Neal Caffrey's moments

di PaperHero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


1.Amici L’agente federale Peter Burke stava ancora trattenendo Neal Caffrey quando una pattuglia di polizia li raggiunse all’hangar. L’aereo ancora in fiamme mentre un Neal sconvolto e con il cuore a pezzi lo guardava bruciare. Aveva anche smesso di dimenarsi, all’improvviso troppo stanco per continuare a farlo.
 – Neal Caffrey, la dichiaro in arresto. Metta le mani dietro alla testa- la voce di uno dei poliziotti gli giunse ovattata alle orecchie mentre sentiva le braccia di Peter che lo lasciavano.
Si mise in posizione eretta, portando le braccia dietro la testa in un gesto automatico. Un solo pensiero gli martellava in testa: la sua Kate era morta. Era stata uccisa davanti ai suoi occhi.
Un senso di colpa prese vita nel suo animo distrutto e arrabbiato mentre gli occhi gli diventavano lucidi. Perché le cose erano andate cosi? Tutto quello che aveva fatto era stato inutile. Tutti i suoi progetti e la possibilità di vivere una nuova vita con Kate erano andati persi in un attimo.
Ci doveva essere lui su quell’aereo. Non lei, non l’amore della sua vita.                                                                              
Troverò chi ti ha fatto questo, Late. Te lo prometto pensò Neal, lasciandosi ammanettare e portar via da un’agente senza opporre resistenza.
Prima di varcare la porta, l’ex truffatore si fermò e si voltò per gettare un’ultima occhiata a Peter per poi rigirarsi e riprendere a camminare.       

Peter aveva osservato tutta la scena in silenzio. Nonostante fosse un agente federale, non trovava giusta la situazione in cui l’altro si era ritrovato, Chiunque, dotato di un cuore e nella stessa identica situazione, avrebbe agito nello stesso modo. O almeno lui avrebbe fatto di tutto pur di ritrovare la sua amata Eli.
Quando Neal si era voltato verso di lui, l’agente aveva letto in quegli occhi arrossati e lucidi un mix di emozioni diverse. Decisione, dolore, tristezza, rabbia e qualcosa che sembrava una muta richiesta d’aiuto. Peter sospirò mentre si portava le mani ai fianchi. Probabilmente se ne sarebbe pentito ma avrebbe aiuto Neal. Infondo, anche se detestava ammetterlo, lui e quel truffatore erano diventati amici. .                                                          
Poteva solo immaginare come l’altro si sentisse in quel momento. Aveva appena perso la persona che amava davanti ai propri occhi. Se una cosa del genere fosse successa a lui, probabilmente sarebbe impazzito e avrebbe dato e fatto qualsiasi cosa pur di trovare le persone che avevano fatto questo. Perché non era stato un incidente: qualcuno aveva tentato di uccidere Neal.
Avrebbe indagato e scoperto chi c’era dietro a quell’attacco ma prima doveva tirare fuori Neal di prigione e tenerlo d’occhio. Sapeva che, una volta uscito, Neal e Mozzie avrebbero incominciato a indagare sulla morte di Kate e questo li avrebbe portati a compiere qualche pazzia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


2 In preda alla rabbia, se ne era andato sbattendo la porta e lasciando Peter da solo. Quando Sam l’aveva chiamato per riferirgli che Peter Burke aveva indagato su di lui, la rabbia si era mescolata alla delusione. Colui che considerava essere il suo secondo migliore amico l’aveva tradito, infrangendo la promessa che si erano fatti e facendo allontanare l’unica persona che era legata sia a Ellen sia a suo padre. E tutto perché l’agente federale non si fidava di lui. Dopo tutto quello che avevano passato, ancora non si fidava.                                                                                                                        
Strinse i pugni mentre si dirigeva verso casa. Non sapeva se essere arrabbiato o deluso.
Arrivato, entrò nell’edificio, chiudendo con forza la porta alle sue spalle. Sordo alle parole di June, attirata sicuramente dal rumore, prese a salire le scale e si rinchiuse nella sua camera. Guardandosi intorno, notò che il sacco da boxe che avevano usato era ancora li, al centro della stanza, insieme ai guantoni. Un ottimo mezzo per sfogarsi.

– Ciao, June. Neal è di sopra, vero?- chiese Mozzie quando la padrona di casa lo fece accomodare all’interno.
– Sì. Mi è sembrato piuttosto arrabbiato. E’ successo qualcosa?- domandò la donna, preoccupata. Si era affezionata a quel ragazzo.
 – Sì. Vado a controllare- confermò Mozzie, sospirando e indicando il piano superiore.

Era sinceramente preoccupato per il suo amico. Conosceva Neal da anni e non l’aveva mai visto cosi arrabbiato. Quando era salito sul ring, aveva sentito i suoi nervi tendersi ed era apparsa una scintilla di rabbia nei suoi occhi. Aveva iniziato a colpire Peter e solo nel secondo round si era attenuto al piano, scendendo dal ring una volta che l’altro era stato nominato vincitore. Dopo esser usciti dall’edificio, aveva seguito prima l’agente federale e poi il suo migliore amico.                                                                                                 

– Neal… - chiamò Mozzie, aprendo lentamente la porta.
Un sospiro di sollievo sfuggi dalle sue labbra quando vide un Neal notevolmente più tranquillo rispetto a prima. Anche se era fermo per riprendere fiato, portava ancora i guantoni e proprio da questi Mozzie capi che l’amico si era sfogato prendendo a pugni il sacco davanti a lui.                                   


Quando si era fermato per riprendere fiato, si sentiva sicuramente meglio. Aveva scaricato tutte le sue emozioni.                                          
Fece dei respiri profondi mentre si toglieva i guantoni e li gettava da una parte. Quando il suo respiro si fu normalizzato e l’adrenalina nel suo corpo si esaurì, Neal cominciò a sentire il dolore per i pugni ricevuti durante lo scontro. Certo che Peter picchiava davvero forte.
Probabilmente, Mozzie si accorse del suo stato perché disse:- Sarai dolorante. Perchè non vai a riposarti? Parleremo quando ti sentirai meglio-
Le parole dell’amico fecero sorridere Neal che rispose con un –Grazie, Moz- mentre si dirigeva verso il bagno

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