Non posso più aspettare

di dreamfanny
(/viewuser.php?uid=875215)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fase 1. «Posso uscire con lei?» ***
Capitolo 2: *** Fase 2. «Vuoi uscire con me?» ***



Capitolo 1
*** Fase 1. «Posso uscire con lei?» ***


Nota dell’autrice
Eccomi con un’altra coppia che adoro: Elfman ed Ever! Sono così carini e divertenti che spero ogni volta di vedere di più di loro nel manga, quindi combatto la mia frustrazione scrivendo un breve racconto sul loro primo appuntamento. E anche sul loro rapporto con i loro amici.
Casomai non si fosse ancora capito dalle poche storie che ho pubblicato sul sito adoro Laxus, i Raijinshuu e i fratelli Strauss. Alla follia.
Buona lettura!
dreamfanny




 
Fase 1: «Posso uscire con lei?»
Come ottenere l’approvazione del padre, o dei fratelli.
 
 



 
Quella mattina Elfman era particolarmente nervoso. Dopo essersi cambiato per l’ennesima volta, si controllò allo specchio e una smorfia dopo l’altra si convinse che non era l’abbinamento giusto. Tornò a fissare pensieroso l’armadio aperto per scegliere un'altra maglietta e un altro pantalone.
«Qualcosa non va?» provò a chiedergli Mira, passando davanti alla porta e notando la sua frustrazione.
«Non riesco a decidere quale delle due mettere». Elfman si girò con in mano una camicia bianca e una maglia verde a maniche corte. Lei le osservò per qualche minuto, prima di indicare la prima e fargli l’occhiolino.
«Vado a farmi una doccia, non hai più bisogno del bagno vero?» gli chiese, mentre tornava in camera sua.
«No, puoi usarlo» le rispose distrattamente. Ora doveva scegliere i pantaloni, avrebbe chiesto a Lisanna. Indossò la camicia, ne prese tre tra cui era indeciso e andò in cucina.
«Lisanna, quale…» si bloccò per afferrarla, mentre stava scivolando dalla scala su cui si trovava. Terrorizzato dall’idea che potesse farsi male, aveva buttato per terra i vestiti e si era trasformato per poterla subito raggiungere. «Stai bene?» le chiese spaventato, tenendola tra le braccia e cercando una possibile ferita.
«Sì, ho solo mancato un gradino» rispose Lisanna un po’ imbarazzata «Ora mi puoi mettere giù, grazie». Con un sorriso appoggiò i piedi per terra e andò ad accendere un fornello, versando nella pentola dell’impasto per pancakes e aggiungendo le gocce di cioccolato che aveva appena preso. La osservò mentre cucinava e una ben nota sensazione di tristezza lo avvolse, quando ricordò gli anni in cui credevano fosse morta. Sorrise mestamente per la fortuna che avevano avuto, mentre riprendeva in mano i pantaloni.
«Secondo te quale devo mettere?» le domandò, mostrandoglieli uno ad uno.
«Mmm… vediamo, secondo me quelli neri sono i migliori con la camicia» gli disse, girando poi la frittella che stava cuocendo. «Perché ti preoccupi tanto per i vestiti stamattina?».
Elfman aprì la bocca per risponderle, ma cambiò idea e si voltò per ritornare in camera sua restando in silenzio. Se avesse svelato alle sue sorelle il piano che aveva in mente, non l’avrebbero lasciato stare ed Ever probabilmente si sarebbe innervosita.
«Elf-niichan». La voce di Lisanna lo raggiunse dalla cucina. «Hai un appuntamento?».
A quelle parole seguì il rumore di una porta che si apriva bruscamente e sulla soglia della sua camera comparve Mira. «Cosa? Con chi?» gli chiese, con un tono che sembrava arrabbiato e contento allo stesso tempo.
«Io… no, non è come pensi Nee-chan…» cercò una scusa, ma la sua mente era completamente bloccata e continuava a farfugliare parole sconnesse.
«Secondo me, è Ever» intervenne Lisanna, raggiungendoli con in mano un mestolo da cui gocciolava dell’impasto. Si scambiò un’occhiata complice con Mira ed entrambe tornarono ad osservarlo attendendo una risposta. Elfman le fissò a bocca aperta senza riuscire ad articolare una frase. Doveva inventarsi qualcosa alla svelta.
«Devo andare, sono in ritardo» disse alla fine, uscendo velocemente prima che potessero fermarlo.
 
°°°°°°°°°°°
 
Mira sentì la porta d’ingresso chiudersi e i passi del fratello percorrere il vialetto e diventare sempre meno udibili. Si voltò a guardare la sorella, che sembrava assorta nell’escogitare uno dei suoi piani. Teneva buffamente il mestolo in una mano mentre con l’indice e il pollice dell’altra si massaggiava il mento.
«Lisanna, a cosa stai pensando?» le chiese divertita da quell’immagine, mentre tornava in bagno per asciugarsi i capelli. Lei la seguì continuando a rimuginare, finché non fu illuminata da un’intuizione e batté le mani presa dall’euforia, facendo spargere gocce d’impasto sul lavandino e lo specchio.
«Ops» disse, mentre prendeva un asciugamano per pulirle. «Non ha un appuntamento con Ever, vuole chiederle un appuntamento!» sentenziò entusiasta, voltandosi verso di lei per avere conferma della sua conclusione.
Mira la guardò e lentamente comparve sul suo volto un sorriso. «Hai ragione!» le disse euforica «Vuole chiederle di uscire!». Si abbracciarono e cominciarono a saltare contente, ma furono interrotte dal suono del campanello. Si voltarono entrambe verso il corridoio, dirigendosi all’ingresso. Appena Lisanna toccò la maniglia, la porta si spalancò e «Buongiorno, famiglia Strauss» il saluto di Bickslow, enfatizzato dalle sue braccia alzate, proruppe nella casa. Lo guardarono confuse e con gli occhi spalancati. Nonostante si fossero legati molto negli ultimi anni, capitava di rado che venisse a trovarli. Dietro di lui intravidero Freed che, educato come sempre, attendeva sulla soglia che lo invitassero ad entrare.
«Vieni, Freed» gli disse Mira con un sorriso.
«Grazie» ed entrando si pulì gli stivali sullo zerbino. «Scusate l’irruzione, abbiamo bisogno di parlare con Elfman».
«Usa la forchetta». Lisanna stava rimproverando Bickslow, che si era seduto al tavolo in salotto e stava prendendo una frittella con le mani.
«Mira non vorrai mica presentarti alla Gilda vestita così, vero? Potresti far venire un infarto a qualcuno…». Tutti si voltarono a guardarla e si accorse solo in quel momento che indossava ancora l’asciugamano. «…soprattutto a Laxus» sentì Bickslow proseguire, mentre andava in camera a vestirsi. Si bloccò in corridoio udendo quel nome, ma scosse subito la testa convincendosi di esserselo immaginato.
 
°°°°°°°°°°°°
 
«Non è come dici tu» stava replicando afflitto Laxus, mentre prendeva alcune borse dalle sue mani. 
«Oh, andiamo! Smettila di avere prosciutti sopra gli occhi, è chiaramente innamorata di te. Se solo uno dei due si decidesse a dire qualcosa…»
Lui si voltò a guardarla, fissandola per qualche secondo come convinto dalle sue parole, ma poi sussurrò «Non sono il suo tipo, credimi» e ricominciò a camminare. Ever lo seguì scuotendo la testa e sorridendo appena. Accelerò il passo per raggiungerlo, mentre rimuginava sul modo in cui mostrargli che avesse torto. Gli aveva chiesto di accompagnarla a comprare alcune cose al mercato, visto che Freed e Bickslow avevano un impegno di cui stranamente non avevano voluto parlare. E in quel momento stavano uscendo da un panettiere e andando verso casa sua. Erano ormai diversi mesi che si era accorta di quello che Laxus provava per Mira, ma sembrava essere impossibile persuaderlo che il sentimento fosse reciproco. Ogni volta che lei o Freed iniziavano l’argomento lui si arrabbiava o si rattristava, cominciando a rimuginare su chissà quale sua convinzione. Assorta nei suoi pensieri non si accorse di Elfman, che stava camminando anche lui sovrappensiero fissando la strada. Cozzarono l’uno nell’altro cadendo a terra, mentre Laxus si voltava a guardarla sorpreso dalla sua caduta. «Ehi! Stai un po’ attento!» gridò, prima di realizzare chi l’avesse urtata.
«Scusi, non l’avev… Ever! Stai bene?» le mani di Elfman la sollevarono e si ritrovò a mezz’aria a fissare i suoi occhi. Quanto è carino pensò prima di cominciare a dimenarsi per farsi mettere giù.
«Dove avevi la testa? Avresti potuto farmi male!» gli disse, con un tono di voce più alto di quanto avesse voluto. Lo vide imbarazzato e impacciato cercare una scusa, che però non riuscì a trovare. Poi, come colto da una rivelazione improvvisa, fissò Laxus per qualche secondo e corse via senza dire nulla.
Entrambi lo guardarono allibiti e confusi, mentre scompariva in una via a qualche metro di distanza.
«Ma che…?» sussurrò Laxus, prima di voltarsi verso di lei e chiederle se si fosse fatta male.
«No, no. Sto bene» disse sovrappensiero. Si era quasi offesa dalla mancanza di attenzione che le aveva rivolto Elfman, perché l’aveva trattata in quel modo? Avrebbe almeno potuto, che so, offrirgli qualcosa o fermarsi a parlare. Qualsiasi cosa. Imbronciata ricominciò a camminare verso casa, non accorgendosi dello sguardo perplesso di Laxus.
 
°°°°°°°°°°°°
 
La sala della Gilda non era mai stata così rumorosa e piena di vita, nemmeno ai tempi d’oro della vittoria ai Grandi Giochi di Magia. Dopo essere stata ricostruita per l’ennesima volta, risplendeva al centro della città di Magnolia attirando turisti e aspiranti maghi. Il prestigio di Fairy Tail risuonava ormai per tutto il Regno di Fiore e suo nonno se ne stava vantando proprio in quel momento con Wakaba e Macao. «Sarà ora che vada in pensione, prima che qualche altra catastrofe la distrugga definitivamente…» disse, bevendo dal boccale ormai vuoto «Mira, cara, me lo riempiresti ancora?».
Lei lo guardò sovrappensiero e gli rispose con un sorriso «Master dovrebbe mangiare qualcosa, invece di continuare a bere, o non farà in tempo ad andare in pensione…». Lasciò la frase a metà e si allontanò seguita dagli sguardi sconvolti dei tre maghi.
«Ci vuole più di questo per uccidermi» sussurrò Makarov, appoggiando rumorosamente il boccale sul bancone.
Laxus ascoltò lo scambio a qualche sgabello di distanza e sorrise alle parole del nonno. Si voltò verso Mira, che si era messa a pulire alcuni tavoli. Sospirò e bevve un sorso di birra. La seguì con lo sguardo, mentre ritornava dietro il bancone e metteva nel lavandino alcuni piatti sporchi cominciando a sciacquarli.
«Vuoi altro?» gli chiese all’improvviso, continuando a dargli le spalle.
«No, grazie». Laxus distolse gli occhi dalla sua schiena, imbarazzato per essere stato scoperto. Voltò la testa verso la sala, dove Natsu si stava azzuffando con Gray per l’ennesima volta. Sorrise nel vedere che Erza si stava frapponendo tra loro tirando un pugno sulla testa di entrambi.
«Laxus Dreyar che ringrazia, siamo davvero cambiati eh?» sentì Mira commentare. Si voltò di nuovo e la osservò, indeciso sulle parole con cui ribattere.
«Mi preferivi prima?» disse alla fine, sinceramente interessato alla risposta. Finalmente Mira smise di lavare i piatti e lo guardò. Arrossì appena quando i loro occhi si incrociarono, poi riaprì l’acqua e ricominciò a pulirli senza rispondergli. Laxus sospirò, mentre incrociava le braccia sul bancone e vi appoggiava sopra il mento. Non sapeva come interpretare il suo atteggiamento: le poche volte in cui gli sembrava che Freed ed Ever potessero avere ragione, ripensava ad episodi di quel tipo e ritornava a convincersi del contrario. Frustrato si passò una mano nei capelli e sbuffò.
«Ehi, capo! Come andiamo?». Bickslow interruppe il flusso dei suoi pensieri. Si sedette di fianco a lui e gli diede una pacca sulla spalla, prima di chiedergli «Tutto a posto?».
Si sollevò, girandosi verso di lui, e vide con la coda dell’occhio un movimento quasi impercettibile provenire dalla figura di Mira. Combatté l’impulso di guardarla di nuovo. «Sì, mi sto solo annoiando» commentò, bevendo un sorso di birra.
«Ottimo! Mira mi porti una bistecca? Ben cotta, mi raccomando. L’ultima volta era un pochino troppo al sangue per i miei gusti…». Lei si voltò di scatto lanciando una delle sue occhiate omicide e Bickslow si zittì all’istante.
«Arriva subito» tuonò, scomparendo in cucina.
«Se vuoi morire, conosco modi meno dolorosi che insultare le doti culinarie di Mira» commentò Laxus ridendo.
«Laxus! Bickslow! Free… dov’è Freed?». Entrambi fissarono straniti Elfman, che torreggiava davanti a loro affranto. Si mise le mani tra i capelli e sconvolto chiese di nuovo «Dov’è Freed?».
«Non ne ho idea» disse Bickslow alzando le spalle.
«Non va bene, non va bene, non va bene…» farfugliò allora Elfman, fissando il pavimento e scuotendo la testa. «Allora lo aspetto con voi, sì!» sentenziò dopo qualche minuto, convinto e con tono nuovamente determinato. Si sedette alla sua destra, incrociò le braccia e chiuse gli occhi cominciando ad inspirare ed espirare, come cercando di raccogliere concentrazione ed energia. Bickslow mosse l’indice vicino alla tempia disegnando dei cerchi, mentre lo guardava, e mimò con le labbra “è pazzo”.
«Ecco». Mira porse, quasi sbattendolo, il piatto che il suo amico aveva ordinato e si allontanò nuovamente senza nemmeno notare il fratello. Bickslow ripeté il gesto di poco prima e cominciò a tagliare la bistecca, mentre Laxus la osservava allontanarsi in cucina.
 
°°°°°°°°°°°°
 
Inspirò ed espirò lentamente, cercando di non pensare a quello che doveva fare. Si era deciso dopo aver vagato per ore in tutta Magnolia, convinto di trovarli tutti e tre alla Gilda, ma quando aveva visto che Freed non era ancora arrivato aveva perso parte del coraggio che era riuscito ad accumulare.
«Ciao» una voce familiare lo ridestò. Aprì gli occhi e una chioma verde entrò nel suo campo visivo.
«Freed!» gridò sbattendo i pugni sul bancone, preso dalla gioia di vederlo. Non sarebbe stato in grado di aspettare ancora: se non l’avesse fatto in quel momento, non ci sarebbe più riuscito. Si alzò e si mise davanti ad entrambi, guardandoli negli occhi uno a uno. Un fremito percorse la sua schiena quando incrociò quelli grigi di Laxus: lui era quello che più temeva gli avrebbe detto di no. Deglutì a fatica e si schiarì la gola, ma il suono che uscì dalla sua bocca assomigliava più a uno squittio che alla sua voce. Loro lo guardarono sbigottiti e confusi, senza dire una parola. Ci riprovò, riuscendo a pronunciare un lieve sussurro. Intravide il sorriso divertito di Laxus e deglutì di nuovo.
«Devi alzare la voce o ti sentirò solo io» gli disse, mentre incrociava le braccia davanti al petto. Non che gli facesse paura, assolutamente. Ma, quando assumeva quella posa, incuteva un certo… rispetto, sì rispetto. Non paura. Elfman si schiarì la gola per la terza volta, riuscendo finalmente a chiedere «Vorrei il vostro permesso per uscire con Ever».
«Arrivi tardi, bello» gli rispose subito Bickslow mentre scuoteva la testa dispiaciuto «Ha un appuntamento con un tizio che abbiamo incontrato durante l’ultima missione». Elfman sgranò gli occhi e cominciò a boccheggiare.
«Siamo venuti questa mattina per informarti, ma eri già uscito» gli disse Freed.
«Chi… chi è?» chiese, con un tono improvvisamente arrabbiato.






 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Fase 2. «Vuoi uscire con me?» ***


Fase 2: “Vuoi uscire con me?” 
Come chiedere ufficialmente alla donna amata un appuntamento galante.
 
 


 
«Di cosa state parlando?». Elfman si voltò quasi meccanicamente verso la donna che era dietro di lui e, assumendo un’aria innocente, rispose «Niente, niente. Cose tra uomini, vero?». Sottolineò l’ultima parola con uno sguardo supplichevole verso Freed e gli altri, mentre del sudore freddo gli imperlava la fronte. Se Ever avesse scoperto che…
«Ci stava chiedendo il permesso di uscire con te».
Represse il grido di terrore nell’udire le parole di Laxus, che lo stava guardando divertito e con un ghigno sul viso. Impallidì e zittì l’istinto di sopravvivenza che gli stava gridando di correre il più lontano possibile, come un allarme lampeggiante accompagnato da una sirena. Non ebbe il coraggio di controllare l’espressione di Ever, ma percepiva l’aura rabbiosa che emanava anche continuando a darle le spalle. Un colpo improvviso sulla nuca lo risvegliò da quello stato di sbigottimento e terrore e, prima che potesse protestare, Ever urlò furiosa «Tu cosa? Perché lo hai chiesto a loro, eh? Non siamo mica nel Medioevo! E, se avessi voluto proprio farlo, avresti dovuto chiamare mio padre!». Lo colpì ancora con il suo inseparabile ventaglio e si allontanò senza aspettare una risposta, sedendosi di fianco a Freed e chiedendo a Kinana di portarle un bicchiere di vino.
Elfman rimase ammutolito per qualche secondo, indeciso su cosa ribattere. Quando Ever si arrabbiava in quel modo la temeva quasi quanto Mira. Deglutì a fatica una, due, tre volte. Sapeva come avrebbe reagito a quella sua richiesta, aveva imparato a conoscere molto bene il suo carattere irascibile, ma il codice morale gli imponeva di comportarsi come un uomo. E per “uomo” intendeva qualcuno che avesse il coraggio di chiedere il permesso di frequentarla alla famiglia della donna di cui era interessato, per dimostrare il rispetto nei loro confronti. Allo stesso modo si sarebbe aspettato che Ever lo chiedesse a Mira e Lisanna. Sbirciò lo sgabello su cui lei si era seduta e constatò ancora una volta quanto fosse arrabbiata. Si era giocato la sua possibilità? Sospirò afflitto allontanandosi e pensando a come farsi perdonare, quando una scarica elettrica lo fece sobbalzare e quasi cadere a terra. Si voltò verso Laxus pronto a tirargli un pugno, ma, appena incrociò i suoi occhi, la rabbia scemò. Non che avesse paura di lui, non c’era nessuna possibilità che potesse temere Laxus. Era un mago potente, questo doveva ammetterlo, ma non aveva paura di lui. No, signore. Ora che ci pensava doveva ancora fargliela pagare per il modo in cui gli aveva fatto scontare la penitenza dopo i Grandi Giochi di Magia.
«Dove stai andando?» gli chiese Laxus, guardandolo quasi con disprezzo e… dall’alto in basso? Com’era possibile? Era più alto di lui. Elfman stava per rispondere, ma un’altra scarica gli bloccò le parole in bocca. «Non provi nemmeno a batterti? Che razza di uomo sei?» aggiunse Laxus, stuzzicando proprio il suo punto debole. «Non la meriti se non provi nemmeno a combattere per lei» gli disse ancora. Si scervellò per decifrare la sua provocazione, arrivando all’unica possibile conclusione, per lui almeno: voleva che lo sfidasse per ottenere il suo permesso. Bene, lo avrebbe fatto se era l’unico modo. Sbirciò lo sgabello su cui era seduta lei con un’espressione ancora offesa: stava osservando la scena con attenzione, e tanto bastò ad Elfman per darsi coraggio. Si avvicinò a Laxus, gli si mise davanti e, come aveva letto una volta in un vecchio libro, gli diede uno schiaffo per sfidarlo.
 
°°°°°°°°°° 
 
L’intera sala si zittì udendo lo schiocco della mano sulla guancia. Come un’unica massa, tutti si voltarono verso di loro e immobili attesero la morte di Elfman. Ever fissò inorridita prima il suo amico e poi quel demente che voleva diventasse il suo ragazzo. Cosa gli era passato per la testa?
«Ma che…?» Laxus sospirò, facendo sussultare tutta la Gilda tanto alta era la tensione, ma quelle che risuonarono subito dopo per il salone non furono le grida di Elfman bensì risate. I maghi si guardarono a vicenda, sbattendo ripetutamente le palpebre per la sorpresa di quella reazione e non sapendo cosa fare.  «Credi davvero di riuscire a battermi?» gli domandò Laxus, rimanendo con le braccia conserte e continuando a ridere di gusto. «Idiota, non stavo parlando di me. Ti hanno appena detto che un’altra persona le ha chiesto un appuntamento e tu abbandoni così?» gli disse e, tornando improvvisamente serio, aggiunse «E non provare mai più a tirarmi uno schiaffo o le scosse che sentirai non saranno così leggere come quelle di poco fa».
Ever vide Elfman raddrizzare le spalle, avvicinarsi a lei e dire deciso «Potresti dirmi il nome di questo viscido uomo che ha osato mettersi in mezzo?». Lei sbatté le palpebre più volte, sorpresa da quella domanda, ma quando finalmente aprì la bocca per rispondergli fu interrotta da Freed.
«Credo che non sia il caso, organizza l’appuntamento e poi Ever deciderà a quale dei due presentarsi» sentenziò, mentre teneva una mano sulla sua bocca.
«Sì, una sfida! Mi piace! Elf-niichan vincerà di sicuro» si intromise Lisanna, che era appena arrivata alla Gilda e ora guardava il fratello con determinazione. «Ti aiutiamo io e Mira-nee!» gli disse, prendendolo per un braccio e trascinandolo in cucina. «Mira-neee» gridò, mentre Elfman la cercava con gli occhi.
Ever ricambiò lo sguardo ancora confusa e poi si voltò verso Freed e Bickslow. «Io non ho un appuntamento stasera» disse loro, dopo aver pensato per un attimo di essersi dimenticata qualcosa. No, una cosa di quel genere non se la sarebbe mai scordata. E se Elfman si fosse tirato indietro? Cosa era passato per la testa di Freed?
«Shh! Ci pensiamo noi, tranquilla» le comunicò Bickslow con entrambi i pollici alzati e un sorriso. Ever fissò anche lui per qualche secondo e poi si voltò verso Laxus, che sembrava essere l’unico razionale in quel momento. Quando, però, guardò lo sgabello su cui era seduto, lo vide vuoto. Lo cercò nella sala, ma non lo trovò da nessuna parte.
«Dov’è finito Laxus?» chiese, prima di vedere il suo mantello scomparire in cucina.
 
°°°°°°°°°° 
 
Mira prese alcune verdure dalla cassa e ritornò in cucina, ripassando mentalmente la ricetta della zuppa che voleva cucinare. Doveva distrarsi dal pensiero che la stava assillando, continuava a ripensare ancora e ancora alla domanda di Laxus “Mi preferivi prima?”. Sospirò e cominciò a tagliare le verdure, mentre si costringeva a pensare ad altro senza troppo successo. La verità era che lo aveva sempre amato, persino quando li aveva abbandonati durante l’attacco di Phantom Lord. Lo avrebbe voluto squartare, questo sicuramente, ma sapeva fin troppo bene la rabbia che si portava dietro… Non lo preferiva prima, non lo preferiva adesso. Lo amava prima, e lo amava adesso. Non ricordava nemmeno quando si era resa conto di ciò che provava. Sospirò afflitta, mentre i ricordi degli anni passati le inondavano la mente, e represse la tristezza quando il volto di Laxus che le chiedeva un appuntamento le comparve davanti agli occhi. Aveva rifiutato e se ne era pentita subito dopo, ma non era il momento giusto: Lisanna era appena scomparsa e lei non riusciva a concepire nessun legame oltre a quello con Elfman. Perdere qualcun altro le sarebbe stato impossibile da sopportare. Non era mai il momento giusto per loro due, a dire il vero. Lo ammirava così tanto quando era più piccola, anzi aveva una vera e propria cotta per lui, solo che Laxus non si sognava nemmeno di darle le attenzioni che lei voleva. Dopo la morte di Lisanna si erano avvicinati molto, ma questa volta era lei a non riuscire a dargli quello che desiderava. Ed erano successe talmente tante cose… Sospirò ancora e mise nella pentola le carote e le patate che aveva preparato, cercando di scacciare quei pensieri.
«Mira-nee» sentì chiamarsi e vide Lisanna entrare. «Dobbiamo aiutare Elf-niichan: deve organizzare l’appuntamento con Ever e convincerla ad uscire con lui» la informò, facendole l’occhiolino senza farsi vedere dal fratello.
«Mmm… allora dobbiamo impegnarci. Elfman a cosa avevi pensato?» gli chiese, pur avendo già in mente esattamente cosa fare e dove. Freed e Bickslow le avevano aiutate durante la mattina a progettare ogni cosa.
Elfman le fissò entrambe, si sedette al tavolo in mezzo alla cucina e «Una cena al tramonto con un’orchestra ad accompagnare la serata» riferì loro con entusiasmo.
«Oh, che cosa carina! Potresti organizzarlo alla spiaggia, sarebbe ancora più romantico» gli disse Lisanna con occhi illuminati dalla gioia. «E poi, dopo aver mangiato, potreste fare una bella passeggiata e dichiararvi eterno amore, mentre vi baciate alla luce della luna» aggiunse con aria trasognata. Mira soffocò una risata notando l’espressione imbarazzata del fratello a quelle parole.  
«Sì… certo… anche quello… sì» farfugliò, mentre si grattava la testa impacciato. «Ma prima devo scoprire cos’ha in mente quell’altro» aggiunse, sbattendo i pugni sul tavolo.
«E io che pensavo che voi due aveste già…». Tutti e tre si voltarono verso la porta della cucina e videro, appoggiato allo stipite, Laxus nella sua consueta posizione a braccia incrociate. Il cuore di Mira si fermò per un istante quando incontrò i suoi occhi. I suoi splendidi occhi grigi… si voltò di scatto, quando quel pensiero le sfiorò la mente, e tornò ad occuparsi della zuppa. Una zuppa che aveva decisamente bisogno di essere mescolata con attenzione o si sarebbe bruciata.
«Io sono un vero uomo, non farei mai una cosa simile» sentì Elfman dichiarare.
 
°°°°°°°°°° 
 
Laxus scoppiò a ridere, quando il viso di Elfman diventò rosso per l’imbarazzo. «D’accordo, d’accordo. Non ci sarebbe nulla di male, comunque» precisò, appoggiandosi al bancone vicino ai fornelli. Prese una mela e la morse a vuoto. La mano di Mira gliel’aveva già portata via.
«Questa è per la torta, non puoi mangiarla» lo informò con fare autoritario, mentre la appoggiava di nuovo nella ciotola. Laxus stava per ribattere, ma Elfman gli si mise davanti e «Tu sai chi è quest’altro uomo?» gli chiese. Lo osservò, indeciso se smascherare Freed e Bickslow o vedere fino a che punto sarebbero riusciti ad arrivare. Anche se… era davvero convinto che Elfman ed Ever stessero insieme da quando erano tornati dall’isola Tenrou… Forse valeva la pena assecondare i suoi amici questa volta. «Me ne hanno parlato, sembra un tipo davvero in gamba. Ma potrei preferire te, solo perché di Fairy Tail però» disse, assumendo un atteggiamento volutamente sprezzante. Vide la determinazione di Elfman vacillare appena alle sue parole.
«Non è di sicuro più in gamba di Elfnii-chan!» si intromise Lisanna, cercando di dare sostegno al fratello.
«Sì, non ti preoccupare Elfman. E poi Ever prova qualcosa per te, vero Laxus?». Mira si voltò verso di lui con uno sguardo che ammetteva poche repliche. Avrebbe voluto contraddirla solo per provocarla, ma represse l’istinto da adolescente innamorato e annuì con la testa. «Allora? Che cosa vi serve?» chiese, dopo aver ripreso la mela di poco prima ed essersi allontanato per impedire a Mira di fare qualcosa. La morse di gusto e la guardò con aria di sfida, mentre si sedeva di fronte ad Elfman. Lei ricambiò divertita l’occhiata e tornò ad occuparsi della zuppa.
«Prima di tutto, bisogna decidere il menù ed ingaggiare un’orchestra…» cominciò ad elencare Lisanna.
«Perché non canti qualcosa tu, Mira?» sentì la voce di Freed dietro le spalle e si voltò. Elfman si mosse sulla sedia, ma prima che potesse dire qualcosa lui aggiunse «Non me lo chiedere, ho fatto una promessa e non la infrangerò». Con solennità si avvicinò al tavolo e posò un foglio davanti ad Elfman. «Questi sono i piatti preferiti da Ever» disse. «Laxus, potresti accompagnare Mira con la chitarra…» suggerì con non curanza, mentre usciva dalla stanza. Maledetto… represse la voglia di dargli una scossa.
«Ovviamente, non dovrai dimenticare i fiori» disse, in un vano tentativo di cambiare argomento
«Questa è davvero una buona idea, almeno potremo controllare che tutto proceda per il meglio». Come si aspettava, infatti, Mira non aveva lasciato che la proposta di Freed fosse dimenticata. Questa me la paghi, Freed. 
«Sì, voi due insieme stareste proprio bene!» affermò Lisanna con entusiasmo, aggiungendo subito dopo, con poca convinzione, «Come coppia da palcoscenico, ovviamente». Vide Mira diventare paonazza, abbandonando la sicurezza di poco prima, e voltarsi di nuovo verso i fornelli. Ma che…? Laxus scrutò Lisanna attentamente, ora convinto che il piano di Freed e Bickslow non fosse rivolto solo a Elfman ed Ever.
«D’accordo, tanto vale andare fino in fondo» acconsentì alla fine, quasi curioso di sapere se quei due avessero architettato altro.
 
°°°°°°°°°° 
 
«Smettila, mi rovinerai l’acconciatura!» gridò esasperata. Era appena uscita dalla sua camera, dopo aver scelto con cura l’abito e gli orecchini insieme a Freed, e Bickslow non faceva che girarle intorno sistemando chissà cosa.
«Stai benissimo» le disse Freed, avvicinandosi a lei «Ed Elfman non potrebbe trovare compagna migliore di te».
«Questo è sicuro!» concordò Bickslow con un enorme sorriso. «Sicuro… sicuro… sicuro» cantilenarono le sue statuine entusiaste.
Ever li abbracciò, toccata dalle loro parole. Erano anni che si conoscevano ed erano molto legati, ma esprimevano raramente ciò che provavano e sapere che la sostenevano era commovente. Si allontanò e si guardò un’ultima volta allo specchio dell’ingresso. Poi uscì dall’appartamento e salì sulla carrozza che Elfman aveva fatto arrivare per lei, salutando i suoi amici con fare principesco. Quant’è romantico! Pensò elettrizzata.
 
°°°°°°°°°° 
 
«Ecco, così sei perfetto». Lisanna finì di sistemargli la cravatta e lo guardò soddisfatta. «Sì, andrai benissimo» aggiunse con un sorriso, mentre si allontanava con i pollici alzati in segno di incoraggiamento.
Elfman si guardò intorno, ammirando ciò che le sue sorelle e Laxus lo avevano aiutato a creare. Erano sulla spiaggia, un tavolo era stato sistemato ai piedi della scogliera e la lunga tovaglia sfiorava la sabbia. Vasi dorati con fiori di ogni colore si alternavano a candelabri, a delineare il sentiero che avrebbe portato Ever dalla strada al tavolo. Poco distante e nascoste da paraventi, anch’essi pieni di fiori, erano disposti tutte le portate, mentre Laxus e Mira erano seduti davanti pronti a suonare appena Ever fosse arrivata.
Lisanna andò a controllare che i piatti fossero caldi, lasciandolo solo. Era così nervoso, temeva che non le sarebbe piaciuto nonostante tutti i suoi sforzi. Non avrebbe potuto sopportare che lo rifiutasse per qualcun altro… tutte le sue paure svanirono, però, appena vide Ever in uno splendido vestito smeraldo camminare verso di lui. Era talmente bella che non si accorse di avere la bocca aperta, finché lei non gliela chiuse dolcemente e con un sorriso gli prese la mano.
«Sei bellissima» sussurrò, cercando di riprendersi dallo sbigottimento. «Come sempre» aggiunse subito, mentre la invitava a sedersi.
«Sei bello anche tu» disse lei, un po’ imbarazzata.
 
°°°°°°°°°° 
 
Laxus osservò Mira sistemarsi i lunghi capelli di lato. Indossava un abito argentato ed era stupenda. Le parole di Ever e Freed gli tornarono in mente e si persuase a provare a capire quanto e se avessero ragione... Scosse appena la testa. Non poteva farsi distrarre da quei pensieri, ma si ripromise di parlarle più tardi. Odiava suonare in pubblico e non voleva pensare ad altro che alla canzone.  
«Eccola, sta arrivando. Sei pronto?» gli chiese Mira con un sorriso, mentre prendeva il microfono e si sedeva di fianco a lui. Guarda cosa mi tocca fare per Ever… si rimproverò per aver accettato. «Sei nervoso?» sussurrò Mira, probabilmente vedendolo sovrappensiero.
«Tsk! No, per niente» disse in tono arrogante, fingendo di accordare la chitarra per non doverla guardare. Perché diavolo aveva dovuto risponderle in quel modo?
«Lo so che sei nervoso» e Mira gli sorrise ancora, aggiungendo «Ma è per loro due e tu sei un bravo musicista».
Laxus alzò gli occhi dalla chitarra, non sapendo cosa ribattere. Si sistemò sulla sedia, un po’ imbarazzato per quel complimento, e riportò la sua attenzione sulle corde.
«Pensi che potremmo fare qualcosa così anche noi due?» sussurrò Mira all’improvviso. Si bloccò e la guardò sbalordito, mentre alcune rune si illuminavano per un secondo attorno a loro. Lo sapevo, Freed ha usato uno dei suoi incantesimi... sospirò.
 
°°°°°°°°°° 
 
Quando pronunciò quelle parole ad alta voce, sentì il cuore fermarsi. Erano giorni che pensava di chiedergli di uscire, ma quel pomeriggio il pensiero era stato così prepotente e insistente… prima che potesse fermarsi le parole le erano uscite di bocca. Non era da lei non riuscire a controllarsi però, cosa le stava succedendo? Vide una flebile luce venire dalla sabbia ai loro piedi, ma quando abbassò lo sguardo non vide nulla. Avvicinò il microfono e inspirò per cominciare a cantare sperando che Laxus la ignorasse.
«Freed ha fatto un incantesimo» le disse, mettendole una mano sulla sua e scrutandola.
«Che tipo di incantesimo?» gli domandò, mentre arrabbiata cercava di capire dove si fosse nascosto Freed. Perché di sicuro lui e Bickslow erano nei dintorni, ci poteva scommettere. E quando li avrebbe trovati… l’avrebbero pagata molto cara.
«Sono convinti che tu…». Si voltò verso Laxus, che era imbarazzato e… goffo. «Credono che tu provi qualcosa per me, ecco… ma non devi preoccuparti» aggiunse, quando lei spalancò gli occhi per le sue parole. «Probabilmente ha fatto qualcosa perché uno dei due si facesse avanti, insomma» concluse, schiarendosi la voce. Mira lo fissava indecisa su cosa rispondergli, magia o non magia, i suoi sentimenti erano sinceri. Ma aveva la possibilità di tirarsi indietro, Laxus gliela stava concedendo. Era quello che voleva davvero?
«Mi sa che hanno proprio ragione» affermò alla fine, abbandonando l’idea di punire Freed. Si sporse verso di lui e gli chiese di nuovo «Pensi che potremmo fare qualcosa così anche noi due?». Non sprecherò altro tempo pensò, sollevata.
 
°°°°°°°°°° 

Laxus la guardò un po’ confuso, osservò la sabbia in cerca di altre rune. Cosa stava succedendo? Non capiva più se fosse reale o meno. Lo desiderava da così tanto che temeva… Mira si avvicinò di più e lo baciò, «L’incantesimo non c’è più» gli sussurrò nell’orecchio «Ora sta a te decidere».
«Mi stai chiedendo un appuntamento, Mirajane Strauss?» la stuzzicò allora, cercando di ritrovare un po’ di lucidità.
«Certo che sì, Laxus Dreyar» gli rispose Mira, ammiccando. «Ma ora è meglio che suoniamo. La serata è per Ever ed Elfman, giusto?» aggiunse, quando lui si stava avvicinando per baciarla.
Sorrise divertito alla sua provocazione e la prese dolcemente dalla vita, invitandola a sedersi sulle sue gambe. «Hai ragione, ne riparliamo più tardi» le disse, baciandola sulla spalla.
 
°°°°°°°°°° 
 
Quando la melodia li avvolse, Ever strinse la mano di Elfman e avvicinò la sua sedia. Si era impegnato così tanto per lei, non sapeva nemmeno se lo meritasse. «Non ti ho mai chiesto scusa per quello che è successo alla battaglia di Fairy Tail…» bisbigliò. Il senso di colpa la opprimeva ancora ogni tanto, soprattutto quando ripensava allo scontro con lui. E ora, con tutto quello che lui aveva preparato, si era ripresentato come un pugno nello stomaco.
«Non ha più importanza» disse Elfman, baciandole la mano goffamente «E da molto tempo». Le sorrise con dolcezza e lei sentì il cuore riempirsi di più ad ogni secondo. «Godiamoci la cena, così poi deciderai… insomma…» aggiunse poi, improvvisamente imbarazzato.
«Era tutto un piano di Freed e Bickslow, non c’è nessun altro uomo» lo informò, baciandolo con dolcezza. Prima di chiudere gli occhi, intravide Lisanna ritornare dietro i paraventi con gli antipasti che stava portando loro. Continuò a baciarlo, mentre un peso le si dissolse dal cuore. Avevano aspettato fin troppo, avrebbero mangiato più tardi.
 
 




Nota dell’autrice
Eccomi (a distanza di qualche giorno soltanto) con il secondo ed ultimo capitolo di questa breve storia. Avrei voluto pubblicarla molto tempo fa, ma non ero del tutto convinta di quello che avevo scritto, sono sincera. L’ho ripreso in mano solo questa settimana perché volevo concludere la storia, visto che il manga di Fairy Tail sta finendo. Sono abbastanza soddisfatta ora, quindi spero che sia piaciuto anche a voi.
Vi ringrazio moltissimo per la pazienza e per aver letto la mia storia.
 
Un abbraccio,
dreamfanny.
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3503549