la minore dei Blake sembrava presa dai suoi pensieri.
-Ehi Octavia va tutto bene?-
-No,Clarke. Devo dirti una cosa...-
-Dimmi.-
-Può darsi io abbia detto a Bellamy la verità sulla sera della vostra rottura...- Clarke la guardò per qualche secondo con le sopracciglia alzate,poi deglutì.
-Che... Che ha detto?- 
-Niente... È rimasto spiazzato per qualche secondo e poi se n'è andato in completo silenzio... Io... Mi dispiace Clarke... Sapevo volevi che lo sapesse da te...- 
-Non preoccuparti... Prima o poi avrebbe dovuto saperlo...- 
Mentre parlavano Raven uscì dal bagno e sorrise alle due ragazze.
-Tutto okay?-
-Si. Stai benissimo.- 
-Grazie!-
Ad un tratto sentirono un sommesso bussare alla porta.
-Reyes! Sei pronta?- 
-Si arrivo!- rispose prontamente la ragazza. Poi si girò verso le sue due amiche.
-Ci vediamo dopo.- lei due annuirono.
-Clarke,non ti crea problemi vero? Lo sai che...- la ragazza la fermò con un gesto della mano e negò con la testa. 
Raven aprì la porta e si trovò davanti Bellamy con il braccio poggiato allo stipite della porta e la testa poggiata su esso.
-Ehi!-
-Ehi, andiamo?- chiese lui alzando la testa. La ragazza annuì e lui le fece segno di seguirla mentre lei si chiudeva la porta alle spalle. Clarke guardò Octavia con sguardo triste mentre la minore dei Blake l'abbracciava.











Bellamy stava bevendo una birra al bancone insieme a Raven. Era letteralmente assente. Mentre Raven cercava di farlo parlare,entrarono nel locale Clarke e Octavia. Bellamy rimase paralizzato ad osservare la giovane Griffin. I loro sguardi si incontrarono immediatamente e rimasero incatenati fino a che il maggiore dei Blake non abbassò la testa,distogliendo lo sguardo. 
-Dovresti andare a parlarle.- disse Raven portandosi la sua bottiglia alla bocca. 
-Raven... Mi sento terribilmente in colpa... Ho passato il mese peggiore della mia vita e l'ho fatto passare a lei per il mio stupido orgoglio- sospirò lui.
-Lei ti ama e tu ami lei. Smettila di farti problemi e vai a prenderti la donna che ami.-
-Non credo neanche la meriti più...-
-Bellamy...- il ragazzo prese le bottiglia poggiata sul bancone e si spostò verso un angolo più buio del locale. Clarke e Octavia andarono vicino a Raven.
-Ehi ragazze!-
-Ehi Rav! Bellamy?- 
-Ehm... È da qualche parte...- disse alzando le spalle. Clarke lo cercò con lo sguardo per trovarlo a bere da solo. Sarebbe voluta correre da lui ma non lo fece. Iniziò a bere con le ragazze fin quando un ragazzo di un paio di anni più grande si avvicinò a lei. 
-Ehi,scusa,posso offrirti un drink?- chiese il ragazzo con un sorriso tranquillo.
-Non accetto drink dagli sconosciuti.- il ragazzo si lasciò andare a una calda risata.
-Mi chiamo Andrew.- disse porgendole la mano. Lei la prese.
-Clarke.- 
Nel mentre la ragazza non si era accorta che le amiche erano sparite per lasciarla da sola con il ragazzo. Le cercò per trovarle poco lontano a parlare tranquillamente.
-Allora,posso offrirti questo drink?-
-D'accordo...- sospirò lei. Lui chiamò il barista e ordinò due drink.
-Allora Clarke,parlami di te.- 
-Non... Non c'è molto da dire.-
-Dimmi qualcosa di semplice. Tipo: cosa vuoi fare una volta finita l'Università?- la ragazza sorrise leggermente. 
-Non lo so,credo fare specializzazione?- il ragazzo sorrise.
-Hai fratelli o sorelle?-
-Figlia unica.-
-Fidanzata?- Clarke si congelò sul posto. Osservò tutto il locale,quando vide il maggiore dei Blake uscire dal locale,velocemente e sembrava molto agitato. 
Bellamy l'aveva vista parlare con quel ragazzo. L'aveva vista sorridere. E aveva bisogno di aria. Di andarsene da quel locale. Clarke si alzò immediatamente. 
-Scusa,devo... Devo andare...- disse la ragazza poggiando il drink e lasciando Andrew con uno sguardo confuso.
Clarke corse immediatamente fuori per raggiungerlo.
-Bellamy!- il ragazzo si fermò e si girò verso di lei. Aveva lo sguardo lucido,come se stesse per scoppiare a piangere. 
-Perché te ne stai andando?- 
-Perché me ne sto andando? Dio Clarke.- aveva la voce rotta dal pianto. -Sono un completo idiota. Ho passato il mese peggiore della mia vita e l'ho fatto passare a te per la mia testardaggine! Non ti ho dato ascolto e magari adesso non saremmo a questo punto! Ho rinunciato al nostro amore per un malinteso! E poi avresti avuto tutte le ragione del mondo per tradirmi! Dio sono stato un tale idiota! Ti ho trascurato,ho fatto quello che tu non avresti mai dovuto subire! Perché tu meriti tutto l'amore che una persona possa darti! Stasera ti ho vista con quel ragazzo e diamine,eri così dannatamente felice! Ti ha fatto ridere come io non ero capace da mesi! Ti ha fatto sentire di nuovo amata! Io ti amo Clarke,ma tu non meriti un bambino come me,un bambino egoista e stupido. Tu meriti un vero uomo. Io ho dubitato di te per uno stupido bacio fatto per sbaglio! Io... Io sono un idiota... Non so come tu faccia a provare ancora qualcosa per me!- il ragazzo si girò e si diresse all'hotel. Clarke rimase a fissarlo per alcuni secondi entrare nell'hotel. Era sotto shock. Quando si risvegliò dallo stato in cui era caduta gli corse dietro. Quando entrò nella Hall, il ragazzo era già salito in camera. Appena entrato iniziò a piangere e si poggiò con la schiena alla porta per poi scivolare per terra. Si prese la testa tra le mani e si tirò diversi schiaffi sula testa. 
-Idiota,idiota,idiota! Hai perso l'unica persona tu abbia mai amato!- si ripeteva piangendo.
-Bellamy...- fuori dalla porta Clarke era poggiata al legno con i palmi della mani e la fronte,come a voler stabilire un contatto con quel ragazzo che tanto amava. Sentiva i singhiozzi di Bellamy unirsi ai suoi.
-Bellamy,per favore... Torna da me.- la voce era terribilmente tremante. -Ti amo Bellamy,ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non posso vivere senza di te! Bellamy ti prego...- iniziò a piangere talmente forte da poterla sentire benissimo da dentro la stanza. Clarke si inginocchiò continuando a  tenere il contatto con la porta. 
-Bellamy... Ti prego torna da me... Tu sei l'unico che voglio al mio fianco,sei un uomo meraviglioso. Non sei un bambino! Tu sei l'uomo che amo! E non mi hai mai trascurato! Io sono felice solo con te! Bellamy...- il ragazzo continuava a piangere silenziosamente.
-Non ti dirò mai addio!- urlò lei piangendo. Rimasero in quella posizione per lungo tempo,finché non tornarono i loro compagni.










Passarono tre giorni da quella sera e da lì a due giorni sarebbero tornati all'Università. Clarke si alzava ogni mattina con l'unico scopo di poter parlare con Bellamy. Dal canto suo il ragazzo sembrava non aver trovato nessuna ragione per alzarsi dal letto. Murphy e Atom gli portavano il cibo,che lui rifiutava prontamente. L'unica cosa che voleva era potersene andare da quel luogo e tornare alla fottuta normalità. Clarke bussava alla sua porta almeno tre volte al giorno. Lui non rispondeva. 
-Amico,devi mangiare qualcosa...- 
-Murphy,ti prego,non voglio mangiare...-
-Ma...- 
-Ti prego.- 
John sospirò e prese il piatto ancora pieno per poi uscire dalla stanza. Clarke,vedendo l'ennesimo piatto pieno,corse immediatamente al piano di sopra. Bussò alla porta con furia.
-Bellamy esci immediatamente! Non puoi continuare così! Perché diamine non vuoi capire che tutto questo è inutile! Non ti lascerò soffrire là dentro!- continuò a bussare insistentemente.
-Bellamy... Ti prego apri... Stai distruggendo anche me!- 
La porta si aprì per rivelare Atom.
-Clarke...-
-Atom fammi entrare.-
-Non... Non posso... Per quanto vorrei...- disse chiudendo la porta, sorpassandola e scendendo le scale.
Clarke poggiò di nuovo la mano sul legno della porta.
-Bellamy... Non mi arrenderò... Mai...- 
Disse prima di seguire Atom al piano di sotto. Bellamy rimaneva nel suo letto. Sentiva ogni singola parola che gli diceva Clarke mentre subiva una lotta interiore tra il suo cervello e il suo cuore.










Clarke stava scorrendo le notizie sul cellulare,sdraiata sul letto, quando qualcuno bussò alla porta. Dal momento che tutti i suoi compagni erano al solito locale,si chiese chi potesse essere. Si alzò e andò ad aprire.
-Bellamy?- sgranò gli occhi quando vide la figura del ragazzo davanti a lei. Era bianco e sciupato,ma mostrava con orgoglio il suo sorrisetto sbilenco. Alla ragazza salì un moto di rabbia. Le era mancato così tanto ma lui non si era fatto vedere per tutti quei giorni,facendola soffrire. Fece per tirargli uno schiaffo ma lui la bloccò prontamente,prendendola per il polso. Le lo guardò per qualche secondo,finché lui non l'avvicinò a sé e la baciò. Lei rimase spiazzata prima di rispondere al bacio mettendogli la mano libera dietro al collo per spingerlo verso di sé,sempre di più. Si staccarono per riprendere fiato. 
-Sei un idiota,Blake.-
-Lo so,principessa. Ne pago le conseguenze ogni giorno. Ma tu... Tu sei la cosa migliore che mi potesse mai capitare. E io stavo rischiando di perderti.- disse abbracciandola e ispirando il suo profumo. 
-Ti amo,principessa.- lei cominciò a piangere sul suo petto.
-Sei un idiota...- disse prendendogli il viso tra le mani e baciandolo,aggrappandosi a lui come l'ultimo appiglio per salvarsi dalla morte certa. 
-Ti amo,Bellamy.- disse prima di baciarlo di nuovo. Il ragazzo aveva vinto la sua battaglia interiore,e a vincere era stato inevitabilmente il cuore.





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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


La prima ora di lezione sarebbe iniziata da lì a quindici minuti. Clarke,Octavia e Raven stavano camminando tranquillamente lungo i corridoi scolastici quando la giovane Griffin venne afferrata per i fianchi da dietro. 
-Buongiorno,principessa.-disse Bellamy baciandole leggermente il collo. 
-Buongiorno a te.- disse lei girandosi per trovarselo di fronte. Era passato un mese dalla gita in montagna e tutto ciò che era successo fra loro,ma adesso erano più forti di prima,insieme. 
-Okay,Clarke ci vediamo. Vi lasciamo alle... vostre cose.- disse Raven trascinandosi dietro una protestante Octavia.
Clarke le guardò sorridendo per poi riportare lo sguardo sul suo ragazzo che la stava fissando.
-Sei bellissima...-
-Come siamo dolci stamattina...- disse lei mettendogli le braccia attorno al collo. 
-Sai,con tutto quello che è successo non vorrei ti sentissi mai più trascurata.- 
-Ehi... È tutto perfetto...- disse lei sorridendogli rassicurante. 
Lui l'avvicinò ancora di più a sé.
-No,non ancora...- le sussurrò sulle labbra. 
-Davvero? E cosa manca?- per tutta riposata lui la baciò passionalmente. Quando lui si staccò,osservò sorridendo l'espressione della ragazza che sembrava delusa per quella interruzione. 
-Che c'è principessa...- non riuscì a completare la frase che la ragazza si era già rituffata sulle sue labbra,spingendolo verso di sé sempre di più. Furono interrotti da Atom che arrivò come una furia. Stava cercando Bellamy. Il ragazzo si staccò da Clarke e si girò verso il giovane Ward. 
-Dimmi.- Atom riprese aria un paio di volte prima di parlare.
-Il preside... Vuole... Vederti... Urgentemente.- Bellamy lanciò un occhiata confusa a Clarke. Poi le lasciò un leggero bacio e si avviò verso la presidenza a passo spedito. Si ritrovò davanti la porta rossa dell'ufficio del preside. Non sapeva cosa stesse succedendo. Prese un respiro profondo e abbassò la maniglia.











Bellamy percorse tutta la strada dall'ufficio del preside alla sua stanza di dormitorio come una furia. Entrò sbattendo la porta e prese la valigia dall'armadio iniziando a riempirla con tutte le sue cose. Una volta aver buttato tutto nella valigia,la richiuse con un tonfo sordo. La prese e la trascinò fuori dalla stanza. Arrivato fuori dal cancello dell'istituto si rese conto della situazione in cui si trovava: sospeso a tempo indeterminato dall'Università, solo e senza un posto dove stare. Posizionò la valigia vicino a un muro e vi si sedette sopra. Era perso.











Clarke uscì dall'aula che l'aveva ospitata per quell'ora. Cercò con lo sguardo Bellamy,che era solito aspettarla fuori dall'aula,ma non lo trovò. Intravide Octavia e Raven e si avvicinò a loro. 
-Ragazze,avete visto Bellamy?-
-Lo sto cercando da prima,ma non sono riuscita a trovarlo.- Clarke guardò la minore dei Blake confusa,poi prese il suo cellulare e scelse il numero di Bellamy dalla rubrica. 
-Pronto?-
-Bellamy! Ma che ti è successo?-
-Clarke... È andato tutto male,tutto uno schifo...-
-Bellamy dove sei?-
-Sono fuori dal cancello...-
-Arrivo.- Clarke chiuse la telefonata e lanciò uno sguardo preoccupato alle amiche che la seguirono senza fiatare.











-Bellamy!- il ragazzo era seduto sulla sua valigia con la testa tra le mani. La alzò quando sentì la voce di Clarke.
-Ehi,che è successo?- lui la prese per un braccio per farla avvicinare a sé e abbracciarla. Lei gli accarezzò i capelli dolcemente.
-Mi hanno sospeso a data da stabilire.- Clarke si fermò con la mano a mezz'aria. 
-Cosa?-
-È successo un casino.- disse rivolgendosi a tutt'e tre le ragazze.





Appena aperta la porta,il giovane Blake si trovò catapultato tra due uomini: il preside Jaha e un uomo dall'aria distinta che aveva qualcosa di estremamente familiare. Il preside gli fece segno di sedersi e lui lo fece. 
-Signor Blake-
-Preside. Che succede?-
-Che succede?- sbottò l'uomo sconosciuto -Succede che tu hai minacciato mia figlia e picchiato mio figlio!- Bellamy lo guardò confuso.
-Quello che intende il signor Rogers...- quelle parole gli fecero gelare il sangue nelle vene. In quel momento tutto divenne più chiaro. 
-Quest'uomo è il padre di Echo e Lucas?- chiese il ragazzo a denti stretti.
-Bellamy... Il signor Rogers ha sporto denuncia contro di te ma siamo riusciti a evitare i problemi penali. Verrai sospeso per cattiva condotta a tempo indeterminato..- 
Bellamy era furioso. Se non fosse uscito da quella stanza immediatamente avrebbe spaccato il muso sia a Jaha che a quell'uomo. Si alzò e uscì dalla stanza senza proferire parola,furioso come non mai.




Bellamy sospirò.
-Sono fottuto. Non so dove andare o cosa fare...- Clarke si inginocchio in modo da poterlo guardare in faccia.
-Andrà tutto bene...- disse prendendogli il viso tra le mani. Lui poggiò la fronte sulla sua.
-Lo prometti?- lei gli sorrise. Sembrava un bambino indifeso.
-Lo prometto.-











Era passato un mese da quando Bellamy era stato sospeso. Per la prima settimana venne ospitato da un cugino di Murphy,ma si sa che a Bellamy Blake piace essere indipendente,perciò, dopo aver spiegato la situazione al nonno,riuscì a stabilirsi in un piccolo appartamento vicino l'Università grazie al piccolo contributo monetario datogli dall'uomo. Era una piccola somma,giusto per avere un tetto sulla testa e per vivere qualche settimana. Ovviamente doveva trovare un lavoro per continuare ad andare avanti e fu più che lieto di scoprire che il bar di fronte al suo appartamento stava cercando un aiuto. Iniziò a lavorare immediatamente. Clarke e gli altri ragazzi facevano avanti e indietro dal suo appartamento,che non era mai vuoto: che ci fosse una Clarke che ripeteva anatomia,un Octavia ai fornelli o un Murphy a guardare la tv. E Bellamy non poteva che essere felice di quello. Aveva paura di perdere il contatto con tutti,ma loro non lo avevano abbandonato. 
Quel giorno era seduto comodamente sul divano quando bussarono alla porta. Si alzò svogliatamente e l'aprì. Si trovò davanti una Clarke sorridente con delle buste in mano. Lui la guardò scettico mentre lei faceva la sua entrata trionfale in casa. 
-Avevo paura facessi il turno di giorno,ma come vedo non è così.- disse posando le buste sul tavolo della cucina. Quando si girò si ritrovò bloccata tra il tavolo e il corpo del ragazzo. Lui poggiò le mani ai lati della sua figura avvicinandosi sempre di più.
-Quando fai la donna di casa sei ancora più bella...- disse lui iniziando a baciarle il collo. Lei rabbrividì a quel contatto.
-Sono venuta per preparati il pranzo,ma così mi distrai...- disse lei mettendogli le braccia intorno al collo. Lui mugugnò qualcosa sulla sua pelle candida. Poi alzò la testa su di lei.
-Non ho molta fame in questo momento.- le sussurrò sulle labbra. Lei gli saltò addosso circondando la vita di lui con le sue gambe,mentre iniziarono a baciarsi. Arrivarono nella camera da letto stando attenti a non inciampare in qualche libro o qualsiasi altra cosa. 












Quando Clarke si svegliò tastò con un braccio il lato di Bellamy per scoprirlo vuoto. Si alzò ancora assonnata,si mise una maglia di Bellamy e si diresse nella cucina. Sul tavolo trovò un omelette al formaggio e un biglietto. Si sedette e lesse il foglio:

Scusa se non ti ho fatto mangiare prima. Sto andando a lavoro. Vi aspetto stasera al bar.

Clarke sorrise mentre prendeva il primo boccone della sua pietanza.












Bellamy era al bancone a versare qualche drink,quando la comitiva di amici (che era tornata quella di una volta) fece il suo ingresso. Si sedettero alcuni in giro per il locale, altri al bancone. Clarke si sedette su uno sgabello e lo osservò lavorare,fino a quando lui non si accorse di lei. Si aprì in un sorriso e andò verso la ragazza.
-Cosa posso offrirle signorina?- chiese poggiando un gomito sul bancone.
-Non so... Sorprendimi.- lui sorrise per andare poi a versare qualcosa in un bicchiere. 
-Ecco.- lei lo prese e se lo portò alla bocca con fare sensuale. Lui deglutì.
-Allora?- 
-Mm... Niente male.-
-Non crede mi meriti qualche premio?- 
-Del tipo?-
-Non so...- disse avvicinandosi a lei. Clarke immediatamente si sporse in avanti. Fecero scontrare le loro labbra delicatamente,dopo essersi guardati interminabili minuti negli occhi.
-Ti amo,principessa.- lei si morse il labbro.
-Anche io,ribelle.- 










Angolo mente malata:
Ragazzi,siamo arrivati al penultimo capitolo. Non ci credo neanche io! Ho iniziato questa storia per gioco,per scatenare le mie fantasie Bellarkose e non mi sarei mai aspettata di avere tutto questo successo! Insomma io davvero non so come ringraziarvi! I ringraziamenti li farò all'ultimo capitolo,ma veramente non so che dire! Direi che ci leggiamo presto per l'ultimo capitolo!

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Capitolo 28
*** Epilogo ***


3 anni dopo
-Octavia,vuoi sbrigarti? Faremo tardi!- 
-Arrivo Rav!-
-Clarke si può sapere che stai facendo?-
-Non trovò il Tocco!- 
La giovane Reyes era davanti alla porta ad osservare le sue sue amiche completamente nel panico. Clarke aveva addosso solo la toga ed era alla disperata ricerca del Tocco,mentre Octavia non aveva indossato neanche quella. Lei continuava ed esortarle a sbrigarsi altrimenti avrebbero fatto tardi. Dopo un quarto d'ora erano finalmente tutt'e tre fuori dalla stanza e si diressero subito nel cortile dove era stato allestito il palco per la consegna delle lauree.
Arrivarono giusto in tempo per vedere il preside Jaha salire sul palco. Si mischiarono velocemente agli altri ragazzi. Il preside cominciò il suo lungo discorso a cui nessuno dava molto interesse,complice l'emozione per quel giorno. Clarke stava parlando con le sue amiche quando un tocco delicato sui i suoi fianchi la fece sussultare. Si girò per trovarsi Bellamy con il Tocco storto e un sorrisetto sghembo sul volto. Lei gli sorrise e gli aggiustò il Tocco. Il ragazzo per fortuna aveva avuto solo un anno di sospensione (avendo spiegato la situazione al preside) prima di poter riprendere gli studi: questo gli fu utile dal momento che poté laurearsi insieme a tutta la comitiva di amici. Murphy ed Emori su laurearono l'anno prima ovviamente e si andarono a stabilire nella vecchia città dove erano cresciuti. 
-Sei bellissima anche con la toga.- disse prima di baciarla. Furono interrotti dal preside che pregava gli alunni di sedersi ai posti assegnati e che sarebbero stati chiamati in ordine alfabetico per la consegna della laurea. Ogni ragazzo veniva chiamato,saliva sul palco,prendeva quel foglio frutto di impegno per anni e dopo ritornava al proprio posto. Quando venne chiamata Clarke,la ragazza si sentiva le gambe di gelatina ma si alzò comunque e con orgoglio prese la sua laurea in dottorato. Mentre era sul palco incrociò lo sguardo di Bellamy che le stava sorridendo.
Una volta chiamati tutti,i ragazzi si alzarono per poter effettuare il comune lancio del Tocco. Bellamy si avvicinò a Clarke mentre stava iniziando il conto alla rovescia per poterlo fare tutti insieme.
-Auguri,dottoressa Griffin.- disse prendendola per i fianchi e avvicinandola a sé.
-Anche a lei,avvocato Blake.- 
Si baciarono incuranti di tutto mentre tutto intorno a loro scoppiava. Erano circondati da cappelli che volavano,ma a loro importava poco.











5 anni dopo
Clarke stava rientrando a casa,la loro casa nella loro vecchia città,da un turno sfiancante a lavoro. Tutto ciò che voleva fare era mettersi sul divano accoccolata a Bellamy e rilassarsi con lui. Aprì la porta lentamente e lasciò cadere la borsa per terra,si tolse il cappotto e le scarpe e si avviò in cucina. Trovò tutto apparecchiato elegantemente e un'atmosfera calda e accogliente. Si guardò attorno confusa,quando apparve Bellamy vestito elegantemente sulla soglia della cucina. Lui le si avvicinò cautamente.
-Quando ti ho conosciuta la prima volta,non ti sopportavo e se qualcuno mi avesse mai detto che mi sarei innamorato di te,probabilmente lo avrei mandato a quel paese. Il fatto è che quel chiunque avrebbe avuto ragione. Perché io mi sono letteralmente perso in te, Clarke Griffin. Ne abbiamo passate tante,diamine se ne abbiamo passate. Ma siamo sempre tornati. E ogni volta che ti vedo sono sempre più convinto che tu sia la donna della mia vita. E l'unica cosa di cui sono sempre stato convinto eri e sei tu. Io nella mia vita voglio questa convinzione tutti i giorni della mia esistenza. Clarke Io ti voglio al mio fianco fino a quando questa vita me lo permetterà. Clarke Eliza Griffin,vuoi sposarmi?- chiese inginocchiandosi davanti a lei.
La ragazza rimase paralizzata dalla gioia per alcuni interminabili secondi,prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo.
-È un si?- chiese lui sorridendo.
-Si,si,si,si!- disse baciandolo ad ogni si.
E fu per questo che un anno dopo la ragazza si trovò a camminare verso il suo amato,in abito bianco e lui,raggiante come non mai, sull'altare a vederla arrivare. E quando il prete li dichiarò marito e moglie,lui le sussurrò sulle labbra: 'Ora sei la mia regina,principessa?'











10 anni dopo
Bellamy si girò nel letto verso il lato di Clarke,trovandola ancora addormentata. Le baciò il naso per farla svegliare. Lei si svegliò sorridendo.
-Buongiorno,Bellamy.-
-Buongiorno a te,mia regina.-
-Sai? Un po' mi manca essere chiamata principessa.- 
-Ora c'è un'altra principessa nella mia vita...- giusto il tempo di pronunciare la frase che una bambina fece la sua entrata trionfale nella stanza,tuffandosi nel letto.
-Buongiorno mamma, buongiorno papà!- disse abbracciando il padre.  
Aveva dei lunghi capelli lisci e scuri,degli enormi occhi azzurri,profondi e la pelle ambrata.
-Buongiorno a te,principessa.- disse Bellamy facendo un cenno a Clarke. 
-Aurora,dov'è Jake?- Clarke non fece in tempo a finire la frase,che un bambino di all'incirca tre anni fece la sua entrata nella stanza e si buttò nel letto.
-Eccolo!- urlò la bambina indicandolo. Era un bambino dai folti ricci biondi,dagli occhi scuri e dalla pelle candida. 
-Mamma,ho fame!- urlò il bambino. 
Clarke sorrise.
-D'accordo,andiamo a fare colazione!- disse alzandosi dal letto seguita dai bambini. Bellamy sospirò divertito e si rilassò un altro po' nel letto. Quando si alzò e andò in cucina,trovò Clarke ai fornelli e i bambini seduti al tavolo che stavano giocando. Osservò quella scena e sorrise sollevato per quella meravigliosa immagine. Amava la sua famiglia più di ogni altra cosa. Si sedette e iniziò a giocare coi bambini. Clarke arrivò qualche minuto dopo con la colazione. Dopo che ebbe posato i piatti sul tavolo,Bellamy l'attirò a sé e la baciò. I bambini fecero un'espressione di disgusto e i due scoppiarono a ridere. Bellamy sapeva che qualsiasi forma avesse la felicità,lui la stava vivendo in quel momento. 










Angolo autrice:
Credo di potermi definire un'autrice adesso,anche se sarò sempre una mente malata. Abbiamo raggiunto la fine di quest'avventura e boh mi sto commuovendo. Ho iniziato questa avventura per caso e invece è diventato qualcosa di indimenticabile. Ho conosciuto delle persone fantastiche e ne sono grata. Ho raggiunto traguardi importanti e non vi potrò mai ringraziare abbastanza. Io vi saluto e vi dico: ci leggiamo presto!

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Capitolo 29
*** Annuncio ***


Sono felice più che mai, e spero che i lettori che mi hanno seguito nel mio percorso lo siano anche, di annunciare che questa storia (esattamente questa storia alla quale sto aggiungendo un nuovo capitolo per voi) diventerà un libro. Cioè un libro vero. Di quelli cartacei, avete presente? Sono davvero troppo emozionata e devo tutto questo a voi che avete seguito questa storia! Sono stata a Roma due settimane fa per la presentazione e spero a breve di poter annunciare la data ufficiale dell'uscita del libro. Non vi ringrazierò mai abbastanza!

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Capitolo 30
*** Finally ***


Allora ragazzi sono felice di annunciarvi che il libro è ufficialmente in vendita online, sul sito Booksprintedizioni ( http://www.booksprintedizioni.it/libro/romanzo-d-amore/i-hate-but-i-love-you) e che può essere acquistato nelle librerie richiedendolo. In questi giorni lo pubblicizzerò sui miei social (instagram @chiaaaaa_molly, facebook Chiara Molinaro) e soprattutto sul sito della casa editrice. Questo è un sogno che si avvera e devo tutto questo a voi. Non vi ringrazierò mai abbastanza per il supporto. Grazie❤ Ovviamente nel libro i nomi sono stati cambiati per una questione di copyright ma la storia non è cambiata di una virgola, sono sempre i nostri Bellarke.

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