Club Gangsta's

di Hilary_Hyuga
(/viewuser.php?uid=42305)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mello and Matt - Pistols and Knives ***
Capitolo 3: *** B and L - Sick Minds ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Benvenuti in America. O meglio, nella NOSTRA America. Questa non è più l'America che i grandi falsi politici che promettevano che la loro patria sarebbe diventata lo Stato più potente del mondo. Questo è quello che loro vogliono far credere agli occhi di chi è fuori dall'America. Ma solo chi vive come noi sa davvero cos'è l'America di oggi. L'America non è dei politici ipocriti e coglioni, l'America è del popolo che darebbe tutto pur di sfamare sè stessi e i suoi figli. L'America è di chi, come noi, non crede in nessun dio, perchè ci riteniamo noi stessi degli dei, di chi per la gente ricca e potente siamo dei criminali tossici, ragazzini stupidi che giocano a fare i grandi, quando in realtà capiamo soltanto noi cos'è l'America di oggi: uno SCHIFO. Per cui, amico, se hai deciso di leggere questa storia perchè non avevi un cazzo da fare, è meglio che ritorni a sferruzzare, perchè non sono qui per fare il babysitter ai neonati -anche se quel poveraccio di Matt vorrebbe, ma se lo sogna!-, bensì racconterò questa storia di "bravi" ragazzi, di serate a tema di droga e belle donnicciuole sexy, di corse sfrenate con i motorini, Calibro 50 puntate alle tempie ormai giornalmente, il tutto centrifugato sempre sotto musica rock, metal e punk sparata a livelli spaccatimpani, solo a chi ne sarà veramente interessato e a chi..ah, ehi, dimenticavo! Devo farlo altrimenti B mi scuoia vivo...e non scherzo! Ti dò questi bei profumati soldini, sono 500 dollari, fanne buon uso, perchè appena scopro che sei andato a riferire tutta questa bella faccenda alla carissima polizia, potrai solo immaginare cosa ti accadrà...ma tanto la tua immaginazione non arriverebbe nemmeno lontanamente ai nostri congegni di tortura, tutto grazie alla nostra mente malata ma geniale di L.

Qui, nella bellissima e stra ricchissima New York City, c'è la guerra, fra le due più grandi organizzazioni di Gangsta mai visti: io, portavoce del Club -così suoliamo chiamare le organizzazioni Gangsta- Quilish Wammy, dal nome del nostro fondatore, ti comunico che all'incirca un anno fa sono venuti a formarmi questi due club, contro tutto e tutti, specialmente contro l'America dei politici a cui facevo riferimento prima. Ma siamo in guerra anche fra di noi: inizialmente cooperavamo, ma i due Boss, Quilish Wammy e Roger Ruvie, litigarono per le solite faccende di droga e denaro, e decisero di dividersi una bella quantità di droga per club, ma ovviamente noi siamo "bravi" ragazzi, e vogliamo a tutti i costi la droga dell'altro club. Da quel momento i due club hanno due obiettivi: il primo, sbarazzarsi dell'altro club impadronendosi del resto della "ragazza", nome in codice della droga, e ovviamente ucciderne tutti i membri. Il secondo, l'obiettivo finale, un potente attentato al governo statunitense, ma non saremo soli: cosa ti aspettavi, che fossimo dei sempliciotti? Abbiamo di supporto i club dei gangsta giapponesi capitanati niente poco di meno che da ... no, informazione troppo privata, mi dice la regia -il solito scassa coglioni di B, che idiota!-, per ora non lo dirò, ma è probabile che nel corso della storia si farà vivo, che ne dici? Molto bene, spero che tutto ciò non ti annoierà, perchè se così sarà, sarò costretto a darti in pasto alle sanguisughe che teniamo al calduccio nei nostri nascondigli, tesoro, e il sottoscritto, Mello il "darkettone", sarà felice di accompagnarti!
Benvenuti in America...la NOSTRA America!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mello and Matt - Pistols and Knives ***


Mello e Matt - Pistols and knives New York, h 6:00 a.m.

"Vieni qui, fottuto bastardo!"

Solita solfa. Matt che rincorreva Mello, che gli aveva ancora una volta fregato la sua Calibro 50. Ogni membro del club Roger ne possedeva una simile, mentre quelli del club Quilish avevano quelle a calibro nominale 36; Mello aveva una vera passione per le pistole, e, come ogni cosa per cui nutriva una passione, si divertiva a collezionarle, ovviamente rubando. E Matt era un bersaglio perfetto per procurarsi pistole di ogni tipo: anche lui adorava collezionarle, ovvero rubarle.
E come quasi ogni mattina, puntuale, Mello si inflitrava nel ritrovo dei Roger's entrando dalla finestra della camera del suo acerrimo nemico Matt, che per sua fortuna era al piano terra, quindi c'erano zero difficoltà di entrare e fregarsi un paio delle sue pistole preferite. Il bello è che ogni mattina, puntuale come lui, il suo secondo acerrimo nemico, Near, lo sgamava con uno dei suoi giocattolini a raggi infrarossi: Near rimaneva tutta la notte sveglio, non per niente era una specie di guardia notturna del club, e quindi per lui non era un problema scoprire le bravate di Mello. Matt così si svegliava, sentendo l'allarme dei giocattolini a raggi infrarossi, e lì iniziava lo scontro: mentre Near correva a rifugiarsi da qualche parte, perchè tutto si poteva elogiare di lui, tranne la sua virilità, Mello e Matt combattevano, facendo volare pugni, calci e quant'altro.
Quella mattina era come tutti i giorni: finito di pestarlo per un po', perchè Mello era davvero imbattibile nel corpo a corpo, quest'ultimo sfrecciò sulla sua Honda CBF600S, la sua seconda passione, portandosi con sè le due nuove pistole fregate, mentre Matt saltò sul suo Suzuki V-Strom 650, un vero gioiellino che Mello aveva già da tempo pensato di fregargli, accelerando a tutta furia, facendo romabre il motore quasi fosse incazzato nero, come Matt.
"Ah ah, pronta a risvegliarti, maledetta New York?"
Mello abbassò il vetrino del suo casco per proteggere gli occhi, mentre accelerò ancora di più, ma non prima di aver acceso lo stereo incorporato nel suo motore: e New York si risvegliò sotto le potentissime note degli Iron Maiden.

"Seeeeeee, vai così, vaiiiiiiiii!!!"

Mello adorava quella botta di adrenalina: rumore, rumore, rumore. E il suo cuore che batteva al ritmo di quel rumore. La moto strisciava via per le strade ancora vuote, la musica alta quasi quanto la senti in una discoteca, le chitarre sembravano fondersi con i rombi del motore, veniva a crearsi una confusione talmente chiassosa che avrebbe risvegliato i morti. Distruzione pura!

"Abbassa quella merda, coglione!!"

Matt sembrava davvero incazzato stavolta...
Mello non resistette alla tentazione di provocarlo:

"Vogliamo sentire le tue cacate, mister 'nu metallaro'?"
"Vuoi sfidarmi? Brutta scelta, Mello!"

Non ci volle molto prima che Matt mettesse anche la sua di musica, sparata a mille quanto quella di Mello: e gli Slipknot partirono all'attacco con le loro urla quasi strazianti. Intanto Matt era a pochi metri da Mello, ed erano arrivati ormai in periferia.

"Schifosi nu metallari! Andassero a farsi fottere!"

Mello lo disse fra sè e sè, non certo perchè avesse paura, ma semplicemente perchè la musica era troppo alta perchè arrivasse alle orecchie di Matt.
Corsero fino ad arrivare nelle strade più sperdute, quasi aperta campagna, e senza nemmeno avvertire Matt, frenò sul terreno umidiccio, aspettò che il rosso arrivò anche lui, e frenò a sua volta, per chiarire i conti:

"E ora dammi le pistole!"
"Oh avanti, voglio solo giocarci un po'! E poi, pensi che te le darò così facilmente, come fossero dei giocattolini?!"

Mello adorava davvero provocarlo e vedere la sua faccia arrossire di rabbia. Veramente gli piaceva far così con tutti. Ma non era crudele, era solo molto...bastardo!

"Facciamo così, Matt. Io ti ridò le pistole, ma tu in cambio devi darmi 200 gr della 'ragazza'!"

La sua espressione si fece seria: non stava più scherzando. I suoi occhi azzurro mare comunicavano minaccia.

"Non ce l'ho qui, ora. Sai che non è consentito portarsela dietro."

Il rosso portava i soliti occhialoni, che coprivano perfettamente i suoi occhi, regalandogli un'aria di mistero. Ma si capiva benissimo che era furioso.

"Vuoi spegnere quel cazzo di rumore??"

Sbraitò Matt, agitando le braccia, ma venne fermato bruscamente da Mello quando fu sul punto di colpire la sua moto con un calcio: il biondo gli torse il polso, e avvicinando il suo viso, disse:

"Non ti azzardare a toccare la mia moto, idiota! Ho detto che voglio la ragazza se vuoi riavere le tue amate pistole!"
"E io ti ho detto che qui non ce l'ho! E anche se l'avessi non te la darei di certo!!"
"Allora dì pure addio alle tue pistole, come tutte quelle che ti ho fregato in passato."
"Bastardo!"

Punch.
C'era da aspettarselo: Matt colpì Mello in pieno viso, con un sonoro pugno. Il biondo cadde all'indietro, ma non atterrò a terra, piuttosto riuscì a mantenersi in piedi riacquisando equilibrio all'ultimo secondo, con un'agilità invidiabile. I capelli che ricadevano sugli occhi si sporcarono di sangue che colava dalla fronte. Intanto si pulì il naso, anche quello sanguinante, con il guanto di pelle che indossava. Digrignò i denti e come un cane, ringhiò spazientito. Matt sapeva che aveva commesso un grosso errore: colpire Mello significava combattere, e automaticamente aver perso, perchè con Mello non puoi vincere nel corpo a corpo. Era un'eccezionale combattente, violento e agile nello stesso momento. Matt preferiva di grna lunga le armi. E per fortuna che ne aveva proprio una con sè: dopo qualche minuto di combattimento, in cui Mello stava avendo certamente la meglio, Matt tirò fuori un pugnale, piccolo e affilato, che sorprese Mello:

"E questo?"
Matt sorrise compiaciuto:

"Non te l'aspettavi, eh, amico?"
"Illuso..."

Matt era un illuso, aveva ragione Mello. Poteva bastare un semplice coltellino a metterlo KO? Lo sapevano tutti, col suo fisico d'acciaio, egli avrebbe resistito anche a una ferita da taglio di gravità medio-alta. E infatti, per quanto distrattamente venne ferito al fianco destro, che prese a sanguinare copiosamente, Mello riuscì a disarmare Matt, facendolo inciampare, e prima che potesse cadere a terra, gli afferrò la testa colpendola con una potente ginocchiata:

"Eccoti restituito il pugno!"

Matt urlò di dolore, gli occhialoni dovevano essersi rotti. Sentì la sua testa pulsare e il sangue caldo che gli scorreva per il viso come lacrime. Mello rimase immobile, fissando il suo nemico. L'aveva messo KO, si era capito. Matt ci mise un po' per rialzarsi da terra e sputare sangue, per poi riacquistare forza e determinazione per scagliarsi contro il suo nemico, ma Mello lo bloccò subito, serio:

"Non sprecare altre energie, stupido. Torna quando sarai in grado di battermi! Se vuoi essere un vero gangsta, il saper dare botte è la prima caratteristica fondamentale! E tu non sai nemmeno maneggiare un coltello! Io non voglio nemici così. Voglio nemici che siano alla mia altezza. Quindi, vedi di allenarti un po' con i tuoi amichetti e torna da me quando avrai imparato qualcosa di più. Chissà, forse potresti anche battermi, un giorno..."

Forse era solo un'impressione di Matt, ma sembrò notare in Mello una nota di compassione. Rimase a guardarlo fisso, in bilico fra l'umiliazione e l'odio. Fino a quando non sentirono un rombo di motori in arrivo. Mello saltò sul motore:

"Cazzo, sono i tuoi soci. Vedi di ricordarti ciò che ti ho detto. Ma non farti troppe illusioni, prima o poi mi darai tu stesso la ragazza."

Le sue ultime parole prima di accendere il motore e sfrecciare dalla parte opposta degli altri, prima che lo vedessero. Era solo uno pero': Light.

"Che cazzo è successo qua, Matt?"

Vide il sangue a terra e iniziò a soccorrere l'amico, che svenne d'un tratto. Light non era di certo riconosciuto per il suo altruismo, ma una delle regole del club era quella di soccorrere ogni membro qualora fosse in difficoltà o ferito. Light Yagami, dalla mente furba quanto sadica, aspetto assai gradito dalle ragazze dato il suo fisico scolpito e asciutto quanto quello di Mello, e il suo viso dai lineamenti delicati incorniciato da lucenti capelli portati lisci e un po' lunghi, avrebbe preferito lasciare quella schiappa del suo compagno lì dov'era, anzi, dato che era Matt, per cui nutriva una particolare antipatia, se fosse stato per lui l'avrebbe tranquillamente finito con un colpo di pistola. Lui così amava uccidere: veloce, secco e preciso. Non gli importava di far soffrire il nemico. L'importante era che moriva, che si togliesse di mezzo il più presto possibile, per dimostrargli che era lui il vincitore, che lo aveva superato. Così era Light Yagami: freddo ma letale, come i suoi colpi di pistola.
Ma purtroppo non poteva lasciare che quel povero disgraziato rimanesse lì a terra a soffrire. Doveva fare in fretta, altirmenti il suo compagno avrebbe riportato ferite gravi, e si sarebbe sorbito la predica del suo capo maledetto, il che non gli andava proprio a genio: si caricò il ragazzo sulle spalle, portandosi anche...le sue pistole.. non fece molto caso a ciò, le prese sapendo che appartenevano a Matt, ma senza sapere che qualcuno le aveva dimenticate...o forse le avrà lasciate di proposito lì?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** B and L - Sick Minds ***


Light and L - Sick Minds L and B - Sick Minds

New York, h 10:00 a.m.

Una porta venne violentemente aperta, facendo sobbalzare i presenti, ma nessuno di loro fu più di tanto sorpreso: quando la porta sbatteva in tal maniera, voleva dire che Mello era tornato. E infatti era lui: capelli in disordine, giubbotto di pelle slabbrato sul fianco, che ancora sanguinava dopo il colpo del suo nemico.
Voleva rimanere solo. Senza nessuna rottura di scatole. Ma non fece in tempo a finire di pensare questo desiderio, che fu inchiodato al muro dallo psicopatico del gruppo, che lo afferrò per il colletto del giubbotto e avvicinò tanto il suo viso che Mello potè sentirne l'alito sul collo:
"Ma Mello....quante volte ti abbiamo detto di smetterla con questa storia?? Ogni mattina torni in questo stato, chi te lo fa far..."
"Levati di mezzo, testa di cazzo!"
Non ci volle una forza stratosferica per liberarsi dalla stretta di B: il più delle volte era in uno stato pietoso, date le sue continue sniffate, ma molti cominciavano a pensare che quello era matto di suo..
Liberatosi da B, che cadde a terra come una scimmia, Mello non lo degnò più di uno sguardo e andò nei sotterranei, ad allenarsi nel suo campo da box personale: doveva sfogare la rabbia.
Ma basta ad occuparci di Mello.
Nell'atrio, dove B era ancora a cavalcioni a terra, entrò L, il suo gemello. A vederli nessuno saprebbe proprio come riconoscerli: per questo l'unica che differenza che hanno, sono gli occhi. B decise tempo fa di indossare delle lenti a contatto rosso fuoco per sembrare più 'aggressivo', come piaceva autodefinirsi. Ma a L, caratterialmente più sobrio, a tutto facevano sembrare a B quelle lenti, tranne che aggressivo.
"Alzati."
"Shhh"
"...."
Era un emerito coglione, B. Tutti lo pensavano. L invece era un genio. Ma molti consideravano anche L un coglione fumato. Certo, non quanto suo fratello, che davvero superava i limiti della pazzia, ma anche L non scherzava. Il bello era che tutti e due avevano un'intelligenza molto al di sopra della media: non erano degli amanti delle armi, anche se tutti e due praticavano la Capoeira, uno stile di combattimento di origine sud americane, e magri ed agili com'erano, nel combattimento avevano la velocità come loro punto a favore. Meno la forza.
I due fratelli erano i killer del club, dalla mente malata quanto geniale.
Ed infatti, utilizzavano la loro irraggiungibile genialità per far progredire il club: L aveva progettato e fatto costruire tutte le trappole esistenti in quella demoniaca società, a cominciare da "il bagno di cera":
"Il torturato verrà semplicemente legato in questa vasca dalla quale uscirà dai tubi della cera, inizialmente bollente. Se opporrà resistenza, il poverino verrà ustionato completamente dalla testa ai piedi, ah, ovviamente la cera inizerà a solidificarsi dopo pochi attimi: per questo gli consiglio di sbrigarsi a parlare!"
E questa è solo la più semplice delle trappole usate dal club Quilish.
B invece preferiva giocare con le vittime occupandosene con le proprie mani: ci giocava come se avesse in mano un bambolotto a cui puoi staccarci la testa, cavare gli occhi e quant'altro di bello suggeriva la fantasia. L'ultima vittima del club, che fu affidata proprio a B, rimase in vita miracolosamente, perchè decise di parlare solo dopo la tortura dello "spostamento di vene"...non penso ci sia molto da spiegare:
"Oggi sono riuscito finalmente a uccidere il banchiere che il boss mi aveva affidato. Avrò il 40% dei duemila dollari che quel vecchiaccio teneva stretti a sè come bambole. Tsk, è stato un gioco da ragazzi..."
L era a conoscenza delle sue potenzialità, e ne andava fiero. Si sedette sulla poltrona:
"Ffffff, io ho ammazzato Ms. Grace finalmente..."
"La prostituta con cui te la facevi negli ultimi mesi?"
"Sssssssssì... pensi che alla fine l'avrei lasciata vivere, dopo tuuuuutta la 'ragazza' che le ho concesso?!"
"...Contento tu. Dopotutto è il tuo lavoro."
L si alzò in piedi e, stiracchiandosi, iniziò a prendere a pugni l'aria:
"Stasera che si fa?! Ho saputo dal boss che al 'pub' mettono in palio un po' di quattrini.."
"....Fffffffff, non lo so"
Ci rinunciò: era inutile parlare con quello. Non faceva altro che contorcersi per terra come se fosse in agonia. Poco dopo gli squillò il cellulare: era il boss.
"Proprio chi speravo di sentire."
"L, sembra che stasera avrete da sbrigarvela."
"Soldi?"
"...e donne."
Come se gli importasse qualcosa:
"..e chi verrà?"
"Oh beh, sembra proprio che i nostri amici vogliano tenerci compagnia per stasera..."
L inarcò un sorriso compiaciuto:
"Molto bene, boss. Ci saremo."

Click
Il 'contorsionista' si fermò, guardò il fratello e disse:
"C'è tanta 'ragazza', stasera??"
La sua euforia sembrava quella di un bambino che non aspettava altro che le caramelle: in effetti la cosa era molto simile.
"Eheh, se fai il bravo, la avrai a volontà, fratellino."
B si sedette sulle ginocchia, sempre buttato per terra, e portandosi un dito alle labbra con fare infantile, chiese:
"Come mai sei così felice?"
L posò piano il cellulare sul tavolo, da dove l'aveva preso prima per rispondere al boss Mr. Wammy. Si girò dando le spalle a B, ma quest'ultimo sapeva che stava ridendo di gusto. Poi L con una mano si cacciò i nerissimi capelli ribelli all'indietro, e tornò a guardare il fratello con gli occhi spalancati al massimo e un sorriso tanto largo da sembrare finto:
"Stasera...UCCIDERO' LIGHT YAGAMI, FRATELLINO!"
Ed ecco a voi i due killer del Club Quilish all'opera!

Light Yagami...ne abbiamo già avuto modo di presentarvelo. Ma in realtà nessuno conosceva bene Yagami come il suo acerrimo nemico: L.
Anche lui killer nel club Roger, il club nemico, Light avrebbe potuto regalare tutto il suo denaro pur di uccidere L. Ed L avrebbe fatto altrettanto.
"In confronto, quelli di Matt e Mello sono corsette alla Guardia e Ladri!" spiegava l'ambiguo Near nel descrivere i combattimenti fra i due. Solo che avevano stili di combattimento molto simili fra di loro, sia per scontrarsi faccia a faccia, sia per uccidere le proprie vittime: L, come abbiamo già detto, era un esperto di Capoeira, la praticava da quando era un ragazzino che ancora commetteva piccoli crimini da principiante. La capoeira aveva il vantaggio di stendere il nemico senza il supporto di una forza particolare: L non era mai stato un tipo muscolo, anzi. Proprio per questo eccelleva in questo sport.
Light al contrario, scarseggiava nel corpo a corpo, ma aveva dalla sua parte le armi: a differenza di Mello, che eccelleva in ogni campo del combattimento, Light usava esclusivamente pistole, e la sua mira era temibile: Roger fece entrare il ragazzo nel suo club proprio per questo. Una mira così infallibile poteva essere solo un talento naturale, e con un po' di pratica sarebbe diventata la caratteristica principale di questo cecchino professionista.
Light era il cecchino del club Roger.
Ed era sempre un piacere sfidare il grande lottatore L: metteva alla prova le sue capacità, ma solo con lui ammetteva di utilizzare tutte le sue energie, perchè lo riteneva l'unico nemico degno di poterlo sfidare...ma non ucciderlo. Ed L la pensava esattamente come lui. Adorava sfidarlo, ma non si sarebbe mai lasciato uccidere! Piuttosto l'avrebbe fatto lui, quella sera...o, almeno, ci avrebbe provato.

L afferrò per la maglietta B, preso da un attacco di euforia omicida:
"Va' a chiamare Mello, e digli che siamo pronti per andare!"
B barcollò un po' mentre si tirava su, poi si avviò verso i sotterranei del loro ritrovo con la solita andatura: schiena ricurva e piedi scalzi.
I sotterranei potevano essere raggiunti con le scale, ma c'era anche un passaggio segreto raggiungibile dalla stanza di B, che aveva appositamente creato: una semplice botola che, attraversata una strada maleodorante e fangosa, finiva proprio al centro dei sotterranei, dove B riuscì a scorgere Mello intento a colpire a suon di pugni il sacco da boxe.
I sotterranei avevano un odore di chiuso, dopotutto all'inizio era una parte della fognatura di NY. Quella stupida della polizia doveva ancora accorgersi che mancava una parte della fognatura...
"Ehi!"
Mello si arrestò di colpo.
"Mh?"
"Si va...stasera...a divertirsi!"
Aveva già capito tutto:
"Donne, soldi, 'ragazza' e...gli amici?!"
B slinguazzò come se stesse leccando un gelato invisibile:
"Tutto!!"
E ovviamente Mello non potè fare a meno di sfrecciare verso il suo motorino...
"Qualcuno deve restituirmi le pistole!"




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=350278