The flame of time

di bilo99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 2: *** Forse destino ***
Capitolo 3: *** Fiducia ***
Capitolo 4: *** Allerta ***
Capitolo 5: *** Aria di tempesta ***



Capitolo 1
*** Corsa contro il tempo ***


Un vento freddo soffiava quella notte, nonostante inverno non fosse.

Un vento che minacciava tempesta Il suo ululato pareva quasi quello straziante di un lupo ferito, le fronde degli alberi si muovevano frenetiche, quasi come criniere di

feroci leoni, pronti ad assalire la preda. Nel cuore della turbolenta notte bagliori infuocati si alternavano al tetro buio, quasi innaturale, per la pallida luce lunare appena

percepibile.

Passi riecheggiavano nella desolata città, passi veloci di qualcuno che fuggiva. Da cosa? Da chi? Forse nemmeno più lo ricordava, il cuore sembrava voler balzargli

fuori dal petto, il respiro affannato, accelerato per la troppa fatica, le gambe indolenzite, quasi tremanti, forse per paura, forse per stanchezza.....ma il riposo non era

contemplato, non poteva permetterselo, c'era troppo in gioco.....

Già....gioco.....come giunse a tanto quel "gioco"?

Nessuno si era accorto di ciò che stava realmente accadendo, eppure avrebbero dovuto, lui più di tutti.....

Svoltato un angolo velocemente raggiunse un edificio abbandonato, vi entrò rapidamente, percorrendo il lungo corridoio un po' malandato fino a raggiungere una sala

alquanto moderna e attrezzata che sembrava essere un laboratorio, le varie attrezzature lo dimostravano. Sul pavimento, coperto di polvere e frammenti di

pietra, giacevano fogli ingialliti, probabilmente dimenticati in una fuga repentina, li raccolse leggendoli frettolosamente, per poi armeggiare con un computer ancora

attivo.

Lo schermo era in più punti coperto di crepe, ma non era poi così grave, infatti, passati pochi minuti, riuscì ad aprire una particolare schermata verdognola tutta

quadrettata, con strani codici incomprensibili quasi, seguendo le istruzioni presenti sui documenti. Mancava poco.

Una cabina in metallo, dalla piattaforma semi ovale, in precedenza bianca, un po' malandata, con alcuni bulloni mancanti, che avrebbero dovuto mantenere intatta

l'intera struttura, si illuminò lievemente nella parte centrale, si avvicinò a questa, ma dovette bloccarsi quando una mano forte e robusta gli afferrò il braccio con

violenza, strattonando la sua esile figura attirandolo contro il suo corpo.

Cosa credi di fare eh? Non puoi scappare! Qualunque cosa tu faccia io la saprò e ti fermerò. Non puoi nulla contro di me.

Un ghigno malefico spuntò sulle labbra carnose di quell'energumeno, lo sguardo che aveva era altezzoso, arrogante, presuntuoso. Credeva di poter avere tutto, di

essere invincibile, padrone di qualcosa che mai, e poi mai sarebbe stata sua.....una persona spregevole.....

Non opporre resistenza, arrenditi come i tuoi cari compagni. Ah! Avresti dovuto vederli mentre ci imploravano di liberarli, di risparmiarli! Poveri illusi!

L'autocontrollo mantenuto sino a quel momento iniziava a vacillare, trattenersi di fronte a tali parole, taglienti come rasoi, non era cosa facile. Ma dovette resistere, il

tanto atteso momento era finalmente giunto. Un leggero sorriso, quasi beffardo, comparve sulle labbra del fuggitivo che, divincolandosi dalla stretta, indietreggiò di un

passo, entrando così nella bianca cabina dove una luce abbagliante lo avvolse costringendo il grosso individuo a proteggersi gli occhi con un braccio.

Un'ultima occhiata all' "aguzzino", una dolce parola, dai morbidi suoni, sussurrata tra le labbra.....

Addio

sparì, si dissolse, come polvere, nell'aria....

                                                                                                               ********

Era finalmente sorto il sole, nella piccola città di Namimori, gli abitanti già si davano da fare, chi più, chi meno. Le mamme intente a giocare con i loro piccoli al parco

e uomini in carriera già pronti per recarsi nei propri uffici, i negozi che iniziavano ad aprire e gli studenti, tra chiacchiere e risate, si avviavano allegri verso la

scuola, per un'altra giornata scolastica da passare insieme nel migliori dei modi. Ma non tutti erano mattinieri.

Un ragazzo dagli arruffati capelli castani era ancora beatamente steso nel proprio letto, immerso in chissà quali sogni, la sveglia, suonata in precedenza, proprio non

l'aveva sentita, d'altronde quasi mai riusciva ad udirla, il ragazzo aveva il sonno pesante e la pigrizia era sua alleata.

Pian piano aprì gli occhi, che ancora appannati dal sonno si posarono blandamente sullo schermo luminoso della piccola sveglia dalle grigie sfumature, non ci fece

inizialmente molto caso, ma, man mano che il torpore della notte iniziava ad abbandonarlo, si rese conto dell'ora, decisamente troppo tarda per arrivare in tempo.

Scattò immediatamente in piedi, rischiando quasi di inciampare nelle coperte, quando prese gli indumenti puliti dal primo cassetto del comodino in legno colorato, corse

a prepararsi il più in fretta possibile precipitandosi per le scale, stando in piedi per chissà quale miracolo, e raggiunse la cucina, afferrando uno dei toast preparati da sua

madre, probabilmente uscita presto con i bambini, si era dimenticato di svegliarlo.

Corse rapidamente fuori, spalancando la porta e si avviò verso la scuola, sperando di non incontrare sull'uscio il temibile disciplinare, in grado di far tremare i più

valorosi, Hibari Kioya.

Immerso nei suoi pensieri, non fece attenzione a chi potesse essergli di fronte, tant'è vero che urtò qualcuno.

Indietreggiò appena per l'impatto, chiudendo gli occhi d'istinto, ma non sentendo alcuna parola o reazione dall'individuo, li riaprì lentamente.

Si trovò dinanzi una figura incappucciata, con un elegante soprabito bianco, con alcune rifiniture dorate sul colletto e sulle maniche, nonostante i colori, però, non

risultava pacchiano, anzi, fine ed elegante.

La persona che si stagliava davanti al giovane era pressoché della sua altezza, era magra, ma non troppo esile, per il poco che si poteva intravedere da sotto il

cappuccio, era giovane, la bella pelle lattea lo dimostrava, qualche ciocca color del grano quasi, gli ricadeva lunga e ribelle sul viso, ma, nonostante tutto, era difficile

comprenderne il sesso.

Il brunetto rimase incantato per qualche istante, quella figura emanava un'aura molto rassicurante, gli era parso quasi di averla già avvertita in altre occasioni, ma non ne

era certo del tutto.

Prima che potesse dire qualcosa, una voce a lui familiare attirò la sua attenzione, era Gokudera, che, allegro come ogni mattina, gli andava incontro, si  

 sorprese, però, che anche lui avesse fatto tardi.

- Juudaime!

L'argenteo gli si avvicinò con il suo solito sorriso vivace stampato sulle labbra

- Gokudera-kun, buon giorno....anche tu in ritardo eh?

Il ragazzo lo guardò mantenendo ancora il sorriso, che, man mano, si fece più ampio

- In realtà la stavo aspettando, sono arrivato già alle prime luci dell'alba, dopo gli ultimi avvenimenti non potevo lasciarla da solo, ma è corso via e non sono riuscito a fermarla!

Il brunetto non poteva crederci.....il guardiano della tempesta aveva perso mezza mattinata aspettandolo e rischiando una severa punizione da Hibari! Era

incredibile....non smetteva mai di stupirlo.

- Ah! A proposito Juudaime, come mai si è fermato così d'improvviso?

Il ragazzo si ricordò in quel momento della strana figura che aveva travolto pochi minuti addietro, voltò lo sguardo verso il punto d'impatto, ma l'individuo non era più

presente. Come poteva essere sparito così velocemente, senza che il guardiano della tempesta lo notasse?

Era umanamente impossibile.

Per un attimo abbozzò l'ipotesi di esserselo immaginato, probabilmente ancora mezzo assonnato, ma abbandonò rapidamente quell'idea, quando, per terra, dinanzi a

se, dove prima vi era la figura coperta di bianco, giaceva un sottile bracciale d'argento, con un particolare ciondolo a forma di stella, o forse era un frammento di

minerale, non ne era sicuro. La cosa che più lo incuriosì fu lo strano disegno al suo interno. Lo raccolse e rimase sorpreso quando, tenendolo tra le mani, quella

pietruzza incastonata sulla rigida circonferenza preziosa, si illuminò lievemente di una densa luce arancione, quasi come se fosse fuoco.

- Juudaime, si sente bene?

Era rimasta immobile per qualche minuto a contemplare lo strano oggetto, non notando lo sguardo perplesso e preoccupato della tempesta. Si voltò verso di lui,

mettendo in tasca il bracciale e, regalatogli un rassicurante sorriso, annuì.

- Si, tutto bene. Andiamo adesso, altrimenti Hibari-san ci fa neri!

- Stia tranquillo! La proteggo io.

I due ripresero nuovamente la corsa, arrivando a destinazione giusto pochi minuti prima che i cancelli venissero chiusi, per fortuna, quella mattina, del disciplinare non vi

fu traccia. Per tutta la durata delle lezioni, però, Il decimo boss dei Vongola, non fece a meno di pensare all'accaduto......avrebbe poi chiesto a Reborn qualcosa sul

bracciale a fine giornata scolastica...

                                                                                                               ********


 

Inoltratosi nella boscaglia, raggiunse ansioso il piccolo tempio della città, si sedette esausto sugli scalini in legno poggiando una spalla e la testa inclinata su di una

colonnina lignea bordeaux, per poi socchiudere gli occhi sospirando pesantemente.

Doveva darsi da fare, muoversi il prima possibile, il tempo era breve e scorreva veloce, ma non poteva agire in maniera sconsiderata, la cautela veniva prima di tutto.

Sapeva bene chi aveva fatto trapelare informazioni, ma ormai era troppo tardi, era successo, era il passato....

Sorrise amaramente con ironia, in quel caso nulla era passato, nulla futuro.....contava solo il presente, tutto poteva essere riscritto.

Gli serviva tempo, solo un po' di tempo, nulla di più....

Stancamente gli occhi gli si chiusero, la mente iniziava a non connettere più con la realtà, era da tempo che non dormiva in tranquillità, aveva bisogno di un po' di

riposo.

Sospirò ancora, lievemente e, lentamente, scivolò tra le braccia di Morfeo, lasciandosi momentaneamente, ogni preoccupazione alle spalle......


   
 

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Capitolo 2
*** Forse destino ***


Uscito da scuola, al suono dell'ultima campanella, in compagnia di Hayato Gokudera e Yamamoto Takeshi, Sawada Tsunayoshi si avviava allegro, tra chiacchiere varie

e risate accennate, verso casa, ansioso di chiedere informazioni al suo "piccolo" tutor. Non aveva fatto altro che scervellarsi su cosa potesse essere il bracciale trovato

in mattinata, ma i suoi ragionamenti e il suo continuo ipotizzare non avevano portato a nulla.

Non ne aveva ancora parlato con i suoi guardiani, non pensava fosse necessario, non al momento perlomeno.

- Ohi Tsuna!

Esclamò allegro come sempre il guardiano della pioggia, portando le mani dietro la nuca intrecciando le dita, attirando così l'attenzione del brunetto

Va tutto bene? Sei così pensieroso da questa mattina

Sawada sorrise annuendo, cercando di non far preoccupare l'altro. Non voleva far stare male i suoi amici, dopotutto non era successo nulla di grave. Era solo curioso, tutto qui.

Tutto bene Yamamoto, non preoccuparti

Gokudera fissava male lo spadaccino, non gli piaceva il suo atteggiamento nei confronti del Decimo, a suo parere gli mancava totalmente di rispetto.

Ma così non era per il castano che considerava il tono di Takeshi solo amichevole.

Beh ragazzi, io sono arrivato, ci vediamo più tardi magari!

Certo! Sarebbe fantastico.

Esclamò allegro il Decimo Boss dei Vongola. Passare una serata con i suoi amici non gli dispiaceva affatto, magari si sarebbe rilassato un po'....

anche se a pensarci, quando c'erano i suoi guardiani la confusione generale era assicurata.

Dunque, il guardiano della pioggia salutò i due ragazzi, avviandosi in un vicoletto, pronto per aiutare il suo vecchio con il ristorante. Proseguendo il loro tragitto, il

Decimo e il suo fedele braccio destro, arrivarono a casa Sawada, dove si salutarono e le loro strade si divisero.

Sono tornato!

Esclamò il giovane aprendo la porta e togliendosi le scarpe, com'era solito fare. Si diresse in cucina, dove Lambo, Fuuta e I-pin stavano allegramente giocando insieme

a Bianchi, mentre la madre era intenta ad armeggiare ai i fornelli.

- Oh, ben tornato Tsu-kun! Com'è andata oggi?

Il ragazzo sorrise in direzione della madre e iniziò a raccontare:

Tutto bene, oggi non abbiamo fatto molto. Il professore con cui avevamo più ore era assente, pare abbia avuto un malore improvviso....

In cuor suo, però, era contento che non fosse presente, almeno quella volta aveva evitato un impreparato.

Oh, poverino! Sta girano una brutta influenza in questo periodo, spero si riprenda presto

Detto questo tornò ad occuparsi della cucina, mentre il brunetto salì velocemente le scale, spalancando la porta della propria stanza, trovando, come aveva

immaginato,Reborn seduto sul letto intento a lucidare un fucile nuovo di zecca.

Ben tornato Dame-Tsuna

Il giovane sospirò al saluto del tutor, proprio non la voleva smettere di chiamarlo in quel modo.

Ciao anche a te.....neh, Reborn, posso chiederti una cosa?

Il piccolo killer ripose il fucile laccato di nero in una custodia grigia con sopra lo stemma dei Vongola e osservò il suo allievo.

Mi stai già chiedendo qualcosa

Il ragazzo sospirò ulteriormente, sapeva che non sarebbe mai cambiato ....

Comunque.....ho trovato uno strano oggetto oggi....magari tu sai cosa possa essere..

Il brunetto prese il bracciale dalla tasca, consegnandolo all'arcobaleno, che subito l'osservò con attenzione, senza, però, far trasparire un qualunque tipo di emozione.

È un oggetto che già ho visto, ma non era esattamente così, c'è qualcosa di diverso....

Il castano osservò il suo tutor e, in preda alla curiosità gli chiese:

A cosa ti riferisci? Cos'è questo bracciale?

Il piccolo killer volse lo sguardo profondo sul ragazzo e, dopo qualche minuto, prese parola:

È un monile molto simile ai tuoi x gloves, ma appartiene ad un'altra famiglia, una molto potente.....non mi spiego come tu l'abbia trovato qui. La famiglia a cui mi riferisco risiede unicamente in Italia in questo momento, se qualche membro fosse giunto a Namimori lo avrei saputo

Il giovane rimase sorpreso, non se lo sarebbe mai immaginato.....

Ciò poteva significare solo una cosa, a rigor di logica, la persona incappucciata che aveva incontrato doveva appartenere a questa famiglia di cui l'arcobaleno aveva

accennato. Ma quale famiglia? Non che lui fosse così esperto di Mafia, ma saperlo gli sarebbe piaciuto, tutta quella faccenda lo incuriosiva non poco, anche se non

sapeva spiegarsi il motivo. Pensò al momento in cui lo aveva raccolto....il bagliore infuocato che aveva visto....quell'energia così pura e potente che aveva

percepito....voleva saperne di più.

Di che famiglia si tratta?

Perché vuoi saperlo Tsuna?

- Tu perché non vuoi dirmelo?

Il tutor lo fissò appena, per poi accennare un sorriso, guardò l'oggetto e poi posò di nuovo lo sguardo sul suo allievo, sistemandosi leggermente il cappello nero pece sul capo.

È una famiglia esistente già a partire dai tempi della prima generazione dei Vongola.....posso dirti solo questo. Un giorno capirai.

Detto questo, saltò giù dal letto, ridandogli l'oggetto e uscendo dalla stanza, lasciando solo e confuso il Decimo Boss dei Vongola, rimasto con una tremenda curiosità a

tormentargli il cuore.

Sospirò appena distogliendo lo sguardo dal punto in cui era sparito l'arcobaleno e, rassegnato, si sedette sul bordo del letto.

Una famiglia molto potente dalle antiche origini....perché Reborn proprio non voleva dirgli nulla? Era così pericolosa questa famiglia?

Forse avrebbe potuto chiedere a Gokudera, o magari a Dino, sicuramente loro, provenendo dall'Italia sarebbero stati più informati....

Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce gentile di Nana, proveniente dal pian terreno.

Tsu-kun! Puoi venire un attimo giù per favore!

iL ragazzo, un po' stancamente, scese le scale, attento a non inciampare, raggiungendo la madre, che lo accolse con un caldo sorriso.

Tsu-kun, potresti fare un piccolo favore alla mamma? Ho dimenticato di comprare il latte per il piccolo Lambo, sai quanto ci tiene, potresti andare un attimo tu a prenderlo? Sai, non vorrei rischiare di bruciare la cena!

Il ragazzo annuì sorridendo, gettando un'occhiata ai bambini intenti a sbizzarrirsi nella realizzazione di origami.

La madre, grata, gli diede quanto necessario e così si avviò alla porta, indossando le scarpe ed uscì velocemente.

Arrivò dopo pochi minuti al supermercato, uscendo, allo stesso modo, con rapidità, a quell'ora no vi erano molte persone nei reparti alimentari, preferivano di gran lunga i

negozi di abbigliamento o le pasticcerie, dopotutto, la maggior parte, faceva la spesa nelle ore mattutine. Passeggiando per le stradine del centro della piccola e

tranquilla città, si trovò, con la busta della spesa in una mano, ad osservare il cielo, colorato delle varie sfumature tendenti al colore arancio-oro del sol calante,dopotutto

si stava facendo sera. A quell'ora era davvero bello e dava come un senso di tranquillità, di calore quasi....un po' come l'abbraccio affettuoso di una madre....ma anche

un senso di malinconia....tristezza forse......

Nuovamente il filo dei suoi pensieri, stranamente profondi quella sera, fu interrotto, da qualcuno che lo urtò con una certa forza, si voltò, vedendo questo perdere

l'equilibrio e cercò di trattenerlo per un braccio, ma cadde rovinosamente sul malcapitato.

S-scusami! Non era mia intensione, volevo aiutarti e invece......

Sgranò gli occhi per la sorpresa, trovandosi davanti la stessa persona incontrata in mattinata. Stesso mantello, stesse ciocche chiare......che fosse destino?

Ma....ma tu sei....sei.....noi....ci siamo già incontrati, stamani, ricordi?

Che domanda stupida! Si trovò a pensare, ovvio che si ricordava. Ma stranamente, quella persona, non batté ciglio, rimase per un attimo immobile, stesa, sotto il Boss

dei Vongola, quasi a contemplare un punto indefinito.

Ehm...tutto bene?

Dopo pochi istanti l'individuo si riprese, tirandosi velocemente a sedere, guardò in più direzioni allarmato, irrigidendosi d'improvviso.

Tsuna focalizzò il punto preciso in cui l'altro aveva soffermato lo sguardo,, notando un uomo, alto e robusto dai capelli blu, di una forma buffa, quasi simili ad un

porcospino, lunghi fin giù alle spalle, con in dosso una maglia aderente indaco, una giacca priva di maniche marroncina, pantaloni del medesimo colore e anfibi

rigorosamente neri, insomma un abbigliamento militare più o meno. L'individuo aveva, poi, diverse cicatrici sulle spalle e due che gli deturpavano il volto, in più a

completare il quadro, una benda nera copriva l'occhio sinistro. Aveva un'aria ambigua, decisamente inquietante e spaventosa. Il brunetto si ritrovò a deglutire più volte a

vuoto, per poi spostare lo sguardo sulla figura incappucciata. Vide l'uomo avvicinarsi lentamente nella loro direzione, mentre, le poche persone presenti, avvertendo

quasi il pericolo, si discostavano, mettendosi da parte, senza dare nell'occhio, per paura di essere coinvolti.

Ti avevo avvertito, non puoi fare nulla senza che io lo sappia! Certo, mi hai sorpreso all'inizio, non mi aspettavo che avessi il fegato per farlo. Devo ammettere che sono colpito, ma il capo non è contento, non apprezza chi non sottostà agli ordini.

Tsuna ascoltava in silenzio le parole presuntuose dell'uomo, dette con profonda cattiveria e divertimento, una vocina nella sua testa gli gridava "allarme", o ancor

meglio, "pericolo!" ma un' altra parte di se gli diceva di non lasciare sola quell'individuo, anche se, in realtà, non sapeva nemmeno chi fosse, ma non gli era parso avere

cattive intenzioni, anzi....totalmente l'opposto, mentre quell'umo, sprizzava malvagità da tutti i pori.

La figura incappucciata si mise in piedi in un millisecondo e prese per il polso Tsuna, trascinandoselo dietro, allontanandosi il più velocemente possibile da

quell'energumeno, che però iniziò ad inseguirli. Il brunetto non sapeva più cosa stesse succedendo, perché quell'uomo stava inseguendo la misteriosa figura coperta di

bianco? Di cosa stava parlando? E soprattutto.....come diamine ci era finito di mezzo lui!?

Ma ormai non aveva importanza, era in ballo, pertanto doveva ballare.

Nella sfrenata corsa, s'inoltrarono nella boscaglia, arrivando al piccolo tempio di Namimori, dove, la persona con cui il Decimo Boss dei Vongola stava scappando, prese

dal proprio mantello una scatolina bianca e verde, con fini decorazioni a spirali dorate, la posizionò tra di loro, invitando il brunetto ad accovacciarsi, come fece lui pochi

istanti dopo. Sawada stava proprio per chiedersi a cosa servisse quell'aggeggio, quando, dal centro della scatolina non partì un lieve raggio di luce, che, pian piano, si

diramò in aria, fino a formare una circonferenza con vari raggi. Questa lentamente calò su di loro diventando una cupola verdognola.

La figura incappucciata si portò l'indice alle labbra, facendo segno di silenzio al brunetto, che obbedì senza ribattere.

Pochi istanti dopo l'uomo sfregiato raggiunse il tempio, cercando ovunque i due fuggitivi, ma non trovandoli, dopo varie imprecazioni, si dileguò cercandoli, probabilmente, anzi, quasi sicuramente, altrove.

Il cuore di Tsuna perse un battito, quel tizio non li aveva visti, l'avevano scampata, almeno per quella volta. Posò lo sguardo sull'incappucciato e sorrise lievemente

- Stai bene?

Chiese alla figura, che in risposta annuì. Sperava parlasse, almeno per capire con chi avesse a che fare.

Cos'è questa? E....e perché quel tipo ti inseguiva?....chi sei? Puoi parlarne, sai? Non sono cattivo!

Cercò di conquistare la sua fiducia, però, i suoi goffi tentativi sembravano inefficaci, almeno apparente.

La persona incappucciata sorrise lievemente, alzando appena lo sguardo, guardando dritto negli occhi il brunetto, che, vedendo quelle iridi così splendide, per un attimo, sentì mancare il respiro.

È una barriera, chi vi entra diventa momentaneamente invisibile ai suoi nemici.....perché mi inseguiva? Questo è logico, voleva catturarmi......chi sono non ha importanza. Scusa se ti ho coinvolto, non era assolutamente mia intenzione. Non temere, non ti darà fastidio, non sei il suo obbiettivo, torna pure a casa tranquillo. Non ci vedremo più, così sarai al sicuro. È stata una strana casualità, ma è meglio prevenirla per il futuro.

Una voce calda, vellutata, gentile.....finalmente poté udirla. Era come balsamo su una ferita, era così strana in un certo senso: decisa ma timida......ne rimase colpito...

Dopo queste parole la figura si alzò, inchinando lievemente il busto in avanti in segno di scuse e corse via, lasciando per un attimo spiazzato il giovane Vongola che

restò li, accovacciato a terra, per qualche istante, dopodiché, visto il cielo decisamente dalle tonalità più scure, s'isso da terra, correndo verso casa. Non voleva far

preoccupare la madre.

Arrivato a destinazione consegnò il latte a Nana, cenando tranquillamente, se così si può dire, data la vivacità di Lambo, con gli altri. Dopo poco si ritirò nella propria

stanza, cambiandosi per la notte e, esausto, si stese sul letto socchiudendo gli occhi nocciola.

Avrebbe dovuto chiedere scusa a Yamamoto per non averlo chiamato, e avrebbe dovuto convincere Gokudera che non gli fosse successo nulla, sapeva benissimo che

l'argenteo lo avrebbe tempestato di domande.

Pensò di nuovo alla persona incappucciata e sorrise, adesso sapeva che era maschio, la voce gliene aveva data conferma, anche se molto delicata, doveva essere più

o meno suo coetaneo. Il ragazzo gli aveva esplicitamente detto che non si sarebbero più incontrati, ma lui sapeva, sentiva che così non sarebbe stato, non gli aveva

ancora restituito il bracciale, quindi doveva a tutti i costi incontrarlo. Se quel monile, come aveva detto Reborn, era un po' come i suoi x gloves, allora serviva al giovane

per proteggersi, dato che era inseguito da qualcuno poco raccomandabile. Lo avrebbe rivisto, non importava come.....nulla succedeva per caso, ormai ne era

consapevole, ogni cosa accadeva per una ragione, quasi come se davvero fosse destino....

Tenendo stretti quei pensieri, sentì man mano le forze venir meno, la mente iniziava ad annebbiarsi e ben presto il sonno prese il sopravvento, ma un'ultima immagine

passò davanti agli occhi del Decimo Boss dei Vongola, prima di abbandonarsi al dolce abbraccio di Morfeo, le iridi di quel ragazzo, così profonde, così malinconiche

ma serene allo stesso tempo......iridi azzurro cielo.

Angolino Autrice
Ecco il secondo capitolo, spero possa piacervi e interessarvi. Grazie alle persone che leggeranno. Se volete farmi sapere cosa ne pensate mi farebbe molto piacere. Sono ben accette anche critiche e consigli ^^ Grazie ancora, alla prossima.

 

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Capitolo 3
*** Fiducia ***


Passarono un paio di  giorni dal secondo incontro con quel curioso ragazzo, la vita di Tsuna procedeva tranquilla, se così si poteva definire, come sempre.

Non era successo nulla di particolare in quel breve periodo, il brunetto quasi iniziava a preoccuparsi per la ritrovata normalità,

ma quella pace sarebbe durata poco, lo sentiva.

Anche un’altra noiosissima, a parer suo, giornata scolastica stava per giungere a termine, era stata davvero pesante, continue verifiche,

prove di ginnastica, ore in laboratorio, per non parlare dei disastri avvenuti con il mischiare elementi chimici sbagliati…

ultimamente non ne faceva una giusta, tant’è vero che era stato richiamato

da più professori ed era rimasto, su ordine del docente di chimica, a pulire l’aula dove si era svolta la catastrofica lezione.

Gokudera si era proposto come aiutante, ma il Decimo aveva gentilmente declinato l’offerta,

nonostante le continue insistenze, non voleva che l’amico si prendesse il peso di un suo errore.

Yamamoto e Ryohei erano ancora impegnati nei rispettivi club, mentre la tempesta lo stava aspettando, facendogli gentilmente compagnia.

Tsuna volse appena lo sguardo alla finestra, notando come Hibary sgridasse, anche se non era propriamente una ramanzina la sua, alcuni studenti,

intenti nell’osservare le ragazze appartenenti al gruppo delle cheerleader allenarsi per una prossima partita.

Non avrebbe mai capito l’atteggiamento del disciplinare, dopotutto quei ragazzi non stavano facendo nulla di male…….

ma dopotutto era fatto così…..una nuvola solitaria…..

Una volta finite le pulizie, il brunetto raggiunse il suo fedele, autoproclamato, braccio destro e, insieme,

lasciarono l’edificio scolastico, avviandosi per i viottoli della città.

Chiacchierando del più e del meno arrivarono nei pressi del fiumiciattolo della città, Tsuna aveva vari ricordi legati a quel particolare luogo…..

Ricordava le cadute prese con Enma…..vari addestramenti con Reborn e i suoi guardiani…..in fondo non erano stati momenti così brutti…..anzi, li riteneva preziosi, un

tesoro inestimabile che sempre avrebbe portato chiuso, al sicuro nel proprio cuore, dopotutto il tempo era qualcosa di effimero, scorreva e arrestarne la corsa sarebbe

stato impossibile. L’unica cosa che in effetti non poteva svanire, era proprio il ricordo.

Gokudera attirò l’attenzione di Tsuna parandoglisi davanti in segno di protezione… perché l’aveva fatto?

Un uomo dall’aria alquanto minacciosa si era parato davanti ai due…..

Il brunetto sgranò gli occhi indietreggiando di un passo, non poteva crederci, era il tizio che giorni addietro aveva inseguito lui e il misterioso ragazzo!

Cercò di mantenere la calma, ma prima che potesse dire alcun che, fu preceduto dal guardiano della tempesta, che con tono seccato e sguardo corrucciato fissava quel

grosso individuo.

- Cosa vuoi!? Cerchi rogne?

L’uomo non lo degnò nemmeno di uno sguardo, questo si posò direttamente sul Decimo boss dei Vongola che, deglutendo a vuoto cercò di sostenere i suoi occhi

indecifrabili.

- Tu…..eri con lui……dov’è? Parla ragazzo e non ti farò alcun male

A dire il vero non ci credeva nemmeno un po’, poi non sapeva nemmeno dove il ragazzo fosse, non si erano più visti da quel giorno…..ma anche se lo avesse saputo

non glielo avrebbe di certo rivelato! Sicuramente gli avrebbe fatto del male.

Strinse i pugni, quasi a far sbiancare le nocche e inspirò profondamente riprendendo la parola:

- Io….io davvero non lo so…..non lo conosco nemmeno…..cioè…di vista, ma….

Si bloccò non appena vide lo sguardo dell’uomo farsi più truce, probabilmente non era quella la risposta che voleva sentire.

Fece qualche passo in direzione dei due, Gokudera subito scattò sugli attenti tirando fuori dalla tasca una scatolina rossa, la sua box weapon, pronto per entrare in

azione, non avrebbe permesso a quel ciccione di toccare il suo Juudaime!

- Ti ripeto la domanda…..vedi di non farmi arrabbiare, dov’è il ragazzo?

Gokudera era furioso, come osava quell’individuo parlare in maniera così irriverente verso il suo boss, ah! Ma gliel’avrebbe fatta vedere lui.

Nessuno poteva permettersi tale comportamento nei confronti del bruno.

​- Ohi, guarda che sono io il tuo avversario!

L’uomo finalmente posò lo sguardo annoiato sull’argenteo, si stava spazientendo e non era per niente un buon segno.

- Ragazzino, non intrometterti, non sono affari tuoi

- Tutto quello che coinvolge il Juudaime è affar mio!

Rispose prontamente il guardiano, ma l’inquietante individuo  non aveva alcuna intenzione di perdere altro tempo.

Dalla tasca della divisa estrasse un anello in argento con sopra uno stemma a forma di serpente marino dalle sfumature blu e nere,

un oggetto che nessuno dei due ragazzi aveva mai visto prima d’ora.

Una luce lieve di colore bluastro avvolse l’anello che iniziò a mutare, diventando una spada dall’impugnatura a forma di artigli di drago, con una lama somigliante ad una

goccia allungata.

- Se non vuoi collaborare, allora ti farò parlare con la forza

Ma nello stesso istante in cui tentò di avvicinarsi maggiormente ai due, un rumore particolare si espanse nell’aria, un rintocco, quasi come quello di un orologio, ma più

profondo.

Tsuna posò lo sguardo, sorpreso, sulla tasca destra dei propri pantaloni, notando un punto luminoso dalle sfumature tendenti all’arancio, da cui una lieve luce

si propagava concentricamente, tirò fuori l’oggetto causante quel bagliore, notando come il ciondolo quasi a forma di stella scottasse.

Era il bracciale di quel ragazzo vestito di bianco, sembrava rispondere all’energia dell’anello di quell’individuo, il quale fissava sbalordito, quasi incredulo il Decimo boss

dei Vongola.

- No, non può essere….quel monile…..tu!come fai a possederlo!?​

Gokudera fissava con aria interrogativa il brunetto che non sapeva come spiegarlo, dopotutto non ne aveva ancora parlato con gli amici, ma non ebbe il tempo

nemmeno di poter pensare ad una plausibile spiegazione che, la luce infuocata si espanse maggiormente, fino ad inglobare i due ragazzi, facendoli letteralmente

sollevare qualche centimetro da terra, cosa che spaventò e sorprese non poco i due amici.

- No, non adesso!

Gridò furioso l’uomo correndo verso i due, nel vano tentativo di acciuffarli, infatti si volatilizzarono.

L’uomo dopo un’imprecazione in italiano sbatté furioso un piede sul terriccio erboso e, con sguardo glaciale, fissando il cielo disse:

- Vi troverò, ovunque voi adesso siate e non importa quanto ci vorrà, una volta che sarete miei……non potrete più sfuggirmi….. 


                                                                                                      ***********
 
 

Quando riaprì gli occhi, si ritrovò davanti lo sguardo preoccupato di Gokudera che, con quanta più delicatezza possibile, lo teneva per le spalle.

- Juudaime! Sta bene? Non si è fatto male, vero?

Il brunetto scosse piano la testa tirandosi a sedere e regalandogli un sorriso gentile.

- Sto bene, grazie Gokudera-kun…..anoh….dove siamo?

L’argenteo si guardò un po’ attorno per poi sorridere all’altro

- Non si preoccupi Juudaime, siamo dietro il centro commerciale, quel tizio non ci raggiungerà così velocemente

Tsuna sospirò appena sollevato chiudendo per un attimo gli occhi, ma la voce della tempesta attirò nuovamente la sua attenzione.

- Juudaime…..se posso chiedere….cosa voleva quell’individuo da voi? e…quell’oggetto che tiene tra le mani….cosa sarebbe?
Cioè, si lo vedo che è un bracciale, ma….la luce che poco fa ha emanato….insomma, non è un oggetto comune…no?


Tsuna rifletté un attimo sulle parole dell’amico, doveva raccontare tutto, ormai c’era dentro fino al collo in quella storia, tanto valeva svuotare il sacco, non voleva

succedesse qualcosa ai suoi amici.

Dunque si fece coraggio e prese la parola:

- Ecco….vedi Gokudera-kun…..quella mattina in cui mi hai raggiunto….ho incontrato una persona, una un po’ particolare, ma non era cattiva eh!
Ha perso lui questo bracciale e…..beh….ho chiesto a Reborn cosa fosse, lui non mi ha dato una risposta esauriente…..mi ha solo accennato che dovrebbe appartenere ad una famiglia molto potente…..ma ha anche aggiunto che è un po’ diverso da quanto ricordasse…..poi qualche giorno fa mi sono nuovamente imbattuto in questa persona e…..quell’uomo lo inseguiva…..


Gokudera ascoltava in religioso silenzio le parole del giovane boss, incitandolo a continuare il racconto.

- Aveva anche un altro oggetto particolare, somigliava alle nostre box weapon….ma di quel colore non ne ho mai viste…..come già detto non so in effetti chi sia, ma ti assicuro che è un bravo ragazzo… lo sento…

E quando mai il Super Intuito Vongola poteva sbagliare…..

- Juudaime poteva dirmelo, sa che può sempre contare su di me…

Il ragazzo sospirò e sorrise all’altro per poi dire:

- Lo so Gokudera-kun, ma inizialmente non mi sembrava così importante, ma poi….

Sospirò nuovamente per poi continuare

- Avevo comunque intenzione di parlarne con tutti voi….Gokudera-Kun, ho bisogno del vostro aiuto, devo ritrovare quel ragazzo….questo oggetto….devo restituirglielo a
qualunque costo…è importante…


Gli occhi della tempesta si illuminarono alle parole del giovane Vongola, il quale chiedeva il suo aiuto e lui, da buon braccio destro glielo avrebbe dato senza esitazioni,

avrebbe fatto qualunque cosa per lui.

- Certo Juudaime! Conti pure su di me!

Il brunetto sorrise e, insieme, sollevatisi da terra, si avviarono verso casa Sawada, dove il Guardiano salutò il proprio boss per tornare alla sua dimora.

Il giorno seguente, a fine lezione,  avrebbe parlato con gli altri.
 



                                                                                                                  **********



 
Una volta riuniti  tutti, compresi Lambo, Enma Chrome e Reborn, ovviamente, Tsuna prese a parlare con un po’ di nervosismo nello sguardo.

Si sentiva in colpa per non averlo fatto prima e ora aveva l’occasione per rimediare.

Raccontò tutto nei minimi dettagli ai suoi amici che,  tra lo stupore e sguardi disinteressati, almeno all’apparenza, ascoltarono attentamente le parole del brunetto.

- Ho davvero bisogno di voi ragazzi….mi spiace non averne parlato prima…..davvero, sono mortificato…..ma ve ne prego, aiutatemi a trovarlo….

Yamamoto sorrise come suo solito, portando le mani dietro la nuca e posando lo sguardo calmo e pacifico sull’amico.

-Tranquillo Tsuna! Avrai avuto le tue buone ragioni

-Non preoccuparti Tsuna-Kun, ti aiuteremo come possiamo

Aggiunse il decimo boss Simon con un timido sorriso.

-Conta anche sul nostro aiuto Tsuna-kun!

Affermò dolce e gentile Kyoko Sasagawa, affiancata dal fratello maggiore che annuendo aggiunse, come suo solito:

- FINO ALL’ESTREMO SAWADA!

Il brunetto sorrise felice scambiando uno sguardo di intesa con la tempesta.

- Non m’interessano questi stupidi giochi da erbivori….

E con questa affermazione il temibile disciplinare si allontanò sbadigliando, senza dare cenno di adesione.

Schierati dalla sua parte c’erano la  dolce e calma Chrome e il vivace Lambo, che, come sempre aveva preso la ricerca come un gioco,

facendo scoppiare tutti in un’allegra risata.

- Quindi inizieremo le ricerche da oggi, prima troviamo questa persona meglio sarà. Ci divideremo in gruppi e anche noi arcobaleno ci daremo da fare

Intervenne Reborn, tutti acconsentirono senza obiezioni.

I gruppi di ricerca  furono così suddivisi:
  • Tsuna, Enma, reborn
  • Gokudera, Yamamoto
  • Ryohei, Lambo
  • Kyoko, Chrome, alle quali, probabilmente, si sarebbe aggiunta successivamente anche Haru
Hibari si muoveva sempre da solo, quindi se avesse voluto dare una mano, non si sarebbe di certo unito ad uno dei gruppetti di “erbivori”

come spesso affermava lui.

Dopo l’uscita da scuola tutti si misero immediatamente all’opera, setacciando ogni luogo della città, ma le continue ricerche non sembravano dare frutti.

Dove poteva essere quel ragazzo? Non poteva essersi volatilizzato nel nulla.

Passate alcune ore, il gruppo di Tsuna si fermò per un attimo nella boscaglia vicina al piccolo tempio di Namimori, giusto qualche minuto per riposarsi.

Il brunetto sospirò affranto, ci teneva davvero tanto a trovarlo….

- Tsuna-kun, non abbatterti, lo troveremo!

La voce di Enma lo portò alla realtà e, il tocco della mano del rosso sulla sua spalla, lo fece sorridere.

Enma lo capiva e questo gli dava grande conforto.

- Enma ha ragione Tsuna, deve essere per forza qui, qualunque movimento sospetto ai confini di Namimori sarebbe stato notato dagli altri arcobaleno.

Affermò prontamente Reborn.

L’attenzione dei tre fu poi attirata da strani rumori metallici provenienti dal tempio.

Velocemente si diressero li, dove trovarono il guardiano della nuvola, Hibari Kyoia in

posizione di attacco con i suoi fedeli tonfa e il ragazzo incappucciato, posizionati uno di fronte all’altro, intenti nello scrutarsi.

C’erano delle crepe sul pavimento in pietra e alcune, più profonde, anche sulle pareti lignee laccate bordeaux del tempio, i due si stavano già fronteggiando da un po’.

- Interessante erbivoro, che altro sai fare?

Il ragazzo incappucciato non rispose, non lo faceva quasi mai, Tsuna aveva avuto solo un’occasione per sentire la sua dolce voce.

Ma in quell’occasione spiccicò alcune parole.

- Non ho intenzione di combattere

Hibari non si curò molto delle sue parole, con uno slancio felino si avvicinò al ragazzo, arrivando un soffio dal suo viso, muovendo il braccio destro in avanti, per

assestargli un colpo di tonfa dritto allo stomaco.

Ma lui, con un agile balzo si allontanò dal moro e dopo pochi secondi, con, una velocità quasi disumana, fu dietro il disciplinare.

Come poteva essere tanto rapido? Era la seconda volta che Tsuna poté assistere a tale abilità.

La prima volta che lo aveva incrociato era sparito con una velocità così elevata che il guardiano della tempesta non l’aveva neppure percepito……

di certo era un ragazzo fuori dal comune.

Ma una domanda si era insinuata nella mente del bruno, proprio come un tarlo fastidioso:

senza alcuna arma…..come avrebbe potuto resistere agli attacchi del disciplinare?

La risposta non tardò ad arrivare, certo, non chiarissima, ma sempre meglio di nulla…..

Il ragazzo incappucciato alzò lievemente il braccio sinistro, piegandolo appena per poi avvicinarlo con rapidità al moro che, sgranati gli occhi sorpresi, dovette portare i

tonda in avanti a formare una perfetta x, per parare il colpo.

Questo fu abbastanza forte da far spostare il disciplinare di un paio di centimetri dal corpo del ragazzo, sul pavimento grigiognolo, infatti, si

erano formati dei solchi……quanto era stato potente quel colpo?

Ma la cosa che più colpì il brunetto, come anche Enma e soprattutto il piccolo tutor, fu il fatto che il ragazzo non avesse utilizzato una vera e propria arma……

ma una parte del suo corpo.

Il braccio nel momento dell’impatto si era leggermente illuminato di una fievole luce arancio rossiccio, fu un bagliore, una cosa momentanea, quasi impercettibile.

- Come hai fatto erbivoro?

Il ragazzo incappucciato fece alcuni passi indietro, per poi tornare in una posizione rilassata, guardò intensamente Hibari che, quasi, involontariamente, fu colpito da un

sussulto, quasi come  se quello sguardo lo stesse perforando, arrivando nei meandri più profondi della sua anima.

Era una sensazione inspiegabile, ma una cosa era certa…..non gli piaceva affatto.

Scattò nuovamente in avanti cercando di colpirlo, ma i suoi tentativi parevano tutti inutili, l’agilità dell’altro era troppo elevata anche per il

disciplinare.

Questo fino a quando il “fuggitivo” non posò lo sguardo sbalordito, stupito, sulla figura di Kozato Enma.

Si gelò sul posto, il suo corpo pareva pietrificato, o trattenuto da chissà quale mera illusione, dischiuse lievemente le labbra  per proferir parola, ma non riuscì ad

emettere nemmeno un suono.

La voce gli era morta in gola e, i tre osservatori lo fissarono confusi e insieme preoccupati, soprattutto Tsuna, che davvero stava prendendo a cuore quel ragazzo.

Non appena il brunetto notò Hibari sferrare un altro colpo cercò immediatamente di fermarlo, facendo un passo avanti e

urlando con tutto il fiato che aveva in gola:

- HIBARI-SAN FERMO!

Il disciplinare non si era reso conto che il suo “avversario”, o meglio “preda”, com’era solito definire lui le persone, si era fermato, ma ormai era tardi.

Non riuscì a fermarsi.

La voce del brunetto parve risvegliare il misterioso ragazzo da quella sorta di trance in cui era entrato, si voltò appena per difendersi dal colpo, portando le braccia

davanti al volto, ma fu, stavolta, troppo lento e l’attacco del moro andò a segno.

Lo colpì su di un fianco, cosa che, a quanto pare fece parecchio male al ragazzo che, emesso un piccolo gemito strozzato, barcollò in avanti, finendo dritto tra le

braccia del disciplinare che, stranamente, lo prese al volo, impedendogli di cadere al suolo.

Tsuna corse immediatamente, con Reborn sulla propria spalla, verso i due, seguito da uno sbigottito Enma, rimasto interdetto per lo sguardo che il giovane gli aveva

rivolto.

- H-Hibari-san! Perché non ti sei fermato!?

Gridò preoccupato il brunetto, ma il disciplinare si limitò a voltare il capo in un’altra direzione, per poi prendere in spalla, quasi come fosse un sacco di patate, il ragazzo

incappucciato.

- Non sono tenuto a darti spiegazioni erbivoro….

Tsuna sospirò, sapeva che avrebbe risposto più o meno in quel modo, dialogare con la nuvola era totalmente inutile.

- Lo porto nell’infermeria della scuola, solo perché voglio continuare il nostro scontro. State certi che lo morderò a morte, proprio come farò con voi

Il disciplinare sorrise leggermente, per poi avviarsi verso l’edificio scolastico. Tsuna non avrebbe mai capito come Hibari Kioya potesse utilizzare la scuola a suo

piacimento, sembrava più lui il direttore che il direttore stesso.

-A-aspetta Hibari-san!

I tre seguirono il moro a distanza di sicurezza, avvertendo poi gli altri dell’accaduto, che, immediatamente li raggiunsero.

Ryohei, data l’ora alquanto tarda, consigliò a kyoko e Haru di tornare a casa e che poi gli avrebbero raccontato ciò che sarebbe accaduto. Le due, anche se inizialmente

un po’ contrariate, decisero di assecondare il volere del guardiano del sole, mentre tutti i guardiani dei vongola attendevano un segnale del proprio boss per poter entrare

nell’infermeria, curiosi di poter vedere il tanto ricercato ragazzo.

Hibari lo posò con una delicatezza a lui non consona su di un lettino presente nella stanza, mettendosi successivamente in disparte, poggiandosi ad un pilastro latteo

con le braccia conserte e uno sguardo pensieroso, mentre il suo fedele Hibird, gli si posava leggero su di una spalla.

- Spero si svegli presto…

Commentò leggermente preoccupato il rosso, ma si vedeva che era anche molto curioso.

Tsuna sperava altrettanto, sapeva come i colpi di Hibari potessero essere forti, ma aveva la sensazione che il ragazzo non avrebbe impiegato molto tempo a riprendersi.

Un leggero bussare alla porta metallica dell’infermeria distrasse il giovane Vongola dai suoi pensieri, costringendolo a voltarsi verso la fonte del rumore.

La porta, socchiusa, mostrò l’esile, timida figura di Chrome che, con voce pacata chiese:

- Boss…..possiamo entrare?

Il ragazzo sorrise cordiale e annuì, così, tutti i guardiani si trovarono ad osservare la figura incappucciata, ancora inerme stesa sul lettino.

Il torace si alzava e abbassava a ritmo regolare, le labbra erano appena dischiuse e

la presenza del cappuccio non permetteva di visualizzare altri dettagli del viso del misterioso individuo.

Lambo, curioso come suo solito, posò gli occhi vivaci sulla figura supina e cominciò a sghignazzare con voce elevata:

- GHYAHHAHHAH! Lambo-san vuole quel mantello tutto bianco sbrilluccicoso!!!

 Gokudera s’irritò non poco al suono di quelle parole, possibile che quel moccioso pensasse solo a giocare! In quel modo infastidiva il Juudaime!

- Ohi scemucca! Sta un po’ zitto!

Ma Lambo non gli prestò molta attenzione, anzi, continuò a ridere e scherzare, fin quando Reborn non gli assestò un poderoso calcio sulla testa.

- Chiudi il becco inetto!

Ma questo fece scoppiare a piangere il bambino vestito da mucca, Yamamoto cercò di tranquillizzarlo come suo solito, Tsuna sospirò invece affranto.

Possibile che dovesse finire sempre in quel modo?

Ma il filo dei suoi pensieri fu interrotto dal tocco della mano di Enma che si posò sulla sua spalla. Voltò lo sguardo nella sua direzione, notando come l’amico stesse

fissando il ragazzo addormentato che, dopo poco cominciò a svegliarsi e silenziosamente si tirò a sedere

 osservando di sottecchi i presenti per poi sospirare pesantemente.

Hibari subito scattò sugli attenti, ma un braccio di Ryohei prontamente gli circondò le spalle in modo amichevole, portandolo a trattenersi.

Non voleva fare una strage di erbivori nella scuola.

- Hei, come ti senti? Scusa per…ehm….per le…botte….non era nostra intenzione

Tsuna gli sorrise, ma il ragazzo non mostrò, apparentemente, alcuna emozione.

- Questi sono miei amici, non preoccuparti….non aver paura.

Ti puoi fidare
Il ragazzo nuovamente fissò i presenti, guardando per un attimo contrariato Hibari, che, rispose a quello sguardo con un sorriso beffardo.

- Ascolta, so che non volevi coinvolgermi, ma….l’ultima volta non ho avuto occasione per ridartelo…..

Tsuna prese dalla tasca dei propri pantaloni il bracciale argentato che aveva salvato lui e Gokudera da quel pazzo che inseguiva il giovane.

Questo sgranò gli occhi sorpreso e posò lo sguardo grato su Tsuna, che, sorridendo, glielo porse. Dopo esserselo rimesso sussurrò un fievole “grazie” facendo sorridere

teneramente tutti i presenti, tranne naturalmente il disciplinare che non avrebbe mai mostrato una sola emozione positiva.

Il ragazzo stava per dire qualcosa, quando, però, Lambo gli saltò praticamente addosso urlando come un pazzo.

- GHYHAHAAHHAHAH! Lambo-san vuole giocare!!!!

Tsuna e Gokudera cercarono di tirar via Lambo dal malcapitato, ma questi, proprio non voleva saperne di mollare

il mantello del ragazzo, anzi, strinse maggiormente la presa tirandoglielo con tutta la forza di cui era capace.

- Per favore piccolo smettila…..

Nonostante fosse Lambo nel torto, il ragazzo rimase impassibile, mantenendo una serenità unica nel suo genere.

Tentava di tener calato il cappuccio sul viso, ma la vivacità del guardiano del fulmine non gli dava tregua.

- Lambo, andiamo, adesso basta!

Esclamò esasperato Tsuna, doveva trovare un modo per calmarlo, ma proprio non gli veniva nulla in mente.

Per fortuna intervenne prontamente Chrome che aveva con se delle caramelle alla frutta e, donatele al guardiano più piccolo, riuscì a tenerlo buono.
- Ehm….scusalo…..era solo curioso eh…eh….

Il brunetto si portò una mano dietro la nuca imbarazzato, stava facendo una pessima figura davanti al ragazzo e, quasi come se lo avesse letto nel pensiero Reborn

sorrise appena divertito, per poi posare lo sguardo sul misterioso individuo che, nel frattempo, aveva scosso la testa, come a tranquillizzare Tsuna.

- Ehi tu, dimmi una cosa, come fai ad avere quel bracciale?

Il ragazzo fissò appena il bambino, per poi sorridere e iniziare finalmente a proferir parola:

- Non c’è un vero come o un vero perché, le persone scelgono un oggetto, ma a volte può essere il contrario.
Diciamo pure che…..me lo sono ritrovato tra le mani un giorno come tutti gli altri…..


Reborn continuava a fissarlo, naturalmente si capiva che la risposta non lo soddisfaceva affatto, non aveva chiarito assolutamente nulla.

- È un po’ come il Mare ring di Byakuran….no?

Fece notare Takeshi. A quelle parole l’attenzione si spostò su di lui, con un “EH?” generale.

- Beh, si, almeno questo è ciò che disse Yuni….vi ricordate?

I ragazzi fecero mente locale, ricordando la battaglia con Byakuran, principalmente il momento in cui apparve Vongola Primo per liberare il vero potere dei Vongola rings.

Effettivamente Yuni aveva accennato a qualcosa di simile, affermando che l’anello avesse scelto Byakuran……

- L’idiota del baseball ha ragione

Affermò Gokudera con la sua solita delicatezza di un elefante in un palazzo di cristallo.

Enma non è che capisse molto dei loro discorsi, sapeva qualcosa su quell’argomento, ma giusto il minimo, ciò che Tsuna gli aveva raccontato, infatti fissava con

espressione alquanto persa i suoi compagni.

- Ehm….scusate se vi interrompo, ma…..ehm….a-anche se mi farebbe piacere restare qui a parlare e….beh…a chiarire, Adelheid mi uccide se faccio tardi…..di
nuovo….


Tutti sapevano la ragazza come fosse fatta,quindi capirono le necessità dell’amico e lo lasciarono andare, se ci fossero state novità lo avrebbero avvertito.

In effetti si stava facendo tardi, anche gli altri sarebbero dovuti tornare a casa, ma attesero ancora un po’.
- Mi scuso per il disturbo ancora una volta. Avevo già detto che non avrei coinvolto il vostro amico  e non ho intenzione di coinvolgere neppure voi.
È una questione personale.


Finalmente il ragazzo aveva parlato di sua iniziativa, ma di certo Tsuna non avrebbe rinunciato ad aiutarlo, anche se non sapeva bene nemmeno cosa stesse
succedendo.
- Ascolta….loro sanno, gli ho parlato dell’uomo che ti insegue….

- Non avresti dovuto

Fu immediata e forse un po’ brusca la risposta del ragazzo, ma era comprensibile, era nervoso, preoccupato per il suo inseguitore, non voleva che qualcun altro si

facesse male…..aveva già perso troppe persone care……

-OHI! Il Juudaime ti sta fornendo aiuto, non osare trattarlo cosi!

Intervenne Gokudera alquanto seccato, ma una pacca sulla spalla da parte del guardiano della pioggia lo fece calmare, naturalmente dopo un acceso scambio di

 battute come loro solito.

- Ho visto che è pericoloso e noi possiamo aiutarti, fidati! Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione simile, ne abbiamo passate tante e insieme ce l’abbiamo sempre fatta.
Tu in questo momento sei solo, sei un facile bersaglio no? Dacci una possibilità, fatti aiutare…..per favore…


Il brunetto prese tra le sue le mani del ragazzo, stringendole appena, quasi a rassicurarlo, a dirgli che ci sarebbe stato, non importava cosa sarebbe successo, lo

avrebbe aiutato. Se qualche estraneo fosse stato a conoscenza della situazione, sicuramente si sarebbe chiesto perché voler aiutare così ardentemente qualcuno che

nemmeno si conosce. Tsunayoshi Sawada non lo sapeva, ma sentiva, nel profondo del suo cuore che quella era la cosa giusta da fare……

e non ci avrebbe rinunciato, per nulla al mondo.

Una determinazione mai vista, traspariva dagli occhi del Decimo boss dei Vongola, una determinazione che contagiò i suoi guardiani, che portò Reborn a sorridere, sentendosi fiero del suo studente.
- Da quando sei così profondo Dame-Tsuna?

Il brunetto arrossì di colpo, voltando di scatto il capo verso il piccolo tutor con un’espressione imbronciata.
- Reborn!

Una fragorosa risata si espanse nella stanza, ormai erano tutti decisi nel sostenere Tsuna, lo avrebbero aiutato come già in passato era accaduto, mai e poi mai lo

avrebbero abbandonato.

- Va bene…..accetto il vostro aiuto, ma….ad una condizione

I presenti si voltarono, in ascolto, verso il ragazzo, prestandogli il massimo dell’attenzione

- Se la questione si fa difficile, dovete lasciar perdere, per il vostro bene…..

I ragazzi annuirono, anche se proprio non erano le persone a cui poter dire qualcosa del genere.

La determinazione che li accomunava non gli avrebbe mai permesso di desistere.

- Nh! Non mi interessano questi discorsi, io voglio solo continuare il nostro scontro. Ci si vede….erbivoro

Detto ciò il disciplinare voltò le spalle ai presenti e se ne andò, nonostante le proteste alquanto accese di Gokudera, trattenuto da un sorridente Yamamoto che cercò di calmare, nuovamente, le acque.

- Adesso è tardi, se volete approfondire la questione….possiamo farlo domani…

Ryohei fissò appena il ragazzo annuendo, aveva ragione dopotutto, Kyoko lo stava aspettando a casa e, conoscendo la sua adorata sorellina, sicuramente si stava preoccupando….

- Ha ESTREMAMENTE ragione! Ne parleremo domani a mente fresca!

Anche Chrome e Yamamoto concordarono, a differenza della tempesta che voleva rendere a tutti i costi chiara la situazione, ma, per fortuna, anche Tsuna era d’accordo

con la maggior parte.

Così i ragazzi si avviarono verso le proprie abitazioni, salutandosi a vicenda, solo Tsuna e Reborn, accompagnati gli amici all’uscita dell’edificio scolastico, rimasero

ancora con il ragazzo vestito di bianco.

- Come facciamo a sapere che domani ci sarai?

Il ragazzo posò lo sguardo sull’arcobaleno sorridendo, per poi infilare entrambe le mani sotto il candido mantello all’altezza del collo, provocando un tintinnio metallico

che attirò ulteriormente l’attenzione dei due. Dopo pochi secondi tirò fuori una collana in argento con un ciondolo azzurrognolo della stessa forma dello stemma

all’interno del minerale incastonato sul bracciale, lo allacciò al collo di Tsuna, facendolo arrossire appena e sorrise allontanandosi di un passo da quest’ultimo.
- Finché avrai questo ciondolo, stai sicuro che tornerò sempre da te, qualunque cosa accada. Mi hai chiesto di fidarmi di voi no?
Fate lo stesso con me. Abbiate fede.


Detto questo, diede loro le spalle, pronto a sparire, così com’era apparso, ma Tsuna voleva porgli ancora una domanda…..

- Aspetta, qual è il tuo nome!

Cercò di bloccarlo, afferrandolo piano per il cappuccio, ma questo non fece altro che mostrare il volto del misterioso ragazzo, facendo rimanere a bocca aperta sia

Tsunayoshi che il suo piccolo tutor….

Mai avrebbero potuto immaginare che il ragazzo potesse avere l’aspetto di quella persona…….
 








 
 
 
 









 






Angolino autrice

Ecco il terzo capitolo, spero che anche questo possa essere di vostro gradimento,

se volete fare domande o riferire qualcosa fate pure. Cercherò di aggiornare quanto prima. A presto ^^

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Capitolo 4
*** Allerta ***






Non avrebbe mai potuto minimamente immaginare chi celasse quel mantello...
Sawada Tsunayoshi rimase per un attimo impietrito con il cuore in gola e gli occhi fissi dinanzi a se.
non può essere….è…è impossibile!” pensò ancora incredulo.
Se non ne avesse vissute di cose assurde, gli sarebbe venuto un infarto, li, seduta stante.
  • P-primo?
Chiese titubante in un sussurro, mordendosi subito dopo la lingua nella paura di aver detto qualcosa di sbagliato….
Un viso giovane, dai lineamenti delicati, due iridi azzurro cielo, grandi, da un taglio dolce ma deciso. Una zazzera biondo grano scompigliata, con una frangia lunga e ribelle…..
Somigliava molto a Vongola Primo, ma con lineamenti decisamente più infantili.
Ricordava bene il suo predecessore, era più alto, con una postura regale, gli occhi dalle sfumature arancioni decisi ma gentili…
  • Non so  di chi tu stia parlando. Il mio nome non è di certo Primo.
Il ragazzo alzò un sopracciglio confuso e guardò di sottecchi il brunetto che, ancora con espressione stupita, non riuscì a spiccicar parola.
  •  Mi chiamo Sean…a presto…
Non diede il tempo a nessuno dei due di aggiungere altro che corse via rapidamente, coprendosi nuovamente il volto con il bianco cappuccio.
  • Quel ragazzo…
Tsuna fissò per un attimo l’arcobaleno. Reborn era immerso nei suoi pensieri, sicuramente anche lui aveva ben notato la somiglianza con il primo boss….questo sembrava turbarlo e non poco, ma, sicuramente, non lo avrebbe mai ammesso.
  • Tsuna, torniamo a casa…è stata una lunga giornata, domani dobbiamo essere al massimo delle forze
Detto questo, il piccolo killer si avviò verso casa Sawada, seguito  dal proprio allievo che annuì distrattamente.
Durante la notte non riuscì a chiudere occhio, la testa gli scoppiava, aveva troppe cose in mente. Nonostante i dubbi gli attanagliassero il cuore però, Tsuna ancora sentiva la necessità di aiutare quel ragazzo…..Sean, così aveva detto di chiamarsi. Un nome molto diffuso in America….che venisse proprio da li?
Ma parlava il giapponese in un modo così fluido che gli sembrava quasi impossibile.
Si rigirò più volte sul morbido materasso, scostando appena le coperte e portandosi un braccio piegato sulla fronte sospirando pesantemente. Socchiuse lievemente gli occhi tenendo sospeso in alto, con la mano libera, il ciondolo donatogli da Sean, lasciandolo oscillare lievemente da destra a sinistra. Un’immagine repentina gli passò davanti agli occhi nocciola, un ragazzo dai capelli corti biondo miele con ciuffi più lunghi ad incorniciargli il viso, con un caloroso sorriso stampato sulle labbra. Sentì una dolorosa fitta alla testa, una così forte da fargli stringere i denti. Si tirò a sedere e, preso un profondo respiro, tento di calmarsi, portando il battito furioso del proprio cuore che, quasi sembrava voler saltargli fuori dal petto, alla normalità.
Cos’era quell’immagine? Scosse la testa sospirando ancora, la stanchezza gli stava giocando brutti scherzi.
 Decise, dopo varie esitazioni, di tornare a riposare, sperando che
il dolore, dopo una bella dormita, passasse.
Chiuse gli occhi assonnati e dopo poco tempo sprofondò in un sonno non proprio tranquillo.
 
 
                                           *******
 
Camminava nervoso, a passo svelto, tra gli scuri corridoi di quell’immensa dimora, ormai tutti dormivano, immersi in chissà quali fantasiosi sogni. Aumentò maggiormente il passo, giungendo finalmente a destinazione. Si trovò dinanzi una porta in mogano scuro, finemente decorata con foglie dorate in stile barocco. Afferrò con decisione lo sfavillante pomello girandolo verso sinistra, osservando l’interno della stanza elegantemente decorato. Pareti ricoperte da un parato ocra damascato, quadri di natura morta e vasi appesi un po’ ovunque, comodini lignei di una lucentezza unica, con alcune abajures dorate poggiate sulla loro marmorea superficie, accompagnati poi da un tavolino circolare con alcuni liquori ancora chiusi. Una moquette rosso scuro copriva il pavimento ligneo e il pesante tendaggio, del medesimo colore, che copriva il grande finestrone, era attraversato da alcuni raggi lunari che illuminavano lievemente quello che dove essere uno studio. Poggiato di schiena ad una fine scrivania in ciliegio, con vari documenti, penne stilografiche e altri oggetti vari sulla superficie vitrea, v’era un giovane, dai capelli color miele, vestito con una semplice camicia bianca dalle maniche risvoltate, in modo da avere più libertà nei movimenti, una cravatta nera allentata morbidamente, un paio di pantaloni scuri tenuti fermi da una cinta del medesimo colore e scarpe eleganti grigio scuro, che teneva una grande agenda dalla copertina in cuoio tra le mani, immerso in chissà quali riflessioni. Attirò la sua attenzione con un leggero colpo di tosse entrando nella stanza, chiudendosi poi la porta alle spalle. Il ragazzo volse appena il capo nella sua direzione e gli regalò un caldo sorriso, per poi chiudere l’agenda e posarla sulla scrivania.
  • Buona sera, cosa ti porta a quest’ora qui, nella mia umile dimora?
Si avvicinò maggiormente al ragazzo con aria seria e lo fissò dritto negli occhi; due profonde pozze color mare.
  • Cos’è quello sguardo? Sei arrabbiato forse?
Sospirò lievemente scuotendo la testa e gli posò una mano sulla spalla
Per prendere successivamente la parola:
  • Sono solo preoccupato per te…avrebbe potuto ucciderti…
Il ragazzo sorrise per poi scrollare le spalle rassegnato.
Stava per ricevere una bella ramanzina….
  • Come chiunque del resto. Siamo sotto al cielo dopotutto….
Se è destino potrei morire anche in casa, adesso, qui…
Sotto i tuoi occhi
Aggrottò appena le sopracciglia contrariato e strinse la presa sulla sua spalla. Non voleva nemmeno pensarci…
  • Non guardarmi così…sai che è possibile, non puoi impedirlo…
È destino. È scritto…
Un sospiro di frustrazione lasciò le sue labbra, affranto guardò ancora
l’amico dinanzi a se abbracciandolo delicatamente, in un gesto di affetto, di tenerezza…qualcosa che non era consono mostrare in pubblico, non più almeno, non con i tempi che correvano.
  • Non preoccuparti per me….sto bene, pensa alla tua famiglia
Il ragazzo dagli occhi blu profondo ricambiò la stretta in modo rassicurante facendogli coraggio.
Doveva essere il contrario, ma finiva sempre in quel modo, era l’altro a consolarlo, a spronarlo in ogni momento. Si comportava da fratello maggiore in un certo senso, anche se incarnava lui stesso un po’ quella figura essendo il più grande tra i due.
  • La mia famiglia è forte, ormai ci stiamo espandendo più di quanto
io stesso potessi immaginare…
  • Ma?
Aggiunse l’altro sciogliendo l’abbraccio e guardandolo negli occhi
  • Ma…alcuni elementi vorrebbero che aumentasse anche la potenza
Il più piccolo sospirò appena chiudendo gli occhi e incrociando le braccia pensieroso. Aveva un’espressione quasi bambinesca e si trovò
a sorridere divertito.
  • Ma voi siete più per il dialogo e non volete scatenare una guerra…giusto?
Si trovò ad annuire piano alle parole del ragazzo sospirando nuovamente.

Davvero non sapeva come placare gli animi di quelle persone così assetate di potere.
  • Ehi non abbatterti, sono sicuro che troverai una soluzione Ti conosco, so che ne sei capace.
Si trovò a sorridere dolcemente alle parole dell’amico.
Era così spontaneo, così ingenuo forse….dal suo sguardo traspariva unicamente una profonda bontà, ormai rara da trovare.
Magari tutti potessero essere così, si trovò a pensare. Ma sapeva che sarebbe stato impossibile.
  • Grazie di cuore amico mio….sono felice di averti accanto
Gli porse la mano con un sorriso sincero e l’altro la strinse con decisione sorridendogli di rimando.
  • Lo stesso vale per me…Primo
 
 
 
 
                                                      *********
 
 
Si svegliò d’improvviso  che era già mattina, trovandosi accanto Reborn che, probabilmente stava per svegliarlo lui stesso.
  • Ehi Tsuna, da quando parli nel sonno?
Il brunetto alzò un sopracciglio confuso, non se n’era nemmeno accorto e poi non gli era nemmeno mai successo…..ma forse era per quel sogno non molto normale….
  • Perché che ho detto?
Il tutor sorrise appena sistemandosi il cappello per poi saltare giù dal letto e dirigersi alla porta
  • Hai mormorato qualcosa su di un possibile delitto….sembravi
preoccupato
  • EH!?
Urlò il brunetto sorpreso. Non esagerava un po’ Reborn?
  • Forza sbrigati, dobbiamo incontrare gli altri
Detto questo lasciò solo Tsuna, uscendo dalla stanza, dandogli così modo di cambiarsi.
Il brunetto  prese dal proprio armadio una maglia color ocra leggera con sopra una giacca verdognola a maniche lunghe, pantaloni grigio scuro e, abbinate, un paio di converse arancio.
Una volta indossato il tutto e sistemato i capelli come meglio poteva, scese le scale, chiudendosi alle spalle la porta, raggiungendo l’allegra famigliola in cucina.
  • Lambo! Ridammi quell’onigiri!
  • Gyahahahah! Nooo questi sono di Lambo-san!
I-pin e Lambo stavano praticamente girando ripetutamente attorno al tavolo, facendo sorridere la mamma e Bianchi, intenta a coccolare affettuosamente Reborn.
Il brunetto sospirò appena, erano sempre i soliti. Ma la casa senza di loro sarebbe stata decisamente troppo silenziosa.
 Fuuta sorrise in sua direzione salutandolo allegramente, invitandolo
Ad unirsi a loro.
Il brunetto, tra varie chiacchiere e risate fece velocemente colazione, immergendosi per un attimo nei suoi pensieri.
Alcune immagini della notte precedente gli tornarono, vivide, alla mente. Quel ragazzo…..Vongola Primo…perché gli erano apparsi in sogno? E poi chi era l’altro biondo? Era la prima volta che lo sognava….
Si ritrovò a fissare un punto indefinito della stanza, finché lo sguardo  non gli cadde sulla mano destra di Lambo…..il guardiano del fulmine
teneva stretta in un pugno la catena argentata del ciondolo donatogli
da Sean. Scattò sugli attenti e subito si alzò rivolgendosi a Lambo.
  • Ohi Lambo! Quante volte ti ho detto di non prendere
le cose senza permesso! Forza ridammi quel ciondolo!
Il bambino vestito da mucca in risposta gli fece una linguaccia correndo fuori casa sventolando all’aria il prezioso monile.
  • Lambo!
Tsuna corse velocemente seguendo il piccolo guardiano andando a sbattere contro una povera ragazza scusandosi rapidamente e
rischiando di inciampare facendo una pessima figura, fu poi inseguito, come se non bastasse, dal chiwawa dei suoi vicini che, liberatosi dal guinzaglio era determinato ad acciuffare Tsuna per una gamba dei pantaloni. Non gliene andava mai bene una.
  • La-Lambo! Dannazione fermati!
Il bambino sghignazzando divertito svoltò un angolo seguito a ruota dal brunetto.
La corsa continuò ancora per qualche metro, finché Lambo non saltò su di un muretto gridando ad alta voce:
  • Questo ora è di Lambo-san!!!
Tsuna sospirò pesantemente, l’unico modo per convincere Lambo era dargli qualcosa in cambio, dopotutto era un bambino.
  • Ehi Lambo, se me lo ridai ti do tutte le caramelle che vuoi, ok?
Gli occhi del bambino si illuminarono a quelle parole.
  • Parlerò più tardi con la mamma, però per favore, ora ridammelo. È importante….
Il guardiano gonfiò le guance contrariato, ma per i dolci avrebbe fatto qualunque cosa.
Sceso dal muretto ridiede il ciondolo a Tsuna già pregustando la dolcezza di quelle leccornie.
  • Tsuna! Non scordarti delle caramelle di Lambo-san eh!
Detto questo il bambino corse via senza dare il tempo all’altro di dire alcun che…..era incorreggibile….
Il brunetto decise di avviarsi verso l’edificio scolastico, dove avrebbe dovuto incontrare gli altri, ma un ringhio rabbioso lo costrinse a bloccarsi.
Il cane che prima lo stava inseguendo era ancora li e meno amichevole del solito.
  • Ehm….s-sta buono cuccioletto….
Come se poi lo avrebbe ascoltato! Dopo un abbaio dell’animaletto Tsuna corse via a gambe levate. Anche se piccolo, un morso era sempre un morso dopotutto e lui di certo non ci teneva!
Il brunetto, ormai senza fiato si nascose in un vicolo attendendo
che il cagnolino continuasse la sua corsa, dandogli così un po’ di tregua.
Ripreso fiato, attraversò di striscio un viottolo stretto, ritrovandosi nel centro della città, dove, però, non vi era anima viva.
Ok che era ancora mattina presto, ma la cosa gli parve strana dato che Namori era molto attiva anche se piccola.
Vagò un po’ di qua e di là, ma non vi era ancora nessuno in vista.
Iniziava davvero a preoccuparsi. Ovunque andasse poi, sembrava tutto uguale, non importava dove girasse, c’erano sempre le stesse piante, gli stessi edifici….inizialmente pensava fosse un’impressione, ma ben presto si rese conto che così non era.
D’improvviso sentì una presenza alle sue spalle e immediatamente si voltò, trovandosi davanti il proprio riflesso in una vetrina.
Che fosse uno specchio? No….non poteva essere.
In quel momento gli tornò alla mente la tecnica utilizzata dal primo guardiano della nebbia, Daemon Spade, ma subito scosse la testa. Non centrava lui. Se ne sarebbe accorto.
Sulle labbra della figura riflessa apparve un sorriso poco rassicurante, pareva quasi un ghigno.
Tsuna, saggiamente, si allontanò indietreggiando ma servì a poco.
Il riflesso assunse fattezze reali, avvicinandosi pericolosamente al brunetto che, presa la fiaschetta contenenti le pasticche che gli consentivano di entrare in Hyper mode, ne mandò giù una facendo così nascere una purissima fiamma dalle sfumature arancioni.
Immediatamente si scagliò contro il “nemico” sferrandogli un poderoso pugno che, però, fu prontamente parato da questo, bloccandogli con forza la mano. Facendo leva sulle gambe il decimo boss dei Vongola balzò indietro riflettendo sul da farsi.
Quella creatura aveva una forza pari alla sua, quindi attaccarlo fisicamente non sarebbe servito. Si spostò in aria usando le fiamme come propulsore, pronto ad utilizzare l’X-burner, ma non gli fu possibile.
Il riflesso, quasi come se avesse capitò le intenzioni del ragazzo, portò un braccio teso davanti a se, creando delle liane violacee che, rapidamente, gli bloccarono le gambe trascinandolo verso il basso e spingendolo con forza contro un edificio.
  • Dannazione…..come fa a prevedere ogni mia mossa…
  • Ohh, non è difficile come pensi~
Il brunetto sussultò volgendo gli occhi, divenuti arancioni per la pasticca ingerita, alla figura. Aveva sentito una voce nella sua testa….
  • Tu….puoi leggere nel pensiero!?
La figura parve divertita e subito scrollò le spalle.
  • Sei nel mio regno Vongola Decimo, qui posso farti tutto ciò che
  •  
Detto ciò gli bloccò le braccia con le stese liane utilizzate precedentemente, tirandolo in piedi. Tsuna tentò di utilizzare le sue fiamme per arderle, ma ogni tentativo fu vano, sembrava quasi che ne bloccassero il flusso.
La morsa sui suoi polsi si fece sempre più ferrea procurandogli un profondo gemito di dolore.
Le piante si moltiplicarono cingendogli anche la vita  e il petto, facendogli mancare il respiro.
Si dimenò più volte nel disperato tentativo di liberarsi da quell’abbraccio mortale, ma le forze iniziavano ad abbandonarlo.
Annaspò in cerca d’aria ansimando poi pesantemente, chiudendo un occhio per l’estrema fatica a cui il suo intero corpo era sottoposto.
  • È inutile. Sprechi solo energie….siamo su due livelli differenti….
La figura ben presto iniziò a sfocare in una nebbiolina oscura, blu violacea, molto diversa da quella di Mukuro Rokudo, Chrome o
Altri detentori di quella fiamma.
Questa era densa, asfissiante….quasi “impura”.
Da quella profonda coltre emerse una figura femminile, snella, alta, dai lunghi capelli verde petrolio, raccolti in un’elegante coda.
Era fasciata in un abito rosso lungo fino alle ginocchia, allacciato al collo da un fiocco sottile e le spalle, come le braccia, lasciate scoperte.
L’abbigliamento era completato poi da un paio di stivali corti, anch’essi rossi.
Alla mano destra portava un anello dalle sfumature grigiognole con su raffigurato un serpente marino nero e indaco…..
Tsuna spalancò gli occhi riconoscendo in quel monile lo stesso stemma dell’anello che portava quell’inquietante individuo
incontrato in precedenza.
La misteriosa donna si avvicinò pericolosamente al giovane Vongola prendendogli il mento tra l’indice e il pollice, sollevandogli così il viso in modo che il ragazzo potesse specchiarsi nei suoi profondi zaffiri d’oriente che celavano, dietro tutta quella grazia, un’inquietudine che sarebbe stata capace di turbare i cuori più impavidi.
Avvicinò il viso al suo orecchio sussurrandogli malignamente taglienti parole:
  • Potrai piangere e gridare quanto vorrai….ma nessuno potrà aiutarti, la tua voce riecheggerà in eterno tra queste mura invisibili che ho appositamente creato in tuo onore…..questo luogo infernale, Sawada Tsunayoshi, diverrà la tua tomba…..
Gli si gelò il sangue nelle vene e un brivido gli percorse tutto il corpo come una scarica elettrica. D’istinto tentò nuovamente di liberarsi strattonando i polsi, non si sarebbe mai arreso, avrebbe lottato fino al suo ultimo respiro…..fin quando il tempo glielo avrebbe concesso….
  • Mi sono sempre chiesta….se la leggenda fosse vera….se questo “Peccato” che ti scorre copioso nelle vene….abbia davvero tutto quel potere di cui quel vecchio parlava…..
Tsuna non capiva a cosa la stramba donna si riferisse, notava solo
come ancora si avvicinasse, poteva sentire il suo fiato
caldo sul collo, una mano passare dai suoi capelli scompigliati, lentamente alla sua schiena, facendo aderire il suo petto a quello dell’altra.
Non si scompose, rimase impassibile a quelle movenze.
Doveva mantenere la calma ed escogitare un modo per liberarsi dagli artigli di quell’ arpia.
  • Di che stai parlando?
Allora chiese, attirando così l’attenzione della donna che, con un sorriso falso, portò nuovamente lo sguardo sul suo viso.
  • Non lo sai dunque, non ti è stato raccontato? Aaah povero caro~ ti hanno tenuto all’oscuro di fatti così importanti per tutto questo tempo…..ma d’altronde… sei solo un ragazzino
Tsuna sentiva il nervosismo aumentare, perché ci girava intorno? Poteva benissimo rivelargli cosa ancora non sapeva sulla storia dei Vongola.
Aveva ormai intuito avesse qualche riferimento ad essa…..
  • Beh, magari possiamo scoprire insieme se ciò che è scritto…sia vero o meno….dopotutto tu…sei diretto discendente di quell’uomo….
Detto ciò la donna gli scoprì il collo, scostando lievemente il  bordo della maglia dischiudendo appena le labbra mostrando due lunghi e affilati canini, pronti ad affondare nella tenera carne.
Il brunetto spalancò gli occhi incredulo. I vampiri non esistevano!
Erano solo personaggi inventati per spaventare i bambini, non poteva essere vero!
Pensò quasi di essere finito in un film dell’orrore. Tentò di fare qualche passo indietro dimenandosi, nonostante le liane lo tenessero prigioniero, doveva liberarsi, non voleva di certo finire “mangiato” da una pazza!
Ma ormai era tardi…..la donna lo strinse maggiormente, avventandosi sul suo collo. D’istinto strinse gli occhi, attendendo l’inevitabile, ma invece, non sentì alcun dolore, nessun movimento. Nulla di nulla.
Aprì allora lentamente gli occhi, notando che la donna fissava sconvolta il ciondolo che il brunetto portava  al collo.
Questo cominciò ad emanare una lieve luce arancio corallo, oscillando lievemente. D’improvvisò lo Sky ring, come per richiamo, iniziò a brillare, emettendo una leggera fiammella che, unita al bagliore del ciondolo, provocarono una potente onda d’urto, spingendo lontana
la donna, procurandole diverse scottature sulle braccia, che, prontamente, aveva portato davanti al volto per proteggersi.
  • Dannazione! Perché adesso!? Cos’è cambiato!?
Tsuna aggrottò le sopracciglia confuso, ma non si curò oltre delle sue parole. Il bagliore aveva deconcentrato la donna indebolendo così le
sue illusioni.
Il brunetto allora con una contrazione delle braccia spezzò le liane e  velocemente si spostò dietro il nemico, non dandole Il tempo di reagire.
La bloccò per le spalle e, quando gli X-gloves del ragazzo si illuminarono, la donna venne completamente ghiacciata dallo zero point breakthrough.
L’illusione finalmente si dissolse e Tsuna poté momentaneamente rilassarsi tornando alla normalità. Immediatamente corse via dirigendosi nel luogo d’incontro prestabilito con i suoi compagni.
 
                                        
 
                                             ********
 
Il ragazzo dal bianco cappuccio se ne stava poggiato alla ringhiera che circondava tutto il terrazzo dell’edificio scolastico, attendendo i guardiani dei Vongola con aria paziente. Alzò lo sguardo al cielo pensoso, era davvero la cosa giusta rivelare ogni cosa? Se poi la situazione fosse degenerata?
Questo Sean non lo sapeva, ma non poteva fare altro, ormai aveva dato la sua parola, sarebbe stato indubbiamente difficile, ma dopotutto la sua vita non era mai stata una passeggiata….
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dall’aprirsi della porta, fecero il loro ingresso un’esuberante guardiano del sole che praticamente trascinava uno scocciato e furioso guardiano della tempesta e una timida guardiana della nebbia. Al seguito arrivarono poi il boss degli Simon e il guardiano della pioggia sorridente e allegro come non mai, con un piccolo guardiano del fulmine sulla spalla destra che strepitava gioioso irritando profondamente la tempesta. Del guardiano della nuvola non vi era traccia, ma andava bene così…..
  • Ben arrivati….
Fu silenzioso e debole, un sussurro il suo saluto, ma fu lo stesso udito dai presenti che posarono lo sguardo sull’incappucciato, in una postura rigida e dalle braccia conserte che sembrava scrutarli con attenzione da sotto la falda del cappuccio.
  • Buon giorno!...ehm….non ci  hai ancora detto il tuo nome…
Disse Yamamoto con il suo solito sorriso sulle labbra, portandosi una mano dietro la nuca.
 Il ragazzo attese qualche istante per poi prendere la parola:
  • Chiamatemi pure Sean
Gokudera continuava a fissarlo con sospetto e il ragazzo lo capiva, dopotutto non lo conosceva, era spuntato dal nulla ed era entrato d’improvviso nelle loro vite, sconvolgendone l’equilibrio. Ne era consapevole e profondamente dispiaciuto…
  • Dov’è il vostro amico…..il castano….Sawada, giusto?
Tutti si bloccarono, Gokudera stava andando dal Juudaime, ma, avendo incontrato Ryohei gli era stato impossibile.
Era un’abitudine di  Tsuna essere in ritardo, ma non in situazioni importanti come quella.
  • Forse si è svegliato tardi, starà arrivando
Sentenziò non molto convinto Enma, ma Gokudera ancora una volta perse la calma.
  • Dobbiamo andare a cercarlo! E se gli fosse successo qualcosa!? Non me lo perdonerei….che razza di braccio destro sarei se….
  • Calmati Gokudera, vedrai che avrà avuto solo un contrattempo!
Affermò sorridente Yamamoto che d’improvviso si trovò anche Reborn su di una spalla.
  • Stamani Tsuna è corso appresso a Lambo e non è rientrato, credevamo stesse venendo qui
  • Reborn-san! Dobbiamo fare qualcosa! Juudaime potrebbe essere nei guai!
Quando poi Ryohei era sul punto di intervenire, ecco che la porta fu spalancata con forza dal brunetto che con il fiatone si piegò leggermente in avanti reggendosi con le mani strette sulle ginocchia. Aveva corso, le gambe ancora gli tremavano e il petto si alzava e abbassava in modo irregolare.
  • SAWADA! Ma dov’eri finito!?
  • Ci stavamo preoccupando Tsuna!
  • Juuudaime! Sta bene!?
La miriade di domande che gli furono poste lo scombussolarono alquanto, portò una mano in avanti per intimare silenzio, doveva fare mente locale. Enma e Chrome lo aiutarono a rimettersi dritto e, calmatosi iniziò a parlare.
  • C’è…..c’è un’illusionista in città, non l’ho mai vista prima, ma…ha un anello come quello che portava l’uomo che ti inseguiva….Sean…
Alzò lo sguardo preoccupato sul ragazzo che non parve perdere la calma, o così ritenevano  i presenti.
  • Probabilmente è parte del mio problema…
Reborn lo fissò appena per poi guardare Tsuna
  • Non probabilmente,  sicuramente….meglio che inizi a parlare
Il ragazzo annuì per poi rivolgersi ai presenti prendendo un profondo respiro:
  • È una lunga storia….ciò che posso dirvi….ciò che so per certo….è che una famiglia mafiosa mi sta inseguendo, mi da la caccia quasi fossi una gazzella e loro le tigri. Hanno preso tutti i miei amici, i miei cari e ne sono responsabile, è a causa mia….non desidero il male di altri per questo ho preferito non chiedere aiuto a nessuno, d’altronde….chi vorrebbe mai mettersi contro un’organizzazione temibile come quella? I membri che ne fanno parte sono forti, agguerriti, pronti a tutto pur di soddisfare il loro leader….non hanno pietà per nessuno….
Tutti ascoltavano in religioso silenzio; chi pensieroso, chi preoccupato, chi curioso, chi interessato.
Tsuna continuava a tenere gli occhi puntati sul giovane, quasi volesse scorgere una scintilla, una singola emozione in quelle profonde pozze celesti celate dal pesante cappuccio che ancora il ragazzo non aveva abbandonato, forse per paura….forse per abitudine.
Si avvicinò appena all’altro sotto lo sguardo attento di Enma e quello ansioso di Chrome  e lo incitò a continuare poggiandogli una mano sulla spalla.
  • Sono divisi in squadroni, partendo da quelli più deboli a quelli più forti. Lo stemma della famiglia raffigura un serpente. Ogni squadrone ha come simbolo un serpente diverso. Quella più potente è formata da sei membri ed è quella più vicina al boss….come simbolo ha un serpente marino. Ogni portatore ha un anello con quella creatura, ma di colore diverso
Yamamoto sbatté un paio di volte le palpebre per poi guardare il proprio Vongola ring
  • Un po’ come i nostri quindi?
Tutti si trovarono d’istinto a guardare i propri e il ragazzo annuì. Tutti conoscevano i Vongola.
  • In un certo senso…si, potremmo definirli “simili”
  • Ma?
Aggiunse Enma un po’ titubante posando lo sguardò sul ragazzo che per la prima volta parve esitare. Era forse Enma a fargli quell’effetto? Era la seconda volta che gli succedeva, ricordò Tsuna. Quando Hibari-san lo aveva tramortito…anche in quell’istante si era gelato sul posto…
  • Ma quegli anelli possiedono un’aura maligna. Totalmente opposta a quella dei vostri che sembrano brillare di luce propria. Prendono forza dalle emozioni negative dei loro portatori. Più sono iracondi, delusi, irritati, più vittime fanno….più forti diventano
Calò per interminabili minuti il silenzio tra i ragazzi, quando Reborn porse la domanda che nessuno aveva il coraggio di fare
  • Perché ti danno la caccia? Cos’è li hai fatti arrabbiare?
Il ragazzo si fece scappare un risolino per poi accennare un mesto sorriso
  • Magari li avessi fatti arrabbiare…..io non sapevo nemmeno della loro esistenza fino a qualche anno fa. Ma poi, il capo di questa famiglia ha cominciato ad intromettersi negli affari di altre famiglie, anche le più potenti, affermando con estrema sicurezza che “qualcuno” avesse “qualcosa” che lui desiderava
  • E…..
Esitò un attimo Tsuna posando nuovamente lo sguardo sull’altro
  • Questo “qualcuno”….sei tu?
Il ragazzo sospirò pesantemente, non sapendo nemmeno cosa di preciso dire, rifletté attentamente, per poi affermare rassegnato:
  • A quanto pare….si. Ma non ho idea di cosa effettivamente voglia da me, pensavo desiderasse il ciondolo che ti ho dato, o il mio bracciale, ma così non è stato….ho provato a capire in tutti modi e non ci sono riuscito
Reborn, a braccia conserte, parve perso nei suoi pensieri, capire effettivamente cosa quel ragazzo avesse di particolare era difficile, a parte il suo aspetto….che fosse legato proprio a quello?
Le parole della donna rimbombavano nella mente del brunetto….parlava dei Vongola, allora cosa centrava quel ragazzo? Era tutto fin troppo complicato. O Sean sapeva più di quanto dicesse o nascondeva qualcosa di potente e probabilmente pericoloso che un folle, pazzo, psicopatico voleva adoperare per chissà quale scopo malvagio….sembrava quasi la trama di un film….
  • Dobbiamo tenere gli occhi aperti. Potrebbero spuntare fuori in qualunque momento
Disse Reborn osservando i presenti e in particolar modo il brunetto, che parve preoccupato più del dovuto, dopotutto aveva incontrato quella folle “maniaca”? si, avrebbe potuto definirla tale.
Le sue movenze, le parole taglienti…..i suoi tocchi che poco avevano di sensuale, li avrebbe definiti lascivi, si decisamente lascivi.
  • Quella donna adesso è in città, non dovrebbe poter muoversi però….
I ragazzi intuirono cosa Tsuna avesse fatto, non era la prima volta che succedeva dopotutto.
Gokudera rivolse uno sguardo determinato al giovane boss, accompagnato dall’aura infuocata di Ryohei e dall’energico sorriso di Yamamoto.
Sapeva che lo avrebbero sostenuto e accompagnato anche in questa difficile avventura, qualunque ostacolo avessero incontrato lo avrebbero superato insieme, come ogni volta, ce l’avrebbero fatta.
  • Stia tranquillo Juudaime, se dovesse farsi viva non gli daremo vita facile! Non sa co chi ha a che fare!
Ryohei alzò un pugno al cielo già eccitato per un prossimo scontro, mentre Yamamoto scoppiò a ridere vedendo come Lambo aveva iniziato ad inveire contro Reborn, senza apparente motivo, ma questo lo ignorava bellamente.
-boss…..anche noi terremo gli occhi aperti….
Il timido sorriso di Chrome fece intenerire appena Tsuna che la ringraziò dal profondo del cuore. Enma riferì che avrebbe parlato anche con i suoi compagni e sarebbero stati in allerta per qualunque evenienza.
  • Per favore….non li sottovalutate….i generali sono pericolosi….
Ryohei gli rivolse un sorriso brillante proprio come il sole e gli diede una pacca sulla schiena per rassicurarlo, come avrebbe fatto in effetti un fratello maggiore.
  • Ci siamo trovati in situazioni ESTREMAMENTE pericolose più volte, li sconfiggeremo vedrai!
Il ragazzo abbozzò un sorriso gentile sussurrando un lieve grazie.
Una volta congedati tutti si ritirarono per le proprie faccende personali.
Ryohei avrebbe portato lambo da Kyoko e Haru, sapeva che al bambino piaceva stare con le due ragazze, Chrome, un po’ timidamente, si unì al sole, rivedere le due amiche non le sarebbe dispiaciuto. Yamamoto e Gokudera erano intenzionati ad allenarsi, non si sarebbero di certo fatti trovare impreparati, Enma buttò ancora una lieve occhiata sul ragazzo incappucciato per poi salutare educatamente e correre  casa, dopotutto doveva informare accuratamente gli altri.
Rimasero unicamente Tsuna e Sean, Reborn si era dileguato come suo solito senza una parola, a volte quel “bambino” era davvero spaventoso.
  • Sawada- san, penso che ora sia meglio andare, nei paraggi potrebbe esserci il ragazzo con i tonfa, sai, non vorrei essere nuovamente strapazzato….
Tsuna accenno un lieve sorriso nervoso, in effetti aveva ragione, il disciplinare avrebbe potuto colpire in qualunque momento, sembrava quasi avere occhi e orecchie ovunque.
Uscirono frettolosamente, facendo attenzione nel chiudere porte e cancelli per poi avviarsi silenziosamente per i piccoli viottoli della città.
  • Mi spiace Sawada-san, non era mia intenzione farti finire nei guai….è la seconda volta….
Tsuna scosse la testa sorridendo poi rassicurante, non voleva che il ragazzo si sentisse responsabile, avrebbe dovuto essere più attento lui, ascoltare il suo intuito, conosceva la situazione dopotutto.
  • Non è colpa tua Sean-kun…..ah, puoi chiamarmi anche Tsuna, non c’è bisogno di essere così formali
  • Ma….
Provò a ribattere l’altro, il brunetto però lo interruppe immediatamente
  • Per favore…
Il ragazzo sospirò, ma poi annuì con un cenno del capo.
  • Se ti fa piacere….
Nuovamente il silenzio calò fra i due, ma durò poco, infatti il brunetto riprese nuovamente la parola.
  • Sean-kun….posso chiederti una cosa?
Il ragazzo voltò appena lo sguardo verso l’altro e annuì, in attesa delle parole del boss
  • Ogni volta che un nemico, o qualcuno con intenzioni poco amichevoli si avvicina a chi porta il tuo bracciale, o  il ciondolo che mi hai dato…..questi reagiscono….perché?
Il ragazzo sorrise a quella domanda, se l’aspettava, era lecita, chissà da quanto il giovane Vongola se la portava dentro
  • Perché possiedono un’ anima
  • Eh!?
Tsuna sgranò gli occhi incredulo, ok che i Vongola rings portavano la volontà della prima generazione, ma l’altro parlava di…anima….com’era possibile?
  • Si, hai capito bene, il mio bracciale è fatto con la polvere di una stella, appartiene alla mia famiglia da molto tempo, è un cimelio, diciamo. Le stelle sono molto suscettibili al cambiamento se prima c’è un’aria serena e d’improvviso avvertono inquietudine, allora c’è una scintilla e giocano a “nascondino”
Tsuna aggrottò le sopracciglia confuso, lo stava forse prendendo in giro? In che senso “giocavano a nascondino”?
  • Per quanto riguarda questo….
Proseguì il ragazzo indicando il ciondolo che l brunetto portava al collo
  • Era di una persona a me cara, purtroppo non c’è più…me l’ha donato quando ancora ero un bambino e mi ha sempre detto che mi avrebbe protetto quando l’oscurità si fosse avvicinata. Si è attivato con te, vero?
Tsuna ricordò quell’istante, il bagliore, la donna sbalzata via con delle ustioni….ma anche il suo Sky ring aveva reagito….
  • Si, mi ha aiutato
  • È perché Tsuna-san ha un cuore buono
Il brunetto arrossì lievemente portandosi una mano a grattare la nuca e abbassò lo sguardo qualche istante, quando gli venne un’idea
  • Sean-kun, ascolta….so che per te è difficile fidarti delle persone, ma….volevo chiederti…cioè…se te la senti….
Il ragazzo lo fissò appena e alzò un sopracciglio per capire dove l’altro volesse arrivare
  • Vieni a stare da me per un po’, così sarai più al sicuro e non solo….poi mia madre non ha problemi, anzi, le fa piacere quando porto qualche amico a casa…..
Già, sua madre non aveva mai detto nulla per tutte le stranezze passate, si limitava a sorridere, rivolgendogli sempre il suo dolce sguardo.
  • Tsuna-san, già ti ho creato abbastanza problemi, poi  non….
  • Insisto!
E si sorprese del suo stesso tono sicuro, della stretta sul braccio dell’altro ragazzo forte e salda, come ad impedirgli di scappare di nuovo. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma sentiva che fosse giusto….
  • Va bene….
Il ragazzo non parve molto convinto, ma andava bene così, un passo alla volta, dopotutto era sempre guardingo e diffidente, aveva bisogno dei suoi tempi, lo capiva.
Tsuna allungò le mani al volto dell’altro calandogli lentamente il cappuccio.
L’altro lo lasciò fare, anche se, notò il brunetto, trattenne comunque per un attimo il respiro.
Poté così nuovamente vedere quei tratti a lui così familiari e sorrise, quando il biondo portò le sue iridi cerulee sulle proprie di un intenso nocciola.
  • Non hai più bisogno di nasconderti Sean-kun…andrà bene!
E per la prima volta Sawada Tsunayoshi poté vedere le labbra dell’altro incurvarsi i un radioso, sincero, dolce sorriso……
 
 
 




 

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Capitolo 5
*** Aria di tempesta ***



                                                               





Una figura slanciata, dalle spalle larghe e dalla corporatura snella, si avvicinò a passo felpato ma deciso al grosso blocco di ghiaccio aghiforme, che rifletteva i caldi raggi solari, assumendo varie sfumature arcobaleno. Carezzò con l’indice la fredda superficie, studiandola in ogni dettaglio e, dopo vari minuti, pose su di essa l’intero palmo. Un leggero vapore bollente iniziò ad innalzarsi e, ben presto, l’intero blocco gelato si sciolse, lasciando libera la donna dai capelli petrolio che vi era stata imprigionata non molto tempo prima.
La figura posò il suo sguardo tagliente nonostante le tonalità calde dei suoi occhi rossi, brucianti come carboni ardenti, sul profilo dell’affascinante e diabolica donna, tirandola in piedi con un fluido e rapido movimento del braccio e lei, in tutta risposta, gli rivolse uno sguardo profondamente contrariato e una smorfia d’irritazione, poiché ancora furiosa per la bruciante sconfitta inflittale dal piccolo boss Vongola.

- Ti sei fatta battere da un ragazzino, complimenti. Mi aspettavo molto di più da te Hiruko

La donna rabbrividì al suono del proprio nome, ma non lo diede a vedere, anzi, come se il commento non la toccasse minimamente, si portò, in un gesto elegante, una mano sul sottile fianco e lanciò uno sguardo di sfida al suo interlocutore palesemente scocciato e deluso dalla situazione venutasi a creare.

- Se pensi sia facile sconfiggere i Vongola, allora accomodati! Aveva quel dannatissimo ciondolo, non l’ho previsto! Non immaginavo che quel bel biondino lo avesse dato proprio a lui!

L’altro ancora una volta le scoccò un’occhiataccia per poi sospirare annoiato

- Era ovvia come cosa. Tu sei la veggente, quindi avresti dovuto prevedere le sue mosse . Anche se astuto, è pur sempre un bambino, non ha la minima possibilità di vittoria

La donna ancora più irritata dal tono di sufficienza usato dall’uomo, perché, anche se dotato di una vita sottile e di lunghi capelli violacei, era pur sempre un uomo. Ciò era confermato maggiormente dai tratti fini, ma marcati del viso e dalla ben definita muscolatura che si poteva intravedere dagli abiti aderenti in spessa pelle nera, si voltò con un rapido movimento nella sua direzione, rivolgendogli uno sguardo scintillante d’ira, ma prima che potesse proferir parola l’altro la precedette

- La tua mossa è stata azzardata, il decimo boss dei Vongola non deve sapere…. per nessuna ragion al mondo, sono stato chiaro? Il capo ne rimarrebbe molto deluso...e tu sai cosa succede a chi lo delude, vero mia cara?

La donna deglutì a vuoto sentendo tali taglienti parole. Sapeva di cosa il tanto stimato capo fosse capace e di certo non voleva provarlo sulla propria pelle. Ormai era tempo che lo seguiva e obbedientemente lo serviva, teneva alla sua anima e avrebbe fatto di tutto pur di tenersela stretta.

- Tze! Vedrò di fare più attenzione, ma sai….il profumo del piccolo Vongola era così invitante…lo hai sentito anche tu, non negarlo Ashura
L’uomo rimase in silenzio per qualche istante, per poi chiudere gli occhi vermigli come assorto in una profonda riflessione, ma immediatamente li riaprì, per rivolgere la parola all’altra.

- Non lo nego, ma a differenza tua, i miei istinti “animaleschi” li trattengo in maniera impeccabile. In futuro attieniti allo stesso principio, per il tuo bene. La nostra priorità è il ragazzo, nient’altro. Sono stato abbastanza chiaro Hiruko?

La donna sbuffò appena sistemandosi elegantemente un ciuffo petrolio dietro l’orecchio e annuì distrattamente ignorando lo sguardo che il compagno le stava lanciando.


                                                               ***


- Andiamo Sean-kun! Non essere timido

Sawada Tsunayoshi spingeva letteralmente un alquanto nervoso e intimidito ragazzo dalla scompigliata capigliatura dorata e dalle profonde iridi cerulee, che, piantati i piedi saldamente al suolo non ne voleva proprio sapere di seguire il brunetto alla sua dimora. Aveva si, accettato di stare con l’altro, ma non immaginava così presto! Si sentiva totalmente in imbarazzo e fuori posto, ma Tsuna non intendeva arrendersi per nessuna ragione.

- T-Tsuna-san….ma non po..possiamo aspettare?

L’altro si fermò appena aggrottando le sopracciglia, non gli era sembrato così impacciato in precedenza, anzi, lo riteneva una persona calma, sicura di se, per nulla timido, ma in quel momento non riusciva proprio a capire da dove saltasse fuori tutta quell’ansia.

- Non ti mangiamo mica, avanti, fidati di me! Certo Lambo e gli altri possono essere un po’ rumorosi, ma sono buoni come il pane, te lo assicuro!

Il brunetto gli sorrise dolcemente per rassicurarlo e, preso per il polso il biondo, lo trascinò, con meno fatica, verso casa.
Arrivati a destinazione ad accoglierli c’era Nana, con uno smagliante sorriso stampato sulle labbra che aveva appena steso il bucato.

- Ben tornato Tsu-kun! Oh, hai portato un amico vedo, ciao caro!

Il biondo accennò un lieve sorriso e si inchinò in avanti educatamente

- Buona sera signora

La donna sorrise nuovamente e osservò entrambi i ragazzi con dolcezza


- Ahh che ragazzo adorabile! Tsu-kun, avresti dovuto portarlo prima!

Il brunetto si grattò la nuca ridendo sommessamente e poi si rivolse, con un sorriso gentile, alla madre:

-  Anoh….Mamma ti presento Sean-kun….resterà per un po’ con noi, va bene?

- Ma certo! Sarà un piacere! Preparo subito la stanza degli ospiti. Andate pure di sopra

Rispose immediatamente allegra la donna, che, come un razzo, si diresse in soggiorno, probabilmente per prendere qualcosa.
Tsuna si trovò a ridacchiare tra se e se nel vedere il biondo rosso come un pomodoro, in effetti sua madre aveva ragione, quel ragazzo aveva davvero qualcosa di adorabile.
Preso nuovamente Sean per il polso, lo portò in camera sua, ignorando gli sguardi curiosi degli abitanti di casa Sawada e si sedette sul letto facendo accomodare anche l’altro, ancora un po’ rigido, ma pian piano la tensione che questi emanava iniziò a svanire.


- Sean-kun, come mai porti sempre quel mantello? Non hai caldo?

Il ragazzo alzò le spalle e sorrise al brunetto, togliendosi lentamente la pesante cappa e lasciandola scivolare sul morbido materasso.
Non era vestito in modo pesante, una camicia bianca a maniche corte aderiva perfettamente al corpo minuto e asciutto del biondo
lasciando intravedere ogni particolare del fisico snello e mettendone in risalto la muscolatura.
Lo sguardo del brunetto si posò sul bracciale argento del ragazzo, chissà come funzionava, si trovò a pensare, dopotutto non aveva avuto occasione di vederlo “attivo”.
Non credeva che emanasse solo un’aura rassicurante e che tele trasportasse le persone da un luogo all’altro. Era curioso, ma non sapeva se chiedere o meno. Sean gli aveva detto che il bracciale aveva un’”anima”, ma la cosa gli era parsa strana, rendeva, pero, la questione più interessante.

Tsuna-san, devi chiedermi qualcosa? Mi stai fissando da un bel po’… Il brunetto sbatté un paio di volte le palpebre e poi arrossì lievemente.

Aveva fatto un’altra magra figura…

-  Ehm…ecco...solo per curiosità….

-  Dimmi

Sorrise l’altro, osservandolo in attesa

- Ecco….il tuo bracciale….cioè, come funziona? È un’arma giusto?

Il biondo parve cercare le parole osservando un punto indefinito del soffitto, per poi riportarlo sul padrone di casa e annuire.

- Non amo la violenza, ma se è necessario lo uso in quanto arma….è come avere un polsino e un armatura su tutto il dorso della mano in effetti, poi si duplica, ma come già detto, è raro che io lo usi

Tsuna ascoltò attentamente le sue parole, in effetti quel monile era davvero, come sospettato, simile ai suoi x-gloves, ma la forma descritta era totalmente diversa. Chissà se avevano solo potere difensivo o anche di attacco, avrebbe davvero voluto vederlo in
azione….scosse immediatamente la testa. Ma a che diavolo andava a pensare! Non era da lui, non dovevano interessargli certe cose!

- Tsuna-san, ti senti bene?

Il brunetto annuì distrattamente con il capo, abbandonando immediatamente quei pensieri, per rivolgere un sorriso rassicurante al ragazzo di fianco a se.

- Tranquillo Sean-kun, sto bene, stavo solo pensando. Nulla di preoccupante.

L’altro annuì appena, per poi guardarsi attorno incuriosito, quasi come se non avesse mai visto una stanza simile, sembrava un bambino che faceva i suoi primi passi nel mondo. Si trovò a sorridere dolcemente a quel pensiero, non gli capitava spesso di comportarsi così, quel ragazzo gli suscitava quasi un affetto fraterno, un po’ come quello che provava nei confronti di Fuuta o gli altri piccoli abitanti di quella casa, ma con lui….erano forse un po’ più forti.
Si trovò a osservarne nuovamente il profilo dai tratti delicati e morbidi, gli occhi di un colore acceso, brillante, caldo, nonostante non fosse uno di quelli più estivi. I capelli lunghi, leggeri, dalle tonalità simili a quelle del sole, così simili a quelli del primo boss dei Vongola…
Si ritrovò a pensare al suo sogno, allo strano incontro del suo antenato con quel curioso ragazzo…..si chiese chi fosse, che legame avessero….non sapeva dove cercare le risposte. Di certo non avrebbe potuto chiedere a Sean, lui non sapeva nemmeno chi fosse Vongola Primo, figuriamoci i suoi conoscenti….

- Sai Tsuna-san?….Quando ti poni dei quesiti, ai quali non trovi risposta….smetti di cercarla e vedrai che sarà lei a trovare te

Il brunetto si voltò di scatto con le iridi nocciola sgranate dalla sorpresa. Come sapeva che si stava scervellando su qualcosa?

- Sei molto pensieroso, poi fissi punti non precisi assorto, è ovvio che stai ragionando su qualcosa che, forse, ti turba, o ti incuriosisce. Questo non so dirtelo, Tsuna-san, puoi saperlo solo tu

Disse scrollando le spalle in un fluido movimento, per poi portare le iridi cerulee al cielo, al di là della finestra che affacciava sul cortile.
Un manto terso, verso cui i rami degli alberi in fiore si stagliavano come mani, pronte ad afferrarne un piccolo lembo per tirarlo giù, quasi fosse un ricco ed elegante sipario, calante sulla scena teatrale ormai terminata.

- Oggi è particolarmente sereno…

Commentò il brunetto seguendo lo sguardo dell’altro, notando in esso, solo per un attimo, un filo di malinconia che scomparve nell’istante in cui l ragazzo si trovò ad annuire all’affermazione fatta e a voltare lo sguardo nuovamente sul giovane Vongola.

- Speriamo resti cosi, che nulla possa turbarne la quiete….

- Hai ragione…

Trascorsero così, tra una chiacchiera e l’altra, la maggior parte del tempo, Tsuna provò a chiedere della famiglia del biondo, ma l’alto non parve molto sereno nel parlarne. Gli raccontò che vivevano da anni in Italia, ma entrambi erano molto occupati per affari, non aveva molto tempo per vederli.
Ma il giovane boss Vongola sapeva che c’era qualcosa che il ragazzo non gli stava dicendo, in quelle parole c’era profonda tristezza, più del dovuto, forse, per quella situazione. Non volle però indagare oltre, almeno per quel momento.
Tsuna invece gli raccontò in generale tutto quello che gli era successo in quegli anni, le difficoltà affrontate, i suoi cambiamenti, quando Reborn entrò nella sua vita stravolgendola, l’incontro con tutti i sui guardiani, i vari nemici, il fraintendimento con i Simon….
era passato ormai tempo, ma tutto era ancora vivido e palpabile nella mente del brunetto, ogni sensazione, ogni frammento di quei ricordi…erano molto importanti, non ci avrebbe mai rinunciato.
Sean ascoltava in silenzio, con un leggero sorriso stampato sulle labbra e una scintilla di curiosità negli occhi, sembrava apprezzare i racconti del giovane boss e al brunetto non dispiaceva confidarsi con qualcuno, certo, non che non potesse parlare con Gokudera o Yamamoto, ma raccontare le sue vicende, la sua storia, a qualcuno che ne era estraneo, era ben diverso.

- Sei stato molto coraggioso nell’affrontare tutto ciò. È ammirevole Tsuna-san

Il brunetto si trovò a ridacchiare a quell’affermazione, ne aveva avuti di dubbi e timori! Non si riteneva affatto coraggioso, ma per proteggere i suoi amici, i suoi compagni, avrebbe fatto qualunque cosa. Era cresciuto grazie a loro, gli avevano dato la forza di combattere, di andare avanti.

- Coraggioso è esagerato…credo..

- Neanche per idea! Fossi stato qualcun altro saresti scappato no? Invece sei rimasto e hai lottato.
E questo ti distingue. Abbi più fiducia in te, Tsuna-san


A modo suo, anche Reborn glielo diceva, ma non gli era facile, d’altronde lo consideravano imbranato e in effetti lo era in varie cose, non era una cima nello studio, per non parlare dello sport….ne sarebbe passata di acqua sotto i ponti per raggiungere un buon grado di autostima! Ma non si sarebbe abbattuto, non era solo.
Dopo un po’ i due ragazzi scesero al pian terreno e Tsuna presentò il ragazzo a Fuuta, Bianchi ed I-pin, Lambo, che se ne stava sul divano a divorare caramelle, aveva già avuto l’occasione di incontrarlo, gli era saltato pure addosso…ancora gli dispiaceva per l’accaduto…
Fuuta parve molto interessato al biondo, gli faceva domande su domande ed I-pin invece lo fissava con un leggero rossore sulle guance, a quanto pare ance lei lo trovava “interessane” a modo suo.
Bianchi osservava la scena poggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto e con un sorridente Reborn su di una spalla.
Osservava il biondo pensierosa e poi spostava lo sguardo sul brunetto, c’era qualcosa che la confondeva…

- Vi somigliate….

I presenti, un po’ perplessi, si voltarono verso la donna dai fluenti capelli rosa.

- A cosa ti riferisci?

Chiese il brunetto aggrottando appena le sopracciglia

- Tu e il tuo nuovo amico, avete qualcosa di simile…ma forse è solo una mia impressione…

Gli interessati istintivamente si fissarono per qualche istante, per poi scoppiare a ridere senza un effettivo motivo, ma coinvolgendo tutti i presenti.


                                                       ***


Ormai il sole iniziava a calare, si sarebbe nascosto timidamente dietro qualche nuvola in attesa della splendida, lattea luna, quasi come un giovane amante in attesa della sua bella. Il cielo assunse man mano le sfumature calde rosso, arancio e giallo…come una preziosa gemma d’oriente che brilla al contatto con le calde acque marine.
Yamamoto Takeshi, di ritorno dal supermercato, per conto del suo vecchio, camminava per le tranquille stradine di Namimori, godendosi la leggera brezza, tipica dell’incombente sera.
Gli piaceva passeggiare a quell’ora, gli dava un senso di calma e tranquillità, una sensazione di leggerezza indispensabile per andare avanti dopo una dura giornata lavorativa. Non che gli dispiacesse, anzi, aiutare suo padre lo rendeva felice, entrava in contatto con molte persone, scambiava con loro opinioni, dava consigli e ne riceveva, era un bel modo per fare conoscenza.
Una strana sensazione improvvisa lo costrinse a fermarsi e a voltarsi di scatto, estraendo la sua fedele catana dalla fodera che portava a tracolla sulla schiena, parando giusto in tempo un colpo di lama….no, non era un’arma, era…una liana?
Fece un passo indietro, distanziandosi, quanto necessario, dallo strano oggetto e pose lo sguardo su una figura femminile che, in quell’istante, era saltata giù da un tetto come se niente fosse. Lunghi capelli petrolio, occhi sottili ma brillanti, che nascondevano una profonda malvagità che lo spadaccino mai, in nessuno sguardo, aveva mai visto.

- Ciao bel ragazzone. Sei tutto solo?

Yamamoto la fissò alzando un sopracciglio, ma senza abbassare minimamente la guardia. L’aura di quella donna era nera più dell’oscurità stessa.

- Su, su, non guardarmi così~ tu sei uno degli amichetti del piccolo Vongola vero?
Che ne dici di portarmi da lui? Non voglio farti del male inutilmente


Calmo come sempre Yamamoto non si fece intimorire e, stretta la sua katana, rispose a tono alla donna

- È contraddittoria signora, mi ha attaccato lei per prima poi Tsuna non gradisce la visita di estranei

La donna parve irritata da quel “signora” tant’è vero che iniziò a sbraitare contro il povero guardiano della pioggia che non ebbe occasione di ribattere

- Signora? SIGNORA!? Di un po’ moccioso, ti sembro forse così vecchia!?
Non vedi che non ho nemmeno una singola ruga! Io mi curo, ci tengo al mio aspetto sai!?
E poi questi capelli ti sembrano forse da vecchia? Sono lunghi, fluenti, ben pettinati e composti!


- A me sembri proprio una vecchia strega!

Un raggio rosso sfrecciò rapido verso la donna, bruciandole una ciocca ci capelli, rovinandole visibilmente l’elegante acconciatura.
Gokudera era corso in aiuto del guardiano della pioggia che, in quel momento, rideva allegro per la situazione creatasi, ma smise immediatamente quando sentì la donna urlare istericamente. Solo per una ciocca? Allora non osava immaginare se qualcuno le avesse tagliato l’intera coda….

- Brutti mocciosi impertinenti! Come vi siete permessi! Adesso ve la faccio vedere io!
Non ve ne andrete vivi da qui! Parola mia!


La donna allargò le braccia e una grossa nube nero violacea iniziò ad espandersi, fino ad inglobare gran parte del circondario. Venne a crearsi una cupola che, i due guardiani non riuscirono ad abbattere, quindi non restava loro che combattere.
Gokudera cercò in ogni modo di farla stare con i piedi per terra, poiché la donna era sospesa in volo, ma gli era decisamente difficile, mentre Yamamoto si occupava dell’eliminazione di ogni liana che quella “strega” isterica creava. Ma non potevano andare avanti così all’infinito, ben presto si sarebbero stancati e la cupola illusoria non aiutava affatto.
Gokudera Sparò nuovamente un altro colpo, ma la dona lo parò portando una mano in avanti e trasformandolo in una piccola sfera che poi lanciò con forza verso i due. Ci fu una grossa esplosione, ma il guardiano della tempesta riuscì ad impedire il peggio con uno dei suoi “scudi”

-Dannata vecchiaccia!

- Chiudi il becco moccioso!

Yamamoto non sapeva se ridere o restare serio, sapeva che la situazione non era delle migliori, ma i due, nonostante fossero nemici, erano davvero comici.

- Dai, mantieni la calma Gokudera!

Ma la tempesta non ascoltò, anzi, continuò a battibeccare con quella donna, come se niente fosse, cercando di colpirla.

- È inutile caro~ non riuscirai mai a colpirmi! Sei bravo….ma vedi, non sei affatto come G!

Entrambi i guardiani rimasero paralizzati per un attimo, un attimo che però gli fu fatale. La donna alzò un braccio al cielo tenendo ben aperto il palmo, creando un anello violaceo, dapprima piccolo, ma poi man mano iniziò ad allargarsi, producendo un strano suono sibilante, simile ad un ronzio.

- Siete miei adesso~

La donna lanciò lo strano oggetto circolare e, manovrandolo rapidamente, con movimenti fluidi lo avvolse attorno ai corpi dei due ragazzi, immobilizzandoli completamente dalla testa ai piedi, provocando poi, la caduta delle armi.
Più si dimenavano, più il cerchio si stringeva facendogli mancare l’aria, dovevano escogitare qualcosa e alla svelta.

- Rassegnatevi, i miei piccoli tesorucci non si staccheranno dai vostri corpi finché…beh, finché non avrete più un briciolo di linfa vitale!

La donna scoppiò in una risata malefica, posando finalmente i piedi al suolo, passandosi poi, in un gesto elegante una mano tra i capelli setosi.

- Vediamo adesso di attirare qui il vostro caro boss eh~

Detto questo, si avvicinò pericolosamente ai due guardiani….
                                                                                                                         

                                               ***


- Dunque ti sei deciso a chiederglielo, sono sorpreso Tsuna!

Reborn fissava il suo allievo in giardino, seduto su di un muretto con il suo fedele Leon accoccolato sul suo grande cappello.
Erano usciti a prendere una boccata d’aria e Tsuna gli aveva comunicato la sua decisione, dopotutto tenere più vicino Sean gli era sembrata la cosa giusta e, il piccolo tutor, si era trovato d’accordo.

- Ehi, cosa c’è da essere sorpresi!

Un leggero ghigno si dipinse sulle labbra dell’assassino che, abbassatosi lievemente la falda del cappello, fissò un punto indefinito del grande spazio verdeggiante

- Beh, è risaputo come sei timido Dame-Tsuna, è normale che io sia sorpreso dalla tua intraprendenza

Lo stava prendendo in giro, vero? Ovvio! Tipico di Reborn, si trovò a pensare il brunetto. Sean li osservava, poggiato
elegantemente allo stipite della porta-finestra laccata di bianco, con un leggero sorriso divertito sulle labbra.
Ok, doveva ricordarsi che il biondo trovava alquanto esilarante il modo in cui Reborn lo “torturava” psicologicamente.
Tsuna gli rivolse un’occhiataccia che l’altro parve cogliere e, ridacchiando, alzò le mani in segno di resa.
Aveva notato come il ragazzo fosse intuitivo, empatico…era davvero una dote particolare che non tutti possedevano, un po’ come l’intuito Vongola, ma questo era ben su altri livelli.

- Sean-kun, senti, magari sarà solo una mia impressione, ma…non ti piace Enma-kun per caso?

Il biondo aggrottò le sopracciglia non capendo a cosa l’altro si stesse riferendo e, allora, il brunetto continuò dicendo:

- Beh, ogni volta che lo vedi ti irrigidisci o abbassi lo sguardo, allora, sai, pensavo che…

- No! Non è come pensi Tsuna-san…è che…mi ricorda un vecchio amico e….beh io non lo vedo da molto

Non gli diede il tempo di finire la frase, ma il brunetto notò come a quella domanda si fosse agitato, qualcosa non andava….

- È uno di quelle persone che ,questa famiglia che ti insegue, hanno preso?

Chiese Reborn, spostando lo sguardo attento sul ragazzo che, in tutta risposta abbassò il suo al suolo e annuì piano, colto da un profondo senso di sconforto. Tsuna immediatamente gli pose una mano sulla spalla sorridendo, attirando così la sua attenzione

- Te l’ho detto, ti aiuteremo a liberarli Sean- kun, costi quel che costi

Il ragazzo accennò un leggero sorriso e posò lo sguardo ceruleo su quello del decimo boss Vongola sospirando amaramente

- Ti ringrazio, ma credimi Tsuna-san, ci sono certe cose che, a malincuore non posso dirvi, non ancora….

Il brunetto scosse il capo sicuro e ancora gli rivolse uno sguardo comprensivo

- Non importa, ogni cosa verrà fuori a tempo debito.
Stai tranquillo, quando ti sentirai pronto, noi siamo qui. Puoi dirci tutto


Rivolse uno sguardo complice a Reborn che, orgoglioso, ma mai lo avrebbe ammesso, del proprio allievo annuì, piegando appena gli angoli della bocca all’insù in un sorriso nascosto

- Tsu-kun! C’è qualcuno al telefono per te!

La voce della mamma distrasse i tre. Tsuna raggiunse il telefono e la madre gli porse gentilmente la cornetta tornando in cucina.
Alquanto confuso se la portò all’orecchio e dopo un lieve “pronto” attese la voce all’altro capo

- Ciao dolcezza! Ti ricordi di me~

Quasi gli venne un colpo! Voce femminile e suadente, ma intrisa di mielosa malizia e cattiveria…era quella donna! Avrebbe riconosciuto la sua voce civettuola ovunque.
Ok, primo, come si era procurata il suo numero? Secondo, da dove chiamava? Non l’aveva congelata!? E terzo…aveva un brutto presentimento.
Deglutì appena mascherando il tremore nella sua voce

-  Cosa vuoi!? Come hai fatto a…

Un’irritante e stridula risata gli arrivò tagliente all’orecchio e dovette allontanare appena la cornetta per trarre in salvo i suoi timpani

- Non importa come. C’è l’ho fatta è questo che conta mio dolce fiorellino.
Voglio giocare un po’ con te~ raggiungimi, sono a soli tre isolati caro


Tsuna spalancò gli occhi e strinse la cornetta con più forza

- Pensi davvero che io sa così stupido da…

- No biscottino. Ma se vuoi rivedere i tuoi guardiani della pioggia e della tempesta….ti conviene correre più che puoi.
Allora ti aspetto, dolcezza~

Tsuna lasciò cadere impietrito la cornetta che produsse un rumore sordo. Non ci pensò due volte, corse fuori casa ignorando le proteste di sua madre, ma fu prontamente raggiunto da un serio Reborn e da un confuso Sean che lo afferrò per un braccio

- Tsuna-san che succede?

Il ragazzo di voltò agitato stringendo un pugno

- L’illusionista ha preso Yamamoto e Gokudera-kun! Devo andare!

- Noi veniamo con te Tsuna, non fare lo stupido

Intervenne Reborn. Il brunetto i risposta annuì e, tutti insieme, si diressero nel punto indicato dalla terrificante donna.















 
 
                           



                                “Le lancette dell’orologio sono ferme ormai, ma il tempo continua a scorrere….
                                                                 solo che tu non vuoi vederlo…”

 

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