Il sapore delle parole a metà

di Lady Moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 1- A mysterious note ***
Capitolo 3: *** Cap. 2- Flashback ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il sapore delle parole a metà.





Le sue parole non erano vuote, né era vuoto ciò in cui credeva.


I suoi sogni erano lo spirare del vento fresco
in un'afosa estate.



 

Prologo.

«Mi scusi, mi posso sedere?» - disse Christy, tenendosi strette le gambe dal freddo ed aggiustandosi il cappello, ad un signore che pareva appartenere alle forze dell'ordine, intento a leggere il giornale, serio. Accondiscese.
Christy non era solita chiedere qualcosa agli sconosciuti ma aveva proprio bisogno di accomodarsi per un po', camminare la rendeva solo più nervosa di quanto non fosse già, in quel giorno, precisamente il 13 dicembre. In quel parco c'erano più di una dozzina di persone, alcune ammiravano la grande fontana depositata al centro di esso, la più particolare di tutte le fontane di New York, dicevano alcuni; altri passeggiavano, altri parlavano, respiravano quell'aria fredda d'inverno accomodati sui muretti o sulle panchine.

Christy ora guardava gli uccelli canticchiare tra il verde, parevano sereni, almeno loro.
Dalla borsetta tirò fuori un foglio di carta ove erano incise delle frasi. Lo guardò pensierosa, per poi focalizzarsi sempre di più... riguardò in alto, i possenti rami su cui si erano poggiati gli uccelli sembravano un supporto, uno per lei. Dopo un po' si alzò, quell'atmosfera la gradiva più di ogni altra cosa ma tutto ciò che al momento desiderava era andare a casa, restare da sola ed iniziare, magari, un libro che aveva comprato da poco.


 
***
 

«Ciao, Billy, passata una bella serata?» - proferì al suo cane che, euforico, le face subito le feste.


«Ciao anche a te, pigrone!» - fece al suo gatto, appollaiato nella sua cesta, le rispose con uno sguardo risoluto, senza muoversi.
Chiuse la porta della sua stanza e spalancò la finestra, dopo essersi tolta cappotto, sciarpa, cappello, guanti e borsa. 


«Il sapore della libertà, il profumo della serenità...» - pensò, chiudendo gli occhi e sospirando l'aria gelida che si insinuava nei suoi polmoni, attratti da essa come lo erano le maree dalla luna.
Adorava la natura, adorava la brezza che scendeva dalle montagne o quella che spirava dal mare; era legata in qualche modo alla natura e forse i perché erano molteplici. Le trasmetteva fiducia, speranza, gioia, riflessione, ragione, saggezza. Era la sua compagna preferita, in cui rispecchiarsi senza problemi, era se stessa con lei e riconosceva i suoi sentimenti e le sue emozioni come non riusciva a fare con il resto del mondo, non in quel modo, non subito.

Qualcuno bussò alla sua porta, si voltò bruscamente; i suoi pensieri erano stati interrotti e quel vortice che stava formandosi nella sua mente cessò vertiginosamente.


«Sì? Mamma? Tom, sei tu?» - domandò, rigida.

 
~ ~



*Christy è la protagonista della storia, ma subentrerà un personaggio che sarà altrettanto rilevante.



*Nota dell'autrice: Salve a tutti! :)
Ringrazio chiunque abbia aperto la storia curioso, e sia finito fin qui. Vorrei fare alcune precisazioni per quanto concerne la storia: a breve tenterò di sviluppare il primo capitolo vero e proprio, quindi spero continuerete a seguirla. Fornirò tutte le descrizioni necessarie sulla protagonista, che a poco a poco ovviamente verranno ampliate. Dunque sarò lieta di sapere che vi piacerà e che già da adesso vi abbia interessato! ^-^
Alla prossima!
Buon proseguimento.*


 

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Capitolo 2
*** Cap. 1- A mysterious note ***


Capitolo 1: A mysterious note.


Christy sospirò di consolazione. Per fortuna che non era stata sua madre a bussare la porta della sua stanzetta, ma Tom, suo fratello. Se sua madre l'avesse vista "debole" in quel modo, triste, pensierosa, l'avrebbe di certo riempita di mille domande e non le andava per niente in quel momento di rispondere ad un interrogatorio ben elaborato. Si sedette sul suo letto. 


«Posso entrare?» - le domandò il fratello gemello.


«Entra! Entra!» - rispose Christy.


«Sapessi che giornata! Wow! E la mamma? Credi sia dalla nonna ancora?» - chiese Tom, lo sguardo riflessivo. Tom, nonostante fosse il gemello di Christy e si somigliavano tanto per alcuni tratti fisici, era più alto di lei. Avevano 18 anni, Tom aveva i capelli castani e gli occhi scuri, a differenza di sua sorella, che aveva gli occhi ambrati e i capelli tendenti al rosso. Per Christy era il fratello perfetto, anche se alle volte la faceva patire con i suoi assurdi discorsi e le sue altrettanto assurde preoccupazioni. Era generoso, affidabile, proprio come Christy, che però era sicuramente più sincera e schietta di lui. Ma soprattutto, era il migliore amico di sua sorella.


«Immagino di sì!» - rispose Christy, sforzandosi di sembrare disinvolta.


«Cosa ti succede?» - domandò il fratello, guardandola un po' più attentamente. Lei si alzò, si rimise davanti la sua finestra e una soffiata di vento forte l'attraversò in pieno.
I suoi lunghi capelli color rame le finirono tutti dietro le spalle, non ci volle badare, sarebbe dovuta andare dal parrucchiere a sistemarseli prima o poi, cosa che non avrebbe potuto fare con le sue lentiggini, che in quel periodo le si stavano accentuando; alcuni le dicevano che la rendevano più graziosa e carina, altri che avrebbe potuto coprirle con delle creme, sarebbe stato meglio. Non badava a niente, lei, non a queste sciocchezze, almeno.



«Ho rivisto quel... foglietto. Oh, diamine, quanto vorrei stracciarlo...» - rispose Christy, in cuor suo mentendo, nervosa e guardando fuori, voleva evitare lo sguardo ponderato del fratello.


«Christy... è normale per te essere tentata, ne abbiamo già parlato. Ma vedi... non credo sia un bene per te, e nemmeno per me a dirla tutta» - rispose Tom.


«Hai ragione. Ma se gli dessimo retta?» - gli domandò Christy frettolosamente, la quale si avvicinò a Tom, adesso. 


«Io... vorrebbe dire "lasciamo questa casa e andiamo verso l'ignoto?"» - rispose Tom, attonito.


«No no no, semplicemente provare a vedere che succede» - disse Christy, speranzosa d'una risposta positiva.


«Tu sei troppo avventurosa e stai spesso con la testa in altri mondi!» - le proferì Tom, facendole uno sguardo bieco. Ed aveva ragione. Christy aveva quella particolare capacità di immergersi in dimensioni tutte sue, di vedere cose che gli altri non potevano, nemmeno lontanamente, di immaginarsi posti ampi e verdi, brulicanti di meraviglia e di fantasia. Castelli, montagne, mari o navi di pirati autentici, che avrebbero navigato nascondendo un tesoro o un segreto troppo prezioso.
Era quella stessa fantasia a permetterle di non demordere, a farle rendere conto che si poteva fare qualcosa sempre, per risolvere una situazione e spesso era accaduto. Cosa che in molti - realisti fino all'estremo - non potevano comprendere, purtroppo. La stessa, che le concedeva un attimo di tregua, per farla respirare, scoprire nuovi pensieri, indagare su qualcosa di irreale, tuttavia piacevole. Le permetteva di capire cose su cui una mente poco avventurosa, ci avrebbe messo troppo tempo, forse l'eternità per assimilarle.



«Si può fare! Lo chiediamo alla mamma e...» - esordì Christy, la quale venne interrotta inaspettatamente.


«Tu sei pazza. E se non esistesse questo posto, Christy? Se fosse tutto frutto della fantasia di qualche scrittore? O di un poeta, o di qualsiasi altra persona che si è divertita a scrivere una roba simile? Io non posso fidarmi di un foglietto di carta ripiegato, e nemmeno tu dovresti. Capisco che ti piaccia viaggiare, esplorare il mondo e conoscere nuove cose, ma qui ci dirigeremmo in posti di cui non possiamo confermare nemmeno l'esistenza! Ti sembra il caso di imbatterci in una situazione simile?» - disse Tom, tutto d'un fiato, allarmato per la semplicità con cui sua sorella narrava le sue intenzioni. Perché non capiva che non sarebbe stato normale uscire di casa e andare verso un posto sconosciuto, come se niente fosse? Che sarebbe capitato loro se ci avessero provato? La mamma come avrebbe reagito in qual caso?


«Mi preoccupa il fatto che stai a pensare solo ai lati negativi della cosa. Questa è un'opportunità da non perdere, secondo me! Non ci ricapita più una cosa del genere! Potrebbe esserci qualcosa di spettacolare ad aspettarci!» - rispose Christy, la quale a poco andava in collera. Molto spesso la sua sensibilità trapelava le sue parole, a volte era talmente tanta da non riuscire a contenerla e, o scoppiava in lacrime, o si comportava come una donna che si avvia alla menopausa. 
Perdinci, perché Tom era così dannatamente ottuso da non capire?



«A me preoccupa il fatto che non ci pensi, invece, ai lati negativi della cosa! E va bene. Sai che ti dico? Domanderemo alla mamma come hai detto, vedremo cosa ne penserà lei. Se lei dice che possiamo partire, verrò con te senza discutere e dirò addio al mio scetticismo, al mio pessimismo» - disse Tom, posato, fortemente convinto che la madre avrebbe accordato con lui e confutato Christy.


«Ci sto» - rispose Christy, affibbiandosi lo sguardo incredulo di suo fratello, il quale non poteva immaginare che Christy avrebbe accettato quell'offerta. Basito, constatò che presumibilmente sua sorella aveva totalmente dato l'addio alla sua testa. Se la mamma avesse dato loro il consenso - in un momento di pura follia - oramai, lui ci sarebbe stato dentro, non avrebbe potuto rimangiarsi le sue parole, non facilmente, almeno, Christy non glielo avrebbe permesso, la conosceva fin troppo; si era messo nei pasticci da solo. 


Ma dove sarebbero andati? In quale posto celato? E, ne sarebbe valsa davvero la pena? Altresì, era così necessario partire per un'avventura, senza conoscere la meta e senza preoccuparsi delle conseguenze che avrebbero potuto svilupparsi su di loro?
Su quel foglietto, precisamente, cosa c'era scritto? cosa voleva dire? come e quando lo aveva avuto Christy?






 



*Nota dell'autrice: 
Buon salve a voi e buone feste! :) 
Ringrazio chi si è catapultato in questa storia ed è giunto fin qui, e spero tanto che continuerete a seguirla!
Nei prossimi capitoli - ovviamente - svelerò il segreto del "foglietto" (quindi non preoccupatevi!), al momento rimango quest'aria di mistero che si è creata intorno alla scelta di Christy e a quelle parole incise su un pezzo di carta.
Spero di avervi incuriosito e 
alla prossima. ^^*



 

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Capitolo 3
*** Cap. 2- Flashback ***


Capitolo 2: Flashback.


13 Novembre, New York.

«Mamma, mamma! Posso giocare?» - la voce di un bambino risuonò nella mente di Christy, la quale stava passeggiando nel solito parco con una sua amica. Sorrise, quella era una fredda ma piacevole giornata, nulla le avrebbe fatto cambiare idea, almeno credeva... 
Il sole era radioso, ma il vento a volte spirava imperterrito, motivo per il quale molti bambini si rifugiavano sotto gli alberi, ridendo.

«Ehy, Christy, sai che l'altra volta ho finalmente rivisto Alex? Non credevo che conoscesse...» - esordì la sua amica, Celeste, ma troncò subito ciò che stava per dire.


«Scusami... io...» - farfugliò, indecisa.


«Non devi preoccuparti, Celly, non è che se mi parli di qualcosa in cui c'entra lui io  non sono disposta ad ascoltare» - disse Christy, sincera, sorridendo.


«Lo so, ma preferirei non farti dispiacere, anche se so che recentemente sei piuttosto felice» - rispose l'amica.


«Infatti! Puoi parlarmene» - rispose Christy.


«Allora: io saluto Alex, lui mi saluta e... incredibile Christy, mi sorride anche! Ah beh, il tuo lui invece mi ha ignorata letteralmente» - esclamò Celeste, lo sguardo sognante. A Christy vibrò il cuore, sapeva benissimo cosa significasse provare quello che aveva provato la sua amica... tuttavia qualcosa distolse la sua attenzione un attimo dopo.


«Attenta!» - urlò, il vento impetuoso stava trascinando con sé molti oggetti, tra cui un quaderno e una vecchia bottiglia di plastica, proprio nella loro direzione, un foglietto finì sulla fronte di Celeste, facendola sussultare.


«Cosa diamine...» - 


«Oh, tranquilla, è solo un pezzo di carta!» - rincuorò Christy, togliendoglielo. Notò subito che era stato ripiegato più volte ma il vento l'aveva completamente aperto, rivelando delle frasi scritte in corsivo, con una calligrafia davvero singolare e accurata.


«Che stile... sembra scritto in lettere Tengwar, tipo quelle che trovi sull'anello del potere, ne 'Il Signore degli Anelli', hai presente, no?» - disse Christy, indicando il foglietto, stupita e riflessiva. Celeste, che nel contempo stava riprendendo a camminare, si bloccò guardando l'amica, attonita.


«Ehm... in verità...» - rispose Celeste, imbarazzata, non aveva capito una singola parola.


«Oh, tranquilla... è solo uno dei miei libri e film preferiti di genere fantasy... non molti se ne intendono» - enunciò Christy soavemente, iniziando a leggere ciò che rivelava il foglietto, scritto in inglese.


«Oh... ehm, beh, cosa c'è scritto?» - domandò Celeste, basita.


«Se in questo posto vuoi arrivare, avanti devi andare» - lesse Christy, attentamente, Celeste spalancò gli occhi, sospettosa.


«E sotto: Non è su un'isola ma c'è il mare, in uno specchio lo vedrai, e il tuo sogno realizzerai» - 


«Ma cosa... che significa? Mah, buttalo via e andiamocene. Sarà un poeta colui che ha composto questi versi» - suggerì Celeste, categoricamente scettica.


«E se si riferisse a qualcosa di concreto? Magari è un indizio... esiste per te un posto del genere? Che realizza i tuoi sogni... Ehm, sì hai ragione, forse sarebbe meglio andare» - proferì Christy, esaminando lo sguardo incredulo e spaventato dell'amica e decidendo dunque di non dare corda ai suoi pensieri. Ripiegò accuratamente il pezzo di carta mentre Celeste avanzava e se lo mise nella tasca del cappotto.


«Ehy, non rimanere indietro, stupidina!» - avvertì Celeste.


«Certo che no! Sono dietro di te! Ti va un gelato prima di tornare a casa? Non dire di no, il freddo non può impedirci di assaporare un delizioso gelato al cioccolato!» - propose Christy, raggiungendola con passo felpato, tenendosi il cappello saldo sulla testa.


«E chi direbbe di no a quest'offerta?» - rispose Celeste, ridacchiando. Nella mente di Christy stavano scontrandosi alcuni pensieri, sembrava non troppo soddisfatta di aver abolito l'idea di analizzare quei versi, allo stesso tempo si costrinse a non pensarci più fino a quando non sarebbe tornata a casa. Ma anche lì, purtroppo, quell'idea non fu molto accolta, non da suo fratello, almeno.



              
                        ***

                                      

«Christy? Ti senti bene?» - chiese Tom, squadrandola, sembrava che la sorella gemella avesse da poco assistito ad un rapimento alieno.


«Sì... io... ricordavo quel giorno, quando trovai il foglietto. Ora non ci resta che aspettare la mamma, no?» - gli conferì Christy, un po' nervosa.


«Avresti dovuto dare retta a Celeste, quella volta» - disse Tom, risoluto.


«Ah sì? Riguardo a cosa?» - 


«Avresti dovuto buttare via quello stupido foglio» - dichiarò il fratello, drasticamente. Proprio in quel momento qualcuno aveva aperto la porta d'ingresso della loro casa, era arrivata finalmente loro madre.






 



*Nota dell'autrice:
Buon salve lettori :)

Finalmente dopo tanto tempo rieccomi con il secondo capitolo di questa storia.
Mi spiace che siano passati parecchi mesi, ma ho aspettato che un velo d'ispirazione mi piombasse alla mente per continuare, tra le varie cose ed impegni.
Spero che la storia vi stia suscitando curiosità ed interesse, e che mi facciate sapere cosa ne pensate. Non desidero anticipare nulla!
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin qui,
un abbraccio e 
alla prossima! ^-^*

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