Commissario Mazzaglia

di 94antony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sofia ***
Capitolo 2: *** una scoperta sconcertante ***
Capitolo 3: *** Due vite in pericolo ***



Capitolo 1
*** Sofia ***


Capitolo 1
-Zinna! veni qua!- Ordinò il commissario Mazzaglia chiamandolo col telefono.
-si, commissario, qua sono! mi dica, commissario- Rispose l'agente Zinna, uscendo dalla sua guardiola e dirigendosi, di corsa,nell'ufficio del commissario.
-chiamami Scrudato e Laudani, digli di venire subito-
-sissignore!-
Zinna uscì dall'ufficio e tornò qualche minuto dopo assieme al vice commissario Scrudato e l'ispettore Laudani.
-ci sono novità sul traffico di droga e armi da parte della famiglia Cammaroto?-
-si, commissario- l'ispettore Laudani si fece avanti e posò un fascicolo con scritto "Operazione Cammaroto" sulla scrivania del commissario che lo aprì e cominciò a leggere -è stato trovato un furgone bruciato nella zona di Santa Maria la Scala, secondo i primi controlli doveva contenere delle casse di Pesce...e secondo alcune testimonianze è stato avvistato un altro furgone che si allontanava dal luogo del ritrovamento di quello bruciato e cinque minuti dopo si è alzato un fumo nero dalla spiaggia di Santa Maria la Scala...-
-e come sapete che si tratta dei Cammaroto?- Chiese Mazzaglia
-stavo dicendoglielo, commissario...hanno visto il figlio del boss mentre osservava i suoi scagnozzi spostare le cascie di pesce da un furgone all'altro...e secondo me, commissario, non erano pesci...o meglio dentro quei pesci ci potrebbero essere chili e chili di droga...-
-e riguardo alle armi?-
-riguardo alle armi, commissario, ho alcune informazioni interessanti-
cominciò il vice commissario Scrudato -abbiamo trovato centinaia di armi tra pistole, mitragliatrici...in un capannone, apparentemente abbandonato. E abbiamo arrestato i due tizi che facevano da guardia alla fabbrica-
-chi sono questi?- chiese il commissario
-sono Giuseppe Intelisano e Francesco Sorbello. Tutti e due pregiudicati e tutti e due picciotti di Cammaroto-
-bene, continuate a indagare e aggiornatemi ogni volta che ci sono novità, capito?-
-si, signore- risposero in coro Scrudato e Laudani
-potete andare-.
I due salutarono il commisario e uscirono dall'ufficio.
Mazzaglia tornò a leggere il fascicolo sui Cammaroto.
-Venerando, prima o poi ti prendo, meglio prima...che poi-.
Bussarono alla porta dell'ufficio del commissario.
-avanti!-
La porta si aprì e una ragazza, molto bella, capelli rossi e occhi celesti,entrò nell'ufficio.
-mi dica, Leone-
-commissario è appena arrivata una chiamata. È stato trovato il cadavere di una donna sulla spiaggia di santa tecla-
-va bene, andiamo- disse Mazzaglia, alzandosi e dirigendosi verso la porta dell'ufficio.
-Sansica, vieni anche tu-
un ragazzo alto, capelli corti castani e occhi verdi si diresse verso il commissario -sissignore-.
il commissario e i due agenti uscirono dalla caserma e entrarono in auto.
Arrivarono sulla spiaggia di Santa tecla, la strada era colma di giornalisti e curiosi che cercavano di guardare, oltre il muretto, un corpo coperto da un lenzuolo bianco. Mazzaglia scese dall'auto e un agente, che si trovava già lì, gli venne incontro.
-cosa si sa della vittima, Comandatore?- chiese mazzaglia all'agente, continuando a camminare verso il cadavere
-La ragazza si chiama Sofia Torrisi, 20 anni e...-
-oh Santa Madre!- esclamò Mazzaglia mentre scoprivano il corpo della ragazza -cosa hanno fatto a questa povera ragazza?- il cadavere era senza vestiti. Il reggiseno e gli slip strappati e buttati accanto al corpo dilaniato e sfigurato.
-probabilmente prima è stata brutalmente violentata...poi le hanno sfigurato il viso con dell'acido muriatico e infine le hanno inflitto 62 coltellate...- rispose il medico legale, Michele Fiorenza, accovacciato sul viso del cadavere.
-I vestiti dove sono?-
-non li abbiamo trovati, commissario- rispose L'agente Comandatore -e non abbiamo trovato nemmeno l'arma del delitto...Solo la bottiglia che conteneva l'acido che le hanno buttato sul viso...-
-ho capito, grazie Comandatore. Leone, Tu vieni con me, andiamo in giro per il paese per capire se qualcuno abbia visto o sentito qualcosa. Sansica, Tu fotografa tutto quanto. E tu, Comandatore, porta l'intimo e la bottiglia alla scientifica. Digli che voglio trovare i risultati entro domani mattina. ah! Dottore, si sa già l'ora della morte?-
il dottor Fiorenza si alzò e si diresse verso Mazzaglia -commissario, questo glielo dirò dopo aver fatto l'autopsia. posso dirle solamente che, guardando i tagli, l'arma del delitto potrebbe essere un'arma a doppio taglio di circa 3 centimetri di spessore...le darò altre notizie dopo l'autopsia-
-va bene, grazie mille dottore. Leone, andiamo-
-si commissario!-
L'agente e il commissario uscirono dalla spiaggia e cominciarono a camminare
-commissario, cosa ne pensa?- chiese la ragazza
-penso che dovrebbero staccargli la minchia, al bastardo che ha ridotto la ragazza in quel modo...scusami- disse Mazzaglia
-non si preoccupi, commissario, le do ragione...-
arrivarono in un bar a pochi metri dalla spiaggia, c'erano 4 anziani che giocavano a briscola in un tavolino sotto un ombrellone, accanto ad una pianta che recintava lo spazio dei tavolini e 3 ragazzi che fumavano e chiacchieravano in un tavolino, vicino all'ingresso del bar. Il barista era dietro il bancone che osservava annoiato gli anziani che giocavano.
L'agente e il commissario entrarono nel bar -buongiorno, sono il commissario Mazzaglia e lei è l'agente Maria Leone, siamo della polizia e stamattina è arrivata una telefonata al nostro commissariato che ci avvisava che c'era il cadavere di una donna sulla spiaggia-.
-u sacciu- disse in modo burbero il barista, un uomo sulla cinquantina, grasso e con una piccola calvizie -qui se ne sente parlare da quando sono arrivati gli sbirri. E se vuole sapere se ho visto qualcosa di sospetto, si sbagghiau. io sto qui dalle 5 di mattina e non visti nenti-
-ho capito, signor...?-
-Sebastiano Pandolfo, mi chiamo-
-Grazie signor Pandolfo. Se non le dispiace posso fare qualche domanda ai suoi clienti?-
-cettu, facissi quello che vuole-
-grazie...ah! una domanda...lei conosceva la ragazza?-
-a Sofia? cettu ca a canusceva. Abitava in una casa nella vanedduzza qua vicino. La conoscevo da quando era una picciridda...era figlia dell'avvocato Franco Torrisi e della maestra d'asilo Serena Pavone...sono morti tutti e due in un incidente stradale due mesi fa nell'autostrada per andare a Palermo-
-ho capito, hai appuntato tutto, Leone?-
-si commissario-
-grazie delle risposte signor Pandolfo, la lasciamo continuare a lavorare-
-sempre disponibile sono, commissario-
Mazzaglia e l'agente uscirono dal bar e si diressero verso gli anziani che giocavano a briscola.
-Vacci lisciu, Turiddu- esclamò un anziano con un sigaro in bocca e un paio di grandi occhiali -nenti haju-
-comu voli vossia- rispose il vecchio di fronte a lui, pelato e baffi folti.
-c'ati a fari? vi spicciati?!- urlò l'altro anziano con lunghi capelli bianchi attaccati in una coda. Quest'uomo aveva un gilet in pelle e una t-shirt rossa con una harley-davidson stampata davanti.
-buongiorno signori, sono il commissario Mazzaglia, lei è l'agente Leone. Stiamo indagando sull'omicidio di una ragazza di 20 anni. Avete visto o sentito qualcosa di sospetto per caso...?-
l'anziano che non aveva ancora parlato alzò la testa dalle carte -io ho sentito un urlo di una donna. L'ho sentita dire:"bastardo! lasciami in pace! ti ho detto di no! ti ho detto che non voglio stare con te!" poi ho sentito un altro urlo e poi basta...dopo un'ora visti'n carusu...che correva verso la chiesa...e poi non visti cchiù nenti-
-che ore erano quando ha sentito quelle urla? e...avete riconosciuto il ragazzo?-
-ca...putevunu essiri...i 2 di matinu...ormai mi sveglio a st'orario...nossignore...u carusu no visti nta facci...-
-bene, conoscevate la ragazza?-
-si, cettu che la conoscevamo...qua tutti ci conosciamo- rispose l'anziano col gilet in pelle.
-io abito vicino a casa della ragazza- disse l'anziano col sigaro in bocca -e ieri sera, verso le otto ho sentito lei e un uomo che litigavano. Lui la chiamava "buttana!" e lei mentre piangeva gli diceva "non ho fatto niente, è stato lui a baciarmi! e l'ho respinto! io voglio te!" e dopo...a quanto pare l'ha perdonata...perchè poi non ho sentito più urla...ma altre cose...mi capiu commissario, no?-
-si, si l'ho capita...sa per caso il nome di questo ragazzo?-
-mi pare che si chiama...Marco...l'ho sentito mentre loro facevano...quello che facevano vah!- rispose l'anziano un pò in imbarazzo.
-E...per caso lo ha mai visto?-
-no, non mi fazzu i cazzi di l'autri, ju-
-va bene, grazie mille a tutti-
Mazzaglia si congedò dagli anziani che continuarono a giocare e si diresse verso i ragazzi che chiacchieravano.
-buongiorno ragazzi, sono il commissario Mazzaglia e sto indagando sull'omicidio di una ragazza il cui corpo è stato trovato stamattina sulla spiaggia-
-si, commissario ho chiamato io la polizia- disse un ragazzo magro seduto di fronte al commissario
-stamattina, alle 6 sono andato in spiaggia perchè volevo farmi un bagno...di solito a quell'ora la spiaggia è vuota...e mentre entravo ho visto il corpo di Sofia dove lo avete trovato voi. non l'ho toccato, da come era ridotta era impossibile che fosse ancora viva...sono uscito subito e ho chiamato voi. Poi sono venuto qui perchè non riuscivo a vedere Sofia in quel modo...- disse con voce tremante. Al ragazzo cominciarono ad uscire lacrime dagli occhi.
-la conoscevi?- chiese l'agente Leone
-era una nostra ex compagna di classe nelle superiori...ci siamo diplomati due anni fa...stavamo discutendo proprio di questo prima che venivate voi- rispose il ragazzo alla sinistra.
-qual è il vostro nome?- chiese mazzaglia
-Io mi chiamo Pietro Santonocito- disse il ragazzo a destra -lui- indicando il ragazzo che piangeva -si chiama Giovanni Tomarchio...-
-e io- lo interruppe
il ragazzo a sinistra -mi chiamo Salvo Musumeci-
-Sofia era fidanzata?-
-si frequentava con un ragazzo...era molto bella e piaceva a tutti...pure a me...- rispose Giovanni con gli occhi pieni di lacrime.
-Sai come si chiama il ragazzo che frequentava?-
ad un certo punto squillò il cellulare del commissario
-pronto? ah, Costa, mi dica...-
l'espressione del commissario si contrasse. -Giovanni, come si chiama il ragazzo che frequentava Sofia?-
-Si chiama...si chiama Marco Pennisi-
-oh maledizione...grazie, Costa, informaci se si sveglia-
-cosa gli è successo?!- chiesero i tre ragazzi in coro.
-lo hanno trovato a terra a corso Umberto...è stato picchiato, pugnalato e gli hanno lanciato addosso dell'acido muriatico...è ancora vivo ma è in condizioni gravi-.
-fermate sto psicopatico, per favore!-
urlò Giovanni in lacrime.
-conoscete anche lui?-
-si...frequentava il nostro stesso istituto, lui è due anni più grande di noi- disse Pietro.
-un'altra cosa e poi vi lascio stare. Avete visto o sentito qualcosa Stanotte?-
-mh...stanotte eravamo a giocare a biliardo nel bar della strada di fronte alla chiesetta, io stavo fuori a fumare quando ho visto un ragazzo correre...-
-si è fermato di fronte alla chiesa?- chiese mazzaglia
-si è fermato un attimo, ha girato la testa verso di me e ha ripreso a correre dritto...aveva qualcosa in mano...credo...-
-erano vestiti? o era un'arma?-
-non glielo so dire, commissario...probabilmente aveva dei vestiti in mano perchè erano delle cose ingombranti...ma non ho visto armi...-
-cosa c'è in fondo alla strada dove si trova la chiesetta?-
-un piccolo porticciolo...ci stanno le barche dei pescatori-
-ok, grazie mille ragazzi-
-di niente commissario, se ci viene in mente altro la chiameremo-
-perfetto, arrivederci. Leone, andiamo in questo porticciolo, vediamo cosa troviamo-.
Mazzaglia e l'agente arrivarono al porticciolo. Una ventina di pescatori lavoravano con le reti o pulivano i loro pescherecci.
-qualcuno avrà sicuramente visto qualcosa stanotte-
-sono d'accordo con lei, commissario-.-Iniziamo a cercare. Leone, tu inizia da quella parte e io dall'altra-
-va bene-.
L'agente andò verso destra e Mazzaglia cominció a cercare a sinistra.
Dopo due ore di perlustrazione, il commissario vide qualcosa sul fondo del mare.
-Leone!- urlò Mazzaglia. La ragazza si diresse subito verso di lui
-dica commissario-
-ci servirebbe un sub...-
-non c'è bisogno che chiama un sub commissario!- gli urlò un pescatore che stava pulendo il suo peschereccio lì vicino -si mi runa u tempu gliela prendo io-
-grazie mille!-
il pescatore si mise la muta e si tuffò. Dopo dieci minuti tornò su con un mucchio di vestiti e un coltello.
-ecco a lei commissario-
-Grazie-
Mazzaglia prese il coltello e lo osservò.
Era un pugnale molto antico con uno stemma sul manico: Una pantera sovrapposta da una lettera "L".
I vestiti erano ancora sporchi di sangue: una camicia bianca e dei leggins neri.
-Queste cose le porteremo alla scientifica...Signor...?-
-Scalia, commissario, Sebastiano Scalia-
-signor Scalia, posso farle qualche domanda?-
-certamente commissario-
-lei era qui stanotte?-
-alle cinque sono arrivato qui e non ho visto niente...-
-aveva giá visto queste cose in fondo all'acqua?-
-no, commissario, sennò vi avrei chiamato-
-e conosceva la ragazza che è stata uccisa?-
-cettu commissario...non vu rissiru ca ni canusciemu tutti cca?-
-giá...vero...-
-stanotte ha sentito o visto qualcosa da casa sua?-
-ho sentito delle urla che provenivano dalla spiaggia, urla di na fimmina. Poi, verso le 2 non ho sentito più niente...ma visti 'n carusu ca curreva da questa parte...io ero sdraiato sul balcone...non avevo voglia di dormire...e poi dopo un'ora l'ho rivisto ritornare e entrare in una macchina e andarsene...-
-ha visto che macchina era...la targa...?-
-la macchina era una di quelle lunghe...scura era...la targa non sono riuscito a vederla-
-ok, grazie mille...adesso faremo alcune domande anche agli altri-
Mazzaglia e l'agente interrogarono gli altri pescatori ma a parte il fatto che la conoscevano tutti non hanno visto o sentito niente.
-va bene, credo che qui abbiamo finito, per adesso. Torniamo nella spiaggia e vediamo se hanno trovato qualcos'altro-
-d'accordo commissario-.
Arrivarono in spiaggia. Il corpo della povera ragazza era già dentro la bara di ferro per essere portata all'obitorio.
-Sansica, ha trovato qualcos'altro?-
-ho trovato un frammento di vetro sul petto della ragazza...lo manderemo alla scientifica per capire da dove proviene-
-bravo, agente, porta anche questi- disse mazzaglia porgendogli i vestiti e il pugnale
-commissario, se non le dispiace io vado all'obitorio e comincio con l'autopsia del corpo di Sofia-
Si fece avanti il dottor Fiorenza
-certamente, Dottore...possiamo andare anche noi-.
-Commissario, non crede che dovremmo fare un sopralluogo a casa di Sofia?-
Suggerì leone.
-hai ragione...Andiamo...manca il cellulare della ragazza...o lo ha lasciato a casa sua oppure lo ha preso l'assassino...- i due cominciarono a dirigersi verso la casa
-stavo pensando proprio a questo, commissario...potrebbe esserci qualcosa di interessante in quel cellulare-
-potrebbe anche non averlo mai avuto...no?-
-direi di no...una ragazza di 20 anni non potrebbe mai stare senza cellulare...-
-quindi dovrebbe avere anche un profilo in qualche social network?-
-ci scommetto...e scommetto che troveremo qualcosa di interessante anche nel suo profilo facebook-
-i carusi di oggi...io a 20 anni stavo fuori con gli amici a divertirmi-
-a quanto pare Sofia si divertiva anche se era iscritta su facebook-
-non hai tutti i torti, Leone...ecco, siamo arrivati-
Il commissario capì subito che qualcosa non andava. C'era la porta aperta.
-Leone, esci la pistola...-
Disse Mazzaglia, mettendo mano alla sua arma. Aprì piano la porta e lentamente entrarono.
Erano in un lungo corridoio, tutte le porte erano chiuse. Tranne quella di fronte che era spalancata.
Tutti e due cominciarono ad aprire tutte le porte per guardare dentro
-commissario, guardi qui...-
Il commissario, che stava perlustrando la quarta porta a destra, si diresse verso la terza di sinistra, dove si trovava l'agente ed entrò.
Era una camera da letto. Il letto era rivoltato, il materasso a terra. i cassetti della scrivania erano aperti, c'erano libri, oggetti, fogli e frammenti di specchio rotto a terra. L'orologio era a terra, rotto, e le lancette indicavano le ore 5. Il computer, che stava sulla scrivania, era acceso e il cellulare era sotto la scrivania con lo schermo rotto e la batteria tolta.
-qualcuno cercava qualcosa, qui...-
Mazzaglia si accovacciò per vedere il cellulare
-...e mi sa che era la sim del cellulare-
l'agente Leone si accovacciò vicino a lui, si mise i guanti e prese il cellulare
-manca anche la memoria esterna-
-e che è sta cosa? Non ne capisco io, di tecnologia...-
-è una scheda che serve per non riempire la memoria del cellulare, di solito si inserisce dentro questa fessurina qui- spiegò al commissario mostrandogli il posto in cui doveva starci la scheda SD.
-quindi ci doveva essere qualcosa dentro questa scheda e dentro la sim...portiamo il cellulare al commissariato...magari chi ne capisce sa come controllarlo...-
-adesso ci manca la stanza in fondo, quella con la porta spalancata-
-giusto, andiamo Leone-
Andarono verso la stanza in fondo e entrarono. La scena che gli si parò davanti fu sconcertante: tracce di sangue dappertutto e vetri rotti. Il tavolo era spezzato a metà.
-che minchia è successo qui?!- disse Mazzaglia
-mi sa che la colluttazione è avvenuta qui...alle venti Sofia è stata con questo Marco, hanno litigato ma poi fatto pace...poi, secondo me, è arrivato l'assassino, che conosceva. Gli ha aperto e hanno discusso animatamente. Lui voleva fare l'amore con lei ma lei lo ha respinto. Allora qui l'assassino ha uscito il pugnale e ha cominciato a pugnalarla. Lei lo ha spinto ed è caduto sul tavolo che si è spezzato. Sofia stava sanguinando ma si è diretta all'ingresso...guardi ci sono tracce di sangue che si diriggono all'ingresso di cui non ce ne eravamo accorti...l'assassino l'ha seguita...immagino che avrà preso l'acido dalla sua auto...e glielo ha lanciato addosso. in spiaggia lui l'ha bloccata l'ha spogliata e...l'ha violentata...poi il medico ci dirà se è vero che l'abbia violentata...dopo ha completato quello che aveva iniziato a fare a casa di Sofia, infliggendogli altre coltellate...ha buttato i vestiti e il coltello in mare ed è scappato...-
Il commissario ascoltò l'agente con aria meravigliata
-complimenti, Leone! Ottima ricostruzione!-
-Grazie, commissario...bisogna solo vedere se non ho sbagliato-.
-lo vedremo...adesso credo sia ora che torniamo in commissariato-
-si commissario-.
L'agente e il commissario tornarono al commissariato.
-che ore sono?-
-sono le 13 commissario-
-di già?!-
-Zinna, ci sono novità?-
-no commissario...per ora non c'è niente-
-bene, posso andare a pranzare.-
mentre diceva questo, suonò il telefono.
-come non detto...pronto?-
-dottore, sono Costa, sono all'ospedale dove c'è Pennisi, il ragazzo di Sofia.-
-ok, ci sono novità?-
-il ragazzo è appena uscito dalla sala operatoria e sembra fuori pericolo. Il medico dice che appena si sveglia dall'anestesia possiamo parlare con lui-
-va bene, arrivo-.

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Capitolo 2
*** una scoperta sconcertante ***


Commissario mazzaglia-capitolo 2

Capitolo 2

Mazzaglia arrivò in ospedale assieme all'agente Leone. Si diresse verso la stanza dove il ragazzo era ricoverato e vide Costa davanti la porta.
-Costa, come sta il ragazzo?-  L'agente salutò il commissario e rispose alla domanda
-non si è ancora svegliato, commissario-
-va bene, noi entriamo comunque-
Costa aprì la porta e il commissario entrò. Leone lo seguì. Il ragazzo aveva tutta la testa bendata, braccia e gambe ingessate e fasciate. ma invece era sveglio.
-chi siete...?-
-Ciao Marco- iniziò Leone -siamo della polizia, lui è il commissario Antonio Mazzaglia, io sono l'agente Maria Leone. Siamo venuti per farti qualche domanda riguardo la tua aggressione...e riguardo...all...-
-all'uccisione di Sofia, lo so, ho sentito quello che é successo...stavo venendo proprio in commissariato quando mi hanno aggredito...-
-perchè stavi venendo in commissariato?-
-perchè credo di aver visto il colpevole.-
il commissario e l'agente si guardarono meravigliati
-raccontaci tutto, marco- incoraggiò Leone
-ieri sera, verso le 20 sono stato da Sofia. La sera prima l'ho vista che si baciava con Giovanni...-
-Giovanni Tomarchio? l'ex compagno di classe di sofia?-
-si! proprio lui! Abbiamo discusso per un po' di tempo su questo...lei però mi ha giurato che l'ha respinto...e io l'ho perdonata...abbiamo...siamo stati assieme fino a mezzanotte...poi me ne sono andato a casa. Però...mentre uscivo da casa di Sofia ho intravisto un ragazzo, dietro ad un'auto che mi guardava...io non ci ho fatto caso e sono entrato in macchina...mentre inserivo la chiave ho visto quel ragazzo bussare alla porta di casa di sofia...e lei lo ha fatto entrare...ero su tutte le furie...sono sceso e mi sono avvicinato alla finestra...cercando di non farmi vedere ho visto il ragazzo, con un berretto, di spalle che teneva Sofia ferma contro il muro mentre cercava di baciarla ma lei le diede un calcio e lo allontanò...gli urlò di uscire da casa sua e di non farsi vedere mai più. Appena disse questo, il ragazzo uscì dalla stanza e io me ne andai. Ecco...secondo me quel ragazzo era proprio Giovanni...e secondo me è stato lui a ridurla in quel modo-
Il commissario ascoltó tutto in silenzio -pensi che l'uomo che ti ha aggredito era anche lui?-
-penso di si, commissario-
-ne sei sicuro?-
-beh...non proprio...quello che mi ha aggredito aveva il passamontagna...quindi non l'ho potuto vedere-
-bene. hai altro da dirmi?-
-no...no, commissario
-sicuro, Marco?- Mazzaglia lo guardava accigliato, come se sapesse che lui gli nascondeva qualcosa
-si...- il ragazzo notò che il commissario lo guardava in modo severo e aggiunse:
-in...in realtà ci sarebbe un'altra cosa...-
-e allora dilla-
-mentre tornavo in auto vidi un'altra auto che si fermò di fronte casa di Sofia- Mazzaglia e l'agente Leone si guardarono
-hai visto che auto era?- chiese l'agente con la sua voce delicata
-si...si era...una fiat cinquecento...quella nuova...- Marco guardò l'agente. Ci fu un attimo di silenzio che fu rotto dalla voce severa di Mazzaglia -hai visto la targa?- chiese. Marco levò lo sguardo dalla giovane agente -no commissario...non ricordo...aspetti...forse le prime tre me le ricordo...era una "C"...una "G" e...il numero 7...si! "CG 7"..."CG 4 " commissario!-l'agente annotò il pezzo della targa -va bene, grazie Marco- disse. Mazzaglia riprese a parlare -hai altro da dirci?--no commissario...-
-ok, se ti ricordi qualcos altro chiamaci-
-certamente-
-perfetto. noi adesso andiamo, tu riposati-
-arrivederci, commissario-
-ciao, marco- salutò l'agente Leone. Appena uscirono dall'ospedale il commissario guardò Maria sorridente
-Leone, la prossima volta non fargli quegli occhi dolci...stavi distraendo il ragazzo-
La ragazza sorrise -scusi commissario...mi ha fatto così tenerezza che non potevo non essere gentile con lui...-
-mh...va bene...- guardò l'orologio -sono le 14:30...-
-commissario, dovremmo andare da Giovanni a farci spiegare tutto...-
-si...andiamo-
L'agente e il commissario arrivarono a casa della famiglia Tomarchio. Leone suonò al campanello e una donna di bell'aspetto, sulla quarantina, aprì -Salve...- 
-buongiorno signora Tomarchio, sono il commissario Antonio Mazzaglia e lei é l'agente Leone...cerchiamo suo figlio, Giovanni-
-ve lo chiamo subito...accomodatevi-
-grazie mille signora- La signora andò a chiamare il ragazzo. Nel frattempo il cellulare del commissario squillò -è il medico legale- disse, guardando il cellulare
-pronto, Fiorenza, novità?-
-buongiorno commissario...ci sono notizie riguardo la ragazza trovata in spiaggia...è morta tra le 2 e le 3 di notte...tra le unghie della ragazza ho trovato traccie di pelle...e, come immaginavo è stata violentata...-
-grazie mille, dottore...-
-aspittassi, commissario...non ho finito ancora...la ragazza era incinta da un mese- il commissario cambiò subito espressione -minchia...grazie mille dottore- mentre chiudeva arrivarono la madre e Giovanni -buongiorno commissario...ci sono novità?-
-Giovanni, dove ti trovavi tra le 2 e le 3 di stanotte?-
-ero...ero in giro...perchè me lo chiede?-
-eri in giro...capisco...e a mezzanotte sei stato a casa di Sofia?-
-si...si...s-sono s-stato da lei a quell'ora...-
-...e hai cercato di baciarla-
-io...chi glielo ha detto?-
-Marco, il fidanzato di Sofia, ti ha visto mentre la bloccavi contro il muro e cercavi di baciarla-
-si...ho cercato di baciarla...ma nient'altro...dopo che mi ha colpito me ne sono andato!-
-ma potresti essere tornato da lei con un'arma...l'hai violentata e poi l'hai uccisa!-
-c...cosa?! NO! non le ho fatto niente! non sono stato io! lo giuro! LO GIURO!!!-
-non hai un alibi tra le 2 e le 3 di notte...e questo è l'arco di ora in cui Sofia fu violentata e uccisa. era incinta, Giovanni!
-incinta?!-
-si...credo che tu ci debba seguire in commissariato- la madre guardava quello che succedeva, in silenzio...dopo aver sentito il commissario dire questo parlò -no, commissario...la prego...lui non ha fatto niente!-
-signora...mi dispiace, ma se non ci dice dove era a quell'ora lui sarebbe il primo indagato- l'agente prese il ragazzo e uscì dalla stanza. Il commissario invece cercò di tranquillizzare la madre.
-Signora, mi dispiace ma devo farlo...la regola è questa...io sono sicuro che saprà spiegare tutto...lei intanto chiami il suo avvocato ok? dov'è suo marito?-
-mio...mio marito è a letto...non può alzarsi...ha la SLA...-
-mi dispiace tantissimo signora...devo andare adesso...arrivederci-
-la prego...cerchi delle prove che scagionino mio figlio...-
-farò tutto ciò che posso fare signora-
-grazie mille commissario...-. 
il commissario, l'agente e Giovanni arrivarono in commissariato-
-Leone, accompagna Giovanni nel mio ufficio-
-comandi, commissario-
-Zinna!-
-buonasera commissario! mi ricissi commissario!-
-chiamami Scrudato e digli di venire nel mio ufficio-
-Scrudato non c'è commissario! ci fu un altra macchina abbruciata commissario-
-dove è successo?-
-a Viagrande commissario-
-e perchè c'è andato lui? non se ne dovrebbero occupare quelli di Viagrande?-
-u sacciu, commissario! Ma la macchina è quella di Alfio Cammaroto, commissario...il figlio del boss, commissario-
-Laudani è con lui?-
-si, commissario-
-va bene, grazie Zinna-
-dovere, commissario! ah! commissario! -
-che c'è ancora?-
-chiamau a signorina Scattin, dice che vuole parlare con lei, commissario!-
'e perchè non mi ha chiamato al cellulare' pensò
-va bene...dopo aver finito con Tomarchio la chiamo...posso andare in ufficio adesso?-
-cettu commissario-. Il commissario arrivò nel suo ufficio -Leone, chiama Sansica e seguite tutti e due l'interrogatorio-
-va bene- i due agenti entrarono e si misero accanto al commissario, che intanto si era seduto al suo posto. -allora Giovanni, devi dirmi che hai fatto tra le 2 e le 3 di stanotte-
-io...commissario...sono rimasto solo tutta la notte...a passeggiare e a pensare...glielo giuro...su mio papà...non ho violentato e non ho ucciso Sofia...non le torcerei nemmeno un capello...-
-però l'hai baciata senza la sua volontà!-
-io...non ho resistito...la amavo troppo ma lei amava Marco...per lei ero solo un amico e non riuscivo ad accettarlo! ma non l'ho ridotta in quel.modo...glielo giuro!-
-non hai incontrato nessuno quella notte?-
-non mi...anzi si!! ho incontrato Sergio!-
-Sergio...chi?-
-Si chiama Sergio Pavone...un ex compagno di Sofia e mio e degli altri due ragazzi che ha incontrato stamattina...era solo anche lui...abbiamo chiacchierato 2 minuti ma poi l'ho salutato e sono andato al porticciolo.
-che ore erano?-
-non lo so...non ho visto l'orologio...erano circa... 10 minuti dopo che sono uscito da casa di Sofia-
-e appena vi siete salutati da che parte era andato?-
-non lo so commissario...ero triste e non avevo voglia di parlare...-
-va bene...continua-
-sono arrivato al porticciolo e mi sono seduto sul muretto a guardare il mare...-
-per quanto tempo?-
-sono rimasto lì tutta la notte...ho dormito sul muretto...-
-non hai sentito o visto niente di strano?-
-verso le 3 e 30...ho visto qualcuno che arrivava di corsa e che buttava una cosa in mare...-
-hai visto chi era?-
-no...non sono riuscito a vederlo...era buio e lì al porto i fari non ci sono-
-va bene-
-dopo di ciò mi sono addormentato...e alle 5 e 30 mi sono svegliato...sono tornato a casa e ho messo il costume da bagno...avevo voglia di fare un bagno. Sono arrivato nella spiaggetta e...ho visto sofia...- Giovanni cominciò a piangere
-era bellissima...e l'hanno ridotta in quel modo...se...se trovassi il colpevole lo ucciderei!-
-stai tranquillo, Giovanni- l'agente Leone si avvicinò al ragazzo
-dovevo rimanere con lei...e invece me ne sono andato...dovevo proteggerla-
-non è colpa tua...tranquillo...vuoi un bicchiere d'acqua?-
-si...si grazie...- Leone uscì dall'ufficio e tornò con 4 bicchieri e una bottiglia di acqua e ne riempì una. La diede a Giovanni e tornò al suo posto. Giovanni bevve un sorso d'acqua.
-ma tu non eri con i tuoi amici nella sala giochi?-
-ci sono stato...ma prima di andare da Sofia-
-e come mai non ce lo avevi detto prima?-
-ero sconvolto, commissario...non riuscivo a parlare...-
-e i tuoi amici non ti hanno notato?-
-no...loro stavano giocando al biliardino mentre io stavo fuori...pensavo sempre a Sofia...e dopo un po' ci sono andato-
-va bene, grazie mille Giovanni, puoi andare-
-di niente commissario-
-peró rimani disponibile-
-qualunque cosa mi venga in mente gliela vengo a dire, non si preoccupi-
-Leone, accompagnalo fuori-
-arrivederci commissario-
-ciao Giovanni- il ragazzo uscì dall'ufficio del commissario. Sansica si sedette sulla poltroncina davanti a Mazzaglia.
-Commissario-
-dimmi Sansica-
-pensa che sia lui l'assassino?-
-io penso di no...magari mi sbaglio...voglio sentire questo Sergio Pavone...-
-glielo cerco subito commissario?-
-tu cosa ne pensi, Sansica?-
-riguardo a Giovanni?-
-si-
-io penso che lui non c'entri niente...era innamorato di Sofia...la amava alla follia. Non poteva averla ridotta in quel modo...anche se lei non lo amava lui la proteggeva in qualunque modo...purtroppo non l'ha protetta quella notte maledetta...probabilmente perchè aveva voglia di stare da solo e piangere-
-e ora si sente distrutto per non averla protetta-
-esatto...io ho paura che faccia qialcosa di sbagliato...-
-pensi che s'ammazza?-
-si commissario...-
-cerca di tenerlo d'occhio, Sansica-
-va bene commissario-
-e dì a Zinna di trovarmi l'indirizzo di quel Sergio Pavone-
-va bene, commissario- Sansica uscì e Mazzaglia prese il cellulare. Digitò il numero e chiamò -pronto, Beatrice, mi avevi cercato?-
-ciao Antonio! che fine avevi fatto?-
-scusami, stamattina c'é stato un omicidio e non ho avuto manco il tempo per mangiare-
-tranquillo...stavo pensando di venire la prossima settimana-
-va benissimo, ti aspetto-
-ok...un'altra cosa...ho sentito di quella ragazza uccisa in spiaggia...conoscevo sua madre-
-ah si? come l'avevi conosciuta?-
-il padre di Serena era un ingegnere...ha fatto la casa di mio padre a Stazzo-
-conoscevi anche sua figlia Sofia?-
-Me ne parlava Serena, di sua figlia.una volta...è stata l'ultima volta in cui la sentii...mi disse che sua figlia tornò a casa con un occhio nero e non uscì da casa per una settimana...-
-ti ha detto se Sofia aveva discusso con qualcuno?-
-no, non lo sapeva nemmeno lei...e non ebbe il tempo per parlare con lei...purtroppo...-
-ti aveva detto se Sofia era fidanzata in quel periodo?-
-si...era fidanzata con un certo Marco...-
-va bene ho capito, tesoro, grazie mille...ciao-
-di niente, ciao ci vediamo settimana prossima- il commissario posò il cellulare e guardò l'orologio: si erano fatte le 16. Subito dopo bussarono alla porta.
-chi è?!-
-io sono, commissario!-
-ah Zinna, entra-
-va bene commissario...ho cercato l'indirizzo del ragazzo che mi ha detto, commissario...abita in via Impastato 31, commissario-
-bravissimo, Zinna-
-dovere, commissario...nel foglietto c'è anche il numero di cellulare...- Mazzaglia prese il foglietto e lo mise in tasca, si alzò e uscì dal suo ufficio seguito da Zinna che tornó nel suo centralino.
-Leone, vieni con me. Andiamo a parlare con questo Sergio-
-va bene commissario-. 
Arrivarono a casa di Sergio Pavone. Mazzaglia si avvicinò al campanelloe suonò. nessuna risposta. riprovò a suonare il campanello
-Sergio Pavone! Sono il commissario Antonio Mazzaglia! dovrei chiederti qualche domanda riguardo all'omicidio di Sofia Torrisi. Se sei in casa ti chiedo di farci entrare.- nessuna risposta nemmeno stavolta. Leone appoggiò la mano sulla maniglia della porta d'ingresso. -commissario- disse piano -è aperta-
-trasemu- disse Mazzaglia col suo accento Catanese. la ragazza aprì lentamente la porta e controllò la serratura -è stata scassinata- disse sempre parlando piano. il commissario le fece segno di fare silenzio e estrasse la pistola. Leone rimase in silenzio e prese la sua pistola. Entrarono. Quando entrarono si trovarono in una saletta d'ingresso. Di fronte a loro c'era un mobile e uno specchio appeso al muro. era rotto. Pezzi di specchio a terra, un foro che attraversava il sostegno in legno e arrivava al muro dove si trovava un bossolo infilato. Mazzaglia cercò di non calpestare i pezzi per terra. Lo stesso fece Leone. Dopo la saletta c'era un lungo corridoio con due porte a destra, due a sinistra e una di fronte. Mazzaglia aprì la prima porta a destra e puntò la pistola dentro -che minchia è successo qui?!- la stanza era completamente sottosopra: il letto era disfatto e c'era una grossa macchia di sangue sulle lenzuola e un'altra sul cuscino.
-qui è successo qualcosa di molto brutto...-

-ho notato commissario- Leone era alquanto impressionata. Nonostante la sua età, 23 anni, aveva già visto una decina di cadaveri e tanto sangue, ma questa scena non l'aveva ancora vista.
-commissario! guardi lì- disse indicando sotto il letto. Mazzaglia si avvicinó e si abbassò. la scena era davvero impressionante: c'era una testa mozzata di un ragazzo. 
-mi sa che abbiamo trovato un pezzo di sergio...-
-controlliamo le altre stanze, commissario...- disse la ragazza in disagio
-se non ce la fai, contunuo da solo, Maria...non ti preoccupare...-
-no...no, commissario...ce la faccio...andiamo avanti- Mazzaglia annuì e uscì dalla stanza per dirigersi in quella di fronte. -il bagno...- Mazzaglia entrò e vide il lavabo sporco di sangue -qui si è pulito...e...- dentro il cestino della spazzatura notò l'asciugamani sporco anch'esso di sangue -e si è asciugato le mani...non tocchiamo niente...Leone, esci e chiama la scientifica...-
-si commissario...- la ragazza uscì e si diresse all'ingresso, lui continuò a controllare. Uscì dal bagno e entrò nella stanza accanto, la cucina. Qui trovò un uomo e una donna, sulla cinquantina tutti e due, seduti e con la testa poggiata sul tavolo. avevano tutti e due un colpo di pistola in mezzo agli occhi. -chi cazzo ha fatto tutto questo?!- nel frattempo tornò l'agente -li ho chiamati commissario...oh madonna...- Appena entrò notò i due cadaveri -chi può essere stato?- 
-non lo so...ma chiunque sia stato ha a che fare pure con la morte della povera Sofia e con l'aggressione del suo ragazzo...secondo me Sergio ha visto l'assassino mentre violentava e uccideva sofia e per non farlo parlare lo ha ucciso...assieme ai suoi genitori...-
-che brutta fine...- la ragazza era evidentemente turbata.
-mi chiedo perchè così tanta crudeltà contro Sergio...poteva sparargli solamente...invece no...lo ha pure decapitato...- L'agente Leone uscì dalla cucina e si diresse verso la cameretta.
-commissario...guardi qui...abbiamo trovato il resto del corpo di Sergio...-
Mazzaglia arrivò accanto a lei e quello che gli si presentò davanti fu peggiore: il corpo era seduto sulla sedia della scrivania, un buco attraversava la schiena. Il monitor del computer era rotto per via della pallottola che ha colpito il ragazzo. -commissario...per quale motivo l'assassino ha decapitato Sergio e poi ha lasciato la testa nella stanza da letto? Non ha senso!-
-se non troviamo il colpevole non lo scopriremo mai- Mazzaglia uscì dalla stanza seguito dall'agente e si diresse verso l'ultima stanza: lo sgabuzzino. Qui, a parte il disordine non trovarono niente che potesse essere utile per le indagini. Mentre controllavano entrò il medico legale e la scientifica.
-Commissario Mazzaglia!- il medico entrò facendo attenzione a non calpestare i pezzi di specchio rotti e si diresse verso Mazzaglia. -buongiorno Dottor Fiorenza...alla sua destra, sotto il letto, trova una testa mozzata, in cucina ci sono altri due cadaveri e nella cameretta trova il corpo della testa-
-bene. Cominciamo dalla testa- Fiorenza entrò nella stanza da letto mentre Mazzaglia e l'agente lo raggiungevano. Intanto la scientifica cominciò a lavorare.
-allora- cominciò il dottore -l'assassino pare che abbia usato un coltello da cucina...uno di quelli grandi...ha presente, commissario?-
-si, ho presente. l'ora del decesso?-
-beh...sembra sia stato ucciso tra le 4 e le 5 di stamattina...ma le dirò meglio osservando il corpo...- si diresse verso la stanzetta e guardò il corpo del ragazzo...dopo una ventina di minuti si girò verso il commissario -confermo quello che le ho detto prima...in più le dico che il ragazzo prima fu sparato, con colpo...e poi gli staccò la testa...- Mazzaglia pensò per qualche minuto -Quindi qualche ora dopo che abbiamo trovato il cadavere di Sofia!- disse. Leone parve avergli letto nel pensiero
-allora Sergio ha visto tutto quello che è successo...l'assassino si è accorto di lui e dopo aver ucciso la ragazza è andato a casa di Sergio è ha ucciso lui e i suoi genitori...- Mazzaglia parve meravigliato dalla ragazza -esatto, Leone...stavo pensando proprio a questo-
-scusate se vi interrompo...io dovrei andare...commissario, dopo aver fatto l'autopsia ai corpi vi dirò se ci sono novità-
-va bene, grazie mille dottor Fiorenza...Leone possiamo tornare in commissariato- Mazzaglia e l'agente uscirono dall'edificio e si diressero in commissariato -dobbiamo trovare l'assassino prima che faccia altri omicidi- disse Mazzaglia buttandosi sulla poltrona del suo ufficio completamente distrutto. -fosse l'ultima cosa che faccio- 

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Capitolo 3
*** Due vite in pericolo ***


Capitolo 3 
-'sta jurnata non finirà mai-
  Andò dritto dritto nel suo ufficio, si sedette e chiamò Zinna.
  -Scrudato e Laudni sono tornati?-
  -si commissario!- fece Zinna
  -bene, falli venire nel mio ufficio-
  -cettu commissario!-.
Pochi minuti dopo, il vice-commissario Scrudato e l'ispettore Laudani entrarono e si sedettero 
  -buonasera commissario- Salutaromo i due uomini sedendosi sulle poltroncine di fronte alla scrivania di Mazzaglia
  -raccontatemi tutto riguardo all'indagine su  Cammaroto...e dell'auto bruciata...e di tutto il resto- ordinò il commissario
  -allora...- Il vice commissario iniziò a parlare -a Viagrande è stata trovata un'auto bruciata. Era abbandonata in mezzo alla campagna...siamo riusciti a risalire dalla targa che si tratta dell'auto del figlio di Cammaroto...-
  -commissario-  lo interruppe l'ispettore -dentro l'auto abbiamo trovato un cadavere-
  -sapete chi era?-
  -no...- rispose Scrudato -il cadavere era completamente carbonizzato e i suoi documenti sono finiti carbonizzati anche loro...la scientifica ha portato via il corpo per poterlo identificare tramite l'impronta dei denti-
  -quando saprete i risultati?-
  -Fra quche giorno, commissario- rispose l'ispettore
  -     e riguardo al furgone trovato a Santa Maria La scala? avete scoperto qualcosa?-
  -Abbiamo trovato i "pesci" che stavano dentro quel furgone- parlò Scrudato prendendo una busta con delle foto e porgendole a Mazzaglia -li hanno nascosti in una grotta sotto la timpa. Non c'era nessuno dentro...la porta della grotta era chiusa ma senza lucchetto. Probabilmente era un nascondiglio temporaneo. Dentro c'erano un centinaio di cassette di polistirolo piene di pesce...sotto il pesce c'era la droga... -
  -circa una tonnellata di cocaina pura- interruppe l'ispettore Laudani. Scrudato guardò torvo Laudani ma prima che uno dei due parlasse Mazzaglia parlò -ci sono altre notizie?-
L'ispettore rimase in silenzio lasciando parlare il vice-commissario -dobbiamo interrogare i due picciotti che abbiamo arrestato quando abbiamo trovato le armi nel capannone-
  -portateli qui, li interroghiamo assieme- disse mazzaglia
  -va bene commissario- l'ispettore si alzò e uscì dall'ufficio. Una decina di minuti dopo entrarono i due picciotti accompagnati da Laudani e da Sansica, un agente  di 23 anni molto legato a Zinna. Li fecero sedere di fronte al scrivania e poi si misero in piedi accanto al commissario.
  -allora- cominciò Mazzaglia leggendo in un fascicolo -Giuseppe Intelisano: spaccio di droga, rapina, rissa...potrei continuare per altri due giorni a elencare i tuoi reati...e lo stesso vale per Sorbello. Cos'è... state gareggiando a chi fa più reati?-
i due uomini guardavano il pavimento senza dire una parola
  -Vi hanno strappato la lingua, per caso?!- Disse guardandoli. Uno di loro alzò lo sguardo aprì la bocca ma l'altro lo guardò in modo minaccioso e ritornò a guardare il pavimento.
  -sappiamo che siete dei picciotti di Cammaroto. Parlate se non volete passare il resto della vostra vita in galera!-
dopo di loro Sorbello decise di parlare -stavamo progettando un attentato a...al questore...e...e a lei, commissario-
Mazzaglia si sistemò sulla sua poltroncina. Appena sentì che stavano progettando un attentato contro di lui cominciò ad agitarsi.
  -un...attentato?!-
  -si...e anche alcune rapine nelle banche...- mormorò Sorbello. L'altro invece continuava a guardare fisso il pavimento.
  -portateli via.- disse. L'agente e l'ispettore si avvicinarono ai due uomini e li portarono via dal suo ufficio.  Scrudato si sedette di fronte al commissario con il viso cupo, visibilmente preoccupato. -ci vulissi una scorta. Ppi tia...e per il questore.-
Mazzaglia rimase in silenzio, senza rispondere. -chiama il questore.- disse Scrudato. Mazzaglia rimase fermo però cominciò a parlare -chiamalo tu. Io devo chiamare Beatrice e dirle di rimanere dov'è. Lei non deve sapere niente, u capisti?- guardò il collega. Era molto agitato. Aveva appena scoperto che stavano progettando la sua morte. -Antò...lo verrebbe a sapere comunque. Non è stupida...capirebbe che c'è qualcosa che non va. Tu devi dirglielo, invece.- Il commissario rimase in silenzio a pensare. Scrudato si alzò -vado a chiamare il questore e informarlo. Tu chiama Beatrice.-
nel frattempo squillò il telefono.
  -pronto?- disse Mazzaglia
  -pronto, commissario, sono Fiorenza-
  -dottore buonasera...novità?-
  -sto facendo l'autopsia ai corpi trovati in via Impastato. Riconfermo l'ora in cui furono uccisi...e poi...tutti e tre sono atati uccisi con una rivoltella-
  -sai dirmi altro?- chiese Mazzaglia. Nel frattempo Scrudato uscì dall'ufficio.
  -non ancora commissario...stasera e domani ho un casino di travagghiu. Devo completare l'autopsia alla ragazza e agli altri tre corpi...e poi ci sta pure il corpo abbruciato trovato nella macchina del figlio di Cammaroto...non voghiu autri morti per almeno una settimana. Arrisentirci, commissario-
  -grazie dottore...arrivederla- Mazzaglia posó la cornetta e  in quell'ufficio regnò il silenzio. Mazzaglia rimase molto turbato da quello che l'uomo di Cammaroto aveva detto. Si aspettava una cosa del genere e per questo non capiva perchè si sentiva così. Da adesso in poi dovrà vivere con la paura di ritrovarsi una bomba sotto i piedi o delle mitragliatrici puntate contro. Adesso sapeva come si sentivano i  giudici Falcone e Borsellino. Capiva cosa significava essere "morti che camminano". Da adesso aveva chiare molte, moltissime cose. 
I pensieri di Mazzaglia furono interrotti da Scrudato che entrò nel suo ufficio.
  -Bussare non va più di moda?- chiese il commissario guardando torvo Scrudato.
  -ho bussato 50 volte. Ma tu eri immerso nei tuoi pinseri e trasii-
  -il questore che ha detto?-
  -ha detto che domani ti darà 4 uomini che ti proteggeranno ogni giorno.-
  -va bene...Devo tornare a casa...oggi è stata una giornata faticosa...-
  -ti accompagno io- si fece avanti il vice-commissario
  -non c'è bisogno-
  -e invece c'è bisogno. Mi porto Sansica-
  -no...I ragazzi lasciali.-
  -va bene...ma io ti accompagno-  Mazzaglia sospirò e si alzò. Uscì dal suo ufficio seguito da scrudato, salutò tutti e si diresse in macchina. Fece per entrare in auto nel lato del guidatore ma Scrudato lo bloccò -no, guido io. Tu mettiti dietro.-
  -pure?!-
  -si. Non fare storie Antonio. Acchiana.- Mazzaglia sospirò e salì in auto. 
 Dopo un po' di silenzio Scrudato iniziò a parlare -Antò. Devi stare attento. Cammaroto non si arrende facilmente. Siamo riusciti a sventare questo attentato contro di te e il questore...ma troverà un altro modo-
Il vice commissario era molto preoccupato. Continuava a guidare prestando attenzione a qualunque cosa. La pistola sul cruscotto pronta per essere utilizzata.
  -u sacciu, Salvo. Io sono sempre stato attento...e continuerò ad esserlo.-
Rimasero un altro po' in silenzio.
Poi parlò Mazzaglia -dobbiamo prendere Cammaroto prima che faccia qualche minchiata. -
  - Siamo riusciti a prendere questi due. Li abbiamo fatti parlare...e se ci riusciamo potranno diventare pentiti di mafia e confessarci tutto. Dobbiamo solo essere pazienti-
  -speriamo, scrudato...speriamo-
Arrivarono a casa di Mazzaglia. Abitava in una casa di campagna nei pressi di Mascalucia. Apparteneva ai suoi genitori. Scese dall'auto e aprì il cancello per far entrare l'auto.  Poi richiuse di nuovo. Scrudato spense l'auto e scese.
  -Oggi dormo qui.-
  -ma veru? Pensavo che te ne andavi a piedi- rispose il commissario in modo sarcastico. Scrudato sorrise e aiutò a chiudere il cancello. La campagna era grande. C'era un orto di pomodori, vari alberi da frutto. Non potevano mancare gli agrumi. Aveva arancie, limoni, clementini e mandarini. Lungo.il largo corridoio che portava dal cancello alla casa era decorato con delle statue nei lati e un tetto di glicine che emanava un profumo stupendo. Arrivarono alla porta di casa. Mazzaglia la aprì e entrarono. Il commissario accese la luce. Era una casa semplice, accogliente .
  -ti sistemo il divano...la mia stanza è al piano di sopra- Mazzaglia prese delle lenzuola e un cuscino dall'armadio sulla sinistra appena si entra e cominciò a sistemare il divano di fronte a esso. Scrudato si precipitò ad aiutarlo.
  -grazie, Scrudato- mormorò senza guardare il collega.
  -Sei il nostro commissario. Sei il mio amico...non possiamo non aiutarti.-
Finirono di sistemare il letto.
  -Ti piace la pasta al forno, Salvo?- chiese Mazzaglia
  -e tu chiedi *a mia si mi piaci a pasta o funnu?*- 
Scoppiarono tutti e due a ridere e si diressero in cucina per la cena. Cenarono in silenzio godendosi la bontà della pasta al forno. Mazzaglia è sempre stato un bravissimo cuoco. Appena finirono guardarono un po' la televisione e poi andarono a dormire.
Si svegliarono la mattina dopo. Mazzaglia preparò la colazione e mangiarono. Mentre Mazzaglia mangiava un cornetto squillò il suo cellulare -pronto?-
  -pronto, commissario...sono Giovanni...Giovanni Tomarchio. Mi è venuta in mente una cosa...dovrei parlarle-
  -fatti trovare fra poco in commissariato, Giovanni. Sarò lì fra mezz'ora.-
  -va bene Commissario-
Posò il cellulare in tasca e finì la sua colazione
  -Dobbiamo andare subito, Salvo. É una cosa importante per l'omicidio di Sofia...e di Sergio e la sua famiglia.-
Scrudato finì anche la sua colazione e si alzò -io pronto sono, Antonio...possiamo andare-
I due poliziotti uscirono di casa e si diressero subito in commissariato.
  -buongiorno commissario- si precipitò Zinna -c'è Giovanni Tomarchio che la aspetta nel suo ufficio- 
  -Grazie Zinna- nel frattempo Scrudato si diresse nel suo ufficio -chiamami Leone, Zinna. Falla venire nel mio ufficio- 
  -Va bene, commissario!- Zinna se ne andò e Mazzaglia entrò nel suo ufficio. Giovanni si alzò -Buongiorno commissario!-
  -buongiorno Giovanni, siediti...Appena arriva l'agente Leone possiamo parlare. Intanto puoi accennarmi qualcosa...-
  -c'è una cosa che ho dimenticato di dirle...riguardo Sofia-
Subito dopo bussarono alla porta -avanti!-
La porta si aprì e Leone entrò. Salutò e si mise accanto al commissario.
  -puoi raccontarci tutto, Giovanni-
Il ragazzo si sistemò sulla sedia e cominciò a parlare 
  -ho dimenticato di dirle che la sera prima del fattaccio Sofia ha discusso con il suo ex ragazzo. Io stavo tornando a casa e li ho sentiti litigare-
  -come si chiama questa persona?- chiese Mazzaglia
  -si chiama Michele...Michele Leonardi. É un ragazzo di Viagrande che Sofia conobbe ad una festa...sono stati assieme per 6 mesi...poi lei lo ha lasciato. Mi raccontava che era gelosissimo e troppo appiccicoso. Non la faceva uscire con le sue amiche, voleva controllare sempre il suo cellulare e il suo profilo Facebook.-
  -sai dove abita?-
  -si...abita in via Verga...a viagrande-
  -hai altro da dirmi?- 
  -no commissario...- rispose Giovanni
  -va bene...grazie. Puoi andare adesso-
  -se ho altro la chiamerò...arrivederci-
  L'agente Leone accompagnò il ragazzo fuori dall'ufficio e poi tornò e si sedette di fronte al commissario. 
  -dobbiamo andare a parlare con questo ragazzo-
  -brava Leone- si alzò -Andiamo.- uscì dal suo ufficio -Sansica, vieni con noi-
  -sissignore- Il ragazzo si alzò e li seguì.
Intanto Un gruppo di quattro poliziotti con mitragliatrici e giubbotti antiproiettili entrarono  nel commissariato e si presentarono
  -è un piacere conoscerla, commissario-  Parlò un ragazzo moro e con la barba incolta -siamo la sua scorta- Tutto il commissariato si girò guardando il commissario confuso. Mazzaglia si mise la mano sulla fronte -mi ero scordato di dirvelo...- mormorò -vi voglio tutti nel mio ufficio. Da Leonardi ci andiamo più tardi. Adesso devo spiegarvi un po' di cose.-
Il commissario tornò nel suo ufficio seguito da tutto il commissariato. La sua vita era cambiata.

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